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SERBATOI
Tra le opere di trasporto e la rete di distribuzione sono interposti i serbatoi i quali assolvono es-
senzialmente alle seguenti funzioni:
disconnettere idraulicamente l’opera di adduzione dalla rete di distribuzione. Nel caso di
reti a serbatoio terminale, come si vedrà in seguito, tale funzione è assolta dalle torri piezo-
metriche;
fissare il piano dei carichi sulla rete di distribuzione;
compensare la variabilità delle portate richieste dalla rete rispetto alla costanza della portata
addotta dall’acquedotto;
assolvere la funzione di riserva e soddisfare i fabbisogni ordinari nei periodi di interruzione, ac-
cidentale o programmata, dell’acquedotto;
sopperire alle richieste straordinarie della rete per lo spegnimento di incendi.
I serbatoi, indipendentemente dal tipo di impiego della risorsa idrica, debbono essere:
protetti dall'ambiente circostante impedendo infiltrazioni di acque esterne e possibilità di con-
tatto con persone, animali e vegetali;
costruiti con materiali non aggredibili dall’acqua invasata e tali da non modificarne i caratteri
propri.
progettati garantendo la protezione igienica e termica
strutturati assicurando una adeguata circolazione alla acqua invasata; pertanto vengono realiz-
zati con strutture chiuse ed il collegamento con l’esterno viene realizzato con un unico accesso
controllato con porta metallica idonea ad ambienti umidi.
5.1. TIPOLOGIE
E’ usuale classificare i serbatoi in funzione della loro posizione rispetto alla quota del terreno natu-
rale nell’area di realizzazione (Figura 1).
Figura 1
I serbatoi sono costituiti da una o più vasche d’accumulo e dalla camera di manovra.
Due o più vasche permettono la continuità dell'esercizio anche durante le fasi di pulizia e di ma-
nutenzione ordinaria, potendosi eseguire le operazioni tenendo in esercizio almeno una unità.
L’acqua viene prelevata dalle vasche con una condotta dotata di una valvola di fondo o succheruola
realizzata con lamiera metallica (Figura 4).
DN 100 26 kg
DN 200 90 kg
DN 300 180 kg
DN 350 250 kg
Nel caso di piccoli centri, caratterizzati da capacità d’accumulo di qualche centinaio di m3, si realiz-
za un’unica vasca; in questo caso la distribuzione d’acqua, in caso di necessità, può essere mante-
nuta by-passando il serbatoio e collegando direttamente l’acquedotto con la rete di distribuzione
tramite un circuito idraulico appositamente predisposto nella camera di manovra.
In questo ambiente sono allocati i circuiti idraulici di alimentazione, derivazione, by-pass, sfioro e
scarico, tutti i valvolismi ed i dispositivi necessari per la sicurezza ed il controllo, le apparecchiature
per la misura delle portata (tubo venturi) e dei volumi in uscita (misuratore Woltmann) Figura 5 .
A tal fine sul frontale della camera di manovra, in quota, viene realizzata una luce di piccole dimen-
sioni protetta da inferriate e reti metalliche con interposta lana di vetro con funzione di filtro. Di-
spositivo analogo si realizza nel vano-porta di comunicazione tra camera di manovra e vasche. Per
ostacolare lo sviluppo di larve d’insetti e di alghe, le vasche non debbono avere illuminazione per-
manente. Per tutti i tipi di serbatoi sono previsti dispositivi di scarico e di sfioro delle vasche (Fi-
gura 6).
Gli scarichi, regolati da saracinesche, ri-
versano le acque in una canaletta realiz-
zata nel pavimento della camera di ma-
novra e da questa convogliate alla fogna-
tura urbana, o ad un ricettore se presen-
te, per il tramite di un pozzetto idraulico o
sifone. Gli organi di sfioro, presenti su
ciascuna vasca, debbono avere deflusso
libero e, se collegati agli scarichi, allaccia-
ti a valle delle saracinesche dello scarico.
