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Ole Jorn : Il comico sofferto di Cavazzoni, 25.05.

2009

Fortunato chi tardi scopre delizie e straordinarie cose di cui non sapeva lesistenza. Con una quindicina danni di ritardo ho il piacere di godere come dilettante di ci che altri rivisiteranno semmai con interesse; unesperienza, la loro, temperata dalla mancanza di sorpresa. Leffetto del dej vu , bench forte, riflesso, a differenza dello straniante e sorprendente jamais vu. Certo, non si pu godere un testo letterario se non almeno parzialmente riconoscibile, ma sempre bella la sorpresa, specie se comica. Dice Cavazzoni: Una delle cose [...] che io apprezzo molto nelle faccende letterarie [...] lo stupore, uno degli elementi in un testo letterario pi forti, pi importanti: suscitare un certo stupore, una certa attenzione, una certa sorpresa; l'altro elemento una leggera comicit; io sono personalmente convinto che i testi cosiddetti riusciti (e riusciti sono poi quelli che piacciono a me) sono necessariamente e sempre leggermente comici; la riuscita di un testo scritto produce un sotterraneo e inevitabile riso, un riso che si estende dal semplice sorriso di piacere per ci che si sta leggendo ad un riso vero e proprio per le sorprese che le parole presentano.1 Premesso che esista una conoscenza intuitiva come partecipazione che si manifesta nel riso, sarebbe illogico provare, ora, di capirla e spiegarla tramite la scomposizione concettuale delloggetto nei suoi singoli elementi. Mi domando, percontro, se sia possibile parlare del comico intuito, di cui ridendo si partecipi, senza analizzare, cio senza tagliuzzare il proteico e insaccare lo sfuggente, riducendo ci che stupendo e sparluccicante a concetti discreti della tradizione critica che secondo Paolo Neri pu causare la sindrome di Eichenbaum2 , e daltro canto evitare di cadere nellimpressionismo, perch a questo punto della mia lettura ridicolo voler partecipare allopera, senza conoscerne bene le regole. In ultimo non neppure consigliabile lanciarsi in geniali costruzioni teoriche che estrapolano comodamente dal testo con il suo brulichio concreto, che appunto il bello e comico. Sinceramente, non so, ma tenter comunque una lettura che sar proprio un inizio, perch ancora non ho la sensazione che Avrei dovuto scrivere io questo libro. Ma cercher di capire come uno trasforma la mano mettendola in unaltra.3 Insomma, come parlare del comico sofferto di Ermanno Cavazzoni, senza, innocentemente, sentire non pensare, appunto una sintonia poetica tra tutti i ritmi variati, giochi di sequenze sregolate, accavallamenti mozzafiato, lentezze parolaie, incisi satirici, e pedestri insistenze quasi ripetitive, e attraverso tutta questa matassa di segni e suoni sentire questa vocina interstiziale, che flebile ma struggente intende, forse, farci e farsi coraggio. Un po come ne I pagliacci, la strana commedia di Ruggiero Leoncavallo. Ecco che spunta, amara, letica e smetto subito, perch se no finiamo chez De amicis, e toccati nei buoni sentimenti stupiti invece di riso ne fuoriescono lagrima e convenzione. Ci che sorprende al primo ascolto il contrasto tra una voce narrante prosaica e a tratti distratta che con una dizione semplice, un ritmo e tono quasi parlato, narra di cose assurde, grottesche e

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sorprendenti come se fossero cose notorie e quotidiane. Uno si chiede chi sia a parlare. Perch dice queste cose? La voce della luna, si potrebbe dire, malinconica e stupita4. Cavazzoni ci dice che da Ariosto a Fellini tutto uno stupore. Lo stupore di questa voce soverchiata dal meraviglioso e quasi osceno pullulare di cose sensibili tutte mescolate e differenti in una effervescenza di lampi e luccichii conditi di parole e frasi inconsequenti in un rumorio di strani strilli, brontolii di bestie, bestioline e uomini in un fare frenetico e caotico. Questo il suono di unorchestra che crea immagini sorprendenti diretta da un conduttore sensibilissimo, bravo e un po eccentrico di fronte a un caos giocoso di gruppi spensierati e giulivi nel loro traffico furbo e animalesco - come rappresentato a suo tempo da lo stjysk Musikforsyning (M) il cui motto era: "Ci che i grandi compositori crearono durante secoli M distrugge in due minuti" e dalla Harmoniorkestret Krne - buffissime orchestre tumultuose. Leggendo si sentono gli innesti audaci sullintreccio e la fabula che promettono chiss che, per poi svicolare repentinamente o cadere nel vuoto, e fanno ridere per le inattese pieghe che danno allintreccio, i deragliamenti logici e i rigurgiti linguistici, le contaminazioni di immagini una tradizione dei visionari apocalittici e no. La narrazione travisa le usuali connessioni cognitive a tutti i livelli insinuando coerenze appena verosimili. Come