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l’editoriale
A seguito delle polemiche suscitate dal libro-inchiesta di
Rizzo-Stella "La Casta" che a vedere la copertina sembrerebbe
un libello sovversivo degli anni '60, PuntoGif Magazine si lancia
nel mondo della politica. Decisione presa dal comitato di
redazione e così motivata: "perché loro sì e noi no?". Dopo aver
manifestato tale decisione con una conferenza tenuta al Bar
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Mughini - Alimentari & Tabacchi - di Marradi (Fi), e dopo essersi


rifocellati con panini alla porchetta al Bar Mughini - Alimentari &
Tabacchi - di Marradi (Fi), i quattro facenti parte il comitato
decidevano di partire seduta stante alla volta di Roma. Non
OGNA
fosse che uno dei quattro aveva dimenticato di comprare BOL
07
le sigarette, e quindi fece una corsa al Bar Mughini -

20
gl i o
1-20 lu
Alimentari & Tabacchi - di Marradi (Fi), dove però un
locale lo informò d'aver avuto notizia da un parente
portaborse del tal Ministro che la redazione di PuntoGif
era stata posto sotto controllo, e un omino in un oscuro
ufficio stava già riempiendo un dossier sull'impresa che PUNTOGIF MAGAZINE
ancora si doveva compiere. I quattro pensarono così di rivista di fumetti, musica,
organizzare una raccolta di Firme Per Nulla, per sviare le fermenti urbani
amorevoli attenzioni dei Servizi Segreti. Nel frattempo il Gif- e fallimenti artistici
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partito prende vita, ma voi non dite nulla.

Caporedattore:
numerozerobeta

Mattia Bergamini
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mattia.bergamini@email.it
In copertina:
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Redazione di Bologna:
Federico Fioravanti
federicofior@hotmail.it
Referente commerciale:
Alessandro Durello
aledurello@hotmail.com
Impaginazione e grafiche:
indice

Mattia Bergamini
www.zoomind.net

Redattori: Aurelio Pasini, Simone


Varriale, Giovanni De Donà, Andrea
Erra, Luca D’Alessandro, Diego Ox4
Ballani

Illustrazioni: Zoomind, Kry,


Cristiano Donzelli, Federico il
fumettista di Firenze, Andrea Zoli

Ideatore nonché fumettista a


intermittenza: Andrea Zoli
raccolta firme per nulla
Per questo numero si ringrazia:
GIF-MUSICA No Filter Festival, Homework
pag. 20 LE RECENSIONI DI Records Netlabel, Federico di
GIF-SKETCHBOOK Firenze, Cristiano Donzelli, Il
pag. 4 VANNA VINCI MUSICBOOM Cenacolo dei 7 Passi, Andrea
pag. 6 KRY / IL CENACOLO pag. 22 EZRA Nonni, Carlo Crudele, Luca
DEI 7 PASSI pag. 24 PARTIZAN D’Alessandro & tutti i
pag. 10 UN TERAMANO A pag. 26 ELECTRO SESSION / MusicBoomers
HOLLYWOOD: CRISTIANO HOMEWORK NETLABEL
pag. 29 NECST BIG ZING: Tiratura: 10.000 copie
DONZELLI diffusione gratuita presso i locali
KARMICA* pubblici delle città di Bologna,
pag. 30 L'ANGOLO DEL Faenza, Forlì e Riviera Romagnola
BUONGUSTAIO
GIF-AGENDA
pag. 15 SPECIALI FESTIVAL Guida spirituale: Dude Lebowski
ESTIVI GIF-ALTRO
pag. 32 LA MOLLE INDUSTRIA
pag.3
www.van
iniziando questa storia per Dargaud, ho già
cominciato a raccogliere il materiale fotografico,
ini
bergam ovvero libri fotografici e foto dei luoghi. Di fatto, se
a scrivo una storia ambientata in una città, o ci vado
atti
di m
in vacanza, non faccio altro che camminare fino allo
sfinimento e fotografare case, strade, palazzi
apparentemente di nessun interesse. E più sono
Come per Corto Maltese, anche per i tuoi scassati meglio è. Il muro mi piace scrostato, la
personaggi le città nelle quali si muovono sono tinta scolorita e sporca, i restauri alla Disneyland mi
importanti tanto quanto le storie stesse. Cosa ti fanno schifo. L'angolo più magico e misterioso in
trasmettono gli angoli storici delle nostre città? E Italia? Uno di sicuro è la casa de Il Richiamo Di
qual è l'angolo più magico e misterioso Alma di Stelio Mattioni, a Trieste, credo sia in via
dell'Italia? San Michele.
VANNA VINCI > La città, l'universo urbano, è per me
un posto di enorme fascino, fin da ragazzina. Mi piace Quanta parte della tua vita hai messo nella
aggirarmi per le strade, mi piacerebbe conoscerle tutte tua Sophia? La possiamo intendere coma una
e entrare in tutti gli interni del mondo. L'architettura in tua alter ego alla stregua del Pentothal di
senso generale, non solo quella progettata, ma anche Andrea Pazienza? Ci racconti le avventure
quella naif, mi attirano moltissimo. In sostanza, mi successive al tuo approdo a Bologna?
piace tutto quello che è stato costruito dagli esseri VANNA VINCI > In realtà in Sophia ci sono molte
umani a loro uso e consumo, case, bar, negozi, strade. cose vere, nel senso autobiografiche, altre
Ho poi una vera ossessione per le rovine e i posti inventate. Come del resto in tutti i miei libri. Qui
abbandonati e scassati, che il tempo o la natura hanno molte delle cose vere sono manifeste, ma ce ne
invaso e stanno a poco a poco riprendendosi. sono molte altre che è come se fossero secretate.
Ovviamente tutto questo rientra a forza nelle mie Non mi piace l'idea che tutto sia riconoscibile. In
storie. All'inizio era più un fatto di attinenza al luogo, alcuni casi, infatti, la componente autobiografica è
cioè mi faceva piacere che se la storia si svolgeva in quasi più legata al simbolo, alla metafora e non alla
una data città, gli sfondi e le ambientazioni fossero il riproduzione del fatto concreto. In poche parole, mi
più possibile precise. Poi, con Aida Al Confine, questa interessa che ci siano più livelli, uno di questi
ricerca è diventata fondamentale e ossessiva. La città è senz'altro è autobiografico e dichiarato. A Bologna
diventata una co-protagonista. Adesso che sto
nnavinci.it
ci sono arrivata perché c'era Granata Press, con cui stavo lavorando.
vanna vinci

Solo che poi mi ci sono ritrovata, ho fatto amicizia e mi sono


innamorata. Ma comunque a me Bologna piace, a volte mi da dei
grattacapi, ma sono ancora innamorata di lei e ci vivo senza rimpianti.
La mia vita è qui, da Granata a Kappa Edizioni, passando per amori,
amici, case, colleghi, lavori, negozi, bar.

Una nostra strana curiosità: com'è stato lavorare per i


giapponesi?
VANNA VINCI > Mah, io ho avuto un editor che era un vero gentleman.
Le loro richieste sono state semplici: una storia sui vampiri, con un
vampiro bellissimo. Io ho pensato all'Italia, a Venezia e a Roma. A volte
ci sono stati problemi di comunicazione che sono stati risolti anche con
l'aiuto di Keiko Ichiguchi. Certo mi è sembrato di lavorare con una casa
editrice sita su Marte.

