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OGGETTO: RICHIESTA DI CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE

STRAORDINARIO SUL TEMA


“INTERPRETAZIONE AUTENTICA DEL REGOLAMENTO COMUNALE
PER L’APERTURA E LA GESTIONE DELLE SALE GIOCO”

Calolziocorte, 15.03.2011

Al sig. Sindaco del Comune


di Calolziocorte

I sottoscritti consiglieri comunali chiedono, ai sensi dell’art. 25 del vigente Regolamento del
Consiglio Comunale, di convocare un Consiglio Comunale straordinario al fine di discutere
la seguente proposta di deliberazione in merito all’interpretazione autentica del vigente
Regolamento relativo all’apertura e gestione delle sale gioco.

Distinti saluti

Firme:

F.to
UNITI PER CALOLZIOCORTE – IL CENTRO L'AMBIENTE E LE SINISTRE
Conti Corrado
Rota Eleonora
Valsecchi Luca
Autelitano Paolo

PDL
Rella Vito Carlo
Milani Patrizia
Donadoni Pierluigi
PROPOSTA DI DELIBERAZIONE: INTERPRETAZIONE AUTENTICA ART. 3 DEL
VIGENTE REGOLAMENTO PER L’APERTURA E LA GESTIONE DELLE SALE GIOCO.

IL CONSIGLIO COMUNALE
Visto il vigente Regolamento per l’apertura e la gestione delle sale gioco approvato con
deliberazione del Consiglio Comunale n. 77 del 25.11.2009 e successivamente modificato con
deliberazione consiliare n. 84 del 20.12.2010;
Visto l’art. 5 c. 3 lett. d) che stabilisce:

3. In ogni caso i locali che si intendono destinare ad attività di sala giochi devono essere in
possesso dei seguenti requisiti:
………….
d) Distanza minima di 300 metri dai seguenti luoghi sensibili: scuole primarie e secondarie di
primo e di secondo grado, luoghi di culto, ospedali, altri locali destinati all’accoglienza a
carattere stabile o comunque continuativo di persone per finalità educative o
socioassistenziali.
Con proprio provvedimento motivato la Giunta comunale può individuare altri luoghi sensibili,
tenuto conto dell’impatto delle attività di sala gioco sul contesto urbano e dei problemi
connessi con la viabilità, l’inquinamento acustico ed il disturbo della quiete pubblica…….””

Considerato che nella seduta del 20.12.2010 è stata sottoposta all’attenzione del Consiglio la
questione che anche la Biblioteca civica comunale rientra nei casi di luogo sensibile in quanto
avente locali “…destinati all’accoglienza a carattere stabile o comunque continuativo di
persone per finalità educative…”, senza che nessuno degli amministratori e consiglieri
comunali presenti abbia sollevato obiezioni di carattere tecnico, politico e giuridico;

Ritenuto che tale interpretazione può essere sostenuta sulla base delle seguenti
considerazioni di fatto e documentali:

- Il manifesto dell’UNESCO per le biblioteche pubbliche dice che: “…la biblioteca


pubblica è il centro informativo locale che rende prontamente disponibile per i suoi
utenti ogni genere di conoscenza e informazione…” e che tra i compiti chiave delle
biblioteche vi è “2) sostenere sia l’educazione individuale e l’autoistruzione, sia
l’istruzione formale a tutti i livelli; … 11) agevolare lo sviluppo delle capacità di uso
dell’informazione e del calcolatore; 12) sostenere le attività ed i programmi di
alfabetizzazione rivolta a tutte le fasce di età, parteciparvi e, se necessario, avviarli”;

