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UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA

DIPARTIMENTO DI ARCHEOLOGIA E STORIA DELLE ARTI

ANNO ACCADEMICO
2007/2008
PRIMO SEMESTRE

STORIA DELLA
CULTURA MATERIALE
MODULO B
PIERO VERENI
ATTENZIONE!!!

MATERIALI DIDATTICI

DISPENSA VERENI
STORIA DELLA CULTURA MATERIALE MODULO B 4 CFU (I SEMESTRE II PERIODO) CALENDARIO E ARGOMENTI DELLE LEZIONI
DATA TESTO DI RIFERIMENTO ARGOMENTI
1. LUN 19 novembre Dispensa Vereni Modulo B Presentazione del modulo e introduzione al tema dell’appartenenza. Il legame con il
modulo precedente è dato dalla lettura di Richard Handler “Avere una cultura. nazionalismo
e preservazione del patrimoine del Quebec”.
2. MAR 20 novembre Dispensa Vereni Modulo B Le appartenenze collettive. Identificazione e categorizzazione. Famiglia e matrimonio:
introduzione
3. MER 21 novembre Dispensa Vereni Modulo B Famiglia e matrimonio: alleanza e discendenza, tipi di famiglie (nucleari, poligamiche,
estese, congiunte, matrifocali).Definizione e funzioni del matrimonio. Incesto.
4. LUN 26 novembre Dispensa Vereni Modulo B Tipologie della parentela. Gruppi cognatici vs. gruppi unilineari. Gruppi corporati
(ancestor focus) vs gruppi ego-centrati (parentadi).
5. MAR 27 novembre Dispensa Vereni Modulo B Forme di residenza. Natolocalità, neolocalità, bilocalità, ambilocalità, matri/uxorilocalità,
patri/virilicalità, avuncolocalità. Cenni sulle cause dei diversi tipi di residenza (e
discendenza).
6. MER 28 novembre Dispensa Vereni Modulo B Terminologia della parentela. Gli otto termini di base. Esogamia e scambio diretto. Cugini
paralleli e incrociati.. Sistemi terminilogici: hawaiano, eschimese, irochese, sudanese.
7. LUN 3 dicembre Dispensa Vereni Modulo B Teorie del nazionalismo (prima parte). Le origini moderne delle nazioni e la teoria di
Ernest Gellner
8. MAR 4 dicembre Dispensa Vereni Modulo B Teorie del nazionalismo (seconda parte). La nazione come comunità immaginata e la teoria
di Benedict Anderson
9. MER 5 dicembre Piero Vereni Vite di confine Introduzione alla questione etnica in Macedonia (primo capitolo)
10. LUN 10 dicembre Piero Vereni Vite di confine Autobiografia e identità nazionale (secondo capitolo)
11. MAR 11 dicembre Piero Vereni Vite di confine La produzione nazionale di cittadini omogenei (terzo capitolo)
12. MER 12 dicembre Piero Vereni Vite di confine L’omogeneizzazione dei Macedoni di Grecia (capitolo quarto)
13. LUN 17 dicembre Piero Vereni Vite di confine La situazione postnazionale attuale e la “metafora” dell’identità macedone (capitolo
quinto)
14. MAR 18 dicembre Dispensa Vereni Modulo B La distinzione di Pierre Bourdieu (prima parte)
15. MER 19 dicembre Dispensa Vereni Modulo B La distinzione di Pierre Bourdieu (seconda parte)

Per ragioni di tempo, in questo secondo modulo i due esoneri scritti verranno svolti a casa e consegnati al docente in formato elettronico (file spedito via mail). Le date di consegna
verranno indicate nel corso delle lezioni ma orientativamente saranno a partire dal 29 novembre consegna del primo esonero (alla fine della prima sezione del corso) e dopo il 19
dicembre consegna del secondo esonero (alla fine del modulo).
STORIA DELLA CULTURA MATERIALE MODULO B 4 CFU (I SEMESTRE II PERIODO)
Docente: Piero Vereni
Studio: Cubo 21/b ultimo piano
Telefono studio: 0984-49-4309 email: studentivereni@yahoo.it piero.vereni@gmail.com
Ricevimento: fino alla pausa natalizia, mercoledì dalle 14.15 alle 18.45. Dopo natale, martedì dalle 8.30 alle 11.30

La materia che separa: storia materiale delle identità e dei confini politici
Obiettivo di questo modulo (rivolto agli studenti che abbiano già sostenuto il modulo A di Storia della Cultura materiale) è argomentare sulle forme materiali
dell’appartenenza e sulle sue determinazioni socio-culturali. Il modulo è articolato in tre sezioni.
1. Appartenenza familiare. Cenni di antropologia della parentela.
2. Appartenenza etno-nazionale. Le forme culturali delle identità collettive.
3. Appartenenza di elezione. Le determinazioni sociali del gusto estetico.
Nella prima parte gli studenti saranno invitati a ragionare sulla “natura non naturale” del sistema della parentela, nella seconda sulla “natura non naturale” della loro
appartenenza collettiva di riferimento (locale, calabrese, nazionale), nella terza sulla “natura non naturale” delle loro preferenze estetiche.
Modalità di esame
Due esoneri scritti (uno a metà e uno fine modulo) e colloquio finale.

Testi
• Dispense con materiali didattici organizzati dal docente.
• Richard Handler, “Avere una cultura: nazionalismo e preservazione del patrimoine del Quebec”, in G. W. Stocking jr. Gli oggetti e gli altri.
Saggi sui musei e sulla cultura materiale¸ Roma, Ei editori, 2000, ed. or. Objects and Others. Essays on Museums and Material Culture,
History of Anthropology, vol. 3, Madison, The University of Winsconsin Press, 1985.
• Benedict Anderson, Comunità immaginate, Roma, manifestolibri, 1996, Lettura di alcuni estratti che verranno segnalati a lezione.
• Piero Vereni, Vite di confine, Roma, Meltemi, 2006.
• Pierre Bourdieu, La distinzione, Bologna, il Mulino, 1983. Lettura di alcuni estratti che verranno segnalati a lezione.
Quali che siano le ragioni di ordine evolutivo o ecologico, è certo che gli esseri
umani sono particolarmente sensibili alla definizione del “loro” gruppo di
riferimento. Semplificando di molto una questione che è più complessa, possiamo
dire che gli uomini sentono quasi inevitabilmente la necessità di stabilire (a diversi
livelli e con diverse intensità) chi sia “dei nostri” e chi invece non lo sia. Con i
IL SISTEMA DELLE APPARTENENZE “nostri” i rapporti tendono a essere più facilmente cooperativi o comunque
regolamentati secondo forme canoniche precise, mentre con gli “altri” può essere
1. LE APPARTENENZE COLLETTIVE predominante un modello di interazione competitiva. Ma al di là di queste generalis-
Dopo aver fornito nel primo modulo alcune indicazioni generali sul concetto sime indicazioni, quel che più è evidente nei raggruppamenti umani è il fatto che le
antropologico di cultura e sul ruolo e le funzioni delle discipline diverse unità collettive possono essere sia una inclusa nell’altra, sia parzialmente
demoetnoantropologiche, questo secondo modulo intende garantire agli studenti sovrapposte, sia in totale opposizione. Così, a Siena, gli abitanti della contrada della
anche gli strumenti di base per riflettere attorno a uno dei temi centrali della ricerca Torre saranno un “noi” separato dal “loro” delle altre contrade, ma tutti assieme
e della teoria antropologica. Il tema che ci proponiamo di approfondire è quello delle saranno il “noi” senesi, eventualmente incluso nel “noi” toscani, a sua volta incluso
appartenenze collettive o, come abbiamo detto nel corso delle lezioni, il tema del nel “noi” italiani. Queste inclusioni a matrioska (una nell’altra) non esauriscono le
“noi” e del “voi”. Tutti “noi” (appunto) usiamo frequentemente la prima persona appartenenze, dato che il “noi” maschi le attraversa tutte (in opposizione al “loro”
plurale per riferirci a un raggruppamento umano al quale ci sentiamo di appartenere, femmine), oppure il “noi” di sinistra, il “noi” che
oppure usiamo il “voi” (e il “loro”) per delimitare invece un raggruppamento del siamo appassionati di film horror, e così via. Il
quale non siamo parte. Normalmente, ci rendiamo conto della volatilità di alcune modello quindi è visualizzabile come nella
formazioni, per cui se io dico “voi” studenti che frequentate il mio modulo, mi rendo grafizzazione qui a fianco. Una serie di
conto che l’aggregato che definisco è alquanto preciso ma insieme transitorio, visto “confini” separano sulla base di uno o
che fra qualche settimana già non esisterà fisicamente più. Ognuno di noi sa inoltre più criteri quelli che sono inclusi da
di appartenere a diversi gruppi contemporaneamente (“noi” studenti di questo quelli che sono esclusi.
modulo, ma anche “noi” studentesse e “loro” studenti, “noi” studenti in sede e Questo modello formale delle appartenenze ci pone
“loro” studenti fuori sede, “noi” di Conservazione e “voi” di Storia…). Sappiamo immediatamente di fronte a due questioni essenziali, che proviamo a formulare nel
inoltre che, a seconda del contesto, possono variare le appartenenze e chi vi fa parte, modo più diretto possibile:
per cui “noi” studenti del modulo di antropologia per ciascuno di voi non includerà 1. Cosa si intende per “criteri” che separano le appartenenze?
tutti i “noi” amici, o i “noi” bravi giocatori di tennis, o “noi” cultori di hard rock. 2. Chi stabilisce i criteri?
L’uomo è un animale sociale e naturalmente gregario. Non esistono culture in cui La prima domanda ci collega direttamente a quanto abbiamo detto sulla natura
tutti i membri vivano sistematicamente isolati uno dall’altro, e ci sono delle buone semiotica delle culture, dato che i criteri di inclusione ed esclusione sono proprio dei
ragioni adattive perché sia così. Come quasi tutti i primati, gli esseri umani segni, e quindi stabiliti per via culturale. Un gruppo può decidere che sono membri
dipendono dai loro simili per la sopravvivenza, e il lungo periodo di maturazione tutti quelli con determinate caratteristiche fisiche (le classificazioni “razziali” sono
fisica e psicologica che intercorre tra la nascita e la capacità di procurarsi da vivere proprio di questo tipo, e in fin dei conti si potrebbe dire – esagerando appena un po’
autonomamente dai genitori ha probabilmente selezionato i modelli comportamen- – che l’ideologia nazista della razza ariana considera “noi” i biondi, e “loro” tutti gli
tali più orientati alla cooperazione e alla cura reciproca. Se gli ominidi non avessero altri…); oppure coloro che condividono un particolare credo politico o religioso (i
sviluppato una particolare cura per la prole e la capacità di cooperare stabilmente musulmani, i cristiani, e al loro interno i sottoraggruppamenti sciiti e sunniti da un
con altri adulti difficilmente la nostra specie si sarebbe evoluta. alto, cattolici, protestanti e ortodossi dall’altro, a loro volta ulteriormente suddivisi);
tutti coloro che hanno una specifica coscienza politica (i comunisti, i fascisti, i
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liberali, i radicali); o un determinato livello intellettuale o economico (i borghesi, i Immaginiamo lo spazio sociale
proletari, gli intellettuali, gli artigiani); una preferenza sessuale (gli eterosessuali, gli (l’insieme degli esseri umani) come un
omosessuali, i bisessuali); un genere sessuale (i maschi, le femmine, i transessuali); piano uniforme costituito da punti che
oppure ancora che sono membri tutti coloro che hanno una cultura comune (gli sono i singoli individui. Dato che il
io
italiani, i francesi, i bretoni, i fiorentini); oppure che abitano un determinato piano è praticamente infinito, ogni punto
territorio (i britannici, i romagnoli, i padani). Come è chiaro, i criteri per creare delle noi ne può essere considerato il centro, e
separazioni sono praticamente infiniti, intanto perché possono essere combinati tra ognuno di noi si immagina esattamente
loro (tutti quelli che abitano in Italia, ma che sono di “origine” abruzzese; tutti i in quella posizione. Da quel punto
maschi proletari di destra; tutti i cattolici omosessuali di sinistra che vivono nel centrale, ognuno ritaglia il confine del
Lazio ma sono di origine straniera) e poi – la vera ragione – perché questi criteri suo noi (che abbiamo visto può variare a seconda del contesto: in aula pensate a noi
sono segni e in quanto tali possono essere prodotti dall’uomo con un grado di libertà studenti, in palestra pensate a noi del corso avanzato di aerobica, eccetera) e quindi
elevatissimo. sa dove collocare chi è parte del suo gruppo di riferimento in quel momento. Questo
Il fatto che i criteri di appartenenza e distinzione siano segni ci costringe a procedimento semiotico si chiama AUTOIDENTIFICAZIONE INTERNA. Assieme a
considerare le appartenenze come fenomeni essenzialmente semiotici e quindi – questo processo di identificazione del noi, procedete solitamente a un’ulteriore
attenti bene – ad ammettere che non esiste un modo “oggettivo” per stabilire operazione semiotica, delimitando e dando una forma anche allo spazio “loro”. La
l’appartenenza di un individuo a questo o quel gruppo, ma solo un modo suddivisione dello spazio esterno si chiama CATEGORIZZAZIONE ESTERNA.
intersoggettivo di verificare quell’appartenenza. Questo punto è strettamente legato In parole semplici, vi sarete creati (o,
alla seconda domanda che ci siamo posti più sopra, e cioè chi stabilisce i criteri. Se più probabilmente, avrete preso a
le appartenenze dipendono dai segni che dicono chi è dentro e chi è fuori, chi “dice” prestito) dei criteri per definire tutti i
quei segni? Possiamo riformulare la domanda in quest’altro modo: fatto salvo che “loro”: maschi, ottentotti,
io
“noi” siamo in grado di dire chi siamo e siamo anche in grado di dire chi sono extracomunitari, parigini, commissari
“loro”, “loro” sono in grado di fare altrettanto? Se “noi” italiani sappiamo chi sono noi di Polizia, no global, tabaccai,
gli “extracomunitari”, siamo certi che il nostro modo di delimitarli (attraverso un professori, indiani d’America e italiani
loro
criterio semiotico complesso che dovrebbe essere all’incirca “quelli che sono qui ma d’Argentina). Quel che complica
non sono cittadini europei né tanto meno italiani, e in più vengono da un generico terribilmente la questione delle identità collettive è che ogni individuo e ogni
“est” o “sud” del mondo, spesso legati ad attività manuali, a lavori a basso reddito o collettività esegue contemporaneamente queste operazioni semiotiche di
ad altre attività semilegali o illegali”, tant’è vero che la categorizzazione di autoidentificazione interna e di classificazione esterna, producendo intrecci di
“extracomunitario” non si applica ai cittadini statunitensi) coincida con il loro modo appartenenza che possono non solo sovrapporsi solo in parte, ma anche essere
di definire se stessi? Ancora più semplicemente: quando definisco un “loro”, quel direttamente conflittuali per quanto riguarda le diverse delimitazioni. Potrei, ad
“loro” accetta la mia definizione? Nel caso degli “extracomunitari” sembra evidente esempio, aver prodotto un noi che non include il soggetto x, ma quello stesso
che le due direzioni della definizione (noi che definiamo loro, loro che definiscono soggetto potrebbe aver prodotto un noi che invece mi include. Un caso forse a voi
se stessi) non coincidano quasi mai. Tutti quelli che “noi” definiamo noto di questo conflitto tra identificazioni è quello dell’“asfissiante”. Ho ben chiaro
“extracomunitari” probabilmente si definiscono altrimenti, in base al criterio chi siano i miei amici, chi i miei semplici conoscenti e chi siano gli estranei. Ho
nazionale (marocchini, filippini) religioso (musulmani, indù) etnico (tamil, berberi) quindi costituito un “noi amici” di cui conosco i confini, e che credo di poter gestire
geografico (maghrebini, africani) o altro ancora. con una certa precisione. C’è però quel tizio (o quella tizia) che non sembra
Quel che conta è che inevitabilmente, nella delimitazione delle appartenenze d’accordo: mi cerca, vuole i miei appunti e mi racconta i fatti suoi, mi asfissia, vuole
collettive, dobbiamo tener conto di due direzioni semiotiche: una in base alla quale il mio cellulare e pretende che lo stia ad ascoltare nei momenti meno opportuni.
definiamo chi sia dentro (il “noi”) e una in base alla quale stabiliamo come si Secondo il modello che abbiamo appena presentato, siamo di fronte a
suddivida ulteriormente tutto il resto (il “loro”). rappresentazioni conflittuali del “noi amici”: io non lo/la includo in questo gruppo,

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mentre lui/lei mi include nel suo. Non ha ovviamente alcun senso chiedersi chi abbia è che ci si renda conto che si tratta di processi semiotici e retorici inevitabili che
“ragione”, dato che non c’è modo oggettivo di stabilire una relazione come riguardano qualunque forma di appartenenza collettiva: le identità collettive sono
l’amicizia. L’unico modo per risolvere la questione è giungere a un chiarimento, quindi essenzialmente formazioni semiotiche e retoriche (prodotte attraverso i segni
cioè a una negoziazione del significato di “miei amici”, e non è affatto detto che il e la persuasione, non l’esposizione di appartenenze oggettive) e quindi vanno
chiarimento chiarisca alcunché. Se sul piano strettamente personale la faccenda può studiate sotto questa loro dimensione.
essere imbarazzante o fastidiosa, una volta trasferita sul piano delle appartenenze di
natura più politica la discrepanza tra diverse identificazioni può essere anche molto 2. FAMIGLIA E PARENTELA: INTRODUZIONE
più problematica. Date le mie origini familiari (anche) venete, mi è capitato di Bene, siamo arrivati a un punto abbastanza sconfortante, dato il nostro bisogno di
interloquire con persone che pretendevano di farmi sentire parte di un “noi padani” certezze e garanzie sull’appartenenza. Sembriamo immersi in un quadro sociale in
che per me è invece una forma di appartenenza che sento completamente estranea cui non solo non è chiaro dove siano i nostri e dove collocare gli altri, ma dove
alla mia storia personale e alle mie scelte morali e politiche. Cosa fa sì che io non sia addirittura quelli che io considero nostri potrebbero invece non considerami dei loro
padano, se ho tutti i tratti “oggettivi” di questa appartenenza? Non risolviamo il o, viceversa, dove individui che non voglio facciano parte del mio gruppo premono
punto adesso (se mai si può risolvere), ma lasciamo che la domanda ci faccia invece con insistenza per essere inclusi. Tutte le culture umane devono affrontare
riflettere sul punto centrale, e cioè che per appartenere non basta che qualcuno dica questo problema, e molte sembrano aver cercato una soluzione in quello che appare
“noi”, perché il suo modo di dire “noi” non è detto che coincida con il nostro. un legame ineluttabile, finalmente basato su qualcosa di oggettivo, di certo, e cioè
Stesso discorso vale per la categorizzazione. Il modo in cui io classifico gli “altri” sulla parentela. Che qualcuno pretenda di essere mio sodale in nome di un’amicizia
può non coincidere con quello del mio vicino di casa, e la cosa può facilmente creare non corrisposta passi pure; che io non trovi un accordo col mio vicino su come
problemi sia con quelli che classifichiamo (che magari non si riconoscono né nella giudicare i venditori di Cd taroccati, poco male; ma chi potrebbe mettere in dubbio
mia classificazione, né in quella del mio vicino), sia con il vicino stesso, se io penso che io e mia sorella facciamo parte della stessa famiglia; che quel che mi lega a mia
che il suo modo sia assolutamente errato. Se per lui gli uomini di pelle scura che cugino è qualcosa di più di un segno o di una negoziazione; che mio nipote
vendono Cd pirata davanti al supermercato sono “criminali extracomunitari”, mentre appartiene al mio gruppo parentale in modo che non può essere messo in
per me sono “lavoratori sfruttati dal sistema della globalizzazione”, difficilmente discussione? La parentela, proprio perché ci appare un legame sociale fondato sulla
avremo le stesse opinioni su come comportaci nei loro confronti. Ovviamente gli natura, sembra garantirci quel minimo indispensabile e indiscutibile che
esempi possono essere moltiplicati all’infinito, perché infinite sono le modalità con pretendiamo dal legame sociale. Posso discutere l’appartenenza a tutti i livelli, ma
cui possiamo raggruppare i “nostri” e gli “altri”. Vi invito a pensare qualche altro quando si parla di parenti mi sento certo di quel che dico. Posso pure detestare mio
caso in cui le diverse forme di autoidentificazione e/o di classificazione entrano in padre, mia madre o mio fratello, ma ciò non toglie che la mia relazione con loro è
conflitto tra loro. certa e data una volta per tutte. Anzi, posso fare di più: posso costruire la mia rete
In generale, possiamo dire che l’identità personale e di gruppo è la risultante di sociale prendendo proprio quella parentale a modello e punto di riferimento, così
due dimensioni di direzione opposta e di forza relativa spesso differente: chiamerò fratelli i miei correligionari e padri e madri i ministri del mi culto. Sentirò
l’autoidentificazione interna (in astratto, quello che si dice di se stessi. Dal “nostro” un legame fraterno con quelli della mia nazione (“fratelli d’Italia”), con quelli cioè
punto di vista: quello che noi diciamo di essere. Dal “loro” punto di vista: quello che con cui condivido la “madre” patria. Oppure chiamerò i miei sodali politici con
loro dicono di essere) e la categorizzazione esterna (in astratto, quello che si dice termini che si richiamano all’intimità della famiglia (“camerati”, quelli che
degli altri. Dal “nostro” punto di vista: quello che noi diciamo che loro sono. Dal condividono la stessa camera) o alla vera amicizia (che è quella “fraterna”, per cui
“loro” punto di vista: quello che loro dicono che noi siamo). Lo spazio politico delle “compagni”).
identità si gioca tutto sullo scarto tra queste due dimensioni: una nazione, un gruppo Ecco allora che la parentela, questa rete di relazioni ovvie e scontate, può
etnico o una minoranza sarà tale solo quando la sua percezione interna di esserlo permettermi di costruire reti più ampie e complesse, e fungere così da “mattone”
troverà un riscontro esterno in qualche istituzione che lo riconosca. della società.
Quel che è importante in questo gioco di scatole dell’identità (non sempre scatole Questa, in sostanza, la ragione per cui gli antropologi si sono interessanti così
cinesi, cioè contenute una nell’altra, ma spesso scatole alternative e su piani diversi) tanto e fin da subito di questa dimensione della vita sociale. Gli studi della parentela