Quanto è stata importante la tua esperienza con Linus? E quanto


è stato importante averlo sul comodino per riuscire a creare la
tua meravigliosa Bambina Filosofica?
VANNA VINCI > La creazione della Bambina Filosofica con Linus non
c’entra niente. La bambina è davvero l'opera più autobiografica che ho
fatto, anche se tutti pensano che stia scherzando quando lo dico. La
bambina è nata in un tovagliolino di carta sporco, in un pub di Bologna,
ha fatto tutto da sola. Poi Daniele Brolli, Massimiliano de Giovanni e
Giovanni Mattioli mi hanno costretta a produrre delle strisce, cosa che a
me terrorizzava. Poi Daniele le ha portate da Linus e loro hanno deciso
di pubblicarle. A quel punto ero incastrata e in balia della bambina,
dovevo fare le strisce, e così ho fatto. Certo che se da bambina non
avessi letto Charlie Brown, Mafalda, le ragazzine St Trinian's, Buster
Brown, la cattiva Lulù, Marcellina il Mostro, Pippi Calzelunghe... beh,
credo che avrei avuto maggiori difficoltà a raccontare la “tragedia di
un'infanzia”, la mia.

PuntoGif sfida la fumettista: apriamo il dizionario a caso e ti


chiediamo una storia in 3 righe partendo dalla parola "sulfureo".
VANNA VINCI > Mi dispiace tiro la spugna... la parola “sulfureo “ é una
figata, ma non mi è venuto in mente niente...
BAMBINA FILOSOFICA > Evviva! Ecco un bel fallimento! C'è da esserne
fieri!

La solita inevitabile gif-domanda. Raccontaci il tuo migliore e/o


peggiore fallimento.
VANNA VINCI > Partirei dalla famosa e favolosa canzone di Johnny
Thunder “Born To Loose”, che da anni ascolto spessissimo. La mia vita è
costellata di grandi e piccoli fallimenti, inutile raccontarli tutti.
Ovviamente, da buona nevrotica, se qualcosa dall'esterno non arriva a
provocare un fallimento, ci penso io stessa.
BAMBINA FILOSOFICA > Il fallimento è da secoli un elemento che
l'essere umano cerca con tutte le sue forze di rimuovere. Non si capisce
perché, quando sarebbe interessante farne una forma d'arte, insegnarlo
nelle scuole, fare dei corsi di specializzazione, organizzare seminari, o
addirittura istituire un corso di studi universitario. Io, per conto mio,
elogio il fallimento, mio e degli altri. Ritengo sia una grande specialità
dell'essere umano e dia enormi soddisfazioni. Le sue possibilità, molte
ancora sconosciute, sono di livello apocalittico. L'essere umano, come al
solito è impreciso e pressapochista, per cui spesso i grandi fallimenti
vengono tamponati da banalissimi successi che inficiano il valore degli
avvenimenti fallimentari. E comunque, si cerca sempre di ridurre
l'entità dei fallimenti, soprattutto i propri. Per questo consiglio alla
rivista PuntoGif, una di quelle che reputo più serie, visto il tema, di
cambiare il nome per esteso in Greatest International Failure... perché
accontentarci di qualche disastrucolo italiano, puntiamo a un fallimento
generale, un bel disastro cosmico!
a
matti
ista di
un’interv

KRY
writer, pittore, ceramista
di tutto un po’ all’insegna
della gioia del fare
pag.6
kry

mini
berga

Innanzitutto descriviti in due righe.


KRY > Sono un essere umano e un pittore istintivo,
giocoso e felice.

Un pittore felice? Una vera rarità.


KRY > La pittura è la salvezza dell'anima, perché ti trasporta in
un mondo tutto suo. E se vuoi in quel mondo hai il potere di
salvarti lo spirito; di salvarlo dalla palude di tristezza del mondo
"reale", ecco.

E in quest'ottica di pittura come mondo "altro", mi pare di


rivedere in molte tue opere l'eredità di Mattia Moreni.
KRY > Moreni l'ho conosciuto attraverso i libri, le mostre. Quello che ha
fatto è molto bello, sia le prime cose nelle quali partiva dall'informale e
aveva un gesto artistico molto feroce nei confronti della tela, sia nelle
ultime cose che hanno la freschezza di sguardo di un quindicenne e la
prondità, la saggezza d'un uomo anziano; un periodo nel quale il suo
gesto finiva per assomigliare da vicino ai graffiti soprattutto nelle linee
di contorno ma anche come soluzione della sua pittura, queste vaste
aree bidimensionali... Altri pittori? Dirò due nomi scontati, ma amo
molto Picasso, uno che è voluto "andare avanti", e Basquiat, che come
me partiva dai graffiti.

pag.7
RB
DRR
B J
B
YW P
F
U
HR
G K
Parliamo allora
graffiti, com'è cominciata la passione
d e i
E
per i muri?
KRY > Ero iscritto alla scuola di ceramica di

H
Q

H
Faenza, e intanto - la sera - me ne andavo in
giro con alcuni amici a fare graffiti. Poi ho fatto

EAEEE
l'Accademia a Bologna, e lì è nato l'amore
pittorico, i colori sono il sangue che da allora mi
esce dalle vene. Quando facevo un graffito partivo
spesso da un bozzetto, mentre in pittura non parto

AA
mai da un disegno iniziale, chessò: mi piace il rosso e
allora butto giù del rosso cercando di trovare delle
linee, delle forme.

A Più istintivo sulla tela che sulla parete, insomma.

A
Segui ancora i fermenti che animano il mondo dei

AH
graffiti? Chi ti ha convinto di più in questi ultimi
anni?
KRY > Sicuramente Blu, per dire un nome

AA
italiano, uno che ha abbandonato il
classico graffito metropolitano per
prendere invece il muro come una
tela vera e propria; è una pittura
ambientale, con una profondità
d'animo molto forte. Se invece
lasciamo stare i confini, ho avuto
modo di vedere e apprezzare
Mode2, un ragazzo di Parigi che a
vederlo - come persona - non gli
davo due lire (mi sembrava il
ragazzo con gli occhiali di Otto
Sotto Un Tetto), invece come ha
buttato giù le prime linee sono
rimasto a bocca aperta, una
mano della madonna.
oltretutto, ha una scuola di

KRY
pag.8
Banksy?
graffiti a Parigi, anche se là è
conosciuto soprattutto
Banga.

KRY > Banksy! Lui fa tutto a


mascherina, ch'è una tecnica
piuttosto semplice e soprattutto veloce a realizzare sul muro, però il cenacolo dei 7 passi
ci vuole molta poesia anche in questo, e lui è uno che cerca di
comunicare e di farlo nei posti giusti.
Il Cenacolo “7 PASSI” nasce
Tu hai lasciato perdere i graffiti? dall’incontro di sette
KRY > Un po' la mancanza di tempo, un po' il costo delle diverse personalità
bombolette, ma quando si può li faccio ancora. artistiche, che si sono
rirtrovate in uno stesso
Costa molto realizzare un graffito? spazio, pur provenendo da
KRY > Farlo tutto a bomboletta, direi proprio di sì. E poi le luoghi ed esperienze
bombolette sono veleno, a me è capitato d'intossicarmi e stare artistiche differenti. La
male per due giorni. Per le vaste campiture è meglio utilizzare i dedizione all’arte e il
bidoncini di tempera, così si riesce anche a risparmiare qualcosa. desiderio comune di
trovare una propria
Il Cenacolo dei 7 Passi è lo studio in via Mura Gioco del collocazione all’interno del
Pallone a Faenza che condividi con altri sei giovani artisti. mondo artistico sono stati il
Ci spieghi il significato di questo nome? collante fondamentale.
Il nome è nato per gioco, pensando al fatto che - dato il massiccio
uso di sostanze alteranti (acquaragia, resine particolari, ...) - si I sette componenti operano
rischia di cadere per terra dopo aver fatto neanche sette passi. all’interno di uno stesso
laboratorio, utilizzano
La classica domanda di PuntoGif: il tuo pensiero sull'italico linguaggi e tecniche
fallimento... differenti sollecitando un
Oggi si favoriscono poco gli artisti, poche le situazioni che ti fanno proficuo stimolarsi a
apprezzare l'arte; a Bruxelles per esempio - dove sono stato di vicenda pur mantenendo
recente - ci sono moltissime possibilità per gli artisti giovani, una propria individualità
luoghi dov'è possibile esporre per 2-3 mesi gratuitamente. Qui in artistica.
Italia c'è una palude di fondo contro la quale
Bisogna sempre lottare. Il Cenacolo “7 PASSI” si
pone l’obiettivo di
promuovere la libera
espressione artistica,
organizzando eventi per
la divulgazione dei
propri “oggetti
d’arte“ , senza mai
dimenticare la
componen
te ludica
che è stata
la base del
proprio spirito
aggregativo.
settepassi.altervista.org
Cristiano Donzelli: un Diploma al Liceo Artistico di Teramo nel 1987, una parentesi a
Bologna e poi l’avventura hollywoodiana. Arriva a L.A. Nel ‘95 e trova la sua strada negli
storyboard per il cinema, lavorando per registi del calibro di Joe Dante (The Jetsons),
Martin Scorsese (Gangs Of New York, di cui pubblichiamo alcuni estratti dello storyboard
in queste pagine) e Ridley Scott (Le Crociate), per citare solo quelli più noti. Abbiamo
scambiato qualche parola con lui, per capire in cosa consiste il suo lavoro e quali speranze
ci siano per i giovani italiani.

