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1. A prima vista

Questo era il momento del giorno in cui desideravo poter essere capace di dormire. La scuola superiore. O era purgatorio la definizione pi corretta? Se cera un qualche modo di fare ammenda per i miei peccati, questo doveva pur contare qualcosa ai fini del punteggio finale. Il tedio non era semplicemente qualcosa cui dovevo abituarmi. Ogni giorno sembrava ancor pi incredibilmente monotono del precedente. Immagino fosse cos che dormissi se per dormire sintende lo stato dinerzia esistente tra i periodi di attivit. Fissavo le crepe che attraversavano lintonaco nellangolo opposto della mensa, riconoscendoci delle forme che non erano l. Era un modo per far tacere le voci che come la corrente di un fiume gorgogliavano nella mia testa. Diverse centinaia di queste voci le ignoravo in preda alla noia. Le avevo gi sentite e risentite da quando si erano fatte strada nella mente umana. Oggi, tutti i pensieri erano divorati dal futile dramma di una nuova aggiunta allesiguo corpo studentesco. Bastava cos poco per farli eccitare tutti quanti. Avevo visto il viso della nuova venuta ripetuto pensiero dopo pensiero da ogni angolazione. Una semplice ragazza umana. Lentusiasmo per il suo arrivo era prevedibile in maniera irritante come mostrare un oggetto scintillante ad un bambino. La met dei ragazzi, pi simili a dei caproni, stava gi fantasticando di avere una relazione amorosa con lei, solamente perch era qualcosa di nuovo cui guardare. Mimpegnavo a fondo nel tentativo di farle tacere. Cerano solamente quattro voci che bloccavo pi per cortesia che per disgusto: la mia famiglia, i miei due fratelli e le mie due sorelle, che erano talmente abituati alla mancanza di privacy determinata dalla mia presenza che raramente si lasciavano sfuggire un pensiero. Gli lasciavo quanta pi privacy mi fosse possibile. Mi sforzavo di non ascoltare se potevo. Mi sforzavo come potevo, perSapevo. Rosalie, come al solito, stava pensando a se stessa. Aveva colto il proprio profilo riflesso sul bicchiere di qualcuno, e stava rimuginando sulla propria perfezione. La mente di Rosalie era una pozzanghera poco profonda che non riservava molte sorprese.
2008 Stephenie Meyer

Emmett stava friggendo per un incontro di lotta che durante la notte aveva perso contro Jasper. Gli ci sarebbe voluta tutta la sua limitata pazienza per riuscire ad arrivare fino alla fine delle lezioni ed orchestrare una rivincita. Non mi sono mai sentito davvero indiscreto nellascoltare i pensieri di Emmett, perch non pensa mai nulla che non direbbe ad alta voce o che non metterebbe in pratica. Forse mi sentivo colpevole quando ascoltavo i pensieri degli altri solamente perch sapevo che cerano delle cose che avrebbero preferito non condividere con me. Se la mente di Rosalie era una pozzanghera poco profonda, allora quella di Emmett era un lago senza ombre, trasparente come il vetro. E JasperStava soffrendo. Trattenni un sospiro. Edward. Alice aveva formulato il mio nome nella sua mente, catturando immediatamente la mia attenzione. Sarebbe stato esattamente lo stesso se qualcuno mi avesse chiamato a gran voce. Ero contento che negli ultimi anni il mio nome di battesimo fosse passato di moda sarebbe stata una seccatura: ogniqualvolta qualcuno avesse pensato ad un qualunque Edward la mia testa si sarebbe automaticamente voltata La mia testa adesso non si muoveva. Alice ed io eravamo bravi a conversare in privato. Raramente qualcuno ci scopriva. Tenevo gli occhi fissi sulle linee dellintonaco. Come se la cava? Mi chiese. Mi accigliai, solo un impercettibile cambiamento nella piega delle labbra. Niente che potesse farci scoprire dagli altri. Potevo benissimo essermi accigliato per noia. La voce mentale di Alice ora era allarmata, e nei suoi pensieri potevo vederla mentre osservava Jasper di sottecchi. C qualche pericolo? Rovistava oltre, nellimmediato futuro, scorrendo le visioni monotone per scoprire la causa del mio cipiglio. Girai lentamente la testa a sinistra, come per guardare i mattoni della parete, sospirai, e poi a destra, di nuovo sulle crepe nel soffitto. Solamente Alice sapeva che stavo scuotendo la testa. Si rilass. Fammelo sapere se diventa insopportabile. Mossi solo gli occhi, in alto sul soffitto, e poi di nuovo gi. Grazie per quello che stai facendo. Ero contento di non poterle rispondere ad alta voce. Cosa avrei potuto dirle? E un piacere? Non lo era affatto. Non mi divertiva ascoltare i conflitti interiori di Jasper. Era
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davvero necessario metterlo alla prova fino a questo punto? Non sarebbe stato pi sicuro ammettere semplicemente che forse non sarebbe mai stato capace di gestire la sete come il resto di noi riusciva a fare, e non spingerlo al limite? Perch scherzare col fuoco? Erano trascorse due settimane dalla nostra ultima battuta di caccia. Non era un arco di tempo cos immensamente duro per il resto di noi. Un poco spiacevole di tanto in tanto se un umano ci passava troppo vicino, se il vento soffiava nella direzione sbagliata. Ma gli umani raramente ci camminavano troppo vicini. I loro istinti gli suggerivano quel che le loro menti coscienti non avrebbero mai capito: eravamo pericolosi. Jasper al momento era davvero pericoloso. Proprio ora, una ragazza minuta si era fermata presso il bordo del tavolo pi vicino al nostro, per parlare con unamica. Aveva scrollato i corti capelli biondo rossicci pettinandoli con le dita. I radiatori avevano soffiato il suo profumo nella nostra direzione. Ero abituato a come mi faceva sentire il profumo il dolore pungente alla gola, la brama cupa nello stomaco, la contrazione automatica dei muscoli, il flusso eccessivo di veleno nella bocca Era tutto piuttosto normale, generalmente facile da ignorare. Ora, per, era un p pi difficile, per via delle percezioni amplificate, duplicate dal mio monitorare la reazione di Jasper. Una sete raddoppiata, invece della mia soltanto. Jasper stava lasciando correre la propria fantasia. Se lo stava immaginando immaginando di alzarsi dal proprio posto accanto ad Alice e di andare a piazzarsi di fronte a quella ragazza minuta. Pensando di chinarsi su di lei, come per bisbigliarle qualcosa allorecchio, e di lasciare che le sue labbra si posassero sullarco della gola. Immaginando che sensazione gli avrebbe dato in bocca il sangue circolante al di sotto della pelle sottile Tirai un calcio alla sua sedia. Per un attimo incroci il mio sguardo, e poi abbass gli occhi. Riuscivo a sentire il conflitto tra la vergogna e la ribellione che lo impegnava mentalmente. Scusa mormor Jasper. Scrollai le spalle. Non avresti fatto niente, gli mormor Alice, cercando di alleviarne la mortificazione. Lo avrei visto. Trattenni la smorfia che ne avrebbe scoperta la menzogna. Dovevamo sostenerci a
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vicenda, Alice ed io. Non era facile, ascoltare le voci o avere delle visioni sul futuro. Entrambi bizzarrie tra coloro che erano gi dei mostri. Proteggevamo i nostri segreti reciprocamente. Aiuta un poco se pensi a loro come a delle persone, sugger Alice, con la sua voce acuta e melodiosa troppo veloce per essere capita dalle orecchie umane, se anche qualcuno si fosse trovato abbastanza vicino da poterla sentire. Si chiama Whitney. Ha una sorella minore che adora. Sua madre ha invitato Esme a quella festa in giardino, ricordi? So chi , aveva detto Jasper bruscamente. Si era voltato dallaltra parte per guardare fuori da una delle piccole finestre piazzate proprio sotto il cornicione tuttintorno alla lunga stanza. Il suo tono aveva messo fine alla conversazione. Sarebbe dovuto andare a caccia stanotte. Era ridicolo correre dei rischi come questo, cercando di testarne la forza di volont, per aumentarne la resistenza. Jasper doveva semplicemente accettare i propri limiti e lavorare entro quelli. Le sue precedenti abitudini non erano di alcun aiuto rispetto allo stile di vita che avevamo scelto; non avrebbe dovuto spingersi tanto in l. Alice sospir silenziosamente e si alz, portandosi via il vassoio del cibo il suo corredo di scena, perch questo era e lo lasci solo. Sapeva quando ne aveva avuto abbastanza dei suoi incoraggiamenti. Sebbene Rosalie ed Emmett facessero maggiore sfoggio della loro relazione, erano Alice e Jasper che meglio conoscevano ogni singolo umore dellaltro come fosse il proprio. Come se potessero anche loro leggere nel pensiero solo luno dellaltra. Edward Cullen. Un riflesso condizionato. Mi voltai al suono del mio nome che veniva pronunciato, quantunque non fosse stato davvero pronunciato, ma solo pensato. I miei occhi sincrociarono per non pi di una frazione di secondo con un paio di grandi occhi umani, marroni come il cioccolato, incastonati in un viso pallido a forma di cuore. Conoscevo quel viso, nonostante non lo avessi visto da me prima di questo momento. Aveva avviluppato ogni mente umana oggi. La nuova studentessa, Isabella Swan. Figlia del capo della polizia, mandata a vivere qui in virt di un nuovo accordo di affidamento. Bella. Aveva corretto chiunque aveva usato il suo nome per esteso Guardai altrove, annoiato. Mi ci volle un momento per capire che non era stata lei a
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pensare il mio nome. Naturalmente sta gi prendendosi una cotta per i Cullen, ascoltai il seguito del primo pensiero. Avevo riconosciuto la voce, infine. Jessica Stanley non era passato molto tempo da quando mi aveva annoiato con il suo intimo blaterare. Era stato un vero sollievo quando aveva superato la sua infatuazione fuori luogo. Era stato quasi impossibile fuggire i suoi costanti, ridicoli sogni ad occhi aperti. Avevo desiderato, a quel tempo, di poterle spiegare esattamente cosa sarebbe successo se le mie labbra, ed i denti dietro quelle, fossero arrivate da qualunque parte vicino a lei. Sarebbe bastato a zittire le sue fastidiose fantasie. Il pensiero della sua reazione quasi mi fece sorridere. Dovrebbe mettere su un p di ciccia, continu Jessica. Non neppure davvero carina. Non capisco perch Eric la guardi tantoo Mike. Trasal mentalmente a quellultimo nome. La sua nuova infatuazione, il genericamente popolare Mike Newton, completamente ignaro di lei. A quanto pareva, non era altrettanto indifferente nei confronti della ragazza nuova. Di nuovo, come un bambino con un oggetto scintillante. Questo aveva reso i pensieri di Jessica ancora pi meschini, sebbene allapparenza fosse amichevole con la nuova arrivata mentre le spiegava ci che era risaputo da tutti riguardo alla mia famiglia. La nuova studentessa doveva aver chiesto di noi. Tutti stanno guardando anche me, oggi. Il pensiero di Jessica sorrideva compiaciuto in disparte. E una vera fortuna che io e Bella abbiamo in comune due lezioni Scommetto che Mike vuole chiedermi se Cercai di tenere fuori dalla mia testa quel vuoto chiacchiericcio prima che la grettezza e la banalit mi facessero diventare matto. Jessica Stanley sta lavando i panni sporchi di casa Cullen con la ragazza nuova, la Swan mormorai ad Emmett per distrarmi. Ridacchi sotto i baffi. Spero lo stia facendo bene, pens. A dire il vero, senza un briciolo dimmaginazione. Appena un pizzico di scandalo. Nemmeno un grammo di orrore. Sono un p deluso. E la ragazza nuova? Anche lei altrettanto delusa dai pettegolezzi? Mi misi ad ascoltare per sentire cosa pensasse la nuova ragazza, Bella, della storia di Jessica. Cosa vedeva quando guardava verso quella strana famiglia dalla pelle bianca
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come il gesso che veniva evitata da tutti? Era una specie di responsabilit per me conoscere la sua reazione. In mancanza di un termine migliore, si sarebbe potuto dire che stavo di vedetta per la mia famiglia. Per proteggerci. Se qualcuno avesse nutrito dei sospetti, avrei potuto metterci in guardia per tempo e garantirci una facile ritirata. Era capitato qualche volta qualche umano con una vivace immaginazione aveva visto in noi i personaggi di un libro o di un film. Solitamente sbagliava la conclusione, ma per noi era meglio partire per qualche altro posto piuttosto che rischiare un esame pi approfondito. Molto, molto raramente, qualcuno indovinava. Non gli offrivamo loccasione di verificare le proprie teorie. Semplicemente sparivamo, per diventare non pi di un ricordo spaventoso Non sentivo niente, sebbene ascoltassi proprio accanto a dove il frivolo monologo interno di Jessica continuava ad imperversare. Era come se non ci fosse nessuno seduto vicino a lei. Che cosa bizzarra, la ragazza si era spostata? Improbabile, poich Jessica stava ancora parlottando con lei. Alzai lo sguardo per verificare, sentendomi come se avessi perso lequilibrio. Controllare ci che il mio extra udito avrebbe dovuto dirmi era qualcosa che non avevo mai dovuto fare. Di nuovo, il mio sguardo indugi sugli stessi grandi occhi marroni. Era seduta esattamente dovera prima, e ci guardava, una cosa naturale da fare, supposi, giacch Jessica la stava ancora deliziando con i pettegolezzi locali approposito dei Cullen. Pensare a noi sarebbe stato altrettanto naturale. Ma non riuscivo a sentire neppure un bisbiglio. Un rosso invitante e caldo aveva colorato le sue guance mentre abbassava lo sguardo, distogliendolo imbarazzata per la gaffe di essere stata scoperta a fissare uno sconosciuto. Era un bene che Jasper stesse ancora guardando fuori dalla finestra. Non volevo neppure immaginare leffetto che avrebbe sortito sul suo autocontrollo quel semplice afflusso di sangue. Le emozioni sul suo viso erano leggibili come se le avesse scritte sulla fronte: la sorpresa, intanto che assimilava inconsapevolmente i segni della sottile differenza tra la sua specie e la mia; la curiosit, mentre ascoltava il resoconto di Jessica, e qualcosaltrofascino? Non sarebbe stata la prima volta. Per le nostre vittime predestinate eravamo bellissimi. Poi, infine, limbarazzo, quando lavevo scoperta a fissarmi. E tuttavia, sebbene i suoi pensieri fossero tanto intellegibili nei suoi strani occhi
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strani per via della loro profondit; gli occhi marroni sembravano sempre inespressivi per via della loro cupezza , dal posto in cui sedeva potevo ascoltare nullaltro che il silenzio. Il niente pi totale. Per un attimo mi sentii a disagio. Era qualcosa che non mi era mai capitato prima. Cera qualcosa che non andava in me? Mi sentivo esattamente come sempre. Turbato, mi misi ad ascoltare con maggiore attenzione. Tutte le voci che avevo bloccato stavano improvvisamente urlando dentro la mia testa. Chiss che musica ascoltaMagari potrei parlarle di quel nuovo CD Stava pensando Mike Newton, a due tavoli da me, morbosamente fissato con Bella. Guarda come la squadra. Non gli basta che la met delle ragazze della scuola abbiano una cotta per lui I pensieri di Eric Yorkie erano astiosi, anchessi incentrati su Bella. cos disgustoso. Verrebbe da pensare che una famosa o chiss chePersino Edward Cullen la sta fissando Lauren Mallory era talmente gelosa che la sua faccia, a rigore di tutte le logiche, sarebbe dovuta essere di una tonalit verde scura. E Jessica, che va pavoneggiandosi di essere la sua nuova migliore amica. Che cosa ridicola I pensieri al vetriolo continuarono a vomitare dalla ragazza. Scommetto che glielhanno chiesto gi tutti. Per mi farebbe piacere parlare con lei. Penser a qualcosa di pi originale da chiederle Meditava Ashley Dowling. magari nel mio corso di spagnolo Sperava June Richardson. una montagna di cose da fare per stasera! Trigonometria, ed il test di inglese. Spero che mamma Angela Weber, una ragazza posata i cui pensieri erano insolitamente gentili, era lunica della tavolata a non essere ossessionata da Bella. Riuscivo a sentire ognuno di loro, a sentire ogni singola inezia che gli passava per la testa non appena la pensavano. Ma assolutamente niente da parte della nuova studentessa con quegli occhi comunicativi pi di quanto non sembrassero. E, ovviamente, ero in grado di sentire cosa diceva la ragazza quando parlava con Jessica. Non avevo bisogno di leggere il pensiero per riuscire ad ascoltare la sua voce chiara e bassa dallaltra parte della lunga stanza. Qual di loro quello con i capelli castano ramati? la sentii chiedere, mentre con la
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coda dellocchio mi lanciava unocchiata furtiva, spostando rapidamente lo sguardo altrove nellaccorgersi che la stavo ancora fissando. Se avevo avuto il tempo dilludermi che ascoltarne il suono della voce mi avrebbe aiutato a localizzare il tono dei suoi pensieri, persi in qualche posto cui non potevo accedere, ero rimasto immediatamente deluso. Generalmente, i pensieri della gente assumono una parlantina simile a quella delle loro voci concrete. Ma questa voce timida e discreta mi rimaneva estranea, non come le centinaia di pensieri che rimbalzavano per la stanza, ne ero certo. Un fatto del tutto nuovo. Oh, buona fortuna, idiota! Aveva pensato Jessica ancora prima di rispondere alla domanda della ragazza. Quello Edward. E uno schianto, naturalmente, ma non sprecare il tuo tempo. Non esce con nessuna. A quanto pare nessuna delle ragazze di qui abbastanza carina per lui. Aveva storto il naso. Voltai la testa altrove per nascondere un sorriso. Jessica e le sue compagne di classe non avevano idea di quanto fossero fortunate per il fatto che non trovassi nessuna di loro particolarmente attraente. Superato quel momento di fugace umorismo, sentii uno strano impulso, che non riuscii a comprendere esattamente. Aveva qualcosa a che fare con la malignit debordante dai pensieri di Jessica della quale la ragazza nuova era inconsapevole Provavo la stranissima voglia di mettermi tra di loro, per proteggere questa Bella Swan dalle pi bieche macchinazioni della mente di Jessica. Che cosa stramba da provare. Nel tentativo di snidare le motivazioni di un simile slancio, esaminai ancora una volta la ragazza nuova. Forse si trattava solamente di un istinto di protezione sopito da tempo assistere gli indifesi. Questa ragazza pareva molto pi fragile dei suoi nuovi compagni. La sua pelle era trasparente al punto che era difficile credere che potesse proteggerla davvero dalle aggressioni del mondo circostante. Riuscivo a vedere il sangue che circolava ritmicamente nelle vene sotto la membrana chiara, pallida Ma non dovevo soffermarmi su quel particolare. Ero bravo a vivere la vita che avevo scelta, ma ero assetato quanto Jasper e non avevo ragione di stuzzicare la tentazione. Cera una lieve ruga tra le sue sopracciglia della quale non pareva rendersi conto. Era incredibilmente frustrante! Era evidente per me che faticava a restare seduta l, a fare conversazione con degli sconosciuti, ad essere al centro dellattenzione. Potevo
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indovinarne la timidezza dal modo in cui teneva le spalle che parevano tanto delicate, lievemente incurvate, come se si aspettasse di doversi scontrare con un secco rifiuto da un momento allaltro. E tuttavia potevo solamente intuire, solo vedere, soltanto immaginare. Da quella ragazza cos ordinariamente umana mi giungeva nullaltro che il silenzio. Non riuscivo a sentire niente. Perch? Possiamo andare? mormor Rosalie, interrompendo la mia concentrazione. Fu un sollievo distogliere lo sguardo dalla ragazza. Non volevo continuare a fallire cos era irritante. E non volevo sviluppare interesse alcuno per i suoi pensieri nascosti semplicemente perch mi erano estranei. Non avevo alcun dubbio che una volta che fossi riuscito a decifrarli e avrei trovato il modo di riuscirci sarebbero stati banali ed insignificanti come tutti gli altri pensieri umani. Non valevano lo sforzo che avrei dovuto fare per raggiungerli. Allora, quella nuova ha gi paura di noi? chiese Emmett, che stava ancora aspettando la risposta alla domanda precedente. Scrollai le spalle. Non era sufficientemente interessato per sollecitare ulteriori informazioni. Neppure io sarei dovuto esserlo. Ci alzammo da tavola e uscimmo dalla mensa. Emmett, Rosalie e Jasper fingevano di essere degli studenti dellultimo anno; se ne andarono alle loro lezioni. Io interpretavo il ruolo di uno pi giovane. Mincamminai verso la mia lezione di biologia da studente del terzo anno, preparandomi mentalmente alla noia. Era improbabile che il Signor Banner, un uomo di unintelligenza che non superava la media, fosse in grado di cavare dalla sua lezione qualcosa che potesse sorprendere qualcuno che aveva due lauree in medicina. In classe, mi sistemai e lasciai che i miei libri corredi di scena, di nuovo; non dicevano nulla che non sapessi gi si sparpagliassero sul tavolo. Ero lunico studente ad avere un tavolo tutto per s. Gli esseri umani non erano abbastanza svegli da capire che avevano paura di me, ma i loro istinti di sopravvivenza lo erano abbastanza da tenerli lontani. Laula si stava riempiendo lentamente intanto che gli studenti arrivavano alla spicciolata dalla pausa pranzo. Mi appoggiai allo schienale della sedia aspettando che il tempo passasse. Di nuovo, desiderai poter essere capace di dormire. Siccome stavo pensando a lei, quando Angela Weber accompagn la ragazza nuova
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attraverso la porta, il suo nome simpose alla mia attenzione. Bella sembra essere timida almeno quanto me. Scommetto che oggi davvero dura per lei. Vorrei poterle dire qualcosama probabilmente suonerebbe molto stupido Si! Fu il pensiero di Mike Newton, mentre si girava sulla sedia per osservare lentrata delle ragazze. Ancora una volta, dal posto in cui si trovava Bella Swan, il nulla. Lo spazio vuoto che i suoi pensieri avrebbero dovuto colmare mirritava e mi sconcertava. Si era avvicinata, risalendo il corridoio dalla mia parte per raggiungere la cattedra dellinsegnante. Povera ragazza; il posto accanto al mio era lunico disponibile. Automaticamente, sgombrai quello che sarebbe stato il suo lato del tavolo, impilando i miei libri. Dubitavo che si sarebbe sentita a proprio agio l. Si profilava un lungo semestre per lei per lo meno in questa classe. Tuttavia, forse, sedendole accanto, sarei riuscito a carpirne i segretiNon che avessi mai avuto bisogno della vicinanza prima di alloranon che avessi mai ascoltato qualcosa che valesse la pena Bella Swan era entrata nel flusso di aria calda che soffiava attorno a me dalla ventola. Il suo profumo mi colp come una sfera da demolizione, al pari di un ariete. Non cera immagine abbastanza violenta che potesse sintetizzare la potenza di quello che mi stava succedendo in quel momento. In quellistante, non sfioravo nemmeno lombra delluomo che ero stato capace di essere; non rimaneva neppure un briciolo di quellumanit della quale ero riuscito ad ammantarmi. Ero un predatore. Lei era la mia preda. Al mondo non esisteva altra verit apparte questa. Non cera unaula piena di testimoni nella mia mente si erano gi trasformati in danni collaterali. Il mistero dei suoi pensieri era dimenticato. I suoi pensieri non significavano nulla, perch non li avrebbe pensati ancora a lungo. Io ero un vampiro, e lei aveva il sangue pi dolce che avessi mai odorato negli ultimi ottantanni. Non avevo mai pensato che potesse esistere un profumo del genere. Se avessi saputo che cera, lavrei cercato molto tempo prima. Avrei setacciato il pianeta per lei. Potevo immaginarne il sapore
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La sete bruciava la mia gola come un incendio. La mia bocca era secca ed arida. Il fresco flusso del veleno non poteva nulla per fugare quella sensazione. Il mio stomaco si contorceva per quella fame che era uneco della sete. I miei muscoli erano contratti pronti a scattare. Non era passato neppure un intero secondo. Stava ancora completando lo stesso passo che laveva portata sottovento rispetto a me. Non appena il suo piede tocc terra, i suoi occhi scivolarono verso di me, con un movimento che evidentemente avrebbe voluto che fosse furtivo. Il suo sguardo incroci il mio, e mi vidi riflesso nellimmenso specchio dei suoi occhi. Lo shock provocatomi dalla faccia che vidi l le salv la vita appena in tempo. Non mi rese le cose pi facili. Una volta elaborata lespressione del mio viso, il sangue le aveva inondato nuovamente le guance, donando alla sua pelle la tonalit pi deliziosa che avessi mai vista. Il suo profumo nella mia mente era una spessa nebbia. A malapena riuscivo a pensarci attraverso. I miei pensieri si scatenarono indomabili, incoerenti. Camminava pi velocemente adesso, quasi fosse consapevole della necessit di dover scappare. La fretta laveva resa maldestra era incespicata ed aveva inciampato in avanti, quasi cadendo addosso alla ragazza seduta di fronte a me. Vulnerabile, debole. Addirittura pi del normale per un essere umano. Cercavo di concentrarmi sulla faccia che avevo vista riflessa nei suoi occhi, un volto che avevo riconosciuto disgustato. La faccia del mostro che era in me il viso che ero riuscito a seppellire grazie a decenni di sforzi e di rigida disciplina. Con quanta facilit riaffiorava in superficie adesso! Il profumo fluttu di nuovo attorno a me, mandando allaria i miei pensieri e facendomi quasi saltare via dalla sedia. No. Serrai la mano sotto al bordo del banco mentre cercavo di costringermi a restare seduto. Il legno non era abbastanza resistente per quel compito. La mia mano aveva frantumato la superficie e si era staccata con in pugno una poltiglia di schegge, lasciando limpronta delle mie dita scolpita in quel che rimaneva del legno. Distruggere le prove. Quella era una regola fondamentale. Polverizzai rapidamente i contorni delle impronte con la punta delle mie dita, lasciando nullaltro che un buco
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frastagliato ed un mucchietto di segatura sul pavimento, che sparpagliai con il piede. Distruggere le prove. Danni collaterali Sapevo cosa stava per succedere. La ragazza si sarebbe seduta accanto a me, ed io lavrei dovuta uccidere. Gli spettatori innocenti che si trovavano nellaula, altri diciotto ragazzi ed un adulto, non avrebbero potuto lasciare questa stanza, avendo visto ci che presto avrebbero visto. Rabbrividii al pensiero di ci che dovevo fare. Neppure quando avevo dato veramente il peggio di me avevo commesso questo genere di atrocit. Non avevo mai ucciso degli innocenti, mai in ottantanni. E ora programmavo di massacrarne venti tutti in una volta. Il viso riflesso del mostro si faceva beffe di me. Nonostante una parte di me rabbrividisse alla vista del mostro, unaltra parte stava elaborando un piano. Se uccidevo prima la ragazza, non avrei potuto dedicarle pi di quindici o venti secondi prima che gli umani presenti in aula reagissero. Forse qualche secondo di pi, se non avessero capito immediatamente cosa stavo facendo. Non avrebbe avuto il tempo di gridare o di sentire dolore; non lavrei uccisa in modo crudele. Era il minimo che potessi fare per questa sconosciuta dal sangue terribilmente appetibile. Poi, per, avrei dovuto impedire agli altri di scappare. Non mi sarei dovuto preoccupare delle finestre, perch erano troppo in alto e troppo piccole per offrire a chiunque una via di fuga. Solo della porta se lavessi bloccata, sarebbero stati in trappola. Sarebbe stato molto pi lento e molto pi difficile cercare di farli fuori tutti, una volta che fossero stati presi dal panico ed avessero cominciato ad agitarsi, muovendosi caoticamente. Non impossibile, ma molto pi rumoroso. Cera tempo per un sacco di urla. Qualcuno avrebbe potuto sentireE sarei stato costretto ad uccidere addirittura un numero maggiore di innocenti in questa triste ora. Ed il suo sangue sarebbe sfumato, mentre uccidevo gli altri. Il suo profumo mi puniva, serrandomi la gola con unaridit struggente Perci i testimoni prima. Rifinii mentalmente i dettagli del mio piano. Mi trovavo al centro dellaula, nella fila posteriore pi arretrata. Prima avrei dovuto occuparmi del lato destro. Calcolavo di
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poter spezzare quattro o cinque dei loro colli al secondo. Non avrei fatto rumore. Il lato destro sarebbe stato il lato fortunato; non mi avrebbero visto arrivare. Muovendomi in fretta su e gi per il lato sinistro, non mi ci sarebbero voluti al massimo pi di cinque secondi per finire tutte le vite presenti in aula. Abbastanza da permettere a Bella Swan di capire, per un breve momento, cosa stava per succederle. Abbastanza da permetterle di sentire la paura. Abbastanza, forse, se lo shock non lavesse immobilizzata sul posto, da farla gridare una sola volta. Un grido soffocato che non avrebbe fatto accorrere nessuno. Respirai a fondo, ed il suo profumo era un fuoco che correva lungo le mie vene riarse, avvampando dal mio petto fino ad annullare ogni miglior istinto di cui fossi capace. Stava voltandosi proprio in questo istante. Entro pochi secondi si sarebbe seduta a pochi centimetri da me. Il mostro nella mia testa sorrideva nellattesa. Qualcuno alla mia sinistra aveva chiuso una cartellina sbattendola. Non alzai lo sguardo per vedere quale di quegli umani condannati fosse stato. Ma quel gesto soffi sul mio viso una folata daria innocua, inodore. Per un breve secondo, fui in grado di pensare chiaramente. In quel secondo prezioso, vidi due volti nella mia mente, uno accanto allaltro. Uno era il mio o, almeno, lo era stato: il mostro dagli occhi rossi che aveva ucciso cos tante persone che avevo smesso di contarle. Omicidi razionalizzati, giustificati. Un assassino di assassini, un assassino di altri mostri meno dotati. Era stato un delirio di onnipotenza, lavevo riconosciuto decidere chi meritasse la pena di morte. Un compromesso che avevo fatto con me stesso. Mi ero nutrito di sangue umano, ma solamente in senso lato. Le mie vittime erano state, nei loro differenti malefici trascorsi, a malapena pi umane di quanto non fossi io stesso. Laltro viso era di Carlisle. Non cera alcuna rassomiglianza tra quei due volti. Come tra un giorno di sole e la pi scura delle notti. Non cera ragione per cui si dovessero rassomigliare. Carlisle non era mio padre secondo laccezione biologica del termine. Non condividevamo alcun lineamento. La somiglianza dei nostri coloriti era il prodotto di ci che eravamo; tutti i vampiri avevano unidentica pelle bianca come il ghiaccio. La somiglianza nel colore degli occhi era
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unaltra faccenda il riflesso di una scelta condivisa. E tuttavia, bench non ci fossero i presupposti per una rassomiglianza, avevo immaginato che, in qualche misura, il mio viso avesse cominciato a riflettere il suo nel corso degli ultimi settanta bizzarri anni in cui avevo abbracciato la sua scelta e seguito i suoi passi. I miei lineamenti non erano cambiati, ma mi sembrava che un p della sua saggezza avesse segnato la mia espressione, che un pizzico della sua compassione fosse rimasto scolpito nella piega della mia bocca, e che un accenno della sua pazienza fosse manifesto sulla mia fronte. Tutti quei piccoli miglioramenti andavano persi sulla faccia del mostro. Entro pochi attimi, in me non sarebbe rimasto nulla che potesse riflettere gli anni trascorsi con il mio creatore, il mio mentore, mio padre da ogni punto di vista che contasse qualcosa. I miei occhi si sarebbero accesi di rosso come quelli di un diavolo; qualunque somiglianza sarebbe stata smarrita per sempre. Nella mia mente, gli occhi gentili di Carlisle non mi giudicavano. Sapevo che mi avrebbe perdonato lo scempio che stavo per commettere. Perch mi amava. Perch pensava che fossi migliore di quel che ero. Ed avrebbe continuato ad amarmi, anche se adesso dimostravo che aveva torto. Bella Swan si era seduta sulla sedia accanto alla mia, i suo gesti erano rigidi ed imbarazzati per la paura? e la fragranza del suo sangue mi avvolgeva in una nube implacabile. Avrei dimostrato a mio padre che aveva torto su di me. La sofferenza di una simile prospettiva mi feriva quasi quanto il fuoco che avevo in gola. Aumentai la distanza che ci separava per il disgusto la repulsione verso quel mostro che desiderava ardentemente di prenderla. Perch doveva venire qui? Perch doveva esistere? Perch doveva rovinare la pace di questa mia non-vita? Perch mai questesacerbante essere umana era mai nata? Mi avrebbe rovinato. Distolsi lo sguardo da lei, attanagliato da un odio improvviso e feroce, ingiustificato. Chi era questa creatura? Perch a me, perch adesso? Perch dovevo perdere tutto solo perch aveva casualmente scelto di fare la sua comparsa in questa citt inverosimile? Perch era venuta qui!
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Non volevo essere il mostro! Non volevo uccidere unintera aula di ragazzini indifesi! Non volevo perdere tutto quanto mi ero guadagnato con unintera esistenza di sacrifici e privazioni! Non lo avrei fatto. Non glielavrei permesso. Il problema stava nel profumo, nel profumo terribilmente attraente del suo sangue. Se ci fosse stato un modo per resisterese solo unaltra folata di aria fresca avesse potuto schiarirmi la mente. Bella Swan scosse i suoi lunghi, folti capelli color mogano nella mia direzione. Era pazza? Era come se volesse incoraggiare il mostro! Provocarlo. Non cera brezza complice che allontanasse il profumo da me ora. Presto sarebbe stato tutto perduto. No, non cera alcuna brezza a supportarmi. Ma io non avevo bisogno di respirare. Smisi di far affluire laria ai polmoni; il sollievo fu immediato, ma relativo. Avevo ancora il ricordo del profumo nella mente ed il suo gusto sulla lingua. Non sarei riuscito a resistere a lungo neppure a quelli. Ma forse potevo resistere per unora. Unora. Il tempo necessario per uscire da questaula stipata di vittime, vittime che magari non dovevano diventare vittime. Se avessi potuto resistere per una brevissima ora. Mi sentivo a disagio a non respirare. Il mio corpo non aveva bisogno di ossigeno, ma andava contro i miei istinti. Nei momenti di stress mi affidavo allolfatto molto pi che agli altri miei sensi. Mindicava la strada quando cacciavo, era il primo ad avvertirmi se cera un pericolo. Non mi era capitato spesso dimbattermi in qualcosa di pericoloso quanto me, ma listinto di autoconservazione era tanto forte nella mia razza quanto lo era nella media degli umani. Scomodo, ma sopportabile. Molto pi tollerabile dellodorarla senza affondare i denti in quella pelle delicata e sottile, quasi trasparente, fino alla calda, umida, pulsante Unora! Soltanto unora. Non dovevo pensare al profumo, al gusto. La taciturna ragazza lasci cadere i capelli tra di noi, piegandosi in avanti cosicch si riversassero sulla sua cartellina. Non riuscivo a vederne il viso, per cercare di leggerne le emozioni negli occhi schietti e profondi. Era per questo che aveva lasciato che i suoi capelli formassero una cortina tra di noi? Per sottrarmi quegli occhi? Per paura? Per timidezza? Per tenermi nascosti i suoi segreti? La mia iniziale irritazione per essere stato ostacolato dai suoi pensieri muti era debole e pallida in confronto alla necessit ed allodio che si erano appena
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impossessati di me. Perch odiavo questa fragile donna-bambina che mi stava accanto, la odiavo con tutto il fervore con cui mi aggrappavo alla mia essenza, alla mia famiglia, ai miei sogni di essere un qualcuno migliore di quel che ero Odiarla, odiare il modo in cui mi faceva sentire era un p daiuto. Si, lirritazione che prima avevo provato era debole, ma anche quella poteva essere di una qualche utilit. Mi aggrappai a qualunque emozione capace di distrarmi dallimmaginarmi che sapore avesse Odio ed irritazione. Impazienza. Quellora sarebbe mai finita? E quando lora finiva Allora sarebbe uscita dallaula. E cosavrei fatto? Mi potevo presentare. Ciao, mi chiamo Edward Cullen. Posso accompagnarti alla prossima lezione? Lei avrebbe risposto di si. Sarebbe stata la cosa pi educata da fare. Sebbene avesse gi paura di me, come sospettavo, avrebbe seguito le convenzioni e mi avrebbe camminato accanto. Sarebbe stato piuttosto facile spingerla nella direzione sbagliata. Uno sperone di foresta si allungava come un dito indice a toccare langolo in fondo allo spiazzo del parcheggio. Potevo dirle che avevo dimenticato un libro in macchina Qualcuno avrebbe notato che ero lultima persona con la quale era stata vista? Stava piovendo, come al solito; due impermeabili scuri che sincamminavano nella direzione sbagliata non avrebbero destato molta attenzione, n mi avrebbero tradito. Tranne per il fatto che non ero lunico studente che si era accorto di lei oggi quantunque nessuno si fosse accorto di lei ferocemente quanto me. Mike Newton, soprattutto, era cosciente di ogni singolo spostamento del suo peso mentre si agitava nervosamente sulla sedia si sentiva a disagio a starmi cos vicina, come chiunque avrebbe fatto, esattamente come mi ero aspettato prima che il suo profumo distruggesse tutta la mia caritatevole sollecitudine. Mike Newton lavrebbe notato se lei avesse lasciato laula con me. Se potevo resistere per unora, potevo farcela per due? Il dolore dellarsura mi fece trasalire. Sarebbe rientrata in una casa vuota. Lispettore Swan lavorava tutto il giorno. Conoscevo la sua casa, cos come conoscevo ogni casa di quella piccola citt. La sua casa si trovava proprio a ridosso della fitta boscaglia, isolata. Anche se avesse avuto il tempo di gridare, e non lavrebbe avuto, non ci sarebbe stato nessuno che potesse sentirla. Quello sarebbe stato un modo responsabile di gestire la cosa. Avevo fatto a meno
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del sangue umano per settantanni. Se trattenevo il respiro, potevo farcela per altre due ore. E quando lei fosse rimasta da sola, non ci sarebbe stato alcun rischio di ferire qualcun altro. E nessuna ragione per non godersi appieno lesperienza, senza fretta, concord il mostro nella mia testa. Era un sofisma pensare che salvando i diciannove umani di questaula, faticosamente e con pazienza, sarei stato un p meno mostro quando avessi ucciso questa ragazza innocente. Malgrado la odiassi, sapevo che il mio odio era ingiustificato. Sapevo che ci che odiavo veramente era me stesso. Ed avrei odiato entrambi molto di pi una volta che fosse morta. Andai avanti cos per lintera ora immaginando quali fossero i modi migliori di ucciderla. Cercai di evitare di visualizzare latto nel concreto. Probabilmente sarebbe stato troppo per me; avrei potuto perdere quella battaglia e finire per uccidere chiunque mi fosse capitato a tiro. Perci pianificavo le strategie, e nientaltro. Mi aiut a superare lora. Una volta, proprio verso la fine, aveva sbirciato verso di me attraverso la parete dei suoi capelli morbidi. Avevo sentito lodio ingiustificato bruciarmi dentro quando aveva incontrato il mio sguardo ne avevo visto il riflesso nei suoi occhi spaventati. Il sangue le aveva colorato le guance prima che potesse nascondersi di nuovo dietro i capelli, e mi aveva quasi rovinato. Ma la campanella aveva suonato. Salvato dalla campanella che clich. Eravamo entrambi salvi. Lei, salva dalla morte. Io, salvo solo per poco dallessere la creatura da incubo che temevo e aborrivo. Non riuscii a camminare lentamente come avrei dovuto mentre mi precipitavo fuori dalla stanza. Se qualcuno mi avesse visto, avrebbe potuto sospettare che ci fosse qualcosa di sbagliato nel modo in cui mi muovevo. Nessuno mi prestava attenzione. I pensieri umani ancora vorticavano tutti attorno a quella ragazza condannata a morire in poco pi di unora. Mi nascosi in macchina. Non mi piaceva pensare a me stesso costretto a nascondermi. Era una codardia. Ma stavolta era indubbiamente meglio cos. Non mi era rimasta disciplina a sufficienza per aggirarmi tra gli umani ora. Dovermi concentrare tanto nello sforzo di salvarne uno mi aveva lasciato senza risorse per resistere
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agli altri. Che spreco. Se ero in procinto di arrendermi al mostro, tanto valeva che la sconfitta valesse il cedimento. Misi su il CD di una musica che normalmente mi calmava, ma non serv a molto. No, ci che pi mi aiutava in quel momento era laria gelida, umida e pulita che insieme alla pioggia leggera entrava dai finestrini aperti. Nonostante riuscissi a ricordare lodore del sangue di Bella Swan con estrema chiarezza, inalare laria fresca era come depurare il mio organismo dalla sua infezione. Ero di nuovo sano di mente. Riuscivo di nuovo a pensare. E potevo nuovamente combattere. Potevo combattere contro ci che non volevo essere. Non avevo bisogno di andare a casa sua. Non avevo bisogno di ucciderla. Ovviamente, ero una creatura senziente, ragionevole, ed avevo unalternativa. Cera sempre unalternativa. Non mi ero sentito cos in aulama adesso lei era lontana. Forse, se lavessi evitava con molta, molta cautela, non ci sarebbe stato alcun bisogno di stravolgere la mia vita. Le cose sarebbero rimaste uguali a come mi piacevano. Perch avrei dovuto permettere ad un esasperante e delizioso nessuno di rovinare tutto? Non dovevo deludere mio padre. Non dovevo essere per mia madre causa di stress, pauradolore. Si, avrei ferito anche mia madre adottiva. Ed Esme era cos dolce, cos tenera e gentile. Arrecare dolore a qualcuno come Esme era veramente imperdonabile. Che ironia che avessi desiderato di proteggere questa ragazza umana dalla minaccia inefficace, meschina dei pensieri maligni di Jessica Stanley. Ero lultima persona che avrebbe mai potuto fare le veci di un protettore per Isabella Swan. Non avrebbe mai avuto bisogno di essere protetta pi di quanto non avesse bisogno di esserlo da me. Dovera Alice, mi chiesi allimprovviso? Non mi aveva visto uccidere la giovane Swan in molteplici modi? Perch non era venuta ad aiutarmi a fermarmi o ad aiutarmi a far sparire le prove, una qualunque delle due? Era cos presa dallosservare i problemi di Jasper che aveva mancato questa possibilit tanto pi terribile? Ero pi forte di quel che pensavo? Davvero non avrei fatto nulla alla ragazza? No, sapevo che non era vero. Alice doveva essere totalmente presa da Jasper. Frugai nella direzione in cui sapevo di trovarla, nel piccolo edificio destinato alle lezioni di inglese. Non mi ci volle molto per localizzare la sua voce familiare. Ed avevo ragione. Ogni suo singolo pensiero era rivolto a Jasper, osservandone le infinite possibilit
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esaminandole a fondo. Avrei voluto consigliarmi con lei, ma allo stesso tempo ero contento che non avesse scoperto di cosa ero capace. Che fosse ignara della carneficina che avevo contemplata nellultima ora. Sentii montare un altro fuoco nel mio corpo il fuoco della vergogna. Volevo che nessuno di loro sapesse. Se avessi potuto evitare Isabella Swan, se fossi riuscito a non ucciderla anche solo per averlo pensato, il mostro dentro di me si contorceva e digrignava i denti frustrato , allora nessuno avrebbe saputo. Se fossi riuscito a restare lontano dal suo profumo Non cera motivo per cui non dovessi tentare, del resto. Fare la scelta giusta. Cercare di essere quel che Carlisle pensava che fossi. Lultima ora di lezione era quasi finita. Decisi allistante di mettere in pratica il mio piano. Sempre meglio che restarmene seduto l nel parcheggio dove avrebbe potuto passarmi accanto e vanificare il mio sforzo. Di nuovo, provai quellodio ingiustificato per la ragazza. Odiavo che avesse un tale inconsapevole potere su di me. Che potesse farmi diventare qualcosa che aborrivo. Camminai a passo svelto un p troppo svelto, ma non cerano testimoni attraverso il piccolo campus fino alla segreteria. Non cera ragione di far incrociare la mia strada e quella di Bella Swan. Lavrei evitata per quella pestilenza che era. In ufficio cera solamente la segretaria, colei che avevo bisogno di vedere. Non aveva notato la mia entrata silenziosa. Signorina Cope? La donna con i capelli di un rosso innaturale alz lo sguardo ed i suoi occhi si spalancarono. Gli impercettibili segni che non riuscivano a capire li coglievano sempre alla sprovvista, non importava quante volte ci avessero gi visti prima. Oh rimase a bocca aperta, appena un p frustrata. Si lisci la maglietta. Sciocca, pens rivolta a se stessa. E talmente giovane che potrebbe essere tuo figlio. Troppo giovane per pensare a lui a quel modo Ciao, Edward. Cosa posso fare per te?. Da dietro le spesse lenti mi faceva gli occhi dolci. Imbarazzante. Ma sapevo come essere affascinante quando volevo. Era facile, considerato che potevo capire allistante come veniva accolto ogni mio tono o gesto. Mi sporsi in avanti, incrociando il suo sguardo come se stessi fissando intensamente
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le profondit dei suoi piccoli occhi marroni. I suoi pensieri erano gi in subbuglio. Sarebbe stato facile. Mi stavo chiedendo se poteva aiutarmi con il mio orario, le dissi con la voce morbida che serbavo quando non volevo spaventare gli umani. Ascoltai il battito del suo cuore che accelerava. Certo, Edward. Cosa posso fare per te?. Troppo giovane, troppo giovane, cantilenava tra s. Sbagliato, ovviamente. Ero pi vecchio di suo nonno. Ma stando alla mia patente di guida, aveva ragione. Mi stavo domandando se potevo spostarmi dal mio corso di biologia ad un corso pi avanzato di scienze? Fisica, magari? C qualche problema con il Signor Banner, Edward? No di certo, solo che ho gi studiato la sua materia In quella scuola per ragazzi dotati che tutti voi avete frequentato in Alaska, giusto?. Le sue labbra sottili si contrassero in una smorfia mentre ci pensava. Dovrebbero gi frequentare tutti luniversit. Ho sentito i professori lamentarsene. Degli studenti modello, troppo perfetti, mai unesitazione nel rispondere, mai una risposta sbagliata ad un test come se avessero trovato il modo dimbrogliare in tutte le materie. Il Signor Varner preferirebbe credere che imbroglino tutti piuttosto che ammettere che uno studente pi intelligente di luiScommetto che la loro madre li istruisce personalmente Per la verit, Edward, fisica piuttosto affollata al momento. Il Signor Banner odia avere pi di venticinque studenti per classe - Non sarei di alcun disturbo. Certo che no. Non un perfetto Cullen. Lo so Edward. Ma non ci sono abbastanza posti a sedere Posso abbandonare il corso, allora? Potrei usare quel tempo per studiare da solo. Lasciare biologia? spalanc la bocca. Questo assurdo. Quanto pu essere faticoso arrivare alla fine di un corso di cui gi si conosce la materia? Deve esserci qualche problema con il Signor Banner. Chiss se dovrei parlarne con Bob? Non potresti diplomarti. Recuperer il prossimo anno. Forse dovresti parlarne con i tuoi genitori. La porta alle mie spalle si era aperta, ma chiunque fosse non stava pensando a me,
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perci ignorai il nuovo arrivato e mi concentrai sulla Signorina Cope. Mi sporsi leggermente pi vicino, e spalancai un p di pi gli occhi. Avrebbe funzionato meglio se fossero stati dorati invece che neri. La nerezza spaventava gli umani, cos come doveva. Per favore, Signorina Cope?. Resi il tono della mia voce quanto pi ammaliante ed irresistibile potesse essere e poteva essere estremamente irresistibile. Non c un altro corso in cui potrei spostarmi? Sono certo che da qualche parte deve esserci un posto libero. La sesta ora di biologia non pu essere lunica alternativa. Le sorrisi, stando attento a non mostrarle i denti cos apertamente da farla spaventare, lasciando che lespressione ammorbidisse il mio viso. Il suo cuore tamburell pi velocemente. Troppo giovane, ricord a s stessa affannosamente. Beh, forse potrei parlare con Bob intendo dire il Signor Banner. Posso vedere se - Un secondo fu tutto quanto ci volle per trasformare ogni cosa: latmosfera nella stanza, la missione per cui ero l, la ragione per cui mi ero allungato verso la donna dai capelli rossi Quello che prima aveva uno scopo adesso ne aveva un altro. Un secondo fu tutto quanto ci volle a Samantha Walls per aprire la porta e depositare una nota firmata in un contenitore vicino alla porta, e correre di nuovo fuori, nella fretta di allontanarsi dalla scuola. Un secondo fu tutto quanto ci volle per essere investito dallimprovvisa folata di vento che aveva attraversato la porta. Un secondo fu tutto quanto ci volle per rendermi conto del perch quella prima persona che aveva attraversato la porta non mi aveva interrotto con i suoi pensieri. Mi voltai, anche se non avevo bisogno di farlo per essere sicuro. Mi voltai lentamente, combattendo per tenere sotto controllo i muscoli che mi si ribellavano. Bella Swan era in piedi con le spalle poggiate al muro accanto alla porta, che stringeva tra le mani un pezzo di carta. I suoi occhi si spalancarono persino pi del normale quando simmersero nel mio sguardo feroce e disumano. Lodore del suo sangue impregnava ogni particella daria di quellufficio piccolo e caldo. La mia gola era in fiamme. Il mostro ancora una volta ricambi il mio sguardo dallo specchio che erano i suoi occhi, una maschera malefica. La mia mano esitava nellaria sopra il bancone. Non mi sarebbe servito di girarmi per allungare il braccio e sbattere la testa della Signorina Cope sulla scrivania con una
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forza sufficiente ad ucciderla. Due vite, invece di venti. Un affare. Il mostro attendeva ansiosamente, famelicamente che lo facessi. Ma cera sempre unalternativa Doveva esserci. Bloccai il movimento dei polmoni, e mi concentrai sul viso di Carlisle che avevo davanti agli occhi. Mi voltai di nuovo di fronte alla Signorina Cope ed ascoltai lintima sorpresa indottale dal mio cambiamento di espressione. Si allontan da me, ma la sua paura non si trasform in parole coerenti. Facendo uso di tutto il controllo che avevo imparato a dominare in decenni di abnegazione, adottai un tono di voce pacato e mellifluo. Avevo giusto abbastanza aria nei polmoni per parlare una volta ancora, scandendo rapidamente le parole. Non fa niente, allora. Capisco che non possibile. Molte grazie lo stesso per il suo aiuto. Mi voltai in un baleno e mi precipitai fuori dalla stanza, cercando dignorare il calore del suo sangue caldo mentre passavo a pochi centimetri da lei. Non mi fermai finch non arrivai alla macchina, muovendomi troppo in fretta lungo tutto il percorso fino a l. La maggior parte degli esseri umani se nerano gi andati, perci non cerano molti testimoni. Uno studente del secondo anno, D.J. Garret, laveva notato, ma poi aveva sminuito la cosa Da dove arriva Cullen? Sembra essersi materializzato dal nullaCi risiamo, ancora la mia immaginazione. La mamma lo dice sempre Quando minfilai dentro la Volvo, gli altri erano gi l. Cercavo di controllare il mio respiro, ma stavo boccheggiando laria fresca come se fossi quasi soffocato. Edward? domand Alice, in tono apprensivo. Mi limitai a scuotere la testa. Che diamine ti successo? chiese Emmett, momentaneamente distratto dal fatto che Jasper non fosse dellumore giusto per una rivincita. Invece di rispondere, innestai rapido la retromarcia. Dovevo andarmene da quel parcheggio prima che Bella Swan potesse seguirmi anche l. Il mio demone personale, che mi braccava Girai bruscamente la macchina e accelerai. Avevo raggiunto i sessanta primancora di essere in strada. In strada, raggiunsi i centodieci primancora di aver svoltato langolo. Senza bisogno di vederli, sapevo che Emmett, Rosalie e Jasper si erano tutti voltati
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a guardare Alice. Lei scroll le spalle. Non riusciva a vedere il passato, ma solo ci che stava per arrivare. Si era messa a rovistare nel futuro per me, ora. Entrambi elaborammo quello che vedeva nella sua mente, ed entrambi ne rimanemmo sorpresi. Te ne vai? mormor. Gli altri fissavano me adesso. Davvero? sibilai a denti stretti. Poi lo vide, nellistante in cui la mia determinazione vacillava ed unaltra scelta spingeva il mio futuro in una pi cupa direzione. Oh. Bella Swan, morta. I miei occhi, di un rosso incandescente per il sangue appena consumato. Linchiesta che ne sarebbe seguita. Il tempo che avremmo dovuto far passare perch fosse sicuro per noi trasferirci e ricominciare daccapo Oh, disse ancora. Limmagine si faceva sempre pi dettagliata. Per la prima volta vidi linterno della casa dellispettore Swan, vidi Bella in una piccola cucina con gli armadietti gialli, che mi dava le spalle mentre la spiavo dallombra Lasciando che il profumo mi spingesse verso di lei Basta! gemetti, incapace di sopportare altro. Mi dispiace, bisbigli, con gli occhi sgranati. Il mostro esultava. Poi la visione nella sua mente cambi di nuovo. Una strada deserta, di notte, gli alberi che la costeggiavano ricoperti di neve, baluginanti a quasi trecentoventi chilometri lora. Mi mancherai, disse. Non importa per quanto poco tempo starai via. Emmett e Rosalie si scambiarono unocchiata apprensiva. Eravamo in prossimit della svolta per il lungo viale che conduceva a casa nostra. Lasciaci qui, ordin Alice. Devi dirlo tu stesso a Carlisle. Annuii, e la macchina stridette per la brusca frenata. Emmett, Rosalie e Jasper uscirono in silenzio; si sarebbero fatti spiegare tutto da Alice quando me ne fossi andato. Alice tocc la mia spalla. Farai la cosa giusta, mormor. Non era una visione stavolta ma un ordine. Per Charlie Swan tutta la sua famiglia. Uccideresti anche lui.
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Si, dissi, daccordo soltanto sullultima parte. Scivol fuori per raggiungere gli altri, con le sopracciglia ansiosamente aggrottate. Si dissolsero nella foresta, scomparendo alla vista primancora che potessi girare la macchina. Accelerai di nuovo in direzione della citt, e sapevo che le visioni nella mente di Alice avrebbero lampeggiato dal buio alla luce come una lampada ad intermittenza. Mentre sfrecciavo a centoquaranta verso Forks, non ero sicuro di cosavrei fatto. Avrei detto addio a mio padre? O avrei abbracciato il mostro che avevo dentro? La strada volava via sotto le ruote.

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2. Libro aperto

Me ne stavo appoggiato ad un soffice banco di neve, lasciando che la massa farinosa si modellasse attorno al mio peso. La mia pelle si era raffreddata per compensare laria intorno a me, ed i minuscoli frammenti di ghiaccio parevano come velluto a contatto con la mia pelle. Il cielo sovrastante era limpido, brillante di stelle, acceso di blu in alcuni punti, di giallo in altri. Le stelle creavano delle figure maestose e fluttuanti che contrastavano con loscurit delluniverso uno spettacolo meraviglioso. Straordinariamente bello. O almeno, sarebbe dovuto essere straordinario. Lo sarebbe stato, se fossi riuscito a vederlo davvero. Non stava andando per niente meglio. Erano passati sei giorni, da sei giorni mi nascondevo qui nella landa desolata di Denali, ma non ero pi vicino alla libert di quanto non fossi la prima volta che avevo colto il suo profumo. Quando alzavo lo sguardo al cielo incastonato, era come se ci fosse unostruzione tra i miei occhi e la sua bellezza. Lostruzione era un viso, solo un comune viso umano, che per non riuscivo a bandire completamente dalla mia mente. Sentii lapprossimarsi dei pensieri primancora di riuscire a sentire i passi che li accompagnavano. Il suono del movimento era solo un lieve fruscio contro la neve farinosa. Non ero sorpreso che Tanya mi avesse seguito. Sapevo che in quegli ultimi giorni aveva rimuginato a lungo sulla conversazione in arrivo, rimandandola finch non era stata sicura di cosa volesse dirmi esattamente. Con un balzo apparve a circa sessanta metri da me, che si lanciava sulla cima di un affioramento di rocce nere bilanciandosi sugli avampiedi nudi. La pelle di Tanya era dargento alla luce delle stelle, ed i lunghi ricci dei suoi capelli biondi rilucevano pallidi, quasi rosa per via delle sfumature rosso fragola. I suoi occhi ambrati scintillavano mentre mi spiava, mezza sepolta nella neve, e le sue labbra carnose si distesero lentamente in un sorriso. Magnifica. Se fossi stato veramente in grado di vederla. Sospirai. Si rannicchi sulla cima dellaffioramento, la punta delle dita a toccarne la roccia, il
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corpo involto. Bomba, pens. Si lanci in aria, la sua sagoma divenne unombra scura e indefinibile mentre volteggiava tra me e le stelle. Si chiuse a palla proprio mentre centrava il banco di neve ammucchiato al mio fianco. Attorno a me mont una bufera di neve. Le stelle si oscurarono e mi ritrovai sommerso da leggeri cristalli di ghiaccio. Sospirai ancora, ma non feci nulla per riesumarmi. Loscurit al di sotto della neve n rovinava n migliorava la vista. Vedevo ancora lo stesso volto. Edward? Poi la neve ricominci ad agitarsi intanto che Tanya mi dissotterrava rapidamente. Tolse la neve farinosa dal mio viso inespressivo, senza quasi guardarmi negli occhi. Scusa mormor. Era uno scherzo. Lo so. Era divertente. La sua bocca simbronci. Irina e Kate mi hanno detto che avrei fatto meglio a lasciarti da solo. Pensano che ti stia dando il tormento. Nientaffatto, la rassicurai. Al contrario, sono io quello che si comporta da maleducato tremendamente maleducato. Mi dispiace davvero. Torni a casa, non vero?, pens. Non lhocompletamentedeciso ancora. Ma non resterai qui. I suoi pensieri si erano fatti malinconici, tristi. No. Non sembra esseredi alcuna utilit. Fece una smorfia. E colpa mia, vero? Certo che no, mentii senza alcuna difficolt. Non fare il gentiluomo. Sorrisi. Ti metto a disagio, accus. No. Alz un sopracciglio, la sua espressione era talmente scettica che non potei fare a meno di ridere. Una breve risata, seguita da un altro sospiro. Daccordo, ammisi. Appena un p.
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Sospir anche lei ed appoggi il mento tra le mani. I suoi pensieri erano delusi. Sei mille volte pi affascinante delle stelle, Tanya. Ovviamente, ne se gi pienamente cosciente. Non lasciare che la mia testardaggine scalzi la tua sicurezza. Ridacchiai alla prospettiva di quanto quello fosse improbabile. Non sono abituata ad essere rifiutata borbott, sporgendo il labbro inferiore cos da mettere il broncio in maniera accattivante. Certo che no, le accordai, cercando con scarso successo di tenere fuori i suoi pensieri mentre rovistava fugacemente tra i ricordi delle sue migliaia di conquiste riuscite. Tanya preferiva soprattutto gli uomini della specie umana intanto perch erano molto pi numerosi, con in pi il vantaggio di essere morbidi e caldi. E sempre compiacenti, senza alcun dubbio. Succube, la canzonai, sperando cos dinterrompere le immagini che baluginavano nella sua mente. Spalanc il sorriso, sfoggiando la dentatura. La sola. Diversamente da Carlisle, Tanya e le sue sorelle avevano scoperto le proprie coscienze lentamente. Alla fine, era stata la loro inclinazione per i maschi della razza umana che le aveva fatte ribellare alla carneficina. Adesso gli uomini che amavano sopravvivevano. Quando ti sei presentato qui, disse Tania lentamente. Ho pensato che Sapevo cosaveva pensato. Ed avrei dovuto immaginare che si sarebbe sentita cos. Ma non ero al meglio quanto a ragionamento analitico in quel momento. Hai pensato che avessi cambiato idea. Si. Si accigli. Mi sento malissimo per aver giocato con le tue speranze, Tanya. Non intendevo non stavo riflettendo. E solo che sono venuto viapiuttosto di corsa. Immagino che non mi diresti perch? Mi misi a sedere cingendomi le ginocchia con le braccia, raggomitolandomi sulla difensiva. Non mi va di parlarne. Tanya, Irina e Kate erano davvero brave a vivere la vita cui si erano vincolate. Pi brave persino di Carlisle, per certi versi. A dispetto della follemente stretta vicinanza che si permettevano di avere con coloro che sarebbero dovuti essere e una volta erano le loro prede, non commettevano errori. Mi vergognavo troppo per ammettere la mia
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debolezza con Tanya. Problemi di donne? tir a indovinare, ignorando la mia riluttanza. Risi sconfortato. Non nel senso che credi tu. Dopodich si fece silenziosa. Ne ascoltai i pensieri intanto che si lasciava andare a diverse supposizioni, cercando di decifrare il senso delle mie parole. Non ci sei neanche vicina, le dissi. Un aiutino? chiese. Per favore lascia stare, Tanya. Si fece nuovamente silenziosa, mentre elaborava altre ipotesi. La ignorai, cercando invano di godermi le stelle. Dopo un momento di silenzio si arrese, ed i suoi pensieri presero una direzione nuova. Dove andrai, Edward, se te ne vai? Torni da Carlisle? Non credo, mormorai. Dove sarei andato? Non riuscivo a pensare a nessun posto sullintero pianeta capace di suscitarmi un qualche interesse. Non cera niente che volessi vedere o fare. Perch, ovunque mi fossi diretto, non sarei arrivato da nessuna parte mi sarei limitato a scappare. Era una cosa che odiavo. Quandero diventato un tale codardo? Tanya aveva allungato il braccio sottile attorno alle mie spalle. Mi ero irrigidito, ma senza sottrarmi al suo tocco. Lo aveva inteso come nulla pi di un conforto amichevole. Allincirca. Credo che tornerai indietro, disse, con nella voce solamente una sfumatura del suo oramai svanito accento russo. Non importa cosao chiti stia dando la caccia. Lo affronterai a testa alta. Sei fatto cos. I suoi pensieri erano sicuri come le sue parole. Cercai di abbracciare lidea di me che aveva nella mente. Di uno che affronta le cose a testa alta. Era piacevole pensare di nuovo a me stesso in quel modo. Non avevo mai dubitato del mio coraggio, della mia capacit di affrontare le avversit, prima di quellorribile ora di poco tempo prima trascorsa ad una lezione di biologia in una scuola superiore. La baciai sulla guancia, ritraendomi in fretta quando aveva voltato il viso verso di me, con le labbra gi increspate. Sorrise mestamente per la mia prontezza.
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Grazie, Tanya. Avevo bisogno di sentirmelo dire. I suoi pensieri si fecero petulanti. Di niente, Edward, immagino. Vorrei che fossi pi ragionevole su certe cose, Edward. Mi dispiace, Tanya. Sai di essere troppo buona per me. E soloche ancora non ho trovato quello che cerco. Bene, nel caso partissi prima che ti rivedaarrivederci, Edward. Arrivederci, Tanya. Mentre pronunciavo quelle parole, potevo vedermi. Potevo vedere me stesso partire. Forte abbastanza da tornare nellunico posto in cui desideravo stare. Grazie ancora. Si era alzata con un solo agile movimento, e poi aveva cominciato a correre, scivolando sulla neve cos velocemente che i suoi piedi non avevano avuto il tempo di affondarci dentro; non aveva lasciato impronte. Non si era voltata indietro. Il mio rifiuto laveva infastidita pi di quanto non avesse dato a vedere, persino nei suoi pensieri. Non voleva rivedermi prima che partissi. Lo scontento distorse la piega delle mie labbra. Non mi faceva piacere ferire Tanya, sebbene i suoi sentimenti non fossero profondi, a malapena casti e, in ogni caso, non qualcosa che potessi contraccambiare. Ciononostante mi faceva sentire meno gentiluomo. Poggiai il mento sulle ginocchia e tornai a fissare le stelle, quantunque fossi improvvisamente ansioso dintraprendere il mio viaggio. Sapevo che Alice mi avrebbe visto che tornavo a casa, che lavrebbe detto agli altri. Questo li avrebbe resi felici Carlisle ed Esme soprattutto. Per rimasi a contemplare le stelle per un altro momento, cercando di guardare oltre il viso che avevo in mente. Tra me e le luci che risplendevano in cielo, un paio di sconcertati occhi marrone cioccolata ricambiavano il mio sguardo, apparentemente domandando cosavrebbe significato per lei quella decisione.

