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Capitolo VII Reati contro lordine pubblico 167) Generalit - Il titolo V del libro II del codice contiene i delitti

contro lordine pubblico. Per ordine pubblico deve intendersi il regolare andamento della vita sociale e larmonica coesistenza dei cittadini sotto la sovranit dello stato e del diritto e quindi un sinonimo di pace pubblica cui corrisponde nei cittadini il senso della tranquillit e della sicurezza. E ovvio che tutti i reati in qualche modo conducono ad un turbamento dellordine pubblico ma in questi reati di cui ci occupiamo loffesa allordine pubblico non mediata ma diretta in quanto non riguarda un particolare aspetto dellordine stesso 8es. incolumit pubblica, fede pubblica) la lordine in s e quindi in tali reati difficile riscontrare un pregiudizio diverso dal turbamento della pace pubblica. Il pi delle volte i reati contro lordine pubblico costituiscono una minaccia di futuri reati. 168) Pubblica istigazione a violare le leggi. In questa categoria raggruppiamo le quattro figure criminose previste dagli articoli 414 e 415. Carattere comune a queste fattispecie la pubblicit del comportamento e quindi il fatto deve essere commesso : a) per mezzo della stampa o altro mezzo di propaganda o b) in luogo aperto al pubblico in presenza di pi persone. La pubblicit costituisce elemento essenziale di questi reati e quindi per la sussistenza del dolo il soggetto, oltre alla volont dellazione, deve avere la consapevolezza di agire in presenza di quelle condizioni da cui dipende la pubblicit del suo comportamento (es. manca il dolo se qualcuno per esercitarsi alloratoria fa un discorso incendiario in un luogo aperto al pubblico pensando di essere solo mentre vi sono persone che lo ascoltano). 1) Istigazione a delinquere Il primo comma dellart. 414 punisce chi, per il solo fatto dellistigazione, pubblicamente istiga qualcuno a commettere uno o pi reati. Tale norma costituisce una deroga al principio generale (art. 115 cp) per cui listigazione a commettere un reato non punibile se non sia seguita dalla commissione del reato stesso. Leccezione si spiega con la minaccia allordine pubblico derivante dalla pubblicit del fatto. Il codice distingue, ai fini della pena, listigazione a commettere delitti dallistigazione a commettere contravvenzioni. Listigazione implica una azione sulla psiche di altre persone per spronarle a commettere determinati fatti e la norma non richiede che essa sia diretta alla folla essendo sufficiente che il fatto sia commesso alla presenza di due o pi persone anche se listigazione rivolta ad una persona sola. Oggetto dellistigazione deve essere la commissione di uno o pi reati, delitti o contravvenzioni, ma necessario che si tratti di reati determinati in quanto listigazione a commettere reati in genere non configura la fattispecie in esame ma realizza il reato di cui allarticolo successivo (istigazione a disobbedire alla legge). Ai fini della consumazione sufficiente il fatto dellistigazione in pubblico e quindi si prescinde dal fatto se il reato sia commesso o meno e quindi se listigazione accolta e il reato viene realizzato listigatore risponder anche di questultimo reato in qualit di concorrente (sempre che la sua azione abbia recato un contributo causale al verificarsi del fatto). Il dolo consiste nella volont di istigare alla commissione di uno o pi reati determinati accompagnata dalla consapevolezza delleffetto di istigazione e da quella di agire pubblicamente visto che come si detto la pubblicit elemento essenziale del fatto e non condizione di punibilit. Il delitto in esame ha carattere generico e quindi configurabile solo quando il fatto non sia incriminato da altra norma penale (es. istigazione a commettere reati di genocidio). 2) Apologia di delitti Il terzo comma dellart. 414 punisce chiunque pubblicamente fa apologia di uno o pi delitti. Lapologia una manifestazione di pensiero che consiste nelleesaltare un fatto o il suo autore con lintento di propaganda e quindi allo scopo di spronare gli altri allimitazione. In sostanza si tratta di una forma di istigazione indiretta che si concreta nellesaltazione di una attivit delittuosa capace di far sorgere il pericolo di ulteriori reati e di turbare lordine pubblico. Oggetto dellapologia devono essere uno o pi delitti (e quindi le contravvenzioni non sono considerate dalla norma). Per i modi di esecuzione, il momento consumativo e il dolo vale quanto detto per listigazione a delinquere. 3) Istigazione o apologia ai delitti di terrorismo o crimini contro lumanit - Il quarto comma dellart. 414 prevede che se listigazione o lapologia di cui ai commi precedenti riguarda delitti di terrorismo o crimini contro lumanit la pena

aumentata della met. Tale creazione di una circostanza aggravante ad effetto speciale si inserisce nelle innovazioni del cosiddetto decreto Pisanu finalizzata a rafforzare gli strumenti di prevenzione e contrasto al terrorismo internazionale. 4) istigazione a disobbedire alle leggi Lart. 415 punisce chi istiga pubblicamente alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico. Lincriminazione non mira a prevenire la commissione di determinati reati ma mira invece ad evitare pericolosi stati danimo che anche se non portano a delinquere costituiscono un turbamento delle condizioni necessarie per il mantenimento dellordine pubblico. Per leggi di ordine pubblico non devono intendersi le sole leggi penali ma tutte le norme giuridiche per le quali non riconosciuta alla volont dei singoli potest dispositiva o derogatoria. Se la disobbedienza riguarda invece un determinato reato previsto da una norma penale per il principio di specialit si applica la norma che prevede listigazione a delinquere. Per quanto riguarda i modi di esecuzione, la consumazione e il dolo vale quanto detto per listigazione a delinquere non essendoci tra i due reati altra differenza che loggetto dellistigazione. 5) Istigazione allodio tra le classi sociali - Sempre lart. 415 punisce la pubblica istigazione allodio tra le classi sociali. Perch sussista il reato non occorre che il colpevole aizzi una classe contro laltra n che spinga ad odiare una intera classe ma sufficiente che susciti o rafforzi lodio delle persone cui si rivolge contro individui appartenenti a classi sociali diverse. Anche in questo caso vale quanto detto per le altre figure criminose analizzate in precedenza. 169) Associazione per delinquere - Lart. 416 punisce il fatto di pi persone che si associano per commettere una serie indeterminata di delitti. Lart. 418 incrimina come reato a s stante il prestare assistenza agli associati per delinquere. 1) Associazione per delinquere Per lart. 416 tale delitto si verifica quando tre o pi persone si associano allo scopo di commettere pi delitti. Il codice quindi punisce di per s il fatto di partecipare allassociazione ed quindi evidente che anche in questo caso si ha una deroga allart. 115 cp giustificata dal fatto che lesistenza di una associazione per delinquere di per s suscita allarme nella popolazione e quindi, indipendentemente dai delitti che possono essere commessi, costituisce turbamento allordine pubblico. Associazione non equivale ad accordo in quanto perch ci sia associazione necessario un minimo di organizzazione a carattere stabile anche se non necessaria una distribuzione gerarchica delle funzioni. Obiettivo dellassociazione deve essere la commissione di pi delitti (e quindi non contravvenzioni) e quindi si esige che lassociazione abbia come scopo lattuazione di un programma di delinquenza e quindi lesecuzione di una serie indeterminata di delitti. Associarsi per commettere un solo delitto quindi non integra la fattispecie in esame. Lassociazione a delinquere differisce dal concorso di persone nel reato in quanto in questultimo caso laccordo tra le persone circoscritto ad uno o pi reati, commessi i quali laccordo si esaurisce e viene meno il pericolo per la comunit mentre nellassociazione per delinquere il vincolo permane anche dopo la commissione di pi reati e quindi persiste il pericolo per lordine pubblico che caratteristica essenziale del reato. Per la configurabilit del delitto in esame necessaria la partecipazione di almeno tre persone e il codice distingue, ai fini della pena, i semplici associati dai promotori, costitutori, organizzatori e capi. Il delitto si perfeziona non appena lassociazione si costituisce indipendentemente dal fatto se i reati siano commessi o meno. E il solo fatto dellassociazione che integra il delitto e quindi se i partecipanti commettono uno o pi reati che formano oggetto dellassociazione ne rispondono individualmente in concorso con il reato di cui ci stiamo occupando. Trattandosi di un reato permanente la consumazione si protrae fino alla cessazione dello stato antigiuridico e quindi fino allo scioglimento dellassociazione. Il dolo consiste nella volont di entrare a far parte di una associazione allo scopo di commettere delitti e sapendo che in essa vi sono almeno altre due persone che si propongono lo stesso fine. Si tratta quindi di dolo specifico. Come listigazione a delinquere il delitto in esame ha carattere generico e quindi non si applica quando il fatto di associazione per delinquere previsto in modo specifico da altra norma penale. Sono previste due circostanze aggravanti speciali. La prima si ha quando gli associati percorrono armati le campagne o le pubbliche vie (brigantaggio). Per la configurazione di tale aggravante non necessario che vengano attuati programmi di delinquenza ma basta che uno o pi degli associati percorrano armati le pubbliche vie ( e tale aggravante viene applicata a tutti i partecipanti allassociazione). La seconda aggravante si ha invece quando il numero dei partecipanti di 10 o pi (nel computo devono essere compresi anche gli incapaci penalmente e quindi non imputabili per minore et o per infermit di mente). Alla condanna per delitto di associazione per delinquere segue obbligatoriamente lapplicazione di una misura di sicurezza, generalmente la libert vigilata a meno che non sia applicabile una misura pi grave. 2

2) Assistenza agli associati Lart. 418 punisce come delitto autonomo il fatto di chi, al di fuori dei casi di concorso nel reato o di favoreggiamento, d rifugio o fornisce il vitto, ospitalit, mezzi di trasporto o strumenti di comunicazione a qualcuna delle persone che partecipano allassociazione. E evidente che lassistenza non deve essere tale da costituire concorso nellassociazione e quindi non deve andare a favore dellintera associazione ma deve andare a favore di singoli membri senza che lassociazione se ne avvantaggi in modo rilevante. E evidente anche che non deve trattarsi di favoreggiamento e quindi di un aiuto prestato dopo lesaurimento dellattivit criminosa dellassociazione per eludere le investigazioni o sottrarsi alle ricerche dellautorit. Laiuto ai singoli membri quindi per configurare tale figura criminosa deve consistere nel procurare asilo, ricovero o vitto, ospitalit o mezzi di trasporto. Se lassistenza prestata continuativamente il delitto aggravato e tale previsione mal si concilia con la ratio della norma che prevede che laiuto abbia carattere occasionale. Lultimo comma dellart. prevede una causa speciale di esclusione della pena disponendo che non punibile che commette il fatto a favore di un prossimo congiunto. 170) Associazione di tipo mafioso Lart. 416 bis (introdotto nel 1982) incrimina chiunque fa parte di una associazione di tipo mafioso formata da tre o pi persone. La norma chiarisce che i connotati di tale associazione sono: la particolare forza intimidatrice del vincolo associativo e la condizione di assoggettamento ed omert che ne deriva, fattori di cui si avvalgono i componenti per commettere delitti ma anche per acquisire il controllo di attivit economiche o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per s ed altri o al fine di impedire o ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a s o ad altri in occasione di consultazioni elettorali. Di particolare rilievo sono gli effetti della condanna che importa sempre la confisca delle cose che servirono a commettere il reato e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto o il profitto o ne costituiscono limpiego. Questo delitto presenta notevoli affinit con quello di associazione per delinquere di cui allart. 416 in quanto identica la ratio, uguale il numero minimo di associati, analogo laumento della pena per capi e organizzatori anche se tutte le sanzioni sono accresciute. Come per lassociazione per delinquere il reato in questione ha natura permanente perch vi uno stabile vincolo associativo ma a differenza del primo viene meno lindispensabilit della prova di realizzare pi o specifici delitti, cosa che in passato aveva reso poco agevole ricondurre le associazioni mafiose agli schemi dellart. 416. Per lesistenza del reato non sufficiente laccordo in quanto occorre una struttura organizzativa che per larticolo in esame non definisce, probabilmente per il fatto che le organizzazioni mafiose hanno caratteri complessi cosa che ha portato a porre l'attenzione sulle manifestazioni esterne e sul modus operandi piuttosto che sulla natura interna di tali organizzazioni. Ci per ha anche condotto a notevoli difficolt di accertamento mettendo in luce come la risposta dellordinamento al fenomeno mafioso sia ancora allo stato attuale del tutto inadeguata. Rispetto allassociazione per delinquere lassociazione di tipo mafioso presenta la figura, abbastanza controversa, del concorrente esterno. Un primo punto fermo per chiarire la figura era stato offerto dalla sentenza Demitry delle Sezioni Unite che aveva chiarito la differenza di ruoli tra chi partecipa allassociazione e chi ne concorrente esterno. Il primo colui che fornisce apporto continuativo allassociazione agendo nella vita quotidiana e corrente dellassociazione esterna mentre il secondo colui che non vuole far parte dellassociazione ma al quale essa si rivolge per colmare temporanei vuoti in un certo ruolo o quando lassociazione attraversa una fase patologica che per essere superata esige lapporto temporaneo di un esterno. Si deduceva pertanto che solo chi era in grado di fornire un contributo causalmente idoneo a consentire allassociazione di colmare eventuali vuoti in un ruolo in periodi di emergenza poteva porre in essere una condotta penalmente rilevante. Tuttavia tale sentenza lasciava in parte irrisolto il problema della necessit dellapporto dellesterno come condotta effettivamente idonea a rafforzare lassociazione e leffettivo verificarsi del rafforzamento dellassociazione stessa. Per colmare tale lacuna la giurisprudenza aveva proposto lutilizzazione di un criterio di tipo prognostico secondo il quale fornisce un apporto causalmente efficiente alla realizzazione del reato chi pone in essere una condotta che appaia ex ante idonea a facilitare la commissione del reato stesso aumentandone la probabilit. Tuttavia tale criterio era criticato dalla dottrina in quanto accusato di trasformare listituto del concorso di persone in una fattispecie a consumazione anticipata sanzionando il mero pericolo per lordine pubblico riconducendo peraltro listituto in esame alla categoria del concorso morale. Successivamente la sentenza Carnevale delle Sezioni Unite ha stabilito che concorrente esterno colui che non stabilmente inserito nellorganizzazione ma fornisce un contributo concreto, specifico e volontario a carattere occasionale o continuativo. Tale contributo deve avere una effettiva rilevanza causale ai fini del rafforzamento e della conservazione dellassociazione e lagente deve rappresentarsi, come dolo diretto, 3

lutilit per la realizzazione del programma criminoso. Lidoneit del contributo del concorrente doveva essere valutata sulla base di un giudizio effettuato ex ante. Se la sentenza Carnevale ha avuto il merito di riconoscere in via definitiva il contributo del concorrente esterno stata comunque sottoposta alla critica circa la difficolt di individuare in concreto lapporto minimo del concorrente soprattutto nella ipotesi di evidente sproporzione tra lapporto del concorrente (soprattutto in caso di concorso morale) e levento ad esso correlato. Allo scopo di eliminare queste incertezze intervenuta la sentenza Mannino delle Sezioni Unite il cui merito stato di definire i contorni del contributo del concorrente, definito ora come colui che fornisce un apporto che abbia avuto reale efficienza causale che sia stato condizione necessaria per la realizzazione del fatto criminoso collettivo e per la produzione dellevento lesivo al bene giuridico protetto. La rilevanza del contributo del concorrente esterno quindi non pi valutata ex ante e quindi considerata idonea in astratto ad aumentare il rischio di realizzazione del reato ma in base ad un giudizio ex post e quindi sulla verifica se, eliminata quella particolare condotta, levento si sarebbe ugualmente prodotto. Tale approccio ha quindi consentito di escludere quei contributi dei concorrenti che si siano dimostrato controproducenti o comunque ininfluenti ai fini della verificazione del reato e quindi ha stabilito la necessit di una verifica ex post della effettiva incidenza del contributo al mantenimento in vita o al rafforzamento dellassociazione. Il delitto ha carattere permanente e quindi si consuma con lingresso dellassociazione e la consumazione si protrae finche non interviene lo scioglimento o labbandono da parte del soggetto. Il dolo consiste nella volont di essere associato e nella coscienza delle finalit dellassociazione. Costituiscono aggravanti speciali laver promosso, diretto o organizzato lassociazione, la disponibilit di armi o materie esplodenti e il finanziamento di attivit economiche con il prezzo, il prodotto o il profitto dei delitti. 171) Scambio elettorale politico-mafioso Lart. 416 ter (introdotto nel 1992) chiarisce che la pena stabilita nellart. 416 bis si applica anche a chi ottiene la promessa di voti prevista dallarticolo stesso in cambio di denaro. Abbiamo visto che tra le finalit dellassociazione mafiosa c anche quella di impedire o ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a s o ad altri. Peraltro la sanzione a questo tipo di comportamento era comunque subordinata allappartenenza allassociazione mafiosa. Con lart. 416 ter invece stato creato un nuovo reato volto a perseguire chi, pur al di fuori dellorganizzazione, compra la promessa di voto erogando denaro. Tuttavia lart. 416 ter si richiama espressamente alla promessa di voti prevista dallart. 416 bis e pertanto in tal modo esige, se non la partecipazione allassociazione, comunque un collegamento con essa e con i metodi mafiosi e quindi occorre che lacquisto di voti sia accompagnato dalla forza persuasiva di chi acquista e dalla condizione di assoggettamento in ambiente di omert di chi riceve il denaro che tipica degli ambienti dove le associazioni mafiose esercitano il loro potere. Il delitto si consuma con la promessa indipendentemente dalla effettiva prestazione del voto. Se il soggetto attivo un associato il reato in esame concorre con quello associativo di cui allart. 416 bis. Il dolo richiede la volont di richiedere la promessa e di ottenerla con la coscienza della condizioni ambientali in cui essa viene prestata. Non invece contemplata sanzione per chi promette in quanto la legge suppone che egli, pur ricevendo denaro, agisca per effetto di una situazione di assoggettamento e quindi in sostanza resti una vittima anche se viene pagato. 172) Devastazione e saccheggio Lart. 419 punisce chiunque fuori dai casi previsti dallart. 285 commette fatti di devastazione o di saccheggio. La norma ha quindi carattere sussidiario in quanto pu essere applicata solo se i fatti non sono commessi allo scopo di attentare alla sicurezza dello stato (art. 285). Devastare significa danneggiare mentre saccheggiare significa depredare e sottrarre ma per la configurazione dei rispettivi reati necessario che il danneggiamento o la sottrazione oltre a ledere interessi privati patrimoniali offendano lordine pubblico determinando cio un turbamento della sicurezza e tranquillit dei cittadini. Questo risultato che distingue i reati in esame dal danneggiamento e dal furto si ha quando per le circostanze di tempo e di luogo in cui si svolge il fatto (normalmente in occasione di calamit pubbliche) si determina nellambiente un particolare allarme sociale. A tale scopo non basta un solo fatto in quanto la legge parla di fatti di devastazione o saccheggio e inoltre i danni arrecati devono essere rilevanti. Il delitto si consuma nel momento in cui i danneggiamenti e i furti assumono il profilo della devastazione e del saccheggio ossia quando vengono a costituire una minaccia dellordine pubblico. Per quanto riguarda lelemento soggettivo la dottrina prevalente ritiene che sia sufficiente la volont di porre in essere fatti di devastazione o saccheggio ma la corte suprema ha talora asserito che occorre anche la previsione e la volont di turbare lordine pubblico. Poich lart. 419 tratta devastazione e saccheggio come due fattispecie alternative e penalmente equivalenti non dovrebbe essere 4

ammissibile il concorso di reati se entrambe sono realizzate in una unica azione. La continuazione del delitto invece configurabile quando ad es. i fatti di saccheggio o devastazione vengono compiuti in momenti diversi ma in esecuzione ad un unico disegno criminoso (es. attuazione del piano di saccheggiare le case sinistrate durante un terremoto). Occorre anche ritenere che restino assorbiti nel reato in questione i danneggiamenti e i furti dato che essi vi sono contenuti non essendo concepibile un saccheggio senza furto o una devastazione senza saccheggio. Tutti gli altri reati commessi durante la devastazione e il saccheggio concorrono invece con il delitto in esame. 173) Pubblica intimidazione Sono le due ipotesi previste dagli art. 420 e 421 1) Attentato ad impianti di pubblica utilit- Lart. 420 punisce chiunque commette un fatto diretto a danneggiare o distruggere impianti di pubblica utilit, nonch chi commette un fatto diretto a distruggere sistemi telematici o informatici di pubblica utilit o i programmi in essi contenuti. Il reato si consuma con il solo fatto di porre in essere lazione volta al danneggiamento o alla distruzione. Lesigenza di distinguere il reato in esame da quello di danneggiamento induce a ritenere che non basta per il dolo la volont di danneggiare o distruggere ma che occorra anche la coscienza di porre in essere un fatto capace di porre in pericolo lordine pubblico. 2) Pubblica intimidazione tramite minaccia. Lart. 421 punisce chiunque minaccia di commettere delitti contro la pubblica incolumit o fatti di devastazione o saccheggio in modo da incutere pubblico timore. A differenza dal reato precedente questo reato si concreta con la semplice minaccia, minaccia che deve avere per oggetto uno dei delitti previsti nel titolo VI del codice (strage, incendio, disastro ferroviario,ecc) o il delitto previsto dallart. 419 (devastazione e saccheggio). 174) Contravvenzioni concernenti lordine pubblico Nel libro III del codice sono riportate varie norme contravvenzionali dirette a rafforzare la tutela dellordine pubblico. 1) Formazione di corpi armati non diretti a commettere reati - Lart. 653 punisce chiunque, senza autorizzazione, forma un corpo armato non diretto a commettere reati. La formazione del corpo deve quindi avvenire senza lautorizzazione dellautorit di PS e inoltre non deve essere diretto a commettere reati altrimenti sarebbero applicabili gli art. 416( associazione per delinquere) o 306 (banda armata). 2) Grida e manifestazioni sediziose Tale contravvenzione prevista dallart. 654 stata trasformata in illecito amministrativo e punisce chiunque in una riunione non privata o in luogo pubblico o aperto al pubblico compie manifestazioni o emette grida sediziose qualora il fatto non costituisca reato. Per qualificare come sediziose grida o manifestazioni (es. scritte sui muri) necessario un comportamento che offenda la pubblica autorit o crei un pericolo per lordine pubblico (es. alcune manifestazioni negli stadi in occasione di partite di calcio). 3) Radunata sediziosa . Lart. 655 punisce chi fa parte di una radunata sediziosa di dieci o pi persone. Affinch la radunata sia sediziosa occorre che rappresenti un pericolo per lordine pubblico e di tale carattere si devono rendere conto i partecipanti per cui non incorre nella contravvenzione chi si avvicina alla folla per curiosit. 4) Pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose atte a turbare lordine pubblico . Lart. 656 punisce chiunque pubblica o diffonde notizie false, esagerate o tendenziose per le quali possa essere turbato lordine pubblico sempre che il fatto non costituisca reato. 5) Grida o notizie atte a turbare la tranquillit pubblica o privata Lart. 657 (ora abrogato) puniva colui che allo scopo di smerciare o distribuire scritti o disegni in luogo pubblico o aperto al pubblico annunciava o gridava notizie dalle quali potesse essere turbata la tranquillit pubblica o privata. 6) Procurato allarme presso lautorit Lart. 458 punisce chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso lautorit o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio (es. chiamata ai pompieri con il falso annuncio di un incendio).

7) Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone . Lart. 659 punisce a) chi mediante schiamazzi o rumori, o abusando di strumenti sonori o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone b) il caso di chi esercita una professione o un mestiere rumoroso contro le disposizioni di legge o le prescrizioni dellautorit. 8) Molestia o disturbo alle persone . Lart. 660 punisce chi in un luogo pubblico o aperto al pubblico o tramite telefono, per petulanza o altro motivo biasimevole, reca a taluno molestia o disturbo. (es. importunare una donna con eccessive proposte amorose, chiamare qualcuno senza scopo al telefono o al citofono specialmente in ore notturne). Per la sussistenza della contravvenzione occorre il dolo in quanto il fatto deve essere commesso per petulanza (e quindi con arroganza o sfacciataggine) o per altro motivo biasimevole (es. per fare dispetto). 9) Abuso della credulit popolare Lart. 661 punisce chi pubblicamente cerca con qualsiasi impostura, anche gratuitamente, di abusare della credulit popolare se dal fatto pu derivare un turbamento dellordine pubblico. Rientra nella previsione lattivit dei maghi, streghe e veggenti. Il fatto deve essere commesso pubblicamente e deve poter determinare un turbamento dellordine pubblico anche se non necessario che lordine pubblico sia effettivamente turbato. La contravvenzione come la precedente esige il dolo. Parte III Reati contro lo stato Capitolo I Reati contro la pubblica amministrazione Sezione I .- I reati contro la pubblica amministrazione in generale 175) Contenuto della classe Il titolo II del secondo libro del codice contempla i delitti contro la pubblica amministrazione, intendendosi con questo termine tutta lattivit dello stato e degli enti pubblici e quindi non solo lattivit amministrativa in senso stretto ma anche quella legislativa e giudiziaria. I delitti in esame sono distinti nel codice in due classi: i delitti dei pubblici ufficiali contro la p.a. e i delitti dei privati contro la p.a. Occorre dire che nella prima classe rientrano anche i delitti commessi da incaricati di pubblico servizio o dagli esercenti un servizio di pubblica necessit. La distinzione tra le due classi sta nel fatto che nella prima loffesa implica una violazione di doveri funzionali da parte di persone che esercitano mansioni pubbliche mentre nella seconda il turbamento arrecato da individui che sono estranei allattivit funzionale colpita dallazione criminosa. Si pu dire che nella prima classe loffesa agli interessi dello stato proviene dallinterno dellamministrazione mentre nella seconda proviene dallesterno. Oggetto della tutela penale quindi il regolare funzionamento e il prestigio degli enti pubblici. 176) I soggetti investiti di mansioni di interesse pubblico - Prima di esaminare i reati contro la p.a. occorre individuare i soggetti che esercitano mansioni di interesse pubblico. Il codice vigente distingue a tale proposito tre figure giuridiche: il pubblico ufficiale, lincaricato di pubblico servizio e lesercente un servizio di pubblica necessit. Prima della riforma intervenuta nel 1990 il codice penale definiva come pubblici ufficiali a) gli impiegati dello stato o di altri enti pubblici che esercitano, permanentemente o temporaneamente, una pubblica funzione amministrativa, legislativa o giudiziaria b) ogni altra persona che esercita permanentemente o temporaneamente, volontariamente o per obbligo, gratuitamente o con retribuzione, una pubblica funzione amministrativa, legislativa o giudiziaria. Il codice penale definiva invece come incaricati di pubblico servizio a) gli impiegati dello stato o di altro ente pubblico che prestano, temporaneamente o permanentemente un pubblico servizio b) ogni altra persona che presta permanentemente o temporaneamente, gratuitamente o con retribuzione , volontariamente o per obbligo un pubblico servizio. Infine il codice definiva come persone che esercitano un servizio di pubblica necessit: a) i privati che esercitano professioni forensi o sanitarie o altre professione per la quale necessaria una abilitazione statale, quando il pubblico sia obbligato per legge ad avvalersi di essi b) i privati che non esercitando una pubblica funzione o un pubblico servizio adempiono ad un servizio dichiarato di pubblica necessit da parte della p.a. Linterpretazione di tali norme diede luogo a gravissime incertezze e ad una serie di casi controversi e le difficolt furono accresciute dal continuo sorgere di nuovi enti pubblici con una fisionomia di difficile interpretazione nonch dal fatto che con leggi speciali veniva riconosciuta la qualit di pubblici ufficiali ad intere categorie di persone, come gli addetti alle ferrovie dello stato. Stando cos le cose era necessario mettere ordine nella materia e quindi fu varata nel 1990 (con successive modifiche nel 1992) una legge che forniva nuove definizioni 6

legislative delle qualifiche di pubblico ufficiale e di incaricato di pubblico servizio. La nuova legge stabiliva allart.17 agli effetti della legge penale sono pubblici ufficiali coloro che esercitano una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa. Epubblica la funzione amministrativa caratterizzata dalla manifestazione di volont della p.a. e dal suo svolgersi mediante poteri autoritativi o certificativi. Lart. 18 invece stabiliva agli effetti della legge penale sono incaricati di pubblico servizio coloro che prestano,a qualunque titolo, un pubblico servizio. Per pubblico servizio deve intendersi una attivit disciplinata nello stesso modo della pubblica funzione ma caratterizzata dalla mancanza dei poteri tipici di questultima con esclusione dello svolgimento di semplici mansioni dordine e delle attivit puramente materiali. 177) Pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio - Riservandoci di parlare in seguito della terza categoria (esercenti un servizio di pubblica necessit) esaminiamo le prime due che sono le pi importanti e controverse- Dal testo degli art. 17 e 18 si evince che le due qualifiche non presuppongono necessariamente un rapporto di impiego tra lente e la persona e che quindi sia il pubblico ufficiale che il pubblico esercizio possono essere esercitati da pubblici impiegati o da semplici privati. Quanto alla distinzione tra le due figure altrettanto evidente che la legge considera solo la natura della mansione che la persona svolge e quindi pubblico ufficiale colui che esercita una funzione pubblica e incaricato di pubblico servizio chi esercita un servizio pubblico. La differenza tra le due figure sta quindi nella distinzione tra pubblica funzione e pubblico servizio. Le principali proposte per distinguere tra le due figure sono sostanzialmente tre : a) secondo alcuni scrittori caratteristica della pubblica funzione sarebbe il potere di formare la volont dellente e di rappresentare tale volont dellente allesterno. Pertanto pubblico servizio sarebbe ogni pubblica mansione che non ha tale carattere a meno che non rientri nel servizio di pubblica necessit. Tale teoria non per convincente in quanto non comprende alcune persone i quali sono necessariamente pubblici ufficiali quali i testimoni, i periti e i notai. B) altri scrittori sostengono che la pubblica funzione lattivit della p,.a diretta al raggiungimento di fini essenziali dello stato mentre pubblico servizio sarebbe lattivit della p.a. diretta al raggiungimento di fini sociali, ossia solo utili per la collettivit. Anche tale teoria non convincente in quanto non si pu negare che la qualifica di pubblici ufficiali debba essere riconosciuta a persone che si muovono nellambito dellattivit sociale della p.a. (es. direttore di un istituto di pubblica assistenza) mentre nello stesso tempo si deve negare tale qualifica a persone che si muovono nellambito dellattivit necessaria dello stato (es. impiegati dordine che lavorano negli uffici che provvedono a bisogni fondamentali dello stato come la difesa militare o la giustizia). 3) altri scrittori ritengono che la pubblica funzione comporti una volont di comando che si esterna in un potere giuridicamente superiore a quello dei cittadini mentre il pubblico servizio comporta una attivit pubblica priva di tale carattere. Anche a tale teoria si pu formulare una obiezione e precisamente il fatto che tale caratteristica manca nelle persone che esercitano un potere di certificazione e che sono sicuramente pubblici ufficiali quali i notai o i cancellieri giudiziari. La teoria di Antolisei parte dal fatto che la legge attribuisce a tale distinzione una importanza fondamentale per il fatto che il pubblico ufficiale punito in modo pi grave rispetto allincaricato di pubblico servizio se viene meno ai suoi obblighi e nello stesso tempo punito pi gravemente il privato che lo offende. Da tale fatto scaturisce, secondo Antolisei, la conseguenza che la qualifica di pubblico ufficiale deve essere riconosciuta necessariamente a coloro che che formano o concorrono a formare la volont dellente e lo rappresentano allesterno. ( e quindi alle persone che svolgono funzioni direttive, a tutti i funzionari di concetto e quindi non agli impiegati dordine a meno che non siano direttamente a contatto con il pubblico). Accanto a tale categoria di persone la qualifica di pubblico ufficiale deve essere riconosciuta a : a) coloro che sono muniti di poteri autoritativi, particolarmente coloro che possono effettuare arresti o comminare contravvenzioni (agenti della forza pubblica, guardie giurate che esercitano funzioni di polizia, gli stessi privati che procedono allarresto in flagranza di reato, ecc) b) coloro che sono muniti di poteri di certificazione e quindi che possono rilasciare documenti che nel nostro ordinamento hanno efficacia probatoria (notai, agenti di cambio) e le persone che nei processi fanno attestazioni destinate alla prova (testimoni, periti, interpreti). Tutte le altre persone che svolgono mansioni di interesse pubblico e non appartengono alla categoria degli esercenti un servizio di pubblica necessit (di cui parleremo dopo) vanno considerate secondo Antolisei come incaricati di un pubblico servizio. 179) Persone esercenti un servizio di pubblica necessit Come risulta dal codice penale questa categoria comprende due gruppi di persone . Il primo gruppo costituito dai privati che esercitano professioni per le quali necessaria una pubblica abilitazione da parte dello stato sempre che il pubblico sia per legge obbligato ad avvalersi di loro. (es. 7

avvocato, procuratore notaio, medico, farmacista. ecc). E ovvio che in questa categoria si pu anche verificare lesercizio di pubbliche funzioni e quindi la qualifica di pubblico ufficiale quando ne ricorrano le caratteristiche (e.s sono pubblici ufficiali lavvocato e il procuratore quando esercitano il potere di certificazione). Il secondo gruppo comprende i privati che, senza esercitare una pubblica funzione o prestare un pubblico servizio, adempiono ad un servizio dichiarato di pubblica necessit mediante un atto della p.a. A tale proposito sorge una incertezza in quanto un atto della p.a. richiesto anche per i servizi pubblici esercitati da privati. Si pu risolvere la difficolt considerando pubblici servizi quelli che richiedono una vera e propria concessione amministrativa e servizi di pubblica necessit quelli il cui esercizio richiede una semplice autorizzazione. 180) Rapporto tra la qualifica e il fatto delittuoso - Per la configurazione dei reati che possono essere realizzati solo da persone rivestite di mansioni di interesse pubblico (pubblici ufficiali, incaricati di pubblico servizio, esercenti servizi di pubblica necessit) necessario talvolta che il fatto sia commesso durante lesercizio di tale funzione (es. peculato mediante profitto dellerrore altrui). In altri casi invece lesercizio delle mansioni elemento determinante nel senso che il fatto deve verificarsi proprio a causa delle funzioni o dei servizi. In altri casi infine deve esserci un nesso finalistico tra il fatto e le mansioni (es. art. 318 il pubblico ufficiale si lascia corrompere per compiere un atto del suo ufficio). Importanti sono anche gli effetti della cessazione della qualifica. Il codice a tale proposito stabilisce allart. 360 quando la legge considera la qualifica di pubblico ufficiale (o incaricato di pubblico servizio o esercente di un servizio di pubblica necessit) come elemento costitutivo o circostanza aggravante di un reato, la cessazione di tale qualit nel momento in cui il reato stato commesso non esclude lesistenza del reato stesso se il fatto si riferisce alla funzione esercitata (es. un funzionario in pensione rivela un segreto di ufficio appreso mentre era in attivit di servizio e per questo risponde del reato di cui allart. 326). Sezione II I delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione 181) Peculato Il peculato una appropriazione indebita commessa da un pubblico funzionario. Prima della riforma intervenuta nel 1990 il codice distingueva tre distinte figure: peculato in senso stretto, malversazione a danno di privati e peculato mediante profitto dellerrore altrui, Dopo la riforma stato abrogato il delitto di malversazione e quindi restano le altre due figure di peculato, cui il legislatore ha aggiunto una nuova figura, quella del peculato duso. 1) Peculato (art. 314 1^ comma). Il peculato consiste nel fatto del pubblico ufficiale (o incaricato di pubblico servizio) cconshe avendo per ragioni di ufficio il possesso o la disponibilit di denaro o altra cosa mobile altrui se ne appropria. Scopo della norma quello di tutelare linteresse statale alla correttezza dei pubblici ufficiali ma anche i beni patrimoniali delle cose loro affidate a chiunque esse appartengano. Presupposto del delitto che il pubblico ufficiale (o incaricato di pubblico servizio) abbia il possesso o la disponibilit della cosa mobile o del denaro. Il riconoscimento del possesso ai fini del peculato deve intendersi, a differenza di ci che avviene nel diritto privato, non solo come accertamento di puro fatto ma anche come accertamento di diritto nel senso che il possesso pu dipendere dalla funzione gerarchica del pubblico ufficiale in base alla quale egli possa procurarsi la disponibilit della cosa. Il possesso di cui allart. 314 quindi consiste nella possibilit di disporre, al di fuori della altrui sfera di vigilanza, della cosa sia in virt di una situazione di fatto sia in conseguenza della funzione esplicata dal soggetto nellambito dellamministrazione. Pertanto potr rispondere del delitto di peculato non solo il funzionario che custode della cosa ma anche il funzionario che, pur non avendo la disponibilit materiale della cosa, occupi una funzione tale che gli permetta di potersela procurare senza essere ostacolato dai suoi dipendenti. La cosa o il denaro devono essere altrui nel senso che possono appartenere alla p.a. o a qualsiasi soggetto privato. Anche il concetto di propriet ha nel codice penale un significato diverso da quello che ha nel diritto privato in quanto nel concetto vanno compresi tutti quei rapporti che implicano un diritto di disposizione o di godimento autonomo della cosa o di una parte di essa. Il fatto materiale consiste nellappropriarsi del denaro o della cosa altrui posseduta per ragioni di ufficio o di servizio. Appropriarsi di una cosa significa esercitare sulla cosa stessa un dominio incontrastato ma nel concetto rientra anche lipotesi di destinare le somme di denaro o la cosa ad uno scopo diverso da quello fissato dalla legge o dai regolamenti (cosiddetta distrazione). Occorre ritenere quindi che lappropriazione debba essere ritenuta esistente ogniqualvolta il soggetto, deviando la cosa da una finalit ad unaltra non appartenente alla pubblica amministrazione, agisca in sostanza sulla cosa come ne sia il proprietario. Il reato si 8

consuma nel momento in cui si realizzano gli atti di appropriazione senza che sia necessario il verificarsi di un danno patrimoniale. Lelemento soggettivo consiste nella coscienza e volont di porre in essere un comportamento di appropriazione al fine di ricavarne un profitto per s o per altri. Il semplice proposito e la pura speranza di restituire la cosa non escludono il dolo. 2) Peculato duso . Lart- 314 al secondo comma stabilisce una pena pi mite qualora il colpevole abbia agito al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa e questa, dopo luso momentaneo, stata restituita. Il secondo comma disegna sicuramente un reato autonomo e non una circostanza attenuante del delitto previsto al primo comma. Per quanto riguarda lidentificazione del soggetto e la condotta rilevante si rimanda a quanto detto per il peculato con la precisazione (che giustifica la pena minore) che il colpevole in questo caso agisce al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa restituendola poi immediatamente (in maniera analoga al furto duso). La cosa usata naturalmente deve essere di tale natura da non perdere consistenza economica o identit per luso e la durata maggiore o minore delluso (che non deve essere comunque prolungato) pu incidere solo sulla pena e non sullesistenza del reato. Qualora manchi il requisito della restituibilit del bene di cui stato fatto uso momentaneo dovrebbe ritenersi sussistente il peculato ordinario. Il tentativo difficilmente ipotizzabile ma non se ne pu escludere la configurabilit. Il dolo consiste nella volont di fare uso momentaneo della cosa. 3) Peculato mediante profitto dellerrore altrui (art. 316) Secondo lart. 316 commette questo reato il pubblico ufficiale (o incaricato di pubblico servizio) che nellesercizio della funzione o del servizio, giovandosi dellerrore altrui riceve o ritiene indebitamente per se o per un terzo denaro o pubblica utilit (con questo termine deve intendersi comunque una cosa mobile). E infatti dovere del pubblico ufficiale non accettare cose che gli siano consegnate per errore e restituirle dopo essersi accorto dellerrore stesso se le ha ricevute in buona fede. La violazione di tale dovere costituisce lessenza del reato. Lipotesi descritta dallart. 316 deve ritenersi una forma attenuata di peculato dal quale si distingue in quanto non richiede il previo possesso della cosa. Per quanto riguarda lelemento oggettivo ricevere significa accettare una cosa mentre ritenere significa non restituire la cosa ricevuta non appena ci si accorti dellerrore. Lerrore di cui si avvantaggia il funzionario infedele pu essere di un privato ma anche della p.a. e in ogni caso non deve essere commesso dolosamente altrimenti si configurerebbe il reato di concussione (art. 317). Il dolo esige la consapevolezza dellerrore altrui e la volont di ricevere la cosa o di ritenerla indebitamente dopo la scoperta dellerrore. 4) Malversazione a danno di privati (art. 315). Tale articolo, abrogato come abbiamo detto dalla legge del 1990, puniva il pubblico ufficiale (o incaricato di pubblico servizio) che si appropria o comunque distrae a profitto proprio o di un terzo, denaro o altra cosa mobile non appartenente alla p.a. di cui egli ha il possesso per ragione del suo ufficio o servizio. Tale ipotesi quindi attualmente rientra nel reato di peculato di cui allart. 314 primo comma. 182) Malversazione a danno dello stato - Lart. 316 bis introdotto dalla legge del 1990 punisce chiunque, estraneo alla p.a., avendo ottenuto dallo stato, o da ente pubblico o dalla comunit europea, contributi, sovvenzioni o finanziamenti destinati a favorire iniziative dirette alla realizzazione di opere o attivit di pubblico interesse, non li destina alle predette finalit. Occorre dire che abbastanza anomala la collocazione di tale norma nel titolo relativo ai reati commessi dai pubblici ufficiali in quanto essa descrive un reato necessariamente comune dal momento che si richiede che lagente sia estraneo alla pubblica amministrazione. Con questo reato si intende tutelare linteresse dello stato a far s che gli interventi economici a sostegno di attivit di pubblico interesse (interventi che costituiscono un onere per lente pubblico che li concede) siano nullificati o indeboliti per colpa dei beneficiari. Qualora invece il fatto sia commesso da persona non estranea alla p.a. saranno configurabili altri pi gravi reati quali il peculato o labuso di uffici. La condotta consiste nella mancata destinazione (in tutto o in parte) dei benefici economici ottenuti alle opere o attivit per le quali essi sono stati concessi. Trattandosi di un comportamento omissivo sorge di frequente il problema del momento consumativo del reato. Se il provvedimento che autorizza lerogazione specifica anche il termine massimo di adempimento dovr farsi riferimento anche a questo termine. In caso contrario se il termine, sia pur non indicato espressamente, non pu essre desunto in altro modo sar il magistrato che dovr accertare se il contributo non sia stato destinato ad una opera diversa ( e in tal caso non rilevante che anche tale opera possa essere a pubblico vantaggio). Se invece la sovvenzione ottenuta non viene utilizzata sempre compito del giudice ricercare il momento consumativo chiedendo allente 9

erogante di precisare i limiti di tempo per limpiego del finanziamento. Quando prima della scadenza del termine il soggetto compie atti diretti in modo univoco ad escludere la destinazione del finanziamento allo scopo per cui stato erogato sar configurabile il tentativo. Se il finanziamento stato ottenuto con artifizi o raggiri che hanno indotto in errore lente pubblico e successivamente lopera non stata compiuta sar configurabile il concorso tra il reato in esame e quello previsto dallart. 640 bis. E quindi diversa la sfera di efficacia tra le due norme in quanto lart. 640 bis guarda al momento dellottenimento dellerogazione mentre lart. 316 bis al momento del mancato adempimento dellopera o attivit cui lerogazione era finalizzata. Il dolo generico e consiste nella volont dellomessa destinazione dellerogazione allopera o attivit di pubblico interesse prevista. 183) Indebita percezione di erogazioni a danno dello stato Lart. 316 ter introdotto da legge del 2000 incrimina chiunque, al di fuori delle ipotesi previste dallart. 640 bis, mediante lutilizzo di documenti falsi o attestanti cose non vere o mediante lomissione di informazioni dovute, consegue indebitamente per s o per altri contributi, finanziamenti, mutui agevolati o altre erogazioni simili, concesse dallo stato, da altri enti pubblici o dalla comunit europea. Occorre in primo luogo ricordare che lart 640 bis (Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche) stabilisce una pena maggiore se il fatto di cui allart. 640 (Truffa chiunque con artifizi o raggiri, inducendo qualcuno in errore procura a s o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno) riguarda contributi, mutui agevolati o altre erogazioni concesse dallo stato, da altri enti pubblici o dalla comunit europea. In primo luogo quindi lart. 316 ter ha carattere sussidiario e residuale rispetto allart. 640 bis in quanto pu essere applicato solo al di fuori della ipotesi prevista dallart. 640 bis stesso. In secondo luogo occorre chiederci quale sia la linea di confine tra le due ipotesi e a tale domanda si pu rispondere che la differenza sta tra le false dichiarazioni o omesse informazioni da un lato (art. 316 ter) e gli artifizi/raggiri dallaltro (art. 640 bis) interpretati come modalit pi grave e quindi puniti pi severamente. Lart. 316 ter risulterebbe quindi applicabile solo nel caso in cui le false dichiarazioni o le omesse informazioni non raggiungano il grado richiesto per essere qualificabili come artifizi o raggiri. In caso contrario si applicher invece, data la clausola di riserva contenuta nellart. 316 ter, la pi grave fattispecie di truffa aggravata ex art. 640 bis. Si pu dire pertanto che il legislatore, varando lart. 316 ter, abbia inteso coprire condotte che, altrimenti sarebbero risultate impunite. Lindebito conseguimento di contributi e simili pu avvenire, ai sensi dellart. 316 ter, con una azione (utilizzo di documenti falsi o non attestanti il ostrdeve conseguire lottenimento indebito di erogazioni e quindi per integrare il reato occorre lillecita percezione dei contributi stessi ed sufficiente il solo dolo generico. Poich la procedura per realizzare lindebito beneficio richiede una serie di atti il tentativo configurabile. 184) Concussione - Lart. 317 del codice stabilisce che si ha concussione quando il pubblico ufficiale o lincaricato di pubblico servizio, abusando della sua qualit o dei suoi poteri, costringe o induce qualcuno a dare o promettere indebitamente a lui o a un terzo denaro o altre utilit. In questa figura quindi il soggetto attivo si avvale illegittimamente della sua posizione per procurarsi, da persone che hanno rapporti con lamministrazione, vantaggi a lui non spettanti. Ratio della norma quindi quella di tutelare linteresse della p.a. alla imparzialit e correttezza dei pubblici ufficiali e nello stesso tempo di impedire che gli estranei subiscano sopraffazioni o danni per gli abusi di potere dei funzionari stessi e pertanto si deve concludere che la concussione un reato plurioffensivo. Soggetto attivo pu essere quindi solo il pubblico ufficiale o lincaricato di pubblico servizio mentre soggetto passivo, oltre alla p.a., la persona che subisce il danno (persona fisica, ente, o anche persone investite di mansioni di interesse pubblico). Per costituire la fattispecie oggettiva necessario che lagente abusi della sua qualit o dei suoi poteri. Perch vi sia abuso necessario che lagente eserciti i suoi poteri al di fuori dei limiti stabiliti dalla legge o dai regolamenti e quindi illegittimamente ma labuso pu sussistere anche quando lagente fa uso di un potere che gli spetta e con le forme dovute ma lo adopera per conseguire un fine illecito (es. il p.u che avendo accertato a carico di un individuo una violazione di legge gli estorce una somma di denaro con la minaccia di denuncia o arresto). Labuso deve inoltre avere come oggetto il costringimento o linduziione del soggetto alla dazione o promessa a cui tende il funzionario. Nel primo caso si parler di concussione esplicita, nel secondo di concussione implicita. Costringere significa esercitare con violenza o minaccia una pressione su una persona in modo da determinare la persona stessa ad un comportamento che non avrebbe compiuto senza la violenza o minaccia stessa. Il significato di induzione invece pi ampio comprendendo ogni comportamento che abbia il risultato di determinare il soggetto ad una data condotta. Rientra nel concetto sicuramente linganno (es. indurre una 10

