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L’ ultima in ordine cronologico

l’ha detta il parlamentare Mas-
simo Polledri, a margine di una se-
rata organizzata dalla Lega Nord di
Piacenza. «Ci si stupisce perché la Le-
ga ha preso posizioni “para-religio-
se”, sul crocifisso o sulla famiglia tra-
dizionale. Di fatto, se volessimo oscu-
il capitolo sui rapporti del partito di
Bossi con la Chiesa ed è raro senti-
re qualche esponente ecclesiastico
UN LIBRO E UN DOCUMENTARIO FOTOGRAFANO “IL CARROCCIO” esprimersi sulle politiche e i procla-
mi del Carroccio in terra emiliana.
LEGA NORD Ma la Chiesa del Nord non è estra-
nea al tema. Hanno fatto discutere,
lo scorso anno, le dichiarazioni di al-

rare il crocifisso, oscureremmo il 70%
delle nostre piazze e non ci sarebbe
più un giapponese che viene a fare
una foto».
Dagli anni 80 ad oggi se ne con-
tano a centinaia di queste “perle” di-
spensate da esponenti del Carroccio,
siano essi militanti, dirigenti locali,
ma anche parlamentari e ministri.
Mario Borghezio non si è mai ri-
sparmiato da questo punto di vista:
sono note le sue invettive contro l’al-
lora arcivescovo di Milano, card. Mar-
tini, accusato di essere fautore della
“moscheizzazione” della sua città. Il
successore, card. Tettamanzi, invece,
è stato più volte raggiunto dagli at-
tacchi dell’attuale ministro Roberto
Calderoli che lo ha paragonato ad un
«prete siciliano mafioso».
Lo stesso leader Umberto Bossi,
pur dichiarandosi, lui e il suo movi-
mento, fedele ai valori della tradi-
zione cristiana, si è sempre scagliato
contro le gerarchie ecclesiastiche,
rappresentanti di una chiesa – a suo
dire – «rinchiusa nei palazzi dell’a-
vere, che ha perso ogni credibilità»,
con una «burocrazia vaticana vicina
ai potenti e lontana dal popolo».
Dopo aver assistito per anni agli
show dei leghisti, anche le offese ri-
volte al clero e alle religioni diverse
da quella cattolica ormai non allar-
mano più l’opinione pubblica, semmai
fanno sorridere. «Bossi e i suoi hanno
sfruttato ogni occasione per mettere
in mostra i contenuti anticristiani del-
la loro posizione, compresi i ripetuti
attacchi al papa da loro condotti. Cri-
sto e il vangelo sono eliminati dall’o-
rizzonte leghista» fa notare Paolo Ber-
tezzolo, nel suo ultimo libro Padroni
a chiesa nostra.1 Tuttavia la Lega si
propone come autentica interprete del
cristianesimo, facendosi «paladina dei
“valori e delle tradizioni cattoliche”,
con la condiscendenza, se non la sim-
OCCUPIAMO LA CHIESA
Tra celebrazioni di riti pagani e offese contro papa e vescovi, il
Carroccio ha sempre cercato di rappresentarsi come sostenitore dei
valori cristiani. Un “cesaropapismo” in scala padana?
patia, di una parte delle autorità ec-
clesiastiche non solo locali» come ha
messo in evidenza, lo scorso dicem-
bre, un dossier della rivista dei mis-
sionari saveriani Missione Oggi.2
Cambia il vento del Nord. La Le-
ga è sempre più forte al Nord e sem-
pre più presente nel resto dell’Italia.
Al centro dell’attenzione, in partico-
lare, è finita da un po’ di tempo la
“rossa” Emilia-Romagna, dove il
Carroccio, anno dopo anno, ha più
che raddoppiato i propri consensi tra
gli elettori.
«Siamo sempre stati abituati a leg-
gere quello della Lega Nord come un
fenomeno legato alle province “bian-
che”, mettendo in rilievo i punti co-
muni tra la cultura democristiana e
il leghismo odierno» ha commentato
recentemente l’antropologa francese
