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Propongo una sperimentazione semplice sulla produzione di idrogeno atomico o nascente.

Con un voltametro di Hoffman (vedi foto allegata) si fa una normale elettrolisi dell'acqua però
con un catodo speciale; Langmuir proponeva un catodo ad amalgama di piombo (che si
potrebbe trovare da un dentista), mentre si potrebbero provare anche delle barrette di piombo
rivestite elettroliticamente con nickel, argento, palladio, platino, ecc. fino a trovare l'elettrodo
giusto che produca idrogeno atomico che può essere rilevato con un filamento di tungsteno
(tipo lampadina): se si accende il filamento abbiamo ottenuto un grosso risultato, perchè
l'idrogeno atomico, ricombinandosi in idrogeno molecolare in una camera di reazione, produce
un plasma di 3000°C (come nella fusione fredda) e idrogeno gassoso che viene riciclato o
usato per alimentare la cella elettrolitica per mezzo di una fuel cell.

Nella tu idea c'è una cosa sbagliata: il rendimento della fuelcell è minore del 100% penso che
tu non riesca a creare un sistema che produce idrogeno per elettrolisi, e lo riconverta
interamente in energia elettrica con una fuelcell per alimentare la cella elettrolitica. Sarebbe
bello.....
Valuta l'idea che tu debba convertire il calore prodotto dalla reazione H+H=H2 in energia
elettrica ......ma chissà se sarà sufficiente...

Il LAHG è pensabile più come produttore di calore.


Grossolanamente possiamo calcolare una batteria tampone carica a 100 watts che alimenta la
cella elettrolitica; con l'idrogeno molecolare prodotto possiamo alimentare la fuel cell
ipotizzando una perdita del 50%, quindi ritorna alla batteria qualcosa come 50 watts; che
significa questo? Significa che con 50 watts possiamo riscaldare un appartamento, perchè la
camera di reazione, con il suo plasma, riscalda acqua in tempo reale, come una delle nostre
caldaie a metano.
Non conviene trasformare il calore prodotto in energia elettrica perchè questo processo ha forti
perdite, però, alternativamente, si potrebbe usare l'idrogeno molecolare prodotto per
alimentare un gruppo elettrogeno da 1 KW e in più avere calore.
Il problema vero in effetti è però quello di verificare quale elettrodo speciale della cella
elettrolitica produca questo benedetto idrogeno atomico, per il resto siamo già oltre la fusione
fredda perchè quest'ultima produce solo calore e non anche idrogeno.

Il nostro combustibile è acqua distillata con un sale disciolto.


Mi sembra che non hai capito bene il dispositivo in questione.
Ripeto, probabilmente con 50 watts, il consumo di una lampadina, potremmo avere i
termosifoni di casa riscaldati; lo stesso si potrebbe fare con la fusione fredda, ma con 300
watts.

Si si, è vero, infatti chiedo lumi. Non capisco da dove venga fuori tutta quel popò di energia
che tu dichiari.
Puoi postare i calcoli dell'energia che è necessaria per rompere la molecola d'acqua in O2 e H
monoatomico? l'energia che si ricava dalla reazione H+H=H2? L'energia che si ricava dalla
reazione H2+O=H2O?.
Non essendoci nella cella elettrolitica da te proposta nessuna reazione di tipo nucleare, ma solo
reazione chimica e visto che parti da H2O e finisci con H2O ossia fai un ciclo, dovresti al
massimo ottenere un bilancio energetico paritario (considerando gli sprechi nemmeno quello).
Puoi spiegarmi dove sbaglio?
non sono un teorico, ma puoi trovare molti articoli sul LAHG sulla nostra rivista Altra Scienza;
tieni presente che molti ricercatori nel mondo si stanno occupando dell'idrogeno atomico a
cominciare da Mills (hydrino), fino a finire alla Micronasa in italia.
Il dispositivo tra l'altro non consuma gli elettrodi e non ci sono radiazioni dannose: è pulito.
Tieni presente che anche Jean Louis Naudin se ne è occupato col suo MAHG (vedi il suo sito)
che è stato presentato addirittura a Kofi Annan riportando un rendimento di 21 volte l'ingresso,
ma Naudin usa un arco elettrico su elettrodi di tungsteno per produrre H1.

questa storia dell'idrogeno monoatomico mi ricorda tante altre.... l'idrino, il magnegas, il gas di
Brown, il gas di Klein etc...
Il rendimento teorico è sempre >1, ma sempre di poco, troppo poco per autolimentare un
eventuale sistema a ciclo chiuso.
Recentemente abbiamo eseguito dei test su un particolare tubo riscaldatore che ha dato come
risultato un over unity del 108/109%, ma sembra che l'elettrodo centrale sia destinato ad un
veloce consumo e ad una riduzione drastica del rendimento (verranno pubblicati sul nouvo sito
di Energoclub i risultati dei test a breve).... anche se dove in pratica questo tubo viene
realmente utilizzato il rendimento è nettamente superiore e senza riduzioni drastiche dei
rendimenti, anzi più viene utilizzato (ad esempio per riscaldare una abitazione) e più aumenta
il rendimento in proporzione al delta T; dovremo eseguire quindi dei test e delle simulazioni
reali e non più solamente a banco (viene utilizzata poca acqua a ciclo chiuso).
Cito come esempio questo tubo riscaldatore perchè i fenomeni ad esso connessi sono
strettamente legati alla cavitazione con una probabile generazione di gas monoatomici, è solo
una delle tante supposizioni.

Meno supposizioni e meno teorie esotiche (sono del parere che è meglio lasciarle ai pochi
accademici che studiano da anni questi fenomeni), è il sistema di disintegrazione molecolare a
campi magnetici rotanti (guardacaso vorticosi) che con soli 15 kW è in grado di frantumare e
sminuzzare 5 tons di roccia, più è dura e più aumenta l'efficienza con un solo passaggio.
18 quintali (!!!o tonnellate, la traduzione non è fedele!!!) di bobine di rame per generare campi
di intensità incredibile a frequenze predeterminate a seconda del materiale introdotto.... ho
chiesto cosa succede con l'acqua, mi hanno risposto che non è permesso.....siamo alle
solite!!!!

Ciao teoricamente , il disintegratore molecolare a campi magnetici rotanti potrebbe essere


riprodotto in piccola scala , se si avesse uno schema minimo o di principio . Immagino ci sia
una camera toroidale o simile su cui insistano dei campi magnetici rotanti di forte intensita .
Diciamo che fino a 3KW di potenza ci potremmo arrivare facilmente .... ma non conosciamo le
specifiche frequenze , la forma d onda di alimentazione delle bobine .

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