You are on page 1of 2

http://www.riflessioni.it/esoterismo/legge-del-tre-1.

htm Parte 1: Il dotto articolo apparso suRiflessioni - ad opera di Parabhakti das sui tre guna [I Guna Gli influssi della natura materiale], mi offre il destro per riprendere un discorso che avevo lasciato in sospeso fin dai tempi di Esoterismo e comunismo : ovvero la Legge del Tre come Gurdjieff e Ouspensky definirono questa fondamentale regola del pensiero esoterico riscontrabile ovunque in forme diverse, e nella fattispecie comune tanto alla filosofia ermetica quanto a quella hegeliana. Lesposizione di Parabhakti tratta della Legge nella sua versione ind, e pu essere riassunta cos (cito larticolo, che cita a sua volta la Bhagavad-gita) : I guna sono le tre energie materiali che influenzano la vita di tutti gli esseri viventi: Tamas lignoranza Rajas la passione - Sattva la virt. La natura materiale formata da tre influenze: virt, passione e ignoranza. Quando l'essere vivente entra in contatto con la natura materiale diventa condizionato da queste influenze. (B.g. 14.5). Sattva : O Arjuna senza peccato, sappi che la virt, la pi pura delle influenze materiali, illumina e libera dalle conseguenze di tutti i peccati. Chi sotto il suo influsso sviluppa conoscenza, ma diventa condizionato dal senso di felicit che essa procura. (B.g. 14.6) Rajas : La passione consiste in desideri ardenti e senza fine, o figlio di Kunti. Essa lega l'anima incarnata all'azione materiale e ai suoi frutti. (B.g 14.7) Tamas : O discendente di Bharata, l'ignoranza causa d'illusione per tutti gli esseri. La follia, la pigrizia e il sonno, che legano l'anima condizionata, sono il risultato di quest'influenza. (B.g. 14.8) La prima doverosa osservazione che linterpretazione dei guna suggerita dalla prospettiva ind del cui aspetto exoterico Parabhakti il fedele relatore - soprattutto morale. Il punto di vista morale tipico del pensiero religioso : ovvero della trasposizione delle dottrine sciamaniche in un corpo di regole volte a regolare la vita sociale delluomo, tramandato dalla classe sacerdotale. LInduismo, infatti, una religione ancora molto vicina allo sciamanesimo, ma gi una religione; ne consegue che la visione ind, pur conservando nelle definizioni che riserva ai guna un senso probabilmente molto vicino a quello sciamanico, tuttavia subordinata alla prospettiva monoteista (sebbene - occorre sottolinearlo - nella dottrina religiosa dellInduismo laspetto monoteista non rivesta la stessa primaria importanza che nellereligioni del libro). Questa differenza di approccio rispetto allesoterismo pu creare qualche problema nellintegrare la visione induista dei guna con la Legge del Tre quale labbiamo conosciuta per mezzo di Gurdjieff e Ouspensky ; che sebbene sia immensamente posteriore, probabilmente pi vicina a quella che era la sua originaria formulazione in termini sciamanici. Gurdjieff, infatti, aveva ricevuto la Legge del Tre nel Sufismo orientale, derivato dallassorbimento in seno allortodossia islamica di un gran numero di dottrine sciamaniche dellAsia Centrale : le medesime che, parecchi millenni prima - viaggiando verso sud invece che verso ovest - erano state recepite e codificate dai redattori dei testi sacri dellInduismo. Anche ladattamento operato dai Sufi, ovviamente, molto posteriore allaBhagavad-gita ; per le scuole sufiche per quanto sviluppatesi in ambito religioso erano scuole trasmutatorie, e non c dubbio quindi che avessero interesse a mantenere le cognizioni relative alla trasmutazione interiore pi intatte di quelle che i sacerdoti Ind avevano invece destinato a un altro uso : ovvero il processo di regolamentazione sociale di un immenso popolo. Possiamo quindi fidarci di Gurdjieff nellaffermare che il senso originario dei treguna definire le tre forme di energia sottile che danno