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Quaderni dello sviluppo economico

PARTE SECONDA IL LAZIO E GLI OBIETTIVI DI LISBONA

Il Lazio e la Strategia di Lisbona

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PREMESSA

n questa sezione del rapporto sono presentati i risultati dellanalisi del posizionamento del Lazio rispetto agli obiettivi di Lisbona. Il primo capitolo descrive la metodologia di analisi adottata. Nel secondo capitolo presentato un confronto del posizionamento del Lazio rispetto ad alcune regioni europee simili da un punto di vista strutturale in modo da valutare il grado di raggiungimento dei singoli obiettivi di Lisbona rispetto al pi ampio contesto europeo. Nel terzo capitolo presentata una sintesi del posizionamento della regione Lazio rispetto ai sei ambiti di analisi (o obiettivi) approfonditi nei capitoli che seguono: migliorare il funzionamento dei mercati; favorire la ricerca e linnovazione; istruzione e formazione per rafforzare il capitale umano; migliorare le infrastrutture materiali e immateriali; conciliare tutela ambientale e sviluppo tecnologico; politiche per loccupazione, le pari opportunit e linclusione. I capitoli successivi sono dedicati allanalisi del monitoraggio degli indicatori, selezionati per ciascuno dei sei ambiti, e sono strutturati nel seguente modo: il primo paragrafo dedicato alla nota metodologica relativa alla dimensione analizzata, il secondo ad una breve sintesi in cui vengono riassunti i principali risultati derivanti dallanalisi degli indicatori, il terzo alle politiche regionali programmate dalla Regione Lazio nellambito della stessa dimensione. A seguire, il monitoraggio analitico per singolo indicatore.

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1. METODOLOGIA DI ANALISI

analisi del posizionamento del Lazio rispetto allagenda di Lisbona stata sviluppata attraverso il confronto con le regioni europee comparabili e con linsieme delle regioni italiane.

Confronto con le regioni europee Per il confronto con le regioni europee sono state individuate le aree metropolitane pi avanzate e sviluppate dei rispettivi Paesi e, quindi, con strutture produttive caratterizzate dalla presenza delle attivit del terziario avanzato (dalle attivit finanziarie alla ricerca e sviluppo). Il confronto a livello europeo stato fatto per i soli indicatori della short list, con riferimento ai quali stato elaborato un grafico a barre dove sono stati riportati i valori del Lazio, delle regioni europee simili, della media italiana e di quella europea. Nello stesso grafico viene tracciata una linea che rappresenta lobiettivo target da raggiungere entro il 2010, laddove definito. Queste analisi hanno consentito di individuare le regioni pi simili al Lazio (per ciascun indicatore) in modo da individuare quelle che potrebbero costituire un elemento di riferimento per il Lazio e fornire indicazioni per un miglioramento. Per il confronto con le regioni europee stata utilizzata la banca dati1 dellEurostat General and regional statistics. Confronto con le regioni italiane Per il confronto con le regioni italiane, stata utilizzata la banca dati2 dellIstat relativa al progetto Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche strutturali 2001-2008, elaborata in accordo con il Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione (DPS) del Ministero dello Sviluppo Economico per il monitoraggio del quadro Comunitario di Sostegno (QCS) 2000-2006. In riferimento agli indicatori Istat, sono state elaborate, in forma tabellare, delle classifiche per ciascun indicatore in cui viene messo in evidenza il posizionamento del Lazio rispetto alle altre regioni italiane, alla media italiana e alla media europea, laddove disponibile; i dati sono in serie storica dal 2000 (o dal primo anno disponibile), rispetto al quale viene calcolata la variazione percentuale, e la classifica viene elaborata rispetto allultimo anno disponibile. Va precisato, inoltre, che lordinamento dellindicatore rispetto allultimo anno viene sempre effettuato in ordine decrescente, anche nel caso di indicatori che hanno una connotazione negativa. Per ogni indicatore, inoltre, viene rappresentata una mappa suddivisa in 4 quadranti principali (Miglioramento, Eccellenza, Rallentamento e Recessione), determinati dallintersezione degli assi costruiti sui valori dellItalia (asse x: valore assoluto dellindicatore,
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Aggiornamento del gennaio 2009. Aggiornamento del febbraio 2009.

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riferito allultimo anno disponibile; asse y: variazione rilevata tra gli ultimi due anni disponibili). Questa metodologia permette unanalisi di benchmarking con le regioni italiane. Il posizionamento delle regioni riferito e va analizzato rispetto ai valori assunti dalla media italiana. Le regioni con variazione superiore alla media italiana e valore dellindicatore inferiore si collocano nel quadrante Miglioramento, le regioni con variazione e indicatore superiori alla media italiana si collocano nel quadrante Eccellenza, le regioni con variazione inferiore e valore dellindicatore superiore si collocano nel quadranteRallentamento ed, infine, le regioni con variazione e indicatore inferiori alla media italiana si collocano nel quadrante Recessione. Il posizionamento in uno dei quadranti non fornisce dunque un giudizio in assoluto sul valore assunto dallindicatore, ma una valutazione rispetto alla media italiana e rispetto al posizionamento delle altre regioni. Nei casi in cui gli indicatori esprimono una performance positiva quando il loro valore basso (per esempio tasso di disoccupazione) e la variazione percentuale esprime un trend positivo quando in diminuzione, per mantenere uniformit nella costruzione e nella lettura del grafico a quadranti e mantenere invariata la denominazione dei 4 quadranti stessi, i valori degli indicatori e della variazione percentuale sono stati trasformati con segno opposto. Nel confronto regionale, a livello metodologico, sono state introdotte le seguenti novit: la revisione della gamma degli indicatori, che passano da 81 a 75, in modo da affinare la valutazione e fornire utili indicazioni anche in sede di programmazione di politiche. In linea con limpostazione in uso nello European Innovation Scoreboard3, gli indicatori sono stati selezionati tenendo conto della disponibilit dei dati a livello regionale (benchmarking per tutte le regioni italiane) e temporale (serie storica). Pi precisamente, il set di indicatori del Rapporto 2007 stato aggiornato in base a quattro criteri: ridondanza4, per cui, quando due indicatori forniscono la stessa informazione, si raccomanda di mantenerne uno solo; impatto politico, per cui, qualora due indicatori, pur fornendo la stessa informazione, sono caratterizzati da una forte rilevanza politica, posso essere mantenuti entrambi; disponibilit, per cui si raccomanda lutilizzo di indicatori i cui dati sono facilmente ottenibili per tutto luniverso di riferimento e sono regolarmente aggiornati; privilegio del primo arrivato, per cui, tra due indicatori ridondanti, si raccomanda la scelta dellindicatore gi usato nei precedenti rapporti; allinizio di ogni indicatore sono riproposte le emoticons: sorridente se il valore del Lazio superiore a quello assunto dallItalia,tristese inferiore; e landamento del fenomeno (variazione percentuale rispetto allanno precedente): freccia in alto se la variazione registrata dal Lazio superiore di quella italiana, freccia in basso se inferiore;
Commissione europea, Methodology Report on European Innovation Scoreboard 2005, 20 maggio 2005. Lanalisi del criterio della ridondanza stata effettuata attraverso le due tecniche statistiche adottate dallo Scoreboard: i coefcienti di correlazione (la correlazione una relazione tra due variabili in cui, a ciascun valore della prima, corrisponde con una certa regolarit un valore della seconda), calcolati ricorrendo allindice di Pearson, che assume valori compresi tra -1 (correlazione negativa) e + 1 (correlazione positiva), e 0 in caso di variabili incorrelate; lanalisi delle componenti principali (PCA), una tecnica usata nella statistica multivariata per la semplicazione dei dati, con la riduzione delle variabili di origine in alcune variabili latenti. In altri termini, questa tecnica permette di individuare, partendo dai dati di un certo fenomeno (nel nostro caso, linsieme di indicatori di un ambito), degli assi che sintetizzano il fenomeno stesso. E' opportuno evidenziare in questa sede come queste tecniche non indichino necessariamente relazioni causaeffetto; piuttosto evidenziano lesistenza, tra i dati, di trend di crescita/decrescita simili, per i quali pu rilevarsi opportuna una ulteriore riessione.