la colonna sonora dei film nei testi di Cavazzoni i contrasti sonori, visuali, olfattivi, tattili di ogni tipo fanno da sfondo sensibile allo scorrere di allusioni a tantissimi campi dello scibile, comiche perch spesso appaiono sconclusionate per poi inserirsi nella narrazione come filoni minori che possono, anche, intrecciandosi al tema centrale, soppiantarlo. E questo crea stupore. Tale interesse per lo stupore in fondo il piacere del leggere. Ci che produce piacere lattivit della fantasia stimolata da immagini sorprendenti. Secondo la posizione fenomenologica, per cogliere le immagini bisogna effettivamente partecipare ad esse. Cos come quando partecipiamo, ridendo, ad un racconto, ad un evento, ad una battuta di spirito azzeccata. Anche nel riso c partecipazione, e molta immaginazione 5. La meraviglia, il portento e la sorpresa comica, oltre alleffetto immediato del piacere mischiato a uno spiazzamento, distante parente della Entfremdung, euforizzano la psiche, e bonariamente6 colgono il lettore impreparato senza sconvolgerlo sul serio. Ci permette quella distanza che chiamiamo gioco. Cavazzoni ci consiglia di leggere Manganelli perch si resta ammirati dopo alcune righe per quello che gli salta fuori dal cervello, e spiega: apprezzo Manganelli proprio per la meraviglia ad ogni riga, quando lo si legge; resto sempre stupefatto di come gli escano queste contaminazioni, veri e propri deliri, che gli prendono la mano e lo portano non sa neanche lui dove. Appunto perch lo scontato, il non assurdo poco sorprendente 7 Cavazzoni non permette il controllo censore razionale, ma crea derive assurde costruite sfruttando le possibilit semantiche e

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pragmatiche della lingua facendo emergere mondi impensati e ridicoli, e coltiva l'assurdo verosimile ..., il gusto per l'eccesso, per la situazione impossibile, ma che diventa narrabile. 8 Potrei menzionare Zavattini, ma ho trovato ne Lo Zibaldino di Guareschi la storia Andammo a Venezia, ma io tornai solo in parte dove lassurdo descritto in modo prosaico: Margherita non un essere che ragiona, e appunto per questo arriva a quelle verit di ordine superiore cui impossibile arrivare col ragionamento, perch il ragionamento matematica, cio materia, anzi addirittura la materia stessa che fatta tutta di numeri, mentre le verit d'ordine superiore sono di carattere soprannaturale. E allora, a un bel momento non si capisce pi un accidente.9 Si tratta insomma dellapplicazione a cose inverosimili di argomenti di senso comune, come nel discorso religioso. O la fabbricazione in base a cose notorie o molto verosimili di narrazioni in una lingua pi o meno sregolata e sequenze inusuali, argomenti sconclusionati, cio un narrare fantastico e menzognero. Per farla breve, il non rispetto di una o pi delle massime conversazionali di Grice o luso di regole alternative, appunto, ludiche. Novalis, riflettendo su quanto il parlare e lo scrivere siano cosa buffa, sostiene, che quando uno parla tanto per parlare, pronuncia le verit pi stupende e originali. Se invece vuole parlare di qualcosa di definito, la lingua, essendo capricciosa, gli fa dire la roba pi ridicola o sbagliata10. Da ci consegue specularmente e in modo altrettanto stupendo il paradosso di Palazzeschi: Essi per essere profondi dicono delle cose stupide, ma bisogna invece dire delle cose stupide per essere profondi, mio caro amico.11 Un altra tecnica per creare questo slogamento tra le parole e ci che si descrive, si trova nelle Brevi vite di idioti e negli Scrittori inutili, un modo che si potrebbe scambiare per del naf12 se non ci fosse simulazione. Ecco che la storia della famiglia Balestrini, di un comico bonario disarmante per la sua ripetitivit, diventa con la lettura delle altre Brevi vite di idioti sconcertante e un po unheimlich. Lo stesso succede ai ridicoli scrittori e le loro bambole gonfiabili negli Scrittori inutili. Lette in sequenza queste storie, hanno un altro tono, che tra forma comica di umore barocco e satira sprigiona un puzzo atro di esseri mancati in situazioni insensate e maniacali. Unimmagine dellintellettuale alla macina e dellartista deriso e precario. questa, penso, unottica valida per inquadrare se si vuole i romanzi Poema dei lunatici13 e Cirenaica e persino il parodico romanzo damore Storia naturale dei giganti, di cui i recensori hanno lodato laspetto di dotta e buffa enciclopedia sui giganti, senza, per, avvicinarsi quanto dovuto al ridicolo e triste ma vero amore del serioso compilatore per la spensierata Monica Guastavillani, naturalmente egoista. Detto tra parentesi, c un progresso da Le tentazioni di Girolamo, dove la figura femminile sfuggente e consolatoria, a Cirenaica con Paolo preso tra il

