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N.

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2/15 luglio 2011

www.lametino.it

RUBRICA
di Teodolinda Coltellaro

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FATTI DARTE
ei giorni scorsi, negli spazi espositivi del MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) a Palazzo Sanseverino Falcone, introdotta dal maestro Silvio Vigliaturo, direttore artistico dellistituzione museale, si tenuta linaugurazione della mostra antologica dedicata al grande pittore austriaco Fritz Baumgartner (19292006). La mostra, che rester aperta al pubblico no al 2 ottobre 2011, presenta la pi ampia rassegna di opere dellartista nora realizzata in Italia (oltre cinquanta dipinti e tredici disegni che spaziano dai primi anni 50 al 2006, anno della sua morte); tutte concesse da Max Baumgartner, glio dellartista, presente alla serata inaugurale. In parallelo e in collaborazione col MACA, la Galleria Ellebi di Cosenza, no al 25 luglio prossimo, espone un altro prezioso nucleo di opere dellartista (circa trenta, tra dipinti e disegni). Il percorso visivo allestito al MACA offre, quindi, al fruitore un excursus alquanto completo del maestro austriaco permettendo un approccio evolutivo allintero corpus dellopera. Nelle opere del periodo pi prettamente gurativo dellinizio prevale linusso del primo espressionismo tedesco e, in particolare, quello di uno dei suoi massimi esponenti, ossia Oscar Kokoscka di cui Baumgartner fu allievo nella scuola estiva di Salisburgo; si colgono anche i riferimenti stilistici agli artisti del Blue Reiter (cavaliere azzurro), alla loro maniera di stendere i colori puri e a larghe macchie, ma non mancano i richiami allo Jugendstil viennese (Wiemer Secession) che si caratterizz per landamento sinuoso e la gracit delle linee; in alcune sue opere del primo periodo possibile scoprire riferimenti nemmeno tanto nascosti a Egon Schiele. I colori accesi, vibranti di luce e di scavi interiori che penetrano n nelle profondit pi nascoste della-

Antigona e Ismena (le sorelle),1988, acrilico su tela, cm 100x130

Al MACA unimportante retrospettiva per conoscere lopera del maestro austriaco


nima, riconducono allespressionismo di Die Bruke (il ponte), ad artisti quali Kirckner, Hechel e August Macke; la pittura di questultimo, il meno problematico degli artisti del gruppo, caratterizzata da macchie colorate e da vivi cromatismi, traduce un espressionismo morbido, estatico, festoso in cui Baumgartener attinge motivi ispiratori per il suo lavoro. Ma il suo linguaggio gurale, nutrito e sostanziato da tanti fervidi apporti conoscitivi, formatosi nellalveo fertile dellespressionismo, si evolve verso una dimensione espressiva e stilistica personale e originale. Le sue gure femminili, grandi donne dipinte nei toni accesi del rosso, giallo, azzurro, verde, in unesaltazione delle tinte primarie, coniugano nei tratti compositivi, nella sinuosit ed eleganza delle linee, lespressionismo tedesco con la scomposizione e trasgurazione del reale operata da Picasso e da Braque. Le sue rafgurazioni pit-

Baumgartner, dallespressionismo allastrazione


toriche riportano a sequenze oniriche permeate di sottile erotismo e allangoscia e alle crudelt del mondo, ai suoi drammi, oppongono, in molti casi, uno sguardo sognante che scopre e declina inquieti epigrammi amorosi, svelando una sottesa poeticit che fermenta il suo fare creativo. In effetti, lo stesso artista ricorda: In realt ho iniziato a quattordici anni come poeta e a scrivere drammi. La passione e la seriet con cui si dedica alla pittura tradiscono la scrittura poetica che viene di fatto abbandonata, ma la trama espressiva delle sue opere svela riverberi di poesia. Egli affonda la propria indagine conoscitiva nelle straticazioni pi insondate del reale, di cui coglie la struttura essenziale restituendola in una visione metamorca che conduce naturalmente allastrazione. Il suo segno intenso e deciso nella graca, sicuro e vibrante nella stesura pittorica in cui le linee individuano le forme scandendo i passaggi luminosi che deniscono le gure. Nelle opere realizzate con la tecnica del l-coll, il segno si esalta nella matericit della linea che d sostanza gurale alla forma in uno straordinario interscambio percettivo gura-sfondo. Il suo un segno senza interruzioni, senza alcun pentimento o indecisione, e lo impone come uno dei massimi graci della seconda met del secolo scorso; un secolo denito dagli storici barbaro e di cui Baumgartner traduce lintensit drammatica e devastante prodotta dalle troppe e inutili guerre. La sua produzione graca irretisce, affascina lo sguardo: locchio insegue lorigine di ciascun segno scoprendo fasci di linee e il loro progressivo dissolversi al bordo della luce; quella stessa luce che denisce i conni formali e da cui soriginano altre linee, proiettate anchesse da un indistinto margine verso lassoluto luminoso. Se locchio osserva a distanza il ritmico alternarsi di modulazioni

Crocessione,1954, olio su tela,cm 143x124

Fritz Baumgartner - disegno

segniche riesce a cogliere lintegrit gurale dellopera e a riconoscerne il soggetto rappresentato, altrimenti rischia di smarrirsi nella selva ordinata di linee del singolo frammento. Ma , forse, pi stimolante immergersi nelle tessiture di pieghe e di segni, consapevoli di attraversare, frammento dopo frammento, la duplice verit dellopera: un dinamico, mutevole viluppo di segni che si apre ai territori pi puri dellastrazione, ma che, in autonomia percettiva, riconduce allunitariet della visione assegnando un nome alle cose. Litinerario evolutivo del suo lavoro

creativo presenta una considerevole scelta di temi: dagli elementi mitologici a quelli sacri, dal regno degli dei pagani e del trionfo del mito alla mistica sacralit della Madonna e alle crocissioni, dai paesaggi agli autoritratti. Su tutti primeggia la dimensione danalisi condotta sullumanit delluomo, dal ripiegamento su se stesso, sulla propria identit sionomica, al viaggio nelle profondit di una notte senza tempo, alla conquista del primo tra tutti i mattini, quello in cui il tempo stesso ha avuto origine e di cui il suo segno vagheggia.

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