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Capitolo 9

MANUFATTI SPECIALI DI SCARICO E DI INVASO


9.1. SCARICATORI DI PIENA

In concomitanza di eventi di pioggia, nelle reti di fognatura mista, raggiunto un prestabilito gra-
do di diluizione delle acque fecali (rapporto acque nere/acque bianche pari a 1/3-1/5), si provvede
all'evacuazione immediata delle acque di supero tramite scaricatori di piena ed al recapito delle
stesse direttamente nel mezzo ricettore naturale.

Le acque nere, opportunamente diluite, vengono recapitate all'impianto di trattamento a servizio


del sistema di fognatura. I vantaggi della soluzione sono evidenti, riducendosi sensibilmente la lun-
ghezza delle canalizzazioni di grande dimensione costituite dai collettori principali e dai collettori
emissari. Nelle Figure 1 e 2 sono riportati esempi di scaricatori di piena sia del tipo a funzionamen-
to controllato da sfioratore laterale e sia del tipo a luce di fondo.

Figura 1 – Scaricatore di piena con sfioratore laterale

Costruzioni Idrauliche Manufatti speciali 223


Figura 2 . Scaricatore di piena con luce di fondo

224 Costruzioni Idrauliche


9.2. SEPARATORI DI PRIMA PIOGGIA

Nelle reti separate nasce la necessità di convogliare nella fogna nera le portate fluenti nella fogna
bianca nella fase iniziale di un evento meteorico in quanto la prima pioggia, eseguendo un lavaggio
delle strade , accumula un notevole carico inquinante derivante da tutto ciò che può depositarsi
sulla sede stradale ( rifiuti , polveri di gas di scarico e di ferodi , residui derivanti dall’usura dei
pneumatici, oli e grassi ecc.). Tale inconveniente cresce in rapporto all’intervallo tra due eventi me-
teorici consecutivi. Pertanto è possibile trasferire alla fogna nere queste acque realizzando una pic-
cola luce, sul fondo del canale bianco, opportunamente dimensionata. Trascorso un po’ di tempo
dall’inizio della pioggia, se questa persiste ed aumenta di intensità, la portata meteorica aumenta
tanto da superare la luce di fondo e raggiungere, priva dei contenuti inquinanti, il collettore e da
questo al mezzo recettore. (Figura 3)

Figura 3 – Separatore di acque di prima pioggia

Costruzioni Idrauliche Manufatti speciali 225


9.3. IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO DI ACQUE NERE

Le reti di fognatura sono progettate per funzionare a gravità con flusso a superficie libera. Situazio-
ni topografiche locali impongono, a volte, la realizzazione di impianti di sollevamento.
La natura delle acque trasportate e la forte variabilità delle portate pongono particolari problemi
alla progettazione di un impianto di sollevamento sia nei riguardi del macchinario (tipo e numero
di pompe), sia relativamente al volume ed alla geometria ottimale della vasca di aspirazione.
L' impianto va dimensionato in funzione della portata massima da sollevare, ma, data la forte va-
riabilità delle portate, la portata totale va ripartita su più pompe funzionanti in parallelo. (Figura
4). Le pompe debbono essere istallate con la girante sommersa, sempre sotto battente, condizione
che garantisce l'immediato avvio del sollevamento.

La condotta di mandata, in corrispondenza del funzionamento di una sola pompa deve essere
percorsa dal flusso con velocità non inferiore ad 1 m/s per evitare la sedimentazione e l'accu-
mulo delle sostanze solide presenti nei liquami.

Figura 4. Impianto di sollevamento realizzato con pompe centrifughe di tipo sommerso.

226 Costruzioni Idrauliche


Le pompe centrifughe per acque nere sono speciali, caratterizzate dalla particolare geometria del-
la girante che è di tipo aperto e che consente il passaggio di corpi di notevoli dimensioni. Inoltre
possono essere provviste di valvola a forte getto per la pulizia del pozzo. All’avvio della pompa la
valvola è aperta ; la contropressione nella tubazione provoca un getto che genera un moto rotato-
rio che porta in sospensione fanghi e materiali sedimentati . Dopo qualche secondo la valvola si
chiude (Figura 5).

