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AMS-02 cacciatore di antimateria « Il Poliedrico

http://ilpoliedrico.altervista.org/2011/05/ams-02-cacciatore-di-antimateria.html May 23, 2011

Ringrazio Sabrina Masiero che mi ha chiesto di partecipare alla stesura di


questo articolo. il mio contributo è stato minimo, ho solo fatto il cappello di
apertura, la maggior parte dell’articolo è merito suo.

In collaborazione con Umberto Genovese


Idealizzazione della materia e antimateria.

L’antimateria fu ipotizzata diverse volte tra la fine del


XIX secolo e i primi del XX, ma fu solo nel 1928 che
il fisico Paul Dirac lavorando a una versione
relativistica dell’equazione d’onda di Schrodinger
scoprì che era necessario introdurre una nuova
particella di carica opposta all’elettrone, un
antielettrone o positrone, come poi sarebbe stata
chiamata nel 1932 da Carl D. Anderson che la
scoprì mentre analizzava le tracce dei raggi cosmici
rilasciate in una camera a nebbia.

L’unica differenza reale che distingue una particella


dal suo omologo opposto anti – per ogni particella
conosciuta ne esiste una di segno opposto – è solo
nella sua carica elettrica, l’elettrone ad esempio possiede la stessa massa a riposo e lo stesso
spin di un positrone ma la carica elettrica è opposta. Lo stesso vale anche per i quark, stesso
sapore e massa, ma con la carica frazionaria tipica di queste particelle fondamentali opposta. Così
ad esempio l’antineutrone è composto da un antiquark up e due antiquark down, esattamente
come il neutrone (1 quark up e 2 quark down), è anch’esso elettricamente neutro, ma rispetto alla
particella ordinaria possiede un momento magnetico opposto (le cariche elettriche degli antiquark
sono opposte).

A questo punto è chiaro che un universo interamente costituito da antiprotoni, antineutroni e


positroni sarebbe altrettanto stabile quanto il nostro, che il segno anti a questo punto assume un
titolo puramente convenzionale, giusto per distinguere le particelle dai suoi omologhi di carica
elettrica opposta.

Anche se il termine antimateria incute paura in quanto un antiatomo che collide col suo omologo di
materia ordinaria provoca l’annichilazione immediata dei due atomi convertendo interamente la
somma delle loro masse a riposo in energia cinetica sotto forma di radiazione e altre particelle
elementari – per questo non è possibile confinare e immagazzinare antiatomi elettricamente neutri
– questa viene già usata comunemente in medicina: la tomografia a emissione di positroni (o PET
dall’inglese Positron Emission Tomography).

Per finire, l’antimateria è stata scoperta formarsi sopra le nubi della nostra atmosfera, nelle fasce di
Van Allen di Giove, e comunque in tutti i processi ad alta ed altissima energia.

Visto che l’antimateria immediatamente decade quando viene a contatto con la materia ordinaria,
sorge spontanea una domanda: nella fase di bariogenesi, quando cioè la materia si è
disaccoppiata dall’energia poco dopo il Big Bang, perché poi la materia con questa configurazione
di carica elettrica di cui è composto l’universo che conosciamo è sopravvissuta all’annichilazione
con la sua omologa di carica opposta?

Due immagini di fantasia che simulano la posizione


di AMS sulla Stazione Spaziale Internazionale.. –
Credit: link all’immagine

È a questa domanda, e anche altre, che una


collaborazione scientifica internazionale, che
coinvolge 16 nazioni di tre continenti, 56 istitutizioni
e 600 scienziati vogliono dare una risposta con uno
strumento significativamente più evoluto della
camera a bolle di Anderson, l’Alpha Magnetic
Spectrometer (AMS-02).

L’Italia è in prima linea nella realizzazione di un


ambizioso esperimento di fisica delle particelle che
avrà luogo nei prossimi mesi nello spazio, a bordo
della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) a quasi
500 chilometri di altezza dalla superficie terrestre.
Con la missione STS-134 dello Space Shuttle
Endeavour viene traslato sulla ISS l’Alpha Magnetic
Spectrometer (AMS-02), uno spettrometro
magnetico con l’obiettivo di studiare i raggi cosmici
alla ricerca di nuclei di antimateria e tracce di nuove
forme di materia che si possono riprodurre in
laboratorio.

Il contributo dell’Italia è stato davvero importante per


la realizzazione di AMS-02 con un finanziamento
pari a circa il 25% sul costo totale. L’Agenzia
Spaziale Italiana (ASI) insieme all’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l’Istituto Nazionale di Fisica
Nucleare (INFN) è responsabile della realizzazione dei principali strumenti a bordo di AMS-02, il
potente “cacciatore di particelle”, come è stato definito dall’opinione pubblica internazionale. AMS-
02 è stato realizzato in circa dieci anni da una grande collaborazione internazionale diretta dal
Premio Nobel Samuel Ting del MIT e del CERN, il cui vice responsabile è il Prof. Roberto Battiston
dell’INFN-Università degli Studi di Perugia.