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lintroduzione, per lintera gamma degli indicatori e per ciascun ambito (e, relativamente a "Migliorare le infrastrutture materiali e immateriali" e "Politiche per l'occupazione, le pari opportunit e l'inclusione", per sotto-ambito), di un indicatore sintetico, lIndice della strategia di Lisbona (ISL), che contribuisca a fornire un quadro dinsieme pi puntuale non solo sul posizionamento della nostra regione, ma anche sullindividuazione di elementi di forza sui quali poter basare future strategie di sviluppo e di crescita ed elementi di debolezza in riferimento ai quali potrebbe essere utile ripensare e/o riadattare politiche di intervento.

INDICE DELLA STRATEGIA DI LISBONA Nello specifico, la metodologia di calcolo qui adottata si basa sul Lisbon Process Index proposto da heshmati ed Oh5, corretto con alcune integrazioni utilizzate nello European Innovation Scoreboard per il calcolo del Summary Innovation Index6. Lapproccio di base non parametrico, il che consente, tra laltro, di aggregare e disaggregare con facilit gli indicatori sintetici, potendo ottenere in tal modo un unico indice per lintera Strategia, ma anche dei sub-indici sintetici allinterno degli ambiti stessi (ad esempio, ottenendo un indice per le infrastrutture materiali ed uno per quelle immateriali, oppure uno per loccupazione e uno per linclusione). Si segnala, infine, che, nel caso di particolari indicatori, come quelli che presuppongono laccesso al mare (indice del traffico merci in navigazione di cabotaggio e coste non balneabili per inquinamento), tenendo conto del fatto che, in ogni caso, influiscono sullo stato del sistema Paese, e al fine di evitare uno scarto eccessivo a favore delle regionimarittime, il calcolo dellindice sintetico avvenuto attribuendo alle restanti regioni un valore pari alla media Italia. Per lindicatore Capacit di attrazione di investimenti esteri, rappresentando il valore Italia il totale degli investimenti diretti esteri di tutte le regioni italiane, e non una media ponderata, il dato nazionale stato calcolato come media semplice di tutte le regioni. Il calcolo avviene nei seguenti tre passaggi: 1. Calcolo dei valori relativi: si calcola, per ogni indicatore e per ogni caso (le singole regioni e lItalia), il valore relativo pi recente, cio il valore pi recente in proporzione al valore di riferimento (il valore Italia). In altri termini, il valore riferimento

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X ir

dellindicatore i per la regione r (o per lItalia), rispetto al valore di

X IT

verrebbe trattato come segue:

X ir =

(a) Con i che indica lindicatore ed r la regione (o lItalia). Questo calcolo permette di minimizzare gli effetti del ciclo in caso di dati disponibili per anni diversi. 2. Normalizzazione dei valori relativi: si calcolano i valori dellindicatore, normalizzandoli. La procedura in questione varia al variare della relazione tra lindicatore in esame e il processo complessivo legato alla strategia di Lisbona: si avranno pertanto due modi di effettuare il calcolo, uno (ipotesi A), qualora si ipotizzi una relazione positiva tra indicatore e processo (il miglioramento del primo indica un avanzamento nel secondo); laltro (ipotesi B), ove si ipotizzi una relazione negativa.

X ir X IT

5 6

Heshmati Almas e Oh Jong-Eun, Alternative Composite Lisbon Development Strategy Indices, IZA Discussion Paper n. 1734, settembre 2005. Commissione europea, Methodology Report on European Innovation Scoreboard 2005, 20 maggio 2005.

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Ipotesi A: relazione positiva tra indicatore e processo: nel caso di indicatori per i quali si teorizza un influsso positivo sul processo di Lisbona, la normalizzazione si effettua sottraendo al valore relativo in esame il valore relativo pi basso ( X i _ min) e dividendo il risultato per la differenza tra i valori relativi pi alto ( X i _ min ) e pi basso (cosiddetto approccio MinMax). In formule:

(1) Ipotesi B: relazione negativa tra indicatore e processo: nel caso di indicatori per i quali si teorizza un influsso negativo sul processo di Lisbona, la normalizzazione si effettua sottraendo al valore relativo pi alto il valore relativo in esame, e dividendo il risultato per la differenza tra i valori relativi pi alto e pi basso. In formule:

(2) 3. Calcolo dellIndice della strategia di Lisbona (ISL): ottenuti i valori normalizzati, lIndice viene calcolato, per ogni regione (e per lItalia), come il valore medio di tutti i suddetti valori, attribuendo lo stesso peso a tutti gli indicatori.

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adozione di un grafico, per ogni indicatore, che ne raffigura il tasso di crescita per il Lazio, lItalia e, dove disponibile, lUnione europea. La metodologia adottata, in questo caso, ricorre al sistema dei numeri indice, pertanto il valore di ogni singolo anno, per ogni serie considerata, stato normalizzato in rapporto al valore del 2000 (o del primo anno disponibile). In tal modo, per ogni indicatore, possibile avere un riscontro immediato del trend di crescita del valore regionale, in termini assoluti e in relazione ai trend di crescita nazionale e, ove disponibile, europeo.

TASSO DI CRESCITA: ESEMPIO Considerando, a titolo di esempio, il caso di un indicatore X che abbia, nel 2000, i seguenti valori: 3 per il Lazio; 5 per lItalia e 7 per lUE; e che nel 2003 i valori siano i seguenti: 7 per il Lazio, 3 per lItalia e 8 per lUE. La normalizzazione avviene secondo la seguente formula:

I valori normalizzati sarebbero i seguenti: per definizione, tutti i valori per il 2000 sono pari a 100.

