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GIALLO DI COGNE:

CONFUTAZIONE DELLA TESI TAORMINA


di CARMELO LAVORINO
Tutti gli errori logici, le contraddizioni, le circostanze impossibili e le
inverosimiglianze della c.d. “TESI TAORMINA” messi in evidenza da Carmelo
Lavorino, fra cui 1) i tre elementi ostativi e distruttori della TESI stessa, 2) alcuni voli
pindarici e salti illogici, 3) sei grovigli di contraddizioni e un profilo criminale
inverosimile, 4) tre aspetti sulle nuove tracce da considerare: datazione, appartenenza
del sangue, riferibilità all’evento, 5) undici considerazioni sull’autodenuncia di Carlo
Taormina, 6) un particolare che il RACISnon può e non deve ignorare.
Una favola di Fedro narra la grande attesa per le mirabolanti promesse di un monte,
attesa che andò completamente delusa alla nascita di un topolino: la favola collima con la
locuzione oraziana “Parturiunt montes, nascetur ridiculus mus: il monte partorirà un
ridicolo topolino” (Orazio, Ars poetica, Epistole II, 3, 139). Tutto collima con l’attesa di
due anni per il nome del “vero” killer di Samuele e dei 38 proclami che hanno preceduto
il ridiculus mus!”
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SOMMARIO - CONFUTAZIONE DELLA TESI TAORMINA

1 - ARTHUR SCHOPENAUER E LA CONFUTAZIONE DELLA TESI

2 - LA MONTAGNA HA PARTORITO IL RIDICOLO TOPOLINO

3 - LA TESI TAORMINA

4 - LE DICHIARAZIONI DI ANNAMARIA FRANZONI E DI DANIELA FERROD MAI SMENTITE E


SOLIDIFICATESI FRANTUMANO LA TESI TAORMINA DETERMINANDONE LA FALLACIA.

5 - ALCUNI VOLI PINDARICI E SALTI ILLOGICI DELLA TESI TAORMINA.

6 - SEI GROVIGLI DI CONTRADDIZIONI E UN PROFILO CRIMINALE INVEROSIMILE

7 - RAGIONANDO PER ASSURDO

8 - DIMOSTRATO CHE LA TESI TAORMINA È FALLACE

9 - LE NUOVE TRACCE SCOPERTE DAL POOL TECNICO DELLA DIFESA

10 - TRE ASPETTI SULLE NUOVE TRACCE DA CONSIDERARE: DATAZIONE, APPARTENENZA DEL SANGUE,
RIFERIBILITÀ ALL’EVENTO.

11 - L’AUTODENUNCIA DI CARLO TAORMINA

12 - UN TRIPLO PARTICOLARE CHE IL RACIS NON PUÒ E NON DEVE IGNORARE

CONCLUSIONI

1 - ARTHUR SCHOPENAUER E LA CONFUTAZIONE DELLA TESI

Dopo due anni di travagliata ed avventurosa gestazione è finalmente nata la c.d. “TESI
TAORMINA” che rivelerebbe l’identità dell’assassino di Samuele Lorenzi, il movente omicidiario, le
modalità temporali ed esecutive dell’azione corredata dalle “prove” che inchiodano il reo! Già ipotesi
Taormina detta anche dossier Taormina formatosi giorno dopo giorno, con 38 promesse di rivelare il
nome dell’assassino, dossier approdato agli onori della cronaca e tramandato ai posteri come “TESI
TAORMINA”!
In questo mio saggio mi accingo a confutare tale tesi, che, a onor del vero, ha ben poco di diritto
penale e molto - se non tutto - di criminalistica, criminologia, investigazione, analisi della scena del
crimine e criminal profiling: un insieme di investigazione criminale che ritengo essere di mediocre
qualità e che assume le sembianze del “ridiculus mus”! Ricordo che il grande Arthur Schopenauer
insegnò 1) che una tesi basata su presupposti falsi (errati) produce conclusioni false anche se il
ragionamento è esatto, 2) che ragionamenti sbagliati - anche se i presupposti sono esatti - producono
tesi sbagliate, false, fallaci.
Dimostrerò in questo mio saggio che la TESI TAORMINA è basata su presupposti falsi o
errati, e che in diverse inferenze ha sbagliato così effettuando un ragionamento sbagliato!

2 - LA MONTAGNA HA PARTORITO IL RIDICOLO TOPOLINO

Sempre a onor del vero il tanto atteso bel nascituro è un topolino, al che, non possiamo non
pensare alla massima di Orazio “Parturiunt montes, nascetur ridiculus mus” ed alla favola di
Fedro, dove la montagna ... partorì il “ridicolo topolino”!
E questo topo arriva dopo proclami di invincibilità e di certezza di “scoprire l’assassino”, di avere
le prove che incastrano l’assassino, di attacchi sconsiderati - e non severe e scientifiche critiche - alla
Magistratura ed ai RIS! Un topo che arriva dopo la cocente sconfitta della condanna di Annamaria
Franzoni a ben 30 anni di reclusione. Un topo che pretende di annullare la sentenza di condanna e di
fare luce sul giallo di Cogne presentando un’alternativa che reputo essere una variegata e colorita
coperta troppo piccola e con molti buchi che si vuole spacciare come un enorme e candido lenzuolo
di lino: una ridicola copertina per coprire un letto a tre piazze! Tale tesi, comunque, addirittura e
incredibilmente, arriva a contraddire le dichiarazioni di Annamaria Franzoni come a volerle
assegnare il crisma della produttrice di menzogne o, se va bene, di mere fesserie!
Certamente quasi tutti gli italiani si sono adoperati e divertiti a frantumare e contraddire le
dichiarazioni di Annamaria Franzoni ma, che lo abbia fatto il suo difensore è kafkyano, sicuramente
illogico e perverso (a meno che non trattasi del classico lapsus freudiano ... dell’ex colpevolista
Taormina!). Se poi ci si accorge che la tesi Taormina oltre a sconfessare le dichiarazioni della
Franzoni non tiene conto delle leggi naturali e della logica e dei dati oggettivi della vicenda Cogne,
tremiamo per la Franzoni e per il destino processuale che l’attende!

3 - LA TESI TAORMINA

E’ stato difficile comprendere suddetta tesi perché (1) è stata prodotta e rappresentata nel corso di
due anni con sembianze diverse, con una quarantina di proclami ufficiali non tutti in linea, (2) con
conferenze stampa, comunicati e interviste conditi da smentite e da litigi all’interno del pool di difesa
oltre a ritrattazioni varie, (3) questo dossier ha cambiato spesso e volentieri il profilo tecnico
esecutivo del soggetto uccisore di Samuele, (4) molto furbescamente è arrivata dopo la condanna, a
risultato noto, (5) porta elementi raccolti dopo la condanna, addirittura alcuni il 28 e il 29 luglio 2004,
il giorno prima della presentazione della denuncia.

