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PREMESSA
n questa sezione del rapporto sono presentati i risultati dellanalisi del posizionamento del Lazio rispetto agli obiettivi di Lisbona. Il primo capitolo descrive la metodologia di analisi adottata. Nel secondo capitolo presentato un confronto del posizionamento del Lazio rispetto ad alcune regioni europee simili da un punto di vista strutturale in modo da valutare il grado di raggiungimento dei singoli obiettivi di Lisbona rispetto al pi ampio contesto europeo. Nel terzo capitolo presentata una sintesi del posizionamento della regione Lazio rispetto ai sei ambiti di analisi (o obiettivi) approfonditi nei capitoli che seguono: migliorare il funzionamento dei mercati; favorire la ricerca e linnovazione; istruzione e formazione per rafforzare il capitale umano; migliorare le infrastrutture materiali e immateriali; conciliare tutela ambientale e sviluppo tecnologico; politiche per loccupazione, le pari opportunit e linclusione. I capitoli successivi sono dedicati allanalisi del monitoraggio degli indicatori, selezionati per ciascuno dei sei ambiti, e sono strutturati nel seguente modo: il primo paragrafo dedicato alla nota metodologica relativa alla dimensione analizzata, il secondo ad una breve sintesi in cui vengono riassunti i principali risultati derivanti dallanalisi degli indicatori, il terzo alle politiche regionali programmate dalla Regione Lazio nellambito della stessa dimensione. A seguire, il monitoraggio analitico per singolo indicatore.
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1. METODOLOGIA DI ANALISI
analisi del posizionamento del Lazio rispetto allagenda di Lisbona stata sviluppata attraverso il confronto con le regioni europee comparabili e con linsieme delle regioni italiane.
Confronto con le regioni europee Per il confronto con le regioni europee sono state individuate le aree metropolitane pi avanzate e sviluppate dei rispettivi Paesi e, quindi, con strutture produttive caratterizzate dalla presenza delle attivit del terziario avanzato (dalle attivit finanziarie alla ricerca e sviluppo). Il confronto a livello europeo stato fatto per i soli indicatori della short list, con riferimento ai quali stato elaborato un grafico a barre dove sono stati riportati i valori del Lazio, delle regioni europee simili, della media italiana e di quella europea. Nello stesso grafico viene tracciata una linea che rappresenta lobiettivo target da raggiungere entro il 2010, laddove definito. Queste analisi hanno consentito di individuare le regioni pi simili al Lazio (per ciascun indicatore) in modo da individuare quelle che potrebbero costituire un elemento di riferimento per il Lazio e fornire indicazioni per un miglioramento. Per il confronto con le regioni europee stata utilizzata la banca dati1 dellEurostat General and regional statistics. Confronto con le regioni italiane Per il confronto con le regioni italiane, stata utilizzata la banca dati2 dellIstat relativa al progetto Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche strutturali 2001-2008, elaborata in accordo con il Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione (DPS) del Ministero dello Sviluppo Economico per il monitoraggio del quadro Comunitario di Sostegno (QCS) 2000-2006. In riferimento agli indicatori Istat, sono state elaborate, in forma tabellare, delle classifiche per ciascun indicatore in cui viene messo in evidenza il posizionamento del Lazio rispetto alle altre regioni italiane, alla media italiana e alla media europea, laddove disponibile; i dati sono in serie storica dal 2000 (o dal primo anno disponibile), rispetto al quale viene calcolata la variazione percentuale, e la classifica viene elaborata rispetto allultimo anno disponibile. Va precisato, inoltre, che lordinamento dellindicatore rispetto allultimo anno viene sempre effettuato in ordine decrescente, anche nel caso di indicatori che hanno una connotazione negativa. Per ogni indicatore, inoltre, viene rappresentata una mappa suddivisa in 4 quadranti principali (Miglioramento, Eccellenza, Rallentamento e Recessione), determinati dallintersezione degli assi costruiti sui valori dellItalia (asse x: valore assoluto dellindicatore,
