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A CURA DI EDOARDO PIVA  

THE FIFTH OF
THE FIFTH

Un Trading Range di lungo periodo

The fifth of the fifth

Rotazione settoriale

Il Dollaro

Governativi Usa e Volatilità

Analisi Ciclica e Time Models

Sintesi e Conclusioni

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THE FIFTH OF THE FIFTH  

Un Trading Range di lungo periodo

Il grafico mostra l'indice S&P 500 in un trading range in atto da 10-12 anni. Con il
passare del 2010 e del 1° trimestre 2011, l'indice si è spostato sopra il livello mediano
di questa formazione ultra-decennale. Guardando il grafico nel suo complesso, c'è
stato un aumento dai minimi del 1991 ai massimi del 2000, quindi questo esteso
trading range.

Applicando le Elliott Wave a questo grafico, la crescita 1991-2000, si configura come


una sorta di Onda Impulso parte di un trend rialzista più grande.
Il che renderebbe il pattern laterale degli ultimi 10-12 anni, un pattern correttivo.
E ciò vale anche escludendo che l’accelerazione ’91-’00 non costituisca la temuta
Fifth of the Fifth of the Fifth di un piu’ ampio movimento di crescita.

Da pattern correttivo laterale, tale


movimento rientrerebbe nella
categoria dei “Flats”; questi sono
modelli ABC, scomponibili in
una sequenza 3-3-5 di sub-wave.
In altre parole, l'onda A è
composto da 3 onde, onda B è
formato da 3 onde e onda C è
composta da 5 onde.
Se il trading range non fosse
altro che una correzione ABC,
la successiva corrente ripresa
dai minimi del 2009, sarebbe
una nuova Onda Impulso
maggiore.

Ma qualora l’attuale conteggio ABC non si rivelasse corretto, dovremmo considerare


la possibilità d’un Triangolo ABCDE in espansione, attivo ancora per qualche anno.

L'alternativa ad un “Flat ABC” sarebbe una sorta di triangolo ABCDE, che si


scompone in una sequenza 3-3-3-3-3. I Triangoli ABCDE possono essere ascendenti,
discendenti, in contrazione o in espansione.

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Vi è un’analogia con il 1975. Un triangolo ABCDE in espansione si è andato
formando dalla metà degli anni ‘60 fino alla metà degli anni '70, dal momento che il
mercato azionario s’è mosso in un range piatto, ma volatile.

L' S&P500 non è andato da nessuna


parte per circa 10 anni, limitandosi
ad ha oscillare sopra e sotto il
livello 85.
L’oscillazione è stata piuttosto
selvaggia con un primo massimo a
108,37, seguito da un minimo a
72,25 (-33%), un secondo massimo
a 119,87 (+66%) seguito da un
minimo inferiore a 62,34 (-48%)
segnato nel 1974.
Il rimbalzo dai minimi del 1974 ha
segnato l'inizio di una grande salita
che è durata fino al 2000, quando
l’indice a toccato 1.527,46 punti.

Del resto, il clima generale e analisi di altro tipo che tratteremo dopo, non sono certo
incoraggianti, ed una figura ABC di continuazione rialzista mi sembrerebbe
totalmente scollegata dal momento storico.

Con un massimo relativo nel


2007 ed un minimo nel 2009,
anche un simile Pattern
sarebbe possibile. L’attuale
Onda D dovrebbe terminare
sopra ai massimi del 2007, ma
ben presto il mercato
subirebbe un crollo sotto ai
valori minimi del 2009.
Effettivamente pattern di
questo tipo sono brutali. Non
a caso il Bear Market del
1973-1974 è stato uno dei
peggiori di sempre.
Con una discesa sull’S&P500
sotto a 800, il Sentiment
girerebbe decisamente (ed eccessivamente) al negativo.

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Se fossimo davanti ad un Triangolo in espansione, l’Onda D correttiva, sarebbe a sua


volta divisa in 3 Onde abc. Il culmine dell’Onda c – D sarebbe sopra a 1500 punti.