persona a pagare una tassa affermando che dovuta) ma possono bastare anche lesortazione e il consiglio purch nellaccettazione abbia giocato un ruolo determinante la posizione di superiorit del funzionario. Possiamo dire (anche se una parte della dottrina non daccordo) che linduzione possa avvenire anche tramite omissione (inerzia) o addirittura con il silenzio. Possiamo infatti ravvisare il reato di concussione nel comportamento del funzionario che con un comportamento ostruzionistico spinga il privato a dargli la somma per ottenere un atto a cui ha diritto (es. un passaporto o una licenza). Non quindi essenziale per il delitto in esame liniziativa del pubblico ufficiale e quindi si deve dare rilevanza alla cosiddetta concussione ambientale (concernente il funzionario che trae giovamento illecito da uno stato di soggezione da lui non volontariamente causato). Si ritiene generalmente che elemento essenziale della concussione sia il timore della pubblica autorit (metus pubblicae potestatis) ma tale tesi non pu essere accolta sia perch la legge non richiede espressamente tale requisito sia perch talvolta il reato si configura perch il privato agisce non per timore del pubblico ufficiale ma per evitare danni peggiori o semplicemente per non avere noie. Ci naturalmente rende poco agevole nei singoli casi determinare il confine con il reato di corruzione (di cui parleremo). Il costringimento o linduzione devono avere per effetto una dazione o una promessa indebita. Oggetto della dazione o della promessa pu essere tanto il denaro quanto altra utilit. Parte della dottrina ritiene che per altra utilit debba intendersi solo un bene che rappresenti un interesse giuridicamente valutabile per il pubblico ufficiale. Ci non accettabile in quanto sarebbero esclusi i profitti di altro genere e quindi ad. Esempio le prestazioni sessuali (il pubblico ufficiale ad esempio induca la donna, che reclama un provvedimento dellautorit amministrativa, a concedergli i suoi favori) e quindi sarebbero privi di sanzione abusi assai riprovevoli. Si deve quindi ritenere che con lespressione altra utilit debba intendersi qualsiasi cosa che rappresenti un vantaggio per lagente. La prestazione inoltre deve essere indebita e quindi non dovuta (in tutto o in parte) per legge o per consuetudine n al pubblico ufficiale n alla pubblica amministrazione. Se il funzionario abusando dei suoi poteri ottiene una prestazione (es. esecuzione di lavori nella sua casa) il fatto che egli corrisponda un compenso non esclude il delitto. Infatti lessere ricorso allabuso per ottenere la prestazione dimostra che essa per lui un vantaggio superiore rispetto alla somma sborsata. La concussione sussiste anche se il pubblico ufficiale abusa dei suoi poteri per costringere o indurre qualcuno ad corrispondergli una somma che gli dovuta come privato in quanto egli per soddisfare il suo credito deve avvalersi dei mezzi ordinari forniti dalla legge a tutti i cittadini e non avvalersi invece della sua posizione in quanto in tal modo si procurerebbe un vantaggio ilecito. Invece deve escludersi il delitto quando la prestazione sia dovuta alla p,.a, Il funzionario che la ottenga con abuso dei suoi poteri risponder di peculato se la converte in un suo profitto ma se non ne trae alcun vantaggio personale potr incorrere in sanzioni disciplinari non potendosi ravvisare nel suo comportamento n il delitto di concussione n quello di abuso di ufficio (art. 323) specialmente se esso dovuto ad eccesso di zelo. Il reato si consuma quando ha luogo la dazione o la promessa, mentre se vi promessa non necessaria la dazione in quanto il reato si gi consumato. Per quanto riguarda lelemento psicologico necessario che lagente sia a conoscenza del carattere indebito della dazione o promessa e quindi se egli in buona fede ritiene che essa sia dovuta il dolo escluso. 185) La corruzione in generale In senso generale la corruzione consiste in un accordo tra un pubblico ufficiale ed un privato in base al quale il primo accetta dal secondo, per un atto relativo allesercizio delle sue attribuzioni, un compenso che non gli dovuto. Tale comportamento ovviamente nuoce fortemente alla imparzialit e al buon andamento della pubblica amministrazione e pertanto lo stato lo vieta assoggettando a punizione sia il funzionario che si lascia corrompere che il privato che lo corrompe. I comportamenti dei due soggetti sono ovviamente collegati tra di loro e quindi ci troviamo di fronte ad un tipico reato plurisoggettivo. Parte della dottrina ritiene che nella corruzione si configurino due distinti reati: luno commesso dal funzionario (corruzione passiva) e laltro commesso dal privato (corruzione attiva). Tale tesi non accettabile. In primo luogo essa non tiene conto del fatto che per alcune fattispecie criminose richiesto il concorso necessario ossia la presenza di una pluralit di agenti e la corruzione rientra in queste fattispecie in quanto il privato che corrompe non che un compartecipe del funzionario che si lascia corrompere. In secondo luogo tale tesi non si concilia con il nostro ordinamento in quanto il considerare il fatto del corruttore come un titolo autonomo di reato in contrasto con lo stesso articolo 321 (che contempla la corruzione) che si limita ad estendere a chi promette il compenso le pene stabilite per il funzionario che lo accetta. In terzo luogo la tesi non tiene conto che lart. 322 contempla il caso che lofferta fatta dal privato non sia accettata dal funzionario (istigazione alla corruzione). Ci dimostra che per i legislatore lazione del privato costituisce una compartecipazione allazione del funzionario in 11

quanto se invece costituisse un reato a s non sarebbe necessario lart. 322 in quanto la punibilit del fatto stesso potrebbe derivare dalla disposizione che regola il delitto tentato (art. 56). Lart.322 invece si spiega agevolmente se nella corruzione si ravvisa un delitto unico (a concorso necessario). Si deve ritenere pertanto che non si pu ravvisare nella corruzione attiva e passiva due distinti reati ma che invece essi costituiscono due aspetti di un fatto criminoso unico. Il nostro codice articola la corruzione in diverse figure, la corruzione propria e la corruzione impropria e allinterno di esse la corruzione antecedente e la corruzione susseguente. Prima di analizzare le varie figure occorre illustrare le differenze che sussistono tra il reato di corruzione e quello di concussione perch a tale proposito la dottrina non daccordo. Secondo una corrente che nel passato ha dominato nella dottrina e nella giurisprudenza la differenza starebbe nel fatto che nella corruzione liniziativa parte dal privato mentre nella seconda parte dal funzionario. Pertanto si avrebbe corruzione quando il funzionario accetta un compenso offerto da un privato e concussione quando il funzionario chiede ad un privato una utilit a lui non dovuta prendendo lui stesso liniziativa. Questa tesi stata giustamente criticata in quanto non tiene conto del fatto che la concussione pu essere realizzata anche senza una vera e propria richiesta del funzionario (es. comportamento volutamente ostruzionistico del funzionario che spinge il privato a versargli una somma). Inoltre non pu parlarsi di concussione ma deve parlarsi invece di corruzione nel caso in cui liniziativa parte dal funzionario ma latto cui si riferisce costituisce anche per il privato un vantaggio illecito a danno della p.a. La dottrina e la giurisprudenza hanno quindi adottato un diverso criterio individuando lelemento essenziale della corruzione in un libero accordo tra funzionario e privato che quindi sono su un piano di parit mentre la concussione sarebbe caratterizzata dalla superiorit del funzionario rispetto al privato. Questo secondo criterio appare pi esatto anche se sono necessarie alcune integrazioni. Infatti anche quando la posizione del funzionario e del privato non paritaria sussiste corruzione e non concussione se il privato tende a conseguire un vantaggio illecito a danno della p,a, evitando un provvedimento per lui pregiudizievole o conseguendo un utile che non gli compete. In tal caso infatti non si pu parlare di concussione in quanto il privato non una vittima del funzionario ma coopera con lui in una azione ai danni della p.a. Per tentare di arginare i sempre pi frequenti fenomeni di corruzione stata varata la legge del 1990 n. 96 che ha portato alcune modifiche, tra cui le maggiori sono le seguenti : a) previsione di corruzione per atti giudiziari b) equiparazione dal punto di vista della sanzione tra corruzione propria antecedente e susseguente c) eliminazione di tutte le sanzioni pecuniarie d) individuazione di una figura di istigazione commessa dal pubblico ufficiale (o incaricato di pubblico servizio) con pene uguali a quelle comminate per listigazione commessa dal privato.

186) Le varie figure di corruzione - 1) Corruzione impropria Articoli 318 320 e 321 Lart. 318 punisce il pubblico ufficiale che : a) per compiere un atto del suo ufficio riceve per s o per un terzo in denaro o altra utilit una retribuzione che non gli dovuta o ne accetta la promessa (corruzione impropria antecedente). 2) riceve la retribuzione per un atto del suo ufficio da lui gi compiuto (corruzione impropria susseguente). Lart. 320 stabilisce che si applicano le disposizioni dellart. 318 anche allincaricato di pubblico servizio purch rivesta la qualit di pubblico impiegato. Lart. 321 stabilisce infine che le pene previste al primo comma dellart. 318(solo corruzione propria antecedente) si applicano anche a chi da o promette al pubblico ufficiale o allincaricato di pubblico servizio (pubblico impiegato) denaro o altre utilit. Dallesame di tali norme si rileva che la corruzione impropria punibile anche quando commessa da incaricato di pubblico servizio purch rivesta la qualifica di pubblico impiegato e che le pene possono essere estese anche al corruttore solo nel caso di corruzione impropria antecedente. Scopo delle norme citate quello di evitare alla p.a. il danno derivante dalla venalit dei pubblici ufficiali alla dignit e prestigio della amministrazione stessa. Latto di ufficio che oggetto dellaccordo criminoso deve essere legittimo ossia compiuto nellesercizio della pubblica mansione e quindi nella sfera di competenza del pubblico ufficiale o dellincaricato di pubblico servizio. Il compenso deve consistere in denaro o altra utilit che deve avere il carattere di corrispettivo per latto di ufficio compiuto dal funzionario. Ovviamente non deve esserci sproporzione manifesta tra le due prestazioni e quindi non si pu parlare di corruzione nel caso di piccolo donativo (es. modesti omaggi di cortesia). La legge richiede inoltre che la retribuzione non sia dovuta e ci si verifica non solo quando essa espressamente vietata dalla legge ma anche quando non espressamente consentita dalla legge stessa. Per quanto riguarda lelemento oggettivo occorre dire che poich la corruzione reato plurisoggettivo con condotte eterogenee diverso il comportamento tipico del funzionario e del privato. Il primo consiste 12

nel ricevere per s o per un terzo una retribuzione non dovuta, il secondo nel dare o promettere la retribuzione stessa. Il delitto si consuma nel momento in cui il funzionario accetta la retribuzione o la promessa di essa e comunque per la corruzione impropria antecedente non necessario per la perfezione del reato che latto di ufficio venga poi effettivamente compiuto. Il dolo del funzionario costituito dalla coscienza e volont di ricevere una retribuzione non dovuta con la consapevolezza che essa viene prestata per ottenere il compimento di un atto di ufficio (nella corruzione antecedente) o per un atto di ufficio gi compiuto (corruzione susseguente). Il privato invece come abbiamo detto punibile solo in caso di corruzione impropria antecedente e il dolo in questo caso implica la coscienza e volont di dare o promettere al funzionario perch questi compia un atto del suo ufficio. 2) Corruzione propria -. Articoli 319,320, 321. Lart. 319 punisce il pubblico ufficiale che per omettere o ritardare o per aver omesso o ritardato un atto del suo ufficio o per compiere o aver compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio riceve per s o per un terzo denaro o altra utilit o ne accetta la promessa. Lart. 320 stabilisce invece che le disposizioni di cui allart. 319 si applicano anche allincaricato di pubblico servizio. Lart. 321 sancisce infine lapplicazione delle pene stabilite negli art. 319 e 320 anche al corruttore. Dallesame di tali norme si rileva che, contrariamente alla corruzione impropria, del reato di corruzione propria possono essere accusati tutti gli incaricati di pubblico servizio (anche se non rivestono la qualifica di pubblico impiegato) e che il privato punito sia in caso di corruzione propria antecedente che susseguente. Oggetto delle norme linteresse della p.a. al regolare funzionamento che sarebbe offeso dal comportamento del pubblico ufficiale di tradimento del suo dovere di fedelt allamministrazione stessa. Ovviamente il pregiudizio insito in questo reato maggiore di quello del reato di corruzione impropria in quanto il fatto del funzionario non solo nuoce alla dignit della p.a. ma ne mette in pericolo il funzionamento concretandosi in atti che nellinteresse della p.a. stessa non dovevano essere compiuti. Perch ricorra il reato di corruzione propria necessario che il compenso sia dato per uno di questi due scopi a) omettere o ostacolare un atto di ufficio 2) compiere un atto contrario ai doveri di ufficio. (intendendosi per questi qualunque atto che sia in contrasto con norme o istruzioni di servizio o al buon uso del potere discrezionale che non corrisponda allo scopo per cui il potere stesso conferito. In ordine al momento oggettivo e al momento consumativo pu valere quanto detto per la corruzione impropria. Va ribadito che non richiesto il verificarsi effettivo di un danno per la p.a. e per quanto riguarda il dolo lunica differenza consiste nella necessit che il soggetto sappia che il compenso viene dato o promesso per omettere o ritardare un atto di ufficio o per compiere un atto contrario ai doveri di ufficio. 3) Corruzione in atti giudiziari Art. 319 ter - Lart. 319 ter introdotto con riforma del 1990 stabilisce : se i fatti indicati negli art, 318 e 319 sono commessi per favorire o danneggiare una parte in un processo ciivle, penale o amministrativo, si applica la pena della reclusione da tre a otto anni, Nel secondo capoverso lart. 319 ter stabilisce : se dal fatto deriva lingiusta condanna di qualcuno alla reclusione non superiore ai cinque anni si applica la pena della reclusione da quattro a dodici anni, se deriva lingiusta condanna alla reclusione superiore a cinque anni o allergastolo, la pena della reclusione da sei a venti anni. Lart. 319 ter designa quindi una circostanza aggravante. Mentre prima della riforma laggravante era applicata solo se dal reato base era derivato il favore o il danno di una parte, ora per lapplicazione dellaggravante basta una condotta volta a favorire o danneggiare indipendentemente dal risultato, Per quanto riguarda la previsione del secondo comma dellart. 319 ter una parte della dottrina sostiene che la condanna deve ritenersi ingiusta non solo quando sia condannato un innocente ma anche quando venga inflitta una pena maggiore di quella meritata. Dalla lettura della norma invece deve evincersi che la circostanza aggravante debba applicarsi solo per la condanna di un innocente mentre nel caso di ingiusta pena maggiore sar operante la previsione del primo comma. 4) Istigazione alla corruzione Art 322 - Lart. 322 introdotto dalla riforma del 1990 prevede le seguenti ipotesi: a) offerta o promessa di denaro o altra utilit ad un pubblico ufficiale o ad un incaricato di pubblico servizio che riveste la qualit di pubblico impiegato per indurlo a compiere un atto del suo ufficio qualora lofferta o la promessa non sia accettato (istigazione alla corruzione impropria). B) offerta o promessa fatta per indurre un pubblico ufficiale o un incaricato di pubblico servizio per omettere o ritardare un atto del suo ufficio o per fare un atto contrario ai propri doveri qualora lofferta o la promessa non siano accettate (istigazione alla corruzione propria). C) richiesta di promessa o dazione di denaro o altra utilit fatta ad un privato per compiere un atto del proprio ufficio da parte del pubblico ufficiale o dellincaricato di pubblico servizio che riveste la qualit di pubblico impiegato d) analoga richiesta da parte di un pubblico ufficiale o di un incaricato di pubblico servizio per omettere o ritardare un atto di ufficio per compiere un atto contrario ai doveri di ufficio. Occorre dire che le ipotesi di cui ai punti c) e d) anche se inserite sotto la voce istigazione sono atti di iniziativa dello stesso pubblico ufficiale o dellincaricato di pubblico servizio volti a porre in essere atti di corruzione che per non sono portati a termine per il 13

rifiuto del privato. Naturalmente se la condotta del soggetto attivo determina uno stato di soggezione sar ravvisabile il tentativo di concussione. Per quanto riguarda le ipotesi di cui ai punti a) e b) il legislatore ha creato autonome figure di reato necessarie perch altrimenti il fatto (in quanto istigazione non accolta) sarebbe rimasto impunito per il principio sancito dallart. 115. 5) Peculato, concussione, corruzione e istigazione alla corruzione di membri della comunit europea e di funzionari della comunit europea o di stati esteri Art 322 bis - Lart. 322 bis estende le disposizioni relative al peculato, concussione, corruzione e istigazione alla corruzione anche ai membri degli organi, ai funzionari della comunit europea, a coloro che nellambito di altri stati membri della comunit europea o di stati esteri. svolgano funzioni corrispondenti a quelle dei pubblici ufficiali o degli incaricati di pubblico servizio. 6) Confisca - La riforma del 1990 oltre ad introdurre lart. 322 bis ha esteso la confisca obbligatoria ai reati contro la pubblica amministrazione, e tale strumento nelle intenzioni del legislatore deve assumere un ruolo importante nella lotta contro la criminalit organizzata. Pertanto in caso di condanna per uno dei delitti previsti dagli art. da 319 a 321 sempre ordinata la confisca deibeni che ne costituiscono il profitto o il prezzo, salvo che appartengano a persona estranea al reato, o quando, non possibile, la confisca dei beni di cui il reo ha disponibilit per un valore corrispondente a tale prezzo. 187) Abusi di ufficio .- Sotto questa denominazione sono comprese le seguenti figure criminose : 1) Abuso di ufficio art. 323 - Tale reato era previsto allart. 323 codice penale riformato dalla legge introdotta nel 1990 che incriminava, salvo che il fatto non costituisse reato pi grave, il pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio che al fine di procurare a s o ad altri un ingiusto vantaggio non patrimoniale o per arrecare ad altri un danno ingiusto avesse abusato del suo ufficio. Lart. 323 prevedeva anche un aumento di pena se il fatto fosse stato commesso per procurare a s o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale. Il legislatore del 1997 ha successivamente modificato il testo dellart 323 che attualmente prevede: salvo che il fatto non costituisca un pi grave reato il pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio che nello svolgimento delle funzioni, in violazione di norma di legge o regolamento o omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un proprio congiunto intenzionalmente procura a s o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale o arreca ad altri un danno ingiusto punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. La pena aumentata se il vantaggio o il danno hanno carattere di rilevante gravit. Andando ora allanalisi del testo attuale rileviamo quanto segue. Rimane il fatto che la norma applicabile solo se il fatto non costituisce un reato pi grave. La ratio della norma rimane quella di tutelare il buon andamento e limparzialit della p,a. Soggetto attivo rimane sia il pubblico ufficiale che lincaricato di pubblico servizio. Cambia invece lelemento oggettivo in quanto prima dellultima riforma consisteva nel compiere un fatto qualsiasi che avesse provocato un abuso di ufficio. La genericit della formula normativa ovviamente conduceva a difficolt nellindividuare i rapporti e le sfere di competenza tra amministrazione e giudice penale creando divergenze su una serie di problemi per cui di fronte a tali perplessit il legislatore ha preferito eliminare lambiguo concetto di abuso e nel contempo ha inserito lespresso riferimento allobbligo di astensione nei casi di conflitto di interessi o quanto comunque essa imposta dallordinamento. La specificazione dei contenuti della condotta antigiuridica quindi esprime, meglio che nel passato, le esigenze di tipicit e determinatezza che devono caratterizzare le norme incriminatrici. La nuova norma inoltre abbandona la distinzione, che prevedeva una diversa sanzione, tra il fine della sanzione che ora prevede la reclusione da sei mesi a tre anni. Il reato si consuma con la realizzazione dellevento sia dellingiusto vantaggio patrimoniale o dellingiusto danno anche per effetto di un comportamento omissivo. Deve inoltre ritenersi configurabile il tentativo (nonostante parte della dottrina sia contraria) in quanto il fatto abusivo pu essere frazionabile in pi atti. Il dolo, oltre alla volont di porre in essere lazione, richiede la consapevolezza dellesercizio di una pubblica funzione o servizio con violazione di norme di legge o regolamenti (ivi compreso lobbligo di astensione in presenza di un interesse proprio o di un congiunto), insieme alla volont di procurare a s o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale o di arrecare ad altri un ingiusto danno. Non ha quindi rilievo il dolo indiretto. La riforma del 1997 ha inoltre introdotto laggravante ordinaria del danno o vantaggio con carattere di rilevante gravit. 2) Interesse privato in atti di ufficio . Art. 324 ora abrogato - Il delitto prevedeva il fatto del pubblico ufficiale che direttamente o per interposta persona avesse preso un interesse privato in un atto della p..a presso la quale esercitava il proprio ufficio. Questa norma aveva dato adito a parecchie critiche soprattutto per la difficolt di determinare con esattezza i limiti del prendere un interesse privato e di qui la decisione di abrogarla, cosa che avvenuta nel 1990. 14

3) Rivelazione e utilizzazione dei segreti di ufficio Art. 326 - Commette il delitto di rivelazione il pubblico ufficiale o lincaricato di pubblico servizio che violando i doveri del suo ufficio o comunque abusando della sua qualit rivela notizie di ufficio che devono rimanere segrete o ne agevola in qualunque modo la conoscenza. Il terzo comma dellart. 326 introdotto dalla legge del 1990, punisce il pubblico ufficiale o lincaricato di pubblico servizio che per procurare a s o ad altri un indebito profitto patrimoniale si avvale illegittimamente di notizie di ufficio che devono rimanere segrete. Una pena minore prevista se il fatto commesso al fine di procurare a s o ad altri un ingiusto profitto non patrimoniale o di cagionare ad altri un danno ingiusto. Il secondo comma invece contempla lagevolazione colposa del delitto del primo comma. Tale ipotesi si verifica quanto la conoscenza del segreto di ufficio da parte dellestraneo non avviene per volont del pubblico ufficiale o dellincaricato di pubblico servizio ma a causa della sua imprudenza o negligenza come nel caso in cui egli lasci incustodito un importante documento riservato. Occorre notare che la minore pena sanzionata per la realizzazione di un profitto non patrimoniale non deve essere considerata una circostanza attenuante ma un reato autonomo in quanto vi diversit in un elemento essenziale, quello del dolo dellautore. Per la consumazione dei reati non necessario che dal comportamento dellagente derivi un danno per la p.a. e in particolare per lutilizzazione della notizia non richiesto che gli scopi che si prefigge lagente siano conseguiti. 4) Utilizzazione di invenzioni o scoperte conosciute per ragioni di ufficio Art- 325 Punisce il pubblico ufficiale o lincaricato di pubblico servizio il quale impiega, a proprio o altrui profitto, invenzioni o scoperte scientifiche che conosce per ragioni di ufficio e che devono rimanere segrete. La differenza tra tale norma e quella di cui al terzo comma dellart. 326 sta essenzialmente nelloggetto del reato in quanto qui rilevante non qualsiasi notizia ma solo alcuni tipi di notizia. Altra differenza sta nel richiamo al profitto che nellart. 325 generico comprendendo quindi anche vantaggi non patrimoniali. Il reato si consuma nel momento in cui avviene lutilizzazione. Non necessario che il profitto venga conseguito ma se il soggetto non riesce ad utilizzare in nessun modo il segreto pu ricorrere il tentativo. Per lesistenza del dolo oltre alla volont di impiegare linvenzione a proprio o altrui profitto occorre anche la consapevolezza che la notizia deve rimanere segreta. 5) Violazione di doveri inerenti alla custodia di cose sequestrate Art. 334 e 335 - Lart. 334 punisce il particolare abuso che si ha con il sottrarre, sopprimere, distruggere, disperdere o deteriorare cose sottoposte a sequestro, prevedendo tre ipotesi a seconda che il fatto sia commesso: a) dal custode per favorire il proprietario della cosa b) dal proprietario che ha la custodia della cosa stessa c) dal proprietario della cosa sottoposta a sequestro che non ne sia custode. Solo nel primo caso il soggetto attivo riveste la qualit di pubblico ufficiale. Il sequestro cui si riferiscono gli articoli in esame quello disposto nel corso del procedimento e quello ammesso dalle leggi amministrative. Il dolo generico tranne che nella prima ipotesi nella quale si richiede il fine specifico di favorire il proprietario della cosa sottoposta a sequestro. Lart. 335 prevede invece una forma colposa del delitto in esame che si ha quando il custode, proprietario o non proprietario, per negligenza o imperizia provoca la distruzione o la dispersione (ma non il deterioramento ) della cosa sequestrata o ne agevola la sottrazione o la soppressione. 6) Eccitamento al dispregio e vilipendio delle istituzioni, delle leggi o degli atti dellautorit Art. 327 ora abrogato Commetteva questo reato ora abrogato il pubblico ufficiale, il pubblico impiegato incaricato di un pubblico servizio e il ministro di un culto ammesso dallo stato che nellesercizio delle sue mansioni a) incita al disprezzo delle istituzioni o allinosservanza delle leggi o dei doveri inerenti al pubblico ufficio o servizio b) fa apologia di fatti contrari alla legge, alle disposizioni dellautorit o ai doveri predetti. 188) Omissioni dolose di doveri funzionali - Il codice punisce i pubblici ufficiali e gli incaricati di pubblico servizio che non per semplice trascuratezza (in tal caso sarebbero passibili di sanzioni amministrative) ma intenzionalmente vengono meno ai loro doveri. Si prevedono due figure criminose di cui la seconda appare una specializzazione della prima. 1) Omissione o rifiuto di atti di ufficio Lart. 328, nel testo modificato dal legge del1988, punisce il pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia, sicurezza pubblica, ordine pubblico, igiene o sanit deve essere compiuto senza ritardo. Nel secondo capoverso la norma specifica che una pena minore viene comminata al pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio che entro trenta 15

giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse, non compie latto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo. Il testo precedente della norma prevedeva un ulteriore comma che riguardava lomissione o il ritardo compiuto da un magistrato specificando che si aveva omissione o ritardo quando concorrevano le condizioni richieste dalla legge per presentare contro di essi azione civile. Tale comma stato abrogato e la materia regolato dalla legge 1988 n. 117 che stabilisce che se il pubblico ufficiale un magistrato vi omissione o ritardo quando siano decorsi i tempi previsti dalla legge per configurare il diniego di giustizia. Il motivo che ha spinto il legislatore alla modifica dellart. 328 dato dalle critiche fatte al testo precedente a cui si rimproverava di lasciare eccessivi poteri al giudice nei confronti della p.a. e inoltre di non fissare i termini di adempimento permettendo cos al funzionario di procurarsi una facile immunit. La nuova norma fissa un termine ma la preoccupazione del legislatore per leccessiva ingerenza del giudice lascia comunque facili vie di uscita al funzionario infedele. SI prevede quindi che il legislatore dovr nuovamente intervenire nella materia. In primo luogo rispetto al testo precedente alla riforma il legislatore ha drasticamente limitato la tutela restringendola agli atti urgenti e attinenti a ragioni di giustizia, sicurezza pubblica, ordine pubblico, igiene e sanit. Il secondo capoverso della norma riguarda invece la tutela di chi abbia interesse ad un atto di ufficio e abbia presentato a tale scopo una richiesta scritta rivolta al pubblico ufficiale o allincaricato di pubblico servizio. In questo caso non vi sono restrizioni di materia e il termine fissato in trenta giorni dalla ricezione della richiesta. Per altro il funzionario per rispondere del reato non deve limitarsi a non rispondere ma deve anche non motivare le ragioni del ritardo. Si pu dire quindi che per la legge non sembra contare linteresse al buon andamento della p.a. in quanto essa non richiede neanche una motivazione ragionevole e ci tanto pi deplorevole in quanto lunico vantaggio lasciato al privato nel caso di motivazione irragionevole il ricorso alla giurisdizione amministrativa (anche se la necessit della definitivit dellatto crea non pochi problemi). Risulta quindi chiara la volont del legislatore di impedire lingerenza del giudice ordinario nellazione amministrativa. Il dolo richiesto generico. Esso nella prima ipotesi escluso sia dallerrore di fatto che dallerrore di diritto (cosiddetta buona fede) e per la sua esistenza richiesto anche che il funzionario abbia coscienza dellilliceit del suo comportamento. 2) Rifiuto o ritardo di obbedienza commesso da militare o da agente della forza pubblica Art. 329 Lart. 329 punisce il militare o lagente della forza pubblica che rifiuta o ritarda indebitamente di eseguire una richiesta fattagli dallautorit competente nelle forme stabilite dalla legge. Questa ipotesi appare come una sottospecie di quella precedente con la differenza che il soggetto attivo deve essere solo un militare o un agente della forza pubblica e che loggetto non prevede limiti inerenti alle ragioni di giustizia, sicurezza, ordine pubblico, igiene e sanit. 189) Sciopero o ostruzionismo in uffici pubblici e in servizi pubblici o di pubblica necessit- Art. 330,331,332 333 - Gli articoli 330,331,332 e 333 prevedono lo sciopero e lostruzionismo e a da dire che la costituzione stabilisce allart. 40 che il diritto di sciopero si esercita nellambito delle leggi che lo regolano. Tuttavia la legge in questione intervenuta solo nel 1990 (con successive integrazioni nel 2000) e oltretutto non ha risolto tutti i problemi relativi alla materia. La legge, dopo aver elencato i servizi pubblici ritenuti essenziali pone limiti al diritto di sciopero allo scopo di garantire un minimo di funzionalit a questi ultimi 1) Abbandono collettivo di pubblici uffici, impieghi, servizi o lavori . Lart. 330 (ora abrogato dalla legge del 1990) puniva i pubblici ufficiali, incaricati di pubblico sevizio aventi la qualifica di impiegati, i privati che esercitano servizi pubblici o di pubblica necessit, i dipendenti di imprese di servizi pubblici o di pubblica necessit i quali in numero di tre o pi abbandonano collettivamente il lavoro o lo prestano in modo da turbarne la regolarit- 2) Interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessit Art. 331 Lart. 331 punisce chi, esercitando imprese di servizio pubblico o di pubblica necessit sospende il lavoro nei suoi uffici in modo da turbare la regolarit del servizio.. 3) Omissione di doveri di ufficio in occasione di abbandono di un pubblico ufficio o di interruzione di pubblico servizio Lart. 332 ora abrogato puniva il pubblico ufficiale o il dirigente di un servizio pubblico o di pubblica necessit il quale in occasione dei delitti previsti agli articoli precedenti ai quali non aveva preso parte , rifiuta o omette di adoperarsi per la ripresa del servizio. 4) Abbandono individuale di un pubblico ufficio, servizio, o lavoro . Lart. 333 ora abrogato puniva lipotesi di cui al punti 1) commessa non collettivamente ma da un solo soggetto.

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190) Disposizioni patrimoniali A conclusione del titolo dedicato ai delitti dei pubblici ufficiali contro la p.a posto lart. 335 bis che prevede che per i delitti previsti nel titolo stesso comunque ordinata la confisca. Tale confisca obbligatoria opera in presenza di una sentenza di condanna definitiva. Sezione III Delitti dei privati contro la pubblica amministrazione 191) Violenza e resistenza allautorit.- In questo gruppo rientrano le seguenti figure criminose: 1) Violenza e resistenza allautorit Lart. 336 prevede due distinte ipotesi a) il fatto di chi usa violenza o minaccia ad un pubblico ufficiale o ad un incaricato di pubblico servizio per costringerlo a fare un atto contrario ai suoi doveri o ad omettere un atto di ufficio b) il fatto di chi usa violenza o minaccia per costringere una delle persone descritte al punto a) a compiere un atto del proprio ufficio o per influire su di esso. La ratio di tali incriminazioni (molto affini al delitto di violenza privata) sta nella necessit di tutelare la libera formazione della volont della p.a. evitando che essa sia limitata da pressioni violente o minacciose esercitate da privati. Lelemento oggettivo per entrambe le ipotesi sta nelluso della violenza o della minaccia, che deve essere effettuata su pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio e quindi non su lesercente di un servizio di pubblica necessit. Poich ci che caratterizza tale delitto quello di influire su una attivit futura del soggetto passivo non necessario che questultimo sia, al momento del fatto, nellesercizio delle sue mansioni e neanche che sia presente. Nella seconda ipotesi, che viene considerata meno grave, lazione del soggetto attivo deve essere diretta a costringere il soggetto passivo a compiere un atto del suo ufficio. Tale ipotesi si verifica quando si mira ad ottenere il compimento di un atto che il soggetto passivo si rifiuta, senza plausibile motivo, di fare o quando si vuole anticipare lesecuzione di un atto che il soggetto passivo avrebbe compiuto in un altro momento. Il reato si perfeziona con luso della violenza o della minaccia e quindi a differenza di ci che avviene nella violenza privata, per il perfezionarsi del reato non si richiede il compimento del risultato cui mirava lagente. Il tentativo configurabile. Il dolo consiste nella coscienza e volont di usare violenza o minaccia ad un pubblico ufficiale o ad un incaricato di pubblico servizio al fine di costringerlo a fare una atto contrario al suo dovere o un atto del suo ufficio. Lespressione costringere mette in luce che lattivit che il soggetto attivo vuole determinare deve essere futura e quindi non deve essere gi in atto. Qualora tale attivit sia gi in atto e il colpevole miri ad opporvisi con violenza o minaccia si configurerebbe non il reato di cui stiamo parlando ma quello di resistenza che esamineremo adesso. 2) Resistenza ad un pubblico ufficiale Art. 337 - Lart. 337 punisce chi usa violenza o minaccia per opporsi ad un pubblico ufficiale o ad un incaricato di pubblico servizio mentre compie un atto del suo ufficio o a chi, richiesto, gli presta assistenza. Diversamente dalla norma precedente che tutela la libera formazione della volont della p.a. questa norma tutela invece contro le ingerenze minacciose o violenze lesecuzione dellattivit a cui lamministrazione liberamente determinata. Pertanto il delitto di resistenza si configura solo allorch si stia gi svolgendo lattivit relativa allatto in quanto mancando tale contemporaneit tra la condotta del soggetto attivo e quella del pubblico ufficiale non potrebbe realizzarsi il delitto di resistenza ma un altro reato. Lelemento oggettivo consiste nelluso di violenza o minaccia esercitata mentre il pubblico ufficiale o lincaricato di pubblico servizio compie un atto del suo ufficio. Il reato quindi non si configura nei casi di semplice resistenza passiva ma non richiede che la violenza sia esercitata contro il pubblico ufficiale essendo sufficiente anche la cosiddetta violenza impropria esercitata sulle cose sempre che si prefigga lo scopo previsto dalla norma (es. si distrugge un oggetto per impedirne la confisca da parte del rappresentante dellautorit)Soggetto passivo pu essere un pubblico ufficiale o un incaricato di pubblico servizio o chiunque, richiesto, gli presti assistenza. Il delitto si consuma al momento della violenza o minaccia indipendentemente dallesito di questa e il tentativo si deve ritenere configurabile (es. qualcuno che allatto dellarresto cerchi di disarmare lagente di p,s.). Il dolo esige la coscienza e volont di usare violenza o minaccia al fine di opporsi ad un atto di ufficio o di servizio. Si ritiene infine che il reato assorba le percosse ma non le lesioni che pertanto concorrono con laggravante della connessione teleologica. 3) Occultamento, custodia o alterazione di mezzi di trasporto Art. 337 bis - Lart. 337 bis introdotto con legge del 2001 punisce chiunque occulta o custodisce mezzi di trasporto di qualunque tipo che presentano alterazioni o modifiche tali da costituire pericolo per lincolumit fisica degli operatori di polizia. La norma punisce anche chi altera mezzi di 17

trasporto apportando modifiche tecniche in modo da costituire pericolo per lincolumit degli operatori di polizia. La norma stata introdotta nellambito della legislazione di emergenza al fine di contrastare lintroduzione clandestina di tabacco estero e droga colpendo chi nasconde, custodisce o altera i veicoli utilizzati dai contrabbandieri come strumenti di aggressione contro le forze dellordine. I contrabbandieri infatti si avvalgono di mezzi di trasporto corazzati capaci di travolgere i mezzi della guardia di finanza infrangendo i posti di blocco e gli sbarramenti. Anche se si tratta di un reato di mera condotta ipotizzabile il tentativo ed sufficiente il dolo generico diretto o indiretto. 4) Violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario Art. 338 - Lart. 338 punisce chi usa violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario o ad una rappresentanza di esso, o ad una qualsiasi pubblica autorit costituita in collegio, al fine di impedirne o turbarne lattivit. La norma punisce anche chi usa violenza o minaccia per influire su deliberazioni collegiali di imprese che esercitano servizi pubblici o di pubblica necessit qualora tali deliberazioni abbiano per oggetto lorganizzazione o lesecuzione dei servizi stessi. E evidente la differenza di ratio tra questa norma e quelle previste dagli artt. 336 e 337. Queste seconde infatti mirano a tutelare la libert di determinazione e di azione dei singoli pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio individualmente considerati mentre la norma in esame mira a tutelare il funzionamento degli organi pubblici o di enti di interesse pubblico mettendoli a riparo da qualunque perturbazione violenta o minacciosa. 5) Circostanze aggravanti - Per i delitti di cui ci stiamo occupando ((violenza e resistenza allautorit) lart. 339 prevede due gruppi di aggravanti. Il primo gruppo di circostanze aggravanti contempla i casi in cui la violenza o minaccia commessa con armi o da persona travestita, o da pi persone riunite o con scritto anonimo, o in modo simbolico o avvalendosi della forza intimidatrice derivante da associazioni segrete- Queste circostanze sono oggettive e quindi si applicano agli eventuali concorrenti. Il secondo gruppo di circostanze contempla due casi: il primo prevede la violenza o minaccia compiuta da pi di cinque persone con luso di armi anche da parte di una sola di esse, e il secondo prevede la violenza o minaccia compiuta da pi di dieci persone anche senza uso di armi. Anche in questo caso si tratta di circostanze oggettive che determinano un aumento della pena in misura indipendente dalla pena ordinaria del delitto. 192) Delitti di oltraggio : - Sono i seguenti: 1) Oltraggio a pubblico ufficiale o a pubblico impiegato (artt. 341 e 344 ora abrogati). Gli articoli 341 e 344 incriminavano chi offende lonore o il prestigio di un pubblico ufficiale (art. 341) o di un pubblico impiegato (art. 344) in presenza di lui e a causa o nellesercizio delle sue funzioni Scopo delle incriminazioni era quello di garantire il rispetto dovuto alle persone fisiche che rappresentano la pubblica amministrazione.. Le disposizioni sono state abrogate nel 1999 in quanto il legislatore ha ritenuto che per la tutela dellonore e del prestigio dei pubblici ufficiali o impiegati sia sufficiente lart 594 del codice penale. 2) Oltraggio ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario . Lart. 342 punisce chi offende lonore o il prestigio di un corpo politico, amministrativo o giudiziario o di una rappresentanza di esso o di una pubblica autorit costituita in collegio al cospetto del corpo, della rappresentanza o del collegio. Lincriminazione estesa anche al fatto commesso mediante comunicazione telegrafica, con scritto o con disegno diretti al corpo, alla rappresentanza o al collegio a causa delle sue funzioni. Lart. 342 prevede quindi una forma di oltraggio diversa rispetto agli art. 341 e 344 (ora abrogati) in quanto in questo caso la p,a. risulta offesa nella sua personalit di ente collegiale invece che di un singolo funzionario. 3) Oltraggio ad un magistrato in udienza Art. 343 Lart. 343 punisce chi offende lonore o il prestigio di un magistrato in udienza. La rilevanza penale che lordinamento riconosce a questa specifica forma di oltraggio si spiega con la particolare importanza della funzione giudiziaria. 4) Offesa allautorit mediante danneggiamento di affissioni Lart. 345 punisce chi per disprezzo verso lautorit rimuove, lacera o rende inservibili o illeggibili disegni o scritti affissi o esposti al pubblico per ordine dellautorit. Tale reato stato trasformato in illecito amministrativo.

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193) La reazione legittima agli atti arbitrari del pubblico ufficiale - La legge dispone che gli artt 336,337,338,339,341, 342 e 343 del codice penale non si applicano quando il pubblico ufficiale, lincaricato di pubblico servizio o il pubblico impiegato abbiano causato il fatto eccedendo con atti arbitrari ai limiti delle loro attribuzioni. E ovvio che tale scriminante ha ragione di esistere in uno stato democratico o liberale come il nostro dove non si pu ammettere che il cittadino debba in ogni caso obbedienza ai pubblici poteri e quindi non si pu negare il diritto del cittadino stesso a resistere allordine ingiusto. Ci dimostrato dal fatto che, mentre i codici albertino e sardo non prevedevano tale scriminante, il codice Zanardelli (codice dellItalia Unificata) la prevedeva espressamente, mentre il codice penale del 1930 emanato in periodo fascista aveva eliminato la scriminante che stata ripristinata una volta caduto il fascismo. Tale scriminante prevede due distinte ipotesi : a) ipotesi di reazione materiale da parte del cittadino (violenza o resistenza al pubblico ufficiale) b) ipotesi di reazione verbale (delitti di oltraggio). Alla base della prima ipotesi c loffesa o pericolo di offesa ad un diritto o interesse del cittadino, che determina da parte del cittadino una reazione dovuta alla necessit di tutelare linteresse o il diritto stesso. Il legislatore in questo caso considera lecita la reazione riconoscendo in essa lassenza di danno sociale. Nella seconda ipotesi invece si ha una reazione verbale che viene considerata come uno sfogo del turbamento psichico determinato dallatto arbitrario del pubblico ufficiale. Tale sfogo ovviamente non di per s idoneo a tutelare un diritto o un interesse ma in ogni modo il legislatore lo ritiene scusabile visto le circostanze in cui si verificato. La scriminante quindi posta per la necessit di garantire i privati contro gli eccessi dei funzionari e quindi si basa sulla considerazione che sarebbe ingiusto punire comportamenti che sono una naturale reazione a gravi scorrettezze commesse da coloro che rappresentano la p.a. e quindi pi degli altri sono tenuti a rispettare le leggi. Eccedere i limiti delle attribuzioni significa porre in essere comportamenti non consentiti dallordinamento giuridico. Tale eccesso quindi ravvisabile sia nelleccesso di potere che nellincompetenza e la violazione di legge. Leccesso dei limiti delle attribuzioni si manifesta anche quando il funzionario agisce nellambito del suo potere discrezionale ma si comporta in maniera difforme dallo scopo per cui il potere stesso gli stato attribuito. Tuttavia per lesistenza della scriminante non basta leccesso in quanto la legge richiede anche che esso sia realizzato con atti arbitrari. Possiamo ritenere che leccesso dai limiti delle attribuzioni sia da considerarsi arbitrario quando: a) compiuto dal pubblico ufficiale con la consapevolezza di varcare i limiti delle sue attribuzioni e quindi con la deliberata intenzione di porlo in essere a danno del privato b) compiuto dal pubblico ufficiale che non si rende conto di andare oltre le sue attribuzioni ma agisce con modalit non consentite dallordinamento e provocatorie (es. commettendo un reato di ingiuria, minaccia o percosse o quando viola una norma extrapenale che ne vincola lattivit sottoponendola a particolari obblighi o limitazioni) La legge richiede infine che latto arbitrario del pubblico ufficiale sia causa della reazione del privato e quindi che tra i due comportamenti esista una reazione causale.. Dobbiamo ora soffermarci sulla natura giuridica della scriminante in esame. Si deve ritenere che essa debba considerarsi come una vera e propria causa di giustificazione che esclude lantigiuridicit del fatto commesso. Ne deriva che alla fattispecie in esame deve applicarsi lart. 59 e quindi che la scriminante rilevi anche quando il privato abbia ignorato larbitrariet del comportamento contro il quale reagisce o quando lagente per errore di fatto abbia ritenuto sussistente un atto arbitrario. Ci soffermiamo infine sui rapporti tra la reazione alleccesso arbitrario e la legittima difesa. In primo luogo occorre dire lambito di applicazione dei due istituti diverso. Infatti se la legittima difesa potrebbe concepirsi in relazione alla resistenza non pu esserlo nei confronti dellingiuria tutte le volte che essa non sia una forma di difesa ad una aggressione attuale ma abbia invece (come in genere ha) il carattere di reazione ad una attivit arbitraria precedente. Non sono inoltre uguali gli elementi che si richiedono per le due scriminanti. Mentre infatti la legittima difesa si limita a richiedere che laggressione sia ingiusta e quindi contraria ad una norma giuridica, la reazione alleccesso arbitrario richiede qualcosa di pi e cio larbitrariet dellatto del pubblico ufficiale. Inoltre nella legittima difesa occorre sia la necessit di respingere una violenza che lattualit di questultima mentre tali requisiti se sono indispensabili in caso di reazione materiale non sono tali nel caso di reazione verbale la quale in realt configura una ipotesi di provocazione. 194) Millantato credito - (comunemente detto vendita di fumo) Lart. 346 punisce chi, millantando credito presso un pubblico ufficiale o pubblico impiegato che presta pubblico servizio,, riceve o fa dare o promettere a s o ad altri , denaro o altra utilit come prezzo della propria mediazione verso il pubblico ufficiale o pubblico impiegato. Si tratta di una particolare figura di truffa che prevista tra i delitti contro la p.a. in quanto lartificio con cui viene realizzato nuoce al prestigio della p.a. stessa. Infatti il millantato credito consiste nel comportamento di un soggetto che, per conseguire un 19

indebito profitto, fa credere falsamente che un pubblico ufficiale o un pubblico impiegato siano corruttibili. Millantare credito significa vantare una influenza inesistente o esagerare linfluenza che si ha sui pubblici ufficiali o pubblici impiegati che prestano pubblico servizio. Eirrilevante che il funzionario verso cui si vanta linfluenza sia incompetente o non esista. Il fatto materiale di questo reato consiste nellottenere a causa della millanteria un compenso (o una promessa di esso) rappresentato da denaro o altra utilit per s o per altri. Il reato si consuma quando lagente abbia ottenuto il compenso o la relativa promessa e quindi non occorre che egli effettivamente intervenga sul pubblico ufficiale. Il tentativo configurabile. La dottrina concorde sul fatto che chi aderisce alla millanteria (il compratore di fumo) non pu essere considerato concorrente nel reato e quindi non punibile e del resto ci confermato dalla legge stessa che non menzionando colui che aderisce alla millanteria manifesta in modo chiaro la volont di non volerlo punire. Del resto il compratore di fumo vittima di una vera e propria truffa e inoltre il discredito della p.a. che la legge vuole impedire non dipende dal suo comportamento ma da quello del millantatore. Lart. 346 prevede poi una ipotesi aggravata quando il colpevole si fa dare (o promettere) il compenso con il pretesto di dover remunerare il pubblico ufficiale o limpiegato per comprarne i favori. In questa ipotesi aggravata quindi il compenso carpito non per svolgere unopera mediatrice ma per versarlo al funzionario per ottenere che egli si comporti nel modo richiesto o per compensarlo per lopera svolta. Ovviamente deve trattarsi di un pretesto in quanto se il compenso fosse effettivamente versato al funzionario non si avrebbe questo reato ma si configurerebbe il delitto di corruzione sempre che ne ricorrano gli estremi. E controverso se il delitto in esame possa concorrere con la truffa: infatti in un primo momento la corte di cassazione era incline a ritenere che la truffa rimanesse assorbita nel millantato credito ma attualmente si orientata verso la possibilit di ammettere il concorso tra i due reati. Se il soggetto attivo un avvocato o un procuratore e la millanteria riguarda il magistrato che deve decidere non si applica lart. 346 ma lart. 382 che vedremo a suo tempo. 195) Usurpazione di funzioni pubbliche - Lart. 347 punisce chiunque usurpa una funzione pubblica o le attribuzioni inerenti ad un pubblico ufficio. La norma punisce anche il pubblico ufficiale o impiegato che avendo conosciuto il provvedimento che fa cessare o sospende le sue funzioni o le sue attribuzioni continua ad esercitarle. Scopo della incriminazione assicurare la esclusiva titolarit dellesercizio delle pubbliche funzioni e dei pubblici servizi agli organi competenti. Per quanto riguarda la prima ipotesi occorre osservare che per la configurazione del reato occorre che il soggetto prenda arbitrariamente possesso dellufficio o compia sempre arbitrariamente uno o pi atti di esercizio delle funzioni o attribuzioni (es. un individuo, senza nomina da parte del governo, prende possesso dellufficio del prefetto di una provincia per esercitarne le funzioni o ne esercita pubblicamente la qualifica emettendo un decreto). Pertanto non configura questo delitto il fatto che un individuo si attribuisca solo una pubblica funzione, fatto questo che configura altro reato (art. 498 usurpazione di titolo o di onori) ma necessaria anche la presa di possesso dellufficio o che sia compiuto almeno un atto dei poteri relativi. Per quanto riguarda la seconda ipotesi per lesistenza del reato occorre che il soggetto abbia ricevuto comunicazione del provvedimento che fa cessare o sospende le sue funzioni o attribuzioni. In questa ipotesi il reato sempre permanente mentre nella prima ipotesi permanente solo quando non consiste nel compiere un solo atto di esercizio delle funzioni o attribuzioni (reato eventualmente permanente). Il dolo esige la coscienza dellillegittimit del fatto. 196) Abusivo esercizio di una professione Lart. 348 punisce chi abusivamente esercita una professione per la quale necessaria una speciale abilitazione da parte dello stato. Scopo della norma quello di tutelare linteresse della p.a. di subordinare a cautele lesercizio di professioni particolarmente importanti e delicate e naturalmente alla base della norma stessa lesistenza di norme giuridiche speciali che prescrivono una speciale abilitazione per lesercizio di alcune professioni come avviene ad esempio per gli avvocati o i procuratori. Non rientrano invece nella previsione della norma le arti e i mestieri, le industrie e i commerci anche quando non possono essere esercitati senza una speciale autorizzazione o licenza dello stato. Lesercizio della professione considerato abusivo quando il soggetto sfornito del titolo richiesto (laurea o diploma) o quando non ha adempiuto alle formalit previste (es. mancata iscrizione nellalbo degli avvocati) o anche quando in seguito a condanna o provvedimento disciplinare lesercizio della professione gli sia stato perpetuamente o temporaneamente interdetto. Affinch si possa parlare di esercizio di regola occorre una certa continuit nelle prestazioni professionali ma anche una sola prestazione pu bastare. Ovviamente spesso difficile stabilire quali siano gli atti che rientrano nellesercizio professionale e quindi il giudizio rimesso allapprezzamento del 20

