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Introduzione I
Caro cittadino diabetico (o con parente diabetico),
dicono che quando uno inizia a leggere un articolo, un
opuscolo o un libro, sono le prime righe o pagine a farlo
decidere se continuare o meno.
Se è così, ho una grossa responsabilità nei confronti dei col-
leghi diabetologi che hanno scritto i vari capitoli di questo
opuscolo e anche dei colleghi medici di famiglia che inde-
gnamente sono stato chiamato a rappresentare.
Ti prego sinceramente, quindi, di leggere con attenzione
tutto (eventualmente salta l’introduzione da subito) perché
ti assicuro che sarà utile e piacevole leggere i vari capitoli,
che sono scritti da medici che seguono i pazienti diabetici,
oltre che con grande competenza, con grande consapevo-
lezza di quanto sia importante, in una malattia non acuta, il
rapporto personale, negli anni, con i pazienti e i loro fami-
liari.
In genere, mentre per i medici di famiglia il rapporto con
il paziente è come un film, per gli altri specialisti è come
una foto: lo vedono, fanno esami, esprimono il loro parere
e finisce lì.
Per i diabetologi non è così, il rapporto, la consuetudine,
spesso l’amicizia, durano anni e coinvolgono, oltre che i pa-
zienti, anche i loro familiari.
In questa frequentazione si riduce quella asimmetria infor-
mativa che in passato era la norma (i medici, sapendo per
definizione di medicina molto di più dei loro pazienti, de-
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Il decalogo del diabetico
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Il decalogo del diabetico
L’Autocontrollo A
Per autocontrollo si intende la possibilità e la capacità di
eseguire personalmente alcuni esami per valutare l’anda-
mento del diabete a casa propria, senza andare al labora-
torio di analisi.
Il test più utilizzato è quello della misurazione della glice-
mia, anche se sono possibili controlli della glicosuria (pre-
senza di glucosio nelle urine che normalmente non ci deve
essere), livelli della chetonuria (corpi chetonici nelle urine)
e della chetonemia (corpi chetonici nel sangue).
La pratica costante dell’autocontrollo glicemico è uno dei
mezzi disponibili, insieme al dosaggio periodico dell’emo-
globina glicata, per verificare il raggiungimento degli obiet-
tivi terapeutici raccomandati.
Per questo deve essere considerato un vero e proprio stru-
mento terapeutico, in grado di aumentare le aspettative di
vita del paziente.
Grazie all’evoluzione tecnologica si può effettuare l’auto-
controllo con apparecchi diagnostici sempre più sicuri, effi-
cienti e semplici da usare, detti glucometri.
Questi sono dotati di un particolare sensore (o per i modelli
tradizionali, la classica striscia reattiva) che necessitano solo
di una piccola goccia di sangue. Così, ormai le striscie tradi-
zionali sono state sostituite da quelle più moderne, dotate
di particolari reagenti che permettono di misurare la glice-
mia in maniera più accurata, simile a quella che si ottiene
con gli strumenti di laboratorio.
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Diabete tipo 1
La glicemia va controllata prima di colazione, pranzo e cena
e 2 ore dopo ciascuno dei 3 pasti. Talora è anche utile qual-
che controllo a tarda sera, prima di dormire e, qualche volta,
anche durante la notte (tra le 2 e le 3) in caso di ripetute ipo-
glicemie notturne. Solitamente viene consigliato uno sche-
ma a scacchiera, come indicato nell’esempio che segue:
Due ore dopo
Prima di dor-
colazione
di pranzo
Digiuno
pranzo
Prima
Notte
cena
mire
Lun X X X
Mar X X X X
Mer X
Gio X X X
Ven X X X
Sab X X
Dom X X
Tabella 1
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Glicosuria
Il controllo della glicosuria ha perso attualmente molta
importanza per la diffusione, semplificazione e per la mi-
gliorata efficienza degli strumenti di lettura della glicemia
capillare. Il suo uso resta limitato a persone in difficoltà o
impossibilitati a eseguire i controlli della glicemia.
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Tabella 3
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Questa pubblicazione riflette il punto di vista e le esperienze degli
autori e non necessariamente quelli della Merck Sharp & Dohme
(Italia) S.p.A.
Ogni farmaco menzionato deve essere usato in accordo con il
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