UN TERAMANO
Cominciamo dagli inizi, il liceo a Teramo e Qualche punto di riferimento?
poi l'avventura bolognese alla leggendaria CRISTIANO DONZELLI > Moebius e Jimenez su
Granata Press, raccontaci che aria si tutti.
respirava alla fine degli anni '80 nel mondo
fumettistico italiano. Dai fumetti agli storyboard, come è
CRISTIANO DONZELLI > Negli anni '80 ci fu una avvenuto il passaggio? È stato doloroso
profonda crisi dell'editoria in generale dovuta lasciare la pura fantasia del fumetto per i
anche all'aumento del costo della carta. Poi rigidi dettami del cinema o anche nel
l'avvento del computer accelerò questo mondo della pellicola vedi un mezzo per
processo, le cui conseguenze sono tuttora sotto esprimere la tua arte?
gli occhi di tutti, soprattutto se si pensa al CRISTIANO DONZELLI > Lo storyboard è fatto
mondo del fumetto. In Italia il fumetto oggi di artigianato ma anche di fantasia. Gli italiani
viene pensato quasi da tutti come “una cosa da per esempio sono molto apprezzati negli Stati
ragazzini”, mentre in altri paesi pensiamo solo Uniti, nei campi artistici, perché almeno così
alla Francia il fumetto è considerato una vera e dicono loro vedono in noi doti di fantasia che
propria arte. Ad ogni modo francesi e non trovano nei loro connazionali, i quali pur
sudamericani hanno una lunga tradizione di crescendo in scuole apposite, scuole che
fumetto d'autore. oltretutto danno una preparazione incredibile,

pag. 10
cristiano donzelli

A HOLLYWOOD
rimangono però chiusi negli schemi, insomma rispetto ad altri fattori come le scenografie. Così
pare che tutti disegnino nello stesso modo. Poi per Gangs Of New York lavoravo a fianco di
devo confessare di essere un grande Dante Ferretti.
appassionato di cinema, e di essere al lavoro
per il mio esordio da regista. Il film che doveva rilanciare Cinecittà…
CRISTIANO DONZELLI > Credo che il problema
Joe Dante (uno dei registi USA più di fondo di quel film fosse la sceneggiatura
sottovalutati), Martin Scorsese, Ridley troppo debole. Poi la scelta di girare in Italia per
Scott, ci racconti qualche retroscena della le produzioni americane è stata penalizzata
dorata Hollywood? dall'Euro forte rispetto al dollaro. Oggi spesso di
CRISTIANO DONZELLI > Con Joe Dante e sceglie l'Europa dell'Est, l'Ungheria, la
Scorsese non ho avuto un rapporto diretto, Romania…
perché spesso chi fa il mio mestiere non lavora
con il regista ma piuttosto con il produttore. Lo Parliamo di Ridley Scott…
storyboard è legato principalmente a una CRISTIANO DONZELLI > Con Ridley Scott - che
questione di costi, c'è la necessità di capire oltretutto disegna molto bene - ho avuto un
quale impegno economico ci sia dietro le scene, rapporto bellissimo. All'inzio ero un poco
dal punto di vista degli effetti speciali, ma anche intimorito perché subentravo a un disegnatore

pag. 11
americano. Poi però si è instaurato un buon
feeling tra di noi, lui mi ha detto “go free”, Quali sono i tuoi strumenti di lavoro?
lasciati andare, e così ho lasciato che la mia CRISTIANO DONZELLI > Carta matita gomma,
mano si muovesse libera. Il set si muoveva tra nulla di più semplice!
Londra e il Marocco, un'esperienza davvero
molto bella. La scena o la tipologia di scena più difficile
da rendere?
Ci racconti anche dei tuoi primi tempi a LA? CRISTIANO DONZELLI > Se si conosce il
CRISTIANO DONZELLI > Avevo 24 anni, e non linguaggio del cinema non esistono scene più
avevo la minima idea di cosa sarei finito a fare. difficili di altre da disegnare. Lo storyboard è
Los Angeles poi è una città noiosissima, c'è solo legato alla grammatica della narrazione e in
il lavoro, o almeno per me è stato così. A Las particolare alla conoscenza degli effetti speciali.
Vegas ci si va, è inevitabile, ed è senz'altro Per esempio il disegno è profondamente diverso
divertente. Ma prima di tutto viene il lavoro. E in se parliamo di un milione di euro piuttosto che
questo senso per un giovane deciso ad entrare di cento milioni di budget.
nel mondo del cinema Hollywood è il posto
ideale; lì non valutano chi sei o da dove vieni, Quando parliamo di un low-budget
valutano solo cosa e quanto produci. hollywoodiano di quali cifre stiamo

pag. 12
cristiano donzelli

parlando? lavorare in Italia, non trova produttori


CRISTIANO DONZELLI > Oggi quaranta milioni interessati a investire nel cinema. Perché
di dollari sono considerati un basso budget. investire oggi nel cinema in Italia è un rischio, i
produttori si orientano invece verso le fiction,
Sei un frigidairiano come noi? (Immagino verso la Tv, dove puoi essere già sicuro del
di sì, data la tua collaborazione con Tanino rientro economico. Quindi il mio consiglio è
Liberatore). prendere e andare, liberandosi delle proprie
CRISTIANO DONZELLI > Per quanto riguarda paure.
Liberatore ti posso dire che siamo abruzzesi
entrambi, e già ci conoscevamo prima di Solita gif-domanda sul fallimento, tue
lavorare insieme alla serie tv The G-Shifters, un riflessioni sul tema…
lavoro che ha riguardato soprattutto lo studio CRISTIANO DONZELLI > Ti rispondo molto
dei personaggi. E Frigidaire è stata semplicemente che non considero nemmeno il
un'esperienza irripetibile per il fumetto italiano. fallimento, perché penso che faccia parte dello
sforzo per raggiungere il proprio obiettivo,
Una ricetta per non mollare la spugna? qualsiasi esso sia, ed ogni errore è sempre un
CRISTIANO DONZELLI > Andare all'estero. Un insegnamento.
regista come D'Alatri per esempio non riesce a

