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Ho seguito con un certo interesse nei giorni scorsi, la questione relativa alla necessit da parte dellAmministrazione comunale di Ancona

di dotarsi di un consulente capace di intercettare fondi europei. Occupandomi professionalmente di politiche comunitarie, ho sentito la necessit di scrivere questo post e di provare a dare un contributo utile a fare un po di chiarezza nei confronti di chi interessato alla questione, approfittando anche di un recente studio dellUniversit Bocconi di Milano (curato da V. Vecchi) in merito a come gli enti locali affrontano la questione dellaccesso ai fondi europei. Va detto innanzitutto che quanto mai singolare che tale vicenda assuma i contorni di una questione pregiudiziale ai fini della tenuta della maggioranza che governa la citt, essendo unattivit, quella di intercettare sempre maggiori risorse finanziarie, che credo interessi tutte le parti politiche di qualsiasi ente si tratti. Il problema se mai come ci si pu organizzare al meglio per farlo, e su questo non esistono ricette che da sole garantiscano la riuscita. Provo a descrivere di seguito lambito di intervento di cui trattasi e quelli che secondo me sono alcuni principi da tenere in considerazione. I fondi messi a disposizione da parte dellUnione Europea sono di due tipi: fondi strutturali e fondi settoriali o altrimenti chiamati a gestione diretta. I fondi strutturali (Fondo europeo di sviluppo regionale FESR, Fondo sociale europeo FSE e Fondi di Coesione) sono programmati ed erogati direttamente dai governi nazionali e regionali dei paesi membri; mentre i fondi a gestione diretta sono programmati ed erogati da parte delle direzioni generali della Commissione Europea. I primi hanno come obiettivo quello di contribuire alla riduzione del divario esistente tra i pesi membri e supportare il loro sviluppo economico e sociale (attraverso il finanziamento delle infrastrutture, degli aiuti alle imprese, specie nel settore dellinnovazione tecnologica, e delle politiche sociali di inserimento lavorativo, occupabilit, adattabilit e pari opportunit). I secondi hanno, invece, lobiettivo di supportare la definizione e limplementazione di politiche comuni in settori strategici, quali, a titolo desempio, la ricerca e linnovazione tecnologica, lambiente, limprenditorialit, il life long learning. Primari destinatari dei fondi settoriali sono le amministrazioni e aziende pubbliche europee; anche se esistono fondi destinati a imprese private, universit e centri di ricerca (quali il VII programma quadro per la ricerca e innovazione tecnologica) e ai soggetti del terzo settore. Accedono invece ai fondi strutturali tutti i soggetti economici di un territorio in relazione alla destinazione dei fondi.

