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FERRUCCIO BUSONI HOMEPAGE

BIBLIOTECHINA DEL CURATORE

FERRUCCIO BUSONI
LETTERE ALLA MOGLIE
1895 - 1901
1895
27 gennaio- 8 febbraio 1895, Mosca
Cara, buona, ottima signora Gerda. C'è un congresso e tutti gli alberghi
sono zeppi.- Ho trovato alloggio in un piccolo hotel garni nuovo, dove
ho una piccola anticamera, un piccolo salotto, una piccola camera da
letto-tutto in miniatura-ma assai decente... Le mie finestre, poste sul
dietro, guardano sulla bella chiesa nuova, quella con le cinque cupole
d'oro. La giornata, sole, gelo, neve, scintillio d'oro è straordinaria,
quasi fiabesca. Anche la serata di ieri (luna piena) aveva qualche cosa
di fatato, specialmente presso le mura e presso il Cremlino. In verità!
Qui regna un'atmosfera di romanticismo eroico, i "Simbolisti" non ne
potrebbero desiderare una migliore... Ho passeggiato per la città, mi
pareva di attraversare un lago, così estraneo e senza appoggio-
sapendo che, in caso di necessità, non mi potrei fare intendere
nemmeno con una parola!...
Il mio albergo è vicinissimo al Conservatorio. Al posto del
Conservatorio precedente si costruisce ora un edificio nuovo; e così
l'istituto ha preso provvisoriamente dei locali in affitto. Ho fatto la mia
visita protocollare a Savonov, che aveva "repetitio". Mi ha accolto nel
modo più cordiale, mi ha baciato e mi ha dato un calorosissimo
benvenuto.
Il viaggio è stato orrendo. Come temevo, per poco non restavamo
bloccati dalla neve, ma infine ce la siamo cavata. Dormire e mangiare
sotto tutti i cannoni del Cremlino!
Una notizia triste. Lesko [il cane Terranova di Busoni] è morto, or
sono quattro settimane, di un colpo! Tranquillamente. Pensavano che
dormisse; lo chiamarono - non rispose, lo scossero - non si mosse; era
morto. Papst gli voleva un bene straordinario e lo ha curato bene. Pare
che abbia pianto alla sua morte... Mi manchi tanto; e vorrei condividere
con te queste belle impressioni. Penso sempre a te e ti amo e ti
ammiro sempre, come sei, così semplice e retta...
Nel mio albergo si parla solo il russo. In generale che differenza tra qui
e Pietroburgo! ...

Milano, 5 dicembre 1895


Questa sensazione di trovarmi in un paese conosciuto e pur estraneo,
questo carattere in parte attraente in parte scostante che trovo in
Italia, è molto singolare e lo sento in misura tale che non mi riesce
descriverlo. Il viaggio è stato molto faticoso: arrivammo alla frontiera
italiana appena dopo ventiquattr'ore. La strada era monotona, solo per
due ore, nel Tirolo si ebbe un bel paesaggio. Quando si passa per una
vallata stretta che, immersa nell'ombra, dà un'impressione di freddo, di
solitudine e di sconsolatezza, e dietro a un monte si scorge la cima
nevosa di un altro monte, illuminata dal sole di un caldo color giallo, si
prova un'impressione così strana. Sembra che lassù, su quella cima
tutto debba essere più bello e piacevole, in confronto al posto dove
siamo noi. Anche la notte, con chiaro di luna e una leggera nebbia fu
notevolmente bella.
A Verona dovetti fermarmi tre ore. Era mezzanotte. Una guida mi
condusse in una trattoria italiana di quart'ordine. Mi fu servito del
cattivo arrosto e del vino straordinario. Entrarono dei tipi - mantelle
blu, cappelli alla calabrese, congestionati dal cibo - mercanti di
bestiame della regione. C'era un po' del secondo atto di "Carmen"-
senza Carmen-e il tutto non molto rassicurante. Nonostante l'ora tarda,
la stanchezza e la nebbia andai in giro per la città con una guida.
C'è un anfiteatro romano-qualche cosa sul genere del Colosseo-che dà
un'impressione di imponenza (contiene 70000 persone); le case e le
tombe di Giulietta e Romeo e straordinari palazzi del più bel
Rinascimento...
La direzione della Società per cui suono è per davvero notevole. Questi
signori sono molto seri (a quanto affermano loro) e non tollerano
trascrizioni nei loro programmi. Per questa ragione ho dovuto togliere
la ouverture del "Tannhauser". Quando dissi loro che anche la "Fuga
per organo" di Bach è una trascrizione, risposero: sarebbe meglio non
farlo notare sul programma... Che ne dice Ella di tutto ciò, cara
Signora?!!
Sembra che qui si evitino in generale le espressioni realistiche. Non è
stata piccola la mia meraviglia quando ho visto scritto sulla porta del
gabinetto del mio albergo: Jardin. Un giardino in cui fioriscono soltanto
i cactus!... Strano, mi fa un piacere infantile parlare l'italiano; essere
estraneo eppure non esserlo...

Milano, 7 dicembre 1895


Mille grazie per le tue care lettere; sono una consolazione per me nello
stato di depressione morale in cui mi trascino in giro - nonostante i
miei sforzi per dare un altro corso ai miei pensieri. Son seduto qui in
albergo davanti a un miserando pianoforte verticale, con un cattivo
sigaro in bocca, in una stanza non riscaldata. La freddezza, la quasi
ostilità - o almeno la diffidenza con la quale sono stato accolto qui, mi
ha molto deluso. Mi ci è voluto l'impegno di tutta la mia volontà e di
tutte le mie facoltà per conquistarmi il pubblico ieri sera. Finalmente mi
è riuscito e oggi i giornali sono unanimi nell'entusiasmo... Penso quasi
che la Società del Quartetto avesse paura di fare, con me, una cattiva
figura.
Dello stato delle orchestre e dei direttori di qui, ti puoi fare un'idea se ti
dico che, al loro confronto, il Gewandhaus ai tempi di Reinecke [Carl]

poteva passare per un ideale di perfezione e di importanza.


Le condizioni sono, per il momento, senza speranza. Sarebbe un lavoro
gigantesco portare questo paese soltanto al punto di sapere e credere
ciò che in Germania si sa e si crede già da gran tempo. Ma quando si
fosse raggiunto questo punto, gli altri paesi avrebbero progredito
ancora.
Anche dal punto di vista delle usanze la situazione è ancora barbarica.
R., per esempio, per venire nel camerino degli artisti, dovette essere
prima presentata apposta a un signore che l'accompagnò poi fin lì "a
braccetto". Un'altra procedura non è ammessa. Nel campo letterario le
cose non vanno meglio. Tolti i drammi filosofici di Bovio [Giovanni] (un
Tolstoi senza la fantasia, senza la tecnica leggera e la chiarezza del
russo), non è uscito niente di una qualche importanza negli ultimi dieci
anni... Me ne vengo via e, grazie a Dio, sarò presto di nuovo presso di
te.
Parma, 9 dicembre 1895
... La piccola citta di Parma (patria del famoso formaggio parmigiano,
nonchè del pittore Correggio-anche luogo di sepoltura di Paganini) è
prettamente italiana, cosa che Milano non è, ed è la città che mi è
piaciuta di più. Qui si vedono curati, asini e tutto ciò che si confà al
color locale italiano. Il vino è irraggiungibile, la popolazione ignorante,
la località antica e rimasta ferma. Il pubblico è stato entusiasta senza
pregiudizi, senza critica e con naturalezza, ben diversamente che a
Milano, dove sono molto più rigidi di quanto lo possano mai essere i
veri germanici... Sai che il figlio di Paganini vive ancora qui? Ti
racconterò di più a voce...
Mi sento molto lontano da te e deploro di non averti con me. Dobbiamo
venire in Italia "come turisti"; godere le antichità, il cibo e il vino. Tutto
il resto non val nulla. E anche queste cose perdono, senza di te, la
metà del loro valore...

1896
Christiania, 9 ottobre 1896
Col cuore grosso mi dovetti decidere a Kopenhagen a continuare
immediatamente il mio viaggio. Col cuore grosso, perchè Kopenhagen
risplendeva nel più straordinario bel tempo autunnale, un bel tempo
che purtroppo noi non abbiamo visto da mesi ! Il viaggio è stato in
verità un viaggio primaverile e festoso, per quel che riguarda il tempo.
Ho realmente goduto il tratto Kopenhagen - Helsingborg; il paesaggio
(soprattutto tra Hillerod e Helsingor) è meraviglioso. Che alberi! E che
colori autunnali! Presso Helsingor il fantastico castello di Kronborg, del
migliore stile rinascimentale ci è completamente sfuggito durante il
nostro disastroso viaggio col gelo! ...
L'ultima notte mi sono dovuto prendere la vettura letto, se non volevo
arrivare in pezzi. (Quei pezzi non li avrei potuti suonare.)...
Vedo annunciata qui una mostra di Walter Crane al Kunstforeningen.
Naturalmente ci vado questo pomeriggio.
Nansen, Nansen e Nansen !
Cravatte Nansen
Sigari______"
Cappelli____"
Scarpe_____"
Calze_____ "
Conferenze__"
Visita alla nave di "
Na! 'n seh'n Se mal... Sono contento come un ragazzo al pensiero della
Tauentzienstrasse... Tschi tschi moi!...Ho letto che qui deve suonare un
certo Fernicio Bussoni! Chi è costui?

Gottingen, 6 novembre 1896


Passare a Gottingen anche una sola sera è cosa mortale! Arrivato di
sera, avevo la scelta tra il Teatro e il Rathskeller, "dove l’Orchestra
cittadina dava un concerto". Andai a teatro per avere qualche cosa e vi
rimasi fino alla fine del penultimo atto. Per le strade silenzio di morte,
negozi chiusi, finestre chiuse, case sprangate. Non si vedeva anima
viva. Una mezz'ora più tardi la gente uscì dal teatro. Prima a gruppi, a
tre, a quattro, a coppie: ben presto furono passati. Poi gli orchestrali
con i loro strumenti ben avvolti; da ultimo i due pompieri. Poi ancora
uno o due, ancora uno, e poi di nuovo silenzio assoluto. Cinque minuti
più tardi una vecchia donna uscì da un portone e, sorridendo, fece
rientrare il suo cane; chiuse la porta. Di nuovo silenzio. Ora era finito.
Sono rientrato di malumore al mio cattivo albergo, mi son bevuto un
bicchier di vino e ora ti scrivo. - Il viaggio da Hannover è stato bello, il
tempo magnifico, il paesaggio risplendeva delle più sontuose
combinazioni di colori autunnali. Era verso il tramonto...
La città di Gottingen (chiamata città delle Muse) ha 24.000 abitanti; è
certo la più piccola in cui ho suonato negli ultimi tempi.
Certo, in passato, ho potuto fare un'intera collezione di ricordi del
genere. Rimane ancora memorabile il mio viaggio nel Tirolo (avevo 12-
13 anni), nel quale una città come Gottingen avrebbe significato il
massimo splendore.
La mia camera è fredda; mi manca quasi il coraggio di salirvi ...