pag. 13
there
for being
Thanks
Il gorilla con gli occhiali è di Federico, il fumettista di Firenze
SPECIALE
FESTIVAL
ESTIVI
5-8/07 CLAN, BABY SHAMBLES,
ROSKILDE (DK) - KLAXONS
ROSKILDE FESTIVAL: 24-29/07
FLAMING LIPS, 11-14/07 GUARDIA SANFRAMONDI
AKRON/FAMILY, QUEENS TORINO - TRAFFIC FREE - SIX DAY SONIC
OF STONE AGE FESTIVAL: LCD MADNESS: A TOYS
SOUNDSYSTEM, ARCTIC ORCHESTRA, GIARDINI
05-08/07 + 15-18/07 MONKEYS, ANTONY & DI MIRÒ, TRE ALLEGRI
TORINO - SPAZIALE THE JOHNSONS RAGAZZI MORTI
FESTIVAL: SONIC
YOUTH, MUDHONEY, 17-22/07 27-28/07
WILCO FIRENZE - ITALIA WAVE: CASALPUSTERLENGO -
THE GOOD THE BAD AND MUZAK FESTIVAL:
6-15/07 THE QUEEN, CARMEN ONEIDA, OVO, JESUS
PERUGIA - UMBRIA CONSOLI, TUNNG ETC.
JAZZ: ENRICO RAVA 5ET,
ORNETTE COLEMAN 4ET, 19-22/07 27-29/07
BRAD MEHLDAU & PAT BENICÀSSIM (E) - NAPOLI - NEAPOLIS
METHENY FESTIVAL FESTIVAL: VERDENA,
INTERNACIONAL DE WHITE ROSE
07-08/07 BENICÀSSIM: ANIMAL MOVEMENT, DISCO
NAAS TOWN (IRL) - COLLECTIVE, THE B- DRIVE
OXEGEN: WU TANG 52'S, MUSE

pag. 16
da staccare e attaccare sull’armadio

16-18/08
03-11/08 CAPACCIO-PAESTUM - 31/08-02/09
CARPINO - CARPINO TODAY I'M ROCK: INVERARAY CASTLE (GB)
FOLK FESTIVAL: TBA GRUPPI EMERGENTI - CONNECT MUSIC:
ECHO & THE BUNNYMEN,
08-15/08 17-19/08 SUPER FURRY ANIMALS,
BUDAPEST (H) - SZIGET BIDDINGHUIZEN (NL) - FOUR TET & STEVE REID
FESTIVAL: CHEMICAL LOWLANDS: RODRIGO Y
BROTHERS, !!!, GOGOL GABRIELA, INTERPOL, 02/09
BORDELLO DAMIEN RICE BOLOGNA -
INDIPENDENT DAY: NINE
11/08 24-26/08 INCH NAILS, TOOL,
PLAYA DE VILLARICOS SAINT-CLOUD (F) - ROCK MAXIMO PARK
(E) - CREAMFIELDS: EN SEINE: BJORK, THE
PRODIGY, MISS KITTIN, JESUS AND MARY CHAIN, SETTEMBRE
NATHAN FAKE MOGWAI FOGGIA - SPAZIO
GIOVANI: GRUPPI
16-18/08 31/08-02/09 EMERGENTI
HASSELT-KIEWIT (B) - STRADBALLY (IRL) -
PUKKELPOP: DINOSAUR ELECTRIC PICNIC:
JR., ARCADE FIRE, PRIMAL SCREAM, CLAP
BASEMENT JAXX YOUR HANDS SAY YEAH,
IGGY & THE STOOGES SPECIALE
FESTIVAL
ESTIVI

pag. 17
AT E
AND TI
TUT RE
A GA
AC

Giorgio Canali
MI AMI 2007
LE RECENSIONI IN QUESTE PAGINE SONO A CURA DI MUSICBOOM.IT

SIMIAN MOBILE DISCO, PERTURBAZIONE, THEE STOLEN CARS,


ATTACK DECAY SUSTAIN PIANISSIMO FORTISSIMO CAN’T STOP...
RELEASE (WICHITA ‘07) (CAPITOL/EMI ‘07) (AMMONIA/NICOTINE ‘07)

James Ford, no, non è una marca Non hanno inventato nulla, Quella degli Stolen Cars è una
di whiskey, ma il produttore degli eppure le loro peculiarità sono storia che piacerà molto a chi
ultimi dischi a nome Arctic perfettamente riconoscibili crede nell'energia imperitura del
Monkeys e Klaxons. Ebbene, lui e anche a diverse miglia di rock'n'roll. Formatisi nel 1986
il suo socio James Jas Shaw sono distanza. Non cambiano - se non riuscirono a pubblicare un solo 7"
i SMD, ovvero la metà esatta di poche virgole - da un disco (che peraltro valse loro
degli inglesi Simian, band che all'altro, eppure esplorare, attenzioni internazionali) prima
cercava faticosamente di farsi scoprire, sezionare, amare e di sciogliersi all'alba del decennio
largo nel primo scorcio di mandare a memoria le loro successivo. Oggi, dopo oltre
millennio portando avanti idee canzoni è cosa quantomai vent'anni, arrivano al traguardo
che saranno apprezzate solo di emozionante. Posso aggiungere del primo album. E sono stati
recente ma che ai tempi erano che chi temeva che il passaggio anni in cui ognuno di loro ha
totalmente oscurate dal revival alla major potesse incidere sullo contribuito a scrivere una pagina
garage. Oggi, che i tempi sono stile della band può di rock'n'roll italico. La più nota è
cambiati, i due sganciano una tranquillizzarsi: il piacere delle di certo quella del Metius, che
vera e propria bomba H sui piccole scoperte e delle "gioie può vantare una carriera ultra-
dancefloor d'Europa. Sleep minime" è immutato, così come decennale alla guida degli hard-
Deprivation apre le danze e di si ritrovano intatte la semplicità punk rockers STP. I loro percorsi
rock nemmeno l'ombra, invece delle liriche ed un approccio si sono incrociati nuovamente
c'è l'omaggio all'epopea EBM. I scevro da barocchismi. nel 2006, quando i nostri hanno
Got This Down è il classico punk- Pianissimo Fortissimo, pensato bene di riformare "la
funk, mentre con It's The Beat nemmeno a dirlo, è un disco che vecchia band" e di mostrare alle
(con le fusa guerresche di Ninja canta l'amore in maniera nuove leve come si suona il
dei Go!Team) si riaffacciano sussurata, rifuggendo stilemi e garage. L'ispirazione è sempre
gatte e gattine electroclash con rime baciate, esaltando ed q u e l l a : r o c k ' n ' r o l l s o z z o,
Cindy Lauper e il ricordo di pezzi emozionando in maniera tenue e incrostazioni blues e un crooning
sui quali è impossibile non gentile. E poi, ovviamente, che sfrutta al meglio il registro
sorridere e scuotere la testolina. quegli intrecci senza distorsioni, tenebroso del Metius. L'influenza
E il disco continua così quelle circolarità malinconiche, ramonesiana è sempre presente
esplorando tutto il versante quelle andature felpate, quegli ma gli Stolen Cars sono figli di
derivato dagli ormai citatissimi arrangiamenti che in punta di un'epoca in cui si guardava al
DAF e si fa masticare come una piedi sfondano il cuore. Inutile "nuggets" sound di Seeds e
gomma in bocca a Madonna nei dilungarsi ad elencare i brani o a Chocolate Watchband come al
primi anni '80. sprecare paragoni con i dischi sussidiario scolastico. Poi però
<<< Mattia Bergamini p r e c e d e n t i . Fa r e m o s o l o c'è lo stile: quello non lo impari, o
accademia e ciò non è volontà di ce l'hai o non ce l'hai. Gli Stolen
chi avrebbe anche potuto Cars lo trasmettono ad ogni
limitare questa recensione al accordo e lo hanno potuto
primo paragrafo. O, addirittura, affinare nel corso delle rispettive
alla seguente frase: "Pianissimo carriere. Per questo possono
Fortissimo è un disco dei permettersi di suonare freschi
Perturbazione". E questo basta. come il primo giorno.