DISTRICANDO LA MATASSA DEL DOSSIER TAORMINA, LA TESI IN SINTESI È LA


SEGUENTE:
A) l’assassino non è Annamaria Franzoni; l’assassino si appostava da settimane nella propria
macchina in luogo utile al controllo per motivi diversi fra cui anche quello di introdursi
all’interno della casa dei Lorenzi;
B) l’assassino quella mattina ha visto Stefano Lorenzi uscire dalla porta basculante del garage
alle 7:30; ha atteso; è andato ad appostarsi dietro la casa; C bis) in alternativa si è
introdotto di notte nel garage;
C) alle 8:15 vede il piccolo Davide uscire dalla porta; approfitta ed entra; si nasconde in
qualche parte della casa; C bis) in alternativa era già in casa essendosi introdotto di notte;
D) nascosto, attende che la Franzoni esca;
E) la Franzoni esce alle 8:16;
F) l’assassino scende e va in camera da letto per fare una “sorpresa amorosa” alla Franzoni
per quando la stessa tornerà; F bis) in alternativa c’è la ricerca di Samuele per ucciderlo
senza scopo sessuale verso la Franzoni;
G) trova Samuele nel lettone dei genitori, lo colpisce nel cranio da 7 a 10 volte senza salire sul
letto e usando un attrezzo dall’estremità pesante e cava e con traiettoria libera (tipo un
moschettone, una manetta ...);
H) dopo la serie di colpi copre il volto del bambino in segno di pietas;
I) tocca la porta della stanza da letto e lascia qualche impronta digitale modellata sul sangue
e/o col sangue, impronta che il RIS non rileverà; sale ed esce dalla porta da cui è entrato,
così facendo lascia tracce di camminamento e di gocciolamento del sangue, tracce che il RIS
non rileverà; si accorge che la Franzoni sta tornando, la vede;
L) rientra in casa, dalle scale apre la porta che porta al garage, percorre cantina e garage, apre
la porta basculante ed esce; scompare per sempre; in questo tragitto lascia qualche orma
(anche se qualcuno ha parlato di 18 orme per le scale) e ben 30 tracce di gocciolamento,
tutte tracce che il RIS non rileverà.
La TESI TAORMINA propone quattro elementi criminalistici: 1) le tracce di sangue
repertate dai Consulenti Tecnici della Difesa, tracce che dalla camera da letto (Scena del
Crimine) vanno su per le scale sino all’uscio della porta principale per poi tornare indietro,
andare in cantina e in garage sino alla porta basculante, andare oltre la porta (in questo
contesto potrebbero esserci anche i 18 frammenti di orma); 2) l’impronta della scarpa fuori
l’uscio di casa (porta principale), a riprova che l’assassino è uscito per poi rientrare ed andare
in garage; 3) un’impronta digitale disegnata col sangue sulla porta della stanza del delitto; 4)
una formazione ematica fuori dalla porta basculante del garage, quindi esterna al garage che
molto verosimilmente sarebbe l’orma del piede.

4 - LE DICHIARAZIONI DI ANNAMARIA FRANZONI E DI DANIELA


FERROD MAI SMENTITE E SOLIDIFICATESI FRANTUMANO LA TESI
TAORMINA DETERMINANDONE LA FALLACIA.

Vi sono tre elementi con i quali la TESI TAORMINA non ha voluto o ritenuto di fare i conti,
elementi che sono granitici, che fungono da vincoli, limiti e presupposti, che sono portati da
Annamaria Franzoni e dalla Ferrod. La prima li ha dichiarati agli Inquirenti, li ha dichiarati al
sottoscritto davanti a testimoni e io li ho riportati in alcuni miei saggi ed articoli (tutti noti alla
stessa Franzoni ed alle famiglie Franzoni e Lorenzi oltre che al suo attuale difensore). La
Ferrod li ha espressi agli Inquirenti. Ciononostante la TESI TAORMINA non ne tiene conto,
fa finta di non vederli e li espelle perché istintivamente non li ritiene congrui e utili a se
medesima. Gradisco anche in questo frangente ricordare due massime: 1) “Un’ipotesi svolge
nella testa, una volta che vi si è insediata o, addirittura, vi è nata, una vita che somiglia a quella
di un organismo, in quanto dal mondo esterno assimila soltanto ciò che le è giovevole e
omogeneo, mentre respinge ciò che le è eterogeneo e nocivo, oppure, se non può assolutamente
fare a meno di accoglierlo, lo espelle poi tale e quale” (Arthur Schopenauer), 2) “Spegnere il
lume è un mezzo opportunissimo per non vedere la cosa che non piace, ma non per vedere quella
che si desidera”, Alessandro Manzoni, Storia della Colonna Infame).
PRIMO ELEMENTO FRANTUMATORE DELLA TESI TAORMINA:
“LA PORTA CHE CONDUCE AL GARAGE NON È STATA MAI VARCATA
DALL’ASSASSINO”
“Dall’interno della casa si arriva al garage tramite una sola porta in prossimità della camera da
letto. Stefano è uscito alle 7:30 da quella porta per scendere in garage; tale porta appena Stefano
Lorenzi l’ha oltrepassata è stata chiusa proprio da Annamaria Franzoni che, peraltro e come al solito,
ha provveduto a rimettere il tappeto paraspifferi a contatto con la parte inferiore della porta. Al
ritorno della Franzoni alle 8:24-25 il tappeto era ancora al suo posto e la porta era ancora chiusa, e
così è stato anche dopo: la porta che conduce al garage sempre chiusa, tappeto paraspifferi al suo
posto che bloccava la porta!”.
NESSUNO È POTUTO ENTRARE E/O USCIRE DALLA PORTA CHE CONDUCE AL
GARAGE DALLE 7:31 A SEGUIRE.

SECONDO ELEMENTO FRANTUMATORE DELLA TESI TAORMINA:


”L’ASSASSINO È USCITO DALLA PORTA PRINCIPALE DOPO CHE LA FRANZONI è
ENTRATA ALLE 8:24”
Sintesi della dichiarazione di Annamaria Franzoni:
“Alle 8:15 esce Davide che chiude la porta e la precede in bici, alle 8:16 esce lei che lascia le chiavi
all’interno della porta. Alle 8:24 torna, entra, chiude la porta a doppia mandata, lascia le chiavi nella
serratura, si toglie gli scarponcini e si mette le ciabatte bianche, scende. Trova Samuele in quello
stato, prova a telefonare dal piano basso (la stanza del delitto è nel piano basso) ma il telefono sul
comodino accanto alla finestra non prende la linea, allora la Franzoni sale dove ha il cellulare e il
telefono fisso e telefona alla Satragni (ore 8:27:30). Mentre parla con la Satragni, col cellulare
telefona al 118; alle 8:29 scende, apre la porta finestra della camera da letto e chiama Daniela Ferrod
che arriva verso le 8:30. La Ferrod su richiesta della Franzoni si avvia a chiamare la Satragni che
arriva in macchina alle 8:32 assieme al suocero Marco Savin. Iniziano le operazioni di soccorso senza
che nessuno apra la porta principale sita al piano superiore, TUTTO SI SVOLGE DA BASSO.
Arriva Ottino Guichardaz. Arrivano i soccorritori con l’elicottero. Annamaria Franzoni sale al
piano superiore sino alla porta principale, sfila le chiavi dalla serratura, scende e le consegna alla
Ferrod. Arriva Stefano Lorenzi, arriva Vito Perret. Arriva Renzo Berard. NESSUNO APRE LA
PORTA SUPERIORE.
Alle 9:20, dopo che l’elicottero è andato via col bambino, il gruppetto (i coniugi Lorenzi, la
Satragni, la Ferrod ed altri) è sulla parte superiore, nei pressi della porta principale. La Satragni
chiede alla Ferrod di prendere un bicchiere d’acqua, la Ferrod esegue e constata che la porta
principale non è chiusa a chiave.”
CHI HA OLTREPASSATO DALL’INTERNO QUELLA PORTA DOPO CHE LA FRANZONI
È ENTRATA ALLE 8:24 SE NON L’ASSASSINO? LA TESI TAORMINA NON È IN GRADO DI
DIRLO, ANZI, FA FINTA DI NULLA!