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Per il 2003, i valori sarebbero:

per il Lazio,

per lItalia,

per lUE

Applicato ad una serie di anni, il risultato finale simile al seguente grafico:

Lazio 260

Italia

EU-25

240

220

200

2000 = 100

180

160

140

120

100 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

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Nella tabella di seguito riportata presentato, con riferimento a ciascun obiettivo definito, lelenco degli indicatori presi in considerazione.

Tab. 1 Elenco indicatori Rapporto sulla strategia di Lisbona Lazio 2008


OBIETTIVO SET DI INDICATORI 1. Pil pro-capite in pps

2. Produttivit del lavoro nel commercio 3. Produttivit del lavoro nel turismo 4. Produttivit del lavoro nei servizi di intermediazione monetaria e nanziaria e nelle attivit immobiliari e imprenditoriali 5. Produttivit del lavoro in agricoltura 1. MIGLIORARE IL FUNZIONAMENTO DEI MERCATI 7. Produttivit del lavoro nelle PMI 8. Tasso di natalit delle imprese 10. Capacit di esportare 6. Produttivit del lavoro nell'industria in senso stretto

9. Intensit di accumulazione del capitale 11. Capacit di esportare prodotti a elevata o crescente produttivit 12. Grado di indipendenza economica 13. Capacit di attrazione di investimenti esteri 1. Addetti alla ricerca e sviluppo 2. Capacit innovativa

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14. Capacit di sviluppo dei servizi alle imprese

2. FAVORIRE LA RICERCA E LINNOVAZIONE

3. Incidenza della spesa pubblica in ricerca e sviluppo 4. Incidenza della spesa privata in ricerca e sviluppo 5. Intensit brevettuale 6. Laureati in discipline tecnico scientiche

6a. Laureate in discipline tecnico scientiche

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Quaderni dello sviluppo economico OBIETTIVO SET DI INDICATORI

1. Adulti che partecipano all'apprendimento permanente

1a. Adulti che partecipano all'apprendimento permanente (F) 2a. Occupate che partecipano ad attivit formative e di istruzione

2. Occupati che partecipano ad attivit formative e di istruzione 3. Non occupati che partecipano ad attivit formative e di istruzione 3. ISTRUZIONE E FORMAZIONE PER RAFFORZARE IL CAPITALE UMANO 4. Giovani che abbandonano la scuola prematuramente

3a. Non occupate che partecipano ad attivit formative e di istruzione 4a. Giovani che abbandonano la scuola prematuramente (F) 5. Tasso di abbandono al primo anno delle scuole superiori 7. Livello di istruzione della popolazione 15-19 anni 8. Livello di istruzione della popolazione adulta 9. Tasso di scolarizzazione superiore 1. Indice del trafco merci su strada 10. Indice di diffusione dei corsi di dottorato 2. Indice del trafco merci su ferrovia 4. Indice del trafco aereo 6. Tasso di abbandono al secondo anno delle scuole superiori 7a. Livello di istruzione della popolazione femminile 15-19 anni

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3. Indice del trafco delle merci in navigazione di cabotaggio 5. Utilizzo dei mezzi pubblici di trasporto

4. MIGLIORARE LE INFRASTRUTTURE MATERIALI E IMMATERIALI

5a. Utilizzo dei mezzi pubblici di trasporto (F)

6. Grado di diffusione del personal computer nelle imprese con meno di dieci addetti 7. Grado di diffusione del personal computer nelle imprese con pi di dieci addetti 8. Grado di utilizzo di Internet nelle imprese 9. Indice di diffusione dell'informatizzazione nei comuni

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Quaderni dello sviluppo economico OBIETTIVO SET DI INDICATORI

1. Raccolta differenziata dei riuti urbani 2. Energia prodotta da fonti rinnovabili 3. Verde urbano nelle citt 4. Intensit energetica dell'industria

5. CONCILIARE TUTELA AMBIENTALE E SVILUPPO TECNOLOGICO

5. Incidenza della certicazione ambientale 6. Coste non balneabili per inquinamento 7. Supercie forestale percorsa dal fuoco 8. Monitoraggio della qualit dell'aria

9. Riuti urbani smaltiti in discarica per abitante

10. Utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 1. Tasso di occupazione totale

11. Quota di popolazione equivalente servita da depurazione 1a. Tasso di occupazione femminile 2. Tasso di disoccupazione totale 2a. Tasso di disoccupazione femminile

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3. Tasso di occupazione dei lavoratori anziani 4. Tasso di disoccupazione giovanile totale

3a. Tasso di occupazione delle lavoratrici anziane

6. POLITICHE PER L'OCCUPAZIONE, LE PARI OPPORTUNIT E L'INCLUSIONE

4a. Tasso di disoccupazione giovanile femminile 5. Tasso di disoccupazione di lunga durata 6. Indice di povert 5a. Tasso di disoccupazione di lunga durata femminile 7. Capacit di sviluppo dei servizi sociali 8. Diffusione dei servizi per l'infanzia 9. Indice di criminalit diffusa 10. Indice di criminalit violenta

11. Presa in carico ponderata dell'utenza dei servizi per l'infanzia 13. Capacit di offrire lavoro regolare

12. Presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata

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2. IL CONFRONTO A LIVELLO EUROPEO: IL LAZIO E LE REGIONI EUROPEE

e regioni europee scelte per il confronto con il Lazio sono quelle che comprendono al loro interno la capitale nazionale: ci sono regioni quali Inner London, Berlin, Lisboa e Praha che rappresentano le corrispondenti aree metropolitane, mentre altre, con territori pi vasti, sono regioni in senso stretto (Ile de France, Comunidad de Madrid, Stockholm ed Oberbayern). Nella tabella che segue vengono riportati i valori assunti dagli indicatori che fanno parte della lista ristretta, la cosiddetta short list, per le regioni europee del campione, per il Lazio, lItalia e la media dellEuropa a 27. Va precisato, prima di tutto, che la short list composta da 14 indicatori strutturali stata concepita, nel febbraio del 2004, per il monitoraggio dei paesi europei a livello nazionale, per cui si riscontrano notevoli difficolt nel reperire i dati a livello regionale per alcuni di questi indicatori. Inoltre, stata effettuata una analisi dettagliata relativa a 7 indicatori della short list, e precisamente: 1. Pil pro capite; 2. produttivit del lavoro per occupato; 3. tasso di occupazione totale; 4. tasso di occupazione dei lavoratori anziani; 5. tasso di disoccupazione di lungo periodo; 6. apprendimento permanente7; 7. spesa e ricerca e sviluppo in percentuale del Pil.

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In sostituzione di "Livello di istruzione giovanile", non ricostruibile a livello regionale.