<<< Luca D’Alessandro <<< Diego Ox4 Ballani


WEBZINE MUSICALE A 360 GRADI le recensioni
WILCO, SKY BLUE SKY
(NONESUCH/WARNER 2007, USA)

Nati nel 1995 dalle ceneri degli Uncle Tupelo, gli Wilco sono
principalmente espressione dell’anima cantautoriale di Jeff
Tweedy; nel corso del decennio che separa l’esordio (A.M.,
1995, Reprise) dall’ultimo lavoro (il live Kicking Television,
2005, Nonesuch) la band è diventata un punto di riferimento
nel mondo musicale contemporaneo. La capacità di unire il
songwriting raffinato e classico di Tweedy a sonorità e strutture
di altri repertorii creando partiture complesse o piccole perle
pop, l’aggiunta ad ogni nuova uscita di ulteriori elementi di
contaminazione - senza mai lasciarsi alle spalle quanto
costruito in precedenza - fanno del percorso che va da Being
There (1996, Reprise) fino a A Ghost Is Born (2004, Nonesuch)
un viaggio nel mondo del pop-rock-folk degli ultimi
quarant’anni. Attualmente la band è formata oltre che da Dalla rete: Jeff Tweedy e i suoi
cinque Wilco-compari in formato-
Tweedy e dal bassista John Stirratt, da un gruppo di
statuetta a soli 49.94 dollari.
strumentisti di valore assoluto, tra cui spiccano il batterista Avranno anche venduto un milione
Glenn Kotche e il chitarrista Nels Cline. Il sound di Sky Blue Sky di copie di A Ghost Is Born ma pare
mette al centro la voce e le melodie di Tweedy, offre un posto di che si siano montati un poco la
prima fila alla chitarra di Cline e affida agli altri compagni di testa.
avventura un posto da comprimari di lusso, capaci (con poche http://wilcoworld.net/store.html
note, un riff o un’accelerazione ritmica) di dare una precisa
identità sonora ad ogni brano. Either Way parte come un
classicissimo folk, ma già nel ritornello offre un andamento
melodico originale in contrasto con l’incipit del brano. Con la
traccia successiva, You Are My Face, veniamo proiettati in
quella che è una delle peculiarità del sound di questo lavoro: la
giustapposizione senza soluzioni di continuità di arrangiamenti
folk e rock (nel senso più ampio del termine). Side With The
Seeds e Shake It Off invece propongono un crescendo ritmico e
una struttura del brano più complessa nel passaggio dalla
strofa al ritornello, per poi tornare ad uno “stato di quiete”. È
come una scarica elettrica che improvvisamente lacera il
tessuto sonoro portando la semplicità folk ad incontrare stilemi
e arrangiamenti altri e realizzando così una sorta di
urbanizzazione della tradizione. Tradizione che si prende la
rivincita in brani come Sky Blue Sky, Please Be Patient With Me
e Hate It Here, dove la semplicità dell’arrangiamento è al
servizio di melodie incantevoli che mostrano tutto il talento di
Tweedy. Impossible Germany e Walken si distinguono per il finale strumentale: un continuo
crescendo costruito con l’aggiunta di riff, accelerazioni ritmiche e sovrapposizione di strumenti che
formano un sound pieno, nervoso e trascinante. Chiude la sequenza On And On And On, brano
dall’atmosfera sognante in cui l’arrangiamento crea un tappeto per la voce, assoluta protagonista
del pezzo. Il risultato sono dodici brani di assoluto valore, ma non sempre facili da ascoltare: gli
improvvisi strappi (quasi sempre provocati dalla chitarra) scuotono la rassicurante atmosfera folk
chiedendo all’ascoltatore attenzione e una partecipazione viscerale; la voce di Tweedy, sempre al
centro e sopra gli altri strumenti, canta puntando al cuore dell'ascoltatore e alterna con sapienza
melodie da songwriter classico a spigolosità indie. Gli Wilco fanno un passo oltre l’alt-folk
provando a definire un sound contemporaneo, aperto a diverse influenze da adottare in ragione
delle necessità espressive, senza cadere nel manierismo, nella ricerca fine a se stessa o nella
costruzione di strutture ampollose: l’apparente semplicità dei brani è così un risultato ovvio, ma
non scontato, che richiede comunque un ascolto attento ai dettagli.

<<< Andrea Erra


un’intervista di
alesandro duric durello
& federico fioravanti

Ciao Ezra, iniziamo subito se sei d'accordo,


EZRA
Alessio Manna chi è per te? Spiegalo ai
la prima nota originale che ho trovato nostri lettori.
nasce proprio dal tuo nome, da dove EZRA > Inanzitutto è un grande amico, un
arriva? fratello; poi è il bassista dei Casino Royale ed è
EZRA > Mio padre era un poeta e il mio nome una persona con cui ho sempre condiviso molto.
arriva da Ezra Pound, indi è il mio vero nome. Soprattutto in musica. Per dirne una, stiamo
finendo di produrre il nuovo disco di Gruff, per
Possiamo dire che nasci in musica, è da l'esattezza di Sinfonaito.
bimbo infatti, che inizi a divertirti sui
piatti, ma com'era la Torino d'allora? Io La seconda nota originale è che hai iniziato
all'epoca ascoltavo i Nirvana… Perché a produrre a sedici anni, ci spieghi un po'
l'hip-hop? cosa ti ha portato così presto all'idea di
EZRA > Direi che il primo input me lo ha dato produzione, al posto di fare i compiti?
Alessio Manna, io ero solo un ragazzino, e lui mi EZRA > A 15 anni mi son fatto regalare 2
regalò la Rapadopa di dj Gruff, fu una giradischi (veramente 2 cessi), ma la cosa non
rivelazione, a Torino in quegli anni, alla metà mi bastava, così appena ho potuto ho comprato
degli anni 90, la scena hip hop era molto forte. un campionatore usato, un Akai 2800, e ho
C'era il Regio, dove ci si riuniva per ballare e far iniziato a sperimentare.
freestyle. Comunque l'hip hop e ,poco dopo, il All'inizio solo con il campionatore, almeno per
trip hop mi hanno abbondantemente cibato di un paio d'anni. Compravo vecchi dischi, funk,
stimoli in quegli anni. jazz, qualsiasi cosa e campionavo. Il computer
arrivò più tardi.
ezra
Passiamo ai giorni nostri: cosa ti ha spinto
a fare il lavoro del Dj?
EZRA> I soldi [ride], in realtà non sono poi Ezra Capogna, nato il 29 settembre del
1979 a Torino, 28 anni.
molti. Vedi, fosse per me, non uscirei dallo
studio, ma bisogna confrontarsi con la realtà Mi sono innamorato della musica cha
ogni tanto e devo confessarti che ultimamente avevo 15 anni, l'hip hop mi folgorò, i
mi diverto molto a farlo, e poi in questo periodo mio primo strumento sono stati due
giradischi a cinghia. Circa un anno dopo
ho cambiato molto tipo di dj set, è più
incontrai il campionatore ed iniziai a
danzereccio! produrre musica.

