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SVOLTA.

La riforma degli Ordini avverr con Dpr ed entro 12 mesi: cos dice lemendamento alla legge di stabilit in via di approvazione rapida. Le norme vigenti sono abrogate con effetto dallentrata in vigore dei Dpr. DUE NODI: lelezione dei Consigli di disciplina e liscrizione dei pubblicisti. di FRANCO ABRUZZO, consigliere dellOrdine dei Giornalisti di Milano (di cui stato presidente dal 15 maggio 1989 al 7 giugno 2007). In http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=7636 Roma, 10 novembre 2011. In queste ore il Parlamento sta discutendo lapprovazione sar rapidissima - lemendamento governativo al disegno di legge di stabilit per il 2012. In sede di prima attuazione delle misure concordate con lUnione Europea e, quindi, fra le misure urgenti figura larticolo 4-septies (testo in coda) dedicato alla riforma degli Ordini professionali e delle societ tra professionisti. Le modifiche rilevanti di profilo fondamentale sono due: 1) Allarticolo 3 comma 5 del decreto legge 13 agosto 2011 n. 138, convertito dalla legge. 148/2011, le parole Gli ordinamenti professionali dovranno essere riformati entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge per recepire i seguenti principi: sono sostituite dalle seguenti: Con decreto del Presidente della Repubblica emanato ai sensi dellarticolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988 n. 400, gli ordinamenti professionali dovranno essere riformati entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto per recepire i seguenti principi:. 2). Allarticolo 3 del decreto legge 13 agosto 2011 n. 138, convertito con modificazioni, dalla legge 148/2011, dopo il comma 5 inserito il seguente: 5-bis. Le norme vigenti sugli ordinamenti professionali sono abrogate con effetto dallentrata in vigore del regolamento governativo di cui al comma 5. La manovra-bis (dl 13 agosto 2011 n. 138) prevede che gli Ordini professionali perdano il potere disciplinare. Non si occuperanno pi di deontologia, ma soltanto delle iscrizioni negli elenchi dellAlbo, dellesame di Stato e della formazione continua degli iscritti resa obbligatoria dallo stesso dl 138. Il comma 5/f dellarticolo 3 del dl 138 prevede la nascita di organismi territoriali ai quali sono specificatamente affidate listruzione e la decisione delle questioni disciplinari. Si chiameranno "Consigli di disciplina"(c. 5/f dell'art. 3). Il comma 5/f afferma testualmente: Gli ordinamenti professionali dovranno prevedere l'istituzione di organi a livello territoriale, diversi da quelli aventi funzioni amministrative, ai quali sono specificamente affidate l'istruzione e la decisione delle questioni disciplinari e di un organo nazionale di disciplina. La carica di consigliere dell'Ordine territoriale o di consigliere nazionale incompatibile con quella di membro dei consigli di disciplina nazionali e territoriali. Le disposizioni della presente lettera non si applicano alle professioni sanitarie per le quali resta confermata la normativa vigente. In sostanza il Consiglio dellOrdine si occuper delle questioni amministrative (Albo, esami di Stato, formazione, pareri), mentre i Consigli di disciplina (con la presenza di laici al loro interno) svolgeranno le funzioni di giudici disciplinari. Gli Ordini rimangono in piedi (comma 31 dell'articolo 1), ma dovranno essere riformati entro 12 mesi (comma 5 dell'articolo 3). La nuova normativa prevede: a) che verr sospeso il professionista che non fa fattura (comma 5 dell'articolo 2); b) che la formazione continua avr carattere obbligatorio con sanzioni per chi si sottrae (comma 5/b dell'articolo 3); c) che le tariffe professionali tornano come riferimento (comma 5/d dell'art. 3); d) che la disciplina del tirocinio per l'accesso alla professione dovr conformarsi a criteri che garantiscano l'effettivo svolgimento dell'attivit formativa e il suo adeguamento costante all'esigenza di assicurare il miglior esercizio della professione. Al tirocinante dovr essere corrisposto un