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dovevano garantire alla “scienza dell’uomo” quel fondamento naturale che rendesse sessuali, pulizia personale, cura della prole. Non tutte queste attività sono attuate in
comprensibili le motivazioni che spingono gli uomini a vivere in aggregati tutte le culture in quella che abbiamo chiamato la “sfera domestica”, ad esempio a
complessi. In realtà, la ricerca sul campo (il tentativo cioè di individuare le basi volte il cibo è prodotto o consumato fuori, o l’attività sessuale si pratica fuori, o la
naturali della convivenza) ha prodotto un effetto paradossale. Partiti per cura dei bimbi è affidata ad istituzioni esterne alla “famiglia”. Ecco, ci stiamo
documentare la base naturale della vita sociale, gli antropologi sono tornati “dal avvicinando ad una possibile definizione della famiglia se siamo disposti ad
campo” con una tale varietà di dati e sistemi di parentela da trovarsi inevitabilmente accettare una definizione funzionale, per cui consideriamo famiglia quell’istituzione
a mettere in discussione proprio quella naturalità che andavano cercando. Hanno attraverso la quale vengono di solito espletati gli aspetti basilari di quattro funzioni:
infatti scoperto che, a seconda del sistema di parentela in vigore in una determinata 1) sesso; 2) riproduzione; 3) educazione; 4) sussistenza.
cultura, il padre poteva essere considerato più il marito della madre (e quindi un
parente “non di sangue”, che chiamiamo “affine”)1 piuttosto che un parente vero e TIPI DI FAMIGLIE
proprio. Oppure che alcuni cugini potevano essere del tutto assimilati ai fratelli, e
quindi assolutamente vietati per il matrimonio, mentre altri potevano essere Famiglia nucleare monogamica e sue variazioni
considerati i partner ideali per una relazione matrimoniale. Sempre facendo ricerca Partiamo da quella che a noi pare la famiglia “normale”: due genitori di sesso
sul campo, gli antropologi hanno potuto verificare che il nostro modello di diverso e i loro eventuali figli. Chiamiamo questa famiglia nucleare, e notiamo
“famiglia” non è universale, e che quindi qualunque tentativo di considerare la subito che è composta di due sole generazioni. Vediamo anche che non tutte le
società come un’estensione della famiglia si scontrava con la varietà empirica di funzioni che abbiamo indicato sono espletate da questo tipo di famiglia, per esempio
questo raggruppamento di base. nella nostra società gran parte dell’istruzione avviene al di fuori (asilo d’infanzia e
Per poter entrare nei meandri della parentela, partiremo quindi dalla famiglia scuola), mentre è vero che una buona parte della sussistenza (almeno nella forma del
intesa come aggregato di persone tramite uno o più vincoli matrimoniali. consumo del cibo) si attua entro la famiglia. Ci sono numerosi esempi di famiglie
nucleari con funzioni sostanzialmente diverse da quelle che noi attribuiamo alla
FAMIGLIA E MATRIMONIO nostra. È comune per esempio che i figli maschi di una famiglia fin da tenera età si
Quanto diremo in questo paragrafo è sostanzialmente descrittivo, e non comporta riuniscano fuori con altri coetanei e passino sempre più tempo tra di loro, fino al
particolari difficoltà. Se si vuole, la vera difficoltà non sta tanto nel descrivere i punto di costruire abitazioni proprie. Il raggruppamento di membri appartenenti a
diversi tipi di famiglia o i diversi tipi di matrimonio, quanto nel fornire una famiglie diverse può essere fatto su base generazionale, per cui tutti i membri della
definizione astratta per queste due istituzioni. Cioè, mentre è abbastanza facile stessa CLASSE DI ETÀ (un gruppo di persone, spesso non esattamente della stessa età
raccontare la differenza tra famiglia nucleare e famiglia estesa o congiunta, oppure cronologica, ma considerato tale per ragioni rituali o funzionali: i membri della
tra matrimonio monogamico e poligamico, gli antropologi sono in seria difficoltà stessa CDE faranno per esempio il rituale di passaggio all’età adulta nello stesso
quando devono definire cosa sia una famiglia o cosa sia un matrimonio. momento, oppure parteciperanno assieme alla prima spedizione di guerra, o alla
Cominciamo con il dire che in tutte le società ci sono una serie di attività prima impresa commerciale) possono vivere nella stessa casa o costruirsi uno spazio
riconducibili alla sfera “privata”, cioè ad uno spazio fisico chiaramente delimitato, comune. Altre volte la separazione è effettuata in base al sesso, per cui saranno i
che possiamo chiamare “la sfera domestica”. Tra le attività che spesso si compiono maschi a vivere tutti assieme in una casa separata (detta CASA DEGLI UOMINI). È
entro questa sfera ci sono: preparazione e consumo del cibo, riposo e attività quest’ultimo il caso dei Fur del Sudan. In questi casi la famiglia nucleare esiste solo
nel senso che il marito visita la moglie senza alcuna regolarità (diciamo che la sera
1 non deve tornare a casa necessariamente, tutt’altro), mentre questa vive coi figli. I
Dentro il grande contenitore della “parentela” la lingua e la pratica italiana distinguono quelli che
maschi in questo caso mangiano nella casa degli uomini. Un altro esempio
sono considerati parenti “di sangue” dai parenti “acquisiti”. I primi sono legati a noi direttamente
interessante di separazione tra cibo e famiglia si ha con gli Ashanti del Ghana.
(vedremo in che modo) mentre gli affini sono legati a noi tramite un vincolo matrimoniale. Sono parenti,
Anche se dormono sotto lo stesso tetto con le mogli, gli uomini di solito mangiano
tipicamente, i cugini primi, mentre sono affini i cognati (marito della sorella o fratello della moglie).
Utilizziamo la stessa distinzione quando parliamo di “zii carnali” (fratelli dei genitori) e “zii acquisiti” (i
(per ragioni che vedremo in dettaglio quando parleremo della parentela) con le
coniugi dei fratelli dei genitori). madri, le sorelle e con i figli di queste, anche se il cibo è preparato dalle mogli. Così

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alla sera i villaggi Ashanti sono tutto un viavai di bambini che portano il cibo dalle condivisa da tutti i fratelli, i quali hanno gli stessi diritti sulle prestazioni sessuali
case delle loro madri a quelle delle sorelle del padre. Sembra una pazzia, ma vedrete della donna. Se la donna non ha figli non è raro che i fratelli prendano come
che non appena saprete cos’è un sistema di discendenza matrilineare tutto questo ulteriore sposa la sorella di questa (POLIGINIA SORORALE). Interessante il caso dei
non vi sembrerà più così assurdo. Nyinba del Nepal, che pur praticando questo tipo di poliandria cercano di mantenere
Una versione ancora più strana della famiglia nucleare si ha nel caso dei Nayar del distinta la paternità di ogni figlio. Cioè i fratelli, controllando gli accessi alla moglie,
Kerala (India meridionale) in cui marito e moglie non vivono mai assieme (ognuno cercano di sapere chi sia il padre di ogni bambino.
vive coi rispettivi fratelli) e si incontrano solo quando lo sposo visita la sposa 2) poliandria associata. In questo caso la donna può sposare uomini che non sono
durante la notte per tornare comunque alla “sua” casa prima dell’alba. tra di loro fratelli. Sebbene si pensi che fosse un tempo praticata in certe zone del
Ma le famiglie nucleari monogamiche sono ancora sufficientemente “normali”, Pacifico e tra alcune popolazioni indigene americane (Nord e Sud), il caso
rispetto ad altre forme di convivenza domestica. etnografico più chiaramente documentato è quello dello Sri Lanka, dove una donna
può avere fino a due mariti (non di più). In questo caso una coppia inizia come
Famiglia poligamica monogamica, e poi un secondo marito può associarsi, marito che rimane in
Nel caso in cui una società consenta matrimoni plurimi (attenzione: non abbiamo posizione subordinata rispetto al primo. Eventualmente, una seconda donna (spesso
ancora definito cosa intendiamo per matrimonio, ma ci arriveremo), viene definita in sorella della prima, ancora poliginia sororale) può venire sposata dal terzetto dando
generale poligamica, con due sottotipi: poliginica quando è l’uomo a potere avere così vita ad una famiglia insieme poliandrica e poliginica, poliginandrica, appunto.
più mogli, poliandrica quando è la moglie a poter avere più mariti, o anche Se ora guardate a questi due tipi di famiglia poliandrica dal punto di vista dei
poliginandrica quando sia uomini che donne possono avere più di un partner. legami che il matrimonio permette di attuare tra la famiglia dello sposo e quella
Vediamo questi tipi di famiglie poligamiche un po’ più in dettaglio. della sposa, capite bene che la poliandria, soprattutto quando è accompagnata dalla
poliginia sororale, restringe gli spazi per l’alleanza. Niente panico e seguitemi: fate
poliginia finta (vedrete che in molti casi è proprio così) che ogni matrimonio sia un’alleanza
Secondo alcune fonti, la maggioranza delle culture accetterebbe una qualche tra due famiglie, quella dello sposo e quella della sposa. Se la famiglia A e la
forma di poliginia, il fatto cioè che un uomo possa avere rapporti sessuali, affettivi, e famiglia B decidono per qualche ragione (economica, politica, militare) di allearsi e
di cooperazione nel trattare eventuale prole, legittimi (se non legali) con più di una cooperare, il modo migliore per farlo (cioè quello che gli esseri umani hanno sempre
donna contemporaneamente. Non ci soffermiamo a lungo su questo tipo di famiglia teso a fare) è quello di creare un legame di matrimonio tra le due famiglie: una
perché è nota anche ai non esperti per il fatto che è presente nel mondo musulmano. famiglia ci mette lo sposo, l’altra ci mette la sposa. Immaginate che la famiglia A
abbia quattro figli maschi: se questi si sposano quattro donne diverse la famiglia A
poliandria ha la possibilità di creare quattro reti di alleanze, con le famiglie B, C, D, E, da cui
Tra i tre tipi di base (monogamia, poliginia e poliandria) è quello più raro, e per provengono le mogli. Ma se i quattro fratelli, come nel caso della poliandria fraterna
molti decenni è stato considerato un’assoluta eccentricità etnografica: il fatto che del Nepal, sposano tutti la stessa donna è chiaro che la rete di alleanze diventa meno
una donna potesse legittimamente concedere i propri favori sessuali a più uomini fitta, anche se ovviamente si intensifica perché tutti e quattro gli uomini hanno
non deve aver attratto moltissimo i baffuti antenati fondatori della nostra disciplina. contratto un’alleanza diretta con la famiglia della sposa. Vediamo ora come un terzo
Per fortuna, studi recenti hanno dimostrato che la poliandria, anche se è certamente tipo di matrimonio poliandrico provochi un fenomeno opposto.
3) matrimonio secondario. Si riscontra solo in Nigeria e Camerun settentrionale.
un modello matrimoniale raro, non è così eccezionale come si pensava. Ci si è resi
soprattutto conto che studiare un po’ più in dettaglio la poliandria ci permette di La coppia si sposa, e se cessa di vivere assieme non per questo cessa di “essere
capire un po’ di più e meglio come funzionano gli altri tipi di rapporto matrimoniale. sposata”. Ciò significa che uno dei due partner (p.e. la donna) può andarsene dalla
Vediamo dunque un po’ più da vicino tre sottotipi di poliandria: casa del marito e sposarsi (matrimonio secondario) con un altro uomo senza per
1) poliandria fraterna. È il caso più conosciuto attestato in Nepal e Tibet, dove questo perdere i diritti rispetto al primo marito, dal quale può ad esempio tornare per
avere un figlio che viene considerato del tutto “legittimo” (di nuovo: ci stiamo
un gruppo di fratelli sposa un’unica donna. Di solito è solo il fratello maggiore a
celebrare fisicamente il rituale del matrimonio, ma la sposa va a vivere nella casa impegolando sul matrimonio più del dovuto, abbiate pazienza e appena avremo

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finito questa tipologia della famiglia parleremo a lungo del matrimonio). Insomma quelli genitori/figli. Se immaginate la relazione tra genitori e figli come una
in questo caso sia uomini che donne sono poligamici, ma lo sono in successione relazione di tipo verticale (il tempo scorre dall’alto al basso, diamo qui indicazioni
cronologica reversibile le donne, mentre lo possono essere in sincronia gli uomini, sui primi rudimenti della grafica della parentela: maschio, femmina, relazione
cioè la donna vive con un uomo alla volta, e può tornare “indietro” da un marito orizzontale Sibling, relazione verticale Teknon/Genitor, relazione orizzontale
precedente senza perdere i diritti di moglie, mentre l’uomo può vivere con più di una Coniuge) allora la famiglia nucleare si può immaginare come espandibile in
moglie contemporaneamente. In questo caso è evidente che si assiste ad una verticale (famiglia verticale estesa) oppure in senso orizzontale (famiglia congiunta).
proliferazione delle alleanze, visto che una persona può essere legata tramite Notare che non tutti gli antropologi distinguono tra famiglia verticale e famiglia
matrimonio a diverse famiglie (una per ogni partner), senza che il nuovo matrimonio congiunta, e parlano semplicemente di famiglia estesa, quando è più vasta della
annulli i precedenti. Se volete, in questo tipo di famiglia non esiste il concetto di famiglia nucleare.
divorzio ma la monogamia non è prescrittiva.
famiglie matrifocali
Questa insistenza sulla poliandria non è priva di scopo, dal mio punto di vista. Sono le famiglie in cui il padre è assente. Spesso la madre può vivere da sola coi
Serviva per introdurre il tema che ci porterà al matrimonio, e cioè il rapporto che c’è figli, ed avere una serie di uomini come compagni. Potete intuire da soli che questo
tra sessualità e riproduzione. Tutte le società umane sembrano in grado di tipo di famiglia, essendo priva del maschio, per lungo tempo è stata considerata
distinguere per i maschi le prestazioni sessuali dalla capacità riproduttiva, mentre un’eccezione patologica. Oggi invece la si studia con attenzione, e i migliori casi
questa distinzione sembra avvenire con maggiori difficoltà per quanto riguarda le etnografici documentati provengono dalle Indie Occidentali, dall’America Latina e
donne. Cioè, le famiglie poliginiche sembrano ammettere implicitamente che per gli tra le donne afroamericane delle grandi città degli Stati Uniti. Le famiglie
uomini ci può essere sessualità fuori dalla riproduzione, mentre per le donne questo matrifocali possono essere composte da madre e figli solamente, oppure possono
tipo di sessualità slegato dalla riproduzione è in qualche modo pericoloso e va in essere estese verticalmente (madre della madre) o congiunte (due o più sorelle coi
tutti i modi evitato, legando la donna ad un unico uomo, con il quale è legittimata ad rispettivi figli) o entrambe le cose (sorelle con figli, più la loro madre). In questi
avere rapporti sessuali. Nei casi di poliandria invece sembra riconosciuto alla donna gruppi famigliari gli uomini adulti rivestono ruoli marginali come visitatori o
il diritto alla sessualità separato dalla funzione riproduttiva: i Nyinba distinguono amanti, ma non risiedono con le donne. Come vedremo quando parleremo dei
chiaramente chi è il padre di ogni bambino, pur permettendo a tutti i fratelli accesso modelli di residenza, le famiglie matrifocali hanno una relazione con il modello di
sessuale alla donna. Che vuol dire questo? Forse che la poliandria è rara perché gli residenza matrilocale, ma non coincidono perfettamente con questo.
uomini (i maschi) fanno fatica ad accettare questa separazione tra sessualità e
capacità riproduttiva per le donne? Oppure la sua rarità dipende dal fatto che la IL MATRIMONIO
poliandria fraterna e quella associata tendono a ridurre l’estensione delle alleanze? Abbiamo finora parlato dei tipi di famiglie suddividendole anche in base al tipo di
Eppure il caso dei matrimoni secondari della Nigeria e del Camerun ci dovrebbero matrimonio sul quale si basano (mono- o poligamico, p.e.), ma non abbiamo definito
suggerire che non sempre la poliandria coincide con un’intensificazione cosa il matrimonio sia. La ragione è che trovare una definizione generale di
dell’alleanza, e può anzi portare alla proliferazione delle alleanze. C’è insomma un matrimonio è un’impresa pressoché disperata, e si troveranno sempre delle
nodo antropologico interessante dietro la stranezza e la rarità della poliandria, un eccezioni. Il matrimonio è una di quelle classiche istituzioni che sembrano
nodo che ha a che fare certo con limitazioni di tipo “strutturale” cioè di ordine universali, ma che poi hanno talmente tante idiosincrasie locali che risulta ardua una
produttivo ed ecologico, ma non c’è dubbio che quelle limitazioni sono a loro volta generalizzazione efficace. Emily Schultz lo definisce così: “Il matrimonio
conseguenze di come la sessualità maschile è vissuta e percepita da coloro che prototipico 1) trasforma lo status di un uomo e di una donna, 2) stabilisce il grado di
detengono il potere (che sono spesso maschi). accesso sessuale reciproco dei coniugi, che varia dall’esclusività alla preferenza, 3)
istituisce la legittimità dei figli nati dalla moglie e 4) crea relazioni tra i parenti del
famiglie estese e congiunte
marito e quelli della moglie.
Si chiamano così quelle famiglie in cui (indipendentemente dal tipo di matrimonio Questa definizione, per quanto possa apparire vaga e quindi applicabile
sul quale si basano) convivono persone legate da rapporti parentali che travalicano generalmente, ha alcune notevoli limitazioni. La principale è quella di non

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considerare unioni matrimoniali tra persone dello stesso sesso. Non si tratta di essere Nuer che abbiamo appena visto (altro caso tipico, ancora africano, è nel Dahomey),
politically correct, ma di dare un’adeguata rappresentazione etnografica dell’estrema ma così lascia fuori le unioni legali tra due maschi (in Africa tra gli Nzema del
varietà delle culture umane sotto questo punto di vista. Evans-Pritchard (uno dei più Ghana, studiati negli anni Sessanta e Settanta dalla missione etnologica
famosi antropologi sociali britannici) studiò negli anni Trenta i Nuer del Sudan dell’università di Roma) come nel caso dei maschi Kwakiutl, che possono sposare il
meridionale. Tra di loro, quando una donna non riusciva ad avere figli era piuttosto figlio maschio di un capo per ereditarne i privilegi (e se il capo non ha figli, possono
normale che lasciasse il marito e si sposasse con un’altra donna, diventando “padre” sposare una gamba del capo, o un suo braccio).
dei figli che questa avrebbe generato grazie alle prestazioni sessuali di un fratello o Harris, di fronte all’evidente impossibilità di dare una definizione universale di
di un amico o di un vicino della “donna-padre”. Il matrimonio era perfettamente matrimonio, ne dà se volete una statistica, basandosi su quel che lui considera
legale. Ancora più bizzarra tra i Nuer era un’altra usanza detta “matrimonio con uno essenziale dal punto di vista etico: “matrimonio significa l’insieme di sentimenti,
spettro”. Se un uomo moriva senza lasciare figli, il suo spirito tormentava i suoi comportamenti e regole riguardanti unioni di convivenza eterosessuale e la
parenti. Uno di loro (spesso un fratello) si prendeva carico della cosa sposando una riproduzione in ambiti domestici” (p.139). Piuttosto insoddisfacente come
donna “in nome del morto”. I figli nati dall’unione erano a tutti gli effetti legali figli definizione (lascia fuori tutti i matrimoni omosessuali, e lascia fuori anche il
del morto. Neanche a dirlo, il marito putativo aveva ben poche occasioni di sposarsi matrimonio Nayar, visto che parla di “unioni di convivenza” cosa che non avviene
per conto suo (non a nome del morto) e quindi finiva per morire senza lasciare figli tra di loro), ma ha il vantaggio di costituire la base per definizioni modulari, per cui
(dato che quelli che lui aveva contribuito a generare erano in realtà figli del morto). il matrimonio Nayar sarà “matrimonio tra non-conviventi” e quello tra donne Nuer
Diventava quindi a sua volta uno spettro che tormentava i suoi parenti e l’istituzione sarà “matrimonio donna-donna”.
del matrimonio con lo spettro si perpetuava “da un morto all’altro”.
Per ovviare a questo tipo di strane unioni matrimoniali che a fatica verrebbero Funzioni del matrimonio
comprese nella definizione data da Schultz, Kathleen Gough ha fornito questa Bisogna ora guardare alle FUNZIONI del matrimonio, cioè a quel che il matrimonio
definizione alternativa del matrimonio: fa a livello sociale. Ancora una volta, non è possibile generalizzare se non nel senso
“Il matrimonio è un legame stabilito tra una donna e una o più persone e consente che il matrimonio sembra il punto sociale in cui si intersecano due mondi di interessi
che a un bambino, nato dalla donna in circostanze non proibite dalle leggi che spesso divergenti se non in aperto conflitto: da un lato la necessità di perpetuarsi
governano il rapporto, siano riconosciuti i pieni diritti della sua condizione di come individui o come gruppi (il problema della DISCENDENZA, se volete) e
nascita, comuni ai normali membri della società o del livello sociale del dall’altro la necessità di fare il modo che il proprio gruppo di riferimento non sia
neonato/neonata”. Questa definizione non fa alcun accenno ai diritti e doveri isolato (il problema dell’ALLEANZA). Il matrimonio permette di tentare di trovare
sessuali (punto due della definizione di Schultz) perché ha in mente il caso dei una soluzione ad entrambi questi problemi: da un lato garantisce una forma
Nayar del Kerala (India meridionale), le cui donne non avevano certo particolari istituzionalizzata attraverso cui le persone si riproducono e quindi garantisce una
obblighi verso il marito rituale al quale andavano in spose (marito che non viveva continuità al gruppo cui la persona sente di appartenere, ma dall’altro crea dei
mai con la moglie, se vi ricordate), che poteva anche non accoppiarsi mai con la legami tra i gruppi delle persone che si sposano. Tutta la questione delle funzioni del
moglie, ma che erano comunque forzate socialmente a iniziare l’attività riproduttiva matrimonio si può vedere come il tentativo della specie umana di rispondere
(ad avere figli) solo dopo che il matrimonio era stato celebrato. Insomma, tra i Nayar culturalmente a questo duplice problema: come posso riprodurre il mio gruppo e
non aveva nessuna importanza chi fosse il GENITORE biologico dei figli, e neppure come posso fare il modo che il mio gruppo non sia isolato? A seconda delle culture
chi fosse il PADRE legale (torneremo diffusamente sulla differenza tra genitore e (e a seconda degli antropologi che studiano), si possono quindi avere due prospettive
padre quando parleremo della parentela, anche se potete già intuire che il genitore è distinte: secondo la prima il matrimonio è un mezzo per perpetuare il proprio
quello che fisicamente ha fecondato la donna, mentre padre è quello che ha gruppo, secondo la seconda i membri del gruppo sono “pedine” spendibili in
responsabilità giuridiche, diritti e doveri verso la prole: non sempre le due figure matrimoni che garantiscano alleanze vantaggiose. Nel primo caso dunque il
coincidono), dato che i figli crescevano con la madre e i parenti di lei, ma la madre matrimonio è il mezzo per procurarsi degli eredi, nel secondo gli eredi sono un
era comunque costretta a sposarsi prima di potere avere figli. La definizione della mezzo per procurarsi alleanze. Inutile aggiungere che le due prospettive non sono in
Gough parla di legame tra “una donna e una o più persone” perché pensa al caso dei

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totale contraddizione, e che anzi il problema di ogni cultura consisterà nel far in cui si paga la ricchezza della sposa la donna conserva una buona autonomia e forti
quadrare al meglio possibile la discendenza e l’alleanza. legami con il suo gruppo di provenienza. Probabilmente la ricchezza della sposa è
una forma di scambio comune nelle situazioni produttivamente in espansione: ogni
A seconda di come venga concepita la parentela, è ovvio che la risposta sarà gruppo sente la necessità di doversi espandere (non c’è il problema di intaccare la
diversa. Rimangono però alcune funzioni generali che possiamo cercare di elaborare portata ambientale) e quindi ha bisogno di riprodursi e di intensificare la produzione:
molto liberamente prendendole da Edmund Leach (altro grande antropologo una donna in arrivo può garantire entrambe le cose, e quindi il gruppo da cui
britannico, scomparso nel 1989). proviene dovrà essere adeguatamente compensato.
Ci sono diverse sfere su cui il matrimonio può intervenire: Se invece i gruppi non hanno bisogno o interesse di espandersi numericamente e
1) sfera della discendenza: il matrimonio consente il controllo sulle prestazioni in termini di produzione, le donne possono essere poco più che un peso, e quindi
sessuali del partner, garantisce chi sia il padre o la madre legale dei figli e sarà la famiglia (il gruppo, ho detto finora, e vedremo tra poco perché) dello sposo a
determina uno stanziamento economico per i figli (allevamento ed eredità). pretendere un risarcimento per doversi accollare il sostentamento di una persona in
2) sfera dell’alleanza: il questo caso il matrimonio lega i due gruppi di più. In questo caso il gruppo della sposa la invia allo sposo con un carico di beni
provenienza degli sposi in diversi modi: può consentire il controllo economico di un detto DOTE, sul quale non mi soffermo perché sapete tutti cosa sia, anche se l’usanza
partner (e della sua famiglia) sui beni dell’altro o sulle sue capacità lavorative. della dote è sempre meno frequente.
Il punto che volevo sottolineare è che il matrimonio dal punto di vista etnografico
Sia che si tratti della sfera della discendenza, sia che sia quella dell’alleanza, è meglio rappresentato come una forma di scambio tra gruppi che garantisce la
vediamo dunque che il matrimonio riveste importanti funzioni economiche, tanto è perpetuazione degli stessi, piuttosto che un legame tra due singole persone, e questo
vero che in moltissime società esso è percepito e rappresentato più come uno scambio interseca su di sé funzioni economiche e sociali importantissime. Vediamo
scambio tra gruppi che un contratto tra individui. ora un po’ meglio quali sono i gruppi che si scambiano le donne, e perché.
Per ragioni che non sono mai state ben chiarite dagli antropologi, ma che
dipendono probabilmente dalla biologia di base della specie umana, nelle società incesto
umane di cui si ha conoscenza certa (sia storica, sia etnografica) sono sempre i In tutte le società umane esistono delle regole piuttosto chiare su chi uno possa e
maschi ad esercitare il controllo. Non è questo il momento per dilungarsi su questo non si possa sposare. Normalmente è vietato il matrimonio con membri dello stesso
delicatissimo punto, che richiederebbe una trattazione a parte, e per ora vi dovrete gruppo domestico (della stessa “famiglia”) e non si conoscono culture in cui possa
accontentare del fatto che nelle società umane sono gli uomini “a comandare”. essere legalizzata (se non in casi demograficamente eccezionali) l’unione tra genitori
Questo aspetto specifico e (a quel che si sa) universale delle culture umane ha fatto e figli (madre e figlio; padre e figlia). Sul matrimonio tra fratello e sorella ci sono
sì che il matrimonio venisse concepito come una forma di scambio tra gruppi in cui più eccezioni, ma in generale è statisticamente vero dire che non ci sposa entro la
sono le donne ad essere scambiate. Cioè il matrimonio è stato spesso pensato come famiglia nucleare. Molte società però vanno oltre e proibiscono l’accesso
lo scambio di donne in cambio di qualche cosa. Ora capite che lo scambio dipenderà matrimoniale a tutti i membri di una determinata classe, un po’ come se tutti quelli
dal “valore” attribuito alle donne in quella particolare società. Se si pensa che la che si chiamano con lo stesso cognome non potessero sposarsi tra di loro. Questi tipi
donna abbia un alto valore (in quanto la si considera indispensabile per certi tipi di di gruppi, i cui membri possono avere rapporti di tipo lavorativo, rituale o
lavoro, per esempio) sarà normale che il controvalore dello scambio sarà altrettanto quant’altro molto stretti, ma che non si possono sposare tra di loro, sono detti gruppi
elevato. In questi casi il gruppo che prende la donna (per darla in isposa a un suo ESOGAMICI. Molte volte interi villaggi possono essere esogamici, e quasi sempre le
membro) sarà disposto a pagare quel che in termine tecnico si chiama RICCHEZZA- bande nomadi di cacciatori e raccoglitori sono esogamiche.
DELLA-SPOSA. Ovviamente non si tratta (almeno quasi mai) di un acquisto in senso Come può impedire di sposarsi entro un determinato gruppo, così una cultura può
mercantile, prima di tutto per il fatto che nelle società dove si paga la ricchezza della obbligare a scegliere il proprio partner entro un determinato gruppo. Per riprendere
sposa è raro che il pagamento venga fatto in denaro e poi perché anche se di acquisto l’esempio dei cognomi, come se ci fosse una legge che obbliga ciascuno a sposarsi
si trattasse, è sempre acquisto di alcuni particolari aspetti della donna (della sua solo con una persona che porti lo stesso cognome. In questo caso, il gruppo che ha lo
forza lavoro, o della sua capacità riproduttiva) e mai della sua persona. In molti casi