I fondi strutturali sono programmati in relazione a tre obiettivi: (i) convergenza (destinati alle regioni europee con un PIL inferiore al 75% della media comunitaria quattro sono le regioni italiane rientranti in questo obiettivo: Sicilia, Puglia, Calabria e Campania); (ii) competitivit e occupazione (destinati a tutte le regioni non convergenza, che necessitano di un supporto per rafforzare i loro sistemi produttivi e sociali a fronte dellevoluzione delle dinamiche competitive, che affliggono le economie pi mature, tra cui la globalizzazione e la conseguente delocalizzazione); (iii) cooperazione (per stimolare la gestione di politiche e azioni di tipo transfrontaliero, transregionale e transnazionale). LItalia riceve un ammontare di fondi strutturali (FESR e FSE) pari a 13,5 miliardi, con un cofinanziamento nazionale pari a 16,7 miliardi. Il totale delle risorse programmate nellambito della politica di coesione 2007-2013 da parte del Governo e delle Regioni ammonta pertanto a circa 30,2 miliardi. Oltre a queste risorse destinate allItalia vi sono le risorse 2007-2013 programmate nellambito dei programmi settoriali, che ammontano a circa 161 miliardi, destinati a tutti i 27 paesi membri e talvolta, seppur in misura inferiore, ai paesi non membri. Se lutilizzo dei fondi strutturali molto pi semplice da parte delle amministrazioni pubbliche, in quanto segue logiche simili al trasferimento delle risorse di tipo ordinario, specie in relazione ai fondi gestiti dalle Regioni (nellambito dei programmi operativi regionali, che rappresentano la maggioranza), le difficolt di accesso ai fondi settoriali sono sicuramente maggiori: si tratta di risorse programmate a un livello istituzionale pi distante dai beneficiari, che richiedono lattivazione di un partenariato europeo per essere utilizzate e una maggior qualit progettuale, considerato che larena competitiva pi ampia, visto che concorrono tutti i paesi membri. Oltre a queste maggiori difficolt vi da notare che i fondi settoriali finanziano per lo pi azioni di tipo immateriale, quali per esempio la creazione di gruppi di lavoro e network per la messa a punto di progetti e politiche e lo scambio di buone pratiche e lammontare medio per progetto generalmente inferiore rispetto a quanto pu essere garantito dai fondi strutturali. Questo aspetto mette in evidenza come sia difficile pensare al risanamento dei conti pubblici degli enti pensando di attingere dai soli fondi settoriali europei, pi interessante per i bilanci degli enti sarebbe invece il riuscire ad attingere a risorse combinate di fondi strutturali e settoriali. Si tratta, in ogni caso, di azioni di rilevante importanza per laggiornamento continuo delle risorse umane e per lintroduzione di innovazioni manageriali. Per tale motivo, nellambito della programmazione 2007 2013 dei fondi comunitari, la Commissione Europea ha raccomandato una programmazione e un utilizzo sinergico dei fondi strutturali e di quelli settoriali: con questi ultimi , infatti, possibile finanziare la definizione di nuove politiche, programmi e progetti, la cui concreta implementazione pu trovare finanziamento attraverso i fondi strutturali. Lo studio Bocconi condotto su un campione di 27 enti locali (comuni capoluogo di provincia e province, localizzati in Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto) evidenzia che in media essi hanno costituito un ufficio politiche comunitarie per supportare la struttura amministrativa nellaccesso ai fondi circa 8 anni fa, parecchi anni dopo lavvio della maggior parte dei fondi settoriali.

Esistono enti che sono invece attivi da oltre un decennio, come i comuni di Ferrara, Modena, Livorno, Pisa e Verona e le province di Bologna e Cuneo. La maggior parte delle attivit svolte da questi uffici, sia nellambito dei comuni che delle province, relativa al supporto alle strutture interne nella ricerca di fondi, nella predisposizione di richieste di finanziamento e nella costruzione di partnership internazionali; in misura molto limitata sono invece gestite le attivit di lobbying internazionale (quali la verifica della coerenza delle proprie idee progettuali con la programmazione delle risorse e la costante presenza nei network internazionali attivi nelle iniziative di consultazione della Commissione finalizzate alla predisposizione della programmazione dei fondi), che sono invece fondamentali per assicurare un flusso continuo di risorse e lattivit di supporto ai soggetti del territorio (enti locali, imprese e associazioni) che, data le limitate dimensioni e la carenza di risorse disponibili, hanno difficolt di accesso a tali risorse. Sarebbe invece auspicabile che gli enti locali esercitassero il ruolo di capofila, nellambito dei network e dei progetti finanziati dai fondi settoriali, di partenariati locali, per la sperimentazione e la progettazione di azioni congiunte (a titolo desempio, piani energetici, servizi reali per il supporto allimprenditorialit, portale unico per le prenotazioni turistiche). La scarsa rilevanza data ai fondi settoriali dimostrata anche dalla forma prevalente di accesso a queste risorse: prevale laccesso di tipo contingente, quello cio guidato dalla disponibilit di bandi aperti, rispetto allaccesso di tipo strategico, che prevede lindividuazione dei programmi pi coerenti rispetto ai fabbisogni dellente. Lutilizzo di un approccio di tipo contingente ai fondi dimostrato dallelevato coinvolgimento di consulenti esterni nella gestione delle attivit degli uffici politiche comunitarie (il 73% dei comuni intervistati e il 92% delle province utilizza risorse esterne) e da un processo di accesso ai fondi che si basa sulla segnalazione dei bandi aperti alle direzioni dellente, rispetto a uno pi virtuoso e strategico. Laccesso contingente pu essere molto rischioso, in quanto richiede un investimento iniziale rilevante (dovuto per esempio al coinvolgimento di consulenti esterni); la qualit della richiesta di finanziamento pu essere di basso livello, data la finestra temporale limitata per linvio dellidea progettuale (il formulario) e vi maggiore difficolt nella definizione di un budget accurato, che permetta di sfruttare adeguatamente gli asset dellente come cofinanziamento economico al progetto, considerato che nella maggior parte dei casi i programmi comunitari richiedono una partecipazione finanziaria o economica del beneficiario per circa il 50% dei costi del progetto. I rischi di una definizione poco accurata del budget sono rilevanti: se non si stima in modo puntuale il cofinanziamento economico, vi la necessit di garantire un apporto finanziario di risorse che devono essere attinte dai bilanci sempre pi limitati degli enti e gli effetti dellanticipazione del pagamento delle spese rispetto allincasso del finanziamento pu generare problemi di cassa difficili da gestire. La capacit di passare da un approccio contingente a uno strategico sar lelemento che permetter di incrementare lattrazione di fondi europei a gestione diretta negli enti locali, migliorandone anche il tasso di successo, che nei comuni intervistati il 50% delle richieste predisposte e il 65% nelle province.