equo compenso di natura indennitaria, commisurato al suo concreto apporto. Al fine di accelerare l'accesso al mondo del lavoro, la durata del tirocinio non potr essere complessivamente superiore a tre anni e potr essere svolto, in presenza di una apposita convenzione quadro stipulata fra i Consigli Nazionali e il Ministero dell'Istruzione, Universit e Ricerca, in concomitanza al corso di studio per il conseguimento della laurea di primo livello o della laurea magistrale o specialistica (comma 5/c dellarticolo 3 del dl 138/2011). Larticolo 4/septies consente la costituzione di societ per l'esercizio di attivit professionali regolamentate nel sistema ordinistico secondo i modelli societari regolati dai titoli V e VI del libro V del codice civile. Possono assumere la qualifica di societ tra professionisti le societ il cui atto costitutivo preveda: a) lesercizio in via esclusiva dellattivit professionale da parte dei soci; b) lammissione in qualit di soci dei soli professionisti iscritti ad ordini, albi e collegi, anche in differenti sezioni, nonch dei cittadini degli Stati membri dell'Unione europea, purch in possesso del titolo di studio abilitante, ovvero soggetti non professionisti soltanto per prestazioni tecniche, o per finalit di investimento; c) criteri e modalit affinch lesecuzione dell'incarico professionale conferito alla societ sia eseguito solo dai soci in possesso dei requisiti per l'esercizio della prestazione professionale richiesta; la designazione del socio professionista sia compiuta dall'utente e, in mancanza di tale designazione, il nominativo debba essere previamente comunicato per iscritto all'utente; d) le modalit di esclusione dalla societ del socio che sia stato cancellato dal rispettivo albo con provvedimento definitivo. La denominazione sociale, in qualunque modo formata, deve contenere lindicazione di societ tra professionisti. La partecipazione ad una societ incompatibile con la partecipazione ad altra societ tra professionisti. I professionisti soci sono tenuti all'osservanza del codice deontologico del proprio ordine, cos come la societ soggetta al regime disciplinare dell'ordine al quale risulti iscritta. La societ tra professionisti pu essere costituita anche per l'esercizio di pi attivit professionali. Restano salvi i diversi modelli societari gi vigenti al momento dellentrata in vigore della presente legge. Ai sensi dellarticolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, il Ministro della Giustizia, di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico, entro sei mesi dalla approvazione della presente legge, adotta un regolamento allo scopo di disciplinare le materie appena esposte. La legge 23 novembre 1939, n. 1815, e successive modificazioni, abrogata. Allarticolo 3, comma 5, lettera d), del decreto legge 13 agosto 2011 n. 138, convertito con la legge 148/2011, le parole : prendendo come riferimento le tariffe professionali. E ammessa la pattuizione dei compensi anche in deroga alle tariffe. sono soppresse. 1. I CONSIGLI DI DISCIPLINA Gli Ordini e i Collegi professionali hanno perso, con la legge 148/2011 (che ha convertito il dl 138/29011), il potere disciplinare sugli iscritti. Il potere disciplinare sugli iscritti, previsto dal Codice civile (articolo 2229) del 1942, finora era laspetto pi qualificante e pi significativo degli enti pubblici professionali. Non sar pi cos. La manovra-bis (dl 13 agosto 2011 n. 138 convertito dalla legge 148/2011 pubblicata il 16 settembre nella Gazzetta Ufficiale), prevede che gli Ordini e i Collegi professionali perdano il loro ruolo pi significativo e qualificante. Gli Ordini e i Collegi non si occuperanno pi di deontologia, ma soltanto delle iscrizioni negli elenchi dellAlbo, dellesame di Stato e della formazione continua degli iscritti resa obbligatoria dallo stesso dl 138. Il comma 5/f dellarticolo 3 del dl 138 prevede la nascita di organismi territoriali ai quali sono specificatamente affidate listruzione e la decisione delle questioni disciplinari. Si chiameranno "Consigli di disciplina" (comma 5/f dell'art. 3). Il comma 5/f afferma testualmente: Gli ordinamenti professionali dovranno prevedere l'istituzione di organi a livello territoriale, diversi da 2