A quanto pare, nel corso dell’ultimo anno il mercato sembrerebbe aver


completato una salita lungo 5 Onde, e ciò aumenta le probabilità di una
correzione.
In realtà, nella decennale formazione laterale, alcuni potrebbero anche leggere una
“flat flag”, che come la formazione ABC, darebbe a questo punto luogo ad una
continuazione del trend rialzista sopra ai massimi del 2007...

Essendo però personalmente preoccupato più dal Triangolo ABCDE in espansione, e


dalla sua ultima Onda E ribassista, credo valga la pena analizzare la composizione
delle Onde A,B,C già completate, ed eventualmente all’Onda D in via di
completamento.

Allo stato attuale tutte e quattro le Onde A,B,C e D hanno guadagnato o perso oltre il
50%. Il che significa 4 movimenti di rilevante entità in 10 anni; ciò nonostante
l’S&P500 continua a scambiare sotto ai massimi del 2000.

The fifth of the fifth

Da quello che so, gli Assunti alla base delle Elliott Wave, sono soltanto tre:
1) L’Onda 3 non può essere l’onda impulso più breve;
2) L’Onda 2 con può spingersi al di sotto del punto d’inizio dell’Onda 1;
3) L’onda 4 non può spingersi al di sotto del culmine dell’Onda 1;

Tutto il resto costituisce l’insieme


delle Line Guida. Mentre i 3
Assunti non possono mai venir
violati, le Linee Guida sono
aperte all’interpretazione.

Concentrandosi quindi sulla


composizione della sola ultima
Onda Impulso partita a marzo
2009, la struttura a 5 sotto-onde
emerge chiaramente.

In realtà, ritengo che la Quinta Onda, possa non aver trovato una reale interruzione,
durante la debolezza della seconda metà di Maggio; il che mi porta a considerare un
ulteriore spazio di crescita, come indicato dall’ obiettivo di reversal ribassista in
Onda D, attorno a 1.500 punti S&P500.

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Ma a quel punto, temo che ci si possa aspettare una drammatica onda E a rompere i
minimi di Marzo 2009.

Una lettura tanto drammatica, è comunque coerente alla dinamica d’innesco comune
a tutte e tre le correzioni del passato decennio.
S’è sempre trattato di un problema di eccessivo debito, non più contenibile dalla
garanzie sin a quel punto utilizzate; quindi spostato sotto a garanzie ritenute più
sicure. Il problema che a questo punto, di più sicuro dei Governi, ci potrebbero essere
solo alcuni Organismi Sovrannazionali.
Al di là degli effetti inizialmente deflazionistici di un default Governativo (qualunque
forma questo assumesse) per ragioni prevalentemente di velocità e quantità di
moneta; è certo il fatto che sotto pressione questa volta è tutta la struttura del debito,
e non solo alcuni spreads. Quindi, Commodity in picchiata, ed Equity pure. Magari
con tassi in rialzo per presa di rischio. Quindi, Capital Structure completamente da
riprezzare, ed Equity ancora giù, fino a che gli squilibri non trovassero sfogo su
dinamiche totalmente valutarie, generalmente d’evaporazione per eccesso di moneta.
Quindi shock inflativo, salvo più attente riflessioni circa il livello dei salari.

Rotazione settoriale

I settori del mercato, tendono a sostituirsi


tra di loro in termini di forza relativa, nei
pressi dei massimi significativi. Il fatto
che la leadership di mercato sia mantenuta
dai settori connessi ai materiali e
all’energia (rispondendo ad aspettative di
inflazione), offre spesso il segale che il
mercato abbia bisogno di una correzione o
di un consolidamento. I soldi che escono
di questi due settori di punta, solitamente
si trasferiscono in settori difensivi come
beni di consumo e l’assistenza sanitaria.

La curva rossa rappresenta il mercato azionario, mentre la linea verde esprime


l'economia. Il nostro principale interesse, in questo caso, è verso i settori che sono
tracciati lungo la parte superiore del grafico. Si può vedere che l'industria di base
(materiali) e l'energia sono i leader dell’ultima parte del ciclo. I Massimi in  questi
due gruppi, coincidono di solito con l'inizio di una correzione di mercato o con una
fase di consolidamento. Quando ciò accade, la leadership diviene altalenante tra i
Non Discrezionali ed i Servizi, o ancor più l’Healthcare. (Il modello si basa sul
lavoro di Sam Stovall di Standard & Poors.

