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logica, insiemi, funzioni.

1. 1.1.

Logica, insiemi, funzioni Logica Aermazioni che godono della propriet` di essere vere o false si chiamano proposizioni. a Le proposizioni possono essere collegate tra loro mediante i cosiddetti connettivi logici. I principali di questi

sono: e (congiunzione); o (disgiunzione debole); non (negazione); (implicazione).

In particolare, limplicazione agisce nel modo seguente: se P e Q sono due proposizioni allora P Q corrisponde al fatto che tutte le volte che ` vera P allora ` vera anche Q. Ricorrendo ad una terminologia che il e e lettore probabilmente gi` conosce, se P Q allora si dice che P ` lantecedente (o ipotesi) e Q il conseguente (o a e tesi); si usa anche dire che P ` condizione suciente per Q o che Q ` condizione necessaria per P. e e Come il lettore potr` facilmente notare, P Q e Q P hanno in generale signicati notevolmente diversi. a Capita tuttavia che, in certi casi, valgano contemporaneamente sia P Q che Q P: in questo caso si scrive P Q e si legge vale P se e solo se vale Q, o anche P ` condizione necessaria e suciente anch valga Q. Il e e simbolo ` detto doppia implicazione. e Supponiamo valida limplicazione P Q: ricordando il suo signicato (se ` vera P, allora deve essere vera e anche Q), si deduce che, se Q ` falsa, allora P non poteva essere vera, quindi doveva essere falsa anche lei. Su e questa considerazione ` basato il ragionamento per assurdo: invece di dedurre direttamente la tesi Q dallipotesi e P, si cerca di dimostrare che la negazione della tesi Q conduce alla falsit` dellipotesi P. a Spesso le proposizioni fanno intervenire delle variabili: una variabile pu` essere scelta in modo arbitrario o oppure opportuno. Queste due situazioni vengono distinte mediante luso di due quanticatori: se y ` una e variabile, si scrive y (e si legge per ogni y) per indicare che y ` scelta in modo arbitrario (quanticatore universale); e ticatore esistenziale). E essenziale rilevare che la frase esiste y tale che ` in realt` una contrazione e a dellespressione esiste almeno una y tale che. 1.2. Cenni di teoria degli insiemi Il termine insieme viene usato per indicare una collezione di oggetti identicati da una propriet` carata teristica che li accomuna. Gli oggetti di cui ` costituito un insieme si chiamano elementi dellinsieme: uno dei e modi per rappresentare un insieme ` proprio di elencarne gli elementi. Ad esempio, e A = {M ario, Carlo, Antonio} ` linsieme costituito dalle tre parole elencate. Un altro modo molto comodo per rappresentare gli insiemi fa ricorso e alla loro propriet` caratteristica: ad esempio, la scrittura a B = {x : x ` un uomo} e identica B come linsieme costituito da tutti e soli gli esseri umani di sesso maschile. Parlando di elementi, ` opportuno introdurre linsieme che non ne ha nemmeno uno, detto (per ovvi motivi) e insieme vuoto e rappresentato dal simbolo : ` chiaro che linsieme vuoto ` una pura astrazione (se gli insiemi e e si caratterizzano tramite gli elementi e non ne ha, che senso ha parlarne?) e tuttavia ` molto comodo avere a e disposizione un simile oggetto proprio per la sua peculiare caratteristica. y : (e si legge esiste y tale che) per indicare che y ` scelta in modo tale da soddisfare quanto viene dopo (quane

2. logica, insiemi, funzioni

Ci occupiamo ora della simbologia relativa ad insiemi o elementi: A, B indicheranno generici insiemi. 1. Appartenenza. Scriveremo x A (e leggeremo x appartiene ad A) per indicare che x ` un elemento di A; e il fatto che x non sia un elemento di A si indica con x A. 2. Inclusione. Scriveremo A B, oppure B A, (e leggeremo A contenuto in B, oppure A incluso in B, oppure A ` un sottoinsieme di B, oppure B ` un soprainsieme di A, oppure A ` una parte di B) se tutti gli e e e elementi di A appartengono a B. Se questa propriet` non ` vera, allora scriveremo A B: ci` signica che a e o esiste almeno un elemento x di A tale che x B. Linclusione denita poco sopra ` intesa in senso lato, e cio` viene ammesso che B non contenga elementi tranne quelli di A, e dunque ` vero che A A; se si vuole e e esprimere linclusione stretta, si scriver` A B (alcuni testi scrivono semplicemente A B). a
=

3. Uguaglianza. Diremo che A = B se e solo se A e B contengono gli stessi elementi, ossia A = B (A B e B A). Ci occupiamo ora delle principali operazioni fra insiemi: siano dunque A e B due insiemi qualunque. (a) Unione. Indicheremo con AB (A unione B) linsieme che si ottiene prendendo gli elementi che appartengono ad almeno uno dei due insiemi A e B, ossia A B = {x : x A o x B}.
def