[Vienna], 3 dicembre 1896


È una bella faccenda! Grieg [Edward] è malato e anche la viola del
Quartetto è malata ! Il Quartetto Boemo ha già disdetto una volta un
concerto per questa ragione, e così domani (se Nedbal non può
suonare) si faranno due trii e io dovrò presentare poi un numero come
solista (Brahms).- Hanslick

sedeva oggi alla prova come una divinità egiziana (si è addormentato
anche un paio di volte), era molto rigido e formale, ma entusiasta di
me. (Ha ripetuto di nuovo il confronto con R[ubinstein] !).
- Vienna col sole è sempre bella! Ieri abbiamo provato i trii, oggi idem,
sempre lavorato, sono molto stanco. Penso continuamente a te. La
signora Grieg ha avuto delle bellissime parole per te.

[Vienna, 4 dicembre 1896]


Le tue care, care righe mi hanno fatto tanto bene. Te ne ringrazio mille
volte! Esco ora dal concerto. Nedbal stava bene, dunque solo
Ciaikovski. Anche Hanslick è venuto al concerto. Grande successo! - La
sala piena fino sul podio. Grande applauso dopo la variazione per
pianoforte al centro del pezzo...

[Aquisgrana], 9 dicembre 1896


... Oggi leggo sulla "Press" ciò che Hanslick scrive di me: "Busoni,
straordinario, incantevole pianista, il solo che ricorda pienamente
Rubinstein.-" Mi ha fatto molto piacere...
Abito in un albergo di "stile Impero"al cento per cento, ma molto
distinto. Tutti i mobili sono del più pretto modello "romano", di legno
rosso con ornamenti di ottone; il tavolo ha il piano di marmo e gambe
che finiscono in zampe di animale; i lampadari di bronzo, in forma di
colonne doriche, ogni poltrona un piccolo trono. Due cortili molto belli,
pavimentati in cemento, contornati di archi e colonne conferiscono un
aspetto signorile...
La sala dei concerti è magnifica. Tutto l'ordinamento dei concerti "si
ispira fedelmente a Gurzenich"...

(Crefeld), 12 dicembre 1896


... Tra un'ora c'è il concerto. Ieri sera per disperazione .. ho giocato ai
birilli ! Non c'era nient'altro da fare...

Domenica, [Vienna, 20 dicembre 1896]


Fino alle otto ho potuto star disteso, poi ho dormito ancora, seduto,
fino alle 12. Durante il percorso non ho potuto trovare che un panino al
prosciutto. La sera ero febbricitante e avevo mal di testa. Il mio
numero era alla fine, e dovetti aspettare nel camerino degli artisti fino
alle nove e mezzo. Finalmente arrivò il mio turno di suonare. Il
successo è stato enorme. Si dice che abbia suonato in modo
eccezionale (?).
Poi cena con Brahms, Leschetiski [Theodor, insegnante di pianoforte],
Epstein [Julius], Door [Anton - 1822-1919, pianista; nel 1869 fu
nominato professore al Conservatorio di Vienna] e il sovrintendente
Fuchs [Johann Nepomuk, direttore d'orchestra e Presidente della
Società degli Amici della Musica di Vienna]...
oggi ho parlato con Richter [Hans - direttore d'orchestra - 1843-
1916]...
Il pomeriggio ricevimento da Gutmann. Ho dovuto suonare. A mezzo.
giorno concerto (Filarmonica) con Gabrilovic (ha suonato benissimo).
Sembra che io sia en vogue qui. Ma a Vienna ciò dura fino alla
prossima "sensazione". Domani ancora visite e inviti. D'altronde non
potrei nemmeno pensare a rimettermi oggi in treno... Sono
terribilmente contento di tornare a casa...

1897
(Verviers), "Ferviers "1. 1897
... La prova ha avuto luogo la sera, subito dopo il mio arrivo. Ero in
pezzi dopo il viaggio di otto ore, per la levataccia e per la mancanza di
cibo durante tutto il viaggio. Per di più ho suonato davanti a una sala
piena, - anche i soli. La sera seguente, quella del concerto, ero di
nuovo freschissimo. La "Wanderer-Fantasie"è andata molto bene. - Il
successo è stato assolutamente straordinario, clamoroso. Dappertutto
si incontrano una o due persone di valore. A Elberfeld abita quell'ottima
persona del Signor von Dameck (era in passato col Quartetto Petri - lo
abbiamo incontrato alla serata Auer-Ciaikovski a Berlino), una persona
di mente straordinariamente chiara e di fine ironia, colto e filosofo della
più bell'acqua. Poi c'era il figlio maggiore del Signor von Hase
[Hermann] il futuro capo di Breitkopf & Härtel, copia conforme di suo
padre [Oskar - 1846-1921]...
Nella città vicina, Barmen (senza soluzione di continuità con Elberfeld)
risiedono gli "Ibach", che mi hanno mandato in albergo un grande
pianoforte a coda da concerto e mi hanno invitato da loro. Causa
complicazioni dovute alla neve son dovuto restare, purtroppo, tutta la
domenica ad Elberfeld. - C'è stato un gran ricevimento in casa di uno
dei Direttori... Oggi a Verviers incontro il prof. Seiss [Isidor] di Colonia,
che è qui per un breve periodo di riposo. Una persona fine, molto
cortese. Il maestro di Mengelberg. -...
Presto sarò di nuovo con te, ne sono contento come un ragazzo!...
Ad Elberfeld ho ricevuto cento marchi di più di quel che credevo!!
Sempre avanti, sempre allegri, ecc. Sabato,

[Liegi, 24 febbraio 1897]


Ho un'impressione molto piacevole del mio viaggio. Contro ogni mia
aspettativa Liège non ha carattere fiammingo, ma piuttosto il tipo delle
città dell'Italia settentrionale. L'impressione generale è di esser tornati
in dietro di venticinque anni. A momenti mi pareva di essere a Trieste,
a momenti in una cima del Trentino. L'aspetto del Teatro per esempio e
dei caffè ricorda la prima, le chiese, molto belle e interessanti, la
seconda. Le colline e le fortificazioni circondano deliziosamente la città.
Le strade sono strettissime. Dapprincipio mi piaceva di sentir parlare
dappertutto il francese...
Ci sono ancora degli angoli pittoreschi. In una rientranza formata da un
vecchio muro sedeva una giovane italiana, venditrice di caldarroste -
illuminata da una lampada fumosa. Formava un quadretto piacevole.
La chiesa di Saint Jacques è famosa. In gran parte gotica, l'abside
romanica, su un fianco un elegantissimo portale Rinascimento. La
mescolanza non disturba perchè tutto è autentico. -Una graziosa
servetta mi fermò: "Pardon, M'sieur, est-ce que ce n'est pas après
vot'e p'tit chien, que vous cherchez? - Parce que il-y a là un p'tit chien
perdu".- Così parlava la p'tite chatte.
Ci siamo fermati due ore a Colonia. Ma purtroppo dalle nove e mezzo
alle undici e mezzo di sera. Del duomo ho visto solo il profilo; Colonia
ha le strade più strette che io conosca, e il duomo sembra Gulliver a
Lilliput. Nel viaggio di ritorno avrò tempo di visitare a fondo questo
Bach dell'architettura...
Il viaggio da Colonia a Liège (sul treno di Parigi) è stato incredibile. Che
vetture ! Che ferrovieri chiassosi! Che disciplina! Correvano su e giù,
davano il segnale di partenza due - tre volte, si saranno precipitati
cinque volte nella vettura. Avez-vous du bagage?-Allez-vous à Paris?-
Est-ce que c'est Monsieur qui va à Liège?-Ma soprattutto quelle vetture
del 1850!!! Sono arrivato appena verso le due, e tutto pesto...

[A THALE, NEL HARZ]


Berlino, 11 luglio 1897
Questa notte mi è capitata una cosa veramente straordinaria; mi sono
messo a tavolino dopo mezzanotte e ho scritto fino alla mattina, ho
composto una a Ouverture" dal principio alla fine tutta di fila.
Naturalmente non vi è nulla di definitivo e dovrò ancora lavorare molto
a questo pezzo. Ma non è un cattivo pezzo, è molto scorrevole, di uno
stile quasi mozartiano... Questa prestazione mi ha fatto piacere, e
anche tu ne sarai contenta...

[A THALE]
Berlino, 19 luglio 1897
Oggi alle 11 il sole ha fatto capolino!!! - Non mi son potuto trattenere e
sono uscito a passeggiare al sole. Ciò, insieme alla tua lettera, grazie a
Dio allegra, mi ha procurato una giornata felice. Dopo una miserevole
settimana di pioggia-sole! È stato un dono che, spero, avrete avuto
anche voi nel Harz...
Ho lavorato tutta la settimana alla mia ouverture-spero di finirne
domani lo schizzo... Le tue righe mi hanno reso molto contento-niente
malinconia ! !... Kikili- putschinolli ! ! !
È morto il vecchio Thayer (biografo di Beethoven) [Era stato un
paterno amico di Busoni ragazzo a Trieste].