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sogno di Annamaria e le calde cuti, peli e umide mucose, alla Storia naturale dei giganti dove si manifesta nella narrazione il tema dellamore grazie a un personaggio femminile, ancora certamente tutto di riflesso, esumando cos nuova materia dolorifica e straziante e aprendo ampi campi di sofferenze e patimenti allestro comico di Cavazzoni e ci, a mio modesto parere, promettente. Non per farci scorgere squarcio di vita", n rabbonirci dicendo: Le lacrime che noi versiam son false! Degli spasimi e de' nostri martir non allarmatevi!14 Ma proprio perch il grande attizzatoio di tutto quello che possiamo fare la nostra mancanza, voglio dire la nostra povert, il nostro dolore.15, come dice Celati il comico ci permette di sopravvivere bench seria la cosa e scura!16. Tornando ai nostri giganti, proprio la tensione tra la furia compilatoria puntigliosa e stravagante del protagonista e la sua verbosa denegazione della fascinazione amorosa a creare una figura comica irritante e misera con una voce monomane e seriosa da adolescente nevrotico ma simpatico e commovente. Il trattato gigantologico inoltre prolisso e pedante tipico dellignoranza dotta che enumera e commenta fatti farcendoli di giudiziose opinioni, sia trite cose la Bouvard et Pcuchet, sia estrapolazioni anacronistiche e digressioni private, il tutto scorrente in forma zibaldonizzante. Leffetto comico delluso leggermente caricato di registri stilistici e forme sintattiche diverse che sfrutta la polisemia delle parole per declamare profondi pensieri, piccole idiozie, assurdit, banalit, non sequitur, divagazioni con salti temporali e associazioni arbitrarie e sorprendenti, fa sorridere e linnarrestabile fiottare di questo monologo suscita vero e proprio riso. Perci direi che questa lettura un piacere, poich: Vedere una piccola forza veramente appassionata giocare una delle cose pi belle della natura con la formula di Henry James.17 Questa visione estetica della vitalit come piacere ricorda la pulsione animale al gioco senza plot, lo Spieltrieb inteso da Schiller come elemento necessario per congiungere tramite il gioco estetico la soddisfazione (Glckseligkeit) pulsionale con la perfezione (Vollkommenheit) morale nella figura viva (lebende Gestalt) cio luomo perfetto.18 Come dice Micol Guffanti: ...lesistenza si rimette in gioco in un creativo aver a che fare sempre con se stessa, vale a dire con la propria provenienza e con un avvenire da progettare presentandolo nel presente di una nuova configurazione ludica e non dogmatica.19 Il felice incontro tra gioco e coraggio e tocco appena il tasto etico credo che dipenda dal fatto che il momento creativo dello scrivere ha una qualche corrispondenza al momento della lettura, appunto nella felicit del bel gioco. Per poter rendere questa concordanza tra scrittura e lettura la lingua o il parlare del testo deve, in modo ispirato come Fellini e Simenon insistono a dirsi nelle loro lettere , non essere controllato dal filtro razionale. Come dice Cavazzoni: Lo stile deve appartenere alla natura del parlare. Allora c' una sorta di felicit del parlare; anche se io parlo al mio pi grande nemico, c' una sorta di felicit se lo aggredisco con le parole che mi escono spontaneamente, perch il discorso mi esce come un tutt'uno naturale e compatto. 20 [...] mi sembra sia pi di soddisfazione farsi portare dalla parola, cio lasciare che le parole si sviluppino da sole in modo che lo stesso autore ne sia sorpreso, ne rida e ne sia contento; chiaro che tutto parla

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di lui, nel senso che tutto sempre un sintomo dei suoi stati mentali, per almeno la cosa non assomiglia alla confessione davanti al prete del confessionale.21 E come scaturisce questa parola. Cavazzoni lo spiega: Io dico che prima di tutto invece viene la recita, non nel senso che uno pronuncia parola per parola, ma nel senso che uno entra in un tono, ad esempio con dei mugugni, inarticolati, non scrivibili, ancora pi arcaici delle interiezioni, oppure con dei respiri ad esempio un po catarrosi, uno si schiarisce la voce e ha in bocca un cattivo sapore e nella trachea del catarro sedimentato, dopo di che gi se gli escono due o tre parole queste sono molto condizionate dalla situazione della bocca, del naso, della gola, delle orecchie, che se per caso uno anche un po sordo per via del catarro che gli salito alla tromba di Eustachio, come gli ha detto lotorinolaringoitra, allora non avr quella lucidit illuministica, quella elocuzione di prima categoria che raccomandano a scuola.22 Sappiamo che Cavazzoni non n demagogo tribunizio n gridatore di fiera, per cui non c elemento istrionico o bagno di popolo, perci scrivendo esegue prodezze ludiche. La creativit come attivit mentale o immaginazione cerca in ogni persona sana di realizzare le