(b) Intersezione. Indicheremo con A B (A intersezione B) linsieme che si ottiene prendendo gli elementi che appartengono sia ad A che a B, ossia A B = {x : x A e x B}.
def

(c) Dierenza. Indicheremo con A \ B (A meno B) linsieme che si ottiene prendendo gli elementi che appartengono ad A ma non a B, ossia A \ B = {x : x A e x B}.
def

Linsieme A \ B si chiama anche complementare di B in A: se in un certo ragionamento linsieme A non varia (ad esempio, ` lambiente entro il quale si svolgono tutte le vicende che interessano), allora linsieme A \ B ` e e detto pi` semplicemente complementare di B e lo si indica con il simbolo CB. u Concludiamo questa parte con la nozione di prodotto cartesiano di insiemi. A partire da due oggetti x e y, indichiamo con (x, y) la coppia ordinata formata dai due (che vengono anche detti elementi della coppia); occorrer` a distinguere fra la coppia ordinata (x, y) e la coppia ordinata (y, x), che in generale sono diverse (date due coppie ordinate (x, y) e (u, v), diremo che sono uguali e scriveremo (x, y) = (u, v) se e solo se x = u e y = v). Denizione 1.1 Siano A e B due insiemi. Si chiama prodotto cartesiano di A e B (nellordine) un terzo insieme che si indica con A B, i cui elementi sono le coppie ordinate il cui primo elemento appartiene ad A e il secondo appartiene a B: in formula A B = {(a, b) : a A e b B}.
def

Se A = B, il prodotto cartesiano A A viene indicato con A2 . Il prodotto cartesiano pu` essere esteso in modo naturale al prodotto fra un numero nito di insiemi: ad o esempio, se A, B e C sono tre insiemi, ha senso linsieme A B C = {(a, b, c) : a A e b B e c C}

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che ` chiamato prodotto cartesiano di A, B e C; inne, se A = B = C, il prodotto A A A si indica con A3 . La e stessa operazione pu` essere eettuata con un numero nito qualunque di insiemi. o 1.3. Il concetto di funzione Lidea intuitiva di funzione corrisponde ad un modo di produrre un output a partire da un certo input, colla limitazione ovvia che ad uno stesso input non possano corrispondere output diversi. Precisiamo un po meglio, senza esagerare. Denizione 1.2 Dati A e B insiemi non vuoti, si dice funzione da A a B e si indica colla scrittura f : AB f : x f(x)

una legge che al generico elemento x di A fa corrispondere uno e un solo elemento f(x) di B. Linsieme A si dice dominio della funzione e B codominio; linsieme G = {(x, y) A B : y = f(x)} ` detto anche graco della funzione. Inne, linsieme e f(A) = {f(x) : x A} ` detto immagine di A. e Denizione 1.3 Siano A e B due insiemi. Una funzione f : A B si dice (i) (ii) suriettiva se f(A) = B (ossia se tutti gli elementi di B sono immagini); iniettiva se elementi diversi del dominio hanno immagini diverse (ossia, se tutte le volte che due elementi (1.1)

del dominio hanno la stessa immagine, allora i due coincidono); (iii) biiettiva se ` iniettiva e suriettiva. e Una funzione biiettiva viene detta anche corrispondenza biunivoca. Due funzioni f e g sono uguali (e scriveremo f = g) se e solo se hanno uguali i domini, uguali i codomini e uguali le immagini ottenute a partire da uno stesso elemento del dominio (ossia, f(x) = g(x) per ogni elemento x del dominio). Siano date due funzioni f : A B e g : C D (con A, B, C e D insiemi). Se B C, allora ` possibile e denire la composizione di f e g (detta anche funzione composta di f e g), che ` la seguente funzione: e g f : A D, g f : x g f(x) = g(f(x)).
def

g f prende in input il generico elemento x di A, quindi produce il risultato intermedio f(x) (che ` un elemento e di B e dunque di C, dato che B C), a cui viene successivamente applicata la funzione g: loutput nale ` un e elemento di D indicato con g f(x). Un caso particolare si ha se C = B e D = A: in questo caso, la funzione composta g f ` ben denita ed e ha come dominio e come codominio linsieme A. Se avviene che, dopo aver applicato la composizione, il punto di arrivo e quello di partenza sono uguali (ossia se g f(x) = x, per ogni x A), allora si dice che g ` la funzione e inversa di f: in altre parole, la funzione inversa di f ` quella che realizza il percorso inverso rispetto ad f: se e questa manda un certo x A in un certo y B, allora la funzione inversa fa partire da questo y e fa tornare a quellx di partenza. E chiaro che il percorso a ritroso deve poter partire da qualunque elemento di B e non deve presentare alcun bivio, quindi la funzione iniziale f doveva essere sia suriettiva che iniettiva.

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