Lynda Dematteo, autrice di un testo
non ancora disponibile in Italia L’i-
diote en politique. Subversion et néo-
populisme en Italie. «Anche se in ma-
niera meno evidente – ha aggiunto –
possiamo vedere come la Lega abbia
una struttura leninista; lo stesso Bos-
si e altri dirigenti hanno cominciato
la propria carriera dal Partito comu-
nista» per poi staccarsi e fondare un
nuovo movimento.
Perché allora la Lega emiliano-ro-
magnola riesce a intercettare certi
umori della gente e a trasformarli in
proclami politici, corredati di un lin-
guaggio e di simboli in grado di ga-
rantire ai propri militanti un’identità
chiara e precisa? Una risposta può
arrivare dalle testimonianze raccolte
nel documentario Occupiamo l’Emi-
lia3 realizzato nei mesi scorsi. Una te-
stimonianza arriva da Roberto Cor-
radi, consigliere regionale dell’Emi-
lia-Romagna, originario di Medesa-
no, nel parmense, che ai “suoi uomi-
ni” inculca proprio il “modello del Pci
degli anni 70”: «Un forte radicamen-
to in mezzo alla gente, tante iniziati-
ve, le orecchie ben aperte rispetto a
quelle che sono le esigenze dei citta-
dini… questa è la nostra forza». I le-
ghisti, secondo l’avvocato prestato al-
la politica, sono vicini ai temi che «so-
lo sulla carta sono di sinistra, ma che
in realtà interessano tutti», dal sociale
al lavoro, fino alle nuove povertà. Bi-
sogna superare i vecchi schemi: «Qui
in Emilia-Romagna – continua Cor-
radi – ci sono delle oligarchie di si-
nistra sulla carta, ma che di fatto fan-
no politiche che di sinistra hanno
molto poco. Se lasciamo perdere l’ap-
proccio all’immigrazione, per il resto
sono molto attenti a conservare i pro-
pri spazi di potere».
Nel documentario non si affronta
cuni preti della diocesi di Vigevano
a sostegno del movimento.
Don Francesco Cervio si è schie-
rato apertamente, in un’intervista per
il programma Tetris di La7: «Ho il
cuore molto verde; il verde è un bel
colore» ha dichiarato. La Lega, se-
condo il parroco, interpreta i proble-
mi della gente del Nord, «ha capta-
to le paure della gente che sono rea-
li»; infatti, «ci sono quartieri che or-
mai sono vietati agli italiani dopo il
tramonto». Poi rincara la dose: «Il
matrimonio tra islam e cristianesimo
non s’ha da fare». E, riferendosi al-
l’accoglienza degli stranieri, aggiun-
ge: «Noi non possiamo più dare loro
una casa, un lavoro e una dignità. Se
dire “qui non possiamo più ospitarli
e tenerli tutti” è essere razzisti, sì io
sono razzista».
Don Maurizio, un confratello della
medesima diocesi, ha aggiunto: «La
Lega è vicina ai miei valori? Direi di
sì, in questo momento. Ci sono stati
tempi in cui ero un fiero avversario
della Lega ai tempi della deriva celti-
ca. Ma quello che hanno detto Zaia e
Cota contro l’aborto e l’RU486 a qual-
cuno può aver dato fastidio, ma a me
come cattolico ha fatto piacere».
Tra ampolle e caccia allo stranie-
ro. Sebbene la gerarchia non si sia
espressa in maniera ufficiale né con-
tro né a favore del movimento bos-
siano e sebbene il Carroccio, pur con-
tinuando a celebrare riti pagani co-
me il battesimo nel Po, abbia da sem-
pre “corteggiato” la Chiesa e i cri-
stiani, in oltre vent’anni di vita – sia
quand’era al governo sia all’opposi-
zione – diverse sono state le occa-
sioni di contrapposizione. «Il capo le-
ghista – scrive Bertezzolo nel suo li-
bro – non intendeva allearsi davvero
con la chiesa. Il tipo di cristianesimo
che aveva in mente era quello soste-

