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Lallarme di Vegas sulla crisi di liquidita del sistema bancario italiano non va assolutamente sottovalutato.

Siamo,infatti,alla vigilia dellanno horribilis per la finanza mondiale.Nel 2012 dovranno essere rifinanziati titoli di stato per 11.550 miliardi di euro,pari ad un sesto del PIL mondiale. Le banche europee,secondo le dichiarazioni di Draghi hanno in scadenza titoli propri per 800 miliardi.A tutto ci dobbiamo aggiungere le scadenze dei titoli delle aziende , solo in Europa quasi ottocento miliardi,delle banche americane ed asiatiche.Occorre quasi un quarto del PIL mondiale per fare fronte a questa necessita finanziaria. Questo se il debito,privato o pubblico che sia ,non aumenta.Secondo il FMI ,senza adeguati interventi il debito dei primi 24 stati delloccidente salira di 364 miliardi.Cioe e destinato ad aumentare. Nel corso del 2011 il fabbisogno finanziario e stato pari circa al 60% di quello previsto per il prossimo anno. Eppure tensioni non sono mancate.Cosa succedera il prosssimo anno? IL 70% del debito pubblico e composto da emissioni di Giapponee e USA. Il primo ha bisogno di rinnovare 3.500 miliardi,il secondo 4.500. Per lItalia si trattera di un anno record. Da rinnovare oltre 350 miliardi.Sempre per stare in Italia,Unicredit ha in scadenza 30 miliardi,S. Paolo Intesa 24 miliardi. Tra le aziende la piu esposta e Telecom,circa 8 miliardi di dollari e la Fiat,1,25 miliardi al tasso esorbitante del 9,25% emessi tre anni fa. Anche altrove non stanno meglio. BNP da sola dovra rinnovare propri titoli per 270 miliardi di dollarie in generale la Francia ha il 50% della esposizione a breve di tutta la Comunita Europea. Fino ad oggi il rinnovo potremmo definirlo con una espressione ragioneristica era una partita di giro. Cioe si estingueva il bond accendendone un altro.Mai di pari importo ma di importo sempre superiore. Questanno Fiat per pagare il decennale di 1,3 miliardi ne ha emesso uno di 2,2 con un rendimento attorno al 6%. In pratica la nuova emissione copriva anche gli interessi emessi dal bond precedente. Il ricorso al mercato finanziario e inevitabile data la caduta dei profitti.Per parafrasare il linguaggio della pubblica amministrazione le imprese private,da tempo ricorrono al finanziamento anche per le spese correnti. La loro forza conttrarttuale? La minaccia di insolvenza.Basta guardare la piramide delle sofferenze nel sito di Bankitalia.Oltre il 50% sono al di sotto dei 30.000 euro,un altro terzo tra trenta e novantamila.Sopra sia in numero che in importi sono insignificanti. Ai fini dei bilanci delle banche e meglio mettere a sofferenza i crediti minuscoli che si possono magari recuperare che portare in tribunale il S. Raffaele. Caduta dei profitti,mancata crescita ,revisione dei parametri del patrimonio bancario stanno producendo una mancanza di capitali che mettono in discussione questo rinnovo di massa dei titoli. Da qui le pressioni perche gli stati non aumentino debito,ma questo non basta, Il debito puo avere altra provenienza.Da qui la richiesta che la fiscalita generale garantisca il pagamento almeno dei titoli di stato senza entrare in concorrenza con le esigenze delle aziende . Ma la conflittualita in questo campo sara inevitabile nonostante le pressioni sulla spesa pubblica. Negli Stai Uniti,quello che rimane il principale mercato finanziario,gli asset a copertura dellaattivita finanziaria in tre anni sono passati da 12 a nove triliardi di dollari con una riduzione del 25%. Da qui il ritiro della esposizione delle banche americane sul mercato europeo. Ce un problema di liquidita destinato a pesare sempre piu di fronte al fatto che un quarto dei titoli delle banche sono sempre stati rinnovati da prestiti interbancari che si faranno sempre piu difficili.la raccolta e ormai inesistente mentre la liquidazione degli asset inesigibili si e fatta sempre piu stringente. Negli Usa

dallinizio della crisi sono state chiuse piu di 400 banche con il consegurente impoverimento del mercato dei capitali.Resta da vedere se questa politica non sia stata piu realista e forse piu efficace nel lungo periodo rispetto alla difesa dello status quo bancario in Europa. In un contesto di tanta gravita i numeri che si fanno circolare dal governo non sembrano adeguati.Una manovra finanziaria a breve di 20 miliardi a fronte di titoli in scadenza per oltre trecento nel prossimo anno,senza una crescita di almeno due punti significa dover tornare ripetutamente a manovrine tampone. Ripetute e sfiancanti. Per frenare i mercati e non ritrivarci interessi da debito stellari ,ai tassi attuali piu 28 miliardi, occorre gettare sul tavolo numeri consistenti che solo una pesante patrimoniale puo garantire. Poi puo venire tutto il resto,i tagli alla politica,la ristrutturazione dellassetto dello stato,il recupero dellevasione fiscale,le misure per il rilancio dello sviluppo.Ma il mercato finanziario va preso per le corna anzitutto tacitandolo e poi avviando anche un grande processo di riforma del medesimo. Perche per uscire davvero dalla crisi questo mercato finanziario va superato.

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