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LA STRUTTURA FINANZIARIA DELLIMPRESA

la struttura finanziaria dell'azienda Gi in qualche articolo precedente abbiamo fatto riferimento alla struttura finanziaria dellimpresa e alla correlazione temporale che ci deve (o dovrebbe essere) tra gli investimenti e i finanziamenti. Queste considerazioni sono la conseguenza del fatto che la struttura dei finanziamenti che si scelgono sono una specie di asse portante per lo svolgimento dellattivit dellazienda. In molti casi, infatti (e purtroppo), si dimentica che lo stato patrimoniale attivo composto da capitale circolante e da immobilizzazioni e che, quindi, il fabbisogno finanziario diverso e varia al variare di cosa si deve finanziare. Ora: chiaro che la prima considerazione da fare riguarda proprio cosa finanziare. Ma poi, occorrerebbe fermarsi a riflettere su unaltra serie di cose che fin troppo spesso vengono tralasciate, e che invece fondamentale considerare nel momento in cui devono essere prese delle decisioni di carattere finanziario, che sono tra le pi delicate da prendere nellambito della gestione dellazienda.Perch dai soldi dipende la sopravvivenza dellazienda.

La struttura finanziaria dellimpresa: cosa considerare?


Nel momento in cui si inizia a pensare alla struttura dei finanziamenti occorre considerare una serie di cose. Tra le pi importanti ricordiamo:

1) LE CARATTERISTICHE DEL MERCATO DEI CAPITALI In tal senso, sarebbe utile avere qualche idea di massima a proposito di aspetti macro-economici del mercato in cui si opera, o si vuole operare. In tal senso, intendiamo riferirci ad alcuni parametri che danno un quadro ampio di ci che accade in un mercato in termini di : politiche economiche perseguite dalle autorit monetarie; propensione al risparmio; propensione al consumo; accesso al credito; sviluppo del mercato dei capitali, sviluppo del mercato di Borsa e altre ancora. Lutilit di queste conoscenze abbastanza semplice da afferrare: se, per esempio, voglio aprire una nuova attivit (e quindi devo fare degli investimenti), fondamentale sapere se e come posso accedere al credito da parte del sistema creditizio, oppure sapere se lo Stato finanzia o meno alcune attivit, e in che termini le finanzia. Cos come importante conoscere lo stato di salute della Borsa. Allo stesso modo avere la conoscenza di alcuni dati come la propensione al consumo (e magari anche come ripartita) si rivelano spesso fondamentali per le decisioni di fare o non fare un certo business. 2) LE CARATTERISTICHE DEL FABBISOGNO FINANZIARIO In questo articolo abbiamo gi affrontato laspetto del fabbisogno, e quindi non ci ripetiamo. Qui aggiungiamo solamente che nella scelta delle forme di finanziamento per la copertura del fabbisogno, opportuno tenere anche presenti alcuni aspetti come : redditivit aziendale; grado di rischio; possibilit di fornire adeguate garanzie; eventuale forza contrattuale, intesa come posizione dellazienda sul mercato. 3) LA CONVENIENZA ECONOMICA Quando si parla di convenienza economica (dei finanziamenti), di solito ci si riferisce al costo del capitale di credito a al costo del capitale proprio. Questo uno degli aspetti meno considerati nellambito della finanza aziendale poich la tendenza quella di considare il capitale proprio un capitale a costo zero, che proprio a zero non . Uno degli aspetti pi importanti da tenere presente quando si parla di convenienza economica, laspetto fiscale del finanziamento. Occorre prestare attenzione a questo aspetto perch la variabile fiscale pu arrivare a capovolgere il giudizio di convenienza su uno strumento che apparentemente sembrava ottimo e che invece non lo pi, tutto considerato e ribaltare il giudizio su uno strumento che inizialemente era stato scartato. Infatti, dal punto di vista fiscale vanno considerati due aspetti: il primo, quello riguardante le imposte societarie. Il secondo riguarda, invece, le imposte personali.