quelli aventi funzioni amministrative, ai quali sono specificamente affidate l'istruzione e la decisione delle questioni disciplinari e di un organo nazionale di disciplina. La carica di consigliere dell'Ordine territoriale o di consigliere nazionale incompatibile con quella di membro dei consigli di disciplina nazionali e territoriali. Le disposizioni della presente lettera non si applicano alle professioni sanitarie per le quali resta confermata la normativa vigente. I decreti presidenziali (Dpr), che sostituiranno le leggi sulle singole professioni, hanno un canovaccio gi scritto da sei anni: le norme in materia di procedimenti disciplinari a carico dei notai secondo quanto previsto dalla legge 28 novembre 2005, n. 246. Il decreto legislativo n. 249 del 1 agosto 2006 ha aggiornato l'ordinamento disciplinare dei notai che risaliva alla legge n. 89 del 1913. In particolare, il provvedimento istituisce una Commissione di disciplina (uguale Consiglio di disciplina della legge 248/11), presieduto da un magistrato e integrata da due professionisti, le cui decisioni sono reclamabili alla Corte di appello. La legge attribuisce il potere di iniziativa disciplinare al procuratore della Repubblica, al consiglio notarile e al conservatore dellarchivio, per le infrazioni da questi rilevate. Il magistrato, che presiede la Commissione, nominato dal presidente della Corte dAppello. La Commissione composta, come detto, da un magistrato che la presiede e da sei, otto e dodici notai (secondo il numero degli iscritti allAlbo, ndr). I componenti della Commissione hanno diritto al rimborso delle spese sostenute per esercitare il proprio ufficio e ad un gettone di presenza nella misura stabilita con delibera del Consiglio nazionale del notariato. Le spese di elezione (ogni tre anni, ndr) dei componenti notai e di funzionamento della Commissione, inclusi le spese ed i gettoni di presenza e quelle per i locali, il personale, l'attrezzatura, e quanto altro necessario, sono sostenute dai consigli notarili dei distretti appartenenti a ciascuna circoscrizione. La Commissione, entro il 30 ottobre di ogni anno, redige il bilancio preventivo per l'anno successivo. I giornalisti giudici non potranno far parte in contemporanea dei consigli regionali o del Consiglio nazionale dellOrdine. Per quanto riguarda i giornalisti le novit legislative potrebbero essere assorbite nel disegno di legge (Pisicchio-Mazzuca) allesame, in seconda lettura, del Senato. I tempi potrebbero essere corti visto che alla Camera il ddl stato approvato in Commissione. Il DECRETO LEGISLATIVO 1 agosto 2006, n. 249 fissa le norme in materia di procedimento disciplinare a carico dei notai in maniera molto minuziosa data la delicatezza di questa professione di profilo pubblico. Ecco i passaggi essenzaili: In ogni circoscrizione territoriale e' istituita una Commissione amministrativa regionale di disciplina, di seguito denominata: Commissione, con sede presso il consiglio notarile distrettuale del capoluogo della regione. La Commissione composta da un magistrato che la presiede e da sei, otto e dodici notai (secondo il numero degli iscritti allAlbo, ndr). I componenti della Commissione sono nominati ed eletti.. Sono eleggibili tutti i notai iscritti ai collegi dei distretti compresi in ciascuna circoscrizione. La Commissione dura in carica tre anni. Per lo stesso tempo durano in carica il segretario ed il tesoriere. Le cariche sono prorogate fino all'insediamento dei nuovi componenti. Le spese di elezione dei componenti notai e di funzionamento della Commissione, inclusi le spese ed i gettoni di presenza e quelle per i locali, il personale, l'attrezzatura, e quanto altro necessario, sono sostenute dai consigli notarili dei distretti appartenenti a ciascuna circoscrizione. La Commissione, entro il 30 ottobre di ogni anno, redige il bilancio preventivo per l'anno successivo.