possibilit di fuga, di deriva e di sopravvivenza,23 per esempio esercitando i vizi elencati negli Scrittori inutili rappresentati soprattutto dalla scuola e dalla famiglia gli altri vizi sono le angherie, le speranze, i fantasmi, i vagabondi e le demenze questultime inesorabili, secondo Cavazzoni. Parlare di una strategia del comico dellautore forse possibile in modo indiretto partendo da strutture come la scuola e la famiglia che ci plasmano imponendo modelli omologanti in certi casi proprio asfissianti. La scuola ingloba intere popolazioni e mischia tutte le categorie sociali cercando di inculcare loro una cultura comune, intesa pi come civilizzazione 24 La creativit non quella spacciata dalle Business Schools ne esce stupita, nel senso di tramortita, o annichilita. Cos leggo laspetto demenziale delle istituzioni esemplificate dalle investigazioni liminali nel Poema dei lunatici e dalla biblioteca de Le tentazioni di Girolamo descrizione, credo, in cui risuonano tematiche della psichiatria alternativa degli anni 70, che studia la pazzia come reazione dellindividuo a situazioni insostenibili create delle instituzioni25 risonanze umoristiche. Cavazzoni immagina e descrive fenomeni neurofisiologici e stati danimo o umori come topografie con personaggi che si muovono in in paesaggi con alberi, acque, nuvole, fuochi, animali e insetti pizzicanti. Il comico in questo caso, mi pare, gioca su i meccanismi difensivi capaci di osare un tentativo di salvezza da questo annichilimento, che sono quegli atti dissociativi che si manifestano attraverso le reazioni violente, il baccano, aspre critiche alle istituzioni e rifiuto totale di esse e, soprattutto, lesaltazione dellignoranza, considerata addirittura valore, e lantiintellettualismo come scelta di vita. 26 Bench le pratiche sciamaniche della dissociazione non siano praticabili nella societ moderna, 27 i difensori del costruttivismo in psicoterapia sostengono che in situazioni alienanti la dissociazione

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malgrado le derive patologiche alle quali d luogo, un fenomeno profondamente positivo e vivo. 28 Ci che conta di far emergere, di favorire, ogni movimento interiore, come la riflessione, la comunicazione e lespressione, che consenta lelaborazione di edifici interni voluti per se stessi. Questi edifici possono avere delle incidenze pratiche e dirette, ma permettono soprattutto di euforizzare la psiche e di creare in questo modo uno sfondo positivo, che sottintende a tutte le azioni, a tutti i dolori, che costituisce una risorsa permanente per il soggetto nella sua vita quotidiana. come un serbatoio, come un pozzo nel deserto, come una fonte sempre disponibile29 Intanto si pu pensare, euristicamente, che il comico sia una forma comunicativa che permette in modo socialmente tollerato di venir meno allintegrazione nel normale, in altre parole evitare la noia.30 Rimango molto riluttante nel proporre per approsimazioni successive e slittamenti concettuali uno schizzo di strategia del comico cavazzoniano in base a teorie delle attivit prossemiche di tipo sociofugo e sociopeto, mutuate dallantropologia delle emozioni, che, astraendo al massimo, si potrebbero in modo ossimorico chiamare strategie petofughe. La dinamica ambigua di questapproccio paradossale potrebbe essere resa pi analizzabile tentando lintegrazione della teoria linguistica della stratificazione di Sidney M. Lamb31 che possa descrivere discretamente in una meccanica vettoriale del comico i gradi di divergenze tra impulsi divergenti il che permetterebbe di discutere fattori e dosaggi di tale dinamica. Questa analisi potrebbe descrivere il condensamento ridicolo dellenunciato in relazione allimpennata emotiva del publico. Comunque sia, le terapie hanno in genere lo scopo di reintegrare adattando bene o male lindividuo alla realt data. La creativit dellartista, percontro, non ha uno scopo prefisso. E in questo senso bisogna intendere Cavazzoni quando dice: La realt non so bene cosa , le cose letterarie sono cose che producono delle realt e quindi la realt viene dopo la cosa letteraria.32 Appunto, dopo aver letto tutto con piacere mi rimane, come lettore che non solo ha sentito ma ha anche pensato, una traccia di non so quale disincanto, e penso che la via comica non possa pi di tanto. Guardando il film di Fellini non riuscivo a sentire La voce della luna, che avevo sentito cos lieve nel libro. Pu essere che prenda le cose troppo sul serio... mi succede, e mi succede che dimentichi di giocare...Ma magari ne parleremo unaltra volta. Sento anche qui accordi minori, forse espressione di unidea un po nichilista della realt umana come stato perpetuo di mancanza e coscienza della nullit del nostro essere individuale. Insoddisfatti viviamo. 33 Si pu parlare di un nichilismo leopardiano34 non quello gaio35 secondo il quale Non c idea di comunit possibile se non a partire dal fatto che siamo un niente, ciascuno di noi un niente 36 e che langoscia ci rivela come il lato autentico dell'essere al mondo,37 cio senza verit stabili ma un continuo divenire del mondo in cui c una fede nella ricerca di esperienza condivisa e poiesis in una socialit pragmatica, una ricerca portata avanti da insoddisfazione e mancanza uno sforzo poetico come ultima illusione?