L’anima populista del Carroccio
Il riferimento al territorio è strategico in questo tipo di populismo ben
interpretato dalla Lega. Generalmente si tende ad associare la Lega a quel-
l’ampia area della destra europea razzista e xenofoba. La stessa Commis-
sione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI), con esperti del
Consiglio d’Europa, in due rapporti consecutivi sulla situazione italiana, nel
2002 e nel 2006, ha denunciato gli esponenti della Lega Nord di aver fat-
to un uso particolarmente intenso della propaganda razzista e xenofoba.
La reazione della Lega è stata molto dura, con una marcata presa di di-
stanza da Le Pen: «Noi siamo democratici, siamo il contrario di Le Pen e
chi ci accosta è un farabutto».
Anche recentemente la Lega è stata qualificata come «populismo etno-
federalista» da S. Paronetto, vicepresidente di Pax Christi Italia. Ad inseri-
re il leghismo italiano nel solco del populismo europeo di destra, secondo
Paronetto, sarebbero la «reazione comunitarista alla globalizzazione» e la
«reazione antipolitica alla casta» e ai poteri centrali.
Privo di mediazioni, diretto ed esplicito, capace di conciliare in sé tutti i
malesseri sociali – dal rifiuto della globalizzazione al rifiuto della casta po-
litica –, il movimento-partito leghista realizzerebbe nel microcosmo pada-
no il superamento della democrazia costituzionale per rappresentare im-
mediatamente il popolo/comunità, secondo «una logica tribale basata sul-
la gestione del mercato della paura e sull’ossessione della sicurezza arma-
ta». Al di là del giudizio alquanto rapido, la domanda conclusiva di Paro-
netto è interessante: siamo di fronte «a una variante illiberale o a una ma-
lattia cronica della democrazia? A una patologia transitoria della demo-
crazia o al modello vincente della politica per i prossimi decenni?».
In verità, parecchi studiosi osservano che le schematiche valutazioni che
configurano la Lega nella destra razzista e xenofoba corrispondono forse ad
una parte della Lega, quella più movimentista, e soprattutto tengono conto
solo di una certa retorica presente in diverse occasioni o in alcuni esponen-
ti. Ad esempio, già nel 2001, A. Cento Bull e M. Gilbert (The Lega Nord and
the Northern Question in Italian Politics, Basingstoke, Palgrave, 2001) affer-
mavano che è sostanzialmente corretto identificare la Lega con una subcul-
tura politica contrassegnata da forti accenti populistici, ma è diversa da altri
partiti della nuova destra in Europa, anche se molto incline ad una certa re-
torica semplificatrice. Occorre, in ogni caso, tener presente che la Lega è pri-
ma di tutto azione, prima che teoria e ideologia: la Lega riesce meglio nel-
l’agire tipico dell’amministrazione soprattutto locale, dove l’azione può es-
sere attuata direttamente senza far ricorso a progettazioni secondo orienta-
menti ideologici o indirizzi generali.
Secondo molti studiosi di politica, il fenomeno Lega è assai più comples-
so ed è pure mutato nel tempo, anche se il linguaggio è spesso provocatorio
con venature xenofobe da parte di alcuni rappresentanti eletti locali.
In primo luogo, la Lega Nord nasce come movimento che, a partire dal
1989, unifica e coordina l’azione di una serie di formazioni autonomiste lo-
cali sviluppatesi in modo spontaneo negli anni precedenti nelle regioni set-
tentrionali, specialmente in Veneto e in Lombardia, portandole a svolgere un
ruolo da protagoniste. Se lo stile tipico del movimento autonomista persiste,
la Lega diventa presto un partito organizzato e radicato nel Nord Italia, che
si fa interprete dei «pessimi umori» del Nord, in particolare l’opposizione al-
lo stato centralista, in nome del diritto della gente comune di riappropriarsi
del governo della cosa pubblica.
La personalità carismatica del suo leader Bossi ha colto questo umori –
di volta in volta accentuandoli ma anche incanalandoli – e ha lanciato l’idea
di una comunità popolare unita, legata al territorio e alle tradizioni locali,