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riferito allultimo anno disponibile; asse y: variazione rilevata tra gli ultimi due anni disponibili). Questa metodologia permette unanalisi di benchmarking con le regioni italiane. Il posizionamento delle regioni riferito e va analizzato rispetto ai valori assunti dalla media italiana. Le regioni con variazione superiore alla media italiana e valore dellindicatore inferiore si collocano nel quadrante Miglioramento, le regioni con variazione e indicatore superiori alla media italiana si collocano nel quadrante Eccellenza, le regioni con variazione inferiore e valore dellindicatore superiore si collocano nel quadranteRallentamento ed, infine, le regioni con variazione e indicatore inferiori alla media italiana si collocano nel quadrante Recessione. Il posizionamento in uno dei quadranti non fornisce dunque un giudizio in assoluto sul valore assunto dallindicatore, ma una valutazione rispetto alla media italiana e rispetto al posizionamento delle altre regioni. Nei casi in cui gli indicatori esprimono una performance positiva quando il loro valore basso (per esempio tasso di disoccupazione) e la variazione percentuale esprime un trend positivo quando in diminuzione, per mantenere uniformit nella costruzione e nella lettura del grafico a quadranti e mantenere invariata la denominazione dei 4 quadranti stessi, i valori degli indicatori e della variazione percentuale sono stati trasformati con segno opposto. Nel confronto regionale, a livello metodologico, sono state introdotte le seguenti novit: la revisione della gamma degli indicatori, che passano da 81 a 75, in modo da affinare la valutazione e fornire utili indicazioni anche in sede di programmazione di politiche. In linea con limpostazione in uso nello European Innovation Scoreboard3, gli indicatori sono stati selezionati tenendo conto della disponibilit dei dati a livello regionale (benchmarking per tutte le regioni italiane) e temporale (serie storica). Pi precisamente, il set di indicatori del Rapporto 2007 stato aggiornato in base a quattro criteri: ridondanza4, per cui, quando due indicatori forniscono la stessa informazione, si raccomanda di mantenerne uno solo; impatto politico, per cui, qualora due indicatori, pur fornendo la stessa informazione, sono caratterizzati da una forte rilevanza politica, posso essere mantenuti entrambi; disponibilit, per cui si raccomanda lutilizzo di indicatori i cui dati sono facilmente ottenibili per tutto luniverso di riferimento e sono regolarmente aggiornati; privilegio del primo arrivato, per cui, tra due indicatori ridondanti, si raccomanda la scelta dellindicatore gi usato nei precedenti rapporti; allinizio di ogni indicatore sono riproposte le emoticons: sorridente se il valore del Lazio superiore a quello assunto dallItalia,tristese inferiore; e landamento del fenomeno (variazione percentuale rispetto allanno precedente): freccia in alto se la variazione registrata dal Lazio superiore di quella italiana, freccia in basso se inferiore;
Commissione europea, Methodology Report on European Innovation Scoreboard 2005, 20 maggio 2005. Lanalisi del criterio della ridondanza stata effettuata attraverso le due tecniche statistiche adottate dallo Scoreboard: i coefcienti di correlazione (la correlazione una relazione tra due variabili in cui, a ciascun valore della prima, corrisponde con una certa regolarit un valore della seconda), calcolati ricorrendo allindice di Pearson, che assume valori compresi tra -1 (correlazione negativa) e + 1 (correlazione positiva), e 0 in caso di variabili incorrelate; lanalisi delle componenti principali (PCA), una tecnica usata nella statistica multivariata per la semplicazione dei dati, con la riduzione delle variabili di origine in alcune variabili latenti. In altri termini, questa tecnica permette di individuare, partendo dai dati di un certo fenomeno (nel nostro caso, linsieme di indicatori di un ambito), degli assi che sintetizzano il fenomeno stesso. E' opportuno evidenziare in questa sede come queste tecniche non indichino necessariamente relazioni causaeffetto; piuttosto evidenziano lesistenza, tra i dati, di trend di crescita/decrescita simili, per i quali pu rilevarsi opportuna una ulteriore riessione.
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lintroduzione, per lintera gamma degli indicatori e per ciascun ambito (e, relativamente a "Migliorare le infrastrutture materiali e immateriali" e "Politiche per l'occupazione, le pari opportunit e l'inclusione", per sotto-ambito), di un indicatore sintetico, lIndice della strategia di Lisbona (ISL), che contribuisca a fornire un quadro dinsieme pi puntuale non solo sul posizionamento della nostra regione, ma anche sullindividuazione di elementi di forza sui quali poter basare future strategie di sviluppo e di crescita ed elementi di debolezza in riferimento ai quali potrebbe essere utile ripensare e/o riadattare politiche di intervento.