Ovviamente, non potevo essere certo che fosse davvero quella la risposta che i suoi occhi curiosi cercavano. Perfino nelle mie fantasie non riuscivo ad ascoltarne i pensieri. Gli occhi di Bella Swan continuavano a fare domande, ed una visuale sgombra delle stelle continuava a sfuggirmi. Sospirando profondamente mi arresi, e mi alzai in piedi. Se correvo, potevo tornare alla macchina di Carlisle in meno di unora Nella fretta di rivedere la mia famiglia e desiderando con tutto me stesso di essere lEdward che affronta le cose a testa alta mi precipitai attraverso il campo innevato illuminato dalle stelle, senza lasciare impronte.
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Andr tutto bene, sussurr Alice. I suoi occhi erano distanti, e Jasper le poggiava delicatamente una mano sotto il gomito, guidandola mentre entravamo nella mensa malridotta stretti in gruppo. Rosalie ed Emmett facevano strada, Emmett con laria ridicola di una guardia del corpo al centro di un territorio ostile. Anche Rosalie aveva laria guardinga, ma pi irritata che protettiva. Naturalmente borbottai. Si comportavano in maniera assurda. Se non fossi stato certo di poter gestire questo momento, me ne sarei rimasto a casa. Limprovvisa trasformazione di una mattinata normale, persino allegra aveva nevicato durante la notte ed Emmett e Jasper non avevano esitato ad approfittare della mia distrazione per bombardarmi con le palle di neve; quando si erano stancati del fatto che non reagivo, si erano rivoltati luno contro laltro in quella vigilanza esagerata sarebbe stato comico se non fossi stato tanto irritato. Non ancora arrivata, ma presto sar quinon si trover sottovento se ci sediamo al nostro solito posto. Naturalmente occuperemo il nostro solito posto. Smettila, Alice. Mi stai dando sui nervi. Star benissimo. Sbatt le palpebre una volta mentre Jasper laiutava a prendere posto, ed i suoi occhi finalmente si focalizzarono sul mio viso. Hmm, disse, apparentemente stupita. Penso che tu abbia ragione. Ovviamente ce lho borbottai. Odiavo essere il centro delle loro attenzioni. Provai unimprovvisa compassione per Jasper, ripensando a tutte le volte che gli eravamo stati protettivamente addosso. Incroci brevemente il mio sguardo e spalanc il sorriso. Irritante, non vero? Gli feci una smorfia. Era passata solo una settimana da quando quello stanzone lungo e tetro mi era sembrato cos terribilmente monotono? Che mi era parso che stare l fosse quasi come dormire, come essere in coma? Oggi i miei nervi erano ben tesi come le corde di un pianoforte, tese per suonare alla pi leggera delle pressioni. I miei sensi erano in stato di piena allerta; scansionavo
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ogni suono, ogni sguardo, ogni movimento dellaria che toccava la mia pelle, ogni pensiero. Soprattutto i pensieri. Cera solamente un senso che tenevo sotto chiave, rifiutandomi di usarlo. Lolfatto, naturalmente. Non respiravo. Stavo aspettando di ascoltare qualcosa di diverso sui Cullen nei pensieri che sondavo. Avevo aspettato tutto il giorno, in cerca di una qualunque nuova conoscenza con la quale Bella Swan avesse potuto decidere di confidarsi, tentando di capire la direzione che avrebbero preso i nuovi pettegolezzi. Ma non avevo trovato niente. Nessuno a mensa pareva fare caso ai cinque vampiri, proprio come prima che la ragazza nuova arrivasse. Diversi degli esseri umani presenti stavano ancora pensando a quella ragazza, formulando ancora i medesimi pensieri della settimana passata. Invece di trovare la cosa incredibilmente noiosa, adesso ne ero affascinato. Non aveva raccontato a nessuno di me? Non era possibile che non si fosse accorta del mio sguardo truce ed assassino. Avevo visto come aveva reagito. Sicuramente, lavevo spaventata a morte. Ero convinto che ne avesse fatto parola con qualcuno, magari addirittura ingigantendo un poco la storia per renderla pi interessante. Rivolgendomi qualche epiteto. E poi, mi aveva anche sentito mentre cercavo di ritirarmi dal corso di biologia che frequentavamo assieme. Doveva essersi chiesta, dopo aver visto la mia espressione, se per caso non fosse a causa sua. Una ragazza normale avrebbe domandato in giro, confrontato la propria esperienza con quelle degli altri, in cerca di una ragione comune che spiegasse la mia condotta cos da non sentirsi esclusa. Gli esseri umani disperavano costantemente di sentirsi normali, di ambientarsi. Di mescolarsi a tutti quelli che avevano intorno, esattamente come un gregge di pecore. Un bisogno particolarmente sentito durante linstabile periodo delladolescenza. Questa ragazza non avrebbe fatto eccezione alla regola. Ma assolutamente nessuno faceva caso a noi seduti l, al nostro solito tavolo. Bella doveva essere eccezionalmente timida, se non si era confidata con nessuno. Forse ne aveva parlato con il padre, magari era quello il legame pi fortesenonch mi pareva poco probabile, stante il poco tempo che aveva passato con lui nel corso della sua vita. Probabilmente era pi attaccata a sua madre. Ciononostante, avrei fatto meglio a passare quanto prima dallispettore Swan per sentire cosa pensava. Niente di nuovo? chiese Jasper.
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Niente. Non deveaverne fatto parola con nessuno. Reagirono tutti alla notizia sollevando un sopracciglio. Magari non sei spaventoso come credi, disse Emmett, ridacchiando. Scommetto che sarei stato capace di metterle molta pi paura di cos. Alzai gli occhi al cielo. Chiss perch?. Torn a scervellarsi sulla mia rivelazione circa lunicit del silenzio della ragazza. Ci abbiamo gi pensato e ripensato. Non lo so. Sta entrando, mormor Alice a quel punto. Sentii il mio corpo che sirrigidiva. Cerca di sembrare umano. Umano, hai detto? chiese Emmett. Sollev il pugno destro, aprendo le dita per mostrarci la palla di neve che aveva conservata nella mano. Ovviamente non si era sciolta. Laveva compressa fino a farla diventare un bitorzoluto blocchetto di ghiaccio. Teneva gli occhi su Jasper, ma avevo visto verso chi erano rivolti i suoi pensieri. E naturalmente lo aveva fatto anche Alice. Quando improvvisamente le tir addosso quel pezzo di ghiaccio, lei lo scans con un gesto casuale delle dita. Il ghiaccio rimbalz per tutta la lunghezza della mensa, troppo veloce per risultare visibile agli occhi umani, e si fracass sulla parete di mattoni schiantandosi rumorosamente. Pure i mattoni scricchiolarono. Tutte le teste che si trovavano in quellangolo della stanza si erano voltate a guardare il mucchietto di ghiaccio sul pavimento, e poi si erano girate a caccia del colpevole. Non avevano guardato pi in l di pochi tavoli. Nessuno aveva guardato verso di noi. Molto umano, Emmett, disse Rosalie caustica. Perch non ti lanci attraverso la parete gi che ci sei? Sarebbe molto pi deffetto se lo facessi tu, piccola. Cercai di prestargli attenzione, continuando a trattenere sul viso un ampio sorriso, come se stessi prendendo parte alla loro schermaglia. Non mi permettevo di guardare verso la fila dove sapevo che si trovava. Ma era l che si concentrava tutto il mio ascolto. Potevo sentire linsofferenza di Jessica nei confronti della nuova arrivata, la quale sembrava anche lei distratta, immobile in mezzo alla fila che continuava a scorrere. Nei pensieri di Jessica vidi le guance di Bella Swan colorarsi ancor di pi di un rosa acceso di
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sangue. Feci dei brevi respiri poco profondi, pronto a smettere di respirare semmai ci fosse stata traccia del suo profumo nellaria intorno a me. Mike Newton era con le due ragazze. Potei sentirne entrambe le voci, quella mentale e quella verbale, quando chiese a Jessica cosa non andasse nella giovane Swan. Non mi piaceva il modo in cui i suoi pensieri le si avvolgevano attorno, il fremito delle gi consolidate fantasie che ottenebravano la sua mente mentre la guardava trasalire e riscuotersi dal suo fantasticare quasi avesse dimenticato dove si trovava. Niente, sentii dire a Bella con quella sua voce pacata e limpida. La quale parve suonare come un campanello al di sopra del brusio della mensa, ma sapevo che era solamente perch stavo aspettando con grande attenzione di poterla ascoltare. Oggi prendo solamente una soda, aggiunse avanzando nella fila. Non riuscii ad impedirmi di lanciare unocchiata nella sua direzione. Teneva lo sguardo basso sul pavimento ed il sangue stava lentamente svanendo dal suo viso. Mi voltai rapidamente verso Emmett, che proruppe in una risata per il sorriso apparentemente afflitto che avevo adesso in viso. Sembri malato, fratello. Ricomposi la mia espressione di modo che sembrasse disinvolta e naturale. Jessica, ad alta voce, stava chiedendo spiegazione della mancanza di appetito della ragazza. Non hai fame? A dire il vero, non mi sento molto bene. La sua voce era pi debole, ma ancora molto chiara. Perch minfastidiva la premurosa preoccupazione che dimprovviso emanava dai pensieri di Mike Newton? Cosa importava se avevano una sfumatura di possessivit? Non era affar mio se Mike Newton si sentiva inutilmente ansioso per lei. Forse era quello il modo in cui tutti le reagivano. Non avevo io stesso, istintivamente, desiderato di proteggerla? Prima di aver desiderato di ucciderla, insomma Ma la ragazza era malata? Era difficile da stabilire sembrava cos delicata con quella pelle trasparente Poi mi resi conto che anchio mi stavo preoccupando per lei, proprio come quella testa vuota di ragazzo, e mi sforzai di non pensare alla sua salute. Oltretutto, non mi piaceva doverla tenere docchio attraverso i pensieri di Mike
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Newton. Mi spostai su quelli di Jessica, voltandomi con cautela verso i tre mentre sceglievano il tavolo al quale sedersi. Fortunatamente, presero posto insieme ai compagni abituali di Jessica, in uno dei primi tavoli della mensa. Non sottovento, proprio come aveva promesso Alice. Alice mi diede una gomitata. Tra poco guarder da questa parte, comportati da umano. Sorrisi a denti stretti. Rilassati, Edward, disse Emmett. Onestamente. Vab, uccidi un solo umano. Non mica la fine del mondo. Tu dovresti saperlo, protestai. Emmett scoppi a ridere. Devi imparare a fregartene. Come faccio io. Leternit un tempo troppo lungo per crogiolarsi con i sensi di colpa. Proprio in quellistante, Alice gett una piccola manciata di ghiaccio che aveva tenuta nascosta sul viso di Emmett, che non aveva sospettato nulla. Lui sbatt le palpebre, sorpreso, e poi abbozz una smorfia in previsione di quello che avrebbe fatto. Te la sei voluta, disse, mentre si allungava sul tavolo e le scuoteva addosso i capelli incrostati dal ghiaccio. La neve, sciogliendosi al calore della stanza, gli vol via dai capelli in una fitta doccia mezzo liquida, mezzo congelata. Ehi! reclam Rosalie, intanto che lei ed Alice rifuggivano dal diluvio. Alice si mise a ridere, e tutti noi ci unimmo. Potevo leggere nella mente di Alice come avesse orchestrato quel momento perfetto, e sapevo che la ragazza dovevo smetterla di pensare a lei in quella maniera, come se fosse lunica ragazza esistente al mondo che Bella ci avrebbe visti ridere e scherzare, con laria felice ed umana ed utopicamente idealizzata tipica di un dipinto di Norman Rockwell. Alice continuava a ridere, e sollev il proprio vassoio per farsene scudo. La ragazza Bella, di sicuro, ci stava ancora guardando. Sta di nuovo fissando i Cullen, pens qualcuno, catturando la mia attenzione. Automaticamente mi voltai a guardare la fonte di quel richiamo involontario, comprendendo non appena i miei occhi ebbero raggiunta la loro destinazione che conoscevo quella voce lavevo ascoltata talmente a lungo oggi. Ma i miei occhi scivolarono subito alla destra di Jessica, ed andarono a convergere
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sullo sguardo penetrante della ragazza. Abbass gli occhi rapidamente, nascondendosi come gi aveva fatto dietro i folti capelli. Cosa stava pensando? La frustrazione, piuttosto che smorzarsi, pareva farsi sempre pi pungente con landare del tempo. Tentavo senza sapere bene cosa stessi facendo perch mai prima ci avevo provato di sondare con la mente il silenzio che la circondava. Lextra udito era sempre stata una dote naturale che non avevo avuto bisogno di sollecitare; non avevo mai dovuto lavorarci sopra. Per mi concentrai, nel tentativo di aprirmi un varco attraverso qualunque barriera la circondasse. Niente, apparte il silenzio. Cosa mai ci sar in lei? Pens Jessica, facendo eco alla mia stessa frustrazione. Edward Cullen ti sta fissando, bisbigli allorecchio della giovane Swan, aggiungendo una risatina. Non cera traccia alcuna della sua gelosa irritazione nel tono della sua voce. Jessica sembrava essere fatta apposta per simulare lamicizia. Ascoltai, eccessivamente affascinato, la risposta della ragazza. Non sembra arrabbiato, vero? bisbigli come risposta. Perci aveva notato la mia reazione furiosa della scorsa settimana. Ovviamente laveva fatto. La domanda confuse Jessica. Vidi la mia faccia riflettersi nei suoi pensieri intanto che verificava la mia espressione, ma non incontrai il suo sguardo. Ero ancora focalizzato sulla ragazza, nel tentativo di sentire qualcosa. La mia concentrazione assorta non pareva sortire effetto alcuno. No le disse Jessica, e sapevo che desiderava di poterle dire di si il mio sguardo fisso la offendeva profondamente anche se non sembrava dalla sua voce. Dovrebbe? Non credo di piacergli, bisbigli di rimando la ragazza, posando la testa sul braccio come se si sentisse improvvisamente stanca. Cercai dinterpretare il gesto, ma potevo solamente fare delle supposizioni. Forse era stanca. Ai Cullen non piace nessuno, la rassicur Jessica. Beh, non che facciano abbastanza caso agli altri perch possano piacergli. Di solito non lo fanno. I suoi pensieri borbottavano protestando. Per ti sta ancora fissando. Smettila di guardarlo, le aveva risposto ansiosa la ragazza, sollevando la testa dal braccio per assicurarsi che Jessica obbedisse al suo ordine.
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Jessica ridacchiava, ma fece come le era stato chiesto. La ragazza non distolse lo sguardo dal proprio tavolo per tutto il resto dellora. Pensavo sebbene, naturalmente, non potessi esserne sicuro che lo facesse di proposito. Sembrava che invece volesse guardarmi. Il suo corpo si muoveva leggermente verso di me, il mento cominciava a voltarsi, e poi si ricomponeva, respirava a fondo, ed inchiodava lo sguardo su chiunque stesse parlando. Per la maggior parte ignorai i pensieri che circondavano la ragazza, poich, momentaneamente, non la riguardavano. Mike Newton stava pianificando una guerra a palle di neve nello spiazzo del parcheggio dopo la scuola, apparentemente ignaro del fatto che la pioggia aveva gi sostituito la neve. La morbida discesa dei fiocchi sul tetto si era trasformata nel pi usuale picchiettare delle gocce di pioggia. Davvero non riusciva a sentire il cambiamento? A me suonava evidente. Quando fin la pausa pranzo, rimasi seduto al mio posto. Gli umani uscivano in fila indiana, e sorpresi me stesso a cercare di discernere il suono dei suoi passi da quello degli altri, come se avessero qualcosa dimportante o dinsolito. Che stupidaggine. Anche la mia famiglia non accennava ad andarsene. Aspettavano di vedere cosavrei fatto. Sarei andato in classe, mi sarei messo seduto accanto alla ragazza dove avrei potuto odorare il profumo spaventosamente potente del suo sangue e percepirne il calore della circolazione nellaria che sfiorava la mia pelle? Ero forte abbastanza per farlo? O ne avevo avuto abbastanza per un solo giorno? Pensoche possa andare, disse Alice, esitante. La tua mente ben focalizzata. Penso che riuscirai a superare questora. Ma Alice sapeva bene quanto in fretta una mente potesse rivoltarsi. Perch sfidare la sorte, Edward? chiese Jasper. Malgrado non volesse compiacersi del fatto che fossi io quello debole adesso, potevo sentire che lo faceva, appena un p. Va a casa. Prenditela comoda. Perch tutte queste storie? si oppose Emmett. O la uccider o non la uccider. In entrambi i casi, ne verr a capo. Non voglio ancora traslocare si lament Rosalie. Non voglio ricominciare da capo. Abbiamo quasi terminato le superiori, Emmett. Finalmente. Quella decisione mi lacerava in parti uguali. Volevo, volevo davvero affrontare la
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cosa a testa alta piuttosto che scappare di nuovo. Ma non volevo per questo spingermi troppo oltre. La settimana passata Jasper aveva sbagliato a voler resistere tanto a lungo senza andare a caccia; non stavo commettendo un parimenti inutile errore? Non volevo costringere la mia famiglia a trasferirsi. Nessuno di loro mi avrebbe ringraziato se lo avessi fatto. Per volevo andare a lezione di biologia. Mi resi conto che volevo rivedere il suo viso. Fu questo a decidere al mio posto. La curiosit. Ero arrabbiato con me stesso perch la provavo. Non mi ero forse ripromesso che non avrei lasciato che la mente silenziosa della ragazza me la rendesse eccessivamente interessante? E tuttavia, eccomi l, decisamente troppo coinvolto. Volevo sapere cosa stava pensando. La sua mente era chiusa, ma i suoi occhi erano molto aperti. Potevo leggere quelli, semmai. No, Rose, credo davvero che andr tutto bene, disse Alice. Si staconsolidando. Sono al novantatre per cento sicura che non succeder niente di brutto se andr a lezione. Mi guard con aria inquisitoria, cercando dindovinare cosa potesse essere cambiato nei miei pensieri al punto da rendere la sua visione pi solida. La curiosit sarebbe bastata a salvare la vita di Bella Swan? Emmett aveva ragione, comunque perch non venirne a capo in un modo o nellaltro? Avrei affrontato la tentazione a testa alta. Andate in classe, ordinai, spingendomi via dal tavolo. Mi ero voltato e me nero andato a grandi passi senza guardarmi indietro. Potevo sentire linquietudine di Alice, il biasimo di Jasper, lapprovazione di Emmett e lirritazione di Rosalie che mi seguivano. Davanti alla porta dellaula presi unultima lunga boccata daria, e poi la trattenni nei polmoni mentre entravo in quello spazio ristretto e caldo. Non ero in ritardo. Il signor Banner stava ancora allestendo lesercitazione di oggi. La ragazza era seduta al mio al nostro tavolo, con la testa nuovamente chinata in basso, fissa sul quaderno sul quale stava facendo dei ghirigori. Esaminai lo schizzo mentre mi avvicinavo, interessato persino a quella futile creazione della sua mente, ma era senza senso. Solo uno scarabocchiare a caso di spirali su spirali. Forse non era concentrata sul disegno, magari stava pensando a qualcosaltro? Spinsi indietro la mia sedia con una brutalit eccessiva, lasciando che raschiasse il
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linoleum; gli esseri umani si sentivano molto pi a loro agio quando un rumore annunciava lapprossimarsi di qualcuno. Sapevo che aveva sentito il rumore; non aveva alzato lo sguardo, ma la sua mano aveva saltato una spirale nello scarabocchio che stava disegnando, rendendolo disarmonico. Perch non aveva alzato lo sguardo? Probabilmente era spaventata. Dovevo assicurarmi di farle unimpressione diversa stavolta. Indurla a pensare di essersi immaginata tutto prima. Ciao, le dissi con la voce pacata che usavo quando volevo che gli umani si sentissero pi a loro agio, abbozzando un sorriso educato con le labbra attento a non mostrare alcun dente. A quel punto alz lo sguardo, i suoi grandi occhi marroni erano allarmati quasi sbigottiti e pieni di silenziose domande. Era la stessa espressione che aveva ostruito la mia visuale per tutta la settimana passata. Non appena guardai fisso in quegli occhi marroni stranamente profondi, compresi che lodio lodio che avevo immaginato che questa ragazza in qualche modo meritasse per il solo fatto di esistere era evaporato. Senza respirare, senza assaporarne il profumo, era difficile credere che qualcuno di cos vulnerabile potesse mai motivare lodio. Le sue guance cominciarono ad avvampare, e non disse niente. Tenevo i miei occhi nei suoi, focalizzando solamente le profondit dei loro misteri, e cercavo dignorare il colore appetitoso della sua pelle. Avevo fiato abbastanza per parlarle ancora senza inalare. Mi chiamo Edward Cullen, dissi, anche se sapevo che lo sapeva. Era un modo educato diniziare. Non ho avuto occasione di presentarmi la settimana scorsa. Tu devi essere Bella Swan. Sembrava confusa cera di nuovo quella ruga sottile tra i suoi occhi. Le ci volle qualche secondo in pi del normale per rispondere. Come fai a sapere come mi chiamo? chiese, e la sua voce tremava solo un poco. Dovevo averla veramente terrorizzata. Il che mi fece sentire in colpa; era talmente indifesa. Risi gentilmente era un suono che sapevo mettere gli umani pi a loro agio. Di nuovo, badai a non mostrarle i denti. Oh, credo che tutti conoscano il tuo nome. Sicuramente doveva aver capito di essere diventata il centro dellattenzione in quel posto monotono. Lintera citt stava
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aspettando il tuo arrivo. Si accigli a quella notizia, come fosse spiacevole. Immaginai che timida come pareva essere, lattirare lattenzione fosse una brutta cosa per lei. La maggior parte degli esseri umani provava lopposto. Malgrado volessero uniformarsi al gregge, desideravano ugualmente che un riflettore puntasse sulla loro affatto originale individualit. No, disse. Intendevo dire, perch mi hai chiamata Bella? Preferisci Isabella? le domandai, perplesso dal non riuscire a comprendere dove sarebbe andata a parare quella domanda. Non capivo. Di sicuro, aveva pi volte manifestato chiaramente la sua preferenza gi dal primo giorno. Gli esseri umani erano tutti cos incomprensibili senza lausilio di un contesto mentale? No, mi piace Bella, rispose, chinando leggermente il capo di lato. La sua espressione se la stavo leggendo correttamente era combattuta tra limbarazzo e la confusione. Ma penso che Charlie voglio dire mio padre mi chiami Isabella quando non ci sono. E cos che tutti sembrano conoscermi qui. La sua pelle aveva assunto una pi scura sfumatura di rosa. Oh, dissi laconicamente, e rapidamente distolsi lo sguardo dal suo viso. Avevo appena compreso il significato della sua domanda: avevo fatto una gaffe commesso un errore. Se il primo giorno non avessi ascoltato tutti gli altri di nascosto, allora da principio mi sarei rivolto a lei con il suo nome per esteso, proprio come chiunque altro. Aveva notato la differenza. Avvertii una stretta dinquietudine. Era stato piuttosto facile per lei accorgersi della mia svista. Davvero astuta, specialmente per qualcuno che si supponeva fosse terrorizzato dalla mia vicinanza. Ma avevo problemi assai maggiori di qualunque cosa potesse sospettare di me ben al sicuro nella sua mente. Avevo finito laria. Se intendevo parlarle ancora, dovevo inalare. Sarebbe stato difficile evitare la conversazione. Sfortunatamente per lei, la condivisione del tavolo laveva resa la mia partner di laboratorio, ed oggi avremmo dovuto lavorare insieme. Sarebbe stato strano ed incomprensibilmente scortese da parte mia ignorarla mentre ci esercitavamo. Lavrebbe resa ancor pi sospettosa, pi spaventata Mi allontanai da lei quanto pi potevo senza spostare la sedia, voltando la testa
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verso il corridoio. Mi preparai, serrando i muscoli sul posto, e poi aspirai una rapida boccata a pieni polmoni, respirando solamente con la bocca. Ahh! Era genuinamente doloroso. Anche senza odorarla, potevo sentirne il gusto sulla lingua. La mia gola improvvisamente era nuovamente in fiamme, il desiderio ardeva intenso come in quel primo istante della settimana passata che avevo colto il suo profumo. Serrai i denti ben stretti e cercai di ricompormi. Cominciate, ordin il Signor Banner. Sembr volerci ogni singolo granello di autocontrollo che avevo messo da parte in settantanni di duro lavoro, per voltarmi di nuovo verso la ragazza, che teneva lo sguardo fisso sul tavolo, e sorridere. Prima le donne, collega? le offrii. Alz lo sguardo sulla mia espressione ed il suo viso sbianc, con gli occhi sgranati. Cera qualcosa che non andava nella mia espressione? Era di nuovo spaventata? Non parlava. O, posso cominciare io se preferisci, dissi semplicemente. No, disse, e la sua faccia da bianca divent di nuovo rossa. Comincio io. Fissai lo sguardo sullattrezzatura che era sul tavolo, sul microscopio ammaccato, sulla scatola dei vetrini, piuttosto che concedermi di guardare il sangue che affiorava da sotto la pelle chiara. Aspirai unaltra boccata veloce, tra i denti, e sussultai quando il sapore mi fer la gola. Profase, disse dopo una verifica sbrigativa. Aveva cominciato a rimuovere il vetrino, malgrado lavesse a malapena esaminato. Ti spiace se do unocchiata?. Istintivamente stupidamente, come fossi uno della sua specie allungai la mano sulla sua per impedirle di rimuovere il vetrino. Per un secondo, il calore della sua pelle incendi sulla mia. Era come una scossa elettrica certamente pi calda di una temperatura di soli trentasei gradi e mezzo. Il calore si spar attraverso la mia mano fino al braccio. Di scatto, tolse la mano da sotto la mia. Scusa biascicai a denti stretti. Avendo bisogno di guardare altrove, afferrai il microscopio e fissai brevemente linterno delloculare. Aveva ragione. Profase, concordai. Ero ancora troppo turbato per guardarla. Respirando quanto pi tranquillamente
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potevo, serrando i denti e cercando dignorare la sete feroce, mi concentrai su quel semplice compito, scrivendo la risposta sulla linea corrispondente del foglio di laboratorio, e poi sostituii il primo vetrino con il successivo. Cosa stava pensando adesso? Che impressione le aveva dato, quando avevo toccato la sua mano? La mia pelle doveva esserle sembrata fredda come il ghiaccio ripugnante. Non cera da stupirsi che fosse tanto silenziosa. Osservai brevemente il vetrino. Anafase, dissi a me stesso intanto che lo scrivevo sulla seconda riga. Posso? chiese. La guardai, sorpreso di vedere che stava aspettando impaziente, con una mano mezzo allungata verso il microscopio. Non sembrava intimorita. Pensava veramente che avessi dato la risposta sbagliata? Non potei fare a meno di sorridere di quellespressione speranzosa che aveva sul viso mentre facevo scivolare il microscopio verso di lei. Guard nelloculare con un entusiasmo che sbiad in fretta. Gli angoli della bocca le simbronciarono. Numero tre? chiese, senza alzare lo sguardo dal microscopio, ma allungando la mano. Feci cadere il vetrino successivo sul suo palmo, senza permettere alla mia pelle di avvicinarsi in qualsivoglia modo alla sua stavolta. Sederle accanto era come stare seduti accanto ad una lampada bollente. La mia temperatura si stava leggermente alzando. Non guard a lungo il vetrino. Interfase, disse con nonchalance magari cercando un p troppo di far sembrare che fosse cos e spinse il microscopio verso di me. Non toccava il foglio, ma aspettava che fossi io a scrivere la risposta. Verificai aveva di nuovo ragione. Terminammo cos, scambiando a malapena qualche parola e senza mai incrociare gli occhi luno dellaltra. Eravamo gli unici ad aver gi finito gli altri della classe stavano incontrando maggiori difficolt con lesercitazione. Mike Newton apparentemente faceva fatica a concentrarsi stava cercando di guardare Bella e me. Magari fosse rimasto in qualunque posto se nera andato, pens Mike, lanciandomi uno sguardo infuocato. Hmm, interessante. Non mi ero accorto che il ragazzo scagliava ogni genere di accidente verso di me. Era uno sviluppo del tutto inaspettato, a quanto pareva coincidente con larrivo della ragazza. E la cosa pi interessante, scoprii con mia
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sorpresa era che il sentimento era reciproco. Guardai di nuovo la ragazza, stupefatto dalla vastit dello scompiglio e dellagitazione che, a dispetto del suo apparire ordinaria ed affatto minacciosa, stava portando nella mia vita. Non che non potessi vedere ci che Mike non riusciva a smettere di pensare. In verit era piuttosto bellain maniera affatto comune. Meglio ancora dellessere bello, il suo viso era interessante. Non perfettamente simmetrico il suo mento piccolino strideva con gli zigomi alti; agli estremi nel colore per il contrasto tra la luminosit della sua pelle e lo scuro dei suoi capelli; e poi cerano gli occhi, tracimanti segreti silenziosi Occhi che dimprovviso stavano perforando i miei. Ricambiai il suo sguardo, cercando dindovinare almeno uno di quei segreti. Porti le lenti a contatto? chiese inaspettatamente. Che strana domanda. No. Quasi sorrisi dellidea di apportare dei miglioramenti alla mia vista. Oh, biascic. Pensavo ci fosse qualcosa di diverso nei tuoi occhi. Dimprovviso sentivo di nuovo freddo, mentre mi rendevo conto che, apparentemente, oggi non ero il solo che cercava di carpire dei segreti. Scrollai le spalle, che sirrigidirono, e guardai diritto davanti a me dove linsegnante stava girando tra i tavoli. Ovviamente i miei occhi avevano qualcosa di diverso rispetto allultima volta che li aveva guardati. Per prepararmi alla prova di oggi, allodierna tentazione, avevo trascorso lintero fine settimana a caccia, saziando la mia sete quanto pi possibile, esagerando a dire il vero. Mi ero rimpinzato di sangue animale, non che facesse molta differenza di fronte al gusto oltraggioso che fluttuava nellaria attorno a lei. Quando lavevo guardata lultima volta, i miei occhi erano neri per la sete. Adesso che il mio corpo traboccava di sangue, i miei occhi erano di una pi calda tonalit dorata. Lievemente ambrati per via dello smodato tentativo di spegnere la sete. Un altro passo falso. Se avessi potuto prevedere il senso della sua domanda, avrei potuto semplicemente risponderle di si. Da due anni, oramai, sedevo accanto agli umani in quella scuola, e lei era la prima che mi esaminava abbastanza da vicino da notare il cambiamento nel colore dei miei occhi. Gli altri, pur ammirando la bellezza della mia famiglia, tendevano ad abbassare
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rapidamente lo sguardo quando ricambiavamo le loro occhiate. Arretravano intimoriti, reprimendo i dettagli del nostro aspetto nello sforzo istintivo dimpedirsi di capire. Lignoranza era una beatitudine per la mente umana. Perch proprio questa ragazza doveva essere quella che avrebbe visto troppo? Il Signor Banner si avvicin al nostro tavolo. Aspirai con gratitudine il fiotto di aria fresca che port con s prima che potesse mischiarsi con il profumo di lei. Allora, Edward, disse, controllando le nostre risposte, non hai pensato che Isabella dovesse avere anche lei lopportunit di usare il microscopio? Bella, lo corressi di riflesso. A dire il vero, stata lei ad identificarne tre su cinque. I pensieri del Signor Banner erano scettici e si volt a guardare la ragazza. Avevi gi fatto questa esercitazione? La guardai, affascinato, mentre sorrideva con aria lievemente imbarazzata. Non con le radici di cipolla. Blastula di coregone? indag il Signor Banner. Si. Il che lo sorprese. Lesercitazione di oggi era un qualcosa che aveva preso da un corso molto pi avanzato. Fece un cenno di approvazione verso la ragazza, con aria pensierosa. A Phoenix facevi parte di un programma avanzato? Si. Quindi era pi avanti, intelligente per un essere umano. Questo non mi sorprese. Bene, disse il Signor Banner, con una smorfia. Suppongo sia un bene che voi due lavoriate insieme. Si volt e si allontan borbottando,Cos gli altri ragazzi potranno avere lopportunit dimparare qualcosa da s, a bassa voce. Dubitavo che la ragazza potesse aver sentito. Ricominci a scarabocchiare delle spirali sul proprio quaderno. Due passi falsi in meno di mezzora. Uno spettacolo davvero misero da parte mia. Quantunque non avessi alcuna idea su cosa la ragazza pensasse di me quanta paura aveva, quanto sospettava? sapevo di dover mettere in pratica uno sforzo maggiore per lasciarla con una nuova impressione. Qualcosa capace di smorzare con pi efficacia i ricordi che aveva del nostro ultimo feroce incontro. E davvero un peccato per la neve, non vero? dissi, ripetendo la conversazione che avevo gi sentito fare ad una dozzina di studenti. Un noioso, normalissimo argomento
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di conversazione. Il tempo per niente pericoloso. Mi fiss con unincertezza evidente nello sguardo una reazione anomala rispetto allassoluta normalit delle mie parole. Veramente no, disse, sorprendendomi di nuovo. Cercai di ricondurre la conversazione entro i sentieri della banalit. Veniva da un posto pi caldo e soleggiato la sua pelle sembrava rispecchiarlo, in qualche modo, a dispetto del suo candore ed il freddo doveva metterla a disagio. Il mio tocco gelido sicuramente laveva fatto Non ti piace il freddo, azzardai. N lumidit ammise. Deve essere difficile per te vivere in un posto come Forks. Forse non saresti dovuta venire qui, avrei voluto aggiungere. Magari dovresti tornartene nel tuo ambiente. Tuttavia, non ero sicuro di volere che lo facesse. Avrei sempre ricordato il profumo del suo sangue cera una qualche garanzia che alla fine non lavrei seguita? Oltretutto, se se ne andava, la sua mente sarebbe rimasta per sempre un mistero. Un enigma perpetuo ed assillante. Non ne hai idea, disse a bassa voce, incupendosi senza guardarmi veramente. Le sue risposte non erano mai quelle che mi aspettavo. Mi stuzzicavano altre domande. Allora, perch sei venuta qui? chiesi, comprendendo allistante che il mio tono di voce era eccessivamente accusatorio, non abbastanza disinvolto rispetto a quella conversazione. La domanda suonava sgarbata, indiscreta. Ecomplicato. Sbatt le palpebre dei suoi grandi occhi, senza aggiungere altro, ed ero quasi sul punto dimplodere per la curiosit la curiosit bruciava al pari della sete che avevo in gola. Mi resi conto che respirare era addirittura leggermente pi facile; il dolore stava diventando sempre pi tollerabile con laumentare della confidenza. Penso di potercela fare insistei. Magari la normale cortesia lavrebbe indotta a continuare a rispondere alle mie domande fintanto che fossi riuscito ad essere abbastanza maleducato da formularle. Fissava silenziosamente le proprie mani, con lo sguardo abbassato. Il che mi rese impaziente; avrei voluto metterle una mano sotto il mento e sollevarle la testa cos da poterle leggere gli occhi. Ma sarebbe stato assurdo pericoloso toccare di nuovo la sua
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pelle. Di colpo sollev lo sguardo. Fu un sollievo poterne leggere di nuovo le emozioni negli occhi. Parl di corsa, affrettando le parole. Mia madre si risposata. Ah, questo era abbastanza umano, facile da capire. La tristezza attravers i suoi occhi limpidi e tra quelli ricomparve la ruga sottile. Non sembra tanto complicato, dissi. Il tono della mia voce era stato gentile senza che avessi fatto nulla per renderlo tale. La sua tristezza mi faceva sentire curiosamente impotente, inducendomi a desiderare che ci fosse qualcosa che potessi fare per tirarla su. Uno strano impulso. Quand stato? Lo scorso settembre. Esal profondamente non proprio un sospiro. Trattenni il fiato mentre il suo respiro caldo mi sfiorava il viso. E lui non ti piace, ipotizzai, in cerca di nuove informazioni. No, Phil apposto, disse, correggendo la mia supposizione. La debole traccia di un sorriso le sfiorava gli angoli delle labbra piene ora. Troppo giovane, forse, ma piuttosto carino. Questo non collimava con lo scenario che mi ero costruito nella mente. Perch non sei rimasta con loro? chiesi, la mia voce era un p troppo curiosa. Dava limpressione che stessi ficcanasando. E lo stavo facendo, dovevo ammetterlo. Phil viaggia molto. Di mestiere fa il giocatore di baseball. Il sorriso appena accennato si fece pi pronunciato; la scelta di una simile professione la divertiva. Sorrisi anchio, senza averlo premeditato. Non stavo cercando di metterla a suo agio. Il suo sorriso mi aveva semplicemente fatto venire voglia di sorriderle a mia volta di essere messo a parte del suo segreto. Ne ho sentito parlare?. Mentalmente, feci un veloce riepilogo della lista dei giocatori di baseball professionisti, cercando dindovinare quale fosse il Phil cui si riferiva Probabilmente no. Non cos bravo. Un altro sorriso. Gioca solo nella Minor League. Si sposta di continuo. Sostituii allistante gli elenchi che avevo in mente, ed in meno di un secondo elaborai una serie di alternative sotto forma di tabella. Contemporaneamente, mi figurai un nuovo scenario.
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E tua madre ti ha spedita qui in modo tale da poterlo seguire, dissi. Apparentemente, lavanzare delle ipotesi mi faceva ottenere da lei molte pi informazioni di quante non ne fornissero le domande. Funzion di nuovo. Sollev il mento, e la sua espressione era improvvisamente ostinata. No, non stata lei a spedirmi qui, disse, e nella sua voce cera una punta di alterazione del tutto nuova. La mia supposizione laveva infastidita, sebbene non riuscissi davvero a capire perch. Mi ci sono spedita da sola. Non avevo la minima idea di cosa volesse dire, n del motivo del suo essere piccata. Ero completamente perso. Perci mi arresi. Non cera proprio verso di dare un senso alla ragazza. Non era come gli altri esseri umani. Forse il silenzio dei suoi pensieri e la fragranza del suo profumo non erano le sole cose fuori dal comune che aveva. Non riesco a capire, ammisi, detestando il doverlo riconoscere. Lei sospir, e fiss i miei occhi pi a lungo di quanto la maggior parte dei comuni esseri umani fosse capace di sopportare. Allinizio rimasta con me, ma lui le mancava, spieg lentamente, con un tono di voce sempre pi triste ad ogni singola parola. Era infeliceperci ho deciso che era arrivato il momento di trascorrere un p di tempo con Charlie. La ruga sottile che aveva tra gli occhi si fece pi scavata. Ma adesso sei tu quella infelice, borbottai. A quanto pareva non ero capace di trattenermi dal formulare le mie ipotesi ad alta voce, sperando cos di apprendere qualcosa dalle sue reazioni. Lultima, tuttavia, non sembrava lontana dalla verit. E? disse, come se questo fosse un aspetto che non meritasse nemmeno di essere preso in considerazione. Continuavo a guardarla negli occhi, sentendo che finalmente ero riuscito per la prima volta ad intravedere di sfuggita uno scorcio della sua anima. Quellunica parola era bastata a farmi capire il posto che aveva assegnato a se stessa tra le sue priorit. A differenza della maggior parte degli esseri umani, i suoi bisogni personali si collocavano in fondo alla lista. Era unaltruista. Non appena lo capii, il mistero della persona che si nascondeva allinterno di quella mente silenziosa cominci ad assottigliarsi un poco.
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Non sembra giusto, dissi. Scrollai le spalle, cercando di sembrare indifferente, cercando di nascondere lintensit della mia curiosit. Lei rise, ma non cera alcuna allegria in quel suono. Non te lhanno mai detto prima? La vita non giusta. Volevo ridere delle sue parole, sebbene anchio non ne fossi affatto divertito. Sapevo qualcosina su quanto la vita fosse ingiusta. Credo di averlo gi sentito dire da qualche parte. Ricambi il mio sguardo, apparentemente di nuovo confusa. Distolse gli occhi, e poi li riport su di me. E questo quanto, mi disse. Ma non ero disposto a lasciare che la nostra conversazione terminasse. La piccola V che aveva tra gli occhi, una vestigia del suo dispiacere, minfastidiva. Avrei voluto poterla spianare con la punta del dito. Ma, ovviamente, non potevo toccarla. Sarebbe stato pericoloso in davvero molti modi. Hai messo su un bello spettacolo. Parlavo lentamente, vagliando ancora questa nuova ipotesi. Ma sarei pronto a scommettere che soffri molto di pi di quanto non dai a vedere. Fece una smorfia, socchiudendo gli occhi in due fessure, la sua bocca forz un sorrisetto imbronciato, e torn a guardare laula di fronte a s. Non era contenta quando indovinavo. Non era la solita martire non voleva testimoni per il suo dolore. Mi sbaglio? Trasal leggermente, ciononostante finse di non avermi sentito. Il che mi fece sorridere. Non penso. Perch la cosa dovrebbe interessarti? chiese, sempre guardando altrove. Questa davvero una buona domanda, ammisi, pi con me stesso che in risposta a lei. Il suo discernimento era migliore del mio andava dritta al nocciolo delle questioni mentrio mi dimenavo ai margini, setacciando alla cieca tra gli indizi. I dettagli della sua vita meramente umana non avrebbero dovuto interessarmi. Era sbagliato da parte mia curarmi di ci che pensava. Salvo che per proteggere la mia famiglia dal sospetto, i pensieri umani non erano importanti. Non ero abituato ad essere il meno intuitivo di una qualsivoglia accoppiata.
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Dipendevo troppo dal mio extra udito chiaramente non ero cos perspicace come credevo. La ragazza sospir e lanci degli sguardi cupi in direzione delle prime file. Cera qualcosa di umoristico nella sua espressione frustrata. Lintera situazione, lintera conversazione erano comiche. Nessuno aveva mai corso pericolo maggiore di quella ragazzina in qualunque momento, distratto comero dal mio essere ridicolmente assorto nella nostra conversazione, avrei potuto inalare dal naso ed attaccarla prima di riuscire a fermarmi e lei era irritata perch non avevo risposto alla sua domanda. Ti do fastidio? chiesi, sorridendo per lassurdit dellintera faccenda. Mi lanci rapidamente unocchiata, e poi i suoi occhi sembrarono rimanere intrappolati nella fissit dei miei. Non esattamente, mi disse. Sono pi infastidita da me stessa. La mia faccia cos facile da leggere mia madre mi chiama da sempre il suo libro aperto. Assunse unespressione corrucciata, scontenta. La guardai stupito. La ragione per cui era infastidita era perch pensava che fossi stato capace di leggerle dentro troppo facilmente. Davvero bizzarro. Non mi ero mai dovuto sforzare tanto per capire qualcuno in tutta la mia vita o piuttosto esistenza, poich vita difficilmente era la definizione corretta. Io non avevo veramente una vita. Al contrario dissentii, sentendomi stranamentediffidente, come se l ci fosse un qualche pericolo nascosto che non ero in grado di riconoscere. Mi sentii improvvisamente nervoso, quel presentimento mi rendeva ansioso. Trovo che tu sia piuttosto difficile da leggere. Devi essere un bravo lettore allora, ipotizz, formulando una supposizione che, ancora una volta, centr in pieno il bersaglio. Di solito si, ammisi. A quel punto sfoderai un gran sorriso, lasciando che le mie labbra scoprissero le file di denti splendenti, affilati come rasoi che nascondevano. Era una cosa stupida da fare, ma improvvisamente, inaspettatamente ero disposto a tutto pur di riuscire a comunicare alla ragazza un qualche genere di avvertimento. Il suo corpo si era avvicinato di pi al mio, spostandosi inconsapevolmente nel corso della nostra conversazione. Tutti i piccoli indizi ed i segni che erano sufficienti a far scappare il resto dellumanit sembravano non funzionare con lei. Perch non si ritraeva di colpo
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terrorizzata? Sicuramente aveva visto abbastanza del mio lato pi oscuro per rendersi conto del pericolo, intuitiva come sembrava essere. Non ebbi loccasione di vedere se il mio ammonimento aveva sortito leffetto desiderato. Il Signor Banner richiam lattenzione della classe proprio in quel momento, e lei si volt subito dallaltra parte. Pareva un poco sollevata da quellinterruzione, perci magari inconsciamente aveva capito. Speravo che lavesse fatto. Mi rendevo conto che lattrazione stava crescendo dentro di me, malgrado tentassi di sradicarla. Non potevo permettermi di trovare Bella Swan interessante. O piuttosto, lei non poteva permetterselo. Ero gi ansioso di poter avere lopportunit di parlarle di nuovo. Volevo saperne di pi di sua madre, della sua vita prima che venisse qui, del suo rapporto con il padre. Di ogni dettaglio pi insignificante che potesse disvelarne meglio la personalit. Ma ogni secondo che passavo con lei era un errore, un rischio che lei non avrebbe dovuto correre. Distrattamente, aveva scrollato i folti capelli proprio nel momento in cui mi permettevo di prendere unaltra boccata daria. Unondata particolarmente intensa del suo profum invest il mio palato. Era come il primo giorno come la palla da demolizione. Il dolore della bruciante aridit mi dava le vertigini. Fui di nuovo costretto ad aggrapparmi al tavolo per trattenermi al mio posto. Stavolta avevo un controllo lievemente superiore. Perlomeno, non facevo danni. Il mostro ringhiava dentro di me, ma senza compiacersi del mio dolore. Lo tenevo troppo strettamente sotto controllo. Per il momento. Smisi completamente di respirare, e mi allontanai quanto pi potevo dalla ragazza. No, non potevo permettermi di trovarla attraente. Quanto pi la trovavo interessante, tanto pi era probabile che lavrei uccisa. Avevo gi fatto due piccoli passi falsi oggi. Ne avrei fatto un terzo, uno che non era trascurabile? Non appena suon la campanella fuggii via dallaula probabilmente distruggendo qualunque impressione di buona educazione che fossi pi o meno riuscito a costruire nel corso di quellora. Allesterno, boccheggiai laria pulita ed umida come fosse unessenza curativa. Mi misi a correre per mettere quanta pi distanza fosse possibile tra me e la ragazza. Emmett mi stava aspettando fuori della porta della nostra classe di spagnolo. Studi
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per un momento la mia espressione delirante. Com andata? chiese prudentemente. Non morto nessuno biascicai. Immagino sia gi qualcosa. Quando verso la fine ho visto Alice piantare tutto, ho pensato Intanto che entravamo in classe, vidi il suo ricordo di solo pochi attimi prima, catturato attraverso la porta aperta della lezione appena terminata: Alice che camminava svelta e sbiancata in viso per valide ragioni in direzione del polo di scienze. Sentivo lurgenza che ricordava di aver provato di alzarsi e di raggiungerla, e poi la sua decisione di non muoversi. Se Alice avesse avuto bisogno di aiuto, lavrebbe chiesto Chiusi gli occhi per lorrore ed il disgusto mentre crollavo sulla sedia. Non mi sono reso conto di esserci andato tanto vicino. Non pensavo di essere sul punto di Non mi ero accorto che stava andando cos male, mormorai. Non andava cos male, mi rassicur. Non morto nessuno, giusto? Giusto, dissi a denti stretti. Non questa volta. Magari sar sempre pi facile. Sicuro. O magari la ucciderai. Scroll le spalle. Non saresti il primo che fa casini. Nessuno ti giudicherebbe troppo severamente. E solo che qualche volta una persona ha un odore troppo buono. Sono impressionato dal fatto che tu abbia resistito tanto a lungo. Non sei di aiuto, Emmett. Ero disgustato dalla sua rassegnazione allidea che avrei potuto uccidere la ragazza, che fosse qualcosa dinevitabile. Era colpa sua se aveva un profumo cos buono? So che quando capitato a me, si lasci andare ai ricordi, portandomi indietro con lui di mezzo secolo, su una stradina di campagna al tramonto, dove una donna di mezza et stava ritirando le lenzuola asciutte da un filo appeso tra due meli. Il profumo delle mele incombeva pesantemente nellaria il periodo della raccolta era finito ed i frutti scartati erano sparpagliati sul terreno, le ammaccature sulla loro buccia spandevano la loro fragranza in nuvole dense. Un campo di fieno appena falciato faceva da contorno a quel profumo, unarmonia. Lui risaliva la stradina, del tutto ignaro della donna, per andare a fare una commissione per Rosalie. Il cielo sovrastante era viola, arancione al di sopra degli alberi ad ovest. Avrebbe proseguito per il tortuoso sentiero carreggiabile e non ci sarebbe
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stata ragione alcuna di ricordare quella sera, se non fosse che unimprovvisa brezza notturna aveva gonfiato le lenzuola bianche come fossero vele e soffiato il profumo della donna sul viso di Emmett. Ah grugnii discretamente. Come se il ricordo della mia sete non fosse abbastanza. Lo so. Non ho retto mezzo secondo. Non ho neppure pensato di resistere. Il suo ricordo divent di gran lunga troppo esplicito per me per sopportarlo. Scattai in piedi, con i denti cos serrati che avrebbero potuto tagliare lacciaio. Esta bien, Edward? chiese la Signora Goff, allarmata dal mio improvviso movimento. Potevo vedere il mio viso nella sua mente, e sapevo che sembrava che stessi tuttaltro che bene. Me perdona, mormorai, e intanto mi precipiti verso la porta. Emmett por favor, puedas tu ayuada a tu hermano?, chiese, indicandomi a gesti con aria preoccupata mentre uscivo in fretta dalla porta. Sicuro, lo sentii dire. E poi fu proprio dietro di me. Mi segu fin dallaltra parte delledificio, dove si mise in pari con me e pos una mano sulla mia spalla. Spinsi via la sua mano con una forza eccessiva. Avrebbe mandato in frantumi le ossa di una mano umana, e le ossa del braccio che le stava attaccato. Mi dispiace, Edward. Lo so. Aspirai delle profonde boccate daria, cercando di disintossicare la mia mente ed i miei polmoni. E altrettanto brutto? chiese, sforzandosi di non pensare al profumo ed al gusto del suo ricordo mentre domandava, ma senza riuscirci del tutto. Peggio, Emmett, peggio. Rest in silenzio per un momento. Forse No, non sarebbe meglio se la facessi finita. Torna in classe, Emmett. Voglio restare da solo. Si volt senza dire unaltra parola o pensiero e se ne and di corsa. Avrebbe detto allinsegnante di spagnolo che ero malato, o che saltavo la lezione, o che ero un vampiro pericolosamente fuori controllo. La sua scusa aveva davvero importanza? Forse non sarei tornato. Forse dovevo andarmene.
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Tornai alla mia macchina, per aspettare la fine delle lezioni. Per nascondermi. Di nuovo. Avrei dovuto usare quel tempo per riflettere o per perorare la decisione gi presa, ma, come un tossicomane, mi scoprii a rovistare tra il brusio dei pensieri provenienti dagli edifici della scuola. Le voci dei miei familiari spiccavano, ma non ero interessato ad ascoltare le visioni di Alice o le lamentele di Rosalie per il momento. Trovai Jessica facilmente, ma la ragazza non era con lei, perci continuai a cercare. I pensieri di Mike Newton catturarono la mia attenzione, ed alla fine riuscii a localizzarla, in palestra con lui. Era scontento perch avevo parlato con lei durante la lezione di biologia. Ne stava riepilogando le reazioni quando sollev largomento In verit non lho mai visto scambiare con nessuno pi di un paio di parole in croce. Ovviamente ha deciso di trovare Bella interessante. Non mi piace il modo in cui la guarda. Ma lei non sembra essere troppo entusiasta di lui. Cosha detto? Chiss che aveva luned scorso. Qualcosa del genere. Non suona come se le importasse. Non deve essere stata granch come conversazione Continu a parlare a se stesso in questo modo per fugare il suo pessimismo, rallegrato dallidea che Bella non mostrasse interesse per lo scambio che aveva avuto con me. Il che minfastid un p pi di quanto non fosse accettabile, perci smisi di ascoltarlo. Misi nello stereo un CD di musica dura, e poi alzai il volume finch non copr le altre voci. Dovetti concentrarmi fortemente sulla musica per impedirmi di tornare ad ascoltare i pensieri di Mike Newton, per spiare lignara ragazza Imbrogliai un paio di volte, quando lora stava per finire. Non per spiare, cercavo di convincermene. Mi stavo solo preparando. Volevo sapere esattamente quando avrebbe lasciato la palestra, quando si sarebbe trovata nello spiazzo del parcheggio. Non volevo che mi cogliesse di sorpresa. Come gli studenti cominciarono a sfilare fuori dalla porta della palestra, scesi dalla macchina, non ero sicuro del perch. La pioggia era leggera la ignorai mentre impregnava lentamente i miei capelli. Volevo che mi vedesse l? Speravo che venisse a parlarmi? Che stavo facendo? Non mi mossi, bench cercassi di persuadermi a tornare in macchina, sapendo che il mio comportamento era esecrabile. Incrociai le braccia al petto e respirai in maniera molto superficiale quando la vidi camminare lentamente nella mia direzione, con gli angoli della
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bocca imbronciati. Non mi guardava. Lanciava qualche occhiata alle nuvole facendo una smorfia, come se lavessero offesa. Rimasi deluso quando raggiunse la sua macchina prima di passarmi vicina. Avrebbe voluto parlarmi? Avrei voluto parlarle? Sal a bordo di un pick-up Chevy di un rosso sbiadito, un mastodonte arrugginito che era pi vecchio di suo padre. La guardai mettere in moto il pick-up il vecchio motore rombava pi forte di qualunque altro veicolo nel parcheggio e poi tendere le mani verso le bocchette del riscaldamento. Il freddo la disturbava non le piaceva. Si pettinava i folti capelli con le dita, passando le ciocche sul flusso daria calda come per cercare di asciugarle. Immaginai quanto dovesse profumare labitacolo di quel pick-up, e poi scacciai rapidamente il pensiero. Diede unocchiata in giro mentre si preparava ad uscire in retromarcia, e finalmente guard nella mia direzione. Ricambi il mio sguardo fissandomi per non pi di mezzo secondo, e tutto ci che potei vedere nei suoi occhi fu la sorpresa, prima che li staccasse da me e che facesse partire bruscamente il pick-up in retromarcia. E poi si arrest facendo stridere i freni, la parte posteriore del pick-up aveva mancato di scontrarsi con lutilitaria di Erin Teague per pochi centimetri. Guard nello specchietto retrovisore, spalancando la bocca per la mortificazione. Quando laltra macchina lebbe superata, controll due volte tutti gli specchietti e poi usc dal posto auto con una circospezione tale da farmi spalancare il sorriso. Era come se pensasse di essere pericolosa con il suo decrepito pick-up. Il pensiero che Bella Swan potesse costituire un pericolo per qualcuno, non importa cosa stesse guidando, mi fece ridere mentre la ragazza mi passava davanti, guardando dritta dinanzi a lei.

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3. Fenomeno

In verit non avevo sete, ma decisi di andare di nuovo a caccia quella notte. Una piccola dose di prudenza, che tuttavia sapevo essere inadeguata. Carlisle mi accompagnava; non avevamo avuto occasione di rimanere da soli da quando ero tornato da Denali. Intanto che correvamo attraverso la buia foresta, sentii che ripensava a quellaffrettato arrivederci della settimana passata. Nel suo ricordo, potevo vedere in che modo i miei lineamenti si erano distorti per la disperazione feroce. Sentivo la sorpresa e limprovvisa inquietudine che aveva provate. Edward? Devo andarmene, Carlisle. Devo andarmene ora. Cos successo? Niente. Ma succeder, se resto qui. Aveva cercato di prendermi un braccio. Potevo sentire quanto lavevo ferito quando mi ero sottratto bruscamente alla sua mano. Non capisco. Hai maic mai stato un momento Osservavo me stesso respirare profondamente, vedevo il bagliore delirante dei miei occhi attraverso il filtro della sua grave preoccupazione. Una qualunque persona ha mai avuto per te un odore pi buono del resto di loro? Molto pi buono? Oh. Quando mi ero reso conto che aveva capito, il mio viso si era abbassato per la vergogna. Aveva cercato di toccarmi, ignorandomi quando avevo tentato di fuggire ancora, ed aveva appoggiato una mano sulla mia spalla. Fai quel che devi per resistere, figlio mio. Mi mancherai. Ecco, prendi la mia macchina. E pi veloce. Si stava chiedendo, adesso, se avesse fatto la scelta giusta, allora, mandandomi via. Domandandosi se la sua mancanza di fiducia mi avesse ferito. No, mormorai mentre correvo. Era ci di cui avevo bisogno. Avrei tradito facilmente quella fiducia, se mi avessi consigliato di restare.
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Mi spiace che tu stia soffrendo, Edward. Ma devi fare tutto quanto in tuo potere affinch la piccola Swan resti in vita. Anche se questo significa che devi lasciarci di nuovo. Lo so, lo so. Perch sei tornato? Sai quantio sia felice di averti qui, ma se troppo difficile Non mi piace sentirmi un codardo, ammisi. Avevamo rallentato stavamo a malapena facendo una corsa leggera nelloscurit adesso. Meglio questo che metterla in pericolo. Tra un paio danni se ne andr. Hai ragione. Lo so. Di contro, per, le sue parole mi rendevano solamente pi ansioso di restare. La ragazza se ne sarebbe andata fra un anno o due Carlisle smise di correre ed io smisi con lui; si volt per studiare la mia espressione. Ma non intendi scappare, non vero? Chinai la testa. E per orgoglio, Edward? Non c alcuna vergogna nel No, non lorgoglio a tenermi qui. Non pi. Non sai dove andare? Risi brevemente. No. Questo non mi fermerebbe, se potessi convincermi a partire Verremo con te, naturalmente, se ci di cui hai bisogno. Devi solamente chiederlo. Hai traslocato senza mai lamentarti per il resto di loro. Non te lo faranno pesare. Sollevai un sopracciglio. Rise. Si, Rosalie lo farebbe, ma te lo deve. In ogni caso, molto meglio andarsene adesso, senza che alcun danno stato fatto, piuttosto che partire troppo tardi, dopo che una vita stata spezzata. Tutto lumorismo se nera andato verso la fine. Trasalii alle sue parole. Si, convenni. La mia voce suonava rauca. Ma non intendi partire? Sospirai. Dovrei. Cosa ti trattiene qui, Edward? Non riesco a capire perch Non so se riesco a spiegarlo. Perfino per me non aveva senso. Studi a lungo la mia espressione.
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No, non riesco a capire. Ma rispetter la tua privacy, se preferisci. Grazie. E generoso da parte tua, considerando che non concedo privacy a nessuno. Con una sola eccezione. E stavo facendo di tutto per sottrargliela, non vero? Abbiamo tutti le nostre piccole manie. Rise di nuovo. Possiamo andare? Aveva appena colto lodore di un piccolo branco di daini. Anche nelle migliori delle circostanze, sarebbe stato difficile manifestare granch entusiasmo per ci che era un profumo ben lungi dal far venire lacquolina in bocca. In verit, proprio adesso, con ancora vivido nella mente il ricordo del sangue della ragazza, lodore mi faceva rivoltare lo stomaco. Sospirai. Andiamo, accordai, bench sapessi che forzarmi a mandar gi dellaltro sangue mi avrebbe aiutato ben poco. Ci acquattammo entrambi per la caccia e lasciammo che il profumo poco appetitoso ci spingesse silenziosamente avanti.

Faceva pi freddo quando rientrammo a casa. La neve sciolta si era ghiacciata; era come se un sottile foglio di vetro avesse ricoperto ogni cosa ogni ago di pino, ogni fronda di felce, ogni filo derba era ricoperto di ghiaccio. Mentre Carlisle andava a prepararsi per il turno in ospedale, mi fermai presso il fiume, aspettando il sorgere del sole. Mi sentivo quasi gonfio per la quantit di sangue che avevo ingerito, ma sapevo che lattuale mancanza di sete avrebbe significato ben poco una volta che mi fossi seduto ancora accanto alla ragazza. Freddo ed immobile come la pietra sulla quale sedevo, fissavo le acque profonde che correvano lungo la sponda ghiacciata, guardandoci attraverso. Carlisle aveva ragione. Dovevo lasciare Forks. Potevano mettere in circolazione una qualche storia per spiegare la mia assenza. Un collegio in Europa. Una visita a dei lontani parenti. Una fuga adolescenziale. La storia non contava. Nessuno avrebbe fatto troppe domande. Si trattava solamente di un anno o due, e poi la ragazza sarebbe sparita. Avrebbe continuato la sua vita avrebbe avuto una vita da continuare. Avrebbe frequentato luniversit da qualche parte, sarebbe cresciuta, avrebbe cominciato una carriera, magari si sarebbe sposata. Potevo immaginarmelo riuscivo a vedere la ragazza vestita tutta di
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bianco che camminava a passo misurato, sottobraccio al padre. Era strano il malessere che quellimmagine mi procurava. Non riuscivo a capirlo. Ero geloso perch lei avrebbe avuto un futuro che io non avrei mai potuto avere? Non aveva senso. Ognuno degli umani che avevo intorno aveva quella stessa prospettiva davanti a s una vita e raramente mi fermavo ad invidiarli. Dovevo lasciarla al suo futuro. Smetterla di rischiare la sua vita. Era la cosa giusta da fare. Carlisle faceva sempre la scelta giusta. Dovevo ascoltarlo. Il sole sorse dietro le nuvole, e la debole luce scintill su tutte le superfici ricoperte di ghiaccio. Un altro giorno, decisi. Lavrei vista unaltra volta solamente. Potevo farcela. Forse avrei dovuto menzionare la mia imminente partenza, montare la storia. Sarebbe stata dura; potevo sentirlo nellestrema riluttanza che gi minduceva ad elaborare delle scuse per restare per posticipare il termine di due giorni, tre, quattro Ma avrei fatto la cosa giusta. Sapevo di potermi fidare del consiglio di Carlisle. E sapevo pure di essere troppo combattuto per prendere la decisione giusta da solo. Davvero troppo combattuto. Quanta della mia riluttanza dipendeva dalla mia morbosa curiosit, e quanta dal mio appetito insoddisfatto? Entrai in casa per indossare dei vestiti puliti per andare a scuola. Alice mi stava aspettando, seduta sul gradino pi alto del terzo piano. Te ne vai di nuovo, mi accus. Sospirai e feci cenno di si con la testa. Non riesco a vedere dove andrai questa volta. Non so ancora dove andr, mormorai. Voglio che resti. Scossi la testa. Magari Jazz ed io possiamo venire con te? Avranno ancor pi bisogno di voi, se non sar qui a tenere gli occhi aperti per loro. E pensa ad Esme. Le porteresti via met della famiglia in un sol colpo? Stai per renderla davvero infelice. Lo so. E per questo che tu devi restare. Non lo stesso che averti qui, e tu lo sai. Si. Ma devo fare quel che giusto.
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Ci sono molti modi per fare la cosa giusta, e molti modi per fare la cosa sbagliata, per, non vero? Per un breve momento fu trascinata via da una delle sue strane visioni; guardavo con lei le immagini indistinte che baluginavano e turbinavano. Mi vidi confuso allinterno di strane ombre che non riuscivo a distinguere forme sfocate, imprecise. E poi, improvvisamente, la mia pelle scintill alla luce del sole brillante in una piccola radura allaperto. Quel posto lo conoscevo. Cera una figura nella radura insieme a me, ma, di nuovo, era indistinta, non l abbastanza da poterla riconoscere. Le immagini tremolarono e scomparvero intanto che un milione di piccole scelte ricombinava ancora una volta il futuro. Non sono riuscito a coglierne molto, le dissi quando la visione fu svanita. Nemmeno io. Il tuo futuro continua a cambiare cos tanto che non riesco a stare al passo con nessuna. Penso, tuttavia Sinterruppe, e cominci a scorrere una vasta collezione di altre visioni recenti a mio beneficio. Erano tutte uguali confuse e vaghe. Credo che qualcosa stia per cambiare, per, disse ad alta voce. La tua vita sembra essere ad una svolta. Risi amaramente. Ti rendi conto che in questo momento suoni come una zingara fasulla del luna-park, vero? Mi fece la linguaccia. Oggi, per, andr tutto bene, giusto?, le chiesi con un tono di voce dimprovviso apprensivo. Non ti vedo uccidere nessuno oggi, mi rassicur. Grazie, Alice. Vai a vestirti. Non dir nulla lascer che sia tu a dirlo agli altri quando sarai pronto. Si alz e si precipit gi per le scale, con le spalle leggermente curve. Mi mancherai. Tanto. Si, anche lei mi sarebbe davvero mancata. Il tragitto fino alla scuola fu piuttosto silenzioso. Jasper era certo che Alice fosse turbata per qualcosa, ma sapeva che se lei avesse voluto parlarne lavrebbe gi fatto. Emmett e Rosalie erano del tutto assenti, immersi in un altro dei loro momenti, e si
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guardavano vicendevolmente negli occhi estasiati era piuttosto disgustoso a vederlo da fuori. Eravamo tutti ben informati di quanto fossero disperatamente innamorati. O magari ero cos acido perch ero lunico ad essere spaiato. Alcuni giorni era pi difficile di altri vivere con tre coppie di innamorati perfettamente assortite. Questo era uno di quelli. Magari sarebbero stati tutti pi felici senza avermi intorno, di malumore e belligerante come il vecchio che a quel punto sarei dovuto essere. Ovviamente, la prima cosa che feci quando arrivammo a scuola fu cercare la ragazza. Solo per tenermi nuovamente pronto. Esattamente. Era imbarazzante come il mio mondo dimprovviso sembrasse contenere nullaltro che lei la mia intera esistenza era incentrata sulla ragazza, non pi attorno a me stesso. Era facile da capire, tuttavia, davvero; dopo ottantanni in cui ogni giorno ed ogni notte erano sempre stati uguali, un qualunque cambiamento ti assorbiva completamente. Non era ancora arrivata, ma potevo sentire il fragoroso scoppiettio del motore del suo pick-up in lontananza. Mi misi ad aspettare appoggiato alla fiancata della macchina. Alice rimase con me, mentre gli altri andarono diritti a lezione. Erano irritati dalla mia fissazione era incomprensibile per loro come un qualunque essere umano potesse catturare il mio interesse cos a lungo, non importa quanto delizioso fosse il suo profumo. La ragazza comparve lentamente alla vista, con gli occhi concentrati sulla strada e le mani strette sul volante. Sembrava ansiosa per qualcosa. Mi ci volle un attimo per capire cosa fosse quel qualcosa, per rendermi conto che tutti gli esseri umani oggi avevano la stessa espressione. Ah, la strada era scivolosa per il ghiaccio, e stavano tutti cercando di guidare con maggiore attenzione. Vedevo bene che stava prendendo seriamente quel rischio ulteriore. Il che sembrava combaciare con quel poco che avevo appreso del suo carattere. Aggiunsi questo alla mia breve lista: era una persona affidabile, una persona responsabile. Parcheggi non troppo lontano da me, ma ancora non mi aveva notato qui in piedi, che la stavo fissando. Mi chiesi cosavrebbe fatto una volta che lavesse scoperto. Sarebbe arrossita e se ne sarebbe andata? Quella fu la mia prima supposizione. Ma forse avrebbe ricambiato il mio sguardo. Forse si sarebbe avvicinata per parlarmi. Respirai a fondo, riempiendomi i polmoni ottimista, a scanso di equivoci. Scese dal pick-up con cautela, saggiando il terreno scivoloso prima di spostarci
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sopra il proprio peso. Non alz lo sguardo, il che mi deluse. Forse potevo andare a parlarle No, sarebbe stato un errore. Invece di voltarsi verso la scuola, si fece strada fino al retro del pick-up, aggrappandosi in modo buffo al fianco del pianale, non fidandosi troppo del proprio equilibrio. Mi fece sorridere, e sentii gli occhi di Alice sul mio viso. Non ascoltai qualunque cosa ne avesse pensato mi stavo divertendo troppo a guardare la ragazza che controllava le sue catene da neve. In verit aveva laria di essere in procinto di cadere, per come i suoi piedi scivolavano sul terreno. Nessunaltro stava avendo dei problemi aveva parcheggiato sul peggiore dei ghiacci? Si ferm l, a guardare in basso con una strana espressione sul viso. Eratenerezza? Come se ci fosse qualcosa l che la facessecommuovere? Di nuovo la curiosit era una sofferenza pari alla sete. Era come se avessi bisogno di sapere cosa stava pensando come se nullaltro avesse importanza. Sarei andato a parlarle. In ogni caso, aveva laria di avere bisogno di una mano, quantomeno per superare il pavimento scivoloso. Ovviamente, non avrei potuto offrirgliela, o no? Esitavo, dilaniato. Considerata lavversione che pareva dimostrare nei confronti della neve, difficilmente avrebbe gradito il tocco gelido della mia mano marmorea. Avrei dovuto indossare dei guanti NO! disse Alice ansimando ad alta voce. Istantaneamente, esplorai i suoi pensieri, inizialmente convinto che stessi per fare una scelta miserabile e che mi avesse visto commettere qualcosa dimperdonabile. Ma non aveva niente a che fare con me. Tyler Crowley aveva deciso di svoltare per la curva dentrata del parcheggio ad una velocit sconsiderata. Questa decisione lavrebbe fatto scivolare su una piccola lastra di ghiacchio La visione anticipava la realt solamente di mezzo secondo. Il furgoncino di Tyler svolt langolo mentre stavo ancora guardando la conclusione che aveva spinto fuori dalle labbra di Alice quel rantolo pieno di orrore. No, questa visione non aveva niente a che fare con me, e tuttavia aveva tutto a che fare con me, perch il furgoncino di Tyler i pneumatici stavano giusto urtando la lastra di ghiaccio alla peggiore delle angolazioni possibili stava per vorticare attraverso il
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parcheggio e per investire la ragazza che, mio malgrado, era diventata il punto focale del mio mondo. Anche senza la previsione di Alice sarebbe stato abbastanza facile intuire la traiettoria del veicolo sfuggito al controllo di Tyler. La ragazza, ferma esattamente nel posto sbagliato dietro al suo pick-up, alz lo sguardo, sconcertata dal suono stridente dei pneumatici. Guard dritta nei miei occhi accesi dal terrore, e poi si volt per vedere lapprossimarsi della morte. Non lei! Le parole gridavano nella mia testa come fossero appartenute a qualcun altro. Ancora bloccato nei pensieri di Alice, osservai la visione cambiare bruscamente, ma non avevo il tempo di restare a guardarne lesito. Mi lanciai attraverso il parcheggio, tuffandomi tra il furgoncino che sbandava e la ragazza impietrita. Mi spostavo cos velocemente che ogni cosa era una macchia irregolare, eccezion fatta per lobiettivo sul quale convergevo. Non mi vedeva nessun occhio umano avrebbe potuto seguire il mio volo ancora intenta sullenorme sagoma del furgoncino che era in procinto di schiacciarla contro il telaio di metallo del suo pick-up. Lafferrai cingendole la vita, muovendomi con troppa urgenza per riuscire ad essere tanto moderato quanto avrebbe avuto bisogno che fossi. Per un centesimo di secondo tra il momento in cui tirai via la sua esile figura dalla traiettoria della morte ed il momento in cui caddi a terra con lei tra le mie braccia, fui vividamente consapevole del suo corpo fragile e delicato. Quando udii la sua testa picchiare contro il ghiaccio, mi sentii come se mi fossi io stesso trasformato in un pezzo di ghiaccio. Ma non ebbi neppure un secondo di tempo per accertarmi delle sue condizioni. Sentii il furgoncino alle nostre spalle, cigolante e stridente mentre girava attorno al robusto telaio di ferro del pick-up della ragazza. Stava deviando la sua corsa, in un testacoda, per abbattersi di nuovo su di lei come se fosse una calamita che lo attirava verso di noi. Una parola che non avevo mai pronunciata prima in presenza di una signora mi scapp tra i denti. Avevo gi fatto troppo. Quandero quasi volato attraverso laria per spingerla via, mi ero reso ben conto dellerrore che stavo commettendo. Sapere che era un errore non mi aveva fermato, ma non ero ignaro del rischio che stavo correndo correndo non solamente
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per me stesso, ma per tutta la mia famiglia. Esposizione. E questo certo non sarebbe stato daiuto, ma non cera verso che permettessi al furgoncino di mandare a segno il suo secondo tentativo di portarsi via la sua vita. La lasciai andare e gettai le mani avanti, afferrando il furgoncino prima che potesse toccare la ragazza. Limpatto mi scagli contro la macchina parcheggiata accanto al suo pick-up, e ne sentii la carrozzeria deformarsi dietro le mie spalle. Il furgoncino sobbalz e trem contro la ferrea presa delle mie braccia, e poi beccheggi, tenendosi in equilibrio precario sulle ruote davanti. Se avessi spostato le mani, le ruote posteriori del furgoncino si sarebbero abbattute sulle sue gambe. Oh, per amore di tutto quel che cera di sacro, sarebbero mai finite le catastrofi? Cera qualcosaltro che potesse andare storto? Non potevo certo restarmene seduto l, tenendo il furgoncino sollevato in aria, ad aspettare i soccorsi. Nemmeno potevo tirar via il furgoncino cera da considerarne il guidatore, coi pensieri resi incoerenti dal panico. Con un gemito interiore, spinsi il furgoncino cosicch rollasse lontano da noi per un momento. Quando stava per ripiegare su di me, lo afferrai da sotto il telaio con la mano destra mentre avvolgevo di nuovo il mio braccio sinistro attorno alla vita della ragazza e la trascinavo via da sotto il furgoncino, tenendola ben stretta contro il mio fianco. Il suo corpo si muoveva come fosse senza vita mentre la giravo bruscamente di modo che le sue gambe fossero salve era cosciente? Quanto male le avevo fatto nel mio improvvisato tentativo di salvarla? Lasciai andare il furgoncino, adesso che non poteva pi farle del male. Si abbatt sullasfalto, tutti i finestrini andarono contemporaneamente in frantumi. Sapevo di essere nel pieno di una crisi. Quanto aveva visto? Qualcun altro mi aveva notato materializzarmi al suo fianco e poi destreggiarmi con il furgoncino mentre cercavo di allontanarla da sotto le ruote? Quelle domande avrebbero dovuto costituire la mia preoccupazione pi grande. Ma ero troppo in ansia per curarmi davvero del rischio dellessermi esposto quanto invece avrei dovuto. Troppo preso dal panico per la possibilit di averla ferita io stesso nello sforzo di proteggerla. Troppo spaventato dallaverla cos vicina, sapendo cosavrei odorato se mi fossi permesso dinalare. Troppo cosciente del calore del suo corpo
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morbido, premuto contro il mio a dispetto del duplice ostacolo dei rispettivi giacconi, potevo sentire quel calore La prima paura era la paura pi grande. Quando le grida dei presenti esplosero attorno a noi, mi piegai per esaminare il suo viso, per controllare che fosse cosciente augurandomi ardentemente che non stesse sanguinando da nessuna parte. I suoi occhi erano sgranati, estatici per lo shock. Bella? chiesi con urgenza. Stai bene? Sto bene. Pronunci le parole automaticamente con un tono inebetito. Il sollievo, cos intenso da rasentare il dolore, mi pervase al suono della sua voce. Presi fiato tra i denti, e non badai allincendio in gola che lo accompagn. Quasi lo accolsi con gratitudine. Tent a fatica di mettersi a sedere, ma non ero ancora pronto a lasciarla andare. In qualche modo dava limpressione di esserepi sicuro? Quantomeno, era meglio che la tenessi stretta al mio fianco. Fa attenzione, lavvisai. Penso tu abbia sbattuto la testa piuttosto forte. Non cera odore di sangue che stillava una benedizione, quella ma questo non escludeva delle possibili lesioni interne. Improvvisamente fui ansioso di portarla da Carlisle e di farla sottoporre ad un ciclo completo di accertamenti radiologici. Ahi disse, con un tono comicamente sbalordito nel rendersi conto che avevo ragione riguardo alla sua testa. Proprio come pensavo. Il sollievo mi rendeva faceto, quasi frivolo. Come dia. La sua voce si era affievolita a poco a poco, e le sue ciglia sbattevano. Come hai fatto ad arrivare qui cos in fretta? Il sollievo si guast, lumorismo svan. Aveva visto troppo. Ora che la ragazza pareva essere in condizioni discrete, la preoccupazione per la mia famiglia si faceva grave. Ero in piedi proprio qui accanto a te, Bella. Sapevo per esperienza che se mi dimostravo molto sicuro di me mentre mentivo, chiunque mi stesse ponendo le sue domande sarebbe stato meno certo di quale fosse la verit. Di nuovo cerc faticosamente di muoversi, e stavolta glielo permisi. Avevo bisogno di respirare per interpretare correttamente il mio ruolo. Avevo bisogno di staccarmi dal fuoco del suo sangue caldo perch non si mescolasse col suo profumo e riuscisse a
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sopraffarmi. Scivolai quanto pi lontano mi fosse possibile nel minuscolo spazio tra i veicoli distrutti. Mi fissava dal basso, ed io la fissavo di rimando. Distogliere lo sguardo per primo era un errore che solamente un pessimo bugiardo avrebbe commesso, ed io non ero un pessimo bugiardo. La mia espressione era serena, benevola Il che parve confonderla. Quello era un bene. Il luogo dellincidente era circondato adesso. Per lo pi da studenti, ragazzini che si facevano largo e sbirciavano tra le fessure per vedere se ci fosse qualche corpo mutilato. Le grida schiamazzavano ed i pensieri sconvolti erano come unonda. Passai i pensieri in rassegna una volta per assicurarmi che non ci fossero sospetti, e poi li chiusi fuori e mi concentrai solamente sulla ragazza. Era distratta dal pandemonio. Si guardava intorno, con lespressione ancora sbalordita, e cercava di alzarsi in piedi. Le poggiai delicatamente la mano sulla spalla per trattenerla. Resta qui e non muoverti per adesso. Sembrava stesse bene, ma era saggio che muovesse il collo? Di nuovo, desiderai che ci fosse Carlisle. I miei anni di studio teorico della medicina non potevano competere con i secoli che aveva passato a praticarla. Ma fa freddo! obiett. Era quasi morta schiacciata in due diverse occasioni ed azzoppata in unaltra ed era il freddo che la preoccupava. Prima che potessi ricordare che la situazione non era affatto divertente, una risatina soffocata mi scapp tra i denti. Bella batt le palpebre, e poi i suoi occhi si concentrarono sul mio viso. Tu stavi laggi. Il che mi rese nuovamente lucido. Gett unocchiata verso sud, sebbene non ci fosse pi niente da vedere ora eccetto la fiancata accartocciata del furgoncino. Stavi vicino alla tua macchina. No, non vero. Ti ho visto, insisteva; la sua voce diventava infantile quando sintestardiva. Il suo mento si sporse. Bella, ero qui vicino a te, e ti ho spinta via. La fissavo profondamente nei grandi occhi, cercando di forzarla ad accettare la mia versione lunica versione ragionevole possibile.
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Assunse una posa decisa. No. Cercavo di restare calmo, di non andare nel panico. Se solo avessi potuto farla stare tranquilla per qualche momento, per darmi lopportunit di distruggere le provee per scalzare la sua storia con la rivelazione del suo trauma cranico. Non avrebbe dovuto essere facile far stare tranquilla questa ragazza silenziosa, misteriosa? Se solo si fosse fidata di me, solamente per qualche momento Per favore, Bella, dissi, e la mia voce era troppo intensa, perch dimprovviso volevo che si fidasse di me. Lo desideravo disperatamente, e non solamente per quanto riguardava lincidente. Uno sciocco desiderio. Che senso avrebbe avuto per lei fidarsi di me? Perch?, chiese, ancora sulla difensiva. Fidati di me, supplicai. Mi prometti che pi tardi mi spiegherai tutto? Mi faceva arrabbiare doverle mentire ancora, quando desideravo cos tanto di poter meritare la sua fiducia in qualche modo. Perci, quando risposi, le feci un torto. Daccordo. Daccordo mi fece eco con il medesimo tono. Mentre attorno a noi cominciavano i tentativi di soccorso larrivo degli adulti, la chiamata alle autorit e le sirene in lontananza tentai dignorare la ragazza e di ricollocare le mie priorit nel giusto ordine. Rovistai in ogni singola mente del parcheggio, dei testimoni e dei ritardatari insieme, ma non trovai niente di pericoloso. Molti erano sorpresi di vedermi vicino a Bella, ma tutti conclusero poich non cera altra possibile conclusione che non avevano fatto caso che mi trovavo accanto alla ragazza prima dellincidente. Lei era lunica a non accettare quella semplice spiegazione, ma lavrebbero considerata la meno credibile dei testimoni. Doveva essere spaventata, traumatizzata, per non parlare della botta che aveva presa in testa. Probabilmente era in stato di shock. Era pi che accettabile che la sua storia fosse confusa, no? Nessuno le avrebbe dato pi credito che a cos tanti testimoni Sussultai quando colsi i pensieri di Rosalie, Jasper ed Emmett, che stavano giusto arrivando sul posto. Quella sera sarebbe scoppiato un casino per questo. Volevo spianare lammaccatura che le mie spalle avevano lasciato sulla macchina
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marroncina, ma la ragazza era troppo vicina. Dovevo aspettare finch non si distraeva. Era frustrante restare ad aspettare cos tanti occhi puntati su di me , mentre gli umani lottavano con il furgoncino, cercando di spingerlo lontano da noi. Avrei potuto aiutarli, giusto per accelerare la cosa, ma ero gi abbastanza nei guai e la ragazza aveva la vista aguzza. Finalmente, riuscirono a spostarlo quanto bastava per permettere ai paramedici di raggiungerci con le loro barelle. Un viso familiare, brizzolato, mi squadr. Hey, Edward, disse Brett Warner. Era anche un infermiere professionale, e lavevo conosciuto bene in ospedale. Era un colpo di fortuna lunica fortuna oggi che fosse lui a raggiungerci per primo. Nei suoi pensieri, stava notando che avevo laria vigile e calma. Stai bene, ragazzo? Perfettamente, Brett. Neanche un graffio. Ma ho paura che Bella possa avere una commozione cerebrale. Ha preso una bella botta in testa quando lho tirata via dalla strada. Brett rivolse la sua attenzione alla ragazza, che mi lanci unocchiata truce per averla tradita. Oh, giusto. Lei era la martire silenziosa preferiva soffrire in silenzio. Tuttavia, non aveva contraddetto subito la mia storia, e questo mi fece sentire pi tranquillo. Laltro paramedico cerc dinsistere perch mi facessi visitare, ma non fu troppo difficile dissuaderlo. Promisi che mi sarei fatto visitare da mio padre, e lasci perdere. Con la maggior parte degli esseri umani, parlare con sfacciata sicurezza era tutto ci serviva. Con la maggior parte degli esseri umani, ma non con la ragazza, ovviamente. Rientrava in un qualunque canone di normalit? Mentre le mettevano un collarino e la sua faccia era diventata viola per limbarazzo approfittai del momento di distrazione per correggere con discrezione, con il tallone, limpronta dellammaccatura sullauto marroncina. Solo i miei fratelli e le mie sorelle si accorsero di quello che stavo facendo, e sentii Emmett promettere mentalmente di provvedere a qualunque cosa avessi tralasciato. Grato per il suo aiuto ed ancor pi grato che Emmett, almeno, aveva gi perdonato la mia scelta pericolosa mi sentivo gi pi rilassato quando salii sul sedile anteriore dellambulanza vicino a Brett. Il capo della polizia arriv primancora che caricassero Bella sul retro
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dellambulanza. Quantunque i pensieri del padre di Bella fossero avari di parole, il panico e la preoccupazione che emanavano dalla mente di quelluomo coprivano la voce di pressoch ogni altro pensiero nelle vicinanze. Lansia ed il senso di colpa inespressi, che ne costituivano una larga parte, lo abbandonarono non appena vide la sua unica figlia sulla barella. Lo abbandonarono per passare a me, amplificati e sempre pi forti. Quando Alice mi aveva avvertito che uccidendo lunica figlia di Charlie Swan avrei ucciso anche lui, non aveva esagerato. Quel senso di colpa mi fece chinare la testa mentre ascoltavo la sua voce terrorizzata. Bella! grid. Sto benissimo, Char pap. Sospir. Non mi sono fatta niente. Le sue rassicurazioni a malapena ne smorzarono la paura. Si volt allistante verso il pi vicino paramedico e gli chiese maggiori informazioni. Solamente quando lo sentii parlare, compitando delle frasi perfettamente coerenti a dispetto del panico che provava, mi resi conto che la sua ansia e la sua preoccupazione non erano inespresse. Solo chenon potevo sentirne le parole esatte. Hmm. Charlie Swan non era silenzioso quanto sua figlia, ma capivo da chi lei avesse preso. Interessante. Non avevo mai dedicato molto tempo al capo della polizia cittadina. Lavevo sempre considerato un uomo tardo di comprendonio solo ora mi rendevo conto che ero io quello tardo. I suoi pensieri erano parzialmente nascosti, non assenti. Potevo solo distinguerne il tenore, il timbro Volevo ascoltare pi a fondo, per vedere se potevo trovare in quel nuovo, pi semplice rompicapo la chiave per accedere ai segreti della ragazza. Ma proprio allora Bella fu caricata sul retro, e lambulanza si mise in marcia. Era difficile staccarmi dalla possibile soluzione del mistero che era diventata unossessione per me. Ma dovevo pensare esaminare quel che era capitato oggi da ogni punto di vista. Dovevo ascoltare, per assicurarmi di non averci messi tutti in un pericolo tanto grande da dover partire immediatamente. Dovevo concentrarmi. Non cera niente nei pensieri dei paramedici che mi potesse spaventare. Per quanto
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ne sapevano, la ragazza non aveva niente di serio. E Bella era rimasta fedele alla storia che avevo fornita, finora. La prima delle mie priorit, quando arrivammo in ospedale, fu quella di vedere Carlisle. Attraversai di corsa le porte automatiche, ma fui incapace di rinunciare completamente ad occuparmi di Bella; tenni un occhio su di lei attraverso i pensieri dei paramedici. Fu facile trovare la mente familiare di mio padre. Era nel suo piccolo ufficio, da solo il secondo colpo di fortuna in questa giornata sfortunata. Carlisle. Mi aveva sentito arrivare, e si era allarmato non appena aveva visto il mio viso. Scatt in piedi, il suo viso impallid bianco come un osso. Si allung sulla scrivania di noce perfettamente organizzata. Edward non hai No, no, non quello che pensi. Respir a fondo. Ovviamente no. Mi spiace di averlo pensato. I tuoi occhi, naturalmente, avrei dovuto saperlo Osserv i miei occhi ambrati con sollievo. Lei ferita, per, Carlisle, probabilmente non in modo serio, ma - Cos successo? Uno stupido incidente di macchina. Era nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ma non potevo restarmene l cos lasciare che fosse travolta - Comincia dal principio, non riesco a capire. Come sei stato coinvolto? Un furgoncino slittava sul ghiaccio, mormorai. Fissavo la parete alle sue spalle mentre parlavo. Al posto di una schiera di diplomi incorniciati, lui teneva una semplice pittura ad olio una delle sue favorite, un Hassam ancora sconosciuto. Lei stava sulla sua traiettoria. Alice lha visto arrivare, ma non cera tempo di fare altro se non correre davvero attraverso il parcheggio e spingerla via. Nessuno se n accortoapparte lei. Ho anche dovuto fermare il furgoncino, ma di nuovo, nessuno ha vistotranne lei. Mi spiace Carlisle. Non intendevo metterci in pericolo. Gir attorno alla scrivania e mi poggi una mano sulla spalla. Hai fatto la cosa giusta. E non deve essere stato facile per te. Sono orgoglioso di te, Edward. A quel punto potevo guardarlo negli occhi. Lei sa che c qualcosadi sbagliato in
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me. Questo non conta. Se dovremo partire, partiremo. Cosha detto? Scossi la testa, un poco frustrato. Niente, ancora. Ancora? Ha accettato di sostenere la mia versione degli eventi ma si aspetta una spiegazione. Aggrott le sopracciglia, mentre meditava sulla cosa. Ha sbattuto la testa beh, sono stato io, continuai rapidamente. Lho spinta a terra piuttosto violentemente. Sembra stia bene, ma Non credo ci vorrebbe molto per screditare il suo resoconto. Mi sentivo un mascalzone solo per averlo detto. Carlisle percepiva il disgusto nella mia voce. Magari non sar necessario. Andiamo a vedere che succede, vuoi? Pare che abbia una paziente da visitare. Per favore, dissi. Ho davvero paura di averle fatto del male. Lespressione di Carlisle sillumin. Si lisci i capelli biondi appena pi chiari dei suoi occhi dorati e si mise a ridere. E stata una giornata interessante per te, non vero? Nella sua mente, potevo cogliere lironia, ed era divertente, almeno per lui. Un totale rovesciamento dei ruoli. Ad un certo punto durante quel breve secondo sconsiderato in cui mi ero precipitato attraverso il parcheggio congelato, mi ero trasformato da assassino a protettore. Risi con lui, ricordando di quanto fossi stato certo che Bella non avrebbe mai avuto bisogno di essere protetta da niente pi che da me. Cera una punta di alterazione nella mia risata perch, a dispetto del furgoncino, era ancora completamente vero.

