You are on page 1of 73

Benito Calnego

COME IL PANE Antologia poetica per la scuola primaria

INDICE

Il sentimento religioso Affetti e sentimenti Fantasie giocose

p. 4 10 16

Per un mondo pi umano Contro loppressione e la guerra Il lavoro

20 36 43

Il sentimento della natura Da una stagione allaltra Le ore del giorno

49 55 68

IL SENTIMENTO RELIGIOSO

Che cosa Dio? (Aleardo Aleardi) Nellora che pel bruno firmamento comincia un tremolio di punti doro, datomi dargento, guardo e dimando:<<Dite, o luci belle, - ditemi - <<cosa Dio?>> <<Ordine>> - mi rispondono le stelle. Quando allapril la valle, il monte, il prato, i margini del rio, ogni campo dai fiori festeggiato, guardo e dimando:<<Dite, o bei colori, - ditemi - <<cosa Dio?>> <<Bellezza>> - mi rispondono quei fiori. Quando il tuo sguardo innanzi a me scintilla Amabilmente pio, io chiedo al lume della tua pupilla: <<Dimmi, se il sai, bel messaggier del core, dimmi che cosa Dio?>> E la pupilla mi risponde ;<<Amore>>.

San Francesco e il lupo (A. S. Novaro) Viveva un d - narra un antica voce -intorno a Gubbio un lupo assai feroce che aveva denti pi acuti che i mastini e divorava uomini e bambini. dentro le mura piccole di Gubbio stavan chiusi i cittadini e in dubbio ciascuno della vita. La paura non li faceva uscire dalle mura. E San Francesco venne a Gubbio e intese del lupo, delle stragi, delle offese; ed ebbe un riso luminoso e fresco, e disse: 0 frati, incontro al lupo io esco! Le donne aveano lacrime cos grosse, ma il santo ilare e ardito usc. E a mezzo il bosco ritrov il feroce ispido lupo, e con amica voce gli disse: O lupo, o mio fratello lupo, perch mi guardi cos ombroso e cupo?
4

Perch mi mostri quegli aguzzi denti? Vieni un po qua, siedimi accosto, senti: lo so che fai di molto male a Gubbio e tieni ognuno della vita in dubbio, e so che rubi e uccidi e non perdoni: nemmeno ai bimbi e mangi i tristi e i buoni; orbene ascolta: com vero il sole, ci che tu fai male, Iddio non vuole. Ma tu sei buono, e forse ti ha costretto a ci la fame. Ebbene, io ti prometto che in gubbio avrai d'ora in avanti il vitto: ma tu prometti d essere onesto e dritto e non dare la minima molestia: essere, insomma, una tranquilla bestia: prometti dunque, tutto questo, d? Il lupo abbass il capo e fece: S! Davanti a Dio tu lo prometti? E in fede il lupo alz molto umilmente il piede. Allora il santo volse allegro il passo a Gubbio; e il lupo dietro; a capo basso. In Gubbio fu grande festa, immensi evviva: scoppi la gioia e fino al cel saliva. E domestico il lupo entro rimase le chiuse mure e andava per le case in mezzo ai bimbi come un vero agnello e leccava la gota a questo e a quello. E poi mor. E fu da tutti pianto e seppellito presso il camposanto.

Umbria (Nicola Napolitano) Frate Francesco muovi da Assisi, mite e poverelli, ad insegnare in carit di affetto che tutti siano figli della Terra e tutti aspetta la sorella Morte; ridona un cuore agli uomini feroci, tu che ammansisti il lupo ed il sultano, e porta un ramoscello dumbri ulivi ai popoli che sete hanno di pace.

Santa Lsia Santa Lusia col. castaldo l' du giorni che la vaa la vien zo dal monte Baldo par dormir sora la paja. A l' targa, poro dona, de zugatoli e de fruti che la spande e che la dona parch i fioi i se goda tuti. El so muso a testa basa con le rece in pingolon su la goba el ga na casa che a portar l' poco bon. Ma el se inzegna a far la spola, a portar e a sfadigar parch dopo el se consola el spetacolo a mirar. (Recuper dalla tradizione orale il Maestro Paolo Soliman)

Lo zampognaro

Se comandasse lo zampognaro che scende per il viale, sai che cosa direbbe il giorno di Natale? Voglio che in ogni casa spunti dal pavimento un albero fiorito di stelle d'oro e d'argento Se comandasse il passero che sulla neve zampetta, sai che cosa direbbe
6

con la voce che cinguetta ? Voglio che i bimbi trovino, quando il lume sar acceso, tutti i doni sognati pi uno, per buon peso . Se comandasse il pastore del presepe di cartone sai che legge farebbe firmandola col lungo bastone? Voglio che oggi non pianga nel mondo un solo bambino, che abbiano lo stesso sorriso il bianco, il moro, il giallino . Sapete che cosa vi dico io che non comando niente? Tutte queste belle cose accadranno facilmente; se ci diamo la mano i miracoli si faranno e il giorno di Natale durer tutto l'anno.

Voglio bene a tutti (Cesare Zavattini) E' Pasqua. Mi sento pi buono dei solito. Sian tutti un po' angeli oggi. Mi par quasi di volare. Esco di casa canticchiando. Voglio bene a tutti.

In chiesa (Giovanni Pascoli) Sciama con un ronzio d'api la gente dalla chiesetta in sul colle selvaggio; e per la sera limpida di maggio
7

vanno le donne, a schiera, lente lente; e passano tra l'alta erba stridente, e pare una fiorita il for passaggio: le attende a valle tacito il villaggio con le capanne chiuse e sonnolente. Ma la chiesetta ancor nell'alto svaria tra le betulle, e il tetto d'un intenso rossor sfavilla nel silenzio alpestre. Il rombo delle pie laudi nell'aria palpita ancora; un live odor d'incenso sperdesi tra le mente e le ginestre.

Ave Maria (Giosu Carducci) (Da La chiesa di Polenta). Ave Maria! Quando su l'aure corre l'umil saluto, i piccioli mortali scovrono il capo, curvano la fronte Dante ed Aroldo*. Una di flauti lenta melodia passa invisibil fra la terra e il cielo: spiriti forse che furon, che sono e che saranno? Un oblio lene de la faticosa vita, un pensoso sospirar quiete, una soave volont di pianto l'anime invade. Taccion le fiere e gli uomini e le cose, roseo 'l tramonto ne l'azzurro sfuma, mormoran gli alti vertici ondeggianti Ave Maria. (*) E' il poeta inglese G. Byron

Annunciazione

(Diego Valeri)

Primavera. Mattina di domenica. Fresche campane per il cielo colore di giaggiolo.


8

Il borgo s vestito di rosa e di celeste; la chiesa, in cima al colle, s' coronata d' oro... Il ragazzo va intorno con la sua dolce noia, con la sua cara e strana felicit segreta d' andare e di guardare : prendere un po' di gioia da tutto, o un po' di pena, vagando senza meta. Una finestra in fiore. Un volo di colombi nel sole. Un bianco viso di fanciullo. I soavi occhi dun brutto cane, caldi tristi profondi. Un sorriso di pschi, un candor di pomari... E. cos andando, giunto in cima al colle, dietro la chiesa. Quanto cielo di lass! Che gran mare, di terre azzurre e bionde! Sul biancheggiar del greto il fiume di zaffiro ora appare or dispare. Ecco: e nel cuor fanciullo nasce improvviso un senso d' universo e d' eterno, e un nuovo amore pio della vita. Ecco: e tutta, in quell' attimo immenso, nel suo piccolo petto sta la tua gloria, o Dio.

AFFETTI E SENTIMENTI

Una mano sulla porta (Kazumasa Nakagawa) Quando sto zitto arriva mia madre. Sta sola mia madre nella stanza di l. E io solo e zitto nella stanza di qua. Mia madre si alza e arriva di quando in quando. Con una mano sulla porta cerca di leggere il mio cuore: io zitto mi lascio leggere. Intanto mi nascono affetti e le sorrido: "Che sei venuta a fare?". Ma so bene perch viene da me. Dopo aver scambiato con me due o tre parole, mia madre se ne va. E io penso a tutti gli uomini. Noi viviamo sostenendoci l'un l'altro. E' come reggerci colle mani sulle spalle di chi ci accanto. Si ha bisogno perfino delle persone che danno fastidio. Chi sa se mia madre non pensa a questo quando viene e mi guarda con la mano appoggiata sulla porta?

La gioia perfetta (Diego Valeri) Come triste il giorno di maggio dentro il vicolo povero e solo! di tanto sole neppure un raggio; con tante rondini, neanche un volo. Pure cera in quello squallore, in quell' uggia greve e amara, un profumo di cielo in fiore, un barlume di gioia chiara. Cera... c'erano tante rose affacciate a una finestra,
10

che ridevano come spose preparate per la festa. Cera, seduto sui gradini d' una casa di pezzenti, un bambino piccino piccino dai grandi occhi risplendenti. Cera in alto, una voce di mamma cos calma, cos pura! che cantava la ninna nanna alla propria creatura. E poi dopo non c' era pi nulla... Ma di maggio alla via poveretta basta un bimbo un fiore una culla per formarsi una gioia perfetta.

La mamma ammalata (Giovanni Cena) Mamma, questa d'ottobre cos gaia giornata sembra d'una primavera ultima. Senti? Rondinelle a schiera empiono di bisbigli la grondaia. Senti? tutto bruso. Biondo nell'aia il sol, tiepido ancora. Ma ancora l'intera famiglia qui d'intorno, e prega e spera che dalla casa il reo morbo scompaia. Oggi si spilla il vino e si ripone il granoturco: a noi il buon Signore nulla di queste cose diede, mamma. Pur siamo lieti poi che il buon Signore ancor ci appresta molte cose buone, la tua salute, il tuo sorriso, mamma.