giudice che terr conto della ratio legis e quindi dei motivi che hanno indotto il legislatore a prescrivere labilitazione per lesercizio di quella professione. La gratuit della prestazione professionale non esclude la sussistenza del reato che non esclusa neanche dal consenso del destinatario della prestazione dato che il delitto lede un interesse pubblico il quale per sua natura indisponibile. Il delitto si consuma con la realizzazione del primo atto di esercizio abusivo e il tentativo configurabile. Trattandosi di un delitto a condotta plurima ( o abituale) il compimento di uno o pi atti di esercizio non d luogo alla figura di reato continuato. Il dolo, oltre alla volont di compiere il fatto che costituisce reato,e esige la consapevolezza di esercitare la professione indebitamente ed pertanto escluso nellerrore di fatto (es. il soggetto ignora il provvedimento che lo radia dallalbo). Il reato non invece escluso dallerrore sulle leggi che regolano lesercizio della professione in quanto tali leggi non possono considerarsi come extrapenali visto che integrano e precisano la legge penale, formando un tuttuno con essa. 197) Frodi negli incanti e nelle licitazioni Per assicurare il regolare svolgimento delle aste pubbliche e delle licitazioni private il codice prevede le due seguenti ipotesi: 1) Turbata libert degli incanti Lart. 353 punisce chi con violenza o minaccia o con doni o promesse o altri mezzi fraudolenti impedisce o turba la gara nei pubblici incanti o nelle licitazioni private per conto di pubbliche amministrazioni o ne allontana gli offerenti. Limpedimento della gara si ha quando questa non pu aver luogo e quindi rimane deserta mentre il turbamento si verifica quando la gara si svolge ma con risultato diverso rispetto a quello che si sarebbe avuto se il turbamento non ci fosse stato. Lallontanamento degli offerenti si ha anche nei confronti di persone che non hanno fatto una offerta ma hanno la seria intenzione e la possibilit di partecipare alla gara. Per la sussistenza del reato non occorre che il fatto abbia cagionato danno alla p.a. e il tentativo configurabile. 2) Astensione dagli incanti - Lart. 354 punisce chi per denaro dato o promesso a lui o ad altri o per altra utilit si astiene dal concorrere agli incanti e alle licitazioni indicati nellarticolo precedente. Appare evidente che tale ipotesi non altro che una partecipazione, mediante atti negativi, al delitto di turbata libert degli incanti di cui allart. precedente, partecipazione che non sappiamo per quale motivo il legislatore ha deciso di configurare come reato a s stante. 198) Inadempienze e frodi nelle pubbliche forniture E evidente che interesse dello stato che le forniture destinate alle necessit della p.a. siano eseguite tempestivamente e in modo leale. Lordinamento a tale scopo prevede le due seguenti ipotesi: 1) Inadempimento di contratti di pubbliche forniture . Lart. 355 punisce chi, non adempiendo ad un contratto di fornitura conclusa con lo stato o altro ente pubblico o impresa esercente un pubblico servizio o un servizio di pubblica necessit, fa mancare in tutto o in parte cose o opere che siano necessarie ad uno stabilimento pubblico o ad un pubblico servizio. Il reato in questione presuppone lesistenza di un contratto di fornitura e quindi si applica alle somministrazioni, alla compravendita o appalto, in quanto il legislatore non si voluto riferire ad uno specifico negozio ma ad ogni tipo di contratto destinato a procurare alla pa. cose od opere ritenute necessarie. Il delitto si consuma non quando avviene la violazione dellobbligo ma quando la violazione d luogo alla mancanza totale o parziale della fornitura. 2) Frode nelle pubbliche forniture . Lart. 356 punisce chi commette frode nellesecuzione di contratti di fornitura o nelladempimento degli altri obblighi contrattuali indicati nellart. 355. Affinch si verifichi la frode non necessario che siano usati artifizi o raggiri atti a sorprendere laltrui buona fede che sono elemento essenziale della truffa ma sufficiente che con qualsiasi espediente il contraente cerchi di conseguire un illecito profitto fornendo cose o opere diverse da quelle dovute per qualit o quantit (es. cartone invece di cuoio, braccianti invece di operai specializzati, ecc). Il dolo comporta la volont di compiere la frode contrattuale sapendo che le cose o opere oggetto della fornitura sono destinate alla p.a. Il dolo sussiste anche se il reo abbia voluto solo evitare una perdita derivante dallonerosit del contratto e quindi non necessario per la sua sussistenza il fine di lucro. 198) Altre attivit delittuose dei privati contro la p.a. Oltre ai delitti gi esaminati il codice prevede le seguenti fattispecie: 21

1) Interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica utilit Lart. 340 punisce chi, fuori dai casi previsti da altre norme, cagiona una interruzione o turba la regolarit di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessit. La norma ovviamente ha carattere sussidiario essendo applicabile solo quando il fatto non specificamente incriminato da altre norme (es. art. 336-338 431-433). Il reato si verifica con frequenza essendo diffusa oggi la prassi nel caso di proteste pubbliche di interrompere pubblici servizi anche grazie alla presenza di norme permissive che ad. Es. hanno depenalizzato anche i reati di blocco stradale o ferroviario. Di qui i richiami della giurisprudenza alla ancora attuale applicabilit della norma in esame. Il fatto materiale pu essere compiuto da chiunque (anche da pubblici ufficiali) e consiste nel cagionare una interruzione o un semplice turbamento della regolarit di un ufficio pubblico, di un servizio pubblico o di un servizio di pubblica utilit (es. alcuni individui inscenando una dimostrazione durante una seduta del consiglio comunale ne impediscono la prosecuzione, un gruppo di studenti impedisce ad un professore di svolgere una lezione universitaria pretendendo di sostituirla con una riunione politica, ecc). La durata dellinterruzione o lintensit del turbamento sono indifferenti purch non siano del tutto irrilevanti. Si tratta di un reato di evento che si consuma con leffettivo pregiudizio dellufficio pubblico o del servizio pubblico o di pubblica necessit. Per lesistenza del dolo non necessaria lintenzione di provocare linterruzione o il turbamento ma basta che di tale risultato lagente si sia reso conto e abbia accettato leventualit (dolo indiretto). Di conseguenza risponde del reato anche chi cagiona ad esempio linterruzione del servizio telegrafico tagliando i fili della comunicazione a scopo di furto. 2) Violazione di sigilli - Questo delitto era previsto in due forme, una dolosa e una colposa. Lipotesi dolosa (art. 349) si ha quando qualcuno viola i sigilli apposti per disposizione di legge o per ordine dellautorit al fine di assicurare la conservazione o lidentit della cosa. E sancito un aumento della pena se il colpevole colui che ha in custodia la cosa. Lipotesi dolosa (art. 350) ora depenalizzata si ha allorch la violazione dei sigilli resa possibile o agevolata per colpa di chi ha in custodia la cosa. Il reato si configura ogni qualvolta sia annullata la finalit giuridica dellapposizione di sigilli e quindi non soltanto quando i sigilli sono manomessi ma anche quando i sigilli sono rimasti inalterati (es. qualcuno riesce ad aprire un involucro lasciando intatti i sigilli). Se la violazione del sigillo servita per commettere un altro reato (es per sottrarre la cosa) si avr concorso di reati. 3) Violazione della pubblica custodia di cose Lart. 351 punisce chi sottrae, sopprime, distrugge o deteriora corpi di reato o atti, documenti o altre cose mobili particolarmente custodite in un pubblico ufficio o presso un pubblico ufficiale o impiegato che presta un pubblico servizio. Questa norma tutela pi che la pubblica custodia delle cose lintegrit delle cose che sono oggetto della custodia stessa. Per corpi di reato si intendono le cose che sono state sequestrate a fini della prova nel procedimento penale mentre con lespressione altre cose mobili particolarmente custodite devono intendersi le cose che non possono essere sostituite o possono esserle solo con danno rilevante. Rientrano in tale ipotesi quindi i libri di una pubblica biblioteca, gli oggetti conservati in un pubblico museo, gli oggetti smarriti depositati presso un pubblico ufficio. Non rientrano invece in questa ipotesi le cose che non hanno il carattere suddetto e quindi ad es. le macchine da scrivere, gli oggetti di cancelleria,ecc. Il codice esclude lesistenza del reato in esame quando il fatto costituisce un pi grave delitto, es, peculato o furto aggravato. In base al principio di specialit di cui allart. 15 cp si deve ritenere che lapplicabilit della norma sia esclusa anche quando il fatto previsto come reato pi lieve (es. danneggiamento di cose sottoposte a sequestro). Il delitto di danneggiamento invece non pu mai essere rilevante in quanto esso sempre contenuto nei reati che comportano la distruzione o il deterioramento di cose mobili. 4) Vendita di stampati dei quali stato ordinato il sequestro . Lart. 352 punisce chiunque vende, distribuisce o affigge in luogo pubblico o aperto al pubblico scritti o disegni dei quali lautorit ha ordinato il sequestro. Anche questo reato stato depenalizzato. Per la configurazione di questo illecito necessaria la conoscenza che lo scritto o disegno sia colpito da sequestro per ordine dellautorit e che la propria azione si svolge in luogo pubblico o aperto al pubblico. Sezione IV Contravvenzioni concernenti lattivit della pubblica amministrazione 200) Infrazioni relative a provvedimenti o richieste dellautorit- Si comprendono in questo gruppo le seguenti ipotesi: 22

1) Inosservanza dei provvedimenti dellautorit . Lart. 650 punisce, se il fatto non costituisce un reato pi grave, chi non osserva un provvedimento legalmente dato dallautorit per ragioni di giustizia, sicurezza pubblica, ordine pubblico o igiene. Si tratta quindi di una norma in bianco la cui applicabilit dipende da un elemento futuro destinato a darle concretezza. In particolare perch la norma sia applicabile occorre un provvedimento legalmente dato dallautorit. Per provvedimento si intende un atto che ha carattere specifico e si rivolge ad un soggetto determinato prescrivendogli un comportamento in relazione ad un fatto concreto e contingente. La norma non quindi applicabile a violazione di leggi o regolamenti a meno che non sia espressamente richiamata. Il provvedimento deve rispettare il carattere della legalit e quindi deve essere emesso con le forme richieste dallautorit competente nellambito del potere discrezionale datogli dalla legge. La legalit del provvedimento sempre sindacabile dallautorit giudiziaria e pertanto se esso ritenuto illegale viene meno il presupposto del reato e lautore dellinosservanza deve essere prosciolto perch il fatto non costituisce reato. Il provvedimento oltre ad essere legale deve essere emesso per ragioni di giustizia ( e quindi dallautorit giudiziaria o dal pubblico ministero o dagli ufficiali di polizia giudiziaria e deve riguardare un interesse pubblico e pertanto non rientrano nella norma i provvedimenti emessi dal giudice in sede civile), per ragioni di sicurezza pubblica, dordine pubblico o di igiene. Lindicazione di tali ragioni tassativa e quindi non costituisce il reato in esame linosservanza di provvedimenti emessi dallautorit amministrativa o giudiziaria di carattere diverso. Lelemento oggettivo costituito dallinosservanza del provvedimento che pu concretarsi in una condotta negativa o positiva a seconda che lordine consista nel comando o nel divieto di fare una determinata cosa. E inosservanza anche il semplice ritardo quando il provvedimento stabilisce un termine e il reato ha carattere permanente in quanto dura finch persiste lobbligo di ottemperare al provvedimento. Per quanto riguarda lelemento soggettivo, trattandosi di contravvenzione, non necessario il dolo essendo sufficiente la colpa (negligenza o imprudenza). La norma in esame ha carattere sussidiario e quindi non si applica quando il fatto costituisce un reato pi grave. 2) Rifiuto di indicazioni sulla propria identit personale . Lart. 651 punisce chi, richiesto da un pubblico ufficiale nellesercizio delle sue funzioni, rifiuta di dare indicazioni sulla propria identit personale, sul proprio stato o su altre qualit personali. La contravvenzione prevede il solo rifiuto in quanto il dare indicazioni false costituisce falso personale secondo lart. 496. Il rifiuto punibile anche se il pubblico ufficiale riuscito ugualmente a procurarsi le notizie richieste. La richiesta di generalit deve pervenire da pubblico ufficiale nellesercizio delle sue funzioni (e non da un incaricato di pubblico servizio) e deve essere legittima. 3) Rifiuto di prestare la propria opera in occasione di un tumulto. Lart. 652 punisce chi, in occasione di un tumulto o di un comune pericolo o nella flagranza di reato, rifiuta, senza giusto motivo, di prestare il proprio aiuto o di dare le informazioni richieste da un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio nellesercizio delle funzioni o del servizio. E prevista una pena pi grave se il colpevole d informazioni mendaci. 201) Inosservanza dei limiti imposti dalla legge allesercizio di alcune attivit- Comprende le seguenti contravvenzioni: 1) Esercizio abusivo dellarte tipografica - Lart. 662 (ora abrogato) puniva chi, senza la licenza dellautorit o senza osservare le prescrizioni di legge, avesse esercitato larte tipografica o fotografica o qualunque altra arte di stampa o riproduzione meccanica o chimica. 2) Vendita, distribuzione o affissione abusiva di scritte o disegni. La contravvenzione di cui allart. 663(ora tramutata in illecito amministrativo) prevede le seguenti ipotesi : a) il fatto di chi in un luogo pubblico o aperto al pubblico vende, distribuisce o mette in circolazione scritti o disegni senza lautorizzazione prevista dalla legge b) il fatto di chi senza licenza dellautorit o senza osservarne le prescrizioni, affigge scritti o disegni o fa uso di mezzi luminosi o acustici in un luogo pubblico o aperto al pubblico. 3) Divulgazione di stampa clandestina . La contravvenzione di cui allart. 663 bis (ora depenalizzata) punisce , salvo che il fatto non costituisca reato, chiunque in qualsiasi modo divulga stampe senza losservanza delle prescrizioni di legge sulla pubblicazione e diffusione della stampa. Ratio della norma la repressione della stampa clandestina.

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4) Diffusione o deterioramento di affissioni . La contravvenzione di cui allart. 664 (ora depenalizzata in illecito amministrativo) punisce chi :a ) stacca, lacera o rende inservibili o illeggibili scritti o disegni fatti affiggere dalle autorit civili o ecclesiastiche b) commette lo stesso fatto su scritti e disegni fatti affiggere da privati nei luoghi e con i modi consentiti dalla legge. Occorre rilevare che qualora il fatto sia commesso per disprezzo dellautorit su manifesti affissi per ordine dellautorit stessa si configura il reato di cui allart. 345 (visto prima). 5) Agenzie di affari ed esercizi pubblici non autorizzati o vietati Lart. 665 ora abrogato prevedeva due ipotesi : a) lapertura o conduzione di agenzie di affari, esercizi pubblici e la prestazione di alloggi, convitti e case di cura senza la licenza dellautorit b) inosservanza di altre prescrizioni della legge o dellautorit da parte di chi ha ottenuto la licenza nei casi indicati al punto a). Per la prima ipotesi era prevista una aggravante speciale che ricorreva quando la licenza era stata negata, revocata o sospesa. 6) Esercizio abusivo di mestieri girovaghi - Lart. 669 (ora depenalizzata ad illecito amministrativo) puniva : a) chiunque esercita un mestiere girovago senza la licenza dellautorit o senza osservare le prescrizioni stabilite dalla legge b) il genitore o il tutore che impiega in mestieri girovaghi il minore di anni 18 senza che questo abbia ottenuto la licenza o osservato le altre prescrizioni di legge. 7) Spettacoli o trattenimenti pubblici senza licenza -. Lart. 666 (ora depenalizzato in illecito amministrativo) puniva chi senza la licenza dellautorit in luogo pubblico o aperto al pubblico d spettacoli o intrattenimenti di qualunque natura o apre circoli o sale da ballo. Lillecito aggravato se la licenza stata negata, revocato o sospesa. 8) Rappresentazioni teatrali o cinematografiche abusive Lart. 668 punisce a titolo di contravvenzione chi : a) recita in pubblico drammi o altre opere o d in pubblico produzioni teatrali senza averli prima comunicati allautorit b) chi fa rappresentare in pubblico pellicole cinematografiche non sottoposte prima alla revisione dellautorit. Costituisce aggravante la circostanza che il fatto sia commesso contro il divieto dellautorit. 9) Abusive riprese cinematografiche . La contravvenzione di cui allart 667 (ora abrogata) puniva : a) chi faceva eseguire in pubblico o in luogo aperto al pubblico azioni destinate ad essere riprodotte con il cinematografo senza averne dato preventivo avviso allautorit b) chi fabbricava o introduceva nel territorio statale o esportava o faceva commercio di pellicole cinematografiche senza averne dato il preavviso allautorit. Anche questa contravvenzione era aggravata se il fatto era stato commesso contro il divieto dellautorit. 10) Pubblicazione delle discussioni e deliberazioni segrete della camera o del senato Lart. 683 punisce a titolo di contravvenzione chiunque, senza autorizzazione, pubblica a mezzo stampa o altro mezzo il contenuto delle discussioni o deliberazioni segrete della camera o del senato. La norma stabilisce espressamente che essa applicabile solo quando il fatto non costituisce reato pi grave. 02) Trasgressioni riguardanti la cosiddetta attivit sciale della p.a. Comprende quattro contravvenzioni 1) Inosservanze dellobbligo dellistruzione elementare dei minori - Risponde della contravvenzione di cui allart. 731 chiunque, rivestito di autorit o incaricato della vigilanza su un minore omette, senza giusto motivo, di impartirgli o fargli impartire listruzione elementare. Lomissione dellinosservanza dellobbligo, per configurare il reato, deve essere senza giusto motivo e quindi non deve dipendere da una causa che renda impossibile (es. mancanza di scuole) o pericoloso nel caso concreto (es. condizioni di salute del minore) ladempimento dellobbligo stesso. 2) Omesso avviamento dei minori al lavoro Lart. 732 (ora abrogato) puniva a titolo di contravvenzione chiunque, rivestito di autorit o incaricato della vigilanza su un minore che avesse compiuto gli anni 14 e dovesse trarre dal lavoro i mezzi per il proprio sostentamento, avesse omesso, senza giusto motivo, di avviarlo al lavoro. Poich let minima per lavviamento al lavoro era stato elevato per legge a 15 anni si deve intendere che questa contravvenzione, ora abrogata, si riferisse ai minori che avessero compiuto gli anni 15.

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3) Danneggiamento del patrimonio archeologico, storico o artistico . Lart. 733 punisce a titolo di contravvenzione chi distrugge, deteriora o danneggia un monumento o altra cosa propria di cui gli sia noto il rilevante pregio se dal fatto deriva un danno per il patrimonio storico, archeologico o artistico nazionale. Autore del reato pu quindi essere solo il proprietario della cosa in quanto persone diverse risponderanno, se ne ricorrono gli estremi, del delitto di danneggiamento. La punibilit del fatto dipende dalla condizione che da esso derivi danno al patrimonio artistico, archeologico o storico nazionale. Per la sussistenza dellelemento psicologico non necessario il dolo ma basta la semplice imprudenza o negligenza ma necessario che il soggetto sia a conoscenza del rilevante pregio (archeologico, storico o artistico) della cosa. 4) Distruzione o deturpamento di bellezze naturali . La contravvenzione di cui allart. 734 punisce chiunque, mediante costruzioni, demolizioni o in qualsiasi altro modo, distrugge o altera le bellezze naturali dei luoghi soggetti alla speciale protezione dellautorit. Lelemento materiale della contravvenzione consiste nel fatto di distruggere o alterare le bellezze naturali mediante costruzioni, demolizioni o altri modi tra i quali la legge prevede espressamente la posa in opera di mezzi di pubblicit (es. cartelli). Lalterazione pu effettuarsi anche tramite occultamento totale o parziale delle visioni panoramiche offerte dalla natura. Si tratta di un reato istantaneo nel caso di distruzione ed istantaneo con effetti permanenti nel caso di alterazione. Per lelemento soggettivo basta la semplice colpa.

CAPITOLO II REATI CONTRO LAMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA PREMESSA 203) Contenuto della classe - La categoria dei reati che vanno sotto il nome di delitti contro lamministrazione della giustizia collocata nel nostro codice nel titolo III del secondo libro. Occorre subito osservare che nel nostro codice lespressione amministrazione della giustizia ha un significato molto ampio in quanto comprende, oltre ad i reati che offendono lattivit giudiziaria vera e propria anche quelli che implicano linosservanza dei provvedimenti giudiziari e anche i reati che si configurano allorch lindividuo si sostituisce agli organi della giustizia, assumendo arbitrariamente poteri riservati dalla legge allautorit giudiziaria. Quando il legislatore del codice penale parla di amministrazione della giustizia quindi intende riferirsi a tutti i comportamenti che hanno una qualsiasi attinenza con lo scopo della giustizia ad eccezione di quelli che per il loro carattere generico possono verificarsi anche a danno di altre attivit dello stato (diverse da quella giudiziaria) che sono contemplati tra i reati contro la pubblica amministrazione. In relazione a questo ampio contenuto della categoria abbiamo tre distinti gruppi di norme. Il primo gruppo (delitti contro lattivit giudiziaria) posto a tutelare il normale ed efficace svolgimento dellamministrazione della giustizia e quindi comprende i seguenti reati : a) violazione degli obblighi concernenti la notizia di reati (artt. 361-365) b) rifiuto di uffici legalmente dovuti (art. 366) c) simulazione di reato, calunnia e autocalunnia (art. 367-370) d) falsa testimonianza e altre falsit giudiziarie (art. 371 -377 bis) e) favoreggiamento (art. 378-379) f) prevaricazione (art. 380-382). Il secondo gruppo (delitti contro lautorit delle decisioni giudiziarie) tutela lefficacia e lesecuzione dei provvedimenti giudiziari. E ovvio che tale interesse offeso quando i privati si sottraggono allo stato di arresto o detenzione, agli effetti penali delle condanne o allesecuzione di misure di sicurezza o agli obblighi civili derivanti dalle sentenze del giudice. Tale gruppo comprende quindi i reati di evasione (art.. 385 -387), di inosservanza di pene accessorie o di pene o misure di sicurezza (art. 389 -391), i reati di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice o di sanzioni pecuniarie (artt. 388 -388 ter), di violazione colposa dei doveri relativi alla custodia di cose (art. 388 bis). Il terzo gruppo (tutela arbitraria delle private ragioni) punisce la violazione del divieto allautogiustizia che lede linteresse dellautorit allesercizio esclusivo dei propri poteri, Abbiamo in questo gruppo il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni (art. 392 -393) cui si aggiungeva il duello (art. 394 -401 ora abrogati). Sezione I I reati contro lattivit giudiziaria