(Wiesbaden), 25 ottobre 1897


... Il tempo è superbo. Tutti escono senza soprabito. Di amici se ne
incontra dappertutto, così qui il sig. Max Reger, l'attore [comico] Rosé,
Mannstaedt [Franz - direttore d'orchestra], e - a mia grande sorpresa -
amico [in italiano nel testo] Stolz [Leopold, direttore d'orchestra]. Per
fortuna si trova in una situazione migliore; è direttore di coro e
d'orchestra all'Opera Reale. È stato piacevole incontrare un amico così
indistruttibilmente fedele. Credo che la sua amicizia non potrà mai
mutare-ma, come ben si sa, ci si può ingannare. Mi rallegro all'idea di
vederti già dopodomani, cento volte ho desiderato di averti qui con me.
Probabilmente arriverò anche ad Eisleben di mattina. Sono stato molto
diligente e le cose vanno bene...
Londra, 31 ottobre 1897
Dopo un viaggio molto buono, durante il quale ho dormito quasi 18 ore
nelle posizioni più disparate, sono arrivato ottimamente, con una
nebbia mattutina tutt'altro che insolita qui; sono fresco, riposato, e in
una disposizione in certo qual modo ottimistica; pronto a ricevere
impressioni e a vedere il lato migliore di ogni cosa. Il sole era rosso e
senza raggi, nella campagna si vedevano a tratti le chiome degli alberi
ben chiare e distinte, mentre i tronchi si perdevano in una specie di
panna montata, assumendo l'aspetto di un dipinto cinese...
Ho avuto di rado una traversata così buona, si sarebbe potuto giocare a
biliardo sulla nave; è stata così rapida che siamo arrivati con mezz'ora
d'anticipo...
La prima impressione di Londra è molto simpatica e proprio quale me
l'aspettavo. Questa è finalmente una vera metropoli, la cui grandezza
non sta solo nell'estensione e nel numero degli abitanti. Le strade sono
ani mate in ogni direzione, non c'è un centro al limite del quale non
cominci subito un altro centro. Il traffico degli omnibus fa girare la
testa-fa un effetto assai comico vedere i conducenti (che non sono in
uniforme) invitare la gente a salire, affacciandosi da un lato, agitando
la mano e il braccio all'esterno e gridando il nome della loro direzione. I
hansoms-vetture a due ruote, aperte e ben protette, nelle quali il
cocchiere è seduto sul dietro, invisibile al passeggero-sono le migliori
carrozze del mondo e superano persino gli isvostscic russi. Anche i
militari-giacche rosse, berretti senza visiera messi da un lato alla
brava, bastoncini da passeggio. in mano-appaiono aggraziati ed
eleganti in confronto ai tedeschi eon i loro rigidi movimenti. Magnifici i
reggimenti scozzesi eon il loro ben noto costume nazionale.
I negozi di libri e di mobili attirano subito l'attenzione per il buon gusto
e la solidità della merce esposta. Le belle edizioni, per altro, non sono
affatto a buon mercato...
Per la strada si incontrano qui ancora degli originali, delle figure
dickensiane, che fanno piacere a vedersi-in confronto alla uniformità
berlinese e americana.
Il pianoforte a coda che Bechstein [Carl] mi ha destinato è ottimo, e
spero che, con tale strumento, potrò dare agli ascoltatori la piena
misura delle mie possibilità. Mi ha ricevuto il giovane signor Bechstein
[Edwin], lo stesso che ho incontrato una volta a Berlino e che mi è
rimasto così simpatico!
La Casa Bechstein è di un'architettura ammirevole, e tutta la
disposizione del negozio è di primo ordine.
Oggi ho incontrato Richter per la strada. Regentstreet (all'incirca la 14ª
Strada), Piccadilly (circa la 23ª) e Oxfordstreet (corrispondente alla
sesta Avenue di New York) sono tutte nelle mie vicinanze, e ci si
incontra qui esattamente come sulla Friedrichstrasse a Berlino o sul
Graben a Vienna. - Sono contento che tu venga...

[Londra], 5 novembre 1897


La serata di ieri (pomeriggio!) è stata un successo molto bello, senza
essere proprio entusiastico e mi ha fatto capire che a Londra non si
otterrebbe nulla con uno o due recitals-ma con la costanza forse molto.
Sembra che anehe Paderevski e Sauer abbiano incominciato così, cioè
con sale vuote e critiche moderate. Queste sono state oggi piene di
rispetto per me-non si è inveito certo, ma non mi hanno nemmeno
portato alle stelle. A young pianist-a new pianist- a pianist, simply
named Busoni, yet unknown-così cominciano tutte.
Devo ammettere ehe oggi mi sono sentito un po' depresso da questa
sensazione di dover ricominciare sempre dal principio, un Sisifo dei
debutti. Altri, per esempio Liszt e Rubinstein, a 31 anni non avevano
più bisogno di farlo. D'altronde non ho fatto qui nulla per rendermi
popolare né
in society - né
presso la critica-né
presso il pubblico-né
nelle vetrine - né
sul programma.
Il successo aumentava ieri da pezzo a pezzo- si arrivò anche a un bis. -
(Ho suonato bene).-
... Ah, i libri "a buon mercato" in Inghilterra!... Questo sospiro mi sale
dal cuore - ho visto tre giorni or sono per la prima volta una edizione
del "Don Chisciotte"veramente degna, anzi monumentale - nove grossi
volumi in folio, vi sono riprodotte tutte le acqueforti originali, le
incisioni, persino i disegni e gli acquerelli degli artisti di tutti i tempi e
paesi che illustrano il "Don Chisciotte", sia figure singole che cicli. Ci
sono persino studi diversi per la stessa illustrazione; stampa, carta,
rilegatura stupende; prezzo - 2400 marchi. Be', non lo possiederò mai
-bisogna rassegnarvisi; perchè se anche avessi 2400 marchi da
spendere in libri, mi ci comprerei piuttosto una piccola biblioteca...

Londra, 3 dicembre 1897


Quando il treno partì, ne ebbi una stretta al cuore, e quando mi svegliai
ieri mattina, mi sentii così solo come non mai.
Un tempo splendido, come tu purtroppo non lo hai visto a Londra, un
vero tempo "viennese" freddo, soleggiato e chiaro, mi è stato di
consolazione. Ho trovato inoltre nel "Daily Telegraph" la prima critica
veramente calda ed esauriente del mio concerto...
La serata, da Pagani, è stata piacevole. C'era il Quartetto di Colonia
(conoscevo già tutti i componenti, a cominciare da Willi Hess
[violinista]); con loro Popper [David] ed Arbos [Enrique Fernandez].
Quest'ultimo s'è preso una gran simpatia per me. Vorrebbe avere un
amico come me, qui a Londra, per trarne beneficio. D'altronde (mi
disse anche) ora deve prodursi un cambiamento nella sua vita: così
non può andare avanti, e non sa quale via prendere. Un tormentatore e
torturatore di se stesso di prima forza!
Così si venne a parlare della sensibilità artistica nella società inglese, e
arrivammo alla conclusione che ci troviamo qui di fronte a un periodo
culturale raffinatissimo, in cerca di sensazioni e senza nerbo, cioè
decadente. Questa situazione è malsana per l'artista. - Se si confronta
il modo di vivere di Alma Tadema [Laurens, pittore]

Exhausted Maenides after the Dance

con quello di Rembrandt - ci si accorge di dove sta l'errore e si scuote


gravemente la testa...
Londra, 4 dicembre 1897
Oggi non è accaduto nulla di nuovo, se non che Fuchs ha trovato la
strada buona per il mio ritratto. Ma posare è noioso e porta via tanto
tempo.
Friedheim [Arthur] è venuto da me il pomeriggio. Gli ho suonato la
"Fantasia [sul Don Giovanni] "di Liszt; ne è rimasto entusiasta. "Liszt
stesso non l'avrebbe suonata meglio". Ho suonato poi l’«Hexameron»,
la "Norma "e la "Muta [di Portici]". Mentre suonavo mi ha dato delle
indicazioni molto interessanti; ha sentito questi pezzi da Liszt stesso, si
crogiolava nei ricordi e, nonostante ciò, era molto sorpreso della mia
esecuzione, almeno sembrava. Mi ha fatto i più gran complimenti...
Sono contento di aver presto finito qui, ma voglio fare del mio meglio
nei due recitals che mi restano ancora.
Domani, domenica, non c'è distribuzione postale, devo dunque
aspettare fino a lunedì per sapere qualche cosa di te. E’ stata una gran
bella cosa che mi hai telegrafato...

Londra, 6 dicembre 1897

... Il mio concerto è andato benissimo, il successo aumenta sempre...


Gabrilovich [Ossip, pianista e direttore d'orchestra - 1878-1936. Era
sposato con Clara Clemens, figlia di Mark Twain] era presente.
L'«Hexameron» (con alcuni consigli di Friedheim) ha fatto un effetto
tale, che ogni variazione è stata applaudita. Dopo il tema grande
applauso. Questo dev'essere l'effetto - e allora si può raggiungere un
po' di sicurezza in se stessi ...

Vuoi venire a Vienna? Sarebbe molto bello. Rispondimi subito, così


riceverò la lettera ancora a Londra...Londra, 8 dicembre 1897

... Il successo è decisamente raggiunto e non comune, tanto che il mio


ritorno per la "Season"è molto probabile. Allora dovrai venir con me sin
dal principio e restar qui tutto il tempo; ce la passeremo bene... Grieg
mi ha scritto una bellissima lettera... Friedheim è pieno di ammirazione
per me e ha finalmente ammesso che sono arrivato anche senza Liszt.

1898
(Budapest), 2 marzo 1898
Finalmente sono arrivato e so quel che devo suonare. Questi animali
non mi avevano risposto ieri, dopo che avevo telegrafato per avere
precisazioni. Mi sono chiuso in casa a studiare quattro cose diverse,
inquieto e ansioso.
Finalmente ho incontrato ieri per la strada Rosenthal [Moritz - 1862-
1946, allievo di Liszt], è venuto su da me per un quarto d'ora e ha
cominciato subito a parlare di tecnica. Del resto è quello di prima - non
ho mai trovato qualcuno di meno cambiato dopo un intervallo di 15
anni!
Ieri l'altro alle dieci e mezzo di sera ho messo un momento il naso da
Ronacher. Una donna stava cantando, troppo seriamente per una
canzonetta, in modo troppo insignificante per qualche cosa di serio e di
tragico, ma a tratti con talento e con raffinatezza di dizione.
Il signor Schnabel è la nuovissima speranza di Leschetiski - un pianista
quindicenne. Era seduto vicino a me da Ronacher, si presentò, mi
prestò il binocolo e il programma e mi comunicò che la signora che
stava cantando era Yvette Guilbert. Così, senza volere, sono riuscito a
vederla e a giudicarla senza preconcetti.
La prima impressione di Pest, in una bella mattinata di sole, è
stupenda.
Sono appena arrivato, tra un'ora c'è la prova...

(Cassel), 22 gennaio 1898


... La Pinacoteca di qui è bella, ma dopo le impressioni dell'Olanda e di
Londra non aggiunge nulla. C'è un Turco (figura intera) di Rubens, è
classico, un "pendant" del "Capitano Borro"di Velasquez. - Alcuni
Rembrandt sono impareggiabili - infine c'è un Guido Reni che mi ha
completamente riconciliato con questo pittore. - Il successo, ieri, è
stato entusiastico ("Erlkonig") "e ciò vuol dire molto, col nostro
pubblico", mi è stato detto. Cassel è molto graziosa. "Ma dovrebbe
venirci una volta d'estate". - Ora parto per Solingen...