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Nel corso del mese d’aprile, i materiali e l’energia, sono passati da essere settori di
punta a settori deboi nella seconda metà del mese. Quindi la leadership è passata ad
alimentari ed healthcare.
Questo suggerisce che il sentimento del mercato è diventato maggiormente difensivo;
il che di solito suggerisce una correzione del mercato o un periodo di
consolidamento.
Osservando la
performance "relativa" di
quei quattro settori
rispetto al S&P500 (piatto
linea nera), si nota come
dallo scorso agosto a
questo febbraio, le azioni
energetiche abbiano
condotto il mercato,
mentre l'assistenza  
sanitaria, i non
discrezionali, e le utility
siano stati lagging. Questo
è normale nel corso di un trend rialzista del mercato. La rotazione difensiva è anche
un avvertimento che gli investitori potrebbero anche perdere un po’ di fiducia nel
mercato, che nel suo complesso potrebbe aver bisogno di qualche correzione o di
consolidamento.

Venerdì 13 maggio il
Finance SPDR (XLF) ha
mostrato debolezza relativa
testando nuovamente i
minimi 2011. Ogni eventuale
discesa sotto a tale minimo
segnerebbe un Triple
Bottom Breakdown su di un
grafico Point & Figure,
eccellente nel determinare i
livelli di supporto e di
resistenza.
Lo stesso grafico aveva già
indicato un Quadruple
Bottom Breakdown in
marzo, ed un Triangle
Breakdown in maggio.

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Basandosi sul Breakout Method, l’obiettivo del presente pattern è a 1483 punti, con
una discesa di oltre il 15%.

Con l’attuale declino, stanno venendo testati i minimi di Marzo – Aprile; una rottura
al di sotto di tali minimi, segnerebbe l’ennesimo segnale ribassista, senza considerare
che nuovi minimi assoluti nella seconda metà dell’anno, segnalano correzioni serie.

Leggendo l’attuale
dinamica su di un grafico a
barre, si può notare come
la rottura della resistenza
faccia slittare il livello di
supporto attorno a 15.
Che peraltro identifica
un’area compresa tra il
ritracciamento 50% ed il
61,8% della salita percorsa
tra Agosto e Febbraio.

Nel riquadro inferiore si vede


invece l’andamento del rapporto tra
XLF e l’S&P500; a parte una
leggera ripresa in dicembre, il
settore finanziario ha sotto-
performato da almeno un anno.

Al di là delle indicazioni fornite dal


Sector Rotation Model, una simile
debolezza sul settore finanziario,
non fa che riconfermare quanto il
sistema rimanga tendenzialmente
instabile, QE o non QE.

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Il Dollaro

L’andamento del Dollaro durante


l’ultima settimana, mostra che il rally
di maggio nel DB Bullish PS Dollar
Index (UUP) è ancora piuttosto
contenuto e rimane ampiamente
limitato entro la propria tendenza
ribassista più importante. La linea
piatta rossa disegnata sotto i minimi
degli ultimi tre anni rappresenta
un’importante resistenza (supporto
rotto diventa nuova resistenza).

La linea di tendenza rosa che risale alla primavera scorsa entra in gioco anche intorno
a 22. Il che rende il livello 22 una formidabile resistenza a qualsiasi ulteriore rally sul
dollaro, e suggerisce che il recente rimbalzo potrebbe rivelarsi di breve durata.
Tali vincoli ad ulteriori rally sul dollaro, dovrebbero costituire delle buone notizie per
le materie prime e, molto probabilmente, per le azioni globali, verso le quali,
attualmente le correlazioni sono negative… Ma tutto ciò, per quanto?
Riprendo qui l’ultimo post caricato sul blog, lo scorso 24 aprile: La nuova gamba
ribassista del dollaro, che guardava la valuta su di un più ampio orizzonte.

… La formazione
triangolare è ribassista
per il dollaro ... si sta
formando un triangolo
ribassista sul grafico
mensile del Dollar Index
americano. Il grafico 1 è la
versione aggiornata di tale
triangolo e mostra le due
trendlines convergenti che
si stanno formando dalla
fine del 2008.