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stesso cognome è detto ENDOGAMICO, perché attua il matrimonio al suo interno. Un improbabile che il tabù dell’incesto (non sposare le tue sorelle o tua madre) abbia
caso tipico è quello dell’endogamia di villaggio. favorito in termini demografici quei gruppi che lo praticavano.
Endogamia ed esogamia sono quindi sempre termini relativi, si è endogamici
rispetto ad un gruppo ma si può essere esogamici rispetto ad un altro. Per esempio: 2.2. TERMINI DI BASE
posso essere costretto a sposarmi al di fuori del gruppo dei miei “parenti”, gruppo Partiamo da qualche semplice definizione.
che chiamiamo LIGNAGGIO (non lo definiamo per ora, e fingiamo che sia il gruppo di PARENTELA: è l’insieme delle relazioni sociali conseguenti al riconoscimento
tutti i miei parenti), ma al contempo posso essere obbligato a sposarmi entro i (culturalmente specifico) dei legami dovuti alla comune discendenza e al
confini del villaggio. Avremo quindi in questo caso un’esogamia di lignaggio e matrimonio. Normalmente gli antropologi trovano utile distinguere tra
un’endogamia di villaggio. CONSAGUINEITÀ, in cui vengono comprese le relazioni parentali tramite comune
La violazione dell’esogamia di base rispetto al proprio nucleo famigliare o discendenza, e AFFINITÀ, che riguarda invece la parentela conseguita tramite
parentale è definita INCESTO, e tutte le culture umane lo sanzionano in una qualche matrimonio.
misura. Il paradosso del divieto dell’incesto è che mette in movimento le donne e il PARENTELA COGNATICA. In questo caso un individuo ricostruisce la sua rete di
matrimonio, e l’alleanza, e le questioni economiche ad essa associate. Non sarebbe parenti attraverso i maschi e o le femmine con diversi criteri (che vedremo).
tutto più semplice se ogni famiglia si riproducesse al suo interno, per così dire, se DISCENDENZA UNILINEARE: solo uno dei sessi è considerato pertinente per
cioè fratelli e sorelle si sposassero tra di loro e perpetuassero il gruppo da cui determinare l’appartenenza di un individuo ad un gruppo. La consanguineità passa
provengono? Insomma, non sarebbe tutto più semplice se non ci fosse il divieto quindi solo attraverso un sesso, che è considerato fertile rispetto al gruppo: solo i
dell’incesto? maschi/le femmine sono produttivi per il proprio gruppo, i membri dell’altro sesso
Certo, sarebbe tutto più semplice, tanto più semplice che probabilmente non ci saranno utili per la produzione di figli del gruppo del loro partner.
sarebbero neppure più esseri umani. La complicatezza che il tabù dell’incesto mette ESOGAMIA: Regola che stabilisce l’obbligo di sposarsi al di fuori di un determinato
in moto è quel che fa stare in piedi le società umane, visto che la necessità di gruppo, stabilito da quella particolare cultura.
procurarsi le donne al di fuori del proprio gruppo spinge alla cooperazione e alla ENDOGAMIA: Regola che stabilisce l’obbligo di sposarsi all’interno di un
reciprocità con altri gruppi, verso i quali invece si tenderebbe ad essere in pura determinato gruppo, stabilito da quella particolare cultura.
competizione. Sapendo invece che da quel gruppo dovrò trovare le mogli per i miei Endogamia e esogamia sono termini sempre relativi e contestuali, e vanno definiti
figli, è probabile che cerchi qualche modo di convivenza pacifica, se non proprio di di volta in volta i contesti di applicazione. Un gruppo può praticare l’esogamia a un
collaborazione. Gli antropologi riassumono questa ragione elementare del tabù certo livello (vietando per esempio il matrimonio tra “fratelli”) e l’endogamia a un
dell’incesto con la frase: meglio sposarsi fuori (dal proprio gruppo) che essere fatti altro livello (obbligando a cercare il partner entro il villaggio). Esempi ulteriori
fuori (dai membri dei gruppi rivali). chiariranno questo duplice concetto.
Ci sono anche delle ragioni più direttamente adattive che possono aver spinto ad TABU DELL’ INCESTO: forma minima della regola esogamica, presente in tutti i
una selezione culturale adattiva del tabù dell’incesto (per cui avevano più probabilità gruppi umani. In tutte le culture abbiamo testimonianza di questo dato di fatto: non
di sopravvivere quei gruppi che scambiavano le donne con altri gruppi rispetto ai ci si può sposare con chiunque. Esiste ciò sempre almeno una regola minima che ci
gruppi che si riproducevano al loro interno). Per gruppi piccoli, attorno alla dice: scegli chi ti pare, ma non puoi sposarti con questo gruppo di persone. In molti
cinquantina di persone, come dovevano essere le bande di ominidi e di primi casi, ci sono restrizioni precise anche sul “chi ti pare”, ma comunque esiste sempre
uomini, è molto pericoloso fare affidamento esclusivamente sulle proprie capacità un nucleo di individui con i quali il matrimonio è comunque vietato. Normalmente
riproduttive, perché basta una lievissima variazione del rapporto maschi/femmine questi individui includono gli antecedenti, i discendenti e codiscendenti diretti, per
per mettere il gruppo a rischio di estinzione. Da studi di etnodemografia pare che il cui non ci si può sposare con il padre, la madre, il figlio, la figlia, il fratello la
gruppo medio di riproduzione debba aggirarsi sulle 500 unità, ben al di sopra della sorella.
dimensione della banda di cacciatori. Se ogni banda era composta di una quarantina
di individui, bisogna pensare che ognuna avesse qualche tipo di rapporto con
un’altra dozzina, per garantire la sopravvivenza demografica. Quindi non è

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2.3. I GRUPPI DI PARENTELA 2.3.B. GRUPPI CORPORATI (ANCESTOR-FOCUS) VERSUS GRUPPI EGO-CENTRATI
I gruppi di parentela si distinguono essenzialmente per due variabili che possiamo I gruppi di discendenza veri e propri (indipendentemente dal fatto di essere
tradurre in due domande: cognatici o unilineari) hanno in comune il fatto di basare la discendenza a partire da
• Reclutano i loro membri tramite entrambi i sessi (gruppi COGNATICI) oppure un ANTENATO COMUNE (reale o mitico) e di funzionare in quanto GRUPPI CORPORATI.
attraverso un solo sesso (gruppi UNILINEARI)? Questi due tratti sono essenziali se vogliamo capire come funzionano i sistemi
• Si strutturano attorno a un ego specifico (sistemi EGO-FOCUS) o a partire da un parentali in generale, e se vogliamo capire la differenza tra il sistema cui noi siamo
antenato (ANCESTOR-FOCUS)? abituati e quelli di altre culture. Vediamo prima brevemente cos’è un gruppo
corporato.
Prima di vedere la relazione sistematica tra queste due variabili, è necessario I gruppi corporati esistono indipendentemente dai singoli individui che ne fanno
fornire delle definizioni quanto più precise di queste due opposizioni e dei termini parte, hanno diritti e doveri in quanto gruppi (sono delle “persone” come dicono gli
che le compongono, di modo che sia chiaro come il nostro modo di concepire la Ashanti) e continuano ad esistere anche dopo la morte di un individuo che ne fa
parentela non sia che uno dei modi possibili. parte. Gli individui di un gruppo corporato vanno e vengono, ma il gruppo continua
ad esistere. L’essere corporati implica che essi agiscano “come un corpo”: spesso
2.3.A. GRUPPI COGNATICI VERSUS UNILINEARI controllano la proprietà terriera (che non è individuale, ma del gruppo) e regolano
Come tutti i gruppi umani, anche quelli parentali hanno il “problema del istituti come la faida, per cui l’uccisione di un membro del gruppo A da parte di un
reclutamento”: gli esseri umani invecchiano e muoiono, e quindi è necessario che membro del gruppo B può essere riscattata direttamente dal gruppo A: è cioè il
nuovi membri subentrino a quanti non ci sono più. Per diverse ragioni, un gruppo gruppo A a ricevere una compensazione, oppure un membro del gruppo A
può “decidere” che solo alcuni tra i suoi membri siano responsabili dei nuovi vendicherà il gruppo uccidendo un membro del gruppo B, non necessariamente quel
reclutamenti; abbiano cioè il diritto/dovere di introdurre nuovi membri nel gruppo. membro responsabile del primo atto violento. Non tutti i gruppi di discendenza sono
A seconda che il reclutamento dei membri del gruppo parentale avvenga utilizzando corporati in questo senso, ma sempre durano “in eterno”, indipendentemente da chi
sia maschi che femmine oppure solo uno dei due sessi, i sistemi di parentela (sia in qualunque momento faccia fisicamente parte del gruppo.
ego-focus che ancestor-focus) si suddividono in gruppi COGNATICI o gruppi La seconda caratteristica essenziale dei gruppi di discendenza veri ei propri è
UNILINEARI. Per comprendere questa prima opposizione, il sistema di trasmissione quella di essere “centrati su di un antenato” (ancestor-focus), per cui i membri del
dei cognomi può funzionare come una metafora efficace: nel nostro sistema, si gruppo si riconoscono membri del gruppo in quanto tutti discendenti da un comune
eredita il cognome dal padre sia che si sia maschi, sia che si sia femmine, ma lo si antenato.
trasmette ai propri figli solo se si è maschi (altrimenti i nostri figli avranno il I gruppi di parentela come il nostro, centrati su ego, sono invece di tipo
cognome di nostro marito). Nel sistema ebraico, invece, si eredita il cognome della completamente diverso, anche se in alcuni casi possono essere confusi con gruppi di
madre sia che si sia maschi, sia che si sia femmine, ma lo si trasmette ai propri figli discendenza. Questi gruppi sono detti ego-centrati (ego-focus) perché il punto di
solo se si è femmina (altrimenti i figli avranno il cognome di nostra moglie). Nel vista da cui la rete parentale è vista è quello di un ego specifico. Questi gruppi ego-
sistema spagnolo, infine, almeno per la prima generazione, i figli maschi e femmine centrati formano quelli che la letteratura specialistica definisce PARENTADI
ereditano entrambi i cognomi, dal padre e dalla madre. Se invece dei cognomi si (KINDREDS in inglese).
trattasse di appartenenza a gruppi di parentela, quello spagnolo sarebbe un sistema Per capire la differenza tra gruppi ego-focus e ancestor-focus, immaginiamo che in
COGNATICO (dal termine latino che indicava i parenti su entrambi i lati, mentre i un certo gruppo si considerino parenti tra loro tutti quelli discendenti dall’antenato
parenti per via esclusivamente maschile erano detti agnati), intendendo con questo X, che chiameremo il Gruppo Parentale: il criterio di base è quindi che il Gruppo
che il figlio o la figlia appartiene a entrambi i gruppi, del padre e della madre, Parentale è composto da quanti sono discendenti dall’antenato X. Pensate ora invece
mentre il nostro e quello ebraico sarebbero sistemi UNILINEARI, dato che si alla vostra “famiglia” in senso esteso: i vostri parenti non sono vostri parenti perché
appartiene a uno solo dei due gruppi, quello del padre nel nostro caso, quello della discendono tutti da un X comune, ma sono invece “vostri” parenti, nel senso che è
madre nel caso ebraico. ognuno di voi (tu che leggi) a “tenerli assieme”. Pensate ai fratelli di vostra mamma
e a quelli di vostro papà: sono vostri zii, cioè sono vostri parenti, ma non sono

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parenti tra di loro, non hanno (quasi mai) alcun legame “di sangue” ricostruibile. Abbiamo quindi due variabili (a e b), ognuna dotata di due valori (1 o 2). Le
Pensate inoltre ai vostri cugini: quelli da parte di papà e quelli da parte di mamma combinazioni possibili sono quindi 4:
sono tutti vostri cugini, ma tra di loro non sono tutti cugini: il figlio del fratello di a1+b1; a1+b2; a2+b1; a2+b2. Analizziamole separatamente.
vostra madre e quello della sorella di vostro padre, per fare un esempio, sono vostri a1/b1 è il caso di gruppi cognatici senza discendenza da un antenato: il nostro
cugini ma tra di loro non sono cugini. Come vedete la differenza qui è tra quei caso, che a volte la letteratura specialistica definisce bilaterale.
sistemi in cui la parentela dipende da una persona che “accorpora” attorno a sé un
gruppo di parenti (il caso della parentela cui siamo abituati) e il caso invece di quei a1/b2 è il caso in cui la parentela passa attraverso maschi e femmine, ma c’è un
sistemi che si disinteressano dei singoli individui e esistono come insieme di tutti antenato comune. Come capite, in questo caso è necessario trovare delle restizioni
coloro che discendono da X. Chiamiamo quest’ultimo tipo gruppi di parentela pragmatiche, altrimenti tutti sono parenti di tutti. Poniamo il caso che io appartenga
“centrati sull’antenato”, e costituiscono i gruppi di discendenza veri e propri, mentre ad una società in cui vige questa discendenza (detta anche ambilineare: parenti da
chiamiamo i sistemi come il nostro gruppi di parentela “centrati su ego”, oppure tutte e due le parti, e parentela determinata da un comune antenato). Poniamo inoltre
PARENTADI o KINDREDS (figura 1, in fondo a questa dispensa). il caso che i miei quattro nonni appartenessero a quattro gruppi diversi: A, B, C, D.
I parentadi non sono gruppi di discendenza perché non sono basati su di un Quindi io appartengo a tutti e quattro i gruppi. Poniamo ora il caso che i gruppi
antenato comune, ma sui legami parentali che un singolo ego ha con altre persone. abbiano dei doveri cerimoniali ben precisi, per esempio che debbano celebrare dei
La differenza, apparentemente difficile da cogliere, è essenziale. Si può riti in onore degli antenati con un certo ritmo stagionale, e che tutti i membri del
comprendere anche così: mentre in un sistema che funziona con gruppi di gruppo siano tenuti a partecipare a questi riti (immaginate una messa annuale in
discendenza (unilineari o cognatici non ha importanza) ogni individuo entra in un memoria dei defunti) che si svolgono in spazi separati per ogni gruppo (una messa in
sistema di discendenza che gli preesiste ereditandolo da coloro che hanno il diritto di una chiesa diversa per ogni gruppo diverso). Se questi riti si svolgono
trasferirglielo (mentre cioè in questi sistemi ognuno eredita il gruppo di contemporaneamente in spazi diversi, ogni individuo dovrà decidere a quale rito
discendenza), nei sistemi ego-centrati ognuno costituisce il proprio parentado, che partecipare, limitando così la sua “appartenenza” agli altri gruppi. Capite insomma
cioè non erediterà come tale dai propri genitori (padre o madre o entrambi, come che la discendenza ambilineare, proprio perché tende ad allargare enormemente la
avviene nei gruppi di discendenza). Ogni individuo (tranne fratelli germani, cioè rete parentale, subisce delle restrizioni di tipo pragmatico. La cosa è ben evidente
figli di padre e madre comuni) ha un parentado diverso e ogni parentado cessa di quando l’appartenenza ad un gruppo viene associata a diritti e doveri che
esistere con la morte di ego, mentre il gruppo di discendenza continua ad esistere coinvolgono beni, proprietà e servizi. Se per esempio i gruppi di cui stiamo parlando
anche dopo la morte di ego, e gli preesisteva. Le funzioni di un parentado sono sono proprietari della terra coltivabile, oppure l’appartenenza ad un determinato
quindi assai diverse da quelle di un gruppo di discendenza, visto che il parentado gruppo garantisce l’accesso a terreni di pascolo o aree di pesca o di caccia, o
non può, per esempio, essere responsabile giuridico o proprietario terriero, data la determina le forme dell’eredità, capite che l’appartenenza a tutti i gruppi
sua volatilità. Funziona però assai bene come mezzo di reclutamento per il suo contemporaneamente è da un lato un enorme vantaggio, ma dall’altro crea
funzionamento a catena: i cugini di cugini si possono facilmente associare. Quel che sovrapposizioni e conflitti di interesse con gli altri individui: se tutti sono
conta è che i sistemi di discendenza ancestor-focus sono ben diversi da quelli ego- discendenti di tutti i gruppi, come regolare per esempio l’accesso ai territori da
focus, perché i primi hanno un’esistenza indipendente dai singoli, mentre i secondi coltivare? In questi casi, in cui cioè il principio della discendenza ambilinenare deve
dipendono dai singoli. essere ristretto, le società che impiegano sistemi di parentela cognatica tendono a
restringere le possibilità di appartenenza. Facciamo un esempio reale. I Maori della
2.3.C. LE QUATTRO COMBINAZIONI POSSIBILI Nuova Zelanda sono organizzati parentalmente in gruppi di questo tipo, e vivono in
Nel paragrafo 2.3.A. abbiamo distinto tra gruppi che reclutano i loro membri per unità territoriali (che possiamo per comodità definire villaggi, anche se la
via cognatica e gruppi che invece utilizzano un solo sesso (unilineari). Possiamo definizione non è precisa) detti hapu. Ogni individuo appartiene di diritto a tanti
chiamare i primi come a1, e i secondi come a2. hapu quanti è in grado di individuare nella sua genealogica cognatica: lo hapu del
Nel paragrafo successivo (2.3.B.) abbiamo distinto tra gruppi basati su ego e quelli padre, della madre, dei nonni paterni e materni, e così via. Di fatto, egli può risiedere
basati sull’antenato. Possiamo etichettare i primi con b1 e i secondi con b2. sono in uno hapu alla volta, e coltiverà le terre assegnate a quello hapu. Avrà sempre

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il diritto di spostarsi in un altro hapu se la situazione demografica o i suoi interessi lo capostipite. Se cioè l’antenato è legato da una parentela completamente ricostruibile
richiedono, ma conta il fatto che potrà sfruttare un solo hapu alla volta. La scelta con i membri del gruppo, quel gruppo è detto LIGNAGGIO. Se invece l’antenato da
dello hapu è fatta in base a diversi criteri, e molte volte un uomo tende a risiedere cui i singoli ego dicono di discendere non è posizionabile in una parentela chiara (se
nello hapu del padre, ma non è raro il fatto che un Maori costruirà selettivamente la cioè il legame che lega antenato e ego non è specificabile in tutta la discendenza)
sua discendenza da un antenato attraverso maschi e/o femmine. Il singolo Maori allora il gruppo è detto CLAN. Normalmente le società di interesse etnologico hanno
risalirà il suo albero genealogico attraverso i parenti che gli interessano per arrivare sia lignaggi sia clan. Cioè ogni individuo sa di appartenere ad un lignaggio nel senso
a quell’antenato che giustifichi il suo diritto di risiedere in quel determinato hapu. Se che discende da un antenato nei confronti del quale può ricostruire il grado di
si sposa con una donna che proviene da un lignaggio importante e ricco, potrà parentela, e allo stesso tempo sa di discendere da un antenato anteriore del quale non
permettere che i figli nati da quell’unione si riconoscano membri del lignaggio della è in grado di ricostruire il grado di parentela.
madre. A seconda che i lignaggi reclutino per via patri- o matrilineare, verranno chiamati
patrilignaggi o matrilignaggi. Allo stesso modo, possiamo parlare di patriclan e
a2/b1 Si tratta di gruppi che tracciano la parentela solo attraverso uno dei due matriclan.
sessi, ma non hanno un antenato comune, sono insomma dei parentadi in cui ego Sebbene sia in teoria abbastanza chiara la distinzione tra lignaggio e clan, e
seleziona i parenti da un lato solo, quello paterno o quello materno. È un caso sebbene lignaggi e clan possano avere funzioni assai diverse (ci può essere magari
estremamente raro, i gruppi che non sono basati sull’antenato tendono ad essere esogamia di lignaggi e endogamia di clan), tenete sempre presente che la parentela
sempre cognatici, a raggruppare i parenti da tutti e due i lati, ma la ricerca ha la fantastica possibilità di essere manipolata anche in quelle che a noi
etnografica ci dice che alcuni gruppi in Mongolia hanno questo tipo di parentadi in apparirebbero chiare relazioni genetico-procreative. Intendo dire che non è
cui si selezionano i parenti solo dalla parte del padre (come se consideraste cugini impossibile (anzi è del tutto comune) che l’antenato “chiaramente ricostruibile” che
solo i figli dei fratelli di vostro padre, gli altri no). Ma è un caso sul quale non vale costituisce lo stipite del lignaggio sia, in quanto a sua effettiva posizione parentale in
la pena di soffermarci. posizione assai ambigua: un padre del padre del padre potrebbe essere “in realtà” un
fratello del padre del padre del padre, la cui posizione parentale si è nel corso del
a2/b2 È invece quel che ora ci interesserà da vicino. Si tratta di gruppi che tempo aggiustata per coprire interessi di lignaggio. Basandosi spesso sull’oralità, la
esistono in quanto tutti i membri discendono da un comune antenato, ma che ricostruzione delle genealogie è flessibile. Se volete, i legami di parentela che
selezionano l’appartenenza al gruppo attraverso un solo sesso. Chiamiamo questi costituiscono un lignaggio sono basati sulla memoria, ma questa memoria è “una
gruppi gruppi di discendenza unilineari. memoria fertile”. Quindi in pratica è spesso difficile stabilire in maniera univoca se
si tratta di un lignaggio o di un clan quello con cui abbiamo a che fare. Il senso di
2.3.D. GRUPPI DI DISCENDENZA UNILINEARI questa “confusione”, abbiamo specificato a lezione, è proprio quello di rendere
In questo caso abbiamo a che fare con veri gruppi di discendenza, corporati, flessibili i legami parentali alle esigenze di natura sociale. Se il mi lignaggio ha
preesistenti ai singoli membri che vi entrano a far parte, e che sopravvivono alla bisogno di cooperare con alcuni individui, è molto probabile che “aggiusteremo” le
morte dei singoli membri. I gruppi hanno ruoli specifici, spesso gestiscono nostre reciproche genealogie al punto da “scoprire” che “in realtà” il mio gruppo e
direttamente le proprietà terriere o altri beni (che non appartengono quindi ai quello di quegli individui con cui intendo cooperare sono parenti. Le conseguenze
singoli) e sono definiti in base alla comune discendenza da un antenato comune. Se i teoriche di questa adattabilità della parentela alle esigenze sociali sono
membri del gruppo sono reclutati attraverso i maschi, il gruppo è detto patrilineare; estremamente interessanti. Eravamo infatti partiti studiando la parentela come il
viceversa, se solo le donne a garantire la continuità del gruppo, questo è detto legame “naturale” che consente le relazioni sociali (collaboro con te perché sei mio
matrilineare (figura 2). parente, perché abbiamo lo “stesso sangue”), e invece ci troviamo con dei fatti
Al di là della matri- o della patrilinearità, cioè del modo in cui vengono reclutati i etnografici che ci spingono a ipotizzare che l’argomento sostenuto possa essere a
membri del gruppo, gli antropologi trovano conveniente distinguere due tipi volte l’opposto (devo/voglio collaborare con te, e allora creo con te un legame di
principali di gruppi di discendenza unilineari, a seconda che ego sia in grado o meno parentela, cioè rendo naturale un legame sociale che di per sé naturale non sarebbe).
di ricostruire la sua parentela effettiva con l’antenato che ne costituisce il

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Discendenza e residenza orientamento, una donna fa altrettanto e i due si uniscono


a costituire una nuova famiglia di procreazione. In questo
Ammetterò ora di avervi inbrogliati, mettendo il carro della discendenza davanti ai caso è necessario rendere più stabile il legame sessuale,
buoi della residenza. Come potete intuire, nessun gruppo umano si è messo attorno dato che le donne hanno bisogno dell’assistenza del
al fuoco a discutere: Bene, allora come decidiamo di discendere, unilineari o maschio (i loro fratelli sono lontani) e i maschi hanno
cognatici? Ego-centrati o centrati sull’antenato? Le forme della discendenza sono bisogno di garantirsi una continuità (le loro sorelle sono
rappresentazioni della società che dipendono da come i gruppi di distribuiscono sul lontane).
territorio, dalle risorse di cui dispongono e dal sistema di allocazione
intergenerazionale di queste risorse. Ma era importante che partissimo dalla 3) Patrilocalità. Può succedere che sia importante che i
discendenza per farvi prendere confidenza con alcuni principi di base che vi maschi vivano assieme,
permetteranno (credo) di capire meglio il rapporto tra discendenza e residenza. per ragioni di
cooperazione (caccia e guerra) e allora
Ci sono cinque casi teorici di residenza, che riassumo brevemente. daranno via le loro sorelle e importeranno
1) Natolocalità. . Parte dalla premessa che altre donne. Anche in questo caso è
l’unione veramente stabile sia quella tra madri e importante la regolarizzazione delle unioni
figli da un lato, e fratelli e sorelle dall’altro. sessuali nel matrimonio, perché i maschi
Possiamo pensare ad un’orda di cacciatori e hanno lasciato andare via le loro sorelle in
raccoglitori, in cui le donne sono state fecondate altri gruppi, e quindi devono garantirsi la
ed hanno avuto dei figli maschi e femmine. Una continuità attraverso il matrimonio.
volta raggiunta la maturità sessuale, questi figli
maschi possono accoppiarsi in maniera non
impegnativa con altre donne di altri gruppi, e le
loro sorelle possono fare altrettanto.
L’accoppiamento non prevede un
allontanamento dalla famiglia di orientamento, 4) Matrilocalità. Se per ragioni
per cui i membri rimarrebbero a vivere strutturali sono le donne a dover rimanere
assieme. I maschi del gruppo proteggono le donne del assieme, come potrebbe essere nel caso di
gruppo (che sono le loro sorelle), e non si accoppiano con loro per via del tabu coltivatori che fanno ancora affidamento
dell’incesto, ma si accoppiano invece con altre donne senza vivere con queste. A sulla caccia, per cui le donne coltivano i
loro volta, le sorelle del gruppo si accoppiano con uomini di altri gruppi per lo stesso campi e gli uomini cacciano, allora si
tabu dell’incesto, ma non vanno a vivere con loro né li portano a vivere nel loro potrebbe pensare ad un gruppo basato sulle
gruppo. Se volete: ognuno se ne sta a casa sua e si accoppia con persone che vivono donne, che cedono i loro fratelli alle donne
a casa loro. Se però i gruppi sono piuttosto dispersi sul territorio, può risultare di altri gruppi e importano mariti nel loro
difficile avere nelle vicinanze uomini e donne di altri gruppi per accoppiamenti non gruppo.
impegnativi, e allora si possono sviluppare altri casi.