Figura 5 – Sistema di autolavaggio del pozzo


L’installazione della macchina è generalmente fissa all’interno del pozzo (Figura 6 a); possono an-
che realizzarsi installazioni portatili (b) o fisse, ma in camera a secco (c).

a b c

Figura 6 – Metodi di installazione

La dimensione del pozzo dovrebbe essere la minore possibile sia per ridurre i costi e sia per mante-
nere meno possibile il liquame stagnate; è ovvio che il volume minimo è funzione del numero di
avviamenti/ora consentiti dalla macchina. Il livello nel pozzo è regolato da un interruttore a bulbo
di mercurio rinchiuso in un involucro impermeabile galleggiante , sospeso all’altezza voluta tramite
il cavo elettrico che lo collega al quadro di avviamento dell’elettropompa. La variazione di livello
del liquido varia la posizione del regolatore e di conseguenza l’interruttore a mercurio apre o chiu-
de il circuito di controllo (Figura 7).

Costruzioni Idrauliche Manufatti speciali 227


Figura 7 – Regolatori di livello

I principi da adottare nella progettazione di un pozzo sono illustrati in manualiI contenenti regole
pratiche frutto di una estesa serie di dati acquisiti con test su modelli in scala. Nel seguito si farà
riferimento al pozzo standard Flygt riprodotto nella Figura 8.

Figura 8

I American Hydraulic Institute e British Hydromechanics Research Association

228 Costruzioni Idrauliche


Le dimensioni del pozzo dipendono dalla portata della pompa e sono illustrate nella Figura 9

Quando vengono realizzati progetti fuori dello standard è necessario eseguire prove di funzionalità
su modello idraulico in scala ridotta, al fine di ottimizzare il flusso verso le pompe , l’eliminazione di
vortici e di aria in prossimità dell’aspirazione.

Figura 10 - Pozzo toroidale con 14 elettropompe

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Il volume utile delle vasca, compreso tra il livello massimo di avviamento ed il livello minimo di ar-
resto, è funzione del massimo numero di avviamenti orari delle elettropompe.
Il volume utile richiesto per un’elettropompa, dipende dalla sua portata nominale Qp1 e dal numero

massimo z di avviamenti orari.


Nel caso di una sola macchina per Qi (portata in ingresso) si avrà:

V
un tempo di riempimento Tr = e
Qi
∆V
= Qp1 − Qi per ∆t = Tv, tempo di vuota-
∆t
∆V V
tura Tv = Tv =
Qp1 − Qi Qp1 − Qi

La durata di un ciclo è Tk= Tr+ Tv


Posto Qi = α Qp1 ( con 0<α≤1 ) Tk è mini-
mo quando α =0,5 ed il volume richiesto e
pari a
Qp1 * 3600
V=
4⋅z

Nel caso di impianto dotato di due elettropompe , essendo Qp1 ≤ Qi ≤ Qp1+Qp2 ,


per Qp1=Qp2

V2 V2
Tr = Tv =
Qi − QP1 (QP1 +Qp2 ) − Qi

Tk è minimo quando Qi = Qp1+ 0,5 Qp1


da cui Qp1=Qp2=2/3 Qi

Nel caso di stazione equipaggiata con n


elettropompe uguali che si avviano in
sequenza all’aumentare del livello e,
sempre in sequenza, si staccano al dimi-
nuire del livello, il volume totale richiesto
è dato dall’espressione:

Vtot = V1 + (n − 1) ⋅ ∆h ⋅ S

essendo :

V1 = volume utile richiesto da una elettropompa

S = superficie della vasca


∆h = differenza tra i livelli di avvio ed arresto

230 Costruzioni Idrauliche


ESEMPIO 13

Dimensionare una stazione di pompaggio per una portata in ingresso Qi=58 l/s e prevalenza 5 me-

tri.

Volendo utilizzare due elettropompe identiche , la portata nominale di ciascuna macchina sarà:
Qp1=Qp2=2/3 Qi ⇒ Qp1=Qp2=2/3* 58 = 38,6 l/s

Elettropompa CP 3127

Costruzioni Idrauliche Manufatti speciali 231


Scelto il tipo di elettropompa, dai dati di targa, si rileva che il numero di avviamenti /ora è z=15
mentre, con il diagramma di figura 9 è possibile dimensionare il pozzo

Le dimensioni minime vengono lette in corrispondenza di pompe con portata di 100 l/s

232 Costruzioni Idrauliche


La superficie in pianta risulta : S=2,60*1,35=3,50 m2 ; il volume totale è espresso dalla relazione