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204) Violazione di obblighi concernenti la notizia di reati - Affinch lattivit giudiziaria si possa svolgere occorre la cooperazione di determinate persone e soprattutto attraverso la notizia criminis senza la quale lattivit stessa non potrebbe mettersi in moto. Abbiamo a tale proposito tre ipotesi di delitto: 1) Omissione di rapoorto (art. 361 362) Tale ipotesi consiste nel fatto del pubblico ufficiale o dellincaricato di pubblico servizio il quale omette o ritarda di fare rapporto in caso abbiano notizia di un reato. E ovvio che la notizia deve avere un certo grado di concretezza, non essendo sufficiente un semplice sospetto ma non necessaria la certezza assoluta bastando per far sorgere lobbligo una situazione tale da indurre una persona di normale giudizio a concludere circa la probabilit che sia stato commesso un reato. Il delitto aggravato se la omessa o ritardata denuncia riguarda un delitto contro la personalit dello stato o se il colpevole un ufficiale o agente di polizia giudiziaria. Presupposto del delitto che il pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio abbia avuto notizia di un reato nellesercizio o a causa delle sue funzioni o del suo servizio. Per gli ufficiali o agenti di polizia giudiziaria basta invece la semplice notizia del reato in quanto essi sono considerati in servizio permanente. Deve trattarsi di un reato non perseguibile a querela di parte e la notizia non deve essere notoria o gi nota con certezza e completezza allautorit giudiziaria. Lelemento oggettivo consiste nel fatto di omettere o ritardare la denuncia del reato allautorit giudiziaria o ad altra autorit che ad essa debba riferire (es. polizia giudiziaria). Il ritardo si ha quando lindugio tale da nuocere in modo rilevante agli interessi della giustizia. Lobbligo del rapporto implica lobbligo di dire la verit e quindi equiparabile allomissione o ritardo la presentazione di un rapporto falso, reticente o incompleto. Il delitto si consuma nel tempo e nel luogo in cui doveva farsi il rapporto e, trattandosi di un reato di pura omissione, il tentativo non configurabile. Il dolo costituito dalla volont di omettere o ritardare ilapporto con la convinzione che si tratta di un reato perseguibile senza querela e quindi escluso quando il soggetto convinto che il fatto di cui ha avuto notizia non costituisce reato o, pur costituendo reato, punibile solo su querela della persona offesa. Allomissione di rapporto non si applica la disposizione generica che contempla lomissione o rifiuto di atti di ufficio la quale si applicher solo quando lagente o ufficiale di polizia giudiziaria, avendo ricevuto una querela o una istanza ne ometta o ritardi la trasmissione allautorit giudiziaria. 2) Omessa denuncia di reato da parte del cittadino . Lart. 364 punisce il cittadino che, avendo avuto notizia di un delitto contro la personalit dello stato per il quale la legge stabilisce la pena dellergastolo, non ne fa immediatamente denuncia allautorit giudiziaria o alla polizia giudiziaria. Soggetto attivo di questo reato solo il cittadino e affinch il reato sussista la notizia deve essere seria non bastando una diceria vaga e non deve essere di dominio pubblico. Poich la legge parla di notizia di delitto e non di semplice proposito o accordo a commetterlo occorre che il delito sia stato commesso o sia in corso di esecuzione, il che priva quasi completamente di utilit pratica lincriminazione. Il dolo deve ritenersi escluso se il cittadino ignora che il fatto commesso o in corso di esecuzione sia un delitto contro la personalit dello stato punibile con lergastolo. Occorre ritenere che il segreto professionale possa giustificare il fatto (es. sacerdote che ha appreso la notizia in confessione) in quanto se esso autorizza lesenzione dallobbligo di testimoniare a maggior ragione deve legittimare la mancata denuncia. 3) Omissione di referto . Lart. 365 punisce la violazione dellobbligo di referto che incombe su coloro che esercitano una professione sanitaria. Queste persone, qualora nellesercizio della loro professione abbiano prestato assistenza in casi che possono presentare il carattere di un delitto per il quale si debba procedere dufficio sono tenuti a riferire allautorit giudiziaria o alla polizia giudiziaria entro quarantotto ore o, se vi pericolo nel ritardo, immediatamente. La norma non si applica quando il referto esporrebbe la persona assistita a procedimento penale (es. cura di lesioni riportate dal partecipante ad una rissa). Per far sorgere lobbligo previsto dalla norma non sufficiente la semplice qualifica di sanitario in quanto occorre anche che il soggetto abbia compiuto una prestazione professionale e che il caso in cui lopera stata prestata possa presentare i caratteri di un delitto perseguibile dufficio. Essendo la possibilit qualcosa di meno della probabilit lobbligo del referto sussiste anche quando sia improbabile che si tratti di un delitto, fermo restando che il giudizio sulla possibilit va effettuato in concreto in base alle circostanze del caso singolo. Per lesistenza del dolo occorre, oltre alla coscienza e volont di omettere o ritardare il referto, anche che il soggetto si renda conto che si tratta di fatti che possono presentare il carattere di un delitto perseguibile di ufficio. Pertanto il sanitario che non presenta il referto perch erroneamente crede che non sussista un delitto di questa specie deve essere assolto per 26

mancanza di dolo. Circa lobbligo di denunciare la verit e quindi la parificazione del referto falso, la consumazione del reato e il tentativo vale quanto si detto per il delitto di omissione di rapporto. 205) Rifiuto di uffici legalmente dovuti - Lart. 366 punisce lelusione o il rifiuto di prestazioni dovute da determinate persone llautorit giudiziaria nei procedimenti penali, civili e amministrativi. Le persone considerate dalla legge sono le seguenti 1) il perito 2) linterprete 3) il custode di cose sottoposte a sequestro 4) il testimone 5) ogni altra persona chiamata ad esercitare temporaneamente una funzione giudiziaria (es. giudice popolare della corte di assise, notai chiamati a sostituire il cancelliere, curatori di fallimento, ecc). Non sono compresi invece gli arbitri non obbligatori e i componenti di giur donore. Inoltre poich la norma si riferisce allautorit giudiziaria italiana essa non si applica alle autorit giudiziarie straniere e le giurisdizioni ecclesiastiche. Il reato previsto in due ipotesi : a) nel fatto del perito, testimone, ecc che ottiene con mezzi fraudolenti (es una malattia simulata) lesenzione dellobbligo di comparire o prestare il suo ufficio. E ovvio che la semplice non comparizione senza che sia usata frode non configura il reato in esame ma punita solo con sanzioni amministrative. B) nel fatto di chi, chiamato davanti allautorit giudiziaria per adempiere ad una funzione rifiuta di dare le proprie generalit, o di prestare il giuramento odi assumere o adempiere le funzioni stesse. In questo caso il rifiuto della prestazione deve essere definitivo non bastando la semplice esitazione,. Se il soggetto non rifiuta di dare le generalit ma le d false risponde del delitto pi grave previsto dallart. 495. Le due ipotesi sono diverse perch la prima richiede un risultato esteriore delazione ossia che il soggetto sia riuscito ad evitare ladempimento dellobbligo (reato di evento) mentre per la seconda sufficiente il fatto omissivo del rifiuto (reato di pura omissione) e ne consegue che il tentativo punibile nella prima ipotesi ma non configurabile nella seconda. La punibilit del fatto presuppone lesistenza di un obbligo giuridico e quindi il reato non sussiste se la chiamata irregolare o proviene da un organo non munito dei necessari poteri o non effettuata nella forma prescritta dalla legge. Il reato non sussiste se il rifiuto legittimo in quanto fondato su una facolt riconosciuta dalla legge o su un impedimento che lo giustifica. 206) Simulazione di reato Scopo della norma di cui allart. 367 di evitare che la macchina della giustizia si metta in moto inutilmente e quindi lo sperpero di tempo e di energia. Lart. 367 prevede due ipotesi : a) il fatto di chi con denuncia, querela o istanza diretta allautorit giudiziaria o ad altra autorit che a quella debba riferire,, afferma falsamente che avvenuto un reato. (simulazione formale o diretta). b) il fatto di chi simula le tracce di un reato e quindi fa apparire falsamente che stato commesso un reato (simulazione reale o indiretta . es. spargere tracce di sangue, simulare lo scasso di una porta). Il delitto attenuato se la simulazione relativa ad un fatto previsto come contravvenzione Per la sussistenza delle due ipotesi occorrono i seguenti presupposti : 1) la simulazione deve avere per oggetto un reato vero e proprio (delitto o contravvenzione) e non un fatto come un suicidio, un adulterio,ecc. 2) il reato non deve essere avvenuto e quindi non deve trattarsi di un reato immaginario. Tale condizione ricorre anche se un delitto si verificato ma in modo diverso da quello denunciato o simulato. 3) la simulazione deve essere tale da poter determinare linizio di un procedimento penale. Pertanto non si configura il reato se la simulazione ha per oggetto un fatto incredibile o talmente grossolana da non poter ingannare gli organi della giustizia. E solo sufficiente la possibilit del procedimento e non che esso abbia avuto effettivamente inizio. 4) Non deve trattarsi dellincolpazione di un determinato individuo perch in questo caso si configurerebbe il pi grave reato di calunnia. Il reato si consuma nel momento o nel luogo in cui lautorit riceve la denunzia o scopre le tracce simulate. In ambedue le ipotesi configurabile il tentativo in quanto lazione esecutiva in entrambe pu essere frazionabile in pi atti. Per la sussistenza del dolo lagente oltre a volere il fatto deve sapere che il reato denunciato o simulato non stato commesso e che esiste la possibilit che venga iniziato un procedimento penale. 207) Calunnia e autocalunnia 1) Calunnia -. Artt 368 e 370 Il delitto si concreta con il fatto di chi con denuncia, querela, richiesta o istanza anche se anonima o sotto falso nome diretta allautorit giudiziaria o ad altra autorit che abbia lobbligo di riferire a quella incolpa di un reato qualcuno che innocente o simula a suo carico le tracce di un reato. La ratio dellincriminazione basata sulla necessit di evitare che lautorit di giustizia sia tratta in inganno e sulla necessit di evitare che venga leso lonore ed eventualmente la libert personale di un cittadino innocente. Se duplice loggetto di tutela quindi duplice anche il 27

soggetto passivo del reato. Il reato cui si riferisce lincolpazione pu essere sia un delitto che una contravvenzione (in questo caso c una diminuzione di pena), la cosa importante che il fatto corrisponda ad una fattispecie oggettiva e che siano assenti cause di giustificazione e che sia presente, a seconda dei casi, il dolo o la colpa. Pertanto non costituisce calunnia ad es. comunicare che qualcuno ha ucciso per legittima difesa o in stato di necessit. Anche lincolpazione per un reato punibile a querela di parte configura il reato in esame in quanto il reato sussiste indipendentemente dalla querela (che una semplice condizione di procedibilit e non un elemento del reato) e quindi ci sufficiente per mettere in pericolo lonore della persona incolpata. Non manca poi in tale ipotesi nemmeno loffesa agli interessi dellautorit giudiziaria in quanto non si pu escludere che listruttoria penale venga iniziata e proseguita anche se in seguito sfocia in una declaratoria di improcedibilit. La calunnia sussiste anche nellincolpazione di un fatto che al momento della comunicazione allautorit costituitva reato ma non lo era pi al momento del giudizio (es. falsa denuncia di appartenenza ad un comitato di liberazione nazionale fatta alla polizia durante loccupazione tedesca). Va inoltre precisato che non necessario che il reato falsamente attribuito sia in concreto avvenuto e quindi esso pu essere anche immaginario o inesistente. Altro elemento essenziale che il reato oggetto ad incolpazione deve essere imputato ad una persona innocente. E innocente non solo chi non ha commesso il fatto ma anche chi lo ha commesso in presenza di una causa di giustificazione (che viene taciuta dal calunniatore). Non pu invece essere considerato innocente lindividuo che incolpato di un reato che ha commesso ma per il quale non punibile per effetto di una causa personale di esclusione della pena. Il reato di calunnia si pu configurare con lipotesi diretta o formale che sia ha quando lincolpazione si attua mediante denuncia, querela, richiesta o istanza o con lipotesi indiretta o materiale che si configura quando lincolpazione si attua simulando a carico di qualcuno le tracce di un reato. Per denuncia deve intendersi ogni comunicazione diretta allautorit giudiziaria o ad altra autorit che abbia lobbligo di riferire a questa e quindi non sono richieste particolari formalit ed stata anzi ritenuta possibile anche una comunicazione posta in essere tramite dichiarazioni in una intervista rilasciata ai giornali. Non neanche necessario che la denuncia sia spontanea in quanto risponde ad. Es. di calunnia limputato che accusi un innocente nel corso di un interrogatorio. Non si richiede neanche che sia designata nominativamente la persona incolpata essendo sufficiente che siano offerti allautorit gli elementi necessari per consentirne lidentificazione. Per quanto riguarda la calunnia indiretta o materiale invece essa consiste nel simulare a carico di un innocente tracce di un reato e i modi pi comuni con cui tale calunnia si commette sono la simulazione di violenza sulla persona o sulle cose o il collocamento di oggetti indizianti presso il calunniato. Il reato di calunnia nel nostro ordinamento pu essere realizzato solo con le due ipotesi indicate e quindi non rientra in tale reato la calunnia commessa distruggendo un decisivo mezzo di prova dellinnocenza dellincolpato. E ovvio che questo costituisce una lacuna della legge che dovr essere colmata in una riforma del codice. Occorre notare anche che le modalit di incolpazione devono essere tali da rendere possibile lapertura di un procedimento penale verso lincolpato e quindi non sussiste calunnia quando la denuncia si rivela grossolanamente falsa o inverosimile e quindi non adatta ad offendere gli interessi tutelati dalla legge. Il delitto si consuma nel momento in cui la notizia del presunto reato viene a conoscenza dellautorit sia nel caso di calunnia diretta che indiretta. Contrariamente a quanto ritengono molti autori il tentativo da ritenersi configurabile come dimostrano i seguenti esempi: a) A consegna una denuncia calunniosa a B perch la trasmetta al procuratore ma B, si astiene dal farlo (tentativo di calunnia diretta)- b) C sorpreso mentre sta simulando le tracce di un reato (tentativo di calunnia indiretta). Il dolo consiste nella volont di realizzare la calunnia diretta o indiretta con la consapevolezza che lincolpato innocente (la prova di questultimo fatto crea spesso non pochi problemi). Il convincimento che lincolpato sia effettivamente colpevole esclude quindi il dolo per errore di fatto. Si deve ritenere che anche lerrore sul carattere delittuoso del fatto denunciato esclude il dolo in quanto incide su un elemento della fattispecie (es. A. crede a torto che il fatto di cui incolpa B sia un semplice illecito amministrativo). Si deve anche sottolineare che il delitto di calunnia non si realizza (per difetto dellelemento oggettivo del reato) nellipotesi di denuncia di persona effettivamente colpevole ritenuta per errore dal denunciate innocente (art.49 1^ comma). La denuncia colposa ossia fatta per leggerezza non punibile anche se sarebbe auspicabile una sanzione penale (limitata ai casi di colpa grave) onde affermare lobbligo dei cittadini di usare le maggiori cautele prima di fare denuncie allautorit. Lart. 368 prevede inoltre le due seguenti aggravanti: a) incolpazione di un reato per il quale stabilita la reclusione superiore a 10 anni b) se lincolpato a seguito della calunnia ha subito una condanna irrevocabile alla reclusione superiore ai 5 anni. 28

2) Autocalunnia . In base agli articoli 369 e 370 risponde di questo delitto chi mediante dichiarazione ad una delle autorit indicate allart. 368 anche se fatta con scritto anonimo o con falso nome o mediante confessione davanti allautorit incolpa se stesso di un reato che gli sa non avvenuto o commesso da altri. Lo scopo della norma quello di evitare che sia sviata o ostacolata lattivit della giustizia per quanto lagente possa essere mosso da scopi comprensibili come ad. Esempio quello di salvare un parente. Nel caso in cui il soggetto abbia commesso il fatto per esservi stato costretto per salvare s stesso o un prossimo congiunto da un grave danno allonore o alla libert non si configura il reato di autocalunnia in quanto ricorre una causa di giustificazione (non operante per il delitto di calunnia). Lautocalunnia differisce dalla calunnia per i seguenti caratteri: a) il soggetto attivo incolpa falsamente se stesso e non un altro b) non esiste lipotesi corrispondente alla calunnia indiretta e quindi della simulazione delle tracce di un reato c) no si accenna alla querela o istanza in quanto non possibile che tali atti siano posti in essere contro s stessi d) unico soggetto passivo lamministrazione della giustizia e ci spiega perch per lautocalunnia non siano previste le circostanze aggravanti previste per la calunnia e sia solo applicabile la circostanza attenuante nel caso di autoincolpazione di contravvenzione. 208) False informazioni al pubblico ministero - Lart. 371 bis introdotto nel 1992 incrimina chiunque nel corso di un procedimento penale, dietro richiesta del pubblico ministero di fornire informazioni ai fini dellindagine rende dichiarazioni false o tace in tutto o in parte ci che sa rispetto ai fatti su cui viene sentito. La ratio della norma sta nellesigenza di conoscere tempestivamente e completamente la verit onde evitare errori giudiziari capaci di provocare danni personali irreparabili e discredito alla giustizia. C da dire che prima del 1992 il nostro ordinamento prevedeva solo la tutela della veridicit e completezza delle testimonianze rese davanti al giudice ma non era prevista sanzione penale nel caso di reticenza o false informazioni al pubblico ministero. Lart. 371 bis ha quindi colmato una lacuna del nostro ordinamento. Circa i concetti di falsa dichiarazione e reticenza diremo al paragrafo 210. Sottolineiamo lessenzialit del collegamento tra le informazioni e le indagini in corso in quanto le prime devono essere collegate alle seconde e quindi al procedimento penale non solo inteso come indagini preliminari ma a tutte le iniziative del pubblico ministero che si ricollegano ad un procedimento penale. Il reato si consuma non appena la dichiarazione falsa ha avuto termine e il pubblico ministero ne ha preso atto considerandola definitiva. La chiusura dellesame segna anche il momento consumativo della reticenza. Il tentativo non sembra configurabile. Il dolo si concretizza nella coscienza e volont di dichiarare il falso o tacere ci che si sa. Sono applicabili le circostanze aggravanti di cui allart. 375 (in seguito al paragrafo 210 per la falsa testimonianza) e le cause di esclusione di punibilit di cui agli art. 376 (ritrattazione) e 384 (necessit di salvare s stesso o un prossimo congiunto da un grave danno alla libert o allonore (vedi dopo al paragrafo 215). 209) False dichiarazioni al difensore - Lart. 371 ter introdotto da legge del 2000 punisce chi non essendosi avvalso della facolt di non rispondere o di non rendere la dichiarazione, rende dichiarazioni false nella ipotesi di cui allart. 391 del codice di procedura penale. Lart. 391 del codice di procedura penale riguarda la facolt dei difensori (e investigatori privati e consulenti di parte) di conferire con le persone in grado di riferire circostanze utili ai fini dellindagine e di chiedere alle stesse persone una dichiarazione scritta. Lart. 371 ter quindi vorrebbe affermare una assurda equiparazione tra lattivit inquisitoria del pubblico ministero diretta alla ricerca della verit e le inchieste degli avvocati difensori dirette invece alla sola tutela del cliente. Per il concetto di dichiarazioni false rinviamo a quanto si dir al capitolo 210 mentre per il resto vale quanto detto al paragrafo precedente. 210) Falsa testimonianza - Secondo lart. 372 commette questo delitto chi, deponendo come testimone davanti allautorit giudiziaria afferma il falso o nega il vero o face in tutto o in parte ci che sa circa i fatti su cui interrogato. La ratio dellincriminazione quella di evitare che lautorit giudiziaria sia fuorviata e quindi la tutela dellinteresse dellamministrazione della giustizia alla veridicit e completezza di quel mezzo di prova che la testimonianza. Soggetto attivo del reato pu essere il testimone quindi chi nel corso di un processo chiamato a dire ci che sa circa determinati fatti. E quindi necessaria che la testimonianza sia resa davanti allautorit giudiziaria sia essa penale, civile o amministrativa sia in sede di udienza preliminare che in quella di dibattimento e pertanto il reato in parola non si configura per le false testimonianze davanti al pubblico ministero in sede di sommarie informazioni (cui provvede come 29

abbiamo visto lart. 371 bis) e per quelle rese agli ufficiali della polizia giudiziaria o agli arbitri non obbligatori. Poich la legge fa riferimento allautorit giudiziaria italiana la norma non si applica alle dichiarazioni rese davanti ai tribunali ecclesiastici e non si applica neanche alle dichiarazioni fatte alla autorit giudiziaria italiana quando questa non ricopre la sua funzione giurisdizionale ordinaria (ad. Es. in occasione di sequestri conservativi). Nel nostro ordinamento la sussistenza del delitto di falsa testimonianza non subordinata alla prestazione del giuramento e tale prestazione non implica neanche una pena maggiore come avveniva invece nel codice Zanardelli e ci dimostra la svalutazione nel nostro ordinamento (come in quasi tutte le legislazioni moderne) di quellatto solenne che il giuramento. Lelemento oggettivo del delitto di falsa testimonianza pu assumere tre forme: affermare il falso, negare il vero, tacere in tutto o in parte ci che si sa (reticenza). La prima e seconda forma si equivalgono in quanto tanto vale affermare il falso quanto negare il vero. La reticenza ha invece un contenuto diverso perch con essa non si fornisce una prova falsa ma si fa mancare in tutto o in parte una prova che il soggetto era in grado e aveva il dovere di fornire. Occorre tenere presente che oggetto della testimonianza possono essere sia fatti compiuti dal testimone stesso che atti compiuti da altre persone e da lui percepiti. Rispetto ai primi non ci sono incertezze circa il significato della falsit mentre per quanto riguarda i secondi si crea il dubbio se il concetto di falsit importi una divergenza tra quanto affermato dal teste e la verit oggettiva o tra quanto affermato dal teste e le percezioni sensori e(visive, uditive) del teste stesso. Secondo lopinione dominante che pienamente condivisibile si deve preferire la seconda alternativa e quindi dire che falsa non la deposizione che contrasta con la verit oggettiva ma quella che contrasta con ci che il teste sa per averlo visto o sentito. E inevitabile tale conclusione sia perch la legge impone al teste lobbligo di riferire quello che ha appreso direttamente con i suoi sensi sia perch in caso contrario verrebbero legittimate le testimonianze create falsamente per provare fatti veri fatto che non pu essere ammesso. Pertanto responsabile di falsa testimonianza il testimone che contrariamente al vero dichiara di aver visto una persona in un certo luogo anche se questa in realt vi si trovava e il teste ne era certo. Occorre anche chiedersi se per la sussistenza del delitto basti qualsiasi falsit o reticenza anche se minima e trascurabile. Per rispondere a tale quesito occorre rifarsi alla ratio della norma che come abbiamo visto quella di impedire che lattivit giudiziaria sia fuorviata. Pertanto per configurare il reato occorre che la falsit o la reticenza siano giuridicamente rilevanti nel senso che abbiano la possibilit di determinare il risultato che la norma vuole evitare. Requisito implicito del delitto in esame quindi la possibilit di influire sulla decisione giudiziaria e quindi devono essere considerate giuridicamente irrilevanti non solo le falsit relative a circostanze estranee alla causa o insignificanti ma anche quelle che per la loro natura non hanno possibilit di turbare il corso dellattivit giudiziaria. Il momento consumativo del delitto si ha quando il teste ha portato a termine la sua deposizione e il giudice ne ha preso atto considerandola definitiva e non si richiede invece che il teste abbia conseguito lo scopo che si era proposto. La dottrina italiana concorde nellescludere la possibilit del tentativo. Colui che nello stesso processo in diverse fasi depone il falso (come quando conferma in giudizio la falsa testimonianza resa in istruttoria) risponde di un solo reato, ma se deponendo il falso accusa unaltra persona che sa innocente sar responsabile anche di calunnia. Per quanto riguarda lelemento soggettivo esso consiste nella coscienza e volont di affermare il falso, di negare il vero o di tacere in tutto o in parte ci che si sa. Il dolo invece escluso dallerrore di fatto il quale pu essere ad es. determinato da dimenticanza come spesso avviene nella prassi. Lart. 375 prevede alcune circostanze aggravanti che prevedono aumenti progressivi di pena se dal fatto deriva una condanna a reclusione non superiore ai 5 anni, se deriva una condanna superiore ai 5 anni, se deriva una condanna allergastolo. Per lapplicabilit di tali aggravamenti di pena occorre che la sentenza di condanna sia passata in giudicato, che la testimonianza falsa o reticente abbia avuto influenza decisiva sul giudice, che la sentenza pronunciata sia ingiusta. La sentenza si ritiene ingiusta sia se condanna un innocente sia se prevede una pena maggiore di quella che il reo avrebbe riportato senza la testimonianza falsa o reticente. Per il delitto di falsa testimonianza prevista una causa speciale di estinzione della punibilit (o di estinzione del reato secondo la terminologia corrente). Essa data dalla ritrattazione che si ha quando il testimone, nel procedimento penale in cui ha reso le dichiarazioni false, ritratta il falso e dichiara il vero non oltre la chiusura del dibattimento. Si tratta ovviamente di un caso di pentimento successivo al quale il legislatore attribuisce lefficacia di estinguere la punibilit per motivi di politica criminale e cio per spronare in ogni modo il reo ad annullare le conseguenze del suo operato criminoso. La ritrattazione deve essere volontaria e completa e deve intervenire nello stesso procedimento in cui stata commessa la falsit. Una ritrattazione effettuata in un giudizio successivo instaurato per falsit potr quindi rilevare solo come attenuante generica. Lestinzione della punibilit non si estende ai compartecipi e tanto meno allistigatore a meno che il 30

