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FRAMMENTI DI STORIA LOCALE BONDENO 1940-2010

Persone ed avvenimenti di settantanni della comunit di Bondeno

In copertina: foto del Consiglio Comunale di Bondeno eletto il 7 aprile 1946

Frammenti di Storia Locale Bondeno 1940-2010

INDICE
Prefazione di Massimo Sgarbi ........................................................................ pag. Presentazione di Bracciano Lodi .................................................................... pag. 5 7

Prima parte: relazioni Anna Maria Quarzi: gli anni della guerra e della ricostruzione ............... pag. Edmo Mori: gli anni della ripresa economica ........................................ pag. Bracciano Lodi: gli anni dei grandi investimenti ..................................... pag. Claudio Campini: gli anni dei grandi cambiamenti .................................. pag. Giulio Poletti: gli anni delle grandi difficolt .......................................... pag. Giovanni Nardini: gli anni della sinistra allopposizione ........................ pag. Seconda parte: interviste e testimonianze Un testimone del tempo: il pittore Alberto Cavallari ............................... pag. Le lotte bracciantili .................................................................................. pag. La cooperazione agricola ......................................................................... pag. La cooperazione di consumo ................................................................... pag. Levoluzione delle attivit produttive ...................................................... pag. La cava di sabbia di Settepolesini ............................................................ pag. La Societ Filarmonica G. Verdi di Scortichino ....................................... pag Il pittore Carlo Tassi ................................................................................ pag. Celebrazione dei 150 anni dellUnit dItalia .......................................... pag. Terza parte: documenti .................................................................................. pag. Rassegna fotografica ...................................................................................... pag. 67 71 101 106 114 117 129 136 140 144 219 9 19 32 40 49 54

PREFAZIONE
Questa pubblicazione, voluta dallattuale gruppo dirigente del PD di Bondeno, vuole essere un omaggio al nostro territorio ed alle sue genti che qui hanno vissuto ed operato, in vari campi, negli ultimi 70 anni, per la crescita di questa comunit. Vuole in sostanza far rivivere, dalla viva voce di molti dei protagonisti di tale periodo, fatti, avvenimenti, episodi, sacrifici e decisioni assunte, in particolare da chi ha avuto responsabilit nel governo locale ed in vari settori della vita civile ed economica di Bondeno. Per non dimenticare. Certo non vi stata e non vi la pretesa di scrivere la storia di Bondeno nella sua interezza, ma di riportare frammenti di storia che, collegati insieme, compongono un mosaico ricco di persone e fatti utili a capire il carattere e lidentit di questa comunit. Tutto ci riportato con un ottica di parte? Forse nella scelta degli interlocutori, perch ognuno di noi figlio della propria storia politica, culturale, ideale e familiare. Ci nonostante per non vi faziosit, n pregiudizio, ma rigoroso rispetto dei fatti e degli avvenimenti occorsi durante il periodo indagato. Periodo tra laltro che si intreccia inevitabilmente con la storia del nostro Paese, di cui questanno si festeggiano i 150 anni dellUnitadItalia. Ecco, il nostro vuole essere un piccolo, ma peculiare contributo nei confronti di questo percorso nazionale in cui anche Bondeno inserito con le sue specificit. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa opera, in particolare Bracciano Lodi ed Edmo Mori che, con tanta passione e competenza, hanno curato la raccolta di testimonianze e documentazioni. Infine lauspicio che anche altri possano trovare stimoli e suggerimenti per arricchire ulteriormente la conoscenza della storia di questa comunit, per meglio proiettarla verso il futuro. Per quanto ci riguarda cercheremo di fare la nostra parte. Massimo Sgarbi Segretario PD Bondeno
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PRESENTAZIONE
Quando la Segreteria comunale del P.D. di Bondeno mi ha chiesto di raccogliere documentazioni e testimonianze per una pubblicazione che ripercorresse le vicende di Bondeno negli ultimi 70 anni, ho accolto con entusiasmo e con preoccupazione tale proposta. Entusiasmo perch sono da sempre legato a questo territorio e le sue genti e perch ho vissuto intensamente una parte di questo periodo; con preoccupazione perch temevo di non essere allaltezza delle aspettative. Poi ho iniziato, impostando il lavoro in modo semplice, ma col passare del tempo sempre pi articolato, soprattutto ricercando la collaborazione di tante persone che hanno voluto dare il loro prezioso contributo. Anzitutto coinvolgendo i relatori del convegno, promosso dal P.D. di Bondeno, nel mese di novembre 2010, le cui relazioni costituiscono la prima parte dellopera. La seconda parte comprende la raccolta di interviste e testimonianze, molte inedite ed altre gi pubblicate in passato, di protagonisti della vita sociale ed economica di Bondeno, nel corso di questi 70 anni. Infine, la terza parte, riporta documenti relativi a fatti rilevanti per Bondeno, accaduti nel periodo esplorato, in particolare riferiti alle scelte politiche e programmatiche compiute dalle Amministrazioni comunali che si sono succedute dalla Liberazione ai giorni nostri. A tale riguardo un contributo decisivo venuto da Edmo Mori che, con la sua competenza di ricercatore e la sua passione verso la storia locale, ha messo a disposizione di questa pubblicazione documenti ed elaborazioni preziose per la riuscita dellopera. Desidero ringraziare il gruppo dirigente del P.D. di Bondeno per aver sostenuto questa iniziativa e tutti coloro che, con la loro disponibilit e collaborazione, hanno consentito la realizzazione dellopera il cui titolo frammenti di storia locale sta a significare che si tratta solamente di una parte di ci che accaduto nel corso di 70 anni della vita di questa bella comunit ma che, a nostro avviso, rappresenta una parte importante della storia recente di Bondeno e non sufficientemente conosciuta. Bracciano Lodi
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PRIMA PARTE: RELAZIONI

Anna Maria Quarzi


Direttrice dellIstituto di Storia contemporanea di Ferrara
Gli anni della guerra e della ricostruzione