origine alla materia, GENERANDO in questo modo il piano della realt oggettiva (potrei anche provare a definire questo particolare stato dellessere con perifrasi diverse, tipoil livello della manifestazione materiale ; ma piano della realt oggettiva la formula che ho quasi sempre usato negli articoli precedenti, e continuando a usarla mi auguro di limitare i rischi di confusione). Ora, la dottrina presentata da Parabhakti pu anche implicare la possibilit di questa generazione, ma non la fa risaltare molto, e le definizioni da lui fornite dei guna (Ignoranza, Passione e Virt) se applicate in tal senso creano effetti quasi umoristici : daccordo, lignoranza dilaga, ma non fino al punto di considerarla uno dei tre elementi costitutivi del processo dialettico. Si tratta in realt di una divergenza di significato solo apparente, se pensiamo ad esempio al fatto che nellaccezione di Parabhakti lignoranza pu essere equiparata alla percezione frammentaria della realt, generante lillusione dellesistenza delluomo come individuo ; se la intendiamo in questo modo, il superamento dellignoranza la coscienza collettiva, e trovare le corrispondenze con il ternario hegeliano diventa facile. Ma a parte che si tratta di unassimilazione tirata per i capelli, chiaro che tacciare di ignoranza una delle forze generatrici della creazione non ha molto senso. Il punto di vista di Parabhakti deve quindi essere considerato strettamente exoterico (n mai, del resto, egli si proposto di scrivere di esoterismo), e per trovare le corrispondenze dei guna con le altre formulazioni del ternario a noi note giocoforza doverci rivolgere altrove. Infatti, come noto, anche nellInduismo esiste una prospettiva esoterica, tramandata nelle scuole brahmaniche. Quello che necessario fare se vogliamo saperne di pi cercare ancora una volta laiuto di Rn Gunon, che anche se non si condividono le sue idee sulla tradizione rimane su questo tema il maestro insuperato. Nelle sue opere giovanili sulla metafisica, egli procede allenumerazione in termini tanto esoterici quanto filosofici e matematici delle entit supreme che si trovano ai vertici del pantheon induista : un pantheon che offre la possibilit di ricondurre le sue divinit apparentemente separate allidea di un dio unico che si manifesta in

forme diverse. E proprio questo laspetto dellInduismo che Gunon enfatizza oltremodo ; attirandosi con ci le ire degli Induisti ortodossi, ma nello stesso tempo attirando lattenzione su un concetto veritiero - ovvero che lInduismo non altro che la prima tappa dello sciamanesimo nel suo percorso verso il monoteismo, di cui le religioni del libro (Ebraismo, Cristianesimo e Islam) rappresentano, in fasi differenti, le tappe successive. Un lavoro di commento analogo a quello che egli oper sullInduismo avrebbe in realt potuto effettuarsi - pi o meno negli stessi anni sulle macumbe interetniche latinoamericane, che nella prima met del ventesimo secolo (almeno ad Haiti e in Brasile) si presentavano gi in forme socialmente abbastanza evolute perch uno studioso di formazione occidentale potesse effettuare su di esse un tale studio ; quello che accadde ad Haiti circa un trentennio dopo Gunon ad opera di Milo Rigaud, i cui lavori per arrivarono in Occidente abbastanza tardi per passare inosservati nel boom di pubblicistica esoterica dellultimo dopoguerra (quanto a quelli che non furono tradotti allora, i cui manoscritti erano custoditi in un convento di Port-au-Prince, sono forse andati perduti definitivamente dopo lultimo terremoto). Nelle sue opere giovanili sulla metafisica, egli procede allenumerazione in termini tanto esoterici quanto filosofici e matematici delle entit supreme che si trovano ai vertici del pantheon induista : un pantheon che offre la possibilit di ricondurre le sue divinit apparentemente separate allidea