[A WOLTERSDORF PRESSO ERKNER]


[Berlino], 16 luglio 1898
Ieri ho incontrato un vecchio storpio, senza barba e con lunghi capelli
bianchi, un pezzente pittorescamente cencioso; l'espressione dei suoi
vecchi occhi era così buona, anzi nobile, che sembrava uscito dai
"Miserabili" di V. Hugo; una figura come a Berlino la si vede raramente.
Ho dovuto rivolgergli la parola, cosa che sembrò fargli molto piacere;
aveva 77 anni ed era stato giardiniere - era infatti come ci si potrebbe
immaginare Linneo; ancora chiarissimo di spirito e di eloquio. Accettò
volentieri un mezzo marco e mi ringraziò tanto cortesemente, che ne
provai soddisfazione ancora per un quarto d'ora.
Ho trovato ancora altre cose vecchie; un Capriccio alla turca di Liszt,
che è il nocciolo originale della posteriore Fantasia sulle rovine di
Atene, un pezzo di valore e di grande effetto. Poi: "Corali" di J. S.
Bach, editi da Philipp Emanuel, edizione originale, stampata nel 1784 -
vi si trovano dei pezzi meravigliosi e i modelli dei suoi preludi corali...
Ho impiegato un'ora e mezza oggi solo per stendere i quattro
programmi di Berlino; con le date, i titoli dei vari tempi, ecc.-molto
preciso. Farà una buona impressione...

[A WOLTERSDORF]
Berlino, 20 luglio 1898

REGOLE PER GLI ESERCIZI DEL PIANISTA

1. Studia il passaggio con la diteggiatura più difficile; quando sei


arrivato a dominarlo, allora suona con quella più facile.
2. Se il carattere tecnico di un passaggio ti presenta delle difficoltà
speciali, ripassa tutte le figurazioni simili di altri pezzi, di cui ti ricordi; -
troverai così il sistema adatto per suonare quella data figurazione.
3. Collega sempre lo studio tecnico con quello interpretativo: la
difficoltà spesso non sta nelle note ma nella sfumatura dinamica
prescritta.
4. Non sperperare mai la tua forza, lasciandoti trasportare dal
temperamento; ne derivano zone sporche nella pagina, che non si
possono più ripulire.
5. Non ti irrigidire a voler vincere dei pezzi che hai studiato male in altri
tempi e che perciò non ti riescono; per lo più è lavoro buttato. Ma se
nel frattempo hai cambiato completamente il tuo modo di studiare,
riprendi a studiarli dal principio, come se tu non li conoscessi affatto.
6. Studia tutto e ogni cosa come se fosse la cosa più difficile; cerca di
affrontare gli studi di scuola dal punto di vista del virtuoso. Vedrai con
sorpresa quanto è difficile suonare uno Czerny, un Cramer o
soprattutto un Clementi.
7. Bach è la base del pianoforte, Liszt la cima. Questi due insieme ti
renderanno possibile Beethoven.
8. Parti dal presupposto che sul pianoforte tutto è possibile, anche quel
che ti sembra impossibile o che lo è realmente.
9. Abbi cura della tua preparazione tecnica in modo da essere ferrato
per ogni e qualsivoglia caso, così nello studio di un nuovo pezzo potrai
concentrare tutta la tua attenzione sul suo contenuto spirituale; i
problemi tecnici non ti arresteranno.
10. Non suonare mai senza cura, anche se nessuno ti ascolta, o se
l'occasione ti sembra insignificante.
11. Non trascurare di ripetere sempre un passo che ti è mal riuscito; se
non lo puoi fare in presenza d'altri, fallo più tardi.
12. Non lasciar passare giorno, possibilmente, senza toccare il tuo
pianoforte.
... Che pensi di queste "Massime di studio"? Sono le mie esperienze.
Trovi che meritano di essere mandate a Lessmann [Otto - critico
musicale ed editore della «Allgemeine Musikzeitung» di Berlino. Era
stato amico di Liszt e riconobbe in Busoni, già tra il 1890 e il 1900, il
più grande pianista del suo tempo]?

[ A WOLTERSDORF ]
[Berlino, 21 luglio 1898]
Savonov ha telegrafato ieri che arriverà appena domenica sera. Così
non l'ho ancora visto.- Invece all'una e mezza è venuto il "Fagotov" e
mi "soffiò" un concerto di Weber. Mi fece ricordare la beata infanzia,
quando sentivo qualche cosa di simile sul clarinetto!
Ho studiato il pianoforte sei ore. Due volte durante il pomeriggio hanno
suonato il campanello - ma non ho permesso che mi si disturbasse; e
ho fatto il sordo mentre continuavo a fare "La Muta"...

[Londra, 11 dicembre 1898]


... La prima persona che ho incontrato oggi è stato Delius.
CLICK TO ENTER

È stato contentissimo e cordialissimo. Poi ho incontrato Pitt, che mi ha


fatto venire l’idea (credo buona) di ripetere i concerti storici con Wood.
Che ne pensi? Tornerò apposta qui da Manchester, per parlare con
Wood [Henry - direttore d'orchestra a Londra]... Penso continuamente
a te e mi rallegro tanto di tornare a casa e al pensiero di Natale, e poi
della serata beethoveniana...

Londra, 16 dicemore 1898


... La mia Sonata ha avuto un successo di "laaagrime" presso Dayas
[William] e Brodsky [Adolf]. Sopra tutto Dayas era addirittura fuori di
sè, e ha dato un pranzo in casa sua il giorno seguente in onore dell’
"avvenimento" (come dice lui). (Si è infatti comperata una casetta e si
è sistemata una abitazione confortevole). Il pranzo organizzato con
gran cuore e borsellino aperto non è andato però molto felicemente...
Eravamo invitati soltanto i Brodski [Anna e Adolf] ed io. Brodski aveva
avuto qualche contrattempo nella mattinata ed era di pessimo umore.
Non una parola, non un sorriso. La signora Brodski soffriva di stomaco
e non mangiò nulla, ma era venuta soltanto per la "simpatica
atmosferra".
Questa Londra è bella. L'altra domenica sono andato per un quarto
d’ora in Hyde Park. C'erano oratori e oratrici. Una vecchia befana,
spaventosamente brutta e trasandata, con tanto d'occhiali, si piantò
improvvisamente in un punto, depose a terra una cassettina, ne tirò
fuori una Bibbia e cominciò l'introduzione a uno "speech" con voce
cantilenante e piagnucolosa. Tre persone si fermarono (tra cui io), poi
altre tre, infine circa una dozzina. Poi aperse la Bibbia e vi cercò un
segno. Ce n'erano tanti di segni. Quasi a ogni pagina. Cercava e non
trovava. Sfogliava avanti e indietro il libro. Io pensavo: "Tu ti giochi ora
la tua dozzina di ascoltatori". Ma il pubblico cominciava a divertirsi e
aspettava con humour il momento in cui avrebbe trovato il segno.
Questo momento tardava a venire. Quando venne finalmente, scoppiò
una gran risata. La mano della befana restò posata sul libro aperto e i
suoi occhi si alzarono; ancora una piccola pausa e la macchina riprese il
suo movimento. Ma in quell'istante i dodici ascoltatori si
sparpagliarono, perchè la "pointe" era passata. - Basta per oggi. Penso
a te ogni momento, specialmente se vedo qualche cosa di bello o se
sono con gente buona. - Ma presto sarò a casa....

1899
[Londra, 9 gennaio 1899]
Dopo tutto mi sono deciso a trascorrere questa giornata (lunedì) a
Londra... È una bellissima giornata di sole, come qui se ne vedono di
rado. E per me brillava anche un secondo sole, cioè una grandiosa
esposizione di Rembrandt, che ho visitato in mattinata. Si (?) questo
era nagot! [1] Peccato che non eri con me. Ho anche incontrato Delius.
- Ora però incomincia la fatica e la tribolazione. Mi riprometto un po' di
gioia ancora a Edimburgo...

[1] Qualcosa, in svedese.

(Londra), 22 giugno 1899


Ieri sera ho incontrato per la strada Richter, che mi ha portato là dove
tutti i tedeschi si sentono a loro agio, cioè al "Gambrinus".
"Putroppo non ero a Vienna quando Lei vi ha suonato, ma ho sentito
che Mahler ha dedicato un'ora alla prova. Roba dell'altro mondo! A
quello non piace nessun solista, perchè non ha mestiere e non sa
dirigere a prima vista; ma questo un direttore lo dovrebbe saper fare
come un pianista, no?" E continuò di questo passo finchè non ebbe
detto tutto quello che gli stava sullo stomaco...
La signora Matesdorf [Clarita] è tanto carina, ingenua e buona come un
bambino, ma mi ha accalappiato, come un pivello qualsiasi, per un
pomeriggio domenicale - at home. -
Ancora Richter.
Gli ho detto: "Mi rallegro con Vienna, per la Sua decisione di restarvi". -
"Questo non è ancora detto. Ci penserò su ancora molto. Credo che
non ce la farò". -"Ma tutti i giornali danno la notizia per sicura". - "Già
la carta si lascia scrivere".
Orribile tempo piovoso!!
Stasera la Soirée, all'idea della quale mi sento così contento come un
bambino al pensiero delle busse...

[Londra], 23 giugno 1899


Mi ha fatto grande piacere conoscere Ysaye più da vicino;
CARICATURA DU BUSONI

ha suonato anche lui ieri sera. È un grande artista e un uomo


divertente, un peu moqueur, ma - come detto - un artista di
prim'ordine!

Senza volermi gloriare, ieri, nonostante ci fossero lui e la Melba


[Nellie],
il più grande successo l'ho avuto io: "it was the success of the evening"
come mi disse un tale.
Resto ormai solo pochi giorni, se non ci fosse di mezzo la dannata
domenica, verrei prima.
Ho nostalgia di casa, sebbene qui la vita sia sempre estremamente
interessante...