Per una comunit importante ricordare, conoscere la propria storia ed interagire con essa: questo sia per comprendere da dove si viene, quali sono le nostre radici, ma soprattutto per meglio capire dove andare. Ripercorrere, seppur a grandi linee, la storia delle genti e del territorio di Bondeno negli anni quaranta e cinquanta dello scorso secolo un po rivivere la storia dellintero Paese, con in pi le peculiarit e le specificit che hanno caratterizzato le vicende di questo importante comune ferrarese. Comera Bondeno in quegli anni? Come viveva la gente? Il territorio dal punto di vista economico era caratterizzato quasi esclusivamente dallagricoltura, dalla grande propriet terriera come del resto tutta la provincia di Ferrara, con una forte presenza di braccianti che vivevano in condizioni economiche molto precarie (negli anni cinquanta si parla di 120.000 braccianti in tutta la provincia ferrarese, un numero esorbitante come ricorder Spero Ghedini nel suo libro autobiografico Uno dei centoventimila). Povert, disoccupazione, come noto gli avventizi in autunno e inverno non lavoravano, sono gli elementi che caratterizzano tutta la prima met del novecento. Lunica industria era quella dello zuccherificio, nato nel 1911 e di propriet della Societ saccarifera di Genova. Dal punto di vista politico, fin dai primi del 900 vi era una forte componente socialista e quando nel 1921 nacque a Livorno il Partito Comunista dItalia, molti socialisti bondenesi aderirono al nuovo partito, tra cui Luigi Bagnolati, uno dei fondatori e dirigenti della Federazione comunista di Ferrara. Nel 1919 si era costitutio anche il Partito Popolare.
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Personaggio di grande spessore, il bracciante Bagnolati divenne capolega a Burana nel 1920 e collocatore comunale presso la Camera del Lavoro di Bondeno. Nel 1921 fu duramente bastonato dai fascisti a Burana che in quel periodo assaltavano le case del popolo e le sedi delle leghe. Dirigente politico capace e attivo nel 1926 fu inviato a Lione al III congresso del Partito Comunista dItalia, successivamente venne eletto membro del Comitato Centrale del Partito. Arrestato dai fascisti a Milano nel 1927 fu condannato dal Tribunale Speciale a 15 anni di reclusione. Scarcerato nel 1935 fu chiamato a Parigi dal Centro Estero del Partito Comunista dove continu la lotta contro il regime fascista, collaborando al quotidiano antifascista La voce degli Italiani e dirigendo i patronati per i carcerati politici. Dopo loccupazione tedesca collabor con i comunisti francesi di Le Mans. Torn in Italia nel 1945 a Liberazione avvenuta e continu a dedicare al partito la sua attivit. Ha scritto un prezioso libro di memorie dal titolo Origini della Federazione comunista ferrarese Memorie e documenti. Nonostante le violenze fasciste, che come abbiamo sopra detto colpirono pesantemente il bondenese nel biennio 1921/1920 anche dopo lo scioglimento dei partiti democratici e la definitiva nascita della dittatura, il tessuto delle idee socialiste e rivoluzionarie a Bondeno non mor di certo, come del resto in tutto il ferrarese. Certo, i principali esponenti della sinistra, come Bagnolati, dovettero andarsene, scappare, nascondersi, ma le loro idee rimasero nellanimo degli uomini e delle donne, si susseguirono manifestazioni di braccianti, di lavoratori: un primo vero e proprio antifascismo militante che si espresse attraverso scioperi illegali, festeggiamenti del primo maggio, festa dei lavoratori, che come noto era stata abolita. Alle manifestazioni il fascismo rispose con le persecuzioni politiche, i soprusi, le angherie nei confronti dei socialisti, dei comunisti, e anche dei cattolici (ricordiamo il circolo femminile cattolico che si era costituito il quel periodo a Santa Bianca e ad Ospitale e il circolo giovanile Adolfo Nardi di San Biagio che furono duramente attaccati dai fascisti). Rispose con le violenze soprattutto nei confronti del movimento sindacale e cooperativo che in tutto il territorio di Bondeno era particolarmente ben organizzato. Non mancarono fatti di sangue come luccisione di un iscritto al partito comunista, Angelo Ghedini, come riporta la Gazzetta Ferrarese del 3 gennaio del 1922. Ancora nel 1924 dopo il delitto Matteotti, scrive Bagnolati, ci furono tentativi da parte dei comunisti di organizzare manifestazioni di dissenso, in particolare
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a Burana definita dai fascisti covo di comunisti. Dopo un violento scontro fra antifascisti e fascisti nel dicembre 1924 vennero arrestati 32 lavoratori e portati in carcere. Quattro fra cui una donna, Carina Poletti restarono in carcere fino al processo che si svolse nel gennaio 1925. Fra gli imputati oltre alla Poletti cerano Arrigo Gavioli,Giovanni Marchetti, Celso Pasqualini, Sante Tassi, Carlo Vincenti, Fernando Zoboli che diventeranno esponenti importanti della Resistenza nel bondenese. Nel 1937 la persistenza dellopposizione antifascista, che il regime non era riuscito a debellare, confermata tra laltro da un singolare intervento del prete di Salvatonica che a seguito della forte epidemia di tifo scoppiata nella zona, anzich mettere in guardia la gente circa lo stato dellacqua del Po, in una predica incolp dellepidemia la diffusione di volantini, volti a protestare contro la guerra di Spagna, distribuiti a suo dire, dai bolsevichi di quel territorio. Naturalmente ci furono altri preti, quello di Santa Bianca per esempio che invece non esitarono a denunciare pubblicamente le condizioni della popolazione e ad assumere atteggiamenti di opposizione al fascismo. I volantini di cui parla il prete di Salvatonica uscivano da una stamperia clandestina dotata di un primitivo ciclostile, organizzata da Spero Ghedini e dalla moglie Giuseppina Pacetti. Ghedini aveva sostituito alla guida del partito comunista Bagnolati, che era, come sopraddetto, in carcere condannato a quindici anni dal Tribunale Speciale, Anche Spero Ghedini nel 1938 per la sua attivit sovversiva fu arrestato assieme ad altre cinque persone, accusate di distribuire il giornale LUnit. A tutti vennero inflitte pesanti condanne. Spero Ghedini, personaggio di spicco dellantifascismo e della Resistenza non solo ferrarese, uomo capace e acuto politico, negli anni cinquanta sar eletto sindaco di Ferrara. Come Bagnolati, dopo una giovanile adesione al Partito Socialista Italiano, nel 1930 si avviciner al Partito Comunista dItalia fino ad aderirvi completamente. A causa della sua attivit nel campo dellantifascismo, come abbiamo detto, nel gennaio 1938 fu arrestato e condannato dal Tribunale Speciale a 8 anni di carcere. Tornato in libert il 28 agosto 1943 in seguito alla caduta del Fascismo, riprese immediatamente lattivit politica a Bondeno ma, a causa dellomicidio del federale del Partito Fascista Repubblicano di Ferrara Igino Ghisellini nel novembre 1943, sapendo di essere ricercato entr in clandestinit. Inviato in Veneto a Rovigo e poi a Bologna partecip alla lotta partigiana. Nel novembre 1944 fu nominato responsabile del PCI ferrarese e commissario, assumendo poi lincarico di segretario della Federazione ferrarese del PCI e responsabile delle formazioni partigiane della provincia fino alla Liberazione.
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Con la promulgazione delle leggi razziali contro gli ebrei, nel 1938, il regime espresse appieno il vero volto della dittatura che discrimina i suoi cittadini e anche gli abitanti di Bondeno ne risentirono le assurde conseguenze come la revoca da parte del Comune, della cittadinanza onoraria allarchitetto Arrigo Minerbi, solo perch ebreo, cittadinanza che gli era stata conferita con grande enfasi, solo pochi anni prima, per aver realizzato il monumento ai caduti della prima guerra mondiale. Con lo scoppio della guerra il 10 giugno 1940 si intensificarono le persecuzioni contro gli oppositori del regime, contro gli aderenti ad associazioni eversive, o comunque coloro sospettati di essere contro la guerra e gli arresti furono numerosissimi. La Resistenza si innest quindi su un tessuto proveniente da lontano ed ebbe sostegno in larga parte della popolazione di Bondeno, in modi e forme diverse, ma essenziali per potersi organizzare. Ci sta a dimostrare come, nonostante la repressione, lavversione contro il fascismo e le idee di libert non fossero mai morte e continuavano a circolare. E si intensificavano durante i primi anni della devastante guerra, non certo voluta dalla maggioranza della popolazione. Il 25 luglio del 1943, dopo lo sbarco in Sicilia degli Alleati, cadde il fascismo, Mussolini venne arrestato e portato in stato di fermo sul Gran Sasso. Il Re incaric il Generale Badoglio di formare un nuovo Governo. Si ebbero manifestazioni di piazza in tutto il territorio bondenese, caratterizzate da grande gioia, nella convinzione che la guerra fosse finita. Adriano Merighi, giovane operaio saccarifero, racconta nel suo diario dellepoca, consegnato allANPI di Bondeno, che corse a casa della sua ex maestra, lunica in paese ad avere la radio, per ascoltare il proclama di Badoglio e della gioia che prov a quelle parole assieme ai suoi compagni Dopo leuforia, per, una grande delusione: la guerra continuava, molti giovani bondenesi si trovavano nei vari fronti di guerra, la gente mancava delle cose essenziali, privazioni e miseria erano allordine del giorno. Gli avvenimenti successivi sono ben noti: lotto settembre 1943 venne firmato larmistizio. I tedeschi gi dal 9 settembre occuparono Ferrara e si insediarono in tutta la provincia. Il 24 settembre venne fondata la Repubblica Sociale , la repubblica di Sal con capo Mussolini che era stato nel frattempo liberato dai tedeschi. LItalia si trov divisa in due parti: il centro sud che veniva liberato dagli angloamericani ed il nord con una nuova dittatura nelle mani dei tedeschi. Il Paese vivr i due anni pi terribili della sua storia.
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La guerra con il suo carico di rovine: morte, distruzione, fame, continuava . Il fascismo repubblicano alleato degli occupanti tedeschi mostrava il volto pi feroce della dittatura. Si costituirono in tanta parte dellItalia del nord i gruppi partigiani per reagire e resistere a questo terribile stato di cose e tanta gente seppe subito da che parte schierarsi. Solo con laiuto di larga parte della popolazione la Resistenza riusc ad organizzarsi e ad agire. Nacquero moti spontanei contro la guerra, si organizzarono scioperi nelle campagne e le cronache dellepoca citano diversi episodi di protesta in tutto il territorio di Bondeno. Ma due mesi dopo l8 settembre, un terribile eccidio segn la storia della nostra provincia e le conseguenze furono devastanti per tutto il territorio. Allalba del 15 novembre 1943, infatti, presso il Castello Estense di Ferrara e sulle mura vennero fucilati 11 cittadini innocenti per vendicare lassassinio del Federale Igino Ghisellini, il cui cadavere era stato trovato il giorno precedente presso Castel dArgile vicino a Cento. Si tratta del primo eccidio di guerra civile in cui non i tedeschi, bens i fascisti, furono fautori del crimine. Ebbe risonanza a livello nazionale ed il giorno dopo Il Corriere della Sera titolava Ferrarizzare lItalia! Leccidio Estense stato immortalato nel racconto di Giorgio Bassani Una notte del 43" e nel film di Florestano Vancini La lunga notte del 43" . La strage di castello Estense fu un colpo durissimo per la Resistenza che si stava organizzando e che ne risent a lungo. Molti dirigenti dovettero allontanarsi e i nuovi inviati da Bologna furono costretti ad operare per qualche tempo in condizioni difficilissime. Nei primi del 1944, anche se con difficolt, i resistenti si organizzano capillarmente anche nel territorio di Bondeno, come ben documentato dalle interviste di alcuni protagonisti inserite nella pubblicazione dal titolo Le voci della libert, a cura di Alberto Vincenzi realizzata per conto dellANPI di Bondeno nel 2005. Nel 1944 si costitut la 35 brigata Garibaldi Bruno Rizzieri che oper nelle zone di Ferrara, Bondeno, Vigarano, Mirabello, Poggiorenatico, Cento, SantAgostino, Jolanda di Savoia, Tresigallo, Formignana, Ro, Berra, Copparo. Nel bondenese si costutirono i primi G.A.P. (Gruppi di Azione Partigiana), uno ad Ospitale, e due a Scortichino. Nella primavera-estate 1944 in tutto le campagne bondenesi si registrarono scioperi e proteste. In piena guerra e sotto la Repubblica di Sal i braccianti,
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gli operai protestavano, lottavano apparentemente per motivi economici ma le loro erano vere e proprie manifestazioni antifasciste: il 2 giugno a Stellata, circa duecento donne compartecipanti dellazienda Achille Sani incrociarono le braccia, il 21 giugno a Gavello, Pilastri e Burana gli operai sospesero la mietitura. Queste proteste ancora una volta dimostravano che il movimento antifascista degli inizi degli anni venti non si era mai sopito. Sempre in quellestate 1944 ci fu una vera e propria battaglia del grano: alla richiesta dei tedeschi di grossi quantitativi di grano, gli uomini e le donne della Resistenza si mobilitarono. La parola dordine: non un chicco di grano ai tedeschi! Vennero fatte saltare trebbiatrici, sabotati i raccolti e nel contempo continuarono gli atti di guerriglia con sabotaggi alla linea Suzzara Ferrara, ai fili del telefono, ai depositi di armi e mezzi sulle rive del Po. Linverno 1944-1945 fu durissimo, come in tutta la provincia; nel bondesano si susseguirono rastrellamenti e arresti da parte dei nazifascisti che colpivano con ferocia inaudita, ormai pesantemente sconfitti in vari fronti di guerra. A Burana il 17 dicembre 1944 furono arrestate 72 persone, fra il gennaio e il febbraio 1945 sempre a Burana altre 14. Rastrellamenti venivano effettuati quasi giornalmente. Il Comitato di Liberazione (CLN) locale rispose a questi tragici avvenimenti con lorganizzazione di una vera e propria giornata insurrezionale: la famosa manifestazione del 18 febbraio 1945 quando un numeroso gruppo di donne provenienti da diverse frazioni andarono nella piazza di Bondeno, entrarono in municipio e bruciarono i registri di leva su cui erano iscritti i nomi dei giovani che dovevano essere inviati alla guerra o deportati in Germania. La giornata fu preparata e organizzata dal CLN che riuniva esponenti di tutti i partiti antifascisti. Questa giornata rappresent il culmine dellesperienza antifascista della zona anche e soprattutto per il lungo lavoro di preparazione che coinvolse sia i partigiani incaricati di proteggere la manifestazione, sia la popolazione intera che solidarizzava fortemente. Un episodio di resistenza partigiana che vide protagoniste le donne. Pi di 200 donne assalirono, dunque, il municipio, bruciarono le carte annonarie e i registri di leva per evitare che i loro cari venissero arruolati dalla Repubblica Sociale ed esposero il Tricolore senza lo stemma sabaudo. Nel 2005 a sessantanni dal 18 febbraio 1945 ad alcune di quelle straordinarie protagoniste stata conferita una medaglia da parte dellANPI. Una di loro Elvira Bosi ricordando la giornata dir Ho salvato cos mio fratello e mio marito. Alla fine non era rimasto pi nessun nome da reclutare. Eravamo tantissime a correre su per le scale del municipio e a buttare gi dal balcone
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tutto quello che ci capitava per mano. Nella mia vita ho avuti tanti ricordi, molti ne ho perduti, ma giornate come quella non si possono dimenticare. stata una bella lotta. Allarrivo dei fascisti poi siamo scappate. E loro ci correvano dietro. Non tutte purtroppo riuscirono a fuggire. Cinque donne rimasero ferite, una decina fu arrestata. Queste ultime furono portate nella caserma dei Carabinieri e di qui trasferite al carcere di Ferrara, dove subirono torture. Tante ebbero a subire per lunghi anni le conseguenze di quei maltrattamenti. Per riavere le proprie mogli e le proprie sorelle i familiari sostarono per diversi giorni davanti alla caserma, finch non furono rilasciate. Nel frattempo un gruppo di partigiani sequestr il Podest di Bondeno, che fu lasciato libero a patto che fossero liberate le donne condotte in carcere.La giornata, come abbiamo affermato, fu possibile grazie ad una ampia rete organizzativa e a quel substrato ideale e politico che, come abbiamo visto, non era mai andato disperso durante i lunghi anni del fascismo. Bondeno, che cominci a subire bombardamenti dalla fine di febbraio, fu liberata il 24 aprile 1945 e gli Alleati che entrarono nella cittadina trovarono gi insediato il CLN comunale che era riuscito ad aver ragione dei nazifascisti prima dellarrivo delle truppe alleate. Gli scontri fra partigiani e fascisti e tedeschi tra il 21 e il 25 aprile erano stati violentissimi e vi lasciarono la vita ben 18 partigiani bondenesi. I tedeschi in ritirata avevano fatto saltare i ponti in particolare nel territorio della bonifica di Burana. Furono giorni terribili, i tedeschi in ritirata lasciavano terra bruciata . Il giorno 26 aprile il Comitato provvisorio di Liberazione Nazionale presentava al Governatore alleato la lista degli eleggibili fra i rappresentanti di tutti i partiti antifascisti, per la Giunta comunale di Bondeno: Sindaco Assessori effettivi Cavallari Arturo Tassinari Demetrio (vicesindaco) Guandalini Anselmo Zerbini Ercoliano Poletti Curzio Assessori supplenti Guerzoni Armando Melloni Cesare La dittatura era finita, il paese si avviava verso la democrazia. Era finita anche la guerra e aveva lasciato distruzione, morti, feriti, miseria: molti giovani non tornarono pi, le campagne erano distrutte.
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Cera gioia, ma anche disperazione. Bisognava ricostruire un Paese non solo dalle macerie fisiche , economiche ma anche da quelle psicologiche e morali. Prima di tutto bisognava costruire le istituzioni democratiche e darsi la forma di governo. Il 2 giugno del 1946 si vot il referendum per la Monarchia o la Repubblica, tra laltro fu la prima votazione in cui poterono esprimere il loro voto anche le donne. Questo avvenimento vide una partecipazione altissima di elettori. Le immagini dellepoca riportano lunghe file gioiose di uomini e donne davanti ai seggi, spesso nella campagne, ci raccontano, mariti e mogli uscivano insieme per la prima volta. Tutto questo testimonia la voglia di partecipazione, il desiderio di sentirsi cittadini in un paese finalmente con libere elezioni. A Bondeno vinse ampiamente il voto a sostegno della Repubblica. Poco prima, il 7 aprile dello stesso anno 1946 , cerano state le elezioni amministrative: la sinistra formata da PCI e PSI ebbe la maggioranza assoluta dei consensi ed il nuovo Consiglio Comunale elesse Sindaco Ercoliano Zerbini, vecchio socialista di Gavello. Si era festeggiato in una Bondeno imbandierata il primo 1 maggio. Quel 1 maggio del 1946, ad un anno dalla Liberazione assunse un particolare significato.1 maggio Festa del Lavoro il grido appassionato che sentiamo fin dalla nostra infanzia sulla bocca dei nostri braccianti, delle nostre donne, di tutti i nostri lavoratori scriver Sper Ghedini, su La Nuova Scintilla del 28 aprile 1946. Quindi da un lato una grande voglia di vivere, di affermazione e dallaltro grandi problemi economici e di lavoro. I danni della guerra avevano causato allagamenti diffusi nelle zone di recente bonificazione, bombardati i ponti sul Po, le zone industriali, le ferrovie. E i problemi della questione agraria per Bondeno e per tutto il ferrarese si riproponevano con forza. Nella provincia un esercito di 100.000 senza lavoro premeva su di un asfittico scenario produttivo. Contestualmente veniva meno un elemento tipico della produzione agricola ferrarese: la canapa. Ragioni di mercato portarono al tracollo e con la fine della canapa finisce la filiera industriale collegata: canapifici, cordami, tessitura domestica, pettinatura. Sono anni di violenti scontri sociali e lotte agrarie durissime. Con le elezioni del 1948 le sinistre vengono espulse dal Governo e si acuisce quanto sopra affermato.
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Il biennio 1948/1949 rappresenta un momento di altissimo scontro, in cui si esprime la volont dei lavoratori agricoli di non piegare il capo. Si susseguirono gli scioperi. Lo scontro tra gli agrari e le masse bracciantili fu molto violento: nel 1948, il 24 novembre, in una manifestazione in piazza a Bondeno, per richiedere la gestione diretta del collocamento al lavoro, la Celere spar ad altezza d uomo e rimase ucciso Fernando Erculei e feriti altri 10 manifestanti. Laltro sciopero, che dur mesi e sconvolse non solo il bondenese ma lintera provincia, fu quello del 1949 che dur mesi, si chiedevano salari migliori, riconoscimento del collocamento. Anche durante questo sciopero lo scontro fu durissimo; nella zona di Argenta perse la vita loperaia Maria Margotti, anche in questa caso la polizia aveva sparato ad altezza duomo. Negli stessi anni ci fu un tentativo di trasformare la compartecipazione in Collettivo integrale, in cui tutti i lavori sono messi in comune. Il Collettivo stato una particolare forma di organizzazione, adottata dal bracciantato che trov la sua ragione dessere in quella sollecitudine prestata nellimmediato dopoguerra alle possibili nuove forme di organizzazione del lavoro agricolo. Non fu una scoperta, una cosa che emerse, che nacque da s improvvisamente, ma fu piuttosto una concreta e tempestiva interpretazione delle esigenze bracciantili e trasse senso e sostanza dalle tradizioni organizzative locali. Si svilupp soprattutto nella zona di Bondeno e di Argenta, in cui le tradizioni sindacali del bracciantato, rimasero solide e anzi si arricchirono nonostante i reiterati tentativi compiuti dal fascismo di fiaccare e svuotare di valore le conquiste e il patrimonio di lotta di queste popolazioni. I collettivi, a Bondeno, videro impegnati tanti lavoratori e le loro rappresentanze politiche e sindacali, che furono protagonisti di tante battaglie, improntate alla solidariet ed allequit, per fronteggiare la grande miseria. Il decennio 1940-1950, con lo sciopero del 1954 (lo sciopero dei 120.000 braccianti la battaglia del falcetto), sembra chiudere unepoca: la solidariet che si era creata fra i braccianti e i ceti medi fece s che venissero accettate dalla Confida le richieste dei lavoratori. Quegli uomini e quelle donne, che seppero conquistare diritti sociali, che si batterono per loro dignit di liberi lavoratori, ci hanno indicato la strada da seguire per essere cittadini consapevoli.
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Edmo Mori
Ex Comandante della Polizia Municipale di Bondeno Gli anni della ripresa economica

