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é e 3 fa.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SliNO Al NOSTRI GIORNI

S ]^ E C I A L U ENTE INTORNO
Al PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI_, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARIl GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA
PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, , ALLE FESTE
AI CONCILII
PlÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DI GAETANO MORONI ROMANO


Pr.lMO \UJTANTE DI CAMERA DI SUA SANTITÀ

GREGORIO XVI.

VOL. X.

IN VENEZIA
I) A T. L A TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLl.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

C
CAR CAR
§ VI. Altre notizie sui Cardinali. VIII romano, fu il primo che pub-
blicò i diritti, e le preeminenze dei
I. Prerogative, preeminenze^ e Cardinali della santa romana Chiesa.
privilegi. II. Cariche, qualifiche che Leggiamo presso l'altro annalista Ri-
esercitano, e Cardinali palatini. naldi, all'anno i225, la costituzione
III. Titoli onorifici. IV. Precedenze di Onorio III , emanata in Rieti
nel sagro Collegio. V. Insegne, di- a' 20 novembre, nella quale pub-
stinzioni, e vesti usuali e sacre. blicò rigorose pene contro quelli,
VI. Rendite. VII. Deposti, ed esclusi che in qualche modo offendessero,
dalla pontificia elezione. Vili. Car- ovvero oltraggiassero i Cardinali del-
dinali celebri. IX. Esequie. la Chiesa romana, dichiarandoli rei
di lesa maestà, perpetuamente infa-
mi e banditi; ed applicati i loro
I. JL , preeminenze, e
rerogative beni al fisco, nel caso che ostilmente
privilegi. quanto in questo
Oltre perseguitassero un Cardinale, 1' im-
articolo superiormente si è detto prigionassero, o lo percuotessero, con
sulla sublime dignità Cardinalizia, altre pene simili a' loro complici e
e di tutt'altro che riguarda sì emi- fautori , restando tutti soggetti alla
nente grado, massime nella Chiesa scomunica, dalla quale non potes-
universale, di cui sono prineipi e sero essere assoluti, che dal solo
senatori, ed oltre ciò, che si dice romano Pontefice, o da chi ne ri-
ne' rispettivi articoli del Dizionario cevesse da lui commissione. Bonifa-
su questo medesimo argomento, ac- cio VIII, mentre voleva castigare i
cenneremo le cose principali relative. Cardinali Jacopo e Pietro Colonna
Diversi autori, e fra gli altri l'an- per aver cospirato contro la Chiesa,
nalista Baronio, all'anno 882, dicono per contenere tutti a venerare e
che il Sommo Pontefice Giovanni rispettare la dignità Cardinalizia,
,

6 CAR CAR
nel 1298, pubblicò una costituzione conclave nella sede vacante; ma
simile a quella di Onorio III, ove Innocenzo VI, appena eletto nel
al capo Felicìs recordationis, 5. De i352, cassò tutte le leggi, che i

poetiìs in 6, fulminò le censure ec- Cardinali aveano stabilito in concla-


clesiastiche contro quelli, che con ve, come contrarie al pontificio di-
sacrilego attentato ardissero offendere ritto, locchè descrive anco 1' abbate
i CardinaH. A causa poi dell'atten- Gusta, della condotta della Chiesa
tato contro il Cardinal s. Cailo cattolica nella elezione del suo capo
Borromeo, il Pontefice s. Pio V, visibile j Venezia 1799, a pag. 147-
colla costituzione 98, lufelicis sce- Tuttavolta Innocenzo Vili, creato
cnli, de' 1
9 dicembre 1569, rinnovò a* 29 agosto 1484» confermò i ca-

il decreto di Bonifacio Vili contro pitoli, che tutti i Cardinali aveano


quelli,che ardissero macchinare insi- giurato di osservare, nel caso che
die alla vita de' Cardinali, estendendo uno di loro fosse eletto Papa; uso
le pene medesime, imposte ai rei di precedentemente pure praticato nel
lesa maestà, a quelli ancora, che conclave, in cui fu innalzato al pon-
in qualche maniera sapessero gli tificato Paolo li nel i464- In
,

autori del delitto da commettersi , o esso i sacri elettori stabilirono di-


già commesso, e non lo rivelassero. ciotto leggi, che riporta il Quirini,
Gregorio XI, nel iSyS, come Vindiciae Pauli II, pag. 22, per
riporta il Burlo nella sua vita, vie- la buona amministrazione del pon-
tò che i patriarchi, arcivescovi, e tificato, y. Natale Alessandro, Hist.

vescovi potessero portare avanti la Eccles. tom. VIII, cap. I, art. 8.


croce in presenza de' Cardinali, che I capitoH del conclave d' Innocenzo

fossero o nunzi della San-


legati, Vili sono riferiti dal Burcardo,
ta X, con una bolla
Sede. Leone allora maestro delle cerimonie, pres-
de' 16 maggio i5i6, accordò ai so il Rinaldi all'anno i484j "• ^9
Cardinali l'esenzione dalle decime, e 3o, e sono i seguenti.
e nel concilio generale XVII che I. Che si dessero dalla camera
celebrò, determinò, chela casa, fa- apostolica ogni mese cento scudi
miglia, tavola ed arredi de' Cardi- d' oro a que' Cardinali, che non ne
nali dovessero essere specchio di avessero quattromila di benefizi .

modestia e di moderazione, e che 2. Che non si potesse procedere


solamente i loro famigliari in attua- contro di essi senza il consenso dei
lità di servigio godessero l* immu- tre Cardinali da ciascuno
prescelti
nità Per la bolla di
ecclesiastica. dei tre né si desse contro
ordini,
Paolo IV, de' 28 maggio i5^5 di loro sentenza, senonchè secondo la
detta comunemente del Compatto, costituzione di Papa Silvestro l, il

i Cardinali erano esenti dalla pre- quale, essendo interrogato nel con-
venzione del Papa nella collazione cilio romano del 824 quanti testi-

de' benefizi , eh* essi facevano come moni fossero necessari condan- per
ordinari, sia ch'essi li conferissero nare gli ecclesiastici, rispose che per
soli, che unitamente ai capitoli, per condannare un prete Cardinale non
la clausola, tani conjunctim, quam vi volevano meno di quarantadue
divisim , locchè veniva accordato testimoni, e per condannare un dia-
dipoi dagli articoH, e dalle conven- cono Cardinale ve ne volevano ven-
zioni fatte tra i Cardinali riuniti in tidue, come riporta l'Amati. 3. Che
CAR CAR 7
fossero fi*anchi da ogni gravezza. 4- giuramento. Anzi nel continuatore
Che toccasse ad essi il provvedere del Burcardo, nel conclave del i6o5
i benefizi delle chiese, che ognuno per r elezione di Leone XI a pag.
di loro possedeva. 5. Che ninno de- 45 r, si legge, che dai Cardinali
gli stessi Cardinali fosse punito con furono sottoscritte !e capitolazioni ,

censure ecclesiastiche se così non , in aumento della dignità e autorità


ordinassero i canoni. 6. Che il fu- Cardinali/ia.
turo Pontefice fosse obbligato a da- I Cardinali godono il privilegio
re per soldo a' soldati contro il degli altari possono in
portatili , e
turco le rendite delle allumiere in conseguenza aver cappelle domesti-
difesa de' cristiani , e in provvedere che [Fedi), e quindi far celebrare
con esse i nobili esiliati , e cacciati la messa nelle loro stesse camere in
dagl' infedeli. 7. Che non potesse tempo di malattia; e nei viagginon
andare colla curia, e corte romana solo possono celebrare sull'altare por-
fuori d'Italia, se non col consenso tatile prima dell'aurora , e dopo il

di due parti de' Cardinali. 8. Che mezzodì, ma


possono dare autorità
non potesse alienale i beni della di celebrar la messa ai propri cap-
Chiesa, intorno alla qual cosa s. Pio pellani. Pompeo Sarnelli, nelle Let-
V emanò poscia la celebre bolla tere Ecclesiastiche j tomo Vili lette-
Àdmonet nosj su cui debbono giu- ra XXXV, afferma che i Cardinali
rare i Cardinali nel ricevere il cap- non solo godono l' indulto di eleg-
pello rosso , e nell' entrare in con- gersi il confessore non approvato dal-
clave. 9. Che non potessero deporre l'Ordinario, ma anco pei loro fami-
alcun prelato per le istanze de' prin- gliari. Intorno a ciò leggasi l' A ndreuc-
cipi, se non fosse convinto di esser ci. Prima del conciho tridentino, i

colpevole d' un qualche misfatto. Cardinali potevano conferire la pri-


Che non promovesse al Cardi-
IO. ma tonsura, e gli ordini minori nel-
nalato, se non persone ragguarde- le chiese titolari, il quale indulto fu
voli per virtù e dignità. Qui però revocato dal concilio, sebbene gra-
rammentiamo, che il sunnominato vissimi dottori sostengano non in-
Innocenzo VI avea stabilito non po- tendersi revocato per riguardo ai
tersi l'autorità pontificale per veru- propri famigliari. E conferma tale
na ragione restringere dai Cardina- opinione il Barbosa, con una deci-
li in conclave, e in qualunque tem- sione rotale de' 3 dicembre i582.
po della sede vacante, ne aver altro I Cardinali dell'ordine de' preti, e
diritto i Cardinali, che di dare al dell' ordine de' diaconi godono giu-
mondo cattolico il padre e pastore, risdizione quasi episcopale nelle loro
e ai dominii della Chiesa, il so- chiese titolari. Al Cardinale religio-
vrano. Ciò non pertanto, tali capi- so è permesso di essere padrino e
toli continuarono a fare, per cui
si compare nel battesimo, cosa vietata
il citato Burcardo, ne' Conclavi dei a' monaci pei motivi, che accenna lo
Pontefici Romanij a p. 2 1 6, ripor^:a stesso Barbosa, quali però non deb-
i

i capitoli sottoscritti dai Cardinali bono considerarsi pei Cardinali, giac-


nel 1559 nella sede vacante di Pa- che evvi r esempio che quando san
pa Paolo IV, per farli giurare e os- Gregorio I era diacono Cardinale,
servare al Pontefice futuro, leggen- tenne al sacro fonte un figlio del-
dosi, a pag. 218, la formula del l'imperatore Maurizio. Certo è pe-
,

8 CAR CAR
rò, che i Cardinali diaconi per am- il senato apostolico ha
il camerlen-

ministrare sacramento del batte-


il go ed ogni anno per turno un
,

simo, e quello del matrimonio, per Cardinale diviene camerlengo del


Testir monache, e per celebrare la sagro Collegio (Fedi). Questo Car-
messa in pubblico se sacerdoti, han- dinal camerlengo del sagro Colle-
no bisogno della pontifìcia autoriz- gio è l'amministratore delle sue ren-
zazione. Anzi riporta il Macri, No- dite, e furono stabilite meglio le sue
tizia de* vocaboli ecclesiastici j de ingerenze nel pontificato di Leone
Cardinalibus 3 che Urbano IV a- X, giacché più remota è la sua
veva ordinato, che niun Cardina- origine, leggendosi in Cardclla 71/e-
le potes.se usare le insegne Cardi- morie storiche de* Cardinali tomo
nahzie, ne intervenire alle consulte li, p. i53, che Guglielmo Curti,
e congregazioni, e godere le entra- Court, o Novelli, creato Cardinale
te ecclesiastiche, prima di essere sa- nel i338 da Benedetto XII in A-
cerdote, lib. I, episL 37. vignone divenne camerlengo del
,

Tutti i CardinaU hanno diritto sagro Collegio, come rilevasi dal li-

di assistere ai concistori, alle Cap- bro delle obbligazioni dell'archivio


pelle Papali, alle processioni, ed al- vaticano, avendo equivocato chi lo
tre sagre funzioni Pontificie e Car- annoverò tra i Cardinali camerlen-
dinalizie. F. Cappelle Pontificie, e ghi di santa romana Chiesa. Oltre
Cardinalizie. Inoltre i Cardinali in quanto dicemmo del camerlengo del
Italia non solo andavano esenti dal- sagro Collegio al citato suo artico-
le decime, ma eziandio dalle gabel- lo, non riuscirà discaro, che qui si

le, e da ogni carico ordinario e aggiunga, come dalle costituzioni


straordinario. Nel pontificato di Cle- del sagro approvate da
Collegio,
mente X, il Cardinal camerlengo Paolo i546, e stampate in
III nel
privò i Cardinali del privilegio del- Roma nel i833, si ricavi, che se i
l' esenzione delle gabelle, ma il Pa- Cardinali assenti da Roma, gl'in-
pa glielo restituì. Oggidì non lo go- fermi, o i vecchi vogliono dispen-
dono più, ma invece hanno per sarsi da questo ufficio, è in loro li-
compenso cento scudi annui. Nel bertà, e allora viene creato in ca-
i565. Pio IV proibì con una co- merlengo quel Cardinale, che lo se-
stituzione, poi confermata da Gre- gue per anzianità di ordine e di
gorio XIII, che i palazzi de' Cardi- creazione. Quando poi il Cardinal
nali servissero di asilo ai delinquen- camerlengo vuole esentarsi da Ro-
ti e malfattori. Urbano Vili, nel ma, ovvero si ammala, può egli

palazzo vaticano, istituì l'archivio surrogare un altro Cardinale a sua


de' Cardinali, per loro uso in con- Se il Cardinal camerlengo
scelta.
clave coU'autorità della bolla. Ad- muore prima che finisca l' anno
monet nos cura pastoralis officii^ deve essere surrogato in luogo di
emanata nel 1625, decimo octavo luiquel Cardinale, che lo segue im-
kal. januarii. mediatamente; e la messa cantata
Durante il conclave medesimo e per le di lui esequie, deve esser
nella sede vacante , fa le veci del celebrata da quel Cardinale cui
segretario di stato , il prelato se- tocca secondo il turno annuale del-
gretario del sagro Collegio (Vedi). le cappelle ,
giacche il Cardinale
Oltre il segretario, ed altri ministri. successore in questo camerlengalp.
, ,

CAR CAR 9
entra nella carica solo nel primo za di palafreniere pontificio, la quale
concistoro, mediante la consegna sogliono cedere ad altro soggetto ido-
che il Papa fa a lui della borsa. neo , ed approvato da monsignor
Ma ilregnante Pontefice nella mor- maggiordomo per la somma di cir-
te del Cardinal Gamberini, che ces- ca cinquecento scudi ; e vivente il

sò di vivere a ij aprile 1841, di- Pontefice , nominano alle vacanze


spensò il Cardinal Giustiniani , il que' Cardinali, che non aveano eser-
quale veniva dopo di lui ( e che citato tal privilegio. Ma di questo
è pure camerlengo di santa romana argomento si tratta all'articolo Fa-
Chiesa) dall' attendere il consueto miglia de' Cardinali.
concistoro, autorizzandolo ad eserci- Lungo sarebbe parlare di tutte
tare l'uffizio. È poi da sapersi, che le prerogative, preeminenze, e pri-
il Cardinal camerlengo del sagro vilegi de' Cardinali , di alcuni dei
Collegio, il quale in tal modo suc- quali si parlerà ne' seguenti numeri,
cede al defonto, non viene pregiu- e si fa menzione agli articoli rela-
dicato nel turno, cui deve fare nel tivi. /^. Piati, De Cardiria lìbusj Sy-
seguente anno , secondo il metodo nopsis praecipuavum praecmìnentia-
da noi descritto al nominalo arti- riinij et prwilegiorum Sanctae Ro-
colo. manae Ècclesiae Cardinalium.
Fino agli ultimi tempi, i Cardi-
nali godevano dal palazzo apostolico II. Cariche e qualifiche^ che eser-
la così detta parte di pane e vino, es- citano i Cardinalij e Cardinali

sendo considerati quai contij^iui com- palatini.


mensali del Papa ; ma sul declinare del
secolo, decorso, cessarono per le vicende Le tre patriarcali basiliche di Ro-
dei tempi tali somministrazioni , il cui ma , di s. Giovanni , di s. Pietro
quantitativo si legge nei ruoli dello e di s. Maria Maggiore hanno per
stesso palazzo. Sotto s. Pio V, i Car- arcipreti altrettanti Cardinali. Inoltre
dinali nominavano per cedola uno o i Cardinali occupano le seguenti cari-
due famigliari al novello Pontefice; che, cioè di vicario di Roma ; peniten-
ed eletto, nel i566, quel Papa ne no- ziere maggiore camerlengo di santa
;

minarono diversi, come chirurghi, ca- Chiesa, il quale è pure arcicancel-


merieri, palafrenieri, scudieri, individui liere dell' università Pvomana ; can-
della scuderia, un cappellano, un aiu- celliere, e vice-cancelliere di s. Chie-
tante di camera. Così l'ambasciatore di sa; legati apostolici delle legazioni
Portogallo nominò un medico, quel- di Velletri, che è sempre il Cardi-
lo di Spagna un cameriere e un nal decano, di Bologna, di Ferrara,
palafreniere, e quello dell' imperato- di Forlì, di Ravenna, e di Urbino
re un cameriere, ed un sotto came- e Pesaro ; prefetti delle congrega-
riere. In progresso all' elezione del zioni Cardinalizie, meno quelle del-
nuovo Papa nominarono vm fami- l'inquisizione, della visita apostolica,
gliare, e per solito il più antico di e della concistoriale , la cui prefet-
livrea, a percepire la quota di cento tura suole ritenersi il Papa, ma
scudi, che pagavasi dal palazzo aposto- la prima ha un Cardinale per se-
lico , ed ora i primi dodici Cardinali, gretario, mentre le congregazioni del-
oltre r eletto Papa, nominano il più l' esame de' vescovi, e degli affari ec-
antico de' loro domestici per la piaz- clesiastici straordinarii non hanno
IO CAR CAR
prefetto considerandosi per tale lo tarlo de' memoriali e il segretario ,

slesso Pontefice. Tutti i Cardinali de'hrevi Pontificii. Quest'ultimo però


poi, anche assenti da Roma in ser- gode tale ufllcio a vita. Come prima-
vigio della santa Sede ec, sono rii famigliari del Sommo Pontefice
membri delle congregazioni Cardi- (siccome prima tali cariche veniva-
nalizie, il cui numero e relative no esercitate dai prelati ) negli an-
notizie si riportano a quegli arti- tichi ruoli del palazzo apostolico e-
coli delle quali congregazioni non
, rano registrati nella distinta classe
ne hanno meno di quattro, asse- de' camerieri segreti partecipanti, e
gnala loro dal Papa, dopo che ha perciò al pari di loro avevano scu-
aperta la bocca a* medesimi Cardi- di quarantacinque il mese, e la par-
nali. In progresso suole accrescerle te di pane, vino e altre cose; ma
secondo i meriti , onde non vengo- nella distribuzione degli emolumenti
no conferite a quei Cardinali che , de'camerieri segreti partecipanti, ora
non si sono recati a Roma a pren- ne gode il solo segretario de' memo-
dere il cappello Cardinalizio, e nep- riali. Quando vi sono Cardinali ni-
pure a que' Cardinali , a cui per poti, sono considerati fra i Cardinali
tratto di specialissima onorificenza palatini. Così se il prelato uditore
viene spedito il cappello nel luogo del Papa fosse elevato alla porpora,
ove risiedono. e rimanesse nel palazzo apostolico
Inoltre ai Cardinali spettano le colla qualità di pro-uditore, sareb-
cariche di visitatori apostolici di luo- be considerato Cardinale palatino. I
ghi pii, come ospedali, ospizi, con- Cardinali palatini hanno dal Ponte-
serva torii, ec, di bibliotecario di s. fice le udienze (Vedi) più frequen-
Chiesa, di presidente della congre- ti degli altri Cardinali, stante la
gazione della revisione de' conti , e qualità degli affari, che sono lo-
di presidente della commissione dei ro affidati . Tanto i Cardinali pa-
sussidii, e dell'ospizio della Madon- latini , che le loro segreterie, e fa-
na degli angeli alle terme Diocle- miglie hanno residenza ed abitazio-
ziane, nonché di presidenti del con- ne nei palazzi apostolici ; e le fami-
siglio supremo camerale. Ad un Car- glie godono di particolari propine
dinale il Papa assegna pure il gran nelle ricorrenze di agosto, e Natale,
priorato in Roma dell' Ordine ge- e per altre circostanze. I Cardinali
rosolimitano. Tutte le menzionate palatini sono invitali, e intervengo-
cariche vacano soltanto per rinun- no in abito Cardinalizio, quando il

zia, per promozione e per morte, Papa assiste nella basilica vaticana
seppure non disponga altrimenti il alla messa, che si canta dal Cardi-
sovrano Pontefice. Talvolta i Car- nal arciprete per la dedicazione del-
dinali esercitano cariche prelatizie la quando in essa si espone
chiesa,
col titolo di prOy come di tesoriere, il ss. Sagramento in forma di qua-
governatore di Roma, ec. rant'ore, e quando si celebrano le
I Cardinali palatini, cui suole eleg- esequie de' Pontefici defimti nella
gere ogni nuovo Papa, a meno che cappella del coro. Così intervengono
non confermi alcuno di quelli del pure nel giorno, in cui il Papa dà, nel
suo predecessore, sono il datario, il cortile del Quirinale, l'apostolica be-
segretario di stato, il segretario per nedizione all' arcicon fraternità del ss.

gli affiiri di stato interni, il segre- nome di Maria, ed in altre funzio-


CAR CAR . ir
ni, come di consacrazione di vesco- j' la romana Chiesa, go-
sacrosanta
vi, ec. Di tutte le cariclie, dogli uffi- » dano e per singolarità, e per po-
zi , e delle qualificlie Cardinalizie »i tenza e per dignità di quel col-
accennate in questo numero, si par- *» mo, della cui gloria è ornato il

la a' relativi articoli. « nostro amplissimo senato, dichia-


Aggiungiamo poi, che nel ponti- » riamocioè ch'eglino sieno patrizi
ficato di s. Gregorio 11, eletto nel- *> e consoli, e vengano alties'i deco-
l'anno 7 1 5, essendosi già accresciu- « rati con tutte le altre dignità im-
ti i diaconi Cardinali regionari, dal » periali ", come riporta il Tama-
numero a quello di quat-
di sette, gna t. I. p, 2 11. Quindi s. Pier
tordici, egli ne aggiunse quattro col Damiani chiamò i Cardinali Sena-
nome di palatini, per assistere sem- tori di tutto il mondo, e senatori

pre al Pontefice nella basilica di s. ancora di tutta la Chiesa^ ed an-


Giovanni in Laterano, nell' atto che co il Muratori, Rer. Ital. tom. I.

celebrava ; quindi incominciò il no- p. II. pag. 540, dice, che a' tempi
me dei Cardinali diaconi palatini, di Alessandro III i Cardinali veni-
come fra gli altri si osserva dal Yit- vano denominati senatori. Clemente
torelli apitd Ciacconiiun in vita s. IV dichiarò presidi, e proconsoli i

Higynii. Il Pagi ci fa sapere che, Cardinali legati a latere, e il gran


nel i4^o, i Cardinali diaconi erano Pio II chiamò i Cardinali Senatori
giunti al numero di diciannove, e di Roma.
tanti il Panvinio assicura che fos- Il titolo di Doniinuf: fu dato as-
sero nel i54^ sotto Paolo III. Pio sai per tempo a' Cardinali, per cui
IV li portò di poi al numero di ildetto s. Pier Damiani scrisse Do-
venticinque, ma si ridussero in se- mino Hildeprando, chiamandolo dile-
guito a ventuno, finche Sisto V ,
ctissifue frater et domine. Il Garam-
nel i585, li stabilì, secondo il nu- pi nel Sigillo della Garfagnana^ p.
mero anteriore a Gregorio II, cioè 6^, dice che si dava il solo titolo
a quattordici. di Domini, o Domni ai Cardinali;
indi soggiunge l' istruzione data da
III. Titoli onorifici. un canonista della curia Romana
al tempo di Gregorio IX, del 1227,
Ne' paragrafi precedenti si è det- riguardo ai titoli onorifici, che dare

to con quali denominazioni fossero doveansi ai Cardinali, nei libelli del-


onorati i Cardinali di s. Chiesa. Qui le petizioni, nelle cause ecclesiasti-
aggiungiamo, che vennero qualifica- che. Egli adunque
ne insegna cosi
ti siccome « partecipi delle chiavi le formule Corani vobis Pater san-
:

" pontificie, proceri del clero, basi cte, si es corani Domino Papa. Si
»» del tempio di Dio, luminari chia- es coram domino Cardinali, dices
w rissimi della Chiesa, che vegliano sic: Coram vobis,venerande Pater
» per le anime dei popoli, e colon- T. tituli s. Sahinae presbyter Car-
»> ne della Chiesa medesima". Vuoi- dinalisj et sic si es coram presby-
si, che l' imperatore Costantino de- teris Cardinalibus. Si coram diaco-
corasse col seguente diploma i Car- nibus dicas sic Corani vohis ve-
:

dinaU di Roma: » Decretiamo, che nerande pater, domine Otto s. Ni-


« gli uomini chierici reverendissimi, colai in Carcere Tulliano diacone
« i quali in diversi ordini servono Cardinalis. Diaconi Gardinales non
j ,

12 CAR CAB
liabent titulum presbytcrl sic. Si quello di Caro amico. V, THenault
corani episcopis, dices sic: Corani txtW Abregé de la France.
vobh venerande Pater, domine Sa- Urbano Vili, nel i63o, accrebbe
bìniensisj domine Ostiensis et sic, le preeminenze de'Cardinali, e diede
sì coram episcopis Caidinalibus ,
loro il titolo di eminenza, ed emi-
supprimes et nomen iituli et no- nentissimo {ì^edi), in vece di quello
men Cardinalis; et procedes sic: di signore illustrissimo , che davasi
Coram vobis venerande pater , ancora a diversi principi d' Italia
partibiis a domino Papa audito- avanti che loro si attribuisse il ti-
re concesso ,
praeponit Lauren- tolo di altezza; proibendo a' Cardi-
tius procurator roloma- capitali nali di ricevere altri titoli, a meno
gensisj quod ecclesia rotomagensi che fosse loro dato dalle teste coro-
vacante, etc. In appresso o si ag- nate. Quindi il suo immediato succes-
giunse anche quello di reverendi sore Innocenzo X
approvò il decreto
e ne' libri de' conti del sagro Col- della congregazione cerimoniale, che
legio, da Bonifacio Vili fino a Gre- prescriveva a'Cardinah, di qualun-
gorio XI, il quale mori 1378, nel que dignità e lignaggio , di conten-
furono detti reverendi patres et do- tarsi del solo nome di Cardinale,
mini, indi si cominciò a stabilire senza veruna aggiunta di titolo se-
frequentemente il reverendissimus pa- colare : tuttavolta in progresso si è
ter et domiìius, che si continuò nel permesso aggiungervi quello d'impe-
XIV e XV secolo. riale e reale, se il porporato è di tali
Papa Adriano VI , a' 9
Eletto famiglie. I titoli, che comunemente i
gennaio i522, benché assente dal Cardinali si danno nello scriversi
conclave , siccome dimorante nella tra di loro, sono di eminentissimo e
Spagna , il sagro Collegio gli spedi reverendissimo signor mio osservan-
il decreto di sua esaltazione; onde dissimo , al Cardinale decano si dà
nella lettera responsiva, che inviò in per distinzione il colendissimo , in
Roma a' Cardinali, e che leggesi nel vece àeW osservandissimo, ed al Car-
tomo I del Cinelli, in data dell'ul- dinal nipote del Papa regnante, se
timo febbraio con
, si sottoscrisse vi fosse, darebbe dai Cardinali
si

questa formula Reverendissimarum: creati da lui, il trattamento di pa-


Doni, vestraruni amicus et confra- drone colendissimo, in vece dell'o^-
ter, etelectus Ponlifex romanus. Di- servandissinio , venendo chiamato il
poi Sisto V decretò la pena di sco- Cardinal nipote del Papa, il Cardi-
munica se , i Cardinali ricevessero nal padrone. Quando i Cardinah
ed aprissero lettere colla direzione scrivono al Pontefice, se sono stati
di semplice Cardinale, senza i titoli da lui creati, nella sottoscrizione ag-
d' illustrissimo , e reverendissimo , giungono: e creatura. 11 Papa scriven-
dovendole subito lacerare. Dopo che do ai Cardinali vescovi dà loro il ti-

Clemente VIII assolvette solenne- tolo di venerabilifratri nostro j se poi


mente Enrico IV re di Francia, sono dell'ordine de' preti, e de' dia-
nel 1595, dice il Bercastel, Histoire coni, dilecto filio nostro, e scriven-
de VEglise, toni. XIX, p. 56 1, quel do loro confidenzialmente in idioma
monarca diede il titolo di cugini ai italiano : Al reverendissimo signor
Cardinali, che fino allora dai re di Cardinale. Parlando poi il Pontefice
Francia avevano ricevuto soltanto ai Cardinali nelle allocuzioni conci-
,

CAR CAR i3
stonali 5 si indirizza loro col titolo i quali colla qualifica di legati ed
venerabiles fratres y e nelle bolle si. in cappa nel solenne ingresso la ac-
usa la frase , de Consilio venerati- compagnarono a cavallo sino alla
lìum fratriini nostrorum. Dice il porta Flaminia. Quivi il sagro Col-
Macri, che i Cardinali nel promul- legio trovossi a complimentarla, ed in
gare qualche decreto nel principio , cappa e nobile cavalcata la prece-
de' loro titoli, sogliono usare la for- dette nel recarsi dal Papa. I Cardi-
mula: N. miseratione divina etc. nali legati andarono a' loro luoghi,
Di tale argomento, e di tutte le re- e i due primi diaconi subentrarono

gole relative abbiamo le istruzioni a prenderla in mezzo nell' accompa-


per la gioventù impiegata nella se- gnamento. Sulle precedenze de' posti
greteria, di Francesco Parisi , stam- fra' Cardinali, nelle loro chiese tito-
pate in Roma in quattro volumi nel lari, protettone, o arcipretali, si può
1785, utilissime principalmente pei consultare l'articolo Cappelle Cardi-
segretari de' Cardinali, massime nel nalizie, ove dicesi dell'invito, che si

tom. Ili, p. 65, Tiiolario per Car- fa al sagro Collegio per esse, ed al-
dinale , disposto secondo i nomi del- tre cose relative.
le persone, alle quali convengono
si Dividendosi il sagro Collegio in
i titoli, giusta il cerimoniale dei Car- tre ordini, cioè di vescovi suburbi-
dinali. cari, preti e diaconi , si passa da
quelli de'preti e de'diaconi a quello
IV. Precedenze nel sagro Collegio. de' vescovi col metodo che diremo.
I preti non possono essere vescovi
All' articolo Cappelle Pontificie titolari , ed abbiamo solo, che Cle-
parlandosi dei posti di esse, e di mente Vili dichiarò arcivescovo ti-
quelli de' Cardinali, si è trattato del- tolare di Filippi il Cardinal Nino,

la loro precedenza sui principi ed de Cuevara; Benedetto XIV arcive-


ambasciatori, riportandosi vari esem- scovo in partibits di Nicosia, il Car-
pi analoghi. Ma per rammentarne dinal delle Lanze, consacrandolo
qui alcuni soltanto, diremo che Car- egli stesso nella cappella Paolina
lo Vili re di Francia , recatosi a del Quirinale. V. Vescovi Cardinali
R.oma nel 1495» con trentamila sol- CONSACRATI DAI Papi. Altrettanto, nel
dati, e con mire ostili, come si paci- 1758, Clemente XIII fece col Car-
ficò con Alessandro VI, volle assi- dinal duca di Yorck, che ritenendo
stere al pontificale, prendendo posto la diaconia era passato all' ordine
dopo il primo Cardinal vescovo; di- presbiterale. Dopo la consacrazione
poi Alfonso II duca di Ferrara e , Io tenne seco a mensa in uno ai
due figli del duca, ed elettore di Cardinali assistenti. ^. Pranzi, ove
Baviera, furono fatti sedere da Inno- dicesi quali erano i solenni conviti,
cenzo IX, e Clemente VIII in con- in aveano luogo i Cardinah.
cui
cistoro, e nelle cappelle, dopo l'ulti- Quindi, nel 1762, volendo il me-
mo Cardinale, mentre altri principi desimo Clemente XIII fare vicario
sovrani vennero situati in mezzo agli di Roma il Cardinal Marc' Antonio
ultimi due Cardinali. Sotto Alessan- Colonna, questi dall'ordine de'dia-
dro VII, quando la regina Cristina coni con pontificia dispensa passò a
di Svezia recossi a Roma , il Papa quello de' preti , prendendo luogo
deputò due Cardinali ad incontrarla, secondo l' anzianità della sua prò-
,

i4 CAR CAR
mozione alla porpora. Indi il con- pubblico diritto una eruditissima, ed
sacrò arcivescovo titolale in parti' elegantissima dissertazione latina, che
bus di Corinto, nella predetta Cap- il sunnominato Cardinal Castiglioni
pella Paolina del palazzo Quirinale. lasciò inedita sotto il titolo Diaconi-
Fra i Cardinali diaconi ,
possono coriy dedicata al Cardinal Braschi
esservi dei preti , anzi de' vescovi diacono, nella quale evvi mirabil-
eziandio, senza che però in cappelli mente esposto quanto riguarda i Car-
pontificia nulla più possano eserci- dinali diaconi.
tarne che le sole funzioni inerenti Il passaggio de' Cardinali da un
all'ordine diaconale. ]\è specialmente ordine all'altro chiamasi Ozione,
in Roma fanno essi funzioni presbi- (Fedi) ossia oltare, la cui origine e
terali in pubbliche clìiese. Molti sono progresso dottamente si espone dal
stati i Cardinali diaconi vescovi di Panvinio, De septeni Urbis Eccles.
giurisdizione, fra' quali e da ram- cap. 3 ad finem: >» Presso gli anti-
mentarsi il Cardinal Gio. Castiglioni » chi pertanto, egli dice, per più
vescovo d' Osimo e Cingoli, che « di mille duecent'anni non inter-
continuò sino alla morte, accaduta •' rotti si mantenne nella Romana
nel i8i5, ad appartenere ali ordine " Chiesa il costume, che né i dia-
de' diaconi. A questo era stato in- fi coni le diaconie una volta rice*
Pxalzato a' 17 gennaio i8o3, da Pio >»vute, né i prèti i titoli, ne i
VII, che allora lo pubblicò Cardinale, M vescovi Cardinali i propri vescova-
e gli conferì la diaconia di s. Maria » ti mutassero; dal che nasceva che
in Domnica. Lo stesso era avvenuto fi ì diaconi, i preti e i vescovi Cardi-
di im insigne suo antecessore in as maggiormente accudivano, a-
nali,
quel vescovato, cioè del Cardinal « domavano, rifabbricavano, amplia-
Lanfredini, ch'era diacono di santa » vano le propiie diaconie, e i propri
Maria iu Portico. Inoltre abbiamo }} vescovati, sapendo di doverli ritene-
che Innocenzo X, nel 1654, fece y» Al presente i
re finche vivessero.
Cardinale Carlo Gualtieri, e gli die- » CardinaU per la legge dell' ozione
de per diaconia la chiesa di s. Pan- » possono ottare a molti titoli e
crazio, che apparteneva all' ordine yy diaconie; locchè ebbe principio a'
de' preti,essendo che erano tutte « tempi di Alessandro nel con- V
occupate le diaconie; e sebbene di •» cilio pisano del i4^o> ^^^ìI quale
tal ordine, lo dichiarò arcivescovo •> avendo prodotto lo scisma, che i

di Fermo. Avvenne poi che trovan- « titoli Cardinalizi avessero almeno


dosi tal Porporato in R.oma nel •3 due Cardinali, uno dell' ubbidien-
pontificato di Clemente IX nel d'i « za d'Avignone, l'altro della Ro-
del s. Natale, uè potendo il Ponte- » mana ; terminato lo scisma, e fat-
fice celebrare la messa pontificale, » to di im solo col-
tanti Cardinali
ma soltanto assistervi, menoi Car- » legio creato il nuovo Pontefice
,

dinali diaconi, che doveansi in essa •5fu d'uopo allora, che tali muta-
comunicare , avendo tutti gli altri " zioni si facessero, per le quali un
Cardinali celebrato, il Papa, per non « di que' due, che nello scisma ave-
alterare il rito, dichiarò il Gualtieri » vano il vescovato di Frascati, lo
prete di s. Eusebio, e gli fece can- " dimettesse all'altro, ed ottasse a
tare la messa. Ed a questo propo- " quello di Sabina allora vacante.
sito è a desiderarsi, ciie si renda di >» Lo stesso accadde ne' titoli e nel-
,

CAR CAR i5
» le diaconie: locchè sebbene allora nosce, che alcuni Cardinali decani
» accadesse per necessità, passò poi non vollero passare a tal vescova-
« frequentissimamente in esempio; to, come da ultimo fecero i Cardi-
" e perciò vediamo accadere che , nali Francesco Pignatelli , e Gio.
»> lo stesso Cardinale fatto diacono Francesco Albani. Né ancora altri
w ha oltato a tre e quattro diaco- vollero divenire decani , come fece
»> nie j divenuto prete otta ad al- nel 1763 Cardinal Paolucci, per
il

« trettanti titoli e fìnahnente a , cui Clemente XIII permise, cke pas-


« tutti i vescovati. Aggiungiamo sasse il Cardinal Cavalchini. Ma per
M che tanto il vescovo, che il pre- le relative notizie sul decanato del
>* te e il diacono, sogliono talora sagro Collegio, V. il Riganti, Coni-
>» ritenere titoli e diaconie in com- ment. ad Reg. Can. t. I, ad Reg.
» menda Tale esempio della ozio-
". 8, § 2.
ne fu con parsimonia seguito sino Anticamente dopo il Papa, pre-
a Sisto IV, il quale assegnò diaco- conizzavano in concistoro diversi
nie a' preti, e titoli a' diaconi , fin- vescovati i Cardinali , massime i

che Sisto V colla bolla Poslquam, Cardinali protettori ; anzi Urbano


e Clemente XII colla costituzione VIII concesse al Cardinal seniore
Pastorale qfficium, con leggi oppor- dell' ordine de' preti di fare il pro-
tunissime determinarono le regole cesso delle chiese suburbicarie , e
della ozione, leggendosi nel Cardinal proporle nel concistoro segreto, ma
Paleotti , De sacri concistorii con- poi diede tal privilegio al Cardinal
sult. in conci, oper. membr. 5 in vicario di Roma, che l'esercitò sino
princìp.y che ne' tre ordini de' Car- a Pio VI; come sino a quel Papa
dinali la gerarchia terrena corrispon- il Cardinal camerlengo del sagro
de alla celeste ripartita in serafini, Collegio propose l'ultima chiesa va-
cherubini e troni, con altre simbo- cante argomento, che si tratterà al-
:

liche spiegazioni, delle quali egual- l' articolo Concistori, ed altrove.


mente tratta il Piazza nella Gerar-
chia Cardinalizia, V. Insegne^ distinzioni^ e vesti usuali
Ma dicendosi all'articolo Ozione, e sagre.
quando i Cardinali diaconi possano
ottare al vescovato suburbicario (es- Sono insegne del Cardinalato l'uso
sendo però prima entrati nell'ordi- della campanella (Fedi) ai loro pa-
ne de' preti, ciocche, secondo la co- lazzi, e la mazza di argento (Vedi\
stituzione Clemente Vilidi non , sebbene esse non sieno più in uso.
possono eseguire prima di dieci an- La prima suonavasi al ritorno del
ni di Cardinalato )
, ci limiteremo concistoro in cui aveano ricevuto il
ad accennare, aver Clemente XII cappello rosso, nell' uscire di palazzo
decretato che il più anziano dei
, col treno nobile, e nel ricevere vi-

Cardinali vescovi suburbicari resi- site formali, ec. La seconda si fa-


denti in curia, o che ne sia assen- ceva portare innanzi da un aiutan-
^ per pubblica, o necessaria cagio- te di camera, qual segno di auto-
ne, deve occupare il pos'.o di deca- rità e giurisdizione, allorché si reca-
no del sagro Collegio, ed essere ve- vano alle cappelle, ai concistori e in
scovo d'Ostia e Velletri. Tuttavia altri luoghi e funzioni, secondo il
non mancano esempi, per cui si co- decretato di Paolo li. Solevano i Car-
j

i6 GAR CAR
ilinali anticamente recarsi ai detti " proprio sangue, " a cui appunto
siti in cavalcata , per cui racconta allude il colore rosso della porpora,
Marc* Antonio Valena , che quando e delle altre insegne, e indumenti
i Cardinali andavano pontificalmen- Cardinalizi. P^. Capi'a de' Cardinali,
te vestiti in cavalcata, godevano l'au- nonché gli articoli Croccia, veste che
torità di poter all'incontrarsi con usano in conclave. Porpora Cardi-
alcuno, che subisse la condanna del- nalizia, e Calze de' Cardinali.
l' estremo supplizio, liberarlo dalla Cappello rosso è parere di al-
Il

morte. Ma perchè ciò non passasse cuni, che fosse stato usato dai Car-
in abuso, nella mattina in cui ese- dinali legati prima che Innocenzo
guivasi qualche sentenza capitale, i IV, nel 1245, lo stabilisse ai Car-
Cardinali si astennero in seguito di dinali, insieme alla porpora. Quel
andar per ove dovea pas-
la strada Papa lo decretò di colore rosso per
sare condannato, e pel luogo, ove
il rammentare al sagro Collegio, che
dovea subire la pena di morte. Pio fosse sempre pronto a spargere il
IV, nel i564, esortò gravemente i sangue per la fede, per la sede
Cardinali a non adottare l'uso delle apostohca, e per la pace del cristia-
carrozze allora introdotto, ed Inno- nesimo. ^. Agostino Patrizi, Ccercin.
cenzo XI, nel 1676, con patetico lib. I, sect. 8, cap. 4- Quindi questo
discorso in concistoro segreto invitò cappello servì per decorare lo stem-
il sagro Collegio a non adoperare ma sigilli; ma Inno-
gentilizio, e
i

carrozze superbe ed eleganti, né ve- cenzo X che fosse sovrasta-


vietò,
stire i domestici loro con livree fa- to da alcuna corona reale, o du-
stose. V. Carrozze e Cavalli. cale. Riporta il Macri che l' arci-
Anche il concilio generale XVII, vescovo di Salisburgo, usava porre
nella sessione XII, disse convenire ai sulle di lui arme il cappello rosso,
Cardinali la porpora che vestono. Mol- intitolandosi Cardinalis flatus. V.
ti poi sono gli scrittori, i quali col ven. Sigilli.
Bellarmino, cap. 8 deìV apologia, di- L' anello, che il Papa dà a' Car-
chiarano che la porpora si deve alla dinali, ha per gemma un zaffiro,
che
loro dignità reputata eguale alla regia. denota il sommo sacerdozio, ed
an-
La porpora vuoisi anticamente usata che il regno, giacche i Cardinali
dai Cardinali apocrisari, o sieno nunzi fanno parte del Pontefice, e come
apostolici. Certo è che nel pontificato dicemmo , regibus aequiparantur
di Gregorio IX i Cardinali si videro di onde nel conferirlo il Pontefice, in
essa vestiti, finche stabilmente decre- uno ai titoli, e alle diaconie, dice
tolla Bonifacio VIII, e megHo ancora il Lunadoro, che intende coiigiun-
Paolo II. Ma di questa, e delle altre gerli e sposarli colla chiesa , che
insegne del Cardinalato, ecco come si loro assegna.
espressero i padri di Basilea, finche La berretta, e il berrettino rosso fu-
ecumenico fu il concilio loro: >> Ri- rono da Paolo II accordati a' Cardi-
« flettano Cardinali nel ricevere
i nah per distinguerli dai prelati nei
» le insegne della propria dignità, luoghi ove non potevano usare il

w al loro significato, il quale si è cappello rosso; ma i Cardinali i-eli-

» che pel bene della Chiesa univer- giosi continuarono a portare il cap-
« sale,quando sia necessario, non puccio, ovvero la berretta del colore
» debbono temere di spargere il dell'abito del proprio Ordine, finché
CAR CAR 17
Gregorio XIV concesse anche ad cappelle, e funzioni pontificie, in
essi tanto la berretta , che il berret- cui usano mitre di damasco bianco,
tino rosso. Paolo II die' pure a'Car- siccome dispose Paolo II. Il Garam-
dinali le gualdrappe rosse da usarsi pi, nel suo Sigillo della Carfagna-
nelle cavalcate, e dispose che nelle na, pag. 7 3, dice che l'uso della
cappelle, nei concistori, ed in altri luo- mitra ne'Cardinah incominciò nel
ghi, sedessero su banchi piti alti di secoloXI, nei pontificati dei santi
quelli di qualunque prelato. L' om- Leone IX, e Gregorio VII, e che
brellino (Fedi),ed il baldacchino fu comune pure a' Cardinali diaconi,
(redi), sono pure distintivi de'Car- riportandone testimonianze del 1 192,
dinali. in cui governava la Chiesa Celestino
Benedetto XIV decretò, che i III.Aggiunge poi il Macri, che sotto
Cardinali ascritti a qualche Ordine Eugenio IV le mitre Cardinalizie era-
equestre, come il gerosolimitano, no di bambacina bianca. Oltre le
potessero portare la croce di pezza mitre di damasco, i Cardinali ado-
bianca sulla mozzetta rossa, consi- perano anco le mitre giojellate, e i
derandosi come parte di abito d'una vescovi suburbicari per formale han-
religione professa. F. Vesti Cardi- no tre pigne dorate, coperte di
nalizie. Anche il Sarnelli è di opi- perle; ma cantando messa, e facen-
nione, che i Cardinali incomincias- do altre solenni funzioni, i Cardinali
sero da Bonifacio Vili a vestire hanno l'uso de'sacri paramenti pon-
di rosso e di paonazzo, al quale tificali. Possono in morte lasciare
poi si aggiunse il rosaceo nelle do- i Cardinali, i paramenti e i sacri
meniche Gaudcte e Lcelare In . arredi, mediante indulto pontificio,
quanto alla forma che in tutti
, a chiese pubbliche ed ai propri ti-
dev' essere eguale, dice che sia inco- toli , secondo le prescrizioni del con-
minciata nel pontificato di Bonifacio ciho generale XVII,
Pio V, e di s.

IX, mentre in avanti procedevano altrimenti appartengono alla cappella


in abito ecclesiastico molto somi- pontificia, secondo le disposizioni
gliante al monastico. Alessandro VII di Clemente VII, di Giulio III, di
vietò a' Cardinali 1' uso del corruc- Clemente Vili, di Urbano Vili, e
cio nella loro persona, col quale di Benedetto XIV. V. le bolle di
solevano palesare il dolore per la questi due ultimi Pontefici, Equuni
perdita de' congiunti. In che esso est, de' 19 luglio 164^, Bull. rom.
consistesse, lo si dirà al citato arti- tom. XI, par. II, pag. 836, e l'altra,
colo Vesti Cardi]valizie. Intorno a Inter arduas, de' 22 aprile i749>
ciò è a vedersi il Sandini nella vita Bull tom. XVIII, pag. 26.
di quel Papa. Alcuni Cardinali del
secolo passato, parenti o nipoti di VI. Rendite de^ Cardinali.
alcun Pontefice, per la morte di
lui suggellarono le loro lettere con Sino dal nascere della Chiesa tut-
cera di Spagna di color nero. ti i ministri di lei furono mantenuti
Gli abiti sagri de' Cardinali con- dal tesoro e rendite di essa, finche
sistono nel piviale ,
pianeta e dal- poi ebbero origine i benefici eccle-
matiche, secondo l'ordine episcopale, siastici (Vedi), co' quali si provvide
presbiterale, e diaconale cui appar- alla sussistenza degli ecclesiastici. Na-
tengono. Con essi intervengono alle turalmente ne fruirono ancora i Car-
VOL. X.
,

tS CAR CAH
diiiàli.Considerando Nicolò IV, elet- pih ne tratta la costituzione da Paolo
to nel 1288, di quanto aiuto fossero i IV emanata a' 12 giugno 1 556, che
Cardinali al sovrano Pontefice, e, co- si legge nel tomo IV , p. 33o del
me dic*egli, y* quanto operosa scdulita* Bollano romano, e la costituzione.
f> te cum ipso laborarent,et tim ipsius In regimine y pubblicata da Benedet-
>• ecclcsiae, quam totius orbis incum- to XIV, a' 3 febbraio 174^, e ri-
» bentia onera indefessis cum eo portata nel Bollarlo magno t. XVI,
•» sollicitudinibus partirentur ", dispo- p. 278, ed il Plato, IJfe munere Car-
se che di tutte le rendite della sede dinalinm ratione ordinis^ hoc occa-
apostolica due pomoni se ne faces- sione dividitur solimi inter Cardina-
sero, una cioè per la camera papale, les praesente^ , pag. 76. Pertanto i
e l'altra si egualmente fra
ripartisse Cardinali assenti dalla curia non pos-
tutti i Cardinali; e che la elezione, sono godere degli emolumenti del
o rimozione di tutti gli uffiziali, mi- rotolo, e tutto al più, come leggia-
nistri ed esattori delle rendite sud- mo anche nel Lunadoro, De Car-
dette, non si facesse che De Consi- dinaliy tom. II, p. 27 , ne parteci-

lio Cardinalìum. Benedetto XII, nel peranno que' Cardinali, che per qual-
i334, soccorse ai bisogni de' Cardi- che legittima causa fossero andati a
nali con centomila zecchini d' oro ; Roma, e vi avessero dimorato alcun
e i successori conferirono loro pin- tempo.
gui beneficii per sostenere con isplen-
dore la loro dignità. Queste rendi- VII. Cardinali deposti^ ed esclusi
te dai Cardinali si impiegarono in dalla Pontificia elezione.
gran parte nella erezione di sontuose
chiese, nella riparazione delle caden- Lungo sarebbe
il dire de' Cardi-

ti, in pie istituzioni, ed in largizioni nali,che ne' tempi lagrimevoli della


co' poveri, come si rileverà alle rispet- Chiesa seguendo le parti degli anti-
tive biografie ed altrove. Rimonta papi, furono da essi fatti anticardi-
a Paolo II, siccome d'animo gran- nali, e perciò scomunicati, e deposti
de, il cosi detto Piatto Cardinali- dai legittimi Pontefici. Intorno a ciò
zio (Vedi), rendita di che annual- si parla agH articoli Scismi , Anti-
mente godono i Cardinali, oltre gli papi, E Anticajsdinali, e nelle singole
emolumenti provvisioni ed ,
abitazio- biografie. F. Coronelli de' Cardina^
ni annesse alle cariche primarie del li, e della Serie dei Pseudo- Car-
sagro Collegio. Gregorio X però, col- dinali, o Amicardinali. Ci limiteremo
le leggi formate pel conclave e sede pertanto a rammentare, che Odetto di
vacante, vietò a' Cardinali di nulla Coligny, creato Cardinale ad istanza di
prendere in quel tempo dalla came- Francesco I, nel i533, da Clemente
ra apostolica e dalle sue rendite, il VII, abbracciò gli errori di Calvino
che confermarono altri Pontefici. V. per compiacere ai suoi fratelli; motivo
Conclave, e conclavisti de' Cardi- per cui da Pio IV, nel concistoro
nali. Pel rotolo, o distribuzioni, che de'3i marzo i563, fu deposto dal-
fa il Cardinal camerlengo del sagro la sua dignità, e degradato formal-
Collegio al collegio medesimo, a ca- mente, venendo in seguito esiliato
gione dell' assistenza nelle cappelle dalla Francia. Pio VI, nel 1788, per
congregazioni, concistori, si è già det- le premure di Luigi XVI, non sen-
to abbastanza a quell' articolo ; di za ripugnanza, creò Cardinale Ste-
,

CAR CAPt 19
fano Carlo de Lomeniè de Brienne, gerc il sommo Pontefice. Di fatti i
arcivescovo di Sens. Costui in se- Cardinali Jacopo e Pietro Colonna,
' zio, nipote
giiito fece il civico giiirametito alla e scomunicati, degra-
famosa costituzione del clero di Fran- dati e deposti dal Cardinalato da
cia, e, ad onta delle paterne ammoni- Bonifacio Vili, non poterono inter-
zioni dello stesso Pio VI, prese par- venire ai conclavi in cui, nel i3o3,
te nello scisma, il quale desolò quel Rieletto Benedetto XI, e nel i3o5,
regno nel fine del secolo decorso, in cui fu creato Clemente V. Questi
perlocliè il medesimo Pontefice, nel però li assolvette, e li restituì alla
concistoro de' '>.% settembre 1791, lo dignità Cardinalizia.
dichiarò decaduto, spergiuro e pri- Cospirarono contro Giulio II i

vato della dignità Cardinalizia. V. Cardinali Bernardino Carvajal, Gu-


\ Allocuzione, concistoriale del men- glielmo Brissonnet, Francesco Borgia,
tovato concistoro. Rinaldo di Prie, e Federico di San-
Nel formare Gregorio X le men- severino, con altri riferiti dallo Spon-
zionate leggi pel conclave, nell' arti- dano all'anno i5i i, affine di depor-
colo Vili prescrisse, che non sì lo dal pontificato, per la guerra, che
poteva negare l'ingresso ai Cardi- erasi accesa con Lodovico XII re
nali soggetti alla censura e scomu- di Francia, per cui convocarono a
nicati. Ed è perciò, che appena Pisa un conciliabolo. A reprimere co-
muore il Papa , il sagro Collegio tanta audacia, ad esempio di Euge-
spedisce corrieri straordinari per tut- nio IV, che celebrò il concilio di
te le parti a' colleghi assenti , per Firenze contro il conciliabolo di Ba-
partecipar loro la morte del sovrano silea, il gran Giulio II intimò il
Pontefice, ed invitarli, ancorché af- concilio di Laterano V. Ma mentre
fetti colle censure, a recarsi solleci- questo proseguiva nelle sessioni , il

tamente al conclave, e concorrere Papa si ammalò gravemente, e vi-


alla elezione del nuovo Papa. La cino a morire, chiamò a se il sagro
disposizione di Gregorio X, che i Collegio, e gli disse, che ad esso
Cardinali affetti colla scomunica, o spettava la elezione del successore
qualunque altra censura, non sieno non a' padri del concilio generale,
esclusi dalla voce sì attivache pas- ch'eglino potevano accordare il di-
siva nel conclave, fu poi confermata ritto del suffragio a' Cardinali as-
anche dai Pontefici Clemente colla V senti, ma non agli scismatici, desi-
costituzione, Ne Romani, De Elect. gnando così i capi del concilio pi-
lib. I, tit. 3, 4) Cceterumj da Pio sano : " Come Giuliano della Rovere
IV, mediante la costituzione, In (eh' era il nome battesimale), dis-
tom. IV par.
eligendisy Bull. Roni. se egli, >' io perdono ad essi colla
II, pag. 145, non che dalla costi- » sincerità del mio cuore; ma co-
tuzione di Urbano VIII, Ad Ro- " me Giulio II, capo della Chiesa,
mani, Bull. tom. V, par. V, pag. » io debbo vendicare i suoi diritti,
397, e da Gregorio XV, in virtù « e li escludo dalla elezione'*. Nel
della costituzione Aeterni Patris, i5>i3 gli successe Leone X, il qua-
Bull, tom. V, par. IV, pag. 4oo- le continuò la celebrazione del con-
Tuttavolta dai seguenti esempi si cilio ; indi fatti arrestare in Livorno
rileverà, che talora i Cardinali fu- Carvajal, e Sanseverino, li fece con-
rono esclusi dal concorrere ad eleg- durre segretamente a Roma, ed essi si

I
, .

ao e AR CAR
prostrarono pentiti a* piedi del Papa, il sori, nonché di concorrere alla fu-

quale, malgrado 1' opposizione di va- tura elezione, come riporta il Ri-
ri principi, li restituì all' antico gra- naldi all'anno i5i7, num. 96. Gli
do, colla penitenza di digiunare u- altri due ottennero similmente per-
na volta il mese finche vivessero. donò colla pena di sborsare ognuno
Spogliatisi allora dell'abito paonaz- dodicimila fiorini. Di tutto ciò scri-
zo con cui si presentarono al con- ve minutamente il Ciacconio nella
cistoro come semplici preti, il mae- storia del pontificato di Leone X,
stro di cerimonie li rivesti della nella sua opera Gesta Rom. Ponti-
porpora. Quanto agli altri tre no- Jicum.
minati Cardinali fautori del conci- Eletto in successore di Leone X
liabolo, Borgia era morto, ed il Prie il Papa Adriano VI, il detto Car-
e Brissonnet furono compresi nella dinal Soderini, mentre ne godeva
riconciliazione tra la santa Sede, e tutto il favore, occultamente avvisava
il re di Francia. con lettere i^rancesco I contro Car-
Non andò guari, che per vicen- lo V e contro il medesimo Ponte-
de politiche e personali, nel i5i7, fice, ma venendo intercettate le let^

fu tramata ima congiura contro la tere, fu convinto di fellonia, e con-


sacra persona dello stesso Leone X, dannato al carcere di Castel s. An-
alla testa della quale era il Cardi- gelo. Morto però Adriano VI a' i4
nal Alfonso Petrucci ; ma volendo settembre i523, nell' ultimo giorno
Dio farla scoprire, con legale pro- delle novendiali esequie, il sagro
cesso, il Petrucci a' 6 luglio fu segre- Collegio lo liberò perchè si recasse
tamente decapitato in Castel s. An- in conclave , in cui, sebbene ripu-
gelo, ed i suoi complici principali gnante, diede voto per l'elezione
il

subirono la pena di morte. Come di Clemente VII, il quale genero-


consapevoli della congiura, restarono samente gli perdonò, lo liberò dal
accusati e prigioneri quattro Car- carcere, e Io ammise alla sua grazia.
dinali, cioè Riario, decano del sagro Nel conclave del 721, in cui fu 1

Collegio, Saoli, Volaterrano fratello eletto Innocenzo XIII, a tenore del-


di Soderini principe di Firenze, e le costituzioni pontificie, furono in-
Adriano di s. Grisogono. Il primo vitati al conclave i Cardinali de
domandò perdono per non averne Noailles (Vedi) ed Alberoni {Vedi\
dato avviso, e l'ottenne dopo esse- affetti colle censure ; ma il primo si
re stato spogliato di tutti i benefizi scusò di andarvi per la sua avanza-
e della porpora, e dopo aver paga- ta età e cagionevole salute ed il ,

ta la multa di centomila scudi; il secondo vi si recò, benché sfigurato


secondo, egualmente complice, per da' suoi travagli, e dai nascondigli
non aver manifestato la congiura ove si tratteneva. Dipoi, per morte
ebbe la sentenza di privazione del- di Benedetto XIII, Clemente XII
la porpora, e di perpetua prigio- e Benedetto XIV, il sagro Collegio
nia,pena che poi fu commutata nel chiamò il famoso Cardinal Coscia
pagamento d'una cospicua somma ad assistere ai comizi per l' ele-
di danaro, onde venne reintegrato zione de' tre Papij siccome effettiva-
di tutti i benefizi , restando però mente eseguì, mediante il salvacon-
privo di voce attiva e passiva , ad dotto dello stesso sagro Collegio
arbitrio di Leone X e suoi succes- Però Clemente XII, ad esempio di
,

CAR CAR 21
Leone X, che avea privato il Car- sti di Pio VI, tomo I, pag. 224.
dinal Saoli della voce attiva e pas- V. ConstituUones Jposl. et decreta
siva anche nell' elezione del Romano quae jurnntur , ac formula fura-
Pontefice, ne lo privò, dopo forma- menti praestari solita a S. R. E.
le processo compilato da una con- Carditialibusj Romae, 1755.
gregazione di sei Cardinali, e fu pure
sospeso dalle funzioni arcivescovili Vili. Cardinali celebri.
colla multa di duecento mila scudi
a favore della camera apostolica Il numero di questi è pressoché

per aver abusato nel potere sotto impossibile ad essere descritto: però
Benedetto XIII, che lo avea ammes- dalle individuali biografie se ne am-
so all'intima sua confidenza. Tut- mireranno luminose gesta e le
le

ta volta venne in seguito assoluto splendide virtù, esercitate da moltis-


dalle censure, e liberato dal carce- simi Cardinali, che o si distinsero
re di Angelo, a cui era
Castel s. per santità e meritarono V onore
stato condannato per dieci anni. La degli altari ; o furono sollevati al
sentenza di lui si legge presso il Pontificato ed in esso destarono ve-
Lunig, tom. IV pag. 585, e com- nerazione a tutto il mondo per jna-
pendiata presso il Guerra, Epitome gnanime imprese; o ricusarono ac-
del Bull. tom. I, p. 394. s\ sublime dignità, come
cettare di-
Finalmente, avendo il parlamen- cesi air articolo Rinunzie al Ponti-
to di Parigi giudicato il Cardi- ficato ; o divennero rinomati per
nal de Rohan per la sua incol- profonda scienza, e pel disbrigo di
pazione, essendo stato quel tribu- alti e gravissimi affari diplomatici ,

nale incompetente al suo grado, ed civili ed ecclesiastici. E la presente


avendo perciò violati il Cardinale i età nostra può ben vantare porpo-
giuramenti fatti nel ricevere la di- rati, che risplendono per probità di
gnità Cardinalizia, non
più potè costumi, senno, dottrina ed espe-
aspirare alle ed onori
prerogative rienza, essendone il principale or-
di tal qualifica. Quindi da Pio VI, namento il Cardinal Bartolomeo Pac-
nel segreto de' i3 feb-
concistoro ca, decano del sagro Collegio , che

braio 1786, con un decreto fu so- conta otto lustri di Cardinalato, e il


speso, e privato della voce attiva p. Carlo Odescalchi gesuita , che
e passiva, e degli onori e diritti da ultimo rinunziò la poipora. Nel-
della porpora, da durare sinché en- l'articolo, che tratta della Porpora
tro sei mesi non si fosse presentato si dic^ di quella rinunziata, e si

alla santa Sede, e purgato della ele- vedranno que' Cardinali che per u-
zione, che avea fatta del menzionato miltà deposero la porpora. Volen-
tribunale laicale ed incompetente. do tuttavolta indicare i principali ,

Ma dipoi essendo dal Cardinal de che fiorirono nelle decorse epoche,


Rohan, per mezzo di monsignor Al- incominciando solo dal XIII secolo,
bani, state rappresentate le sue oltre quelli che furono collocati sulla
ragioni in concistoro, venne assolu- veneranda cattedra di s. Pietro e ,

to e rimesso al godimento di tutte quelli di regio sangue, meritano spe-


le prerogative e preeminenze del Car- cial menzione i seguenti.
dinalato. Il menzionato decreto pon- Pietro Capocci, romano, fatto
tificio si riporta dal Tavantij Fa- nel 1244 Cardinale da Innocenzo
,,

32 CAR CAR
IV, ricuperò alla Chiesa romana Giovanni Vitello Vitelleschi , di
parecchi dominii, esercitò varie le- Fuligno, nato in Corneto, cicalo nel
gazioni con sommo decoro, e in Ro- 1437 Cardinale da Eugenio IV, fu
ma edificò le chiese di s. Antonio ricuperatore de' dominii della sede
abbate, e di s. Maria in "Via. apostolica, onde il senato romano
Matteo Rosso Orsini, romano, gli una statua
eresse col titolo di
,

elevato al Cardinalato nel 1262 da terzo padre della patria, dopo Ro-
Urbano IV, meritò V intima amici- molo ed Augusto.
zia di Francesco d'Assisi, inter-
s. Bessarione di Trehisonda, fatto
venne a tredici conclavi, coronò co- nel 1439 Cardinale da Eugenio IV,
me primo diacono cinque Pontefici, era profondo letterato, mecenate dei
e, sebbene invano, si oppose al tras- dotti, e glorioso per le sue qualità.
fei'imento della sede Pontificia in Guglielmo di Estouteville, france-
Francia. se, annoverato al sagro Collegio da

Latino Frangipane Orsini, roma- Eugenio IV, nel i439, fu restaura-


no, dell' Ordine de' predicatori, fat- tore delle lettere e scienze in Fran-
to Cardinale nel 1278 dallo zio cia,e fondatore della chiesa e del
Nicolò III , fu di tale riputazione convento di s. Agostino in Roma.
che quattro Papi nulla risolvettero Ludovico Scarampi Mezzarota di
senza suo oracolo, e per sua morte
il Padova, fatto Cardinale nel i44o
s. Celestino V
pose in esecuzione da Eugenio IV, ed assai rinomato
la rinunzia, che meditava del Pon- per le vittorie strepitose, che ripor-
tificato. tò sui nemici della Chiesa romana.
Bertrando di Eux, francese, in- Nicolò di Cusa, di Treveri, nel
signito della dignità Cardinalizia, nel i448> ^a Nicolò V
venne fatto Car-
i338, da Benedetto XII, esercitò le dinale, e fu gran difensore e lega-
primarie cariche e legazioni, oltre to della santa Sede, attribuendosi
il vicariato apostolico di Roma e alla sua rara dottrina il rinnova-

dello stato ecclesiastico. mento dell' ipotesi del moto della


Egidio Cardio, spa-
Albornoz terra intorno al sole, messa in ob-
gnuolo, elevato al Cardinalato da blio dopo Pitagora, e poi riprodot-
Clemente VI, nel i35o, fu cogno- ta da Copernico e Galileo.
minato dai Papi Padre della Chie- Latino Orsini, romano, fatto Car-
sa, e vindice della libertà ecclesia- dinale nel i44^ da Nicolò V, fu
stica, avendo ricuperato alla santa arbitro degli affari sotto Sisto IV ,

Sede molti dei suoi dominii. il quale con tulli i Cardinali essen-
Giuliano Cesarini, romano, elet- do infermo 1' andò a trovare, e ce-
to Cardinale nel 1426 da Martino lebrò un concistoro nella sua ca-
V, celebre per le legazioni sostenute mera. In Roma edificò egli il mo-
con vantaggio della Chiesa Romana, nistero, e la chiesa di s. Salvatore
e modello di scienza e virtù. in Lauro.
Domenico Capranica , romano Pietrodi Auhusson , francese ,
creato nel 1428 segretamente Car- XXXIX gran maestro di Rodi ,
dinale da Martino V, sostenne do- nel 14^9 ^" sollevato alla porpora
dici legazioni, fu dotato di rari pre- da Innocenzo VIII, colla qualifica di
gì, e primo collegio in Roma,
fondò il legato dell' Asia; fu chiamato il Sal-
dal suo nome chiamato Capranica, vatore di Rodi.
, ,

CAR CAR a3
Francesco Ximenes de Cisneros, Normandia, abiurato il protestan-
spaguuolo, elevato al Cardinalato tismo, si meritò per l' alto suo in-

nel i5o7 da Giulio li, primo mi- gegno, il titolo di s. Agostino della
nistro della monarchia spagnuola, Francia, e nel 1604 ebbe la por-
eccellente politico, di santa vita e pora da Clemente Vili.
riputazione. Armando Gio. du Plessis de Ri-
Innocenzo Cibo genovese , nel,
chelieuj primo ministro di Fi-ancia,
i5i3, da Leone X fu fatto Cardi- uno de' più grandi ingegni della Fran-
nale, e riuscì assai benemerito della cia, e de' più abili ministri diplo-
Chiesa romana e dell'Italia, per a- matici, che sieno stati al mondo, ri-
ver impedito, che Clemente VII pas- cevette la porpora da Gregorio XV
sasse inAvignone. Assai fu ancora nel 1622.
benemerito co' letterati pei tesori Giulio Mazzarinij dell'Abruzzo,
cui profuse in loio favore , e fu si degno successore del Richelieu nel
moderato, che ricusò il principato di ministero di Francia, sommo in po-
Firenze. litica e nel trattare i piùi rilevanti
Nicolò Ridolfi , fiorentino, nel nel 1641, fu ascritto da Ur-
affari,

1 5 1 7, fu premiato da Leone X col bano Vili al sagro Collegio.


Cardinalato, alloggiò in sua casa Francesco Sforza Pallavicino ro- _,

Clemente VII, Paolo III e due volte mano , della compagnia di Gesù
Carlo V, ed era chiamato lo splen- autore della Storia del concilio di
dore del suo secolo. Trento^ fatto Cardinale nel iGSy,
Antonio Perronet de Granvela, ad onta della sua ripugnanza , da
francese, ornato colla porpora da Alessandro VII.
Pio IV nel 1 56 1, era viceré di Na- Gio. Bona, cistcrciense di Mon-
poU e di Spagna, e fu pieno di dovi , renitente accettò per ubbi-
gloria, gran diplomatico e colto nel- dienza, nel1669, il Cardinalato da
le lingue. Egli ad un tempo detta- Clemente IX, encomiato per singo-
va a cinque segretari. iar scienza liturgica, e santità di vita.
Francesco Toledo ^ gesuita spa- Gio. Battista de Luca, napolita-
gnuolo maestro del celebre dome-
, no, di grande riputazione, d'illibati
nicano Soto, fu creato Cardinale nel costumi , e di eminente dottrina
iSgS da Clemente Vili. Era pro- specialmente legale, fu fregiato del-
fondo fu benemerito
letterato , e la porpora da Innocenzo XI nel
della conversione di Enrico IV. 1681.
Cesare Baronio di Sora, della Melchiorre de Polignac, francese,
congregazione dell' Oratorio autore , creato Cardinale nel 1712 da Cle-
dell' immortal' opera Annali eccle- : mente XI, di straordinario talento,
sìasticiy onde fu chiamato il padre e peritissimo nell'arte di trattare gli
della storia ecclesiastica. affari.
Roberto Bellarmino , gesuita
P^en. Fincenzo Petra^ napolitano, ele-
di Montepulciano, il cui nome è un vato al Cardinalato nel 1724 da
elogio. Clemente Vili nel «599 in Benedetto XIII. Egli per la sua pietà,
crearlo Cardinale, disse: hunc eli- sapere ed opere, meritò, che in con-
gimus j quia pareni non habct in clave il sagro Collegio l'eleggesse pe-
ecclesia quoad doc trinani. nitenziere maggiore, confermandolo
Giacomo Dary du Ferron j di Clemente XII.
,

24 CAR CAR
Angelo Maria Quen'ni, venezia- II25»; 3.° b. Baldovino nel ii3o;
no, fatto Cardinale nel 172G da 4." b. Stefano nel ii4o; ^'' ^^^
Benedetto XIII, la cui dottrina, e- Ugo nel ii5o; 6." b. Enrico nel
rudizione, ed opere sono a lutti note. 1179; 7.° b. Beccaria nel 1257;
Silvio P a lenti Gonzaga, di Man- 8.° b. Manzuoli nel i4o8; 9." b.
tova, aeato Cardinale da Clemente Alamand nel 1426.
XII nel 1738, di vasta niente, e Il b. Pietro da Luxemburgo an-
di memoria così pronta, che inter- ticardinale di Clemente VII pseu-
rotto nel dettare, facilmente ripren- do-Papa, non può annoverarsi tra
deva il sentimento, che avea lascia- i Cardinali, mentre nel breve apo-
to, onde
si acquistò la stima e fi- stolico di beatificazione , emana-
ducia di Benedetto XIV. to nell'anno i537 dal legittimo Pon-
Giuseppe Agostino Orsi, fioren- tefice Clemente VII, si tace la qua-
tino, dell' Ordine de' predicatori, ap- lifica di beato.
plaudito autore della Storia eccle- In eterna rinomanza sono poi,
siastica dei primi secoli della Chie- oltre di questi, altri porporati, che
sa, fatto Cardinale, nel 1759, da si distinsero in pietà , virtù, scien-
Clemente XIII. za, generosità, protezione a' lette-
Giacinto Sigismondo Gerdil, bar- rati, e in tante altre simili prege-
nabita di Savoja, annoverato al sa- voli qualità, renderne immor- da
gro Collegio nel 1777 da Pio VI, tale il nome. Tali sono gli Ac-
siccome chiaro per santa vita , e ciajuoli, gli Acquaviva, gli Aguir-
profonda scienza. re, gli Albani, gli Albizi gli Aldo-
Inoltre veneriamo sugli altari i brandini, gli Altieri, gli Amboise,
seguenti Cardinali di s. Chiesa , di gli Ammanati ,
gli Antoniani ,
gli

cui riportiamo le epoche nelle quali Azzolini, i Barbarigo, i Barberini, i

furono assunti al Cardinalato. i.° s. Belluga, i Bembo, Benti voglio, i i

Pier Damiani, nel io58] 2.° s. Pie- Bichi, i Boncompagno, i Bonelli, i

tro Igneo nel 1075; 3." s. Bernar- Borghesi Borromei i


, i Borgia , i ,

do vescovo di Parma nel 1 090 ; Brancacci, i Caetani, i Campeggi, i

4.° s. Berardo nel iii4; ^-^ s. Capizucchi, i Caraccioli, i Cara (fa,


Guarino nel 11 44 5 ^-^ s. Galdino i Carpegna, i Carvajal, i Casanala,
nel II 65; 7." s. Alberto de' conti i Castiglioni, i Ceccano, i Cenci, i

di Lorena martire nel ii92;8.*'s. Ce?arini, i Cesi, i Chigi, i Cibo, i

Raimondo Nonnato nel 1237 ; 9.° s. Colonna, i Conti, i Consalvi, i Cor-


Bonaventura Fidanza nel 1273 ; dova, i Cornare, i Corsini, i Cre-
1 0.° s. Carlo Borromeo, nel 1 56o ; scenzi, i Delci, i Delfino, i Boria, i

li." b. Gio. Domenico Bianchini, o d' Este, i Facchinetti , i Falconieri


di Domenico nel i4o8; 12.*" b. Al- i Farnese, i Ferrari, i Fieschi , i
bergati nel 1426; iS." b. Burah Fontana, i Gambara, i Garampi, i
nel 1570; 14.° b. Barbarigo nel Gentili, i Ginnasi, i Giudice, i Giu-
1660; i5." Tommasi nel 1712.
b. stiniani, i Gonzaga, i Gozzadini, i

Si annoverano inoltre come beati Grimaldi, iGrimani, i Gualtieri, i

i seguenti Cardinali , ma non evvi Guisa, i lacobacci, gl'Imperiali, i

per altro fino ad ora l'oracolo del Lancellotti, i Laute, i Lorena, i Lu-
Vaticano pel loro culto. i.° b. li- dovisi , i de Lugo , i Madrucci , i
berto nel 1097; 2." b. Matteo nel Maffei, i Manriquez, i Marescotti, i
,, ,

CAR CAR 25
Malici, i Medici, i Mendoza, i Mil- a Cappelle Cardinalizie. Le ese-
liui, i Moroni, i IVlorosini, i JVegro- quie poi pei Cardinali furono egual-
ni, i Nelli, i Nobili, i Noris, gli O- mente regolarizzate da Alessandro
descalchi, gli Orsini, gli Ossat, gli IVj indi si celebrarono per nove
Ottoboiii , i Pacecco , i Pallavicini giorni. Sisto IV ne moderò la spe-
i Paleotti, i Pailotta, i Pamphily, sa, ed' altrettanto fecero Alessandro
i Paolucci, i Paparesclii, i Passioiiei, VI, e il concilio lateranense V; ma
i Peretti, i Pelrucci, i Piccolomini, meglio ne determinò il cerimoniale
i Pierleoni, i Pignatelli, i Pisani, i Benedetto XIV nel 1741- Tanto
Polo, i della Porta, i Priuli, i Puc- per la benedizione, che s' implora
ci, i Quignones, i Rezzonico, i Ria- dal Pontefice dai Cardinali agoniz-
ri, i Rocheroucault, i Rohan, i Ro- zanti, quanto per l'esposizione, tras-
spigliosi , i Rovere, i Ruffo, i Sac- porto , esequie e tumulazione del
chetti, i Sadoleto, i Sagripanti, i cadavere de' Cardinali, si tratta agli
Salviati, i Sanseverino, i Santorio, articoli Benedizione, Cappelle Pon-
i Santacroce, i Savelli, i Serbelloni, tificie STRAORDINARIE, CADAVERE ed E-
gli Sfondrati, gli Sforza, i Silva, i SEQUIE.
Simonetta, i Sirleti, gli Spada, gli I Cardinali decano, vicecancellie-
Spinola, i Talleyrand, i Teodoli, i re, camerlengo e penitenziere mag-
Torres , i Trivulzi , i Truchses , i giore godono la prerogativa, che il
Turrecremata i Veralli, i Vidoni, , loro cadavere sia trasportato dal
i Visconti, i Zabarella, i Zacchia proprio palazzo alla chiesa , in un
i Zelada, i Zuniga, e i Zurla, oltre magnifico letto, mentre quello degli
tanti altri, e quelli die hanno fio- altri vi si reca nella carrozza fime-
rito delle imperiali e reali case d'A- bre, nella quale oggidì sogliono in-
ragona , d'Austria, di Raviera, di distintamente recarsi tutti i Cardi-
Bourbon, di Yorck, di Portogallo, nali , cosicché non ha perciò più
di Savoja , di Sassonia , e di altre luogo la cavalcata pei trasporti del-
case sovrane summentovate. le spoglie mortali de' menzionati
quattro Cardinali dignitari. V. il

9. Esequie dei Cardinali. Cardinal Petra, Commenlar. ad con-


stit,Jpostolic. tom. II, ad consti t. 2,
Gli anniversari , ed esequie pei Honorii III^ secL unic.
Cardinali furono regolarizzate da A- Sdissero le vite de' Cardinali Teo-
lessandro IV del \i5^. Dipoi, nel doro Amidenio, Donio Attichy, Fe-
i5i8, nel pontificalo di Leone X, lice Contelorio, Alfonso Ciacconio
il Cardinal Achille de Grassi otten- Girolamo Garimberti, Mario Guar-
ne, che si celebrassero a' 5 novem- nacci, Filippo Monti Cardinale, Gio-
bre, dovendo cantare la messa il vanni Palazzi, Onofrio Panvinio, Gio.
camerlengo del sagro Collegio. Be- Antonio Pietramellara, Antonio San-
nedetto XIII, nel concilio romano dero, Giuseppe de Novaes, Giancarlo
del 1725, meglio questa con-
stabili Stadel; nonché Vincenzo Coronelli,
suetudine : argomento che si tratta, nella sua Tavola sinottica de^ Car-
in uno agli anniversari pei Cardi- dinali dalla loro istituzione fino
nali di alcune congregazioni, agli al XVII secolo y colla serie de' pseu-
articoH Anniversari pei Cardinali, do-Cardinali^ ec, stampata in Ve-
nelle cappelle Pontificie al § X, ed nezia nel 1701; e principalmente
, .

26 GAR CAR
Lorenzo Gardella, Memorie storiche Giovanni conte d'AngouIcme, am-
de' Cardinali della romana Chie- s. bedue pupilli, volle prenderne la
sa, incominciando da quelli di s. difesa, istituendo l'Ordine de' cava-
Gelasio I, sino ai creati da Be- lieri denominati del Cardo, e della
nedetto XIV Roma
y 1792. b. Vergine, conosciuto anco sotto
Noi, colla possibile diligenza, pro- il nome di Notre^Dame da Char-
curiamo riempire il vuoto che vi don, sebbene il Michieli, Tes. Milit.,
era, delle biografìe de' Cardinali di pag. 88, opini, che tal Ordine fu
Clemente XIV, dei due Pii VI e piuttosto dal detto principe restau-
VU, non che di Leone XII, Pio rato nel i4o3, ciocche dal Giusti-
Vili, e dello stesso regnante Gre- niani viene protratto al f43o. Diede
gorio XVI, ma defonti, con com- pertanto il duca Filippo per insegna
pendiose biografie, e notizie tratte e distintivo a' cavalieri un collare, o
da buone fonti. collana d'oro e argento, formata di
Della dignità Cardinalizia, e per gigli e fiori di cardo, col motto
ciò che riguarda i succitati autori, Esperancej insegne, che assunse egli
abbiamo Andrea Barbagia, Prae- De stesso, dichiarandosi capo e gran
stantia Cardinalìunij Cardinal Ago- maestro dell'Ordine. Con tal motto
stino Valerio, Della dignità del Car- egli intese dichiaiare la grandezza

dinalato, Venezia i833; P. Stanis- del suo animo, col giglio 1' analogo
lao Santinelli, Della dignità del Car- simbolo della speranza, e col cardo,
dinalato, ec, nel tomo XXIV degli siccome ha il fiore color celeste,
Opuscoli di Calogerà, pag. 395; volle esprimere, che le azioni do-
Jo. Fr. Budaeus, de origine Cardi- veano essere virtuose, ed aver sem-
nalitiae dignitatis, Scìiediasma Hist. pre per iscopo il godimento del
Jenae 1693: ma di questo autore cielo. A tal oggetto doveano i ca-
furono proibite le opere a' 5 mag- valieri essere pronti alla difesa della
gio 1759. Si possono inoltre con- cattolica religione. Dalla collana pen-
sultare Ludovico Muratori , Disser- deva una croce equestre, e nel mezzo
tazione LXl dell' Origine ed isti- una medaglia smaltata di color ver-
tuzione de' Cardinali, Exst. in t. V, de, coir immagine della b. Vergine
^nt. nied. Giovanni Boterio
aevi. col bambino Gesù in braccio, coix)-
Dell' officio del Cardinale j Pao- nata di stelle e cinta di raggi
lo Cortesi , del Cardinalato , Gian- Questi cavalieri nelle funzioni solen-
tiandrea Tria, delV uffizio e digni- ni come riporta il Bonanni usava-
, ,

tà da' Cardinali di S. R. Chiesa, no un abito di seta damascata color


e Carlo Bartolommeo Piazza, Della di carne, con maniche larghe, ed ar-
Gerarchia Cardinalizia, Roma 1703. macollo di velluto, nel quale me-
CARDO, o DELLA Ruta. Ordine diante un ricamo formavasi la pa-
militare nella Scozia, chiamato an- rola Esperance: la fibbia era della
che di s. Andrea del Cardo. Fedi. forma del cardo, ed ornata di smalto
CARDO s. Mari\ ( DEL ). Ordine verde, mentre la cappa, o manto era
militare, nella Borgogna. Filippo II, di seta turchina damascata, con fo-
// Buono, duca di Borgogna , dopo dera rossa, del quale colore era
aver avuto la gloria di fondare l'Or- pare il berrettone. Tanto riporta il
dine del Tosone d'oro, per le com- Giustiniani citato, neWHistorie cro-
petenze contro il duca d'Orleans, e nologiche degli Ordini equestri ec,
1

CAR CAR 27
al capo LVII. Il Boiianni, Catalogo mi, era vescovo di Urgelle, quando
ec. , ne dà anche la figura alla ta- a mezzo del re di Aragona, ai 18
vola XX. Ne deve tacersi, che altri dicembre del 1461, Pio II lo creò
credono istituito quest'Ordine caval- Cardinal prete. Ma dopo un lustro
leresco nel iSyo in Moulins da Luigi di Carchnalato, verso il fine, del
ir soprannominato il Buono, duca 1466, morì nel castello di Cervara
di Borbone, il giorno della Purifi- nella Catalogna.
cazione di Maria Vergine. CARIA. Provincia dell'Asia mi-
CARDONA Errico, Cardinale. nore neir impero Ottomano, che
Errico Cardona, nato nel i4B5 in vuoisi così appellata da Car, di lei
Urgelle della Spagna dai duchi di fondatore. Ora è compresa nell'Ana-
Cardona, era assai virtuoso. Secon- tolia o Natòlia occidentale, detta il

do Ayraerich, nel i3o5, Giulio II paese di levante. Afiodisiade n'è la


lo esaltò al vescovato di Barcellona, metropoli, e le altre sue principali
coU'amministrazione della chiesa di città sono Alicarnasso, Gnido, Mile-
Urgelle; poi, nel i5i2, lo promosse to e Mindo. Siccome s. Giovanni
alla metropolitana di Monreale in apostolo ed evangelista è riconosciuto
Sicilia. Andato per mare al governo per istitutore della chiesa d' Asia , così
della sua chiesa, i corsari gì' invo- vuoisi aver egli bandito l'evangelo
larono il sagro pallio, ed il Ponte- in Caria. In essa l'anno 366 si ce-
fice saputolo, senza esserne richiesto, lebrò un concilio , coli' intervento
gliene mandò un altro. i522, Nel di trentaquattro vescovi dell'Asia,
dallaSpagna si recò a Roma con seguaci di Macedonio, i quali riget-
Adriano \I, che gli conferì poi la tarono la parola consostanziale, ap-
prefettura di Castel s. Angelo; quin- provando la formula di fede com-
di con altri Cardinali lo costituì pilata nelle assemblee d' Antiochia
commissario, e giudice nella causa e Seleucia. V. V annalista Baronie
del Cardinal Sederini, In appresso, al suddetto anno. Il Dizionario dei
a mezzo di Carlo V ai 2 1 novem- concili chiamò questo il concilio
bre i527. Clemente VII sebbene Cariense^ed aggiunge, che la detta
fosse in Castel s. Angelo, lo creò professione di fede fu opera del
Cardinal prete assente di s. Marcel- martire s. Luciano.
lo , viceré e presidente della Sici- CARIACENO PiKTRo, Cardinale.
lia. A Monreale fondò un moniste- Pietro Cariaceno da Garisendo, dio-
ro alle sagre vergini , e beneficata cesi Bologna, fu creato Cardinal
di
insignemente quella chiesa, mori a prete dei ss. Silvestro e Martino ai

Roma nel i53o di quarantacinque Monti, da Onorio II, nelle tempora


anni, e tre di Cardinalato. Fu se- di dicembre del i i25. Si mantenne
polto in S. M. di Monferrato, alla fedelissimo ad Innocenzo 11 contro ,

cui fabbrica avea contribuito con l'antipapa Anacleto, e si trovò ai


grosse somme. Arricchì poi questa comizi di lui. Si legge il suo nome
chiesa anche di rendite perpetue, tra in una bolla spedita in Laterano,
le quali di una messa quotidiana. nel 1 28, da Onorio II. Morì pro-
CARDONA Jacopo , Cardinale. babilmente nel pontificato d' Inno-
Jacopo Cardona, nato nella Spagna cenzo II, poiché non si sa, che sia
da nobilissima famiglia , straordina- intervenuto ai comizi di Celestino lì,

rio in iscienza, e di piissimi costu- immediato successore d'Innocenzo.


28 CAR CAR
CARIATI (C/irtrm//>/i.). Città con curia romana sono denominali ge-
residenza vescovile nel regno delle nericamente gli ufiìci. S. Bernardo,
due Sicilie, nella provincia della nel lib. IV, de Conmlcrat. cap. 4 ,
Calabria ed anche titolo
citeriore, dice: che quello, il quale per s^
di principato, o contea appartenente stesso prega per alcuna carica, è
al duca di Semìnaria. Chiamasi Ca- già giudicalo j ed il Papa Nicolò HI
riati vecchia V antica Patcrnum _,
del 1277, soleva che la ripetere,
per distinguerla da Cariali nuovo, dottrina senza bontà, era veleno
borgo mezza lega distante dalla città. senza medicina^ F. Catechism. con-
Essa è edificata con solido recinto di cil. Trident. p. 3, de 7 prcecept.
mura, nella parte boreale del pro- uum. 7. Fra i Pontefici, che furono
montorio, fi-a' due golfi di Taranto assai cauti nel conferire le cariche,
e di Scjuillace, e viene bagnata dal meritano special menzione, Paolo II
piccolo fiume Aquanite,
che mette del i464j che fu il primo sovrano
foce nel mar jonio. La sua sede Pontefice, il quale affidasse la cu-
vescovile, eretta verso il secolo IX, stodia delle fortezze a' prelati e a
fu poscia unita a Cerenza, Gerun- degni ecclesiastici , affinchè in ogni
tiaj ma sempre restò suffraganea evento fossero più fedeli alla Santa
della metropoli di s. Severina, come Sede. Tanto zelante si mostrò nel
Io è tuttora. Cariati fu occupata per distribuire le cariche, e tanta sag-
ben due volte dai turchi. Tale sog- gezza e rettitudine vi poneva , che
gezione si vuole imposta nel 1 1 8 1 da egli ne in fretta, né per le pre-
Lucio III ; ma a' nostri giorni il Pon- ghiere, o raccomandazioni di per-
tefice Pio VII colla bolla, Deutiliori sone ragguardevoli, ma solamente
doniinicce, quinto kalend. julii 1818, con piena e matura deliberazione,
confermò T unione di Cerenza a a misura de' meriti personali distri-
Cariati, ed inoltre vi unì le sedi ve- buiva le cariche e le dignità; onde
scovili di Strongoli ed Umbriatico , di frequente accadeva, che trovavasi
ambedue, come Cerenza, erette nel all'improvviso premiata la virtù di
secolo decimo. La bella cattedrale molti soggetti di esemplar bontà,
di Cariati è dedicata a s. Michele malgrado la loro assenza da Roma,
Arcangelo, e si compone il capitolo o di altri affiitto ignari di simile
di cinque dignità, prima delle quali guiderdone. Paolo V, eletto nel
è l'arcidiacono, essendo le altre il i6o5, si astenne nel bollore del-
decano, l'arciprete, il cantore e il l' esaltazione di dispensar cariche,
tesoriere, di nove canonici, e di dicendo, che troppo facile era in
altri sacerdoti e chierici pel divino quel tempo ed il con-
il chiedere,
servigio.Sonovi due conventi di re- cedere inavvedutamente. Appena e-
ligiosied il seminario. Ne' registri 1691, al pontificato In-
saltato, nel
della camera apostolica, è tassata nocenzo XII, a scegliere i soggetti
di duecento novantatre fiorini, f^. adatti e meritevoli delle cariche
Cerenza. vacanti, per tre giorni si chiuse col
CARICA. Uffizio, impiego, posto, Cardinal Albani ( che gli successe
munus, off/cium, dìgnitas, magistra- col nome Clemente XI), affine
di
lus. Dignità, che dà potere ed au- di scegliere i migliori con maturo
torità sopra degli altri a quelli, cui consiglio. Divenuto Papa, nel 1724,
viene conferita. Cosi nella corte e Benedetto XI lì, stette ritiralo tre
8

CAR CAR !S9

giorni in contìnua orazione, per im- XIIT; ma poi, conosciuta la verità, ri-
plorare il divin lume, ed assunto, nel corse a Martino V, che creollo Car-
I 740, a tal dignità il gran Benedetto dinal prete del titolo dei Santiqua t-
XIV, subito con modi convenienti tro, ai 19 marzo del 1419. Poscia fu
esortò i prelati ad una seria appli- arciprete della basilica lateranese, le-

cazione allo studio, e ad una con- gato di Bologna, e da Eugenio IV


dotta irreprensibile, protestandosi di venne fatto vicario di Avignone ,

non promoverne giammai veruno, Ma ad onta delle piti fortirimo-


se non che a proporzione delle scien- stranze di quel Pontefice, volea sos-
ze e de' buoni costumi , che osser- tenersi in quella legazione con le
Terebbe in essi. armi; per cui dovette il Papa pii-
CARILEFO (s.), nacque in Al- vario dell'amministrazione della chie-
vergna. I genitori di lui, distintissi- sa di Osma, o di Siguenza , e mi-
mi per nobiltà e virtù, ebbero tutta nacciarlo di altre pene; e quindi in
la cura di allevarlo alla pietà ed suo luogo fece legato il Cardinal Pie-
alle scienze, e appena uscito d' in- tro di Foix, che dopo alcuni mesi,
fanzia, lo afìidarono ai monaci di cacciato il Carillo, n' ebbe il possesso.
Menat nella diocesi Clermont.
di Ristaurò magnificamente la chiesa
Cresciuto in età , abbracciò quella del suo titolo, come apparisce dalla
regola, ma non corse molto tempo marmorea lapide, che tuttora si

che, in compagnia di s. Avito, ab- conserva; poscia, nel i434j dopo


bandonò quel monistero, affine di diciannove anni di Cardinalato, com-
starsene in maggior solitudine nella preso quello pseudo sotto Benedet-
badia di Micy, presso ad Orleans. to XIII, morì a Basilea, ove andò
Quivi fu ordinato sacerdote, e aman- per assistere al concilio. Ebbe poi
te quale egli era della vita romiti- onorevole tomba nella chiesa di
ca, dal monistero di Micy andos- Osma nella Spagna. Questo illustre
sene nel Maine, imitando interamen- Cardinale lasciò grosse somme di
te gli anacoreti orientali. A cagio- danaro da distribuirsi ai poveri ve-
ne della gran copia di discepoli, che scovi , che si trovavano a quel si-

a lui venivano da ogni parte, do- nodo.


vette mutar consiglio il nostro san- CARINA, o CARINI. Città ve-
to, e donato dal re Childeberto di scovile degli Abruzzi, nel regno delle
un pezzo di terreno, vi piantò un due Sicilie. La sua sede istituita nel
monistero, chiamato prima Anisole quinto secolo, fu nei primi del sesto
o Anille, dal fiume sul quale era unita dal Pontefice s. Gregorio I, il
posto, e detto poi di s. Carilefo o Grande^ alla metropolitana di Reg-
s. Caluis, dal nome del suo fonda- gio di Calabria. A' nostri giorni, enei
tore. La vita di lui fu un continuo 1 8, Pio VII , colla bolla De Melio-
1

modello di penitenza e di orazione. ri, r unì per sempre all' arcivescovo


Morì nell'anno 5^1, e la sua me- di Trani. Ora non è che un borgo,
moria si onora il giorno primo di capo luogo di cantone della pro-
luglio. vincia di Palermo, sul fiume del
CARILLO Alfonso , Cardina- suo nome, con un castello gotico.
le. Alfonso Carillo, altrimenti Gan- Poco distante si veggono le rovine
glio da Cuenca, prima fu pseudo dell' antica Hyccara.

Cardinale dell' antipapa Benedetto CARINOLA, Celenna. Città ve-


, ,

3o CAR CAR
scovile regno delle due Sicilie,
nel rato duca da Enrico IV. Alla mor-
nella provincia della Terra di La- te del duca Enrico III, per man-
oro, col titolo di contea. Fu edi- canza di successione, Lotario II die-
ficata pressor antica Galeno, tra il de il ducato ad Erbone conte pa-
monte Massico, e il fiume Saone latino, a cui, nel i i4o, per volere
in posizione umida. Vuoisi fondala di Corrado IH, successe in questo
verso il io58 dai principi longo- dominio il conte di Sponheim En-
bardi di Capua, e fiorì allorquando gelberto, ma
la sua posterità ter-
essi distrussero Forum Claiidìi, le minò nel
1269. Passò il ducato
cui vestigia sono poco distanti, e sotto il dominio dei re boemi, ma
perciò dicesi Civita rotta. Il vescovo essendosene impadronito Rodolfo di
di quest'ultima città, la cui sede Absburg, nel 1282, ne investì Mer-
vescovile era stata eretta nel VI cardo, il quale, col suo genero Al-
secolo, verso
1087, essendo go-il berto d' Austria fece un accordo
vernata da s. Bernardo, trasferì il che all' estinzione della linea masco-
seggio a Carinola, che rimase suffra- hna la Carintia passerebbe nei di-
ganea della metropoli Capuana, sin- scendenti d'Alberto il che si verificò
:

ché cessò anche essa di esistere nel nel i32 I. Fu allora, che
i duchi Al-

18 18, allorché Pio VII la unì a berto ed Ottone vennero riconosciu-


Sessa. Si contano quarantotto vesco- ti per legittimi signori del ducato
vi, che governarono le due diocesi. da Ludovico, il Bavaro^ e rimase per
Tuttora si conservano la bella cat- sempre nella casa d' Austria. Nelle
tedrale, una collegiata, il seminario, ultime vicende fu varia la sorte
ed un convento di francescani. della Carintia, giacché, nel 1809,
CARIJN'TIA ( Carinthia ). Antica l'alta fu ceduta alla Francia, ed unita
provincia dell'impero d'Austria, che alle Provincie illiriche , finché nel
avea il titolo di ducato, e divide- 18 14, fu restituita all'Austria, ed
vasi in alta e bassa. Oggidì forma insieme alla bassa Carintia passò a
il circolo di Klagenfurt, e di Vil- far parte del regno Illirico. Attual-
Jacco del regno d'Illiria (Fedi). S. mente nella Carintia vi sono i ve-
Virgilio, vescovo di Salisburgo, vie- scovati di Gurk e di Lavant (Vedi).
ne venerato per apostolo della Ca- CARIOPOLI, o CLARIOPOLI
rintia , cosicché essa abbracciò la (Chariopolitan.). Vescovato in par-
dottrina di Gesù Cristo nel settimo tibusy sottoposto alla metropoli di
secolo. Gli antichi Carni abitatori Stauropoli, che da ultimo, nel conci-
delle Alpi della Carniola alta, ne sloro de'2 ottobre 1887, dal regnan-
presero il nome, e verso la caduta te Pontefice fu conferito a d. Raf-
dell'impero occidentale nel secolo faele Serena napolitano. Questa cit-
V sì dilatarono nel vicino Noricum, tà della Caria nell' Asia minore, fii
onde poscia si chiamarono Carinti. già sede e residenza vescovile fon-
In seguito vi si stabilirono molti data nel IX secolo, soggetta all'e-
slavi, e gli abitanti allora ebbero il sarcato di Tracia. Abbiamo noti-
proprio principe. Carlo Magno ne zia di quattro vescovi, che vi ebbe-
conferì il governo ad Ingevone , ro sede , e furono sulfraganei di
sottoponendo gì' imperatori suoi suc- Eraclea. L'altra Chariopolis , o Che-
cessori r intero paese ai margravi riopolis, o Cheropoli, sode vescovi-
Nel 1073 Marguardo ne fu dichia- le fondata nel secolo XII nella Mo-
CAR CAR 3i
rea, era sottoposta alla diocesi di guerra, isfituì l'Ordine della Carità
Misi tra. cristiana. QuelH, che vi erano am-
CARISSIMO. V. Caro. messi , dovevano portare una croce
CARTSTO {Carysti'n.y Città ve- al sinistro lato del mantello, stabi-
scovile della Crecia nella parte orien- lendo , che la croce dovesse essere
tale dell' isola di Negroponte, della circondata dal motto, ricamato in
primiera A caia neiresarcalo di Ma- oro: per aver fedelmente servito,
cedonia, presso il capo di Loro, con volendo dare così un premio d'in-
l)uon porto.Un tempo fu assai ri- coraggiamento a quelli, che in servi-
nomata tanto per le cave di mar- gio del proprio sovrano , e per la
mo, che per l'amianto, con cui for- gloria della nazione aveano affron-
mavasi una tela incombustibile. Al- tato valorosamente i pericoli. Ma
cuno la chiama anche Castel-Ros- quest'Ordine terminò colla vita del
so. Nel quinto secolo vi fu eretta suo fondatore.
una sede vescovile, suffraganea di CARITA\ Ordine religioso , sta-
Calcide di Negroponte ; ma oggidì bilito da s. Giovanni di Dio in ser-
è un vescovato in parlibus, sogget- vigio degli ammalati volgarmente
,

to alla medesima metropolitana, il chiamati Benfrateili. Vedi.


cui titolo ultimamente dall' odier- CARITÀ". Congregazione de' fra-
no Pontefice Gregorio XVI , nel ti di s. Ippolito. Verso l'anno i585
concistoro de' 17 settembre i838, un pio uomo chiamato Bernardino
fu conferito Giuseppe Gioac-
a d. Alvarez del Messico nelle Indie oc-
chino Goldtmann, per aver trasla- cidentali, animato dallo spirito di
tato alla sede di Beauvais l' attuai carità pel prossimo, che guidò san
vescovo, che il godeva. Giovanni di Dio, prima formò una
CARITÀ^ (s.) Questa santa, uni- società di persone divote , perchè
tamente alle due sorelle s. Fede e avessero cura de' poveri infermi, e
s. Speranza, sostenne glorioso mar- poi fondò per essi un ospedale fuori
tirio nel regno di Adriano. La ma- della città di Messico , col titolo di
dre di loro s. Sofia , condotta da s. Ippolito. Avvegnaché nel giorno
riverenza alle virtù teologali, impo- di questo santo si era convertita
se alle tre sue figliuole questi no- qiXella città dall'idolatria alla fede
mi, e dopo averle allevate nel ti- cattolica, formò colla detta società
mor santo di Dio, destò nei loro una confraternita , con apposite re-
petti il desiderio di morire per lui, gole. Furono queste confermate da
e le vide ripiena di santa letizia, Gregorio XIII, insieme all'erezione
versare il sangue per Gesù Cristo. da Sisto V, il quale
dell'ospedale, e
I nomi di queste tre sante sorelle esentò l'istituto altresì dalla giurisdi-
sono celebri nelle chiese d' Oriente zione degli Ordinari. Si accrebbero
non meno che in quelle dell' Occi- gli ospedali da loro fabbricati, onde
dente. la congregazione prese il nome della
CAR1TA\ Ordine militare. En- Carità di s. Ippolito. Clemente VIII,
rico III, re di Francia sedette su con breve de' 2 aprile 1594, accor-
quel trono dal 1^74 fino al 1^89, dò a questi spedalieri tutte le grazie
epoca della sua morte. In vantag- ed esenzioni concesse da s. Pio V,
gio dei militari resi imperfetti nel- Gregorio XIII e da Sisto V a quei
le membra [>cgli avvenimenti della di s. Giovanni di Dio. Non facevano
,,

3i CAR CAR
però gli spedalieri di s. Ippolito, che vi sìa in ciascun o.spedale, e questo
due voti, semplici di castità e di sia incapace di essere superiore della
povertà ; ma non credendosi obbli- congregazione.
gati a perseverare nella congregazio- In oltre Clemente XI, ai 17 giu-
gazione , l' abbandonavano quando gno 1701, col disposto della coslilu-
loro piaceva. Il generale, che avea zione , Injiincti , presso il tomo X
il titolo di maggiore, con alcuni suoi par. I del citato Bollario, concedette
religiosi ricorse allo stesso Clemente a questi spedalieri della carità di
Vili, quale con una bolla, data
il s. Ippolito la comunicazione de' pri-
il primo ottobre i594, gli olabligò vilegi degli Ordini mendicanti, e dei
in avvenire di fare i voti di peipe- chierici regolari ministri degli infer-
tua ospitalità ed ubbidienza, in vece mi, di che pur godono que* dell'Or-
degli altri due, e volle che fossero dine di s. Giovanni di Dio. Con
emessi anco da coloro, che già com- quest'Ordine quelli di s. Ippolito con-
ponevano la congregazione. vengono altresì nella forma dell'abi-
In seguito nacque da ciò un dis- to, ne differiscono che nel colore,
ordine , a cui riparò fr. Gio. Ga- poiché per quello di s. Ippolito è
breia procuratore generale di essi tanè, e pei Benfratelli (Vedi) pre-
con ricorrere al Pontefice Innocen- sentemente è nero.
zo XII, e domandando a nome dei Poco di poi, considerando lo stesso
suoi confratelli la licenza di pronun- Clemente XI , che dovendo essere
ziare i voti solenni, sotto la regola un solo sacerdote in ciascun ospe-
di Agostino, fece istanza, che ai
s. dale, poteva accadere che per la
venti spedalieri più anziani (dai qua- morte di esso dovesse restare alcun
li secondo l'ordinamento di Clemen- ospedale pertempo notabile senza sa-
te VIII doveva eleggersi il generale, almeno fino alle più pros-
cerdote, cioè
o maggiore), si sostituissero altri sime tempora, affinchè ne fosse or-
venti più esperimentati e capaci. Il dinato un altro permise ai 7.5 giu-
,

Papa aderì alla prima parte della gno 1701, colla costituzione, Cuin
domanda, e con la bolla. Ex debito^ sicut , che i chierici di questa con-
de' 20 maggio 1700, che si legge gregazione si potessero ordinare fuori
nel tomo IX, p. 539 del Bollano, di dette tempora. E vedendo Inno-
permise loro di fare i voti solenni cenzo XIII, che alcune costituzioni
di povertà, castità, ubbidienza ed d'Innocenzo XII non erano state
ospitalità, e di professare la regola trovate utili all' istituto, ai 7 agosto
di s. Agostino. Eresse la congrega- 1722, le corresse, e le accrebbe col-
zione in Ordine religioso, conferman- r autorità del suo breve. Exponi
dole i privilegi de' suoi predecessori, riportato dal Bollario romano, al
e la prese sotto la protezione della tomo XII, part. II, pag. 2 5o. Cle-
Santa Sede, ma in quanto all'elezio- mente XII poi, a' 19 aprile i73i ,

ne del maggiore, non volle innovare in virtù della costituzione, Emana"


cosa alcuna. Indi, a 1 1 giugno del- vit, il tom. XIII del Bollario,
presso
l'anno stesso, mediante la costituzio- stabilì che in ciascun ospedale vi
ne. Ex injuncto , approvò pure le fossero due sacerdoti, i quali però,
costituzioni una ve , fra le quali come prescrisse colla costituzione
n'è, che i frati dell'Ordine debbano Nuperj de' 7 ottobre i735, non po-
essere laici, e che un solo sacerdote tessero godere, come nell'Ordine dei
CAR CAR 33
Benfratelli, alcuna prelatura nella stico, o da alcun
semplice fedele,
congregazione, nella quale determi- sono pronti a prestarsi per quanto
nò ancora col contenuto della costi- è dato lor di potere. Fanno i voti
tuzione, Clini sicutj che in luogo di semplici e perpetui ; con questa
tre anni , come si faceva prima , si condizione però, che sieno stabiUti
celebrassero i capitoli generali di sei dietro il giudizio de' loro superiori.
in sei anni. Alcuni scelti dal superiore emetto-
CARITA'(IsTiTUTO della). Congre- no anche un quarto voto delle mis-
gazione religiosa ch'ebbe origine
j,
sioni al Sommo Pontefice, ponen-
nel 1828 sopra il sagro monte Cal- dosi a disposizione di lui.
vario di Domodossola nella diocesi Possono appartenere a questo i-
di Novara per opera del sacerdote stituto,oltre che i membri legati
conte Antonio Rosmini Serbati, ec- con voto, anche altri fedeli senza
clesiastico esemplare, ed autore ce- voti per mera divozione, al fine di
lebratissimo di opere filosofico-mo- prendere parte all' esercizio di quel-
rali, il quale impiegò tutte le sue le opere di carità, che l'istituto a-

fortune in vantaggio della medesi- vesse occasione di assumere. I su-


ma congregazione, nata e sviluppa- periori di questo istituto sono pri-
ta sotto gli auspici del Cardinal mieramente un superiore generale, e
Giuseppe Morozzo, vescovo di No- secondariamente de' superiori parti-
vara, non meno che del piissimo colari da lui proposti ne' vari luo-
Carlo Alberto re di Sardegna I . ghi, secondo i diversi peculiari biso-
membri di questo rispettabile istitu- gni. Quelli, che desiderano qualche
to, composto di sacerdoti e di lai- servigio dall' istituto, si rivolgono ai
ci, hanno per fine la propria e l'al- superiori del medesimo, i quali so-
trui perfezione e santificazione, pro- no obbligati di riceverlo senza ave-
curata coi vicendevoli aiuti, che si re nessun riguardo a' temporali in-
trovano in una società religiosa, ed teressi ,
purché sieno certi di ave-
esercitante quelle opere di carità, le re de' soggetti capaci di questo in-
quali loro sono possibili, e vengono carico; ma nel caso contrario, han-
ad essi domandate. Il perchè qualun- no il non assumere l'o-
diritto di
que pia opera da essi viene riguardata pera ricercata.
come essenziale occupazione dell' isti- Tra le opere caritatevoli^ in cui
tuto, non escluso l'insegnamento nel- questa congregazione ebbe occasio-
le scuole, ed il servigio negli ospe- ne di adoperarsi fino dal principio,
dali ec, anzi in quanto ad essi i una si fu la conversione dei prote*
membri di questo istituto predili- stanti, che vanno Domodosso-
a
gono i ministeri più bassi, e me- la dalla vicina Svizzera. Pietro Fa-
no considerati. Se niente venga lo- vre del cantone di Vaud, la mo-
ro domandato, attendono nelle loro glie e la figlia di lui furono i pri-
chiese alla preghiera, ed allo studio mi, di cui i sacerdoti della carità
nelle loro case. Si propongono poi abbiano ricevuta 1' abiura nel 1828,
in un modo speciale di prestar ogni e dopo quel tempo ne istruirono
ossequio a' vescovi, e di servirli in nella fede cattolica e indussero ad
ciò, eh' essi desiderano .per lo bene abiurare un gran numero, fra i

del loro gregge. E quando sieno ri- quali si conta anche la nobile don-
chiesti da alcun superiore ecclesia- zella inglese Letizia Frelawny, figlia

YOL. X. 3
,

34 CAR CAB
ilei baronetto Guglielmo Frelawny, In questo anno si apri una nuo-
membro del parlamento nella ca- va casa dell' istituto della Carità nel-
mera dei comuni per la contea di la medesima città di Domodossola, e
Corno vaglia. L'abiura di questa don- l'ottimo e benemerito conte Giacomo
zella fu ricevuta dal sullodato Car- Mellerio le affidò la direzione degli
dinal Morozzo ai i3 ottobre i833, studi del suo ginnasio, con appro-
e ne pai'larono le Memorie di Reli- vazione della regia riforma, a cui
gioncy e di letteratura di Modena, fu poi aggiunto un convitto di gio-
t. III. p. 449, e seg. vanetti, e lo studio della filosofia.

I membri di questa congregazio- A Stresa sul lago maggiore, in a-


ne furono chiamati successivamente mena posizione, havvi il noviziato del-
nel Tirolo italiano, nella Savoja, e l' istituto, in un edifizio apposita-
neir Inghilterra. Presentemente si mente fabbricato. Finalmente il pre-
trovano in due distretti di quel re- fato Sommo con lettere
Pontefice ,

gno, cioè neir occidentale e nel me- apostoliche dei 20 settembre 1839,
dio, de' quali sono -vicari apostolici che incominciano. In sublimi mili-
monsignor Baines vescovo di Siga tantis Ecclesìae solio , ha canoni-
e Walsh vescovo di Cambisopoh. Il camente approvata questa religiosa
sacerdote, che col titolo di vice- congregazione, i cui membri vesto-
provinciale regge presentemente l'i- no abito talare di color nero, della
stituto in Inghilterra, è d. Giovan- comune forma ecclesiastica.
ni Battista Pagani, noto per le pie CARITÀ". Ordine religioso del-
opere da lui Nel i835,
stampate. la b. Vergine. Esso fu istituito da
il detto regnante re di Sardegna certo Guido signore di Joinville nel-
Carlo Alberto esibì all'istituto del- la diocesi di Chalons-sur-Marne in
la Carità l'antica Badia di s. Miche- Francia, nel declinar del secolo XIII,
le della Chiusa nella diocesi e provin- colla regola di s. Agostino come
,

cia di Susa in Piemonte, per prov- racconta l' annalista Spondano al-
vedere al decoro, e alla venerazione l' anno 1290. I religiosi ebbero poi
di quel santo luogo, già un tempo in Parigi un convento chiamato Bil-
floridissimo monistero, detto capo dei lettes. I Pontefici Bonifacio Vili e
suo Ordine. A tal fine impetrò dal Clemente VI, i342, con
eletto nel
Papa regnante Gregorio XVI un autorità apostolica approvarono que-
breve, che fu spedito ai 23 agosto st' Ordine, che per altro essendosi
i836, e col quale il Pontefice con- poco propagato, non ebbe lunga
ferì all'istituto della Carità, l' am- durata.
ministrazione e il godimento di det- CARITÀ' DELIA Madonna. Ordine
ta abbazia. I padri della Carità vi delle religiose ospitalarie. Nel 1624
entrarono nell* ottobre dello stesso Simona Gaugain, ad imitazione dei
anno. Contemporaneamente il me- Benfratelli, volle istituire in Parigi
desimo religiosissimo re di Sardegna le monache per servir }e donne in-
fece trasportare in quella chiesa ferme. A tal effetto acquistò una
abbaziale le spoglie mortali di vari casa presso il convento de' minimi,
principi suoi antenati ; nella quale ed insieme ad alcune compagne,
occasione, l'abbate Gustavo de' conti pose le fondamenta del suo Ordine,
Avogadro Valdengo pubblicò la
di ufficio del quale è appunto quello di
Storia dell* Abbazia ec. , Novara 1837. assistere le donne inalate negli o-
CAR CAR 35
spedali. Superata dalla fondatrice bilimenti di carità, che andava fon-
ogni difficoltà, non senza particola- dando, massime in Parigi; ma ella
re assistenza divina, poscia terminò i col medesimo suo direttore volle
suoi giorni in Parigi ai i4 ottobre stabilire quest'Ordine composto di
i655, piena di meriti e col nome di zitelle , per servire i poveri aver ,

madie Francesca della Croce. cura de' vecchi, de' fanciulli e degli
Seguivano queste religiose ospi- infermi, cui la vergogna impedisce
taliere le costituzioni, che ai 20 lu- recarsi ne' pubblici ospedali. Il no-
glio 1628 loro diede Gianfrancesco viziato fu stabihto per le sue seguaci
de Gondy, arcivescovo di Parigi, e in Parigi nel sobborgo s. Denis, con
che furono, nel i633, approvate da voti semplici, e cinque anni di pro-
Urbano Vili. ve, e sotto la direzione de' superio-
In principio professarono la re- ri della congregazione della missio-
gola del terzo Ordine di s. Fran- ne. Assistevano queste monache an-
cesco, indi adottarono quello di s. co gl'infermi negli ospedali, visita-
Agostino, stabilendo però che al ve- vano le prigioni, ed istruivano le
spero e al mattutino si facesse com- fanciulle povere. L'istituto propa-
memorazione dei due santi, cele- gossi ovunque dopo la morte della
brandone la festa con rito di pri- benemerita confondatrice (che se-
ma classe. Aveano fondati ospedali gui ai 1 6 marzo 1 660 ) sì per , -

presso i loro monisteri, in cui ri- tutta la Francia, che nella Germa-
cevevano le donne inferme, non pe- nia, in Polonia, nelle principali città
rò di mali incurabili e contagiosi. d' Italia , e persino in America . Le
Molto per la Francia si sono esse pro- regole di quest' Ordine furono scrit-
pagate, e facevano i tre voti ordi- te dallo stesso s. Vincenzo de Paolis.

nari, non che quello di esercitare i Molte altre congregazioni si sono


detti uffizi ospitalieri colle femmine. formate in appresso sotto il nome di
L' abito loro era di panno bigio, cinto figlie, o sorelle della carità, e per lo

di un cordone bianco con uno sca- piti tutte addette agli stessi carita-
polare di tela bianca. Nelle funzioni tevoli esercizi, e composte, o presie-
usavano un manto egualmente bi- dute dalle principali dame.
gio,ed esercitavansi in altre pie pra- Correndo l'anno 18 19, nel pon-
tiche, come riporta il p. Annibali, tificato di Pio VII, alcune matrone
nel suo Compendio della storia de- romane istituirono in Roma puran-
gli Ordini regolari, parte III. p. co le sorelle della Carità, colle re-
1^5 e seg. gole presso a poco conformi alle sud-
CARITÀ^ (Sorelle della). Ordi- dette, ed ai 2 febbraio 1820, con
ne di mònache istituito da s. Vin- autorizzazione pontificia il Cardinal
cenzo de Paolis, e da madama Lui- Litta, allora vicario di Roma, ne
gia di Marillac, vedova di Antonio fece la canonica erezione nella chie-
le Gras, dette anche Figlie della sa di s. Maria de* Monti, costituen-
Carità, e suore grigie. Questa pia done il parroco a perpetuo diretto-
signora, essendole morto il marito re , sotto la presidenza de' Signori
nel 1625, si pose sotto la direzione della Missione, i quali debbono in-
di s. Vincenzo, che avea fondata tervenire alle congregazioni, che si

la congi-egazione de' Signori della tengono dalle sorelle. Sono escluse


Missione. Egli la impiegò negli sta- le donzelle, e solo ammesse a farne

i
,

36 CAR CAR
parie vedove e le maritate. Il
le no in oblate e in converse, ed os-
loro impiego consiste nel visitare due servano la vita comune. Fanno tutti
volte per settimana nelle proprie ca- gli ufficii relativi all' assistenza del-
se i poveri infermi cronici d'ambo le inferme, comprese quelle della
i sessi , esclusi dai grandi ospedali bassa chirurgia. La loro utilità ed
somministrar loro il medico, il chi- esemplarità mosse il regnante Gre-
rurgo e i medicinali gratuitamen- gorio XVI a stabilire queste ospita-
te, assistendoli eziandio, come si ag- larie anche nell' arcispedale di s.

gi-avino nel male, sì di giorno che Giacomo in Augusta nel quartiere


di notte. Fm le sorelle una ha il delle donne, il che effettuò nel i834,

titolo di superiora ; ed un
analogo con benefìzio e vantaggio dello stabi-
discorso , che si fa loro in ogni mese, limento, per la vigilante ed esemplar
infervora le esemplari sorelle al ca- carità, colla quale sì benemerite suo-
ritatevole ed utile ufficio. Esse, nel re assistono le malate. F. Ospe-
1826, si estesero nella parrocchia dali.
di s. Agostino, e in quella di s. Sal- CARITÀ' DELLA Madonna. Con-
vatore in Lauro de' March eggiani, e gregazione di religiose. Il p. Odone,
successivamente in altre parrocchie. fondatore della congregazione dei
Ne si deve passar sotto silenzio, che preti, da lui detti Odonisti, sotto
queste «orelle nei casi di bisogno si r invocazione di Gesù e Maria , fa-
prestano reciprocamente assistenza. cendo le missioni , convertì molte
Nel piedetto anno 1826, furono stam- donne peccatrici, le quali ai 25 no-
pate in Roma le Regole della corri' vembre 1641, da lui furono rin-
pagaia della Carità istituita da s. chiuse in una casa nella città di
F'incenzo de Paolis, ec, e di essa Caen. Aumentandosi il loro nume-
tratta monsignor Morichini, Degli ro, stabilì d'istituire colla regola
istituti di pubblica carità, ec, pub- di s. Agostino un nuovo Ordine di
bhcati in Roma nel 1882, alla parte reUgiose, che ai tre soliti voti ag-
I, capitolo XI. giungessero il quarto, d'impiegarsi
La pia principessa d. Teresa Bo- cioè nelle istruzioni, e nella cura del-
ria Pamphilj , volendo introdurre le donne pencolanti. Il p. Odone
negli ospedali femminili in Roma le scrisse per esse ancora le regole con-
sorelle della Carità, fondò nel 182 i fornii a quelle delle monache della
una congregazione di esse col titolo Visitazione, meno alcune particola-
di ospitala rie, le quali furono col- rità proprie di questo For- istituto.

locate neir arcispedale del ss. Salva- mò pure le costituzioni per le pe-
tore al Laterano, approvandone le nitenti, ordinando fra le altre cose,
regole, nel 1827, Leone XII. Nel che abitassero separate dalle mona-
medesimo anno si stamparono Co- che, e che fosse la congregazione
stituzioni per la congregazione del- diretta dalle religiose della Visitazio-
le ospitalarie^ detta della misericor- ne. Ai 2 gennaio 1666, Alessandro
dia, e quindi furono confermate dal VII con sua bolla l'eresse però in
regnante Pontefice. Fanno esse quat- Ordine religioso, per cui ben pre-
tro voti semplici, di povertà, casti- sto si diffuse in diversi luoghi di
tà, obbedienza
ed ospitalità. Posso- Francia. L'abito, lo scapolare, e il

no essere zitelle, o vedove, ed il lo- manto sono di color bianco, ma il

10 abito è di saia nero. Si divido- velo pel capo è nero. Sullo scapo-

I
CAR CAR 37
lare evvi un cuore di argento colla me. Liberato miracolosamente dalle
b. Vergine ed il Bambino scolpiti, sevizie di alcuni malandrini, diven-
giacche il p. Odone inculcò alle mo- ne anche possessore del loro dana-
nache lina particolare divozione al ro, col quale edificò una chiesa con
Cuor di Gesù e di Maria. Il perchè romitorio, che prese il nome di
celebrarono la festa del Cuore di Phai^os. Ivi molti ricevettero da lui
Maria sino dal i643, mediante l'ap- il battesimo, ed altri elessero di vi-
provazione di parecchi vescovi di vere sotto la sua direzione solita-
Francia, e la conferma dei Sommi riamente, con vesti di ciHcio e par-
Pontefici, e poscia celebrarono anco chissimo cibo, attendendo ad opere
quella del Cuore di Gesti. eziandio manuali, ed osservando le
CARITÀ' (Figlie della). Congre- regole, che il fondator loro aveva
gazione di religiose. L'istituto delle composte. Indi partì s. Caritone a
così dette Figlie della Carità ebbe fondare altro romitorio, chiamato
principio nella città di Verona nel- Sucam, ove grande fu il concorso
l'anno 1808. L'illustre e piissima delle persone per seguirne il vivere
dama Maddalena de' marcnesi di religioso. Ma il nostro santo, per
Canossa ne fu benemerita fonda-
la maggior austerità, abitava in una
trice; e Leone XII con amplissimo spelonca detta cremastos o pensile,,

breve apostolico de' 28 dicembre perchè non poteva ascendervisi che


1828, ne confermò pienamente le mediante una scala, finche santa-
regole. Trovasi questa istituzione mente morì nel pontificato di san
oramai diffusa per quasi tutto il re- Giulio I, eletto l'anno 336. L'abito
gno lombardo-veneto , ed anche al di questi religiosi era di colore leo-
di là di esso, con sommo vantag- nino, con cappuccio simile nella
gio della popolazione, mediante l' e- forma a quello dei greci. Riferisce
ducazione che riceve la gioventti più Isidoro, che tanto si accrebbero,
povera ed abbandonata , e l' assi- che in un monistero eretto
solo
stenza che si presta da queste -ali- dallo stesso istitutore, si contavano
giose alle inferme negli ospedali, non più di mille monaci, ed Apollonio
meno che l' istruzione alle contadi- aggiunge, che talvolta se ne nume-
ne per sostenere l'uffizio di maestre rarono cinque mila. K. Il Lippoma-
nelle ville, colla pratica ad un tem- no nelle Vite de Padri di quest' Or-
po degli spirituali esercizii ne' loro dine a' 28 settembre.
moni steri a comodo e vantaggio CARLISLE ( Carleoluni) . Città
della classe più agiata delle città. vescovile d'Inghilterra, capo luogo
CARITONE. Ordine religioso. della contea di Cuberland, situata
Esso fu celebre nell'oriente, e vanta in mezzo ad amene pianure al con-
origine antichissima, dappoiché ri- fluente dell'Eden, e del Caldew. Fu
conosce per fondatore s. Caritone chiamata anche Luguvalluni ed il _,

di Iconio, discepolo di s. Tecla, e «uo nome significa città presso il


di Paolo primo eremita. Neil' im-
s. muro, perchè è vicina a quello edi-
pero pertanto di Aureliano egli pa- ficato dai romani per difendere i
ti tormenti e persecuzioni siccome bretoni dalle scorrerie dei calcedo-
confessore della fede di Gesù Cri- ni. Nel castello, edificato nel VII
sto, e solo alla di lui morte usci secolo, da Egfrido re di Northum-
di prigione, e recossi in Gerusalem- berland, stette prigione la regina
38 CAR CAR
di Scozia, r infelice Maria Stuard. CARLO Borromeo' (s). Di Giber-
Dopo di aver fiorito sotto il domi- to Borromeo e di Margarita de' Me.
nio de' romani, ne* primordii del dici, sorella diGiannangelo poi Pon-
IX secolo, fu rovinata dai danesi. tefice, nacque questo santo nel castel-
Nel regno di David sovrano di Sco- lo di Arona a' 2 di ottobre dell'an-
zia appartenne Carlisle alla Scozia, no i538. I genitori di lui, se era-
e tanto piacque la sua posizione a no distintissimi per la nobiltà della
Guglielmo li, che montato sul tro- nascita, chiari non meno rendevan-
no inglese, nel io83, la fece rifab- si per la santità dei costumi, cosi
bricare. Sotto la dominazione di che il loro figliuolo non appena co-
Enrico III fu incendiala dagli scoz- nobbe la grandezza della sua origi-
zesi, disastro, che per avvenimento ne, che sentissi tratto dal loro esem-
fortuito si rinnovò in quello di pio all' esercizio delle cristiane virtù.
Odoardo I. Indi fortificolla Enrico Fanciullo ancora, dava egli non dub-
Vili, e il generale Lesly la superò bi segni di quella vocazione, che do-
nel i644> ^ ^^1 174^ cadde in vea renderlo in appresso il modello
pótei'e del pretendente Odoardo dei pastori della Chiesa di Cristo, poi-
Stuard ; ma il duca di Cumberland ché nulla curante dei piaceri anche
subito la fece tornare all'ubbidienza innocenti, cui quella età è di ordinario
deir Inghilterra. inchinevole, era tutto nelle pratiche
Alla fine del secolo XI venne di pietà, e nelle opere di miseri-
edificato in Carlisle un monistero cordia. Cresciuto negli anni, ricevet-
di canonici regolari, mediante 1' e- te la chericale tonsura, e compito
redità di certo Vauthier. La chie- il dodicesimo anno, Giulio Cesare
sa, magnificamente fabbricata con Borromeo , zio di lui gli rassegnò
disegno sassone gotico , talmente la abbazia di s. Gratiniano ^ e s.
piacque ad Enrico I, e a Turstand Felino , nel territorio di Arona,
arcivescovo di Yorck, che fu eretta che da lungo tempo era posseduta
in cattedrale suffraganea a detta da persone ecclesiastiche di quella
metropoli, coli 'approvazione del som- illustre famiglia. Carlo, cui non erano
mo Pontefice Innocenzo II verso ignote le regole della Chiesa, rap-
Tanno ii33, anche per togliere le presentò a suo padre, che delle ren-
differenze giurisdizionali, che nasce*» dite di quel ricchissimo beneficio vo-
ano tra il vescovo Glascow, e
di leva fosse distribuito a'poverelli quan-
quello di Yorcli, onde ne fu pre^ to sopravvanzava alla sua educazio-
posto a primo vescovo un tal A- ne, ed al servigio della Chiesa. Pie-

delvraldo, scelto dai canonici con no di compiacenza il buon padre


indulto apostolico . Nelle vicende per le sante intenzioni del figlio, in-

della riforma , soggiacque questa càricossi ben volentieri, nella mino-


sede alla sorte delle altre, e in par- rità di lui, della amministrazione di
te la cattedrale fu demolita; però quei beni, dandone il sopravvanzo in
ancora esiste il vasto suo coro. Vi limosina. Studiò Carlo la gramatica
ha pure in Carlisle la chiesa di san e la rettorica in Milano, fu indi a
Curberto degna di memoria; ma Pavia per lo studio del diritto ci-
ora questa città è sede d'un ve- vile e canonico, e, l'anno i55g, di
scovo anglicano, ed ha il titolo di ritornoda Milano, dove erasi con-
contea. dotto a cagione della morte di suo
CAR CAR 39
padre, vi prese il grado di dottore. 1^Ordine gerosolimitano di Malta. La
Restituitosi in patria, e giuntagli to- maggior gloria di Dio era 1' unico
sto la nuova, che il Cardinale de fine, che proponevasi il Borromeo
Medici, suo zio, era stato innalzato in ogni sua azione e imprendimento.
alla suprema dignità della Chiesa, Sempre guidato da questo pensie-
col nome Pio IV, anziché insu-
di ro, non è a maravigliare com'egli
perbirsene, e sentir compiacenza del- rispondesse perfettamente in ogni
le universali congratulazioni^ che da suo affare al desiderio di tutti i

tutta Milano se ne facevano, pensò buoni. Fatto più agli altri che a se,
essere pivi savio consiglio il ricorre- non risparmiava fatica pel bene del-
re a Dio, acciocché si degnasse di lo stato e della Chiesa , e siccome
non permettere, che cadesse in va- in mezzo a si grandi e svariate in*-
nagloria , fermando proposito di cumbenze non é difficile il prendere
non partire da Milano se non allo- un qualche abbaglio, egli, che non
ra che per obbedienza lo chiamasse sentiva molto avanti di sé stesso,
il Pontefice. Non andò guari di amò aversi sempre da vicino perso-
tempo, che il Papa lo volle a sé, e ne di specchiata virtù e prudenza,
giunto in Roma, lo fece segretario le quali frequentemente consultava,

de' memoriali, protonotario apostoli- sottomettendosi con somma docilità


co, e referendario d'ambedue le se- in ogni cosa al loro giudizio. Sape-
gnature. Dopo un mese da Pio IV va egli così saviamente distribuire il
fu creato Cardinale a' 3 1 di gennaio suo tempo, che non avea giorno in
dell'anno i5i6o, e gli venne con- cui alcuna ora non consacrasse alla
ferita la diaconia de' ss. Vito e Mo- orazione ed allo studio, e preso da
desto. Quindi nell'anno appresso fu caldo amore a quest'ultimo, ad istil-
nominato arcivescovo di Milano non , larlo in altrui, e ad isbandir l'ozio,
contando ancora il vigesimo terzo an- istituì nel Vaticano una accademia
no di età. Non è a dire quanto siasi di ecclesiastici insieme e di laici , i

adoperato il nostro santo per non quali con frequenti tornate doves-
accettare queste onorevoli cariche, e sero trattare di oggetti riguardanti
quanto fermamente durò in sino a che la religione ed progresso sempre
il

gli fu concesso di rifiutare la digni- maggiore degli ottimi studi; accade-


tà di camerlengo, di grande autori- mia di cui parlammo al suo articolo,
tà ed onorificenza, ed allora la più nel voi. I, p. 4^ di questo Dhionario.
lucrosa della corte romana. Il Pon- Se Carlo alloggiò in Roma un magni-
tefice,che teneramente lo amava, fico palazzo, e questo elegantemente
non già per la parentela, ma per addobbato, non é a credersi che il
la conoscenza del vero suo merito, cuore di lui fosse schiavo della am-
e perché in lui vedeva un utile e bizione, poiché anzi se esteriormente
zelante ministro dello stato , lo inca- viveva con pompa, affine di unifor-
ricò pure della legazione di Bologna, marsi all'uso della corte, egli sapeva
della Romagna e della Marca di An- mortificare sé stesso anche in mezzo
cona, stabilendolo anche protettore a quella grandezza, e perciò si rese
della corona di Portogallo, dei Paesi- più meritevole di encomio la sua
Bassi, dei cantoni cattolici della Sviz- umiltà. Quantunque la sua assen-
zera, e degli Ordini religiosi di za da Milano non fosse volonta-
s. Francesco, dei carmelitani, e del- ria, ed egU prestasse l'opera sua
,
.