DICHIARAZIONE DI DANIELA FERROD SULLA PORTA PRINCIPALE CHIUSA MA


NON A CHIAVE: “Quando si è allontanato l’elicottero siamo saliti lungo le scale e la dottoressa ha
detto di andare a prendere un bicchiere d’acqua per Annamaria. Allora io sono entrata nell’abitazione:
la porta era chiusa, ma non a chiave e quindi girando la maniglia sono entrata. Andata in cucina ho
preso un bicchiere da sopra il tavolo e ho versato l’acqua del rubinetto. Sono uscita e ho dato il
bicchiere alla dottoressa che vi ha versato dentro alcune gocce, dandole successivamente ad
Annamaria. Dopo aver bevuto un primo sorso d’acqua, siamo entrati in casa e Annamaria ha
telefonato ai suoi genitori dicendo loro che a Sammi era scoppiata la testa. Ripetendo che non sapeva
quello che era successo. Io ero vicino ad Annamaria quando ha telefonato perché le tenevo il
bicchiere in quanto la dottoressa mi aveva chiesto di controllare che Annamaria bevesse tutto il
contenuto. Nel frattempo anche Stefano entrava in casa e telefonava ai suoi genitori: non ho sentito
quello che diceva perché ero intenta a cercare di far bere l’acqua ad Annamaria. (…) I coniugi
Lorenzi volevano andare ad Aosta all’ospedale e Annamaria mi chiedeva se potevo andare a chiudere
la portafinestra della camera. Sono scesa (…)”
CHI HA OLTREPASSATO DALL’INTERNO QUELLA PORTA DOPO CHE LA FRANZONI
È ENTRATA ALLE 8:24 SE NON L’ASSASSINO? LA TESI TAORMINA NON È IN GRADO DI
DIRLO, ANZI, FA FINTA DI NULLA!

TERZO ELEMENTO FRANTUMATORE DELLA TESI TAORMINA:


“LA PORTA DELLA CAMERETTA DI SAMUELE E DAVIDE CHE LA FRANZONI AVEVA
LASCIATO APERTA ALLE 8:16, AL RITORNO DALL’ACCOMPAGNARE DAVIDE
RISULTAVA ACCOSTATA”.
Annamaria mi ha dichiarato che quando è tornata dall’accompagnare Davide e prima della scoperta
del fatto di sangue, ha notato che la porta della stanza di Samuele e Davide - che era al buio - non era
più aperta come lei e il piccolo Samuele l’avevano lasciata, bensì era accostata.
Il significato di tale circostanza unito all’elemento oggettivo che sulla maniglia interna ed esterna
della suddetta porta non sono state repertate tracce di sangue può essere uno solo: l’assassino ha
chiuso la porta perché non voleva essere udito, notato e riconosciuto da Samuele che SAPEVA
essere nella sua cameretta, nella sua culla e a dormire, quindi, non voleva allarmarlo!
Tale elemento frantuma la TESI TAORMINA laddove vuole l’omicidio premeditato e
laddove vuole l’assassino NON OTTIMO CONOSCITORE dell’ambiente domestico.

5 - ALCUNI VOLI PINDARICI E SALTI ILLOGICI


DELLA TESI TAORMINA.

La TESI TAORMINA produce una sequenzialità e una concatenazione di comportamenti e


di circostanze che io ritengo essere illogiche e inverosimili, eccole riassunte in sette punti.
1. La tesi sostiene che l’assassino è entrato dalla porta principale (piano superiore) dopo essere stato
all’esterno della casa, cosa che faceva da qualche settimana. Ebbene, questa circostanza utile ed
esclusiva per entrare proprio e solo quella mattina a quell’ora e in quel modo si sarebbe
illogicamente e inverosimilmente verificata senza che l’assassino potesse avere alcuna possibilità
di prevedere a) che quella mattina il piccolo Davide potesse anticipare la madre di 30-50 secondi,
b) che la Franzoni non portasse con sé Samuele avvolgendolo in una coperta così come qualche
volta aveva fatto, c) che la Franzoni non chiudesse a chiave la porta d’accesso alla casa, d) senza
avere la certezza del non ritorno di Stefano Lorenzi che sì l’assassino aveva visto uscire in
macchina, ma che certamente non sapeva quando sarebbe tornato e se potesse tornare per qualche
imprevisto, contrattempo, dimenticanza o altro.
L’alternativa che l’assassino si sia introdotto di notte nel garage è stata sempre smentita e
osteggiata dai genitori della vittima, ed è impossibile perché l’unica via d’accesso al garage era la
grata metallica che, per la sua pesantezza, doveva essere sollevata da almeno due persone e il cui
involucro di plastica risultò essere intatto all’ispezione dei Carabinieri!
2. La tesi sostiene che l’assassino entra dalla porta principale dopo che Davide è uscito proprio da
essa, e nonostante faccia qualche rumore - perché non poteva non farlo per come era imbardato -
non è udito dalla Franzoni. La circostanza in tesi è inverosimile perché l’assassino non poteva
sapere dove fosse posizionata la Franzoni (a 2, 3, 5, 10 metri all’interno della casa rispetto alla
porta di entrata? proprio la stessa porta da dove era uscito il figlio Davide e da dove la stessa
doveva uscire e da dove in effetti è uscita?), e tantomeno poteva avere la certezza che non fosse
dietro la porta o sul piano superiore. I presupposti fallaci della tesi si presentano in tutta la loro
potenza dal punto di vista confutatorio della tesi e di debolezza dal punto di vista di supporto,
anche in questo tassello del puzzle della tesi in contestazione! Che poi l’assassino possa
materializzarsi dal garage vale quanto detto al secondo comma del punto 1) e la questione “porta
chiusa e tappeto paraspifferi”.
3. La tesi sostiene che l’assassino chiuda la porta e che la Franzoni, benché sia vigile ed attenta e
immersa nel silenzio di Cogne (oltretutto con la televisione spenta) non se ne accorga. Anche
questa circostanza è da considerare inverosimile per ovvii motivi di percezione e di illogicità!
4. La tesi sostiene che la Franzoni dopo avere messo Samuele nel lettone inizia a salire senza
avvedersi della presenza estranea in quanto l’assassino - così dimostrando perfetta ed
approfondita conoscenza della casa - si nasconde (dove? senza fare rumore? ma non sta
respirando affannosamente? ed essendo stato un’ora fuori ed avendo prodotto sudore e preso su
di sé gli umori dell’ambiente esterno, non dovrebbe essere “annusato”?) ed attende l’uscita della
Franzoni. Se così fosse (fermo restando che non può essere in base agli elementi ostativi ed
assorbenti già evidenziati), non si comprende perché l’assassino non ci abbia “provato” in quel
momento con la donna, e non si comprende come facesse a sapere che la donna avrebbe seguito
Davide invece di restare in casa, e non si comprende come l’assassino fosse sicuro di non
incrociare la Franzoni mentre egli entrava, e nemmeno come faceva ad avere la certezza che
Davide non sarebbe tornato! Troppi i quesiti irrisolti! Le inverosimiglianze vanno a moltiplicarsi
esponenzialmente!
5. La tesi ricostruisce che Annamaria Franzoni esce alle 8:16, che l’assassino dopo qualche decina di
secondi scende dal piano superiore zona giorno all’inferiore zona notte, percorre il tragitto di 15
gradini, si affaccia nella stanza al buio di Samuele per poi accostarne la porta, che va nella camera
matrimoniale dove trova la sua vittima, che mette in essere qualche attività per poi colpire la testa
del bambino con 7-10 colpi con uno strumento con l’estremità pesante e cava e con traiettoria
libera (tipo un moschettone con una corda, una manetta con catena, ecc.), che effettui tale attività
aggressiva stando ai lati del letto e non salendovi sopra. Ebbene, sono entrato nella stanza del
delitto, ho filmato e fotografato le pareti, il soffitto, il letto e i mobili analizzando le tracce
ematiche sotto tutti i loro aspetti (forma, direzione, modalità di formazione e di
propagazione, punto sorgente o di origine, ecc.) ed affermo categoricamente che quei
particolarissimi disegni composti e randomizzati dal sangue e dalle parti cerebrali
rappresentano un sistema complesso di “formazione-aggregazione-costellazione” ematica
che è stato prodotto A) da un attrezzo a manico rigido di almeno 30 cm, B) con
l’aggressore che ha colpito 2-3 volte dal lato destro del letto e diverse volte stando sopra il
letto, e non come afferma la tesi in contestazione!
Inoltre, espletare “un’attività colpitoria” con un oggetto simile a quello descritto dai CT della
Difesa significa non tenere conto del comportamento dei corpi in genere in movimento nello
spazio (nel nostro caso dell’arma del delitto) - questo prescindendo dalle cause che ne hanno
generato il movimento -, che vedono nei loro movimenti l’interagire dei tre fattori principi della
fisica (la statica, la dinamica e la cinematica). E per quanto la scienza ci insegna, al contrario
invece di quanto la tesi Taormina propone [… con uno strumento con l’estremità pesante e cava e
con traiettoria libera], l’arma utilizzata (certamente impropria, pertanto occasionale e facente
parte del kit abituale e/o dell’habitus dell’assassino) può essere solo di tipo rigido e fisso, almeno
per quanto riguarda l’impugnatura, e questo a prescindere se l’impugnatura sia più o meno
pesante della parte venuta a contatto con la piccola vittima (ovviamente entro certi limiti
altrimenti si sarebbe potuta provocare la rottura dell’impugnatura stessa). Invece, la TESI
TAORMINA lascia intendere che il colpitore abbia saputo roteare, colpire e brandire, per poi
colpire altre sette-otto volte, un attrezzo difficile da controllare, snodato, a traiettoria libera, sia
senza colpirsi, sia proiettando il sangue e la materia cerebrale che vadano ad allocarsi laddove solo
un soggetto sopra il letto poteva indirizzarli e laddove solo un attrezzo con l’impugnatura rigida
poteva proiettarli. In realtà, se fosse vera la TESITAORMINA gli effetti dei colpi avrebbero dato
al sangue traiettorie differenti rispetto a quelle rinvenute.
6. La tesi presume che l’assassino copra il volto al bambino per un gesto di pietas, un gesto che è
incompatibile con un omicidio premeditato così come in alcune fasi della tesi appare che
l’omicidio sia rappresentato. Un’attività di “composizione della scena” che male si sposa con i
tempi esecutivi che la tesi in confutazione pretende di mettere in sincronia, difatti, più
attività la tesi attribuisce all’assassino, più diminuiscono le probabilità di sopravvivenza
della TESI TAORMINA essendo essa basata su sincronie quasi impossibili e su “tempi di
dileguazione” basati su parametri spaziali-temporali inverosimili!
7. Dulcis in fundo, la tesi ritiene che l’assassino, dopo il gesto di pietas, salga, apra la porta e la
varchi. Che dopo uscito si accorga che Annamaria Franzoni sta tornando. Che quindi riapra la
porta, rientri in casa, scenda per le scale e si diriga nel garage. Presupposto di tale ricostruzione è
il fatto che i Consulenti Tecnici della Difesa hanno individuato fuori l’uscio l’orma di una scarpa,
traccia di scarpa compatibile con la formazione ematica che gli stessi rilevarono sulla coperta nel
giugno del 2003, ritenendola orma. Tale ricostruzione contrasta con l’impronta digitale di sangue
sulla porta della camera da letto perché - se la legge di Edmund Locard è valida - tracce di sangue
(anche latenti) dovrebbero essere state depositate (e quindi slatentizzate) sulle varie maniglie, ma,
tali tracce non ci sono. E non si può pensare che le mani dell’assassino siano sporche di sangue
mentre toccano la porta della camera da letto, e non abbiano nemmeno un invisibile (ma
individuabile) globlulo rosso mentre toccano le altre porte e le varie maniglie … però seminando
tracce di gocciolamento. Ed ancora, se l’orma fuori l’uscio individuata dai CT della Difesa è
compatibile con quella dagli stessi rilevata nel giugno 2003 sulla coperta, altresì se l’assassino,
stante la tesi in confutazione, non è salito sul letto, come può averci lasciato l’orma in questione
(fermo restando che i RIS affermano che non trattasi di orma?)? Inoltre, se l’assassino si fosse
posizionato unicamente a fianco letto, quando avrebbe scostato la coperta da sopra la vittima per
colpirla? e in quale direzione avrebbe diretto la coperta del letto? A) nella sua direzione ossia
addosso a lui complicandosi così l’azione/movimenti colpitori? Oppure B) nella direzione opposta
come in genere si fa quando si scopre un letto? Allora, se è valida e soprattutto più realistica
l’ipotesi B) va da sé che l’assassino difficilmente abbia lasciato l’orma sulla parte della coperta che
ipoteticamente poteva trovarsi penzolante dal letto e quindi toccante terra, in quanto, come detto,
una volta spostata dalla vittima in direzione opposta all’assassino stesso, ma ancor prima che la
vittima fosse attinta dal corpo contundente, di certo non poteva più toccare terra!

