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Le autonomie locali nella

Costituzione
Il Titolo V della
Costituzione
Gli artt. 114 – 133 enunciano le caratteristiche della
suddivisione territoriale dello Stato in Regioni, Province
e Comuni
Il Titolo V è stato oggetto di modificazioni da parte della
legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3
L’art. 5 della Costituzione
 Introduce, in via di  Il principio autonomistico
principio, la garanzia di è elevato a principio
un’ampia libertà conferita fondamentale
ai diversi enti territoriali dell’ordinamento
nel perseguimento e nella costituzionale
gestione di interessi • La Repubblica, una ed
locali, mediante il indivisibile riconosce e
riconoscimento di una promuove le autonomie ed
il decentramento
posizione di autonomia • si impegna, inoltre, ad
rispetto agli enti adeguare i principi ed i
esponenziali di metodi della sua
riferimento legislazione alle esigenze
dell’autonomia e del
decentramento
Gli enti locali nella storia
repubblicana
 Le Regioni sono "un'invenzione" della
Costituzione
 Prima erano esistite solo dal punto di vista
geografico, come divisione del territorio
 Con gli articoli della Costituzione che vanno
dal 114 al 133 è stato realizzato un nuovo
ente pubblico territoriale che si è aggiunto ai
Comuni e alle Province.
1948/1953
Periodo di “congelamento” e di “lenta
attuazione”

 Nel primo quindicennio dell’età repubblicana i


rapporti tra centro e periferia sono
sostanzialmente gli stessi del precedente
periodo
 Guerra fredda
 Radicalizzazione del confronto politico.
 In questo periodo non vengono attuati i c.d.
“contropoteri” (Corte Costituzionale, regioni,
referendum, C.S.M.).
Norme precettive e norme
programmatiche
 La Corte di Cassazione introduce una
distinzione nell’ambito delle norme costituzionali
tra:
 “precettive”, immediatamente applicabili
 “programmatiche”, non vincolanti giuridicamente
 In questo modo viene fortemente depotenziata
la carica innovativa dei nuovi principi
costituzionali.
1953/1970
“scongelamento” della Costituzione

 “Legge truffa” del 1953


• prevede un premio di maggioranza tale da consentire
la riforma della Costituzione. Non scatta per pochi voti
 Viene reintrodotto il sistema elettorale
proporzionale
 1956
• Entra in funzione la Corte Costituzionale
 1957
• Legge sull’ordinamento del CNEL
 1958
• Legge sull’ordinamento del Consiglio Superiore della
Magistratura
Gli anni Sessanta
L’evoluzione dell’Amministrazione centrale

 Centro – sinistra: programmazione economica


per superare gli squilibri economico-sociali

 La Corte Costituzionale procede al superamento


della legislazione pre-repubblicana
Gli anni Sessanta
l’evoluzione delle amministrazioni periferiche

 Sono gli anni in cui si espandono i compiti di Regioni ed


Enti Locali
 Dal 1963 al 1970
• i Comuni eserciteranno competenze regionali perché le funzioni
delle Regioni non erano ancora state attuate (es. acquedotti,
programmazione, assistenza ospedaliera, edilizia scolastica,
etc.).
 I Comuni divengono in questa fase elemento unificante
rispetto al frazionamento di materie e alle divisioni
dell’amministrazione centrale.
 In controtendenza le grandi opere pubbliche nelle aree
metropolitane vengono gestite dall’amministrazione
centrale dello Stato attraverso società a partecipazione
statale o con progetti speciali.
1970/1978
“attuazione” della Costituzione (1/5)

 1968 Movimenti collettivi (rivolta studentesca e lotte


operaie)
 Legge 300/70 cd. “Statuto dei lavoratori”
 Attuazione delle regioni
 Legge 352/70 di regolamentazione dei referendum
 Legge 898/70 sul divorzio
 1971 Nuovi regolamenti parlamentari
 1975 Riforma del diritto di famiglia e riforma della
radiotelevisione
 1978 Riforma sanitaria e Legge sulle locazioni
1970/1978
“attuazione” della Costituzione (2/5)

 1968 Movimenti collettivi (rivolta studentesca e lotte


operaie)
 Legge 300/70 cd. “Statuto dei lavoratori”
 Attuazione delle regioni
 Legge 352/70 di regolamentazione dei referendum
 Legge 898/70 sul divorzio
 1971 Nuovi regolamenti parlamentari
 1975 Riforma del diritto di famiglia e riforma della
radiotelevisione
 1978 Riforma sanitaria e Legge sulle locazioni
1970/1978
“attuazione” della Costituzione (3/5)

 Riscoperta dei valori civili e sociali;