I componenti della Commissione hanno diritto al rimborso delle spese sostenute per esercitare il proprio ufficio e ad un gettone di presenza nella misura stabilita con delibera del Consiglio nazionale del notariato.. Non sono eleggibili alla Commissione i componenti del Consiglio nazionale del notariato e dei consigli notarili distrettuali ed i notai che sono iscritti al ruolo da meno di dieci anni; Ogni tre anni, entro il mese di febbraio successivo, il presidente della Corte di appello del distretto in cui ha sede la Commissione nomina, tra i magistrati con qualifica non inferiore a magistrato di appello, in servizio da almeno due anni presso gli uffici giudicanti del distretto, il presidente della Commissione. Ogni tre anni, entro il mese di febbraio successivo, i notai iscritti ai collegi dei distretti che fanno parte di ciascuna circoscrizione eleggono i componenti della Commissione. Le elezioni sono indette dal presidente del Consiglio nazionale del notariato e si svolgono con le stesse modalita' e nello stesso giorno in cui hanno luogo quelle del Consiglio nazionale del notariato. In caso di parita' di voti tra due o piu' candidati, e' escluso il meno anziano nell'ufficio di notaio. In caso di pari anzianita', e' escluso il meno anziano di eta'. Il presidente della Commissione forma i collegi giudicanti, avendo cura, in quanto possibile, di assegnarvi notai appartenenti a distretti diversi. Ciascun collegio e' composto dal presidente della Commissione, che lo presiede, e da due notai. Con il provvedimento, il presidente della Commissione fissa preventivamente i criteri oggettivi per l'assegnazione dei procedimenti ai collegi, per le applicazioni e le sostituzioni dei componenti. L'iniziativa del procedimento disciplinare spetta: al procuratore della Repubblica presso il tribunale nel cui circondario aveva sede il notaio quando e' stato commesso il fatto per il quale si procede; al presidente del consiglio notarile del distretto nel cui ruolo era iscritto il notaio quando e' stato commesso il fatto. Il procedimento e' promosso senza indugio, se risultano sussistenti gli elementi costitutivi di un fatto disciplinarmente rilevante. Nella richiesta di procedimento l'organo che lo promuove indica il fatto addebitato e le norme che si assumono violate e formula le proprie conclusioni.. La discussione si svolge in camera di consiglio e possono parteciparvi l'organo che ha proposto il procedimento, il notaio e i loro difensori, se nominati. Le decisioni della Commissione possono essere impugnate in sede giurisdizionale, anche dalle parti intervenute e, in ogni caso, dal procuratore della Repubblica competente per l'esercizio dell'azione disciplinare, con reclamo alla Corte d'appello del distretto nel quale ha sede la Commissione, nel termine di trenta giorni dalla notificazione della decisione, a cura della parte interessata o, in difetto, nel termine di un anno dal suo deposito. La corte d'appello decide con sentenza in camera di consiglio, ai sensi degli articoli 737 e seguenti del codice di procedura civile, ed il dispositivo e' reso pubblico mediante lettura. La decisione e' depositata nei successivi trenta giorni in cancelleria. Contro la sentenza della Corte d'appello e' ammesso ricorso per Cassazione Il ricorso deve essere proposto nel termine di sessanta giorni dalla notificazione della decisione, ovvero, in difetto di notifica, nel temine di un anno dal deposito. La sentenza della corte d'appello e' immediatamente esecutiva.. La Corte di cassazione pronuncia con sentenza in camera di consiglio, sentite le parti. 4