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nuto dalla Consulta cattolica, da Bor- tolico, il ministro leghista, ha detto:

ghezio e da altri esponenti leghisti:
una sorta di “religione civile”, su cui
fondava l’identità del popolo, da usar-
si come arma di difesa dalle “conta-
minazioni” etniche».
Questo movimento politico ha
«È un attacco legato alla massoneria
e a correnti che ci sono all’interno
della Chiesa stessa, a cui probabil-
mente un papa che pensa secondo il
Vangelo non sta troppo bene. Ma noi Massimo Grilli
resistiamo e siamo al loro fianco».

sempre cercato in ogni situazione di
raggiungere i propri obiettivi met-
tendo in campo i mezzi più opportu-
ni, compreso quello di lottare su al-
Marco,
Futuro oltre il ricatto? È difficile
che su alcune questioni – come l’u-
nità del paese, la solidarietà, l’immi-

cuni “valori non negoziabili” appa-
rentemente comuni a quelli della
chiesa cattolica: è successo per la bat-
taglia del crocifisso o nel momento
il Vangelo
grazione, il rispetto delle altre reli-
gioni, l’attenzione al Sud – si arrivi al
superamento di questo rapporto con-
flittuale. Ma la questione si fa più de-

in cui si discuteva in parlamento di
leggi sulle politiche familiari o sulla
difesa della vita, quando ci si è do-
vuti esprimere sulla costruzione del-
del paradosso
licata se si prende in considerazione
la “consonanza” di posizioni su temi
di valore etico e di principi religiosi.
Per la Chiesa – spiega l’autore di

le moschee (cf. parere del Comitato
per l’islam in Sett. 12/2011, p. 5), co-
sì come nel corso del dibattito sul-
l’accoglienza degli immigrati.
Le costanti contraddizioni sono
evidenti e la chiesa ha tentato di pren-
dere sempre le distanze da questo at-
teggiamento. Lo ha fatto, per esem-
pio, attraverso il comportamento dei
vescovi ambrosiani (Martini prima e
Tettamanzi poi) costantemente presi
di mira da Bossi e dai suoi (Matteo
Salvini disse in una trasmissione te-
levisiva che «non esiste una sola
Chiesa» prendendosela col card. Tet-
tamanzi, reo di aver diramato un co-
municato in cui descriveva la caccia-
ta dei rom dai campi nomadi, auto-
rizzata dal comune, come una viola-
zione dei diritti umani).
È lo stesso ministro Calderoli,
ospite un paio d’anni fa al Meeting
di Cl a Rimini, a sottolineare che «sul
problema dell’immigrazione la Lega
e la Chiesa sono su due piani com-
pletamente diversi (…). È condivisi-
bile l’approccio della Chiesa che de-
ve ispirarsi all’amore cristiano, ma è
necessario che un paese risponda an-
che concretamente. Personalmente
credo che, se si accolgono gli immi-
grati, questo può apparire qualcosa
di buono, ma non si fa il bene degli
immigrati». Un colpo al cerchio e un
colpo alla botte: questa è sempre sta-
e del mistero
Padroni a chiesa nostra, prendendo
in esame la diatriba con la curia di
Milano – non si tratta solo di arriva-
re con la Lega a una “sintonia di po-
sizioni”; in ballo c’è molto di più: «Il
rapporto con il Carroccio, se esso vin-
cesse la propria battaglia per l’ege-
Parola Spirito e Vita
monia, comporterebbe fare i conti
con una sorta di “cesaropapismo” in
Convegno di Camaldoli 2010
scala padana». «Chi scrive “Padania
cristiana” a caratteri cubitali sui mu-
ri del Nord – aggiunge – di solito in
parrocchia non si vede o non è atti-
vo. E chi rivendica crocifissi in ogni
aula, scolastica e municipale, spesso
a casa sua non tiene quel segno cri-
stiano e non lo prega».
La Chiesa dovrà continuare a dia-
logare e ad annunciare il Vangelo an-
che al “popolo padano”, rimanendo
fedele al concilio Vaticano II e sen-
za indietreggiare su posizioni anti-
moderne.
Paolo Tomassone
¹ Bertezzolo P., Padroni a chiesa nostra.
Vent’anni di strategia religiosa della Lega
Nord, EMI, Bologna 2011, pp. 270, Ä 13,00.
² Castagnaro M. - Ruzzenenti M. (a cu-
ra), “Leghismo e cristianesimo. La catto-
licità a rischio”, Missione Oggi, dicembre
2010.
³ Aurighi S. - Lombardi D. - Tomasso-
ne P., Occupiamo l’Emilia, Diabasis, Reg-
gio Emilia 2011, Ä 9,90. L’inchiesta gior-