Aspettavo da solo nellufficio di Carlisle una delle ore pi lunghe che abbia mai trascorso ascoltando il brulicare dei pensieri che riempivano lospedale. Tyler Crowley, il conducente del furgoncino, sembrava fosse ferito assai pi gravemente di Bella, e lattenzione si spost su di lui mentre lei aspettava il suo turno in sala raggi. Carlisle si teneva in disparte, confidando nella diagnosi del suo assistente secondo cui la ragazza era rimasta ferita solo lievemente. Il che mi rese ansioso, ma sapevo che aveva ragione. Una sola occhiata al viso di lui le avrebbe immediatamente
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ricordato di me, del fatto che cera qualcosa di strano nella mia famiglia, e questo avrebbe potuto indurla a parlare. Certamente aveva un compagno piuttosto ben disposto con cui conversare. Tyler era consumato dal senso di colpa per via del fatto che laveva quasi uccisa, e sembrava fosse incapace di tacerlo. Potevo vedere lespressione di lei attraverso i suoi occhi, ed era evidente che desiderava che lui la smettesse. Come faceva lui a non accorgersene? Ci fu un momento di tensione quando Tyler le chiese come fosse riuscita a scansarsi. Aspettavo, senza respirare, mentre lei esitava. Um la sent dire. Poi fece una pausa cos lunga che Tyler si chiese se la sua domanda laveva confusa. Alla fine, continu. Edward mi ha spinta via. Esalai. E poi il mio respiro acceler. Non lavevo mai sentita pronunciare il mio nome prima. Mi piaceva il suono che aveva persino ascoltandolo solamente attraverso i pensieri di Tyler. Volevo sentirlo con le mie orecchie Edward Cullen, disse, quando Tyler non cap a chi si riferisse. Mi ritrovai sulla porta, con la mano sulla maniglia. Il desiderio di vederla si faceva sempre pi intenso. Mi costrinsi a ricordare quanto fosse necessario essere prudente. Stava proprio accanto a me. Cullen?. Huh. Questo strano. Non lho visto. Avrei giurato Whow, successo tutto cos in fretta, immagino. Sta bene? Credo di si. E qui da qualche parte, ma non lhanno portato in barella. Vidi laria meditabonda che aveva in viso, il sospetto che le faceva stringere gli occhi riducendoli a due fessure, ma quei piccoli cambiamenti della sua espressione andarono persi in Tyler. E bella, stava pensando, quasi sorpreso. Perfino cos in disordine. Non il mio solito tipo, per Dovrei invitarla ad uscire. Farmi perdonare per oggi A quel punto ero gi nel corridoio, a met strada dalla sala delle emergenze, senza pensare nemmeno per un secondo a cosa stessi facendo. Fortunatamente, linfermiera entr nella stanza prima che potessi farlo io era il turno di Bella in radiologia. Mi appoggiai contro la parete in un cantuccio buio proprio dietro langolo, e cercai di controllarmi mentre la portavano via in barella. Non importava che Tyler pensasse che fosse bella. Chiunque se ne sarebbe accorto.
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Non avevo ragione di sentirmicome mi sentivo? Irritato? O arrabbiato corrispondeva di pi alla verit? Non aveva assolutamente senso. Restai dovero finch potei, ma limpazienza ebbe la meglio su di me ed imboccai un corridoio secondario in direzione della sala raggi. Lavevano gi riportata in emergenza, ma riuscii a dare unocchiata alle sue lastre mentre linfermiere mi dava le spalle. Mi sentii pi calmo dopo averlo fatto. La sua testa stava bene. Non le avevo fatto male, non seriamente. Carlisle mi sorprese l. Hai un aspetto migliore, comment. Mi limitai a guardare di fronte a me. Non eravamo soli, i corridoi erano affollati di inservienti e visitatori. Ah, si. Appese le radiografie alla lavagna luminosa, ma non avevo bisogno di una seconda occhiata. Vedo. Sta benissimo. Ben fatto, Edward. Il suono dellapprovazione di mio padre mi procurava una reazione contrastata. Avrei voluto potermi compiacere, tranne che sapevo che non avrebbe approvato ci che stavo per fare. Quantomeno, non avrebbe approvato se avesse saputo quali fossero le mie reali motivazioni Penso che andr a parlare con lei prima che ti veda, mormorai con un filo di voce. Mi comporter normalmente, come se niente fosse successo. Minimizzer. Tutte ragioni accettabili. Carlisle annu distrattamente, ancora intento sulle radiografie. Buona idea. Hmm. Guardai per capire cosa avesse catturato il suo interesse. Guarda quante contusioni cicatrizzate! Quante volte lha lasciata cadere sua madre? Carlisle rise della sua stessa battuta. Sto cominciando a pensare che la ragazza abbia solo molta sfortuna. Sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato. Forks certamente il posto sbagliato per lei, con te qui. Trasalii. Vai avanti. Risolvi la faccenda. Ti raggiunger a momenti. Mi allontanai velocemente, sentendomi colpevole. Forse ero un bugiardo davvero troppo in gamba, se potevo ingannare Carlisle.
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Quando entrai nel pronto soccorso, Tyler stava ancora biascicando sottovoce, per scusarsi. La ragazza stava cercando di scampare al suo rimorso fingendo di dormire. I suoi occhi erano chiusi, ma il suo respiro non era regolare, e di quando in quando contraeva le dita nervosamente. Fissai il suo viso per un lungo momento. Questa era lultima volta che la vedevo. Quella considerazione scaten un dolore insopportabile nel mio petto. Era perch odiavo lasciare qualunque mistero irrisolto? Non pareva una spiegazione adeguata. Alla fine, respirai profondamente e mi resi visibile. Quando Tyler mi vide, cominci a parlare, ma mi poggiai un dito sulle labbra. Sta dormendo? mormorai. Gli occhi di Bella si aprirono di scatto e si focalizzarono sul mio viso. Si spalancarono per un solo attimo, e poi si strinsero per la collera o il sospetto. Mi ricordai di dover recitare una parte, perci le sorrisi come se questa mattina non fosse successo niente dinsolito apparte un colpo alla sua testa ed un pizzico di fantasia galoppante. Hey Edward, disse Tyler. Mi dispiace davvero tanto - Sollevai una mano per interrompere le sue scuse. Niente sangue, nessuna infamia dissi sarcasticamente. Senza pensarci, spalancai il sorriso per quella mia burla personale. Era straordinariamente facile ignorare Tyler, sdraiato a non pi di un metro da me, coperto di sangue. Non avevo mai capito come riuscisse Carlisle a farlo ignorare il sangue dei suoi pazienti al fine di curarli. La tentazione costante non avrebbe dovuto impedirgli di concentrarsi, di non essere pericoloso..? Ma orapotevo capire come, concentrandosi su qualcosaltro abbastanza intensamente, la tentazione svaniva del tutto. Anche se caldo ed esposto, il sangue di Tyler non valeva niente in confronto a Bella. Mi tenni a distanza da lei, sedendomi ai piedi del letto di Tyler. Allora, qual il verdetto? le chiesi. Il suo labbro inferiore simbronci appena. Non ho assolutamente niente, ma non vogliono lasciarmi andare. Come mai tu non sei legato ad una barella come il resto di noi? La sua impazienza mi fece sorridere di nuovo. Potevo sentire Carlisle nel corridoio adesso. Questione di conoscenze, dissi con leggerezza. Ma non temere, sono venuto a liberarti.
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Osservai la sua reazione molto attentamente quando mio padre entr dalla porta. Sgran gli occhi e la bocca le si spalanc per la sorpresa. Gemetti mentalmente. Si, aveva senza alcun dubbio notato la rassomiglianza. Allora, signorina Swan, come si sente? chiese Carlisle. Aveva un modo di fare straordinariamente rassicurante che metteva la maggioranza dei pazienti a proprio agio in pochi istanti. Non avrei saputo dire che effetto avesse su Bella. Sto bene, disse calma. Carlisle appese le sue radiografie alla lavagna luminosa vicina al letto. Le tue lastre sono apposto. Ti fa male la testa? Edward dice che lhai battuta piuttosto forte. Sospir, e disse Sto bene, di nuovo, ma stavolta la sua impazienza trapelava dalla sua voce. Poi mi lanci uno sguardo truce. Carlisle le si avvicin e fece scorrere gentilmente le dita sulla sua nuca finch non trov il bernoccolo nascosto sotto i capelli. Fui colto alla sprovvista dallimpeto dellemozione che si abbatt su di me. Avevo visto Carlisle trattare con gli umani migliaia di volte. Anni prima, lo avevo persino assistito ufficiosamente quantunque solamente in situazioni che non coinvolgessero il sangue. Perci non era una cosa nuova, per me, vederlo interagire con la ragazza come se fosse umano quanto lei. Avevo invidiato il suo autocontrollo molte volte, ma questemozione era differente. Gli invidiavo molto pi del suo autocontrollo. Soffrivo per la differenza che cera tra Carlisle e me perch lui poteva toccare la ragazza tanto delicatamente, senza timore, sapendo che non le avrebbe mai fatto del male Lei sussult, ed io mirrigidii. Dovetti concentrarmi un istante per ritrovare la mia postura rilassata. Male? chiese Carlisle. Sollev il mento leggermente. No davvero disse. Un altro piccolo tassello del suo carattere and a posto: era coraggiosa. Non le piaceva mostrarsi debole. Probabilmente era la creatura pi vulnerabile che avessi mai vista, e non voleva sembrare debole. Una risatina soffocata mi scapp tra le labbra. Mi lanci un altro sguardo truce. Bene, disse Carlisle. Tuo padre ti sta aspettando in sala dattesa puoi andartene subito a casa con lui. Ma torna immediatamente qui se ti senti girare la testa o se hai
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problemi di vista. Suo padre era l? Rovistai tra i pensieri dellaffollata sala dattesa, ma non riuscii a distinguere la sua fievole voce mentale tra la massa prima che lei tornasse a parlare con in viso unespressione ansiosa. Non posso tornare a scuola? Magari oggi dovresti prendertela comoda, sugger Carlisle. I suoi occhi guizzarono ancora su di me. Lui pu tornare a scuola? Comportati normalmente, minimizzaignora il modo in cui ti fa sentire quando ti guarda negli occhi Qualcuno deve far circolare la buona notizia che siamo sopravvissuti, dissi. A dire il vero, corresse Carlisle, la maggior parte della scuola sembra essersi trasferita in sala dattesa. Anticipai la sua reazione stavolta la sua avversione per le attenzioni. Non mi deluse. Oh no, gemette, e si copr il viso con le mani. Mi piaceva lessere finalmente riuscito a fare una supposizione corretta. Stavo cominciando a capirla Preferisci rimanere qui? chiese Carlisle. No, no disse rapidamente, facendo penzolare le gambe oltre il bordo del materasso e scivolando finch i suoi piedi non ebbero toccato il pavimento. Incespic in avanti, sbilanciata, tra le braccia di Carlisle. Laveva afferrata e stabilizzata. Di nuovo, linvidia mi travolse. Sto bene disse prima che lui potesse commentare, con una sfumatura di rosa sulle guance. Ovviamente, la cosa non infastid Carlisle. Si assicur che fosse in equilibrio, e poi stacc le mani. Prendi del Tylenol per il dolore la istru. Non fa cos male. Carlisle sorrise e firm la sua cartella. Pare che tu sia stata davvero fortunata. Volt la testa leggermente, per fissarmi con uno sguardo severo. Fortunata che Edward si trovasse per puro caso vicino a me. Oh, beh, si, convenne in fretta Carlisle, percependo nella sua voce la stessa cosa
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che avevo sentito anchio. Non aveva cancellato i suoi sospetti dalla sua immaginazione. Non ancora. E tutta tua, pens Carlisle. Gestiscila come meglio credi. Grazie tante, mormorai, velocemente e silenziosamente. Nessuno dei due umani mi sent. Gli angoli delle labbra di Carlisle si sollevarono appena un poco per il mio sarcasmo intanto che si voltava verso Tyler. Temo che tu dovrai restare con noi un p pi a lungo, disse mentre iniziava ad esaminare i tagli lasciati dal parabrezza andato in frantumi. Beh, io avevo fatto il casino, perci era quantomeno giusto che fossi io ad occuparmene. Bella veniva verso di me con passo determinato, e non si ferm finch non si trov spiacevolmente vicina. Ricordavo quanto avessi sperato, prima di quel caos, che mi si avvicinasse Questa era la parodia di quel desiderio. Posso parlarti un minuto? sibil. Il suo respiro caldo mi sfior il viso e fui costretto a barcollare un passo indietro. Lattrazione che esercitava non si era minimamente ridotta. Ogni volta che mi era vicina, scatenava i miei istinti peggiori e pi pressanti. Il veleno mi sal alla bocca ed il mio corpo desider ardentemente di aggredirla di spingerla tra le mie braccia e di stringerne la gola con i denti. La mia mente era pi forte del mio corpo, ma solo di poco. Tuo padre ti sta aspettando, le ricordai, serrando le mascelle ben strette. Lanci unocchiata a Tyler e Carlisle. Tyler non ci prestava alcuna attenzione, ma Carlisle monitorava ogni mio singolo respiro. Prudenza, Edward. Vorrei parlarti da solo, se non ti dispiace, insistette abbassando la voce. Volevo dirle che mi dispiaceva parecchio, ma sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontarla. Tanto valeva andare avanti. Ero preda di una miriade di emozioni contrastanti, intanto che uscivo dalla stanza impettito, ascoltandone i passi incerti alle mie spalle, mentre cercava di starmi dietro. Avevo uno spettacolo da mettere in scena. Sapevo quale parte mi sarebbe toccata il personaggio ce lavevo dentro: sarei stato il cattivo. Avrei mentito e ridicolizzato e sarei stato crudele.
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Andava contro tutti i miei migliori istinti gli istinti umani cui mi ero aggrappato in tutti questi anni. Mai come in questo momento avevo desiderato di essere degno della sua fiducia, proprio quando dovevo distruggerne ogni possibilit. Era anche peggio sapendo che quello sarebbe stato lultimo ricordo che lei avrebbe avuto di me. Quella era la mia scena daddio. Mi voltai verso di lei. Che vuoi? chiesi freddamente. Lei indietreggi appena di fronte alla mia ostilit. I suoi occhi diventarono sconcertati, lespressione che mi aveva braccato Mi devi una spiegazione disse con voce fioca; il suo viso eburneo sbianc. Era molto difficile mantenere un tono di voce aspro. Ti ho salvato la vita Non ti devo niente. Lei trasal bruciava come lacido vederla ferita dalle mie parole. Hai promesso sussurr. Bella, hai battuto la testa, non sai cosa dici. A quel punto sollev il mento. Non c niente che non va nella mia testa. Era arrabbiata adesso, il che mi rendeva le cose pi facili. Incrociai il suo sguardo, con un viso ancor pi cattivo. Che vuoi da me, Bella? Voglio la verit. Voglio sapere perch sto mentendo per te. Quello che voleva era semplicemente giusto mi frustrava doverglielo negare. Cosa credi che sia successo? quasi le ringhiai. Le sue parole si riversarono come un torrente. Tutto ci che so che tu non eri affatto vicino a me neppure Tyler ti ha visto, perci non dirmi che ho battuto la testa troppo forte. Quel furgoncino stava per schiacciarci entrambi e non lha fatto, e le tue mani hanno lasciato unammaccatura sulla sua fiancata ed hai lasciato unammaccatura pure sullaltra macchina, e non ti sei fatto assolutamente niente e il furgoncino avrebbe dovuto spaccarmi le gambe, ma tu lhai sollevato. Dimprovviso, serr i denti ed i suoi occhi luccicarono trattenendo le lacrime. La fissai, con unespressione di scherno, sebbene ci che sentissi davvero era soggezione; aveva visto tutto. Pensi che abbia sollevato un furgoncino per te? le chiesi sarcasticamente.
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Rispose con un solo rigido cenno del capo. La mia voce divent ancor pi canzonatoria. Nessuno ti creder, lo sai. Si sforz di contenere la propria rabbia. Quando mi rispose, scand ogni singola parola in maniera deliberatamente lenta. Non lo racconter a nessuno. Era la verit potevo leggerglielo negli occhi. Nonostante fosse furiosa e tradita, avrebbe mantenuto il mio segreto. Perch? Lo shock guast la mia espressione attentamente calcolata per mezzo secondo, e poi mi ricomposi. Allora che importanza ha? chiesi, sforzandomi di mantenere un tono di voce aspro. E importante per me, disse con intensit. Non mi piace mentire perci meglio che ci sia una buona ragione al perch lo sto facendo. Mi stava chiedendo di fidarmi di lei. Proprio comio volevo che lei si fidasse di me. Ma quello era un confine che non potevo oltrepassare. La mia voce si mantenne insensibile. Non puoi limitarti a ringraziarmi ed a lasciar perdere? Grazie, disse, e poi fum silenziosamente di rabbia, aspettando. Non intendi lasciar perdere, vero? No In questo caso. Non avrei potuto dirle la verit neanche se avessi volutoe non lo volevo. Preferivo che sinventasse una storia tutta sua piuttosto che sapesse cosero, perch niente poteva essere peggio della verit ero un incubo vivente, strappato alle pagine di un romanzo dellorrore. Spero tu goda a rimanere delusa. Ci guardammo torvi a vicenda. Era strana la tenerezza che suscitava la sua rabbia. Come una gattina furibonda, morbida ed indifesa, e completamente ignara della propria vulnerabilit. Avvamp di rosa e di nuovo serr i denti. Perch prendersi tanto disturbo? La sua non era una domanda che mi sarei aspettato o alla quale mi ero preparato a rispondere. Persi la presa sulla parte che stavo recitando. Sentii la maschera scivolarmi dal viso, e le dissi almeno per una volta la verit. Non lo so.
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Memorizzai il suo viso per lultima volta era ancora contratto per la rabbia, il sangue non era ancora sfumato dalle guance poi mi voltai e me ne andai via da lei.

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4. Visioni

Tornai a scuola. Era la cosa giusta da fare, la maniera migliore di comportarsi per passare inosservati. Per la fine della giornata, anche quasi tutti gli altri studenti erano tornati in classe. Solo Tyler e Bella e pochi altri che probabilmente stavano usando lincidente come scusa per saltare le lezioni rimasero assenti. Non sarebbe dovuto essere tanto difficile per me fare la cosa giusta. Ma, per tutto il pomeriggio, strinsi i denti per resistere allo slancio che mi faceva desiderare con impazienza di assentarmi anchio per raggiungere di nuovo la ragazza. Come un maniaco. Un maniaco ossessionato. Un maniaco ossessionato, e vampiro. La scuola oggi era in qualche modo, incredibilmente persino pi noiosa di quanto non mi fosse sembrata giusto una settimana prima. Uno stato di coma. Era come se tutto il colore fosse colato via dai mattoni, dagli alberi, dal cielo, dalle facce attorno a me Fissavo le crepe sulla parete. Cera unaltra cosa giusta che avrei dovuto farema che non stavo facendo. Naturalmente, era anche una cosa sbagliata. Dipendeva tutto da quale prospettiva la si considerava. Dalla prospettiva di un Cullen non di un semplice vampiro, ma di un Cullen, di qualcuno che apparteneva ad una famiglia, una condizione piuttosto rara nel nostro mondo la cosa giusta da fare sarebbe suonata pi o meno cos: Sono sorpreso di vederti a scuola, Edward. Ho sentito che sei rimasto coinvolto in quel terribile incidente di stamattina. Si, Signor Banner, ma io sono quello fortunato. Un sorriso amichevole. Non mi sono fatto assolutamente nienteVorrei poter dire lo stesso di Tyler e di Bella. Come stanno? Penso che Tyler stia benegiusto qualche taglio superficiale causato dal vetro del parabrezza. Tuttavia, non sono sicuro per quel che riguarda Bella. Unespressione preoccupata. Potrebbe avere una commozione cerebrale. Ho sentito che per un p stata piuttosto incoerente che aveva persino delle allucinazioni. So che i dottori sono preoccupati
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E cos che sarebbe dovuta andare. Era ci che dovevo alla mia famiglia. Sono sorpreso di vederti a scuola, Edward. Ho sentito che sei rimasto coinvolto in quel terribile incidente di stamattina. Non mi sono fatto niente. Nessun sorriso. Il Signora Banner spost il peso da un piede allaltro, a disagio. Hai qualche idea su come stiano Tyler Crowley e Bella Swan? Ho sentito parlare di qualche ferita Scrollai le spalle. Non saprei. Il Signor Banner si schiar la gola. Ehm, bene disse, la freddezza del mio sguardo faceva sembrare la sua voce un p tesa. Torn velocemente di fronte alla classe ed inizi la lezione. Era stata la cosa sbagliata da fare. Salvo che non la si guardasse da un punto di vista pi oscuro. E solo che sembrava coscos poco cavalleresco calunniare la ragazza a tradimento, soprattutto perch si stava dimostrando maggiormente degna di fiducia di quanto non avessi potuto aspettarmi. Non aveva detto nulla che potesse scoprirmi, malgrado avesse una buona ragione per farlo. Lavrei tradita quando non aveva fatto altro che mantenere il mio segreto? La conversazione con la Signora Goff fu pressoch identica solo in spagnolo invece che in inglese ed Emmett mi lanci una lunga occhiata. Spero tu abbia unottima spiegazione per quel che successo oggi. Rose sul sentiero di guerra. Strabuzzai gli occhi senza guardarlo. In verit avevo escogitato una spiegazione che suonava assolutamente perfetta. Supponete solamente che non avessi fatto niente per impedire al furgoncino di schiantarsi sulla ragazzarifuggii quel pensiero disgustato. Ma se fosse stata investita, se fosse stata mutilata e sanguinante, il fluido rosso a spandersi, a disperdersi sullasfalto nero, il profumo del suo sangue caldo circolante nellaria Rabbrividii di nuovo, ma non solo per lorrore. Una parte di me fremeva dal desiderio. No, non sarei stato capace di vederla sanguinare senza esporre tutti noi in maniera assai pi flagrante e scioccante. Era una scusa che suonava perfettamente plausibilema non lavrei usata. Sarebbe
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stato troppo deplorevole. Ed io non ci avevo pensato se non molto dopo il fatto, a dispetto di tutto. Tieni docchio Jasper, continu Emmett, ignaro delle mie elucubrazioni. Non altrettanto arrabbiatoma pi risoluto. Vidi cosa intendeva dire, e per un momento la stanza mi gir intorno. La mia rabbia era talmente divorante che una bruma rossa mi offusc la vista. Pensavo che mi avrebbe soffocato. ACCIDENTI, EDWARD! CONTROLLATI! Mi url contro Emmett mentalmente. La sua mano si poggi sulla mia spalla, trattenendomi sulla sedia prima che potessi scattare in piedi. Raramente faceva pienamente uso della sua forza raramente ce nera bisogno, perch era molto pi forte di tutti i vampiri che chiunque di noi avesse mai incontrato , ma ora la usava. Mi afferr il braccio, piuttosto che spingermi gi. Se mi avesse spinto, la sedia sulla quale ero seduto avrebbe ceduto. CALMATI! Ordin. Cercavo di calmarmi, ma era difficile. La rabbia mincendiava la mente. Jasper non far nulla fintanto che non ne avremo parlato tutti assieme. Pensavo soltanto che dovessi sapere che intenzioni ha. Mi concentrai per rilassarmi, e sentii la mano di Emmett che allentava la presa. Cerca di non dare altro spettacolo. Sei gi abbastanza nei guai cos. Respirai a fondo ed Emmett mi liber. Sistematicamente cercai qua e l nella stanza, ma il nostro confronto era stato talmente breve e silenzioso che solo poche persone sedute dietro ad Emmett lavevano notato. Nessuna di loro sapeva cosa pensarne, e perci minimizzarono. I Cullen erano strani lo sapevano gi tutti. Caspita, ragazzo, sei conciato proprio male, aggiunse Emmett, in tono solidale. Mordimi, bisbigliai a bassa voce, e lo sentii ridacchiare piano. Emmett non serbava rancore, e probabilmente avrei dovuto essere assai pi grato per la sua natura rilassata e disinvolta. Ma potevo vedere che le intenzioni di Jasper erano sensate per Emmett, che stava valutando quale fosse il modo migliore di trattare la cosa. La rabbia covava, a malapena sotto controllo. Si, Emmett era pi forte di me, ma non era ancora riuscito a battermi in un incontro di lotta. Sosteneva che fosse cos perch baravo, ma leggere il pensiero faceva solamente parte di me come la sua immensa forza
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faceva parte di lui. Eravamo quasi alla pari in uno scontro. Uno scontro? Era a questo che saremmo arrivati? Stavo per scontrarmi con la mia famiglia per unumana che conoscevo appena? Ci pensai sopra per un momento, pensai alla sensazione di fragilit del corpo della ragazza tra le mie braccia, contrapponendola a Jasper, Rosalie ed Emmett forti e veloci in modo soprannaturale, geneticamente programmati per uccidere Si, mi sarei battuto per lei. Contro la mia famiglia. Trasalii. Ma non era giusto lasciarla indifesa quandero stato io metterla in pericolo. Tuttavia, non potevo vincere da solo, non contro loro tre, e mi chiedevo chi sarebbe stato mio alleato. Carlisle, certamente. Non si sarebbe mai scontrato con nessuno, ma sarebbe stato totalmente contrario ai propositi di Rose e di Jasper. Forse sarebbe bastato. Presto lavrei scoperto Esme, era unincognita. Non si sarebbe schierata contro di me, ed avrebbe odiato il doversi opporre a Carlisle, ma sarebbe stata favorevole a qualunque piano che avesse mantenuto integra la sua famiglia. La sua immediata priorit sarei stato io, non lessere giusta. Se Carlisle era lanima della nostra famiglia, allora Esme ne era il cuore. Lui era un capo che meritava di essere seguito; lei trasformava quel consenso in un atto damore. Ci amavamo tutti reciprocamente persino cos infuriato lo provavo nei confronti di Jasper e di Rose, proprio ora, malgrado stessi progettando di battermi con loro per salvare la ragazza, sapevo di amarli. Alicenon ne avevo idea. Probabilmente sarebbe dipeso da cosavrebbe visto arrivare. Si sarebbe schierata con il vincitore, immaginai. Perci, avrei dovuto farcela senza aiuto. Non avrei potuto tenergli testa da solo, ma non avrei permesso che fosse fatto del male alla ragazza per causa mia. Il che avrebbe potuto significare unazione evasiva La mia collera si smorz un poco per un umorismo improvviso, macabro. Potevo immaginare come avrebbe reagito la ragazza se lavessi rapita. Certo, raramente riuscivo ad indovinarne correttamente le reazioni ma quale altra reazione avrebbe potuto avere apparte il terrore? Per, non ero sicuro di come gestire la cosa il suo rapimento. Non sarei riuscito a rimanerle vicino tanto a lungo. Forse lavrei semplicemente rispedita dalla madre. Persino
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una cosa come quella era gravida di pericoli. Per lei. Ed anche per me, compresi immediatamente. Se per errore lavessi uccisa Non ero del tutto certo di quanto dolore mi avrebbe causato, ma sapevo che sarebbe stato multisfaccettato ed intenso. Il tempo passava velocemente mentre rimuginavo su tutte le complicazioni che mi aspettavano: la discussione che mi attendeva a casa, il conflitto con la mia famiglia, tutto ci che in conseguenza potevo essere obbligato a fare Beh, non potevo pi lamentarmi che la vita fuori da questa scuola fosse monotona. La ragazza aveva cambiato tutto quanto. Emmett ed io cincamminammo lentamente verso la macchina quando suon la campanella. Era preoccupato per me, ed era preoccupato per Rosalie. Sapeva quale parte sarebbe stato costretto a scegliere nel disaccordo, e lo infastidiva. Gli altri ci stavano aspettando in macchina, anche loro in silenzio. Eravamo una compagnia molto tranquilla. Solo io potevo sentire le urla. Idiota! Lunatico! Ritardato! Somaro! Folle egoista irresponsabile! Rosalie continuava senza posa ad urlare mentalmente a squarciagola un torrente dinsulti. Il che mi rendeva difficile lascolto degli altri, ma la ignoravo quanto meglio potevo. Emmett aveva ragione su Jasper. Era sicuro di quale sarebbe stata la sua linea dazione. Alice era agitata, in apprensione per Jasper, perci stava scorrendo le immagini del futuro. Non importava in quale modo Jasper decideva di dare lassalto alla ragazza, Alice mi vedeva comunque l, a contrastarlo. Interessanten Rosalie n Emmett erano con lui in queste visioni. Quindi Jasper contava di agire da solo. Il che pareggiava le cose. Jasper era il migliore, sicuramente il combattente di maggiore esperienza tra di noi. Il mio unico vantaggio risiedeva nel fatto che potevo anticiparne le mosse prima che le mettesse in pratica. Non avevo mai combattuto con Emmett o Jasper se non per scherzo solo giocando in maniera scatenata. Mi disgustava il pensiero di dover tentare di fare del male a Jasper per davvero No, quello no. Lavrei solamente bloccato. Tutto l. Mi concentrai su Alice, memorizzando le differenti possibilit di attacco di Jasper. Mentre lo facevo, le sue visioni si trasformavano, allontanandosi sempre di pi da
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casa Swan. Lavrei fermato molto prima Smettila, Edward! Non succeder. Non lo permetter. Non le risposi, mi limitai a continuare a guardare. Cominci a rovistare pi lontano nel futuro, nel regno avvolto dalla foschia, instabile, delle possibilit pi remote. Era tutto vago ed indistinto. Per lintero tragitto fino a casa, il silenzio carico di tensione non si allegger. Parcheggiai nella vasta rimessa accanto alla casa; la Mercedes di Carlisle era l, vicina allimmane jeep di Emmett, alla M3 di Rosalie ed alla mia Aston Martin Vanquish. Ero contento che Carlisle fosse gi a casa questo silenzio sarebbe terminato in maniera esplosiva, e volevo che fosse l quando fosse capitato. Andammo diritti in sala da pranzo. La sala, ovviamente, non veniva mai usata per lo scopo cui era destinata. Ma era ammobiliata con un lungo tavolo ovale di mogano circondato da sedie eravamo scrupolosi riguardo allavere gli opportuni corredi di scena esattamente al loro posto. A Carlisle piaceva usarla come sala riunioni. In un gruppo caratterizzato da personalit tanto forti ed eterogenee, qualche volta era necessario discutere le cose con calma, restando seduti. Avevo la sensazione che la cosa non sarebbe tornata granch utile oggi. Carlisle sedeva al suo solito posto allestremit orientale della stanza. Esme era accanto a lui si tenevano le mani congiunte sopra il tavolo. Gli occhi di Esme indugiavano su di me, le loro profondit dorate erano colme di preoccupazione. Resta. Era il suo unico pensiero. Avrei voluto poter sorridere a quella donna che era come una vera madre per me, ma non potevo offrirle alcuna rassicurazione adesso. Presi posto allaltro fianco di Carlisle. Esme lo aggir per poggiare la mano che aveva libera sulla mia spalla. Non aveva idea di quello che stava per cominciare; era solamente in ansia per me. Carlisle aveva una percezione migliore di quello che stava per succedere. Le sue labbra erano premute strette e la sua fronte era corrugata. Lespressione pareva troppo matura per il suo giovane viso. Intanto che gli altri si sedevano, potei vedere gli schieramenti prendere forma.
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Rosalie aveva preso posto proprio di fronte a Carlisle, allopposto del lungo tavolo. Mi fissava truce, senza mai distogliere lo sguardo. Emmett sedeva accanto a lei, con il viso ed i pensieri parimenti disgustati. Jasper aveva esitato, e poi si era appoggiato alla parete alle spalle di Rosalie. Era determinato, qualunque fosse lesito di questa discussione. Serrai i denti. Alice era entrata per ultima, ed i suoi occhi erano focalizzati su un qualcosa di distante il futuro, ancora troppo indistinto perch potesse tornarle utile. Apparentemente senza pensarci, si era seduta vicino ad Esme. Si massaggiava la fronte come se avesse mal di testa. Jasper sirrigid nervosamente e valut la possibilit di raggiungerla, ma rimase dovera. Respirai profondamente. Io avevo cominciato io dovevo parlare per primo. Sono mortificato, dissi, guardando dapprima Rosalie, e poi Jasper e poi Emmett. Non intendevo mettere a rischio nessuno di voi. E stato sconsiderato, e mi assumo lintera responsabilit del mio comportamento avventato. Rosalie mi guard torva con aria minacciosa. Che vuol dire mi assumo lintera responsabilit? Risolverai tu la faccenda? Non nel modo che intendi tu, dissi, sforzandomi di mantenere una voce pacata e serena. Sono pronto ad andarmene subito, se questo pu servire ad appianare le cose. Se mi convincer che la ragazza sar al sicuro, se mi convincer che nessuno di voi le torcer un capello, rettificai mentalmente. No, mormor Esme. No, Edward. Le diedi un buffetto sulla mano. Solo per pochi anni. Esme ha ragione, per, disse Emmett. Non puoi andartene da nessuna parte adesso. Faresti lopposto che renderti utile. Dobbiamo sapere cosa pensa la gente, ora pi che mai. Alice riuscir a prevedere qualunque cosa ci sia dimportante, obiettai. Carlisle scosse la testa. Credo che Emmett abbia ragione, Edward. Ci sono maggiori probabilit che la ragazza parli se sparisci. O partiamo tutti, o nessuno. Non dir niente, insistetti rapidamente. Rosalie era prossima ad esplodere, ed io volevo puntualizzare il fatto prima che lo facesse. Non conosci la sua mente, mi ricord Carlisle. Lo so bene. Alice, dammi una mano.
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Alice mi fiss con aria stanca. Non riesco a vedere cosa succeder se ci limiteremo ad ignorare la cosa. Lanci unocchiata verso Rose e Jasper. No, non poteva vedere quel futuro non quando Rosalie e Jasper erano cos determinati a non ignorare laccaduto. I palmi delle mani di Rosalie batterono sul tavolo producendo un rumore assordante. Non possiamo concedere allumana loccasione di parlare. Carlisle, tu devi capirlo. Anche se decidessimo di scomparire tutti, non prudente per noi lasciarci delle storie alle spalle. Viviamo in maniera cos diversa dagli altri della nostra specie lo sai che alcuni di loro sarebbero ben felici di avere una scusa per puntarci il dito contro. Dobbiamo essere pi cauti di chiunque altro! Ci siamo gi lasciati dei pettegolezzi alle spalle, le ricordai. Solo chiacchiere e sospetti, Edward. Non testimoni oculari e prove! Prove! sbuffai schernendola. Ma Jasper stava annuendo, con occhi severi. Rose - cominci Carlisle. Lasciami finire, Carlisle. Non occorrer una gran messa in scena. La ragazza ha preso un colpo alla testa oggi. Perci quel trauma forse potrebbe rivelarsi pi serio di quanto sia sembrato. Rosalie scroll le spalle. Ogni mortale va a dormire con la possibilit di non risvegliarsi mai pi. Gli altri si aspetteranno che sistemiamo la cosa da soli. Tecnicamente, questo dovrebbe essere compito di Edward, ma ovviamente va al di l delle sue capacit. Sai che so controllarmi. Non lascerei alcun indizio dietro di me. Si, Rosalie, sappiamo tutti che assassina professionista tua sia, ringhiai. Lei mi sibil contro, furiosa. Edward, per favore, disse Carlisle. Poi si rivolse a Rosalie. Rosalie, mi voltai dallaltra parte a Rochester perch sentivo che ti fosse dovuta giustizia. Gli uomini che hai ucciso ti avevano violata mostruosamente. Questa situazione diversa. La piccola Swan uninnocente. Non c niente di personale, Carlisle, disse Rosalie tra i denti. E per proteggere noi tutti. Ci fu un breve momento di silenzio mentre Carlisle rifletteva sulla risposta da dare. Quando annu con la testa, gli occhi di Rosalie silluminarono. Avrebbe dovuto conoscerlo meglio. Quandanche non fossi stato in grado di leggerne i pensieri, avrei potuto
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anticiparne le successive parole. Carlisle non scendeva mai a compromessi. So che sei benintenzionata, Rosalie, maci terrei davvero a che la nostra famiglia valesse la pena di essere protetta. Unaccidentaledisgrazia o perdita di controllo costituisce una parte deplorevole di ci che siamo. Era proprio da lui includere s stesso nel plurale, quantunque non avesse mai commesso una tale mancanza. Assassinare una ragazzina innocente a sangue freddo una cosa completamente differente. Credo che il rischio che lei rappresenta, sia che parli o meno dei suoi sospetti, sia niente messo a confronto di un rischio assai pi grande. Se facciamo delle eccezioni per proteggere noi stessi, rischiamo qualcosa di molto pi importante. Rischiamo di perdere lessenza di chi siamo. Controllai la mia posa attentamente. Non avrebbe dispiegato del tutto un enorme sorriso. N avrebbe applaudito, come invece desideravo fare. Rosalie si accigli. Si tratta solo di comportarsi responsabilmente. Si tratta di essere disumani, la corresse gentilmente Carlisle. Ogni singola vita preziosa. Rosalie sospir profondamente e mise il broncio. Emmett le diede una pacca leggera sulla spalla. Andr tutto bene, Rose la incoraggi a bassa voce. La questione, continu Carlisle, se dobbiamo andarcene oppure no? No, si lagn Rosalie. Ci siamo appena sistemati. Non voglio ricominciare il secondo anno delle superiori! Potresti conservare la tua et attuale, naturalmente, disse Carlisle. E doversi trasferire di nuovo con un tale anticipo? replic. Carlisle scroll le spalle. Mi piace qui! C cos poco sole, cominciavamo quasi ad essere normali. Beh, certamente non dobbiamo decidere adesso. Possiamo aspettare e vedere se diventa necessario. Edward sembra sicuro che la piccola Swan manterr il silenzio. Rosalie sbuff. Ma non ero pi preoccupato per Rose. Potevo vedere che avrebbe accettato la decisione di Carlisle, non importava quanto fosse in collera con me. La loro conversazione si era spostata su dettagli irrilevanti. Jasper restava immobile. Capivo perch. Prima che lui ed Alice sincontrassero, aveva vissuto in una zona di
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combattimento, un implacabile teatro di guerra. Sapeva quali fossero le conseguenze del farsi beffa delle regole ne aveva visto la raccapricciante evoluzione con i suoi stessi occhi. La diceva lunga il fatto che non aveva cercato di calmare Rosalie con le sue facolt supplementari, e che adesso non tentava neppure di farla innervosire. Stava tenendosi in disparte da questa discussione al di sopra della stessa. Jasper, dissi. Incroci il mio sguardo, il suo viso non esprimeva alcuna emozione. Non pagher per i miei errori. Non lo permetter. Perci ne trarr vantaggio? Sarebbe dovuta morire oggi, Edward. Rimetterei semplicemente le cose a posto. Mi ripetei, enfatizzando ogni parola. Io non lo permetter. Sollev bruscamente le sopracciglia. Non se laspettava non aveva immaginato che avrei fatto in modo di fermarlo. Scosse la testa una volta. Non permetter che Alice viva nel pericolo, fossanche un pericolo minimo. Non provi per nessuno ci che io sento per lei, Edward, e non hai passato quello che ho passato io, che tu abbia visto o meno nei miei ricordi. Non puoi capire. Non lo sto mettendo in discussione, Jasper. Ma ti dico, ora, che non ti permetter di fare del male ad Isabella Swan. Ci squadravamo a vicenda non per guardarci, ma per valutare lavversario. Lo sentivo saggiare lumore che mi circondava, per testare la mia determinazione. Jazz, disse Alice, interrompendoci. Lui sostenne il mio sguardo per un altro momento, e poi si volt verso di lei. Non disturbarti a dirmi che sei in grado di proteggere te stessa, Alice. Lo so gi. Devo ancora - Non quello che stavo per dire, lo interruppe Alice. Stavo per chiederti un favore. Vidi quello che aveva in mente, e la mia bocca si spalanc rantolando rumorosamente. La fissai, sconvolto, solo vagamente consapevole che tutti tranne Alice e Jasper mi stavano squadrando diffidenti. Lo so che mi ami. Grazie. Ma apprezzerei davvero che non cercassi di uccidere Bella. Prima di tutto, perch Edward fa sul serio e non voglio che voi due litighiate. In
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secondo luogo, perch lei una mia amica. Quantomeno, lo diventer. Era trasparente come il vetro nella sua mente: Alice, sorridente, con il braccio marmoreo attorno alle calde, fragili spalle della ragazza. E Bella, anche lei sorridente, con un braccio attorno alla vita di Alice. La visione era solida come la roccia; solo la collocazione temporale era incerta. MaAlice Jasper rimase senza fiato. Non riuscii a voltare la testa per vederne lespressione. Ero incapace di distogliere lo sguardo dallimmagine nella mente di Alice per poterlo ascoltare. Le vorr bene un giorno, Jazz. Mi arrabbier moltissimo con te se non la lascerai stare. Ero ancora incatenato ai pensieri di Alice. Vidi il futuro brillare non appena la determinazione di Jasper vacill di fronte alla sua inaspettata richiesta. Ah, sospir lindecisione di lui aveva palesato un nuovo futuro. Vedi? Bella non dir niente. Non c nulla da temere. Il modo in cui aveva pronunciato il nome della ragazzacome se fossero gi in stretta confidenza Alice, mimballai. Cosaquesto? Te lho detto che era in arrivo un cambiamento. Non lo so, Edward. Ma aveva serrato le mascelle, e capii che cera qualcosa di pi. Stava cercando di non pensarci; dimprovviso si era concentrata duramente su Jasper, sebbene fosse troppo sbalordito per fare granch progressi nel prendere una decisione. Faceva cos le volte che cercava di nascondermi qualcosa. Che c, Alice? Cosa mi stai nascondendo? Sentivo Emmett borbottare. Sirritava sempre quando Alice ed io avevamo questo genere di conversazione. Lei scuoteva la testa, cercando di tenermi fuori. Riguarda la ragazza? domandai. Riguarda Bella? Stringeva i denti per la concentrazione, ma nel sentirmi pronunciare il nome di Bella commise un errore. La sua distrazione era durata soltanto la pi piccola frazione di un secondo, ma era stata lunga abbastanza. NO! strillai. Ascoltai la mia sedia cadere sul pavimento, e solo dopo mi resi conto di essermi alzato in piedi.
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Edward!. Anche Carlisle era in piedi, con un braccio attorno alla mia spalla. Ne ero a malapena consapevole. Si sta solidificando, bisbigli Alice. Ogni minuto che passa sei sempre pi determinato. Ci sono rimaste solamente due alternative per lei. Luna o laltra, Edward. Vedevo ci che vedevama non potevo accettarlo. No, ripetei; il mio rifiuto era uscito muto. Le gambe mi parvero svuotarsi, e dovetti aggrapparmi forte al tavolo. Qualcuno per favore pu metterci a parte di questo mistero? reclam Emmett. Devo andarmene dissi ad Alice con un filo di voce, ignorandolo. Edward, ne abbiamo gi discusso, disse Emmett con veemenza. E la maniera migliore dindurre la ragazza a parlare. Oltretutto, se tagli la corda, non potremo sapere con certezza se ha parlato o no. Devi restare ed affrontare la cosa. Non ti vedo andare da nessuna parte, Edward mi disse Alice. Non so se puoi andartene oramai. Pensaci, aggiunse silenziosamente. Pensa al fatto di partire. Capivo cosa intendeva. Si, lidea di non vedere mai pi la ragazza eradolorosa. Ma era anche necessaria. Non potevo sancire alcuno dei due futuri cui apparentemente lavevo condannata. Non sono del tutto sicura di Jasper, Edward, continu Alice. Se te ne vai, se lui dovesse pensare che lei sia un pericolo per noi Questo non lo sento, la contraddissi, ancora consapevole solo a met del nostro auditorio. Jasper era esitante. Non avrebbe fatto nulla che avrebbe ferito Alice. Non in questo preciso momento. Rischieresti la sua vita, lasciandola indifesa? Perch mi stai facendo questo? gemetti. La testa mi cadde tra le mani. Non ero il protettore di Bella. Non potevo esserlo. Il futuro diviso di Alice non ne era una prova sufficiente? Anchio le voglio bene. O gliene vorr. Non allo stesso modo, ma voglio che resti in circolazione per questo. Anche tu le vuoi bene?, mormorai, incredulo. Lei sospir. Sei cos cieco, Edward. Non vedi dove sei diretto? Non vedi a che punto sei gi arrivato? E inevitabile pi del sole che sorge ad est. Guarda cosa vedo Scossi la testa, orripilato. No. Cercai di respingere le visioni che mi rivelava. Non devo seguire quel corso. Andr via. Cambier il futuro.
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Puoi provarci, disse, la sua voce era scettica. Oh, insomma! mugg Emmett. Fa attenzione, gli sibil Rosalie. Alice lo vede innamorato di unumana! Proprio nello stile di Edward!. Emise un suono soffocato. Lascoltavo a stento. Cosa? chiese Emmett, sbigottito. Poi la sua risata tonante echeggi per la stanza. E questo che sta succedendo?. Rise ancora. Bella scalogna, Edward. Sentii la sua mano sulla spalla, e me ne liberai distrattamente. Non potevo prestargli attenzione. Innamorato di unumana?. Ripet Esme con un tono di voce sbalordito. Della ragazza che ha salvato oggi? Innamorato di lei? Cosa vedi, Alice? Esattamente, domand Jasper. Si era voltata verso di lui; io continuavo a fissarne il profilo con aria intontita. Dipende tutto dalla sua forza. O la uccider lui stesso si gir per incrociare di nuovo il mio sguardo, con aria truce il che mirriterebbe moltissimo, Edward, per non parlare di quello che farebbe a te torn a rivolgersi a Jasper, oppure lei sar una di noi un giorno. Qualcuno emise un rantolo; non guardai per vedere chi. Non succeder!. Urlavo di nuovo. Nessuna delle due! Alice sembrava non ascoltarmi. Dipende, ripet. Potrebbe essere abbastanza forte da non ucciderla ma ci andr vicino. Gli ci vorr uneccezionale capacit di autocontrollo, meditava. Persino maggiore di quella di Carlisle. Potrebbe avere giusto abbastanza forza Lunica cosa per cui non forte abbastanza lo stare lontano da lei. Quella una causa persa. Non riuscivo a trovare la mia voce. Nessun altro sembrava riuscirci, in ogni caso. La stanza era immobile. Io fissavo Alice, e tutti fissavano me. Potevo vedere la mia espressione dorrore da cinque differenti punti di osservazione. Dopo un lungo momento, Carlisle sospir. Beh, questocomplica le cose. Direi, convenne Emmett. La sua voce era ancora prossima allilarit. Ci si poteva contare che Emmett sarebbe riuscito a trovare del comico pure nella rovina della mia vita.
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Suppongo che i piani rimangano comunque invariati, disse Carlisle con aria pensierosa. Resteremo, e vedremo. Ovviamente, nessuno fardel male alla ragazza. Mirrigidii. No, disse Jasper con calma. Posso accettarlo. Se Alice vede solamente due possibilit - No!. La mia voce non era un grido o un ringhio o un guaito di disperazione, ma una combinazione dei tre. No! Dovevo andarmene, fuggire dal chiasso dei loro pensieri il disgusto moralista di Rosalie, lumorismo di Emmett, linfinita pazienza di Carlisle Peggio: lassoluta sicurezza di Alice. La fiducia di Jasper in quella sicurezza. Peggiore di tutti: lagioia di Esme. Uscii dalla stanza infuriato. Esme mi sfior il braccio mentre passavo, ma non risposi al gesto. Stavo correndo primancora di essere fuori di casa. Superai il fiume con un solo salto, e mi precipitai nella foresta. Aveva ricominciato a piovere, cos forte che dopo pochi attimi ero gi inzuppato. La spessa parete dacqua mi piaceva innalzava un muro tra me ed il resto del mondo. Mi rinchiudeva, permettendomi di restare da solo. Corsi direttamente ad est, al di sopra ed attraverso le montagne, senza mai spezzare la retta della mia direzione, finch non vidi le luci di Seattle dallaltra parte dello stretto. Mi fermai prima di toccare i confini della civilt umana. Rinchiuso dalla pioggia, completamente solo, finalmente accettai di guardare cosavevo fatto il modo in cui avevo mutilato il suo futuro. Prima, la visione di Alice e della ragazza con le braccia luna attorno allaltra la fiducia e lamicizia erano cos ovvie che gridavano da quellimmagine. I grandi occhi color cioccolato di Bella non erano sconcertati in quella visione, ma ancora pieni di segreti in quel momento, parevano essere dei bei segreti. Non si sottraeva al braccio gelido di Alice. Cosa significava? Quanto sapeva? In quel fermo immagine di vita preso dal futuro, cosa pensava di me? Poi laltra immagine, cos simile, eppure adesso tinteggiata dorrore. Alice e Bella, con ancora le braccia luna attorno allaltra in confidente amicizia. Ma ora non cera pi differenza tra quelle braccia entrambe erano bianche, lisce come il marmo, forti come
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lacciaio. I grandi occhi di Bella non erano pi color cioccolato. Le iridi erano di uno scioccante, vivido rosso porpora. I segreti nascosti in quelli erano insondabili accettazione o desolazione? Era impossibile dirlo. Il suo viso era freddo ed immortale. Rabbrividii. Non potei trattenere le domande, simili, ma differenti: cosa significava comera successo? E cosa pensava di me adesso? Potevo rispondere a quellultima. Se lavessi relegata a quella vuota semi-vita per la mia debolezza ed il mio egoismo, sicuramente mi avrebbe odiato. Ma cera unaltra immagine spaventosa peggiore di ogni altra immagine che avessi mai avuto in mente. I miei occhi, resi di un rosso cupo dal sangue umano, gli occhi del mostro. Il corpo straziato di Bella tra le mie braccia, di un pallore cinereo, prosciugato, senza vita. Era cos concreta, cos nitida. Non riuscivo a sopportare di guardarla. Non potevo accettarla. Cercavo di bandirla dalla mia mente, cercavo di guardare qualcosaltro, qualunque altra cosa. Cercavo di vedere ancora lespressione vitale del suo viso che mi aveva ostruito la vista in quel recente capitolo della mia esistenza. Era tutto inutile. La cupa visione di Alice riempiva la mia mente, e mi contorcevo intimamente per lagonia che mi procurava. Contemporaneamente, il mostro dentro di me traboccava di gioia, giubilante per la verosimile probabilit del suo successo. Mi dava la nausea. Non era accettabile. Doveva esserci un modo per avere la meglio sul futuro. Le visioni di Alice non mi avrebbero influenzato. Potevo scegliere un percorso differente. Cera sempre unalternativa. Doveva esserci.