In caso di esercizio dell'azione penale a carico di un notaio, il pubblico ministero ne da' immediatamente comunicazione al presidente del consiglio notarile distrettuale, specificando il reato per il quale si procede. Il procedimento disciplinare e' sospeso fino al passaggio in giudicato della sentenza, quando per lo stesso fatto si procede penalmente. La sentenza penale, anche se e' stata pronunciata ai sensi dell'articolo 444 del codice di procedura penale, fa stato nel procedimento disciplinare quanto all'accertamento del fatto, della sua illiceita' penale e dell'affermazione che il fatto e' stato commesso dall'autore. Se il processo penale risulta connesso con un procedimento disciplinare, la Commissione puo' sospendere il procedimento disciplinare, a richiesta del notaio. Se risultano addebitati fatti, disciplinarmente rilevanti, che, per la loro gravita', siano incompatibili con l'esercizio delle funzioni notarili, o quando ricorre la necessita' di inibire comportamenti illeciti, possono essere disposte in via cautelare la sospensione dell'incolpato dalle funzioni notarili od ogni altra opportuna misura cautelare. Le misure cautelari sono adottate dalla Commissione, se sono richieste prima dell'apertura del procedimento o nel corso dello stesso, fino a quando la decisione della Commissione non e' divenuta definitiva. L'impugnazione dei provvedimenti cautelari non ne sospende l'esecuzione. 2. IL NODO DEI PUBBLICISTI Il comma 5 dellarticolo 3 del dl 138/2011 (convertito dalla legge 148/2011) d per scontato che laccesso a tutte le professioni intellettuali vincolato al superamento dellesame di Stato previsto dallarticolo 33 (V comma) della Costituzione (Fermo restando lesame di Stato di cui allarticolo 33 quinto comma della Costituzione per laccesso alle professioni regolamentate, gli ordinamenti professionali devono garantire che lesercizio dellattivit risponda senza eccezioni ai principi di libera concorrenza, alla presenza diffusa dei professionisti su tutto il territorio nazionale, alla differenziazione e pluralit di offerta che garantisca leffettiva possibilit di scelta degli utenti nellambito della pi ampia informazione relativamente ai servizi offerti. Gli ordinamenti professionali dovranno essere riformati entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto per recepire i seguenti principi (che sono 7, elencati qui sotto, ndr). La riforma dovr giungere in porto entro il 16 settembre 2012 (a distanza di 12 messi dalla pubblicazione della legge in Gazzetta Ufficiale). Il Ministero di Giustizia il 4 ottobre ha riunito i presidenti degli Ordini e dei Collegi professionali e li ha invitati in maniera tassativa a far pervenire via Cup le rispettive proposte di riformulazione, articolo per articolo, dei passaggi relativi a Consigli di disciplina, tariffe, pubblicit, formazione continua, tirocinio e assicurazione. Solo i giornalisti scrive Il Sole 24 Ore del 5 ottobre - hanno fatto notare la difficolt, legate ad alcune peculiarit tipiche della professione svolta come dipendenti di aziende editoriali, ad adeguare tutti gli aspetti della professione ai nuovi principi. Finora stato tenuto sotto traccia il vero problema che tormenta il Consiglio nazionale dellOrdine dei Giornalisti: i pubblicisti, che, in base al comma 5 citato, non hanno futuro. Se vero che laccesso alle professioni vincolato al superamento dellesame di Stato - (per i giornalisti professionisti cos in base agli articoli 29 e 32 della legge 69/1963 come interpretati dalla II sezione del Consiglio di Stato con il parere 2228 depositato il 7 maggio 2002; n della sezione 448/2001) -, i pubblicisti scompaiono dalla vita dellOrdine dopo 83 anni dalla istituzione giuridica di questa figura avvenuta con il Rd 384/1928. CHI IL GIORNALISTA PUBBLICISTA. Liscrizione dei pubblicisti allAlbo regolata dagli articoli 1 e 35 della legge 69/1963: Sono pubblicisti coloro che svolgono attivit giornalistica non occasionale e retribuita anche se esercitano altre professioni o impieghi, mentre sono professionisti coloro che esercitano in modo esclusivo e continuativo la professione di giornalista. La legge, quindi, distingue nettamente tra chi 5