2) Neolocalità. Poniamo che i gruppi siano dispersi per ragioni ecologiche, e che
anzi non sussista la possibilità di gruppi di grosse dimensioni. In questi casi la
soluzione più indicata potrebbe essere che un maschio lascia la sua famiglia di

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5) Ambilocalità. Infine può essere una strategia utile quella di importare ed sono i maschi a detenere una quota di potere maggiore. Se, per esempio, una qualche
esportare maschi o femmine indifferentemente, a patto che il gruppo abbia un forma di potere viene trasmessa da maschio a maschio (eredità, sacralità, sacerdozio
adeguato numero di membri per produrre e riprodursi. o altro) ma il sistema è matrilineare (cioè la trasmissione passa attraverso maschi
imparentati per via femminile), questi maschi devono sempre essere in grado di
Quel che è mantenere i contatti tra di loro attraverso le sorelle, che sono i membri produttivi del
importante a gruppo di discendenza, mentre se il sistema è patrilineare non è necessario questo
questo punto contatto tra maschi attraverso le sorelle. In altre parole: “mentre per produrre una
è che teniate situazione matrilineare gli uomini del gruppo consanguineo si devono associare
sempre stabilmente con le sue donne, non è necessario che le donne del gruppo patrilineare
presente che siano in associazione costante con i suoi uomini” (Fox: 107). Capite meglio questa
quelli di cui asimmetria se riprendete i casi 3 e 4. Se il caso 3 sviluppa un gruppo di discendenza
abbiamo patrilineare, i maschi sono già associati e possono trasmettersi il potere direttamente
parlato sono (di padre in figlio) visto che il legame che legittima la continuità è quello del
gruppi matrimonio (il maschio non si riproduce, si lega formalmente ad una donna e da
residenziali, quella “prende” i figli che ne nascono e li dichiara membri del suo gruppo). Per
e non hanno questo gruppo di uomini le sorelle sono andate via, in altri gruppi, e non hanno
di per sé un rapporto diretto alcuna funzione riproduttiva per il proprio gruppo (fanno infatti figli per i gruppi dei
con i gruppi di discendenza. Questi cinque casi ipotetici o teorici non sono cioè di rispettivi mariti). Ma prendete ora il caso 4. Cosa succede ai maschi se si sviluppa
per sé indicativi di alcun gruppo di discendenza, perché non hanno a che fare con un gruppo matrilineare? È chiaro che devono trovare un modo di associarsi con le
alcuna discendenza ma solo con il modo in cui le persone vivono e si distribuiscono loro sorelle, visto che il loro potere andrà in trasmissione ai figli di queste. I maschi
sul territorio. È però evidente come questi gruppi residenziali siano facilmente “andati via” da un gruppo residenziale matrilocale che ha prodotto un sistema di
associabili a gruppi di discendenza, nel senso che il caso 1 e 4 sono facilmente discendenza matrilineare devono essere in grado di associarsi con le loro sorelle,
associabili con la matrilinearità, il caso 3 con la patrilinearità e i casi 2 e 5 con la pena l’impossibilità di trasmettere il loro potere (o i loro beni) ai loro successori
discendenza cognatica. (figli delle sorelle).
E’ questa la ragione che da vita a una
Ci sono due punti che vanno sottolineati: strana forma di residenza che non
a) incesto ed esogamia. La regola che vieta rapporti sessuali con parenti stretti abbiamo incluso in questa sequenza
(fratello, sorella, padre, madre, figlio, figlia) non è concettualmente la stessa regola teorica, e che si chiama residenza
che impone di sposarsi fuori dal gruppo di parenti stretti. Cioè: il tabu dell’incesto e avuncolocale, cioè residenza con il
la regola esogamica non hanno lo stesso valore concettuale. Nel caso 1 abbiamo fratello della madre (avunculus in
visto che non c’è praticamente matrimonio nel senso di un’unione stabile tra un latino). Questo curioso modo di
uomo e una donna, eppure si applica il tabu dell’incesto, visto che fratelli e sorelle risiedere nasce proprio dal desiderio
non si accoppiano tra di loro. dei maschi in un sistema di
b) l’asimmetria di patri- e matri-linearità. I casi 3 e 4 poi sono speculari fino ad un discendenza matrilineare di avere
certo punto, fino al punto cioè in cui questi modelli residenziali tendono a produrre presso di sé i propri eredi.
gruppi di discendenza. Se infatti si tratta di gruppi residenziali “puri” si possono Quel che deve essere chiaro è che nei sistemi patrilineari predomina il legame
considerare uno il converso dell’altro, ma se entra in gioco la discendenza la emotivo tra marito e moglie da un lato e quello di potere tra padre e figlio dall’altro,
faccenda si complica. Si deve infatti partire dalla premessa che ci sia un’asimmetria mentre nei sistemi matrilineari il legame emotivo dominante è quello tra fratello e
su base sessuale in molte relazioni di potere, per cui in molti casi e per molti settori sorella, e quello di potere tra fratello della madre e figlio della sorella.

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È molto importante che riflettiate sull’asimmetria che c’è tra sistemi patri- e Terminologia della parentela
sistemi matrilineari: non sono uno il converso dell’altro perché in entrambi i casi i
poteri detengono una quota sproporzionata del potere. Ho cercato di riassumere Per “teminologia” si intendono i nomi che le diverse culture assegnano ai diversi
questo problema negli schemi della figura seguente, che per ragioni di tempo non ho parenti e affini. Per noi è ovvio avere un termine per il padre, uno per la madre, uno
qui possibilità di discutere in dettaglio. per fratello e sorella, uno per cugino e cugina, zio e zia, nonno e nonna, cognato,
suocero, eccetera. Ci sembra che questi termini rispecchino l’effettiva composizione
della nostra rete parentale. Ma si tratta un errore prospettico dovuto all’etno-
centrismo, che ci fa sentire come naturali e ovvie le scelte culturali nelle quali siamo
immersi. Non è affatto scontato che il figlio del fratello di mio padre e quello del
fratello di mia madre siano identificabili con un unico termine (cugino), come non è
ovvio che il marito di mia sorella e il fratello di mia moglie siano entrambi
“cognati”.
Partiamo quindi da un paio di concetti sul modo in cui si organizzano i sistemi di
parentela. Sappiamo già cos’è un lignaggio: un gruppo corporato (con diritti e doveri
in quanto gruppo, che “agisce come una persona”) composto di persone imparentate
tra di loro, persone cioè che possono rintracciare la comune discendenza da un
antenato. Abbiamo visto che i lignaggi costituiscono l’unità più piccola, spesso, ma
non sempre, su base residenziale (i membri dello stesso lignaggio spesso vivono
“assieme”, nella stessa casa, o nella stessa porzione di villaggio) e che queste unità
tendono a costituirsi in gruppi più ampi, detti clan, che raggruppano persone che si
considerano discendenti (pur non sapendo precisamente in che modo) da un antenato
che spesso è mitico e può anche non essere un umano (un animale, una pianta, un
essere mitico, quello che costituisce il “totem” del clan). In alcuni casi i clan
possono, per diverse ragioni, raggrupparsi in unità ancora più vaste, dette FRATRIE,
che sono quindi una forma di raggruppamento più inclusiva. Le funzioni delle fratrie
sono spesso cerimoniali o esogamiche, cioè regolano alcuni comportamenti
collettivi, come l’esercizio della funzione religiosa o di quella matrimoniale. Se una
società ha i clan A, B, C, D, E, F, G, (ognuno composto rispettivamente dai lignaggi
a1, a2… an, b1, b2… bn, eccetera), possiamo pensare a tre fratrie, (dei Rossi, dei
Bianchi e dei Neri) che raggruppano rispettivamente i clan (A,B,C), (D,E) e (F,G).
Quindi ogni individuo è membro di un lignaggio (per esempio a1, di un clan (in
questo caso di A) e di una fratria (in questo caso dei Rossi). Nel caso speciale che le
fratrie siano solo sue, vengono chiamate METÀ.
Con questi concetti in mente, immaginiamo una società divisa in due metà, in cui
cioè ogni membro appartenga ad una o all’altra (indipendentemente da quanti sono i
clan), e che questo sistema di metà regoli l’esogamia, per cui ogni membro sa che
deve trovare il partner per il matrimonio nella metà opposta (in quella alla quale lui
non appartiene). In questo sistema il mondo sociale si divide in “membri della mia
metà” (che non posso sposare) e “membri dell’altra metà” (che invece posso

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sposare). Questa particolare suddivisione della società porta ad alcune conseguenze Fo = Figlio
terminologiche interessanti, che sono particolarmente evidenti nella terminologia Fa = Figlia
che si usa verso gli “zii” e verso i “cugini”. Poniamo il caso di due metà esogamiche Mr = Marito
matrilineari, per cui ogni membro della società appartiene alla metà della madre, ma Mo = Moglie
non a quella del padre. I figli dei suoi zii apparterranno alla sua metà o a quell’altra a
seconda che siano o meno figli di fratelli di sesso uguale. Cioè: i figli del fratello del Quindi da ora non diremo più ‘zio’ ,ma ‘FrMa’ oppure ‘FrPa’, e non diremo
padre (fratello del padre = padre = entrambi maschi) e i figli della sorella della nonno, ma ‘PaPa’, oppure ‘PaMa’.
madre (sorella della madre = madre = entrambe femmine) apparterranno alla sua Chiarito questo, vediamo quale potrebbe essere in linea teorica il modo più
metà (e quindi non potrà sposarli), mentre i figli della sorella del padre (sorella del semplice per riprodurre un gruppo umano, e quali le conseguenze sul piano
padre = femmina; padre = maschio) e del fratello della madre (fratello della madre = terminologico. Se io ho una sorella e tu hai una sorella, un modo semplice per
maschio; madre = femmina) apparteranno alla metà opposta (e quindi potrà riprodurci tutti e quattro è quello di “scambiarci le sorelle”. Io non posso riprodurmi
sposarli). Tecnicamente, i figli di fratelli dello stesso sesso (cioè figli di due fratelli o con lei per il tabu dell’incesto, e tu altrettanto per la stessa ragione. Ma se io ti
di due sorelle) si chiamano CUGINI PARALLELI, mentre i figli di fratelli di sesso “cedo” mia sorella in “cambio” della tua, possiamo perpetuare i nostri rispettivi
diverso (cioè i figli di un fratello e quelli di una sorella) si chiamano CUGINI gruppi familiari con reciproco vantaggio. Questa, in effetti, sembra essere stata la
INCROCIATI. Per pure ragioni di sistema, ego non può sposare i cugini paralleli, strategia matrimoniale adottata da diversi gruppi umani: non mi posso sposare
mentre “potrebbe” sposare i cugini incrociati. Dico potrebbe perché vedremo che in all’interno del gruppo (con le mie “sorelle”) e quindi organizzo uno scambio
alcuni casi non gli resta apparentemente (terminologicamente) altra scelta da fare, sistematico con un altro gruppo che si trova nelle mie stesse condizioni. Ci sono
visto che chiamerà con uno stesso termine (che si potrebbe tradurre: “oh tu che sei società che ragionano in questi termini quando organizzano i matrimoni. Più
mia doppia cugina incrociata e moglie potenziale”) tutte le donne della sua correttamente, è possibile analizzare i sistemi matrimoniali di queste società come se
generazione che appartengono all’altra metà (cioè tutte le donne potenzialmente fossero governati dal principio per cui un gruppo scambia le sue donne con quelle di
maritabili con lui, non vi preoccupate di questo, lo capirete fra un po’, capirete un altro gruppo: io ti dò una donna e tu me ne dai una tua. Immaginiamo che questa
anche cos’è una “doppia cugina incrociata”). sia una regola sistematica: due gruppi, magari di cacciatori e raccoglitori, che
Ho appena detto che la possibilità di sposarsi con un cugino incrociato può a volte praticano l’esogamia di gruppo e di tanto in tanto si incontrano per scambiarsi le
non avere alternative. Vediamo come questo avviene, e le conseguenze sulla donne. La situazione di partenza minima è quella di due coppie di fratello e sorella,
terminologia. Ma prima è necessaria un po’ di disciplina intellettuale. Quando un fratello e sorella del gruppo A e un fratello e sorella del gruppo B. I due uomini si
parliamo di posizioni parentali dobbiamo stare attenti a non sovrapporre i nostri incontrano in qualche luogo e decidono di “scambiarsi le sorelle”: io ti dò mia
termini con quelli indigeni, per esempio in un sistema che pratica la divisione in sorella (con la quale non posso accoppiarmi per via del tabù dell’incesto) e tu mi dai
metà il nostro termine “cugino” è troppo generico e anzi generatore di confusione, la tua (con la quale hai lo stesso problema). Dopo vent’anni, possiamo immaginare
perché non distingue tra i membri di una metà o di un’altra, e infatti abbiamo dovuto che i figli di quelle due coppie si incontrino e proseguano sulla stessa linea dei loro
aggiungere la specifica ‘incrociati’ o ‘paralleli’ per dar conto del sistema. Questo genitori, per cui i maschi si scambieranno un’altra volta le donne, e così via nel
problema si ripete in continuazione quando si tratta di parentela, e il modo migliore corso delle generazioni. Cosa succede alle posizioni parentali, cioè come si
per risolverlo è quello di usare sempre e solo una ristretta serie di termini per sistemano e vengono definiti i parenti e gli affini in questo sistema? La situazione è
costituire le posizioni più complesse elaborando combinazioni di queste. I termini come segue (seguire la figura 3 per capire come in questo sistema non ci sia
che useremo di qui in avanti sono otto, e li indico con il loro simbolo: distinzione tra parenti e affini):

Ma = Madre (1) ‘coniuge’ = Mo = FaFrMa = FaSoPa = doppia cugina incrociata


Pa = Padre (2) ‘cognato’ = MrSo = FrMo “doppio cognato” = FoFrMa = FoSoPa = doppio
Fr = Fratello cugino incrociato
So = Sorella (3) ‘suocero’ = PaMo = FrMa = zio materno

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(4) ‘suocera’ = MaMo = SoPa = zia materna 3) –C, + L: distinguo i parenti per parte di madre da quelli per parte di padre, ma
non distinguo tra mio padre e suo fratello, né tra mia madre e sua sorella.
In questo sistema non è possibile sposare uno che non sia “già” un proprio Terminologia IROCHESE.
parente. Naturalmente i sistemi non sono perfetti, può capitare ad esempio che una 4) +C, +L: faccio distinzione sia tra i miei genitori e i loro fratelli, sia tra lato
coppia non abbia figli maschi, per cui non può prendere donne, oppure non abbia paterno e lato materno. Terminologia SUDANESE.
figlie femmine, per cui non può dare donne. In pratica, la regola dello scambio
diretto dice: sposati prendendo un partner della tua generazione tra i membri Si capisce meglio questa tipologia se la si affronta in concreto, se cioè ci mettiamo
dell’altro gruppo, un partner che chiamerai con il TERMINE CLASSIFICATORIO di a vedere cosa succede ai nomi dei parenti (genitori, loro fratelli e figli di questi)
“doppio/a cugino/a incrociato/a”. Ciò significa che nella terminologia parentale i applicando i diversi principi. Seguire la figura 4, caso per caso.
termini indicano categorie di persone, e non persone singole. 1) Sistema HAWAIANO. Per via di –C, mio padre è uguale a suo fratello, mia
Questo breve accenno allo “scambio diretto” (si chiama così quel tipo di scelta madre a sua sorella, e i cugini paralleli sono uguali ai miei fratelli. Per il principio –
matrimoniale per cui ci sono due gruppi i cui membri si sposano obbligatoriamente L la sorella di mio padre è uguale a mia madre, il fratello di mia madre è uguale a
tra loro) era necessario per darvi una rapida illustrazione di come il sistema degli mio padre, e i loro figli (cugini incrociati) uguali ai miei fratelli. Per parlare dei miei
scambi matrimoniali possa influenzare il sistema terminologico. Concludiamo parenti avrò bisogno solo di due termini per quelli della mia generazione (un solo
quindi cercando di proporre una tipologia dei sistemi terminologici. termine per i fratelli maschi, per i cugini paralleli maschi e per i cugini incrociati
maschi; un solo termine per le sorelle femmine, le cugine parallele femmine, le
2.5 TIPOLOGIE DELLA TERMINOLOGIA cugine incrociate femmine), e due termini per quelli della generazione precedente la
Nonostante la varietà straordinaria delle terminologie parentali, gli antropologi si mia (un termine per mio padre, suo fratello e il fratello di mia madre; un termine per
sono accorti già alla fine del secolo scorso che ci sono alcuni modi fondamentali di mia madre, sua sorella e la sorella di mio padre).
classificare i parenti e gli affini, che si ripresentano in diverse culture con diverse 2) Sistema ESCHIMESE. In questo caso mi serviranno più termini, visto che voglio
varianti. Per i nostri scopi, descriveremo quattro modi logicamente derivati da come distinguere tra i miei genitori e i loro fratelli dello stesso sesso. Così avrò un termine
ogni singola cultura risponde a due domande fondamentali quando classifica i per mio padre e uno per mia madre, uno per il fratello di mio padre e uno per la
parenti: sorella di mia madre. Visto che non mi interessa però distinguere tra lato materno e
a) devo distinguere tra linea diretta e linea collaterale, cioè tra la linea che mi lega paterno, gli stessi termini usati per questi “zii” li posso riusare per riferirmi alle
direttamente ai miei nonni/genitori/fratelli (linea diretta) e quella che mi lega invece sorelle di mio padre (fatte uguali alle sorelle di mia madre) e ai fratelli di mio padre
“collateralmente” a prozii/zii/cugini? Chiamiamo questo il principio della (fatti uguali ai fratelli di mia madre). Similmente, alla mia generazione, distinguerò
COLLATERALITÀ tra i figli di mio padre e mia madre (cioè i miei fratelli) e invece i figli dei loro
b) devo distinguere la linea paterna e quella materna? Chiamiamo questo il fratelli e delle loro sorelle, che però potrò chiamare con un termine unico. Per
principio della LINEARITÀ. quanto possiate essere confusi, quello che abbiamo descritto è il NOSTRO sistema
terminologico!
Abbiamo quindi due domande, ognuna delle quali prevede come risposta un sì o 3) Sistema IROCHESE. È il simmetrico di quello eschimese: non si distingue tra
un no, in tutto quindi quattro possibilità logiche. Se indichiamo con “C” il principio padre e suo fratello, o tra madre e sua sorella (quindi i loro figli, i miei cugini
della collateralità, con “L” quello della linearità, con “+” la risposta affermativa e paralleli, saranno fatti uguali ai miei fratelli) ma si vuole tenere distinto il fratello di
con “–” quella negativa, le possibilità logiche sono: mia madre dal fratello di mio padre, e la sorella di mio padre da quella di mia madre,
1) –C, –L: chiamo i miei parenti senza distinguere tra linea diretta e collaterale, e per cui i cugini incrociati, che sono i loro figli, saranno distinti dai cugini paralleli.
senza distinguere tra lato paterno e materno. Terminologia HAWAIAIANA. 4) Sistema SUDANESE. Si distinguono sia il padre da suo fratello e la madre da sua
2) +C, –L: distinguo tra genitori e loro fratelli, ma non specifico se questi fratelli sorella, ma anche il fratello della madre da quello del padre, e la sorella del padre da
dei genitori lo sono dal lato paterno o materno. Terminologia ESCHIMESE. quella della madre. Non solo distinguo i miei fratelli dai miei cugini, ma anche tra
cugini incrociati e paralleli. Sebbene sia piuttosto raro, questo sistema terminologico

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è interessante perché era quello usato dai Latini (almeno secondo alcune versioni).
Pater, Mater, Patruus (fratello del padre), Amita (sorella del padre), Avunculus
(fratello della madre) Matertera (sorella della madre). Parallelamente, esistevano
quattro termini (sempre in alcune varianti e in alcuni periodi storici) per i cugini:
(frater) patruelis (figlio del fratello del padre), amitinus (figlio della sorella del
padre), consobrinus (figlio del fratello della madre) e (frater) matruelis (figlio della
sorella della madre).