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INDICATORI DI LISBONA EU-27


100 160 166 99 134 173 105 128 106 172 303

1. Pil pro capite in PPS (EU-27=100)

CONTESTO ECONOMICO GENERALE

Obiettivo 2010 Italia Lazio Praha Oberbayern Berlin Stockholm le de France Lisboa

Anno

Comunidad de Madrid

Inner London

2. Produttivit lavoro per occupato (EU-27=100) 100


65,3 58,7 59,7 71,6 74,5 62,4 70,8 66,7 67,3 76 64,2

3. Tasso di occupazione

OCCUPAZIONE

2007 119 139 147 89 168 99 291

2005

137

116

145

4. Tasso di occupazione dei lavoratori anziani 44,7


53 7,940334 10,69819 13,04374 10,4898739 13,31049 14,147897 4,43 5,912744

70%

Tab. 2 Indicatori short list

5. Apprendimento permanente1

INNOVAZIONE E RICERCA

50%

2007

2007 33,8 58,8 56,5 46,2 48,9 48,1 46,9

37,9

72,3
23,58354

54,7

6. Spesa interna lorda in Ricerca e sviluppo 1,83 1,1 3,114


100 102,9 18,7

12,5%

8. Investimenti delle imprese 18,35

7. Livelli dei prezzi relativi (EU-27=100)

RIFORME ECONOMICHE

3%

20072

2005 2,2 4,75 3,82 1,82

1,79

1,17

4,24

14,33

2007

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16 20 2,89 16,3
109,97 110,8 185

9. Rischio di povert dopo trasferimenti sociali 3,09 11,1


92,36

COESIONE SOCIALE

2007

2006 3,26 0,88 1,90 10,32 1,09

10. Tasso di disoccupazione di lungo periodo

2007

3,49

4,07

0,87

2,76

11. Dispersione dei tassi di occupazione regionali

12. Emissioni di gas a effetto serra 202,45 107,5

AMBIENTE

2007

14. Trasporto merci in volume

13. Intensit energetica delleconomia

-8%

2006

2006

2006

Fonte: Eurostat

In sostituzione di "Livello di istruzione giovanile", non ricostruibile a livello regionale. I valori "popolazione" sono riferiti al 2006. Per Ile de France ed Inner London, sono riferiti al 2005. 3 Approssimazione in difetto per riferimento alla popolazione totale. 4 Dato 2004. 5 Dato 2006. 6 Obiettivo 2010 EU-15: 92. 7 Obiettivo 2010: 93,5.

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PIL PRO CAPITE


Il Pil pro capite calcolato in relazione alla popolazione: una semplice media derivante dalla sommatoria del valore di tutti i beni e servizi prodotti in un Paese destinati alla vendita diviso per il numero degli abitanti. Analizzando il numero indice (EU27=100) relativo al prodotto interno lordo pro-capite delle singole regioni europee, spicca il dato della regione Inner London (303) che sicuramente risente del peso della cosiddetta city finanziaria londinese. Il Lazio con un numero indice pari a 128 si colloca sia al di sopra del valore europeo che di quello italiano (105). Eccetto Berlin (99) e Lisboa (106), le altre regioni si collocano tutte al di sopra del valore laziale.

Graf. 1 Pil pro capite (EU27=100 Anno 2005)

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Fonte: Eurostat

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PRODUTTIVIT DEL LAVORO PER OCCUPATO


Il secondo indicatore considerato, la produttivit del lavoro per occupato, rappresenta il rapporto tra il valore della produzione realizzata e il volume o la quantit del lavoro (numero degli occupati) impiegato nella produzione. Il Lazio, con un numero indice pari a 137, si colloca al di sopra del valore europeo, di quello italiano (119) e di altre 3 regioni del campione (Berlin 89, Lisboa 99, Comunidad de Madrid 116).

Graf. 2 Produttivit del lavoro per occupato (EU27=100 Anno 2007)

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Fonte: Eurostat

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TASSO DI OCCUPAZIONE
Il tasso di occupazione rappresenta il rapporto percentuale tra le persone occupate in et 15-64 anni sulla popolazione nella corrispondente classe di et. Sul fronte delloccupazione totale, il Lazio risulta essere ancora distante dagli obiettivi fissati dalla strategia di Lisbona: in particolare, a fronte dellobiettivo del 70% entro il 2010, la regione si posiziona poco sotto il 60%. Confrontando questi dati con quelli registrati dalle altre regioni europee, emerge chiaramente come il Lazio si collochi al di sotto dei valori riportati dal gruppo di riferimento, che vede raggiunto da 4 membri su 11 lobiettivo del 70% (Comunidad de Madrid, Praha, Oberbayern e Stockholm). Per quanto riguarda il confronto con lItalia e lEuropa, il tasso di occupazione totale del Lazio si colloca al di sopra della media nazionale ma al di sotto di quella comunitaria.

Graf. 3 Tasso di occupazione (EU27=100 Anno 2007)

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Fonte: Eurostat

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TASSO DI OCCUPAZIONE DEI LAVORATORI ANZIANI


Il tasso di occupazione dei lavoratori anziani rappresenta il rapporto percentuale tra le persone occupate in et 55-64 anni sulla popolazione nella corrispondente classe di et. Anche per questo indicatore, il Lazio risulta essere ancora distante dagli obiettivi fissati dalla strategia di Lisbona: in particolare, per il tasso di occupazione dei lavoratori anziani (obiettivo 50%) la regione raggiunge quasi il 38%. Confrontando questi dati con quelli registrati dalle altre regioni europee, emerge chiaramente come il Lazio si collochi al di sotto dei valori riportati dal campione. Tra laltro, 4 di queste raggiungono lobiettivo del 50% (Inner London, Oberbayern, Praha e Stockholm). Per quanto riguarda il confronto con lItalia e lEuropa, il Lazio si colloca, come per il tasso di occupazione totale, al di sopra della media nazionale ma al di sotto di quella comunitaria.

Graf. 4 Tasso di occupazione dei lavoratori anziani (EU27=100 Anno 2007)

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Fonte: Eurostat

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TASSO DI DISOCCUPAZIONE DI LUNGO PERIODO


Il tasso di disoccupazione di lungo periodo, che rappresenta il rapporto percentuale tra le persone in cerca di occupazione da oltre 12 mesi sulle forze di lavoro, mostra una situazione di disparit tra le regioni che si attestano su un valore dellindicatore inferiore al 3% (Stockholm, Praha, Comunidad de Madrid, Oberbayern, Inner London e la media Italia) e quelle che stanno al di sopra di questo valore (Lazio, Ile de France, Lisboa e Berlin). In particolare, Berlin registra un valore di oltre quattro volte pi alto del valore medio delle altre regioni. Il Lazio (3,3%) supera sia la media europea (3,1%) che quella italiana (2,9%).