Il progetto sfumato (A. Petofi) Per tutta la strada - verso casa ho pensato in che modo
11

chiamare al mio arrivo la mamma non pi veduta da tanto. Che cosa dirle per prima, che dirle di bello e di dolce, quando mi schiuder le sue braccia che hanno cullato la mia culla. Innumeri pensieri mi si sono affollati alla mente, sempre pi bello l'uno dell'altro; e intanto pareva immoto il tempo, ma il carro correva. E sono apparso della sua stanza sull'uscio: mia madre, quasi alata, mossa ad abbracciarmi, ed io son rimasto - senza parole appeso alle sue labbra come all'albero il frutto.

Il malatino (Gianni Rodari) Filastrocca del bimbo malato, con il decotto, con il citrato, con l'arancia sul comodino, tagliata a spicchi sul piattino. Per tutti i mali di testa e di pancia sul comodino c' sempre un'arancia, tra un confetto ed un mentino per consolare il malatino. Viene il dottore, 'Vediamo cos'", e ti fa dire trentatr. Poi di sera viene la sera, viene la mamma leggera leggera, e succhiando la sua menta il malatino s'addormenta.

Amor paterno Quando mi sento piantar la. me Gina che mi la creda on poco smalabi, 1 me sento in peto come 'na gran spina 12

che me ponte e me vedo disper ... Quando ne '1 so letin, un po' inzoc 2 la vedo in smania 3 mover la testina girare i oci in zerca del bop .... 4 Oh,' alora, .... 'lora, ,... pora creaturina ... Che lo sentissi batare el me core! Quando, Gineta mia, te v 5 saltare par la corte coi tati, santo amore, Alora s che sento 'na alegria con vualtri infin vora girare bozzolo campanelo 6 in compagnia. (1 ammalata - 2 intontita dalla febbre - 3 agitarsi - 4 pap - 5 vai - 6 giro girotondo).

La madre (Maurice Careme) Ricordo Si destava il villaggio Dentro i freschi merletti tuoi meli fioriti. Le tazze sulla tavola ridevano ed i passeri sulla soglia aspettavano. lalba nei tuoi capelli posava un po di luce, e tu tagliavi il pane con mani cos semplici con mani cos buone che il grande Cristo dacero scendeva dalla croce e si metteva a tavola per mangiare con noi.

La nonna (Gabriele D'Annunzio) D'inverno ti mettevi una cuffietta coi nastri bianchi come il tuo visino,
13

e facevi ogni sera la calzetta, seduta al lume, accanto al tavolino. lo imparavo la storia sacra in fretta e poi m'accocolavo a te vicino, per sentirti narrar la favoletta del drago azzurro e del Guerrin Meschino. E quando il sonno proprio mi vincea, m'accompagnavi fino alla mia stanza, e m'addormivi al suono dei tuoi baci. Allora agli occhi chiusi m'arridea in mezzo ai fiori una gioconda danza di fantasime splendide e fugaci.

El me gatin (Angiolo Poli) No' stemelo tocare el me gatn, che mi ghe voi gran ben al me moreto, perch l' belo e tanto picolin el zuga sempre, come on puteleto. - Ohel moreto ! - E elo fa un saltin, e dopo, dopo, quando me ghe meto, ghe fago far latenti e el ga un estrin, che el pare rpoprio un bel caporaleto! Ma el me moreto po', nol vol saltare, per quanto mi ghe cric, a no' gh caso, de farghe far Patenti o de saltare. Anzi, co' l' rabi, se mi no' taso, (adesso go impar lasarlo stare) ghe dao latenti e lu me sgrafa el naso !

Musotondo (Lina Schiavar) Il mio gatto Musotondo verdi ha gli occhi e il pelo biondo, con il nasetto impertinente canzonar sembra la gente; una birba a tutta prova che ogni d ne fa una nuova. Proprio adesso bricconcello
14

s' cacciato in un cappello, vi si affaccia da padrone, quasi fosse il suo balcone, e di l contempla il mondo il mio gatto Musotondo.

15

FANTASIE GIOCOSE
Poesie di Gianni Rodari da "Filastrocche in cielo e in terra ed. Einaudi Lago di Garda

C'era una volta un lago, e uno scolaro un po' somaro, un po' mago, con un piccolo apostrofo lo trasform in un ago. Oh, guarda, guarda la gente diceva - l'ago di Garda!" Un ago importante: segnato perfino sull'atlante". Dicono che pescoso. il fatto misterioso: dove staranno i pesci, nella cruna? "E dove si specchier la luna?"

Sulla punta si punger, si far male..." Ho letto che ci naviga un battello". Sar piuttosto un ditale". Da tante critiche punto sul vivo mago distratto cancell l'errore, ma lo fece con tanta furia che, per colmo d'ingiuria, si rovesci l'inchiostro formando un lago nero e senza apostrofo.

Il punto interrogativo

C'era una volta un punto interrogativo,

16

un grande curiosone con un solo ricciolone, che faceva domande a tutte le persone, e se la risposta non era quella giusta sventolava il suo ricciolo come una frusta. Agli esami fu messo in fondo a un problema cos complicato che nessuno trov il risultato. Il poveretto, che di cuore non era cattivo, divent per il rimorso un punto esclamativo.

Il cappotto O caso proprio strano ma da giocarsi al lotto: ho visto per la strada camminare un cappotto. Senza piedi, senza mani se ne andava via di l un piccolino nella giacca del pap.

Tragedia di una virgola

C'era una volta una povera Virgola che per colpa di uno scolaro disattento capit al posto di un punto dopo l'ultima parola del componimento.

17

La poverina, da sola, reggeva il peso di cento paroloni, alcuni perfino con l'accento. Per la fatica atroce mori. Fu seppellita sotto una croce dalla matita blu del maestro, e al posto di crisantemi e semprevivi s'ebbe un mazzetto di punti esclamativi.

La luna al guinzaglio

Con te la luna buona, mia savia bambina: se cammini, cammina e se ti fermi tu si ferma anche la luna ubbidiente lass.

E' un piccolo cane bianco che tu tieni al guinzaglio, un docile palloncino che tieni per il filo: andando a dormire lo leghi al cuscino, la luna tutta notte sta appesa sul tuo lettino.

L'ascensore

Io so che un giorno l'ascensore

18

al quarto piano non si fermer, continuando la sua corsa il soffitto bucher,

salir tra due comignoli pi su delle nuvole e del vento e prima di tornare a casa far il giro del firmamento.

La galleria

La galleria una notte per gioco, corta corta e dura poco. Che piccola notte scura scura ! Non si fa in tempo ad aver paura.

La mia mucca
La mia mucca turchina, si chiama Carletto, le piace andare in tram senza pagare il biglietto.

Confina a nord con le corna, a sud con la coda. Porta un vecchio cappotto e scarpe fuori moda.

La sua superficie non lho mai misurata, devessere un po meno della Basilicata.

La mia mucca buona e quando crescer sar la consolazione di mamma e di pap.

19

PER UN MONDO PIU UMANO

Se Cristo ...

(Raoul Follereau)

Se Cristo, domani batter alla vostra porta, lo riconoscerete? Sar come una volta, un uomo povero, certamente un uomo solo. Sar senza dubbio un operaio, forse un disoccupato, o anche se lo sciopero giusto, uno scioperante. sar forse un profugo, uno dei quindici milioni di profughi, uno di coloro che nessuno vuole e che vagano in questo deserto che diventato il mondo. Se Cristo domani batter alla vostra porta, lo riconoscerete? Avr laspetto abbattutto, spossato, annientato com perch deve portare tutte le pene della terra ... Evvia, non si d lavoro ad un uomo cos prostrato ... E poi se gli si chiede: cosa sai fare? , non pu rispondere tutto. donde vieni? Non pu rispondere da ogni dove. Cosa pretendi di guadagnare? Non pu rispondere Voi. Allora se ne andr, pi abbattutto, pi annientato, con la pace nelle sue mani nude ...

Che vale la forza? (popolare giapponese) Che vale la forza? Con quella solamente, neppure una piccola gemma potresti far fiorire.

Uccelli migratori (Issa Kobayashi) Non litigate, fatti l'uno per l'altro, uccelli migratori.

Una cicogna (Zlatko Tomicir) Urlava disperata, abbassando il becco.


20

Era la prima notte di nozze: batteva lali, ma senza lo sposo. Dargento era la strada al plenilunio, pi pulita che neve: aspettava, aspettava il bianco uccello. Egli non venne. L sotto, nel cortile, in qualche luogo, tintinna una catena, i cani abbaiano lontano: e veglia e veglia, e vola e vola intorno, nella notte serena. I venti cominciarono a soffiare freddi, dalla pianura. Uno a uno gli steli del giaciglio si ruppero, and disfatto il nido, rest deserto il tetto. Vol via la cicogna, vol piangendo. Sedici volte ella rifece il nido, e sempre il nido attese, vuoto. Ma gi da quellinverno egli giaceva l vicino, in un campo di stoppie, gi caduto, recando in petto il piombo dun ubriaco cacciatore.