Il tuo genere però rimane l'abstract hip-hop, Nei primi anni del nuovo millennio
che odore ha? Quale definizione per noi incontrai i Casino Royale con i quali
svolsi svariate collaborazioni, dai remix
comuni mortali? di Protect Me, In My Soul Kingdom e
EZRA > Non ho più voglia di avere limiti e schemi: Milano Double Standard, fina ad
mi piace mettere tutto, ultimamente mischio molto accompagnarli nel tour estivo del 2004
hip hop veloce, elettro, house, dub, e chi più ne ha come dj insieme a dj Gruff e Villary.
più ne metta. Nello stesso periodo stavo lavorando
all' ultimazione di Ingrembo, mio primo
Nel 2005 cavalcando questo genere hai avuto il disco che ha visto la luce a Settembre
tuo primo parto artistico. Per questo hai del 2005, prodotto da Royality Records.
chiamato Ingrembo il tuo primo album?
Dal 2001 faccio parte di Red Bull
Raccontaci com'è andata… Homegroove, che, citando il sito
EZRA > 'Azz, è stata dura, è uscito nel 2005, ma già un ufficiale è: "un progetto italiano Red
annetto prima pera bello che finito, solo che non mi Bull rivolto allo sviluppo e alla
piaceva il mixaggio, così nell'estate de 2004, se non diffusione di una club culture
consapevole" e che mi ha portato a
ricordo male, decisi di remixarlo tutto. suonare come dj in locali quali il Link di
Bologna o il Plastik di Milano.
In molti pezzi, presenti anche sul tuo Myspace,
emerge un po' di malinconia. È il grigio di Torino? Nei miei dj set mischio il dub e l'hip hop,
il broken beat e l'elettro house. Anche il
EZRA > No no, è un disco figlio della provincia, l'ho fatto in live di Ingrembo mi ha portato ad
un periodo un pò complicato in cui abitavo nell'astigiano, il esibirmi per l'Italia con un progetto di
nome è arrivato per una serie di osservazioni sul disco musica dal vivo con tecnologia audio in
stesso, volevo che trasparisse la sensazione di ascoltare il 5.1 accompagnato da proiezioni video
curate da LNZ, progetto realizzato in
mondo esterno attraverso un filtro che ovattasse i suoni e
collaborazione con Red Bull Sonic
le emozioni. Inoltre, poco prima dell'uscita, mia madre si Cinema.
ammalò di cancro all'utero: il nome del disco era già
deciso e, una volta passato il peggio, le chiesi di Tra le date anche la scorsa edizione di
prestare la sua pancia per la copertina. Le 9 traccie del Arezzovawe e la mostra del cinema di
Venezia.
disco sono dedicate alla gestazione, come i 9 mesi di
gravidanza, e nell'intenzione seguono un crescendo Ho realizzato musiche per spettacoli
diciamo cromatico dal buio alla luce; dovrebbe teatrali, Nero Su Bianco di Onda Teatro
essere il primo capitolo di una trilogia dedicata con testi di Andrea Bajani, e per il
cinema, La Vita Che Vorrei di Giuseppe
all'esistenza:nascita vita morte. Piccioni.

Qualcuno disse che il vivere per vivere è Ora sono in tour con i Casino Royale
l'arte di vivere… ma ti sottopongo alla come parte attiva durante i live nel
ruolo di dj e master dub.
solita domanda da un milione di scratch:
cos'è il fallimento per te e qual è stata la Sono al lavoro in veste di produttore sul
tua sconfitta più pesante? nuovo progetto di dj Gruff: Sinfonaito.
EZRA > Il fallimento è farsi sconfiggere da
se stessi, dalle proprie paure. Se riesci a Sto lavorando alla realizzazione del mio
nuovo disco.
superare la paura vinci anche se perdi.
S o n o u n m u s i c i s t a
postcontemporaneo.
PARTY
La Partizan è stata fondata nel 1991
da Georges Bermann, un ex cuoco
ZAN
conferisce ad essa una qualità surreale,
crea uno spazio per narrazioni inverosimili
in cui si muovono creature bizzarre,
animali o alieni umanissimi nei
comportamenti. Quelli di Eric Lerner, ad
esempio, popolano scenari grigi o un po'
squallidi, come il protagonista del
cortometraggio Mr DeJa Vu: una
rotondeggiante forma colorata alle prese
intenzionato a creare un'etichetta per la con la routine lavorativa. Il “mostro” più
produzione di videoclip. Fin dall'inizio la famoso della Partizan resta probabilmente
casa parigina ha lavorato su progetti quello realizzato da Quentin Dupieux per
originali; non su meri strumenti per lo Mr. Oizo: una scimmia gialla che, piuttosto
smercio di dischi, ma sulla realizzazione di che angosciarsi, durante il lavoro
video dal linguaggio innovativo, su opere preferisce scuotere il capo a tempo di
d'arte vere e proprie. Nel giro di pochi anni musica.
la Partizan è diventata un punto di
riferimento per la produzione di video La banalità del quotidiano è gonfiata,
musicali: ha lanciato alcuni tra i registi più stilizzata e “poppizzata” fino ad esplodere.
n o t i d e g l i u l t i m i a n n i , ra c c o l t o L'ironia della Partizan è contagiosa almeno
riconoscimenti ovunque, entrando quanto la sua capacità di visualizzare la
addirittura nel Guinnes dei primati con lo musica, anche quando i protagonisti dei
spot più premiato di tutti i tempi: video sono esseri umani. E' sempre uno
Drugstore per Levi's, diretto da Michel spunto stereotipato, ad esser sfottuto dal
Gondry. Allargando e diversificando i suoi regista Nagi Noda in She's my men degli
interessi dal videoclip alla pubblicità, fino Scissor Sisters, quando una cena
ai film e a qualunque tipo di contenuto romantica tra un lui e una lei diventa un
audiovisivo. A farne la fortuna è stata buon pretesto per imbastire un
sicuramente la ricerca della qualità, l'aver coreografico scontro a suon di piatti e
scovato talenti come Michel Gondry, Alex vettovaglie.
& Martin, Doug Nichel; ma soprattutto lo
sviluppo di un marchio visivo riconoscibile, L'animazione, genere prediletto in casa
tale da trascendere le differenze tra i Partizan, e per il quale è stata aperta la
singoli autori coinvolti nel progetto. sezione Partizan Lab, torna nel video che
Cat Solen gira per At the bottom of
Se dovessimo dare una definizione banale everything dei Bright Eyes. La caduta di un
e riduttiva, diremmo che l'estetica della aereo diviene un gioco tra un gruppo di
Partizan è caratterizzata da un'esplosione nuvole, che si passano l'aereo come se
di colori, che investono il mondo per fosse un pallone, tra i brindisi dei
trasformarlo in un oggetto pop. La musica passeggeri che cantano in coro la canzone
trasforma la realtà delle immagini: di Conor Oberst. Quest'atmosfera tra

pag. 24
sogno e veglia, capace di trasformare potenziali tragedie videoclip
in fiabe per l'infanzia, caratterizza molti dei video di Michel
Gondry, regista che fa della confusione tra sogno e realtà
un suo tratto distintivo, soprattutto in Everlong dei Foo
Fighters e in Human Behaviour di Bjork. C'è solo da ridere,
invece, per i soggetti “critici” dei video di Traktor; come le
cavie da laboratorio (con volti umani) di Where's your
head at, che suonano diligenti i Basement Jaax ma poi
impazziscono e distruggono tutto. Una satira che in The
yeah yeah yeah song dei Flaming Lips si scaglia sul “junk
food”, in un video dove gli uomini portano hamburger
appiccicati al corpo e sono inseguiti da cani inferociti.