Nel serbatoio di testata l’adduttrice esterna entra nella camera di manovra ed alimenta attraverso
un collettore, con saracinesche di sezionamento, le vasche. L’alimentazione dall’alto disconnette
idraulicamente l’acquedotto esterno. L’alimentazione della rete parte dal fondo delle vasche; an-
che in questo caso un collettore con saracinesche di sezionamento invia in rete l’acqua prelevata
dalla singole vasche; in caso di manutenzione di una vasca è possibile alimentare la rete con l’altra
(Figura 10).
Nel caso di reti a serbatoio terminale l’alimentatrice si disconnette in una torre piezometrica con
uno schema analogo al precedente. La condotta distributrice che collega la torre al serbatoio termi-
1
Misuratori di volume tipo Woltmann: questi apparecchi hanno montato sul loro asse un'elica orizzontale la
quale aziona un meccanismo formato da una vite senza fine collegata ad un demoltiplicatore e ad un totalizza-
tore ; generalmente per la misura di grandi portate vi è un dispositivo di regolarizzazione dei filetti di corrente
costituito da pale orientabili montate avanti l'elica del contatore. I diametri variano dai 100 agli 800 mm con
condizioni di funzionamento fino a 16.000 m3/h ; provocano basse perdite di carico. Poichè il loro funzionamen-
to è condizionato fortemente dalle perturbazioni indotte sulla corrente si dovrà inserire una condotta rettilinea
di lunghezza pari a circa 12-20 volte il DN dell'elemento perturbatore (saracinesca, curva, T, ecc); tale lunghez-
za può essere ridotta con l'introduzione di uno stabilizzatore di corrente , ma si avranno, per contro, maggiori
perdite di carico; a valle del contatore , solo in caso di saracinesche di regolazione o restringimenti di sezione, è
da prevedere una condotta rettilinea di almeno 5 DN. Infine per evitare passaggi di aria che falserebbero la mi-
sura l’apparecchio va tenuto più basso della condotta.
La capacità del serbatoio associata ad interruzioni dell’adduzione dell’acquedotto per fatti acci-
dentali è detto Volume o Capacità di Riserva Cr . Valutazioni circa i tempi necessari per le
riparazioni (accessibilità dei luoghi, disponibilità di persone, mezzi e materiali) portano a consi-
derare, generalmente, sufficiente un giorno. Pertanto, è consuetudine assumere la capacità di
riserva Cr pari al flusso in 24 ore della portata media del giorno dei maggiori consumi Qg :
86400
Cr = Qg ⋅ m3
1000
Per una popolazione Pndi 3.000 abitanti con dm , dotazione idrica l/ab*giorno (Capitolo 2.2 Ta-
Pn ⋅ dm 3000 * 275
bella III), 275 [l/(ab giorno)] Æ Q = = = 9,5 l/s
86400 86400
86400
Capacità di Riserva: Cr = 19 ⋅ ≅ 1642 m3
1000
Per una popolazione Pndi 200.000 abitanti la dotazione idrica pro capite dm (Capitolo 2.2 Tabel-
P ⋅d 200000 * 600
la III) è di 600 [l/(ab giorno)] Æ Q= n m = = 1388,8 l/s
86400 86400
86400
Capacità di Riserva: Cr = 2083,2 ⋅ ≅ 180000 m3
1000
il rifornimento idrico necessario per periodi di emergenza conseguenti ad incendi .
Per una corretta valutazione della Capacità di riserva per incendi Ci occorre tener presente la
dimensione e la natura del carico di incendio2 l’estensione delle zone da proteggere con conse-
guente variazione della richiesta d’acqua. La Normativa prevede tre distinte aree di rischio:
1. Area di livello 1 o classe A : comprende edifici di civile abitazione, luoghi di culto, alberghi
(con esclusione delle centrali termiche), impianti sportivi. L’impianto deve garantire il funzio-
namento di due idranti con lancia DN45 con portata per ciascun idrante di 2 l/s ed una pressione
residua di 2 bar (20 m di colonna d’acqua) per almeno 30 minuti.