Ho assunto servizio alla fine di settembre del 1957, dopo che il Consiglio Comunale in seduta ordinaria ha proclamato la graduatoria del pubblico concorso al quale avevo partecipato nei mesi di giugno e luglio precedenti. Il ruolo assegnatomi stato quello di Responsabile della Polizia Municipale, delle attivit produttive e della Nettezza Urbana del Comune di Bondeno. Lorganico del comune di quei tempi era formato da alcune persone gi in servizio da prima della guerra, mentre la maggioranza era entrata per chiamata o per concorso nel dopoguerra. Anche il Corpo della P.M. e lorganico del neo costituito reparto della N.U. erano costituiti da operatori gi in et matura, ma posso assicuravi di aver trovato in tutti la pi ampia disponibilit, che costituisce il requisito indispensabile perch il lavoro affidato ad un gruppo persegua risultati positivi. Le caratteristiche del mio lavoro hanno poi fatto si che prendessi immediato contatto con i componenti della Giunta e particolarmente col Sindaco, capo dellamministrazione comunale, ufficiale di governo e, nel caso di Bondeno, Autorit Locale di Pubblica Sicurezza nei confronti del quale la P. M. ha un doppio rapporto di subordinazione perch gli agenti della P.M. sono dipendenti del comune, ma, come agenti di P.S., hanno un rapporto di dipendenza diretta dallautorit di P.S. Di fronte al sindaco ho prestato la promessa solenne ed in seguito sono passato da quellufficio ogni giorno per prendere nota delle necessit che esulavano dai compiti ordinari previsti dalla legge comunale e provinciale e dal regolamento speciale del corpo della P.M. Gli anni Cinquanta recavano ancora i segni del dopoguerra. Il comune era uscito dal conflitto in ginocchio. Strade in dissesto, acquedotto funzionante a singhiozzo, disoccupazione a livelli impressionanti, appena mitigata dai contratti agricoli di mano dopera obbligatoria (la discussa imponibile che tante proteste ha sollevato fra gli agricoltori), dalle brevi assunzioni di pochi operai presso gli stabilimenti della Saccarifera Lombarda e della S.A.T.P.A.A.
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per le campagne delle barbabietole e del pomodoro e dai pochi Cantieri Scuola finanziati dal Ministero del Lavoro che i bondenesi avevano battezzato col nome di Papin perch la retribuzione per un giorno di lavoro ammontava a seicento lire, appena sufficienti per un piatto di minestra. Lunico grande cantiere di quegli anni era stato quello aperto proprio dal comune (per la precisione dal Consorzio fra i comuni di Bondeno e Ficarlo) per la ricostruzione del ponte sul Po, bombardato dagli alleati nel 1944 e sostituito da un passo natante dal 1946 al 1954. La ricostruzione della struttura, realizzata con barche in calcestruzzo armato costruite sul posto dallImpresa Galliera Fedoro di Bondeno, ha richiesto un impegno complessivo a carico del consorzio, fra barche, impalcato e testate di 160.000.000 milioni, ma il lavoro restava tragicamente scarso per una popolazione residente di quasi 30.000 abitanti, pi della met della quale non aveva diritto allassistenza, per cui assistenza medica, farmaceutica ed ospedaliera erano poste a carico del comune sulla scorta dei ben noti Elenchi dei Poveri. In quei tempi, lufficio del Sindaco non disponeva di un servizio di segreteria particolare per disciplinare gli orari ed il ricevimento del pubblico, e gli uffici del Sindaco e del Vice-Sindaco erano meta abituale di disperati che chiedevano aiuto per loro stessi e per i loro familiari, per problemi di abitazione, di lavoro e di salute. E proprio da una situazione in ambito sanitario scaturita la prima esperienza diretta che ho vissuto e della quale voglio farvi un cenno. Il Palazzo Comunale, ospitava ovviamente i vari uffici e fra questi un ambulatorio dellOpera Nazionale Maternit ed Infanzia nel quale operava unassistente dellente per le vaccinazioni obbligatorie della prima infanzia, disciplinate dalla legge n. 891/1939 e dal Decreto del Capo del Governo 7 marzo 1940. Lambulatorio, meglio noto come Consultorio, svolgeva unattivit molto intensa perch la natalit aveva valori molto pi alti rispetto ad oggi ed era controllato dallUfficiale Sanitario, medico di base delle frazioni di Scortichino e Gavello che, a tempo parziale, svolgeva la funzione di ufficiale sanitario col controllo quindi anche dellO.N.M.I. Lalimentazione principale dellinfanzia era allora costituita dal latte, ma non il prodotto pastorizzato, scremato o sterilizzato delle varie marche in commercio oggi, ma latte di stalla, venduto dalle reggitrici delle aziende del territorio, bollito a scopo profilattico prima del consumo, che nonostante il controllato sul piano igienico compiuto con unintensa attivit di prelievo di campioni effettuata sia dalla Polizia Municipale che dagli agenti dellUfficio del Medico Provinciale operante presso la Prefettura di Ferrara, era responsabile di tante affezioni intestinali. Sindaco e Vice Sindaco, di fronte alla disperazione degli amministrati seguivano il fenomeno con particolare attenzione, ne discutevano ampiamente con lUfficiale Sanitario convenendo che una delle cause, se non la principale di
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quanto stava avvenendo ai danni dei bambini poteva esser legato alla qualit del latte. Le raccomandazioni fatte alle mamme per scongiurare il diffondersi della malattia e quelle rivolte agli agricoltori, tramite le associazioni di categoria perch lalimentazione del bestiame fosse compiuta con prodotti sani e perch la mungitura delle vacche che avevano partorito non fosse anticipata dal desiderio di guadagnare qualche giorno nel commercio del latte, sembravano non approdare ad alcun miglioramento, per cui lapertura di un Centro per la raccolta e la pastorizzazione del latte, operata da un privato in un complesso appositamente costruito in Via per Zerbinate (Borgo Scala) ha indotto lAmministrazione Comunale ad adottare un provvedimento di divieto della vendita del latte di stalla per uso alimentare e disposto, con apposita ordinanza adottata dal Sindaco in applicazione delle norme contenute nella legge del 1929, che per uso alimentare fosse posto in commercio solo latte pastorizzato. Il provvedimento ha scatenato, come era previsto, la disapprovazione degli agricoltori ed anche quella della cittadinanza che aveva un rapporto consolidato con i numerosi produttori del territorio. La protesta, nonostante lampia campagna di informazione compiuta con i mezzi allora a disposizione (manifesti), sembrava non potesse essere placata, ma la Giunta, confortata dallUfficiale Sanitario, ha creduto alla validit della strada intrapresa ed avvalendosi della collaborazione della Polizia Municipale, utilizzata con continuit in un assiduo lavoro di controllo sullintero territorio, in capo a poco pi di anno ha visto laffermazione della nuova regolamentazione confortata peraltro dal graduale calo delle affezioni che avevano colpito i bambini. Il latte, come detto, costituiva un elemento importante nel ciclo alimentare degli anni Cinquanta, ma Bondeno aveva anche quello dellacqua potabile, di ottima qualit perch proveniente dalle sorgenti (fontanili) di Castelfranco, ma scarsa per le necessit della popolazione e mancante nella maggior parte del forese, servito, ma solo dove era stato possibile portare le condotte, mediante fontanelle pubbliche presso le quali si attingeva il prodotto mediante secchi, solo a ci destinati, bidoni metallici e damigiane di vetro, ma in quantit non superiore a cinquanta litri per persona, cos come stabiliva il Regolamento Comunale per il Civico Acquedotto, con laggiunta della disposizione sanitaria che proibiva di collegare al rubinetto qualsiasi tipo di conduttura per non inquinare, nelleventualit di un calo di pressione, lintera condotta. La vicenda dellacquedotto di Bondeno aveva origini lontane, essendo iniziata nel 1893 quando il comune di Ferrara aveva opposto un secco rifiuto alla richiesta fatta per portare una conduttura da Ferrara a Bondeno. Un successivo esperimento di estrazione di acqua da un pozzo artesiano, cos come era stato fatto dal comune di Finale Emilia, non aveva dato buoni risultati, per cui nel 1905, non
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senza difficolt, stato possibile entrare nel Consorzio Acquedotto gi operante fra i comuni di Crevalcore e Finale Emilia. Nel dopoguerra, la lunga condotta costruita sul posto mediante elementi tubolari in cemento, a distanza di oltre mezzo secolo stava manifestando numerose anomalie dipendenti da vistose perdite, da improvvise rotture, dalla sezione del tubo, calcolato e costruito sulla base dei consumi dei primi anni del Novecento ed infine perch Bondeno era il comune pi lontano fra quelli costituenti il consorzio. Nel 1959 lAmministrazione si ha fatta perci carico del grave problema, nonostante proprio in quegli anni avesse impegnato il bilancio comunale per dare una piccola risposta alla carenza di alloggi trasformando lex teatro comunale P. Ferrari in alloggi popolari, costruendo quattro case bifamiliari nel rione sanissimo (assegnate poi a 16 famiglie), cedendo alcune aree del rione Santissimo allI.N.A. CASE per i condomini di Via della Resistenza ed allente UNRA - CASE per lerezione di casette nellarea urbanizzata in quei tempi nella campagna Cestarella, chiamata dal nome del proprietario Piano Borri, da assegnare agli sfollati delle case allagate dalla piena del Panaro e del Po del 1951, temporaneamente alloggiati presso le scuole di Piazza A. Moro. Era questa la situazione quando stato sottoposto allesame del Consiglio Comunale il problema acquedotto ottenendo dal consesso ampio mandato per la progettazione di un nuovo impianto e per il successivo distacco di Bondeno dal consorzio con i comuni di Crevalcore e Finale Emilia. Per inquadrare il problema deglinvestimenti comunali in opere pubbliche bisogna ricordare che la parte Entrata del bilancio di quei tempi era costituita dai tributi comunali, i pi importanti dei quali erano lImposta di Consumo (il cos detto Dazio riscosso da un appaltatore) e lImposta di Famiglia, applicata e riscossa direttamente che, come stabiliva larticolo 107 del T.U. della Finanza Locale, colpiva i redditi delle famiglie ed ogni altro indice di apparente agiatezza delle stesse. Lo Stato non era in grado di erogare fondi ai comuni e laccesso ai mutui per la costruzione di nuove opere pubbliche non era facile perch era ancora in atto la ricostruzione. LAmministrazione Comunale ha allora dimostrato coraggio e determinazione perch contemporaneamente al progetto di un nuovo acquedotto ha dovuto far fronte alla costruzione di nuovi plessi scolastici elementari per le localit di Corpus Domini, Guattarella, Lezzine e per la frazione di Scortichino, ai quali ha fatto seguito la costruzione di un nuovo immobile per lIstituto di Avviamento Professionale di tipo Agrario T. Bonati di Bondeno capoluogo, ospitato fin dagli anni Trenta del Novecento nellimmobile comunale di Via Vittorio Veneto, successiva sede della Scuola Media Unica e poi della Sezione staccata del Liceo Scientifico Roiti, ma in attesa di trasferimento per poter disporre di un maggior numero di aule e di adeguati campi sperimentali.
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Lo studio del progetto dellacquedotto stato affidato allIngegner Achille Bonora, direttore dellUfficio Tecnico della Provincia, che aveva progettato il plesso delle Scuole elementari di Piazza A. Moro nel 1926, la Torre Piezometrica di Piazza Martiri nel 1938 e la facciata della Chiesa Arcipretale nel 1939. Il professionista, assumendo come parametro di riferimento il consumo di acqua potabile del 1959 moltiplicato PER CENTO, ha consegnato gli elaborati prevedenti: la perforazione di pozzi nella golena destra del Po a Stellata; la costruzione di una centrale di depurazione del tipo a sabbia e di una torre piezometrica sulla destra dellargine del Po in localit Malcatone e di una condotta di collegamento fra la torre piezometrica di Stellata e quella di Bondeno da realizzare con un tubo del diametro di 325 millimetri. Lopera, finanziata a carico di pi esercizi stata approvata dal Consiglio Comunale il 24 ottobre 1959 e con lo stesso provvedimento stato approvata un mandato relativo alla costruzione di diverse condotte di distribuzione a beneficio del forese che, in determinate zone, non poteva utilizzare nemmeno le acque dei pozzi perch erano cariche di gas metano. Nellattesa del compimento delle opere di presa, della condotta e dellesercizio provvisorio dellimpianto, considerato che la qualit dellacqua fornita dai pozzi, anche se ricca di ferro, era da considerare potabile, per rendere meno difficile la vita dei cittadini stata acquistato un carro botte, destinato al rifornimento di acqua alle utenze del forese non servite e per il servizio primaverile-estivo di innaffiamento delle strade bianche. A questultimo proposito va sottolineato che nel mese di giugno del 1959 ha visto la luce, dopo una gestazione durata alcuni anni, il Nuovo Codice della Strada. Era un provvedimento atteso da tempo per omogeneizzare a livello nazionale comportamenti e segnaletica, allora disciplinati dai Regolamenti Comunali di Polizia Urbana, diversi da comune a comune. Il nuovo testo ha fornito quanto auspicato, ma la nuova classificazione delle strade inserita come parte integrante dello stesso ha previsto tre sole categorie, ossia quella delle strade Statali, delle strade Provinciali e quella delle Comunali, omettendo le CONSORZIALI che, nel caso di comuni di bonifica come Bondeno, costituivano quasi lo sviluppo maggiore e ci col particolare, non trascurabile, che i contributi corrisposti come tassa scoli da parte degli utenti del territorio continuavano ad essere versati PER INTERO nelle Casse dei Consorzi. Il comune ha dovuto, quindi, farsi carico di un nuovo e pesante onere e vi dir, nellambito delle vicende che ho vissuto, che nei giorni successivi allentrata in vigore del Nuovo Codice della Strada, unitamente al Sindaco, allIngegnere dellUfficio Tecnico Comunale, al Vice-Segretario ed al Capo Cantoniere ho presenziato ad un sopralluogo sulla strada, poi inserita nella toponomastica comunale con la denominazione di Comunale Cittadino, fra Settepolesini e Salvatonica, perch secondo le indicazione del Consorzio Primo Circondario,