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Nella lettura di Scrittori inutili nelle vesti di satira fiabesca c un fondo amaro: le figure bestiali degli scrittori mostrano ridicolmente le condizioni grottesche dellindustria della cultura e del mondo intellettuale della deregulation.38 Luperini sostiene che Il tessuto della memoria e del patto fra le generazioni si lacerato da noi pi che in altri paesi, facendo affiorare una trama esclusiva di facili disimpegni, di egoismi e di interessi individuali (o di gruppi o di corporazioni), di atteggiamenti ludici e di agili cinismi. 39 Gli Scrittori inutili illustrano questa situazione pesante in modo leggero e ironico. S, scrivere un libro o anche solo un sonetto viene dalla solitudine, sempre un grido disperato un libro, una pagina scritta, perch qualcuno ti ascolti, e nel momento in cui uno lancia il grido, in quel momento in mezzo allumanit, vive nella regione dello spirito denso che circola. Poi finito di scrivere di nuovo solo come un cane, anzi direi che dopo ancora pi solo, perch gli anche andata gi la voce. 40 Una voce leopardiana. Dellunica poesia della prozia Oh noci di Guilguella dice appunto Cavazzoni: quindi io dico che questa poesia deve avere un significato immenso, non questione che sia bella o brutta, che sia arte o non lo sia, questo un oggetto che appartiene al grande limbo delle fantasticazioni, sono cose un po sacre; oppure si pu dire che sono pattume; nel senso che le si pu incorniciare come reliquie, oppure lasciare sbiadire e riassorbire nel nulla. 41 Dove il nulla pare essere comunque il luogo dove tutto comincia e finisce, un nulla che pu piuttosto tutto... o sbaglio... Magari cos troviamo il buco che d da quellaltra parte, come dice Benigni ne La voce della luna. Gianni Celati ci insegna che larte del ridere non un congegno meccanico da aggiungere a tutte le zuppe, e ci porta a storicizzare il riso. E certamente c riso e riso, come faceva notare Vitaliano Brancati ne La noia nel 937. Ma mi chiedo se Pedull abbia ragione quando sostiene pessimista che: Il Novecento prima di morire ha svelato alle acculturate masse d'oggi il segreto di ridere di tutto e di tutti (...). Siamo i figli della folle risata che, partita dal futurismo e dal dadaismo, dopo aver attraversato la controcultura anni Sessanta, approdata alla comicit autoreferenziale della tv attuale. La cosa si metterebbe male, bench le cose di cui ridere abbondino. Pedull allude ad unentropia culturale accelerata dai mezzi di comunicazione e dal consumismo sfrenato, o incontinente, che di profondit ha fatto estesa superficialit come strategia di lettura nel settore letterario come in quello enologico direbbe Baricco.42 Alla domanda se abbia mai voluto diventare scrittore Cavazzoni ha risposto: Un tempo auspicavo di scrivere. Oggi non me ne importa pi, se mi viene lo faccio, se no non lo faccio; cio non sto l a spingere come uno stitico, casomai mi espongo allaria fredda in modo da crearmi spasmi di pancia, con la conseguente emissione di scrittura, che per non sto l a guardare, giacch mi fa anche un po schifo. 43 e mi pare che esprima un certo anti-intellettualismo 44 e mi fa sentire venire in mente un cosa detta dal chiaccherone Learco Pignagnoli: lauto-ironia andata a farsi fottere. Devono stare molto attenti soprattutto loro, i professori universitari. Lironia, o lautoironia, gli taglier il collo prima o poi.45

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Se Pedull ha ragione le braccia cadrebbero da se. Ma se limpulso al riso cosa naturale, cio fisiologica, allora conviene tener ben distinte la critica letteraria e dellarte da una parte e dallaltra la forza creativa dell immaginazione, della fantasticazione e dellinvenzione, che non rispetta periodizzazioni o epoche. Pare verosimile che luomo sempre abbia immaginato cose e si sia naturalmente illuso46 con piacere. In questa ottica il comico nellarte pu rappresentare sia una tipo di valvola musicale che fa scattare e dissolvere tensioni intollerabili e dolori insostenibili in ritmi aizzanti, suoni stimolanti e stridori eccitanti che ci toccano, elettrizzano e danno energia, provocando il riso, liberazione corporale, come Kant diceva. Ma pu inoltre mettere in rilievo le piccole frane e quelle crepe coperte e otturate da quella normalit che induce pazzia.