testimonio abbia ritrattato proprio per lincitamento di chi lo aveva indotto a deporre il falso. Al delitto di falsa testimonianza si applica anche la scriminante prevista dallart. 384 (che esamineremo tra poco) e di conseguenza il falso testimone non punibile se stato costretto a commettere il falso per salvare se stesso o un prossimo congiunto da un grave danno alla libert o allonore. La punibilit anche esclusa se la falsa testimonianza stata resa da chi per legge non avrebbe dovuto essere chiamato come testimone o avrebbe dovuto essere avvisato della facolt di astenersi dal rendere la testimonianza. 211) Altre falsit giudiziarie - Comprende cinque figure criminose che al pari della falsa testimonianza sono previste per impedire che, attraverso dichiarazioni false, lattivit degli organi giudiziari possa essere fuorviata. 1) Falsa perizia o interpretazione . Lart. 373 punisce il perito o linterprete, nominato dallautorit giudiziaria, che d pareri o interpretazioni mendaci o afferma fatti non conformi al vero. La falsit pu quindi presentarsi in due forme:: dare pareri o informazioni false o affermare fatti non conformi al vero. Per quanto riguarda la seconda forma non ci sono difficolt (es. affermare di aver compiuto una indagine in realt non eseguita) mentre per quanto riguarda la prima occorre osservare che il perito o linterprete, a differenza del testimone, non si limita a riferire ci che ha appreso con i suoi sensi ma formula un giudizio. Quando tale giudizio pu dirsi mendace?. Ci avviene quando il giudizio non conforme allintimo convincimento del soggetto e quindi quando si ha divergenza tra il convincimento reale e quello manifestato. E ovvio che nella pratica la falsit pu essere difficilmente accertata e le falsit peritali, purtroppo molto frequenti, finiscono con il restare impunite. Per quanto riguarda la consumazione del reato e lelemento soggettivo vale quanto detto per la falsa testimonianza. Anche il reato di falsa perizia o interpretazione si aggrava nei casi contemplati per la falsa testimonianza e anche in questo caso vale la causa speciale di estinzione di punibilit che la ritrattazione e lesimente di cui allart. 384 (aver commesso il fatto per salvare s stesso o un prossimo congiunto da un grave danno allonore o alla libert). Anche per la falsa perizia o interpretazione la punibilit esclusa quando commessa da chi per legge non avrebbe dovuto essere chiamato come perito o interprete. 2) Falso giuramento della parte - Questo delitto, comunemente detto spergiuro, consiste nel fatto di chi, come parte in un giudizio civile, giura il falso ( (al giudizio civile equiparato quello amministrativo nei casi in cui la legge ammette il giuramento della parte). Il giuramento la solenne affermazione della verit di un fatto o di un rapporto giuridico che pu essere decisorio o suppletorio,. E decisorio il giuramento con cui una parte deferisce ad unaltra per farne dipendere la decisione della causa mentre suppletorio il giuramento deferito dufficio dal giudice ad una delle due part per integrare la prova o per stabilire il valore delloggetto della domanda. La nullit del giuramento (ad. Es per irregolarit del verbale, vizi nel contenuto della formula) non impedisce lesistenza del reato il quale escluso solo quando il giuramento giuridicamente inesistente per carenza di giurisdizione o per incompetenza assoluta dellorgano al quale prestato. Perch si configuri il delitto in esame sufficiente che la falsit riguardi il fatto principale contenuto nel giuramento o una delle circostanze essenziali che lo accompagnano. Il reato di falso giuramento della parte deve essere provato in sede penale con tutti i mezzi di prova consentiti dal diritto processuale penale. Il delitto si consuma non appena reso il giuramento e quindi non si richiede che in base ad esso il giudice abbia pronunciato la sentenza e quindi non necessario accertare il danno o pericolo di danno per laltra parte. Il dolo costituto dalla volont di prestare il giuramento sapendo che ci che si dice falso e quindi avvertendo la divergenza tra conosciuto e dichiarato. Analogamente a quanto stabilito per i due delitti esaminati prima si considera come causa di estinzione della punibilit la ritrattazione la quale ammessa per per il solo giuramento deferito dufficio in quanto quello decisorio (equivalendo ad un atto unilaterale di disposizione) vincola senzaltro le parti e il giudice. La ritrattazione deve per avvenire prima che sia pronunciata la sentenza definitiva (anche se non irrevocabile) del giudizio civile. La sentenza che accerta il delitto di spergiuro non ha influenza sulla decisione della lite civile non essendo consentito alla parte di provare la falsit del giuramento ma resta salvo il diritto al risarcimento del danno ex delicto. 3) Intralcio alla giustizia (art. 377) Secondo lart. 377 risponde di questo delitto chiunque offre o promette denaro o altra utilit alla persona chiamata a rendere dichiarazioni davanti allautorit giudiziaria, o alla persona richiesta di rilasciare dichiarazioni dal difensore nel corso dellattivit investigativa, o alla persona chiamata a svolgere attivit di perito, consulente o interprete per indurla a commettere i reati previsti dagli artt. 371 bis, 371 ter, 372 e 373, qualora 31

lofferta o la promessa non sia accettata oppure venga accettata ma la falsit non sia commessa. Il legislatore del 2006 ha aggiunto un nuovo comma allart. 377 che prevede che linduzione alla falsit venga commessa non tramite promessa di denaro o altra utilit ma tramite una condotta di violenza o di minaccia. E evidente che in entrambe le ipotesi (che si traducono in un intralcio alla giustizia) il delitto sussiste solo se la falsit non venga commessa dal testimone, perito o interprete, abbiano o no queste persone accettato lofferta o la promessa. Il motivo della mancata esecuzione indifferente. E evidente anche che in questo articolo la istigazione (o subornazione) viene sottoposta a pena in deroga al principio generale previsto dallart. 115 del codice penale per cui di regola non punita listigazione non accolta o comunque non seguita dal reato cui era diretta. E evidente anche che qualora listigazione venga accolta e la falsit giudiziale commessa listigatore non risponderebbe di questo delitto ma della falsit stessa in qualit di compartecipe. La dottrina generalmente esclude la possibilit del tentativo sostenendo che listigazione in realt un tentativo e il tentativo del tentativo non punibile. Si deve per ritenere che se lattivit commessa dallistigatore frazionabile (si pensi ad una promessa fatta tramite uno scritto che non perviene al destinatario) il tentativo dovrebbe considerarsi configurabile. Il nostro codice infine non prevede per il delitto in esame la scriminante del fine di salvamento. 4) Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci allautorit giudiziaria (art. 377 bis) Secondo lart. 377 bis risponde di questo reato, salvo che il fatto non costituisca pi grave reato, chi con violenza o minaccia o con offerta o promessa di denaro o altra utilit, induce a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci, la persona chiamata a rendere davanti allautorit giudiziaria dichiarazioni utilizzabili in un procedimento penale quando questa ha la facolt di non rispondere. Tale norma ha evidenti similitudini con la norma precedente ma se ne distingue si perfeziona con leffettivo ottenimento del silenzio o della dichiarazione falsa da parte del soggetto. La ratio dellincriminazione diversa a seconda della modalit della condotta: nel caso di promessa di denaro infatti a subire il danno sar solo lautorit giudiziaria che si vedr privata dellapporto che il soggetto pu fornire al procedimento penale mentre nel caso di risultato perseguito con minaccia o violenza il reato plurioffensivo in quanto viene offesa anche la libert individuale del soggetto passivo della condotta. La fattispecie inoltre configurata come plurisoggettiva impropria in quanto la persona indotta, pur dovendo realizzare la condotta descritta dalla norma, non punibile nemmeno nel caso la sua condotta sia realizzata in cambio dellofferta o della promessa di denaro. Destinatario della condotta pu essere solo chi chiamato a rendere davanti allautorit giudiziaria dichiarazioni utilizzabili in un procedimento penale e che al contempo possa avvalersi della facolt di non rispondere. Il termine procedimento deve essere inteso in senso ampio comprendendo anche la fase delle indagini preliminari mentre la utilizzabilit delle dichiarazioni deve essere valutata ex ante alla luce della disciplina legale e non ex post in relazione ad eventuali vizi perch in caso contrario il legittimo svolgimento dellatto costituirebbe condizione oggettiva di punibilit. La condotta induttiva deve condurre allevento consistente nel non rendere dichiarazioni da parte del chiamato o a rendere dichiarazioni mendaci. Tale ultima situazione presuppone quindi che il chiamato non si sia avvalso della facolt di non rispondere che gli riconosciuta mentre la prima implica leffettivo esercizio della stessa. Il delitto si consuma con la dichiarazione mendace o con la dichiarazione con cui il destinatario della condotta si avvale della facolt di non rispondere e il tentativo si deve ritenere configurabile. Per quanto riguarda lelemento soggettivo per la sussistenza del reato sufficiente il dolo generico, consistente nella volont di provocare il silenzio o la dichiarazione falsa attuata con le forme descritte dalla norma. 5) Frode processuale Art. 374 - Lart. 374 punisce chi : a) nel corso di un procedimento civile o amministrativo al fine di trarre in inganno il giudice in una ispezione giudiziale o in un esperimento giudiziale o il perito nellesecuzione di una perizia, muta artificiosamente lo stato dei luoghi, delle cose o delle persone b) commette il medesimo fatto nel corso di un procedimento penale o prima di esso. Questa norma introdotta recentemente nel nostro ordinamento mira ad assicurare la genuinit delle fonti del convincimento del giudice circa elementi di prova che si possono desumere da alcune operazioni processuali. Autore del reato pu essere chiunque e quindi nei procedimenti civili e amministrativi anche chi estraneo al rapporto processuale e nei procedimenti penali anche limputato o il suo avvocato. Lelemento materiale deve cadere tassativamente su : a) lo stato dei luoghi (es. cancellazione di una traccia) b) lo stato delle cose (es. eliminazione di macchie di sangue da un vestito) c) lo stato delle persone (es. la cancellazione di un tatuaggio). La mutazione deve essere diretta a trarre in inganno i giudice nelle ispezioni giudiziali o negli esperimenti giudiziali o il 32

perito nellesecuzione della perizia e quindi non rientrano nella fattispecie altre ipotesi quali la frode commessa nei sequestri penali o nelle ricognizioni. La mutazione deve avvenire, nel caso di procedimenti civili o amministrativi, nel corso del procedimento e quindi dopo che questo iniziato mentre nel caso di procedimento penale anche prima dellinizio del processo e la ragione della diversit risiede nel maggiore interesse dello stato alla genuinit delle prove in materia penale. La mutazione deve essere idonea a trarre in inganno e quindi il delitto non si configura se lalterazione cos evidente e grossolana da non poter dar luogo alla situazione di pericolo colpita dalla norma incriminatrice. La consumazione del reato si verifica nel luogo e nel momento in cui la frode viene a conoscenza dellinquirente e quindi non si richiede che il magistrato o il perito siano effettivamente caduti nellinganno e il tentativo deve ritenersi configurabile (es. qualcuno sorpreso mentre sta eliminando una traccia di sangue). Per lesistenza del dolo oltre alla coscienza e volont di compiere lalterazione occorre anche il fine specifico di trarre in inganno il giudice o il perito. Lart. 374 esclude espressamente lapplicabilit della norma quando il fatto sia previsto come reato da altra disposizione di legge e pertanto se lalterazione concreta ad. Es. calunnia o falsit documentale si applicheranno le disposizioni che prevedono questo reato e non la norma in esame. Il delitto di frode processuale, al pari della falsa testimonianza e delal falsa perizia aggravato se dal fatto deriva una condanna penale. Al reato in questione di applica lesimente di cui allart. 384 cp. 6) False dichiarazioni o attestazioni in atti destinati allautorit giudiziaria Art. 374 bis - Lart. 374 bis introdotto nel 1992 punisce, sempre che il fatto non costituisca pi grave reato, chi dichiara o attesta falsamente in certificati o atti destinati ad essere prodotti allautorit giudiziaria, condizioni, qualit personali, trattamenti terapeutici o rapporti di lavoro relativi allimputato, al condannato, o alla persona sottoposta a misure di sicurezza. La norma contempla una aggravante se il fatto commesso da pubblico ufficiale, incaricato di pubblico servizio, o da una persona che esercita una professione sanitaria. La ratio della norma evidente se si pensa ad es. alla frequenza con cui in passato certificazioni false o compiacenti sulla salute degli imputati di gravi processi venivano prodotte per ottenere il rinvio dei dibattimenti o la loro sospensione magari nellattesa di una amnistia o di far maturare i termini della scarcerazione automatica o addirittura anche ai fini della prescrizione. Lazione criminosa consiste nella dichiarazione o attestazione di fatti non rispondenti al vero ed idonei a realizzare gli scopi che un soggetto in attesa di giudizio definitivo, o gi condannato con sentenza passata in giudicato, o sottoposto a procedimento per applicare misure di prevenzione si propone di perseguire. Poich la norma non accenna ad atti gi presentati ma a certificati ed atti destinati ad essere prodotti si deve ritenere che la consumazione si ha nel momento in cui gli atti vengano redatti. Per luso del documento non contemplato aumento di pena ma esso pu incidere sulla sanzione in concreto e giova a provare il concorso dellimputato. Il tentativo ipotizzabile. Il dolo consiste nella volont della falsa dichiarazione o attestazione con la coscienza che esse sono relative ad atti o certificati destinati ad essere prodotti allautorit giudiziaria. 212) Favoreggiamento Artt 378 e 379 - Gli art. 378 e 379 prevedono due distinte figure di favoreggiamento. Lart. 378 prevede il favoreggiamento personale che si ha quando dopo che stato commesso un reato e al di fuori della ipotesi di concorso nello stesso, viene aiutato qualcuno ad eludere le investigazioni dellautorit o a sottrarsi alle ricerche di essa. Lart. 379 contempla il favoreggiamento reale che si ha quanto al di fuori dei casi di concorso di reato si aiuta qualcuno ad assicurare il prodotto o profitto o prezzo di un reato. Per entrambe le ipotesi stabilito che le rispettive norme si applicano anche quando la persona aiutata non imputabile o risulta che non ha commesso il delitto. Il favoreggiamento per molti secoli non stato considerato dalla legge e dalla dottrina come reato autonomo in quanto veniva concepito come forma particolare di concorso di persone nel reato, Il codice Zanardelli prevedeva le due ipotesi in una unica norma mentre il codice attuale le ha separate, giustamente in quanto tra le due ipotesi c una certa differenza, Infatti mentre nel favoreggiamento personale protetto linteresse della giustizia al regolare svolgimento dellazione penale nel favoreggiamento reale protetto linteresse della giustizia ad eliminare con misure riparatorie alcune conseguenze del reato mediante la confisca. Inoltre di regola nel favoreggiamento reale viene pregiudicato anche linteresse del soggetto passivo del reato precedente rendendo pi difficile il recupero del danno subito dalla vittima. In entrambe le ipotesi devono verificarsi i seguenti presupposti: a) la preesistenza di un reato b) la mancanza di partecipazione nel reato antecedente. Per quanto riguarda il punto a) evidente che non possibile parlare di favoreggiamento se prima non stato commesso un reato. E controverso per se oltre alleffettiva esistenza di un reato occorra anche la punibilit in 33

concreto del reato stesso. La dottrina prevalente esclude il favoreggiamento in tutti i casi in cui lautore del reato precedente non punibile per una causa diversa dalla mancanza di imputabilit (es. aiuto prestato allautore di un delitto patrimoniale commesso contro i congiunti o il favoreggiamento di un reato perseguibile a querela se questa non viene presentata). Tale tesi non per accettabile in quanto si darebbe del favoreggiamento una visione ristretta lasciando impunite parecchie ipotesi di intromissione nello svolgimento del processo penale. Pertanto dato che la legge richiede solo la commissione di un reato basta che il fatto precedente sia conforme ad una astratta figura criminosa e non ricorrano cause di giustificazione. La punibilit in concreto dellautore non infatti necessaria in quanto secondo i principi generali del nostro diritto non necessaria per lesistenza del reato. Per quanto riguarda il secondo presupposto necessario che il soggetto sia del tutto estraneo al reato precedente altrimenti ne risponderebbe a titolo di concorso. Non pu parlarsi quindi di favoreggiamento nel caso di promessa di aiuto fatta prima o durante lesecuzione del reato, se tale promessa ha suscitato o rafforzato negli autori il proposito criminoso. 1) Favoreggiamento personale - Per quanto riguarda il favoreggiamento personale osserviamo quanto segue. Lazione esecutiva consiste nellaiutare qualcuno ad eludere le investigazioni dellautorit o a sottrarsi alle ricerche di questa. Fermo restando che in entrambi i casi deve trattarsi di azione idonea a determinare il risultato in quanto in caso contrario mancherebbe una apprezzabile offesa agli interessi protetti dalla norma, occorre precisare che eludere le indagini significa impedire che esse giungano al risultato cui sono dirette, con i mezzi pi svariati, quali la soppressione o loccultamento di prove o la creazione di falsi indizi salvo che non si tratti della specifica ipotesi prevista dallart. 374. Le ricerche dellautorit riguardano gli atti di coercizione che possono essere compiuti dallautorit stessa nei confronti di una persona sospettata di reato (fermo, arresto, ecc) e la sottrazione alle ricerche si ha ogniqualvolta tali atti siano ostacolati o solo anche ritardati. Anche il difensore di una persona sospettata pu rendersi responsabile del reato di favoreggiamento personale, ad esempio quando comunichi al suo assistito la notizia dellemissione di un procedimento di custodia cautelare consigliandogli di fuggire. E evidente che deve trattarsi della comunicazione di una notizia acquisita illegittimamente e quindi non integra il reato in esame il fatto dellavvocato che comunichi al suo assistito, sulla base della cognizione lecita di atti processuali rivelanti gravi indizi di colpevolezza, la possibile emissione nei suoi confronti di una misura cautelare. Alcuni autori sostengono che il favoreggiamento pu essere realizzato solo con una condotta positiva ma dobbiamo ritenere che possa configurarsi anche il favoreggiamento mediante omissione, sempre che il soggetto sia venuto meno ad un obbligo giuridico (es. il ferito che interrogato dai carabinieri taccia il nome del suo aggressore dichiarando falsamente di non averlo riconosciuto). Infatti anche se non esiste da parte dei cittadini un obbligo a collaborare con la polizia e quindi un obbligo di denuncia (tranne nel caso di cui allart. 364) la legge non pu in nessun caso legittimare una dichiarazione falsa. Laiuto deve essere prestato a persona sospettata di aver commesso un reato e anzi la norma stabilisce che vi favoreggiamento anche se la persona aiutata non ha commesso il delitto. Se per viene aiutata una persona la cui condanna divenuta irrevocabile chi laiuta a sottrarsi alla pena non risponde del reato in questione ma di procurata inosservanza della pena (art. 390 che vedremo dopo). Il delitto si consuma nel momento e luogo in cui lagente ha posto in essere il comportamento destinato ad aiutare qualcuno ad eludere le investigazioni o a sottrarsi alle ricerche dellautorit e pertanto non necessario che tale scopo sia stato conseguito e il tentativo configurabile. Il dolo implica la volont di realizzare il fatto previsto dalla norma con la consapevolezza che la persona aiutata pu essere colpevole di un reato e che dalla propria condotta pu derivare un intralcio per lautorit mentre i motivi del comportamento sono indifferenti per la sussistenza del dolo. Al favoreggiamento personale applicabile lesimente di cui allart. 384 e quindi non risponde di tale reato chi ha commesso il fatto costretto dalla necessit di salvare se stesso o un prossimo congiunto da un grave danno alla libert o allonore. Il favoreggiamento a s stesso (auto favoreggiamento) non punibile a meno che non si risolva anche a vantaggio di altri. 2) Favoreggiamento reale Art. 379 Dallesame della norma si evince che lelemento oggettivo di questo reato il fatto di aiutare qualcuno ad assicurarsi il prodotto, il profitto o il prezzo di un reato. Per prodotto non devono intendersi solo le cose pervenute direttamente in possesso del reo a seguito del reato (refurtiva) ma anche quelle derivate da successiva specificazione (es. fusione degli oggetti doro rubati), quelle ricavate dallalienazione (es. denaro ricavato dalla vendita della refurtiva), e anche le cose poste in essere con il reato (es. documento falsificato). Profitto invece 34

ogni vantaggio derivato dal reato anche non economico mentre il prezzo la ricompensa ottenuta dal reo per commettere il reato. Lazione esecutiva del reato in esame si concreta quindi nellassicurare al reo i beni e i vantaggi ora indicati, e quindi ogni attivit svolta per far si che detti beni e vantaggi siano messi al sicuro o realizzati se sono stati solo promessi. Risponde quindi di favoreggiamento reale anche chi fa ottenere al derubato la restituzione dei beni mediante lo sborso di un riscatto. E rilevante anche il comportamento omissivo. La consumazione del reato si ha nel momento in cui il soggetto ha posto in essere il comportamento indicato e quindi non necessario che il bene o il vantaggio sia entrato nel patrimonio del favoreggiato ma sufficiente che lazione sia stata idonea a determinare il risultato. Per quanto riguarda il dolo il soggetto deve sapere che sta aiutando un soggetto sospettato di aver commesso un reato e che laiuto da lui prestato pu avere per effetto la acquisizione di un prodotto, profitto o prezzo di un reato. Lart. 379 specifica anche che il fatto per costituire favoreggiamento reale non deve presentare gli estremi dei delitti di ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro o beni di provenienza illecita. La differenza rispetto alla ricettazione sta nel fatto che questultima richiede che il reo abbia agito con lo scopo di procurarsi un profitto, scopo che non necessario nel favoreggiamento reale. Per eliminare le incertezze tra le due figure occorre tenere presente che il ricettatore un individuo che agisce per fine di lucro mirando al proprio utile mentre il favoreggiatore vuole soprattutto giovare ad unaltra persona aiutandola a consolidare i vantaggi derivati da un reato. Al favoreggiamento reale non si applica lesimente di cui allart. 384 e di conseguenza il favoreggiamento reale prestato a favore di prossimi congiunti punibile. Non invece punibile lautofavoreggiamento in applicazione al principio generale del nostro ordinamento per cui non si fa carico allimputato o al condannato di tentare la propria salvezza con mezzi che non sono di per s delittuosi. 213) Rivelazione di segreti inerenti ad un procedimento penale - Lart. 379 bis introdotto nellordinamento nel 2000 punisce, sempre che il fatto non costituisca pi grave reato: a) chi rivela indebitamente notizie segrete relative ad un procedimento penale da lui apprese per aver partecipato o assistito ad un atto del processo stesso b) chi dopo aver rilasciato dichiarazioni nel corso delle indagini preliminari non osserva il divieto imposto dal pubblico ministero ai sensi del codice di procedura penale. La ratio della tutela consiste nel rafforzare il segreto processuale. La disposizione prevede inoltre una clausola di riserva stabilendo che si applicher la sola fattispecie di cui allart 326 (rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio) e non la norma in esame qualora ne ricorrano gli estremi. Nella prima ipotesi soggetto attivo pu essere solo chi ha preso parte o assistito ad un atto del procedimento e la condotta consiste nella indebita rivelazione di notizie segrete. La prima ipotesi si pu realizzare quindi solo in relazione a notizie che possono essere qualificate come segrete apprese direttamente per aver partecipato o assistito ad un atto del procedimento ( e quindi non notizie che il soggetto possa aver appreso in altro modo) e che devono essere rivelate indebitamente ossia senza alcuna giustificazione ammessa dallordinamento. Nella seconda ipotesi soggetto attivo pu essere solo chi destinatario del divieto imposto dal pubblico ministero ai sensi del codice di procedura penale e quindi la condotta consiste nella violazione del segreto e pertanto in questo caso loggetto della divulgazione consiste non solo negli atti degli indagini ma pu riguardare anche fatti e circostanze apprese dal soggetto in altro modo. In entrambe le ipotesi il delitto si consuma con la rivelazione delle notizie coperte da segreto indipendentemente dal fatto che si sia prodotta una conseguenza dannosa per le indagini. Lelemento soggettivo il dolo generico che richiede la conoscenza del carattere di segretezza della notizia. 214) Prevaricazione - Per il corretto funzionamento della giustizia necessario un minimo di correttezza da parte dei patrocinatori e i consulenti tecnici chiamati a collaborare con gli organi giudiziari. Sono pertanto previste le seguenti figure criminose raggruppate sotto la denominazione prevaricazione. 1) Patrocinio o consulenza infedele Lart. 380 punisce il patrocinatore (avvocato o procuratore) o il consulente tecnico che rendendosi infedele ai suoi doveri professionali porta un danno alla parte da lui difesa, assistita o rappresentata davanti allautorit. Linfedelt colpita dalla legge va considerata in rapporto ai doveri professionali e pertanto risponder del delitto anche lavvocato che agisca infedelmente con il consenso del suo cliente (sempre che non si tratti di diritti disponibili come quelli patrimoniali) e quindi ad es. lavvocato che lasci condannare il suo cliente che sa innocente con laccordo dello stesso. Costituiscono infedelt ai doveri professionali ad. Es. lomissione dolosa della difesa, la comunicazione di notizie false o fuorvianti, lomessa produzione di mezzi di prova, ecc. Per la consumazione del reato 35

necessario che si sia verificato un danno per la parte difesa, assistita o rappresentata davanti allautorit giudiziaria. Il dolo consiste nella volont di provocare il danno suddetto con la coscienza di venir meno ad un dovere professionale mentre non necessario il fine di lucro. La legge prevede le seguenti due circostanze aggravanti a) se il colpevole ha commesso il fatto daccordo con la parte avversaria e quindi patteggiando segretamente con essa b) se il fatto commesso ai danni di un imputato e quindi di una persona cui attribuito un delitto o una contravvenzione. 2) Altre infedelt del patrocinatore o del consulente tecnico - Lart. 381 prevede le due seguenti ipotesi: a) il fatto del patrocinatore o del consulente tenico che in un procedimento davanti allautorit giudiziaria presta contemporaneamente, anche per interposta persona, il suo patrocinio o la sua consulenza anche a favore di parti contrarie b) il fatto del patrocinatore o del consulente tecnico che dopo aver difeso o assistito una parte assume, senza il consenso di questa, nello stesso procedimento il patrocinio o la consulenza della parte avversaria. Nella prima ipotesi La contemporanea prestazione dellopera deve riferirsi a due parti contrarie, ossia aventi interessi in contrasto, anche se non sono avversarie nel senso tecnico della parola. Nella seconda ipotesi deve invece trattarsi di parti avversarie (es. un avvocato che dopo aver difeso limputato nel giudizio di primo grado in appello passa a sostenere la parte civile). Non richiesto che per il privato si verifichi un danno in quanto la norma mira a tutelare linteresse dalla giustizia alla dignit e seriet della professione forense. Il delitto si consuma con il semplice porre in essere una delle azioni descritte dalla norma e per il dolo sufficiente la volont di realizzare una di queste azioni con la consapevolezza della situazione di incompatibilit. 3) Millantato credito del patrocinatore Art. 382 Lart. 382 punisce il patrocinatore che millantando credito presso il giudice o il p.m o presso il testimone, il perito o linterprete, riceve o fa dare o promettere dal suo cliente a s o a un terzo denaro o altra utilit con il pretesto di doversi procurare il favore del giudice, o del p.m. o del testimone, perito o interprete o di doverli remunerare. Si tratta quindi di una sottospecie del delitto di millantato credito (art. 346) che stato illustrato precedentemente e al quale si rimanda. Occorre solo precisare che tale norma riguarda solo il patrocinatore e quindi se il fatto commesso da un consulente tecnico si applicher lart. 346. 215) Esimenti speciali - Per i delitti contro lattivit giudiziaria esiste una disposizione che sancisce per gran parte di essi cause speciali di non punibilit-. Si tratta dellart. 384 che al primo comma stabilisce che nei casi di cui agli artt. 363,364,365,366,369,371 bis, 371 ter, 372,373,374 e 378 non punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessit di salvare se o un prossimo congiunto da un grave e inevitabile danno alla libert o allonore. Al secondo comma lart. 384 stabilisce che nei casi previsti dagli artt. 371 bis, 371 ter, 372 e 373 la punibilit esclusa se il fatto commesso da chi per legge non avrebbe dovuto essere chiamato a fornire informazioni o assunto come testimone, perito, consulente tecnico o interprete o non avrebbe potuto essere obbligato a rispondere o a deporre o avrebbe dovuto essere avvertito della facolt di astenersi. Per quanto riguarda il primo comma (che non ha simili in nessun codice penale straniero) la non punibilit viene giustificata con listinto alla conservazione della propria libert e del proprio onore e con lesigenza di tenere conto dei vincoli di solidariet familiare. Si tratta senza dubbio di una forma speciale di stato di necessit che differisce dallipotesi di cui allart. 54 solo per due aspetti: a) si applica anche quando stato lagente stesso commettendo il reato a determinare lo stato di necessit b) lintervento consentito solo a favore dei prossimi congiunti mentre nello stato di necessit lazione giustificata anche se diretta a salvare un estraneo. Per quanto riguarda la situazione psicologica quindi non vi sono altre differenze tra le due figure. Occorre per considerare che tra le due cause di giustificazione esiste una differenza sostanziale. Lo stato di necessit infatti implica lesistenza di un conflitto di interessi di uguale natura: il legislatore infatti permette una azione di regola vietata per salvare un interesse che ha un valore sociale superiore o uguale a quello che si sacrifica. Nella esimente di cui allart 384 invece i due interessi in conflitto sono completamente diversi essendo uno privato (linteresse del cittadino ad evitare lapplicazione della legge) e laltro pubblico (linteresse alla applicazione della legge). Il valore sociale del secondo sicuramente superiore al primo e quindi lautorizzazione data ad un cittadino di sacrificare un importante interesse statale per salvare un interesse privato per giunta illegittimo pone qualche legittimo dubbio. Tale dubbio diviene certezza se si pensa ai tristissimi fenomeni dellomert e della menzogna nei confronti degli organi della giustizia, fenomeni che sarebbe necessario combattere per sradicarli dal nostro paese dove sono purtroppo molto diffusi. 36