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5. Inviti

La scuola superiore. Non era pi un purgatorio, adesso era semplicemente un inferno. Tormento e fuocosi, li avevo entrambi. Stavo facendo tutto correttamente ora. Ogni i con il puntino ed ogni t con il trattino. Nessuno poteva lagnarsi che mi stessi sottraendo alle mie responsabilit. Per accontentare Esme e proteggere gli altri ero rimasto a Forks. Ero tornato alle vecchie abitudini. Cacciavo non pi del resto di loro. Ogni giorno, frequentavo la scuola superiore e mi fingevo umano. Ogni giorno, restavo attentamente in ascolto di qualunque cosa potesse esserci di nuova sui Cullen non cera mai niente di nuovo. La ragazza non aveva fatto parola dei suoi sospetti. Si era limitata a ripetere la stessa storia ancora ed ancora io stavo vicino a lei e poi lavevo tirata via finch il suo impaziente uditorio non si era annoiato e non aveva smesso di andare in cerca di ulteriori dettagli. Non cera pericolo. La mia condotta avventata non aveva danneggiato nessuno. Nessuno tranne me. Ero determinato a cambiare il futuro. Non mi ero assegnato il compito pi facile, ma non cera altra alternativa con la quale potessi convivere. Alice diceva che non ero abbastanza forte da riuscire a stare lontano dalla ragazza. Le avrei provato che si sbagliava. Mi ero convinto che il giorno pi difficile sarebbe stato il primo. Verso la fine, ne avevo avuta la certezza. Ma mi sbagliavo. Mi aveva messo in difficolt, sapendo che avrei urtato i sentimenti della ragazza. Avevo confortato me stesso considerando che il suo male sarebbe stato niente pi di una puntura di spillo solamente una microscopica fitta per essersi sentita rifiutata in confronto al mio. Bella era umana, e sapeva che io ero qualcosaltro, qualcosa di sbagliato, qualcosa di spaventoso. Probabilmente si era sentita sollevata piuttosto che offesa quando avevo voltato il viso dallaltra parte e finto che non esistesse. Ciao, Edward, mi aveva salutato, quel primo giorno di ritorno a biologia. La sua voce era stata affabile, amichevole, miglia e miglia distante da quella dellultima volta che le avevo parlato. Perch? Cosa voleva dire quel cambiamento? Aveva lasciato perdere? Aveva deciso
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di essersi immaginata lintero episodio? Era forse possibile che mi avesse perdonato per non aver mantenuto la mia promessa? Le domande bruciavano come la sete che mi attaccava ogni volta che respiravo. Un solo momento per guardarla negli occhi. Solo per vedere se potevo leggere l le risposte No. Non potevo concedermi nemmeno quello. Non se intendevo cambiare il futuro. Avevo spostato di un pelo il mento nella sua direzione senza distogliere lo sguardo dallaula che avevo di fronte. Avevo annuito una volta, e poi avevo voltato il viso diritto davanti a me. Lei non mi aveva pi parlato. Quel pomeriggio, non appena le lezioni furono terminate, una volta finito dinterpretare il mio ruolo, ero corso verso Seattle come gi avevo fatto il giorno prima. Sembrava che potessi gestire il dolore struggente leggermente meglio quando volavo sopra il terreno, trasformando tutto quello che mi circondava in una macchia indistinta di verde. Questa corsa era diventata una mia abitudine quotidiana. Lamavo? Non lo credevo. Non ancora. Tuttavia, non riuscivo a sbarazzarmi degli scorci di Alice su quel futuro, e capivo quanto sarebbe stato facile cadere preda dellinnamoramento per Bella. Sarebbe stato esattamente come cadere: naturale. Il non permettere a me stesso di amarla era lopposto che cadere era come arrampicarmi su una parete di roccia, una mano dopo laltra, un compito cos estenuante che pareva avessi non pi che la forza di un mortale. Era trascorso pi di un mese, ed ogni giorno diventava pi dura. Non aveva alcun senso per me continuavo ad aspettare che mi passasse, che diventasse pi facile. Doveva essere questo che intendeva Alice quando aveva predetto che non sarei stato capace di stare lontano dalla ragazza. Aveva visto il dolore crescere ed intensificarsi. Ma potevo gestire il dolore. Non avrei distrutto il futuro di Bella. Se ero destinato ad amarla, allora non era evitarla il minimo che potessi fare? Evitarla era pressoch il massimo che potessi sopportare, tuttavia. Potevo fingere dignorarla, e mai guardare dalla sua parte. Potevo fingere che non minteressasse affatto. Ma quello era il mio limite, solo una finzione e non la realt.
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Ancora pendevo da ogni respiro che faceva, da ogni parola che diceva. Avevo raggruppato i miei tormenti in quattro categorie. Le prime due erano familiari. Il suo profumo ed il suo silenzio. O, piuttosto dovendomi assumere le mie responsabilit la mia sete e la mia curiosit. La sete era il pi risalente dei miei tormenti. Era semplicemente mia abitudine, oramai, non respirare affatto a biologia. Naturalmente, cerano sempre le eccezioni quando dovevo rispondere a una domanda o qualcosa del genere, ed avevo bisogno di fiato per parlare. Ogni volta che assaporavo il gusto dellaria che circondava la ragazza, succedeva proprio come la prima volta il fuoco e lurgenza e la brutale violenza disposti a tutto pur di evadere. In quei momenti, era difficile aggrapparmi anche solo leggermente alla ragione o controllarmi. E, proprio come la prima volta, il mostro dentro di me ruggiva, vicinissimo alla superficie La curiosit era il pi costante dei miei tormenti. La domanda non usciva mai dalla mia testa: a cosa sta pensando adesso? Quando la sentivo sospirare silenziosamente. Quando si attorcigliava distrattamente una ciocca di capelli attorno al dito. Quando si precipitava in classe in ritardo. Quando tamburellava nervosamente il piede sul pavimento. Ogni movimento che di sottecchi riuscivo a cogliere era un mistero esasperante. Quando parlava con gli altri studenti umani, analizzavo ogni sua parola ed inflessione. Diceva quello che pensava, o pensava a cosa avrebbe dovuto dire? A me pareva sempre che cercasse di dire ci che chi gli altri si aspettavano, e questo mi faceva pensare alla mia famiglia ed alla nostra quotidianit fatta dillusioni eravamo pi bravi in questo di quanto non fosse lei. Semprech non mi stessi sbagliando, immaginandomi semplicemente delle cose. Perch avrebbe dovuto interpretare un ruolo? Lei era una di loro unadolescente umana. Mike Newton era il pi sorprendente dei miei tormenti. Chi avrebbe mai immaginato che quellinsignificante, noioso mortale potesse essere cos esasperante? Volendo essere giusti, avrei dovuto provare un p di gratitudine nei confronti di quel ragazzo irritante; pi degli altri, riusciva a far parlare la ragazza. Imparavo cos tanto di lei grazie alle loro conversazioni stavo ancora compilando la mia lista , ma, al contrario, il contributo di Mike a questo progetto mi faceva solamente adirare di pi. Non volevo che fosse Mike a svelarne i segreti. Volevo farlo io. Era daiuto il fatto che non si rendeva mai conto delle sue piccole rivelazioni, dei
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suoi microscopici errori di distrazione. Non sapeva niente di lei. Si era creato mentalmente unimmagine di Bella che non esisteva solo una ragazza insignificante quanto lui. Non si era accorto dellaltruismo e del coraggio che la mettevano al di sopra degli altri esseri umani, non si era reso conto della singolare maturit dei pensieri che esprimeva. Non aveva percepito che quando parlava di sua madre, suonava come un genitore che parla di un bambino invece del contrario affettuosa, indulgente, lievemente divertita, e ferocemente protettiva. Non sentiva la pazienza nel tono della sua voce quando simulava interesse per le sue storie incoerenti, e non indovinava la gentilezza che quella pazienza nascondeva. Grazie alle sue conversazioni con Mike, avevo potuto aggiungere la pi importante delle qualit alla mia lista, la pi eloquente di tutte, tanto semplice quanto rara. Bella era buona. Tutte le altre cose si sommavano a quellintero la gentilezza e lauto privazione e laltruismo e lamorevolezza ed il coraggio era incommensurabilmente buona. Queste utili scoperte, comunque, non mi avevano reso pi tenero nei confronti del ragazzo. La maniera possessiva in cui guardava Bella come fosse un qualcosa da acquisire mi provocava quasi pi delle sue volgari fantasie su di lei. Inoltre, stava diventando pi ottimista nei suoi riguardi, con il tempo, perch sembrava preferirlo a tutti quelli che considerava rivali Tyler Crowley, Eric Yorkie e, addirittura, sporadicamente, anche me. Sistematicamente si sedeva sul suo lato del nostro tavolo prima che cominciasse la lezione di biologia, per chiacchierare con lei, incoraggiato dai suoi sorrisi. Solo sorrisi di cortesia, mi dicevo. Ciononostante, spesso mi deliziavo immaginando di fargli attraversare laula con un manrovescio tale da schiantarlo contro la parete pi lontanaProbabilmente sarebbe rimasto ferito fatalmente Mike non pensava spesso a me come a un rivale. Dopo lincidente, aveva temuto che Bella ed io avremmo legato per via dellesperienza condivisa, ma ovviamente era risultato il contrario. Allepoca, era ancora irritato perch avevo scelto di dedicare a Bella pi attenzione che alle sue compagne. Ma ora che la ignoravo completamente cos come facevo con gli altri, non si curava pi di me. Cosa stava pensando adesso? Le sue attenzioni le erano gradite? E, infine, lultimo dei miei tormenti, il pi doloroso: lindifferenza di Bella. Cos comio la ignoravo, lei ignorava me. Non aveva pi cercato di parlarmi. Per quanto ne sapevo, neanche mi pensava mai.
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Il che avrebbe potuto portarmi allesasperazione o addirittura spezzare la mia determinazione a cambiare il futuro , senonch qualche volta mi fissava come gi prima. Non lo vedevo da me stesso, perch non permettevo a me stesso di guardarla, ma Alice ci avvertiva sempre quando era in procinto di guardarci; gli altri diffidavano ancora di quel suo problematico essere a conoscenza. Alleviava un poco il dolore che di tanto in tanto mi fissasse da lontano. Ovviamente, solamente per domandarsi che genere di mostro fossi. Bella fisser Edward a momenti. Fate in modo di sembrare normali, disse Alice un marted di marzo, e gli altri fecero attenzione ad agitare e spostare il peso del proprio corpo come gli umani; lassoluta immobilit era una caratteristica della nostra specie. Avevo fatto caso a quanto spesso guardasse nella mia direzione. Ero contento, sebbene non avrei dovuto, che la frequenza non diminuiva con il passare del tempo. Non sapevo cosa significasse, per mi faceva stare meglio. Alice sospir. Vorrei Stanne fuori, Alice, dissi a bassa voce. Non succeder. Mise il broncio. Alice era ansiosa di allacciare la prevista amicizia con Bella. Stranamente, le mancava quella ragazza che non conosceva. Lo ammetto, sei pi bravo di quanto pensassi. A causa tua il futuro di nuovo completamente ingarbugliato e privo di senso. Spero tu sia soddisfatto. Ha parecchio senso per me. Grugn delicatamente. Cercai di tagliarla fuori, ero troppo impaziente per fare conversazione. Non ero granch di buonumore pi teso di quanto non dessi loro a vedere. Solo Jasper era consapevole di quanto profondamente mi sentissi lacerato, potendo avvertire lo stress che propagava da me con la sua eccezionale abilit di percepire ed insieme influenzare lumore degli altri. Non capiva le ragioni alla base degli umori, tuttavia, e poich ero costantemente di cattivo umore in quei giorni non se ne cur. Oggi sarebbe stato un giorno duro. Pi difficile del giorno precedente, per come si stava mettendo. Mike Newton, lodioso ragazzo che non potevo permettermi di considerare un rivale, intendeva chiedere a Bella un appuntamento. Un ballo in cui erano le ragazze che facevano gli inviti era alle porte, e lui aveva
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sperato davvero che Bella lo invitasse. Cosa che non aveva fatto, facendone cos vacillare la sicurezza di s. In quel momento si trovava in una posizione imbarazzante godevo del suo malessere pi di quanto non avrei dovuto perch Jessica Stanley lo aveva appena invitato al ballo. Lui non voleva dirle di si, sperando ancora che Bella avrebbe scelto lui (dimostrando ai suoi rivali quanto li superasse), ma non voleva neppure dire di no e finire col perdersi completamente il ballo. Jessica, ferita dalla sua esitazione ed immaginandone la ragione, stava pensando le cose peggiori su Bella. Di nuovo, mi venne listinto di piazzarmi tra i pensieri minacciosi di Jessica e Bella. Capivo quellistinto molto meglio adesso, il che serviva solo a renderlo pi frustrante poich non potevo assecondarlo. Pensare di essere arrivato a quel punto! Ero totalmente assorbito dagli insignificanti drammi della scuola superiore che un tempo avevo tanto disprezzato. Mike stava cercando di mantenere i nervi saldi intanto che accompagnava Bella a biologia. Ascoltavo il suo conflitto interiore mentre ne attendevo larrivo. Il ragazzo era un mediocre. Aveva aspettato questo ballo di proposito, per il timore di rivelare la sua infatuazione prima che lei desse dimostrazione di una marcata preferenza nei suoi riguardi. Non voleva esporre s stesso ad un rifiuto, preferendo che fosse lei a fare il primo passo. Codardo. Era nuovamente seduto al nostro tavolo, a suo agio per la lunga familiarit del gesto, ed immaginai il suono che avrebbe fatto il suo corpo se fosse andato a cozzare contro la parete opposta con una forza sufficiente a rompergli la maggior parte delle ossa. Sai, disse alla ragazza, con gli occhi rivolti al pavimento. Jessica mi ha invitato al ballo di primavera. E grandioso, aveva risposto immediatamente Bella e con entusiasmo. Era difficile non sorridere mentre il tono della sua voce faceva presa sulla coscienza di Mike. Aveva sperato che sarebbe stato costernato. Ti divertirai tantissimo con Jessica. Si dibatteva nel cercare la risposta giusta da dare. Beh esit, e quasi si tir vigliaccamente indietro. Poi si riprese. Le ho detto che dovevo pensarci. Perch lhai fatto? chiese. Il suo tono era di disapprovazione, ma conteneva pure una minuscola traccia di sollievo. Cosa voleva dire quello? Una furia inaspettata, intensa mi fece stringere i pugni. Mike non aveva percepito il sollievo. Il suo viso era avvampato di sangue feroce
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quanto dimprovviso mi sentivo, questo sembrava un invito ed era tornato a fissare il pavimento mentre parlava. Mi stavo chiedendo sebeh, se magari non avessi pensato dinvitarmi. Bella esit. In quel suo momento di esitazione, potei vedere il futuro assai pi chiaramente di quanto non avesse mai fatto Alice. La ragazza avrebbe potuto rispondere di si allinvito implicito di Mike adesso, oppure avrebbe potuto non farlo, ma in ogni caso, presto o tardi avrebbe detto di si a qualcuno. Era intrigante e deliziosa, ed i maschi della razza umana non ne erano inconsapevoli. Sia che si fosse accontentata di qualcuno di quella scialba compagine, sia che avesse aspettato di essere libera da Forks, sarebbe arrivato il giorno in cui avrebbe detto si. Immaginai la sua vita come gi avevo fatto prima universit, carrieraamore, matrimonio. La vidi di nuovo sottobraccio al padre, vestita di un bianco trasparente, con il viso raggiante di felicit mentre avanzava al suono della marcia di Wagner. Il dolore era superiore a qualunque cosa avessi mai provato prima. Un essere umano si sarebbe trovato in punto di morte a provare questo dolore un essere umano non gli sarebbe sopravvissuto. E non solo dolore, ma rabbia vera e propria, assoluta. La furia agognava un qualche sfogo tangibile. Quantunque quellinsignificante, immeritevole ragazzo potesse non essere quello cui Bella avrebbe detto si, bramavo di frantumarne il cranio stringendolo nella mano, per lasciarlo farsi rappresentante di chiunque fosse. Non comprendevo quellemozione era una tale groviglio di dolore e rabbia e desiderio e disperazione. Non mi ero mai sentito cos prima di allora; non avrei saputo darle un nome. Mike, penso che dovresti dirle di si, Bella aveva risposto con voce gentile. Le speranze di Mike precipitarono. Me ne sarei compiaciuto in altre circostanze, ma ero perso nella ricaduta del dolore e del rimorso per ci che il dolore e la rabbia mi avevano fatto. Alice aveva ragione. Non ero forte abbastanza. Proprio adesso, Alice stava probabilmente guardando il futuro che vorticava e si
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avviluppava, nuovamente indistinto. Le avrebbe fatto piacere? Lhai gi chiesto a qualcuno? chiese Mike astioso. Mi lanci unocchiata, sospettoso per la prima volta dopo tante settimane. Mi resi conto di aver tradito il mio interesse; la mia testa era inclinata in direzione di Bella. Linvidia che si era scatenata nei suoi pensieri invidia per chiunque questa ragazza gli preferisse dimprovviso aveva dato un nome alla mia emozione ancora senza nome. Ero geloso. No disse la ragazza con una traccia dumorismo nella voce. Non intendo proprio venire al ballo. Al di l del rimorso e della rabbia, mi sentii rinfrancato dalle sue parole. Inaspettatamente, cominciai a valutare i miei rivali. Perch no? chiese Mike, con un tono quasi rude. Mi offendeva che usasse un simile tono con lei. Mi trattenni dal ringhiare. Quel sabato me ne vado a Seattle, rispose. La curiosit non era tanto morbosa quanto lo sarebbe stata prima ora che ero del tutto intenzionato a scoprire le risposte ad ogni cosa. Avrei saputo i come ed i perch di quella nuova rivelazione molto presto. Il tono della voce di Mike divent sgradevolmente adulatorio. Non puoi andarci un altro fine settimana? No, mi dispiace. Bella era pi scostante ora. Perci non dovresti far aspettare Jessica pi a lungo scortese. La sua preoccupazione per i sentimenti di Jessica ravviv le fiamme della mia gelosia. Questo viaggio a Seattle era chiaramente una scusa per dire di no aveva rifiutato esclusivamente per lealt nei confronti della sua amica? Era pi che abbastanza altruista per una cosa del genere. In realt avrebbe voluto poter dire di si? O entrambe quelle supposizioni erano sbagliate? Era interessata a qualcun altro? Si, hai ragione, borbott Mike, talmente demoralizzato che quasi mi fece pena. Quasi. Distolse gli occhi dalla ragazza, privandomi della vista del viso di lei attraverso i suoi pensieri. Non intendevo tollerarlo. Mi voltai io stesso a leggere il suo viso, per la prima volta dopo pi di un mese. Era
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un immenso sollievo permettermelo, come una boccata daria nei polmoni di un umano rimasti troppo a lungo in apnea. I suoi occhi erano chiusi, e le mani premevano contro i lati del viso. Le spalle erano incurvate in avanti, sulla difensiva. Scuoteva la testa impercettibilmente, come se stesse cercando di cacciar via un qualche pensiero dalla propria mente. Frustrante. Affascinante. La voce del Signor Banner la strapp alle sue fantasticherie, ed i suoi occhi si aprirono lentamente. Si volt immediatamente a guardarmi, forse percependo che la stavo fissando. Guard dentro ai miei occhi con la stessa espressione sbigottita che mi aveva perseguitato tanto a lungo. Non sentivo il rimorso o il senso di colpa o la rabbia. Sapevo che sarebbero tornati, e presto, ma in questunico momento cavalcavo unignota, tumultuosa eccitazione. Come se avessi trionfato, invece che perso. Non spost altrove lo sguardo, bench la stessi fissando con un fervore fuori luogo, cercando invano di leggere i suoi pensieri attraverso il castano fondente dei suoi occhi. Erano pieni di domande, invece che di risposte. Riuscivo a scorgere il riflesso dei miei stessi occhi, e vedevo che erano neri per la sete. Erano trascorse quasi due settimane dalla mia ultima battuta di caccia; oggi non era il giorno migliore per far crollare la mia volont. Ma la nerezza non pareva spaventarla. Ancora non spostava altrove lo sguardo, ed un rosa tenue, attraente in maniera devastante aveva cominciato a colorarle la pelle. Cosa stava pensando adesso? Quasi pronunciai la domanda ad alta voce, ma in quel momento il Signor Banner chiam il mio nome. Afferrai la risposta corretta nella sua mente mentre gettavo laconicamente uno sguardo nella sua direzione. Aspirai velocemente un p di fiato. Il Ciclo di Krebs. La sete bruciava graffiante nella mia gola contraendo i miei muscoli e riempiendomi la bocca di veleno e chiusi gli occhi, cercando di concentrarmi sul desiderio del suo sangue che infuriava dentro di me. Il mostro era pi forte di prima. Il mostro stava godendo. Abbracciava il duplice futuro che gli rendeva giustizia, con il cinquanta per cento delle possibilit rispetto a quel che bramava tanto brutalmente. Il terzo, traballante futuro che avevo cercato di costruire
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con la mia sola forza di volont era andato in pezzi distrutto dalla comune gelosia, tra tutte le cose e lui era molto pi vicino a raggiungere il suo obiettivo. Il rimorso ed il senso di colpa bruciavano insieme alla sete e, se avessi avuto la capacit di produrre le lacrime, avrebbero riempito i miei occhi ora. Cosavevo fatto? Sapendo di aver gi perso la battaglia, non sembrava ci fossero pi ragioni di resistere a ci che volevo; mi voltai di nuovo a guardare la ragazza. Si era nascosta dietro i capelli, ma potevo vedere attraverso una breccia tra la chioma che le sue guance adesso erano di un intenso color porpora. Al mostro la cosa piaceva. Non incroci pi il mio sguardo, ma si rigir nervosamente una ciocca di capelli scuri tra le dita. Le sue dita sottili, il suo polso delicato erano cos fragili, che pareva proprio che un mio solo respiro potesse spezzarli. No, no, no. Non potevo farlo. Lei era troppo fragile, troppo buona, troppo preziosa per meritare un simile destino. Non potevo permettere a me stesso di entrare in collisione con lei, di distruggerla. Ma non potevo nemmeno starle lontano. Alice aveva ragione su questo. Il mostro dentro di me sibilava per la frustrazione mentre oscillavo indeciso, propendendo prima da una parte, e poi dallaltra. La mia breve ora insieme a lei era trascorsa fin troppo velocemente, mentre restavo in bilico tra lincudine e il martello. La campanella suon, e lei inizi a raccogliere le sue cose senza guardarmi. Il che mi deluse, ma difficilmente mi sarei potuto aspettare altrimenti. Il modo in cui lavevo trattata dal giorno dellincidente era imperdonabile. Bella? dissi, incapace di fermarmi. La mia forza di volont era gi ridotta a brandelli. Lei esit prima di guardarmi; quando si volt, la sua espressione era guardinga, diffidente. Ricordai a me stesso che aveva ogni diritto di non fidarsi di me. Che non avrebbe dovuto farlo. Aspettava che continuassi, ma io mi limitavo a guardarla, leggendo il suo viso. Aspiravo delle superficiali boccate daria ad intervalli regolari, combattendo la sete. Cosa? disse alla fine. Hai deciso di parlarmi di nuovo?. Cera una punta di
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risentimento nel tono della sua voce che, al pari della sua rabbia, suscitava tenerezza. Mi faceva venire voglia di sorridere. Non ero sicuro di come rispondere alla sua domanda. Avevo deciso di parlarle di nuovo, nel senso che intendeva lei? No. Non se potevo impedirlo. Avrei cercato dimpedirlo. No, non esattamente, le dissi. Lei chiuse gli occhi, il che era frustrante per me. Mi tagliava fuori dalla via migliore di cui disponevo per accedere ai suoi sentimenti. Fece un lungo, lento respiro senza aprire gli occhi. Le sue mascelle erano serrate. Continuando a tenere gli occhi chiusi, parl. Sicuramente non era una maniera di conversare usuale per un umano. Perch lo faceva? Allora cosa vuoi, Edward? Il suono del mio nome sulle sue labbra faceva delle strane cose al mio corpo. Se avessi avuto un battito cardiaco, avrebbe accelerato. Ma come risponderle? Con la verit, decisi. Sarei stato quanto pi onesto possibile con lei da questo momento in poi. Non volevo meritare la sua sfiducia, sebbene guadagnarmi la sua fiducia fosse impossibile. Mi dispiace, le dissi. Era pi vero di quanto non avrebbe mai saputo. Sfortunatamente, in tutta sincerit potevo solamente scusarmi per la mia villania. Sono stato davvero maleducato, lo so. Ma meglio cos, veramente. Sarebbe stato meglio per lei se avessi mantenuto il punto, continuando ad essere maleducato. Potevo farlo? I suoi occhi si spalancarono, la sua espressione era ancora diffidente. Non capisco che vuoi dire. Tentai di metterla sullavviso quanto pi mi fosse consentito. E meglio se non diventiamo amici. Sicuramente, questo poteva capirlo bene. Era una ragazza brillante. Fidati di me. I suoi occhi diventarono due fessure, e ricordai di averle gi detto quelle parole prima di allora proprio prima dinfrangere una promessa. Sussultai quando serr i denti chiaramente se nera ricordata anche lei. E un vero peccato che tu non labbia capito prima, disse collerica. Avresti
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potuto risparmiare a te stesso tutto questo rammarico. La fissai stupito. Che ne sapeva lei del mio rammarico? Rammarico? Rammarico per cosa? domandai. Per non aver semplicemente lasciato che quello stupido furgoncino mi riducesse in poltiglia schiocc. Raggelai, stordito. Come poteva pensarlo? Salvarle la vita era lunica cosa accettabile che avessi fatto da quando lavevo incontrata. La sola cosa di cui non mi vergognassi. La sola ed unica cosa che in assoluto mi rendeva felice di esistere. Stavo lottando per tenerla in vita da quel primo momento che ne avevo afferrato il profumo. Come poteva pensare questo di me? Come osava mettere in dubbio la bont della mia azione rivoltandola in questo modo? Pensi che mi rammarichi di averti salvato la vita? Io so che lo fai, replic. Lopinione che si era fatta delle mie intenzioni mi fece bollire di rabbia. Tu non sai niente. Quanto confusi ed incomprensibili erano i meccanismi della sua mente! Il modo di lavorare del suo pensiero doveva essere del tutto differente da quello degli altri esseri umani. Doveva essere quella la spiegazione alla base del silenzio della sua mente. Era del tutto fuori della norma. Allontan di scatto il suo viso, stringendo nuovamente i denti. Le sue guance erano avvampate, ma per la collera stavolta. Fece sbattere i libri mentre li impilava, con uno strattone li prese tra le braccia e marci verso la porta senza incrociare il mio sguardo. Perfino irritato comero, era impossibile non trovare la sua rabbia un filo divertente. Camminava impettita, senza guardare dove andava, ed il suo piede incapp nello stipite della porta. Inciamp, e le sue cose caddero tutte a terra. Invece di piegarsi per raccoglierle, se ne restava dritta come un fuso, senza neppure guardare gi, come se non fosse sicura che i libri valessero la pena di essere recuperati. Riuscii a non scoppiare a ridere. Non cera nessuno l che potesse vedermi; volai al suo fianco, e prima che potesse abbassare lo sguardo avevo gi riordinato i suoi libri. Si pieg a met, mi vide, e poi si blocc. Le resi i libri, assicurandomi che la mia pelle ghiacciata non toccasse la sua.
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Grazie, disse con voce gelida, dura. Il suo tono mi fece rimontare la rabbia. Non c di che, le dissi altrettanto gelidamente. Si tir su e si avvi con passo pesante verso la lezione successiva. Rimasi a guardare finch non potei pi distinguerne la sagoma infuriata. La lezione di spagnolo pass sfocata. La Signora Goff non reclamava mai per la mia distrazione sapeva che il mio spagnolo era superiore al suo, e mi concedeva ampi spazi di manovra lasciandomi libero di pensare. Perci, non potevo ignorare la ragazza. Quello era piuttosto ovvio. Ma questo voleva dire per forza che non avevo altra alternativa se non quella di distruggerla? Quello non poteva essere il solo futuro disponibile. Doveva esserci unaltra alternativa, un qualche fragile equilibrio. Cercavo di pensare a un modo Non prestai particolare attenzione ad Emmett finch lora non fu quasi terminata. Era curioso Emmett non era eccessivamente intuitivo per quel che concerneva le sfumature degli umori degli altri, ma poteva vedere levidente cambiamento che avevo subito. Si chiedeva cosa fosse successo per far scomparire dal mio viso limplacabile espressione truce. Si sforzava di trovare una definizione per quel cambiamento, e alla fine decise che sembravo ottimista. Ottimista? Era cos che sembravo visto dallesterno? Meditavo su quellimpressione di ottimismo mentre camminavamo verso la Volvo, domandandomi per cosa esattamente sarei dovuto essere ottimista. Ma non potei meditare a lungo. Sensibile comero ai pensieri che riguardavano la ragazza, il suono del nome di Bella nelle menti deidei miei rivali, suppongo che dovessi riconoscerlo, cattur la mia attenzione. Eric e Tyler, avendo appreso con grande soddisfazione del fallimento di Mike, stavano preparandosi a fare le loro mosse. Eric era gi in posizione, poggiato contro il pick-up di modo che lei non avrebbe potuto evitarlo. La classe di Tyler si era protratta oltre lorario per lassegnazione di un compito, e lui andava disperatamente di fretta per raggiungerla prima che gli sfuggisse. Questo lo dovevo vedere. Resta qui ad aspettare gli altri, daccordo? mormorai ad Emmett. Lui mi guard con sospetto, ma poi scroll le spalle ed annu. Il ragazzo ha perso la testa, pens, divertito dalla mia strana richiesta.
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Vidi Bella che usciva dalla palestra, ed aspettai che mi superasse dove sapevo che non mi avrebbe notato. Come fu pi vicina allimboscata di Eric, avanzai di buon passo, misurando la falcata in modo da trovarmi a passare al momento giusto. Notai che il corpo le sirrigid quando si accorse del ragazzo che la stava aspettando. Per un momento rimase immobile, poi si rilass e prosegu. Ciao, Eric, la sentii salutarlo in tono amichevole. Ero improvvisamente ed inaspettatamente ansioso. E se quel ragazzino allampanato dallaria malaticcia le fosse in qualche modo risultato gradevole? Eric deglut rumorosamente, il suo pomo dAdamo andava su e gi. Ciao, Bella. Lei sembrava non accorgersi del suo nervosismo. Che succede? chiese, aprendo il pick-up con la chiave senza guardarne lespressione impaurita. Uh, mi stavo solo chiedendo severresti al ballo di primavera insieme a me?. Balbettava. Finalmente alz lo sguardo. Si sentiva colta alla sprovvista, o compiaciuta? Eric non aveva il coraggio dincrociarne lo sguardo, perci non potevo vederne il viso nei suoi pensieri. Pensavo che spettasse alle ragazze fare gli inviti, disse, apparentemente agitata. Beh, si ammise con aria infelice. Questo miserando ragazzo non mirritava quanto Mike Newton, ma non riuscii a trovare in me stesso alcuna traccia di compassione per le sue pene finch Bella non gli rispose con voce gentile. Grazie per avermelo chiesto, ma intendo andare a Seattle quel giorno. Laveva gi sentito dire; ciononostante, fu una delusione per lui. Oh, borbott, quasi osando alzare gli occhi al livello del naso di lei. Magari la prossima volta. Sicuro, convenne. Poi si morse il labbro inferiore, come pentita di avergli lasciato aperto uno spiraglio. Il che mi piaceva. Eric ciondol in avanti e sincammin, puntando nella direzione sbagliata rispetto alla sua macchina, pensando solo a scappare. In quel momento le passai di fronte, e sentii il suo sospiro di sollievo. Mi misi a ridere.
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Si volt bruscamente a quel suono, ma io guardavo diritto davanti a me, cercando dimpedire alle mie labbra di dispiegarsi per il divertimento. Tyler era dietro di me, quasi di corsa per la fretta di raggiungerla prima che se ne andasse via. Era pi audace e sicuro di s rispetto agli altri due; aveva aspettato cos tanto ad approcciare Bella solo perch rispettava la priorit delle pretese di Mike. Volevo che la raggiungesse per due ragioni. Se come cominciavo a sospettare tutte quelle attenzioni erano seccanti per Bella, volevo godermi la sua reazione. Ma, se non lo erano se linvito di Tyler era quello nel quale aveva sperato allora volevo comunque saperlo. Valutai Tyler Crowley come rivale, sapendo che era sbagliato farlo. A me sembrava noiosamente mediocre ed ordinario, ma che ne sapevo di cosa preferiva Bella? Magari le piacevano i ragazzi ordinari Rabbrividii al pensiero. Non sarei mai potuto essere un ragazzo ordinario. Quantera assurdo considerare me stesso come un possibile rivale per i suoi affetti. Come avrebbe mai potuto avere a cuore qualcuno che, da qualunque prospettiva lo si considerasse, era un mostro? Lei era troppo buona per un mostro. Avrei dovuto lasciarla scappare, ma la mia imperdonabile curiosit mi tratteneva dal fare ci che era giusto. Di nuovo. Ma se Tyler mancava la sua occasione adesso, solo per contattarla pi tardi quando non avrei avuto modo di conoscere la risposta? Feci uscire la Volvo sulla stretta corsia, bloccandole luscita. Emmett e gli altri si avvicinavano, ma lui gli aveva descritto il mio strano comportamento, e camminavano lentamente, cercando di decifrare cosa stessi facendo. Osservavo la ragazza dallo specchietto retrovisore. Guardava con aria truce il posteriore della mia macchina senza incrociare il mio sguardo, con laria di desiderare di essere alla guida di un carro armato piuttosto che di un vecchio pick-up Chevy arrugginito. Tyler corse alla sua macchina e si mise in fila dietro di lei, grato per la mia condotta incomprensibile. La salut, cercando di attirarne lattenzione, ma lei non lo not. Lui aspett un momento, e poi scese dalla macchina, avvicinandosi con passo noncurante al suo finestrino dal lato del guidatore. Picchiett sul vetro. Lei fece un balzo, e poi lo guard confusa. Dopo un secondo, abbass il finestrino girando la manovella, apparentemente con qualche difficolt.
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Mi spiace, Tyler, disse, la sua voce era irritata. Sono bloccata dietro a Cullen. Disse il mio cognome con voce aspra era ancora arrabbiata con me. Oh, lo so, disse Tyler, senza lasciarsi scoraggiare dal suo umore. Volevo soltanto chiederti qualcosa mentre siamo intrappolati qui. Il suo sorriso spalancato era arrogante. Ero gratificato dal modo in cui lei era impallidita di fronte alle sue ovvie intenzioni. Minviterai al ballo di primavera? chiese, senza pensare di poter essere rifiutato. Non sar in citt, Tyler, gli disse, lirritazione era ancora palese nella voce. Si, Mike me lha detto. Allora perch -? lo fiss per chiederglielo. Lui scroll le spalle. Avevo sperato che stessi solamente scaricandolo con gentilezza. I suoi occhi lampeggiarono, poi si calm. Mi spiace, Tyler, disse, non sembrando affatto dispiaciuta. Sar veramente fuori citt. Lui accett quella scusa, la sua autostima era illesa. Che ficata. Ci rimane il ballo di fine anno. Torn impettito alla sua macchina. Avevo avuto ragione a voler aspettare per questo. Lespressione inorridita che aveva sul viso era inestimabile. Mi diceva ci che non avrei dovuto cos disperatamente avere bisogno di sapere che non nutriva alcun sentimento per nessuno di questi maschi umani che desideravano farle la corte. Inoltre, la sua espressione era probabilmente la cosa pi buffa che avessi mai vista. La mia famiglia mi raggiunse allora, confusa dal fatto che, per cambiare, stavo sbellicandomi dalle risate invece che fissando con aria assassina tutto ci che avevo a tiro. Che c di tanto divertente? Emmett voleva sapere. Mi limitai a scuotere la testa torcendomi di nuove risate mentre Bella mandava rabbiosamente su di giri il suo rumoroso motore. Aveva nuovamente laria di desiderare un carro armato. Andiamo! sibil Rosalie impazientemente. Smettila di fare lidiota. Se ne sei capace. Le sue parole non mi disturbavano ero troppo divertito. Ma feci come chiese. Nessuno mi parl mentre tornavamo a casa. Continuavo a ridacchiare sotto i baffi di
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quando in quando, pensando allespressione di Bella. Quando voltai per il viale di casa accelerando adesso che non cerano testimoni Alice guast il mio umore. Perci posso parlare con Bella adesso? chiese allimprovviso, senza prima riflettere sulle parole, perci senza darmi alcun preavviso. No, schioccai. Non giusto! Cosa sto aspettando? Non ho ancora deciso niente, Alice Come vuoi, Edward Nella sua mente, i due destini di Bella erano di nuovo nitidi. A che scopo conoscerla? borbottai, adombrandomi improvvisamente, Se tanto finir per ucciderla? Alice esit per un secondo. Un punto per te, ammise. Imboccai lultimo tornante a centoquaranta chilometri lora, e poi frenai facendo stridere le gomme ad un palmo dalla parete di fondo del garage. Goditi la corsa, disse Rosalie con aria di sufficienza mentre mi precipitavo fuori dalla macchina. Ma non stavo andando a correre oggi. Stavo andando a caccia, invece. Gli altri avevano programmato di andare a caccia domani, ma non potevo permettermi di avere sete adesso. Esagerai, bevendo pi del necessario, rimpinzandomi di nuovo un piccolo gruppo di alci ed un orso bruno in cui avevo avuto la fortuna dincappare in anticipo sulla stagione questanno. Ero talmente pieno che mi sentivo a disagio. Perch non poteva essere abbastanza? Perch il suo profumo doveva essere tanto pi forte di qualunque altra cosa? Avevo cacciato per prepararmi al giorno seguente, ma, quando non potei pi cacciare ed il sole era ancora ad ore ed ore dal sorgere, sapevo che domani non era sufficientemente vicino. Il tumulto delleccitazione minvest di nuovo quando mi resi conto che stavo per andare a trovare la ragazza. Per tutto il tragitto fino a Forks discussi con me stesso, ma il mio lato meno nobile prevalse in quella disputa, e proseguii con il mio piano indifendibile. Il mostro era agitato, ma tenuto saldamente in catene. Sapevo che mi sarei mantenuto a distanza di sicurezza da
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lei. Volevo solamente sapere dove fosse. Volevo solamente vedere il suo viso. Era passata mezzanotte, e la casa di Bella era buia e silenziosa. Il suo pick-up era parcheggiato a ridosso del marciapiede, la radiomobile del padre sul vialetto. Non cerano pensieri coscienti da nessuna parte nel vicinato. Per un attimo mi fermai ad osservare la casa dalloscurit della foresta che la costeggiava ad est. La porta principale probabilmente era inchiavata nessun problema, eccetto che non volevo lasciarmi dietro una porta scardinata come prova. Decisi di tentare prima con le finestre del piano superiore. Poche persone si sarebbero disturbate ad installare delle serrature l. Attraversai il giardino esterno e scalai la facciata della casa in mezzo secondo. Dondolando appeso al cornicione sopra la finestra con una mano, guardai attraverso il vetro, e mi si ferm il respiro. Era la sua camera. Potevo vederla nel suo piccolo letto singolo, con le coperte sul pavimento e le lenzuola attorcigliate alle gambe. Mentre la osservavo, si contrasse irrequieta e scaravent un braccio al di sopra della testa. Non dormiva sonni tranquilli, almeno non questa notte. Riusciva a percepire il pericolo che le era vicino? Ero disgustato di me stesso mentre la guardavo rigirarsi ancora. Come potevo essere migliore di un qualunque schifoso guardone? Non ero affatto migliore. Ero molto, molto peggio. Allentai la presa dalla punta delle dita, pronto a lasciarmi cadere. Ma prima mi concessi dindugiare una volta soltanto con lo sguardo sul suo viso. Non era pacifico. Cera quella piccola ruga tra i suoi occhi, e gli angoli delle labbra erano imbronciati. Le sue labbra tremarono, e poi si socchiusero. Daccordo, mamma, borbott. Bella parlava nel sonno. La curiosit si scaten, sopraffacendo il disprezzo che provavo per me stesso. Il richiamo di quei pensieri indifesi, inconsapevolmente formulati ad alta voce era incredibilmente allettante. Provai con la finestra, e non era bloccata, sebbene inceppata perch non veniva aperta da lungo tempo. La feci scorrere lentamente di lato, sussultando ad ogni lieve cigolio del telaio di metallo. Mi sarei dovuto procurare dellolio per la prossima volta La prossima volta? Scossi la testa, nuovamente disgustato. Mi lasciai scivolare silenziosamente attraverso la finestra semi aperta.
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La sua camera era piccola disordinata ma non sporca. Cerano dei libri impilati sul pavimento accanto al letto, con le costole rivoltate dallaltra parte, e dei CD sparpagliati vicino al suo lettore di poco prezzo quello in cima era solo una custodia trasparente. Un mucchio di carte circondavano un computer che sembrava appartenere ad un museo dedicato alla tecnologia obsoleta. Le scarpe erano sparse qua e l sul pavimento di legno. Desideravo moltissimo poter leggere i titoli dei suoi libri e dei suoi CD, ma avevo promesso a me stesso che mi sarei tenuto a distanza; invece, mi misi a sedere sulla vecchia sedia a dondolo nellangolo pi lontano della stanza. Davvero un tempo avevo creduto che avesse un aspetto ordinario? Ripensai a quel primo giorno, ed al mio disprezzo per quei ragazzi che ne erano rimasti istantaneamente affascinati. Ma a ricordarne ora il viso che avevano in mente, non riuscivo a capire perch non lavessi trovata splendida allistante. Sembrava una cosa talmente ovvia. Proprio ora con i capelli scuri scompigliati ed arruffati attorno al volto pallido, con indosso una maglietta consumata e piena di buchi ed un paio di malandati pantaloni della tuta, con i lineamenti rilassati in stato dincoscienza, e con le labbra leggermente socchiuse mi toglieva il respiro. O lo farebbe, pensai sarcasticamente, se stessi respirando. Non parlava. Forse il suo sogno era terminato. Fissavo il suo viso e cercavo di pensare ad un qualche modo di rendere il futuro accettabile. Farle del male non era unopzione accettabile. Significava che lunica alternativa rimastami era il tentare ancora una volta di andarmene? Gli altri non potevano pi dissuadermi adesso. La mia assenza non avrebbe messo in pericolo nessuno. Non ci sarebbero stati sospetti, nessun possibile collegamento tra i pensieri di chicchessia e lincidente occorso. Vacillavo come gi questo pomeriggio, e niente sembrava possibile. Non potevo sperare di rivaleggiare con i ragazzi umani, a prescindere che fosse o meno attratta da questi ragazzi in particolare. Io ero un mostro. Come avrebbe potuto vedermi diversamente? Se avesse saputa la verit su di me, lavrebbe spaventata e disgustata. Come la vittima designata di un film dellorrore, sarebbe corsa via, gridando terrorizzata. Ricordavo il primo giorno a biologiae sapevo che questa era propriamente la
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reazione giusta che doveva avere. Era pura follia immaginare che se fossi stato io ad invitarla a quello stupido ballo, avrebbe cancellato i piani che cos frettolosamente aveva organizzato per acconsentire ad andarci con me. Non ero io quello cui era destinata a dire di si. Era qualcun altro, qualcuno di umano e di caldo. E non potevo nemmeno concedermi un giorno, quando quel si fosse stato detto di dargli la caccia ed ucciderlo, perch era colui che lei meritava, chiunque fosse. Lei meritava felicit ed amore con chiunque avesse scelto. Avevo il dovere di fare la cosa giusta per lei adesso; non potevo fingere pi a lungo che ero solo in pericolo dinnamorarmi di questa ragazza. In fin dei conti, non aveva veramente importanza se me ne andavo, perch Bella non avrebbe mai potuto guardarmi nel modo in cui desideravo che facesse. Non mi avrebbe mai visto come qualcuno degno di essere amato. Mai. Pu un cuore morto, congelato spezzarsi? Sembrava che il mio potesse. Edward, disse Bella. Mi paralizzai, fissando i suoi occhi ancora chiusi. Si era svegliata sorprendendomi qui? Pareva addormentata, ma la sua voce era suonata cos limpida Sospir appena un lamento, e poi si mosse nuovamente irrequieta, rotolandosi sul fianco ancora profondamente addormentata e sognante. Edward, biascic in modo sommesso. Stava sognando di me. Pu un cuore morto, congelato battere di nuovo? Sembrava che il mio fosse sul punto di farlo. Resta, sospir. Non andare. Ti pregonon andare. Stava sognando di me, e non era neppure un incubo. Voleva che rimanessi con lei, l nel suo sogno. Mi sforzavo di trovare le parole per dare un nome ai sentimenti che mi travolgevano, ma non cerano parole forti abbastanza da poterli contenere. Per un lungo momento mi ci lasciai annegare. Quando riemersi, non ero pi lo stesso uomo che ero stato.
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La mia vita era uninterminabile, immutabile mezzanotte. Doveva, per necessit, essere sempre mezzanotte per me. Perci comera possibile che il sole stesse sorgendo ora, nel bel mezzo della mia mezzanotte? Nel momento in cui ero diventato un vampiro, barattando, nel dolore lancinante della trasformazione, la mia anima e la mia mortalit con limmortalit, ero stato letteralmente congelato. Il mio corpo si era trasformato in qualcosa di pi simile alla roccia che alla carne, duraturo ed inalterabile. Lo stesso mio io si era congelato cos comera la mia personalit, le mie simpatie ed antipatie, i miei umori ed i miei desideri; tutti erano rimasti bloccati l. Era lo stesso per ognuno di noi. Eravamo tutti congelati. Delle rocce viventi. Quando sopraggiungeva il cambiamento, era una cosa rara e permanente. Lavevo visto succedere con Carlisle, e poi un decennio pi tardi con Rosalie. Lamore li aveva cambiati in modo imperituro, in una maniera che non si affievoliva mai. Erano passati pi di ottantanni da quando Carlisle aveva trovato Esme, e ciononostante ancora la guardava con lespressione incredula del primo amore. Sarebbe stato per sempre cos per loro. Sarebbe stato per sempre cos anche per me. Avrei amato per sempre questa fragile ragazza umana, per tutto il resto della mia sconfinata esistenza. Contemplavo il suo viso incosciente, sentendo questamore per lei fissarsi ad ogni frammento del mio corpo roccioso. Dormiva pi serenamente adesso, con un leggero sorriso sulle labbra. Senza mai staccare gli occhi da lei, cominciai a tramare. Lamavo, e perci avrei cercato di essere forte abbastanza da lasciarla. Sapevo di non essere cos forte ora. Avrei dovuto lavorarci sopra. Ma forse ero forte abbastanza da poter avere la meglio sul futuro in un altro modo. Alice aveva visto solo due possibili futuri per Bella, ed ora li capivo entrambi. Amarla non mi avrebbe impedito di ucciderla, se mi fossi concesso di commettere degli errori. Eppure non riuscivo a sentire il mostro ora, non riuscivo a trovarlo da nessuna parte. Magari lamore laveva messo a tacere per sempre. Se adesso lavessi uccisa, non lavrei fatto intenzionalmente, ma solo per unorribile disgrazia. Sarei dovuto essere estremamente accorto. Non avrei mai, mai potuto abbassare la guardia. Avrei dovuto controllare ogni mio singolo respiro. Avrei sempre dovuto
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mantenere una distanza di sicurezza. Non avrei commesso errori. Avevo finalmente capito quel secondo futuro. Ero rimasto sconcertato da quella visione cosera mai potuto accadere da rendere Bella prigioniera di questa semi vita? Ora devastato dal desiderio per la ragazza potevo capire come, in preda ad un egoismo imperdonabile, avessi potuto chiedere quel favore a mio padre. Chiedergli di privarla della sua vita e della sua anima cos che potessi averla per sempre. Lei meritava di meglio. Ma vedevo un altro futuro, un filo sottile sul quale avrei forse potuto camminare, se fossi riuscito a mantenere lequilibrio. Potevo farlo? Stare con lei e lasciarla umana? Deliberatamente, respirai a fondo, e poi ancora, lasciando che il suo profumo divampasse dentro di me come un fuoco greco. La stanza era intrisa del suo profumo; la sua fragranza era stratificata su ogni superficie. Mi girava la testa, ma combattevo le vertigini. Mi ci dovevo abituare, se volevo tentare di avere un qualunque genere di relazione con lei. Presi un altro respiro, profondo, bruciante. La guardai dormire, tramando e respirando, finch non spunt il sole dietro le nuvole ad est.

Arrivai a casa subito dopo che gli altri erano gi usciti per andare a scuola. Mi cambiai in fretta, evitando gli occhi inquisitori di Esme. Aveva scorto la luce febbrile sul mio viso, e si sentiva insieme spaventata e sollevata. La mia lunga malinconia laveva addolorata, ed era contenta che sembrasse essere finita. Corsi a scuola, arrivando pochi secondi dopo i miei fratelli e le mie sorelle. Non si voltarono, nonostante Alice, quantomeno, sapesse che stavo l in piedi nel fitto della foresta che costeggiava il selciato. Aspettai che nessuno potesse vedermi, e poi uscii da in mezzo agli alberi camminando disinvolto nello spiazzo pieno di macchine parcheggiate. Ascoltai il pick-up di Bella che svoltava langolo rimbombando, e mi fermai dietro una Suburban, da dove potevo guardare senza essere visto. Entr nello spiazzo, lanciando un lungo sguardo truce alla mia Volvo prima di parcheggiare in uno degli spazi pi lontani, con in viso unaria minacciosa.
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Era strano ricordare che probabilmente era ancora arrabbiata con me, e per delle buone ragioni. Volevo ridere di me stesso o prendermi a calci. Tutto quel mio tramare e pianificare era completamente inutile se non ricambiava il mio interesse, o no? Il suo sogno poteva essere stato su una qualunque cosa del tutto casuale. Ero un tale stupido arrogante. Beh, era davvero molto meglio per lei se non sinteressava a me. Il che non mi avrebbe impedito di non darle tregua, ma nel perseguitarla lavrei messa lealmente sullavviso. Glielo dovevo. Avanzai silenziosamente, domandandomi quale fosse il modo migliore di abbordarla. Mi semplific le cose. Mentre scendeva, la chiave del pick-up le era scivolata tra le dita, ed era caduta in una profonda pozzanghera. Si era chinata, ma lanticipai, recuperandola prima che fosse costretta a mettere le dita nellacqua gelida. Mi appoggiai con le spalle al pick-up mentre mi fissava e poi si raddrizzava. Come riesci a farlo? domand. Si, era ancora arrabbiata. Le offrii la chiave. Fare cosa? Lei allung la mano, e lasciai cadere la chiave nel suo palmo. Respirai a fondo, ingoiando il suo profumo. Apparire dal nulla, specific. Bella, non colpa mia se sei eccezionalmente distratta. Le parole erano ironiche, quasi uno scherzo. Esisteva qualcosa che potesse sfuggirle? Riusciva a sentire la mia voce avvilupparsi attorno al suo nome come una carezza? Mi fiss, con laria di non apprezzare il mio umorismo. Il battito del suo cuore era accelerato per rabbia? Per paura? Un attimo dopo, abbass lo sguardo. Perch lingorgo ieri sera? chiese senza incrociare i miei occhi. Pensavo avessi deciso di fingere che non esisto, non dirritarmi a morte. Ancora molto arrabbiata. Sistemare le cose con lei mi sarebbe costato qualche sforzo. Mi ricordai di aver deciso di essere onesto Per il bene di Tyler, non per il mio. Dovevo dargli la sua occasione. E poi
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scoppiai a ridere. Non riuscii a trattenermi, ripensando alla sua espressione di ieri. Tu rantol, per poi interrompersi, allapparenza troppo furiosa per riuscire a concludere. Eccola l la stessa espressione. Soffocai unaltra risata. Era gi sufficientemente in collera. E non sto fingendo che non esisti terminai. La cosa pi giusta da fare era mantenere un tono disinvolto, canzonatorio. Non avrebbe capito se le avessi fatto vedere come mi sentivo davvero. Lavrei spaventata. Dovevo tenere i miei sentimenti sotto scacco, andarci piano Perci stai cercando dirritarmi a morte? Siccome il furgoncino di Tyler non c riuscito? Mi colse un improvviso accesso di rabbia. Poteva onestamente pensare una cosa del genere? Non avevo ragione di sentirmi tanto insultato non sapeva della trasformazione intervenuta durante la notte. Ma ero ugualmente arrabbiato. Bella, sei completamente assurda, schioccai. Il suo viso avvamp, e mi volt le spalle. Cominci ad allontanarsi. Rimorso. Non avevo alcun diritto di arrabbiarmi. Aspetta la implorai. Lei non si ferm, perci le andai dietro. Scusa, sono stato sgarbato. Non dico che non sia vero era assurdo immaginare che volessi che si facesse male in qualche modo ma in ogni caso stato maleducato da parte mia dirtelo. Perch non mi lasci in pace? Credimi, volevo dire. Ci ho provato. Oh, e anche, sono terribilmente innamorato di te. Vacci piano. Volevo chiederti una cosa, ma mi hai distratto. Mi era appena venuta in mente una linea di condotta, e mi misi a ridere. Soffri di un disturbo da personalit multipla? chiese. Doveva sembrare cos. Il mio umore era mutevole, tante erano le nuove emozioni che mi si rincorrevano dentro. Lo stai facendo di nuovo, puntualizzai.
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Lei sospir. Va bene allora. Cosa volevi chiedermi? Mi stavo domandando se, tra una settimana a partire da sabato osservai lo shock attraversarle il viso, e soffocai unaltra risata. Sai, il giorno del ballo di primavera Mi aveva interrotto, restituendo finalmente i suoi occhi ai miei. Stai cercando di fare lo spiritoso? Si. Mi faresti finire? Aspettava in silenzio, con i denti premuti sul morbido labbro inferiore. Per un attimo quella vista mi fece distrarre. Delle reazioni strane e sconosciute si aggiungevano mescolandosi al profondo nucleo della mia umanit dimenticata. Cercai di scrollarmele di dosso, cos da poter interpretare il mio ruolo. Ti ho sentita dire che intendi andare a Seattle quel giorno, e mi stavo domando se vorresti un passaggio? offrii. Mi ero reso conto che avrei potuto fare di meglio che limitarmi a domandarle dei suoi piani, avrei potuto condividerli. Mi fissava perplessa. Cosa? Lo vuoi un passaggio per Seattle?. Da solo in macchina con lei la mia gola avvamp al pensiero. Respirai a fondo. Facci labitudine. Da chi? chiese, con gli occhi sgranati e di nuovo sconcertati. Da me, ovviamente, dissi lentamente. Perch? Era davvero cos scioccante che potessi desiderare la sua compagnia? Doveva aver attribuito il peggior significato possibile al mio comportamento passato. Beh, dissi, con quanta pi indifferenza potevo, stavo programmando di andare a Seattle nelle prossime settimane e, ad essere onesti, non credo che il tuo pick-up possa farcela. Pareva pi prudente canzonarla piuttosto che permettermi di essere serio. Il mio pick-up va alla grande, grazie molte per linteressamento, disse con voce parimenti sorpresa. Aveva ricominciato a camminare. Io mantenevo il suo passo. Non aveva detto veramente di no, perci sfruttai quel vantaggio. Avrebbe detto no? E se lo avesse fatto? Ma il tuo pick-up pu farcela con un solo pieno? Non vedo come la cosa possa riguardarti, borbott. Neanche quello era un no. Ed il suo cuore stava battendo di nuovo pi velocemente, ed il suo respiro stava accelerando.
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Lo spreco delle risorse non rinnovabili una questione che riguarda tutti. Francamente, Edward, non riesco a seguirti. Pensavo che non volessi essere mio amico. Un brivido mi aveva attraversato quando aveva detto il mio nome. Come potevo andarci piano ed essere onesto allo stesso tempo? Beh, era molto pi importante essere onesto. Specialmente su questo punto. Ho detto che sarebbe stato meglio se non fossimo diventati amici, non che non volevo che lo fossimo. Oh, grazie, ora tutto pi chiaro, disse sarcasticamente. Si era fermata sotto la tettoia sporgente della mensa, ed aveva incrociato il mio sguardo. I suoi battiti erano tachicardici. Era spaventata? Scelsi le parole con cura. No, non potevo lasciarla, ma forse lei sarebbe stata abbastanza intelligente da starmi lontana, prima che fosse troppo tardi. Sarebbe piprudente per te non essermi amica. Fissando le limpide profondit cioccolato dei suoi occhi, dimenticai che dovevo andarci piano. Ma sono stanco di cercare di starti lontano, Bella. Le parole bruciavano con molto, troppo fervore. Le si era bloccato il respiro ed il secondo che impieg a ripartire mi fece preoccupare. Quanto lavevo spaventata? Beh, lavrei scoperto. Verrai a Seattle con me? domandai, a bruciapelo. Lei annu, con il cuore che le batteva allimpazzata. Si. Aveva detto di si a me. E poi la coscienza mi castig. Quanto le sarebbe costato? Dovresti veramente starmi lontana, lavvisai. Mi aveva sentito? Avrebbe fuggito il futuro con cui la stavo minacciando? Cera niente che potessi fare per salvarla da me? Vacci piano, urlai a me stesso. Ci vediamo in classe. Dovevo concentrarmi per impedirmi di correre mentre mi dileguavo.

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6. Gruppo sanguigno

La seguii tutto il giorno attraverso gli occhi degli altri, a malapena consapevole di quel che circondava me. Non con gli occhi di Mike Newton, perch non potevo pi tollerarne le ripugnanti fantasie, n con quelli di Jessica Stanley, perch il suo risentimento nei confronti di Bella mi faceva arrabbiare in maniera affatto sana per quella ragazza meschina. Angela Weber era unottima scelta quando i suoi occhi erano disponibili; era gentile la sua mente era un posto tranquillo in cui stare. E poi qualche volta erano gli insegnanti che mi fornivano la visuale migliore. Mi sorprese, vedendola incespicare tutto il giorno inciampava sulle fenditure del marciapiede, sui libri lasciati in giro e, pi spesso, nei suoi stessi piedi che la gente che spiavo pensasse che Bella fosse maldestra. Considerai la cosa. Era vero che aveva spesso dei problemi a restare diritta. Ricordai che era inciampata nel tavolo il primo giorno, che era scivolata sul ghiaccio prima dellincidente, che era incespicata sul bordo inferiore dellintelaiatura della porta ieriChe strano, avevano ragione. Era maldestra. Non sapevo perch trovassi la cosa tanto divertente, ma scoppiai in una fragorosa risata mentre andavo dalla lezione di storia americana a quella dinglese, e diverse persone mi lanciarono delle occhiate diffidenti. Come avevo fatto a non accorgermene prima? Forse perch cera qualcosa di molto grazioso nella sua immobilit, il modo in cui teneva la testa, larco del suo collo Non cera niente di grazioso in lei ora. Il Signor Varner la osservava mentre la punta dello stivale le simpigliava nel tappeto e caracollava letteralmente sulla sedia. Scoppiai nuovamente a ridere. Il tempo scorreva incredibilmente lento mentre aspettavo di avere loccasione di vederla con i miei occhi. Finalmente, la campanella suon. Mi avviai a grandi passi verso la mensa, per assicurarmi un posto. Giunsi l tra i primi. Scelsi un tavolo che normalmente rimaneva vuoto, ed era certo che sarebbe rimasto tale con me seduto qui. Quando i miei familiari entrarono e mi videro seduto da solo in un posto nuovo, non si sorpresero. Alice doveva averli avvertiti.
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Rosalie mi super camminando impettita senza nemmeno guardarmi. Idiota. Rosalie ed io non avevamo mai avuto un rapporto facile lavevo offesa la prima volta che mi aveva veramente sentito parlare, e da allora era stata tutta una salita ma in questi ultimi giorni pareva addirittura ancor pi irritabile del solito. Sospirai. Rosalie faceva si che tutto girasse intorno a lei. Jasper mi fece un mezzo sorriso mentre mi passava accanto. Buona fortuna, pens con aria scettica. Emmett rote gli occhi e scosse la testa. Ha perso la ragione, povero ragazzo. Alice era raggiante, i suoi denti splendevano troppo vividi. Posso parlare con Bella adesso?? Stanne fuori, le dissi a bassa voce. Bene. Tieni duro. E solo una questione di tempo. Sospirai ancora. Non dimenticarti dellesercitazione odierna di biologia, mi ricord. Feci cenno di si col capo. No, non lavevo dimenticato. Mentre aspettavo larrivo di Bella, la seguivo con gli occhi di una matricola che stava giungendo a mensa alle spalle di Jessica. Jessica blaterava del ballo imminente, ma Bella non rispondeva alcunch. Non che Jessica gliene desse granch loccasione. Nel momento in cui Bella attravers la porta, i suoi occhi guizzarono in direzione del tavolo al quale erano seduti i miei fratelli e le mie sorelle. Rimase a guardare per un momento, e poi la sua fronte si aggrott ed i suoi occhi si abbassarono sul pavimento. Non mi aveva notato qui. Sembrava costriste. Fui preso dalla smania di alzarmi e di mettermi al suo fianco, per confortarla in qualche modo, solo che non sapevo cosavrebbe trovato consolante. Non avevo idea del perch avesse quellespressione. Jessica continuava a cianciare del ballo. Bella era infelice perch se lo sarebbe perso? Non sembrava verosimile Ma si poteva rimediare, se lo desiderava. Si compr una bibita per pranzo e nullaltro. Era una cosa giusta? Non aveva bisogno di nutrirsi pi di cos? Non avevo mai fatto molto caso al regime alimentare di un
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umano prima di allora. Gli umani erano cos esasperatamente fragili! Cerano milioni di cose di cui preoccuparsi Edward Cullen ti sta fissando di nuovo, sentii dire a Jessica. Chiss perch oggi se ne sta seduto da solo? Ero grato a Jessica sebbene adesso fosse anche pi risentita perch la testa di Bella si era sollevata di scatto ed i suoi occhi cercarono finch non incontrarono i miei. Non cera pi alcuna traccia di tristezza sul suo viso adesso. Mi permisi di sperare che si fosse rattristata pensando che fossi uscito prima da scuola, e quella speranza mi fece sorridere. Con il dito le feci cenno di raggiungermi. Ne sembrava talmente sorpresa che avevo voglia di canzonarla ancora. Perci le strizzai locchio, e le si spalanc la bocca. Ce lha con te? chiese Jessica in modo sgarbato. Forse ha bisogno di aiuto per il compito di biologia, disse a voce bassa ed incerta. Umm, meglio che vada a sentire cosa vuole. Questo era un altro si. Incespic un paio di volte nel raggiungermi al tavolo, malgrado sul cammino non ci fosse nullaltro che il linoleum perfettamente liscio. Seriamente, come avevo fatto a non accorgermene prima? Avevo dedicato maggiore attenzione ai suoi pensieri silenziosi, supposi Che altro mi ero perso? Comportati bene, vacci piano, cantilenavo tra me. Si era fermata alle spalle della sedia di fronte a me, esitante. Inspirai a fondo, dal naso questa volta invece che dalla bocca. Senti come brucia, pensai sarcasticamente. Perch non ti siedi con me oggi? le chiesi. Scost la sedia e si mise seduta, fissandomi per tutto il tempo. Sembrava nervosa, ma quel consenso materiale era ancora un altro si. Aspettavo che parlasse. Le ci volle qualche momento, ma alla fine disse Cos diverso. Beh esitavo. Ho deciso che poich me ne andr comunque allinferno, tanto vale che mi goda il viaggio.
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Perch avevo detto una cosa del genere? Quantomeno, era onesta. E forse avrebbe ascoltato lavvertimento affatto sottile implicito nelle mie parole. Forse si sarebbe resa conto che avrebbe fatto meglio ad alzarsi ed andarsene quanto pi in fretta possibile Non si alz. Mi fissava con aria interrogativa, attendente, come se avessi lasciato la frase in sospeso. Sai che non ho la bench minima idea di cosa intendi, disse quando non continuai. Era un sollievo. Sorrisi. Lo so. Era difficile ignorare i pensieri che mi urlavano contro da dietro le sue spalle e comunque volevo cambiare discorso. Mi sa che i tuoi amici ce lhanno con me perch ti ho rapita. Questo non sembr preoccuparla. Sopravvivranno. Potrei non avere voglia di lasciarti andare, per. Non sapevo nemmeno se stavo cercando di essere sincero, adesso, o se stavo solamente tentando di canzonarla ancora. Starle vicino rendeva difficile dare un senso ai miei stessi pensieri. Bella deglut rumorosamente. Risi della sua espressione. Sembri preoccupata. Non avrebbe dovuto essere veramente divertente. Avrebbe dovuto preoccuparla. No. Era una pessima bugiarda; il picco nella sua voce non migliorava le cose. Sorpresa, a dire il vero Che ti preso? Te lho detto, le ricordai. Mi sono stancato di cercare di starti lontano. Quindi ci rinuncio. Mi dovevo sforzare non poco per continuare a sorridere. Non stava funzionando per niente tentare di essere onesto e disinvolto allo stesso tempo. Rinunci? ripet, confusa. Si rinuncio a cercare di fare il bravo. E, apparentemente, stavo pure rinunciando a tentare di fare il disinvolto. Dora in poi intendo fare solo quello che mi va, e lasciare il resto al caso. Questo era abbastanza onesto. Lasciarle vedere il mio egoismo. Lasciare che la mettesse in guardia, anche. Di nuovo non ti seguo. Ero egoista quanto bastava per rallegrarmi che fosse cos. Mi lascio sempre sfuggire troppe cose quando parlo con te questo uno dei problemi. Un problema piuttosto insignificante, paragonato al resto.
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Non temere, mi rassicur. Non ne capisco nessuna. Bene. Allora sarebbe rimasta. Ci conto. Quindi, per dirla in maniera comprensibile, adesso siamo amici? Ci pensai sopra un istante. Amici ripetei. Non mi piaceva come suonava. Non era abbastanza. O no?, biascic, apparentemente imbarazzata. Pensava di non piacermi fino a quel punto? Sorrisi. Beh, possiamo provarci, suppongo. Ma ti avverto sin dora che non sono buono per esserti amico. Aspettavo la sua risposta, lacerato in due desiderando che finalmente mi ascoltasse e capisse, pensando che sarei potuto morire se lavesse fatto. Quantero melodrammatico. Mi stavo trasformando in un tale essere umano. Il suo cuore batteva pi veloce. Continui a ripeterlo. Si, perch non mi stai a sentire, dissi, di nuovo con un fervore eccessivo. Sto ancora aspettando che tu te ne convinca. Se sei furba, mi girerai a largo. Ah, ma glielavrei permesso, se ci avesse provato? I suoi occhi erano diventati due fessure. Penso tu abbia chiarito la tua opinione anche riguardo alla mia intelligenza. Non ero del tutto sicuro di cosa intendesse, ma per scusarmi le sorrisi, immaginando di averla offesa senza volerlo. Perci, disse lentamente, Fintanto che nonmi faccio furba, proveremo ad essere amici?. Si direbbe che siamo daccordo. Abbass lo sguardo, fissando assorta la bottiglia di limonata che aveva tra le mani. La solita curiosit mi torment. A cosa stai pensando? le chiesi era un sollievo pronunciare le parole ad alta voce finalmente. Incroci il mio sguardo, ed il suo respiro acceler e le sue guance si colorarono leggermente di rosa. Inalai, assaporandone il gusto nellaria. Sto cercando di capire cosa sei. Serrai i lineamenti del viso trattenendo il sorriso, mentre il panico mi attanagliava il corpo.
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Ovviamente se lo stava chiedendo. Non era stupida. Non potevo sperare che potesse essere tanto miope di fronte a qualcosa di cos evidente. E stai facendo progressi? le chiesi con quanta pi leggerezza potevo. Non molti, ammise. Ridacchiai per il sollievo improvviso. Quali sono le tue teorie? Non potevano essere peggiori della verit, qualunque cosa avesse escogitato. Le sue guance diventarono di un rosso brillante, e non disse niente. Nellaria riuscivo a percepire il calore del suo rossore. Tentai con il mio tono persuasivo. Funzionava bene con gli umani normali. Non me lo diresti? sorrisi incoraggiante. Scosse il capo. Troppo imbarazzante. Ugh. Non sapere era peggio di qualunque altra cosa. Perch le sue ipotesi avrebbero dovuto imbarazzare lei? Non sopportavo di non sapere. E davvero frustrante, lo sai. Il mio reclamo aveva scatenato qualcosa dentro di lei. I suoi occhi lampeggiarono e le sue parole fluirono pi in fretta del solito. No, proprio non immagino perch dovrebbe essere frustrante solo perch qualcuno si rifiuta di dirti a cosa sta pensando, nonostante tutto il tempo gli vengano fatte sottili osservazioni criptiche appositamente studiate per tenerlo sveglio a domandarsi cosa possano eventualmente significarevediamo, perch dovrebbe essere frustrante? La guardai corrucciato, turbato nel rendermi conto che aveva ragione. Non mi stavo comportando lealmente. Lei continu. O meglio, diciamo che una certa persona abbia anche fatto una vasta gamma di cose bizzarre dal salvarti la vita in circostanze impossibili un giorno al trattarti come un paria il giorno dopo, e che non ne abbia mai spiegata nessuna, malgrado avesse promesso. Anche questo sarebbe davvero non-frustrante. Era il discorso pi lungo che le avessi mai sentito fare, e mi forn una nuova qualit da aggiungere alla mia lista. Sei piuttosto in collera, non vero? Non mi piace che si usino due pesi e due misure. Ovviamente, la sua irritazione era completamente giustificata. Fissavo Bella, chiedendomi come avrei mai potuto fare qualcosa di giusto accanto a
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lei, quando il grido silenzioso nella testa di Mike Newton mi fece distrarre. Era talmente adirato che mi fece ridere. Che c? domand. Il tuo amichetto sembra pensare che mi stia comportando male con te combattuto tra il venire o meno ad interrompere la nostra lite. Mi sarebbe piaciuto tantissimo vederlo provarci. Risi di nuovo. Non so a chi ti riferisci, disse con voce gelida. Ma sono comunque sicura che ti sbagli. Apprezzai moltissimo il modo in cui laveva liquidato con quella frase sbrigativa. Non mi sbaglio. Te lho detto, per lo pi le persone sono facili da leggere. Non io, ovviamente No. Tu no. Doveva fare eccezione a tutto? Non sarebbe stato pi giusto considerando tutto quanto mi dovevo gi occupare se avessi potuto sentire almeno qualcosa di ci che aveva in mente? Era chiedere troppo? Chiss perch cos? Guardai fisso nei suoi occhi, riprovandoci Distolse lo sguardo. Apr la sua limonata e bevve un rapido sorso, tenendo gli occhi sul tavolo. Non hai fame? le chiesi. No. Osserv il tavolo vuoto che ci separava. Tu? No, non ho fame, dissi. Senza alcun dubbio non ne avevo. Fiss il tavolo sporgendo le labbra. Aspettai. Potresti farmi un favore? chiese, tornando dimprovviso ad incrociare il mio sguardo. Cosavrebbe voluto da me? Mi avrebbe chiesta la verit che non potevo dirle la verit che non avrei mai, mai voluto che sapesse? Dipende da quello che vuoi. Non molto, promise. Aspettavo, nuovamente incuriosito. Mi stavo solo chiedendo parlava lentamente, fissando la bottiglia di limonata, tracciandone il bordo con il mignolino. Se potessi avvisarmi in anticipo la prossima volta che deciderai dignorarmi per il mio bene? Tanto per essere preparata. Voleva un preavviso? Allora essere ignorata da me doveva essere una brutta cosa
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per lei Sorrisi. Mi pare giusto, concordai. Grazie, disse, alzando lo sguardo. La sua espressione era talmente sollevata che volevo ridere sollevato io stesso. Allora posso averne uno in cambio? chiesi ottimista. Uno concesse. Dimmi una tua teoria. Era avvampata. Quello no. Non hai specificato, hai solo promesso una risposta le feci notare. E tu stesso hai infranto una promessa, mi fece notare lei di rimando. Mi aveva colto in fallo. Solo una teoria non rider. Si, lo farai. Pareva esserne molto sicura, sebbene non riuscissi ad immaginare cosavrei potuto trovarci di divertente. Tentai di persuaderla in un altro modo. La fissai profondamente negli occhi una cosa facile da fare, con degli occhi tanto profondi e sussurrai, Per favore? Aveva battuto le palpebre ed il suo viso era sbiancato. Beh, non era esattamente la reazione che avevo cercato di ottenere. Ehm, cosa? chiese. Sembrava stordita. Cosa cera che non andava in lei? Ma non mi ero ancora arreso. Per favore, dimmi soltanto una piccola teoria, la pregavo con la mia voce morbida, non terrificante, tenendo i suoi occhi nei miei. Con mia sorpresa e soddisfazione, alla fine funzion. Uhm, allora, ti ha morso un ragno radioattivo? Fumetti? Non cera da stupirsi se aveva pensato che mi sarei messo a ridere. Non molto creativo, la rimproverai, cercando di nascondere il mio ennesimo sollievo. Spiacente, tutto quello che sono riuscita ad escogitare, disse, offesa. Il che mi rese ancor pi sollevato. Ero di nuovo in grado di canzonarla. Non ci sei neanche vicina. Niente ragni? Naaa.
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E nessuna radioattivit? Nessuna. Accidenti, sospir. E neppure la Kryptonite mi fa niente, dissi in fretta prima che potesse chiedermi di qualche altro morso e poi non potei non ridere, perch pensava che fossi un supereroe. Non ti permesso ridere, ricordi? Strinsi le labbra. Un giorno o laltro riuscir a capirlo, promise. E quando ci fosse riuscita, sarebbe scappata. Vorrei che non tentassi dissi, tutto lo scherno se nera andato. Perch? Le dovevo onest. Tuttavia, cercai di sorridere, per far sembrare le mie parole meno minacciose. E se non fossi un supereroe? E se fossi il cattivo? Spalanc gli occhi di una frazione e socchiuse appena le labbra. Oh, disse. E poi, dopo un altro secondo, Capisco. Finalmente mi aveva ascoltato. Davvero? chiesi, faticando a nascondere la mia agonia. Sei pericoloso? indovin. La sua respirazione acceler, ed il suo cuore cominci a battere forte. Non potevo risponderle. Era questo il mio ultimo momento con lei? Sarebbe scappata via adesso? Potevo concedermi di dirle che lamavo prima che se ne andasse? O questo lavrebbe spaventata ancora di pi? Ma non cattivo, sussurr, scuotendo la testa, senza alcuna paura negli occhi limpidi. No, non credo che tu sia cattivo. Ti sbagli, esalai. Certo che ero cattivo. Non stavo gioendo, adesso, perch aveva di me unopinione migliore di quella che meritassi? Se fossi stato una persona buona, le sarei girato al largo. Allungai la mano sul tavolo, cercando di raggiungere il tappo della sua limonata come pretesto. Non rifugg limprovvisa vicinanza della mia mano. Davvero non aveva paura di me. Non ancora. Invece di guardarla, osservavo il tappo che facevo girare come una trottola. I miei pensieri erano finiti in un ingorgo.
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Scappa, Bella, scappa. Non potevo indurmi a dire quelle parole ad alta voce. Scatt in piedi. Faremo tardi, disse, proprio mentre cominciavo a temere che in qualche modo avesse ascoltato il mio avvertimento muto. Non vengo a lezione. Perch no? Perch non voglio ucciderti. Fa bene alla salute saltare le lezioni ogni tanto. Ad essere precisi, faceva pi bene agli esseri umani se i vampiri saltavano le lezioni i giorni in cui il loro sangue veniva spillato. Il Signor Banner oggi aveva in programma la lezione sui gruppi sanguigni. Alice aveva gi saltato la sua lezione quella mattina. Beh, io vado, disse. Non mi sorprese. Era responsabile faceva sempre la cosa giusta. Era il mio opposto. Ci vediamo pi tardi, allora, dissi, cercando ancora di apparire disinvolto, fissando ostinato il tappo che girava. E, a proposito, ti adoroin modi spaventosi e pericolosi. Lei esit, e malgrado tutto per un momento sperai che sarebbe rimasta con me. Ma la campanella suon e lei era corsa via. Aspettai finch non se ne fu andata, e poi minfilai il tappo nella tasca un souvenir di questa conversazione molto significativa e camminai nella pioggia fino alla mia macchina. Misi su il mio CD rilassante preferito lo stesso che avevo ascoltato quel primo giorno ma non sentii le note di Debussy a lungo. Altre note mi attraversarono la mente, il frammento di una melodia che mi piaceva e mintrigava. Abbassai il volume dello stereo ed ascoltai la musica nella mia testa, giocando con quel frammento finch non evolse in una melodia pi compiuta. Istintivamente, le mie dita si mossero nellaria sopra la tastiera immaginaria di un pianoforte. La nuova composizione stava davvero facendo progressi quando la mia attenzione fu catturata da unondata di tormento mentale. Mi rivolsi verso quellangoscia. Sta per perdere i sensi? Che devo fare? Mike era nel panico. A una novantina di metri di distanza, Mike Newton stava poggiando linerme corpo di Bella sul marciapiede. Lei era crollata senza alcuna reazione sul calcestruzzo bagnato,
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con gli occhi chiusi e la pelle di un gessoso bianco cadaverico. Quasi sfondai la portiera della macchina. Bella? strillai. Niente cambi sul suo viso esanime quando gridai il suo nome. Il mio intero corpo divent pi freddo del ghiaccio. Mi resi conto dello stupore irritato di Mike mentre rovistavo furiosamente nei suoi pensieri. Pensava soltanto alla collera che provava per me, perci non sapevo cosa non andasse in Bella. Se in qualche modo le aveva fatto del male, lavrei annientato. Che c che non va ferita? domandai perentorio, cercando di mettere a fuoco i suoi pensieri. Era esasperante dover tenere unandatura umana. Non dovevo richiamare lattenzione sul modo in cui mi avvicinavo. Poi riuscii a sentire il battito del suo cuore ed il suo respiro regolare. Mentre la guardavo, strinse ancora pi forte gli occhi gi chiusi. Il che attenu in parte il mio panico. Intravidi un baluginio di ricordi nella mente di Mike, uno spruzzo dimmagini dellaula di biologia. La testa di Bella china sul nostro tavolo, la sua pelle diafana che diventava verdognola. Gocce di rosso sui cartoncini bianchi Analisi del gruppo sanguigno. Mi fermai dovero, trattenendo il respiro. Il suo profumo era una cosa, il suo sangue che fluiva era una cosa completamente diversa. Credo che sia svenuta, disse Mike, ansioso e risentito allo stesso tempo. Non so cosa sia successo, non si nemmeno punta il dito. Il sollievo minvase, e ricominciai a respirare, saggiando laria. Ah, potevo odorare la minuscola perdita della puntura di Mike Newton. Un tempo, avrebbe potuto tentarmi. Minginocchiai accanto a lei mentre Mike mi si parava vicino, furioso per la mia intromissione. Bella. Puoi sentirmi? No, si lagn. Vai via. Il sollievo fu cos intenso che mi misi a ridere. Stava bene. La stavo portando in infermeria, disse Mike. Ma non ha voluto proseguire oltre. Ce la porto io. Tu puoi tornartene in classe, dissi in tono sbrigativo. I denti di Mike si serrarono. No. Ci si aspetta che sia io a farlo. Non intendevo restare a discutere con quel miserabile.
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Emozionato e terrorizzato, per met grato e per met afflitto da quella situazione difficile che rendeva il toccarla una necessit, sollevai delicatamente Bella dal marciapiede e la tenni tra le mie braccia, toccandone solo i vestiti, e mettendo quanta pi distanza mi fosse possibile tra i nostri corpi. Contestualmente, stavo gi camminando speditamente, nella fretta di saperla salva lontana da me, in altre parole. I suoi occhi si spalancarono di colpo, meravigliati. Mettimi gi, mi ordin con voce fioca nuovamente imbarazzata, indovinai dalla sua espressione. Non le piaceva mostrarsi debole. A malapena riuscivo a sentire le urla di protesta di Mike alle nostre spalle. Hai un aspetto tremendo, le dissi, spalancando il sorriso perch non cera niente che non andasse in lei salvo una mente sconclusionata ed uno stomaco debole. Rimettimi sul marciapiede, disse. Le sue labbra erano bianche. E cos svieni alla vista del sangue?. Poteva essere pi ironico? Lei chiuse gli occhi e serr le labbra. E nemmeno del tuo sangue, aggiunsi, aprendo di pi il sorriso. Eravamo davanti alla segreteria. La porta era appena accostata, e le diedi un calcio per aprirla. La Signorina Cope fece un salto, allarmata. Oh, mio, ansim mentre esaminava la ragazza cinerea tra le mie braccia. Si sentita mancare a biologia, spiegai, prima che la sua immaginazione potesse sfuggirle un p troppo di mano. La Signorina Cope corse ad aprire la porta dellinfermeria. Gli occhi di Bella erano di nuovo aperti, e la osservavano. Ascoltai lo stupore interiore dellanziana infermiera mentre adagiavo delicatamente Bella sullunico lettino malconcio. Non appena fu libera dalle mie braccia, misi lintera larghezza della stanza a separarci. Il mio corpo era troppo eccitato, troppo affamato, i miei muscoli si erano tesi ed il veleno scorreva. Lei era cos calda e profumata. E solo un p debole, rassicurai la Signora Hammond. Stanno facendo lezione sui gruppi sanguigni a biologia. Lei annu, benevola adesso. Ce n sempre uno. Soffocai una risata. Potevo contarci che quelluno sarebbe stata Bella. Resta sdraiata soltanto un minuto, cara, disse la Signora Hammond. Passer.
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Lo so, disse Bella. Ti succede spesso? chiese linfermiera. Qualche volta, ammise Bella. Cercai di camuffare la mia risata tossendo. Il che mi riport allattenzione dellinfermiera. Puoi tornare in classe ora, disse. La guardai diritta negli occhi e mentii con impeccabile sicurezza. Ci si aspetta che rimanga con lei. Mmh. Mi domandooh insomma. La Signora Hammond annu. Funzionava proprio bene con lei. Perch Bella doveva essere tanto complicata? Vado a prendere del ghiaccio da metterti sulla fronte, cara, disse linfermiera, lievemente a disagio guardandomi negli occhi cos come un umano avrebbe dovuto sentirsi ed usc dalla stanza. Avevi ragione, biascic Bella, chiudendo gli occhi. Cosa intendeva? Saltai alla conclusione peggiore: aveva accolto i miei avvertimenti. Come al solito, dissi, cercando di mantenere lilarit nella mia voce; suonava aspra ora. Ma a proposito di cosa stavolta? Saltare le lezioni fa bene alla salute, sospir. Ah, di nuovo il sollievo. Poi rimase in silenzio. Si limitava ad inspirare ed espirare lentamente. Le sue labbra stavano cominciando a diventare rosa. La sua bocca era lievemente sproporzionata, il labbro inferiore un p troppo carnoso rispetto a quello superiore. Fissarne la bocca mi faceva sentire strano. Mi faceva venire voglia di andarle pi vicino, che non era una buona idea. Per un momento mi hai fatto paura l fuori, dissi per rianimare la conversazione cos che potessi sentire di nuovo la sua voce. Ho pensato che Mike Newton stesse trascinando fuori il tuo corpo senza vita per seppellirlo nel bosco. Ha, ha, disse. Onestamente ho visto dei cadaveri con un colorito migliore. Era del tutto vero. Ero preoccupato di dover vendicare la tua morte. E lavrei fatto. Povero Mike, sospir. Scommetto che arrabbiatissimo. La furia mi pervase, ma riuscii a contenerla rapidamente. La sua preoccupazione era sicuramente dettata dalla compassione. Era gentile. Nientaltro.
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Mi detesta nella maniera pi assoluta, le dissi, rallegrato da quellidea. Questo non puoi saperlo. Ho visto la sua faccia si capiva. Probabilmente era vero che leggerne il viso avrebbe potuto fornirmi abbastanza informazioni per fare quella particolare deduzione. Tutta questa pratica con Bella stava affinando la mia abilit dinterpretare le espressioni umane. Come hai fatto a vedermi? Pensavo stessi saltando le lezioni. Il suo viso aveva un aspetto migliore il verde smorzato era svanito dalla sua pelle trasparente. Ero in macchina, che ascoltavo un CD. La sua espressione si era contratta, come se la mia risposta del tutto normale lavesse in qualche modo sorpresa. Apr di nuovo gli occhi quando la Signora Hammond torn con un impacco di ghiaccio. Ecco qui, cara, le disse linfermiera poggiandolo sulla fronte di Bella. Hai un aspetto migliore. Penso di stare bene, disse Bella, e si mise seduta mentre si toglieva limpacco. Ovviamente. Non le piaceva che ci si prendesse cura di lei. Le mani rugose della Signora Hammond annasparono verso di lei, come per farla sdraiare di nuovo, ma proprio allora la Signorina Cope apr la porta della segreteria e si sporse allinterno. Con la sua comparsa giunse lodore di sangue che stillava, solo una zaffata. Invisibile nellufficio alle sue spalle, Mike Newton era ancora molto arrabbiato, desiderando che il corpo pesante del ragazzo che trascinava ora fosse quello della ragazza che era qui dentro con me. Ce n un altro, disse la Signorina Cope. Bella salt in fretta gi dal lettino, ansiosa di sottrarsi ai riflettori. Ecco, disse, restituendo limpacco alla Signora Hammond. A me questo non serve. Mike grugn intanto che quasi spingeva Lee Stevens attraverso la porta. Il sangue stava ancora gocciolando dalla mano che Lee si teneva sul viso, colandogli sul polso. Oh no. Questo era segno che dovevo andarmene ed anche Bella, apparentemente. Scappa in segreteria, Bella.
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Lei mi guardava con occhi sconcertati. Fidati di me vai. Era scattata ed aveva imboccato la porta prima che si richiudesse, schizzando in segreteria. Io le ero dietro di pochi centimetri. I suoi capelli fluttuanti mi sfioravano la mano Si volt a guardarmi, con gli occhi ancora sgranati. Mi hai dato subito retta. Era la prima volta. Il suo nasino si era arricciato. Ho sentito lodore del sangue. La guardai sbalordito. Le persone non riescono a sentire lodore del sangue. Beh, io si questo che mi fa star male. Odora di rugginee di sale. La mia faccia simmobilizz, ancora fissa su di lei. Era davvero veramente umana? Sembrava umana. Era morbida come unumana. Profumava come unumana beh, meglio per la verit. Agiva come unumanapi o meno. Ma non pensava come unumana, n rispondeva come se lo fosse. Quale altra soluzione cera, per? Che c? chiese. Niente. Mike Newton a quel punto cinterruppe, entrando nella stanza coi pensieri risentiti e violenti. Stai meglio, le disse sgarbatamente. La mia mano si era contratta, desiderando insegnargli un p di buone maniere. Dovevo tenermi sotto controllo, o avrei finito per uccidere questodioso ragazzo. Basta che tieni la mano in tasca, disse lei. Per un assurdo momento, pensai che stesse parlando con me. Non sanguina pi, rispose astiosamente. Intendi rientrare in classe? Stai scherzando? Dovrei subito voltarmi e tornare qui. Benissimo. Avevo pensato che mi sarei dovuto perdere questintera ora insieme a lei, ed invece, adesso, avevo del tempo in pi. Mi sentivo ingordo, un avaro avidamente attaccato ad ogni singolo minuto. Gi, immagino borbott Mike. Allora ci sarai questo fine settimana? Alla spiaggia? Ah, avevano dei progetti. La rabbia mi paralizz sul posto. Era una gita di gruppo,
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per. Ne avevo visto qualcosa nella mente degli altri studenti. Non sarebbero stati loro due soli. Ero ancora furioso. Mi appoggiai inespressivo al bancone, cercando di controllarmi. Sicuro, ho detto che sarei venuta gli promise. Perci aveva detto di si anche a lui. La gelosia bruciava, pi dolorosa della sete. No, si tratta soltanto di unuscita di gruppo, cercai di convincermi. Avrebbe solamente trascorso la giornata con gli amici. Niente di pi. Ci vediamo davanti al negozio di mio padre, alle dieci. E Cullen NON E invitato. Ci sar, disse. Ci vediamo in palestra, allora. A dopo, rispose. Torn in classe trascinando i piedi, con i pensieri traboccanti dira. Cosa ci trova in quel mostro? Certo, ricco, immagino. Le pollastre pensano che sia uno schianto, ma a me non sembra. Troppotroppo perfetto. Scommetto che suo padre ha fatto degli esperimenti di chirurgia plastica su tutti loro. Ecco perch sono tutti cos pallidi e carini. Non normale. E in un certo modo terrificante. Qualche volta, quando mi guarda, giurerei che sta pensando a come uccidermi Mostruoso Mike non era completamente stupido. Ginnastica, Bella ripet debolmente. Un gemito. La guardavo, e capivo che era di nuovo triste per qualcosa. Non ero certo del perch, ma era chiaro che non voleva andare alla prossima lezione con Mike, ed io ero completamente daccordo con quel piano. Mi misi al suo fianco e mi chinai accostandomi al suo viso, sentendo il calore della sua pelle che sirradiava fino alle mie labbra. Non osavo respirare. Di questo posso occuparmi io, mormorai. Vai a sederti ed impallidisci. Lei fece come le avevo chiesto, sedendosi su una delle sedie imbottite ed appoggiando la testa contro la parete, mentre, dietro di me, la Signorina Cope usciva dalla stanza sul retro ed andava alla sua scrivania. Con gli occhi chiusi, Bella sembrava essere svenuta di nuovo. Non aveva ancora ripreso del tutto colore. Mi voltai verso la segretaria. Con un p di fortuna, Bella avrebbe prestato attenzione, pensai sardonicamente. Quello era il modo in cui un umano si supponeva dovesse reagire. Signorina Cope? chiesi, usando di nuovo la mia voce persuasiva.
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Sbatt le ciglia, ed il suo cuore acceler. Troppo giovane, controllati! Si? Interessante. Quando le pulsazioni di Shelly Cope aumentavano, era perch mi trovava fisicamente attraente, non perch era spaventata. Mi ci ero abituato con le femmine della specie umananon avevo ancora preso in considerazione quella spiegazione per il cuore accelerato di Bella. Mi piaceva alquanto. Troppo, effettivamente. Sorrisi, ed il respiro della Signorina Cope si fece ansimante. Bella ha ginnastica la prossima ora, e non credo che si senta abbastanza bene. A dire il vero, stavo pensando che dovrei portarla a casa adesso. Pensa che potrebbe dispensarla dalla lezione?. Fissai i suoi occhi per niente profondi, godendomi lo scompiglio che ci causava ai suoi processi mentali. Era possibile che Bella...? La Signorina Cope dovette deglutire rumorosamente prima di rispondere. Hai bisogno di una giustificazione anche tu, Edward? No, io ho la Signora Goff, non ci bader. Non le prestavo molta attenzione ora. Stavo esplorando questa nuova possibilit. Hmm. Mi sarebbe piaciuto credere che Bella mi trovasse attraente come le altre umane, ma quando mai Bella aveva le stesse reazioni degli altri esseri umani? Non avrei dovuto illudere le mie speranze. Okay, tutto sistemato. Ti senti meglio, Bella? Bella annu debolmente - esagerando un p. Puoi camminare, o vuoi che ti riporti in braccio? chiesi, divertito dalla sua pessima recitazione. Sapevo che avrebbe preferito camminare non voleva sembrare debole. Cammino, disse. Di nuovo esatto. Stavo facendo progressi. Si era alzata, esitando un momento come per valutare il suo equilibrio. Le tenni la porta aperta, e cincamminammo fuori sotto la pioggia. La guardai sollevare il viso verso la pioggia leggera con gli occhi chiusi, con un sorriso appena accennato sulle labbra. A cosa stava pensando? Qualcosa in questo gesto mi pareva stonato, e compresi immediatamente perch la posa mi fosse sembrata insolita. Le normali ragazze umane non avrebbero sollevato i loro visi verso la pioggerella; le
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normali ragazze umane di solito erano truccate, perfino in un posto umido come questo. Bella non si truccava mai, non che ne avesse bisogno. Le industrie cosmetiche incassavano miliardi ogni anno dalle donne che cercavano di ottenere una pelle come la sua. Grazie, disse, rivolgendo il sorriso a me, adesso. Val la pena stare male per saltare ginnastica. Guardavo fisso oltre il campus, pensando a come prolungare il mio tempo con lei. Quando vuoi, dissi. Allora vieni? Questo sabato, intendo?. Sembrava speranzosa. Ah, la sua speranza era tonificante. Era me che voleva con lei, non Mike Newton. E volevo dirle di si. Ma cerano parecchie cose da considerare. Per cominciare, ci sarebbe stato il sole questo sabato Dove andate, esattamente?. Cercai di mantenere un tono di voce noncurante, come se non avesse molta importanza. Mike aveva detto spiaggia, per. Non cerano molte possibilit di evitare la luce del sole l. Gi a La Push, a First Beach. Maledizione. Beh, era impossibile, allora. In ogni caso, Emmett si sarebbe seccato se avessi cancellato i nostri progetti. Le lanciai unocchiata, sorridendo sarcasticamente. Davvero non penso di essere stato invitato. Lei sospir, gi rassegnata. Ti ho appena invitato io. Evitiamo, tu ed io, di spingere oltre il povero Mike per questa settimana. Non vogliamo che vada in pezzi. Pensai di mandare in pezzi il povero Mike io stesso, e mi gustai quellimmagine mentale immensamente. Mike-smaccato, disse, di nuovo sbrigativa. Spalancai il sorriso. E poi cominci ad allontanarsi da me. Senza pensare a quel che facevo, allungai la mano e lafferrai da dietro il giubbotto impermeabile. Si arrest sobbalzando. Dove pensi di andare?. Ero quasi arrabbiato perch mi stava lasciando. Il tempo passato con lei non era stato abbastanza. Non poteva andarsene, non ancora. Me ne vado a casa, disse, confusa dal perch questo avrebbe dovuto inquietarmi. Non mi hai sentito promettere che ti avrei accompagnata a casa sana e salva? Pensi
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che ti lascer guidare nelle tue condizioni?. Sapevo che quello non le sarebbe piaciuto la mia allusione ad una sua qualche debolezza. Ma avevo bisogno di far pratica per la gita a Seattle, comunque. Vedere se potevo gestire laverla cos vicina in uno spazio ristretto. Questo era un tragitto assai pi breve. Che condizioni? domand. E che mi dici del mio pick-up? Chieder ad Alice di riportartelo dopo la scuola. La tiravo verso la mia macchina facendola camminare allindietro, con molta prudenza, perch ora sapevo che per lei era gi abbastanza impegnativo camminare in avanti. Lasciami andare! disse, scartando di lato e quasi inciampando. Allungai la mano per prenderla, ma si rimise diritta da sola prima che fosse necessario. Non avrei dovuto cercare delle scuse per poterla toccare. Il che mi fece pensare alla reazione della Signorina Cope nei miei riguardi, ma archiviai la questione per dopo. Cera molto da valutare su quel fronte. La lasciai andare accanto alla macchina, ed inciamp sbattendo contro la portiera. Sarei dovuto essere perfino pi accorto, tenendo conto del suo scarso equilibrio Sei cos aggressivo! E aperta. Salii al mio posto e misi in moto la macchina. Lei se ne restava impettita, fuori, bench la pioggia battesse pi forte e sapevo che non le piacevano il freddo e lumidit. Lacqua stava inzuppandole i folti capelli, scurendoli fino a farli sembrare quasi neri. Sono perfettamente in grado di riportarmi a casa da sola! Ovviamente lo era ero solo io che non ero in grado di lasciarla andare. Abbassai il finestrino dalla sua parte e mi sporsi verso di lei. Sali, Bella. I suoi occhi diventarono due fessure, ed indovinai che stava considerando se tentare o meno di scappare. Ti ritrasciner indietro, promisi, divertito dal disappunto sul suo viso quando aveva capito che lavrei fatto davvero. Con il mento affettatamente sollevato in aria, aveva aperto la portiera ed era salita. I suoi capelli gocciolavano sui sedili di pelle ed i suoi stivali sciabordavano luno contro laltro. Questo non assolutamente necessario, disse freddamente. Pensai che sembrasse pi imbarazzata che indispettita.
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Mi limitai ad alzare il riscaldamento cos che non si sentisse a disagio, e regolai il volume della musica ad un piacevole livello di sottofondo. Guidai verso luscita, guardandola con la coda dellocchio. Il suo labbro inferiore sporgeva ostinatamente. Lo fissavo, valutando come mi facesse sentireripensando alla reazione della segretaria Dimprovviso guard lo stereo e sorrise, spalancando gli occhi. Clair de lune?, chiese. Una patita dei classici? Conosci Debussy? Non bene, disse. Mia madre ascolta un sacco di musica classica a casa conosco solo le mie preferite. E anche una delle mie preferite. Fissai la pioggia, riflettendoci sopra. Avevo addirittura qualcosa in comune con la ragazza. Avevo cominciato a pensare che fossimo opposti in tutto. Sembrava pi rilassata ora, mentre fissava la pioggia come me, con gli occhi persi nel vuoto. Approfittai della sua momentanea distrazione per esercitarmi con la respirazione. Presi aria dal naso con circospezione. Potente. Strinsi il volante ancor pi saldamente. La pioggia migliorava il suo profumo. Non avrei mai pensato che fosse possibile. Stupidamente, dimprovviso stavo immaginando che sapore avesse. Cercai di reprimere il fuoco che avevo in gola, di pensare a qualcosaltro. Com tua madre? chiesi per distrarmi. Bella sorrise. Mi assomiglia parecchio, ma molto pi bella. Ne dubitavo. Ho preso un p troppo da Charlie, continu. E molto pi estroversa di me, e pi coraggiosa. Dubitavo anche di questo. E irresponsabile e vagamente eccentrica, ed una cuoca davvero imprevedibile. E la mia migliore amica. La sua voce si era fatta malinconica; la fronte le si era corrugata. Di nuovo, dava limpressione di essere pi un genitore che una figlia. Mi fermai davanti a casa sua, domandandomi troppo tardi se si poteva supporre che
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sapessi dove abitava. No, questo non sarebbe parso sospetto in una citt tanto piccola, con il padre che era un personaggio pubblico Quanti anni hai, Bella?. Doveva essere pi vecchia dei suoi compagni. Forse aveva cominciato tardi la scuola, o era stata bocciatanon sembrava credibile, per. Diciassette rispose. Non sembri una diciassettenne. Si mise a ridere. Che c? Mia madre dice sempre che sono nata che avevo trentacinque anni e che ogni giorno che passa mi avvicino di pi alla mezza et. Rise di nuovo, e poi sospir. Beh, qualcuno deve pur fare ladulto. Questo chiariva le cose. Adesso potevo capirlouna madre immatura aiutava a spiegare la maturit di Bella. Aveva dovuto crescere in fretta, per diventare una balia. Per questo non le piaceva che gli altri si prendessero cura di lei sentiva che quello era compito suo. Neanche tu assomigli poi tanto ad uno studente del terzo anno delle superiori, disse, strappandomi alle mie elucubrazioni. Feci una smorfia. Per ogni cosa che riuscivo ad intuire di lei, lei di rimando riusciva ad intuirne troppe. Cambiai argomento. E cos, come mai tua madre ha sposato Phil? Esit un momento prima di rispondere. Mia madre molto giovanile per la sua et. Credo che Phil la faccia sentire ancora pi giovane. Ad ogni modo, pazza di lui. Scosse la testa con indulgenza. Tu approvi? domandai. Ha importanza? chiese. Voglio che sia felicee lui ci che vuole. Laltruismo insito nel suo commento mi avrebbe sbalordito, senonch si accordava fin troppo bene con tutto quanto avevo imparato del suo carattere. Davvero generosoChiss Cosa? Pensi che ti ricambierebbe con la stessa generosit? Non importa su chi cadesse la tua scelta? Era una domanda assurda, e non riuscii a conservare un tono disinvolto mentre la
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ponevo. Che idiozia anche solo considerare che qualcuno potesse dare la sua approvazione a me per la propria figlia. Che idiozia anche solo pensare a Bella che sceglieva me. Io io penso di si, era sconvolta, per una qualche reazione al mio sguardo penetrante. Paurao attrazione? Ma lei il genitore, dopo tutto. E un tantino differente, concluse. Sorrisi sarcasticamente. Nessuno di troppo spaventoso quindi. Spalanc il sorriso. Cosa intendi per spaventoso? Piercing facciali multipli ed una gran quantit di tatuaggi? Questa potrebbe essere una definizione, suppongo. Una definizione affatto minacciosa, dal mio punto di vista. Qual la tua definizione? Faceva sempre la domanda sbagliata. O esattamente la domanda giusta, forse. Lunica cui non volevo rispondere, in ogni caso. Pensi che io potrei essere spaventoso? le chiesi, cercando di sorridere un p. Ci riflett a fondo prima di rispondermi con voce seria. Hmmpenso che potresti esserlo, se volessi. Anchio ero serio. Hai paura di me adesso? Rispose allistante, senza nemmeno pensarci. No. Sorrisi con maggiore disinvoltura. Non credevo che mi stesse dicendo tutta la verit, ma neanche stava davvero mentendo. Perlomeno, non era spaventata abbastanza da volersene andare. Mi chiesi come si sarebbe sentita se le avessi detto che stava avendo quella conversazione con un vampiro. Raccapricciai mentalmente allimmagine della sua reazione. Allora, intendi parlarmi della tua famiglia adesso? Deve essere una storia assai pi interessante della mia. Pi spaventosa, quantomeno. Cosa vuoi sapere? le chiesi circospetto. I Cullen ti hanno adottato? Si. Esit, poi parl a bassa voce. Cos successo ai tuoi genitori? Questa non era cos difficile; non dovevo neppure mentirle. Sono morti parecchio tempo fa.
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Mi dispiace, biascic, chiaramente preoccupata di avermi ferito. Lei era preoccupata per me. In verit non me li ricordo tanto bene, la rassicurai. Carlisle ed Esme sono i miei genitori da tanto tempo oramai. E gli vuoi bene, dedusse. Sorrisi. Si. Non potrei immaginare due persone migliori. Sei molto fortunato. So di esserlo. In quellunica circostanza, sulla questione dei genitori, la mia fortuna era innegabile. E i tuoi fratelli e le tue sorelle? Se la lasciavo farmi pressione per troppi dettagli, avrei dovuto mentirle. Gettai uno sguardo allorologio, demoralizzato perch il mio tempo con lei era scaduto. I miei fratelli e le mie sorelle, e Jasper e Rosalie quanto a ci, saranno parecchio irritati se dovranno restare ad aspettarmi sotto la pioggia. Oh, scusa, immagino tu debba andare. Non si muoveva. Neanche lei voleva che il nostro tempo scadesse. Il che mi piaceva davvero, davvero tanto. E probabilmente vorrai riavere indietro il tuo pick-up prima che lispettore Swan torni a casa, cos da non dovergli raccontare dellincidente occorso a biologia. Spalancai il sorriso al pensiero del suo imbarazzo mentre la tenevo tra le mie braccia. Sono certa che lha gi saputo. Non ci sono segreti a Forks. Aveva pronunciato il nome della citt con palese avversione. Risi delle sue parole. Nessun segreto, davvero. Divertiti alla spiaggia. Lanciai unocchiata alla pioggia battente, sapendo che non sarebbe durata, e desiderando pi fortemente del normale che lo facesse. Un tempo eccellente per i bagni di sole. Beh, sarebbe stato sabato. Si sarebbe divertita. Non ci vediamo domani? Linquietudine nel tono della sua voce mi rallegr. No. Emmett ed io cominciamo il fine settimana in anticipo. Ero arrabbiato con me stesso ora per aver fatto quei progetti. Avrei potuto disfarlima a questo punto non cera niente di simile allandare troppo a caccia, e la mia famiglia era gi abbastanza preoccupata dalla mia condotta, senza bisogno di fargli capire quanto stessi diventando
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ossessivo. Cosa farete? chiese, allapparenza per niente felice della mia rivelazione. Bene. Escursionismo alla Riserva Naturale di Goat Rocks, proprio a sud di Rainier. Emmett era impaziente di aprire la stagione della caccia allorso. Oh, beh, divertitevi, disse senza troppo entusiasmo. La sua mancanza di entusiasmo mi rallegr nuovamente. Mentre la guardavo, cominciai a sentirmi quasi agonizzante al pensiero di salutarla seppure solo provvisoriamente. Era talmente tenera e vulnerabile. Pareva sconsiderato lasciarla uscire dal mio campo visivo, dove niente sarebbe potuto succederle. E tuttavia, la cosa peggiore che poteva capitarle sarebbe risultata lo stare con me. Faresti una cosa per me questo fine settimana? chiesi gravemente. Fece cenno di si con la testa, con gli occhi sgranati e sbigottiti per il mio fervore. Vacci piano. Non ti offendere, ma sembri una di quelle persone che attirano i guai come una calamita. Percicerca di non cadere nelloceano o di finire investita o qualunque altra cosa del genere, daccordo? Le sorrisi mestamente, sperando che non riuscisse a vedere la tristezza che avevo negli occhi. Quanto avrei voluto che non fosse tanto pi al sicuro lontana da me, qualunque cosa potesse succederle in mia assenza. Scappa, Bella, scappa. Ti amo troppo, per fare il tuo bene o il mio. La mia canzonatura laveva offesa. Mi guardava torva. Vedr cosa posso fare, schiocc, uscendo sotto la pioggia e sbattendo la portiera quanto pi forte pot dietro di s. Proprio come una gattina infuriata che si crede una tigre. Strinsi la mano attorno alla chiave che le avevo appena sottratto dalla tasca della giacca, e sorrisi mentre me ne andavo.

