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Giuseppe Cantisani
trascurare leffettiva distribuzione delle masse ed i punti e le modalit di applicazione delle forze
Giuseppe Cantisani
Ritenere che il comportamento meccanico di un intero sistema sia analogo a quello di un singolo componente
Tralasciare fenomeni e/o moti locali dipendenti anche dalle caratteristiche strutturali del veicolo
S1 (x,y,z) = 0 y S2 (x,y,z) = 0
v(t) at a an x
Giuseppe Cantisani
(1 + [ y ' ( x )] )
2
y" ( x )
1 y" ( x ) R
Modelli Fisici: i principi teorici della progettazione viaria Giuseppe Cantisani
V2 an = = 2R R
Modelli Fisici: i principi teorici della progettazione viaria Giuseppe Cantisani
Flong . = mal
Modelli Fisici: i principi teorici della progettazione viaria
V2 Fc = man = m R
Giuseppe Cantisani
Moto ed equilibrio dei veicoli stradali: velocit di progetto, curvature e pendenze trasversali
Giuseppe Cantisani
Lequilibrio dinamico di un veicolo in moto deve essere riferito istante per istante alla velocit posseduta, poich essa determina lentit delle azioni che interessano il corpo.
Nella progettazione stradale il riferimento da assumere la VELOCITA DI PROGETTO, associabile a ciascuno degli elementi che definiscono geometricamente il tracciato.
Modelli Fisici: i principi teorici della progettazione viaria Giuseppe Cantisani
LINTERVALLO DELLE VELOCIT DI PROGETTO Poich, peraltro, un tracciato pu essere composto da elementi aventi caratteristiche geometriche molto differenti, al fine di mantenere una certa FLESSIBILIT nella progettazione, si associa a ciascun TIPO di strada un INTERVALLO di velocit. Con il termine "intervallo di velocit di progetto" si intende il campo dei valori in base ai quali devono essere definite le caratteristiche dei vari elementi di tracciato della strada (rettifili, curve circolari, curve a raggio variabile). Detti valori variano da elemento ad elemento, allo scopo di consentire al progettista una certa libert di adeguare il tracciato al territorio attraversato. Il limite superiore dell'intervallo la velocit di riferimento per la progettazione degli ELEMENTI MENO VINCOLANTI del tracciato, date le caratteristiche di sezione della strada. Essa comunque almeno pari alla velocit massima di utenza consentita dal Codice per i diversi tipi di strada (limiti generali di velocit). Il limite inferiore dell'intervallo la velocit di riferimento per la progettazione degli ELEMENTI PLANO-ALTIMETRICI PI VINCOLANTI per una strada di assegnata sezione.
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Uno degli elementi pi importanti per la progettazione stradale secondo limpostazione della normativa attualmente cogente e per leffettuazione delle prescritte verifiche, costituito dal DIAGRAMMA DELLE VELOCIT Si tratta della la rappresentazione grafica della variazione della velocit di progetto lungo un tronco stradale (cio al variare dellascissa curvilinea): Vp=f(s). Serve a verificare lomogeneit di un tracciato (controllo della regolarit di marcia), a permettere accelerazioni e decelerazioni accettabili e ad eliminare le variazioni pericolose di velocit tra elementi consecutivi del tracciato.
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Secondo le indicazioni della Norma stradale (D.M. 5.11.2001), il DIAGRAMMA DELLE VELOCIT si costruisce sulla base del solo andamento planimetrico, calcolando per ogni elemento geometrico landamento della velocit di progetto, che deve essere contenuta nei limiti previsti per ciascun tipo di strada.
Si tratta quindi di determinare per ogni punto del tracciato la massima velocit possibile, essendo questa (in ipotesi) condizionata soltanto dalla planimetria, e non dallandamento altimetrico e/o dal traffico.