INDICE DELLA STRATEGIA DI LISBONA Nello specifico, la metodologia di calcolo qui adottata si basa sul Lisbon Process Index proposto da heshmati ed Oh5, corretto con alcune integrazioni utilizzate nello European Innovation Scoreboard per il calcolo del Summary Innovation Index6. Lapproccio di base non parametrico, il che consente, tra laltro, di aggregare e disaggregare con facilit gli indicatori sintetici, potendo ottenere in tal modo un unico indice per lintera Strategia, ma anche dei sub-indici sintetici allinterno degli ambiti stessi (ad esempio, ottenendo un indice per le infrastrutture materiali ed uno per quelle immateriali, oppure uno per loccupazione e uno per linclusione). Si segnala, infine, che, nel caso di particolari indicatori, come quelli che presuppongono laccesso al mare (indice del traffico merci in navigazione di cabotaggio e coste non balneabili per inquinamento), tenendo conto del fatto che, in ogni caso, influiscono sullo stato del sistema Paese, e al fine di evitare uno scarto eccessivo a favore delle regionimarittime, il calcolo dellindice sintetico avvenuto attribuendo alle restanti regioni un valore pari alla media Italia. Per lindicatore Capacit di attrazione di investimenti esteri, rappresentando il valore Italia il totale degli investimenti diretti esteri di tutte le regioni italiane, e non una media ponderata, il dato nazionale stato calcolato come media semplice di tutte le regioni. Il calcolo avviene nei seguenti tre passaggi: 1. Calcolo dei valori relativi: si calcola, per ogni indicatore e per ogni caso (le singole regioni e lItalia), il valore relativo pi recente, cio il valore pi recente in proporzione al valore di riferimento (il valore Italia). In altri termini, il valore riferimento
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X ir
X IT
X ir =
(a) Con i che indica lindicatore ed r la regione (o lItalia). Questo calcolo permette di minimizzare gli effetti del ciclo in caso di dati disponibili per anni diversi. 2. Normalizzazione dei valori relativi: si calcolano i valori dellindicatore, normalizzandoli. La procedura in questione varia al variare della relazione tra lindicatore in esame e il processo complessivo legato alla strategia di Lisbona: si avranno pertanto due modi di effettuare il calcolo, uno (ipotesi A), qualora si ipotizzi una relazione positiva tra indicatore e processo (il miglioramento del primo indica un avanzamento nel secondo); laltro (ipotesi B), ove si ipotizzi una relazione negativa.
X ir X IT
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Heshmati Almas e Oh Jong-Eun, Alternative Composite Lisbon Development Strategy Indices, IZA Discussion Paper n. 1734, settembre 2005. Commissione europea, Methodology Report on European Innovation Scoreboard 2005, 20 maggio 2005.
Ipotesi A: relazione positiva tra indicatore e processo: nel caso di indicatori per i quali si teorizza un influsso positivo sul processo di Lisbona, la normalizzazione si effettua sottraendo al valore relativo in esame il valore relativo pi basso ( X i _ min) e dividendo il risultato per la differenza tra i valori relativi pi alto ( X i _ min ) e pi basso (cosiddetto approccio MinMax). In formule:
(1) Ipotesi B: relazione negativa tra indicatore e processo: nel caso di indicatori per i quali si teorizza un influsso negativo sul processo di Lisbona, la normalizzazione si effettua sottraendo al valore relativo pi alto il valore relativo in esame, e dividendo il risultato per la differenza tra i valori relativi pi alto e pi basso. In formule:
(2) 3. Calcolo dellIndice della strategia di Lisbona (ISL): ottenuti i valori normalizzati, lIndice viene calcolato, per ogni regione (e per lItalia), come il valore medio di tutti i suddetti valori, attribuendo lo stesso peso a tutti gli indicatori.
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adozione di un grafico, per ogni indicatore, che ne raffigura il tasso di crescita per il Lazio, lItalia e, dove disponibile, lUnione europea. La metodologia adottata, in questo caso, ricorre al sistema dei numeri indice, pertanto il valore di ogni singolo anno, per ogni serie considerata, stato normalizzato in rapporto al valore del 2000 (o del primo anno disponibile). In tal modo, per ogni indicatore, possibile avere un riscontro immediato del trend di crescita del valore regionale, in termini assoluti e in relazione ai trend di crescita nazionale e, ove disponibile, europeo.
TASSO DI CRESCITA: ESEMPIO Considerando, a titolo di esempio, il caso di un indicatore X che abbia, nel 2000, i seguenti valori: 3 per il Lazio; 5 per lItalia e 7 per lUE; e che nel 2003 i valori siano i seguenti: 7 per il Lazio, 3 per lItalia e 8 per lUE. La normalizzazione avviene secondo la seguente formula:
I valori normalizzati sarebbero i seguenti: per definizione, tutti i valori per il 2000 sono pari a 100.
per il Lazio,
per lItalia,
per lUE
Lazio 260
Italia
EU-25
240
220
200
2000 = 100
180
160
140
120
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Nella tabella di seguito riportata presentato, con riferimento a ciascun obiettivo definito, lelenco degli indicatori presi in considerazione.