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Cavazzoni a Luciano Nanni (Parol 14, 1998) http://www.parol.it/articles/cavazzoni.htm Trascrizioni di appunti non ufficiali e non controllati del XVIII Seminario di aggiornamento per docenti di lingua italiana nelle Scuole secondarie superiori della Baviera, Orvieto, 27 30 aprile 2003 http://www.culturaitaliana.it/hm/newatti/orvieto.pdf 3 Nel senso di Gaston Bachelard in Lautramont, Paris: Librairie Jos Corti 1939, p. 145: En fait nous ne pouvons nous comprendre clairement que par une sorte dinduction psychique, en excitant ou en modrant synchroniquement des lans. Je ne puis comprendre une me quen transformant la mienne, comme on transforme sa main en la mettant dans une autre. citando Paul Eluard, Donner voir, Paris: ditions Gallimard 1939, p. 45. 4 Tommaseo-Bellini allart. STUPORE: Aureo. Conv. 198. (C) Lo stupore uno stordimento d'animo per grandi e maravigliose cose vedere, o udire, o per alcun modo sentire. Borgh. Selv. Tert. 76. Senza dubbio vi sareste atterriti per la vostra solitudine, per lo silenzio delle cose, per un certo stupore del mondo. 5 J.-L. Pouliqen Gaston Bachelard ou Le droit de rver: Un hymne limagination, Thlme. Revista Complutense de Estudios Franceses 2004, 19, 117-125 http://revistas.ucm.es/fll/11399368/articulos/THEL0404110117A.PDF 6 Tommaseo-Bellini allart. BONARIET. 7 Cavazzoni a Luciano Nanni (Parol 14, 1998) http://www.parol.it/articles/cavazzoni.htm 8 Cavazzoni a Luciano Nanni (Parol 14, 1998) http://www.parol.it/articles/cavazzoni.htm 9 Milano: Rizzoli 2000, p. 226. 10 Novalis, Monolog (1798) in Werke. Vol. 2, Das philosophisch-theoretische Werk. Mnchen: Carl Hanser 1978, p. 438. ... wenn einer blo spricht, um zu sprechen, er gerade die herrlichsten, originellsten Wahrheiten ausspricht. Will er aber von etwas Bestimmten sprechen, so lt ihn die launige Sprache das lcherlichste und verkehrteste Zeug sagen. Cfr. la recensione di Andrea Cortellessa a Ugo Cornia, Le pratiche del disgusto, Palermo: Sellerio 2007 (orig. LIndice) a - http://www.ibs.it/code/9788838921865/cornia-ugo/pratiche-del-disgusto.html 11 Cit. Aldo Palazzeschi Il codice di Perel. Romanzo futurista. [Milano: Edizioni futuriste di Poesia 1911]. A cura di Marco Marchi con uno scritto di Luciano de Maria (Mondadori 1974). Milano: SE 1991, side 124. Cfr. Paolo Prima lettera ai Corinzi 1, 18-21. 12 Secondo Luciano Anceschi Cavazzoni: proprio uno scrittore che simula di esser naf 26-09-2006 RAI Fahrenheit http://www.radio.rai.it/radio3/fahrenheit/puntate.cfm?first=21&Q_DATA_IN=&Q_DATA_OUT=&Q_PROG_ID=61& Q_TIP_ID=905&Q_KEYS=&Q_OPERATOR=&Q_PROG_CANALE=RADIO%20TRE&Q_EV_CATEG= 13 Non sarebbe possibile creare una coppia altrettando stupenda che abbini a un Savini una figura ispirata al matematico Martin Gardner che per 25 anni tenne la rubrica Notes of a fringe watcher (Appunti di un osservatore di margine) della Scientific American http://www.cicap.org/new/stampa.php?id=102118; cfr. ad es. M. Gardner, The fantastic combinations of John Conway's new solitaire game "life"- http://ddi.cs.unipotsdam.de/HyFISCH/Produzieren/lis_projekt/proj_gamelife/ConwayScientificAmerican.htm 14 R. Leoncavallo I pagliacci, 1892, Prologo. 15 G. Celati in l'Unit 28.3.2004, intervento al dibattito su "intellettuali e politica" iniziato da Romano Luperini. Sullo Zibaldone di Leopardi, cfr. http://www.zibaldoni.it/comunicato_stampa/unita_desiderio_infinito.htm e la discussione http://www.zibaldoni.it/comunicato_stampa/index_frascati_a.htm 16 R. Leoncavallo I pagliacci, 1892, Scena 2, Atto 2.