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dal quale proveniva, avrebbe dovuto essere ghiaiata fin dal 1926, cio da quando erano stati eseguiti i lavori di bonifica del comprensorio, ed invece era uno stradone campestre, coperto appena da un leggero strato di sabbia. In aggiunta a tanti problemi complessi e di difficile soluzione, fin dal 1959 erano frattanto iniziati i lavori di ampliamento dellOspedale Civile F.lli Borselli, costola del comune, amministrato da un consiglio autonomo nominato dal Consiglio Comunale, ma dotato di una buona autonomia finanziaria derivante dallintroito delle rette e dagli affitti dei vari fondi che G. Borselli aveva lasciato in eredit al comune di Bondeno, unitamente alla sua villa, a fine Ottocento. Gli interventi sul complesso iniziati in quegli anni sono proseguiti in seguito allapprovazione di ulteriori progetti nel 1964, 1969, 1973, 1974, 1975 (sopraelevazione) e praticamente fino al 1990 quando il numero dei posti letto ha raggiunto quota 220. Con larrivo degli anni Novanta sono per divenute operative le nuove norme regionali in materia di ospedali ed in relazione a ci la struttura, fiore allocchiello del paese stata gradatamente ridimensionata e portata alle condizioni attuali. Fra tante vicissitudini, lanno 1960 ha segnato una data particolare per il comune di Bondeno che, grazie alla trasmissione televisiva Campanile Sera balzato agli onori della cronaca nazionale. La segnalazione fatta dalla RAI al comune, a distanza di poche settimane dalle selezioni compiute per individuare i rappresentanti da inviare a Milano ha destato una certa sorpresa negli amministratori anche se lamministrazione conosceva i tempi della RAI, perch negli anni precedenti aveva organizzato a Bondeno alcune registrazioni radiofoniche denominate Il microfono vostro, impiegando come luogo di registrazione la sala del Consiglio Comunale. Il Sindaco del tempo, Pasqualini, informato il Consiglio di quanto stava accadendo ha voluto prendere visione di ci che significava lallestimento di una manifestazione televisiva, per cui, unitamente al Vice Segretario Comunale, allIngegnere dirigente ed al sottoscritto, ha organizzato una spedizione a Legnago, cittadina in gara nella stessa settimana nella quale era giunto lavviso di partecipazione per Bondeno. Giunti a Legnago e raggiunto il municipio per annunciare al sindaco i motivi della visita, il gruppo ha dovuto attendere che lo stesso sindaco terminasse il proprio turno di lavoro presso la stazione ferroviaria ove ricopriva il ruolo di Capo Stazione, quindi, in sua compagnia stata guardata la trasmissione mediante un televisore installato nella piazza di fianco al municipio ed osservato il grande allestimento predisposto dal comune per loccasione. L incontro che ha posto di fronte le squadre di Legnago e della cittadina di Aversa ha visto la sconfitta di Legnago per cui, alla fine della trasmissione, quando lannunciatore della RAI ha segnalato che il gioved successivo il comune sfidante di Aversa sarebbe stato Bondeno, la delegazione bondenese stata colta da grande gioia
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per aver udito per la prima volta il nome di Bondeno alla televisione, alla quale ha fatto comunque seguito tutta la preoccupazione relativa allorganizzazione di un evento tanto impegnativo. I lavori di allestimento hanno avuto inizio il venerd della stessa settimana con la costruzione di un grande palco sistemato di fronte alla rivendita di giornali delle sorelle Zucchini e la posa di diverse linee telefoniche straordinarie per collegare il banco degli esperti del palco con quelli dei due Pensatoi allestiti presso la sala del Consiglio Comunale e presso la Canonica. Grazie alla bravura dei ragazzi bondenesi inviati alla sede RAI di Milano (Carlo Zagni, Laura Bignozzi e Lorenza Meletti), alla disponibilit di tanti volontari che hanno dimostrato insospettate capacit nei pi svariati settori e ad una buona dose di fortuna, Bondeno ha battuto, una dopo laltra, le citt di Aversa, Fermo, Bitonto ed stato a sua volta battuto, ma in maniera molto discutibile dalla citt di Volterra che, forse, per farsi perdonare lingiusta vittoria ha fatto dono al comune di una bella scultura in alabastro tuttora conservata. I cinque gettoni doro assegnati sono stati ritirati e depositati presso il Cav della Cassa di Risparmio, col proposito di conservarli come trofeo, ma a distanza di pochi mesi, necessit di bilancio ne hanno imposto la vendita a prezzo doro, allora quotato Lire 900 al grammo. La ripresa televisiva di Campanile Sera ha permesso di inquadrare una grande festa collettiva, partecipata dai bondenesi del centro, del forese e da cittadini dei paesi vicini, ma ha messo in evidenza, in modo impietoso il pessimo stato della piazza principale del paese. Il problema piazza era allesame del consiglio da diversi anni, ma le ristrettezze del bilancio avevano costretto di dare priorit ad altre spese per cui solo nel 1964 il Consiglio ha approvato il progetto elaborato dallUfficio Tecnico del Comune per la ricostruzione dellopera (fognature, condotte acqua e gas, impianto elettrico, nuova illuminazione e pavimentazione mediante trachite per i marciapiedi e cubetti di porfido per il piano viabile) con un impegno di 100.000 milioni di lire. Il lavoro, col sistema dellasta pubblica stato assegnato alla Societ Cooperativa Selciatori e Sterratori di Bologna che in 24 mesi, ha completato la sua opera, compresa la ricostruzione del collettore fognante di collegamento fra la piazza ed il collettore di Via Mazzini Via Battisti, costruito nel 1914. I materiali che costituivano la vecchia pavimentazione, risalenti al 1761, sono stati pazientemente recuperati e depositati nel magazzino comunale in attesa di reimpiego, ma il 4 novembre 1966, dopo due giorni e due notti di apprensioni trascorsi ai bordi del canale collettore delle acque basse della Bonifica di Crevalcore (fra lo stabilimento MA-REF e Santa Bianca) e le campagne comprese fra lo stesso canale ed il Cavo Napoleonico, gli sforzi compiuti dal personale dei Consorzi Palata-Pepoli e di Burana, da quello del comune e da tanti volontari non sono riusciti a contenere limpeto delle acque di piena che
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alle ore 16 hanno provocato la rottura dellargine destro del canale di fronte al fondo denominato Barchessa, provocando la conseguente sommersione delle campagne e delle case ricadenti fra la strada Bondeno-Santa Bianca ed il Cavo Napoleonico. La rotta, non ha fatto vittime grazie alla tempestiva evacuazione degli abitanti compiuta dal personale dei consorzi e del comune e, le acque, dopo aver raggiunto in maniera tumultuosa largine destro del cavo si sono riversate nel canale Emissario del Serraglio di Santa Bianca per aver esito nel Canale Emissario di Burana attraverso la Chiavica funzionante alle spalle del Camposanto locale. La corrente delle acque di rotta, in maniera rumorosa e violenta hanno attraversato lo specchio del Canale Emissario di Burana ed investito largine opposto allaltezza del Bar Pizzeria Brek Point. La pressione della corrente ha avuto come conseguenza lapertura di una grande frana ai danni dellargine investito tanto da far temere limminente crollo anche della sovrastante strada. Il sindaco, avvertito dal personale del Consorzio di Burana ha preso immediata visione della drammatica situazione e, dopo un breve consulto con i tecnici dello stesso consorzio e con lingegnere comunale, assumendo una decisione che sarebbe rientrate fra le sue competenze, ma solo nel 1985 con lapprovazione della legge sulla Protezione Civile, ha deciso che il materiale recuperato dal disfacimento della piazza Garibaldi fosse scaricato nellampia voragine apertasi nellargine del Canale Emissario di Burana. In quella voragine sono cos stati sepolti i resti dellantica piazza, ma stato scongiurato il crollo della strada ed evitati danni maggiori al rione adiacente. Lanno 1966 ha visto anche lepilogo dei numerosi tentativi operati dal Sindaco presso il Provveditorato degli Studi di Ferrara e presso il Ministero della Pubblica Istruzione per portare a Bondeno una scuola di tipo industriale. Le richieste, motivate dal disagio imposto ai Bondenesi, costretti a frequentare le lontane scuole industriali di Ferrara (Corso Poledrelli), la scomoda scuola Taddia di Cento e lancora pi scomodo Istituto Professionale di Castelmassa hanno ricevuto sistematica riposta negativa, ma alla fine del 1965, gli sforzi del sindaco Borsari sono stati premiati dallarrivo a Bondeno di una scuola professionale, lIstituto Addestramento Lavoratori, dipendente dal Ministero del Lavoro, che per ragioni di urgenza stato collocato in alcuni locali del Centro Sociale 2000. Avviati immediatamente due corsi per meccanici generici e disegnatori meccanici, nel 1969 la scuola ha ottenuto una propria sede nei locali acquistati appositamente dal comune in Via per Zerbinate, n. 31, con un impegno finanziario di Lire 98.000.000, aumentati di ulteriori 22.000.000 per ladattamento della struttura, appena ultimata, ma concepita come laboratorio di produzione di antenne per la televisione. Le prime attrezzature per far partire la scuola sono state offerte da artigiani ed industriali locali sensibilizzati
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dallAmministrazione Comunale e dallottimo lavoro compiuto dalla sezione locale della Confederazione Nazionale dellArtigianato. La sede nazionale dellI. A. L. ha fornito poi le attrezzature per la specializzazione di congegnatore meccanico e nel 1972 la gestione della scuola stata trasferita alla Regione Emilia Romagna con passaggio alla stessa degli oneri relativi alla Formazione Professionale che ha permesso di dare attuazione al riconoscimento pieno del Diritto allo Studio. Nel 1975 i qualificati della scuola hanno raggiunto quota 368, ma gli anni successivi, nonostante linserimento dei nuovi corsi per disegno-cad e limpiego di computer, hanno visto un continuo calo degli iscritti al punto che nellestate del 2010, tutte le attrezzature sono state trasferite presso le scuole di Ferrara. Sempre nel settore scolastico, fin dal 1963/64, per impulso del comune era nata la sezione staccata dellIstituto L. Einaudi di Ferrara per Segretari dAzienda, collocata nei locali dellex macello e poi caserma di Via Vittorio Veneto. La scuola, nei primi tempi di funzionamento, oltre ai locali ha beneficiato del servizio di custodia e pulizia ed ha svolto con successo corsi per segretari dazienda fino allanno scolastico 1990/91. Con lanno 1991/92 stato avviato un nuovo corso ad indirizzo economico-aziendale-turistico, articolato su cinque anni, ma il successo riscosso dalla scuola anche con i corsi precedenti aveva indotto il comune ad effettuarne la completa ristrutturazione fin dal 1977/78. Ancora nel settore scuola, lAmministrazione comunale, affiancata da un gruppo di cittadini, con lanno scolastico 1970/71 riuscita ad ottenere lavvio del corso superiore del Liceo Scientifico come sezione staccata del liceo Roiti di Ferrara. La scuola stata ospitata nei locali comunali di Via Vittorio Veneto, n. 29, gi adibiti a Scuola di Avviamento Professionale di tipo Agrario fin dagli anni Trenta, poi dallanno scolastico 1962/63 a sede della Scuola Media Unica, in esecuzione della riforma scolastica. Il plesso, sede del solo liceo scientifico dallanno scolastico 1972/73, stato completamente ristrutturato a spese dellAmministrazione Comunale nel 1984/85 portandone la capienza a 5 aule normali, 4 speciali, 1 biblioteca e 1 sala insegnanti. Gli anni Sessanta hanno visto poi il coinvolgimento dellAmministrazione Comunale in una vicenda che, purtroppo per il paese, non ancora completamente definita. Mi riferisco alla questione dellEridania Zuccherifici Nazionali S.p.a., subentrata alla Societ Saccarifera Lombarda. Prima dellinizio della campagna bieticola del 1968, la nuova societ, sorprendendo tutti ha deciso il ridimensionamento dellorganico operante nella fabbrica per giungere in tempi brevi alla sua successiva chiusura. La decisione ha visto la presa di posizione dei dipendenti e delle organizzazioni sindacali che hanno deciso loccupazione della sede, ai quali si affiancato il Consiglio Comunale