2. Produttivit del lavoro nel commercio 3. Produttivit del lavoro nel turismo 4. Produttivit del lavoro nei servizi di intermediazione monetaria e nanziaria e nelle attivit immobiliari e imprenditoriali 5. Produttivit del lavoro in agricoltura 1. MIGLIORARE IL FUNZIONAMENTO DEI MERCATI 7. Produttivit del lavoro nelle PMI 8. Tasso di natalit delle imprese 10. Capacit di esportare 6. Produttivit del lavoro nell'industria in senso stretto
9. Intensit di accumulazione del capitale 11. Capacit di esportare prodotti a elevata o crescente produttivit 12. Grado di indipendenza economica 13. Capacit di attrazione di investimenti esteri 1. Addetti alla ricerca e sviluppo 2. Capacit innovativa
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3. Incidenza della spesa pubblica in ricerca e sviluppo 4. Incidenza della spesa privata in ricerca e sviluppo 5. Intensit brevettuale 6. Laureati in discipline tecnico scientiche
1a. Adulti che partecipano all'apprendimento permanente (F) 2a. Occupate che partecipano ad attivit formative e di istruzione
2. Occupati che partecipano ad attivit formative e di istruzione 3. Non occupati che partecipano ad attivit formative e di istruzione 3. ISTRUZIONE E FORMAZIONE PER RAFFORZARE IL CAPITALE UMANO 4. Giovani che abbandonano la scuola prematuramente
3a. Non occupate che partecipano ad attivit formative e di istruzione 4a. Giovani che abbandonano la scuola prematuramente (F) 5. Tasso di abbandono al primo anno delle scuole superiori 7. Livello di istruzione della popolazione 15-19 anni 8. Livello di istruzione della popolazione adulta 9. Tasso di scolarizzazione superiore 1. Indice del trafco merci su strada 10. Indice di diffusione dei corsi di dottorato 2. Indice del trafco merci su ferrovia 4. Indice del trafco aereo 6. Tasso di abbandono al secondo anno delle scuole superiori 7a. Livello di istruzione della popolazione femminile 15-19 anni
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3. Indice del trafco delle merci in navigazione di cabotaggio 5. Utilizzo dei mezzi pubblici di trasporto
6. Grado di diffusione del personal computer nelle imprese con meno di dieci addetti 7. Grado di diffusione del personal computer nelle imprese con pi di dieci addetti 8. Grado di utilizzo di Internet nelle imprese 9. Indice di diffusione dell'informatizzazione nei comuni
1. Raccolta differenziata dei riuti urbani 2. Energia prodotta da fonti rinnovabili 3. Verde urbano nelle citt 4. Intensit energetica dell'industria
5. Incidenza della certicazione ambientale 6. Coste non balneabili per inquinamento 7. Supercie forestale percorsa dal fuoco 8. Monitoraggio della qualit dell'aria
10. Utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 1. Tasso di occupazione totale
11. Quota di popolazione equivalente servita da depurazione 1a. Tasso di occupazione femminile 2. Tasso di disoccupazione totale 2a. Tasso di disoccupazione femminile
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4a. Tasso di disoccupazione giovanile femminile 5. Tasso di disoccupazione di lunga durata 6. Indice di povert 5a. Tasso di disoccupazione di lunga durata femminile 7. Capacit di sviluppo dei servizi sociali 8. Diffusione dei servizi per l'infanzia 9. Indice di criminalit diffusa 10. Indice di criminalit violenta
11. Presa in carico ponderata dell'utenza dei servizi per l'infanzia 13. Capacit di offrire lavoro regolare
12. Presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata
e regioni europee scelte per il confronto con il Lazio sono quelle che comprendono al loro interno la capitale nazionale: ci sono regioni quali Inner London, Berlin, Lisboa e Praha che rappresentano le corrispondenti aree metropolitane, mentre altre, con territori pi vasti, sono regioni in senso stretto (Ile de France, Comunidad de Madrid, Stockholm ed Oberbayern). Nella tabella che segue vengono riportati i valori assunti dagli indicatori che fanno parte della lista ristretta, la cosiddetta short list, per le regioni europee del campione, per il Lazio, lItalia e la media dellEuropa a 27. Va precisato, prima di tutto, che la short list composta da 14 indicatori strutturali stata concepita, nel febbraio del 2004, per il monitoraggio dei paesi europei a livello nazionale, per cui si riscontrano notevoli difficolt nel reperire i dati a livello regionale per alcuni di questi indicatori. Inoltre, stata effettuata una analisi dettagliata relativa a 7 indicatori della short list, e precisamente: 1. Pil pro capite; 2. produttivit del lavoro per occupato; 3. tasso di occupazione totale; 4. tasso di occupazione dei lavoratori anziani; 5. tasso di disoccupazione di lungo periodo; 6. apprendimento permanente7; 7. spesa e ricerca e sviluppo in percentuale del Pil.