4o CAR CAR
al bene universale della Chiesa, pu- finalmente glielo concesse, creatolo
ve Borromeo non poteva acquie-
il prima suo legato a Intere per tutta
tarsi sul fatto della residenza, e non r Italia. Il giorno primo di settem-
fece fine a^ suoi dubbi se non quan- bre dell'anno 1 565 , s. Carlo parfi
do il pio e dotto arcivescovo di da Roma, e trattenutosi un qualche
Braga, Bartolommeo de' Martiri, con giorno a Bologna, di cui era legato,
saggia decisione lo tranquillò intiera- fu a Milano, dove egli venne accollo
mente. Morto l'unico fratello suo, con le dimostrazioni della più sen-
nel mese di novembre dell'anno tita esultanza, parendo a quel popo-
1 562, e rimasta così senza consola- lo di rivedete in lui ricopiata la
zione e sostegno quella illustre fa- immagine di s. Ambrogio. Non mol-
miglia, i suoi amici ed il Papa me- to dopo il suo arrivo, apri il santo
desimo lo persuadevano a lasciare arcivescovo il primo concilio provin-
lo stato ecclesiastico, per ripararne ciale , cui intervennero due Cardi-
il danno, ma egli affine di liberarsi nali forestieri ed undici suffraganei
da ogni ulteriore sollecitazione, ri- di Milano. Fu comune l'ammirazio-
cevette l'ordine sacroprima che ter- ne nel vedere con quanto zelo e
minasse quell'anno, e non molto ap- pietà venne celebrato questo conci-
presso fu fatto gran penitenziere, ed lio da un giovane, qual era s. Carlo,
arciprete della basilica di santa Ma- di soli ventisei anni di età. Si trattò
ria Maggiore, divenendo in seguito principalmente in questo concilio in-
prete del titolo di santa Prassede torno alla riforma del clero, alla
Non è tacersi quanto egli siasi ad- celebrazione dell'offizio divino, all'am-
operato , con sommo zelo e pru- ministrazione dei ss. Sacramenti, al-
denza ,
per la conclusione del conci- la maniera di tenere il catechismo,
lio di Trento, avvenuta l'anno se- tutte le domeniche e feste dell'anno,
guente i563, avvertendo i vescovi in ogni chiesa parrocchiale, facen-
e i principi del cattivo stato di sa- dosi sopra tutto questo, dei sapien-
lute del Papa ,ed eccitandoli con tissimi regolamenti. 11 Pontefice, to-
caldissime istanze ad affrettarne il sto che ne fu informato, scrisse al

compimento j né è da passarsi sotto nipote le sue più. confortanti con-


silenzio, come egli, tostochè fu sciol- gratulazioni. Posto termine al con-
ta quella venerabile assemblea, die- cilio, la prima cura di s. Carlo fu

desi ogni premura di far eseguire rivolta alla visita della sua diocesi.
tutti i riguardavano la
decreti, che Avuta notizia, che il Papa era gra-
riforma della disciplina. Non appe- vemente ammalato, parti per Roma,
na seppe, che la diocesi di Milano con santa libertà scuoprì allo zio il
abbisognava della presenza di lui suo pericolo , e volle egli stesso

a togliere alcuni disordini, ai quali amministrargli il santo Viatico e


in vano si studiava di rimediare il l'estrema unzione, né si allontanò
piissimo suo vicario generale Orma- da lui, ma unitamente a san Filip-
netto, fece istanza al santo Padre, po Neri lo assistè sino alla morte,
perchè gU permettesse di partire, e che avvenne a' io dicembre dell'an-
cosi ardentemente ne lo pregò, che no 1 5^5. s. Pio V, successore a que-
ottenne di andare a Milano per te- sto Pontefice, voleva persuadere il

nervi un concilio provinciale, e far nostro santo a trattenersi in Roma,


la visita della sua diocesi . Pio IV come per lo avanti, ma egU, che
CAR CAR 4^
desiderava di riparare ai disordini sconosciute o superstiziose, negletli
della sua diocesi
,
pregò il Papa a i sacramenti, e i sacerdoti per la
dispensamelo sebbene senza riguar-
, maggior parte ignoranti e scostuma-
do alcuno, a solo bene della Chie- ti, s. Carlo tenne sei concilii provin-
sa, ne avea promosso V esaltazione ; ciali ed undici sinodi diocesani, e
e rimastosi con lui alcuni gior- pubblicò degli
ordinamenti e delle
ni soltanto per informarlo delle co- istruzioni pastorali,
che si ebbero
se dello stato. Indi rinunziò le cari- poi sempre dai più zelanti pastori
che che disimpegnava , dalle quali come modelli in simil genere. Seb-
traeva una rendita di cinquanta bene da principio il santo arcivesco-
mila scudi; ed abbandonò quella vo abbia incontrate delle difficoltà
capitale, giungendo nella sua Mi- nella esecuzione dei decreti dei suoi
lano nel mese di aprile del i566. concili, pure égli seppe cosi accop-
Ad ottenere con più efficacia la ri- piare alla dolcezza dei modi una
forma della diocesi, pensò essere di fermezza inflessibile, che non v'ebbe
molto vantaggio l'unire all'eloquen- in progresso chi non si assoggettasse
za della parola ,
quella ancora del- alla regola. La predicazione della di-
l' esempio , ammaestrato dal divino vina parola era da lui sostenuta con
Pastore, di cui è detto, che pri- amorevole assiduità e copiosissimo
ma fece e poscia insegnò. Quantim- frutto : e siccome egli era persuaso,
que laprecedente sua vita fosse sotto che la più efficace maniera a per-
ogni riguardo esemplare, pure egli petuare la cognizione e la pratica
si studiò di meglio piti sempre per- della religione consisteva nello istrui-
fezionarla, e vi riuscì per modo, che re i fanciulli , non contento di in-
divenne oggetto della imiversale ve- fiammare a ciò i sacerdoti tutti della
nerazione. Troppo lunga cosa sareb- sua diocesi, piantò molte scuole, nel-
be r enumerare le distinte virtù di le quali insegnavansi i primi erudi-
lui, e difficile il dire in quale più menti della fede, dandone egli me-
che nelle altre risplendesse , se in desimo il regolamento. L'anno i5jS
tutte egli toccava il sommo grado istituì la congregazione degli oblati
della perfezione cristiana. Nelle ora- di s. Ambrogio, composta di preti se-
zioni riceveva grazie e consolazioni colari, i quali si offerivano al vesco-
straordinarie, che desiderava non vo per lavorare nella vigna del Si-
fossero notead alcuno , mortificava gnore, ed a questi affidò in seguito
continuamente il suo corpo colle più il reggimento del grande suo semi-

lunghe astinenze, e con asprezze le nario, governato in prima dai ge-


più rigorose, distribuiva ai poveri suiti , che lo rinunziarono. Formò
ed agli ospitali ogni sua rendita fa- ancora in Milano una società di pie
mi gh are, e quanto a lui veniva da- donne , affinchè col buon esempio
gli altri beneficii, non riservando loro giovassero al ravvedimento di
per se stesso che breve parte dei altrui, e ne ebbe i più consolanti
suoi averi. Lo zelo pastorale di lui risultati. Nelle visite di tutta la sua
mal comportando i disordini in che diocesi mostrò chiaramente quanto
miseramente era avvolta la diocesi ardesse il cuore di lui dell'amore di
di Milano sicché le grandi verità
, Dio e del vantaggio delle anime al-
della salute parevano andate in di- la sua cura affidate, poiché in que-
menticanza, le pratiche di religione ste ebbe a sofferire continui disagi
4^ CAR CAR
nel corpo, per la distanza e difficol- davano il bene della sua diocesi, pure
tà dei luoglii, e multe amarezze nel- faceva in modo, che, questi adem-
lo spinto per la pervei'sità di alcuni, piuti ,
gli rimanesse alcun che di
che si studiavano di opporsi alle sante tempo per assecondare cotale suo
intenzioni del loro prelato, lo che desiderio, e ben volentieri aiutava
tutto egli valse a superare con in- del suo consiglio e dirigeva nello
vitta costanza , rallegrandosi molto spirito quei molti, che a lui accor-
allorquando per amore di Gesù Cri- revano , come a privato direttore
sto dovea sopportare anche il fred- della coscienza. In una parola la vita
do, la fame e la sete; e di questa di lui fu in ogni sua parte conse-
non curanza del propizio bene per crata per modo
maggior gloria
alla
provvedere a quello degli altri, non di Dio, ed al vantaggio delle anime,
dubbia prova noi abbiamo in quel da potersi asserire con franchezza,
tempo nel quale la pestilenza me- essere stato il nostro santo uno dei
nava i suoi guasti nella diocesi di più distinti pastori della Chiesa di
Milano. Egli, anziché seguire il con- Cristo. Ma le durate incessanti fa-
siglio di molti, che lo persuadevano tiche nel governo della sua diocesi,
a ritirarsi in alcuna altra parte non e le severe sue penitenze, venivano
infetta, affine di conservare la pre- così logorando i preziosi giorni di
ziosa sua vita, sostenendo che un lui, che a dì 24 di ottobre dell'an-

vescovo, il quale è obbligato a dare no i584 gravemente infermò, e ren-


il sangue pel suo gregge, non pote- dutosi inutile ogni umano rimedio,
va senza grave colpa abbandonarlo il giorno 4 novembre dell'anno me-
nel pericolo, volle assistere egli me- desimo nella ancor fresca età di
desimo i malati, e amministrar loro quarantasei anni, e ventiquattro di
i sacramenti, esortando così anche Cardinalato , col riso sulle labbra,
col l'esempio i suoi cooperatori a non che sembrava un presagio della fu-
curare la propria vita temporale in tura sua gloria, santamente morì.
confronto degli spirituali bisogni dei Il Signore rese chiaro ben presto il

loro fratelli. Ordinò in quella lut- santo arcivescovo con gran copia
tuosissima circostanza tre processioni di miracoli , a di lui intercessione
generali, cui egli intervenne a piedi operati, e l'anno i6io fu Carlo so-
scalzi, con una corda al collo , e lennemente canonizzato nel primo
con un crocefisso nelle mani, offe- di novembre dal Pontefice Paolo
rendosi vittima al Signore per li V. Tra le sue opere pubblicate par-
peccati del suo popolo. Ne solamen- ticolarmente in Milano nel 1747 in
te ai soccorsi spirituali si rimaneva voi. V sono degne di special
in fol.

l'ardente carità di lui, ma per assi- riguardo pei confessori,


le Istruzioni

stere ai poveri fece fondere tutto il che il clero di Francia fece stampa-
suo vasellame, e diede loro in sollie- re a sue spese; ed Acta Ecclesiae
vo ogni suo mobile, per sino anche Mediolanensis , Milano iSqq, in fog.
il suo letto; ed in un sol giorno Si hanno ancora molte sue opere
distribuì ai poveri quaranta mila scudi, dommatiche e morali, e la biblioteca
e ventimila in un altro. Egli amava di del santo sepolcro di Milano con-
assistere persone moribonde, e
alle serva trenta volumi manoscritti di
quantunque mettesse innanzi ad ogni lettere del santo prelato.
altra cosa i doveri generali, che guar- Fra le molte vite di s. Carlo
,,

CAR CAR 43
Borromeo, delle quali riporta un ca- re. E così avvenne nel fatto, poiché
talogo il Novaes t. IX, p. i i3, una mentre faceva orazione nella chiesa
delle più esatte e piìi ampie, anzi, di s. Donaziaiio, innanzi all'altare
al dire del Volpi, delle più belle, della beata Vergine , fu assassinato
accurate e giudiziose vite de' santi dai suoi nemici nell' anno 1 1 24.
scritte in italiano, è quella di Giam- CARLO MAGNO (b.). Fu figliuo-
pietro Giussani, medico milanese, e nacque nell'an-
lo del re Pipino, e

poi oblato di s. Sepolcro, che fu no 742. Rimasto, per la morte del


stampata in Roma dalla tipografia padre e del fratello Carlomano, so-
camerale nel 1610, e poi in Brescia lo padrone di tutta la monarchia

nel 161 3. Il Rossi, dotto prete del- francese, si rese chiaro così per la
la congregazione degli oblati, la grandezza delle sue conquiste, da
tradusse in latino, e poi venne ar- meritarsi il soprannome di Magno.
ricchita di osservazioni importanti Egli si mostrò assai pio, zelante e
dall' Oltracchi, e pubblicata nel ijSo caldo per la causa dei Pontefici
in Milano. Monsignor Godeau la ed Adriano I ( Fedi ) e Leone IH
scrisse in francese, e la pubblicò a (Vedi) ne' varii bisogni dello slato
Parigi nel i663; ed ivi il p. Tou- sperimentarono i benefici effetti del
ron stampò la sua nel 1761. figliale attaccamento di lui. Il primo

CARLO IL Buono (ven.). Fu fi- Carlo Magno l'ebbe in conto di


gliuolo a s. Canuto re di Danimar- padre, ne pianse la morte, e ne ce-
ca. L'anno 1 1 1 9 divenne conte di lebrò le geste; dal secondo ricevet-
Fiandra per testamento di Baldovi- te la corona imperiale, rinnovando
no. Mostrossi adorno di tutte le cri- in lui con autorità apostolica l'im-
stiane virtù, ma quelle, che più bril- pero d'occidente. Noi non diremo
larono in lui, furono la carità verso delle vittorie di questo principe, e
i poveri e la umiltà. Più volte degli avvenimenti maravighosi, che
diede fondo ai suoi tesori per sov- lo riguardano, venendone trattato
venire gì' indigenti , e non fu raro ai rispettivi articoli. Qui è nostro
il caso, che vendesse anche le vesti intendimento di mostrarlo solamen-
per sostentarli. Amava più chi lo te benemerito alla religione ed al-
rimproverasse d'un qualche fallo, la Chiesa, e porre in chiaro del-
che non chi lo esaltasse per le sue le azioni di lui quelle soltanto, che
virtù e perchè a guarentire la mi-
: degno lo resero del titolo di bea-
seria dall'oppressione dei grandi sta-^ to. Non è a qegarsi, ch'egli non
bili soavissime leggi, si attirò l'odio abbia macchiato i primi suoi an-
di questi, tra i quali Bertulfo, ini- ni con quei disordini, ai quali d' or-
quo usurpatore, venne nell'empia dinario la gioventù è troppo in-
deliberazione di torgli la vita, e non chinevole; ma se fU peccatore, sep-
durò molta fatica a trovare di un pe ancora redimere i suoi peccati
tal delitto scellerati esecutori. Ne fu con larghissime limosine, e coU'e-
avvisato il venerabile Carlo ; ma egli, satto adempimento dei doveri del
anziché procurarsi uno scampo, rispo- vero cristiano. Non contento di san-
se, che se era in piacere al Signo- tificare se stesso, egli, che per la
re di troncare i suoi giorni, egli sua condizione più che altri mai lo
moriva contento, non potendosi per- poteva, si adoperò di promuovere
dere la vita per una causa miglio- la santificazione aneora negli altri
,

44 CÀR CAR
€ ben conoscendo, che il contegno carmelitani (Fedi), dei quali da al-
delle persone consagrate al Signo- cuno si rimontare l'origine non
fa
re ha molta forza sui popoli, usò solo alla prima età della Chiesa
moltissima cura per la riforma del ma altresì a quella de' profeti, cioè
clero e dei monisteri, e di qui eb- allo stesso Elia, che si vuole istitu-
bero origine quei molti sinodi, nei tore de* religiosi detti dell' antica os-
quali si stabilirono quegli esimii re- servanza. A tale questione impose
golamenti, che trovansi nei Capito- silenzio Innocenzo XII , mediante
lari di questo principe. Mostrò la la costituzione, Redemptoris , che
pili interessante premura peixihè il emanò ai 20 novembre i6q8. Il

divino servizio con quel


si facesse Bonanni, nella seconda parte del
decoro e con quella maestà, che Catalogo degli religiosi , Ordini
conviene alla grandezza di Dio, e stampato in Roma nel 1741, al nu-
decorò a tale effetto con grande ma- mero 37, racconta, parlando delle
gnificenza le chiese, e le provvide di antiche monache del monte Car-
vari e preziosi ornamenti per la ce- melo, che verso l'anno 826, essen-
lebrazione dei sagrosanti misteri. Lo dosi recata in Gerusalemme l'im-
zelo di lui fu ardentissimo a toglie- peratrice s. Elena per discoprire il
re quelle nuove dottrine, che a' suoi sepolcro del Redentore, il rinvenne
giorni tentavano di guastare la pu- ove stavano due monache solitarie
rezza della immacolata fede di Cri" nascoste in una spelonca per non
sto, e ne ebbe i piti confortanti ri- essere uccise dai barbari , secondo
sultati.Questo ottimo sovrano, che che riporta a detto anno il p. Le-
tanto operò per la maggior gloria zana annalista dell* Ordine carme-
di Dio, e per lo splendore della litano. Il Bostio, ed altri storici
santa Sede apostolica, mori nel set- affermano, ch'erano religiose car-
tantesimo secondo anno di sua età, melitane, denominate anche di s.

a' dì 28 di gennaio dell'anno 814. Elia, giacche, secondo quegli autori,


Sebbene il decreto di sua canonizza- in tal' epoca non si conosceva altro
zione sia dato a* 29 dicembre 11 65 Ordine regolare. Certo è, che la pia
dall'antipapa Pasquale III; pure la Augusta fondò un monistero presso
s. Chiesa in considerazione delle be- il s. Sepolcro, in cui pose molte
nemerenze di Carlo Magno, tollerò vergini, affinchè vivessero colla re-
il culto, che alcuni a lui rendono, gola de* solitarii abitanti del monte
e non abrogò il decreto dell'ille- Carmelo, dando loro per direttrici
gittimo Pontefice: per la qual cosa le due monache menzionate.
può considerarsi come dalla mede- Il succitato autore parlando poi
sima Chiesa beatificato. Così la opi- al numero 38 delle monache car-
narono il Lambertini, e il Contelori. melitane d'Europa, ed altrove, as-
Il suo nome peraltro non fu intro- seriscech'erano sparse ovunque, e
dotto nel Martirologio romano. Egli è si distinguevano per santità di vita,
onorato da molte chiese di Francia, avendone mitigata l'antica regola In-
di Fiandra e di Germania, la sua nocenzo IV nel 1248. Ignorasi per
memoria però non è venerata nella altro qual fosse il primo monistero
Chiesa universale. di esse in Europa, e sembra che si
CARMELITANE. Ordine di Mo- principiasse a fondarle nell' epoca, in
nache, che seguono la regola dei cui gli storici riportano il trasferi-
,

CAR CAR 45
nieuto de' carmelitani dalla Palesti- vi si ne prese l'abito, e nel
ritirò,
na. Abbiamo inoltre dal p. Luigi i4B5 vi morì in odore di santità.
di s. Teresa, autore del libro: La Le monache di Huy, siccome vicine
successione di Elia^ seguito da altri, al convento dei religiosi, aveano in
che il b. Giovanni Soreth, essendo principio la chiesa intitolata delle
generale de' carmelitani, ottenne da tre Marie in comune: ma ad evi-
Nicolò V, divenuto Papa nel i447j tarne r incomodo la pia duchessa ,

il privilegio di poter avere il suo ottenne dal Pontefice Sisto IV, che
Ordine i monisteri delle monache, le sue monache passassero in un mo-
come gli aveano
domenicani e gli i nistero di benedettine , dopo aver
agostiniani , riputandosi a vergo- loro ottenute molte grazie spirituali
gna, diceva, che gli altri Ordini a- e privilegi. Queste religiose differi-

vessero donne osservatrici delle loro vano nell'abito dalle altre carmeli-
regole, e che il solo Ordine carme- tane, usando tonaca e scapolare di
litano , . particolarmente istituito pef color bigio , mantello bianco fode-
onorare la regina delle vergini, non rato di pelli d'agnello, e velo nero
ne avesse alcuno di queste. Da ciò in testa.
inferisce l'autore della Storia degli Vestono le monache carmelitane,
Ordini religiosi^ tradotta dal p. Fon- come i religiosi dell'antica osservan-
tana, tomo I, part. I, cap. 44) che za, cioè tonaca e scapolare di color
le monache carmelitane fossero isti- tanè, velo bianco sul capo, cui ne so-
tuite, verso l'anno 1452, dallo stesso vrappongono altro nero, e recandosi
b. Soreth coli' autorità apostolica in coro, assumono anche un manto
della bolla conseguita da Nicolò V, bianco a guisa di cappa, essendo
per cui fondò in Francia i primi tutto di lana. Egualmente vestono
cinque monisteri. Tuttavolta che pri- le monache riformate e della stretta
ma delle suindicate epoche esistes- osservanza, siccome tutte unite al-
sero monisteri di carmelitane, lo ri- l'Ordine carmelitano e sottoposte ,

leviamo dalla costituzione Sanctorum gir immediata giurisdizione del p.


meritis, presso il bollario Or-
dell' generale. Godono perciò i privile-
dine, parte I, appendice p. 546, di gi dei mendicanti; ma è da avver-
Giovanni XXII, con cui accordò in- tirsi,che non tutte le monache car-
dulgenza per la chiesa delle carme- melitane sono soggette alla giurisdi-
litane di Messina. Checche ne sia zione del p. generale, mentre gran
si prese tanta cura il zelante padre parte di esse dipendono da quella
Soreth , che volle sempre visitarle de' rispettivi Ordinari. Fra le car-

di persona, mentre talvolta ad altri melitane fiorirono un gran numero


commetteva la cura di visitar i con- di serve di Dio, e, per non dire che
venti de' suoi frati ,
principalmente delle principali, solo nomineremo s.

il monistero di Liegi (dal quale per Teresa solennemente canonizzata nel


la distruzione recatavi nel 1468 da 1622 da Gregorio XV, fondatrice
un incendio, fece trasferir le mona- de' carmelitani scalzi, e delle carme-
che ad Huy), nonché l'altro di Van- litane scalze (Fedi), e s. Maria Mad-
nes, fabbricato nel i463 dalla ven. dalena de' Pazzi, che colla stessa so-
suor Francesca del regio sangue lennità fu esaltata all'onore degli
d'Amboise, già duchessa di Bretta- altari nel 1669 da Clemente IX.
gna, che dopo la morte del marito F. il p. Daniele della Vergine Ma-
,

46 . CAR CAR
ria nella frigna del Carmelo, al colari usanze introdotte nel moni-
n." 996, e Martirologio gallica-
il stero dì Firenze da s. Maria Mad-
no tlcl Soussay a* 4 ottobre. dalena de' Pazzi, cui danno il titolo
In Róma le carmelitane hanno di madre. Quindi, a differenza delle
la. chiesa, ed
il monistero sotto il antiche carmelitane, usano nel di-
Incarnazione del Ver-
titolo della ss. vino uffizio il rito romano, ed han-
bo divino, detto delle Barberi ne, no costituzioni proprie approvate,
presso le terme Diocleziane, per la nell'anno 1657 ^i ^^ ;dicémbre,
strada che conduce a porta Pia. In dal Cardinal Carlo Barberini loro
questo luogo anticamente eravi una protettore.
chiesa dedicata all' Annunzia^ione di CARMELITANE Scalze. Ordine
Maria Vergine, con un ospizio dei di monache, dette anche Teresiane.
romitani di monte Vergine. Il mo- Di tutte le riforme dell'insigne Or-
nistero fu fatto fabbricare nel 1639 dine carmelitano, la più celebre e
da Urbano Vili, Barberini ^ ove ragguardevole è quella eseguita da
poi entrò la moglie di d. Paolo s. Teresa d'Avila. In quella città,
fratello del Pontefice, colle figlie, nel nel i535, entrò ella nel monistero
recarsi da Firenze a Roma; ed il delle carmelitane, detto dell'Incar-
suo nipote Cardinal Francesco Bar- nazione, quale seguiva la regola
il

berini , detto il seniore, per mezzo di s. Alberto, approvata da Onorio


Paolo Picchetti, eresse
dell'architetto III, e ai 2 novembre ne vestì l'a-
dai fondamenti la contigua chiesa bito. Ricolma delle divine grazie,
da lui stesso consagrata ai 23 ot- superò le prove del noviziato, e fece
tobre 1670, i cui quadri furono di- la solenne professione. Quindi, ar-
pinti dal rinomato Giacinto Brandi. dendo il suo cuore del desiderio
Alessandro VII diede in cura a que- di riformare il proprio Ordine a
ste monache la contigua chiesa di vivere con maggiore austerità, e di
s. Cajo (Vedi). Ma il Piazza, Gerar- più aumentarlo a riparazione dei
chia cardinalizia^ p. 554, <^ice che danni recati alla Chiesa dai prote-
fu Urbano Vili, il quale fece tal con- stanti , incoraggita da una divina
cessione. Per la vicinanza al pontificio rivelazione, comunicò il suo divisa-
palazzo del Quirinale, il monistero fu mento ad alcune fanciulle secolari,
onorato dalle visite di parecchi Papi, che seco convivevano nel monistero,
massime di Clemente XI e Inno- le quali si dichiararono pronte a
cenzo XIII; e nel 1724 Benedetto seguirla. La sua cugina Antonia
XIII vi vestì coli' abito religioso due de Paxas, chiamata poi in religione
figlie del principe Pamphilj, Nel Antonia dello Spirito Santo, ed
1742 si stampò in Roma il Ritua- una dama somministrarono loro
le del ven. monistero della ss. In- mezzi per acquistare una casa, on-
carnazione del Verbo divino in Ro- de col consiglio del confessore e
ma, e degli altri monisteri dell'i- de' ss. Pietro d'Alcantara, e Ludo-
slituto carmelitano j ed il Venuti, vico Bertrando, intraprese in Avila
nel tomo I, p. 180, della sua Ro- la fondazione del primo monistero.
ma moderna, ci dà notizie sulla Ad difficoltà, che
onta delle gravi
detta chiesa e monistero. Queste car- incorse, ne ottenne da
nel i562,
melitane però appartengono ad una Pio IV, ai 7 febbrajo per organo
specie di riforma, secondo le parti- del Cardinal penitenziere maggiore,
CAR CAR 47
la facoltà diretta a due illustri ma- poi canonizzato da Benedetto XIII
trone benemerite dell'opera, coli' ap- ( ilquale per averla ajutata in tale
provazione ex nunc prò tiinc degli riforma è riconosciuto qual confon-
statuti, e delle ordinazioni da com- datore de' Carmelitani scalzi ), venne
pilarsi dalla priora, e dalle mona- aperto il primo convento in Dur-
che intorno governo del moni-
al velo, e poi quello di Pastrana rico-
stero. Cosi la santa v«nne abilitata nosciuto dall'Ordine per principale,
a stabilire la riforma, ed erigere un giacché ivi si perfezionò la regolare
monistero di Carmelitane, sotto quel osservanza. V, Carmelitani Scalzi,
titolo, che le fosse piaciuto, coU'ob- detti anche Teresiani.
bligo di seguir Y istituto carmelita- Frattanto le fondazioni delle mo-
no, e colla soggezione al vescovo nache si moltiplicarono, e la rifor-

d'Avila. matrice ebbe la consolazione di es-


La nuova casa fu dedicata a san serlo anche di quello della sua pri-
Giuseppe protettore dell'Ordine, e ma professionecooperandovi Io,

particolare santo di s. Teresa. Vi stesso p. Giovanni della Croce, che


introdusse essa la detta sua cugina, ne divenne confessore, e prima di
e tre orfane povere , cioè Anto- morire potè vedere già fondati di-
nia dello Spirito Santo, Maria della ciassette monisteri, e quindici con-
Croce, Orsola de' Santi, e Maria venti dì sua riforma. Essa fu gra-
di Giuseppe, che furono come
s. ziata da Dio dei più grandi favori,
quattro pietre fondamentali della del dono della contemplazione, della
stessa riforma. Vestirono esse una rivelazione , risplendendo eziandio
tonaca grossolana, collo scapolare di per uno spirito superiore e straor-
color tanè, coprirono il capo con dinario quale si ravvisa nelle sue
una grossa tela, e incedendo scalze opere ascetiche tutte spirituali, e
nei piedi, incominciarono ad osser- piene dell' intelligenza delle cose di
vare r antica regola dell'Ordine, se- Dio. Dopo la beata sua morte il

condo le dichiarazioni d' Innocenzo suo istituto si propagò per tutto il

IV. Superate altre contrarietà, santa mondo, e il Cardinal BerLille con-


Teresa ai 5 dicembre i562 conse- dusse sei religiose dalla Spagna in
gui dal medesimo *Pio IV, per lo Francia , fra le quali due erano
stesso mezzo del Cardinal peniten- state discepole della fondatrice. Il

ziere maggiore, accedendo poi alla primo monistero si fondò per esse
conferma lo stesso Papa con altra in Parigi nel borgo di s. Giacomo,
costituzione, che non potesse il suo ed ivi ritirossi la duchessa de la
istituto possedere cosa alcuna né in Valliere, ed avendo la regina di
particolare, né in comune, e vivesse Spagna Elisabetta mandato in dono
colle limosine. In principio vennero a quella di Francia Maria de' Me-
escluse le converse,perchè si servis- dici un dito della santa, essa Io
sero scambievolmente. Niente sgo- diede al detto monistero.
mentata dai vinti ostacoli, s. Teresa Tuttora propagate fioriscono le
concepì il meraviglioso disegno di Carmelitane scalze con singoiar edi-
riformare anche i religiosi del me- ficazione, e vantaggio dei popoli. In
desimo Ordine. Il perchè aiutata alcuni luoghi sono soggette ai su-
dai due carmelitani p. Antonio di periori dell'Ordine, e in altri agli
Gesù, e p. Giovanni della Croce, Ordinari. Ove ciò possa farsi senza

I
j

43 CAR CAR
certo aggravio, debbono vivere di rita per aver contribuito in quel
iimosiue, e non possedere veruno regno a propagare sì esemplar isti-
slabile. Ne' raonisteri, che hanno tuto, e ciò ad istanza dell'assemblea
rendite, venti debbono essere le mo- del clero di Francia, di Luigi XVI,
nache, comprese tre converse, e si e di altri, che ne supplicarono la
ammette in qualche caso una de- Santa Sede. In Roma vi sono cin-
cima ottava corista. Ne* mouisteri que monisteri Carmeli-
di religiose
privi di rendite sufllcienli ricevono tane scalze, Giuseppe a
cioè di s.

un minor numero di monache. Il capo le case, di s. Maria del Monte


vestiario è superiormente si
quale Carmelo in s. Egidio nel rione di
è accennalo. Solo aggiungiamo, che Trastevere, de* ss.. Pietro e Marcel-
portano il soggolo sullo scapolare, lino , Maria dell'Assunta detta
di s.

e che al velo nero del capo ne so- Regina CoeH, e di s. Teresa, come
vrappongono altro più ampio, par- appresso.
ticolarmente quando si debbono Presso la piazza di Spagna sonovi
comunicare. Il mantello, o la cappa la chiesa e il monistero di s. Giu-

è bianca, e più lunga dei frati; i seppe a capo le case, cosichiamato


sandali sono di canape, e le calze perchè all' epoca della sua prima
di panno grosso, secondo le prescri- erezione, non eranvi come al pre-
zioni dell' istitutrice, benché si chia- sente altre case in sito più elevato
mino scalze. Tutti i loro indumenti su questa estremità del monte Pin-
sono di lana, e Tuso del lino è cio.La chiesa e il monistero furo-
affatto vietato. Pel loro tenore di no, nel 1598, edificati dalla pietà
vita austero (giacché dormono su del p. Francesco Soto spagnuolo,
letti senza materazzi, cioè su sac- sacerdote dell'oratorio di s. Filippo
coni di paglia, e non mangiano JVeri , e cantore della cappella pon-
carne se non inferme), veggasi il tificia, donandolo alle Carmelitane
p. Annibali da Latera, Compendio scalze: il perché fu il primo moni-
della storia degli Ordini regolari stero, che le Carmelitane scalze aves-
nel capitolo XII, delle religiose sero in Roma, e nello stato ponti-
Carmelitane pag. 122 e seg. fìcio, non però soggetto all'Ordine,
Lungo sarebbe il qui riportare mentre il prinfb di quelli soggetti
tutte le serve di Dio, che apparten- all'Ordine fu come diremo, il se-
,

nero air Ordine delle Carmelitane guente di s. Egidio. Per questo di


scalze, per cui ci limiteremo a par- s. Giuseppe a capo le case contribuì

lare delle due ultime. Clemente XIV ad aumentarne le rendile la celebre


nel 1771 approvò il culto imme- Fulvia Sforza dama romana. Fu di
morabile della b. Giovanna Scopelli, poi la chiesa, nel 1628, restaurata
monaca carmelitana della congrega- dal Cardinal Marcello Laute, che
zione di Mantova, che Eugenio IV per la sua carità fu chiamato san
arricclù di privilegi, e che fonda- Giovanni Limosinarlo Egli inoltre .

trice divenne del monistero di santa la decorò di buoni quadri, avendo


JNIaria del Popolo di Reggio. Il Pon- dipinto il Lanfranco quello di santa
tefice Pio VI, nel 1791, solenne- Teresa, mentre 1' altro rappresen-
mente beatifico la b. Maria dell' In- tante la nascita di Gesù Cristo è
carnazione, fondatrice delle Carme- opera di suor Maria Eufrasia Be-
litane scalze in Francia, e beneme- nedetti monaca di questo monistero.
5,

CAR CAR 49
Andrea Sacchi vi dipinse il quadro <^amassie, quello dal lato sinistro è
maggiore, ossia s. Giusep-
dell'altare di s. Egidio del Roncalli , detto
pe, e la Teresa sulla porta del
s. Pomarancio il giovane, e quello
monistero, del quale fu anco bene- della parte destra da ultimo è opera
fattore il Cardinal Emmanuele de del Pozzi, il quale vi dipinse la Ma-
Gregorio, che, morendo
1839, nel donna, che pone s. Teresa sotto il
volle ivi essere sepolto presso la sua patrocinio di s. Giuseppe. Ai due
genitrice. tondini di questo altare vi figurò Io
Il monistero delle Carmelitane stesso Pozzi, s. Giovanni della Cro-
scalze sotto Maria del
il titolo di s. ce, e la b. Maria dell'Incarnazione.
Monte Carmelo, eretto pel primo Il coro pieno d' insigni reliquie,
è
come dipendente dall' Ordine dei ma che rende celebre questo
ciò,

Carmelitani scalzi in Roma, e nello monistero si è non solo l'essere esso


stato pontifìcio, è questo di s. Egi- il primo in ordine agli altri aggre-
dio in Trastevere, nel pontificato gati ai Carmelitani scalzi, ma an-
di Paolo V, ai 29 luglio 1610, con cora r essere radice di altri mo-
facoltà concesse Papa uivce vocis dal nisteri, quah sono quello di s. Te-
oraculoy ad istanza della
che poi resa a Terni , di s. Teresa nella
principessa di Venafro confermò con strada pia alle quattro fontane, di
suo breve de' 29 marzo 161 1. Ove cui in seguito parleremo, di s.- Giu-

è ora la chiesa dedicata alla B. V. seppe a Vienna, e di s. Maria Regi-


del Carmelo, vi era una piccola na Coeli, del quale pure si tratterà.
chiesa dedicata ai santi Crispino e La ven. Maria Chiara della Passione,
Crispiniano^ con confraternita dei figlia del contestabile d. Filippo Co-
lavoranti che da Urbano
calzolari , lonna summentovato, le cui virtù
Vili fu trasferita a s. Bonosa. Quin- in grado eroico con solenne decreto
di r altra piccola chiesa dedicata a approvò Clemente XIII, quivi prese
s. Egidio venne ricostruita e rac- l'abito religioso, dopo che Francesca
chiusa nel recinto della clausura Mazziotti vi avea meglio stabilito il
e con facoltà di Urbano Vili, data monistero.
col breve Devotionis et fideì, de' 1 La vera origine di questo moni-
novembre i632, il titolo di san- stero di s. Egidio si dee a dieci divo-

t' Egidio fu trasferito alla predetta te donne, parte delle quali erano
chiesa de' calzolari. E altresì a sa- vedove e nobili. Ritiratesi esse nel
persi, che anticamente la chiesa di 1601 in una povera casa situata
s. Egidio era dedicata a s. Lorenzo, nel luogo stesso del monistero, vis-
e dipendeva dalla basilica di san- sero sino alla menzionata epoca del
ta Maria in Trastevere, il cui capi- 1 6 o, secondo la regola delle Car-
r

tolo avendola conceduta ad Agostino melitane scalze, finche eretta la ca-


Lancellotti nobile romano, questi la sa in monistero, si fecero venire da
rifabbricò iiT onore di s. Egidio ab- quello di s. Giuseppe, fondato in
bate, restaurandola poscia il conte- Napoli, due monache colla qualifica
stabile d. Filippo Colonna. Il qua- di priora, e sotto - priora. Quando
dro dell' aitar maggiore, il quale è si vestì la detta venerabile Maria
tuttp di marmo bianco, rappresenta Chiara della Passione, era tanto pove-
Maria Santissima, che dà l'abito a ro e angusto il monistero, che otten-
s. ij^imone Stock, ed è dipinto dal ne dal genitore l'erezione del nuovo,
VOL. X.

I
(^ CAR GAR
e la riedificazione della chiesa. Dive- del monistero scritta dal p. Emma-
nuta piiora, uscì dal monislero per nuele di Gesù e Maria.
fondare quello di Regina Coeli unita- Le Carmelitane scalze del moni-
mente alla m. Teresa di s. Giusep- stero de' ss. Pietro e Marcellino
pe, colla coopcrazione dei signori vicino al Laterano riconoscono per
della Corbara nel i654. Ma già, loro primario istitutore il Cardinal
sino dal i6r8, due altre religiose e- Domenico Ginnasi, decano del sagro
rano nscite per fondar quello di Collegio, che meritò 1' intima ami-
Terni, una delle quali, cioè la m. cizia dei ss. Giuseppe Calasanzio, e
Caterina di s. Domenico, si recò nel Camillo de Lellis. Avendo egli il

1629, a Vienna per erigere quel di suo palazzo sulla piazza, che da lui
s. Giuseppe, mentre nel 1627 per prese il nome, presso le botteghe
l'altro di s. Teresa alle quattro Fon- oscure, ove oggidì dimorano le mae-
tane, era stata prescelta la m. Ippo- stre pie, collocatevi dal Papa re-
lita Maria Colonna, sorella della ve- gnante, acquistò la contigua chiesa
nerabile Maria Chiara. Ma non avendo di s. Lucia, già antica parrocchia,
essa accettato tale incarico, furono e poscia unitala al suo palazzo, di-
surrogate altre due madri dello vise questo, parte per un collegio
slesso monistero di sant' Egidio. di otto giovani di Castel Bolognese
7^. Eusebius ab omnibus Sanctis, sua patria, e parte lo donò pel
Enchìrìdion Chronologìcum , Ro- monistero delle Carmelitane scalze,
mae 1787, pag. 44- 72" 1^0. 122. che ai 3o giugno 1687 vi restarono
e 260. chiuse, da
perciò dette Tercsiane
lui

monistero di s. Egidio fu sem-


11 Ginnasie. Piacque poscia a Bene-
pre riguardato con benevolenza dai detto XIV di trasportare vicino a
Sommi Pontefici. Urbano Vili si s. Pietro in Vincoli i monaci ma-
recava sovente a visitarlo, trattenen- roniti, collocati nel 1707 da Cle-
dosi entro la clausura colla religio- mente XI, nel monistero, che fab-
messa privata in
sa famiglia, vi disse bricò loro presso la chiesa dei santi
comunicò le monache. Ales-
chiesa, e Pietro e Marcellino, ciò che avven-
sandro VII lo aiutò con limosine, ne nel 1754. La chiesa de' ss. Pietro
e gli assegnò venti scudi al mese. e Marcellino era stata titolare del
Clemente XI, Clemente XII, e Be- medesimo Benedetto XIV, ed aven-
nedetto XIV ne furono egualmente dola fatta rifabbricare, la fece con-
benemeriti, e da ultimo Leone XII sagrare dal Cardinal Malvezzi , e
in molti incontri gli dimostrò la quindi la concesse col contiguo mo-
sua sovrana protezione. Tanta è nistero alle monache Carmelitane
dunque la venerazione, che si ha Ginnasie, che vi passarono ad abi-
per questo rispettabile luogo, il quale tarlo, lasciando il primo lor moni-
viene appellato arcìmonistero. Fra stero alle botteghe oscure, y. Chiesa
le sovrane recatesi a Roma che l'o- de' ss. Marcellino e Pietro.
norarono in persona, va rammen- Il monistero dell'Assunta di santa
tata la vedova di Giovanni III, re Maria Regina Coeli alla Lungara,
di Polonia, Maria," che vi si recava delle Carmelitane scalze riformate,
ogni dì, e voleva ivi ritirarsi, se non fu eretto da d. Anna Colonna »mo-
era obbligata a far ritonio nel re- glie di d. Taddeo Barberini, nipote
gno, come si legge nella cronaca di Urbano Vili, neirauno i654>
,

CAR CAR ^'^r

il) un alla cliiesa contigua,, con ar- XIV, a' 7 gennaio, vi ammise alla
chi lettura di Francesco Contini. Ivi professione religiosa d. Isabella Co-
parlicolannente è pregevole il cibo- lonna, col nome di suor M. Anna
rio formalo di pietre di valore e , Teresa Inìelde di Gesù Crocefisso,
il quadrodi s. Teresa dipinto dal Ro- che inoltie comunicò ed esortò, e
manelli. Si chiamano queste monache poi vi fece ritorno a farne la vela-
di Regina Coeli [l'aedi)) non perchè /ione, dopo aver celebrata la messa,
secondo il loro religioso istituto, Lo stesso Pontefice vi vestì solenne-
ogni quattro ore recitino quell'anti- mente dell' abito Carmelitano, nel
fona al suono della loro campana, ly^a, d. Lucrezia, altra figlia del
jna sibbene percbè alla Regina del contestabile Colonna , facendo da
Cielo Maria fu dedicato il monistero paraninfo il pronipote di lui d. Gio.

loro. La predelta d. Anna, che era Lambertini.


stata congiunta in matrimonio con monistero poi e la Chiesa di
II

d.Taddeo, dallo stesso Urbano Vili, s. Teresa, nella strada pia, alle
con somma grandezza d'animo sos- quattro fontane con disegno di Bai--
tenne il suo gi'ado in molti fasti- tolomeo Braccioli di s. Angelo in
diosi incontri, e mostrò nobile for- Vado, per le monache Carmelitane
tezza nelle avversità della casa Bar- scalze dette le Teresiane, fu eretto
berini. vedova, non solo
Rimasta dalla pia d. Caterina Cesi, figlia di
fondò a sue spese questo monistero, d. Olimpia Orsini, e di d. Federico
ma volle ritirarvisi, ed esservi se- Cesi duca di Acquasparta, vedova
polta colf altra confondatrice sua del maichese della Rovere. Questa
sorella d. Vittoria, che professando rispettabile donna, nell'età di Iren-
nel monistero Egidio, di s. nel tatre anni, si vesfi Carmelitana nel
1629, nelle mani del Cardinal O-
s. monistero di s. Egidio, ne avendo
nofrio Barberini, fratello di Urbano accettato f incarico di fondare il
Vili, la regola, prese il nome di monistero di s. Teresa la madre
Chiara Maria della Passione. Uscen- Ippolita Maria Colonna che n'era stata
do poi da s. Egidio, nel i654, in deputata, fu surrogata la Cesi, laqua-
compagnia della m. Teresa di san le avea assunto il nome di M. Catc-
Giuseppe, si recò in questo moni- rina di Cristo. Essa, in compagnia
stero ad ordinarne I' instituzione di altra monaca, si recò a fondarlo,
per cui è riconosciuta per confonda- e vi si ritirò a' 9.3 aprile 1627, nel
trice. Inoltre vi si ritirò, e vi fu pontificato di Urbano Vili, giorno
pure tumulata d. Laura Tomacella in cui si celebra la festa di s. Gior-
loro parente. Il deposito di d. An- gio martire. La prima messa fu ce-
na è di finissimi marmi neri, ed il lebrata ai 2.5 del predetto mese, e
busto è di bronzo. Il p. Biagio della quivi la fondatrice mori in età di
Purificazione carmelitano scalzo, e quarantasette anni , ai i3 maggio
Luigi Ignazio Orsolini pubblicarono 1637. Questa chiesa e monistero,
la vita di d. Vittoria Colonna car- per essere vicini al palazzo aposto-
melitana scalza, confondatrici del lieo Quirinale, furono onorali dalle
monistero, che per la sua santa vita visite di vari Sommi Pontefici, mas-
ebbe il titolo di venerabile, ricono- sime nella festa di s. Teresa. Inno-
scendone le viriti in grado eroico cenzo XIII , avendovi da Cardinale
Clemente XIII. i\el 1746, Benedetto vestilo due pronipoti, figlie del
, ,

52 CAR CAR
principe Ruspoli , vi si recò nel Carmelitani ne citano in loro favore
1721 a dar loro solennemente il altri più antichi, cioè Giovanni V,
sagro velo. Stefano V, Leone IV, Adriano II,
CARMELITANI Calzati dell'an- Sergio III, Gregorio VII ed Ales-
tica Ordine religioso,
osservanza. sandro III che, al dire di Silvera,
che trae il suo nome, e la sua ori- accordarono parecchie indulgenze a
gine dal Carmelo {Vedi), montagna coloro, i quali in alcuni giorni del-
della Siria, abitata in passato dai l' anno avessero visitate le chiese dei
profeti Elia ed Eliseo, da cui pre- Carmelitani, come dicono rilevarsi
tendono i Carmelitani discendere dalle loro bolle, approvate da Si-
per una non interrotta successione. sto IV nel i477' Confermano poi
Abitando separatamente in quali- la medesima tradizione coli' offizio
tà di eremiti sul monte Carmelo che da tempo immemorabile recita-
parecchi di essi, riunitisi insieme no di s. Elia a' 20 luglio, nel qua-
nel secolo XII, ebbero nel 1209 da le apertamente viene egli appellato
s. Alberto, patriarca di Gerusalem- duce, fondatore, e padre de' Carme-
me, una regola, che nel 1226 da litani.Finalmente la corroborano
Onorio III fu approvata. Tuttavia con diversi martirologi, e con altri
essendo quest' Ordine grandemente monumenti, che si possono vedere
benemerito, ed insigne nella Chiesa, nel p. Lezana annalista de' Carme-
è necessario riportare le differenti o- litani; nella Vigna del Carmelo del
pinioni sulla di lui rimota origine, p. Daniele della Vergine Maria; nel-
e le questioni insorte su tale antichi- lo Specchio del Carmelo del medesi-
tà, nonché quanto altro lo riguarda. mo autore; ne' due tomi deW Arse-
Tra i Carmelitani pertanto è tra- nale islorico-teologico del p. Fran-
dizione costante, che il loro venera- cesco di Buona Speranza; nell' opera
bile Ordine abbia avuto incomin- del p. Sebastiano di s. Paolo; nella
ci amento circa novecento anni avan- Storia Cronologica, e nel Sacro
ti la nascita di Gesù Cristo, dal san- Carmelo italiano del p. Mariano
to profeta Elia nativo di Tesbe nel Ventimigha, tutti riportati dal p.
paese di Galaad, il quale fiorì nei Annibale da Latera, nel suo Com-
regni d' Acab re d' Israele, e di pendio della storia degli Ordini re-
Giosafat re di Giuda. Provano essi golari^ al capitolo X, e in altri mol-
tal tradizione con ragioni, autorità ti autori, che per difendere la tan-

di scrittori, tanto carmelitani, che to contrastata origine de' Carmelita-


stranieri, e con quanto dissero i ni scrissero in diversi tempi, e par-
Pontefici Romani ,
principalmente ticolarmente verso il fine del seco-
Giovanni XXII, Sisto IV, Giulio III, lo XVII, e nel principio del seguen-
s. Pio V, Gregorio XIII, Sisto V, te, contro il celebre p.Papebrochio,
e Clemente Vili. Benedetto XIII, ed altri continuatori Bollando,
di
nel 1725, accordò loro di erigere nel tomo I : Ada sanclorwn Bol-
nella basilica vaticana, fra le statue landiana vindicataj e fu allora, che
dei fondatori degli Ordini religiosi, sostenendosi con calore la contro-
quella di s. Elia con questa iscrizio- versia se l'Ordine del Carmine fos-
ne: Universus Ordo Carmelilarum se fondato da Elia ed Eliseo profe-
fundatori suo sancto Eliae prophe- ti, le parti contendenti cominciava-
tae erexit. Prima dei detti Papi, i no ad allontanarsi dai termini con-
8

CAR CAR 53
venevoli, per cui il Pontefice Inno- quale fu veduta, siccome diversi af-
cenzo XII, Pignatlelliy a* 20 novem- fermano, dalla cima del monte Car-
bre i6g8, colla costituzione 178, melo sotto la figura d'una nuvolet-
che si legge nel Bollano romano al ta, che ascendeva dal mare. Favo-
tomo IX p. 49 ^> i 1^1 pose silenzio ai rì ella di poi in varie circostanze,
due partiti, sotto pena di scomuni- e ricolmò di grazie l'Ordine mede-
ca latac sententiae in caso di con- simo, per cui in quel monte, e al-
travvenzione. Questa costituzione è trove è stata, ed è venerata con
anche riportata da Tommaso Pas- particolar culto qual patrona del-
cucci nel Compendio ad consult. ca- l'Ordine. Dimostrano i Carmelitani
nonicas Pignattelli part. II, p. 348. poi la loro discendenza da Elia fino
Veggasi su questa famigerata que- a Cristo per mezzo di Eliseo, e dei
stione Papebrocliio in P^ita h. Alber- figli de' profeti, e quindi pegli assidei
ti die 8 aprìlis p. 777, e nel Pro- ed esseni, i quali erano uomini riputa-
pilaeo par.
89 Bellarmi-
II. p. ; ti giusti e religiosi nell' antico testa-
no lib. II, de Monachis cap. 89, mento, perchè affettavano un grado
p. 240, tom. II; Baronio ad atinum di santitàpiù eminente di quella
1 1 1 § 1 3, ed il Cardinal ^Petra, ordinata dalla legge, di cui zelan-
Commentar, ad Const. Jpost., tomo do r osservanza, vivevano per lo
li, p. 273, non che il tomo I del- più nelle campagne in istretta u-
la Chronìca dos Carnielitas del p. nione tra loro, separali dalla socie-
Pereira, il quale parlando dell' ori- tà, e tutti occupati nella contem-
gine della sua religione, dice che il plazione, e nel lavoro delle mani.
fondatore fu s. Elia, volendolo pro- Per provare, che questi uomini dab-
vare con diversi fondamenti, fra i bene, e discendenti da Elia, esistes-
quali riporta la rivelazione della b. sero pure ne' tempi apostolici, che
Vergine fatta a s. Pietro Tommaso, co- abbracciassero con molto ardore la
me si legge nell'uffizio di questo santo. religione cristiana, e si chiamassero
Dopo s. Elia, scrive che s. Eliseo eremiti del monte Carmelo, addu-
abbia esercitato il generalato de'Car- cono r autorità del vescovo di Ge-
melitani finoall' anno della creazio- rusalemme Giovanni II, primo pa-
ne del mondo 32o4, cioè 849 anni triarca di quella città, presa dal ca-
prima della nascita del Redentore; pitolo 3o del libro a lui attiibuito,
indi descrivendo gli altri generali de Instilutione Monachoruni, e di-
del Carmine in tempo della legge scrit- retto a Caprasio, tane totius ordi-

ta, passa a quelli della legge di grazia, nis eliani archìmandritae^ et abba-
in cui fu il primo a sostenere, co- ti generali. Apportano anche l'au-
me egli crede, questo carattere s. torità di Giuseppe Antiocheno, il

Gio. Battista, e lo convalida colla quale secondo il Possevino fiori nel-

testimonianza di fr. Gio. da Car- l'anno di Cristo i3o, e nel capito-


tagena francescano, nel tomo III de Io XII de perfecta mililia primiti-
sacris arcanis Deiparae , ove si vae Ecclesiae , dice che i soli-

appoggia a molti testi de' ss. Padri. tari imitatori di Elia ed Eliseo al
Dal menzionato profeta EHa questo tempo degU apostoli, discesero dal
Ordine è detto anche Eliano j altri monte Carmelo, predicarono la fe-
però lo chiamano Mari-Eliano^ da de di Gesù Cristo nella Gali-
s. Elia, e da Maria santissima, la lea, nella Samaria, e nella Pale-
1 , ,

54 CAR CAR
slina, et in Virginis Marine hono- lemme, né altra, meno quella ad essi
rem in montis Carmeli dccliinofa- data dal patriarca s. Alberto. Di lat-
bricantes pratorinni, Salvatoris Ma- ti s. Brocctu'do, superiore degli eremi-
iri specialissime servicrwit. Aggiun- ti del monte Carmelo, fu quello che
gono alle sopraddette autorità quella a lui K\ domandò vedendo aumen-
del Cardinal di Vitriaco, nel capo tarsi il numero de* suoi eremiti ;

52 della Storia orientale, da lui locchè dal patriarca s. Alberto gli

scritta dopo avere scorsi que' paesi venne accordato, onde scrisse una
ed essersi trovato nel 12 19 in Da- regola e a s. Broccardo e
l' inviò
ni iala coir esercito de' cristiani, ivi ai suoi eremiti, che vivevano sot-
accampato contro il puscià d'Egit- to la di lui ìibbidien/a, e dimora-
to. I sopraccitati scrittori, non che vano alla fontana di Elia sul mon-
il Bollarlo Carmelitano, par. I, pag. te Carmelo. Tal regola comincia co-

I, vogliono quindi, che a' religiosi sì : Albertus Dei gratia Jerosoly-


abitatori del monte Carmelo, e dei mitanae ecclesìae vocatus patriar-
suoi dintorni parte eremiti, e parte cha, dilectis in Chris lo Jìliis Broc-
cenobiti, essendosi accresciuti , verso cardo, et caeteris eremitis, qui sub
r anno 4^0, il mentovato patriarca ejus obedie/Uiajuxta fontem Elide
gerosolimitano Giovanni li desse la in monte Carmelo morantur, sàlu-
regola contenuta nel menzionato li- tem in Domino. V. pure" il Butler, Vi-
bro de institut. Monadi. regola _, te de Santi, aprile pag. 945 ^^^^
che da loro si osservò finche al- , dimostra aver s. Alberto data la
tra non ne ottennero da s. Alberto, regola non prima dell'anno 1209.
altro patriarca di Gerusalemme, ai Questi dopo essere stato trasferito
i3 gennaio 1171, o 1181. Il p. da Innocenzo III nell' anno 204 1

Gros, generale dell'Ordine, verso il dalla chiesa di Vercelli a quella di


1
4 1 , lasciò scritto nel suo Orto Gerusalemme, fu il XII patriarca
del Carmelo^ che il patriarca Gio- latino di tal metropolitana. 11 me-
Tanni II diede al suo discepolo Ca- desimo santo chiamato dal detto
prasio non una regola da lui com- Papa al concilio generale Xll, di
posta, ma quella di s. Basilio, e che Laterano IV, nel 12 15, non vi si

questa essi osservarono sino all'al- potè recare essendo stato ucciso nel
tra loro assegnata nel i2o5, o nel precedente anno da un italiano, per
1209 ^^^ parmigiano s. Alberto. vendicarsi delle giuste correzioni fat-
Tutta volta è in questione, che Gio- tegli quando era vescovo di Ver-
vanni II patriarca gerosolimitano celli. Mori martire della giustizia
abbia dato la regola ai Carmelita- sebbene i Carmelitani ne celebrino
ni. Si legga r autore della Storia la festa agli otto aprile con rito di
degli Ordini monastici religiosi e confessore.
militari, tradotta dal p. Fontana, La regola adunque scritta in die-
ove 817 si
alla pag. dice, che i ciotto brevissimi capitoli da s. Al-
Carmelitani non hanno ricevuto al- berto, e da lui data a s. Broccar-
cuna regola, né quella di s. Basilio, do, superiore degli eremiti del mon-
ne il libro delle Istituzioni dei mo- te Carmelo, successore nello stesso
naci falsamente attribuito al detto uffizio di s. Bertoldo Malafaida di
Giovanni II di questo nome, e nazione francese, il quale fu il pri-
Xm o XLIV vescovo di Gerusa- mo che, lasciato il titolo di abba-
GAR CAR 5^
te e di archimandrita , prendesse alcuni pretendevano che ivi solo po-
ali' uso de' latini quello di priore tessero dimorare), ma ancora in tutti
generale; regola che da molti Carmeli- i luoghi compatibili colla regolare
tani si osserva ; è appunto quella che osservanza: ordinarono che ne' viag-
nel 1226 ai 3 gennaio, fu approva- gi si potessero nutrire di erbe cotte
ta da Onorio IH, e altri dicono, tra nel brodo della carne, e navigando
i diploma dato
quali Bergier, con per mare anche di carne , restrin-
in Rieti ai 3o gennaio 1226, cor- gendo il silenzio da compieta sino
retta in parte da Innocenzo IV, e all' ora di prima del giorno appres-
mitigata da Eugenio IV, come me- so. Permisero loro ancora di man-
glio si dirà. Questa regola tratta giare nel refettorio, e regolarono la
dell'elezione del priore, de' suoi do- recita del divino ufficio, ch'essi di-
veri, delle celle de' frati in mezzo cono eseguire secondo il rito gero-
alle quali prescrive l' erezione di un solimitano. Tuttociò fu approvato
oratorio , in cui tutti i religiosi da Innocenzo IV nel 1248 colla bol-
dovranno adunarsi per assistere al- la, Quac honorem, e confermato da

la messa, e che fuori di tal tempo, altri Papi onde quelli, che osserva-
:

e dell'uffizio divino stieno ritirati no le correzioni fatte da Innocenzo


nelle proprie celle, ove si occupino IV chiamaronsi Carmelitani osser-
in orare, meditare, e nel lavoro del- vanti la regola primitiva, e gli altri,
le mani, meno un legittimo impe- che seguirono quella mitigata da
dimento. Prescrive altresì l'epoca altri Pontefici, si denominarono Car-
per celebrare i capitoli locali, e il melitani conventuali.
digiuno dall' esaltazione della croce Nel pontificalo di Giegorio IX ,

i^iuo a Pasqua, la perpetua asti- predecessore d' Innocenzo IV , per


nenza dalle carni, il rigoroso silen- una rivelazione della ss. Vergine al
zio da vespero sino a terza del di beato Alaino generale de' carmeli-
seguente, la privazione di qualun- tani , molti di essi dalla Siria e Pa-
que cosa in particolare, e la recita lestina passarono in Europa , e
da farsi dai o conversi di
frati laici, quindi fondarono conventi in Ci-
alcune orazioni in luogo del divino pro, Inghilterra e Sicilia, propagan-
uffizio. Celebrano però i carmelita- dosi altresì per la Francia, Germa-
ni calzati la messa, col rito dell'an- nia, Italia e altri luoghi, per cui il

tico messale Parisiense F. il Dal- loro primo capitolo generale tenuto


masi Explicatio Missae, tomo IV. in Europa , ebbe luogo nel 24 j, 1

disser. XV. art. 4- nel convento di Ailcsford in In-


A moderare e correggere tal re- ghilterra. Eletto fu successore al
gola, i Carmelitani spedirono due b. Alaino, il Simone Stock,
celebre b.
religiosi al Papa Innocenzo IV , il sotto il cui governo 1' Ordine car-
quale vi deputò il Cardinal Ugo di melitano proseguì a moltiplicarsi mi-
s. Carlo , e Guglielmo vescovo di rabilmente ed il medesimo b. Si-
;

Antaiada ossia Tortosa nella Fran- mone Stock otteime per esso, come
cia. Questi vi aggiunsero il voto di si dirà poi, dalla ss. Vergine lo sca-
castità, indi dichiararono, che seb- polare, e dai Pontefici molti privi-
bene i carmelitani fossero eremiti, ciò legi.
non ostante potessero avere conventi In tempo del grande scisma d Oc-
non jjùlo nelle solitudini (giacché cidente, incominciato nell'anno iSyi),
,, ,

&e CAR CAR


si divisero i carmelitani in due par- in Italia furono detti Listati, per
titi, secondo le ubbidienze che se- cui in alcune pitture antiche tali liste
guivano, di Roma o di Avignone compariscono bianche, grigie e ne-
ognuna delle quali si elesse un ge- re, ed in altre bianche e tanè ; in
nerale, argomento di che diffusa- alcune si veggono stese per lungo
mente ti^atta il p. Sebastiano Fan- da cima a fondo della cappa, e in
toni Castrucci carmelitano, ncW Tsto- altre poste a traverso a guisa di
ria d'/4fignonej T^whhVicala nel 1678 fascie. Se ne vedono talvolta cinque,
in Venezia. Per questo in epoca sì e tal' altra sette, ed anche in mag-^
lagrimevole per tutti gli Ordini re- gior numero. Passati i religiosi in
ligiosi, anche nel carmelitano s'in- Europa, stabilirono di lasciare que-
trodusse il rilassamento dall'antico ste liste, ma venne l'ordine sospeso

spirito, che durò sino al i43o, nel nel concilio generale XIV , lionese
qual anno fu celebrato il capitolo II, celebrato da Gregorio X nel 1274,
generale, in cui determi nossi ricor- acciocché fosse più maturamente esa-
rere al Sommo Pontefice per por- minato. Assunto però nel i285 al
vi un opportuno riparo. Difatti il pontificatoOnorio IV, non solo egli
Papa Eugenio IV, creato a' 3 marzo lo confermò, come si ha pure da
dell'anno i43i, vi prese provviden- Tolomeo da Lucca, Histor. Eccl. lib.
za, e ne mitigò il rigore, dappoiché XXIV, capo i4> nia per le istanze
permise loro di mangiare la carne del p. Pietro di Milland generale
tre volte la settimana , moderò il de' carmelitani, concesse, che lasciato
digiuno dalla festa della ss. Croce l'abito d'allora siccome non decen-
sino alla Pasqua, moderò il continuo te , assumessero la cappa bianca
silenzio, e concedette loro di uscire ciocché si effettuò nel capitolo ge-
dalle proprie celle alcune ore deter- nerale adunato nel 1287 in Mont-
minate, e di passeggiare dentro la pellier, nel qual anno principiarono
clausura. Insorto poi il dubbio sul ad usare anche uno scapolare eguale
digiuno, che alcuni superiori vole- a quello donato dalla ss. Vergine
vano osservato anche ne' giorni in al b. Stock, siccome affermano molti
cui era permesso di mangiar carne, autori, fra' quali Sandero, Cornelio
ricorsero a Pio II che, nel i/i^^g, a Lapide, Papebrochio stesso, e il

diede facoltà ai generali prò tem- gran Lambertini, De festia, t. II ,

pore di ordinare in proposito ciò p. 871. Fu approvato tale scapola-


che avessero stimato più confacente re dalla congregazione de' Riti nel-
in proporzione della qualità delle r ufìlzio della commemorazione so-
persone, de' luoghi e dei tempi. lenne della b. Vergine del Carmelo
I Carmelitani vestivano dapprima a' 16 luglio, ed era di color tanè,
un abito bianco ; ma i saraceni simile a quello dell'abito o tonaca,
presso i quali tal colore è segno di e del cappuccio, che portano di con-
nobiltà, avendoli obbligati a lasciar^ tinvio. Sullo scapolare sovrappongo-
Io, adottarono gli abiti formati a no nelle funzioni, e quando escono
striscie secondo l'uso degli orientali, dal convento a beneplacito, la detta
per cui in passato vennero chia- cappa bianca con altio cappuccio
mati Fratres Barrati, Bìrratì, Ra- di egual colore ; abito che inoltre di
diati, Stragidatij a motivo di tal poi fu approvato da Bonifacio Vili
abito screziato a diversi colori, ed ai 25 novembre \ic)5, coli' autorità
, ,

CAR CAR 57
della costituzione, Jiistis pctentìum da s. Pio V, Su-
colla costituzione,
come racconta s. Antonino in Chron. perna, dispositione del 1 5^*0 ; da Gie<
part. Ili, 20, cap. 5. F. il Ga-
tit. gorio XIII, colla costituzione, Ut
ra mpi nelle sue Memorie della b. laude;}, del 18 settembre 1577; da
Chiara, ove a p. i44 l'iporta eru- Clemente X, colla costituzione, Coni-
ditissime notizie suir antico abito missa nobis, degli B maggio 1673,
de' Carmelitani. non che da altri Pontefici.
Dicesi, che il Pontefice Giovanni Insorte per la suddetta bolla di
XXII, eletto nel i3i6, abbia pub- Paolo V da per tutto gravi dispu-
blicato in favore de'Carmelitani, ai te, e principalmente in Portogallo
3 marzo del anno del suo
sesto di cui fece la storia Paolo di Tutti
pontificato, la celebre bolla, Sacra- i Santi, nella Clavìs aurea par. II,

tissinio Itti culmine, emanata in Avi- cap. i5, i Carmelitani furono denun-
gnone, chiamata volgarmente Sab- ziati air inquisizione di Lisbona, ed
bati na, perchè la b. Vergine, sicco- il Pontefice, dopo maturo esame,
me molti autori affermano, avea per fermare il corso alla controver-
promesso al beato Simone Stock sia, fece inviare nel 161 3 all'inqui-
di levare dal purgatorio, nel primo sitore generale di Portogallo il pon-

sabbato dopo la loro morte , tutti tificio decreto , in cui si permet-


quelli che fossero ascritti alla fra- teva a' pp. carmelitani di predicare,
f tellanza o confraternita di s. Maria « che il popolo cristiano poteva pia-
del Carmine, della quale tratta il « mente credere il soccorso che
Baillet a'i5 agosto § 6, num. 34. « godono le anime de' religiosi , e
Nel pontificato però di Paolo V » de' confratelli del Carmine, cioè
avendo egli a' 27 maggio 1606 » che la beatissima Vergine co' suoi
pubblicato la costituzione, Romanus >i meriti, e colla sua intercessione,
PontifeXj che si legge nel tomo V >i principalmente nel giorno del sab-
del Boll, roman. par. Ili, p, 227, » Lato, aiuterà le suddette anime,
Gon essa sospese tutte le indulgenze >iche moriranno in grazia; se in
accordate da' suoi predecessori a' re- » questa vita avranno portato l'a-
golari. Ciò non pertanto i Carmeli- « bito , serbata la castità nel loro
tani di Portogallo seguitarono a pre- » stato, quelli che sapranno legge-
dicare la Sabbatina, bolla che seb- « re avranno recitato 1' uffizio pic-
,

bene sospetta a molti eruditi, fra i « colo della Madonna, e non sapen-
quali a Launoio in Dissert. de car- » do recitarlo, avranno osservati i
melitani scapularis sodalilio , tom. » digiuni della Chiesa, e si saran-
II, pag. 4^45 P^i' i^on trovarsene " no astenuti dalla carne il mer-
l'originale, ne per essere stata ap- « coledì ed il sabbato, eccetto se
provata dai Pontefici in forma spe- >y in tali giorni accadesse il Natale
cifica, ma solo in forma comune, >i del Signore. Vietava però che si

tuttavolta era stata confermata in- » potessero dipingere immagini le


torno alle indulgenze e privilegi, che >y della medesima Vergine Maria in
concedeva a' religiosi e confrati del « atto di scendere nel purgatorio
Carmine, da Clemente VII ai 1 2 a- >^ per levarne quell'anime ". Questo
t;osto i53o colla costituzione Ex decreto, secondo Lambertini, De fé-
Clementij da Paolo III colla coi\.\- stis B. M. Plrgiìiisj § 77y p. 282,
iuzione Proi^isionis nostrae del i534j trovasi nel bollario dei carmelitani
,,

58 CAR CAR
tomoi, p. 62, lom. II, p. 601 , con- dalla morte ; ma il Papa regnante
servandosene roiiginale nella segre- nel concistoro de' 6 aprile i83f),
taria del consìglio generale dell'in- annoverò al sagro Collegio Placitlo
quisizione di Lisbona. Maria Tadini, dell' Ordine della b.
Dai carmelitani ebbero origine le Vergine del Carmelo dell' antica
carmelitane (Fedi)^ nel secolo XV osservanza, attuai degnissimo arci-
i carmelitani rifoi inati ( Vedi ) ,
nel vescovo di Genova, e gli conferì il

secolo XVI i carmelitani scalzi o titolo presbiterale di s. Maria in


Teresiani (Vedi), oltre i carmeli- Traspontina degli stessi carmelitani.
tani del tei-zo Ordine ( Vedi ). In Quest' Ordine insigne, oltre la
questo benemerito Ordine, che colla congregazione di Mantova, e la vi-
costituzione 65 di s. Pio V, emanata caria di Sardegna , ora elevata a
nel 1567, fu riconosciuto per men- provincia, ebbe sino a trentacinque
4icante, insieme alle sue monache, Provincie, sotto l'ubbidienza di un
in ogni epoca fiorirono moltissimi solo generale, il quale risiede nel
dotti e santi religiosi, come leggia- convento di s. Maria in Trasponli-
mo nel citato autore della Storia na di Roma, siccome capo dell'Or-
degli Ordita religiosi, tradotta dal dine. In Madrid dimorava il vicario
j». Fontana t. I, p. I, 44» «o»
e. generale delle provincie Cismonta-
che dai pp. Gio. Gros, Francesco ne: ma per le attuali vicende per
di s. Angelo, Emmanuele Romano Do- la Spagna ora non vi è che un com-
menico di Gesù, ed altri carmelita- missario apostolico, colle facoltà di
ni, i quali composero interi volumi, vicario generale per la sola peniso-
per enumerare i soggetti del loro la, eletto dal Papa regnante, e re-
Ordine illustri per santità di vita sidente in Roma. Il procuratore ge-
per le dignità ecclesiastiche eserci- nerale dell'Ordine gode il privilegio
tate, e per profonda dottri-
la loro di pronunziare il discorso nella Cap-
na. Un altro parimenti ne diede in pella pontificia, nella quarta dome-
bice il p. Domenico di Gesù, che nica di quaresima, e nella quarta
tratta de* soggetti presi da questa domenica dell'avvento.
religione per conterir loro la prima La prima chiesa concessa in Ro-
dignità della Chiesa. Essi, come ri- ma a' Carmelitani dell'antica osser-
leva Novaes nel tomo I, p. 84
il vanza, fu quella di s. Giuliano ai

delle sue Dissertazioni, contano fra trofei Mario sul monte Esquili-
di
i loro religiosi tre Pontefici, due an- no. Presentemente hanno i Carme-
tichissimi, cioè s. Telesforo greco, litani tre conventi in Roma , colle
eletto nel ^1 s. Dionisio greco
i , chiese annesse che sono parrocchie,
creato nel 261, e il b. Benedetto e titoli Cardinalizi, cioè i." la chie-
XII esaltato nel i334, che da car- sa dei ss. Martino ai
Silvestro e
melitano passò abbate di Cistello Monti, che Bonitàcio Vili nel 1295
sebbene il Baluzio non sia di tal diede in cura a'Carmelitani, i qua-
parere. Leone XII, dopo avere tras- li ne furono assai benemeriti, giac-
Jatato dalla sede vescovile di Rieti ché ripete l'attuai forma dafp. Gio-
a quella di Osimo e Cingoli mon- vanni Antonio Filippini romano,
signor Timoteo Maria Ascenzi car- generale dell' Ordine, che v' impie-
melitano, mentre nel 1828 lo vo- gò grossa somma di danaro, e scuo-
leva creare Cardinale, venne rapito prì l'antica chiesa sotterranea; 2." La
CAR CAR 59
chiesa di s. Grisogono in Trasleve- vedere il p. Ventimiglia, Cronolog.
re, presso la quale fu già l' abitazione de' generali latini a pag. i, e il p.
de' Pontefici, e che Sisto IV nel Daniele, Speculum Carni, tom. I,

1480 diede CarmeUtani riformati


ai pag. 102, ove riportandosi lo stem-
della congregazione di Mantova (/^e- ma vi è la figura di Elia sul Ta-
di); 3.° La chiesa di s. Maria in borre, avente nella bandiera lo stem-
Traspontina in Borgo nuovo nel ma dell' Ordine come sopra.
1484 concessa ad essi da Innocenzo E
però da avvertirsi, che lo stem-
Vili, ma che per essere stata demolita ma de' Carmelitani scalzi dilFerisce
affine di fortificare Castel s. Angelo, in questo sol punto, che la sommi-
fu data loro l'attuale incominciata tà del monte è intersecata da una
a edificarsi da Pio IV nel i564j linea orizzontale, che forma una
insieme al contiguo convento per croce, a denotare la vita più peni-
abitazione dei Carmelitani ,
peroc- tente, che essi menano osservando
ché già in avanti possedevano la la primitiva regola. Il monte poi
vecchia chiesa di Traspontina. Al- dello stemma figura il monte Carmelo;
l' articolo Chiese^ si riportano le no- rappresentano Maria Santiss.
le stelle
tizie delle tre qui mentovate. che la Chiesa appella Stella /narisj
Sino al pontificato poi di Leone la corona è figura della di lei so-
XII, i Carmelitani ebbero il con- vranità, essendo regina de' patriar-
vento e la chiesa di s. Maria di chi, e di tutti spada fi-
i santi ; la
Montesanto, o Regina Coeli sulla nalmente impugnata dalla mano di
piazza del popolo in Roma, loro Elia, è simbolo del di lui zelo.
concessa nel 1662 da Alessandro CARMELITANI Riformati. La
VII, venendo poi rifabbricato il prima riforma di quest' Ordine, do-
convento dall' architetto Girolamo po le mitigazioni della loro regola
TeodoH. Abbiamo dal Bonanni , fatte da Papa Eugenio IV, si fu
Catalogo degli Ordini religiosi , quella introdotta dal b. o ven. (co-
capo LXVI, che i rehgiosi Carme- si detto pel culto immemorabile
litani di convento non por-
detto che gode) Giovanni Soreth france-
tavano cappello, coprendosi del solo se di Normandia, il quale avendo
cappuccio i vestivano come gli altri, principiato a riformare diversi con-
ma di panno più grosso di color venti, eletto XXV generale latino
grigio, ed il mantello, o cappa di del suo Ordine in Avignone nel
color bianco. Nelle memorie dei i45»r, si applicò con indefesso zelo
Carmelitani il detto panno grosso per restituire ne' Carmelitani l'anti-
veniva chiamato carpila^ e ne trat- co splendore, e la primiera osser-
ta il Du-Cange. vanza. I religiosi da coro a suo
Lo stemma dei Carmelitani cal- tempo vestivano di nero, e i laici
zati e scalzi è sovrastato da una o conversi di color tanè ond' egli ,

corona, sulla quale sorge un brac- lasciato il primo, prese il secondo.


cio, la cui mano
una spada.stringe Nel capitolo generale celebrato nel
Nella targa evvi un monte acumi- 1472 in Asti fu quell'abito con una
nalo con tre stelle, cioè due late- costituzione adottato per tutti i suoi
ralmente alla sua estremità, l'altra correligiosi, i quali tuttora 1' usano,
nel mezzo dello stesso monte. Sullo giacché vuoisi, che questo (osse l'aa-
stemma di questo Ordine, si può tico colore dell' abito carmelitano,

I
6o CAR car
secondo l'opinione di alcuni, oltre do teologo, a cui il p. Bonanni nei

quanto si disse all'articolo precedente suo Catalogo^ capo LXVI, dà per


Carmelitani. Il b. Sorelli inoltre fon- compagno non solo, ma assegna an-
dò quattro monisteri Carmelitane di co il merito principale di tale isti-
nel i45»2, uno de' quali a Liegi, che tuzione al b. Angelo Agostino, det-
fu poscia trasportato ad Huy. Un to comunemente Angelino, donde il

altro ne fondò a Vannes , benché p. Francesco Tommaso insigne in


per altro il fondasse Francesca di pietà e dottrina, e il p. Pietro Ste-
Ainboise duchessa di Brettagna, che fano tolosano, che fu il primo vi-
dopo la morte del duca Pietro II suo cario generale della congregazione,
marito, vi prese il velo l'anno i^Sy. passarono a Mantova a fare la ri-
Questo santo religioso soffri molte forma carmelitana. L' opinione per
peripezie per introdurre tal riforma altro più abbracciata è, che il det-
ne* conventi , visitando a questo fine to p. Conecte introducesse la con-
quasi tutte le provincie d' Europa. gregazione nel convento di Girona,
Quindi pel desiderio di vivere con al quale essendosi unito quello delle
maggior ritiratezza presso Nantes
,
Selve, e l'altro di Mantova sotto il

edificò un altro convento in un luo- governo d'un superiore, che dap-


go chiamato Coets, ove pieno di principio avea il titolo di presiden-
meriti morì nel i^S5 santamente, te, si rivolsero tutti e tre al Pontefi-
sebbene il p. Annibale nel suo Com- ce Eugenio IV per l' approvazione,
pendio ec. dice
, che morisse ad
, ed venuto in cognizione della
egli

Angres, nel 1 4? i > e che Dio ha osservanza ed esemplarità con cui


illustrato il suo sepolcro con molti vivevano tali religiosi , sottrasse i
prodigi. conventi dalla giurisdizione del pro-
L'altra celebre riforma de'Car- vinciale, e li lasciò soggetti a quella
melitani, è quella Congrega-della soltanto del priore generale dell'Or-
zione di Mantova, della quale si fa dine, concedendo loro molti privi-
autore il p. Tommaso Conecte fran- legi, e la facoltà di eleggersi un vi-
cese, che avendola incominciata ver- cario generale, che li governasse. Il

so il i4^4» e ^^^ seguente anno generale de' Carmelitani dell'antica


nel convento di Girona sulle Alpi, osservanza non volle approvarne la
nella diocesi di Sion, recandosi poi elezione, ma iiel 144^ 'vi supplì
a Roma, la stabili nel convento del- Eugenio IV con autorità apostolica,
le Selve nella Toscana. Da questo prescrivendo nella bolla perciò ema-
essendo passato all' altro convento nata, che, eletto il vicario generale
di Mantova, riuscì il più celebre, e da due terzi del capitolo, si avesse
diede il nome alla medesima con- come per confermato senza rivol-
gregazione e riforma. Taltavolta vi gersi al padre generale e ciò si do- ,

sono alcuni, che riconoscono per di vesse godere dall' Ordine finché
lei autore il p. Giovanni Lapi fio- continuasse a vivere nella esatta
rentino, e vogliono che coU'autorità osservanza stabilita.

d' una bolla Eugenio IV avesse


di Ben presto fiorì e si propagò la
principio nel convento di Mantova, congregazione di Mantova, contando
mentre altri scrivono che fosse isti- in Italia più di cinquanta conventi.
tuita nel i4i3 in quello delle Sel- Sisto IV avendo fatta proseguire la

ve dal p. Giacomo Alberto profon- basilica della s. Casa di Loreto in-


,

CAR CAR 6i
cominciata da Paolo li, per mezzo nero. Nel secolo decorso i religiosi
del Cardinal della Rovere suo ni- tralasciarono di eleggere il vicario
pote, e primo protettore di questa generale, e di seguire la costituzio-
riforma, ne concesse ai pp. di que- ne e nome della congregazione man-
sta congregazione la cura , per cui tovana, riunendosi all'Ordine carme-
vi dimorarono alcun tempo. Il me- litano dell' antica osservanza , sotto
desimo Cardinale essendo passato, la immediata giurisdizione del priore
dal titolo di s. Balbina a quello di generale.
s. Grisogono, volle che questa anti- Mentre il p. Spagnoli era gene-
chissima chiesa fosse officiata dai rale de' Carmelitani, ebbero luogo
suoi Carmehtani, facendo fabbricare due altre riforme , una in Francia
il contiguo convento. detta la congregazione d' Alby , la

Il p. Penso scrisse la vita degli quale governavasi da un vicario ge-


uomini illustri, che si resero distinti nerale eletto dal capitolo generale
nella congregazione di Mantova, ma della congregazione di Mantova, che
merita special menzione il p. Giam- nel i58o fa riunita all'Ordine da
battista Spagnoli, detto il Mantovano, Papa Gregorio XI li, l'altra istituita
rinomato per santità di vita, e per presso Genova in un convento, che
le sue opere, nonché per essere sta- prese il nome di Monte Oh velo, per
to eletto sei volte vicario generale opera del p. Ugolino, il quale non con-
della medesima , e poi generale di tento dell'osservanza della regola mi-
tutto l'Ordine nel i5i3, fatto in Ro- tigata da Eugenio IV, volle intro-
ma nel capitolo generale. Procurò durre quella anteriormente dichia-
egli di dilatare in diversi conventi rata e corretta da Innocenzo IV,
la riforma, e per mantenere in essa disegno che effettuossi solo nel con-
il color tanè contro chi bramava si vento di Monte Oliveto il quale ,

adottasse il nero nell'abito, rinunziò sebbene fosse solo e soggetto inte- ,

al generalato, e morendo nel 1 5 6, 1 ramente al generale dell'Ordine, pu-


gli fu eretto un magnifico sepolcro re nel pontificato di Leone X prese
nella chiesa di Mantova. Inoltre Fede- il titolo di congregazione . Nella
rico I, duca di Mantova, collocò la Francia fu operata inoltre altra ri-
sua statua appresso quella di Virgi- forma di Carmelitani verso l' anno
lio nell'arco trionfale da lui eretto, i6o4 ^^^1
P- Pietro Bonhourt nel
perchè, oltre queste doti, il p. Spa- convento di Rennes nella Brettagna ;

gnoli fu tenuto pel poeta più eccel- poi fu perfezionata dal p. Teobaldo
lente de' suoi tempi. I religiosi di e in seguito dai pp. Riccardo e
questa congregazione differivano da- Giovanni Baray, Nel capitolo provin-
gli altri, perchè in tutto Tanno nella ciale tenuto inGand nel i6o3, pre-
feria seconda e quarta non mangia- sieduto dal p. Silvio, si fecero diversi
vano carne , vivevano con vita co- decreti per istabilir la riforma, e in
mune, e per altre particolari con- breve per opera de' suddetti religiosi, e
suetudini. Vestivano come gli altri di altri che loro si unirono, vennero
Carmelitani , ed una volta non si fondati nuovi conventi sotto la me-
distinguevano da questi che pel desima osservanza , co' quali si for-
cappello, il quale nella parte supe- mò la provincia Touranie.
que- Da
riore era bianco , cangiandolo po- sta , ad onta delle opposizioni degU
scia in quello ecclesiastico di color altri Carmehtani, la riforma si dif-
Oi CAR CAR
fuse non solo in Francia, ma uelle ro con tutta V efllcacia per intro-
Fiandre e in Italia. durre la stretta osservanza nella Ger-
Nell'anno 1619, i pp. Desiderio mania, e gli riuscì di stabilirla in
rianca da Catania, e Alfio Lican- diversi conventi di quelle provincie
dro, ambedue della provincia di s. per mezzo dei pp. Antonio della pro-
Alberto, intrapresero altra riforma vincia di Touranie, e Gabriele della
nella Sicilia, ed i pp. Perrone e Sta- Nunziata della provincia di Fiandra,
tella altra pure ne fecero in detta iso- destinati a tal fine suoi commissari.
la nel 1727. La prima era composta Ad indurre tutti i conventi ad ab-
di quattordici conventi, cioè due nello bracciarla, mandò una circolare alla
stato pontifìcio, tre nel regno di Napoli, maggior parte de' Carmelitani, ma
e nove in Sicilia , e si appella di altro non ottenne, che molti, lasciata
Monte Santo. La seconda è compo- la tonaca di color nero ne vestis- ,

sta di nove conventi e si chiama , sero altra di color tanè , o grigio


Scala Paradisi. La prima fu dichia- scuro, onde tutti quelli, che l'adot-
rata provincia, nel 1646, da Papa tarono, vestono come gli altri del-
Innocenzo X; la seconda lo divenne l'Ordine, e poco tra loro distinguon-
col l'approvazione di Benedetto XIII. si, avendo tutti le stesse costituzioni
L'una e l'altra non formano un corpo prescritte nel i635 dai religiosi del-
distinto, e separato dall'Ordine, stan- la provincia di Touranie.
Tali co-
do subordinate al priore generale. Am- stituzioni essendo state confermate da
bedue non ammettono gradi, e so- Urbano Vili nel 1639, fu quindi co-
lamente differiscono in questo , che mandato dal generale capitolo tenuto
la seconda pratica vita comune, e in Roma nel i64^> che si osservasse-
la prima non la osserva, per la po- ro colla conferma pontificia d'Inno-
vertà de' suoi conventi ora divenuti cenzo X in tutti i conventi riformati
sette. Tutte e due queste riforme dell'Ordine, fondati e da fondarsi, af-
professano il primiero istituto car- fine dimantenere l'uniformità.
melitano, avendo rinunziato all'in- Finalmente nel generalato del p.
dulto di Eugenio IV , si astengono Teodoro Strazio, fu eseguita in Fran-
dalle carni come i carmelitani scalzi, cia altrariforma particolare dal p.
e seguono la regola moderata da In- Biancardo, in cui si dovea osservar
nocenzo IV. la regola del patriarca s. Alberto sen-
La congregazione di Torino fu fatta za le dichiarazioni d' Innocenzo IV,
nel i633, in quella ad istanza di
città, e senza le mitigazioni di Eugenio IV,
Vittorio Amadeo I, duca di Savoia, onde quelli che professarono tale rifor-
venendo destinato ad incominciarla il ma furono appellati Carmelitani del
regio commissario p. Teodoro Stra- primo istituto. Indi unitisi al p. Bian-
nio generale, e a promoverla il p. cardo alcuni religiosi, fabbricarono
Luigi Bulla, cui successe il p. Do- un eremo in Grateville, luogo della
menico di s. Maria, che felicemente diocesi di Bazas, ove le celle, secon-
vi riuscì , istituendola nel convento do la regola primitiva, erano sepa-
della città di Torino, donde si di- rate; ogni frate vi mangiava solo;
latò ad altri conventi della provin- ne' viaggi si astenevano tutti dalle
cia del Piemonte. Il p. Antonio Fi- erbe , ed altri cibi cotti nel brodo
lippi l'ornano, eletto in Roma gene- della carne; e facevano il solo voto
rale, a' 3o maggio 1648, si adope- di ubbidienza , intendendo di com-
, .

CAR CAR 63
prendere in questo gli altri due. La a piendere le giuste misure, affine
<jual riforma approvata dapprima di mandare ad effetto un tanto di-
«lalmedesimo generale p. Strazio \isamento.
e poi nel i636 da Url>ano Vili, si Ad
eseguire la meditata riforma,
estinse per altro poco dopo. la Vergine pose gli occhi sul p.
s.

CARMELlTAINi Sc\lzi, o Tere- Giovanni di s. Mattia, e sul p. An-


siANi. Ordine religioso. S. Teresa tonio d'Eredia, ambedue cospicui
di Gesù nacque a' 28 marzo i5i5 carmelitani per santità di vita, i
in Avila nella vecchia Castiglia, da quali, siccome bramosi di vivere
Alfonso, o Alonso Sanchez de Ce- con maggior austerità, aveano deter-
peda , e da Beatrice d' Ahumada. minato di passare fra certosini i

Entrata nel monistero delle carme- Sì abboccò quindi pel primo col
htane di detta città, vi professò la p. Antonio, ch'era priore del con-
regola religiosa nel i535 secondo vento di Medina del Campo, e poi
alcuni, benché il p. Federico di s. col p. Giovanni, che s' era recato
Antonio nella sua P^ita dica, che da Salamanca a quest'ultima città,
la professasse nel 153^. Quindi comunicò loro il progetto della ri-
ispirata da Dio, stabih di vivere forma de' carmelitani, per ristabi-
sotto la regola prescritta all'Ordine Urlo nel primiero fervore ed osser-
carmelitano dal patriarca s. Alberto, vanza, e gli allettò a seguirne il
e^poi mitigata dal Romano Ponte- divisamento, abbandonando quello di
fice Innocenzo IV, con tanto ardore farsi certosini. Frattanto d. Raffaele
di spirito, che non volendo servirsi Mexia Velasquez , cavahere abitante
delle concessioni apostoliche, la os- in Avila, e concittadino di s. Te-
servò esattamente nel suo antico resa, le offri una casa di campagna,
rigore con tutta la perfezione ed , che aveva a Durvello per erigervi ,

ebbe l'autorizzazione, nel 1 562, da un convento di carmehtani scalzi,


Papa Pio IV di stabilire uaa rifor- ed essa avendola accettata, fece sa-
ma di monache, le quali seguissero pere ai summentovati rchgiosi, che
il suo esempio. Vinte insormonla- avea trovalo il luogo per incomin-
bili difficoltà, in Avila stessa apri ciar la sospirata riforma, purché
il primo monistero alle carmelitane essi avessero coraggio di al3Ìtarvi,
scalze ( F^edi)^ col qual nome fu- essendo piccolo e disagiato, al che
rono appellate le religiose da lei risposero esser pronti,
fondate. Ben presto il suo istituto Recatasi la santa istitutrice a
propagossi colla erezione di parecchi Vagliadolid, ed ottenuta l'approva-
monisteri, e da tale successo ani- zione dai due provinciali di Casti-
mata, concepì l'alto disegno d'in- gha, presente e passato, richiesta
trodurre la riforma anche ne' frati dal p. generale dell' Ordine , inviò
dell' Ordine carmelitano , onde col il Giovanni a Durvelo, dandogli
p.
consiglio del p. Gio. Battista Rubeo l' abito per la riforma , ed alcuni
generale, il quale l'avea facoltizzata sacri arredi per l'altare. Il religioso,
a fondare un maggior numero di assunto tal abito, vi dimorò solo
monisteri di monache, purché rima- dal principio di ottobre 1 568 sino
nessero sotto la giurisdizione de' su- a quello di novembre, ed a' 27 di
periori dell'Ordine, piena di mira- questo mese, a lui si congiunse il
bile e portentoso coraggio, cominciò p. Antonio d' Eredia , con mi frale
,

64 GAR CAR
laico. Essi, dopo aver passata tutta dopo anni fu trasportato il suo
tre
la notte in orazione, nella mattina venerando corpo ad Avila sua pa-
seguente davanti il ss. Sacramento tria ; ma Sisto V nel 1589 ordinò,
rinnovarono la professione della ri- ad istanza del duca d'Alba, che si
forma, come fece il laico, rinun- restituisse al monistero, ove avea
ziando solennemente alla regola mi- cessato di vivere. Ivi conservasi in-
tigata. cambiarono i loro nomi,
Indi corrotto, senza la mano
sinistra, che
secondo il costume introdotto da s. venendo troncata dal provinciale
Teresa tra le sue religiose, ed il de' carmehtani scalzi, fu riposta iu

p. Antonio aggiunse al suo quello Avila, e senza un piede, che nel


di Gesù, e il p. Giovanni quello 16 15, fu mandato in Roma nel
della Croce. Quindi visitali dal p. convento di s. Maria della Scala,
provinciale, il primo fu fatto priore, nella qual città nel 1622 canoniz-
e il secondo sottopriore. Questo se- zata venne da Gregorio XV. In
condo, per essere stato il principal quanto poi al p. Giovanni della
cooperatore di s. Teresa, è ricono- Croce, dopo aver sostenuto con in-
sciuto dai carmelitani scalzi quale vitta pazienza molte tribolazioni
confondatore , e poi meritò 1' onore rese tranquillamente lo spirito a
degli altari. Dio, a' i4 dicembre 1^91 , nel
Sebbene il convento di Durvelo convento di Ubeda nell'Andalu-
fosse il primo della riforma e la sia; ed avendo Anna di Penaloso

sua culla, pure per principale viene levato segretamente dal sepolcro in
riconosciuto quel di Pastrana eretto cui giaceva in Ubeda il corpo di
a' i3 luglio io69j perchè quivi la lui, trasportandolo di notte in Se-
regolare osservanza si stabifi nella govia, Clemente Vili ordinò, che
sua vera perfezione, ed anche per- suo convento, e po-
fosse restituito al
chè quello di Durvelo, stante l'an- scia venne canonizzato da Benedetto

gustia del sito nel 1570, venne XllI nel 1726. V. s. Teresa, e s.

trasferito nella città di Manzera, Giovanni della Croce.


onde ritornato all'antico proprieta- La santa riformatrice prima di
rio, venne dipoi nel 161 2 dai Car- morire provò la dolce compiacenza,
melitani scalzi acquistato, e vi eres- di veder fondati più di diciassette
sero un bel convento, proseguendosi monisteri di carmelitane scalze, e
per altro a celebrare i capitoli ge- quindici conventi di carmelitani
nerali in Pastrana , che sempre volle scalzi, e mentre viveva, fu portato
conservar la maggioranza. 11 p. Gio- il suo Ordine anche nelle Indie, e
vanni della Croce ne'diversi conventi dopo la sua morte meravigliosa-
successivamente fondati, esercitò l' uf- mente si propagò per tutta la cri-
fìzio di maestro de' novizi , e fu stianità, fiorendo tuttora con im-
priore in quello d'Alcalà, ma sog- menso vantaggio delle popolazioni.
giacque ad una fiera persecuzione, Nel principio questi conventi erano
dalla quale liberollo il credito di soggetti non solo al p. generale,
s. Teresa, senza ch'ella potesse an- ma ancora a' rispettivi provinciali
dar esente da egual sorte. Nel i582, de' carmelitani dell' antica osservan-
tornando da Burgos, ove avea
essa za i^Vedl^^ i quali solo costituivano
fondalo un monistero di monache, dei priori, acciò vigilassero per man-
morì a' 6 ottobre in Alba, donde tenere in essi la riforma, finché nel
,

CAR CAR 6^
i58o, il Pontefice Gregorio XIIT, che ilcapo di questa congregazione
ad istanza di Filippo II re di Spa- si chiami preposito generale dell'Or-
gna con una costituzione emanata
, dine degli scalzi , ossia dei primitivi,
a' 11 giugno, separò i carmelitani di quelli cioè, i quali osservano la
scalzi dai calzati , o dell' antica os- regola dell'Ordine beata Ma- della
servanza, dando ai primi un pro- ria del monte Carmelo, ed aggiunge
vinciale particolare eletto dal loro la concessione , le comunicazioni
ceto, sebbene li lasciasse soggetti al r estensione all' Ordine degli scalzi
priore generale di tutto T Ordine. al suo preposito generale, ed a' suoi
Sisto V, nel iSSy, vedendo che i religiosi, di tutti i singoli privilegi,
conventi degli scalzi si moltiplicavano, facoltà, grazie, prerogative, indulti,
concesse loro di poter eleggere un favori e concessioni accordate, o
vicario generale, finche Clemente da accordarsi in futuro all'Ordine
Vili col disposto della costituzione carmelitano dai romani Pontefici,
76, che si \^%%'^ nel Bollano ro- dai legati della santa Sede, dagl'im-
mano , tom. V, par. II , pag. 4^8 , peratori e principi.
a' 20 dicembre 1598, li divise e Quindi la riforma de' carmelitani
separò affatto dagli altri carmelita- scalzi dell'uno e l'altro sesso, dal
ni , permettendo d' eleggersi il
lor medesimo Clemente Vili fu, a' i3
propi'io generale, ed annoverandoH novembre 1600, coli' autorità della
eziandio fìa gli Ordini mendicanti, costituzione 2 33 presso il citato Bol-
lo che poi approvò Gregorio XV. lano pag. 3 16, divisa in due con-
Ecco poi come si espresse Cle- gregazioni, di Spagna e dell' Italia.
mente vili, nella citata bolla Pa- In questa bolla, che comincia, In
storalis officii de' 20 dicembre iSgS: Apostolico dignitatis , assumendo
« Omnes et singulas personas praefa- il Pontefice per causa della sua de-
»* tae congregationis discalceatorum, terminazione, l'aver saputo da testi-
M illiusque conventus, domus, col- moni degnissimi di fede, e l'aver
« legia, et provincias tam virorum, conosciuto per . esperienza propria
» quam mulierum ab omni supe- , » quantum utilitatis in Ecclesia Dei
»i rioritate, jurisdictione, gubernio, >i piis eorum exercitiis, tum oratio-
« regimine, et administratione, sub- » nibus, mortificationibus, asperitate
w jectione, obedientia, visitatione, M vitae, tum praedicationibus, confes-
« correctione, et emendatione tam « sionibus et sacramentorura admi-
*» generalis Ordinis carmelitarum, » nistratione ", giornalmente ripor-
« quam aliorum praelatorum et , tisi per i carmelitani scalzi, erige la
•' superiorum quacumque auctori- congregazione d' Italia, da possedere
« tate fungentium et functurorum, , i conventi già fondati in Italia , e
» et quantumvis amplissimis privile- tutti gli altri che si fonderebbero
» giis, et facultatibus utentium et nell'Italia stessa, e negli altri luoghi,
" usurorum perpetuo eximimus et
,
e regni fuori di quelli di Spagna ;
>* liberamus .... ipsamque congre- e dichiarandola immediatamente sog-
>> gationem discalceatorum sub . . . getta alla Santa Sede, vuole che sìa
" immediata nostra et sedis aposto- governata, e retta ah uno prceposìto
" hcae protectione, subjectione, gu- Clini definito rum inlerventu , juxta
« bernatione et obedientia recipi-
, regularia ejusdeni ordinis statuta.
»> mus et subjiciraus. " Ordina poi, Quindi alla nuova congregazione,
VOL. X. 5
, ,

m CAR CAR
alle sue case , ai conventi , ai suoi uno in Genova con un moni stero
superiori, o sudditi, accorda di po- di monache, l' altro in Roma presso
ter godere, senza alcuna differenza, la chiesa di s. Maria della Scala, eb-
di tutti i privilegi e di tutte le gra- be un commissario generale indipen-
zie , tanto spirituali che temporali dente dagli spagnuoli, e restò sogget-
già concesse, o da concedersi alla ta per ordine dello stesso Clemente
congi'egazìone di Spagna dalla Sede Vili al Cardinal Pinelli, allora pro-
apostolica. Così l'Ordine carmelitano tettore deirOrdine carmelitano tan-
venne ad avere tre generali, ciascu- to dei calzati, che degli scalzi. Gli
no indipendente Indi a
dall' altro. spagnuoli diedero il motivo di fon-
ciascuno di essi venne aggiudicata dare le due congregazioni, come quel-
la facoltà di ascrivere al sacro abi- li che pretesero la riforma di s. Te-

tino, e di erigere fuori di Roma le resa non dovesse uscire dalla Spa-
confraternite del sacro scapolare esclu- gna, facendo ogni sforzo perchè non
sivamente agli Ordinari e appunto : s'introducesse altrove. Ma stabilita
in grazia d'una tale separazione dai rapidamente passò in Fran-
in Itaha,
carmelitani calzati, e di una tale Germania, in Polonia, in Fian-
cia, in

autorità ne' generali dei carmelitani dra ed altrove, ed anche in Persia,


scalzi , il Papa Pio VII dietro ad , giacché fino dal loro nascere parti-
un favorevole voto d'un maestro rono per le missioni ebbero con- ,

di cerimonie della cappella pontifi- venti Hispahan


in in Sindi nel
, ,

cia, con rescritto emanato per orga- Mogol, nel Malabar, in Bassora, in
no della segreteria de' memoriali ai Goa, nel Monte Libano, in Aleppo,
5 febbraio 182 1, accordò facoltà di nel Monte Carmelo, e in altri luo-
aver luogo fra gli altri superiori ge- ghi dell'Indie Orientali e della Si-
nerali nelle cappelle pontificie al ge- ria, non che in America, esistendo-
nerale, e procuratore generale della ne moltissimi tuttora , i quali frut-
congregazione d'Italia, salva prcela- tuosamente esercitano le sante mis-
tione illorum, qui enunciato privile' sioni, d'intelligenza edipendenza
gio jam inveniuntur donali. dalla congregazione di Propaganda,
La prima per la Spagna, e pel la quale, come si dirà prova ed
,

Portogallo conteneva dieci provincie, istruisce in Roma nel collegio di


una delle quali in America, e que- s. Pancrazio i carmelitani scalzi nei-
ste numeravano cento sessantun con- l'apostolico ministero. Paolo V diede
venti di religiosi , e novantaquattro poscia ai carmelitani scalzi la facoltà
monisteri di monache. Quella d'Ita- di fondare conventi colla sola licen-

lia abbracciava tutte le altre nazio- za del vescovo, e sotto il suo Pon-
ni , con un generale residente in passarono in Francia
tificato essi

Roma, possedea trecent'ottantatre con- mentre regnava Luigi XIII, che loro
venti neirEuropa, che formavano ven- permise di stabilirsi in Parigi, po-
titre Provincie , fra' quali sette ne nendo nel 161 3 la prima pietra
avea la Francia, in cui eranvi ses- nella chiesa di essi la regina madre
santanove monisteri, ed oltre a ciò Maria de Medici.
ebbe sino a venti conventi nell'Asia. Si professa dai carriielitani scalzi

Sebbene questa congregazione d'Ita- la regola di s. Alberto senza le miti-


lia, detta di s. Elia, non avesse dà gazioni di Eugenio IV, e si praticano
principio che due conventi di frati, da essi molte austerità , che sono
,

CAR CAR 67
descritte dal p. Annibale da Latera, della congregazione d'Italia, ovvero
nel citato Compendio, al capii. XII J, di s. Elia , non portano alcun cap-

Dei frati carmelitani scalzi. Si al- puccio, fanno uso del cappello nero,
zano a mezza notte per recitare il colle sole due falde laterali alzate;
mattutino, meno i conventi di stu- quelle però della congregazione di
dio, inoltre a differenza de' calzati Spagna non si distinguono nel ve-
celebrano la messa e recitano l'uffi- stire dai sacerdoti, facendosi essi sol-

cio divino secondo il rito della Chie- tanto la corona clericale, comune ai
sa romana ; fanno ogni giorno due sacerdoti d' Italia. Finalmente i con-
ore di orazione mentale, si discipli- versi esercitano la professione di spe-

nano, non mangiano carne che nei ziale, in que' conventi ove vi sono
viaggi di mare, osservano parecchi le spezierie, delle quali si tratta al
digiuni, e dormono sopra un saccó- termine di quest'articolo. Di questi
ne Vestono tonaca e sca-
di paglia. laici si fa menzione dal p. Cassia no
polare color tanè, ed un mantello carmelitano scalzo alla parola Do-
bianco di panno . Sullo scapolare natiy e dal Bonanni, Catalogo degli
portano il cappuccio color tanè, su Ordini religiosi^ cap. 68, nel quale
cuipongono quello di color bianco ne riporta la figura, come ne' capi
quando assumono il mantello egua- precedenti esibisce quelle de' carme-
le, incedono scalzi, co'sandali di cuoio, litani calzati, riformati e scalzi.

ma i carmelitani della congregazio- Nelle costituzioni de' carmelitani


ne di Spagna li usano fatti di ca- scalzi si ordina, che in ogni pro-
nape, vietandosi affatto a tutti l'uso vincia vi sia un convento fabbrica-
del lino. Siccome in quasi tutti gli Or- to in qualche solitudine, all' uso
dini religiosi, oltre i sacerdoti, vi sono delle Certose, e che questo non sia
i laici religiosi assegnati alla vita ope- se non un solo, detto comunemente
rativa di Marta, ed impiegati negli deserto. Siccome i primi religiosi
uffici servili, cosi parimenti ve ne carmelitani furono eremiti, che vi-
sono fra i carmelitani scalzi , e si vevano sotto la ispezione d' un su-
chiamano fratelli Donati. Tra le opere, periore, quindi i carmelitani scalzi
eh' essi esercitano in servigio dei con- si fecero la detta legge di aver in
venti, l'una è il cercare l'elemosina, ciascuna provincia un convento, con
siccome mendicanti, sebbene per in- suo deserto, o romitorio. E a sa-
dulto pontifìcio posseggano dei beni. persi,che questa casa somiglia a
I laici di questedue congregazioni quella de' certosini, e solamente il

non vengono ammessi alla professio- recinto è più vasto, sia in giardino
ne solenne, se non dopo fatta una che in boschi, affine di contenere
lunga prova di più anni , compita più celle separate. Quando il prio-
la quale, emettono i tre voti di ob- re ha permesso ad uno de' suoi re-
bedienza, castità e povertà al pari ligiosi di passare qualche tempo in
dei tre religiosi coristi ; con questo una di queste celle, vi si ritira per
che nella congregazione d' Italia vi darsi unicamente alla orazione, e
aggiungono un quarto voto, di non agli altri esercizi della vita mona-
pretendere giammai alcuna mutazio- stica, cui adempie in privato alle
ne di abito, o di salire a grado più stesse ore che nel convento Regna .

alto di quello, al quale Iddio gli ha tra essi un silenzio quasi continuo, e
chiamati. Qtoiiidi i laici, o conversi appena si veggono alcuna volta in
,

68 CAR CAR
questa specie di deserto. Non pos- tino, nipote di Clemente XIT , e
sono abitarvi ne novizi, ne giovani carmelitano scalzo, fu fatto, ad on-
professi, ne i deboli, i cagionevoli, i ta della sua ripugnanza, vescovo di
malinconici, e poco inclinati agli
i Arezzo, e nel 1 78 i dallo zio fu crealo
sempre poi devo-
esercizi spirituali: Cardinale prete di s. Martino a'Mon-
no esser abitati da tre o quattro ti, e vicario di Roma, morendo con
solitari, che devono dimorarvi, per fama di tal santità, da trattarsene
istruire e formare gli altri. Ma ul- la beatificazione. Parlano lungamen-
teriori notizie sulla istituzione di te dei carmelitani scalzi, gli autori
questi deserti, sulle osservanze di della vita di s. Teresa, Francesco
chi tì si ritira, sulle penitenze, sui Martinez, e principalmente Giambat-
digiuni, sulle orazioni, e a chi in tista Lezana, Annal. Ord. B. M. V.

essi si possa accordare l' ospitalità de Monte Carmelo, Romae i656.


esclusi i ne porge il p. An-
secolari, In Roma i carmelitani scalzi
nibali citato, capitolo XIII pag. 224, hanno tre chiese di titolo Cardina-
e seg. Per causa di tali deserti, al- lizio, cogli annessi conventi, cioè s.

cuni scrittori annoverano i carme- Maria della Scala , s. Maria del-


litani scalzi tra' solitari dell' Occiden- la Vittoria, e s. Pancrazio fuori la
te. I carmelitani scalzi di Francia, porta di Di esse si
questo nome.
per supplire in qualche modo al tratta all' articolo Chiese, onde qui
difetto di un terreno che po-
vasto, diremo soltanto come sieno state con-
tesse servire di romitorio, aveano cedute all'Ordine.
fatto edificare una piccola cella nei Maria della Scala fu edifica-
S.
loro giardini, ma poi Luigi XIV ta nel1592 dal Cardinal di Como,
donò gran romitorio presso
loro il in onore della b. Vergine, la cui
la città Louviers nella diocesi
di immagine trovossi su d'una scala
d'Evreux in Normandia, che descris- in questo luogo, quindi fu conce-
se Villefore nelle sue Vile de^ Pa- duta nel i597 dal Pontefice Cle-
dri del deserto di Occidente, to- mente Vili ai carmelitani scalzi.
mo IL La chiesa di s. Maria della Vit-
Innumerabili persone illustri per toria fu eretta dai carmelitani scal-
santità, per dottrina, per dignità ec- zi in onore dell' apostolo delle genti
clesiastiche, ed eziandio per isplendi- in uno tiir annesso convento, cui
di natali, sono fiorite tanto tra le venne aggiunta la facciata dal ce-
carmelitane scalze, che tra i religio- lebre Cardinal Scipioni Caffarelli
si del medesimo Ordine, il cui gene- Borghese, in compenso della sta-
rale della congregazione d'Italia pren- tua di Ermofrodito da essi rin-
de il titolo anche di priore del venuta ne' fondamenti della medesi-
monte Carmelo. Fra quelli, che si ma. Passati dieci anni, nel 1622,
sono distinti cogli scritti e con ope- prese il titolo di s Maria della Vit-
re stampate, meritamente prendono toria per le vittorie riportate in Ger-
il primo luogo s. Teresa loro isti- mania sugli eretici, e per la di lei

tutrice, e s. Giovanni della Croce di immagine collocata nell'altare prin-


lei coadiutore, de' quali abbiamo o- cipale; proveniente dalla detta re-
pere ascetiche piene di dottrina e di gione. Nella dispersione generale
sapienza celeste. Nel secolo decorso degli Ordini religiosi, avvenuta do-
fr. Giannantonio Guadagni fìoren- po il 1809, il convento fu venduto
CAR CAR 69
e. spogliato j finché i religiosi car- chiesa di s. Susanna, cioè nel con-
nielitani scalzi lo ricuperarono nel vento delia detta chiesa di s. Paolo.
j8i4- Giunto ciò a notizia di certo Fran-
La chiesa di s. Pancrazio fu da- cesco Cimini signore napoletano, pel
ta a' Carmelitani scalzi nel pontifi- desiderio che nutriva per la conver-
cato di Alessandro VII. Nel conven- sione degl' infedeli , lasciò morendo
to contiguo evvi il collegio de' reli- nel 1608 a' carmelitani scalzi l'an-
giosi, che si vogliono recare alle mia rendita di tremila ducati, per-
missioni nella dipendenza della sa- che la erogassero pel seminario delle
era congregazione Cardinalizia di loro missioni. Intanto avendo Paolo
Propaganda, istituzione eh' ebbe la V fatto incominciare l'erezione di
seguente origine. Il p. Pietro della un analogo ospizio presso piazza
Madre di Dio, carmelitano scalzo, e Farnese, per istabilirvi un apposito
commissario apostolico, desiderando convento per le missioni, nel i6i5,
d'impiegare i suoi correligiosi nelle temendo che ne potesse derivare
missioni, manifestò questo di visamen- pregiudizio alla congregazione, col
lo al Pontefice Clemente Vili, di dichiararsi da essa indipendente,
cui era predicatore, il quale con risolvette, che il seminario, o colle-
suo breve spedi quattro carmelitani gio si collocasse nel nuovo convento
scalzi in Persia a' 14 luglio i6o4; della chiesa di s. Paolo alle Teniie
ma essendo egli morto menti e i Diocleziane, che poi prese il nome
religiosi erano arrivati iu Polonia ,
di Maria della Vittoria, col titolo
s.

Paolo V nel i6o5 li autorizzò a di Seminario della Conversione di


proseguire il viaggio. In questo an- s. Paolo j onde progiedendo felice-
no si adunò in Roma il primo ca- mente per le cure del p. generale
pitolo generale, dopo che la con- Giovanni di Gesù Maria nel pon- ,

gregazione d' Italia, appellata di s. tificato di Alessando VII ed in virili


Elia, si era divisa da quella di Spa- del suo breve, Decet Rom. Pont.
gna chiamata di s. Teresa, ed in dato a' 24 settembre i655, confer-
esso i capitolari emisero il voto mando quello da Urbano VII! ema-
di recarsi alle missioni a predicare nato nel 1682, Ronianus Ponti/ex,
il vangelo. Quindi vedendo necessa- acquietò le controversie insorte, e
ria l'erezione di opportuni semina- per l'autorità dell'altro breve, In-
vi o conventi per istruir quelli, che scrutabili, del primo marzo 1662,
si sentivano chiamati a tal carri e- fu trasferito nel convento di s. Pan-

ra, ottennero dallo stesso Paolo V, crazio, concorrendovi coli' assenso il

a' i5 dicembre i6o5, il decreto Cardinal Maidalchini, abbate com-


Totius orbis terrarum, col quale mendatario della chiesa. Perlmrto per
venne loro conceduta facoltà di lo zelo e la prudenza del p. Dome-

erigerne uno in Roma, e tempo- nico della ss. Trinità, generale d'al-
raneamente, coli' autorità del bre- lora , a' 6 marzo di detto anno,
ve Romani Ponlificis , emanato ebbe incominciamento colla dipen-
dali© stesso Paolo V nel 1 6 1 3 , denza dal generale prò tempore ^ e
venne convento di
destinato il suo definitorio, restaiirandosi la chie-
s. Silvestro di Monte Compatri sopra sa colla spesa di duemila scudi.
Frascati , e poco dopo s' incomiticiò Sulle qualità, che si richieggono da
r eiezione d' un ospizio presso la quei religiosi , i quali bramano recarsi
,

70 CAK CAR
alle missioni, ed altri uffici relativi, essa la chiesetta convento, "
ed il

tratta Carlo Bartolomeo Piazza, Ope- perchè i carmelitani scalzi nel i75i,
re pia di Roma, trattato IV, capo fecero acquisto del palazzo Rocci
XXVIII. Noi solo ricorderemo, che presso ilmentovato collegio inglese,
fra le altre cose, dopo otto giorni e la chiesa di s. Maria di Monscr-
dal loro ingresso, debbono emettere rato, ove trasportarono V ospizio,
il voto di recarsi a qualunque mis- ed edificarono sotto il medesimo
sione, sia per conversione di eretici, una piccola chiesa.
sia di gentili, sia d'infedeli. L' origine poi delle spezierie an-
Inoltre i (Carmelitani scalzi hanno cora pel pubblico nei carmelita-
in Roma l'ospizio di s. Teresa presso ni scalzi è accaduta in vari tempi,
il collegio inglese, residenza del ge- secondo la varietà delle provi ncie.
nerale e procuratore generale della La spezieria del convento della Sca-
congregazione d' Italia, abitandovi la in Roma conta ciica cento cin-
anco il procuratore generale di quel- quanta anni. I poveri ne han go-
la di Spagna. Anticamente questa duto, e ne godono per le carità
avea l'ospizio e la chiesa di s. Anna fatte loro continuamente, fra le
alle quattro Fontane, che Pio VII quali non è piccola quella di ca-
diede alle monache adoratrici per- var sangue, e denti a chiunque
petue del ss. Saciamento, le quali vi concorre, senza pretendere co-
il regnante Pontefice ultimamente sa alcuna o a pagamento , o in
,

ha trasferite nel monistero, e chiesa rimunerazione ; e la gratitudine


di s. Maddalena al Quirinale. La della mendicità soccorsa compar-
congregazione d' Italia , sulla piazza ve precipuamente nei pontificati di
del monte di Pietà, aveva l'ospizio Clemente XIV e Pio VI, negli at-
con una chiesa dedicata a s. Teresa, testati, che distesero in proposito i

e a s. Giovanni della Croce, fabbri- parrochi della regione di Trasteve-


cata l'una, e l'altro nel palazzo già re. L' utile ritratto dalla vendita dei
de' Barberini, ove abitò Urbano Vili generi andò sempre, almeno in par-
nel suo Cardinalato, cioè al destro te, pel culto di Dio, e nella manu-
lato di detto edifizio, al quale nel tenzione, e nell'ornato delle chiese.
suo ingrandimento compresa la
fu Il Papa Leone XII, per organo del
chiesa e l'ospizio, il avvenne
che Cardinal Bertazzoli, allora proletto-
nel pontificato di Clemente XII. Fu re di tutto r Ordine carmelitano
acquistato tal palazzo dal Cardinal nel 1828, accordò che il risultato
Francesco Barberini nel 1784, per roma-
delle spezierie della provincia
residenza de' superiori generali della na cedesse non solo a benefizio del-
congregazione d' Italia. La chiesetta le chiese e conventi , di cui forma-
fu benedetta dal CardinalGuadagni no una proprietà; ma eziandio ad
a' 16 gennajo 1735, ed il Papa, utile delle altre case della provin-
col breve Exponi nobis nuper fé-
, cia stessa troppo bisognose di aiuto
ceruntj emanato a' 2 1 marzo, con- dopo note vicende del 1 8 4- E
le 1

cedette diversi privilegi a tal con- il regnante Gregorio XVI, con di-
vento , che dichiarò soggetto in spaccio del Cardinal Lambruschini
perpetuo ai superiori maggiori. Non prefetto della congregazione degli
andò guari, che per 1' edifizio della studii , in data de' 29 settembre
deposi teria , furono incorporati ad i838, ordinò con piena soddisfazio-
CAR CAB 7»
ne de religiosi, il modo da tenersi In questa regola pertanto si dà
in Roma nelf esame ed approvazio- la facoltà di ammettere nel terz' Or-
ne de' nuovi conversi ad esercenti , dine ogni sorte di persone d'ambo
oggetto di rilasciar loro, o l'alta, o i sessi , nonché ecclesiastici e seco-
la bassa matricola. Non è poi a ta- lari , vedove e maritate,
fanciulle,
ccisi che nel Pontificato di Pio
,
purché di vita esemplare si mostras-
Vili, e dal settembre 1829, gode sero degne del patrocinio della b.
la spezieria della Scala l' onore di Vergine, alla quale devono profes-
poter somministrare l'occorrente per sare una special devozione. Sono poi
la sacra persona del sommo Pon- esclusi coloro, che fossero slati ri-
tefice , ed meritò anche
in seguito cusati da un altro terz' Ordine, i

d' essere prescelta a dare i medica- sospetti d'eresia, i disubbidienti al-


menti alla famiglia, e guardia sviz- la sede apostolica , e quelli che a-
zera pontificia, nonché alla brigata vessero alcun' altra imperfezione, do-
de' carabinieri. vendo aver mezzi da vivere, ovve-
CARMELITANI del terz' Ordi- ro il modo di procacciarselo con la-
ne. Sebbene alcuni autori carmeli- vorare onestamente. Consistono gli

tani facciano antico quest' Ordine obblighi dei terziaiii di fare un an-
quanto il loro, secondo che si è in- no di noviziato innanzi di profes-
dicato all'articolo Carmelitani cal- sare. I chierici hanno da recitare
zati dell'antica osservanza (Vedi), r uffizio divino secondo il rito della
riportando fra le altre opinioni quel- Chiesa romana , o delle rispettive
le di Diego Martinez Coria nel Trat- diocesi, e che sanno leg-
i secolari
tato sui terziarii, stampato nel i5g2, gere sono egualmente tenuti a re-
in Siviglia j pure 1' altro carmelita- citarlo secondo il rito de' carmelita-
no Silvera, OpuscuL var. Rcsol. 38, ni, ovvero quello della Madonna,

ingenuamente confessa che, nel 1476, mentre quelli, che non sanno legge-
sotto il pontificato di Sisto IV, del- re, devono ogni giorno recitare venti

la Rovere, ebbero principio i ter- Pater ed Ave, e nelle domeniche


ziarii carmelitani , essendo stato il e feste solenni quaranta pel mattu-
primo istitutore nel 1221 d'unter- tino ,
quindici pel vespero e sette ,

z' Ordine di s. Francesco, dappoiché per cadauna delle tre ore canoni-
quel Papa concesse ai superiori dei che. Sono obbligati a digiunare in
carmelitani di poter dare l'abito, e tutto l'avvento, in tutti i mercordi
la regola dell'Ordine loro alle per- dell'anno tranne quello che cade
sone dell'uno e l'altro sesso, che neir ottava di pasqua , nella vigilia
r ave'ssero domandata. Comunque dell' Ascensione , e del Corpus Do-
sia, i fratelli e le sorelle del ter- mini, in quelle delle principah fe-
z'Ordine de' carmelitani, anticamen- ste della Madonna, compresa quella
te non avevano altra regola che del Carmine, la cui festa cade a* i6
quella del primitivo Ordine, data dal luglio, e in tutti i mercoledì e sab-
patriarca s. Alberto, avendone verso bati inclusive dall'esaltazione della
il 1635 nel pontificato d'Urbano Vili ss. Croce all' avvento, e dal Natale
avuta un' altra dal p. generale Teo- sino a quaresima. In tutto l'anno
doro Strazio, la quale, nel 1678, poi si devono astenere ne' mercole-
fu riformata dal p. Emilio Giaco- dì dalla carne, eccettuato quello in
melli, vicario generale dei carmelitani. cui cadesse la natività di G. C.
72 CAR CAR
L'abito de* fratelli, e delle sorelle giosi, perchè non fanno i voti so-
del terz'Ordine deve essere una veste lenni, ciò non ostante le loro con-
lunga, elio dia nel colore nero o rosso, gregazioni sono veri Ordini, e sotto
fermata con una cintura di ciiojo un tal nome sono stati approvati
larga due dita, collo scapolare lar- dai Sommi Pontefici. F. Manua-
go mezzo piede, e lungo sino alle le de' terziarii carrnelkanij JNizza
ginocchia, e colla cappa bianca, che 1745.
dovrà arrivare alia metà delle gam- CARMELO (Carmelus nions).
be. Le sorelle adoperano un velo Monte della Turchia asiatica nel
bianco senza soggolo, ma tanto es- pascialato d'Acri , il cui nome si-
se che gli uomini, ne' luoghi in cui gnifica vigna di Dio^ per la sua
non sono compatibili tali abiti, por- gran fertilità ed amena posizione.
tano vesti secolari d'un colore, che S' innalza cinquecento tese sopra il

si avvicina al tanè. In alcuni luoghi hvello del mare, e può dirsi un


si videro terziarie de' carmelitani composto di colline unite, che cir-
scalzi colla cappa della predetta lun- condano una valle, ima delle quali
ghezza simile a quella dei religiosi, e si estende fino al Mediterraneo.
per lo pili esse fanno il voto di casti- Nella divisione terra di Ca-
della
tà, che per lo più viene emesso an- naan, fatta da Giosuè, questa mon-
che dalle altre terziarie, le quali vivo- tagna toccò alla tribù di Aser, aven-
no nelle proprie case coli* abito del- do a mezzodì quella di Manasse.
l' istituto. In Italia e nella Spagna, Posto in. quella parte di Palestina
moki del terz' Ordine carmelitano fra la Galilea e la Samaria, gli si

fiorirono per santità di vita. danno tredici leghe di circuito, ed è


Non si dee confondere quest'isti- celebre questo monte negli annah
tuto colla confraternita dello scapo- della religione pel soggiorno ed i
lare della Madonna Carmine,
del miracoli dei profèti Elia ed Eliseo,
dell' origine del quale non conven- e pel soggiorno di migliaia di reli-
gono gli autori, sebbene sia certo, giosi nelle grotte scavate nella roc-
che fu istituito dopo che il b. Si- cia , di cui si veggono gli avanzi.
mone Stock ricevette Io scapolare Nella falda del monte si addita la
dalla ss. Vergine , coli' ingiunzione grotta, che dicesi di Elia, e che
di farlo assumere dai suoi religiosi onorala viene anche dai turchi e
qual divisa del loro Ordine. Certo dagli arabi. Più in alto v* ha quella
è altresì, che simili confraternite già del discepolo Eliseo che fu perciò ,

esistevano nell'anno 1262, mentre assai anche presso i giudei.


celebre
nel bollano dell' Ordine parte I , Quivi adoravasi in un tempio fa-
pag. 27, si registra una costituzione moso una divinità chiamata Carme-
di Urbano IV degli 8 maggio 1262, lo, e vuoisi che Vespasiano impe-
in cui concede ai carmelitani di ratore, verso r anno 72 dell' era
ascoltare le confessioni confratrum, cristiana, vi offrisse un sagrifizio
et familìariwn. La confraternita del alle deità ivi adorate.
Carmine non è il terz'Ordine, come I Carmelitani riguardano , che
alcuni hanno scritto, giacché le con-^ i menzionati due
per loro profeti
fraterni te non hanno regola, ma fondatori principali, vi ebbero mo-
solo statuto. È vero che ai terzia- nistero e romitaggio sino dalla più
ri! non conviene il nome di reli^ rimota antichità. Dell* attuale mo-
CAR CAR 73
nislero ivi esistente si parlerà in ap- tuario eretto, e da tempo immemo-
presso. Sì chiamarono monache del rabile dedicato alla beata Vergine
Monte Carmelo quelle trovate dal- del monte Carmelo, la cui conser-
l' imperatrice s. Eleira nel IV secolo, vazione fu sempre a cuore de' fedeli,
come si disse all' articolo Carmeli- soprattutto ai religiosi Carmelitani
tane. 11 Bostio asserisce, che Maria, custodi di esso. Questo sagro tem-
una di esse, fu preposta dall'impera- pio , che nelle vicende de' secoli fìi

trice a dirigere il monistero dalla sua replicate demolito dagl' infe-


volte
pietà fondato presso il s. Sepolcro, a- deli, e ricostrutto dai Carmelitani,
vendo avuto a succederle nella quali- venne, nel 182 1, diroccato quasi
fica di superiora s. Sindetica, s. Sara, dalle fondamenta per una fatale
ed una vergine chiamata Romana, ov- irruzione militare. Pio VII, mosso
vero Nonna. Sopra questo monte l'Or- dalle preghiere de' Carmelitani scal-
dine carmehtano indubitatamente zi , che si accinsero a riedificarlo
ebbe l'origine, raccontando il p. Sa- colle pie oblazioni , autorizzò i su-
raceno a carte 287 del Menologio periori dell'Ordine a questuare per
Carmelitano, che nel 1209 o nel rinvenirne i mezzi. Difatti, nel 1828,
12 12, Vescy signore
Giovanni di nel giorno appimto della festa del
di Alnelvico, e Riccardo di Grey, Corpus Dominiy in cui sette anni
signore di Codenore, ambedue no- prima era stato distrutto l'antico,
bili inglesi , e crociati della sagra fu gettata la prima pietra negli
guerra contro gì' infedeli, traspor- stessi ruderi e suU' area del prece-
tarono in Inghilterra alcuni religiosi dente. Quindi premuroso il regnante
del Carmelo, e che in Alnelvico si Pontefice, che si portasse a compi-
fondasse il primo convento di que- mento opera così rilevante, concesse
st' Ordine. Così ancora si ha, che a'superiori de'detti Carmelitani scal-
s. Luigi IX, re di Francia, al suo zi, nel i836, che continuassero la
ritorno dalla crociata in Palestina, colletta, e con lettere del Cardinal
passò al monte Carmelo, ed ottenne Sala, prefetto de' vescovi e regolari,
dal superiore sei religiosi, che seco de' 26 gennaio, raccomandò agli
condusse a Parigi, ove si stabilirono arcivescovij vescovi ed altri Ordinari
sotto il nome di carmelitani. Con- de' luoghi i religiosi dell' Ordine,
cesse loro parecchie grazie e privi- che il preposito generale de'Carmeli-
legi verso l'anno i245, siccome tani scalzi invierebbe per la colletta.
afferma il vescovo di Chalons nella Felici furono i risultati sì prima
Topografia de Santij e quindi dal che dopo, giacche la questua non
Carmelo passarono altri nella Spa- solo si effettuò in Europa, ma ezian-
gna, altri in ItaUa ed altri altrove. dio neir Africa e nell' Asia : ond' è
Così propagaronsi mirabilmente per che tempio è già risorto piì^i son-
il

r Europa, approvandoli e proteg- tuoso e più imponente del demo-


gendoli sempre i romani Pontefici. lito. Tutto il fabbricato sorge in
Fra i venerandi monumenti della forma quadrata, ed in mezzo vi sta
redenzione, che gelosamente si con- rinchiusa la chiesa di forma a croce
servano, e con singoiar divozione si greca con cupola. Sotto il presbi-
venerano ne' santi luoghi della Pa- terio di essa si vede la celebratissi-
lestina, è, e fu sempre celebre fino ma grotta che servì di abitazione
,

dai primi secoli della Chiesa il San- al profeta Elia; e suU' aitar mag-
^ CAR CAR
gioi*e, adornato di marmi bianchi, privilegiato perpetuo l'altare maggio-
forniti dal monte istesso, si venera re della nuova chiesa per tutte le
la statua prodigiosa della Regina messe, che vi sarebbono celebrate
del Ciclo, che fu coronata in Roma, da qualsivoglia sacerdote secolare o
nel 1823 ai 4 marzo, nel palazzo regolare; poscia, nell'anno 1837, ac-
del Quirinale dal sagrista monsignor cordò lo stesso privilegio per l'alta-
Menochio vescovo di Porfirio, alla re erettovi ad onore di s. Luigi IX
presenza del Pontefice Pio VII. Nel re di Francia e da ultimo , dopo
,

convento, oltre le abitazioni de' reli- la favorevole sentenza della s. con-


giosi, e tuttociò che è indispensabile gregazione de' Riti, con breve apo-
per tutelarne la sicurezza, vi è, co- stolico de' 26 novembre 1839, in-
me sempre vi è stalo, un comodis' nalzò la chiesa grado di
stessa al
simo ospizio pei viaggiatori em^opei, basilica minore, con tutti e singoh
a' quali viene prestata edificante as- privilegi, grazie, preeminenze, esen-
sistenza, al paro di quella che viene zioni ed indulti di cui godono, e
praticata verso i levantini in un'al- potranno godere le altre chiese de-
tra fabbrica poco distante. corate di egual titolo.

E da notarsi, che il monte Car- Fu poi sempre con tal divozione


melo, posseduto ed abitato per tan- venerata la beatissima Vergine nel
to tempo dai padri carmelitani del- monte Carmelo, che i religiosi abi-
l' osservanza , e da essi poi a forza tatori del monte ne presero il no-
lasciato per le vicende luttuose ac- me per la cappella da essi ristorata
cadute in qae' luoghi, venne alla fi- in onore di lei, e in avanti dedi-
ne ricuperato dal principe di quel cata a s. Elia. Sì antico è il culto
territorio, ed ottenuto dai padri car- di s. Maria del Carmine, o di mon-
melitani scalzi della congregazione te Carmelo, che se ne facevano l'uffì-

d' Italia, col patto di pagargli un an- zio e la messa sino dal 1226 a' 16
nuo tributo. A' 29 novembre i63i, luglio, dai carmelitani, a' quali con-
ne presero essi possesso, e vi stabi-, fermò l'uso Sisto V
nel 1587. Quin-
lirono una residenza col titolo di s. di Innocenzo XI, col disposto della
Elia. Nel seguente anno i632, dal costituzione Àpostolatus, Bull. rom.
capitolo generale adunato in Roma, t. VII, p. 92, a' 24 marzo 1679,
al novello generale fu di comune lo estese a tutti i dominii portoghe-
consenso aggiunto il titolo di priore si, e Benedetto XIII ,
prima a' i5
del santo ìiionte Carmelo, colla fa- agosto 1725, lo concesse a tutto lo
coltà di destinare un religioso a sos- stato pontificio, estendendolo poscia
tenerne le veci; Urbano Vili, con
e a tutta la Chiesa, coll'altro suo de-
bolla de' 3 dicembre i633, volle creto de' i4 settembre 1726. Di
che i carmelitani scalzi godessero il questo argomento tratta il p. Giu-
diritto, che chiamasi pri^'ativo^ di seppe Pereira di s. Anna, carmeH-
abitar soli in quel sagio monte, co- tano portoghese, nel suo Cronico de
me abbiamo dal p. Federico di s. Canno Porlugal. t. I, par. IV, cap.
Antonio nella Vita di s. Teresa, IV.
lib. V, cajx) 17. CARMELO, o DI s. Maria del
medesimo Papa regnante Gre-
Il Cabmine. Ordine militare ed eque-
gorio XVI, annuendo alle preghie- stre, istituito in Francia dal re En-
re de' religiosi, nel i835, dichiarò rico IV, sotto il titolo, l'abito e la
7,

CAR CAR 75
regola della Madonna del monte istituito, che il Giustiniani
ciò ci-
Carmelo. Composto era di cento tato non approva. Il principale sta-
cavalieri francesi, de' quali otto po- bilimento di questi cavalieri era in
tevano essere ecclesiastici. Dovevano Boignì presso Orleans. Aggiunge il
principalmente combattere gli ere- Novaes, tomo IX p. 107, che i ca-
tici, e in tempo di guerra dovéano valieri dell'Ordine dei suddetti due
marciare presso il re. Approvato titoli furono soli francesi, come quel-
venne con autorità apostolica da Maurizio e Lazzaro di Sa-
lo de' ss.

Paolo V, Borghese, nel 1609 ai voia era


pe' savoiardi ed italiani.
16 febbraio, colla costituzione Mi- Per la menzionata unione parteci-
litanti iwi j o 93 che si legge nel
5
parono anche i francesi addetti al-
Bollano romano tomo par. Ili, V l' Ordine di s. Maria del Carmine
pag. 297 , come eziandio ripor- delle prerogative concedute a quello
ta il Giustiniani, Istoria degli Or- di s. Lazzaro. Ma nelle ultime vi-
dini equestri, ec. p. 349- Doveva- cende della Francia , avvenute nel
no inoltre i cavalieri provare quat- declinare del secolo XVII 1 ,
questo
tro gradi di nobiltà, avere trenta del Carmelo fu estinto con o-
anni di età, astenersi il mercoledì gni Ordine di qualunque altro isti-

dall' uso delle carni , recitare ogni tuto.


giorno o r uffizio, o la corona, ed CAR.NEVALE, Carnovale o Car-
il sabbato ascoltar la messa. Giura- nasciale, Baccanalia, geniales ante
vano difendere la Chiesa romana, quadragenariuni jejuniiun dies. Co-
di essere fedeli al sovrano, ed os- si chiamasi quel tempo di godimen-
servare la castità conjugale. Consi- to e di particolar tripudio e sollazzo,
steva la collana in un nastro di se- che incomincia nel giorno seguente
ta color castagno ossia tanè dal alla festa di Epifania, cioè a'
,
7 gen-
,

quale pendeva una croce di oro di naio, e dura sino alla mezza notte,
otto punte, biforcata nelle estremità che precede il primo giorno di qua-
di color violaceo. Nelmezzo di essa resima. In generale dopo la festa di
era incisa l' immagine della beata s. Antonio abbate , che cade a' 1

Vergine del Carmelo, avente in am- di detto mese, cominciano le masche-


bedue le mani gli scapolari (Fedi), re (/^et/z), locchè altrove ha luogo do-
chiamati volgarmente abitini, e cir- po quella della Purificazione, che si
condata da raggi d' oro. Il mantel- celebra a'2 febbraio. In Roma poi,
lo de' cavalieri ornava della stessa
si ove per la sua breve durata, e per
croce. 11 primo gran maestro di altre circostanze vuoisi essere il più
quest' Ordine fu Filiberto Nerreta- brillante, le maschere incominciano
no, cavaliere di quello di s. Lazza- nel sabbato di settuagesima, qualora
ro, per essere stato con indulto di non sia impedito dalla vigilia e fe-

Paolo V, pubblicato a' 3i ottobre, sta della Purificazione,o dalla festa


unito r Ordine del Carmelo a quel- di s. Mattia. F. Carnevale di Roma.
lo di s. Lazzaro insieme alle com- Tutta volta si costumò in Italia di
mende, che quest' ultimo possedeva. principiare il Carnevale dal giorno
Alcuni anzi pretendono, che il detto seguente alle feste di Natale, e pro-
Ordine del Carmine sia stato piut- seguirlo sino a quello delle ceneri
tosto unito a quello di s. Lazzaro in cui s'incomincia la quaresima,
di Gerusalemme, che separatamente eccettuate le chiese di rito anibro-
, ,

76 CAR CAR
siano, nelle quali si protrae sino alla gnrono tal nome per sollievo, e sol-
prima domenica di quaresima. La lazzo della carne.
derivazione della parola Carnevale Qualunque sia la spiegazione di
o Carnovale, secondo la Crusca, Du questo vocabolo, sembra probabi-
Cange, Muratori, Politi, ed altri vie- le, che la cosa significata debba la
ne da carna-aval^ perchè in tal tem- sua origine alle feste del paganesimo,
po si mangia molta quantità di carne, da cui ebbero origine que' godimenti
onde indennizzarsi in qualche modo profani del primo dì dell'anno, dei
dell'astinenza, che si deve osservare re, e del carnevale in cui tanti cri-,
nella successiva quaresima ; giacche stiani non arrossiscono di gozzoviglia-
nella bassa latinità fu detto caniis re, al segno che Gislenio Busbech,
Itvamen , non che carnis privium^ ambasciatore ottomano di Solima-
mentre gli spagnuoli dissero latina- no II, trovandosi in una città cat-
mente carnes tolkndas^ come si ha tolica in tempo di carnovale, tornan-
dal messale mozarabico. Altri spie- do in Costantinopoli , raccontò che
garono carno-vale, addìo alla carne, in certo tempo dell'anno i cristiani
perchè i monaci e i chierici con di- diventano pazzi, ma in virtù di cer-
versa misura mangiavano carne nelle ta cenere, che nelle chiese si met-
6ettin)ane precedenti la quaresima ,
teva loro sul capo, tornavano in sé
mentre il rimanente del clero ed e guarivano dalla pazzia. Certamen-
il popolo proseguivano a cibarsi di te che il tempo di carnevale lo è
carne sino al principio di quaresima. di foiba, di danze, di mascherate,
In quei giorni si diede il nome di e di giuochi e divertimenti licenziosi,
Carnevale, perchè in essi si dava tutta volta non è si deplorabile co-
l'addio e il comiato alla carne, ve- me le feste de' gentili, da cui vuoisi
nendo anche detto carnis privium originato.
sacerdotunij cioè cominciamento del- Di fatti le principali feste che i

la quaresima dei preti. Quindi la greci, e i romani spendevano in goz-


settimana di sessagesima fu detta dai zoviglie e dissolutezze erano i bac-
greci apocreos, che equivale al no- canali, le strenne, e i saturnaU. I

stro carnis prii^iurn. ^eì lunedi suc- Baccanali istituiti dalla rimpta anti-
cessivo alla domenica di quinquage- chità ad onore di Bacco passarono
sima si escludevano poscia dai cibi dall'Egitto in Grecia e da questa
,

ordinari le ova e i latticini ; rito in Roma, ove si celebravano due


che nei secoli VII e Vili s'intro- volte all'anno, cioè nel declinar del-
dusse in diverse chiese e monisteri. la stagione invernale nell'ultimo gior-
Ma Ottavio Ferrarlo dice all'oppo- no di febbraio. A
da vasi il
questi
sto, essere il vocabolo Carnevale, il nome di Brwnalia ,
paro che al

medesimo che Carnalia, scilicet fe- quelli de' 25 agosto


sul terminar
sta ut saturnalia, liberalia, ec, de- dell' estate. In questa festa di Bacco

rivato anche questo dal copioso uso si vedevano uomini e donne a cor-

della carne, e questa etimologia fu rere a torme sulle principali strade,


adottata pure dal Menage ; ed il Mu- vestiti di pelU di animah, e ornati
ratori citato non si oppone a chi di foglie d'edera,o di vite a guise
vuol derivata la voce da carnasciale di ghirlande con cui coronavano il
dalle due voci egualmente italiane capo, urlando, cantando e danzando,
carne, e scialare, mentre altri spie- portavano in mano un piccolo picco
,,

CAR CAR 77
che chiamavano tirso circondalo di di nove in onoie delle grazie
, e ,

pampini e di edera , facendosi ac-


, delle muse. In ciascuna brigata sce-
compagnare dai corni , dai timpani, glievasi il re della festa, mentre sin-
ed altri simili stromenti . I greci ché essa durava combattimenti dei i

chiamavano sifUUte feste Dionisìaj gladiatori, e molli altri licenziosi di-


uno de' nomi di Bacco, e le diceva- vertimenti attruppavano il popolo in
no anche Orgìa^ cioè festa furibon- diverse piazze, e queste non che le
da ,
perchè in esse molti nbbriaqa- case risuonavano di grida, e di schia-
vansi sino a perdere il senno. 11 mazzi, essendo per tutto tumulto, e
dotto p. Paciaudi, ne' suoi commen- disordine. F. Rollin, Storia romana^
tari! de Uinhcllac gestaiione^ Roma sui Saturnali tomo IV.
1752 racconta §U antichi riti super- Le strenne o calende di gennaio,
stiziosi j e descrive l' origine di si ossia il primo giorno dell' anno , a
empie feste, le quali diventarono co- Roma erano un giorno di festa , e
tanto criminose ed enormi , che il licenziosità in onore di Giano, e di
senato si vide costretto a sopprimer- Strenia dea dei doni. Tal festa ven-
le. Continuarono nondimeno in pa- ne da Tazio re de' Sabini
istituita
recchie Provincie dell' impero, come e Romolo. Pertanto
poi collega di
in Grecia, furono tolte, allorquando nel primo giorno del nuovo anno
vi penetrò la luce del vangelo di il popolo portava un ramo di ver-
Gesù Cristo. bene tolto da un boschetto consa-
I saturnali in Roma si celebrava- crato a Strenia. I quali rami di ver-
no verso li i5 dicembre, e si con- bena erano riguardati come buon
tinuavano per tre, cinque o sette augurio pel nuovo anno ed è per- :

giorni , mentre le donne h celebra- ciò che in giorno ciascuno face-


tal
vano il primo giorno di marzo. Per va de* presenti agli amici massime ,

tutto il tempo ch'essi duravano gli i chenti a' loro padroni , i vassalli
schiavi erano trattali nelle famiglie a' loro principi^ e quindi i gentiluo-
come i padroni, e alcuna volta que- mini agli stessi imperatori. Delle
siti li servivano a mensa ; essi altresì strenne, donde ebbero origine le
aveano libertà d'insultarli, e di dir mancie che tuttora si danno per la
loro ogni villania con parole, e per- ricorrenza del Natale , e del primo
sino di rimproverarne i difetti, e ciò dell'anno, è a vedersi Mart. Lipenii
in memoria del Secol d'oro di Sa- Strenariiim civilium historia a pri-
turno, o di Noè avanti la divisione ma origine ad nostra usque tempo*
della terra, e della distinzione delle ra deducta y lÀpsìad 1670.
condizioni. Queste feste che in orì- Sebbene i cristiani abborrissero il
gine potevano essere innocenti, avea- culto di Giano e di Strenia, tutta-
no poscia degenerato in una ecces- volta ne' primi secoli della Chiesa
siva licenza, e negli ultimi tempi il mostrarono attaccamento alle loro
popolo vi si abbandonava con ogni antiche pratiche e superstizioni, non
sorta di disordini, e dissolutezze. Du- che a' loro doni, giuochi e banchet-
rante i Saturnali in Roma tutti gli ti che reciprocamente si davano. Di-
affari erano sospesi , si passavano le versi concili condannarono non pei*-
intere notti in tripudi e in pranzi tanto questi abusi, e i ss. Ambrogio
sontuosi il numero dei convitati
: ed Agostino , e altri zelanti pastori
non era minore di tre, ne maggiore fecero ogni sforzo per isradicarlo. Nel
^

78 CAR CAR
declinar del V secolo il zclanle Pon- rimanendone una traccia nelle ferie
tefice s. Gelasio I dovette superare carnevalesche, o carnascialesche, a-
grandi ostacoli onde abolir da Roma vanzo degli antichi succennati sa-
le feste lupercali che si celebravano turnali, e delle antiche feste in ono-
nel mese di febbraio al Dio pane, re di Bacco, di Strenia, e di Cere-
e di Cerere, istituendo invece la fe- re, nonché della festa de' pazzi in
sta della Purificazione, cui s. Sergio I cui aveano luogo mascherate bizzar-
aggiunse la processione colle candele re, e la più sfrenata licenza, dap-
accese. Ed altrove per le calende di poiché gli antichi si servivano delie
gennaio si celebrò per lungo tempo maschere non solo sul teatro , ma
in ogni famiglia la stravagante festa eziandio ne' banchetti , ne' trionfi ,

de' pazzi, nella quale sceglievansi un nelle gueiTC, nelle feste degli dei,
Papa, un decano, e un re de pazzi, soprattutto ne' baccanali , e talvolta
e al favore di quest'anarchia dome- pure ne' funerali. L'uso delle ma-
stica venivano commessi i più gravi schere fu molto praticato nelle ce-
disordini , impunemente
violandosi rimonie religiose, e nelle festività
tutte le leggi della disciplina non , di certe divinità, come ne' Saturna-
serbandosi, più ne sobrietà, ne buon li in cui compari vasi in pubblico
ordine, ed in onta del cristianesimo anche col volto imbrattato di fulig-
usandosi ogni sorta di dissolutezza. gine, ed Ovidio e Censorino ci di-
V. Martinetti, Opuscula quinque cono, che durante la festa di Mi-
Romae 1828, capit. V, § III, Dei nerva chiamata i Quinquatri, corre-
Bassi tempi, ove tratta anche della vasi per le strade colla maschera
festa dell'asino j che celebravasi nel- sul volto. S. Asterò, vescovo di Ama-
l'ottava di Natale alla Circoncisione, sia, che fiori nel IV secolo, e nel
in memoria d'aver assistito alla na- principio del V, parlando delle ma-
scita del Salvatore, e di averlo por- scherate, che si facevano nelle calen-
tato neir entrata in Gerusalemme. de di gennaio , e raccontando le
Finalmente altra profana e ridicola varie pazzie del popolo, fra le altre
usanza ei'a nello scegliersi un re nel- nota il vestirsi gli uomini da donna,
la vigilia dell'Epifania, il quale avea e viceversa, come si fa oggidì nel
la colpevole libertà di godere, e far carnevale. Anche Polidorio Virgilio
godere altrui a discapito della mo- lib. V. De rer. invent., è di senti-
destia e temperanza cristiana ; avan- mento, che il carnevale derivi ezian-
zo delle sregolatezze de' pagani, che dio dai giuochi Quinquatri, et Me-
i cattivi cristiani frammischiarono galensìj ad quos romani personali
colle loro pratiche, nella medesima dccedehant. Dicesi poi maschera la
stagione in cui la celebravano i sud- persona dal figurare con essa rap-
delti, per cui il Deslions scrisse una presentare e fingere altro personag-
dissertazione sopra : // ve beve , co- gio. Maschera pure dicesi quella
me pubblicò la Storia della festa
si intera copertura ovvero del volto ,

de' pazzi a Losanna, nel 1 7^0. quella che dicesi mascherina con un
Ma lo zelo de' Pontefici, le prov- naso e con due occhi, che si mette
videnze de' concini, la vigilanza dei sulla faccia per trasformarla ; e l'uso
vescovi, rimprovero de' saggi, e il
il di essa nel Carnevale si rendette
progresso de' lumi sbandirono poco quasi comune nel secolo XVI. Le
a poco gli avanzi del paganesimo, maschere si fanno di cera, di tela
,

e Ali CAR 79
dipinta e dì carta pista, sotto diver- uso de' divertimenti carnevaleschi,
se forme e sesso. V. Maschera. massime le mascherate, sempre ge-
Molte, e grandi pazzie ne' secoli mendo contemporaneamente promuo-
successivi si praticarono in Italia in ve esercizi di pietà, dappoiché sono
tempo di carnevale , specialmente pericolose le conseguenze delle tras-
in Venezia ed in Firenze, dalle formazioni, come quelle che all' oc-
quali trassero origine diverse di casione favoriscono il mal costume,

quelle, che si permettono tvittora e la gozzoviglia non propria de' se-


nelle città italiane. Il Bottaio, il guaci del Vangelo, altro non essen-
Firenzuola, il Varchi, ed altri par- do i carnevaleschi baccanali se non
lano de' giuochi carnevaleschi , cosi una imitazione delle abbominevoli
il Bonarroti e il Berni, il quale, crapule de' pagani allorché si dava-
come di cosa comune disse del co- no in preda alle loro passioni, ed è
stume che i fanciulli avevano nel perciò che furono costantemente ri-
Carnevale di tirare a sassi per una provati dalla voce della ragione, da
strada. Questo pericoloso giuoco fan- quella del vangelo, dai sacri canoni,
ciullesco in appresso si riformò e dai conciUi, e da tutti i Pontefici,
si temperò dalle persone più civiH e zelanti pastori delle chiese, dai
ed agiate, le quali costumarono primi secoli fino a noi. La Chiesa
lanciarsi a vicenda nel carnevale dalla settuagesima ricopre i suoi al-
de' frutti, ed anche delle palle, e tari , e veste di penitenza i suoi
de'gusci a guisa d'ova pieni d'acqua. ministri, sospende il cantico àeWal-
Da questo può darsi, che abbia avuto leluia, e alle parole di allegrezza
origine il costume in vigore presso frammischia le lagrime, e i sospiri
molte città d'Italia, particolarmente della tristezza. Ella pertanto nel tem-
ti'a le persone mascherate, di gettarsi po del carnevale prende il segno di
a vicenda confetti, o altri grani duolo nel colore paonazzo, soppri-
innocui, o mazzetti di fiori, od al- me i cantici, e ci propone a consi-
tro, che solo promovere serve a derare la funesta caduta de' nostri
le risa e il Ec-
sollazzo del popolo. primi genitori, e gli effetti lagri-
co dunque donde provengono il di- mevoli di s\ gran peccato ; ecco il
vertimento dell'attuai carnevale, le suo spirito nella settuagesima. Nella
mascherate che in esso si fanno sessagesima poi ci ricorda il tremen-
rappresentanti talora anche qualche do castigo dell' universal diluvio,
fatto storico, mitologico, e bizzarro; col quale Dio punì il mondo per
non che le corse de' cavalli , i sol- quei peccati appunto, che nel carne-
lazzi propri delle consuetudini dei vale più facilmente si commettono;
luoghi, i teatri, i festini, le danze, e nella domenica di quinquagesima
i banchetti, le cene ed ogni altra ci pone avanti gli occhi la passione
sorta di divertimenti tutti propri di di Gesù Cristo, le beffe, gli strapaz-
questo tempo, che si può dire af- zi, e i tormenti eh' egli soffrì per la
fatto democratico, vedendosi senza nostra salute, affine d' eccitare in
riserbo trattare e scherz:are il no- noi i sentimenti di compunzione per
bile col plebeo, e colla stessa indif- ben disporci al digiuno della qua-
ferenza i diversi ceti delle persone resima. Osserva il Bellarmino, che
coti egualità e domestichezza. prima si andava con ben altro gau-
Se la Chiesa tollera l' inveterato dio ed allegrezza incontro a tal
8o CAR CAR
digiuno, giacché i cristiani senza Grenoble. In moltissimi luoghi è
danze, e senza maschere si sollazza- in costume eziandio in que'giorni il
vano con moderazione e lecitamen- pio esercizio del Carnevale Santi-
te. Riguardo agli ecclesiastici, non ficato.
solo è proibito loro il danzare, ma A
reprimere gli eccessi del car-
di essere spettatori ai balli ; e i nevale, monsignor Oraziani vescovo
concili Laodiceno nel 827, l'Aga- d' Amelia celebrò nel i5cf5 in quel-
tense, quello di Trento, il provin- la città un sinodo provinciale, nel
ciale di Milano,ed altri che si pos- pontificato di Clemènte Vili, ed o-
sono vedere in Benedetto XIV, De gni anno in tempo di carnevale
Syiiodo DIoecesnna lib. 7 cap. 61, Papa Clemente IX si ritirava nel
emanarono le relative determinazio- convento di s. Sabina sul mpnte
ni, che riguardano eziandio gli spet- Aventino, solamente per occuparsi
tacoli profani. nelle opere di pietà. Clemente XI
,

Tralasciando di rammentare quan- a reprimere i disordini carnevale-


to i zelanti Sommi Pontefici e ve- schi, agh II gennaio 1719, ed ai
scovi fecero nei tempi anteriori a 4 gennaio 172 1, emanò due apo-
quelli, che accenneremo, per consa- stolici brevi; e Benedetto XIII del
crare i pericolosi giorni di carneva- 1724 passava i giorni del carneva-
le con pratiche di vote di edificazio- le in pii esercizi nel convento di s.
ne e penitenza meritano special ,
Sisto de' domenicani suoi correligio-
menzione il Cardinal s. Carlo Bor- si. Quindi ne primordi del 1748,
romeo, che alla sua diocesi di Mi- il gran Benedetto XIV si occupò
lano fece molte notificazioni e i- ad estirpare molti e gravi abusi
struzioni pastorali contro i diverti- introdottisi nel tempo di carnevale,
menti carnevaleschi; il Cardinal Pa- dirigendo a tal fine a tutti i vescovi
leotto arcivescovo di Bologna, che dello stato ecclesiatico l'erudita lette-
per arrestare i progressi del mal co- ra circolare Inter coetera ^ emanata
stume, istituì in dette città pubbli- il dì primo gennaio, che leggesi nel

che preghiere, dette allora le tren- suo Bollano tomo II, p. 875, in
t'ore ne'tre giorni di quinquagesima cui vietò l'abuso di prolungare do-
con sermone e indulgenza ; s. Filip- po la mezza notte dell' ultimo gior-
po Neri, che stabih a Roma con no di carnevale i festini e le ma-
molto profitto più processioni alle schere, e r uso di esse ne' venerdì
sette chiese principali nei detti tre e ne' giorni festivi. Alla pravità di
giorni. In molte città di differen- siffatti baccanali, con isquisita dot-
ti regni, e principalmente in Ro- trina. Benedetto XIV oppose gli
ma si pratica la divozione della es- esercizi di pietà, che caldamente
posizione del Sacramento in for-
ss. inculcò ai vescovi di esercitare, e-
ma di con indulgen-
quarant' ore sortando i fedeli a praticarli, mas-
za , benedizione sermone , e al-
,
sime ne' tridui col ss. Sacramento
tre pratiche religiose, locchè é in esposto, pe' quali concesse indulgen-
uso anche oggidì, affine di contrap- za plenaria a quelli, che vi assi-
porre spirituali esercizi alle pra- stessero, e ciò in riparazione degli
tiche carnevalesche; cosa che pure scandali e sregolamenti del carne-
stette tanto a cuore di propagare vale. Clemente XIIl, che, nel 1758,
al Cardinal le Camus vescovo di gli successe , estese tal' indulgenza
,

CAR CAR 81
plenaria a tutta la Chiesa, median- quatri, ec, tutte feste clamorose ce-
te una costituzione apostolica, in lebrate dagli antichi dominatori del
cui esorta i ministri di Gesù Cri- mondo, i quali, come ci racconta
sto a consacrare particolarmente i Giovenale, due cose avidamente de-
detti tre giorni ali' orazione pian- sideravano panCj e feste. Oggidì il
:

gendo tra il vestibolo e 1' altare, popolo in tal tempo suol darsi alla
come gli invita Dio per bocca del più viva allegrezza e tripudio, a ri-
profeta, Joel. 1 1. 17, affine di cal- creazioni, a teatri, accademie, festi-

mare la sua collera, e preservare i ni, coir uso delle maschere sul vol-
popoli in questi giorni di tentazio- to, con travestimenti di varie fog-
ne dai pericoli, ai quali sono e- gie, anche senza maschera, contraf-
sposti , di andare smarriti dalle facendo ad un tempo negli abiti i
sue vie. costumi, e la favella di varie nazio-
Finalmente abbiamo , che il ni. Prima di descrivere le notizie^
vescovo d' Ipri, Felice di Waz- che abbiamo riunite, per non in-
vrans, nell'anno 1768, indirizzò al terrompere l'argomento, ed a mag-
clero della sua diocesi una istruzio- gior chiarezza, accenneremo somma-
ne pastorale, colla quale vietò agli riamente le cose principali.
ecclesiastici di assistere ai festini ed In Roma il carnevale è riputato
alle assemblee di divertimento car- dagli esteri d' ogni nazione il pili
nevalesco, di stare sulla porta, e brillante, giocondo e caratteristico
alla finestra per vedere le masche- degli altri luoghi, sia per la sua
rate ec, e di farsi vedere in tali breve durata, sia per l'apparato del-
giorni per le strade pubbliche, quan- la principale e magnifica strada del
do non vi fossero costretti dai do- corso, sia per l'intervento copiosis-
veri del proprio ministero j facen- simo de' cocchi , sia per certe ma-
dosi solo vedere nelle chiese e per le scherate lepide, graziose e dilettevoli
strade, che ad esse conducono, o a vi- proprie del costume di alcune classi
sitar malati negli ospedali ; in somma dei romani, e sia pel gran concorso
li esortò a vivere nel raccoglimento in di spettatori, particolarmente forestie-
tutto questo tempo separati di cor- ri, con piacere ne prendono
che
po e di spirito dalle persone del parte, non meno che per altre cir-
mondo, ed assistere ai divini uffìzi, costanze diverse. Imperocché quelli^
e alle preghiere delle quarant' ore. che soprammodo contribuiscono a
V. TraUato dé'giuochi e de diverti' rendere brillante il carnovale roma-
menti permessi^ e proibiti ai cri- no sono i romaneschi ( col qual no-
sliani,^on\dL 1768, capitolo XII. Dei me vengono distinti gli abitanti di
ballij delle maschere ed altri diver- Roma, che dai nobili e cittadini so-
timenti carnevaleschi j Pompeo Sar- no considerati pegl' idiotismi, e pei
nelli, tomo III Lettera XVII I, Delle barbarismi del loro Hnguaggio), cioè
Maschere. quelli particolarmente di alcuni rio-
CARNEVALE di Roma. Al pre- ni della città , come di Monti
cedente articolo si è detta 1' origine Regola, Trastevere, ec. In quegl'idio-
di questo divertimento, che precede tismi è chiara 1' espressione alla
la quaresima, e che rinnova in qual- universale intelligenza, ed in mezzo
che modo con moderazione ed one- ai rustici modi, d' altronde cortesi
i saturnali, i lupercali, i quin- spontanei, senti palesarli sentimenti
voi. \. 6


,

8a CAR CAR
$ì generosi, ingenui, e di un deli- il quale è maggiore in delti due
cato gusto, insieme a motti arguti, giorni come i più solenni, ed i più
graziosi, e pieni d* energia, che ben brillanti del carnevale. V ha un se-
per essi si è spiegato come Roma condo premio in solo danaro ,
pel
sia la patria perpetua dell' immagi- secondo cavallo, il quale arriva alla
nazione su d' ogni classe di persone, meta, che chiamasi la n'pre<ia dei
e quanta piacevolezza v* abbia allo- barbari, cioè al termine del corso
ra che in un modo tutto partico- presso il palazzo di Venezia. La
lare sono mascherate
usati nelle partenza dei barbari è innanzi V o-
carnevalesche, ed allora che si fan- belisco della piazza del popolo, do-
no con tanta naturalezza a contraf- poché il cavalier mossiere abbia or-
fare alcun personaggio di maggior dinato il suono della tromba per la
condizione, interponendovi di bellis- quale per mezzo dello scrocco, si tira
simi episodi, che più fanno sensibile il canapo, che tratteneva i cavalli
il grado che rappresentano. corridori. La detta piazza, e le al-
Otto sono in Roma i giorni pre- tre principali sono guarnite pel buon
scritti alle mascherate, ed alle car- ordine da vari corpi di milizie, ol-
riere de' cavalli, dette corse de^ bar- tre quelle amovibili, che perlustrano
han\ giacché è solito principiare il il corso, e le altre strade, affine di
carnevale nel sabba to precedente la prolungare il tragitto alle carrozze.
domenica di sessagesima ,
qualora Nel primo giorno, nel giovedì
non sia impedito, ed esclusa questa, grasso, e nell' ultimo giorno il go-
ilvenerdì e la domenica di quin- vernatore di Roma , accompagnato
quagesima, termina il martedì avanti da monsignor procuratore generale
ilgiorno delle ceneri. Al suono del del fìsco, o, in sua assenza, dal pri-
campanone di Campidoglio, cioè ad mo luogotenente del governo, non
ore diciannove i mascherati sortono che il senatore coi conservatori di
per la città, ma però ad ore venti- Roma, ed i priori de' capo-rioni, dai
quattro debbono togliersi la masche- rispettivi palazzi con treno di for-

ra dal volto, per riprenderla se si malità, circondati colle proprie guar-


rechino ai festini, che sono cinque. die e domestici, si recano alla detta
Gli otto pallii, o premi de'cavalli di piazza del popolo. In mezzo al corso

razza italiana, vincitori delle corse, incedono sino alla loggia posta in
consistenti in varie canne di drappo un angolo del palazzo di Venezia
di stoffa, di seta, di velluto, di tela da dove giudicano o decretano il ,

d'oro, o di tela d'argento, nella mat- premio al vincitore. In caso di dis-


tina del primo giorno di carnevale crepanza, o d'irregolarità della corsa,
dal Campidoglio sono portati per il pallio si destina dal Pontefice a
la città sopra altrettante aste dai co- qualche chiesa, o moni stero, e tal-
sì detti fedeli di Campidoglio ( Fedi), volta a quello di s. Antonio sull'Es-
in cavalcata, preceduti dai loro trom- quilino. Negli altri giorni i suddetti
betti, schierandosi essi anche avanti magistrati dalle loro residenze con
al palazzo, ove risiede il sovrano minor formalità vanno direttamen-
Pontefice. I più nobili di detti pallii te alla menzionata loggia.
si danno nel giovedì gi-asso, e nel- Non si deve poi passare sotto si-

r ultimo giorno al cavallo vincitore, lenzio, leggersi nei Diari di Roma,


insieme ad altro premio in danaro, che nel primo giorno di carnevale
,,

CAR CAR 83
cavalcavano pel corso il governa- principe al plebeo , da classe a clas-
tore , il senatore ed i conservatori se di persone: tanta è l'uniformità
di Roma, col priore de' capo-rioni, dellacomune gioia. Questo diverti*
e i primari uffiziali del tribunale mento de' moccoletti, che incomincia
criminale. In ogni giorno della cor- appena terminata la carriera de' ca^
sa al secondo sparo de' mortari valli, e dura sino ad un' ora di not-
cioè alle ore ventitre, tutto il corso te, forma il carattere , ed è il piìi
deve essere sgombrato dalle carroz- luminoso elogio de' romani, con co-
ze, ed allora ,
quando ne voglia stante stupore ed ammirazione dei
profittare, con nobile treno percor- forestieri ; dappoiché mentre l' im-
re tutta la via, per distinzione e menso popolo appassionato per tal
privilegio, uno degli ambasciatori x'e- sollazzo n' è tutto caldo ed immer-
sidenti in Roma, avendone prima da- so, ali* avviso dato dell' ora suonata
to l'avviso , e preso i debiti concerti del termine, prontamente ubbidisce
con monsignor governatore, il quale dà e quietamente si ritira senza il più
le opportune provvidenze per la re- piccolo inconveniente, dandosi così
golarità della corsa. Quindi , come fine al carnevale, meno i teatri, e i
si pratica ogni giorno, un drappel- festini, che però devono terminare
lo di dragoni cavalcando al galop- avanti la mezza notte.
po, dalla mossa si reca alla ripresa, Non solo Roma si distingue pel
ove giunti, segue la carriera de' bar- suo brillante carnevale, ma, qual si

bari. conviene alla capitale del cristiane-


Sulla celebrazione del carnevale, simo, riesce esemplare e di edifica-
e sul buon ordine di esso ha giu- zione per divote opere, che contem*
risdizione monsignor governatore di poraneamente ella pratica in molte
Roma, con autorizzazione so-
che chiese , monisteri, oratorii, ec. con
vrana emana il bando per le ma- esercizi spirituali, prediche ed altre
schere, corse e festini; mentre sul- pratiche religiose, massime coU'espo-
r ammissione de' cavalli alla carrie- sizione del ss. Sacramento nelle ba-
ra, e sul conferimento del premio, siliche, ad altri sacri templi. Tale
incombe al magistrato romano pub- esposizione si fa con magnificenza ec-
blicare i relativi regolamenti. Final- e con sacro decoro, princi-
clesiastica,
mente hanno termine le feste car- palmente nella chiesa dell'oratorio
nevalesche collo spettacolo singolare della ss. Comunione generale, detto
e giocondissimo de' moccoletti , col del p. Cara vita, dal lunedì di sessa-
quale non intendesi fare i funerali gesima per tre giorni inclusive, nella
al morto carnevale , come si dice basilica di s. Lorenzo in Damaso
volgarmente, ma rinnovare la me- dal giovedì alla domenica di quin-
moria delle feste di Bacco, di Ce- quagesima, e da questa sino alla
rere ovvero de' giuochi Circensi
, sera dell' ultimo giorno di carneva-
come meglio si dirà in ultimo; sol- le, nella chiesa del Gesù. In questa

lazzo, che ha luogo nella via del chiesa, e nella detta basilica si fa
Corso principalmente. Tutti si for- tale esposizionecon cappella Car-
niscono di più moccoli di cera li , dinalizia ( Fedi ) ed in tutti e tre
,

accendono, e lungo il corso succede i luoghi si reca il sovrano Ponte-


la gara di levarseli e scambievol- fice accompagnato dalla sua corte
mente smorzarli, senza distinzione dal a venerare il ss. Sacramento; men-
84 CAR CAR
tre nel marted\ sera, dopo la corsa, via del corso (l'antica via lata) ^

nella chiesa del Gesù, si reca con avendo principio dall'arco di Domi-
formalità il summentovato senato ziano presso il palazzo Piano, e di
romano, terminandosi colla benedi- là giungendo al palazzo di Venezia
zione del Venerabile. Non è poi a edificato dal medesimo Pontefice.
passarsi sotto silenzio, che l'esposi- In esse correvano negli otto giorni
zione del Cara vita si
all'oratorio di carnevale vecchi, giovani, ragaz-
eseguiva con una macchina con zi, ebrei, cavalli, asini e bufali, con-
qualche simbolo allusivo. E per dire sistendoil premio in alcuni pezzi di

di quelle di alcuni anni, nel 17 i8, drappo detto pallio. Questi spettacoli
si figurò la visione d'Ezechiele; nel adattati al gusto de' tempi, diedero
IJ2 1 quella di s. Giovanni i^idi in il nome di Corso alla suddetta stra-
medio seniorum A§nunijx\e\ ifii il da , e ad esempio di Roma, molte
miracolo della moltiplicazione dei città d' Italia e d' oltremonti cos\
pani mentre alla chiesa di Gesti
, chiamarono la strada più retta e
esprimevasi il sogno di Giuseppe decorosa. Cos\ le corse successiva-
ebreo. Nel 1724 poi al Cara vita si mente si allungarono, come il car-
rappresentò la pesca nel mare di nevale si variò in Roma, seguendo
Tiberiade, ed al Gesù, Gedeone coi quelle e questo nel modo superior-
suoi trecento soldati. mente accennato, per quell' ingegno
e gusto dai romani sempre mani-
Notizie sul carnevale, che i Roma- festato nel variare i loro popolari
ni festeggiavano nei bassi tempi spettacoli, ed i pubblici divertimen-
sino al secolo decinioquinto , e ti loro.
parte del decimosesto. A formarsi un' idea del carnevale
di Romane' secoli di mezzo, biso-
Air Carnevale abbiamo
articolo gna necessariamente descrivere i tan-
detto quante e quali erano le feste, to famigerati giuochi di Agone e
che principalmente aveano luogo in di Testaccio , come quelli, che per
Roma, presso gli antichi romani, diversi secoli formarono appunto il
nei tempi chiamati poscia carneva- carnevale romano. Quelli però nel
leschi. Indi a poco a poco massi- , pontificato di Paolo III, Farnese^ e
me ne' secoli di mezzo, i giuochi di specialmente quelli nell' anno 54*), 1