svolge la professione giornalistica e chi svolge attivit giornalistica non occasionale e retribuita anche se esercita altre professioni o impieghi. La Corte costituzionale, nella sentenza 11/1968 sulla legittimit dellOrdine dei Giornalisti, ha scritto: Il giornalismo vive soprattutto attraverso l'opera quotidiana dei professionisti e si alimenta anche del contributo di chi ad esso non si dedica professionalmente. Con lordinanza 6-18 luglio 1989 n. 420, la Corte costituzionale ha affermato questo principio: E manifestamente infondata la questione di costituzionalit dellarticolo 35 legge 3 febbraio 1963 n. 69 in quanto laccertamento del requisito della regolare retribuzione richiesto per liscrizione allalbo dei pubblicisti non postula una valutazione discrezionale dellOrdine dei giornalisti essendo questo tenuto alladempimento secondo le comuni regole probatorie e sulla base di criteri desumibili dalle normali regole dellesperienza. La Corte costituzionale esclude anche una valutazione di merito sugli articoli: Del pari non fondata la questione relativa al primo comma dell'art. 35 (l. 69/1963, ndr), impugnato nella parte in cui stabilisce che al fine dell'iscrizione nell'elenco dei pubblicisti il richiedente deve offrire la dimostrazione di aver svolto attivit retribuita da almeno due anni. Il timore espresso dal giudice a quo che questa norma consenta un sindacato sulle pubblicazioni non ha ragione di essere, perch la certificazione dei direttori e la esibizione degli scritti sono elementi richiesti solo al fine di consentire che venga accertato se l'attivit sia stata esercitata ne' occasionalmente n gratuitamente e per il tempo richiesto dalla legge, e non anche allo scopo di imporre o di permettere una valutazione di merito capace di risolversi, come afferma l'ordinanza, in "una forma larvata di censura ideologica". (Corte costituzionale, sentenza n. 11/1968) La Cassazione civile ha scritto e ripetuto nel tempo: I pubblicisti non possono esercitare lattivit di redattore (Cass. civ. Sez. lavoro, 01-07-2004, n. 12095). La giurisprudenza di questa Corte consolidata nel senso che per l'esercizio del lavoro giornalistico di redattore ordinario, cio del giornalista professionista stabilmente inserito nell'ambito di una organizzazione editoriale o radiotelevisiva, con attivit caratterizzata da autonomia della prestazione, non limitata alla mera trasmissione di notizie, ma estesa alla elaborazione, analisi e valutazione delle stesse, necessaria l'iscrizione nell'albo dei giornalisti professionisti, e che non idonea ad integrare detto requisito la iscrizione nel diverso albo dei giornalisti pubblicisti. (Cass. civ. Sez. lavoro, 21-05-2002, n. 7461) Considerazioni sulla sentenza (11/1968) e sullordinanza 420/1989) della Corte costituzionale. La Corte costituzionale ha sentenziato: a) che il Consiglio non pu svolgere alcun sindacato sulle pubblicazioni e alcuna valutazione di merito sugli scritti; b) che la certificazione dei direttori (che abbraccia anche la regolare retribuzione) e la esibizione degli scritti sono elementi richiesti solo al fine di consentire che venga accertato se lattivit sia stata esercitata n occasionalmente n gratuitamente. c) che il requisito della regolare retribuzione non postula una valutazione discrezionale dellOrdine essendo questo tenuto alladempimento secondo le comuni regole probatorie e sulla base di criteri desumibili dalle normali regole dellesperienza. Questi sono i tre punti centrali della sentenza e dellordinanza, che integrano la legge istitutiva dellOrdine e il suo regolamento di esecuzione. Le pronunce della Corte costituzionale hanno la stessa incidenza della legge. Le conseguenze: dalla lettera b si capisce nettamente che il Consiglio ha un potere meramente ricognitivo e che lattivit giornalistica non deve essere n occasionale n GRATUITA (la retribuzione pu, quindi, variare da un minimo a un massimo indefinito). Il Consiglio nazionale ha fissato, con delibera 30 ottobre 1995, i parametri retributivi dellaspirante pubblicista e il numero degli articoli/servizi nel biennio: Il Comitato esecutivo del Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, rendendosi interprete delle sollecitazioni proposte da numerosi Consigli regionali, giustamente desiderosi di potersi 6