- la L.R. 14.12.1985 n. 81 prevede tra le finalità (art. 1) dell’organizzazione bibliotecaria


regionale l’informazione, l’aggiornamento culturale, l’avanzamento di studi e ricerche
l’attività di documentazione e informazione sul proprio territorio… e tra i compiti dei
sistemi bibliotecari locali (art. 9): “… i) la collaborazione con strutture e servizi sociali e
culturali, con particolare riguardo alla scuola”. Del resto già nelle raccomandazioni del
1997 per una nuova legislazione regionale sulle biblioteche di ente locale
predisposte dall’Associazione Italiana Biblioteche si dice esplicitamente che
“...punto di partenza per qualsiasi legge regionale in materia di biblioteche pubbliche
deve essere l’affermazione del diritto del cittadino all’informazione e alla pari
opportunità nell’accesso ai documenti e ad ogni genere di conoscenza ed
informazione...”. Infatti altre leggi regionali (es. Emilia Romagna) sulle biblioteche citano
ancora meglio le finalità educative delle biblioteche pubbliche, finalità che comunque
sono evidenti anche nella legge regionale lombarda;
- Il regolamento comunale della biblioteca civica di Calolziocorte la definisce (art.1)
così: “…La biblioteca pubblica, via di accesso locale alla conoscenza, costituisce una
condizione essenziale per l’apprendimento permanente , l’indipendenza delle decisioni,
lo sviluppo culturale dell’individuo e dei gruppi sociali”. Poi l’art. 2 indica tra le finalità ed
i servizi resi dalla biblioteca: “… e) accesso a risorse informatiche interne e remote per
acquisire le abilità necessarie per trarre profitto dalle nuove tecnologie a servizio della
lettura, dell'informazione e della documentazione e …. h) collaborazione, anche come
centro di informazione e con particolare riguardo alla scuola, alle attività e ai servizi
culturali e di pubblico interesse svolti sul territorio dagli enti pubblici e privati…”;

- il regolamento della biblioteca civica sull’accesso ad internet stabilisce all’art. 1 tra


gli obiettivi che “…Internet è una risorsa che in biblioteca deve essere utilizzata in
coerenza con le funzioni e gli obiettivi fondamentali della stessa: internet in Biblioteca è
da intendersi prioritariamente come fonte di informazione per finalità di ricerca, studio e
documentazione…”;

- già il protocollo di intesa tra il Ministero della Pubblica Istruzione e


l’Associazione Italiana Biblioteche per la promozione dell’uso della biblioteca…
stabilisce all’art. 1 che: “… Il Ministero per la Pubblica Istruzione e l'Associazione
Italiana Biblioteche si impegnano a collaborare, nel rispetto della reciproca autonomia,
per la promozione dell'uso della biblioteca e dei servizi di accesso al pensiero, alla
conoscenza alla cultura ed all'informazione tra gli studenti ed in generale tra tutti i
cittadini.
A tale scopo verranno messi a punto programmi ed iniziative a scala nazionale che
saranno definiti di tempo in tempo ed inseriti tra gli obiettivi didattici fondamentali del
sistema educativo….”;

- le linee guida IFLA/Unesco relative al servizio bibliotecario pubblico del 2002


stabiliscono al punto 1.3.1 – pag. 20 che “…..L’istruzione formale ed informale è stata
la ragione sottesa all’istituzione e al mantenimento della maggioranza delle biblioteche
pubbliche e ne costituisce ancora una funzione fondamentale… La biblioteca pubblica
dovrebbe fornire il materiale, nelle forme più appropriate, per sostenere i processi di
apprendimento formali e informali. Dovrebbe, inoltre, aiutare gli utenti a utilizzare
efficacemente queste risorse per l’apprendimento e offrire strutture e attrezzature per lo
studio. La capacità di procurarsi informazioni e di utilizzarle efficacemente è
determinante per la riuscita nell’istruzione e, dove possibile, le biblioteche pubbliche
dovrebbero cooperare con altre istituzioni formative per insegnare l’uso delle risorse
informative. Quando esistono già strutture bibliotecarie adeguate per l’istruzione
formale, la biblioteca pubblica dovrebbe essere un loro complemento piuttosto che un
duplicato di servizi disponibili altrove. La biblioteca pubblica deve inoltre appoggiare
attivamente i programmi di alfabetizzazione, perché questa è la chiave di accesso
all’istruzione, alla conoscenza e all’uso delle biblioteche e dei servizi di informazione.”;