[Londra], 26 giugno 1899


... Sono stato un paio di volte con Ysaye;
mi piace e anche no; ha però quel curioso magnetismo che ha anche
Rubinstein, per esempio. Perciò se è scortese o rude, non ci si arrabbia,
ma ci si resta male. Ha lo stesso riso di Rubinstein, ed è come lui
animalesco e volgare e regale. -
Di conoscenti ho incontrato la Carreno [Teresa],
Teresina Tua [violinista], Camilla Landi [contralto], Johannes Wolff
[violinista], Hollmann [Joseph - violoncellista]; Muck varie volte dai
Matesdorf. Ier l'altro sera c'erano tutti e due i Muck [Carl],
Arbos, Schulz-Curtius [impresario di Londra]; ero in buona disposizione
per suonare e ho suonato molto bene! Ho tanti inviti e tanti
appuntamenti che non potrò partire prima di giovedì sera. Non posso
mancare qualche buona occasione per guadagnare un paio di giorni,
per quanto volentieri sarei di nuovo a casa. Non sono di buon umore
perchè non lavoro affatto...

[Manchester], 23 novembre 1899


Il mio recital di ieri è andato splendidamente. Ho dato tutto quanto sta
in me. Non c'è stato niente che sia riuscito male, il successo
entusiastico e le recensioni uscite già oggi dimostrano che è stata
un'affermazione che mi porta un passo avanti nella carriera londinese.
Come vedi, non contengono, per la prima volta, alcuna riserva, e il
"Daily Telegraph" è molto esauriente. I giornali non andranno mai al di
là di un certo tono freddo che fa parte qui della distinzione del
giornalismo: questo lo vedo non solo per ciò che mi riguarda, ma anche
quando si tratta di artisti già famosi da tempo in Inghilterra...
Londra, 29 novembre 1899
Ora le serate si susseguono e con successo sempre crescente. Ieri
l'altro a Manchester, successo straordinario, ieri a Nottingham. Era
organizzato molto bene; l'ingresso era solo per invito, e gli inviti erano
stati mandati solo al pubblico migliore di quella antichissima città... Nel
frattempo sono già di ritorno a Londra... È molto faticoso fare
programmi sempre diversi, ma anche molto stimolante. Fisicamente
sono molto stanco, per il resto sto bene...

Manchester, 7 dicembre 1899


Ieri sera D[ayas] e B[rodski] hanno suonato la mia "Sonata" in modo
eccellente. Di conseguenza grande successo, sono stato chiamato sul
podio "aux honneurs de la scène". Tutti ti mandano a salutare con tutto
il cuore.

Londra, 8 dicembre 1899


Che bella cosa aver ricevuto oggi da te una lettera e una cartolina. Te
ne ringrazio di cuore!
Il peggio è passato ormai; fino a ieri ho lavorato come un cane; ho
dovuto preparare l'ultimo programma ("op. 106" [Beethoven], "4
Ballate" [Chopin], "Polonaise" [la bemolle maggiore, Chopin] e
"Roberto il Diavolo" di Liszt) in un giorno e mezzo, cosa che mi è
felicemente riuscita. Anzi mi è riuscita in modo egregio. Purtroppo
però, dopo uno sforzo così grande c'era una soirée da Matesdorf. Tra le
persone interessanti, quella con cui ho stabilito il contatto più rapido e
più simpatico, è stato Sargent. Gli farò visita in Iscozia; il mio amore e
la mia comprensione per la pittura gli fecero piacere e aveva molto
apprezzato il mio modo di suonare. Forse mi farà il ritratto, cosa che mi
farebbe (e certo anche a te) un piacere pazzo... Tra le mie ultime
esecuzioni le "Trentadue variazioni in do minore"sono state una delle
più geniali (scusami l'espressione, ma non me n'è venuta un'altra, sul
momento), i "12 Studi" di Chopin però mi sono venuti questa volta
come forse mai prima. Si scrive enormemente su di me...
Oggi ho incontrato Grutzmacher [Friedrich - violoncellista] (figlio,
membro del Quartetto Hess) che mi ha pregato di suonare con loro a
Bonn, il giorno prima di Colonia. La città natale di Beethoven è a una
mezz'ora di viaggio da Colonia. E così ho accettato...

[Londra, 9 dicembre 1899]


Le "giornate libere" in Iscozia sono diventate terribilmente faticose, ed
ecco come il 5, concerto a Glasgow, il 6, viaggio di sei ore per arrivare
a Manchester, sono andato poi al concerto del Quartetto Brodski e poi
ancora un invito fino a tardi (da Speelman [Simon violista a
Manchester]). Il 7, Fuchs mi svegliò col suo violoncello per suonare la
mia "Suite"; il pomeriggio Brodski suonò la mia "Sonata" e il
"Concerto" di Brahms e la sera (e questo è il più bello) mi decisi di dare
un recital privato a Mayer e Dayas, in casa di Mayer.
"Toccata in do maggiore" di Bach
Adagio e fuga della "Sonata op. 106"
"Tre Studi" di Chopin
"Fantasia sulla Norma".
Raramente ho suonato così bene, e l'impressione che mi accorsi di aver
prodotto fu per me un grande trionfo e una consolazione e una gioia.
Dopo l'Adagio nessuno fu in grado di profferir parola. Durante la
"Fantasia sulla Norma" sembrava che a Dayas gli occhi stessero per
uscir dall'orbita, dopo egli si alzò e disse solo: "Peccato che il "Vecchio"
non ti abbia sentito, ti avrebbe data la sua benedizione e sarebbe
morto tranquillo".

1900
[Essen (Ruhr)], 13 gennaio 1900
Quanto segue è riprodotto letteralmente da una Enciclopedia francese
(Larousse): Buson, (diminutif de buse). Nom vulgaire (!) d'oiseaux
rapaces brésiliens du genre buse. Le buson de Dandin est le
buteogallus aequinoctialis. Le buson de Spix est une autre espèce de
buse, le spizigeranus meridionalis. (Una specie di poiana).
Figuratif: Homme stupide (!!). Che triste celebrità ha il mio nome!
Dunque se si dice: Quelle espèce de buson, que celui-là! Ciò significa:
Che zuccone è quello lì!
Ora qualche notizia di Essen.
L'albergo qui è grandioso. Costruito di recente in istile moderno,
appartiene (come ogni cosa qui) a Krupp. Vi sono belle carte da parato
e belle decorazioni...
Sono arrivato che era ancora buio. Questa città ha la caratteristica di
presentarsi meglio di notte che di giorno; più buio è, meglio è! (ora
nevica). La città industriale e i quartieri di abitazione sono divisi. La
famosa chiesa del IX secolo (vedi Brockhaus) è certo antica, ma è solo
un cubo con dei fori ed è completamente sfigurata da frequenti
"rimesse a nuovo"...
Ci sono anche delle vecchie case e strade strette e storte. Ma vecchio e
storto non è sempre sinonimo di interessante. Per esempio non a
Essen.
E ora vado a mangiare a Essen sotto i fumaioli ... [Gioco di parole
intraducibile: Und nun gehe ich in Essen, unter Essen, zum Essen.]

[Essen], 14 gennaio 1900


Ah-questa provincia! Sono due giorni di sofferenza quasi fisica che sto
passando qui. Questa gente, direttori artistici, dilettanti, intenditori; e
la venerazione per i Krupp, la vita di corte "Sulla collina", come è
chiamata qui la residenza dei Krupp; questo continuo gettito di citazioni
e di reminiscenze di artisti, queste impressioni tratte dalla lettura della
rivista di Lessmann [Otto, critico musicale ed editore della « Allgemeine
Musikzeitung » di Berlino. Era stato amico di Liszt e riconobbe in
Busoni, già tra il 1890 e ii 1900, il più grande pianista del suo tempo],
e tante altre cose ancora! Sono talmente giù di tono, che sto sempre
zitto e chiuso in me stesso e devo far l'impressione di essere
totalmente stupido e addormentato...

(Colonia), 16 gennaio 1900


Ieri sera sono stato per tre quarti d'ora in un teatro di varietà dove
c'era un numero nuovo per me, che mi ha fatto una certa impressione.
Mi sono sempre sentito attratto dagli automi, soprattutto se vi si
collegano circostanze misteriose.
Questa volta non c'era nulla di misterioso, ma si trattava di qualche
cosa di realmente notevole nella sua relativa compiutezza. Sulla scena
c'era un teatrino in miniatura e, in questo teatrino, marionette
meccaniche eseguivano un intero spettacolo di varietà (nei limiti in cui
si può rappresentare mimicamente, cioè senza parole e senza canto).
C'erano anche un'orchestra col suo direttore, e i palchi col pubblico.
Questo meccanismo presentava delle finezze che non sono state capite
e apprezzate dal pubblico. Finezze di osservazione e di precisione per
capire le quali è necessario un osservatore altrettanto preciso, e il
pubblico non lo è.
Per esempio. Il primo numero rappresentava un trapezista. I
movimenti, le flessioni del corpo ecc., erano esattissime. Quando ebbe
finito e saltò giù dal trapezio, arrivato a terra, fece ancora un piccolo
salto come lo richiede la legge dell'elasticità. Questo è molto fine. Poi
vennero due così detti clowns musicali. Avevano attaccati alle mani e ai
piedi dei campanellini che lo scotimento degli arti faceva risonare.
Dunque otto campanelli, accordati in modo che, scuotendoli, si poteva
produrre (non si può dire suonare) una melodia. E anche ciò fu
eseguito con somma precisione. Ognuno dei due scuoteva
precisamente quel braccio o quella gamba, al momento giusto e per la
durata necessaria a produrre la melodia. Poi venne una cavallerizza e
da ultimo otto ballerine. Prima erano sole, poi arrivò dal fondo e si pose
nel mezzo una "prima ballerina". Tutto eseguito con grazia, con ritmo e
con una tale osservazione della vita da produrre addirittura l'effetto di
una satira. Inoltre il direttore dirigeva con esattezza secondo il ritmo, e
persino secondo il carattere del pezzo e il primo violino e il primo
contrabbasso dell'orchestra di marionette tiravano l'arco con
precisione. Ne sono rimasto entusiasta. Dopo l'applauso, il sipario si
alzò ancora una volta e-sulla scena completamente buia-apparve una
ballerina orientale che si muoveva e si atteggiava come una danzatrice
vera, tanto da dar l'illusione della realtà. Ci si era talmente calati in
quel mondo piccino, ma che dava l'illusione perfetta della realtà, che,
quando si presentò la signora che dirige o è la proprietaria del
complesso-essa assunse l'aspetto di un fantastico gigante. D'altronde
era grande proprio quanto l'intero teatrino.
Quando uscii dal teatro, era caduta la neve: neve dura e asciutta. La
comparsa della neve, unita al freddo intenso, ebbe l'effetto dello
spumante sulla gente che era in istrada. Da principio alcuni ragazzi
cominciarono a slittare sul terreno liscio in una via laterale. Presto si
formò un'ala di spettatori. Alcuni di questi si allontanarono e
cominciarono a slittare anch'essi sulla strada principale. Le rivenditrici,
che uscivano dai negozi per andare a casa, furono contagiate. La cosa
si estendeva sempre più. Tutti, persino signori con occhiali, slittavano o
tentavano di farlo, si scontravano gli uni con gli altri, andavano a
sbattere in quelli che li precedevano e facevano dei ruzzoloni. Quando
qualcuno cascava, quelli che stavano intorno scoppiavano a ridere.
Presto tutta la strada fu presa dal riso. Era uno slittare, correre,
spingere, ruzzolare e ridere come se tutti fossero ubriachi. Ho visto
raramente uno spettacolo così comico e vivace...