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A character like that, Ralph remarks to himself, a real little passionate force to see at play is the finest thing in nature. Henry James The Portrait of a Lady, Kessinger Publishing, 2004, p. 57; cfr. Stefanie Markovits The crisis of action in nineteenth-century English literature. Ohio State University Press 2006, p. 134. 18 F. Schiller ber die sthetische Erziehung des Menschen 11. bis 16. Brief; Schiller sviluppa lideale della bellezza come ideale dellumanit. Le due pulsioni fondamentali, emotivit e razionalit devono essere accettati come elementi basilari delluomo. Una pulsione ludica (Spieltrieb) necessaria per che in una forma viva (lebende Gestalt) si possono unire nel gioco (Spiel) estetico la felicit (Glckseligkeit), che soddisfa le pulsioni, con la perfezione (Vollkommenheit) morale. (cf. Noetzel, Wilfried Humanistische sthetische Erziehung. Friedrich Schillers moderne Umgangs- und Geschmackspdagogik. Weinheim: Deutscher Studien Verlag, 1992, p.63 f.): Il gioco estetico fa dellhomo sapiens luomo umano. La figura viva (lebende Gestalt) il bello ideale (Idealschne), la bellezza in senso ampio che non poggia sullesperienza e distingue il bello esperibile della bellezza che si dissolve (schmelzende Schnheit), cio il bello in senso ristretto, e la bellezza energica (energische Schnheit), che da forza ambe le pulsioni elementari: la pulsione sensuale (sinnlicher Trieb) e la pulsione formale (Formtrieb). 19 Micol Guffanti (2004) Il gioco come ipotesi ontologica (tesi Univ. di Studi di Milano) p. 10 http://www.noein.net/esperienze/tesi_guffanti.pdf 20 Cavazzoni a Luciano Nanni (Parol 14, 1998) http://www.parol.it/articles/cavazzoni.htm 21 http://www.gisy.it/page.php?section=interviste&name=cavazzoni 22 Ermanno Cavazzoni: Consigli a rovescio [da: "Griselda on line, portale di letteratura"] 23 P. Boumard, G. Lapassade, M. Lobrot Il mito dellidentit. Apologia della dissociazione, Sensibili alle foglie, Dogliano, 2006, p. 114. 24 P. Boumard et al., op. cit., p. 114. 25 Gavin Miller R. D. Laing. Edinburgh: Edinburgh University Press 2004 26 P. Boumard et al., op. cit., p. 114 27 Boumard et al., op. cit., p. 113 28 Boumard et al., op. cit., p. 118: la terapia consiste in realizzare operazioni psicologiche di natura varia e opposta, rendendo possibile in questo modo il cambiamento, e nel rompere lazione nel suo farsi, il movimento del corpo e dello spirito, la realizzazione del progetto, per le esigenze dellattenzione, della percezione e della veglia 29 Boumard et al., op. cit., p. 119 30 Il corpo narrante Cavazzoni e Luciano Nanni (Parol 14, 1998) http://www.parol.it/articles/cavazzoni.htm ho studiato per diversi anni la storia della retorica, cosa che mi appassiona tuttora e che mi piace, anche se noiosissima; [...], per contemporaneamente mi veniva una specie di esaurimento nervoso e mi veniva ogni tanto da scappare via, o da scrivere le cose pi balzane che mi venivano in mente e che andavano per conto loro, proprio come se le scrivessi di nascosto. Questa un po' la genesi dei lunatici; poi ho constatato che anche altre persone hanno esperienze in qualche modo analoghe: scrivere non perch si uno con i galloni da ufficiale, lo scrittore in servizio, ma perch si ha voglia di scrivere di nascosto, sotto banco. 