Surrealismo e rovesciamenti sono dunque la regola;


attraverso manipolazioni che, digitali o analogiche,
giocano con situazioni convenzionali e convenzioni del
videoclip. Le performance live di Maximo Park e White
Stripes, ad esempio, sono “moltiplicate” trasformando le
due band in centinaia di individui, in due video
rispettivamente di Nima Nourizadeh e del solito Michel
Gondry. Altre volte invece si rappresenta la musica
elettronica, disegnandone il ritmo sincopato o in quattro
quarti. E' il caso di Around the world dei Daft Punk, e di
tanti altri video di…Michel Gondry (c'eravate già arrivati
vero?), così come di Daft Punk is playing at my house,
realizzato da Chris Cairns per LCD Soundsystem, esempio
di quanto le forme e gli oggetti del mondo siano solo uno
strumento per disegnare la musica, di come il percorso
della Partizan sia in direzione dell'ignoto spazio profondo,
e non c'entri proprio nulla col pianeta terra.

Www.partizan.com
BIENVENUE A BORD
UNA SORPRESA SU
CINQUE
Ovvero, il DJ oggi
di Giovanni De Donà

Chi è il dj oggi? Un artista?


Uno strumentista?
Un piacione?

Nell'epoca della riproducibilità


tecnica poteva anche funzionare,
ma ora, in piena era digitale, con
tutte le sue ritorsioni di revival
postmoderni tra cui anche quello
del rock, confermato da
contaminazioni varie del "vecchio
suono" ed eventi eclatanti quali il
concerto dei Rolling Stones in
Brasile, la sua figura rappresenta
un semplice tassello della
macchina produttiva.
Dal momento che un ragazzo su 5
prova a fare il dj, come un tempo
provava per vari motivi a suonare
la chitarra, questa figura risulta

BIENVENUE A BORD
Glàre glam- set
quantomeno inflazionata,
relegata a rimanere un'ombra
adolescenziale magari protratta

BIENVENUE A BORD
in avanti. Un prodotto Kinder,
appunto, per bambini contenti
della sorpresa, finchè lo stupore

VaPiAn Art Bar non svanisce e si svela l'arcano.

BIENVENUEABORD
Il dj è dunque semplicemente un
operaio ritmico, l'ultimo anello
Bologna della catena del ramo produttivo
discografico-retrò che tratta il

27.07.07 materiale vinile per neo chitarristi


del Technics 1200. Un business di

BIENVENUEABORD
indubbie proporzioni, nonostante
il peer to peer e l'iPodiamento
sociale.
Dunque si tratterebbe di uno
sbandieratore di flyer delle
Il ritorno del folletto produzioni che seguono il ritmo
elettronico di Ostiglia incalzante della produzione di
myspace.com/glre
electro
Www.homeworkrecords.neT
generi il cui sound e struttura è dettato da pigre
abitudini di mercato. Pochi possono permettersi
infatti di osare: meglio andare sul sicuro, produrre e
suonare una cosa "tipo" quell'altra lì, di confermato
successo. Gli innovatori, i creatori di nuovi incroci
eclatanti, paiono relegati alla metà degli anni 90. Il
resto è tutto revival, rivisitazione, movimenti leggeri,
quasi insignificanti, impercettibili, all'interno
dell'ultimo sottogenere dei sottogeneri percepito al
momento come "di grido". Di fatto la solita minestra
riscaldata, con più o meno sale, e così via, indietro fino
alla disco, o "avanti" fino alla minimal techno, di fatto
un prodotto di un decennio fa.
Il futuro era un concetto anni ‘70, prima ancora anni
‘20, o magari, appunto, metà anni ‘90. Non c'è niente
di futuristico nella produzione musicale attuale.
Questo "PR" di sottomicrogeneri che è il dj, di fatto, è
un'operaio del passato. Niente di artistico che non
comprenda un concetto di artisticità anche nel lavoro
dell'operaio, del barista, del cuoco. Magari del cuoco,
forse solo del pizzaiolo. myspace.com/enjoykerin
Uno strumentista? Certo, la tavoletta del dj musicista,
suonava alquanto "punk" nel decennio scorso, quando
la vendita di Technics 1200 superò in Inghilterra
quella di chitarre, e serviva a supportare tutto ciò, ma
ora? Ora pare che, almeno che uno non sappia intonare
una scala con uno scratch, o mixare tra loro i generi più
disparati con effetto innovativo, il discorso dello
strumentista valga la pena di essere tralasciato.
Rimane comunque quella romantica, decadente figura
del piacione, ormai supportata da figure emergenti
come quella del barman, o del pusher. La gente si
interessa oggi di più allo sballo che
a certi discutibilmente nuovi contenuti.
Né artista, né strumentista, né piacione: degno
operaio ritmico, lavoratore notturno in nero, che
sopravvive nella giungla del precariato urbano.
Acquirente di vinili, guardato male sia dalla Siae che
dai gestori di stamberghe, che inventano scuse sullo
scarso afflusso di pubblico per non pagarlo, spesso
usato dall'altro sesso per sentirsi protagonista ed
entrare senza pagare nelle feste. Operaio postfordista
senza diritti.

Una sorpresa su 5.
* necst big zing

KARMIcA
w
w
w. m ica
mys a r
pace.com/k

I Karmica* sono una delle realtà da tenere d'occhio


nel panorama rock emergente italiano e per questa
ragione dedicare loro questa rubrica mi sembrava
più che dovuto.
Se aggiungiamo che Simona, la bassista, è l' ex-
chitarrista del mio vecchio gruppo ai tempi in cui
ancora credevo di potermi inserire nel mondo con il
mio grunge giovanile, capirete come questa mini-
intervista fosse quasi obbligata.

Karmica*, innanzitutto una fisima linguistica,


l'asterisco dopo il vostro nome è imprescindibile?
L'asterisco è imprescindibile, perché ci chiamavamo Karma,
solo che esistevano troppi gruppi con questo nome, allora
aggiungemmo l'asterisco. Poi col tempo il nome si è evoluto
grazie ad una canzone che si chiama Cosmica.

In molti già vi apprezzano e sicuramente siete il gruppo


di punta tra gli emergenti della provincia di Ravenna.
Siamo stati commentati e recensiti dopo poche apparizioni,e
la gente aveva ancora una visione molto ridotta di quello che
siamo realmente. Ora abbiamo un repertorio più vasto.

Qual è la vostra versione del rock? Credete nella


salutare e spensierata catarsi da concerto?
Il rock è il mezzo, di espressione o di comunicazione a
seconda di chi lo fa. Ed il live è importante, in particolar
modo per noi, perché è sicuramente il modo migliore che
abbiamo per fare rock.

Cosa vi distingue dalle altre band?


L'asterisco.

Un messaggio per i lettori di PuntoGif.


Ascoltate Tom Morello, vi cambierà la vita.

<<< articolo e illustrazioni di Andrea Zoli


pag. 29
BLONDE REDHEAD
23
(BEGGARS BANQUET /4AD/SELF ‘07)

Se negli ultimi anni i Blonde Redhead hanno sviluppato un suono più morbido, o
intrapreso un viaggio alla ricerca della forma canzone, si è trattato di un'evoluzione
tutt'altro che pacifica e lineare. Misery is a butterfly infatti è stato un disco di esplicita
rottura nei confronti del passato, molto diverso anche rispetto al “maturo” Melody of
certain damaged lemons: una ricerca su forme di arrangiamento orchestrali, talmente
dense e stratificate da complicare la vita del gruppo on the road. Così, con il nuovo 23
Kazu e i gemelli Pace cambiano di nuovo rotta. Anzi, fanno un salutare passo indietro. Gli
arrangiamenti si fanno più sobri, mentre le canzoni recuperano una fisicità e una
concretezza lontane dal mondo diafano di Misery is a butterfly. La chitarra è di nuovo un
elemento centrale, seppur mitigata da un fiume di riverberi: un costante arpeggiato, ad
esempio, sostiene dr. Strangeluv e Heroine, in stretto accordo con il drumming di Simone
Pace. Mentre in un brano come Sw l'impasto tra fiati, tastiere e loop elettronici raggiunge
il giusto equilibrio, al servizio di un songwriting che finalmente “alza gli occhi da sopra le
scarpe”, vincendo una tendenza all'introspezione che pesava sulla scrittura del disco
precedente. Sembra proprio che i Blonde Redhead abbiano trovato l'ispirazione,
l'esperienza e il coraggio per alzare la voce, per sfuggire la monotonia e i propri stereotipi,
e questa volta in modo del tutto convincente. Giocando ancora sui chiaroscuri, ma senza
dimenticare corpo, percussioni e chitarre elettriche. Bravi, è così che ci si guadagna le
venti, sudate carte del cd originale.