(Zurigo), 20 febbraio 1900


Qui c'è aria meridionale e raffiche di vento portano quassù l'aria
d'Italia. Ma c'è silenzio e noia. A Strasburgo è stato bellissimo; ho fatto
grande amicizia con i Blumer [Fritz, pianista di Strasburgo]. Lui è un
uomo magnifico, bello, forte, diritto, una delle persone più semplici che
abbia mai conosciuto. Lei è una piccola filosofa, giovane e interessante.
Tutti e due sono molto buoni e estremamente onesti. "Quant aux vins"
erano troppo allettanti. Spesso di notte abbiamo "fluté", come si dice
là, ci siamo cioè abbandonati a taciturne libagioni. Il concerto è andato
stupendamente e ho fatto "sensazione".
Queste due settimane in Isvizzera saranno lunghe! Non c'è nulla che mi
metta in agitazione quanto il silenzio. C'è da dar la testa nel muro. A
Basilea c'è il "Cristo morto"

e la "Donna con bambini"

di Holbein! Mi rallegro di vederli...

(Basilea), domenica 25 febbraio 1900


... Il mio successo a Zurigo è stato così grande, che la Società della
Tonhalle mi ha invitato a tenere un concerto come solista giovedì
sera... Qui ho succhiato Holbein e Böcklin. Di Holbein: "Donna con
bambini" e il "Cristo morto"(giacente) e indescrivibili disegni. Di Böcklin
cito solo: "Vita somnium breve"(la vita è un breve sogno), nel quale
l'infanzia, la giovinezza, la vecchiaia e la morte sono uniti in un unico
quadro. (In primo piano due bambini che giocano nell'erba sulla sponda
di un ruscello. Nel centro, monumentale, la fontana di marmo con la
sorgente della vita. Dietro, a sinistra, il giovane a cavallo entra nella
vita, davanti a destra la fanciulla lo sta a guardare. Sulla fontana siede
un vecchio cadente, la mote è dietro a lui in procinto di colpirlo).
Colori!!
- Via! Poi "Il boschetto sacro ".
"Autoritratto"(l'ultimo).

Un'intera tribù di tritoni e sirene che giocano nell'acqua intorno a uno


scoglio. E altri ancora.
In cima alla collina c'è una stupenda cattedrale con un chiostro e
bellissime sculture gotiche; e di là si ha una notevole vista sul fiume, in
basso, e sulla città. Stamattina poi c'era il sole! Purtroppo per la prima
volta, dacché sono in Svizzera.
Porterò a casa qualche bell'oggetto... (Sto aspettando Otto Hegner
[pianista] per colazione).

(Basilea, Hotel Drei Konige),


27 febbraio1900
Sono passati già due giorni dal concerto di Basilea e sono ancora qui.
La stagione è incantevole, quasi una tarda primavera, sole e caldo. La
città è pittoresca e antica e, allo stesso tempo, abbastanza viva, del
genere delle maggiori città di provincia italiane. Così, invece di
accettare gli inviti a Zurigo e a Strasburgo, ho preferito riposarmi qui
due giorni, in incognito. La gente crede che io sia già partito.
Ma stasera devo andare a Zurigo per il recital ... Qui entusiasmo
generale, soprattutto tra i giovani pianisti. Lochbrunner [Ernst, pianista
di Zurigo; faceva parte del Freundeskreis di Busoni durante l'esilio in
Svizzera] è venuto da Zurigo e Hegner era fuori di sè. C'era il
"Concerto"di Beethoven (mi è riuscito di rado così bene come questa
volta) e le "Variazioni su Paganini", Brahms.-Bis: "Polonaise"di Chopin.
Il programma è
Bach - Busoni
Beethoven, "op. 106 "
Paganini - Brahms
"Due Leggende"[Liszt]
"Mazeppa"[Liszt]

Gli S., di cui sarò ospite, sono purtroppo i soli che parlano bene di F....
Perciò mai città piccole! Sono come ragazzine borghesi carine, che dal
di fuori sembrano attraenti e piene di cuore, ma che, a conoscerle da
vicino, si mostrano di idee ristrette e maligne.-
L'albergo in cui alloggio qui è grande, comodo e, a suo modo, bello, ma
data dall'epoca Biedermeyer. Lo stile o meglio il non-stile di quel
periodo mi ha dettato le seguenti riflessioni.
Quell'epoca deve aver avuto una concezione degli stili storici puri
(nell'architettura e nell'artigianato) simile all'incirca alla nostra
concezione dei costumi storici (nell'abbigliamento). Troviamo che sono
belli, pittoreschi e che donano; ma considereremmo una mascherata
vestirci da romani o alla foggia medievale o rococò.
La nostra infanzia affonda le sue radici in quell'epoca e, nonostante il
ragionamento, un salotto Biedermeyer continua a darmi
quell'impressione di solidità e di solennità che i mobili "di stile" non
riescono a darmi anche se accontentano maggiormente il nostro senso
estetico e se sono superiori dal punto di vista artistico. Così continuo a
pensare che lo stile migliore per arredare i locali di una associazione
vecchia e distinta sia il Biedermeyer (vedi il Schillerverein a Trieste), o
tutt'al più lo stile Impero; mai però un ammobiliamento
fantasiosamente artistico...

Londra, 20 giugno 1900


Il concerto Ciaikovski è passato ed è andato in modo eccellente; but
once and never again; mi sentivo come quando indosso un paio di
scarpe nuove; hanno un aspetto elegante, ma non vedo l'ora di
toglierle...

[Londra], 25 giugno 1900


... Da lungo tempo desideravo di leggere un articolo come questo che
ho finalmente trovato. Si tratta precisamente - che ne pensi? - di un
saggio sullo scacchista automatico di Mälzel, scritto nientemeno che da
Edgar Allan Poe! È un capolavoro di logica e di dialettica e dà la
spiegazione inoppugnabile del trucco. Mi meraviglio che non sia citato
più spesso. Solo il maestro del "Doppio assassinio", della "Lettera
trafugata", il creatore dell’ "Ami Dupin" poteva arrivare a una soluzione
simile con tranquillità, acutezza e logica incontrovertibile. Il tutto
scritto con una limpidità "goethiana" di stile e di esposizione!...

[Londra, 19 ottobre 1900]


La notte dopo il concerto non ho dormito e poi ancora un pesante
viaggio di 24 ore! Oggi ho dovuto disdire la prova, sono in pezzi!
Invece Londra è sempre bella, e mi dispiace doverla lasciare già
domani sera.-
Bello è stato anche il viaggio ieri da Francoforte a Colonia, sempre
lungo il Reno. Sono passato davanti a castelli, rovine, vigne, battelli a
vapore, bagnati da una luce stupenda...

Aquisgrana, 24 ottobre 1900


È una bella e distinta città questa Aquisgrana. La gente vi è tanto
cortese e fine. Nel negozio di musica sono stati gentilissimi, si sono dati
una gran pena per me. Vi sono ammonticchiati in terra più di 2000
fascicoli, tra i quali ci dovrebbero essere molte vecchie edizioni di Liszt
(Busoni era un ardente collezionista di prime edizioni di opere di Liszt;
aveva formato una raccolta che era certo la più ricca del genere.) ...
Oggi e domani sera c'è concerto sinfonico con Marteau ("Concerto"di
Sinding). Sono ancora indeciso se rimanere. Forse. A Dio piacendo
sono libero!... Purtroppo il mio umore è peggiorato di nuovo...

[Bruxelles], 26 ottobre 1900


Sono rimasto ad Aquisgrana per il concerto e ho sentito l'eccellente
esecuzione di Marteau del "Concerto" per violino di Sinding.
Naturalmente sono stato subito notato. Il direttore d'orchestra
Schwickerath [Eberhard] mi ha salutato persino dal podio...
Oggi ho mangiato da Ysaye, che possiede una bella casa di sua
proprietà, una bella moglie e bei bambini. C'era il compositore Fauré di
Parigi; ha suonato delle "Variazioni" di sua composizione. Io ho suonato
la "Toccata" di Bach e le "Variazioni" di Rubinstein, ero in buona
disposizione per suonare, e quei due magnifici artisti ne sono rimasti
entusiasti.
Questa sera c'è la cinquantesima rappresentazione del "Sansone e
Dalila". Saint Saëns è qui in persona e ne farò la conoscenza, cosa che
mi fa, naturalmente, piacere...
Si progetta un recital e da parte dei Concerts populaires una
Commémoration de Joseph Dupont [direttore d'orchestra a Bruxelles],
alla quale dobbiamo essere invitati a prender parte Ysaye e io.
La messe di edizioni di Liszt è stata ricca qui, ho comperato 36
fascicoli. La prossima volta verrai con me...

(Barmen), 2 dicembre 1900


... Ho avuto piacere di vedere il buon von Dameck. La prossima estate
fa il suo viaggio in Islanda, dove lo accompagnerei tanto volentieri,
perchè sin dalla mia infanzia-dalla lettura di Jules Verne in poi-sogno di
vederla. Forse lo farò davvero.

(M. - Gladbach), 7 dicembre 1900


Lo zio Krüger è al Dom-Hotel, la folla vi staziona davanti. L'ho visto
fare degli inchini di una contadinesca angolosità. Un curioso
diplomatico...
Oggi ho tentato per la prima volta di non fumare per tutta la mattina.

LA CANZONE
DELL'UOMO MODELLO
Non c'è in lui punta amarezza;
vede il mondo e la sua gente:
tutto valuta ed apprezza,
la sua critica è indulgente.

Che sia padre, figlio o sposo,


sempre è tenero e amoroso,
delicato come ovatta
quando coi suoi servi tratta.

Se fa qualche discussione
al rivale dà ragione.

Nel mangiare sempre parco,


e nel bere e nel parlare:
che le donne gli sian care
non può dir neanche Aristarco.