4) LA FATTIBILITA FINANZIARIA La fattibilit finanziaria di un finanziamento tutto quello che riguarda i cosiddetti flussi differenziali che il finanziamento genera. Infatti, se prima di prendere il finanziamento il mio flusso finanziario era 100, devo verificare se prendere un finanziamento (sotto qualsiasi forma, per semplicit) fa diventare il flusso 100+X. Se cos accade, allora mi conviene prendere il finanziamento: in caso contrario, a cosa servirebbe prenderlo? Si tratta un p di fare gli stessi calcoli che sono alla base della convenienza economica di un investimento, di cui abbiamo gi parlato in questo articolo. Questa specie di calcolo viene fatta poich i finanziamenti costano oneri finanziari che hanno ripercussioni nel conto economico dellazienda in vari modi.

conclusioni
Tutti questi aspetti sopra elencati, di solito sono considerati nellambito di una pianificazione e di una programmazione finanziaria in fase di redazione del business plan, quando richiesta la sintesi tecnica delle idee dellimprenditore, o aspirante tale. Il business plan, e lo abbiamo detto pi volte, non solo un documento che viene richiesto per creare ulteriori problemi a chi ne ha gi da risolvere, ma uno strumento operativo che aiuta limprenditore nello svolgimento della gestione della sua azienda. Basta parlare con qualche banca o qualche finanziaria per capire che sono ancora troppi coloro che prendono decisioni relative alla struttura finanziaria della loro azienda senza tenere presenti queste considerazioni. Di solito, vanno dal primo che gli presta i soldi, e poi fine dellanalisi sulla struttura finanziaria

CAPITALE PROPRIO E INDEBITAMENTO: IL LEVERAGE

capitale proprio e indebitamento Quale il rapporto ottimale tra il capitale proprio e lindebitamento da inserire nel business plan? Questa una domanda che ci stata posta nel sondaggio on line da qualche navigatore, e alla quale rispondiamo qui nel blog. Ci scusiamo per la tardiva risposta, ma di domande ce ne avete fatte davvero tante! Iniziamo con il dire che capitale proprio e indebitamento sono le due voci dello stato patrimoniale che costituiscono la struttura finanziaria dellazienda, della quale abbiamo gi parlato in questo articolo. La struttura finanziaria costituita dal capitale proprio (che quella parte dei finanziamenti che limprenditore o i soci dellazienda mettono di tasca propria sotto forma di conferimenti, o sotto forma di successivi versamenti) e dai debiti, che possono essere di breve termine e/o di lungo termine. I debiti sono rappresentati da tutti i finanziamenti che limprenditore attinge da terzi come: banche, fornitori, finanziarie e altri, e che possono assumere varie forme. Bisogna specificare anche una cosa: gli stessi debiti per TFR (Trattamento di Fine Rapporto) che lazienda contrae nei confronti dei lavoratori, fanno parte della struttura finanziaria, perch rappresentano una voce del c.d. autofinanziamento che serve allimpresa per finanziare la sua attivit. Ma debiti sono, e debiti restano, poich prima o poi questi soldi devono essere dati ai lavoratori Oltre al TFR, ci sono altri tipi di debiti che lazienda ha e che entrano, comunque, nella struttura dei finanziamenti. La somma dei debiti a breve termine e lungo

termine costituisce, per lappunto, la struttura dellindebitamento, cio la somma complessiva dei debiti che ha limpresa nei confronti di terzi. Per dirla in un altro modo: la struttura dellindebitamento rappresenta tutti i soldi che limpresa deve dare a qualcuno entro una certa scadenza temporale. Il capitale proprio, invece, rappresenta il c.d. patrimonio permanentemente vincolato allazienda poich (teoricamente) non ha scadenza. Ci premesso, continuiamo con il dire che ci sono degli indicatori di analisi finanziaria che mettono in relazione gli investimenti e i finanziamenti, (di cui abbiamo parlato in questaltro articolo) proprio in base alla scadenza temporale di cui abbiamo detto sopra; inoltre, esistono altri indicatori finanziari che analizzano proprio quello che accade nella strutturadei finanziamenti. Uno di questi, forse quello maggiormente utilizzato nella prassi professionale, il LEVERAGE il quale ci dice proprio cosa accade nel rapporto tra indebitamento e capitale proprio (spesso, infatti, questo indice viene chiamato anche rapporto di indebitamento). La formula per calcolare il LEVERAGE la seguente:

Questo rapporto pu assumere vari valori, che dipendono proprio dal rapporto tra indebitamento e capitale proprio:se il LEVERAGE pari a 1, significa che lazienda non ha debiti perch tutti i finanziamenti sono rappresentati dal solo capitale proprio. Questo un valore ottimo: significa che lazienda copre le sue esigenze finanziarie senza chiedere niente a nessuno (esternamente). Se il LEVERAGE assume un valore compreso tra 1 e 2, significa che il capitale proprio maggiore dellindebitamento. Questa una situazione abbastanza normale, poich lazienda strutturalmente indebitata. Quando, invece, il LEVERAGE assume un valore maggiore di 2, allora significa che i debiti sono maggiori del capitale proprio e che quindi la situazione finanziaria potrebbe essere compromessa poich lazienda risulta sottocapitalizzata.

Capitale proprio e indebitamento: esiste il rapporto perfetto?


Queste sono le informazioni che ci da questo importante indicatore. Noi aggiungiamo che non esiste la struttura finanziaria perfetta, n un perfetto

rapporto tra capitale proprio e indebitamento, anche se (e ci pare lapalissiano) certamente meglio avere un LEVERAGE vicino all1, piuttosto che al 2. Ma questo non un comandamento, soprattutto alla luce di un principio delleconomia aziendale che si chiama leva finanziaria il quale mette a confronto il costo e il rendimento dellindebitamento. Ci sono, infatti, molte aziende che operano benissimo sul mercato, che sono economicamente in ottima salute, e che hanno un rapporto dellindebitamento (LEVERAGE) molto maggiore di 2. Aggiungiamo, poi, che molto del rapporto tra capitale proprio e indebitamento dipende dal tipo di attivit che si svolge. A onor del vero, bisogna anche dire una cosa: nella redazione del business plan, soprattutto se il documento serve per richiedere finanziamenti, non una mossa molto saggia scrivere che il LEVERAGE sta dalle parti del 2, oppure pi alto! Diciamo questo perch molto spesso (forse sempre) la ratio di un piano di business basata sul fatto che limprenditore (o laspirante imprenditore) ha unidea che vuole attuare e quindi dovrebbe essere lui, per primo, a rischiare i suoi soldi (capitale proprio) nella sua idea. Fare delle previsioni di struttura finanziaria in cui si ammette di fare un eccessivo ricorso allidebitamento solitamente non viene visto di buon occhio da potenziali finanziatori e rischia di fare bocciare lintero piano di sviluppo di unidea. Tu presteresti soldi a qualcuno che ti dice apertamente :io non ci metto una lira, mettici tutto tu?. Per fortuna, alcuni a questa domanda potrebbero rispondere di si: il caso dei business angels o di altre figure particolari che operano nel panorama finanziario. Ma una banca, o lo Stato che concede finanziamenti agevolati, ti risponde quasi sicuramente di no.

PARTITA DOPPIA E FINANZA AZIENDALE

partita doppia e finanza aziendale Qualche navigatore ci ha chiesto se potevamo approfondire il rapporto tra partita doppia e finanza aziendale poich qualche punto un p oscuro. Partiamo come al solito dallinizio dicendo, per onest del vero, che poco probabile riuscire a comprendere e (soprattutto) gestire i meccanismi della finanza dazienda, se prima non si hanno delle solide basi di contabilit, cio di partita doppia. Attenzione!! Questo non significa che dobbiamo diventare tutti commercialisti, oppure che dobbiamo frequentare un corso universitario, o andare a fare tre anni di praticantato da un professionista, per capirci qualcosa!!! Assolutamente no Noi stessi non siamo commercialisti e infatti ne paghiamo uno. Solo che, sempre a onor del vero, per gestire unazienda e per non deragliare dai binari di una corretta gestione aziendale, la comprensione della finanza una specie di conditio sine qua non. Tutto ci parte da lontano, pi precisamente dalla formazione scolastica. E adesso cosa centra la scuola? Centra, e anche tanto. Infatti, fatta esclusione per gli istituti professionali e tecnici che suppliscono in minima parte, a scuola nessuno insegna la cultura finanziaria, dove per cultura finanziaria si intende proprio la comprensione del meccanismo sottostante il rapporto che c tra lo Stato Patrimoniale e il Conto Economico, da cui deriva la conoscenza della finanza dazienda e delle sue regole.