Agone e di Testaccio formarono per riuscirono i più splendidi e magni-


molto tempo il carnevale in Roma. fici. Quindi noi stimiamo opportu-
A questi succedettero le corse, come no di darne una breve descrizione,
divertimento assai gradito ai roma- tratta da una contemporanea rela-
ni, ond' ebbero talora luogo al Te- zione, che si conserva mss. nella bi-
staccio, monte artificiale vicino alla blioteca della principesca famiglia
sponda sinistra del Tevere, non che Altieri, eguale a quella, che si legge
per le strade che da Campo di fio- nel mss. della biblioteca Albani, ci-
ri conduce ai Banchi, prossimi al tato dal Marini, ne' suoi Archiatri
ponte sant' Angelo , ed eziandio 72. Eccone il titolo:
pontificiij p.
per quella denominata Florida e // vero progresso della festa d'A-
poi Giulia, finché nel pontifica- gone e di Testaccio celebrata dai
to di Paolo II , eletto nell' anno signori romani nel giovedì, e nel
1464, furono stabilite sulla attuale lunedi di carnevale dell'anno i5>45,

i
CAR CAR 85
conte solevano fare gli antichi ro- una specie di concilio in atto di con-
mani^ col vero significato de' carri dannare gli eretici. Il settimo del
trionfali. Eccone la descrizione. rione della Regola, con un cervo,
>» Giovedì, che fu alli 1 1 di feb- che inseguiva alcuni serpenti, aven-
braio 1 545, si celebrò la festa di done afferrato uno colla bocca. L'ot-
JVavona secondo il modo antico; tavo del rione Parione con uno smi-
tutti quelli, che avevano da en- surato grifone suo simbolo, posto
trar in così solenne pompa, si ri- alla custodia d' un nascondiglio d'o-
dussero nella piazza di Campido- ro. Il nono del rione Ponte con ,

glio, donde si partirono sulle 20 due cavalieri a cavallo affrontati in-


ore, e vennero verso la piazza di sieme sopra un ponte , uno vestito
Agone, coir ordine infrascritto. E- alla romana, l'altro alla barbaresca,
rano primi nell'ordinanza molti de' quali il primo restava vincitore.
trombetti a cavallo vestiti di ros- Il decimo del rione di Campomar-

so, presso i quali venivano i mi- zo con due eserciti sopra , da una
nistri della giustizia colle insegne parte di turchi, e dall'altra d'ita-
loro ; seguitavano gli artieri del- liani, tedeschi, spagnuoh e francesi,
la città in tutto settemila , che che venivano alle mani, dichiaran-
durò il passare circa quattr'ore dosi la vittoria pei secondi. L'unde-
con trombe , e tamburi ripar- , cimo del rione Colonna rappresen-
titi in tante compagnie quan- tante i due monti Abila e Calpe
te sono le arti, e divisi in tante con un braccio di mare ad essi in-
parti, quanti erano i carri trion- termedio, pel quale veleggiava una
fali, fra i quali trammezzate anda- nave verso l'oriente direttamente.
vano dette fanterie, sotto le loro Dopo tal carro seguiva gran quan-
bandiere armate bravamente d'ar- tità di guastatori con vettovaglia,
mi bellissime". artiglieria e diversi arnesi propri
Indi r autore segue la descrizio- d' un campo militare e quindi il ,

ne de* carri ; ma non essendo della duodecimo carro del rione di Tre-
natura di quest' opera il tener die- vi, con un cavaliere armato alla ro-

tro ad ogni particolarità, ci limitere- mana, che con una lancia in mano
mo a dire in compendio ciò che può superava un barbaro, già messosi
riguardare il sostanziale della festa. sotto i piedi con vigore. Per trat-
Il primo carro pertanto era quello tenimento della festa, oltre l' ordine
del rione di Tiastevere rappresen- e il consueto, era vi un gran Mongi-
tante il carro massimo. Il secondo bello rappresentato sopra un altro
del rione Ripa, sopra del quale gran- carro tirato dri cavalli, ai cantoni
deggiava con vari emblemi la sta- del quale vedevansi bellissimi tro-
tua della Fortuna. Il terzo del rio- fei, Mongibello fu prepa-
e sotto il

ne di s. Angelo, che figurava la cit- rato un magnifico fuoco artificiale,


tà di quarto del
Costantinopoli. Il che si fece eseguire nell' entrare in
rione di Campitelli, ove si vedeva- Agone, con grande meraviglia ed
no espressi al naturale gli orti delle allegria di tutti gli astanti. Appresso
Esperidi. Il quinto del rione della seguitava il carro del rione de' Mon-
Pigna colla statua di Cibele turri- ti, che figurava la favola di Pro-
ta. Il sesto del rione di s. Eusta- meteo legato al monte Caucaso. In-
chio , nel quale era rappresentato di venivano in bella ordinanza 1 con-
,,

86 CAR CAR
testabili di lutti i tredici rioni di porioni, Adriano Velli, da'due can-
Koma (giacché allora Borgo non lo cellieriCurzio Frangipane e Belar-
era) in numero di ti'ecento , eoa dino CaflUrelli, che conducevano in
ispade, e con targoni allautica, nei mezzo Giuliano Cesa ri no gonfalo-
quali erano dipinte le insegne dei niere di Roma, il quale portava il
loro rispettivi rioni ; i gentiluomini gran gonfalone romano, riccamente
delle città di Sutri e Tivoli chia- vestito e pieno di gioie fino agli
mati dal senato romano alla festa; speroni, gioie che si valutarono a
ed otlantadue giovanetti, che dice- trentamila scudi. Seguito egli era da
vansi'giuocatori, vestiti all'antica con quattro paggi vestiti all' antica di te-
diverse livree d'oro e d'argento e la d'oro, oltre venti staffieri con
di seta sopra bravissimi cavalli superbe livree. Finalmente procede-
scortati ognuno da molti staffieri vano i conservatori di Roma Sante
aneli' essi con gran lusso vestiti chi da Corneto, Lorenzo Velli, e Ales-
di raso, e chi di velluto. Veniva in sandro d' Alessi, non che il senatore
ultimo un numeroso coro di musi- cogli altri uffiziali del Campidoglio.
ca tramezzata da molti trombetti a Questa sontuosa e magnifica ca-
cavallo. Chiudeva la processione dei valcata partita dal Campidoglio per
carri quello del Papa, la cui sta- la strada nuova, si recò alla piazza
tua in abito pontificale si ergeva della Pigna, o de'Cesarini, proseguì
nel mezzo, ed ai Iati si ammirava- per le case di Valle, ed a quelle
no quattro bassorilievi allusivi alle de' Massimi, voltando per campo di
virtù di Tutte queste macchine
lui. Fiore, donde passò alla piazza Far-
ambulanti erano tirate dai bufali. nese. Nel palazzo di sua famiglia,
Il carro seguito da
pontifìcio era ed ai balconi era vi Paolo IH con
due romano, Ma-
sindaci del popolo molti Cardinali, i duchi di Castro
ria Maccaroue, e Alessandro de Gras- e Camerino suoi nipoti, con molti
si, ed in mezzo ad essi marciava signori e signore. Fatta la cavalcata
l'officiale dell'anello col bastone in un giro per la piazza, voltò per
mano, e cima ( che fu
l' anello in corte Savella , per Banchi , pel
e
messer Francesco Salamoni ), da tre ponte s. Angelo, s'avviò pei Coro-
manescalchi con paggi e staffieri nari piazza di s. Apollinare , da
,

Bruto Goffiedi, Vincenzo Dolce, e dove entrò per piazza d'Agone ora
Pier Domenico Madaleni; dal ca- Navona, e circondatala più volte,
porione con simile corteggio , che si schierò in essa come un batta-
furono, di Ripa, Cola Evangelista glione. Alle ore ventiquattro ognuno
di s. Angelo, Lelio de' Fabj ; di Cam- di queUi, che la componevano, si
pitello, Tiberio Margano; della Pi- ritirò alla propria abitazione. Fu
gna , Antimo Capizucchi ; di s. Eu- opinione generale, che tal festa co-
stachio, Rotilio Alberino; della Re- stasse centomila scudi, senza com-
gola, Giulio Americi; di Campo prendere le vestimenta, giacché an-
Marzo, Pietro Cardello; di Pario- che gli artigiani erano vestiti deco-
ne, Alessandro Cinquini; di Ponte, rosamente.
Gio. Battista Altoviti
; di Colonna, Alla descrizione della festa di
Vincenzo del Sordo; di Trevi, Ri- Agone, segue immediatamente l'al-
naldo de Bracciano ; di Monti, Mu- tra di Testaccio pubblicata dal Cre-
zio de Mantaro; dal priore de'ca- scimbeni, Sialo della basilica di
,

CAR CAR 87
s. Maria in Cosmedin , pag. 90, e quah si non manco prove,
fecero
che qui si aggiungerà a piena co- che in ammazzare i tori. Fra
gnizione e schiarimento de' giuochi molte livree, che si videro quel
suddetti, portando tal descrizione dì , ve ne fu una di trentasei
la data di Roma 2 i febbraio 1 545, mattaccini vestiti di rosso a ca-

ed è la seguente. vallo con zagaglia in mano, e


'» Domenica passata si doveva questi furono i primi ad assaltare
« fare la festa in Testaccio, ma per i tori. Ma la più nobile cosa,
» la perversità del tempo fu dilfe- che si vedesse, fu una livrea di
>' lita al giorno seguente. Il luned\ sei che fecero il Cardi-
cavalieri,
« adunque andò tutto l'ordine della nal Farnese, il Cardinal di santa
» festa in Testaccio, nel medesimo Fiora , e il duca di Camerino
« modo che aveva fatto giovedì in nipoti del Papa. Questi erano
*» Agone, meno carri. Questo luo-
i vestiti da soldati all' antica, e i

M go è il più comodo, e il più bello vestimenti erano d'oro, d'argento


» pegli spettacoli, che si possa imma- e di seta con ricami, trapunti,
« ginare al mondo. A ponente è il fregi e lavori sopra lavori, e con
» monte Testaccio, a levante un tal vaghezza, che a me non basta

w piccolo colle, sul quale evvi il l'animo a descriverli. Colla mede-


»* monistero di s. Saba, a setten- sima nobiltà erano anche ornati
'» trione è quella parte dell' Aven- i loro bellissimi ciivalli, i quali
« tino, che ha fortificata Paolo III, furono di tanta destrezza e ga-
« ed alcune case di vigne, a mez- gliardia, che a tutto il popolo
« zogiorno sono le mura di Roma, parve miracolo le cose, che fe-
« lungo le quali sta un torrione cero sopra di quelli i cavalieri;
»> ogni dieci canne. Tutti questi Li compagni dei prelati Cardi-
» luoghi erano pieni di gente , ve- nali ,e duca in questa livrea
» dendo ciascuno comodamente. 01- furono il duca di Melfi, il conte
» tre queste parti più eminenti vi di s. Fiora, e il principe di Ma-
w era un gran numero di palchi, cedonia. Si corsero ancora tre
^» e di carri legati insieme , che palili; pei barbari di broccato
»» servivano e per la vista e per d' oro, pei cavalli di velluto cre-
>» difesa. Nel mezzo è un gran misino, e per le cavalle di velluto
» prato, dal quale dalla banda di paonazzo. Il corso cominciava do-
>» tramontana era il catafalco di ve le mura della città si congiun-
w Madama. Il luogo fu lutto cir- gono col Tevere, e passava per
>» condato dalle fanterie e dai ca- , mezzo la prateria , e terminava
« valli, e dappoi con bella pompa alla cima del monte Aventino,
" fecero di sé mostra tutti quelli, sicché ciascuno poteva benissimo
*» che il giovedì l' aveano fatta sì vedere dal principio al fine, lo
»» bella in Agone. Intanto s* inco- non entro a ragguagliarvi di al-
« minciò la gran caccia, nella quale cuni altri particolari ,
perchè sa-
»» furono morti tredici tori, e fu- rebbe troppo lunga la stoi'ia;
'» rono rovinate giù da Testaccio sicché questo vi basti di quella
» sei carrozze, e sopra ciascuna di giornata, 11 dì di carnevale cor-
» esse era un pallio rosso, e un sero il pallio gh asini e le bufale,
f» porco vivo, per guadagno dei secondo l' usanza e bagordi , e
, ,

ss CAR CAR
»> tumulti a furia. Sicché questo vi nirsene, laonde ne rimasero da cen-
« basti di quella giornata. La notte to ferite ,
perchè i carri in tutti
»» si recitò una commedia in casa furono tredici, con altrettanti tori,
»» Il primo giorno di
di CafFarelli. i quali appena giunti alla meta era-
*> quaresima fu la stazione a santa no uccisi da innumerabili colpi. Poi
*» Sabina, la quale fu tanto solen- si fecero dal detto monte alla colon-
« ne, che molti vennero in disputa, netta posta alle radici di Aventino,
»» chi fosse più bello, il carnevale, le corse de' barbari , delle cavalle
"
»> o la quaresima di Roma. e di cavalli chiamati turchi tutù
Osserva il Ratti, Della famìglia cavalcati da putti , e con palili al
Sforza^ par. II, Roma 179^, che vincitore per premio. Quanto poi
bisogna convenire, che veramente i sieno antichi sillìjtti giuochi, si ri-
giuochi celebrati nel detto anno di leva da una bolla di Urbano V,
Agone, e di Testaccio facessero gran eletto in Avignone nel 1 362 con ,

colpo sull'animo de romani e de- cui protestò contro la forza , che


gli altri, che v' intervennero, dap- i romani adoperavano per obbliga-
poiché molti si diedero premura di re le città, e luoghi vicini, come
stenderne diligenti relazioni, acciò Anagni, Corneto, Magliano, Piper-
non ne perdesse la rimembran-
se no, Sutri, Terracina, Tivoli, Tosca-
za. Due
altre sono pure citate dal nella, Velletri ec, a mandar uomi-
Crescimbeni, e la prima stampata ni da ogni comunità per accrescer-
con questo titolo: Lì grandi trionfi^ ne la solennità, siccome afferma nei
festCj pompe, e livree fatti dalli suoi Archiatri il citato Marini, to-
signori romani per la festa di Agone mo II. p. 72.
e di Testaccio. L' altra manoscritta Non riesca discaro, che qui si dia
fu compilata da Gio. M." Zappi tibur- un cenno sulla piazza Navona o Ago-
tino, che fu uno de' giuocatori, e il ne, e sul monte di Testaccio. La
porta stendardo della sua patria.
- piazza Navona, una della pili gran-
Un* altra lunga e curiosa descrizio- di di Roma, prese il nome dal cir-
ne di una festa di Testaccio, come co Alessandrino o Agone, onde giuo-
eseguita l'anno 1372 a' i5 agosto chi di Agone furono detti quelli nel-
nel pontificato di Gregorio XI resi- la medesima celebrati. Di essa Fran-
dente in Avignone , è riportata a cesco Cancellieri ci dà erudite noLizie,
pag. 589 e seg. da Marco Ubaldo nel suo Mercato, lago, e palazzo pan-
Ricci nella sua eruditissima Notizia filiano nel circo Agonale^ detto vol-
della romana famiglia Boccapadidi^ garmente piazza Navona, Roma
Roma 1762. Secondo la narrazione 181 I. In essa attualmente si fa u-
eh' egli riporta d' una di tali feste na gran fiera, o mercato nel mer-
la corsa a Testaccio consistette nel coledì d' ogni settimana, ed ogni
correre da quel monte
che fecero mattina mercato delle erbe e co-
il

al piano due carri o carrozze per mestibili. Nel mese poi di agosto nei
volta tirate dai tori, con quattro sabbati, e nelle domeniche, viene al-
porci legati dentro, ed una can- lagata dalle tre celebri fontane, che
na di panno rosato per palho; decorano la piazza, ed in alcune
e che appena giunsero sulla piazza, circostanze vi si tengono le corse
trecento persone colle spade nude del fantino, delle quali poi riparle-
vi si scggharono sopra per impadro- remo, specialmente in occasione del
,

CAR CAR 89
passaggio per Romaqualchedi gesima, detta di Testacelo. Quindi vi
monarca, come da ultimo ebbe luo- fu aggiunto un terzo giorno interme-
go per Francesco II re delle due dio tra i due suddetti, cioè il sabbato
Sicilie. Tali fantini sono giovani a come ap-
destinato alla caccia de' tori,
cavallo a dorso nudo, divisi in tre parisce dalla bolla di Martino V, Cir-
squadre e vestiti di colori diversi. 11 cumspecta sedis apostolicae, emanata
monte poi di Testaccio, Testaceiif!, in Roma J^II id. niartiis an. 1^1^.
si formò da una immensa quantità Divenuto poi nel 1464 sovrano Pon-
di frantumi di terra cotta. Alcuni tefice il menzionato Paolo II, Bar-

dicono che Tarquinio assegnò tal bo, veneziano d' animo grande, vi
luogo a' fabbricatori di vasi, tanto per aggiunse le otto corse de'
che palili,

la comodila dell' imbarco sul Teve- ancora oggidì sono in uso, sebbene
re, che per giovarsi delle sue acque, dalla loro prima istituzione rifor-
e siccome loro proibì gettare quelli, mate. Paolo li conobbe meglio dei

che si rompevano, nel fiume, così suoi predecessori il vero genio del
col porli in questo sito, in progresso popolo di Roma, e le due molle
di tempo ne divenne un monte deli- che lo fanno agire, a se-
principali,
zioso, e molto comodo alla conserva- conda di chi il deve condurre col-
zione del vino neil' eslate. Il Can- lo stesso di lui vantaggio ;
paneni,
che vi fosse anticamen-
cellieri dice, et circenses. Onde si studiò parti-
te celebrato il mercato, e il Vasi colarmente di contentarlo in am-
tom. II. p. 4^7, Itinerario di Ro- bedue queste cose, coli' abbondan-
ma, dà al monte di Testaccio an- za de' viveri, e coi pubblici spetta-
che altra origine. Nel 1 686 il Mar- coH , de' quali volendo godere egli
tinelli stampò un libro sul monte stesso , siccome di naturale piuttosto
Testaceo o Testaccio j V Eschinardi allegro, ordinò, che le corse, le
scrisse, nel697, una lettera sul mon-
1 quali per lo innanzi si facevano a
te Testaccio j ed altrettanto fece il strada Florida o Giulia, si facessero
Contucci, riportala nel t. III. Arcad. dall'arco di Domiziano, poi detto di
Canniti. Attualmente nel maggio, s. Marco,
Portogallo, sino al palazzo di
neir estate, e massime nell' ottobre detto poi di Venezia, da lui eretto
è frequentato questo monte dai ro- ed abitato ; benché alcuni dicono ,
maneschi, e dalle niinenti per le che i cavalli partissero dalla piazza
vignale, ovvero sia per certe ricrea- Flaminia, o del popolo. Ma poi ve-
zioni consistenti in colezioni, balli, dremo r arco demolito da Alessan-
canti dei ritornelli, della tarantella, dro VII, acciocché le corse libera-
e simili curiose composizioni, fra il mente seguissero dalla detta piazza
suono de' tamburelli, dei calascioni^ sino a quella di Venezia.
e dei mandolini. Racconta dunque il Platina, nel-
Ritornando all'origine del carne- la Fita di Paolo II, di cui fu
vale romano, dopo l' abolizione dei contemporaneo, e a p. ^56, che
Saturnali, Lupercali ec, ed altri an- avendo egli quietate le cose d' Ita-
tichi giuochi, consistevano gli spet- lia colla celebre pace del 1468^ per

tacoli in principio nella festa di la quale furono fatte feste per tut-
giovedì grasso, o di sessagesima, det- ta r Italia, e per due giorni in Ro-
ta di Agone, e nell'altra dell'ulti- ma, il Pontefice indi ordinò, ad i-
ma domenica, cioè quella di quinqua- mitazione degli antichi, alcuni giuo*
,

go C AR CAR
chi e feste magnifiche, e diede un che vi si conduceva colla maggior
sonluoso banchetto al pupulo. il pompa degli antichi romani, circon-
Viaiiesio da Bologna, eh' era vlce- dalo dai magistrati di Roma stessa, e
caiuerlengo , dispose le cose se- per altre decorazioni degne soltanto
condo il volere del Papa. I giuo- di queir eterna città. Si dilettava il
clii furono otto pullii , che nel detto Papa di queste mascherate, e
carnevale per otto giorni continui delle feste di carnovale, che spesso
si donarono a quelli, che nel corso vedeva con trasporto dietro ad una
restarono vincitori. Correvano i vec- compagnia di alcuni Car-
finestra in
chi, correvano i giovani, correvano dinali. In quel tempo fu dal Papa

che erano di mezza età,


(|uelli, scoperta una congiura tramata con-
correvano i giudei, e si facevano tro i preziosi suoi giorni; ma e-
ben satollare prima, perchè corres- gli , lungi dal vendicarsi dell' au-
sero con minor velocità. Correvano tore, il ricolmò di confusione colla
i cavalli e le cavalle, gli asini, e sua magnanimità, e facendo uso del
i con piacere di tutti. Si
bufali suo animo grande, ordinò che si
correva dall'arco di Domiziano si- continuassero secondo il solito i di-
uo alla chiesa e al palazzo di s. Mar- vertimenti carnevaleschi, col solo di-
co, ove stava il Papa, prendendo vario di alcune pattuglie di uomini
grandissimo piacere per queste fe- armati, distribuite per la città, per
ste ; e dopo la corsa a' fanciulli lor- precauzione prudenziale.
di di fango per aver cors©, faceva Negli statuti di Roma compilati
dare un carlino a cadauno. sotto lo stesso Paolo dopo esser-
II,

Leggiamo poi nel Novaes altre si detto, che gli ebrei pagavano al-
analoghe particolarità, che merita- ia camera capitolina mille cento
no qui riportarsi. Molto procurava trenta fiorini di soldi quarantasette
questo Pontefice , egli dice , di di- r uno, gli ultimi trenta dei quali
vertire il popolo romano. A que- erano stati aggiunti in memoria dei
sto, al senato, ed a' forestieri face- trenta danari, che medesimi sbor- i

va egli nel tempo di carnevale un sarono a Giuda per prezzo del


lauto banchetto nel suo palazzo tradimento fatto al Redentore nel-
di s. Marco, incaricandone dell'as- r orto di Getsemani ; e dopo
sistenza il suo nipote Cardinal Mar- essersi stabilito in quante e quali

co Barbo, con diversi prelati, per- incumbenze ed usi detta somma si


chè nulla mancasse al buon ordine, e doveva ripartire ed erogare, spiegasi
alla squisita sua magnificenza. Finito in che consistessero i giuochi carne-
il pranzo, gittava popolo gran al valeschi , secondo il nuovo stabili-

quantità di danaro dalie sue fine- mento , e disposizione del sovrano


stre. Regalò una volta al popolo ro- Pontefice Paolo II, ne' seguenti ter-
mano quattrocento scudi, alloi'chè mini, che riportiamo dal latino tra-
gli preparò una splendida e nume- dotti « Parimenti che si debbano
;

rosa mascherata, che descrive il M celebrare con solennità i giuochi


<Caqesio, f^ita Paidi II, p. ^^^ la « di Agone e di Testacelo. Primie-
quale non si vede così maestosa al » ramente che si facciano, e poi si
tempo d' oggi, per i carri, figure >i portino in essi quattro anelli di
personaggi, guardie di cento sessan- « argento dorati, due in Agone, e
ta e pili giovani scelti, pel senato >t due in Testaccio, in uno de' quali
CAR CAR 91
debbano giuocare coH'asta i cit- Marini, degli Archiatri , t. II, p. 62,
tadini , e neU' altro gli scudieri. colla quale il Pontefice esentava da
Parimenti nel campo di Testaccio questa contribuzione l'ebreo Angelo
si portino tre pallii d'oro e di suo medico, e la famiglia di lui.
seta, al primo de' quali corrano Martino V, avendo pietà della mi-
i cavalli de' romanii al secondo i seria della loro sinagoga , accordò
cavalli de' forensi , al terzo poi i agli ebrei di Roma di poter pone
conduttori degli asini. Parimenti in contribuzione quelle ancora dello

si portino sei carri, due de' quali stato pontificio, e questa grazia fu
erano soliti a farsi dai molinari, dal predetto Paolo lì approvata e
ne' quali solevano porsi i soliti confermata. Oltre a ciò gli ebrei
animali, cioè due giovenchi, e due prima che incominci il carnevale ,

porci in ciascun carro, compresi mandano alcuni deputati dai con-


particolarmente que' giovenchi, che servatori di Roma, implorando la
erano soliti portarsi dai monisteii continuazione della protezione del
di s. Paolo, e de' ss. Saba e Gre- popolo romano, ed offrendo un maz-
gorio in ciascun anno pei detti zo di fiori, con ima cedola di venti
giuochi. E gli stessi carri debbono scudi per erogarli nell'addobbamento
essere coperti di panno rosso ad dei palchi della magistratura roma-
onore del popolo romano. Pari- na sulla piazza del popolo. Ad essi

mente si aggiunse alla suddetta risponde primo conservatore, che


il

festa, per grazia di Paolo II, che col continuando gli ebrei di Roma ad
danaro della camera si facciano al- esser fedeli e quieti ec. , non reste-
uno per gli ebrei, che
tri sei pallii, ranno privi né della loro protezio-
corrono il giorno di lunedi prima ne, né di quella del sovrano Pon-
della domenica di carnevale (cioè tefice ; indi i medesimi deputati van-

domenica di quinquagesima), un no a fare un eguale omaggio al se-


altro pei . fanciulli cristiani nel natore di Roma, che dà loro eguale
giorno di martedì , un altro pei risposta.
giovani cristiani nel giorno seguen- Lo stesso Marini nella medesima
te di mercoledì, un altro pei ses- opera, e tomo, alla p. 241, riporta
sagenari nel giorno di venerdì, due lettere di Leonardo da Sarzana
un altro per gli asini nel giorno scritte a Giacomo di Volterra sulle
di lunedì di carnevale, un altro grandi feste, fatti in Agone
e giuochi
per le bufale nel giorno di mar- a' 4 febbraio
1492 per la sconfitta
tedì di carnevale ". de' Mori, e presa di Granata; delle
Si sa inoltre, che per le feste quali ci lasciò memoria anche Carlo
celebrate in tempo di carnevale Verardo cameriere e segretario ili,

nel secolo a piazza Navona ed


XiV Paolo li. Ma essendo molto inte-
a Testaccio, e che si descrivono a ressanti quelle fatte nel carnevale
p. 589, nella citata Storia di ca- dell' anno 1 55o, appena eseguita
sa Boccapaduli 1' università degli
_,
la elezione di Giulio III , lo che
ebrei, come più sopra dicemmo, pa- fu a' 7 febbraio , si crede oppor-
gava mille cento trenta fiorini d'oro tuno darne qui un estratto. Nel-
per istromento del popolo romano le miscellanee della celebre biblio-
inserito nella bolla di Bonifacio IX teca casanatense evvi un opusco-
del 1899, che si legge nel mentovato lo rarissimo con questo titolo : La
, ,

9^1 CAR CAR


trionfante festa fatta dalli signori ch'era turchino con
di velluto
romani per la creazione di Papa maniche ed ornamento di tela
Giulio ÌIlj col significato delle fi- d' oro: questi avevano un non so
gure fatte neWapparato della scena che dell'abito moresco, ed erano
della cotnmedìay colle dichiarazioni guidati dal principe di Macedonia.
di tutti i giuochi de^cavalli^ caccia di Gli stivaletti gambe erano
delle
toriy ed altri bellissimi conviti^V^o- fatti ed all'antica era-
all'antica ,

ma. Questo libro fu dedicato a d. Gio- no le trombe che portavano, es-


vanna d'Aragona moglie di Ascanio sendo i loro trombetti vestiti della
Colonna, per ragguagliarla di quanto medesima maniera dei predetti
di bello si fece in Roma- dal popolo con altri suoni e stromenti mo-
pel nuovo Pontefice, e per dimostrar- reschi. Questi, mentre la caccia si
le la magnificenza e grandezza del- faceva in Campidoglio ,
passando
l'animo de' romani, che non voglio- per la città sopra bellissimi ca-
no cedere agli antichi, dappoiché la valli , fecero il giuoco de' carro-
spesa occorsa fu grande, come son- selli nella piazza di s. Pietro alla

tuosi riuscirono gli spettacoli, il cui presenza di Sua Santità, e poi ri-

apparato venne eseguito in soli quat- tornati in Campidoglio, essendo già


tro giorni. Segue la descrizione. la caccia finita, giuocarono il me-
» Primieramente il giorno di car- desimo giuoco in quella piazza ,

nevale (perciocché quel dì era che fu bellissima e vaga cosa ve-


costituito a cotal festa), nella piaz- dere, e terminato questo giuoco,
za di Campidoglio si fece una entrarono nel palazzo de' signori
caccia di tori, alla quale fu pre- conservatori e dopo loro gran
,

sente quasi tutto il popolo colla moltitudine di popolo di ogni gra-


nobiltà di questa corte, e di que- do, dove fu celebrata una solen-
sta città, cosi didonne, come di nissima e magnifica cena, alla
uomini, dalla qual piazza, avanti quale furono convitati il nipote,
che la caccia incominciasse, si e fratello di nostro Signore, colle
partivano quaranta gentiluomini, lorodonne , le quali furono ono-
con quaranta servitori tutti a ca- rateda molte gentildonne romane,
vallo ordinati in due squadre di mangiando tutte le donne ad una
livree diverse l'una dall'altra, cioè sola tavola. In un' altra tavola
venti di loro coi servitori, vestiti mangiarono sette Cardinali col
di velluto cremisi con maniche di duca Orazio Farnese, ed altri si-

tela d'argento , e similmente era gnori. L'altra fu dei nipoti del


ornato il resto del vestir loro ,
Papa, con uno de' signori conser-
avendo in testa una berretta aguz- vatori, ed altri signori e gentiluo-
za, la quale, insieme colla veste, mini. Finita la cena, tutta questa
eh' era larga unacon storta al brigata si condusse in luoghi dis-

fianco, onde sembravano tanti tur- posti e ordinati nel teatro per
chi : questa fazione era guidata vedere una bellissima commedia
dal sig. Giuliano Cesarini, gonfa- nella corte di detto palazzo, il

loniere e generale di questo po- quale era ornato da tre faccie di


polo. I venti altri gentiluomini quadri di tela grande ed istoriati ;

coi loro servitori aveano in dosso la quarta faccia di questa corte


un abito della stessa lunghezza era occupata dalla scena : la più
CAR CAR 93
n gran parte di questi quadri con- volto la polvere, o la farina, e non
« tenevano alcuni grandi fatti di i razzi matti di fuochi artifiziali;
» Giulio Cesare, alludendo con quel- ma fu introdotta la costumanza di
>' li al nome di nostro Signore, che tirare per gentilezza i confetti. I no-
« pure si chiama Giulio. La com- bili rispettarono il popolo, e questo
f' media fu bella e ben recitata, e si astenne dal molestare i barbari
« tanto procedette in lungo la festa, corridori , laddove per lo innanzi
» che terminò verso le dieci ore ". ciascuno si faceva lecito di spaven-
Paolo IV, Caraffa, che eletto nel tarli per impedirne la vittoria.
i555, regnò sino all'agosto i55^, Il merito maggiore per 1'
incolu-
sebbene grave ed austero, ogni anno mità degli spettatori alle corse, per
nel tempo di carnevale, invitava un quella de' cavalli, provenne dalla
giorno a pranzo tutto il sagro Col- regolarizzazione della via del corso,
legio de' Cardinali , solendo dire : e dalle previdenze del governo. E
essere cosa convenevole y che il prin- primieramente dobbiamo ad Ales-
cipe qualche volta si ricreasse coi sandro VII, Chigi, non solo il rad-
suoi fratelli, e co' suoi figli Ma drizzamento e miglioramento di tal
asceso al Vaticano nel
trono del via, ma la demolizione dell'arco di
i585 Sisto V, e trovando Roma, Marc' Aurelio detto di Domiziano, e
e lo stato ecclesiastico pieno di mal- di Portogallo, eseguita nel 1662 per
fattori e di abusi, su tutto prese renderla più libera e più dritta. Fu
opportuna provvidenza con felici chiamato di Portogallo, perchè aven-
risultati. Avendo poi bisogno di ri- do il Cardinal Evesano inglese fab-
formarsi il carnevale romano , nel bricato un palazzo, ora degli Otto-
quale accadevano licenze, abusi, e boni di Fiano,
duchi presso san
prepotenze insoffribili, volle egli ri- Lorenzo in Lucina, abitollo il Car-
mediarvi col solo terrore. Fece per- dinal da Silva, portoghese, ed amba-
tanto alcuni giorni prima del car- sciatore di Portogallo a Paolo III.
nevale erigere alcuni patiboli, ed Quindi Clemente XII, nel 1786,
alzare le travi colle corde, queste grandemente ne migliorò la strada
per castigar le braccia a chi le al- sia col dirizzarla, che col renderla
lungasse contro il prossimo; quelli eguale; Pio VII tolse l'inconveniente,
per istringere le fauci a chi togliesse che nel tempo della carriera de' ca-
ad altrui la vita; indi comandò che valli fosse ingombro dalle carrozze
lungo il corso, pei' evitare le disgra- e carri, e finalmente la perfezione
zie, che accadevano con frequenza di tal via venne compita e nobili-
per la calca del popolo insolente, si tata neir odierno pontificato. Gio-
facesse uno sleccato di travi da am- vanni Mantovano, dotto poeta lati-
bedue le parti, acciocché nel mezzo no, che fiorì nel i4oo, nel descri-
rimanesse luogo libero a'carri trion- vere il carnevale di Roma, paragona
fali, alle carrozze, a' barbari, e di le corse de'cavalli alle feste Equirie,
qua e di là camminasse sicuro il delle quali si fa menzione all'artico-
popolo. Questi preparativi, e le re- lo Chiesa di s. Maria in Acquiro,
lative disposizioni bastarono a repri- ove appunto si facevano le corse
mere i gravi disordini invalsi, che dei cavalli con tanto entusiasmo
in tal circostanza succedevano. Non degli antichi romani. F. ilLoca-
si vide più gettata addosso, o in telli , Il perfetto cavaliere. Dei tor-
,

94 CAR CAR
nei pag. 4' ^ Delle Giostre j e dei squadre, che si distinguono dalle
Carroselli pag. 4^2, e Delle corse vesti: ognuna fa per tre volte il

pag, 4»6, 417, 421. giro del circo con veloce corso, indi
Le corse non solo per la via i tre vincitori d'ognuna si riuniscono
Lata , ma , come si disse, ebbero affme di eseguire una quarta corsa,
luogo prima di essa per la slrlida e quegli che vince prende il premio.
Florida o Giulia, per la via del- Questo divertimento riesce piacevole,
la Lnngara , e per quelle delle tanto per la vastità, e adornamenti
porte Cavalleggieri e Fabrica , e delia piazza, che per rinnovarsi la
per altre, nonché nella piazza Na- memoria de'giuochi agonali, ivi ce-
vona. Difiitti il padre Eschinardi, lebrati ne' precedenti secoli nel car-
nella Descrizione di Roma p. 282, nevale. Ad avere poi una chiara
ci assicura, che per la strada Giulia cognizione delle feste carnevalesche,
s' introdussero le corse, ed anche e straordinarie celebrate in Roma
nel piano del monte Testacelo^ e ne' bassi secoli, sono a vedersi Gio.
ne'tempi posteriori dalla piazza Far- Camillo Peresio, // Maggio roma-
nese a quella Vaticana, locchè con- nescOj ovvero il pallio conquistato^
ferma Pompilio Totti, Ritratto di nel linguaggio del volgo di Roma,
Roma moderna, pag. 335, e nella Ferrara 1688, e Giuseppe Berneri,
loggia del collegio Bandinelli presso Il Meo Patacca ovvero Roma iti _,

s. Giovanni de' fiorentini siedevano feste nei trionfi di Vienna, nel lin-
i giudici per decretare il pallio al guaggio romanesco, Roma 1695.
vincitore, il qual premio si poneva Ora passiamo a dire quando in
su d'un ferro, che ivi rimase sino Roma si sospende il carnevale, quan-
a' nostri giorni. Indi per la nascita do si sono anticipate, o posticipate
di Luigi XIV, siccome l'ambascia- le corse de' cavalli e 1' uso de'pallii
tore di Francia abitava a strada in caso d' irregolarità, od altra eve-
Giulia, si fecero tre corse di barbari nienza accaduta nelle carriere dei
e cavalli coi Nel 1709, abi-
pallii. barbari. Il carnevale, e le corse pri-
tando la regina vedova di Polonia mieramente sospendono in Roma
si

Maria Casi mira al palazzo de Tor- nella degli anni santi.


celebrazione
res alla Trinità de' monti, fece fare Gregorio XIII, nel iSyS, prima di
la corsa di due pallii ai putti, e celebrare l'XI anno santo, proibì i
agli asini. Per la festa poi di s. An- baccanali, e ordinò che le spese de-
tonio di Padova, celebrata a s. Sal- gli spettacoli carnevaleschi fossero
vatore in Onda a ponte Sisto, seguì (!onvertite in vantaggio de' pellegrini.
una corsa di ragazzi col pallio. Anche Clemente X, avanti di cele-
Nella piazza di Agone o Navona, brare nel 1675 il XV anno santo,
quando ha luogo la summentovata ad esempio de'suoi predecessori, vietò
corsa del fantino, ecco come segue. il carnevale, ed erogò in favore del-
All'intorno di essa si erigono de' pal- l' arciconfraternita della ss. Trinità
chi a vari ordini , che seguono la for- de' pellegrini , i seimila scudi che,
ma rettilinea della piazza, essendo secondo il consueto, spendevano
si

r interno di essa difeso, e chiuso da pei divertimenti carnevaleschi, ed


uno steccato. I cavalli corridori devono impose ai giudei, che alla medesima
portare sul dorso nudo un fantino somministrassero il valore de' pallii

o giovinetto, e sono divisi in tre non avendo luogo neppure le car-


CAR CAR 9^
riere de'caTalli. V. Anni Santi, ove dì 26 aprile. Lo stesso caso avven-
si riportano le sospensioni del car- ne nel 1 766 per la festa della Pu-
nevale in tal tempo, e l' erogazione rificazione. Quindi si fece altrettan-
del danaro, che suole spendersi pel to, meno la corsa, ed il pallio da
medesimo. Clemente XIII fu donato alla chie-
Nel pontificato d'Innocenzo XIII sa di s. Marco. Neil' anno seguente
incontrandosi nel mercoledì di car- questo Pontefice, stante le circostan-
nevale la festa della Purificazione ze de'tempi, ordinò che il carneva-
della b. Vergine, il pallio che si do- le si facesse senza le maschere, e

vea correre nella vigilia, fu anticipa- senza i teatri, permettendo le sole


to nella precedente prima domenica corse de' barbari. E siccome la fe-

di carnevale o sessagesima, e l' al- sta di s. cadde nel primo


Mattia
tro del mercoledì nella domenica martedì, accordò che la corsa aves-
di quinquagesima. Sotto Clemente se luogo nel giovedì precedente. Po-
XII, essendo caduta la predetta fe- scia, nel 1769, per essersi incon-
sta nel venerdì di carnevale, vacò trata la festa della Purificazione nel
questo nel giovedì grasso, ma la cor- giovedì grasso, vacò il carnevale in
savenne eseguita nell'antecedente do- quel giorno, e nell' antecedente, per
menica. Dipoi per la copiosa neve cui Clemente Xlll fece regalare i

che cadde si sospesero le corse, e due palili alla suddetta chiesa di s.

fu proibito il mascherarsi finché Marco. Quindi per la repentina


non cessasse la neve. Seguita, nel sua morte accaduta nella
, not-
1740, morte di Clemente XII
la ai te della menzionata festività, si sos-
6 febbraio, non ebbe più luogo il pesero il carnevale, i teatri, le cor-
carnevale. Benedetto XIV, con lettera se, i festini e qualunque altro diver-
3o gennaio 75 1, trasferì
i la vigilia di timento. Mentre si celebrava il con-
s. Mattia dal l'ili limo giorno di carne- clave, essendosi recato in Roma l'im-
vale, incui cadeva in quell' anno, al peratore Giuseppe li, col fratello
sabbato precedente, esortando però Pietro Leopoldo I, gran duca di
gli ecclesiastici secolari e regolari Toscana, il sagro Collegio a' 27 e
a non prevalersi dell' anticipazione 28 marzo fece fare due corse dei
del digiuno, ma a digiunare nella barbari, ed una grandiosa girando-
vera vigilia del santo apostolo. Re- la.Nel 1770, e nel pontificato di
gnando Papa Clemente Xlll, s' in- Clemente XIV, nel secondo sabbato
cx)ntrò altresì la vigilia del giorno di carnevale, osservandosi la festa di
di s. Mattia nell' ultimo giorno s. Mattia, non si permisero le ma-
di carnevale, onde il divertimento schere, bensì la carriera de' cavalli.
terminò la sera del lunedì, ed afiìnchè Regnando Pio VI, nell' anno 1780,
non fosse pregiudicato il consueto pe- per essere caduta la Purificazione
riodo di otto giorni, si anticipò il nel mercoledì di carnevale, e per-
^;uo incominciamento dal giovedì di ciò minorandosi il carnevale mede-
settuagesima ; indi nel 1764 tal fe- simo di due giorni, compresa la vi-
stacadde nel primo sabbato di car- gilia, in considerazione che nel gen-
nevale, onde questo s' incominciò naio trovavasi in Roma l'arciduca
nel lunedì appresso, e fu di soli set- Ferdinando governatore di Lombar-
te giorni: però Clemente Xlll fece dia coir arciduchessa Beatrice di
di poi eseguire la corsa nel giove- Modena sua consorte, il Pontefice,
96 C A R CAR
per far ad vedere un tratto del
essi mani, che nel tempo del diverti-
brillante carnevale romano, o per mento carnevalesco stettero colle fi-

indennizzare il popolo de' due giorni, nestre, e botteghe chiuse, ed il cor-


che avrebbe perduto di maschere, so adatto deserto, fu solo popolato
permise queste, non che le corse dei dal bargello e dalla truppa. In quel-
barbari nel mercoledì 1 2, e lunedì r occasione si pubblicarono gloriose
17 gennaio. Nel 1782, stante la fe- epigrafi pel Pontefice, ed alcuni sa-
sta della Purificazione , il carne- tirici motti, di che fanno talvolta
Tale incominciò nel lunedì di ses- uso con naturalissima arguzia i ro-
sagesima ; e nel 1784 Pio VI, a mani, contro i fiancesi invasori.
contemplazione del re di Svezia Gu- Correndo l'anno 18 18, per la vi-
stavo III, e dell'arciduchessa Maria gilia e festa della Purificazione , fu
Amalia, moglie del duca di Parma, accordato di anticipare di due gior-
fece celebrare in gennaio una cor- ni il carnevale, indi per la regola-
sa di cavalli. E cadendo dipoi la fe- rità d'una corsa. Pio VII, in seguito
sta di s. Mattia nell'ultimo giorno d' istanza de' conservatori di Roma,
di carnevale, il Papa permise, che concesse il pallio alla chiesa di s. An-
i secolari osservassero la vigilia nel tonio abbate all'Esquilino, e il pre-
sabbato precedente, e tollerò che nel mio di scudi trenta a quella d'Ara-
lunedì e martedì si continuasse il celi. Lo stesso Pontefice nel 1823
carnevale. Non così fu nell' anno accordò l'anticipazione d' un giorno
1 789, in cui avvenne lo stesso ca- pei divertimenti carnevaleschi ; ma
so, onde l'ultimo giorno si permise Leone XII, essendo avvenuto nel
la corsa, ma si proibirono le ma- 1826 il caso del 18 18, volle che il
schere. Nel 1 793, pegli avvenimenti carnevale fosse di soli sei giorni. Fi-
dolorosi della rivoluzione di Fran- nalmente il carnevale venne sospeso
cia, Pio VI pubblicò un giubileo nel i83i nel medesimo giorno in
per tutto lo stato ecclesiastico, proi- che doveasi celebrare, per misure di
bendo il carnevale, e qualunque rap- precauzione, indi per alcun tempo
presentanza teatrale per l' intero an- rimasero sospesi i moccoletti, e nel
no ; proibizione, che venne estesa al i833 fu di soli sette giorni, mentre
1 794, mentre nel 1 766 furono vie- nel 1837, ricorrendo nel carnevale
tate le sole maschere. Nel 1808, e la vigilia e festa della Purificazione
stante la invasione francese. Pio di Maria Vergine, fu di soli sei giorni.
VII non permise il carnevale, e nel Finalmente per quanto spetta la
1809 ^° ^'^*^ò ^^ onta che i fran- regolarità delle corse de' barbari, dei
cesi lo avessero pubblicato; ma i pallii,de' premii dei cavalli corridori
romani ubbidirono al loro legittimo di razza italiana ec, prima del car-
principe e padre,- il quale loro a- nevale la magistratura romana ema-
vea rammentato per allusione alla na un editto con relativo regolamen-
sua situazione, che quando s. Pie- to, ed ogni giorno della carriera,
tro era in carcere, la Chiesa indiriz- pubblica l'individuazione de' cavalli
zava a Dio senza intermissione pre- o cavalle, che si esporranno alla
ghiere per lui. Pertanto ad onore di corsa. Così il governatore di Roma
Roma, Pistoiesi nella Fila di Pio FII^ con editto rende noto, che il sovrano
tom. II. pag. 149. 25 1. 252. 253, Pontefice permette in determinati
riporta il mirabile contegno de' ro- giorni il carnevale colle corse dei
,

CAR CAR 97
cavalli, coir uso delle maschere, e gna di Bacco. Ma volendo uscire
collo spettacolo de' notturni festini. dalla favolosa mitologia, vuoisi che
Rinnova inoltre nel medesimo edit- siane derivato l'uso dagli stessi fatti
to la proibizione di mascherarsi con romani, cioè dai giuochi circensi, dai
abiti da religioso, da ecclesiastico o giorni di tripudio, che" si facevano
da abbate; di portare materie in- ad onore degl'imperatori, e segna-
decenti, di offendere con parole e tamente dal trionfo celebre di Tito.
di usare fuochi d' artifizio ; esclude In quanto alle feste di Bacco, ci
dal corso i cavalli a sella, le mule, narra il celebre Eggelingio, in Mysier.
e i legni tirati da un sol cavallo, e Cereris Bacchi, pag. 69, che
et
guidati alla postigliona , non che i Bacco chiamava ancora Nyctolio,
si

carri con due ruote; prescrive le cioè notturno, perchè ammetteva fe-
piazze donde i legni o carrozze deb- ste con faci e cerei dopo il tramon-
bono introdursi pel corso, non che tare del sole. Queste feste si chia-
quelle per l'uscita, conservando l'an- mavano Lampterie, ed in esse con
damento nella detta via di due sole lumi e piccoli vasi di vino correva
fila , che ne usciranno al secondo la gente tripudiante per le strade.
sparo. Proibisce lo spaventare, arre- Lo attesta espressamente Pausania
stare e frastornare i barbari nella loro in AchaìciSy dicendo: « v'ha in Ate-
carriera ; e rigorosamente rinnova il » ne un tempio presso il bosco, che
divieto de'confetti composti di calce, « si chiama di Bacco Lampterio
pozzolana, o gesso , onde eliminare i » poiché al tramontar del sole si
gravi e ripmvevoli inconvenienti, per- » recano lumi nel tempio, e crateri
mettendosi invece 1' uso di confetli >y di vino si bevono per tutta la
composti di coriandoli, anisi, miglio, w città ". E certo, che tuttociò era
farina, zucchero , i cannellini , e si- un semplice tripudio, mentre la sto-
mili, non quelli di maggior grandez- ria non dice, che si commettessero

za come le mandorle e i pistacchi, indecenze. L'uso poi di accendere e


vietando di tirarli villanamente con smorzare i lumi con quella piccola
impeto, e con qualsivoglia indiscreto lotta che noi vediamo, si deduce dal
stromento. I moccoletti poi di sola correre, che facevano gli ateniesi al
cera pura, neh' ultima sera di car- tempio presso il bosco, ove non po-
nevale, si permettono sino ad un'ora tevano entrare se non col lume ac-
di notte, coU'osservanza delle solite ceso. Quindi parte si estinguevano i

discipline. lumi nel correre pel vento, e parte


Merita, che di questa breve fe- si estinguevano da quelli , eh' erano

sta sia ricercata l'origine piti analoga più prossimi al tempio, onde non
e dignitosa al popolo romano, e che fossero sopraffatti. Ciò si accenna an-
tolgasi da quella trivialità e bassezza cora dal Tonston de fest. grcec. ,
,

di dire, che si fanno l'esequie al car- part. I, e. 3, Fasoldo de fest. ^rcec.

nevale, gridandosi ovunque è morto : decad. 9 , sez. 3. Circa poi alla ce-
carnevale, come se il carnevale si lebrità di questo tempo, P^. il Nico-
potesse personificare e mettere sopra lai De ritu bacchanalium , e. 7,
una bara. Altra più nobile origine p. 195.
può applicarsi a questi lumi notturni Si racconta di Cerere, che, rapi-
sia dalle stesse feste di Bacco, sia tale la sua figlia Proserpina, ed
da quelle di Cerere che fu compa- avendo stabilito di cercarla per tutto.

VOL. X.
3

CAR
(aitasi notte, ed incontratasi con no, e massime di Tito, il qtmle rcdu»
Bacco, si uni a lui per tale ri- ce dalla gran conquista di Gerusa-
cei'ca, e si accesero da entram- lemme, e marciando trionfalmente
bi i lumi. Dal qual fatto vogliono in mezzo ai principali ebrei ridotti
molti autori, tra* quali il Preistero, in ischiavilù col candelabro avente
in Àntiq. grcecis , lib. IV, che in le sette lucerne accese, tutto il po-
alcuni giorni solenni delle calende polo lo accompagnò con lumi feste-
di marzo uscisse il popolo coi lumi volmente, come osserva anche il ci-

per unirsi a Cerere e Bacco. tato Stochausen, a pag. 3oo e seg.


Ma ripetendo ancora una voli a Dalle quali reminiscenze può forse
di aìBtenersi esclusivamente dal pren- avere avuto origine il prolungamen-
dere alcuna derivazione dalla mito- to del tripudio carnevalesco, coll'ac-
logia, a volerne stabilire una pro- censione e festa dei moccoletti.
babile origine , basta conoscere Finalmente all'articolo Candela.
l'indole dei romani ne* giuochi cir- {Fedi) dicemmo pure come nelle
censi e florali. Imperocché non con- feste Lupercali e di Cerere, dai gen-
tento il popolo di essersi diver- tili celebrate con torcie ardenti sulla
tito nel giorno, gridava di voler metà di febbraio , le donne massi-
accese le lampade al cader di esso, mamente portassero in mani fiaccole
e alTapprossimarsi della notte, onde o candele accese; come nella cele-
il popolo accendeva lumi e cerei brazione delle feste saturnali si dis-
per prorogare lo spettacolo, come ci pensavano dei cerei , e come nella
attesta Gronovio, Antiq. tom. Vili,
il superstiziosa processione Amburbiale
pag. 2069, il Fabro in Agonistico il popolo con candele accese circon-
lib. Ili, cap. 3g, il Bhodigino, Lect. dasse la città e i campi nel primo
autiq. lib. XXV , e l' erudito Sto- di febbraio, mese in cui per lo più
chausen nel suo trattato de cultu cade la ricorrenza del carnevale.
ac usu luminwn antiquo p. Soc^ _,
Laonde, anco per quanto dicemmo
Ne solo in tali giuochi e feste il superiormente, sembra che il diver-
popolo romano accendeva lumi e timento dei moccoletti nell' ultima
cerei al cader della notte ,
quanto sera di carnevale, sia anch' esso de-
neir ingresso trionfale de' suoi impe- rivato dalle suddescritte feste lumi-
ratori. Pietro Fabro Setnestr. lib. I, narie.
cap. 6, ed il Laurenzio, de prandio CARO, e CARISSIMO. La Cru-
et coena vet. cap. 9, raccontano che sca dice, che colla parola caro vuoi-
non solo gl'imperatori reduci da una si significare, grato, giocondo, pre-
vittoria, se venivano di notte in Ro- giato, caritSj gratiiSj /ucunduSj don-
ma , erano ricevuti dal popolo con de viene il carissimo^ superlativo di
lampade e lumi , ma gli stessi im- caio, caritsimus j grntissinius. Ag-
peratori e consoli, dopo la cena trion- giungiamo col p. Lupi, Dissertazìo-
fale invitavano il popolo romano nd nij pubblicate dal Zaccaria tomo I,

accompagnarli co' suoni e co' tripudi. p. i53 che Caro e Cara comin-
Francesco Modio, De triitmphis ve- ciarono ad usarsi come nomi pro-
teruni, ed in de ludis
altro trattato^ pri, dopo r impero di Caro e Ca-
et spectac. narra ciò partico-
veter.^ rino, cioè M. Aurelio Caro, che fu
larmente parlando di Giulio Cesare, assunto al romano impero l' anno
di Nerone, di Gallieijo, di Vespasia- 282 dell'era cristiana, e M. Aure-
, ,

CAR CAR 99
lio Carino suo successore immedia- « Perchè non siamo privati di una
to. Onde osserva, ch^^ non di rado " regola fissa, determiniamo, che il
si usò per nome proprio quello, che « titolo di nostro carissimo fratel-
prima era solamente aggettivo; ed « lo si compartisca nel carteggio al
un santo fanciullo martire trovò che « nostro fratello provinciale, ed ai
avea nome Carissimo. » padri di provincia ".
Il Garampi, Del sigillo p. ^Qt ,
CARO Ugo, Cardinale. Ugo Ca-
racconta che in un placito tenutosi ro denominato da s. Teodosio o
, ,

nell'anno i 189 da Innocenzo II per di s. Thiery, o meglio di s. Caro,


una causa del monistero di s. Gre- nacque a san Chers in Vienna del
gorio, Oddone signore di Poli, ch'era Delfìnato. Volgarmente si chiamava
r avversario del monistero parlò ,
Ugone Cardinale, ed era dottore in-
sempre così » Domine Papa , ego
: signe, e profondo in teologia. Per-
« ad vestram praesentiam libenter venuta la fama di lui a Gregorio
« adveni , Carissime , non ad haec IX, lo spedi con altri dotti e pii re-
« responsurus etc. Rogamus, carissi- ligiosi al patriarca di Co-Germano
« me Domine, ut me ad haec re- stantinopoli a trattare unione del- 1'

» spondere non cogas etc. Sicut no- la chiesa greca colla latina. Quindi
»» stri Domini etc.
Carissimi Fac nel 1244 "venne promosso all'arci-
>». Domine Papa ad praesens justi- vescovato di Lione, e nel medesimo
>i tiam etc. ". Francesco Parisi nel- anno da Innocenzo IV, nel tempo
le sue Istruzioni per le segreterie^ del generale concilio, fu creato Car-
tomo III, p. 16, Be' titoli iti spe- dinal prete di Sabina con altri
s.

cie § Carissimo^ dice che di questo undici soggetti. i25i fu spe-Nel


si serve il Pontefice romano nelle dito legato in Germania a pacifica-
lettere all' imperatore, ed altri costi- re quelle provincie , ed a favorire
tuiti in regia dignità , come ancora Guglielmo di Olanda eletto re di
alle loro mogli : Carissime in Chri- Germania in vece di Federigo II ,
stojili noster, salute in ^ ec. ed in cor- nonché a correggere i molti disor-
po, la Maestà vostra^ ec. Anche i dini , che per la condizione dei tem-
sovrani usano il carissimo come
, pi si erano introdotti in quelle chie-
noi r usiamo ed amicico' parenti se. Allora ebbe a trattare la causa

e nel 1 369 l' imperatore Carlo IV dell'arcivescovo di Treveri accusato


scrivendo a Landolfo Colonna, gli di aver favorite le ostilità praticate
scrisse carissime. Rileva il Bercaslel, contro i crocesignati dal popolo di
Histoire de VEglise tom. XIX, p. Coblentz. Estese le sue premure al-
56 1 che, allorquando nel i5<^^ ri- la chiesadi Liegi, approvò la festa
cevette la solenne assoluzione da del Corpus Domini nuovamente in-
Clemente Vili il re di Francia stituita in quella diocesi, e volle che
Enrico IV, questi diede a' Caidinali nel 1252, si celebrasse da tutto il
il titolo di cugino j mentre fino .al- clero delia sua legazione. Divenne
lora dai monarchi Francia non
di carissimo al Pontefice per le sue doti
aveano avuto che quello di caro distinte ,
postillò tutta la sacra Scrit-
antico. tura , e ne commentò alcuni libri
Dalle regole poi dei religiosi Al- e, secondo alcuni, fu il primo a di-
;
cantarini, Constitutiones, ec. Valen- viderla in capi toh , con molti
e
;
eia, lyoS a pag. i38, si legge: individui del suo Ordine terminò
,

100 CAR CAR


le Concordanze della Bibbia, che coloro, che percuotono gli ecclesia-
Io resero immortale. Stabilì nella stici. Labbé tomo IX, Arduino to-
sua patria un convento a' frati del mo VI.
suo Ordine, e consunto dalle fati- Il 3." si adunò nel 1028, sopra

che, dopo i conclavi di Alessandro la fede cattolica , e contro i mani-

e di Urbano IV, mori in Orvieto chei , che propagavano i loro errori


nel 1264, diciannove anni dacché nelle Gallie, non che per la confer-
era stato insignito della porpora. Fu ma della pace. Diz. portatile dei
sepolto nella chiesa del suo Ordine, Concili pag. 90.
e la salma di lui fu trasferita a Lio- Il 4-° concilio si convocò nel 1080,

ne, ove si collocò nella chiesa dei ovvero nel 1082, secondo il Labbé
domenicani con chiarissimo elogio tom. X, e l'Arduino tom. VI. Vi
al manco maggiore,
lato dell'aitar fu deposto il vescovo di Saintes
presente Guido vescovo Cardinal di Rosone, sebbene altri vogliano, che
Sabina legato a Intere, che fu poi vi si consacrasse soltanto un altare.
Clemente Papa IV. Il Marracci, ri- Il 5.° celebrato nel 1 1 86 nel
cordando questo dottissimo ed illu- pontificato di Urbano UT, e presie-
stre Porporato , esalta a cielo la di- duto dall' arcivescovo di Bourges
vozione di lui, che nudriva speciale legato apostolico, si occupò di vari
verso la santissima Vergine. punti della disciplina ecclesiastica.
CAROFFÈ, Caroffum. Piccola Ivi.

città di Francia, chiamata anche CARPASSO { Carpasien.). Città


Charroux nel dipartimento della vescovile di Cipro, ora
nell' isola

Vienna, circondario di Civray, edi- semplice borgo della Turchia asiatica


ficata su di un ruscello, che più sulla costa settentrionale di Cipro,
abbasso si riunisce alla riva destra con piccolo porto. Dipendente dalla
del Charente, nella diocesi di Poi- metropoli di Salamina, nel XII se-
tiers. Eravi una famosa abbazia di colo, si unì all' antica sede di Ce-
benedettini fondata con approvazio- raimia ( Cerines ), nella diocesi di
ne di Carlo Magno dal conte di Antiochia.Due vescovi si conoscono
Limoges Rotegario in uno ad Eu- di Carpasso che fii detta anche
,

frasia sua consorte; e siccome Carlo Carpasia. Divenne in seguito ve-


Magno vi pose nella chiesa un pez- scovato titolo che pur
in partibus,
zetto della ss. Croce, la chiesa fu ora conserva monsig. Michele Fle-
dedicata al ss. Salvatore. In questo ming, de' minori riformati, e che
monistero, che viene pure appellato gli fu conferito a' io luglio 1829
San-CaiTof, Sanctum Carro/uni, se- da Pio Vili, in uno al vicariato
condo la Gallia Christiana toxxì. II, apostolico di Terra Nuova nell' A-
col. 1277, *' celebrarono i seguenti m erica.
cinque concili, detti Carrofeiisi. CARPATO (Charpatus). Città
Il i.° vi venne convocato nell'an- arcivescovile tra Rodi e Creta nelle
no 983, sotto Lotario I. Gallia isole Cicladi dell' esarcato d' Asia
Christ. tom. II, pag. 5 11. chiamata xoìgarmenic Scarpanlo. Fu
Il 2.° fu tenuto l'anno 989, in eretta in vescovato nel V secolo,
favore del monistero, e si fulmina- ed in arcivescovato nel nono, ed è
rono pene contro quelli, che deru- dipendente dalla metropoli di Rodi.
bano le chiese, o i poveri, e contro Se ne fa menzione pure negU atti
,

CAR CAR 101


de' concili, e si conoscono sette dei già uditore di lui, non che una bi-
suoi vescovi. blioteca. Dopo i conclavi d'Inno-
CARPEGIVa Gasparo, Cardinale. cenzo XI, Alessandro Vili, Inno-
Gasparo Carpegna, dei conti di cenzo XII, e Clemente XI, morì a
Carpegna, congiunto al Cardinal Roma vescovo di Sabina nel 1714»
Ulderico di tal nome nacque a , di ottantotto anni, e quarantatre
Roma nel 1626. Appena prelato, di Cardinalato; e senza pompa fu-
Innocenzo X lo fece uditore della nebre fu sepolto nella tomba dei
segnatura, poi segretario della con- suoi maggiori a S. M. in Vallicella,
gregazione delle Acque. Egli com- rimpetto alla cappella detta dell' In-
pose le ardue differenze tra la corte coronazione. Nel i683 a Roma pub-
di Roma granduca di Toscana
ed il blicò un' opera morale ; e per la sua
circa il corso delle Chiane, che sor- letteratura, fu il primo Cardinale
gevano fra i due confini, e che ri- ad essere acclamato nella celebre
tenute pregiudicavano ambe le parti, accademia di Arcadia. V. Josephus
e ritrovò un comune soddisfecente Montereius,Rariorum maximi mO'
riparo. Dappoi Alessandro VII lo dillinumismala selecta ex biblio-
ascrisse agli uditori di Rota; e Cle- theca Em. Card. Carpignae com-
mente IX ai consultori del s. Offi- mentariis illustrata Amstelodami ,

zio ; poi Clemente X che avealo , i685. Ma il museo per la maggior


affine , a premio de' suoi preclari parte passò al Vaticano, e la biblio-
meriti , lo dichiarò suo datario ; e teca in progresso fu alienata.
poscia ai 22 dicembre 1670, lo CARPEGNA Ulderico, Cardina-
creò Cardinal prete di s. Pudenzìa- le. Ulderico Carpegna della nobile
na. Oltre a ciò, lo fece vicario di famiglia Carpegna di Roma, ma na-
Roma; prefetto della congregazione to a Milano nel iSgS, conseguita
dei vescovi e regolari; di quella dei da Gregorio XV l'abbazia di s.
l'iti , e lo ascrisse a quelle del san- Maria di Mutino in Montefeltro, per
to ofìizio , del concilio , ed altre qualche tempo fu alla corte del Car-
molte, nelle quali tutte guadagnò dinal Antonio Barberini fratello di
assai nella comune estimazione per Urbano VIII, che nel i63o lo pro-
la sua equità e profonda dottrina. mosse a vescovo di Gubbio, per la
Clemente XI lo stimava tanto ,
morte di suo fi'atello Pietro Carpe-
che desiderando il consiglio di que- gna . Ristaurò a tutte sue spese
sto Cardinale in una importantissima il seminario di quella cattedrale e
causa, non ebbe difficoltà di andare soccorso da saggi uomini lo ridusse
con trentacinque porporati al palazzo a perfetta disciplina. Morto il duca
del Carpegna malato, ai 22 luglio di Urbino, Urbano VIII, che aveva
del 1708, a tenere solenne congre- ricuperato quel ducato alla SantaSede,
gazione nella camera di lui, come per esaltare il Carpegna , e fare co-
apparisce da chiari monumenti , e sa grata agli urbinati, ai 28 novembre
segnatamente da un quadro che , del i633, lo creò Cardinal prete di
conservavasi nell'appartamento del s. Anastasia, chiesa, cui poscia il

conte Carpegna, il quale ricorda- Carpegna abbellì magnificamente. Da


va tale avvenimento . Si formò Gubbio, nel iGSg, passò al gover-
questo porporato un rispettabile mu- no della chiesa di Todi , cui dopo
sco, del quale parla il Bonarroti, un lustro rinunziò al Pontefice; a
,,

IDI CAR CAR


dopo altri titoli, sotto Alessandro gato pontificio. Inoltre in Carprcn-
VJI passò al vescovato di Albano, trasso risiedeva pure il rettore del
e vi stabilì il seminario. Benevolo contado Venaissino, la cui serie in-
coi poveri, in tentìpo di giubileo cominciata nel 1235, regnando Gre-
ne raccolse nel proprio palazzo gran- gorio IX, riportasi a quell'articolo.
de quantità. Èi'a slimato poi pel Egli vi teneva il luogotenente, e
suo saggio parei'e e consiglio dal sa- giudicava non solo immediatamente
gro Collegio e dalle congregazioni nel dipartimento di Carpentras, ma
dei vescovi e regolari, del buongo- anche era giudice supremo di tutta
verno, deir indice e da altre molte la provincia Venaissina, con amplis-

alle quali era a^Jcrilto. Da ultimo, sima giurisdizione conferitagli dai


dopo aver favorita la elezione d'In- Romani Pontefici. Carpentrasso è di
nocenzo X, Alessandro VII, dei due forma quasi triangolare, ed è rino-
Clementi IX e X , e d' Innocenzo mata ancora per la sua numerosa
XI, mentre era vescovo di Porlo nobiltà ,
pei molti e considerabili
dal 1675 sotto Clemente X, e pro- suoi edifizi, essendo la cattedrale di
tettore dell' Ordine di Premostiato, bella proporzione, ornata di colon-
morì a Roma nel 1679 ^' ottanta- ne prese da un antico tempio di
quattro anni e quarantasei di Car- Diana, che esisteva a Venasque. Es-
dinalato, e fu sepolto in chiesa a s. sa eja dedicata a s. SufBedo, ed
Andrea poco lungi dalla
della Valle, avea un capitolo composto di dodi-
porta maggiore, con bellissima lapi- ci canonici. Fu celebre anche l' o-
de, fi^giata del suo elogio e delle pulenza del mercato di Carpentrasso,
insegne Cardinalizie. Nel 1678 asse- che tuttora si tiene ogni venerdì
gnò il Caipegna dieci luoghi di Mon- con grande concorso, ed è celebre
te ai sacerdoti della congregazione tuttavia per le magnifiche mura di
della Missione, coli' obbligo di fare pietra che la circondano, erette
ogni anno le missioni in due luo- principalmente dagli antipapi Cle-
ghi della diocesi di Porto. Pier An- mente VII, e Benedetto XIII,
tonio Guerrieri, Genealogia di casa notandosi specialmente l'alta tor-
Carpegna isloricamente compilata ,
re, che domina sulla porta di O-
Rimini 1667. range.
CARPENTRASSO o CARPEN- Carpentras vanta rimotissima o-
TRAS. Città vescovile di Provenza in fu capo de' Memiiiij o Mi-
rigirie,

Francia, nel dipartimento di Valchiu- nimi , popoli subalterni ai ha vari


sa, capoluogo di circondario e di can- onde Plinio la chiamò Carpentora-
tone, edificata in una bella posizione cte Meminorum, e Tolomeo Forum
a' piedi del monte Ventouz, e sulla Neronis sub Tricastinis Meniinis
riva sinistra dell' Auzon. Fu capitale quorum civitas forum Neronis j il

del contado Venaissino(^(efl?/), già do- che diede argomento al p. Labbè,


minio della Santa Sede dal secolo per conciliare i detti autori, di di-
XIII, fino agli ultimi del XVIII, re che sia una stessa cosa. Carpen-
non che fu allora residenza della curia to racle ^ e forum Neronis. Giulio
della provincia, del giudice delle ap- Cesare trovandosi nella Provenza, vi
pellazioni, spettandogli quelle dei giu- fece dedurre molte colonie da Tibe-
dici di Lilla, e Valreas, il quale era rio Nerone. Questi v' istituì le fie-

temporaneo, e costituito dal vice-le- re e i mercati, vi eresse un tribù-


CAR CAR to3
naie per rendere ragione alle altre tea i onde monete che fece co-
nelle
terre de' Menimi, onde dal concor- niare a Morilleux, o Monteux, castel-
co de' carri e cocchi scoperti, elio lo da lui eretto presso Carpentrasso,
in grandissimo numero acconevano ed ove alcun tempo dimorò, prese il
ai mercati ed alle fiere, vuoisi de- titolo di Conte del Vcnaissin. En-
rivato il nome di Carpentras, e dal trato l'anno i3i4, trovandosi Cle-
detto Nerone l' altro di Forum Nc~ mente V malconcio in salute, tras-
ronis. Tuttavolta dagli avanzi di un portò la sua corte e curia a Car-
arco trionfale, incassato nelle co- prentrasso come capitale del conta-
struzioni dell' antico palazzo vescovi- do ; indi volendosi recare a Bor-
le, rappresentante in lilievo un con- deaux, cessò di vivere a Riquemaure
quistatore, che tiene due re incate- ai 2 aprile di detto anno. Il suo
nati, e che credesi appartenere al corpo fu trasportato in Carpentrasso,
monumento innalzato in onore di ove colla corte dimoravano i Cardina-
Gneo Domizio Enobarbo, e di Quin- li, e vi restò per molto tempo senza
to Fabio Massimo, vincitori degli sepoltura, perchè i suoi parenti e do-
HJlobrogi e degli auvergnati, si rile- mestici non si occupavano che della
va che la città era già importante, sua eredità. Finalmente venne tras-

come veniva comprovato da una i- ferito a* 27 agosto ad Usesta dio-


scrizione di caratteri romani antichi cesi di Bazas, e fu sepolto nella col-
fuori della porta Auriaca, nell'orto legiata de' canonici da lui
regolari
Brutinelli. Certo è che Carpentras- fondata, i quali aveano avuto dai
so divenne una delle principali cit- Cardinali sentenza favorevole contro
tà della Calila JVarbonese. Se poi Ja chiesa di Caipentrasso, che ricu-
fosse eretta sulle rovine di Vindi- sava di ceder loro il pontifìcio ca-
sca, o Venasco, o se fosse questa u- davere, ad onta della volontà espres-
na diocesi riunita a Carpentrasso, sa dal defunto, che aveva ordinato
si dirà parlando in appresso della dover esser tumulato nella colle-
sede episcopale e de' più insigni suoi giata.

vescovi, non che di quanto riguar- Quindi ventitre Cardinali, fra i

da l'origine della sovranità della quali sei italiani ed il resto francesi,


Santa Sede. Pasciamo ora piuttosto si rinchiusero in conclave nel palazzo
a dire del trasferimento della sede del vescovo di Carpentrasso. Ma sicco-
medesima in Provenza per quanto me essi erano riso'uti di non eleg-
può riguardar Carpentrasso, e dei gere per Papa un guascone, come
successivi suoi avvenimenti. pretendevano i molti Cardinali dì
Eletto al sommo pontificato, questa provincia (T^. s. Antonino
col nome di Clemente V, l'arcive- nella sua Cronaca tit. XXI. cap.
scovo di Bordeaux Bertrando de IV, ed il Villani al cap. 79 del lib.
Got a' 5 giugno i3o 5, subito chia- IX), perciò i parenti di Clemente
mò i Cardinali in Francia, ov'egli V , ovvero i medesimi Cardinali
trovavasi, e vedendo l' Italia in pre- guasconi, annoiati della lunghezza
da alle fazioni, stabilì la residenza del conclave e degli ardori della
pontifìcia in Avignone non molto stagione estiva, attaccarono il fuoco
distante da Carpentrasso. Indi nel al conclave stesso, per cui i sacri elet-
1 3 I o volle visitare la provincia del tori si trovarono costretti ad uscirne
Yeuaissino, che elevò al grado di con* per un'apertura fatta nel muro di die^

I
,

io4 CAR CAR


tro al palazzo, a' 24 luglio 1 3 1 5, apostolica.Questa colla forza dello
dopo quasi tre mesi che vi erano armi ne cacciò Rodrigo de Luna,
entrati. Per cagione di questi tu- nipote del falso Pontefice, che coi
multi^ nati prima anche tra gli a- suoi soldati dominava molti luoghi,
bitanti di Carpentrasso, e per altre e quindi tutti furono sottomessi al-
ragioni, durò la sede vacante due la sovranità ed alla religiosa ubbi-
anni, tre mesi e diciassette giorni, dienza di Alessandro V.
finche in Lione fu eletto Giovanni Carpentrasso dopo tal' epoca go-
XVII, già cancelliere di Roberto con- dette pace e tranquillità ; se non
te di Provenza, e vescovo di Avi- che nel secolo XVI le guerre civi-
gnone. vili e la sturbarono. Di
religiose
Gregorio XI, il settimo de' Pon- fatti, nel i562, gh eretici ugonot-
tefici che facessero residenza in A- ti si accamparono col loro esercito
vignone (Vedi), nel 1877, riportò la innanzi la città, ma furono valoro-
sede Papale a Roma, ove essendo samente respinti dagli abitanti, on-
morto nel seguente anno, fu collo- de recandovisi il general pontificio
cato sulla cattedra apostolica Urba- Serbelloni, parente di Pio IV, ne
no VI, napoletano. Non andò gua- volle rimunerare la fedeltà e il va-
rì, che i Cardinali francesi, disgu- lore, ed è perciò che nella sala del-
stati dal suo rigore, e anelando di la rettoria donò al governatore San-
far ritorno nel delizioso soggiorno ta Galla una catena d'oro colle chia-
di Provenza, si ribellarono, ed a'20 vi della romana Chiesa pendenti, e
settembre 1378, elessero scismati- simili nella forma, ma minori nella
camente r antipapa Clemente VII grandezza ne diede agli altri capi-
il quale trasferendosi, a' 20 maggio tani. Ne' secoli successivi soggiacque

1379, ^^ Avignone, vi stabili il la- Carpentrasso al dominio straniero in


grimevole scisma, che crudelmente varie epoche, finché poi venne riu-
lacerò la Chiesa più di cinquanta- nito alla Francia.
un anno, e siccome i fedeli non sa- Primieramente la città, insieme
pevano qual fosse il legittimo Pon- al contado Venaissino e ad Avigno-
tefice, così Clemente VII ebbe nel- ne, nel 1662, regnando Alessandro
la sua ubbidienza parecchi regni e VII, Chigi, fu invasa dalle truppe
nazioni, e dominò da sovrano in di LuigiXIV re di Francia, adon-
Avignone divenuto, fino dal i348, tato per le offese fatte in Roma
della Santa Sede, e sul contado Ve- dai soldati corsi al suo ambasciato-
naissino unito ad Avignone in quel- re de Crecquy ; ma pel trattato
Tanno da Clemente VI. di pace de' 12 marzo 1664, i detti
Celebratosi il concilio di Pisa, vi domimi si restituirono alla sede a-
fu deposto Benedetto XIII successo- postolica.Essi però nuovamente fu-
re dell'antipapa Clemente VII, e rono occupati per ordine dello stes-
nel i4o9> "vi fu creato Pontefice so monarca, nel 1688, nel pontifi-
Alessandro V. pseudo-Papa da
Il cato d' Innocenzo XI, Odescalchi,
Avignone ritirossi a Paniscola nella per le vertenze insorte delle fran-
Spagna, per lo che il novello so- chigie e regalie, e per le censure
vrano Pontefice provvide al gover- fulminate contro l' ambasciatore La-
no di Avignone e del contado Ve- vardino. Ma nel seguente pontifica-
naissino, coli' istituire la legazione to di Alessandro Vili, OUohoni, nel
CAR CAR io5
1690, fu a lui restituito lo stato di guardano esclusivamente Carpentras-
Avignone, compreso Carpenti-asso, a- so, qnal capitale del Venaissino. Ora
vondo del tutto fine le differenze, nel la Carpentrasso conta circa
città di

1692, sotto Innocenzo XII. Dipoi, es- diecimila anime, è residenza di un


sendo Luigi XV, re di Francia, malcon- tribunale ordinario, dividesi in due
tento della corte di Roma, perchè cantoni, con altri tre, cioè Mour-
Clemente XIII, Rezzonico, sostene- moiron, Pernes patria di Flechier,
va la benemerita compagnia di Ge- e Sault.
sù, che si voleva soppressa, e irri- Passando a parlare della sede ve-
tato pel monitorio inlimato al suo scovile di Carpentrasso e dei prin-
parente Ferdinando di Rorbone du- cipali suoi vescovi, si dee premette-

ca di Parma, ordinò l' invasione de- re, che questa città fu anco appel-
gli stati della romana Chiesa in Pro-^ lata P^indiscay o Vindausica, Ven-
venza, per cui, nel 1768, Carpen- dacensis urls, per l'unione fatta del-
trasso fu presa dai francesi, come la diocesi dell'antica Vendacense al
quella, che dovea seguire la sorte di vescovo di Carpentrasso, la cui sede
Avignone e del contado. Accomo- alcuni con poco fondamento vorreb-
date nondimeno le cose da Clemen- bero originata nel secondo, o nel
te XIV, Gauganelli, nel 1774? ^u terzo secolo. Incominciò pertanto
evacuata in un agli altri dominii Vindausica ad essere città verso l'an-
pontifici. Non tardarono ulteriori av- no 407 > e decimoterzo dell'impera-
venimenti a ritogliere ad essi Car- tore Onorio, quando inondarono le
pentrasso, dappoiché nel declinar del Gallìe, a bello studio lasciate senza
secolo XVIII, propagandosi lo spiri- difesa da Stilicone, i vandali in un
to di vertigine della rivoluzione fran- agli alani, i quali con altri barbali
cese in Avignone, alcuni ribelli si la devastarono. Allora è verosimile,
diedero alla repubblica di Francia, che Carpentrasso provasse gli effetti

e nell'aprile del 1791 assediarono di eguali ostilità, e di colà si tras-


Carpentrasso, che presero insieme al ferisse il vescovo a Vindausica, che
resto del contado, il quale con A- forse fu una delle poche terre , le

vignone per la forza delle armi fu quali ne rimasero immuni, per te-
ceduto interamente alla Francia col stimonio di s. Girolamo. Quindi in-
trattato di Tolentino de' 19 febbra- torno a quel tempo datasi in luce
io 1797, dal Pontefice Pio VI, il la notizia delle provincie, vi si leg-
quale fu a ciò costretto per salva- ge Civitas Carpenctoratensisj mine
re i pochi stati, che gli erano ri- Vindausica. Ma poi riparatasi la
masti dalla francese occupazione. città di Carpentrasso, essa riassun-
Quindi è, che il successore Pio VII, se l'elezione del proprio vescovo,
prima nel congresso di Vienna del continuando parimenti i vescovi di
18 15, e poi nel 18 17 al re Luigi Vindausica, onde in un tempo stes-
XVIII, protestò per garantire di- i so avea Carpentrasso il suo vescovo,
ritti della Santa Sede, acciocché il e r avea altresì Vindausica nel 45»o,
ducato d' Avignone, e contado Ve-
il vedendosi ambedue sottoscritti in una
naissino o fossero ad essa restituiti, o lettera de' vescovi della Gallia al
reintegrata fosse con un compenso, Pontefice s. Leone I. Distrutta dai
come megUo può vedersi all' articolo longobardi Vindausica, la sua dio-
Avignone, in cui molte notizie ri- cesi si unì alla sede di Carpentrasso,
,

io6 CAR CAR


uè più si trova da indi in poi al- il vescovo di Carpentrasso abbando-
cun vescovo Vendacense distinto dal nasse la sede propria. Pertanto l'ac-
Caipentoratense , benché alcun ve- caduto dee piuttosto riferirsi al tem-
scovo di Carpenti-asso talora s'inti- po dell' invasione vandalica verso
tolasse vescovo Vendacense per la l'anno 4o7- Distrutta poi Vindau-
seguita unione delle due chiese. Che sica,in suo luogo venne edificata la
in Carpeiitrasso vi fosse il vescovo terra di Venasca la quale sempre,

ne' tempi precedenti alle invasioni fu appellata Venasca o Venasco ,

barbaresche, lo persuade il pensiero nello stesso tempo, che la città di


che il vescovato fosse eretto in una Carpentrasso era detta città Ven-
città, ove per essere capo de' popoli dacimse, e Findausica.
Memini doveva risiedere alcun ma- Ritornando alla sede di Carpen-
gistrato romano, in conformità alia trasso, prima della incursione van-
regola per ordinario osservata nella dalica nelle Gallie, seguita nel 4o7>
primitiva Chiesa nell'erezione delle come dicemmo , sotto l' impero di
sedi episcopali ; oltre di che se da Onorio, avea essa i suoi vescovi. Seb-
Carpentrasso non si fosse trasferito bene in gran parte fosse stata di-
il vescovato di Vindausica, non po- strutta dalle armi de' barbari, ne
trebbe agevolmente intendersi il sen- fu però trasportata la sede in Vin-
so delle parole della Notizia delle dausica , come luogo più
forte , e
Provincie^ Civitas Carpenctoratcnsis quindi per più difficile
gì' infedeli di

mine Vindausica. JVè in altro tem- accesso. Ma quando pochi anni do-
po può collocai*si questa traslazione, po Carpentrasso fu riedificata, o ri-
per conformarsi al tempo delle No- parata, riassunse la elezione del pro-
tizie.. Alcuni han creduto, che ne prio vescovo, senza che Vindausica
seguisse la traslazione quando i bor- perdesse onde ripeteremo,
il suo;
gognoni estendendo nelle Gallie il che nello stesso tempo sedeva uà
loro dominio, fra le città vescovili, vescovo in Carpentrasso, mentre un
che nel 4^3 occuparono presso il altro reggeva la chiesa di Vindau-
Keno, s' insignorirono di Carpentras- sica. Distrutta quest' ultima nel sesto
so, ond'è che essendo i borgognoni secolo dai longobardi, si riunì la sua
eretici ariani, si ritirasse in Vindau- diocesi a Carpentrasso, alla distru-
sica il vescovo cattolico. Ciò per al- zione della quale andò congiunta la
tro ripugna, perchè non prima del perdita de' monumenti de' primi suoi
452, o del 4^2} si estesero i bor- vescovi, onde il primo di essi a noi
gognoni sino alle sponde della Du- noto è Sabino, che sottoscrisse la let-
renza, tempo assai posteriore alla tera a s. Leone I in uno a Superven-

notizia delle provincie. Essi anzi al- tore vescovo Vendacense nel ^5\ ,

lora erano cattolici come lo era Gan- essendo ambedue sottoposti alla me-
deuco o Gondiaco loro re; e quan- tropoli d' Arles, né si sa con qual
do gli successe Gondebaldo suo pri- fondamento Io Scaligero le facesse
mogenito infetto di arianismo, non suffi'aganee di quella di Vienna.
perciò abbandonarono i vescovi catto- Giuliano, vescovo di Carpentras-
lici delle altre sedi, le città del di lui so , nel 5 1
7 , intervenne ai concilii

dominio, compreso quello di Lione, Epaonense ed Arelatense, e sotto


nella qual città risiedeva Gondebaldo; di lui fu tenuto in Carpentrasso un
per la qual cosa non vi è ragione che concilio di sedici vescovi, del quale
,

CAR CAR 107


si parlerà che fu no- in fine , e riuscì per questa chiesa di sommo
tabile prerogativa di questa chiesa. splendore, sebbene in progresso di
Gli successe Principio, e a questo s. tempo si diminuissero a segno, che
Siffredo, o Suffredo, vescovo di Vin- nel secolo XVIII rimasero dodici.
dausica, per essere comunemente col- Il vescovo Raimondo, che governò
locati tra i vescovi di Carpentrasso, dal II 55 all'anno 1170, per do-
considerandosi allora i due vescovati nazione di Raimondo conte di V
uniti, ovvero secondo altri, non es- Tolosa, acquistò per sé, e suoi suc-
sendo ancora sede episcopale Car- cessori il dominio temporale della
pentrasso, ma solo compresa nella terra di Venasca nel i 159, Andrea fu
diocesi Vendacense. Chi lo descrive vescovo nel r i85; e Guglielmo Reroal-
nel catalogo de' vescovi di Carpen- di lo era nel 1 2 i 2, nel qiial anno scris-
trasso, gii dà luogo tra Principio e se al Pontefice Innocenzo III contro i

Clemazio, che fu oriondo del Lazio, conti Tolosani. Egli, ovvero il suo pre-
e che tratto dal monistero di Lerins, decessore Andrea, fu espulso dalla se-
fu ordinato vescovo da s. Cesario de da Raimondo VI conte di Tolo-
d' Arles e che poi in una casuccia
, sa. Dalla confessione di tal delitto
presso la chiesa di s. Maria da lui fatta poi dallo stesso conte, e dagli
fabbricata, morì santamente a' 29 ordini analoghi dati dal pontificio
novembre, come nota il martirolo- Mi Ione, si raccoglie che Rai-
legato
gio gallicano. Dopo pochi anni, al- mondo VI eresse una fortificazione
cuni temerari involarono il suo cor- a Carpentrasso, e vi esercitò molte
po ; ma percossi per via da repen- violenze ; ma s' ignora quali esse
tina cecità, restarono inabili a pro- fossero^ e qual fosse il tenore del-
Seguire il cammino , onde scoperti l'ammonizione. Sì rileva per altro
allorché erravano all' intorno di Car- dalla lettera scritta da Ugo vescovo
pentrasso, arrestati che furono, con- di Riez e da Tedisio legati aposto-
fessarono il fallo ;
quindi il clero lici a Papa Innocenzo III, che Rai-
e il popolo trasferitosi processional- mondo VI fu dal medesimo Ugo e
menle nel luogo, ove i lei aveano da Milone condannato a mille mar-
deposto le sante ossa, le trasporta- che d'argento, per riparare i danni
rono onorevolmente nella loro città, da lui portati ai vescovi di Carpen-
e come dono della Provvidenza lo trasso e di Vaison. Poco dipoi, siccome
elessero per ispeciale patrono, dedi- riporta il Pagi, nella critica dell'anna-
candogli la cattedrale. lista Baronio all'anno 1229, cioè nel
Il vescovo Licerio si sottoscrisse pontificato di Gregorio IX, dalle terre
nel sinodo di Chàlons del 65o, ed tolte a R.aimondo VII, furono date al-

è registrato col titolo di vescovo la Chiesa romana quelle del Venaissi-


Vendacense : ond' è verosimile , che no, di cui Carpentrasso era, e continuò
la sede di Vindausica, prima di- ad essere la capitale, onde nel det-
strutta nel 5^5, fosse unita a questa to anno cominciò il dominio tem-
di Carpentrasso ne' tempi di Lice- porale della santa Sede, tanto in
rlo, o poco innanzi. JXell' anno 98-2 Carpentrasso che nel contado, di cui
divenne vescovo Leirardo , il quale Gregorio IX fece rettore nel 1240
lasciò il suo nome in benedizione, il vescovo di Carpentrasso Gugliel-
poiché istituì in Carpentrasso un ca- mo Bariolis, prelato di merito, e di
pitolo di sessanta canonici , lo che non comuni talenti.
j

n>8^ CAR CAR


Secondo gli atti concistoriali, sotto gesle, ed alcuno decorato della di-
il vc^scovato di Berengario di Masa- gnità Cardinalizia , come Giuliano
no, avvenne il trasfeii mento della della Rovere, nipote di Sisto IV,
sede ponliticia nella Provenza. Nel che il creò, mentre n'era vescovo.
i35ji, Papa Clemente VI coniniise Cardinale di s. Pietro in Vincoli
a Golfredo, secondo vescovo di Car- nel i47i> trasferendolo poi nel
|>enfrasso, e a quello d' Usez e , 14/4 ^lla sede d'Avignone, che a
all'abbate di s. Rufo di Valenza, suo riguardo elevò al grado metro-
il processo informativo per la cano- politico nel li'j^: onde sottraendo
nizzazione di s. Elzeario, che poi Carpentrasso, Cavaillon, e Vaison,
celebrò Urbano V nipote del santo. vescovati del contado Venaissino,
Fu sotto Goffredo, che il detto dalia giurisdizione di Arles, li sot-
Pontefice acquistò dalla regina Gio- topose a quella della nuova metro-
vanna signora di Provenza , pel poli, e poscia nel i5o3, il Cardinal
prezzo di ottantamila fiorini la città della Rovere fu sublimato al triregno
d'Avignone, che congiunse al Ve- col nome di Giulio IL Nel 1482
iiaissino. Indi, nel iSSy, Innocenzo fu vescovo di Carpentrasso Pietro
VI promosse a questa sede il nipote de Valentaris, che Leone X, nel
di Clemente VI, Giovanni Roger di i5i3, fece rettore del contado; gli
Limoges, il quale ebbe la consola- successe il celebre Giacomo Sadoleto,
zione di vedere, nel iSyo, eletto amplissimo Cardinale, e a questo il
Papa il proprio nipote Gregorio XI, nipote Paolo, che congiunse ancor
che neir anno seguente lo traslatò egli col vescovato la rettoria del
ad Auch, e poi a Narbona, sosti- Venaissino, qual magistrato in
il

tuendogli nella sede di Carpentrasso un al luogotenente, come sopra di-


Giovanni Flandrini. Mentre questi cemmo, aveano residenza in Car-
governava il vescovato nel iSyG, pentrasso. Giacomo Sacrato, altro
Gregorio XI partì dalla Provenza, nipote del Cardinal Sadoleto, nel
e ristabilì in Roma la sede del Som- 1572, fu dichiarato vescovo di Car-
mo Accaduto il grande
Pontefice. pentrasso, diede alla luce alcuni
scisma, r intruso Clemente VII esal- Commentarli sui salmi, e sulle epistole
tò il Flandrini prima alla metropoli di s. Paolo, fu rettore alcun tempo
d'Auch, e nel i3go all'antica rdina- del contado, e nel iSqi chiamò
lato, morendo nella falsa ubbidien- nella città i religiosi cappuccini.
za ; onde negli antipontiflcati di Finalmente altri vescovi illustri go-
Clemente VII e Benedetto XIII, vernarono questa sede, alcuni dei
furono vescovi di Carpentrasso Gu- quali furono decorati della porpora
glielmo III, che avea accompagnato Cardinalizia, ed altri riunirono il
Gregorio XI in Roma Pietro IV,
, rettorato del Venaissino ed anche
Giovanni V, e nel i4o6 fu innal- la vicelegazione d'Avignone. A van-
zato a questa sede Paolo Campioni, taggio di questa diocesi, a' 9 agosto
cui successe nel i4i i legittimamente 1780, Pio VI stabili la dotazione
Lodovico Fieschi de' conti sovrani pel collegio di Carpentrasso, istituito
di Lavagna, siccome eletto da Gio- nel 1607, mediante il contenuto
vanni XXIII. della lettera apostolica in forma di
Quindi fiorirono altri zelanti ve- breve, Aeternce Sapientice Consilio
scovi, e commendevoli per le loro ma pel concordato del 1801 restò
, ,

CAR CAR 109


la sede di Carpenlrasso soppressa dena, sulla sponda del canale Navigho,
essendone slato l'ultimo vescovo Giu- che mette nel Panaro, e prende da
seppe Beni di Gubbio . Essa era essa il suo nome. È cinta di mura
composta di trenta chiese parroc- con belle strade, e cospicui edifìci,
chiali, oltre l'abbazia di s. Madda- fra i quali primeggia il palazzo detto
lena situata nella stessa diocesi. V. ilCastello, antico soggiorno de' prin-
Gallia Christ. tom. II, pag. 893. cipi della famiglia Pio, che adorna
li concilio Carpento ralense fu col suo prospetto la piazza princi-
celebrato in questa città nell' anno pale decorata di ampio portico. Que-
527 o 529 nel pontificato di san sta città fu assai florida, e dicesi che
Felice III detto IV, e nel vescovato prendesse denominazione dai po-
la
di Giuliano, che vi si sottoscrisse poli Carpi della Valeria, che si vo-
in uno a quìndici altri vescovi con gliono trapiantali da Diocleziano nel-
la presidenza di s. Cesario metro- la bassa Pannonia presso l'Istro, pri-
politano di Arles, e vi si compila- mitivamente dimoranti forse nei mon-
rono vari canoni. Agricio, o Agrocio ti Carpazi. Lo stesso Diocleziano
vescovo d'Antibo, che irregolarmente verso l'annno 294, dal Danubio li
avea conferito un'ordinazione, venne stabilì in Italia, e massime in que-
dichiarato perciò sospeso per un sto luogo. Eretta Carpi in principa-
anno dal celebrar messa; e in un to per la famiglia Pio, nell'anno
canone si diede proibizione ai vescovi i3i9, divenne capitale di esso, essen-
di esigere assegni dalle parrocchie, done stato Manfredo il suo primo
quando abbiano rendile sufficienti signore, come Io fu di Modena, colla
per vivere, e sostenere il decoro qualifica di vicario imperiale. Il prin-
episcopale. Concìl. tom. IV, p. i663. cipato si mantenne nella famiglia
Reg. XI. Arduino tom. II. Pio sino al i55o circa, dappoiché
CARPI. Città vescovile antichis- Alberto, rinomato per le sue opere
sima dell'Africa proconsolare, chia- contro Erasmo, e perciò chiamato
mata da Tolomeo Carpis. Secon- // dotto, nelle guerre, che nel prin-
dino , vescovo di questa sede , as- cipio del secolo XVI desolarono
sistette al concilio di Cartagine, al- l'Italia, essendo stato costretto a se-
la cui metropoli era sottoposta ,
guir le parti del re di Francia Fran-
mentre in questa governava s. Ci- cesco I, contro l'imperatore Carlo V,
priano. V. Concil.
Cypr. Nell'al- s. dopo la malaugurata battaglia di
tro concilio cartaginese convocato Pavia, vide il suo principato invaso
da Aurelio l'anno 4' 9? e ad uno dagl'imperiali, confiscato il feudo, e
intimalo da Bonifacio nel secolo VI, dato quindi dal medesimo impera-
intervennero i vescovi di Carpi; cosi tore ad Alfonso I, duca di Ferrara,
nel concilio di io5 celebrato nella mediante formale investitura Da .

basihca lateranense, tenuto nel 649 allora in poi gli Estensi il conserva-
dal Pontefice s. Martino I, si fece rono incorporato a' loro dominii.
menzione di certo Basso vescovo di Tuttavolla l' Estense Ercole I , in
Carpi. Dicesi però, che attualmente compenso d'una parte della contea
non sia che un semplice villaggio di Carpi, concesse alla famiglia Pio
ili vicinanza di Tunisi. la distinta terra di Sassuolo sulla
CARPI (Carpen). Città con resi- riva sinistra del Secchia, e poscia il

denza vescovile nel ducato di Mo- duca di Modena Francesco 1 vi fab-


no CAR CAR
bricò un maestoso palazzo con giar- i5i6 dal principe Alberto Pio, ed
dini, e parchi amenissiini. In Roma ha contiguo l'episcopio. Il suo capi-
la famiglia Pio ebbe un bellissimo tolo si compone di tre dignità, pri-
palazzo a Campo di fiori, facendovi ma delle quali è l'arcidiacono , con
eseguire la facciata esterna dall' Arcuc- quattordici canonici prebendati , di
ci.Produsse Carpi uomini di gran due mansionari , e di altri preti e
rinomanza, e fra gli altri il Bissoli, chierici pel divin servigio,deputan-
inventore dei caratteri greci; Ugo delle do un cappellano per cura par- la
stampe in legno; Alghisi del piano rocchiale. Il magnifico tempio di san
per le fortificazioni; Rossi, de' lavori Nicolò si deve pure alla splendidezza
a scagliola colorata, non che dotti, del principe Alberto. Bella egualmen-
e letterati. Ridolfo Pio de' principi te è la chiesa di s. Francesco. La
di Carpi vi nacque
22 febbraio
a' prima chiesa però di Carpi è anti-
i5oo, fu creato Cardinale da Pao- chissima, e la sua fondazione rimon-
lo III, e mori decano del sagro Col- ta all'ottavo secolo, giacché verso la
legio, personaggio degno d'eterna metà di esso Astolfo , re de' longo-
memoria, a segno che sarebbe suc- bardi, ne ordinò l'edificazione. Sino
ceduto nel pontificato a Paolo IV, dal suo principio fu insignita quella
se il Cardinal d^Este non vi si fosse chiesa di un arciprete mitrato, im-
opposto nel fondato timore, che il mediatamente soggetto alla Santa
Cardinal Ridolfo avrebbe ricuperato Sede, portandone ora il titolo abba-
alla sua famiglia questo dominio. ziale lo stesso vescovo. La mensa è
Carpi divenne sede vescovile suf- tassata di duecento settantasette fio-
fraganea della metropoli di Bologna rini. Questa città ha un seminario
per le istanze di Francesco III,
duca vescovile, un ospedale, un monte di
di Modena, fatte al Pontefice Pio VI, pietà e parecchi stabilimenti di be-
il quale nel concistoro de' i3 di- neficenza riccamente dotati, oltre un
cembre 1779, la eresse in seggio convento di religiosi, un monistero
episcopale, e vi preconizzò per pri- di monache e due conservatori. /^.

mo vescovo Francesco Benincasa ex Mirandola.


gesuita di Sassuolo, diocesi di Reg- CARPO Fu vescovo di Tia-
(s.).

gio. secondo vescovo fu Carlo Bei-


Il tira minore, ed arrestato
neir Asia
Ioni lodigiano, egualmente preconiz- unitamente a Papilo, suo diacono,
zato da Pio VI, nel 1794; indi nell'anno 25 1 , durante la persecu-
Pio VII, nell'anno 1822, fece altret- zione di Decio , sostenne con lui il
tanto con Filippo Cattaui modenese; martirio nella città di Pergamo, per
Leone XII nel 1826 con Adeodato ordine del governatore Valerio, che
Caleffi di Carpi, e il regnante Pon- non lasciò intentata ogni maniera
tefice nel i83i con Clemente Ma- di tormenti a smuovere la loro co-
ria Bassetti parmigiano, e nel 1889 stanza nel confessare la fede di Gesù
con l'attuale Pietro RalFaelli della Cristo.
Garfagnana, a nomina del duca re- CARPOCRAZIANI. Eretici disce-
gnante Francesco IV. La sontuosa poli di Carpocrate. Era costui di
cattedrale, modellata sul disegno del- Alessandria, o, come altri vogliono,
la basilica di s. Pietro di Roma, e di Samosata, e visse nel secolo se-
dedicata all'Assunzione di Maria Ver- condo della Chiesa. La di lui setta
gine in cielo, fu fondata verso il professava un impasto di eirori i
CAR CAR III
più grossolani. Egli insegnava, che ca chi la dice rifabbricata dai par-
Gesti Cristo era figlio naturale di ti. In questa città furono uccisi i

Giuseppe, nato come gli altri uomi- Crassi.


ni, e distinto per la sola di lui vir- Attualmente Carra è vescovato
tù ; che il mondo era creatura de- in partlbus , che riconosce Edessa
gli angeli ; che per giugnere a Dio pure in partìbus per metropoli ; e
bisognava compire tutte le opere nel i838 a'25 settembre, il regnan-
della concupiscenza , cui doveasi in te Gregorio XVI conferì quel ve-

tutto obbedire, e di più che l'anima scovato all' attuai vicario apostolico
passerà in diversi corpi finche abbia di Moldavia monsignor Pier Raf-
commesse le azioni più turpi. A que- faele Arduini de* minori conven-
stideliri aggiugnea, che l'uomo pos- tuali.

sedè due anime, la prima delle quali CARRANZA (da) Bartolomeo.


se stava senza unione della se-
la Scrittore del secolo decimosesto ,

conda rimanea preda degli angeli nato a Miranda nella Navarra l'an-
ribelli, così pure, che in natura non no i5o3. Corse i primi studi nella
esisteva alcun male, ma soltanto nel- nuova università di Alcalà, e poscia
la nostra opinione. Ad altri non po- entrò nell'Ordine dei domenicani.
chi assurdi insegnati da quell' impo- Ben presto fu in grado di dive-
store, i discepoli di lui aggiunsero, nirne maestro, e i di lui superiori,
ch'erano falsi i libri dell'antico testa- che ne ammiravano la precocità del-
mento, e negavano la risurrezione dei l'ingegno, Io destinarono ad inse-
morti. Adoravano le immagini di Pita- gnare teologia nell'università di Sa-.
gora e di Platone, da'principii del quale lamanca, dove ottenne la prima cat-
avea Carpocrate dedotto il suo siste- tedra ,
posto allora consecrato ad
ma. Essi distinguevano i loro seguaci un solo distinto merito. Nel capito-
con una marca nell'orecchio. La vi- Io generale del suo Ordine, tenuto
ta scandalosa, che conducevano, die- a Roma, l'anno i53g, egU presie-

de causa a molte accuse contro i dette a tutte le tesi, e per tal ma-
veri fedeli, che perseguitati vennero niera si distinse, che Paolo III lo

a sangue e barbaramente immolati. dichiarò qualificatore del s. ufficio,

CARRA o CHARRES ( Car- , e gli conferì la berretta di dottore.


rhen. ). Città vescovile in parlibus Carlo V, di cui godeva la più alta
di Mesopotamia, la cui sede fu eret- riputazione, lo inviò al concilio di
ta nel IV secolo, e sottoposta alla Trento, e là si fece osservare pel
metropoli di Edessa. Venne chia- suo zelo e per gli scritti suoi. In-

mata anche Harran, e conta undici terrotto il concilio, se ne tornò in


vescovi, che vi ebbero la loro sede; Ispagna, ove accettò il provincialato
come fu uomini
patria di diversi del suo Ordine. Tornato al conci-
illustri. Vuoisi, che sia Carran , o lio, e nuovamente ripatriatosi ri- ,

Charan città di Mesopotamia, nel- nunziò all'essere confessore di Fi-


la quale Giacobbe abbia dimorato lippo d'Austria, erede presuntivo di
circa venti anni , e nella quale si Carlo V, ma ricevette l'incarico di
ammogliò, e nacquero quasi tutti i suo elemosiniere e predicatore. Quel
suoi figli, come pure dicesi che in principe lo condusse in Inghilterra,
essa sia morto il suo bisavolo pa- quando vi si recò per isposare la
dre del patriarca Abramo. Né maa- regina Maria, e ben utilmente per
.

112 CAR CAR


quel regno, che ne senti il benefi- Sette anni passò in quel castello, e
cio dello ardentissimo zelo di lui poi con alcune penitenze fu assolto,
per la religione cattolica. Filippo, ma colla condizione che abiurasse
divenuto successore di Carlo , V certe proposizioni pel solo rispetto
promosse il Carranza all'arcivesco- della inquisizione spagnuola.
Car-
vato di Toledo. Ma egli, che avea ranza vi si assoggettò coi sentimenti
già ricusati due vescovati, non ac- del vero cristiano e di un innocen-
cettò la nuova sede che per forti te calunniato; ed il Bernini, Storia
sollecitazioni del re. Carlo V lo ri- deW Eresie tom. IV, capo X, pag.
f

chiese della sua assistenza negli ulti- 45 1, descrive il processo, e l'esito


mi suoi giorni. Ma sparsa voce, che di questa causa. Sarebbe forse ritor-
egli morisse con sentimenti poco nato alla sua chiesa, se poco dopo
cattolici, tosto ne fu incolpato l'ar- la sua assoluzione non fosse stato ra-
civescovo, quale nella sua esalta-
il pito a' viventi.La morte di lui ac-
zione avea incontrati molli nemici, cadde a'2 maggio 1576, nel convento
che inoltre l' accusarono di gravi della Minerva. Egli prima di mo-
sospetti di eresia, fondati in alcune rire, alla presenza del ss. Sagramen-
note marginali, poste da esso in li- to protestò, che non aveva mai a-
bri eretici. Venne subito incarcerato, vuti sentimenti eretici nondimeno ;

e condotto da due vescovi alla inqui- per solo effetto di umiltà, cercò di
sizione. Il Carranza, conoscitore dei scusare i suoi giudici. Il giorno dei
sentimenti che animavano i suoi giu- suoi funerali stettero chiuse tutte
dici , non volle sottomettersi ai loro le botteghe come in una gran fe-

processi, e domandò al Papa dei sta, e come quello di un santo fu


commissarii. Pio IV glieli accordò onorato il suo corpo. Gregorio XIII
ben volentieri , e spedi in Ispagna fece porre sulla tomba di lui un
il Cardinal Boncompagno, fr. Feli- epitaflo, nel quale parla vasi del de-
ce Peretti,monsignor Castagna, il funto come un uomo egualmen-
di
p. Bonucci, e monsignor Aldobran- te illustre pel suo sapere e pei co-
dini: i primi tre divennero Ponte- stumi, modesto nelle prosperità, e
fici, e gli ultimi due Cardinali. Ma nelle avversità paziente. Le sue ope-
insorte delle questioni tra i commissa- re sono : I .° La Somma dei Con,'
rii e gli ufficiali dell'inquisizione, l'af- cìlii e de Papi da s. Pietro sino
fare non ebbe termine. Pio V, suc- a Giulio IIIj 2.° Controversia sul-
cesso a Pio IV, avocò l'affare a la residenza de' vescovi e degli al-
Homa, dove il Carranza fu condot- tri pastorij 3.° Sermone recitato
to, ^ chiuso in Castel s. Angelo, nel concilio di Trento la prima
ma trattato con onore. Raccontasi, domenica di quaresimaj 4-° Istru-
che nello entrare in prigione dices- zione sulla Spagnaj 5° Commenti
se >i:Io mi trovo sempre tra il sul catechismo cristiano ^ ec. Gli viene
« mio pili grande amico e il mio attribuito anche un Trattato sulla
« più grande nemico: il primo è pazienza.
« la mia innocenza; il secondo il CARRARA Francesco, Cardina-
« mio arcivescovato di Toledo ". le. Francesco Carrara nacque da
Infatti le pingui rendite di quella nobile prosapia a Bergamo a' 6 no-
sede furono il motivo, per cui di- vembre 17 16. Fatti regolarmente i

venne il bersaglio de' suoi nemici suoi studi, volle abbracciare lo stato
,,

CAR CAR ii3


ecclesiastico, e bramoso di dedicarsi XII congregata un' assemblea di ve-
air immediato servigio della santa scovi e di dottori principali della
Sede, si pose in prelatura, ove per- Francia, i quali avevano stabilito
corse un' onorata carriera ,
pel ze- di dover mandare alcuni oratori al
lante disimpegno delle cariche affi- Papa, perchè trattassero la pace, e
dategli . Divenuto segretario della dove r avessero trovato renitente, si
congregazione del Concilio, Pio VI, appellassero al futuro concilio. Ma
ai i4 febbraio del lyBS, creoUo il Cardinale del Carretto vi siop-
Cardinale dell* ordine de' preti , e pose e molto si adoperò perchè il
poscia gli conferì la chiesa titola- re, abbandonato il conciliabolo pi-
re di san Silvestro in Capite, don- sano, aderisse al concilio lateranen-
de passò a quella di s. Girolamo se. Doti eminenti di cuore e d' in-

degli Schiavoni. Venne aggregato alle gegno possedeva questo Cardinale


congregazioni Cardinalizie del conci- per cui oltre gli encomii di chiari
lio, di propaganda, de' vescovi e re- scrittori, ebbe quelli di Leone X
golari, e dell'indice. Fu fatto pro- in una lettera indiriìta al gran mae-
tettore della chiesa e nazione ber- stro di Rodi fratello dello stesso
gamasca in Roma, e degU ospedali Cardinale. Varie chiese fondò nella
di Perugia, Spoleto, Viterbo e Narni, Marca del Finale, ed alcune ne ri-

ove si ricevevano i projetti. Morì staurò arricchendole di oggetti pre-


poscia a Roma a' 26 marzo del ziosi. Generoso co' poveri, de' quali

1793, di settantasette anni, ed otto si fece il padre ed il proteggitore


di Cardinalato, compianto per l'egre- intervenne al concilio lateranense
gie sue doti, e fu esposto e sepolto celebrato sotto Giulio II, e si trovò
nella chiesa del suo titolo Cardi- al conclave di Leone X. Mori nel
nalizio. 1 514 j dopo nove anni di Cardina-
CARRETTO (del) Carlo Dome- lato, ed ebbe sepoltura nella sua
nico , Cardinale. Carlo Domenico titolare di s. Cecilia senza alcuna
Carretto nacque dai marchesi del pompa funebre.
Finale, ed era originario di Geno- CARROZZA. Sorta di carro con
va. Promosso all' arcivescovato di quattro ruote, chiamata in latino ,
Tebe , ad istanza di Luigi XII re curruSj carrum, rheda ec. La sua
di Francia , che molto si giovava origine, non che quella del nome,
de* suoi consigli, fu creato diacono, vuoisi derivata dagli antichi carri, per
non già prete Cardinale, come altri cui il dizionario francese delle origini
scrisse. Insieme col vescovo di Ti- dice,che anticamente le vetture di
voli fu destinato alla corte del me- qualunque genere portavano altresì
desimo re Luigi XII, affine di sta- il nome di carri; ed è perciò che
bilire la pace tra i principi cristia- carro dicesi ancora in termine d'ar-
ni, e poscia, nel iSoy, coli' inter- te al complesso dei pezzi di legna-
posizione pure di Luigi XII, otten- me su cui si stabilisce la cassa del-
ne da Papa Giulio II l'arcivesco- le carrozze, sterzi, calessi e simili.

vato di Reims che dopo diciolto


, Si osserva, che in Francia non è
mesi ebbe a rinunziare per quello antico r uso, né il nome delle car-
di Tours chiesa che, nel 1 5 1 4, col
; rozze, che in origine appellavansi
consenso di Leone X, mutò in quel- cochesj nome il quale pretendesi
la di Cahors. In Tours aveva Luigi primieramente derivato da una cit-

VOL. X.

fò»bW»9«^? S^'
,

Ii4 CAR GAR


là d* Ungheria, ove erano fabbri-
si rlgine de' carri, non che suU' arte di
cate la prime carrozze. Dubita il cavalcare. 11 tragico Eschilo attri-
Menagio , se i francesi prendesse- buisce a Prometeo la primaria in-
ro quel nome dall'italiano carroc- venzione de' carri a due ruote, altri
cio, carro militare usato nelle guer- a Tritolemo; e Virgilio fa autore
re, egualmente con quattro ruo- di quelli a quattro ruote il re di
te, sul quale gli antichi italiani por- Atene Erittonio, che non potea cam-
tavano la bandiera del comune, ed minare per le gambe torte. Pure si
una campana per dare i segnali sa, che i cirenaici furono, se non
ovvero se siasi formalo in Francia gl'inventori dei carri, almeno quelli
quel vocabolo proveniente da car- che li perfezionarono.
Anticamente
ruca, che presso gli antichi era un non ne era permesso uso a tutti l'

carretto, il quale serviva a portale indistintamente, giacche abbiamo, che


persone. Avendo servilo il carroccio per un tempo fu un privilegio de-
eziandio da campanile, se ne trattò gli eroi e delle matrone. Gli arconti
a questo articolo. Soltanto qui ci e gli efori invigilavano sui disordi-
permettiamo aggiungere, che l'in- ni e sugli abusi de' carri. 1 romani,
venzione del carroccio si attribuisce che presero molto dai greci nelle
ad Ariberto arcivescovo di Milano, costumanze, ebbero pure loro car- i

il quale oppose le armi italiane al- ri, sino dai primordi della repub-
l' imperatore Corrado e che al- , blica, limitandosene l'uso ad alcu-

l' altro arcivescovo milanese Ottone ne sacre cerimonie, ai giuochi del


Visconti se ne deve l'abbandono circo, come si ha dal Panvinio, de
nel secolo XIV, nella spedizione liidis circensibus, ed alla pompa
contro Castel Sperio, in cui si sos- trionfale, n' era ma vietata ogni
tituì al carroccio un grande sten- mollezza. Si dà il merito della in-
dardo colla effigie di sant'Ambro- venzione dei carri trionfali a Ro-
gio. Diremo ancora che in esso
, molo, a Tarquinio il vecchio, o a
si celebrarono talvolta anche i di- Valerio Publicola. Essi erano do-
vini misteri, onde il perderlo nelle rati e tirati dai cavalli, dai leoni,

battaglie riputavasi di grande ver- elefanti,ec. ma erano discoperti, e


gogna. senza seditore, onde il trionfatore,
Sebbene non sia nostro divisamen- o condottiero v'incedeva in piedi.
to che di parlare dell'origine delle Tuttavoltale dame e matrone ro-

carrozze, daremo tuttavia alcun cen- mane, sino dall'ultimo re di Roma,


no soltanto di quelle de'primari della usarono una specie di carro dome-
gerarchia ecclesiastica, e di ciò che stico egualmente scoperto, e più tar-
ad esse è relativo, senza parlare del- di coperto a due ruote detto Car--
la forma ed uso di quelle degli al- pentunij il quale poi divenne un di-
tri,e molto meno delle tante loro stintivo privilegiato per le persone
variate foggie. Premettiamo innanzi della famiglia imperiale. Vero è,
tutto alcuni cenni sulle diverse prin- che alle stesse matrone sotto jl go-
cipali specie degli antichi carri , e verno tribunizio fu accordato il di-
sulla origine loro donde derivò quel- ritto di servirsi d' un altra foggia
la delle carrozze. Plinio pertanto di cocchio denominato Pilentum. Ev-
pretende, che Cimone sia stato il vi per altro chi dà la gloria della
primo, il quale abbia scritto sull'o- invenzione del carro ai Cinesi tre
CAR CAR ii5
mila anni circa avanti l'era cristiana. era molto dissimile dalla carrozza.
È pur noto, che gli egiziani ebbero In fatti tra le cose memorabili di
i carri, ed i loro principi inventaro- M. Antonio Valena, egli notò che
no i carri falcati , così detti per- prima delle carrozze, particolarmente
chè armati di falce, o lame taglien- in Roma, si usavano i cocchi, donde
ti timone
al intorno alle spon- , derivò il nome di cocchiere al gui-
de, ed alle ruote. Erano essi ti- datore , detto pur carrozziere da
rati da cavalli e spingevansi in , carrozza.
guerra contro l' inimico. Non man- Venendo adunque all'origine del-
cano altre nazioni di pretendere le carrozze, la prima, che si vide
alla preferenza in tal micidiale in- in Italia nella città di Firenze, vo-
venzione. gliono alcuni che fosse verso la metà
E a tutti noto, che la sacra Scrit- del i5oo. Prime ad usarle furono
tura fa menzione dei carri di Fa- le marchesi di Massa di casa Cibo,
raone, e da essa sembra che Assa- una delle quali era maritata al mar-
lonne sia stato il primo ad intro- chese di Mantova. K. Charpentìer
durne la costumanza fra i suoi i- alla voce Currus. Ed è perciò che

si'aeliti, i cui re aveano viaggiato il Pontefice Pio IV, nel concistoro


come i progenitori patriarchi su cam- de' 27 novembre i564, con grave
melli, asini e muli. Certo è, che il discorso, che riporta Cancellieri nei
suo fratello Salomone possedeva un suoi Possessi a pag. 1 1 o, esortò i

gran numero di carri pel servigio Cardinali a non prevalersi delle car-
delle sue tante mogli. Si chiamaro- rozze introdotte in que' tempi da
no poi bighe, trighe, e quadrighe alcune dame, ma di proseguire ad
quei carri cui si attaccarono due, tre, andare a cavallo con quella maestà
o quattro cavalli. Per essi è a veder- che tanto avea sorpreso
ecclesiastica,
si Mellerus de Synoride, seu Bìgis e piaciuto all' imperatore Carlo V,
currilibus veterani j e il primo tomo il quale dopo il suo ritorno da Ro-

del Meurzio , e la dissertazione del ma nella Spagna avea detto che la


Politi sidl^ uso delle (Quadrighe degli cosa, la quale a lui più d' ogni al-
antichi. Sulla famosa quadriga di tra era piaciuta nella capitale del
creta de veienti, nel 1812, pubbli- cristianesimo , era la cavalcata, con
cò in Roma Cancellieri un libro in- cui andavano i Cardinali alle cap-
titolato, le sette cose fatali dì Ro- pelle e Proseguirono i
concistori.
ma antica. Cardinali ad andare per la città a
Anche la carretta fu una specie cavallo , o in lettiga ( Fedi ) , sino
di carro somigliante al Carpentuni al termine del secolo XVI , come
de' latini, e anticamente fu presa in afferma il citato Valena, e sebbene
significato di carrozza, essendo tutta le cavalcate ( P^edi) terminassero
dorata, e coperta di drappi. Il p. col secolo decorso, nei primi del
Menochio nella Centuria IX, 70, secolo XVII, i Cardinali, i prelati,
eruditamente scrisse quanto il popolo ed anche i Pontefici incominciaro-
romano si dilettasse degli spettacoli, no a far uso delle carrozze. /^. Bor-
massime di veder correre le carret- gia, Memorie di Benevento ^ tom. Ili,
te. Anche dal dizionario della lin- p. 3o6 e Vittorelli nelle Addizio-
,

gua italiana abbiamo, che la car- ni al Ciacconio all' anno 1 564, nelU
retta si disse cocchio , il quale non vita di Pio IV.

I
ii6 CAR CAR
Nella Spagna fu, nel i546, in Brunswich proibì l' uso delle carroz-
tempo del suddetto Carlo V, intro- ze a* suoi sudditi, temendo che per
dotta la prima carrozza, per vede- tal cagione si perdesse il lodevole
re la quale concorsero gli abitanti costume nobile e coraggioso di mon-
di città intere; quindi vi si accreb- tare a cavallo con tutte le oppor-
bero in tal numero, che nel 1577 tune armi ; da ciò si deduce quanto
il re Filippo II le fece proibire con r uso delle carrozze erasi propagato.
pubblica legge, giacche la gente or- Dall'Italia ancora si recò in Fran-
dinaria e di mediocre condizione si cia il comodo dei cristalli e degli
credeva disonorata se non usava la specchi alle carrozze, e vuoisi che
carrozza. In Francia l'origine delle pel primo Bassompierre ne facesse
carrozze rimonta al i45>7, nel qual applicare alla sua carrozza , e che
anno Ladislao V, re d'Ungheria e il secondo verso 1640 sia
il stato
Boemia, per mezzo del suo amba- il principe di Condè, giacché sino
sciatore, fece presentare in Parigi allora erano slate chiuse con corti-
alla regina mogUe di Carlo VII un ne di cuoio, che si calavano nell'en-
carro sospeso, o carrozza da tutti Già nel i63i
trare e nell' uscire.
ammirata, cioè un cocchio assai ric- nella Spagna l'infante Maria fu
co e tremolante, dal che alcuni pre- veduta in una carrozza a due luo-
tesero inferire, che sino da quell'e- ghi con vetri e cristalli ; ne dee poi
poca le carrozze fossero sospese su tacersi,che a' nostri giorni il vapo-
cinghie di cuojo, o di molle di fer- re già a tante macchine applicato,
IX). Indi sul fine del regno di Fran- venne pure esteso alle carrozze. V,
cesco I, fu il primo a condursi in la Dissert. des Largesses des Ro-
carrozza Giovanni de Lavai Debois mains , e de V ancienneté des Car-
Dauphin, signore della corte, il qua- rossesj nel t. IF, Variétés Histor.
le non poteva agevolmente cavalca- p. 81, Paris 1752.
re per l'eccessiva grassezza del suo In Roma, dopo il discorso sum-
corpo. Vi furono poscia nella corte mentovato fatto da Pio IV al sagro
due sole carrozze provenienti dall'I- Collegio, contro l'uso delle carroz-
talia,e ne facevano soltanto uso la ze ,
per un tempo fu più raro, mas-
regina, e nel i55o la duchessa sime ne' Cardinali e prelati ; ma nel
d' Angouléme Diana, figlia naturale popolo presto ne divenne invece co-
di Enrico II. Fuori poi della corte tanto grande l'abuso, senza distin-
il primo a servirsene fu Cristofano zione di ceto, che nella prammatica,
Tuano, dopo che fu dichiarato pre- o riforma sul vestire ed altro fatta
sidente del parlamento , come si ha nel i588 dal senato romano per or-
dal Tuano nella sua vita, e fece dine di Sisto V, si presero provvi-
fere la carrozza a cagione della got- denze anche sul numero ed uso
ta, che il tormentava, e gì' impedi- delle carrozze. Tutta volta non andò
va camminare e cavalcare. Ma sic- guarì che per la comodità di esse
come le signore ancora usavano le a chi poteva tenerle ne fu comune
lettighe, o andavano dietro i pro- r usanza , come la seguirono i Car-
pri scudieri, così la moglie del Tua- dinali ed i prelati, particolarmente
no non volle servirsene, continuan- nei viaggi dappoiché si continuò
,

do ad andare in groppa dietro un ad andare in portantina, o lettiga,


domestico. Nel i588, Giulio di ovvero a cavallo, alle cappelle ed ai
,,

CAR CAR 117


conclslorl, senza far menzione delle colo s* incominciò a far distinzioni
cavalcate, colle quali lo stesso Pon- nella forma e negli ornati delle car-
tefice prendeva il solenne possesso, rozze, di che si parlei'à in appresso,
e recavasi alle cappelle dell' Annun- ma furono adottati anche de' ceri-
ziata, e della Natività, sebbene v'ince- moniali , ed il Sestini , che stampò
dessero anche in sedia, o lettiga a- il suo Maestro di camera a Liegi
perta . Confeima l' uso delle car- nel 1634, ecco quanto dice in pro-
rozze ne' prelati e Cardinali, nell' in- posito, al suo capo 4o , Del ferma-
cominciar del secolo XVII, il viag- re la carrozza: « I Cardinali fanno

gio, che nel Pontificato di Clemen- fermare la carrozza agli altri Car-
te Vili fecero insieme in carrozza dinali , agli ambasciatori regi , a
per Benevento i prelati Ludo visi e quelli di Toscana e Savoia, al
Barberini, che poi divennero Papi, prefetto di Roma, e ai principi
il primo nel 1621 col nome di j assistenti al soglio. Sogliono an-
Gregorio XV, e il secondo col no- cora farla fermare agli agenti dei
me di Urbano Vili. Del medesimo j duchi serenissimi, ai prelati, baro-

t Gregorio XV racconta l'Amidenio,


che essendo da prelato amicissimo
ni e dame, ma non
Cardinali adunque la fanno
tutti. I
tutti, e non a

dell'altro prelato Pamphily ( che nel fermare o ad altri Cardinali, o a


1644 pei" morte di Urbano Vili fu dame, o ad altri personaggi. Se
eletto Pontefice col nome d' Inno- ad altri Cardinali, i piìi anziani
cenzo X), riavutosi il Pamphily da sono gU ultimi a fermarla, ed i
una grave infermità, andò per la primi a partire; se a dame, sono
convalescenza in Marino, ove mon- i primi a fermare, e gli ultimi a

signor Ludovisi fu a visitarlo, trat- partire ; se ad altri personaggi


tenendosi seco alcuni giorni ; e lo sono gli ultimi a fermare, e i
stesso Amidenio volle servirh della primi a partire ".
propria carrozza, rilevando anzi l'o- M Quando il Cardinale incontrasse
nore ricevuto di aver servito due per la strada il ss. Sacramento,
prelati in un tempo medesimo ; pre- non solo smonta dalla carrozza
lati che ambedue ascesero sulla cat- ma l'accompagna essendo il sacer-
tedra apostolica. dote di ritorno fino alla chiesa, e
Per essere poi distinti i Cardinali quivi s' inginocchia, e fa orazione
dagli altri, Urbano VIII concesse ai ricevendo la benedizione colla ss.

cavalli delle loro carrozze i fiocchi, Eucaristia, e andando il sacerdote


e ciuffi rossi ai finimenti, ed ecco dair infermo , il Cardinale lo ac-
come Gfaciulo Gigli nel suo Diario compagna sino alla porta della
ne indica il tempo preciso : « Nel casa dell' infermo, premessa la ge-
« 1625 i Cardinali alla loro antica nuflessione, e il ricevimento poi
« pompa aggiunsero un altro segno della benedizione; altrettanto os-
'> nuovo, ponendo alla testa dei ca- serva il Cardinale andando in qua-
'•valli della carrozza i fiocchi rossi, lunque abito e modo ".
» dove prima li usavano neri, ed »* Se il Cardinale trovasse per la
" il primo che l'incominciò fu il città o fuori a spasso altri Car-
,

» Cardinal Magalotto, fratello della dinali a piedi , smonta anch' egli


« cognata del Papa a' 10 giugno a fare soliti comphmenti,e quan-
i

'> i63o "- Non solo in questo se- do si sono licenziali, suol cammi-
tt8 CAR CAR
» nare un poco prima di rimonta^ prima udienza del Pontefice col cor-
»y re. Se trovasse qualunque altro teggio di cento sessanta carrozze; e
y> personaggio, non suole smontare, quando fece altrettanto il duca del-
» quando non voglia parlargli di l' infantado, ambasciatore di detto
» qualche adare. Se più di un Car- monarca, il suo seguito componevasi
»» dinaie fosse in una carrozza ed , di trecento carrozze, delle quali cen-
»> incontrasse ambasciatori e baroni, to appartenevano al principe Ludo-
" a' quali fosse solilo fermarsi, il visi, ottanta al contestabile Colonna,
« più anziano che sarà nel primo
, sessanta al principe di Gallicano, e
» luogo, suol domandare al Cardi- venticinque alla principessa di Bute-
»» nal padrone della carrozza, se egli ra. In progresso le carrozze de' Car-
»» usa fermare a tal signore, e ris- dinali si fabbricarono con tanta ric-
•> pondendo di sì , il detto anzia- chezza che assunto al pontificato
,

« no accenna che si fermi ed an- , nel 1676


il venerando Innocenzo XI,

" Cora che si parta ". Sembrò in- Odescalchì, in concistoro segreto ri-
dispensabile riportare questo tratto provò con patetico discorso ai Car-
del cerimoniale aulico per osservare, dinali le carrozze superbe, e le livree
che orar senza tante etichette, o ne- fastose, pregandoli per le viscere di
gf incontri con personaggi, o passan- Gesù Cristo a star lontani dalla pom-
do avanti ai quartieri, si esaurisco- pa, non conveniente all' ecclesiastico
no le convenienze col semplice sa- decoro. Assunto dipoi, nel 1724,3!
luto, e col calare più o
il cristallo pontificato Benedetto XIII, voleva
meno secondo il personaggio che si uscir di palazzo senza guardie, in un
•vuol complimentare, toccando al cocchio a bandinelle tirate, ma doven-
maestro di camera , od al gentiluo- dosi accomodare alle istanze de' più
mo il vegliare alla calatura del cri- prudenti di sua corte, si uniformò
stallo; onde oggidì i Cardinali ed i alle anteriori consuetudini. Spesso
prelati non sogliono smontare dalla poi accadde, che andando quel Pon-
carrozza, se non incontrandosi col tefice in carrozza per Roma, e pre-
ss. Sacramento, o col sovrano Pon- gato di benedire alcun infermo, scen-
tefice. deva dalla carrozza per esaudire la
Nel predetto secolo XVII si ac- pia ricerca.
crebbe in Roma
talmente il numero Parlandosi a' rispettivi articoli, e
delle carrozze, che Maurizio di Sa- specialmente a Viaggi de' Papi, In-
voia, creato Cardinale nel 1607 da gressi, Cappelle, Possessi, Cavalcate,
Paolo V, dignità che poi, nel 1642, Udienza, massime all'articolo Treivi,
rinunziò pel ducalo, siccome princi- Cavalli , e ad altri che riguardano
pe splendidissimo, fu veduto nelle i Papi, Cardinali ,
prelati e relative
pubbliche funzioni col seguito di funzioni, insegne e preeminenze, ci

duecento carrozze , ed un corteggio limiteremo solo qui a dire generica-


d' innumerabili cavalieri. Nel i65o mente alcun' altra notizia sulle car-
essendosi recati a Roma alcuni am- rozze, e quali persone in esse si am-
basciatori da Papa Innocenzo X, ab- mettono. Pertanto il Sommo Pon-
biamo che il principe Ercole Trivul- tefice nel treno nobile o semipub-
zio , ambasciatore straordinario di blico conduce seco in carrozza due
d. Marianna d'Austria, moglie del Cardinali, in quello di città detto
re di Spagna Filippo IV, andò alla impropriamente di campagna, il mag-
CAR CAR 119
gioì domo e il maestro di carnei a, e parte di dietro ha una sedia, ed é
in quello per le trottate, due came- fiegiala nel cielo dallo Spirito Santo.
rieri segreti, non mai portando veruno Nei treni di città e nobile il coc-
a spalla. Abbiamo di Pio VI, che re- chiere nobile cavalca i cavalli ti-

candosi , nel 1782, in Germania, monieri, in quelli delle trottate,


come arrivò a Neustadt, l'impera- e ne' viaggi ascende in cassetta.
tore Giuseppe Jl volle aprire lo Due palafrenieri vanno sempre die-
sportello della carrozza, ed invitollo tro la carrozza coll'ombrellino pie-
ad entrare nella propiia onde il , gato, ma nei treni nobili, detti anco
capo della Chiesa, e il capo dell' im- semipubblici, procedono a piedi. Lo
pero entrarono insieme in Vienna. sportello suole aprirsi dal cavallerizzo
Quando poscia Pio VI recossi in (Fedi), cedendo ai sovrani, ai Cardi-
Augusta fu incontrato dall' elettore
,
nali e agli ambasciatori. Nei viaggi,
» ^
di Treveri con magnifica carrozza in mancanza del cavallerizzo, apre lo

P tirata da otto cavalli, ove entrò con


detto principe , facendo l' ingresso
sportello
in assenza
il generale delle poste, e
di questo, l'esente delle
nella città fra le maggiori distinzioni. guardie nobili, che fa altrettanto
Nelle villeggiature pei dintorni di Ro- nelle trottate, come quello, che ca-
ma, Pio VII, nel 1802, recossi in car- valca allo sportello della carrozza
rozza col re di Sardegna Emmanuele preceduto e seguito dalle altre guar-
IV e col Cardinal duca di Yorck, e nel die nobili. Le carrozze sono più, o
180 5 col detto re, e con monsignor meno nobili secondo i treni. Da ul-
maggiordomo, passando nella secon- timo Leone XII fece fare quella
da carrozza il maestro di camera. pel treno semipubblico, che costò,
Nell'anno precedente avendo incon- compresi i finimenti, ventiseimila
trato il detto Pontefice il Cardinal scudi, e riuscì la più ricca cari'ozza
duca di Yorck con monsignor Ce- sovrana. Il colore del carro e della

sarini, fece passare alla seconda car- cassa delle pontificie carrozze è rosso
rozza il maggiordomo e il maestro con dorature, intagli e guarnizioni
di camera e fece ascendere nella
, di metaUi dorati. 11 suo interno e
sua i detti personaggi. Allorché poi, foderato ed addobbato di drappi
nel 181 5, fu visitato in Castel Gan- di seta rossa, e velluto di egual
dolfo nella villa Barberini , dal te- colore, con corrispondente tappeto.
nente maresciallo Nugnet ,
già co- Le carrozze palatine , dette frul-
mandante imperiale in Italia le ar- loni ^ o fiirloni, hanno il carro, e
mate austriache. Pio VII, che fatto la cassa dipinti di vernice violacea
lo aveva principe romano, per usar- scura, e la parte superiore esterna
gli una singolare onorificenza , lo col cielo di color nero. Sono fode-
condusse seco in carrozza al palazzo rate neir interno di seta e dama-
apostolico. Ed il regnante Pontefice schi rossi , e ne godono l' uso i pri-
recandosi aVelletri nel i83i e 1839, mari prelati, e gli uffiziali della
entrò nella carrozza del Cardinal corte pontifìcia. Dietro alla cassetta
Bartolomeo Pacca , decano del sa- del cocchiere evvi una tavola ove
gro Collegio , vescovo e legato di ascendono i domestici, ma al frul-
Velletri , ed il volle inoltre a sini- lone, di seguito alla carrozza del
stra, e a spalla per distinzione. Pontefice, i domestici vanno dalla
La carrozza del Pontefice dalla parte di dietrO| ove evvi una tavo-

I
,

l'io CAR CAR


letta più bassa, su cui montano i alle seterie dei finimenti e delle
gai-zoni della scuderia pontificia. guarnizioni di seta delle carrozze.
Vuoisi, che l'uso dei domestici di Ninno in Roma può usare più di
ascendere la detta tavoletta nel da- due cavalli, meno i sovrani, ed i
vanti del frullone, sia derivato dal ciuffi e fiocchi di seta rossa di che
non dover volgere Papa, le spalle al guarniscono i Cardinali i finimenti,
allorché sieno nel frullone precedente possono essere anche di lana, ma
la carrozza pontifìcia. di egual colore. In ogni tempo, e
I in sede vacante non
Cai-dinali persino ne' viaggi un domestico dei
portano veruno a spalla in carrozza. Cardinali porta dietro alla carrozza
Quando vanno in abito cardinalizio r ombrellino rosso e paonazzo, se-
portano seco quei delia propria an- condo le epoche. Siccome antica-
ticamera, ed allorché si recano in mente, e prima che Cardinali a- i

alcun luogo formalmente, portano dottassero le carrozze, cavalcavano


con se vescovi e prelati. Sino al e viaggiavano coli' ombrellino per
secolo passato usarono i Cardinali ripararsi dal sole e dalla pioggia ;

grandi carrozze dette carrozzoni, COSI e per segnale di dignità, e in


o carrozze a coda, in cui andavano memoria del precedente uso, sempre
comodamente sei od otto persone. un loro domestico lo porta quan-
Nelle odierne non più di quattro se do escono dal proprio palazzo. Pii-
ne ammettono. Oggi di due specie ma i Cardinali, quando uscivano in
sono le carrozze de' Cardinah, cioè abito Cardinalizio, incedevano con
le berline, e i frulloni , non com- due carrozze; ora in questo modo,
prendendosi i carrozzini e le ba- cioè in berlina e frullone, quasi tutti
starde che usano la notte, o nel- i Cardinali intervengono alle fun-
l' andare a trottare. Le berUne so- zioni, usando però i principi tre
no nobilissimi legni col carro di- carrozze nelle solennità. Usano poi
pinto di vernice rossa, con intagli, tutti una sola carrozza quando in
metalli e dorature. La cassa é de- abito Cardinalizio si recano alle con-
corata di fregi e di esterne miniature, gregazioni, udienza del Papa e fun-
e r interno é addobbato con dama- zioni minori. Giornalmente apre lo
schi , satini rossi , con guarnizioni sportello il domestico più anziano
mentre la coperta della cassetta del di servizio, nelle funzioni , e in altre
cocchiere per lo più é di drappo rosso. circostanze decano degli stessi do-
il

Il frullone ha egualmente il carro di- mestici. E troppo noto, che anche le


pinto di vernice rossa, come lo é seconde carrozze de' Cardinali nel tre-
la cassa con dorature; ma il tutto no, hanno i cavalli coi ciuffi e fioc-
riesce meno ricco della preceden- chi, sebbene i primi vorrebbono
si

te , solendosi foderare 1' intemo di da alcuni critici esclusi, ed usati so-


panno, velluto, o seta. All'articolo lo dai cavalli della carrozza ove si
Cappelle si tratta del modo come
trovano i Cardinali. Egli é perciò
i Cardinali si recano alle cappelle che i frulloni o carrozze Cardinalizie,
e funzioni pontificie, non che coa- ^e non seguono il treno, cioè la
qual treno, e si dice che il solo prima ove é il Cardinale, i cavalli
Cardinal decano, e i Cardinali prin- debbono essere senza i ciuffi, e mai
cipi , o i marchesi , che godono le da veruno deve interrompersi il
insegne principesche, intarsiano l'oro treno , od il seguito delle carrozze.
,

CAR CAR 121


Ora, che non si praticano più le quella del maestro di camera, do-
pompe funebri di portare il cadave- ve essi vadano in carrozza col Pon-
re dei Cardinali delle prime cariche tefice, sono tirate da quattro ca-
sul letto , i Cardinali defunti dal Quando poi essi vanno nella se-
valli.

palazzo alla chiesa si trasportano conda muta palatina, allora debbo-


nella carrozza di lutto di color ne- no usare soli due cavalli, in fiocchi

ro con addobbi d'oro, e i cavalli con e ciuffi. Tutti gli altri prelati non
finimenti guarniti di fiocchi, e ciuf- possono usare i fiocchi. Solo è loro
fi di seta nera frammista d'oro. permesso di usare le guide, ed i
Quando i Cardinali usavano il lut- guinzagli di seta di vari colori, esclu-
to, le loro carrozze erano coperte si i sopraddetti, come non è loro
di velluto nero, imbollettate di nero, permesso il frullone, ma solo la car-
con colonne del medesimo velluto rozza della forma ordinaria di quelle
ed ogni altra parte di nero. Anche degli ecclesiastici.
i principi , e le principesse defun- Finalmente non sì dee passare sot-
te sono trasportate alla chiesa in to silenzio, sebbene lo si dica a'ris-
carrozza, a meno che non dispon- pettivi articoli, che nella corte ro-
gano diversamente. I quattro prelati mana gli ambasciatori e i principi
di fiocchetti , cioè governatore di assistenti al soglio nelle solennità
Roma, della camera, teso-
uditore e ne' treni di formalità adoperano,
riere, emaggiordomo, sono così chia- oltre l'ombrellino celeste nel cielo
mati perchè hanno fuso de' fiocchi della carrozza, i fiocchi di seta di
e ciuffi di seta paonazza ai fini- tal colore fiam misti con oro, facen-
menti della loro carrozza, né pos- dosi i primi precedere dai lacchè
sono usarli di colore rosso. Godono mentre altri usano il colore proprio

eguale privilegio i patriarchi; ma i della loro corte. Così il senatore di


vescovi, allorché si recano a cele- Roma, e i conservatori col priore
brare le funzioni, e nelle feste so- de'caporioni per pontificia concessio-
lenni adoperano ciuffi e fiocchi di ne, allorché incedono con formalità,
seta verde. Tanto i prelati di fioc- hanno il distintivo de' ciuffi e fioc-
chetti, quanto i patriarchi hanno con oro.
chi di seta bleu intarsiati
l'uso del frullone nelle festività, co- I principi romani, e i marchesi di
me i Cardinali. Il maestro di came- baldacchino (Vedi) adoperano l'om-
ra del Papa, procedendo la sua car- brellino e i fiocchi, come i principi
rozza appresso il treno pontificio, assistenti al soglio. V. Antonio Loca-
usa il frullone cardinalizio, e ai fi- telli, // perfetto Cai^aliere, e. XXI,
nimenti dei cavalli si uniscono i pag. 4o6, e seguenti; Dei cavalli
fiocchi e i ciuffi di seta di vario co- da carrozza.
lore, escluso paonazzo il rosso, il CARSEOLT. Antica città d' Italia
e il verde, e ciò per l' uniformità presso i sabini sulla via Valeria.
colla carrozza del maggiordomo, che Venne anche chiamata città dei mar-
per altro l'usa di colore paonazzo, zi, e città degli equi, forse per essere
e che pur segue il treno. Se però stata posseduta alternativamente dagli
il maestro di camera fosse pa- uni e dagli altri. Vi si mandarono
triarca o vescovo, farà uso del co- due colonie in epoche diverse una ,

lore conveniente a lui. Però tan- delle quali, secondo Tito Livio, vi
to la carrozza del maggiordomo, che fu stabilita l'anno 4^4 di Roma.
1 , ,

Ì12 CAR CAR


Nei primi secoli della Chiesa divenne «ero origine i così detti codici pa-
patrimonio della Santa Sede, e san limsesti che il eh. Cardinal Angelo
,

Gregorio I, del 590, ne fa menzio- Mai seppe con immenso studio rein-
ne nelle sue epistole. La Chiesa ro- tegrare, scoprendo in essi la Repub-
mana vi teneva per ramministrazìo- blica di Cicerone i trattato eh' e rasi
ne del luogo un rettore, ovvero di-, perduto non che altre opere insi-
,

fensore. gni della dotta antichità. Questa ra-


CAKT\(Charta,pnpyrns). Com- rità,ed il forte prezzo delle carte
posto che si fa per lo più di cenci, pergamene nel medio evo, indussero
o di lini macerati, e si riduce in fogli gì' industriosi italiani a trovare un
sottilissimi per uso di scrivervi. Del- equivalente, e lo trovarono nella
la carta, che usavano gli antichi per carta fabbricata cogli stracci di lino,
iscrivere, fra gli altri eruditamente invenzione, che Montfaucon stabili-
tratta il p. Menochio , tomo II, p. sce nel secolo XI ; ma lo Stelluti
44o- La materia, sulla quale si co- ne' suoi Commenti a Persio, volle
minciò da principio a scrivere, sem- provare, che sino dal 900 fosse stata
bra che fossero i mattoni di creta inventata in Fabriano sua patria.
cotta , o la pietra ; uso pei primi L'opinione più comune assegna l'in-
esercitato dai babilonesi e dai fe- venzione della carta nel secolo XII
nicii, che, secondo Plinio, scrissero ai greci rifuggiti in Basilea, e parti-
le loro leggi e consuetudini in pie- colarmente in Itaha, i quali inse-
tre cotte e sui marmi. Si usò an- gnarono r arte di fabbricare la car-
cora a scrivere sulle foglie , onde ta bambagina o di cotone , che nel
derivò la parola foglio. Dalle foglie loro paese già praticavasi, onde fu
si passò a scrivere nelle sottili cor- detta bambagina e cutanea. Altri
teccie degli alberi , i quali, secondo ne danno il vanto alla Germania,
Ulpiano, erano di tre specie, cioè né manca chi sostenga ripetersi in
Tilia, Pìiylira, e Papyro. Si ado- Italia r origine della carta nel bor-

perarono anco tavolette sottili, colle go di Colle in Val di Elsa nella


quali si formavano libri, dandosi ai Toscana, atfermandosi ivi essere le
fanciulli per insegnar loro l'alfabeto, e più antiche cartiere d' Italia. Certo
ve n' erano anche di avoiio. Si scris- è che, nel secolo XIII, l' uso ne di-
se pure sul piombo, indi sulle pelli venne generale, e nel seguente già
di animali dette pergamene, siccome in Italia vi erano molte cartiere.
invenzione di Cumene re di Peiga- La loro introduzione in Francia ri-
mo. Indi, secondo Plinio lib. XIII monta verso l'anno i34o.
cap. 1 , fu introdotta la carta al Carta si chiama pure un atto
tempo di Alessandro Magno; ma ciò autentico col suggello di un princi-
deve intendersi per le membrane e pe, d' un signore, d' una chiesa , di
per le pergamene. Ne' bassi tempi un capitolo, o di una comunità, e
queste pelli divennero così rare, che che serve a tutelare i diritti di uno
si usava nelle antiche biblioteche stato, comunità o signoria. Si dis-
raschiare i codici de' primi tempi sero Carte talvolta i libri, e quin-
contenenti scritture di autori classi- di sagre Carte si chiamano i libri
ci greci e latini , e sopra vi si scri- della Bibbia. Carta si dice pure
veva la nota delle spese giornalie- dai legisti una scrittura di obbli-
re, e simili bagatelle. Da ciò tras- go e di contratto qualunque sia
.