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FIGURA 1. IL PARENTADO

III I II IV

Linea continua = parentado di I


Linea tratteggiata = parentado di II

FIGURA 2. I LIGNAGGI

In grigio = i membri di un matrilignaggio In grigio = i membri di un patrilignaggio

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FIGURA 3. LO SCAMBIO DIRETTO

MAMA MA = madre
PAPA PAM A MAPA PA = padre
FR = Fratello
SO = Sorella
FO = Figlio
FA = Figlia
MR = Marito
PA MAMO
FRMA MA MO = Moglie
SOPA PAMO
Esempi
FRMA = Fratello della Madre
FOSOPA = Figlio della Sorella del
Padre
MRSO MO
FRMO FASOPA
FOSOPA FAFRMA
SO FOFRMA
EGO

FIGURA 4. LE QUATTRO TERMINOLOGIE DI PARENTELA

H2 H1 H1 H2 H2 H1
E6 E5 E1 E2 E6 E5
I 5 I 1 I 1 I 2 I 2 I 6
S7 S5 S1 S2 S6 S8

H3 H4 H3 H4 H3 EGO H4 H3 H4 H3 H4
E7 E8 E7 E8 E3 E4 E7 E8 E7 E8
I 7 I 8 I 3 I 4 I 3 I 4 I 3 I 4 I 7 I 8
S9 S 10 S 11 S 12 S3 S4 S 13 S 14 S 15 S 16

H = terminologia hawaiana
E = terminologia eschimese
I = terminologia irochese
S = terminologia sudanese
A numero uguale corrisponde, per ogni sistema terminologico, un unico termine

Cugini paralleli

Cugini incrociati

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DAL PUNTO DI VISTA DEI NAZIONALISTI. L’ANTROPOLOGIA E LO STUDIO DEL NAZIONALISMO
Piero Vereni - Storia della Cultura Materiale Modulo B

Ci si scontra necessariamente con un doppio problema, cercando di fornire un Uniti) erano “apollinei”, i Pima (stessa regione) invece “dionisiaci”, i Kwakiutl (costa
quadro dell’antropologia delle appartenenze nazionali. Il primo dipende dal americana di nordovest) “megalomani” e i Dobu (melanesia) “paranoici”.
pregiudizio antropologico, mentre il secondo è un difetto comune dell’approccio Questo filone di ricerca antropologica giunge probabilmente al suo apice agli inizi
storico. Vedremo questi due problemi separatamente. degli anni Cinquanta, e Margaret Mead presentò lo stato dell’arte sui “caratteri
nazionali” in un articolo pubblicato in quegli anni (Mead 1953). Questi tentativi di
I “caratteri” nazionali studiare su un livello più ampio il modo in cui la cultura influenza gli individui non
affrontarono direttamente il nazionalismo, e possono invece essere considerati più
La ricerca antropologica classica, incentrata sul rapporto faccia a faccia con gli propriamente una conseguenza inevitabile dei presupposti sull’esistenza e la natura
informanti, entro società di dimensioni ristrette e basata sull’osservazione stessa delle nazioni. Tuttavia, questi studi e queste ricerche si rivelarono utili
partecipante, ha prodotto un evidente pregiudizio preferenziale per le piccole unità, nell’evidenziare un importante settore di ricerca: la descrizione “emica” (cioè il
che ha portato gli antropologi a ignorare sostanzialmente gli stati nazionali come tentativo di individuare i “significati nativi”) dei sistemi condivisi di comportamento e
oggetti di ricerca empirica, oppure a studiarli con la stressa strumentazione analitica di credenza condivisi dagli individui “contenuti” entro uno stato nazionale. Resta il
solitamente impiegata per gruppi di dimensioni ben più ridotte, lasciando quindi fatto che il problema principale di questo approccio era costituito dalla mancanza di
irrisolto il problema dell’unità e dell’omogeneità culturale delle differenti nazioni. qualunque tentativo serio di storicizzare i modelli che venivano via via evidenziati. Il
Dato che Tikopia è abitata dai tikopiani, la Francia dev’essere abitata per forza dai fatto che gli inglesi fossero distaccati, i balinesi timidi e i giapponesi orgogliosi
francesi, per così dire. Quest’ultima posizione risultò particolarmente evidente a apparteneva al dominio della cultura, non della storia. Dato che la cultura nazionale è
partire dagli anni Quaranta del Novecento. Influenzata dalla teoria psicoanalitica, la così, produce membri nazionali secondo il modello corrispondente.
scuola antropologica americana nota come “cultura e personalità” (che tendeva a far
collaborare antropologi, sociologi e psicologi) cercò di studiare quale fosse la Come oggi possiamo vedere con maggior chiarezza, questo pregiudizio che
personalità di base degli individui membri di stati nazionali complessi. G. Gorer spingeva a considerare le culture nazionali praticamente come archetipi immutabili
studiò la “cultura giapponese” (1943) e il “carattere inglese” (1955), Gregory Bateson aveva poco a che fare con le ragioni interne dell’antropologia, ed era invece la diretta
e Margart Mead (1945) lavorarono sul “carattere balinese”, e poco dopo Ruth conseguenza dell’inculturazione nazionale di quegli studiosi: a loro era stato
Benedict (1946), anche lei spinta dall’esigenza “patriottica” di studiare il nemico, insegnato che ogni nazione ha un carattere peculiare, e che quella specificità è la
lavorò sui “modelli di cultura giapponese”. risultante insieme di una storia che si perde nella notte dei tempi e della forza delle
Il caso di Ruth Benedict è esemplare di questo tipo di approccio che generalizza alle costrizioni culturali sincroniche. In altre parole, questi studi dei caratteri nazionali non
comunità nazionali incluse entro uno stato moderno il tipo di analisi applicato in affrontarono mai in modo chiaro la questione del complesso processo dinamico di
contesti etnografici di ben più ridotte dimensioni. Benedict era infatti divenuta famosa nation building, considerando invece l’appartenenza nazionale come un dato statico,
nel 1934 con un saggio sui Modelli di cultura, un libro che aveva l’esplicito intento di che andava descritto nelle sue caratteristiche strutturali.
dimostrare che le differenze tra le culture corrispondono alle differenze interne a ogni
singola cultura, nel senso che le pratiche e i sistemi di credenza interni a ogni cultura
differiscono da quelli delle altre in modo sistematico. La cultura, secondo Benedict, è Storia e nazioni
uno stampo che informa di sé tutti gli aspetti della vita sociale, delineando la Perché le cose siano andate in questo modo dipende dal secondo pregiudizio che
psicologia di base dei singoli individui e potendosi a sua volta configurare come dobbiamo affrontare studiando il nazionalismo, e cioè lo sguardo teleologico (cioè la
personalità vera e propria. Riprendendo alcune categorie della psichiatria e prospettiva ribaltata del rapporto causa-effetto) per cui le nazioni sono state
l’opposizione nietzschiana tra “apollineo” e “dionisiaco”, definì quindi una tipologia considerate per lungo tempo dagli storici come il punto di partenza di cui lo stato
generale delle culture, fornendo alcuni esempi specifici: gli Zuñi (Sudovest degli Stati nazionale costituirebbe lo stadio evolutivo finale. La storia, dall’inizio del XIX secolo

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alla metà del XX, è stata concepita come storia delle nazioni. Le loro origini vennero 7. La principale precondizione per la libertà e l’armonia globale è il rafforzamento
lasciate sostanzialmente indiscusse e tutti gli eventi storici vennero giudicati e dello stato nazionale
ricostruiti come il lento dipanarsi della nazione nel corso del tempo. In quanto entità
fisica e data per scontata, la nazione non aveva bisogno di una giustificazione della Per essere ancora più esplicito, Smith (1983, p. 23) conclude il capitolo
sua esistenza, e la sua storia doveva essere ricostruita in profondità solo come il riassumendo la questione in questi termini:
processo di evoluzione che l’avrebbe condotta al raggiungimento del suo obiettivo
“naturale”: lo Stato.
Fondamentalmente, il nazionalismo fonde tre ideali: autodeterminazione
Questa immagine della nazione come un’entità naturale “primordiale”, la cui storia
collettiva del popolo, espressione del carattere nazionale e dell’individualità
poteva essere spiegata secondo il modello della lotta per l’autodeterminazione entro
della nazione, e infine suddivisione verticale del mondo in nazioni uniche,
uno Stato, iniziò a essere messa in discussione nel corso degli anni Cinquanta del
ciascuna delle quali contribuisce con il suo speciale genio al bene comune
Novecento. Nel 1960 Elie Kedurie pubblicò un volume che prendeva espressamente
dell’umanità.
di mira questa versione “primordialista” del nazionalismo. La teoria centrale di questo
saggio è dichiarata dallo stesso autore all’inizio della sua riflessione:
Il punto essenziale è quindi costituito dalla distinzione tra una dottrina nazionalista,
Il nazionalismo è una dottrina inventata in Europa all’inizio del xix secolo.
che è generale e include tutti i casi, e le teorie nazionaliste sostenute dai differenti
Pretende di fornire un criterio per determinare l’unità di popolazione adatta a
movimenti nazionali.
godere di un governo esclusivamente suo proprio, per stabilire il legittimo
Keduire quindi contesta la natura primordiale delle nazioni studiando il
esercizio del potere entro lo stato, e per una corretta organizzazione di una
nazionalismo come processo storico che può essere valutato e descritto. Sviluppa il
comunità di stati. In breve, questa dottrina sostiene che l’umanità è
suo argomento analizzando l’evoluzione della filosofia europea, e in particolare la
naturalmente suddivisa in nazioni, che le nazioni sono riconoscibili per alcune
riflessione kantiana sull’individuo. Kedurie ritiene che sia il dualismo kantiano ad
caratteristiche che possono essere stabilite, e che l’unica forma legittima di
essere responsabile della nascita del nazionalismo moderno. La separazione effettuata
governo è l’autogoverno nazionale.
da Kant tra apparenza e realtà conduce, una volta applicata al campo della morale,
all’individualismo. L’imperativo categorico e la sua autodeterminazione sarebbero
Questa definizione può essere considerata adeguata ai nostri scopi, e la dunque al centro della dottrina nazionale (questo dipende dal fatto che per Kedourie il
considereremo come la dottrina del nazionalismo. Sulla base di questa dottrina, nazionalismo è una strana mescolanza tra determinismo linguistico e l’esercizio del
diversi discorsi nazionalisti hanno costruito le loro specifiche teorie, sottolineando ora libero arbitrio). Kant non fu di per sé un nazionalista, ma il suo pensiero venne
la lingua, ora la religione, ora il territorio come elemento cardine. In quanto tale, recuperato in modo originale da Fichte, che risolse entro la sua “interpretazione
tuttavia, la dottrina centrale del nazionalismo si basa su una serie di semplici soggettivista” i problemi sollevati dall’individualismo kantiano. Il mondo che noi
proposizioni (per questa sezione, mi baso essenzialmente sul lavoro di Smith [1983, conosciamo non è più per Fichte il prodotto dell’interazione tra realtà in sé e categorie
pp. 21ss], la cui analisi delle teorie del nazionalismo, per quanto di impostazione individuali (per quanto universali), ma è piuttosto il prodotto della coscienza
primariamente sociologica, è estremamente utile per inquadrare il problema nei suoi universale, o Ego. Questa coscienza collettiva assume la sua forma politica naturale
termini generali): entro le nazioni, questa volta definite dal punto di vista esterno secondo il principio
1. L’umanità è naturalmente divisa in nazioni linguistico.
2. Ogni nazione ha il suo carattere specifico Assieme a questa rivoluzione filosofica, Kedourie sottolinea i paralleli
3. La sorgente di qualunque potere politico è la nazione intesa come collettività sommovimenti della vita sociale che frantumarono antiche istituzioni collettive
totale (famiglia, vicinato, comunità religiose) e la marginalità degli intellettuali tedeschi che
4. Per essere liberi e autorealizzarsi, gli uomini devono identificarsi con una nazione li spingeva a un forte impegno politico. Secondo Kedurie, gli intellettuali tedeschi che
5. Le nazioni possono realizzarsi pienamente solo entro i loro stati svilupparono la teoria del nazionalismo non erano solo isolati in senso politico e
6. La fedeltà alla nazione sovrasta le altre fedeltà sociale, ma manifestavano molti segnali di una solitudine antropologica dovuta a una
profonda crisi di identità come soggetti.

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Per riassumere, per Kedourie furono sostanzialmente TRE gli ELEMENTI che adatto ai tempi moderni, sostituendo la religione, il senso della località, i legami
contribuirono alla nascita del moderno nazionalismo: a) UNA RIVOLUZIONE parentali.
FILOSOFICA, b) L’ ESCLUSIONE SOCIALE DEGLI INTELLETTUALI, c) LA ROTTURA DI Ovviamente, questa impostazione parte dal presupposto che via sia una qualche
ANTICHE ISTITUZIONI. Data la rilevanza accordata in questo modello ai casi di un possibilità di distinguere in modo perlomeno approssimativo tra società “tradizionali”
piccolo gruppo di individui (intellettuali e filosofi), la domanda che fin da ora ci (che non avrebbero bisogno del nazionalismo) e società “moderne”, per cui invece il
poniamo è la seguente: come fu possibile che le riflessioni di un minuscolo gruppo di nazionalismo diviene un ingrediente necessario della tenuta sociale. Non possiamo
pensatori marginali provocassero un simile sommovimento su scala planetaria? In dilungarci sulla storia e il senso di questa opposizione tra tradizione e modernità
altre parole, qual è il legame tra la ristretta intelligentsia che innescò il nazionalismo e (un’opposizione in buona parte costruita proprio dall’analisi degli scienziati sociali),
le masse senza la cui partecipazione attiva nell’azione politica non avrebbe molto né raccontare come i diversi studiosi hanno articolato la specificità del nazionalismo
senso, oggi, discutere una concezione politica alquanto bizzarra? Questa domanda ne entro il processo di modernizzazione. Ci limiteremo invece a riassumere la prospettiva
implica un’altra: possiamo prendere per certa la correlazione inversa che Kedourie del principale teorico del nazionalismo da questo punto di vista, Ernest Gellner,
pone tra il successo del nazionalismo e la capacità di resistenza delle istituzioni perché in essa troveremo praticamente condensati molti punti della teoria della
tradizionali (famiglia, religione)? È cioè sicuro che il nazionalismo “vinse” lì dove modernizzazione che cercheremo di valutare anche in senso critico.
queste istituzioni entrarono in crisi, oppure dovremmo verificare l’eventualità Gellner espose le linee fondamentali della sua teoria in un saggio del 1964, ma
dell’esistenza di una correlazione positiva tra nazionalismo e preesistente rielaborò estesamente questa posizione in un volume pubblicato nel 1983 e intitolato
conformazione della struttura sociale? Nazioni e nazionalismo. In questo libro il nazionalismo è “spiegato” nelle sue cause
Prima di provare a rispondere sottolineiamo quattro punti della riflessione di economiche e nelle sue conseguenze sociali partendo dalla premessa che si può
Kedourie che vale la pena di considerare per proseguire la nostra riflessione sul ruolo individuare un vero e proprio “fossato”, cioè una differenza radicale, tra le società
dell’antropologia nello studio del nazionalismo: agrarie e le moderne società industriali. Secondo Gellner, la differenza fondamentale è
1) Il nazionalismo è un fenomeno relativamente recente costituita dalla relativa “mobilità” dei membri di questi due tipi di società: le prime
2) Le nazioni non sono entità esistenti da sempre, ma sono invece il risultato di una infatti erano meno mobili e meno egualitarie, mentre le seconde hanno posto come
serie di mutamenti sociali divenuti preponderanti dalla fine del XVIII secolo caposaldo della loro ideologia la mobilità (geografica e/o sociale) dei singoli. La
3) Gli intellettuali hanno avuto un ruolo centrale nell’ascesa del nazionalismo ragione di questa differenza dipende dal modello economico di base, che per le
4) Il nazionalismo agisce più rapidamente e più in profondità dove le istituzioni società moderne è quello di tipo industriale orientato alla crescita costante della
tradizionali (come le comunità locali o la parentela) entrano in crisi. produzione.
Come è evidente, tutti i quattro punti collegano il nazionalismo con il più vasto Se la crescita economica è un obiettivo considerato necessario dalle società
fenomeno descritto generalmente come “modernità” o “modernizzazione”. Ci moderne, e può essere raggiunto solo con l’industrializzazione, ne consegue che
chiederemo quindi in che senso i due fenomeni sociali sono collegati e in che misura questo tipo di società dovranno essere (almeno in linea teorica) estremamente
una spiegazione del tipo “il nazionalismo è un aspetto integrante della flessibili dal punto di vista sociale: nuove fonti di crescita economica devono essere
modernizzazione” può considerarsi una teoria adeguata dal nostro punto di vista individuate e sfruttate nel più breve tempo possibile, nuova forza lavoro deve essere
(antropologico). disponibile in tempi brevi per essere riallocata nei contesti più favorevoli (se si scopre
un giacimento minerario in una regione periferica e poco abitata, bisogna che gli
operai si spostino da altre zone), e in generale la popolazione deve essere in grado di
Nazionalismo e modernità muoversi da un posto all’altro al fine di massimizzare la crescita. Nelle società
moderne non è necessario (e anzi spesso svantaggioso) che ognuno vada a fare lo
Indipendentemente dalla specificità della teoria proposta, tutti i tentativi di stesso lavoro dei genitori, e i singoli saranno invece aperti al mutamento e a nuove
giustificare il nazionalismo entro la modernità partono dalla convinzione che prospettive, completamente sconosciute alla generazione precedente. Gellner propone
l’ideologia nazionale costituirebbe il fattore mancante, andando a rimpiazzare una un’interessante metafora per esemplificare questo collegamento tra modernizzazione e
funzione di coesione sociale precedentemente adempiuta da altri fattori. Date le mobilità:
mutate condizioni sociali e produttive, il nazionalismo costituirebbe il cemento sociale

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Se la crescita cognitiva presuppone che nessun elemento sia indissolubilmente valori e simboli) necessarie al contesto economico e che producono proprio
legato a priori a qualunque altro, e che ogni cosa sia passibile di ripensamento, quell’unità di valori e di cultura che invece si pretende essere preesistente.
la crescita economica e produttiva pretende esattamente lo stesso tipo di Come è evidente, sono molte le critiche che si possono sollevare a questo
atteggiamento per le attività umane e quindi per i diversi ruoli che gli uomini approccio. Ci limiteremo a indicarne alcune (sulla falsariga di quanto avanzato da
possono occupare. I ruoli diventano cioè opzionali e strumentali. La vecchia Smith, 1983, nella sua introduzione):
stabilità della struttura sociale basata sui ruoli è semplicemente incompatibile 1) Questo impianto teorico presuppone una definizione rigida e precisa di
con la crescita e l’innovazione. Innovazione significa fare nuove cose, i cui “modernizzazione”, dato che spiega il nazionalismo proprio nei suoi termini. Oggi il
confini non possono essere gli stessi delle attività che vengono rimpiazzate. concetto di modernizzazione come insieme coeso e coerente di valori e pratiche
Senza dubbio la maggior parte delle società possono affrontare un economiche, sociali e tecnologiche è estremamente criticabile. Sappiamo cioè che la
riposizionamento occasionale del sistema lavorativo e delle strutture modernizzazione non può essere considerata un blocco uniforme, in cui la crescita
corporative, così come una squadra di calcio può sperimentare all’occasione industriale si accompagnerebbe necessariamente alla laicizzazione, alla democrazia,
diverse formazioni pur mantenendo una continuità di fondo. In questo senso, all’individualismo. Sono troppi i casi in cui la modernizzazione in senso tecnologico
un singolo mutamento non produce progresso. Ma cosa succede quando i non si è accompagnata alla secolarizzazione (Iran), né alla democrazia (Cina), né
mutamenti stessi diventano costanti e continui, quando la stessa condizione di all’individualismo in senso occidentale (India, Giappone). Semplicemente, oggi
mutamento occupazionale diventa in sostanza il tratto persistente di un ordine riconosciamo la natura ideologica del concetto stesso di “modernizzazione” e le
sociale? Se si trova una risposa a questa domanda, gran parte del problema del pregiudiziali evoluzioniste che hanno permesso la sua diffusione come strumento
nazionalismo trova una sua soluzione. analitico. Visto che non sappiamo più cosa sia la modernizzazione, una teoria che per
spiegare il nazionalismo si basa in modo così rigido su questo concetto è destinata a
Secondo Gellner, il nazionalismo è il miglior supporto ideologico alla
mostrare la sua debolezza.
modernizzazione, e un supporto praticamente necessario. Se l’obiettivo da conseguire
2) La storia di questi ultimi anni ha posto in evidenza un fatto ulteriore: non solo il
è la crescita economica, e questa è raggiungibile solo grazie alla mobilità sociale e
nazionalismo può svilupparsi indipendentemente dalla modernizzazione intesa come
geografica degli individui, quegli stessi individui devono essere in grado di adattarsi a
secolarizzazione e conseguimento individuale dello status sociale (non più “ascritto”
condizioni di produzione in costante mutamento. Per poter essere in grado di gestire
cioè imposto dall’esterno), ma può addirittura assumere forme specifiche in
questa mutevolezza di condizioni e di contesti produttivi, i soggetti devono
opposizione a quei valori “laici”. Il recente emergere dei fondamentalismi religiosi
necessariamente condividere un corpus comune di conoscenze e di valori. Il
(cristiano, islamico, indù) dimostra che si può sviluppare un forte senso di
nazionalismo, facendo credere alle persone di avere in comune dei valori e una
appartenenza collettiva (spesso marcato in chiave esplicitamente nazionale) proprio
cultura, in pratica le dota di quegli elementi culturali, rendendo così possibile la
opponendosi a quella vaga nebulosa che chiamiamo modernizzazione. In questo caso
creazione del cittadino moderno, flessibile e uniformato, che costituisce lo strumento
un senso di appartenenza collettiva e simbolica sembra avere l’effetto opposto di
fondamentale del processo di modernizzazione.
quello ipotizzato da Gellner, rilanciando forme di produzione materiale e sociale
Se cioè lo stato moderno ha bisogno di operai pronti a spostarsi su tutto il territorio
“premoderne” anche se la comunità cui si fa riferimento corrisponde ai criteri di
nazionale, di burocrati impegnati nella razionalizzazione della produzione, di tecnici
omogeneità e uniformità “tipici” della nazione moderna.
in grado di proporre soluzioni produttive omogenee e quindi vantaggiose
3) Una critica più generale del modello di Gellner riguarda invece la natura della
economicamente, sarà necessario che quegli operai, quei burocrati e quei tecnici
sua applicabilità. La teoria proposta ha infatti l’innegabile pretesa di porsi come
condividano, ad esempio, un’unica lingua. In questo modo, un manuale di istruzioni
“generale”, e quindi valida universalmente. La critica in questo caso è cioè del tipo
per una nuova pala meccanica potrà essere letto dagli operai ovunque si trovino. Un
opposto a quelle presentate ai punti 1 e 2: lì dicevamo che la teoria si trova a dover
medesimo ciclo produttivo potrà essere riprodotto in differenti contesti, e quindi sarà
escludere diversi casi specifici, mentre qui la critica è rivolta al fatto che i casi inclusi
necessario che i diversi addetti condividano una serie di informazioni di base che
(che cioè possono essere “spiegati” secondo la teoria) sono spesso così diversi tra loro
rendano apprendibile quel ciclo produttivo ovunque lo si voglia realizzare. In pratica,
che una loro uniformazione non sembra particolarmente vantaggiosa se il nostro
dice Gellner, il nazionalismo dice ai singoli che fanno parte di una solida comunità di
obiettivo è conoscere le cause del nazionalismo nei diversi contesti culturali. È chiaro
valori e di cultura, ma in questo modo rende le persone disponibili ad accettare
ad esempio che il nazionalismo inglese e quello italiano si svilupparono in contesti
moltissime novità (imparare a leggere e scrivere, imparare a riconoscere un insieme di