6 - SEI GROVIGLI DI CONTRADDIZIONI E


UN PROFILO CRIMINALE INVEROSIMILE
A parte i TRE GRANITICI ELEMENTI OSTATIVI DISCRIMINANTI CHE SONO
DETERMINATI 1) dalla porta del garage chiusa e col tappeto paraspifferi, 2) dalla porta
principale della casa chiusa dalla Franzoni alle 8:24 ed aperta dall’assassino qualche minuto
dopo, 3) la porta della cameretta di Samuele e Davide accostata dall’assassino prima del
delitto, A PARTE i sette voli pindarici e salti logici precedentemente illustrati, rappresento SEI
incredibili e prepotenti contraddizioni che la TESI TAORMINA non riuscirà mai a redimere,
se non con l’ammissione di avere sbagliato.

Prima contraddizione: i tempi esecutivi e utili all’ipotesi Taormina non quadrano e i conti
non tornano.
Poiché la Franzoni è uscita alle 8:16 e l’assassino non poteva essere di fronte a Samuele se non alle
8:19-20, per poi colpirlo ripetutamente, assaporare l’atto fracassante, comporlo, riprendere fiato,
coprirgli il volto con l’improbabile gesto di pietas, ricomporsi, organizzarsi, salire i 15 gradini,
percorrere una decina di metri ancora per arrivare alla porta, aprire la porta, chiuderla, uscire e ...
vedere la Franzoni che torna, tale segmento temporale - spaziale - esecutivo arriva oltre le ore 8:24 …
perché ci vogliono almeno 5-6 minuti. Ma soltanto alle 8:23 la Franzoni poteva essere a 50 metri in
linea d’aria dalla porta dove - secondo l’ipotesi Taormina -, l’assassino è posizionato e la vedrebbe
arrivare: né prima, né dopo, altrimenti crollano le sincronie e le coincidenze della tesi stessa! Ma se le
cose fossero andate così come vuole la tesi, l’assassino non avrebbe raggiunto la porta se non alle
8:24-25, ma la Franzoni è entrata alle 8:24, quindi, crollano le sincronie e coincidenze temporali su
cui si basa il tassello della tesi Taormina per contraddizione in termini della tesi stessa! Allora, se
l’assassino alle 8:23 non poteva essere lì dove i CT di Taormina hanno repertato l’orma che ritengono
essere della scarpa del killer e dove la tesi lo posiziona, che vi sia un errore congetturale e di
presupposto è ovvio!
Le sincronie, le cronologie e le coincidenze dei tempi e dei comportamenti dimostrano
ancora una volta l’illogicità e l’inverosimiglianza della tesi, che è arrivata a proporre
contraddizioni in termini.
Se il fautore della tesi in confutazione avesse applicato la mia MACREV (Matrice
Cronologica della Ricostruzione dell’Evento) ... non sarebbe caduto nella trappola delle
asincronie!

Seconda contraddizione: l’assassino non è potuto arrivare sino al garage dalle scale interne.
La tesi attribuisce all’assassino la caratteristica della immaterialità perché lo fa passare attraverso la
porta che dalle scale porta al garage senza averla aperta; se invece la tesi non è basata sulla
immaterialità dell’assassino si potrebbe ritenere che il suo fautore dimentichi o non tenga conto della
dichiarazione di Annamaria Franzoni relativa la porta che alle 7:30 la donna sigilla col tappeto
paraspifferi e che la suddetta porta al suo ritorno risultava chiusa col tappeto che la “sigillava” ancora.
Il significato però non cambia perché l’assassino non è sceso in garage perché non poteva farlo: le
porte chiuse si varcano e si oltrepassano aprendole, nella fattispecie la traccia dell’avvenuto passaggio
(spostamento del paraspifferi più apertura della porta con successiva chiusura NON ESISTE ed è
IMPOSSIBILE che si sia verificata).