CAR CAR ia3


pubblico, o privato. La istituzione fale occupazione di Scipione, e I9
poi della carta bollata, cioè carta battaglia in cui Annibale fu disfatto
sigillata nello stato pontifìcio per sotto le mura di Cartagine in Afri-
r autenticità de' contratti e per le ca, Scipione la prese l'anno di Ro-
scritture, rimonta a Clemente XII , ma 542 , e in tal' occasione il ro-
comunque sia stata effettuata nel mano eroe rese con magnanima
174» dal Pontefice Benedetto XIV. azione a' propri parenti un'avvenente
CARTACO (s.), il giovane, so- schiava, e al di lei sposo il prezzo
prannominato Mocuda, fu vescovo in offerto pel suo riscatto. Indi a'temr
Irlanda. Discepolo di s. Cartaco, il pi di Cesare divenne questa città
vecchio, e di s. Congallo, predicò il colonia romana, colla dipendenza
santo vangelo nel territorio di Riar- di cinquanta città Spagna,
della
raigh, e di là passato a West- delle quali fu capitale. Molto soffrì
Meath vi fondò
, il monistero di nelle vicende del romano dominio,
Rathenin o Raithin che riuscì ce- , e nel quinto secolo fu devastata
lebratissimo in tutta l'Europa per prima nel 4^9 dai vandali, poscia
pietà e pe" sapere. Ne ebbe per dai visigoti , onde decaduta dal suo
quaranta anni il governo, e la re- splendore, solo interamentesi riebbe

gola, ch'egli dettò, conservasi tuttora verso l'anno i57o, per averla rifab-
in lingua irlandese. Obbligato coi bricata e fortificata il re Filippo
suoi discepoli alla fuga per le per- II, che conobbe la bontà del suo
secuzioni di un re di quelle regioni, vasto e importante porto, rianiman-
si ritirò nella provincia di Leinster, do il commercio decaduto sotto il
fondandovi un monistero. Mori ai dominio de'mori. Nel 1706 Giovan-
i4 di maggio del 687. Al nome Leak, nella guerra di successione,
di lui fu dedicata la chiesa mag- la prese per l'arciduca Carlo, ma
giore diLismore, e la città per poco di poi duca
Bervick la
il di
lui è chiamata Lismore-Mochuda. ridonò al potere di Filippo V. Va-
CARTAGENA ( Charlaginen.) lidissime sono le sue fortificazioni,
Città con residenza vescovile nella grande è l'arsenale, come ampli
Spagna nel regno di Murcia, che sono i cantieri di costruzione, onde
vanta antichissima origine. Posta in è una delle più belle città di Spa-
fondo ad una piccola baia nella gna.
costa Murciana meridionale, si slima La sua sede vescovile rimonta
fondata, o almeno considerabil mente a' primi tempi della Chiesa, per mo-
ingrandita, dal cartaginese Asdru- do che nel terzo secolo eia metro-
bale Barca, che la eresse in capitale politana, e si pretende che il suo
delle sue conquiste, imponendole il primo vescovo, nominato Basilio,
nome della metropoli africana, per fosse martirizzato l'anno 5'j di Cri-
Carthago nova. Pure
cui cliia mossi sto. Rovinata in seguito dai goti e
fu appellata anche Spartana , che dagli svezzesi, i diritli metropolitani
vuoisi essere il nome' suo antico passarono a Toledo; ma il vescovo
dall'abbondanza di quel giunco chia- Diego Martinez, vedendosi ogni gior-
mato Spartani, che ivi vegeta spon- no interrotto nelle funzioni del suo
I taneo. Da qui si mosse Annibale episcopale ministero, e negli uffizi

per andar a formare il memorando divini dalla moltitudine de'mori, di


assedio di Sagunto. Dopo la trion- cui ridondava la città, ed al vedere
ia4 CAR CAR
non meno le frequenti incursioni Spagna. Tanto la sua baja, una
dei corsari africani, col permesso delle migliori della costa, che il vi-
del Pontefice Nicolò lY, e del re cino paese chiamato Calamari, fu-
Sancio IV, nel 1291 ne trasferì la rono scoperti da Rodrigo di Bastidas
sede in Murcia (Fedi). Sgombrata nel i520, e fu sottomessa da don
di poi interamente la città dai mori, Pietro de Heredia nel i533. Vi
nel i36o, Papa Innocenzo VI, con fondò egli la città di Cartagena,
bolla data in Avignone, decretò che che per la sua deliziosa situazione,
il vescovato di Cartagena non sa- e per la sicurezza della baja poco
rebbe più soggetto a Toledo, cioc- dipoi diventò il centro del com-
che per altro col pontificio bene- mercio di quella parte d' America.
placito non ebbe effetto, dappoiché La sua opulenza attirò a Cartagena
l'arcivescovo di Toledo continuò ad r ingorda cupidigia di alcuni avven-
esercitar la sua giurisdizione metro- turieri d'Europa, ed infatti fu sac-
politica, come sugli altri suffraganei cheggiata dai corsari francesi nel
a lui soggetti. Non si deve poi pas- i544> egualmente fu spogliata
^^
sar sotto silenzio , che Papa Calisto e incenerila dall' ammiraglio inglese
III fece amministratore di Cartagena, Drack nel i585. Nuovamente venne
cioè la conferì in commenda al suo ni- presa e saccheggiata da Pointis alla
pote Cardinal Roderigo Borgia, che testa d'una spedizione francese; ma
poi nel 1492, fu eletto Pontefice col attaccata da una flotta inglese co-
nome di Alessandro VI. 11 capitolo mandata da Vernon nel 174*» ,

di Cartagena compone vasi di sei di- questi dopo gran perdite venne co-
gnità, di otto canonici, di preben- strettoa levarne l* assedio. Nella
dati,, e di cappellani, risiedendo il guerra delle colonie spagnuole con-
vescovo parte in Cartagena, e parte tro la metropoli, Cajtagena soffrì
in Murcia, onde dicesi anche vesco- molto, per essere stata assediata
vo di Murcia. Oltre la chiesa prin- dagl' indipendenti e dai realisti ,

cipale, vi sono in Cartagena due a' quali dovette arrendersi per man-
altre chiese, diversi conventi, un canza di viveri, sebbene poi facesse
ospedale, un ospizio pegli esposti ec. ritorno al partito de' primi.
CARTAGENA nelle Indie Occi- Il seggio vescovile, regnando Carlo
dentali de Cartagena in Indiis).
( V, fu instituito dal Pontefice Paolo
Città dell'America meridionale, nella III, nel i537, e venne dichiarato suf-
nuova Granata, con residenza d'un fraga neo della metropoli di s. Fede
vescovo. E
capo luogo della provin- di Bogota; ma nel pontificato di
cia dello stesso nome, ed è edificata Clemente XI, essendosi dichiarati
su di un' isola sabbioniccia al mar- contro il vescovo l' inquisitore gene-
gine d' una formata dal mare
baja rale della città , la curia laica, l'ar-
delle Antille. Vuoisi essere stata la civescovo di Fede, ed il vescovo
s.

prima città, che gli spagnuoli circon- di s. Marta, tutti ledendo la giu-
dassero di mura nell' America , tro- risdizione del vescovo, che d'altronde
vandosi tuttora ben fortificata, e coraggiosamente difende vasi, il Pon-
difesa da buone opere. Vuoisi ancora, tefice, dopo aver il tutto sottoposto
che il di lei nome avesse origine a diligente e maturo esame, col conte-
dalla somighanza del suo interessante nuto della costituzione. Ex commissi,
porto, con quello di Cartagena nella presso il tomo X par. I, pag. i55
CAR CAR 25
del Boi. /?ow., emanata ai 19 gen- nonché le isole di Sicilia e di Sar-
naio 1706, dichiarò invalidi tutti degna, antichissima città, che Silvio
gli atti contro il vescovo di Carta- Italico denominò Alma. posta in E
gena, esortò i detti prelati a prov- quella parte dell'Africa, oggidì de-
vedere alla loro coscienza, denunziò nominata il regno di Tunisi. Nel-
scomunicati i laici, che n* erano com- la punta più boreale dell'Africa,

plici, comandò, che domandassero apresi l' ampio seno cartaginese, il


perdono al vescovo, citò a Roma il quale veniva determinato all'est dal
canonico Rentacur, rimosse dalla promontorio di Ercole, attualmente
città il tribunale dell' inquisizione, Capo-bon, ed all'ovest dal promon-
esentò il monistero di santa Chiara torio di Apollo, che frapponevasi al
dalla giurisdizione de' minori osser- vicino seno ipponese. Una vasta pen-
vanti, erano pure dichiarati
che si isola sporgeva nel mare in fondo
contro il vescovo, ordinò al generale alla baia, e separava così il seno
che li castigasse, e l'accomandò al orientale ov* è Tmiisi dal seno oc-
medesimo vescovo la costanza nella cidentale ov' è Utica. Presentemen-
difesa de' diritti della sua chiesa. te il lido del mare si è avanzato
Ciò riuscì di onore non meno per così, che
punta del promontorio
la

tutta la chiesa, che al corpo episco- cartaginese forma continuazione di


pale. Cartagena è decorata di begli spiaggia sino all' altra del promon-
edifizi; ma grandeggia
sopra tutti torio di Apollo. Le mura, che chiu-
la cattedrale, non racchiudendo es- devano il recinto di Cartagine era-
sa neir interno ricchezze minori di no triplici, e di una solidità straor-
quelle magnifiche, che mostra nel- dinaria. Vi s'innalzarono toni e ba-
r esterno. Essa è a Dio dedicata stioni ad una certa distanza, sicco-
sotto r invocazione di s. Caterina me caserme, scuderie, magazzini, e
"Vergine e martire. Il suo capitolo stalle per trecento elefanti si trova-
componesi di quattro dignità, oltre vano nel piano basso, standovi aq-
quella del decano, che è la prima. quartierata una numerosa guarni-
"Vi sono quattro canonici con due gione. Il porto era emporio di traf-
prebende, non che cappellani e altri fico , mentre in altro si eseguivano
ecclesiastici pel servigio della chiesa. gli armamenti marittimi , con am-
Nella cattedrale la cura delle anime pi cantieri, in uno a parecchi edifizi

viene amministrata da un cappellano magnifici.


del capitolo. Vi sono pure altre Cartagine fu in origine chiamata
chiese, conventi di domenicani, fran- Cadmtja, cioè l'orientale, secondo
cescani ec. , due monisteri di mona- l'idioma fenicio, stante la sua posi-
che, pii sodalizi, seminario ed ospe- zione, o dal nome di Cadmus, co-
dale governato dai religiosi della mune ai capi delle loro colonie; in-

carità. La mensa è tassata ne' libri di Cacabe, o testa di cavallo, da


della camera apostolica, in trentatre quella che si rinvenne nello scavar-

fiorini e mezzo. ne i fondamenti. Ma le denomina-


CARTAGINE (Carthago). Me- zioniegualmente fenicie Cariai rt-
tropoli vescovile della provincia pro- dad o Carthada^ volte poi in Car-
consolare d' Africa, capitale un
di tagine a tutte le altre prevalsero.
possente impero, che occupava una Varie sono le opinioni sulla sua fon-
parte dell' Afiùca e della Spagna, dazione, ma la più comune sembia
,

Ile CAft CAè


quella^ cli6 ne attribuisce l' origine ^ro<)ussero quelle guerre cotahto fa-
ad una colonia di tirii o fenici i ver- mose, conosciute col nome di punì'
so l'anno del mondo 2498, due- che. La prima durò ventiquattro an-
cento sessanta anni dopo la fonda- ni, ed ebbe origine dai Mamertini
zione di Roma. Dopo un secolo ÌA signori della città di Messina,i qua-

regina Bidone, vedova di Siclieo, li assaliti dal re Gerone, e dai car-


fuggita da Tiro per le sevizie del taginesi, invocarono l'aiuto de' ro-
le Pigmalione suo fratello, giunse mani, che comandati da Appio Clau-
a Cartiigine con tutte le sue ric- dio presero Messina, e vinsero il

chezze. Vi fece costruire una for- supremo generale Xantippo. I tor-


tezza col nome
di Bostra chia- _,
menti, e l'inaudito eroismo di Atti-
mata Byrsaj per indicai^e un
di poi lio Regolo, diedero fine a tal guer-
luogo forte, sebbene Appiano Ales- ra. La seconda guerra punica inco-
sandrino dica, che nel principio delle minciata r anno di Roma 536, do-
guerre puniche fosse della Birsa, po che Annibale prese la città di
poiché Didone domandò ed ottenne SaguntOj alleata fedele de' romani,
tanto di terrd quanto avrebbe po- durò diciassette anni, e fu a Roma
tuto comprendere il giro d'una pel- funesta e gloriosa ad un tempo per
le di toro. In questa cittadella poi le perdite cagionatele da Annibale
fu eretto un tempio ad Esculapio^ in Italia, e per le strepitose vitto-
che la moglie di Asdrubale incendiò rie di Scipione nell'Africa. In que-
per dispetto. sta seconda guerra punica, la re-
Didone ampliò la città di Carta- pubblica romana trovossi suil' orlo
gine, ed accrebbe la sua importanza. del precipizio; se non che Anniba-
Nondimeno è derivata la sua prin- le non mai vinto dalle fatiche^ lo
cipale grandezza dall'esteso commer- fu dalle delizie di Capua. Di che
cio, donde affluirono le dovizie, le profittando i romani con rafforzarsi
conquiste, il potere, la gloria. Di- vigorosamente^ vendicarono le gravi
venne emula di Roma al segno da perdite sofferte. La terza guerra non
destarle gelosia per le sue possenti durò che quattro anni, cioè fino al-
forze di mare e di teira, pel nume- l'anno 608 di Roma, e i46 avanti
ro e per la ricchezza de' suoi abi- r era cristiana, epoca in cui Scipio-
tanti, per la vastità, e per la splen- ne, // giovane, prese e rovinò questa

didezza de' suoi edifizi, ma soprat- superba città, che aveva con tanto
tutto per la riputazione delle sue valore disputato a Roma 1' impero
armi vittoriose. I cartaginesi conser- del mondo, e dalla quale, per lo
varono religione, idioma e costuman- stato deplorabile in cui era ridotta,
ze ereditate dalla Fenicia, non che appena sortirono cinquemila abitan-
unione colla madre patria, e con le ti, superstiti dalla valida e famosa
Quindi si dissero
altre colonie fenìcie. resistenza, che fecero al console Mar-
Phoeni quasi fonici, indi Poeni zio, quando intesero ch'egli dovea
o Punici. Ad onta che fosse stata distruggere la loro città, per riedi-
Cartagine la capitale d' un grande im- ficarla sul continente in distanza di
pero, e la principale città dell' Afri- ottanta stadii.
ca, si rese più famosa, come si dis- Dopo circa trenta anni, che Sci-
se, pei suoi avvenimenti militari, e pione avea rovinata Cartagine, i ro-
per la sua rivalità con Roma, che mani vi mandarono una colonia.
CAR CAR i'x^f

la quale fu la prima da essi spedita cati in sorte alla prima), onde at-
fuori d' Italia ; e sotto la condotta tualmente non si ro- veggono che
del tribuno Gracco e gli auspici di vine, le quali ne fanno deplorare la
Giunone, vi fecero edificare una distruzione.
nuova città, che si chiamò Giuno- La chiesa di Cartagine si rese su-
nia. Da quel tempo divenne colonia bito rispettabiledopo la promulga*
romana, ma il progetto di restituirle zione del vangelo, e ben presto pre-
ilsuo antico splendore non ebbe in- se lo stesso posto neir ecclesiastico ,

cominciamento che sotto Giulio Ce- come avea avuto nel civile, di-
lo

sare, allorquando v' inviò altri colo- venendo nel secondo secolo metro-
ili, i quali la ristabilirono poco lungi poli della splendidissima chiesa Afri-
dall'area primiera. Da allora in poi cana proconsolare , nonché primate
Cartagine, ripreso il suo antico no- della provincia d* Africa. Il suo pri-
me, tornò ad essere metropoli del- mo vescovo, del quale si faccia men-
l' Africa proconsolare, e quindi di zione, fu Agrippino, ed i successon
tutta l'Africa romana, e fu riguar- metropolilani , tanto prima che do-
data come la seconda città dell'im- po il concilio niceno , esercitarono
pero, giacché sebbene Antiochia di la loro autorità su tutte le chiese
Siria,ed Alessandria di Egitto fos- di dette provincie. Commanville nel-
sero città grandissime e rinomate a 1* Histoire de tous les Àrchéi^échés
segno di essere considerate le prime et Evéchés , Paris, 1700, fa l'enu-
dopo Roma, pure non esitava Car- merazione a p. i5i, delle sedi sot-
tagine a darsi il titolo di città mag- toposte all'ecclesiastica giurisdizione
giore dell' impero romano dopo di Cartagine, e ne registra centotre
Roma. di notizie certe. Cartagine, e tutte le
Finalmente, nell'anno 3i8, Car- chiese dell'Africa dipendettero dalla
tagine nuova vide incominciare i Chiesa Romana, e non da quella di
disastri, che successivamente ne pro- Alessandria, sebbene le africane chie-
dussero la totale rovina come la se fossero più
vicine alla Libia che
vecchia. In quell* anno suddetto fu a Roma, perché quelle regioni avea-
saccheggiata da Massenzio tiranno no ricevuto il lume del vangelo pel

dell'impero; ed i vandali passati ministero de' romani inviali dai Som-


nell'Africa, e capitanati da Genseri- mi Pontefici, e non per quello de-
co , la presero ai
19 ottobre 4^9. gli egiziani; nonché per avervi i ro-
I re suoi successori ne conservaro- mani stabilite delle colonie, la cui
no il dominio sino all' impero di lingua latina si propagò nella na-
Giustiniano I, nel quale avendo Be- zione, che perdette l' originario lin-
lisario suo generale sbarcata una po- guaggio fenicio. Perciò era ben giu-
derosa armata, la tolse nel 534 a sto, che Cartagine fosse governala
GelimerOj e al timore de' vandali nel- piuttosto dai latini , che dai greci.
r Africa. Quindi gì* imperatori d'O- In fatti questa chiesa insigne diede
riente r ebbero in possesso sino a solenni riprove alla sede Romana
Leonzio, sotto l' impero del quale gli della sua sommissione e gratitudine,
arabi saraceni la presero verso l'an- anche sotto il dominio straniero van-
no 695 , la saccheggiarono e la ri- dalico. All' articolo Africa, e parti-
dussero al nulla, dopo settecento an- colarmente in molti altri analoghi a
ni di esistenza (
quanti n' erano toc- questo, si parla di ciò che riguarda
, ,

iiS CAR CAR


le glorie e vicende di sì illustre scovo di Tours, monsignor Mont-
chiesa, ove fiorirono Tertulliano, s. blanc, Cardinal Filippo de An-
il

Cipriano , e tanti padri e pastori gelis, nominalo da Pio Vili nel con-
che ne accrebbeio lo splendore, men- cistoro de' 18 mai*zo i83o, elevalo
tile si vedranno i principali suoi av- alla porpora, e alla sede di Monte-
venimenti, registrati ne' fasti del cri- fiascone, nel i838, dal Papa re-
stianesimo, in quanto venne tratta- gnante, e il presente nunzio aposto-
to nei suoi numerosi seguenti con- lico di Baviera monsignor Michele
cilii. Viale Prelà , fatto arcivescovo di
Ma dopo che la chiesa di Car- Cartagine dal medesimo Gregorio
tagine dovette soffrire le vicende la- XVI, nel concistoro de' 12 luglio
grimevoli degli scismi, e il peso del- i84i.
le invasioni barbariche, vide il suo
infelice fine nella occupazione dei Concila di Cartagine.
saraceni, onde dopo il 691 l'aspet-
to di questa chiesa fu interamente Il primo fu tenuto dal vescovo
cangiato, dappoiché l'ignoranza e di Cartagine Agrippino, coli' inter-
r empietà occuparono pressoché tut- vento di tutti i vescovi dell' Africa,
ti gli spiriti, e si videro a disonore nell'anno 200, come afferma Tille-
della religione, molti cristiani, il cui mont, sebbene altri lo credono ce-
coraggio avea saputo resistere agli lebrato nel 2 15 , altri nel 217 e
sforzi infernali degli scismi e delle anche nel 225. Fu contro il bat-
eresie, correre in folla sotto gli sten- tesimo degli eretici, decidendosi che
dardi di Maometto, cangiando il van- faceva d' uopo ribattezzarli. Regia
gelo coU'alcorano. Tuttavolta alcuni Labbè, e Arduino, tomo I. IlLen-
vi rimasero ancora fino al pontifi- glet coir autorità di quest'ultimo di-
cato di s. Leone IX, dopo la metà ce, che il secondo concilio Cartagi-
del secolo XI; ma questa non fu nese ebbe luogo nel 2i5, sulla di-
che una debole luce, la quale tutto sciplina ecclesiastica.
ad un tempo terminò di risplende- secondo ai i5 maggio 25 1 si
Il

re, come può vedersi nelle belle celebrò da s. Cipriano vescovo di


dissertazioni di Emmanuele Schel- Cartagine con molti altri vescovi.
strate, massime in quella stampata In esso esaminossi la causa di quelli,
in Colonia, De Ecclesia africana eh' erano caduti nella persecuzione
sub primate Carlhaginiensi. di Decio, e si regolò la condotta da
Attualmente la chiesa di Carta- tenersi con quelli, i quali si erano
gine é arcivescovato in partibuSy indotti a ricevere dalla magistratu-
colle seguenti egualmente in
sedi, ra de' certificati di aver sagrificato
parlibus, per suffraganee: Assuro^ agi' idoli, per cui si dissero libella-
Calamata, Costanùna, Graziano- tici. canoni penitenziali, che allora
I

polij Bona, Irina, Laro, Madara^ si formarono, vennero riguardati


Mauara, Mayula , Oria, Ruspa, come il codice penale della Chiesa,
Tabarca, Telepta, Numidia, Fera^ siccome approvati dal Pontefice s.

Targa, Usula, Utine, Tagasta, Za- Cornelio. Sì trattarono con indulgen-


mora, Lambesa e Mileto. Gli ul- za quei, che dopo la loro caduta, es-
timi prelati, cui fu conferito questo sendo restati nella Chiesa , aveana
arcivescovato, sono l'attuale arcive- continuato a piangere i loro pecca-
CAR CAR 129
li ; laddove nel concilio precedente Cartagine l'anno 257, e tratta sul
era stato risoluto di non dar loro medesimo argomento. I vescovi di
la pace, se non quando fossero in Numidia in numero di diciotto a-
pericolo di morte, mentre in questo vendo scritto a s. Cipriano per sa-
si ordinò di darla prima. Indi ven- pere se dovessero ribattezzare gli
ne scomunicato per la seconda volta eretici , come già praticavano, il con-
lo scismatico Felicissimo co' suoi a- cilio risolvette affermativamente. Di-
derenti. Regia , Arduino , t. I , e s. versi autori sono di parere, che in
Cipriano nelle sue epistole. detti anni fossero tenuti in Car-
11 terzo si tenne nell'anno 252, tagine anche altri concilii. Ibidem.
contro Privato, Felicissimo, e Nova- s. Cypr. 70 p. 174- V-
epist. Di-
ziano antipapa. Regia, Arduino t. I. zionàrio portatile de concilii,
Il quarto, sopra il battesimo degli L' ottavo, nel 3 1
1 ,
decise si do-
eretici,ebbe luogo nel 253. Vi si vesse eleggere in vescovo della città
lesse la lettera del vescovo Fido, Geciliano, che fu ordinato da Feli-
onde fu ripreso Terape , e siccome ce d^Atponga in vece di Mensurio.
Fido avea proposto, che non si do- Baluzio, Nova collect.

vessero battezzare i fanciulli se non Il nono egualmente nell' anno


aveano otto giorni, s. Cipriano, alla 3i ove settanta vescovi di Nu-
I ,

testa di séssantasei vescovi, decise midia deposero Ceciliano, ed ordi-


non esser necessario attendere tal nando Majorino, formarono lo sci-
tempo definizione che nella Chiesa
: sma de' donatisti. Quest' adunanza
fu assai ammirata. Questo stesso con- viene riguardata come un conciha-
cilio trattò delle preghiere, e del sa- bolo di scismatici condan- ,
giacche
giifizio pei defonti, come di prati- narono Ceciliano senza ne accusarlo,
che antiche. S. Cipriano, ep. II, p. né ascoltarlo. Regia, Labbé, Ardui-
117, Baluzio in Collect, e i citati no t. I.
autori. Il decimo si tenne nel 3 1 2 , ed
Il quinto, adunato nel 254 ^^ s. in esso Ceciliano fu assoluto. Ibi-
Cipriano con trentasei vescovi, fu dem. Lenglet, all'anno 333, coli' au-
contro Basihde vescovo di Lione, e torità dell' Arduino, registra un con-
Marziale vescovo di Astorga, per es- cilio sopra i libellatici.

sere stati libellatici, cioè per aver L' undecimo nel 34B, o 349, da
preso de' biglietti o certificati, come Grato vescovo di Cartagine fu con-
se avessero sagrificato. Regia, Lab- vocato coi vescovi di tutte le pro-
bé, Arduino t. I. vincie dell'Africa. Molti donatisti fu-
Il sesto, tenuto nel 255, da s. rono riuniti alla Chiesa, ed è il più
Cipriano, per la questione del bat- antico concilio Cartaginese, di cui ci
tesimo degli eretici, era composto restano i canoni. Se ne formarono
di sessantuno vescovi, ma fu dichia- tredici : il primo proibisce di rinno-
rato nullo. Di esso fu soggetto la vare il battesimo in nome della ss.
celebre questione col Papa s. Stefa- Trinità; il secondo riguarda l'onore

no I. Alcuni opinano, che gli afri- dovuto a' martiri, e vieta di vene-
cani riguardassero la controversia rare quelli, che eransi precipitati, o
come spettante la disciplina, non il uccisi per pazzia ; il terzo rinnovò
domma. Ibidem. la proibizione a' chierici di coabita-
11 settimo concilio celebrossi in re con donne ; il sesto inibisce ai
VOL. X. 9
i3o CAR CAR
chierici cìi tratiare adàii secolari ; il presiedette alla testa di circa cin-
tlecimoterzo d'imprestare ad u^iira; quanta vescovi , i quali formaronvi
il decimoquarto lulinina le censure altrettanti canoni. S. Agostino v' in-
ai laici dispreiza lori de' sagri canoni, tervenne , e la sua disciplina fu ri-
e minaccia ai chierici di essere de- putala santissima. Col pnrno fu or-
jK)Sti ed esclusi dal clero : /ìnaimenle dinato a' vescovi di prendere ogni
si deci*etò, che per giudicare un dia- anno informazione dal primate, sul
cono occorrono Ire vescovi, sei per giorno in cui devesi celebrare la

un prete, dodici per un vescovo. Pasqua; il secondo prescrisse che il

Regia t. IH, Labbé l. If, e Ardui- concilio generale dell'Africa si adu-


no t. I. nerebbe ogni anno , e che tutte le

Il duodecimo, nel 890, fu con- Provincie, le quali hanno delle prime


vocato da s. Geneoldo vescovo di , sedi, vi manderebbero tre deputati
Cartagine. Vi si fecero tredici ca- dei loro concili particolari ; il terzo
noni col primo si dichiarò una pro-
; ordina ai vescovi la piena cognizione
fessione di fede , come quella degli de'sagri canoni prima di essere ordi-
apostoli, e di credere e predicare la nati; il sesto proibisce di
amministra-
ss. Trinità ; il secondo rinnovò il re il battesimo o l'eucaristia a' mor-
decreto di un concilio precedente, ti ; l'undecimo vieta di assistere agli
intorno alia continenza imposta ai spettacoli ; il deci mollavo proibisce
tre primi gradi del chiericato; il di ordinare alcuno vescovo , sacer-
terzo nuovamente vietò a' preti la dote, o diacono, a meno che non fos-
consagrazione del crisma, quella sero tutti cattolici quei , che si tro-
delle vergini, e la riconciliazione dei vavano nella casa di lui ; il ventesimo
penitenti alla messa pubblica ; il set- primo non permette ai vescovi di ri-
timo comanda che vengano scomu- tenere presso di se, e di ordinare
nicati i chierici, 1 quali ricevono co- chierici delle altre diocesi ; il vente-
loro che furono scomunicati da al- simoquinto vieta a' chierici il recarsi
cun vescovo senza il di , permesso a trovare femmine senza compagnia:
lui;il duodecimo vieta l'ordinarsi il ventesimosettimo proibisce loro le
vescovo , senza il consenso del me- osterie; ventesimonono comanda
il

tropolitano. di celebrare la messa a digiimo il ;

Leggesi ancora tra i suoi canoni, trentesimo esige, che si battezzino gli
che il vescovo era il ministro ordi- infermi, i quali non possono parlare,
nario della penitenza, e il sacerdote allorché abbiano prima domandato
solo in sua assenza, o in caso di tal sagramento. In questo concilio
necessità. Labbé tom. IT, Arduino, fu anche proibita la traslazione da
tom. I. Il Lenglet inoltre, nel 389, una sede all'altra, e si formò un ca-
registra un concilio cartaginese per talogo delle sagre Scritture conforme
le disposizioni di un concilio gene- a quello che abbiamo oggidì. Regia
rale , nel 393, per la pace della tom. Ili, Labbc t. II, Arduino t. I.

Chiesa , sotto Primiano vescovo del- Il quattordicesimo fu celebrato,


la città , eh' ebbe contrari quaran- nel 398 , da s. Aurelio vescovo di
tatre vescovi, e, nel 394, sulla di- Cartagine, con circa duecento quat-
sciplina ecclesiastica. tordici vescovi, fra' quali s. Agostino.
Il decimo terzo si tenne nel 897, Vi si formarono centoquattro canoni
nell'episcopato di Aurelio, che vi celebratissimi nell'antichità, i quali
CAR CAR i3i
per la maggior parte riguardano l'or- Africa nasceva in parte dall'oppres-
dinazione , e i doveri de' vescovi e sione de' donatisti, dalla loro molti-
de' chierici. Vi sono proibite le tras- tudine, e dalla sollecitudine de' ve-
lazioni, se non fossero per vantaggio scovi rigorosi nella scelta de' chie-
reale della Chiesa; e in tal caso si rici. Vi si formarono quindici ca-
stabilisce, che dovessero essere fatte noni; il terzo approvò la legge
con autorità di un concilio pei ve- della continenza pei vescovi , sacer-
scovi, e coll'autorità di un vescovo doti e diaconi ; il quarto proibì l'alie-

pei sacerdoti , e pegli altri chierici. nare i beni della Chiesa, senza l'av-
In oltre s'impone alle vergini, che viso del metropolitano; l'ottavo pre-
vogliono farsi consagrare dal vesco- scrive doversi eleggere il vescovo
vo di dover presentarsi con abito
, entro l'anno della morte del prede-
secondo lo stato cui vogliono abbrac- cessore ; il decimo vieta a' vescovi
ciare; che gli sposi nel ricevere la l'esentarsi senza legittima causa dai
benedizione del matrimonio sieno ac- concili nazionali ; il decirnoquarto
compagnati dai congiunti e paraninfi, provvide all' erezione delle cappelle
ed osservino la continenza nella not- in onore de' martiri. In questo con-
te che segue la benedizione pel ris- cilio si decretò pure , che i vescovi
petto che a questa si deve; che ven- devono abitare presso la cattedrale.
gano scomunicati quelli, i quali e- Regia t. Ili, Labbé II, Arduino I.
scono dalla chiesa durante la predi- Il decimosettimo, nel 4^3, fu com-
ca; che in caso di bisogno un dia- posto da tutte le provincie dell'Afri-
cono presente il prete , e col suo ca. In esso venne deciso , che non
consenso può distribuire l'Eucaristia ;
s' inviterebbono i donatisti a trovarsi
permette agli eretici, giudei e paga- coi cattolici per le ragioni che li

ni l'entrare nelle chiese per ascolta- dividevano dalla comunione, ma i


re la divina parola; e scomunica vescovi viciniori si recherebbono da

come omicidi dei poveri coloro, che loro; e fu proposto il modo di con-
ricusano di soddisfare ai legati fatti cihazione. Fabricius.
alle chiese, ai moribondi , ovvero Il decimottavo fu tenuto l'anno
non
I Ibidem.
vi soddisfano che stentatamente. 494 per
ratore contro
invocar
i
l'aiuto
donatisti, e vi fu de-
dell'impe-

Il decimoquinto fu celebrato nel- ciso,secondo il parere di s. Agostino,


l'anno 899. Vi si deputarono due di por in vigore la legge di Teo-
vescovi per ottenere da gì' imperatori dosio, che impose la multa di dieci
una legge, la quale proibì di levar lire d'oro sugli eretici. Ibidem.
dalla chiesa i rei , che vi si rifu- Il decimonono nell'anno 4^7) de-
giavano. Baluzio, in nov. collect. cretò di scrivere al Pontefice s. In-
Il decimoseslo concilio si adunò nocenzo I, intorno alla pace della
Tanno ^00 o ^01 , colla presidenza Chiesa romana coli' alessandrina , e
del celebre s. Aurelio, e di seltan- vi si fecero alcuni canoni.
tadue vescovi, ed incominciò agli 8 ventesimo si tenne l'anno 4^^?
Il

di giugno. Venne proposto di depu- a' 16 giugno, e vi fu deputato il


tare a Roma e a Milano, e chie- vescovo Fortunaziano all'imperatore
derne 1 approvazione, per ascrivere al contro i gentili e gli eretici.
clero i figli dei donatisti convertiti, Il ventesimo primo nel 4^9 è ri-

giacche la scarsezza de' chierici in guardante i donatisti.

I
i32 CAR CAR
Il Tentesimosecondo, nel 4'o> f" ti gli autori, sembra che sia lo stesso
tenuto in sequela della domanda fat- concilio precedente.
ta ad Onorio impemtore, accioccliè 11 ventesimosettimo, del 419, ver-
vocasse la libertà accordata ai do- sò sopra la fede , la disciplina e le
natisti. appellazioni Fra suoi trentotto
. i

Nel 4 » J si celebrò in Cartagine canoni da notarsi il XXXV


, è ,

coH'autorizzazione di Onorio la fa- che esclude per testimoni ed accu-


mosa conferenza fra i cattolici e i satori, gli schiavi, e le persone in-
donatisti per la loro riunione, affine fami ec, non che gli eretici, i giu-
di convincere questi ultimi della ne- dei e i pagani. Il trentesimo ot-
cessità di essere nella Chiesa catto- tavo vieta al vescovo d' impor-
lica. Vi assistette s. Agostino, il re pubblica penitenza al peccato-
<[uale confuse i donatisti, la cui setta re , che avrà a lui solo confessa-
sensibilmente diminuì dopo tal con- to il proprio fallo. Vi presiedette
ferenza. Baluzio. Aurelio, in uno al primate di Nu-
Il ventesimoterzo concilio fu te- midia , e al legato pontifìcio , col-
nuto l'anno 4 1 ^ contro Celestio di- r intervento di duecento diciassette
scepolo di Pelagio, che seminava i vescovi. Ibidem.
suoi errori nella città di Cartagine, Il ventesimo ottavo fu celebrato
e vi fu scomunicato. Regia IV, Lab- contro i manichei. Baluzio in collect.
bé li, Arduino I. Il ventesimo nono fu tenuto nel
ventesimo quarto , nel 4 ^ ^ >
Il 484, in cui Unnerico re de' vandali,
egualmente contro Pelagio e Celestio, fautore degli ariani, avendo oid ina-
era composto di sessantotto vesco- io a tutti i vescovi cattolici di Afiica
vi presieduti da Aurelio di Cartagi- di lecarsi a Cartagine, per rendere
ne, i quali scrìssero a Papa s. In- ragione della loro fede (tra i quali
nocenzo I, supplicandolo ad unir la e' era Eugenio allora vescovo di Car-
sua autorità ai loro decreti emanati tagine, che avea generosamente pro-
contro i due eresiarchi, enumeran- fessata la fede nicena cogli altri ve-
done i principali errori. Regia IV, scovi africani), esiliò più di quat-
Arduino I. trocento di detti vescovi zelanti. Re-
Il ventesimoquinto, nell'anno 4i7j gia t. IX, Labbé IV, Arduino II.
composto di duecento quattordici Il Tanno 5iQy presie-
trentesimo.
vescovi, alla cui testa fu Aurelio, duto da Bonifacio vescovo di Car-
è chiamato da s. Agostino concilio tagine, era composto di sessanta ve-
di Africa, perchè v' intervennero pa- scovi. In esso rinnovaronsi i canoni
recchie Provincie. Vuoisi che il ve- de' precedenti concili, e fu ordinato
scovo di Cartagine lo convocasse do- che i monisteri sarebbono indipen-
po avere ricevuto la lettera di Papa denti dai chierici, come sempre lo
s. Zozimo. Vi si fecero alcuni de- erano stati. Bonifacio rese grazie a
creti intorno alla fede contro i pe- Dio della pace restituita alla chiesa
lagiani. Ibidem. d' Africa , e vi si lesse il simbolo
Il ventesimosesto si tenne l'anno Niceno. Regia XI, Labbé IV, Ar-
4i8 sul medesimo argomento. Vi duino II.

si fecero otto canoni per condanna- Il trentesimo primo , l'anno 534


re gli errori di Pelagio e di Cele- o 535, fu tenuto per ricuperare i

stio. Per altro non riportandolo tut- beni ecclesiastici usurpati dai van-
CAR CAR i33
dalij e per ripristinare la disciplina CARVAIAL Giovanni Cardìnàk.
e la libertà della Chiesa. Mabillon Giovanni Carvaial nacque da illu-
in Analect.. stre famiglia a Turgillo nella Spa-

Il trentesimo secondo, l'anno 594» gna. Si rese celebre in diritto ca-


fu contro i donatisti. Altri lo cre- nonico, e divenne uditore di Ruo-
dono celebrato nel 54o. Vi si or- ta, poi governatore di Roma, ve-
dinò che tutti vescovi vegliereb-
i scovo di Palencia, e nunzio in Ger-
bono per iscuoprire i donatisti, sotto mania, che allora era scompigliata,
pena di perdere le rendite e la di- e per la deposizione fatta da Euge-
gnità. nio IV degli elettori di Tre veri e
11 trentesimo terzo fu tenuto l'an- Colonia, e più per la neutralità di
no 646 contro gli eretici monoteliti. quella gente, che non ubbidiva al-

Regia t. XIV, Labbé tom. V, Ar- l' antipapa Felice V, né al detto le-

duino III. gittimo Pontefice Eugenio IV. Ma il

CARTENNA. Città vescovile chia- Cardinal si condusse che nella


così,

mata anche Cariana, della Mauri- dieta dell' imperio, la quale si tenne
tania Cesarea nell'Africa occidenta- in Magonza, ove assisteva anche il
le, dominio romano alla foce
nel Cardinal Nicolò di Cusa, e che si
del fiume Cartennus. Si crede , terminò poi nell'altra di Francfort,
che sia Masgraim, o Mostagan sul fu tolto lo scisma, e la nazione ri-
mare presso Orano. Si conoscono conobbe Eugenio IV per legittimo
due vescovi di questa diocesi , Vit- Pontefice. Dopo questa nunziatura,
tore e Rustico, di cui fa menzione ebbe la seconda al concilio di Rasi-
&. Agostino. lea nel i44i> ^^^ si regolò con tan-
CARTUSIANO Dionisio. V. Dio- ta soddisfazion del Pontefice, che fu
nisio Cartusiano. creato Cardinal diacono di s. Ange-
CARTUSIANO Guido. V, Guido lo ai 17 dicembre nel i446- Sos-
Cartusiano. tenne trentatre legazioni, che por-
CAR VAGLIO e JVIENDOZA Pao- tarono grandissimo utile alla s. Se-
lo, Cardinale. Paolo de Carvaglio de, quella specialmente contro il

e Mendoza prelato della patriarca- turco in Ungheria, che durò per sei

le di Lisbona, presidente al consi- anni. Ne meno si mostrò zelante


gho della regina e del senato, primo per la conversione degli eretici, dei
inquisitore del s. uffizio, gran prio- quali parecchi abiurarono gli erro-
re di Guimaraes, e fratello al famo- ri della lor setta. Così pure si die-
so primo ministro di Portogallo, ai de a divedere valoroso quando pre-
18 dicembre del 1769, da Clemente cedeva i crocesegnati contro il turco,
XIV, fu promosso al Cardinalato, ri- difendendosi sempre dalle scorrerie
servato però in petto. Venne poi pub- dei barbari, benché talvolta abban-
blicato a Roma nel concistoro dei 20 donato dagli ufficiali e soldati. Di
o 29 gennaio 1770, mentre a' 17 mezzo a tante occupazioni non di-
dello stesso mese era morto a Lis- menticava però la sua chiesa: che
bona, ed era stato sepolto nella pa- anzi la beneficò in ogni maniera
triarcale, senza che R.oma ne avesse possibile, specialmente colla sua li-

sentore, come avvenne di altri por- beralità verso ai poverelli, e collo


porati pubblicati dopo che erano
,
zelo instancabile per la salvezza del-
morii. le anime. Fece a sue spese costruì-
;i34 cah CAR
re un ponte sul Tago presso Pa- in Palencia nella Spagna da nobili
lencia, mancando il quale, parecchie genitori, neli4^^> ed era nipote al
persone erano perite preda delle ac- Cardinal Giovanni di questo nome.
que.A Roma intervenne con assiduità Divenne assai perito nelle lettere,
u!!e cappelle, congregazioni, concistori, nelle scienze e nelle facoltà teologi-
ove parlò con prudenza e modestia con- che; e dopo che fu cameriere d'o-
giunta per altro a severa libertà, come nore a Sisto IV, ebbe da Innocen-
quando Paolo li volea derogare ad zo Vili il vescovato di Cartagcna
alcune leggi, a|le quali prima della colla nunziatura alla corte di Spa-
elezione di lui il sagro Collegio e- gna a Ferdinando ed Isabella, che
rasi obbligato con solenne giura- lo elessero loro ambasciatore presso
mento, llicliiese la sottoscrizione dei il Pontefice. Poscia dal Papa A-
Cardinali pel breve derogatorio alle lessandro VI, ai 21 agosto dell'an-
medesime, e benché la più parte di no 1493, fu creato Cardinal prete
essi segnasse il proprio nome, egli dei ss. Pietro e Marcellino; e nel
non volle mai indursi a ciò. Assai 1 496 legato a latere per andare incon-
lontano dall' ambizione, abitava una tro all' imperator Massimiliano, nel
piccola casa presso s. Marcello af- qual tempo stabilì una tregua tra lo
fatto disadorna, maceravasi austera- stesso Cesare, ed il re di Francia. Co-
mente, sosteneva lunghi digiuni e , me legato governò la provincia di
precedeva tutti nell' esercizio di ogni Campagna a modo da esser lodato
maniei-a di virtù. Egli , come il anche da quelli, che dovea punire. Da
grande Antonio di sempre
Egitto, Giulio II ebbe la legazione dell'A-
ilare e gioviale consolava chiunque lemagna; poi quella a Ferdinando
avesse fissato in lui lo sguardo; era re di Napoli, quando quel principe
intrinseco amico di s. Gio: da Capi- andava a Roma. Ma avendo rice-
strano; scrisse un compendio delle vuti dal Papa alcuni dispiaceri si ,

sue legazioni, un'apologia a favore alienò da lui, e fatto capo dei ri-
della s. Sede , e parecchie pregia- belli contro quel Papa odiato da
tissime lettere. Da ultimo, dopo i Luigi XII perchè lo avea scomu-
conclavi di Nicolò V, Calisto HI e uicatOj guadagnati al suo partito i

Paolo II, mentre era vescovo di Por- Cardinali Borgia, Brissonet, Sanse-
da Pio II, al conclave del
to eletto verino e Renato di Briè, sostenuto ,

quale non fu presente, moiù a Roma secondo alcuni, da Massimiliano, con-


nel 1469, di 70 anni e 23 di Cardi- vocò a Pisa un conciliabolo contro il
nalato. Fu sepolto nella chiesa di Papa, e lo prosegui a Milano, ove il

s. Marcello , con magnifico elogio del Carvaialfu eletto antipapa col nome di
Cardinal Bessarione. Le memorie Martino, circostanza poco nota, per-
della vita di lui si pubblicarono a chè non creduta dagli scrittori. Giu-
Roma nel lySi ; poi furono scritte lio lo scomunicò coi colleghi in pien
in lingua latina da Domenico Lopez concistoro; ma Leone lo X restituì
nel 1754, e pubblicate con questo allo stato primiero col digiuno di
titolo : De rebus gestis S. R. E. una volta al mese finche vivesse ;

Cardinalis Carvajalisy Commenta- avendo il Carvaial detestato solen-


rius. nemente a voce ed in iscritto l'er-
CARVAIAL Bernardino, Cardi' rore, come ne diede esempio nel
naie. Bernardino Carvaìal nacque concilio di laterano. Alessandro VI,
,

CAR CAS i3)


nel i5o3, k> avea fatto anunini- lecorone belligeranti, e contribuire
stiatore delle chiese di Avellino e Si- ad estinguei" lo scisma. Si annovera
guenca; e nell'anno i523 Adria- tra i prelati del concilio costanziense,
no VI gli diede il medesimo uffizio e fu il primo ambasciator di ubbi-
per quella di Foligno. In appresso dienza, spedito dalla Francia dal
rinunziò queste due ultime chiese re Carlo VII a Martino V, al fine
al nipote, ritenendo quelle di Aster- di riconoscerlo per legittimo Pon-
ga e d'Ostia, che conseguito avea tefice. Da ultimo, a' 18 dicembre
da Leone X, nel i52i. Da ultimo, del 1439, nel concilio generale di
dopo i conclavi di Pio III, Giulio Firenze, Eugenio IV, con altri sedici
IJ, Adriano VI, cui accolse in O- soggetti, creolio Cardinal prete di
stia quando ritornava dàlia Spa- s. Stefano nel Monte Celio. Mori a
gna, e di Clemente VII, mori a Tours nel i44^j dopo sette anni
Roma decano del sagro Collegio, di Cardinalato, e fu sepolto nella
nel i523, di sessantotto anni e tren- chiesa dei frati minori.
ta di Cardinalato. Fu sepolto nel- CASAE Bastalenses. Sede vesco-
la veneranda basilica di s. Croce vile dell'Africa occidentale, la cui
in Gerusalemme, ove sorge magni- provincia s' ignora ; ma si sa che un
fico avello adorno di un beli' elo- suo vescovo assistette, nel /^ii, alla
gio al lato destro della tribuna di conferenza di Cartagine.
quella chiesa, cui generosamente avea CASAE Calanenses. Sede episco-
beneficato, essendo stata già suo ti- pale dell' Africa occidentale nella
tolo, e cui ritenne a commenda con Numidia, suffiaganea di Cirta. For-
quello di s. Marcello, dacché era tunato vi era vescovo nei primordi
passato al vescovato di Ostia e Vel- del quinto secolo.
ie tri. CaSAE Favenses. Antica città
CAR VATE Reginaldo, Cardina- vescovile dell'Africa occidentale, d'in-
le. Reginaldo Carvate di Chartres, certa provincia, il cui vescovo Le-
cameriere di Eugenio IV, e refe- vando recossi alla conferenza carta-
rendario apostolico, consegui il ve- ginese.
scovato di Beauvais , senza però CASAE Madianenses. Sede vesco-
andarne al possesso. Avea già nel vile della Numidia, nell'Africa occi-
i4i4j tla Giovanni XXIII ottenuto dentale. Il suo vescovo n^ancò nella
l'arcivescovato di Reiras; e da Eu- conferenza di Cartagine, ed Onorio
genio IV, nel 1434? ebbe quello di parlò in suo nome.
Embrnn, ma volle tenersi al primo. CASAE Nigrae o Case nere. ,

Carlo VII re di Francia, nel 14^5, Sede vescovile nell'Afi-ica occidenta-


Io avea dichiarato gran cancelliere le, provincia di Numidia. Il Ponte-
del regno, e poi nel 1429» ricevet- fice s. Melchiade, nel concilio, che

te da lui come arcivescovo


di Reims, celebrò al Laterano I' anno 3i3,
la sagra unzione secondo il costu- condannò Donato vescovo delle Case
me de' monarchi francesi. Poi nel nere, capo dello scisma de'donatisfi
1 4 36, il Carvate ebbe in amministra- i quah negavano la vahdità del bat-
zione la chiesa di Agde, e nel 14^9 tesimo dato agli eretici, e rigetta-
quella di Orleans. Accolse in Beau- vano r inlàllibililà della Chiesa. II

vais r imperator Sigismondo, andato vescovo Januariano, nel 4* 'j ^* P^^"


in Francia a comporre la pace ha tò alla conferenza di Cartagine. 11
,

i36 CAS CAS


vescovo di questa sede divenne pri- gnare nel Monferrato i Paleologhi,
mate de' vescovi di Numidia , del parenti di essa, e il primo signore
partito di Donato. ne fu Teodoro, che conquistò Asti,
CASAE SiLVANAE. 5ede episcopale e si collegò coi Visconti di Milano.
deli' Africa occidentale , d' incerta I successori regnarono sino a Carlo
provincia, ovvero nella Bizacena. V, e passato il dominio ai duchi
CASxALE ( Casalen. ). Città con di, Mantova il duca Vincenzo vi
,

residenza vescovile nel Piemonte, eresse una buona cittadella con sci
detta Casal Monferrato, per essere bastioni. Finalmente Casale passò
stata la capitale di quel dominio. sotto la dominazione della casa di
Fu riedificata in una beila ed estesa Savoja.
pianura, sulla destra riva del Po, Al principio dell'anno 1629, Ca-
da Guglielmo Paleologo marchese sale fu assediata dagli spagnuoli,
di Monferrato, sulle rovine degli obbligati a ritirarsi dalle forze di
antichi paesi de'veliati, ove esisteva Luigi XIII i nell'anno seguente tor-
r antica Sedala. Ora è capo luogo narono ad assediarla, ma fu valo-
della quarta provincia Alessandrina, rosamente difesa dal maresciallo di
e fu chiamata BodigomaguSy e Ca- Toiras. Nel i64o, avendovi gli spa-
sale sanati Evasii, per distinguerla gnuoli di nuovo posto 1' assedio,
dagli altri luoghi, che portano pure sotto il marchese di Legnarez, vi
il nome Questa città ri-
di Casale. furono pienamente sconfitti dal conte
conosce la sua primaria fondazione, d'Harcourt. Nelle turbolenze di Fran-
verso l'anno ySo, da Luitprando cia, nel i652 gli spagnuoli s' im-
,

re de' longobardi , che chi amolla s. padronirono di Casale, e quindi non


Evasio, memoria di un pio ve-
in Mantova.
la restituirono alla casa di
scovo di Vercelh. Qui ebbero lunga Quest'ultima però nel 1687 la ven-
residenza i celebri marchesi di Mon- dette a Luigi XIV re di Francia.
ferrato, da
Aleramo, figlio
discesi Tuttavolta, questo principe dopo
del duca di Sassonia, e da Adelasia quattordici anni la restituì alla casa
figlia di Ottone II, che dopo esser medesima, demolendovi prima tutte
vissuti per qualche tempo ignoti le fortificazioni, che la rendevano
furono scoperti dall'imperatore, co- rispettabile. Finalmente , verso il
stituendo tali terre in loro appan- 1706, Vittorio Amadeo li di Sa-
naggio ; appannaggio che nell XI voja, poi re di Sardegna, se ne im-
secolo fu ereditato dal primogenito padronì j e presa , nel 1 74^» dai
Guglielmo. Da Bonifacio, figliuolo francesi, la ricuperò nel 1746» Carlo
di questo, nacque Guglielmo Lun- Eramanuele III. Al tempo della ri-

gaspada^ celebre per le sue imprese voluzione di Francia soggiacque Ca-


di Teri'a santa, e la cui sorella di- sale alla sorte del Piemonte, e fece
venne imperatrice de' greci, mentre parte del dipartimento di Marengo,
egli sposò Sibilla sorella di Baldo- fino al termine del francese impero.
vino re di Gerusalemme, il quale La sede vescovile vi fu eretta ad
essendo morto senza successione istanza del marchese di Monferrato
lasciò il reame al suo nipote figlio Guglielmo Paleologo, dal Pontefice
di detti coniugi, che però poco so- Sisto IV, nel i474> facendola suf-
pravvisse. Estinta la Hnea mascolina fraganea della metropoli di Milano,
di Aleramo, furono chiamati a re- donde passò poi sotto quella di Ver-
,

CAS CAS 137


celli, venendo formata la diocesi con colla diaconia di s. Giorgio in Ve-
Tari snierabramenti di quelle di Asti labro. Fu ascritto alle congrega-
e Vercelli. La cattedrale, uno dei zioni di propaganda, della sagra
più belli edifizi della città , tu de- consulta, di Avignone, e della Lau-
dicata in onore di s. Evasio vescovo relana. Fra le diverse protettone
e martire. Il capitolo ha due digni- che sostenne, vanno rammentate
tà , la prima delle quali è il pre- quella dell' ospizio apostolico di san
vosto, con quattordici canonici, con Michele, delle arciconfraternite del
due prebende, ed altri preti e chie- Gonfalone , del ss. Crocefisso di
rici. Esso elegge il parroco per la s. Marcello e del Conservatorio
,

cura delle anime, ed oltre la catte- Pio da lui fondato a s. Pietro Mon-
drale, si contano tre altre parroc- torio mentre era governatore di
chie. Vi sono i francescani, i soma- Roma, per le povere zitelle, con eri-
schi , e la congregazione della mis- gervi una fabbrica di pannine, e
sione, varie confraternite, due semi- altre manifatture, chiamato Pio e
nari, ospedale, e monte di pietà. dalle beneficenze che gli procurò da
La mensa è tassata in camera apo- Pio VI, massime nel 1782. Morì
stolica in 333. fiorini in Roma prefetto del Buongover-
Fra uomini illustri, che fio-
gli no, e diacono di s. Maria ad Mar-
rirono in Casale, vanno particolar- tyres a' i5 gennaio 1787, di set-
mente i tre seguenti Car-
ricordati tantatre anni , e diciassette di Car-
dinali Marc' Antonio Boba de' si-
: , dinalato. Fu esposto e sepolto nella
gnori di Bossignano, degno della chiesa di s. Agostino, ove la nobi-
porpora, cui lo esaltò nel i565 Pio lissima sua casa ha la propria se-
IV ; Gio. Francesco Blandrata , dei poltura, nella cappella dedicata a
conti di s. Giorgio, fatto Cardinale s. Pietro apostolo. Le sue virtù, le
nel 1596, da Clemente Vili, poco sue belle azioni, l' ingegno e la pie-
mancando che non gli succedesse nel tà, furono celebrate da C. Branca-
pontificato; e Giangiacomo Millo doro, poi Cardinale, nell' Elogio
de'marchesi di Tubine e di Altana, storico del Cardinal Antonio Ca-
nel 1753 creato da Benedetto XIV sali, Macerata 1787.
Cardinale , e da lui assai amato. CASALIO Gasparo. Scrittore del
CASALI Antonio, Cardinale. An- secolo decimosesto, nativo di San-
tonio Casali, di nobile schiatta ro- taren in Portogallo. Si ascrisse al-
mana, e de' marchesi di tal nome l'Ordine degli eremiti dis. Agostino

nacque a Roma a' 25 maggio del l'anno \5^i. Si distinse nel sapere
1.7 1 4. Dopo aver percorso lodevol- per modo, che fu scelto a primario
mente la carriera degli studi, aman- professore nell' università di Coim-
do porsi al servigio della Sede Apo- bra. Venne poscia innalzato alla
stolica, fu fatto prelato, e progressi- sede di Zunsal nell' isola Madera,
vamente esercitò con lode diverse dalla quale passò, nel i556, a quel-
cariche. Da segretario di consulta, la di Leira nell' Estremadura , e
poi divenne governatore di Roma; poscia a quella di Coimbra, dove
quindi da Clemente XIV, a' 1 2 di- mori nel 1587 circa. Intervenne
cembre 1770, fu promosso al Car- due volte al concilio di Trento. Fu
dinalato; ma non fu pubblicato che precettore dell' infante Giovanni III,
nel concistoro del i5 marzo 1773, che poi lo fece suo confessore, e
,

ras CAS CAS


capo del consiglio di coscienza. Ab- Questo degnissimo porporato lasciò di
biamo di lui le opere seguenti: i. se eterna memoria nella famosa biblio-
Dt Sacrificio Missas libri tresj a. teca da lui fondata a pubblico bene
De ccena et calice Domini, libri di Roma nel convento dei domenicani
tresj 3. De usa calicis libri tres j di s. Maria sopra Minerva, ove sorge
4. Axioniata Christiana, la statua di lui eccellentemente la-
CASANATTA o CASANATA Gi- vorata dal signor le Gros in finis-
rolamo, Cardinale. Girolamo Ca- simo marmo. Di più, a tale biblio-
sauatta, orioudo spagnuolo, ma na- teca lasciò un fondo di ottantamila
to a Napoli nel 1620, per soddis- scudi, perchè mantenesse a bene
fore al desiderio del genitore, siap- della s. Sede sei religiosi teologi di
plicò allo studio della legge. Reca- varie nazioni, e due altri in una
tosi a Roma fu cameriere d' In- scuola contigua, a dichiarare ed es-
nocenzo X; quindi dal 1647 in porre s. Tommaso ; inoltre la volle
poi governò le città e le provincie assistita da tre religiosi non sacer-
ecclesiastiche, come Sabina, Fabria- doti, e due bibliotecari perchè po-
no, Ancona e Camerino, che a ve a tessero servire i ricorrenti alla me-
a vescovo Emilio Altieri, poi Clemen- desima, dacché viene tenuta per una
te X, con cui il Casanatta strinse delle migliori d'Europa, per la sua
sincera amicizia. In appresso da Ales- ampiezza, maestà e scelta di volumi
sandro VII nel i658, fu stabilito in ogni genere di studio. V. Bi-
inquisitore a Malta; quindi venne blioteca Casanatense. Finalmente
annoverato tra i prelati di consulta, dopo essere intervenuto alla elezione
e tra i votanti dell'una e l'altra dei due Innocenzi XI, e XII, e di
segnatura ; ed inoltre fu fatto con- Alessandro VIII, morì a Roma nel-
sultore de'riti e della sagra inquisi- l'anno 1700, di ottanta anni e venti-
zione, come anche segretario di sette di Cardinalato. Ebbe poi tom-
Propaganda. Morto Alessandro VII, ba nella basilica lateranense, ove tra
il sagro Collegio lo elesse gover- le due cappelle di s. Ilario e di s.

natore del conclave di Clemente Francesco sorge la statua di lui.


IX, che neir anno 1 668 lo vol- Era questo porporato zelantissimo
le assessore del s. offizio; Clemente per la religione cattolica, piacevole
X lo promosse a segretario della e benigno, ed amante della giustizia
congregazione dei vescovi e regola- attemperata a clemenza.
ri, e a premio delle sue belle dòti, CASANOVA Giovanni, Cardina-
e della integrità ne'suoi impieghi, le. Giovanni Casanova nacque da
ai i3 giugno 1678, lo creò Cardi- nobili parenti a Barcellona nella
nal di Maria in Portico, diaco-
s. Spagna, e nel i4o4 pi'oft^ssò nel-
nia, cui nel 1686, cambiò col tito- r Ordine dei predicatori, ove riuscì
lo presbiterale di s. Silvestro in Ca- assai dotto in filosofia e teologia.
pite. Venne eziandio ascritto alle Volata fama di lui a Martino V,
congregazioni del s. offizio, del con- nel i4i^} Jo ffice maestro del sa-
cilio, dei riti, di propaganda ed al- gro palazzo, distinguendosi poscia
tre ; colla prefettura delle congre- quando scrisse della podestà del Pa-
g<tzioni dei regolari, e della visita pa sopra il concilio, contro la con-
apostolica. Innocenzo XIIj nel 1698, venticola di Basilea, ed altri trat-
lo fece bibliotecario della vaticana. tati di teologia. Indi, nel 14^4? '*^
,

CAS CAS 139


stesso Martino lo promosse a ve- norì, cui avea egli composta. Mar-
scovo di Bosa nella Sardegna, e di tino IV a' 2 3 marzo del 1281 lo
poi alla chiesa di s. Asafo nella pro- creò Cardinal prete dei ss. Pietro e
vincia di Tarragona. In appresso e Marcellino, dei quali ristaurò la chie-
segretamente dallo stesso Martino V, sa con gran dispendio. Dopo il con-
ai'2 3 di giugno del 14^6, fu innal- clave di Onorio IV, mori di peste a
zato all' onor della poi'pora, e, se- Roma nel 1287, ^^i anni dacché

condo Mattei, da Eugenio IV, eb- vestiva la sagra porpora, e fu se-


be le insegne Cardinalizie col titolo polto nella basilica lateranense. In
presbiterale di s. Sisto, e 1' ammini- questa il Cardinal Iacopo Colonna,
strazione della chiesa di Girona nella di lui intrinseco amico, fabbricò una
Catalogna. Insorti poscia non lievi dis- cappella, e un altare per celebrar-
sapori col novello Pontefice,' si riti- vi la s. Messa a sufhagio dell'ani-
rò in Basilea, ove teneasi il conci- ma dell'amico.
lio ; ma non andò guari che si CASCARA, o CASCHARA. Città
riconciliò col detto Pontefice , e metropolitica della provincia patriar-
scrisse le sullodate opere Mori . cale di Caldea, ove Maris predi-
nel 1436, dopo dieci anni di Car- cò il vangelo, e stabili un vescovo,
dinalato , e portato a Barcellona dopo aver predicata la fede in Seleu-
ebbe tomba nella chiesa dei predica- eia, onde in mancanza del cattoli-

tori in marmoreo avello. co di Seleucia ne faceva le veci.


CASANOVA Iacopo, Cardinale. Nel secolo XII fu eretta in metro-
Iacopo Casanova da Valenza, ca- poli con tre sufFraganei. Evvi anco-
meriere al Pontefice, e protonotario ra Cascara, sede episcopale di Me-^
apostoHco , a' 3o giugno i5o3, fu sopotamia, nel patriarcato d'Antio-
da Alessandro VI creato Cardinal chia, fondata nel quinto secolo, sot^
prete di s. Stefano al Montecelio. to la giurisdizione di Amida.
Egli solo si trovava nel palazzo va- CASCHAU [Cassovien.).C\t\h. con
ticano, quando, morto il Pontefice, residenza vescovile in Ungheria. F.
il duca Valentino gli diede il sac- Casso VIA,
co, e fu costretto a consegnar le CASELLI Carlo Francesco, Car-
chiavi a chi andò con un picchetto dinale. Carlo Francesco Caselli nac^
di soldati, per prendetesi il meglio, que ai 20 ottobre 174© in Ales-
che v'era. Ma dopo un anno di sandria della Paglia, da civili geni^
Cardinalato , mori a Roma , nel tori,che lo educarono saggiamente.
1 5o4, dopo aver contribuito all' e- Quindi volle aggregarsi all'istituto
saltamento di Pio III e Giulio II. religioso de' servi di Maria Vergine,
CASARIENSE Procopio. F. Pro- nel quale sostenne con lode vari uf-
copio di Cesarea. fizi, che gli meritarono i maggiori
CASATI Clusiano , Cardinale. gradi. Il perchè, nel 1 781, dappri-
Clusiano Casati, conte di Casate, dio- ma fu nominato segretario generale,
cesi di Milano, era arcidiacono di poi provinciale, e per la conclusio-
quella metropolitana, quando perve- ne di alcuni gli procu-
affari, che
nuto a Roma Nicolò III lo fece u- rarono r applauso de' suoi confra-
ditore di Ruota, e perchè lo stima- telli, venne da loro proclamato ge-

va moltissimo, volle eh' esaminasse nerale di tutto l'Ordine nel 1792^


la spiegazione della regola dei mi- dopo avere esercitato, la carica di
i4o CAS CAS
procuratore generale. Venuto Pio e deportalo in Savona, si ajdunò in
VI in cognizione della sua pruden- Parigi ilfamoso concilio nazionale,
za e dolti'ina, lo nominò consulto- ed ivi diede il Caselli nuove prove
re delle congregazioni Cardinalizie di senno, di scienza, e di soda pie-
de* Riti, e del s. Offizio; e foi'se tà, e impavido sostenitore
siccome
senza le sopravvenute circostanze, dei diritti della santa Sede, cadde
die desolarono il termine del seco- dalla grazia dell' imperatore Napo-
lo XVII 1, lo avrebbe esaltato al Car- leone. Insignito in progresso dalla
dinalato. Divenuto Pontefice Pio regnante sovrana di Parma e Pia-
VII, bramoso di accomodare gli af- cenza della qualifica di suo intimo
fari di Francia, sconvolta dalle ac- consigliere, e di gran croce dell'Or-
cennate catastrofi, e farvi rifiorire dine costantiniano di s. Giorgio, lo
la religione, vi spedì il Cardinal fece di poi gran priore del medesi-
Consalvi, monsignor Spina, poi Car- mo, dignità, che avrebbero in pro-
dinale^ e il nostro Caselli colla qua- gresso i suoi successori nel vesco-
lifica di suo teologo consulente, i vato. Finalmente colla lode di ze-
quali, ai 1 4 giugno 1801, sottoscris- lante pastore, morì in Parma ai 19
sero la tanto celebre convenzione, aprile 1828, e venne esposto e se-
ch'ebbe per fine il concordato fra polto in quella cattedrale. V. Ora-
la santa Sede e quel regno. Nello zione in morte del Cardinale Car-
incominciare l'anno 1802, lo stesso lo Francesco Caselli, ec. , del pa-
Pontefice l' incaricò di accompagna- dre Agostino Garbarini priore cas-
re in Roma le venerande ceneri sinese, Parma 1828.
del suo glorioso predecessore Pio CASERTA (Casertan). Città con
VI, che ancora giacevano in Valen- residenza d' un vescovo
nel regno
za ove era morto. Indi nel marzo delle due capoluogo deHa
Sicilie,
lo fece arcivescovo di Sida in par* provincia di Terra di Lavoro, che
tibuSj ed avendolo creato Cardinale contiene la maggior parte della ce-
nel concistoro de' 2 3 febbraio 1801, lebre Campania felice. Fu edificata
riservandoselo in petto, lo pubblicò dai longobardi sul declivio di una
nel concistoro de' 9 agosto del me- collina dei monti tìfatini, e prese il

desimo anno 1802, assegnandogli nome dalla contrada chiamata Casa


per titolo presbiterale la chiesa di irta, perchè componevasi di un ag-
6.Marcello degli stessi pp. serviti, gregato di amenissimi villaggi e di
non che le congregazioni del s. uf- borghi, capo de' quali fu questa cit-
fizio, de' vescovi e regolari, dell' in- tà, detta perciò la vecchia j a di-
dice, della disciplina , e dell' esame stinguerla dalla nuova, di cui si farà
de' vescovi in sagra teologia. Non menzione in ultimo. Ebbe Caserta
andò guari, chegoverno francese
il il titolo di principato , che insieme
lo dichiarò senatore dell' impero, ed al feudo fu ceduto dalla nobile fa-
essendo stato nominato arcivescovo miglia Caetani romana (Vedi) al re
di Parigi, gli riuscì di farsi dispen- di Napoli Carlo III di Rorbone nel
sare. Poco dopo Pio VII conservan- lySi, ricevendo in cambio Teano. E
dogli il grado arcivescovile, nel con- per alcun tempo, nel nono secolo, era
cistoro de' 28 maggio i8o4, pre- stata dominata da Landolfo, fratello
conizzollo vescovo di Parma. Strap- del conte di Capua , mentre, allor-
pato poscia il Pontefice da Roma, ché era contea, fu data insieme ad
CAS CAS l^l
altre signorie, mero e misto con dall'arcivescovato da lui avuto. Pei
impero da Urbano VI al suo nipote distinti suoi meriti , nel 592 sa- 1 ,

Francesco frignani, col consenso di rebbe stato eletto Papa per adora-
Carlo III Durazzo. La popolazio- zione, se non si fosse opposto il
ne di Caserta e il suo lustro mol- Cardinal Ascanio Colonna.
to diminuirono dopo la fondazione La città di Caserta nuova contiene
di Caserta nuova. Tuttavolta è piaz- un superbo castello reale incomin-
za di guerra per le sue fortificazio- ciato nel 1750 dal re Carlo III Bor-
ni. In varie epoche fu onorata Ca- bone, poi monarca di Spagna, che
serta vecchia della presenza de' ro- vuoisi il più magnifico , splendido
mani da ultimo nel
Pontefici , e , ed ameno d'Italia, per opera dell'ar-
1729, da quella di Benedetto XIII, chitetto Vanvitelli, occupando l'area
che recossi ad abitare il convento dell'ampliato villaggio della Torre.
de' minimi paolotti di s. Fi'ancesco Al di fuori la figura è ottangolare,
di Paola. e al di dentro si compone di quat-
La sede vescovile di Caserta fu tro palazzi, ricchi di pitture, sta-
istituita, 970, dal Pontefice
verso il tue e altri preziosi ornamenti, e fia
Giovanni XIII che inoltre la fece
, le delizie è da annoverarsi il bosco,
suffl'aganea di Capua. Vuoisi nondi- già celebre sotto i piincipi di Ca-
meno, che i suoi vescovi stabilmente serta, e che termina in un castello
e regolarmente incominciassero a circondato da un canale di acque,
succedervi nell'anno 1 100 circa. In- le quali derivano da un' ampia pe-
di Pio VII, colle lettere apostoliche, schiera . In una parola tutto è real
date V
kalend. julii 1 8 1 8 , De magnificenza in Caserta, siccome
meliori doniìnicae , vi uni la sede proprietà monarchi del regno
de'
vescovile di Cajazzo. La sua sontuo- delle due Sicilie, anche per l' ele-
sa e bella cattedrale, sagra a Mi- s. ganza dq^li altri edifizi, e per 1' a-
chele Arcangelo, è molto antica; ed menità dei giardini.
il suo capitolo è fregiato di quattro CASGARA. Città metropolitana
dignità, prima delle quali è il de- del Turquestan della diocesi di Cal-
cano : diecinove sono i canonici, che dea, ove il Cam de' tartari permi-
fruiscono di due prebende, ed altri se, che il cattolico di Seleucia nei
preti e chierici sono addetti alle primordii del IX secolo spedisse pre-
ufficiature. La cattedrale è pure par- dicatori cristiani, e dove dopo due
rocchia, onde il curato si elegge secoli professò il vangelo lo stesso
dal capitolo, coll'approvazione del principe de' turchi, insieme a due-
vescovo. Vi hanno inoltre due se- centomila sudditi. Verso 1 200 l' anno
minari ,
parecchie chiese ,
quattro era sovrano diUnge- questa città
case religiose, ed un monistero di ham, detto il re Giovanni, e quan-
monache, un conservatorio, sodalizi, do piti tardi nel 1263 vi giunse il
ospedale e monte di pietà. La men- p.Rubruquis, missionario inviatovi
sa è tassata di duecento quarantasei da s. Luigi IX re di Francia, co-
fiorini. Fra gli uomini illustri, che mandava un altro_ Giovanni prete,
sortirono a patria Caserta, merita spe- che inoltre eseguiva le funzioni epi-
cialmente ricordanza, il Cardinal di S. scopah. È troppo noto, che i ve-
Romana Chiesa Giulio Antonio San- scovi nestoriani, in alcune parti del-
torio, denominato di Santaseverijaa le Indie, e in altie ove erano, so-
,, ,

ìii CAS C A S
lavano ordinare de' fanciulli per ser- vi ne della cattedrale antica, in ui
virsene quai diaconi e sacerdoti, on- situazione pittoresca. L'arcivescovo^
de non è a meravigliarsi se i loro che dipende per la santa Sede dalla
re spesse volte si trovino insigniti congregazione Cardinalizia di pro-
del sacerdozio. paganda^ risiede in Thiu'les , città
CASHEL ( Cìiamlicìi.). Città con d' Irlanda, baronia d' Eliogurty, che
residenza di un arcivescovo nel!' Ir- dà il titolo di conte alla famiglia
landa, provincia Momonia, o di Mnn- Ormond . Ben fabbiicata è Cashel
sler, capitale della contea Tippera- in fertile paese sul Suire, e la chiesa
ry, baronia di Middlethird. Fu edi- è uno de' suoi migliori edifizi. Nella
ficata sulla riva sinistra del Suir diocesi da ultimo vi erano quaran-
ma abbruciata neli654, venne di- tasette parrocchie, e molte altre cap-
poi rifabbricata. Si veggono ancora pelle. Evvi un raonistero di Orsoli-
gli avanzi deli' abbazia di Cashel ne, e molte scuole pei cattolici, i
residenza dei re di Munster, ed al quali superano i duecento sessanta
suo ingresso evvi una gran toiTe di mila per tutta la diocesi , dove ol-
cinquantaquattro piedi di circonfe- tre i quarantasette parrochi, si con-
renza. tavano sessanta vicari e tutti ri- ,

Ancbe questa sede vescovile fu traggono il loro sostentamento dagli


eretta da s. Patrizio l'anno 4^5, emolumenti parrocchiali e da pie
allorché fu mandato in Irlanda a oblazioni.
predicar la fede dal Pontefice s. Ce- Due concilii si celebrarono in Ca-
lestino I, e non, come altri dicono, shel, conosciuti anco sotto il nome
nel secolo decimo. Chiamasi pure di Cassel, e sono i seguenti :

Cassilia, Ternisy o Ivernis. Nel con- Il primo, adunato nell'anno 1171,

cilio di Meliifonte, celebrato nel o 1172 per comando di Enrico II


II 52, fu eretta al grado arcivesco- re d' Inghilterra, fu tenuto da Rau-
vile, che approvò il Pontefice
ciò lo arcidiacono di Landaf, presieden-
Eugenio e le vennero assegnate
III, dovi Cristiano vescovo di Lismore
per chiese suffiaganee, Emly o Emi- in qualità di legato della sede apo-
ley, Limeric, Waterford, Corck, Ross, stolica. Vi si esposero i disordini
Rillala, Clonci, Roscrea e Ardart. che regnavano nel paese, onde fu
Attualmente T arcivescovo di Cashel provveduto con otto canoni. Il pri-
è amministratore perpetuo della dio- mo ci fa conoscere , che in queste
cesi di Emly, ed ha per suffraganee parti sussisteva la poligamia , giac-
le sedi di Corck, di Cloyne e Ross che comanda , che i matrimoni si
unite, di Rery unita ad Aghadon, contraggano secondo le leggi. Il se-

di Limerick, di Waterford unita a condo prescrive le decime sul be-


Lismore, di Killaloe e di Rilfenora, stiame, sui frutti, e sulle altre cose
la quale è unita a Chilmaghduag, in favore della chiesa parrocchiale.
che però è sotto la giurisdizione del- Jo. Brompt. 1071.
l' arcivescovo di Tuam. Il secondo nell'anno i4^3, tenu-

Cashel ha una bella cattedrale to da Giovanni Catwel arcivescovo


edifizio moderno di architettura di Cashel in Limerick, versò sopra
greca; e J' episcopio conteneva una la disciplina ecclesiastica. Angl. t. III.

biblioteca di manosaitti interessanti. CASIMIRO (s.). Fu questi il ter-


Sopra una rupe si veggono le ro- zo dei tredici figli di Casimiro III,
, .

CAS CAS 143


re di Polonia, e di Elisabetta d' Au- tempo nei pericoli della corte, e nel
stria, virtuosissima principessa, e nac- vigesimoquarto anno di età morì di
que il giorno cinque di ottobre del- etisiaa Vilna il giorno 4 ^* mar-
l' anno i4t»8. Fin dai più teneri zo del 1483, avendo già molto pri-
anni poteva argomentarsi dalla pie- ma predetta la sua morte. Ebbe
tà di lui e dallo spirito di mortifi- sepoltura nella chiesa di s. Stanislao,
cazione , a qual grado di cristiana ed il Pontefice Leone X lo ascrisse

perfezione sarebbe un giorno arri- al numero dei santi nel iS^r. Il

vato, poiché, sebbene ancora fanciul- corpo di cento e vent' anni do-
lui,

lo, egli trascorreva le intere notti po la sua morte, fu trovalo incor-


nella orazione, meditava col più ma- rotto, e le sue preziose reliquie fu-
raviglioso raccoglimento la passione rono collocate in una magnifica cap-
di Gesù un cilicio
Cristo, portava pella di marmo , fabbricata a tal

ed abborrendo ogni pompa non , uopo. Egli è il santo protettore della


usciva di casa se non per assistere Polonia.
alle funzioni e sacre salmodie della CASINI Antonio, Cardinale, kn-
Chiesa. Cresci u^p cogli anni, crebbe tonio Casini sanese, nacque da Gio-
mirabilmente nell' esercizio d' ogni vanni che fu medico di Urbano VI,
più bella virtù cristiana per modo e da una signora di casa Capocci,
tale da non potersi dire qual mag- nata da una sorella di quel Papa, di
giormente in lui risplendesse; egh cui Antonio era pronipote. Divenne
umile con tutti, liberale verso dei pievano di Signa, poi canonico e vica-
poveri, severo solamente con se stes- rio generale di Firenze, e sottocolletto-
so ; la purità di lui era più da an- re aposlohco nella Toscana. Godeva
gelo che da uomo, e quantunque gran fama quando si condusse a Ro-
fosse più volte sollecitato a congiun- ma, il perchè Innocenzo VII lo as-
gersi in matrimonio, vi resistette con sociò ai cherici di camera ; e nel ì^o'j
somma costanza! Gli ungheresi mal Gregorio XII lo fece vescovo di
contenti del loro re Mattia, volendo Pesaro. Quindi Alessandro V, nel
innalzare sul loro trono il nostro 1409, lo spedì al vescovato di Sie-
santo giovanetto, ne fecero al pa- na, che nel 14^7 cambiò con quel-
dre la domanda , e questi obbli- lo di Grosseto. Poi Giovanni XXIII
gò il figliuolo a porsi in capo ad lo elesse tesoriere, vicelegato di Bo-
un' armata per sostenere il diritto logna, e governatore della Roma-
di sua elezione. Ma come seppe gna. Nella cattedrale di Siena eres-
il buon Casimiro, che questa spe- se una cappella a s. Sebastiano, ar-
dizione era ingiusta, e che il Pon- ricchì la biblioteca di quella chiesa
tefice Sisto IV erasi dichiarato in di rarissimi codici, e vi lasciò altre
favore dal re deposto, ricusò fer- opere a perpetua memoria di lui
mamente di arrendersi ai replicati Stabilì due cappellanie nella metro-
inviti di quei ribelli, e per non ac- politana di Firenze con dote conve-
crescere colla sua presenza ilram- niente, ed ai 2 3 giugno del 14^6
marico del padre, si ritirò nel ca- da Martino V fii creato Cardinal
stello di Dobzki, ove visse fra gli prete di s. Marcello. Nell'anno ap-
esercizi d' un' austerissima penitenza. presso rinunziò la sua diocesi ,
pro-
Tanto era a Dio cara l' anima di curando che venisse conferita a san
lui, che non soffri di lasciarlo lungo Bernardino da Siena, il quale mo-
,

i44 CAS CAS


destamente la ricusò. Intervenne al di sacco sotto le vesti Cardinalizie,
concilio di Costanza, alla prima ses- e conduceva vita esemplare, quale
sione di quello di Basilea, ed al con- si conveniva a chi per uffizio dovea
clave di Eugenio IV, che avendolo poi ammaestrare gli stessi maestri della
carissimo, lo dichiarò arciprete del- religione. Era nemico al fasto, alle
la Mori a Firen-
basilica liberiana. grandezze , ma spendeva ogni an-
ze nell'anno 1439, dopo tredici anni no mille scudi per ristaurarc ed
di Cardinalato, e portato a Roma, abbellire la sua chiesa ; siccome
fu sepolto nella detta basilica libe- frugalissimo, dava ai poveri quan-
riana con breve iscrizione. Liberale to più poteva sottrarre al suo as-
coi poveri , non mai negava loro sai mite sostentamento, e nessun
limosina ,
perlochè era chiamato il povero ricorso al Casini ,
partì
Cardinal misericordioso. sconsolato. Da ultimo , dopo peno-
CASINI Francesco Maria, Car- sissima malattia sostenuta con gran
dinale. Francesco Maria Casini nac- sofferenza, assistito dal venerabile
que in Arezzo da nobili genitori Tenderini, morì a Romanci 17 19,
nel 164B. Di quindici aani andò di settantun anno^ e sei di Car-
fra i cappuccini e ne vestì l'abito
, dinalato, e fu sepolto nella chiesa
a Cortona, ove si distinse per virtù del suo Ordine. Quando il Ponte-
e per dottrina massime nella predi- fice ne seppe la morte, non potè
cazione , sostenuta con somma ri- rattenere le lagrime, dacché molto
putazione nelle migliori città d' Ita- 10 amava e stimava. Nella sua in-
lia. Predicò a Parigi, dinanzi al re fermità gli mandò mille scudi per
e alla regina della Gran Bretta- le spese necessarie; ma il Casini li

gna , alla presenza dell' imperatore ,


ricusò, ed il Pontefice li assegnò alla
e degli elettori Palatino e Mogon- eredità di lui, cui lasciò al collegio
tino, e ad altri gran principi e signo- di Propaganda. Le prediche del Ca-
ri. Innocenzo XII lo nominò predica- sini spirano eloquenza e perizia non
tore apostolico, e ciò tanto piacque comune della divina Scrittura, e si

al sagro Collegio , che nominò due pubblicarono a Roma in tre volami.


Cardinali a ringraziare il Pontefice La vita di lui venne estesa dal pre-
per la scelta di tanto uomo. Infermato lato Fabroni, che ricorda anche le
gravemente il Pontefice, lo volle suo altre opere di questo degnissimo
assistente, e fece a lui la sua confes- porporato. I giornalisti d'Italia nel
sion generale. Successo nel pontificato tomo XXXII p. 449) fai^no l'elo-
Clemente XI, continuò a lungo il gio storico del Cardinal Casini, di
Casini nel suo impiego, fino a che cui pure abbiamo una traduzio-
piacque al medesimo Pontefice ai , ne dal francese de' Consigli della
3o gennaio 1713, sollevarlo all'onor Sapienza.
della porpora col titolo di s. Prisca, CASONI Lorenzo, Cardinale. Lo-
di asQiiverlo alle congregazioni del renzo Casoni nacque da nobile pro-
s. offizio, dei vescovi e regolari, dei sapia a Sarzana, nel i644- Inno-
riti , di propaganda ed altre, colla cenzo XI lo assegnò compagno al
protettoria di tutto l'Ordine della nunzio Bevilacqua nel viaggio al con-
redenzione degli schiavi. Divenuto gresso di Odenheim, ove fu stabili-
Cardinale, non dimenticò la profes- ta la pace tra i principi d'Europa.
sione religiosa, che anzi vestiva 11 Casoni vi si trattenne per qual-
CAS CAS t45
che lempo^ anche partito il nunzio, ed ebbe tomba nella basilica di s.

per accomodare alcuni affari di con- Pietro ai Vincoli suo ultimo titolo,
seguenza restati indecisi. Ritornato non molto lungi dall' aitar maggiore.
a Roma, fu canonico di M. in
S. CASONI Filippo, Cardinale. Fi-
Vialala ; poi della basilica di Ma- s. lippo Casoni nacque in Sarzana, li
ria Maggiore; quindi, essendo Pon- 6 marzo 1733, da nobile famiglia.
tefice Alessandro Vili, andò nunzio Siccome fornito di belle doti, e con
alla corte di Napoli, ove si fermò vocazione ecclesiastica, si recò in
per ben due Divenuto poi
lustri. Roma ove applicossi agli studi nel
Pontefice il Cardinal Albani col no- collegio Nazareno, sotto la cura dello
me di Clemente XI, amico al Ca- zio monsignor Nicola Casoni, che
soni, che dai ven. Innocenzo XI gli poi mori decano de' chierici di ca-
avea ottenuti speciali fevori, e per mera, e commissario delle armi.
mostrargli la sua riconoscenza, lo Desideroso di servire la Santa Sede,
chiamò a Roma , e , nell' anno ebbe la prelatura di famiglia , isti-
1702, lo dichiarò assessore del santo tuita dal Cardinal Lorenzo Casoni,
Officio. Poscia nel 1706 lo ascrisse e quindi venne fatto successivamente
al sagro Collegio col titolo di s. governatore di Narni e di Loreto,
Bernardo alle Terme, colla protet- donde fu trasferito alla vicelegazione
tola dei minori osservanti, e la d'Avignone, ove soffri molto allor-
legazione di Ferrara. Esercitando ché la rivoluzione francese invase
questo ultimo uffizio, ebbe molto a anche quel dominio pontifìcio. Ma
sofferire, peichè gì' imperiali aveano sebbene minacciato della vita, non
occupato Comacchio, ed assediata lasciò il posto, se non quando fu
Ferrara ; ma per le sue diligenze richiamato da Pio VI. Questo Pon-
non n' ebbe che leggerissimo danno. tefice inviollo nunzio nella Spagna,

Se non che non conferendo a lui da dove il Casoni potè fargli giungere
quel clima, chiese ed ottenne dal opportuni soccorsi allorché fu depor-
Papa di lasciar quella legazione, e tato. Perciò il successore Pio VII, ai
n' ebbe invece quella di Bologna, 'j-Z febbraio 1 801, il creò Cardinale

cui preservò dalla carestia, e dalla dell'ordine de' preti, assegnandogli


peste degli animali, che minacciava il titolo di s. Maria degli Angeli
quella provincia. Là come uno dei alle Terme. Inseguito fu annoverato
Cardinali inquisitori generali, rice- alle primarie congregazioni Cardina-
vette r abiura, cui fece del lutera- lizie, dichiarandolo lo stesso Pio VII
nismo Federigo Augusto elettore prefetto di quelle della sagra con-
di Sassonia, divenuto re di Pclonia. sulta e della Lauretana. Per la sua
Nella cattedrale della sua patria prudenza e destrezza nel maneggio
fondò una sontuosa cappella, rincro- degli affari, quando il detto Papa
stata da preziosi marmi, e bella di Io fece segretario di stato, nei tem-
eccellenti pitture, ad onore del ss. pi i piti difficili e scabrosi , dovette
Crocefisso, e vi stabilì due magnifi- esercitare tutto il suo zelo ed atti-
ci mausolei a ricordare i favori ri- vità, contro le pretensioni di Na-
cevuti dai due Pontefici Innocenzo poleone, che aspirava ad occupare
Xll e Clemente XI. Da ultimo, di gli stati della Chiesa, come dipoi
settantasei anni, e quattordici di Car- eflettuò. Fu protettore il Casoni,
dinalato, mori a Roma nel 1720, e visitatore apostolico della chiesa,
VOL. X. IO
t46 CAS CAS
e casa degli orfaniMaria in
in s. nire i riformatori del culto assieme
Aqiiiro, e del monisteio de* ss. Quat- alla Chiesa cattolica. In quel tempo
tro Coi-oiiati, morendo in Roma
e egli pubblicò la sua opera De Offi-
ai 9 ottobre dell' anno 1 8 1 1 fu es- , cio pii veri in dissidio religionis.
posto nella chiesa parrocchiale di 11 fervore, end' era animato per la
santa Maria in Campitelli, ed ivi pace della religione, forse gli fece
tumulato. Colla morte del Cardi- accordar troppo ai protestanti: però
nal Filippo Casoni, questa illustre non è a dirsi, punto
ch'egli siasi
famiglia genovese, dopo aver dato distaccato dalle ortodosse verità, che
distinti personaggi alla Chiesa, alle sostenne sempre con invitto corag-
scienze e alle armi, rimase estinta, gio e coi propri scritti, e col com-
lasciando solo superstite la contessa battere valorosamente gli eretici.
Violante sorella del Porporato, già Che una qualche espressione di
se
marilata a Poddio Venturelli patri- lui potrebbe da alcuno richiamare
si

zio Amerino, dal quale matrimonio in sospetto, Cassandro prima di


nacque la contessa Maria, che si morire assoggettò quanto scrisse al
sposò al cavalier Giovanni Vannicelli. giudizio delia Chiesa cattolica. Eia
li primogenito di quel nodo coniugale fornito di una rara moderazione e
è l'attuale governatore di Roma mon- di un particolar disinteresse e umil-
signor Luigi Vannicelli, quale come il tà. I principi della Germania lo
erede della famiglia Casoni, ne as- riguardarono come l'uomo il più
sunse anche il cognome, che onora adatto a terminare le discordie di
colle note egregie sue doti. religione. Il principe di Cleves lo
CASSA. Sede vescovile della pri- volle presso diper combattere
se
ma Pamfilia, diocesi d'Asia, eretta gli anabattisti. L' imperator Ferdi-
nel quarto secolo, e sottoposta alla nando lo avrebbe voluto in Vienna
metropolitana di Sida, della quale per opporlo ai luterani; ma la got-
si conoscono quattro, o cinque ve- ta, da cui era tormentato, non gli
scovi. permise il viaggio: nondimeno, per
CASSANDRIA o CASSANDREA. assecondare i voti di quel monarca,
Città vescovile della Macedonia nel- compose V opera Consultalìo de
:

l'esarcato di tal nome,


punta sulla articulis fldei inter papistas et pro-
del capo Canistro, già denominata lestantes controversis. Questo lavoro
Potidoca Era considerabile quan-
. fu l'ultimo di sua vita, poiché mori
do Cassandro re, o tiranno di Ma- nel i566, avendo l'età di cinquan-
cedonia, r abbelh e fortificò. Nel tadue anni. Le sue opere stampate
quinto secolo fu eretta in sede epi- separatamente furono raccolte da
scopale , dichiarandosi suffraganea Decordes nella edizione di Parigi
della metropoli di Tessalonica. i6i6 in fogl. Si trovano in esse la
CASSANDRO Giorgio. Scrittore prima edizione di Virgilio da Tarso,
del secolo decimosesto, nato a Cas- il trattato d'Onorato d'Autun intor-
santh, vicino a Bruges. Era egli no alla predestinazione ed alla
«no de'più dotti teologi di quell'età. grazia, con altre scritture sulla
Insegnò teologia a Bruges ed a Gand, medesima questione; alcuni Com-
ma poscia partì per Colonia dove menti sulle due nature di G, C,
attese pienamente allo studio, e in diversi trattati contro gli anabattisti;

ispecial maniera sul mezzo di riu- un trattalQ De Sacra Comunione


7

CAS CAS "


i47
christtanì populi in ulraque specie; drale. Nella città non hanno altre vi
una Difesa della tradizione della parrocchie, ma vi sono un convento
Chiesa, e de^padri contro Cahinoj di religiosi, due confraternite, semi-
un* opera sulla liturgia; una rac- nario ec. La mensa è tassata nella ca-
colta d'Inni; alcune annotazioni sul mera apostolica, in centosedici fiorini.
poema della resurrezione di s. For- Fra i vescovi di Cassano è degno di
tunato; molte lettere; un trattato special menzione il Cardinal Gio.
De viris illustrihus, qui ante Pro- Angelo de' Medici milanese, il quale,
cam in Latio fuere, et appendix fatto vescovo di Cassano, nel i553,
ad Pliniuni de viris illustribus. da Papa Giulio III, per nomina
CASSANO ( Cassanen. ). Città dell' imperatore Carlo V, governò
con residenza vescovile nel regno la diocesi sino al i556, in cui fu
delle due Sicilie, nella provincia di trasferito alla sede di Foligno da
Calabria citeriore, edificata in pia- Paolo IV, morto il quale, nel 1 55g,
nura, e bagnata dall'Eiano, influen- gli successe nel pontificato col nome
te del Coscile, capoluogo di cantone. di Pio IV.
Credettero molti, che gli enotri sieno CASSANDO o CASSARD Fran-
stati i fondatori di questa città, la cesco, Cardinale. Francesco Cas-
quale caduta poi in potere de' ro- sando nacque a Fayette, diocesi di
mani , divenne prima colonia e poi Grenoble. Era perito in ambe le
municipio romano. Vi si vedono gli leggi, e divenne arcivescovo di Tours.
avanzi di un castello quasi inacces- Poi Gregorio IX, nel 1287, lo creò
sibile. Vuoisi, che sia Tantica Ca- Cardinal prete de'ss. Silvestro e Mar-
silianuTn, città di Lucania, chiamata tino ai monti ; ma pochi mesi do-
anche Massi lianum, eretta nel quinto po la sua promozione, caduto di
secolo, ovvero più anticamente, ciò cavallo, si sconciò per siffatta ma-
che le diede occasione di pretendere niera il capo, che quasi di subito
all' esenzione. Certo è , che Cassano morì a Lione, ove ebbe tomba in
fu dichiarata sede vescovile verso chiesa dei predicatori, ai quali lasciò
r anno 1 098 , considerandosi sotto rendite considerabili. Benché Ciacco-
la metropoli di ed anche Cosenza, nio, Panvinio, e l'Aubery non par-
immediatamente soggetta alla Santa lino di questo Porporato, pure Io
Sede, finche s. Pio V stabilii ai 1 , ricorda il Frizonio, e ciò che più
settembre i566, che fosse suffraga- monta , l' antico epitafio nella sa-
nea alla metropolitana di Reggio, grestia della suddetta chiesa lo dice
ad onta che in alcune adunanze apertamente Cardinal di san Mar-
ecclesiastiche intervenisse il vescovo tino.
a quelle di Cosenza. Maestosa è la CASSIA ( Cassien. ). Città vesco-
cattedrale dedicata alla Natività di vile in partibus, fondata nel quinto
Maria Vergine, ed il capitolo si secolo, sotto la giurisdizione del pa-
compone di quattro dignità, cioè del- triarcato alessandrino , ed attual-
l' arcidiacono, che è la prima, del mente vescovato in partibus. Gli
diacono, del cantore e del tesoriere, ultimi furono Ignazio dei
vescovi
di dodici canonici con due prebende, principi Giedroye, e monsignor Gio-
e diversi preti e chierici pel culto vanni Bercich, dal regnante Ponte-
di Dio. L'arcidiacono, con un prete fice , nel concistoro de' 1 3 luglio
]^er aiuto, è il parroco della catte- 1 840, fatto vescovo di Cassia, e de*
i46 CAS CAS
putato ausiliare dell'arcivescovo di struirc i discepoli nella religione del
Zara. Nazareno, non sacrificasse con quelli
CASSIANO. Ordine di monaclie, ai falsi numi. Il santo colla fer-

Giovanni Cassiano, oriundo di Teo- mezza, tutta propria di un vero


dosia nella Scizia nato in Atene
,
,
credente, ne disprezzò le niinaccie,
dopo essere stato educato nel mo- ed attese con più calore alle usate
nistero di Betlemme, si recò nell'E- sue religiose istruzioni. Vedendosi
gitto, ove visitò gran parte dei mo- per tal maniera deriso il governa-
nisteri in esso sparsi. Quindi passò tore, pensò, con inudito esempio, di
in Costantinopoli dove s. Gio. Gri- far perire il maestro per le mani
sostomo l'ordinò diacono, e poi lo dei suoi discepoli, i quali dimenti-
inviò suo legato a Papa s, Innocen- cando ogni sentimento di compas-
zo I in Roma. Ma presa nel 4'o sione, che potevano loro facilmente
questa città da Alarico, ne partì per suggerire e la tenera età, e la gra-
Marsiglia, ed ivi fondò il monistero titudine, più crudeli ancora, che non
di s. Vittore, nel quale visse pia- comportava il comando, si facevano
mente molti anni. Indi volle isti- un barbaro gioco di scrivere con
tuirne un altro per le donne, il isti li il loro compito sulla pelle del
quale fioriva nel 49^ , come rac- santo. Questo martirio dee ascriver-
contano Bellarmino nel libro degli si al più tardi sotto l' impero di
Scrittori ecclesiastici^
il Tri te mio, Diocleziano, e fu uno dei più tor-
e Labbé. Aggiunge il secondo,
il mentosi per la lunghezza della du-
che in tal monistero lungamente si rata , e dei più strani e singolari
mantenne il fervore della discipli- per la qualità dei carnefici. Questo
na. S' ignora però quali regole des- glorioso martire fu sempre in gran-
se aimonaci e alle monache; ma de veneraziolie presso i fedeli. La
avendo Cassiano scritto alcuni libri festa di lui ricorre il giorno i3 a-
suir istituzione monastica , si ritiene gosto.

che tanto monaci, che le mona-


i CASSIANO (s.). Intorno a questo
che, vivessero secondo i di lui pre- santo poche sono le notizie, che ci

cetti. Altri autori sono di parere, pervennero ed anche queste non


,

che le monache per volere dei ro- delle più certe. Si legge che fosse ,

mani Pontefici in appresso adottas- di nazione egiziano e che venuto ,

sero la regola di s. Agostino. Il lo- nelle Gallie, e procacciatasi grande


ro abito era di lana bianca, usava- venerazione per le sue non ordina-
no un rocchetto di lino, ed un velo rie virtù, succedesse a s. Retizio nel-
nero sul capo. r episcopato di Autun ; s' ignora pe-
CASSIANO (s.). Era maestro di rò in qual tempo egli governasse
umane lettere in Imola, e ardente quella chiesa. Il nome di lui viene
di santo amore per la fede di Gesù ricordato in molti martirologi sotto
Cristo, non tralasciava di unire ai il d\ 5 di agosto.
precetti letterarii le più sane mas- CASSIANO Giovanni. Monaco
sime del vangelo. Fu nota questa e scrittore ecclesiastico del secolo
cosa al governatore di quella pro- quinto. Secondo la opinione più ve-
vincia, e nemico questi com'era del rosimile, era egli di origine scita, e
nome cristiano, lo minacciò della nacque verso la metà del quarto se-
più crudel morte, se, anziché in- colo. Sin da fanciullo fu condotto
,

CAS CAS 149


in un monistero di Betlemme, dove ha dato motivo a credere ch'egli
fece professione di vita religiosa. Do- malamente sentisse in quel dogma.
po qualche anno uscì di quel luo- Perciò s. Prospero imprese 1* opera
go per visitare i solitarii di Egitto, intitolata Cantra Collato rem ^^er con-
coi quali si trattenne per qualche futarlo. Ma tempo di Cassiano
al
tempo ; ma se ne ritornò al suo scrive un non si era per anco
critico,
monistero. Poi si avviò nuovamente deciso dalla Chiesa in riguardo a
alla volta dell' Egitto , che abban- quel mistero, sopra il quale non fu
donò per recarsi alla Palestina, e di pronunciato giudizio che nel conci-
là in Costantinopoli. Ivi era patriarca lio di Ragusa del 52g. Per la qual
5. Giovanni Crisostomo ,
già suo cosa un qualche di lui abbaglio non
maestro, il quale lo pose nelT ordi- toglie, che la sua memoria non ten-
ne dei diaconi. Esiliato poscia quel gasi venerala. Egli scrisse ancora un
santo vescovo, Cassiano in compa- Trattato dell' Incarnazionej ma il

gnia di Germano , meritò d' essere Combattimento dei vizi e della vir-
deputato dal clero al Papa Inno- tù, il Rimedio spirituale del mona-
cenzo I per fargli conoscere la inno- co, gli Atti del martirio di s. Vit-
cenza del santo pastore. Questo Papa tore di Marsiglia sono opere a lui
ordinò prete Cassiano, il quale passò semplicemente attribuite.
da Roma nelle Gallie, e fissò la sua CASSINENSE Leone. V, Leone
dimora in Marsiglia, dove istituì due Cassinense.
monisteri uno pegli uomini, V altro CASSINESI. Congregazione mo-
per femmine. Il primo è la ce-
le nastica dell' Ordine di s. Benedetto.
lebre abbazia di s. Vittore, in cui Nei primordi del secolo VI, e nel
si afferma, che avesse sotto la sua pontificato di Ormisda, s. Bene-
s.

disciplina fino a cinquemila monaci. detto (Vedi) istituì rOrdine dei be-
Ivi nel 433 egli era ancor vivo, nedettini (Vedi), colla regola che
secondo la cronaca di s. Prospero. meditata a Subiaco, compì e pub-
Dupin fa succedere la sua morte blicò a Montecassino ( Vedi). In
nel 44<^ • alcvmi altri la vogliono progresso di tempo l' Ordine ebbe
accaduta qualche anno dopo. Cas- molte congregazioni distinte, e tra
siano è onorato come santo dalla queste la più celebre fu quella det-
Chiesa greca ed anche in Marsi- ta prima di s. Giustina di Padova,
glia, dove la festa si celebra a' 23 lu- e poi di Montecassino. La chiesa di
glio. Yien detto, che la di lui testa s. Giustina fu fondata nel quinto
nell'abbazia di s. Vittore si conservi secolo dal console Opilio, e il mo-
in un reliquiario prezioso , e il suo nistero dei benedettini nel nono.
corpo in un sotterraneo della me- Questa congregazione ebbe princi-
desima chiesa. Egli ha lasciato di- pio nell'anno i4o8 da Luigi o Lu-
verse opere, cioè : dodici libri delle dovico Barbo, gentiluomo veneziano.
Istituzioni monastiche j e ventiquat- Essendo egli priore dei canonici di
tro conferenze, che racchiudono le s. Giorgio d'Alga, vestì l'abito di
massime e le istruzioni imparate s. Benedetto, ma dallo zio Grego-
dalla bocca dei piti celebri solitarii rio XII fu obbligato ad accettare il
ed abbati dell'Egitto. La maniera, monistero e l'abbazia di s. Giusti-
colla quale Cassiano si è espresso na, affinchè vi ristabilisse la regolare
riguardo a certi punti della grazia, osservanza, la quale ivi, ed altrove
,,

1^9 CAS CAS


era decaduta dall' antico fervore. r Italia, la detta congregazione era
Principiò Luigi Barbo la grand'ope- formata da settantuno monisteri, tra
ra coir aiuto di due nnonaci bene- i quali a cagion di onore nominia-
dettini della congregazione camaldo- mo Montecassino e Subiaco, fondati
lese, da lui richiesti all'abbate di da s. Benedetto; s. Maria di Farfa;
s. Michele di Murano, e di due ca- Bobbio edificato da s. Colombano;
nonici fatti venire da s. Giorgio in s. Giorgio di Venezia; s. Giustina
Alga. Non andò guari, che questa di Padova: s. Martino di Palermo;
congregazione benedettina fiorì tal- s. Nicola di Catania; s. Placido di
mente, che fu abbracciata e seguita Messina; s. Salvatore di Papia ; ».
da molti monisleri d' Italia, quali i Severino di Napoli ; s. Sempliciano
bramarono unirsi a quello di Pa- di Milano; ss. Trinità di Cava; s.
dova, e formarono una congrega- Benedetto di Palirona; s. Paolo di
zione, che lo stesso Barbo volle chia- Roma; s. Pietro di Modena; s. Ma-

mare di s. Giustina , la quale fu ria delmonte di Cesena s. Onorato ;

confermata nel i4i7 in Milano dal di Lerino. Oggi però questa con-
Pontefice Martino V, reduce dal ce- gregazione non ne conta che venti-
lebre concilio di Costanza. cinque.
Quasi tutti i monisteri, che uni- Lo stesso Giulio II, come si leg-
ronsi a quello di Padova, come quel- ge, nel Bull. Cassin. t. I, const. i i4,
lo di s. Paolo fuori le mura di Ro- e t. II constit. 397, concesse all'abba-
ma, del quale si parla all'articolo te, e ai monaci cassinesi di s. Paolo
Chiesa di s. Paolo nella via Ostien- un ospizio sul monte Quirinale, la
se, quello di s. Benedetto di Man- cui chiesa chiamavasi di s. Salurnir
tova , ed altri dei principali , erano no de Cahallo, così detto dalla vi-
come quello medesimo di s. Giusti- cinanza de' due cavalli marmorei e
na della benemerita e celebrata con- colossaliche sono sulla piazza del
gregazione cluniacense (Vedi), che Quirinale ospizio
: che in parte
ebbe principio in Francia Tanno fu demolito, e parte incorporato al
910 da s. Bernone, accresciuta e palazzo apostolico ingrandito da Pao-
poi propagata per tutte le provin- lo V. In compenso fu data da quel
ce di Europa e di altrove. Quin-
, Pontefice ai cassinesi per casa di
di , nel i5o4, avendo il Pontefice noviziato, mediante la costituzione
Giulio II dichiarata abbazia nullius emanata nel 1608, e riportata nel
quella di Monte Cassino, dopo la citato bollario , tomo II , 259
rinunzia fattane dal Cardinal de' Me- la chiesa di s. Calisto col palazzo
dici, poi Pontefice Leone X, che n'era del titolare eretto al lato destro di
abbate commendatario, unì Montecas- detta chiesa dal Cardinal Moroni,
sino alla congregazione dis. Giustina, come accerta l'iscrizione, che leggesi
e volle che in avvenire si chiamasse sull'architrave di alcune finestre tut-
Congregazione di Monte Cassino, e tora esistenti, Cardinalis Moronius.
che i monaci, i quali la compongo- Desso però è ben diverso
dal pa-
no, si chiamassero cassinesi, sì per lazzo parleremo, eretto sul
di cui
la rinomanza del luogo, come per disegno di Orazio Torregiani. As-
essere ivi venerate le ceneri di s. segnò inoltre Paolo ai cassine- V
Benedetto. Prima delle ultime ca- si una barca sul fiume Tevere
lamità, che aQlissero massimamente per comodo dei trasporti alla basi-
,

CAS CAS i5i


lica e monistero di s. Paolo. Per
al s. Vittorino , il quale dalla idolatria
compenso poi al Cardinal titolare fu convertito alla fede di Gesù Cri-
di s. Calisto di tal palazzo , stabili sto permezzo di alcuni trattenimenti,
che la camera apostolica gli avreb- che ebbe con Cassio. Furojio com-
be pagati annui scudi quattrocento pagni nelle apostoliche fatiche e nel-
Tenti. F. Chiesa di s. Calisto. Di- la gloria del martirio, che sostenne-
poi i cassinesi eressero sulla piazza ro in Calvergna verso l'anno 266.
di s. Maria in Trastevere un pa- La festa di loro ricorre il giorno i5
lazzo, che unirono alla chiesa di s. di maggio.
Calisto, e a quello del Cardinal Mo- CASSIUM, o CASSUM. Sede e-
roni. In esso si vede ripetuta e scol- piscopale eretta nel quinto secolo
pita sul travertino, ed incassata in della prima Augustamnica in Egitto,
vari punti della facciata l'arma del nel patriarcato di Alessandria, sotto
monistero di s. Paolo, i cui monaci la metropoli di Pelusìum. Lampete
vi passano la stagione estiva. suo vescovo intervenne al concilio
Lungo sarebbe il riportare i pregi Efesino.
della congregazione cassinese , e gli CASSOVIA o CASCHAU (Cas^
uomini grandi che vi fiorirono, a- sovìen.). con residenza vesco-
Città
vendo da ultimo dato al Vaticano vile in Ungheria, chiamata anche
ilglorioso Pio VII , e al sagro Col- Kassa, città libera e reale, capo-
legio i Gio. de Primis
Cardinali luogo del comitato di Abajvar, e
lodato da Antonino ; Cortese, Con-
s. della marca del suo nome. Lo vSche-
ti, Porzia, Tamburini, Quirini, Lu- mel influente dell' Hernad l'attra-
cili e Crescini. Vanta inoltre cento versa, e dopo aver formato un' iso-
cinquanta vescovi, e da quattrocen- la elittica nella piazza principale,
to uomini celebri, fra' quali Sayro, colla quale evvi una comunicazione
Grillo amico di Tasso, Castelli di- mediante i ponti, confonde le sue
scepolo del gran Galileo e maestro acque con l'altre del prossimo fiu-
di Torricelli, Borelli, Cavalieri, Ar- me. E un'antica piazza ben forti-
mellini , Angelo della Noce, Gatto- ficata, dappoiché fu circondata di
la, Galletti, Fulgosi, Blasi, Alberti, mura sotto Emerico, che divenne
Abbate di Costanzo, Tonani e d. re l'anno 1 191. Dopo il 1270, Ste-
Raffaele Zelli. Ora
abbate pre- il p. fano IV la ingrandì, e Andrea III,
sidente della congregazione si tro- del 1291, vi aggiunse delle nuove
va nel monistero di suo governo, mura con una fossa. Carlo I, del
e il p. abbate procuratore genera- 1809, vi fece costruire torri, e
le in Pioma. Circa le altre cose molte altre validi fortificazioni, le
principali, che riguardano questi be- quali poi furono completate da Gi-
nemeriti monaci, e dei loro moni- slra, allorché vi si difese contro i

steri più insigni, si tratta ai rispet- boemi. Nel 1657, il vescovo d' A-
tivi articoli, oltre quanto si disse al- gria o Erlau vi fondò l'università,
l' articolo Benedettini. che venne confermata nel i <o^ i dal-
CASSINO ( Casiiium ). Antica se- l' imperatore Leopoldo I. Rinomali
de vescovile nella Campania. F. sono i suoi bagni minerali, e me-
MONTECASSINO. rita menzione il grande arsenale.
CASSIO (s.). La storia di questo La sede vescovile di Casso via fu
buato martiie è unita a quella di eretta nell'anno i8o4 dal Pontefi-
,

i^a CAS CAS


ce Pio VII, che nel concistoro dei anche Caitabla, non che Mome-
ao agosto ti preconizzò per primo sta.
Tescovo Andrea Szabò della dioce- CASTAGNA Giambattista, Car-
si di Strigonia, dichiarandola suf- dinale. V. Urbano Papa VII.
fraganea delia metropoH d' Agria. CASTAGNETTO Bernardo, Car-
La cattedrale di architettura gotica dinale. Bernardo Castagnette, o Ca-
di buon gusto, adorna di gran nu- stanet,si crede nato a Montpellier,

mero di sculture, è dedicata a s. secondo Goriel, e Amalrico Augeri,


Elisabetta. Il capitolo si compone che lo dice uomo venerabile, ed ec-
di quattro dignità, di cui è la prima clesiastico insigne. Era arcidiaco-
il prevosto, con due canonici, due no di Maiorica e di Narbona ; udi-
cappellani, oltre alcuni preti e chie- tore di rota, cappellano e suddiaco-
rici per servizio della medesima. no Pontificio, spedito nel 124^) <^*

Nella cattedrale vi è unita la par- Clemente IV, nell* Alemagna per


rocchia flotto la cura d'un canoni- terminare lo scisma nella chiesa di
co con cinque sacerdoti sussidi ari i Treveri, a motivo di Errico già le-
non essendovi nella città altra par- gittimamente deposto , che conti-
rocchia. L' episcopio è un beli' e- nuava a governar quella chiesa, la
difizio; visono un convento di religio- amministrazione della quale il Papa
si domenicani, un monistero di mo- assegnò al ministro pontificio. Poi
nache dette di s. Orsola, un ospe- da Innocenzo V, nel 1*276, fu pro-
dale pegl' infermi, un seminario con mosso alla chiesa d'Alby; ma, perse-
molti alunni e altri luoghi pii. La guitato dagli eretici Albigesi, dovet-
diocesi di Cassovia è vasta, e la te ritirarsi in Annecy, per adempire
mensa episcopale è tassata Rei libri tranquillamente ai suoi pastorali uf-
della camera apostolica in fiorini fici.Dappoi, nel i3o8, fu trasferito
mille. alla chiesa di Puy nel Velay ; da
CASTABALA. Antica città ve- ultimo Giovanni XXII, ai 16 dir
scovile, ora in parlibus, della bas- cembre del i3i6, lo creò in Avi-
sa Ci liei a, diocesi d' Antiochia, ed gnone Cardinal vescovo di Porto,
eretta nel quinto secolo come suf- colla facoltà di ritenere a commen-
fraganea di Anazarba , la quale pu- da la Puy. Da vescovo
chiesa del
re è attualmente metropoli in par- promosse calorosamente, coll'arcive-
tìbus. Da ultimo, a' 4 giugno i833, To di Roan, la canonizzazione di
il regnante Gregorio XVI fece ve- san Luigi IX re di Francia, cui
scovo di Castabala monsignor Gio- fece Bonifacio Vili, che concesse di
vanni Murdoch, coadiutore del vi- Testir da preti secolari ai canonici
cario apostolico della santa Sede, del Castagnetto_, i quali vivevano sot-
nel distretto occidentale di Scozia. to la regola di s. Agostino. Nicolò
Questa città è situata nei confini IV ordinò di far restituire alla
gli
della Siria, è annessa alla Cappa- chiesa di Lode ve le decime ecclesia-
docia , e Strabone dice che fu ce- stiche, ed altri beni alienati da quel
lebre per un tempio di Diana Pe- capitolo: si trovò a quattro concili
rasia,aggiungendo Plinio, che gli tenuti nella sua provincia di Bour-
abitanti conducevano alla guerra ges; nel vescovato diPuy fondò un
truppe di cani di una razza as- monistero di vergini agostiniane, e
s^i grande. Essa Tiene chiamata nel i3i7 morì in Avignone, dopo
,

CAS ^ CAS i53


otto mesi di Cardinalato, e fu se- due conventi di religiosi , altra
polto in quella cattedrale. chiesa un conserva-
parrocchiale,
CASTAGNOLA. Francesco, Car- torio donne, diversi sodalizi,
di
dinale. Francesco Castagnola di Na- ospedale e monte di pietà. Ascen-
poli, a premio dello zelo dimostra- dono poi le tasse in favore della
to verso la Chiesa Romana, da Ur- camera apostolica a fiorini trecento
bano VI, nel dicembre del i38i, trenta tre.
fu creato Cardinal diacono dopo es- CASTEL-GANDOLFO ( Castri
sere stato prima promosso alla di- Gaiidulplii). Luogo di villeggiatura
gnità di protonota rio apostolico. Se de' sovrani Pontefici distante più di
non che, prima di ricevere il cappel- tredici migliada Roma, situato al
lo ed il titolo Cardinalizio, morì a mezzogiorno del monte Albano, da
Genova, secondo Giacconi o, nel 386. 1 dove Cesare vide Roma come si ,

CASTELBRANCO (Castri Albi). ha da Lucano lib. Ili, e dal Bion-


Città con residenza vescovile nel do nella sua Italia illustrata, pag.
Portogallo nella provincia di Beira, 326. Siccome Castel Gandolfo è di-
capoluogo di Comarca, edificata su venuto assai rinomato pel soggiorno
di un' erta pendice, sufficientemente de' Papi da più di due secoli, cioè
fortificata. I torrenti Liria eCrete massime primavera ed autun-
nella
influenti nel Tago, ch'è in poca di- no non, che per molte bolle per ,

stanza, le scorrono vicini. E circon- molti brevi da essi ivi spediti, e per
data da una doppia muraglia, fian- funzioni solenni che vi celebrarono,
cheggiata da sette torri, e difesa da ci sembra indispensabile un qual-
una buona cittadella. 11 Sommo Pon- che dettaglio ed indicazione di sua
tefice Clemente XIV, per le istan- topografia, temperatura ed ameni-
ze di Giuseppe I re di Portogallo, tà, e del delizioso famigerato suo
eresse Castelbranco , detto anche lago.
Castello-Branco, in seggio vescovi- Questo castello è alla medesima
le nel concistoro de' 7 giugno 1 77 i
1 altezza del polo di Roma, cioè gradi
dichiarandolo sutfiaganeo del pa- quarantadue, ed alcuni dicono me-
triarcato di Lisbona, e preconizzan- no due minuti. E sotto il segno di
dovi per primo vescovo fr. Giu- leone come Roma che guarda al- ,

seppe di Gesù e Maria Gaetano, del- l'occidente, venendo spalleggiato al-


l'Ordine de' predicatori di Lisbona. l' oriente dal lago, e dal monte Al-
La cattedrale è dedicata a s. Mi- bano a pie del quale è edificato.
,

chele Arcangelo, piuttosto vasta, e Da tramontana signoreggia Marino,


decentemente ornata. Sino al 1820, l'antico Tuscolo, e i monti di Ti-
in cui Pio VII nel concistoro dei voli ; e dal mezzogiorno vagheggia
1 1 febbraio vi preconizzò in vesco- Ardea e altri luoghi, e dalla parte
vo Gioacchino Giuseppe de Miranda occidentale da per tutto poi gode la
Coutinho, non vi era capitolo nella vista del mare. Confina col detto
cattedrale. Solo nella città eravi una lago e monte, colla Riccia, con Alba-
chiesa detta collegiata, la quale aveva no, colla via Appia, colle frattocchie
un o rettore, con cinque preti
vicario, e campagna romana. Sebbene, per la
beneficiati, essendo curato della par- vicinanza al lago,non dovesse l'aria
rocchia il detto vicario. Oltre la essere perfetta, pure la sua elevata
cattedrale esistono in Castelbranco posizione, e lo sfogo, che riceve per
, ,

i54 CAS C/VS


due canali il Iago medesimo, ne atte- i Pu-
consoli Costo Licinio, Valerio
nuano i vapori, e più purgata ren- tito, Fabio Ambusto, come li
e
dono l'aria. Tuttavolta, come attesta chiama Gio. Cuspiniano, de Consoli
il p. Kirker, non possiamo occulta- romani pag. 109: quindi l'oracolo
re che presso il lago crescono erbe rispose, che non mai i romani
venefiche, cioè lo stramonio, da al- avrebbono definitivamente soggio-
tri chiamato noce metella, il cui gato i vejenti, se prima non con-
veleno è sonnifero, il napello, e la ducessero altrove lo sfogo delle
cicuta, per cui ne segue, che tutte acque, vietando loro lo sboccamento
le nocevoli qualità , che esalano al mare, ma che invece le spar-
dalla tena in dette e altre simili gessero per la campagna affine di ba-
erbe, e ne'serpenti e rospi, che sulla gnarne il terreno. Nello stesso tempo
riva del lago albergano, come in avendo i soldati romani preso un
borse naturali trasfondonsi. Curioso indovino vejente, bravo architetto
è ancora fenomeno, che piovendo
il militare ed idraulico, che avea
in certi tempi dell' anno, in alcuni pronunziato la medesima predizione
luoghi sembra che ogni goccia d'ac- di Delfo, allorquando il senato de-
qua si converta in piccoli rospi, putò i tribuni Cornelio e Postumio
i quali per altro poco dopo muo- a deviare le acque del lago con
iono, se non vanno in luoghi d'ac- opportuno scolo, fu commessa al-
qua. Dalla parte del mezzogiorno l' indovino 1' esecuzione dell' opera.
il castello è molestato dai venti Questa fu intrapresa nell' anno di
austro-scirocco, ed austro-garbino Roma 356, o SSy, e nel medesimo
che sono calidi ed umidi , onde anno meravigliosamente condotta a
soltanto la parte meridionale è assai fine. Venne pertanto traforata la
umida: le altre tre poi sono d'aere montagna, e formato il famoso
temperato. emissario, il quale per un canale
Il vicino sottoposto lago, il cui scavato nelle viscere del monte
letto è il cratere d'un estinto vul- pel tratto d' un miglio e mezzo
cano, e che ha il suolo basaltico, circa scarica le acque del lago nella
è situato in una valle concava di campagna fra Pratica, Ostia e Ro-
forma ovale più lungo che largo, ma; lavoro che fa veramente stu-
avendo circa cinque miglia di dia- pire, giacche scorrono ormai circa
metro. Di questo lago riferiscono ventidue secoli e mezzo dalla sua
Lucio lib. 5, Valerio Massimo, lib. costruzione, senza che abbia sofferto
I , Plutarco nella vita di Camillo, il canale, che avendo foce in riva
e Cicerone, lib. I de Dìvinat.y che al lago Gandolfo, si
sotto Castel
venendo assediata Vejo dai romani vede solidamente costruito con pie-
sotto Furio Camillo, crebbero le tre quadrate, e da carro, egregia-
sue acque in tanta quantità, che mente unite e collegate. Fatto è
fu stimato portento, mentre era che, compiuto questo lavoro, Vejo
nel colmo dell' estate quando gli fu presa, e i vejenti per sempre
altri laghi erano quasi secchi, per furono sottomessi dai romani. In
non aver da tanto tempo piovuto. appresso allo sfogo dell' artifizioso

Per questa inondazione, e pei traforo , la natiu'a ne operò due


danni che recava, i romani spedi- altri, cioè uno dalla parte de' cap-
rono a consultare l'oracolo di \)e\^o puccini di Albano, ond' è che per
,

CAS CAS i55


vie sotterranee l'acqua col giro di suddetta epoca, il lago dal nome del
quattro miglia, va ad unirsi al lago castello, che lo sovrasta, non fu più
di Nemi, seppure questo esserido chiamato Albano, ma lago di Ca-
più alto invece immette le sue ac- stel Gandolfo. Il Torrigio, nelle Grot-

que nel lago di castello ;


1' altro te Faticane pag. ^\,\'ò, dice che il
,

dalla parte d' occidente, donde le lago d' Albano, quello di Nemi, e
acque per vie sotterranee e tortuose r altro di Turno, furono dal gran
si uniscono coU'acqua ciabra, o cra- Costantino donati alla chiesa di s.
bra detta la Marrana^ della quale Gio Battista da lui edificata nella
:

abbiamo notizie dal Crescimbeni. città di Albano. Abbonda questo la-


V. Gio. Lupi, Lezione intorno i go di tinche, di proviglioni, di lattari-
due liighi Albano e Neniorense^ ni, di spianarelle, e persino di eccel-
Roma 1 78 1 . Non è poi a tacersi lenti anguille di non ordinaria gros-
che il lago Albano vuoisi abbia sezza. Alla sua riva, oltre la spelonca
altro emissario dal lato di Marino, dell'emissario, se ne vede altra chia-
e che da quello derivi l' acqua fe- mata Bergantino, dalla parte del
rentina, che serve all'uso de' Mari- monte di Castel Gandolfo, ed anche
nesi nel fontanile pubblico nella bagno di Diana; speco, o ninfeo sca-
valle per cui si ascende alla città, vato nel vivo sasso, di opera reti-

sebbene pur debbasi avvertire, che colare e laterizia. Altro ninfeo esi-
tali acque sono superiori al hvello ste verso il nord di simile costru-
del lago di Castello. zione, con pilastri, cornici e vasche
Dalla perforazione del monte Al- incavate nel vivo sasso. Nel corren-
bano risultò il vantaggio delle mole , te anno, nel detto ninfeo e in pro-
la pesca delle anguille, e si rimediò va dell' antico suo uso, e degli ac-
all' eccidio dello straripamento. Se- cennati ornamenti, in uno scavo ivi
condo Dionisio d' Alicarnasso, fol. eseguito si rinvenne l'avanzo d'un
57, e 776, in questo lago restò mosaico a colori con delfini e mostri
sommerso Silvio uno dei re Albani, marini, i quali sono anche rappre-
in punizione del disprezzo, che avea sentati nei liassorilievi di marmo che
pegli dei, inuno alla reggia che a- nel luogo pure si rinvennero, ed al-
bitava, per uno straripamento delle cuno di qualche pregio, come tro-
acque. Questo lago chiamato Lacus varonsi de' torsi di statue, ed un bu'
Albanensis, non che la selva, le sto colossale, che vuoisi essere un
contigue vigne e sue pertinenze, nel Polifemo. Il dotto Pontefice Pio li,

1233, appartenevano al monistero ed ne' suoi Commentari, lib. II, celebra


abbazia di s. Maria di Grottalèrra- questo lago, in occasione che vi si re-
ta, come rilevasi da una bolla del Pon- cò nella primavera del 14^1, narran-
tefice Gregorio IX, e poscia passò in doci, che anche allora pei suoi ampi
proprietà della camera apostolica; ma e deliziosi prati, supponevasi aver un
qui si dee premettere, che in se- tempo servito alle fiere, ai sagrifizi,a-
guito la detta camera a' 22 settem- gli spettacoli, e a comodo delle nin-
bre 1802, col rogito del de Grego- fe, le quali vuoisi avessero abita-
ris, vendette il lago al principe l^o- to nell' antro cavato nel sasso abbel-
niatoAvski, e da questo fu alienato lito con antichi muri, e fatto a for-
in favore di Lorenzo Lezzani, che ma di tempio con qualche idolo.
ije è l'attuale proprietario. Dopo la Molto piacevano al detto Pontefice le
,, ,

i56 CAS CAS


sue colline, le sue selve d'elei sempre se la medesima della romana, don-
verdeggianti, e la sua forma tea- de (orse prese nome ed esistenza il

trale dalla parte di oriente. Final- castello dappoiché


, abbiamo un
mente Domiziano, ch'ebbe la villa Tannotto di Ottone Candolfo , o
ora Barberini di cui parleremo, e Candulfi, nel 11 23, senatore di Ro-
che giunge sino alle sponde del la- ma. Il Nerini e il Vitale credono
go, si vuole che vi facesse rappre- che da questa famiglia e non dal ,

sentare alcuni spettacoli navali ad conte Gandolfo Savello, il Castel


viso delle romane naumachie. Se dee Gandolfo abbia preso la sua deno-
credersi genuino un diploma dell'im- minazione, secondo l'opinione gene-
peratore Lotario I, dato nell' anno ralmente invalsa. Il Ratti, nella 6*^0-
8.4.6, gl'imperatori nel medio evo a- ria di Gemano, ha riportato un
vevano a Castel Gandolfo un'amena istromento di rinuncia , che Pietro
villa per loro diporto, cioè in occa- economo di santa Maria in Aquiro,
^ sione che recavansi a Roma. di cui si parla in una bolla di Lu-
Prima di parlare dell' origine e cio III de' 2 aprile ri 83, e Nicola
degli di Castel Gan-
avvenimenti d'Angelo e Rustico di Cencio Can-
dolfo, premetteremo alcune opinio- dolfì, fecero nel 122 1 ad Onorio
ni sul suo nome, .essendo stato chia- III, SavelUj di tutte le pretensioni
mato con qualche differenza. Pio II, cui aveano contro la camera apo-
ne' citati Commentari, lib. XI, p. stolica, per esser stato disfatto il

564, lo chiama Castel Gandolfo, di- loro Castel Gandolfo. Che verso il

cendo che il lago Albano è chia- fine del secolo XIII Castel Gandolfo
mato lago di castello, a Castel- passò sotto dominio della famiglia
il

lo Gandulfi Sahiiiorum. Paolo Meru- Savelli, appariscechiaramente dal te-


da , nella sua Cosmografia , par. stamento di Onorio IV, Sacelli, che
1. lib. 4- ft)l. 559, lo chiama San porta la data de' 12 luglio i285,
Gandolfo, esprimendosi cosi hodie : pubblicato dal Ratti, Famìglia Sfor-
Savello si Leandro fidcs , si aliis za, tom. II, p. 3o2, in cui nel par-
Gandulfi^ nel s. Gandolfo^ e stima lare dei dominii di sua famiglia, vi
che sia il medesimo che Albano. comprende Castro, qiiod dicitar Ttir-
Gandolfo lo dice fr. Leandro Al- ris de Gandidphis. Tultavolta in
berti alla pag. i55^ ma i più sti- un istromento del 1 389 sembra
mano, che si debba chiamare Castel che questo luogo sia passato ai Ca-
Gandolfo j come lo chiamò Sisto IV, pizucchi, dai quali nel secolo se-
in una bolla data in Roma a' 16 ot- guente tornò ai Savelli, e poi di-
tobre 14B2 diretta, come poi dire- venne dominio della santa Sede.
mo, ai Velletrani, ove chiama que- Vuoisi da alcuni far rimontare
to luogo Torre de' Candolfi, e ere- l'origine di Castel Gandolfo dal-
desi che così possa essere stato deno- le ruine dell' antica Alba longa
minato dalla famiglia Candulfi , oggi Albano (Vedi), fra' quali il

la quale era nobile in Boma nel Biondo dice, essersi fabbricato co-
XII e XIII secolo. Una famiglia gli avanzi della distrutta metropoli
Candolfì fioriva Genova prima
in albanese, dal celebre Cardinal Lu-
del secolo XII, ed Ottone de Can- dovico Scarampo Mezzarota, vesco-
dulpho fu console di quella repub- vo suburbicario di Albano, e ca-
blica nel II25. Essa vuoisi che fos- merlengo di santa Chiesa, il quale
, ,

CAS CAS i57


con fabbricare nel medesimo luogo 1482, De veslris fide, ad essi diede
molte abitazioni per le ville, diede Castel Gandolfo eh' egli chiamò ,

forma di Castello all'antica rovinata Casale Turris Candidphorunij e al-


città. Tanto il Biondo dice nell'e- tri luoghi appartenenti ai Savelli ,

logio di detto porporato a p. 819, e confiscati dalla camera apostolica,


del cui parere è il Giacconio nella onde velletrani ne presero pos-
i

vita di Eugenio IV. Essendo il luo- sesso,per essere autorizzati da Gio-


go ritornato alla giurisdizione dei vanni vescovo di Alatri, giudice de-
Savelli,ed essendosi questi ribellati putato, come rilevasi da un istro-
alla santa Sede, il medesimo Euge- mento rogato da Filippo da Ponte-
nio IV, nel 1436, benché alcuni corvo. Però non andò guari che ,

vogliano prima, comandò al genera- successe a Sisto IV il Pontefice In-


le delle armi pontificie Giovanni nocenzo Vili, il quale restituì Ca-
Vitelleschi, ch'era capo de' Guelfi ,
stel Gandolfo ai Savelli nel 14B6,
di saccheggiarlo e distruggerlo ,
per non però del ramo di Albano ma ,

punire il proprietario Cola Savello, al maresciallo del conclave Tulio


che vi aveva ricettato il conte An- Ostilio, e Tito Flaminio fratelli. In

tonio Pontedera ribelle di s. Chiesa. seguito essi lo cedettero, nel i535,


In detto sacco rimase ucciso Rinal- al Cardinal Nicolò Gaddi, in per-
do fratello di Cola, e tanto il ca- muta di Castel Montorio , che in
stello, che altri luoghi de' Savelli avanti dai medesimi fratelli Savelli
passarono in potere di Eugenio V. era stato venduto a Consalvo Mon-
Ma il successore di lui INicolò IV te, e a monsignor Gaspare Monte
con diploma de' 3 agosto i447> vescovo col consenso di questi ul-
lo restituì con altre terre a Gio. timi. Dopo dieci anni, Castello tor-
Battista, Mariano Battista, e Fran- nò sotto i suoi antichi signori, dap-
cesco Savelli figliuoli del defunto poiché il predetto Tulio Ostilio
Cola, assolvendoli dalle censure, in pagò al Cardinal Gaddi le somme
cui erano incorsi come rei di lesa sborsatecome si legge in un istro-
,

maestà. Dipoi, nel1470, Castello mento di transazione de' 1 7 luglio


Gandolfo fu dai mentovali Savelli 1545, rogato dal notaro di Cam-
cambiato con una parte di Palom- pidoglio Curzio Saccoccia.
bara, con Bartolomea figlia di Gia- Non tardò molto ad alienarsi il

como Savelli. Indi successero a Bar- castello , acquistandolo per quindi-


tolomea, Ludovico, Antimo , e altri cimila scudi il principe d. Orazio
cinque figli di Cristoforo Savelli pa- Farnese, nipote dell'allora vivente
droni di Albano. Paolo III; però, correndo 1' anno
Abbiamo da Alessandro Borgia, i55o, per egual somma lo ricuperò
nella sua Storia di Felletri, p. 3 80, d. Federico figlio di Gio. Battista
che il Pontefice Sisto IV, per mo- Savelli. A questo succedettero in e-
strarsi grato ai velletrani, i quaU gual porzione, Mariano vescovo di
l'avevano aiutato contro 1' esercito Gubbio , e Bernardino maresciallo
del duca di Calabria, e in compen- del conclave, di lui fratelli. Della
so dei danni ricevuti nel loro ter- porzione paterna restarono poscia
ritorio dai figli di Cristoforo Savel- eredi di Bernardino, secondo la sua
li, seguaci del partito del duca testamentaria disposizione , il duca
con lettere apostoliche de' 1 6 ottobre Gio. Battista, Paolo, Giulio, Fran-
i5B GAS CAS
Cesco e Federico. Non è qwì n ta- di vane terre de'Savclli, acciò si

cersi, che Castel Gandolfo fu cretto ritirassero.Finalmente nel i6o4,


in ducato da Sisto V a favore del sotto il 27 maggio, il medesimo Cle-
maresciallo Bernardino, con suo mo. mente Vili, in virtù d'un decreto
lo proprio dato fipitd s, Mariani concistoriale, incorporò Castel Gan-
Majorem quarto hai. marlii anno dolfo al dominio temporale della
quinto, perchè Bernardino avea spo- Sc^e comprendendolo
apostolica ,

sato Maria Felice, pronipote del nella bolla di s. Pio V de non alie-
Pontefice. Poco dipoi mentre Ca- nandis, et infcudandis honis Ec-
stel Gandolfo era proprietà degli clesìa e.
eredi di Bernardino e Mariano ve- Riferisce il citato Ratti, t. II. p.
scovo di Gubbio summentovati, nei 343, che r inutile e forse irragio-
primi di luglio 1596, nel Pontifi- nevole opposizirme di monsignor Ma-
cato di Clemente VIIF, avendo i riano Savclli deve aver dato motivo
Savelli fatti vari debiti, i creditori alla iscrizione, che fu posta sulla
ollennero che i commissari camera- porta del palazzo di Castel Gandol-
li piendessei'o possesso di Castel fo, o sulla porta romana sotto gli
Gandolfo, in virtù della bolla dei stemmi del senato romano, delle chia-
Baroni pubblicata a' 3o di giugno, vi pontifìcie e de' Savelli, appunto

rimanendone proprietaria la stessa sotto il pontificato di Clemente Vili,


camera apostolica, perchè avea sod- come riferisce il Volpi : Fetus La-
disfatto i creditori col pagamento tiunij t. VII. p. 160.
di ventiquattromila scudi : somma,
che sarebbe molto
maggiore se- ,
QUt POTENTI MIlVORA
condo un manoscritto che si con- ,
NEGAT MAJORA PERMITTIT
serva in Castel Gandolfo da me inte-
ramente letto, donde il Cancellieri
trasse gran parte delle sue Notizie che fu tolta per ordine di
iscrizione,
di Castel Gandolfo, giacché esso Clemente XIII, e trasportata in un
dice, che la Camera apostolica sbor- cortile, ch'era avanti il palazzo dei
sò ventiquattromiia scudi, mentre il Savelli.
manoscritto chiaramente dice cento- Prima del pontificato di Paolo V,
cinquantamila scudi da pagarsi ai questo luogo si giudicava insalubre
creditori del Cardinal Giacomo e per le acque palustri, che il circon-
Bernardino maresciallo. Certo è, che davano, e che costretti erano a be-
il vescovo Mariano sul principio re gli abitanti. Vi prese però prov-
validamente si oppose air alienazione videnza il magnanimo Pontefice, con
del Castello, ma poi vedendo irri- far prosciugare il laghetto di Tur-
tato Clemente Vili perchè forse gli no, da cui appunto derivavano le
stava molto a cuore un tale acqui- nocive esalazioni, e con introdurvi
sto, riflettendo che sarebbono state delle acque salubri prese dalle sor-
vane le sue opposizioni, e potevano genti di Palazzola ; operazioni che
portare ulteriori danni alla sua ca- fece eseguire colla direzione del Car-
sa, acconsentì alla vendita, e fu al- dinal Serra, il quale per memoria,
lora, che il Cardinal Bartolomeo nel 161 1, vi fece porre una iscri-

Cesi scrisse, a' 9 giugno i^gy, una zione, che si legge nel Bonanni tom.
lettera ai commissari sequestratari II. p. 294. Dipoi questo Ponteiice,
CAS CAS 1^9
nell'anno 1619, si recò a Castel est discuopresi la selva di Diana ari-
Gandolfo, e con tutte le formalità cina , e di Diana Nemorense , a
pose la prima pietra alla chiesa dei scirocco e a ponente il mediterra-
francescani riformati. Divisava inol- neo, dal promontorio Circeo fino a
tre Paolo V di recare ulteriori van- Civitavecchia, Marziale, lib. V. Ep.
taggi a Castel Gandolfo, ma distrat- I. potè dire a Domiziano:
to dal maraviglioso ingrandimento
della Villa Mondragone (Vedi) in
Seii collibiis uteris Albne
Frascati, ove voleva stabilire la vil-
Caesar, et hinc Triviain prospi-
leggiatura de' sovrani Pontefici, non
cisj inde Thetyn.
effettuò le sue benefiche intenzioni.
!Nè andò guari, che i destini di Ca-
stel Gandolfo in un punto rariaro- Il p. Lupi nella lettera XX, del-
no, e per la sua situazione sull' alto la parte II delle sue Lettere erudi-
boido del suo lago, da cui si gode te , stima che Castel Gandolfo sia

la doppia vista della campagna e stato fondato sui residui della son-
dello stesso lago, per l' amenità del tuosa villa, una gran parte della
luogo, e per la vicinanza della ca- quale è occupata dalla chiesa, dal
pitale avvenne, che i Pontefici lo convento e dal terreno dei rifor-
prescegl lessero a loro dimora nelle mati, de' quali poi si parlerà, e prin-
villeggiature autunnali, e anche di cipalmente dalla villa Barberini.
prima vera, recandovisi colla corte sino Acquistatasi adunque da Urbano
da Urbano Vili, il quale ne fu prin- Vili la villa del prelato Visconti,
cipalmente benemerito, nel modo che celebrata anche dai versi Pindarici
andiamo a narrare. di monsignor Azzolini, villa che la
Il Cardinal Maffeo Barberini, fio- famiglia Barberini (Vedi) tuttora
rentino, avea nella terra di Castel possiede, ed ove suole usare ,
volle
Gandolfo una casa, e nel medesimo quindi fabbricare un magnifico pa-
territorio vìn casino con alcune vi- lazzo pontificio in Castel Gandolfo,
gne, con piantagioni di migliaia di con architettura di Carlo Maderno,
alberi, e siti deliziosi. Ivi solendo di Bartolomeo Breccioli e di Dome-
egli trattenersi, descrisse quel luogo nico Castelli. Lo fece decorare con
al prelato Lorenzo Magalo tto, fra- bellissime pitture ,
particolarmente
tello di sua cognata, con versi poe- nella cappella segreta [Vedi), ed in-
tici poi pubblicati dal di lui nipote oltre vi fece eseguire il contiguo
Cardinal Barberini. Avendone il por- giardino, che in un al palazzo cir-

porato sperimentata la salubrità del- condò di alte mura a guisa di


roc-
l' aria, assunto che fu nel 1623 al ca, ampliò i cunicoli per condurre
sommo pontificato col nome di Ur- l'acqua da Palazzola a Castello, ed
bano YIII, si fece vendere la villa aprì una comoda strada, che con-
di monsignor Visconti, edificata da duce ai cappuccini di Albano, fian-
Publio Clodio, e poi ingrandita da cheggiata di ombrosi alberi, co' qua-
Domiziano imperatore, con fonda- lidecorò altresì 1' altra che con-
menti tali, e cotanto grandiosi, che duce ad Albano; strade che ven-
Cicerone non dubitò di chiamarle, gono entrambe chiamate gallerie,
siihstructionum moles insanae. Per per comodo, ed ameno passeggio ri-
luogo sì dehzioso, donde al nord- parato dal sole a mezzo di gros-
i6o CAS CAS
si alberi. Si osserva per altro dalla d' un casino contiguo al palazzo
grossezza degli albeii essei'ò questa pontilìcio, che seguitò a godere la
ultima galleria piantata prima del- sua consorte Anna Maria Costa-
ia precedente. Per celebrare taiila guti.
iiiagnilìcenza, fu coniala una me- Se Castel Gandolfo deve la j>ri-
daglia coir epigrafe Siihurbano lie- maria sua ventura ad Ujbano Vili,
ctssUy e nel rovescio il prospetto ripete il suo incremento ed ulterio-
del palazzo apostolico, nella fìicciata ri abbellimenti da Alessandro VII,
del quale fu collocata la seguente Chigi, di Siena. Elevato questi al
marmorea isciizione ; Pontificato, nel i655, stava per re-
carsi neir anno seguente a Castel
Gandolfo ; ina vinto dalle istanze
\RBANvs . vni
di parecchi personaggi di chiamar
PONTIFEX . MAXIMVS da Siena in Roma i propri parenti,
SEMITIS . COMPLANATIS nel concistoro de' 24 aprile doman-

COETERISQVE . AD . VSVM . VILLAE dò prima su questo punto a' Car-


dinali loro individuai parere in
il
COMPARATIS
iscritto,per averlo nel ritorno dalla
SVBVRBANAS . AEDES
villeggiatura, a cui invitò que' Car-
COMMODITATI . PONTIFICVM dinali, che volessero parteciparvi.
EXTRVXIT Essi di fatti vi si recarono col voto
ANNO . DOMINI . MDCXXIX affermativo, per cui Papa scrisse un il

breve due nipoti, invi-


al fratello e ai
rONTIFICATVS . VII
tandoli a partire per Roma, dando
loro vari e prudenti avvertimenti.
Urbano Vili fece inoltre altri be- Giunti che furono in Castel Gandolfo,
nefìzi a Castel Gandolfo, acciò riu- vennero presentati al Pontefice dal
scisse di diporto e ricreazione ai marchese Patrizi. Frequentando que-
Sommi Pontefici onde sollevarsi dal- sto Papa il Castello, fece la via albo-
le gravi cure della Chiesa universale rata sulla parte del lago, che con-
e dello stato. Egli, nel suo pontifi- duce ai cappuccini dal suo nome ,

cato, proseguì a frequentare questo chiamata Alessandrina , ingrandì, e


sito trasferendovisi quasi ogni anno terminò il palazzo apostolico, pro-
colla famiglia pontificia, onde fu il seguendo ancora il recinto delle mu-
primo Papa a datare le bolle, e i ra a guisa di cittadella ; e fu il

jjreviArce Gandidplii. E in fatti primo ad abitare stabilmente il pa-


con un breve sottoscritto da lui, in lazzo giacche Urbano Vili preferì
,

questo Castello accordò alla nazio- dimorare in quello della sua fami-
ne Lucchese la chiesa di s. Bona- glia Barberini nella villa da lui ac-

ventura, e colla bolla, che vi spedi quistata , aflìne di evitare le conse-


a' 25 ottobre 1626, eresse il semi- guenze d'un edilizio da poco eretto.
nario vaticano. Innocenzo X, che gli A memoria poi dell' ampliazione
successe, nel i644) ^^o" "'^^ ^^ ^'^' del palazzo assai lodato per la
co a Castel Gandolfo, e solo sappia- sua comodità e bella distribuzione
mo, che con un breve concesse al de' luoghi, fu eretta la seguente i-

marchese Gregorio Serlupi 1' uso scrizione:


,

CAS CAS i6i


ALEXANDER . VII . PONTIFEX . MAXIMVS
AEDES . AB . VEDANO . Vili
OB . COELI . SOLIQVE •

SALVBRITATEM . AMOENITATEMQVE
ANIMO . CORPORIQVE . BREVI . SECESSV . REFICIENDIS
POSITAS . AMPLIAVIT . INSTRVXIT . ABSOLVIT . ANNO . MDCIX

Nella piazza di detto palazzo, che del valente architetto. È di forma a


è decoratada una fontana, Alessan- croce greca con cupola nel centro
dro VII, con disegno del cavaliere e pilastri d* ordine dorico. Il quadro

Lorenzo Bernini , fece erigere la dell' altare maggiore è di Carlo Ma-


chiesa collegiata dedicandola in
, ratta. A perenne ricordanza poi del
onore di s. Tommaso di Villanova munifico Pontefice, sulla porta princi-
da lui solennemente canonizzato e , pale dalla parte interiore della chie-
reputata una delle migliori opere sa, fu collocata questa iscrizione;

ALEXANDER . VII . PONTIFEX . MAXIMVS


B. THOMjE . ARCHIEPISCOPO . VALENTINO
INTER . SANCTOS . AB . SE RELATO .

AEDEM E . . SOLO . EXTRVCTAM


CVIVS PRIMVM . . FVNDAMENTI . LAPIDEM
FLAVIVS . CARD. . CHISIVS . FR. . F. , POSVERAT
PIE . RITEQVE . DEDICAVIT
ANNO . SAL. . MDCLXL

I Pontefici successori di Alessan- dico monsignor Lancisi a cagione


dro VII non si recarono a Castel degli abituali suoi incomodi, che il

Gandolfo, e solo si sa, che Innocen- molestavano, assai frequentò Castel


zo XII, nel 1697, fece rifare la Gandolfo, vi fece molti ristauri, e
campana Ma Clemen-
della chiesa. ne fu molto benemerito. Tralascia-
te XI, Albani, d'Urbino, che eie- mo nondimeno per brevità la descri-
vato alla cattedra di s. Pietro nel zione di tali ristauri e beneficenze
1700, vi sedette gloriosamente sino tutto dicendo la seguente iscrizione
al 1721, nel suo lungo pontificato posta sulla porta, che conduce in
per consiglio del celebre suo me- Albano:

CLEMENS . XI . PONTIFEX . MAXIMVS


OPPTOI . PONTIFICIO . AB . VRBE . SECESSVI . DESTINATI
CVIVS . SALVBRE . CCffiLVM
AFTECTAE . SVAE . VALETVDINI . REPARANDAE
PLVRIES . VTILE . EXPÉRTVS . FVIT
INSTAVRATO . PALATIO
ORNATO . AC . NOVIS . AQVAE . RIVVLIS . AVCTO . FONTE
VIA . SILICE . STRATA
PLVRIMIS . SVBLATIS . IMPEDIMENTI
ELEGANTIOREM . AD . OIIDINEM . DIRECTA
PRIVATAE . PVBLICAEQ. . COMMODITATI . CONSVLVIT
ANJNfO . SAL. . MDCCXH
VOL. X. II
, ,

iGa CAS CAS


Innocenfo XIII non si recò a bolle e brevi, fu il gran Benedetto
questo Castello, e Benedetto XIH XIV, Lambertiniy bolognese, del
trovandosi, nel 1729, in Albano re- quale riporteremo compendiosamente
duce da Benevento nel martedì, gior- le cose meritevoli di special men-
no 7 giugno, andò a visitare Castel zione, parlandosi delle altre all'ar-
Gandolfo, e la chiesa parrocchiale ticolo Villeggiature de' Papi , in
ardpretale. E poi da sapersi , che cui si vedrà ove recavansi i Ponte-
dopo la riforma de' tribunali, fatta fici romani, massime nell'estate per
nel 1692, da Innocenzo XII, essen- evitare i caldi della stagione, prima
do insorte molte controversie sul che avessero stabilita la villeggia-
diritto di giudicare, appartenenti al tura in Castel Gandolfo. All'articolo
tribunale di monsignor maggiordo- Treni, si leggerà ancora con quale
mo prefetto de' sacri palazzi aposto- treno i Papi vi si conducono, in uno
lici, vi da Benedetto
fu rimediato alla famiglia e corte pontificia, che
XIII. Il governo di Castel Gandolfo li segue. Èpure da avvertirsi, che i
fu dato dai Pontefici ai maggior- Pontefici, dimorando a Castel Gan-
domi prò tempore sino dal tempo dolfo, onorarono di loro presenza i

ch'essi andarono a risiedervi per circostanti paesi e ville, chiese, col-


ricrearsi dalla somma degli affari legi, e case religiose d'ambo i sessi,

il qual governo fu loro tolto dalla ed anche qualche famiglia nobile, e


suindicata riforma de' tribunali. Ma perciò si recarono di frequente ad
Benedetto XIII, nel tempo ch'era Albano, a Palazzuolo, di cui par-
suo maggiordomo monsignor Cibo, lammo all'articolo Albano, alla Ric-
col disposto della costituzione ^qiii- cia, a Galloro, a Genzano, a Nemi,
taiis y de' 24 settembre 1728, che a Civita Lavinia, a Velletri, a Net-
si legge nel Bull, inagn. tom. XIII, tuno, a Porto d'Anzo, a Marino, a
p. 378, e che in copia esiste nella Grottaferrata, a Frascati, e ad altri
segreteria comunale, restituì a' pre- luoghi, delle quali visite si fa la
lati maggiordomi il governo di Ca- debita menzione agli articoli rispet-
stel Gandolfo, colla privativa dì una tivi . In detti siti ascoltarono i

plenaria civile e criminale giurisdi- Pontefici , o celebrarono la messa


iionc, indipendentemente da qualun- e altre sacre funzioni, concessero
que tribunale di Roma, per mezzo privilegi, e grazie spirituali, benefi-
di un goveraatore o luogotenente cai*ono, premiarono, e fecero atti di
ivi residente, disposizione che a' no- clemenza, in somma lasciarono me-
stri giorni confermò Pio VII con morie degne di se.
suo moto proprio. V. Maggiordomi Tornando a Benedetto XIV, come
IV, pag. 7 della
pontificii, ec. voi. fu eletto Papa, nel 1740» tiell'anno
Raccolta delle leggi e disposizioni seguente a' 3 giugno andò a Castel
di pubblica amministrazioney dove Gandolfo, ricevuto alla porta della
si tratta della facoltà del giusdicente chiesa dal Cardinal vescovo di Al-
di Castel Gandolfo, e dipendenza bano , ad abitare il
donde passò
del maggiordomato. palazzo sino da lui
apostolico, e
Ma il Pontefice, che più di fre- abbiamo dai Diari di Roma pub-
quente, e più lungamente si recò e blicato il costume di ricevere i
risiedette in Castel Gandolfo, vi ce- Pontefici all' udienza le dame, nel
lebrò solenni funzioni, e vi spedi palazzo della villa Barberini, dove
,

CAS CAS i63


pur sogliono essi passeggiare, massi- subito ih processione. Inoltre il ma-
me nel sorprendente viale, lunghis- gnanimo Pontefice nel novembre
simo e fiancheggiato da grossi e inviò a Castello il Cardinal Colonna
pittoreschi alberi, non che intorno pro-maggiordomo, e V elemosiniere
alle altre deliziose parti, ed al pi- monsignor Boccapaduli, a distribuire
neto di sì amena villa. Benedetto quelle limosine, ch'era solito dare
XIV di frequente vi si recò a di- nella villeggiatura. Anche nel 1744
porto col re d' Inghilterra Giacomo Benedetto XIV, per lo stesso con-
III.Vero è però, che i Papi anche tagio , non ancora estinto , e pel
prima di Benedetto XIV frequenta- passaggio di truppe straniere, non
rono la villa Barberini, e ricevettero andò a Castello, né nel maggio, né
nel palazzo di essa le signore distinte nell'ottobre.
al bacio del piede. Passati ventitre L' anno 1 74^, a' 1 5 maggio, il

giorni di villeggiatura in Castel Gan- Papa recossi a Castel Gandolfo, e


dolfo, il detto Papa fece ritorno in mentre in Roma i Cardinali cele-
Roma, avendo prima fatto rifare brarono le cappelle di s. Filippo,
la strada, che dal giardino pontifi- dell'Ascensione nella basilica latera-
cio conduce a Marino. nense, della Pentecoste , e della ss.