Tale passaggio richiede per una organizzazione interna allente che: 1. introduca unattivit di formazione costante rivolta ai funzionari e dirigenti sulla conoscenza dei programmi UE e sulle tecniche di progettazione europea; 2. adotti una programmazione pluriennale per laccesso ai bandi di interesse; 3. individui dei referenti nelle sedi europee per svolgere attivit di lobbying; 4. utilizzi strumenti informativi efficaci per la conoscenza in anticipo delle scadenze dei bandi europei; 5. favorisca la partecipazione a network internazionali; 6. sia in grado di organizzare a livello locale progetti di qualit, innovativi e partenariati autorevoli. Personalmente non credo che la scelta del consulente esterno per i fondi europei sia la soluzione migliore, o quantomeno la soluzione che da sola consenta di accedere a risorse significative. Credo invece che principalmente vada orientata la struttura amministrativa nel suo complesso verso un modo di lavorare per progetti anticipando quelli che sono i possibili canali di finanziamento, strutturando partenariati e reti locali di cui lamministrazione si deve fare promotrice e protagonista. Cos facendo non solo si faciliterebbe il percorso di accesso ai fondi europei, ma si realizzerebbero le condizioni per sviluppare una progettazione idonea ad essere presentata ed eventualmente finanziata su tutte le opportunit e i bandi, a prescindere da chi li emana.

La gestione delle agevolazioni UE alle Pmi pu essere demandata ad autorit locali nei singoli Stati membri - come nel caso dei Fondi Strutturali - o assunta direttamente dalle varie direzioni generali e dipartimenti. il caso dei programmi comunitari. Questa tipologia di finanziamento ha caratteristiche precise. Settorialit: gli aiuti concessi sono volti al raggiungimento di obiettivi specifici nell ' ambito delle politiche UE nei diversi settori (ricerca, istruzione, trasporti, audiovisivo e media, ambiente, ICT, etc.). In particolare, le finalit sono quelle definite nell'ambito della Strategia di Lisbona, volte a rendere l ' economia UE pi competitiva e pervenire alla piena occupazione entro il 2010. Allo scopo di revisionarla, come gi fatto nel 2005, lo scorso marzo la Commissione ha lanciato un nuovo obiettivo: uscire dalla crisi e prepararsi ad affrontare i prossimi 10 anni. Pluriennalit: i programmi comunitari sono operativi per diversi anni. Istituiti attraverso regolamenti o decisioni, essi vengono attuati attraverso degli inviti a presentare proposte emanati annualmente. Questi ultimi sono pubblicati nella Serie C della Gazzetta ufficiale dell ' Unione europea (GUCE). Transnazionalit: solitamente, i programmi comunitari finanziano progetti transnazionali sviluppati in partership da Pmi e altri enti operanti nei diversi paesi membri della UE. Co-finanziamento: il principio generale dei contributi UE a valere sui programmi comunitari, in quanto il sostegno consiste di sussidi che coprono solo parte dei costi di progetto (tipicamente il 50%). Dopo aver gi analizzato gli strumenti finanziari attivati in ambito CIP, vediamo ora le opportunit attive o in via di attivazione.