Terza contraddizione: il tragitto all’interno del garage è inverosimile!


La TESI TAORMINA vede il killer vagare per il garage lasciando tracce come Pollicino (ben 30
aggregazioni e formazioni di mini tracce ematiche così repertato dai Consulenti Tecnici della Difesa) a
mo’ di una gigantesca serpentina, tracce però non cercate e quindi non trovate dai Carabinieri del
RACIS, NONOSTANTEquanto poi sia emerso dalle relazioni tecniche degli stessi datate 16 e
17 settembre 2002. La tesi vede arrivare il killer sino alla porta basculante chiusa che apre senza
telecomando - così dimostrando di sapere cosa cercare e di conoscere l’ambiente nonostante non vi
fosse mai entrato (!?), di avere toccato con le mani ... ma di non avere lasciato tracce di sangue anche
se latenti (!?) -, porta basculante che oltrepassa e che chiude (con cosa?) per poi scomparire non si sa
dove e per dove!
Ma quando accadrebbe tutto ciò visto che alle 8:30 il garage è chiuso? Visto che se il killer alle
8:23:20 era sull’uscio di casa ha dovuto impiegare almeno 5-6 minuti per arrivare alla porta
basculante, così arrivando alla stessa alle 8:29-30? E quando si sarebbe sollevata questa porta
basculante visto che dalle 8:29 era sotto controllo visivo di Daniela Ferrod? E come mai Daniela
Ferrod non ha visto né la porta basculante sollevarsi e/o sollevata, e tantomeno il killer sgattaiolare
per la zona? E come mai sulla porta basculante (lato esterno e interno) non vi sono le impronte
palmari o digitali dell’assassino con qualche inevitabile spalmatura di materiale ematico (anche
se latente)?

Quarta contraddizione: uscito dal garage dove si è diretto il killer?


Nella tesi in contestazione il killer non può avere percorso la via di fuga del sentiero Gimillan-
Montroz perché per arrivarvici (dal garage) avrebbe dovuto salire per le scalette esterne, ma, così
facendo, sarebbe stato notato dall’interno della stanza dalla Franzoni (attraverso la finestra) che vi è
stata dalle 8:25 alle 8:27:00 e dalle 8:29 a seguire, e dall’esterno dalla Ferrod che dalle 8:29-30 aveva
tutta la zona sotto controllo. Nemmeno l’assassino può essere passato nella zona fra la casa dei
coniugi Lorenzi-Franzoni e la casa dei coniugi Guichardaz-Franzoni perché DOVEVA essere notato
dalle due donne; nemmeno ha potuto arrampicarsi sul muro e camminare su per il ciglio perché il
muro di sostegno è alto mt 3,80; il killer non può nemmeno avere imboccato la c.d. “strada Lorenzi”
perché dalle 8:29-30 questa - come detto diverse volte - era sotto il controllo visivo della Ferrod e
perché, essendo arrivati in macchina da quella strada e dal basso la d.ssa Satragni e il suocero Marco
Savin alle 8:32, questi dalle 8:29-30 la tenevano sotto controllo e non hanno visto nessuno.
Quinta contraddizione: il killer dove ha parcheggiato la macchina?
La macchina poteva essere parcheggiata solo in OTTO posti, di cui SEI sulla strada comunale che
unisce Cogne a Gimillan passando per Montroz e DUE nei pressi del garage dei Guichardaz.
Valutiamo gli OTTO posti, fermo restando che esiste di già il grosso ostacolo da dove l’assassino sia
arrivato, quale sia stata la sua via di fuga e come mai nessuno lo abbia notato camminare sulla via
comunale e/o procedere sul sentiero: ostacoli che la tesi non riesce a superare causa la propria
debolezza intrinseca e congetturale!
Nei pressi del garage dei Guichardaz sulla strada privata Guichardaz: la macchina in moto fa
rumore, e in posti isolati come Montroz tale circostanza sarebbe stata percepita dalla Ferrod mentre la
macchina arrivava in salita ed a marcia bassa (prima o seconda), ed anche dal cuoco Marco Robioglio
che viveva sotto l’abitazione della Ferrod. Gli altri sei punti sono tutti sulla strada comunale e se in
uno di essi fosse stata parcheggiata la macchina dell’assassino, questa sarebbe stata notata da Dino
Vidi, l’autista dello scuolabus, da Dario Grappein, da Stefania Travasa, da Ylenia Guichardaz, da
Fulvio Boveti e da altri: MA NESSUNO HA VISTO NULLA!
La tesi in confutazione ha sempre bisogno che una o più persone delle suddette menta e/o si
sia sbagliata: a ogni mendacia andrebbe a corrispondere una persona, quindi una circostanza,
quindi uno scenario con apposito assassino! Difatti, in qualunque posto fosse parcheggiato il
veicolo del killer, questo doveva essere notato da qualcuno!

MA NON È FINITA!

Sesta contraddizione: la tesi non spiega chi abbia aperto la porta chiusa dalla Franzoni.
Annamaria Franzoni ha dichiarato di essere entrata alle 8:24, di avere chiuso a doppia mandata e di
avere lasciato le chiavi nella serratura. Ha dichiarato di averle poi sfilate per consegnarle alla Ferrod.
Annamaria Franzoni e Stefano Lorenzi hanno dichiarato che per quella porta non è passato
nessuno dei soccorritori se non dopo che la Ferrod vi è entrata per prendere un bicchiere d’acqua su
indicazione della Satragni.
Daniela Ferrod ha confermato!
MA NON SI SA CHI ABBIA APERTO QUELLA PORTA, PORTA CHE DEVE ESSERE
STATA APERTA DALL’INTERNO!
Fra i seguenti soccorritori nessuno ha aperto la porta né prima, né dopo che Annamaria Franzoni
avesse sfilato le chiavi per consegnarle alla Ferrod: Annamaria Franzoni, Stefano Lorenzi, Ada
Satragni, Marco Savin, Alberto Enrietti, Elmo Glarey, Ivano Bianchi, Leonardo Iannizzi, Renzo
Berard, Daniela Ferrod, Ottino Guichardaz, Vito Perret.
LA TESI TAORMINA IGNORA LA QUESTIONE “CHI HA APERTO DALL’INTERNO
LA PORTA CHIUSA A DOPPIA MANDATA DA ANNAMARIA FRANZONI?”,
ALTRIMENTI, DOVREBBE AMMETTERE LA SUPERIORITÀ DELLA TESI
LAVORINO.
LA TESI LAVORINO, AL CONTRARIO DELLA TESI TAORMINA, FORNISCE UNA
RISPOSTA LOGICA, SCIENTIFICA E VALIDA: “E’ STATO L’ASSASSINO! HA
ASPETTATO CHE ANNAMARIA FRANZONI ENTRASSE E SCENDESSE, POI HA
APERTO CON ACCORTEZZA LA PORTA GIRANDO LE CHIAVI ED È ANDATO VIA.
TUTTO QUESTO FRA LE 8:25 E LE 8:26!”.