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Elementi geometrici
Velocit
(secondo DM 05.11.01)
RETTIFILI: la Velocit tende alla VPmax CLOTOIDI: la Velocit tende alla VPmax CURVE CIRCOLARI
(R>R2.5): la Velocit tende alla VPmax (R<R2.5): abaco (R, V, q)
Velocit
La VPmax corrisponde alla velocit che un veicolo isolato non pu superare, con gli assegnati margini di sicurezza, date le caratteristiche di piattaforma della strada (massima velocit in rettifilo ed in orizzontale); Anche sulle curve a grande raggio, la velocit influenzata solo dalle dimensioni della piattaforma stradale; pertanto oltre un certo valore di raggio (R2.5, che vedremo meglio in seguito) su tali elementi geometrici si assegna la VPmax.
Modelli Fisici: i principi teorici della progettazione viaria Giuseppe Cantisani
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Fc sin
P=mg
= q + ft
P sin
Occorre assicurare che la somma vettoriale delle componenti (delle forze di massa), parallele alla piattaforma stradale, risulti in ogni momento inferiore o al limite uguale alla componente trasversale delladerenza limite offerta dal lim V = 127 R (q + f t ) contatto tra pneumatici e pavimentazione. Il risultato una relazione analitica che esprime il legame tra V, R e q, che si pu risolvere per N.B.: fissati valori (limite) del coefficiente aderenza Se qqmax le cose cambiano trasversale (f lim). t
(q = tan)
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Gli abachi piani riportati nella Norma attuale sono dunque linsieme delle curve limite (o curve di stato) definite nello spazio (R,V,q) e relative alle diverse categorie stradali, proiettate su un piano V = cost. Tali curve sono rappresentate in scala bilogaritmica.
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EQUILIBRIO DINAMICO: gli abachi della Norma i valori di raggio caratteristici Rmin, R*, R2.5
Quindi, partendo dallintervallo di velocit di progetto [Vp,min , Vp,max], stabilito per ciascuna categoria di strada, si determinano tre valori limite di raggio:
Rmin, che si pu ottenere dalla relazione di equilibrio in curva, imponendo V=Vp,min, q=qmax e ftlim=ftlim(Vp,min):
Rmin =
VP2,min
]
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EQUILIBRIO DINAMICO: gli abachi della Norma i valori di raggio caratteristici Rmin, R*, R2.5
Quindi, partendo dallintervallo di velocit di progetto [Vp,min , Vp,max], stabilito per ciascuna categoria di strada, si determinano tre valori limite di raggio:
R*, determinabile sempre mediante la precedente relazione, imponendo per, questa volta,V=Vp,max, q=qmax e ftlim= ftlim(Vp,max):
R* =
127 q
+f
(V
P , max
)]
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EQUILIBRIO DINAMICO: gli abachi della Norma i valori di raggio caratteristici Rmin, R*, R2.5
Quindi, partendo dallintervallo di velocit di progetto [Vp,min , Vp,max], stabilito per ciascuna categoria di strada, si determinano tre valori limite di raggio:
R2.5, determinabile mediante lequazione fondamentale dellabaco (quella con n e K) risolta rispetto a R, e considerando V=Vp,max, q=qmin e ftlim=ftlim (Vp,max).
R2.5 = 0.025
1 n 1
0.36 VP,0.72 VP2,max max 127 lim 0.07 0.64 [ f t (VP ,max ) + 0.07] 127
1 n 1
Giuseppe Cantisani
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Raggio R [m]
R*=1715 m
Pendenza trasversale
q(equilibrio)=0
0.12 0.10
at(agente)=ft=0.09
0.08
q (Norma) q(Equilibrio) = V^2/(127 R)-ft q(Norma) - q(Equilibrio) = at(compensabile) - at(agente) at(agente) = V^2/(127 R) [m/s^2] at(compensabile) = ft+q(Norma) [m/s^2]
1050
1300
1550
1800
2050
2300
2550
2800
3050
3300
3550
3800
4050
4300
4550
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4800
800
Accelerazione