Canzone della cagna (Sergey Esenn) Al mattino nel granaio, dove biondeggiano le stuoie in fila, una cagna figli sette, sette cuccioli rossicci. Sino a sera li carezzava pettinandoli con la lingua e la neve disciolta colava sotto il suo caldo ventre. Ma a sera, quando le galline si rannicchiano sul focolare, venne il padrone accigliato, tutti e sette li mise in un sacco. Essa correva sui mucchi di neve, durando fatica a seguirlo. E cos a lungo, a lungo tremolava lo specchio dell'acqua non ghiacciata.
21

E quando torn trascinandosi appena, leccando il sudore dai fianchi, la luna sulla capanna le parve uno dei suoi cuccioli. Guardava l'azzurro dei cielo con striduli guaiti, ma la luna sottile scivolava e si cel nei campi dietro il colle. E sordamente, come quando in dono le si butta una pietra per giuoco, la cagna rotol i suoi occhi come stelle d'oro nella neve.

Cacciatore (Federico Garcia Lorca) Pineta alta quattro colombe nell'aria vanno. Quattro colombe volano e tornano portan ferite le loro quattro ombre. Pineta bassa quattro colombe sulla terra stanno. X agosto (Giovanni Pascoli) San Lorenzo, io lo so perch tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perch s gran pianto nel concavo cielo sfavilla. Ritornava una rondine al tetto: l'uccisero: cadde tra spini: ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini. Ora l, come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; e il suo nido nell'ombra, che attende che pigola sempre pi piano. Anche un uomo tornava al suo nido: l'uccisero: disse: Perdono;
22

e rest negli aperto occhi un grido: portava due bambole in dono... Ora l nella casa romita, lo aspettano, aspettano in vano: egli immobile, attonito, addita le bambole al cielo lontano. E tu Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infiniti, immortale, oh! d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male!

Milano agosto 1943 (S. Quasimodo) Invano cerchi tra la polvere, povere arano, la citt morta. E' morta: s' udito l'ultimo rombo sul cuore dei Naviglio. E l'usgnolo caduto dall'antenna, alta sul convento, dove cantava prima dei tramonto. Non scavate pozzi nei cortili: i vivi non hano pi sete. Non toccate i morti, cos rossi, cos gonfi: lasciateli nella terra nelle loro case: la citt morta, morta.

Sopra il cuore (Salvatore Quasimodo) E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze sull'erba dura di ghiaccio, al lamento d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocefisso sul palo del telegrafo? Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese: oscillavano lievi al triste vento.

La bambina offesa (Viadimir Solouchin) Osservavo da un'alta collina.


23

Per il prato sommerso nel sole di maggio andavano a scuola i ragazzi. Quattro monelli e accanto a loro una sola bambina. Il suo lindo grembiule luccicava (come una fresca e grande margherita) in mezzo al giallo della primavera! E a un tratto offesero la margherita, le schizzarono addosso l'acqua d'una pozzanghera le imbrattarono di sudicie macchie il grembiule e la costrinsero a piangere. Rest indietro, si volse e pian piano si trascin verso casa. Splendeva il sole. Le allodole cantavano. La terra spirava il tepore dell'alba. Ma la bambina andava, senza scorgere il sole, senza udire il canto delle allodole in cielo, senza sentire sulla pelle il tepore della terra... Come un nero diaframma l'offesa malvagia le aveva d'un tratto nascosta ogni cosa, e soltanto una nera amarezza fremeva nel minuscolo cuoricino buono.

Il bambino negro non entr nel girotondo (Gerald Sessa Victor) Il bambino negro non entr nel girotondo dei fanciulli bianchi. I fanciulli bianchi giocavano tutti in un vivo girotondo di canzoni festive, e allegre risate ... Il bambino negro non entr nel girotondo. E arriv il vento accanto ai bambini e ball con loro e con loro cant le canzoni e le danze delle dolci brezze, le canzoni e le danze deli aspre tempeste. E il bambino negro non entr nel girotondo. Uccelli in stormo volarono cantando sulle testine belle dei bambini e si posarono tutti intorno. Alla fine, volarono i loro voli, cantarono i loro inni ... E il bambino negro non entr nel girotondo.
24

Vieni qua, negretto, vieni a giocare, disse uno dei bambini con la sua aria felice. La mamma premurosa corse subito ai ripari; il bambino bianco non volle pi, non volle pi ... E il bambino negro non entr nel girotondo.

Tristezza

(Countee Cullen)

In giro una volta per la vecchia Baltimora pieni il cuore e la testa di gioia, vidi un baltimorano che mi guardava fisso. Bene, io avevo ottanni ed ero molto piccolo, ed egli non era di un dito pi alto di me. E quindi gli sorrisi, ma quello cacci fuori tanto di lingua e mi chiam negro. Io vidi tutta Baltimora da maggio fino a dicembre; di tutte le cose che accaddero, questa la sola che io ricordi.

La quercia caduta

(Giovanni Pascoli)

Dov'era l'ombra, or s la quercia spande morta; ne pi coi turbini tenzona. La gente dice: - Or vedo: era pur grande! Pendono qua e l dalla corona i nidietti della primavera. Dice la gente: - Or vedo: era pur buona! Ognuno loda, ognuno taglia. A sera ognuno col suo grave fascio va. Nell'aria un pianto... d'una capinera, che cerca il nido che non trover.

Manca un ponte fra i cuori (E. Albaret) Manca un ponte fra i cuori ... Se questo ponte ci fosse gli uomini si scambierebbero i segreti, i pensieri lieti, il sorriso, il perdono ...
25

Fanciullo, costruisci con le tue mani, senza travi, questo ponte d' oro.

Ritorno di Full

(Angela Latini)

Era di troppo, cane nero randagio raccolto per la strada accolto nella casa una sera di bont. Lo mandarono via. E' tornato senza vita senza forza il pelo nero bruciato dalla scabbia gli occhi cisposi. Ha ritrovato la casa: ha chiesto ancora asilo con gli occhi dolci gli stessi occhi di allora. Non l' hanno pi voluto. Ora dorme lunghi sonni di fame e di tristezza disteso sulla via in attesa paziente della bont. Basta una sera di bont nel cuore dei padroni: ma quando?

La fame nel mondo

(Raoul Follereau)

Io stamattina ho mangiato... Certamente a mezzogiorno e poi stasera io manger, come tutti... cosa dite? Tutti? Non mangiano tutti a questo mondo! E' ben triste. Non ci si pu far nulla, vero? Io stamattina ho mangiato. Sicuramente, loro non hanno mangiato... ma cosa posso farci io? Non c' rischio che possa tentare
26

di nutrire il mondo con la mia porzione, di levare la fame a tutti coloro che nel mondo soffrono la fame... E poi, sono troppo preso dalle cose mie; d'altra parte, sono degli sconosciuti: chi li conosce? Muoiono di fame... ma io, io, stamattina, io ho mangiato.

Anch io canto lAmerica Anchio canto lAmerica. Sono il fratello pi scuro.

(Langston Hughes)

Mi mandano a mangiare in cucina quando arriva gente, ma io rido, e mangio bene, e cresco forte. Domani sieder alla tavola quando arriver gente. Nessuno oser dire: Mangia in cucina, allora. Poi vedranno come sono bello e proveranno vergogna. Anchio sono lAmerica.

Le storie di zia Sue

(Langston Huges)

Zia Sue ha la testa piena di storie. Zia Sue ha un cuore colmo di storie. Le sere destate sul portico stringe al seno un bimbo dal viso bruno e gli racconta delle storie. Schiavi neri lavorano sotto il sole cocente, schiavi neri camminano nella rugiada della notte, schiavi neri
27

intonano canti di dolore sulle rive dun grande fiume e si confondono dolcemente nel fluire di parole della vecchia Sue, si confondono dolcemente nelle ombre scure che passano e ripassano nelle storie di zia Sue. Il bimbo dal viso scuro ascolta e sa che quelle storie di zia Sue sono storie vere. Sa che zia Sue non ha mai preso quelle storie dai libri, ma che sono uscite proprio dalla sua vita. E il bimbo dal viso scuro, quieto nella sera destate, ascolta le storie di zia Sue.

Nonna Palmira

(Ibelda Borsetto)

Nonna Palmira ti ho vista giocare col Puccio e la Chicca i tuoi nipotini d adozione: ho visto il tuo volto brillare di gaiezza di sfrontatezza di dolcezza infantile. Ma poi, quando loro, chiamati dal sole, sono corsi a far capriole nella luce del prato, ho visto nel celeste dei tuoi occhi piangere, disarmato, un cuore di bambina abbandonata. Mi hai detto, pregandomi con infantile candore:

- Scrivi una poesia


28

che dica la malinconia di noi poveri vecchi, della nostra solitudine profonda, del nostro lento morire. Che ti potevo dire? Ti ho detto di s. Ma ho subito pensato: Lo dir ai miei bambini: insieme scriveremo un canto, ma non un canto di malinconia: un canto allegro che asciughi il pianto dagli occhi celesti di nonna Palmira.

Cuore solitario (Rafhael Armattoe) Ho incontrato una vecchietta che parlava da sola per una strada solitaria. Parlava tra s, e rideva tutto il tempo; parlava tra s, per una strada di campagna. Che ne sai tu ragazzo, perch uno parla da solo? se lunga la strada e non passa mai nessuno, uno parla tra s. Se scrosci di dolore vengono gi come frecce, capita che parli da solo il viandante solitario. Cos una vecchietta per una strada di campagna che rideva tutto il tempo, biascicando tra s e s per cacciare via le lacrime.

29

In tram (Anonimo Cinese) Le facce, luna allaltra accanto, non si vedono piedi calpestano piedi, spalle urtano spalle, ma un muro alto si erge fra gli uomini. Per caso gli occhi si incontrano le pupille si fermano le palpebre si alzano ... Tutti si muovono nello stesso carro dellumanit, tutti hanno dal Creatore un cuore palpitante: perch non aprono il cuore a riscaldare un po il viaggio?