Infatti, lo Stato Patrimoniale pu essere osservato da vari punti di vista: dal punto di vista patrimoniale, come linsieme del patrimonio attivo e passivo dellazienda, in quanto contiene le attivit e le passivit dellazienda; dal punto di vista finanziario, come linsieme delle entrate e delle uscite finanziarie (e finanziario-monetarie). Il Conto Economico , invece, linsieme dei costi e dei ricavi dellazienda. Che relazione c tra i due prospetti di bilancio? Semplicemente, che quando c unoperazione di gestione (per esempio di acquisto), loperazione si registra sotto due aspetti: quello economico (in quanto si tratta di un costo) e quello finanziario perch (di solito) un acquisto si paga con una uscita finanziaria. Quindi la stessa operazione di gestione, viene registrata due volte: la prima sotto laspetto economico, e la seconda sotto quello finanziario, per lo stesso importo, ovviamente. Esempio: compro merci per 23.000 euro. Quindi ho un costo di 23.000 euro, che pago con una uscita finanziaria di 23.000 euro. Senza entrare nei meandri della contabilit, questa operazione si registra due volte: sotto laspetto economico (costo) e sotto quello finanziario (uscita), sempre per lo stesso importo di 23.000 euro. Questo il motivo per cui la partita si chiama doppia: perch si registra due volte la stessa operazione! Essendo impossibile sintetizzare la tecnica della partita doppia e della contabilit in un articolo di un blog, diciamo solo una cosa: la finanza aziendale evidentemente deriva dalla conoscenza di alcune regole tecniche della partita doppia proprio perch ci sono di mezzo operazioni di carattere finanziario. Come si fa, infatti, a sapere quali sono le reali condizioni finanziarie dellazienda se non si conosce il perch la finanza incide in maniera cos determinante sulla gestione?

Partita doppia e finanza aziendale: cosa deve sapere limprenditore


Lo ripetiamo: limprenditore non deve diventare un contabile, ma siamo convinti che deve sapere almeno lABC del funzionamento dei suoi conti! Troppo spesso, infatti, ci capita di parlare con gli imprenditori che ci mostrano i loro bilanci esultando: Guarda il fatturato: questanno cresciuto del TOT %!!, come se il fatturato fosse lunico, vero dato importante della gestione. Per carit: che il fatturato sia in crescita va bene. Ma se io vendo i miei prodotti per un milione di euro (che sono ricavi) e di questo milione i miei clienti mi devono ancora dare 500.000 euro (che sono entrate finanziario-monetarie), come sta messa la mia situazione finanziaria? E evidente una cosa: se vendo ma non incasso, mancano un p di soldi allappello. E se non incasso i soldi delle mie

vendite, dove li trovo i soldi per continuare a gestire la mia azienda? In banca quindi faccio leva sullindebitamento e metto lazienda in condizioni di operare con maggiore difficolt perch faccio debiti per pagare altri debiti, che una delle azioni pi pericolose che si possono fare nellambito della gestione aziendale. E una specie di teorema matematico. Da queste considerazioni escludiamo ovviamente le difficolt economicofinanziario-monetarie dovute alla crisi in corso a livello mondiale: chiaro che se non vendo perch i clienti non comprano, non ho nemmeno la possibilit di incassare i miei crediti. Ma in condizioni di normale operativit, il discorso resta in piedi. Che dire di quegli imprenditori che considerano la banca e la cassa della loro azienda un BANCOMAT per le loro spese personali? E che dire di coloro che non sanno quali sono i riflessi finanziari delle loro scelte di investimento? Oppure, ancora: cosa dire di coloro che aggiustano i conti economici con le rimanenze finali? Le rimanenze sono nella colonna dei ricavi del Conto Economico, ma non sono dei ricavi: sono delle rettifiche di costo! Che un p diversa, come situazione. Ed esultare perch il fatturato cresciuto del TOT % grazie al gioco delle rimanenze, non ci sembra davvero un buon risultato gestionale, anzi