Noteremo adunque le altre volte, Trinità, Benedetto XIV, avendo


che Benedetto XIV vi si portò in fatto pubblicare, che nella mattina
uno alle cose principali della sua dell'Ascensione dalla loggia del pa-
permanenza. Nel fine pertanto di lazzo avrebbe data la solenne bene-
settembre ij^i^ recossi a Castello, dizione, dopo aver celebrato la
e vi stette sino ai 3o di ottobre : messa bassa nella chiesa principale
altrettanto fece, nel l'j^'i.^ partendo vestito di mozzetta e stola, e pre-
da Roma domenica 27 maggio, e ceduto dalla croce pontificia , si
vi si trattenne un mese; poi a' 27 trasferì sulla loggia , si pose a se-
settembre vi ritornò, restituendosi dere sopra una sedia elevata, ed
alla capitale a' 3o ottobre. Quindi, alzatosi in piedi, compartì l'aposto-
nel 1743 a' 24 maggio. Benedetto lica benedizione colle solite preci e
XIV andò a Castel Gandolfo, ove cerimonie, sostenendo il libro e la
celebrò col capitolo di Albano, con- candela due prelati, mentre due
fraternita del luogo, e camera se- altri pubblicarono I' indulgenza ple-

greta la processione del Corpus Do- naria in latino e in italiano, fra lo


mini, mentre in Roma il sagro sparo di cento mortari, il suono
Collegio non solo fece questa fun- della banda delle milizie schierate
zione, ma intervenne alle cappelle campane.
sulla piazza, e quello delle
di s. Filippo, della Pentecoste, della Una però compartì
particolare ne
ss. Trinità, e di s. Gio. Battista, nel partire al re Giacomo III, che
indi il Papa si recò a Roma a' 27 vi si era recato da Albano. Dipoi
giugno. Stante il contagio, che af- avendo fatto pubbhcare, che nelle
fliggeva la capitale, non vi andò tre feste della Pentecoste T avrebbe
nell'autunno, donando invece alla data col ss. Sacramento nella chiesa,
chiesa una macchina di legno inta- colla medesima indulgenza, essa fu
gliato e dorato, colla divota statua decorosamente addobbata, e immen-
della b. Vergine del Rosario, che so fu il concorso degli abitanti dei
per la festa gli abitanti portarono luoghi circonvicini. Poscia, a' 5 giù-
,

i64 CAS CAS


gno , si restituì in Roma , senza funzioni della Cappella della ss. Tri-
ritornarvi nel mese di ottobre a nità , delle processioni del Corpus
TìUeggiare. Domini, ed al Laterano la cappella
A' 7 maggio 1 746, Benedetto XIV di s. Gio. Battista. Il Papa avendo
andò a Castel Gandolfo , e quivi determinato di celebrare la detta
dimorando sagro Collegio in Ro-
il processione in Castello, ne fece par-
ma, intervenne alle cappelle dell'A- tecipare la notizia alle città e paesi
scensione, di s. Filippo, della Pen- vicini , col premio
dell' indulgenza

tecoste, e della ss. Trinità, prati- plenaria. Nella mattina della festa
cando il Papa nella sua villeggiatura disse la messa nella sua privata cap-
ciò, che per l'Ascensione, e Pentecoste pella, a piedi si trasferì nella chie-
avea fatto nell'anno precedente; indi sa principale, e traversò la piazza,
a' 6 giugno fece ritorno in Roma. ove avea da fare il giro la proces-
JVel seguente anno poi 1 747, benché sione; piazza che a tal effetto era
Benedetto XIV si recasse a Civita- guarnita di mihzie; ed avendo nella
vecchia, non tralasciò di andare a sagrestia assunti i sagri paramenti,
Castello, ed a' 3 giugno trovò la facendo da diacono e suddiacono i
galleria del palazzo apostolico deco- prelati Boccapaduli e Argenvilliers,
rata di pitture e di ornati, colla si recò all' altare maggiore, prese il

stanza contigua vagamente ridotta ss. Sacramento, e seguì la proces-


alla cinese. In questa sua dimora il sione, ch'ebbe l'ordine seguente.
provvido Pontefice, per mezzo di Precedeva col suo gonfalone o ban- ,

monsignor Boccapaduli elemosiniere, diera la compagnia del ss. Sacra-


istituì in Castel Gandolfo le Maestre mento, con istendardo e crocefisso,
pie per istruire ed educare le don- seguivano sei coppie di zitelle po-
zelle del luogo, e quelle di Albano, vere ammantate che in- coli' abito ,

con aver accomodato di tutto il bi- sieme alla dote avea loro fatto con-
sognevole una casa , ed assegnato ferire il Papa Ap-
dall'elemosiniere.
loro un congruo mantenimento. Pri- presso incedevano le due superiore
ma di partire onorò detta casa di delle maestre pie della scuola pon-
sua presenza, assoggettando le mae- tificia, e i guardiani del menzionato
stre pie al detto elemosiniere prò sodalizio , seguiti dai pp. riformati
tempore. In Roma i Cardinali assi- collo stendardino; indi veniva la
stettero alla processione dell'ottava magistratura in rubone, e il luogo-
del Corpus Domini nella basilica tenente in abito talare con torcie
vaticana, e alla cappella di s. Gio. accese; dopo i cantori in cotta suc-
Battista, mentre Benedetto XIV fece cedeva un cappellano segreto , che
in Castello la detta processione, portava la preziosa mitra papale.
dando nella chiesa principale alcune Quindi venivano la croce pontifi-
volte la benedizione col Venerabile, cia sostenuta da un suddiacono, in
ed accordando indulgenza plenaria. mezzo a due cappellani comuni coi
Fece poi ritorno alla capitale a' 26 candellieri, il capitolo, e il clero
giugno. della cattedrale di Albano colle sue
Nel 1748, Benedetto XIV intra- dignità , e co' suoi abiti sagri, il vi-
prese il viaggio per Castello a' 2 5 cario generale in piviale, e tutti a-
maggio, e durante il suo soggiorno, veano i ceri accesi, insieme a quantii
il sagro Collegio in Roma fece le altri componevano la processione.
, ,,

CAS CAS 16^


Finalmente due accoliti ceroferari maestro di camera, dando poi un'al-
e due turiferari precedevano il bal- tra benedizione dalla nuova loggia
dacchino, le cui aste venivano soste- fatta costruire appositamente dal pro-
nute da otto mansionari del detto maggiordomo Cardinal Colonna, in
capitolo in piviale. Sotto il baldac- uno a due stanze contigue erette
chino il sommo Pontefice portava pel medesimo oggetto. A' 26 giu-
a piedi il Venerabile, assistito dai gno, Benedetto XIV si restituì in
mentovati ministri , e seguito dal Roma.
caudatario, e dall'altro cappellano Nell'anno santo 1 750 , celebrato
segreto colla mitra usuale , circon- da Benedetto XIV con esemplar
dando il baldacchino dodici chierici edificazione, partì egli per Castello nel
»in cotta con torci e accese, la guar- venerdì 29 maggio, intervenendo i
Cardinali in Roma alle processioni
dia svizzera, ed i cavali eggi eri , e
chiudendo la processione il Cardinal dell' ottava del Corpus Domini e
pro-maggiordomo insieme a tutta la alla cappella di s. Gio. Battista. Es-
camera segreta, con torcie. Entrata sendosi rotta in Castello la campa-
la processione in chiesa , dopo le na grande della chiesa, già fatta da
consuete preci, il Papa diede col ss. Alessandro VII, e rifusa da Inno-
Sacramento la trina benedizione, e, cenzo XII, Benedetto XIV la fece
deposti i sagri indumenti, e porta- rifondere, e in onore di s. Nicolò
tosi suo palazzo, dalla loggia ri-
al e di s. Tommaso da Villanova, la
benedì l' innumerabile popolo. Inol- benedi, dopo aver celebrato la mes-
tre Benedetto XIV segnalò in que- sa nella stessa chiesa agli 1 1 giugno,
st' anno la sua permanenza in Ca- e a'26 di questo mese, anche in gior-
stello con arricchire la chiesa prin- no di venerdì, si ricondusse in Roma.
cipale dell'indulgenza plenaria, per A' 27 maggio i75i andò Bene-
tutte le feste della ss. Vergine e dei detto XIV a Castello, ove colla stes-
ss. XII apostoli , da applicarsi per sa solennità, e colle cerimonie degli
»modo di suffragio alle anime dei anni precedenti fece la processione
fedeli defunti, per cui a perenne ri- del Corpus Domini, praticando in
cordanza fu posta in una parete Roma altrettanto i Cardinali, che
della chiesa una iscrizione, che ri- inoltre intervennero alle cappelle
portasi fra quelle bolognesi da mon- della Pentecoste, della ss. Trinità
signor Galletti. A' 26 giugno , Be- e di s. Papa fece
Gio. Battista. Il

nedetto XIV fece ritorno alla domi- ritorno alla capitale a' 26 giugno.
nante. Neir anno seguente, a' i5 maggio,
Nel 1749? a' 27 maggio, il Papa tprnò a Castello, ove colla consue-
recossi a Castel Gandolfo, e in Ro- ta ecclesiastica magnificenza fece la
ma i Cardinali assistettero alla cap- processione del Corpus Domini, a-
pella della ss. Trinità, alle proces- vendo donato alla chiesa ottanta
sioni del Corpus Domini, e alla candellieri dorati di varie grandezze,
Cappella di s. Gio. Battista, nella con altre sagre suppellettiH. In Ro-
basilica lateranense, mentre il Pon- ma i Cardinali fecero tutte le fun-
tefice celebrò, come nel precedente zionicome nel l'jSi, ed a' 26 giu-
anno, la processione del Corpus Do' gno Benedetto XIV vi fece ritorno.
mìni, assistito dai prelati Livizzani Al primo di giugno 1753 si re-
segretario de' memoriali, e Malvezzi cò di nuovo a Castello, in cui ebbe
iG6 CAS CAS
luogo la predelta processione, come costituzioni e brevi in confronto di
eseguì in Roma il sagro Collegio, in quelle spedite dai predecessori e suc-
uno alle altre cappelle, e in quesla cessori, colla data Datimi ex Arce
città si restituì nel solito giorno, fa- Gandiilphi, per cui non sarà disca-
cendo altrettanto il pronipote mar- ro, che qui se ne indichino le prin-
chese Giovanni Lambertiai, che mon- cipali, dappoiché tuttociò, che riguar-
signor Millo avea condotto alla vil- da i Sommi Pontefici, interessa al-
leggiatura. l'intero mondo cattolico. Il terzo
Nell'anno seguente, a' 6 giugno, breve spedito da Benedetto XIV in
Benedetto XIV eseguì la partenza Castello a' 24 giugno 174^, fu quel-
per Castello ove celebrò la predetta lo che incomincia Libenlissinie ^
processione, e nella festa di s. Gio. che si legge nel suo Bollano al to-
Battista, messa in
dopo aver detto mo I, pag. 233, e da lui diretto a
chiesa, cresimò il menzionato pro- tutto il corpo episcopale sulla con-
nipote, facendo da padrino il Car- servazione, e reintegrazione del di-
dinal Colonna. I Cardinali assistet- gitano, e sul modo di chiedere , ed
tero tutte le ricorrenti funzioni in accordare le dispense generali alla
Roma, cui il Papa fece ritorno a' 27 diocesi, o città per giuste cause , e
giugno. colle dovute limitazioni. Il quarto
Domenica 25 maggio lySS, Ca- de* 27 maggio 1746» Pontifìcia,
stello rivide Benedetto XIV col pro- tom. II, p. 25, fu indiritto al vesco-
nipote, che vi si trattenne sino ai vo di s. Paolo neir America porto-
26 giugno, avendo fatta la solita ghese, sui regolari dimoranti fuori
processione, che insieme alle altre dei chiostri. Il quinto, de' io giu-
funzioni celebrarono anche i Cardi- gno 1 74^? Concredituni , fu sopra
nali in Roma. Essendo morto a Ti- la rinnovazione delle investiture, ed
voli il Cardinal Besozzi, e trasferi- altre concessioni dei beni camerali.
tosi il suo corpo in Roma, i colle- Gli in un alle bolle , sono i
altri,

ghi tennero cappella di requiem nel- seguenti Preclarae Militiae, Bull,


:

la chiesa di s. Marcello. Finalmen- magri, tom. XVII, p. 2 34, in con-


te Benedetto XIV per l'ultima volta ferma dei privilegi dell' Ordine di
andò a Castel Gandolfo, accompa- di s. Stefano; degli 8 giugno 1748;
gnato dal pronipote a' i5 maggio Quo dicy del detto mese tom. II,
1756, giacche l'età, e i suoi inco- p. 190, sul commercio libero delle
modi non permisero più , e
glielo vettovaglie; Justiùae de' 3 maggio
fece la processione, che pur dal sa- 1749, pel regolamento del tribunale
gro Collegio venne celebrata in Ro- del governo, e sue congregazioni,
ma insieme alle altre cappelle. A' 26 col metodo per visitar le carceri ,

giugno il Papa fece ritorno in Roma. nel tom. III, p. 3i. V'ha l'Enci-
La dimora di sì gran Pontefice clica Aposlolatus y in preparazione
a Castel Gandolfo egualmente
ei'a dell'anno santo con data dei 26
impiegata al reggimento della Chie- detto, tom. Ili, pag. 64, piena di
sa universale al goveino del suo
, erudizione suU' antichità , sui pregi
stato , e nell'esercizio di genero- e sulle indulgenze dell' universal giu-
se beneficenze. Egli pertanto fu il bileo. Il moto proprio, Benché in
Papa, che emanò in Castel Gan- sequela^ de' 26 novembre 1749? ^
dolfo il maggior numero di bolle. al tom. IH, p. 4<^; sul commercio
CAS CAS 167
delle vettovaglie, e sulla estrazione seguì egli colla torcia accesa, e in
de' grani. Magno cum, tom. Ili, p. quella del giovedì, che si fa nella
169 de' i4 giugno lySi è un' en- stessa chiesa di Castello, portò il

ciclica ai primati, arcivescovi e ve- Venerabile. Inoltre giugno


a' io
scovi della Polonia contro gli abusi consacrò in detta chiesa nobilmen-
degli oratorii privati . Sinceritas _,
te apparata l' eletto vescovo di Tor-
t. IV, 49- de'i3 giugno 1752,
p. cello Giuseppe Cornaro. A' 27 di
è altro breve con cui accordò alla detto mese fece ritorno alla domi-
repubblica di Venezia poter nomi- nante, dopo aver nel giorno prece-
nare alle chiese di Torcello, Caor- dente emanato in data di Castel
le, e Chioggia. L* enciclica, Cum reli- Gandolfo la costituzione Inter mul-
giosij t. IV. p, 92, è diretta ad im- tiplices, colla quale comandò, che in

pegnar i patriarchi, e tutti i vesco- sede vacante ninna città dello stato
vi all' istruzione de' fedeli sulle cose ecclesiastico si armasse. Quindi^ ai
della religione e dottrina cristiana. 3 ottobre del medesimo anno, ri-
Non è poi a tacersi, che Benedetto tornò a Castel Gandolfo, ove nel
XIV nella stessa villeggiatura trattò palazzo apostolico consacrò l' altare
gravi affari, e accomodò diverse ver- della cappella segreta, e nella chie-
tenze, una delle quali, nel 17 53, fu sa principale consacrò il Cardinal
sulla terza parte dei frutti dei be- Odescalchi in arcivescovo di Nicea
nefizi, che vacano nel dominio del in pariibusj e il Cardinal Valenti
regno di Napoli. in vescovo di Rimini, che poi coi
Clemente XIII, Rezzojiico, vene- dieci Cardinali assistenti tenne seco
ziano, ebbe per Castel Gandolfo nel palazzo apostolico a lauto pran-
molta predilezione, gliene piaceva il zo, con tutte le formalità, nel salo-
soggiorno, vi dimorò, celebrovyi sa- ne delle quattro colonne. La chiesa
gre funzioni, e ne fu largo benefat- fu sontuosamente addobbata, così
tore, cose tutte, che compendiosamen- r altare maggiore, e con egual ma-
teandiamo a descrivere. Partì adun- gnificenza, e pari splendidezza ebbe
que questo Pontefice per Castello il luogo il pranzo, la cui direzione si
a' 3 giugno 1 759,
giorno di Pentecoste afQdò al foriere maggiore, marche-
avendo nella sua carrozza due Car- se Chigi Montori Patrizi, il quale
dinali, e seguendolo i nipoti d. Gio. dipoi nello stesso Castello donò a
Battista, e d. Abbondio, il primo Clemente XIII due quadri rappre-
de' quali fece Cardinale, e il secon- sentanti la detta co nsa d'azione, ed
do senatore di Roma ; ma per la il solenne convito. A' 26 di ottobre,

processione del Corpus Domini si il Papa fece ritorno in Roma.


recò alla dominante il martedì se- Nel 1760, dopo aver fatto in
ra, ripartendone il venerdì. I Car- Roma la processione del Corpus
dinali intervennero a quelle della Dominij nel seguente giorno 6 giu-
ottava, e celebrarono le cappelle gno, Clemente XIII passò a Castel
della ss. Trinità, pel defunto 'Car- Gandolfo, ove il raggiunsero i sud-
dinal Borghese, e di s. Gio. Batti- detti nipoti. Ivi neir ottava della
sta, mentre il Pontefice a Castel menzionata solennità, portò in pro-
Gandolfo seguì la processione, che cessione l'augustissimo Sacramento,
nella domenica fra l' ottava del Cor- e in Roma i Cardinali intervenne-
pus Domini si fa dai riformati. La ro alle altre processioui, celebrare-
i68 ^ CAS CAS
no la cappella pei defunti Cardina- dolfo , osservò la nuova balaustrata
li Mesmere Portocarrero ( il quale da lui ordinata, per formare avanti
prima morire mandò a Castello
di r altare maggiore il presbiterio a ,

a prendere la benedizione apostoli- maggior decenza e comodo nelle


ca), e la cappella di s. Giovanni funzioni. Per la festa del ss. Rosa-
Battista tornando il Pontefice alla
, rio vi celebrò la messa, e sommi-
capitale ai 27 giugno. nistrò la comunione a più di due-
medesimo anno ai 27
Indi, nel cento persone, facendo altrettanto
settembre, Clemente XIII si recò al- nella chiesa de' riformati per la fe-
la villeggiatura coi nipoti. Ivi nella sta di s. Pietro d' Alcantara, e si

chiesa principale beaedì una cam- restituì alla capitale a' 26 ottobre.
pana, ch'era stata fusa nel i643, ed Essendo andato, nel 1762, Cle-
egli avea fatto rifondere in onore mente XIII alla fine di aprile a
della b. Vergine, di s. Clemente Pa- Civitavecchia, soltanto a' 28 settem-
pa, e di s. Carlo Borromeo; ai .5 bre si recò a Castel Gandolfo coi
ottobre vi consacrò in arcivescovo nipoti, portandosi subito in chiesa,
di Atene Gio. Carlo Boschi suo mae- ove, dopo aver orato, osservò le due
stro di camera, ed ai i5 di detto balaustrate di marmo, che avea fatto
mese si restituì in Roma. In que- eseguire pei presbiterii dei due altari
sto medesimo anno sulla porta ro- laterali, e poscia a' 26 ottobre, fece
mana, fu collocata la seguente iscri- ritorno alla dominante.
zione : Neil' anno seguente andò a Castel-
lo a' 4 S^^S*^^» seguendolo i nipoti,
CLEMEIfS . XIII . PONTIFEX . MAXIMVS e siccome avea fatto costruire un
LAXATA PORTA
MOLLITO CLIVO
. . . ponte coperto, ossia arco, per dar
AMPLIATA VIA AC STRATA . . . comodo di passare dalle loro abita-
COMMODIORI ACCESSVI CONSVLVIT
. . zioni al palazzo apostolico, ai. pre-
ANNO DOMINI MDCCLX. . latimaggiordomo, e maestro di ca-
PONTIFICATVS . SVI . ANNO . IH mera, si recò a vedere sì stabile
ed opportuna costruzione. I Cardi-
Correndo l'anno 1761, Clemente nali in Roma intervennero alle pro-
.XIII, a'3o maggio, parti per Ca- cessioni dell' ottava del Corpus Do-
stello, ove i Cardinali Orsi, Delci minij alle esequie del Cardinal Mer-
decano del sagro Collegio, e Passio- lini il cui maestro di came-
Paolucci,
nei, prima di morire, mandarono a ra condusse dal Papa a partecipar-
si

prendere la pontificia benedizione, gli la morte, e la cappella di s. Gio.


onde in Roma i colleghi gli cele- Battista. Clemente XIII a Castello,
brarono le consuete esequie, non nella domenica fra l' ottava di detta
che la cappella di s. Gio. Battista. solennità, intervenne con torcia ac-
Nel giorno seguente il Papa toinò cesa alla processione, che i pp. ri-,
in Roma, avendo condannato a' i4 formati fecero solennemente, e vo-
giugno col breve Ciim Inter (presso lendo portare il Santissimo in quella
il Guerra t. I, p. 160) dato in det- dell'ottava, alla processione della chie-
to Castello, r Esposizione della dot- sa principale, fece pubblicar l'indul-
(rina cristiana^ stampata a Napoli. genza plenaria da lucrarsi da quelli,
Dipoi, a' 28 settembre, ne partì, e che intervenivano alla stessa proces-
giunto nella chiesa di Castel Gan- sione. Fu »>ei tanto decorosamente pa-
, 9

CAS CAS 169


rata la chiesa, e facendo il giro per Quest'ultimo da Siena mandò a
la piazza, precedevano i pp. riformati, prender la benedizione, e il sagro
la confraternita del ss. Sacramento, Collegio ne celebrò le esequie. Le
seguita dalla magistratura, priore beneficenze di Clemente XIII per
comunale, e luogotenente , non che Castel Gandolfo in quella villeggia-
dalle zitelle dotate dal Pontefice. In- tura furono il dono d'un nobile ci-
di veniva il Albano ve-
capitolo di borio, per conservare la ss. Eucari-
paramenti con candele
stito de' sagri stia, per r altare di s. Tommaso di

accese incedendo con piviale il vi- Villanova, di due magnifiche por-


cario generale, e le due dignità, e tiere, due tappeti
pei due minori
in piviale e mitra gli arcivescovi altari, e tendone per la porta
il

Bufalini maggiordomo, e Boschi mae- principale, onde nella chiesa fu eret-


stro di camera. Il Papa sotto bal- ta una iscrizione, per celebrare la

dacchino, le cui aste alternativamen- pontificia generosità verso la mede-


te reggevano dodici benefiziati della sima.
cattedrale di Albano in piviale, por- Nel 1764, Clemente XIII si recò
tava il Venerabile, assistito dai mon- a Castello a' 25 settembre, e ne
signori Boccapaduli e Manassei, cir- parfi a' 26 ottobre. In Roma il sa-
condati da dodici seminaristi con gro Collegio celebrò le esequie al
torcie. Appresso procedevano con si- defunto Cardinal Imperiali.
mili torcie i Cardinali Cavalchi ni Nell'anno seguente vi ritornò ai 1

Rezzonico e Guglielmi, e monsi- giugno, seguendolo i nipoti, e ricon-


gnor Gio. Battista Rezzonico, con ducendosi alla capitale a' 26 giugno.
altra prelatura. Giunta la processio- Nella sua assenza mori il senatore
ne in chiesa , il Papa sui gradini di Roma Bielke, dopo aver mandato
esteriori, si voltò al popolo, e lo be- a prender l'apostolica benedizione,
nedi col Santissimo, facendo poi in e i Cardinali intervennero alla pro-
chiesa altrettanto dopo le solite ora- cessione dell' ottava del Corpus Do-
zioni,con che terminò la funzione, jHÌnij e alla cappella di s. Gio. Bat-
avendo vegliato al buon ordine i tista. Indi, a' 25 settembre, del me-
cavalleggieri ,
gli svizzeri e le co- desimo 1765, Clemente XIII recx>ssi
razze. Nella sua permanenza Cle- a Castello, rimanendovi per un in-
mente XIII, oltre le consuete limo- tero mese ; ma non vi fece piti ri-
sine, distribuite anche colle sue ma- torno ne' seguenti tre anni del suo
ni, per mezzo dell' elemosiniere Boc- pontificato.
capaduli, soccorse specialmente gl'in- Clemente XIV, Ganganelli, elet-
fermi di Castel Gandolfo coi medi- to nel 1769, a' 2 7 settembre parti
cinali, ed altri aiuti. Alla chiesa fe- da Roma per la villeggiatura di
ce fare gli scalini di marmo ai tre Castel Gandolfo, e vi soggiornò sino
altari, e donò un bel tappeto per a' 26 ottobre. Nell'anno seguente vi
cuoprire quei dell' altare principale, tornò 26 settembre, restituendosi
a'
facendo ritorno alla dominante ai alla capitale ai28 ottobre.
i5 giugno 1763. La villeggiatura Indi, nel 1771, Clemente XIV
dellautunno incominciò a' 28 set- andò a Castello, a' 25 settembre, e
tembre, e terminò a' 26 ottobre, vi si trattenne fino a' 28 di ot-
nel qual tempo morirono Cardi- i tobre. Nella sua dimora fece cele-
nali Valenti, Banchieri e Fcrroni. brare una solennità, ed accordò in-
,

170 CAS CAS


dulgenza plenaria nella chiosa par- la chiesa parrocchiale, la fece solen-
rocchiale, per la festa di s. Fran- nemente benedire dal maggiordomo,
cesco coir esposizione del cilicio del coi nomi de' ss. Tommaso, Benedet-
santo in un bellissimo reliquiario to e Nicola. Ampliò, regolarizzò, e
d'argento dorato , dal Pontefice me- rese piti amene e comode le pas-
desimo donato. Pel felice parto della seggiate delle così dette gallerie, ol-
principessa d* Asturias disse messa tre la strada , che dal suo cognome
all'aitar maggiore, ove, deposta la chiamasi Ganganelli. Nel palazzo
stola usuale rossa, ed assunta la bian- apostolico fece vari bonificamenti
ca, intuonò il Te Deiun, e poi be- ed ornò alcune camere presso la
nedì il popolo, avvenimento che fu galleria, una delle quali per tratte-
festeggiato con illuminazioni dello nimento fu graziosamente dipinta
facciate della chiesa e del palazzo con cose relative alle opere eseguite
apostolico, della piazza, del borgo, nel di lui pontificato. La villa del
e dall' incendio di fuoclù artifl- Cardinal Camillo Cibo, frequentata
ziali. già da Benedetto XIV, deliziosissi-
La villeggiatura dell' anno 1772 ma, ricca di marmi di Carrara, di
durò dai 2 1 settembre a'28 di otto- statue e di belle decorazioni, essen-
bre; e quella del 1773 fu dai 21 do divenuta eredità del duca di Mo-
settembre ai 28 di ottobre, come dena , fu acquistata da Clemente
nell'anno precedente. XIV, in uno al contiguo palazzetto,
Varie beneficenze fece Clemente per la somma di scudi diciottomila ;

XIV a Castel Gandolfo, e per dire onde per tante benemerenze, nel
delle principali , avendo fatta fon- cortile del palazzo pontificio, fu eret^
dere una campana per servigio del- ta r iscrizione seguente :

CLEMENS XIV PONTIFEX MAXIMVS . . .

COMMQDIOREM PONTIFICIAM IIYSTICAT^OWE!*!


AD . . .

HAS AEDES NOVA ACCESSIONE AVXIT . . . .

PROXIMAM VJLLAM HORTOSQVE AMOENISSIMOS COMPARAVIT


. . . .

PER MOIVTIS CLIVVM tENlOREM VIAM APERVIT


. . . . ,

ANNO MDCCLXXIV PONllFICATVS SVI QVINTO


. . . .

II sommo Pontefice Pio VI si osservarne i lavori. Tutta volta in


asleune dal recarsi a Castel Gandolfo, Castel Gandolfo lasciò due memo-
dappoiché essendo impegnato nel rie , come rilevasi da queste due
prosciugamento delle paludi Pontine, iscrizioni :

andava ogni anno a Terracina , per

rn . SEXTl PONT MAX AN XXH MARINVS CARAFFA PRAEF S P A


. . . . . . . . . .

IIYPOGAEVM CVM ARA ET OMNI CVLTV FAC CVR OPPIDANORVM


. . . . . . . .

GANDVLPHl^SIVM CINERIBVS REVICTVRIS COEMETERIVM . . .

L'altra col solo suo nome esiste


sulle due porte laterali dell' aitar PIVS . SEXTVS . p
maggiore della chiesa, allorché la
sagrestia, consumata da un incen- Inoltre il magnanimo Pontefice
dio , fu per suo ordine repristinata. volle preservare il palazzo apostolica,
CAS CAS 171
e la detta chiesa, che prima era Restituito, 18 14, Pio VII
nel
bersaglio de fulmini, col far porre gloriosamente a Roma, ne partì per
in ambedue i luoghi i conduttori la villeggiatura a' 5 ottobre, scortato
elettrici. Ma il palazzo, nel declinar dalle guardie nobili,che in quel
del secolo decorso, soggiacque agli giorno ripresero l'antico servizio, ed
avvenimenti , che posero a soqqua- incontrato dalla regina d' Etruria
dro lo stato Pontificio, giacche in- Maria Luisa di Lorbone, insieme
vaso dai repubblicani francesi, ed ai reali suoi figli Carlo Ludovico
occupata Roma da essi, furono con- attuai duca di Lucca, e Maria Luisa
fiscati e sequestrati tutti i palazzi Carlotta principessa di Sassonia, en-
79B, insieme a questo
pontifìcii, nel 1 trò in chiesa, e v' intuonò 1' inno
di Castel Gandolfo, come fosse pro- della riconoscenza Te Deum lau-
prietà della repubblica francese. Ma damus. Quivi fu da Carlo visitato
avendo gli abitanti, per attaccamen- Emmanuele IV re di Sardegna, e
to alla Santa Sede voluto difendersi, fece ritorno alla dominante a' 29
provarono i terribili effetti d' una ottobre.
forza senza paragone maggiore, con Nell'anno seguente la villeggiatura
saccheggi e con uccisioni. di Castel Gandolfo incominciò a' 18
Pio VII , Chiaramonti j
benché settembre , e terminò a' So di ot-
eletto nel 1800, soltanto a* 3 ottobi-e tobre.
i8o3, aifme di sollevarsi alquanto Nell'anno 18 16, dal giorno 6 al
dalle gravi cure del pontificato, an- 21 maggio.
Pio VII risiedette a
dò a Castel Gandolfo, e vi si trat- Castel Gandolfo: vi tornò il primo
tenne fino a' 29 dello stesso mese. di ottobre rimanendovi sino ai 27.
Appena arrivato, giusta il costume, Vi ricevette Carlo IV re di Spa-
smontò alla chiesa, e, passato nel gna, che gli presentò l' infante don
palazzo apostolico, dalla loggia com- Francesco di Paola suo figlio, il
parti la sua benedizione. Quel pa- quale partiva per Madrid; ed a' i3
lazzo dallo stesso Pio VII era stato ottobre si portò a Galloro, ove nella
fatto restaurare e ammobigliare, affine chiesa dei Vallombrosani , data, ad
di riparare ai guasti e allo spoglio ac- istanza di Genzano e della Riccia,
caduto nella epoca suaccennata.
fatale ai gesuiti, coronò la b. Vergine che
Indi ritornò Pio VII a Castel ivi si venera, e che era stata già

Gandolfo, nel i8o4 a' 9 ottobre, coronata nel 1726 dal capitolo va-
ove fu visitato dall'arciduchessa Ma- ticano, perchè, nel 1799, le era
rianna d'Austria, e a' 27 tornò in stata rapita la corona d' oro. In
Roma. La villeggiatura dell'ottobre questo anno Pio VII fece collocare
i8o5 fu di 27 giorni, cioè dai 2 nella galleria dell'appartamento pon-
a' 29 detto; nel 1806 non andò a tificio un' esatta meridiana, lunga
Castello essendo stato a Parigi, e palmi trenta, con lastre di marmo
stanti le circostanze de' tempi nep- bianco, le quali hanno nel mezzo
pure negli anni 1807 e 1808, finche una lista di metallo, e sulla mede-
a' 9 luglio 1809, '^^i^"^ deportato sima sono incisi i segni del zodiaco,
dai francesi imperiali, che avendo e i mesi. I due termini estremi
invaso lo stato pontificio, ne fecero della pasqua sono sotto il dì 22
provare le conseguenze anche a Ca- marzo 18 18, e l'altro sotto il dì
stel Gandolfo. 25 aprile nel 1886. Inoltre nel me-
,

172 CAS CAS


dcsimo anno Pio VII fece l'istaurare tesse eflbttuarlo, avendo regnato solo
la cappelletta esistente nella galleria venti mesi, pure il palazzo aposto-
di sotto, cioè della strada arborata lico, e la detta chiesa, vennero rislau-
tra Castello ed Albano, chiesetta rati,e corredati di quegli addobbi,
dedicata alla b. Vergine. mobiglie, suppellettili, e masserizie
Finalmente V ultima volta che di cui mancava. Fu inoltre ristabi-
Pio VII fu a Castel Gandolfo, da lito il giardino, divenuto bosco , e
lui in tante guise beneficato, fu nel vennero risarciti i conduttori delle
1817, recando visi a* 12 maggio. I acque, che eransi quasi disperse.
Calcinali nella sua assenza celebra- Quindi assunto al pontificato il

rono in Roma i vesperi e le cap- regnante Gregorio XVI, dal i83i in


pelle dell'Ascensione, della Penteco- poi, si è recato ogni anno a Castel
ste, della ss. Trinità, di s. Filippo, Gandolfo, lasciandovi ogni volta mo-
ed intervennero alle processioni del- numenti e contrassegni di beneficen-
l'ottava del Corpus Domini. Per za. Accrebbe le masserizie del pa-
quella della festa il Papa andò a lazzo apostolico, fece operare un ge-
Roma il martedì, e ripartì il vener- nerale ristauro di esso con importanti
dì, celebrando la messa nella basi- miglioramenti , e la galleria che
lica vaticana per la f^sta de' santi conduce ad Albano fu ridotta da
Pietro e Paolo il Cardinal Mattei lui in modo di divenire comoda e
decano del sagro Collegio. Fece ri- deliziosa passeggiata. La chiesa prin-
torno il Pontefice alla dominante il cipale in diversi tempi venne abbon-
dì primo luglio. A Castel Gandolfo dantemente fornita di sagri arredi,
nella mattina dell'Ascensione avea e di quanto occorre pel decoro del
celebrato messa nella chiesa princi- divin culto, e mentre lo stesso Pon-
pale, e dalla loggia del palazzo apo- tefice dimorava in Castello, fu con-
stolico con triregno in capo, e sotto sacrata dal Cardinal Falzacappa
baldacchino, assistito dai Cardinali vescovo d' Albano, nell'ottobre i834.
Di Pietro e Consalvi, e da molta Da ultimo per opera del prelodato
prelatura , - compartì la solenne be- Pontefice venne abbellita la villa
nedizione propria di questo giorno. Cibo , si operò un riallacciamento
Da questa stessa residenza di Castel alle sorgenti sotto Palazzolo, con
Gandolfo, a' 1 2 giugno, spedì Litterce ispurgo dei conduttori, furono sta-
aposlolicce in forma brevis ad ar- bilite le denominazioni delle strade,
chiepiscopos 3 et capitulos Eccles. numerate le case, ripulito e regola-
vacantium _, super dismemhratione rizzato tutto il paese, operandosi
dioecesium regni Galliarum^ senza ora la formazione d' un campo san-
mentovar le altre. to,non che la livellazione dello stra-
Leone XII nou fece villeggiatura done, che dalla galleria inferiore con-
a Castel Gandolfo, e solo a' 2 1 otto- duce alla strada verso Marino. La
bre 1824 andando a pranzo ai cap- livellazione della galleria superiore
puccini d'Albano, si recò prima a que- dal convento dei religiosi riformati
sto Castello a visitare la chiesa parroc- sino alla porta urbana, venne egre-
chiale. Ma avendo il di lui successore giamente compita; laonde nella det-
Pio Vili, C^j^/gZ/ornV, esternato il de- ta porta, egualmente abbellita, fu
siderio di recarvisi, sebbene non po- eretta la seguente iscrizione:
,

CAS CAS 173


GREGORiyS . XVI . ANNOPOTJT
X SAC PRINCIP
. MAX . . . .

PORTA . ET . MVRIS RESTlTVTIS. LEVATO AC MVNITO CLIVO . . . .

PYBLICAE COMMODITATI PROSPEXIT


. .

CVRANTE . FRANC XAV DE


. MAXIMIS PRAEF. DOM PONT . . . .

Lo Stesso Pontefice è benemerito essendo solito egli recarvisi nell'ot-


di Castel Gandolfo anche per le tobre, in detto anno vi andò a' 16
istituzioni di pubblica beneficenza. luglio, e vi rimase sino a' 16 set-
A nominare le principali diremo , tembre, solo partendo verso Roma
che volle istituita nella chiesa arci- per la cappella, e per la benedizio-
pretale una cappellani a, con nomina ne dell' Assunta ; laonde il sagro
del maggiordomo prò tempore, ad Collegio, e chi ha luogo in cappel-
un sacerdote per aiuto del parroco la assisterono a quella della natività
nella cura delle anime. Ordinò l'at- di Maria Vergine. In detta dimora
tivazione dell'istituto di carità se- Gregorio XVI a' 18 agosto emanò
condo le regole di s. Vincenzo de il breve Ubi primum magno, col
Paolis, presieduto dall' arciprete , e quale commise in suo nome al Car-
da una delle donne più pie e di- dinale Lambruschini di consacrare
stinte del paese, per soccorrere i la basilica di s. Maria degli Angeli
poveri, specialmente infermi. Con- presso Assisi; e poi nel settembre
cesse quattro doti annuali di scudi spedi l'epistola enciclica Notimi vo-
venti l'una per quelle donzelle del bisj colla quale eccitò la pietà dei

luogo, che distinguonsi nel buon fedeli a vieppiù concorrere con li-
costume, e nell' apprendere la dot- mosine alla benemerita Società del-
trina cristiana, ed attualmente, con la propagazione della fede, istitui-
tripudio della popolazione, nel pa- ta in Lione.
lazzetto della Cibo, ha stabi-
villa Nel territorio di Castel Gandolfo
lito una casa pei tanto utili e bene- vi sono la chiesa, e il convento de' re-
meriti religiosi delle scuole cristiane ligiosi riformati di s. Francesco il ,

per l' educazione , e istruzione della cui locale fu acquistato nel 16 19


gioventìiavendone ad essi dato il
, colle pie elargizioni dei terrazzani
1841 il sum-
possesso a' 18 luglio e coli' obbligo di un annuo canone
mentovato maggiordomo. di scudi dieci in favore della ca-
Dai Diarii di Roma, per la mag- mera apostolica, per edificarvi la
gior parte nell'odierno pontificato chiesa, e convento pei detti reli-
il

da noi compilati per ciò, che riguar- giosi, mentre era custode di essi il
da le villeggiature ivi fatte dal p. Cipriano di Ponzano. Paolo V,
Papa regnante, sono riportate le fe- come superiormente dicemmo, con
ste, e tutto altro che sia relativo al grande solennità benedi la prima
soggiorno di lui in questo luogo. pietra, che vi gettò d. Francesco
Da ultimo, a' 6 settembre del 1840, Peretti, abbate di Chiaravalle, poi
si celebrò solennemente la festa di Cardinale, il quale a proprie spese
s. Sebastiano martire protettore di vi fabbricò il coro, e la stessa chie-
Castel Gandolfo, nel qua! giorno il sa a s. Francesco di
dedicandola
Pontefice dalla loggia del palazzo immacolata Concezio-
Assisi, e alla
compartì colle consuete cerimonie ne di Maria Vergine, venendo po-
l'apostolica benedizione, dappoiché, scia consacrata nel pontificato di
174 CAS CAS
Urlano Vili a' 4 settembre iG32. L' incantevole vista di questo luo-
Tanto la chiesa che il convento in go posto su di un colle, che gode
tlivei-se epoche provarono gli efìTetli di una estesa veduta sulla campa-
del soggiorno de' Sommi Pontefici gna romana, e su quel tratto di
nel vicino castello, i quali non solo mare, che dal promontorio Circeo
l'onorarono di loro presenza nel vi- giunge ai monti della Tolfa, cotan-
sitar la chiesa, la liÌ3reria del con- to piacque ad un Cardinale, che,
vento, e in celebrarvi più volte la siccome raccontano i castellani ,
messa, ed intervenire talvolta alla esclamò Oh quanto vi starebbe !>e-
:

processione del Corpus Domìni, ma 7ie qui una casa! Il che uditosi
furono larghi , con diverse benefi- da im suo ben affetto, sollecitamen-
cenze; e, per non dire di tutte, Be- te vi fece costruireuna discreta casa
nedetto XIV fece eseguire dal pit- per villeggiarvi, avendo altrettanto
tore Milani il quadro dell'altare fatto il Cardinal Altemps colla villa
maggiore, decorò di marmi l'altare Mondragone di Frascati , dopo che
medesimo dichiarandolo nel 1747 Gregorio XIII in quel sito fece una
privilegiato quotidianamente in per- eguale esclamazione. In progresso
petuo, facendo pur ornare di me- di tempo tal delizioso soggiorno di-
talli dorati il ciborio, e rinnovare venne proprietà della principesca fa-
il pavimento della chiesa. Dipoi, pel miglia Giustiniani, e di poi del du-
medesimo altare Clemente XIII do- ca di Bracciano d. Giovanni Torlo-
nò un nobile baldacchino per espor- nia, quale vi operò molte como-
il

vi il ss. Sacramento. dità per passarvi la primavera e


,

Nel medesimo castello e suo ter- l'autunno. Siccome d'animo grande,


ritorio non mancarono nobili e par- osservando, che la via per la quale
ticolari di fabbricarvi casamenti , e i Papi si conducono a Castel Gan-

piccoli palazzi per diporto nelle sta- dolfo è in alcuni punti alquanto ri-
gioni di primavera ed autunno. Ed pida , immaginò e condusse a fine
è perciò, che le principesche case una comoda strada non solo per
Orsini , Caetani , Boncompagno ed proprio uso, ma eziandio per quello
Albani vi hanno edifizii e luoghi de' sovrani Pontefici allorquando fos-
di villeggiatura, sebbene il palazzine se loro piaciuto profittarne; strada,
degli Albani,
per disposizione del che dal sito detto de' due santi, per-
Cardinal Giuseppe, sia divenuto pro- correndo gli estesi pascolari di Ma-
prietà del palazzo apostolico. Ma il rino e di Castel Gandolfo giunge ,

luogo, che merita special menzione, fino alla sommità del colle. Per ren-
è quello di proprietà del commen- derla vieppiù piacevole, fiancheggiata
datore d. Carlo Torlonia, poco di- venne da spessi alberi di olmo. Ma
stante dal giardino pontifìcio. Di que- passando il duca a miglior vita nel
sto luogo, che per ricchezza, elegan- 1829, lasciò questo luogo per lega-
za ed amenità, è una delle più no- to al suddetto commendatore suo
bili e più belle villeggiature dei din- figlio. Questi distinguendosi-, come
torni, crediamo di non poterci dis- gl'illustri fratelli, per amor filiale,

pensare dal fare un parziale cenno, in memoria del genitore, che gli
anche in considerazione ch*è stato due era sì caro , volle migliorarlo , ed
volte onorato della sovrana presen- ampliarlo splendidamente; e, senza
za del regnante Pontefice. badare a spesa, divisò di nobilitare
,,

CAS CAS 17^


il casino, e di formarvi d'intorno sepolcrale eretto dall' architetto De-
un' amena \illa. triano, per l' imperatore Publio E-
Pertanto coli' opera dell' archi- lio Adriano,e per la sua famiglia
tetto Raimondi, rassodate mura, le Elia, sulla riva del Tevere, insieme
fece eseguire nel prospetto un por- al ponte Elio, ora ponte s. Angelo.
tico con colonne d' ordine dorico Ma questo castello, dopo di aver
sormontandolo con ornamento joni- servito alle famose fazioni, che a-
co in pilastri a ridosso del muro, gitarono Roma in epoche diverse,
e con suo timpano, ove fa bella e per le quali Papi, Cardinali, prin-
mostra un basso rilievo, invenzione cipi, guerrieri, e grandi personaggi
del celebre pittore Thorwaldsen ivi imprigionati vi perdettero mise-
rappresentante Apollo, che suona la ramente a cura de' sovra-
la vita
,

cetra in mezzo ai pastori. Neil' in- ni divenne una fortezza


Pontefici
terno del casino riformò ogni parte, regolare, quale si vede al presente,
e rese principalmente magnifico il affidata alla custodia del castellano
pian terreno con colonne di marmo, (Vedi)^ e con quelle opere e fortifi-

mosaici, stucchi, dorature e pitture cazioni richieste secondo l'uso e i

eseguite da Coghetti, da Capalti, da principii artistici de'tempi. Non man-


Paoletti, e da Gagliardi, essendo au- carono inoltre di farlo adornare, do-
tori degli ornati Scarabellotto e ve non poterono restituirlo al pri-
Nebbia tutti valenti artisti . Mi- miero lustro. Ma dell' antica sua
i-abile è la sala tutta di marmo ,
magnificenza, e de' principali avve-
che conduce secondo piano nella
al nimenti cui andò soggetto, andiamo
elegante cappella decorata di otto ora compendiosamente a porgerne
colonne canalate, e secondo i mono- una descrizione a seconda delle epo-
poteri tempietti degli antichi, men- che cronologiche, e con quanto dì
tre nella decorazione di scomparti- più interessante può riguardarlo.
mento di stucchi , dorature e altri Dalle storie delle guerre dei goti,
ornamenti , ricorda la maniera del di Procopio principalmente, abbia-
cinquecento. Finalmente superando mo adunque la descrizione d' uno
il generoso proprietario ogni osta- de' più belli monumenti dell' anti-

colo , che la località presentava a chità, quale si fu la mole Adriana,


motivo del suolo di lava vulcanica, che prese il nome
imperatore dall'

recinse uno spazio di terreno, e ne Adriano, per emulare il


il quale
fece deliziosa villa, la quale sempre mausoleo d' Augusto, che torreggia-
più si arricchisce per lui di rare va sulla sponda sinistra del Teve-
piante, e di fiori i più scelti, riscuo* re, la fece erigere sulla destra dì
tendo da tutti ammirazione pel suo questo fiume, ne' primordi del seco-
gusto , con che da soggiorno cam- lo secondo, suU' area de' famigerati
pestre Iha resa luogo di vera delizia, orti di Domizia, e in prossimità
CASTEL SANT^ ANGELO (Ca- del circo Adriano, acciò servisse di
strimi s. Angeli). Forte della città tomba per se, e pe' suoi discenden-
di Roma , chiamato anticamente ti. Non risparmiò cosa alcuna af-
si

Mausoleo di Adriano, o Mole Adria- finchè tutto corrispondesse al gran-


na, Moles Hadrìani, ed anche Ca- dioso concetto, all' intelligenza, ed al
stello di Crescenzio, Turris Crescen- gusto di quel monarca filosofo. Su
tii. Fu cosi ridotto dal monumento di un ampio quadrato, formato di
,

176 CAS CAS


grandi massi di pietra indìgena, sor- decorato di pilastri e di 'nicchie con
geva la rotonda mole, della quale, istatue corrispondenti a quelle del
sebbene assai diminuita, è tuttora primo ordine. Quando l'imperatore
imponente l'aspetto di quell'avanzo, Aureliano, che fu esaltato all'impe-
che ora serve di maschio al Castel- ro ncir anno 270 dell' era cristiana,
lo. Dirimpetto al ponte eravi la cioè i32 anni dopo la morte di
porta principale di bronzo situata Adriano ivi sepolto, chiuse il cam-
in mezzo del fianco, che riguarda- po di Marte, come avea fatto della
va la città, donde per una comoda città con recinto di mura, il mau-
via costruita a spirale si ascendeva soleo d' Adriano trovandovisi com-
alla cima per molti grandi scaglio- preso divenne naturalmente una
ni, e sulla cui sommità vuoisi fos- specie di cittadella, ed anche verso
se collocata la bella pigna di bron- il tempo dell' imperatore Onorio
zo dorato, poi trasportata nel giar- che fiorì nell'anno 895, allorché
dino vaticano, benché alcuno pre- per prevenire le incursioni de' bar-
tenda che vi fosse un carro trion- bari, volle risarcire le mura di Ro-
flìle colla statua dell'imperatore. Il ma, «ssendo già il mausoleo guasto
Marangoni, Delle cose gentilesche e e spogliato de' suoi più pregevoli
profane trasportate ad uso delle ornamenti, riconobbe atto ad uso
si

chiese, cap. LXIX, dice, che in det- di cittadella, per le sue doppie e
ta pigna probabilmente furono col- fortissime muraglie. Quindi i roma-
locate le ceneri di Adriano, e che ni, nella prima guerra gotica, vi si

poi, l'anno 49^> Papas. Simmaco rinchiusero in difesa, allorché quei


la trasportò per ornamento all' a- selvaggi del settentrione capitanati
trio della basilica vaticana ; indi nel- dal re Alarico, entrarono in Roma
la sua riedificazione fu trasferita al ai 24 agosto del 4^9, ed assediaro-
menzionato contiguo giardino, ove no il mausoleo dopo aver saccheg-
sivede fra due pavoni di bronzo. giata la città. Ed essendo i ro-
Tutte le decorazioni esterne erano mani e i greci, che
erano for- vi si
di marmo parlo, fregiate di festoni, tificati, sprovisti di armi e mezzi
e sugli ornati della base poggiava- valevoli a respingerli, presero il ri-
no i pilastri all'intorno del cerchio, provevole e fatale partito di rom-
e non le colonne, che da alcuni si pere e lanciare contro i goti tutte
sostenne essere quelle perite nella le opere e statue rimaste, per cui il
basilica di s. Paolo. Molte statue di nemico restò talmente oppresso, che
gian pregio abbellivano la sommi- fu costretto ad abbandonare Roma.
tà, posando nel supremo cornicione Altri dicono, che da Paolo, capita-
gruppi di scultura, mentre cavalli no della cavalleria greca, sia stato
di bronzo si vedevano nei quattro usato tal fatale mezzo di difesa con-
angoli del quadrato. Però sembra tro Totila ; e altri dicono essere ciò
la più comune opinione, che l' este- stato allorché Vitige prese Roma.
riore ornato fosse di due ordini di Certo è, che gli stessi greci e roma-
architetturajil primo dei quali inferio- ni di Belisario, i goti ed altri bar-
re decorato di quarantotto colonne, bari ne accrebbero i danni colla to-
che formavano un portico circolare, tale rovina del monumento, sia che
altrettante essendo vene sopra il cor- l'offendessero o sia che il difendes-
nicione. Il secondo ordine veniva sero. Cosi perirono tanti stimabili
, ,

CAS CAS 177


oggetti d'arte, potendosi giudicai^e restaurare le mura di Roma, vi
del loro merito dal Fauno dormien- comprendesse mausoleo, il quale
il

te di squisito lavoro, che ne faceva sino al secolo X


portò anche il no-
parte, il quale rinvenutosi fra diver- me di Carcere di Teodorico, per-
si rottami verso il i63o nel ponti- ché quel principe vi teneva un pre-
ficato di Urbano Vili, Barberini^ sidio.
e da lui donato alla sua famiglia Ravenna, ed altri
Gli esarchi di
forma oggi uno dei più preziosi in l'occuparono successiva-
seguito
oggetti del museo del re di Ba- mente, proseguendo sempre più a
viera. rovinarlo; e sebbene l'origine della
Da quel tempo in poi i pochi sovranità de' Papi incominciasse in
avanzi del monumento andarono Roma e sue dipendenze, nel ponti-
sempre deteriorando, disputati so- ficato di s. Gregorio II, verso l'an-
vente dai diversi partiti, che signo- no 780, e s. Leone IV, nell'848,
reggiavano Roma, cosicché di si fondasse la città Leonina (Vedì)^
insigne sepolcro non rimane che il confinante col castello mediante il
misero avanzo del corpo, o torre borgo ( Fedi ) tutta volta la mole
,

rotonda, scemata in gran parte nella Adriana, o Castel s. Angelo, fu do-


sua sommità, sopra la quale, dopo minata dalla fazione prevalente, e
che i romani Pontefici esercitarono dai potenti loro capi. Di fatti sotto, il
la loro piena sovranità in Roma, Pontefice Giovanni X , la famosa Ma-
cangiandone il destino, fecero ag- rozia nobile romana, avvenente quan-
giungere quelle costruzioni, che veg- to possente, nella sua vedovanza giun-
giamo a guisa di fortezza, e che se l' anno 925 ad impadronirsi di
fino dal santo Pontefice Gregorio I Castel s. Angelo, ed a rendersi cosi
acquistarono il nome di Castello, arbitra di Roma, sino a far perire
siccome acquistarono quello di san- in prigione il Papa. Rimaritatasi
t'Angelo pel seguente avvenimento. con Ugo re d' Italia , mentre un
Afflitta Roma da una pestilenza, giorno versava ad Ugo l'acqua sulle
nel 593, il detto Papa, per far ces- mani Alberico figho del primo ma-
sare il flagello, si recò processional- rito di Marozia, per avergliene ver-
mente a s. Pietro, ad implorare la sata in troppa copia ne ricevette uno
divina misericordia, e giunto sul schiaffo. Irritato Alberico dell'affron-
ponte s. Angelo, vide apparire nel to , fece osservare ai romani , che
più alto della mole Adriana un se quel principe trattava così un
Angelo, in atto di rimettere la spada suo pari, molto più avrebbe sovra
nel fodero, per dimostrare il termi- essi tiranneggiato. Tanto bastò per-
ne del morbo, e placata l'ira divina, ché i romani, stanchi della prepoten-
come di fatto seguì. In memoria za d'una donna, prendessero le armi
pertanto della miracolosa apparizione, con tal prontezza che non avendo ,

fu poi eretta nella sommità del mau- potuto Ugo porsi in difesa, si salvò
soleo prima una cappella, e nell'e- colla fuga facendosi calate con una
stremità un Angelo in atto di riporre fune da Castel s. Angelo sua resi-
la spada nel fodero, come in seguito denza. Allora i ribelli romani, in-
si dirà. Questo castello fu anche vece di restituire al Pontefice Gio-
detto Carcere di Teodorico^ perocché vanni XI il dominio della città, di-
si vuole che il re Teodorico nel cliiararono loro principe Alberico
voi. X. 12
478 CAS CAS
ed imprigionarono il Papa e Ma- fine di marao 978, per opera prin-
rozia nel 933, morendo Giovanni cipalmente di Francone, scelleratis-
XI nella sua carcere di Castel s. An- simo diacono, che s' intruse nel pon-
gelo, nel principio di gennaio C)3Cy. tificato col nome di Bonifacio VII.
Assunto al ponlilicato, nell' an- Ma questi per castigo divino, aven-
no 965, Giovanni XIII, incorse Te- do imprigionato e fatto morire di
dio della nobiltà romana, per cui fame e col veleno, nel giugno del
sacrilegamente fu posto in ceppi nel 975, nel medesimo castello, il Papa
Castel s. Angelo dalla fazione, che Giovanni XIV, cessò di vivere al-
dirigeva Rotfredo prefetto di Roma. l' improvviso, facendosi del suo corpo
Partendo però 1'imperatore Ottone una crudele carneficina per opera
I , nel 966 , alla volta di questa de' medesimi suoi seguaci.
città, restituì alla sede il Pontefice, Continuando Crescenzio a domi-
al quale era riuscito di ritirarsi a nare Roma col governo di Castel
Capua , e dodici de' primari congiu- s. Angelo, il Pontefice Giovanni XV,
rati furono appesi alla forca, men- detto XVI, travagliato da lui gran-
tre le ossa del defonto Roffredo ven- demente, si trovò costretto a ricovrar-
nero ignominiosamente tratte dalla si in Toscana, invocando, nel 985,

tomba. Continuando l'anarchia, che l'aiuto di Ottone III imperatore ;


in mezzo alle fazioni desolò Roma locchè saputo da Crescenzio e dai
e l'Italia, massime nel declinar del- suoi faziosi, per timore richiamaro-
l' infelice secolo X, Crescenzio o no il Papa in Roma. Gli successe
Cencio Numentano, si usurpò l' au- Gregorio V, nel 996, il quale coro-
torità suprema col titolo di console, nò in Roma il suo parente Ottone III.
occupò il Castel s. Angelo, lo forti- Ma tornato questi in Germania, Cre-
ficò ad uso di rocca, e da essa com- scenzio, nel 997 , cacciò dalla città
batteva o sosteneva , secondo il di- , il buon Pontefice , e ne' principii
verso partito, i Pontefici, per cui di maggio scismaticamente gli sosti-

quel sepolcro di Adriano, che, come tuì Filagato , che prese il nome di
dicemmo, chiamato pure Car-
fu Giovanni XVII. Allora l'imperatore
cere di TeodoricOj ed anche Casa raggiunse il legittimo Gregorio V
di TeodorìcOj prese il nome di Ca- in Pavia, e con un esercito il con-
strimi Crescentii j Castellimi Cre- dusse in Roma. Ma allorché l'anti-
scentii i nome che conservò alcun papa, uscito dal castello, cercava in-
tempo promiscuamente alla denomi- volarsi, i soldati imperiali lo rag-
nazione di Teodorico , finché pre- giunsero , e barbaramente
muti- lo

valse, e riprese il nome di Castel larono e postolo sopra un asino a ri-


s. Angelo. Nel 972, per morte del- troso il condussero per la città, ove
l' imperatore Ottone li, 1' Italia si morì poco dopo. Crescenzio si chiu-
ribellò, come fece Roma, affine di se nel castello, e quivi ostinatamen-
ricuperare l'antica libertà, essendo te si difese, ma
imperatore prima l'

il primo ad eccitar la rivolta il ve lo assediò, circondando all' intor-


detto Crescenzio, o Cencio cittadino no il castello con macchine altissime
romano, ch'ebbe inoltre l'ardire di di abeti (il che certamente fu dan-
porre il Papa Benedetto VI nella noso all'edifìcio), e servendosi di una
prigione di Castel s. Angelo, ove falsa capitolazione, l'ebbe in suo
miseramente morì strangolato alla potere e il fece decapitare nel mar-
CAS CAS 179
70 del 998, mentre dodici del suo s. Angelo. Enrico IV , nel
Quindi
partito furono impiccati ai merli di 1084, per la terza volta pose asse-
questo forte. Stefania, vedova di dio a Roma, ed avendo corrotti al-
Crescenzio, fa esposta ai pubblici ol- cuni romani , finalmente gli riuscì
traggi, di che vuoisi, che si vendi- entrarvi ai 22 marzo
conducendo ,

casse col veleno, cui si attribuisce seco l'altro antipapa Clemente IIIj
l'immatura morte dell'imperatore. che fece intronizzar nella sedia di san
In fatti mentre questi si credeva si- Pietro. Dal palazzo lateranense san
curo in Roma, i romani gli uccisero Gregorio VII si ritirò per sua si-
gran parte de' suoi soldati, e l'asse- curezza in Castel s. Angelo, ove En-
diarono nel looi in Campidoglio, rico IV strettamente l'assediò, finche
e quando con nuovo esercito vole- recatosi a Roma il duce de' norman-
va vendicarsi morì ai 28 gennaio
, ni R^oberto Guiscardo, pose in fuga
J002, e fu sepolto nel portico della r inimico, e liberò il legittimo Papa,
basilica vaticana. che fece ritorno al patriarchio late-
Elettonel 1061 Papa Alessan- ranense.
dro Enrico IV re de' romani in
II, Morto s. Giegorio VII, ed eletto
opposizione dichiarò antipapa Cada- in successore il virtuoso Vittore III,

loo col nome di Onorio II, il quale non perciò cessarono le vertenze, an-
coU'aiuto delle sue truppe nel 1062 zi l'antipapa era venuto in possesso
si recò in Roma per mettersi in di vari luoghi forti di Roma, com-
possesso della pseudo-dignità, occu- preso il Pantheon, essendo gli altri

pando Leonina e il Vatica-


la città in potere di Vittore III come il

no, Ma i romani, co' validi aiuti di Castel s. Angelo, e l'adiacente città


Goffredo duca di Toscana poco ,
Leonina. Nel giorno precedente alla
mancò che non facessero prigione festa di s. Pietro, le due fazioni ven-
l'antipapa, se Cencio, figlio del pre- nero alle mani, occupando gli scis-

fetto di Roma e di parte imperiale, matici i dintorni del Vaticano. Ma


colle sue squadre, e non senza dif- le truppe Pontifìcie, sostenen-
fedeli
ficoltà, conduceva in salvo nel
noi dosi nel Castel s. Angelo, e nell'in-
Castel Angelo ov' egli comanda-
s. , terno della basilica di s. Pietro,
va. Quivi fu però strettamente as- non riuscì all'antipapa di celebrarvi
sediato, e nel timore di perire, som- i pontificali nel dì della festa. Tut-
ministrò trecento libbre d' argento tavia in progresso il Castello cadde
per fuggire , dopo esser stato due in potere de' nemici , e recatosi a
anni prigione nel castello. In Ales- Roma il Pontefice Urbano II nel
sandro Il non terminarono le diffe- 1090, si rifugiò in casa di Gio. Fran-
renze della Chiesa con Enrico IV, gipani ,
giacche Ferrucchio teneva
che anzi col successore s. Gregorio per l'antipapa Clemente III, il La-
VII divennero maggiori per le in- terano, e Castel s. Angelo. Ma di
vestiture ecclesiastiche. Il suddetto poi consegnò al legittimo Pontefice
Cencio non mancò sotto questo Papa questi due luoghi per certa somma
di mostrare il suo mal talento, ac- di danaro, che Goffredo abbate vin-
cresciuto dagli impedimenti, che il docinense, appositamente recatosi in
Pontefice poneva all'esazione dell' in- Roma , somministrò ad Urbano IT.
giusto tributo da Ini imposto a Negli scismi insorti contro i Pon-

quelli , che trapassassero il ponte tefici Gelasio li, ed Alessandro IH,


,

8ó CAS CAS
il Castello s. Angelo soggiacque a umore del sagro Collegio, compo-
varie vicende , ora in possesso del sto di quasi tutti francesi, che era-
legittimo Papa, ed ora degli anti- no bramosi di far ritorno in Fran-
papi, ed il Cardinal Breckspeare, cia, e macchinavano di sacrilegamente
che n'era prefetto sotto Alessan- deporlo. 1 congiurati poterono im-
dro III, vi salvò i Cardinali della padronirsi del Castel s. Angelo di ,

di lui ubbidienza, contro i furori cui era custode un comandante fran-


dell'antipapa Vittore. cese, e traendo al loro partito il

Stabilitasi dipoi, nell'anno i3o5 conte di Fondi, e le milizie francesi,


da Clemente V, la residenza pon- ai 20 settembre, elessero in detta

tificia in Avignone , governando Clemente VII. Que-


città l'antipapa

iPapi la città di Roma per mez- sti ed Urbano VI si fulminarono


,

zo dei loro vicari, o legati, all'arti- scambievolmente le censure, e nel


colo Avignone si riportano le cose 1879 diedero di piglio alle armi. I
particolari e degne di menzione, principii furono dannosi ad Urbano
riguardanti anco il Castel s. Angelo. VI, giacche i soldati bretoni e gua-
Quando Urbano V divisava di re- sconi , unitisi ai savojardi guidati
stituire a Roma la dimora Pontifì- dal conte di Montioye , nipote del-
cia, giunto, nel iSGy, per tal eCfet- l' antipapa , trionfarono della disor-
lo a Corneto, i romani gli spediro- dinata moltitudine romana priva di
no colà le chiavi di questo Castello; disciplina , e penetrarono in Roma
ma essendosi dovuto licondurre in a rinforzare la guarnigione di Castel
Avignone, toccò al successore Gre- s. Angelo, ed a guarnire con forti-

gorio XI , col recarsi a Roma nel ficazioni il Vaticano, gettandosi poi


1877, la gloria di restituirvi la sede a dare il guasto alla campagna. Ma
apostolica, ponendo in Castel s. An- partendo da Roma, ai 28 aprile, il
gelo una guarnigione francese di piode conte di Barbiano, alla testa
truppe seco lui condotte. Gli autori, dell'esercito papale, cui si unirono
che trattano della basilica e del le truppe imperiali ed italiche, pres-

patriarchio lateranense, antica abi- so Marino disfece i guasconi co-


tazione dei Papi, dicono che Gre- mandati da Bernardo de la Sale, e
gorio XI, nel restituire a Roma la e poi il Montioye co' suoi bretoni,
residenza pontificia, non andò ad fa cendoH prigioni. Laonde seguì, che

abitare il Laterano, perchè il palaz- i francesi, i quali occupavano Castel


zo era rovinato, e preferì abitare s. Angelo, capitolarono, e lo conse-
nel palazzo vaticano a cagione della gnarono ai romani , avendo prima
vicina mole Adriana, siccome luogo il castellano francese non solo in-
di sicurezza in qualunque tumul- quietati gli abitanti con dardi e can-i
to, massime in que' tempi facile ad nonatecon rovina delle case vicine,
accadere, per le guerre de' fioren- delle quali alcune andarono a fuoco,
tini, e pel mal umore dei france- ma opposta resistenza per un anno
si, i quali con rancore avevano ve- all'assedio, con cui aveano i romani
duto la partenza del Papa dalla cinto il forte, battendolo con mac-
Francia. chine ed artiglierie. Onde appena eb-
Però essendo morto Gregorio XI bero per capitolazione il castello
nel 1378, contro il successore Ur- erano sul punto di demolirlo affatto,
bano VI presto si manifestò il mal perchè non potesse più far loro pre-
^

CAS CAS 181


giudizio, e niuno vi si ritirasse per furono puniti colle pontificie censu-
fare altrettanto, ed irritati pei danni, re. Essendo poi riuscito al Papa di far
che da questa fortezza aveano rice- demolire i baloardi costrutti intorno
vuti, la smantellarono e ne porta- al castello, ai 9 agosto finalmente li

rono via persino marmi, che l'or-


i ebbe in suo pieno potere. Nel Diario
navano. Urbano VI poi dalla sua romano di Antonio di Pietro dal- ,

residenza di Maria in Trastevere si


s. l' anno i4o4 al i4i 7} Plesso il Mu-
recò al Vaticano processionai mente ratori, Rer. Ital. t. XXIV, p. 1026,
a piedi scalzi per renderne grazie a si legge, che ai 1 5 giugno 1 4 ^ *
j

Dio. Successo ad Urbano VI Papa ordinò Giovanni XXII I fosse inco-


Bonifacio IX , nel i SqS , restaurò minciato, come lo fu nel giorno do-
con grande magnificenza Castel s. po, un che dal palazzo
corridore
Angelo riducendolo sempre più a Vaticano conduceva a Castel s. An-
guisa di fortezza con solidissimi ba- gelo. Il Venuti, nella Descrizione di
loardi. Roma del p. Eschinardi, pag. 34,
Durante lo scisma, che continua- dice che Giulio lì fece questo cor-
va in Avignone Benedetto XIII an- ridore, ma egli è certo che piutto-
tipapa, in Roma il pacifico Innocen- sto ad Alessandro VI se ne deve
zo VII era inquietato dalle fazioni, l'erezione, se non il compimento.
e dalle mire di Ladislao re di Na- Altriavvenimenti riguardanti il
poli, per cui nel i4o5 procurò pa- Castel Angelo accaddero nel pon-
s.

cificare gli animi, e ricolmare di be- tificato di Eugenio IV. Successo egli,
neficii popolo romano, creandone
il nel 143I5 a Martino V, Colonna
sei Ad onta di ciò i ro-
Cardinali. i nipoti di quest'ultimo, siccome po-

mani, sempre inquieti in que* miseri tentissimi, procurarono subito di op-


tempi, reclamavano la custodia di primerlo. Furono pertanto imprigio-
Campidoglio ( Fedi ) , e del Castel nati l'arcivescovo di Benevento fi-
s. Angelo onde Innocenzo VII, te-
; glio di Antonio Colonna e il suo ,

mendo tali rimostranze, e gli aspiri fratello Masio, il quale fu costretto


del re Ladislao,che avea corrotto a confessare che volea prendere a tra-
Antonio Tomazelli, castellano di Ca- dimento Castel s. Angelo, uccidere
stel s. Angelo, si rifugiò a Viterbo, il castellano, consegnare il forte ai
e Ladislao, per profittare delle cir- Colonnesi, e quindi cacciare il Papa
costanze, subito corse a Roma. Tras- e gh Orsini da Roma. Masio fu
corsi alcuni mesi, e pentiti i roma- adunque degradato, e in campo di
ni de' commessi , con diverse
falli Fiore fu morire con morte
fatto
ambascerie, nel i4o6, richiamarono esemplare. Quindi, nel i434> aven-
il Papa, con pieno ed assoluto do- do Filippo duca di Milano spedito
minio della città. Ritornato Inno- contro il Pontefice Nicolò Forte-
cenzo VII, ai i3 marzo, in Roma, braccio, i romani si ribellarono, gri-
non vi trovò calma perfetta, sebbe- darono libertà, e fecero sette citta-
ne ricevuto con applauso mentre , dini romani magistrati della città.
ancor persistevano nella ribeUione Eugenio IV travestito fugg\ su d'u-
il castellano Tomazelli, che per La- na barchetta pel Tevere, ove alcuni
dislao possedeva ancora il Castel s. romani, essendosene avveduti, pro-
Angelo, donde si facevano continue curarono impedirne la fuga, sinché
ostilità, ed altri, che ai 20 giugno avessero preso Castel s. Angelo. Non
i82 CAS CAS
essendo ciò loro riuscito, tutti si di- Ridio castellano ricevette tante fe-
ressero contro il castello per pren- rite,che nel medesimo forte morì
derlo, che cinsero di trincee ,
per- dopo quattro giorni nel i44^> come
chè gli assediati non potessero rice- racconta il Platina, ed altri riferi-
vere soccorsi, ne uscirne. L' astuto scono nella vita di Eugenio IV.
castellano però, coli' aiuto di Bal- Nicolò V, che successe, nfl i447»
dassare Ausido,^ uomo sagace che ad Eugenio IV, fabbricò due torri
avea in custodia ia 4)orta bassa del sul ponte s. Angelo, fortificò il ca-
Castello, istruì un soldato di ciò, stello con bastioni e altre opere, eri-

che avrebbe a fare. Siccome gli as- gendovi inoltre quattro torri e di-
sediati talvolta uscivano a scara- verse abitazioni ; vi fece punire Ste-
mucciare, in una di queste azioni fano Porcari nobile romano, capo
il soldato prendere dai ro-
si fece d'una tremenda congiura, venendo
mani, co' quali altamente si lagnò impiccato al muro del Castel s. An-
del le crudeltà ed avarizia del castella- gelo ai 9 gennaio i453. Calisto III,
no, e disse che se gli avessero promesso spagnuolo, fu eletto in di lui suc-
un premio si offriva ucciderlo , e cessore , ma siccome avea dato il

consegnar in loro potere il castello. Castel s. Angelo Ca- in custodia de'


Caduti romani nell'aguato, permi-
i talani, nel i45»8, mentre era mori-
sero che ponesse ad esecuzione il bondo, il sagro Collegio stimò bene
piano. In fatti rientrato nel castel- di toglier dalle loro mani la for-
lo, poco dopo si vide appiccato ad tezza, dando perciò alcune migliaia
una finestra uno, che alle vesti sem- di scudi al castellano. Dopo la mor-
brava il castellano; indi chiaman- te di Pio II, Piccolomini, avvenuta
do il soldato ad alta voce i roma- nel i464j i Cardinali non voleva-
ni ad entrar nella rocca, i principali no entrare in conclave nel palazzo
di essi incautamente vi si recarono, Vaticano, intimoriti dal non aver il

ma furono fatti prigioni, e sulla


tutti nipote del defonto, Antonio duca
moltitudine che si era avvicinata
, di Amalfi, restituita la fortezza di
al castello, furono tirati molti colpi Castel s. Angelo, dimorando egli al-
di artiglierie onde, per liberare gli
; lora nel Celano. Nella Sloria de con-
ostaggi, fu d'uopo porre in libertà clavi, a p. 84, che il castel-
si dice,
il nipote del Papa, Cardinal Con- lo era in custodia del Cardinal Pic-
dulmero camerlengo che nella ri- , colomini, nipote di Pio II in quel ,

bellione era stato carcerato ; e po- tempo assente da Roma. Tuttavolta


scia i romani restituirono ad Euge- ad altri riuscì di persuaderli, ed eles-
nio IV la sovranità della città ve- sero Paolo II, che fu il primo Pontefi-
nendo contenuti dal celebre Giovan- ce il quale affidò il governo e la custo-

ni Vitelleschi generale dell' esercito dia delle fortezze della santa Sede a
papale. Ma' divenuto questo, sebbene prelati e degni ecclesiastici, afliiichè
Cardinale gravemente sospetto al
, in ogni evento fossero più fedeli ai
Pontefice di tramar congiure , nel Papi e Sede apostolica. Questa
alla
passare dinanzi al castello fu fatto Pontefice era d'animo sì clemente,

arrestare, e volendosi difendere colla che mai permise si eseguisse la pe-


spada, non essendo soccorso da' suoi, na di morte cambiando tal' estre-
,

die da lui si erano allontanati, dalla ma punizione colf esilio, colla gale-
guardia del castello, e da Antonio ra, col carcere, e colla prigione c|i
CAS CAS i83
Castel Angelo, colla quale egli
s. stesso sagro Collegio a' 25 agosto
diceva aver ridotti i giovani roma- predetto.
ni scapestrati a tanta modestia € Ad Alessandro VI, Borgia^ crea-
buona condotta , a quanta nessun to nel 1492 , siidebbono molte
altro buon maestro li avrebbe ri- fortificazioni del Castel s. Angelo,
dotti. Di questi esempi nella nobil- delle fosse, dei baloardi, ed altre
tà romana, parecchi ne riporta il opere. Vi eresse altresì una torre
Cane^io nella di lui vita. quadrata sopra il maschio, che an-

Abbiamo dal Burcardo Conclave cora sussiste, chiusa però da due


de' Pontefici Romani ^ che a quello il lati dai recenti edifizi fatti per co-
quale si celebrò per morte di Si- modo del castellano, e degli altri
sto IV nell'anno 14^4» ^^ elezione ufficiali del forte. Essendo caduto
d'Innocenzo Vili, nel primo gior- un fulmine, nello stesso pontificato
no delle esequie, ai 1 1 agosto, non di Alessandro VI sulle opere supe-
intervennero molti Cardinali per- riori, bisognò rifarle. Vuoisi ancora
chè il Angelo stava nelle
Castel
s. eh' egli vi costruissel' annesso cor-
mani Girolamo Riario nipote del
di ridore, quale dal castello comu-
il

defonto Pontefice; ma ai 11 egli nica col palazzo apostolico vaticano,


restituì il castello (nel quale ai i4 affine di aver pronto un ricovero
di detto mese erasi ritirata la con- nei tempi di fazioni e di guerre, e
tessa di lui consorte) e tutte le le chiavi di esso siconservano pres-
fortezze della Chiesa, ch'erano in sua so il Pontefice Urbano Vili poi
custodia. Questa restituzione tutta- nel i63o fece con tetto cuoprire
via non venne eseguita finche i Car- un tal corridore, cioè quella specie
dinali non gli fecero sborsare quat- di che sta sul corridore
loggiato
tro mila ducati di stipendio; restitu- medesimo, ed inoltre lo fece restau-
zione che segui in questo modo. Il rare in molti luoghi, e separare
vescovo di Todi, che era il castel- dalle case per maggior sicurezza.
lano, giurò nelle mani del sagro Nell'odierno pontificato vi si esegui-
Collegio di tenere il castello ad i- rono altri notabili miglioramenti.
stanza di esso, e restituirlo poi al- Di questo corridore è una imita-
l' eletto Pontefice, promettendo di zione anche più magnifica il cor-
cambiare tutti i custodi, e di man- ridore, che in Firenze va dal pa-
darli via secondo la volontà dei lazzo Pitti al palazzo vecchio, cor-
Cardinali. L'ultimo giorno dell'e- ridore, che i granduchi di casa Me-
sequie, che fu ai 2 5 agosto, tutti i dici, dai quali fu fabbricato, aveano
Cardinali andarono a s. Pietro, ec- in animo di condurre fino alla chie-
cettuati Savelli e Colonna, perchè sa della Nunziata. Va poi avverti-
nella notte precedente, contro i ca- to, che il passetto, il quale dal Va-
pitoli, e le promesse predette, era- ticano conduce al castello, si com-
no entrati in CastelAngelo cen- s. pone di due piani; del primo che
to cinquanta fantaccini ; laonde i riceve lume da alcune aperture la-
Cardinali, e gli altri ne rimasero terali delle mura, e del secondo, che
disgustati. Tuttavolta il sagro Col- è come unloggiato, coperto di tet-
legio fece quindi in modo , che la to. Chi passa pel primo non è ve-
famiglia Riario sgombrasse il castel- duto, non così chi va nel secondo.
lo, divenendone assoluto padrone lo Il medesimo Alessandro VI, op-
, ,

^84 CAS CAS


ponendosi alle pretensioni di Carlo vazione nel perchè si sa-
castello,
Vili re di Francia, che voleva l'in- rebbouo adunati in conclave al Va-
vestitura del regno di Napoli, pen- ticano. E di fatti ai 2 3 settembre
sò quel principe d* impadronirsene i5o3 concordemente ivi esaltarono
e vendicarsi del Papa. A tal effet- al pontificato Pio 111, che per sal-
to si recò in Italia con ciica trenta vare Cesare Borgia dal risentimen-
mila uomini, ed entrò in Roma nel to degli Orsini, lo fece porre sotto
1 494- Alessandro VI, intimorito da cortese guai'dia in Castel s. Angelo.
<sì poderoso esercito, coi Cardinali Egli pertanto vi si recò pel corri-
Orsini e Caraffa, passò ad abitare dore accompagnato dai Cardinali
Castel s. Angelo; ma il re sebbene Arbonense, Salernitano, Surenlino,
avesse ricevuto dai romani le chia- Bolognese, Rotomagense, o Borgia,
vi della città, venne a concordia seguito da due paggi e quattro ser-
col Pontefice, il quale si restituì al vitori, da tutte le sue figliuole, la
Vaticano, con dure condizioni, che maggiore delle quali fu dal castel-
si riportano dall'annalista Rinaldi, lano posta nel maschio. Morto po-
all'anno ii^5. Indi il re s'avviò co dipoi Pio III, ai i8 ottobre
a Napoli, ma il Papa avendo sco- i5o3, dal Castel s. Angelo lo tras-
municato que' napoletani, che lo a- se Giulio II per mandarlo nella for^
vessero favorito, allorquando quel tezza d'Ostia, ove lo avrebbe rite-
principe fece ritorno in Roma, non nuto finche non avesse fatto resti-
riputando il castello per sicuro asi- tuire dai suoi castellani le fortez-
lo, si ritiròa Viterbo. ze, che occupava nello stato eccle-
Morto Alessandro VI, nel i5o3, siastico ir. Borgia, famiglia.
il suo fìgUo Cesare Borgia duca Va- L'imperatore Carlo V indispetti-
lentino, volendo imporre al sagro to della lega fatta nel i526 da
Collegio acciò eleggesse un Papa suo Clemente VII con varii principi con-
amico, con dodici mila uomini ar- tro la sua potenza in Italia pub-
,

mati assediò Castel s. Angelo, e il blicò la guerra contro il Papa, e i


Vaticano, per cui si legge nei Diari primi a cominciarla furono i Colon-
del Burcardo, che nelle generali nesi, col viceré di Napoli Ugo Mon-
congregazioni fatte dai Cardinali cada. Questi con buon esercito, sac-
nella sagrestia della Minerva, stabi- cheggiando ai 2o settembre il bor-
lirono di celebrare il conclave in Ca- go nuovo e il palazzo Vaticano
stel s. Angelo, e per maggior sicu- Clemente VII scampò la morte col
rezza esigettero il giuramento di fe- rifugiarsi pel contiguo corridore in
deltà dal castellano.' Ma di poi, a- Castel Angelo, ove fu costretto a
s.

vendo il sagro Collegio spedito al capitolare ed accettar la tregua, che


duca Valentino (cui non volle ac- durò poco tempo , onde dopo tre
cordare di ritirarsi colle sue genti giorni potè ritornare al Vaticano,
in Castello) Prospero Colonna, que- come descrive il Guicciardini, Ilisto*
stied alcuni ambasciatori il persua- ria, lib. XVIII.
sero a ritirarsi a Nepi onde lo stes- , Raccontano però il Giovio e il

so sagro Collegio mandò il Cardi- Ciacconio, che quando Clemente VII


nal Carvajal al castellano che sem- udì, che i nemici erano già entrati
brava renitente sul farsi il concla- in Borgo, non voleva partirsi dal
Te nel forte, acciò nou facesse inno- palazzo, anzi chiedeva di essere ve-
CAS CAS 185;

stilo cogli abiti pontificali, e voleva pel rigore degli assediane. Pertanto
aspettarli sulla cattedra pontifìcia, fu Clemente VII costretto a capi-
come già in simil caso, rna con e- tolare, ed arrendersi con durissime
vento infelice, avea praticato in A- condizioni ai 5 giugno, cioè: i." di
nagni Bonifacio Vili. Dissuaso però pagare al momento cento mila du-
dillicilinente con grandissime pre- cati d'oro, altri cinquanta mila den-
ghiere dai Cardinali, finalmente ad tro venti giorni, e venticinque mila
ore diciassette mentre già il palaz- nel periodo di due mesi; 2.° di
zo si saccheggiava, si ritirò, come consegnare in deposito il Castel s.

dicemmo , con alcuni de' Cardinali Angelo nelle mani degli ufficiali

pel corridore nel castello, in cui dell'imperatore; S.** di rimanere il

trovò non esservi provvisione nem- Papa prigioniero di Carlo V sino


meno per tre giorni, senza muni- al pagamento dei primi centocin-
zione e sufficiente presidio per la quanta mila ducati per ottenere il
cattiva cura di monsignor Giulio del suo riscatto. Clemente VII, pei sa-
Medici, castellano. Allora il Papa grifizi fatti e pel sacco non ei*a più

con premura fece chiamare d. Ugo in grado di pagar le somme, che


MoDcada nella stessa sera, acciò voles- avea dovuto promettere per forza,
se venire ad abboccarsi con lui, ed per cui si trovò nella più penosa e
inviò in casa Colonna per ostaggi i spaventevole situazione, anche per la
Cardinali Cibo e Ridolfi. Yi si recò pestilenza, eh' erasi sviluppata in Ro-
il Moncada, benché vi ripugnassero ma, e comunicata entro il medesi'
i Colonnesi, e gli portò la mitra mo castello. Le sue vive preghiere,
pontificale preziosa, rubata la mat- e quelle dei Cardinali, che lo avea-
tina dai soldati, non che il pasto- no seguito in castello ai i3 agosto,
rale di argento, seguito da alcuni dei ottennero la grazia di essere tra-
suoi. dotti al Vaticano nel luogo detto di
Ad onta della suaccennata tregua, Belvedere, ove rimasero custoditi da
Carlo di Borbone poco di poi, con mille spagnuoli, guardando il Papa
vin esercito di quarantamila uomini, a vista lo spagnolo Alicornio, a cui
assediò e prese Roma ai 6 maggio Carlo V
avea raccomandato in Ispa-
i527, rimanendovi nel punto stesso gna la custodia di Francesco I, il

morto da una palla di artiglieria, quale in questa prigionia trattò il

che parti da questo castello, o più vicario di Cristo, come se fosse sta-
probabilmente dal campanile di s. to un capo di masnadieri. Ma ritor-
Spirito. Filiberto principe d' Gran- nato Clemente VII in Castel s. An-
ge, luterano, sottentrò al supremo gelo, e dubitando vieppiù delle mi-
comando, onde la capitale del mon- re degli spagnuoli, agli 8 dicembre
do cattolico soggiacque alle più fu- di notte se ne fuggi in abito di
neste disavventure, e al più deplo- mercante ad Orvieto, avendogli Ben-
rabile saccheggiamento, che venne venuto Cellini, che dimorava nel
proseguito per due mesi. Appena castello, cucite le gioie de' pontifìcii
Clemente Yll intese l'avvicinamento triregni nelle di lui vesti, e in quel-
dell'inimico, pel mentovato corri- le del Cavalierino di lui famigliare.
dore passò in Castel s. Angelo, ove Dipoi il Cardinal Campeggi, legato
fu strettamente assediato, solìiendo- di Roma, costrinse 1' esercito impe-
yi le più gravi angustie, e miserie riale a partirne ai 17 febbraio i5a8,
1 ,

i86 CAS CAS


e Clemente VII vi fece ritorno sol- rentino Raffaele, figlio di Baccio da
tanto ai 6 ottobre. Montelupo, fece una statua di mar-
In Castel mentre vi
s. Angelo mo alta cinque braccia rappresentan-
dimorava il Pontefice, morirono due te l'Angelo s. Michele a similitudine
Cardinali: cioè ai i5 agosto iSi^, di quello, che apparve a s. Grego-
d'anni trentasei Ercole Rangoni, rio I, quando nella sommità del
nobile milanese, riguardato come castello lo vide rimettere la spada
l'amore, e la delizia del sagro Col- nella guaina, e fu collocato in cima
legio per cui ne fu pianta la mor- della torre quadra di mezzo, dove
te, e Francesco Armellini Medici, s' inalberava lo stendardo pontificio;
della famiglia Pantalassi di Perugia, e siccome fu fatto architetto del
che vi cessò di vivere d'anni cin- castello , seguendo la maniera di
quantotto nell'ottobre i52 7, pel do- Michelangelo, vi accomodò e decorò
lore di aver perduto nel saccheggio molte stanze con intagli di pietre e
quanto possedeva in Roma. Nel- mischi di diverse sorti nei cammini,
lo stesso castello, ad onta di tan- finestre e porte. Sotto il detto An-
te peripezie. Clemente VII, ai 2 gelo divisava Clemente VII di porre
novembre, tenne concistoro, facen- le statue de* sette vizi capitali, forse
dovi la sua seconda promozione dei per alludere, che illuogo non solo
seguenti otto Cardinali : Antonio è di difesa , ma di punizione pei
Sanseverino napoletano; Gio. Vin- rei, ma
sebbene li avesse fatti di-
cenzo Caraffa napoletano , Antonio segnare da Baccio Bandinelli, questa
Matteo Palmieri napoletano, Anto- idea non fu effettuata, come rac-
nio de Prat assente francese, Enri- conta il Bonanni tom. I, pag. i35,
co Cardona spagnuolo assente, già che d' altronde sarebbe riuscita di
s. Angelo, ad istan-
prefetto di Castel ornamento al castello.
za di Carlo V, Girolamo Grimaldi Giulio III, Ciocchi del Monte
genovese, Pirro Gonzaga di Manto- a' 24 giugno dell'anno santo i55o
va, cugino di Luigi, il quale dalla prese il solenne possesso nella basi-
prigione di Castel s. Angelo condusse lica lateranense, e poi coi Cardinali,
il Pontefice travestito in Orvieto, colla famiglia pontificia , ed altri,
e Sigismondo Pappacoda napoletano, ch'erano intervenuti alla cavalcata,
che per umiltà rinunziò la dignità. si recò in Castel s. Angelo ove ,

Avendo poi Clemente VII osser- pranzò, e si trattenne tutto il giorno


vato, mentre era assediato in questo e la notte. Prima di lui, anche
castello, che dalle due cappellette Leone X, nel i5i3, ritornando al
di marmo, erette nell' ingresso del Vaticano dal solenne possesso preso
ponte s. Angelo in. onore de' santi agli 1 1 aprile giunto che fu a
,

Pietro e Paolo, i soldati cogli ar- ponte s. Angelo, licenziò i Cardinali,


chibugi ammazzavano chiunque si entrò nel castello , e vi rimase a
affacciasse alle mura del castello, dormire la notte, come attesta Pa-
ritirandosi in esse prontamente, le ride de Grassis, Ada Coerein. pag.
fece subito demolire, e poscia in 382. Angelo Massarelli , parlando
vece vi eresse due basamenti colle di Paolo IV, Caraffa, nel suo Dia-
statue dei medesimi principi degli rio, dice che partendo dal Vaticano,
apostoli. Nel medesimo pontificato di lunedi 3 giugno i555, per passare
Clemente VII, il celebre scultore fìo- al palazzo di s. Marco, ad evitare
^

CAS CAS i8r


i gran caldi dell'estate e per como- tre pontificah di Natale, di Pasqua,
do della curia, andò in Castel s. di s. Pietro, nella vigilia del Corpus
Angelo, e vi dormii la notte, par- Domìni, o in occasione di qualche
tendone il giorno seguente. Si parla pontificale straordinario, dal mag-
poi nel Diario, scritto da Gio. Fran- giordomo, dal tesoriere, dal presi-
cesco Firmano, del possesso solenne, dente del mare, ossia dal prefetto
che ai 6 gennaio i56o, prese della di Castel s. xAngelo, o da altri da
basilica lateranense il Pontefice Pio loro deputati a farne le veci ( re-
IV, Medici^ che dopo in lettiga si candosi a Castel s. Angelo, e por-
fece portare nel Castel s. Angelo, tando ognuno la chiave ond' era
ove pranzò, succedendo molte salve chiuso il cassone di ferro in cui
d' artiglieria nell' ingresso e nella stavano riposti i triregni ) , si estrae-
partenza. vano coli' assistenza del gioielliere
Questo Papa non solo prese par- de' ss. palazzi apostolici, e si conse-
ticola!' cura dell' adiacente borgo, o gnavano a un cappellano segreto,
città Leonina, che volle fortificare, rogandosi T atto dell' estrazione e ,

ma cinse anche di solide mura il della consegna da un notaro di ca-


Castel s. Angelo, e in molte parti mera ,
dal quale coli' intervento dei
lo restaurò ed abbelfi, accrescendone medesimi soggetti, si rogava l'altro
le difese. Avendo fatto fabbricare atto, quando si riportavano nello
una porta poco lungi da questo stesso luogo dopo la funzione. Ezian-
forte , fu chiamata Porta Castello dio fino al termine del secolo XVIII
ma poi fu chiusa. in questo luogo, in una gran camera
Del Castel s. Angelo, siccome il rotonda eravi ,
1' importantissimo
luogo più sicuro di Roma, si servi- Archivio segreto di Castel s. Angelo
rono i Pontefici romani per custo- (Vedi), ch'ebbe principio, nel 1592,
dirvi le cose più preziose, il danaro, da Clemente Vili per suggerimento
i triregni, e gli archivi. Sisto V pel di Bartolomeo Cesi ( il quale fu
primo vi ripose un milione di scudi egualmente benemerito dello stabili-
d'oro nel i586, come si legge nella mento dell'archivio vaticano) poi
costituzione 4^5 ^d claviim^ de' 21 Cardinale, e che ne fu il primo
aprile, che in moneta corrente equi- prefetto.
valeva ad un milione seicento cin- Tale archivio, nel 1799, fu riu-
quantamila scudi; un altro milione nito a quello Vaticano. Giuseppe
di scudi d'oro vi pose nel iSSy, sic- Antonio Vitale, nelle Memorie dei
come risulta dalla costituzione 108, Tesorieri pag. 4?? (p^'' conciliare la
Anno superiore, emanata ai 6 no- verità di tale istituzione con l'espres-
vembre, ed un terzo ve lo pose nel sioni del breve di Leone X de' 18
i588, facendone testimonianza la co- settembre i5i5, diretto a Fihppo
stituzione 12 5, Etsiy de' 27 aprile, fìeroaldo, e citato da Tommaso In-
che in tutto formano cinque milioni ghirami nelle due sue Orazioni
e centocinquantamila scudi d'argen-» pubblicate dal Galletti pag. 12, al
to. V. Tesoro Pontificio. In Castel quale commise curani privilegiorum,
s. Angelo si custodirono altresì, sino et scripturarum i9, R. Ec., quce in
agli ultimi del secolo decorso, le arce nostra s. Angeli de Urbe re-
mitre preziose e i pontificii triregni posita siint j e che prima avea
( Fedi), che ne'giorni precedenti ai commessa allo stesso Inghirami )
i8S CAS CAS
dice, che ancora non vi era 8ta1)ìIito In oltre col bronzo delle travi del
un archivio formale e ben ordinato Pantheon vi fece fondere più di
di tutte le carte spettanti alla sede ottanta pezzi di artiglieria, come si

apostolica, e che quindi il Cesi fece vede neir iscrizione posta nel portico
a ciò determinare Clemente Vili e del menzionato tempio, cosicché rese
Paolo V, comprovandolo con l' au- il castello quasi inespugnabile, e di
torità deirOIdoino, il quale, nel tomo più, i644> il circondò
nell'anno
IV, pag. 267, asserisce, che Cle- di muraglie e bastioni, da
grosse
mente Vili Tabulariuni pontìjiciuni quella parte, che guarda la città
in arce Hadriani constkuil. Extat Leonina.
Card. Maphcei Barberini, qui ad Di poi altre fortificazioni, e be-
Petri soliuni evectus Urhamts Vili nefici i fecero in questo castello. Cle-
est noniinalus, epigramma ad Cle- mente X, Altieri, eletto nel 1670,
mentem Vili, de Tabulario ponti- ed Innocenzo XI, Odescalchi, che
ficio in arce Hadriana Leggesi . gli successe nel 1676. Innocenzo XII,
di fatti inter ej'us Poemataj Romae Pignatelli, malgrado le grandi spese
i635. da lui sostenute, morendo nel 1700,
Grandemente benemerito di que- lasciò un milione di scudi in Castel
sto forte fu Papa Urbano Vili, al- s. Angelo depositati.
lorché fortificò vari punti dello stato Esaltato al Pontificato, nel 1780,
nella guerra, che sostenne. Lo rin- Clemente XII, Corsini, dal Vaticano
novò in molte con opere di
parti fece condurre l'acqua nel Castel s.
difesa solidissime, nel 1628, e vi Angelo in vantaggio e comodo del
aggiunse il bastione, che si vede presidio , ed autorizzò il duca di
sopra il Tevere, restringendo da Palombara Zenobio Savelli, in quel
quel lato il corso delle acque, ed tempo castellano, ad erigere la nuo-
impedendo così gli effetti delle ec- va abitazione per sé, abitazione che
cessive inondazioni, come ne fa fede ancora serve a tal uopo. La fabbrica
la lapide, che trovasi infissa sul nondimeno non fu terminata se non
muro esterno, che chiude la cortina sotto il pontificato del di lui succes-
del castello, e che continua la strada sore Benedetto XIV, Lamberlini.
verso il Vaticano. Eccone il tenore : Il qual Pontefice pose in questo
forte i due milioni di scudi statigli
Urbanus FUI. Pont. Max.
inviati da Ferdinando VI re di Spa-
Propugna culum, duo hcec inter- gna, pel noto trattato. Nel i748>
cludens sub Pontificis fornice spatia. si recò quel Pontefice nel castello,
Inutiliter antiquitus fabricatum venendo ricevuto ai cancelli, in as-
solo cequavity senza del duca di Palombara vice-
Fluminis lapsu hac ex parte re- castellano, e di monsignor Santo-
serato buono, presidente del mare e pre-
Quod munitam magis arceni efficit, fetto di Castel s. Angelo, da mons.
Et exwidationes ingruentes coìiibet Maggi prò - commissaiio generale
Ne posteri provenientis hinc uti- delle armi, che gli presentò le chiavi
litatis della fortezza. Entrò nel forte in com-
Ignari secus quid moliantur, pagnia dei Cardinali Valenti segre-
Hoc voluit exlare documentuni. tario di stato, e Colonna, non che
Anno Doni. 1628. Ponti/. V. di monsig. Banchieii tesoriere gene-
CAS CAS 1B9
rale. Il Pontefice percorse molti dici milioni di franchi , onde col
luoghi del castello ,ed osservò il consenso del sagro Collegio ricorse
celebre archivio. Essendo poi mal- ai tesori depositati pei bisogni più
menata dal tempo, e dai fulmini la urgenti da Sisto V in Castel s. Ange-
statua di s. Michele arcangelo, ese- lo, stato opportunemente fortificato
guita in marmo da RatFaele da e provveduto di munizioni e vetto-
Montelupo, Benedetto XIV ne ordinò vaglie a tenore del pericolo, in cui
un modello colossale al fiammingo trovavasi Roma, già piena di emis-
Pietro Venschelfeld , e la fece fon- sari francesi. Ad onta de' suddetti
dere in bronzo dal valente gettatore sagrifìzi gl'invasori, nel 1797, mi-
Francesco Giardoni. Quindi , nel nacciavano di estendere le conqui-
1752, si portò alla fonderìa came- ste; e fu allora che Pio VI inviò
rale, ove era stata eseguita la fu- a Terracina tutto ciò, che di prezio-

sione, e benedì la statua, che poi so conservavasi in Castel s. Angelo,


fu collocata sulla sommità del ma- e munì di alquanta truppa i con-
schio di Castel s. Angelo ed è , fini Ro-
della limitrofa legazione di
quella, che tuttora si vede. Fu essa magna, sebbene invano. Dappoiché
scoperta nel medesimo anno quan- superata dai frai^cesi la fortezza di
do Benedetto XIV dal Quirinale, il Mantova, una divisione dell'armata
giorno della vigilia dei ss. Pietro e si rivolse verso lo sthto ecclesiastico,
Paolo, si recava al Vaticano pel ve- e battuta la poca truppa , che le
spero pontificale, ed allorché passava si oppose, giunse sino a Fuligno,
il ponte s. Angelo varie salve di onde fu costretto il Papa a chiede-
artiglieria accompagnavano quello re la pace, e spedire a Tolentino i

scoprimento. Benedetto XIV in altro plenipotenziari. Indi Pio VI, per la


giorno si recò al Castello, per rive- umiliante pace che, ai 2 3 febbraio,
dere r archivio segreto che avea , venne obbligato a stipulare in To-
fatto restaurare ed abbellire. lentino, credendo per essa cessato
Nel 1759, essendosi infranta la il pericolo della occupazione di Ro-

campana maggiore di Castel s. An- ma, fece retrocedere quanto avea


gelo fatta già da Alessandro VII,- mandato a Terracina, facendolo ri-
Clemente XIII, Rezzonico, la fece porre insieme ad altri effetti di va-
rifondere, e poi benedire da monsi- lore nel medesimo castello. Intanto
gnor patriarca Rossi vicegerente, non si mancò di tramar congiure
dedicandola alla beatissima Vergine, dai repubblicani francesi, e dai lo-
e ai principi degli apostoli protettori ro fautori per far iscoppiare la ri-
di Roma. voluzione nella capitale del cristia-
Rivoluzionata la Francia, e pro- nesimo. A tal effetto nella vigilia
mulgata la repubblica, armate fran- dei ss. Pietro e Paolo, ai 28 giugno,
cesi occuparono V Italia, e volendo- fu dato fuoco ad un sotterraneo
si impadronire dello stato pontifi- magazzino di polvere in Castel s.
cio, subito occuparono Bologna, Fer- Angelo, e saltò in aria un bastio-
rara e Faenza. Ad arrestare la mar- ne con grave spavento di tutti i
cia di tal esercito, Pio VI, nel romani, e colla morte di venti per-
1796, conchiuse un armistizio, fra sone, di sedici pericolosamente feri-
le durissime condizioni del quale te, oltre agl'immensi danni delle
vi fu quella del pagamento di tre- case px'ossime al forte, per cui in
1 90 CAS CAS
esso in quella sera, e nella seguen- per la prima volta sul Castel s. Ange-
te non potè aver luogo la consueta lo sventolare gli stendardi col suo
girandola. slemma gentilizio, o nuovamente con
Finalmente nulla potè arrestare quello della Chiesa. Passati pochi
i francesi, i quali colla legge del anni, anche Napoleone Ronaparte
più forte, ai io febbraio 1798, en- che, assunto all' impero, regolava
trarono in Roma per la porta An- colla sua possanza i destini della
gelica, e subito s'impossessarono di Europa, volle impadronirsi dei do-
Castel s. Angelo , che per precau- minii pontificii, per cui mentre ai
zione erasi fatto munire di vettova- 2 febbraio 1808, Pio VII assisteva
glie. Non avendo voluto il Papa op- alla funzione della cappella del qui-
porre resistenza, passò la guarni- rinale, la truppa francese invase o-
gione Pontifìcia nel convento di san- stilmente Roma, s' impossessò del
t' Agostino. Ai cinquecento france- forte s. Angelo, e ponendo innanzi
si entrati nel forte, si unirono al- al portone di detto palazzo otto pez-
tri mille e cinquecento comandati zi di cannoni, ai 6 luglio fece tra-
dal general Cervoni ^ e in pochi durre il Papa prigioniero; finché
giorni arrivarono a nove mila, seb- dopo cinque anni di gloriosa depor-
bene i commissari ed i fornitori tazione fra r universale tripudio
francesi li avessero denunziati per ritornò alla sua sede, li 24 maggio
sedici mila, ricevendo per altrettan- i8t4.
ti, senza scrupolo, le corrispondenti Prima di quest' epoca i napole-
razioni ed i foraggi dal governo tani guidati da Gioacchino Murai
pontificio. Tutto terminò colla de- aveano presa Roma, stringendo d*
tronizzazione , e col trasporto in assedio il Castel sant'Angelo, ma
Francia, di Pio VI, il che avven- per capitolazione de' francesi si evi-
ne 20 febbraio.
ai tò la rovina di Roma, dappoiché le
Dopo che
il venerando Pontefice sue artigHerie riuscirebbono funeste,
mori gloriosamente a Valenza li 29 e di estrema rovina a gran parte del-
agosto 1799, Roma, ai 28 del se- la città, mentre per la moderna
guente settembre, fu occupata dal- tattica militare, trovandosi isolato il

l' esercito napoletano, che dopo a- castello in sul piano, e domina-


Ter assediato il Castel s. Angelo, to dalle circostanti eminenze^ prin-
ne fece uscire i francesi. Intanto in cipalmente da quella di monte Ma-
Venezia essendosi uniti i Cardinali rio, non sarebbe atto a sostenere
in conclave, ai i3 marzo 1800, e- un violento attacco. Il governo prov-
lessero Pio VII. Sembrando se non visorio, stabihto da Murai alla es-
pacificata, almeno più sicura l'Ita- pulsione de' francesi, cessò subito
lia pei rovesci sofferti dai francesi, a[)pena giunse in Roma monsignor
il nuovo Pontefice inviò a Roma Agostino Rivarola, ora amplissimo
colla qualifica di legati a laterc i Cardinale, che ai io maggio 18 r4,
Cardinali Albani, Roverella, e della fece s. Angelo
inalberare sul Castel
Somaglia, che furono posti in do- il stendardo, in uno a
pontifìcio
minio della città dal general Nasel- quello della Chiesa Romana.
li, a nome del re Ferdinando IV, Sulle escavazioni poi , e scoperte
ed ai 3 luglio, giorno dell' ingresso fatte da ultimo nel pontificato di
di Pio VII nella capitale, si videro Leone XII, e verificate dal superior
CAS CAS iqi
governo , che le aveva autorizzale indicavano, che il piano n'era tutto
per mezzo dell'accademia di s. Luca ricoperto. Nei quattro lati dell'am-
e commissione di antichità, quindi bulacro rinvenne quattro trombi ni
celebrate dall'avv. Fea, dal cav. Po- di travertino che ai quattro lati
,

Ictti,non che dal Nibby, Roma antica, ognuno in forma piramidale pren-
t. II, pag. 5 1 7, 5 8, 1 sì sul sepolcro di devano aria dalla sommità dei mo-
Adriano e sì sulle sue vicende, affi- numento, e tramandavano una luce
ne di conoscere la controversa sua misteriosa all'interno della via spi-
costruzione interna, ebbe il vanto e rale , appunto ad imitazione delle
il merito di questa interessante sco- piramidi egiziane di cui parlammo.
perta il cav. Luigi Bavari, maggio- Questa via sembra averci additato
re ed aiutante allora del medesimo Teodorico di Niemo col nome di
castello. Mentre egli si occupava a parecchi cunicoli pliires meatis. Per-
conoscere la verità di sì magnifica corso r interno del monumento col-
costruzione, calò un dì entro un foro, la detta spirale, venne a conoscere

detto il trabocchetto, eguale alle vie che questa dava nel centro dello
interne delle piramidi di Egitto, che scalone moderno alla direzione di
forse Adriano inteHigente di archi- due abbandonate prigioni
orride, ed
tettura voleva imitare , ed osservò fino da qualche secolo, chiamate le
una volta superba di travertini, e di due gemelle. La fece egli subito de-
pareti simili con molti rivestimenti molire, e ne ottenne la bella came-
di giallo antico. Era questo un gran- ra sepolcrale o sacrario costrutta di
de ingresso all'interno del mausoleo, bellissimi travertini e peperini , e
con una maestosa porta che cor- , con due luminari egualmente anti-
risponde precisamente dirimpetto al chi. La camera era tutta rivestita
ponte Elio. Incontro ad essa tro- di paonazzetto con tre bellissime
vò una magnifica nicchia anche di nicchie per collocarvi urne, e vuoisi
travertino ove era forse collocata
,
che in detta camera fosse rinvenu-
la statua colossale dell' imperatore, ta quella di porfido, la quale si tro-
e tuttociò vide ingombro di macerie va nella basilica lateranense, e ser-
fino a circa venti palmi di altezza. ve ora di monumento sepolcrale a
Facendo immediatamente spurgare, Clemente XII. In tal caso si potreb-
al lato destro rinvenne un arco an- be credere con molto fondamento,
tico ermeticamente murato, che gli che fosse quella medesima, la quale
diede indizio di continuazione di racchiudeva le ceneri dell'augusto
vuoto. Il fece aprire ed osservò trac- Adriano che alcuni opinarono, come
eie di volta laterizia e di pareti si- si disse più sopra, essere state depo-

mili ; ma neppur sei passi potè inol- ste nella pigna di bronzo tuttavolta :

trarsi , egualmente ripieno


essendo non si deve lacere che tale urna
di macerie d'ogni specie dal piano vuoisi piuttosto presa dal portico
alla sommità. Fece pur tutto al mo- del Pantheon Finalmente conti-
.

mento sgombrare, ed a misura, che se nuando la spira rinvenne il me-


,

ne toglieva l'ingombro, si percorreva desimo cavalier Bavari altra ca-


una via spirale eziandio d'opera la- mera antica dell' identica periferia
terizia , di cui niente più bello e delle camere soggette. Sopra di que-
più conservato si poteva desiderare. ste discoprì altre due camere ancora
Di tratto in tratto lastre di mobaico di minor periferia a volta perfetta-
^ ,

1^1 CAS CAS


niente rotonda, le quali terminava- dente , saltò in aria il laboratorio
no il monumento, e cos\ egli si tro- pirotecnico delle girandole, colla mor-
vò di aver tutto chiaramente spie- te di diverse persone. Il recinto del
galo. castello viene costituito dai grandi
Di questo celebre castello abbia- bastioni, e dalle mura,che sono ben di-
mo notizie da tutti gli altri autori, fesi, essendo coperte della convenien-
che desciissero la città di Roma, pcr- te artiglieria, i cui fuochi incrocian-
rocchè tutti illustrarono questo sto- dosi, possono impedire le scalate ,

rico rinomato edifizio. f^. Job.


e che si volessero
Di fronte tentare.
Gottlich Rose, Dissertatio acade- alla città e al ponte s. Angelo evvi
mica de Mole Hadriatia hodie Ca- una solida cortina con due cannoni
stelluni s. ^4 rigeli j Lipsine lysS; e obizi, per guardare la testa del pon-
l'abbate Francesco Valesio , Disser- te s. Angelo; mentre è protetto l' in-
tazione del Castello s. Angelo, che gresso da cancelli di ferro, e da una
il Venuti nel suo libro delle meda- doppia catena, cioè dal lato che guar-
glie pontificie, p. 44) dice si conser- da la via di borgo, che viene abbassa-
vasse manoscritto presso il Pontefi- ta nel passaggio del sovrano Pontefi-
ce Benedetto XIV. ce, dal comandante del castello il

quale suol ivi trovarsi, massime nelle


pubbliche sortite. I ponti levatoi
Altre notizie sul Castel s. Angelo
della porta principale, e del maschio
di Roma ,
suo presidio a guar-
rendono il forte più sicuro. Que-
nigione, nonché della rinomata gi-
sti ponti dividono le opere esterne,
randola, con altre particolarità
cosicché se il nemico giungesse ad
die riguardano il Castello.
impossessarsi della cortina, trovereb-
be una divisione tra questa, i ba-
Ridotto ilmausoleo di Adriano, co- loardi, la piazza d'armi e il maschio,
me già si è detto, dai sovrani Pon- il quale è separato da tutte le opere
tefici a fortezza in propria difesa, e esterne per mezzo d'uno di essi. Il

per contenere la città di Roma , e ponte detto del Soccorso, serve al bi-
per loro asilo in caso di bisogno, sogno per ricevere i rinforzi ed aiuti
secondo i principi! dell'architettura dai difensori del castello, e necessari
militare lo munirono di cannoni , e alla piazza arme, che ha le sue
d'
principalmente sonoi quattro baloar- sortite verso lacampagna. Evvi una
di angolari, che si chiamano col nome porta segreta, che conduce alla gran
degli evangehsti. Conquesti si possono fossa, nella quale in caso di bisogno
impedire gli assalti dalle parti della si può intromettere l'acqua del Te-
campagna, e della città. Al basso e vere , e cingere con essa le mura
sotto i detti baloardi trovasi una del forte. Dopo di essa vengono le
vasta piazza di armi, che talora serve opere esteriori di Urbano Vili
alle evoluzioni militari , con diverse Barberini j gli spalti e le contro-
caserme, e due bagni pei servi di pena. scarpe.
Quivi sono magazzini, che un tem- Nel pontificato di Pio IV, Medi-
po custodivano la polvere, ma dopo ci, summentovato, sull'antico corni-
1' esplosione suaccennata, se ne con- cione del mausoleo, venne edificato
serva poca quantità, molto piti dac- un giretto coperto, o braccio di ca-
ché nel 1829 per un infausto acci- mere , metà del quale è destinato
,,

CAS CAS 193


alla custodia delle persone detenute zione del precetto ecclesiastico. Dal-
con maggior riguardo in dieci ca- la lapide ivi esistente si rileva, che

mere : ne ha il cortile deirolio


otto il vice castellano Giuseppe Ginetti
in cui vi sono vasi per riporvelo; patrizio di Velletri, v' istituì una
ed all' intorno di quel cortile vi sono cappellania nel 1 640 ; ma diminuito
alcune prigioni. Dalla sala di (jiulio il fondo, vi provvide il regnante
Romano, così detta dalle pitture colle Ponteficead istanza dell' odierno
quali da quel pittore si è adornata, comandante , acciò ogni giorno vi si

sì passa alle segrete superiori sotto celebrasse la messa. Vi sono inoltre


1' Angelo, e ad altre prigioni. L'al- nel forte altre due cappelle , nelle
tra metà del menzionato giretto quali nei dì festivi si celebra il santo
viene abitata dagli inservienti. Pri- sagri fizio per la guarnigione, e per
ma era vi l'abitazione nel forte per le famiglie che vi abitano. Tali cap-
cento famiglie, e gran magazzini pelle sono ufficiate dai cappellani
per qualunque provvigione. Sonovi militari : una è dedicata al ss. Sal-
ini arsenale per la costruzione degli vatore per comodo della guardia
affusti di cannone, una sala per cu- dei cancelli , e l' altra nella piazza
stodire le armi da fuoco delle , d' armi, sotto l' invocazione di Maria
quali ve ne sono per armare due santissima del Rosario, per comodo
mila uomini. Anticamente im lo- delle famiglie dei militari, che ivi

cale conteneva sei mila armamen- abitano. In questa ultima il mede-


ti, fra' quali si vedeva quello del simo Papa regnante Gregorio XVI,
contestabile di Borbone. Il loggiato, nel i838, approvò la CongregaziO'
che guarda il ponte , dà l' ingresso ne Castrense o primaria militare,
alla casa del castellano, ove si os- sotto la protezione della stessa b.
serva un gran salone fregiato dei Vergine del Rosario, e di s. Ignazio,
superbi dipinti di Pierino Bonac- protettore de' militari , istituita a
corsi , detto del Vaga , scolare di vantaggio spirituale de' soldati, e del-
Raflaele di Urbino. Molti Papi l'a- le loro famiglie, per opera degli a-
doinarono con bellissime pitture, lunni missionari del collegio Urba-
stucchi e dorature, massime Paolo no di Propaganda , sotto la dire-
IV, per cui SI vasta e magnifica sa- zione del loro p. rettore religioso
la viene chiamata Paolina. Nella della compagnia di Gesù , con in-
loggia della parte opposta si vedo- dulgenza concessa dal lodato Pon-
no alcuni stucchi eseguiti sui dise- tefice per quelli che interverranno
gni di Raffaele da Montelupo, e sti- agli esercizi religiosi e cristiana istru-
mabili freschi (guasti però dalle in- zione , oltre un' annuale dotazione.
temperie ) di Girolamo Sicciolante Evvi eziandio in questo forte un
da vSermoneta. Sotto al loggiato, dal- altra cappella nel bagno de' forzati,
la parte del ponte, vi è una grazio- sotto la direzione dei pp. gesuiti, i

sa cappella dedicata a Michele


s. quali vi adunano i servi di pena ,

Arcangelo, ove si tiene in venera- e fanno ai medesimi eseguire vari


zione la s. Pio
sedia diV, e si esercizi di pietà. Secondo alcuni
conserva Sagramento. Un cap-
il ss. fuvvi già nella sommità del castello
pellano nominato dal comandante edificata una piccola cappella, che
vi celebra la messa, che può essere si disse di s. Michele inter nubes^
ascoltata da chiunque in soddisfa- giacché questo luogo fu pur detto
vor. X. i3
,

i9i CAS CAS


Torre fra i cieli, monte di s. /angelo. porla che sulla cortina , e ai para-
E COSI tuttora si citiama la porla petti delle mura il coro de* musici
superiore del castello, e la cappella cantava , e i suonatori cogli stru-
appellasi chiesa di s. Angelo fino menti eseguivano bellissimi concerti,
at cielo per la grande allezzii di sì schierandosi nello stesso luogo il pre-
maestoso edifizio. Il p. Casimiro da sidio del forte, cogli uffiziaii, e col
Roma nelle sue Memorie, ec, dice vice castellano alla testa.
essere tal bellissima cappella stata La celebre Cristina regina di Sve-
eretta da Papa Nicolò ili, Orsini, zia, che venne in Roma sotto Ales-
del 1277, concedendovi un'indul- sandro VII , e vi morì nel 1 689
genza particolai-e , in memoria del- nel Pontificato d'Innocenzo XI, or-
l'Angelo comparso in tal sommità a dinò che nella gran ringhiera o log-
s. Gregorio I. ha pur in essa di- V gia di questa fortezza all' aurora di
pinto il miracoloso
avvenimento. alcune designate giornate si faces-
Altri però col Panciroli sono di pa- sero delle sinfonie militari con al-
rere, che la chiesa con tal deno- cune trombe, e con vari altri anti-
minazione sia slata fabbricata vi- chi strumenti da fiato , avendo la-
cino al castello , e che nel seco- sciati i fondi necessarii per questa
lo XVI sia stata trasferita in quel- memoria del suo buon gusto. Es-
la di sant'Angelo in Borgo, forse sa avea un animo virile e pieno
nel pontificato di Alessandro VI, o di coraggio , ed un giorno che si
più probabilmente sotto Pio IV, al- portò in castello , per suo diverti-
lorché per r ingrandimento delle mento tirò tre colpi di palla di can-
mura suo ingresso riu-
del forte , il none e ciò fece col celebre cannone
,

sciva alquanto incomodo. E il detto di forma ottangolare, di libbre sSgS


Pio IV per tale ampliazione fece detto la spinosa ,
per avere scolpita
demolire l'antica chiesa della Tras- la testa di tal animale. Era stato
pontina ( che stava ove ora si vede preso all'esercito di Borbone a Mon-
la grande fossa , ed erigere fece te Mario, per abbattere il castello.
)
la nuova che fu proseguita e quasi
, La regina diresse i colpi alla porta
compita dal successore s. Pio V. foderata di ferro di villa Medici sul
Fino al secolo decorso, la cappel- Pincio, e ne lasciò l'impronta.
la di Angelo aveva una
Castel s. Il presidio,o guarnigione di Ca-
riunione di musici o cantanti e il , stel s. Angelo, fino agli ultimi anni
loro capo denominavasi Soprastante del secolo decorso, era composto
alla musica di Castello. Di fatti il come dice il Lunadoro t. II, p. 272,
Cancellieri ne* Possessi de" Papi, nel del castellano o vice-castellano qual
descrivere le feste, che in tali occa^ primo ufficiale comandante, che avea
sioni faceva il forte, gli addobbi, con i suoi cancellieri, provveditori, fo-
cui si ornava, le salve di artiglierie rieri e custodi delle armi, varie
che si tiravano ,
gli stendardi ivi centinaia di soldati stipendiati, mi-
inalberati, ed altri segni di leti- lizie urbane privilegiate coi loro ca-
iia , particolarmente nel passaggio pitani, tenenti ed alfieri in difesa
che facevano per la cortina, e pel del forte, essendone prefetto un pre-
ponte, i sovrani Pontefici, per con- lato chierico di camera. Di fatti ne-
quisi dal Vaticano alla basilica la- gli antichi ruoli del palazzo aposto-
teranense a prendervi possesso, ri- lico, quali famigliari palatini, parte-
, ,

CAS CAS ^95


cipanti la porzione di pane, vitio ec, della quale danno annualmente sag-
sono notati il castellano , il vice-ca- gio de* loro progressi nello studio
stellano, il soprastante alla musica ed ottengono i competenti premi
il capitano , l' archivista ec. Sotto come già si è seguito ne' due ultimi
Pio IV si legge la particola Capi- anni. Chi bramasse una più estesa
tani e soldati di Castel s. Angelo notizia dei privilegi accordati all'an-
a spese di Nostro Signore, compagnia può consultare numero zidetta ,

ventuno a tutto vitto. Dai medesimi


Clemente XIT, Con- le costituzioni di

registri, e dalle note della dispensa firmatio privilegiorum a Roni. Pont,


delia cera per la festa della Purifì- concessorum Bambarderiìs in Àr-
B cazione, si legge che la fruivano, ol- ee s. t. XIII Bull. Rom. 299,
Angeli^
tre il castellano e vice castellano, il e di Clemente XIII Confinnatio ,

capitano, il provveditore, il custode privilegiorum alias concessorum hal-


dell'armeria, gli armaroli, soldati e listeriis Castri s. Angeli, die 26
officiali del maschio, soldati e offi- maii 1762.
ciali da basso, bombardieri, ec. In- Nonsi dee passare sotto silenzio,

torno a questi ultimi è anzi da sa- quanto fino agli ultimi del secolo de-
persi, che al servigio delle artiglie- prima della soppressione della
corso, e
rie della fortezza era addetta una compagnia dei bombardieri, è stato
compagnia di persone istruite nelle praticato col sommo Pontefice nel
manovre del cannone. di festivo della dedicazione di san
Della scuolao confraternita dei , Michele Arcangelo. Nelle ore pome-
bombardieri, nel i5g4} da istituita ridiane soleva uscire dal forte tutto
Clemente Vili, Aldobrandini, sotto il presidio militarmente coi suoi uf-
r invocazione di s. Barbara de' bom- fiziali, con cannoni , mortari ed ,

bardieri , in una cappella della chie- equipaggio, e recandosi marciando


sa di s. Maria in Traspontina , ne in colonna alla chiesa di s. Maria
fa memoria il Piazza, Opere pie di in Traspontina sua parrocchia, dal
Roma, p. 639. Essa divenne scuola p. sagrestano maggiore sulla porta
pegli studi teoretici di artiglieria; di essa, vestito di cotta e stola, ve-
e nelle stagioni opportune dava sag- niva benedetto con acqua santa. Il

gio pratico delle cognizioni, che avea vice -castellano entrava nella mede-
acquistato facendo le sue esperienze sima, e vi faceva breve orazione, e
e manovre col cannone in un prato poi si rimetteva alla testa della co-
fuori di porta Angelica chiama- , lonna. Quindi, dietro preventive pre-
ta la Farnesina. Questa scuola fu ghiere del medesimo vice-castella-
sempre assai protetta , migliorata no, passava il presidio nel cortile
e privilegiata dai Pontefici ,
preci- del palazzo abitato dal Pontefice, e
puamente da Alessandro VII Cle- , dopo essersi schierato per suo co-
mente X, Innocenzo XII, Benedetto mando in ordinanza, riceveva dal
XIII, Clemente XII, Clemente XIII, Papa r apostolica benedizione. Que-
non che dall'attuale regnante Gre- sta ricevuta, usciva la colonna dal
gorio XVI. Disciolta la compagnia palazzo, e nella piazza sparava i

nelle vicende, che si successero, dal cannoni, i mortari , e la moschet-


1 798, ne assunse le funzioni il cor- teria o fucili, facendo altrettanto in
po dell'artiglieria di linea, il quale passare innanzi ai palazzi di mon-
ha la sua scuola teoretica, gli allievi signor tesoriere, e di monsignor so-
1 96 CAS CAS
praintendente della fortezza e del indicate epoche non si ha memoria

mare. Quando Benedetto XIII abi- di escrescenze del fiume così gravi,
tava al Vaticano, nel sito detto Tor sia perchè sono stati praticati dei
dt'ventiy benedi il presidio da una lavori per contenere le acque, e aprir
finestra. Nel 1758, stante l'intem- loro un passaggio più ampio, affinchè
perie de* tempi, il presidio si recò possano imboccare nel mare, ovvero
a prendere la benedizione da Cle- perchè lo scioglimento delle nevi del-
mente XIII nel giorno della festa le vicine montagne non è stato im-
di s. Barbara, ai 4 dicembre, anzi provviso come talora accadde, ma
perchè essa è protettrice de' bom- più lento, e non accompagnato dalle
bardieri, per l'avvenire fu stabilita pioggie dirotte. Nel 1 8o5 però fuvvi
in tal giorno una
costuman- simile una straordinaria inondazione nei
za. Tultavolta, nel 1760, partendo primi giorni di febbiaio, ma non si
Clemente XIII ai 27 settembre per potè paragonare a quella degli anni
Castel Gandolfo, il presidio di Ca- sopra notati. In qualsiasi escrescenza
stello si portò due giorni avanti nel per altro, benché poco rimarcabile, i

cortile del Quirinale, e nel 1765 vi sotterranei della fortezza vengono


si recò invece agli 8 maggio, gior- inondati egualmente che i sotterra-
no sagro all'apparizione dello stesso nei delle case della città, e talvolta,
s. Arcangelo, speciale protettore di benché di rado, lo sono anche la piazza
santa Chiesa e del castello. di armi e i pianterreni dei fabbii-
Più volte nei passati tempi il Ca- cati, che la circondano. Parlando il

stel s. Angelo è stato soggetto a Pascoli nel suo Tevere , pag. 17,
gravissime inondazioni , né si può delle cause che producono le inon-
dire, che ne vada esente ne' tempi dazioni, dice, che gli archi del pon-
correnti. Si notò già , che le fosse, te s. Angelo di sette che erano quan-
le quali lo circondano, possono al- do fu fatto fabbricare da Adriano,
l'occasione empiersi coli' acqua del sono ridotti a tre e mezzo, restan-
Tevere per mezzo delle saracinesche done parte sotto il bastione di Ca-
costruite ai due medesimo
lati del stello, e parte nell'opposta sponda.
castello. Si è ancora narrato, come Altri peraltro dicono che fossero
nell'anno 1628, il Papa Urbano cinque ; ora però sono tre grandi,
Vili procurasse di riparare l'ecces- e due piccoli.
siva escrescenza del fiume, affinchè È assai famosa la girandola, che
non penetrassero le acque nel recin- si fa in questo forte per la coro-
to della fortezza. Ciò non ostante nazione de' Pontefici ,
per gli anni-
si hanno le memorie della somma versari della coronazione medesima;
altezza, a cui in alcuni tempi giun- per la vigilia e festa dei principi
sero le acque. Si rilevano siffatte degli Apostoli, e per altre circostan-
memorie dalle lapidi, che ancora si ze , come di venute de' sovrani in
leggono infisse sul baloardo s. Mat- Roma ec. Perciò non possiamo dis-
teo. Nel 1495, nel 1498, nel 1647, pensarci di qui far menzione di tal
nel 1660 le inondazioni furono tan- fuoco artificiale, che lascia sorpreso
to forti , che sommersero tutta la qualunque forestiere , e di cui lo
parte bassa delia fortezza, e giunse- stesso de la Lande, Foyage en
ro alla prodigiosa altezza, che vedesi Italie, pag. 544 ? confessa di non
segnata in cadauna lapide. Dopo le aver veduta cosa più bella in tal
CAS CAS 197
genere, massime parlando della pri- pre e con piacere è riveduto. Vuoi-
ma ed ultima scappata, composta, si, che il disegno della girandola
com'egli dice, di ^5oo razzi, che fosse immaginato da Michelangelo
partono tutti insieme e si spandono Bonarroti, e lo abbia perfezionato
circolarmente in forma di ventaglio. il cavai. Bernini, secondo il senti-
f^. Anniversario della Creazione, e mento di monsig. Onorato Gaetani,
Coronazione. il quale nelle sue pregievoli Osser-
La girandola adunque, o fuoco vazioni sulla Sicilia pag. 23, dice,
artificiale, s' incendia su questo ca- che inventò questo bel fuoco artifi-
stello negl' indicati
tempi , laddove zialead imitazion dei vulcani, e
non piaccia ai Papi, o 1' incostanza massime di quello diStrongoli, che
dell'atmosfera non obblighi a trasfe- vomita fiamme a guisa di razzi. 11
rir quella della coronazione ad altra Vasari , nel tom. Vili pag. 43, de-
epoca, e ciò si pratica alle ore due di scrive l'arte, che avea Nicolò detto
notte, al segnale che ne fa dare il Pon- il Tribolo, di far le girandole. Ber-
tefice dalla sua residenza. La stessa nardo Buontalenti, nato nel i536,
posizione isolata dell'edifizio, la forma ebbe il merito dell' invenzione dei
rotonda ed elevata del maschio che fuochi lavorati, che recò da Spagna,
domina tutto il castello, contribui- per cui si denominò delle Giran-
scono non poco alla bellezza ed dole. Quindi s' introdusse l'uso di
originalità dello Questo
spettacolo. farla anche in Castel s. Angelo, ed
consiste in un fuoco d'artificio com- era già cotanto celebre nel pontifi-
posto di vari pezzi, e di una brillante cato di Giulio III, creato nel i55o,
e sempre variala illuminazione, che che nell'appartamento fatto da lui
vagamente riflette sul sottoposto Te- edificare al Vaticano, presso quello
vere, secondo il disegno, che ne fa della contessa Matilde, fra le pitture
uno de' pili valenti architetti came- con cui r adornarono valenti pennel-
rali. Specialmente le due menzionate li, evvi l'esplosione della girandola.
scappate o eruzioni di razzi, che Nicolò Mahudel è autore d'una Dis-
hanno luogo nel principio e nel sertatioìi feux de
dell'Origine des
fine, che per la loro forma die-
e joje, dans le tom. II de V Histor.
dero a questo spettacolo il nome de VAccad. des Inscript. pag. 428.
di girandola, sono composte di molte Sui fuochi artifiziali di vari colori
migliaia di razzi, che lanciandosi in fatti coli' aria infiammabile da Dil-
aria con degradazione di numero, lier professore di piroctenia in Aix,
ma tutti ad un tempo, formano la è a vedersi V Antologia tom. XIV,
figura d'un gran ventaglio di fuoco, pag. 3o4- Racconta il Cancellieri,
che può dar 1' idea d' un grande nel suo Mercato pag. 21 3, che tra
vulcano. 11 tutto viene accompagnato le brillanti feste fatte dai Gesuiti
a giusta cadenza dal fragore e dai nel 1639, pel primo anno cente-
colpi del cannone, i quali sono ripe- nario della loro istituzione, nel di
tuti a giusti intervalli. Nondimeno dell'ottava a 4 ottobre, sulla piazza
quello, cheanche concorre a rendere della chiesa del Gesìi si spararono
piliimponente questo spettacolo, egli molti mortari, e in cima della cu-
è che può godersi in diversi punti pola di tal chiesa, si fece la giran-
elevati della città, e sebbene dai dola.
romani tante volte si ammiri, sem- La più antica menzione de'fuochi.
198 €AS CAS
e delle illuminazioni fatte nella città grandezze di Roma
Il Mucan- 1678.
tli Roma sotto i sovrani Pontefici, zio, presso Àcta Ccereni.
il Gattico,
si legge nel Diario di Antonio di pag. 4^^> ^^^^ che prima la giran-
Pietro, presso ilMuratori t. XXV, dola, e simili dimostrazioni di letizia,
pag. IO 17, ai 22 maggio i4io, per si facessero negli anniversari tanto
la notizia giuntavi dell' elezione se- della creazione, che della coronazio-
guita in Bologna di Giovanni XXIII; ne, ma che Sisto V, e Clemente
ma in qual tempo il Castel san- Vili, per parsimonia stabilirono si
t'Angelo abbia incominciato a cele- incendiasse solo per quello della co-
brare qualche straordinaria allegrez- ronazione. Finalmente, a' 28 giugno
za, si ha dalla descrizione del Vol- 1709, sulla sommità del maschio
terrano presso il citato Muratori, fu fatto pel predetto spettacolo il

tom. XXIII, pag. i35, cioè per palco di forma quadra, o quasi ret-
r anniversario della creazione, e co- tangolare, come si osserva tuttora,
ronazione di Sisto IV, dall' anno mentre prima era quasi triangolare.
14B1 in poi. JVel tempo poi di ciascuna girandola
Il Bonanni, Nuniis. Rom. Pont. si sparano da sessanta o ottanta
tom. I, dice, che fra le medaglie colpi di cannone, dandosi l' avviso
pontificie due se ne mostrano coK al mezzodì con quindici colpi.
l'epigrafe: Hilaritas Pontificia, e Riportiamo ora la tabella delle
con una botte ardente in segno di salve ordinarie e straordinarie, che
gioja. La prima fu coniata nel quinto si fanno dal Castel sant' Angelo,
anno del pontificato di Giulio III, nella lusinga che ciò non riuscirà
e r altra sotto Marcello II, che nel discaro, siccome collegato colle sagre
1 ^55y gli successe, quantunque que- funzioni, e altro relativo ai Papi e
st' ultimo ordinasse che fosse distri- Roma. Si sparono quattordici colpi
buito ai poveri il danaro, il quale si di cannone all' alba per le seguenti
spendeva pel fuoco artifiziale, e per festività e ricorrenze, cioè della Cir-
la illuminazione solita farsi in Castel concisione, Epifania, Annunziata, ss.

s. Angelo per l'esaltazione al ponti- Filippo e Giacomo siccome com-


ficato, nondimeno non avrà potu- protettori della città. Apparizione
to impedire al pubblico le consuete di san Michele Arcangelo , Ascen-
dimosti*azioni di gioja. Aggiungiamo sione, Pentecoste , santi Pietro e
in proposito col Novaes, che Mar- Paolo, Assunta, Dedicazione di san
cello II, agli 1 1 aprile, si fece coro- Michele, Ognissanti, santa Barba-
nare senza pompa e solennità, senza ra ( alla cui messa cantata con
nemmeno lo spaix) delle artiglierie divota pompa nella chiesa della
di Castel s. Angelo, perchè erano Traspontina si sparano cinquanta
piHJSsime le feste di Pasqua, e cre- colpi). Natale, ed anniversari del-
deva ciò non convenire alla scarsez- la creazione e coronazione del Pa-
za di danaro, in cui trovavasi il pa, e contemporaneamente s'inalbe-
pontificio erario. rano in tali giorni gli stendardi
una medaglia di Pio IV si
In pontifìcii. Queste sono le salve or-
vede il Castel s. Angelo incendiato dinarie : sonovi poi altre determina-
da' fuochi di artificio come in due , te salve, che si praticano nella cir-
rami della mole Adriana nelle Cose costanza delle solenni benedizioni,
muravigliose di Roma 1625, e nelle che dà il Sommo Pontefice : qua-
,

CAS CAS 199


ranta colpi sparano per quella del
si quarto. Ogni volta che il sovrano
giovedì santo, cinquanta per quella Pontefice parte da Roma, e che
di Pasqua di risurrezione, quaranta dorme fuori di essa, al ritorno si

per l'Ascensione, più ventiquattro se sparano trenta colpi, ricevendo av-


la comparte il Papa, a s. Giovanni in viso il forte dai combinati segnali.
Laterano al qual effetto si portava- Quando il Papa cavalcava formal-
no alcuni pezzi di cannoni, i quali mente, si davano quaranta canno-
situa \ ansi sulla piazza della basilica. nate, e quando con cavalcata pas-
Altrettanto si praticava per l'Assun- sava sotto la fortezza, oltre i detti
ta, e dove il Pontefice desse la be- colpi, se ne sparavano altri venti. Per
nedizione dalla loggia della basilica la creazione del novello Sommo Pon-
Liberiana. Ora però non costuman- tefice si danno cento uno colpi, e
dosi più di trasportare presso le altrettanti nel suo primo passaggio
dette basiliche i cannoni, gli spari sotto al castello. Pel dì della coro-
si simultaneamente da
eseguiscono nazione all' alba quattordici, e dopo
quelli del forte presso ben combi- seguita, e per la benedizione cin-
nati segnali , e si sparono qua- quanta. Pel di lui possesso alla ba-
ranta colpi per cadauna benedizio- silica lateranense, in tre salve, cen-
ne, meno quella solennissima di Pa- to uno, e nel medesimo giorno coi
squa, che ne ha dieci di più. Per cannoni di campagna sulla piazza di
le piocessioni del Corpus Doniini, s. Gio. in Laterano , in due salve

cioè per quella del Papa nella mat- cinquanta. 11 possesso del senatore
tina della festa, si sparano ottanta di Roma viene festeggiato con ven-
colpi, per quella di s. Spirito otto; tiquattro tiri. Facendosi Cardinale
dieci per quella di s. Maria in Tras- un fratello o nipote del Papa, o
pontiiia, e otto se ne sparavano per personaggio di sangue reale, al ter-
quella di s. Biagio, allorquando ce- mine del concistoro, vi sono trenta
lebravasi tal processione. Per quella colpi. Negli arrivi e nelle partenze
poi della festa di s. Anna, sedici da Roma di sovrani, il numero dei
cannonate. Nel sabbato santo al colpi è ad arbitrio, ovvero a secon*
Gloria in excelsis Deo, della cap- da delle istruzioni della segreteria di
pella pontificia, ossia allo sciogli- stato, e nelle ultime circostanze
mento delle campane, la salva è se ne tirarono cento uno. Al primo
di trenta colpi: per la vigilia della passaggio de' medesimi sovrani avan-
festa Gio. 13attista ad ore 24»
di s. ti il forte, si eseguisce la salva egual-
se ne sparano trenta, e venti nel di mente ad arbitrio; ma recentemen-
seguente nel punto che il console te ebbero luogo colpi sessantuno.
,

di Toscana esce in formalità dal Recandosi qualche sovrano a vede-


palazzo Aitovi ti per andare alla re il castello, non è prescritto il

prossima chiesa nazionale, e neces- numero. Allorché nel 18 19 vi si

sariamente passa per la piazza di recò l'imperatore d'Austria Fran-


ponte s. Angelo. Inoltre la fortezza cesco I, fu salutato colla salva reale
spaia colpi trenta alle ore 24 della di cent' uno colpi. Per la beatifica-
vigilia di Natale. zione solenne di qualche servo di
Neir anno santo tutte le salve Dio, se ne fanno ventiquattro, e cen-
delle artiglierie di Castel s. Angelo to per la canonizzazione d'un bea-
ordinarie, vengono aumentate d'uà to. Al passaggio innanzi alla for-
aoo CAS CAS
tezza d'un nuovo stendardo di al- strutta da Siila, in punizione di aver
cun santo, si tirano quaranta col- adottato il partito di Cajo Papio.
pi. Al Te Deiini per qualche vitto- Neir impero di Tito nell'anno
,
79
ria, o grazia ricevuta da Dio, ad dell'era cristiana, avvenne la vesu-
arbitrio; però nel 1682 per la li- viana eruzione ad inabissarla, insie-
berazione di Vienna dai turchi e , me a Pompeja ed Ercolano, e fu
pel 1720 per la vittoria riportata in questa circostanza che il celebre
dagli spagnuoli sui inoii colla presa Plinio, // vecchio, fu sepolto dalla
di Ceuta, eseguirono festevoli sal-
si cenere avvicinandosi troppo a con-
ve con duecento mortari, e quaran- siderare il tremendo fenomeno. In
ta cannoni. Finalmente pel funerale appresso si edificò l'attuale città, e
d' un sovrano morto in Roma, nel già nel dechnar del secolo V meri-
passare il cadavere avanti il castel- tò d'essere elevata a seggio vesco-
lo, suole eseguirsi una salva ad ar- vile. Dipoi,
a' 27 aprile 1799, i
JDitrio ; e nel 1 819 , nel passaggio francesi comandati da Macdonald vi
del cadavere della regina di Spa- sconfìssero le masse napoletane ap-
gna Maria Luisa, ebbero luogo set- poggiate dagl' inglesi ; ma nella se-
tantotto colpi di cannone. guente reazione i repubblicani si sal-
CASTELLA. Città vescovile di varono su navi, che li sbarcarono
Numidià nell'xifrica occidentale. Va- a Marsiglia, ciocché tornò a vantag-
rie furono le sedi episcopali sotto gio del re Ferdinando IV, e del
tale denominazione, come Castella Cardinal Ruffo suo ministro, andan-
nella Mauritiana Cesariana nell'A- do esenti dalla straniera influenza.
frica occi4entale , nella quale pure La sede vescovile, già detta Ca-
esistevano le seguenti cinque sedi : stellum Stabiense, vi fu fondata a-
Caslelliim Jabaritanum Media- _,
vanti l'anno 5oo, e divenne suffra-
niim, Minus, Ripense^ e Tetrapor- ganea della metropoli di Sorrento.
tiense. Inoltre nella Numidia vi fu La cattedrale da ultimo abbellita è
eziandio il vescovato di Castelluin dedicata all' Assunzione in cielo del-

Titulianum. la b. Vergine Maria. Il capitolo ha


CASTELLAMARE ( Castri ma- cinque dignità, prima delle quali è
ris ). con residenza vescovile
Città l'arcidiacono con quattordici canoni-
pel regno delle due Sicilie, della ci, che godono due prebende, dodi-

provincia di Napoli, capoluogo di ci beneficiati chiamati ebdomadari,


distretto e di cantone, con porto di con altri preti e chierici per l'uffi-
mare rinomato pei cantieri di co- ziatura. La cattedrale è anche cura
struzione. E posta questa città nel- parrocchiale, per cui vi si prepone
l'angolo meridionale di un seno for- un canonico eletto dal capitolo, ed
mato nel golfo di Napoli, dove il approvato dal vescovo. Nella città
$arno mette foce, e viene chiuso al poi vi sono altre sei parrocchie,
sud dal capo Orlando. Fino dall'an- convento di religiosi, monistero di
tichità sono celebri le sue acque ter- monache, conservatorio per le don-
mali, e fra i palazzi primeggia la zelle, non che quattro confraternite,
qasa di delizie del re. Castellamare, ospedale e seminario nell' oppido
q Caslel-a-mare dicesi fabbricata sul- Litteren.3 Liternunij o Torre di Pa-
le rovine di Stabiae, che soffri me- tria. Questo luogo fino dal sesto se-
morando eccidio, e fu presso che di- colo, fu sede vescovile, che nel i8i8
CVS CAS 201
venne sopprcb^^u da Pio VII colla dai sovrani Pontefici a personaggi
bolla De meliori, data quinto kakii- di loro piena fiducia. Di fatti per-
das juliij ed unita in perpetuo alla correndo tutta la storia delle vicen-
sede di Castellamaie. La mensa del de, alle quali andò soggetto nei pas-
vescovo ne' registri camerali è tassata satitempi questo castello, trovere-
in cento trentatre fiorini. mo frequentemente, che i Papi no-
CASTELLANETA ( Castellane- minarono a prefetti o castellani i
ien.). Città con residenza d' un ve- propri o nipoti, e talvolta
fratelli

scovo nel regno delle due Sicilie, de' Cardinali, o


prelati, o altri, del-
Castanìa, capoluogo di cantone, si- la cui fedeltà non potevano dubita-
tuata in vicinanza del Lielo, è più re. E siccome questi non risieden-
immediatamente bagnata dal fiume do stabilmente entro il medesimo
Talvo suo influente, nella provincia forte, non potevano attenderne alla
della terra d' Otranto. Verso l'anno difesa in occasione di bisogno, si

1080 fu assediata dal normanno creavano dagli stessi sommi Ponte-


duca Roberto. I principi suoi suc- fici i vice-castellani , eh' erano per-
cessori, che la dominarono le ac- , sone già dedicate alla professione
cordarono molti privilegi, e furono delle armi, e capaci di difenderlo
larghi in beneficarla. La sede epi- alle circostanze.
scopale vi fu eretta nel secolo XI, Attualmente, essendo stata abolita
ed è su (Fraga nea alla me tropo U di la carica di prefetto del castello, il

Taranto. Il Pontefice Pio VII, nel sovrano Pontefice ne concede il co-


18 18, col tenore della bolla, De mando ad un ufficiale benemerito
meliori, le unì la sede di Motula delle sue truppe di linea, il quale
(Vedi). La sua bella ed antica cat- per lo meno sia giunto al grado di
tedrale è dedicata a s. JXicoiò ar- colonnello, e di generale di brigata,
civescovo di Mira detto comune- , ed abbia dato saggio di sua intelli-
mente di Bari. 11 capitolo si com- genza e fedeltà. Porta il titolo di
pone di quattro dignità , di cui la comandante del forte s. Angelo,
prima è l'arcidiacono, con dodici ca- sebbene chiamisi ancora castellano,
nonici i quali fruiscono
, due pre- o vice-castellano.
bende otto ebdomadari chiamati
, I vice-castellani dipendevano an-
porzionariy oltre altri preti e chieri- ticamente da uno de' prelati chieri-
ci inservienti alla chiesa. 11 tesorie- ci di camera rivestito della quahtà
re, che è la terza dignità , aiutato di prefetto, o sopraintendente del Ca-
da due preti, è il parroco della cu- stello s. Angelo, e commissario del
ra esistente nella medesima catte- mare; carica che fu talvolta riuni-
drale, non essendovi altre parrocchie ta nel prelato tesoriere generale.
in città. Vi sono però due moni- Presentemente il vice-castellano, o
steri di monache, un ospedale, e un comandante del forte s. Angelo, è sot-
monte di pietà ec. La mensa è tas- to l'immediata dipendenza del Car-
sata in camera apostolica, di centot- dinal segretario di stato, e per quel-
lantacinque fiorini. lo, che riguarda la truppa del pre-
CASTELLANO del Castello .?. sidio,egli ne ha il superior coman-
angelo in Roma, L' importante uf- do, dipendentemente però dalla pre-
ficio di Castellano, o prefetto del sidenza delle armi; mentre è sog-
Castel s. Angelo, fu sempre affidato getto al prelato tesoriere generale
302 CA S CAS
per quello, che si riferisce ai servi no , e poco prima dell* ora della
«li pena, i quali sono rinchiusi e cappella della Circoncisione, monsi-
rnstoditi nel bagno esistente nel me- gnor commissario delle armi, mon-
desimo castello, dei quali è sopra- signor segietario di consulta, coti
intendente alla direzione e discipli- tutta r uffizialità a loro subordina-
na. Riguardo poi ai prevenuti po- ta, e il vice-castellano di Castel s.

o rei di gravi delitti, il co-


litici, Angelo si ritrovavano nell'anlicamera
mandante riceve gli ordini ed istru- di onore del palazzo ove risiedeva
yioni dal Cardinal segretario di sta- il Pontefice e nel passaggio che
,

lo, od in vece di lui dal prelato questi ivi faceva per recarsi ad as-
governatore di Roma direttore ge- sistere a detta cappella, il compli-
nerale di polizia. mentavano cogli augurii d' un felice
Il Lunadoro, Relazione del-
cav. principio, e proseguimento di anno.
la Corte di Roma y Bracciano 1646, I romani Pontefici usarono, e co-

jilla pag. 28, parla del castellano stumano tuttora, di nominare per
di Castello s. Angelo, del suo ono- mezzo di un breve apostolico i ca-
rario, e degli uffiziali subalterni ad- stellani, o prefetti, e i vice-castel-
detti al presidio del forte, e di altre lani, e tanto gli uni, che gli altri
cose,che il riguardano. Dalla mede- avevano 1' onorevole qualifica di fa-
sima opera ristampata in Roma col- migliari del Papa, e ne godevano i

le illustrazioni del celebre Zaccaria per lo che parteci-


relativi privilegi;
nel 1774} t- I^'
P- ^73, rilevasi pavano della così detta parte del
quanto qui trascriviamo. »» A dife- sagro palazzOj cioè pane, vino, ed
»» sa della città di Roma resta ar- altro , siccome risulta dai ruoli
y»malo il Castello s. Angelo, detto dell'archivio dei palazzi apostolici.
» la mole Adriana, per essere già II presidio della fortezza fu più o
» stato mausoleo dell' imperatore meno numeroso secondo le circo-
»> Adriano. In questo castello ri- stanze de' tempi, ed era sempre sot-
*> siede il solo castellano, qual pri- toposto al comando del vice-castel-
" mo uffiziale, e v'hanno pure i lano, come dicemmo di sopra. Di-
>* suoi cancellieri, provveditori, fo- versi Pontefici , fra'quah sopra tutti
« rieri e custodi delle armi, e più Urbano Vili, ne accrebbero special-
^» centinaia di soldati stipendiati. mente il quantitativo. In progresso di
w Un prelato chierico di camera è tempo la forza consueta della guar-
'» prefetto di questo castello, e pre- nigione fu stabilita in trecento uo-
*' siede alle accennate persone, col- mini di fanteria divisi in tre com-
»i la stessa autorità, che il commis- pagnie coi rispettivi uffiziali, oltre
*' sario del mare, dacché Benedetto una compagnia di bombardieri pel
>y XIV tolse al tesoriere tal cura, servigio delle artiglierie. Il Ponte-
w e perciò sopraintende alle fortez- fice Benedetto XIV però tolse dal
» ze ed alle torri delle spiaggie comando del prefetto, e del vice-
»' marittime, alle navi e galere castellano la detta compagnia, e di-
« pontificie dai coman-regolate chiarò che la loro giurisdizione non
>* ed uffiziali, che
danti, capitani si estendeva, non sopra que- se
^j tutti dipendono da lui". Qui gl' individui della medesima, i qua-

noi aggiungeremo, che fino agli ulti- li dovevano prestare un servigio


mi tempi, nel primo giorno dell' an- giornaliero nella fortezza. Tuttavol-
,

CAS CAS 2o3


la negli ultimi tempi dell' esistenza zio ; questo venne
privilegio però
di questa stessa compagaia, il vice- alcuni anni addietro comnuitato in
castellano uvea il diritto di nomi- un compenso, che gli dà in dana-
naine i componenti, e li forniva di ro r amministrazione della dogana
una patente, in virtù della quale del pesce. Gode ancora il vice-ca-
erano aggregati al detto piccolo cor- stellano la prerogativa di essere uno
po, e sebbene fossero stati suppliti de' quattordici deputati dell' arcicon-
nel servigio delle artiglierie dal reg- fraternita della pietà de' carcerati, e-
gimento de' cannonieri di linea, pui'e retta nella chiesa di s. Giovaimi
H
^i,

il vice-castellano esercitava su di es- della Pigna, e destinata al sollievo


si un comando disciplinare, ed ave- e soccorso dei reclusi nelle pubbli-
va a tal uopo un cancelliere a sol- che carceri; sodalizio, ch'ebbe il
do del governo, il quale era inca- suo principio nel pontificato di Gre-
ricato dell' esame della condotta dei gorio XI li, come si riferì all'arti-
medesimi, e delle processure, che per colo Arciconfraternìte, ove si enu-
avventura si doveano compilare. merano i privilegi, di cui fu insi-
Ne facea egli la relazione al predet- gnito. Esercita quindi il vice-castel-
to vice-castellano, che ne decretava lano nella qualifica di deputato, que-
le punizioni all' occorrenza. gli uffici, che gli vengono affidati
La giurisdizione civile del vice- dalla medesima a
a rcicon fraternità,
castellano si estendeva nei tempi ad- disimpegno delle sue attribuzioni.
dietro sino alle due piazze del pon- L'antico onorario del vice-castel-
te Angelo, e del Fontanone di
s. lano era di scudi ottanta mensili
Borgo, ed aveva autorità di giudi- in oggi però riceve lo stipendio cor-
care e punire i delitti, che si com- rispondente al grado, che ha nella
mettevano nel tratto di strada fra truppa di hnea. Gode l' uso e il

le due piazze. A tal effetto si vede- frutto dei piccoli giardini e prate-
va esposto nel muro esterno del rie comprese nel circondario del fol-
baloardo incontro al ponte V istro- te, nel quale eravi una copiosa pian-
mento per applicare ai rei il sup- tagione di olmi, che nelle passate
plizio della corda, già abolito nella ultime vicende è stata distrutta. A-
moderna legislazione. Al presente veva ancora il diritto di esigere una
però se il vice castellano, o coman- piccola contribuzione nel passaggio
dante del forte, a garanzia dell' or- dei carri di carbone, legna da fuo-
dine pubblico e della tranquillità, co, frutti ed erbaggi pel ponte di
è indotto di far ari^stare chi cer- s. Angelo. In luogo di tal provento
deve poi tiasmet-
casse di turbarla, però, che non è più in uso, riceve
competenti tri-
tere gli arrestati ai un adeguato compenso dal pubblico
bunali, che procedono contro i col- erario. I proprietari , e conduttori
pevoli. Ha inoltre il vice-castellano delle barche e battelli, che vogliono
giurisdizione sul tratto del fiume pescare nel fiume pel suddetto tratto
Tevere, dal ponte Milvio o Molle, della giurisdizione del vice-castella-
al cosi detto sasso di Salviati, e può no, debbono anch'essi riportarne la
farvi pescare a suo conto, o dare licenza di lui. 11 cappellano, che a-
il permesso di pescarvi. Poteva ezian- dempiva gli obblighi della cappel-
dio far vendere il pesce nella piaz- lania istituita dal vice-castellano Gin-
za del ponte, senza pagarne il du- netti, è in obbligo eziandio di lare le
ao4 CA S CAS
funzioni di segretario, se il comandan- stro per distinzione una fascia di

te ne ha bisogno. La disciplina dei de- color giallo col numero progressivo


tenuti nelle prigioni dipende, come da I lino al 12, e sono incaricati
dicemmo, totalmente dal vice-castel- di mantenere netti tutti gli anditi
lano, che nei casi di qualche im- della fortezza. Ha inoltre il vice-
portanza riceve le analoghe istru- castellano il diritto di accordare il

zioni dal Cardinal segretario di stato, permesso a quei venditori di com-


e da monsignor governatore di llo- mestibili, che si vogliono fissare sul-
ma. Era nei tempi passati stabilita le due piazze del ponte, e Fonta no-

nella fortezza un' ofììcina ad uso di ne di Borgo, per la vendita dei ge-
spezieria, e il vice-castellano avea neri loro.
il diritto di far distribuire agi' in- Dicemmo già, che i vice-castella-
fermi i medicinali convenienti. Ora ni, o comandanti del forte s. An-
però, quantunque vi si conservino gelo, sono sempre nominati dal Som-
gli utensili vi sono
occorrenti, non mo Pontefice mediante un breve
,

che pochi medicinali per un im- apostolico, ed aggiungiamo, che il


provviso bisogno, i quali vengono tenore di questo è di somma impor-
custoditi da un professore di chi- tanza. Poiché, dopo avere con esso
rurgia, che risiede nei forte per es- il Papa dichiarato il vice-castellano
ser pronto ad ogni bisogno. Oltre prefetto del castello, per continuare
il chirurgo, il superior governo sti- nel comando a beneplacito suo e
pendia un professore di medicina, della Santa Sede , concedendogli i

che viene chiamato ad ogni urgen- soliti onori, distinzioni e prerogative


za, ed assume la cura dei detenuti tanto sul carcere, quanto sul co-
infermi. Inoltre pei servi di pena mando, direzione ed economia della
vi sono altri professori pagati dal fortezza, gli prescrive di prestare il

pubblico erario. consueto giuramento nelle mani del


Fra gli obblighi del vice-castel- Cardinale camerlengo di Santa Ro-
lano evvi quello di far ispargere mana Chiesa. Tuttavolta tal giura-
l'arena sul ponte s. Angelo, e nella mento si presta dal vice-castellano,
via sottopposta alla cortina, nei gior- o comandante del forte s. Angelo,
ni piti solenni dell' anno , ne' quali a piedi dello stesso Papa, il quale
si celebrano le cappelle pontifìcie al destina il giorno, in cui si degnerà
Vaticano; e generalmente in quei di riceverlo. Si reca allora il me-
giorni , ne' quali s' inalberano gli desimo vice-castellano all'udienza del
stendardi pontificii , e quando cade Papa, e vi è introdotto dal prelato
la neve, per evitare le cadute dei presidente dell'armi. Postosi in ginoc-
cavalli. Similmente è a cura del chio, e baciato il piede, legge a vo-
vice- castellano la polizia del mede- ce intelligibile formula del giu-
la
simo ponte, e dell'adjacente strada ramento, che è in idioma latino, la
sotto la cortina, che si eseguisce da quale in sostanza contiene la pro-
alcuni servi di pena di limitata con- messa al glorioso apostolo s. Pietro,
danna, i quali ricevono dal governo alla sede apostolica, al sovrano Pon-
un tenue compenso per tale incari- tefice , che Io ha nominato , ed ai
co. Questi sebbene vestiti cogl' in-
, suoi successori canonicamente elet-
dumenti stabiliti pei servi di pena ti, di esercitare con fedeltà il gra-

in generale, portano al braccio sini- ve incarico di custodire e difende-


,

CAS CAS 2o5


re il Castello s. Angelo col pre- dei chierici di camera, riscontra tut-
sidio affidatogli ; in sede vacante ad to ciò, che si contiene in Castel
istanza del sagro Collegio di conti- s.Angelo di proprietà della camera
nuare la stessa custodia, e quindi apostolica, per mezzo d'uno di detti

di consegnarlo al nuovo Pontefice prelati, che ne lascia la legale cu-


canonicamente eletto, conservandovi stodia alcomandante di esso.
la preesistente guarnigione e tutto Poche memorie istoriche si han-
l'arnaamento, con altro spettante alla no sopra i nomi de' primitivi pre-
reverenda camera apostolica, e che fetti^ o castellani del forte s. Angelo,
si ritrova nel castello. Promette inol- onde ci limiteremo a riportare quel-

tre, che quante volte per parte del le notizie, che ci fu dato rinvenire.