Un numero (Anonimo) Un numero sul letto, un numero sulla cartella clinica, un numero senza volto a cui sorridere da fratello, senza pi una stretta di mano che serva a fargli sentire la vita. Cento passano frettolosi e anonimi a fare l iniezione, a misurare la temperatura, a dare una medicina, ma mai nessuno si china su di lui a chiedere chi , che cosa ha lasciato a casa, che cosa nasconde dietro quello sguardo smarrito, pauroso di tutto. Eppure lospedale nuovo, nei corridoi ci sono anche i fuori. Lammalato? E tuo fratello: chinati su di lui da fratello.

Quasi una moralit (Umberto Saba) Pi non mi temono i passeri. Vanno vengono alla finestra indifferenti
30

al mio tranquillo muovermi nella stanza. Trovano il miglio e la scagliuola: dono spanto da un prodigo affine, accresciuto dalla mia mano. Ed io li guardo muto (per tema non si pentano) e mi pare (vero o illusione non importa) leggere nei neri occhietti, se coi miei s incontrano, quasi una gratitudine. Fanciullo, od altro sii tu che mi ascolti, in pena viva o in letizia (e pi se in pena) apprendi da chi ha molto sofferto, molto errato, che ancora esiste la Grazia, e che il mondo - TUTTO IL MONDO - ha bisogno d amicizia.

L'ultimo dono (G. Fanciulli) La querce aveva passato i cent anni ma della vita sua era contenta, anche se cominciavano i malanni e la sua linfa ora scorreva lenta. Sempre feci di cuor quel che potevo, - serena pensa - un provvido riparo ai viandanti detti, e mi tenevo i nidi fra le braccia, peso caro ... . Giorni, anni felici. Infine la scure il buon colosso sulla terra stende, e poi con le taglienti battiture in cento pezzi le sue membra fende. Dinverno, il ceppo and sul focolare, nero, pesante, ed allaspetto, morto, ma un dono in fondo al cuor, seppe trovare: nella sua fiamma il sol parve risorto. Custodito l aveva con amore: dopo un secolo ancor luce e calore.

Orfano

(Issa Kobayashi)

Vieni e gioca con me passero senza genitori

31

Verr un giorno (I. Carrera Andrade) Verr un giorno pi puro degli altri: scoppier la pace sulla terra come un sole di cristallo. Un fulgore nuovo avvolger le cose. Gli uomini canteranno nelle strade liberi ormai ... Il frumento crescer sui resti delle armi distrutte e nessuno verser il sangue del fratello. Il mondo sar allora delle fonti e delle spighe che imporranno il loro impero di abbondanza e freschezza senza frontiere.

La pace nuova

(M. Aldine Fares)

Guarda ... Le dita dell alba hanno intessuto intorno alla nostra finestra un alone di luce ... Gli uccelli nostri vicini, assopiti sugli alberi, si sono svegliati al mattino e ascoltano furtivamente i nostri propositi melodiosi ... Guarda il sole fatto di capelli d oro in mille e mille trecce ...

La pace (Tali Sorek) Avevo una scatola di colori brillanti, decisi e vivi; avevo una scatola di colori, alcuni caldi, altri molto freddi. Non avevo il rosso per il sangue dei feriti,
32

non avevo il nero per il pianto degli orfani, non avevo il bianco per le mani e i volti dei morti, non avevo il giallo per le sabbie ardenti. Ma avevo l'arancio per la gioia della vita, ed il verde per i germogli e i nidi, ed il celeste dei chiari cieli splendenti; ed il rosa per i sogni e il riposo. Mi sono seduta, ed ho dipinto la pace.

Fratelli

(Giuseppe Ungaretti)

Di che reggimento siete fratelli? Parola tremante nella notte. Foglia appena nata Nellaria spasimante involontaria rivolta delluomo presente alla sua fragilit Fratelli

Camminare insieme (Charlie Cullen) Tenendosi per mano, attraversavano la via il ragazzo negro e il bianco, il dorato splendore del giorno, lorgoglio oscuro della notte. Dalla finestra socchiuse la gente negra guarda e qui la gente bianca mormora, indignata per questi due che osano camminare insieme. Ignari di sguardi e di parole essi camminano e non sanno ...

33

Angeli negri Pittore, ti voglio parlare mentre dipingi un altare. Io sono un povero negro e d una cosa ti prego: pur se la Vergine bianca fammi gli angioletti negri: tutti i bimbi canno in cielo anche se son solo negri. Se tu dipingi con amore, perch disprezzi il mio colore? Se vede bimbi negri, Iddio sorrider.

Aggiungi un posto (Garinei, Giovannini) Aggiungi un posto a tavola che c un amico in pi; se sposti un pola seggiola starai comodo anche tu. Gli amici a questo servono: a stare in compagnia. Sorridi al nuovo ospite, non farlo andare via! Dividi il companatico raddoppia lallegria, aggiungi un posto a tavola e cos sia.

La piccola citt (Blaga Dimitrova) Nacqui in una piccola citt e in una piccola casa sotto l'intreccio verde d'una vite. Per questo ho tanta voglia di scoprire tutto quanto nel mondo. L'uno con l'altro ci si conosceva nella citt, si camminava adagio, ci si fermava per la strada e a lungo l'uno con l'altro ci si interrogava: - Come stai? Come va? Ricordo nella piccola citt
34

i vicini donarsi dalla soglia il pane, i fiori da trapianto, ecc ... o scambiarsi attraverso i muriccioli fuoco, notizie e una parola buona. Oh se la gente del mondo, sorda, estranea, decidesse di porgersi, attraverso le barriere, di propria iniziativa, mani e cuore! Ringrazio la mia piccola citt d'avermi spalancato gli occhi di meraviglia verso il mondo intero, occhi di provinciale ma insaziabili, che sempre crederanno e cercheranno, lungo il cammino, d'incontrare quanti porgono una parola di conforto, o un po' di fuoco, o un consiglio, ecc.

Un giorno (De Brune) Un giorno impareranno delle parole che stenteranno a capire. I bambini dellIndia domanderanno: Cos la fame? I bambini dellAlabama chiederanno: Cos la segregazione razziale? I bambini di Hiroshima diranno meravigliati: Cos la guerra? E tu risponderai dicendo: Sono parole cadute in disuso, come la diligenza le galere e la schiavit. Parole che non significano pi nulla. Perci sono state cancellate dal dizionario.

35

CONTRO LOPPRESSIONE E LA GUERRA

I due fanciulli

(Giovanni Pascoli)

Era il tramonto: ai garruli trastulli erano intenti, nella pace d oro dell ombroso viale, i due fanciulli. Nel gioco, serio al pari d un lavoro, corsero a un tratto, con stupor de tigli, tra lor parole grandi pi di loro. A s videro nuovi occhi, cipigli non pi veduti: e l uno e l altro, esangue, ne tenui diti si trov gli artigli, e in cuore un aere bramosia di sangue, e lo videro fuori, essi, i fratelli, l uno dell altro per il volto, il sangue. Ma tu pallida (oh! i tuoi cari capelli strappati e pesti!), o madre pia, venivi su di loro, e li staccavi i lioncelli, ed - A letto - intimasti - ora, cattivi! A letto, il buio li fasci, gremito d ombre pi dense; vaghe ombre, che pare che dogni angolo al labbro alzino il dito. Via via fece pi grosse onde e pi rare il lor singhiozzo, per non so che nero che nel silenzio si sentia passare. Luno si volse, e laltro ancor, leggero: nel buio ud lun cuore, non lontano il calpestio dellaltro passeggero. Dopo breve ora, tacita, pian piano, venne la madre, ed esplor col lume velato un poco della rosea mano. Guard sospesa; e buoni oltre il costume dormir li vide, luno allaltro stretto con le sue bianche alucce senza piume;
36

e rincalz, con un sorriso, il letto.

Se de Libert Gaveimo se de libert e i n fato bear sangue. Voleimo parlar e i n strup la boca. Voleimo vardar la vita in facia e i n cop. Emo vard la morte e semo pass da la so parte, lassando cadene rote a ricordarne.

Il partigiano da "Lettere di condannati a morte della Resistenza" Pochi ora sanno ... perch vestito del saio di guerra coperto di sterpi e di terra sei sepolto lass nel camposanto sperduto o nostro partigiano caduto. Pochi ricordano perch: posati martelli, vanga e badile con a tracolla il fucile deciso in montagna salivi. Fiero salivi cantando e cantando di piombo morivi. Resta nell aria la tua voce, sulla terra, scritta col sangue leterna parola: LIBERTA !

Resistenza

(Renzo Nanni)

E fu scritta sui muri


37

anche se proibito, diffusa sui giornali anche se proibito, gridata su tutte le piazze, anche se proibito. Uno scriveva e moriva uno fischiava in un cinema e moriva un altro cantava e moriva. Resistenza la gente che si d la mano e muore e vuole salvare le fabbriche per il lavoro, vuole la terra per il contadino, campi puliti dalle mine una volta per sempre, le porte delle carceri spalancate alla libert. E che non sia proibito leggere e che non sia proibito scrivere n cantare, n lavorare in pace.

Bella ciao (Canto dei partigiani) Stamattina mi sono alzata o bella ciao bella ciao bella ciao ciao stamattina mi sono alzata e ho trovato linvasor. O partigiano portami via o bella ciao bella ciao bella ciao ciao O partigiano portami via che mi sento di morir. E se io muoio da partigiano o bella ciao bella ciao bella ciao ciao E se io muoio da partigiano tu mi devi seppellir. Seppellire lass in montagna o bella ciao bella ciao bella ciao ciao Seppellire lass in montagna sotto l ombra di un bel fior. E le genti che passeranno o bella ciao bella ciao bella ciao ciao E le genti che passeranno e diranno o che bel fior. E questo il fiore del partigiano o bella ciao bella ciao bella ciao ciao
38

E questo il fiore del partigiano morto per la libert.