Un profilo criminale inverosimile


Da quanto è emerso dalle dichiarazioni di Taormina, del suo detective Giuseppe Gelsomino, da
indiscrezioni e dall’analisi dei frammenti della tesi stessa, il soggetto “vero assassino” di cui la tesi
propone diverse caratteristiche e qualità personali dovrebbe avere avuto un “qualcuno” che gli ha
fornito un falso alibi, un secondo “qualcuno” che avrebbe dovuto fare finta di non vederlo, un terzo
“qualcuno” che avrebbe potuto reggergli il gioco. Un gruppo di “qualcuno” che ha formato un club
antiFranzoni? Che ha formato una squadra antiFranzoni? Che è una famiglia che difende un proprio
membro? Che difende - ma per quali motivi - un assassino e che lascia una madre in preda al pubblico
ludibrio e ad una ingiusta condanna?
Ma la tesi Taormina non tiene conto che le investigazioni sono anche intelligence, controlli di vario
tipo ed attività di contatto e comunicazione attiva, che il luminol può arrivare dappertutto, che alcune
macchine e che alcune case si possono anche aprire e controllare … mentre i loro proprietari sono
ascoltati e/o impegnati e/o fatti impegnare! Come si dice a Napoli “ … acca nisciuno è fesso …” lo
dicono anche i Carabinieri di Aosta e i RIS di Parma! NEMMENO LORO SONO FESSI! E
ritengo che abbiano cercato in largo, in lungo, in alto e in basso, e non solo nella casa e nelle
macchine dei Lorenzi!
Ritengo di avere abbondantemente dimostrato che la TESI TAORMINA abbia ormai perso
tutti i pezzi, che i suoi presupposti siano crollati, che quanto poteva sembrare essere il mastice
della logica e della coerenza si sia volatizzato!

7 - RAGIONANDO PER ASSURDO E NON TENENDO CONTO DEGLI


ELEMENTI ASSORBENTI E DISCRIMINANTI FORNITI DA ANNAMARIA
FRANZONI E DA DANIELA FERROD!

Ragioniamo per assurdo ed annulliamo quindi i tre elementi che di fatto impediscono alla
TESI TAORMINA di vivere un solo attimo, cioè, le questioni “immaterialità dell’assassino che
passa per la porta attraverso la quale nessuno è passato”, “assassino che esce fra le 8:24 e le
8:28 aprendo dall’interno”, “assassino che prima di uccidere Samuele chiude la porta della
cameretta da letto dei bambini”. Vi è la possibilità di due scenari teorici che, però, risultano
essere impossibili!

Prima scenario. Ore 8:23 l’assassino ha terminato il suo rito di morte ed è salito, è uscito dalla
porta ma vede la Franzoni a poche decine di metri. Scende per i numerosi gradini, apre la porta che
porta al garage, la varca e la chiude, va in cantina e va in garage sino alla porta bascula. Nonostante
abbia le mani sporche di qualche rimasuglio ematico tocca due porte, la macchina della Franzoni,
l’interruttore … ma non lascia tracce (!?). Apre la porta basculante, esce, la chiude. Così facendo
siamo arrivati alle 8:30 minimo, ma dalle 8:29 il garage è sotto il controllo visivo della Ferrod prima,
della Satragni e suocero dopo.
Lo scenario è impossibile per motivi criminalistici (niente tracce di impronte digitali e di
sangue del killer), per motivi logici, di percezione visiva, di sincronia e di coincidenze, per
motivi spaziali temporali e di percorrenza!

Secondo scenario. L’assassino alle 8:22-23-24 scende in garage aprendo la porta e spostando il
tappeto paraspifferi. Arriva sino alla porta basculante e non riesce ad aprirla, sale, rientra in casa,
chiude la porta e mette a posto il tappeto paraspifferi. Sale sino alla porta principale che trova chiusa,
l’apre ed esce.
Nemmeno questo scenario (ipotizzato da me per salvare in extremis la tesi in confutazione) regge,
perché non spiega le tracce di sangue fuori la porta bascula, prova che questa è stata oltrepassata,
perché i tempi si allungherebbero a dismisura, perché dalle 8:27:20 alle 8:29 la Franzoni è nel piano
superiore, perché l’assassino sarebbe stato irrimediabilmente notato mentre scendeva le scale, quando
arrivavano i soccorsi, mentre era in via di fuga!
In ogni caso i tempi si sarebbero per forza dilatati, e non rientrano nella TESI
TAORMINA!

8 - DIMOSTRATO CHE LA TESI TAORMINA È FALLACE


perché basata su presupposti errati quali 1) il passaggio dell’assassino dalle scale al garage
attraverso un porta che non poteva essere aperta e che non è stata aperta, 2) un’improbabile
attività dell’assassino fuori dal garage prima e nel garage dopo, 3) modalità e sincronie
temporali impossibili, 4) cronologie sfasate e illogiche, 5) la presenza di troppi elementi irrisolti
e/o sospesi a mezzaria, 6) la porta chiusa dalla Franzoni alle 8:24 ed aperta dall’assassino e
dall’interno dopo tale orario, PASSIAMO ALLA QUESTIONE “NUOVE TRACCE” che
sarebbero state lasciate, secondo la tesi in contestazione, proprio dal killer di Samuele.

9 - LE NUOVE TRACCE SCOPERTE DAL


POOL TECNICO DELLA DIFESA

Queste nuove tracce sono di sangue. Partono dalla stanza del delitto, salgono per le scale, arrivano
sull’uscio ed all’esterno, all’esterno è stata rinvenuta la traccia di orma di scarpa, le tracce
tornerebbero indietro, arriverebbero alla porta che dalle scale fa accedere alla cantina ed al garage,
vanno nel garage, sono in cantina e in garage, si dirigono verso la porta basculante, la oltrepassano.
Fuori la porta basculante vi è altra sostanza ematica che la tesi ritiene un’orma.

10 - TRE ASPETTI SULLE NUOVE TRACCE DA CONSIDERARE:


DATAZIONE, APPARTENENZA DEL SANGUE, RIFERIBILITÀ
ALL’EVENTO.

Qui vi sono tre aspetti fondamentali da considerare singolarmente e nel loro insieme.

Primo aspetto: la datazione del formarsi della macchia che coincide o meno con l’evento che ha
determinato la macchia (ipotetico passaggio del killer). Abbiamo sette possibilità:
1) tracce precedenti il passaggio del killer; 2) tracce in ordine e contemporanee al passaggio del killer;
3) tracce successive al passaggio del killer; 4) tracce precedenti il passaggio del killer, più tracce in
ordine e contemporanee al passaggio del killer, più tracce successive al passaggio del killer; 5) tracce
precedenti il passaggio del killer, più tracce in ordine e contemporanee al passaggio del killer; 6)
tracce precedenti il passaggio del killer, più tracce successive al passaggio del killer; 7) tracce in
ordine e contemporanee al passaggio del killer, più tracce successive al passaggio del killer.

Secondo aspetto: l’appartenenza del sangue. Abbiamo sette possibilità:


1) sangue di Samuele; 2) sangue di una terza persona; 3) sangue di animale; 4) sangue di Samuele, di
una terza persona e di animale; 5) sangue di Samuele e di una terza persona; 6) sangue di Samuele e
di animale; 7) sangue di una terza persona e di animale.

Terzo aspetto: riferibilità e connessione delle macchie di sangue con l’evento “passaggio
dell’ipotetico killer”. Le tracce di sangue, sia esso di Samuele, di una terza persona o di
animale, ci propongono tre possibilità:
1) connessione diretta con l’evento “passaggio del killer”; 2) nessuna connessione con l’evento
“passaggio del killer”; 3) sovrapposizione di connessione e di non connessione con l’evento
“passaggio del killer”.
Abbiamo quindi la possibilità teorica di 147 (7 x 7 x 3) scenari di base.
Se sono veri - così come lo sono - i tre presupposti quali 1) l’assassino non ha avuto la
possibilità di passare dalle scale al garage per la questione “porta chiusa e tappeto paraspifferi
appoggiato sulla parte inferiore della porta”, 2) l’assassino è uscito aprendo la porta che la
Franzoni ha chiuso alle 8:24, 3) l’assassino ha accostato la porta della cameretta di Samuele,
CROLLANO TUTTI GLI SCENARI RIFERIBILI ALLA TESI TAORMINA.
I MIEI PRESUPPOSTI SONO ESATTI E REALI, ANNAMARIA FRANZONI LI HA
DICHIARATI A ME E DAVANTI A TESTIMONI DIVERSE VOLTE, ED ESISTE LA
TESTIMONIANZA DI DANIELA FERROD SUPPORTATA DALLE DICHIARAZIONI DI
ADA SATRAGNI E VITO PERRET => I PRESUPPOSTI SONO ERRATI, ARTHUR
SCHOPENAUER CI INSEGNA A DEFINIRLI “FALSI” => PRESUPPOSTI FALSI
GENERANO TESI FALSE, ANCHE SE IL RAGIONAMENTO È ESATTO! => LA TESI
TAORMINA È FALLACE PERCHÉ SI BASA SU PRESUPPOSTI FALSI!