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Obiettivo 2010 Italia Lazio Praha Oberbayern Berlin Stockholm le de France Lisboa
Anno
Comunidad de Madrid
Inner London
3. Tasso di occupazione
OCCUPAZIONE
2005
137
116
145
70%
5. Apprendimento permanente1
INNOVAZIONE E RICERCA
50%
2007
37,9
72,3
23,58354
54,7
12,5%
RIFORME ECONOMICHE
3%
20072
1,79
1,17
4,24
14,33
2007
COESIONE SOCIALE
2007
2007
3,49
4,07
0,87
2,76
AMBIENTE
2007
-8%
2006
2006
2006
Fonte: Eurostat
In sostituzione di "Livello di istruzione giovanile", non ricostruibile a livello regionale. I valori "popolazione" sono riferiti al 2006. Per Ile de France ed Inner London, sono riferiti al 2005. 3 Approssimazione in difetto per riferimento alla popolazione totale. 4 Dato 2004. 5 Dato 2006. 6 Obiettivo 2010 EU-15: 92. 7 Obiettivo 2010: 93,5.
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Fonte: Eurostat
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Fonte: Eurostat
TASSO DI OCCUPAZIONE
Il tasso di occupazione rappresenta il rapporto percentuale tra le persone occupate in et 15-64 anni sulla popolazione nella corrispondente classe di et. Sul fronte delloccupazione totale, il Lazio risulta essere ancora distante dagli obiettivi fissati dalla strategia di Lisbona: in particolare, a fronte dellobiettivo del 70% entro il 2010, la regione si posiziona poco sotto il 60%. Confrontando questi dati con quelli registrati dalle altre regioni europee, emerge chiaramente come il Lazio si collochi al di sotto dei valori riportati dal gruppo di riferimento, che vede raggiunto da 4 membri su 11 lobiettivo del 70% (Comunidad de Madrid, Praha, Oberbayern e Stockholm). Per quanto riguarda il confronto con lItalia e lEuropa, il tasso di occupazione totale del Lazio si colloca al di sopra della media nazionale ma al di sotto di quella comunitaria.
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Fonte: Eurostat
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Fonte: Eurostat
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Fonte: Eurostat
APPRENDIMENTO PERMANENTE
In riferimento allapprendimento permanente, che rappresenta il rapporto percentuale tra la popolazione 25-64 anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale sulla popolazione totale nella corrispondente classe di et, lobiettivo fissato dalla strategia di Lisbona entro il 2010 del 12,5%. Nel 2007 risultano aver raggiunto lobiettivo 5 regioni del campione (Praha, Berlin, Comunidad de Madrid, Stockholm e Inner London). Il Lazio, pur registrando un valore superiore alla media italiana (10,7 contro 7,9), ancora distante dallobiettivo del 12,5%. Va segnalato che i valori dellindicatore per Unione europea, Ile de France e Inner London sono sottostimati: dallimpossibilit di reperire i relativi dati sulla popolazione 25-64 anni ne conseguita infatti la loro sostituzione con la popolazione totale, falsando il risultato del rapporto percentuale per lampliamento del denominatore. Va inoltre segnalato che, per indisponibilit dei dati aggiornati al 2007, tutti i valori popolazione sono da riferirsi allanno 2006 (ad eccezione di Ile de France e Inner London, relativi al 2005).
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Fonte: Eurostat
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Fonte: Eurostat
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l presente paragrafo mira a dare una lettura sistemica dei dati analizzati in dettaglio nel monitoraggio per singoli indicatori. In particolare, viene presentata una analisi secondo una duplice chiave di lettura: la prima si basa sullindice sintetico della strategia di Lisbona (ISL) per singoli ambiti, che consente di evidenziare i punti di eccellenza e di criticit attraverso lanalisi della dispersione dei valori regionali, per ogni indicatore, dal relativo dato nazionale. la seconda si basa sulla mappa a quadranti utilizzata per il monitoraggio degli indicatori, che consente di osservare come si distribuiscono gli indicatori di ciascun ambito tra i quattro quadranti della mappa. Nella mappa stato riportato il posizionamento della regione Lazio rispetto alla media italiana con riferimento a 73 indicatori8, suddivisi tra i 6 ambiti analizzati, in maniera tale da avere un quadro complessivo di sintesi che fornisca indicazioni sul livello della regione, con riferimento alle caratteristiche che ciascun ambito presenta e al trend evolutivo. Il posizionamento degli indicatori va letto rispetto ai valori assunti dalla media italiana. Gli indicatori con variazione superiore alla media italiana e valore inferiore alla media italiana si collocano nel quadrante Miglioramento, gli indicatori con variazione e valore superiori alla media italiana si collocano nel quadrante Eccellenza, gli indicatori con variazione inferiore e valore superiore si collocano nel quadrante Rallentamento ed, infine, quelli con variazione e valore inferiori alla media italiana si collocano nel quadrante Recessione. Il posizionamento in uno dei quadranti non fornisce dunque un giudizio in assoluto sul valore assunto dallindicatore, ma una valutazione rispetto alla media italiana.