3. Area di livello 3 o classe C : in queste aeree rientrano particolari opifici per la lavorazione,
confezionamento e deposito di materiali infiammabili. Per questo tipo di aree deve essere pre-
visto oltre un impianto interno anche una rete esterna che deve garantire il funzionamento di
non meno di sei idranti con lancia DN70 con portata per ciascun idrante di 5 l/s ed una pressio-
ne residua di 4 bar (40 m di colonna d’acqua) per almeno 120 minuti.
Gli idranti devono essere posizionati affinché il Fronte specifico di protezione inteso come estensio-
ne in metri del fronte di facciata di un edificio da proteggere con un idrante non superi:
120 m per le aree di classe B
80 m per le aree di classe C
con idranti di soprassuolo del tipo a colonna con due attacchi DN70 (Figura 14);
nel tipo sottosuolo (Figura 15) provvisto di un solo attacco DN70 il Fronte specifico di protezio-
ne scende a
2
Cfr. Circolare del Ministero Affari Interni n.91 del 14 settembre 1961.
Nelle aree di classe A gli idranti sono ubicati agli incroci stradali e lungo le stesse a distanza non
superiore a 200 m per zone a debole intensità abitativa e 100 m per i centri urbani.
Per fissare, in modo preliminare, la capacità da assegnare al serbatoio per il servizio antincendio
si ricorre all’utilizzo di numerose formule desunte in funzione della popolazione :
3600
per piccoli centri abitati (fino a 3000 abitanti) : Ci= nqi*th* [m3]
1000
n =numero di idranti
qi = portata di un singolo idrante [l/s]
th = durata di utilizzo dell’impianto [ore]
Ipotizzando l’utilizzo contemporaneo di due idranti DN45 con portata complessiva di 4 l/s per
una durata di 3 ore : Ci=0,004*3*3600 ≅ 43 m3
3600
Per popolazione maggiore (fino a 200.000 abitanti) Ci= 6 ⋅ N th [m3]
1000
N =popolazione espressa in migliaia
th = durata di utilizzo dell’impianto [ore]
accumulare volumi d'acqua necessari a compensare, nel tempo, fluttuazioni dei con-
sumi rispetto alla costanza della portata dell’acquedotto.
La determinazione del Volume o Capacità di compenso Cc da assegnare al serbatoio affinché
la domanda d'acqua risulti soddisfatta, è governata dalla equazione di continuità idraulica:
dCc
qa − qu = [a]
dt
Risultano noti o facilmente determinabili:
qa = qa(t)
qu = qu(t)
Considerato i sotto-periodi di durata ti durante i quali qu(t) >qa, si determina la capacità ne-
cessaria alla compensazione con la semplice relazione
ti
Cc =
∫0
qu(t )dt − qati [b]
Nel caso in cui non si conosce con precisione la funzione qu(t) , legata alle abitudini degli utenti
ed alla variabilità nel tempo delle stesse, per la determinazione della Cc viene fatto spesso rife-
rimento a dati assunti da rilevamenti che hanno portato alla seguente valutazione statistica di
correlazione tra Cc e qa: ricordato che la portata addotta nel serbatoio è, generalmente, la por-
tata media del giorno dei massimi consumi :
9
qa = k g ⋅ Q a = Q g [l/s] 86,4 ⋅ Qg = 0,375 ⋅ 86,4 ⋅ Qg [m3]
⇒ Cc =
24
Seguendo gli esempi precedenti. per una popolazione Pn = 3.000 ed una portata del giorno dei
massimi consumi di Q g = k g ⋅ Q a = 2 ⋅ 9,5 = 19,0 l/s discende una Capacità di Compenso :
mentre per una popolazione Pn = 200.000 abitanti ed una portata del giorno dei massimi consumi
di Qg = k g ⋅ Qa = 1,5 ⋅ 1388,8 = 2083,2 l/s la Capacità di Compenso risulta :
Dal confronto dei dati rilevabili dagli esempi precedenti, Tabella IV, si evince che il volume o capa-
cità di riserva antincendio Ci è , generalmente, inferiore 4al volume o capacità di riserva Cr ; ravvi-
sato che la capacità di compenso Cc non deve essere intaccata, il volume totale Vt da assegnare al
serbatoio sarà dato dal volume Cc a cui andrà sommato la maggiore tra la Capacità di riserva Cr
e la Ci antincendio, potendo escludere la contemporaneità delle cause generatrici.