I ricercatori dell’INFN hanno progettato e realizzato, sotto la gestione dell’ASI, alcuni tra i principali
sistemi di identificazione di raggi cosmici, in particolare il time of flight, il rivelatore ad immagini
Cherenkov, il calorimetro elettromagnetico, il tracciatore al silicio e gli star tracker.
Nel 1998 un prototipo dell’esperimento, AMS-01, ha realizzato un primo volo con successo sullo
Shuttle. AMS-02, portato in orbita con l’ultima missione Shuttle Endeavour, sarà successivamente
montato all’esterno della ISS.

Questo spettrometro magnetico sarà in grado di identificare antiparticelle e antinuclei con una
precisione di una parte per miliardo. Qualcuno lo ha confrontato con l’Hubble Space Telescope
(HST), facendolo diventare il nuovo HST dei raggi cosmici, di cui misurerà la composizione nello
spettro di energia compresa tra i 100 MeV e i 5 TeV. Realizzato sulle tecniche di rivelazione di
particelle sviluppate negli esperimenti al CERN e presso i Laboratori dell’INFN, AMS-02 è
composto da una serie di rivelatori in grado di “individuare” vari tipi di particelle di raggi cosmici
che attraverseranno la sua sezione sensibile tramite misure di carica, velocità, energia e direzione
di moto, ricostruendone la traiettoria all’interno del campo magnetico generato da un magnete
permanente cilindrico che deflette i raggi cosmici carichi che lo attraverseranno.

Rappresentazione schematica dell’Alpha Magnetic


Spectrometer. - Credit: INFN

Gli obiettivi scientifici sono molteplici. Da questo


spettrometro magnetico ci si aspetta risposte a
problemi che stanno alla base della fisica delle
particelle elementari: dalla ricerca dell’antimateria
primordiale allo studio della natura della materia
oscura, che non emette luce come la materia
ordinaria, e della cui esistenza si hanno prove
indirette di carattere astrofisico, come per esempio
lo studio delle curve di rotazione delle galassie. Non
si hanno al momento prove dirette sulla sua
esistenza anche se sembra che la materia oscura
sia circa sei volte maggiore della materia ordinaria luminosa.

Il precursore AMS-01 aveva raggiunto in soli dieci giorni di funzionamento la stessa sensibilità
all’antimateria ottenuta in decenni di misure con palloni stratosferici, identificando in meno di una
parte per milione la proporzione della frazione nei raggi cosmici dell’antielio rispetto all’elio.
AMS-02, capace di effettuare la ricerca diretta di antinuclei con una sensibilità di una parte per
miliardo, si propone di migliorare questo valore e di far luce su una delle grandi domande della
cosmologia moderna, l’apparente scomparsa dell’antimateria primordiale.

Inoltre, AMS-02 compirà misure di precisione della composizione di tutte le componenti cariche dei
raggi cosmici fino a una energia di 5 TeV, alla ricerca di eventi estremamente rari che sarà più
probabile identificare grazie al fatto che gli anni di attività sono passati dai primi 3 anni ai 10 anni,
anni che la ISS è in grado di garantire.

Anche gli aspetti tecnologici sono notevoli: AMS-02 è il più grande payload scientifico previsto per
la ISS. Le sue dimensioni sono di circa 64 metri cubi per un peso di 6,9 tonnellate. Il magnete
cilindrico ha un campo magnetico di circa 0.15 Tesla, ossia 3000 volte più intenso del campo
magnetico medio terrestre. I rivelatori a bordo di AMS-02 sono in grado di rilevare in poche
centinaia di microsecondi ogni singolo raggio cosmico che attraversa lo spettrometro.

AMS02 viene estratto dalla bay dello shuttle il 19


maggio 2011 alle ore 5:46 EDT. – Crediti NASA.

AMS-02 è un potente strumento per il quale è stato


richiesto lo sviluppo e la qualificazione spaziale di
numerose nuove tecnologie, molte della quali
sviluppate dalle industrie italiane e nei laboratori
dell’INFN, in particolare presso il Laboratorio
SERMS di Terni.

Le industrie italiane coinvolte in questo


esperimento: Carlo Gavazzi Space (Milano); G&A
Engineering (Carsoli, Aquila); FBK-irst (Trento); SITAEL Aerospace, Euromec (Parma); Ri-Ba
Composites (Faenza, RA), Carso (Trieste); e Galli & Morelli (Lucca).

Fonte: A.S.I. Agenzia Spaziale Italiana-Alpha Magnetic Spectrometer:

http://www.asi.it/it/attivita/astrofisica/ams_alpha_magnetic_spectrometer

Sito dell’Alpha Magnetic Spectrometer: http://www.ams02.org/

Altre informazioni utili


Video sulla Dark Matter:
http://www.youtube.com/watch?v=pZGbopE-X2k&feature=player_embedded

Video sull’antimateria:
http://www.youtube.com/watch?v=mOKJXJ8BsSk&feature=player_embedded

Video sull’Alpha Magnetic Spectrometer:


http://www.youtube.com/watch?v=GOJsccquXNQ&feature=player_embedded
Video dell’installazione di AMS-02 (animazione):
http://www.youtube.com/watch?v=9SFislv9lhI&feature=share

Album di AMS-02: http://www.flickr.com/photos/ams02/

Informazioni sulla ISS: http://spacevids.info/

pubblicato anche su TuttiDentro

Sabrina e Umberto

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