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Boni, il dito e la luna

Davide Boni, presidente leghista dallassemblea regionale, veste con propriet evitando gli estremismi vintage che il presidente Formigoni spesso suggerisce. E dunque comprensibile che inviti i componenti del Consiglio regionale ad adottare un abbigliamento rispettoso dellistituzione. Perfino che lo prescriva proponendo una modifica del regolamento daula: Non ne posso pi' di vedere consiglieri regionali con la camicia fuori e con la felpa.... E quando parla di felpe sa bene che, in verde e con scritta Padania, fanno parte di un look spesso imposto allaula proprio dai leghisti. Il suo ruvido richiamo al decoro delle istituzioni potrebbe perfino essere dinsegnamento ai parlamentari convocati durgenza in pieno agosto per avviare la manovra di bilancio e sottoposti dalle telecamere al crudele confronto con le impeccabili giacche, cravatte e tailleur della Camera dei Comuni in seduta demergenza dopo le violenze della guerriglia urbana a Tottenham. Ma Davide Boni utilizza anche altri argomenti che lo espongono al vaglio della saggezza zen, quella del detto Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito, ignorando che luna e dito appartengono a due dimensioni diverse, a due mondi differenti. Che Boni unifica provocato dalla consegna, marted, da parte del capogruppo dellItalia dei Valori Stefano Zamponi, di una maglietta con la scritta Finch non vedo non ci credo alla collega Nicole Minetti che aveva ostentato pubblicamente quella con la scritta Senza t-shirt sono ancora meglio. Per il presidente dellassemblea stato un gesto volgare che rappresenta il male della politica. Eccolo il dito esposto dopo la premessa: Come fanno i cittadini ad avere rispetto di uno che guadagna diecimila euro al mese e viene in Consiglio per regalare la t-shirt alla Minetti. Se Boni avesse guardato la luna, avrebbe potuto rappresentare meglio il male della politica. Partendo magari da come alcuni consiglieri siano finiti nellaula del Pirellone grazie alla raccolta di firme false in calce al listino bloccato del presidente Formigoni. Quel listino che recava anche il nome (inserito allultimo istante) della stessa Nicole Minetti poi coinvolta negli scandali berlusconiani e per questo rinviata a giudizio. In quella stessa aula, siede Filippo Penati, gi suo vicepresidente, egualmente coinvolto in una inchiesta per concussione e corruzione, il consigliere Massimo Ponzoni indagato per il fallimento della Pellicano, lassessore Daniele Belotti stato coinvolto nellinchiesta sugli ultr dellAtalanta, lassessore Monica Rizzi sospettata dalla procura di Brescia di attivit di dossieraggio per favorire lelezione di Renzo Bossi, lex assessore Piergianni Prosperini agli arresti domiciliari. Tutti naturalmente innocenti fino a prova del contrario, ma egualmente esposti a indagini il cui valore politico non pu essere tranquillamento ignorato. Il saggio dunque, osservando la luna, ne vedrebbe la superficie deturpata e saprebbe che questo il male della politica anche se si presenta in giacca e cravatta. E lo anche lasfittico avvio del dibattito sui tagli promessi ai costi della politica nei quali si annidano le cattive pratiche allesame dei magistrati, proprio mentre si prepara, dopo 50 giorni di ferie, un aumento di budget da un milione di euro da spendere in

consulenze, trasmissioni tv, congressi, seminari e patrocini, nuovi organismi e gestione del parco auto. (la Repubblica Milano, 23 settembre 2011)

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