Tabella IV
Pn Cr Ci Cc Vt
3 3 3 3
abitanti m m m m
3.000 1.642 43 616 2.301
200.000 180.000 1.527 67.500 249.027
Quando, invece, avendo a disposizione i diagrammi settimanali dei fabbisogni idrici orari (Figura 16
l’area evidenziata rappresenta il volume richiesto dalla rete) è possibile costruire il diagramma
cronologico delle portate richieste dagli utenti, nel giorno dei massimi consumi (Figura 17).
3
generalmente la portata del giorno dei massimi consumi.
4
Per centri abitati con esclusione della area A e B suscettibili di valutazioni più approfondite
dCc
Dall’analisi dei dati rilevabili l’integrazione della equazione differenziale [a] qa − qu = si esegue
dt
o con il metodo delle differenze finite o tramite metodo grafico basato sulla funzione integrale delle
portate.
Figura 17. Diagramma cronologico delle portate richieste dagli utenti, nel giorno dei massimi consumi
Metodo delle differenze finite: nella Figura 18 è stata riportata sul diagramma cronologico dei
fabbisogni orari qu(t) , la qa(t) , portata dell'acquedotto (costante nel tempo).
t1
Nell’intervallo di tempo t0 ÷ t1 l’integrale V1 =
∫t0 q dt = qa(t1 − t0 ) rappresenta il volume affluito
t1
nel serbatoio (essendo q = qa) nell’intervallo t0 ÷ t1 la V'1 =
∫t0 q dt rappresenta il volume ero-
gato dal serbatoio (q = qu). La differenza V1 − V'1 è il volume invasato nel serbatoio nell’intervallo
t0-t1 quindi l'area compresa tra la qu(t) e la qa(t) nei differenti intervalli di tempo t0 ÷ t1, t1 ÷ t2,
t2 ÷ T, rappresenta il volume di supero (qu < qa) o il volume deficitario (qu > qa) rispetto alla ri-
chiesta. Negli intervalli di tempo t0 ÷ t1, t2 ÷ T la qa risulta superiore alla qu. I volumi V1 e V3
non utilizzati dalla rete vengono pertanto accumulati nel serbatoio, mentre il volume V2 dovrà es-
sere erogato dal serbatoio ad integrazione della contemporanea portata di afflusso. Alla fine del
periodo T affinché sia possibile la compensazione della variabilità dei consumi rispetto alla costanza
della portata dell’acquedotto dovrà sussistere l’eguaglianza tra volume affluito e volume erogato :
V1 + V3 = V2. Perchè la prefissata successione delle portate qu risulti realizzabile il serbatoio do-
vrà avere un volume di invaso iniziale V0 ed una capacità non inferiore a Cc. La determinazione
delle due grandezze discende dalla integrazione a passi finiti della equazione differenziale
dCc
qa − qu = . V0 è incognito; i Vi sono noti. Riportata, in forma tabellare, la successione cronolo-
dt
gica dei volumi invasati
tempo intervallo Volumi invasati
t = t0 = 0 V = V0
t = t1 t0 – t1 V = V0 + V1
t = t2 t1 – t2 V = V0 + V1 - V2
t=T t2 - T V = V0 + V1 - V2 + V3
Riga per riga si effettuano le cumulate dei valori noti. La somma negativa massima in modulo è V0.