I l cofanetto propone le conferenze che

ta la regola. Sui casi di pedofilia che nalistica continua anche sul blog degli au-
hanno visto coinvolto il mondo cat- tori http://occupiamolemilia.blogspot.com
l’autore ha tenuto al 29° convegno di
Parola Spirito e Vita, svoltosi a Camaldoli
per quanto possibile immune dal contagio di elementi “estranei”, che pos-
sono essere i meridionali, gli immigrati, la mentalità parassitaria dei “par- (AR) dal 28 giugno al 2 luglio 2010.
titi di Roma” o l’Unione Europea.
In secondo luogo, la Lega è un partito di governo, a livello locale, re- L’itinerario guida alla comprensione e al-
gionale e nazionale. Ciò ha modificato profondamente il linguaggio e l’a-
zione politica, con un’alternanza fra provocazioni con finalità simboliche e
l’approfondimento del Vangelo di Marco,
identitarie a interventi più tradizionali. Merita di essere pure evidenziato il abbinando rigore scientifico e chiarezza
fatto che, se il successo elettorale della Lega è stato spesso visto in termi-
ni di ciò contro cui l’elettorato votava, esso costituiva anche un voto a fa- espositiva, per un ascolto interessante e
vore di tutta una serie di politiche che avevano assunto grande importan-
za per un numero elevato di elettori settentrionali. Anzi, molte tematiche piacevole a un tempo.
sollevate dalla Lega – ad esempio, la necessità di riforme in senso federa-
lista ed economico – sono state fatte proprie dalla maggior parte dei par-
titi italiani, inclusi quelli che un tempo respingevano le richieste dei leghi-
«Lettura della Bibbia»
sti come semplici segnali di protesta da parte di egoisti e ignoranti. Il tema Cofanetto CD/MP3 - € 19,20
del federalismo e di una più coerente ridefinizione in termini di sussidia-
rietà dell’impianto istituzionale politico italiano è riconosciuto da tutti co-
me tema fondamentale. Dello stesso autore:
In terzo luogo, la Lega può essere considerata un esempio del populismo
tradizionale che esalta le virtù naturali del popolo del Nord – in particola- Il Vangelo di Matteo,
re l’operosità –, virtù che la tradizionale classe politica (lo stato, Roma)
avrebbe sfruttato. Così rancore e operosità si troverebbero interpretati ed scriba dell’Antico e del Nuovo
espressi dalla Lega (cf. A. Bonomi, Sotto la pelle dello Stato. Rancore, cura,
operosità, Feltrinelli, 2010) che li elabora di volta in volta considerando gli Cofanetto CD/MP3 - € 19,20

EDB
elementi di novità, come la globalizzazione, i flussi migratori, l’emergenza
di nuovi paesi leader come la Cina o l’India, il crollo delle ideologie. Edizioni Via Nosadella 6 - 40123 Bologna
Dehoniane Tel. 051 4290011 - Fax 051 4290099
un vescovo Bologna www.dehoniane.it

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