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7. Melodia

Una volta tornato a scuola, fui costretto ad aspettare. Il che era un bene, perch avevo molto a cui pensare ed avevo bisogno di stare da solo. In macchina persisteva il suo profumo. Tenevo i finestrini chiusi, lasciando che mi aggredisse, cercando di abituarmi alla sensazione di quel fuoco deliberatamente acceso nella mia gola. Attrazione. Era una questione spinosa sulla quale riflettere. Cos tanti aspetti da valutare, cos tanti significati e profondit tra loro differenti. Diversa dallamore, ma in questo ricompresa indissolubilmente. Non avevo idea se Bella fosse attratta da me (il suo silenzio mentale, in qualche modo, avrebbe continuato a crescere sempre pi frustrante finch non fossi diventato pazzo? O cera un limite che alla fine avrei raggiunto?). Cercavo di comparare le sue reazioni fisiche con quelle delle altre, come la segretaria e Jessica Stanley, ma il paragone era inconcludente. Gli stessi sintomi il cambiamento del ritmo cardiaco e del modo di respirare potevano facilmente attribuirsi tanto alla paura o allo shock o allansia quanto allinteresse. Sembrava inverosimile che Bella potesse nutrire il medesimo genere di pensieri cui Jessica Stanley era avvezza. In fin dei conti, Bella sapeva molto bene che cera qualcosa di sbagliato in me, anche se non sapeva esattamente cosa fosse. Aveva toccato la mia pelle di ghiaccio, e poi aveva ritirato bruscamente la mano sottraendola al freddo. E ciononostantese ricordavo quelle fantasie che erano solite disgustarmi, ma le ricordavo con Bella al posto di Jessica Stavo respirando pi velocemente, il fuoco era un artiglio su e gi per la mia gola. E se fosse stata Bella ad immaginarmi con le braccia strette attorno al suo fragile corpo? A sentirmi mentre lattiravo saldamente al mio petto e poi con la mano le sollevavo il mento? Togliendole con delicatezza la folta coltre di capelli dal viso arrossato? Tracciando il contorno delle sue labbra piene con la punta delle mie dita? Inclinando il mio viso pi vicino al suo, dove potevo sentire il calore del suo respiro sulla mia bocca? Avvicinandomi di pi, ancora
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Ma poi indietreggiai di colpo da quel sogno ad occhi aperti, sapendo, cos come avevo saputo quando Jessica aveva immaginato queste cose, cosa sarebbe successo se le fossi andato tanto vicino. Lattrazione era un rompicapo irrisolvibile, perch ero gi troppo attratto da Bella nella maniera peggiore. Volevo che Bella fosse attratta da me, come una donna da un uomo? Quella era la domanda sbagliata. La domanda giusta era Dovrei volere che Bella fosse attratta da me in quel modo?. E la risposta era no. Perch io non ero un maschio umano, e quello non era giusto per lei. Con ogni fibra del mio io desideravo ardentemente essere un uomo normale, cosicch avrei potuto tenerla tra le mie braccia senza rischiarne la vita. Cosicch avrei potuto essere libero di prolungare le mie stesse fantasie, fantasie che non si sarebbero concluse con il suo sangue sulle mie mani, il suo sangue incandescente nei miei occhi. Il mio non darle tregua era imperdonabile. Che tipo di relazione avrei potuto offrirle, quando non potevo rischiare di toccarla? Mi presi la testa tra le mani. Tutto era ancora pi spiazzante perch non mi ero mai sentito cos umano in tutta la mia vita nemmeno quando ero umano, per quanto riuscissi a ricordare. Quandero stato umano, i miei pensieri erano stati tutti rivolti alla gloria di una carriera militare. La Grande Guerra aveva infuriato per quasi tutta la mia adolescenza, e mancavano solamente nove mesi al mio diciottesimo compleanno quandera scoppiata lepidemia dinfluenza Avevo solamente delle vaghe impressioni su quegli anni da umano, dei ricordi indistinti che scolorivano di pi ad ogni decennio che passava. Ricordavo mia madre pi chiaramente, e sentivo un anelito antico quando pensavo al suo viso. Ricordavo a malapena quanto aveva odiato il futuro verso il quale smaniavo di precipitarmi, pregando ogni sera quando rendeva grazie per la cena che lorrida guerra finisse Non avevo ricordi di un altro genere di desiderio. Apparte lamore di mia madre, non cera altro amore che mi avesse fatto desiderare di restare Tutto questo era completamente nuovo per me. Non avevo paralleli da tracciare, n paragoni da fare. Lamore che sentivo per Bella era nato incontaminato, ma adesso le acque erano torbide. Volevo davvero essere in grado di poterla toccare. Lei provava la stessa cosa?
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Non importa, cercai di convincermi. Fissavo le mie mani bianche, odiando la loro durezza, la loro freddezza, la loro forza disumana Sussultai quando la porta del passeggero si apr. Ah. Colto alla sprovvista. E una prima assoluta, pens Emmett scivolando sul sedile. Sono pronto a scommettere che la Signora Goff crede che fai uso di droghe, sei cos strambo ultimamente. Doveri oggi? Stavofacendo delle buone azioni. Uh? Ridacchiai. Prendendomi cura degli ammalati, quel genere di cose. Il che lo confuse ancora di pi, ma poi aveva inalato e colto il profumo nella macchina. Oh. Ancora la ragazza? Feci una smorfia. Sta diventando strano. Dimmi che ne pensi, borbottai. Inal di nuovo. Mmm, ha di certo una fragranza considerevole, non vero? Il ringhio si apr un varco tra le mie labbra addirittura prima che le sue parole giungessero a destinazione, un riflesso condizionato. Calma, ragazzo, si faceva per dire. A quel punto arrivarono gli altri. Rosalie not il profumo allistante e mi lanci uno sguardo truce, ancora nel pieno della sua irritazione. Mi domandavo che problema avesse, ma tutto ci che riuscivo a sentire da lei erano insulti. Neanche la reazione di Jasper mi piacque. Come Emmett, aveva notato il richiamo di Bella. Non che il profumo esercitasse, su alcuno dei due, un millesimo dellattrazione che esercitava su di me. Ero comunque infastidito dal fatto che il suo sangue gli risultasse dolce. Jasper aveva uno scarso autocontrollo Alice salterell fino al mio lato della macchina e tese la mano in attesa delle chiavi del pick-up di Bella. Ho solo visto che lavrei fatto, disse misteriosamente, comera sua abitudine. Il perch me lo devi dire tu. Questo non significa -
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Lo so, lo so. Aspetter. Non ci vorr molto. Sospirai e le diedi le chiavi. La seguii fino a casa di Bella. La pioggia batteva rumorosamente come un milione di piccolissimi martelli, cos forte che forse le orecchie umane di Bella non avrebbero sentito il rombo del motore del pick-up. Guardai la sua finestra, ma lei non si affacci. Forse non era l. Non cerano pensieri da ascoltare. Mi rattrist non essere in grado di ascoltare neppure quel tanto necessario per controllarla per assicurarmi che fosse felice, o incolume, almeno. Alice sal dietro e sfrecciammo a casa. Le strade erano vuote, e cos ci vollero solamente pochi minuti. Ci dirigemmo in gruppo dentro casa, e poi ci dedicammo ai nostri diversi passatempi. Emmett e Jasper erano nel mezzo di unelaborata partita di scacchi, giocata con otto scacchiere riunite distribuite lungo la scura parete a vetrata ed una complicata serie di regole tutte loro. Non mi avrebbero lasciato giocare; solo Alice giocava ancora con me. Alice si era messa al computer proprio dietro langolo rispetto a loro e potevo sentire i suoi monitor che prendevano vita ronzando. Alice stava lavorando al progetto per dei modelli per il guardaroba di Rosalie, ma Rosalie non laveva raggiunta oggi, mettendosi dietro di lei a decidere il taglio ed il colore intanto che la mano di Alice disegnava sopra gli schermi sensibili al tocco (Carlisle ed io avevamo dovuto modificare un poco quel sistema, poich la maggior parte di quel genere di schermi reagiva alla temperatura del corpo). Invece, oggi Rosalie era crollata astiosamente sul divano ed aveva cominciato a scorrere venti canali al secondo sullo schermo piatto, senza mai fermarsi. Lascoltai cercare di decidere se andare o meno in garage a mettere ancora a punto la sua BMW. Esme era al piano di sopra, e canticchiava impegnata da una nuova serie di cianografie. Alice poco dopo fece capolino dalla parete e cominci a scandire muta con il solo labiale la mossa successiva di Emmett che sedeva sul pavimento dandole le spalle a beneficio di Jasper, che mantenne la sua espressione molto pacata mentre abbatteva il cavallo preferito di Emmett. Ed io, per la prima volta dopo cos tanto tempo che me ne vergognavo, presi posto allo squisito pianoforte a coda sistemato proprio accanto alla porta dingresso.
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Feci correre delicatamente la mano sulle scale armoniche, testandone la tonalit. Laccordatura era ancora perfetta. Al piano di sopra, Esme aveva interrotto ci che stava facendo ed aveva reclinato il capo di lato. Attaccai con il primo rigo della melodia che mi si era proposta in macchina oggi, compiaciuto che suonasse persino migliore di quanto avessi immaginato. Edward sta suonando di nuovo, pens Esme giubilante, con un sorriso che le attraversava viso. Si alz dalla scrivania e corse silenziosamente in cima alle scale. Aggiunsi un nuovo accordo, lasciando che la melodia principale vi si avviluppasse. Esme sospir appagata, sedendosi sul gradino pi alto, ed appoggi il capo contro la balaustra. Un nuovo brano. E passato cos tanto tempo. Che splendida melodia. Lasciai che la melodia guidasse verso una nuova direzione, seguendola con un giro di bassi. Edward sta componendo di nuovo? Pens Rosalie, ed i suoi denti si serrarono stretti per la veemenza del suo risentimento. In quellistante, commise un errore di distrazione, e potei leggerne tutta la profonda indignazione. Riuscii a vedere perch era tanto in collera con me. Perch lidea di uccidere Isabella Swan non aveva minimamente scosso la sua coscienza. Con Rosalie, era sempre una questione di vanit. La musica sinterruppe bruscamente, e scoppiai a ridere prima di riuscire ad impedirmelo, un debordante latrato divertito che esplose rapidamente mentre mi portavo la mano davanti alla bocca. Rosalie si volt a guardarmi, con gli occhi lampeggianti una mortificazione furiosa. Anche Emmett e Jasper si voltarono a fissarmi, e riuscii a sentire la confusione di Esme. Esme scese al piano di sotto in un baleno, fermandosi tra Rosalie e me e lanciandoci delle occhiate inquisitorie. Non smettere, Edward, mincoraggi Esme dopo un momento di tensione. Ricominciai a suonare, voltando le spalle a Rosalie mentre cercavo con ogni sforzo di controllare il sorriso spalancato che mi attraversava il viso. Lei si alz in piedi ed usc altezzosamente dalla stanza, pi arrabbiata che imbarazzata. Ma sicuramente piuttosto imbarazzata. Se lo dici a qualcuno ti dar la caccia come a un cane.
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Soffocai unaltra risata. Che c che non va, Rose? la richiam Emmett. Rosalie non si volt. Prosegu fino al garage con la schiena dritta come un fuso, e poi guizz sotto la sua macchina come se potesse seppellircisi. Di che si tratta? mi chiese Emmett. Non ne ho la minima idea, mentii. Emmett brontol, frustrato. Continua a suonare, sollecit Esme. Le mie mani si erano fermate di nuovo. Feci come aveva chiesto, e lei si mise in piedi dietro di me, poggiandomi le mani sulle spalle. Il motivo era irresistibile, ma incompiuto. Giocai con uno stacco, ma in qualche modo non sembr appropriato. E adorabile. Ha un titolo? chiese Esme. Non ancora. C una storia dietro? chiese, con un sorriso nella voce. Questo le dava un immenso piacere, e mi sentivo colpevole per aver trascurato la mia musica per tanto tempo. Ero stato egoista. Euna ninna nanna, suppongo. Inserii lo stacco in quel punto. Si port con disinvoltura al movimento successivo, prendendo vita da solo. Una ninna nanna, ripet tra s. Cera una storia dietro questa melodia, ed una volta vistala, le note andarono a posto senza alcuna fatica. La storia era quella di una ragazza addormentata in un piccolo letto, con i capelli scuri folti ed arruffati e sparpagliati sul cuscino come alghe marine Alice abbandon Jasper a s stesso e venne a sedersi vicino a me sul panchetto. Con la sua voce cristallina, simile a dei campanellini, inton un discanto privo di parole due ottave sopra la melodia. Mi piace, mormorai. Ma che ne dici di questo? Aggiunsi il suo rigo allarmonia le mie mani stavano volando sui tasti ora, per ricomporre insieme tutti i pezzi modificandolo appena, portandolo in una nuova direzione Lei ne colse latmosfera, e lo segu cantando. Si. Perfetto, dissi.
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Esme strinse la mia spalla. Ma ora potevo vederne la conclusione, con la voce di Alice che cresceva sopra la melodia e la dirigeva altrove. Potevo vedere come il brano doveva finire, perch la ragazza addormentata era perfetta proprio cos comera, ed un qualunque cambiamento sarebbe stato un errore, una tristezza. Il brano devi verso quella consapevolezza, pi lento e pi basso adesso. Anche la voce di Alice si abbass, e divenne solenne, un timbro che apparteneva alla volta delle arcate sonore di una cattedrale illuminata dalle candele. Suonai lultima nota, e poi chinai la testa sulla tastiera. Esme mi accarezz i capelli. Andr bene, Edward. Si risolver per il meglio. Tu meriti la felicit, figlio mio. Il fato te la deve. Grazie, dissi a bassa voce, sperando di poterci credere. Lamore non sempre arriva nella forma pi conveniente. Risi divertito. Tu, meglio di chiunque altro su questo pianeta, sei forse il pi preparato per trattare con una questione cos difficile. Sei il migliore e il pi intelligente tra tutti noi. Sospirai. Ogni madre pensa lo stesso del proprio figlio. Esme era ancora al colmo della gioia perch il mio cuore era stato finalmente toccato dopo tutto questo tempo, il potenziale tragico non contava. Aveva pensato che sarei rimasto da solo per sempre Lei non potr non ricambiare il tuo amore, pens improvvisamente, cogliendomi di sorpresa per la direzione dei suoi pensieri. Se una ragazza brillante. Sorrise. Ma non riesco ad immaginare che possa esserci qualcuno di cos ottuso da non riuscire a vedere quale conquista tu sia. Basta, Mamma, mi stai facendo arrossire, la presi in giro. Le sue parole, quantunque inverosimili, mi avevano rallegrato. Alice rise e strimpell lattacco di Heart and Soul. Spalancai il sorriso e completai lelementare melodia insieme a lei. Poi le concessi unesecuzione di Chopsticks. Emise un risolino, poi sospir. E cos speravo che mi dicessi perch stavi ridendo di Rosalie, disse Alice. Ma vedo che non lo farai. No. Mi schiocc un colpetto sullorecchio con il dito. Fa la brava, Alice, la rimprover Esme. Edward un gentiluomo.
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Ma io voglio sapere. Risi del tono piagnucoloso che aveva assunto. Poi dissi, Ecco, Esme, e cominciai a suonare il suo brano preferito, un tributo senza nome allamore che avevo visto tra lei e Carlisle per cos tanti anni. Grazie, caro. Strinse forte la mia spalla di nuovo. Non dovevo concentrarmi per suonare quel pezzo familiare. Invece pensai a Rosalie che, metaforicamente parlando, era ancora in garage a torcersi per la mortificazione, e sorrisi tra me. Avendo appena scoperto io stesso il potere della gelosia, sentivo appena un p di pena per lei. Era un qualcosa di miserabile da provare. Ovviamente, la sua gelosia era migliaia di volte pi meschina della mia. Proprio come nello scenario della volpe alla mangiatoia1. Mi chiedevo se la personalit e la vita di Rosalie sarebbero state diverse se lei non fosse sempre stata la pi bella. Sarebbe stata una persona pi felice se la bellezza non fosse stata per tutto il tempo il suo maggior punto di forza? Meno egocentrica? Pi compassionevole? Beh, immaginavo che fosse inutile chiederselo, perch i giochi erano fatti, e lei era sempre stata la pi bella. Anche quandera unumana, aveva sempre vissuto sotto la luce dei riflettori della sua stessa grazia. Non che se ne preoccupasse. Al contrario amava essere ammirata al di sopra dogni altra cosa. Il che non era cambiato con la perdita della mortalit. Non ero sorpreso, quindi, partendo da questo dato, che si fosse offesa quando, sin dal principio, non avevo venerato la sua bellezza nel modo in si aspettava di essere venerata da tutti gli uomini. Non che volesse me, comunque tuttaltro. Ma laveva esasperata che io non la volessi. Era abituata ad essere desiderata. Era diverso con Jasper e Carlisle erano entrambi gi innamorati. Io non avevo nessuno, e ciononostante rimanevo ostinatamente impassibile. Pensavo che lantico risentimento fosse sepolto. Che lavesse superato da tempo. E laveva fattofino al giorno in cui finalmente avevo trovato qualcuno la cui bellezza mi aveva toccato nel modo in cui la sua non era riuscita. Rosalie si era adagiata sulla convinzione che se non trovavo la sua bellezza degna di venerazione, allora certamente non cera bellezza sulla terra che avrebbe potuto colpirmi.
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Riferimento a La volpe alla mangiatoia (The fox in the manger), di Pamela Lyndon Travers; n.d.t.

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Era stata furiosa sin dal momento in cui avevo salvato la vita di Bella, immaginando, con il suo affilato istinto femminile, linteresse del quale io stesso era ancora del tutto inconsapevole. Rosalie era mortalmente offesa perch trovavo una qualunque insulsa ragazza umana pi attraente di lei. Trattenni limpulso di scoppiare a ridere di nuovo. Tuttavia, minfastidiva un p il modo in cui vedeva Bella. Rosalie pensava veramente che fosse bruttina. Come poteva crederlo? Mi era del tutto incomprensibile. Un parto della gelosia, senza dubbio. Oh! disse Alice dimprovviso. Jasper, indovina? Vidi cosaveva appena visto, e le mie mani simmobilizzarono sui tasti. Cosa, Alice? chiese Jasper. Peter e Charlotte verranno a trovarci la prossima settimana! Si troveranno a passare nei dintorni, non carino? Cosa c che non va, Edward? chiese Esme, percependo la tensione nelle mie spalle. Peter e Charlotte verranno a Forks? sibilai ad Alice. Lei rote gli occhi. Calmati, Edward. Non la loro prima visita. I miei denti si serrarono. Era la loro prima visita da quando era arrivata Bella, ed il suo sangue dolce non era attraente per me soltanto. Alice aggrott le sopracciglia di fronte alla mia espressione. Non vanno mai a caccia qui. Lo sai. Ma quella specie di fratello di Jasper e la piccola vampira che lui amava non erano come noi; loro cacciavano alla maniera tradizionale. Non ci si poteva fidare di averli attorno a Bella. Quando? domandai. Mise il broncio scontenta, per mi disse ci che avevo bisogno di sapere. Luned mattina. Nessuno far del male a Bella. No, convenni, e poi mi voltai altrove. Sei pronto, Emmett? Pensavo partissimo in mattinata Faremo ritorno verso la mezzanotte di domenica. Immagino che spetti a te decidere quando vuoi partire.
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Daccordo, va bene cos. Lasciami salutare Rosalie prima. Sicuro. Considerando lumore di Rosalie, sarebbe stato un saluto piuttosto breve. Stavolta hai passato il segno, Edward, pens mentre dirigeva verso la porta sul retro. Immagino di si. Suona il nuovo brano per me, una volta ancora, chiese Esme. Se proprio ci tieni, acconsentii, sebbene fossi un poco riluttante a seguire la melodia fino alla sua inevitabile conclusione la conclusione che mi aveva addolorato in modi del tutto sconosciuti. Mi fermai a pensare per un momento, e poi presi il tappo della bottiglia dalla tasca della mia giacca e lappoggiai sopra il leggio vuoto. Il che mi aiut un poco il mio piccolo memento del suo si. Annuii tra me, e cominciai a suonare. Esme ed Alice si scambiarono unocchiata, ma nessuna delle due fece domande.

Non ti ha mai detto nessuno che non si gioca con il cibo? gridai ad Emmett. Oh, hey Edward! mi grid di rimando, sorridendomi e salutandomi con la mano. Lorso approfitt della sua distrazione per affondare la zampa pesante lungo il torace di Emmett. Gli artigli affilati stracciarono la sua maglia, e stridettero contro la sua pelle. Lorso emise un ruglio acuto. Miseriaccia, questa maglia me laveva regalata Rose! Emmett rugg di rimando alla bestia infuriata. Sospirai e mi misi seduto su un pratico masso. Avrebbe potuto volerci del tempo. Ma Emmett aveva quasi finito. Lasci che lorso provasse a staccargli la testa con unaltra zampata, ridendo quando manc il colpo e lorso barcoll allindietro. Lorso bram ed Emmett rise di nuovo fragorosamente. Poi si lanci sullanimale, che stava in piedi sulle zampe posteriori pi alto di lui di una spanna, ed i loro corpi caddero a terra aggrovigliati, portandosi dietro un pino adulto. I grugniti dellorso si zittirono con un gorgoglio. Pochi minuti dopo, Emmett trotterell dove lo stavo aspettando. La sua maglia era distrutta, lacera e macchiata di sangue, appiccicosa di linfa e ricoperta di pelo. Aveva un enorme sorriso sulla faccia.
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Era uno forte quello. Riuscivo quasi a sentirlo quando mi artigliava. Sei un tale bambino, Emmett. Squadr la mia polo intatta ed immacolata. Non sei riuscito a scovare quel leone di montagna, dunque? Naturale che ci sono riuscito. E solo che non mi nutro come un selvaggio. Emmett scoppi nella sua fragorosa risata. Vorrei che fossero pi forti. Sarebbe pi divertente. Non detto che ci si debba azzuffare con il proprio cibo. Gi, ma con chi altri potrei azzuffarmi? Tu ed Alice barate, Rose non vuole mai che le si spettinino i capelli, ed Esme diventa furiosa se Jasper ed io cimpegniamo sul serio La vita piuttosto dura, non vero? Emmett aveva spalancato il sorriso, spostando leggermente il peso cos da trovarsi improvvisamente pronto a dare la carica. Coraggio Edward. Disattivalo soltanto per un minuto e combatti alla pari. Non si disattiva, gli ricordai. Chiss come fa quella ragazza umana a tenerti fuori? riflett Emmett. Forse potrebbe darmi qualche dritta. Il mio buon umore svan. Stai lontano da lei, ringhiai tra i denti. Siamo un p suscettibili Sospirai. Emmett prese posto accanto a me sulla roccia. Scusa. So che stai attraversando un momento difficile. Ci provo davvero a non essere troppo un tale bestione insensibile, ma, dal momento che una sorta di dote naturale per me Aspett che ridessi della sua battuta e poi mi fece una boccaccia. Cos serio tutto il tempo. Cos che ti rode adesso? Sto pensando a lei. Beh, mi sto preoccupando, in realt. Che c da preoccuparsi? Tu sei qui. Rise fragorosamente. Ignorai di nuovo la sua battuta, ma risposi alla sua domanda. Hai mai pensato a quanto fragili siano tutti loro? A quante cose brutte ci sono che possono capitare ad un mortale? Veramente no. Credo di capire cosa intendi, per. Non potevo davvero competere
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con un orso a quellepoca, vero? Orsi, borbottai, aggiungendo una nuova preoccupazione alla lista. Ci sarebbe da aspettarselo con la sua fortuna, no? Un orso vagante per la citt. Ovviamente punterebbe diritto a Bella. Emmett ridacchi. Pare di sentir parlare un matto, lo sai vero? Immagina solamente per un minuto che Rosalie sia umana, Emmett. E che possa incappare in un orsoo essere investita da una macchinao colpita da un fulmineo cadere per le scaleo ammalarsi prendersi un accidente!. Le parole mi esplodevano da dentro come una tempesta. Era un sollievo lasciarle uscire era tutto il fine settimana che mi stavano logorando nel profondo. Incendi e terremoti e tornadi! Ugh! Quand stata lultima volta che hai guardato il telegiornale? Furti con scasso e omicidi. I miei denti si serrarono, ed ero dimprovviso talmente furioso allidea che un altro umano potesse farle del male che non riuscivo a respirare. Ferma, ferma! Basta cos, ragazzo. Lei vive a Forks, ricordi? Perci pu solo pioverle addosso. Scroll le spalle. Penso che abbia una certa iella, Emmett, lo penso davvero. Non puoi ignorare levidenza. Di tutti i posti al mondo in cui sarebbe potuta andare, finita in una citt in cui i vampiri costituiscono una fetta considerevole della popolazione. Si, ma noi siamo vegetariani. Questa non una fortuna, invece che una sfortuna? Considerando come profuma? Decisamente una sfortuna. E poi, altra sfortuna, il modo in cui profuma per me. Guardai torvo le mie mani, odiandole di nuovo. Tranne che hai pi autocontrollo di chiunque, fatta eccezione per Carlisle. Unaltra fortuna. Il furgoncino? Quello stato solo un incidente. Avresti dovuto vederlo venire per lei, Em, ancora ed ancora. Giuro, era come se avesse una qualche forza di attrazione magnetica. Ma tu eri l. Quella stata una fortuna. Davvero? Non forse questa la peggiore sfortuna che una qualunque umana possa avere - avere un vampiro innamorato di lei? Emmett ci medit silenziosamente sopra per un momento. Si fece un ritratto mentale della ragazza e trov limmagine priva dinteresse. Onestamente, non riesco
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davvero a capirne lattrattiva. Beh, nemmeno io riesco a capire che fascino possa avere Rosalie, dissi sgarbatamente. Onestamente, mi pare che richieda uno sforzo maggiore di quanto una qualunque bella faccia meriti. Emmett ridacchi. Suppongo che non mi diresti. Non so qual il suo problema, Emmett, mentii, sfoderando di colpo un largo sorriso. Avevo previsto i suoi propositi in tempo per puntellarmi. Cerc di spingermi gi dalla roccia, e si ud un forte schianto mentre una crepa si apriva nella pietra tra di noi. Baro, borbott. Aspettavo che ci riprovasse, ma i suoi pensieri presero una direzione diversa. Stava nuovamente tratteggiando il viso di Bella, ma immaginandolo pi pallido, dipingendola con gli occhi di un rosso brillante No, dissi, con voce strozzata. Risolverebbe le tue preoccupazioni sulla sua mortalit, o no? E poi neanche vorresti pi ucciderla. Non la soluzione migliore? Per me? O per lei? Per te, rispose semplicemente. Il suo tono sottintendeva un ovviamente. Risi senza allegria. Risposta sbagliata. A me non dispiaciuto cos tanto, mi ricord. A Rosalie si. Sospir. Sapevamo entrambi che Rosalie avrebbe fatto qualunque cosa, sacrificato qualunque cosa, persino Emmett, se questo significava poter essere di nuovo umana. Si, a Rosalie si, accondiscese a bassa voce. Non posso Non dovrei Non roviner la vita di Bella. Non proveresti lo stesso, se si trattasse di Rosalie? Emmett ci pens su per un attimo. Tula ami davvero? Non riesco neppure a spiegarlo, Emmett. Dimprovviso, questa ragazza tutto il mio mondo. Non capisco che senso abbia il resto del mondo senza di lei. Ma non la trasformerai? Non durer per sempre, Edward. Questo lo so gemetti. E, come tu stesso hai puntualizzato, piuttosto fragile.
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Credimi so anche questo. Emmett non era una persona di tatto, e le discussioni delicate non erano il suo forte. Era in difficolt adesso, volendo davvero non risultare offensivo. Non puoi neanche toccarla? Voglio dire, se ne sei innamoratonon vorresti, ecco, toccarla? Emmett e Rosalie condividevano unintensa passione fisica. Per lui era piuttosto difficile capire come qualcuno potesse amare, senza quellaspetto. Sospirai. Non posso nemmeno pensarci, Emmett. Wow. Allora quali sono le tue alternative? Non lo so, dissi con voce fioca. Sto cercando di trovare un modo perper lasciarla. Non riesco neppure a capire come fare a convincermi a starle lontano Con un senso di profonda soddisfazione, dun tratto mi resi conto che era giusto per me rimanere almeno per ora, con Peter e Charlotte in arrivo. Era pi al sicuro con me vicino, provvisoriamente, di quanto non sarebbe stata se me ne fossi andato. Per il momento, potevo essere il suo improbabile protettore. Il pensiero mi rese impaziente; smaniavo di tornare indietro cos da poter immergermi in quel ruolo quanto pi a lungo potevo. Emmett not il cambiamento della mia espressione. A che stai pensando? Proprio ora, ammisi con aria imbarazzata, Sto morendo dalla voglia di tornare di corsa a Forks e di darle una controllata. Non so se resister fino a domenica notte. Uh-uh! Non tornerai a casa in anticipo. Lascia a Rosalie il tempo di sbollire un p. Per favore! Per il mio bene Cercher di restare, dissi incerto. Emmett diede un colpetto al cellulare nella mia tasca. Alice avrebbe chiamato se ci fossero delle ragioni fondate per il tuo attacco di panico. E strana quanto te nei confronti di questa ragazza. Feci una smorfia per questo. Daccordo. Ma non rester pi in l di domenica. Non c alcun motivo di affrettare il rientro ci sar il sole, comunque. Alice ha detto che saremo liberi di non tornare a scuola fino a mercoled. Scossi rigidamente la testa. Peter e Charlotte sanno come devono comportarsi. Non minteressa granch, Emmett. Con la fortuna di Bella, se ne andr a fare una
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passeggiata nel bosco esattamente al momento sbagliato e - trasalii. Peter non famoso per il suo autocontrollo. Rientrer domenica. Emmett sospir. Proprio come un matto.

Bella stava dormendo pacificamente quando mi arrampicai fino alla finestra della sua stanza da letto luned mattina presto. Mi ero ricordato lolio stavolta, e la finestra ora scivolava silenziosamente sgombrandomi il passo. Potevo dire, dal modo in cui i suoi capelli giacevano ordinati sul cuscino, che aveva trascorso una notte meno agitata di quella dellultima volta che ero stato qui. Teneva le mani ripiegate sotto la guancia proprio come una bambina piccola, e la sua bocca era leggermente socchiusa. Potevo sentire il suo respiro entrare ed uscire lentamente tra le sue labbra. Era un sollievo straordinario essere qui, poterla rivedere. Mi rendevo conto che non mi sentivo del tutto a mio agio a meno che non fosse cos. Niente aveva senso quando stavo lontano da lei. Non che tutto avesse un senso quandero con lei, tuttavia. Sospirai, lasciando che il fuoco della sete mi graffiasse la gola. Ero stato lontano troppo a lungo. Il tempo speso senza il dolore e la tentazione rendevano tutto ancora pi intenso adesso. Era forte abbastanza da farmi temere dinginocchiarmi accanto al suo letto in modo da poter leggere i titoli dei suoi libri. Volevo sapere quali storie avesse in mente, ma ero preoccupato di molto pi che la mia sete, temendo che se avessi permesso a me stesso di avvicinarmi troppo, le sarei voluto andare ancora pi vicino Le sue labbra avevano laria di essere molto morbide e calde. Potevo immaginarmi di toccarle con la punta delle dita. Sfiorandole appena Quello era esattamente il genere di errore che dovevo evitare. I miei occhi correvano sul suo viso ancora ed ancora, per verificarne i cambiamenti. I mortali cambiavano tutto il tempo il pensiero di potermi perdere una qualunque cosa mi rattristava Pensai che sembrassestanca. Come se non avesse dormito abbastanza quel fine settimana. Era uscita? Risi silenziosamente e sarcasticamente per come la cosa minfastidiva. E se laveva
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fatto? Non la possedevo. Non era mia. No, non era mia e mi rattristai di nuovo. Una delle sue mani si era mossa di scatto, e notai che cerano delle sbucciature superficiali, appena rimarginate che le attraversavano il palmo. Si era fatta male? Quantunque non fosse con ogni evidenza una ferita grave, mi disturbava ugualmente. Considerai la posizione, e decisi che doveva essere inciampata. Pareva una spiegazione ragionevole, tutto considerato. Era confortante pensare che non mi sarei dovuto scervellare per sempre su alcuno di quei piccoli misteri. Eravamo amici adesso o, almeno, stavamo cercando di essere amici. Avrei potuto chiederle del suo fine settimana della spiaggia, e di qualunque altra attivit che lavesse tenuta impegnata fino a tarda notte facendola apparire cos affaticata. Avrei potuto chiederle cosera capitato alle sue mani. Ed avrei potuto ridere un p quando avesse confermata la mia teoria. Sorrisi dolcemente mentre mi domandavo se fosse caduta o meno nelloceano. Mi chiedevo se avesse trovata quelluscita piacevole. Mi chiedevo se avesse pensato per niente a me. Se le fossi mancato anche solo una minima parte di quanto lei era mancata a me. Cercai dimmaginarmela nel sole della spiaggia. Limmagine era incompleta, per, perch non ero mai stato a First Beach. Lavevo vista solamente in fotografia Provai un lieve attacco di nausea pensando al motivo per cui non ero mai stato nemmeno una volta in quella spiaggia amena che si trovava solamente a pochi minuti di corsa da casa mia. Bella aveva trascorso la giornata a La Push un posto nel quale, per trattato, mi era vietato andare. Un posto dove alcuni anziani ancora ricordavano le storie sui Cullen, le ricordavano e ci credevano. Un posto dove il nostro segreto era conosciuto Scrollai la testa. Non avevo nulla di cui preoccuparmi. I Quileutes erano anche loro vincolati dal trattato. Quandanche Bella fosse incappata in uno di quei vecchi saggi, non avrebbe potuto rivelarle nulla. E perch mai largomento avrebbe dovuto essere affrontato? Perch Bella avrebbe dovuto dar voce alla propria curiosit proprio l? No i Quileutes erano forse lunica cosa della quale non dovevo preoccuparmi. Mi arrabbiai con il sole quando cominci a sorgere. Mi ricordava che nei prossimi giorni non avrei potuto soddisfare la mia curiosit. Perch aveva deciso di splendere
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proprio ora? Con un sospiro, uscii dalla sua finestra prima che ci fosse abbastanza luce da permettere a chicchessia di vedermi qui. Intendevo fermarmi nel fitto bosco accanto a casa sua per vederla uscire per andare a scuola, ma quando giunsi tra gli alberi, fui sorpreso di trovare la traccia del suo profumo persistente lungo il sentiero. La seguii velocemente, curioso, diventando sempre pi preoccupato intanto che sinoltrava pi profondamente nelloscurit. Cosa ci faceva Bella qui fuori? La traccia si era interrotta bruscamente, nel bel mezzo di niente in particolare. Si era diretta di soli pochi passi fuori dal sentiero, tra le felci, dove aveva toccato il tronco di un albero caduto. Forse si era seduta l Mi misi a sedere dove aveva fatto lei, e mi guardai intorno. Tutto ci che poteva aver visto erano le felci ed il bosco. Probabilmente stava piovendo il profumo era stato lavato via, dato che non era mai penetrato a fondo nellalbero. Perch Bella avrebbe dovuto sedersi qui da sola ed era sola, non cera dubbio nel bel mezzo del bosco umido e fosco? Non aveva senso e, a differenza degli altri motivi della mia curiosit, difficilmente avrei potuto sollevare la questione durante una chiacchierata qualunque. Sai, Bella, stavo seguendo il tuo profumo attraverso il bosco dopo aver lasciato la tua camera dove ero rimasto a guardarti dormire Si, sarebbe stato davvero un bel modo di rompere il ghiaccio. Non avrei mai saputo cosa stava pensando o facendo qui, e questo mi fece digrignare i denti per la frustrazione. Peggio ancora, questo assomigliava fin troppo allo scenario che avevo immaginato per Emmett Bella che passeggiava da sola nel bosco, dove il suo profumo avrebbe richiamato chiunque avesse i sensi sviluppati da seguirne la traccia Gemetti. Non solo aveva sfortuna, ma la corteggiava. Beh, per il momento aveva un protettore. Avrei badato io a lei, lavrei tenuta al sicuro, fintanto che potevo giustificarlo. Improvvisamente mi ritrovai a desiderare che Peter e Charlotte prolungassero la loro visita.

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8. Fantasma

Non vidi molto gli ospiti di Jasper in quei due giorni di sole che passarono a Forks. Tornavo a casa solamente il minimo indispensabile per non far preoccupare Esme. Per il resto, la mia esistenza sembrava pi quella di un fantasma che di un vampiro. Mi aggiravo, invisibile tra le ombre, dove potevo seguire loggetto del mio amore e della mia ossessione dove potevo vederla e sentirla nella mente di quei fortunati umani che potevano camminarle accanto nel sole, qualche volta sfiorandole incidentalmente il dorso della mano con la propria. Non reagiva mai a quel contatto; le loro mani erano calde e morbide proprio come le sue. Lassenza forzata da scuola non era mai stata un tale tormento prima dora. Ma il sole pareva renderla felice, perci non potevo esserne troppo risentito. Qualunque cosa le facesse piacere era nelle mie buone grazie. Luned mattina origliai una conversazione che aveva il potenziale di distruggere la mia fiducia e rendere il tempo trascorso lontano da lei una tortura. Ciononostante, quando termin, mi rese piuttosto felice. Dovevo riconoscere un p di rispetto a Mike Newton; non si era semplicemente arreso e non se lera svignata per andare a leccarsi le ferite. Aveva pi coraggio di quanto non gli avessi dato credito. Stava per riprovarci. Bella era arrivata a scuola abbastanza in anticipo e, apparentemente determinata a godersi il sole finch fosse durato, si era seduta su una delle panche da pic-nic usate di rado mentre aspettava che suonasse la campanella della prima ora. I suoi capelli catturavano la luce del sole in modi inaspettati, sprigionando un riflesso rossiccio che non avevo previsto. Mike laveva trovata l, che faceva nuovamente dei ghirigori, ed era elettrizzato per la sua buona sorte. Era straziante poter solo restare a guardare, impotente, confinato tra le ombre della foresta dalla luce del sole splendente. Lei lo salut con un entusiasmo sufficiente a rendere lui estatico, e me lopposto. Vedi, le piaccio. Non mi sorriderebbe a quel modo se non fosse cos. Scommetto che voleva venire al ballo con me. Mi domando cosa ci sia di cos importante a Seattle
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Not il cambiamento nei suoi capelli. Non me nero mai accorto prima c del rosso tra i tuoi capelli. Accidentalmente, sradicai il giovane pino sul quale poggiava la mia mano quando prese una ciocca dei suoi capelli tra le sue dita. Solo alla luce del sole, disse. Con mia profonda soddisfazione, indietreggi brusca appena un p quando lui le rimise a posto la ciocca dietro lorecchio. A Mike serviva qualche momento per racimolare il suo coraggio, perci perse tempo in chiacchiere. Lei gli ricord del saggio che tutti dovevamo consegnare mercoled. Data la sua espressione lievemente compiaciuta, il suo doveva averlo gi fatto. Lui se nera completamente dimenticato, il che riduceva grandemente il tempo libero che aveva disponibile. Maledizione stupido saggio. Alla fine arriv al dunque i miei denti erano serrati cos stretti che avrebbero potuto polverizzare il granito ed anche allora, non riusc a formulare la domanda come si deve. Stavo pensando di chiederti se ti andava di uscire. Oh, disse lei. Segu un breve silenzio. Oh? Che significa? Dir di si? Aspetta non mi pare di averglielo chiesto veramente. Deglut a fatica. Beh, per una cena o qualcosa del generee potrei lavorare al saggio pi tardi. Stupido neanche questa era una domanda. Mike Langoscia e la furia della mia gelosia erano in tutto e per tutto potenti come lo erano state la settimana precedente. Abbattei un altro albero cercando di trattenermi dovero. Volevo con tutto me stesso precipitarmi attraverso il campus, troppo rapido per gli occhi umani, ed afferrarla velocemente per sottrarla a quel ragazzo che odiavo cos tanto in questo momento che avrei potuto ucciderlo e godere nel farlo. Gli avrebbe detto si? Non credo che sarebbe una grande idea.
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Ricominciai a respirare. Il mio corpo rigido si rilass. Seattle era solamente una scusa, dopo tutto. Non avrei dovuto chiederglielo. A che pensavo? Scommetto che per via di quel mostro, Cullen Perch? chiese astiosamente. Penso esit. E se mai ripeterai quello che sto per dirti proprio ora godr nel torturarti a morte - Scoppiai a ridere fragorosamente al suono di quella minaccia di morte pronunciata dalle sue labbra. Una ghiandaia gracchi stridula, allarmata, e si lanci lontana da me. Ma penso che la cosa ferirebbe i sentimenti di Jessica. Jessica? Che cosa? Ma Oh. Daccordo. Immagino Perci Huh. I suoi pensieri non rimasero coerenti pi a lungo. Sul serio Mike, sei cieco? Feci eco ai suoi sentimenti. Non poteva aspettarsi che fossero tutti perspicaci quanto lei, ma questo caso andava al di l dellovvio. Con tutta la fatica che a Mike era costata lessere pronto a chiedere a Bella di uscire, davvero immaginava che per Jessica non era stato altrettanto difficile? Doveva essere legoismo a renderlo cieco nei confronti degli altri. E Bella era cos altruista, notava ogni cosa. Jessica. Huh. Wow. Huh. Oh, riusc a dire. Bella approfitt della sua confusione per darsi alla fuga. E ora di andare in classe, e non posso arrivare di nuovo in ritardo. Da quel momento in poi Mike divent un punto di osservazione inaffidabile. Scopr, mentre faceva girare lidea di Jessica ancora ed ancora nella sua mente, che gli piaceva non poco il pensiero che lei lo considerasse attraente. Era una seconda scelta, non buona come Bella se fosse stata altrettanto ben disposta. E carina, per, suppongo. Un corpo niente male. Meglio un uovo oggi A quel punto era partito, con nuove fantasie che erano volgari esattamente come quelle che riguardavano Bella, ma che ora mirritavano e basta piuttosto che farmi infuriare. Quanto poco meritava entrambe le ragazze; erano quasi intercambiabili per lui. Dopo di quello mi tenni lontano dalla sua mente. Quando svan dalla mia vista, mi raggomitolai contro il freddo tronco di un enorme corbezzolo e volteggiai di mente in mente, tenendola docchio, sempre contento quando Angela Weber era disponibile per guardarci attraverso. Desideravo ci fosse un qualche
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modo per ringraziare la giovane Weber per essere semplicemente una persona gentile. Mi faceva sentire meglio pensare che Bella avesse unamica che valeva la pena di avere. Osservavo il viso di Bella da qualunque angolazione mi venisse offerta, e potevo vedere che era di nuovo triste. Rimasi stupito pensavo che il sole sarebbe bastato a farla sorridere. A pranzo, la vidi pi volte gettare unocchiata al tavolo vuoto dei Cullen, il che mi elettrizz. Mi diede speranza. Forse anchio le mancavo. Aveva dei progetti per unuscita con le altre ragazze automaticamente avevo pianificato la mia sorveglianza ma quei piani furono posticipati quando Mike invit Jessica ad uscire per lappuntamento che aveva pensato per Bella. Perci andai diritto a casa sua, facendo una veloce ricognizione per il bosco per assicurarmi che nessuno di pericoloso si fosse avvicinato troppo. Sapevo che Jasper aveva avvisato il suo fratello di un tempo di tenersi lontano dalla citt citando la mia alienazione mentale sia come spiegazione sia come ammonimento ma non volevo correre alcun rischio. Peter e Charlotte non avevano intenzione alcuna di creare delle tensioni con la mia famiglia, ma le intenzioni erano cose mutevoli Daccordo, stavo esagerando. Ne ero consapevole. Come se sapesse che la stavo guardando, come se avesse piet del tormento che sentivo quando non potevo vederla, Bella usc in giardino dopo una lunga ora in casa. Aveva un libro nella mano ed una coperta sotto il braccio. In silenzio, salii sui rami pi alti dellalbero che si affacciava sul giardino pi da vicino. Stese la coperta sullerba umida e si sdrai sullo stomaco e cominci a sfogliare le pagine del libro consunto, come cercando di ritrovare il segno. Lessi da sopra la sua spalla. Ah altri classici. Era unappassionata di Jane Austen. Leggeva velocemente, incrociando e reincrociando le caviglie in aria. Stavo guardando la luce del sole ed il vento giocare tra i suoi capelli quando il suo corpo sirrigid improvvisamente, e la sua mano si blocc sulla pagina. Tutto ci che vedevo era che aveva raggiunto il terzo capitolo quando bruscamente strinse una spessa sezione di pagine e la salt passando oltre. Colsi lo scorcio di un frontespizio, Mansfield Park. Stava cominciando una nuova storia il libro era una raccolta di romanzi. Mi chiesi perch avesse cambiato storia cos allimprovviso.
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Dopo solo pochi attimi, chiuse il libro arrabbiata sbattendolo. Con un cipiglio furente sul viso, spinse il libro di lato e si volt sulla schiena. Respir a fondo, come per calmarsi, si arrotol le maniche e chiuse gli occhi. Ricordavo il romanzo, ma non riuscivo a pensare a nulla di offensivo che potesse averla turbata. Un altro mistero. Sospirai. Rest distesa pressoch immobile, salvo muoversi una volta soltanto per togliersi nervosamente i capelli dal viso. I quali si sparpagliarono a ventaglio sopra la sua testa, in un fiume di castano. E poi torn immobile. Il suo respiro rallent. Dopo diversi lunghi minuti le sue labbra cominciarono a tremare. Borbottava nel sonno. Impossibile resistere. Ascoltai quanto pi lontano potei, raccogliendo le voci delle case nelle vicinanze. Due cucchiai di farinauna tazza di latte Andiamo! Mandala a canestro! Oh, andiamo! Rosso, o bluo forse dovrei mettere qualcosa di pi casual Non cera nessuno nei paraggi. Saltai a terra, atterrando silenziosamente sulle punte dei piedi. Era davvero sbagliato, estremamente rischioso. Con quanta condiscendenza una volta avevo giudicato Emmett per i suoi modi avventati e Jasper per la sua mancanza di disciplina ed ora stavo consapevolmente facendomi beffa di tutte le regole con un abbandono cos sfrenato da rendere le loro mancanze delle inezie. Di solito ero io quello responsabile. Sospirai, ma a dispetto di tutto, scivolai furtivo in pieno sole. Evitai di guardarmi sotto il bagliore del sole. Era gi abbastanza brutto che la mia pelle fosse pietrificata e disumana allombra; non volevo vedermi vicino a Bella alla luce del sole. La differenza tra di noi era gi insormontabile, sufficientemente dolorosa anche senza questimmagine nella mia mente. Ma non potei ignorare lo scintillio arcobaleno riflesso sulla sua pelle quando le andai pi vicino. Le mie mascelle si serrarono vedendolo. Potevo essere qualcosa di diverso da un mostro? Immaginai il suo terrore se avesse aperto gli occhi ora Cominciai ad indietreggiare, ma borbott di nuovo, trattenendomi l. MmmMmm Niente dintellegibile. Beh, avrei aspettato un poco.
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Le portai via il libro facendo molta attenzione, allungando il braccio e trattenendo il respiro mentre ero vicino, che non si sa mai. Ricominciai a respirare quando mi fui allontanato di pochi metri, assaporando il modo in cui il sole e laria aperta influivano sul suo profumo. Il caldo sembrava addolcirne la fragranza. La mia gola avvamp di desiderio, il fuoco era nuovamente vivo e feroce per via della prolungata lontananza. Impiegai un momento a gestirlo, e poi obbligandomi a respirare dal naso lasciai che il suo libro si aprisse nelle mie mani. Aveva cominciato con il primo romanzo Sfogliai rapidamente le pagine fino al terzo capitolo di Ragione e Sentimento, cercando qualcosa di potenzialmente offensivo nella prosa fin troppo garbata della Austen. Quando i miei occhi si fermarono istintivamente sul mio nome il personaggio di Edward Ferrars veniva introdotto per la prima volta Bella parl di nuovo. Mmm. Edward. Sospir. Stavolta non ebbi timore che si fosse svegliata. La sua voce era solamente un fioco mormorio malinconico. Non il grido di paura che sarebbe stato se mi avesse visto ora. La gioia contrast lodio per me stesso. Stava ancora sognando di me, almeno. Edmund. Ahh. Troppovicino Edmund? Ah! Non stava affatto sognando di me, compresi cupamente. Lodio verso me stesso si rinvigor. Stava sognando dei personaggi di fantasia. Alla faccia della mia vanit. Rimisi apposto il suo libro, e furtivamente tornai a rifugiarmi allinterno delle ombre nel posto al quale appartenevo. Il pomeriggio passava ed io guardavo, sentendomi di nuovo impotente, mentre il sole lentamente tramontava nel cielo e le ombre avanzavano strisciando lungo il prato verso di lei. Volevo spingerle via, ma loscurit era inevitabile; le ombre lavvolsero. Quando la luce fu svanita, la sua pelle parve troppo pallida spettrale. I suoi capelli erano di nuovo scuri, quasi neri a contrasto con il viso. Era una cosa spaventosa da vedere come assistere alla realizzazione delle visioni di Alice. Il battito forte e regolare del cuore di Bella era lunica rassicurazione, il suono che impediva a questo momento di sembrare un incubo. Fui sollevato quando suo padre rincas. Riuscii a sentirne poco intanto che da in fondo alla strada guidava verso casa. Un qualche vago disappuntopassato, qualcosa successa al lavoro. Aspettativa e fame
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mescolate immaginai che attendesse impaziente di cenare. Ma i suoi pensieri erano cos discreti e contenuti che non ero sicuro di avere ragione; potevo coglierne soltanto lessenza. Mi domandai come fosse sua madre che tipo di combinazione genetica le avesse dato forma cos eccezionalmente. Bella cominci a svegliarsi, scattando in posizione seduta quando i pneumatici della macchina del padre raggiunsero i mattoni del vialetto daccesso. Si guard intorno, apparentemente confusa dallinattesa oscurit. Per un breve momento, i suoi occhi toccarono le ombre in cui mi nascondevo, ma guizzarono via velocemente. Charlie? chiam a bassa voce, scrutando ancora tra gli alberi che circondavano il piccolo giardino. La portiera della radiomobile sbatt chiudendosi, e si volt verso quel suono. Si alz rapidamente in piedi e raccolse le sue cose, gettando unaltra occhiata alle sue spalle in direzione del bosco. Mi spostai dietro un albero in prossimit della finestra sul retro vicina alla piccola cucina, e ne ascoltai il corso della serata. Era interessante confrontare le parole di Charlie con i suoi pensieri smorzati. Lamore e la preoccupazione per la sua unica figlia erano quasi dominanti, e tuttavia le sue parole erano sempre concise ed occasionali. Per la maggior parte del tempo restavano seduti in tacita intesa. La sentii discutere i suoi progetti per la sera successiva a Port Angeles, e perfezionai i miei piani mentre ascoltavo. Jasper non aveva avvisato Peter e Charlotte di stare lontani da Port Angeles. Sebbene sapessi che si erano nutriti di recente e che non avevano intenzione di cacciare da nessuna parte nei dintorni di casa nostra, lavrei tenuta docchio, a scanso di equivoci. Dopo tutto, cerano sempre altri della mia specie l fuori. E poi, tutti quei pericoli umani che non avevo mai preso granch in considerazione prima dora. Lascoltai dare voce alla sua preoccupazione riguardo al lasciare che il padre si preparasse la cena da solo, e sorrisi a questa dimostrazione della mia teoria si, era una balia. E poi me ne andai, sapendo che sarei tornato quando si fosse addormentata. Non avrei violato la sua privacy come un qualunque guardone. Io ero l per proteggerla, non per spiarla maliziosamente cos come non cera dubbio che avrebbe fatto Mike Newton, se fosse stato abbastanza agile da potersi muovere tra le cime degli alberi
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come me. Non lavrei trattata in modo tanto grossolano. Casa mia era vuota quando rientrai, il che era un bene per me. Non sentivo la mancanza dei pensieri confusi o sprezzanti, che indagavano sulla mia sanit mentale. Emmett mi aveva lasciato un messaggio appeso al montante della scala. Football al campo Rainier raggiungici! Per favore? Trovai una penna e scarabocchiai la parola spiacente sotto la sua richiesta. In ogni caso, le squadre erano al completo anche senza di me. Feci la pi breve delle battute di caccia, accontentandomi delle creature pi piccole e pi miti che non avevano un sapore buono come quello dei predatori, e poi indossai dei vestiti puliti e tornai di corsa a Forks. Bella non dormiva granch bene stanotte. Si agitava tra le coperte, con il viso talvolta ansioso, talvolta triste. Mi chiesi che tipo di incubo la perseguitassee poi mi resi conto che forse non volevo saperlo veramente. Quando parlava, per lo pi borbottava con voce cupa delle cose sprezzanti su Forks. Solo una volta, quando aveva sospirato la parola Torna e la sua mano si era aperta di scatto una supplica muta ebbi loccasione di sperare che sognasse di me. Il giorno dopo a scuola, lultimo giorno in cui il sole mi avrebbe tenuto prigioniero, fu pressoch identico a quello precedente. Bella sembrava addirittura pi malinconica di ieri, e mi chiesi se sarebbe venuta meno ai suoi progetti non sembrava dellumore giusto. Ma, trattandosi di Bella, probabilmente metteva il divertimento delle proprie amiche al di sopra del proprio. Indossava una camicetta blu scura oggi, ed il colore metteva in risalto la sua pelle alla perfezione, facendola sembrare panna fresca. La scuola termin, e Jessica acconsent a passare a prendere le altre ragazze anche Angela sarebbe andata, del che fui grato. Andai a casa per prendere la macchina. Quando scoprii che Peter e Charlotte erano l, decisi che potevo permettermi di concedere alle ragazze allincirca unora di vantaggio. Non avrei mai sopportato di seguirle a distanza, guidando entro i limiti di velocit un pensiero terrificante. Entrai dalla cucina, facendo un vago cenno dassenso ad Emmett ed Esme che mi salutarono mentre nel salone passavo davanti a tutti ed andavo diritto al piano. Ugh, tornato. Rosalie, naturalmente.
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Ah, Edward. Odio vederlo soffrire in questo modo. La preoccupazione cominciava a guastare la gioia di Esme. Avrebbe dovuto essere preoccupata. La storia damore che aveva immaginato per me stava naufragando in tragedia ogni istante in modo pi evidente. Divertiti a Port Angeles stasera, pens Alice allegramente. Fammi sapere quando ho il permesso di parlare con Bella. Sei patetico. Non posso credere che hai mancato la partita laltra notte solo per vedere qualcuno dormire, brontol Emmett. Jasper non mi prest alcun pensiero, neanche quando il brano che suonavo divent un p pi burrascoso di quanto non avessi inteso. Era un vecchio brano, con un tema familiare: limpazienza. Jasper stava salutando i suoi amici, che mi squadravano incuriositi. Che strana creatura, stava pensando Charlotte, la biondina coi capelli quasi bianchi della taglia di Alice. Ed era cos normale ed affabile lultima volta che ci siamo incontrati. I pensieri di Peter erano in sincronia con quelli di lei, comera sempre stato. Devono essere gli animali. La carenza di sangue umano li conduce alla follia alla fine, stava concludendo. I suoi capelli erano chiari come quelli di lei, e quasi altrettanto lunghi. Erano molto simili eccetto per la taglia, poich lui era alto quasi quanto Jasper sia nel modo di apparire che di pensare. Una coppia ben assortita, avevo sempre pensato. Tutti tranne Esme smisero di pensare a me poco dopo, e suonai in toni pi contenuti cos da non attirare lattenzione. Non feci loro molto caso per un lungo momento, lasciando che fosse solamente la musica a distrarmi dal mio malessere. Era difficile non avere pi la ragazza a portata di vista o di mente. Riportai lattenzione sulla loro conversazione solo quando i saluti si fecero pi definitivi. Se vedi di nuovo Maria, stava dicendo Jasper, con una certa prudenza, dille che le auguro ogni bene. Maria era la vampira che aveva creato sia Jasper sia Peter Jasper nella seconda met del diciannovesimo secolo, Peter pi recentemente, nel millenovecentoquaranta. Aveva cercato Jasper una volta quando stavamo a Calgary. Era stata una visita piuttosto movimentata - eravamo dovuti partire immediatamente. Jasper le aveva chiesto cortesemente di mantenere le distanze in futuro. Non credo che succeder presto, disse Peter con una risata Maria era
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innegabilmente pericolosa e lei e Peter non si potevano vedere. Peter, dopo tutto, aveva contribuito alla defezione di Jasper. Jasper era sempre stato il favorito di Maria; lei considerava un dettaglio minore che una volta aveva pianificato di ucciderlo. Ma se dovesse capitare, lo far certamente. Al che stavano stringendosi la mano, preparandosi a partire. Lasciai che il brano che stavo suonando sfumasse in una fine deludente, e mi alzai frettolosamente in piedi. Charlotte, Peter dissi annuendo. E stato un piacere rivederti, Edward disse Charlotte incerta. Peter si limit ad annuire di rimando. Pazzo, inve Emmett. Idiota, pens Rosalie contemporaneamente. Povero ragazzo. Esme. Ed Alice, con un tono di rimprovero. Andranno diritti ad est, verso Seattle. Neanche lontanamente vicino a Port Angeles. Mi mostr la prova nelle sue visioni. Finsi di non aver sentito. Il mio alibi era gi abbastanza inconsistente. Una volta in macchina, mi sentii pi rilassato; il ronzio energico del motore che Rosalie aveva truccato per me lanno prima, quandera meglio disposta era calmante. Era un sollievo essere in movimento, sapere che stavo per avvicinarmi sempre di pi a Bella ad ogni chilometro che volava via sotto i miei pneumatici.