di un dio unico che si manifesta in forme diverse. E proprio questo laspetto dellInduismo che Gunon enfatizza oltremodo ; attirandosi con ci le ire degli Induisti ortodossi, ma nello stesso tempo attirando lattenzione su un concetto veritiero - ovvero che lInduismo non altro che la prima tappa dello sciamanesimo nel suo percorso verso il monoteismo, di cui le religioni del libro (Ebraismo, Cristianesimo e Islam) rappresentano, in fasi differenti, le tappe successive. Un lavoro di commento analogo a quello che egli oper sullInduismo avrebbe in realt potuto effettuarsi - pi o meno negli stessi anni sulle macumbe interetniche latinoamericane, che nella prima met del ventesimo secolo (almeno ad Haiti e in Brasile) si presentavano gi in forme socialmente abbastanza evolute perch uno studioso di formazione occidentale potesse effettuare su di esse un tale studio ; quello che accadde ad Haiti circa un trentennio dopo Gunon ad opera di Milo Rigaud, i cui lavori per arrivarono in Occidente abbastanza tardi per passare inosservati nel boom di pubblicistica esoterica dellultimo dopoguerra (quanto a quelli che non furono tradotti allora, i cui manoscritti erano custoditi in un convento di Port-au-Prince, sono forse andati perduti definitivamente dopo lultimo terremoto). Cos per lAssoluto nei rapporti col mondo della manifestazione, ovvero dellillusione : che da esso promana, s, ma ne nel contempo separata da un abisso incolmabile. Questo il cuore del punto di vista tradizionale cos come Gunon lo espresse : in sostanza, un esoterismo caratterizzato da una super-teologia monoteista, a sostegno della quale anche tutti gli exoterismi a suo giudizio ortodossi trovano posto, dando vita a un rigido schema che blinda la prospettiva esoterica entro un sistema di carattere filoreligioso. Non rimane infatti spazio per alcuna visione dellesoterismo che non parta dal presupposto di una progressiva emanazione dallalto ; ovvero da una ristretta concezione di mondo spirituale che nulla ha da spartire col mondo intermediodove abita la psiche, e quindi nemmeno con lidea di una manifestazione che si autoriproduce a ogni istante. Ho troppo semplificato e me ne scuso : in realt, tanto in ambito hegeliano quanto in ambito marxista le qualit potenzialmente attribuibili al processo dialettico offrono aggiustamenti in grado di superare questa contraddizione, che io ho invece presentato come radicalmente insolubile. A questo proposito, almeno una parentesi doverosa per sottolineare come la prospettiva guenoniana non possa essere accreditata allortodossia induista nella sua globalit. La scuola Advaita, o della non-dualit, costituisce il principale filone interpretativo della tradizione vedica (darshana), ma non il solo, e anche nel suo seno le posizioni interpretative sono assai diverse. Quella di Adi Shankaracharya il maestro dellottavo secolo che fu la fonte di Gunon fu la prima a sistematizzare rigidamente il processo dellamanifestazione, enfatizzando in questo modo la sua contrapposizione con lAssoluto per sottolineare la necessit di un approccio non-duale che li comprendesse entrambi ; questo per fu solo il punto di partenza, dal quale i maestri successivi avrebbero elaborato progressivamente approcci pi pragmatici volti a facilitare il risveglio (noi diremmo la trasmutazione interiore) tramite tecniche operative. Come di regola accade nella storia delle scuole trasmutatorie, tali diversi approcci rispecchiano lo spirito del tempo in cui vennero proposti ; questo non allo scopo di distorcere satanicamente la dottrina originaria, ma per mantenere intatta laccessibilit alla tradizione (una possibilit che il maestro francese scartava a priori : in quanto secondo lui luomo contemporaneo non pi allaltezza di praticare con successo il lavoro trasmutatorio). Parte 2:

You might also like