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Il "triangolo simmetrico" formato


da quelle due righe è un pattern di
"continuazione" e di solito indica
una ripresa del trend precedente
che, in questo caso, era
ribassista. Il grafico mostra il che il
dollaro è ora sotto alla trendline
inferiore, il che, è il segno che la
tendenza a ribasso del dollaro
potrebbe riprendere.
Palese è la constatazione che un
ulteriore downleg del dollaro
(target 63 DX) renderebbe sia le
commodities che le valute estere
posti giusti dove stare. Vi è un
altro effetto collaterale della
caduta del dollaro, con il quale
hanno a che fare le azioni; quelle
estere in particolare.

Tuttavia, questo grafico


mostra che dal 2008,
ogni caduta nel USD ha
coinciso con una ripresa
del RATIO EQUITY
STRANIERO/EQUITY
USA. In particolare, si
noti che la ripresa di
metà 2010 nella
performance relativa dei
titoli esteri, (rapporto in
aumento) ha coinciso con
l'ultimo picco nel USD
(vedi frecce).

Stando così le cose, la continuata debolezza del dollaro dovrebbe dare una
spinta aggiuntiva ai titoli esterim, il che potrebbe sembrar negare in parte le
precedenti considerazioni sull’equity. In sostanza credo che in ballo vi sia
una questione di timing, che come tale è di difficile prevedibilità. Ci
torneremo nel pargrafo “sintesi e conclusioni”.

È interessante notare che dal 2008, la formazione laterale sul RATIO assomiglia ad
un triangolo segnato da due trendlines convergenti (il che coincide con un simile
modello nel Dollar Index). Tranne che il triangolo sul EAFE/SPX è rialzista mentre
quello sul USD è ribassista. Questo suggerisce che un'ulteriore importante gamba
ribassista nel dollaro potrebbe spingere il FOREIGN/US RATIO in alto, verso il suo
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picco del 2008.

Anche questo
grafico dimostra
che a confrontare il
rapporto tra l’EAFE
iShares e l'indice
S&P500 (linea
nera) rispetto al
trend del Dollar
Index (linea verde),
negli ultimi due anni
le azioni estere
hannl fatto meglio di
quelle USA durante
la debolezza della
valuta.

Il grafico mostra che il rapporto nero tende a salire (favorendo azioni estere),
quando la linea verde dollaro è debole. In basso alla destra del grafico tuttavia, è
possibile vedere il rapporto stranieri / USA caduta nel mese di maggio come il
dollaro è rimbalzato (vedi frecce). Questo spiega perché i titoli esteri sono diminuiti
maggiormente degli Americani. Il che, fa ipotizzare inoltre, che il destino delle
azioni estere può anch’essere determinato dall’andamento del biglietto verde.
Questo è particolarmente vero per i mercati emergenti, che stanno testando
importanti livelli di supporto a lungo termine.

Governativi Usa e Volatilità


Sposo totalmente la visione di chi non vede rosea la prospettiva di lungo periodo per
il debito Governativo degli Stati Uniti; il programma di sanità pubblica di Obama ed
un’ulteriore espansione della spesa militare per mantenere il controllo del Medio
Oriente petrolifero, non possono che aggravare la situazione del deficit e del debito
atto a finanziarlo.
Illuminante un post apparso il 04 maggio sul blog Jesse Cafe Americain, che rilancia
a sua volta una notizia Reuters…

“When the note and bond sales are settled on May 16, they will exhaust the
government's remaining borrowing capacity under the $14.3 trillion statutory debt limit.
This will require the government to employ emergency measures to continue borrowing,
but these will only be sufficient until Aug. 2, according to Treasury projections. The
measures include dipping into two federal employee pension funds”.

E se nel breve, sul GovBond siamo in deciso ipercomprato, nel medio la lettura
cambia. Una volta che il dollaro dovesse esaurire la sua fase ribassista con target a
63 DX Dollar Index, potremmo vedere una presa di forza che potrebbe coincidere
con l’amplificazione della temuta Onda E su Equity e Commodity.
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A quel punto le mani forti avrebbero certamente interamente servito le attuali
prospettive inflazionistiche, ed un buon posto dove ripararsi potrebbe essere
nuovamente il dollaro ed il Fix con media duration, tipo inverno 2008-2009, quando
con un ETF 3-5y governativo, riusciva a lavorare bene la caduta dei tassi.