Conclusioni
Tutte queste considerazioni, pi tante altre che possiamo fare, hanno a che fare proprio con la conoscenza di alcuni meccanismi della partita doppia, che poi si riflettono sulla finanza aziendale. Queste considerazioni vanno, poi, riportate anche in fase di redazione del business plan, nella parte del piano economicofinanziario: il quale si chiama in questo modo proprio per via degli aspetti economici che hanno ripercussioni finanziarie sulla pianificazione del business e quindi sulla gestione dellazienda.

FINANZA AZIENDALE E PROGETTI DI INVESTIMENTO

finanza aziendale e progetti di investimento La finanza aziendale e i progetti di investimento sono due argomenti strettamente correlati nellambito del business plan poich riguardano aspetti decisionali che investono la gestione nel suo complesso. Infatti, se la finanza riguarda il complesso delle decisioni che devono essere prese e le azioni che devono essere fatte per reperire e usare finanziamenti, la scelta degli investimenti unattivit che deve essere fatta addirittura a monte del processo finanziario. Quando limprenditore deve effettuare degli investimenti, solitamente si trova di fronte a molteplici alternative, non a una sola, e ognuna di queste alternative, ha delle ripercussioni diverse sulla gestione. A partire dallaspetto finanziario, per finire con quello organizzativo. Che faccio? Cosa non faccio? E meglio fare cos, o fare col?. Queste sono domande che spesso assillano limprenditore e gli tolgono anche la serenit necessaria per prendere la decisione giusta. La scelta di un investimento piuttosto che un altro, infatti, implica anche il calcolo dei diversi flussi finanziari che genera (e assorbe) e i costi differenziali a cui da luogo. Anche la banale scelta di un computer ha delle ripercussioni finanziarie e organizzative poich non tutti i computer hanno lo stesso prezzo (pu costare da 300 a qualche migliaio di euro), e non tutte le persone sono capaci di usare le mille funzioni che hanno alcuni computer. Quindi, prima c un aspetto finanziario da considerare (il reperimento dei soldi per comprare il PC), e successivamente quello organizzativo, cio trovare una risorsa che lo sappia usare.

Figuriamoci cosa accade quando certe decisioni riguardano impianti, macchinari e cose pi complesse La scelta dei progetti di investimento, quindi, dovrebbe procedere di pari passo con la valutazione finanziaria dellinvestimento e con le scelte relative alle fonti di finanziamento pi opportune. Ricordando, che il capitale circolante deve (o dovrebbe) essere finanziato con finanziamenti di breve scadenza, mentre il capitale fisso dovrebbe essere finanziato con finanziamenti di lungo periodo. A tale proposito giova ricordare che quando un imprenditore (e anche un aspirante imprenditore) deve fare un investimento, la sua scelta guidata da due parametri di origine prettamente imprenditoriale che sono: il calcolo del profitto (incrementale) generato dal progetto, e il rischio connesso. Questo accade perch, a parit di alcune altre condizioni, sono sempre preferiti i progetti di investimento che garantiscono un pi alto margine di profitto, purch rimangano allinterno di determinati calcoli di rischio. Oppure, sono preferiti progetti che garantiscono un certo profitto o un certo tasso di redditivit (magari predeterminati), ma con un coefficiente di rischio pi basso.

Finanza aziendale e progetti di investimento: come scegliere?