Papa regnante e de' suoi successori, Dicemmo già all'articolo Castello


o del sagro Collegio in sede vacan- s. Angelo (Vedi), che nelle invasio-

te, sarà richiesto di restituire, o con- ni dei popoli barbari del settentrio-
segnare ad altri il forte col presidio, ne, il mausoleo di Adriano ridotto

e tuttociò che gli appartiene senza ad una specie di fortezza, e fortifi-


ritenere cosa alcuna sotto qualun- cato secondo l' uso di que' tempi
que pretesto, lo eseguirà subito li- servi di asilo e di difesa ai romani
beramente. nelle diverse prese di Roma. Ma
Prestato il giuramento,
descritto non conosciamo i nomi di quelli, i

e ricevuta l' apostolica benedizione ,


quali comandavano la forza militare,
il vice-castellano ritira dal prelato che lo difendeva. Si sa, è vero, che

maestro camera pontificio il cer-


di Teodori co re de' goti divenuto padro-
tificato di aver adempiuto il dovere ne dell' Italia e di Roma, vi teneva

ì del giuramento ed accompagnato


dal prelato presidente delle armi si
, un
cere,
presidio,
per cui prese
e se ne serviva di car-
il nome di Car^
reca nella fortezza, ove, alla presen- cere di Teodorico , ma
però s'igno-
za degli ufficiali della guarnigione, ra il nome di coloro, che ne avea-
riceve dal consegna
presidente la no custodia e il comando. E
la

delle chiavi della medesima, rogan- egualmente noto, che i greci oc-
dosi da un notaro capitolino l'atto cuparono, e dominarono in Italia,,
del possesso , dopo la lettura del e che gli esarchi di Ravenna vi
breve pontifìcio, col quale è nomi- esercitarono il comando ma dopo ;

nato air onorifico incarico. Lo stes- che i greci perdettero per sem-
so giuramento deve poi prestare il pre il dominio anche di questa par-
vece-castellano nel giorno in cui i te d'Italia, il castello venne in po-

Cardinali entrano in conclave al- , tere degli stessi romani, i quali avea-
lorché il sagro Collegio, adunatosi no rivendicata la propria libertà, ed
nella cappella dello scrutinio, riceve avevano dato il pieno dominio della
per mezzo del Cardinal decano il propria patria , del suo ducato ed
giuramento di sudditanza e fedeltà adiacenze ai Sommi Pontefici. Que-
da quei, che lo debbono fare, co- sti già si erano interposti presso gli

munque la prestazione del giura- imperatori greci in loro favore , e


mento del vice-castellano si esegui- ne aveano ottenuto dai medesimi
sca separatamente dagli altri. Non si non poche prerogative di giurisdi-
dee tacere che nella congregazione
, zione. Per altro, ad onta di ciò e
cui aduna il Cardinal camerlengo delle ampie concessioni riportate da-
,

!io6 CAS CAS


grirappralori fV oriente, i romnni 1389, Papa Bonifacio IX, Toma-
erano ben di freqiienle in discordia zelli, napoletano, egli seppe far ris-

fra loro, e regnavano nella città di- pettare ai romani la sua autorità
versi potenti ed opposti partili. Quin- sovrana , ed aflidò la custodia del
di la prima cura del partito più castello al suo fratello, o nipote An-
forte e preponderante era quella di tonio Tomazelli. Questi per altro
impossessarsi del castello, come luo- non mostrò fedele al successore
si

go più adatto per la difesa e offesa. Innocenzo VII, entrando nel partito
Nella oscurità pertanto dei fatti» av- di Ladislao re di Napoli, che aspi-
venuti nelle epoche anteiiori al de- rava al dominio di Roma e dell'Ita-
cimo secolo, possiamo assicurare, che lia. Sotto Eugenio IV che sedette ,

verso metà di la esso Crescenzio sulla veneranda cattedra di s. Pie-


aumentano n'ebbe il dominio per tro dal 143 1 al i447> ^^^ castel-
molti anni, come ricavasi dalle sto- lani si rammentano, il primo Bal-
rie contemporanee. Dopo la metà dassare Ausido, che seppe colla sua
del decimo secolo se ne impossessò accortezza e valore contenere l'au-
Cencio, o Cincio, figlio del prefetto dacia dei ribellati romani: il secon-
di Roma , e nel fine dello slesso do Antonio Ridio, il quale per or-
certo Ferrucchio. Nel XII secolo dine del Papa ariestò dopo una ,

avendo Arnaldo da Brescia eccilati forte lotta , il celebre Cardinal Vi-


nlla rivolta i romani e preleso di , telleschi mentre passava pel ponte
rinnovare l'antica repubblica, e to- s. Angelo. Nicolò V, nel primo ago-
gliere al Papa la sovranità di Ro- sto 144? j diede la castellania di
ma, Adriano IV, dopo di aver nel Castel Angelo colle paghe per
s.

I i55, creato Cardinale l'inglese Ro- sessanta uomini a Giacomo de No-


sone Rreakspeare suo nipote, temendo xeto di Luni, come riporta il chia-
ragionevolmente della fedeltà del rissimo Marini , ne' suoi Archiatri^
popolo, lo nominò prefetto, o cu- tomo II, pag. nota Zi. Ca-
i64:
stode della fortezza, e gliene affidò listo III della Borgia di
famiglia
il comando. In tale qualifica il pre- Valenza in Ispagna, nominò il suo
detto Cardinale, allorquando dopo nipote Pietro duca di Spoleto, ge-
la morte dello zio, fu canonicamente, nerale delle armi pontificie, prefetto
a' 7 settembre ii5q, eletto a suc- di Roma, e castellano di Castel s. An-
cessore Alessandro 111 , ricovrò nel gelo: ma nontenendo esso buona
forte i Cardinali , che lo aveano condotta, e vedendo i Cardinali, che
esaltato per salvarli dal furore del- avvicinavasi il Papa al suo fine ,
l'antipapa Vittore IV, detto V, e diedero al castellano alcune migliaia
dei numerosi suoi partigiani. di scudi, affinchè evacuasse la fortezza
Allorché nel iSyy il Pontefice unitamente alle soldatesche Catala-
Gregorio XI riportò in Roma la ne, le quali la occupavano , locchè
sede Papale, pose nel Castel s. An- avvenne, come riferisce Antonino
s.

gelo un presidio di truppe fiancesi part. III, lib. II, cap. 16, nel mese
e un comandante della stessa nazio- di agosto del 14^^^- Quelle truppe
ne. Ma nel pontificato dell' imme- dovettero però molto soffrire nella
diato successore Urbano VI, tal mi- seguita sede vacante, perchè durante
lizia dovè abbandonarlo , e cederlo il pontificato del loro connazionale
ai romani. Divenuto quindi, nel aveano troppo abusato, e lo stesso
,

CAS CAS 207


castellano, dopo aver consegnato il agosto del i5o3 per morte di Ales-
castello, stimò bene di ritirarsi da sandro VI, il preftitto, o castellano
lioma, per non esporsi allo sdegno del fòrte Angelo, monsignor Mar-
s.

degli Orsini, ch'egli avea offesi. co dell'Ordine de' minori, e vescovo


Pio II, Piccolominij che successe di Sinigaglia, prestò il giuramento
a Calisto III , affidò la fortezza p\ di fedeltà ai Cardinali nella sagre-
suo nipote Antonio Piccolomini , il stia di s. Maria sopra
della chiesa
quale contrasse matrimonio con una Minerva ove fu decretato nel d'i
,

nipote di Ferdinando re di Napoli, seguente, che il conclave si farebbe


che gli portò in dote i feudi di nel castello per maggior sicurezza.
Amalfi e Cicona , e che trovavasi Ma cangiatisi poi di sentimento, fe-
in Celano allorché morì lo zio. Per cero i Cardinali ai 29 dello stesso
la qual cosa non avendo restituito mese avvisare il castellano, che nul-
P>
il forte al sagro Collegio ,
questo la rinnovasse. Abbiamo dal Burcar-
entrò in qualche sospetto , e decise do nella Storia dei conclavi, p. 119,
di celebrare il conclave nel conven- che il castellano giurò fedeltà avanti
to di Maria sopra Minerva loc-
s. , i Cardinali Santacroce, Medici, e Ce-
chè per altro non ebbe luogo, e sarini, i quali in cavalcata si reca-
fu celebrato al solito nel palazzo rono al castello , facendosi per lui
vaticano. Nel pontificato di Paolo responsabile l'ambasciatore di Spa-
li, eletto nel i4^4j furono castel- gna. Nel medesimo giorno, dal sud-
lani certo Albergati, ed un Rodrigo detto castellano, previa una sicuità
Sancio vescovo di Calahorra. Fu al di ventimila ducati, vennero liberati
primo data la custodia del famoso dalla detenzione che soflHvano l'udito-
Bartolomeo Platina il quale avea , re della camera, l'abbate Caetano,Ber-
sommamente offeso il Papa co' suoi nardino abbate di Alviano, Giaco-
P scritti : ma dopo
ceduto Sancio, cessarono
quattro mesi suc-
i duri trat-
mo
Quindi
di Saranello,
fece
ed un altro abbate*.
sapere lo stesso castel-
tamenti usatigli dal suo antecessore, lano al sagro Collegio, che non po-
e fu colmato di benigni riguardi, e teva acconsentire al progetto di fare
trattato con molta umanità. Sisto IV il conclave nel forte, perchè avea
creò castellano, o prefetto del ca- fatto giuramento di consegnarlo al
stello, Giovanni Giordano de Castro futuro Pontefice, il che voleva pun-

da Valenza uomo d' integerrimi


, tualmente eseguire.
costumi, e nel i479 ^^ elesse ve- Assunto nel i5i3 al pontificato
.scovo di Girgenti, mentre il concitta- Leone X fece castellano il vescovo
dino di lui Alessandro VI lo fece di Grosseto Raffaele Petrucci signo-
poi Cardinale nel i49^' Innocen- re principale di Siena , che poi nel
zo Vili, CibOj di Genova, invitò a i5i7 creò Cardinale, il quale nel
recarsi in Roma Battista Pinelli ge- solenne possesso preso da Leone X
novese, indi lo fece subito castella- della basilica lateranense , al ponte
no di Castel s. Angelo, poi arcive- di s. Angelo gli eresse un bellissimo
scovo di Cosenza a' io ottobre i49i> arco trionfale, descritto dal Cancel-
siccome riporta il citato Marini lieri ne' suoi Possessi a pag. 72.
tomo I, pag. 2 1 3, nota 6. Leggesi Adriano VI, che, sebbene assente
quindi nel diario presso il Gatlico, dal conclave, nel i52 2 fu ,
eletto
Jcta caeiem. pag. 432, che ai 21 successore a Leone X, nel recarsi
,, ,,

2o8 CAS CAS


dalla Spagna in Roma, condusse seco premo Pontificato PaoloV, Borghese,
Enrico dei duchi di Cardona, spa- nel i6o5, fece prefetto del forte il
gnuolo, arcivescovo di Monreale, e proprio fratello Gio. Battista Bor-
uomo di straordinaria virtù , cele- ghese. Il citato Cancellieri racconta
brato qual degno di eterna memo- ne* menzionali Possessi a pag. 1 74»

ria. Quindi il dichiarò prefetto di che in quello pigliato da Paolo V,


Castel s. Angelo: ed in progresso appresso i conservatori di Roma ca-
mentre trovavasi nella sua diocesi valcavano i fratelli di sua Santità
ed essendo il Pontefice Clemente cioè Francesco , capitano generale
VII, nel 15^7, assediato in Castel della guardia di sua Beatitudine, e
s. Angelo, fu da quel Pontefice crea- governatore di Borgo, e Gio. Batti-
to Cardinale. In tal tempo era ca- sta castellano di Castel s. Angelo
stellanomonsignor Giulio de Medici tra' quali cavalcava 1'
ambasciatore
parente del Papa, il quale lo do- di Savoia.
vette acremente rimproverare per Nel Pontificato di Urbano Vili,
aver trovato il forte sprovvisto di Barberini, ottenne la caste! la nia il

tutto, allorché vi si ritirò per evi- patrizio velletrano Giuseppe Ginnetti,


tare le prime furie dell* esercito del fratello del celebre Cardinal Marzio
viceré di Napoli d. Ugo Moncada. vicario di Roma sotto cinque Papi,
Paolo III, Farnese j dopo aver pre- e marchese di Ropcagorga. Questi
posto alla presidenza della fortezza si rese molto benemerito del castel-
della città di Perugia da lui stesso lo, per avere istituita, e dotata una
edificata, Tiberio Crispi, romano, cappellania nella cappella del ca-
suo stretto congiunto, uomo adorno stellano, dedicata all'arcangelo s. Mi-
di molte belle doti, lo destinò al- chele dando a' successori suoi la fa-
tresì alla prefettura di Castel s. An- coltà di nominare il cappellano. Il

gelo, e nel i544 'o fece Cardinale. Pontefice Innocenzo X, Paìnphilj\


Il Papa Urbano VII, eletto nel 1590, dichiarò nel iGjS governatore di
conferì il governo e il comando del Castel s. Angelo il marchese An-
forte al suo nipote Mario Mellini drea Giustiniani, principe di Bassa-
proibendogli di accettare il titolo no, marito di una sua nipote. Ales-
di eccellenza proprio dei nipoti dei sandro VII, C/i7gr_, sanesCj nominò
Papi. Da Clemente Vili, asceso al nel i656, d. Mario suo fratello ge-
trono pontificio a' 3o gennaio 1592, nerale di s. Chiesa , e castellano.
fu fatto prefetto di Castel s. Ange- Clemente X, Altieri ,dopo avere
lo suo nipote Pietro Aldobrandi-
il adottato nella propria famiglia Ga-
ni, oriundo fiorentino, il quale os- spare Paluzzi degli Albertoni, che
servando che il presidio del forte avea sposato la di lui nipote, lo in-
era composto di soli soldati di fan- signi nel 1670 della carica di ge-
teria non aveva persone capaci
, e nerale di s. Chiesa, e di castellano.
di manovrare e servire le artigUe- Alessandro Vili, nel 1689, ^^"^^ ^^
rie, e che nelle diverse circostanze suo nipote d. Marco Ottoboni gene-
di bisogno avea dovuto il governo rale delle galere pontificie, e go-
cercarne altrove, ottenne dallo zio la vernatore del castello. Nel 1721
formazione di una compagnia di Papa Innocenzo XIII confermò in
bombardieri col rispettivo capitano, vice-castellano certo Olivieri, fratello
e cogli uffiziali. Assunto poscia al su- del Cardinale di tal cognome, am-
, ,,

CAS CAS 209


bediie congiunti del predecessore impugnata in una mano, e nell'al-
Clemente XI. Nel pontificato di Cle- tra il bastone di comando.
mente XI f, Corsini, e precisamente Nel numero 7656 dell'anno 1766
nel 1780, fu vice-castellano il duca si accenna la morte del bali Papi-
di Palombara Zenobio Savelli. Suc- rio Bussi vice-castellano, e si racconta,
cessivamente enumerano fra vi-
si i che il cadavere di lui fu esposto
ce castellani un bafi Ricci
- e un , nella sala paolina del castello , as-
commendatore d. Marco Ottoboni sistendo alle esequie i cavalieri ge-
ai tempi in cui regnava Pio VI. rosolimitani di lui confratelli. Al fi-

Nella restaurazione poi del governo ne delle esequie ebbe luogo lo spa-

Pontificio, dopo le vicende avvenu- ro del cannone. NegH ultimi tempi,


te sul fine dell'ultimo ebbe secolo, il cadavere del general Colli coman-

il comando del forte s. Angelo il , dante del castello , fu consegnato


generale di brigata Francesco di Pao- formalmente ad un officiale coman-
la Colli, e dopo la di lui morte, dante un picchetto di granatieri, e
il suo figlio Angelo Colli , coman- venne scortato con divota pompa al-
dante il corpo dei cannonieri. Po- la chiesa, seguito e preceduto da
steriormente, restituito lo stato ec- tutta la guarnigione della città,
clesiastico al legittimo sovrano Pon- la quale nella seguente mattina si

tefice Pio VII, questi elesse per co- radunò innanzi la detta chiesa , e
mandante del forte s. Angelo, nel fece le consuete tre scariche di fu-
1 8 barone Carlo Ancajani ge-
I 5, il cile nel tempo della messa di re-
nerale di brigata cui il regnante , quie, che fu cantala.
Gregorio XVI diede per successore CASTELLAR Giovanni, Cardina-
nel 1837 il commendatore Ottavia- le, Giovanni Castellar nacque nel
no Zamboni, ed avendo poi questi i44^ dalla nobile famiglia di Castella,
data la sua rinunzia, lo stesso Pon- nella diocesi di Valenza. Era consan-
tefice nominò il conte Domenico guineo ad Alessandro VI , canonico
Benti voglio generale di brigata , al prima quindi
di Siviglia, poi di Napoli,
quale nel mese di febbraio 1839 fu di Burgos, governator Perugia di
sostituito il commendatore Filippo nel 1493 arcivescovo di Trani, nel
cav. Contini, parimenti generale di 1497 di Oleron neh' Aquitania; fi-
brigata, che tuttora ritiene il co- nalmente ai 3i maggio del i5o3
mando di questa sì rinomata fortezza. Alessandro VI onorò della sacra
l'

I Diarii di Roma hanno talvolta porpora col titolo di s. Maria in


descritta la pompa funebre, che si Trastevere. Dipoi fu trasferito alla
celebra nella morte di qualche vice- chiesa di Monreale in Sicilia, della
castellano. Quello del 1718 al nu- quale, per le strettezze dei tempi
mero i52 riporta, che il cadavei'e non potè conseguire le bolle ne da
del vice-castellano Origo fu traspor- Alessandro VI, né da Pio III, che gli

tato, vestito di sacco da confrate successe, ma solamente da Giulio II.

nella chiesa di s. Marcello senza Passato dipoi da Roma a Napoli, e


pompa militare, ma che nella se- di qua nella Spagna, mori a Va-
guente mattina fu esposto sopra un lenza nel i5o5 di sessantatre anni,
alto letto funebre, coperto di ar- e trenta mesi di Cardinalato , ed
matura di ferro , con elmo in testa ebbe la tomba de' suoi antenati nel
sormontato da piume, colla spada convento de'romitani.
VOL. X. 14
,

aio CAS CAS


CASTELL ARAGONESE, o Ca- mossi, nel 1767, Castel Sardo. La
stel Sardo (Castrum Aragonense). sede vescovile poi d'Anipurias, che
Città vescovile dell' isola di Sarde- in progresso era stala trasferita a
gna, forte con porto di mare sulla Terra nuova, da ultimo fu dal Papa
costa settentrionale della divisione regnante, nel 1889, stabilita nella
punta orientnle
di Sassari, cioè sulla città di Tempio. L' antica chiesa
dei golfo Turritano. Essa è cinta cattedrale di Castel Sardo è dedi-
da vecchie mura , e da bastioni cata a s. Antonio abbate» Il capi-
mentre il suo porto la difende con tolo si compone della dignità del-
un fortino. Fabbricata verso il 1 2 o i l'arciprete, e di undici canonici con
dai genovesi, venne prima chiamata due prebende, non che di parecchi
Castel Genovese 3 e fu popolata di preti e chierici. Nella stessa catte-
liguri della casa Doria, sugli avanzi drale evvi la parrocchia, eh' è l'uni-
di Giuliola Ampurias. Indi passata ca della città, e che viene ammi-
la Sardegna, nel XIV secolo, sotto nistrata da un canonico approvato
il dominio de' re Aragonesi , il ca- dal vescovo con due preti ausi-
stello prese da questi il notf.e, per- liari. Vi ha eziandio un convento
chè fu la prima città, eh' essi occu- de* minori conventuah La tassa .

parono verso il i323. Commanville della mensa, secondo i registri ca-


dice, che nel i5o3 vi fu trasferita merali, e le proposizioni del con-
la sede vescovile di Ampurias (Vedi) cistoro, ascende a cento settantuno
istituita nel sesto secolo, e suffraga- fiorini.

nea della metropoli di Sassari. Il CASTELLENSE o CASTELLI,


vescovo vi risiedeva sei mesi dell'an- Adriano, Cardinale. Adriano Castel-
no. La chiesa cattedrale di Ampu- lense o Castelli nacque a Corneto
rias era T invocazione di san
sotto da buoni e doviziosi parenti, e per-
Pietro delle immagini, con arciprete ciò fu detto il Cardinal di Corne-
e otto canonici; ma attualmente to. Era assai eccellente nella lin-
non avvi che una piccola chiesa gua latina, nonché nella greca ed
denominata s. Pietro di Mare, sulla ebraica. Innocenzo Vili , conoscendo
spiaggia boreale. Nella invasione fran- la destrezza di lui nel maneggio
cese i52 7, sotto Francesco I,
del degli affari, lo spedi nunzio a paci-
re di Francia, e Carlo V impera- ficare i re di Scozia e d' Inghilterra.
tore, diretta dai capitani Renzo In appresso divenne accetto ad En-
Ursini di Ceri pel re, e da Andrea rico VII, il quale si prevalse del-
Doria celebre ammiraglio per T im- l' opera sua presso i Pontefici In*
peratore, Castel Aragonese fu valo- nocenzo Vili, ed Alessandro VL
rosamente difeso dai fratelli Manca Quindi fu nominato alla chiesa di

Baroni di Tiesi Sassaresi, che furono Herford, cui cangiò poscia con quel-
favoriti da una tempesta nel ribat- la di Bath e Velles unite, e fu
tere r assalto . Dipoi , nel secolo spedito nunzio in Francia a com-
XVIII, Filippo V re di Spagna ne porre le cose d' Italia. A nome del-
discacciò i tedeschi nella guerra di la santa Sede andò alla corte di

successione, finché divenuta dominio Parigi a condolersi della perdita di


della casa di Savoja, in uno al re- Carlo Vili, poi divenne segretario
gno di Sardegna, cambiò di nuovo delle lettere pontificie, e pressoché
il nome dal suo signore, e chia- arbitro dedi affari del Pontificalo ;
,

CAS CAS 21 T

fu clierico camera di tesoriere, e , CASTELLI Giuseppe Maria, Car-


da ultimo ai 3o maggio del i5o3, dinale. Giuseppe Maria Castelli nac-
Alessandro VI lo innalzò all' onor que a Milano da nobile famiglia
della porpora col titolo di s. Griso- a' 4 ottobre del lyoS, e fatti i

gono. Sebbene abbia seguito a Bo- suoi studii manifestò viva brama di
logna Giulio II, pure per certe di- dedicarsi al servigio della Santa Se-
spute avute col vescovo di Vigorne, de, ponendosi in prelatura. Avendo
ambasciatore del re d' Inghilterra, esercitate con zelo e lodevolmente
incontrò lo sdegno di Giulio, e ad diverse cariche, dopo essere stato
evitarne gli effetti, ricovrò presso il commendatore divennes. Spirito,
lago di Garda sui monti di Trento. promosso al Cardinalato da Clemen-
Morto Giulio, ed eletto Leone X, te XIII a' 24 settembre del 17 59
ritornò a Roma ove fu accolto ed col titolo presbiterale di s. Alessio.
onorato assai dal novello Pontefice. A cagione della reputazione che go-
Ma la congiura ordita dal Cardinal dette presso i Pontefici, fu aggrega-
Petrucci contro Leone, rovinò il to alle congregazioni cardinalizie del
Castellense; dappoiché essendo mossa s. offizio, del conciUo, di propagan-

contro di lui l'accusa, che fosse col- da, dell'esame de' vescovi, dell' indi-
pevole di tale delitto, venne condan- ce, della disciplina regolare, della
nato ad un' ammenda di 25 ooo visita apostolica, delle acque, e della
scudi d' oro, e temendo di peggio, correzione de' libri della chiesa orien-
fuggi da Roma nel giugno del iSiy, tale. Ed è perciò, che ricco di me-
e ricovrò a Venezia. Senonchè citato riti e di esperienza fu fatto prefetto
legalmente dal Pontefice dopo tem- generale della mentovata congrega-
po convenevole, e non comparso, si zione di Propaganda, laonde potè
dichiarò contumace, venne privato esercitare ovunque i suoi lumi, e
e spogliato d'ogni dignità, uffizio e l'ecclesiastico zelo da cui era anima-
benefizio , ne si sa come , e dove to. Fu protettore del collegio apo-
terminasse di vivere. Avea dato stolico de' sacerdoti a ponte Sisto
principio alla versione della divina della chiesa nazionale e arciconfra-
Scrittura, dall'ebreo in latino: a ternita de' ss. Ambrogio e Carlo dei
Carlo V dedicò un'opera latina, cui milanesi, dell'accademia teologica,
compose sui modi di parlare latina- delle città di Narni, Piperno, e Ci-
mente; ed un'altra ne compose in- vita-Castellana , e degli ospedali di
titolata La vera Filosofia^ ove rac- Perugia, Spoleto, Narni e Viterbo.
colse le sentenze de' quattro latini Mori a Roma H 9 aprile 1780, al-
dottori. A Roma non molto lungi tamente lodato per la sua pietà non
dal Vaticano e sulla piazza Scossa- comune, e straordinaria dottrina, e
cavalli fabbricò un palazzo, cui do- fu esposto nelle esequie, e sepolto
nò al re d' Inghilterra, e quindi fu secondo la sua testamentaria dispo-
posseduto dalla famiglia Giraud, ed sizione, nella detta chiesa de' ss. Am-
oggi è proprietà del principe d. Ales- brogio e Carlo al Corso.
sandro Torlonia. Da Girolamo Ferri CASTELLI Guido (de'), Cardina-
si ha De
rebus gestis et scriptis Ha- le, y. Celestino II.

driani Castellani Cardinalis , quo CASTELLUM TITULIANUM, o


imprimis auctore latinUas restituta, Castello Titulita. Sede episcopale
Faventiae 1771. di Numidia, nell'Africa occidentale,
,

a 15 CAS CAS
«ottoposlo a Cirta Giulia, metropoli vennero a fondare il regno di Leo-
del IV stxrolo. Not. Afr. ne (Fedi)f s' impadronirono subito
CASTELLUM MEDIANUM. Se- di questa provincia, ma essa non
de episcopale della Mauri liana Cesa- fu interamente riunita a questo re-
riaiia nell'Africa occidentale. Not. gno se non verso l'anno io85, sotto
Àfr. AHònso IV, re di Leone, e primo
CASTELLUM JABARITANUM. di Castiglia, figlio minore del re
Sede vescovile della Mauritiana Ce- Sancio I, fondatore della monarchia
sariana, nell'Africa occidentale. Not. Castigliana. Da quel tempo la nuova
Afr. segui i destini della vecchia Casti-
CASTELLUM TETRAPORTIEN- glia sino alla traslazione della sede
SE. Sede vescovile della Mauritiana della monarchia spagnuola nel suo
Cesariana, sotto la giurisdizione di seno. Confina colla Castiglia vecchia,
Giulia Cesarea , che fu eretta in con l'Aragona, Valenza, l'Andalu-
metropoli nel IV secolo, nell'Africa sia,Murcia, e l' Estremadura. La
occidentale. Not. Afr. nuova Castiglia , di cui Madrid è
CASTELLUM. Sede episcopale capoluogo, dividesi in cinque pro-
della Mauritiana Cesariana, cioè vincie che sono Cuenca , Guadala- :

sottoposta alla metropoli di Giulia xara, Madrid, la Manica e Toledo.


Cesarea, nell'Africa occidentale. Not. P^. Castiglia Vecchia, Aragona, e
Afr. Spagna.
CASTELLUM RIPENSE. Sede CASTIGLIA VECCHIA. Provin-
episcopale nella Mauritiana Cesaria- cia della Spagna. Dopo esser pas-
na, nell'Africa occidentale. Genn. sata dal dominio dei romani a quel-
lib. de Script. Eccl. lo dei goti, e da questi ai mori, la
CASTELLUM MLNUS. Sede ve- vecchia Castiglia, primaria culla del-
scovile Mauritiana Cesariana,
della la possente monarchia spagnuola
nell'Africa occidentale. Not. Afr. fu riunita al regno di Leone, fondato
CASTELLUM. Sede vescovile di circa l'anno 920 dai cristiani, che
Numidia nell'Africa occidentale sotto si rifugiarono nelle montagne del-
la metropoli di Cirilla Julia. Not. le Asturie neh' epoca dell' invasione
Afric. moresca. Quindi venne governata
CASTENAT o CASTANET Ber- dai suoi conti particolari. In segui-
nardo , Cardinale. V. Castagneto. to i Castigliani, essendosi ribellati

GASTIGLIA NUOVA. Una delle contro Ordunno I re di Leone, che


più grandi provincie della Spagna, avea fatto trucidare i conti gover-
che tiene il primo posto, avendo nel natori della Castiglia, giunsero a
mezzo di essa la città di Madrid rendersi indipendenti, e confidarono
( Fedì ) ,
capitale della monarchia l'amministrazione del loro paese a
spagnuola. Dicesi nuova perchè tolta due giudici. Fernando Gonzales, fi-

a' mori in epoca posteriore all'altra, glio di uno di essi, fu acclamato


che chiamasi vecchia. Fino al secolo conte di Castiglia l'anno 928; ma
XI ebbe il titolo di contea e per , la sua discendenza essendosi estinta
im tempo si denominò anco re^no nel conte di Garcias, il re di Na-
Toletano. La nuova Castiglia formò varra Sancio I, divenuto conte di
sotto dominio moresco un regno
il Castiglia pel suo matrimonio con
^particolare , ed i cristiani, che per- Runna Mayor sorella dell' ultimo
,

CAS CAS i\Z


conte, fu acclamalo, nell'anno 1028, stìglìoniy Castìllon, Clidlìllon. E pe-
per primo re di Castiglia. In ap- rò ass^i difficile il rintracciare qua-
piesso, a poco a poco i successori li di queste famiglie abbiano tra
di lui s' impadronirono dei regnidi di loro una comune qua- origine, e
Leone, di Aragona [J^edi) e di Va- li non abbiano di comune che il
lenza, non che del principato di nome, e così se questo provenga da
Catalogna, della Biscaglia, e di una signoria ottenuta, o non semplice-
porzione del reame di Navarra, ed mente dalla indicazione d'origine.
estesero le loro conquiste nella re- Se da queste considerazioni genera-
gione meridionale della Spagna sog- li scenderemo ora ai particolari del-

getta aldominio dei mori. Però la la famiglia milanese, che diede alla
vecchia Castiglia non perdette il Chiesa un sommo Pontefice, e al
suo titolo di regno se non allor- sagro Collegio quattro, o forse, co-
quando, nel 1476? pel celebre ma- me dirà, cinque Cardinali, dire-
si

trimonio d' Isabella con Ferdinando mo che dai documenti non risulta
re d' Aragona, i possessi di questi alcun fondato argomento per crede-
due sovrani non formarono che un re, ch'essa abbia comune l'origine
solo regno. Tuttavolta allorché Co- coi Caslillon, o Chàtillon di Fran-
lombo volle tentare il discuoprimen- cia, uè coi Castiglioni di Piemon-
to del nuovo mondo, la regina Isa- te, ne' coi Castiglioni d' Ischia, che,
bella, che gliene forni i mezzi, vol- nel i8o3, diedero al medesimo sa-
le che i risultati, i quali ne sareb- gro Collegio il Cardinale Giovanni
bono derivati, fossero a vantaggio Castiglione (Fedi). Quest' ultima
soltanto della sua corona di Castiglia. famiglia, avendo comune lo stem-
Burgos {Vedi), capoluogo della pro- ma coi di Milano, e
Castiglioni
vincia, fu sede della real corte sino con quelli di compone le
Cingoli,
all'imperatore Carlo V, il quale sue arme gentilizie un campo di
volle trasferirne la residenza a Ma- rosso , con leone rampante che ,

drid , donde provenne la deca- colla branca destra sostiene una


denza dall'antico lustro, e dal flo- torre. E quando la casa Farnese le
rido stato, goduto dalla Castiglia concesse di poter inquartare parte
vecchia tanto sotto i suoi conti del suo stemma, divise il proprio
quanto sotto i suoi re. La Casti- in due parti : nel lato superiore in
glia vecchia confina colla Navarra, campo celeste riportò tre gigli far-
colla Biscaglia, colle Asturie, e col nesiani, e in quello inferiore l'an-
regno di Leone, coli' Aragona, colla tico della famiglia, proprio , co-
Castiglia nuova [Fedi), e dividesi me dicemmo, anche dei Castiglioni
nelle cinque provincie di Burgos, Se- di Cingoli, e di quelli di Mi-
govia, Avi la, Coria, e Logrogno. F. lano.
Spagna. Il paese, onde traggono origine i

CASTIGLIONI Famiglia. Dalla Castiglioni di Milano, è posto cin-


voce di bassa latinità Castellionum que miglia al mezzo di Varese,
indicante un castellotto, derivò il no- nell' antico contado del Seprio, il

me di mollissimi paesi in Francia cui nome pare derivato da quello


ed in Italia. Da questi nomi poi a d'Insubria. Nell'archivio diplomati-
vicenda ebbero origine quelli di più co 'di Milano trovasi uri documen-
famiglie italiane e francesi dette Ca- to dell' anno 987, in cui è fatta
,

ii4 GAS CAS


menzione di un Guido Casliglioni omesso questo secondo predicato o
figlio di Palcheterio di nazione lon- aggiunto, è quella cui appartenne
gobarda, che diede in feudo alcu- il fu cavaliere Luigi Castiglioni, pre-
ne terre di Valtellina. D' altra par- sidente dell'accademia di belle arti
te una tradizione riferita dal Si- di Milano, che ha tessuto una la-

gonio vuole, che Corrado, figlio di boriosa storia in più volumi dei
Berengario re d'Italia, togliesse in diversi rami Castiglioni di Milano,
moglie Richelda di stirpe longobar- storia che si conserva manoscritta
da, ed avesse possedimenti in Lom- dai nipoti di lui. Di là sono trat-
bardia, fra i quali Castiglione, otte- te molte delle notizie , che qui si
nutane la signoria dall'arcivescovo accennano. A questa famiglia pure
di Milano; le quali notizie però appartiene Guarnerio, che nel seco-
potrebbero conciliarsi col supporre, lo decimoquinto fu famoso giure-
che la signoria di quel paese pas- consulto, ed ebbe gran parte nel
sasse da una famiglia longobarda in reggimento politico della patria, du-
quella di Corrado , mercè il suo rante la fine della dinastia Viscon-
matrimonio con Bichelda, e la con- ti, e r effìmera repubblica, che pre-
seguente conferma nella investitura. cedette il dominio Sforzesco.
Ritengono però ordinariamente i All'altro ramo Castiglioni poi
genealogisti, che da questo Contado, suddiviso in un numero grandissimo
detto anche Conone, derivi la fa- di famiglie, molte delle quali sono
miglia Castiglioni, ma le prove di ora decadute in b^sso stato, apparten-
figliazione mancano in parte, ed in ne il Pontefice Celestino IV (Fedi),
parte si appoggiano a tradizioni, ed e vi appartenne pure da ultimo
a monumenti sospetti. E pure in- l'altro Pontefice Pio Vili (Fedi).
certo se i due principali rami del- Di essi, e delle loro famiglie parle-
la famiglia, l' uno detto inoltre di remo in appresso.
Casciago dal nome di altra terrea Un altro ramo secondario dei Ca-
vicina a Varese, l' altro detto sem- stiglioni di Castiglione, è quello di
plicemente di Castiglione, abbiano Mantova cui appartiene il celebre
in realtà origine comune. La qua- Baldassare,unodei più eleganti scrit-

le, r hanno, è certamente assai


se tori d' Italia del secolo XVI, discen-
antica, ed anteriore al secolo deci- dente da un altro di egual nome,
moquarto, cui ascende la discen^ che ivi si stabiPi nel secolo decimo-
denza dimostrata per autentici do- quinto per servigio di quei duchi,
cumenti dei due rami. E sebbene e per la cui rinomanza non cre- ,

per l'epoca anteriore i dati di fi- diamo una


dispensarci dal farne qui
gliazione non sieno egualmente certi, special menzione. Nacque Baldassa-
pure si hanno dati generici intorno re presso Mantova nel i^jS a Ca-
al possedimento de' beni, e alle satico, casa di campagna apparte-
qualifiche delle due famiglie, che ne nente alla sua famiglia. Il suo ge-
assicurano essere state ambedue di- nitore di nobile stirpe si era impa-
stinte sino da un' epoca di molto rentato co' sovrani di quello slato
anteriore. sposando Luigia Gonzaga . Baldas-
La famiglia detta di Castiglione sare studiò a Milano, e quindi pas-
di Casciago (ile de Ca-
Caslellione sò nella milizia, nella quale militò
sciago), la quale però da secoli ha anco pel duca d' Urbino Guidobal-
, 5,

CAS CAS 2 1

do, e divenne tosto uno degli or- storia politica e letteraria. Il Coi-
namenti di quella splendidissima cor- tigiano tratta dell' arte, cui debbo-
te. Per le sue eccelse doti fu spe- no usare quelli che sono in corte
dito dal duca ambascìatoi'e ad En- per rendersi utili, e graditi ai prin-
rico VII re d' Inghilterra , il quale cipi. F. che ne scrisse Ber-
la vita,
Tolle annoverarlo agli Ordini eque- nardino Marliani, stampata nel 17 33
stridel legno. Succeduto al ducato in Padova colle opere del Casti-
d' Urbino Francesco Maria, Baldassa- glioni.

re fu fatto da lui conte col feudo, e il Altri rami dei Castiglioni, i quali
castello di Nuvillara vicino a Pesaro, conservano la nobiltà, sono sparsi
e venne inviato; poscia ambasciatore per la Lombardia, e principalmente
a Leone X, presso il quale conseguì nell'antica sede di questa famigUa,
molta gloria , per le scientifiche re^ cioè nell'antico contado del Seprio,
lazioni, che contrasse coi primari! ove tutti senza distinzione di con-
artisti, e coi
Ritornato a
letterati. dizione , e senza dar prove di ori-
Mantova nel i5i6 sposò la contessa gine, votano per antica consuetu-
Torelli, celebrandone il maritaggio dine nella nomina dell'arciprete di
ilmarchese di Mantova con giostre, Castiglione. Se si bramassero più
tornei,ed altri pubblici spettacoh. eslese notizie intorno alla famiglia
Perduta dopo tre anni la moglie ed alle persone, che tanto nelle di-
che gli lasciò un figlio per nome gnità ecclesiastiche, quanto nella mi-
Camillo, prosegui in Roma a ren- lizia, nelle lettere, e nelle magistx'a-
dere importanti servigi al duca d'Ur- ture distinsero, molte se ne pos-
si

bino, donde Clemente VII lo man- sono trovare nelle Famiglie illustri
dò per rilevanti affari nel ì52.5 al- italiane, opera assai giustamente
l'imperatore Carlo V. Tuttavolta encomiata, che dal conte Pompeo
saccheggiata Roma nel i527 dalle Litta si pubblica in Milano, e la cui
truppe imperiali , il Papa se ne dol' parte spettante a questa famiglia, è
se con Baldassare, come avesse tras^ venuta qlla luce sino 1822.dal
curato i suoi interessi. Invece Carlo Questo erudito autoredà pure il
V lo nominò in appresso vescovo catalogo dei precedenti scrittori, che
d'Avila ; ma caduto malato in Tole- hanno trattato di questa stessa fa-

do, mori a' 2 febbraio ìSi^ con


ivi miglia. Ancoia più doviziosa raccol-
gran rammarico di quel monarca. ta di notizie, e di documenti tro-
Questo celebre scrittore lasciò poche vasi neir accennata storia manoscritta
opere, ma tutte di stile perfetto, e del cavalier Luigi , che conservasi
di eccellente gusto. La più nota è presso la illustre famiglia di Milano.
ilrinomato Libro del Cortigiano^ A seconda del nostro proponi-
che fu scritto nell'anno i5i8, e do- mento, dovendo far menzione dei
po aver consultato il parere di Bem- due rami Castiglioni , solo perchè
bo, fu per la prima volta stampa- diedero alla Chiesa Papi e Cardi-
to a Venezia nel i528 con bella nali , sebbene si trovi ai rispettivi
edizione da Aldo. Ivi nel i533 si articoli la biografia di cadauno,
stamparono pure le Poesie italiane pur daremo qui alcun cenno, par-
e latine, veri modelli di eleganza. lando prima di quello residente in
Le sue Lettere sono preziose
poi Milano che tuttora fiorisce col ti-
,

per lo stile non meno che per la tolo di IVIarchese. 11 maggior lustro,
,,

3l6 CAS CAS


e decoi-o della famiglia Castiglioni di Francesco Abbondio Castrglionfy
Milano furono Goffredo figlio di Gio- nobile milanese della famiglia di
vanni Castiglioni, e Cassandra Cri- Celestino IV e (come dicono No-
velli, sorella di Urbano III, il quale vaes tomo VII, p. 176, e Cardella
venne esaltato al pontificato nel 1 185. tomo V, p.» 83, della famiglia dei
Educato Goffredo santamente da s. Cardinali Ottaviano, Goffredo, o Got-
Caldino, meritò che, nel 1227, Gre- tifredo ,, Branda
e Giovanni Casti-
gorio IX il creasse Cardinale ed , glioni , però rendere ragione
senza
in morte del Pontefice, ad onta della del Cardinale Ottavio, non esisten-
sua virtuosa ripugnanza , fu innal- do fra quelli che ne riportano la
zato alla cattedra apostolica a' 22 biografia), per le sue egregie qua-
settembre 1241, prendendo il nome lità fu da Pio IV nel i565 elevato
di Celestino IV ma essendo egli
: al Cardinalato.
indebolito dalla vecchiaia regnò ap- Passiamo ora ad accennare quan-
pena diciassette giorni. 11 Cardella to riguarda la discendenza del ra-
J\leniorie storiche de^ Cardinali ^ di- mo Castiglioni stabilito nella Marca
ce che Innocenzo IV immediato suc- Anconitana , nello stato Pontifìcio.
cessore di Celestino IV, nel 1244» Le relazioni , che la famiglia Casti-
annoverò al sagro Collegio Goffredo glioni di Cingoli può avere con quel-
Castiglioni, milanese, parente di Ce- la di Celestino IV milanese, consi-
lestino 111 , ma
che piuttosto deve stono unicamente, secondo la opinio-
ritenersi un Goffredo da Trani, del ne, e per quanto è a cognizione di
quale sentimento è pure il Novaes, essa , nella provenienza della detta
Storia de^ Pontefici, t. III, p. 210. famiglia da Milano , e neh' identità
Branda Ccdstiglioni ^ nobile mila- del casato e dello stemma che, sic-
nese della famiglia di Celestino IV, come dicemmo, è comune a diverse
e del ramo propriamente detto Ca- famiglie Castiglioni. Certo è però
stiglione,perchè continuò ad avere lo ripetiamo ancora una volta, che
stanza nella terra nativa, v'istituì la famiglia Castiglioni di Milano
una collegiata con collazione di be- ora divisa e moltiplicata in moltis-
che durano tuttora. Egli vie-
iiefizii, simi rami s\ in quella città che al-
ne ritenuto per uno dei più dotti trove, conta un comune antico sti-
giureconsulti del suo tempo e nel , pite, dal quale tutte derivano. Al
4 * I fìi creato Cardinale da Gio-
1 principio del secolo decimosettimo,
vanni XXIII. La vita di lui fu scritta e forse nell'anno i6or, un Bernar-
da Salvino Salvini , e tradotta in do, o Branda Castiglioni, figlio di
latino dal p, Anton Felice Mattei, Giulio, e nipote di Giovanni, emi-
il quale tratta dello stesso Cardinale grò da Milano, e venne ad essere
lungamente nella Storia della chic' autore della famiglia Castiglioni di
sa di Pisa, tomo II, p. 122 e seg. Cingoli, Secondo altre veridiche me-
Giovanni Castiglioni, nobile mi- morie, fu Giulio, il quale di pro-
lanese, insigne nell'arte oratoria, e fessione banchiere ( che in quel tem-
nel diritto civile, ad onta che da po con vocabolo spagnuolo si dice-
alcuni si dica nato in Pavia, fu va varador) , recossi a Cingoli nel
creato Cardinale nel da Ca-
i45>6 1600 per oggetto di sua professio-
listo III, ed ebbe sepoltura in Mi- ne, e vi si stabili. Egli appartene-
Jaao nella tomba de' suoi maggiori. va al ramo dei Castiglioni di Casti-
CAS CAS 117
^lione, detto secondariamenle di Ve- di tali signori,monsignor Ca-
che
dano , altra terra poco distante da stiglioni potè trovare, ed avere i
Varese, ov' ebbe stanza. documenti riguardanti il menziona-
Quinto discendente di tal Giulio to Bernardo, stipite del ramo di
fu Carlo il quale avendo sposata
, Cingoli. Dipoi, nel 18 16, il sud-
Sanzia Ghislieri di Jesi, della pro- detto Pio VII lo creò Cardinale di
sapia di s. Pio V, ebbe quat- santa romana Chiesa, poi vescovo
tro figli maschi, e tre femmine, cioè: di Cesena, indi penitenziere maggio-
d. Bernardo, che divenne canonico re; finalmente, a' 3 1 marzo 1829,
arcidiacono della cattedrale di sua fu eletto in Sommo Pontefice col
patria , e morì nel declinare del nome Pio Vili. Breve fu il suo
di
1 84o ; Francesco Saverio poi Pon- pontificato, dappoiché 'non regnò
tefice; Alessandro, ed il conte Filip- che venti mesi, e fu segnalato da
po che si congiunse in matrimonio molti tratti, che ne onorano la me-
colla nobile Ludovica Cavallini pu- moria grandemente. Non si sapreb-
re di Cingoli. Il conte Filippo colla be dire dove fosse più moderato e
sua numerosa prole sostiene la di- prudente il contegno, se nei Casti-
scendenza della nobile e illustre fa- glioni di Cingoli suoi intimi con-
miglia. Le femmine poi sorelle del giunti, o in quello del Papa verso
Pontefice sono : Caterina, che si di essi. Solo nel suo testamento sta-
sposò al nobile Mattioli di Gualdo bilì dal suo privato peculio la som-

di Nocera; Adelaide, che si maritò ma di scudi ventimila, per una pre-


col nobile Giuseppe Mei di Mon- latura di un individuo della propria
dolfo, ed Antonia che rimase in
, famiglia in servigio della Santa Se-
casa in istato nubile. de, deputando il decano degli udi-
Francesco Saverio, nato in Cin- tori di Rota per l' esecuzione di tale
goli a' 20 novembre 1761, educato volontà. V, Pio Vili.
nel collegio Monlalto di Bologna, Non riuscirà poi discaro, che qui
fece tali progressi nelle scienze, nel- si riproduca la lettera scritta du
le virtù e nella saggezza, che Pio Pio Vili a'suoi fratelli, dopo la sua
VII, agli II agosto 1800, lo pre- elezione, e quale l'abbiamo dal eh.
conizzò vescovo di Montalto. Zela- abbate Giovanni Bellomo Continua-
tore della hbertà ecclesiastica, dopo zione di Bercastel, ec. voi. II, pag.
che i francesi nei primi anni del seco- 282: >i L'immensa misericordia e
lo conente tornarono ad invadere M bontà di Dio ci ha oggi scelti a
lo stato pontifìcio, fu uno dei primi- « sedere nella cattedra di s. Pietro.
tivi vescovi ad essere tolto dalla sua w Al gran beneficio noi tremiamo,
sede, e Iraspoitato venne a Milano. M piangiamo, e chiediamo aiuto a
Quivi egli entrò in istretta relazio- >y tutti i buoni fedeli, ed a voi cari
ne coi principali individui delle pa- > fratelli, secondo la carne, acciò l'as-
trizie famiglie Castiglioni, massime M sunzione nostra sia per la sola
col conte Luigi ex senatore, e col » gloria di Dio, pel buon servigio
conte avvocato Francesco, i quali ,
« della Chiesa, e dello stato, e per
come di sopra accennammo, conser- « la salute delle anime nostre. Aiu-
vano archivi copiosissimi delle me- « tateci pertanto con molte orazioni
morie, e monumenti riferibili al lo- w vostre, e delle anime buone. Ncs-
ro casato. Fu allora, e pei mezzi >» suu fasto, nessuna pompa, ncs-
ii8 CAS CAS
»y «una elevazione manlonianiocì
:
p. Mauro Sarti nella sua opera dei
M umili, e compalileci nel peso, Professori dell' Università di Bolo-
« clie il Signore ci ha addossato. gna , toni, I, pag. 342.
»» Nessuno di voi, né della casa, si CASTIGLIONI Branda, Cardia
»» muova dal suo posto; vi aminr naie.Branda Castiglioni nacque a
w mo secondo Dio, e in pegno vi Milano da antica e nobile famiglia
"*
»» diamo l'apostolica benedizione nel i35o. Come celebre giurecon-
In conferma di ciò, il Pontefice Pio sulto, Galeazzo Visconti, per
Gio.
Vili, per mezzo di un biglietto di conseguire da Bonifacio IX privilegi
monsignor di Ligne, segretario del- air università di Pavia , nella quale
la sagra congregazione cerimoniale, era lettore il Castiglioni , e per altri
lece partecipareindividualmente ad rilevanti affari, invioUo a Roma,
ogni Cardinale, che niuno de' suoi ove il Papa lo fece cappellano ed
parenti venisse in particolar manie- uditore di Ruota; e dipoi legato in
ra riconosciuto, sebbene lungi da Alemagna ove compose a pace quelle
porne veruno in dimenticanza, tutti chiese sconvolte e turbate. Perciò
egualmente cari ritenesse nel pa- ebbe a premio, nel 14^45 J^ vesco-
terno suo cuore: volendo inoltre che vato di l^iacenza, cui resse da vero
gli stessi parenti fossero solo consi-^ pastore ; ma poscia Gregorio XII
derati, come
erano stati sino al-
lo glielo perchè nel concilio di
tolse,
lora, proseguendo ad avere quel Pisa mostrò a lui contrario, ve-
si

trattamento medesimo, che loro si dendo, che per terminare Io scisma


dava prima del di lui innalzamento non vinunziava al Pontificato, come
alla sovrana Pontificia dignità. si solennemente obbligato con
era
CASTIGLIONI Odone, Cardinale. giuramento prima della elezione.
V. Chatillo??. Inviato da Alessandro legato in V
CASTIGLIONI Ottona, Cardi- Lombardia , il marchese Orlando
nale. V. Chatillon. Pallavicino lo fece arrestare col suo
CASTIGLIONI Goffredo, Cardi- seguito a Borgo s. Donnino, e circa
nale. V. C RIDESTINO IV. tre mesi e mezzo lo ritenne, il quale
CASTIGLIONI Goffredo, Car- avido di danaro, rigettate le istanze
dinale. Goffredo Castiglioni milanese, di Sigismondo re dei romani, non
consanguineo a Celestino III (come lo lasciò libero se non quando i

dicono Cardella , e Novaes , mentre parenti di lui pagarono mille scudi


forse dovrebbe dirsi Celestino IV) d'oro a Venezia, e duecento a Fi-
cappellano pontificio, nel dicembre del renze. Senonchè cangiò ben presto
i244j da Innocenzo IV fu creato al Castiglioni la sorte; poiché Gio^
Cardinal diacono di s. Adriano, e vanni XXIJI, a'6 giugno del i^My
legalo in Sardegna ad esiger giura- lo creò Cardinal prete di s. Clemen-
mento di fedeltà da Benedetta prin- te ,e nel 1 4 3 lo sped\ legato a
r

cipessa di Cagliari e di Messa, feu- Sigismondo perchè lo seguisse in


dataria della Chiesa romana, coll'an- Italia', da cui ottenne a Giovanni
nuo censo di venti libbre di argento. da Vignate, signor di Piacenza e di
Senonchè la promozione del Casti- Lodi, l'investitura di Lodi medesi-
glioni si vuole una favola, poiché mo. Al concilio di Costanza fu sti-
lo si dice scambiato pel Cardinale mato altamente. D'ordine di Euge-
Goffredo da Trani. V. il dottissimo nio IV fece a Firenze la traslazione
CAS CAS 3*9
di un monistero di monache. Mar- Pontefici Nicolò V e Calisto III,

tino V, che lo stimava assai, man- specialmente presso l'imperatore Fe-


dolio legato in Boemia a combattere derico III, col quale trattò affari di
gli errori degli ussiti e viclefisti , e somma importanza. Perorò da va-
vi con ottimo successo. Poi
riuscì loroso nelle diete di Ratisbona e
andò in Ungheria a confermare quei Francfort, a disporre quei principi
popoli vacillanti nella fede} in Ale- ed elettoci alla guerra contro gli
magna radunò un conciho a miglior Ottomani; a vista delle quali cose
rare singolarmente il clero; come Calisto III, ai 1 8 settembre del i456,
legato apostolico, nel i424) inter- volle crearlo Caj^dinal prete di san
venne alla incoronazione di Sofia Clemente; e Pio II legato della
moglie a Jfigellone re di Polonia, Marca, cui governò con soddisfaci-
e si condusse in quegl' impegni dif- mento comune. Morì legato a Ma-
ficilissimi in modo da ottener da Si- cerata, nel 1460, dopo quattro anni
gismondo lettere di commendazione, di Cardinalato, ed ebbe a tomba
e dal Papa d'esser trasferito al ve- quella de' suoi maggiori a Milano,
scovato di Porto. Dicesi, che ammi- CASTIGLIONI Fbancesco Adbon-
nistrasse la chiesa di Magalona. Al Dio, Cardinale. Francesco Abbondio
concilio di Basilea favori Eugenio Castiglioni, patrizio milanese, nacque
IV; ma ostinali i padri nell' inva- nel i5iZ dalla prosapia di Celesti-
dei^ le prerogative del romano Pon- no IV, e dei porporati Ottaviano,
telìce, lasciò quel conciliabolo, ed £»n- Goffredo Branda e Giovanni
, dello
dò a Firenze a proseguire l'ecumenico stesso nome. Era versato assai nel-
concilio a favore del Pfipa, che si valse la sacra e profana letteratura , e
di lui come paciere fra la Chiesc^, e dottissimo nelle lingue greca p lati-

Filippo Me^ria Visconti duca di Mi- na. Studiò a Pavia le facoltà teo-
lano. Non è poi probabile quanto logiche, il diritto civile e canonico,
dice Corio, che il Castiglio^ii volesse a cui seppe unire anche la poesia.
togliere da Milano il lito ambro- Era abbate di s. Abbondio di Co-
siano. Stabili due collegi alla edu- mo, quando lo conobbe Pio IVj, che
cazione della gioventù, uno in Ca- lo promosse nel i562 al vescovato
stiglione, l'altro a Pavia, e una bi- di Bobbio. Poscia conosciutolo meglio
blioteca a pubblico uso. Finalmente nel concilio di Trento, ai 12 mar-
pieno di meriti morì in Castiglione zo del i565, lo creò Cardinal prete
nel i44^j di 9^ anni, e Sa di di s. Nicolò tva le Immagini ; ma
Cardinalato, e fu sepolto nella chie- dopo il conclave di s. Pio V, morì
sa maggiore, cui egli medesimo ma- a Roma nel i568 di quarantacin-
gnificamente avea fondata. que anni, e tre di Cardinalato , ed
CASTIGLIONI Giovanni, Cardi- ebbe tomba nella chiesa di s. Ma-
nale. Giovanni Castiglioni d' illustre ria del popolo. Riformò il collegio
milanese lignaggio, o meglio di Pa- di Pavia fondato dal Cardinal Bran-
via, assai dotto nella oratoria, e nel da Castiglioni, lo ristaurò e gli donò
diritto civile, ebbe da Eugenio IV parecchie migliaia di scudi; innalzò
nel i444 il vescovato di Costanza o un mausoleo a Celestino IV, ma
Coutances nella Normandia, e nel i4T'4 prevenuto dalla morte , non potè
quello di Pavia, cui poco giovò, a compirlo. L'Argelati tesse esatto cata-
motivo delle nunziatm-e, ch'ebbe dai logo delle opere del nostro Porporato.

I
220 CAS CAS
CASTIGLIONI, o CASTIGLTO- tempo che fu vescovo, al bene del-
ìiE Giovanni, Cardinale. Giovanni le due diocesi. Il perchè si guada-
Castiglìoni, o Castiglione, nacque in gnò la venerazione e l'amore di tut-
Isdiia terra del Patrimonio, diocesi ti. Morì in Osimo a*
9 gennaio iHi^,
<ii Acquapendente, ai i3 gennaio e venne esposto e sepolto in quella
1742. Applicò i suoi rari talenti cattedrale. Fu protettore della men-
con tanto successo alle liberali di- zionata accademia teologica, non che
scipline, ed alle scienze, che non so- protettore e visitatore apostolico
lo divenne egregio oratore latino, dell'ospedale de proietti di Viterbo,
ma ancora profondo teologo e ca- e lasciò la sua memoria in bene-
nonista. Fatto socio dell' insigne dizione.
accademia teologica della Sapienza, CASTIGLIONI Francesco Save-
ivi difese con applauso varie con- rio, Cardinale. F. Pio VIII.
clusioni. Come membro della dotta CASTO (s.). Di questo martire
accademia di religione cattolica , vi e del compagno di lui s. Emilio,
recitò non poche erudite disserta- che quanto si mostrarono deboli nel-
zioni. Quindi pe'suoi meriti lettera- la prima persecuzione , altrettanto
ri , e morali virtù ottenne la così furono forti nella seconda, crediamo
detta prelatura di s. Ivo, e da Pio opportuna cosa recare le parole, che
VI venne destinato presidente del ci lasciò scritte s. Cipriano : » Se
collegio Germanico-Ungarico, e pro- »»furono vinti nel primo combatti-
mosso a segretario della congrega- w mento, essi riportarono trionfo
zione del buon governo. La saviez- M nel secondo dopo aver ceduto
:

za, con cui disimpegnò tali cariche, w alle fiamme, costrinsero le fiam-
il fece promovere alla dignità co- »>me a cedere ad essi. Essi usa-
spicua di commendatore dello spe- »>rono per vincere delle armi stes-
dale di s. Spirito in Sassia, e final- » se, che il nemico avea adoperato
mente dal Pontefice Pio VII, a' 28 « per abbatterh. Domandarono per-
febbraio 1801, fu creato e riserba- »> dono di loro debolezza non tanto
to in petto Cardinale di s. Chiesa, »>colle lagrime, quanto col mostra-
venendo pubblicato nel concistoro » re le piaghe ricevute. La voce
de' 17 gennaio i8o3 dell' ordine w delle ferite, di cui si vedeano co-
diaconale, col titolo della diaconia « perti , era assai più eflìcace ad
di s. Maria in Domnica. Venne an- »> ottenerlo, che non faceano i lai,

noverato tra i Cardinali componen- » che alzavano nella loro disgrazia ".

ti le congregazioni del concilio, del- Questi santi sostennero il martirio


l'esame de' vescovi, de' riti, dell'in- in Africa , verso l'anno i5o sotto ,

dice e del buon governo, e fece le l'imperator Decio. Sono ricordati


veci del Cardinal Antonelli neltem- nel giorno 22 maggio.
po del suo viaggio a Parigi, qua- in CASTORE (s.), nacque a Nimes

lità di penitenziere maggiore. De- d'una illustre famiglia. Congiuntosi


stinato dallo stesso Pio VII, nel in matrimonio con una donna vir-
concistoro degli 11 giugno 1808, a tuosa al par di lui
, con reciproco
vescovo di Osimo e Cingoli, conti- consentimento si obbligarono a con-
nuò ad appartenere all' ordine dei tinenza, anzi ambedue abbracciarono
diaconi, consacrando i suoi talenti, lo stato religioso. Egli fondò un mo-
e il suo zelo pastorale per tutto il nistero a JVIananca in Provenza , e
, ,

CAS CAS 221


no fu il primo abbate, ma gustò CASTRA GALEA. Sede vescovile
por poco le dolcezze della vita nmo- di Numidia nell'Africa. Aug^. Uh. 6,
Duslica, poiché eletto vescovo di Apt, cantra Donat.
per unanime consenso, dovette a suo CASTRA, o CATRA. Sei\e epi-
malincuore assumere un tale inca- scopale della Mauritiana Cesamna,
rico, rispettando nella voce del po- nell'Africa occidentale, sottoposta al-
polo la volontà stessa di Dio. Disim- la metropoli di Giulia Cesarea. No-
pegnò con somma premura gli ob- lit. Afric.
blighi tutti dell'alto suo ministero, CASTRA SIBERIANA. Seàe ve-
fu soprammodo liberale coi poveri scovile della Mauritiana, nell'Africa
non dimenticando però mai in mez- occidentale, dipendente dalla giuris-
zo alle sue gravi incumbenze il mo- dizione della metropoh di Giulia
nistero da sé fondato, per cui com- Cesarea. Notit. Afric.
mise al celebre Cassiano abbate di CASTRES [Castra). Città ve-
Marsiglia, che componesse una re- scovile di Francia ,
posta in una
gola, secondo le osservanze praticate valle fertile e deliziosa in riva del
in oriente . Questo santo pastore fiume Agocet dipartimento del Tarn
mori il giorno 2 di settembre del- nella provincia di Linguadoca, ca-
l'anno ^lo, come per la magggior po luogo di sotto-prefettura con tri-
parte si crede, e la festa di lui e bunale civile e commerciale, e sic-
celebrata si ad Apt che a Nimes il come appartenente al piccolo paese
giorno 1 1 dello stesso mese. chiamato Albigese, chiamasi pure
CASTORI A, o Castoria Castra Cast rum Albigensium. Il detto fiume
(Castorien). Città vescovile in par- la divide in due parti, 1' una si

tilms y della diocesi di Illiria nella chiama Villegoudon e comunica ,

Macedonia, fondata sino dal nono con Castres propriamente detta per
secolo sotto la metropoli d'Acrida mezzo di due ponti di pietra. Que-
egualmente in parlibus, e conosciu- sta città vuoisi fondata verso l'an-
ta anche col titolo di prototrono ,
no 547, e secondo alcuni ripete il

come abbiamo da Commanville, Hist. suo nome da un antico accampa-


de VArch. et Eves. pag. 2 1 6. Vuoi- mento romano. Tutta volta altii le
si situata sul lago Lichnide presso danno altra origine. Debbe il suo
Acrida ed Edessa, in una lingua di principale ingrandimento ad un'an-
terra ferma , sopra diverse piccole tica abbazia dell'Ordine di s. Bene-
eminenze. detto. Aveva il titolo di contea, ed
C A STORTA. Sede vescovile eretta i principi di Montfort, di Bourbon e
nel XII dipendente dalla me-
secolo, diArmagnac, furono conti di Castres,
tropoli di Tebe in Grecia presso cui ,
sino a Giacomo di Armagnac, che fu
si veggono le rovine dell'antica Del- decapitato nel 1476, sotto il regno di
fo. Dalle lettere del gran Pontefice Luigi XI. Questo principe donò il
Innocenzo III, se ne rileva una scrit- paese a Bonfil deJnges, luogotenente
ta al vescovo latino di Castoria. regio nel Rossiglione, quindi ritornò
CASTRA-NOVA. Sede vescovile la contea alla corona di Francia,
della Mauriliana Cesariana , nell'A- sotto Francesco I. Incominciate le
frica occidentale , soggetta alla me- turbolenze religiose dopo la morte
tropolitana di Giulia Cesarea, e chia- di Enrico II, i suoi abitanti ab-
masi anche Castranohiwn. Not. Afi\ bracciata la religione riformata
223 CAS CAS
furtinairono la città, e stabilirono solo si sa che la cattedrale era de-
una specie di repubblica, che durò dicata alla beata Vergine, e che il

sino al 1G29, in cui furono obbli- capitolo compone vasi di un arcipre-


gati a demolire le fortilìcazioni di te, e di dieci canonici, oltre i be-
Luigi XIIJ. In questa città fu sta- neficiati.
bilito il tribunale, detto Chambre CASTRO. Città vescovile del re-
de V Edit appartenente ai pretesi gno delle due Sicilie, detto Castrimi
riformali della dipendenza di Tolo- Minervae, che vanta antichissima
sa ; ma Luigi XIV prima lo tras- origine, situata vicino al mare, ed
ferì, nel 1679, a Castel Naudary, in mezzo a fecondo territorio, ap-
e poscia il soppresse nel 1684. partenente alla provincia di Terra
Il Sommo Pontefice Giovanni d' Otranto. Eretta in contea, venne
XXI r, nell'anno i3i7, nella men- dai suoi signori fortificata, ed il
zionata abbazia di monaci benedet- vecchio castello sovrasta alle sue
tini, istituì un vescovato, erigen- mura. I turchi vi fecero immensi
do in cattedrale la chiesa dedicata guasti nel i537, ed uccisero e con-
ai ss. Benedetto e Vincenzo. Vi dussero schiavi la maggior parte dei
stabib la rendita di trentamila lire, suoi abitanti, senza aver riguardo a
assegnandogli cento quattordici par- donne, e a fanciulli. In altre inva-
rocchie, e dichiarandolo sufìi'aganeo sioni barbaresche soffri diversi sac-
della metropoli di Bourges; ma Com- cheggi; laonde, sebbene riparata più
manville dice a quella di Tolosa. volte,non potè riprendere il pri-
Il suo capitolo regolare, nel i535, miero lustro.
fu secolarizzato da Papa Paolo UT, Nel secolo decimo, ovvero, co-
che vi sedici canonici con
prepose me altri vogliono, nell'anno 1179,
tre dignità. Dipoi Innocenzo XI, vi fu eretta la sede vescovile, sotto-
col disposto della bolla TriumphanSj posta alla metropolitica giurisdizio-
emanata a' 3 ottobre 1678, che si ne d'Otranto; ma nell'anno 1818 il
legge nel Boll. Rom. tom. VIII. p. Pontefice Pio VII, coH'autorità del-
61, nell'eri gere Alby in metropoli, la bolla De meliori dominicae, la
le assegnò Castres per sufFiaganea soppresse, e per sempre la uni alla
liberandola dalla soggezione di Bour- medesima chiesa d' Otranto. La cat-
ges. Finalmente Pio VII, col con- tedrale è dedicata all' Assunzione
cordato del 1801, soppresse que- di Maria Vergine, edifizio vasto e
sta sede vescovile, che pagava mille- ben fabbricato; il capitolo compo-
cinquecento fiorini alla camera apo- nevasi di due dignità, cioè l'arci-
stolica. Fra i suoi edifici è considera- diacono, e l'arciprete, con sei cano-
bile l'antico episcopio, fabbricato con nici, ed alcuni chierici addetti al
disegno del rinomato Mansard. divino servigio; ed il vescovo era
CASTRO. Città vescovile rovi- signore d'una piccola borgata chia-
nata in Sardegna, la cui erezione mata Madiana.
in vescovato rimonta al secolo duo- CASTRO (Castremoniiim). Città
decimo. Alessandro VI lo trasferì ad pon-
vescovile, distrutta, nello stato
Othana, e poco dipoi il Pontefice tificio, e già capitale e dello stato
Giulio II, nel ido5, riunì ambedue ducato di tal nome. Ora non è che
le sedi ad Alghero (Vedi). Ignorasi una boscaglia, con alcuni ruderi
la situazione di questa antica città; dell'antica città. Il luogo è di giù-
, ,,

CAS CAS 223


risdizione ed è soggetto alla dele- inclitae civkatis Bulgiae, ejusdem
gazione apostolica di Viterbo, sulla destructìonis , cujus post excìdiiim a
riva destra del fiume Olpeta, di- Romanis editum^ sedis episcopalis
stante cinque leghe dal mare. Una per b. Bernardimi de Balneoregio
colonna indica il sito ove sorgeva in ea tiinc temporis antistilem Ca-
la città coli' iscrizione : qui fu castro; strum, quod olim dicehatur Castrimi
ed una statua, eretta a Giovanni di d. Felicitatisi fuit delata , in qua
Castro figlio del celebre giuriscon- multa et audilii digna, et intellectu
sulto Paolo, fu decretata alla di lui praeclara continentur. Extr. nel Di-
memoria pel ritrovamento dell'allu- scorso deW aria di Castro fog. 3 9
me monti di Tolfa nell'anno
nei del Ghezzi. V. inoltre il JNibby
1462 sotto il pontificato di Pio li, Dichiarazione di un vaso F'ulcien-
ilquale ne' suoi Commentari ^ lib. te, ritrovato in Vulci, o Volscia,
Vii, pag. i85, racconta il modo ed offerto dai Candelori marchesi
come accadde sì utile scoperta. di Videi a Papa Gregorio I^ XV
Il Pontefice Adriano IV, eletto Roma 1834, non che l'articolo
iiell'anno 1 1 54, comperò dai conti VuLcr.
di Castro tale stato, con molte te- Essendo stato eletto Papa nel
nute intorno al lago di s. Cristina, i534 il Cardinal Alessandro Far-
siccome abbiamo dal Papebrochio, nese decano del sagro Collegio , e
nel Propylaeo par. II, pag. 24 »
vescovo di Ostia e Velletri, il quale
n. 2. La città di Castro divenne prese il nome di Paolo HI, Pier
in progresso assai florida, dappoiché Luigi Farnese suo figlio si recò a
sino dal quinto secolo, secondo Com- Roma da Valentano, terra del Pa-
manvilie, godeva il seggio vescovile. trimonio di s. Pietro spettante alla
Altri sostengono, che nel sesto seco- sua famiglia. Sollecito il Pontefice
lo vi sia stata trasferita la sede di di rendere questa sempre più illu-
Volscia^ o Vulci Bulcendna, allor- stre, sebbene altronde nobilissima e
quando fu distrutta questa città dai doviziosa, volle che Pier Luigi ac-
saraceni, e che 1* ultimo vescovo di quistasse Frascati da Lucrezia della
essa, Bernardo della famiglia Jan-
s. Rovere Colonna, e quindi ne faces-
ni, fosse il primo vescovo di Castro. se cessione alla camera apostolica
Fra i suoi edificii primeggiava la la quale l'accettò, dando a lui in
cattedrale, molto bella, e dedica- cambio la città di Castro. Paolo III
ta a san Savino martire. Il ca- unì a questa città le terre, che in
pitolo si componeva dell'arcidiaco- diversi modi i Farnesi avevano nel
no, ch'era il solo dignitario, di ot- Patrimonio di s. Pietro, e di tutte
to canonici, e di alcuni chierici per queste formò ed eresse il ducato
l'uffiziatura, disimpegnando le veci detto di Castro dalla sua capitale,
di parroco il medesimo arcidiacono. dandone dominio a Pier Luigi e
il

Questo antico vescovato era immedia- suoi eredi istituendoli e nominan-


,

tamente soggetto alla santa Sede. Ne doli duchi di Castro. Spedì per ciò
tratta l' Ughelli nell' Ilalia sagra, la bolla Videlìcet immeri ti, data in
t. I, p. 678. Intorno a Bulcia, città Roma apud s. Petrum an. iSZj
vescovile nel Patrimonio, poscia di- prid. hai. nov., cioè nell'anno terzo
roccata , chiamata ancora Bulgia del suo pontificato. Ed è perciò, che
abbiamo : Chronìca antiquae^ alque in virtù di questa bolla fu pure
224 CAS CAS
investito del nuovo ducato Ottavio Il Francia, pel quale com-
re di
Farnese secondogenito di Pier Lui- battendo da prode nelle Fiandre,
gi, ccjlla condizione ch'egli dovesse morì in seguito sotto Edino nel 15^)4
andarne al possesso dopo la morte, senza aver lasciata successione. Dopo
o rinunzia del padre, e quindi a lui la morte di Pier Luigi, vedendo
succedessero tutti i primogeniti di Ottavio Piacenza caduta in mano
C'isa Farnese. degl' imperiali, voleva restar padro-
Noi lasciamo di dire qui le dispo- ne di Parma, ed ottenne, colla me-
sizioni, che sul governo perpetuo del- diazione di Orazio suo fratello e
la città di Nepi si fecero a favore genero del re di Francia, che Par-
di Ottavio, e de* suoi successori, ma fosse guernita dai francesi con-
giacché non risguardano direttamen- tro la volontà di Giulio III, il quale
te la città, o il ducato di Castro, era Paolo III. Quel
succeduto a
soli oggetti del presente articolo. Pontefice sottomise per ciò Ottavio
Aggiungeremo soltanto, che al du- alle censure, ed unitosi all' impera-
cato di Castro unì il Papa altresì tore Carlo V gli mosse guerra, ed
la contea di Ronciglione. Pier Lui- occupò lo stato di Castro a nome
gi rimase duca di Castro finche non della Santa Sede. Posteriormente
fu investito del ducato di Parma fatta la pace per le preghic^re di
e Piacenza, eh' egli ed i Farnesi eb- Margherita d'Austria Ottavio, ed
bero dalla camera apostolica in feu- Orazio ottennero nuovamente quello
do col peso di pagare alla camera stato ricevendone nuova investitura
stessa ogni anno un tributo o cen- da Giulio III. Laonde Ottavio fu
so. I Farnesi in questa occasione riposto in possesso dello stato me-
diedero in vece alla camera il du- desimo da Camillo Orsini generale
cato di Camerino, e la città di Ne- di s. Chiesa.
pi, della quale Ottavio cessò di es- Neil' occupazione del ducato di
sere divenendo duca
governatore, Castro fatta dai soldati pontificii, il
di Castro in luogo di suo padre. ducato subì molti cangiamenti e ,

Fu Ottavio, che dopo la morte del quindi Cardinal Alessandro fratello


il

genitore duca di Parma e Piacenza, del duca Ottavio, lasciata Firenze


pubblicò il famoso Statalo Fama- dov'eiasi rifugiato in tempo dell'oc-
sìano, che si legge sotto il seguente cupazione medesima, e composte le

titolo : Sanctione.s niunicipnles sta- cose, si recò a visitarlo, lo riordinò,


tuiun Castri et Roncìlionis tdltae e per commissione di Ottavio, che
per serenissimum ducem Octaviiini allora stava Parma, pose alla
in
Farnesiuniy anno Dominìcae salutis cura del medesimo Sforza Monal-
i558. desclii della Cervara con titolo di
Ottavio ebbe per moglie Marghe- vice-duca nel i553. Il duca Ottavio
rita d' Austria figlia di Carlo V, e mandò dopo da Parma varie colonie
per fratelli i Cardinali Alessandro, nello stato di Castro per estendervi
e Ranuccio Farnesi, ed Orazio quel l'agricoltura, e vi fabbricò alcune
desso che il Pontefice Paolo III in- nuove borgate. Vi pure traspor-fece
vestì del ducato di Castro nel i54B, tare da dove era stato
Piacenza,
e che dopo di aver assistito alla sepolto, il cadavere di suo padre
morte del Papa nel dì i novembre Pier Luigi, ucciso in una cospiia-
1549, sposò Diana figlia di Eurico zione di nobili piaceatioi ordita
'
CAS CAS ci25
contro di lui, e volle ch'esso fosse t^ai^nesi per sicurezza dei loro de-
sepolto nella chiesa deli' isola Bisen- biti costituiti in forma di altrettanti
tina sul Iago di Bolsena. che importavano un frutto ora
lotti,

E qui non sarà inopportuno per maggiore ora minore, ma il cui


maggior chiarezza, e per istruire valore capitale era di cento scudi.
quelli che confondono diversi ducati Cotali lotti prendevano il nome di
in un solo, il notare, che la fami- Luoghi di Monti (Vedi), e questi
glia Farnese fino dal 1498, dopo monti si denominavano Farnesiani
la uccisione di Farnesitre fratelli a differenza di quelli creati da altre
accaduta in Ischia nel mese di lu- famiglie.
glio dello stesso anno, si era divisa Sappiamo che Clemente Vili,
cosi
in due rami, cioè in quello di Ra- la cui nipote Margherita Aldobran-
nuccio figlio di uno dei tre uccisi, dini fu maritata al duca Ranuccio I,
ed in quello di Bartolomeo loro concesse ai Farnesi di erigere altri
fjalello, e zio per conseguenza di due monti, primo coli' autorizza-
il

Ranuccio, i quali zio e nipote, nel zione del breve Praeclara devotio-
caso barbaro si erano salvati nascon- nisj ed il secondo mediante l'altro
dendosi in un pozzo di grano. Per breve Cum sicut nuper. In questo
ciò avendo Paolo III nella discen- secondo si dice che Mario Farnese,
denza di Ranuccio stabilito il ducato duca di Latera,
teneva già in enfi-
di Castro, investendone, come si è teusi per annuo
canone parecchi
detto, Pier Luigi suo figlio, e i suc- latifondi dello stato di Castro ivi
cessori di lui come discendenti di enumerati. I Farnesi duchi di Castro
Ranuccio, dal quale discendeva pure e altresì di Parma e Piacenza però
lo stessoPapa, lasciò alla linea di non furono puntuali nel pagamento
Bartolomeo le due terre di Farnese de' frutti di tali loro debiti, e quin-
e di Latera, già ad essa assegnata di avvenne che nel 1641, il Pon-
nella predetta divisione dei beni tefice Urbano Vili credè giusto
Farnesiani, conferendo anche a quel- fossero eseguiti alcuni mandati spe-
li di tal linea il titolo di duchi, ed diti giudizialmente contro i Farnesi
il titolo di ducato alla unione delle ad istanza dei loro creditori. Il duca
dette due terre. inesperto, perchè molto giovane, in
Il ducato di Castro non presenta vece di pagare quanto doveva, o di
altre cose considerevoli finoad O- comporsi col Papa se non coi cre-
doardo Farnese figlio di Ranuccio I. ditori, pensò d'impedire l'esecuzione
Questi divenne duca ancor giovane, di tali mandati resistendo colla for-
invece del suo fratello Alessandro, za delle armi e spedì da Parma
,

che quantunque primogenito fu giu- Delfino Angelieri con truppa per


dicato inabile al governo per essere fortificare Castro. Il Pontefice mandò
nato sordo-muto. Ebbe Odoardo mol- pertanto alla volta di Castro mar- il

te ditferenze colla casa Barberini nel chese Luigi Mattei con una truppa
pontificato di Urbano Vili di tal regolare, composta di sei mila fanti
famiglia , ed ecco l' epoca da cui e cinquecento cavalli oltre l'artiglie-
comincia la rovina del ducato di ria, alla quale i castrensi volentieri
Castro. Giacche, non molto dopo si assoggettarono, mediante capito-
l'erezione di questo ducato, fu esso lazione conchiusa nel dì i3 ottobre
specialmente assegnato dai duchi dello stesso anno, essendosi precedea-
VOI-. X. i5
,

ia6 CA S GAS
temente 1 soldati pontificii impadro- più forti, col l'usare le minacele del-
niti della rocca di Montalto di Castro. la foi-za per ridurlo al dovere.Il du-

Ma non andò guari, che lo stato ca peraltro si ostinò vieppiù, e si

di Castro fu reso ni duca Odoardo pose in misura di resistere; il per-


per impegno delle corti alleate ed chè essendosi reso ribelle, venne a
amiche dei Farnesi. Le condizioni porre il sovrano Pontefice in neces-
di pace furono pattuite per mezzo sità di scomunicarlo e di dichia- ,

del Cardinale Donghi plenipotenzia- rarlo decaduto dal possesso del du-
rio di Urbano Vili, e del Cardinal cato di Castro e Ronciglione. Se il
Bichi plenipotenziario del re di Papa Urbano Vili fosse venuto a
Francia , senza nominare altri ple- quel passo in vista de' suoi nipoti
Concorse alla concordia
nipotenziari!. ed a fine di dar loro quello che al
monsignor Lorenzo Imperiali, poi duca avesse ritolto, avrebbe tentato
fatto da Innocenzo X Cardinale, di di questo momento
profittare
come governatore della provincia del ciò che non fece in verun modo
patrimonio e commissario generale seppure anzi non voglia dirsi, che
dello stato di Castro. tentò in vece tutto
l' opposto. Di
Sebbene il duca Odoardo fosse fatti, sebbene
Ranuccio padre del
ristabilito nel ducato di Castro, se- duca Odoardo fosse morto non fa-
guitò a non prendersi alcun pensie- cto investimento j et extinctione mon-
ro di pagare quanto doveva pei tis Farnesii prout ipse dux tene-
monti Farnesiani , e quindi cresce- baturj pure fu Urbano Vili, che
vano sempre più le istanze dei cre- alle preghiere di Odoardo medesi-

ditori dirette al Papa, affinchè egli mo, con breve de' 7 luglio i632,
obbligasse i Farnesi a pagare il prorogò il tempo dell'estinzione ad
decorso, ed a restituire il capitale. altri dodici anni, e gli accordò la fa-

Vi è chi ha incolpata i nipoti di coltà di creare pure altri seicento


Urbano Vili, come disgustati dei luoghi di Monte supra introilibua
Farnesi per altri motivi, della seve- certi? et incertis di alcuni determi-
ritàonde procedette questo Pontefice nati latifondi di sua possessione posti
contro di loro. Ma, senza altro dire nel ducato di Castro. Altresì nel
in difesa del Papa, basterà qui il 1634 pregato il Papa di nuovo dal-
notare che molti monitorii erano stati lo stesso Odoardo, agli 1 1 di gen-
pubblicati prima di ricorrere alle ar- naio, gli concesse di erigerne altri
mi per indurre duca Odoardo ad il mille, e di unirli ed incorporarli,
estinguere i luoghi di monte, e pagar- obbligandosi il duca Odoardo al pa-
ne gl'interessi decorsi nei termini dei gamento de' frutti di questi mille
contratti j e che questi monitorii non luoghi ed alla loro estinzione den-
solo non produssero alcun effetto, ma tro tre anni, come consta dai chi-
resero insolente e restio sempre più rografi di Urbano Vili riportati nel-
il duca stesso , cosicché dovette il r istromento, erogato nel d\ i5 set-
Papa aggravare la mano comincian- tembre 1682, e 4 febbraio 1634.
do dal sospendere le tratte dei gra- Il medesimo Papa inoltre permise

ni, che i Farnesi pretendevano di lo stabilimento di un altro monte


avere per concessione di altri Papi. super anniiis redditibus ducalus Ca--
E siccome ciò non fu sufficiente, cosi stri et Roncilionisj e il duca Odoar-

si dovette finalmente venire a passi do accordò per tale erezione i frutti


CAS CAS ?27
al qualtro e mezzo per cento, ossia dellaquale era stato creato vesco-
per ogni luogo di monte. Tutti que- vo da Innocenzo X. Si credè, che
sti luoghi di monte insieme ascen- un tal orrendo attentato derivasse
devano alla somma di un milione da quelli, i quali aveano spacciato
duecento novantuno mila e settecen- non volersi dal duca nello stato di
to scudi, compresi i frutti decorsi Castro quel vescovo. Venne così a
e non soddisfatti. Odoardo però tut- dissiparsi ogni lusinga di composi-
to promise ma nulla attese nep-, , zione, e ai 20 dello stesso mese fu
pure dopo aver ricuperato il ducato per comando del Papa dato prin-
di Castro. venendone affida-
cipio al processo,
Ma oramai è tempo, che passiamo ta la commissione al governatore
a parlaredi Ranuccio II figlio di dì Viterbo. Terminato il processo
Odoardo ed ultimo dei duchi di
, furono spediti alla volta di Castro
Castro. Conoscendo questi di non più corpi di armati sotto la condot-
poter pagare il debito enorme la- ta del conte David Widman, e del
sciatogli da' suoi antecessori , e ve- marchese Girolamo Gabrielli, dichia-
dendo intorbidarsi sempre più gli randosi in commissario generale
affari di sua famiglia, cominciò a monsignor Marcello Santacroce poi
coltivare il progetto di cedere gli Cardinale. Le pontifìcie truppe giun-
stati di Castro e Ronciglione alla sero sotto Castro ai 29 giugno, e
camera apostolica, offerendoli ad In- la strinsero d' assedio ; il perchè la
nocenzo X, il quale nel 1644 ^i'^ suc- città si arrese mediante capitolazio-
ceduto immediatamente ad Urbano ne sottoscritta li 2 settembre dai
Vili. Egli pertanto si ridusse a que- due mentovati capitani pontifìcii, e
sto consiglio perchè, nell'anno 1 648, da Sansone Asinelli colonnello gene-
attesi i ricorsi sempre crescenti de'cre- rale degli stati di Castro e Ronci-
ditori Farnesiani , il Papa ordinò glione, non che governatore della cit-
che si facessero formali e gravi in- tà di Castro.
timazioni al duca Ranuccio II e ; Quando il duca Ranuccio II eb-
questi non essendosene scosso, alme- be l'avviso, che Castro era assedia-
no in apparenza, si tornarono a to dalle truppe del Papa, si diede
pubblicare contro di lui i monitorìi a far leva , né tardò d' inviare al-
propri della circostanza. la volta dei domìniì della Santa
Mentre si moltiplicavano da una Sede un esercito sotto il comando
t parte gli

dall'altra parecchi
eccitamenti del
sovrani
Papa,
insiste-
e del suo primo ministro e favorito,
marchese Gaufrido, oGodefroi fran-
vano presso di luì per dar luogo cese. Questo però investito dal ge-
ad un amichevole accomodamento, nerale Luigi Mattei, e da altri co-
che si prevedeva già di facile con- mandanti papali, che andarono ad
clusione , nel 1649, ^^^^^^ attraver- incontrarlo nel bolognese, fu rotto
sato questo disegno per la morte e disperso. Per effetto appunto di
violenta toccata per mala ventura questa disfatta Castro si arrese col-
a monsignor Cristoforo Giarda bar- la capitolazione accennata, e fu con-
nabita genovese, nel dì 18 marzo segnato alle forze d' Innocenzo X.
dell'anno medesimo, allorché que- Attesa la precedente uccisione del
sto prelatosi recava a prendere il vescovo, la resistenza opposta alle
governo della sua chiesa di Castro, truppe pouliflcie, e per torre altre-
, ,
,

22^ CAS CAS


sì i motivi di nuove discordie, il cipe così giovane qnal era Ranuc-
Papa ordinò che Castro fosse atter- cio, lo rimise nella pontificia grazia.
rato, lasciando in arbitrio degli a- Passarono poi gli otto anni accor-
bitanti di andare dove loro agf^ra- datigli per soddisfare 1' impegno
disse. La demolizione ebbe elFetto contratto collacamera , senza che
interamente, e nel luogo, dove una il duca in questo tempo pagasse
volta sorgeva la città, fu posta la ne punto ne poco, e la Santa Sede
colonna, di cui facemmo superior- seguitò a tener ferma la conqui-
mente menzione, essendo incomin- sta dellostato di Castro. Quindi,
ciato r atterramento ai 28 settem- essendo morto Innocenzo X, i mi-
bre 1649. Monsignor Giulio Spino- nistri del duca fecero mostra di
la, poi decorato colla porpora nel- voler pagare il danaro dovuto al-
la qualifica di commissario aposto- P erario pontificio; ma quei della
lico, prese possesso in nome della camfera apostolica si ricusarono di
Santa Sede dello stato di Castro, riceverlo perchè non era stato per
e le grosse campane della cattedra- anco eletto il nuovo Papa. Seguita
le, stimabili pel bel concerto del l'esaltazione di Alessandro VII, nò
loro suono, da Innocenzo X furo- essendo stato pagato il debito, que-
no fatte trasportare in Roma, e col- sto Pontefice, nell'anno i66r, di-
locare nel campanile della chiesa chiarò formalmente in concistoro
di Agnese in piazza Navona da
s. che gli stati di Castro e Ronci-
Quindi lo stesso Pon-
lui riedificata. glione venivano incamerati , cioè
tefice, avendo precedentemente sop- incorporati nei dominii della San-
presso il vescovato di Castro, colla ta Sede, soggettandoli alla bolla
costituzione In supremo, emanata di Pio V, de non alìenandis
s.

ai i3 settembre dello stesso anno, che confermò ed amphò colla co-


ne trasferì la sede ad Acquapenden- stituzione Inter Bull. Roni. to-
te (Vedi), mo VI. parte V. V. pagina igy.
Udita la rovina di Castro, il du- l'Egss, Pontìf. Doct., Alexandre in
ca Ranuccio II pensò a' casi suoi, VII pag. 885, e gU articoU Far-
e si diede ad ascoltare consigli di nese e Parma In oltre si sa ,
.

pace. Questa fu realmente conchiusa che posteriormente nuove proroghe


coir interposizione di vari principi furono accordate per la redenzione
a condizione che il Papa confermas- degli stati medesimi; ma si sa pu-
se al duca, a favore però dei cre- re, che né il pagamento, né il de-

ditori, i feudi devoluti alla camera posito della somma che per questo
apostolica, purché egli pagasse alla bisognava , non ostante tutto ciò
camera stessa un milione seicento che si è detto in contrario, ebbero
mila e settecento cinquanta scudi effetto, e quindi la Santa Sede, mal-
romani in termine di otto anni, e grado le proteste fatte in contrario,
che intanto rimanesse confiscato lo prima dai duchi di Parma e Pia-
stato per sicurezza a favore della cenza, e poi dai loro eredi, segue
Santa Sede. Placatosi Innocenzo X a ritenerli ancora, e vari solenni
col duca, massime pel castigo dato trattati europei sono sopraggiunti
a Gaufrido, che fu una delle prin- a riconoscere la validità del suo
cipali cause di tanti mali, co' per- possesso. Così terminò il ducato di
versi consigli dati da lui ad un pria- Castro, e ne fu ultimo duca Ra-
CAS CAS 229
miccio II, Farnese, come il primo Zecche di Castro e di Novara.
era stato Pier Luigi. Ext. nella Collezione del Zanetti
JVoi porremo termine a questo tom. V: Nuova raccolta delle mo-
articolo, avvertendo chiunque amasse nete e Zecche d' Italia, ec; Lettera
ulteriori notizie sulla città, e sul scritta ad un signore in risposta
ducato di Castro, che potrà averne del libro stampato sopra le ragio-
a dovizia consultando le seguenti ni del serenìssimo di Parma con-
opere: Dominicus Angeli, De de- tro lapresa della città, e ducato
predatione Castrensiuni, et siiae pa- di Castro eseguita dalle armi pon-
triae historia, Exst. in Thes. a ut. tificie nel i64i lavoro di monsi-
'•

et histor. tom. Vili par. Ili;


Ital. gnor Felice Contelori; Pietro e Pao-
Jo. Blavius, Theatriun civitatum de lo Qualiotti, Relazione del già se-
admìr andar imi Italiae, Amsteloda- guito disseccamento delf antica pa-
mi, 1662 ; Breve esposizione delle lude denominata il Paglietto posta
ragioni della Sede apostolica intor- nel territorio del Piagno delVabba-
no all' incamerazione del ducato di dia stato di Castro Roma 177B;
CastrOj e dello stato di Ronciglio- Relazione delle ragioni del duca
ne, lySS; Dcfensio juriuni came- di Parma contro la presente occu-
rae apostolicae in stata Castri sine pazione del ducato di Castro ,
loco et anno; Defensio juriuni Cani, stampata li 7 agosto 164^5 cui si
apostol. prò responsione ad librum^ diede per risposta: Defensio ec. i642j
cuius tìtulus inscriptus est: Relazio- succitata, e la seguente Responsio
ni delle ragioni ec. 1642; Disser- ad libellum, qui inscribitur : rela-
tatio de ducatu Castri et Roncilio- tìo jurìumj Bonaventura Theuli ,
nis , ejusque justa ac legitima Convento di s. Francescoj Appara-
possessione penes Rev. Cam. Ap.^ to minoritico della provincia di
di monsignor Giusto Fontanini; Car- Roma 1648; Responsio ad libellum
lo Fontana, Discorso circa il pon- inscriptum : Vera e sincera rela-
te della Badia situato nella cam- zione delle ragioni del duca di
pagna fra la città di Castro j che Parma, contro la presente occu-
fu demolita^ e la terra di Canino, pazione del ducato di Castro j
Koma 17 11; Mariano Ghezzi, ^re- Responsio juris adrelationem prae-
ve discorso sopra la salubrità del- tensorum jurium ducis Odoar-
l' aria della città di Castro, Ron- di Farnesiij Lud. Zuccovius, Acta,
ciglione i6ro, e Discorso sopra il et controversice inter Papam In-
Fumaiuolo della città di Castro, e nocentium X et Odoardum Farnc-
de' maravigliosi suoi effetti, Ronci- sium Parmae ducem de ducatu
glione 16 io; Gorabi, Ponderazione^ Castri, Exst. in calce Diss. ejus-
e risoluzione del parere stampato dem de ratione status , 1 663 ; ed
sotto il nome di Fr. Francesco di Acta Urbanum Vili Papam
inter
Assisi, contro il serenìssimo di Par- et Odoardum Farnesium Parmae
ma, ed altri principi. Si narra in et Placentiae ducem, hujusque ra-
quest' ultimo opuscolo della questio- tione s contra invasioneni ducatus
ne insorta tra Urbano Vili, ed il Castri, factam anno XLI hujus
duca Odoardo Farnese l'anno i64ij saeculi XVII.
sostenendosi il duca dal Gorabi ; CASTRO (de) Giovanni, Cardi-
Lettera d' un anonimo sopra le nale. Giovanni da Castro, da alcuni
, ,

a3o CAS CAS


detto Giordano, nacque di nobilissima un sinodo a Siviglia, ove mori nel
famiglia in Valenza. Fatto prefetto di 1600 di ottanta anni, e sedici di
Castel Angelo, per l' integrità della
s. Cardinalato, ed ebbe tomba in qiiel-
sua condotta fu da Sisto IV prò- la metropolitana. Di là tU poscia
mosso, nel i479> "^ vescovato di portato a Monforte nella Galizia, e
Girgenti nella Sicilia, e fatto abba- riposa nella chiesa dei gesuiti da
te commendatario monistcro didel lui fondata , abbellita e dotata di
Fossanova, ed amministratore di Sles- molte rendite. In morte lasciò due*
wick in Danimarca. Diciassette anni centomila scudi da distribuirsi a pu-
dopo venne creato prete Cardinale pilli, vedove, e povere famiglie,

del titolo di s. Prisca. Intervenne CASTRO (de) Alfonso. Scrittore


ai conclavi di Pio III, e di Giulio ecclesiastico del secolo XVI , uno
II, e due lustri dopo essere stato de' più celebri teologi spagnuoli
creato Cardinale,morì in Roma nato a Zamorra. Entrò giovinetto
nel i5o6, neir età di settantasei nell'Ordine de' frati minori; insegnò
anni, venendo sepolto nella chiesa teologia a Salamanca per più di
di s. Maria del Popolo, dove al trent'anni, e meritò pel suo sapere
manco lato della cappella di s. Gi- d'essei-e inviato al concilio di Tren-
rolamo, se ne vede il magnifico a- to. Filippo II di Spagna l'ebbe in
vello. alta stima, e seco lo condusse in
CASTRO(de) Rodrigo, Cardi' Inghilterra quando vi si recò ad
naie. Rodrigo de Castro dei conti isposare la regina Maria. Nel suo
di Lerma, spagnuolo, nacque nel ritorno quel principe lo nominò al-
i52o. Dopo avere studiato nella l' a ici vescovato di Compostella. Ma
università di Salamanca, divenne prima di ricevere le bolle. Alfonso
consultore della inquisizione , e per morì in età di sessantatre anni, avendo
ossequiare Filippo II , andò nelle la sua dimora in Brusselles. Ci lasciò
Fiandre e in Inghilterra col fratello alcune opere, delle quali la più im-
pietro vescovo di Salamanca; quindi portante è un trattato contro le
a Roma con Ferdinando Ruiz de eresie. Gli altri suoi scritti sono:
Castro, ambasciatore di quel sovra- i.° De insta hcereticorum punitione
no. Nel partir da Roma , Pio IV libri tresj 2.** De potestate Ic.gis

gì' ingiunse di assicurarsi dell'arci- duoj 3.° De sortilegiis


pcenalis libri
vescovo di Toledo nella Spagna, ac maleficiisj eorumque punitione.
cui egli consegnò dipoi al tribunale Ha lasciato altresì un commento sui
della inquisizione; quindi fu vescovo dodici profeti minori; quarantanove
di Zamorra, poi di Cuenca; poscia omelie sui salmi IV e XXXI, non
arcivescovo di Siviglia, e Cardinal che un trattato della validità del
prete dei ss. Apostoli, creato da Gre- matrimonio di Elnrico Vili con Ca-
gorio XIII a' 12 dicembre del 1 583. terina d'Aragona.
Filippo II ottenne, che il Pontefice Alfonso de Castro scriveva abba-
gli mandasse in Ispagna il cappello stanza bene: aveva letto molto, ma
Cardinalizio. La nuova dignità fece era più forte nella controversia che
splendere vieppiù le virtù del no- nella storia. Egli nel suo trattato
vello porporato , sollecito del suo contro le eresie si è molto più esteso
gregge, generoso coi poveri, e li- nel confutare le nuove, che a tes-
bcrale con tutti. Nel 1 5SG tenne scr la storia delle antiche. Anziché
,

CAS CAS 23i


seguire T ordine cronologico, le rag- prevenire quei mali, che avvengono
guaglia per ordine alfabetico. spesso nellaprossima cambianza di
CASTROCELLI Giovanni, Car- padrone. Morto Roberto re di Na-
dinale. Giovanni Castrocelli èfama poU e Sicilia, il Papa deputò
il Ca-

discendesse da nobile prosapia di stroluce come amministratore


legato,
Benevento. Era preposto al moni- e vicario della s. Sede, a reggere
stero di s. Benedetto di Capua, quei dominii; ma Giovanna I, figlia
quando Martino IV, nel 1282,10 di Carlo Martello fìgHo di Roberto,
promosse ad arcivescovo di Bene- che, qual erede della corona, voleva
vento, e s. Celestino V lo creò Car- governar sola , senza dipender dal
dinal prete di a Teano
s. Vitale, Cardinale^ tanto fece col Papa, che
nella Campagna, e amministratore richiamato il legato in Avignone, le
della chiesa di s. Agata dei goti a concesse quanto bramava, a patto
beneplacito apostolico, nel settembre però di osservare quelle leggi, che
del 1294. Dice il Gattula, che il le sarebbero state prescritte. Ma dis-

Castrocelli fu promosso dopo cena, sipando elhi i beni del regno , il


cosa insolita, della qual cosa mo- legato con solenne decreto annullò
vendo querele il sagro Collegio, ri- tutte le donazioni da lei fatte; poi
nunziò il Castrocelli alla sua dignità. prima di partire citò al suo tribu-
Ma dopo alcuni giorni gli fu confe- nale alcuni eretici , detti Neofiti,
rita nuovamente in pien concistoro che ostinati nell'errore, punì secondo
dal Pontefice, che inoltre lo stabili le leggi ecclesiastiche. In Toscana,
vicecanceliiere della S. B. Chiesa. Sardegna e Corsica usò della me-
Senonchè in capo a sei mesi, mori desima giurisdizione ad impedire se-
a Benevento nel 1295. gnatamente, che Lodovico il Bavaro^
CASTROLUCE o de CHATELUS il quale avea acquistato il Tirolo,
AiMERico, Cardinale. Aimerico Ca- venisse, come minacciava, ad inva-
stroluce o de Chatelus, cosi chiamato der r Italia, ove la religione soffe-
dal luogo ove nacque a Limoges, era riva assaissimo. Due anni dopo il
consanguineo al Pontefice Clemen- Castroluce andò a Roma per sedare
te VI. Si rese assai perito in ambe i trambusti eccitati da certo Gabrini

le leggi, e i3i4, fu canonico


nel figlio di un taverniere, o sia Cola di
di Limoges. Quindi venne eletto ar- Rienzo, quantunque questo fatto ven-
cidiacono transvigennense nella chiesa ga piuttosto attribuito al Cardinal
di Tours, presidente di Ferrara, e Bertrando Deucio. Finalmente, dopo
rettore dell' Emilia, nei quali impie- avere stabilito nella chiesa di Char-
ghi essendosi contenuto a maraviglia, tres una cappella a s. Pietro con
Giovanni XXII, nel 1822, lo pro- dodici canonici, ai quali assegnò suf-
mosse all'arcivescovato di Raven- ficienti rendite pel mantenimento
na, e nell'anno i332 alla chiesa di proprio e della cappella medesima
Chartres. Poi, essendo uditore delle secondo l'opinione più probabile,
contraddette, fu creato Cardinal morì nel i35o, dopo un Cardinalato
prete di s. Martino da Clemente VI di otto, o nove anni.
a' 20 dicembre del 1 34*2 e desti- , CASTRUCCI Giambattista, Car-
nato legato a Roma, nella Toscana, dinale. Giambattista Castrucci, pa-
nelle due isole di Corsica e Sarde- trizio lucchese, nacque nel i54i.
gna a stabilirvi il buon ordine, e Era di piacevole indole e dolce;
,

23-2 CAT CAT


nelle migliori università d'Italia fece dire nemici del Battesimo. Non cre-
gran tesoro di scienze, e di non dono costoro la esistenza del peccato
ancora cinque lustri conseguì la originale; quindi riguardano quel
laurea in legge, ed amministrò con sagramento come cosa indilferenle,
grande riputazione la repubblica. o al più come un motivo eccitante
Pervenuto a Roma, fu alla corte la fede. Così la pensavano anche i
del Cardinal Peretti, poi Sisto V, sociniani. Alcuni altri poi negando,
da cui ebbe un canonicato nella che la giustificazione dell'anima di-
basilica vaticana;quindi nel i585 penda da un segno esteriore che
fu datario ed arcivescovo di Chieti, tocca il solo corpo, appellavano af-
la quale diocesi, essendo sempre as- fatto inutile il salutare lavacro.
sente, governò per mezzo di vicari, CATABITA. Sede episcopale della
e ben due volte rinunziò, deside- Mauritiana Cesariana, nell' Africa
rando che venisse conferita a due occidentale , sotto la metropoli di
suoi concittadini di sperimentata Giulia Cesarea. Not. yifric.
pietà e prudenza . Dipoi lo stesso CATACOMBE. Luogo sotterra-
Sisto V creollo Cardinal prete di neo con molte tombe, con cavi fatti
s. Maria in Araceli ai i8 dicem- per sepoltura dei cadaveri , che in
bre del i535, e 28 giorni dopo origine si chiamarono arenariiim,
passò al titolo dei santi Giovanni e arenariae j ad arenas^ ad indicare
Paolo, come prova ad evidenza il il luogo donde si trae sabbia, come

p. Casimiro. Èra prefetto della se- rilevasi dagli atti de' martiri , che
gnatura di giustizia, ascritto alle vi furono seppelliti. Si chiamarono
prime congregazioni, ed adoperato pure cryplae, ossia caverne, e dal-
in aSavì molto interessanti. Mori a la natura del luogo cryptae arena-
Lucca nel i5g5, di cinquantaquattro rìae, non che arcae nell'Africa, se-
anni e dieci di Cardinalato, e fu condo gli atti di s. Cipriano. Altra
sepolto nella chiesa dei minori os- volta si dissero tunihae, e frequen-
servanti con semplice epitafio. Era temente coemetcria, cioè dorniiloriiy
intervenuto ai conclavi di Urbano per la fede della risurrezione, giac-
VII, di Gregorio XIV, d'Innocenzo ché la morte de' giusti, come devo-
IX e di Clemente Vili. no essere i cristiani, è un sonno di
CASTRUM MARTIS. Città ve- pace. La parola catacomba è for-
scovile della Dacia mediterranea mata da cumba, per riposare,
letto
eretta nel IV secolo, e sottoposta e dalla preposizione greca catà, che
alla metropoli di Sardica, presa a significa appressa. Osserva il Du-
tradimento dagli unni. Al concilio cange,-che il Papa s. Gregorio I,
di Sardica intervenne il suo vescovo lib. Ili, ep. 3o, scrisse Catalambae^
per nome Calvus. ma nome ordinario è Catacumbae,
il

CASULAE CARIANENSES. Città che sembra non usato prima del


vescovile rovinata nella Bizacena in quarto secolo, venendo dato pel pri-
Africa. Silvano suo vescovo inter- mo al celebre cimiterio di Calisto,
venne alla conferenza di Cartagine. e poscia a tutti gli antichi cimiterii,
CATABATTISTI. Appellazione da- che sono d' intorno a Roma. F. Ci-
ta comunemente a coloro tutti, che MITEBII.
negano la necessità del battesimo. Sono queste grotte, come vie sot-
La parola, di greca etimologia, vuol teiTanee alte circa due uomini, e
-,

CAT CAT 233


larghe circa quattro piedi. Fanno M Dum essem Romae puer ....
varie guide, ed aprono diverse stra- » solebam cum caeteris ejusdem ae-
de. II perchè se uno, che le voglia w tatis et propositi diebus domini
vedere, non viene accompagnato dai « cis sepulcra Apostolorum, et mar-
custodi, o da persone pratiche, e « tyrum circumire, cryptas ingredi,
non sia provveduto di lumi facil- , » quae in terrarum profunda de-
mente potrebbe smarrirsi senza rin- » fossae, ex utraque parte ingie-
venire la porta, onde in varie cala- « dientium per parietes habent cor-
combe fu alzato un muro, perchè » pora sepultorum , et ita obscura
non vi si entrasse. » sunt omnia, ut propemodum il-
Nelle pareti, tanto a destra clie « lud propheticum compleatur: De-
a sinistra, sono incavati
i sepolcri a » scendant in infernum viventes,
più ordini in forma di cassoni an- » et raro desuper lumen admissum
che con tavole di marmo, o di terra » horrorem temperet tenebrarum
cotta , trovandosi in alcune scolpite M ut non tam fenestram, quam fo-
palme, croci, cervi, agnelli, colom- »>ramendemissi luminis putes: rur-
be, un pesce, come simbolo di Gesù « sumque pedetentim acceditur, et
Cristo ( su di che il Costadoni scris- « cocca nocte circumdatis illud Vir-
se una dissertazione), e talvolta il « gilianum proponitur":
nome, di quel martire, che vi fu ri-
posto con un'ampolla del suo san- Horror uhiqiie animos simili ipso,
gue, ed ancora cogli stromenti del silentia terreni.
maì'tirio.Tali cassoni, o scavi late-
rali chiamati loculi ^ quando erano Gli antichi cimiteri, o catacombe
capaci di due, tre, o quattro corpi, Roma, ora sono otto,
de' cristiani in
erano appellati bisomiinij, trisomum, che possono suddividersi sino a ses-
o quadrisomum. La maggior parte santa, mentre l'annalista Baronio
degli autori conviene, che tali sot- all'anno 226, ne enumera quaran-
terranei, cavati entro il tufo, e nei tatre. Ne tratta il Venuti nella
massi di arena e di pozzolana, non Descrizione di Roma del p. Eschi-
solo servirono di tomba ai primitivi nardi, p. 5o e seg. Oltre i cimiteri
cristiani , massime ai confessori di e le catacombe dei romani, ne eb-
Cristo, ma come luogo inviolabile, bero i cristiani, al riferire del Boi-
divennero la culla, ed il rifugio della detti , degli altri in Terni, Spoleto,
santa fede nel tempo delle persecu- Chiusi, Lucca, Padova, Brescia, A-
zioni , e le prime chiese degli stessi quila, Napoli, Nola, Pozzuolo, Mi-
cristiani. Nelle cappelle erettevi ce- lano, Firenze, e persino nella Pale-
lebravano tutte le sagre funzioni, stina. Delle grotte di Siracusa, chia-
battezzavano, ordinavano ec, sicco- mate catacombe romane , tratta il

me abbiamo da incontrastabili ed p. Lupi, nel toni. II, 'delle Dissero


antichissimi documenti, al dire di (azioni, parte II, delle Lettere eru-
Panvinio, de Rìt. sepel. mort. apud dite ^ lettera IX.
Chris t. et eorum coetnet. cap. II. La più celebre delle catacombe
La forma di queste catacombe o presso Roma, è il cimiterio di Ca-
cimiteri, si descrive anche da s. Gi- listo nella via Appia, cosi chiamato
rolamo, in Ezech. cap. 4o, p. 463, perchè da s. Calisto I ,
ristabilito
Oper.j tora. V, con queste paroje: eletto Papa l'anno 221, il quale fu
234 CAT CAT
ariiccliito di cento settantaqiialtro " chiunque lo visiterà essendo ve-
mila corpi di martiri, e di quaran- »» ramente contrito, e dopo confes-
tasei Pontefici, come attesta r Arin- « satosi, otterrà l'intiera remissione
ghi, Roma subterran. 1. Ili, e. ii, M di tutti i suoi peccati per li glo-
§ i,e 20: onde si potrà argomen- »» riosi meriti di cento settantaquat-
tare a proporzione quanti ne avran- M tro mila martiri, che sono ivi
no contenuti le altre catacombe. M stati seppelliti, con quarantasei
Altri però sostengono, che soli quat- * Pontefici illustri, i quali tutti han-
tordici Pontefici ovvero diciassette
, » no grandi tribolazioni, e
patito
sieno stati sepolti in detta catacom- « per divenire gli eredi del regno
ba, ì^. Sepolcri de' Romani Ponte- « del Signore , hanno sofferto il

fici. Il cimiterio di Calisto viene « supplizio della morte pel nome


appellato anche di s. Sebastiano, « di Gesù Cristo ec". Nel primo
perchè è presso questa chiesa, fuori ingresso del sotterraneo vi è una
la porta del suo nome, già l'anti- cappella con un busto di s. Seba-
ca Capena, leggendosi nel calenda- stiano eseguito in marmo dal Ber-
rio Bucheriano: HI
hai. fehr. Fa- nini, conservandosi nell'urna sotto
hiani in Callisti^ et Sebastiani ad r altare il corpo della matrona ro-
calacunibasj e nella vita di Adria- mana Lucina. Sono queste cata-
s.

no I ecclesiam aposloloruni foris


: combe ritenute per le più vaste di
portam Appiam, cioè di s. Seba- Roma: il perchè vuoisi, che per ben
stiano, in loco qui appellatur cala- sei miglia si estendano per lunghi
cumba, ubi corpus b. Sebastiani m. ed intricati conicoli. Siccome tutte
curri aliis quiescit. Ma ebbe la mag- le catacombe rimasero in venera-
giore rinomanza e gloria questo ci- zione grande de' fedeli, per cui mol-
miterio di Calisto, o di s. Sebastia- ti vollero essere tumulati presso le
no allorquando vi fiirono depositati ceneri de' ss. martiri, cos\ per la gran
per quasi due secoli i corpi dei prin- copia, che in queste di s. Sebastia-
cipi degli apostoH ss. Pietro e Paolo, no se ne depositarono, sempre i cri-
su di che è a vedersi il Piazza, stiani n'ebbero una particolare di-
Della traslazione dei corpi de* glo^ vozione, ed anche sino dal tempo
riosi apostoli ss. Pietro e Paolo al' di Pelagio prima cioè che Roma
I,

le catacombe di s, Sebastiano, nel- soffrisse, anno 558, l' invasione


nell'

V Emerologio t. I p. i34; Maran- dei longobardi, era pio costume del


goni de translationibus corporuni
, popolo romano di recarsi a piedi
ss. Pontificwn Ronianorum ex pri- scalzi a visitare queste catacombe,
mis eorumdem sepulcris ad alias ciò che fecero pure, oltre il citato
ecclesias, in Chron. Rom. Pont.y e san Girolamo in progresso altri ,

Moretti in Disputatione de trasla- santi, come le ss. Brigida, e Cate-


tione corporuni ss. Apostolorum Pe- rina da Siena. Fu in esse appunto
iri et Pauli ad catacumbas de Ca- che s. Filippo Neri, nel periodo di
listo P. et M. dieci anni passò di frequente le in-
Nella detta chiesa di s. Sebastia- tere notti a fare ivi penitenze , e
no evvi la porta, da cui si discen- fervorose orazioni, nutrendosi di so-
de alle catacombe, leggendosi nella lo pane e radiche di erba. Ancora
iscrizione: » E quivi il cimiterio il Cardinal s. Carlo Borromeo ar-
» del celebre Papa Calisto martire: civescovo di Milano, in questo sa-
CAT CAT 23 j
grò luogo spesso si recava a fare di quella di s. Nicomede nella via
orazione, e a passarvi le notti as- Nomcntana; cos'i fece Giovanni VII
sorto nelle divine meditazioni. del 7o5 con quella de' ss. Marco
Gli antichi Sommi Pontefici im- e Marcellino nella via Appia, dipoi
piegarono tutta la diligenza per man- restaurata anche da Adriano I. Ste-
tenere questi venerabili santuari sot- fano III rifece quella di s. Sotero
terranei, ed è perciò, che studiosa- nella via Appia ed Ardeatina. S.
mente adornarono con cappelle,
li Adriano I restaurò quelle di s. Ci-
ed altari, e con sagre pitture e mo- riaca con fabbriche ed ornamenti,
saici, e procurarono di conservare presso la quale da ultimo fu eretto
tutti i loro diversi ordini un sopra il cimiterio pùbblico de' ss. Pietro
l'altro, affinchè non rovinassero, ri- e Marcellino nella via Labicana ; di
slaurandoli prontamente ad ogni s. Felicita, di s. Silvestro, di s. Sa-
uopo. turnino, de' ss. Crisanto e Daria, di
Il Lupi , Ep. s. Sev.
citato p. s. Ilaria, e finalmente quella di s.
p. 2 dice: Sunt tres omnino cimì- Ermete, tutte situate nella via Va-
culonim ordineSj quorum unus alte- leria nuova ed antica. Altrettanto
ri subjacet j ma in alcune cata- praticarono Benedetto III col cimi-
combe sono anche quattro, e in al- terio di s. Marco nella via Appia,
cune pure cinque. Di queste cata- Gregorio III, e s. Leone IH, che re-
combe, chiamate eziandio cimiteri, staurò il cimiterio di s. Sisto nella
si parlerà a quell'articolo. Furono via Appia, senza nominare altri Pa-
in varie epoche rinnovate, ed ab- pi, i quali fui'ono solleciti della ve-
bellite dai Papi, per cui s. Giulio I, nerazione, e della conservazione delle
eletto l'anno 336, quando già i cri- catacombe.
stiani potevano pubblicamente eser- I titoli e le iscrizioni dei martiri
citare il loro culto, rinnovò le ca- sparse nelle catacombe, vi si con-
tacombe di s. Valentino nella via servarono almeno sino alla metà
Flaminia, ove poi furono aggiunti dell'ottavo secolo, in cui per l'asse-
molti ornamenti nell'ottavo e nono dio posto a Roma da Aistulfo, che
secolo, dai Papi Adriano T, Leone III, co' suoi longobardi devastò i sagri
e Gregorio IV. S. Damaso I, cieato cimiteri, s. Paolo I trasportò multa

l'anno SGy ristorò le catacombe,


, corpora sanato rum come leggesi _,

o cimiteri di Lucina, di Pretesta- neir epistola ad Io. Albertum tom.


to e di Calisto. S. Bonifacio I, del XII Concil. p. 646, e presso Ana-
4 1 8, fabbricò mi oi'atorio nel cimi- stasio in Fita Pauli I. Oltre di
telo di s. Felicita nella via Sala- esso Stefano II, detto III, e Pasqua-
ria, ed il suo successore immediato le I, dalla metà dell' ottavo secolo
s. Celestino I, ristorò ed ornò di fino alla metà del seguente, n'estras-
sagre pitture quello di Pretestalo, sero le ossa dei martiri, prendendo
S. Giovanni I, del 5i^y restaurò le tutti quelli, eh' erano più venerati
catacombe dei ss. Felice ed Adauto per la loro celebrità, e quelli pure,
nella \ia ostiense, detto anche di cui si seppe con sicurezza aver con-
Commodilla, presso s. Paolo, dei ss. seguito la palma del martirio ,
per
Nereo ed Achilleo, nella via Appia, le iscrizioni trovate affisse a' loio
e l'altra di s. Priscilla. Bonifacio luoghi. Ma siccome allora non eb-
V, eletto nel 619, fu benemerito bero altra cuia, che quella di por-
,,

236 CAT CAT


re in salvo le pericolanti reliquie delle reliquie e corpi de' santi mar-
così non pensarono, come certamen- tiri dalle catacombe, i Pontefici fu-
te si farebbe adesso, a tener conto rono solleciti di emanare appositi
anche delle lapidi, che lasciarono regolamenti ; particolarmente nel
perire miseramente. 11 perchè le ca- 1672 Clemente X, mediante la co-
tacombe si rimasero da più secoli stituzione Ex
conimissa, e nel 1704
esauste de' corpi de' martiri conosciu- Clemente XI con bolla, che si legge
ti, avendo avuto perciò Gregorio IV, nel bollarlo magno t. Vili, p. 24^.
eletto nell'anno 827, tutta la ragio- Ed è perciò, che le catacombe e i

ne di scrivere ad uno^ che gli avea cimiteri sono sotto la speciale vigi-
richiesto qualche corpo di santo mar- lanza della sagra congregazione del-
tire, che non ve lo trovava, inqui- le indulgenze e sagre reliquie, e del
rentes^ nequaquani invenire potai- Cardinal vicario, il quale vi deputa
musj e non già perchè non vi fos- due visitatori de' sagri cimiteri, uno
sero cavatori, come si spiegò da dei quali è custode delle reliquie,
Benedetto XIV, de Beali/., et Ca- che si estraggono da essi e dalle
non, lib. IV, p. 27, che poi
2, e. catacombe. A tali ministri spetta
nella lettera al Cardinal Malvezzi ordinare e regolare gli scavi pel ri-

neW Appendice del tom. IV del suo trovamento dei corpi che po- santi,
Bollarlo cambiò parere, ammetten- scia colla pontifìcia autorità si con-
do anch' egli, che realmente non po- cedono in dono a chiese insigni, ed
tè rinvenirlo, perchè non vi era, a ragguardevoli personaggi.
ovvero per essere le gallerie e i Non deve tralasciarsi di avverti-
cunicoli delle catacombe quasi labe- re, che Alessandro VII, nel i656,
rinti, laonde difficile sarebbe fare concesse a monsignor Landucci sa-
delle medesime una pianta topogra- grista, ed a' suoi successori, T auto-
fica, giacché tali gallerie e cunicoli, rità di fare scavi nelle catacombe
sono talvolta interrotti a cagione de- coi propri cavatori, ed i corpi dei
gli smottamenti e delle rovine del- martiri, che vi avessero rinvenuti, si

le volte, le quali sovente sono acca- tenessero da loro custoditi per con-
dute, massime nelle scavazioni per cederli a chi ne facesse ricerca, e a
le scoperte. disposizione del Pontefice. Di tal

Fatte quelle antiche estrazioni concessione parla il Boldetti alle

de' corpi santi, non


ne intrapre- se pag. i38 e 257. Vero è però, che
sero che dopo sette secoli, venendo non tutti i corpi, i quali rinvengon-
riassunte sotto Clemente VIII, Pao- si catacombe sono reputati di
nelle
lo V e Gregorio XV, e continuate martiri, ma quelli soltanto, che han-
successivamente. Talvolta gli antichi no contrassegni sufficienti a deno-
cristiani, per gratitudine verso i ca- tare la certezza del sofferto marti-
vatori delle catacombe, solevano ef- rio; ed a quelli, che si trovano con
figiarli in qualche conetta de' cu- segni del martirio , ma anonimi ,
nicoli o corridori dellecatacombe, viene imposto un nome tolto da
con una lucerna in mano, e con una cristiana virtù, o di qualche
due colombe ai lati, come osserva- altro martire.
si in un rame riportato dal p. Giu- Per rendere più sospette le re-
seppe Bianchini nella sua storia tri- liquie estratte dalle catacombe, mol-
partita. Ma sui cavatori posteriori ti accattolici hanno detto , eh' esse
CAT CAT 1^7
non devono la loro origine se non Adolph . Hartmann , De origine
che ai lavori indi^spensabili delle Cryptariini in ecclesiis christiano-
cave, le quali facevansi presso le raniy Marb. Cattorum 1733 ; Ja.
grandi città, e agli altri scavi di ]Nic. Erilhracus, De Roma subt. Aur.
terra, di pozzolana e di sabbia, che Pelliccia, Dìssertatio I de Coeme-
erano necessari alle costruzioni ; e terio sive Catacumba ncapolitana
che i tanti loculi o scanni, i quali t. IV. p. Ili p. 68; Mamachi, Co-
si cuoprivano con tegole e marmi, stumi de' primi cristiani, t. HI. p.
erano destinati alla sepoltura dei 166; Artaud, Voyage dans les ca-
gentili, che vi seppellivano gli schia- tacombes de Rome, Paris 18 io; e
vi per evitare la spesa di farli ab- Mario Pieri, Discorso de'viaggi, Mi-
bruciare. Ma a tali accuse risponde lano i8i2, ove a p. 28 descrive
il Bergier alla parola Catacomba _,
lo smarrimento entro le catacom-
dappoiché se è probabile l' opinio- be di s. Sebastiano, di un viaggia-
ne degli scavi, siccome sostenuta da tore, che ed il lume,
perde il filo

gravi autori, è poi ceito che i cri- con cui si era incautamente intro-
stiani de' primi tempi, in cui i dotto, senza altra guida disgrazia, ;

barbari si recarono al saccheggio che accadde anche ad altri. 11 p. An-


di Roma , chiusero le catacombe tonmaria Lupi, nel tomo I, delle
per impedirne la profanazione , e sue Dissertazioniy Faenza 1785, a
tranquillata la Chiesa, vennero suc- pag. 5i. e seg. , tratta degli an-
cessivamente riaperte, laonde le con- tichi cimiteri detti catacombe, e di-
getture de' protestanti, massime di ce, che furono fatti ad imitazione
Burnet, di Spanheim, di Basnagio, delle sepolture de' gentili ; che è
di Misson ec. , sono false per ogni falso che molto prima servissero
parte, e sono un prodotto contro i per seppellirvi i gentili, come ma-
cattolici, contro il culto de' santi, e lignamente opinò il protestante Mon-
delle sante reliquie, che ci gloiiamo rò, e risponde alle opposizioni, che
venerare. contro le catacombe fanno gli c-
Finalmente sulle catacombe scris- terodossi. Da
ultimo, e nel 1887,
sero, e si possono consultare i seguenti il celebre Raoul Rochette pubblicò
autori: Roma sagra, ricercata in in Parigi Tableau des catacombes
tutti i giorni della settimana ecclesia- de Rome^ opera che nel medesi-
stica nelle opere pie che vi si fanno, mo anno si stampò anche a Brus-
Roma 1678; Pietro Zorn nella disser- selles.
tazione De Catacumhis seu Cry- CATAFALCO (Pegma funebre).
ptis sepulchralibus ss. Martyrum, Edifizio dilegname fatto per lo piti
Lipsiae 1708; Carlo Samuele Sonfllo in quadro od a piramide, che si
de Concionibiis funehribus veterum^ circonda di torcie e cerei, dove si
Lipsiae 1688 ; Enrico Leone Schur- pone la bara di un morto. Il Dizio-
zUeisch, De lucernis veteriun sepul- nario delle Origini Milano 1829, :,

chralibiis, Vittembergae i7io;Gioa- dice, che nell'ornamento del cata-


cliino Ildebiando, Frimitivae ec- falco entrano i simboli della morte,
clesiae offertorium prò defiinctis , gli attributi caratteristici , le virtù,
Helmstadii 1667; Armandi Gotti, le cariche,ed anco gli stemmi gen-
Femclii dissertationes duae de cata- tilizi del defonto con tutti gli analo-

ciimbis romanisj Lipsiae 1 7 1 o ; Jo. ghi accessorii, come panni e or n amen-


238 CAT CAT
ti lugubri ec. Sovente i catafalchi si maxima concilioruni omnium Ili-
collocano su gradinate, disponendosi spanile et novi orbis etc. 11 p. Ca-
sopra di queste gruppi di figure talano ha scritto anche alcuni com-
allegoriche e simili, relative alle mentari sid ceremoniale de* vescovi,
qualità e al carattere del defonto. e sui quattro primi concili generali.
CATAFRIGI. Eretici del secolo CATALOGNA. Provincia della
-II,rampollo de* raontanisti e così , Spagna, che viene separata dalla
chiamati perchè sortii'ono nella Fri- Francia dai Pirenei. Soggiacque do-
gia. Essi componeano 1' Eucaristia po le romane e le gotiche invasioni
con farina sangue estratto con
e ai conti di Barcellona , città che
piccole ferite dal corpo di un fan- n' è la capitale. Uno di detti conti,
ciullo; il quale se a caso moriva, col matrimonio, che contrasse con
riguardavano qual martire, se so- d. Petronilla regina d' Aragona, uni
pra v vi vea, come gran sacerdote. Essi i due trasmettendone lo scet-
stati,

affettavano temperanza astenendosi tro alla dalla quale


sua posterità,
dalle carni degli animali, e si spac- poi derivarono Ferdinando V, il
ciavano assai continenti; ma bestem- cattolico y ed Isabella, che riunirono
miavano dall' altro lato contro la la monarchia, mediante la congiun-
validità delle nozze. San Eleulero, zione dei regni di Leone ei di Ca-
Papa del 179, fece un decreto con- stiglia. Ci permettiamo, e limitiamo

tro di essi, ed insieme insegnò, che soltanto a questo cenno, per parla-
era cosa per ciaschedun dei
lecita re di un concilio, eh' è conosciuto
A^deli il anche delle carni de-
cibarsi sotto il nome di Catalogna. Questo
gli animah. San Zefirino, del 2o3, pertanto vuoisi celebrato nel primo
condannò anch' egli que' fanatici, as- maggio dell'anno 1246, dall'arci-
sieme agli altri eretici di quel tem- vescovo di Tarragona con l' inter- ,

po, la maggior parte discepoli di vento di sei vescovi. Vi si confermò


Montano. la scomunica contro coloro, che si
CATALANO Giuseppe. Scrittore assicuravano con violenza delle per-
ecclesiastico del secolo XVIII, assai sone ecclesiastiche, e dei loro beni.
dotto e laborioso. Era egli ascritto Inoltre vi si ordinò, che i saraceni
all' oratorio di s. Girolamo della schiavi, i quali domandavano il bat-
Carità. Abbiamo di lui le seguenti tesimo, dimorassero prima alquanti
opere: i.° Pontificale romaniun in giorni presso il rettore della chiesa,
tres partes dìslribuluni Clenientis per provare e fare esperimenti sulla
VlIIy ac Urbani Vili auctorìtate loro conversione. Marca, Ilispan.
rtcognilum^ nunc primuni prolego- pag. 5 12.
menis et comnientariis illustratum j CATANDRTNI, CALDARINI, o
1° Sacrai uni cceremouiarunij sive CALDERINI Filippo, Cardinale. F.
rituuni ecclesiaslicoriun Sanctce Ro- Calandrini.
mance Ecclesice libri tres, ab Au- CATANIA (Catanien.). Città
gustino Patricio ordinati et a Mar* con residenza vescovile in SiciHa,
cello Corcyrensi archiepiscopo pri- capoluogo della provincia chiamala
mum editi etc; 3." De magistro Valle minore di Catania , vantaggio-
sacri palata apostolici libri duo j samente situata sulla costa orientale
4" De secretano s aeree congrega- dell' isola a piedi del monte Etna o
tionis indicis libri duoj 5." Collectio Mongibello, sulla estremità della va-
,

CAT CAT 289


sta pianura del suo nome, una del- e Luigi, re di Sicilia, vi mori nel
le più belle città della Sicilia non i355. Alfonso d' Aragona vi fon-
solo, ma d'Italia. Catania, che poi dò sua rinomata università, e
la

dai romani fu chiamata Calana^, e r imperatore Carlo V cinse la città


Catina , fu fondata, secondo qual- di solide mura, il percliè colle sue
che autore, l'anno 726 prima di fortificazioni novera fa le piazze
si

G. C, sette anni dopo Siracusa, da forti Dopo l' ultima mi-


del regno.
ima colonia di Nasso, e, secondo al- litare occupazione di Malta, nel 1 79B,
tri,da una colonia di calcidesi gui- i cavalieri gerosolimitani si recaro-
dati da Evarco, nel 704. Il celebre no a Messina, donde nel gennaio
legislatore Caronda viveva in que- i8o4, il ball Tommasi gran mae-
sta città verso 1' anno 65o della stro, ed i grandi dignitari dell'Or-
menzionata epoca. Gerone, tiranno dine gerosolimitano, si fissarono in
di Siracusa, trasportò altrove i suoi Catania, e rimasero fino all' a-
vi
primi coloni, nel 47^> P^^' ^^i' ^"O" gosto 1826, in cui passarono a Fer-
go a cinque mila greci tratti dal rara. In Catania era morto, ai i3
Peloponneso, e ad altrettanti di giugno i8o5, il gran maestro Tom-
Siracusa : ma quindici anni dopo la masi, ed ivi gh successe il bali Gue-
sua morte, i primarii suoi abitanti vara eletto luogotenente ai i5 giu-
da Leontini, ove eransi stabiliti, dis- gno, che morì poi ai ^5 aprile
cacciarono gl'invasori, e rovesciaro- 1814. Quindi gli venne dato in suc-
no la tomba del tiranno. La città cessore ai 26 aprile il bali Centel-
lasciò allora il nome
Etna, che di les,che morì pure in Catania ai
avea ricevuto da Gerone. Per altro IO giugno 1821 , onde fu eletto
rimase quel nome al castello, chia- luogotenente il commendatore Bu-
mato per Io innanzi Inessum, e si- sca.
tuato sul pendio del monte. Ivi Tre volte il vulcano distrusse
ritiraronsi coloro^ che ai veri Cata- Catania, ed altrettante volte fu rie-
nesi dovettero cedere il posto, e dificata . Se r Etna da un Iato
vuoisi crederne gli avanzi d'esso in le è sorgente d' inesauribili dovi-
un convento rurale detto s. Nicolò zie, lo è per l'altro di deplorabili
in Arena, che divenne abbazia re- avvenimenti. Uno di questi rammen-
golare della congregazione di Mon- tavano le statue erette sulle sponde
tecassino, il cui abbate aveva il dirit- del Simeto, dei fratelliAnfìnomo
to di assistere agli stati del regno ed Anapio, che in una tremenda ir-
di Sicilia. ruzione, abbandonati gli aviti te-

Dionisio s' impadronì col ferro di sori, s' indossarono il peso dei ca-
Catania, vendendo poi all' asta pub- denti genitori, e perirono vittima
blica gli abitanti, che aveva fatto dell' amor filiale. Fra le rovine del-
schiavi, e concedendone ai Campa- l' antica città, sono degni di osser-
ni il dominio.Augusto Sotto di- vazione r anfiteatro, le naumachie
venne colonia romana ; fu da lui il circo, r odeone, i sepolcri, i ba-
riparata, e mantenne in fiore e
si gni ec, ma del suo famoso tem-
riputazione nell' impero de' romani. pio di Cerere non si rinvengono a-
In progresso di tempo servì Cata- vanzi.
nia di residenza a parecchi sovrani, Attualmente Catania si divide nei
e principi della dinastia aragonese, tre circondari del Duomo, di s. Mar-
o^o CAT CAT
co, e di Borgo. Le sue piazze, e le sole, o proconsole, con colonne di
sue strade vaste e regolari sono sel- granito di un grande diametro, le
ciate di lava ; ed i suoi edifici, in quali per altro sono racchiuse dai
generale, sono di un' architettura pilastri, fin da quando il vescovo
imponente, e primeggiano, olire la Reggio fece restaurare la chiesa.
cattedrale, il palazzo del senato, o Dedicata questa cattedrale ad o-
magistratura municipale ed il tea- nore della concittadina e patrona
tro. Fu, nel 1693, ed ai 22 gen- s. Agata vergine e martire sotto lo

naio, eh' essa venne quasi distrutta imperatore Decio, fu riedificata do-
dal terremoto, avendone provato de- po il menzionato disastro del 169 3,
glialtri, massime negli anni 1783 in cui morirono ventimila persone.
e 1818, che assai danneggiarono Dall'anno 1093, il suo capitolo fu
molte eleganti fabbriche. 11 porto regolare, e dell'Ordine di s. Bene-
di Catania consiste piuttosto in una detto, sino al 1578, in cui ven-
darsena: il perchè, nel declinare ne secolarizzato da Gregorio XIU.
del secolo decorso, fu incominciato Oggidì si compone di cinque digni-
un molo sotto la direzione del ce- tà, cioè del priore eh' è la prima,
lebre ingegnere Zara maltese, che dell' arcidiacono, del cantore, del de-
tuttora si continua. Ma essendo la cano, e del tesoriere, con dodici ca-
darsena naturalmente di poco fon- nonici con due prebende, dei cano-
do, non \i entrano che bastimenti nici secondari mansionari, di sei be-
mercantili, e poco si frequenta. È neficiati, di quattro cappellani, e di
poi degna di special menzione l' in- altri sacerdoti e chierici tutti ad-
clita accademia Gioenia, per le sue detti al divino servizio. Dal sacer-
utili e dotte produzioni letterarie, dote maestro de' cappellani, eletto
riguardanti la flora, e mineralogia dal vescovo, si esercita la cura del-
sicula, oltre ogni altia parte delle le anime nella stessa cattedrale, ove
scienze naturali. Fu il commenda- evvi il fonte battesimale, ed in cas-
tore Fr. Cesare Borgia di Velletri sa d'argento, ornata di pietre, si

del sovrano Ordine gerosolimitano, conserva con gran venerazione il

che fondò tale illustre accademia, e corpo della protettrice sant' Aga-
ne fu il presidente nel primo trien- ta. Inoltre nella città vi sono ot-
nio, divenendo anzi poscia presi- to parrocchie col rispettivo fon-
dente perpetuo onorario. te. Tale è la chiesa di santa
Abbiamo dai sagri fasti di Cata- Maria da san Pio insignita del V
nia, che la sua sede vescovile ven- titolo di collegiata, vicina ad un
ne istituita nel quinto secolo, e che antico monistero, che portava il ti-

dai greci nel nono fu eretta in me- tolo della predetta santa Agata. La
tropoli onoraria,divenendo nel de- cattedrale, fra i suoi ornamenti ,

cimosecondo suffraganea di Monrea- ha anche due organi, ma quelli


le, a cui è tuttora soggetta, allor- della chiesa di s. Nicola, vasta e
quando quella chiesa divenne me- magnifica, sono riputati più eccel-
tropoli.Vuoisi, che la cattedrale di lenti. Vi sono poi quattordici con-
sontuosa architettura, edificata nel venti e monisteri di religiosi, e cin-
1093 dal conte Ruggero, sia stata que monisteri di monache, quattro
fabbricata nel luogo d' un antico conservatorii, e diverse a rei confrater-
tempio eretto da cerio Laberio con- nite, due ospedali; uu monte di pietà,
1