Però, il mio dubbio questa volta è che i tassi, non gli spreads ma i tassi, nonostante un
generalizzato rallentamento della velocità di moneta connessa a qualche shock su
qualche debito governativo, non picchino come l’ultima volta, ma si muovano a
rialzo per presa di rischio.

Al limite, che la botta sull’equity, venga anche forzata da uno stravolgimento


dell’intera capital structure per messa in discussione del concetto stesso di free risk.

Quindi, sia per l’antipatia di fondo che nutro per il debito, sia per la scarsa chiarezza
circa la possibile dinamica dei tassi, questa volta riterrei più prudente cavalcare
l’eventuale Onda E, si col dollaro, ma soprattutto comprando volatilità sin d’ora.

Al di là di qualche scossa dell’ultimo periodo, ritengo che la volatilità sia ancora


molto economica, e che possa aver senso iniziare ad accumulare VIX su quest ultima
fase di discesa del Dollaro.

Parafraso di seguito Francesco Caruso, in un suo post del 23/05/2011: La zona morta
Una nota sulla volatilità. Sento dire che è alta: balle, è l’assenza di trend che la fa sembrare alta. In verità
non è mai stata cosi’ bassa dal 2007: sintomo che nei prossimi mesi ha fortissime probabilità di salire.
Intanto i bonds, avvantaggiati dall’incertezza regnante e dalle speranze di un QE3 (fondate, se la FED
prosegue coerentemente nella sua suicida politica di difesa a oltranza), recuperano. In sintesi: improponibile
un ritorno sui massimi fino a che Dax e S&P resteranno sotto ai massimi dell’ultima settimana, 7400 Dax e
1345 S&P. A breve ci sono molte piu’ probabilità di vedere un test dei supporti tattici e strategici. S&P vicino
a un supporto quantitativo di lungo nel suo ratio con l’oro (vedi post precedenti): e questa sarebbe una
banderilla letale per il toro.

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Analisi Ciclica, Sentiment e Time Models


Quanto detto, sembrerebbe trovar conferma anche nei livelli d’indebitamento
dell’S&P500 sono tornati a livelli pre-crisi.    

Siamo nel terzo anno del ciclo presidenziale, e è abitudine che s’incontri un minimo
significativo nel mese di Maggio, con il mercato che poi continua a crescere.
Ad ogni modo, minimi assoluti nella seconda metà dell’anno, non portano nulla di
buono. Ora, in giugno la Fed ha schedulato la fine del QE2, personalmente sposo la
tesi di coloro i quali non vedono alcuna buona ragione perché il mercato continui a
spingere nella seconda metà dell’anno, privo di una qualche forma di doping.

E’ anche interessante notare che gli


investitori dei Rydex family of funds,
in maggio erano ai massimi della
fiducia. Il che è tut’altro che rialzista, e
conferma invece la sensazione che sul
mercato siano state servite aspettative
troppo ottimistiche.
Non a caso i fondi liquidità sono
decisamente scarichi, il che testimonia
una bassa percezione di rischio. Anche
I livelli di cash dei Mutual Fund, sono
particolarmente bassi.

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Guardando poi al NYSE Net New


Highs ($NYHL) tramite un grafico
Point & Figure, si nota che i Net New
Highs sono caduti sotto allo 0 sia nel
Novembre 2010 che nel Marzo 2011.
Entrambi mesi che hanno segnato
correzioni nelle azioni. Il declino di April
2011 ha intaccato la linea dello zero. I tori
potrebbero scommetere sul mantenersi di
questa linea in territorio positivo, un
passaggio in area negativa sul grafico
P&F, sarebbe decisamente ribassista.