Graf. 5 Tasso di disoccupazione di lungo periodo (EU27=100 Anno 2007)

69

Fonte: Eurostat

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APPRENDIMENTO PERMANENTE
In riferimento allapprendimento permanente, che rappresenta il rapporto percentuale tra la popolazione 25-64 anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale sulla popolazione totale nella corrispondente classe di et, lobiettivo fissato dalla strategia di Lisbona entro il 2010 del 12,5%. Nel 2007 risultano aver raggiunto lobiettivo 5 regioni del campione (Praha, Berlin, Comunidad de Madrid, Stockholm e Inner London). Il Lazio, pur registrando un valore superiore alla media italiana (10,7 contro 7,9), ancora distante dallobiettivo del 12,5%. Va segnalato che i valori dellindicatore per Unione europea, Ile de France e Inner London sono sottostimati: dallimpossibilit di reperire i relativi dati sulla popolazione 25-64 anni ne conseguita infatti la loro sostituzione con la popolazione totale, falsando il risultato del rapporto percentuale per lampliamento del denominatore. Va inoltre segnalato che, per indisponibilit dei dati aggiornati al 2007, tutti i valori popolazione sono da riferirsi allanno 2006 (ad eccezione di Ile de France e Inner London, relativi al 2005).

Graf. 6 Apprendimento permanente (2007)

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Fonte: Eurostat

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SPESA IN RICERCA E SVILUPPO


La quota percentuale del Pil destinata ad attivit di ricerca e sviluppo dovrebbe essere pari almeno al 3%: nel 2005, ultimo anno per cui sono disponibili i dati per il maggior numero delle regioni del campione, risultano aver superato lobiettivo fissato dalla strategia di Lisbona la regione tedesca Oberbayern (4,8%), Stockholm (4,2%) e Berlin (3,8%), a cui possibile aggiungere, stando allultimo dato disponibile (2004) lIle de France (3,11). Il Lazio, con un valore pari a 1,79% si attesta sotto il livello della media europea (1,83%), e si colloca al di sopra di quella italiana, pari a 1,1%. Da segnalare lassenza di dati per lInner London relativi a questo indicatore.

Graf. 7 Spesa in ricerca e sviluppo in % del Pil (2005)

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Fonte: Eurostat

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3. UN QUADRO DI SINTESI SUL POSIZIONAMENTO DEL LAZIO

72

l presente paragrafo mira a dare una lettura sistemica dei dati analizzati in dettaglio nel monitoraggio per singoli indicatori. In particolare, viene presentata una analisi secondo una duplice chiave di lettura: la prima si basa sullindice sintetico della strategia di Lisbona (ISL) per singoli ambiti, che consente di evidenziare i punti di eccellenza e di criticit attraverso lanalisi della dispersione dei valori regionali, per ogni indicatore, dal relativo dato nazionale. la seconda si basa sulla mappa a quadranti utilizzata per il monitoraggio degli indicatori, che consente di osservare come si distribuiscono gli indicatori di ciascun ambito tra i quattro quadranti della mappa. Nella mappa stato riportato il posizionamento della regione Lazio rispetto alla media italiana con riferimento a 73 indicatori8, suddivisi tra i 6 ambiti analizzati, in maniera tale da avere un quadro complessivo di sintesi che fornisca indicazioni sul livello della regione, con riferimento alle caratteristiche che ciascun ambito presenta e al trend evolutivo. Il posizionamento degli indicatori va letto rispetto ai valori assunti dalla media italiana. Gli indicatori con variazione superiore alla media italiana e valore inferiore alla media italiana si collocano nel quadrante Miglioramento, gli indicatori con variazione e valore superiori alla media italiana si collocano nel quadrante Eccellenza, gli indicatori con variazione inferiore e valore superiore si collocano nel quadrante Rallentamento ed, infine, quelli con variazione e valore inferiori alla media italiana si collocano nel quadrante Recessione. Il posizionamento in uno dei quadranti non fornisce dunque un giudizio in assoluto sul valore assunto dallindicatore, ma una valutazione rispetto alla media italiana.

3.1 ANALISI PER OBIETTIVO: LINDICE SINTETICO DELLA STRATEGIA DI LISBONA


LIndice della strategia di Lisbona (ISL), come si detto, stato introdotto nel Rapporto al fine di agevolare la lettura complessiva di quel variegato insieme di fenomeni di cui la Strategia stessa si compone. In questo paragrafo, vengono pertanto analizzate le performance regionali a livello di singolo obiettivo, in modo da fornire un quadro dinsieme pi puntuale non solo sul posizionamento della regione Lazio, ma anche sullindividuazione di elementi di forza sui quali poter basare future strategie di sviluppo e di crescita ed elementi di debolezza in riferimento ai quali potrebbe essere utile ripensare e/o riadattare politiche di intervento. Analizzando lIndice della strategia di Lisbona complessivo, il Lazio risulta posizionato al vertice della classifica nazionale, grazie allottima performance negli ambiti Ricerca e inno8

Dei 75 indicatori ne sono stati considerati solo 73, poich per alcuni (Utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano e Quota di popolazione equivalente servita da depurazione), mancando il dato storico, non stato possibile costruire il graco a quadranti.

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vazione e Istruzione e formazione, in grado di bilanciare il dato non eccezionale in Occupazione e inclusione, e il debole risultato nellambito Ambiente.

Graf. 8 Indice della strategia di Lisbona

Fonte: elaborazione Sviluppo Lazio su dati Istat

Come si evince dalla tabella riepilogativa seguente, in cui viene inoltre riportato il posizionamento delle varie regioni per ogni obiettivo, il Lazio si posiziona sopra la media nazionale in tutti gli ambiti, ad esclusione degli obiettivi 5 e 6. Nella parte seguente, verr analizzato nel dettaglio il risultato per singolo ambito.

73

Tab. 3 Posizionamento per obiettivo


1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21

Ob.1 Miglioramento dei mercati


Lombardia Lazio Trentino Alto Adige Piemonte Veneto Valle D'Aosta

Ob.2 Ricerca e innovazione


Lazio Piemonte

Ob.3 Istruzione e formazione


Lazio Umbria

Ob.4 Infrastrutture
Liguria Lazio

Ob.5 Ambiente

Valle D'Aosta Veneto

Ob.6 Occupazione e inclusione sociale


Valle D'Aosta Emilia Romagna Marche Umbria Veneto Liguria

Emilia Romagna Lombardia Toscana Liguria Italia

Friuli Venezia Giulia

Friuli Venezia Giulia Basilicata Abruzzo Veneto Molise Trentino Alto Adige

Sardegna Basilicata Italia

Trentino Alto Adige Toscana

Lombardia Campania Piemonte Sicilia Calabria

Trentino Alto Adige Toscana

Lombardia Piemonte Emilia Romagna Umbria Italia

Emilia Romagna Italia

Friuli Venezia Giulia Toscana Liguria Marche

Veneto

Emilia Romagna Liguria

Friuli Venezia Giulia Marche Basilicata Liguria Molise

Lombardia Friuli Venezia Giulia Piemonte Italia Lazio

Umbria

Abruzzo Marche Sicilia

Abruzzo

Campania Trentino Alto Adige Puglia

Marche Italia

Toscana Lombardia Piemonte Calabria Puglia

Trentino Alto Adige Toscana Puglia

Basilicata

Campania Sardegna Umbria Sicilia Calabria Molise Puglia

Friuli Venezia Giulia Veneto Marche Umbria

Sardegna

Abruzzo Molise Basilicata Calabria Puglia Sicilia

Sardegna Basilicata Calabria Molise

Sardegna Valle D'Aosta Campania Sicilia

Valle D'Aosta Emilia Romagna Abruzzo Molise

Abruzzo

Campania Calabria Lazio Sicilia

Sardegna

Valle D'Aosta

Puglia

Campania

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Obiettivo 1: Migliorare il funzionamento dei mercati


Il Lazio si colloca in terza posizione tra le regioni con i migliori risultati in termini di funzionamento dei mercati. Tra gli elementi che hanno avuto una influenza positiva a tale proposito, si segnalano il Pil pro capite, la produttivit del lavoro nellindustria in senso stretto, la capacit di esportare prodotti a elevata o crescente produttivit e soprattutto il tasso di natalit delle imprese, dove il Lazio registra i migliori risultati a livello nazionale. Allopposto, lanalisi evidenzia le peggiori performance nel grado di indipendenza economica, nella capacit di attrazione di investimenti esteri e soprattutto nellintensit di accumulazione del capitale.