Dei 75 indicatori ne sono stati considerati solo 73, poich per alcuni (Utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano e Quota di popolazione equivalente servita da depurazione), mancando il dato storico, non stato possibile costruire il graco a quadranti.
vazione e Istruzione e formazione, in grado di bilanciare il dato non eccezionale in Occupazione e inclusione, e il debole risultato nellambito Ambiente.
Come si evince dalla tabella riepilogativa seguente, in cui viene inoltre riportato il posizionamento delle varie regioni per ogni obiettivo, il Lazio si posiziona sopra la media nazionale in tutti gli ambiti, ad esclusione degli obiettivi 5 e 6. Nella parte seguente, verr analizzato nel dettaglio il risultato per singolo ambito.
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Ob.4 Infrastrutture
Liguria Lazio
Ob.5 Ambiente
Friuli Venezia Giulia Basilicata Abruzzo Veneto Molise Trentino Alto Adige
Veneto
Umbria
Abruzzo
Marche Italia
Basilicata
Sardegna
Abruzzo
Sardegna
Valle D'Aosta
Puglia
Campania
Graf. 9 Obiettivo 1
74
Graf.10 Obiettivo 2
75
Graf. 11 Obiettivo 3
76
In dettaglio, gli indicatori appartenenti a questo ambito si possono suddividere in due sotto categorie: 1. indicatori relativi allistruzione9; 2. indicatori relativi alla formazione10. Per quanto riguarda il livello di istruzione (dallindicatore 3-4 al 3-10), rimane prevalente, anche qui, leccellenza, anche se in maniera molto meno marcata rispetto allambito nel suo complesso, nonostante si osservino buone performance per alcuni degli indicatori e in particolare per il tasso di abbandono scolastico e il tasso di scolarizzazione11 (pari a 83% e dunque vicino al target europeo dell85%). Lindicatore sintetico conferma quanto appena detto, con il Lazio che si attesta, nella classifica nazionale, in quarta posizione.
LISL Istruzione calcolato in riferimento ai seguenti indicatori: Giovani che abbandonano la scuola prematuramente (totale), Giovani che abbandonano la scuola prematuramente (dato femminile), Tasso di abbandono al primo anno delle scuole superiori, Tasso di abbandono al secondo anno delle scuole superiori, Livello di istruzione della popolazione 1519 anni (totale), Livello di istruzione della popolazione femminile 15-19 anni, Livello di istruzione della popolazione adulta, Tasso di scolarizzazione superiore, Indice di diffusione dei corsi di dottorato. 10 LISL Formazione calcolato in riferimento ai seguenti indicatori: Adulti che partecipano all'apprendimento permanente (totale), Adulti che partecipano all'apprendimento permanente (dato femminile), Occupati che partecipano ad attivit formative e di istruzione, Occupate che partecipano ad attivit formative e di istruzione, Non occupati che partecipano ad attivit formative e di istruzione, Non occupate che partecipano ad attivit formative e di istruzione. 11 Che esprime la percentuale di ventiduenni con almeno un diploma di scuola secondaria superiore.
9
Graf. 12 Istruzione
Con riferimento alla formazione e in particolare agli indicatori che esprimono il livello di apprendimento lungo tutto larco della vita, si osserva in particolare lottima performance dellindicatore adulti che partecipano all'apprendimento permanente, il cui valore si assesta all8,3%, dietro al solo Trentino Alto Adige, anche se ancora distante dallobiettivo europeo del 12,5%. Lindicatore sintetico conferma il buon risultato del Lazio, che si attesta in prima posizione, con un valore di 86,6 (su un massimo di 100).
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Graf. 13 Formazione
Graf. 14 Obiettivo 4
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Fonte: elaborazione Sviluppo Lazio su dati Istat
12
13
LISL Infrastrutture materiali calcolato in riferimento ai seguenti indicatori: Indice del trafco merci su strada; Indice del trafco merci su ferrovia; Indice del trafco delle merci in navigazione di cabotaggio; Indice del trafco aereo; Utilizzo dei mezzi pubblici di trasporto; Utilizzo dei mezzi pubblici di trasporto (F). LISL Infrastrutture immateriali calcolato in riferimento ai seguenti indicatori: Grado di diffusione del personal computer nelle imprese con meno di dieci addetti; Grado di diffusione del personal computer nelle imprese con pi di dieci addetti ; Grado di utilizzo di Internet nelle imprese; Indice di diffusione dell'informatizzazione nei comuni.
Dal grafico che segue, relativo alle infrastrutture materiali (dallindicatore 4-1 al 4-5a), si nota come il Lazio si posizioni al secondo posto della classifica nazionale, grazie soprattutto alle ottime performance in tema di traffico aereo e di trasporto pubblico, che compensano il risultato poco brillante del traffico delle merci in navigazione di cabotaggio.