Noto V0, riga per riga, si effettua la somma. La somma massima è la Capacità di Compenso del
serbatoio (vedi Esempio n.10).
t
Metodo grafico : trova fondamento nella funzione integrale : V =
∫0 q ⋅ dt
Nella Figura 19 a sono riportati:
t
• la funzione Vu(t)= ∫0 qu ⋅ dt - curva dei volumi richiesti dalla rete, in funzione del tempo t
variabile qu richiesta.
Si trasla verticalmente la retta di regolazione fino a far toccare superiormente ed inferiormente la
cumulata delle portate richieste Vu(t). Eseguite queste operazioni, l'intervallo tra le due rette rap-
presenta il volume necessario da assegnare al serbatoio per consentire la prestabilita regolazione
dei deflussi. L’area punteggiata rappresenta la condizione di disponibilità di acqua nel serbatoio.
Anche nel caso di afflussi variabili causati da un esercizio periodico e discontinuo come, ad esem-
pio, nel caso di impianti di sollevamento, la capacità di compenso Cc necessaria per la regolazione
è ricavabile ancora graficamente. Noti nel periodo T le portate richieste e l’orario di esercizio del
sollevamento (Figura 20 a) risulta agevole tracciare le curve :
Va (t) = volumi di afflusso al serbatoio nei periodi 0 ÷ t1 e t2 ÷T
Vu (t) = volumi richiesti dalla rete nell’intero periodo T
ESEMPIO N.10
Determinare la Capacità di Compenso Cc di un serbatoio posto a servizio di una rete urbana.
La portata di alimentazione qa=40 l/s, costante nel tempo ed addotta dall’acquedotto esterno, è
quella del giorno dei massimi consumi.
Caso A: non si ha conoscenza della variabilità dei consumi della rete e pertanto si ricorre a valuta-
zioni di tipo statistico per le quali si assume:
Caso B : nota la variabilità dei consumi qu(t) nel periodo T di 24 ore, così come riassunti nella
seguente tabella, è possibile determinare la Cc seguendo sia un procedimento analitico e sia grafi-
co.
ora 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
portata 5 2 2 2 6 23 107 135 82 75 74 75
ora 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24
portata 84 95 75 44 33 33 38 23 12 10 8 6
6
• Nell’intervallo compreso tra le ore 0÷6 l’integrale V1 = ∫ q dt
0
rappresenta il volume accumu-
(q = qu - qa) .
• Infine nel terzo ed ultimo periodo, tra le ore 16÷24 , il volume V3 torna ad essere un volume ac-
cumulato nel serbatoio .
Alla fine del periodo T affinchè sia possibile la compensazione della variabilità dei consumi rispetto
alla costanza della portata dell’acquedotto dovrà sussistere l’eguaglianza tra volume affluito e vo-
lume erogato : V1 + V3 = V2 .
Perchè la prefissata successione delle portate qu risulti realizzabile il serbatoio dovrà avere un vo-
lume di invaso iniziale Vo ed una capacita non inferiore a Cc.
La determinazione delle due grandezze discende dalla integrazione a passi finiti della equazione dif-
ferenziale
∫t
V = qdt .
Ricordato che “ riga per riga si effettuano le cumulate dei valori noti, la somma negativa massima
in modulo (colonna 8) è V0.
Noto V0, riga per riga, si effettua la somma,la somma massima (colonna 9) è la Capacità di Com-
penso del serbatoio.
Figura B Figura C
Graficamente , sulla funzione Vu(t) (cumulata dei valori delle portate qu ) si trasla verticalmente il
diagramma della Va(t) fino a far toccare superiormente ed inferiormente il diagramma della Vu(t)
La capacità Cc è rappresentata dalla distanza tra le curve qap traslate superiormente ed inferior-
mente alla qu .