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che discusso largomento ha deciso di restare in seduta permanente fino alla conclusione della vertenza. Di fronte alla posizione assunta dalla societ, il sindaco, dopo aver ampiamente discusso il grave problema di fronte al Consiglio Comunale, il 5 dicembre 1968 ha disposto la requisizione della struttura. A fine mattinata, una delegazione formata dallo stesso Sindaco, da alcuni consiglieri, dal Notaio Colombo Bignozzi invitato per formalizzare latto di requisizione, dal Comandante della Stazione locale dei Carabinieri e dal Comandante della Polizia Municipale, si mossa alla volta dello stabilimento e annunciati i motivi della propria presenza allo sbigottito personale della direzione ha proceduto a formalizzare e notificare la Requisizione, dando contemporaneamente mandato alla Polizia Municipale ed al personale della societ che si era schierato dalla parte del comune di assumere la custodia costante del complesso. Fortuna ha voluto che, nelloccasione, il direttore del laboratorio chimico si sia schierato dalla parte del comune sollevandolo dallonere della vigilanza del silos dello zucchero nel quale il prodotto era conservato allo stato sfuso a centinaia di quintali, con lassistenza di un complesso sistema di controllo della temperatura e dellumidit. Dopo diverse settimane di autentica passione, rese ancora pi preoccupanti dallimpugnazione dellatto di requisizione da parte della societ, questa ha ritenuto di recedere dai programmi annunciati e la situazione si normalizzata tanto che negli anni successivi lo stabilimento stato completamente ristrutturato per portarne la produzione giornaliera a 200.000 quintali/giorno di bietole macinate. Di quel magnifico complesso che dal 1912 ha rappresentato la ricchezza dellagricoltura locale e dell orgogliosa vittoria conseguita dal comune e dalle OO.SS. nel 1968, purtroppo, ora restano 45 ettari di terreno brullo e, come anticipato, la sola promessa di costruzione di alcuni complessi industriali. Per concludere questa breve panoramica sui principali fatti ai quali ho avuto il privilegio di assistere come testimone, voglio accennare brevemente ad un intervento che ha avuto come protagonista il comune di Bondeno, e per lo stesso, il sindaco Bergamini in prima persona. Mi riferisco alla ricostruzione del Ponte sul Panaro fra Bondeno e San Giovanni. Il primo ponte stabile, su tre arcate, era stato costruito dal comune nel 1761 sulla scorta di un progetto elaborato dallArchitetto Ferrarese Ambrogio Baruffaldi con limpegno di 10.102 Scudi, risultato tanto gravoso che a sussidio della spesa, il Pontefice Clemente XIII ha dovuto accordare allo stesso comune la Privativa delle Basterie (spacci di farine, ecc.). Lopera, a causa delle cattive condizioni di stabilit stata sostituita a spese dellAmministrazione Provinciale di Ferrara nellanno 1898, sulla scorta di un progetto fatto elaborare dal comune di Bondeno allIngegner Ugo Arrivabene. Limpresa esecutrice della travata metallica e dei piloni laterali in cemento armato stata la Societ Nazionale
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Officine di Savigliano che ha completato i lavori in otto mesi con una spesa di Lire 225.000 fra costruzione del nuovo e demolizione del vecchio. Fatto saltare dalle truppe tedesche in ritirata il 22 aprile 1945 stato ricostruito, come ponte provvisorio, nel 1945/46 dallAmministrazione Provinciale, dal Comune di Bondeno e dal Comitato di Liberazione Nazionale sulla scorta di un progetto elaborato dallIngegnere Achille Bonora con una spesa di Lire 2.780.000, ivi comprese le spese di recupero del ferro riutilizzabile derivante dal ponte demolito e lacquisto del restante materiale, trasferito a Bondeno dalla dismesse aviorimesse di Ferrara. Costruito con materiale di recupero, saldato con i mezzi a disposizione nel 1945/46 ed appoggiato sui piloni in muratura del ponte del 1761 per ragione di contenimento dei costi, le sue condizioni, anche se la portata stata limitata fin dallapertura ad un massimo di 15 Tonnellate sono andate sempre pi peggiorando, tanto che il 9 aprile 1971, dopo un accurato esame delle strutture dellimpalcato, lAmministrazione Provinciale ne ha decretato la chiusura. I bondenesi del capoluogo, non ancora abituati allimpiego della circonvallazione e del nuovo ponte costruito nei pressi dellOspedale Borselli hanno dato vita ad una serie di proteste tanto da indurre il sindaco a chiedere ed ottenere la riapertura al traffico della struttura con limitazione della portata a due Tonnellate, sagoma limitata a metri due di larghezza e tre di altezza e circolazione a senso unico alternato, regolata da semaforo. Le proteste, dopo la parziale riattivazione della circolazione non si sono comunque placate, tanto che il sindaco il 23 gennaio 1971 ha convocato unassemblea pubblica nella sala del consiglio per discutere la vicenda con industriali, artigiani, commercianti e cittadini comuni, interessati al transito per il trasporto dei loro figli alle scuole. Trattandosi di unassemblea pubblica, il sindaco ha chiesto al sottoscritto di affiancarlo con la mansione di segretario, per cui ho avuto occasione di assistere alle animate discussioni ed anche a quanto il sindaco ha riferito a conclusione della seduta, sorprendendo tanto glintervenuti che il verbalizzante. Come se si trattasse del problema pi semplice del suo mandato, il sindaco ha assicurato infatti che la circolazione limitata sul vecchio ponte sarebbe stata mantenuta e che il comune avrebbe costruito un nuovo ponte a proprie spese. Limpegnativo argomento stato approvato nella seduta del Consiglio Comunale del 14 giugno 1973 con una spesa di Lire 158.000.000, calcolata sulla base della perizia dellIngegner Carmelo Galeotti dellAmministrazione Provinciale di Ferrara per quanto concerne il posizionamento del nuovo ponte e del progetto dellopera elaborato allIngegner Pier Vincenzo Righi dellUniversit di Bologna. Il 23 luglio 1974 ha avuto luogo lasta, alla quale per nessun concorrente si presentato. In quel periodo infatti era andata crescendo una preoccupante ascesa dei prezzi, determinata dal rincaro dei prodotti petroliferi innescato dalla cos detta Crisi Energetica
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che aveva indotto il governo nazionale ad emanare norme che proibivano la circolazione festiva dei veicoli a motore. La seconda asta, con offerte in aumento rispetto al prezzo iniziale ha avuto luogo il 23 novembre 1974 ed ha visto vincitrice limpresa dellIngegner Giuseppe Sarti & C. di Ferrara che ha praticato un aumento sul prezzo base del 98,80 %. Direttore dei lavori stato nominato lIngegner Carlo Alberto Torri, al quale va riconosciuto il merito di aver seguito il grande cantiere con impegno notevole e tale da permettere leliminazione degli orribili sentieri a mezza costa realizzati dal Magistrato per il Po nel 1952/53 in occasione della sopraelevazione degli argini del fiume successivamente alla rotta del Po del 1951. Gli aggiustamenti hanno risolto molti problemi di circolazione, di sicurezza ed estetici, ma hanno richiesto un ulteriore finanziamento di Lire 40.364.800 che hanno portato il costo complessivo dellopera a Lire 340.364.800, ivi comprendendo anche la spesa di demolizione del ponte provvisorio costruito nel 1945/46 e la risistemazione dei due argini. Lapertura del ponte, avvenuta dopo il collaudo eseguito con ottimi risultati il 31 agosto 1976, ha avuto luogo ufficialmente la seconda domenica di ottobre in occasione della Fiera annuale, in una mattinata nebbiosa rallegrata dai numerosi presenti intervenuti e da un carro di mele offerto aglintervenuti dal Cavalier Raffaele Benea, Presidente della Pro Loco. A distanza di tanti anni da quellassemblea pubblica, ogni volta in cui transito sul magnifico manufatto, ne osservo le strutture con rinnovata ammirazione ed il pensiero corre inevitabilmente a quel sindaco, al suo coraggio ed alla determinazione che ha caratterizzato non la sola vicenda del ponte, ma la conduzione dellintero suo mandato alla guida del comune di Bondeno. Per concludere, una ultima questione, che pu sembrare marginale, che invece ha mantenuto il comune in una posizione di incertezza PER OLTRE CENTO ANNI. Mi riferisco alla vicenda dello stemma comunale. Lo stemma di Bondeno ha le sue origini in un privilegio accordato da Borso I dEste nel 1452, ma latto di concessione stato purtroppo smarrito, per cui sulla sola scorta di alcune notizie contenute nelle Memorie della Terra di Bondeno, scritte da Giacinto Bonati nella seconda met del Seicento, dopo lUnit dItalia (1869 SINDACO CARLO PIRONI), il Consiglio comunale ha adottato come suo stemma larme antica di casa dEste, caricata arbitrariamente con la corona ducale, senza mai chiederne la regolarizzazione come stato stabilito dalla normativa nazionale sullaraldica civile emanata fin dal 1870. Larchivio comunale conserva un corposo fascicolo intitolato Stemma del Comune che parte dal 1890, cio da una corrispondenza fra il sindaco Luciano Bignozzi e la Prefettura di Ferrara, avente come oggetto luso legittimo dello stemma. Detto fascicolo, integrato con atti di diversi fra sindaci, commissari prefettizi e podest che si sono alternati
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alla guida del comune dallUnit dItalia al 1987, fornisce la prova che la REGOLARIZZAZIONE del Signum nel quale si riconoscono il comune ed i suoi cittadini stato pi volte avviato, ma sospeso al momento di trasmettere la documentazione alla Consulta Araldica di Roma per non rinunciare alluso IRREGOLARE della corona doro in capo allo stemma in luogo di quella turrita in argento spettante al comune. Nel 1987, poche settimane dopo che il segretario generale era stato collocato in pensione per raggiunti limiti di et e, nonostante la nomina provvisoria di un segretario a scavalco, la segreteria era di fatto retta dalla vice-segretaria, il comando di P.M., deputato a predisporre i servizi di scorta al Gonfalone, temendo che la partecipazione a cerimonie fuori comune potesse dar luogo a provvedimenti di censura per la presenza sullo stendardo di uno stemma non approvato, ha segnalato lanomalia alla segreteria ed al Sindaco e questultimo, dimostrando il coraggio che era mancato ai suoi numerosi predecessori ha disposto che fosse ripreso il fascicolo centenario dello stemma per giungere in tempi ragionevoli alla sua regolarizzazione. Ebbene, sono trascorsi tre anni da quel mandato e il 25 aprile 1990, nellambito della cerimonia annuale della Liberazione, il Sindaco Lodi ha presentato alla cittadinanza Stemma e Gonfalone, FINALMENTE APPROVATI SECONDO LE NORME VIGENTI, concludendo cos quanto i suoi predecessori avevano rinviato per cento anni. Agli inizi dellanno 2009, il Segretario Generale del Comune Dottoressa Marina Cesanelli ha ripreso in esame la pratica per la concessione del titolo di Citt, lasciata sospesa allatto dellavviamento delliter per ottenere il decreto riguardante lo stemma. La Giunta Municipale in data 9 luglio 2009 ha formalizzato la richiesta di concessione del titolo di citt, che inviata alla Prefettura di Ferrara ha ottenuto parere favorevole il 23 giugno 2010. La Presidenza della Repubblica, ai sensi dellarticolo 18 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ritenendo soddisfatte tutte le condizioni previste dalle norme in vigore, sulla scorta della proposta del Ministero dellInterno, il 2 dicembre 2010 ha finalmente emanato il decreto concessivo del titolo di Citt al Comune di Bondeno. Pervenuto il decreto stata avviata quindi la procedura per ottenere latto di variazione dello stemma per linserimento nello stesso della CORONA DORO (Turrita, formata da un cerchio doro, aperto da otto pusterle, di cui cinque visibili, riunite da cordonate a muro sui margini sostenute da otto torri, cinque delle quali visibili, riunite da cortine di muro, il tutto doro e murate di nero) in sostituzione di quella appartenente allo stemma concesso nel 1989, ossia della CORONA DARGENTO. Il Comune ha organizzato lotto aprile 2011 la cerimonia ufficiale per ladozione del nuovo gonfalone.
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Bracciano Lodi
Ex Sindaco di Bondeno Gli anni dei grandi investimenti