31 Sydney M. Lamb Language and Reality. Jonathan J. Webster (Editor), Continuum 2004, p. 68, 129 32 Il corpo narrante Cavazzoni e Luciano Nanni, op. cit. 33 Il detto di stampo leopardiano si trova in Gianni Celati Il desiderio infinito (lUnit 28.03.2004): sullo sfondo di tutte queste frasi fatte che ci inducono giorno per giorno a essere sempre pi ottimisti verso l'avvenire, verso il progresso, quello che possono fare i politici per noi, ottimisti sulla scuola tutto quell'ottimismo che quel tale l per mezz'ora stil come programma del suo partito. Questo uno sfondo inevitabile. La letteratura vale perch c qualcosaltro, questo sfondo contro cui ci si trova 34 l'essenza del nichilismo proprio quella fede nel senso greco-occidentale del divenire che viene considerato come l'evidenza suprema e indiscutibile. Qui si pu comprendere perch Eschilo e Leopardi sono i sommi maestri del nichilismo", intervista con G. Cantarano in l'Unit 08.12.1999. 35 Augusto Del Noce scrive: Il nichilismo oggi corrente il nichilismo gaio, nei due sensi, che senza inquietudine (cio cerca una sequenza di godimenti superficiali nellintento di eliminare il dramma dal cuore delluomo) - forse per la soppressione dellinquietum cor meum agostiniano - e che ha il suo simbolo nellomosessualit (per il fatto che intende sempre lamore "omosessualmente", anche quando mantiene il rapporto uomo-donna) ... (cf. A. Del Noce, Lettera a Rodolfo Quadrelli, 1984). http://ita.anarchopedia.org/Nichilismo. 36 G. Celati Il desiderio infinito in lUnit 28.03.2004, op. cit. 37 G. Celati Geografia della fantasia in lUnit 05.03.2005, p. 23 38 Nella critica del pensiero debole e del nichilismo gaio e lesortazione a riscoprire il moderno pare che ci sia tra il Luperini e Augusto del Noce qualche punto di contatto, bench si differenzino riguardo allo status delluomo: Luperini punta sulla comunit come punto di riferimento del senso, mentre per Del Noce lelemento divino il punto cruciale del valore delluomo. In altre parole: o luomo nulla senza comunit o uomo grazie allelemento divino contenuto. 39 Romano Luperini Intellettuali, non una voce in lUnit 18.02.2004.

Ole Jorn : Il comico sofferto di Cavazzoni, 25.05.2009

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http://www.gisy.it/page.php?section=interviste&name=cavazzoni Il grande limbo delle fantasticazioni, Griseldaonline, VI, 2006-2007, http://www.griseldaonline.it/percorsi/6cavazzoni.htm 42 A. Baricco I barbari. Saggio sulla mutazione. Milano: Feltrinelli 2006. 43 http://www.gisy.it/page.php?section=interviste&name=cavazzoni 44 Ci descritto comicamente da E. Canetti in Il frutto del fuoco. Storia di una vita (1921-1931). Milano: Adelphi 1992 [1982], p. 27; un tema anche per Bertolt Brecht che denigra gli intellettuali Tui facendosi pure beffe dello scrittore p.es. di Baudelaire in Gesammelte Schriften, Vol. II, p. 452, cit. in Maria Trepp (2004, 2005, 2006) ber das weite Feld zwischen Max Nordau, Walter Benjamin und der Christoph-Hein-Rezeption an der Universitt Leiden, www.passagenproject.com/inhalt.rtf, p. 124. Trepp discute il problema della tradizione anti-intellettualistica dellestrema destra tedesca. 45 http://www.gisy.it/page.php?section=interviste&name=pignagnoli 46 Il pi solido piacere di questa vita il piacer vano delle illusioni Io considero le illusioni come una cosa in certo modo reale stante chelle sono ingredienti essenziali del sistema della natura umana, e date dalla natura a tutti quanti gli uomini, in maniera che non lecito spregiarle come sogni di un solo, ma propri veramente delluomo e voluti dalla natura, e senza cui la vita nostra sarebbe la pi misera e barbara cosa ec. Onde sono necessari ed entrano sostanzialmente nel composto ed ordine delle cose (Zibaldone, 51) citato in G. Celati Il desiderio infinito (lUnit 28.03.2004).

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