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9. Port Angeles

Quando arrivai a Port Angeles, cera troppa luce perch potessi guidare allinterno della citt; il sole era ancora troppo alto nel cielo e, sebbene i miei finestrini fossero oscurati, non cera ragione di correre dei rischi inutili. Ulteriori rischi inutili, avrei dovuto dire. Ero certo che sarei riuscito a trovare i pensieri di Jessica a distanza i pensieri di Jessica avevano un volume superiore a quelli di Angela, ma una volta trovata luna, sarei stato in grado di ascoltare laltra. Poi, quando le ombre si fossero allungate, mi sarei potuto avvicinare. Per ora, mi levai dalla strada fermandomi appena fuori citt, su un passo carraio ricoperto dalle ortiche che sembrava essere usato di rado. In generale sapevo in quale direzione cercare cera invero solamente un posto a Port Angeles in cui si potevano acquistare dei vestiti. Non mi ci era voluto molto per trovare Jessica, che stava rigirandosi davanti ad uno specchio a tre ante, e potevo vedere Bella di sottecchi, che faceva degli apprezzamenti sul lungo vestito nero che indossava. Bella sembra ancora incavolata. Ha ha. Angela aveva ragione Tyler si sbagliava di grosso. Non posso credere che sia ancora seccata per questo, per. Quantomeno ha una riserva pronta in panchina per il ballo di fine anno. Che succede se Mike non si diverte al ballo, e non minvita pi ad uscire?E se chiede a Bella di accompagnarlo al ballo di fine anno?Lei lo avrebbe invitato al ballo se non avessi detto niente? Non che lui pensi che lei sia pi bella di me? Non che magari lei a pensare di essere pi bella di me? Credo di preferire quello blu. Fa davvero risaltare i tuoi occhi. Jessica sorrideva a Bella con finto trasporto, mentre la squadrava diffidente. Lo pensa veramente? O vuole soltanto che sabato sembri una mucca? Ero gi stanco di ascoltare Jessica. Cercai Angela l vicino ah, ma Angela stava cambiandosi dabito, e me la filai in fretta dalla sua mente per concederle un p di privacy. Beh, non cerano molti guai in cui Bella potesse cacciarsi allinterno di un grande magazzino. Le avrei lasciate alle loro compere e poi le avrei recuperate quando avessero finito. Non mancava molto a che facesse buio le nuvole stavano cominciando a ritornare, accumulandosi da est. Potevo solamente intravederne degli scorci attraverso il fitto degli alberi, ma capivo che avrebbero anticipato il tramonto. Diedi loro il benvenuto,
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avvertendone un bisogno disperato maggiore di quanto mai prima ne avessi agognate le ombre. Domani mi sarei potuto sedere di nuovo vicino a Bella a scuola, monopolizzandone ancora lattenzione durante la pausa pranzo. Avrei potuto farle tutte le domande che avevo messo da parte E cos era furiosa per la presunzione di Tyler. Lavevo visto nella sua mente che aveva inteso dire letteralmente quando aveva parlato del ballo di fine anno, che stava accampando dei diritti. La immaginai con lespressione di quel pomeriggio lincredulit sdegnata e scoppiai a ridere. Mi chiedevo cosa gli avrebbe detto riguardo a questo. Non avrei voluto perdermi la sua reazione. Il tempo scorreva lento intanto che aspettavo che le ombre si allungassero. Di tanto in tanto controllavo Jessica; la sua voce mentale era la pi facile da trovare, ma non mi piaceva soffermarmici a lungo. Vidi il posto in cui stavano progettando di cenare. Sarebbe stato buio per lora di cenamagari avrei potuto scegliere per pura coincidenza lo stesso ristorante. Sfiorai il cellulare nella mia tasca, pensando dinvitare Alice a mangiare fuori Ne sarebbe stata entusiasta, ma avrebbe anche voluto parlare con Bella. Non ero sicuro di essere pronto a coinvolgere Bella ancora di pi nel mio mondo. Un solo vampiro non era un problema sufficiente? Feci un altro controllo di routine su Jessica. Stava pensando alla sua bigiotteria, chiedendo il parere di Angela. Forse avrei fatto meglio a prendere il girocollo nero. Ne ho uno a casa che potrebbe andare, ed ho speso pi di quanto avessi previsto. Mamma andr fuori di testa. A cosa stavo pensando? Non mi dispiace tornare al negozio. Tuttavia, pensi che Bella ci star cercando? Questo cosa voleva dire? Bella non era con loro? Prima guardai fisso attraverso gli occhi di Jessica, poi passai a quelli di Angela. Erano sul marciapiede di fronte ad una fila di negozi, pronte a tornare sui propri passi. Bella non si vedeva da nessuna parte. Oh, a chi importa di Bella? Pens Jessica insofferente, prima di rispondere alla domanda di Angela. Lei star bene. Arriveremo in tempo al ristorante, anche se torniamo indietro. In ogni caso, credo che voglia restare da sola. Catturai un breve scorcio della libreria in cui Jessica pensava fosse andata Bella. Sbrighiamoci, allora, disse Angela. Spero che Bella non pensi che labbiamo scaricata. E stata cos carina con me in macchina prima E davvero una persona
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gentile. Ma sembrata come depressa tutto il giorno. Chiss se per via di Edward Cullen? Scommetto che per questo che mi ha chiesto della sua famiglia Avrei dovuto prestare maggiore attenzione. Quanto mi ero perso? Bella stava girando da sola, e prima stava chiedendo di me? Angela dava retta a Jessica adesso Jessica stava ciarlando di quellidiota di Mike e non avrei ottenuto nientaltro da lei. Misurai le ombre. Il sole presto sarebbe stato nascosto dalle nuvole. Se mi fossi tenuto sul lato est della strada, dove gli edifici facevano ombra alla luce che stava svanendo Cominciai a sentirmi in ansia mentre guidavo nel poco traffico del centro citt. Questo era qualcosa che non avevo considerato Bella che se la svignava da sola e non avevo idea di come trovarla. Avrei dovuto considerarlo. Conoscevo bene Port Angeles; andai diritto alla libreria nella mente di Jessica, sperando che la mia ricerca fosse breve, ma dubitando che sarebbe stata cos semplice. Quando mai Bella laveva fatta facile? Infatti, il piccolo negozio era vuoto, fatta eccezione per la donna dietro al bancone vestita in modo anacronistico. Non sembrava il genere di posto che potesse attirare Bella troppo new age per una persona pragmatica. Chiss se si era presa il disturbo di entrare? Cera una chiazza dombra in cui potevo parcheggiare Creava un sentiero scuro che sporgeva diritto proprio fin sopra il negozio. Davvero non avrei dovuto. Girovagare nelle ore di sole non era sicuro. Che sarebbe successo se, proprio al momento sbagliato, una macchina di passaggio avesse proiettato il riflesso del sole allinterno dellombra? Ma non sapevo in che altro modo cercare Bella! Parcheggiai e scesi, mantenendomi sul lato pi scuro dellombra. A grandi passi veloci camminai fin dentro il negozio, registrando la debole traccia del profumo di Bella nellaria. Era stata qui, sul marciapiede, ma non cera alcun accenno del suo profumo allinterno della libreria. Benvenuto! Posso - cominci a dire la commessa, ma ero gi fuori della porta. Seguii il profumo di Bella fintanto che lombra me lo permise, fermandomi al limitare della luce del sole. Quanto mi faceva sentire impotente imprigionato nella linea tra il buio e la luce che si allungava sul marciapiede di fronte a me. Cos limitato. Potevo solo supporre che avesse continuato lungo la strada, dirigendo a sud. Non
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cera davvero granch in quella direzione. Si era persa? Beh, quella possibilit non suonava del tutto estranea al suo carattere. Tornai in macchina e guidai lentamente lungo le strade, cercandola. Scesi allinterno di qualche altra chiazza ombrosa, ma potei solo cogliere il suo profumo ancora una volta, e la direzione mi confuse. Dove stava cercando di andare? Guidai su e gi tra la libreria ed il ristorante un p di volte, sperando di vederla dove sarebbe dovuta essere. Jessica ed Angela erano gi l, cercando di decidere se ordinare, o aspettare Bella. Jessica stava facendo pressioni per ordinare immediatamente. Cominciai a saltare nelle menti degli sconosciuti, guardando attraverso i loro occhi. Sicuramente, qualcuno doveva averla vista da qualche parte. Diventavo sempre pi ansioso quanto pi a lungo rimaneva dispersa. Finora non avevo considerato quanto potesse dimostrarsi difficile trovarla una volta che, come adesso, fosse uscita dal mio campo visivo e dai suoi percorsi abitudinari. Non mi piaceva. Le nuvole si stavano ammassando allorizzonte e, entro pochi minuti, sarei stato libero di seguirne la traccia a piedi. Non mi ci sarebbe voluto molto a quel punto. Era solo il sole a rendermi cos impotente adesso. Ancora pochi minuti solamente, e poi il vantaggio sarebbe stato di nuovo mio e sarebbe stato il mondo degli umani ad essere impotente. Unaltra mente, e unaltra. Cos tanti pensieri irrilevanti. penso che il pupo abbia unaltra infezione alle orecchie Era seicentoquaranta o seicentoquattro? Di nuovo in ritardo. Dovrei dirglielo Ecco che viene! Aha! Finalmente ero arrivato al suo viso. Finalmente, qualcuno laveva notata! Il sollievo dur solamente una frazione di secondo, perch scrutai pi a fondo nei pensieri delluomo che tra le ombre stava gongolando intento sul suo viso. La sua mente mi era estranea, e tuttavia, non completamente sconosciuta. Un tempo avevo dato la caccia esattamente a questo genere di mente. NO! ruggii, ed una raffica di urla rabbiose proruppe dalla mia gola. Il mio piede spinse lacceleratore a tavoletta, ma dove stavo andando? A grandi linee conoscevo il luogo che aveva nei pensieri, ma non abbastanza nel dettaglio. Qualcosa, doveva esserci qualcosa un cartello stradale, una vetrina, qualcosa
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nella sua visuale che mi rivelasse la sua posizione. Ma Bella era immersa nellombra, e gli occhi di lui focalizzavano solamente la sua espressione spaventata godendo della paura che cera l. Nella sua mente il suo viso si confondeva con il ricordo di altri visi. Bella non era la sua prima vittima. Il suono dei miei ruggiti scuoteva il telaio della macchina, ma non mi distraeva. Non cerano finestre sulla parete alle sue spalle. Era una qualche zona industriale, lontana dal quartiere pi affollato dei negozi. La mia macchina sgomm girando un angolo, superando un altro veicolo, puntando verso quella che speravo fosse la direzione giusta. Per quando laltro guidatore riusc a suonare il clacson, il suono era gi lontano alle mie spalle. Guarda come trema! Luomo ridacchiava pregustando il momento. La paura era ci che lattraeva la parte che lo divertiva. Stai lontano da me. La sua voce era bassa e calma, non un grido. Non fare cos, dolcezza. La vide trasalire al suono di una fragorosa risata proveniente da unaltra direzione. Era seccato dal rumore Chiudi il becco, Jeff! pens ma gli piaceva il modo in cui aveva sussultato. Lo eccitava. Cominci ad immaginare le sue suppliche, il modo in cui avrebbe pregato Non mi ero reso conto che ce nerano degli altri con lui finch non avevo sentito quella risata chiassosa. Gli rovistai intorno, disperando di trovare qualcosa che potesse tornarmi utile. Stava facendo il primo passo verso di lei, flettendo le mani. Le menti che lo circondavano non erano un pozzo nero come la sua. Erano tutti lievemente ubriachi, nessuno di loro capiva quanto lontano intendeva spingersi luomo che chiamavano Lonnie. Stavano seguendo le indicazioni di Lonnie alla cieca. Lui gli aveva promesso un p di divertimento Uno di loro lanci unocchiata in fondo alla strada, nervoso non voleva essere scoperto a molestare la ragazza e mi forn ci di cui avevo bisogno. Riconobbi lincrocio stradale verso il quale guardava. Passai con il rosso sfrecciando, infilandomi in uno spazio appena sufficiente tra due macchine nel traffico in movimento. I clacson strombazzarono alle mie spalle. Il cellulare che avevo in tasca vibrava. Lo ignorai.
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Lonnie si avvicinava lentamente alla ragazza, prolungando la tensione il momento di terrore che lo eccitava. Aspettava che strillasse, pregustandoselo. Ma Bella serr le mascelle e si mise in guardia. Era sorpreso si era aspettato che cercasse di scappare. Sorpreso e lievemente contrariato. Gli piaceva inseguire la sua preda, ladrenalina della caccia. Coraggiosa questa. Anche meglio, immagino combattiva. Ero ad un isolato di distanza. Il mostro poteva sentire il rombo del mio motore adesso, ma non ci badava, troppo preso dalla sua vittima. Avrei visto quanto avrebbe apprezzato la caccia una volta diventato la preda. Avrei visto cosa ne pensava del mio modo di cacciare. In un altro compartimento della mia mente, stavo gi passando in rassegna la variet di torture di cui mi ero reso testimone nei miei giorni da vigilante, cercando la pi dolorosa tra quelle. Avrebbe sofferto per questo. Si sarebbe contorto agonizzante. Gli altri sarebbero semplicemente morti per avervi partecipato, ma il mostro di nome Lonnie avrebbe pregato a lungo di morire prima che gli facessi quel regalo. Stava attraversando la strada per raggiungerla. Svoltai langolo di netto, i miei fanali inondarono la scena di fronte ed immobilizzarono il resto di loro sul posto. Avrei potuto travolgere il capo, che salt via dalla strada, ma sarebbe stata una morte troppo veloce per lui. Lasciai che la macchina facesse testacoda, girando completamente su se stessa cosicch mi ritrovai rivolto verso la strada da cui ero venuto e con la portiera del passeggero quanto pi vicina a Bella. La spalancai, e lei stava gi correndo verso la macchina. Sali, ringhiai. Che diavolo? Sapevo che era una cattiva idea! Non sola. Dovrei scappare? Penso che sto per vomitare Bella salt attraverso lo sportello aperto senza esitare, sbattendolo mentre se lo chiudeva alle spalle. E poi mi guard con lespressione pi fiduciosa che avessi mai vista su un volto umano, e tutti i miei propositi violenti andarono in pezzi.
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Mi ci volle meno, molto meno di un secondo per capire che non avrei potuto lasciarla in macchina per occuparmi dei quattro uomini in strada. Cosa le avrei detto, di non guardare? Ah! Quando mai faceva quello che le chiedevo? Quando mai faceva la cosa pi sicura? Li avrei trascinati via, dove non poteva vedermi, e lavrei lasciata qui da sola? Era una scommessa che un altro pericoloso essere umano si stesse aggirando per le strade di Port Angeles stasera, ma era pure una scommessa che ci fosse addirittura quel primo! Come una calamita, lei attirava tutto ci che cera di pericoloso. Non potevo permettermi di perderla di vista. Avrebbe avuta la sensazione di una continuit dellazione mentre acceleravo, allontanandola dai suoi persecutori cos velocemente che quelli spalancavano le bocche con lespressione di chi lento a capire. Non si sarebbe resa conto di quel mio attimo di esitazione. Avrebbe dato per scontato che fin dallinizio il piano fosse quello di scappare. Non potevo nemmeno travolgerlo con la macchina. Si sarebbe spaventata. Volevo la sua morte cos selvaggiamente che la necessit rimbombava nelle mie orecchie e mi annebbiava la vista ed indugiava saporita sulla mia lingua. I miei muscoli erano avviluppati dal desiderio, dalla brama, dal bisogno di farlo. Dovevo ucciderlo. Lavrei scorticato lentamente, pezzo dopo pezzo, pelle dal muscolo, muscolo dallosso Tranne che la ragazza lunica ragazza al mondo si stava aggrappando al sedile con entrambe le mani, guardandomi fisso, con gli occhi ancora spalancati e totalmente colmi di fiducia. La vendetta avrebbe dovuto aspettare. Mettiti la cintura, ordinai. La mia voce era roca per lodio e la sete di sangue. Non la solita sete di sangue. Non mi sarei sporcato bevendo anche solo una goccia del sangue di quelluomo. Lei allacci la cintura, sobbalzando leggermente al suono che produsse. Quel piccolo scatto laveva fatta trasalire, tuttavia non batt ciglio mentre sfrecciavo attraverso la citt, ignorando tutte le regole sulla circolazione stradale. Mi sentivo addosso i suoi occhi. Sembrava stranamente rilassata. Non aveva senso per me non con quello che aveva appena passato. Stai bene? chiese, con la voce roca per la paura e lo stress. Lei voleva sapere se io stavo bene? Pensai alla sua domanda per una frazione di secondo. Non abbastanza per lei perch
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potesse notare lincertezza. Stavo bene? No, realizzai, ed il mio tono ribolliva di rabbia. La portai sulla stessa strada dismessa in cui avevo passato il pomeriggio impegnato nella pi scadente sorveglianza mai messa in atto. Era buio ora sotto gli alberi. Ero cos furioso che il mio corpo era pietrificato l sul posto, completamente immobile. Le mie mani gelide chiuse a pugno anelavano di schiantare il suo aggressore, di triturarlo in pezzi cos maciullati che il suo corpo non sarebbe mai stato identificato Ma questo avrebbe implicato il lasciarla da sola, indifesa nelloscurit della notte. Bella? chiesi tra i denti. Si? rispose rauca. Si schiar la gola. Tu stai bene?. Quella era la cosa davvero pi importante, la prima di tutte le priorit. Il castigo era secondario. Lo sapevo, ma il mio corpo era cos pieno di rabbia che mi era difficile ragionare. Si. La sua voce era ancora roca per la paura, senza alcun dubbio. E perci non potevo lasciarla. Anche se non fosse stata costantemente a rischio per una qualche esasperante ragione un qualche scherzo che luniverso mi stava giocando , anche se fossi potuto essere certo che sarebbe stata perfettamente al sicuro in mia assenza, non potevo lasciarla da sola nel buio. Doveva essere talmente spaventata. Tuttavia non ero in condizioni di poterla confortare quandanche avessi saputo esattamente come andava fatto, cosa che non era. Di sicuro poteva sentire la brutalit che irraggiavo, di sicuro almeno quella era palese. Lavrei spaventata ancora di pi se non fossi riuscito a placare la smania di fare una carneficina che mi stava ribollendo dentro. Dovevo pensare a qualcosaltro. Fammi svagare, per favore la pregai. Come scusa? A malapena avevo controllo a sufficienza per spiegarle ci di cui avevo bisogno. Chiacchiera di qualcosa senza alcuna importanza finch non mi calmo, le spiegai, con le mascelle ancora serrate. Solo la consapevolezza che aveva bisogno di me mi tratteneva in macchina. Potevo sentire i pensieri delluomo, il suo disappunto e la rabbia Sapevo dove trovarlo Chiusi gli occhi, desiderando di essere incapace di vedere
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ugualmente Um. Esitava cercando di dare un senso alla mia richiesta, immaginai. Domani prima di entrare a scuola intendo passare sopra a Tyler Crowley con la macchina?. Disse come se fosse una domanda. Si questo era ci che mi serviva. Ovviamente Bella se ne sarebbe uscita con qualcosa dinaspettato. Come gi era stato prima, una minaccia di violenza proferita dalle sue labbra era esilarante linconciliabilit era davvero comica. Perch? latrai, per forzarla a parlare ancora. Va dicendo a tutti che mi porter al ballo di fine anno, disse, con la voce colma del suo sdegno da gattina che si crede una tigre. O demente o sta ancora cercando di farsi perdonare per avermi quasi uccisa lultimabeh te ne ricordi, infil sarcasticamente, e pensa che il ballo di fine anno non si sa come sia la maniera migliore di farlo. Perci immagino che se metto a repentaglio la sua vita, allora saremo pari, e la smetter di cercare di fare ammenda. Non ho bisogno di nemici e forse Lauren farebbe marcia indietro se lui mi lasciasse stare. Potrei dover demolire la sua Sentra, per, continu, meditabonda ora. Se non ha una macchina non pu portare nessuno al ballo. Era incoraggiante scoprire che qualche volta anche lei fraintendeva le cose. La perseveranza di Tyler non aveva niente a che fare con lincidente. Non pareva rendersi conto del fascino che esercitava sui ragazzi umani della scuola superiore. Non riusciva a capire neppure lattrazione che esercitava su di me? Ah, stava funzionando. I meccanismi confusi della sua mente erano sempre avvincenti. Stavo cominciando a riprendere il controllo di me stesso, a vedere qualcosa al di l della vendetta e della tortura Lho sentito dire, le dissi. Aveva smesso di parlare ed avevo bisogno che continuasse. Anche tu? chiese incredula. E poi la sua voce divent pi furiosa di prima. Neppure paralizzato dal collo in gi potr andare al ballo. Volevo che ci fosse un modo per chiederle di continuare con le sue minacce di morte e di lesioni fisiche senza sembrare folle. Non avrebbe potuto scegliere un modo migliore per calmarmi. E le sue parole solo sarcasmo nel suo caso, iperboli erano un tonico del quale sentivo grandemente la necessit in questo momento. Sospirai, ed aprii gli occhi.
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Meglio? chiese timidamente. Veramente no. No, ero pi calmo, ma non mi sentivo meglio. Perch avevo appena capito che non potevo uccidere il mostro di nome Lonnie, e volevo ancora farlo quasi pi di ogni altra cosa al mondo. Quasi. Lunica cosa che in questo momento volevo di pi del commettere un omicidio ampiamente giustificabile, era la ragazza. E, sebbene non potessi averla, bastava lillusione di poterla avere a rendermi impossibile landare a fare un massacro stasera non importa quanto potesse essere giustificabile. Bella meritava di meglio che un assassino. Avevo speso settantanni cercando di essere qualcosa di pi di quello qualunque cosa purch non un assassino. Tutti quegli anni di fatica non mi avrebbero mai reso degno della ragazza che stava seduta accanto a me. E ciononostante, sentivo che se fossi tornato a quella vita la vita di un assassino anche solo per una notte, sicuramente sarebbe stata fuori dalla mia portata per sempre. Anche se non avevo pensato di berne il sangue anche se non ne avessi mostrata levidenza sfavillante rossa nei miei occhi lei avrebbe notata la differenza? Stavo cercando di essere abbastanza buono per lei. Era un obiettivo impossibile. Avrei continuato a provare. Che c che non va? mormor. Il suo respiro mi riemp il naso, e mi ricord perch non potevo essere degno di lei. Dopo tutto questo, a dispetto di tutto lamore che provavo per leiancora mi faceva venire lacquolina in bocca. Sarei stato quanto pi possibile sincero con lei. Glielo dovevo. Qualche volta ho dei problemi a controllarmi, Bella. Guardai fuori nella notte buia, desiderando insieme che percepisse e non percepisse lorrore insito nelle mie parole. In misura maggiore che non lo percepisse. Scappa, Bella, scappa. Resta, Bella, resta. Ma non sarebbe utile per me voltare la macchina e braccare quei. Il solo pensarlo quasi mi spinse fuori dalla macchina. Respirai a fondo, lasciando che il suo profumo mi bruciasse la gola. Almeno, ci di cui sto tentando di convincermi. Oh. Non disse altro. Quanto aveva capito dalle mie parole? Le lanciai unocchiata
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furtiva, ma il suo viso era indecifrabile. Bianco per lo shock, forse. Beh, non stava gridando. Non ancora. Per un momento fu il silenzio. Lottai con me stesso, cercando di essere cosavrei dovuto essere. Cosa non avrei potuto essere. Jessica ed Angela saranno preoccupate, disse calma. La sua voce era molto serena, e non ero sicuro di come fosse possibile. Era in stato di shock? Forse gli avvenimenti di stasera non avevano ancora fatto breccia in lei. Avrei dovuto raggiungerle. Voleva allontanarsi da me? O era solo preoccupata per la preoccupazione delle sue amiche? Non le risposi, ma misi in moto la macchina e la riportai indietro. Ogni centimetro in pi che mi avvicinavo alla citt, diventava pi difficile mantenere il mio proposito. Ero cos vicino a lui Se era impossibile se mai avrei potuto avere o meritare la ragazza allora che senso aveva lasciare andare quelluomo impunito? Certamente potevo concedermi almeno quello No, non mi sarei arreso. Non ancora. La volevo troppo per arrendermi. Eravamo arrivati al ristorante dove si presumeva che avrebbe incontrato le sue amiche primancora che cominciassi a dare un senso ai miei pensieri. Jessica ed Angela avevano finito di mangiare, ed entrambe ora erano davvero preoccupate per Bella. Stavano per andarla a cercare, incamminandosi lungo la strada buia. Non era la serata giusta per andarsene in giro Come facevi a sapere dove..?. La domanda incompiuta di Bella mi aveva interrotto, e mi resi conto di aver fatto unaltra gaffe. Ero stato troppo distratto per chiederle dove avrebbe dovuto incontrare le sue amiche. Ma, invece di completare la domanda e di tenere il punto, Bella si limit a scrollare il capo ed a fare un mezzo sorriso. Cosa voleva dire quello? Beh, non avevo tempo di scervellarmi sulla sua strana accettazione del mio ancora pi strano essere al corrente. Aprii la portiera. Che stai facendo? chiese, apparentemente sbigottita. Ti sto impedendo di scomparire dalla mia vista. Mi sto impedendo di rimanere da
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solo stasera. In questordine. Ti porto a cena. Beh, questo dovrebbe essere interessante. Pareva essere una serata completamente differente rispetto a quando avevo immaginato di portare Alice con me e di simulare di aver scelto per caso lo stesso ristorante di Bella e delle sue amiche. Ed ora, eccomi qui, come se in pratica avessi un appuntamento con la ragazza. Solo che non poteva contare come tale, perch non le stavo dando la possibilit di dirmi di no. Aveva gi aperto per met la propria portiera prima che riuscissi a fare il giro della macchina di solito non era cos frustrante doversi muovere ad una velocit che passasse inosservata invece di aspettare che lo facessi per lei. Era perch non era abituata ad essere trattata come una signora, o perch non mi riteneva un gentiluomo? Aspettai che mi raggiungesse, diventando sempre pi ansioso man mano che le sue amiche continuavano a camminare verso langolo buio. Vai a fermare Jessica ed Angela prima che debba mettermi a cercare anche loro, ordinai in fretta. Non penso che potrei trattenermi se incontrassi di nuovo gli altri tuoi amichetti. No, non sarei stato abbastanza forte per quello. Lei rabbrivid, e poi si ricompose immediatamente. Fece un mezzo passo nella loro direzione, chiamandole ad alta voce, Jess! Angela!. Si voltarono, e lei le salut agitando il braccio al di sopra della testa per richiamarne lattenzione. Bella! Oh, sta bene! Pens Angela sollevata. Non un p tardi? Si lament Jessica tra s, ma anche lei era contenta che Bella non fosse smarrita o ferita. Il che me la rese solo poco pi simpatica. Corsero indietro, e poi si bloccarono, sbalordite, quando mi videro accanto a lei. Uh-uh! Pens Jessica, stupefatta. Non stramaledettamente possibile! Edward Cullen? Se n andata via da sola per incontrarlo?Ma perch avrebbe chiesto del loro essere fuori citt se sapeva che lui era qui Colsi un breve flash dellespressione mortificata di Bella quando aveva chiesto ad Angela se la mia famiglia si assentava spesso da scuola. No, non avrebbe potuto saperlo, decise Angela. I pensieri di Jessica stavano passando dalla sorpresa al sospetto. Bella me lo stava tenendo nascosto. Dove sei stata? chiese perentoria, fissando Bella, ma sbirciandomi con la coda dellocchio. Mi sono persa. E poi mi sono imbattuta in Edward, disse Bella, indicandomi con
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la mano. Il suo tono di voce era, strano a dirsi, normale. Come se quello fosse veramente tutto quel che era successo. Doveva essere sotto shock. Era lunica spiegazione possibile per la sua calma. Andrebbe bene se mi unissi a voi? chiesi per essere educato; sapevo che avevano gi mangiato. Santa miseria ma uno schianto! Pens Jessica, con la mente dimprovviso leggermente incoerente. Angela non era molto pi composta. Vorrei che non avessimo gi mangiato. Wow. Solo. Wow. Perch non potevo avere quelleffetto su Bella? Ehmcerto, acconsent Jessica. Angela si accigli. Umh, veramente, Bella, nellattesa abbiamo gi mangiato, ammise. Mi dispiace. Cosa? Chiudi il becco! Jessica reclam interiormente. Bella scroll le spalle indifferente. Cos rilassata. Decisamente in stato di shock. Fa niente non sono affamata. Penso che dovresti mangiare qualcosa, obiettai. Aveva bisogno di mettere degli zuccheri nel sangue sebbene il suo profumo sia gi abbastanza dolce cos com, pensai sarcasticamente. Lorrore lavrebbe fatta crollare a momenti, ed uno stomaco vuoto non sarebbe stato daiuto. Era una che sveniva facilmente, come sapevo per esperienza. Queste ragazze non sarebbero state in pericolo se andavano diritte a casa. Il pericolo non seguiva ogni loro passo. E preferivo rimanere da solo con Bella ammesso che lei fosse disposta a rimanere da sola con me. Vi spiace se stasera riaccompagno io Bella a casa? dissi a Jessica prima che Bella potesse rispondere. In questo modo non sarete costrette ad aspettare che finisca di mangiare. Uh, nessun problema, immagino. Jessica fissava Bella di proposito, cercando una qualche conferma che questo fosse ci che voleva. Vorrei restarema probabilmente lei lo vuole tutto per s. Chi non lo vorrebbe? Pens Jess. Contemporaneamente, vide Bella farle locchiolino. Bella aveva fatto locchiolino?
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Daccordo, disse Angela rapidamente, avendo fretta di levarsi di torno se questo era ci che Bella voleva. E pareva che lo volesse. Ci vediamo domani, Bella Edward. Fatic a dire il mio nome con tono disinvolto. Poi afferr la mano di Jessica e cominci a rimorchiarla. Avrei dovuto trovare un modo per ringraziare Angela di questo. La macchina di Jessica era vicina ed allinterno di un cerchio di luce proiettato da un lampione. Bella le osserv attentamente, con una lieve ruga di preoccupazione tra gli occhi, finch non furono salite in macchine, perci doveva essere pienamente cosciente del pericolo che aveva corso. Jessica salut con la mano intanto che se ne andava, e Bella la risalut. Solo quando la macchina spar fece un respiro profondo e si volt a guardarmi. Onestamente, non ho fame, disse. Perch aveva aspettato che se ne fossero andate prima di parlare? Davvero voleva restare da sola con me anche ora, dopo essere stata testimone della mia furia omicida? Che quello fosse o meno il caso, avrebbe mangiato qualcosa. Fammi contento, dissi. Le tenni aperta la porta del ristorante ed aspettai. Lei sospir, e lattravers. Camminai al suo fianco fino al banco della hostess di sala. Bella sembrava ancora completamente padrona di s. Volevo toccarle la mano, la fronte, per controllarne la temperatura. Ma la mia mano gelida le avrebbe fatto ribrezzo, come gi era successo. Oh mio, la voce mentale piuttosto acuta della hostess di sala fece breccia nella mia coscienza. Mio, oh mio. Pareva che non potessi fare a meno di provocare capogiri stasera. O lo stavo semplicemente notando perch desideravo cos tanto che Bella mi vedesse in quel modo? Eravamo sempre molto attraenti per le nostre prede. Non ci avevo mai pensato granch prima. Di solito salvo che, come nel caso di soggetti quali Shelly Cope e Jessica Stanley, non ci fosse una ripetizione costante ad ottundere lorrore la paura scalciava liniziale attrazione piuttosto in fretta Un tavolo per due? sollecitai, poich la hostess di sala non parlava. Oh, ehm, si. Benvenuti a La Bella Italia. Mmm! Che voce! Se volete seguirmi. I suoi pensieri giravano al massimo calcolatori Forse sua cugina. Non pu essere sua sorella, non si somigliano affatto. Ma sono
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parenti, decisamente. Uno come lui non pu stare con una come lei. Gli occhi umani erano miopi; non vedevano niente con chiarezza. Come poteva questa donna meschina farsi abbindolare cos dalla mia prestanza unesca per le prede , e tuttavia non riuscire a vedere la dolce perfezione della ragazza al mio fianco? Beh, non c bisogno di darle una mano, non si sa mai, pens la hostess di sala mentre ci guidava verso un tavolo formato famiglia nel bel mezzo della parte pi affollata del ristorante. Come faccio a dargli il mio numero con lei qui...? medit. Presi una banconota dalla tasca posteriore. Le persone erano tutte invariabilmente disposte a collaborare quando si mettevano di mezzo i soldi. Bella stava gi quasi sedendosi nel posto indicatole dalla hostess di sala senza fare obiezioni. Le feci cenno di no e lei esit, piegando la testa di lato incuriosita. Si, sarebbe stata molto curiosa stasera. Un luogo affollato non era il posto ideale per questo genere di conversazione. Magari qualcosa di pi riservato? chiesi alla hostess di sala, allungandole la banconota. I suoi occhi si spalancarono per la sorpresa, e poi si chiusero a fessura mentre la mano savviluppava attorno alla mancia. Certo. Lanci unocchiata furtiva al biglietto mentre ci guidava oltre una parete divisoria. Cinquanta dollari per un tavolo migliore? E ricco, anche. Tutto torna scommetto che la sua giacca vale pi della mia ultima busta paga. Dannazione. Perch vuole appartarsi con lei? Cindic un separ in un angolo tranquillo del ristorante dove nessuno avrebbe potuto vederci vedere le reazioni di Bella a qualunque cosa le avessi detto. Non avevo la minima idea di cosa avrebbe potuto volere da me stasera. O di cosa avrei potuto darle. Quanto aveva intuito? Che spiegazione si era data degli eventi di questa sera? Questo va bene? chiese la hostess di sala. Perfetto, le dissi e, sentendomi lievemente seccato dal suo atteggiamento risentito nei confronti di Bella, le sorrisi apertamente, mostrando i denti. Facendoglieli vedere chiaramente. Whoa. Uhmla cameriera sar subito da voi. Non pu essere reale. Devo essere addormentata. Forse lei sparirmagari scriver il mio numero sul suo piatto con il ketchup Si allontan, sbandando leggermente di lato.
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Strano. Ancora non era spaventata. Mi ricordai improvvisamente di Emmett che mi prendeva in giro a mensa, parecchie settimane prima. Scommetto che sarei stato capace di metterle molta pi paura di cos. Stavo perdendo il mio tocco? Davvero non dovresti fare cos con le persone, Bella interruppe i miei pensieri con un tono di disapprovazione. Non per niente corretto. Fissai la sua espressione grave. Che voleva dire? Non avevo per nulla spaventato la hostess di sala, a dispetto delle mie intenzioni. Fare cosa? Abbacinarle a quel modo probabilmente proprio adesso sta iperventilando in cucina. Hmm. Bella aveva quasi perfettamente ragione. La hostess di sala parlava in modo per met sconnesso al momento, fornendo unerrata valutazione di me alla sua amica nel retrocucina. Oh, andiamo, mi rimprover Bella quando non le risposi immediatamente. Devi essere ben cosciente delleffetto che hai sulle persone. Abbacino le persone?. Era un modo interessante per descriverlo. Abbastanza accurato per stasera. Mi chiedevo il perch di quella differenza Non lhai notato? chiese, ancora critica. Credi che tutti riescano a fare a modo loro tanto facilmente? Riesco ad abbacinare anche te? diedi voce alla mia curiosit impulsivamente e, una volta uscite le parole, era troppo tardi per ricacciarle indietro. Ma primancora che avessi il tempo di pentirmi profondamente di aver parlato ad alta voce, lei rispose. Spesso. E le sue guance diventarono di un rosa acceso. Labbacinavo. Il mio cuore silenzioso si gonfi di una speranza pi intensa di quanto ricordassi di aver mai provata prima. Salve, disse qualcuno, la cameriera, presentandosi. I suoi pensieri erano rumorosi, e pi espliciti di quelli della hostess di sala, ma non lascoltai. Scrutavo il viso di Bella invece di ascoltare, osservando il sangue spandersi sotto la sua pelle, facendo caso non a quanto mincendiasse la gola, ma piuttosto a come le illuminava il viso chiaro, a come faceva risaltare il candore della sua pelle La cameriera aspettava qualcosa da me. Ah, aveva chiesto cosa volevamo bere. Continuai a fissare Bella, e la cameriera seppure riluttante si rivolse a lei.
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Prender una coca? disse Bella, come cercando approvazione. Due coche, emendai. La sete la banale sete umana era un sintomo dello shock. Mi sarei assicurato che immettesse un supplemento di zuccheri nellorganismo con la soda. Sembrava in salute, tuttavia. Pi che in salute. Sembrava radiosa. Che c? chiese incerta sul perch la stavo fissando, supposi. Ero a malapena cosciente del fatto che la cameriera si era allontanata. Come ti senti? chiesi. Sbatt le palpebre, sorpresa dalla domanda. Sto bene. Non hai vertigini, nausea, freddo? Era anche pi confusa adesso. Dovrei? Beh, in verit sto aspettando che tu cada in stato di shock. Feci un mezzo sorriso, sicuro della sua smentita. Non voleva che ci si prendesse cura di lei. Le ci volle un minuto per rispondermi. I suoi occhi erano leggermente sfocati. Aveva quellaria qualche volta, quando le sorridevo. Eraabbacinata? Mi sarebbe davvero piaciuto poterci credere. Non credo che succeder. Sono sempre stata molto brava a reprimere le cose spiacevoli, rispose, un p a corto di fiato. Sicch, era molto pratica di cose spiacevoli? La sua vita era sempre tanto rischiosa? Fa lo stesso, le dissi. Mi sentir meglio quando avrai mandato gi un p di zuccheri e qualcosa da mangiare. La cameriera torn con le coche ed un cestino di pane. Li mise di fronte a me, e mi chiese cosa volessi ordinare, cercando di catturare i miei occhi nel farlo. Le feci segno che avrebbe dovuto occuparsi di Bella, e poi tornai ad ignorarla. Aveva una mente volgare. Uhm. Bella diede una rapida occhiata al men. Prender i ravioli ai funghi. La cameriera si volt di nuovo verso di me alacremente. E tu? Niente per me. Bella fece una leggera smorfia. Hmm. Doveva aver notato che non mangiavo mai. Notava ogni cosa. Ed io dimenticavo sempre di fare attenzione quando cera lei. Aspettai che fossimo nuovamente soli. Bevi, insistei. Fui sorpreso quando accondiscese immediatamente e senza fare obiezioni. Bevve
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finch il bicchiere non fu completamente vuoto, perci spinsi il secondo bicchiere di fronte a lei, aggrottando appena la fronte. Sete, o shock? Bevve un altro poco, e poi rabbrivid. Hai freddo? E solo la coca, disse, ma rabbrivid di nuovo, con le labbra che tremavano leggermente come se i suoi denti stessero quasi per battere. La graziosa camicetta che indossava aveva laria di essere troppo leggera per poterla proteggere adeguatamente; le aderiva come una seconda pelle, delicata quasi quanto la prima. Era cos fragile, cos mortale. Non hai una giacca? Si. Si guard intorno, leggermente perplessa. Oh lho lasciata nella macchina di Jessica. Mi sfilai la giacca, augurandomi che il gesto non venisse rovinato dalla mia temperatura corporea. Sarebbe stato bello poterle offrire un giaccone caldo. Mi fiss, le guance le simporporarono di nuovo. Cosa stava pensando adesso? Le passai la giacca da sopra il tavolo, e la indoss allistante, e poi rabbrivid di nuovo. Si, sarebbe stato bello poter essere caldo. Grazie, disse. Respir a fondo, e poi tir su le maniche troppo lunghe per liberare le mani. Respir di nuovo a fondo. La serata si stava finalmente stabilizzando? Il suo colorito era ancora ottimo; la sua pelle era come panna e rose a contrasto con il blu della camicetta. Quella tonalit di blu si sposa perfettamente con la tua carnagione, mi complimentai. Ero solo sincero. Lei arross, esaltandone leffetto. Sembrava stesse bene, ma non cera motivo di rischiare. Spinsi il cestello del pane di fronte a lei. Seriamente, obiett, intuendo le mie ragioni. Non cadr in stato di shock. Dovresti una persona normale lo farebbe. Non sembri nemmeno scossa. La fissavo, con aria di disapprovazione, domandandomi perch non poteva essere normale e poi chiedendomi se davvero avrei voluto che lo fosse. Mi sento molto al sicuro con te, disse, con gli occhi nuovamente colmi di fiducia. Una fiducia che non meritavo.
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I suoi istinti erano tutti sbagliati alla rovescia. Doveva essere quello il problema. Non riconosceva il pericolo nel modo in cui un essere umano avrebbe dovuto fare. Aveva la reazione opposta. Invece di scappare, indugiava, attratta da ci che avrebbe dovuto spaventarla Come potevo proteggerla da me stesso quando nessuno di noi due voleva farlo? E pi complicato di quanto avessi previsto, mormorai. Potevo vederla riflettere a fondo sulle mie parole, e mi chiesi cosa ne avrebbe fatto. Prese un grissino e cominci a mangiare apparentemente senza accorgersene. Mastic a lungo, e poi chin il capo di lato con aria pensierosa. Di solito sei di umore migliore quando i tuoi occhi sono cos chiari, disse con noncuranza. La sua osservazione, cos tanto aderente alla realt, mi fece vacillare. Cosa? Sei sempre pi scontroso quando i tuoi occhi sono neri almeno credo. Ho una teoria su questo, aggiunse con leggerezza. Perci aveva escogitato una spiegazione tutta sua. Ovviamente laveva fatto. Provai un profondo senso di terrore domandandomi quanto si fosse avvicinata alla verit. Altre teorie? Mm-hm. Mastic un altro boccone, del tutto noncurante. Come se non stesse discutendo delle particolarit di un mostro con il mostro in s. Spero tu sia stata pi creativa, stavolta. Mentii quando non prosegu. Ci che speravo davvero era che si sbagliasse che fosse miglia e miglia distante dal centrare lobiettivo. O stai ancora prendendo spunto dai fumetti? Beh, no, non mi sono ispirata ad un fumetto, disse, lievemente imbarazzata. Ma non neppure tutta farina del mio sacco. E? chiesi tra i denti. Sicuramente non avrebbe conversato cos serenamente se fosse stata sul punto di urlare. Mentre esitava, mordicchiandosi il labbro, la cameriera ricomparve con il mangiare per Bella. Non le prestai molta attenzione intanto che poggiava il piatto di fronte a Bella e poi mi chiedeva se desiderassi qualcosa. Rifiutai, ma chiesi unaltra coca. La cameriera non aveva notato i bicchieri vuoti. Li prese e and via.
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Stavi dicendo? proruppi ansiosamente non appena fummo di nuovo soli. Te lo dir in macchina, disse a bassa voce. Ah, doveva essere grave. Non era disposta a parlare delle sue congetture in pubblico. Se aggiunse dimprovviso. Ci sono delle condizioni?. Ero cos teso che quasi ringhiai le parole. Ho giusto qualche domanda, ovviamente. Ovviamente, presi atto, la mia voce era aspra. Le sue domande probabilmente sarebbero bastate a farmi capire in che direzione erano indirizzati i suoi pensieri. Ma come avrei risposto? Mentendo responsabilmente? O lavrei allontanata dalla verit? O non avrei detto niente, incapace di decidere? Beh, vai vanti, dissi, con le mascelle contratte, quando cominci. Come mai sei a Port Angeles? Quella era una domanda troppo semplice per lei. Non rivelava nulla, mentre la mia risposta, se onesta, avrebbe svelato davvero troppo di pi. Che fosse lei a rivelare qualcosa prima. La prossima, dissi. Ma questa era la pi facile! La prossima, ripetei. Era frustrata dal mio rifiuto. Distolse lo sguardo, abbassandolo sul cibo. Lentamente, riflettendoci parecchio, prese un boccone e cominci a masticare con cura. Lo annaffi con dellaltra coca, e poi finalmente rialz lo sguardo su di me. I suoi occhi erano due fessure sospettose. E sia, allora, disse. Diciamo, solo per ipotesi, naturalmente, che qualcuno sia in grado di sapere cosa pensa la gente, di leggere la mente, hai presente con solamente poche eccezioni. Poteva essere peggio. Questo spiegava quel mezzo sorriso in macchina. Era svelta nessun altro laveva mai immaginato di me. Eccetto Carlisle, ed era stato piuttosto ovvio allora, allinizio, quando rispondevo a tutti i suoi pensieri come se me li avesse detti. Se nera accorto prima di me Questa domanda non era cos brutta. Quantunque fosse evidente che sapeva che cera qualcosa che non andava in me, non era cos grave come sarebbe potuta essere. La lettura del pensiero dopo tutto non rientrava nei canoni tradizionali di un vampiro.
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Concordai con la sua ipotesi. Una sola eccezione, corressi. Solo per ipotesi. Trattenne un sorriso la mia velata sincerit la compiaceva. Daccordo, con uneccezione, dunque. Come funziona? Quali sono i limiti? Come potrebbequel qualcunotrovare qualcun altro esattamente al momento giusto? Come potrebbe sapere che lei nei guai? Ipoteticamente? Naturale. Contrasse le labbra, ed i suoi limpidi occhi marrone cioccolato diventarono impazienti. Beh, esitai. Sequel qualcuno Chiamiamolo Joe, sugger. Non potei fare a meno di sorridere del suo entusiasmo. Davvero pensava che la verit potesse essere una cosa piacevole? Se i miei segreti erano piacevoli, perch glieli avrei tenuti nascosti? Joe, allora, accordai. Se Joe avesse fatto attenzione, la tempistica non avrebbe avuto bisogno di essere cos millimetrica. Scossi la testa e soffocai un brivido al pensiero di quanto fossi stato vicino ad arrivare troppo tardi oggi. Solo tu potevi finire nei guai in una citt tanto piccola. Avresti sconvolto le loro statistiche sul tasso di criminalit degli ultimi dieci anni, lo sai. Le sue labbra si piegarono allingi agli angoli della bocca, e simbronciarono. Stavamo parlando di un caso ipotetico. Risi della sua irritazione. Le sue labbra, la sua pelle Sembravano cos morbidi. Volevo toccarli. Volevo premere la punta delle mie dita contro gli angoli delle sopracciglia aggrottate e risollevarli. Impossibile. La mia pelle lavrebbe disgustata. Si, vero dissi, tornando a concentrarmi sulla conversazione prima che potessi deprimermi troppo profondamente. Possiamo chiamarti Jane? Si allung sul tavolo verso me, tutto lumorismo e lirritazione erano scomparsi dai suoi grandi occhi. Come facevi a saperlo? chiese, con un tono di voce grave ed intenso. Dovevo dirle la verit? E, se si, fino a che punto? Volevo dirgliela. Volevo meritare la fiducia che ancora potevo leggerle in viso.
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Puoi fidarti di me, lo sai, mormor, ed allung una mano come per toccare le mie che poggiavano sul tavolo vuoto di fronte a me. Le tirai indietro odiando il pensiero della sua reazione alla mia pelle gelida e marmorea e lei lasci cadere la mano. Sapevo di poter confidare nel fatto che avrebbe mantenuto i miei segreti; era totalmente degna di fiducia, buona fino al midollo. Ma non potevo confidare nel fatto che non lavrebbero sconvolta. Sarebbe dovuta essere terrorizzata. La verit era un orrore. Non credo di avere pi scelta oramai, mormorai. Ricordavo di averla presa in giro una volta definendola eccezionalmente distratta. Offendendola, se avevo giudicato la sua espressione correttamente. Beh, potevo correggere quellingiustizia, quantomeno. Mi sbagliavo sei unosservatrice assai migliore di quanto non ti avessi dato credito. E, quandanche non se ne fosse ancora resa conto, le avevo gi dato un sacco di credito. Non le sfuggiva nulla. Pensavo che avessi sempre ragione, disse, sorridendo mentre mi canzonava. Una volta era cos. Una volta ero solito sapere cosa fare. Ero solito sapere sempre con certezza che direzione prendere. E adesso tutto era caos ed agitazione. Tuttavia non li avrei scambiati con niente. Non volevo una vita che avesse un senso. Non se il caos significava che potevo stare con Bella. Avevo altrettanto torto su unaltra cosa che ti riguarda, continuai, portando il discorso in unaltra direzione. Non sei una calamita per i guai questa non una definizione abbastanza ampia. Tu sei una calamita per i disastri. Se c qualcosa di pericoloso nel raggio di cento chilometri, invariabilmente trover te. Perch lei? Cosaveva fatto per meritare una cosa del genere? Lespressione di Bella torn seria. E tu consideri te stesso parte della categoria? Lonest era fondamentale relativamente a questa domanda pi che ad ogni altra. Inequivocabilmente. I suoi occhi si socchiusero leggermente non sospettosi ora, ma stranamente preoccupati. Allung di nuovo la mano attraverso il tavolo, lentamente e deliberatamente. Scostai appena le mie mani, ma lei non ci bad, determinata a toccarmi. Trattenni il respiro non per via del suo profumo adesso, ma per via della tensione improvvisa e travolgente. Paura. La mia pelle lavrebbe disgustata. Sarebbe scappata via. Sfior delicatamente con la punta delle dita il dorso della mia mano. Il calore del
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suo tocco gentile, spontaneo non somigliava a niente che avessi mai sentito prima. Era un piacere quasi assoluto. Lo sarebbe stato, tranne che per la mia paura. Osservai il suo viso mentre toccava la gelida solidit della mia pelle, ancora incapace di respirare. Un mezzo sorriso le incurv gli angoli della bocca. Grazie, disse, incrociando il mio sguardo estatico contemplandomi a sua volta. E con questa sono due. Le sue dita morbide indugiavano sulla mia mano come se trovassero piacevole lessere l. Le risposi, per quanto mi fosse possibile, disinvolto. Cerchiamo di evitare la terza, che ne dici? Fece una smorfia, ma annu. Tolsi la mia mano da sotto la sua. Per quanto splendido fosse il suo tocco, non avrei aspettato che la sua miracolosa resistenza svanisse, trasformandosi in repulsione. Nascosi le mani sotto il tavolo. Potevo leggere i suoi occhi; nonostante la sua mente fosse silenziosa, riuscivo a percepire sia la fiducia sia la meraviglia che albergavano in quelli. In quel momento mi resi conto che volevo rispondere alle sue domande. Non perch glielo dovessi. Non perch volevo che potesse fidarsi di me. Volevo che mi conoscesse. Ti ho seguita a Port Angeles, le dissi, le parole si riversarono troppo in fretta perch potessi censurarle. Sapevo quanto fosse pericolosa la verit, il rischio che stavo correndo. In qualunque momento, la sua calma innaturale poteva frantumare nellisteria. Tuttavia, il saperlo mi spinse solamente a parlare pi velocemente. Non ho mai cercato di mantenere in vita una persona in particolare prima ed molto pi complicato di quanto credessi. Ma probabilmente questo solamente dovuto al fatto che si tratta di te. Le persone comuni paiono riuscire ad arrivare alla fine della giornata senza tutte queste catastrofi. La guardai, in attesa. Lei sorrideva. Le sue labbra si erano incurvate agli angoli, ed i suoi occhi color cioccolato si erano accalorati. Avevo appena ammesso di spiarla ossessivamente, e lei sorrideva.
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Hai mai pensato che forse il mio numero era gi stato sorteggiato quella prima volta, con il furgoncino, e che stavi solamente interferendo con il destino? chiese. Quella non era la prima volta, dissi, abbassando lo sguardo sulla tovaglia marrone scuro del tavolo, con le spalle incurvate per la vergogna. Le mie barriere erano cadute, la verit stava ancora riversandosi libera in maniera sconsiderata. Il tuo numero uscito la prima volta che ti ho incontrata. Era vero, e mi rendeva furioso. Ero stato posto al di sopra della sua vita come la lama di una ghigliottina. Era come se fosse stata condannata a morire da una fato ingiusto, crudele e poich mi ero rivelato uno strumento riluttante quello stesso fato continuava ad attentare alla sua vita. Immaginai la personificazione di quel fato unorribile strega gelosa, unarpia vendicativa. Volevo che qualcosa, qualcuno ne fosse responsabile cos avrei avuto qualcosa di concreto contro il quale battermi. Qualcosa, una qualunque cosa da poter distruggere, cosicch Bella potesse essere salva. Bella restava in silenzio; il suo respiro era accelerato. Alzai lo sguardo su di lei, sapendo che alla fine avrei visto la paura che stavo ancora aspettando. Non avevo appena ammesso quanto ero stato vicino ad ucciderla? Pi vicino del furgoncino che era arrivato a pochi centimetri dallinvestirla? E ciononostante, il suo viso era ancora sereno, i suoi occhi erano ancora avvinti dalla preoccupazione. Te ne ricordi?. Doveva ricordarlo. Si, disse, con voce ferma e grave. I suoi occhi profondi erano colmi di consapevolezza. Lei sapeva. Sapeva che avevo desiderato di ucciderla. Doverano le grida? E ciononostante eccoti seduta qui, dissi, sottolineando levidente contraddizione. Si, eccomi seduta quigrazie a te. La sua espressione si trasform, tornando curiosa, intanto che affatto sottilmente cambiava argomento. Perch in qualche modo oggi sapevi come trovarmi..? Disperatamente, tentai di nuovo di scostare la barriera che proteggeva i suoi pensieri, disposto a tutto pur di capire. Non aveva alcuna logica per me. Come poteva anche solo importarle del resto, con sul tavolo quella verit lampante? Aspettava, solamente curiosa. La sua pelle era pallida, il che era naturale per lei, ma ancora mi preoccupava. La sua cena era pressoch intatta di fronte a lei. Se avessi
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continuato a rivelarle troppo, avrebbe avuto bisogno di essere rianimata una volta che lo shock fosse passato. Dettai le mie condizioni. Tu mangi, io parlo. Ci pens su per un momento, e poi prese un boccone ad una velocit che trad la sua calma. Era pi impaziente della mia risposta di quanto i suoi occhi non lasciassero trapelare. E pi difficile di quanto dovrebbe non perderti di vista, le dissi. Di solito riesco a trovare qualcuno piuttosto facilmente, una volta che ne ho ascoltata prima la mente. Osservavo con attenzione il suo viso mentre parlavo. Indovinare il giusto era una cosa, averne la conferma unaltra. Restava immobile, con gli occhi sgranati. Sentii i miei denti serrarsi nellattesa che andasse nel panico. Ma si limit a battere le ciglia una volta sola, deglutendo rumorosamente, e poi si mise di corsa un altro boccone in bocca. Voleva che continuassi. Stavo tenendo docchio Jessica, proseguii, studiando leffetto di ogni parola mentre faceva presa su di lei. Distrattamente come ho detto, solo tu potevi metterti nei guai a Port Angeles . Non potei fare a meno di aggiungerlo. Si era resa conto che le vite degli altri esseri umani non erano altrettanto tormentate dallo sperimentare la morte cos da vicino, o pensava che fosse normale? Lei era la cosa pi lontana dalla normalit che avessi mai incontrata. E allinizio non mi sono accorto che te neri andata per conto tuo. Poi, quando ho capito che non eri pi con loro, sono andato a cercarti alla libreria che avevo vista nella sua mente. Ero certo che non fossi entrata, e che ti eri diretta a sude sapevo che saresti dovuta tornare indietro. Perci mi sono limitato ad aspettarti, rovistando a caso tra i pensieri dei passanti per vedere se qualcuno ti aveva notata cos da scoprire dove fossi. Non avevo motivo di essere preoccupatoma mi sentivo stranamente ansioso. Il mio respiro acceler al ricordo di quel senso di panico. Il suo profumo divamp nella mia gola e ne fui felice. Era un dolore che significava che lei era viva. Fintantoch che continuavo a bruciare, lei era salva. Ho cominciato a girare in tondo, restandoin ascolto. Speravo che la definizione avesse un senso per lei. Doveva essere disorientante. Il sole stava finalmente calando, ed ero prossimo a poter lasciare la macchina, per seguirti a piedi. E poi
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Quando il ricordo mi assal perfettamente limpido e vivido come se fosse di nuovo quel momento sentii la medesima furia omicida invadermi il corpo, imprigionandolo nel ghiaccio. Lo volevo morto. Avevo bisogno che morisse. Le mie mascelle si serrarono strette mentre mi concentravo per costringermi a rimanere al tavolo. Bella aveva ancora bisogno di me. Solo questo contava. Poi cosa? mormor, con gli occhi scuri sgranati. Ho sentito cosa stava pensando, dissi tra i denti, incapace dimpedire alle parole di uscire come un ringhio rabbioso. Ho visto il tuo viso nella sua mente. A malapena riuscivo a resistere al desiderio di uccidere. Sapevo ancora esattamente dove trovarlo. I suoi pensieri malvagi risucchiavano il cielo notturno, trascinandomi verso di loro Mi coprii il viso, sapendo che la mia espressione era quella di un mostro, di un predatore, di un assassino. Per mantenere il controllo, ad occhi chiusi mi concentrai sul suo viso, focalizzando solamente quello. La struttura delicata delle sue ossa, il velo sottile della sua pelle chiara come seta distesa sopra un vetro, incredibilmente morbida e facile da rompere. Era troppo vulnerabile per questo mondo. Aveva bisogno di un protettore. E, per qualche strano scherzo del destino, io ero la cosa pi simile disponibile. Cercai di spiegarle la mia reazione violenta cosicch potesse comprendere. E stato moltodifficile per me non puoi immaginare quanto difficile limitarmi a portarti via, e lasciarlivivere, dissi con un filo di voce. Potevo farti andare via con Jessica ed Angela, ma temevo che se mi avessi lasciato solo, sarei andato a cercarli. Per la seconda volta stasera, confessavo un intento omicida. Perlomeno stavolta era giustificabile. Lei mantenne il silenzio mentre sforzavo di controllarmi. Ascoltai il battito del suo cuore. Il ritmo era irregolare, ma rallent per il tempo che mi ci volle per ritrovare la calma. Anche il suo respiro era basso e regolare. Ero troppo vicino al limite. Dovevo riaccompagnarla a casa prima di Lavrei ucciso, dunque? Mi sarei nuovamente trasformato in un assassino malgrado lei si fidasse di me? Cera una qualche maniera per impedirmelo? Aveva promesso di raccontarmi la sua ultima teoria quando fossimo rimasti soli.
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Volevo ascoltarla? Ne ero impaziente, ma la ricompensa per la mia curiosit sarebbe stata peggiore del non sapere? Ad ogni modo, doveva averne avuta abbastanza di verit per una sola sera. La guardai di nuovo, ed il suo viso era pi pallido di prima, ma composto. Sei pronta per andare a casa? chiesi. Sono pronta ad andarmene da qui, disse, scegliendo con cura le parole, come se un semplice si non bastasse a spiegare del tutto cosa volesse dire. Frustrante. La cameriera ricomparve. Aveva ascoltata lultima affermazione di Bella mentre tergiversava dallaltra parte della parete divisoria, immaginando cosaltro avrebbe potuto offrirmi. Volevo strabuzzare gli occhi per qualcuna delle offerte che aveva in mente. Come andiamo? mi chiese. Siamo pronti per il conto, grazie, le dissi, tenendo gli occhi su Bella. Alla cameriera manc il respiro e per un istante per usare la definizione di Bella fu abbacinata dalla mia voce. Con unintuizione improvvisa, considerando come la mia voce risuonava in questa incoerente mente umana, compresi perch sembravo attrarre cos tanta ammirazione stasera avulsa dalla consueta paura. Era per via di Bella. Nel difficile tentativo di farla sentire al sicuro, di non terrorizzarla, di essere umano, davvero avevo perso il mio tocco. Gli altri esseri umani vedevano solo la bellezza adesso, perch tenevo attentamente a bada la mia innata capacit di risultare spaventoso. Certo, balbett. Voil! Mi allung una cartellina con dentro il conto, pensando al cartoncino che aveva fatto scivolare dietro la ricevuta. Un biglietto con il suo nome ed il numero di telefono. Si, era piuttosto divertente. Avevo gi preparato i soldi. Le restituii la cartellina allistante, senza aprirla, cosicch non avrebbe perso tempo ad aspettare una chiamata che non sarebbe mai arrivata. Niente resto, le dissi, augurandomi che limporto della mancia potesse mitigare la sua delusione. Mi alzai, e Bella segu prontamente il mio esempio. Volevo offrirle la mia mano, ma pensavo che significasse spingere p troppo oltre la mia fortuna per una sola sera.
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Ringraziai la cameriera, senza mai distogliere gli occhi dal viso di Bella. Anche Bella sembr trovarci qualcosa di divertente. Ci avviammo verso luscita; camminavo al suo fianco quanto pi vicino osassi fare. Cos vicino che il calore che irradiava dal suo corpo pareva carezzare per davvero il lato sinistro del mio. Mentre le tenevo aperta la porta, sospir silenziosamente, e mi chiesi quale rammarico la rattristasse. La fissai negli occhi, pronto a domandarglielo, quando dimprovviso abbass lo sguardo, apparentemente imbarazzata. Il che mi rese ancora pi curioso, quantunque anche pi riluttante a fare domande. Il silenzio tra di noi and avanti finch non le aprii la portiera e poi la feci salire in macchina. Alzai il riscaldamento la temperatura pi mite era inaspettatamente crollata; il freddo abitacolo doveva metterla a disagio. Si rannicchi nella mia giacca, con un leggero sorriso sulle labbra. Aspettai, posticipando la conversazione finch le luci del marciapiede non svanirono. Il che mi fece sentire ancor pi in intimit con lei. Era giusto? Ora che ero completamente assorbito soltanto da lei, la macchina sembrava davvero piccola. Il suo profumo fluttuava spinto dal flusso del riscaldamento, acutizzandosi ed acquistando vigore. Si nutriva della sua stessa forza, come unaltra entit allinterno della macchina. Una presenza che chiedeva di essere riconosciuta. Fu accontentata; bruciavo. Le fiamme erano sopportabili, tuttavia. Mi pareva cos stranamente appropriato. Avevo rivelato cos tanto stasera pi di quanto non mi sarei aspettato. E ciononostante lei era ancora qui, ancora generosamente al mio fianco. Le dovevo qualcosa in cambio per questo. Un sacrificio. Un olocausto. Se solo avessi potuto fermarmi l; al fuoco soltanto, e nientaltro. Ma il veleno impastava la mia bocca, ed i miei muscoli erano tesi nella trepidazione, come se stessi cacciando Dovevo tenere quel genere di pensieri fuori dalla mia mente. E sapevo cosa mi avrebbe distratto. Adesso, le dissi, la paura per la sua risposta placava le fiamme. Tocca a te.