Desidero riportare alcuni dei fatti pi rilevanti che hanno investito la nostra comunit negli anni 70 e 80, sia riferiti allattivit dellAmministrazione comunale, sia riferiti alle vicende politiche locali di quel periodo. Ho avuto la fortuna, lonere e lonore di essere stato Sindaco di Bondeno per quasi 15 anni: dal 28 novembre del 1975 al 1 agosto del 1990; allora non cera il limite dei due mandati come ora, e non cera nemmeno lelezione diretta del Sindaco, che, una volta eletto, prestava giuramento davanti al Prefetto. La formula di legge era: Giuro di essere fedele alla Repubblica Italiana e al suo Capo, di osservare le leggi dello Stato e di adempiere alle mie mansioni al solo scopo del pubblico bene. Ora invece il Sindaco presta giuramento davanti al Consiglio Comunale secondo la nuova formula: Giuro di osservare lealmente la Costituzione Italiana. Era il Consiglio Comunale che eleggeva il Sindaco con la maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati; allepoca a Bondeno erano 30, eletti con il sistema proporzionale, come prevedeva la legge elettorale di allora. La nuova legge sulla elezione diretta del Sindaco e relativo premio di maggioranza stata approvata dal Parlamento nel 1993 ed quella tuttora in vigore. La Sinistra, rappresentata da PCI e PSI, che governava il Comune sin dal dopoguerra, con una maggioranza amplissima (21 consiglieri su 30), in quegli anni ebbe il coraggio di investire sulle giovani generazioni, e ci non solo a Bondeno. Ricordo il clamore che fece sulla stampa locale la nomina di Sindaci poco pi che ventenni oltre che a Bondeno, ad Argenta (Egidio Checcoli), a Cento (Giuseppe Alberini), a Copparo (Alfredo Bertelli), a Portomaggiore (Fernando Rossi), per citare solo alcuni casi ferraresi. Erano gli anni del PCI di Enrico Berlinguer, eletto segretario nazionale nel 1972, che ottenne un grande risultato elettorale nelle elezioni amministrative
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del 1975 e nelle politiche del 1976, anche a seguito del diritto di voto, per la prima volta, ai diciottenni. Per quanto mi riguarda accettai la proposta che mi fece il partito, attraverso il segretario comunale del PCI Rino Rossi, nonostante le preoccupazioni dei miei familiari. Cera in me, giovane appena laureato, un misto di curiosit, di voglia di fare, di sfida e, perch no, anche un forte attaccamento politico al partito in cui militavo gi da alcuni anni presso la Sezione di Scortichino il cui segretario era Raul Corazzari. Mi rendevo conto che prendevo in carico una eredit morale, politica, culturale ed amministrativa molto impegnativa, ma sapevo anche di poter contare su una forte collaborazione, a partire dal Sindaco che mi aveva preceduto: Nino Bergamini. Bergamini era stato eletto Sindaco dopo le elezioni amministrative del 1970 e prima era stato dal 1960 al 1970 vice Sindaco con il Sindaco socialista Enzo Borsari, entrambi originari di Scortichino. Dal mio predecessore ereditai subito tre importanti opere da completare: il nuovo ponte sul Panaro allaltezza di S. Giovanni, lestendimento della rete di metanizzazione in tutto il territorio comunale e la ristrutturazione della Rocca Possente di Stellata, appena donata al Comune dalla famiglia Spisani, con lobbligo, da parte del Comune, di ristrutturarla, essendo in uno stato avanzato di degrado. Erano gli anni in cui, per volont della Provincia, col contributo anche della Regione, e di alcuni Comuni ferraresi, si incominciavano a valorizzare le Delizie Estensi sparse sul territorio ferrarese, tra cui il Castello della Mesola, il palazzo di Belriguardo a Voghiera, il Verginese a Portomaggiore. Tra i pi convinti fautori di quelle scelte vi fu certamente lallora Assessore provinciale alla Cultura Vittorio Passerini. Non nascondo che la scelta di ristrutturare un rudere in golena del Po come era allora la Rocca Possente, dest qualche malumore in una parte dellopinione pubblica, ma se chiediamo ora, a distanza di quasi 40 anni, sono convinto che troveremmo unanime consenso per quella scelta. La seconda met degli anni settanta ed i primi anni ottanta furono caratterizzati da una forte crescita economica di Bondeno; in particolare era in grande espansione il settore dellartigianato, con la nascita di nuove imprese e lampliamento di quelle esistenti. La CNA di Bondeno divenne un punto di riferimento importante per tutto questo mondo ed il Comune decise di realizzare nuove aree produttive: quelle di Borgo Scala, di Scortichino e di Pilastri, utilizzando le specifiche leggi regionali, per dare risposte a queste nuove esigenze, andando cos ad integrare le aree produttive gi insediate sullasse Ponti Spagna- Stellata.
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Voglio ricordare anche i forti investimenti che negli anni 80 Eridania fece nello stabilimento di Bondeno, a beneficio dellambiente: la metanizzazione, le vasche di decantazione delle acque di lavorazione ed i nuovi filtri del forno calce. Ci fu poi tutto il tema dello smaltimento dei codini, la terra-tara, dopo lo scarico dei mezzi di trasporto delle bietole. Non si potevano pi trasportare in campagna, essendo classificati rifiuti speciali, allora si dovettero individuare siti ove smaltire questi rifiuti. Per alcune campagne saccarifere si and a colmare una cava in golena del Panaro, poi lex Fornace Grandi ed infine si realizz la discarica presso la cava Sei a Settepolesini. Si avvi cos in quegli anni la pi consistente trasformazione di una parte del nostro territorio comunale per una particolare coincidenza naturale: la presenza di un paleoalveo del fiume Po, su cui sorta la cava, tuttora in attivit, confinante con un terreno argilloso su cui stata ricavata la discarica. Voglio ricordare altri importanti investimenti attuati direttamente dalla Amministrazione comunale in quegli anni: la realizzazione del PEEP (piano di edilizia economica popolare) nel quartiere del Sole e la conseguente costruzione di numerose case popolari dintesa con lo IACP (Istituto autonomo case popolari, oggi ACER); la costruzione del Centro sportivo Bihac; il rifacimento della strada sullargine Cagnette; la semaforizzazione dellincrocio di Ponte Rana; la ristrutturazione del palazzo comunale e la contemporanea acquisizione del palazzo Tomasi, oggi sede dei Vigili Urbani ed il fienile retrostante, oggi sede della pinacoteca; lo spostamento del canale Poretto ed il conseguente acquisto del terreno retrostante il campo sportivo, oggi sede del centro natatorio e della nuova scuola media; ci ha comportato la riorganizzazione di tutto il sistema fognario del quartiere e la realizzazione di un nuovo depuratore nei pressi della localit Cestarella. In quegli anni fu superata la fase dei tributi comunali gestiti direttamente dai Comuni; le tasse venivano introitate a livello statale (non si parlava ancora di federalismo fiscale) e poi ogni anno, con specifico decreto legge, venivano decisi i trasferimenti da assegnare ai Comuni, sulla base di criteri quali la popolazione, il territorio, le entrate storiche,ecc. In rapporto alle risorse assegnate, sia per la parte corrente che quella per investimenti, il Comune elaborava i propri programmi. A questo proposito voglio riprendere il tema delledilizia scolastica. Nel periodo a cui mi riferisco, su questo settore, abbiamo pi dismesso che investito. Infatti laddove si andava riducendo la popolazione scolastica e subentravano le pluriclassi, dintesa col Provveditore agli Studi, si procedeva alla chiusura delle scuole, al loro riutilizzo o alienazione; ricordo le scuole
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della Redena a Gavello, S.Biagio (ora sede di case popolari), S. Bianca, Ponti Spagna, Zerbinate, Ponte Rodoni, Guattarella. Per andare incontro al disagio ed al malumore della gente fu attivato il servizio di trasporto scolastico verso le scuole pi vicine. Ma in quegli anni venne realizzato anche un nuovo importante sevizio: lapertura dellAsilo nido: grazie alle battaglie del movimento femminile, in particolare dellUDI, e della sinistra; infatti il Parlamento approv una legge che finanziava la costruzione e lapertura di questo importante servizio sociale, e Bondeno si fece trovare preparato. Proprio lo scorso anno sono stati festeggiati i trentanni del Nido di Bondeno. Strettamente legato al tema delledilizia scolastica vi era ovviamente la questione della popolazione residente nel nostro Comune. A tale proposito desidero esprimere una considerazione: gli anni che hanno riguardato il periodo che va dal 1951al 1971 sono i pi drammatici per il calo di popolazione (ben 9.000 unit in 20 anni); popolazione costretta ad emigrare, specialmente verso la Lombardia ed il Piemonte, a causa della mancanza di lavoro. Poi il calo diventato pi contenuto, non pi per il fenomeno migratorio, ma a causa del calo delle nascite. Negli ultimi 10 anni la popolazione di Bondeno sostanzialmente stabile, ma a seguito anche dellimportante fenomeno immigratorio. Sempre in tema di servizi sociali negli anni 80 vennero sciolte, con la riforma sanitaria, le Fondazioni Socio-assistenziali (Ipab, Eca) ed i loro patrimoni e le loro attivit passarono ai Comuni. Nel caso di Bondeno tutto il patrimonio della Casa di riposo Bottazzi e la sua gestione divenne di competenza del Comune che decise di ristrutturare ledificio, utilizzando le risorse ricavate dalle vendita di un fondo agricolo a Massafiscaglia e di una parte del terreno della Zanluca, realizzando 42 posti letto per persone anziane non pi autosufficienti. Due situazioni particolari voglio ancora ricordare. La prima: il salvataggio della ferrovia Suzzara Ferrara, grazie alla collaborazione con i Comuni interessati, le due Province di Ferrara e di Mantova, le Regioni Emilia Romagna e Lombardia e lallora Ministro dei trasporti Carlo Bernini, originario di Bondeno e scomparso ai primi di gennaio del 2011. La seconda: la crisi idropotabile dovuta alla presenza di atrazina nei pozzi dellacquedotto di Stellata che alimentavano tutto il territorio comunale e la conseguente chiusura, per alcuni giorni, dellerogazione dellacqua a fini alimentari. Da quella esperienza cos dura si diede poi vita ad una serie di investimenti ed al collegamento della nostra rete idrica con Ferrara e lalto ferrarese onde superare i problemi derivati da quella crisi.
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Non soltanto di investimenti materiali stato caratterizzato quel periodo, ma anche di avvenimenti che sono oramai patrimonio di tutta la comunit di Bondeno. Mi riferisco al conferimento, nellottobre del 1979, della cittadinanza onoraria a Monsignor Guerrino Ferraresi, grande figura di storico e di intellettuale e che ha scritto 4 volumi sulla storia di Bondeno, pubblicati a cura e spese del Comune. E stato il terzo a ricevere la cittadinanza onoraria di Bondeno, dopo Garibaldi e lArchitetto Arrigo Minerbi (che ha realizzato il monumento ai caduti della 1 guerra mondiale). Cos come voglio ricordare la consegna della Medaglia di bronzo al Valor Militare per attivit partigiana al gonfalone del nostro Comune nellaprile del 1980; il gemellaggio con la citt bosniaca di Biahc nel 1982; i festeggiamenti per il centenario della Societ Filarmonica G.Verdi di Scortichino sempre nel 1982; ed infine l adozione del nuovo stemma del Comune di Bondeno, grazie allo studio ed alle ricerche storiche dellallora comandante dei Vigili Urbani Edmo Mori, durante la manifestazione del 25 aprile del 1990. Le relazioni politiche e sociali a Bondeno. Ho gi detto che in diverse elezioni amministrative il PCI da solo aveva la maggioranza assoluta in Consiglio (16 consiglieri) ed stato quasi sempre alleato col PSI tranne un breve periodo. Ci avvenuto dopo le elezioni comunali del 1970; in quelloccasione si present al voto locale anche il PSIUP, partito nato a livello nazionale nel 1963 a seguito della scissione dal PSI, accusato di aver fatto unalleanza troppo schiacciata sulla Dc, nella coalizione di Centro Sinistra. Il PCI di Bondeno, in quelle elezioni, ottenne 15 consiglieri, il PSIUP 1, i socialisti 6, i socialdemocratici 1 e la DC 7. Il PSI di Bondeno, forse pi per ragioni politiche nazionali che locali, decise questa volta di non entrare in Giunta; cos nacque una nuova maggioranza composta da PCI e PSIUP con Sindaco Nino Bergamini e Vice Sindaco Azeglio Negrini, vecchio compagno socialista di Stellata. Tale alleanza dur fino alla primavera del 1973 quando il PSI di Bondeno accett linvito a rientrare nella Giunta il cui assetto vide diventare Vice Sindaco Alfio Ghedini, con la delega al bilancio e Negrini Assessore ai lavori pubblici. Il PSI a Bondeno ha sempre avuto un buon insediamento elettorale, riuscendo ad eleggere spesso 5 Consiglieri, specialmente coi voti del ceto medio (commercianti, artigiani, professionisti).
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Poi 7 Consiglieri venivano eletti dalla DC (specialmente su indicazione della Coldiretti). Infine 1 o 2 Consiglieri venivano espressi dal Partito Socialdemocratico, il cui segretario comunale stato per molti anni Alessandri Vittorino; e poi un consigliere dellMSI. Come si pu vedere, un quadro politico molto pi semplificato rispetto a quello attuale. Le vicende politiche nazionali di quegli anni hanno creato qualche tensione anche a livello locale, senza per provocare crisi nellazione del buon governo di Bondeno. Certo una forte competizione, e non solo in campagna elettorale, cera tra noi e i socialisti, specialmente durante il periodo della gestione del PSI di Craxi ed i forti contrasti col PCI di Berlinguer. Se sul piano nazionale i due partiti della sinistra avevano diverse strategie politiche: noi il Compromesso storico, loro lalternativa socialista; poi noi lalternativa democratica ed il PSI lalleanza con la DC di Forlani e De Mita, a Bondeno vi era nel PSI il desiderio di togliere la maggioranza assoluta ai comunisti per candidare un socialista alla carica di Sindaco. Per la verit una alternanza alla guida del Comune c sempre stata; infatti dal dopoguerra in poi si sono spesso succeduti Sindaci comunisti e socialisti e ci sulla base di accordi a livello provinciale. Dopo le elezioni comunali infatti i due partiti della sinistra a livello provinciale, sulla base dei risultati elettorali, decidevano a quale delle due forze politiche andava il Sindaco di un determinato Comune. Quasi tutti erano governati dalla sinistra (tranne Masi Torello che non mai stato di sinistra). Era invalsa lintesa che al maggior partito della sinistra spettava il Sindaco della citt di Ferrara, mentre al PSI andava la Presidenza della Provincia. Come si vede si era lontano anni luce da ci che capita ora! Ma, tornando a Bondeno, era forte il radicamento della sinistra e la sua presenza era ben distribuita su tutto il territorio comunale. Pi forte il PCI nelle frazioni rispetto al capoluogo e viceversa per il PSI. Hanno collaborato con me in quegli anni, oltre a numerosi Assessori, tra cui voglio ricordare Denni Paltrinieri, Luciano Ghisini ed Edvino Ferrari, tre vice Sindaci: dal 1975 e fino al 1985 Alfio Ghedini, poi Bega Valentino ed infine Daniele Biancardi che, dopo le elezioni amministrative del 1990, diventer Sindaco, con vice Sindaco Claudio Campini. Un esempio di presenza popolare era lo svolgimento di numerose feste dellUnit su tutto il territorio comunale e quella dellAvanti presso il Centro 2000. Direi che la festa dellUnit di maggior fascino stata quella realizzata verso la met degli anni 80 nella golena del Po a Salvatonica.
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Molto robusto era anche il rapporto con le categorie sociali: dalle associazioni di volontariato ai sindacati dei lavoratori, alle organizzazioni degli imprenditori. A tale riguardo cera ancora una specie di cinghia di trasmissione tra i partiti e le organizzazioni sociali: alla sinistra facevano riferimento la CGIL, parte della UIL, la CNA, la Confesercenti, la Confederazione Italiana degli Agricoltori, la Lega delle Cooperative; mentre le altre Associazioni facevano riferimento alla DC. Anche in questo caso un mondo che non c pi. Verso la fine del mio ultimo mandato (1989-90) incominciarono gli scricchiolii del sistema politico italiano, nato nel dopoguerra, e ci a seguito di avvenimenti nazionali (questione morale) ed internazionali (crollo del muro di Berlino). Anche il PCI, bench non travolto da tangentopoli (che comunque mai ha lambito Bondeno in tutte le sue componenti politiche), si pose con forza il problema della sua identit e con lallora segretario nazionale Achille Occhetto incominci ad affrontare (con la svolta della Bolognina il 12 novembre 1989) il tema della sua trasformazione, esattamente 3 giorni dopo il crollo dl muro di Berlino, per uscire definitivamente dalla tradizione del comunismo internazionale. Infatti la proposta di Occhetto fu quella di dar vita ad un nuovo partito della sinistra italiana ed europea, che entrasse nel solco della tradizione socialista. Si compiva cos un percorso avviato da Enrico Berlinguer quando, nei primi anni 80 afferm che si era esaurita la spinta propulsiva della Rivoluzione dottobre. Si apr a livello nazionale e locale una lunga e tormentata discussione, con un fronte del no molto ampio (circa un terzo del partito), capeggiato da Pietro Ingrao. Tale discussione, apertasi ufficialmente nel congresso straordinario nel marzo del 1990 a Bologna, si concluse solamente ai primi di febbraio del 1991 col congresso di Rimini, a cui ho partecipato come delegato, ove nasce il PDS (Partito Democratico di Sinistra), esattamente settanta anni dopo la nascita del PCI; qualche giorno dopo a Roma sar eletto segretario nazionale Achille Occhetto. Una parte del partito non condivise tale scelta, quindi non entr nel PDS, dando vita, negli stessi giorni, al Partito di Rifondazione Comunista. La stragrande maggioranza dei compagni e delle compagne di Bondeno aderirono al PDS, il cui segretario comunale divenne Giancarlo Saccomandi. Per quanto mi riguarda condivisi in modo convinto la svolta della Bolognina e la nascita del nuovo partito e, dopo aver concluso lesperienza di Sindaco, fui eletto consigliere provinciale e poi, nel febbraio 1992 sono diventato segretario provinciale del PDS fino al marzo del 1997, anno in cui sono stato nominato Assessore provinciale con Presidenti prima Paolo Siconolfi e poi Pier Giorgio DallAcqua. Questa carica l ho mantenuta fino ad ottobre del 2007, quando sono rientrato nel mio posto di lavoro in Hera, da cui ero in aspettativa, passando
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poi ad Amsefc spa, con la responsabilit del Servizio Verde e Disinfestazione nel Comune di Ferrara. I fatti politici nazionali, che hanno riguardato anche gli altri partiti storici italiani, non ebbero influenza sul piano dellazione della giunta comunale di Bondeno; nella primavera del 1990, si and a votare per il rinnovo del Consiglio Comunale, lultima volta con la vecchia legge elettorale, e la sinistra (PCI e PSI) ottenne la maggioranza dei Consiglieri. Questo, in estrema sintesi, i fatti pi rilevanti di 15 anni recenti (1975-1990) della storia della nostra comunit da cui emerge la ricchezza di questo territorio e delle sue genti e di cui a mio avviso dobbiamo essere orgogliosi.