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sociali ed economici profondamente diversi durante il corso del XIX secolo, e spiegarli omogeneità e continuità storica (una lingua, una storia riconoscibile, una religione, un
entrambi con lo stesso set di strumenti non ci consente di individuare quel che ognuno insieme identificabile di pratiche sociali, di valori e di credenze) indipendentemente
di essi ha di specifico. Detto altrimenti, la teoria in questo senso “spiega troppo”, dalle differenziazioni di classe, è un fenomeno recente, anche se le élite culturali e
perché assomma in un unico canestro esplicativo fenomeni storici profondamente politiche di alcuni gruppi culturali possono, in passato, aver intuito questa eventualità.
diversi. La ragione di questa impostazione modernista dall’approccio che propongo è di tipo
4) Un’ultima critica, sulla quale però non ci soffermeremo, è invece di tipo analitico: credo infatti che se non si isola il fenomeno dell’appartenenza nazionale che
strettamente storico. Una certa corrente di pensiero degli studi sul nazionalismo critica si è sviluppata dopo la Rivoluzione Francese dal generale processo storico
il modernismo della teoria di Gellner (e di molti altri approcci che pure non si rifanno dell’appartenenza non riusciamo a capire il senso e la funzione delle identità attuali.
direttamente a Gellner) proprio contestandone l’assunto storico di fondo, e cioè l’idea Per riassumere: gli uomini hanno sempre voluto e dovuto appartenere a un gruppo
che le nazioni sarebbero un prodotto comunque moderno con una storia non più identificabile almeno in termini soggettivi (“io” so qual è il mio gruppo) e a volte
profonda di duecento anni (quattrocento, secondo alcune varianti dell’approccio questo gruppo poteva essere ben più esteso del gruppo effettivamente conosciuto
modernista alla nazione, che fanno risalire l’origine della nazione moderna allo stato direttamente da ogni singolo (si pensi all’appartenenza religiosa o all’inclusione in un
assolutista europeo che si afferma come modello politico nel corso del XVII secolo). impero, come nel caso della cittadinanza “romana”), ma il nazionalismo moderno
Secondo questa corrente di critica del modernismo (critica che ha il suo esponente estende e rende stabile questo modello di appartenenza a una “comunità immaginata”
principale proprio in Anthony Smith) le nazioni hanno una storia che non si può proprio perché si sviluppa come teoria filosofica e come dottrina politica a partire da
ridurre agli ultimi secoli, e sono invece l’espressione di antiche origini, con una storia un’epoca in cui si rendono disponibili soluzioni tecnologiche che consentono la
plurisecolare se non millenaria. Non intendo soffermarmi su questo approccio diffusione di massa. Per elaborare una teoria del nazionalismo più raffinata di quella
(cosiddetto primordialista, proprio perché insiste sull’antichità di molte delle nazioni proposta da Gellner dobbiamo dunque concentrarci sulle condizioni sociali,
moderne e sulle cosiddette “origine etniche” delle nazioni moderne) semplicemente tecnologiche e culturali che hanno reso possibile la diffusione su larghi strati della
perché credo che sia frutto di un equivoco terminologico: primordialisti (come Smith) popolazione dell’idea di appartenere a un gruppo vasto e sostanzialmente omogeneo.
e modernisti (come Gellner) in realtà non parlano della stessa entità sociologica anche Per fare questo riassumeremo in breve la proposta interpretativa di Benedict
se entrambi possono far uso del termine “nazione”. Mentre i primi si riferiscono a Anderson.
gruppi solitamente di dimensioni ristrette, oppure alle concezioni di un’élite di ridotte
dimensioni entro masse di popolazione più vasta, la concezione modernista intende Immaginare la nazione
per nazioni gruppi caratterizzati non solo dalla condivisione di tratti culturali (lingua,
religione, pratiche matrimoniali, eccetera) ma anche dalla consapevolezza di Benedict Anderson è un esperto di relazioni internazionali che ha studiato a lungo il
appartenere a un gruppo nazionale specifico e identificabile con una lunga storia sud-est asiatico e che, alla fine degli anni Settanta, si è trovato a fare i conti con il
sostanzialmente ininterrotta. Per fare un esempio, se pure sappiamo con certezza che problema di spiegare, dalla prospettiva marxista entro cui si era formato, il problema
alcuni degli ultimi imperatori bizantini avevano recuperato un legame di continuità delle guerre che hanno insanguinato Vietnam, Cambogia e Cina proprio tra il 1978 e il
con l’antica Grecia e quindi potevano già essere considerati “greci” in senso moderno, 1979. Queste guerre, infatti, coinvolgevano stati dichiaratamente marxisti ma non
questo tipo di identità inteso come continuità storica del popolo greco impiegò diversi potevano essere spiegate se non in termini di nazionalismi rivali. Come fa notare
secoli per diffondersi lungo gli strati sociali e per divenire patrimonio comune dei Anderson (1991, p. 23), la tradizione marxista non ha offerto strumenti
cittadini della Grecia moderna. Fino a tempi relativamente recenti, i greci hanno sostanzialmente validi per indagare e comprendere il nazionalismo e – più che
continuato a pensare a se stessi come romii, cioè “romani” in senso di cristiani, elaborare teorie “erronee” del nazionalismo – si è in sostanza limitato a scansare il
opposti sincronicamente ai musulmani “turchi” con i quali hanno a lungo convissuto e problema: “Sarebbe più giusto affermare che il nazionalismo è stato una scomoda
diacronicamente ai “pagani” ellines dell’antichità. In questo senso, l’identità nazionale anomalia per la teoria marxista e, proprio per tale motivo, è stato eluso più che
della Grecia moderna è un fenomeno recente e sostanzialmente differente da affrontato”. Nel tentativo quindi di riflettere seriamente sulle origini del sentimento
precedenti forme di identità, legate a un’ecumene religiosa, il cristianesimo ortodosso, nazionale, Anderson pubblicò nel 1983 (lo stesso anno di Nazioni e nazionalismo di
che però includeva diverse tradizioni culturali, non solo greche. Detto altrimenti, la Gellner) un libro intitolato Comunità immaginate, che ebbe molta fortuna e fu
nazione intesa come termine che raggruppa una serie di tratti caratterizzati da

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ripubblicato in una nuova versione accresciuta nel 1991, versione poi tradotta in e di tempo: il concetto di nazione, secondo Anderson, fu il sedimento che consentì di
italiano. Vediamo le linee essenziali di questo importante contributo2. realizzare in modo efficace questa esigenza a un tempo politica, sociale ed
La risposta di Anderson alla domanda “Che cos’è il nazionalismo” è allo stesso esistenziale.
tempo semplice e carica di implicazioni teoriche. Ecco la sua sintetica definizione di Ma questa triplice esigenza assunse la forma caratteristica che oggi chiamiamo
nazione: “Si tratta di una comunità politica immaginata, e immaginata come nazionalismo a causa dell’interazione tra tre fattori:
intrinsecamente insieme limitata e sovrana. È immaginata in quanto gli abitanti della 1) La crescente rilevanza e predominanza di un particolare modo di produzione e di
più piccola nazione non conosceranno mai la maggior parte dei loro compatrioti, né li relazione sociale, e cioè il capitalismo.
incontreranno, né ne sentiranno mai parlare, eppure nella mente di ognuno vive 2) L’invenzione della tecnologia della comunicazione con la messa a punto della
l’immagine del loro essere comunità (…) La nazione è immaginata come «limitata» in stampa a caratteri mobili.
quanto persino la più grande, anche con un miliardo di abitanti, ha comunque confini 3) La diversità linguistica del genere umano.
finiti anche se elastici, oltre i quali esistono altre nazioni. Nessuna nazione si Come conseguenza del declino del latino come strumento “universale” di
immagina confinante con l’umanità (…) La nazione è immaginata come «sovrana» in comunicazione tra membri appartenenti a diverse tradizioni linguistiche locali, i
quanto il concetto è nato quando illuminismo e rivoluzione stavano distruggendo la tipografi e gli stampatori legati al nascente mercato editoriali iniziarono, verso la fine
legittimità del regno dinastico, gerarchico e di diritto divino (…) Infine è immaginata del XVII secolo, a pubblicare estesamente nei vernacoli locali. Con l’intento di avere
come una comunità in quanto, malgrado ineguaglianze e sfruttamenti di fatto che un mercato potenziale di lettori quanto più vasto possibile, gli editori spinsero a
possono predominarvi, la nazione viene sempre concepita in termini di profondo, uniformare la forma scritta secondo alcune varianti “di prestigio” o particolarmente
orizzontale cameratismo” (pp. 25-26). diffuse, che presentavano il vantaggio di poter essere lette anche da chi poi, nel
Termini come “nazione”, “nazionalità” e “nazionalismo”, afferma Anderson, non parlato quotidiano, tendeva ad usare altre varianti dialettali o vernacolari. In questo
dovrebbero essere considerarti solo l’espressione più ideologica di una pratica senso, gli editori spinsero all’uniformazione linguistica entro aree sufficientemente
comunque politica, essendo categorie antropologiche più simili a quelle di “parentela” vaste da garantire un pubblico adeguato per i libri messi in commercio. A loro volta, i
e “religione”, cioè complessi sistemi di credenze che possono dare un’impronta libri fatti circolare diffondevano scelte lessicali e stilistiche che venivano riprodotte a
sostanziale alle azioni della vita quotidiana. livello locale, spingendo quindi le diverse varianti di una stessa parlata a uniformarsi
L’ascesa del nazionalismo è stata possibile grazie ad alcune trasformazioni sociali: in quelle che stavano diventando le lingue “nazionali”. Questa diffusione dei
1) Il declino della comunità religiosa intesa come comunità “inclusiva” per vernacoli offrì un supporto perfetto per immaginare diverse comunità di eguali entro
definizione (il protestantesimo come frantumazione dell’ecumene cristiana). le diverse nazioni.
2) Il lento decadimento dei regimi dinastici (le rivoluzioni come esplicita sfida alla Lo stile dei nazionalismi europei si basò essenzialmente sulle lingue stampate, tanto
dimensione sacrale del potere). che Anderson conia l’espressione “capitalismo a stampa” (print-capitalism) per
3) La trasformazione della percezione del tempo, con l’emergere e l’affermarsi evidenziare la rilevanza di questo mezzo di comunicazione nel comprendere la
dell’idea di “simultaneità”. Il tempo astratto segnato dagli orologi permise formazione di una borghesia nazionalista in Europa. Mentre prima del capitalismo a
all’emergente borghesia di pensare ai propri membri come attivi in diverse stampa le solidarietà sociali fondamentali erano la conseguenza di relazioni dirette di
occupazioni “nello stesso tempo”: gli individui, agendo e reagendo entro un tempo parentela o di rapporti clientelari, la borghesia fu la prima classe sociale a sviluppare
concepito ora come vuoto e lineare, iniziarono a potersi pensare gli uni gli altri. Il una forma di solidarietà intrinsecamente immaginata, attraverso il sostegno del
romanzo moderno e l’idea stessa di giornale derivano da e insieme costituiscono capitalismo a stampa: leggendo dei loro sodali di classe nei romanzi e nei giornali,
questa nuova concezione della simultaneità temporale: i personaggi si muovono e gli potendoli concepire come sincronicamente collegati anche se lontani dal punto di
eventi accadono in differenti contesti e allo stesso tempo, garantendo quindi il vista spaziale, i mercanti, gli imprenditori e i burocrati poterono sviluppare un senso
fondamento ideale della comunità immaginata. Questi tre profondi mutamenti di appartenenza a un gruppo di persone che, per la maggior parte, non avrebbero mai
spinsero alla ricerca di nuovi modi per collegare tra loro le idee di fraternità, di potere conosciuto.
Il modello di Anderson è importante non solo perché aggiunge al determinismo
economicista di Gellner ulteriori elementi di natura sociale, ma anche perché riesce a
2
Nell’analisi della struttura di Comunità immaginate farò ampio uso di una recensione dar conto della dimensione sacra dell’appartenenza: per la nazione alcuni sono pronti
inedita di Vincenzo Bitti, che riesce a cogliere appieno il nucleo della teoria di Anderson.

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a morire, il che significa che la nazione si fa carico di una dimensione simbolica che Nel bellissimo film di Juris Podnieks, Homeland [Patria] si vede un uomo con
non può essere facilmente trascurata (come sembra fare Gellner, e come di certo un braccio solo che torna, dopo 47 anni di esilio americano, in una buia casa
fanno altri autori, tra cui Hobsbawm, che non tratteremo per ragioni di spazio) come semidistrutta, in mezzo a un campo ricoperto di erbacce. L’uomo si siede
un semplice trucco per nascondere i “veri” interessi del nazionalismo (e ciò le dentro la casa, travolto dai ricordi, e guarda verso il cielo attraverso il tetto
determinazioni di ordine economico dettate dal processo di modernizzazione). Da sfondato. “Sento ancora la luce”, dice. Nonostante tutto, la sua Lituania esiste
questo punto di vista, quindi, la prospettiva di Anderson arricchisce il nostro quadro ancora, ed è ancora in grado di cantare come ricorda sentiva da bambino: un
teorico: sapendo che il nazionalismo è anche un sentimento, ci consente di indagare coro in mezzo alla foresta baltica, una specie di paradiso. Finalmente è
sulle origini e sulla prima diffusione di quel sentimento tra l’emergente borghesia possibile tornare a casa, a casa in una comunità immaginata ma dotata di
legata al primo capitalismo. fondamenta reali, riemerse dopo il crollo di un impero. Solo pochi anni, prima
Ma anche Anderson non sembra in grado di rispondere alla nostra domanda quell’uomo sarebbe stato costretto (come molti altri) a chiedere che le sue
centrale: com’è avvenuto il contatto tra nazionalismo e masse? Come e in che misura ceneri venissero disperse assieme a mazzi di fiori da qualche parte nel mare,
questo sentimento di appartenenza a una comunità più vasta di quella che mai fuori dal limite delle acque territoriali: questo era il massimo di prossimità alla
riusciremo direttamente a conoscere si è diffuso agli strati subalterni? Se, come casa in rovina concesso loro a quel tempo. Per loro si organizzavano speciali
abbiamo visto, la cultura “popolare” come espressione delle classi subalterne si crociere sul mar Baltico. Derisi su entrambi i fronti della grande barriera
distingue dalla cultura delle classi egemoni (tra cui la borghesia, entro cui il imperiale come nostalgici reazionari, questi uomini si accalcavano per volgere
nazionalismo è sorto), in che modo un elemento “culto” come l’ideologia del lo sguardo, oltre i parapetti, all’unica cosa che mai avrebbero potuto vedere dei
nazionalismo è stato recepito e articolato entro le strutture della cultura popolare? È loro paesi: una linea nera e compatta all’orizzonte.
mia convinzione che per provare a rispondere a queste domande dobbiamo muoverci
Come “scienziati sociali”, possiamo certo deridere con altrettanto distacco simili
in due direzioni: da un lato abbiamo bisogno di vedere come funziona il nazionalismo
sentimenti espressi in altre parti del mondo, ma resto convinto del fatto che non si
una volta sottratto al monopolio borghese, nel contesto cioè di quadri sociali meno
possa capire il nazionalismo (e, più in generale, qualunque altra forma di
elitari: abbiamo, per così dire, bisogno di “un’etnografia del nazionalismo”, di capire
appartenenza collettiva) se con cerchiamo di fare i conti con quelle persone che
cioè le sue dinamiche sociali effettive in determinati contesti. Dall’altro credo sia
guardano quella linea nera e compatta che tanto bramano. Con tutte le teorie, i modelli
importante, al di là delle diverse stratificazioni sociali, provare a lavorare per una
e le spiegazioni di cui disponiamo, nessuno è ancora stato in grado di descrivere con
“biografia del nazionalismo”, verificando cioè con singoli casi individuali il percorso
una dose sufficiente di realismo il sentimento che muove quelle persone. Il problema,
che rende plausibile l’adesione forte a un progetto nazionale. L’obiettivo che mi sono
ovviamente, consiste nel fatto che – se vogliamo essere considerati scientifici – ci
posto nelle due prossime sezioni del modulo è esattamente questo: nella prossima
sentiamo in obbligo di non impelagarci in questioni del genere. Il più delle volte la
sezione (con lo studio di Intimità culturale di Herzfeld e di diversi casi di studio)
sociologia, le scienze politiche e l’antropologia si contentano di respingere qualunque
cercheremo di vedere un po’ più da vicino le dinamiche di diffusione dell’idea
tentativo di affrontare la questione sostenendo la sua sostanziale irrilevanza. Ma se la
nazionale, e credo avremo modo di scoprire diverse cose interessanti; nella terza parte
scienza non è solo un “metodo” per quantificare e trasformare qualunque cosa in
del modulo (dedicata alla lettura analitica del mio Vite di confine) vedremo invece che
modelli, regole, e rigidi schemi comparabili, ma rimane piuttosto la passione per la
senso abbia studiare “a distanza ravvicinata” alcuni individui la cui appartenenza
conoscenza, cosa ci può essere di più scientifico che provare a comprendere quei
nazionale costituisce un elemento fondamentale della loro identità. Nell’insieme
profondi sentimenti spesso sollecitati dall’identità etnica o nazionale? Se questa non
(etnografia del nazionalismo e biografia dei nazionalisti) considero questo progetto lo
fosse considerata una ragione sufficiente, bisogna considerare anche le
specifico teorico dell’antropologia nella riflessione sulle appartenenze collettive, ma
manchevolezze delle attuali teorie sul nazionalismo. Questo complesso fenomeno
voglio chiudere provando ad articolare un po’ più precisamente la mia posizione.
sociale, politico e culturale è stato sviscerato per quanto riguarda le ragioni del suo
primo apparire entro un ristretto gruppo di intellettuali che – non sappiamo neppure
Antropologia e nazionalismo approssimativamente come – avrebbe diffuso le sue convinzioni tra le masse. Secondo
Uno dei passaggi più emozionanti del bel libro di Tom Nairn, Faces of Nationalism una versione più critica (quella che Hobsbawm presenta nel suo libro del 1990, di cui
(1997, pp. 158-159) recita: non ci siamo occupati in dettaglio per ragioni di tempo) il nazionalismo in effetti non
è mai esistito, se non per una microscopica minoranza di fanatici, fino a quando i

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moderni stati non avrebbero inventato la sua esistenza e presenza per giustificare le Come già indicato, anche in questo caso un parallelo tra nazionalismo e religione
loro pratiche di sfruttamento e oppressione, e per nascondere, ovviamente i “veri” può rivelarsi illuminante. Nessuno discuterebbe seriamente (o “scientificamente”) una
conflitti sociali, sobillando le menti e i cuori dei (comunque pochi) che finirono per qualunque religione o un sentimento religioso sulla base della loro “veridicità”, e
credere a questa favola. Ma anche in questo caso, nessuno sembra seriamente pochi si contenterebbero di giungere alla conclusione che le religioni, il più delle
interessato a spiegare come questo complotto si sia potuto avverare, mentre ci si volte, non dicono “la verità” rispetto al passato. Abbiamo imparato a non imporre le
accontenta di insistere che le convinzioni comunque istillate nella testa della gente nostre categorie quando cerchiamo di comprendere un modo di pensare diverso dal
comune non sono altro che menzogne e invenzioni. Il che potrebbe anche andare nostro, e sembra esserci un sostanziale accordo sul fatto che ogni tentativo di spiegare
bene, nella misura in cui questo approccio ci consente di denaturalizzare le nazioni e il le religioni dovrebbe essere allo stesso tempo estremamente prudente e improntato
sentimento nazionale, ma il punto in questione è proprio questo. Difatti, una volta alla specificità individuante, oltre che rispettoso di un sistema di valori e credenze il
stabilita la natura “costruita” delle nazioni e dell’appartenenza nazionale come più delle volte praticamente impossibile da afferrare nella sua interezza. Soprattutto,
invenzione relativamente recente, se possibile la domanda si pone con forza ancora nessuno verrebbe preso seriamente se avanzasse come ipotesi esplicativa per il
maggiore: allora perché così tante persone nel mondo sono attratte da un’idea così diffondersi di una specifica religione il fatto che essa fu in effetti l’invenzione di una
chiaramente fasulla? Cosa trovano nel nazionalismo di così affascinante da lasciare ristretta cerchia di adepti, che convinse il popolo ignorante ad adottarla nonostante la
che le loro vite ne vengano influenzate così profondamente come gli eventi degli sua evidente fallacia. Sappiamo benissimo che le religioni sono “invenzioni”, ma
ultimi quindici anni sembrano dimostrare? A questo punto della mia riflessione, non sappiamo anche meglio che questa “verità” non ha nulla a che fare con le ragioni per
mi sembra possibile prestare ancora attenzione all’argomento, apparentemente cui quell’invenzione è stata fatta e – aspetto centrale della mia argomentazione – per
raffinato, avanzato da Hobsbawm, che cioè il nazionalismo, in verità, non costituisce cui la gente ha iniziato a crederci.
una questione rilevante, dato che l’economia o la coscienza di classe hanno avuto un Dopo una fase (salutare e necessaria) di scetticismo militante, credo sia giunto il
ruolo ben maggiore nel determinare il mutamento politico degli ultimi duecento anni. momento di insistere perché trovi più spazio un nuovo approccio al nazionalismo.
Quella di Hobsbawm non è infatti un’ipotesi di lavoro che egli si premuri di Abbiamo imparato che le nazioni non sono eterne, abbiamo indagato a fondo e
dimostrare, ma piuttosto una tesi attorno alla quale tenta di costruire la sua giustamente sulle precondizioni e cause sociali ed economiche del moderno
argomentazione a favore di un’interpretazione economicista della realtà politica. nazionalismo. A questo punto possiamo volgerci a studiare (senza rinunciare al nostro
Specularmente, non mi sembra necessario concedere troppo alla posizione ruolo di praticanti delle scienze sociali) quello che il nazionalismo significa per quelle
primordialista espressa da Smith (1986), secondo cui quello che ho chiamato il persone che, finora, troppo spesso ci siamo limitati a considerare i destinatari finali di
“sentimento” nazionale non dipende dal moderno stato nazionale, ed è invece radicato una dottrina elaborata altrove. L’antropologia, con la sua attenzione per i “piccoli
profondamente nell’origine etnica delle nazioni. Anche se credo che la prospettiva di casi”, con la sua predilezione per l’interazione faccia a faccia con le persone di cui
Smith contenga elementi che necessitano di un approfondimento (non sappiamo in cerca di cogliere le reti di significato, con la sua vocazione comparativa di ridotte
effetti molto sulle forme di appartenenza collettiva prima dello stato nazionale dimensioni, può fornire una metodologia adeguata a questo progetto. I risultati di un
moderno, a parte i soliti riferimenti alle solidarietà “meccaniche” della famiglia e serio approccio antropologico al nazionalismo sono già evidenti. Come studieremo in
della comunità locale) non ritengo necessario (come invece sembra fare Smith) dettaglio, Michael Herzfeld, nel suo Intimità culturale (1997), descrive uno specifico
risalire all’antica Mesopotamia per gettare luce sull’odierno nazionalismo lituano. stile di immaginazione nazionale, quello greco, e ci mostra come – una volta indagata
Anche se è evidente che il sentimento nazionale è ben più profondo di qualunque a livello locale – l’alquanto astratta ideologia dello stato nazionale può essere
semplificazione gellneriana, non vi è motivo per cui quella profondità debba manipolata intenzionalmente in forme irriverenti o addirittura sovversive. Questa
necessariamente essere di tipo storico. Per qualunque nazione con un evidente manipolazione locale, ci avverte però Herzfeld, può alla fine costituire il senso “vero”
radicamento etnico (cioè con una storia lunga e ricostruibile) è sempre possibile dell’appartenenza nazionale da parte di chi la vive, per cui la sfida alla retorica
individuarne un’altra con una storia ben più superficiale e “costruita”, e se usassimo il officiale (“noi cretesi rubiamo le pecore” e – potremmo aggiungere – “noi italiani ci
criterio dell’effettiva profondità storica per misurare la legittimità o la genuinità delle vantiamo di fare i furbi con la burocrazia statale”) diventa il cemento che crea quel
diverse nazioni rischieremmo di trovarci di fronte a sorprese e a scelte complicate (i senso di solidarietà e di fratellanza tipico del nazionalismo. Anticipando quindi quello
birmani più legittimati degli americani, per esempio) che non chiarirebbero che avremo modo di studiare in dettaglio, possiamo dire che molte volte la negazione
assolutamente i termini del problema odierno. ironica del modello nazionale costituisce di fatto il miglior legame nazionale