Per un mondo pi libero (Nino Gosso) Un fiore di sangue il tuo volto sulla pietraia e sulla neve con gli occhi a un Mondo Nuovo pi umano e pi fraterno, pi libero e pi onesto.

MADRE CORAGGIO (Piero Calamandrei) (A ricordo di Genoveffa Cecconi, la madre dei Cervi)
QUANDO LA SERA TORNAVANO DAI CAMPI SETTE FIGLI ED OTTO COL PADRE IL SUO SORRISO ATTENDEVA SULLUSCIO PER ANNUNCIARE CHE IL DESCO ERA PRONTO MA QUANDO IN UN UNICO SPARO CADDERO I SETTE DINANZI A QUEL MURO LA MADRE DISSE NON VI RIMPROVERO O FIGLI DAVERMI DATO TANTO DOLORE LAVETE FATTO PER UNIDEA PERCHE MAI PIU NEL MONDO ALTRE MADRI DEBBAN SOFFRIRE LA STESSA MIA PENA MA CHE CI FACCIO QUI SULLA SOGLIA SE PIU LA SERA NON TORNATE IL PADRE E FORTE E RINCUORA I NIPOTI DOPO UN RACCOLTO NE VIENE UN ALTRO MA IO SONO SOLTANTO UNA MAMMA O FIGLI CARI VENGO CON VOI

Poema di un militante

(Jorge Rabelo)

Madre, tuo figlio, quello che un giorno tu hai visto incatenare (E hai pianto come se le catene stringessero o ferissero le tue mani e i tuoi piedi)
39

tuo figlio ora libero, Madre, tuo figlio ha in mano un fucile di ferro. Il mio fucile spezzer tutte le catene, aprir tutte le prigioni, ammazzer tutti i traumi, restituir la terra al nostro popolo. Madre, bello lottare per la libert. Nelle ore di lotta, sul fronte di battaglia, la tua immagine vicina scende su di me. E' per te pure che io lotto, Madre. Perch non ci siano lagrime nei tuoi occhi.

Sopra il cuore

(Salvatore Quasimodo)

E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze sull'erba dura di ghiaccio, al lamento d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocefisso sul palo del telegrafo? Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese: oscillavano lievi al triste vento.

Mio fratello aviatore

(Bertolt Brecht)

Avevo un fratello aviatore. Un giorno, la cartolina. Fece i bagagli, e via lungo la rotta del sud. Mio fratello un conquistatore. Il popolo nostro ha bisogno di spazio. E prendersi terre su terre, da noi, un vecchio sogno. E lo spazio che s' conquistato sui monti del Guadarrama. E' di lunghezza un metro e ottanta,
40

uno e cinquanta di profondit.

Tutti divisi dispersi

(Tu Fu)

Dalle vedette il tamburo ferma i viandanti. E gi l'autunno nel grido dell'oca selvatica, nella rugiada candida, nel chiaro della luna che splende, qui sul confine, come al mio paese. Ma noi fratelli, tutti divisi, dispersi, senza una casa ove chiedere di vivi e di morti e mai una notizia che ci raggiunga, da quando la guerra amara pi non lascia tregua.

Se questo un uomo

(Primo Levi)

Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo un uomo che lavora nel fango che non conosce pace che lotta per mezzo pane che muore per un s o per un no. Considerate se questa una donna, senza capelli e senza nome senza pi forza di ricordare vuoti gli occhi e freddo il grembo come una rana d'inverno. Meditate che questo stato: vi comando queste parole. Scopitele nel vostro cuore stando in casa, andando per via, coricandovi, alzandovi, ripetetele ai vostri figli...

XXV aprile 1974

(Piero Calamandrei)

Lo avrai camerata Kesserling il monumento che pretendi da noi italiani ma con che pietra si costruir a deciderlo tocca a noi
41

non coi sassi affumicati dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio non colla terra dei cimiteri dove i nostri compagni giovanetti riposano in serenit non colla neve inviolata delle montagna che per due inverni ti sfidarono non colla primavera di queste valli che ti videro fuggire ma soltanto col silenzio dei torturati pi duro d'ogni macigno soltanto con la roccia di questo patto giusto fra uomini liberi che volontari si adunarono per dignit non per odio decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo su queste strade se vorrai tornare ai nostri posti ci ritroverai morti o vivi con lo stesso impegno popolo serrato intorno al monumento che si chiama ora e sempre RESISTENZA.

Essere prigionieri

(Nazim Hikmet)

Mi immergo i questa chiart che s'avanza, ho le mani piene di desideri, il mondo bello. I miei occhi non si stancano di vedere gli alberi, gli alberi cos pieni di speranza, gli alberi cos veri. Un sentiero di sole s'apre attraverso i filari, io sono alla finestra dell'infermeria. Non sento pi l'odore dei medicinali, certo i garofani sono sbocciati, da qualche parte. Essere prigioniero, non questo il problema. Si tratta di non arrendersi, ecco.

42

IL LAVORO Il tesoro Giovanni Pascoli

Quanto a tesori un'altra te ne narra. C'era una volta un vecchio contadino che aveva un suo campetto e la sua marra, e tre figlioli. Giunto al lumicino volle i suoi tre figlioli accanto al letto. - Ragazzi, - disse, - vado al mio destino, ma vi lascio un tesoro: nel campetto ... E non pot pi dire altro, o non volle. A mente i figli tennero il suo detto. Quando fu morto, quelli il piano, il colle vangano, vangano, vangano: invano; voltano al sole e tritano le zolle: niente! Ma nel raccolto, quando il grano vinse i granai, lo videro il tesoro che aveva detto il vecchio: era in lor mano. Era la vanga dalla punta d'oro.

Padre contadino (Davide Lajolo) Sul tuo collo la pelle ha fatto quadrati di fatica. Seguo ansioso il battito delle vene sulle tue mani secche come la corteccia dell'olmo che ancora poti padre contadino.

Le to man, op! (Franca Isolan Ramazzotto) In te le to man, op,


43

el tempo nol g' scancel i segni dele to fadighe; gh' rest la scorza dura e morela da quando te ghe dasi ale vegne bruscade de speranza soto ale prime s-ciocanele de marzo. Me le ricordo dopo el mdare del formento quando a son de vanga e de forcon le querza in tel campo strepole e scataroni strin de malinconia. Me le ricordo in tel zlase dei paroni udare mini de gran e destendarlo come on nizzolo al sole parch se sughesse el sure del to rosario. Te le sognai bianche e nete par alzarle in te on sipario grando a cantare le romanze scrite da maestri fini,
ma quante olte le g' viste

maci de erba e de verderame e quante olte te le gh' alz strenzendo i denti par s-ciapre qualche zoca de moraro parch in tel fogolaro do stele incros che brusava no le manchesse mai. E adesso le to man, op, le vedo alte in tel celeste del me celo a spampanare meiri de carezze e a mandar basi dentro el me core. Ah - le to man de oro - op! Preghiera per i disoccupati (Michel Quoist)

Questa sera, o Signore, ti offro il lungo grido di ribellione per gli uomini senza lavoro, ti offro l'umiliazione e la pena d'ognuno, ti offro la lotta di tutti: Signore, illuminali con la tua luce: siano lucidi nel conflitto siano giusti nella lotta, siano generosi nel dono.

44

Il lavoro in un cantiere

(Nazim Hikmet)

I muratori cantano, cantando sembra pi facile. Ma tirar su un edificio non cantar una canzone, una faccenda molto pi seria. Il cuore dei muratori come una piazza in festa; c' un vocio, canzoni e risa. Ma un cantiere non una piazza in festa: c' polvere e terra, fango e neve. Spesso le mani sanguinano, il pane non sempre fresco, al posto del t c' acqua, qualche volta manca lo zucchero, non tutti qui sono eroi, e gli amici non sempre sono fedeli. Tirar su un edificio non cantare una canzone. Ma i muratori son gente cocciuta. E l'edificio vien su, sempre pi in alto s'arrampica. Alle finestre del primo piano stanno gi vasi di fiori, e sopra il tetto del garage gli uccelli sulle ali gi portano il sole. E l'edificio vien su, magnifico, cresce nel sangue e nel sudore.

Il vigile notturno (Gianni Rodari) Filastrocca a voce bassa chi di notte che passa e ripassa? E il principe fine che non pu dormire perch ha sentito una foglia stormire? O forse l'omino dei sogni che porta i numeri del lotto di porta in porta?
45

E' un signore col mal di denti in compagnia di mille tormenti? L'ho visto, il vigile notturno che fa la ronda taciturno: i ladri scantonano per la paura, la citt dorme sicura.

La ballata del macchinista (Alfonso Gatto) Il treno vuol bene alla pioggia. Se piove, si lustra e sfoggia il suo fischio d'aiuto. E' notte. S' forse perduto in mezzo alla nebbia dei fiumi e non vede pi i lumi della nostra citt? Il macchinista che fa? S'affaccia, s'affaccia e la pioggia gli sferza la faccia, il vento gli ruba la voce. Sul grande orologio il suo cuore gli batte il fragore del treno che va.