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un cospicuo seminario, ed il cimiterio cioè del diacono, del corista, dell'ar-
fuori della città. cidiacono e del tesoriere, di quat-
CATANZARO ( Cathacen.). Città tordici canonici con due prebende,
con residenza vescovile nel regno di sei mansionari, e di altri preti
delle due Sicilie, capoluogo della e chierici addetti al culto divino.
provincia della Calabria ulteriore Nella detta chiesa evvi la cura del-
seconda, di distretto e di cantone, le anime con fonte battesimale. Vi
situata su di un'amena ed elevata si venerano diverse reliquie, fra le
posizione, a pie della quale scorre quali il corpo del patrono s. Vita-

il Corace. Essa è difesa da un ca- liano martire. Nella città si contano


stello fortificato, e lo era anche la altre dieci parrocchie, tre conventi
città. Il terremoto del 1788 la di religiosi, e due monisteri di mo-
distrusse alquanto, ma poscia venne nache, un orfanotrofio, un ospedale,
in gran parte riparata con nuove ed un seminario. La tassa di questa
fabbiiche. Dicesi, che fosse fabbricata mensa è registrata nei libri della ca-
dal greco imperatore JViceforo Co- mera apostolica in trenta fiorini.
ra neno,ovvero dai greci nel suo impe- CATAQUENZA, o CATAQUEN-
rio.Fu sempre la metropoli di tutta la SUSCA, ed anche Cat^quae. Sede
Calabria Ultra, prima che venisse in vescovile di Numidia nell'Africa oc-
due parti suddivisa, ed ha tutta vol- cidentale, che nei primordi del quin-
ta i superiori dicasteri provinciali, to secolo , fu governata dai vescovi
e la gran corte civile per le appel- Bonifacio, e Paolo. Aii^. ep, 126.
lazioni, eh' è una delle quattro di Se ne fa menzione negli atti della
qua dal faro, e che comprende tut- conferenza tenuta in Cartagine nel-
te le Calabrie nella sua giurisdizio- l'anno 4 1 1 •

ne. Oltre alcuni stabilimenti di be- CATARA. Sede vescovile della


neficenza, evvi una reale accademia diocesi di Caldea, nel golfo persiano.
delle scienze, ed uno de' maggiori Nel 740 era vescovo di essa Fetio-
licei regi. ne, e quando era cattolico de' nesto-
La sede vescovile in Catanzaro, riani Jesuiab III il vescovo e gli
,

che chiamasi pure Catanzara, e in abitanti di Catara lo abbandonaro-


latino Cantalìiim, Catacìum, fu sta- no, per seguire il metropolita di
bilita dal Sommo Pontefice Calisto Persia.
1 1, nel 1 2 1 , trasferendovi la sede CATARI e Cataria. Eretici di-
di Taverna, la cui erezione rimon- scepoli di Montano. Questa parola
tava al secolo quinto. E suffraganea significa puri y e se l'attribuivano,
dell'arcivescovo di Reggio, al qua- oltre ad essi , anche i manichei , i
le è tuttora sottoposta. La cat- novaziani, gli albigesi ed altri ereti-
tedralefu più volte restaurata al ci. I montanisti presero tal nome
paro delle altre chiese a cagio- per significare, ch'essi non erano del
ne degli scuotimenti di terra, ed numero di coloro, i quali riceveva-
è dedicata all' Assunzione della no a penitenza quelli, che avean ne-
beata Vergine Maria; ma pei me- gata la fede pel timore de' tormen-
desimi scuotimenti ,
passò da ul- ti; così pure che nulla partecipava-
timo il capitolo ad ufiiciare nella no del loro delitto. Sotto tale pre-
chiesa di s. Francesco. Tal capito- testo d'ipocrisia negavano intanto
lo si compone di quattro dignità, la facoltà della Chiesa di rimettere
VOL. X. 16
a4^ CAT CAT
anche il peccato di apostasia. Ve- nel viaggio sorpreso in Napoli da
stivano di bianco, per indicare, co- mortai malattia, finii di vivere agli
nio essi dicevano, la purità della 8 novembre dell* anno stesso.
loro coscienza. 11 Cardinal Pallavicino, Stor. Con-
CATARINO Ambrogio. Scrittore dì, di Trento, 1. XIII, e. 8, in po-
ecclesiastieo del secolo decimoscsto, che parole ha espresso il vero ca-
nato in Siena l'anno i^Sy. Insegnò rattere del Catarino , dicendolo :

dapprima la legge civile in parec- M uomo di somma riputazione nei


chie città d* Italia sotto il nome di » suoi anni , di minore nelle sue
Lancellolto Politi. Nell'età d'anni « opere, forse non favorito in esse
trenta circa ,
professò la regola di s. « dalla universale opinione altrui :

Domenico in Firenze, e vi assunse M ma nelle contese cogli eretici e


il nome sotto il quale è conosciuto. " nelle funzioni del conciho, non
D'allora in poi con tal profitto si die- » fu inferiore d'applauso a veruno
de allo studio della teologia, che in »» de' coetanei e de'colleghi ". E ve-
brevissimo tempo divenne uno dei ramente sarebbe degno di maggior
piti celebri teologi. Per meglio at- lode il nostro teologo, se alla viva-
tendere a quella scienza, passò in cità dello ingegno ed alla estension
Francia nel i532, e vi si tratten- del sapere avesse congiunta un' e-
ne quasi dieci anni. Tornato indi guale moderazione nel proporre le
in Italia meritò di essere invia-
, sue opinioni, e nello impugnare le
to al conciho di Trento, ove ebbe altrui. In tal maniera non avrebbe
campo di spiegare non solo il suo sostenute sentenzetali , che poscia
vasto sapere, masua in- ancora la a ragione furono rimproverate,
gli

dole bellicosa, perciocché gravi con- e per cui qualche sua opera è stata
tese sostenne per diverse opinio- registrata neh* Indice. Nondimeno
ni con altri teologi del suo Or- egli fu uno de' primi a prender le
dine, come con Bartolomeo Car- armi contro Lutero. La nomencla-
ranza, con Domenico Soto, e con tura delle sue numerosissime ope-
Bartolomeo Spina, maestro del sagro re potrassi leggere presso i padri
palazzo. Anzi le contese s'ebbero Quetif ed Echard (Script. Ord. praed.
con tal calore, che non si ristettero t. II, pag. i44) 5 i quaU tessero an-
in semplici dispute a bocca, ma si che il catalogo delle varie edizioni,
fecero anche pubbliche con alcuni che ne furono fatte. Abbiasi peral-
libri stampati dagli uni
contro gli tro un' idea generale di quanto scris-
Nel i547. Paolo l'I 'o pro-
altri. se. I suoi Commenti intorno ai pri-

mosse alla sede di Minorica nel re- mi capitoli della Paolo e


Genesi, s.

gno di Napoh, sebbene molti di lui le epistole canoniche, ridondano di


nemici adoprassero ogni mezzo per questioni di controversia, nelle quali
impedire il suo innalzamento. Cin- combatte con franchezza il Cardinal
que anni dopo, il Pontefice Giulio Gaetano. Il Trattato della grazia
III, che avea avuto il Catarino an- contiene certe proposizioni affatto
cor secolare a suo maestro in leg- nuove, e anche non troppo con-
ge, lo trasferì alla chiesa di Gonza; formi. Compose parecchi scritti in
e nel i553 lo chiamò a Roma. Era favore della immacolata Concezio-
comune opinione, ch'ei dovesse ri- ne. Le sue questioni quibusnani ver-
cevere l'onor della porpora; ma bis Chrislus confccit Eucharistiae
,

CAT CAT 243


sacramentumj sono poste ncH' Indi- sono soggette all' impero romano
ce, sotto il nome Politus Amhvos. ed ai re alleati, e per potere in
Calharinus. Negli altri scritti vuol caso di guerra fare in ciascun re-
distaccarsi dai sentimenti dell'An- gno quella leva di gente, che oc-
gelico, OTc per altro si tratta di corresse al bisogno. Ma qualunque
cose non definite. Scriveva egli e- sìa stata la vera ragione di que-
legantemente , e le sue opere st' ordine di Augusto , avverte il

non mancano di chiarezza e di me- Lamy, cap. g, num. 3, che ciò fu


todo. un tratto meraviglioso della Sapien-
CATASTO Census ). Registro e
( za divina, la quale volle, che da
stima de' beni ed ancora quel-
stabili, questo censo risultasse una irrefra-
la gravezza , che s* impone secondo gabile testimonianza , che Gesù Cri-
r estimo de' medesimi, nonché il li- sto discendeva dal regio sangue di
bro ove essi vengono registrati , e Davidde. V. Joh. Guil. Jani de
descritti coi nomi dei possessori. Col Censiiromanorum primo recentiores
nome di catasto e anche di censo quaedam controversiacy Vittember-
s'intende pure l'enumerazione delia gae 1715, et in tomo V Thesaur,
popolazione. L' esatta ripartizione Theol. Phil. p. 4^4 6 Francesco J

dell' imposta , come la descrizione Cancellieri , Notizie sul natale di


della popolazione , che i moderni G. C, ove a pag. 79 riporta un
chiamano statistica (la quale ora elenco degli scrittori , che trattaro-
sta formando in Roma il prov- no del censo di Augusto . Pel Ca-
vido governo ) uno dei più
è tasto poi dello stalo pontificio y si

grandi benefizi, che un popolo ri- può consultare l'articolo Congrega-


cever possa da chi lo regge; il per- zione Cabdinalizia del Censo.
chè si legge, che Ottaviano Augusto CATECHISMO ( Catechismus ).

stabili il catasto , o il censo , rem Istruzione, la quale insegna ciò che


saluherrimam tolo futuram impe- un crisfiano deve sapere, credere e
rio. Tutta volta cercandosi dai cri- operare per ottenere la salute eter-
tici per qual motivo Augusto ordi- na , riguardante l' ammaestramento
nasse questo censo, si vuole che ciò della fede e dei costumi. Chiamasi
facesse non solo per conoscere il nu- pure Catechismo quel libro, che ne
mero de' suoi sudditi , ma per sa- contiene l' insegnamento. L' origine
pere le sostanze e gì' impieghi di di tal parola deriva dalla greca ca-
ciascuno, per poi imporre un pro- techesij catechesisj cliristìanae doctri-
porzionato tributo , come opina- nae institutioj cioè spiegazione delia
no Ambrosio, Reda, Eulimio, et dottrina cristiana { P^edi ), che è la

Maldonato in e. 2. Liicae. Alcuni breve e metodica istruzione dei mi-


però si oppongono, sostenendo che steri della fede per quelli, che vo-
siccome gU ebrei avevano i loro re, gliono farsi cristiani , e ricevere il

ed obbedivano ad Erode, così a lui salutare lavacro, della cui ammini-


solo e non ai romani solevano pa- strazione era incaricato il catechi-
gare i tributi. Onde Richard, e sta ( Fedi ).
Bineo de Natali Jesu Christi, lib. Essendo stati i vescovi stabiliti
I, e. 3, credono piuttosto, che fosse da Gesù Cristo maestri de' fedeli
ordinata questa descrizione soltan- essi devono presentare ai propri
to per sapere il numero delle per- diocesani un catechismo, ed il cate-
,

!»44 CAT CAT


chismo romano ( Vedi) è il mi- no le cose da credere, e da fug-
gliore di tutti. L'uniformità della girsi nelle materie della nostra fe-
dottrina insegnata in tutti i libri de. Di questo catechismo adun-
elementari, è una prova irrefiaga- que Clemente XIII , per
Io stesso
bile dell'unità della fede, che re- opporsi alla condannata EsposiziO'
gna in tutta la Chiesa universale. ne, fece pubblicare in quell'anno
Di tutti i libri il più difficile è una nuova edizione in latino, e in
un buon catechismo come quello, , italiano per opera della stamperia
che adattato ad ogni maniera di per- camerale.
sone, si tiene per un compendio di I concilii raccomandano ai par-
teologia. rochi di spiegare in tutte le feste
Che se alcuni inserirono nei ca- il catechismo nelle loro parrocchie.
techismi delle opinioni, che non ap- Varii Pontefici, e da ultimo Cle-
partengono alla fede cattolica, que- mente XI, Benedetto XIII, e Bene-
sta temerità fu comunemente disap- detto XIV , s. Carlo Borromeo e
provata ed altamente biasimata. P^, molti insigni Cardinali, ed altri uo-
d. Francesco Gusta, Sui catechismi mini grandi , esercitarono 1' uffizio
m odern i , Saggio critico - teologico , di catechizzare persino i fanciulli, e
in cui fa la disamina dei catechismi la gente di campagna. In Roma
di tutte le nazioni ; e il breve Cum nell'intera quarta settimana di qua-
inter presso il Guerra, t. I, p. i6o, resima, in molte chiese stabilite dal
dato da Clemente XIII i4 giu- ai Cardinal vicario si fanno le istru-
gno 1761, col quale condannò !'£- zioni catechistiche in preparazione
sposizione della dottrina cristiana, al ricevimento della comunione,ss.

stampata a Napoli in cinque tomi a cui per precetto della Chiesa de-
nel 1758- 1759 e 1760, e tradotta ve accostarsi ogni cattolico nel tem-
nella lingua francese, nella quale po pasquale. V. de la Combe, alla
era stata condannata dalla congre- parola Catechismo.
gazione dell' Indice ai 1 1 novembre CATECHISMO Romano. Chia-
1757. Per maggiormente poi tener masi ancora Catechismo del conci-
lontani i fedeli dal pericolo, in cui lio di TrentOy perchè i venerabili

possono inciampare in questa deli- padri di quell' augusto consesso, do-


cata materia, lo stesso Pontefice con po aver raccolta molta materia su
una lettera enciclica dello stesso gior- questo oggetto importantissimo, in-
no. In Dominico j presso il citato caricarono due vescovi ed un teo-
Guerra, t. Ili, p. i5, diretta a' ve- logo del celebre Ordine de' predica-
scovi della Chiesa cattolica, li esor- tori affinchè il riducessero in com-
tava e comandava loro di servirsi pendio. Ma non potendo i padri
pel regolamento del loro gregge del condurre a fine sì grave affare, ne
Catechismo romano, con tanto stu- lasciarono la cura alla suprema au-
dio e profitto de' cattolici fatto com- torità del sommo Pontefice, come
pilare dai Sommi Pontefici suoi pre- abbiamo da tanti autori, massime
decessori, principalmenteda s. Pio dal p. Reginaldo, de Catechis. Rom.
V dopo il concilio di Trento, il auctoritate. Ed è perciò, che s. Pio
quale avendo condannate le eresie, V, Ghislierìj eletto nel i566, subito
che a quei tempi erano insorte, for- si occupò del catechismo di detto
mò un catechismo, in cui s' insegna- concilio tridentino, e lo diede a
,

CAT CAT 245


compilare a tre riputati e dotti sog- romano. 11primo diresse perciò un
getti di quel tempo. Le due parti breve al famoso tipografo Manuzio,
del Simbolo^ e de Sagramenti toc- e il secondo spedi altro breve a
carono a monsignor Muzio Calini Millanges di Bordeaux, e ciò prin-
bresciano, arcivescovo di Zara, poi cipalmente ad uso di tutti i parro-
vescovo di Terni, il quale fu anche chi cattolici. Ma per le altre condi-
adoperato nell' Indice dei libri da zioni, merito, utilità e polemica del
proibirsi, e nella riforma del bre- catechismo romano, si consulti l'ab-
viario, e del messale romano. A bate Bergier a tale articolo.
Pier Galesìni , dottissimo milanese CATECHISTA. Colui, che fa il

toccò la terza parte, che tratta del catechismo, che ovverocatechizza,


Decalogoj e a Giulio Foggiani, fa- che ne ha composto dei libri. Nei
migerato letterato di Suna nella dio- primi secoli della Chiesa si chiama-
cesi di Novara, toccò l'ultima parte rono catecumeni i nuovi discepoli
sulla Orazione domenicale. Finito in nella fede cristiana, non ancor bat-
questa forma da tre diverse mani il tezzati, di cui la Chiesa prendeva
catechismo, fu dato allo stesso Fog- particolar cura per istruirli nella
giani, affinchè lo ripulisse nello sti- fede. i sermoni
Oltre dei vescovi,
le interamente, e quasi lo rifacesse ai quali era loro permesso assistere,
da capo , nel tempo , che una con- troviamo negli antichi scrittori, che
gregazione deputata dal medesimo in certe chiese, parlandosi dei cate-
s. Fio V, e di cui era presidente cumeni dei due primi ordini , si

il celebratissimo Cardinal Guglielmo destinavano abili soggetti per ìjm-


Sirleto, Io rivedeva nel dottrinale. maestrarli , i quali si chiamavano
Con tutta questa diligenza fu foi^ catechisti termine usato sì dagli
,

mato , e compito il catechismo ro- autori profani, che ecclesiastici, anche


mano, nel quale si comprende, co- per indicare coloixD, i quali insegna-
me dicemmo all'articolo Catechismo, vano i primi elementi delle scienze.
ogni dottrina necessaria alla istru- Nell'epistola attribuita a s. Cle-
zione de' fedeli, comune nella Chie- mente, e diretta a Jacopo, i cate-
sa, che da ogni errore li tiene
e chisti sono distinti dai vescovi, dai
lontani. V. Pompeo Sarnelli Lette- sacerdoti, e dai diaconi. Nella chiesa
re ecclesiastiche, tomo IX, p. 35, di Alessandria eravi una celebre
ove riporta i nomi di quelli, che scuola di catechisti per istruire quel-
composero il catechismo romano, ov- li , che si disponevano a ricevere il

vero quello già prima incomin- battesimo, venendone incaricati uo-


ciato, come si disse superiormente ,
mini grandi. Eusebio cesariense chia-
dal sagro concilio di Trento, cioè ma questa scuola non già di cate-
fr. Egidio Foscario domenicano, ve- cumeni, ma di fedeh, hb. V, Hist,
scovo di Modena, Lionardo Marino Eccl e. IO. Tutta volta, che vi fos-
arcivescovo di Lanciano, e fr. Fran- sero istruiti i catecumeni, ricavasi
cesco Forerio portoghese, che fu il da Origene, Coni. Cels. lib. 3, pag.
primo segretario della congregazione i4i. Fra i catechisti della scuola
dell' Indice. alessandrina, sono a nominarsi Pan-
Tanto Pio V, che l'immediato
s. teuo, che sapeva egualmente le

successore Gregorio XIII,approva- scienze umane, e le divine Scritture,


rono e pubblicarono il catechismo il quale poi andò a predicare l'evan-

I
a46 CAT CAT
gelo nelle pih rimote provincie del- ai talenti, ed ai doni particolari di
l'Asia, ed inoltre s. Clemente ales- cui erano forniti.
sandrino, e il medesimo Origene. In alcune chiese V impiego di ca-
Questi fu incaricato d* istruire i techista non veniva assegnato a per-
catecumeni, contando l'età di diciot- sona particolare; ma era lasciato
to anni, mentre era ancora laico. allo zelo e alla prudenza di ciascun
Divenne quella scuola si famosa al fedele l' i catecumeni. S. A-
istruire
suo tempo, che vi accorrevano le gostino, che fu fatto catecumeno in
genti dai più lontani paesi. S. Gre- Milano, non fa cenno di alcun par-
gorio taumaturgo vi apprese i primi ticolare destinato a istruirlo, come
rudimenti di nostra fede, e vi fece neppure in Roma vi ha vestigio di
tali progressi, che lo resero poi simili catechisti. S. Cirillo gerosoli-
l'ammirazione di tutti. Nella chiesa mitano parla a tutti i fedeli, quan-
di Cartagine s. Cipriano pose nel- do dice Se vien generato qualcuno
:

r impiego di catechista un rettorico a Gesù Cristo, colle vostre istru-


per nome Ottato, come lo attesta zioni rendetelo Altrove e- attento .

con queste parole: Noi abbiamo gli i* invita a combattere generosa-

stabilito Oliato uno de lettori, ac- mente contro i nemici della Chiesa,
ciocché sia maestro degli uditori. ^ a predicare l' evangelo, e vuole
Nella medesima chiesa duecento an- soprattutto, che quelli i quali sono
ni dopo aveva lo stesso incarico il dotati d' ingegno in guadagnar ani-
diacono Deogratias, ed a sua istanza me, vi adoperino incessantemente.
si

s. Agostino compose il bel trattato: Ma in que' luoghi, ove non vi erano


De catechizandis rudibus^ nel quale ne catechisti destinati, ne scuola di
gli dà eccellenti istruzioni per inse- catecumeni, venivano particolarmen-
gnargli come dovea compiere
il suo te a tal uopo incaricati i padrini
ministero; Gregorio Nisseno
e san e le madrine, i quali doveano abili-
scrisse un Discorso sopra lo stesso tare alla religione coloro, di cui poi
argomento, per mostrare a'catechisti nel dovevano farsi mal-
battesimo
come dovessero insegnare agli altri. levadori. Il Du Cange alla parola
Fra le dignità della chiesa di Co- CatechizarCj dice, che conserva vasi
stantinopoH, il catalogo degli uffi- ancora un' ombra di questo antico
zialiannovera i catechisti, il cui costume ne' posteriori secoli , sino a
impiego era istruire il popolo, e quando cominciarono a presentarsi
tuttiquelli, che lasciavano V eresia al battesimo i soli fanciulli, catechiz-
per rientrare nella Chiesa cattolica. zandoli in questo modo i padrini,
Si può credere col Macri, Notizia imponendo nome, e offeren-
loro il

de^ vocaboli ecclesiastici, che questo doli al battesimo, dopo averli latti
ufìiziale fosse incaricato anche di in tal guisa catecumeni. Lo stesso
istruire gl'infedeli, i quali chiedeva- Du Gange cita un legista, che pone
no il battesimo, e Teofane fa men- in questione, se quegli che ha in tal
zione di questo uffizio. Da tuttociò modo catechizzato un fanciullo, con-
si rileva, che 1' impiego ora si affi- tragga con lui affinità, e Matteo
dava a un lettore, a un diacono, e Paris, all'anno 1289, parlando di
anche ad un secolare, e che nella Odoardo figlio di Enrico III , re
scelta de'catechisli non tanto aveasi d'Inghilterra, dice che fu catechiz-
riguardo al posto delle persone, che zalo da un vescovo chiamato Guai-
CAT CAT •247
lieri, battezzato dal legato del Papa, chiese, ciocche non mai fanno i dia-
e confermato dall'arcivescovo di Can- coni e i chierici inferiori.
torbery, il quale unitamente a quel- CATECUMENO (Catechiimenus).
lo di Londra lo levò al sagro I Catecumeni sono quelli, che desi-
fonte. derano il battesimo, e che si pre-
In tali istruzioni non si disco- parano a riceverlo facendosi istrui-
priva ai fondo dei
catecumeni il re ne' misteri della religione cristia-
dommi della religione, perchè non na. Lo stato di tali persone si chia-
andassero nelle mani dei gentili, che ma Catecumenato che deriva dalla
f

ne avrebbero abusato e li avrebbono parola greca catechiunenos ,


usata
posti in ridicolo per non intenderli, parecchie volte nei Hbri del vange-
e per altre ragioni della disciplina lo. E
proveniente dal verbo cate-
dell' Jrcano ( Fedì ). Laonde si fa- cJieOjcomposto dalle voci cata^ e
ceva conoscere a' catecumeni la va- cheOj che propriamente significano
nità dell' idolatria , l' assurdità della suonare, o intuonare all'orecchio.
loro mitologia, e della filosofia pro- Letteralmente la parola catechume-
fana: s' insegnavano loro i precetti nosj indica quelli a'quali si fa sen-
morali del vangelo, e le dottrine tire qualche cosa ; ma dall' eccle-
generali delle nostra religione, meno siastica consuetudine si prende fi-
alcuni casi, in cui e giudei e pagani guratamente per indicare coloro
furono dai catechisti istruiti in tutto. che s' istruiscono, ed ai quali si fan--
Vero è però, che tal riserva non no sentire le cristiane istruzioni. Ta-
fu in ogni luogo uniforme, ne sem- li parole di generico significato es-
pre in vigore, dappoiché abbiamo sendo nella Chiesa usate per 1* am-
un discorso di s.Gregorio Nazian- maestramento de' divini misteri, e
zeno, Serrn. 4o> da lui fatto per dovendosi questi tenere celati, perchè
invitare i catecumeni a far iscrivere non fossero esposti al disprezzo dei
i loro nomi con quei degli altri, gentili, come richiedeva lo spirito
che dovevano ricevere il battesimo, dell' antica disciplina dell' arcano,
in fine del quale spiega loro il mi- i^Vedi), perciò le parole catechesi ^ e
stero della ss. Trinità, ed il sim- calechumeno.9j possono essere relative
bolo, cambiandone per altro i ter- alla segreta istruzione de' fedeli. Tre
mini ^ di che secondo la generale classi di cristiani distingue Eusebio,
disciplina non soleva parlarsi dai Peni. Evang, l. 7. e. 3, ossia dei
catechisti. Catecumeno. /^. presidentiy dei fedeli, e de' catecu-
Finalmente, oltre quanto si è meni, dappoiché i catecumeni dice-
detto all'articolo Catechismo, a chi vansi ancora cristiani, anzi talora
incombe il farlo, e chi siasi eserci- anche fedeli. Tuttavolta il nome dei
tato in questo utile e sagro mini- fedeli trovavasi più comunemente
stero, qui aggiungeremo, che il ve- ristretto a coloro, i quali avevano
nerabile d. Bartolomeo de' Martiri, già col sacro lavacro della rige-
e Gersoue cancelliere di Parigi si re- nerazione 1' anima purgata ed ab-
cavano ad onore di catechizzare i, bellita. F. Zaccaria Storia lettera-
lanciiilli , ritenendola per l' occupi^- ria tom. IV. p. 4^^* ^ ^^§-
zione la più gloriosa e necessaria. I catecumeni si distinguevano in
In oriente suole il parroco, o, altro tre classi. I primi erano quelli, clie
sacerdote, fare il catechismo nelle desiderando convertirsi alla fede di
, ,

248 CAT CAT


Cristo, ascoltavano la divina parola, classe sui quali si facevano delle
senza però chiedere il battesimo, e si preghiere, come anche sugli ener-
chiamavano ascoltatori ^o uditori (au- gumeni, e sui penitenti della terza
ditores)', i secondi erano quelli, che, do- stazione, terminate le quali, questi
po aver ascoltata la divina parola,chie- pure si facevano uscire per ordine,
devano di essere ricevuti nel nume- prima i catecumeni, dicendosi dal
ro de' concorrenti al battesimo, e fa- diacono Ite, catechumem\ missa est,
:

cevano scrivere il loro nome nel ruo- poi gli energumeni, indi i peniten-
lo de* catecumeni, ed anche de' cri- ti. Chiude vasi allora la porta, e si
stiani, perchè cominciavano ad esse- celebrava la messa de' fedeli, rima-
re in qualche modo iniziati nel cri- nendo i catecumeni nel portico del-
stianesimo, ed il Thiers dice, che la chiesa. Tale parte della messa

si appellavano ancora prostrati, o ge- dal principio sino all'offertorio, chia-


nuflettenti ( substrati, genuflectentes) mavasi la messa de' catecumeni. Non
perchè dopo avere ascoltato la pre- era loro permesso di vedei'e la
dica nella chiesa
, si ponevano in- ss. Eucaristia, ma acciocché potes-
ginocchioni, ed in qualche modo sero avere una special comunione
partecipavano delle orazioni eccle- coi fedeli, veniva dato ad essi del
siastiche; il terzo ordine de' catecu- pane benedetto, che perciò si chia-
meni era quello o com-
degli eletti, mava il pane de^ catecumeni, anche
petenti [electi, competentes), ed erano per far loro comprendere, che un
coloro, che, dopo aver compiuto il giorno potevano essere ammessi al-
tempo del catecumenato, erano de- l'altracomunione.
stinati a ricevere il battesimo alla Vi ebbero
i catecumeni appena
prima occasione, cioè alla prossima nata la Chiesa, e se nei primi gior-
pasqua o pentecoste. Vi sono diver- ni della sua fondazione gli aposto-
si autori, che dividono altrimenti i li battezzavano migliaia d' uomini
catecumeni, ma le diverse divisioni, senza farli passare per la prova del
che ne fecero, tornano presso a po- catecumenato, fu perchè allora Dio
co le medesime, e consistono in una operava prodigiosamente per istabili-

semplice denominazione. re una società dedicata al suo cul-


Tutto il vantaggio de' primi con- to, alla sinagoga, che
e sostituirla
sisteva neir assisteie in chiesa a quel- r avea abbandonato. In progresso
la parte della messa, che perciò venne istituito il catecumenato, del
chiamavasi messa de' catecumeni, e quale non si può precisamente fis-
ad ascoltare la lezione delle sante sare il principio. Tertulliano che
Sciitture, e l* esortazione o sermone fiorì cento anni dopo gli apostoli,
de' vescovi dopo il vangelo. Que- ne parla come di cosa ordinaria, e
sto vantaggio era comune coi peni- tanto bene stabilita, che gli eretici
tenti della seconda stazione, detti stessi aveano i loro catecumeni. Il
auditori, coi giudei, coi pagani, e perchè li rimprovera, che nelle lo-
cogli stessi eretici. Terminato il ser- ro assemblee fossero questi mesco-
mone, tutti gli altri si ritiravano per lati indifferentemente coi loro fede-
l'intimazione del diacono, il quale a- li, e non osservassero le distinzioni
vendo imposto silenzio soggiungeva, competenti. Ma s. Agostino attri-
catechumenì orate j parole che indi- buisce l'origine del catecumenato
cizzava a' catecumeni della seconda ai tempi apostolici, e s. Ireneo lib.
CAT 249
4, ad\'er. Haer. e. 9,4, ci rappre- tri restarono fino all'età adulta nel
senta san Paolo come destinato a catecumenato. ]\è deve tacersi, che
catechizzare i gentili, e perciò più molti maliziosamente rimanevano
affaticato degli altri apostoli, che nel catecumenato sino alla vecchiaia
catechizzavano i giudei. Ciò riguar- per condurre una vita più libera,
da la dottrina, mentre per le cerimo- essendo quella de' battezzati compo-
nie lo stesso santo, lib. i. e. 21, ne sta ed austera, e vedendo i penitenti
racconta alcune premesse al loro esercitarsi in lunghi esercizii espiato-
battesimo dai gnostici, ed altri eretici rii , conoscevano quanto costavano
di quell'epoca. le colpe mortali commesse dopo il

numero de' catecu-


In quanto al battesimo. Da tutto ciò rilevasi,
meni, non si può dubitare, che fu come fosse grande il numero dei
assai grande nei primi secoli, men- catecumeni, nella veneranda antichi-
tre pel copioso stuolo dei marti- tà del cristianesimo , massime nei
ri , Dio non mancò riparare la primi cinque secoli della Chiesa.
perdita de' principali membri della Della cura poi, che la Chiesa pren-
Chiesa , la quale vegliò per altro deva dei catecumeni per la loro
con diligenza per impedire, che fra istruzione può vedere 1' articolo
, si

i bramosi del battesimo, non s'in- Catechista, come quello dal quale
troducessero dei falsi fratelli, acciò ricevevano l'ammaestramento nella
non pervertissero i veri. Ed è per- fede e nei costumi disponendoli a
,

ciò, ch'essa li sperimentava nel cate- ricevere il salutare lavacro del bat-
cumenato, e voleva assicurarsi del- tesimo. Il Macri chiama Calechume-
la loro conversione per accordar ad num luogo destinato in chiesa pei
il

essi il sacro lavacro, secondo il pre- catecumeni, e catecumenie si disse-


cetto dell'apostolo s. Giovanni Pro- : ro le gallerie in alto delle chiese
hate spiritus si ex Deo sunt. Dipoi, ove le donne assistevano a' divi-
professato il cristianesimo dagl' im- Ducange, ovvero
ni ufficii, secondo
peratori, molti si affrettarono di ab- perchè i catecumeni o
vi stavano ,

bracciarlo, il che obbligò i vescovi perchè quello era il luogo nel qua-
a raddoppiare la vigilanza per assi- le s' i catecumeni, sicco-
istruivano
curarsi se lo facevano umani
per me opina
Baronio Fuìtque UH
il :

riguardi. Quindi fu adottata una più mater spiritualis s ancia Domina


lunga prova pei catecumeni, avanti romana diaconissarum , quae accì-
di ammetterli alla grazia battesima- piens eam ascendit in catechumenuni.
le, il perchè era grandissimo il nu- In vita s. Pelag. cap. 8. Questo
mero di questi candidati del cristia- medesimo vocabolo significa la casa
nesimo, giacche molti differivano per per la riunione , ed istruzione dei
parecchi anni di ricevere il battesi- catecumeni, e si disse anche Cate-
mo, ed altri anche sino alla morte. chumeneum.
Ciò non solo praticavasi da quelli, La maniera, e le cerimonie colle
che uscivano dal paganesimo, ma quali ammettevano al catecumena-
si

eziandio dalle famiglie cristiane. Di to quelli, che domandavano di esser-


fatti s. Ambrogio, e suo fratello vi ammessi, erano tali quali come an-
Satiro, Gregorio Nazianzeno , gli
s. diamo ad accennare. Si esaminavano
imperatori Teodorico e Valentinia- primieramente la vita, e la condotta
^o // Giovane^ s. Agostino, ed al- de' medesimi, e trovata regolare la
a5o CAT CAT
disposizione , venivano ascritti al no gentili da convertire, perciò nel-
numero de' catecumeni propriamen- r occidente vuoisi , che terminasse
te detti, clic anche,come dicemmo nel secolo Vili. Grande cautela era
superiormente, chiamavansi col nome necessaria acciocché in quell' età non
di cristiani per anticipazione, riser- tornassero al gentilesimo quelli, che
luindosi il nome di fedeli a quelli, che aveano ricevuto il battesimo. Ed
erano battezzati. Ciò apparisce dal ti- è per questo che gl'increduli anti-
tolo di uno dei più antichi rituali, che chi e moderni possono da qui de-
dice : Ordo ad faciendiun christia- durre la prudente e cauta condotta
num. I riti, che si usavano nei primi della Chiesa in tutti i tempi, e per-
secoli pel ricevimento de' catecumeni, ciò la vera scienza de* cristiani spac-
erano molto semplici ; coli' andare ciati da alcuni per ignoranti.
poi del tempo, quando il numero Madi questo argomento meglio
di quelli, che abbracciavano il cri- si tratta all'articolo Battesimo {Vcdì)^

stianesimo divenne minore , vi si


, e particolarmente ai § V, VI, IX,
aggiunsero molte cerimonie non pri- del medesimo, mentre al § VII si
ma usate se non alla fine del cate- parla dello scrutinio anticamente
cumenato per servire di prossima praticato prima del battesimo sul-
preparazione al battesimo. Si può l'animo de' catecumeni, al § Vili
anche credere, che quando si co- delle cerimonie innanzi il battesimo
minciò a battezzare soli fanciulli, e secondo l'antica disciplina, e al § XII
si stabih di non aspettare per tale delle cerimonie dopo il battesimo
funzione i giorni solenni destinati ,
giusta l'antica disciplina, ed al§ XI lì
si confondessero almeno in molti degli esercizi dei neofiti dopo il bat-
luoghi gli esorcismi , e le alti^ pie tesimo, y. inoltre il p. Chardon,
cerimonie, che prima si adoperava- Storia de Sacramenti, Brescia 1 758,

no negli scrutinii, con quella che si tomo I, libro I, capitolo IV, V, VI,
usava pel ricevimento dei catecu- VII, Vili ec.

meni. Durava il tempo del catecu- Dei convertiti alla fede cattolica,
menato anticamente tre mesi, Clem, o neofiti posteriori al catecumenato,
fpist. 3 ; ma poi fu abbreviato in e delle pie case de' catecumeni di
soli quaranta giorni qui baplìzari' : E.oma tanto per le donne, che pe-
di sunt super quadraginta dìes pu- gli uomini, nelle quali s'istruiscono
Ilice iis tradamus sanctam^ et ado- avanti di ricevere il santo battesimo,
laudani Trinitatem , Hier. ep. ad V. r articolo Neofiti. Il Cancellieri
Fammach. nella sua Settimana Santa, parlando
Per la perseveranza nel catecume- delle dimostrazioni di gioja, che nel
nato per molti anni, come fece il sabbato santo fa la Chiesa per la
grande Costantino, oltre altri esem- resurrezione del suo Sposo, e per la
pi superiormente addotti, essendone nuova figliuolanza de' neofiti , che
venuto abuso , vi riparò la Chiesa, vede attorno a' suoi altari ne' tem-
e molto si adoprarono i ss. Ambro- pli , in cui secondo l' antichissimo
gio, Basilio, Gregorio Nazianzeno, rito si amministra il santo battesi-
ed altri, come riferisce il menziona- mo, tesse un eruditissimo elenco
to Baronio all'anno 377. Durò nella degli scrittori , che si occuparono
Chiesa il costume del catecumenato, di questo sacramento, e dei catecu-
finche nelle città cattoliche vi furo- meni. Riguardo poi ai catecumeni,
CAT CAT 1^1
i quali morivano senza aver rice- alle sue spoglie con pubblico culto.
vuto il battesimo nell'antica Chiesa, Anco s. Eusebio Emisseno in una
tra i padri principali vi erano due sua omelia ad onore dei santi mar-
sentimenti, e pratiche conlrarie. S. tiriEpipodio ed Alessandro, afferma
Gio. Grisostomo, s. Agostino, e il che molte chiese, le quali non ave-
concilio di Braga nel canone 35, vano potuto ottenere qualche loro
per la ragione di non essere stati reliquia, aveano invece richiesta pre-
battezzati ,
proibiscono di dover ri- murosamente porzione delle loro
cevere oblazioni, e la celebrazione catene. Cos\ in Napoli , al riferire
dei sacrifizi per essi. Per l'opposto di Baronio, nelle note al martirolo-
s. Ambrogio protesta, che possono gio a' 3o settembre, conservansi le
farsi preghiere particolari e pubbli- catene di Gregorio arcivescovo e
s.

che, ed anche celebrare messe in primate dell'Armenia, che pati sotto


suffragio de'catecumeni defunti. Tut- Diocleziano. In Roma nella basilica
tavolta il Berlendi, Delle oblazioni lateranense esiste la catena con cui
aW altarej pag. 54 e seg., trattando s. Gio. Evangelista fu trasportato
questo aigomento, procura di con- in Efeso, e il Cardinal Egidio dei
cordare tali sentimenti. santi Cosma e Damiano, nell'anno
CATENE DI S. PIETRO. Reliquia 1220, fra le altre reliquie, donò a
insigne, che si conserva in Roma Federico Chiaramonte magnani par-
nella basilica di s. Pietro in Vin- lem de catena \>ìnculi s. Laurentii.
culis sull'Esquilino, appartenente ai Il citato s. Gio. Grisostomo celebra le

canonici regolari lateranensi. catene, colle quali fu avvinto 1' apo-


Volendo prima dire qualche cosa, stolo delle genti s. Paolo, e Gio. Erne-
come sempre siano state venerate sto Emmanuele Walchio scrisse. De
le catene dei ss. martiri, ci
permet- vinculis apostoli Pauli ex antiquita-
teremo di premettere un cenno re- tuni profanarum monumentis illustra-
lativo. Troppo nota è la cura, che tisi Jenae 1746. Sappiamo inoltre che

si prendevano gli antichi cristiani il tribuno comandò, che s. Paolo fos-

non solo nel raccogliere, e nel gelo- se legato catenìs duabus , In Actis
samente custodire gli strumenti del Apost. XXIy ed egli stesso narra,
martirio degli apostoli e degli atleti che vinctus ab Hierosolymis fu con-
di Gesù Cristo, ma altresì nel pro- dotto in Roma, ove chiamati innanzi
curare r acquisto delle catene con , a sé gli ebrei, disse loro: propter
cui erano stati avvinti nelle carceri, spem Israel catena hac circunida-
e poi guidati all'estremo supplizio. tus suniy di cui spesse volte fa men-
Varie di esse trovate nelle catacom- zione nelle sue epistole agli Efesini,
be e nei cimiteri, in uno ai corpi e al discepolo Timoteo. Non può
dei santi martiri, ne fauno chiara dubitarsi, che queste catene religio-
testimonianza, come si legge nel samente si custodissero nella sua
Boldetti, Osservazioni sopra i cimi- basilica ostiense, poiché il Papa san
teri dei jìtartirìj, lib. I, cap. 60, Gregorio I ne scrisse all'imperatrice
pag. 3 14. Racconta poi s. Gio. Gri- Costanza in epist. XX Xj, lib. IV,

sostomo, che s. Babila, vescovo e pag. 258, tom. VII. Papebrochio,


martire antiocheno, fu sepolto colle commentando tal passo, dice essere
catene, colle quali era stato impri- probabile che la catena, con cui fu
gionato, e che si onoravano in una avvinto nel viaggio che lece s. Paolo
r>')2 CAT CAT
dall'oriente in Roma, e Taltra colla come legge in Act. XII, 4, 7, 'o
si

quale ivi venne rinchiuso, com'egli condusse fuori della prigione ; e che
crede, nel carcere JManiertino, siano recatosi in Roma fu da Nerone fatto
le catene medesime con cui era stato rinchiudere nel carcere Mamertino,
legato nello stesso sito, nel collo, e ove nove mesi stette legato con una
nelle mani. É certo poi che si rileva catena, dipoi trovata da s. Balbi-
il pio costume di mandare in dono na r anno 1 26 nel pontificato di
a' personaggi più distinti la limatura s. Alessandro e data da essa a s.
I,

di queste catene, anche dalla lettera Teodora nobilissima romana, e so-


scritta dal prefato Pontefice ad Eu- rella di s. Ermetedi Ro- prefetto
logio patriarca Alessandrino: Trans- ma, fu consegnata al detto Papa, il
misinius crucem parv ulani in qua quale la ripose nella chiesa da s. Teo-
de catenis ss. Petri et Pauli apo- dora stessa eretta, o rinnovata; ed è
sloloruni inserta est benediclio, quce perciò che tal chiesa prese il nome di
oculis vestrissuperpona- assidue s. Pietro in Finculis, e dal medesimo
tur quia multa per eandeni be-
_,
Alessandro I fu consacrata nel dì
nedìclìoneni miracula fieri consue- primo d'agosto. Però, come diremo
verwìt. Una piccola parte di queste all' articolo Chiesa di s. Pietro in
catene sembra che anticamente esi- ViNCULis, sembra certo e indubitato,
stesse nella chiesa di s. Pietro in che piuttosto essa fosse edificata sol-
Vinculis, facendone menzione Nicolò tanto verso la metà del quinto secolo
Signorile Cod. Bibl. Vat. 3556,
in in un modo maestoso, ma pel mede-
fol. 6r, il quale nel catalogo delle simo oggetto. Gli atti di s. Alessan-
reliquie di Roma, che compilò nei pri- dro I, donde ciò si ricava, sono ripu-
mordi del secolo sotto Martino XV tati apocrifi da uomini eruditissimi,

V, dopo aver parlato di quelle di s. da altri però come l'Enschenio, in


Pietro di cui siam per trattare, così Camme nt. praevio ad acta s. A-
si esprime inodicam catenani, qua
: lexandri pag. 267 , lo Schelstrate
fuit ligatus s. Paulus. Di altre sacre Antiq. illustr. t. I, diss. II, e. 3, n.
catene, e delle notizie analoghe, fa pa- 12, p, i65, il Baronie, ad annum
rola Cancellieri nelle Dissertazioni i32, n. I, sono giudicati alnjeno
epistolari bibliografiche, Roma 1 809. per la maggior parte legittimi e de-
Se adunque gli antichi cristiani gni di fede. Né vogliamo qui tacere,
con tanto studio raccolsero e vene- che il Sangallo, Gesta de" Pont. t.

i*arono le catene de'martiri, non in- Ili, p. i85, n. i, racconta dello


feriore dev'essere stato l' impegno di stesso s. Alessandro I, che avendo
custodire le catene del principe degli convertito il detto Ermete colla fa-
apostoli, e primo Pontefice s. Pietro, miglia, fu carcerato, ma nella pri-
e siccome naturalmente dovevano gione convertì ancora il tribuno Qui-
preferire tali ferri all'oro e alle gem- rino , e dopo di avere renduto a
me, si saranno studiati di conservarli Balbina stessa di lui figliuola la sa-
siccome un prezioso tesoro. Abbiamo nità corporale colla guarigione del-
dal Novaes, nella vita di s. Pietro, che le scrofole, col solo tocco delle sue
questi per ordine diErode Agrippa catene, la sanò anche nell'anima per
fu posto in Gerusalemme in carce- mezzo del battesimo : evvi poi chi
re, dalla quale fu liberato da un dice, che tal miracolo si ottenne
angelo, che sciogliendone le catene, colle catene di s. Pietro. Leggesi
,,

CAT CAT 253


inoltre nel Piazza, Gerarchia pag. raccontano tal fatto accaduto sotto
537, che le catene di s. Alessandro s. Leone I, che ai 9 maggio 44<^
I col di lui corpo, dal Pontefice successe as. Sisto IÌI, il quale vo-

Alessandro II furono donate a Luc- lendo confrontare la catena di Ge-


ca, ove vennero riposte nella chie- rusalemme con quella di Roma, am-
sa a lui dedicata, sebbene non man- bedue miracolosamente si riunirono.
chino altre chiese, le quali sosten- Certo è, che nel sesto secolo le
gono possedere il corpo di s. Ales- due catene riunite trovavansi nella
sandro I. basilica di s. Pietro in Vinculis,
Abbiamo poi dal Bernini, Storia come dichiara un'antica iscrizione
di tutte V eresie, p. 1 3 1 , e 198, ivi esistente riportata da molti, non
che Giovenale vescovo di Gerusa- che dal Martinelli, Roma ex Ellm.
lemme nel 4^9 donò ad Eudossia sacra, p. 284. Una di esse è com-
imperatrice moglie di Teodosio // posta di ventidue anelli , 1' ultimo
giovane o il juniore, le due catene, de' quali è ritorto ed è adunco, in-
colle quali s. Pietro nella medesima castrato in una specie di collare
città fu legato per ordine di Ero- formato di un doppio ferro a guisa
de , onde una la ripose nella chiesa diun semicircolo il quale certa- ,

dedicata a questo apostolo in Co- mente fu la boja, che dovette ser-


stantinopoli , come si legge nel Me- vire per serrare il collo a s. Pietro,
nologìo graec. die 16 januarii, e e dee credersi sia stata la catena
l'altra la mandò a Roma ad Eu- del carcere Mamertino, dal quale fu
dossia sua figlia , moglie dell' impe- condotto al glorioso martirio. L'al-
ratore Valentiniano 111, la quale tra catena è formata di undici anelli :

subito suir Esquilino volle innalzare sette sono del tutto simili a quelli
a s. Pietro un tempio , ovvero, se- della precedente, e del medesimo
condo la verità della storia, riedifi- lavoro, a segno che sembrano parte
cò il preesistente nel colle Esqui- della romana : gli altri quattro sono
lino , e perciò fu detto il titolo di più e alquanto diversi dagli
piccoli,
Eudossia. Essendo poi Pontefice s. altrilaonde questi possono credersi
,

Sisto III, meritò di vedere il mira- una porzione della catena, con cui
colo, di cui fa testimonianza il Ba- r apostolo fu stretto in Gerusalem-
ronio, cioè che tal catena nel porsi me dappoiché da queste catene
,

insieme a quella sunnominata j che riunite i romani Pontefici tolsero


strinse in Roma lo stesso santo per varii anelli, e, come dicesi all' arti-
comando di Nerone, si congiunse colo Anelli delle catene di s. Pie-
con èssa, e formò una sola catena, tro ( Vedi ) , li regalarono a prin-
dicendoci il Brev. rom. die I aug. : cipi , ed a chiese insigni.
ut non duae, sed una catena ah eo- Colla limatura poi di dette ca-
dem artifice confecta esse videretur. tene i Pontefici vollero rendere pre-
Quindi per la dedicazione di tal gevole e sacro qualche donativo
basilica , e in memoria di questo che inviarono agi' imperatori, ai re
prodigio accaduto nel primo di ago- ed ecclesiastici ragguardevoli, inclu-
sto, ne istituì s. Sisto III la festa, dendo poca limatura dentro chiavi
della quale poi riparleremo. V. Pa- d'oro, che ponevano, prima di spe-
pebrochio Acta ss. junii t. IV, §19) dirle, sopra la tomba dello stesso

p. 449> § J^; P- 4^2. Altri poi s, Pietro, indi le mandavano in at-


, ,

'i^ CAT CAT


testato di divozione e di affolto ai no o tomba di s. Pietro. Il citato Pa-
menzionati soggetti. Queste chiavi, pcbrochione riporta la forma con di-
come si esprime s. Gregorio Tur., versi disegni. Tali chiavette si portava-
de glor. martyr. lih. I, e. 7.8, super no appose al collo per essere scam-
argros poxitae nudtix solent mira- pati da disgrazie e da ogni male
,

culfx cornscnre. Leggiamo pertanto per r intercessione di s. Pietro, e


nel citalo Bernini, che s. Gregorio I si solevano accostare agli occhi per
lìe mandò una ad Anastasio patriar- divozione. Egli pertanto racconta
ca di Antiochia, al re di Spagna, che i legati imperiali spediti nel-
o de'visigoti Recaredo, al re di Fran- l'anno 5 19 da Giustiniano I al
cia Childeberto, ed a Teotisto ca- sommo Pontefice Ormisda ,
gli ri-

valiere cattolico e balio del figlio chiesero qualche porzione di queste


dell' impei-atore Maurizio. S. Gre- catene pel singoiar culto, in cui era-
gorio 111 mandò simili chiavi d'oro no tenute sino dai tempi i più ri-
colla limatura delle catene a Carlo moti. Oltre i citati esempi, s. Gre-
Martello; s. Leone III a Carlo Ma- gorio I ne mandò pure ad altri so-
gno; e s. Gregorio VII ad Acone vrani e personaggi sì ecclesiastici
re di Danimarca. Soggiunge Io stes- che secolari, consoli e patrizi, usan-
so Bernini che un re dei longo-
, do queste formule >» Clavem a sa- :

bardi, quando entrò in una città di M cratissimo d. Petri corpore vobis


là dal Pò, trovò una di queste chiavi, M transmisimus, in qua ferrum de
la quale vedendo egli esser d' oro « catenis ejus clausura est, et quod
» et ex illa aliquid aliud volens sibi » collum ligavìt ad martyrium,
illius

M facere, eduxit coltellum, ut cara w vestrum ab omnibus peccatis sol-


» incideret, qui mox coltellum cura M vat". E per riguardo alle croci:
»y quo eam per partes mittere vo- « Transmisimus crucem parvulam,
>» lebat, sibi in guttura defixit, ea- » in qua de catenis b. Petri apo-
« demque bora defunctus cecidit. M stoli apposita est benedictio, quac
>» Antaris lungubardorum rex prò « oculis vestrisassidue superpona-
« eodem miraculo aliam auream « tur, quia multa per eamdem be-
M clavem fecit , atque cum ea pa- M nedictionem miracula fieri con-
« riter transmisit ( al Pontefice Pe- M sueverunt".
« lagio II ) indicans quale per eam Gli altri Pontefici, che spedirono
M miraculum contigisset ". questo dono, rammentati da Cancel-
Ma Francesco Cancellieri nelle lieri, sono s. Vitaliano che ne man-

sue erudfte Notizie del carcere Tul- dò alla consorte di Oswio re dei
liano^ detto poi Mamertino, ove fa iiortumbri, scrivendogli: « Conju-
rinchiuso s. Pietro, e delle catene M gi, nostrae spirituali filiae, direxi-
con cui vifu avvinto prima del suo « mus crucem, clavem auream ha-
martirio, non solo dice che la li- « bentem de sacra tissimis vinculis
matura di esse fu racchiusa entro « bb. apostolorum Petri et Pauli ".
chiavi, ma anche entro crocette, e Costantino, creato Papa nell' anno
che le une e le altre furono d'oro 708 , inviò ad Eraldo arcivescovo
e di argento, non che entro qual- viennense, de Vinculis apostolorum.
che prezioso reliquiario , dicendoci S. Gregorio VII fece lo stesso do-
inoltre, che le chiavi nella forma nativo anche ad Alfonso re di Ca-
erano simili a quelle della confessio- stiglia, a cui scrisse: » Ex more
1 ,

CAT CAT 255


»»sanctorum misimus vobis clavi-
, tcraria d'Jtalia, t. III, p.893, che
M culam auream in qua de catenis combatte il Basnage impugnatore
M h. Petri benedictio continetur ", e dell' identicità delle catene di s. Pie-
per rinnovare questi antichi esempi, tro. Su questo argomento ,
più di
nei secolo decorso, Benedetto XIV ogni altro, è da consultarsi la dot-
volle arricchire collo stesso prezioso tissima Dissertatio de catenis sancii
dono la sua chiesa bolognese, che Petrij Romae 1828, del celebre p.
continuava a governare da Papa. abbate Michelangelo Monsacrati ca-
E poi da avvertirsi, come meglio nonico regolare. Ne minor prova
diremo all' articolo Chiavi ( Fedì) , della venerazione prestata a queste
che nelle chiavi della confessione di catene sono i miracoli, de' quali fan-
s. Pietro spedite a Carlo Magno re no buona testimonianza s. Gregorio
de* francesi nell'anno 796 da s. Magno in più luoghi delle sue
Leone III, il Baronio a detto anno, lettere, specialmente l. I, ep. 3o,
n. 1 il Bellarmino,, de traslat. im-
, 3i ; s. Gregorio Turonese, 1. I, de
perii lib. I, e. i3 p. 345^5 il Pape- gloriamartyrum, e. 28 ; e l' antico
brochio, in t. V, junii, p. 4^3, e il autore del Sermone de vìnculis s.

Catalano, in t. XI, pontificali^ rom. Petri, neìVOmeliario d'Alenino.


p. 3g6, hanno sostenuto esservi in- La festa istituita in onore delle
clusa la limatura di ferro delle stes- caténe di s. Pietro è anche un' al-
se catene , ad onta di quanto scris- tra prova della loro esistenza in Ro-
sero Nicola Alemanni De Latera^
, ma ; qual festa in tutti i calen-
la
nen. Parietinis, e. i4, p, i4> ^ A^" dari, i martirologi, e i sagramentari
drea Vittorclli, in addition. ad Ciac- publjUcati dal Pamelio, dal Rocca,
coniuni in vita Leonis III^ t. I, p. da Ugone Menardo, dal Tom masi
368. Molti altri esempi di detto da monsignor Giorgi si trova nota-
pio costume si leggono presso il Se- ta; anzi in più luoghi gnardavasi
verano nelle sue Memorie sacre del- tal festa come di precetto. Neil' an-
le sette chiese di Roma. tico calendario germanico del Be-
Fra i prodigi operati da Dio per chio essa è segnala coi medesimi
intercessione di s. Pietro, ai vene- caratteri rossi , come sono notate
ratori delle sue catene, non si de- quelle di s. Lorenzo, di s. Bartolo-
ve passare sotto silenzio , che nel meo, e di s. Paolino di Treveri. Il
pontificato di Giovanni XIII nell'an- detto Monsacrati ne parla a p. 28
no 967, e mentre l'imperatore Ot- con molta erudizione, riportandone
tone dimorava in Roma un de-
I , copiosi esempi estratti dai concili di
monio entrò in uno dei signori del e da altri libri.
chiese particolari,
\
suo seguito, per lo che si ebbe ri- Nel martirologio Centulense si leg-
;
corso alla catena di s. Pietro , la ge, il di primo d'agosto: Romae
;
quale gli fu messa intorno al collo, ad rincula s. Petri festivus et sole-
e subito ne restò perfettamente li- mnis concursus j e Jacopo Gaetano,
I

;
berato. Dne anni dopo lo stesso il quale fiorì sotto Bonifacio Vili, nel
j
Pontefice tolse un anello delle stesse suo Ordinario s. rornanae ecclesiae,
catene, e lo inviò in dono al vesco- afferma in festo s. Petri non fie-
:

vo di Metz, giacché solevano i Papi hat concisto rium. Dal che pare che
donarne quando era seguito qualche questa festa anche in Roma fosse
miracolo. F. il Zaccaria, Storia let- riguardata a quei tempi come so-
,

256 CAT CAT


lenne. I greci con pieno uJTlzio, e monsignor maggiordomo; la secon-
con doppio canone solennizzavano da è presso il Cardinal titolare di
pure questa festa, ma a*i6 genna- quella basilica celebratissima, la ter-
io Tra essi già era in vigore nel
. za finalmente è presso l' abbate di
nono secolo, essendone una prova vS. Pietro in Vincoli. Due volte al-
manifèsta il trovarsi registrata nel l' anno si espongono alla venerazio-
martirologio di IJasilio imperatore ne de' fedeli, nel quinto giorno cioè
scritto circa anno 886, e celebra-
1* frar ottava de' ss. Pietro e Paolo
to da Giuseppe denominato l'inno- quando i prelati chierici di came-
grafo, il quale morì nell'SBS. Quan- ra vi fanno la cappella prelatizia
do poi cominciasse tra latini, nel- i (Vedi), secondo la costituzione di
la grandissima varietà de' sentimen- Benedetto XIV, e nella summenlo-
ti degli scrittori, riportati dal Mon- vata festa delle catene stesse per tutta
Kicrati a pag. 3o e seg., sembra a r ottava.
lui più verosimile il principio coU'e- Il Cancellieri neir opera citata, al
poca dell' erezione, o riedificazione capo XV, Quando fu istituita la
della stessa basilica Eudossiana di s. festa dei Vincoli di s. Pietro, de-
Pietro in Vinculis. Antichissimo poi scrive i diversi pareri e le supposi-
è il rito, che si usa in Roma, di ba- zioni degli autori,che ne danno il
ciare con riverenza le catene di s. vanto a s. Alessandro I, a s. Siri-
Pietro, siccome attestano i martiro- ciò, a s. Innocenzo I, ed a s. Sisto

logi, i sagramentari , non che gra- III ; ma di ninno si ha certa testi-

vi autori ; divozione, che continua monianza, perchè s. Leone I, suc-


oggidì, e recandosi nel giorno della cessore di s. Sisto III, in un ser-
festa in detta chiesa il Sommo Pon- mone recitalo nella chiesa di s. Pie-
tefice, non solo bacia con venerazio- tro suir Esquilino, fece riflettere al

ne i sacri ferri , ma se li pone al popolo ivi adunato la doppia ragio-


collo. ne che aveva di rallegrarsi, una cioè
Queste s. catene si conservano pre- della festa de' Maccabei, che ricor-

sentemente in una cassetta d'argen- reva in quel giorno, e che è la so-

to cesellato, prezioso lavoro fatto la festa de'martiri dell'antico testa-


eseguire dai canonici regolari di s. mento, la quale fra noi si celebri, e l'al-

Pietro in Vincoli; la quale cassetta tra della dedicazione della chiesa


è rinchiusa nella sagrestia entro una senza neppur nominare i santi vin-

profonda cavità difesa nella sua aper- coli . Finalmente si attribuì l'in-

tura da un cancello di ferro, che vie- troduzione della festa anche a s.

ne coperto da due sportelli lavorati Pelagio L Si può però ritenere, che


in bronzo dagli elegantissimi artefici coir introduzione della solennità dei
fiatelli Pollajuolo, in quella basilica vincoli di s. Pietro si sieno volute
sepolti, i quali sembra abbiano riu- abolire le feste, che in Roma face-

nito in tale lavoro le bellezze tutte vansi in onore di Augusto , oltre


della loro arie immortale. Le sud- quella della dea Speranza, per la

dette catene di s. Pietro non pos- dedicazione fattale in quel giorno


sono estrarsi che aprendo tre luo- del suo tempio nel foro olitorio, e
ghi distinti chiusi con tre distinte la celebrazione de' combattimenti e-
chiavi, una delle quali è presso il questri per l'altra dedicazione del
Sommo Pontefice, custodita però da tempio di Marte, riferita da Dione,
. ,,

CAT CAT 1^7


lìh. IX histor. 667. Da questa
p. l'impero d'oriente, l'Ordine venne
poi derivò l' uso, che dura anche estinto, sebbene nel libro degli Ordini
ni presente, di stare in allegria e Equestri, stampato a Parigi nel 1 67 , i

d' invitare a mensa gli amici, locchè si affermi ancora a quell' epoca in
chiamasi volgarmente ferrare ago- parte sussistere, perchè i monaci
sto, come osserva l'Ugonio nelle Sta- basiliani, custodi del corpo di s. Ca-
zioni di Roma, p. 53, ed anche il terina, conferivano le insegne e il
fer ad Aiigustunij come io credo, da cavalierato ad alcun pellegrino, che
cui è venuto il cos'i detto Ferra gesto j prometteva osservare la castità con-
e non dai ferri delle catene di s. Pie- iugale, ed obbedienza a s. Basilio.
tro, di cui si celebra la festa, come V. Giustiniani, Historie cronologiche
pensò il Bernini, loco citato^ confutato degli Ordini equestri, pag. 2 e 1 i ,

dal p. Carmeli, Storia di vari costu- Bonanni, Catalogo degli Ordini e-


mi sacri e profani degli antichi a questri e regolari pag. 1 r

noi pervenutij Venezia 1778, capo CATERINA (s.) Vigri detta di


X, dell' uso che si chiama ferrare Bologna ^ Badessa della Clarisse
agosto, tom. IL p. 176. di Bologna nacque
_,
in questa cit-
CATERINA Ordine equestre
(s.). tà nell'anno Fino da fan-
i4i3.
del monte Sinai y o di Gerusalem- ciulla diede ella non
dubbi segni
me. Nell'anno io63, ovvero nel di santità, e quantunque, a cagio-
1067, alcune pie, e nobili persone ne dell'altezza del suo casato, in
vollero istituire, ad esempio de' ca- età di dodici anni, fosse già dama
valieri del s. Sepolcro, un Ordine e- di onore della principessa Marghe-
questre sotto la regola di s. Basilio, rita d' Este, poiché dopo due anni
in difesa della Chiesa cattolica, e ne fu liberata , non amando che
per custodire il corpo di s. Cate- di servire Dio solo, si ritirò in
rina vergine e maitire rinvenuto Ferrara, presso alcune pie femmi-
nel monte Sinai, ponendosi sotto il ne del terzo Ordine di s. France-
patrocinio della santa, e del suo no- sco. Eretta in progresso di tempo
me fregiando l'Ordine. Difendevano questa congregazione a monistero
ed alloggiavano i pellegrini, che si sotto la regola di santa Chiara, vi

recavano ne' luoghi santi di Palesti- fece anch' ella i solenni voti, ed ivi
na, e il sepolcro della loro patrona. rimase in fino a che fu fondato il
Aumentatosi numero di questi
il convento delle Clarisse di Bologna
cavalieri, elessero un gran maestro, delle quali fu la prima priora. Tut-
€ formarono in seguito anche delle te quelle virtù, che devono adorna-
commende. Professavano la castità re una più perfetta religiosa ,
era-
coniugale, e per due anni ciascuno no da lei possedute grado emi-
in
era obbligato alla custodia del sa- nente così, che il Signore la volle
gro deposito. L' abito consisteva in premiata anche in questa vita del
una tonaca bianca, e per insegna dono dei miracoli e della profezia.
portavano sopra esso gì' istromenti Senza pronunciare accertato giudi-
del martirio di s. Caterina, che con- zio sulla verità di quelle visioni e
sisteva in una mezza ruota armata rivelazioni, che a lei si vogliono at-
di punte taglienti, e traversala da tribuite ,
poiché in que- è facile
una spada tinta di sangue. Ma e- sto genere di cose, come ne avvisa
steso il dominio degli ottomani sul- Benedetto XIY ( de Canon. SS. )
VOL. X. ^7,
,

a^ CAT CAT
il cadere in fantasticherie , solo L' orazione e la solitudine costituì--
dii'emo ch'ella fu veramenle un'a- vano meglio delle sue delizie, ed
il

nima assai diletta al Signore, se aflinchè il suo cuore non fosse di-
anche al presente con un conti- viso fra la creatura ed il creatore,
nuo miracolo Egli si degna con- tenera ancora degli anni, fece voto
servarne fresche e palpabili le sa- di rimanersi vergine in tutta la vita.
cre spoglie, che si custodiscono col- Questa sua deliberazione costò a
la maggior pompa e devozione nel- lei non lievi, né brevi contrasti per
la chiesa delle Clarisse in Bologna. parte specialmente dei suoi genitori,
Morì il nono giorno di marzo nel che adoperarono ogni maniera di
i463 contando il cinquantesimo
, persuasione per indurla ad unirsi in
anno di età. Clemente Vili, nell'an- matrimonio. Ella, anziché mancare
no 159?., pose il suo nome nel mar- al suo votoj sostenne in pace ogni
tirologio romano. Clemente XI nel più duro travaglio, ed afline di stri-
1712 compi il processo della sua gnersi maggiormente a Dio, addop-
canonizzazione, che solennemente ce- piò le usate sue pratiche di devo-
lebrò, nella basilica vaticana; mala zione, e fu tutta nelle opere di
bolla non fu spedita che sotto Be- carità e mortificazione. Di soli quin-
nedetto JlIII, nel 1724. dici anni era già così avanti nella
CATERINA (s.) di Svezia. Fu via della perfezione, da non saper-
figliuola di santa Brigida e di Ul- si che più bramare e nel 365 , 1

fone, principe di Nericia in Isvezia. vestì r abito del terzo Ordine di «.


Nella età di sette anni entrò nel Domenico. Il Signore la volle afflit-
monistero di Risberg, per riceverne ta da gravi malattie corporali, che
cristiana educazione, e legatasi ap- tollerò con eroica pazienza. Egli
presso in matrimonio con Egardo, che volea sempre più renderla a se
giovane di molta pietà, di mutuo pa- diletta, permise ancora che il demo-

rere si obbligarono a vivere conti- nio in varie guise, e con vari ten-
nenti, aiutandosi l'un l'altro nell'eser- tativi d'impurità la tentasse, e che

cizio delle virtù, e nelle pratiche di cadesse nelle più affliggenti desolazio-:
carità. Morto il padre di lei, si unì ni di spirito; ma Caterina, a mezzo
alla madre sua nel viaggio di Pa- della preghiera, dell' umiltà, della
lestina, anche di
e rimasta priva rassegnazione, e di una ferma con-
questa, per morte avvenutane in Ro- fidenza in Dio, ne riportò sempre
ma, ritornò in Isvezia, dove si fece felicissimi effetti. Fu singolare la sua
religiosa nel monistero tìi Watzen, carità verso i poveri, e l'ardente
di cui morì badessa ai 24 di mar- suo zelo per lo vantaggio dei pros-
zo i38i. Il martirologio romano simi , segnatamente riguardo allo
fa memoria di lei il giorno vigesi- spirito, sicché non può dirsi abba-
rao primo dello stesso mese. stanza quanto ella abbia giovato
CATERINA (s.) da Siena, nacque alla conversione dei peccatori, se ebbe
in questa città l'anno i347, ^^ a dire il Pontefice Pio II, che non
Giacomo Benincasa, discendente del- era possibile avvicinarsi a lei senza
la famiglia Borghese. Le belle do- tornarne migliori. Troppo lunga cosa
ti dello spirito e del corpo, che fi- sarebbe il narrare delle sue estasi,
no da fanciulla la adornavano, le de' suoi doni particolari , e dei mi-
meritarono il nome di Eufrosina. racoli da lei operati, e basterà ai
,

CAT CAT 2%
noslro intcìulimcnto averne fatto CATERINA V. e M. Di que- (s.)

solainenlc cenno. Fu fornita di lar- sta santa si può con certezza sa-
ghi lumi soprannaturali , e tanto ne pere soltanto, che nacque di stir-
sapeva innanzi nelle cose sacre, da pe reale, che fu dotata di rari ta-
tirarsi 1' invidia di alcuni dottissimi lenti, e ricca di tanta dottrina da
uomini di quell' età. Ebbe relazioni confondere un' intera assemblea di
di letteree di persona con Ponte- filosofi pagani, coi quali Massimino
fici,con sovrani, con Cardinali, e l'avea posta a disputa, e che coro-
sempre pel maggior bene della Chie- nò sua vita colla gloria del mar-
la

sa di Dio, incontrò viaggi , sostenne tirio Alessandria. Intorno alla


in
legazioni, consigliò illustri perso- traslazione del corpo della santa
naggi a vieppiù accrescere la gloria martire, monsignor Falconi, arcive-
del Signore, a mantenere la pace scovo di s. Severino ( Comment. ad
dei a togliere gli insorti
popoli, Capponianas Tabulas Ruth. Ro-
scismi. La sua vita in somma fu un mae lySS, pag. 36), cosi scrive:
intreccio continuo di contemplazione è detto che il corpo della santa
e di azione, ed oltre all' esempio fu portato dagli Angeli sul monte
delle sue virtù singolari, ci lasciò Sinai , locchè significa che i mo-
delle opere, le quali non possono naci del Sinai lo portarono nel
non riuscire preziose a tutti quelli, loro monistero per arricchirlo di
che sanno amare la vera pietà. So- sì prezioso tesoro .... Si sa , che
no queste : Sei trattati in dialogo l'abito monastico fu detto sovente
un discorso sulla Annunciazione della abito angelico^ e che anticamente
santa Vergine, e trecentosessanta- i monaci erano chiamati angeli*.
quattro lettere, le quali ultime sono A cagione dell' alto suo sapere,
anche con tale proprietà di
scritte fu scelta a patrona e modello delle
lingua, che gli accademici della Cru- filosofiche scuole. La festa di lei ri-
sca le allegano come testo di lingua corre a' 25
novembre. di
nel loro vocabolario. Morì in Roma CATERINA DE Ricci (s.), nacque
a' 29 aprile dell'anno i38o, nell'età a Firenze l'anno i522, da Pietro
di soli trentatre anni , dopo aver de Ricci, e da Caterina Bonza, am-
esortato efficacemente Gregorio XI bidue d' illustre famiglia. Chiama-
a restituire a Roma la residenza vasi prima Alessandrina, ma votan-
pontificia, ed ebbe se-
siccome fece, dosi a Dio, assunse il nome della
poltura nella chiesa di s. Maria so- madre, che aveva perduta sino dalla
pra Minerva (Vedi), nella quale è più tenera età. Poiché, fanciulla
custodito tuttora il suo corpo sotto ancora, avea dimostrate le più felici
un aliare. 11 cranio di lei è posseduto disposizioni dell' animo, il padre di
dalle domenicane di Siena,ed in lei divisò affidarla alle cure delle
quella sua patria si conservano con religiose di Monticelli in sua patria,
la più cura la sua casa,
religiosa e la solitudine, che ad altri di quel-
gli strumenti sua penitenza,
della la età avrebbe messo in cuore la

ed altre cose ancora, che le appar- più cupa tristezza, non fu per essa
tenevano. Fu dichiarata santa da che oggetto di spirituale delizia. Ri-
Pio II, nel i46r, e Urbano Vili ne chiamata a' dodici anni nel mondo,
trasferì la festa al giorno trenta di non fu però che abbandonasse gli
amile. usati esercizi di religione, ma per-
,ea CAT CAT
elle temeva le soverchie agiatezze CATERINA DI Gewova (s.) Tras-
del vivere la togliessero a poco a se i natali in Genova dalla celebre
poco dall' intrapreso cammino di famiglia Fieschi, de' conti sovrani
santità , volle , acconsentendovi il di Lavagna, verso l'anno i44^- 'A"t-
padre, ritirarsi ben tosto fra le do- ti ammiravano nella sua infanzia
menicane di Prato, nella Toscana, laperfezione della consumala virtù,
e presevi il velo, non compiuto per e l'eroismo più nobile nella severa
anco il terzo lustro dell'età sua. mortificazion di sé medesima. Ella
Quivi per due anni interi fu segno stessa ci fa sapeit, che nell' età di
a molte e svariate infermità che , dodici anni volea consecrarsi a Dio
sostenne con sovraumana pazienza; nello stato religioso ; ma l' obbedien-
e ritornata, come per
miracolo, a za piuttosto la condusse ad impal-
salute, non tralasciò ogni più rigida mare tre anni dopo un gentiluomo
penitenza , a purificare
suo cuore il genovese per nome Giuliano Ador-
da ogni terrestre affezione, per unirsi no. Dir non si può abbastanza quan-
più strettamente ai suo Dio. Umile, to ella sofferisse di tribolazioni in
obbediente, devota, era divenuta in quegli anni che visse col marito, e
breve luminoso esempio alle sue insieme non si può a sufficienza en-
sorelle religiose, ed oggetto di ve- comiare la di lei pienissima rasse-
nerazione a principi, a vescovi, a gnazione. Ravvedutosi Adorno dei
Cardinali, che in gran numero trae- faUi suoi, ed entrato nell' Ordine di
vano per visitarla. Fu maestra delle s. Francesco, Caterina si diede con

novizie, indi sottopriora, e da ultimo tutte le sue forze al divino servizio,


priora perpetua in età d'anni venti- e volendo unire alla contemplati-
cinque. Resse con impareggiabile va eziandio la vita attiva, si pose
saggezza suo monistero, incontrò
il nel grande spedale di Genova, ove
corrispondenza per lettere con san per molti anni servì gli ammalati
Filippo Neri, e siccome ardevano con somma carità e tenerezza. Pe-
entrambi del desiderio di vedersi, rò la sua carità non potea starsene
il Signore accmdò loro questa con- rinchiusa ne' soli angusti limiti di
tentezza di spirito per una visione, quel luogo, e ben presto si dira-
in cui ebbero a conoscersi di perso- mò a tutti gl'infermi della città, ai
na ed a ragionar molto a lungo. quali, se non potea
colla persona, sem-
La favori pure
Signore della gra- il pre soccorsi procacciava col danaro
zia non ordinaria dei rapimenti spi- e con altre prestazioni. Il suo a-
rituali, e nel fervore dell'orazione more pegl' infermi segnalato si fe-

toccò ilsublime diletto delle verità ce nella pestilenza, che in Genova


celestiali. Finalmente, consumata per recò gi,\asti terribili negli anni i497
le asprezze continue e frequenti ma- e i5oi. Le sue discipline punto
lattie del suo corpo, contando il non avevano da invidiare a quelle
sessagesimo settimo anno di vita, de' più austeri anacoreti ; digiunò in
volò al cielo, il giorno i di febbraio una maniera miracolosa, e fu assidua
dell' anno 1589. Clemente XII la all' orazione e alla meditazione per
beatificò nel 1732, e Benedetto XIV modo d'impiegarvi le intere not-
la dichiarò santa con solenne cano- ti. L'amore poi verso G. C. nel
nizzazione nell' anno 1746, e ne sta- divin Sagramenlo era in lei co-
bilì la sua festa a' i3 di febbraio. sì grande, che specialmente nell'at-
,

C.VT CAT 261


to della ss. Comunione «e ne ve- corpo e già fanciulla ancora da-
,

ctevaiio segni più manifesti, e spes- va indizi della santità più matu-
so ancora levala veniva in giocon- ra. Perduti i genitori in età assai
dissima estasi. Dopo kmga malattia tenera, si ricoverò presso un suo zio
e assai penosa, passò di questa vita materno, uomo di assai aspre ma-
a' 1 5 settembre i5io, in età d'an- niere, il quale volle occuparla nei la-
ni sessantatre. Diciotto anni dopo la vori della campagna, e nella custo-
sua morte venne dissotterrato il cor- dia della greggia. Carica di eccessi-
po di lei. e fu trovato incorrotto, e vo lavoro , non poteva attendere
fin da allora venne riguardata come agli esercizi di pietà in quel modo
beata. Clemente XII poi la cano- bramava, però sapea benis-
eh' ella
nizzò solennemente nel lySy, e Be- simo innalzarsi a Dio nel mezzo del-
nedetto XIV fece porre il nome di le sue occupazioni, e così del conti-
lei nel martirologio a' 22 luglio. nuo pascolava il suo spirito. Iddio
CATERINA Mattei (b.) Nacque permise, eh' ella fosse per qualche
a Raconiggi nel Piemonte l' anno tempo oppressa dagli scrupoli; ma
i4S6. Cominciò nella sua infanzia poi la grazia del Signore, e gli ot-
a gustare le dolcezze divine, colle timi consigli d' un buon sacerdote ,

quali Iddio l'andava disponendo al- che scelto avevasi per confessore, la
le più alte virtù. La sua vita è ri- liberarono pienamente. Neil' età di
piena di fasti, che danno a conosce- sedici anni si determinò a conse-
re con quale liberalità il Signore grarsi a Dio in qualche monistero.
versasse le sue grazie sopra quest'a- Per tale sublimissimo fine con eroi-
nima pura, e con quale fedeltà el- ca rassegnazione e fortezza sostenne
la vi corrispondesse. Il digiuno e le e vinse gli aspri trattamenti e le
austerità erano le sue pratiche or- contraddizioni, che le opponevano i

dinarie. Così bene riuscì nella i- suoi per allontanarla abbrac-


dall'
mitazione della vita di s. Cateri- ciato desiderio. Finalmente entrò
na da Siena , cui si era proposta nell' Ordine delle canonichesse rego-
a modello, che fu detto non esser- lari di s. Agostino, dove fin dal
vi tra lei e questa santa che la so- principio del suo noviziato si fece
la differenza della professione reli- conoscere religiosa perfetta. Ma la

giosa.Morì presso Carmagnuola, nel stima, che le si mostrava, era per


i547, e fu illustre assai pei mi- lei un vero supplizio; cosicché si

racoli operati nella sua tomlDa. An- diede a molte maniere di astuzie
zi a maggior incremento del culto per intieramente distruggere quel-
di lei. Pio VII, nel 18 19, permise la buona opinione. Dopo ventiset-
di farne V officio. La sua festa fu te mesi di noviziato fu ammessa
posta ai 5 di settembre. alla professione, la quale poi diede
CATERINA ToMAS (b.), cano- finead una accanita guerra, che le
nichessa regolare dell' Ordine di s. movea il demonio per distornela da
Agostino. Nacque nel i533 da no- quel santo divisamento. Fatta mo-
bili genitori nel territorio di Maio- naca , nulla lasciò desiderare alla
rica, una delle antiche isole Ealea- perfezione delle sue virtù. Era co-
ri. Era dotala di rara bellezza, ma sì amante della povertà che non
le eccellenti qualità dello spirito su- avea di suo se non il solo brevia-
peravano di gran lunga quelle del rio; cosi delicata nella purezza che
1 .

263 CAT CAT


ogni piccola cosa in contrario la col- capitale d* un* antichi contea dell'Al-
piva di tale orrore che persino giu- bania austriaca, situata in fondo al
gnea a cader tramortita; cos'i esat- golfo conosciuto sotto il nome di
ta nella obbedienza, che ammalata Bocche di Caltaro. E contornata di
eziandio recavasi al disimpegno di rupi elevate, e difesa da una citta-
alcuni suoi ufficii, e lo faceva con della chiamata s. Giovanni, che si in-

tutta alacrità. a superiora


Eletta nalza quattrocento piedi sopra il livello

def monistero, vi si oppose con tal del mare,congiungendosi alla città per
foraa, che il vescovo ordinò si pas- mezzo di diverse opere, che la fian-

sasse alla promozione di un' altra cheggiano, le quali formano un an-


Rassegnatissima in una lunga e pe- fiteatro. Il suo porto viene reputa-
nosa malattia, dopo aver predetto il to il migliore di tutti quelli dell'A-
giorno della sua morte, morì a'5 a- driatico. Ritengono alcuni che Cat-
prile dell'anno iSj^. Le sue virtù taro, Catharnnij sia 1' antico Ascri-
e i suoi miracoli le meritarono gli vium dei latini. Fabbricata verso
onori della beatificazione, cui Pio VI il sesto secolo^ assai soffri in epo-
le decretò nel 179^. che diverse pei terremoti, massime
CATTANEO o CATANEI Ade- in quello del i563, chela distrusse
lardo , Cardinale Adelardo Cat- . quasi interamente, non che in quel-
taneo o Catinai , secondo alcu- lo del 1667, il quale seppellì nel-
ni , nacque a Lendinara , allora le rovine la metà degli abitanti, re-
sul Veronese. Era canonico di quel- cando gravi danni alle sue fortifica-

la chiesa, quando Lucio III, nel zioni.


dicembre del 11 83, Io creò Cardi- Per lungo tempo Cattaro fu ca-
nal prete di s. Marcello ; e Clemen- poluogo dell^ repubblica del suo
te III poi gli conferì la legazione nome, indi nel i366, fu tolta da
d' Oriente per la guerra di Terra- Ludovico I re d' Ungheria a Tuart-
santa, ove espugnata Accona dai cio- ko re di Servia, e di Rascia, da
cesignati, riconciliò le chiese pollute, cui era in avanti posseduta. Nel
rimise gli altari rovesciati dagli ere- i377j fu presa, saccheggiata, e pres-
tici, e li consacrò cogli arcivescovi di soché distrutta dai veneziani nella
Toui'S e di Pisa , e col vescovo A- guerra contro i genovesi, coi qua-
riano. In appresso egli venne eletto, H era collegato il re Ludovico I. In
nel 1 89, dal clero e dal popolo appresso venne ricuperata, e rista-
di Verona a proprio vescovo, la bilita da Tuartko. Di poi se ne im-
qual' elezione fu confermata da Cle- padronì Ladislao re di Napoli, al-
mente Se nonché, dopo essere
III. lorquando alcuni magnati ungheresi
intervenuto ai sagri comizidi Ur- lo avevano riconosciuto per proprio
bano III, Gregorio Vili, Clemente, sovrano, ma fu costretto a restituirla
Celestino, ed Innocenzo III, morii all'imperatore Sigismondo, da cuiCat-
nel 12 12. Fu sepolto nella chiesa taro, nel i4-i3, distaccossi per darsi
di s. Zenone di Verona in mar- spontaneamente alla repubblica di
moreo avello adornato da bella Venezia, che la conservò sino al 797, 1

iscrizione. nel qualanno pel trattato di Cam-


CATTARO (Caltaren.). Città con po Formio fu ceduta all' Austria.
residenza vescovile nel regno di Dal- Nel i8o5, per la pace di Presbur-
mazia, capoluogo di circondario, già gOj divenne dominio de' francesi, in-
,

CAT 263
di i ne resero padroni , e
russi se antico delle chiese, in cui vi era da
la occuparono sino al trattato di ambo le parti un continuato sedile
Tilsit, ili cui fu restituita alla Fran- pei preti, inferiore in altezza a quel-
cia, ed incorporata alle provincie il- lo del vescovo. Tali sedie vescovili
liriche ; finalmente, nel i8i5, in si vedono in diverse antiche chiese
conseguenza del congresso di Vien- particolarmente episcopali. Dalla cat-
na, -venne l'idonata all' Austria. tedra vescovile la chiesa del vescovo,
La sede vescovile di Cattaro van- dopo il decimo secolo, si appellò Cat-
ta r origine nel sesto secolo sotto la tedrale (Fedì), ed in alcuni luoghi fu
metropoli di Spalatro; ma dopo la adoperata dai vescovi nel solo gior-
rovina prodottale dagli schiavoni, no, che prendevano possesso della
come fu restaurata, passò sotto la loro chiesa. Laonde tal vocabolo, che
giurisdizione di Antivari, finche il deriva dal greco, significa tanto sede
Pontefice Alessandro III, verso l'an- vescovile, che chiesa vescovile. Il
no 1180, la dichiarò dipendente Sommo Pontefice Urbano I , del
dalla metropolitana di Bari, come 226, decretò che la cattedra del
lo è ancora. La sua cattedrale, an- vescovo stesse nella chiesa matrice
ticoed elegante edifizio, è dedicata in luogo eminente, per dimostrare
a Dio sotto r invocazione di s. Tri- la di lui potestà di giudicare, di
fone martire. Il capitolo si compo- assolvere, e di condannare, e per-
ne di due dignitari V arcidiacono , chè da quel luogo il vescovo scor-
e r arciprete, con otto canonici, uno ga il popolo e il sorvegh, e quello
de' quali gode la prebenda di peni- veneri la maestà del prelato. Cosi
tenziere, oltre alcuni sacerdoti e chie- il Bernini, Istoria delle eresie^ pag.
rici addetti al culto divino. Nella 49. F. SEDIE.
cattedrale si conserva il capo di s, Nel concilio calcedonense la cat-
Trifone, che è il principale protet- tedra antiochena di s. Pietro, pi'es-
tore tanto della città, che della dio- so gli scrittori latini dicesi comune-
cesi, evvi la cura parrocchiale, che mente Sede vescovile, mentre nei
si esercita da un canonico, ed il primi tempi del cristianesimo le
cimiterio. L' episcopio è in buono sedi vescovili di maggiore auto-
stato. In Cattaro si trova ezian-^ rità e giurisdizione , si leggono
dio una chiesa collegiata, sotto chiamate Troni (Fedi), E trop-
il titolo della Beata Vergine Maria, po noto, che le antiche cattedre dei
oltre due conventi di religiosi, una vescovi, e di chiese illustri furono ,

confraternita della buona morte conservate dai fedeli con venerazio-^


ed un ospedale. La tassa della sua ne religiosa e fra le molte fare-
,

mensa è registrata nei libri della mo menzione della cattedra di san


camera apostolica in cinquanta fio- Giacomo in Gerusalemme, e di san
rini. Marco in Alessandria. S. Aurelio^
CATTEDRA vescovile. Sedia di vescovo di Cartagine, nel 899, con-
legno, o di pietica talvolta con brac- verti in chiesa il tempio della dea
ciuoli, sulla quale sedeva anticamen- Celeste, e siccome questa sedeva so-
te il vescovo nell'officiatura in mez- pra un leone, appunto un leone pose
zo al suo clero , che il circondava sotto la cattedra vescovile. Perciò a
nel recinto dell' altare, cioè nel se- quell'epoca ebbe origine la consuetudi-
micircolo dell' abside , o del coro ne di collocarsi nelle chiese cattedrali
,

-a64 CAT CAT


i troni de* vescovi sopra il dorso di custodite nelle rispettive chiese, né
leoni scolpiti, per signiiìcare la su- fa altresì testimonianza Eusebio, cap.
perbia del secolo essere stata sog- IO, 5o, 82 del lib. VII; e l'epi-
giogata dalla virtù della croce. stola 1 Paciano a Sempronia-
di
11 vescovo ha diritto di avere una no , ove parlando dello scismatico
cattedra, un trono, ovvero una se- Novaziano si dice An Novatianus,
, :

dia eminente nella sua cattedrale quein absentem epistola episcoputn


sebbene il capitolo fosse esente dalla Jinxity quein consecranle nullo, lin-
di lui giurisdizione. In progresso di teata sedes accepit, etc. Di tal uso
tempo invece del mezzo dell'abside, di velare le cattedre de' vescovi si fa
la cattedm venne eretta dalla parte menzione pure negli atti di s. Ci'-

destra dell'altare. Inoltre la catte- priano ,da Ponzio diacono.


scritti

dra del vescovo ha luogo non solo Dei drappi lama d'oro, e d'ar-
di
in una chiesa esente dalla sua giu- gento tessuti con seta coi colori bian-
risdizione, ma eziandio in una chie- co, rosso, e paonazzo, coi quaU si
sa ove abbia la cattedra un abbate ricuopre la cattedra o sedia ponti-
mitrato. Anche allora deve essere ficale , chiamata propriamente col-
altresì posta a destra dell'altare , e trina, si tratta all' articolo Gap-
dee avere un gradino più elevato pelle Pontificie , nella descrizione
di quella del prelato, che va collo- del trono papale.
cata alla sinistra. Sì deve cuoprire Si chiamò cattedra anticamente
la cattedra coi colori corrispondenti un pulpito, o luogo eminente, da
al rito, con istoiTa di seta, ma non dove il sacerdote parlava al popolo.
tessuta d'oro o di argento, ed i gra- Oggidì si applica ancora a quel luo-
dini devono ricuoprirsi di tappeti. go, donde i professori nelle univer-
Abbiamo che Sisto IV, nel i4<^i5 sità danno le loro lezioni ,
per cui
nei giorno sacro alla Cattedra di dicesi la cattedra della tal scienza,
s. Pietro (f^edi), fece ricoprire la facoltà, o studio. Il Du Mortier, in
cattedra di s. Pietro d' un panno Etyniol. graeca latin, verbo cathedra
d'oro, come riferisce il Volterrano, la definisce : lus et auctoritas le-

alludendo forse a ciò, che osserva il geni docendi , popnlwn regendi _, et


Cardinal Baronio nelle ultime anno- judicandi, onde dalla Glossa, in Cle^
tazioni al Martirologio y num. io, rnent. e. 3 , de sepuUuris si citano
ove dice che costumarono i nostri i seguenti versi;
maggiori coprire le sedie episcopali
con veli preziosi , quasi diviniun Rex solium, doctor cathedram, JU"
quoddani tribunal, e cita l'epistola dexquQ tribunal
20 5 di s. Agostino a Massimo: In Possidet, ac sedeni praesul j prae-
futuro Dei judìcio non apsides gra^ torque curale.
datce y nec cathedrae velatce , nec
sanctinionìalium greges adliibebun» Ma dall'Ecclesiastico, 7, 4» con
tur ad dcfensionem. Si ha il me- più nobili titoli fu chiamala la cat-
desimo nell'epistola sinodica de' ve- tedra cioè Sede di onore , che il
,

scovi dell'Egitto, riferita nell'apolo- testogreco dice Sede di gloria,


gia di s, Atanasio. Di questo rito an- e Ddisìà psahn. 106, 82, Cathc'
tico di velare con panni li ni le sedie, dra seniorurn ^ e il profeta Eze-
o cattedie episcopali, studiosamente chiele, 28, 2, Cathedra Dei. Nella
,

CAT CAT 265


sacra Sciittiira però il vocabolo cat- di tare quanto descrive il Villani su
tedra deve intendersi per dignità, o tali parole, ch'egli vuole pronunzia-
per luogo, da cui autorevolmente è te da Alessandro III,quando a Ve-
insegnata la dottrina. E siccome que- nezia ricevette gli omaggi del vinto
gli, il quale a molti contemporanea- Federico.
mente insegna, è duopo che per es- Sopra tale sedia adoperata dai
sere chiaramente inteso segga in al- Pontefici , si leggevano i seguenti
to, altezza eh' è pur un simbolo di versi leonini :

dignità, quindi nell'uno e nell'altro


significato è tal parola usata nelle Haec est Papalis sedes et Pontìjl-
Scritture. Così è nominata la catte- calis ,

dra di Mosè, la cattedra de' senio- Praesidet et Christi de jure Fica-


ri, la cattedra della pestilenza, ossia rius isti.

della pestilente dottrina, come fu Et ipiia jure datar, sedes romana


quella stabilita nel iSyg in Avi- vocatur,
gnone dal falso Pontefice Clemen- Nec debet vere , nisi solus Papa
te VII. sedere.
Finalmente nota il Zaccaria, Sto- Et quia sublimis , alii subduntur
ria letteraria d' Italia , Modena in imis.
1754, tomo VI, pag. 509, che del-
le Cattedre vescovili trattarono eru- Ma dipoi questa sedia o cattedra
ditamente il padre Costadoni nelle fu tolta, e vi fu sostituito l'altare
sue Osservazioni sopra la chiesa de' canonici, erigendosi soltanto il

di Torcello, e il Passeri nella XII trono quando il Papa vi celebra


Dissertazioney de throno sacro, nel o assiste le sacre funzioni. F. Cre-
tomo III delle gemme astrifere^ rac- scimbeni, Stato della chiesa latera--
colte dal Gori, di cui parla lo stes- nense, p. i43.
so Zaccaria, nella cìiixXdL Storia, al CATTEDRA e FESTA di s. Pietro
tomo II, p. 32 1. Senza mentovare IN Roma. S. Pietro principe degli apo-
altri autori , va consultato il Maz- stoli, e primo sommo Pontefice, dopo
zocchi , nel suo libro della Chiesa aver governato per sette anni la chie-
cattedrale napolitana. Racconta poi sa d'Antiochia, partì per Roma capi-
il Cancellieri ne' suoi Possessi, pag. tale dell'impero romano, e nell'an-
i47, che nella basilica lateranense, no 4^ dell'era cristiana, a' 18 gen-
nel mezzo della tribuna, cioè in fon- naio, vi stabilì la sua sede. Appena
do della chiesa, eravi una cattedra egli incominciò ivi a predicare il

di marmo, sovrapposta a sei scalini, vangelo, ebbe a riceverne subito il

nell'ultimo de' quali erano intagliate lume il senatore Pudente, il quale


le figure di un aspide, di un basi- in ricambio della sua conversione,
lisco, di un leone, e di un drago- condusse il santo apostolo nella pro-
ne, analoghe al vaticinio del profeta pria casa sul monte Viminale, oggi
reale Davide nel salmo novantesi- chiesa di s. Pudenziana, ed ove s.
mo Super aspidcm , et basiliscwn
: Pietro gittò le fondamenta della
ambulabis , et conculcabis leoneni Chiesa Romana, come fra gli altri
et draconem , figure statevi incise si legge nei Bollandisti, a' 2 maggio.
sino dal tempo di Federico I Bar- Secondo l'usanza della nazione giu-
barossa, avendo perciò potuto accre- daica, e di tutte le primitive chiese,
2GG CAT CAT
egli occupò una cattedra, o sedia dra, secondo la descrizione, che ne
datagli dal suo ospite Pudente, so- la il dotto d. Nicola Wiseman, ora
pra la quale, a guisa di trono, vescovo di Mellipotamo, e coadiutore
esercitò tutti i ministeri pontificali, del vicario apostolico del distretto
amministrando sacramenti consa- , centrale o medio d' Inghilterra ;

crando vescovi, ordinando sacerdoti, Saggio critico sul Ragguaglio di


assistendo ai divini uffizi, istruendo Lady Morgan rispetto alla Catte-
^'
g''^oS^> ed annunziando il van- dra di s. Pietro in Roma, tradu-
gelo nel tempo, che risiedette in zione dall' inglese del chiar. A, De
Roma sino all'epoca del suo glorioso Luca, Roma i832.
martirio, in quel luogo ove fu eret- » L,a Cattedra di s. Pietro è per
to il tempio vaticano, ed ove ora l'appunto tale, quale ben sup-
appunto si venera tal cattedra. Dal- porsi potrebbe essere stata da un
l' esercitare s. Pietro 1' apostolico ricco senatore donata al reggitore
ministero su tal sedia, ne provenne della Chiesa , riverita e protetta
che sedeSj cathedra, thronus si de- da Essa è quasi interamente
lui.

nominasse l'episcopale giurisdizione, incrostata di avorio per forma,


Ja quale fti quindi simboleggiala che ben dirittamente debbesi giu-
nei monumenti cristiani da un tro- dicare per una sedia curule, Può
no, e da una cattedra, della qual in due principali parti dividersi;
cosa ripoita diversi esempi 1* Arrighi, nella parte quadrangolare, ossia
Roma Sotterranea tom. II, pag. 55, cubica, che forma il corpo, e
666, ed il Mamachi, Orig. et antiq, nella spalliera, diritta ed elevata,
Chris t. tonir V, pag. 596, che forma la parte deretana. La
Cattedra di s. Pietro significa an- prima parte è larga quattro pal-
che il Pontificato di s, Pietro. S. Ci- lili romani da fronte, e dai lati
priano chiama Roma la Cattedra due e mezzo, e alta tre e mezzo.
di s. Pietro , e Teodoreto , lib. II , L formata da quattro stanghe
cap. 27, la dice il suo trono. Par- (hMtte unite insieme con ispran-
lando poi il Macri dell' incensazione, ghe traversali di sopra e di sotto.
che riceve il Papa daj Cardinal pri- 1 lati sono riempiti da una spe-

mo prete in porpora sciolta, e ge- cie di arcali che posano su due


,

nuflesso con ambedue le ginocchia, pilastri di legno sostenenti insie-


dice che ciò si fa al Pontefice se- ine colle stanghe degli angoli tre
dente in trono colla mitra e piviale piccoli cerchi, La fronte ricca a
pontificale, in riverenza alla catte- maraviglia è divisa in dieciotto
dra apostolica di s. Pietro, che è scompartimenti disposti in tre file,

la prima sede episcopale. Ciascuno contiene un basso rilievo


Questa sedia fu conservata con di avorio di squisitissima finezza
renerazione dai primitivi cristiani, attorniato con altri abbellimenti
nel cimiterio vaticano presso il corpo d' oro purissimo. Questi bassi ri-
del beato apostolo, ed in essa sedet- lievi rappresentano le imprese di
tero i sommi Pontefici nella loro Ercole domatore de' mostri ", ( fi-
elezione, e nel celebrare le sagre gli è già un fatto dimostrato che t
funzioni. Ma prima di parlare di primitivi cristiani, persuasi ch'era-
sirtatte elezioni e funzioni, diremo no l'idolo èsser un nulla, non si

della forma e materia della catte- facevano scrupolo di convertire in


CAT CAT 26y
pii usi , adoperare nel culto
e di >» uomini grado; concios-
di nobil
ecclesiastico oggetti adorni dei sim- >> siacosacUè dopo questa epoca Sve-
boli dell' idolatria ). »> La spalliera >» tonio Seneca , Tacito Giovena-
, ,

« della sedia è formata da una se- " le e Marziale facciano memo-


w rie di pilastri , che sostengono « ria dell' usanza di farsi traspor-
« archi come nei lati; le colonnette »> tare in sedia. A questo effetto
>» sono tre, e gli archetti quattro. » ponevansi anelli ai due lati, per
» Sopra di essi poggia una cornice, 'j mezzo de' quali si trasmettevano
" colla quale si alza un frontespizio >» due sbarre, e così la sedia dagli
" triangolare, che dà al tutto una « schiavi sulle spalle loro portavasi.
" elegante ed architettonica appa- » A ciascuno dei lati della cattedra
>y renza. Oltre ai teste memorati 'i di s. Pietro vi ha due anelli in-
»i bassi rilievi, il rimanente della " dubitabilmente destinati a questo
>i frontiera e modanature di dietro, " intendimento. Cosìi mentre la fat-
" ed il timpano sono tutti incro- » tuia di questa venerabile reliquia
" stati di avorio bellamente lavo- i> ci forza ad assegnare la sua ori-
»» rato. Ben quindi aperto si pare, « gine ai primi periodi del romano
>iche questa sedia sia fattura ro- >»impero, questo particolare la de-
« mana, e proprio una sedia curule » termina ad un periodo non ante-
« degna d'essere occupata dal capo » riore al regno di Claudio, sotto
» della Chiesa, e adornala di avo- »*cui s. Pietro arrivò in R.oma. Da
« rio , e d' oro per forma che es- , » ciò appare chiaro , che questa
M sere ben appropriata potesse all^ " cattedra sia di tal fatta quale un
" casa di un opulento senatore di » antiquario presupporrebbe dover
w Roma, conciossiachè la finita squi- »> essere a voler passare per giusto
» sitezza della scultura ci vieti di " il suo titolo all'onore di essere
« crederla posteriore ^1 secolo di >> stata il trono episcopale del pri-
« Augusto, in cui le arti giunte >y mo Pontefice romano ".

»> erano alla cima della perfezione". Accennammo Catte- ali' articolo
Seguendo poj il Wiseman l'opi- dra VESCOVILE [Vedi) la riverenza
nione di Lipsio sulla venuta in Ro- che nei primi secoli del cristiane-
ma sotto r imperio di Claudio, del- simo si aveva dai fedeli in conser-
la quale riparleremo in appresso, varle siccome occupate dai primari
aggiunge quanto segue: « Ci ha loro vescovi, e dove s' intronizzaro-
« un'altra circostanza, che vuoisi no poi i La Chie-
loro successori.
« qui particolarmente ricordare nel sa Romana non mostrò meno ve-
>y che facciamo questa
descrivere, nerazione verso il trono del suo
» cattedra che ha un' esatta
, e primo vescovo, conservandolo ezian-
» corrispondenza all' epoca del pri- dio r intronizzazione dei suc-
per
>ì mo viaggio di s. Pietro a Roma. cessori lui ed il Wiseman ne
di ,

^'Questo viaggio intervenne nel re- adduce prove le piti irrefjagablli


» gno di Claudio, ed in questo alla pag. io e seg., che l'identità
» periodo di tempo, come ben hal- rintracciano di questa cattedra da
:' Io dichiarato egregiamente Giusto un secolo all'altro, e da un passo
'"' Lipsio, elect. 19, le C. I, cap. di Ennodio di Pavia vuoisi rileva-
•' Sclke geslatorice cominciarono ad re certa visita , che fino dalla pri-
'* essere adoperate in Roma dagli mitiva Chiesa i battezzati di fresco
a68 CAT CAT
facevano alla confessione di s. Pie- disegni della medesima fatti da Ste-
tro, come costumano oggidì di fano Piale, uno in prospetto, e l'al-
fiire i battezzati adultidicendo
, : tro collo spaccato , e coli* esterno,
Ecce nwic ad gestatoriani sellai n tuttora si veggono nella nobilissima
aposlolìcae coiifessionis uda tnìtlunt stanca capitolare della basilica vati-
liinina candìdatos. Un motlcllo di cana. Sotto quello del prospetto,
questa cattedra si conserva dalla evvi la seguente iscrizione;
rev. fabbrica di «. Pietro, e due

CATUEDRAM LIGNEAM EBORE


. ORNATAM . .

PONTIFICI A M SEDEM
. A
PETRI MAJORIBVS. . .

INTER ANTIQVAS ET
. VENERAB RELIQVIAS . . .

ASSERVATAM
FRANCISCVS DE . ALBITII CANONICVS
. .

ALTARISTA FABRICyE. OECONOMVS ET A . . .

SECRETIS DELINEANDAM CVRAVIT


. .

Su quello poi dello spaccato è la memoria a' 18 gennaio. Tulta-


scritto: Exeinplar cathedrae s. Pe- volta parlando il Cancellieri, Descri-
tri, quae mine est. zione della basilica V^aùcana^ §XV,
In questa sedia adunque soleva- Della cattedra di s. Pietro , aggiun-
no i Sommi Pontefici sedere allor- ge che nel giorno anniversario del-
ché erano intronizzati, giacche i ri- la Cattedra Antiochena, e in quel-
ti della consagrazione del Papa no- lo della Cattedra Romana, dal sito
vello, come osserva il Mabillon, con- ove si custodiva nel resto dell'an-
sistevano nella consagrazione del nuo- no, veniva trasportata in processio-
vo Pontefice a s. Pietro, nell'im- ne sopra le spalle de' canonici nella
posizione del medesimo sulla sedia cappella del coro, dove si esponeva
di s Pietro ec. Abbiamo persino, al pubbHco culto; e che nei tempi
che gli antipapi nell' intrudersi nel a noi più vicini si trasferiva con
pontificato, sacrilegamente si assise- tutta la pompa vicino all'altare mag-
ro in detta sedia , per far credere giore, esponeva alla venera-
ove si

vera la loro falsa legittimità; rito zione de' fedeli, i quali facevano a
ed uso che durò sino a Clemente gara per arrivare a baciarla con
V, il quale eletto nell'anno i3o5, riverenza, e toccarla con alcuni na-
mentre dimorava in Francia, chia- stri di seta, cingoli e cordoni , che
mati colà i Cardinali, si fece corona- divotamente custodivano con gran-
re in Lione; laonde dacché, nell'an- de diligenza, e credendoli , come
no 1877, Gregorio XI restituì la narra Grimaldi In Catal.
il Reli-
residenza pontificia in Roma, dopo quiar. p. 60, molto utili ed effica-
il soggiorno fatto in Avignone, non ci per la felicità dei parti. 11 Tor-
osarono i Pontefici piìi sedervi, la- rigio a p. 563 racconta ciò, che
sciandola soltanto alla venerazione pratica vasi nell'esposizione della cat-
del popolo, perlochè essa venne ve- tedra. Il canonico Benedetto poi nel
nerata in diversi luoghi della basilica tom. II Miis. iial. in Ord. XI , p.
vaticana, nella quale si presentava i33 dice che il Papa, quando si

al popolo dalla cancellata del coro, celebrava la messa si metteva a se-


nel giorno in*" cui se ne celebrava dere nella detta cattedi'a nello stesso
,

CAT CAT 269


modo con cui nella prima domenica, proprio sito, si recò a pregare il

dopo aver preso possesso al la-


di famoso pittore Andrea Sacchi, per
tciano, entrava nella basilica vati- udirne il giudizio di lui ; ma appe-
cana per sedere nella medesima. na enirato questi in chiesa, si fer-
Queste cerimonie non si sono mò sulla porta, ed invitato da Ber-
più usate, dopo che Alessandro VII nini a far alcun passo, egli non voh-
si risolvette di far rinchiudere que- le muoversi, dicendogli che ivi ap-
sta cattedra venerabile dentro un punto dovea guardarsi il suo lavo-
magnifico seggio di metallo dorato, ro dopo averlo considerato, sog-
; e
sostenuto da quattro statue colos- giunse chele statue dovevano esse-
sali della stessa materia, cioè dai re un palmo più alte, e subito par-
santi Gio. Grisostomo, ed Atanasio, tì. Bernini trovò giusta la critica,
dottori della Chiesa greca, e dai san- ma troppo tardi ; egli però si pre-
ti Ambrogio ed Agostino, dottori valse opportunamente della finestra
della Chiesa latina. Ciascuna statua che sta dietro la cattedra, collocan-
è alta ventisette palmi, ed in quan- dovi Spirito Santo raggiante
lo
to al peso, la prima è di 27791 che sembra ivi disceso per far mag-
libbre, la seconda di 23652, la giormente risplendere questa gran
terza di 3402 3 , e la quarta di mole,
30791. Nella fabbrica di quel seggio Suir identità della cattedra di s.
si lavorò per quattro anni, vale a Pietro, possono consultarsi i seguen-

dire dal 1 663 in poi, colla spesa ti autori, Francesco Maria Febei,
di diciassettemila scudi, oltre otto- Dt^ identilate Catlicdrae in qua s.
mila, dati air architetto pel disegno. Petrus prinium sedit, et de anti-
/^. il p. Bonanni, che ampiamente quilate, et praestantia solemnitatis
ne tratta nella sua Templi Vatica- Cathedrae romanae , Dissertatio _,

ni Historia, cap. 2 3. p. i3r, Ro- Romae 1666; Benedetto Virgilio,


ma 1696, e p. 108 dell'edizione Sopra la nuova cattedra scoperta
del 1700. Sì ha poi dal cav. Fon- a Ili 8 gennaio 1666 in s. Pietro j
tana p. 4^36, che la somma del da- Fr. Torrigio, Della cattedra ove
naro occorso in sì sontuosa macchi- sedeva s. Pietro in Roma nei sacri
na collocata in fondo della basili- trofei^ p. 117,6 nelle sue Grotte
ca sopra l'altare maggiore, ascen- Vaticane^ pag. 562, e seg. ; Maria
deva a scudi centosettemila cin- Costanzi, De Cathedra lignea s.

quecento cinquantauno, ed il peso Petri in appen. ad Cortesiuni p.


tlelmetallo impiegatovi era di lib- 3i2; Cancellieri, De Cathedra s.

bie duecento dieciuovemila sessantu- Petri in cella reliqniarium^ et in


no. altera s. Annae , veteris sacrarli
Opera sì impareggiabile fu affi- vaticani aliquando custodita , in
data e meravigliosamente eseguita tomo III, De Secretariis^ p. 1244*
dal celebre cav. Gio. Lorenzo Ber- Diversi protestanti avendo negato
nini, il quale venendo in cognizio- la venuta di s. Pietro a Roma, fu
ne del sentimento esternato da An- convinta egregiamente la loro mi-
nibale Caracci, ebbe la pazienza di scredenza da molti, fra' quali da
rifare i modelli delle statue essen- Panvinio, De advcntu Petri ad iir-

do riusciti alquanto piccoli. Quindi heni Romani, nella Bibliot. del Roc-
avendo collocali i nuovi modelli al caberti, toni, 17.
270 CAI CAT
scovo. Era poi ben giusto, che i

Della festa Mia Catirdra di s. cristiani facessero lutti gli anni ri-
Pietro in Roma. membranza della fondazione della
Chiesa romana, eh* è la madre co-
Era riserbato al principe degli mune di tutti i fedeli, mentre Tan-
apostoli il dover piantare Ja lède niversario de' vescovi celebrasi dalla
in una cittìi, la quale, secondo i di- sola loro diocesi.
vini disegni, non per aitilo aveva La festa pertanto della Cattedra
esteso cotanto la sua possanza, che di s. Pietro è notata esem- in un
per agevolare la promulgazione del plare del martirologio attribuito a
vangelo; città che, dopo essere sta- s. Girolamo; e si legge nel sermo-

ta centro di tutte le superstizio-


il ne 18, De Sanctìsj il quale si at-
ni del paganesimo, era destinata ad tribuisce a s. Agostino, che la Cat-
essere il centro deir unita cattolica. tedra di san Pietro si festeggiava
Recatosi adunque s. Pietro dall'o- per onorare giorno in cui questo
il

riente in Roma, vi predicò il van- apostolo stabilì la sua sede. Che


gelo, e vi stabih la sua sede epi- essa sia anteriore al 558, lo cono-
scopale. Infinite sono le prove, dal- sciamo dal concilio Tours aduna- di
le quali si ricava che s. Pietro fon- to in quell'anno, giacché procurò di
dò la Chiesa romana, e che in tal riparare gli abusi introdotti. Certo
sede i Papi sono i successori di s. è, che il Sommo Pontefice Paolo
Pietro. In quanto all'epoca dell'ar- IV restaurò la festa della Cattedra
rivo in Roma del principe degli a- di Pietro in Roma, già da mol-
s.

postoli, molti ritennero col calenda- to tempo trascurata da parecchie


rio romano, che s. Pietro sia an- chiese, come rileva il Baronio ad
dato a Roma la prima volta nel Mariyr. Rem. die 28 januavii, e
secondo anno del regna di Claudio, comandò colla costituzione XIII, che
il quale fu esaltato all'impero nell'an- si legge nel Bull. Rem. del Cheru-

no quarantesimo primo dell' era cri- bini, t. I. p. 822, pubblicata nel


sliana. Ammettendosi tal data, con- i558, che si celebrasse a' 18 gennaio,
vien supporre che 1' apostolo tornas- dichiarando inoltre il detto Pontefi-
se in oriente poco tempo dopo, giac- ce ch'egli rinnovava questa festività
che è certo che Agrippa lo fece per confutare gli eretici, i quali ne-
imprigionare in Gerusalemme nel- gavano avere abitato in Roma per
r anno 43 di Cristo. Lattanzio non qualche tempo il principe degli a-
parla di questo primo viaggio di s. postoli.Imperocché sebbene la ve-
Pietro in Roma, dice soltanto che nuta di lui in Roma fosse costan-
vi si recò sotto l' impero di Nero- temente confessata da tutti gli scrit-
ne, ed il Novaes aggiunge, che ar- tori per quindici secoli, il primo
rivò in Roma nell'anno 44? o nel eh' ebbe V ardire di negarla fu Gu-
seguente. A' 18 di gennaio si ce- glielmo maestro di Gio. Viclef-
lebra la festa alla cattedra romana, fo, perchè nel contraddire tal ve-

per queir avanzo dell' antica usanza nuta in Roma di s. Pietro, toglieva
di celebrarsi ogni anno sì T anni- al Sommo Pontefice il primato, che
versario della coronazione dei Som- dal medesimo s. Apostolo derivò ai
mi Pontefici, sì quello della con- suoi successori. F. Sandini, Dispu-
sacrazione, od ordinazione d'ogni ve- talio III:, ad Vit. Ponti/. De Cath.
,

CAT CAT 9,71

D. Pelri. Gregorio XIII dì-


Roin. Cristiana dai molti fedeli , che vi
poi, nel 1576, avea ordinato che non abitavano. Il Pontefice Innocenzo I

si lavorasse in tal giorno, piò co- in una lettera scritta nel principio
stume il quale durò poco tempo, del secolo V ad Alessandro vescovo
come osserva il Febei, De idenlit. d'Antiochia, presso le Lettere de Pa-
Cath. p. i58. Quindi dal pontifi- pi^ raccolte dal p. Constant, pag»
cato di Paolo IV in poi, ebbe ori- 84^5 chiama gli antiocheni condi-
gine la cappella della Cattedra di scepoh della sede Apostolica: Apo*
s. Pietro [Vedi), prima nel palazzo stolicae sedis condiscipulos primos.
apostolico, e poi nella basilica vati- Non v'hanno sicure notizie sulla
cana. Osserva il Piazza nel suo E- sedia, o cattedra
adoperata da s.
merologio di^ Roma, t. i p. 54, che Pietro in Antiochia; solo leggiamo

J
anticamente era tal festa sì solenne, nel Torrigio, Sagre grolle^ p. ^67,
che per celebrarla col Papa concor- che s. Pietro in Antiochia mutò in
revano in Roma molli vescovi, dap- chiesa la casa di Teofilo, e che vi
poiché non solo rinnovavasi la me- collocò la sua santa sede e cattedra,
moria dell' arrivo di s. Pietro in la quale, secondo qualche autore,
Roma, ma della suprema potestà citato dal Torrigio, fu trasportata
concessa a lui da Cristo. Scrive poi in Roma. Abbiamo
poi da Carlo
! Eusebio, che in questo giorno Co- Bartolomeo Piazza, Èmerologio di
stantino imperatore fece pubblicare Roma, i. T, p. 1 5o, che parte del-
in Milano quel celebre editto con la cattedra Antiochena si conserva

cui restituì la pace ai cristiani, e nella basilica di s. Lorenzo in Da-


li abilitò a tutti gli onori e privile- maso, e ciò asserisce col Panciro-
gi sì civili che militari dell'impero. li. Nella chiesa di san Pietro a
Finalmente, questa festa dai cristia- Venezia, che sino al 1807 fu la
ni, massime dell* Africa, si chiamò chiesa patriarcale, da molto tempo
Festiim Epularuììiy perchè in essa si conserva una sedia di pietra vol-
solevano fare sui sepolcri dei mor- garmente denominata dal popolo la
ti nelle chiese solenni conviti; e in cattedra di s. Pietro. Essa non è
alcuni antichi calendarii viene detta sopra alcun altare riposta , ma sta
Natalìs Cathedrae s. Petri. V. Fog- di contro al muro tra il secondo,
gini, De romano s. Petri itinere et e il terzo altare ; monumento, che
episcopatii, exercitalìoncs historico- Flaminio Cornaro, nel 1749? pub-
criticae j e Francesco Cancellieri blicò nella sua opera: Ecclesiae \>e-

De Secretariis, t. III. p. i263, De netae antiqua monumenta^ tom. II,

fcsio Cathedrae Ro manne. p. 194? dicendola donata dall'im-


CATTEDRA e FESTA di s. Pie- peratore Michele al doge Pietro
tro IN Antiochia. E comune sen- Gradenigo nel i3io. Ma di questa
tenza degli antichi scrittori, che la pretesa cattedra , come la appella
prima cattedra occupata da s. Pie- Simone Assemani, guide dile stesse
tro per anni sette, sia stata l'antio- Venezia convengono essere tutt' al-
chena, come può vedersi all'articolo tro, che la cattedra antiochena del
Antiochia, voi. II, pag. 169, e pres- principe degli apostoli. Il Quadri,

so Sandini, Disputai, historic. ITj Quattro giorni a Fene,zia,we\ 1827,


e ciò perchè Antiochia prima di p. 83, ne dà il seguente ragguaglio :
,

tutte le altre città, fu denominata a Un'antichissima Cattedra di mar-


275 CAT CAT
»» mo (lai volgo creduta essere stata Antiochena di s. Pietro. Il Piazza
« usata da s. Picti-o in Antiochia. nel luogo citato, parlando della festa
»# Varie sono slate le opinioni dei della cattedra di s. Pietro hi An-
M dotti per rispetto ad essa, dai tiochia, la quale si celebra ai 2'?-

*» quali non ùancora coiii-stata febbraio, dice che solennemente si

>• piiitamente chiarita la materia celebra nella basilica vaticana con


« da ogni dubbio. In essa trovasi indulgenza plenaria, avendo accre-
»» scolpita un' iscrizione in caratteri sciuto il culto a questa festività,
»» cufici arabi, la quale contiene, ch'era doppio sino dal XIII secolo,
>* secondo il giudizio di alcuni eru- il Pontefice Clemente Vili del i^ìc^t.,

'* diti, due versetti del Rorano. il quale lo fece doppio maggiore,
M Altri la tengono per un trono e aggiunse all' ufficio divino che si ,

>» di alcun principe africano ". Ed attribuisce a s. Gelasio I, o a san


e perciò, che non è onorata da al- Gregorio I, la bellissima omelia di
cuna festa, ne è tenuta in conto di s. Leone I. F. Bianchini , Disse r-
reliquia, f"^. Olao Gerardo Tychsen tatio de Romana Cathedra, nelle
Inlerpretatìo iiiscriptìonis cuficce in note ad Anastasio bibliotecario, toni.
marmorea templi patrìarchalìs s. IV, pag. i5o, ed il Cancellieri, De
Pclri cathedra, qua s. apostolus Secretariis tom. Ili, pag. 1246, De
Petrus Antìochice sedisse tradìliir, Pesto Cathedrae Antiochena. Sì può
Rostock 1789. Da questa sedia vuo- inferire pertanto, che in questo gior-
le il Wisernan , nel suo Saggio no si celebra la memoria di s. Pie-
critico sul ragguaglio di Lady Mor- tro apostolo, quando pose la cattedra
gan, rispetto alla Cattedra di san episcopale in Antiochia, e che ve-
Pietro, che derivi la novella adot- nisse istituita per abolire l' erroneo
tata con molta credulità, e raccon- abuso, che i gentili in un giorno
tatacon asseveranza dalla medesima del mese di febbraio solevano por-
Lady. tare vivande e coramestiijili sopra
i sepolcri de' loro antenati, cojla
Festa della Cattedra di s. Pietro falsa credenza, che le anime di essi
ili Antiochia. si confortassero coi detti cibi ; cattiva
e perniciosa costumanza, della quale
La festa delia Cattedra di s. Pie- gli autori sono discordi nel fissare
tro in generale è antichissima, come il giorno della celebrazione. Ma di
si rileva nel precedente articolo : questo argomento, come di quella
essa è inoltre indicata sotto li 18 del precedente articolo, soprattutto
gennaio nel calendario composto nel meritano esser lette le due eruditis-
Pontificato di s. Liberio eletto l'an- sime disserta/ioni di Benedetto XIV,
no 352, e la Chiesa romana ne Sulle feste della Cattedra di s. Pie-
celebrava la festa, come si legge in tro in Roma ed Antiochia, le quali
un sermone di s. Leone I, creato essendo inedite, vennero diligente-
r anno 44o- Negli antichi martiro- mente pubblicate in Roma nel 1828,
logi, come il mss. di s. Girolamo, da monsignor Daulo Augusto Fo-
l'antico romano, quello di Usuardo scolo, arcivescovo di (]orfù, ora pa-
e di Adone, si legge celebrata nel- triarca di Gerusalemme.
la Chiesa cattolica FUI Kalend. CATTEDRALE ( Ecclesia ca-
marta la memoria della Cattedra tJiedralis), Chiesa vescovile di una
^,
, ,

CAT CAT 273


diocesi , così chiamata dalla parola poi al consesso del vescovo, e dei
Cattedra, o sedia episcopale. Come di- seniori, onde ne derivò il nome di
cemmo Cattedra [Fedi),
all'articolo cattedrale, anco oggidì le chiese cat-
i sacerdoti che formavano col pro- tedrali sono tenute e venerate qual
prio vescovo l'antico presbiterio norma delle altre chiese, per lo che
presbyteriurn, sedevano lateralmente ad esse appartengono le processioni
ai suoi fianchi in alcune sedie, men- generali colf intervento di tutto il

tre il prendeva luogo in


vescovo clero, il quale deve seguire il pro-
quella più elevata. Tuttora celebransi prio calendario. Vi si debbono con-
le fèste del principe degli apostoli sacrare e custodire gli olii santi ;

in Roma
ed in Antiochia, che ram- deve esservi un capitolo con digni-
mentano le due città, in cui questo tà ; vi si pubblicano coloro, che vo-
primo sommo Pontefice presiedette gliono prendere gli ordini sacri, vi
ad un'adunanza di sacerdoti. Da ciò si celebrano le esequie del vescovo
si rileva non doversi confondere le defunto, oltre altre funzioni ; e nel
antiche cattedrali colle presenti ,
tempo pasquale, i pellegrini e fore-
mentre una volta la parola chiesa stieri vi possono adempiere il pre-
non significava altro che radunanza, cetto.
non avendo avuto templi i cristiani Tocca poi al vescovo di fornire
avanti Costantino imperatore, come la cattedrale di sacri paramenti ed
si legge nel Hìerolexicon del Ma- arredi , specialmente per l' uso dei
cri, tom. I, pag. 2i4 alla voce Ca- pontificali , come decretò Urbano
thedralìs. Di fatti nei primi secoli Vili a' 16 settembre 1624, e con-
della Chiesa si contavano si frequen- fermò a' 27 aprile 1626. A tale
ti le cattedrali, che non solo si era- oggetto nelle provviste dei vesco-
no erette in ogni città, ma ezian- vati s' impone ai novelli vescovi
dio nelle terre, per cui i padri dei l'obbligo di risarcire e rifabbricare
concilii Laodiceno e Sardicense fu- la chiesa cattedrale, e il palazzo ve-
rono costretti a rimediare a tale scovile, per solito contiguo alla me-
abuso ; e lo stesso Carlo Magno desima cattedrale, come ancora di
nell'anno 789, ne' suoi Capitolari, fornire la sagrestia di essa delle ne-
Reg. Frane, tom. I, pag. 220, n. 19 cessarie suppellettili sacre. L' erezio-
edit. Baluzii, rinnovò il decreto dei ne poi delle chiese cattedrali viene
canoni laodicensi. fatta dal sommo Pontefice per mez-
La cattedrale, come chiesa prin- zo della sacra congregazione conci-
cipale, chiamata anche Duo-
fu storiale , al paro delle unioni con
mo ( Vedi ) casa o luogo di ora-
, altre cattedrali e delle dismembra-
zione j ed il Bergier alla parola Cat- zioni loro. Essendo talora due chie-
tedrale, che appella eziandio chiesa se unite con una cattedrale, per cia-
vescovile di una diocesi, aggiunge, scuna vi risiede alternativamente il

che il vescovo vi ha la cattedra del- vescovo. Sopprimendosi però la chie-


fautorevole e pubblico insegnamen- sa vescovile ,
perde la cattedralità

to il quale deve
, essere cattolico si riduce a collegiata, e rimane sen-
vale a dire interamente conforme za vicario generale. V. Vescovati e
alle dottrine della Chiesa cattolica Diocesi.
insegnate dai concilii generali, e dai CATTEDRATICO ( Cathedraii-
Pontefici romani. Conformemente cum ). Diritto, censo, tributo, o ri-
VOL. X. 18
2 74 CAT CAT
cognizione, che pagavano ogni anno ha insegnata senza mescolanza, e
i chierici al pro]>rio tcscovo per senza alterazione. IV. L'universalità
sostentamento della cattedra, cioò delle persone d'ogni sesso, d'ogni
della dignità episcopale. Questa pen- età e di qualunque condizione, che
sione si chiamava anco Synodlcon, sono entrate nel suo seno. Dicesi poi
sinodatico, ed era in uso in molte Cattolica la vera Chiesa, e di fjuesto
diocesi. Vero è però, come leggiamo nome si fregiano i paesi, e le assem-
nel Macri , Notizia da' vocaboli ec- blee dei fedeli. La cattolicità è uno dei
clesiastici, che Synodaticum significò caratteri essenziali alla vera Chiesa,
pure tanto il sussidio che sommini- e questo carattere trovandosi nella
stravano vescovi al loro metropo-
i sola Chiesa Romana , essa adunque
litano per le spese necessarie a ce- è la vera Chiesa. San poi Padano
lebrare il sinodo provinciale, quanto vescovo di Barcellona, parlando nelle
il sussidio, che somministrava il clero sue lettere a Simproniano delle ere-
al rispettivo vescovo pel sinodo dio- sie insorte nella Chiesa da Simon
cesano. In quanto poi all'origine del Mago fino ai novaziani, dice che il

Cattedratico, essa è nella Chiesa an- nome di cattolica, di cui è fregiata la


tichissima, parlandosene nel concilio Chiesa, viene da Dio, e per questo
diBraga dell'anno 572, comedi un nome ella è sempre stata distinta dal-
uso inveterato. Esso era in ragione le sette degli eretici. Io sono, dic'egli,
della consuetudine delle diverse chie- cristiano per nome, e cattolico per
se , ma da un
dell' im- capitolare soprannomej V uno mi distingue, e
peratoie Calvo dell* anno
Carlo // l'altro in indica. Finalmente Ga- il

844 rilevasi, che apparteneva al ve- rampi osserva nelle sue Memorie,
scovo di ricevere questo diritto in pag. 3?, con alcuni esempii, che si

derrate o in danaro effettivo. I


, disse cattolica , e cattolicissima in
monaci però erano esenti dal Catte- senso di persona pia, religiosa, e
dratico. spirituale, ossia di special bontà.
CATTOLICISMO ( Catholicismus). CATTOLICO (Catholicus). Que-
Questo vocabolo tratto dal greco, sta voce significa universale, generale,
che significa universalità, indica pro- e deriva da Cattolicismo ( Vedi ).
priamente la dottrina, e lutto il Con essa si viene a significare quel
sistema della religione cattolica, i cristiano, che segue i dogmi della
suoi articoli di fede, i suoi' dogmi, Chiesa cattolica, e non le opinioni
le sue massime ec, nonché la sua particolari degli eretici. Tertulliano
estensione a tutti i luoghi, a tutti chiama Cristo, Calholicuni Patris
i tempi, a tutte le persone, secondo sacerdotum, lib. IV advcrs. Marc.
quella insegnata da Cristo, e dagli cap. g. Che il nome di Cattolico
apostoli della Chiesa. Secondo i teo- fosse a distinzione degli
adottato
logi, il Cattolicismo riposa sopra i eretici, anche lo abbiamo, come pre-
seguenti quattro punti, che ne sono cedentemente dicemmo, da s. Pacia-
le chiavi principali. I. L'universalità no, il quale scrivendo contro i no-
de' luoghi , ne'quali è sparsa la Chie- vaziani , ad Synib. Novat. , disse :

sa, e la sua credenza. II. L'univer- Christianus mihi nomen est, Catho-
salità dei tempi, nei quali essa ha licus vero cognomen. Osserva il Ber-
sussistilo, e ne' quali sussisterà. III. nini, Istoria delle eresie, pag. 20,
L'universaUlà della dottrina, ch'essa che i seguaci di Gesù Cristo si chia-
CAT CAT 275
marono primieramente fratelli^ o CATTOLICO. Titolo ecclesiastico.
frati j poi santi^ credenti ^ fedeli L'onore del nome cattolico mosse a
( Fedi) 3 Jessaeìj o Gesuani, da prenderlo i patriarchi o primati di
Gesù Cristo, Nazareni dagli ebrei, oriente ,perchè cattolico era un
il

e Papisti dai moderni eretici. Alcuni titolo, che corrispondeva a quello di


lianno infelicemente tentato di to- ecumenico , cui avevano adottato i
gliere dalla prima antichità il nome patriarchi di Costantinopoli , forse
Cattolico, pretendendo che 1' impe- al tempo dell'imperatore Giustinia-
ratore Teodosio ne sia stato 1' in- no I, assunto al trono l'anno 527.
ventore, ovvero che tal voce non Ma l'Assemanni scrittore de catho^
sia stata posta nel simbolo che nel licis, seu patriarchis chaldceorum^
terzo secolo. Ma basta leggere la let- et nestorianoruTUj praef. § IV, pag.
tera del martire s. Ignazio scritta a 57 e &e^., dichiara quella denomi-
quelli di Smirne, il libro di Origene nazione usata nel quinto secolo al-
contro Celso, s. Cirillo, e s. Agostino meno, e probabilmente sul princi-
per confermarsi sull' antichità di pio del quarto. Dice egli pertanto,
questo vocabolo, adoperato per di- che l'arcivescovo di Seleucia, essen-
stinguere i veri dai falsi cristiani dosi pel suo nestorianismo sottratto
(Fedi), cioè dalle sette degli eretici, dall'ubbidienza del patriarca antio-
nati nel cristianesimo. Così sono cheno, appellò sé medesimo Catto-
state nei primitivi tempi appellate lieo patriarca 3 mentre prima di
cattoliche le lettere di alcuni apo- tale divisione, cioè sul principio del
stoli, perchè scritte ai cristiani di secolo quarto, i metropolitani di Se-
tutto il mondo. Oggidì si nominano leucia e di Persia si appellavano
in generale cattolici i cristiani riu- Cattolici, senza che fossero patriar-
niti in società, che riconoscono per chi. V. Renaudot, Dissert. sur le
capo spirituale il sommo Pontefice, patriarchi d^Alexandrie, n. 4? iio»
e che professano il cattolicismo. che l'articolo Caldea.
Inoltre chiamaronsi cattolici certi Ecco quanto dice Chardon, iSVo-
ufficiali, o magistrati, che avevano ria de^ Sagramenti, tora. Ili, cap. 6,
cura di esigere le imposte, e di fìir Dé'principali vescovi, che ressero le
pagare i tributi nelle provincie del- chiese orientali, e del Cattolico dei
l' impero, facendone menzione Eu- Nestoriani^ec, suWb. giurisdizione del
sebio, Teodoreto, Sozomeno ed altri patriarcato antiocheno, e de' predi-
scrittori della storia bizantina. Ag- catori evangelici, che inviò al di là
giungiamo col Macri, che chiama- dei confini dell'imperio romano:
vasi ancora Catholicus il procura- >iQuesti santi uomini fecero gran
tore fiscale dell'imperio, perchè ap- « progressi principalmente nella Per-
punto era universale in tutto il » sia, ove piantarono più chiese, le
dominio imperiale. Laonde per la >i quali erano governate da un ve-
medesima ragione, da altri era no- -M scovo, che aveva autorità sopra
minato Catholìciarius. Il Papa In- « tutti gli altri della Persia e del-
nocenzo III in una sua lettera, Reg. « l'Armenia, ed egU era ordinato
Epist. An. XV. ep. 78, che presso >i dal patriarca d'Antiochia cui era
il Baluzio è al n. 82, ci descrive » soggetto. Ei si chiamava Cattoli-
un ordine di penitenti, il cui istituto » co, forse per la vastità della sua
chiamasi Catholici paupercs. >» giurisdizione, alla quale soggiace-
,

"ìjS eAT CAT


vano i metropolitani , e vescovi »i nestoriani ". /^. il citato Renan-
semplici di que' vasti paesi. Que- dot, (le la Perpet. de la Foi, t. IV,
sti possono considerare
cattolici si lib. I, cap. 7.
come un grado particolare della Finalmente leggiamo in varii au-
gerarchia ecclesiastica. Il Cattolico tori che fra i prelati d' oriente
, i ,

di Persia risiedeva in Seleucia, e quali portarono il nome di Cattoli-


a Ctesifonte. Accadde, che i nesto- co, il patriarca di Armenia si ap-
> riani scacciati dalle terre dell' im- pellava pure il Cattolico di Armenia.
y pero con editti dei principi, e ri- Anzi aggiungeremo, che Cattoli-
> tiratisi nella parte della Mesopo- co appresso gli Armeni significa il

> tamia occupata allora dai persia- capo ecclesiastico di tutta quanta
» ni, coi loro vescovi ed ecclesiasti- una nazione, quindi essi non solo il
> ci , vi sparsero la loro eresia , e loro capo generale nominano cat-
» moltiplicatisi ebbero un vescovo tolico, ma pure queUi di tutte le
cui da principio chiamarono Cat- altre nazioni, come si rileva dai lo-
tolico , e poi patriarca , il quale ro antichi scrittori: ed è perciò che
inviando da per tutto missionari, per distinguere il Romano Pontefi-
guadagnò alla sua setta moltissi- ce qual capo generale non solo del-
ma gente, sì pel favore dei re di la sua nazione, ma ancora di tutte
Persia^ che odiavano i romani e le altre, lo nominano Cattolico dei
la come per quel-
loro religione, Cattolici, come si può vedere presso
maomettani, i quali
lo de' principi Fausto Bizantino storico antico del
furono da lui coltivati. Conqui- quarto secolo.
stata dai maomettani la Persia CATTOLICO. Titolo di onore
confermarono ai cattolici o patriar- principesco. Questo fu conferito dai
chi dei nestoriani tutta la loro Sommi Pontefici ai re di Spagna,
autorità, la quale era vastissima. chiamandoli per eccellenza cattolici,
Indi questi cattolici trasferirono a cagione della loro benemerenza e
la loro sede a Bagdad, e si usur- zelo per la religione di Gesù Cristo,
parono la giurisdizione sopra gli nonché per la loro devozione alla
ortodossi, e sopra i giacobiti me- Santa Sede, ed al romano Pontefice.
desimi, venendo sostenuti dai ca- Né manca chi dice avere Papi i

liffi, che terminavano le contese qualche volta dato il nome di Cat-


coH'antico possesso. La perdettero tolico ai re di Francia, ed a quelli
poi, e fu permesso ai melchiti o di Gerusalemme.
ortodossi , ed ai giacobiti l'avere Questo titolo pertanto di re cat-
i loro proprii cattolici; ma per tolico, e di maestà cattolica è pre-
più di due secoli i nestoriani si sentemente ed esclusivamente appli-
valsero della usurpata giurisdizio- cato ai re di Spagna, e i Bollandisti
ne per diffondere la loro eresia, pretendono che lo portassero comu-
riuscendovi mirabilmente sia per nemente tutti i re visigoti di Spa-
le missioni spedite all'estremità gna. Il Parisi nelle sue Istruzioni
dell'Asia, come per la infelicità de- per le segreterie^
p. 16, ag- t. Ili,

gli altri cristiani , che trovandosi giunge che i re de' longobardi Luit-
ridotti senza chiese, e sacerdoti, prando ed Ariulfo, fra i loro titoli
erano senza accorgersi costretti ad ponevano anche quello di Cattolico,
impegnarsi nella comunione coi ma che poi divenne giustamente un
CAT CAT 277
particolare attributo stabile dei mo- nando V ed Isabella , conferì ad essi

narchi delle Spagne, dopo che Fer- il titolo di Cattolico nel 1492 dopo
dinando V, detto il Cattolico j espul- la conquista di Granata, titolo con-
regno i maomettani, prov-
se dal suo fermato loro nel 1496 dal succes-
vedendo alla perpetua conservazione sore Alessandro VI. Per questa con-
della religione cattolica in tutti i ferma, il titolo di re Cattolico restò
suoi vasti dominii. perpetuo ed ereditario nel re Fer-
Prima sì glorioso titolo fu per- dinando, non meno che nei re suoi
sonale nei re di Spagna, quindi re- successori. T^. Raffaele di Volterra,
stò ereditario nei successori loro. 11 GeographiaCj lib. II, cap. 12, e Gio-
primo a portarlo vuoisi essere stato vanni Mariana , De reb. Hispaniae ,
il re Recaredo I, in premio di aver \\h. XXVI, cap. 12, pag. 209. Sono-

convertito i suoi goti dall'arianesimo vi poi alcuni autori, che pretendono


alla fede cattolica. Gli venne con- aver avuto Ferdinando V questo
ferito dal concilio toletano III , che titolo soltanto da Innocenzo Vili, e
si celebrò l'anno 589 nel pontifica- altri da Giulio II, intorno alla qual

to di Pelagio II, ovvero da questo cosa può consultarsi l'annalista Spon-


Papa o dall' immediato successore
, dano, all'anno 1492, n. 2. Inoltre
s. Gregorio l. Il Pontefice Onorio I Dan. Guil. Mollerò scrisse de Titillo
nell'anno 687, chiamò cattoHco Svin- Catholicij Altdor. iGgS; e Galerat.
tilla re di Spagna. 11 Macri al vo- Jac. Mainoldo de titidis Philippi Ali-
cabolo CathoUcus, parlando di que- strii regis Bonon.,
Catholici
liber
sto titolo come proprio del re di per Boniarum i573. Ci fanno sa-
Spagna, dice che ebbe origine nel- pere poi il Rainaldi all'anno 149^?
l'anno 638 quando il concilio tole- n. 25, e il Comineo, lib. V, de Bel-
tano VI ordinò , che a nessun re lo neapolitano j che Alessandro VI
fosse dato il possesso del trono rea- avea stabilito atlribuere Hispaniae
le, se prima non giurava di non per- regibus nomen, ut Christianissimi di-
mettere nel suo regno persona , la cerentur, et in suis ipsuni litterisj
quale non fosse cattolica, laonde poi atque sermone sic eos vocasse j sed
il re venne denominato cattolico; quum ex Cardinalibus quidam rc-
oppure perchè Alfonso I, siccome sisterentj ncque Galliam vellent ap-
discendente di Recaredo cognomi- , pellatione illa privari , Catholicos
nato il re cattolico, si dichiarò nel nominare jussisse.
concilio di ereditare questo speciale Allorquando Pio IV, nel i562,
titolo. Certo è, che il Pontefice san ordinò il compimento del concilio
Zaccaria, creato l'anno 741, confe- di Trento, insorsero gravi questioni
rì il titolo di re cattolico al detto di precedenza fra gli ambasciatori
Alfonso I , ed Innocenzo III al re di Spagna e di Francia, sostenendo
Pietro II d'Aragona allorquando, il primo che Svintilla re di Spagna
nel 1204, ^o coronò nella basilica fu da Onorio I chiamato Cattolico,
vaticana, attestandolo anche il Can- nell'anno 687, prima che Carlo Mar-
cellieri, nelle Disseriazioni epistola- tello avesse da Gregorio III nel 740
ri, ec, pag. igr. Finalmente Papa il titolo di Cristianissimo, ma por-
Innocenzo Vili, in premio dell'estin- tatasi la questione in Roma, Pio IV
zione del maomettanismo dalla Spa- la decise in favore della Francia.
gna ,
per opera de' piissimi Ferdi- F. ClUSTUNISSIMO.
ayS CAU CAU
CATULA. Sede episcopale della i5 du Journal Ecclesiastiques des
Mauritiana Cesariana neirÀfrica oc- Jos. Ant. Dinovart, Mois d'Avril, p.
cidentale, e perciò sottoposta a Julia 266. Quest'uffizio ebbe origine col-
Cesarea» Gennad. lib. de Script. l'uso delle vesti colla coda adottate
Eccl. dal Papa, e conòedute ai Cardinali,
CAUCASO Monte. E situato nel- e prelati menzionati. Siccome in
r Asia minore fra il Ponto Bussino, questo articolo intendiamo parlare
e il mar Caspio, con alcuni villaggi principalmente dei caudatarii dei
abitati dai cristiani giorgiani, ed una Cardinali di Santa Romana Chiesa,
piccola città vescovile che, secondo così alquanto ci diffonderemo sulle
Commanville, fu eretta nel nono se- loro notizie, e su ciò, che di più
colo, e che le notizie greche descri- rimarchevole li riguarda. Primiera-
vono qual sede arcivescovile onora- mente osserva il Bonanni, Della
ria, nel patriarcato di Costantinopo- Gerarchia ecclesiastica, capo CXI,
li, fra gli arcivescovati della Scizia, DeW uso di sostenersi dal cauda-
e del Chersoneso Taurico. Certo Ba- tario la veste Cardinalizia, che la
silio era vescovo di questa sede, ed veste, la quale per mezzo della co-
intervenne al concilio di Costanti- da discende sino a terra, è una del-
nopoli, che si celebrò per Giovanni le insegne principesche e di digni-
Becco, sotto il vecchio Andronico tà; giacche, siccome alle persone di
Paleologo. condizione popolare fu dagli antichi
CAUCOBARDISTI. Eretici del se- prescritta la veste corta , aftinché
colo sesto, seguaci di Severo Antio- non fosse loro d'impedimento nell'e-
cheno e degli acefali, derivati da- sercizio delle opere servili, così alle
gli eutichiani. Ebbero il nome da persone costituite in dignità si per-
un luogo, dove tennero le prime metteva la veste pomposa e lunga,
loro assemblee.Negavano essi ob- per distinzione, acciocché ovunque
bedienza al concilio di Calcedonia, riscuotessero rispetto. Quando inco-
e predicavano in Gesù Cristo una minciasse questa sorte di veste ad
«ola natura, F. Baronio ad ann. usarsi dai Cardinali, non si riferi-
335. sce da autore alcuno negli atti pon-
CAUDATARIO (Caudatarius). tificii, e solo abbiamo da France-
Ecclesiastico, il quale sostiene l' e- sco Torri gio, benefiziato della ba-
stremità delle vesti, detta coda, al silica vaticana nella sua Istoria del"
Papa, ed ai Cardinali, nonché ai le Grotte Faticane, a carte 4o^>
vescovi, e ad altri prelati, che han- della terza edizione, aver egli tro-
no r uso pure
de' pontificali. Dicesi vato registrato in un manoscritto,
in latino Syrmads^ da Sy-rma, ve- che il Pontefice Nicolò 111, eletto
ste lunga, geridusj ossia portatore l'anno 1277, introdusse l'uso del-
dei lembi di essa, ministeri come le vesti caudate ai Cardinali, prela-
incaricato di tale uffizio, e linibi- ti, come ancora le cappe e i cap-
feriis,da lembo, che è la parte e- pucci. L' uso pertanto delia cappa
strema del vestimento. V. Claudio colla coda o strascico, e della sot-
Francois Menestrier, Sur V usage de tana egualmente con coda, impedi-
se faire porter la queve dans Ics va le azioni nelle sacre funzioni.
cerimonies de V Eglise^ et du Mon- Laonde si volle rimediare all'im-
de , Paris 1704^ et dans le lume barazzo, che producevano tali Icui'-
, ,

CAU CAU 279


bi, col raccogliersi l' estremità della bene vestito di zimarra, il cauda-
cappa sotto il braccio sinistro, e tario del primo per atto di rispet-
quando dovevasi sciogliere e span- to lasciava subito di sostenere la co-
dere, venne deputato uno della fa- da, donde forse ebbe origine il ce-
miglia perchè ne sostenesse la coda. rimoniale praticato nelle visite di
Ma dovendosi ciò massimamente formalità, che ora si usano dai so-
praticare nelle cappelle e funzioni li Cardinali novelli col Cardinal
pontifìcie, non sembrò conveniente decano, e questo con quelli tanto
alla venerazione dovuta al luogo, neir accesso ,
quanto nel recesso ,
che tale uffizio fosse disimpegnato cioè che il caudatario del visita-
dai cubicularii laici de' Cardinali, e to prende la coda della veste
venne quindi introdotto, che si sos- del visitante , e viceversa il cau-
tenesse il lembo della vesta, e si datario di quest' ultimo sostiene il

spandesse lo strascico della cappa lembo della veste del primo. Non
da un cappellano sacerdote, o chie- si suole però sostenere la veste
rico della famiglia del Cardinale, Cardinalizia dal caudatario avan-
donde ebbe origine T uffizio di cau- ti il ss. Sagramento, né innanzi
datario.V. Cappa dei Cardinali. il Sommo Pontefice, in segno di
Questo medesimo costume di far come avverte il citato Bo-
riverenza,
sostenere la coda della veste Car- nanni a pag. 44 1- aggiunge il Pi-
dinalizia, come si legge in un mss. scara, nella sessione V, cap. i3 del
della biblioteca vaticana, citato da suo Cerimoniale, che il caudatario
un cerimoniale, si praticò anche in abito talare sostiene la coda ogni
da persone di minor grado e
altre volta che il vescovo si reca alla
condizione, particolarmente quando chiesa, ma al Cardinale sempre,
la curia romana era stabilita in A- vale a dire quando usa la sottana
vignone; dappoiché gli arcivescovi colla coda e che quando il vesco-
;

ed i vescovi di nobile nascita, ciò vo adopera la cappa, nell' inginoc-


usavano non solo per detta cit- chiarsi il caudatario gliela spande
tà, ma talvolta anche ascendendo raccogliendola nell' alzarsi. Celebran-
l'appartamento pontifìcio nel palazzo do poi pontificalmente la messa, il
apostolico. Leggesi infatti, che certo caudatario de' vescovi, in sottana ne-
Pietro arcivescovo di Narbona, regnan- ra, con cotta e velo detto Bimba y
do Urbano V, imprudentemente andò o Fìppa, sorregge la di lui mitra,
sino alla camera del Papa ossia dei ciò che praticasi degli altri cauda-
paramenti, accompagnato dal cau- tari anche nelle cappelle papah, e
datario, e che fu ripreso dal medesi- nelle cardinalizie nella celebrazione
mo Pontefice, venendo ammonito della messa.
a non comparire più in tal forma, Dicemmo, che 1' uffizio di cau-
dovuta solamente al grado Cardi- datario dai laici cubicularii pas-
nalizio. Per la qual cosa que' pre- sò ad esercitarsi dal cappellano del
lati, quali avevano adottato un tal
i Cardinale. In progresso di tempo
uso, r abbandonarono prontamente, tali qualifiche furono separate, ma
continuandolo solo i patriarchi si- dipoi poco a poco si riunirono, co-
no a Martino V. Anticamente quan- me vediamo oggidì, che i cappella-
do un Cardinale in abito s'incon- ni dei Cardinali sono per lo piìi

trava con un altro Cardinale, seb- anco caudatarii, locchè deve dirsi an-
,

28o CÀTJ CAU


che di quello del Papa, il quale ap- ta del medesimo colore paonazzo
partiene alla classe dei cappellani se- con bottoni neri, e poi ebbero an-
greti (^er//). Anticamente eravi inoltre co la fascia con fiocchi egualmente
qualche diversità fra i caudatari del- di seta paonazza. Sembra però dal-
l'ordine de'diaconi e de*preti, da quel- le parole del decreto, che la sottana
li ordine de' vescovi suburbica-
dell' violacea fosse da essi già usata ante-
ri, perchè i primi portavano la to- riormente. Solo n' era andata in
ga, e il velo pendente dalle spalle trascuranza la consuetudine, e fu
sino alle ginocchia, con cui prende- loro accordata qual prerogativa di
vano le allorquando
mitre di essi, distinzione, et ut ah aliia siniplici-
in qualche funzione dovevano depor- bus clericisj vel prcsbyteris digno-
le; e gli altri aggiungevano la cot- scerenlur.
ta. Presentemente quando i Cardi- Ad ogni caudatario di un novel-
nali usano la mitra, tutti i cauda- lo Cardinale viene consegnato un
tari sopra la toga, o cappa paonaz- libretto con questo titolo Brevis :

za, assumono la cotta, e su di essa instraclio pio dd. caudaLariis cir-


un velo bianco, o a guisa di stola, ca vesteSj qaibus de more utuntur
largo un palmo, lungo sino alle gi- in functionibus Eminentissinioriini
nocchia, terminando con una fran- et Reverendissiniorum DD. S. R. E.
gia d'oro, riunendosi sul collo me- Cardinalium ec. Da esso pertanto
diante due fettuccie, e formando co- rilevasi, che i caudatari in tutte le
me un cappuccio. Ne riporta il me- cappelle papali, e in quelle di s.

desimo Bonanni la figura a pag. Tommaso d' Aquino, e dell' ottava


44o- Pio IV, eletto nel iS^g, con- de' ss. Apostoli Pietro e Paolo, nei
cesse ai caudatari dei Cardinali concistori pubblici, e nell' esequie
per le funzioni, e per le cappelle de' Sommi Pontefici, nella cappella
papali la sopravveste, o toga, detta palatina, debbono vestire coli' abito
volgarmente soprana, di saja pao- violaceo, cioè sottana e fascia, e so-
nazza, con maniche larghe e corte, prana con cappuccio. Inoltre si ri-
con fodere di seta di egual colore, cava, che in tutte le cappelle Car-
con cappa o cappuccio nella forma dinalizie (Vedi), meno le due pre-
diverso dai comuni. Da un Iato cedenti, vestiranno con sottana, e
della cappa evvi una saccoccia per fascia paonazza, e mantello talare,
riporvi il breviario ad uso del Car- ossia ferraiuolone di seta nera, e
dinale nelle cappelle. Tale forma nel medesimo modo incederanno
di abito si vede dipinta nei caudata- nelle esequie anniversarie dei Pon-
ri, nell'abside dell'antichissima chie- tefici nella basilica vaticana, in tut-
sa titolare de'ss.Nereo ed Achilleo. te le pubbliche processioni, in qua-
Tutta volta nel pontificato di s. Pio V, lunque tempo e chiesa, tanto per
racconta il Bonanni, che i cauda- implorare il divino aiuto per alcu-
tari de' Cardinali assistettero all'uf- ne calamità, che per quelle dell'ot-
fizio delle tenebre, con toga e man- tava del Corpus Domini, sebbene
Otello nero. Dipoi la sacra congre- v'ipterveuisse il Papa. Così nei con-
gazione de' riti, col decreto Colle- cistori semi-pubblici pel Te Deuni,
gium càudatarioruniy de i agosto che si canta 1' ultimo giorno del-
del 1608, approvato dal Pontefice l' anno nella chiesa del Gesù, nelle
Paolo V, aggiunse la sottana di se- conclusioni che si fauno nell'aula
,

CAU CAU 281


del palazzo della cancelleria dagli del Papa, si tratta agrarlìcoli Cap-
uditori di rota, ed avvocati conci- pelle l*oNTiFiciE, e Cappelle Car-
storiali novelli, i caudatari vestono dinalizie.
nel medesimo modo; fuori di tali Allorché il Cardinale va a quelle
occasioni vestono come i semplici cappelle, o ad altre funzioni con
sacerdoti, cioè tutto di nero, meno una carrozza, il caudatario prende
il collare di seta paonazza, il quale il terzo posto. Se poi vi si reca con
sempre adoperano anco colT abito due, egli prende il primo della se-
corto detto di abbate, con sottana conda. Appartiene alla famiglia no-
e Terraiuolo di seta. Neil' inverno bile, e fa perciò parte dell'antica-
però la sottana è di panno, sì nei mera, e secondo i parziali regola-
concistori segreti, sì nelle prediche, menti, e sistemi delle corti Cardi-
e sì nelle congregazioni Cardinali- nalizie, introduce anch' egli chi do-
zie, ec. manda r udienza al Cardinale. Fi-
In quanto agli obblighi ed ap- no agli ultimi tempi incombeva al
partenenze del caudatario, spetta a caudatario benedire la mensa, in
lui il preparare i sagri paramenti occasione di qualche convito, che
ed arredi della cappella domestica imbandiva il Cardinal padrone.
del Cardinale, per la celebrazione Riguardo alla chiesa e collegio
della messa, incombendo pure a lui dei caudatari , ecco quanto si legge
di dirla nella cappella medesima. nel Piazza, Opere pie di Roma
Quando il Cardinale celebra la mes- pag. 664, parlando di s. Maria
sa o in cappella pontifìcia, od al- della Purità, de^ caudatari in bor-
trove, prepara altresì la cassa de- go, chiesa che sta presso il palazzo
gli paramenti occorrenti,
arredi e Giraud, ora del principe Torlonia,
il che eseguisce per altre sagre fun- prima di arrivare al palazzo Acco-
zioni. Nelle cappelle Pontifìcie e Car- ramboni. Nel lagrimevole saccheg-
dinalizie, il caudatario siede nello gio di Pioma del i527, l'esercito
scalino presso il proprio Cardinale, di Borbone fra le altre iniquità,
e si quando si alzi il Cardina-
alza distrusse in tal luogo una casa, e a
le, rimanendo a sedere quando il ridosso delle sue superstite mura,
Cardinale è incensato, per non im- poscia si gettarono le immondezze.
pedire r incensazione, ma si alzano Sopra di dette mura era dipinta una
poi tutti i caudatari, dopo che ab- immagine della b. Vergine col s. Bam-
bia ricevuto l' incenso 1' ultimo Car- bino, che con meraviglia di tutti
dinale diacono. Il caudatario nelle rimase illesa allorquando nella fa-
capj)elle sostiene la berretta e il ber- mosa inondazione del Tevere, ac-
rettino rosso quando il Cardinale caduta neir ottobre i53o, venne
non ne fa uso, gli sorregge le cande- dall' acqua ricoperta senza che la
le accese e le palme, ed all'occorren- pittura sofferisse alterazione veruna.
za nelle stesse cappelle rammenta Ciò promosse la venerazione de' fe-
al proprio Cardinale ciò che deve deli, e il conseguimento di parec-
fare. Ma di quanto riguarda cau- i chie grazie per le orazioni, che vi
datari, nelle cappelle, delle candele, si recitarono, e pei lumi, che innan-
e torcie che loro spettano, delle zi le si accendevano. Il perchè me-
candele, ceneri, palme e Jgnus Dei, diante pie limosine si fabbricò nel
che ricevono al trono dalle mani medesimo luogo la chiesa dedican-
iHi C A U CAU
dola alla purità di Maria Vergine, ziali di canonicati, beneficiati, o al-
donde prese il nome di s. Maria tro, nel tempo che servono i Car-
della Purità, la quale pei prodigi, dinali nelle cappelle, o funzioni, che
cui continuò a fare , il capitolo s' intimano dai cursori apostolici in
Vaticano, verso la metà del secolo liabitu, et forma cursoriini. E seb-
XVII, coronò con corona di oro bene Innocenzo XII rivocasse diversi
tanto la b. Vergine, quanto il di- indulti, lasciò intatti quelli dei cau-
vino suo figlio. Quindi essendo la datari colle parole seguenti : >» fir-

chiesa affatto rovinata, nel pontifi- » mo tamen, quoad eorundem Car-


cato di Leone XII, il collegio dei « dinalium caudatarios, remanente
caudatari la restaurò interamente. « decreto moderatorio sacrae con-
Se ne celebra la festa ai 2 luglio, « gregationis E.morum Cardinalium
giorno sacro alia Visitazione della w sacri concilii Tridentini interpre-
ss. Vergine, con indulgenza conces- »>tum die 19 augusti 1690, edito",
sa da Innocenzo XI, nel 1682. come si ìe^^Q nel Bollano a pag.
In detta chiesa, e nel pontifica- 262.
to di Paolo III, ebbe origine il In questo rispettabile ceto eccle-
sodalizio, ed il collegio dei cauda- siastico fiorirono uomini per virtù
tari de* Cardinali, anno cioè nell* e dottrina commendabili, molti furo-
i538. Zelanti nel promuovere il no onorati di cospicui ufficii e di
maggior culto divino, e la divozione dignità ecclesiastiche, e siccome il

alla Madonna, meritarono, che lo novello Pontefice suole dichiarare


stesso Pontefice Paolo III, con let- primo cappellano segreto e cauda-
tere apostoliche de' 22 novembre tario quello, che in tal qualifica
1546, erigesse il loro sodalizio in l'avea servito nel Cardinalato, cosi
collegio, non potendovi far parte, diversi furono esaltati a cariche ri-
che i soli caudatari dei Cardinali, levanti,ed a gradi insigni. Per dir-
che sono in uffizio, o che lo ab- ne di alcuni, d. Carlo Traversali
biano esercitato. Monsignor cauda- caudatario del Cardinal Farnese,
tario del Papa suole essere eletto divenuto questi Papa col nome di
in priore di questo collegio, che Paolo III, fu da lui fatto vescovo
gode la protezione d'un Cardinale. di Segni. D. Antonio de Meliori-
A questo collegio concessero mol- bus caudatario del Cardinal Perelli,
te indulgenze Paolo III, Gregorio quando questi divenne Sisto V, pri-
XV nel 1623, Innocenzo XI, e Be- ma fu promosso a commendatore
detto XIV, il quale con decreto dei delio spedale di s. Spirito in Sassia,
17 maggio 1756 confermò pure e poi fu preconizzato a vescovo di
quelle accordate dai suoi predeces- s.Marco in Calabria. D. Giovanni
sori, nel qual anno col breve Ad Canuto caudatario del Cardinal
,

Pastoralis dignitatis , a' 5 giugno, Borghesi, assunto questi al pontifi-


ne confermò gli statuti e le costi- cato col nome di Paolo V, fu fatto
tuzioni. Fra i privilegi poi concessi da lui vescovo di Oppido. E d. Giu-
ai caudatari dei Cardinali, merita- seppe Candido caudatario del Car-
no menzione l'indulto personale del- dinal Barberini, poi Papa Urbano
l' altare privilegiato per due giorni Vili, fu da lui fatto vescovo di Li-
della settimana, e il poter lucrare pari. F. Decreta j et conslitutioiies

i frutti dei loro benefizi residen- collega caudatariorurn S. R. E.