 Democratizzazione dei corpi separati dello Stato;
 Riforma penitenziaria;
 Riforma dei servizi di sicurezza;
 Smilitarizzazione e sindacalizzazione della Polizia di
Stato.
1970/1978
“attuazione” della Costituzione (4/5)

 Moltiplicazione degli organi rappresentativi a elezione


diretta (fabbriche, scuole, università, quartieri)
 Allargamento delle basi della democrazia
 Coinvolgimento di tutte le forze politiche protagoniste
della fase Costituente nella direzione politica del Paese
 Fase della solidarietà nazionale.
1970/1978
“attuazione” della Costituzione (5/5)

 Attribuzione di funzioni a trasferimento di competenza


delle regioni:
 Legge 281/70
 Legge 382/75
 DPR 616/77
 Il rapporto tra centro e periferia si articola su tre poli:
Regioni, Province e Comuni.
 Nel contempo si accentra la pluralizzazione e
frammentazione della P.A. centrale (aumento del numero
dei Ministeri; servizi nazionali; autorità indipendenti etc.)
1978/1989: esaurimento della capacità
espansiva del progetto costituzionale (1/2)

 Denuncia dei limiti della Costituzione nel


garantire stabilità all’esecutivo, efficacia
nell’azione di governo, alternanza politica alla
direzione del Paese (democrazia bloccata)
 La “consociazione” ostacolava la “governabilità”
e non era in grado di selezionare le crescenti
domande sociali
 Esigenze di riforme istituzionali per rafforzare
capacità decisionali del governo
 Craxi e la Commissione Bozzi
1978/1989: esaurimento della capacità
espansiva del progetto costituzionale (2/2)

 Progressivo crollo della credibilità dei partiti politici come


asse portante della rappresentanza popolare;
 Sviluppo delle istituzioni comunitarie;
 Si aggravano le condizioni della finanza pubblica;
 Diminuzione del flusso finanziario dal centro alla
periferia;
 Aggravamento delle condizioni della finanza locale;
 Deresponsabilizzazione degli amministratori locali;
 Contrazione dell’autonomia locale.
L’immobilismo istituzionale

 Malgrado il dettato costituzionale e malgrado il forte


riconoscimento di principio in favore delle autonomie
locali, per molti decenni il sistema italiano è rimasto
sostanzialmente ispirato a una linea di forte prevalenza
dello Stato.
Gli anni novanta
Il decennio delle riforme

Inizia un processo di radicali riforme


legislative orientate a una nuova
dislocazione delle funzioni tra Stato,
Regioni ed Enti Locali
Le autonomie locali nella
Carta Europea
 Carta Europea delle Autonomie Locali
• Sottoscritta a Strasburgo il 15 Ottobre 1985
• Ratificata in Italia con L. 439/89
 In essa si afferma
• “il diritto e la capacità effettiva per le comunità locali,
di regolamentare e amministrare nell’ambito della
legge, sotto la loro responsabilità, e a favore della
popolazione una parte importante degli affari
pubblici”.
Il principio di sussidiarietà

 Sotto il profilo giuridico tale principio assume


due significati
 Sussidiarietà orizzontale
• è il paradigma ordinatore dei rapporti tra lo stato, le
formazioni sociali e gli individui
 Sussidiarietà verticale
• ripropone un criterio di distribuzione delle competenze
tra lo stato e le autonomie locali.
• Agli enti territoriali vanno lasciate non solo le
competenze giuridiche e i diritti di iniziativa ma anche
i mezzi finanziari ed amministrativi necessari
all’organizzazione ed all’esercizio concreto di questa
facoltà
Sussidiarietà verticale

 Interviene tra gli enti pubblici

 Si basa sul Principio di prossimità:

• L’esercizio delle responsabilità pubbliche incombe


sulle autorità più vicine ai cittadini
Sussidiarietà orizzontale

 Interviene nei rapporti tra enti pubblici e cittadini

 “Stato, regioni, città metropolitane, province e


comuni”, favoriscono l’autonoma iniziativa dei
cittadini, singoli o associati, per lo svolgimento di
attività di interesse generale
Devoluzione di sovranità

 Nell’ultima parte del secolo scorso si assiste ad


una devoluzione di sovranità dello Stato
centrale.
 3 differenti motivazioni
• Necessità di ridurre i costi del modello di welfare
• Riavvicinare l’opinione pubblica alla politica e
all’amministrazione
• Spinte derivanti dalle Istituzioni comunitarie
La devoluzione di sovranità
muove lungo 2 direttrici
fondamentali
Devoluzione “verso l’alto”

Devoluzione “verso il basso”

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