Camionisti (Carlo Martini) Le verdi vene dell'Italia sanno i bruni camionisti: amici della luna e dell'alba e del feroce sole che sgretola le gomme delle macchine. Portano i loro carri mille odori: balle di fieno e rossi mosti e resine e radici di boschi profumati; il candido belare degli agnelli e allegri manovali della musica festiva delle fresche fisarmoniche... Pazienti vanno i bruni camionisti lungo le strade della chiara Italia; e molti cuori di bimbi rapiscono; impugnare il volante dell'ignoto vorrebbero: conoscere con loro
46

la lunga favola degli orizzonti.

Per tutti i lavoratori

(Paolo VI)

Signore, abbi piet di tutti coloro che lavorando soffrono per la fatica, per il pericolo, per la pesantezza e l'umilt del loro servizio. Abbi piet di tutte le vittime del lavoro; abbi piet di quanti guadagnano il pane sacrificando se stessi, la salute, la libert, la dignit, la luce dello spirito. Abbi piet del lavoro senza fede, del lavoro senza la giusta mercede, del lavoro senza la cristiana fratellanza, del lavoro senza la speranza dell'eterna vita. Abbi piet di tutte le vittime dell'umana fatica. Dona ai morti la vita, ai vivi la speranza.

Dopo una giornata di lavoro (Giovanni Arpino) Il giorno del lavoro finito. Tram vanno sui ponti e per le piazze hanno acceso i fanali.
47

L'intera citt traversata da uomini con la borsa stretta sotto il braccio. Dopo otto ore di duri silenzi in cui ognuno ha iniettato il meglio di s, finalmente sono liberi. L'odore della casa si espande spinto dal vento della sera.

La venditrice di cravatte

(Evghenij Evtuscenko)

Quando il lavoro finisce tutta pallida ancora per l'afa ed il trambusto giornaliero, dal magazzino esci finalmente con una faccia di bambino stanco. Non basta salvarti, amara medicina l'allegria. I tuoi occhi abbagliati continuano a vedere una giostra stupidamente fissa di cravatte.

48

SENTIMENTO DELLA NATURA Occhi per vedere (R. Tagore) Quante volte facciamo anche noi come il poeta: cerchiamo le cose lontane e non vediamo le vicine. Viaggiai per giorni e notti per paesi lontani. Molto spesi per vedere alti monti, grandi mari. E non avevo gli occhi per vedere a due passi da casa la goccia di rugiada sulla spiga di grano!

Risveglio serale (Km Samhyon) Se tutti gli uomini avessero occhi per vedere, come troverebbero pi bello il mondo! Risvegliato dal sonno in mezzo ai pini, apro, abbagliato, gli occhi. Vedo, sul porto, al tramonto del sole, nel cielo azzurro voli bianchi d'uccelli. Sono forse solo a gustar lo splendore di quest'ora?

Terra (Camillo Sbarbaro) Il mio cuore si gonfia per te,Terra, come la zolla a primavera, I miei occhi son nuovi. Tutto quello che vedo come non veduto mai: e le cose pi vili e pi consuete tutto mi intenerisce e mi d gioia. lo sono seduto qui per terra con due mani aperte sopra l'erba, guardandomi amorosamente intorno.

Il vecchio e il bambino (Francesco Guccini.)


49

Un vecchio e un bambino si preser per mano e andarono insieme incontro alla sera; la polvere rossa si alzava lontano e il sole brillava di luce non vera; l'immensa pianura sembrava arrivare fin dove occhio umano poteva guardare, e tutto d'intorno non cera nessuno; solo il tetro contorno di torri e di fumo. I due camminavano, il giorno cadeva, il vecchio parlava e piano piangeva. Con l'anima assente, con gli occhi bagnati sognava il ricordo di miti passati. E il vecchio diceva, guardando lontano: "Immagina questo coperto di grano. Immagina i frutti, immagina i fiori, e pensa alle voci, e pensa ai colori. In questa pianura, fin dove si perde, crescevano gli alberi, e tutto era verde". Il bimbo ristette, lo sguardo era triste e gli occhi guardavano cose mai viste, poi disse al vecchio, con voce sognante: "Mi piaccion le fiabe, raccontane altre".

Uccelletto (Arturo Graf) In cima a un'antica pianta nel roseo ciel del mattino, un uccelletto piccino (oh, come piccino!) canta. Canta? Non canta: cinguetta. Povera, piccola gola, ha in tutto una nota sola e quella ancora imperfetta. Perch cinguetta? Che cosa lo fa parer s giulivo? S'allegra d'esser vivo in quella luce di rosa...

Albero amico (Minou Drouet) Albero, amico mio, la musica degli uccellini non ti pesa
50

e il vento ti sfoglia con dita che non si vedono. albero, sei come me, ascolti la voce del silenzio, agiti le foglie come mani che tremano nel vento. Albero, amico mio, tu guardi il cielo come io lo guardo e il sole danza trai rami, gioia degli uccellini.

Su le rive del Pariondo (Angiolo Poli) E mi son qua in la riva del Pariondo che docio i barbi grassi che s'incora, le onde de le scrdeve in amora e me la godo on mondo. E me la godo tuto qua mi solo, sent su l'erba fresca e molesina; i pi sguarato ne la pavarina e scolto on rossignolo. Fossa grandi co' l'acqua intorbidia, Pariondo caro, te me verti el core, te si pi' belo di cangi che core, te si la vita mia! L' qua che mi vegnea col nigossin par darte drento e tirar su la cra, ma po' le tenche no' saltava fora, Pariondo berechin! E qua, col Barba, ne 'sti loghi bei, manina in man, zercavino le viole lungo i sentieri dove bate el sole longo le sieve ralegr da osei. Belo spersane in riva del Pariondo, dociare i barbi grassi che s'incora, le onde de le scrdeve in amora che le se gode on mondo !

51

Le nuvole (Graziella Aimone) Dolce cosa la nuvola gonfia di luce e di vento, che piange all'improvviso a primavera, poi riprende il suo volo pi morbida e leggera. Dolce cosa le nuvole che vanno, luminoso candore, come una schiera d'ali e s'affaccian leggiadre all'orizzonte. Dolce cosa le nuvole che si veston di rosa, tenui fiori sospesi nel lume della sera. Candide e vaporose come lane d'agnelli, veleggian per l'azzurre vie del cielo, simili ai puri sogni che fioriscono dal cuore. Per la fragile grazia delle nuvole io ti lodo, oh Signore.

Pioggia (Rabindranath Tagore) Venite, nubi piene d'acqua e cariche di pioggia, portate il vostro cupo amore sulla terra. Venite a baciare le cime dei monti, a coprire d'ombre i giardini; con grande frastuono venite a coprire il cielo. Geme la foresta e trema il fiore, cariche di pianto traboccano le sponde del fiume.

Fiorita (D. Valeri) Cos scialba l'aria, il sole cos stanco. Ma ride la valle;
52

splende l'erba, splendono le gialle margherite; le farfalle in danza lampeggiano d'amore. Terra umana, che ancora d fiore quando in cielo non c' pi speranza.

Il torrente (Affilio Bertolucci) Spumeggiante, fredda fiorita acqua dei torrenti, un incanto mi dai che pi bello non conobbi mai. Dove sono, fra grandi massi arrugginiti, alberi, selve percorsi da ombrosi sentieri? Oh, questo rumore tranquillo, questa solitudine: E quel mulino che si vede e non si vede fra i castagni, abbandonato. Mi sento stanco, felice come una nuvola o un albero bagnato.

Il lago (Guglielmo Petroni) Tentennano le cime delle piante e qualche uccello giravolta lieto nel fondo chiaro, limpido del cielo; l'acqua del lago stagna chiara la luce spande, bagna alle radici i salici piegati, sofferente.

Gioia estiva (popolare eschimese) Il caldo dell'estate sul paese. Non alito di vento, n una nuvola in cielo. su monti azzurri pascola la renna. Tepore e gioia inondano il mio cuore. Mi siedo in terra e piango

53

I pini del cortile (Pong Chu i) Crescono i pini di fronte alla scuola; toccano coi rami il muro della casa dai tegole bruni: e di mattina e di sera li visita il vento e la luna. Nelle tempeste d'autunno sussurrano un verso vago; contro il sole d'estate ci prestano un'ombra fresca. Nel colmo della primavera una pioggia sottile a sera, riempie le loro foglie d'un carico di perle pendule; e alla fine dell'anno, il tempo della gran neve stampa sui loro rami una trina lieve.

Pianura (Corrado Govoni) Come sei bella, o mia pianura, coi tuoi bianchi paesi indicati tra gli alberi da lunghi e graziosi campanili rosei; con le tue bianche precessioni di buoi per i campi e per le strade; coi tuoi gialli pagliai nell'aa. Dovunque altissimi pioppi sventolano le loro fronde come bandiere festive e sembran scrutare l'orizzonte lontano.

54

DA UNA STAGIONE ALLALTRA

Primavera (Giuseppe Villaroel Il sole, batte con le dita d'oro alle finestre. Uno squittio sottile sui tetti. Nell'orto la fontana . ricomincia a cantare. E primavera. Le chiese, i alto, con le croci accese, i monti immensi con le cime rosa, le strade bianche con gli sfondi blu. E primavera. E primavera. Il cielo spiega gli arazzi delle nubi al vento, l'albero gemma, verzica la terra. Nel cortile la pergola fiorita. Ai balconi, le donne in vesti chiare. E il mare ha un riso azzurro e un brivido di seta.