Ambiente

L'invito 2010 a valere su Life+, verr aperto il prossimo 5 maggio. Il programma ha l ' obiettivo di finanziare iniziative volte alla formulazione, aggiornamento e promozione delle linee guida e della normativa comunitaria in materia, compresa la loro integrazione nelle altre politiche, contribuendo in tal modo allo sviluppo sostenibile nell'UE. Si suddivide in tre assi: Natura e Biodiversit, che si focalizza sull'attuazione delle direttive europee relative a conservazione habitat, uccelli e rafforzamento delle conoscenze necessarie per sviluppare, valutare e monitorare la legislazione in tale settore. Politica Ambientale e Governance che copre le altre priorit del VI programma d'azione per l'Ambiente (a parte Natura e Biodiversit), gli approcci strategici allo sviluppo, all'attuazione e applicazione delle politiche ambientali. Informazione e Comunicazione.

Trasporti

Con una dotazione di circa 64 milioni di euro, aperto il bando Marco Polo, il programma finalizzato a ridurre la congestione stradale, migliorare le prestazioni ambientali del sistema di trasporto, senza conseguenze negative per la coesione economica, sociale o territoriale. Per il 2010, le proposte da presentare entro il 18 maggio debbono riguardare: azioni di trasferimento fra modi volte a migliorare le sinergie nei settori ferroviario, vie d'acqua interne e trasporto marittimo a corto raggio;

azioni catalizzatrici innovative per superare le barriere strutturali nel settore dei trasporti; azioni concernenti le autostrade del mare; azioni per la riduzione del traffico; azioni comuni di apprendimento.

Energia

Il programma sostiene fino al 75% dei costi di progetto, da presentare entro il 24 giugno 2010. Circa 56 milioni di euro sono disponibili per sostenere progetti in ambito Energia intelligente Europa, che nell'ambito del Programma Quadro per la competitivit e l'innovazione (CIP) prevede misure dirette a: incoraggiare efficienza energetica ed uso razionale delle risorse energetiche; promuovere fonti d'energia nuove e rinnovabili e incoraggiare la diversificazione energetica; incentivare l'efficienza energetica e l'uso di fonti rinnovabili nei trasporti.

Ricerca e Sviluppo

Il VII Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo tecnologico dedica una parte delle risorse disponibili alle Pmi attraverso i programmi specifici Cooperazione, Idee, Persone e Capacit. Vista la complessit e la vastit del programma, per il quale vengono annualmente emanati decine e decine di inviti, il CORDIS fornisce informazioni dettagliate su inviti, iniziative gi finanziate e in via di attuazione. Inoltre, un sistema elettronico implementato ad hoc permette di presentare le proposte direttamente online. In aggiunta, il Programma Eurostars finanzia progetti di R&ST realizzati da almeno due organizzazioni (Pmi, grandi impresi, universit o centri di ricerca) provenienti da due paesi diversi nelle diverse aree di ricerca. A valere sugli inviti precedenti, sono stati ammessi a finanziamento progetti nei settori ICT, Bioscienze, Tecnologie industriali e infine Ambiente, Energia e Agricoltura. La prossima scadenza stata fissata al 30 settembre 2010.

ICT

Sempre in ambito PQ Competitivit e Innovazione 2007-2013, sono aperti i bandi 2010 a valere sul Programma di sostegno in materia di Tecnologie dell'Informazione e Comunicazione, con scadenza fissata all'1 giugno 2010 e dotazione finanziaria complessiva di 107 milioni di euro. I progetti dovranno riguardare le seguenti tematiche: ICT per l'economia a bassa emissione di carbonio e mobilit intelligente, Biblioteche digitali, ICT per la salute e l'inclusione, Innovazione per servizi internet in citt intelligenti, ICT per servizi pubblici innovativi per cittadini ed imprese, Web Multilingue.

Formazione

Nell'ambito del Programma d'azione integrato per l'apprendimento continuo, imminente il lancio dell'invito 2010 concernente il progetto pilota Erasmus per i giovani imprenditori, che offre a neo e potenziali imprenditori un sostegno finanziario per effettuare un percorso formativo della durata massima di 6 mesi presso Pmi operanti in altro paese UE, al fine di facilitare lo sviluppo delle proprie idee di business.

Media ed Audiovisivo

A livello settoriale, sono aperti diversi bandi a valere sul Programma MEDIA, che sostiene l'industria audiovisiva europea attraverso finanziamenti per lo sviluppo, distribuzione e promozione (transnazionale) di film, programmi televisivi e prodotti erogabili attraverso i new media. Il programma supporta anche iniziative di formazione finalizzate allo sviluppo delle capacit e delle conoscenze dei professionisti del settore.

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