Viceversa, lanalisi degli indicatori relativi alle infrastrutture immateriali (dallindicatore 4-6 al 4-9) evidenzia una situazione critica, a causa prevalentemente dei risultati mediocri relativi alla diffusione del personal computer nelle imprese con pi di dieci addetti e allutilizzo di Internet nelle imprese.
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Graf. 17 Obiettivo 5
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Graf. 18 Obiettivo 6
81
Fonte: elaborazione Sviluppo Lazio su dati Istat
In dettaglio, gli indicatori appartenenti a questo ambito si possono suddividere in tre sotto categorie: 1. indicatori che esprimono il livello delloccupazione generale14; 2. indicatori che esprimono il livello delloccupazione femminile15; 3. indicatori che esprimono pi in generale il livello di coesione sociale16. Con riferimento alle prime due, si evidenzia, da un lato, una crescita delloccupazione, che pone il Lazio al di sopra della media nazionale, dallaltro i valori degli indicatori riguardanti i tassi di disoccupazione, che pongono il Lazio a livello delle regioni del Sud, sebbene registrino, con leccezione della disoccupazione giovanile, variazioni rispetto allanno precedente migliori rispetto ai corrispondenti dati nazionali.
LISL Occupazione calcolato in riferimento ai seguenti indicatori: Tasso di occupazione totale; Tasso di occupazione femminile; Tasso di disoccupazione totale; Tasso di disoccupazione femminile; Tasso di occupazione dei lavoratori anziani; Tasso di occupazione delle lavoratrici anziane; Tasso di disoccupazione giovanile totale; Tasso di disoccupazione giovanile femminile; Tasso di disoccupazione di lunga durata; Tasso di disoccupazione di lunga durata femminile. 15 LISL Pari Opportunit calcolato in riferimento ai seguenti indicatori: Tasso di occupazione femminile; Tasso di disoccupazione totale; Tasso di disoccupazione femminile; Tasso di occupazione dei lavoratori anziani; Tasso di occupazione delle lavoratrici anziane; Tasso di disoccupazione giovanile totale; Tasso di disoccupazione giovanile femminile; Tasso di disoccupazione di lunga durata; Tasso di disoccupazione di lunga durata femminile. 16 LISL Inclusione sociale calcolato in riferimento ai seguenti indicatori: Indice di povert; Capacit di sviluppo dei servizi sociali; Diffusione dei servizi per l'infanzia; Indice di criminalit diffusa; Indice di criminalit violenta; Presa in carico ponderata dell'utenza dei servizi per l'infanzia; Presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata; Capacit di offrire lavoro regolare.
14
Graf. 19 Occupazione
82
Il dato femminile meno confortante se comparato al totale. Tuttavia, questo risultato non circoscritto al solo Lazio ma generalizzato e si inscrive in una tendenza nazionale, come evidenzia lindicatore sintetico pari opportunit.
Laumento dellinclusione, e quindi delloccupazione, si realizza anche attraverso il potenziamento dei servizi che nella regione appaiono ancora non adeguati soprattutto con riferimento allofferta rivolta alle fasce considerate deboli, bambini e anziani. Sul versante della sicurezza, si evidenzia, invece, un miglioramento, anche se il dato regionale appare ancora critico rispetto al contesto nazionale. Questa situazione di generale arretratezza sul fronte dellinclusione sociale si riflette nel calcolo dellindicatore sintetico, che vede il Lazio posizionarsi in terzultima posizione, davanti a Sicilia e Campania, e dietro a Puglia e Calabria.