11 - L’AUTODENUNCIA DI CARLO TAORMINA

Taormina si sarebbe autodenunciato (il condizionale è d’obbligo, viste la precisione e la coerenza


delle sue dichiarazioni sull’assassino di Cogne ed altre, tipo la difesa di Saddam Hussein, ecc), perché
qualcuno avrebbe insinuato che le sue prove sarebbero false e fabbricate ad arte. Vediamo quindi di
aiutare la Giustizia e la Verità, e quindi il fautore della tesi in confutazione con le seguenti undici
considerazioni:
1. Se trattasi di sangue non umano o di sangue di una terza persona che non è Samuele, la
prova portata dal pool tecnico non sarebbe prova, ma una bufala, tragico frutto di una trappola
e/o di una polpetta avvelenata escogitate da un invisibile ed abilissimo burattinaio.
2. Se trattasi del sangue di Samuele, fermo restando che la questione “impossibilità del
transito del killer dalle scale interne al garage attraverso una porta che è restata chiusa
dalle 7:30 a seguire” annulla la tesi Taormina, dobbiamo chiederci se questa formazione
ematica si sia formata là dove è stata rinvenuta dal pool tecnico prima dell’evento “aggressione a
Samuele”, immediatamente dopo, molto tempo dopo.
3. La logica dell’esclusione applicata in modo esatto, razionale e scientifico, porta - in base ai
noti presupposti - alla soluzione “IL SANGUE È ARRIVATO DOPO”, difatti:
A - Se il sangue fosse stato depositato prima della morte di Samuele, sicuramente l’evento
sarebbe stato fatto presente agli Inquirenti dai coniugi Lorenzi, ma tale loro dichiarazione non
esiste!
B - Il secondo caso “sangue depositatosi immediatamente dopo l’aggressione a “Samuele” e
pilastro di argilla della TESI TAORMINA, visto il presupposto fornito dalla stessa Franzoni
(questione porta chiusa con tappeto paraspifferi), sembrerebbe da escludere.
C - Resta per la logica dell’esclusione il terzo caso: il sangue è arrivato dopo!
4. Se il sangue di Samuele è stato “spruzzato”, “seminato”, “disposto” o altro, sia all’interno
della casa (scale e garage), sia all’esterno, come è potuto accadere ciò? Da dove è arrivato?
Chi ha potuto farlo?
Abbiamo solo quattro risposte in via totalmente teorica da dove potrebbe arrivare il sangue
postumo: 1) dalle provette in cui il sangue di Samuele è stato inserito durante le attività
autoptiche, 2) dai reperti sporchi del sangue di Samuele, 3) dal muro della stanza del delitto e/o
dagli oggetti rimasti nella scena del crimine (materasso compreso), cioè, il sangue essiccato è
stato grattato e poi sciolto in apposita soluzione fisiologica e disposto e posto a piacimento, 4)
dall’arma del delitto e/o dal kit dell’assassino che necessariamente hanno dovuto insanguinarsi.
5. Occorre rispondere ai tre seguenti gruppi di quesiti del tipo complesso se è vero che il
sangue è arrivato dopo:
1 - Chi, quando, dove e come ha potuto farlo? Di quali strumenti, mezzi, sistemi e skills avrebbe
dovuto servirsi?
2 - Per quale motivo? Per favorire qualcuno? Per accusare qualcuno? Per dare da mangiare una
polpetta avvelenata? Per motivi personali? Per motivi ideologici? Per interessi inconfessabili? Per
pentimento?
3 - Quali sono le caratteristiche di conoscenza, di movimento, di intervento, di opportunità, di
possibilità e di capacità che l’ipotetico “seminatore di sangue” deve possedere per forza? In quali
e in quanti segmenti temporali avrebbe potuto e/o dovuto farlo, e in quali no?
6. Alcuni quesiti logico-investigativi sul sangue “postumo”:
A) A chi sarebbe convenuto il sangue postumo? B) Chi poteva farlo logisticamente, tecnicamente
e strumentalmente? C).Quando lo avrebbe fatto? D) Qual è il movente? E) Qual è l’intento
primario? F) Quali sono i tempi che avrebbero permesso a una soluzione teorica di concretizzarsi
e quali i tempi che la bloccano? G) C’è una mela marcia in un cesto di mele buone? Qual è questo
cesto? H) C’è una strategia per fuorviare, per imbrogliare e per depistare, o c’è una fissazione
speciale verso una tesi particolare?
7. Alcuni quesiti criminalistici e logico-investigativi sul sangue “non postumo”:
A) Come mai queste formazioni di sangue sono (o sarebbero) sfuggite ai RIS? B) Sono realmente
sfuggite ai RIS?
C) Come mai sono sfuggite a gradi, a fasi ed a livelli anche ai Consulenti Tecnici di Carlo
Taormina? D) Come mai le tracce determinanti sono state scoperte dai consulenti della difesa di
Annamaria Franzoni con tanto ritardo, addirittura nell’ultima settimana di luglio? E) Come mai
sino all’ultima decade di luglio 2004 nessuno avrebbe cercato tracce di sangue nel garage, né i
RIS, né i CT della Difesa?
8. In ogni caso, qualunque sia la datazione, la appartenenza e la riferibilità all’evento
criminale “omicidio di Samuele Lorenzi”, occorre tenere conto del vincolo e limite
“impossibilità che l’assassino abbia potuto accedere dalle scale al garage per la porta chiusa
e col “sigillo tappeto paraspifferi”. In tale contesto mancano il rapporto di causalità (causa –
effetto) e di ragione sufficiente che le macchie ematiche nel garage siano riferibili all’evento
“aggressione e omicidio ai danni di Samuele Lorenzi” nella sua immediata esecuzione.
9. Sicuramente la Verità verrà a galla e una via auspicabile per risolvere il mistero è il
controllo dei reperti unito alle comparazioni dei vari passaggi della catena di custodia ed
alle valutazioni delle possibilità, delle opportunità e delle capacità d’intervento, di azione e
di pianificazione! Difatti e fra l’altro, controllando le provette, controllando i reperti
insanguinati, controllando le macchie di sangue essiccato nella scena e confrontandole con le
fotografie che scattai nella prima decade del giugno 2002 nella stanza scena del crimine, si
potranno avere conferme o esclusioni e le piste andranno a ridursi! Si dovrebbero acquisire per le
dovute comparazioni anche le foto e i video di tutti coloro i quali sono entrati nella casa dei
Lorenzi dopo il fatto!
10. Oltre quanto al punto precedente, le macchie di sangue devono essere studiate secondo il
loro senso di marcia e di movimento, e 30 formazioni ematiche (30 gruppi quanti gli anni di
condanna inflitti alla Franzoni: 30!… a ogni formazione ematica corrisponde un anno di condanna
… o il contrario … incredibile!) rappresentano un sistema logico, complesso, cronologico, fatto di
parti interdipendenti, in linee temporali e consequenziali! Tali formazioni ematiche dovranno
essere analizzate anche secondo le configurazioni, le attività determinatorie e le varie
interrelazioni.
11. Un’impronta è stata scoperta dal pool tecnico della difesa e la circostanza ha sollevato
polemiche tanto che alle illazioni esterne Carlo Taormina ha risposto con il coup de theatre
“Ci autodenunciamo!” Ma oltre il sangue nel garage e le orme esternamente l’uscio e la porta
basculante, ci sono le impronte digitali sulla porta della stanza del delitto, impronte lasciate sul
sangue e/o col sangue: impronte c.d. “per spostamento” o per “modellamento”.
Cosa può essere successo? Quattro le soluzioni:
I^- L’impronta digitale è stata lasciata dall’assassino subito dopo il delitto ma i RIS non l’hanno
individuata. Domande: Come è potuto accadere ciò? Cosa dice il RIS? Quali sono gli atti
documentali del RIS?
II^-L’impronta digitale è stata lasciata molto tempo dopo il delitto dal burattinaio di turno, il
quale si è procurato un calco in gomma dell’impronta digitale di qualcuno (di chi?), lo ha
imbevuto nella soluzione contenente il sangue di Samuele o nel sangue di Samuele (vedere il
punto 4 lettere A, B, C, D) e l’ha disposta lì dove è stata repertata;
III^-L’impronta digitale è stata lasciata molto tempo dopo il delitto e dopo il dissequestro della
villetta da un soggetto esterno (da chi?). Il burattinaio l’ha in seguito notata e se l’è lavorata in
due modi: 1) facendone il calco in gomma ed attuando quanto detto al precedente sub-punto b; 2)
cospargendo sopra del sangue di Samuele procurato come indicato al punto 4 lett. a, b, c, d.
IV^-L’impronta è stata lasciata dall’assassino molto tempo dopo il delitto e dopo il dissequestro
della villetta, assassino che, applicando quanto al punto 4 lett. D, - in preda al pentimento, per
provocazione e sfida, o per altri motivi - ha lasciato tale impronta.