Vtot = V1 + (n − 1) ⋅ ∆h ⋅ S
in cui

Qp1 * 3600 0,039 * 3600


V1 = = = 2,34 m3 e pertanto
4⋅z 4 ⋅ 15

Vtot = 2,34 + (2 − 1) ⋅ 0,30 * 3,50 = 3,4 m3

Vtot
h = = 0,97 m
S
Essendo il livello minimo di aspirazione pari a 0,43 m l’avviamento della prima elettropompa sarà
posto a quota + 1,40 m dal fondo del pozzo ; la quota di avvio della seconda pompa sarà 1,40 +∆h
=1,40+0,30 =1,70 m.
Infine la quota di arresto della prima macchina sarà pari all’altezza minima di aspirazione 0,43 m e
la seconda sarà 0,43+ ∆h=0,73 m.

9.4. IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO DI ACQUE BIANCHE

Nei casi in cui il collettore emissario sia posto a quota inferiore del mezzo recettore è indispensabile
il ricorso ad impianti di sollevamento caratterizzati da elevata portata e bassa prevalenza. Questi
tipi di impianti vengono comunemente chiamati idrovori dal nome delle elettropompe, idrovore,
utilizzate per lo smaltimento di grandi volumi di acqua e basse prevalenze, generalmente H < 10
m).
Nella Figura 11 è raffigurato un impianto idrovoro caratterizzato da una idrovora ad asse verticale
con tubazione di scarico realizzata con un sifone “ a cavaliere dell’argine “ . A monte delle macchine
sono presenti una griglia di protezione ed una paratoia di sezionamento mentre, a valle, la condot-
ta sfocia in una vasca di dissipazione che, nei periodi di magra del recettore, ha il compito di dissi-
pare il contenuto energetico della portata in uscita dalla condotta ed evitare il disinnesco del sifone.

Figura 11 – Schema di impianto idrovoro

Costruzioni Idrauliche Manufatti speciali 233


A seconda dell’ubicazione del recettore e del tipo di macchine sono possibili tre schemi più semplici
sia dal punto di vista costruttivo che gestionale (Figura 12)

Figura 12 – Schemi di installazioni munite di elettropompe sommergibili Flygt serie P

Nota la portata da esitare la scelta delle macchine è legata ai criteri già esposti per gli impianti di
sollevamento al Capitolo 4.

234 Costruzioni Idrauliche


Figura 13 – Diagrammi a mosaico per elettropompe sommergibili Flygt serie P

Costruzioni Idrauliche Manufatti speciali 235


Per quanto attiene il dimensionamento della stazione di sollevamento, nel caso di utilizzo di elettro-
pompe sommergibili ad elica seri P della Flygt, possono essere utilizzate soluzioni standard legate
al numero delle macchine. Il dimensionamento è molto simile a quanto già visto precedentemente
per le stazioni di sollevamento delle acque nere. La particolarità costruttiva di queste idrovore fa sì
che possano essere calettate all’interno di un tubo contenitore in acciaio (Figura 14) a stazione di
sollevamento ultimata. L’elettropompa poggia semplicemente su un anello alla base del tubo con-
tenitore senza fissaggi pertanto la macchina può essere rimossa agevolmente per la manutenzione.

Figura 14 – Tipo di idrovora e correlato diametro del tubo contenitore

L’afflusso dell’acqua verso la pompa deve essere uniforme in modo da evitare trascinamento di a-
ria con conseguente innesco di vortici. Tra i criteri da adottare per la progettazione di un impianto
è importante la verifica del rapporto tra la sommergenza S ed il diametro D della condotta di aspi-
razione D. (Figura 15)

236 Costruzioni Idrauliche


a= 1,5 b= 2,5
D

S 4⋅Q VD
= a + b ⋅ Fr con : a =1,5 e b=2,5 VD = Fr =
2 g⋅D
D π⋅D

Figura 15. Verifica del rapporto di sommergenza

9.5. LA REGOLAZIONE DELLE PORTATE DI PIENA


Gli apporti di piena di una zona scolante restano definiti dal processo di trasformazione degli afflus-
si meteorici, rappresentati dal diagramma cronologico delle precipitazioni (Ietogramma) , in de-
flussi superficiali, rappresentati dal diagramma cronologico delle portate fluenti nella sezione di
progetto (Idrogramma). L’andamento delle portate durante una piena è caratterizzato da un trat-
to rapidamente ascendente, fase crescente o curva di concentrazione, le portate aumentano
per effetto degli apporti dei flussi superficiali conseguenti alla pioggia.
Segue l’istante di colmo nel quale la portata raggiunge il massimo valore istantaneo, nella sezio-
ne del corso d’acqua sottesa dal bacino a cui si riferisce l’idrogramma.
Nel caso in cui la portata massima resta costante per un periodo di tempo l’idrogramma ha un trat-
to circa orizzontale detto fase di stanca (Figura 16) .