83
84
miglioramento
Ambiente 1. Intensit energetica industria
eccellenza
Occupazione e inclusione 1. Tasso di disoccupazione (T/F) 2. Tasso di disoccupazione L. D. 3. % Bambini servizi infanzia
Occupazione e inclusione 1. Occupazione totale 2. Occupazione lavoratori anziani (T/F) 3. Assistenza domiciliare integrata per anziani 4. Lavoro regolare
Mercati 1. Pdt lavoro servizi nanziari immobiliari imprenditoriali 2. Pdt lavoro PMI 3. Attrazione Inv. Esteri 4. Sviluppo dei servizi alle imprese 5. Capacit export a elevata produttivit
R&S 1. Capacit innovativa 2. Incidenza spesa pubblica in R&S 3. Laureati nelle discipline tecnico/scientiche (F)
Formazione 1. Apprendimento permanente adulti (T/F) 2. Occupati/Non occupati in attivit formative e istruzione (T/F) 3. Giovani che abbandonano la scuola prematuramente (T/F) 4. Livello di istruzione della popolazione adulta 5. indice diffusione dei corsi di dottorato
Graf. 22 Mappa del Lazio per gli indicatori del Rapporto sulla Strategia di Lisbona Lazio 2008
Occupazione e inclusione 1. Disoccupazione giovanile (T/F) 2. Disoccupazione L.D. (F) 3. Diffusione servizi infanzia 4. Sviluppo servizi sociali 5. Indice criminalit diffusa
Ambiente 1. Verde Urbano nelle citt 2. Certicazione ambientale 3. Coste inquinate 4. Monitoraggio della qualit dellaria 5. Riuti urbani smaltiti in discarica per abitante 6. Supercie forestale percorsa dal fuoco
Mercati 1. Pdt lavoro in Commercio/Turismo/ Industria in senso stretto 2. Pil Pro Capite in pps 3. Tasso di natalit delle imprese
Formazione 1. Tasso di scolarizzazione superiore 2. Abbandono al II anno Superiori 3. Livello Istruzione 15-19 (F)
recessione
rallentamento
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In linea generale, lanalisi della mappa totale evidenzia, con riferimento ai 73 indicatori considerati, una prevalenza del quadrante dellEccellenza (area nella quale ricade il 36% degli indicatori), seguito da Recessione (26% degli indicatori), Rallentamento (23%) e Miglioramento (15%). Ci significa che, per il 59% degli indicatori considerati, la regione si posiziona al di sopra del valore nazionale (quadranti Eccellenza e Rallentamento), mentre, dal punto di vista del trend di crescita, si registra una distribuzione speculare tra gli indicatori che crescono pi della media Italia (quadranti Eccellenza e Miglioramento) e quelli che crescono meno (quadranti Rallentamento e Recessione).
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Si ritiene opportuno evidenziare come, per tutti i 6 ambiti di analisi considerati, siano presenti, per il Lazio, indicatori nellarea Eccellenza.
Eccellenza Miglioramento
15,38% 28,57% 18,18% 14,29% 29,41% 35,71% 15,79% 21,43% 100,00% 19,18%
11,54%
11,54%
11,11%
3,85%
19,23% 100,00% 27,78% 22,22% 16,67% 33,33% 100,00% 36,36% 100,00% 17,65% 100,00% 31,58% 100,00% 24,66% 100,00% 73 19 17
In dettaglio, lanalisi evidenzia come, nel quadrante Eccellenza, sia preponderante lambito Istruzione e formazione per rafforzare il capitale umano (rappresentando oltre il 38% degli indicatori del quadrante), seguito da Politiche per l'occupazione, le pari opportunit e l'inclusione, Migliorare il funzionamento dei mercati, Favorire la ricerca e l'innovazione. Nel quadrante Rallentamento, la maggior parte degli indicatori appartiene agli obiettivi
Il Lazio e la Strategia di Lisbona
Migliorare il funzionamento dei mercati e Migliorare le infrastrutture materiali e immateriali (rispettivamente 29% e 24%), seguiti da Istruzione e formazione per rafforzare il capitale umano e Politiche per l'occupazione, le pari opportunit e l'inclusione. Nel quadrante Miglioramento, la concentrazione degli indicatori molto bassa, con lobiettivo Politiche per l'occupazione, le pari opportunit e l'inclusione che si ferma sotto il 37%, seguito da Migliorare il funzionamento dei mercati, Migliorare le infrastrutture materiali e immateriali e Conciliare tutela ambientale e sviluppo tecnologico. Da segnalare come Istruzione e formazione per rafforzare il capitale umano non abbia nessun indicatore in questo quadrante. Nel quadrante Recessione, appartiene allobiettivo Politiche per l'occupazione, le pari opportunit e l'inclusione circa il 32% degli indicatori, pari a Conciliare tutela ambientale e sviluppo tecnologico. Al contrario, Migliorare le infrastrutture materiali e immateriali e Favorire la ricerca e l'innovazione registrano la minor presenza del quadrante (5,26%). Da quanto detto, il Lazio si posiziona al di sopra del valore medio nazionale in pi del 50% degli indicatori di 4 obiettivi, con un risultato particolarmente significativo registrato in Istruzione e formazione per rafforzare il capitale umano, dove quasi 9 indicatori su 10 (86,6%) superano il dato nazionale (seguono: Favorire la ricerca e l'innovazione, al 71,43%, Migliorare le infrastrutture materiali e immateriali, al 70%, ed infine Migliorare il funzionamento dei mercati, al 64,29%). In relazione al trend di crescita, invece, il Lazio registra performance migliori in pi del 50% degli indicatori in 2 obiettivi, Favorire la ricerca e l'innovazione (71,43%) e Istruzione e formazione per rafforzare il capitale umano (66,67%). Da segnalare che, in Migliorare le infrastrutture materiali e immateriali, la regione cresce pi dellItalia nel 50% dei casi.
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19% 4% 12%
15% 12%
18%
38%
16% 32% 5
18% 0%
10 5
29%
12% 23%
32%
18%