12 - UN TRIPLO PARTICOLARE CHE IL RACIS NON PUÒ


E NON DEVE IGNORARE
IL GIORNALE DEL 3.9.2004 (GIANMARCO CHIOCCI): “SCRIVONO I TECNICI DELLA
DIFESA: “E’ doveroso premettere che tutte le tracce evidenziate in questa analisi (ben 30 nel
solo garage) non furono mai cercate e quindi mai studiate dagli inquirenti. Sul punto si deve
sottolineare che non risulta dagli atti che il Ris abbia mai proceduto ad analisi del luminol nei
locali autorimessa, e le tracce da noi studiate, ad eccezione della numero 9, sono state
“scoperte” da noi solo nei giorni 28 e 29 luglio 2004, ossia a due anni e mezzo
dall’omicidio””.
Ne consegue, quindi, che nel garage le tracce sono state certamente cercate e individuate con una
lampada a luce variabile (polilight, crime scope, ecc;) - così come hanno detto i CTD - e proprio
da loro, e che il luminol è arrivato dopo la “scoperta” delle nuove tracce! Questo particolare mi fa
pensare a TRE aspetti, il primo è che queste tracce sono post condanna ed a denuncia presentata
qualche ora dopo, che supportano la TESI TAORMINA nonostante gli strombazzamenti da parte
dei fautori della TESI che da mesi e mesi costoro avevano le prove! Il secondo aspetto è che le
relazioni di consulenza tecnica del RACIS datate 16-17 settembre 2002 (pubblicate da Panorama)
riporta quanto segue: “ (...) Alla luce della considerevole mole di risultati esposti, si può
concludere che il sangue della vittima è stato rinvenuto esclusivamente nella camera da
letto ove giaceva il cadavere o in locali ad essa attigui come sugli indumenti di Annamaria
Franzoni (felpa, giubbotto, scarpa, zainetto, sui pantaloni e sulla casacca del pigiama, sulla
suola dello zoccolo sinistro). In tutte le altre aree o reperti da esse provenienti esplorate
(garage, nel circondario della casa e nell’abitazione dei vicini), non è stato possibile
individuare tracce biologiche riconducibili alla vittima. Stesso risultato negativo è stato
ottenuto dalla minuziosa ricerca di residui ematici evidenti, sugli oggetti contundenti, o
ritenuti tali, inviati.”
Al che, se il RACIS il 17.9.2002 dichiara di avere esplorato anche il garage - e lo dichiara in
epoca non “sospetta” -, e tale “esplorazione” è stata effettuata CERTAMENTE con
professionalità, meticolosità ed alta tecnologia, ed essendo state “scoperte” le tracce dai CT
di Taormina NON CON IL LUMINOL ma con la tecnologia visiva di cui sopra, come
fanno i CTD a dichiarare che il RISnon aveva cercato le tracce nel garage? Non credo che il
RIS abbia “esplorato” il garage e le altre zone con occhiali senza lente ed a occhi chiusi, ma
con ALTISSIMA TECNOLOGIA CHE DOVEVANO UTILIZZARE E CHE
SICURAMENTE HANNO UTILIZZATO!
E’ cosa nota che ho criticato le indagini investigative e scientifiche relative il caso Cogne,
che non sono d’accordo su alcune impostazioni e conclusioni dei CTPM (nella fattispecie i
RISdi Parma), ma, mai mi sono permesso di mettere in dubbio la loro professionalità,
onestà e serietà!
TERZO ASPETTO: IL CALCOLO DELLE PROBABILITÀ CHE FINE FARÀ? Difatti,
la circostanza che l’assassino e Annamaria Franzoni (o entrambi) la mattina del 30 gennaio
2002, abbiano percorso INDIPENDENTEMENTE E INTEMPI DIVERSI lo stesso tragitto
- dalla camera da letto sino al piano superiore - con scarpe la cui suola insanguinata
avrebbe lasciato da 0 a 18 orme - , che probabilità aveva proprio quel doppio tragitto di
essere TOTALMENTE L’ESATTO CONTRARIO di quello che i RIS non avrebbero
esplorato col luminol e i CTD invece sì? Il tragitto del killer coincide con quello della
Franzoni, e questi due tragitti sono proprio quelli che il luminol del RIS non va a cercare
per 15 gradini larghi circa mt 1,30?

CONCLUSIONI
Alle pag. 71 e 76 sono pubblicati il profilo dell’assassino di Samuele secondo la TESI LAVORINO
e una lettera aperta che ho scritto alla Franzoni il 29 luglio 2004, prima che fosse presentata la famosa
denuncia contro il “vero” assassino. In tale lettera davo alcuni consigli alla donna ... ma non li ha
seguiti! LA TESI SI BASA SUL PRESUPPOSTO CHE ANNAMARIA FRANZONI MI
ABBIA DETTO SEMPRE E COMUNQUE LA VERITÀ ECHE, QUINDI, NON SIA
MENDACE!
Ritengo con totale certezza che la TESI TAORMINA sia errata e che non porterà a nulla e che,
invece, la TESI LAVORINO sia esatta e quella utile a individuare una buona pista investigativa da
SEGUIRE ERISCONTRARE!
La TESI TAORMINA sembra essere stata confezionata per due scopi, 1) dimostrare i limiti
tecnici e criminalistici dei RIS di Parma, 2) dimostrare che la TESI LAVORINO ha un’alternativa!
Per il primo scopo non so se ce l’abbia fatta, per il secondo la TESI TAORMINA ha preso il classico
granchio!
LAST, BUT NOT LEAST: ho letto la sentenza di condanna firmata dal Giudice Eugenio
Gramola! Ebbene, se Annamaria Franzoni avesse prodotto in processo (anche tramite una
memoria ex art. 121 CPP) la TESI LAVORINO facendola propria, la sentenza non poteva
essere scritta perché avrebbe coperto molti buchi lasciati dalla difesa della Franzoni e ben
evidenziati dalla sentenza stessa ... del resto, la TESI LAVORINO si basa anche sulle
dichiarazioni della Franzoni medesima!
Con buona pace del fautore della tesi che ho frantumato!

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