La primavera (Ugo Betti) Quando il cielo ritorna sereno come l'occhio di una bambina, la primavera si sveglia. E cammina per le mormoranti foreste, sfiorando appena con la sua veste color del sole i bei tappeti di borraccina. Ogni filo d'erba reca un diadema, ogni stilla trema. Qualche gemma sboccia un po' timorosa e porge la boccuccia color di rosa per bere una goccia di rugiada... Nei casolari solitari i vecchi si fanno sulla soglia e guardano la terra che germoglia. La capinera prova una canzonetta ricamata di trilli
55

e poi cinguetta come una scolaretta. I grilli bisbigliano maliziose parole alle margherite vestite di bianco. Spuntano le viole A notte le raganelle cantano la serenata per le piccole stelle. I balconi si schiudono perch la notte mite, e qualcuno si oblia ad ascoltare quello che voi dite alle piccole stelle o raganelle malate di malinconia.

Tempo di primavera (Attilio Bertolucci) E' venuto il tempo che il ranuncolo limpido rischiara l'erba folta ed amara; fitte e stupite si schierano sulle prode le margherite; gi l'usignolo s'ode.

Piccola nuvola di primavera (Ugo Betti)

Dopo l'acquata le nuvole, pronte, pigliano il volo, scavalcano il monte. Or, con la gonna di velo sottile, la pi pigra s'impiglia nel campanile: "Lasciami, con codesta banderuola: mi strappi tutta! Son rimasta sola!" Ma il campanaro senza discrezione le risponde col campanone! che sobbalzo, che sgomento! Per fortuna c'era il vento che con tutta galanteria
56

la piglia e se la porta via. E che brillio di vetri e foglie! Quanti bimbi lungo il rio! Quante vecchie sulle soglie! Che festa, che chiaccherio! Bimbi e rondini a strillare, e bucati a salutare, e ragazze alla finestra... Momento Rampicanti in fiore giocano con il vento primaverile.

Gli uccelli verdi (D. Valeri) Perch fa bello, perch non c' vento, gli uccelli verdi possono stare cheti sui rami, senza cantare, come foglie che sono. con le zampe d'argento.

Magnolia (D. Valeri) Tra grandi foglie lisce, lucide, verdibionde, la magnolia, irradiata dal mezzod, fiorisce una bianca covata di odorose colombe.

Estate (Umberto Saba) Silenzio! Hanno chiuso le verdi persiane e gli usci le case. Non vogliono essere invase. Non vogliono! Troppe le fiamme della tua gloria, o sole, che versi nella contrada. dove qua e l della strada ferrata l'acciaio sfavilla
57

rovente. Pispigliano appena gli uccelli, poi tacciono, vinti dal sonno. Sembrano estinti gli uomini, tanta ora pace, silenzio... Quand'ecco da tutti gli alberi un suono s'accorda, un sibilo lungo che assorda, che solo cos: le cicale. E un uomo, c' un uomo nell'arsa solitudine del viale, un vecchio, che ha fatto guanciale della sue paure, che dorme l sulla pietra, e non cura l'incendio meridiano, l'incendio onde presso e lontano immobili sono le foglie.

Il lampo (Giovanni Pascoli) E cielo e terra si mostr qual era: La terra ansante, livida, in sussulto; il cielo ingombro, tragico, disfatto: bianca bianca nel tacito tumulto una casa appar spar d'un tratto; come un occhio, che, largo, esterrefatto, s'apr, si chiuse, nella notte nera.

Vento (Federico Garcia Lorca) Il campo d'ulivi s'apre e si chiude come un ventaglio. Gli ulivi sono carichi di gridi. Uno stormo d'uccelli prigionieri che agitano lunghissime code nel buio.

Afa (H. Doolittle) O vento, squarcia l'afa, taglia l'afa in due, riducila a brandelli. Frutto non pu cadere
58

in quest'aria cos greve. Frutto non pu cadere nell'afa che sale e preme e ricurva l'apice delle pere e arrotonda i grappoli d'uva. Taglia l'afa, solcala con il tuo aratro, gettala da una parte o dall'altra del tuo cammino..

Declinava settembre (Raffaele Carrieri) Declinava settembre in boschi e selve. Triste era il mio cuore per la separazione di tutte le cose unite dalla morte recise l'acqua dalla fonte le bacche, le foglie il cielo dalla rondine la spina dal rovo. Dolcemente e senza fatica declinava settembre incerto era l'oro delle selve e le giornate belle svanivano pi leste delle nuvole in fuga. Io ero come l'ortica in s rinchiusa che il rovo apprezza e la speranza rifiuta.

Primo autunno (F Tjutcev) Si d di primo autunno un tempo meraviglioso e breve: il giorno come di cristallo e luminose son le sere ... Dove pass la forte falce e cadde la spiga, tutto vuoto ora ed aperto: solo del ragno tenue filo scintilla nell'aperto solco. L'aria deserta, uccello pi non s'ode,
59

ma son lontane ancora le bufere infernali e il puro e caldo azzurro si rovescia sulla campagna che riposa.

Paesaggio (I. Andric) Una nebbia leggera, un cielo pallido e molti desideri. Sopra il campo ove l'erba s' chinata come a un soffio di sogno, s' posata la tenera rugiada. Questa notte ha sostato qui l'autunno. Una nebbia leggera, un cielo pallido ed un poco di fumo, sopra le vecchie case. Sembra che l'ultimo soffio della loro vita spiri dai loro tetti. Una nebbia leggera, un cielo pallido e povero di speranze.

Nella pianura (Nazim Hikmet) Nella pianura gli alberi brillano con un ultimo sfarzo: scintillano d'oro e di rame, splendore di bronzo e di legno. I piedi dei buoi sprofondano nell'umida terra, le grigie montagne spariscono nel fumo.

Autunno (D. Valeri) In tenue luce l'autunno si spoglia. Una rete di nervi esili e un velo d'oro diafano, tesi sotto il cielo: l'autunno quel che resta d'una foglia. Era lautunno delluva (Pablo Neruda) Tremava la pergola numerosa. I grappoli bianchi, velati, coprivano di rugiada le sue dolci dita, e le nere uve riempivano
60

le loro piccole mammelle traboccanti di un segreto fiume rotondo. Il padrone di casa, artigiano dal magro volto, mi leggeva il pallido libro terrestre dei giorni crepuscolari. La sua bont conosceva il frutto, il ramo del tronco e il lavoro della potatura che lascia all'albero la sua nuda forma di coppa. Con i cavalli conversava come con immensi bambini: venivano dietro lui cinque gatti e i cani di quella casa ... Egli conosceva ogni ramo, ogni cicatrice degli alberi, e m'insegnava la loro voce antica accarezzando i cavalli.

Bosco autunnale (Boris Pasternak) Il bosco autunnale tutto chiomato. V ombra e sonno e silenzio. N il picchio, la civetta e lo scoiattolo lo ridestano dal sonno. E il sole pei sentieri autunnali entrando sul declino del giorno sbircia intorno guardingo...

Bosco d'autunno A che somiglia un bosco in pieno autunno? Soprattutto ad un sommesso incendio. Lambiscono mute la coppa dei cieli gialle lingue di fiamma. Pi d'uno scialle zingaro screziato il bosco ancora un po' verde. Ad ogni albero, come a un fal, puoi riscaldarti l'anima.

Fuochi di novembre (Affilio Bertolucci) Bruciano della gramigna nei campi


61

un'allegra fiammata suscitano e un fumo brontolone. La bianca nebbia si rifugia fra le gaggie ma il fumo lento si avvicina non la lascia stare. I ragazzi corrono attorno al fuoco con le mani nelle mani smemorati, come se avessero bevuto del vino. Per lungo tempo si ricorderanno con gioia dei fuochi accesi in novembre al limitare del campo.

La foglia morta (Giacomo Leopardi) Lungi dal proprio ramo, povera foglia frate, dove vai tu? Dal faggio l dov'io nacqui, mi divise il vento. Esso, tornando, a volo dal bosco alla campagna, dalle valle mi porta alla montagna. Seco perpetuamente vo pellegrina e tutto l'altro ignoro. Vo dove ogni altra cosa, dove naturalmente va la foglia di rosa e la foglia d'alloro.

Inverno (Anacreonte) Ecco, il mese di Posidone comincia; e gonfiano d'acqua le nubi e cupamente le impetuose bufere rombano. Ali di neve (A. Russo) Il vento vola con ali di neve e sparge sui campi un velo di candore.
62

La neve (E. Evtuscenko) La neve venne, venne verso sera. Essa scese gi dall'alto dei cieli sui tetti e stup tutti con la sua bianchezza. Era davvero tanta, ed era davvero bella ... Cadeva e cadeva e sotto i piedi non si scioglieva, anzi diventava pi compatta. Giacque in terra, ma volava a seconda del vento e nel vento oscillava. Giaceva fresca e scintillante e ognuno ne era abbagliato. Giaceva alta e pura nella sua soffice semplicit.

Il gatto Inverno (Gianni Rodari) Ai vetri della scuola stamattina l'inverno strofina la sua schiena nuvolosa come un vecchio gatto grigio: con la nebbia fai giochi di prestigio, e case fa sparire e ricomparire; con le zampe di neve imbianca il suolo
63

e per coda ha un ghiacciuolo... S, signora maestra, mi sono un po distratto: ma per forza, con quel gatto, con l'inverno alla finestra che mi ruba i pensieri e se li porta in slitta per allegri sentieri. Invano io li richiamo: si saranno impigliati in qualche ramo spoglio; o per dolce imbroglio, chiotti, chiotti, fingon d'essere merli e passerotti.