Quando limprenditore deve effettuare un investimento, spesso si trova davanti a una situazione in cui ha valutato (o sta valutando) diverse alternative per portare a termine il suo progetto. Come stato detto poco fa, ogni alternativa comporta diverse valutazioni, che devono essere fatte in termini di rischio-rendimento. Quindi, spesso, accade che limprenditore si trova davanti a una situazione del genere:

la finanza aziendale e i progetti di investimento Come evidente, la figura mostra che per effettuare un certo investimento, ci sono tre alternative possibili: il progetto A, il progetto B e il progetto C. Ognuno dei tre progetti ha caratteristiche che lo rendono diverso dagli altri due. Se, infatti, il progetto A quello che richiede un maggior esborso iniziale di denaro (aspetto finanziario, 28.000 euro, maggior rischio), anche vero che quello che garantisce i flussi di ritorno maggiori, nel tempo. Infatti, i flussi che genera sono di 19.000 euro al primo anno, di 10.000 euro al secondo anno e 6.000 al terzo anno, superiori ai rendimenti degli altri due progetti. E una situazione con un alto rischio iniziale (rispetto agli altri due progetti), ma con alto rendimento futuro. Di contro, lalternativa B quella che richiede minori esborsi di denaro iniziali (solo 10.000 euro), ma anche quella che garantisce minori ritorni in termini di flussi di cassa futuri. Quindi: basso rischio iniziale dovuto a bassi esborsi finanziari, ma anche bassi rendimenti. Il progetto C, quello che si colloca a met tra i due, con medi esborsi iniziali, e anche tassi di rendimento medi. E chiaro che poi, per prendere la decisione giusta, andrebbero valutate una serie di altre cose, anche dal punto di vista organizzativo. Ma una valutazione iniziale basata sul calcolo del rischio-rendimento, pu gi aiutare molto a far pendere lago della bilancia verso un progetto, piuttosto che un altro.

Conclusioni
Queste di cui abbiamo fatto cenno oggi, sono alcune delle valutazioni pi critiche che devono essere effettuate in sede di redazione del business plan: infatti allinterno di questo documento che limprenditore mette nero su bianco tutte le sue idee, fa i conti con gli aspetti economico-finanziari della sua idea di business, con gli aspetti organizzativie con tutto il resto! E il business plan lo aiuta anche a fare i conti con la sua maggiore o minore propensione al rischio. Infatti, non solo sufficiente avere i soldi per implementare uniniziativa economica: occorre anche avere lo spirito giusto e guardare oltre; fare due conti fatti bene e infine decidere!

LA VALUTAZIONE DEGLI INVESTIMENTI

Uno degli aspetti pi importanti della finanza aziendale la valutazione degli investimenti che un imprenditore (o un aspirante tale) dovrebbe fare prima di dare avvio a qualsiasi iniziativa economica, sia che si tratti di una nuova idea di business, sia che si tratti di una acquisizione di un nuovo macchinario o impiant0 per migliorare lefficienza aziendale di unazienda gi operativa. Infatti, ed