Graf. 9 Obiettivo 1

74

Fonte: elaborazione Sviluppo Lazio su dati Istat

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Obiettivo 2: Favorire la ricerca e linnovazione


La regione Lazio si posiziona al vertice della classifica nazionale negli ambiti legati a ricerca e sviluppo. In 4 indicatori su 7 (Addetti alla ricerca e sviluppo, Capacit innovativa, Incidenza della spesa pubblica in ricerca e sviluppo, Laureate in discipline tecnico scientifiche), infatti, il Lazio registra le migliori performance nazionali. Va tuttavia evidenziato lo scarso risultato registrato negli indicatori Incidenza della spesa privata in ricerca e sviluppo e Intensit brevettuale, a conferma, in qualche modo, della specificit della ricerca nel Lazio, basata prevalentemente sugli investimenti pubblici e sulla presenza dei principali poli universitari italiani.

Graf.10 Obiettivo 2

75

Fonte: elaborazione Sviluppo Lazio su dati Istat

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Obiettivo 3: Istruzione e formazione per rafforzare il capitale umano


Il Lazio registra una buona performance nellambito relativo allistruzione e formazione. Il dato confermato dallindicatore sintetico per lambito, che vede il Lazio attestarsi in prima posizione.

Graf. 11 Obiettivo 3

76

Fonte: elaborazione Sviluppo Lazio su dati Istat

In dettaglio, gli indicatori appartenenti a questo ambito si possono suddividere in due sotto categorie: 1. indicatori relativi allistruzione9; 2. indicatori relativi alla formazione10. Per quanto riguarda il livello di istruzione (dallindicatore 3-4 al 3-10), rimane prevalente, anche qui, leccellenza, anche se in maniera molto meno marcata rispetto allambito nel suo complesso, nonostante si osservino buone performance per alcuni degli indicatori e in particolare per il tasso di abbandono scolastico e il tasso di scolarizzazione11 (pari a 83% e dunque vicino al target europeo dell85%). Lindicatore sintetico conferma quanto appena detto, con il Lazio che si attesta, nella classifica nazionale, in quarta posizione.
LISL Istruzione calcolato in riferimento ai seguenti indicatori: Giovani che abbandonano la scuola prematuramente (totale), Giovani che abbandonano la scuola prematuramente (dato femminile), Tasso di abbandono al primo anno delle scuole superiori, Tasso di abbandono al secondo anno delle scuole superiori, Livello di istruzione della popolazione 1519 anni (totale), Livello di istruzione della popolazione femminile 15-19 anni, Livello di istruzione della popolazione adulta, Tasso di scolarizzazione superiore, Indice di diffusione dei corsi di dottorato. 10 LISL Formazione calcolato in riferimento ai seguenti indicatori: Adulti che partecipano all'apprendimento permanente (totale), Adulti che partecipano all'apprendimento permanente (dato femminile), Occupati che partecipano ad attivit formative e di istruzione, Occupate che partecipano ad attivit formative e di istruzione, Non occupati che partecipano ad attivit formative e di istruzione, Non occupate che partecipano ad attivit formative e di istruzione. 11 Che esprime la percentuale di ventiduenni con almeno un diploma di scuola secondaria superiore.
9

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Graf. 12 Istruzione

Fonte: elaborazione Sviluppo Lazio su dati Istat

Con riferimento alla formazione e in particolare agli indicatori che esprimono il livello di apprendimento lungo tutto larco della vita, si osserva in particolare lottima performance dellindicatore adulti che partecipano all'apprendimento permanente, il cui valore si assesta all8,3%, dietro al solo Trentino Alto Adige, anche se ancora distante dallobiettivo europeo del 12,5%. Lindicatore sintetico conferma il buon risultato del Lazio, che si attesta in prima posizione, con un valore di 86,6 (su un massimo di 100).

77

Graf. 13 Formazione

Fonte: elaborazione Sviluppo Lazio su dati Istat

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Obiettivo 4: Migliorare le infrastrutture materiali e immateriali


Nellambito delle infrastrutture materiali e immateriali, il Lazio conquista la seconda posizione nella classifica nazionale. Tuttavia, il dato presenta un forte squilibrio tra le due sotto categorie in cui possibile suddividere lobiettivo 4: 1. indicatori relativi alle infrastrutture materiali12; 2. indicatori relativi alle infrastrutture immateriali13.

Graf. 14 Obiettivo 4

78
Fonte: elaborazione Sviluppo Lazio su dati Istat

12

13

LISL Infrastrutture materiali calcolato in riferimento ai seguenti indicatori: Indice del trafco merci su strada; Indice del trafco merci su ferrovia; Indice del trafco delle merci in navigazione di cabotaggio; Indice del trafco aereo; Utilizzo dei mezzi pubblici di trasporto; Utilizzo dei mezzi pubblici di trasporto (F). LISL Infrastrutture immateriali calcolato in riferimento ai seguenti indicatori: Grado di diffusione del personal computer nelle imprese con meno di dieci addetti; Grado di diffusione del personal computer nelle imprese con pi di dieci addetti ; Grado di utilizzo di Internet nelle imprese; Indice di diffusione dell'informatizzazione nei comuni.

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Dal grafico che segue, relativo alle infrastrutture materiali (dallindicatore 4-1 al 4-5a), si nota come il Lazio si posizioni al secondo posto della classifica nazionale, grazie soprattutto alle ottime performance in tema di traffico aereo e di trasporto pubblico, che compensano il risultato poco brillante del traffico delle merci in navigazione di cabotaggio.

Graf. 15 Infrastrutture materiali

Fonte: elaborazione Sviluppo Lazio su dati Istat

Viceversa, lanalisi degli indicatori relativi alle infrastrutture immateriali (dallindicatore 4-6 al 4-9) evidenzia una situazione critica, a causa prevalentemente dei risultati mediocri relativi alla diffusione del personal computer nelle imprese con pi di dieci addetti e allutilizzo di Internet nelle imprese.