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Claudio Campini
Ex Sindaco di Bondeno Gli anni dei grandi cambiamenti

Nei primi anni 90 gli eventi interni ed internazionali furono molti e incisero notevolmente sulla vita politica ed economica del paese e di riflesso nella nostra realt. Voglio iniziare con alcuni cenni personali, anche per valutare la differenza nellapproccio alla politica da parte dei giovani di allora, molto diversa da quella attuale. La famiglia era il primo nucleo del partito e si cresceva ascoltando in casa (perch allora si parlava molto di pi, cera pi dialogo, non cera la televisione) le problematiche dei genitori, dei nonni ecc....., le difficolt a mettere insieme il pranzo con la cena, il lavoro che non cera o era insufficiente, si vedevano le facce dei familiari preoccupati. Si incominciava presto a doversi confrontare o ad essere partecipi di quelle situazioni fin da bambini. Si era gi iscritti ai PIONIERI alle Elementari, poi la F.G.C.I. e infine si approdava al P.C.I. Era il percorso che quelli della mia generazione, appartenenti alla sinistra, conoscono bene, ma che forse noi non abbiamo avuto la capacit o la possibilit di trasmettere ai nostri figli, almeno come elemento di conoscenza. Nel 1968 avevo 21 anni, appena sposato, con un figlio, lavoravo da pochi mesi alla BERZOINI, in attesa di trovare qualcosa che mi soddisfacesse di pi, avevo un salario di 85.000 lire al mese. Un giorno venne a trovarmi il compagno Fidalmo Romagnoli, capolega del sindacato a Scortichino, e mi propose di andare a lavorare per il sindacato, per la C.G.I.L.,a fare il Capo Lega a Scortichino nella consapevolezza che poi avrei avuto la possibilit di andare alla Camera del Lavoro di Bondeno o addirittura a Ferrara. Dopo tutti gli argomenti che potevano convincermi, mi disse che quello che
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avrei percepito erano 55.000 lire al mese, senza contributi, ma che mi avrebbero fatto segnare 51 giornate in campagna per avere almeno LA MUTUA. La mia risposta fu subito negativa, non si trattava solo di me, avevo una famiglia........ Fidalmo parl con mio nonno, comunista sin dal 1921, assieme a Luigi Bagnolati, e mi disse, a tavola quando cera anche mia moglie e i miei genitori: Devi accettare quello che ti hanno proposto, devi lavorare per la CGIL, perch quando il partito chiama bisogna andare. Per quanto riguarda i soldi qui in casa si manger lo stesso, c stato chi ci ha rimesso molto di pi. Il 1 Maggio del 1968 cominciai a lavorare per la CGIL. Ho voluto riportare questo episodio e queste parole, perch sono quelle che mi hanno accompagnato per tutta la mia vita politica, tant vero che la stessa scelta la feci quando ero al Regionale della CGIL e mi chiesero di candidarmi a Bondeno alle elezioni comunali del 1990. Sapevo che avrei avuto uno stipendio inferiore ma dissi ancora di si. Ho detto questo per mettere in evidenza quali erano gli ideali e i principi che erano alla base delle scelte dei compagni, non certo linteresse personale o la convenienza economica come in molti casi avviene adesso, anche se non sempre, per fortuna. Fino agli anni 80 le scuole di partito e sindacali erano uno strumento indispensabile nella formazione dei gruppi dirigenti. Io stesso ho partecipato diverse volte a Roma, alle Frattocchie, ad Ariccia, a corsi di formazione che duravano anche 2 mesi e dove vigeva una disciplina ferrea, ma da dove si usciva certamente pi maturi e preparati ad affrontare i duri compiti che si sarebbero presentati davanti. Ci sono stati diversi avvenimenti che incisero in modo determinante nella storia politica italiana e le conseguenze si sentirono anche da noi. Nel 1990 fui eletto in Consiglio Comunale; la sinistra vinse le elezioni. Allora il Consiglio era composto da 30 consiglieri, per i Comuni sopra i 15.000 abitanti. Il PCI ebbe 15 consiglieri, il PSI 5. Si diede vita ad una giunta di sinistra ma, in base allaccordo provinciale, come si usava allora, si decise che a Bondeno il Sindaco dovesse essere socialista, perci Biancardi fu eletto Sindaco ed io Vice Sindaco. Era un compito difficile per, perch significava per me e la mia componente politica, avere comunque la maggiore responsabilit e la gente si aspettava molto perch ci aveva eletto e rappresentavamo la maggioranza della popolazione. Un altro aspetto secondo me negativo era limmagine, che anche noi avevamo contribuito a creare, di identificare negli amministratori una rappresentanza del partito e che solo al partito doveva fare riferimento.
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In parte era vero, come era vero che sulle scelte importanti le decisioni venissero prese in sede politica. Su tangentopoli ricordo come inizi: part nel Febbraio del 1992 con larresto di Mario Chiesa (PSI), scoperto mentre intascava bustarelle. Si apr un indagine che coinvolse i massimi esponenti, a tutti i livelli, dei partiti pi importanti e del governo. Ci furono indagati, arrestati, dimissioni e persino suicidi. Le accuse erano quelle di corruzione, concussione, in particolare sulle procedure degli appalti per lavori pubblici, e altre forme di tangenti come il finanziamento illecito ai partiti. Fu una fase difficile per il paese,per la democrazia, per i partiti, per la politica in generale. IL PCI non fu coinvolto in quel marasma che si era creato, nonostante ci siano stati molti tentativi di fare piazza pulita di tutti, dimostrando che erano tutti uguali. Si era instaurato un clima di paura anche nei dirigenti e negli amministratori onesti, perch era sufficiente che qualcuno esprimesse anche solo un dubbio sulla legittimit di un appalto, che scattava lavviso di garanzia che significava per quellAmministratore la sua fine politica. Ci fu, in quel periodo, un vero e proprio blocco degli investimenti pubblici e di conseguenza un peggioramento della crisi economica, gi pesante in tutto il paese. A Bondeno abbiamo cercato di vincere questi timori, sicuri della nostra onest e trasparenza, non bloccando lattivit dellamministrazione. Voglio ricordare lappalto, in pieno periodo tangentopoli, del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, cassonettizzazione ecc....., per un importo di 10 miliardi di lire in 10 anni, e poi la pista ciclabile fino a Borgo Scala, lampliamento del cimitero di Bondeno, solo per citare alcuni dei lavori fra i pi importanti di quel periodo. Le conseguenze di tangentopoli, con la cosiddetta Operazione Mani Pulite , hanno cambiato quasi totalmente la geografia politica del nostro paese ed anche localmente. Nelle elezioni del 1995 ci trovammo sulla scheda partiti con simboli nuovi e nuovi partiti, ma anche durante la consigliatura 1990/95 si crearono gruppi consiliari diversi da quelli eletti nel 1990. Partiti storici come la DC, il PSI, il PSDI, il PLI, il PRI, sparirono o furono fortemente ridimensionati. Tale fu il cambiamento che si parl di uno spartiacque, di un passaggio dalla prima alla seconda repubblica. Questo sanc non solo un cambiamento o una svolta nella concezione e nel ruolo della politica, ma una vera e propria crisi di rappresentativit degli stessi partiti. Politica, partiti e politici, venivano rappresentati dalla stampa e dai media come un mondo a se, diverso, lontano , inaffidabile.
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Si spinto e lavorato molto per dimostrare la complicit in generale di tutti e quindi si doveva voltare pagina, che dalla politica bisognava stare alla larga, che occorreva cambiare tutto e tutti, senza distinzioni in modo che anche il nostro partito fosse mescolato ai ladri e ai corrotti. Penso che non abbiamo saputo fino in fondo difendere il ruolo ed il valore della politica, ridare credibilit e dignit ai partiti come strumento indispensabile per lesercizio della democrazia e ridare forza agli uomini onesti e disponibili. Io credo invece che ci siamo adeguati a quello che era diventato il modo comune di pensare ed abbiamo iniziato la ricerca di nuovi dirigenti nella cosiddetta Societ Civile, atteggiamento che non mi mai piaciuto molto, come se chi ha fatto una scelta politica e ideale, chi ha lavorato per rafforzare il proprio partito e i principi che rappresentava, non facesse parte della societ civile. Un altro avvenimento che sconvolse il mondo della sinistra e in particolare il PCI, fu il crollo del muro di Berlino alla fine del 1989. E una vicenda abbastanza recente su cui si sono scritti fiumi di parole e una infinit di posizioni ed opinioni, quindi lo accenno soltanto. Per noi non fu solo il crollo di un muro, ma il dissolversi di obiettivi come il socialismo, punti di riferimento come i paesi socialisti, il fine per cui per tanti anni abbiamo discusso, manifestato, lottato, per cui abbiamo sacrificato tanto, alcuni la libert e la stessa vita. Per noi pi di un muro fu il crollo di valori e ideali che erano stati alla base del movimento operaio e democratico del nostro paese fin dalla nascita del PCI nel lontano 1921, quasi un secolo fa. I giovani che non hanno vissuto come protagonisti quei periodi, che non hanno potuto coltivare dentro di loro il seme della speranza in un mondo diverso e giusto, la fiducia che ci faceva fremere cos intensamente solo pensando che alla fine sarebbe sorto quel sol dellavvenire che ci aveva guidato nelle nostre battaglie, o il brivido che sentivi in tutto il corpo o sentiamo ancora solamente ascoltando lINTERNAZIONALE oppure l INNO DEI LAVORATORI, forse non riescono a capire tutto ci. Ecco cosa ha significato per molti di noi il crollo di quel muro. Ci fu in molti di noi sconcerto, delusione, a volte un insieme di rassegnazione e di rabbia, anche se la maggior parte cap o sub la cosiddetta svolta della Bolognina di Occhetto, tre giorni dopo il crollo del muro di Berlino. Si costitu il PDS che per nelle prime elezioni del 1992 perse il 10% dei propri consensi rispetto alle ultime elezioni col simbolo del PCI. A Bondeno il PDS tenne, nel nostro Consiglio Comunale non ci furono stravolgimenti e nelle elezioni del 1995 il centro-sinistra vinse di nuovo le
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elezioni al primo turno. Le fasi successive, da PDS a DS, e infine al PD, sono gli ultimi passaggi, non sempre indolori, dei cambiamenti, delle nuove alleanze, del nuovo modo di fare politica su cui ancora aperto un dibattito il cui esito mi auguro sia positivo per il partito e per il paese. Voglio ricordare un altro cambiamento, questa volta di carattere legislativo, che ha modificato direi totalmente la gestione degli enti locali. Mi riferisco alla legge n142 del 1990 ( riguardante la riforma dellordinamento delle autonomie locali) e alla legge n81 del 1993 riguardante la riforma del sistema elettorale con lelezione diretta del Sindaco e del Presidente della Provincia. Tale sistema ha introdotto un metodo diverso, non solo nella elezione del Sindaco, ma anche nella individuazione dei candidati e dei programmi a cui questi fanno riferimento. In positivo o in negativo fu comunque una svolta che, a mio parere, porta non sempre ad eleggere i pi capaci, i pi impegnati, con pi esperienza, ma a volte solo i pi conosciuti. Lesempio pi evidente fu, allepoca, lelezione del Sindaco di Cento. Paolo Fava, illustre sconosciuto alla politica, diventato popolare grazie ad una fortunata trasmissione televisiva diretta da Pippo Baudo, questo gli consent di essere eletto Sindaco di Cento. Pensate se a Napoli avessero potuto candidare Maradona. Questo sistema, nei fatti, non costringe il candidato, cos popolare, a cercare nei partiti i programmi pi consoni per quella citt, ma sono gli stessi partiti a cercare il personaggio popolare da appoggiare, in quanto offre maggiori opportunit di venire eletto. Il nuovo sistema elettorale non avrebbe consentito nel 1995 di (passatemi il termine), cambiare il Sindaco in corso dopera. Infatti un Sindaco eletto direttamente dagli elettori pu essere cambiato solo con nuove elezioni, mentre noi eravamo stati eletti con la legge precedente a cui facevo riferimento prima. Cosa successo? Ci siamo trovati di fronte ad un Sindaco socialista, sostenuto da una maggioranza di sinistra, che stava organizzando la sua ricandidatura, per con una lista civica alternativa alla coalizione che lo aveva eletto. Abbiamo utilizzato la normativa esistente che consentiva al Consiglio Comunale di votare la SFIDUCIA COSTRUTTIVA a Biancardi e quindi ad eleggermi nuovo Sindaco di Bondeno. Penso che loperazione attuata in quelloccasione sia stata di grande intelligenza
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politica, perch riuscimmo a sfiduciare un Sindaco senza rompere i rapporti col suo partito, anzi dando vita ad una nuova giunta in cui io ero il nuovo Sindaco e il vicesindaco era un altro socialista. Dopo di me fu eletto , attraverso lelezione diretta, Ettore Campi, con una nuova maggioranza e nuove alleanze. Nel 1999 abbiamo perso il Comune, il centrodestra ha ottenuto un risultato anche per loro inatteso. Davide Verri fu eletto Sindaco di Bondeno, nonostante fosse uno dei maggiori esponenti dellex MSI di dichiarata ispirazione fascista, poi di AN. Furono fatte molte analisi e discussioni su quella sconfitta, molte e diverse le opinioni. Una delle motivazioni a cui maggiormente si faceva riferimento fu la questione legata all Ospedale Borselli. La mia opinione, e non da adesso, che anche allora fummo succubi della identificazione amministratori=partito. La nostra posizione sul Borselli, fino alla fine della mia legislatura, era condivisa dallallora Direttore Generale dellASL provinciale Dott. Miozzo. In marzo del 1995, in un consiglio comunale straordinario alla sala 2000 , ci fu limpegno, espresso pubblicamente dalla Direzione dell ASL, che il nostro ospedale avrebbe mantenuto per intero le sue funzioni fino a quando non fosse terminato Cona, successivamente avremmo definito il nuovo ruolo dellospedale di Bondeno. Lunica riduzione che ci proposero fu di diminuire la chirurgia e lortopedia a 20 posti letto, anzich 60. Si cominciava gi a fare progetti su cosa doveva rimanere di importante a Bondeno, ma secondo me senza molta convinzione, conoscendo i tempi del sistema pubblico. Quella doveva rimanere la nostra posizione: Bondeno collegato ai tempi ed al funzionamento di Cona. Sono passati 20 anni dalla deposizione della prima pietra di quella struttura e i tempi di apertura si allungano ancora. Il problema consiste nel fatto che la Regione che stabilisce la razionalizzazione della rete ospedaliera, Regione che noi amministriamo e lAssessore alla Sanit competente su queste scelte era del nostro partito. Questo il problema. Mantenere la nostra posizione, anche in contrasto con la Regione, probabilmente sarebbe stato ugualmente perdente di fronte a scelte gi fatte, ma almeno avremmo dimostrato la nostra autonomia. Non saremmo stati dalla parte della Regione , ma dalla parte delle esigenze del nostro territorio.
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Loperazione silenziosa di smantellamento dallinterno era gi cominciata da tempo, nonostante le garanzie e gli impegni assunti. Per questo, gi nel 93/94, denunciavo pubblicamente i miei timori per lospedale, le sedute dei Consigli comunali pubblici sulla sanit alla sala 2000, snobbati e disertati dalla gente e dagli stessi operatori. Comunicati stampa e interviste dove si dava molto risalto alla richiesta Campini chiede aiuto per lospedale in quanto gi allora denunciavo quanto stava avvenendo e le possibili prospettive dellospedale di Bondeno. Infine un argomento che mi sta molto a cuore: il ruolo delle amministrazioni di sinistra riferito agli insediamenti industriali a Bondeno e la chiusura di molte aziende avvenute in questi anni. Laccusa che ci stata rivolta in pi occasioni che a Bondeno non si mai agevolato chi aveva intenzione di investire nella costruzione e nellavviamento di imprese produttive. Non si cio favorita lindustrializzazione del nostro territorio creando un tessuto economico capace di dare occupazione alla nostra gente. Si talmente sparsa questa critica che anche molti compagni e amici hanno finito per condividere questa opinione. Probabilmente credo che si siano anche fatti degli errori o delle sottovalutazioni, si pu sempre fare di meglio. Io voglio per fare presente la situazione di Bondeno fino a 15/20 anni fa. Si fatta la scelta di individuare le aree da destinare ad insediamenti artigianali e della piccola e media industria non solo a Bondeno, ma anche a Scortichino e Pilastri. Ci sono state agevolazioni e contributi di cui molte aziende hanno usufruito. Abbiamo avuto aziende come la Bignozzi (oltre 200 dipendenti), la Benzoini (circa 200), la FBM (100 circa), la Cavagion (100 circa), la Giordani (oltre 100 in parte donne), la FIMA (circa 100, prevalntemente donne), inoltre la Pandurara, le fornaci Grandi e Benzoini, diversi laboratori del tessile abbigliamento (complessivamente centinaia di donne) e molte altre che non ho citato come lo zuccherificio. QUESTE AZIENDE CI SONO STATE A BONDENO !! Significa che hanno potuto insediarsi, non sono state ostacolate, ma aiutate. Poi hanno chiuso. Pi di 1000-1500 posti di lavoro persi. Colpa delle amministrazioni di sinistra? Credo che anche qui vadano distinti i ruoli e le competenze. I Comuni devono programmare e agevolare gli insediamenti delle imprese, ma la responsabilit e la gestione delle aziende dellimprenditore che deve organizzare il lavoro, stare al passo con il mercato e lammodernamento tecnologico.
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Il problema vero che per alcuni casi ci sono stati motivi non riconducibili alle singole aziende, ma per la maggior parte mancata la capacit imprenditoriale, la capacit di gestire le proprie aziende, la voglia di impegnarsi nel proprio settore. Come ho detto in diverse occasioni alle stesse associazioni imprenditoriali, queste fabbriche non hanno chiuso perch il Comune ha aumentato la tassa sui rifiuti. Le responsabilit e le motivazioni vanno ricercate altrove. Gli anni 90 furono anche gli anni dello scoppio della guerra dei Balcani che colp in particolare la Bosnia Erzegovina. Bondeno gemellato, dal 1982, con BIHAC, una cittadina Bosniaca dove la guerra stata devastante. Nella zona della Craina, dove c BIHAC, gli eventi bellici causarono morte e distruzione e per alcuni anni stato impossibile raggiungere i nostri amici, se non attraverso le ambasciate di Zagabria in Croazia. Attraverso canali non tradizionali, i pi disparati, ci arrivavano notizie drammatiche della situazione esistente a Bihac. Abbiamo costituito, come Amministrazione, allunanimit, il Comitato pro Bihac per avere uno strumento pi snello rispetto alla burocrazia dellente pubblico. Abbiamo cominciato ad organizzare la solidariet attraverso la raccolta di fondi, materiale e tutto quanto era necessario in quella situazione. Credo di poter dire che in quegli anni ho conosciuto ancora di pi la sensibilit, laltruismo e lo spirito solidaristico della nostra gente. La risposta stata oltre ogni pi rosea immaginazione. Abbiamo organizzato 6 convogli con laiuto dellAmbasciata Italiana a Zagabria ed in particolare dellamico Marco Beci responsabile della Cooperazione Internazionale di quella Ambasciata. Marco Beci morto nelleccidio di Nassiria in Irak, dove stava continuando ad aiutare un popolo in difficolt attraverso la Cooperazione. Un ultima considerazione, che anche una preoccupazione. Negli ultimi anni c stato un notevole mutamento nei modi di rapportarsi fra le persone, nel sistema e nel modo di vivere, cos come cambiato il modo di stimare il valore delle cose. Si sono in sostanza stravolti i principi e i valori ai quali siamo stati abituati e con i quali siamo cresciuti. Lo dimostra anche la difficolt a dialogare e capirsi con le nuove generazioni, ma anche allinterno dello stesso partito. Anche noi, non solo i giovani , abbiamo modificato la nostra scala di valori. Anche noi siamo stati coinvolti e subiamo il messaggio che da ogni parte ci
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arriva: la convenienza ( ma chi me lo fa fare), la strada pi breve ad ogni prezzo, devo esserci devo apparire, il facile guadano (non sempre legale), non guardiamo le regole, quante balle, io sono pi furbo perch frego gli altri, lintolleranza verso tutto quello che non mi interessa, non ascoltare nessuno perch io so. Queste sono le nuove regole dellera Berlusconiana, ma noi non ne siamo indenni, anche coloro che votano a sinistra vivono in questa societ e devono confrontarsi ogni giorno nelle scuola, nel mondo del lavoro, fra la gente con questa nuova cultura. Queste cose mi fanno paura e mi preoccupano. Verso quale sistema di societ stiamo andando incontro? Questo individualismo sfrenato e ladorazione del Dio denaro dove portano? Quale mondo aspetta i nostri figli, nipoti, le nuove generazioni? A queste domande e preoccupazioni, do le mie risposte, senza la presunzione che siano le uniche o le migliori, ma solo le mie. Come si riuscir ad informare e formare i nuovi gruppi dirigenti, i giovani che dovranno dirigere il partito, lamministrazione e le nuove sfide che abbiamo di fronte? Credo che alla fonte di questa formazione, mentre si gettano le basi da cui ripartire dopo il travagliato percorso di questi anni, sia necessario avere ben presente su quale terreno poggiano le nostre fondamenta. Sono convinto che i nostri giovani debbano parlare e pensare come costruire il nostro, ma in particolare, il loro futuro; parlare di sviluppo economico, di scuola, di lavoro, di programmazione e di tutte le problematiche sociali. Ma credo che lapproccio a questi problemi e alla loro soluzione, sar diverso se avranno nel loro modo di essere e di pensare, quelle sensibilit, quelle attenzioni, la cultura del rispetto degli altri, il saper ascoltare; ci consentir loro di fare delle scelte senza chiedersi se per loro conveniente ma se giusto, non se la strada la pi breve ma la migliore, senza dare importanza se si appare o meno, ma se c il risultato. Inoltre, di fronte ad opportunit disoneste, ci si deve ricordare che chi ruba non pi furbo, un ladro, che chi non approfitta delle occasioni che capitano onesto, non un coglione. Dobbiamo riprendere a chiamare le cose con il proprio nome, rilanciando quei valori che ricordavo prima. Non dobbiamo arrenderci e rassegnarci ad un futuro tetro e buio, forse qualche raggio di quel sol dellavvenire ancora possibile.