Pertanto a nostro parere il legislatore avrebbe operato pi saggiamente se, come in altre legislazioni straniere, avesse considerato la situazione di cui allart. 384 come causa di attenuazione lasciando al giudice un largo margine per tenerne conto a seconda delle situazioni del caso concreto. 216) Punibilit dei fatti commessi in collegamento audiovisivo nel corso di una rogatoria dallestero Lart. 384 bis introdotto nel 2001 stabilisce : i delitti di cui agli art. 366 (rifiuto di uffici legalmente dovuti) 367 (simulazione di reato) 368 (calunnia) 369 (autocalunnia) 371 bis (false informazioni al pm) 372 (falsa testimonianza) e 373 (falsa perizia o interpretazione) commessi in occasione di un collegamento audiovisivo nel corso di una rogatoria allestero, si considerano commessi nel territorio dello stato e sono puniti secondo la legge italiana. 217) Contravvenzioni concernenti lattivit giudiziaria Si tratta delle seguenti due ipotesi: a) Pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale . Lart. 684 punisce a titolo di contravvenzione chiunque pubblica in tutto o in parte atti o documenti di un procedimento penale di cui sia vietata per legge la pubblicazione. La fonte del divieto di questa contravvenzione sta nel codice di procedura penale che proibisce la pubblicazione degli atti coperti da segreto del loro solo contenuto. Anche per gli atti non pi coperti dal segreto la pubblicazione vietata fino a quando non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine della udienza preliminare. Non rientrano nella previsione della norma gli atti e i documenti di procedimenti civili, amministrativi o disciplinari2) Indebita pubblicazione di notizie concernenti un procedimento penale Lart. 685 punisce a titolo di contravvenzione colui che pubblica i nomi dei giudici, con lindicazione dei voti individuali che ad essi si attribuiscono nelle deliberazioni prese in un procedimento penale. Per giudici devono intendersi non solo i magistrati togati ma anche le altre persone (es. i giudici nelle corti di assise) che sono chiamate ad esercitare una funzione giurisdizionale in via ordinaria, straordinaria o speciale. La norma nel limitare la libert di informazione mira ad assicurare la libert delle decisioni giudiziarie. Essa non applicabile quando la decisione ha ormai perso ogni interesse attuale assumendo un valore puramente storico. Sezione II Reati contro lautorit delle decisioni giudiziarie 218) Evasione Secondo lart 385 risponde di evasione chi, legalmente arrestato o detenuto per un reato, evade. La legge equipara allevasione il fatto dellimputato che trovandosi in stato di arresto nella propria abitazione o in altro luogo se ne allontani e il fatto del condannato che ammesso a lavorare fuori dal carcere non vi rientri. Trattasi quindi di un reato proprio che pu essere commesso solo da individui che si trovano in determinata situazione, e precisamente in una situazione di arresto o detenzione o in regime di semilibert o agli arresti o detenzione domiciliare. Larresto o la detenzione deve trovare causa immediata in un reato che si ritiene commesso dal soggetto e pertanto restano esclusi dalla previsione dellart. 385 coloro che si sottraggono allesecuzione di misure di sicurezza o di misure di prevenzione, fatti per i quali prevedono altre disposizioni di legge. Il provvedimento limitativo della libert personale deve inoltre essere legale cio conforme alla legge (es. abusivo larresto di un membro del parlamento effettuato senza lautorizzazione della camera cui appartiene nei casi in cui tale autorizzazione richiesta). Lelemento oggettivo del delitto di evasione consiste nel sottrarsi allo stato di arresto o detenzione. Per quanto riguarda lelemento soggettivo il dolo consiste nel tenere la condotta descritta dalla norma con la consapevolezza di trovarsi legalmente in stato di arresto o detenzione. Non sussiste quindi il dolo per il detenuto che si trovi libero per cause indipendenti dalla sua volont (es- crollo o incendio del carcere). In questa situazione non sussiste nel liberato lobbligo di costituirsi in carcere e quindi si deve ritenere che il delitto di evasione non si pu commettere tramite omissione. Il codice prevede le due seguenti circostanze aggravanti : a) il soggetto compie il fatto usando violenza o minaccia contro le persone o effe razione contro le cose b) la violenza o minaccia viene commessa con armi o da pi persone riunite. Lart. 385 contempla anche una ipotesi di pentimento dopo il delitto stabilendo che la pena diminuita se levaso si costituisce in carcere prima della sentenza irrevocabile. Coloro che dolosamente procurano o agevolano levasione di un arrestato o di un detenuto dovrebbero, in base alle regole generali, rispondere del reato di evasione come concorrenti ma il nostro ordinamento configura questa ipotesi come reato autonomo (procurata evasione) in considerazione del fatto che 37

lestraneo compie una offesa pi grave allautorit rispetto allindividuo che invece obbedisce al bisogno istintivo della libert. Lart. 386 stabilisce infatti che punito chi procura o agevola levasione di una persona legalmente arrestata o detenuta per reato Il delitto in questione pu essere compiuto da chiunque e quindi anche dal custode per il quale ricorre anche laggravante dellabuso di ufficio. Il reato configurabile anche mediante omissione (es. agente che lascia fuggire un detenuto non chiudendo la cella). Il reato in questione presuppone il delitto di evasione e quindi non si configura quando un individuo ad. Esempio strappa dalle mani dei carabinieri larrestato senza che vi concorra la volont di questultimo. In tal caso sar applicabile quindi lart. 337 (resistenza a pubblico ufficiale) mentre il fatto di nascondere levaso concreta il delitto di favoreggiamento. Se la persona di cui si procura o agevola levasione non legalmente arrestata o detenuta il fatto non punibile a meno che non si configuri altro reato (es. danneggiamento). Il delitto si consuma al momento in cui avviene levasione e quindi se questa non avviene si avr semplice tentativo se ne sussistono le condizioni richieste (univocit e idoneit degli atti). Il dolo costituito dalla volont di procurare o agevolare levasione sapendo che la persona legalmente arrestata o detenuta. Lart. 386 prevede le due stesse aggravanti previste dallart. 385 e un altro aggravamento speciale ricorre se si commette il fatto a favore di una persona irrevocabilmente condannata allergastolo. Sono previste due attenuanti speciali: a) quando il soggetto prossimo congiunto dellarrestato o del detenuto b) quando lagente nel termine dei tre mesi dallevasione procura la cattura dellevaso o la sua presentazione allautorit fermo restando che la cattura deve essere conseguenza dellattivit del soggetto. Il codice contempla anche una ipotesi di procurata evasione colposa. Lart. 387 infatti punisce chiunque, preposto per ragione del suo ufficio alla custodia di una persona arrestata o detenuta per un reato ne cagiona per colpa levasione. Cagionare per colpa levasione significa essere causa, per imprudenza, negligenza, inosservanza di leggi o regolamenti del delitto di evasione compiuto da altri. Non rientra quindi nella previsione la semplice messa in libert del detenuto per errore anche colposo del custode. Non risponde inoltre del reato il privato che dopo aver arrestato un individuo in flagranza di reato se lo lascia sfuggire in quanto la legge richiede che il soggetto sia preposto alla custodia per ragioni del suo ufficio. E esente da pena chi, nel termine di tre mesi dallevasione. Procura la cattura della persona evasa o la sua presentazione allautorit. 219) Altre inosservanze di sanzioni criminali Il codice prevede anche le seguenti figure criminose 1) inosservanza di pene accessorie (art. 389) - Lart. 389 punisce chi avendo riportato una condanna irrevocabile da cui consegue una pena accessoria trasgredisce agli obblighi o ai divieti inerenti a tale pena. La trasgressione consiste nellarrogarsi quella capacit giuridica di cui il soggetto stato privato o sospeso (es. compiere atti relativi allufficio di tutore, continuare lesercizio della professione. Ecc). La consumazione del delitto (che eventualmente permanente) si verifica con il compimento dellatto che concreta la violazione degli obblighi derivanti dalla pena accessoria di cui si tratta. 2) Procurata inosservanza di pena Lart. 390 punisce chi, al di fuori dei casi di concorso nel reato, aiuta qualcuno a sottrarsi allesecuzione della pena. Laiuto deve essere prestato in modo diverso dalla procurata evasione di cui allart. 386 e lautore del fatto non deve essere concorrente nel reato anteriore. Si tratta in sostanza di una speciale forma di favoreggiamento che presuppone una condanna irrevocabile. Si pu commettere il reato anche tramite omissione (es. mancata trasmissione dellordine di carcerazione). La consumazione si ha nel momento in cui grazie allaiuto fornito il condannato riesce a sottrarsi allesecuzione della pena. Il dolo costituito dalla volont di prestare laiuto sapendo che si tratta di un condannato e il reato attenuato se lagente prossimo congiunto della persona aiutata o se entro tre mesi procura la cattura o la presentazione dellevaso allautorit. 3) Procurata inosservanza di misure di sicurezza detentive Come abbiamo detto il nostro codice non punisce la persona che, soggetta a misura di sicurezza detentiva, vi si sottragga volontariamente. Linternato che evade incorre solo nelleffetto per cui il periodo minimo della durata della misura di sicurezza ricomincia a decorrere dal giorno in cui a questa viene data nuovamente esecuzione. Lart. 391 punisce invece chi procura o agevola levasione di persona soggetta a misura di sicurezza detentiva o nasconde levaso o comunque lo favorisce nel sottrarsi alle ricerche dellautorit. A questo reato si applicano le disposizioni previste per lart. 386 (procurata evasione). Lart. 391 prevede 38

anche una ipotesi di evasione dovuta a colpa del custode e anche qui rinviamo a quanto detto nellart. 387 (procurata evasione colposa). 220) Mancata esecuzione dei provvedimenti del giudice civile Si tratta delle due ipotesi previste dagli artt. 388 e 388 bis. 1) Mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudce . Lart. 388 prevede una figura delittuosa che pu essere definita come mancato adempimento doloso di obblighi civili derivanti da un provvedimento giurisdizionale. Esso prevede cinque diverse ipotesi: a) il fatto di chi per sottrarsi alladempimento degli obblighi civili nascenti da una sentenza di condanna compie atti fraudolenti o simulati sui propri beni o su quelli altrui, qualora non ottemperi alla ingiunzione di eseguire la sentenza b) il fatto di chi elude lesecuzione di un provvedimento del giudice civile che concerne laffidamento di minori o di persone incapaci o prescrive misure cautelari a difesa della propriet,del possesso o del credito c) il fatto di chi sottrae, distrugge o deteriora una cosa di sua propriet sottoposta a pignoramento, o sequestro giudiziario o conservativo d) il fatto del custode che realizza le condotte di cui al punto precedente per favorire il proprietario della cosa e) il fatto del custode di cosa sottoposta a pignoramento o sequestro giudiziario o conservativo che indebitamente omette, rifiuta o ritarda un fatto del suo ufficio. F) il fatto del debitore o dellamministratore della societ debitrice che invitato dallufficiale giudiziario ad indicare le cose o i beni pignorabili omette di rispondere entro quindici giorno o fa dichiarazioni false. Lincriminazione di cui allart, 388 stata introdotta nel 1981 allo scopo di tutelare la forza obbligatoria dei provvedimenti del giudice ma anche di tutelare gli interessi del privato che per la loro difesa ha fatto ricorso allautorit giudiziaria. Il fatto che la legge tuteli in modo diretto gli interessi del privato dimostrato dal fatto che il reato di cui allart. 388 non perseguibile di ufficio ma solo a querela della persona offesa. Per effetto di legge del 2001 viene punito a querela della persona offesa con le stesse pene previste dallart. 388 chi elude lordine di protezione previsto dal codice civile o un provvedimento di pari contenuto assunto nel procedimento di separazione personale dei coniugi o nel procedimento di scioglimento del matrimonio. Lordine di protezione un decreto del giudice che intervenire quando la condotta del coniuge o di altro convivente causa di grave pregiudizio alla incolumit fisica o morale o alla libert dellaltro coniuge o convivente e ordina al coniuge o convivente la cessazione della condotta pregiudizievole disponendo il suo allontanamento dalla casa coniugale 2) Violazione colposa di doveri conseguenti ad un provvedimento del giudice Lart. 388 bis introdotto da legge del 1981 punisce la violazione colposa dei doveri relativi alla custodia di cose sottoposte a pignoramento o a sequestro giudiziario o conservativo e quindi riguarda il fatto del custode delle cose suddette che per colpa ne cagiona la distruzione o la dispersione o ne agevola la sottrazione o la soppressione . Tale reato si pone sullo stesso piano dellipotesi prevista dallart. 335 per i casi di sequestro penale ed amministrativo (vedi paragrafo 187 n.5) e quindi si rimanda a quanto detto in quella sede. 221) Mancata esecuzione dolosa di sanzioni pecuniarie . Lart. 388 ter introdotto nel 1981 punisce la condotta di chi, per sottrarsi al pagamento di una multa o di una ammenda o di un sanzione amministrativa pecuniaria, compie sui propri o altrui beni atti simulati o fraudolenti, qualora non ottemperi nei termini allingiunzione di pagamento contenuta nel precetto. La ratio della norma quella di evitare, stabilendo la pena della reclusione da 6 mesi a tre anni che i soggetti simulino limpossibilit di far fronte al pagamento della sanzione pecuniaria. Con lespressione compiere sui propri o altrui beni atti simulati o fraudolenti) la norma vuole alludere sia a comportamenti ingannatori diretti ad eludere lesecuzione (es. nascondimento di attivit o cespiti) sia il compimento di atti quali il distruggimento di beni al solo fine di evitare lesecuzione. Oggetto della condotta sono innanzitutto i beni propri ma si deve ritenere, tenendo presente la ratio della norma che loffesa non sia realizzabile su beni che non possono essere sottoposti ad esecuzione forzata. Il delitto si consuma nel momento in cui vengono compiuti gli atti simulati e fraudolenti e il tentativo configurabile (es. qualcuno viene sorpreso mentre compie atti idonei ed univoci per simulare la compravendita di un bene, possibile oggetto di esecuzione). E richiesto il dolo specifico e quindi la volont di eludere una sanzione pecuniaria e il soggetto deve conoscere il carattere simulato e fraudolento degli atti che compie. La punibilit subordinata allinottemperanza dellingiunzione di pagamento nei termini previsti e quindi si deve concludere che il legislatore considera linadempimento della obbligazione come una condizione oggettiva di punibilit. 39

Sezione III ILLEGITTIMA TUTELA DI INTERESSI PRIVATI 222) Esercizio arbitrario delle proprie ragioni - Prevede le ipotesi di cui agli art. 393 3 394. Lart. 393 punisce chi al fine di esercitare un preteso diritto , potendo ricorrere al giudice, si fa arbitrariamente giustizia da se mediante violenza sulle cose. Lart. 394 punisce invece chi al fine di esercitare un preteso diritto, potendo ricorrere al giudice, si fa arbitrariamente giustizia da se mediante violenza o minaccia alle persone. La dottrina concorde sul fatto che la ratio delle due incriminazioni sta nella necessit di evitare che il privato si faccia giustizia da se, compromettendo la pace pubblica e sostituendosi allattivit degli organi giudiziari e quindi ravvisa loggetto della tutela in un interesse pubblico e precisamente nellinteresse dellautorit giudiziaria allesercizio esclusivo dei propri poteri. Per quanto riguarda entrambe le ipotesi osserviamo quanto segue: a) Il reato ha un presupposto che pu essere scisso in tre momenti: 1) Esistenza di una pretesa giuridica munita di azione. Non importa che la pretesa sia fondata o meno, che si riferisca ad un diritto reale o ad un diritto di obbligazione ma necessario che essa possa essere fatta valere in giudizio. Il delitto in questione infatti non si configura in caso di obbligazioni naturali (se ad es. qualcuno usando violenza o minaccia induce qualcuno a pagargli un debito di gioco non risponde del reato che stiamo esaminando ma di quello di violenza privata. 2) Obbligo di ricorrere al giudice, ossia di far valere la propria pretesa tramite lautorit giudiziaria. Questo implica che la persona verso la quale si vanta la pretesa la contesti o non vi aderisca spontaneamente. 3) possibilit concreta del ricorso allautorit giudiziaria. Occorre infatti che ci sia concretamente tale possibilit che manca quando il soggetto si trova di fronte alla minaccia di essere violentemente spogliato del suo possesso. Pertanto non risponde del delitto in esame il possessore del fondo che usando violenza si oppone a chi tenta violentemente di occupare il fondo stesso. B) Lelemento oggettivo del reato in esame consiste nel farsi giustizia da se mediante violenza sulle cose o violenza o minaccia alle persone. La legge chiarisce che si ha violenza sulle cose quando la cosa viene danneggiata, o trasformata o se ne muta la destinazione, Si ha ancora violenza sulle cose quando un programma informatico viene alterato o modificato o cancellato in tutto o in parte o quando viene impedito o turbato il funzionamento di un sistema informatico. La violenza sulle cose quindi simile a quanto si verifica nel delitto di danneggiamento. Per quanto riguarda la violenza o la minaccia alle persone il significato dellespressione coincide con quanto avviene nel delitto di violenza privata. (art. 610 chiunque con violenza o minaccia costringe altri a fare, tollerare o omettere qualcosa). C) Soggetto passivo delle due ipotesi criminose la persona nei cui confronti si esercita il preteso diritto e ad essa spetta il diritto di querela. Nel caso in cui la violenza usata contro una persona diversa anche a questo deve essere riconosciuta la qualit di persona offesa con le relative conseguenze. D) La consumazione del reato in entrambi i casi si ha nel momento in cui lagente si fa giustizia da se. Deve essere ritenuto configurabile il tentativo (es. qualcuno vantando una servit di passaggio tenta con violenza di passare attraverso un fondo ma non vi riesce per la ferma opposizione del possessore). E) per quanto riguarda lelemento soggettivo sufficiente il dolo generico con intenzione di farsi giustizia da s. F) Verificandosi lesercizio arbitrario delle proprie ragioni resta in esso assorbito il delitto di danneggiamento o di violenza privata che vi sono contenuti. G) Per lesercizio arbitrario con violenza sulle persone sono previste due aggravanti. La prima si ha quando il fatto commesso anche con violenza sulle cose. La seconda quando la minaccia alle persone commessa con armi. Occorre inoltre dire che il delitto di cui ci stiamo occupando, ignoto alla maggior parte delle legislazioni, presenta alcune contraddizioni. Infatti abbiamo gi rilevato che lesercizio delle proprie ragioni deve essere effettuato con violenza sulle cose o con violenza o minaccia sulle persone. Abbiamo anche rilevato come nel primo caso ricorrono gli estremi del delitto di danneggiamento mentre nel secondo quelli del delitto di violenza privata. Confrontando le pene per ci accorgiamo come lesercizio arbitrario delle proprie ragioni punito meno dei delitti che in esso sono contenuti. Una offesa ad un interesse dellamministrazione della giustizia che si viene ad aggiungere alle lesione del patrimonio o della libert individuale dovrebbe portare ad un aumento della pena o non ad una diminuzione. Ma ci non basta in quanto dobbiamo anche notare che il reato in questione, che lede un interesse pubblico, non perseguibile dufficio ma solo a querela di parte. La contraddizione in questo caso molto evidente con riferimento allesercizio arbitrario con violenza o minaccia in quanto il reato di violenza privata che in esso contenuto perseguibile dufficio. Dobbiamo quindi ritenere che le figure criminose previste negli artt. 393 e 394 malgrado la loro collocazione nel codice non possano considerarsi come delitti contro lamministrazione della giustizia essendo assurdo ravvisarne una tutela in norme che stabiliscono un trattamento di favore. La verit che agire con il convincimento di esercitare un diritto sentito dalluomo come un motivo di attenuazione della pena e come tale 40

trattato dal legislatore. Se ne deve dedurre che nel nostro ordinamento il delitto di cui allart. 392 non altro che una forma attenuata di danneggiamento e quello di cui allart. 393 una forma attenuata di violenza privata. E auspicabile che in una riforma del codice si tenga conto di questa realt. 223) Il duello in generale - Il duello un combattimento a due, a spada, sciabola o pistola a condizioni prestabilite e conformi alle regole cavalleresche garantito dalla presenza di quattro testimoni per uno scopo di riparazione di una offesa. Nel codice precedente il duello era punito in quanto lo stato non poteva tollerare che per risolvere vertenze private si facesse ricorso alle armi. Infatti anche se si trattava di un antico costume ci si trovava comunque di fronte ad una violenza individuale capace di porre in pericolo la vita dei cittadini e in contrasto con le esigenze di uno stato civile. Il codice attuale, al pari del precedente, collocava i delitti di duello (denominati anche cavallereschi) tra i reati contro lamministrazione ravvisando in essi una arbitraria sostituzione della giustizia privata a quella pubblica. Tuttavia ci non si verificava sempre nel duello in quanto spesso in essi mancava la possibilit di ricorrere al giudice, essendo utilizzati per vertenze di onore che non potevano essere portate davanti al giudice non sussistendo gli estremi di un reato. Ci premesso sarebbe stato pi congruo collocare il duello nel titolo dei delitti contro la persona come fa la maggior parte dei codici stranieri, dato che lessenza del duello consiste nel porre in pericolo o ledere la vita e lintegrit della persona. Il problema comunque superato in quanto nel 1999 il parlamento ha abrogato gli articoli da 394 a 401 del codice che disciplinavano appunto il duello tenendo conto anche dellabbandono di tale prassi anche negli ambienti dove nel passato essa si era affermata. Naturalmente labbandono di tale specifica disciplina conduce allapplicazione della disciplina ordinaria con riguardo alle norme concernenti i delitti contro la vita e lincolumit personale.

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