- nelle schede di progetto per l’impiego di volontari in servizio civile elaborato


dalla Provincia di Lecco, datato 03.03.2010, nella parte relativa alla biblioteca di
Calolziocorte si certifica che “...La biblioteca si pone come centro informativo e luogo di
diffusione della cultura per lo sviluppo del singolo e della comunità”;

- Il progetto “Biblioteche nelle scuole” avviato nell’aprile del 2004 e finanziato e


promosso da MIUR (Ministero dell’Istruzione, università e ricerca) e dal MIT (Ministero
per l’Innovazione e le tecnologie) stabilisce un progetto di collegamento tra scuole del
territorio e mondo delle biblioteche con lo scopo di “...fornire il più ampio accesso
all’informazione, aumentare la competenza informativa e promuovere la lettura.
L’obiettivo finale è quello di contribuire all’apprendimento lungo l’arco della vita, la
continua crescita culturale e l’inclusione sociale…”.

Ritenuto che quanto sopra è da sostenersi anche alla luce dei pareri rilasciati da ANCITEL,
datato 21.01.2011, nonché di quello, richiesto dall’Amministrazione Comunale, all’avv.
Giovanni Liguori e datato 28.02.2011. Infatti in entrambi i casi la biblioteca viene considerata
luogo educativo. Infatti il parere di ANCITEL stabilisce come “...la biblioteca
sufficientemente integri la fattispecie di luogo sensibile per il quale stabilire una
distanza minima per l’insediamento di una sala giochi…” e il parere dell’avv. Liguori
comunque stabilisce che “…la biblioteca civica svolge attività educativa….”. E’ vero che il
parere di ANCITEL stabilisce anche che “…il regolamento avrebbe dovuto prevedere se tale
fattispecie, non interpretabile per similitudine, configurasse o meno l’ipotesi di luogo
sensibile…” ma è altrettanto vero che l’elencazione di cui all’art. 5 c. 3 lett. d) fa esplicito
riferimento agli “…altri locali destinati all’accoglienza a carattere stabile o comunque
continuativo di persone per finalità educative…” ed ha appositamente evitato di stabilire una
elencazione tassativa degli stessi proprio per il valore generale che si è voluto dare alla norma
e per non escludere nessuna delle tante fattispecie di luogo educativo che ci sono e
potrebbero sorgere nell’attuale sistema di educazione permanente esistente (infatti non
sono citate espressamente non solo le biblioteche ma neppure i centri di formazione
professionale pubblici e privati, i centri multimediali, i centri di documentazione per
associazioni e cittadini, i centri per l’alfabetizzazione ed istruzione di immigrati; luoghi che
ospitano corsi di istruzione e formazioni post scolastici e doposcuola, centri per la formazione
ed educazione musicale…).
Il concetto di attività educativa contenuto nel regolamento serve proprio ad aggiungere ipotesi
di luoghi educativi alle scuole e all’istruzione formale, che infatti nel predetto articolo sono
citate come fattispecie a sé stanti. Questo è il senso di aver aggiunto appunto gli “…altri locali
destinati all’accoglienza a carattere stabile o comunque continuativo di persone per finalità
educative…”. Se il regolamento avesse voluto limitare alle scuole il ruolo di luoghi educativi
non avrebbe avuto senso indicare l’ulteriore fattispecie, che evidentemente si riferisce a tutti i
luoghi in cui si svolge attività educativa anche di carattere informale.
Del resto il carattere non esaustivo dell’elenco è confermato proprio dal fatto che spettava e
spetta alla Giunta eventualmente specificare queste fattispecie utilizzando la seconda parte
dell’art. 5 c. 3 lett. d) laddove stabilisce che “Con proprio provvedimento motivato la Giunta
comunale può individuare altri luoghi sensibili, tenuto conto dell’impatto delle attività di sala
gioco sul contesto urbano e dei problemi connessi con la viabilità, l’inquinamento acustico ed
il disturbo della quiete pubblica……”.
Proprio in assenza di un ingiustificato intervento di questo tipo da parte della Giunta si
rende necessario un provvedimento di interpretazione autentica da parte dello stesso
Organo che ha approvato il regolamento.
A tal proposito si precisa che ampia giurisprudenza stabilisce per l’interpretazione autentica la
valenza di norma che retroattivamente precisa il significato di altra norma preesistente, ovvero
impone una delle possibili varianti di senso del testo originario, purché compatibile con il
tenore letterale di esso;