banale sottolinearlo, la stessa definizione ci dice che un investimento un esborso di risorse monetarie al quale di norma conseguono dei flussi positivi a loro volta monetari. E quindi, questa analisi preventiva dovrebbe essere fatta perch sono proprio gli investimenti che garantiscono lavvio di una nuova attivit o il proseguimento di unattivit gi esistente. A rigor di logica (e di buon senso) ogni imprenditore, prima di investire risorse monetarie in una qualsiasi nuova attivit, dovrebbe porsi una domanda fondamentale: quanto tempo ci metter a riprendere i soldi investiti in questa iniziativa? E evidente, quindi, che lelemento tempo ha una rilevanza cruciale in qualsiasi decisione di investimento, poich non la stessa cosa sapere che i soldi investiti rientreranno in tre/quattro anni, oppure in dieci! Come mostra il grafico sopra, infatti, la vita di un qualsiasi investimento si pu dividere in due fasi: la prima chiamata fase di impianto, ed quella in cui solitamente i flussi monetari sono negativi a causa delle risorse monetarie che sono state immesse nella nuova idea (e in tal senso non si devono calcolare solo i costi di acquisto di un nuovo macchinario/impianto, ma anche tutta una serie di costi connessi alla nuova iniziativa). La seconda chiamata fase di esercizio e normalmente coincide con il periodo in cui i flussi generati dalliniziativa sono positivi. Detta in parole semplici: nella fase di esercizio, limprenditore inizia piano piano a riprendersi i soldi che ha investito nella sua iniziativa economica. Ovviamente, linizio della fase di esercizio caratterizzata da flussi insufficienti al recupero integrale dellinvestimento realizzato ma, con il passare del tempo (ancora lui), questi flussi positivi iniziano ad aumentare fino al punto in cui si ottiene una specie di pareggio (cio limprenditore ha recuperato i soldi che ha messo inizialmente nelliniziativa) . Dopo di che, da questo punto in poi, c il vero e proprio rendimento dellinvestimento, ossia il guadagno effettivo derivante dalloperazione di allocazione delle risorse monetarie. Un progetto di una nuova iniziativa dovrebbe essere analizzato da due punti di vista: il primo, un aspetto economico che deve verificare se il rapporto tra le risorse monetarie assorbite e liberate dalliniziativa assume valore positivo. Il secondo un aspetto finanziario volto a verificare la fattibilit finanziaria di unidea di business: questo accade perch non detto che un progetto economicamente conveniente, sia anche finanziariamente fattibile. Questo articolo dedicato allenunciazione di alcuni metodi utilizzati nella prassi professionale, poich il profilo economico-finanziario di un investimento deve essere necessariamente considerato prima di dare avvio a qualsiasi progetto di

allocazione delle risorse monetarie. Questo il contrario di quanto accade solitamente nella prassi operativa e nella mente di molti imprenditori che hanno deciso di avviare una nuova iniziativa, senza essersi prima posti la domanda: quanto ci metto a riprendere i miei soldi?

LA VALUTAZIONE DEGLI INVESTIMENTI: METODI


Prima di parlare dei metodi di valutazione degli investimenti pi utilizzati nella prassi, occorre aprire una breve parentesi (che tanto parentesi non ) sul valore finanziario del tempo. Cos? Senza disturbare la matematica finanziaria (poich materia un p complessa), e parlando un p pi semplicemente, basta dire che il valore di 100.000 euro oggi (26 settembre 2009), diverso dal valore che gli stessi 100.000 euro avranno fra 5 anni. E, al contrario, 100.000 euro del 26 settembre 2014 hanno un valore diverso da quello che potrebbero avere oggi, 26 Settembre 2009. No, non una specie di scioglilingua E che il denaro cambia valore quando va su gi lungo un asse del tempo immaginario. Questo spiega perch una banca (o qualsiasi altro finanziatore), quando ci presta dei soldi ci chiede il tasso di interesse, che il paramentro in base al quale si calcolano valore futuro e attuale di una somma di denaro. Quindi: quando io voglio sapere quanto potrebbero valere 100.000 euro tra 5 anni, si parla di valore futuro, poich come se mandassi in avanti questi 100.000 euro fino al 26/09/2014. Se invece voglio sapere quanto valgono oggi 100.000 euro del 26/09/2014, si parla di valore attuale, poich come se portassi ad oggi quei 100.000 euro del 2014. Il grafico qui sotto mostra con semplicit questo concetto:

Ma cosa centra il valore finanziario del tempo? Semplice: se oggi investo 100.000 euro per un nuovo impianto/macchinario (o altro) che produrr dei flussi monetari positivi in futuro grazie allattivit produttiva, io devo sapere quanto valgono oggi questi flussi monetari positivi per poi paragonarli alla somma di denaro che ho investito oggi! In questo caso si parla di tasso di attualizzazione, che rende attuale un valore futuro. Se invece metto in banca 100.000 euro oggi e voglio sapere quale sar il valore di questi 100.000 euro fra 5 anni, allora in questo caso si parla di tasso di capitalizzazione, cio il tasso che rende futuro un valore attuale. I metodi di valutazione degli investimenti pi utilizzati nella prassi, si basano su questo concetto di valore attuale e futuro del denaro. Alcuni di questi metodi sono semplici, ma danno dei risultati meno affidabili, mentre altri metodi pi complessi danno risultati via via pi precisi. Le valutazioni, va sottolineato, dipendono comunque dalla capacit di fare previsioni. E questo il motivo per cui nel business plan stata messa attenzione al piano economico-finanziario, che la sintesi delle previsioni di costi e ricavi legati ai nuovi investimenti.(leggi qui larticolo). I metodi semplici (e meno affidabili) pi utilizzati nella prassi sono:

1) TASSO DI REDDITIVITA MEDIA CONTABILE . E un metodo basato su un concetto molto semplice: dato un progetto di investimento, si tratta di calcolare la redditivit media incrementale che viene prodotta nel corso dei periodi presi in considerazione. Si ottiene un indicatore che deve essere interpretato in base alla congruit dei risultati ottenuti. Solitamente, la redditivit media degli investimenti considerata un buon parametro di valutazione e un valido supporto decisionale. 2) PERIODO DI RECUPERO (o PAYBACK PERIOD): questo metodo, conosciuto anche come periodo di pareggio finanziario risponde alla domanda che abbiamo visto sopra e cio: quanto ci metter a riprendere i miei soldi?. Questo metodo si basa sul numero di periodi (di solito gli anni) che bisogna attendere affinch i flussi finanziari positivi dellinvestimento compensino le uscite sostenute. Solitamente questo metodo viene utilizzato insieme ad altri per avere un quadro pi ampio della redditivit e della rischiosit di un investimento. I metodi pi complessi, e anche pi attendibili, invece sono: 1) RISULTATO ECONOMICO ATTUALIZZATO R.E.A. (o VALORE ATTUALE NETTO V.A.N.) : questo il criterio di valutazione degli investimenti probabilmente pi utilizzato nella prassi e si basa proprio sul concetto di valore attuale di cui stato detto sopra, ed il metodo che consente di calcolare nel modo migliore lammontare di ricchezza incrementale generata da un progetto. In pratica il V.A.N. di un progetto la somma algebrica di tutti i flussi di cassa futuri generati dal progetto, che vengono attualizzati. Il seguente schema pu servire a capire meglio il concetto:

Se il VAN dei flussi futuri maggiore dellesborso che si avuto allinizio, allora il progetto valido. Chiaramente, pi alta la differenza (positiva) tra valore dellinvestimento (-250.000) e il valore attualizzato dei flussi futuri, meglio . 2) IL TASSO INTERNO DI RENDIMENTO (o T.I.R.) : questo metodo di calcolo basato anchesso sulla sommatoria dei flussi attualizzati, la quel deve essere posta uguale a zero. E un indicatore della redditivit finanziaria di un investimento e serve per confrontare operazioni definite su periodi di scadenza temporale diversi. Quanto pi alto il TIR di progetti alternativi, tanto pi si dovrebbe implementare il progetto con TIR maggiore.

CONCLUSIONI
I metodi di analisi e calcolo di cui si fatto cenno in questo articolo, servono per verificare la bont di un progetto di investimento in termini economicofinanziari. E chiaro che, essendo metodi basati su valori futuri attesi (sia in termini di flussi, che in termini di redditi), la capacit di fare previsioni riveste unimportanza strategica fondamentale. E per questo che, nel business plan, raccomandiamo sempre di scrivere dati che siano frutto di analisi e previsioni, piuttosto che della fantasia o (peggio) della speranza. Solo un piano economicofinanziario costruito con criterio e basato su dati ben ponderati, fornir elementi che poi potranno essere utilizzati validamente nelle proiezioni dei ricavi e dei flussi di cassa. Basta che solo alcuni dati siano inventati, che le previsioni sballano, e con loro anche la capacit di valutare correttamente la bont di un investimento. E allora il business plan perde ogni sua credibilit agli occhi dellimprenditore e di qualsiasi finanziatore

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