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Giulio Poletti
Ex Vice Sindaco di Bondeno Gli anni delle grandi difficolt

Dopo essere stato Assessore negli anni 80 col Sindaco Lodi, con lelezione di Ettore Campi a Sindaco di Bondeno nella primavera del 1995, sono stato chiamato a svolgere il ruolo di Vice Sindaco, sino al termine di quella consigliatura, in rappresentanza del PDS. Con lesplosione di tangentopoli agli inizi degli anni 90, si andato sgretolando il sistema dei partiti che avevano caratterizzato la vita politica italiana fino a quel momento; in particolare si andato al superamento di due dei principali partiti: la DC ed il PSI. Nel nostro Comune, una parte di socialisti si staccava dal proprio partito e seguiva lex Sindaco Biancardi, che, sfiduciato nellultima fase del suo mandato, si ricandidava a Sindaco attraverso una sua lista civica (Insieme per Bondeno). Unaltra parte restava fedele allideale socialista, collocandosi nellambito del centro sinistra, ed una terza componente conflu poi in Forza Italia. Cos pure la Democrazia Cristiana in parte conflu in Forza Italia , mentre una parte si colloc in una area politica aperta al dialogo con la sinistra, attraverso il PPI che a Ferrara aveva in Nino Cristofori e Paolo Siconolfi i principali rappresentanti. Fu proprio dal dialogo tra i Democratici di Sinistra ed i Popolari che nacque la proposta della candidatura a Sindaco del Professore Ettore Campi, di area cattolica e politicamente vicino ai popolari. Il risultato elettorale premi questa scelta; Campi vinse la elezioni al primo turno con il 56% dei consensi; il Partito di Rifondazione Comunista che non aveva aderito alla coalizione di centro sinistra, e si era presentato con un suo candidato, di fatto non si colloc allopposizione, anzi, nel corso della legislatura, mantenne, attraverso il suo consigliere Gabriele Giacomelli, un atteggiamento di collaborazione.
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