Figura 16. Modello di trasformazione afflussi-deflussi

Costruzioni Idrauliche Manufatti speciali 237


Infine la fase decrescente o curva di esaurimento, descrive il periodo in cui, terminate le pre-
cipitazioni, cessando progressivamente il ruscellamento dalle zone più lontane, il bacino tende a
vuotarsi e la portata tende a zero. L'onda di piena si manifesta con durata complessiva detta
tempo di base.

Dell’idrogramma tipico , rappresentato precedente, se ne può dedurre uno schematico nell’ipotesi


che l’effettiva modalità dell’evoluzione della pioggia nel tempo, rappresentata dal legame
h = a ⋅ tn , sia ad intensità costante, si considerano cioè variazioni lineari della pioggia con il tem-
po. Nella sezione della rete, che costituisce l’uscita, resta altresì definito il bacino sotteso; ad ogni
sollecitazione in ingresso (ietogramma) il sistema risponde in uscita con un idrogramma di portata .

Dell’idrogramma tipico, rappresentato nella Figura 16, se ne può dedurre uno schematico
nell’ipotesi che l’effettiva modalità dell’evoluzione della pioggia nel tempo sia ad intensità costante,
considerando variazioni lineari della pioggia e delle portate esitate con il tempo (Figura 17).

Figura 17 – idrogramma semplificato

L’espansione dei centri abitati comporta una trasformazione di parte del territorio che con costru-
zioni ed opere di urbanizzazione si trasforma da terreno permeabile in terreno scarsamente perme-
abile alterando, dunque, il coefficiente di afflusso che è un elemento determinante per la stima del-
la portata di piena. La conseguenza di ciò si risente nei tronchi terminali della rete dove le dimen-
sioni degli spechi non sono più sufficienti per lo smaltimento delle variate portate di piena.
Un criterio utilizzabile per risolvere il problema è quello di inserire, a monte dei tronchi critici, delle
vasche di laminazione
dell’onda di piena.
Il principio di funzionamento si
basa sul concetto della conti-
nuità, pertanto limitando la
portata in uscita occorrerà un
volume V da invasare per tut-
to il tempo che la portata in
ingresso supera il valore della
portata ammissibile a valle.

Figura 18

238 Costruzioni Idrauliche


Dopo il tempo t1 il volume precedentemente invasato sarà restituito a valle.

Quando non sia possibile realizzare tutto il volume di laminazione, per mancanza di aree da assog-
gettare a tale servizio, la parte eccedente può essere sfiorata verso un “elemento” di accumulo
provvisorio (Depressione naturale, campagna, ecc,)

Figura 19

Una soluzione ottimale è rappresentato dalla Figura 20, dove è possibile utilizzare un laghetto per il
contenimento dei volumi di supero delle vasche di laminazione .

Figura 20. Sistema di alleggerimento delle portate di piena

Per quanto attiene la tipologia delle vasche di laminazione queste possono essere in serie ed in pa-
rallelo secondo gli schemi di Figura 21.

Costruzioni Idrauliche Manufatti speciali 239


In ambedue i casi gli ingressi e le uscite dalle vasche sono regolati in automatico dai livelli nella
camera di alimentazione a valle dell’emissario .

20a. vasche in serie 20b . vasche in parallelo

240 Costruzioni Idrauliche


9.6. MANUFATTI DI RESTITUZIONE NEL RECETTORE

Nelle seguenti figureII sono riportati esempi di manufatti di restituzione nel mezzo recettore.
A seconda dei valori delle velocità in uscita sono da prevedere elementi di dissipazione del contenu-
to energetico della corrente.

II Tratte da FOGNATURE di L.Da Deppo e C. Datei – Edizioni Libreria Cortine Padova

Costruzioni Idrauliche Manufatti speciali 241


242 Costruzioni Idrauliche
Costruzioni Idrauliche Manufatti speciali 243

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