Ascoltate or la più strana


la rinuncia più incredibile
di quest'uomo sì sensibile:
ei fa a meno del suo Avana!

Non t'accorgi a che mortorio


sia ridotta la tua vita?
Ch'è una musica scipita
degna del Conservatorio?

D'astinenze hai pieno il cuore


e per nulla ti scomponi.
Se una musica componi
ci scommetto, è in do maggiore!

Chi seguir vuole il tuo metro, faccia!


Io dico "Vade retro!"

Composto a Colonia sul Reno il 3 dicembre 1900. (M. - Gladbach), 7


dicembre 1900

Tre giorni di pioggia! E che riposo! Da Colonia, a mezzanotte, dopo il


concerto, son dovuto partire per Magonza, dove sono arrivato dopo le
tre e dove, a quell'ora, ho dovuto camminare per mezz'ora sotto
l'acqua, per arrivare all'albergo, perchè non c'erano carrozze. La
mattina sono stato svegliato dal più profondo sonno da un messo
dell'orchestra, che aveva persino fretta, perchè la prova era già
incominciata. Una prova pubblica! Dapprima non volevo assolutamente
suonare; poichè mi ci hanno costretto, ho suonato tutto il tempo pp, di
modo che il pubblico non ha potuto sentir quasi niente. (Hai visto,
eccoti servito!). Di conseguenza un certo risentimento del signor
direttore Steinbach, fratello del grande Meininger, e la sera, per parte
mia, ero quasi nell'impossibilità di suonare, come, a dir la verità, non
mi era mai successo fino ad ora.
E questa Gladbach! Queste città di confine, in generale!
Ancora Wesel, ma poi col primo direttissimo in Olanda!
Conto già i giorni che mi separano dal ritorno a casa. Ma l'Olanda è
ancora un bel blocco di lavoro. - A Colonia grande successo...
Grazie per le tue care, care lettere... Scrivi spesso. Sii allegra. Pensa
bene di me...

(Wesel), 9 dicembre 1900


Dopo essermi trascinato attorno per un paio di giorni in accelerati, oggi
a Düsseldorf, ho acchiappato di nuovo, per una volta, un diretto con
carrozza ristorante che, momentaneamente, mi ha rialzato il morale.
Ma che serve? In compenso a Wesel sono capitato in un albergo "con
illuminazione a candele" e la pioggia mi costringe in casa sin dalle otto
di sera, mentre le strade si stendono tristi, tristi, nere e lucide come
interiora di anguille giganti, e altrettanto vuote di gente...
Oggi sono stato ospite di X a Neuss, poichè questa città si trova sulla
mia "strada trionfale". È sempre curioso conoscere in un secondo
tempo, i genitori e la casa di un giovane incontrato lontano dalla sua
città. Le analogie con la mia casa paterna e con le scene di "Heimath"
(dramma di Sudermann) [Hermann, scrittore tedesco (1857-1928).
Divenne famoso col violento dramma naturalistico antiborghese Die
Ehre (1889; L'onore), per il quale fu equiparato a G. Hauptmann. La
critica posteriore ne rilevò invece il sentimentalismo e i facili effetti.
Altri suoi drammi di successo furono Sodoms Ende (1891; La fine di
Sodoma), Die Heimat (1893; Casa paterna) e Johannisfeuer
(1900; I fuochi di San Giovanni). Tra i suoi romanzi il più noto,
d'ambiente contadino, è Frau Sorge (1887; La donna in grigio)]
tornano sempre con diverse sfumature. Papà X è un originale, debole,
arrendevole, confuso e appartiene alla categoria delle persone di un
certo valore naufragate in un buco di provincia tra le preoccupazioni di
famiglia... Somiglia all'incirca a "the man with the dog's head" del Circo
Barnum, ogni momento si afferra con le due mani, in atto di
disperazione, il suddetto "dog's head", per dire però subito nel tono più
supplichevole e più umile: "ah, no; ah, davvero"; oppure "possibile?".
Purtroppo la madre non è simpatica. La sorella è molto brutta, ma, a
quanto sembra, di incredibile bontà, e anche intelligente. Somiglia a
tutta un'altra specie di cani, piuttosto si avvicina ai cani dal pelo corto,
per esempio a un incrocio tra un bulldog e una scimmia. Ah, una simile
vita familiare è una disperazione! Mi hanno fatto la migliore accoglienza
possibile e mi hanno festeggiato come un angelo custode. Ma non mi ci
trovavo bene e ho fatto una fatica terribile a mettermi al livello della
loro intelligenza e della loro cultura...
Come sono contento di Lello!
Forse dovresti comperare a Benni il libro di fiabe della collana
Jungbrunnen che è annunciato. Penso che deve essere un buon libro. È
altrettanto importante educare gusto e occhio, quanto formare il cuore,
mentre la morta erudizione non ha nessuna importanza. In conclusione
sono arrivato a questo modo di vedere...

(Utrecht), 15 dicembre 1900


Ieri mattina faceva bel tempo ad Amsterdam, c'era il sole e avevo una
giornata libera. Mi svegliai che avevo vent'anni, con i sentimenti, il
passo, il profumo dei vent'anni. Vedevo le cose come fossero nuove,
scoprivo particolari ed effetti, forme e colori come all'età in cui si vede
per la prima volta e si pensa di essere noi i primi a scoprire tutte
queste osservazioni. Era una sensazione bella e come nuova; mi
auguro che si ripeta spesso...
Sono stato a desinare da Mengelberg. La sua orchestra è ora una delle
migliori di Europa. Ho espresso il desiderio di venire più spesso e
poichè mi ha risposto che era sempre difficile combinare un giro in
tutte e sei le città, gli ho proposto di venire a suonare solo ad
Amsterdam, ma regolarmente, in occasione dei miei frequenti passaggi
per recarmi a Londra. Ne è rimasto molto contento...
Sono stato al Museo Reale con la Kindler [Frida, pianista], che era
venuta al concerto. Ho capito per la prima volta con una certa
chiarezza il significato della terza maniera di Rembrandt e ne sono
stato molto scosso. Ma quanta strada richiede ogni cosa! Anche il
vecchio Eliasz, però, e il giovane Van der Helst mi hanno di nuovo
incantato. Di Rembrandt ho ammirato, oltre alla "Ronda di notte",
che questa volta mi ha sorpreso per la sua potenza, la piccola "Lezione
di anatomia" (di cui ho capito solo ora tutta l'arditezza)

e quel miracolo di colore che si chiama la "Sposa ebrea".


La buona disposizione mi è stata anche di grande aiuto ...

[Rotterdam, 20 dicembre 1900]


... Ad Arnhem e a Haarlem-dove sono stato accompagnato da
Mengeberg e "his band"- è stato simpaticissimo. Mi sono fatto amico di
tutta questa gente. Anche ieri Mengelberg ha tenuto un discorso in
onore del "grande Maestro"...

1901
Manchester, 25 febbraio 1901
Le tue lettere mi hanno dato calore, serenità e gioia. Grazie!... Sono
deciso a tornare a casa per il due. Fino allora
ogni giorno
concerto (come sta scritto sui manifesti delle birrerie).
Il recital a Londra è andato molto bene. Ma la stanchezza si fa sentire
un poco alla volta e con la serata di Bruxelles considero chiuso il lavoro
più importante di quest’inverno!
Fino al primo aprile ho altri venti concerti circa, di cui ancora quattro a
Londra...
Forse il 7 verrai qui con me. Tutti desiderano tanto di averti qui e più di
tutto il tuo Ferro Mann, che ti ama e ti bacia caramente.

[Londra], 28 marzo 1901


Tantissime grazie per la tua cara lettera. Ti prego, non essere delusa
se, a conti fatti, non potrò essere a casa per il primo di aprile;
festeggeremo il mio compleanno la domenica di Pasqua, andrà
benissimo. Sono infatti così affaticato, che ieri, a mio grande
rincrescimento, ho dovuto disdire il concerto alla Filarmonica.
Durante il viaggio di ritorno da Birmingham, ieri, mi è venuta la febbre,
che è salita tanto che il pomeriggio mi son dovuto mettere a letto,
dopo essere riuscito a mala pena a prender parte alla prova...
Oggi la febbre è passata e la testa è libera; il medico dice che non sono
malato, ma che mi trovo in uno stato di esaurimento - e che devo
rimandare il mio viaggio se non voglio che la cosa si ripeta.
Ringraziamo Dio che non si tratta di nulla di peggio, e consoliamoci
della festa sciupata, del denaro perduto (perchè perdo più di 2000
marchi) e del ritardo nel rivederci, che è la cosa che mi pesa più di
tutto.
Chissà se Delius si consolerà così facilmente? Sono molto spiacente per
lui, so quanto ci teneva. Bisogna che egli tenti di farsi fissare una data
più avanti; nel peggior dei casi il tutto sarà rinviato al prossimo
autunno.
Già da tempo sentivo che mi sarebbe capitato qualche cosa, ma
speravo di arrivare a portar a termine i miei impegni.
Saluta dunque Delius e scusami presso di lui.
Saluta lunedì tutti quelli che verranno a porgermi gli auguri e
resteranno delusi di non trovarmi. Sono invitati cordialmente per
domenica a quindici.
Ti bacio e saluto con tutto il cuore, cara moglie...
Mi faccio una festa di "Guerra e pace" e soprattutto di rivedere i miei
ragazzi...

(Londra), martedì [30 aprile 1901]


... Ho dormito sul piroscafo come nel mio letto. Del resto è stata la
traversata della Manica più liscia che abbia avuta finora - sia notato di
passaggio: la ventisettesima.
La domenica è stata triste. Non c'era un posto dove andare...
Finalmente mi sono deciso ad andare nel camerino degli artisti della
Queen's Hall a studiare sul pianoforte verticale Erard. Questo mi è
riuscito.
Colonne [Edouard, direttore d'orchestra] è invecchiatissimo, curvo e
senza capelli.
Se non mi sbaglio, lo si era incontrato a Parigi ancora fresco ed
energico, con dei baffi un po' militareschi. Anche nel modo di fare è
diventato più malleabile e più sorridente di prima, cosa però che non lo
migliora un gran che... Ieri sera ero così fresco, giovanile e pieno di
idee, che non facevo quasi in tempo a trattenerle o a fissarle per
iscritto. Il nuovo piccolo pezzo per orchestra l'ho tutto in testa, ho
lavorato e raccolto materiale per il concerto, per l'edizione di Bach e
per l'articolo.
Ma le forze non mi sono ancora tornate del tutto, danno solo dei guizzi
ogni tanto e dopo il concerto lisztiano, che è andato mirabilmente, non
ho potuto dormire tutta la notte...