Il risveglio del vento (R. M. Rilke) Nel colmo della notte, a volte, accade che si risvegli come un bimbo il vento. Solo, pian piano, vien per il sentiero, penetra nel villaggio addormentato. Striscia, guardingo, sino alla fontana; poi, si sofferma, tacito, in ascolto. Pallide stan tutte le case intorno; tutte le querce mute. Amico inverno... (Giovanni Titta Rosa) Amico inverno, l'esile bucaneve e il calicanto stupito ti rallegrano i giorni nitidi, le sere crude e belle; ma tu non hai fretta e gusti il tempo: i brevi soli, le notti infinite che s'aprono sulla terra pavesata di stelle. Favoloso inverno, son esse, le stelle che s'alzano a corone sui monti, con cui t'accompagni e ragioni fino all'alba lontana; e attendi che, fioco, tra 'l lento arrivar della luce, sull'impoverita natura risusciti il giorno scialbo un tocco di campana. Rabeschi di geli, nevi abbaglianti, tese braccia di querci sui colli s'addolciscono al sole che lotta col rovaio; ma cade la notte rapida, fra lividi guizzi di luce dal cielo, e appare sul monte brullo la luna di gennaio..
64

La neve cade (B. Pastemak) La neve cade, la neve cade., Alle bianche stelline in tempesta si protendono i fiori di geranio dallo stipite della finestra. La neve cade, la neve cade, come se non cadessero i fiocchi, ma in un mantello rattoppato scendesse in terra la volta celeste. La neve cade, la neve cade, la neve cade e ogni cosa in subbuglio: il pedone imbiancato, le piante sorprese, la svolta del crocicchio.

Guardando dalla finestra (Marino Moretti) Il bimbo guarda alla finestra i fiocchi tanti ch'empion turbinando l'aria, guarda la strada bianca e solitaria che non ha che un ombrello e due marmocchi, poi guarda la cascina dirimpetto che aggiacciata dal vento e dalla bruma ma che pur nel silezio algido fuma con la pipa del suo comignoletto. Sorride il bimbo nel suo caldo covo ed stupito, perch i fiocchi a un tratto d'un paesello nero e vecchio han fatto un paesello tutto bianco e nuovo.

Paesaggio invernale (Rainer Maria Rilke) Respirano lievi gli altissimi abeti racchiusi nel manto di neve. Pi morbido e folto quel bianco splendore riveste ogni ramo, via via. Le candide strade si fanno pi zitte: le stanze raccolte pi intente.
65

Rintoccano l'ore. Ne vibra percosso ogni bimbo, tremando. Di sopra gli alari, lo schianto d'un ciocco che in lampi e faville rovina.

La morte degli uccelli (F. Copp) La sera, accanto al fuoco, certe volte io penso all'uccello che muore solo nel bosco immenso. Fuori l'inverno triste conduce i suoi giorni assonnati e i poveri nidi deserti, i nidi ormai abbandonati, ondeggiano al vento nel cielo ch' un eterno grigiore. Oh, questa morte di alati ha un volto di nuovo dolore! Eppure un bel giorno, al tempo sognato de le violette, non troveremo i delicati scheletri, fra l'erbette d'aprile, dove ci piacer spensierati garrire. Ma che forse gli uccelli si nascondono per morire?

Nel sole del tramonto (Sergey Esemin) La bianca betulla sotto la mia finestra s' coperta di neve come d'una coltre d'argento. Sta ritta la betulla nella quiete assonnata e arde la neve nel fuoco dorato. Ma l'alba, pigra girando intorno, cosparge i rami d'un argento nuovo.

Albero secco (Wang Va Ping) Un albero secco fuori dalla mia finestra solitario leva nel cielo freddo i suoi rami bruni.
66

Il vento rabbioso, la neve e il gelo non possono ferirlo. Ogni giorno quell'albero mi d pensieri di gioia: da quei rami secchi indovino il verde a venire.

67

LE ORE DEL GIORNO

I momenti del giorno Il cielo scuro scuro lentamente s'imbianca, si spengon le stelle... Ecco l'alba che avanza. Il cielo, ora pi chiaro, di rosa si colora, si svegliano gli uccelli, sta arrivando l'aurora. Il cielo fiammeggiante ha raggi d'oro fino. Il sol splendente appare: ecco il fresco mattino. Dal cielo il sole diffonde luce e calore intorno, tutto ha riflessi d'oro: il caldo mezzogiorno. Il sole lentamente dilegua dietro il monte. Quanti colori in cielo! E' bello anche il tramonto. Fioriscono le stelle nel celo che scurisce. Cala la notte buia cos il giorno finisce.

La vigna (Diego Valeri) La vigna, che ha dormito la breve notte rorida di stelle, si sveglia al primo battere di ciglia del cielo d levante: se tu premi l'orecchio su le zolle, senti che cresce.

68

La stella mattutina (Jone di Ceo)

Aspettiamo la stella mattutina dall'ala bianca che viaggia nelle tenebre, primo annunzio del sole.

Mattino (F. G. Lorca) Che dolcezza infantile nella mattina tranquilla. Gli alberi tendono le braccia verso terra. Un vapore tremulo copre i seminati e i ragni tendono le loro strade di seta: raggi sul cristallo pulito dal vento

Mattino di sole (Rabindranath Tagore) Sopra le risaie verdi e gialle passano le ombre delle nubi autunnali inseguite dal sole rapido incalzante. Le api dimenticano di suggere il miele; ebbre di luce, ronzano come impazzite. Le anatre, sulle isolette del fiume, schiamazzano allegre senza motivo. Nessuno torni a casa stamattina, fratelli, nessuno vada a lavorare. Prendiamo d'assalto l'azzurro del cielo, deprediamo lo spazio nella corsa. Le risate vagano nell'aria come spuma sulle onde del mare. Fratelli, in lievi canzoni sperperiamo il nostro mattino.

Tramonto dopo il temporale (V. Hugo, II rospo , trad. G. Pascoli) Era il tramonto dopo il temporale. C'era a ponente un cumulo di cirri color di rosa. Presso la rotaia d'un'erbosa viottola, sull'orlo
69

d'una pozza, era un rospo. Egli guardava il cielo intenerito dalla pioggia; e le foglie degli alberi bagnate parean tinte di porpora, e le pozze, annugolate come madreperla. Nel d che si velava, anche il fringuello velava il canto, e dopo il bombir lungo del giorno nero, pace era nel cielo e nella terra.

Tristezza dolce della campagna (J. R. Jimenez) Tristezza dolce della campagna, va calando la sera. Giunge da prati mietuti un leve odore di fieno. Le pinete si sono addormentate. Sulla collina il cielo viola teneramente. Svegliato, canta un usignolo.

La ruota gigante (Ennio Paolini) La gran ruota gigante porta appese culle dipinte e luccicanti come gale d'albero di Natale, che nella gran volta scalano il cielo, che s'apre allo sguardo in orizzonti limpidi e improvvisi, colmi di luce, per affondar ancora verso terra in un tuffo, che mozza il respiro. Ma, quando la sera discende, d'improvviso s'ingemma e trascina le culle a nuotare nell'azzurro in cerca delle stelle.

70

Stasera (G. Ungaretti) Balaustrata di brezza per appoggiare stasera la mia malinconia

Sera (Wei Li Bo) Rondini si dondolano nell'aria serale.

Sera d'aprile (Antonia Pozzi) Batte la luna soavemente, di l dai vetri, sul mio vaso di primule: senza vederla la penso come una grande primula anch'essa, stupita, sola, nel prato azzurro del cielo.

La sera (Rainer Maria Rilke) Vien da lungi la sera, camminando per l'abetaia tacita e nevosa. Poi, contro tutte le finestre preme le sue gelide guance: e, zitta, origlia. Si fa silenzio, allora, in ogni casa. Siedono i vecchi, meditando. I bimbi non si attentano ancora ai loro giochi.

Sonnolenza (G. Ungaretti) Questi dossi di monti si sono coricati nel buio delle valli Non c' pi niente che un gorgoglio d grilli che mi raggiunge
71

E s'accompagna alla mia inquietudine

Che cosa? (Diego Valeri) Sul paesino bianco bianco scende la notte scura scura, ma il cuor piccino non ha paura anzi preso da un dolce incanto. Cosa c' che lenta si leva per il cielo vasto e solo? C' una luna di rosa e d'oro che sembra un fior di primavera. Cosa c' nell'aria quieta, come un pianto grave e soave? C' la campana che prega l'Ave e accarezza ogni pena segreta. Che cos'ha per compagnia la piazzetta solitaria? Ha la fontana che sempre varia la sua canzone di fantasia. E l'alberella che par morta senza pi un fremito di volo? L'alberella ha l'usignolo che col suo pianger la conforta. E nella casa che s'empie gi d'uno stuolo vago e leggero d'ombre, vestite di mistero, il bambino felice, cos'ha? Il bambino ha la sua mamma che gli fa nido con le braccia che se lo stringe guancia a guancia e gli canta la ninna nanna.

Silenzio stellato (Giuseppe Ungaretti) E gli alberi e la notte non si muovono pi se non da nidi.
72

Rio Bo (Aldo Palazzeschi) Tre casettine dai tetti aguzzi, un verde praticello, un esiguo ruscello: Rio Bo, un vigile cipresso. Microscopico paese, vero, paese da nulla, ma per ... c' sempre di sopra una stella una grande, magnifica stella, che a un dipresso ... occhieggia con la punta del cipresso di Rio Bo. Una stella innamorata! Chi sa se nemmeno ce l'ha una grande citt.

NB La raccolta sar in seguito integrata da due nuove sezioni: Pianeta infanzia e Il Bel Paese: paesaggi e storia. Inoltre, le sezioni gi pubblicate saranno arricchite dei testi che i visitatori mi faranno pervenire tramite lemail in dotazione al sito.

73

You might also like