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possibile, per cui, nel caso dell’Italia, possiamo dire che il collante nazionale è proprio Gellner, E. 1964. “Nationalism”, in id. Thought and Change, London, Weidenfeld and
costituito dal comune senso di distacco emotivo che molti di noi manifestano verso la Nicolson.
retorica del nazionalismo: se infatti “molti di noi” hanno un sentimento comune, ecco
che quel “molti di noi” si può leggere come una “comunità immaginata” che Gellner, E. 1983. Nations and Nationalism, Oxford, Basil Blackwell; trad. it. 1986,
condivide un valore profondo, e cioè la distanza emotiva dallo stato cui appartiene, e Nazioni e nazionalismi, Roma, Editori Riuniti.
che riesce a immaginare gli altri membri che, in perfetta sincronia, pensano e agiscono Gorer, G. 1943. “Themes in Japanese Culture”, Transactions of the New York
allo stesso modo. Academy of Sciences, 2nd series, 5: 106-124.
Anticipo questo punto della riflessione di Herzfeld solo per dimostrare come,
andando a vedere le cose un po’ più da vicino con la modesta metodologia della Gorer, G. 1955. Exploring English Character, London, Cresset.
ricerca etnografica, il nazionalismo possa riservare diverse sorprese e nuovi spunti di
Greenfeld, L. 1992. Nationalism: Five Roads to Modernity, Cambridge, Mass.,
riflessione per capire quali sono le condizioni che ci fanno spesso usare la prima
Harvard University Press.
persona plurale. Nel quadro dell’Europa, del contesto in movimento dell’Unione
Europea, dei mutati rapporti di forze tra stati nazionali e dell’emergere di condizioni Herzfeld, M. 1997. Cultural Intimacy. Social Poetics in the Nation-State, New York-
sociali e produttive nuove, avere le idee un po’ più chiare sul senso dell’appartenenza London, Routledge; trad. it. 2003, Intimità culturale. Antropologia e
non potrà che farci del bene o almeno contribuirà – spero – a impedire che “noi” nazionalismo, Napoli, l’ancora del mediterraneo.
facciamo del male agli “altri”.
Hobsbawm, E.J. 19902. Nations and Nationalism Since 1780. Programme, Myth,
Reality, Cambridge, Cambridge University Press; trad. it. 1990, Nazioni e
nazionalismi dal 1780. Programma, mito, realtà, Torino, Einaudi.
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QUESTIONI DI GUSTO
IDENTITÀ E PREFERENZE ESTETICHE NELL’EPOCA DEI MASS MEDIA
Introduzione e scopo di questa sezione non esiste un unico criterio estetico. Ma più importante di questo è il secondo
punto, che riguarda le motivazioni delle differenze di giudizio.
In queste due lezioni cercheremo di mettere a fuoco un problema scottante, dato 2. Il sistema estetico è un grande operatore di differenza sociale, contribuendo in
che riguarda ognuno di noi. Non si tratta quindi di studiare una cosa esterna alla modo sostanziale a creare differenze di classe attraverso le diverse preferenze di
nostra vita, ma i meccanismi di funzionamento di molte delle nostre pratiche e dei gusto. In altri termini, quello che “ci piace” e “non ci piace” dipende in buona
nostri giudizi. Come sempre in questi casi, dovremo fare i conti con le naturali parte dalla collocazione sociale in cui ci posizioniamo, e non soltanto dalle nostre
resistenze che derivano dalla sensazione di sentirsi “oggettivati” da un’analisi, e scelte individuali, per quanto la cosa possa darci fastidio e possa minare la nostra
prestare particolarmente attenzione ai meccanismi che noi mettiamo in atto quando convinzione di avere completa libertà di scelta nel determinare quel che è bello e
giudichiamo. quel che è brutto.
L’obiettivo di questo incontro è studiare da vicino il gusto, inteso come Questo secondo punto, noto a grandi linee da molto tempo agli studiosi del
quell’insieme di giudizi e di pratiche sociali che ci consentono di distinguere il rapporto tra estetica e cultura, è stato indagato con scrupolo e profondità di analisi
bello dal brutto. Normalmente, ognuno di noi è in grado di giudicare se un film, un mai raggiunte prima da un grande studioso francese, Pierre Bourdieu, che ha
pezzo musicale, un vestito, un mobile, un romanzo, un quadro, una piece teatrale, condotto nel corso degli anni Sessanta una complessa analisi sociologica i cui
un programma televisivo o un manufatto sono belli o brutti. Con maggiore o risultati e le cui interpretazioni sono state presentate in un volume uscito per la
minore consapevolezza, tutti noi cioè giudichiamo il mondo che ci circonda prima volta nel 1979, esplicitamente intitolato La distinzione. Critica sociale del
secondo categorie estetiche. Ovviamente, applichiamo anche altre categorie di gusto. Già dal titolo l’autore ha posto in rilievo il rapporto fondamentale tra il
giudizio alla realtà. Con l’opposizione vero/falso tendiamo a distinguere la gusto estetico e l’esigenza di differenziarsi: ci piace ciò che ci de-finisce, che
conoscenza (scientifica) dalla credenza o dall’ignoranza; con quella bene/male delimita i limiti della nostra condizione sociale.
diamo forma al nostro universo etico e morale. Questi universi (estetico, cognitivo Per realizzare la sua ricerca, Bourdieu e i suoi collaboratori hanno raccolto – una
e etico) sono sostanzialmente indipendenti, tanto che possiamo apprezzare il prima volta nel 1963 e una seconda nel 1967-68 – oltre 1200 questionari
valore estetico o morale di un romanzo anche se sappiamo benissimo che è “falso” intervistando cittadini francesi residenti su tutto il territorio nazionale. Il
quanto a contenuti, oppure possiamo apprezzare il valore di verità di una questionario raccoglieva i dati sociologici dell’intervistato (sesso, età, situazione
fotografia o di un teorema anche se non ci appaiono particolarmente “belli” (e familiare, numero di figli, residenza, titolo di studio, professione, titolo di studio
possono anzi essere alquanto “brutti” per la scabrosità del soggetto o se la loro del padre e del nonno, reddito annuo, oggetti posseduti come giradischi,
comprensione risulta difficile). Tutti questi universi di riferimento e di giudizio, registratore, macchina fotografica, televisore eccetera) e proseguiva ponendo una
tuttavia, sono da un lato il prodotto della cultura in cui viviamo, e dall’altro serie di domande su diversi aspetti legati alle scelte estetiche. In particolare, i temi
tentano di mascherare la loro origine storica assumendo le sembianze della indagati erano i seguenti:
necessità. Ciò che è buono viene riconosciuto come “naturalmente buono”, ciò che Mobilio domestico (provenienza, stile, preferenze)
è vero come “naturalmente vero” e ciò che è bello come “naturalmente bello”. Con Tempo libero (attività preferite)
questo nostro incontro cercheremo quindi di dimostrare due cose: Musica leggera (cantanti preferiti)
1. Il sistema estetico di giudizio nel quale siamo immersi e che tutti noi Abbigliamento (scelte di stile)
utilizziamo non è naturale, non nasce cioè con l’uomo come qualità innata, ma è Tipologia di pasto per gli ospiti
invece il prodotto di un lungo lavorio storico e sociale. Questo punto è piuttosto Libri
semplice da dimostrare proprio a partire dalle diverse percezioni estetiche e di Film
giudizio: se a me piacciono i Sex Pistols e a qualcun altro piacciono le canzoni di Radio
Toto Cutugno è evidente che abbiamo sistemi di giudizio differenti, e che quindi Televisione

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Musica classica dei diversi gusti. Ma dato che i portatori di gusti differenti tendono a raggrupparsi
Opere musicali conosciute in modo sistematico attorno ad alcune variabili sociali definibili in modo
Pittura estremamente rigoroso, ecco che la distinzione di classe trova nella naturalità delle
Pittori conosciuti differenze di gusto un suo potentissimo sostegno ideologico. In questo senso
Musei visitati l’ineffabilità del gusto garantisce l’ineffabilità della corrispondente distinzione di
Fotografia classe: mica male come effetto, per un luogo comune.
Oltre a questi dati forniti dall’intervistato, il rilevatore compilava una scheda Il secondo punto invece riguarda la produzione della distinzione di classe
descrittiva sull’abitazione dell’intervistato, sullo stile dell’arredamento, sul attraverso l’analisi sociale. Bourdieu fa notare come le analisi sociologiche del
vestiario, sulla pettinatura, sul modo di parlare (curato, gergale, corretto, errori di gusto siano indistintamente analisi del gusto “altrui”, molto spesso analisi tese a
lingua) e sulla pronuncia dialettale. svelarne le incongruenze, le falsità o le assurdità. Questo approccio di analisi (per
Questa mole di dati è stata in parte trattata con strumenti quantitativi (analisi cui la “cultura degli intellettuali” viene criticata dalla destra, e la “cultura
statistiche) e ha fornito le basi per le riflessioni interpretative di Bourdieu e borghese” viene criticata dalla sinistra) rimane in gran parte inconsapevole di
l’elaborazione del suo modello. produrre a sua volta distinzione sociale: critico il populismo piazzaiolo e con
Nella prima parte del nostro incontro presenteremo il quadro teorico generale di questo produco la mia distinzione borghese; critico l’elitismo borghese e con
Bourdieu, che ci consentirà – nella seconda parte – di comprenderne questo produco la mia distinzione di intellettuale impegnato. L’analisi del gusto,
l’applicazione al caso specifico del gusto estetico. Presenteremo quindi una serie dice insomma Bourdieu, deve necessariamente essere anche autoanalisi, pena la
di riflessioni generali sulla necessità di adattare ai tempi attuali il modello sua riduzione da analisi della distinzione a produzione della medesima per una
proposto da Bourdieu (terza parte), e infine proporrò una lettura di un caso specifica classe sociale (quella che effettua l’analisi del gusto “altrui”).
specifico come esempio di modello aggiornato (quarta parte).
Lo spazio sociale secondo Bourdieu
Il modello di Bourdieu Per capire il senso dell’analisi di Bourdieu bisogna partire dalla classificazione
generale che egli compie del sistema delle arti e del sistema sociale. In realtà tutta
Le due premesse la Distinzione è percorsa da un sottotesto estremamente raffinato (che a volte pare
la vera ragione della scrittura dell’autore) volto a criticare duramente il
L’analisi di Bourdieu del gusto parte da due considerazioni apparentemente
positivismo ingenuo delle “correlazioni statistiche”, ma in questa sede questo tema
marginali o meramente “introduttive”, ma che in effetti costituiscono un punto
dovrà essere escluso dall’analisi proprio per la sua complessità. Per i nostri fini
cardine per comprendere la sua riflessione. (che sono quelli di riflettere sulle determinazioni sociali del gusto nel presente) ci
Il primo punto pare addirittura banale, e riguarda l’apparente “indefinibilità” limiteremo a considerare Bourdieu esecutore della pratica dell’analisi quantitativa
dell’oggetto di studio. Il gusto, ammonisce Bourdieu, è un complicato oggetto di
assai più ingenuo di quanto non riveli invece la lettura del testo. Alcune
analisi sociologica perché pretende di non essere passibile di analisi, di porsi
considerazioni generali vanno comunque evidenziate: la critica sostanziale di
insomma al di là di qualunque procedimento scientifico per delimitarlo e
Bourdieu al modello sociologico classico è orientata alla sua unilinearità, alla
descriverlo. Ma come, non è un luogo comune che de gustibus non est tendenza cioè a collocare i segmenti sociali lungo assi unilineari (di reddito, di età,
disputandum? C’è veramente bisogno di partire da una simile ovvietà? Questo
eccetera). Il suo lavoro insiste invece nel porre i soggetti su piani cartesiani che
luogo comune costituisce invece un oggetto essenziale dell’analisi, perché il gusto
possono rendere in maniera più adeguata la complessità delle collocazioni (non
ha tra i suoi tratti sociologicamente costitutivi proprio l’essenzializzazione di sé.
stratificazioni) sociali, e la natura non progressiva degli spostamenti sociali, che
Detto altrimenti, l’analisi di Bourdieu rivela in modo chiaro che uno degli obiettivi
possono essere verticali ma anche trasversali. In questo modo, acquista un senso
dell’elaborazione di un gusto socialmente definito è proprio quello di veicolare
più chiaro la pratica sociale del gusto come pratica della distinzione, intensa
l’idea della sua “naturalità”. Questo tratto apparentemente accessorio della
letteralmente come procedimento attraverso cui le frazioni di classe si dispongono
predilezione estetica garantisce il suo utilizzo ideale come demarcatore sociale: se nello spazio sociale per andare ad occupare spazi non occupati da altri.
i gusti sono “naturali” (e vedremo in che modo si arriva a questa naturalizzazione
di una pratica sociale), altrettanto naturalmente saranno distinti tra loro i portatori

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Il capitale complessivo di classe = capitale economico + capitale soggetto abbia mutato (soggettivamente o oggettivamente) posizione sociale,
culturale perché il suo capitale culturale è stato rivalutato (positivamente o negativamente),
perché il suo capitale finanziario si è modificato, o per una combinazione di questi
Ogni classe, frazione di classe o soggetto, nel modello di Bourdieu, detiene un due fattori. In pratica, una volta elaborato in determinate condizioni, l’habitus
capitale complessivo che è dato dalla somma del capitale economico (inteso come tende a condizionare la percezione e il giudizio del reale anche se le condizioni di
disponibilità finanziaria effettiva) e capitale culturale (espresso dai titoli di studio posizionamento del soggetto sono mutate.
acquisiti). Un aspetto di cui l’analisi di Bourdieu tiene conto sistematicamente è la
storia di questi capitali, se cioè il portatore sia erede o produttore dei medesimi. In Habitus come generatore e classificatore della differenza
pratica, l’analisi di Bourdieu considera rilevante misurare la differenza tra capitale Un altro aspetto dell’habitus è la sua duplice natura di generatore e
complessivo individuale e capitale complessivo ereditato, per cui la classe classificatore. Da un lato infatti l’habitus produce pratiche sociali (generando così
dominante sarà definita da una quota elevata di capitale complessivo, ma al suo gli stili di vita associati ai suoi portatori) ma dall’altro consente di gerarchizzare le
interno saranno individuabili diverse frazioni di classe che corrisponderanno alle pratiche (generando così il gusto inteso come principio generale di
porzioni relative di capitale (i professori universitari e i grandi commercianti si categorizzazione delle pratiche). Detto altrimenti, l’habitus garantisce la
opporranno per avere i primi elevato capitale culturale e relativamente basso sensatezza soggettiva (“l’intelligibilità” dice Bourdieu a pagina 174) del rapporto
capitale economico, i secondi elevato capitale economico e basso capitale tra condizione economica e sociale e stili di vita corrispondenti. Consente di
culturale) e alle storie ereditate di quei capitali (un laureato proveniente da genitori tradurre sui diversi domini dove si applica (gusti estetici, scelte alimentari, ma
con istruzione elementare, che cioè ha ereditato un basso capitale culturale e che anche posture fisiche) gli stessi schemi di azione, di modo che la relazione tra,
ha dovuto costruirselo personalmente, si collocherà socialmente in posizione poniamo, i gusti musicali e la propria classe di appartenenza è sentita come
diversa da un individuo con il medesimo titolo accademico ma figlio di genitori naturale, in quanto è prodotta dall’applicazione degli stessi schemi “insediati nei
entrambi laureati). Questa duplice suddivisione del capitale individuale (culturale cervelli” (p. 177). In questa prospettiva l’habitus di Bourdieu ricorda l’operatore
e finanziario, ereditato o conquistato) produce una complicazione delle posizioni totemico di Lévi-Strass, un sistema generativo in grado di porre relazioni tra i
sociali cui corrispondono diversi stili di vita. diversi domini del reale proprio perché li categorizza in base allo stesso schema
Gli habitus come formule per produrre stili in base alle posizioni analitico di base.
Per la precisione, il collegamento tra posizioni sociali e stili di vita è garantito
dagli habitus intesi come “formule generatrici (per esempio, nel caso dei L’analisi del gusto
professori, l’ascetismo aristocratico) che stanno alla radice di ogni classe di Gli oggetti culturali: legittimi, in via di legittimazione, liberi
pratiche e di proprietà, vale a dire della trasformazione in uno stile di vita distinto
e distintivo delle esigenze e delle disponibilità che caratterizzano una condizione Ma se questo è, in versione molto semplificata, il modello generale di Bourdieu,
ed una posizione determinata” (p. 131). L’habitus quindi è l’interfaccia tra qual è il suo contesto di applicazione nel caso del gusto?
posizioni sociali e pratiche sociali, consentendo alle prime di convertirsi nei Gli oggetti culturali sono raggruppati in tre ambiti di applicazione:
secondi. Legittimi; in via di legittimazione; liberi. Gli ambiti legittimi sono quelli che
potremmo definire parte del “canone” delle arti maggiori: pittura, musica,
Isteresi dell’habitus letteratura unanimemente considerate nella loro espressione “alta”; gli ambiti in
Un aspetto non trascurabile per la nostra analisi è quella che Bourdieu chiama via di legittimazione sono quelli legati alle arti minori o a forme minori dell’arte
l’isteresi dell’habitus. L’habitus garantisce un modello di percezione e giudizio legittima: fotografia, cinema, musica leggera; gli ambiti liberi sono invece quelli
del reale conseguente alla posizione sociale in cui si è prodotto (per cui che non presuppongono un apprendimento di tipo formale: arredamento, stili di
l’ascetismo aristocratico si sviluppa tra i professori, la pretenziosità tra la piccola vestiario, gusti alimentari. Gli ambiti legittimi sono a loro volta suddivisi a
borghesia, il gusto del necessario e il principio di conformità tra le classi popolari), seconda del “mercato” (scolare o extrascolare) entro cui vengono acquisiti: per cui
ma i suoi effetti di filtro sulla realtà possono prolungarsi (isteresi) anche quando il le competenze musicali di un professore di chimica faranno parte del suo capitale

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culturale acquisito per via extrascolare, mentre le conoscenze letterarie di un produce gusti uniformi, ma contribuisce a produrre habitus, che sono le matrici di
professore di francese saranno acquisite per via scolare. applicazione della stessa sequenza in campi diversi, e quindi garantiscono
l’uniformità dei gusti extralegittimi:
I due fatti fondamentali del gusto
l’istruzione scolastica contribuisce (…) a costituire
Chiarita questa generale suddivisione degli ambiti e degli oggetti del gusto, quell’atteggiamento generale e trasferibile nei confronti della cultura
l’analisi di Bourdieu giunge a delle conclusioni estremamente nette, riassunte in legittima che, acquisito per quanto attiene alle conoscenze ed alle
due “fatti fondamentali”: pratiche riconosciute dalla scuola, tende ad applicarsi al di là dei
da un lato, il rapporto strettissimo che lega le pratiche culturali (e le limiti dello “scolastico”, assumendo la forma di una “disinteressata”
relative opinioni) al capitale scolastico (misurato in base ai titoli di propensione ad accumulare esperienze e conoscenze, che, sul
studio ottenuti) e, in via subordinata, all’origine sociale (stabilita mercato scolare, possono anche non essere direttamente redditizie
mediante la professione del padre); dall’altro lato, il fatto che, a (p. 23).
parità di capitale scolastico, nel sistema esplicativo delle pratiche e
Habitus come titolo nobiliare conferito dal titolo scolastico
delle preferenze, il peso dell’origine sociale aumenta quando ci si
allontana dagli ambiti più legittimi (pp. 13-14). In questo senso, l’istruzione scolastica assegna ai detentori dei titoli scolastici un
“titolo nobiliare”, consentendo loro di “essere” qualcosa (i portatori di un habitus)
Sostanzialmente, il gusto è determinato dal capitale individuale e, di questo
che si può manifestare in campi diversi da quello specifico (scolastico) entro cui
capitale, quello scolastico è tanto più determinante quanto più ci si avvicina
quell’“essere” è stato acquisito. Mentre cioè chi non detiene un titolo dovrà
all’ambito legittimo, mentre l’origine sociale (il capitale economico) diviene
sempre dimostrare attraverso il suo “fare” la propria competenza, il detentore di
sempre più determinante quanto più da quell’ambito legittimo ci si allontana.
titolo non dovrà dimostrare alcunché, visto che lui “è”. Proprio tale libertà dal fare
La musica (proprio per il suo disporsi come un continuo sull’asse legittimo-in
come dimostrazione del suo essere gli garantisce quella libertà “liberale” che si
via di legittimazione-libero) costituisce un oggetto privilegiato di analisi, grazie a
può esplicare come “scelta di gusto”. In questo modo, l’assegnazione dei titoli
cui Bourdieu identifica “tre universi di gusti che, grosso modo, corrispondono a tre
scolastici come assegnazione di un’essenza garantisce due effetti fondamentali: a)
livelli scolastici ed a tre classi sociali” (p. 15): il gusto “legittimo”, cioè il gusto
essenzializza la natura del portatore, sottraendolo all’onere della prova dei fatti; b)
per le opere legittime (il Clavicembalo ben temperato) cui possono eventualmente
naturalizza il suo gusto come “espressione naturale” della sua essenza, rendendolo
(a seconda della sicurezza dei soggetti) essere associate anche opere in via di
quindi soggettivamente libero. Questa opposizione tra “essere” del titolo scolastico
legittimazione (musica jazz o canzone “d’autore”); il gusto “medio” che unisce le
e “fare” di chi quel titolo non ce l’ha è particolarmente importante nell’economia
opere minori delle arti legittime (come la Rapsodia in blu) e quelle maggiori delle
odierna del gusto, visto che le mutate condizioni di trasmissione degli habitus
arti minori (Gilbert Bécaud o, potremmo aggiungere per l’Italia, Fabrizio de Andrè
sembrano implicare una loro riconfigurazione, come vedremo nell’esempio
o Franco Battiato); il gusto “popolare” legato alla musica leggera (Gigi D’Alessio,
specifico che presenteremo nella quarta parte.
i Pooh, oppure musica colta legata alla divulgazione, come il Danubio blu).
Per ora, limitiamoci a costatare che l’acquisizione di un titolo scolastico si
La forza dell’habitus organizza concettualmente e nella pratica sociale come il conferimento di un titolo
nobiliare, come l’attribuzione di un’essenza del soggetto che – tra l’altro – sfugge
Queste strette correlazioni tra gusti, classi e capitali culturali non possono essere a qualsiasi de-finizione rigorosa, proprio perché, in quanto habitus non può essere
spiegate facendo ricorso alla forza uniformante del sistema scolastico, proprio definita se non come schema generale, ma i cui contesti di applicazione sono
perché la correlazione travalica ciò che viene appreso a scuola per applicarsi a praticamente illimitati: così com’è difficile definire cosa sia un nobile, altrettanto
contesti extrascolastici: l’arredamento, l’abbigliamento, l’alimentazione. difficile, da questo punto di vista “essenzialista”, definire cosa sia un
Insomma, non si impara a scuola il piacere per il jazz né la passione per la rucola, “addottorato”, ma l’intenzione costitutiva del titolo di studio è proprio quella di
eppure, tenendo fermo il capitale economico, a parità di capitale scolastico garantire questa indefinibilità dell’oggetto.
corrispondono gusti simili in settori molto lontani dalla legittimità scolastica. Per
Bourdieu bisogna praticamente allungare la sequenza causale: la scuola non

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L’atteggiamento estetico garantito dal titolo scolastico Bourdieu ha infatti pubblicato la sua ricerca nel 1979, quindi quasi trent’anni fa,
basandola sui dati raccolti tra il 1963 e il 1967, quindi almeno quattro decenni
Se l’habitus conferito da capitale scolastico e origine familiare è essenziale, orsono. Gli anni trascorsi dalla raccolta dei dati sono stati caratterizzati da una
conferisce cioè un “essere” al suo portatore distinto dal suo fare, in quanto serie di sommovimenti sociali e politici che, quanto a intensità e portata, non
strumento categorizzante del reale quello stesso habitus produce categorie hanno probabilmente antecedenti comparabili nella storia occidentale. È quindi
essenziali, cioè sottratte al loro fare (alla loro funzione). Ecco quindi che l’habitus inevitabile che il modello proposto da Bourdieu per i dati a sua disposizione vada
estetico associato a (generato da) un titolo scolastico nobilitante si svilupperà in aggiornato tenendo conto almeno di quelle modifiche sociali che sono intervenute
modo “naturale” come passione per la forma sottratta alla tirannide della funzione. in modo evidente a modificare le forme di strutturazione degli habitus.
Provando a dirlo in modo più semplice: l’atteggiamento estetico è quella
particolare prospettiva sul reale che (in virtù della natura essenzializzante Separazione fisica e distinzione sociale
dell’habitus che lo conforma) lo sottrae programmaticamente alla sua funzione
Per proporre una lettura aggiornata delle tesi di Bourdieu credo si debba partire
concentrandosi in modo sistematico sulla sua forma. La produzione artistica, a sua
dalla considerazione generale che la separazione fisica e sociale tra le classi, che
volta, sarà produzione di forma pura, libera dalla schiavitù della funzione. Il gusto
rende plausibile e gestibile la distinzione in base al gusto, ha subito – nei
“puro”, quindi prende fin dalla sua “essenza” a costituirsi in opposizione al “gusto
quarant’anni che separano i dati su cui si basa La distinzione dall’oggi –
barbarico” inteso come passione per la funzione, gusto incapace di distaccarsi dal
modificazioni sostanziali nella sua complessità e nella sua stabilità. In pratica,
“fare” in quanto i suoi portatori sono privi di quei titoli nobiliari che garantiscono
possiamo dire che il mondo sociale rappresentato nella ricerca di Bourdieu ha
l’essenzializzazione del soggetto portatore di quel gusto.
visto frammentarsi e sostanzialmente complicarsi la separazione “fisica e sociale”
Ecco allora che il gusto estetico puro, non volgare, sarà quel gusto che più si
degli universi di vita che la “distinzione” come pratica simbolica conferma come
stacca dal comune, dal facile, vale a dire dall’umano in quanto insieme di
separati, indebolendo quindi la retroazione positiva tra separazione e distinzione.
“pratiche”. La decorporazione del gusto estetico colto va in questa medesima
Le scelte di gusto e la loro naturalizzazione producono, come abbiamo visto,
direzione, per cui bisogna per quanto possibile allontanarsi dalle “funzioni” del
separazione tra le classi, ma questa separazione simbolica si configura
corpo se si vuole applicare quello schema essenzializzante nobiliare che
concretamente – nel modello di Bourdieu – come occupazione in distribuzione
costituisce l’habitus colto. Schematizzando: l’habitus colto si forma in funzione
complementare di spazi fisici, per cui un borghese e un piccolo borghese sono
differenziante attraverso l’attribuzione di titoli scolastici nobilitanti che trovano la
distinti dal gusto, ma sono separati fisicamente da pratiche sociali che li terranno
loro espressione extrascolastica nell’adesione alla forma in quanto tale, e
in un regime di sostanziale apartheid. Proprio perché hanno (naturalizzato) gusti
nell’esplicito rifiuto estetico della corporeità e delle sue “funzioni”.
diversi e sono inseriti nella catena produttiva a diversi livelli, l’aristocratico, il
La distinzione tra letteratura “alta” e letteratura “di genere”, ad esempio, può
borghese e il piccolo borghese indagati da Bourdieu tenderanno a non incontrarsi
essere facilmente riscritta secondo questa prospettiva decorporeizzante tipica del
mai, o quasi mai: andranno in ristoranti diversi, occuperanno stanze o piani diversi
gusto raffinato: è arte nobile (distinguente) quell’arte che non suscita funzioni o
nel mondo lavorativo, parteciperanno a eventi culturali e sociali diversi. Questo,
azioni corporali, che separa l’essere da fare, mentre la letteratura di genere è quella
secondo Bourdieu, garantisce e rafforza la retroazione positiva tra distinzione
che suscita reazioni fisiche: il giallo ti fa sudare, l’horror ti fa accapponare, il
(simbolica) e separazione (sociale). Credo che l’unico modo per leggere La
comico ti fa ridere, il melò ti fa piangere, l’erotico ti eccita sessualmente. Solo per
distinzione oggi sia quello di fare in conti con il fatto che questa separazione non è
il fatto di produrre questi effetti fisici, questo tipo di espressione artistica non può
più così nitida, dato che la diffusione dei flussi di informazione mediatica rende,
essere arte alta.
sul piano simbolico, il rapporto tra distinzione e separazione estremamente più
complicato. Un esempio credo chiarirà il senso generale di questo mio intervento.
La distinzione, oggi Nel capitolo VII (“La scelta del necessario”) Bourdieu – citando un passo di
L’analisi di Bourdieu è ovviamente molto più sottile e argomentata di quanto Elias – individua nell’“arte di spendere senza parsimonia” il tratto che, nel XVII
non sia riuscito a delineare in queste brevi note, ma credo che alcuni punti generali secolo, marcava la distanza tra l’aristocrazia e la borghesia del risparmio. Questo
si siano chiariti, soprattutto in funzione di un loro adattamento al contesto attuale. tratto definitorio segna oggi la distinzione tra borghesia e piccola borghesia o
classi popolari, per cui