Vista la personale passione per ogni forma di ratio tra prezzi dell’oro e ogni
altra asset class, lasciatemi riportare l’ennesima considerazione di Francesco
Caruso:

Il grafico finale, quello sui cui


forse piu’ di ogni altro vale la pena
riflettere, è quello tra S&P500 e
Oro. Il ratio adesso vale 0.866
(1331:1536=0.866). Il ratio è in
discesa, cioè l’Oro – guarda caso,
dal 2001 – si continua ad
apprezzare sulla borsa USA. Ma in
questi 10 e passa anni pochissimi
hanno parlato bene dell’Oro,
moltissimi invece hanno
(stra)parlato bene della borsa.
Fino a che il ratio non tornerà
sopra 1, fino a che cioè l’S&P500
non varrà piu’ di un’oncia d’oro
(facilissimo da tenere a mente e
da controllare, fra l’altro),
qualunque rialzo della borsa USA
sarà intrisecamente da guardare
con enorme sospetto. Sotto 0.83,
è allarme rosso.

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Personalmente son pronto a scommettere su di una discesa del Ratio al di
sotto di 0.83; ed anche se a spingere non dovesse esser l’Equity in caduta
libera, certamnte sarebbe l’oro pronto a cavalcare ancor per molto tempo i
tassi reali negativi imposti da questa dissennata quantità di liquidità.

Sintesi e Conclusioni
Partendo dalla chiara figura di continuazione ribassista sul USD, e dagli
obiettivi da questa indicati (63 DX Dollar Index), mi sono guardato i grafici di
Equity e di Oro. Credo che dopo la metà di luglio, tutti e tre potrebbero
affrontare dei seri reversal.

Sul piano fondamentale, la


cosa nella quale credo meno è
una ripresa di forza duratura
sul USD.

Certamente in meccanismo
potrebbe innescarsi su di una
dinamica di rimpatrio forzato
di capitali, in concomitanza
con la caduta dell’Equity
eccessivamente indebitato.

L’Equity dovrebbe scontare


per l’ennesima volta
l’insostenibile dimensione del
debito, che questa volta però
non può più contare su forme
di garanzia più solide.

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L’oro dal canto suo, non perderebbe certamente il suo bel canale rialzista
secolare, ma potrebbe segnare un minimo di consolidamento di metà ciclo.

Il che mi sembrerebbe coerente anche con una ragionevole dinamica di


distruzione di debito, che tanto servirebbe a molti.

Ogni tensione troverebbe quindi sfogo sul lato valutario, innescando


inflazione cattiva da evaporazione monetaria, e certamente tensioni
commerciali oltre che sociali. A quel punto, potrebbe valer la pena di mettersi
lunghi su materie prime, agricoli e fisici, quindi, dopo un po’, sempre che le
acque si calmino, nuovamente sull’equity.

Ciò che non mi convince, è l’eccessiva rapidità dello scenario descritto.


Il rapporto Dow/Gold su oltre un secolo, indica un esaurimento di questo
ciclo non prima del 2016.

L’attuale sistema politico, farà di tutto per evitare manifestazioni


eccessivamente rapide e brusche; all’unico prezzo di una continua stampa di
moneta per riacquistare rolling, il debito rifiutato dai mercati creditori.

Una simile lentezza sembra già venir scontata dall’Equity; ma quanto possa
durare nessuno lo sa. Occhio all’andamento del USD

Asset strategico
A prescindere da quella che sarà la velocità d’esaurimento del ciclo, rimango
dell’idea di comprare metalli preziosi fisici e Mining Stock sulle debolezze,
evitando ogni forma di possesso cartaceo (futures ed etf).
Eventualmente per chi non dovesse digerire la volatilità, potrebbe valer la
pena cavalcare alcune dinamiche valutarie tramite titoli di stato dei paesi
creditori e/o eventualmente in surplus commerciale (ma meglio i creditori =
Norvegia).

Hedging Tattico
Ho già scaricato gran parte degli utili e tutte le small mines stocks.
Mantengo interamente ed accresco l’asset fisco.
Compro volatilità in dollari Usa.

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DISCLAIMER
I contenuti di questo report sono tradotti o prodotti da Edoardo Piva. Pur ponendo la massima cura nelle
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caso e per nessuna ragione Edoardo Piva, sarà tenuto, ad agire conformemente, in tutto o in parte, alle
opinioni riportate nella presente pubblicazione.

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