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9. Teoria

Posso farti solo unaltra domanda? quasi supplic invece di rispondere alla mia esortazione. Ero al limite, preoccupato per il peggio. E tuttavia, comera allettante poter prolungare questo momento. Avere Bella con me, di sua volont, per pochi secondi ancora. Sospirai di fronte a quel dilemma interiore, e poi dissi Una. Beh, esit per un momento, come se stesse decidendo a quale domanda dare voce. Hai detto che sapevi che non ero entrata nella libreria, e che mi ero diretta a sud. Mi stavo solo chiedendo come facevi a saperlo. Lanciai uno sguardo cupo oltre il parabrezza. Ecco un altro interrogativo che nulla rivelava di lei, e troppo svelava di me. Pensavo che avessimo smesso di essere evasivi, disse, con un tono critico e contrariato. Che ironia. Lei era implacabilmente evasiva, senza nemmeno tentare di esserlo. Beh, voleva che fossi diretto. E questa conversazione, a dispetto di tutto, non avrebbe portato a niente di buono. E sia, dunque, dissi. Seguivo il tuo profumo. Volevo guardarle il viso, ma avevo paura di quello che avrei potuto scoprirci. Invece, ascoltai il suo respiro accelerare e poi stabilizzarsi. Poco dopo ricominci a parlare, la sua voce era pi ferma di quanto non mi sarei aspettato. E poi non hai risposto alla prima delle mie domande, disse. Abbassai lo sguardo su di lei, aggrottando le sopracciglia. Anche lei stava temporeggiando. A quale ti riferisci? Come funziona la faccenda della lettura del pensiero? chiese, reiterando la domanda posta al ristorante. Puoi leggere la mente di chiunque, ovunque? Come riesci a farlo? Anche il resto della tua famiglia..? smise a poco a poco di parlare, arrossendo di nuovo. Queste erano pi di una, dissi. Si limit a guardarmi, aspettando che rispondessi.
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E perch non dirglielo? Il pi laveva gi indovinato, e largomento era ben pi semplice di quello che incombeva minaccioso. No, solo io riesco a farlo. E non posso ascoltare la mente di chiunque ed ovunque. Devo trovarmi ragionevolmente vicino. Quanto pi lavoce mi familiare, tanto pi lontano riesco ad individuarla. Per, non oltre pochi chilometri. Cercavo di pensare ad un modo per descriverlo, cosicch potesse capire. Unanalogia a cui potesse attingere. E un p come trovarsi in una grande sala gremita di persone, che parlano tutte insieme. E solo un brusio un ronzio di voci di sottofondo. Finch non mi concentro su una sola voce, e allora quello che sta pensando mi diventa chiaro. Per la maggior parte del tempo ignoro il tutto pu disorientare davvero. E poi pi facile sembrare normale feci una smorfia quando per errore non si risponde ai pensieri di qualcuno piuttosto che alle sue parole. Secondo te perch non riesci a sentirmi? domand stupita. Le fornii unaltra verit ed unaltra analogia. Non lo so, ammisi. Lunica supposizione che posso fare che forse la tua mente non lavora allo stesso modo del resto di loro. Come se i tuoi pensieri fossero sintonizzati in AM ed io potessi ricevere solamente in FM. Mi resi conto che questanalogia non le sarebbe piaciuta. La previsione della sua reazione mi fece sorridere. Non mi deluse. La mia mente non funziona come dovrebbe? chiese, la mortificazione aveva reso pi acuta la sua voce. Sono un mostro? Ah, che ironia, di nuovo. Io sento le voci nella mia testa e ti preoccupi di essere tu il mostro?. Scoppiai a ridere. Capiva ogni pi piccolo dettaglio, e ciononostante tralasciava le cose pi evidenti. I suoi istinti erano sempre sbagliati Bella si stava mordicchiando il labbro, e la ruga tra i suoi occhi era scavata profondamente. Non temere, la rassicurai. E solo una teoria. E cera una teoria pi importante di cui discutere. Ero ansioso di arrivare al dunque e farla finita. Ogni secondo che passava stava cominciando a sembrare sempre pi come tempo preso a prestito. Il che ci riporta a te, dissi, diviso a met, tanto ansioso quanto riluttante. Lei sospir, mordicchiandosi ancora il labbro temevo che si sarebbe fatta male da sola. Mi fissava negli occhi, con unespressione tormentata.
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Non avevamo smesso di essere evasivi oramai? chiesi in modo calmo. Lei abbass lo sguardo, combattendo con un qualche conflitto interiore. Improvvisamente sirrigid e sgran gli occhi. Per la prima volta, la paura le attanagli il viso. Miseriaccia boia! era quasi senza fiato. Andai nel panico. Cosaveva visto? Cosavevo fatto per spaventarla? Poi url Rallenta!. Che c che non va? non capivo da dove venisse il suo terrore. Stai andando a centosessanta! mi url addosso. Gett una rapida occhiata fuori dal finestrino, e fece un salto indietro alla vista degli alberi scuri che ci sfrecciavano accanto. Questa piccola cosa, solo un p di velocit, laveva fatta gridare di paura? Alzai gli occhi al cielo. Rilassati, Bella. Stai cercando di ucciderci? domand, la sua voce era acuta e tesa. Non andremo a sbattere, le promisi. Aspir una vistosa boccata daria, e poi parl con una voce lievemente pi modulata. Perch vai tanto di fretta? Guido sempre cos. Incontrai il suo sguardo inchiodato al mio, divertito dalla sua espressione scioccata. Tieni gli occhi sulla strada! grid. Non ho mai fatto un incidente, Bella. Non ho neppure mai preso una multa. Le spalancai il sorriso e mindicai la tempia. Rendeva il tutto addirittura pi comico lassurdit di poter scherzare con lei su qualcosa di cos segreto e bizzarro. Incorpora unantenna radar. Molto divertente, disse sarcasticamente, con una voce pi allarmata che arrabbiata. Charlie un poliziotto, ricordi? Sono stata cresciuta nel rispetto del Codice della Strada. Oltretutto, se ci trasformi in un ammasso di Volvo abbarbicato al tronco di un albero, tu potresti con ogni probabilit semplicemente allontanartene sulle tue gambe. Con ogni probabilit, ripetei, e poi scoppiai a ridere affatto divertito. Si, saremmo usciti in maniera del tutto diversa da un incidente di macchina. Aveva ragione ad aver paura, a dispetto della mia abilit al volanteMa tu non potresti. Con un sospiro, lasciai che la macchina rallentasse. Contenta? Squadr con diffidenza il contachilometri. Quasi.
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Era ancora troppo veloce per lei? Odio andare piano, borbottai, ma lasciai che lindicatore scendesse di unaltra tacca. Questo piano? Basta commenti sulla mia guida, dissi impaziente. Quante volte aveva eluso la mia domanda finora? Tre volte? Quattro? Le sue speculazioni erano terrificanti fino a quel punto? Dovevo saperlo immediatamente. Sto ancora aspettando di sentire la tua ultima teoria. Si mordicchi il labbro nuovamente, e la sua espressione si fece turbata, quasi afflitta. Domai la mia impazienza ed ammorbidii la voce. Non volevo che si tormentasse. Non rider, promisi, augurandomi che fosse solo limbarazzo a renderla riluttante a parlare. Temo di pi che ti arrabbierai con me, disse con un filo di voce. Mi sforzai di mantenere una voce calma. E cos brutta? Si, parecchio. Abbass lo sguardo, rifiutandosi dincrociare i miei occhi. I secondi passavano. Vai avanti, la incoraggiai. La sua voce era fievole. Non so da dove cominciare. Perch non cominci dallinizio?. Ricordai le sue parole di prima a cena. Hai detto che non tutta farina del tuo sacco. No, ammise, e poi torn nuovamente silenziosa. Pensai alle cose che potevano averla ispirata. Da dove hai preso spunto un libro? Un film? Avrei dovuto dare unocchiata alla sua collezione quandera fuori casa. Non avevo idea se Braam Stoker o Ann Rice fossero l nel mucchio dei suoi tascabili consumati No, disse ancora. E stato sabato, alla spiaggia. Non me laspettavo. I pettegolezzi locali su di noi non si erano mai spinti verso direzioni troppo bizzarre o troppo accurate. Circolava una nuova voce che mi ero perso? Bella mi diede una sbirciata distogliendo lo sguardo dalle sue mani e vide la sorpresa sul mio viso. Per caso mi sono imbattuta in un vecchio amico di famiglia Jacob Black, continu. Suo padre e Charlie sono amici sin da quando ero in fasce.
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Jacob Black il nome non mi era familiare, eppure mi ricordava qualcosaun qualche tempo, remoto nel passato Guardavo fisso fuori del parabrezza, frugando tra i miei ricordi in cerca di una connessione. Suo padre uno degli anziani dei Quileutes, disse. Jacob Black. Ephraim Black. Un discendente, senza dubbio. Non poteva essere pi brutta. Lei conosceva la verit. La mia mente stava vagliando le possibili implicazioni, mentre la macchina volava attorno alle curve della strada immerse nelloscurit, il mio corpo era impietrito per langoscia immobile salvi i piccoli gesti automatici necessari per guidare la macchina. Lei conosceva la verit. Mase aveva appresa la verit sabatoallora doveva averla saputa per tutta la seraeppure Siamo andati a fare una passeggiata, prosegu. E mi stava raccontando alcune vecchie leggende cercando di spaventarmi, suppongo. Me ne ha raccontata una... Si era interrotta l, ma non aveva bisogno di farsi degli scrupoli oramai, sapevo cosa stava per dire. Lunico mistero rimasto era perch era qui con me adesso. Continua, dissi. Sui vampiri sussurr, le parole erano meno di un bisbiglio. In qualche modo, sentirle dire quella parola ad alta voce era addirittura peggio del sapere che sapeva. Trasalii a quel suono, e poi ripresi il controllo di me stesso. Ed hai immediatamente pensato a me? chiesi. No. Luiha menzionato la tua famiglia. Che ironia che fosse proprio la progenie di Ephraim a violare il trattato che aveva promesso solennemente di far rispettare. Un nipote, o un pronipote forse. Quanti anni erano passati? Settanta? Avrei dovuto capirlo che non sarebbero stati gli anziani che credevano nelle leggende a costituire un pericolo. Ovviamente, la generazione pi giovane quella di coloro che sarebbero stati ammoniti, ma avrebbero considerato le antiche superstizioni ridicole ovviamente era l che il pericolo di essere esposti si sarebbe annidato. Supposi che questo significava che adesso ero libero di massacrare la piccola, indifesa trib sulla costa, se ne avessi avuto voglia. Ephraim ed il suo branco di guardiani
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erano morti da tempo Pensava soltanto che fosse una stupida superstizione, disse Bella dimprovviso, nella sua voce cera una nuova punta di ansiet. Non si aspettava che ci ricamassi sopra. Con la coda dellocchio la vidi torcersi le mani a disagio. E stata colpa mia, disse dopo una breve pausa, e poi chin il capo come se si vergognasse. Lho forzato a dirmelo. Perch?. Non era pi tanto difficile mantenere un tono compassato ora. Il peggio era gi passato. Quanto pi a lungo parlavamo dei dettagli di quella rivelazione, tanto meno avremmo dovuto soffermarci sulle sue conseguenze. Lauren ha detto qualcosa su di te stava cercando di provocarmi. Fece una piccola smorfia al ricordo. Fui lievemente distratto, chiedendomi come Bella avrebbe potuto essere provocata da qualcuno che parlava di me Ed un ragazzo pi grande della trib ha detto che la tua famiglia non andava alla riserva, solo che sembrava volesse significare qualcosaltro. Perci ho preso Jacob da una parte e glielho estorto con linganno. Chin il capo addirittura pi in basso mentre lo ammetteva, e la sua espressione sembrcolpevole. Distolsi lo sguardo da lei e scoppiai a ridere fragorosamente. Lei si sentiva colpevole? Cosa mai poteva aver fatto per meritare una censura di qualunque genere? Che tipo dinganno? chiesi. Ho tentato di flirtare con lui ha funzionato meglio di quanto avessi pensato avrebbe fatto, spieg, e la sua voce divent incredula al ricordo di quel successo. Potevo solo immaginarlo considerando lattrazione che sembrava esercitare su tutti i tipi di maschio, totalmente involontaria da parte sua quanto poteva diventare implacabile quando tentava di essere attraente. Dimprovviso fui pieno di piet per quellignaro ragazzo sul quale aveva scatenato una simile potenza. Mi sarebbe piaciuto vederlo, dissi, e poi risi di nuovo per il mio bieco umorismo. Mi sarebbe piaciuto aver potuto ascoltare la reazione del ragazzo, assistere personalmente alla devastazione. E tu accusi me di abbacinare le persone povero Jacob Black. Non ero pi tanto arrabbiato con la fonte del mio smascheramento come avrei immaginato di sentirmi. Non avrebbe potuto fare diversamente. E come potevo aspettarmi che qualcuno potesse negare a questa ragazza ci che voleva? No, provavo solamente
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compassione per la rovina che aveva potuto causare alla sua pace mentale. Sentivo il suo rossore scaldare laria tra di noi. Le lanciai unocchiata, e stava guardando fuori dal finestrino. Non parlava pi. Coshai fatto dopo? la sollecitai. Era tempo di tornare ai racconti del terrore. Ho fatto qualche ricerca su internet. Sempre pragmatica. E ti sei convinta? No, disse. Niente sembrava quadrare. Per la maggior parte erano un mucchio di sciocchezze. E poi - Si era interrotta di nuovo, e sentivo che serrava i denti. Cosa? domandai. Cosaveva scoperto? Cosaveva dato un senso a quellincubo per lei? Ci fu una breve pausa, e poi mormor Ho deciso che non mimporta. Lo shock congel i miei pensieri per mezzo secondo, e poi tutti i pezzi andarono apposto. Perch aveva mandato via le sue amiche stasera piuttosto che scappare con loro. Perch era salita di nuovo in macchina con me invece di fuggire, chiamando a gran voce la polizia Le sue reazioni erano sempre sbagliate sempre completamente sbagliate. Attirava il pericolo verso di s. Lo invitava. Non timporta? dissi tra i denti, andando in collera. Come avrei potuto proteggere qualcuno coscoscos determinato a non voler essere protetto? No, disse con una voce timida ed inspiegabilmente tenera. Non mimporta cosa sei. Era una creatura impossibile. Non timporta se sono un mostro? Se non sono umano? No. Cominciai a domandarmi se fosse completamente sana di mente. Supposi che avrei potuto fare in modo che ricevesse le migliori cure disponibili Carlisle aveva le conoscenze giuste per trovarle i dottori pi qualificati, i terapisti di maggior talento. Forse poteva farsi qualcosa per curare qualunque cosa fosse che non andava in lei, qualunque cosa la rendesse contenta di sedere accanto ad un vampiro con il cuore che le batteva calmo e regolare. Avrei sorvegliato la clinica, naturalmente, e le avrei fatto visita quanto pi spesso mi fosse consentito
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Sei arrabbiato, sospir. Non avrei dovuto dirti niente. Come se nascondere le sue tendenze deviate avrebbe potuto essere daiuto ad alcuno di noi due. No. Preferisco comunque sapere a cosa stai pensando anche se ci che stai pensando folle. Perci mi sto sbagliando di nuovo? chiese, un poco pi belligerante ora. Non a questo che mi stavo riferendo!. I miei denti si serrarono di nuovo. Non mimporta! ripetei in tono caustico. Rest a bocca aperta. Ho ragione? Ha importanza? replicai. Respir a fondo. Aspettavo incollerito la sua risposta. Veramente no, disse, la sua voce era di nuovo composta. Ma sono curiosa. Veramente no. Non aveva davvero importanza. Non se ne curava. Sapeva che non ero umano, che ero un mostro, e questo non aveva alcuna importanza per lei. A prescindere dalle mie preoccupazioni per la sua sanit mentale, cominciai a provare una speranza debordante. Cercai di reprimerla. Di cosa sei curiosa? le chiesi. Non cerano pi segreti, solo dettagli secondari. Quanti anni hai? chiese. La mia risposta era automatica e radicata. Diciassette. E da quant che hai diciassette anni? Cercai di non sorridere del suo tono condiscendente. Da un p, ammisi. Va bene, disse, inaspettatamente entusiasta. Mi sorrise. Quando la fissai con aria inquisitoria, di nuovo ansioso per la sua sanit mentale, allarg il sorriso. Feci una smorfia. Non ridere, mi ammon. Ma come fai ad uscire durante il giorno? Risi a dispetto del suo avvertimento. La sua ricerca non laveva condotta a niente di insolito, a quanto pareva. Leggende, le dissi. Landare in cenere alla luce del sole? Leggende Il dormire nelle bare? Leggende Il dormire non aveva fatto parte della mia vita per tanto tempo almeno fino a
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queste ultime poche notti, in cui avevo guardato Bella sognare Io non posso dormire, borbottai, rispondendo pi esaurientemente alla sua domanda. Rest in silenzio per un momento. Per niente? chiese. Mai, dissi con un filo di voce. La guardai negli occhi, sgranati sotto la spessa frangia di ciglia, e desiderai ardentemente di poter dormire. Non per raggiungere loblio, comera stato prima, non per sfuggire alla noia, ma perch volevo sognare. Forse, se avessi potuto essere incosciente, se avessi potuto sognare, avrei potuto vivere per una manciata di ore in un mondo dove lei ed io saremmo potuti stare insieme. Lei sognava me. Io volevo sognare lei. Lei ricambi il mio sguardo, la sua espressione era piena di meraviglia. Fui costretto a guardare altrove. Io non potevo sognarla. Lei non avrebbe dovuto sognarmi. Non mi hai ancora posto la domanda pi importante, dissi, il mio petto silenzioso era pi freddo e pi pesante che mai. Dovevo obbligarla a capire. Ad un certo punto, si sarebbe resa conto di ci che stava facendo adesso. Doveva essere persuasa a comprendere che tutto questo aveva importanza pi di ogni altra considerazione. Considerazioni quali il fatto che lamavo. Quale sarebbe? chiese, sorpresa ed inconsapevole. Questo rese solamente la mia voce pi dura. Non sei preoccupata della mia dieta? Oh. Quello. Parl con un tono tranquillo che non potevo interpretare. Si, quello. Non vuoi sapere se mi nutro di sangue? Indietreggi a quella domanda. Finalmente. Stava cominciando a capire. Beh, Jacob mi ha detto qualcosa in proposito, disse. Cosha detto Jacob? Ha detto che non datela caccia alle persone. Ha detto che si presume non siete pericolosi perch cacciate solo gli animali. Ha detto che non siamo pericolosi? ripetei cinicamente. Non esattamente, specific. Ha detto che si presume che non siete pericolosi. Ma i Quileutes ancora non vi vogliono sulla loro terra, a scanso di equivoci. Fissavo la strada, i miei pensieri erano un groviglio senza speranza, la mia gola era
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dolente per il fuoco familiare della sete. Allora, aveva ragione? chiese, con unaria cos serena che sembrava stesse cercando conferma ad un bollettino del tempo. Sul fatto che non date la caccia alle persone? I Quileutes hanno una buona memoria. Annu tra s, riflettendoci sopra. Non esserne compiaciuta, per, dissi in fretta. Hanno ragione a mantenere le distanze da noi. Siamo ancora pericolosi. Non capisco. No che non capiva. Come farglielo capire? Ci proviamo, le dissi. Di solito siamo molto bravi in quello che facciamo. Qualche volta commettiamo degli errori. Io, peresempio, permettendomi di restare solo con te. Il suo profumo era ancora una forza durto allinterno della macchina. Stavo abituandomici sempre di pi, potevo quasi ignorarlo, ma non potevo negare che il mio corpo ancora lagognava per la ragione sbagliata. La mia bocca traboccava di veleno. Questo un errore? chiese, e nella sua voce cera un che di straziante. Il suono mi disarm. Voleva stare con me a dispetto di tutto, voleva stare con me. La speranza debord nuovamente, e la ricacciai indietro. Uno molto pericoloso, le dissi senza mentire, desiderando che la verit potesse veramente smettere di avere importanza in qualche modo. Per un momento non rispose. Ne ascoltai la respirazione cambiare singhiozzava in modi strani che non somigliavano alla paura. Dimmi di pi, disse improvvisamente, con la voce alterata dal tormento. La osservai con attenzione. Stava soffrendo. Come avevo potuto permettere questo? Cosaltro vuoi sapere?, chiesi, cercando di pensare ad un modo per impedirle di soffrire. Non avrebbe dovuto soffrire. Non potevo lasciare che soffrisse. Dimmi perch cacciate gli animali invece delle persone, disse, ancora tormentata. Non era ovvio? O forse nemmeno questo aveva importanza per lei. Non voglio essere un mostro, borbottai. Ma gli animali non sono abbastanza?
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Cercai unaltra analogia, un modo per farle capire. Non posso esserne sicuro, naturalmente, ma credo si possa paragonare al vivere di tofu e latte di soia; definiamo noi stessi vegetariani, una piccola burla tutta nostra. Non placa completamente la fame o piuttosto la sete. Ma ci d forza a sufficienza per resistere. Per la maggior parte del tempo. La mia voce si affievol; mi vergognavo del pericolo cui le avevo permesso di esporsi. Un pericolo che continuavo a pemettere Qualche volta pi difficile di altre. E molto difficile per te adesso? Sospirai. Ovviamente avrebbe posto la domanda cui non volevo rispondere. Si, ammisi. Riuscii a prevedere esattamente la sua reazione fisica stavolta: la sua respirazione rimase costante, il cuore segu il suo corso regolare. Lavevo prevista, ma non riuscivo a capirla. Come poteva non essere spaventata? Ma non hai fame adesso, dichiar, perfettamente sicura di s. Cosa te lo fa pensare? I tuoi occhi, disse, con tono noncurante. Te lho detto che avevo una teoria. Ho notato che le persone soprattutto gli uomini sono pi scontrose quando sono affamate. Ridacchiai della sua definizione: scontroso. Un eufemismo. Ma aveva maledettamente ragione, come al solito. Sei unosservatrice, non vero? risi di nuovo. Sorrise appena, la ruga tra i suoi occhi ricomparve, come se si stesse concentrando su qualcosa. Sei andato a caccia questo fine settimana, con Emmett? chiese dopo che la mia risata fu svanita. La maniera disinvolta in cui parlava era tanto affascinante quanto frustrante. Poteva veramente accettare tutto quanto senza fare una piega? Ero pi prossimo io allo shock di quanto non sembrasse lei. Si, le dissi, e poi, quandero sul punto dinterrompermi l, avvertii la medesima urgenza che avevo sentita nel ristorante: volevo che lei mi conoscesse. Non volevo partire, continuai lentamente, ma era necessario. E un p pi facile restare nei paraggi quando non ho sete. Perch non volevi partire? Respirai a fondo, e poi mi voltai ad incrociarne lo sguardo. Questo genere di sincerit era difficile in maniera del tutto diversa. Mi rendeansioso, immaginai che quella definizione potesse bastare, ancorch
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non abbastanza incisiva, stare lontano da te. Non stavo scherzando quando ti ho chiesto di cercare di non cadere nelloceano o di non farti investire lo scorso gioved. Per tutto il fine settimana sono stato distratto dalla mia preoccupazione per te. E dopo quello che successo stasera, mi sorprende che tu sia riuscita a superare lintero fine settimana illesa. Poi mi ricordai delle abrasioni sui suoi palmi. Beh, non completamente illesa, mi corressi. Che cosa? Le tue mani, le ricordai. Sospir e fece una smorfia. Sono caduta. Avevo indovinato. E quello che pensavo, dissi, incapace di contenere un sorriso. Suppongo che, trattandosi di te, sarebbe potuta andare molto peggio e questa possibilit mi ha tormentato per tutto il tempo che sono stato via. Sono stati tre giorni molto lunghi. Ho veramente fatto saltare i nervi ad Emmett. Onestamente, la cosa non apparteneva al passato. Con ogni probabilit stavo ancora facendo innervosire Emmett, ed anche tutto il resto della famiglia. Fatta eccezione per Alice Tre giorni? chiese, con la voce improvvisamente acuta. Non sei rientrato solamente oggi? Non capivo lacuto nella sua voce. No, siamo tornati domenica. Allora perch nessuno di voi era a scuola?, domand. La sua irritazione mi confuse. Parve non accorgersi che questa sua domanda aveva di nuovo a che fare con le leggende. Beh, mi hai chiesto se il sole mi fa male, e non lo fa, dissi. Ma non posso uscire alla luce del sole, almeno, non dove chiunque pu vedermi. Il che la devi dal suo misterioso disappunto. Perch? chiese, piegando la testa di lato. Dubitavo di poter trovare unadeguata analogia per spiegarglielo. Perci le dissi soltanto Te lo mostrer un giorno o laltro. E poi mi chiesi se questa era una promessa che avrei finito per infrangere. Lavrei rivista ancora, dopo stasera? Lamavo abbastanza da essere capace di sopportare di lasciarla? Avresti dovuto chiamarmi, disse. Che strana conclusione. Ma io sapevo che stavi bene. Ma io non sapevo dove fossi tu. Io - si era interrotta bruscamente, e stava
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fissandosi le mani. Cosa? Non mi piaciuto, disse timidamente, la pelle che le ricopriva le guance era calda. Non vederti. Rende ansiosa anche me. Sei felice adesso? Chiesi a me stesso. Beh, ecco la mia ricompensa per aver sperato. Ero confuso, esaltato, terrorizzato soprattutto terrorizzato dal rendermi conto che tutte le mie pi sfrenate fantasie non erano poi cos lontane dal realizzarsi. Questo era il motivo per cui non le importava che fossi un mostro. Era esattamente la medesima ragione per cui le regole avevano smesso di avere importanza per me. Perch il giusto e lo sbagliato non erano pi dei dogmi inconfutabili. Perch le mie priorit erano scese tutte un gradino pi in basso per fare posto a questa ragazza proprio in cima. Anche Bella mi voleva bene. Sapevo che non poteva essere niente a confronto di quanto io lamavo. Ma era abbastanza da farle rischiare la vita per stare seduta qui con me. Per farlo cos di buon grado. Abbastanza per ferirla se avessi deciso di fare la cosa giusta e di lasciarla. Cera qualcosaltro che potessi fare ora che non lavrebbe ferita? Una qualunque cosa? Sarei dovuto restare lontano. Non sarei mai dovuto tornare a Forks. Non potevo causarle altro che dolore. Questo mi avrebbe impedito di restare ora? Di fare di peggio? Il modo in cui mi sentivo proprio adesso, con il suo calore contro la mia pelle No. Niente mi avrebbe fermato. Ah, ringhiai rivolto a me stesso. Questo non va bene. Cosho detto?, chiese, pronta ad assumersi la colpa. Non capisci, Bella? Una cosa che io mi renda miserabile, ma il fatto che tu sia tanto coinvolta una cosa completamente diversa. Non voglio pi sentirti dire che provi certe cose. Era la verit, era una bugia. La parte pi egoista di me era in estasi per la consapevolezza che lei voleva me quanto io volevo lei. E sbagliato. Non prudente. Io sono pericoloso, Bella per favore, sforzati di comprenderlo. No. Le sue labbra simbronciarono con aria petulante. Sono serio. Stavo combattendo con me stesso cos fortemente per met
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disperato perch lo accettasse, per met disperato perch volevo far tacere gli avvertimenti che le parole mi uscivano tra i denti come un ringhio. Anchio, insistette. Te lho detto, non mimporta cosa sei. E troppo tardi. Troppo tardi? Per un secondo infinito il mondo fu di un tetro bianco e nero, intanto che con la memoria tornavo ad osservare le ombre strisciare lungo il prato soleggiato fino alla sagoma dormiente di Bella. Inevitabili, inesorabili. Avevano rubato il colore dalla sua pelle, e lavevano immersa nelloscurit. Troppo tardi? La visione di Alice mi vorticava nella mente, gli occhi rosso sangue di Bella ricambiavano il mio sguardo imperturbabili. Privi di espressione ma non cera alcuna possibilit che non potesse odiarmi per quel futuro. Odiarmi per averle portato via tutto. Per averle sottratto la sua vita e la sua anima. Non poteva essere troppo tardi. Non dirlo mai, sibilai. Guardava fissa fuori dal finestrino, mordicchiandosi nuovamente il labbro. Teneva le mani strette a pugno sul grembo. Il suo respiro procedeva a scatti e si spezzava. A cosa stai pensando?. Dovevo saperlo. Scosse la testa senza guardarmi. Vidi qualcosa brillare, simile ad un cristallo, sulla sua guancia. Agonia. Stai piangendo?. Lavevo fatta piangere. Lavevo ferita cos tanto. Si asciug le lacrime sfregandosi con il dorso della mano. No, ment, con voce strozzata. Un qualche istinto sepolto da tempo mi stava spingendo ad allungare la mano verso di lei in quellistante unico mi sentii pi umano di quanto non mi fossi mai sentito. E poi mi ricordai chenon lo ero. Ed abbassai la mano. Mi dispiace, dissi, serrando le mascelle. Come avrei mai potuto farle capire quanto fossi dispiaciuto? Dispiaciuto per tutti gli stupidi errori che avevo commesso. Dispiaciuto per il mio sconfinato egoismo. Dispiaciuto che fosse stata cos sfortunata da ispirare quel mio primo, tragico amore. Dispiaciuto pure per tutte le cose che andavano al di l del mio controllo per essere stato sin dallinizio il mostro designato a porre fine alla sua vita. Respirai profondamente ignorando la mia disgraziata reazione al profumo nella macchina e cercai di ricompormi.
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Volevo cambiare argomento, pensare a qualcosaltro. Fortunatamente per me, la mia curiosit su tutto quanto riguardava la ragazza era insaziabile. Avevo sempre una domanda da farle. Dimmi una cosa, dissi. Si? chiese con voce roca, ancora rotta dal pianto. A cosa stavi pensando stasera, appena prima che svoltassi langolo? Non riuscivo a capire la tua espressione non sembravi tanto spaventata, pareva che ti stessi concentrando molto intensamente su qualcosa. Ripensai al suo viso sforzandomi di dimenticare di chi fossero gli occhi attraverso i quali la stavo guardando allespressione determinata che aveva. Stavo cercando di ricordare come si rende inoffensivo un aggressore, disse, con una voce pi composta. Tecniche di autodifesa, insomma. Stavo per spaccargli il naso fino a cacciarglielo nel cervello. La sua compostezza non dur fino alla fine della spiegazione. Il tono della sua voce si era trasformato fino ad essere preda dellodio. Questa non era uniperbole, e la sua furia da gattina non era per niente divertente adesso. Potevo vedere la sua sagoma fragile semplicemente seta sopra un vetro sulla quale dominava quella pi massiccia, micidiale del mostro umano che le avrebbe fatto del male. La furia ribolliva sulla mia nuca. Intendevi batterti con loro? volevo gemere. I suoi istinti erano letali per s stessa. Non hai pensato a scappare? Tendo ad inciampare parecchio quando corro, disse con aria imbarazzata. E non hai pensato di gridare per chiedere aiuto? Ci stavo arrivando. Scossi la testa incredulo. Comera riuscita a sopravvivere prima di venire a Forks? Avevi ragione, le dissi, con una punta di acredine nella voce. Sto decisamente combattendo contro il destino cercando di tenerti in vita. Sospir, e lanci unocchiata fuori dal finestrino. Poi torn a guardarmi. Ti vedr domani? domand allimprovviso. Dal momento che me ne sarei andato comunque allinferno tanto valeva che mi godessi il viaggio. Si Anchio devo consegnare un compito. Le sorrisi, ed il farlo mi fece sentire bene. Ti terr il posto a mensa.
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Il suo cuore palpitava; il mio cuore senza vita dimprovviso sembrava pi caldo. Fermai la macchina davanti a casa di suo padre. Non fece segno di volersene andare. Prometti che ci sarai domani? insistette. Prometto. Comera possibile che fare la cosa sbagliata mi rendesse cos felice? Sicuramente cera qualcosa che non andava in quello. Annu tra s, soddisfatta, e cominci a sfilarsi la mia giacca. Puoi tenerla, le assicurai rapidamente. Preferivo lasciarla con qualcosa di mio. Un pegno simbolico, come il tappo della bottiglia che era nella mia tasca adesso Domattina sarai senza giacca. Lei me la restitu, sorridendo mestamente. Non voglio doverlo spiegare a Charlie, mi disse. Immaginavo di no. Le sorrisi. Oh, daccordo. Poggi la mano sulla maniglia della portiera, e poi si ferm. Riluttante ad andarsene, proprio comio ero riluttante a lasciarla andare. A lasciarla indifesa, anche se solo per poco tempo Peter e Charlotte dovevano essere piuttosto avanti nel loro viaggio oramai, senza dubbio avevano superato Seattle gi da tempo. Ma cerano sempre gli altri. Questo mondo non era un posto sicuro per nessun umano, e per lei sembrava essere pi pericoloso di quanto non fosse per gli altri. Bella? chiesi, sorpreso dal piacere che mi dava il semplice pronunciare il suo nome. Si? Mi faresti una promessa? Si, acconsent facilmente, e poi i suoi occhi si trasformarono in due fessure come se avesse pensato ad una ragione per obiettare. Non andare nel bosco da sola, lavvisai, domandandomi se quella richiesta avrebbe innescato lobiezione che aveva negli occhi. Sbatt le ciglia, sbigottita. Perch? Lanciai uno sguardo cupo verso loscurit inaffidabile. Lassenza di luce non era un problema per i miei occhi, ma non avrebbe neppure causato problemi ad un altro predatore. Accecava solamente gli esseri umani.
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Non sono sempre io la cosa pi pericolosa l fuori, le dissi. Restiamo daccordo cos. Lei rabbrivid, ma si ricompose immediatamente e stava persino sorridendo quando mi disse Come vuoi tu. Il suo respiro mi sfior il viso, cos dolce e profumato. Sarei potuto rimanere cos tutta la notte, ma lei aveva bisogno di dormire. I due desideri parevano eguagliarsi per intensit mentre si combattevano senza tregua dentro di me: il mio desiderarla contro il mio desiderare che fosse al sicuro. Sospirai di fronte a quellinconciliabilit. Ci vediamo domani, dissi, sapendo che lavrei vista molto prima di cos. Tuttavia, lei non avrebbe visto me prima di domani. A domani, allora, concord mentre apriva la portiera. Unaltra agonia, il vederla andare. Mi sporsi verso di lei, volendo trattenerla qui. Bella? Si volt, e poi simpietr, sorpresa di trovare i nostri visi cos vicini luno allaltro. Anchio ero sopraffatto dalla vicinanza. Diffondeva calore sotto forma di onde, carezzandomi il viso. Potevo tutto tranne sentire la seta della sua pelle Il suo cuore era tachicardico e la bocca le si spalanc per la meraviglia. Dormi bene, sussurrai, e scivolai lontano, prima che lurgenza del mio corpo che fosse la sete familiare o la smania del tutto nuova ed ignota che dimprovviso sentivo potesse farmi fare una qualunque cosa che potesse nuocerle. Rest seduta immobile per un momento, con gli occhi sbarrati ed intontita. Abbacinata, immaginai. Come lo ero io. Si ricompose sebbene il suo viso fosse ancora lievemente confuso e quasi cadde dalla macchina, inciampando nei suoi stessi piedi ed afferrandosi al telaio dellauto per tenersi dritta. Ridacchiai sperando che il volume fosse troppo basso perch potesse sentirmi. La guardai avanzare con passo malfermo fino al cerchio di luce che circondava la porta dingresso. Salva per il momento. E sarei tornato presto indietro per assicurarmene. Potevo sentire i suoi occhi che mi seguivano mentre mi avviavo per la strada buia. Una sensazione del tutto differente da quella cui ero abituato. Di solito, potevo semplicemente osservare me stesso attraverso gli occhi di qualcuno che mi seguivano, se
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avevo intenzione di farlo. Questa era sorprendentemente eccitante questa intangibile percezione di altri occhi che mi stavano guardando. Sapevo che era cos perch erano i suoi occhi. Un milione di pensieri si rincorrevano tra loro attraverso la mia mente intanto che guidavo senza meta nella notte. Per un p girai in tondo per le strade, diretto in nessun posto in particolare, pensando a Bella ed allincredibile sollievo dellessere la verit svelata. Non dovevo pi temere che scoprisse cosero. Lo sapeva. Non le importava. Nonostante fosse ovviamente una cosa brutta per lei, era straordinariamente liberatoria per me. Oltre a quello, pensavo a Bella ed allamore corrisposto. Non poteva amarmi nel modo in cui io amavo lei un amore cos prepotente, divorante, devastante probabilmente avrebbe spezzato il suo corpo fragile. Ma ci credeva abbastanza. Abbastanza da domare listintiva paura. Abbastanza da voler essere con me. E stare con lei era la felicit pi grande che avessi mai conosciuta. Per un momento siccome ero completamente solo e non facevo male a nessuno, per cambiare mi permisi di provare quella felicit senza soffermarmi sulla tragedia. Semplicemente felice che mi volesse bene. Solamente esultante nel trionfo di averne conquistato laffetto. Soltanto immaginandomi giorno dopo giorno di sederle vicino, di ascoltarne la voce e di guadagnarne i sorrisi. Ricambiavo quei sorrisi nella mia mente, osservandone gli angoli delle labbra piene rivolti allins, laccenno di una fossetta che le invadeva la punta del mento, il modo in cui i suoi occhi si scaldavano e sintenerivano Le sue dita sulla mia mano, stasera, mi erano parse cos calde e morbide. Immaginai come sarebbe stato sfiorarne la pelle delicata tesa sulle guance carezzevole, caldacos fragile. Seta sopra il vetrospaventosamente fragile. Non capii dove volessero guidarmi i miei pensieri finch non fu troppo tardi. Mentre riflettevo su quella sconvolgente vulnerabilit, nuove immagini del suo viso sintromisero nelle mie fantasie. Smarrito tra le ombre, pallido per la paura malgrado ci con le mascelle contratte e determinate, gli occhi feroci, profondamente concentrati, il suo corpo esile pronto a colpire le enormi sagome che le si avvicinavano, incubi dal buio Ah, gemetti, mentre lodio latente che avevo tutto fuorch dimenticato nella gioia
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di amarla esplodeva di nuovo in un inferno di rabbia. Ero solo. Bella era, confidavo, al sicuro a casa sua; per un momento fui terribilmente contento che Charlie Swan capo della polizia locale, addestrato ed armato fosse suo padre. Questo doveva significare qualcosa, fornirle una sorta di scudo. Lei era al sicuro. Non mi ci sarebbe voluto molto per vendicare loffesa No. Lei meritava di meglio. Non potevo permettere che volesse bene ad un assassino. Mae che dire delle altre? Bella era al sicuro, si. Anche Jessica ed Angela erano, indubbiamente, al sicuro nei loro letti. Tuttavia un mostro si aggirava libero per le strade di Port Angeles. Un mostro umano questo lo faceva diventare un problema degli umani? Commettere lomicidio che desideravo fortemente commettere era sbagliato. Lo sapevo. Ma neppure lasciarlo libero di aggredire ancora poteva essere giusto. La bionda hostess di sala del ristorante. La cameriera che non avevo veramente guardato. Entrambe mi avevano seccato in maniera sciocca, ma questo non significava che meritassero di essere in pericolo. Luna o laltra di loro sarebbe potuta essere al posto di Bella. Quella presa di coscienza mi fece decidere. Voltai la macchina verso nord, accelerando adesso che avevo una meta. Ogni volta che avevo un problema che era al di sopra delle mie possibilit qualcosa di concreto come questo sapevo dove potevo trovare aiuto. Alice era seduta nel portico, che mi aspettava. Mi fermai di fronte a casa invece di aggirarla per raggiungere il garage. Carlisle nel suo studio, mi disse Alice prima che glielo potessi chiedere. Grazie, dissi, scompigliandole i capelli mentre passavo. Grazie a te per avermi richiamata, pens sarcasticamente. Oh. Mi fermai sulla porta, tirando fuori il cellulare ed aprendolo. Scusami. Non ho nemmeno controllato per vedere chi era. Erooccupato. Si, lo so. Scusami anche tu. Per quando ho visto cosa stava per succedere, ti eri gi mosso. C mancato poco, mormorai.
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Scusami, ripet, vergognandosi di se stessa. Era facile essere generosi, sapendo che Bella stava bene. Non biasimarti. So che non puoi stare dietro a tutto. Nessuno si aspetta che tu sia onnisciente, Alice. Grazie. Stavo quasi per chiederti di uscire a cena con me stasera non lhai visto prima che cambiassi idea? Spalanc il sorriso. No, mi sono persa anche quello. Avrei voluto saperlo. Sarei venuta. Su cosa ti stavi concentrando, che ti sei persa cos tanto? Jasper sta pensando al nostro anniversario. Scoppi a ridere. Sta tentando di non prendere una decisione su cosa regalarmi, ma penso di averne unidea piuttosto precisa Sei senza pudore. Si. Mise il broncio, e mi fiss, accusandomi velatamente con la sua espressione. Pi tardi far maggiore attenzione. Glielo dirai che lei sa? Sospirai. Si. Pi tardi. Non dir nulla. Fammi un favore e dillo a Rosalie quando non sono in giro, daccordo? Trasalii. Certo. Bella lha presa piuttosto bene. Anche troppo. Alice mi fece una smorfia. Non sottovalutare Bella. Cercai di bloccare limmagine che non volevo vedere Bella ed Alice, le migliori delle amiche. Impaziente ora, sospirai profondamente. Volevo passare alla fase successiva della serata; volevo chiuderla. Ma avevo ancora paura di lasciare Forks Alice cominciai. Vide cosavevo in mente di chiederle. Star bene stanotte. La tengo docchio pi attentamente adesso. Pare che abbia bisogno di essere sorvegliata ventiquattro ore su ventiquattro, non cos? Come minimo. In ogni caso, sarai di nuovo con lei tra pochissimo. Respirai a fondo. Quelle parole erano meravigliose per me.
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Vai fai quel che devi cos da poter essere dove desideri essere, mi disse. Annuii, e corsi nello studio di Carlisle. Mi stava aspettando, i suoi occhi erano sulla porta piuttosto che sullo spesso libro sulla scrivania. Ho sentito Alice che ti diceva dove potevi trovarmi, disse, e sorrise. Era un sollievo essere con lui, vedere lempatia e la profonda intelligenza dei suoi occhi. Carlisle avrebbe saputo cosa fare. Ho bisogno di aiuto. Qualunque cosa, Edward, promise. Alice ti ha detto cos successo a Bella stasera? Quasi successo, corresse. Si, quasi. Mi trovo in un dilemma, Carlisle. Vedi, vorreidavvero ucciderlo. Le parole cominciarono a fluire veloci ed appassionate. Proprio tanto. Ma so che sarebbe sbagliato, perch sarebbe vendetta, non giustizia. Solo collera, nessuna imparzialit. Tuttavia, non pu essere giusto permettere ad uno stupratore ed assassino seriale di aggirarsi per Port Angeles! Non conosco le persone di l, ma non posso lasciare che qualcunaltra diventi vittima al posto di Bella. Quelle altre donne qualcuno potrebbe sentire per loro quello che io sento per Bella. Potrebbe soffrire quello che io avrei sofferto se le avessero fatto del male. Non giusto - Il suo sorriso spalancato, imprevisto argin allistante limpeto delle mie parole. Ha un effetto decisamente positivo su di te, non vero? Cos tanta compassione, cos tanto controllo. Sono impressionato. Non sono in cerca di complimenti, Carlisle. Certo che no. Ma non posso fare a meno di pensarlo, o no?. Sorrise di nuovo. Me ne occuper io. Puoi stare tranquillo. A nessunaltra verr fatto del male al posto di Bella. Vidi il piano che aveva in mente. Non era esattamente ci che volevo, non placava la mia smania di brutalit, ma capivo che era la cosa giusta da fare. Ti mostrer dove trovarlo, dissi. Andiamo. Afferr la sua borsa nera mentre ci muovevamo. Avrei preferito un tipo di sedativo pi aggressivo come un cranio fracassato ma avrei lasciato che Carlisle facesse a modo suo.
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Prendemmo la mia macchina. Alice era ancora sui gradini. Spalanc il sorriso e ci salut con la mano mentre ci allontanavamo. Vidi che aveva sbirciato nel futuro per me; non avremmo incontrato difficolt. Il tragitto sulla strada buia, vuota fu molto breve. Non accesi i fari per non attirare lattenzione. Mi fece sorridere il pensiero di come Bella avrebbe reagito a questa velocit. Stavo gi andando molto pi lentamente di quanto non facessi di solito per prolungare il mio tempo con lei quando aveva protestato. Anche Carlisle stava pensando a Bella. Non avevo previsto che fosse cos adatta a lui. E del tutto inaspettato. Forse in qualche modo era destino che fosse cos. Forse risponde ad uno scopo superiore. Solo che Si figur Bella con la pelle bianca e fredda come la neve e gli occhi rossi come il sangue, e poi rifugg quellimmagine. Si. Solo che. Davvero. Perch cosa poteva esserci di buono nel distruggere qualcosa di cos splendido e puro? Guardai torvo nel buio, tutta la gioia della serata distrutta dai suoi pensieri. Edward merita di essere felice. Gli dovuto. Lintensit dei pensieri di Carlisle mi sorprese. Deve esserci un modo. Desideravo poterci credere a tutto. Ma non cera uno scopo superiore dietro quello che stava capitando a Bella. Solo unarpia malvagia, un fato ignobile, crudele che non poteva tollerare che Bella avesse la vita che meritava. Non mi attardai a Port Angeles. Accompagnai Carlisle fino alla bettola in cui lessere di nome Lonnie stava annegando il dispiacere con i suoi amici due dei quali avevano gi perso i sensi. Carlisle capiva quanto fosse duro per me trovarmi cos vicino ascoltare i pensieri del mostro e vedere i suoi ricordi, il ricordo di Bella mescolato a quello delle altre ragazze meno fortunate che nessuno poteva pi salvare oramai. Mi si acceler il respiro. Mi aggrappai al volante. Vai, Edward, mi disse gentilmente. Far in modo che non possano pi nuocere a nessuno. Torna da Bella. Era esattamente la cosa giusta da dire. Il suo nome era lunica distrazione che potesse avere un qualche senso per me ora. Lo lasciai in macchina, e tornai a Forks correndo in linea retta attraverso la foresta
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addormentata. Impiegai meno tempo che allandata con la macchina. Solo pochi minuti dopo stavo scalando la facciata di casa sua e facevo scivolare la sua finestra per sgombrarmi il passo. Sospirai di sollievo silenziosamente. Ogni cosa era proprio come doveva essere. Bella era al sicuro nel suo letto, sognante, con i capelli umidi intrecciati come alche marine sul cuscino. Ma, diversamente dalla maggior parte delle notti, era raggomitolata in una piccola palla con le coperte tirate strette attorno alle spalle. Freddo, immaginai. Prima che potessi sedermi al mio solito posto, rabbrivid nel sonno, e le sue labbra tremarono. Pensai per un breve istante, e poi scivolai delicatamente in corridoio, esplorando unaltra parte della casa per la prima volta. Il russare di Charlie era forte e regolare. Potevo quasi afferrare i contorni del suo sogno. Qualcosa riguardo lo scorrere dellacqua e laspettare pazientipesca, forse? L, in cima alle scale, cera un armadio che pareva promettente. Lo aprii ottimista, e trovai quello che stavo cercando. Scelsi la coperta pi pesante tra lesigua biancheria dellarmadio, e la portai in camera di Bella. Lavrei rimessa a posto prima che si svegliasse, e nessuno se ne sarebbe accorto. Trattenendo il respiro, con cautela, le distesi sopra la coperta; non reag al peso aggiuntivo. Tornai alla sedia a dondolo. Mentre aspettavo ansiosamente che si scaldasse, pensavo a Carlisle, domandandomi dove fosse ora. Sapevo che il suo piano sarebbe filato liscio Alice laveva visto. Pensare a mio padre mi fece sospirare Carlisle mi attribuiva troppo merito. Avrei voluto essere la persona che pensava che fossi. Quella persona, quella che meritava di essere felice, che avrebbe potuto sperare di essere degna di questa ragazza addormentata. Quanto sarebbero state diverse le cose se avessi potuto essere quellEdward. Intanto che ci riflettevo, la mia mente fu invasa, senza che lavessi invitata, da unimmagine bizzarra. Per un istante, il fato con il viso maligno che avevo immaginato, quello che chiedeva la distruzione di Bella, fu rimpiazzato dal pi folle e sconsiderato degli angeli. Un angelo custode qualcosa che secondo la prospettiva che Carlisle aveva di me avrei potuto avere. Con un sorriso noncurante sulle labbra, con gli occhi azzurro cielo pieni di malizia, langelo aveva modellato Bella in maniera tale che non mi fosse in alcun modo
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possibile non vederla. Un profumo assurdamente potente per richiamare la mia attenzione, una mente silenziosa per infiammare la mia curiosit, una bellezza dissimulata per catturare i miei occhi, unanima disinteressata per guadagnare la mia soggezione. Lasciando fuori linnato istinto di conservazione - cosicch Bella potesse tollerare di starmi vicina e, alla fine, aggiungendo unampia dose di spaventosa sfortuna. Con una risata spensierata, langelo irresponsabile aveva spinto la sua fragile creazione direttamente sulla mia strada, confidando inopportuno nella mia fallace moralit per tenere Bella in vita. In questa visione, non ero la condanna di Bella; lei era la mia ricompensa. Scossi la testa dinanzi alla fantasticheria di quellangelo sconsiderato. Non era per niente migliore dellarpia. Non potevo pensare bene di un potere superiore che si comportava in una maniera tanto pericolosa e stupida. Almeno un fato ignobile avrei potuto combatterlo. Ed io non avevo angeli. Quelli erano riservati ai buoni alle persone come Bella. Ma dovera il suo angelo in tutto questo? Chi la stava sorvegliando? Risi silenziosamente, sbigottito, perch mi resi conto che, proprio ora, stavo ricoprendo quel ruolo. Un vampiro custode una bella impresa. Dopo circa mezzora, Bella si rilass smettendo di stare raggomitolata in una stretta palla. Il suo respiro si fece pi profondo e cominci a borbottare. Sorrisi, soddisfatto. Era una piccola cosa, ma almeno stava dormendo pi serenamente stanotte perch ero qui. Edward sospir, e poi sorrise, anche. Spinsi da parte la tragedia per un momento, e mi concessi di essere di nuovo felice.

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11. Interrogatori

La CNN fu la prima a raccontare l'accaduto. Ero contento che desse la notizia prima che dovessi uscire per andare a scuola, ansioso di sentire che tipo di resoconto avrebbero fornito, e quanta attenzione avrebbe raccolto. Fortunatamente, era una giornata ricca di notizie. Cerano stati un terremoto in Sudamerica ed un sequestro di persona di matrice politica in Medio Oriente. Sicch, fin per guadagnarsi solo pochi secondi, poche frasi, ed una fotografia sgranata. Alonzo Calderas Wallace, sospetto maniaco stupratore ed omicida, ricercato in Texas ed in Oklahoma, stato arrestato a Portland, in Oregon, la scorsa notte, grazie ad un informatore rimasto anonimo. Wallace stato trovato in stato dincoscienza in un vicolo questa mattina presto, a soli pochi metri da una stazione di polizia. Le autorit non sono ancora in grado di dire se sar estradato a Houston o ad Oklahoma City per essere processato. Limmagine non era nitida, una foto segnaletica, ed aveva una folta barba al tempo in cui era stata scattata. Anche se Bella lavesse vista, probabilmente non lavrebbe riconosciuto. Speravo non lo facesse; si sarebbe spaventata inutilmente. La diffusione qui in citt sar minima. E troppo lontano per essere considerato dinteresse locale, mi disse Alice. E stata unottima idea quella di Carlisle di portarlo fuori dai confini dello stato. Annuii. Bella non guardava molto la televisione in ogni caso, e non avevo mai visto suo padre guardare altro al di fuori dei canali sportivi. Avevo fatto quanto potevo. Questo mostro non avrebbe pi cacciato, ed io non ero un assassino. Non in tempi recenti, comunque. Avevo fatto bene a fidarmi di Carlisle, per quanto ancora desiderassi che il mostro non se la cavasse tanto a buon mercato. Mi sorpresi a sperare che fosse estradato in Texas, dove la pena di morte era cos popolare No. Questo non contava. Me lo sarei lasciato alle spalle, e mi sarei concentrato su quello che cera di pi importante. Avevo lasciato la camera di Bella da meno di unora. Stavo gi desiderando ardentemente di rivederla. Alice, ti dispiace -
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Mi aveva interrotto. Guider Rosalie. Far lincavolata, ma sai bene quanto apprezzer lavere una scusa per sfoggiare la sua macchina. Alice trill una risata. Spalancai il sorriso. Ci vediamo a scuola. Alice sospir, ed il mio sorriso si trasform in una smorfia. Lo so, lo so, pens. Non ancora. Aspetter finch non sarai pronto a farmi conoscere Bella. Dovresti sapere, per, che qui non si tratta soltanto del mio essere egoista. Anchio piacer a Bella. Non le risposi mentre correvo fuori della porta. Quello era un punto di vista diverso sulla faccenda. Bella avrebbe voluto conoscere Alice? Avere una vampira come migliore amica? Conoscendo Bellalidea probabilmente non lavrebbe disturbata neanche un p. Mi accigliai. Ci che Bella voleva e ci che era meglio per Bella erano due cose davvero molto distinte. Cominciai a sentirmi a disagio mentre parcheggiavo la macchina nel vialetto di Bella. Una massima umana diceva che la notte porta consiglio che le cose cambiano se ci si dorme sopra. Sarei sembrato diverso a Bella nella tiepida luce di un giorno di nebbia? Pi sinistro o meno sinistro di quanto non fossi nelloscurit della sera? La verit aveva fatto presa su di lei mentre dormiva? Avrebbe avuto finalmente paura? I suoi sogni erano stati pacifici, per, ieri notte. Quando aveva pronunciato il mio nome, ancora ed ancora, aveva sorriso. Pi di una volta aveva mormorato implorandomi di restare. Non avrebbe significato pi niente oggi? Aspettavo nervosamente, ascoltando i suoni provenienti dallinterno di casa sua i passi rapidi, incespicanti sulle scale, lo strappo netto di un foglio di stagnola, i contenitori del surgelatore che sbattevano luno contro laltro quando lo sportello era stato chiuso con forza. Sembrava che andasse di fretta. Ansiosa di arrivare a scuola? Il pensiero mi fece sorridere, di nuovo ottimista. Guardai lorologio. Indovinai che tenendo conto che la velocit del suo pick-up decrepito lavrebbe limitata era in ritardo. Bella si precipit fuori di casa, con la sacca dei libri che le scivolava dalla spalla, i suoi capelli erano raccolti in una treccia disordinata che in parte stava gi sciogliendosi alla base della nuca. Il pesante maglione verde che indossava non bast ad impedire alle sue spalle magre di curvarsi contro la nebbia fredda.
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Il lungo maglione, troppo grande per lei, non le rendeva giustizia. Nascondeva la sua figura slanciata, trasformando tutte le sue curve delicate ed i morbidi contorni in una massa informe. Apprezzai questo quasi quanto avevo desiderato che indossasse qualcosa di pi simile alla leggera camicetta blu che portava ieri serail tessuto le aveva aderito al corpo in una maniera davvero attraente, scollato abbastanza da rivelare il modo incantevole in cui la sua clavicola curvava dallincavo al di sotto della sua gola. Il blu era ricaduto morbidamente, come acqua, lungo la sagoma delicata del suo corpo Era meglio essenziale che tenessi i miei pensieri lontani, lontani da quelle forme, perci ero grato che indossasse quel maglione che non le donava. Non potevo permettermi di commettere degli errori, e sarebbe stato un errore madornale soffermarsi sui desideri per me del tutto nuovi che i pensieri sulle sue labbra sulla sua pelle sul suo corpo agitavano scatenati dentro di me. Desideri che mi avevano schivato per cento anni. Ma non potevo concedermi di pensare di toccarla, perch quello era impossibile. Lavrei mandata in pezzi. Bella aveva voltato le spalle alla porta, talmente di fretta che quasi pass diritta correndo accanto alla mia macchina senza neppure notarla. Poi si ferm slittando, con le ginocchia piegate in dentro come quelle di un puledro confuso che muove i primi passi. La sua sacca scivol ancora pi gi sul suo braccio, ed i suoi occhi si spalancarono quando misero a fuoco la mia macchina. Scesi, senza badare a muovermi a velocit umana, ed aprii la portiera del passeggero per lei. Non avrei pi cercato dingannarla quando eravamo soli, quantomeno, sarei stato me stesso. Alz lo sguardo su di me, di nuovo confusa come se apparentemente mi fossi materializzato dalla nebbia. E poi la sorpresa nei suoi occhi si trasform in qualcosaltro, e smisi di avere paura o di sperare che i suoi sentimenti per me fossero cambiati nel corso della notte. Calore, meraviglia, fascino, fluttuavano tutti nel morbido cioccolato dei suoi occhi. Ti va di venire con me oggi? chiesi. Diversamente dalla cena della sera prima, le avrei permesso di scegliere. Dora in poi, doveva essere sempre una sua scelta. Si, grazie, mormor, salendo in macchina senza esitazione. Avrebbe mai smesso di elettrizzarmi, il fatto che fossi io quello a cui diceva di si? Ne dubitavo.
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Saettai attorno alla macchina, impaziente di raggiungerla. Non mostr alcun segno di essere rimasta scioccata dalla mia subitanea riapparizione. La gioia che provavo quando sedeva accanto a me in questo modo non aveva precedenti. Nonostante apprezzassi lamore e la compagnia della mia famiglia, a dispetto dei vari intrattenimenti e delle distrazioni che il mondo aveva da offrire, non ero mai stato cos felice. Pur sapendo che era sbagliato, che non cera alcuna possibilit che potesse finire bene, non potei trattenere a lungo il sorriso lontano dal mio viso. La mia giacca stava ripiegata sul poggiatesta del suo sedile. La vidi squadrarla. Ho portato la giacca per te, le dissi. Era la mia scusa, se me ne fossi dovuta procurare una, per essermi presentato senza invito questa mattina. Faceva freddo. Non aveva una giacca. Sicuramente questa era unaccettabile forma di cavalleria. Non volevo che ti ammalassi o qualcosa del genere. Non sono delicata fino a questo punto, disse, fissando il mio torace piuttosto che il mio viso, come se fosse riluttante ad incontrare i miei occhi. Ma indoss la giacca prima che dovessi fare ricorso allautorit o alla coercizione. Non lo sei? borbottai tra me. Guardava fissa la strada mentre acceleravo in direzione della scuola. Riuscii a sopportare il silenzio per pochi secondi solamente. Dovevo sapere quali erano i suoi pensieri stamattina. Era cambiato cos tanto tra di noi dallultima volta che il sole era alto. Allora, niente domande a raffica oggi? chiesi, andandoci di nuovo piano. Lei sorrise, sembrando contenta che avessi toccato largomento. Le mie domande tinfastidiscono? Non quanto le tue reazioni, le dissi onestamente, sorridendo in risposta al suo sorriso. La sua bocca si era imbronciata. Reagisco male? No, questo il problema. Prendi tutto con troppa calma non naturale. Finora nessuno strillo. Come poteva essere? Minduce a chiedermi a cosa pensi veramente. Ovviamente, qualunque cosa facesse o non facesse minduceva a domandarmelo. Ti dico sempre quello che penso veramente. Lo censuri. I suoi denti premevano di nuovo sul suo labbro. Pareva non accorgersi di quando lo faceva una reazione inconscia alla tensione. Non molto.
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Solo quelle parole erano sufficienti a scatenare la mia curiosit. Cosa mi nascondeva di proposito? Abbastanza da farmi perdere la testa, dissi. Esit, e poi mormor Tu non vuoi sentirlo. Fui costretto a pensare per un momento, ripercorrendo la nostra intera conversazione della sera prima, parola dopo parola, prima di riuscire a trovare la connessione. Forse ci voleva cos tanta concentrazione perch non riuscivo ad immaginare nulla che non volessi che mi dicesse. E poi giacch il tono della sua voce era identico a quello della sera precedente, nuovamente ed improvvisamente tormentato ricordai. Una sola volta le avevo chiesto di non parlarmi dei suoi pensieri. Non dirlo mai, le avevo praticamente ringhiato contro. Lavevo fatta piangere Era questo che mi nascondeva? La profondit dei suoi sentimenti per me? Che il mio essere un mostro non aveva importanza per lei, e che pensava che fosse troppo tardi per cambiare idea? Ero incapace di parlare, perch la gioia ed il dolore erano troppo forti per le parole, il conflitto tra di loro troppo delirante per dare adito ad una risposta coerente. Cera silenzio in macchina tranne che per il ritmo regolare del suo cuore e dei suoi polmoni. Dov il resto della tua famiglia? chiese dimprovviso. Respirai profondamente prendendo nota del profumo nella macchina con un dolore crudo per la prima volta; mi ci stavo abituando, mi resi conto con soddisfazione e mi sforzai di fare di nuovo disinvolto. Hanno preso la macchina di Rosalie. Parcheggiai in un posteggio libero accanto alla macchina in questione. Nascosi il mio sorriso quando la vidi sgranare gli occhi. Appariscente, non vero? Um, whow. Se lei ha quella, perch si fa accompagnare da te? Rosalie avrebbe apprezzato la reazione di Bellase fosse stata obiettiva su Bella, il che probabilmente non sarebbe successo. Come ho detto, appariscente. Cerchiamo di passare inosservati. Non ci riuscite, mi disse, e poi scoppi in una risata liberatoria. Il suono allegro, completamente spensierato della sua risata riscald il mio petto vuoto pur annegando la mia mente nellincertezza. Allora perch Rosalie oggi ha preso la macchina se si fa notare tanto di pi?
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chiese. Non te ne sei accorta? Sto infrangendo tutte le regole ormai. La mia risposta avrebbe dovuto essere moderatamente allarmante perci, ovviamente, Bella sorrise. Non aspett che le aprissi la portiera, proprio come la sera precedente. Dovevo fingere di essere normale a scuola sicch non potevo muovermi abbastanza in fretta per prevenirla ma avrebbe dovuto abituarsi ad essere trattata con maggior cortesia, e ci si sarebbe abituata presto. Le camminavo vicino quanto pi osavo fare, osservandola attentamente in cerca di un qualunque segno che la mia prossimit potesse disturbarla. Un paio di volte le sue mani si erano mosse nervosamente verso di me, e poi le aveva ritirate bruscamente. Sembrava che volesse toccarmiIl mio respiro acceler. Perch avete macchine come quella allora? Se cercate di restare anonimi? chiese intanto che camminavamo. Una debolezza, ammisi. A noi tutti piace andare veloci. Figurarsi, borbott, con un tono aspro. Non aveva alzato lo sguardo per vedermi replicare spalancando il sorriso. Noo-o! Non ci credo! Come diamine c riuscita Bella? Non lo capisco! Perch? La mente sbalordita di Jessica aveva interrotto i miei pensieri. Stava aspettando Bella, al riparo dalla pioggia sotto la tettoia sporgente della mensa, con la giacca invernale di Bella poggiata sul braccio. I suoi occhi erano sgranati per lincredulit. Anche Bella la not, un momento dopo. Un rosa appena visibile sfior le guance di Bella quando prese atto dellespressione di Jessica. I pensieri nella mente di Jessica erano abbastanza intellegibili sul suo viso. Hey, Jessica. Grazie per essertene ricordata la salut Bella. Allung la mano per prendere la giacca e Jessica gliela pass senza dire una parola. Dovevo essere educato con gli amici di Bella, sia che fossero buoni amici oppure no. Buongiorno, Jessica. Whoa Gli occhi di Jessica si spalancarono addirittura di pi. Era bizzarro e divertentee, onestamente, un tantino imbarazzanterendermi conto di quanto lo stare vicino a Bella mi avesse ammorbidito. Se Emmett lo avesse scoperto, avrebbe riso per il secolo a venire.
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Ehmciao, biascic Jessica, ed i suoi occhi guizzarono sul viso di Bella, pieni di sottintesi. Immagino che ti vedr a trigonometria. Cos vuoterai il sacco. Non accetter un no come risposta. Dettagli. Devo conoscere i dettagli! Edward da sballo CULLEN!! La vita cos ingiusta. La bocca di Bella sirrigid. Si, ci vediamo dopo allora I pensieri di Jessica correvano scatenati mentre si dirigeva in fretta alla sua prima lezione, sbirciando verso di noi di tanto in tanto. Lintera storia. Non accetter niente di meno. Si erano messi daccordo per incontrarsi ieri sera? Si frequentano? Da quanto? Come ha fatto a tenerlo segreto? Perch lavrebbe fatto? Non pu essere un qualcosa di occasionale deve essere seriamente interessata a lui. C una qualche altra possibilit? La scoprir. Non sopporto di non sapere. Chiss se se la fa con lui? Oh, da svenire I pensieri di Jessica erano diventati improvvisamente sconnessi, e lasci che delle mute fantasie le vorticassero nella mente. Trasalii per le sue speculazioni, e non solo perch aveva sostituito s stessa a Bella in quelle sue immagini mentali. Non potevo essere cos. E tuttavia ioio lo desideravo. Mi rifiutavo di confessarlo, perfino a me stesso. In quanti altri modi sbagliati avrei voluto coinvolgere Bella? Quale di questi avrebbe finito per ucciderla? Scossi la testa, e cercai di tirarmi su. Cosa le dirai? chiesi a Bella. Hey!, bisbigli ferocemente. Pensavo che non potessi leggermi nella mente! Non posso. La fissai, sorpreso, cercando di dare un senso alle sue parole. Ah dovevamo aver pensato la medesima cosa nello stesso momento. Hmmmi piaceva alquanto. Ad ogni modo, le dissi, posso leggere la sua aspetta di tenderti un agguato a lezione. Bella gemette, e poi lasci scivolare la giacca dalle sue spalle. Allinizio non mi ero reso conto che me la stava restituendo non le avrei chiesto di farlo; avrei preferito che la tenesseun pegno simbolico perci fui troppo lento per offrirle il mio aiuto. Mi restitu la giacca, ed infil le braccia nella propria, senza alzare lo sguardo per accorgersi che le mie mani si erano allungate per prestarle assistenza. Aggrottai le sopracciglia per quello, e poi ricomposi la mia espressione prima che se ne potesse accorgere. Dunque, cosa le dirai? insistetti.
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Un aiutino? Cosa vuole sapere? Sorrisi, e scossi la testa. Volevo sentire cosa stava pensando senza alcuna imbeccata. Non leale. I suoi occhi si socchiusero. No, tu che non condividi ci che sai questo non leale. Giusto a lei non piaceva il due pesi e due misure. Arrivammo di fronte alla porta della sua classe dove avrei dovuto lasciarla; mi domandai inutilmente se la Signorina Cope sarebbe stata pi accomodante rispetto ad una modifica nel mio orario per il corso dinglese Mi costrinsi a concentrarmi. Potevo essere leale. Vuole sapere se ci frequentiamo di nascosto, dissi lentamente. E vuole sapere cosa provi per me. I suoi occhi erano sgranati non sbigottiti, ma ingegnosi adesso. Erano spalancati su di me, intellegibili. Stava facendo la parte dellingenua. Ahiahi, mormor. Cosa dovrei rispondere? Hmmm. Cercava sempre di farmi rivelare pi di quanto non svelasse. Valutai come rispondere. Una ciocca ribelle dei suoi capelli, lievemente umida a causa della nebbia, cadeva morbida sulla sua spalla e formava un ricciolo nel punto in cui la sua clavicola era nascosta da quel suo ridicolo maglione. Cattur i miei occhitrascinandoli lungo gli altri contorni che restavano nascosti Allungai la mano con attenzione, senza toccare la sua pelle la mattina era fredda abbastanza anche senza il mio tocco e la attorcigliai rimettendola a posto nella crocchia scomposta cosicch non potesse distrarmi di nuovo. Mi ricordai di quando Mike Newton aveva toccato i suoi capelli, e la mia mascella si contrasse al pensiero. Lei si era bruscamente tirata indietro allora. La sua reazione ora non era affatto identica; invece, i suoi occhi si erano lievemente spalancati, il sangue era affluito sotto la sua pelle, ed il battito del suo cuore era dimprovviso forte ed irregolare. Tentai di nascondere un sorriso mentre rispondevo alla sua domanda. Immagino che potresti rispondere di si alla primase non ti dispiace -, una sua scelta, sempre una sua scelta, - pi semplice di qualunque altra spiegazione. Non mi dispiace, disse con un filo di voce. Il suo cuore non aveva ancora ripreso a
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battere regolarmente. E quanto allaltra domanda. Non potei nascondere il sorriso stavolta. Beh, rester io stesso in ascolto per scoprire la risposta. Dalle il tempo di riflettere su questo. Trattenni una risata quando lo shock le attravers il viso. Mi voltai in fretta, prima che potesse farmi altre domande. Avevo delle difficolt a negarle qualunque cosa chiedesse. E volevo sentire i suoi pensieri, non i miei. Ci vediamo a pranzo, la richiamai da sopra la spalla, una scusa per controllare se mi stava ancora fissando, con gli occhi sgranati. La sua bocca era spalancata. Mi voltai di nuovo, e scoppiai a ridere. Mentre mi allontanavo, ero vagamente consapevole dei pensieri scioccati e speculativi che mi turbinavano intorno degli occhi che rimbalzavano avanti ed indietro tra il viso di Bella e la mia sagoma in ritirata. Prestai loro scarsa attenzione. Non riuscivo a concentrarmi. Era gi abbastanza difficile costringere i miei piedi a mantenere una velocit accettabile mentre attraversavo il prato fradicio per andare a lezione. Avevo voglia di correre correre sul serio, cos veloce che sarei scomparso, cos veloce che avrei avuto limpressione di volare. Una parte di me stava gi volando. Minfilai la giacca quando arrivai in classe, lasciando che la sua fragranza fluttuasse densa attorno a me. Preferivo avvampare ora lasciare che il profumo mi desensibilizzasse perch poi sarebbe stato pi facile ignorarlo pi tardi, quando fossi stato a mensa insieme a lei Era una buona cosa che i professori da tempo non si disturbassero pi ad interpellarmi. Oggi sarebbe stato il giorno in cui mi avrebbero colto in fallo, impreparato ed incapace di rispondere. La mia mente era in cos tanti posti questa mattina; solo il mio corpo era in aula. Ovviamente stavo osservando Bella. Stava diventando naturale automatico quanto il respirare. Ascoltai la sua conversazione con un Mike Newton demoralizzato. Lei laveva rapidamente deviata su Jessica, e spalancai il sorriso tanto che Rob Sawyer, che sedeva al banco alla mia destra, trasal visibilmente e scivol pi a fondo sulla sedia, lontano da me. Ugh. Da rizzare i capelli. Beh, non lo avevo perso del tutto. Stavo anche tenendo docchio Jessica distrattamente, osservandola perfezionare le
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domande per Bella. Riuscivo a malapena ad aspettare che arrivasse la quarta ora, dieci volte pi impaziente ed ansioso di quellumana curiosa a caccia di nuovi pettegolezzi. E stavo anche ascoltando Angela Weber. Non avevo dimenticato la gratitudine che provavo per lei intanto, perch nutriva nullaltro che pensieri gentili nei riguardi di Bella, e poi per laiuto prestatomi la sera prima. Perci aspettai tutta la mattina, in cerca di qualcosa che potesse volere. Ritenevo che sarebbe stato facile; come qualunque altro essere umano, doveva esserci un qualche gingillo o giocattolo che desiderasse in modo particolare. Diversi, probabilmente. Le avrei fatto recapitare qualcosa in forma anonima e saremmo stati pari. Ma Angela, con i suoi pensieri, si era dimostrata accomodante quasi quanto Bella. Era stranamente contenta per essere unadolescente. Felice. Forse era questa la ragione della sua inusuale benevolenza era una di quelle rare persone che hanno ci che desiderano e desiderano ci che hanno. Quando non prestava attenzione ai professori o agli appunti, pensava ai fratellini, due gemelli, che avrebbe portato alla spiaggia questo fine settimana anticipandone leccitazione con una soddisfazione quasi materna. Si occupava spesso di loro, ma non era risentita per questo Era una cosa molto dolce. Ma davvero poco utile per me. Doveva esserci qualcosa che voleva. Avrei solamente dovuto continuare a tenerla docchio. Ma pi tardi. Per Bella era giunta lora della lezione di trigonometria con Jessica. Non badavo a dove andavo intanto che mi recavo alla lezione dinglese. Jessica era gi al suo posto, con entrambi i piedi che martellavano impazienti il pavimento mentre aspettava larrivo di Bella. Invece, io, una volta sedutomi al posto assegnatomi in aula, mi trasformai in una statua. Dovevo ricordare a me stesso di muovermi di quando in quando. Per continuare la farsa. Era difficile, i miei pensieri erano talmente focalizzati su quelli di Jessica. Speravo che avrebbe prestato attenzione, cercando veramente di leggere il viso di Bella per me. Il martellamento di Jessica sintensific quando Bella entr in classe. Sembracupa. Perch? Forse non c niente in ballo con Edward Cullen. Sarebbe una delusione. Tranne chelui sarebbe disponibileSe improvvisamente fosse interessato ad uscire con le ragazze, non mi dispiacerebbe dargli una mano Il viso di Bella non appariva cupo, sembrava riluttante. Era preoccupata sapeva
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che avrei ascoltato tutto. Sorrisi tra me. Raccontami tutto! domand perentoria Jessica intanto che Bella si stava ancora sfilando la giacca per appenderla allo schienale della sedia. Si muoveva con cautela, controvoglia. Ugh, cos lenta. Forza coi particolari piccanti! Cosa vuoi sapere? Bella temporeggiava mentre prendeva posto. Cos successo ieri sera? Mi ha offerto la cena, e poi mi ha riaccompagnata a casa E poi? Andiamo, deve esserci pi di questo! Sta mentendo comunque, lo so. La obbligher a dirmelo. Come avete fatto a tornare cos presto? Vidi Bella strabuzzare gli occhi alla diffidente Jessica. Guida come un pazzo. E stato terrificante Abbozz un sorriso, e scoppiai a ridere fragorosamente, interrompendo lannuncio del Signor Mason. Cercai di far passare la risata per un accesso di tosse, ma nessuno ci casc. Il Signor Mason mi schiocc unocchiata irritata, ma non mi presi neppure il disturbo di ascoltare i pensieri che cerano dietro. Stavo ascoltando Jessica. Huh. Pare che stia dicendo la verit. Perch mi sta costringendo a tirargliela fuori a questo modo, parola per parola? Me ne vanterei gridandolo ai quattro venti se fossi in lei. Era come un appuntamento eravate daccordo dincontrarvi l? Jessica osserv la sorpresa attraversare il viso di Bella, e fu delusa da quanto sembrasse genuina. No sono rimasta molto sorpresa di trovarlo l, le disse Bella. Che sta succedendo?? Ma passato a prenderti per portarti a scuola oggi?. Deve esserci ben altro in questa storia. Si anche questa stata una sorpresa. Aveva notato che non avevo la giacca ieri sera. Non c granch da divertirsi, pens Jessica, nuovamente delusa. Ero stanco della sua serie di domande mirate volevo sentire qualcosa che non sapessi gi. Speravo non fosse cos insoddisfatta da saltare le domande che stavo aspettando.
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E quindi, uscirete di nuovo? domand Jessica. Si offerto di accompagnarmi a Seattle sabato perch non crede che il mio pickup possa farcela questo conta? Hmm. Certamente lui ha abbandonato le vecchie abitudini perbeh, prendersi cura di lei, pi o meno. Da parte sua deve esserci qualcosa, se non da parte di lei. Come potrebbe MAI essere? Bella pazza. Si, Jessica aveva risposto alla domanda di Bella. Beh, allora, concluse Bella, Si. WhowEdward Cullen, Che le piaccia o no, il massimo. Lo so, sospir Bella. Il tono della sua voce incoraggi Jessica. Finalmente sembra esserci arrivata! Deve rendersi conto Aspetta! disse Jessica, ricordandosi improvvisamente di quella che per lei era la maggiore delle questioni di vitale importanza. Ti ha baciata?. Ti prego d di si. E poi descrivi ogni secondo! No, borbott Bella, e poi si guard le mani, chinando il viso. Non quel genere di cosa. Maledizione. Vorrei cheAh. Sembra che anche lei lo vorrebbe. Aggrottai le sopracciglia. Sembrava che Bella fosse inquieta per qualcosa, ma non poteva essere delusione come supposto da Jessica. Non poteva volere quello. Non sapendo quel che sapeva. Non poteva volere di trovarsi cos vicina ai miei denti. Per quanto ne sapeva, avevo le zanne. Rabbrividii. Pensi che Sabato..? Jessica la punzecchi. Bella sembr persino pi frustrata quando disse Ne dubito fortemente Si, eccome se lo vorrebbe. Se ne muore dalla voglia. Era perch stavo guardando tutto questo attraverso il filtro delle percezioni di Jessica che sembrava che Jessica avesse ragione? Per mezzo secondo fui distratto da quellidea, dallimpossibilit, o da qualunque cosa cui somigliasse il cercare di baciarla. Le mie labbra sulle sue labbra, fredda pietra su seta calda, morbida E poi lei muore.
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Scossi la testa, raccapricciato, e mi costrinsi a prestare attenzione. Di cosa avete parlato?. Gli hai parlato, o lhai costretto a strapparti ogni singolo grammo dinformazione in questo modo? Sorrisi mestamente. Jessica non si era sbagliata di molto. Non lo so, Jess, di un sacco di cose. Per un p abbiamo parlato del saggio dinglese. Per molto poco. Allargai il sorriso. Oh, ANDIAMO. Ti prego, Bella! Dammi qualche dettaglio Bella riflett per un momento. Behdaccordo. Avresti dovuto vedere la cameriera come flirtava con lui in maniera plateale. Ma lui non lha guardata neanche. Che strano dettaglio da condividere. Ero sorpreso che Bella lavesse persino notato. Sembrava una cosa davvero irrilevante. Interessante E un buon segno. Era carina? Hmm. Jessica teneva questo particolare in maggiore considerazione di me. Doveva essere una cosa da donne. Molto, le disse Bella. E probabilmente aveva diciannove o venti anni. Jessica fu momentaneamente distratta dal ricordo di Mike al loro appuntamento di luned sera Mike era stato eccessivamente amichevole con una cameriera che Jessica non riteneva per niente carina. Scacci quel pensiero e ritorn, soffocando lirritazione, alla sua ricerca di dettagli. Anche meglio. Devi piacergli. Penso di si, disse Bella lentamente, e stavo sul bordo della sedia, con il corpo rigidamente immobile. Ma difficile da dire. E sempre cos criptico. Non dovevo essere stato cos tanto esplicito e fuori controllo come pensavo. Tuttaviaosservatrice comeraCome non aveva potuto rendersi conto che ero innamorato di lei? Passai in rassegna la nostra conversazione, quasi sorpreso che non avessi detto le parole ad alta voce. Limpressione era che quella consapevolezza fosse stata il sottotesto di ogni singola parola detta tra di noi. Whow. Come fai a startene seduta di fronte ad un modello ed a fare conversazione? Non so dove trovi il coraggio di restare da sola con lui, disse Jessica. Lo shock balen sul viso di Bella. Perch?
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Che strana reazione. Cosa pensava che volessi dire? Mette cos Come si potrebbe dire? In soggezione. Non saprei cosa dirgli. Non sono riuscita nemmeno a parlargli in una lingua comprensibile oggi, e tutto ci che ha detto buongiorno. Devo essere sembrata una tale scema. Bella sorrise. Anchio ho qualche problema a rimanere lucida quando sono con lui. Di certo stava solamente tentando di far sentire meglio Jessica. Era padrona di s in maniera quasi innaturale quando eravamo insieme. Oh beh, Jessica sospir. E incredibilmente bello Il viso di Bella si era indurito allimprovviso. I suoi occhi lampeggiavano come quando non riusciva a sopportare qualche ingiustizia. Jessica non elabor quel cambiamento della sua espressione. C ben altro in lui che solamente questo, schiocc Bella. Oooh. Adesso si che facciamo progressi. Davvero? Come cosa? Bella si mordicchi il labbro per un momento. Non so spiegarlo bene, disse alla fine. Ma dietro quella faccia ancora pi incredibile. Distolse lo sguardo da Jessica, con gli occhi lievemente fuori fuoco come se stesse fissando qualcosa di molto lontano. Ci che provavo ora era vagamente simile a come mi sentivo quando Carlisle o Esme mi lodavano al di l di quanto meritassi. Simile, ma pi intenso, pi divorante. Raccontalo a qualcun altro non c niente di meglio di quella faccia! Salvo il suo corpo. Da svenire. E possibile? Jessica fece un risolino. Bella non si volt. Continuava a fissare il vuoto, ignorando Jessica. Una persona normale starebbe gongolando. Magari se formulo le domande in maniera pi elementare. Ah ha. Come se stessi parlando ad un bambino dellasilo. Perci ti piace, dunque? Ero di nuovo rigido. Bella non guardava Jessica. Si. Voglio dire, ti piace davvero? Si Guarda com arrossita! Stavo guardando.
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Quanto ti piace? domand Jessica. Laula di inglese sarebbe potuta andare a fuoco e non me ne sarei accorto. Il viso di Bella era di un rosso acceso adesso potevo quasi sentire il calore attraverso quellimmagine mentale. Troppo, disse con un filo di voce. Pi di quanto io piaccia a lui. Ma non vedo cosa posso farci Accidenti! Cosha appena chiesto il Signor Varner? Um che numero Signor Varner? Era un bene che Jessica non potesse pi fare domande a Bella. Avevo bisogno di un minuto. A che diamine stava pensando la ragazza ora? Pi di quanto io piaccia a lui? Da dove laveva tirata fuori quella? Ma non vedo cosa posso farci? Cosavrebbe voluto significare? Non riuscivo a trovare una spiegazione razionale che si accordasse con quelle parole. Erano praticamente senza senso. Pareva che non potessi dare niente per scontato. Le cose ovvie, le cose che avevano perfettamente senso, in qualche modo venivano travisate e rigirate al contrario in quel suo cervello bizzarro. Pi di quanto io piaccia a lui? Forse non avrei dovuto scartare tanto in fretta lidea dellospedale psichiatrico. Lanciai uno sguardo torvo allorologio, stringendo i denti. Come potevano dei semplici minuti sembrare cos incredibilmente lunghi ad un immortale? Dovera la mia prospettiva? La mia mascella rimase serrata per tutta la lezione di trigonometria del Signor Varner. Ascoltai pi quella che la lezione nella mia classe. Bella e Jessica non parlarono ancora, ma Jessica guard di sottecchi Bella diverse volte, ed in una di quelle il suo viso era di un brillante scarlatto senza apparente ragione. La pausa pranzo non sarebbe mai arrivata abbastanza in fretta. Non ero certo se Jessica sarebbe riuscita ad ottenere qualcunaltra delle risposte che stavo aspettando per quando la lezione fosse finita, ma Bella fu pi svelta di lei. Non appena suon la campanella, Bella si volt verso Jessica. Ad inglese, Mike mi ha chiesto se mi avessi detto niente di luned sera, disse Bella, con il sorriso tirato fino agli angoli delle labbra. Lo presi per quello che era loffesa la miglior difesa.
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Mike ha chiesto di me? La gioia improvvisamente rese la mente di Jessica meno aggressiva, pi tenera, priva dellusuale cipiglio di malignit. Stai scherzando! Cosa gli hai detto? Gli ho detto che mi hai detto di esserti divertita un sacco e sembrava contento Dimmi esattamente cosha detto, e la tua risposta parola per parola! Chiaramente, oggi non avrei ottenuto altro da Jessica. Bella stava sorridendo come se stesse pensando la stessa cosa. Come se avesse vinto quel round. Beh, a pranzo sarebbe stata unaltra storia. Sarei riuscito a ricavare maggiori risposte da lei che non da Jessica, avrei fatto in modo che fosse cos. In palestra, con Alice, mi muovevo apaticamente, ossia nel modo in cui mi muovevo sempre quando ero coinvolto in unattivit fisica con degli umani. Lei era la mia compagna di squadra, naturalmente. Era la prima lezione sul badminton. Sospiravo per la noia, oscillando la racchetta a rallentatore per colpire il volano e rimandarlo dallaltra parte della rete. Lauren Mallory era nella squadra avversaria; aveva perso. Alice stava roteando la racchetta come un manganello, fissando il soffitto. Odiavamo tutti ginnastica, soprattutto Emmett. Colpire per gioco lo considerava un affronto alla sua filosofia personale. Ginnastica oggi pareva peggio del solito mi sentivo irritato proprio come era sempre Emmett. Prima che la mia mente potesse esplodere per linsofferenza, il Coach Clapp fischi la fine delle partite e ci mand via in anticipo. Ero ridicolmente grato che avesse saltata la colazione un nuovo tentativo di mettersi a dieta e per la smania che gliene era derivata di lasciare in fretta il campus per trovare un pranzo bello unto da qualche parte. Si era ripromesso di ricominciare domani Il che mi dava tempo sufficiente per raggiungere ledificio di matematica prima che la lezione di Bella finisse. Divertiti, pens Alice mentre si allontanava per incontrare Jasper. Ancora qualche giorno di pazienza. Suppongo che non saluteresti Bella da parte mia, vero? Scossi la testa, esasperato. Tutte le persone dotate di capacit paranormali erano cos compiaciute? PTI2, ci sar il sole da ambo i lati dello stretto questo fine settimana. Potresti voler modificare i tuoi piani.
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Per Tua Informazione; n.d.t.