In merito al parere dell’avv. Liguori le sue conclusioni sono basate sostanzialmente su due
motivazioni principali:
- i locali della biblioteca civica, a differenza delle biblioteche scolastiche, pur svolgendo
attività educativa la svolgono sporadicamente;
- il parere preventivo favorevole rilasciato si basa sul parere del comando di Polizia
Provinciale in merito alla sorvegliabilità dei locali e al profilo viabilistico e quindi
rappresenterebbe una valutazione esaustiva relativa ai vincoli generali imposti dal
regolamento e diretti alla tutela:
a) della sicurezza della collettività;
b) del decoro artistico ed architettonico della città;
c) del rispetto dei vincoli di destinazione urbanistica degli immobili;
- d) della quiete della collettività.

In realtà la biblioteca civica comunale di Calolziocorte ha comunque tutte le caratteristiche


anche di biblioteca scolastica, visti appunti i frequenti e numerosi rapporti ed iniziative con
le scuole del territorio e visti i numerosi testi scolastici di cui dispone e che mette a
disposizione degli studenti e degli insegnanti.
Peraltro la biblioteca è frequentata da studenti che soprattutto tramite gli strumenti
informatici completano quotidianamente la propria attività educativa.
In merito poi alla sporadicità dell’attività educativa, al di là del fatto che è difficile negare
che solo la valenza culturale, da nessuno negata, della biblioteca di per se stessa integri la
fattispecie del luogo educativo permanente, si ritiene che la valutazione del legale non sia
conforme alla realtà effettiva della locale biblioteca di Calolziocorte, che svolge una serie
coordinata di attività tesa all’apprendimento permanente della cittadinanza e alla
collaborazione con strutture e servizi sociali ed in particolare con la scuola.
Resta poi il fatto che la biblioteca è di fatto il luogo principale con cui l’Amministrazione
comunale svolge le sue attività di educazione individuale e autoistruzione.
Peraltro la valutazione di sporadicità dell’attività educativa rilasciata dal legale si basa su
un’analisi della situazione attuale basata su un’analisi temporale ben determinata sugli
ultimi tre anni ( e perché allora non dalla “nascita” della biblioteca?), ma non prende in
considerazione le attività svolte in un passato più lontano e quelle che in futuro potrà e
dovrà svolgere, anche in seguito alla nascita di un sistema bibliotecario provinciale a
partire dal 2010.
Infatti la norma regolamentare deve avere riguardo non solo a situazioni storiche o di fatto
ma anche a situazioni teoricamente verificabili (l’autorizzazione alla sala giochi non
riguarda i 3 anni verificati dal legale ma gli anni futuri). Sostenere che le attività di 150
classi scolastiche in tre anni e lo svolgimento di almeno 56 attività educative sia sporadica
è quantomeno opinabile, ma comunque non impedisce che la biblioteca nei prossimi anni
possa dedicare una parte ben maggiore di giornate alle attività considerate strettamente
educative anche dal parere legale.
Da ultimo si fa rilevare che vi sono numerosi volumi e articoli e vi sono stati diversi
convegni il cui oggetto collega automaticamente il ruolo delle biblioteche a quello
dell’educazione ( dal ultimo si cita il 13° workshop tenutosi a Bari il 24/25 giugno 2010 dal
titolo “Biblioteche che educano. L’educazione informale nello scacchiere euro
mediterraneo”).