avvalere, nei loro giudizi, di parametri certi e omogenei in relazione alla dibattuta questione della retribuzione richiesta per l'iscrizione nell'elenco dei pubblicisti; considerato il rilevante contributo in materia espresso dalle Commissioni giuridica e ricorsi; decide che - fermo restando, per l'aspirante pubblicista, l'obbligo, previsto dalla legge, di una attivit pubblicistica svolta per almeno due anni e regolarmente retribuita, - sia giusto valutare la domanda anche tenendo conto della misura del compenso che, come ha rilevato la Commissione legislativa, deve essere concreto e non simbolico. E ci sia. per garantire un idoneo rispetto dell'articolo 35 della legge 69 del 3/2/1963 (che pretende una regolare retribuzione), sia per recepire in modo corretto le indirette indicazioni dell'articolo 36 della Costituzione (che esige un proporzionale rapporto tra l'impegno lavorativo e la retribuzione che lo compensa), sia, infine, per riaffermare il decoro di una funzione che non deve subire umilianti dequalificazioni. Pertanto il Comitato esecutivo del Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti reputa che, pur tenendo conto delle diverse potenzialit economiche espresse da regioni italiane fra loro anche molto differenziate, sia indispensabile giudicare adeguata una retribuzione che, per ognuna delle previste prestazioni giornalistiche, almeno non sia inferiore al 25% della somma prevista dal Tariffario stabilito ogni anno per le prestazioni professionali autonome dei giornalisti. La quantit delle prestazioni che debbono essere fornite nel biennio proposto all'esame dei Consigli dell'Ordine sar giudicata con il criterio della ragionevole logica applicata, in modo adeguatamente flessibile, alla diversa periodicit delle testate che ospitano gli apporti degli aspiranti pubblicisti., ma che comunque non deve essere inferiore a 40 servizi o articoli. CONCLUSIONI. Il Consiglio nazionale nella risposta che il 23 ottobre ha trasmesso al Ministero di Giustizia scrive sul punto: Il riferimento allart. 33 della Costituzione, qualora dovesse restare esclusivo per quanto concerne laccesso, priverebbe lAlbo dei Giornalisti dalla presenza della componente professionale (?, ndr) dei pubblicisti, il cui elenco, unitamente a quello dei professionisti che hanno superato lesame di Stato, ne costituisce lossatura. Se per i pubblicisti gi in elenco la nuova regolamentazione dovr provvedere opportune forme conservative delliscrizione per tutti quei giornalisti che esercitano professionalmente lattivit ma in forma non esclusiva occorrer trovare risposte normative che non disperdano il patrimonio culturale di una categoria che da oltre un secolo arricchisce la professione (ad esempio potrebbero individuarsi percorsi firmativi professionalizzanti). Il Consiglio nazionale stenta a comprendere che, dopo la legge 148/2011 e il varo dei decreti attuativi, ai Consigli regionali dellOrdine vietato procedere alla iscrizione di nuovi pubblicisti. Il problema : qual il destino degli attuali iscritti allAlbo dei pubblicisti? Le risposte pratiche possono essere due: a) i Consigli dovrebbero ammettere allesame di Stato tutti quei pubblicisti che, 730 in mano, dimostrano di vivere esclusivamente di giornalismo (come avvenuto dal 1969 in poi in Lombardia); b) lAlbo dei pubblicisti potrebbe rimanere in vita ma come Albo ad esaurimento. La Costituzione, con il suo articolo 33 (V comma), taglia la strada a soluzioni che prescindono dallesame di Stato. Ben vengano i percorsi formativi professionalizzanti: c bisogno, per, di una legge che individui questi percorsi e che preveda alla loro conclusione il rilascio di un titolo universitario che abiliti chi ne in possesso ad esercitare la professione di giornalista. Lesame di laurea in sostanza equivale anche allesame di Stato per laccesso alle professioni intellettuali. 7