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Sospirai intanto che mi allontanavo nella direzione opposta. Compiaciuta, ma decisamente utile. Mi appoggiai alla parete accanto alla porta, in attesa. Ero abbastanza vicino da poter sentire la voce di Jessica attraverso i mattoni tanto chiaramente quanto i suoi pensieri. Non ti siederai con noi oggi, vero? Pare comesprizzare gioia da tutti i pori. Scommetto che c una valanga di cose che non mi ha detto. Non penso, rispose Bella, stranamente insicura. Non le avevo promesso di pranzare con lei? A cosa stava pensando? Uscirono dallaula insieme, e gli occhi di entrambe le ragazze si spalancarono nel vedermi. Ma potevo sentire soltanto Jessica. Bello. Whow. Oh, si, qui sta succedendo molto pi di quanto non mi abbia detto. Magari la chiamo staseraO forse non dovrei incoraggiarla. Huh. Spero che se ne stanchi in fretta. Mike carino ma...whow. Ci vediamo pi tardi, Bella Bella cammin verso di me, fermandosi ad un passo di distanza, ancora incerta. La pelle sulle sue guance era rosa. La conoscevo oramai abbastanza da sapere che non era la paura a farla esitare. Apparentemente, riguardava una qualche voragine che immaginava esistesse tra i suoi sentimenti ed i miei. Pi di quanto io piaccia a lui. Assurdo! Ciao, dissi, con una voce un tantino brusca. Il viso le era avvampato ancora di pi. Ciao. Non sembrava incline a dire altro, perci feci strada fino alla mensa e lei mi cammin accanto in silenzio. La giacca aveva funzionato il suo profumo non era pi la solita batosta. Era solamente unintensificazione del dolore che gi provavo. Potevo ignorarlo pi facilmente di quanto una volta avrei creduto possibile. Bella era irrequieta mentre aspettavamo in fila, giocava distrattamente con la cerniera della giacca e spostava nervosamente il peso da un piede allaltro. Mi lanciava spesso unocchiata, ma ogniqualvolta incrociava il mio sguardo, guardava in basso come fosse imbarazzata. Era perch cos tante persone ci stavano fissando? Forse riusciva a sentire i rumorosi mormorii il pettegolezzo era tanto verbale quanto mentale oggi. O forse aveva compreso, dalla mia espressione, che era nei guai.
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Non disse nulla finch non cominciai a mettere insieme il suo pranzo. Non sapevo cosa le piacesse non ancora perci arraffavo uno di tutto. Cosa stai facendo? sibil a bassa voce. Non starai prendendo tutta quella roba per me? Scossi la testa, e feci scivolare il vassoio fino alla cassa. Met per me, naturalmente. Sollev scettica un sopracciglio, ma non disse pi niente mentre pagavo la roba da mangiare e la scortavo fino al tavolo in cui ceravamo seduti la settimana precedente, prima della sua disastrosa esperienza con lesercitazione sui gruppi sanguigni. Sembrava essere passato assai di pi che solo pochi giorni. Era tutto diverso adesso. Si sedette di nuovo di fronte a me. Spinsi il vassoio verso di lei. Prendi quello che vuoi, la incoraggiai. Lei prese una mela e se la rigir tra le mani, con unespressione speculatoria in viso. Sono curiosa Che sorpresa. Cosa faresti se qualcuno ti sfidasse a mangiare del cibo? continu a voce bassa cos da non farsi ascoltare dalle orecchie umane. Le orecchie immortali erano unaltra faccenda, se quelle orecchie stavano prestando attenzione. Probabilmente avrei dovuto anticipare loro qualcosa Sei sempre curiosa, reclamai. Oh beh. Non era come se non avessi mai mangiato prima. Era una parte della sciarada. Una parte spiacevole. Allungai la mano verso la cosa pi vicina, e sostenni il suo sguardo mentre staccavo un piccolo morso da qualunque cosa fosse. Senza guardare, non potevo dirlo. Era viscido e grumoso e disgustoso come ogni altro cibo umano. Masticai in fretta e deglutii, cercando di allontanare la smorfia dal mio viso. La massa di cibo si muoveva lentamente e scomodamente gi per la mia gola. Sospirai al pensiero di come avrei dovuto tirarla fuori pi tardi. Disgustoso. Lespressione di Bella era scioccata. Impressionata. Volevo strabuzzare gli occhi. Ovviamente avevamo fatto pratica con quel genere di finzione. Se qualcuno ti sfidasse a mangiare del fango potresti farlo, non vero? Arricci il naso e sorrise. Lho fatto una voltaper scommessa. Non era cos
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male. Scoppiai a ridere. Ammetto di non esserne sorpreso. Sembrano intimi, non vero? Un buon linguaggio del corpo. Pi tardi dir a Bella delle mie impressioni. Lui piegato verso di lei proprio come dovrebbe, se fosse interessato. Ha laria interessata. Ha laria...perfetta. Jessica sospir. Gnam gnam. Incrociai gli occhi curiosi di Jessica, e lei guard altrove nervosamente, facendo un risolino alla ragazza che aveva accanto. Hmmm. Probabilmente meglio che mi concentri su Mike. Realt, non fantasia Jessica sta analizzando tutto quello che faccio, informai Bella. Pi tardi non mancher di ragguagliarti su ogni pi piccolo dettaglio. Spinsi indietro il piatto con il mangiare verso di lei pizza, mi resi conto cercando di capire quale fosse il modo migliore per introdurre largomento. La mia precedente frustrazione si riacutizz al ripetersi delle parole nella mia mente. Pi di quanto io piaccia a lui. Ma non vedo cosa posso farci. Diede un morso allo stesso spicchio di pizza. Era sbalorditivo quanta fiducia avesse in me. Ovviamente, non sapeva che ero velenoso non che condividere il cibo lavrebbe uccisa. Ciononostante, mi aspettavo che mi trattasse in maniera differente. Come qualcosa di diverso. Non lo faceva mai almeno, non in modo negativo Avrei esordito gentilmente. E cos la cameriera era carina? Alz nuovamente il sopracciglio. Davvero non te ne sei accorto? Come se qualunque donna potesse sperare di distogliere la mia attenzione da Bella. Assurdo, di nuovo. No, non ci badavo. Avevo un sacco di cose per la mente. Non ultima delle quali la morbida aderenza della sua camicetta quasi trasparente Era davvero un bene che oggi indossasse quel brutto maglione. Povera ragazza, disse Bella, sorridendo. Apprezzava che non mi fossi affatto interessato alla cameriera. Potevo capirlo. Quante volte avevo immaginato di polverizzare Mike Newton nellaula di biologia? Non poteva credere veramente che i suoi sentimenti umani, frutto di soli diciassette anni da mortale, potessero essere pi forti delle passioni immortali che avevo accumulato per un secolo. Qualcosa che hai detto a Jessica non riuscivo a mantenere un tono di voce
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disinvolto. Beh, mi ha infastidito. Si mise immediatamente sulla difensiva. Non mi stupisce che tu abbia sentito qualcosa che non ti piaciuto. Sai quello che si dice di chi origlia Chi origlia dalla porta, sente la sua vergogna, questo era il detto. Ti avevo avvertita che sarei rimasto in ascolto le ricordai. Ed io ti avevo avvertito che non avresti voluto conoscere tutto ci che penso Ah, stava pensando a quando lavevo fatta piangere. Il rimorso rese la mia voce pi roca. Lhai fatto. Tuttavia, non hai del tutto ragione. Io voglio sapere cosa pensi ogni cosa. Solo vorreiche non pensassi certe cose. Altre mezze verit. Sapevo che non avrei dovuto desiderare che mi amasse. Ma lo desideravo. Eccome se lo desideravo. C una bella differenza, borbott, guardandomi torva. Ma non questo il punto al momento Allora qual ? Si protese verso di me, con la mano avvolta delicatamente a coppa attorno alla gola. Attir la mia attenzione distraendomi. Quanto doveva essere morbida quella pelle Concentrati, comandai a me stesso. Credi veramente di tenere a me pi di quanto io tenga a te? chiesi. La domanda mi parve ridicola, come se le parole fossero ingarbugliate. I suoi occhi si spalancarono, il respiro le si ferm. Distolse lo sguardo, sbattendo rapidamente le ciglia. Poi riprese a respirare ansimando piano. Lo stai facendo di nuovo, mormor. Cosa? Abbacinarmi, ammise, incrociando accorta i miei occhi. Oh. Hmm. Non ero del tutto sicuro di cosa potessi farci. Non ero nemmeno sicuro di non volerla abbacinare. Ero ancora entusiasta del fatto che potevo farlo. Ma non era daiuto al progredire della nostra conversazione. Non colpa tua. Sospir. Non puoi farci niente. Intendi rispondere alla mia domanda? chiesi risoluto. Fissava il tavolo. Si. Fu tutto quello che disse. Si, intendi rispondere, o si, lo credi veramente? chiesi impaziente.
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Si, lo credo veramente disse senza alzare lo sguardo. Cera un lieve accenno di tristezza nella sua voce. Arross di nuovo, ed i suoi denti tormentavano inconsapevolmente il suo labbro. Dimprovviso, mi resi conto che era molto difficile per lei ammetterlo, perch ci credeva davvero. Ed io non ero per niente migliore di quel codardo di Mike, per averle chiesto conferma dei suoi sentimenti prima di averle palesato i miei. Non aveva importanza che ritenessi di aver abbondantemente chiarito la mia posizione. Non ero riuscito a fargliela capire, e perci non avevo scuse. Ti sbagli, promisi. Doveva percepire la tenerezza della mia voce. Bella mi guard, con occhi inespressivi, che non tradivano alcunch. Non puoi saperlo, disse con un filo di voce. Pensava che stessi sottovalutando i suoi sentimenti perch non potevo leggere i suoi pensieri. Ma, per la verit, il problema era che lei stava sottovalutando i miei. Cosa te lo fa pensare? chiesi. Era tornata a fissarmi, con la ruga tra le sopracciglia, mordicchiandosi il labbro. Per la milionesima volta, desiderai disperatamente di essere semplicemente in grado di ascoltarla. Stavo quasi per implorarla di dirmi con quale pensiero si stava confrontando, ma sollev un dito per trattenermi dal parlare. Lasciami pensare, chiese. Fintanto che riordinava semplicemente i suoi pensieri, potevo essere paziente. O potevo fingere di esserlo. Congiunse le mani, intrecciando e sciogliendo le dita affusolate. Si guardava le mani come se appartenessero a qualcun altro quando parl. Beh, evidenza apparte, mormor. Qualche voltaNon posso esserne certa non sono capace di leggere nel pensiero ma qualche volta, quando parli di tuttaltro, pare invece che tu stia cercando un modo per allontanarti da me. Non alz lo sguardo. Se nera accorta, dunque? Aveva capito che erano solamente la debolezza e legoismo a trattenermi l? Mi stimava di meno per questo? Perspicace, dissi quasi senza fiato, e poi osservai con orrore il dolore distorcere la sua espressione. Mi affrettai a contraddire la sua supposizione. Questo esattamente il motivo per cui ti sbagli, per - cominciai, e poi mi fermai, ricordando le prime parole
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della sua spiegazione. Mirritavano, bench non fossi certo di averle comprese veramente. Che intendi per evidenza apparte? Beh, guardami, disse. Stavo guardando. Non facevo altro che guardarla. Cosa voleva dire? Sono assolutamente insignificante, spieg. Beh, tralasciando le cose negative come tutte le volte che sono quasi morta e lessere talmente imbranata da rasentare la disabilit. E guardati. Mindic con un ampio gesto sollevando in aria la mano, come se stesse puntualizzando un qualcosa di talmente palese che non valeva neppure la pena di spiegarlo. Pensava di essere insignificante? Pensava che fossi in qualche modo preferibile a lei? In base a quale metro di giudizio? Quello delle sciocche mentalit ristrette, cieche ed umane, di persone come Jessica e la Signorina Cope? Come poteva non rendersi conto di essere la pi splendidala pi mirabileQuelle parole non bastavano nemmeno. E lei non ne aveva idea. Non hai una visione molto chiara di te stessa, lo sai, le dissi. Ammetto che hai perfettamente ragione riguardo alle cose negative risi senza gusto. Non trovavo comico il destino maligno che la perseguitava. Il suo essere maldestra, tuttavia, era piuttosto divertente. Tenero. Mi avrebbe creduto se le avessi detto che era splendida, dentro e fuori? Forse avrebbe trovato una conferma pi persuasiva. Ma tu non hai sentito cosha pensato di te ogni singolo maschio umano il primo giorno. Ah, la speranza, il fremito, la brama di quei pensieri. La velocit in cui si erano trasformati in fantasie irrealizzabili. Irrealizzabili, perch lei non voleva nessuno di loro. Ero io quello cui aveva detto si. Il mio sorriso doveva essere compiaciuto. Il suo viso era pallido per la sorpresa. Non ci credo, borbott. Credimi almeno questa volta sei tuttaltro che insignificante La sua sola esistenza era un pretesto sufficiente a giustificare la creazione dellintero mondo. Non era abituata ai complimenti, lo capivo. Unaltra cosa cui avrebbe dovuto abituarsi. Arross, e cambi argomento. Ma io non cerco di allontanarmi da te. Non capisci? Questa la prova che ho ragione. Io ci tengo di pi, perch se potessi farlo Sarei mai stato cos poco egoista da riuscire a fare la cosa giusta? Scossi la testa
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per la disperazione. Avrei dovuto trovare la forza. Meritava una vita. Non ci che Alice aveva visto che le sarebbe toccato. Se andarmene fosse la cosa giusta da fare. E doveva essere la cosa giusta, o no? Non cera alcun angelo sconsiderato. Il posto di Bella non era con me. Allora farei del male a me stesso per impedirmi di farne a te, per tenerti al sicuro. Mentre dicevo quelle parole, desiderai fortemente che fossero vere. Mi lanci uno sguardo truce. In qualche modo, le mie parole lavevano fatta arrabbiare. E non credi che farei lo stesso? domand furiosa. Cos furiosa cos tenera e fragile. Come avrebbe mai potuto fare del male a qualcuno? Non sarai mai costretta a fare questa scelta, le dissi, di nuovo abbattuto per lenorme differenza che cera tra di noi. Lei mi fissava, la preoccupazione stava rimpiazzando la rabbia nei suoi occhi e tra quelli stava facendo riemergere la piccola ruga. Cera qualcosa di veramente sbagliato nellordine delluniverso se una persona tanto buona e tanto fragile non meritava un angelo custode che la tenesse fuori dai guai. Beh, pensai con bieco umorismo, perlomeno ha un vampiro custode. Sorrisi. Quanto amavo avere quella scusa per restare. Ovviamente, tenerti al sicuro sta cominciando a sembrare unoccupazione a tempo pieno che richiede la mia costante presenza. Sorrise anche lei. Nessuno ha cercato di farmi fuori oggi, disse con leggerezza, e poi il suo viso si fece speculativo per mezzo secondo ed i suoi occhi diventarono di nuovo opachi. Non ancora, aggiunsi ironicamente. Non ancora ammise sorprendendomi. Mi ero aspettato che avrebbe negato qualunque necessit di essere protetta. Come pu farlo? Quel somaro egoista! Come pu fare questo a noi? Lacuto grido mentale di Rosalie si era aperto un varco nella mia concentrazione. Calmati, Rose, sentii Emmett bisbigliare dallaltra parte della mensa. Il suo braccio le cingeva le spalle, tenendola stretta al suo fianco trattenendola. Mi dispiace, Edward, pens Alice sentendosi colpevole. Dalla vostra conversazione ha capito che Bella sapeva troppoe, beh, sarebbe stato peggio se non le avessi detto la verit allistante. Credimi.
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Trasalii allimmagine mentale che segu, a cosa sarebbe successo se avessi detto a Rosalie che Bella sapeva che ero un vampiro una volta a casa, dove Rosalie non avrebbe avuto una facciata da mantenere. Avrei dovuto nascondere la mia Aston Martin da qualche parte fuori dello stato se non si fosse calmata per quando la scuola fosse finita. La vista della mia macchina preferita, massacrata ed in fiamme, era sconvolgente bench sapessi di essermi guadagnato il castigo. Jasper non era molto pi felice. Avrei affrontato gli altri pi tardi. Il tempo concessomi per stare con Bella stava per scadere, e non intendevo sprecarlo. E sentire la voce di Alice mi aveva ricordato che cera una questione importante di cui dovevo occuparmi. Ho unaltra domanda per te, dissi, ignorando la crisi isterica di Rosalie. Spara, disse Bella, sorridente. Hai davvero bisogno di andare a Seattle questo sabato, o era solamente una scusa per evitare di dover dire di no a tutti i tuoi ammiratori? Mi fece una smorfia. Sai, non ti ho ancora perdonato per la faccenda di Tyler. E colpa tua se sillude credendo che andr al ballo di fine anno con lui. Oh, avrebbe trovato il sistema di chiedertelo anche senza che intervenissi solo che volevo davvero vedere che faccia avresti fatto. Ridevo ora, ricordando la sua espressione spaventata. Niente di quello che le avevo detto approposito della mia storia macabra laveva mai fatta apparire cos inorridita. La verit non la spaventava. Voleva stare con me. Sbalorditivo. Se te lavessi chiesto, avresti rifiutato anche me? Probabilmente no, disse. Ma avrei disdetto pi avanti simulando un malanno o una distorsione alla caviglia. Che strano. Perch lavresti fatto? Scosse la testa, come se fosse delusa che non lavessi capito subito. Non mi hai mai vista a ginnastica, suppongo, ma ero convinta che lavresti capito Ah. Ti riferisci al fatto che non puoi attraversare una superficie piana e stabile senza trovare qualcosa su cui inciampare? Ovviamente. Non sarebbe un problema. Dipende tutto da chi guida. Per una breve frazione di secondo, fui sopraffatto dallidea di tenerla tra le mie
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braccia ad un ballo dove avrebbe sicuramente indossato qualcosa di grazioso e leggero piuttosto che questorrendo maglione. Ricordavo con assoluta lucidit come mi aveva fatto sentire lavere il suo corpo sotto al mio dopo che lavevo sottratta alla corsa del furgoncino in avvicinamento. Pi forte del panico o della disperazione o della sofferenza, potevo ricordare quella sensazione. Era stata cos calda e morbida, nel corrispondere senza alcuna difficolt alla mia forma dura come la pietra Mi trascinai a forza via da quel ricordo. Ma non mi hai ancora detto - aggiunsi in fretta, prevenendo la sua chiara intenzione di voler discutere con me del suo essere maldestra. Sei decisa ad andare a Seattle, o ti dispiace se facciamo qualcosa di diverso? Ambiguo darle lopportunit di scegliere senza offrirle la possibilit di allontanarsi da me quel giorno. Molto poco leale da parte mia. Ma le avevo fatto una promessa ieri serae mi piaceva lidea di mantenerla quasi quanto quellidea mi terrorizzava. Ci sarebbe stato il sole sabato. Le avrei potuto mostrare il mio vero io, se fossi stato abbastanza coraggioso da sopportare il suo orrore ed il suo disgusto. Conoscevo giusto un posto dove potevo correre quel rischio Accetto altre proposte, disse Bella. Ma devo chiederti un favore. Un si condizionato. Cosavrebbe voluto da me? Quale? Possiamo andare con il mio pick-up? Era questa la sua idea di umorismo? Perch? Beh, essenzialmente perch quando ho detto a Charlie che sarei andata a Seattle, mi ha chiesto espressamente se sarei andata da sola, e in quel momento era cos. Se me lo chiedesse di nuovo, probabilmente non mentirei, ma non credo che me lo chieder ancora, e lasciare il mio pick-up a casa significherebbe solamente sollevare la questione inutilmente. Inoltre, perch la tua guida mi fa paura. Strabuzzai gli occhi. Di tutte le cose di me che potrebbero spaventarti, hai paura di come guido. Sul serio, il suo cervello lavorava al contrario. Scossi la testa, disgustato. Edward, Alice mi aveva chiamato allarmata. Allimprovviso mi ritrovai a fissare un brillante cerchio di luce solare, preso da una
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delle visioni di Alice. Era un posto che conoscevo bene, il posto dove avevo appena pensato di portare Bella una piccola radura dove non andava nessuno tranne me. Un posto silenzioso e ameno dove potevo contare di rimanere solo lontano abbastanza da qualunque sentiero o abitazione umana, in cui persino la mia mente poteva trovare pace e tranquillit. Anche Alice laveva riconosciuto, perch mi aveva visto l parecchio tempo prima in unaltra visione una di quelle visioni tremolanti ed indistinte che Alice mi aveva mostrato la mattina in cui avevo salvato Bella dal furgoncino. In quella visione sfarfallante non ero da solo. E adesso era chiaro Bella era l con me. Perci ero abbastanza coraggioso. Lei mi fissava, con gli arcobaleni che danzavano sul suo viso e gli occhi imperscrutabili. E lo stesso posto, pens Alice, la sua mente traboccava un orrore incompatibile con la visione. Tensione, forse, ma orrore? Cosa intendeva per lo stesso posto? E poi lo vidi. Edward! Alice protestava stridulamente. Le voglio bene, Edward! La zittii brutalmente. Lei non amava Bella nel modo in cui lamavo io. La sua visione era irrealizzabile. Sbagliata. In qualche modo era accecata, poich vedeva limpossibile. Non era passato neppure mezzo secondo. Bella stava guardando il mio viso con curiosit, aspettando che accettassi la sua richiesta. Aveva notato il lampo di terrore, o era stato troppo veloce? Mi concentrai su di lei, sulla conversazione rimasta in sospeso, spingendo Alice e le sue fallaci, bugiarde visioni lontano dai miei pensieri. Non meritavano la mia attenzione. Non ero in grado di mantenere il tono giocoso del nostro punzecchiamento, tuttavia. Non vuoi dire a tuo padre che passerai la giornata con me? chiesi, le tenebre trapelavano dalla mia voce. Diedi un altro spintone alle visioni, cercando di allontanarle ancora di pi, di impedirgli di baluginare nella mia mente. Con Charlie meno si dice meglio , disse Bella, certa di questo fatto. Dove andiamo, comunque? Alice si sbagliava. Si sbagliava di grosso. Non cera alcuna possibilit che potesse accadere. Ed era solamente una vecchia visione, superata oramai. Le cose erano cambiate.
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Far bel tempo, le dissi lentamente, combattendo con il panico e lindecisione. Alice si sbagliava. Sarei andato avanti come se non avesse sentito o visto niente. Perci dovr starmene alla larga dagli sguardi indiscretie tu puoi stare con me, se ti fa piacere. Bella afferr al volo il significato; i suoi occhi erano accesi ed entusiasti. E mi farai vedere cosa intendevi, riguardo al sole? Forse, come tante volte prima, la sua reazione sarebbe stata lopposto di quella che mi aspettavo. Sorrisi a quella possibilit, sforzandomi di ritornare alla leggerezza del momento. Si. Ma. Non aveva detto di si. Se non vuoi restaresola con me, preferirei comunque che non te ne andassi a Seattle. Rabbrividisco al pensiero dei guai in cui potresti cacciarti in una citt tanto grande. Le sue labbra si serrarono; era offesa. Phoenix tre volte pi grande di Seattle solo per numero di abitanti. Quanto allestensione territoriale - Ma apparentemente il tuo numero non era ancora stato sorteggiato a Phoenix, dissi, interrompendo le sue giustificazioni. Perci preferirei che restassi con me. Poteva restare per sempre e non sarebbe stato abbastanza. Non avrei dovuto pensare una cosa del genere. Non avevamo leternit. I secondi che passavano contavano pi di quanto non avevano mai fatto prima; ogni secondo la cambiava mentrio rimanevo identico. Come sempre, non mi dispiace restare da sola con te, disse. No perch i suoi istinti erano rovesciati. Lo so. Sospirai. Dovresti dirlo a Charlie, per. Perch diamine dovrei farlo? chiese, apparentemente inorridita. La guardai cupo, le visioni che non riuscivo pi a reprimere turbinavano nauseanti nella mia mente. Per offrirmi un qualche piccolo incentivo a riportarti indietro, sibilai. Doveva concedermi almeno quello un testimone che mi obbligasse ad essere cauto. Perch Alice mi aveva costretto a questa consapevolezza proprio ora? Bella deglut rumorosamente, e mi fiss per un lungo momento. Cosa vedeva? Penso che correr i miei rischi, disse. Ugh! Traeva una qualche emozione dal rischiare la propria vita? Una qualche
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scarica di adrenalina della quale aveva un disperato bisogno? Guardai severo Alice, che ricambi il mio sguardo con unocchiata monitoria. Accanto a lei, Rosalie, furiosamente, mi lanciava degli sguardi minacciosi, ma non avrebbe potuto importarmene di meno. Che distruggesse la mia macchina. Era solo un giocattolo. Parliamo di qualcosaltro, sugger Bella inaspettatamente. Tornai a guardarla, chiedendomi come potesse essere cos incosciente di fronte alle cose veramente importanti. Perch non mi vedeva per il mostro che ero? Di cosa vuoi parlare? I suoi occhi saettarono a sinistra e poi a destra, come per assicurarsi che nessuno stesse origliando. Doveva avere in progetto di affrontare unaltra questione correlata alle leggende. I suoi occhi simmobilizzarono per un secondo ed il suo corpo sirrigid, e poi torn a guardarmi. Perch sei andato a Goat Rocks lo scorso fine settimanaa caccia? Charlie dice che non un buon posto per fare escursionismo, per via degli orsi. Cos incosciente. La fissai, sollevando un sopracciglio. Orsi? rimase senza fiato. Sorrisi sarcasticamente, osservandola recepire la cosa. Questo lavrebbe indotta a prendermi sul serio? Cera una qualunque cosa che potesse farlo? Ricompose la propria espressione. Sai, non ancora la stagione della caccia agli orsi, disse severamente, riducendo gli occhi a due fessure. Se guardi attentamente, le leggi disciplinano solamente la caccia con le armi da fuoco. Perse di nuovo il controllo del suo viso per un istante. Le labbra le si spalancarono. Orsi? ripet, una domanda timida stavolta, piuttosto che un rantolo dovuto allo shock. I grizzly sono i preferiti di Emmett. La guardai negli occhi, osservando la cosa prendervi posto. Hmm, mormor. Aveva dato un morso alla pizza, guardando in basso con aria pensierosa, e poi aveva bevuto. E cos, disse, rialzando finalmente lo sguardo. Qual il tuo preferito? Immaginai che mi sarei dovuto aspettare qualcosa del genere, ma non lavevo fatto.
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Bella era sempre interessante, come minimo. Il puma, risposi bruscamente. Ah, disse in tono neutro. Il suo battito si manteneva costante e regolare, come se stessimo discutendo del ristorante preferito. E va bene, allora. Se voleva pretendere che non ci fosse niente dinsolito Naturalmente, dobbiamo tenere conto dellimpatto ambientale e perci non possiamo cacciare in maniera sconsiderata, le dissi, con voce fredda e distaccata. Cerchiamo di concentrarci sulle zone in cui c una sovrabbondanza di predatori a prescindere da quanto siano lontane. Ci sono sempre un mucchio di cervi ed alci qui, e basterebbero anche, ma dov il divertimento? Ascoltava con unespressione educatamente interessata, come se fossi un professore che stava facendo lezione. Non potei fare a meno di sorridere. Gi, dov? mormor serenamente, dando un altro morso alla pizza. Linizio della primavera la stagione in cui Emmett preferisce dare la caccia agli orsi, dissi, continuando la lezione. Sono appena usciti dal letargo, perci sono pi irritabili. Erano passati settantanni, e ancora non si era fatto una ragione dellaver perso quel primo incontro. Niente pi divertente di un grizzly irritato, approv Bella, annuendo solennemente. Non riuscii a trattenermi dal ridacchiare mentre scuotevo la testa per quella sua calma irrazionale. Doveva essere una messa in scena. Dimmi cosa stai pensando veramente, per favore. Sto cercando di figurarmelo ma non ci riesco, disse, la ruga tra i suoi occhi ricomparve. Come fate a cacciare un orso senza armi? Oh, ma noi abbiamo delle armi, le dissi, e poi le sfoggiai il sorriso spalancandolo. Mi aspettavo che indietreggiasse, ma rimase perfettamente immobile, osservandomi. Certo non il genere che prendono in considerazione quando redigono le leggi sulla caccia. Se hai mai visto lattacco di un orso in televisione, dovresti essere in grado di visualizzare Emmett mentre caccia. Lanci unocchiata verso il tavolo dove sedevano gli altri, e rabbrivid. Finalmente. E poi risi di me stesso, perch sapevo che una parte di me stava
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desiderando che rimanesse incosciente. I suoi occhi scuri ora mi fissavano spalancati e profondi. Anche tu sei simile ad un orso? chiese quasi bisbigliando. Pi ad un puma, o cos mi hanno detto, le dissi, sforzandomi di sembrare nuovamente distaccato. Forse i nostri gusti sono sintomatici. Le sue labbra si sollevarono appena agli angoli. Forse, ripet. E poi chin la testa di lato, e la curiosit improvvisamente divenne evidente nei suoi occhi. E qualcosa che potr mai vedere? Non avevo bisogno delle visioni di Alice per dipingermi questorrore la mia immaginazione era pi che sufficiente. Assolutamente no, le dissi in tono rabbioso. Si era allontanata di scatto, con gli occhi sbalorditi e spaventati. Anchio mi tirai indietro, volendo aumentare la distanza tra di noi. Non avrebbe mai preso coscienza, vero? Non mi avrebbe mai dato neanche un piccolo aiuto per aiutarmi a tenerla in vita. Troppo spaventoso per me?, chiese, la sua voce era calma. Il suo cuore, tuttavia, marciava ancora a passo di corsa. Se cos fosse, ti porterei fuori stanotte stessa, replicai tra i denti. Hai bisogno di una salutare dose di paura. Niente potrebbe giovarti di pi. Allora perch? chiese, per niente scoraggiata. La guardai truce e minaccioso, aspettando che si spaventasse. Io ero spaventato. Potevo immaginare fin troppo chiaramente cosavrebbe significato avere Bella vicino mentre cacciavo I suoi occhi rimanevano curiosi, impazienti, niente di pi. Aspettava la sua risposta, senza cedimenti. Ma la nostra ora era terminata. Pi tardi, schioccai, e mi alzai in piedi. Arriveremo in ritardo. Si guard intorno, disorientata, come se avesse dimenticato che eravamo a pranzo. Come se avesse addirittura dimenticato che ci trovassimo a scuola sorpresa che non fossimo da soli in un qualche luogo appartato. Comprendevo esattamente quel sentimento. Era difficile ricordare il resto del mondo quandero con lei. Si alz rapidamente, inciampando una volta, e si lanci la borsa sopra la spalla.
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Pi tardi, allora, disse, e potei riconoscere la determinazione nella piega della sua bocca; non mi avrebbe dato scampo.

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12. Complicazioni

Bella ed io camminavamo silenziosamente diretti a biologia. Stavo cercando di concentrarmi sul momento, sulla ragazza al mio fianco, su ci che era reale e concreto, su qualunque cosa potesse tenere le visioni di Alice, ingannevoli e senza senso, fuori dalla mia testa. Superammo Angela Weber, che stava attardandosi in corridoio, discutendo di un compito con un ragazzo del suo corso di trigonometria. Scrutai i suoi pensieri in modo superficiale, aspettandomi unaltra delusione, per sorprendermi, invece, del loro tono malinconico. Ah, allora cera qualcosa che Angela desiderava. Sfortunatamente, non era qualcosa che si poteva incartare con facilit. Mi sentii stranamente confortato per un momento, ascoltando il desiderio rassegnato di Angela. Un sentimento di affinit del quale Angela non avrebbe mai saputo mi pervase, ed ero, in quellistante, allunisono con la gentile ragazza umana. Era curiosamente consolante sapere che non ero il solo che stava affrontando una tragica storia damore. Ovunque cerano cuori infranti. Nellistante successivo, mi sentii inaspettatamente e profondamente irritato. Perch la storia di Angela non doveva essere tragica. Lei era umana e lui era umano e la differenza che pareva cos insormontabile nella sua mente era ridicola, veramente ridicola paragonata alla mia situazione personale. Non aveva motivo di affliggersi per amore. Che inutile spreco di tristezza, quando non aveva una ragione valida per non stare con la persona che desiderava. Perch non avrebbe dovuto avere ci che voleva? Perch la sua storia non avrebbe dovuto avere un lieto fine? Volevo farle un regalo Beh, le avrei regalato ci che desiderava. Sapendo quel che sapevo io della natura umana, probabilmente non sarebbe stato neppure tanto difficile. Rovistai nei pensieri del ragazzo che le stava vicino, loggetto dei suoi struggimenti, e lui non pareva affatto disinteressato, era solamente in stallo per la medesima difficolt in cui si trovava lei. Senza speranza e rassegnato, proprio come lei. Tutto ci che avrei dovuto fare era dargli unimbeccata Il piano prese forma facilmente, il copione si era scritto da solo senza alcuno sforzo
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da parte mia. Avrei avuto bisogno dellaiuto di Emmett indurlo ad accettarlo era lunica vera difficolt. La natura umana era assai pi facile da manipolare della natura vampiresca. Ero soddisfatto della mia soluzione, del mio regalo per Angela. Era una simpatica distrazione dai miei problemi personali. Magari i miei si fossero potuti risolvere altrettanto facilmente. Il mio umore era leggermente migliorato quando Bella ed io sedemmo ai nostri posti. Forse dovevo essere pi ottimista. Magari per noi cera una qualche soluzione a portata di mano che per mi sfuggiva, allo stesso modo in cui ad Angela rimaneva invisibile la sua ovvia soluzione. Improbabile Ma perch perdere tempo a disperarsi? Non avevo tempo da perdere quando si trattava di Bella. Ogni secondo era importante. Il Signor Banner entr spingendo un vecchio televisore ed un videoregistratore. Intendeva occuparsi sbrigativamente di un argomento al quale non era particolarmente interessato i disordini genetici proiettando un film per i successivi tre giorni. Lolio di Lorenzo non era una pellicola molto allegra, ma quello non bast a fermare leccitazione in aula. Niente appunti, n esercitazioni pratiche. Tre giorni liberi. Gli umani esultavano. Non aveva comunque importanza per me. Avevo in programma di prestare attenzione a nullaltro che a Bella. Non allontanai la mia sedia dalla sua oggi, per darmi modo di respirare. Invece, sedetti vicino al suo fianco come avrebbe fatto un qualunque umano. Pi vicino di quanto non sedessimo in macchina, abbastanza vicino che il lato sinistro del mio corpo si sentiva sommergere dal calore della sua pelle. Era unesperienza bizzarra, tanto piacevole quanto snervante, ma preferivo questo al sederle dallaltro capo del tavolo. Era pi di quanto non fossi abituato, e ciononostante mi resi rapidamente conto che non era ancora abbastanza. Non ero soddisfatto. Trovarmela tanto vicino mi faceva solamente desiderare di avvicinarmi ancora di pi. Limpulso era tanto pi forte quanto pi mi avvicinavo. Lavevo accusata di essere una calamita per il pericolo. Proprio ora, sentivo che quella era propriamente la verit. Io ero un pericolo e, ad ogni centimetro che mi consentivo di andarle pi vicino, la sua attrazione cresceva dintensit. E poi il Signor Banner spense le luci. Era strano quanta differenza facesse, considerando che la mancanza di luce
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significava ben poco per i miei occhi. Ero ancora in grado di vedere perfettamente come prima. Ogni dettaglio dellaula mi era chiaro. E allora perch quellimprovvisa scossa di elettricit nellaria, nelloscurit che non era affatto buia per me? Era perch sapevo di essere lunico capace di vedere distintamente? Che Bella ed io eravamo entrambi invisibili agli altri? Come se fossimo soli, solamente noi due, nascosti nellaula scura, seduti cos vicini luno allaltra La mia mano si protese verso di lei senza il mio permesso. Solo per toccare la sua mano, per tenergliela nelloscurit. Sarebbe stato un errore cos terribile? Se la mia pelle la infastidiva, doveva solamente spingerla via Ritirai la mano con uno strattone, strinsi forte le braccia attorno al petto e chiusi i pugni serrandoli bene. Niente errori. Avevo promesso a me stesso che non avrei commesso errori, non importava quanto minimi potessero sembrare. Se le avessi preso la mano, avrei solamente desiderato di pi di sfiorarla ancora in maniera insignificante, di avvicinarmi di pi a lei. Potevo sentirlo. Un nuovo genere di desiderio stava crescendo dentro di me, lavorando per surclassare il mio autocontrollo. Niente errori. Bella stringeva saldamente le braccia attorno al petto, e le sue mani erano chiuse a pugno proprio come le mie. Cosa stai pensando? Morivo dalla voglia di bisbigliarle quelle parole, ma laula era troppo silenziosa per dare inizio ad una conversazione anche solo sussurrata. Il film cominci, illuminando il buio soltanto di poco. Bella gett unocchiata verso di me. Not la rigidit in cui trattenevo il mio corpo proprio come lei e sorrise. Le sue labbra si socchiusero leggermente, ed i suoi occhi sembrarono colmi di inviti appassionati. O forse stavo vedendo quel che volevo vedere. Le sorrisi di rimando; la sua respirazione fu colta da un profondo affanno e si volt rapidamente altrove. Il che peggior le cose. Non conoscevo i suoi pensieri, ma dimprovviso ero certo di aver avuto ragione prima, e che lei voleva che la toccassi. Avvertiva la pericolosit di questo desiderio proprio come me. Lelettricit tra il suo corpo ed il mio fremeva. Non si mosse per lintera ora, mantenendo una postura rigida e controllata cos comio mantenevo la mia. Di tanto in tanto mi lanciava di nuovo unocchiata furtiva,
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sicch la fervente elettricit mi attraversava scuotendomi come una scossa improvvisa. Lora passava lentamente, e tuttavia non abbastanza lentamente. Era una cosa talmente nuova per me, che sarei potuto rimanere seduto cos con lei per giorni, soltanto per sperimentare a fondo questa sensazione. Argomentai con me stesso una dozzina di volte intanto che i minuti scorrevano, la razionalit si scontrava con il desiderio mentre cercavo di giustificare il toccarla. Finalmente, il Signor Banner riaccese le luci. Nella vivacit della luce fluorescente latmosfera in aula torn alla normalit. Bella sospirava e si stiracchiava, flettendo le dita di fronte a lei. Doveva essere stato scomodo per lei mantenere quella posizione tanto a lungo. Per me era pi facile limmobilit mi veniva naturale. Ridacchiai dellespressione sollevata del suo viso. Beh, stato interessante. Umm, mormor, comprendendo chiaramente a cosa mi riferivo, ma senza fare commenti. Cosa non avrei dato per sentire cosa stava pensando proprio ora. Sospirai. Non cera desiderio che avrebbe potuto essermi daiuto in quel caso. Possiamo andare? chiesi, alzandomi. Fece una smorfia e si alz in piedi traballante, allargando le mani come temendo di cadere. Avrei potuto offrirle la mia mano. O avrei potuto poggiargliela sotto il gomito con delicatezza ed aiutarla a mantenere lequilibrio. Di certo non poteva essere uninfrazione tanto terribile Niente errori. Era molto silenziosa mentre camminavamo verso la palestra. La ruga tra i suoi occhi era marcata, segno che stava riflettendo profondamente. Anchio stavo riflettendo profondamente. Toccarla una volta non le avrebbe fatto male, sosteneva il mio lato egoista. Potevo moderare con facilit la pressione esercitata dalla mia mano. Non era per niente difficile, finch mantenevo fermamente il controllo di me stesso. Il mio senso del tatto era pi evoluto di quello di un umano; potevo destreggiarmi con una dozzina di calici di cristallo senza romperne nessuno; potevo accarezzare una bolla di sapone senza scoppiarla. Finch mantenevo fermamente il controllo di me stesso Bella era come una bolla di sapone fragile ed effimera. Passeggera.
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Quanto a lungo avrei potuto giustificare la mia presenza nella sua vita? Quanto tempo avevo? Avrei avuto unaltra occasione come questa occasione, come questo istante, come questo secondo? Non sarebbe stata per sempre a portata della mia mano Davanti alla porta della palestra Bella si volt verso di me, spalancando gli occhi per lespressione che avevo in viso. Non disse nulla. Mi vidi riflesso nei suoi occhi e riconobbi il conflitto che stava infuriando nei miei. Osservai il cambiamento sul mio viso quando il mio lato migliore perse lo scontro. La mia mano si sollev senza che le avessi scientemente ordinato di farlo. Delicatamente, come fosse fatta del pi sottile dei vetri, come se fosse fragile come una bolla di sapone, le mie dita accarezzarono la pelle calda che le ricopriva la guancia. Bruciava al mio tocco, e potevo sentire la circolazione sanguigna accelerare al di sotto della sua pelle trasparente. Basta, comandai, nonostante la mia mano desiderasse ardentemente modellarsi sul lato del suo viso. Basta. Era difficile ritirare la mano, impedirmi di andarle pi vicino di quanto gi non fossi. Un migliaio di opzioni differenti mi attraversarono la mente in un istante un migliaio di modi differenti di toccarla. La punta del mio dito che tracciava la piega delle sue labbra. Il mio palmo che le teneva il mento. Togliere il fermaglio dai suoi capelli e lasciare che si sparpagliassero sulla mia mano. Le mie braccia che le cingevano la vita, facendola aderire al mio corpo. Basta. Mi sforzai di voltarmi, di separarmi da lei. Il mio corpo si muoveva rigido controvoglia. Lasciai la mia mente indugiare alle mie spalle per vederla mentre mi allontanavo di fretta, quasi scappando dalla tentazione. Colsi i pensieri di Mike Newton erano i pi rumorosi mentre guardava Bella superarlo in stato dincoscienza, con gli occhi assenti e le guance in fiamme. Sincup e dimprovviso il mio nome si mescol alle maledizioni nella sua mente; non potei fare a meno di rispondere allargando lievemente il sorriso. La mia mano formicolava. Aprii e chiusi il pugno, ma continu a pizzicare senza dolore. No, non le avevo fatto del male ma toccarla era stato comunque un errore. Avevo la sensazione di andare a fuoco come se la sete che mi bruciava la gola si
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fosse diffusa in tutto il mio corpo. La prossima volta che le fossi stato cos vicino, sarei stato capace dimpedirmi di toccarla di nuovo? E se lavevo toccata una volta, mi sarei potuto fermare l? Niente pi errori. Punto e basta. Goditi il ricordo, Edward, dissi amaramente a me stesso, e tieni le mani apposto. O cos, o mi sarei dovuto costringere ad andarmenein qualche modo. Perch non potevo permettermi di starle vicino se insistevo nel commettere degli errori. Respirai profondamente e cercai di calmare i miei pensieri. Emmett mi raggiunse fuori delledificio di inglese. Hey, Edward. Ha un aspetto migliore. Strambo, ma migliore. Felice. Hey, Em. Sembravo felice? Immaginai che, a dispetto della confusione nella mia mente, mi sentissi cos. Trova il modo di tapparti la bocca, ragazzo. Rosalie vuole strapparti la lingua. Sospirai. Mi spiace averti lasciato ad occupartene da solo. Sei arrabbiato con me? Naaa. Rose se la far passare. Tanto doveva succedere prima o poi. Considerato quello che ha previsto Alice Non volevo pensare alle visioni di Alice adesso. Guardai fisso davanti a me, serrando stretti i denti. Mentre cercavo qualcosa per riuscire a distrarmi, avvistai Ben Cheney che ci precedeva entrando nellaula di spagnolo. Ah ecco la mia occasione per dare ad Angela il suo regalo. Smisi di camminare e presi Emmett per un braccio. Aspetta un attimo. Che succede? So di non meritarlo, ma mi faresti comunque un favore? Di che si tratta? chiese, incuriosito. Sottovoce e ad una velocit che avrebbe reso le parole incomprensibili per un umano a prescindere da quanto forte le avessi dette gli spiegai cosa volevo. Mi fiss in modo assente quando terminai, con i pensieri inespressivi quanto il suo viso. Allora? lo sollecitai. Mi aiuterai a farlo? Gli ci volle un minuto per rispondere. Ma, perch? E dai, Emmett. Perch no?
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Chi sei tu e cosa ne hai fatto di mio fratello? Non sei tu che ti lamenti perch la scuola sempre uguale? Questo qualcosa di un p diverso, o no? Consideralo un esperimento un esperimento sulla natura umana. Mi fiss per un altro momento prima di cedere. Beh, differente, te lo concedoDaccordo, va bene. Emmett grugn e scroll le spalle. Ti aiuter. Gli sorrisi apertamente, sentendomi pi entusiasta del mio piano ora che era decollato. Rosalie era uno strazio, ma le sarei sempre stato debitore per aver scelto Emmett; nessuno aveva un fratello migliore del mio. Emmett non aveva bisogno di fare pratica. Gli suggerii le battute a bassa voce mentre entravamo in aula. Ben aveva gi preso posto nel banco dietro al mio, e stava riordinando i compiti che doveva consegnare. Emmett ed io ci sedemmo entrambi e facemmo la stessa cosa. In aula non era ancora sceso il silenzio; il mormorio delle conversazioni a bassa voce sarebbe continuato finch la Signora Goff non ci avesse richiamati allordine. Non aveva fretta, stava correggendo i questionari della lezione precedente. E cos, disse Emmett, con un tono di voce pi alto del necessario come se stesse veramente parlando con me. Hai gi chiesto ad Angela Weber di uscire? Il suono delle carte fruscianti alle mie spalle sinterruppe bruscamente quando Ben simmobilizz, la sua attenzione dimprovviso inchiodata alla nostra conversazione. Angela? Stanno parlando di Angela? Bene. Avevo catturato il suo interesse. No, dissi, scrollando lentamente la testa per sembrare contrito. Perch no? Emmett improvvisava. Sei un fifone? Gli feci una smorfia. No. Ho sentito che interessata a qualcun altro. Edward Cullen vuole chiedere ad Angela di uscire? Ma No. Non mi piace. Non voglio che si avvicini a lei. Luinon va bene per lei. Non affidabile. Non mi ero aspettato la cavalleria, listinto di protezione. Stavo dandomi da fare per ingelosirlo. Ma andava bene qualunque cosa purch funzionasse. E lascerai che questo ti fermi?, chiese Emmett in modo sprezzante, di nuovo improvvisando. Non reggi la competizione? Lo guardai truce, ma feci uso di quel che mi aveva dato. Ascolta, secondo me le piace davvero questo tizio di nome Ben. Non intendo cercare di convincerla che non
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vero. Ci sono altre ragazze. Nella sedia alle mie spalle ci fu una reazione elettrizzata. Chi? chiese Emmett, tornando al copione. La mia compagna di laboratorio dice che un qualche ragazzo che fa di cognome Cheney. Non sono certo di sapere chi sia. Mi trattenni dal sorridere. Solo gli altezzosi Cullen potevano farla franca fingendo di non conoscere ogni studente di questa minuscola scuola. La mente di Ben stava mulinando sbalordita. Io? Al di sopra di Edward Cullen? Ma perch dovrei piacerle io? Edward Emmett borbott ad un volume pi basso, roteando gli occhi per indicare il ragazzo. E proprio dietro di te, scand muto con il labiale, in maniera talmente ovvia che lumano poteva facilmente leggere le parole. Oh, borbottai di rimando. Mi voltai sulla sedia e diedi ununica occhiata al ragazzo dietro di me. Per un secondo, gli occhi neri dietro gli occhiali furono spaventati, ma poi indur e raddrizz le spalle strette, insultato dalla mia valutazione palesemente denigratoria. Sollev il mento ed un impeto di rabbia avvamp sulla sua pelle bronzea. Pfui, dissi in maniera arrogante rigirandomi verso Emmett. Pensa di essere migliore di me. Ma Angela non lo pensa. Gliela far vedere Perfetto. Ma non hai detto che si sarebbe fatta accompagnare al ballo da Yorkie? chiese Emmett, sbuffando mentre diceva il nome del ragazzo che in molti prendevano in giro per quanto era fastidioso. A quanto pare stata una decisione di gruppo. Volevo essere certo che Ben avesse ben chiara la cosa. Angela timida. Se B beh, se un ragazzo non ha il fegato di chiederle di uscire, neppure lei lo far mai. A te piacciono le ragazze timide, disse Emmett, tornando ad improvvisare. Le ragazze silenziose. Le ragazze comehmm, non lo so. Forse Bella Swan? Gli spalancai il sorriso. Esattamente. Poi tornai a recitare. Forse Angela si stancher di aspettare. Magari la inviter al ballo di fine anno. No, non lo farai, pens Ben, raddrizzandosi sulla sedia. E che importa se tanto pi alta di me? Se a lei non interessa, allora nemmeno a me. E la pi dolce, la pi
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intelligente, la pi bella ragazza di tutta la scuolae vuole me. Mi piaceva questo Ben. Sembrava brillante e ben intenzionato. Forse persino degno di una ragazza come Angela. Sotto il banco feci segno ad Emmett che era andato tutto bene mentre la Signora Goff si alzava e salutava la classe. Okay, devo ammetterlo stato abbastanza divertente, pens Emmett. Sorrisi tra me, soddisfatto di essere stato capace di dar forma al lieto fine di almeno una storia damore. Ero certo che Ben si sarebbe mosso, ed Angela avrebbe ricevuto il mio regalo anonimo. Il mio debito era saldato. Quanterano sciocchi gli umani, a lasciare che una differenza di quindici centimetri di altezza mandasse a monte la loro felicit. Il mio successo mi mise di buon umore. Sorridevo di nuovo mentre mi sistemavo sulla sedia e mi preparavo ad essere intrattenuto. Dopo tutto, come Bella aveva puntualizzato a pranzo, non lavevo mai vista in azione a ginnastica prima. I pensieri di Mike erano i pi facili da localizzare nel brusio delle voci che sciamavano in palestra. La sua mente era diventata fin troppo familiare nelle ultime poche settimane. Con un sospiro, mi rassegnai ad ascoltare attraverso di lui. Almeno potevo essere sicuro che avrebbe prestato attenzione a Bella. Ero giusto in tempo per sentirlo offrirsi come suo compagno a badminton; mentre formulava quel suggerimento, altre forme di accoppiamento gli passarono per la mente. Il mio sorriso svan, i miei denti si serrarono stretti, e dovetti ricordare a me stesso che lassassinio di Mike Newton non era unopzione accettabile. Grazie, Mike non sei costretto, lo sai Non preoccuparti, non ti star tra i piedi Si sorrisero a vicenda, e gli sprazzi di numerosi incidenti sempre in qualche modo connessi a Bella balenarono nella mente di Mike. Mike allinizio gioc da solo, mentre Bella esitava sul fondo della met campo, tenendo la racchetta con cautela, come se fosse un qualche tipo di arma. Poi il Coach Clapp si avvicin camminando pigramente ed ordin a Mike di lasciare che Bella giocasse. Oh oh, pens Mike mentre Bella avanzava con un sospiro, reggendo la racchetta con unangolazione poco opportuna.
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Jennifer Ford serv il volano direttamente di fronte a Bella, convinta compiaciuta che fosse un tiro ad effetto. Mike vide Bella barcollare in avanti, sventolando la racchetta a parecchi metri dal suo obiettivo, e si precipit nel tentativo di salvare la vole. Osservai la traiettoria della racchetta di Bella con apprensione. Infatti, colp tesa la rete di netto e le rimbalz addosso, picchiandola in fronte prima di urtare contro il braccio di Mike con un fragoroso ciaf. Ahi. Ahi. Ugh. Mi rester il livido. Bella si stava massaggiando la fronte. Era difficile trattenermi sulla sedia, sapendo che si era fatta male. Ma cosa avrei potuto fare, se fossi stato l? E non sembrava una cosa graveEsitai, restando a guardare. Se aveva intenzione di continuare a cercare di giocare, mi sarei dovuto inventare una scusa per portarla fuori dalla palestra. Il coach rideva. Scusa, Newton. Quella ragazza la peggior iattura che abbia mai vista. Non dovrei infliggerla agli altri Volt deliberatamente le spalle e se ne and a guardare unaltra partita, cosicch Bella potesse tornare al suo precedente ruolo di spettatrice. Ahi, pens di nuovo Mike, massaggiandosi il braccio. Si volt verso Bella. Stai bene? Si, e tu? chiese con aria imbarazzata, arrossendo. Penso che ce la far. Non voglio sembrare un piagnucolone. Ma ragazzi, fa male! Mike fece ruotare il braccio, sobbalzando. Mi limiter a restarmene qui in fondo, disse Bella, con in viso pi imbarazzo e mortificazione che dolore. Forse Mike aveva avuto la peggio. Di sicuro mi auguravo che fosse cos. Almeno lei non stava pi giocando. Teneva la racchetta con estrema prudenza dietro la schiena, con gli occhi spalancati dal rimorsoDovetti camuffare la mia risata con un accesso di tosse. Che c di divertente? Voleva sapere Emmett. Te lo dico dopo, mormorai. Bella non si azzard pi a giocare. Il coach la ignor e lasci che Mike giocasse da solo. Risposi con facilit al questionario alla fine dellora, e la Signora Goff mi lasci andare via in anticipo. Stavo ascoltando attentamente Mike mentre attraversavo il campus. Aveva deciso di confrontarsi con Bella riguardo a me.
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Jessica giura che si frequentano. Perch? Perch doveva scegliere lei? Non vedeva la cosa veramente straordinaria che lei aveva scelto me. E cos. E cos cosa? chiese. Tu e Cullen, uh? Tu e il mostro. Chiss, magari il fatto che ricco ad importarti Digrignai i denti per la sua supposizione degradante. Non sono affari tuoi, Mike Si messa sulla difensiva. Perci vero. Che schifo. Non mi piace. Non deve, schiocc. Come fa a non accorgersi di che razza di fenomeno da baraccone sia? Tutti loro lo sono. Il modo in cui la guarda. Mi fa gelare il sangue. Ti guarda comecome se fossi un qualcosa da mangiare Raccapricciai, aspettando la sua risposta. Il viso le si era acceso di un rosso brillante, e le sue labbra erano premute insieme come se stesse trattenendo il respiro. Poi, inaspettatamente, una risatina le proruppe tra i denti. Adesso sta ridendo di me. Grande. Mike si volt, i suoi pensieri erano astiosi, e spar a cambiarsi. Come aveva potuto ridere dellaccusa di Mike cos perfettamente a segno che cominciavo a temere che Forks stesse diventando troppo consapevole Perch aveva riso dellallusione al fatto che avrei potuto ucciderla, quando sapeva che era esattamente la verit? Cosa cera di tanto divertente? Cosa cera che non andava in lei? Aveva un macabro senso dellumorismo? Non si addiceva allidea che mi ero fatto del suo carattere, ma come potevo esserne certo? O forse il mio sogno ad occhi aperti sullangelo sconsiderato era vero da questunico punto di vista, riguardo al fatto che fosse incapace di provare la paura. Coraggiosa si poteva vederla cos. Altri avrebbero potuto dire stupida, ma io sapevo quanto fosse intelligente. Ciononostante, qualunque ne fosse la ragione, lincapacit di provare la paura ed il contorto senso dellumorismo non le facevano affatto bene. Era questa bizzarra incapacit a metterla costantemente in pericolo? Forse avrebbe avuto bisogno di me per sempre
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Allimprovviso, il mio umore stava salendo alle stelle. Se fossi stato capace di autodisciplinarmi, di non essere un pericolo, allora forse sarebbe stato un bene che restassi con lei. Quando attravers le porte della palestra, teneva le spalle rigide e si mordicchiava di nuovo il labbro inferiore un sintomo di ansiet. Ma non appena i suoi occhi incontrarono i miei, le sue spalle contratte si rilassarono e sul viso le si spalanc il sorriso. Era unespressione stranamente serena. Senza esitare cammin diretta al mio fianco, fermandosi solo quando fu cos vicina che il calore del suo corpo sinfranse addosso a me come una marea. Ciao, disse a bassa voce. La felicit che sentivo in questo momento era, ancora una volta, senza precedenti. Ciao, dissi, e poi giacch il mio umore era dimprovviso cos sollevato che non potevo trattenermi dal canzonarla aggiunsi Com andata in palestra? Il suo sorriso vacill. Bene. Era una pessima bugiarda. Davvero? chiesi, per premere sullargomento ero ancora preoccupato per la sua testa; le faceva male? ma poi i pensieri di Mike Newton riuscirono a spezzare la mia concentrazione tanto erano forti. Lo odio. Vorrei che crepasse. Spero precipiti gi da un precipizio con quella sua macchina tirata a lucido. Non poteva limitarsi a lasciarla in pace? A restare inchiodato a quelli della sua razza ai mostri? Che c? chiese Bella. I miei occhi tornarono a focalizzarsi sul suo viso. Guard Mike che, di spalle, se la batteva in ritirata, e poi di nuovo me. Newton mi sta dando sui nervi, ammisi. Spalanc la bocca, ed il suo sorriso scomparve. In quellultima ora doveva aver dimenticato che avevo il potere di tenere docchio i suoi disastri, o sperava che non lavessi utilizzato. Non ti sarai mica rimesso ad ascoltare? Come va la testa? Sei incredibile! disse tra i denti, e poi si volt dallaltra parte ed impettita si diresse furiosamente verso il parcheggio. La sua pelle era avvampata di un rosso scarlatto
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era imbarazzata. Tenevo il suo passo, sperando che la sua collera svanisse presto. Di solito mi perdonava in fretta. Sei stata tu ad accennare al fatto che non ti avevo mai vista a ginnastica, spiegai. Mi sono incuriosito. Non rispose; aggrott le sopracciglia. Nel parcheggio si ferm bruscamente, quando si rese conto che laccesso alla mia macchina era bloccato da un capannello di studenti maschi. Mi domando quanto siano andati veloci con questa cosa Guarda il cambio automatico coi comandi al volante. Non lavevo mai visto se non su una rivista Belle rifiniture Vorrei proprio avere sessantamila dollari da parte Il che era esattamente il motivo per cui era meglio che Rosalie usasse la propria macchina solamente fuori citt. Mi districai tra la folla dei ragazzi curiosi fino alla mia macchina; dopo un secondo di esitazione Bella segu il mio esempio. Appariscente, borbottai mentre salivo. Che tipo di macchina ? chiese. Una M3. Mi guard male. Non leggo Macchine e Motori E una BMW. Alzai gli occhi al cielo e poi mi concentrai sulluscire in retromarcia senza investire nessuno. Dovetti fissare insistentemente negli occhi alcuni ragazzi che non sembravano propensi a sgombrarmi il passo. Incrociare il mio sguardo fisso per mezzo secondo parve sufficiente a convincerli. Sei ancora arrabbiata? le chiesi. Il suo cipiglio si era rilassato. Decisamente, rispose seccamente. Sospirai. Forse non avrei dovuto sollevare il discorso. Oh beh. Potevo cercare di fare ammenda, supposi. Mi perdoni se ti chiedo scusa? Ci pens sopra per un momento. Forsese sei sincero, decise. E se prometti di non farlo pi. Non intendevo mentirle, e non cera verso che potessi acconsentire a quello. Forse,
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se le avessi proposto uno scambio differente. E se sono sincero e in pi accetto di lasciarti guidare sabato? rabbrividii tra me a quel pensiero. Di colpo comparve quella ruga tra i suoi occhi mentre valutava il nuovo accordo. Aggiudicato, disse dopo una breve riflessione. Ora riguardo alle mie scuse Non avevo mai tentato di abbacinare Bella di proposito prima, ma adesso sembrava il momento giusto per farlo. La fissai intensamente negli occhi intanto che guidavo allontanandomi dalla scuola, chiedendomi se lo stessi facendo correttamente. Usai il tono pi persuasivo di cui disponevo. In tal caso sono molto dispiaciuto di averti fatto arrabbiare Il cuore le batteva pi forte di prima, ed il ritmo era vertiginosamente staccato. I suoi occhi erano sgranati, allapparenza lievemente sconvolti. Feci un mezzo sorriso. Pareva che lavessi fatto proprio bene. Ovviamente, anchio stavo incontrando delle difficolt a staccarmi dai suoi occhi. Parimenti abbacinato. Era un bene che avessi memorizzato questa strada. E sar davanti alla tua porta sabato mattina di buonora, aggiunsi, concludendo laccordo. Sbatt in fretta le ciglia, scuotendo la testa come per schiarirsela. Um, disse, non utile alla situazione con Charlie se una misteriosa Volvo viene lasciata sul vialetto. Ah, quanto poco sapeva ancora di me. Non ho detto che sarei venuto in macchina Come - cominci a chiedere. Lavevo interrotta. Sarebbe stato difficile spiegarlo senza una dimostrazione, ed ora e ce nera a malapena il tempo. Non preoccupartene. Sar l, niente macchina. Chin la testa di lato, e per un momento parve volesse insistere, ma poi sembr cambiare idea. Pi tardi arrivato? chiese, ricordandomi della conversazione rimasta in sospeso a mensa; aveva rinunciato ad una domanda difficile solamente per richiamarne unaltra che era ancora pi scomoda. Suppongo che sia arrivato, acconsentii di malavoglia. Parcheggiai di fronte a casa sua, agitandomi mentre cercavo di pensare a come spiegarmisenza mettere troppo in evidenza la mia natura mostruosa, senza spaventarla ancora. O era sbagliato? Minimizzare la tenebra che mi avvolgeva?
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Lei aspettava con la medesima maschera di educato interesse che aveva indossata a pranzo. Se fossi stato meno teso, la sua calma irragionevole mi avrebbe fatto ridere. E tu vuoi ancora sapere perch non puoi vedermi cacciare? chiesi. Beh, soprattutto mi stavo domandando il perch della tua reazione, disse. Ti ho spaventata? chiesi, certo che lavrebbe negato. No. Cercai di non sorridere, ma fallii. Ti chiedo scusa per averti fatto paura. E poi il mio sorriso svan insieme allumorismo passeggero. Era dovuta soltanto allaverti immaginata veramente lmentre cacciamo. Sarebbe un male? Quellimmagine mentale era insostenibile Bella, cos vulnerabile nella vuota oscurit; me stesso, fuori controllo Cercai di bandirla dalla mia mente. Assolutamente. Perch..? Respirai profondamente, concentrandomi per un momento sulla sete bruciante. Assaporandola, domandola, dimostrando la mia capacit di dominarla. Non mi avrebbe controllato ancora volevo con tutto me stesso che fosse vero. Sarebbe stata al sicuro con me. Fissavo le nuvole benvenute senza vederle, desiderando di poter credere che la mia determinazione avrebbe fatto una qualche differenza se avessi incrociato il suo profumo mentre stavo cacciando. Quando cacciamole nostre menti non ci dominano quasi pi, le dissi, soppesando a fondo ogni singola parola prima di pronunciarla. Ci abbandoniamo ai nostri sensi. Specialmente al senso dellolfatto. Se tu fossi da qualche parte vicina a me quando perdo il controllo a quel modo Scossi la testa agonizzante al pensiero di ci che sarebbe non che avrebbe potuto, ma che sarebbe sicuramente successo a quel punto. Ascoltai il picco nel suo battito cardiaco, e poi mi voltai, irrequieto, per leggere nei suoi occhi. Il viso di Bella era composto, i suoi occhi erano gravi. La sua bocca era lievemente imbronciata per ci che supponevo fosse preoccupazione. Ma preoccupazione per cosa? Per la sua sicurezza? O per il mio tormento? Continuai a fissarla, tentando di tradurre la sua espressione ambigua in un dato certo.
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Lei ricambi il mio sguardo. Dopo un istante i suoi occhi si spalancarono, e le pupille le si dilatarono, sebbene la luce non fosse cambiata. Mi si acceler il respiro, ed improvvisamente il silenzio che cera in macchina sembr fremere, proprio come nel buio dellaula di biologia questo pomeriggio. La corrente pulsante era tornata a scorrere tra di noi, ed il mio desiderio di toccarla fu, solo per poco, persino pi forte delle pretese accampate dalla mia sete. Lelettricit vibrante mi faceva sentire come se avessi di nuovo un battito cardiaco. Il mio corpo vibrava con lei. Come se fossi umano. Pi di ogni altra cosa al mondo, volevo sentire il calore delle sue labbra sulle mie. Per un solo secondo, lottai disperatamente per trovare la forza, il controllo, per essere capace di poggiare la mia bocca cos vicina alla sua pelle Inspir affannosamente, e solo allora compresi che quando avevo cominciato a respirare pi velocemente, lei aveva smesso di respirare completamente. Chiusi gli occhi, cercando di spezzare la nostra connessione. Niente pi errori. Lesistenza di Bella era collegata ad un migliaio di processi chimici delicatamente bilanciati, tutti troppo facili da sconvolgere. La dilatazione regolare dei suoi polmoni, il flusso dossigeno, per lei significavano vivere o morire. La cadenza palpitante del suo cuore fragile poteva essere interrotta da cos tanti stupidi incidenti o malattie oda me. Ero certo che nessuno dei miei familiari avrebbe esitato se gli o le fosse stata offerta lopportunit di tornare indietro se lui o lei avesse potuto barattare limmortalit con una ritrovata mortalit. Chiunque di noi avrebbe attraversato il fuoco per quello. Bruciando per quanti giorni o secoli fosse necessario. La maggior parte di quelli della nostra specie stimavano limmortalit al di sopra di ogni altra cosa. Cerano addirittura degli umani che la bramavano, che cercavano nelloscurit coloro che potessero fargli il pi funesto dei regali Non noi. Non la mia famiglia. Avremmo dato qualunque cosa per essere umani. Ma nessuno di noi aveva mai disperato cos tanto di poter tornare indietro come me ora. Fissavo le microscopiche intaccature ed imperfezioni del parabrezza, come se ci fosse una qualche soluzione nascosta nel vetro. Lelettricit non si era smorzata, e dovevo concentrarmi per trattenere le mani sul volante.
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La mia mano destra cominci a pizzicarmi di nuovo senza dolore, come quando prima lavevo toccata. Bella, penso che dovresti rientrare ora Lei obbed allistante, senza fare commenti, scendendo dalla macchina e sbattendo la portiera dietro di s. Aveva percepito la potenzialit del disastro tanto chiaramente quanto me? Landarsene laveva ferita, come a me feriva il lasciarla andare? Lunico conforto era che lavrei vista presto. Molto prima di quanto lei avrebbe visto me. Sorrisi per quello, poi abbassai il finestrino e mi allungai per parlarle una volta ancora era pi sicuro adesso, con il calore del suo corpo fuori dalla macchina. Si volt per vedere cosa volessi, curiosa. Ancora curiosa, sebbene mi avesse fatto cos tante domande oggi. La mia curiosit era del tutto insoddisfatta; rispondere alle sue domande oggi era servito soltanto a rivelare i miei segreti avevo ottenuto ben poco da lei se non le mie stesse congetture. Non era giusto. Oh, Bella? Si? Domani sar il mio turno Aggrott la fronte. Il tuo turno per cosa? Per le domande. Domani, quando saremmo stati in un luogo pi sicuro, circondati da testimoni, avrei ottenuto le mie risposte. Spalancai il sorriso a quel pensiero, e poi mi voltai perch non faceva alcun cenno di volersene andare. Nonostante fosse fuori dalla macchina, leco dellelettricit crepitava nellaria. Volevo scendere anchio, accompagnarla fino alla porta come scusa per rimanerle accanto Niente pi errori. Accelerai, e poi sospirai mentre scompariva dietro di me. Sembrava come se stessi sempre correndo verso Bella o correndo lontano da lei, senza mai fermarmi. Avrei dovuto trovare un modo per tenere duro se mai avessimo voluto un p di pace.

Traduzione: Ilaria Starnoni

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