In merito poi al parere rilasciato dal Comando di polizia e alla base del parere favorevole
preventivo all’apertura della sala giochi sicuramente questo non è di per se stesso
sufficiente a garantire al Comune che siano rispettati tutti i vincoli sopra ricordati (a) della
sicurezza della collettività; b) del decoro artistico ed architettonico della città; c) del
rispetto dei vincoli di destinazione urbanistica degli immobili;d) della quiete della
collettività). Ad esempio, nessuno può mettere in dubbio che la sicurezza della
collettività riguardi anche la sicurezza del tessuto sociale complessivo, sul quale l’attività
di una sala giochi incide profondamente, Infatti il gioco crea una dipendenza che distrugge
il tessuto sociale urbano, i rapporti sociali e rovina economicamente le famiglie. La
dipendenza dal gioco d'azzardo porta ad abbandonare figli, famiglie e magari la scuola se
si tratta di giovani.
Le cifre nude e crude sono terribili; basta andare a vedere i dati pubblicati dall'ASFAT,
l'associazione che nel nostro territorio tratta dei problemi di dipendenza, per
accorgersene: sono oltre 150 mila i giocatori nel lecchese; sono oltre 17 mila quelli
potenzialmente a rischio di dipendenza e sono quasi 4 mila i lecchesi già ammalati di
gioco .
In merito poi al disturbo della quiete della collettività è indubbio che non sia solo il
rumore a provocarla ma tutto quanto può indurre i soggetti più deboli ad essere attirati
verso queste sale gioco. Anche la vicinanza ad un luogo come la biblioteca fortemente
frequentata da famiglie, giovani…. può configurare questa fattispecie. Anche il fatto che vi
è una dimostrata infiltrazione della criminalità organizzata e dell'ndrangheta in particolare
in questa attività di per se stesso è un ulteriore fattore di disturbo della quiete pubblica.
A tal proposito si può citare una recente sentenza della quarta sezione del Tar Lombardia
(n. 63 del 2010), che ha respinto il ricorso presentato da una società di Milano cui il
Comune meneghino aveva negato l'autorizzazione per l'apertura di una sala giochi.
Gli interessi di pubblica sicurezza, secondo il Tar Lombardia, quand'anche non fossero
esplicitamente indicati nel provvedimento del comune, sarebbero facilmente ricavabili,
tenuto conto della natura dell'attività autorizzata, della clientela cui tipicamente si rivolge
(e cioè, come è notorio, i giovanissimi).
Può trattarsi, tra l’altro, dell'interesse degli abitanti del luogo a che i suoni, rumori e
schiamazzi provenienti da una sala giochi non si protraggano nelle ore notturne,
dell’interesse a non aggiungere i numerosi potenziali frequentatori del locale a coloro che
incrementano il fenomeno della prostituzione, dell’interesse a prevenire risse per motivi di
traffico, di sosta ed altro.

Premesso quanto sopra,

DELIBERA

1) di interpretare, per i motivi espressi in premessa, l’art. 5 c.3 lett. d) del vigente
Regolamento per l’apertura e la gestione delle sale gioco nel senso di includere tra gli
“…altri locali destinati all’accoglienza a carattere stabile o comunque continuativo di
persone per finalità educative… la biblioteca civica comunale «C. Cittadini»”;
2) Di dare mandato al Sindaco e alla Giunta ad attivarsi presso le sedi istituzionali e
presso i parlamentari eletti in Lombardia affinché venga modificata la legislazione
nazionale in materia di liberalizzazione di sale gioco.

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