A.S. 2968. EMENDAMENTO GOVERNATIVO AL DISEGNO DI LEGGE DI STABILITA PER IL 2012. In sede di prima attuazione delle misure concordate con lUnione Europea, sono introdotte le seguenti disposizioni: Art. 4-septies (Riforma degli ordini professionali e societ tra professionisti) 1. Allarticolo 3 comma 5 del decreto legge 13 agosto 2011 n. 138, convertito con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011 n. 148, le parole Gli ordinamenti professionali dovranno essere riformati entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge per recepire i seguenti principi: sono sostituite dalle seguenti: Con decreto del Presidente della Repubblica emanato ai sensi dellarticolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988 n. 400, gli ordinamenti professionali dovranno essere riformati entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto per recepire i seguenti principi:. 2. Allarticolo 3 del decreto legge 13 agosto 2011 n. 138, convertito con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011 n. 148, dopo il comma 5 inserito il seguente: 5-bis. Le norme vigenti sugli ordinamenti professionali sono abrogate con effetto dallentrata in vigore del regolamento governativo di cui al comma 5. 3. consentita la costituzione di societ per l'esercizio di attivit professionali regolamentate nel sistema ordinistico secondo i modelli societari regolati dai titoli V e VI del libro V del codice civile. 4. Possono assumere la qualifica di societ tra professionisti le societ il cui atto costitutivo preveda: a) lesercizio in via esclusiva dellattivit professionale da parte dei soci; b) lammissione in qualit di soci dei soli professionisti iscritti ad ordini, albi e collegi, anche in differenti sezioni, nonch dei cittadini degli Stati membri dell'Unione europea, purch in possesso del titolo di studio abilitante, ovvero soggetti non professionisti soltanto per prestazioni tecniche, o per finalit di investimento; c) criteri e modalit affinch lesecuzione dell'incarico professionale conferito alla societ sia eseguito solo dai soci in possesso dei requisiti per l'esercizio della prestazione professionale richiesta; la designazione del socio professionista sia compiuta dall'utente e, in mancanza di tale designazione, il nominativo debba essere previamente comunicato per iscritto all'utente; d) le modalit di esclusione dalla societ del socio che sia stato cancellato dal rispettivo albo con provvedimento definitivo. 5. La denominazione sociale, in qualunque modo formata, deve contenere lindicazione di societ tra professionisti. 6. La partecipazione ad una societ incompatibile con la partecipazione ad altra societ tra professionisti. 7. I professionisti soci sono tenuti all'osservanza del codice deontologico del proprio ordine, cos come la societ soggetta al regime disciplinare dell'ordine al quale risulti iscritta. 8. La societ tra professionisti pu essere costituita anche per l'esercizio di pi attivit professionali. 9. Restano salvi i diversi modelli societari gi vigenti al momento dellentrata in vigore della presente legge. 10. Ai sensi dellarticolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, il Ministro della Giustizia, di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico, entro sei mesi dalla approvazione della presente legge, adotta un regolamento allo scopo di disciplinare le materie di cui ai precedenti commi 4, lettera c), 6 e 7. 11. La legge 23 novembre 1939, n. 1815, e successive modificazioni, abrogata. 8

12. Allarticolo 3, comma 5, lettera d), del decreto legge 13 agosto 2011 n. 138, convertito con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011 n. 148, le parole : prendendo come riferimento le tariffe professionali. E ammessa la pattuizione dei compensi anche in deroga alle tariffe. sono soppresse.

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