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paradossalmente alquanto concreta dei bisogni e delle risorse delle classi


L’operaio che vede in una vetrina un orologio da polso da due privilegiate. La spettacolarizzazione, la commercializzazione e la capillarizzazione
milioni, o che sente dire che un chirurgo ha speso tre milioni della comunicazione mediatica in quest’ultimo trentennio hanno reso disponibili
per il fidanzamento del figlio, non prova invidia per l’orologio alla piccola e piccolissima borghesia, soprattutto attraverso la televisione, porzioni
o per il fidanzamento, ma per i due milioni, che userebbe in dell’immaginario e delle pratiche sociali borghesi altrimenti separate fisicamente.
Senza tanti giri di parole: guardando la pubblicità o Verissimo, La vita in diretta o
tutt’altro modo; perché non riesce a concepire il sistema di
altri programmi del genere, il piccolo borghese può oggi avere “occhi e orecchi”
bisogni in cui, con due milioni, non avrebbe niente di meglio ben più aguzzi di quanto non avessero i suoi predecessori intervistati da Bourdieu,
da comprare, che un orologio a questo prezzo (p. 379). e può quindi percepire come sostanzialmente ridotta la separazione fisica che dava
credito e che si nutriva della distinzione. Non voglio certo sostenere che il membro
Insomma: non basta essere ricchi per fare la vita da ricchi, ma bisogna imparare delle classi popolari muti il suo atteggiamento verso la parsimonia guardando in
ad apprezzare il sistema simbolico (l’habitus) associato al superamento della televisione gli sprechi dei vip. Può accadere in effetti l’esatto contrario. Ma quel
parsimonia come tratto distintivo. Questa analisi della vita sociale del gusto – che che voglio indicare è il mutamento di campo che i flussi mediatici provocano: tra
tiene giustamente separate la disponibilità economica dalla disposizione (habitus) distinzione simbolica e separazione fisica non vi è più un rinforzo automatico o
ad agire secondo canoni specifici – ha un suo fondamento materiale nella necessario, dato che oggi la probabilità di incrociare il proprio sguardo
separazione “fisica” degli attori sociali, e Bourdieu non manca di sottolinearlo in parsimonioso su oggetti e pratiche “di spreco” è incomparabilmente cresciuta. Un
una nota a piè di pagina che riporto di seguito: conto è immaginarsi una tantum lo spreco del chirurgo (che nella separazione
fisica può ancora essere relegato nell’eccentricità) e un altro è essere esposti in
Mille ragioni – ed in particolare la separazione fisica e sociale maniera sistematica a un modello sociale raffigurato nei suoi minimi dettagli. Il
degli universi di vita – fanno sì che queste due esperienze passaggio da una società “suntuaria” (basata cioè sulla regolamentazione ex lege o
[vedere l’orologio in vetrina e venire a sapere del de facto dei consumi disponibili per le diverse classi sociali, per cui solo alcune
fidanzamento del figlio del chirurgo] siano estremamente classi possono accedere ad alcuni beni, indipendentemente dalla disponibilità
improbabili (…) Infatti, come notava Marx, non senza una economica) a una società del consumo (in cui tutti posso acquistare tutto in base
certa brutalità, «ciò che [l’uomo] riesce a vedere, e in che alle disponibilità economiche) modifica in modo sostanziale la questione del gusto
misura, dipende non soltanto dalla situazione generale come distinzione, dato che si è realizzato attraverso una mediatizzazione dei
modelli sociali che li rende estremamente permeabili allo “sguardo” altrui,
esistente, ma anche dalla sua borsa e dalla condizione di vita
soprattutto dal basso verso l’alto. Mentre cioè è ancora probabile che le classi
toccatagli nella divisione del lavoro, condizione che forse gli privilegiate sappiano poco o nulla del sistema dei bisogni e delle risorse delle
rende inaccessibili molte cose, per quanto i suoi occhi e classi popolari, queste ultime sembrano essere estremamente affamate di
orecchi possano essere grandi» (K. Marx, L’ideologia immaginario borghese, del quale ormai sono paradossalmente più esperte di molti
tedesca…). Salvo qualche eccezione, i membri delle classi borghesi stessi. La distinzione sembra quindi, entro il modello dell’immaginazione
popolari non hanno «nessuna idea» di quello che può essere il come pratica sociale, ridisegnarsi come struttura simbolica di conoscimento prima
sistema dei bisogni delle classi privilegiate, e meno ancora, ancora che di riconoscimento di sé: mi distinguo (e quindi mi riconosco) perché
quello delle loro risorse, di cui hanno anche una conoscenza mi sottraggo intenzionalmente alla circolazione pubblica degli immaginari di
molto astratta, e priva di qualsiasi riferimento alla realtà (pp. classe. Detto altrimenti: non guardo la televisione, che è il canale attraverso cui si
379-380, n. 3). rendono disponibili gli immaginari altrui.
Immaginazione come pratica sociale
Mi sembra che la novità sostanziale, rispetto al momento in cui Bourdieu scrive,
stia tutta nel venire meno dei limiti cui Marx fa riferimento, sul vedere e sul Dopo aver presentato il modello generale della Distinzione di Bourdieu, vorrei
sentire, e nella recente acquisizione delle classi popolari di una conoscenza quindi tentare un inquadramento del problema della distinzione nel contesto

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attuale, che ritengo caratterizzato in maniera determinante dall’intrusione della conosciuto attraverso il cinema e la televisione. Detto in sintesi: l’immaginazione
“cultura di massa” nella generazione degli habitus. Lungi dall’essere una critica al non è un modo di sottrarsi alla realtà, ma un modo per progettare forme di attività
libro (realizzato come ricerca e scritto come volume in una fase in cui la e di controllo del reale.
prepotenza della comunicazione televisiva poteva ancora essere legittimamente Tutte queste considerazioni (il nuovo ruolo dei media nella produzione degli
messa da parte) la mia lettura va intesa come un omaggio a una riflessione habitus e nella produzione dell’immaginazione come pratica sociale) possono
analitica che mantiene tutta la sua validità metodologica anche se è mutato il ancora apparire alquanto astratte, ma intanto ci dicono che il gusto può
contesto della sua applicazione. conformarsi non solo in base al titolo di studio acquisito e alla storia familiare, ma
Per riassumere a modo di conclusione il punto che cercherò di argomentare nella anche in base a quello che vediamo in televisione o al cinema, o che leggiamo sui
sezione successiva di questa lettura, possiamo dire che il punto critico del modello giornali.
di Bourdieu si situa nella genesi dell’habitus. Nell’esempio che presenterò nella quarta parte questi elementi vengono messi in
Nel modello proposto, il capitale che sta alla base dell’habitus è determinato in gioco concretamente, cercando di dimostrare come il sistema delle appartenenze e
modo praticamente esclusivo dal titolo di studio e dalla famiglia di provenienza. dei gusti (il gusto come strumento della distinzione) possa trovare strani alleati e
Scuola e famiglia, per sintetizzare, sono i luoghi di produzione degli habitus e strani soggetti.
soprattutto i migliori riproduttori di se stesse. Sebbene tenga esplicitamente conto
del problema delle riproduzione sociale delle classi e delle loro frazioni, il modello La soapizzazione dell’anima
di Bourdieu mi sembra oggi particolarmente segnato da un mutamento strutturale
delle condizioni di produzione dell’habitus in cui un terzo fattore è entrato Cos’è che fa sì che Maria De Filippi sia così amata dal pubblico generalista e
prepotentemente a modificare i rapporti specifici tra capitale scolastico ed così detestata dai cosiddetti intellettuali? Prima di stracciarci le vesti e balzare
economico. Questo terzo fattore può essere definito come “capitale mediatico”, popperianamente sul carro dei mosconi detrattori del catodo, forse vale la pena di
cioè come quota di “immaginazione come pratica sociale” resa disponibile dal capire come funziona un meccanismo narrativo che ha implicazioni
sistema complesso dei flussi di immagini e informazioni che attraversano i campi antropologiche letteralmente sconvolgenti.
precostituiti del sociale. High e low concept
Alcune stimolanti riflessioni sul sistema dei mezzi di comunicazione di massa
ruotano attorno all’idea di immaginazione. Per lungo tempo l’immaginazione è Gli sceneggiatori televisivi, gente pratica, dividono il mondo della fiction in due
stata concepita come un lusso per le classi dominanti (letteratura, poesia), una grandi categorie: low concept, e high concept. A scanso di malintesi, gli aggettivi
forma di educazione sociale (mitologia) o una via di scampo individuale dalle stanno ad indicare più l’impegno economico dell’eventuale investimento
difficoltà della vita quotidiana. Immaginare voleva dire scappare dalla realtà produttivo che il valore intrinseco delle opere prodotte, per cui low concept fa il
quotidiana e cercare rifugio in un’attività negativa, caratterizzata proprio dal non- paio con low budget. Comunque sia, high concept indica quel tipo di fiction in cui
fare. Il sistema degli immaginari era fortemente condizionato dal sistema di i caratteri dei protagonisti sono nettamente definiti e coincidono con un fare
riferimento politico, sociale e culturale nel quale si era inseriti e direi quasi specifico: la caccia al colpevole, la scoperta di nuovi mondi, la ricerca di una via
incardinati: crescere in Italia o in Francia voleva dire partecipare a sistemi di di fuga. Low concept è invece quella fiction che ruota strutturalmente attorno alla
immaginario estremamente diversi, e altamente specifici. definizione stessa dei personaggi, perennemente alla ricerca di una loro
Oggi i flussi mediatici rendono disponibili immaginari altamente divergenti, collocazione sociale o affettiva. Si intuisce quindi dalle definizioni
conflittuali, contraddittori, che i singoli possono riconfigurare all’interno dei loro sommariamente presentate che il tipo principe di fiction high concept è il telefilm
progetti di vita. Si sa, ad esempio, che i film che hanno come protagonista Rambo poliziesco, mentre la fiction low concept trova la sua massima espressione nel
hanno avuto un forte impatto sull’immaginario politico di molti attivisti politici serial (nella variante soap opera quando il finale è dilazionato all’infinito;
dell’Asia meridionale, che sono entrati nella guerriglia cercando di emulare le telenovela se il finale per quanto ritardato, è previsto nella sceneggiatura di base).
gesta di un eroe storicamente estraneo ai loro modelli culturali. Lo spostamento di Low e high sono due idealtipi o caratteri estremi, che delimitano piuttosto i
milioni di persone sul pianeta è spesso la conseguenza della volontà di quei margini di un continuo narrativo entro il quale è possibile collocare le specifiche
soggetti di impadronirsi dei beni e dello stile di vita “occidentale” che hanno fiction. Così, per fare un esempio a me caro, la serie Star Treck è una fiction high

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concept (“alla scoperta di nuovi mondi… lì dove l’uomo non è mai stato prima”), canonicamente di due fondamentali caratteristiche: è consapevole dei propri stati
ma il conflitto tra la razionalità vulcaniana del Dr. Spok e l’emotività d’animo, più importanti per la sua vita di qualunque condizione materiale; i suoi
dell’umanissimo Dr. McCoy è un tipico caso di sviluppo low concept che fa da stati d’animo mutano nel corso del tempo a seguito di diversi motivi, non ultimo il
bordone a tutta la serie. Specularmente, il telefilm Ally McBeal è pensato come un caso.
low concept (l’avvocatessa in perenne crisi sentimentale e identitaria) sul quale si Non è necessario indicare in questa sede le ragioni strutturali che hanno
innestano di volta in volta plot basati su casi legali più o meno high (ma mai alla condotto a una simile concezione del soggetto, mentre è estremamente importante
Perry Mason). sottolineare l’aspetto distintivo di questa identità borghese, che si oppone (tramite
Detto altrimenti, una narrazione è high quando punta sulle azioni dei la sua interiorità) alla vacua esteriorità della classe nobiliare e (tramite la sua
protagonisti (“Presto, insegua quell’auto!”) che non hanno bisogno di definizioni “profonda” introspezione) alla banale e inconsapevole superficialità delle classi
dato che quello che sono sta tutto nel loro fare (il tenente Colombo), mentre è low subalterne e strumentali. Dal Werther di Goethe all’Agostino di Moravia, il
quando si incentra sulla definizione dei personaggi (“Devo dirti qualcosa, Pedro: protagonista del romanzo moderno è un tipo noioso che non ha nulla da fare se
tua madre in realtà è la figlia di tuo padre, quindi tuo padre è tuo nonno, e tua non struggersi per una qualche relazione (affettiva o di potere) che gli crea dei
madre è tua sorella”), attività che di fatto costituisce lo scopo primario della fiction problemi di identità. Ora, imparare ad apprezzare le qualità estetiche di un simile
di questo tipo. modello narrativo è procedimento estremamente complicato, che necessita di uno
specifico e lungo addestramento: i giovani devono essere educati a identificarsi
Il soggetto borghese con soggetti in crisi il cui scopo ultimo non è fare delle cose con il proprio corpo
Stabilite queste coordinate, è utile ricordare che l’opposizione si può applicare al (vangare, copulare, mangiare, defecare) ma elaborare una qualche concezione
mondo della letteratura in generale, che costituisce ovviamente il terreno dove raffinata del proprio sé come espressione desomatizzata e vagamente nevrotica di
l’opposizione si è anzi originariamente sviluppata. Ma è proprio quando viene un qualche malessere di vivere. Per poter giungere a incorporare questo modello
restituita a questo campo di applicazione che l’opposizione tra high e low dimostra erano necessari – finora – rigorosi strumenti educativi e rigide pratiche di
inaspettate implicazioni, dato che è proprio qui che le implicite connotazioni esclusione. Pierre Bourdieu, nel suo saggio sulla Distinzione, ha illustrato i
valutative che mi ero premunito di evitare all’inizio di questa discussione passaggi necessari per elaborare una concezione estetica che garantisca
sembrano tornare prepotentemente all’assalto, ma invertite di segno. Intendo dire un’adeguata appartenenza di classe. Nel caso della pratica borghese
che la letteratura high coincide abbastanza bene con quella che si chiama “di dell’acquisizione di un capitale culturale, particolarmente interessante si rivela la
genere” (polizieschi, fantascienza, erotici, ecc.) mentre quella low sembra discussione sulla natura dei titoli scolastici, che Bourdieu identificata chiaramente
sovrapporsi con una certa precisione alla Letteratura con la maiuscola, a quella che come marcatori di una concezione low del soggetto, opposta alle pratiche high
– beata lei – arriva a toccare le vette dell’arte. dell’autodidatta:
Anche se cioè un plot high concept può strutturare la trama di molta Letteratura
con la maiuscola, mi pare indubitabile che ciò che ha fatto di un pezzo di “prosa A differenza di coloro che detengono un capitale culturale
letteraria” un’opera d’arte è stato, per generazioni di critici, il tono sprovvisto di certificazione scolastica, cui si può sempre ingiungere
irrimediabilmente low della struttura ideologica soggiacente. Possiamo cioè dire di sottoporsi ad una prova, giacché essi sono solo quello che fanno,
che senza la ridicola crisi dell’Innominato (e gli stravizi conventuali della monaca semplici figli delle loro opere culturali, coloro che detengono invece
di Monza, e i trascorsi ribaldi di fra’ Cristoforo) i Promessi Sposi non sarebbero un titolo di nobiltà culturale (simili in questo a coloro che detengono
entrati nel canone con il fragore che li ha contraddistinti. Ciò che per due secoli un titolo nobiliare, il cui essere, definito dalla fedeltà a un sangue,
(l’Ottocento e il Novecento) ha costituito il fattore discriminante della Grande ad un suolo, ad una razza, ad un passato, ad una patria, ad una
Letteratura è stata proprio la capacità degli autori di comunicare gli intimi tradizione, è irriducibile ad un fare, ad un saper fare, ad una
sommovimenti dell’anima del protagonista, dimostrandone così l’esistenza in un funzione) devono solo essere quello che sono, perché tutte le loro
mondo sempre più secolarizzato. La borghesia (classe sociale di cui il romanzo è attività valgono quello che vale il loro autore, dato che costituiscono
la più compiuta espressione estetica, com’è noto) ha costruito la propria l’affermazione e la perpetuazione di quell’essenza in virtù della
percezione di sé attraverso la rappresentazione narrativa di un soggetto dotato

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quale vengono espletate (pp. 23-24, tranne l’ultimo, i corsivi sono Le critiche della borghesia intellettuale
aggiunti).
Gli stessi motivi che fanno di Maria De Filippi un vero guru delle classi
Ma quel potente saggio è stato scritto prima di Maria De Filippi, cioè prima subalterne stanno alla base del disprezzo che verso di lei ostentano i colti, quelli
della soapizzazione dell’anima. La famosa conduttrice riprende in maniera appunto che sono in qualche modo riusciti a incorporare il modello del soggetto
industriale, portandolo alla perfezione, il modello di Maurizio Costanzo, che si fragile per via letteraria o filosofica. Costoro subiscono il gravissimo dispetto di
può riassumere in uno slogan: democratizzare la crisi borghese del soggetto. vedersi svelare il trucco sotto il naso, il trucco – si badi bene – fondativo della loro
identità. C’è posta per te (ma l’argomentazione si può estendere ai reality show in
La popolarizzazione del soggetto borghese generale) costituisce infatti l’anello di congiunzione tra L’Ulisse di Joyce e Un
posto al sole, svelandone così la comune matrice low concept. Prima del reality i
In tutti i programmi di Maria De Filippi (Amici, Saranno famosi (ora sostenitori della cultura alta (che abbiamo visto essere in effetti low concept)
ribattezzato Amici di Maria De Filippi per ragione di copyright), C’è posta per te) potevano ribadire la distanza del loro modello narrativo dal serial insistendo sulla
qualunque sia il concept (dichiaratamente low in Amici e C’è posta per te,
patemizzazione esasperata di quest’ultimo, che invece non sarebbe presente nei
falsamente high in Saranno famosi, in cui si finge che i protagonisti debbano
romanzi d’Arte. A parte il fatto che l’argomentazione è alquanto speciosa (che
battersi per una vittoria finale) la spina dorsale dell’audience, il detonatore dello cos’è il flusso di coscienza di Molly se non un effettaccio paragonabile allo slow
share, è sempre e comunque un soggetto qualunque in crisi affettiva e/o motion in un film di Zeffirelli?), la messa in scena dei corpi proletari invasi da
identitaria: la madre snaturata che a settant’anni vuole rivedere le figlie; il
anime fragili dimostra senza possibilità di smentita che quel soggetto raffinato che
panettiere demotivato che cerca la fidanzata della sua adolescenza; l’atletico,
si supponeva frutto di un incessante lavorio interiore può esistere anche in contesti
apollineo e afasico ballerino adolescente che deve superare la crisi che lo del tutto incongrui, vanificando quindi il processo di distinzione.
contrappone al padre benzinaio che l’ha ostacolato nella sua carriera (ma che a sua Maria De Filippi quindi è la profetessa della vera laicizzazione della crisi laica
volta è in crisi perché ora, pressato dalle telecamere, riconosce il “talento” del del soggetto, la divulgatrice di un modello che era nato per essere elitario.
figlio ed è costretto a rivedere la sua equazione ballerino = gay). Inevitabile quindi che si attirasse gli strali e gli anatemi di chi di quel modello è
Credo che il successo di Maria De Filippi consista proprio in questa sua capacità vissuto (in senso letterale).
di popolarizzare un’immagine a lungo elitaria del soggetto occidentale, rendendola
fruibile alle masse che, esposte per troppo breve tempo alla pratica distintiva Il mutamento antropologico in corso
dell’educazione formale, hanno fatto in tempo a cogliere l’allure del soggetto
borghese senza riuscire veramente a farlo proprio. Gli ex liceali distratti, i Ma ci importa poco delle piccinerie invidiose della borghesia, mentre ci sembra
geometri con il panico da compito d’italiano, i forzati delle 150 ore e i coatti del più interessante seguire gli sviluppi antropologici e politici di questo modello
Cepu hanno con Maria De Filippi l’opportunità irrinunciabile di prendersi una identitario. Cosa succede cioè nelle pratiche sociali quando il soggetto non è più
clamorosa rivincita di classe, potendo esprimere con tutto il loro corpo quel che la raccontabile per il suo fare, ma solo definibile per il suo sentire? Quando il
Cultura ha fatto loro solo assaggiare. Lacrime e sudore, aloni ascellari e narcisistico modello strutturalista (il soggetto è un fascio di relazioni) diviene
scarmigliature, posture goffe e voci roche da scarsa pratica telegenica, assieme al pratica quotidiana? Cosa succede veramente quando Luisa non è più quella che fa
calcolato vizio della conduttrice di non guardare mai verso la telecamera, i vestiti, ma la “madre degenere”; Lucio non è più il barbiere ubriacone, ma il
costituiscono lo stile “realista” della televisione di Maria De Filippi (non per nulla “padre in crisi”; Antonella non è più la finta verginella che fa impazzire i tardoni,
il genere cui appartiene, oggi dominante nelle televisioni di tutto il mondo, è detto ma la “ballerina”? Il passaggio da un concetto high (basato sulla narrazione) a uno
reality) che garantisce a chi guarda la certezza della partecipazione e low (basato sulla definizione) del soggetto occidentale è avvenuto circa duecento
dell’identificazione. Le classi popolari, che non hanno tempo da perdere a leggersi anni fa (era già compiuto con Fichte), ma la divulgazione alle masse di questo
pallosissimi bildungsroman senza sugo per giungere a quel raffinamento della modello sta avvenendo ora, sotto i nostri occhi. Il revival etnico, la smania delle
coscienza necessario a percepirsi come “soggetto fragile”, possono attraverso il radici, il culto del farro e della cucina biologica sono le ricadute ideologiche e
tubo catodico fare un corso accelerato di pensiero occidentale, e condensare in un mercantili più evidenti di questo mutamento ontologico radicale. Se io non sono
paio d’ore la filosofia del soggetto da Hegel a Heidegger. più quello che sono per quello che faccio, ma per quello che sento e per come mi
rappresento di fronte agli altri, se insomma non ha più alcuna importanza

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raccontare chi sono, mentre diventa fondamentale definirmi (gay, skater, trans,
pacifista, liberal, scrittore, artista, del Cancro), questo modello identitario
veicolato dal piccolo schermo è comunque troppo esile per darmi sicurezza,
spingendomi a barattare la mia storia personale (fatta di azioni che sul mercato
delle identità non valgono più nulla) con qualche favoletta collettiva (i Celti, gli
antenati, le radici).
Vi è quindi un’indubitabile consonanza di fini tra reality Tv e revival etnici e
localistici, dato che in entrambi i casi i soggetti sono sottratti al loro fare
individuale (alienati in un modo che Marx non aveva previsto), disossati come
cosce di tacchino, per essere restituiti alla macchina mediatico-produttiva nella
totale convinzione che ciò che conta veramente è il “considerarsi” (mi considero
un buon padre, mi considero un artista, mi considero un padano). Questa
assunzione apparentemente consapevole della propria soggettività ha un effetto
destabilizzante proprio in quanto sottrae al modello delle classi la propria
naturalità (critica della borghesia). Ma non è in grado di sottrarre i soggetti
all’alienazione da sé, dato che sostituisce le narrazioni individuali con una serie di
definizioni (c’ho un trauma infantile) pescate più o meno appropriatamente dal
mercato della patologia mentale. Se quindi sul piano ideologico il reality show
sbugiarda la borghesia e la sua distinzione fasulla, su quello politico la deriva
rischia di essere reazionaria. Appena imparano a sentirsi “nuragici in crisi”, anche
i minatori sardi perdono nerbo. In un mondo in cui le domande principali non sono
più: “Come arrivo a fine mese?” o “Come faccio a conquistarla/o?” ma “Chi sono
io, veramente?” e “Come posso superare il mio complesso edipico?”, non rimane
molto spazio per progettare (o imporre con la forza) mutamenti strutturali delle
condizioni di produzione. La borghesia è in crisi, quindi. Ma non è che le classi
subalterne stiano granché meglio. Vorrà dire che ci faremo sopra un bel talk show.

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