,

CAU CAV 283


Cardìnallumy^omae 1628; Camillo venimento la valle prese il nome di
Fa micci Della confraternita dì s.
, Forche caudine, ed oggi chiamasi
Maria della Purità de' caudatariiy stretto di Arpaja. Nel 181 1 in Na-
lib. IV, e. 33 delle Opere pie, p. poli pubblicò l'opera Le forche
si

893 ; Istorica relazione del mira- Caudine illustrate con due ap-
bile scuoprimento seguito nel i53o pendici. Due minori villaggi poi
della miracolosa immagine di Ma- situati verso i due opposti ingres-
ria ss. della Purità in Borgo, cu- si della pianura col loro nome
stodita dal yen. collegio de' re ver. comune di Forchia ricordano il
cappellani caudatari de' R.mi Car- romano che non andò in-
disastro ,

dinali, Roma 1781; Constitutiones vendicato. In progresso di tempo


ven. coli.Caudatario rum S. R. E. Caudium divenne sede episcopale
Cardinaliunij Romae 1829. Fran- e ne fa menzione l'Ughelli Italia
cesco Capparroni, nella Raccolta sacra tomo X, col. 52, finche per
della gerarchia ecclesiastica, con' la sua distruzione cessò affatto di
siderata nelle vesti sacre, e civili essere, erigendosi dipoi l'attuale vil-
usate da quelli, che la compongo- la ;g»o-
no, Roma 1827, riporta tre figu- CAUNO, Cannus, o Cunnus. Cit-
re colorate, rappresentanti il cau- tà episcopale della provincia di Li-
datario colla croccia, o sottana pao- cia, diocesi d'Asia, sotto la metro-
nazza , il caudatario col medesimo poli di Mira, che sino dal quinto
vestiario colla colta e velo bianco secolo fu eretta in vescovato, come
ad essa sovrapposto, e il caudatario leggiamo in Commanville.
colla sottana e fascia di seta pao- CAVA, e SARNO unite ( Caven.
nazza col fei'raiuolone nero. et Sarnen, Vescovati nel regno del-
).

CAUDIUM, o ARPAJA Sede . le due Sicilie. Cava, o la Cava pic-


vescovile,ed ora villaggio nel re- cola città del Principato citeriore,
gno delle due Sicilie, nella provin- posta alle falde del monte Metellia-
cia di Terra di Lavoro, nel confi- no, in mezzo alla deliziosa valle del
ne del principato ulteriore fra Ca- monte Fenestra, capoluogo di can-
pua e Benevento. Questo villaggio tone, fu fabbricata sulle rovine del-
fu fabbricato sulle rovine dellaiiti- l' antica città detta Maerina
, o
ca città di Caudium nel paese dei Marcina, che gli avevano
etruschi
433 di Ro-
sanniti irpini. Nell'anno edificato vicino al mare, in luogo
ma, r imprudenza dei consoli J. Vi- ove ancora oggidì si vede un ca-
truvio, e Sp. Postumio trasse l'eser- stello , da quelU del paese chiamato
cito romano fra due montagne: laon- P'ietri. Si racconta , che il re dei
de circondati dai sanniti per ogni vandali Genserico, allorquando fu
lato, non solo furono costretti ad chiamato Eudossia
dall' Africa da
arrendersi, ma vennero obbligati al- imperatrice per vendicar la morte
l' umiliante condizione di passare del proprio marito, ucciso dal ti-

sotto al giogo, cioè a dire due fia ranno Massimo, dopo aver rovinato
laucie attraversate da una terza a e distrutto la maggior parte delle
guisa di forca, difilandovi tutti i città del regno di Napoli, si avvici-
soldati disarmati, nuda, colla testa nò a Macrinaj ma gli abitanti pre-
e le mani legale di dietro in seguo si da grande spavento fuggirono ,

d'ignominia. Da questo famoso av- precipitosamente dalla città, e si ri-


, ,

9.84 CAV CAV


fugiarono in profondi sollerranei mano, il quale, passati cento e cin-
e grotte dalla parte orientale del que giorni, si fece anacoreta nel mo-
monte Metelliano, chiamate le Caife nistero Cavense, ovvero vi fu co-
3/flcllia/ìe. Quindi nel 980 presso tal stretto Pasquale lì
dai soldati di
luogo, s. Alferio salernitano monaco come riporta V Oldoino. Quando il
cluniacense, fondò un monistero di Pontefice Calisto II, nel 1121, fece
benedettini sotto il titolo della ss. arrestare l'antipapa Gregorio Vili,
Trinità ad Caveam Metelliananij Maurizio Bardino, lo mandò a cu-
che, seguendo la regola di Cluny, stodire nel monistero della ss. Tri-
divenne un' abbazia delle più ricche nità della Cava , e dipoi lo fece
d' Italia, ed il ceppo di una illustre trasportare nella fortezza di s. Ger-
congregazione di ventinove badie mano. Così quando nel 1 1 80 dalle
e di novantuno priorati conventuali, truppe pontificie fu preso l'antipa-
chiamata la Congregazione di Ca- pa Innocenzo III, Landone Sitino,
va. Conta fra i suoi alunni Vitto- il legittimo Pontefice Alessandro HI
re 111, Papa del 1086, ed Urbano lo fece condurre nel medesimo mo-
II, eletto nel 1088, i nomi de' quali nistero a far penitenza insieme ai
in varii martirologi sono registrati suoi complici , e si dice , che vi
per santi. L' abbate Pietro, cui Ur- morisse impenitente, terminando con
bano II nel 1 09 impose colle pro- 1 lui lo scisma di ventun anno contro
prie mani la mitra, e che, secondo Alessandro III.

alcuni, fu il primo a goderne la pre- Nel 1394, Bonifacio IX eresse la


rogativa (mentre altri dicono che chiesa della ss. Trinità in cattedrale,
da Alessandro II fu conceduta al- locchè durò fino al Pontefice Ales-
l'ablxìle della un Cava ) fece recin- sandro VI. Ma il Cardinal Oliviero
to di muro intorno ad una terra Caraffa, che n'era vescovo, avendo
vicina aUa sua abbazia, ed avendovi provato di chiamarvi de' monaci di
invitato tutti i fuggiaschi dispersi Mcmte Cassino in luogo di quelli
qua e là nelle grotte del monte Me- che v' erano, diede origine ad un' in-
telliano, a ritirarvisi , viene ricono- finità di contestazioni fra lui ed i

sciuto siccome il fondatore della cit- monaci, i quali indussero nel i5i4
tà di Cava, il che vuoisi avvenuto Leone X a sopprimere la delta cat-
verso l'anno io8o. tedrale, ed a trasferire questo titolo
S. Gregorio VII, ed Urbano II e la sede vescovile nella vicina città
principalmente arricchirono di pri- di Cava, distante dal monistero un
vilegi e prerogative la congrega- terzo di lega, stabilendo nella chiesa
zione Cavense , onde ampia ne di- dedicata alla Visitazione della bea-
venne la giurisdizione. Abbiamo tissima Vergine un primicero, con
inoltre, che lo stesso Urbano II nel alcuni canonici, ed aggiudicando lo-
1092 non solo consacrò la basilica ro delle rendite sui beni dell'abba-
della ss. Trinità della Cava, ma zia, coH'opportuna giurisdizione sulla
tolse monistero dalla giurisdizio-
il città e diocesi, che sottopose imme-
ne del vescovo di Salerno. Quindi diatamente alla santa Sede.
essendo morto nel pontificato di L' abbazia, ed il magnifico moni-
Pasquale II l'antipapu Clemente III, stero delia ss. Trinità tuttora fiori-
uno di quelli che gli successe nello scono, ed è assai celebre la sua insi-
scisma fu l'antipapa Teodorico ro- gne biblioteca, e fino dal i585 fu
CAV CAV 'jBi:

riunita, in un a tutte le sue dipen- chiamala anche Cavaglione , Cahal-


denze, alla congregazione di Giu- s. lion, Cabellicitm ec. Divenuta colonia
stina, o di Monte Cassino. V. Cas- romana, ottenne privilegi, ed ebbe
siNEsi. JVel i833 fu stampato in Na- un corpo di antriculai res, o battellieri
poli il Cenno {storico intorno al sa- pel passaggio della Durenza, allora,
cro real monistero, e reale stabili- come presentemente, diflicile e pe-
mento della santissima Trinità di ricoloso. Per l'antica sua fondazione,
Cava. oltre Plinio e Strabene, è celebrata
Alla sede vescovile poi di Cava, pure dal Petrarca nel lib. Il, tract.
nel 1818, Papa Pio VII coli' auto- X, cap. 2, De vita solitaria. Era
rità della bolla De meliori domìni' allora per la maggior parte fabbii-
cacj unì le sedi di Sarno e Nocera cata sulla mentovata montagna che
de' Pagani ma regnante Ponte-
, il la sovrasta per cui in prova del
, •

fice Gregorio XVI dismembrò nuo- lungo soggiorno, che i romani vi


vamente da Cava, Nocera de' Paga- fecero, e della sua importanza sotto
ni, e nel concistoro de' 2 3 giugno il loro dominio, venne da loro anno-
1834 restituì a ciascuna città il verata fra le città latine con diritto
proprio vescovo, rimanendo soltanto di cittadinanza . Ne' suoi dintorni
Sarno (Vedi) unito a Cava colla si discopersero molte antichità quali
dipendenza dalla Sede apostolica. avanzi della sua grandezza, delle
Fra i molti ed eleganti edificii del- sue mura, nonché medaglie, vasi,
la città, primeggia la maestosa cat- statue, iscrizioni ec. I superstiti ru-
tedrale. compone il capitolo di
Si deri di un arco di trionfo, che vuoisi
alcune dignità, prima delle quali è appartenere al tempo d'Augusto, si

l'arcidiacono, di dodici canonici, con veggono nella corte dell'episcopio,


due prebende, di sei ebdomada- ed una bella statua della Terra xVn-
rii, non che di altri preti e chie- drogina ivi rinvenuta, figurava la
rici per r uffiziatura. Il vescovo a- propria fecondità, essendo il sua
bita un ottimo episcopio, e nella territorio uno de' più ameni e fer-
città vi sono otto parrocchie, due tili del Venosino.
conventi di religiosi, tre monisteri Passata Cavaillon in potere dei
di monache, conservatorii, ospedale franchi, nell'anno 562 dell'era cri-
cimiterio, monte di pietà, seminario stiana, serviva di residenza a Sigi-
e diversi sodalizi e stabihmenti di berto re de' francesi. Divenne in
beneficenza. La mensa vescovile è progresso di tempo città baronale,
tassata in camera apostolica in fio- ed il suo vescovo ne fu consignore,
rini quattrocento. in un al sovrano Pontefice, finché
CAVAILLON (Cahellio). Città venne riunita alla Francia. La sovra-
vescovile Provenza in Francia,
di nità della Santa Sede su Cavaillon ri-
nel dipartimento di Valchiusa, capo- monta al secolo XIII. Imperocché nel
luogo di cantone, sulla riva destra I 179 condannati nel concilio lattìra-
della Durenza presso il suo con- nense, cui intervenne il vescovo Pon-
fluente col Coullon a piedi di una zio, gli eretici albigesi già discoperti
montagna. Questa città, già dominio nell'anno precedente, e discacciati da
della Santa Sede appartenente al con- Tolosa, nel rifuggiarsi in Alby, ricevet-
tado Venosino o Venaissino, è anti- tero il nome di Albigesi da quella
chissima, fu abitata dai bavari, e fu città, godendo la prolezione di Rai-
7

286 CAV CAV


mondo VI conte sovrano di quella partito da Avignone, a persuasione
provincia. Ma il vescovo Bertrando, principalmente di s. Caterina da Sie-
che governava la chiesa di Cavaillon na, a' IO settembre iSyG, lasciatovi
nel 1 2 2 scrisse al Pontefice Inno-
1 per suo vicario il Cardinal Giovanni
cenzo III contro i conti Tolosani di Blondiaco, giunse in Roma a' 1

sostenitori fanatici di quegli eretici; gennaio 1877, cioè dopo settantun


il perchè, represso colle armi dei anno, sette mesi, e undici giorni
crociati, e deposto e scomunicato che ne mancavano i Papi. Se gran-
il detto Raimondo VI, porzione de avvenimento fu tal partenza per
delle sue terre fu data a Raimondo Cavaillon, non meno importanti ne
VII suo figlio, parte al vincitore furono le conseguenze, giacché mo-
conte Montfort, ed il Venosino
di rendo poco di poi Gregorio XI, ed
o Venaissino (che avendo Carpen- eletto agli 8 aprile 1 878, Urbano VI,
trasso per capitale comprendeva Vai- non andò guari che i Cardinali fran-
9on e Cavaillon ) si devolse in per- cesi malcontenti di lui, perchè ne
petuo dominio della Chiesa Romana, correggeva i costumi , né li secon-
il che avvenne nel pontificato di dava neir idea di riportare la corte
Gregorio IX. in Provenza, il cui delizioso soggior-
Dopo la morte del b. Benedetto no vivamente domandavano, non
XI in Perugia, quivi i Cardinali tardarono a ribellarsi, ed a' 20 set-
elessero in successore di lui , a' 5 tembre 1878 in Fondi scismatica-
giugno i3o5, Bertrando de Got mente fecero antipapa Clemente VII.
arcivescovo di Bordeaux, benché Passando questi in Avignone, a' 20
assente dal conclave, e senza la di- giugno 1879, vi consolidò lo scisma,
gnità Cardinalizia. Ricevuto il de- fu riconosciuto da più provi nei e e
creto di sua elezione, chiamò i Car- nazioni, ed ebbe in successore il
dinah in Francia, e col nome di falso Pontefice Benedetto XIII; per
Clemente V si fece coronare in Lio- le quali vicende Cavaillon segui la
ne; indi per compiacere Filippo IV, sorte di Avignone ( Vedi). E come
il Bello, re di Francia, e in riguar- che a queir articolo se ne riportino
do alle fazioni de' Guelfi e Ghibel- le notizie, pure verremo accennando
lini, che lacemvano l'Italia, preferì qui le principali.
ai lidi fortunati del Tevere, le spiag- Lacerando la Chiesa il funestissi-
gie Rodano, e stabifi la sede
del mo scisma, e vivendo le popolazio-
pontificia in Avignone vicino a Ca- ni ,
principalmente quelle suddite
vaillon, la quale ne provò in più della Santa Sede, nella massima agi-
guise gli efFelti onorevoli e vantag- tazione, tanto i Cardinali di Gre-
giosi. E visitando Clemente V, nel gorio XII, che gU anticardinah di
1 3 Iprovincia Venosina , la di-
o, la Benedetto XIII, adunatisi nel 1409
chiarò contea, e nelle monete, che in Pisa, vi celebrarono un concilio,
fece battere
Clemente s' intitolò V che s. Antonino ed altri chiamano
conte del Venaissino. Assunto però conciliabolo. In esso furono deposti
al pontificato Gregorio XI, dichiarò ambedue, ed a' 26 giugno elessero

la sola Roma, e la basihca latera- invece Alessandro V, il quale fu


nense sede principale del Sommo riconosciuto dalla maggior parte dei
Pontefice, e a questa egli volle ripor- monarchi e delle nazioni, onde Gre-
tare la sua residenza papale. Laonde gorio XII si ritirò a Rimini, e Be-
,

CAV CAV 287


nedetto XIII a Paniscola nella Spa- Saputosi dai nemici, che il castel-
gna. Fu allora, che il nuovo Ponte- lo del ponte di Sorga, e particolar-
ficeAlessandro V, prendendo partico- mente contado erano sforniti delle
il

lar cura di Avignone e del contado forze maggiori per le compagnie an-
Venosi no, fìi sollecito d' istituirvi la date a Sisteron, dopo avere gli eretici
legazione apostolica , sotto di cui preso di là dal Rodano i luoghi di s.

Cavaillon fu posta, inviandovi per Lorenzo e Roccamaura, s'inoltrarono


primo legato il Cardinal di Tureyo. al ponte di Sorga a' 26 agosto, ed

Mentre Cavaillon, e le altre cit- a' 29 si riunirono con tremila fanti,

tà di Provenza spettanti al dominio e quattrocento cavalli onde dopo ,

paterno e pacifico del romano Pon- lunga e coraggiosa resistenza, i ven-


tefice, godevano i fi'utti del suo uma- ticinque italiani, che difendevano il

nissimo governo, le guerre degli castello, dovettero cedere all'apertura


ugonotti calvinisti posero quelle città della breccia, e benché avessero gua-
a soqquadro in un alla Francia, e dagnato l'alto 'jielle torri, il fuoco
nel i562 i nemici entrarono in Ca- che vi appiccarono gli avversarii li
vaillon, portandovi gravissimi danni costrinse a ritirarsi colla sola perdi-
e commettendovi molte iniquità. Per- ta di due individui estinti dalle fiam-
tanto a comprimere il fiirore arma- me che alimentate dal vento in-
,

to di tali eretici, il Pontefice Pio IV cendiarono tutto il castello, distrug-


milanese, mandò in Avignone il suo gendo così un edifìzio fabbricato con
parente Seibelloni qual generale del- magnificenza da Urbano V, per sog-
le truppe di s. Chiesa a tal effetto giorno e villeggiatura dei Papi.
radunate, con potenti soccorsi. Quin- Avendo poi terminato gli ugonotti
di 6 agosto i562 arrivarono in
ai di bruciare
il castello del ponte di
Cavaillon Luca Antonio di Terni Sorga , sotto la condotta del loro
colonnello di cinque compagnie di capo barone d' Adretz , marciarono
composte di novecen-
soldati italiani, su Vedene, s. Savornino, e Castel
to uomini ben armati e vestiti. spe- novo, detto Gadagne, ove posero a
dite dal Papa per difesa del paese. fuoco la chiesa , ed il priorato che
Agli 8 vi si recò il Serbelloni redu- dipendeva da s. Rufo di Valenza :

ce da Carpentrasso ove avea pre- scorsero poi il Toro, e vi arsero


miati que' valorosi , che resistettero parimenti la chiesa, facendo altret-
alle forze degli eretici quando vigo- tanto a Comons ove appiccarono
rosamente assalirono la città, e passò fuoco al castello dei Perussi signori
a rassegna le cinque compagnie. In- del luogo, e la sera del primo set-
di ai IO parfi .il colonnello da Ca- tembre i562, arrivarono a Cavail-
vaillon con due compagnie alla vol- lon. La fanteria alloggiò in campa-
ta di Sisteron in rinforzo alle trup- gna, e la cavalleria entrò in città.
pe comandate dal conte di Somma- Vi fu al solito incendiata la chie-
riva, mentre le altre si condussero sa, vi si commisero altre barbarie
colla scorta del signor di Crillon al e si disotterrarono molti cadave-
ponte di Sorga per riposarvi , ed ri , in un a quello di Arnaldo
a' 17 partirono due per Carpentras- Agard di Cavaillon, gettandoli tut-
so, ed una per Avignone, dai quah ti pozzo della cattedrale. In-
nel
luoghi furono spediti altri soldati al di passarono a danneggiare i limi-
campo cattolico di Sisteron. trofi lerritorii, come Laoyses, Rubion,
,

288 CAV CAV


Maiibecli , Taillaues e altri luogìii quy, e solo nel 1 664 fu sgombrata,
del contacio. Più grande però Tu la dopo la pace di Pisa.
perdita de' cattolici d'Arles, i quali J\el pontificato d' Innocenzo XI,
volendo impedire agli eretici di scor- l'Avignonese e il Venosino nel 1G88
rere la Dnrenza, furono da essi fu- furono nuovamente invasi per ordi-
gati, passandone a (il di spada circa ne dello stesso Luigi XIV, che vo-
duecento. Il perchè gli abitanti di lea sostenere con tal rappresaglia
Lilla e di Carpentrasso raddoppiaro- le franchigie e le regalie. Laonde fu
no i ine/zi di difesa, ed a' 4 settem- colpito in Roma dalle censure ec-
I)re da Cavaillon i capi
partirono clesiastiche r ambasciatore Enrico
de' nemici con quattromila cinque- Carlo marchese di Lavardino. Ma
cento pedoni novecento cavalli e
, , nel 1690 sotto Papa Alessandro Vili
sette pezzi di artiglieria, sotto il co- l'Avignonese ed il Venosino venne-
mando dei barone di Adietz, mar- ro dai francesi evacuati, terminan-
ciando al soccorso di Sisteron , as- dosi definitivamente le controversie
sediato dal Sommariva comandante da Innocenzo XII. Quindi volendo
cattolico. Indarno tentò il barone di Luigi XV sostenere il suo parente
.sorprendere la città d'Apt, e per Ferdinando duca di Parma, a cui
timore che il campo di Provenza Clemente XIII avea intimato un
non gli piombasse sopra a' 6 set- , monitorio, da un corpo di truppe
tembre in fretta retrocedette nel- francesi, nel 1768, fece prendere
V interno del contado passando per possesso dei dominii pontificii di
Mormoiron e Parnes. Intanto i cat- Provenza, compresa Cavaillon. Né
tohci stringendo V assedio di Siste- furono restituiti dal medesimo re
ron , a* 5 settembre, vi entrarono che nel 1774 a Clemente XIV.
gloriosamente ; e poco dopo giunse- Finalmente propagatasi in questo
ro a Cavaillon duecento cavalleggie- paese la terribile rivoluzione di Fran-
ri, che il medesimo Pio IV mandò cia, alcuni ribelli , nel i 790 , inal-
per difesa de' suoi dominii Proven- berato lo stendardo rivoluzionario
zali sotto la condotta di due nobili si diedero all'assemblea nazionale di
capitani Baldassare Rangone mar- Parigi , che subito s' impossessò di
chese di Longiano, e Prospero Raspo- tutti i dominii ecclesiastici di Pro-
lli di Ravenna , che ai 20 ottol3re venza , ed inutili furono i prodotti
entrarono in Avignone. A quell'ar- legali documenti della sovranità del-
ticolo si riporta il principio, prose- la Santa Sede su di essi.

guimento e termine di questa guer- Dipoi, occupando i francesi anche


ra sostenuta dai sovrani Pontefici lo stato della Chiesa in Italia , il

nell'Avignonese e nel Venosino con- Pontefice Pio VI fu costretto nella


tro i formidabili ugonotti. pace di Tolentino del 1797, a ce-
Cavaillon naturalmente segui il dere alla Francia Avignone, e il
destino dell'Avignonese , e del Ve- Venosino, per cui Cavaillon cessò di
nosino nelle diverse vicende della essere soggetta al soave governo dei
provincia, la quale fu occupata dalle Papi , e sebbene tali possedimenti
armi di Luigi XIV re di Francia fossero stati riconosciuti a favore
nel 1 661 regnando sul trono del
, della Francia dal congresso di Vien-
^ aticano Alessandro VII, perla fa- na, non mancò di avanzare le ana-
mosa vertenza deiraiiibasciatore Crec- loghe proteste il Papa Pio VII in
CAV CAV 289
difesa dei diritti della Sede aposto- per salvarsi dalle persecuzioni del-
lica. Attualmente Cavai llon conta l'imperatore Federico II, s'era ri-
circa seimila abitanti, ed è soggetta fuggito in Francia, nel condursi da
ad Avignone. Ha un bel palazzo Lione in Roma, si recò a Cavail-
pubblico, ed ai 5 giugno lySi soffrì lon, ed onorò quella cattedrale col
ima violenta scossa di terremoto. dedicarla egli stesso in onore della
Le notizie ecclesiastiche di Cavail- beatissima Vergine.
lon, e della sua sede vescovile, ora Dopo il suddetto primo vescovo
più non esistente, sono le seguenti. Geniale (di cui i Sammartani fanno
In dignità la sede di Cavaillon ve- menzione nella Gallia Chrisùana),
niva riputata dopo Yaisou, e prima mancano le notizie fino a Giuliano,
di Vindausica e di Carpentrasso ve- che fu vescovo di Cavaillon nel 45^0,
scovati del Venosino, cioè per l'an- e che fu uno dei vescovi di Fran-
tichità della sede , sebbene s' ignori cia, i quali sottoscrissero la lettera al
la vei*a epoca in cui Cavaillon sia Pontefice s. Leone I. Perciano ne fu
stata eretta in seggio episcopale. Ge- il successore nel 4^9- Lungi però
niale è primoil vescovo nominato dal riportare il catalogo dei vescovi
nell'anno 822 dai cataloghi di que- di Cavaillon, accenneremo i princi-
sta cattedrale, che Commanville dice pali, meritevoU di special memoria
eretta nel 3 4, come suffraganea di
1
sia per le loro qualità, che in ri-
Arles; ma Sisto IV in considerazio- guardo a circostanze relative a que-
ne del Cardinal Giuliano della Ro- sta Verano d' Aquita-
chiesa. S.
vere suo nipote, e poi nel i5o3 nia ,
uno speco in
già solitario di
Papa Giuho II, allorché era vesco- un monte presso Valchiusa, dopo
vo di Avignone, sollevò questa chie- aver fatto un pellegrinaggio a Ro-
sa al grado metropolitico, e toglien- ma, e dopo aver riempito ogni luogo
do Vaison, Cavaillon e Carpentras- colla fama di sua santità, e col dono
so dalia soggezione di Arles, sotto- de' miracoli, ebbe lettere dal re Si-
pose queste chiese ad Avignone. In- geberto, e nella morte di Agricola
di, nel 1801 , Cavaillon fu privala vescovo di Cavaillon, fu tolto dal-
del seggio vescovile da Pio VII pel la sua solitudine, e per unanime con-
concordato concluso colla Francia. senso del clero e del popolo, non che
Oltre il capitolo, che allora compo- del re allora residente in Cavaillon,
nevasi di dodici canonici, aveva per nel 572, vennepromosso a questa se-
dignità il prevosto e l'arcidiacono. de; indiavendo pure goduto il favore
Nella diocesi enumeravansi due ab- dei re Gontrano e Clotario mori ,

bazie , una dedicata aGiovanni s. agli 1 1 novembre , e volle essere


nella città , l'altra fuori chiamavasi sepolto nella piccola che ad
chiesa,
Sinanqua ; ed eranvi anche cappuc- onore della ss. Vergine aveva eretta
cini, cistcrciensi, e carmelitani d'am- nella solitudine, in memoria di aver
bo i sessi. La cattedrale , come di- per virtù divina hberatoluogo da il

remo, era dedicata a s. Verano suo un orrendo dragone, che divorava


vescovo e principal patrono. Ma armenti e uomini, come abbiamo
mentre era vescovo di Cavaillon dal Petrarca. Tuttavolta scrive Pie-
Rostagno Berlingerio (che interven- tro di Natalibus, che s. Verano mo-
ne al concilio di Valenza nel 1248) rì senza veruna disposizione per ri-

Papa Innocenzo IV , Fu sciti j che guardo alla sepoltura, e questionan-


VOI. X. »9
1 , ,

a90 CAV CAV


dosi dai cittadini sul luogo della tu- da Giovanni XXJI, nel i334, fatto
mulazione, miracolosamente il di lui vescovo della sua patria, indi da
manto, nel trapassare la Durenza Clemente VI fu inviato legato al
lasciò asciutto un tratto del letto di regno di Napoli per amministrarlo
quel fiume perchè vi passasse il con- nella minorità di Giovanna I, me-
voglio funebre, fermandosi di poi ritandosi il titolo di Padre della
il manto presso la detta chiesa ove Patria. Eresse nella cattedrale di
fu sepolto. Quel sacio coipo poscia Cavaillon la cappella di s. Martino,
fu trasferito a Cavaillon nella cat- ed a' 26 aprile i355, vi collocò le
tedrale, nel solennemente dal
1 3 1 , reliquie di s. Verano, e di altri
vescovo Ponzio Algerio de Laneiis: santi tutelari della città. Fatto po-
indi una parte venne collocata in scia patriarca, e vicario apostolico
Gorgeau diocesi d'Orleans, riscuo- di Avignone per Urbano V, e go-
tendo ovunque profonda venerazione. vernatore di quello stato, e del con-
Presso la detta chiesa, e solitu- tado Venosi no , allorquando quel
dine di Verano, fu eretto il mo-
s. Papa si portò in Roma, lo creò in
nistero di s. Maria, e mentre ancora premio Cardinale nel i368. Dal
vi riposava il corpo del detto s. V^e- Petrarca fu chiamato V ottimo fra
rano. Clemente, fatto vescovo di Ca- i mortaiij per le sue preclari vir-
vaillon nel o4o, col consenso del
I tù. Dcesi notare che questo Cardi-
suo capitolo, donò ad Isacco,, abba- nale e il Cardinal Sifredo Mau-
te di S. Vittore di Marsiglia, quel ry Fauzeos creato
di nell' anno ,

monistero. Nell'anno 1080 fu elet- 1794? ^^ P'O ^h furono gli uni-


to vescovo Desiderio nel sinodo se- ci Cardinali del Venosino, benché
condo d'Avignone, e venne consa- in esso dimorassero per circa ses-
crato in Roma dal Papa s. Grego- santasei anni sette Papi della nazio-
rio VII. Secondo la cronaca Flavi- ne francese.
niacense, Giraudo, o Gerardo, per L' antipapa Clemente VII, nel
testimonianza dei citati Sammarta- 1387, ovvero nel 1390, nominò
ni, fìguia nella transazione che se- vescovo di Cavaillon Ugone de Ma-
guì Ira il vescovo d' Avignone, e il gialla, e il suo successore Benedet-
priore di Buonpasso nel 1267, pel to XIII ne fece poi vescovo certo
pedaggio o dazio del tragitto della Pietro, surrogandogli alla sua mor-
Durenza, e per altri diritti. Quella te, mentre il falso Pontefice dimo-

transazione fu approvata dall' arci- rava a Villafranca, a' 26 luglio


vescovo d' Arles, e dal capitolo di i4o6, Guglielmo già abbate di
Avignone, Bertrando II Imberti, Stella, ed a questo, nel 14^95 ^^^^^

che nel 1284 sedeva su questa se- succedere Nicola Giovannacci di Ba-
de col consenso del prevosto, del sa- ri. Ma estinto lo scisma da Marti-
grista, del precentore, e degli altri no V, prepose a governare questa
canonici, permutò la casa di Buon- chiesa il suo Guglielmo
cameriere
passo nella sua diocesi, coi cavalie- 111. Dipoi Paolo 1466, fece II, nel
ri ospitalarii gerosolimitani, colla vescovo Thossano Caveriis da Vil-
chiesa di Terni s. lanova, già professore carmelitano
Fihppo di Cabassole, di nobile fa- dottore, consigliere, e confessore di
miglia di Cavaillon, da arcidiacono Giovanni duca di Bourbon e d'Au-
e prevosto della cattedrale, venne vergne. EgU ordinò in miglior for-
, 6

CAV CAV 291


ma r uffizio Verano, accrebbe
di s. di Clemente che inoltre il
Vili,
le rendite della mensa, ristaurò ed fece vice legato d' Avignone. Pao-
abbellì V episcopio, e \i eresse una lo V, nel 1610, creò vescovo di
cappella in onore di s. Andrea a- Cavaillon Ottavio Mancini nobile
postolo, ed un' altra ne fabl:>ricò in romano, già rettore del contado Ve-
onore della ss. Vergine nella dioce- nosino. Egli ordinò, e diede alla lu-
si, sotto il titolo di Nostra Dama ce l'uffizio del predecessore s. Ve-
della Pietà. Le sue qualità gli pro- rano; ma il p. Sebastiano Fantoni
cacciarono il nome di buon vescovo^ Castrucci nella sua Storia d" Avi'
e la carica di vice legato di Avi- gnone, e del contado Vcnosìno, cre-
Mi gnone. de che solo pubblicasse quello co-
Giulio II fece vescovo di Cavail- mandato dal vescovo Thossano sum-
lon Gio. Battista Pallavicino, che mentovato. Francesco di Burdesia
intervenne al concilio latei'anense romano, nel 1626, da Urbano Vili
V, e che per Io splendore delle sue fu fatto vescovo, e poi amministra-
da Leone X fu promosso al
-virtù, tore della vice legazione d' Avigno-
t Cardinalato, laonde si fece chiama- ne. Riccardo di Sado nobile Avigno-
re il Cardinal di Cavaglione. Al- nese,della famiglia della celebre Laura
tro oinamento di questa illustre di Sado, resa immortale dalla pen-
chiesa fu il celebre Cardinal Giro- na Francesco Petrarca, ne fu
di
lamo Ghinucci, promossovi nel i537 fatto vescovo da Alessandro VII, il
da Paolo III. Morto nel i54i, dal quale nel 1666 gli diede in succes-
medesimo Pontefice gli fu fatto suc- sore il di lui nipote Gio. Battista
cessore il fratello Pietro Ghinucci. di Sado, che morì nel 1707. Sub-
Nel vescovato di lui, e nell' anno entrò in quella seòe nell'anno 17 io
i544> il ^^^- sacerdote Cesare de Giuseppe de Guyon, il quale morì
Bus , nobile cittadino di Cavail- arcivescovo d' Avignone, come fu
lon, incominciò ad ammaestrare per pure promosso a quella dignità l'im-
le pubbliche strade i ^nciuUi nel- mediato suo successore Francesco
la dottrina cristiana. A questo fine Maria de' Manzi di Longiano, dio-
scelse sei giovani per conformarsi ai cesi di Ri mini, che fu vice legato
decreti del Sommo Pontefice, e del d' Avignone. Succeduto a lui in que-
concilio di Trento, ed ottenne po- sto vescovato Pietro Giuseppe Artaud,
scia facoltà da Clemente Vili nel la serie de' vescovi di Cavaillon ebbe
1598, per istabilir l'istituto dei chie- termine con monsig.Giuseppe Crispino
rici regolari della dottrina cristiana, des Al cades de la Baumes Avignonese,
e per comporre le regole analoghe. preconizzato nel concistoro de' 1

Così i chierici regolari ebbero per febbraio1761 da Clemente XIII.


lui di poter professare voti solenni Non ebbe egli più successori, dap-
ed aver la cura di insegnare alla poiché, siccome superiormente di-
gente rozza i misteri della fede cemmo, col concordato del 1801 ,

cattolica. fu soppressa la sede di Cavaillon, o


Domenico Grimaldi, vescovo di Cavagliene.
Cavaillon, nel promosso i585, fu CAVALCATA {Equilalio). Così
all' arcivescovato d' Avignone, di- chiamavasi il modo col quale fino
gnità a cui pure passò Gio. Fran- al decorso secolo il Sommo Ponte-
cesco Bordini romano per volere fice, i Cardinali, i prelati, ed altri
, ,

ag^ CAV CAV


primari personaggi della corte, e collo stesso ordine le cose principali.
curia Romana, cavalcando con for- V. il Freret, Rechcrches sur V mi'
malità, e pompa ecclesiastica col cienneté de V ari de V equilalion di^
cerimoniale analogo alla solennità, la Grece. Meni, dcs beli. Leti. Fili
si recavano a celebrare le sacre fun- 286; Fabricy, Recherches sur l'epo-
zioni con abiti diversi secondo le que de V equìtatioiiy et de V usage
epoche e circostanze. Con sontuosa des chars equestrcs chez les ancieiis,
cavalcata altresì il Papa prendeva Marseille 1674.
possesso della basilica latcranense, e
con magnifica cavalcata incedeva
§ I. Origine delle Pontificie caval-
r imperatore insieme al Pontefice,
cate j notizie diverse sulle pili
dopo la sua coronazione. Con deco-
antiche j e di quelle del Papa col-
rosa cavalcata i Cardinali facevano
V Imperatore.
altresì il loro ingresso in Roma, al
ritorno di qualche legazione, o nel
recarsi a prendere il cappello Cardi- La origine delle Cavalcate nelle
nalizio e dovevano fare cavalcata
; funzioni, o di pubblica pompa, o
anco i Cardinali presenti in Ro- di universale allegrezza, è cotanto
ma nella mattina del concistoro pub- antica, che medesima sacra
nella
blico, per ricevere il medesimo cap- Scrittura se ne rinviene la memoria,
pello. Egualmente con isplendida ca- e la costumanza. Di fatto leggiamo in
valcata di Cardinali, prelati, e fa- Isaia,cap. 6^^ v. 20, che Dio dis-
miglia pontificia venivano incontrati se a quel profeta: Adducent oni-
i sovrani, che si recavano a Roma, nes fratres vestros de cunctis gen-
e quando ivi alcuno di essi moriva, tihus donum Domino, in equis ,
la pompa funel)re era accompa- et in quadrigis , et in lecticis _, et
gnata dalla cavalcata; onorificenza in niulisj et in carrucis ad nion-
e distinzione, cui godevano eziandio tem sanctum menni Jerusalemj ed
i primari dignitari del sacro colle- altrove in Geremia, 46, 9, è scritto:
gio Cardinalizio. E con nobile caval- Ascendile equos, et exultale in cur-
cata facevano l' ingresso in Roma ribus etc. Troppo sono celebri nelle
tanto gli ambasciatori presso la santa storie i trionfi degl' imperatori ro-
Sede, quanto quello del re delle due mani, le cui cavalcate, che conduce-
Sicilie, allorché si recava a presen- vanli al Campidoglio, vediamo tut-
tare al sovrano Pontefice il tributo tora effigiate ne'superstiti monumenti
della Chinea. Presentemente non degli archi trionfali, e nelle quali
hanno luogo che due cavalcale, gareggiarono la grandezza, la no-

cioè nel possesso del senatore di biltà, e il giubilo popolo do-


del
Roma , se lo prende pubblico in minatore in sì auguste funzioni.
Campidoglio, e ogni anno nei prin- Dagli ebrei, e dagli antichi romani
cipii di ottobre dagli ultimi due passò questa pompa nel pontificato
uditori di Rota, per la riapertura romano, ed il primo fra i Papi,
del tribunale: tuttavia ora è piut- che qual supremo capo della Chiesa,
tosto adombrata l'antica cavalcala, a decoro della dignità sacerdotale
che eseguita. Ma due, e
di queste ed in aumento di maestà della Sede
delle diverse specie delle menzionate apostolica, rinnovasse nella metropoli
cavalcate, andiamo a descriverne del cristianesimo la passata grandez-
CAV CAV 293
za, fu il magnanimo Pontefice san menclatore, ed il sacellario, tutti
Damaso I, eletto nell'anno 867, per uffiziali del primo rango nella sacra
rendere maggiormente venerata la corte di quei tempi. Allorquando
dignità sublime di vicario di Cristo, poi il Papa aveva celebrato solen-
accompagnandola colla maestosa ap- nemente la messa in qualche basi-
parenza della persona, e con propor- lica, cavalcando ritornava al patriar-
zionato corteggio.il perchè riferisce il chio lateranense, coU'ordine seguen-
dottore s. Girolamo segretario di quel te. Precedevano dodici mihti draco-
Pontefice, che il console
ep. 38 , nari con altrettanti stendardi, dopo
Pretestato soleva dire a s. Damaso veniva addestrato un cavallo pel
I: Fatemi vescovo di Roma, ed io Pontefice riccamente ornato; indi
mi farò subito cristiano. Quindi ve- succedeva la croce pontificia, seguita
diamo s. Leone I, nell'anno 4^2, dai vescovi, e dai notari, che ince-
recarsi incontro al feroce Attila, e devano cantando . Venivano dipoi
colla mirabile sua presenza ottenere i Cardinali, i suddiaconi, l'arcidia-
il ritiramento del
suo esercito dal- cono, i diaconi col primicero, ed il

l' che metteva in rovina; e


Italia, Papa. Dopo cavalcava il prefetto di
dipoi neir anno 525 recarsi san Roma magnificamente vestito, cir-
Giovanni I in Costantinopoli , in- condato dai giudici coperti di pivia-
contrato da tutto il popolo con cerei, le. Con esso procedevano intorno la
dodici miglia fuori della città, e poi cavalcata certi uffiziali chiamati di-
dall'imperatore Giustino, che preso rungari, coi due prefetti navali; in-
dalla veneranda sua maestà, si pro- di i maggiorenti, o custodi della
strò sino a teira, e gli rese quegli processione ,
che da per vegliare
omaggi, che avrebbe prestato allo ninno fosse interrotta. Discendendo
stesso s. Pietro, onorandolo delle il Papa da cavallo, veniva assistito
vesti augustali. Quindi i maggiori dal primicero, levandogli la corona
monarchi, allorché i Sommi Pontefici dal capo il secondicero.
cavalcavano, si fecero un pregio, in Nell'ordine romano di Cencio Sa-
omaggio al Vicario di Cristo, di velli si racconta, che nell'elezione
servirli alla staffa , e condur loro del nuovo Pontefice, era egli con-
il cavallo per la brigha, come pre- dotto, dopo varie cerimonie, dal
scrive il Cerimoniale Romano tit. II, priore della basilica lateranense, da
§ 19, tit- III § 26, sostenendo al- uno de' Cardinali, e da uno de' ca-
cuni, avere avuto incominciamento nonici, ai gradini della porta, che
un tal atto religioso dalla pietà di metteva al palazzo, venendo dalla
Costantino // Grande verso il Pon- chiesa. Ivi i giudici Io precedevano
tefice s. Silvestro I. sino alla basilica di s. Silvestro I.

Abbiamo nell' ordine Romano I ,


Ecco poi l'ordine della cavalcata.
che rimonta ai tempi di s. Gelasio I, Primieramente veniva il cavallo del
eletto nel 49^? o almeno di s. Grego- Papa nobilmente ornato e vuoto;
rio I, creato nel 590, che nelle caval- dopo succedeva il suddiacono colla
cate pontificie il primicero, primario croce, quindi dodici bandoneri con
utlìziale della Chiesa romana, andava istendardi rossi, e due altri con che-
immediatamente innanzial Papa, rubini, e lancie. Seguivano i due
e che dietro al Papa cavalcavano prefetti navali vestiti di piviale, poi
il vicedomino, il vestarario, il no- gli scrinari, quindi gli avvocati. Im-
194 CAV CAV
metliatamente incedevano i giudici, gradini della basilica vaticana, dopo
i cantori, i diaconi, e suddiaconi, la sua consaciazione, narrata in un
che dovevano leggere V epistola, e codice di s. Gallo, che si crede scrit-
Te vangelo in greco. Dopo venivano to contemporaneamente allo stesso
gli abbati forensi, cioè gli abbati dei Pontefice, e riportato ancora nel-
monisteri subuibani a Roma, indi r ordine IX, De Gradibiis Rom.
i vescovi e gli arcivescovi, e soltan- Eccl. p. 93, colle seguenti parole:
to appresso ad essi stavano gli ab- » Egrediens inde quum ad inferio-
bati de* raonisteri di Roma, seguiti - res gradus s. Petri descendit, ibi
da' patriarchi , e dai vescovi Cardi- M sit equus, vel sella praecessoris
nali. Indi procedevano i preti Car- « Pontificis, et ad sedendum pa-
dinali, i diaconi Cardinali, il som- »» ratus. JEt accedunt patroni re-
mo Pontefice coi suddiaconi, che >» gionum, uno incipiente, ceteris
portavano la tovaglia, e col servente, « respondentibus; in hunc modum
che sosteneva 1' ombrella. In questa M canunt ei laudem, Dominus Leo
disposizione di cavalcata non si fa però »» Papa, quem s. Petrus elegit in sua
menzione de' notari, quali, secondo i w sede multis annis sedere. Hoc us-
r uso d' allora, dovevano precedere « que ter dicto, accedit prior sta-
i vescovi. M buli, et imponit ei in capite re-
Giunto con quest'ordine il novello « gnum, quo ad simihtudinem cassi-
Pontefice al palazzo, discendeva da >* dis ex albo fit indumento. Et tunc
cavallo, e deposto il regno, prendeva « demum ascendit super equum, et
la mitra, mentre il prete Cardinale, »» vallatur a judicibus, constipantur-
coi tabellioni, e coi giudici faceva M que plateae immensis cuneis popu-
le solite lodi. Similmente nel d'i in « lorum, expectantium eum, et can-
cui il nuovo Papa s' incoronava, i M tanti um laudem. " Essendosi poi
giudici, gli scrinar! , e gh avvocati questo Pontefice ritirato in Francia
erano vestiti di piviale. Forse sotto per una sedizione, ritornò poscia in
il nome di scrinari debbonsi inten- Roma, e vi entrò come in trionfo
dere i notari. Aggiunge il citato con nobilissima cavalcata . Giunto
Cencio, che nelle cavalcate i Cardi- a ponte Milvio a' 29 novembre del-
nali, ed i prelati usavano il cavallo l'800, gli uscirono incontro festo-
ricoperto di panno bianco, ma che samente, e colle più vive acclama-
i suddiaconi, i cappellani, i giudici, zioni tutto il clero, il popolo, le
gliscrinari, ed altri cavalcavano or- milizie, gli ottimati, il senato, le ver-
natamente tutti vestiti, ma non usa- gini, le diaconesse e le scuole dei
vano i cavalli coperti. pellegrini, cioè dei frisoni, dei sas-
Nel giorno poi di s. Stefano, al- soni, dei longobardi ec, colle rispet-
lorché il Papa cavalcando si recava tive insegne, cantando laudi ed in-
a s. Stefano nel monte Celio, l'ar- ni sacri. Con questo splendido cor-
cidiacono andava tra il Pontefice, e teggio Leone III si portò alla ba-
i Cardinali diaconi, e il priore della silica di s. Pietro, celebrò solenne-
basihca tra i Cardinali diaconi, e mente la messa, e poscia con egual
tra i suddiaconi vicino al piimicero. accompagnamento e pompa si recò
Sostiene il Mabillon, che la prima in cavalcata alla basilica lateranen-
coronazione sia stata quella di s. se, e contiguo patriarchio. Tutto
Leone 111 seguita nell'anno 795 ai descrive l' Anastasio nel suo Liber
CAV CAV 295
Pontìflcalis in Leon. III. nel-
Vit. pontifìcia. Tre poi erano le cavalca-
r edizione del Bianchini tom. I. pag. te, nelle quali soleva il Romatio Pon-
28 [, e nell'edizione del Vignoli tefice comparire in pubblico, prece-
tom. I. pag. 25o, donde il Cancel- duto sempre dalla croce. La prima
lieri vide in certo modo adombra- cavalcata si eseguiva colla forma con-
to il trionfo , e la cavalcata usata sueta ed ordinaria, accompagnato dai
dai Pontefici successori di Leone soli intimi famighari la seconda ca- ;

III, nel loro solenne possesso alla valcata coi Cardinali vestiti di sot-
basilica lateranense. Il perchè nella tana, rocchetto, mantelletta, e moz-
sua eruditissima Storia de^ solenni zetta del colore corrente, cioè rosso
possessi dei Sommi Ponte/lei^ Ro- o violaceo. Di colore paonazzo in al-
ma 1802, incomincia da Leone III, cune funzioni, e per alcune cappelle,
fino a Pio VII la descrizione di tal come quelle pel primo giorno di
funzione^ con tutte le cavalcate col- quaresima a s.Sabina, e nella dome-
le quali furono presi, funzioni ese- nica IV di quaresima, era pure la
guite splendidamente, con apparato valdrappa dei prelati, primarii fami-
il pili augusto, decoroso ed impo- gliari, principe assistente al soglio ec.
nente, di che per noi si diede una Di ciò si tratta agli articoli rispet-
idea all' articolo Cappelle Pontificie tivi. La terza cavalcata, la maggio-
§ VI capo li nuni. 3. Però non si re e la più solenne, era quella
deve qui tacere, che avendo traspor- del possesso, qualche pic-
e con
tato Clemente V la residenza ponti- cola variazione quella per le cap-
fìcia in Avignone, Innocenzo VI, ivi pelle della ss. Annunziala, e per
eletto nel i352, non volle fare la quelle di s. Filippo, della Natività
solenne cavalcata per la città dopo diMaria Vergine, e di s. Carlo ;
la coronazione, all' uso de' suoi pre- ma della prima ne trattammo nel
decessori, per evitarne la pompa, luogo citato di sopra, e delle altre
imitandolo 1862 l'immediato
nel al medesimo articolo Cappelle Po]f-
successore Urbano V, che ricusò di TiFiciE § VI numero i. In esse il
comparire in cavalcata in Avignone, Papa soleva cavalcare un cavallo bian-
benché tutto già fosse preparato, co coperto di valdrappa di velluto
tanto per l' avversione che aveva al rosso trinato d'oro, vestito di sot-
fasto, quanto perchè riguardava la tana bianca, fascia, falda, rocchetto,
dignità pontificia come esihata al di mozzetta di raso, o di velluto ros-
là dei monti, mentre era in Avi- so, secondo i tempi, stola preziosa,
gnone. e cappello in testa, se pure non an-
Inseguito stabiliti più regolarmen- dava in lettiga, o sedia. Se inter-
te i cerimoniali (non essendovi fuso veniva alcun sovrano, esercitava esso
delle carrozze (Fedi), le quaU s'in- r uffìzio di staffiere, e palafreniere,
trodussero in Italia solo dopo la me- uffizio che in sua vece veniva eser-
tà del secolo XV, e nei primi del se- citato dal principe assistente al so-
colo XVI, ed appena anzi verso il de- glio,,o dal senatore di Roma, o dai
clinar di quel secolo cominciarono conservatori, o dal priore dei capo-
in Roma a rendersi cornimi), le ca-^ rioni, ed anticamente dal prefetto
valcate aveano luogo in tutti i siti di Roma.
ove il Pontefice si recava col sacro Quest'ultima cavalcata, e precisa-
Collegio, prelatura, corte e famiglia mente quella del possesso, e quelle
^

296 CAV CAV


per le feste di Natale, Pasqua ec., veste usata dai sacerdoti, e dai Papi,
come sì disse superiormente, si chia- della quale tratta il Bonanni nella
mavano anche pontificali, se il Papa sua Gerarchia a pag. 176. Sulle ca-
cavalcava con piviale e mitra, ovvero valcate sono poi a consultarsi il dello
col triregno. I Cardinali incedevano Bonanni che, nella sua Gerarchia ec-
colle mitre e paramenti saci'i, secondo clesiastica e. CXXIX, tratta Delle ca-
il rispettivo ordine, cos\ i patriarchi, valcate moderne nelle quali il Ponte-
vescovi ed abbati ec, riportandone i fice comparisce in pubblico, e nel
riti, e le diverse cerimonie gli ordini capo CXXX, Delle cavalcate meno
romani. Esse però furono tralascia- solenni, e degli abiti in esse usali
te dopo che la sede pontificia fu riportandone i rami alla pag. 5 io,
trasferita in Avignone, perchè riu- e seg. 11 Sestini, nel suo Maestro
scivano di grave dispendio ed in- di Camera, parla delle diverse ca-
comodo Papa, che a tutta la
sì al valcate; e il Lunadoro nel tomo I,

corte. Rimase però 1' uso di fare la p. i65 della Corte di Roma al ca-
cavalcati pontificale coi paramenti po XX, descrive la grandiosa ca-
sagri,per la sola funzione del pos- valcata del solenne pojssesso.
quale trovasi anche descritta
sesso, la Il Sommo Pontefice talora ha ca-
nel Cerimoniale romano, lib. i. tit. valcato anco coi sovrani, e cogli im-
2, e da Giovanni Battista Gattico , peratori, come si vedià a' loro luo-
Acta selecta Caeremon. S. R. E. par. ghi : anzi dopo averli solennemente
I pag. 379; ma questa pure si tra- coronati in s. Pietro, l' imperatore, e
lasciò, essendo stato 1' ultimo Leone ilPapa montavano a cavallo. L' im-
X a prenderlo con tal formalità. peratore col manto e la corona in
Tuttavolta, e presso a poco, tutto il capo gli reggeva la staffa, e gli ad-
resto della cavalcata proseguì a farsi, destrava per alcuni passi il cavallo;
cavalcando il Papa colla mozzetta e e poi montando anch' egli a caval-
stola, e i Cardinali con vesti e cappe lo si poneva alla sinistra del Pon-
rosse e cappelli pontificali, i prelati tefice accompagnandolo fino a Ca-
coi raantelioni paonazzi, e cappelli stel s. Angelo. Giunta quivi la ca-

semipontificali, e gli altri cogli abiti valcata, il Papa faceva ritorno al


proprii, cavalcaiido mule e cavalli co- Vaticano, e l' imperatore prenden-
perti di panno paonazzo o nerq se- do da lui congedo con cavalcata ,

condo i con guarni-


gradi, ed alcuni andava al Laterano ove rimaneva
zioni dorate ai finimenti. F. gli arti- a L' ultimo imperatore
desinare.
coli Cappa, Cappello e Mantellone. In- romano essere ad
coronato dal
oltre abbiamo dal Burcardo, nella Pontefice fu Carlo V, che ricevette
Storia dei conclavi p. 127, che Giu- le insegne imperiali da Clemente
lio II ( il quale nella sua esaltazione VII in Bologna: il perchè crediamo
gli donò la propria mula coi fini- opportuno riportare la solennissima
menti), a' 7 gennaio 1 1 5o4, festa cavalcata, ch'ebbe luogo in quella
di sant' Antonio, si portò in caval- città col Papa e l'imperatore, e col
cata alla di lui chiesa, coU'amitto, seguito delle due corti, desumendo-
e cingolo bianco, cappuccio di vel- la dalla illustrazione della medesima
luto rosso, e stola di egual colore. cavalcata dipinta nella sala Ridolfi
Per r amitto non devesi intendere in Verona, da Domenico Riccio det-
quello usato oggidì, ma un' antica to Brusasorci, mandato appositamen-
CAV CAV 297
te in Bologna per vedere lai funzio- polo. Succedevano il podestà di Bo-
ne, e quindi dipingerla diligentemen- logna vestito di toga di broccato
te; venne questa da ultimo riprodot- d' oro su cavallo nobilmente barda-
ta con otto bellissiuie tavole incise. to, contornato dalla guardia degli

Avendo pertanto convenuto Cle- alabardieri, indi seguivano sei sten-


mente VII con Carlo V, che si sareb- dardi grandi, cioè il gran vessillo
bono abboccati in Bologna, e quivi della città di Bologna, sostenuto dal
sarebbesi celebrata la coronazione a' 2 2 gonfaloniere di giustizia su cavallo
febbraio i53o nella cappella del pa- nobilmente bardato, con armatura,
lazzo apostolico, r imperatore rice- e sopravveste di broccato e capo ,

vette dalle mani del Papa la coro- senza cimiero, con otto staffieri ve-
na ferrea, come re del regno lom- stiti di drappo. Quindi procedeva-
bardo, o italico, e poi nella fe- no i seguenti : Giulio Cesarini ro-
sta di s. Mattia a' 24 tli detto me- mano popolo roma-
col vessillo del
se, si celebrò solennemente nella va- no, vestito di tela d' oro su cavallo
sta basilica di s. Petronio la gran coperto di raso paonazzo con dodici
funzione della coronazione, dopo la staffieri ; Guido Rangoni con soprav-

quale Clemente VII e Carlo V col veste di seta bianca, col vessillo del-
seguito delle loro due corti, con i- la santa romana Chiesa ; d. Giovan-

slraordinaria magnificenza fecero la ni Manrich, con armatura e soprav-


grandiosa cavalcata in forma di veste di tela d' oro , col vessillo di
trionfo, con quell' ordine appunto Cesare, coli' aquila imperiale; Ales-
rappresentata dal mentovato dipin- sandro de Medici col vessillo genti-
tore. Vi uniremo tuttavolta qual- lizio Papa Clemente VII, con li-
di
che schiarimento, che prendemmo vrea d'oro comune anche al ca-
dalla Lettera inedita del bolognese vallo ed agli staffieri; Lorenzo Ci-
Ugo Bonconipagnij poscia Grego- bo, fratello del Cardinale, che por-
rio XIII, nella quale si descrii^e la tava r ultimo de' sei stendardi co-
incoronazione di Carlo V impera- me vessillifero di s. Chiesa, cioè il

tore in Bologna, ed ivi nel corren- gonfalone di essa con croce rossa in
te anno pubblicata con note erudi- campo bianco. Vestito era egli di
tissime del eh. Gaetano Giordani, il livrea di broccato, ed i suoi staffie-
quale a p. 22 tesse il catalogo delle ri Seguivano i ca-
di raso bianco.
descrizioni di questa coronazione e vallio chinee coperti di nobili bar-
cavalcata, e conferma la promessa dature riserbate per uso del Pon-
di stampare il libro da lui compo- tefice , condotte a mano dai pala-
sto, intitolato : Della venuta e di- frenieri ; quattro camerieri d' onore
mora del Sommo
Pontefice Clemen- vestiti dicappa con berretta in ca-
te VII Bologna per la Corona-
in po a con altret-
cavallo, sostenendo
zione di Carlo V imperatore cele- tante verghe rosse i quattro cap-
brata Vanno i53o. Cronaca co/i pelli pontificali; quattro trombetti a
documenti, note ed incisioni. cavallo nobilmente vestiti con trom-
Aprivano la cavalcata i gonfalo- be adornate di bende coli' aquila
nieri o tribuni della città di Bolo- imperiale ; il suddiacono pontifìcio
gna a cavallo con abito di cerimo- con piviale sopra il rocchetto, e
nia, preceduti da alfieri, che a piedi cappello di color ceruleo , che su
sostenevano le insegne di quel po- mula nobilmente bardata sosteneva
,

298 CAV CAV


la croce pontificia ; due chierici della coperta di raso bianco, tutto carico
cappella papale vestiti di piviale e di corone d'oro battuto, e molti
cappello, destinati a portare su due altri ne avevano di ricchissime. Tutti
muli nobilmente bardati due lan- questi signori avevano gli staflieri
terne in asta con entro candele ac- vestiti drappo cre-
di broccato, e di
cese, precedendo 1' augustissimo Sa- misino. Seguiva il tesoriere impe-
cramento; in mezzo ad essi allro riale, o re d'armi, da altri chianiato

chierico in egual modo vestito, col araldo, ossia mazziere a cavallo, il

prezioso triregno papale; buon nu- quale spargeva fra il popolo mo-
mero di torcie accese innanzi , ed nete d' oro e d'argento, ovvero du-
intomo del ss. Sagramento, portate cati coir effigie dell' imperatore da
da uomini a piedi; un palafreniere una parte, e l'epigrafe carolVs
con sopravveste rossa, che guidava a QviNTvs iMPERATOR, c dall'altra e-
mano una chinea bardata di broc- ranvi colonne d' Ercole col mil-
le

cato d'oro, su cui era decentemente lesimo in mezzo, cioè mdxxx. Caval-
colloaita una nobile custodia che , cava quindi il sacro Collegio de' Car-
1-acchiudeva la ss. Eucaristia, la quale cappa magna, e cap-
dinali vestiti di
vcdevasi dai trafori della custodia ;
pello pontificale su muli nobilmente
cittadini bolognesi vestiti coi loro bardali, procedendo secondo i loro
abiti solenni, i quali col capo sco- ordini ; quattro gran principi caval-
perto sostenevano le aste del bal- cando cavalli nobilmente bardati
."
dacchino di broccato con quattro colle insegne imperiali, cioè Bo- : i

aste a guisa di trono portatile, se- nifacio marchese di Monferrato in


guendo r arcivescovo di Durazzo sa- veste di velluto cremisino con ma-
grista del Papa, che cavalcava una niche larghe e bavaro rotondo co-
,

mula decentemente bardata, e che perto di pelli di ermeUini con code,


vestito era di lungo rocchetto e e con in testa un berrettone del
piviale, col capo scoperto qual cu- medesimo velluto foderato delle stes-
stode del ss. Sacramento. se pelli, della corona
e circondato
Appresso incedevano il conte d'As- marchcsale d' oro arricchita di per-
ford, o d'Astorgio gran siniscalco e le ed altre preziose gemme, portando
maggiordomo di Cesare, cogli altri anche lo scettro imperiale'. 2." Fran-
nobili famigliari del medesimo su cesco Maria della Rovere duca d'Ur*
cavalli decentemente bardati, vestiti bino, prefetto di Roma, vestito del-
con cerimonia convenienti
abiti di l'abito, e corona convenienti alla di-
al grado loro. La mentovata lette- gnità di prefetto, il quale portava la
ra descrive questi ultimi personag- spada, ossia stocco imperiale. 3." Car-
gi ,
prima Sacramento e
del ss. , lo III duca di Savoia vestito del
nel seguente modo. Dappoi veniva- manto, e corona ducale, che porta-
no circa cento signori tra spagnuoli va la corona propria dell' impera-
e italiani, tutti vestiti di ricchissi- tore come re dei romani 4'" Fi- .

me vesti d'oro e di argento, tra' qua- lippo de' duchi di Baviera elettore
li marchese d' Astorgio con una
il del sacro romano impero , che ve-
veste, che fu stimata valere cinquan- stito del manto, e corona ducale,
ta mila scudi, e che aveva il bava- sosteneva globo, o pomo impe-
il

ro tutto carico di gioie. Il marchese riale. Seguito era da guardie pon-


Aloja ne portava una di broccato tificie ed imperiali a piedi armate
,,

CAV CAV 3.99


dli che precedevano ac-
alabarde , , pei sovrani ivi defunti , si parlerà
compagnavano, e seguivano il Papa al termine del seguente paragrafo,
e r imperatore. dopo quelle che si facevano per al-

Il sommo Pontefice Clemente VII, cuni Cardinah.


Medici, ornato degli abiti pontifi-
cali in piviale, avente in capo il § II. Cavalcate de' Cardinali,
prezioso triregno, su bianco cavallo
magnificamente bardato, procedeva Nel precedente paragrafo vedem-
alla destra dell' imperatore. mo r origine delle pontifìcie caval-
Carlo V, re de' romani ed im- cate e in conseguenza pure di quel-
5,

peratore, vestito degli abiti conve- le dei Cardinali, e sino dal possesso
nienti alla dignità , e alla seguita di Gregorio IX, preso nel 1227,
solenne funzione colla . corona pre- abbiamo che i Cardinali vestiti di
ziosa in capo ornata di ricche gem- porpora in esso cavalcarono. Anzi
me, su cavallo magnificamente bar- Innocenzo IV, immediato successore di
dato, camminava alla sinistra del Giegorio IX, non solo concesse a'Car-
Pontefice, in egual linea, e sotto il dinali il cappello rosso, ma comandò
medesimo baldacchino nobile, che loro di andare per la città dome-
serviva di trono portatile ad ambe- sticamente a cavallo, essendo stati

due, e eh' era appoggiato a quattro soliti i Cardinali fino a quel tempo
aste sostenute dai senatori bologne- di andare ordinariamente a piedi
si del numero di quaranta. per umiltà e moderazione. F. il
Indi cavalcavano: il ministro de- Marangoni Thesaur. Paroclior. lib.
stinato a portare la mitra pontificia I, cap. 23 p. 89. Quindi Paolo II,
fra due camerieri segieli ; Enrico di volendo accrescere le prerogative dei
Nassau, vestito nobilmente col toson Cardinali, nel i465, accordò loro l'uso
d'oro pendente dal collo su cavallo delle gualdrappe di scarlatto rosso
pomposamente bardato; molti arci- per le loro mule nelle cavalcate
vescovi e vescovi su cavalli decen- nelle quali incedevano in cappa,
temente bardati in cappa magna e cappuccio, e cappello pontificale,
cappello pontificale; altri prelati non mentre finimenti della mula erano
i

vescovi con abiti prelatizi! , e cap- egualmente rossi con guarnizioni, e ,

pelli semipontificali ; trombettieri, e staffe di metallo dorato. E a sa-


timpanisti imperiali. Finalmente se- persi, che prima di detto Pontefice le

guivano numerose compagnie di sol- mule cavalcate dai Cardinali avevano


dati a cavallo, alla testa delle quali le gualdrappe di drappo bianco, che
cavalcavano in bella ordinanza su furono chiamate anche Mappae.
generosi destrieri guarniti di nobili Dopo la prescrizione d' Innocenzo
bardature, diversi principali ministri IV, i Cardinali avevano continuato
dell'imperatore, non che capitani, ad incedere per la città a cavallo
ed altri uffiziali colle loro rispettive facendo altrettanto i Cardinali le-

insegne. Era chiusa la cavalcata da gati viaggiando. Ne diede uno degli


d. Antonio de Leva capitano generale ultimi esempi il Cardinal Farnese
circondato da molli uffiziali , e se- nipote di Paolo III, il quale andò
guito dai carri coli' artiglieria. F. in Germania legato all' imperatore
Coronazione degl' imperatori. Carlo V, sempre a cavallo, ripa-
Delle cavalcate eseguite in Roma randosi dal sole e dalla pioggia coll'om-
,

3oo CAV CAV


brellìno inventalo a questo effetto, mandavano le loro mille, come per
che poi diveniue tlistiiUivo principe- le cavalcate degli ambasciatori.
sco. Andarono pure i Cardinali in
lettiga per la città ma quando alla ; Ca^' aleuta dt Cardinali per pren-
metà del XV secolo, e nei primi dere il cappello rosso.
del XVI si cominciarono ad usa-
re le carrozze, i Cardinali principia- Allorché il Cardinale, che era stato
rono ad adoperarle , e non più creato assente da Roma, si recava
cavalcarono domesticamente, massi- in questa città, doveva fare l'in-
me quando recavansi alle cappelle e gresso pubblico ( Fedi) con caval-
ai concistori. 11 perchè ciò disappro- cata, che descrivesi a quell'articolo ,

vando Giulio III, appena eletto nel e quindi con cavalcala pubblica dal
i55o, e celebrandosi in quell'anno convento di s. Maria del popolo,
l'universal giubileo, per decoro della si recava nella mattina del conci-
dignità Cardinalizia, ordinò al sacro storo pubblico, al palazzo quirinale,
Collegio di cavalcare, particolarmen- o valicano, ove risiedeva il Papa, per
te alle cappelle e concistori, come ricevervi il cappello Cardinalizio. Da
prima praticavasi. Ciò per altro fu tale cavalcata talora dispensarono i

eseguito ed osservato soltanto nel Pontefici per supplica del novello


Laonde il Pon-
corso del giubileo. porporato. Dove essa però si facesse,
Pio IV, nel concistoro de'27
tefice il prefetto de' cerimonieri pontificii
novembre i564, fece una grave e mandava precedentemente l'intima-
ragionata esortazione ai Cardinali zione con ischedula non solo a tutti
ad astenersi dall' uso delle carrozze, i ma ai prelati ed al-
Cardinali,
ed a seguitare ad andare a cavallo tri che vi dovevano intervenire.
,

con quella ecclesiastica maestà, che Nella mattina poi del concistoro
movendo tutti a riverenza cotanto , pubblico, il nuovo Cardinale in roc-
piacque al possente imperatore Carlo chetto ed abito del colore corrente,
V. Avendo detto altrove 1' autorità, colle carrozze a coda senza fiocchi,
ch'esercitavano i Cardinali [Vedi), e con bandinelle tirate , andava al
allorché procedevano in cavalcata convento degli agostiniani di s. Ma-
al palazzo apostolico, aggiungeremo ria del popolo, prima dell'arrivo
poi qui, che quando nel pontificato degli altri Cardinali ,
quindi subito
di Clemente VII l'esercito imperia- assumeva la cappa paonazza, aven-
le, nel i527, prese Roma_, siccome do deposta la mozzetta e mantel-
composto per la maggior parte di letta, e preceduto dalla sua famiglia,

soldati fanatici luterani ,


per con- con mazza elavata, ascendeva alla
traffare la cavalcata de' Cardinali, camera preparata pel ricevimento
si vestirono delle loro cappe, e con del sagro Collegio, cioè tanto per
esse cavalcarono per Roma. E quan- ricevere que'Cardinali, che volevano
do i Cardinali potevano assumere il onorare la cavalcata, quanto quei
lutto grave per morte di qualche Cardinali che non cavalcando, fatto
stretto congiunto, nelle cavalcate, le ivi un complimento , e trattenutisi
guarnizioni della mula, e le valigie, alquanto, partivano co' propri fami-
che portavano loro famigliari, era-
i gliari per recarsi al palazzo apo-
no di color violaceo osservandosi stolico pel concistoro pubblico.
ciò anche quando non cavalcando Adunati tutti quelli, che doveva-
CAV CAV 3o(
no cavalcare, cerimo-
i maestri di fiancheggiati dalla guardia svizzera,
nie, cui incombeva regolare la fun- armata di alabarda e di spadoni.
zione, ordinavano alla cavalcata di I Cardinali cavalcavano per an-
porsi in ordinanza; indi i Cardinali zianità due a due, cioè prima i ve-
calavano in un contiguo cortile per scovi suburbicarii ,
poi i preti , in
montare sulle mule, ricoperti col ultimo i diaconi, i quali però ince-
cappuccio della cappa e col cappel- devano con ordine diverso ,
poiché
lo rosso pontificale, dal Cardinale precedevano i meno anziani, e segui-
novello in fuori clie usava quello vano i piili antichi. In mezzo ad es-
del suo antico grado. Mentre pro- si cavalcavaCardinale nuovo so-
il

cedeva la cavalcata, le artiglierie pra mula ornata come le altre, ser-


di Castel Angelo ne davano il
s. vito dai suoi palafrenieri, con maz-
segno alla città, con replicati colpi ze di legno o bastoni in mano , e
di cannone. Precedevano quattro col cappuccio della cappa in testa ,

tamburi del senato romano a pie- ma sopra di essa col cappello, che
di, altrettante trombette de' caval- usava prima del Cardinalato, come
leggieri, e due mazzieri pontifìcii a dicemmo. Appresso cavalcava la pre-
cavallo; indi seguivano i guarda- latura secondo l' ordine della sua
roba, e valigieri di ogni Cardinale preeminenza, precedendo i più de-
che cavalcava, portando sull'arcione gni, e cavalcando mule con gual-
della sella la valigia ricamata collo drappe paonazze e nere, vestiti col-
stemma gentilizio del proprio pa- l'abito ordinario prelatizio, e con
drone. Succedevano i gentiluomini cappello semi-pontificale quelli che
dei principi, degli ambasciatori, dei ne godevano l'uso, ovvero col cap-
Cardinali , e in ultimo quelli del pello usuale. Chiudevasi la cavalcata
novello porporato, non che quelli dagli avvocati concistoriali. Veniva-
dei baroni, e cavalieri romani. Indi no di poi le carrozze del nuovo
cavalcava il capitano della guardia Cardinale co' fiocchi rossi, messi ai
svizzera pontifìcia , circondata da cavalli, appena incominciava a cam-
quattro svizzeri a piedi con alabar- minare la cavalcata. Giunta que-
de; i mazzieri de' Cardinali colle sta al palazzo abitato dal Papa , i

masse elevate, e in ultimo quello Cardinali deponevano il cappello


del nuovo Cardinale. Poscia caval- pontificale, e preceduti dalle rispet-
cavano due altri mazzieri pontifìcii, tive famiglie, recavansi nella sala del
due maestri di cerimonie coli' abito concistoro pubblico, mentre il no-
di mantellone paonazzo, e talvolta vello porporato andava invece nel-
colla croccia sopra la veste, coperti la cappella pontifìcia, per adempie-

di cappello semi-pontificale. Ad essi re a quanto viene prescritto dai


succedevano i Cardinali sopra mule cerimoniali, e dalle costituzioni apo-
guernite con finimenti e staffe do- stoliche ai Cardinali prima di rice-
rate, e con gualdrappe nobili del vere il cappello rosso. Terminata
colore, che richiedeva il tempo, as- la funzione, ogni Cardinale, insieme
sistiti dai rispettivi palafrenieri, due al novello, tornava ai propri palazzi

de' quali portavano innanzi ad essi o in carrozza, o a cavallo, giacche,


due mazze di legno, o bastoni ver- cavalcando, non solo i Cardinali si

di, nell'estremità de' quali era im- recavano ai concistori sì pubblici


pressa Tarma del proprio padrone, che segreti, ma anche alle cappelle,
,

3o2 CAV CAV


ed allresi priva laniente quando ac-
compagnavano il Papa in lettiga. In Cavalcata de' Cardinali neW in-
SI privato contegno incedevano ve- gresso di qualche sovrano in
stiti del colore corrente, portando Roma.
sulle mule gualdrappe e finimenti
ordinari, con cappello semplice, se- Oltre quanto relativamente si di-
guendo a coppia, cioè due a due, il ce agli articoli ingressi in Roma
Papa. V. Lunadoro edizione del SOLENNI, e SOVRANI CHESI RECARONO

1646, pag. 287, ed il Catalano, A Roma, noteremo qui: i.** che al-
Ceranoniale romano, tomo I, pag. lorquando il Pontefice Urbano V
352 e ?>^^^,^ ove spiega l'ordine, che nel i365 si trovava in Roma, fu
osserva vasi allorché il Papa con visitato da Giovanna I regina di
solenne cavalcata recavasi alla visi- Napoli, la quale cavalcò per la cit-
ta di qualche chiesa. tìi insieme coi Cardinali ;
2.° che
Su questo argomento è a vedersi quando nel 1 4^2 si condusse in Roma
J'articolo Cappello Cardinalizio, ove r imperatore Federico III coli' im- ,

si riportano non solo altre notizie peratrice Eleonora di Portogallo,


analoghe a questa cavalcata, ma si con nobile cavalcata gli uscirono
descrive quella, che facevasi dal no- incontro tredici Cardinali, con tutti
vello Cardinale nel luogo fuori di i magistrati, magnati, e curia ro-
Roma, ove dimorava, e dove per mana, e cavalcando fecero l'ingres-
ispeciale indulto del Sommo Ponte- so per porta Castello, accompa-
fice, un ahiegalo apostolico gli ri- gnandolo sino alla basilica vatica-
metteva il cappello rosso. Si face- na sulle cui
, scale lo attendeva
vano inoltre dai Cardinali le caval- Papa Nicolò V; 3." che nell' an-
cate solenni quando accompagnava- no 1
47 1 portatosi a Roma Borsa
no al concistoro qualche Cardinale, d'Este, Paolo II lo fece incontrare
che veniva spedito dal Papa legato dal suo nipote Cardinal Zeno, e dal
a Intere ultra moiites, o allorquan- Cardinal Gonzaga, i quali lo ac-
do tornava dalla legazione. /^. il compagnarono cavalcando al palaz-
Sestini, Camera, ca-
// maestro di zo pontificio di s. Marco; quindi
po XVII; Del concistoro pubblico Paolo II nel di della Pasqua lo di-
nel quale si dà il cappello ai Car- chiarò duca in s. Pietro, ponendo-
dinali, e della cavalcata per tal gli il manto di broccato d'oro, con
Junzione, non che il capo XIX, una berretta a cupola, al collo una
Particolarità delle cavalcate de' Car- collana ricca, e nelle mani una ver-
dinali j e il capo XXVIII, Dell'a- ga d'oro. Poscia il giorno seguente
prire e chiudere la porta Santa. Io regalò della rosa d'oro , e poi
Ivi si dice delle cavalcate, colle quali preceduto dalla cavalcata di quin-
si portavano ad eseguire tal funzio- dici Cardinali, in mezzo al Cardi-
ne i tre Cardinali legati a late re nal Cancelliere, e al Cardinal Gon-
appositamente destinati in concisto- zaga, cavalcò sino al palazzo di san
ro dal Papa. Ciò però da noi fu Marco, ove gli fu dato un laulissi-
trattato all'articolo Antti Santi, ed mo convito. Ma
avendo nel ponti-
a quello delle Cappelle Pontificie, ficato di Alessandro VII abdicato
dove abbiamo descritto un' egual al trono la regina di Svezia, Cri-
funzione. stina, per abiurare gli errori di Lu-
,

CAV CAV 3o3


tero, siccome il di lei ingi'csso in Widmann sergente generale delle
Roma riuscì per ordine del Papa milizie della Chiesa, dispose le sol-
sommamente magnifico, splendido datesche pei luoghi ove dovea pns-
ed imponente, non riuscirà discaro, sare la cavalcata con bella ordinan-
che compendiosamente ne riportia- za. Presso ponte Molle schierò mille
mo la cavalcata solenne. fanti, con sei pezzi di artiglieria per
Primieramente, essendo giunta la le salve eh' ebbero luogo, e schierò
regina a' 20 dicembre i655 alla duemila fanti sulla piazza Vaticana,
villa Olgiati, dieci miglia distante con due squadroni di corazze, e do-
da Roma, nella stessa mattina si mos- dici pezzi di artiglieria. Nella mat-
sero dalla città due Cardinali del- tina adunque di detto giorno i Car-
l'ordine de' diaconi, dichiarati appo- dinali legati col loro nobile corteggio,
sitamente cioè Carlo de' Me-
legati, si avviarono per ponte Molle, ove
dici gran duca di To-
fratello del incontrarono la regina col governato-
scana, e Federico d'Assia cugino del- re di col magistrato di Campi-
Roma,
la stessa regina , mentre per una doglio inuno ai loro uffiziali, quali i

sovrana di maggior condizione, come r accompagnarono alla villa fabbri-


di Francia e di Spagna, si sareb- cata da Giulio III, destinata per
bono deputati due Cardinali dell' or- luogo donde dovessero partire le so-
dine de' preti, o de' vescovi. Parti- lenni cavalcate pei pubblici ingressi
rono pertanto i legati per incontrar- in Roma. Ivi sopraggiunse il mag-
la con pompa di pubblica cavalca- giordomo del Papa, con tutta la
ta, e con tal sontuosità, che il solo corte pontificia, e disceso colla re-
Cardinal de Medici, oltre la sua gina nel cortile, le presentò, in notne
numerosa corte, conduceva quattro di Alessandro VII, una carrozza
primari prelati tre duchi
, molti , con ornamenti di argento, invenzio-
marchesi, ed altri distinti cavalieri ne del cav. Bernini, tirata da sei
tutti in sì ricca comparsa, che fu cavalli frigioni leardi, una lettiga,
stimato esservi stato speso ottanta- ed una sedia, cioè una specie di
mila scudi. Alla Storta, lungi tre lettiga scoperta, superbamente ornate,
miglia dalla villa Olgiati, i legati furo- e foderate di velluto turchino con ri-
no incontrati dal maggiordomo della cami d'argento, con muli ben ad-
regina, che li fece ascendere in una dobbati non che una nobile chi-
,

regia carrozza, e giunti alla villa, nea pure guarnita di velluto tur-
trovarono che la regina li attende- chino, sulla quale montò la regina
va a pie' delle scale, uscendo loro in mezzo due Cardinali legati,
ai

incontro sino alla porta. Esauriti che già avevano assunto gli abiti
gli scambievoli uffizi, i legati pren- lunghi e le cappe; e preceduta in
dendo la regina in mezzo, ascesero cavalcata dal menzionato corteggio,
la carrozza del Pontefice , arvian- cui facevano parte in copioso nume-
dosi verso Roma, ove in mezzo ad ro cavalieri, si avviò per la porta
innumerabili torcie accese, giunsero a Flaminia, ove era attesa dal sacro
tre ore di notte. Quindi la regina Collegio a cavallo, essendo i Cardi-
fu presentata ad Alessandro VII. nali vestiti colle cappe e cappelli
Essendosi poi stabilito il giorno pontificaH. Il Cardinal Barberini, sic-
dicembre pel solenne ingresso in
9.3 come il più antico, fece alla regina
Roma della regina, il conte David in nome de'suoi colleghi un analogo
3o4 CAV CAV
complimento; ed essendo in quel insigniti di qualche grande ufficio
luogo terminato l'ufiìzio dei Cardi- nella romana corte, come di vice
nali legati, presero quello, che loro cancelliere, camerlengo , peniten-
conveniva nella cavalcata ^ e la re- ziere maggiore decano , del sa-
gina dopo tutti i Cardinali fu posta cro Collegio, e simili; che non
in mezzo dei Cardinali Orsini e dei Cardinali per nascita e per
Costaguti, siccome più anziani del- meriti distinti. Dice di più, die in
l'ordine dei diaconi. tali funerali i famigliari pontificii
Arrivata la cavalcata al Vatica- cavalcavano fino alla porla della
no, i Cardinali lasciarono la regina chiesa , e quindi si restituivano al
per andare nell'aula concistoriale a palazzo apostolico ; che se ac-
rna
rendere ubbidienza al Papa, rima- compagnavano il Cardinal decano,
nendo con essa i soli Cardinali de o altro principalissimo
porporato,
Medici , e Sforza, coi quali sali alla discendevano da cavallo, entravano
basilica di s. Pietro, ricevuta da in chiesa, e si trattenevano nel coro,
quel capitolo; e dopo aver adorato finche il clero terminava di cantare
il ss. Sacramento, esposto sull'allare le preci sul cadavere, e quindi se
maggiore, fu condotta al contiguo ne partivano.
palazzo apostolico, ove fu incontrata Questo cerimoniale si osservò sino
dal maggiordomo, da otto vescovi agli ultimi del secolo decorso, dap-
assistenti al soglio, dal maestro del poiché il Cancellieri, che pubblicò le

sacro ospizio, e dai due Cardinali sue Cappelle nel 1790, parlando a
Orsini e Costaguti , co' quali avea pag. 326 delle esequie de' Cardinali,
cavalcalo. Quindi entrata nella sala soggiunge che diverso era il traspor-
concistoriale tre volte si genuflesse to alla chiesa dei cadaveri dei Car-
in vedere Alessandro VII, e perve- dinali vice-cancelliere, camerlengo,
nuta al soglio ove sedeva, gli baciò decano e del penitenziere maggiore,
il piede e la mano, e con brevi perchè questi venivano portati di
parole scambievoli ebbe termine la giorno sopra un magnifico letto con
cerimonia. grandiosa pompa funebre, attorniati
dalla guardia svizzera, preceduti da
Cavalcata pel trasporto dei cada- tutte le confraternite, e seguiti dal
veri dei Cardinali^ decano del maggiordomo colia camera segreta,
sacro Collegio i vice cancelliere, dai vescovi assistenti al soglio, dai
camerlengo^ e penitenziere mag- chierici di camera , che incedevano
giore. su cavalli bardati a lutto, e col cor-
teggio delle carrozze nobili del Car-
Parlando il Sestini al capo XXIV, dinale defunto, nelle quali eranvi i

verso il fine, del rito antico delle di lui famigliari in abito lugubre.
esequie de' Cardinali, dice che il Certo è, che l' ultima cavalcata fu-
Papa soleva mandare la sua fami- nebre pei Cardinali decani, fu quella
glia in cavalcata ad accompagnare del Cardinal Carlo Alberto Guidobono
i cadaveri dei Cardinali capi d'or- Cavalchini, decano, che morì a* 12
dine, dal loro palazzo alla chiesa, marzo 1774» come l'ultima dei Car-
ovvero da questa ove si erano cele- dinali penitenzieri vuoisi essere stata
brate le esequie, a quella dove tu- la cavalcata del Cardinal Galli peni-
mulavansi , e di quelli che erano tenziere, il quale terminò i suoi gior-
,

CAV CAV 3o5


ni nel 1768. Abbiamo degli esempi, s. Giovatìiiì de' fiorentini, e del ca-
che sebbene tali cavalcate fossero in merlengo del clero, aventi ai lati i

uso, pure per alcuni non furono cursori pontificii colle mazze d' ar-

fatte, come pel Cardinal Tanara de- gento. Seguiva il letto , o talamo
cano del sagro Collegio, a cagione funebre portato da sedici persone
della sede vacante, perchè morì nel vestite di sacco , sebbene comparis-
1724; pel Cardinal Ottoboni vice- se portato da otto gentiluomini del-
che cessò di vivere nel
cancelliere, la sua corte vestiti a lutto, e proce-
1740; pel Cardinal Delci decano che devano quattro palafrenieri del de-
morì nel 1761 , forse perchè Cle- funto in gramaglia , e banderuole
mente XIII trovavasi in Castel Gan- cogli stemmi gentilizi . Ilcadavere
dolfo. Il Cardinal Petra poi peni- era vestito pontificalmente di color
tenziere maggiore , che morì nel violaceo, e veniva circondato da tre-

1748, vietò gli fosse fatta la ca- cento confrati de' mentovati sodali-
valcata funebre; tuttavia venne e- zi,portando ciascuno una torcia ac-
seguita, anzi v' intervennero i cap- cesa.Seguiti erano essi dalla fami-
pellani segreti , che nelle altre ca- gUa nobile in veste di gramaglia, o
valcate di questa specie non vi ave- coruccio. Indi cavalcava la famiglia
vano luogo, come si legge nella de- pontificia, che era stata intimata dai
scrizione, che fa di questa caval- cursori apostolici nel giorno prece-
cata il numero 4^32 dei Dìarii di dente. Pel primo cavalcava il capi-
Roma di detto anno. tano della guardia svizzera, con qua-
' Perchè poi si prenda una piìi ranta individui delia medesima, che
esatta nozione di queste cavalcate contornavano il defunto, e il suo se-
funebri , riporteremo l' estratto di guito» Appresso ed a cavallo incede-
quella fìUta nel 17 19 pel Cardinal vano i mazzieri Pontificii colle maz-
decano del sagro Collegio Nicolò ze, vestiti come nelle cavalcate. Con
Acciajuoli, fiorentino, creatura di Cle* essi camminavano due maestri delle
mente X , la cui relazione si leg-» cerimonie pontifìcie con mantellone
gè nel Diario di Roma di detto , e cappelli semi-pontificali; indi mon-
anno, num. iSS, pag. 7 e seg. Do-' signor maggiordomo in mezzo a tre
poche fu imbalsamato il cadavere arcivescovi e vescovi assistenti al so-
del Cardinal Acciajuoli , fu esposto glio , seguiti da cinque protonolari
in una sala del suo palazzo, ove i re- apostolici, in abito da cavalcata so-
ligiosi degli Ordini mendicanti si re- lenne con mantellone , e cappello
carono a recitare l' uffizio dei de- pontificale convenienti al grado di
funti. Quindi nella mattina del quar- ciascuno, con mule bardale di di-ap-

to giorno dopo la sua morte, seguì po paonazzo. A coppia progredivano


il trasporto del suo cadavere alla su mule con gualdrappe nere cap- i

chiesa nazionale di s. Giovanni dei pellani comuni, i camerieri extra, e


fiorentini, ove nelle ore pomeridia- gU scudieri con cappe e sopravveste
ne gli furono fatti i soliti funerali. rosse, e i primi con pelli di armel-
L'ordine pertanto del trasporto, e del- lini. Chiudeva il convoglio la car- ,

la cavalcata si componeva di cinque rozza nobile del defunto con fiocchi


a rei con fra terni te, dei religiosi cappuc- rossi, e due nere erano di seguito
cini, serviti, e domenicani, di parec- con diversi della sua corte.
chie coppie di preti, del parroco di I medesimi Diari di Roina^ del-
VOL. X. 20
,

3o6 CAV CAV


lo stesso anno 1719 num. 267, cui nel 7 1 1 4 avea
fatto celebrare
pag. 6, e seg., ci danno la relazio- pel figlio del re di Polonia, Alessan-
ne della cavalcata pel cadavere del dro Sobicski. Ed è perciò, che die-
Cardinal Spinola camerlengo di San- tro il feretro, seguiva il capitano
ta Romana Chiesa, le cui esequie si degli svizzeri a cavallo con cinquan-
celebrarono nella chiesa de' ss. XII ta uomini della sua guardia, proce-
apostoli sua parroccliia, sebbene aves- dendo in cavalcata i mazzieri pon-
se disposto, che il suo cadavere fosse tificii, due maestri delle cerimonie,

tumulato nella chiesa di s. Andrea monsignor maggiordomo i vescovi ,

presso il noviziato de' gesuiti. La ed arcivescovi assistenti al ponti-


sera quindi dopo le ore ventiquat- ficio soglio i protonotari apo-
,

tro si portò alla chiesa de' ss. XII stolici partecipanti , e le tre clas-
apostoli la consueta cavalcata della si de' cappellani comuni , camerieri
corte pontificia , col capitano della extra^ e scudieri, famigliari tutti del
guardia svizzera ec. Il cadavere era Papa in cappa e sopravveste rossa
collocato sul consueto letto pontifi- con gualdrappe nere, precedente-
calmente vestito, e l'ordine della pro- mente avvisati dai cursori apostolici.
cessione della cavalcata fu come la Assistettero essi anche alla messa di
precedente, meno che essendo stato requiem , in urlo agli ordini della
questo porporato protettore dell'ospi- prelatura j nella chiesa di s. Maria
zio apostolico dis. Michele, v' inter- della Vittoria.
vennero gli alunni di quello, venen- Nel pontificato di Clemente XII,
do circondato da trecento
il letto essendo morta 1735 in Roma nel
torcie portate da' confrati* Si deve la regina Maria Cle-
d' Inghilterra
poi avvertire, che come camerlengo, mentina moglie di Giacomo III, il
dopo i protonotarii apostolici caval- Papa colla sopraintendenza di mon-
carono anche i chierici di Camera. signor maggiordomo le fece celebra-
Quanto poi agli individui, che inter- re nella chiesa de' ss. XII apostoli
venivano oltre i consueti alle caval- solennissime esequie, quindi seguì il

cate funebri pei Cardinali vice-can- magnifico trasporto del di lei cada-
e penitenzieri maggiori ( Vedi)y
cellieri, vere alla basilica vaticana, coli' in-

se ne tratta a quegli articoli. E no- tervento delle confraternite, del cle-

to, che se il Cardinale vice-cancel- ro regolare, del capitolo vaticano, ec,


liere, o camerlengo fossero stati del- venendo seguito il feretro dalla ca-
l'ordine de' diaconi, i sacri paramenti valcata solita, cioè dal capitano del-
erano di color rosso, vestendosi solo la guardia svizzera, da' mazzieri, dai
i cadaveri de' Cardinali vescovi e maestri di cerimonie, dal maggiordo-
preti di colore paonazzo. mo, dai vescovi assistenti al soglio,

Le suddescritte cavalcate della fa- dai protonotari apostolici, e cappel-


miglia pontificia
, si facevano anco lani comuni, dai camerieri extra, e
per accompagnare sovrani morti in scudieri del Papa, tutti con abiti da
Roma. Di fatti, per dire soltanto di cavalcata, non che dai pontificii pa-
alcuni, Clemente XI, nel 1 7 1 9, per lafreniericon torcie accese.
la morte del serenissimo Filippo Siccome poi 1' ultima cavalcata
Maurizio, figlio dell'elettore Massi- per una regina defunta ebbe luogo
miliano di Baviera, volle che gli fos- in Roma nel 18 19, e fu eguale a
sero resi i medesimi onori funebri, quella eseguita per altri sovrani der
, ,

CAV CAV 3o7


funtl in detta capitale, ci sembra in- cese, e subito dopo i religiosi di do-
dispensabile di darne qui un cenno. dici diversi Ordini, avendo ognuno
Ebbe luogo questa cavalcata pei fu- di essi le candele accese, e di piì^i

nerali resi a Maria Luisa di Borbo- due prima coppia a


torcie in ogni
ne, regina delle Spagne e delle In- lato de' loro stendardini. Seguivano
die, moglie del re Carlo IV, morta quindi i due parrochi di s. Pietro
a' 2 gennaio di quell' anno. Dopo e di s. Susanna, e nel mezzo di essi
essersi il suo cadavere esposto nelle il camerlengo del clero, tutti e tre

camere del palazzo Barberini, dalla con cotta, stola, e torcia accesa ;

defunta abitato, sopra elevato letto, e dopo di essi i musici cappellani


e sotto sontuoso trono, fregiato coi e gli alunni del seminario di s. Pie-
reali ordini, di cui era insignita, la tro, e finalmente i due capitoli uni-
sera dei 9 di detto mese se ne fe- tij vaticano, e liberiano. Quest' ulti-
ce il trasporto alla basilica liberia- mo prese la mano sinistra per tutta
na, ove nel di seguente ebbe luogo la strada, passando poi alla destra
la cappella papale, celebrando la neir entrare nella gran piazza di s.
messa il Cardinale Emmanuele de Pietro, avendo tutti torcie accese in
Gregorio, e lodandone le gesta lo mano. Indi veniva il gran letto, su cui
spagnuolo monsig. Marco y Catalan giaceva il cadavere della defunta, ve-
poi Cardinale, ed allora uditore di stito d'un abito di lama d'argento, col

rota per la corona di Aragona. Quin- grandioso real manto di velluto cre-
di alle due ore pomeridiane inco- misi, foderato di pelli d'armellini, colla
minciò la solenne pompa funebre corona regia in capo. Era il letto coper-
del trasporto del real cadavere alla to di preziosa coltre di lama d'oro con-
basilica vaticana per la strada papa- tornata di velluto nero guarnito di gal-
le, e coir ordine seguente. Dopo uno lone, e di fregi consimili, coi quattro
squadrone di carabinieri a cavallo stemmi reali ai lati. Esso però veni-
venivano quindici tamburini col lo- va preceduto da duecento sessanta, e
ro tamburo scordato, e coperto di seguito da altri duecento fratelli dei
nero, e quindi la banda del distac- menzionati sodalizi a quattro a quat-
camento d' infanteria granatiera, che tro ripartiti, tutti con torcie accese
marciava co'fucili a funerale, e col- sollevate in alto; avendo ai due lati
r insegna di cipresso nel berretto- quaranta sacerdoti nazionali del clero
ne, insegna portata pur da tut- secolare e regolare, mentre la guardia
ta la milizia, che vi era. Succede- svizzera contornava il letto medesimo.
vano i letterati di s. Michele, il I quattro lembi della coltre erano
collegio degli orfani, e venti arci- sostenuti da altrettanti principi roma-
confraternite ciascuna col suo sten- ni, grandi di Spagna, e quattro gentil-
dardino avanti, e col cappellano uomini di corte sostenevano sulle aste
in cotta e stola in fine, e coi fra- le banderuole di lama d' argento, in

telli vestiti col proprio sacco, colla cui vi era l'arma reale con ricami
candela accesa in mano, alternando e trine d'oro intorno, mentre al
con funebre canto i salmi deiruffizio lato destro del letto incedevano il
de' morti. cavallerizzo maggiore, ed il mag-
Veniva di poi la croce inalbera- giordomo maggiore al sinistro. Ve-
ta del capitolo vaticano con tre custo- niva dietro un altro coro di cappel-
di, e quattro accoliti con torcia ac- lani cantori in veste talare e cotta,
,,

3o8 CAV CAV


e quindi aveanoluogodue volanti o lac- i cappellani comuni, i camerieri eX'
chè, due guardaporloni, due stattleri tra, e gli scudieri colle loro cappe,
cogii ombrelli sotto il braccio, e tutti e cappucci rossi, i primi colle pelli

gli altri staffieri e famigliari con torcie di armellini, e tutti coi cappelli ne-
egualmente accese ; ed inoltre ac- ri ecclesiastici. Finalmente vi erano
compagnavano la funebre pompa il dodici palafrenieri pontificii con tor-
ministro di Spagna presso la Santa cie di cera, e quattro garzoni di scu-
Sede, Vargas y Laguna. deria con quelle di pece.
Dopo tutto ciò veniva la solenne Le carrozze di coite in tutta ga-
cavalcata della famiglia pontificia la, che venivano dietro, erano lira-
ia quale cominciava co' soldati sviz- te, la prima da otto, e le due altre

zeri, dopo di essi il loro ca-


aventi da sei cavaUi. Dopo vi era la grati
pitano, e due mazzieri a cavallo carrozza, in cui il regio cadavere
colle mazze d'argento poste a tra- era stato trasportato la sera antece-
verso suir arcione della sella, e due dente dal palazzo Barberini alla ba-
maestri delle cerimonie pontifìcie in silica liberiana, e poi dieci altre car-
mantellone, cappuccio, e cappello se- rozze con ricchi, e vaghi finimenti,
mi-pontificale negro foderato di pao- nelle quaU eranvi le dame di palazzo,
nazzo, con cordoni e fiocchi misti le cameriste, ed altre persone distinte
dello stesso colore paonazzo e nero. addette al servigio della corte me-
Poi succedeva monsig. Frosi ni, prefetto desima. Vi erano altresì le ciurozze
de'sacri palazzi apostolici e maggiordo- di sua maestà la duchessa di Luc-
mo di Pio VII, a cavallo, nel mezzo ca, del ministro di Spagna, e quel-
dei monsignori Fratlini arcivescovo le di pielali, e personaggi ragguar-
di Filippi, e vicegerente di Roma, e devoli, cheavevano luogo nella pom-
Caprano arcivescovo d' Iconio pari- pa funebre. Marciava in ultimo un
menti a cavallo, tutti in gran man- ben grosso distaccamento di guardia

tellone, cappuccio, e cappello ponti- civica scelta, con la banda, e co'tam-


ficale, col divario per altro, che gli buri nel modo stesso della milizia

arcivescovi, e gli altri vescovi, i quali di linea, e dietro ad esso uno squa-
venivano dopo, avevano lo stesso drone di cavalleria.
cappello pontificale nero, ma fode- il real cadavere fu vicino
Allorché
rato non già di paonazzo, bensì di a Castel s. Angelo, venne salutato
seta verde, e col cordone, e co'fioc- con molti colpi di artiglieria ; e giunto
chi di egualcolore. Seguivano in che fu nella cappella del coro della
pari modo a due a due gli altri basilica vaticana, venne ricevuto dal
cioè i vescovi assistenti al soglio pon- Cardinal Mattei arciprete con tutto
tificio, cioè i monsignori Menochio quel capitolo, e quindi ebbe luogo
vescovo di Porfirio, e sagrista pon- l'assoluzione del cadavere. Questo
tificio, e Margarita, vescovo di Gra- allora dal gran letto fu posto in al-
vina e Monte Peloso. Cavalcavano tro più piccolo, donde dai gentiluo-
appresso i monsignori protonotari mini della reale defunta fu colloca-
apostolici Zambelli, Ugolini, e Pia- to nella prima cassa di cipresso con
netti, col cappello paonazzo fodera- materasso, e guanciale di seta, con
to di seta cremisi con cordoni e fioc- la corona in capo, e con altre in-

chi di egual colore, come anche ca- segne reali. La prima dama di pa-
valcavano i cubicularii del Papa, cioè lazzo, e le cameriste ricuoprirono
,

CAV CAV 309


tutto corpo con due veli di se-
il § III. Cavalcate degli Jmhascìator^
tn, ed appiè di esso fu posta una presso la Sa/ita Sede.
borsa chiusa con tre medaglie, una
d'oro, r altra d' argento, e la terza Oltre quanto dicemmo all'articolo
di rame, in una parte della quale Ambasciatori § V
(Fedi) ^ è indi-
\ì era l' effìgie in rilievo della de- spensabile riportare qui alcune no-
funta regina col suo nome, e dal- tizie compendiate sulle cavalcate so-
l' altra il di lei elogio. In altra bor- lenni del loro ingresso in Roma
sa, parimenti posta a' piedi, fu rin- sulle cavalcate colle quali
porta- si

chiuso il suggello reale, e quindi vano al concistoro pubblico, e sulla


con doppia serratura venne chiusa cavalcata dell'ambasciatore del re
la detta prima cassa, la quale fu po- delle due Sicilie in presentare al Pa-
sta dentro un'altra di piombo chiusa pa il tributo della Chinea nella vi-
del pari, e suggellata cogli stemmi gilia della festa de' ss. Pietro e Pao-
di Spagna, del Cardinal arciprete, lo o in altri tempi, dove quel gior-
del capitolo vaticano, e del mini- no non si fosse potuto effettuare per
stro di Spagna, venendovi posta so- riguardo della sede vacante. Anti-
pra analoga iscrizione. Indi seguì chissimo è poi il rito di ricevere gli
l'atto formale di consegna del ca- ambasciatori, o legati de' principi con
davere, e la cassa di piombo, collo- accoglienze, ed onori singolarissimi,
cata in una terza di legno, fu tras- come si può vedere in Bruno Con-
portata in deposito nelle grotte va- rado, De legationibuSy lib. V, e. 6.
ticane. Nella mattina seguente poi, Trattando il citato Sestini al cap.
con permesso di Pio VII, fu cele- 18 degli ambasciatori, che si reca-
brato altro funerale nella cappella vano in Roma, dice che si recava-
del coro della stessa basilica erigen- no al concistoro pubblico o semi- ,

dosi un magnifico tumulo sovrasta- pubblico, per l'udienza formale del


to dalia regia corona. Cantò messa Papa, gli ambasciatori de'principi, e
monsignor Guerrieri arcivescovo, cui delle repubbliche, ed anche quello
assisterono ventiquattro Cardinali. di Bologna, i quali facevano la caval-
Tanto il trasporto, che la cavalcata, cata tanto per la pubblica entrata
e le funebri funzioni furono eguali o ingresso, che nella mattina in cui
in tutto a quanto si praticò in Ro- andavano al concistoro. Di fatti si
ma, nel 1689, alla regina Ci'istina legge nei Diari dell' Alaleona presso
di Svezia, nel 17 35, alla regina Ma- il Gallico, Jcta caereni., che ai 1
ria Clementina Sobiesky, della Gran di maggio 162 1 in giorno di do-
Brettagna; e nel 1766, per Giaco- menica fecero l'entrata in Roma tre
mo 111 re della stessa Gran Bretta- ambasciatori della repubblica di Luc-
gna, tutti morti in Roma. P^. De- ca con bella cavalcata, ed ai 4 elei
scrizione degli onori funebri renda- medesimo mese gli stessi ambascia-
ti in Roma dalla real corte di Spa- tori di Lucca fecero l'altra cavalca-
gna a sua maestà cattolica Maria ta, ed andarono al concistoro pub-

Luisa di Borbone regina delle Spa- blico a rendere ubbidienza a Gre-


gne e delle Indie il di i o gennaio gorio XV, nel cui possesso caval-
1819 colla orazione funebre, Roma carono fra i nipoti del Papa, e gli

pel de Romanis. ambasciatori de' principi.


Neil' ingresso degli ambasciatori, ì
3 IO CAV CAV
Cardinali mandavano i loro gentil- gesuita; giacché gli altri ambascia-
uomini non che le mule coi fmi-
, tori solevano fare un discorso , cui
menti di gala che erano cavalcate , rispondeva il prelato segretario dei
dai palafrenieri portando dietro le ,
brevi a' principi a nome del Papa.
spalle il cappello rosso pontificale Ascoltata da Gregorio XIII la let-
del loro padrone. Il Papa soleva tura delle lettere, vedendo da si lon-
onorarli colla sua guardia de' ca vai- tane regioni riconosciuta la catte-
leggieri dal luogo ove avea iuco- dra di s. Pietro, nell'abbracciare gli
mincianiento la cavalcala, cioè dal ambasciatori, più volte esclamò: Ora
palazzo eretto da Papa Giulio III s\ mio Dio, che il vostro servo va
fuori della porta Flaminia, sino al pa- a morire in pacej ed alle sue la-
lazzo delVambasciatore, ed altresì col grime di consolazione, seguirono quel-
maggiordomo, con altri prelati, e con lede'Cardinali, e degli spettatori. Gui-
alcuni de' suoi intimi famigliari, che do Gualtieri scrisse esattamente la/fe-
prendevano in mezzo l'ambasciatore, lazione della venuta degli ambascia-
ed allorquando nella stessa cavalcata tori giapponesi a Roma,Jlno alla lo-
intervennero altri ambasciatori, veni- re partenza per Lisbona , Roma 1 586.
va ognuno di essi accompagnato da Per dare poi un' idea della ca-
più prelati alla sua abitazione. Alla valcata del solenne ingresso degli
cavalcata poi del concistoro, soggiun- ambasciatori in Roma, accenneremo
ge lo stesso Sestini, che i Cardinali quella fatta nel ij^-'2 sotto Bene-
mandavano molti gentiluomini, ma detto XIV, dal ball Guerin de Ten-
non le mule; e che l'ordine della cin,ambasciatore del sacro militare
cavalcata, il suono de' tamburi e , Ordine gerosolimitano, detto di Mal-
l'esplosione delie artiglierie aveano ta. Precedevano quattro tamburi
luogo come nelle cavalcate de' Car- del senato romano, un corriere, due
dinali , venendo in essa dall'amba- guardaportoni a cavallo; indi segui-
sciatore invitati, oltre il maggiordo- vano due trombetti, e due forieri a
mo, le tre classi dei cappellani co- cavallo ; poi dodici carriaggi col
muni , camerieri extra , e scudieri maestro di stalla, e il maniscalco.
famigliari del Papa. Succedevano dodici staffieri a cavallo
Quando nel pontificato di Grego- con livree di colore gi'igio ferro, con
rio XIII, i tre re di Bungo, di Ari- camiciuole verdi gallonate d'argento,
ma e di Omura nel Giappone, eb- qon cappelli bordati, e gualdrappe,
bero ricevuta la luce del vangelo l^i seguivano il decano con abito
per opera de' gesuiti , volendo quei distinto di panno fino, e bottoniera
principi rendere ubbidienza al vica- d'argento, due scopatori segreti con
rio di Cristo, spedirono a Roma abiti di colore cannellino con bot-
quattro principi in ambasceria. Giun- toni d' argento ,
camiciuole verdi
ti in Roma, a'sS marzo i585, fu- guarnite d'argento, cappelli bordati,
rono con solenne cavalcata da tutta e valdrappe con copertine alle pi-
la corte romana condotti al palazzo stole di scarlatto guernile d'oro,
vaticano , e quivi in pubblico con- mentre gli staffieri le avevano co-
cistoro baciarono i piedi al gran perte con trine di seta e d'argento.
Pontefice Gregorio XIII, consegnan- Succedevano quattro ufficiali, due
dogli le lettere de' lispettivi sovra- di credenza e due di cucina con
,

ni, servendo d' interprete il p. Maffei abiti di scarlatto rosso con -bottoni
,

CAV CAV 3ri


d*oro, camiciuole verdi di seta gal- ne, e cappello pontificale, i cappel-
lonate d'oro, cappelli bordati a pun- lani comuni con vesti, e cappe rosse
to di spagna, e valdrappe con co- foderate con pelli di armellini; quat-
pertine alle pistole, di velluto rosso tro carrozze berline tirate a sei ca-
gallonate d' argento. Poscia cavalca- valli, con entro alcuni fr. cappellani
vano quattro ajutanti camera
di dell'Ordine, il maestro di camera,
vestiti con abito di finissimo panno i segretari, ed altri famigliari. Fi-
color cenerino, riccamente guarnito nalmente chiudevano la cavalcata
d'argento, con camiciuole di drappo le mule de'Cardinali, ambasciatori,
verde con guarnizione pure
di seta principi, e ministri esteri, in tutti
d'argento, con cappelli bordati a più di cento, facendo la via del
punto di spagna d'argento, con gual- corso fino a s. Giovanni della Pigna,
drappa e copertina alle pistole, di ove era il palazzo dell'ambasciatore,
velluto rosso gallonato di argento. il quale in questa sua residenza
Indi venivano sette cavalli di rispet- trattò tutti di lauti rinfreschi , e
to, maestro di casa e il guarda-
il poscia ringraziandoli si licenziò da-
roba con vestiti gallonati d' oro e gl'intervenuti alla cavalcata.
di argento; quattro paggi con abiti Riguardo alla ca.valcata per la
trinati di argento; quattro gentiluo- presentazione della chinea, eh' ebbe
mini col maggiordomo e col cavalle^ luogo sino all'anno 1788, essa face-
rizzo con abiti ricamati d'oro e di vasi nel seguentemodo. L'ambascia-
argento , fiancheggiati dagli staf- tore straordinario, destinato dal re
fieri , essendo tutti famigliari del- delle due Sicilie a presentare il

l' Procedevano poi a


ambasciatore. censo della chinea, riceveva nel
cavallo due compagnie di cavalleg- proprio palazzo i complimenti dei
gieri del Papa; diciannove palafre- gentiluomini de' Cardinali, ambascia-
nieri sopra mule dei
de' Cardinali tori, principi, e della nobiltà sud-
loro padroni, con bardature rosse, dita o feudataria alla corona Sici-
e cappello pontificale di egual colore liana, cui faceva servire di splendi-
pendente dietro le spalle; circa cento di rinfreschi, e dopo s'incominciava
gentiluomini de'Cardinali, ambascia- la cavalcata per la basilica vaticana,
tori, principi, e ministri esteri, pro^ ovvero alla chiesa di s. Maria del
seguiti da due trombe di cavalleg- Popolo, ove fu talvolta presentata
gieri.Indi gli scudieri, e camerieri la chinea, colla seguente pompa ed
extra del Pontefice colle loro vesti ordinanza.
e cappe rosse; diciotto cavalieri di Dopo i tamburi dei fedeli del
Malta il capitano degli
, svizzeri Campidoglio, venivano trombe
le

due maestri di cerimonie, e la guar- dell'ambasciatore, e la compagnia

dia svizzera. Poscia era cavalcato un dei cavalleggieri del Papa, seguita
cavallo stornello dall'ambasciatore in dai loro capitani, corteggiati dai
abito da campagna, cioè giustacuore propri paggi a cavallo, e dagli staf-

di velluto celeste guarnito d'oro, in fieri a piedi in livree di gala. Poscia


mezzo ad un arcivescovo, e ad un cavalcava capitano degH svizzeri
il

protonotario apostolico ,
preceduto fra i tamburi, e il succedeva
suoi
da dodici lacchè. Appresso a lui ca- r ambasciatore in abito di ganzo
valcavano due mazzieri pontificii, i d'oro, circondato dalla guardia sviz-
protonotari apostohci con mantello- zera con dodici paggi, sl'Ì volanti,
3i7. CA.V CAV
e altretlnriti guardaportoni, oltre un nosca la diversità, che passa fra quel-
gran ninnerò di servitori, seguiti lo del secolo passato, e l' ultimo preso
dal ciivallerizzo, e da molte lancia nel corrente, ne riporteremo i due
spezzate a piedi. Quindi camminava seguenti.
la mula bianca, o chinea guidata
Relazione dèlia nobilissima caval-
dai palafrenieri del medesimo am-
cata fatta nel possesso del sena-
basciatore , fiancheggiata da altri
tore di Roma, preso a' i!^ gen-
svizzeri, chiudendo la cavalcata i
naio 17 12 dal marchese Mario
prelati nazionali sopra delle mule
Frangipane.
bardate, serviti dai propri famigli,
ed infine quattro mute a sei cavalli, Avendo Clemente XI dichiarato
che tiravano altrettante superbe car- senatore di Ronia il marchese Fran-
rozze, oltre altre otto carrozze a coda. gipane, e stabilitosi il senatorio pos-
Nel passare la cavalcata innanzi sesso con solenne cavalcata nel detto
la fortezza di Castel s. Angelo, ve- giorno, vestito il senatore con sot-

niva salutata da alcune salve di tana di raso cremisi, e paludamento


cannoni, e pervenuta alla basilica di broccato d'oro, con preziosa col-
vaticana, facevasi quella funzione lana al collo, si portò privatamente
che descrivesi air articolo Cappelle in carrozza dal Campidoglio al pa-
Pontificie ,
parlandosi del vespero lazzo vaticano, ove introdotto dal
pontificale per la festività dei prin- maestro di camera, e da due ceri-
cipi degli apostoli. Terminata la monieri del Pontefice, genuflesso fece
presentazione della chinea, l'amba- il giuramento di fedeltà, facendone
sciatore invece di cavalcare, ascen- rogito gli stessi cerimonieri. Quindi
deva nella sua carrozzii più nobile Clemente XI gli consegnò lo scettro
,in compagnia di tre prelati, e re- d' avorio, e fatti dal senatore i de-
cavasi al suo palazzo, ove nella sera, biti ringraziamenti, se ne partì. In-
e in quella seguente faceva gran tanto la cavalcata fu regolata dai
ricevimento, con sontuose dimostra- cerimonieri pontificii coli' ordine, che
zioni di gioja, diciamo. Cavalcava il bargello di
Campidoglio seguito dalle sue lancie
§ IV. Cavalcata del senatore di
spezzate a piedi; indi succedevano
Roma pel possesso in Campido-
due tamburi dei fedeli ed otto ,
glio,
sergenti, tutti con bande rosse, e
Eletto dal sovrano Pontefice il gialle di taffeltano, e penne simili.
senatore di Roma, si reca a pre- Proseguivano due paggi con bande,
stargli il giuramento di fedeltà, ed e penne tenendo impugnata nella
a ricevere dalle mani del Papa lo mano destra una spada nuda, e
scettro d' avorio. Per prendere poi nella sinistra una targa collo stem-
il possesso della sua dignità, va ma del nuovo senatore; un uilìciale
con magnifica pompa al Campido- con bande, e penne e partegiana,
glio, cavalcando una chinea del pa- e il capitano de'capotori con bande,
lazzo apostolico riccamente bardata, e penne doppie, co'suoi servitori in
preceduto da numerosa cavalcata. livrea.
Questa si fa tuttora se il senatore Appresso venivano i rappresentanti
prende possesso in forma pubblica i quattordici rioni di Pvoma due per
e con solennità, ma perchè si co- due, con tamburo battente, rappre-
CAV CAV 3i3
sentaliognuno da un officiale con ban- li insegne. Succedevano due paggi
da e penne, avente nella mano destra a cavallo con due grandi stendardi
la spada nuda, e nella sinistra un colle predette armi , ed altri due
targone con arme; da un capotoro paggi con ispada e targa: poscia
con penne e bande, da un deputa- venivano i capotori, due altri trom-
to coir insegna del rione, con ban- betti del popolo romano, ed il te-

t de e penne, da un paggio che sos- nente della guardia svizzera con


teneva la punta di dette insegne, molti individui di questa. Altri due
parimenti con bande e penne, e da paggi sostenevano lo stocco senato-
quaranta soldati marciando per quat- rio foderato di velluto cremisi, ed
tro, mentre marciava dopo il XIV il cappello di broccato; indi un mae-
rione il tenente de' capotori. Ca- stro di cerimonie pontifìcio, e molti
valcava poscia maestro di stalla
il palafrenieri del senatore, sei de'qua-
con quaranta muli, con testiere a- li con bastoni dorati con arme del
dornate di penne gialle e rosse , e Sommo Pontefice, del popolo ro-
guarnizioni inargentate, tirando car- mano, e del senatore.
ri con casse coperte da portiere, e In mezzo alla guardia svizzera
guidale da mulattieri vestiti con cavalcava il senatore con paluda-
palandre di panno rosso, guarnite mento di broccato, collo scettro d'a-
di trine d'oro, collo stemma del se- vorio in mano , sopra cavallo con
natore di lastra dorata sulla schie- ricca gualdrappa di velluto cremisi,
na, e berrettone rosso guarnito di ricamata d'oro, seguendolo un ser-
oro. Seguivano dieci cavalli da ma- vitore coir ombrella serrata, che l'al-
neggio, guidati da dieci famigli di zò così chiusa fuori della piazza Va-
stalla come i mulattieri
vestiti . ticana. Neil' uscire, che fece dal pa-
Quindi cavalcava una compagnia di lazzo, apostolico , il senatore fu sa-
cavalJeggieri coi trombetti, e i pala- lutato dalla guardia svizzera , con
frenieri dei Cardinali con mule bar- una salva di passando
mortari , e
date e cappello pontificale pendente avanti Castel s. Angelo, si spararono
dalle spalle. A cavallo pur seguiva- ventiquattro colpi di cannone. Ca-
no quattordici mandatari di Cam- valcavano poi appresso il senatore
pidoglio, con valigie del senatore i due collaterali di Campidoglio, il
fregiate del di lui stemma. Proce- giudice criminale, l'avvocato de' po-
devano in nobile cavalcata un co- veri di Campidoglio , il sostituto fi-
pioso numero di gentiluomini dei scale , il protonotario del senatore,
Cardinali, dei baroni, e degli am- e il collegio de' notari capitolini. Se-
basciatori, non che de' cavalieri ro- guiva la carrozza grande senatoria
mani ed regolati da quat-
esteri, con fiocchi neri , con altre due si-

tro romani deputati dal


signori mili, essendo vestiti i cocchieri con
Papa. Appresso canmiinavano quat- maniche e giubboni di raso gial-
tro trombetti vestiti di panno fi- lo gallonato d'oro, con calzoni, e
no di colore rosso cogli svolazzi
, sacconi rossi pure gallonati d' oro.
alle trombe, aventi da una parte Procedendo la cavalcata per la stra-
l'arma del popolo romano, e dal- da papale, tutta magnifica per gli
la lira quella del senatore, prece- apparati, e tappezzerie esposte alla
duti da quattro tamburi colle livree finestre e loggie, pervenne al Cam-
del popolo romano, decorati di cgua- pidoglio, ove smontato il senatore
3i4 CAV CAV
da cavallo, s'avviò alla contigua chie- natore si portò privatamente al pa-»
sa di s. Maria d' Araceli , ed incon- lazzo apostolico Quirinale, ed occu-
dopo aver
tralo dai minori osservanti, pato l'appartamento detto delle con-
adorato Sacramento, e baciato
il ss. gregazioni , ivi ricevette i complimenti
laltare maggiore, lasciò ivi un'obla- degli ambasciatori, ministri esteri, e
zione. All'uscire della chiesa, i musici principi romani, non che dei Cardi-
collocati sulCampidoglio suonarono nali esternati dai loro rispettivi gen-
lietamente, ed ossequiato il senatore tiluomini spediti a tal uopo, ed anco
dai tre conservatori di Roma , e per corteggiarlo nella solenne caval-
priore de* caporioni, ascese nella sala cata. Giunta l'ora di ascendere al-
del palazzo senatorio, e postosi a se- l' appartamento superiore, sospesa
la
dere, consegnò il breve di sua ele- detta udienza, con pubblica forma-
zione al primo conservatore, il quale lità, accompagnato dai maestri delle
lo diede a leggere allo scriba del sena- cerimonie si recò nelle pontifìcie
to, dopo di che prestò il senatore il camere, accolto da tutti i ceti delle
consueto giuramento di conservare, persone, che componevano la nobile
e mantenere i diritti e le preroga- famiglia pontificia. Allorché il Papa
tive del popolo romano. E quindi ebbe avviso, che senatore era giun-
il

avendo ringraziati ed accompagnati to, uscì dalle sue stanze vestito di


i conservatori, ed il priore de' ca- rocchetto e mozzetta , e postosi a
porioni, ricevette le congratulazioni sedere sotto il trono, avendo a' suoi

della nobiltà, e fece imbandire un lati maggiordomo, il maestro di


il

sontuoso rinfresco, mentre a bene- camera, e facendogli corona tutte


ficio del popolo le fontane dei due le nobili persone componenti la ca-
leoni a pie delle scale di Campido- mera segreta, fu quindi il senatore
glio gettavano vino; avvenimento introdotto da due cerimonieri avanti
che fu anche festeggiato colla illu- al Pontefice, e, previe le consuete
minazione del Campidoglio per due cerimonie, andò a' piedi del me-
sere con sfarzo di cera , non meno
i desimo, e genuflesso emise il con-
che con altre dimostrazioni giulive. sueto giuramento di fedeltà verso
Tale Cavalcata e pompa è pur de- la di lui sacra persona, e suoi suc-
scritta dal Piazza nel suo Emerolo- cessori, e dibene e fedelmente eser-r
gio dì Roma cristiana j ecclesiasti- citare il commessogli onorifico im-
ca e gentile jtom. I, pag. 364 e piego, precipuamente nell' ammini-
seg., nella qual funzione egli vede strazione della giustizia. Indi ricevette
rinnovarsi in Roma la memoria de- dal Papa lo scettro di avorio , in-
gli antichi trionfi del celebra tissimo segna dell' autorità e giurisdizione
Campidoglio. senatoria , colla consueta formula :

jéccipe sceptrunij et esto senator Ur-


Relazione della cavalcata e solen-
bis. In nomine Patrisj et Filii^ et Spi-r
ne possesso preso il dì 21 giugno
ritiis sancti. Amen.
18 18 dal principe d. Tommaso
Allora il senatore alzandosi in pie-
Corsini della dignità di senatore
di pronunziò un eloquente ringra-
di Romaj conferitagli dal Ponte-
ziamento, cui rispose il Papa ade-
fice Pio VII.
quatamente, e benedicendolo fece
Nel detto giorno, verso le ore ritorno alle sue stanze. 11 senatore
quattro pomeridiane, il novello se- si recò nelle precedenti camere de-
,, ,

CAV CAV 3j5


sllnategli , aspettando il momento dente dalle spalle. Poscia cavalcava-
per montare a cavallo, e recai'si alla no i cursori della curia capitolina, e
cavalcata per le vie destinate al i gentiluomini dei Cardinali. Succe-
Campidoglio. Come fu tutto in or- devano egualmente a cavallo le
dine, incominciò la cavalcata nel guardie nobili pontifìcie, ed imme-
modo seguente. diatamente appresso i camerieri d'o-
Precedeva un picchetto di carabi- nore, e segreti di .spada e cappa del
nieri a cavallo per isbarazzare la Papa a cavallo. Quindi la banda
strada. Venivano quindi a lunghis- della truppa capitolina, cavalcando
sima fila le carvozze degli ambascia- poi iin paggio con valigia del sena-
tori, e ministri esteri con entro i tore, e due paggi di esso, uno collo,

rispettivi gentiluomini, che, come di- stendardo del popolo romano, e l'al-
cemmo, già erano slati nel palazzo tro con quello del senatore. Veniva
pontificio a complimentare il sena- intermedio il capitano della guardia
tore, in nome
de' suddetti ambascia- svizzera a cavallo, cui seguivano al-
tori e ministri. Seguiva un altro tridue paggi dello stesso senatore
picchetto di carabinieri a cavallo a cavallo, uno col cappello, l'altra
quindi apriva la marcia militare il collo stocco senatorio. Dipoi un ce-
corpo dei pompieri col suo coman- rimoniere pontifìcio a cavallo, e fi-
dante a cavallo. Marciava in seguito nalmente compariva il senatore d\
im battaglione di granatieri di li- Roma principe Corsini nel nobile,
nea, con banda e tamburi, alla testa abito di sua dignità con sottana di
del quale eravi un capo di batta- amuer ponsò, e rubbone di lama
glione a cavallo. Segtiiya altro bat- d' oro, e consueta collana, cavalcan-
taglione di truppa civica, con ban- do un bellissimo destriere riccamen-
da e tamburi comandato da un
, te bardato con valdrappa di vellu-
capo di baltaglione a cavallo. Dipoi to cremisi ricamata d'oro, e coper-
venivano le trombette ed i tamburi tura fatta a rete d» seta e oro, con
del Campidoglio, quindi il capitano istaffe e finimenti dorati. Circonda-
della truppa capitolina a cavallo col to egli era dai fedeli della camera
suo ajutante , il quale era seguito capitolina, e dalla guardia svizzera
da un plotone di uffiziali e sotto , del Pontefice. Si dee qui avvertire,
uffiziali della truppa suddetta. Im- che il cavallo in nome del Papa
mediatamente sventolavano le ban- fu presentato al senatore nel punto
diere dei quattordici rioni di Roma di ascendervi, dal cavallerizzo mag-
in gruppo, alle quali teneva dietro giore pontifìcio, mediante un breve
la milizia urbana dei capotori. Ap- complimento a cui rispose analo-,

presso cavalcava un foriere del se- gamente il senatore. In seguito ve-


natore, seguito da venti carriaggi nivano sopra cavalli coperti d'uni-
coperti , del medesimo senatore forme, testiera^ e valdrappe di pan-
il cui sopraintendente della scude- no nero, il primo collaterale eser-
ria con dieci cavalli da
seguivali cente pel senatore le veci di presi-
maneggio. Indi venivano due sezio- dente, il secondo collaterale, ed udi-
ni di dragoni, e due di carabinieri tore particolare del medesimo, i qua-

a cavallo coi loro uffiziali ;


quindi li come componenti il tribunale ci-
i palafrenieri de' Cardinali a caval- vile della curia capitolina, indossa-
lo, col cappello Cardinalizio pen- vano maestosa toga ornata di vel-
, ,

3i6 CAV CAV


luto, e fasciè nere. Ai giutlici civili re ne
, l)aclò con venerazione la
sucivdevail luo>i;otenenle criminale, mensa, e lasciò in dono quattro son-
e giudice de' malefici! con egual to- tuosi reliquiari d'argento. Adernpiu-
ga ed ornalo. Al lato del suddetto ti in tal modo gli atti religiosi, di-
erano l'avvocalo de' poveri del Cam- scese dal tempio sempre scortato
,

pidoglio, ed il sostituto fiscale con dalla guardia svizzera, e dalle ban-


toga corrispondente alla low rap- diere de* rioni in due altre divise
presentanza. Dipoi, con toga di saia col quale accompagnamento si con-
nera ornala di nobiltà, venivano il dusse alla gran sala di Campido-
protonotario del senatore, il decano glio del palazzo senatorio, ricevuto
del collegio de' notari capitolini, ed dai conservatori di Roma , e dal
il capo notaro criminale, seguiti da- priore de' caporioni , come rappre-
gli altri notari collegiali in Ioga con- sentanti del popolo romano, che in
simile, cui succedevano in abito nero unione dell'avvocato fiscale, prece-
i sostituti dei medesimi. Chiudeva- duti da moltissimi patrizi e cava-
no il corteggio quattro magnifiche fieriromani, si avanzarono ad incon-
«I «rozze del senatore coi suoi pala- trarlo in cima al doppio scalone
/ienieri a piedi con ricchissime li- fuori della porta d' ingresso della
vree, terminando la cavalcata una pubblica sala, e lo condussero pres-
sezione di dragoni. so la sedia senatoria maestosamen-
Tal cavalcata seconda della
, a te eretta in fondo di essa, ove asceso
notificazione anteriormente pubbli- il senatore, e collocatisi tanto i conser-
cista dai conservatori di Roma, per vatori e priori de'caporioni vestiti col
invitare i romani ad ornare giusta il rubbone d'oro, dal destro lato, quan-
cuìstume le finestre nei luoghi per cui to i giudici e fiscale dal lato sini-
passava, dal Quirinale si diresse verso stro,venne dal pro-scriba del sena-
Je quattro fontane, piazza Barberini, to e popolo romano fatta ad alta
via due Macelli, piazza di Spagna voce la lettura del breve apostoli-
via Condotti, corso, piazza di Vene- co della dignità senatoria conferita-
zia, e piazza del Gesù, prosegui di- gli dal Sommo Pontefice, ed an^-

rettamente fino al Campidoglio, ed Cora dell'atto del giuramento, che


allorché il senatore della via Con- doveva prestare il senatore nelle
dotti entrò nel corso, il Castel s. mani dei conservatori di Roma.
Angelo sparò sessanta colpi di can- Terminata la lettura del breve, il

none. Pervenuta la cavalcata al senatore discese dalla sedia, e prestò


monte capitolino ne fu all' istan-
, genuflesso il sohto giuramento col
te annunciato l'arrivo dal festevo- tatto, e bacio dei santi evangeli, per
le suono delie campane del Cam- l'osservanza delle leggi. Dopo di ciò,
pidoglio. Smontato il senatore da ca- salito di nuovo il senatore sulla
vallo, prima di tutto si recò al tempio mentovata sedia, il marchese Gaspa-
prossimo al palazzo senatorio, sagro re Cavalletti de Rossi Belloni, co-
allaB.V. Maria, denominato d'Arace- me primo conservatore, gli diresse
li ,per fare i debiti ringraziamenti un discorso analogo, cui con gradi-
a Dio onnipotente, e venne ricevuto mento rispose con altro il senatore,
dai padri minori osservanti, che lo e terminato che l'ebbe, complimen-
officiano. Soddisfatta ivi dal sena- tò sino alla porta i conservatori di
tore la sua devozione, sah all'alta- Roma, ed il priore dei caporioni, i
, ,

CAV CAV 3i7


quali col loro seguilo si restituirono dell' ultimo uditore, ove erano trat-
iieir adiacente palazzo di loro resi- tati di rinfresco. Giunta l'ora della
denza. cavalcata, il menzionato pi elato, ve-
Tornato il senatore nel suo ap- stito di sottana e fascia paonazza,
partamento, fece imbandire copiosis- con rocchetto, e mantellone paonaz-
simi rinfreschi a quelli che avevano zo, con berretta in capo, e col cap-

iàtto parte della cavalcata, i quali pello pontificale sopra di essa, ascen-
dal medesimo furono tutti ringra- deva su mula pontificia bardata di
ziati. JVelia sera poi, e in quella se- ricco finimento e gualdrappa pure
guente, al palazzo senatorio vi fu paonazza, ed in mezzo a due avvo-
gran ricevimento, in cui il senatore cati concistoriali, con nobile seguito,

ricevè le congratulazioni della no- si recava dal penultimo viditore di


biltà romana e straniera, del cor- rota, che vestito in egual modo, e
po diplomatico, e del sacro Collegio, cavalcando una mula egualmente
serviti tutti di magnifici rinfreschi. del palazzo apostolico, sebbene \V
Alle parrocchie di Roma il novello Papa abitasse al Quirinale, o altrove,
senatore fece distribuire quantità di si avviava con lui, al palazzo vaticano.

pane pei poveri, e i due leoni di Preceduti da numerosa cavalcata dei


l3asalte posti a pie della cordonata menzionati gentiluomini, non che
di Campidoglio, per due giorni ver- degli avvocati e curiah, ossiano i

sarono vino, Io che pure segui nel procuratori di collegio, ed i procu-


sottoposto foro romano, detto cam- ratori rotali, coi propri famigliari a
po Vaccino. Inoltre nelle medesime pietli, alcuni de' quali con bastoni
sere fu vagamente illuminato il Cam- dipinti in mano, fregiati dell' arma
pidoglio con emblemi ed ornati re- della rota, giungevano all'atrio vati-
lativi, e rallegralo venne dalle sin- cano, dove tutti discendevano, e do-
fonie delle orchestre, e dai fuochi ve i due uditori deposti i cappelli
Finalmente il nuovo sena-
artificiali. e i mantelloni, assumevano
cappe le

tore ai 22 giugno, in forma pub- violacee ed andavano nella sala


,

blica, e con treno nobile si portò del tribunale, chiamato auditorio


alla visita della basilica vaticana, e incontrati dal decano, e dai prelati
quindi fu ad ossequiare il Cardinal colleghi per ordine di anzianità. Do-
decano del sacro Collegio. V. Se- po la messa dello Spirito Santo, ce-
natore DI Roma, e Campidoglio ro- lebrata dal loro cappellano, passava-
mano. no nella camera contigua all' udito-
rio, ove cappe si pone-
discioltesi le
§ V. Cavalcala degli Uditori della
vano a sedere nel banco coperto di
Sagra Rota Romana.
strato, e assistevano alla lettura delle
Dopo le ferie dell'estate si apre pontificie costituzioni riguardanti^ il

ogni anno il tribunale della rota tribunale della rota, che faceva un
nei primi di ottobre : laonde con notaro di esso, vestito con lunga ve-
preventivo invito tutti i Cardinali ste paonazza, terminata la quale,
prelati di fiocchetti, ambasciatori, r ultimo uditore pronunziava una
ministri esteri, principi, e primarii breve orazione sulla retta ammini-
della romana nobiltà e curia, fino ad strazione della giustizia, alla pre-
anni addietro , mandavano i loro senza di gran parte della curia.
gentiluomini a cavallo al palazzo Quindi raccolte dagli uditori le cap-
,

3i8 CAV CAV


pe spiegate, pa^^sando ij;li uditori al- tarli,venendo trattati di cioccolata,
la caiuera dell' udiloiio per i iccvere e paste, non servendosi di gelati, se
i conipiinienti degl'intervenuti alla non l'uditore novizio dove vi fosse,
cavalcata, e chiusesi le porte, il de- allorché si reca a visitare i detti due
cauo recitava l' orazione Adsuniux, colleghi. Altrettali visite e corteggio
Doininc Sancte SpirituSj attiihuita fanno i segreti degli altri uditori di
a s. Isidoro vescovo di Siviglia, la rota, i quali poi vanno al palaz-
tjuale nelle successive rote viene ri- zo vaticano per ricevere la cavalca-
petuta per ordine da tutti gli udi- ta. Tutti gì' invitati, cioè i Cardina-

tori. Terminata la preghiera, il de- li, prelati di fiocchetti, corpo diplo-


cano distribuiva i fiori, e l'elenco malico, principi, e primaria nobiltà
delle rote, che in progresso doveva- romana mandano i loro gentiluomi-
no aver luogo. Ciò fatto, i due ul- ni a complimentare i predetti due
timi uditori, riassunto il maiitellone, ultimi uditori, lo che s'intende effet-
e il cappello pontificale, dal Valica- tuato per V intiero tribunale. Ter-
no, preceduti dal medesimo corleg- minale tali visite, 1' ultimo uditore
gio, facevano ritorno alle rispettive parte dalla sua abitazione preceduto
abitazioni, onorificenza singolare, dap- dai pontifìcii dragoni a cavallo, da
poiché questa era l'unica cavalcala, la due servitori colle mazze munite
<|uale tanto nell'andata, che nel ritor- delle insegne rotali^ e da un pala-
no si faceva dopo il riaprimenlo del freniere con la mula bianca barda-
tribunale, col suono della campana ta del palazzo apostolico, avendo egli
di s. PielrOj cioè di quella detta del- preso luogo nella propria carrozza
la rota, e colla parata delle guar- di gala, vestito di mantellone e roc-
die della guarnigione di Castel s. chello, col decano de' suoi servi, ai-
Angelo, sì che nel ri-
nell'andata la portiera col cappello pontificale,
torno, duplice distinzione che in Ro- Seguono immediatamente i procu-
ma non può vantare verun altro ratori rotali, ciascuno nella propria
tribunale. /^. Domenico Bernini, // carrozza. In tal modo si procede al
Tribunale dtlla s. Rota Romana palazzo del penultimo uditore, il qua-

Roma 1 7 1 7, capitolo VII, della ca- le ascende la carrozza dell' ultimo, e


calcata della Sagra Rota ec. piglia il primo posto, mentre nella
Attualmente, non avendo più luo- di lui carrozza vanno i cappellani,
go sebbene se ne con-
la cavalcata, I servi del penultimo si uniscono
servi il nome, ecco quanto si prati- allora a quei dell' ultimo, anche
ca, rimanendo nel lesto fermo quan- essi colle mazze, ed il decano del
to descrivemmo. JVella maltina fis- primo sostiene il cappello pontiflca-
sata per \ apertura della Rota, i le all' altra portiera. Cosi la di
procuratori, tanto rotali che di col- lui mula bardata del palazzo apo-
legio, in abito nero lungo di sotta- slohco si unisce all'altra, ed in tal
na e ferrai uolone, e con berretta, ver- modo, essendo la via tutta coperta
so le ore otto antimeridiane, si re- di sabbione, il corteggio giunge al
cano da! penultimo uditore di rota, Vaticano, ritornando nel medesimo
e quindi dall' ultimo per complimen- modo, donde era partilo.

FINE DEL VOLUIVIE DECIMO.


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