79

Graf. 16 Infrastrutture immateriali

Fonte: elaborazione Sviluppo Lazio su dati Istat

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Obiettivo 5: Conciliare tutela ambientale e sviluppo tecnologico


Il posizionamento del Lazio rispetto alla media italiana in campo ambientale critico per tutti gli indicatori esaminati, eccetto che per lintensit energetica dellindustria dove la regione ha mantenuto bassa, negli anni, la quantit di energia consumata per produrre nuova ricchezza nel settore dellindustria in senso stretto e delle costruzioni. Da ci deriva il risultato non esaltante nellIndice sintetico ISL per questo ambito, che vede il Lazio in terzultima posizione, davanti a Puglia e Sicilia.

Graf. 17 Obiettivo 5

80

Fonte: elaborazione Sviluppo Lazio su dati Istat

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Obiettivo 6: Politiche per l'occupazione, le pari opportunit e l'inclusione.


Nelle politiche per l'occupazione, le pari opportunit e l'inclusione il Lazio si colloca al di sotto della media nazionale, come spartiacque tra le regioni del Nord e del Sud Italia, come si pu agevolmente notare dal grafico dellindicatore sintetico obiettivo 6.

Graf. 18 Obiettivo 6

81
Fonte: elaborazione Sviluppo Lazio su dati Istat

In dettaglio, gli indicatori appartenenti a questo ambito si possono suddividere in tre sotto categorie: 1. indicatori che esprimono il livello delloccupazione generale14; 2. indicatori che esprimono il livello delloccupazione femminile15; 3. indicatori che esprimono pi in generale il livello di coesione sociale16. Con riferimento alle prime due, si evidenzia, da un lato, una crescita delloccupazione, che pone il Lazio al di sopra della media nazionale, dallaltro i valori degli indicatori riguardanti i tassi di disoccupazione, che pongono il Lazio a livello delle regioni del Sud, sebbene registrino, con leccezione della disoccupazione giovanile, variazioni rispetto allanno precedente migliori rispetto ai corrispondenti dati nazionali.
LISL Occupazione calcolato in riferimento ai seguenti indicatori: Tasso di occupazione totale; Tasso di occupazione femminile; Tasso di disoccupazione totale; Tasso di disoccupazione femminile; Tasso di occupazione dei lavoratori anziani; Tasso di occupazione delle lavoratrici anziane; Tasso di disoccupazione giovanile totale; Tasso di disoccupazione giovanile femminile; Tasso di disoccupazione di lunga durata; Tasso di disoccupazione di lunga durata femminile. 15 LISL Pari Opportunit calcolato in riferimento ai seguenti indicatori: Tasso di occupazione femminile; Tasso di disoccupazione totale; Tasso di disoccupazione femminile; Tasso di occupazione dei lavoratori anziani; Tasso di occupazione delle lavoratrici anziane; Tasso di disoccupazione giovanile totale; Tasso di disoccupazione giovanile femminile; Tasso di disoccupazione di lunga durata; Tasso di disoccupazione di lunga durata femminile. 16 LISL Inclusione sociale calcolato in riferimento ai seguenti indicatori: Indice di povert; Capacit di sviluppo dei servizi sociali; Diffusione dei servizi per l'infanzia; Indice di criminalit diffusa; Indice di criminalit violenta; Presa in carico ponderata dell'utenza dei servizi per l'infanzia; Presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata; Capacit di offrire lavoro regolare.
14

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Graf. 19 Occupazione

Fonte: elaborazione Sviluppo Lazio su dati Istat

82

Il dato femminile meno confortante se comparato al totale. Tuttavia, questo risultato non circoscritto al solo Lazio ma generalizzato e si inscrive in una tendenza nazionale, come evidenzia lindicatore sintetico pari opportunit.

Graf. 20 Pari opportunit

Fonte: elaborazione Sviluppo Lazio su dati Istat

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Laumento dellinclusione, e quindi delloccupazione, si realizza anche attraverso il potenziamento dei servizi che nella regione appaiono ancora non adeguati soprattutto con riferimento allofferta rivolta alle fasce considerate deboli, bambini e anziani. Sul versante della sicurezza, si evidenzia, invece, un miglioramento, anche se il dato regionale appare ancora critico rispetto al contesto nazionale. Questa situazione di generale arretratezza sul fronte dellinclusione sociale si riflette nel calcolo dellindicatore sintetico, che vede il Lazio posizionarsi in terzultima posizione, davanti a Sicilia e Campania, e dietro a Puglia e Calabria.

Graf. 21 Inclusione sociale

83

Fonte: elaborazione Sviluppo Lazio su dati Istat

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3.2 DISTRIBUZIONE INDICATORI TRA I QUATTRO QUADRANTI DELLA MAPPA


Lo schema di seguito proposto presenta la mappa con il posizionamento dei 75 indicatori considerati, raggruppati per ambiti di analisi. Il posizionamento degli indicatori va letto rispetto ai valori assunti dalla media italiana. Gli indicatori con variazione superiore alla media italiana e valore inferiore alla media italiana si collocano nel quadrante Miglioramento, gli indicatori con variazione e valore superiori alla media italiana si collocano nel quadrante Eccellenza, gli indicatori con variazione inferiore e valore superiore si collocano nel quadrante Rallentamento ed, infine, quelli con variazione e valore inferiori alla media italiana si collocano nel quadrante Recessione. Il posizionamento in uno dei quadranti non fornisce dunque un giudizio in assoluto sul valore assunto dallindicatore, ma una valutazione rispetto alla media italiana.

84

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miglioramento
Ambiente 1. Intensit energetica industria

eccellenza

Occupazione e inclusione 1. Tasso di disoccupazione (T/F) 2. Tasso di disoccupazione L. D. 3. % Bambini servizi infanzia

Ambiente 1. Raccolta differenziata Riuti Urbani 2. Energia prodotta da fonti rinnovabili

Mercati 1. Intensit di accumulazione del capitale

Occupazione e inclusione 1. Occupazione totale 2. Occupazione lavoratori anziani (T/F) 3. Assistenza domiciliare integrata per anziani 4. Lavoro regolare

Mercati 1. Pdt lavoro servizi nanziari immobiliari imprenditoriali 2. Pdt lavoro PMI 3. Attrazione Inv. Esteri 4. Sviluppo dei servizi alle imprese 5. Capacit export a elevata produttivit

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R&S 1. Incidenza spesa privata in R&S

Infrastrutture 1. Trafco merci su ferrovia 2. Trafco navigazione di cabotaggio

R&S 1. Capacit innovativa 2. Incidenza spesa pubblica in R&S 3. Laureati nelle discipline tecnico/scientiche (F)

Infrastrutture 1. Utilizzo mezzi pubblici (T/F) 2. Indice trafco merci su strada

Formazione 1. Apprendimento permanente adulti (T/F) 2. Occupati/Non occupati in attivit formative e istruzione (T/F) 3. Giovani che abbandonano la scuola prematuramente (T/F) 4. Livello di istruzione della popolazione adulta 5. indice diffusione dei corsi di dottorato

Graf. 22 Mappa del Lazio per gli indicatori del Rapporto sulla Strategia di Lisbona Lazio 2008

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Mercati 1. Pdt lavoro in Agricoltura 2. Capacit export 3. Grado indipendenza economica Occupazione e inclusione 1. Occupazione (F) 2. Indice di povert 3. Indice di criminalit violenta Formazione 1. Abbandono al I anno Superiori 2. Livello Istruzione 15-19 (T) R&S 1. Addetti R&S 2. Laureati nelle discipline tecnico/scientiche (T) Infrastrutture 1. Utilizzo internet nelle imprese 2. Indice del trafco aereo 3. Indice di diffusione informatizzazione nei comuni 4. Diffusione PC nelle imprese < 10 add.