<<< Simone Varriale


pag. 30
l’angolo del buongustaio

JENNIFER GENTLE
THE MIDNIGHT ROOM
(SUB POP/AUDIOGLOBE ‘07)

Quattro dischi (senza contare collaborazioni, live e uscite collaterali), l'ultimo dei quali,
Valende (2005), marchiato Sub Pop. Più che a sufficienza per smetterla di considerare i
Jennifer Gentle come una delle tante promesse del rock italiano: trattasi infatti di una
realtà consolidata e in continua crescita, capace di raccogliere consensi di pubblico,
critica e colleghi su entrambe le sponde dell'Atlantico e non solo, come dimostrano i
recenti concerti in Cina senza scendere al benché minimo compromesso artistico. Uno
status che The Midnight Room”, secondo lavoro della formazione veneta pubblicato dalla
label di Seattle, pare destinato a consolidare ulteriormente. Rimasto solo al comando del
vascello dopo l'abbandono del batterista Alessio Gastaldello, Marco Fasolo ha effettuato
tutte le registrazioni senza alcun aiuto esterno (eccezion fatta per l'ospite Beatrice
Antolini, altro nome da seguire con attenzione), finendo per dare vita al suo lavoro più
ambizioso e maturo. La psichedelia fanciullesca che è caratteristica tipica del suo stile
assume qui tonalità più (o)scure e inquietanti, mentre i suoni sono sempre acidi al punto
giusto e le strutture fluide e malleabili. Cambi di umore, intermezzi inaspettati, nenie
circolari, schegge di pop impossibile e improvvise inversioni a U: questo e altro trova
posto in dieci canzoni che non hanno molti corrispettivi per lo meno, non immediati in
quanto propone la scena rock internazionale oggi. Un tesoro di cui da queste parti
dovremmo andare fieri, a dimostrazione di come l'erba più verde non sempre sia quella
del vicino (www.myspace.com/jennifergentle).

<<< Aurelio Pasini


pag. 31
www.molleindustria.it

LA
MOLLE
INDUSTRIA

LA GENIALE CRICCA CHE HA RESO CELEBRE LUNGO LO STIVALE IL VIDEOGAME


POLITICO DAL GIOCO DI MCDONALD’S DOVE SI VESTONO I PANNI DEL DIRIGENTE
SENZA SCRUPOLI DELLA NOTA CATENA ALL’ULTIMO PROVOCATORIO OPERAZIONE:
PRETOFILIA. NE ABBIAMO PARLATO CON PAOLO, UNO DEI FONDATORI DEL GRUPPO.

POLITICAL GAMES
Innanzitutto: una tua definizione di videogioco: insomma cosa/come deve essere
secondo te. Poi, come ti è venuta l'idea del videogioco politico? E quali sono state le
tue fonti d'ispirazione?
PAOLO > Direi che i videogiochi possono essere visti come testi non lineari che richiedono una
fruizione ergodica, come sistemi di regole implementati in un software o come macchine per
produrre testi lineari. Penso che la prima volta che ho pensato seriamente ai videogiochi
politici sia stato dopo una partita a Postal, un gioco violentissimo che mi è apparso come una
delle migliori satire alla società americana.

Quanto tempo impieghi per "costruire" i tuoi videogiochi? Quali software usi? E la
Molleindustria costituisce un passatempo da qualche tuo impiego in una grande
multinazionale, o riesci a guadagnarti da vivere in qualche modo alternativo?
PAOLO > Operazione: Pretofilia è stato fatto in tre settimane. Avevo bisogno di distrarmi da
una delusione sentimentale e mi ci sono dedicato con una certa intensità. Il software è Adobe
Flash (messaggio pubblicitario). La risposta alla terza domanda è: "qualche modo alternativo".

Papaparolibero, Embrioni In Fuga, Operazione: Pretofilia, ce l'hai su col Vaticano?


Mai arrivata una bolla papale alla tua casella mail?
PAOLO > Non scherziamo, è il Vaticano che ce l'ha con tutti noi! Preferirei veramente
occuparmi di altro ma Ratzinga e i suoi scagnozzi si stanno facendo ogni
giorno più aggressivi, e anzichè difendere la laicità, la politica e
l'informazione si fanno sempre più sottomesse ai capricci della Chiesa.
Penso alla censura della "Madonna Piange Sperma" a Bologna e a
tutti le surreali polemiche ma anche all'incredibile montatura sulle
minacce all'arcivescovo Bagnasco. Alla fine si è scoperto che era
un carabiniere che voleva incolpare una prostituta che si era
ribellata ai suoi abusi di potere. Poi dicono che Grand Theft Auto è
torbido e politicamente scorretto.
La bolla papale la aspetto da quando ho 15 anni.
la molle industria
Open Source/Creative Commons, cosa significano per te?
Cosa ne pensi di quello che Grillo ha detto sul Wi-Max,
rendendolo un affare pubblico all'assamblea Telecom?
PAOLO > Il movimento open-source (e per estensione le
questioni riguardanti la proprietà intellettuale) e quello
dell'accesso gratuito alla connettività sono due importanti conflitti
all'interno dei capitalismi occidentali. Intendo dire che non si
tratta solo di battaglie civili per l'estensione dei diritti, ma anche
e soprattutto di gruppi economici in lotta. Alcuni vecchi potentati
(Telecom, Microsoft...) stanno venendo erosi da una serie di
nuovi fenomeni tecnologici e sociali. Piuttosto che accogliere
l'innovazione si irrigidiscono nella loro obsolescenza forti della
loro posizione dominante. Sono cose che succedono anche fuori
dal campo tecnologico, lo stesso Grillo da anni spiega che le
automobili non a benzina sono un'alternativa praticabilissima.

PuntoGif Magazine nasce come acronimo di Greatest


Italian Failure. La nostra classica domanda è: qual è il tuo
migliore/peggiore fallimento e qual è la tua versione del
fallimento italiano?
PAOLO > Tendo a considerare le dinamiche di fallimento come
positive perché spesso aprono nuove prospettive. I miei fallimenti
principali sono quelli scolastici, ho cambiato 6 scuole negli ultimi
10 anni e non mi sono mai trovato bene. Fallimento italiano
ovvero perché questo paese è fottuto? Penso sia un mix di
Berlusconismo (ideologia che trascende la persona Berlusconi), di
gerontocrazia e degli errori reiterati all'infinito dalla generazione
politica post-comunista.

Videogame, dischi, libri, fumetti.


PAOLO > Videogioco: Defcon. Dischi 2007: Mirrored
dei Battles, Spiderman Of The Rings dei Dan
Deacon o Chromophobia di Gui Boratto. Film
documentari: Jesus Camp e Sicko. Film
fiction: Tideland di Terry Gilliam. Cartone
animato: Metapocalypse. Libri: Torture
Taxy di Paglen, Doppio Sogno di Arthur
Schnitzler e Thompson. Fumetto:
Heptameron di Maria Colino.

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