BREVE DIARIO PARIGINO

Mercoledì, 1 maggio [1901]


Sono arrivato alle sette e un quarto. Delizioso piccolo albergo privato
sul Quai Voltaire. Alle otto cena sul Boulevard. Verso le nove alle
Folies-Bergères...

Giovedì, 2 maggio
Tutto il giorno alla ricerca di edizioni lisztiane. Da un rivenditore
all'altro pitoccando indirizzi, ho trovato delle cose sorprendenti.
La sera verso le dieci da Bullier [dancing parigino], dove c'era grande
inaugurazione della stagione estiva. Ho riconosciuto in una ragazza con
i capelli corti, il cappello messo di traverso, la carnagione pallida e la
sigaretta in bocca, la signorina Teresita Carreno, l'ho salutata. Con lei
due polacchi, un uomo e una ragazza, conoscenti di Kauffmann [Léon,
pittore polacco a Parigi]. Ho passato la serata con loro. L'ho
accompagnata a casa fino a Passy in una carrozza scoperta,
meravigliosa notte di luna, impressione fantastica.
Durante la giornata mi ero imbattuto al Louvre in Mr e Mrs Robert
Freund. Cordiale incontro.

Venerdì, 3 maggio
Ho desinato a mezzogiorno con i Freund all'Hotel de Londres. Ho fatto
una piacevole passeggiata e una piacevole conversazione con Robert
fino alle tre.
Dopo di che ho intrapreso da solo un giro per il Quartiere Latino. L'ho
trovato il più bello e il più interessante di Parigi. L'ho apprezzato
indicibilmente. Ho veduto cose vecchie, cose pittoresche e cose vive.
Saint Severin, Saint Germain, Saint Sulpice, Rue du Bac, Rue de
Sèvres, Rue de Rennes, Rue des Saints Pères.
Frattanto sempre alla ricerca di edizioni di Liszt.
In una libreria antiquaria di musica: Le patron parla con un visitatore.
"Mais quand moi je faisais l'artiste, j'ai gagné plus qu'un artiste
quelconque! Ils ont beau eu faire des intrigues - Enfin je suis arrivé, j'ai
réussi. Et je m'en fiche". Il tutto a voce altissima e provocante. Gli
chiesi l'indirizzo di qualche altra libreria antiquaria. "Mais Monsieur, il
n'y a que moi, qui tient du Liszt à Paris".-"Mais comment"? - "Mais,
quand il y en a quelque part, c'est moi qui l'achète; alors vous voyez!".
E non mi è riuscito di cavarne altro...

(Glasgow), 16 settembre 1901


Di tutte le città inglesi Glasgow mi sembra quella che si avvicina più di
tutte alle città americane del West (tipo Chicago). In qualità di artisti ci
si trova fuor di posto; quel che si vede non è né pittoresco, né
interessante; ma costruito in serie e rozzo. È troppo piccola per poter
fornire una Esposizione grandiosa dal punto di vista industriale, troppo
poco artistica per poter mettere insieme una bella Esposizione.
L'Esposizione di qui è piccola (non così grande come quella di Berlino) e
brutta. Gli edifici sono brutti, la disposizione e le persone. Una sala
costruita provvisoriamente, in forma di circo, tutta nuda e fredda
all'interno, e all'esterno della forma di una tazza di punch rovesciata (o
di un vaso da notte in una stanza d'albergo disabitata): questo è il
locale dove suonerò questa sera e ancora altre due volte. Ho paura di
questo pubblico pagante da Esposizione, pubblico per così dire
domenicale, nel quale non conosco neanche un cane e per il quale io
stesso sono una bestia ignota. La desolazione della carriera del virtuoso
mi si è presentata chiara ancora una volta; ne soffro molto oggi...
Questo pomeriggio ho avuto occasione di studiare su uno Steinway. Le
mie dita non hanno ancora dimenticato questo strumento!...

(Glasgow), St. Enoch's Hotel


17 settembre 1901
In verità, se dovessi venir obbligato (da qualche intrigo diabolico del
destino) a vivere a Glasgow, rinuncerei alla musica e mi farei
fabbricante di ombrelli. La posizione del fabbricante di ombrelli è
redditizia, stimata e di palpabile utilità per la popolazione, nel nobile
cuore della Scozia.
Il concerto, ieri sera, andò all'incirca come me l'aspettavo. Al mio
arrivo nel camerino degli artisti fui sorpreso dalla preghiera del
Comitato dell'Esposizione (giù il cappello!)
di eseguire tutto il programma senza interruzione. A dir il vero mi fece
piacere; poi risultò faticoso. Il pubblico era molto entusiasta... Dopo ci
furono quadri viventi e fuochi d'artificio nel parco.
Questa sensazione: di essere un numero dell'Esposizione è sgradevole.
Ieri all' Esposizione ci dovevano essere circa l00.000 persone, ma di
che genere!...

Glasgow, 19 settembre 1901


... Ieri c'erano circa tremila persone al concerto. Grande successo. Il
tutto mi riesce molto misterioso.
Oggi vado a vedere la sezione artistica dell'Esposizione che dicono
eccellente...

(Glasgow), venerdì [20 settembre] 1901


Appena ieri è arrivata la tua lettera di lunedì e ha portato un raggio di
sole nel mio animo ...
oggi finalmente c'è il sole anche fuori; dopo una mattinata
temporalesca con pioggia violenta, ora il cielo è chiaro - e fa doppia
impressione, perchè il cambiamento è stato improvviso.
Ma la mia fiducia nell'affare degli ombrelli ne soffre un pochino... Ma il
sole, il sole! Vedo "Gli spettri".
Ieri ho visitato la Galleria e ti ho mandato subito un fascicolo di
riproduzioni. Rodin vi troneggia come il cittadino di una capitale tra
tanti provinciali.
Il "Giovanni" è, per semplicità, grandezza e psicologia, la cosa più
importante che sia stata creata dal tempo dei grandi italiani in poi. Un
quadro di effetto straordinario è quel "Work" di Brown [Ford Madox,
pittore inglese]. Pensato e concepito in modo notevole, è ancora più
notevolmente dipinto. Ricorda più che altro Leempoels, ma è più
colorito ed è avvolto in una avvincente luce solare. Mi sembra che
questo Brown (già morto) sia stato un talento molto notevole con
troppa intelligenza.
Ieri mattina ho lavorato bene al mio Concerto.
Ne deve venir fuori proprio qualche cosa di buono...

[Londra], domenica [10 novembre 1901]


...Questi pochi giorni sono stati finora stracarichi di lavoro. Il
mercoledì, arrivato appena alle due, mi son dovuto occupare di una
quantità di stupidi particolari d'indole pratica: cercar casa, ordinare il
pianoforte, comperare della musica per la serata di sonate, ecc. Poi ti
ho scritto e infine ero così stanco del viaggio che ho dovuto rimandare
al giorno dopo, giorno del concerto, lo studio delle sonate semi-
dimenticate e l'esercizio delle dita completamente irrigidite (sono
arrivato gelato e affamato). Giovedì ho lavorato due ore da solo, due
ore con Ysaye e poi ho avuto appena il tempo necessario per vestirmi e
suonare altre due ore in pubblico. In tutto sei ore - e senza lunch!
Venerdì mi aspettava uno sforzo intellettuale: compilare sei programmi
per Newman e dovevo prepararmi al recital (sabato sera,
Cristalpalace).
Ho suonato bene, ma mi sono sentito molto solo in quel locale pietoso,
di fronte a un pubblico estraneo e poco musicale...
Una bella cosa è stata trovare qui un pianoforte di primissimo ordine.
Con Ysaye abbiamo suonato proprio bene e pulito. I programmi che ho
abbozzati per le serate di trio e per i due recitals sono magnifici. Mi
sono deciso a includere in uno di questi la "Dante-Sonate" [di Liszt].
Per ora sto bene. Sono soltanto molto molto stanco e ho la testa
piena...

Londra, 17 novembre 1901


...Becker [Hugo, violoncellista] è un buon artista, ma non si adatta
completamente a noi due...
Faccio sempre più amicizia con Ysaye. Mi vuol molto bene ora. L'altro
giorno è rimasto proprio commosso per la "Sonata op. 109" di
Beethoven...

Londra, 2O novembre 1901


Martedì notte
Ieri ho fatto un viaggio di sei ore fino a Newcastle, la sera ho suonato e
sono tornato la notte stessa. oggi dunque ho avuto una giornata libera
(Ysaye è a Liverpool): ne ho passato una parte a riesaminare la mia
vita e a tirarne le somme. E così ho dovuto pensare tanto a te e a
quanto di bene ti sono debitore; ho pensato come hai camminato con
immutabile serenità accanto a me in tempi incerti, come mi hai sempre
incoraggiato e consolato e come hai dissipato tutte le nebbie col tuo
caldo raggio. Sento di doverti scrivere tutto ciò e di dovertene
ringraziare ancora una volta fino in fondo.
Domani si lavora di nuovo. Per ogni concerto ho da preparare qualche
cosa di nuovo o di semi-nuovo; ciò mi dà molto da fare nei brevi
intervalli tra un concerto e l'altro.
Ti scrivo apposta tutto questo dettagliatamente. Con troppa facilità si è
portati a credere - erroneamente - che, quando si è lontani nel tempo e
nello spazio, anche i pensieri siano lontani. Volevo dimostrarti ora che
non è così. - Buona notte, cara Gerda mia [in italiano nel testo] ...

Mercoledì mattina
Mi scriverai certo qualche cosa dei programmi. Forse troverai qualche
cosa da cambiare per i recitals...
Il libro di Maeterlinck La vie des abeilles è molto secondo il mio
cuore. Puro e profondo e naturale e ricco di pensiero e originale.
Sembra che Maeterlinck salga sempre più; i suoi piedi non toccano
quasi più la terra...
Ora devo studiare un trio di Saint-Saëns molto ingenuo (per non dir
peggio), perchè ho la prova nel pomeriggio.
Per rinfrescarmi la memoria, ho dovuto comperare una copia della
"Sonata" di Weber e ho preso "per vedere" (come si dice giocando a
poker) l'edizione di Liszt. Molte cose che vi ho accomodate e cambiate
e che sono quasi ovvie, non sono venute in mente a Liszt. Altre cose
invece le ha fatte allo stesso modo come le ho pensate io...

LETTERE 1902-1907

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