Occupazione e inclusione 1. Disoccupazione giovanile (T/F) 2. Disoccupazione L.D. (F) 3. Diffusione servizi infanzia 4. Sviluppo servizi sociali 5. Indice criminalit diffusa

Ambiente 1. Verde Urbano nelle citt 2. Certicazione ambientale 3. Coste inquinate 4. Monitoraggio della qualit dellaria 5. Riuti urbani smaltiti in discarica per abitante 6. Supercie forestale percorsa dal fuoco

Mercati 1. Pdt lavoro in Commercio/Turismo/ Industria in senso stretto 2. Pil Pro Capite in pps 3. Tasso di natalit delle imprese

R&S 1. Intensit brevettuale

Infrastrutture 1. Diffusione PC nelle imprese > 10 add.

Formazione 1. Tasso di scolarizzazione superiore 2. Abbandono al II anno Superiori 3. Livello Istruzione 15-19 (F)

recessione

rallentamento

85

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In linea generale, lanalisi della mappa totale evidenzia, con riferimento ai 73 indicatori considerati, una prevalenza del quadrante dellEccellenza (area nella quale ricade il 36% degli indicatori), seguito da Recessione (26% degli indicatori), Rallentamento (23%) e Miglioramento (15%). Ci significa che, per il 59% degli indicatori considerati, la regione si posiziona al di sopra del valore nazionale (quadranti Eccellenza e Rallentamento), mentre, dal punto di vista del trend di crescita, si registra una distribuzione speculare tra gli indicatori che crescono pi della media Italia (quadranti Eccellenza e Miglioramento) e quelli che crescono meno (quadranti Rallentamento e Recessione).

Graf. 23 Distribuzione percentuale dei 73 indicatori tra i quadranti della mappa

Fonte: elaborazione dati Sviluppo Lazio

86

Si ritiene opportuno evidenziare come, per tutti i 6 ambiti di analisi considerati, siano presenti, per il Lazio, indicatori nellarea Eccellenza.

Tab. 4 Distribuzione degli ambiti per quadrante


Ob. 1 Miglioramento mercati 4 2 5 3 14 % Ob. 2 R&S 3 1 2 1 7 % Ob. 3 Istruzione e formazione 10 0 3 2 15 % Ob. 4 Infrastrutture 3 2 4 1 10 % Ob. 5 Ambiente 1 2 0 6 9 % Ob. 6 Occupazione e inclusione 5 4 3 6 18 % TOTALE 26 11

Eccellenza Miglioramento

15,38% 28,57% 18,18% 14,29% 29,41% 35,71% 15,79% 21,43% 100,00% 19,18%

42,86% 14,29% 28,57% 14,29% 100,00% 9,59% 5,26% 11,76% 9,09%

11,54%

38,46% 66,67% 0,00% 0,00%

30,00% 18,18% 20,00% 23,53% 40,00% 10,00% 100,00% 13,70% 5,26%

11,54%

18,18% 22,22% 0,00% 0,00%

11,11%

3,85%

19,23% 100,00% 27,78% 22,22% 16,67% 33,33% 100,00% 36,36% 100,00% 17,65% 100,00% 31,58% 100,00% 24,66% 100,00% 73 19 17

Rallentamento Recessione Totale

17,65% 20,00% 10,53% 13,33% 100,00% 20,55%

31,58% 66,67% 100,00% 12,33%

Fonte: elaborazione dati Sviluppo Lazio

In dettaglio, lanalisi evidenzia come, nel quadrante Eccellenza, sia preponderante lambito Istruzione e formazione per rafforzare il capitale umano (rappresentando oltre il 38% degli indicatori del quadrante), seguito da Politiche per l'occupazione, le pari opportunit e l'inclusione, Migliorare il funzionamento dei mercati, Favorire la ricerca e l'innovazione. Nel quadrante Rallentamento, la maggior parte degli indicatori appartiene agli obiettivi
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Migliorare il funzionamento dei mercati e Migliorare le infrastrutture materiali e immateriali (rispettivamente 29% e 24%), seguiti da Istruzione e formazione per rafforzare il capitale umano e Politiche per l'occupazione, le pari opportunit e l'inclusione. Nel quadrante Miglioramento, la concentrazione degli indicatori molto bassa, con lobiettivo Politiche per l'occupazione, le pari opportunit e l'inclusione che si ferma sotto il 37%, seguito da Migliorare il funzionamento dei mercati, Migliorare le infrastrutture materiali e immateriali e Conciliare tutela ambientale e sviluppo tecnologico. Da segnalare come Istruzione e formazione per rafforzare il capitale umano non abbia nessun indicatore in questo quadrante. Nel quadrante Recessione, appartiene allobiettivo Politiche per l'occupazione, le pari opportunit e l'inclusione circa il 32% degli indicatori, pari a Conciliare tutela ambientale e sviluppo tecnologico. Al contrario, Migliorare le infrastrutture materiali e immateriali e Favorire la ricerca e l'innovazione registrano la minor presenza del quadrante (5,26%). Da quanto detto, il Lazio si posiziona al di sopra del valore medio nazionale in pi del 50% degli indicatori di 4 obiettivi, con un risultato particolarmente significativo registrato in Istruzione e formazione per rafforzare il capitale umano, dove quasi 9 indicatori su 10 (86,6%) superano il dato nazionale (seguono: Favorire la ricerca e l'innovazione, al 71,43%, Migliorare le infrastrutture materiali e immateriali, al 70%, ed infine Migliorare il funzionamento dei mercati, al 64,29%). In relazione al trend di crescita, invece, il Lazio registra performance migliori in pi del 50% degli indicatori in 2 obiettivi, Favorire la ricerca e l'innovazione (71,43%) e Istruzione e formazione per rafforzare il capitale umano (66,67%). Da segnalare che, in Migliorare le infrastrutture materiali e immateriali, la regione cresce pi dellItalia nel 50% dei casi.

Graf. 24 Distribuzione percentuale dei 73 indicatori tra i quadranti della mappa

87

18% 37% 9% 0% 18%

19% 4% 12%

15% 12%

18%

38%

16% 32% 5

18% 0%
10 5

29%

12% 23%

32%

18%

Fonte: elaborazione dati Sviluppo Lazio

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