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DIZIONARIO

DI ERUDIZIONE

STORICO-ECGLESIASTICA
DA S. PIETRO SIINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
M PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI^ AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA
PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
CONCILII ,

AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, C ARTÌINALIZIE E


PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI^ EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


PRIMO AIUTANTE DI CAMERA DI SUA SANTITÀ

GREGORIO XVL

AOL. XIII.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXL I I.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
*^®m"

C
CHI CFII

S. Pietro in Vinculis, hasìlìca Eu- prime erette in Roma. Questa e quel-


dossiana, titolo Cardinalizio , in la di s. Pudenziana, vuoisi che sie-
cura de canonici regolari latera- no state le prime ad essere ivi con-

nensi, nel rione Monti. sagrate.


Se grande fu la venerazione dei
fedeli catene de' martiri, mol-
per le

lI monte Esquilino
I. è il più lun- to maggiore doveva essere per quel-
go, e più largo de' monti Palatino, le, che avvinsero il principe degli
Capitolino, Celio, Quirinale, e Vimi- apostoli s. Pietro. Avendosi detto
nale. Si disse Esquilino da quisqui- all' articolo Cate>-e di s. Pietro, del-

liOj vocabolo latino, che significa la loro invenzione, e dei pregi loro,
esca, pei' la caccia di uccelli, che ci limiteremo qui a ripetere ciò che
ivi facevasi, pei molti nidi, cui ave- riguarda l'origine di questa basili-
vano ne' boschetti del monte. Altri ca, la quale dedicata , secondo al-
però fanno derivare il nome di E- cuni^ al Salvatore, fu poscia destinata
squilino dalle Esquilie, eh' erano i ad onorare il primo fra i romani Pon-
campi ove anticamente bruciavansi tefici, e a custodire s'i preziose reliquie
i cadaveri, per raccoglierne le cene- dei suoi travagh e patimenti. Questa
ri in vasi di creta. Sul lato meri- chiesa pertanto, secondo la tradizio-
dionale di questo monte, e nella ne, vuoisi eretta o rinnovata sul

contrada delta delle Carine, dalla colle Esquilino ,


giacché vi fu chi

forma d' tma bai'ca rovesciata , e ne attribuì l' erezione a s. Pietro


precisamente sugli avanzi del pa- stesso,da Teodora nobilissima ma-
lazzo e terme di Tito, delle quali trona romana, sorella del prefetto di
abbiamo sette conserve d'acqua det- Roma s. Ermete. Per avervi poi il
te le Selle Sale, fu edificata questa Pontefice s. Alessandro I, creato nel-
aulica ed insigne basilica, una delle l'anno I 2 I , riposte le catene colle qua-
,, ,,

e CHI CHI
li in Roma fa stielto s. Pietro, que- come dicemmo al citalf) articolo.
denominazione di
sta chiesa prese la Per quanto poi operò a di lei lustro e
s. Pietro in VincuUs, e fu dal det- vantaggio l' imperatrice Eudossia, fu
to Papa consagrata il primo giorno detta basilica Kuclossiana. Di que-
di agosto. Tuttavolta è indidjitato, sta basilica^ delle lodi che delle ca-
ch'essa verso la metà del quinto se- tene di s. Pietro fece s. Agostino,
colo fu ridotta in modo maestoso e e della grande loro venerazione, è
pel medesimo oggetto; dappoiché ri- a vedersi il Piazza, Gerarchia Car-
cevendo r imperatrice Eudossia mo- dinalizia, pag. 5o8, e seg., mentre
glie di Teodosio il Giovane, nel 4^9! a pag. 5i I riporta le testimonianze
da Giovenale vescovo di Gerusalem- di vari autori, i quali sono di opi-
me, ove erasi portata in pio pelle- nione essere la chiesa di s. Pietro in
grinaggio, e in premio delle limo- Fincidis la prima fabbricata in Eu-
si ne ivi fatte, non solo diverse re- ropa, e da s. Pietro stesso, ad onore
liquie, ma anche le due catene con del Salvatore.
cui fu avvinto s. Pietro in quella In questa chiesa, ai 3 1 dicembre
città per ordine di Erode, una ne dell' anno 532, fu creato Papa s.

ripose in Costantinopoli, e 1' altra la Giovanni li; in essa anticamente


mandò in Roma alla sua figlia pur nel mercoledì delle quattro tempo-
chiamata Eudossia, moglie di Valen- ra dell' avvento si faceva dal clero
tiniaiio 111, la quale subito volle por- romano la colletta, e di qua proces-
la nel tempio situato sull' Esquilino, sionalmente recavasi a s. Maria mag-
ovvero per questa circostanza da lei giore col Papa, che ivi poi cantava
riedificato in onore di s. Pietro. Go- la messa, dopo aver nominato (juei
•vernando poi in tal tempo la Chie- che nel sabbato seguente dovevano
sa universale s. Sisto ili, egli nel ordinarsi ; ed in questa chiesa Pe-
di primo di agosto vide il mira- lagio 1 del 555, colle sue mani po-
colo, che la catena donala da Eu- se sotto r altare maggiore, i corpi

dossia si congiunse con quella, la de' sette fratelli INIaccabei, trasferiti

quale già custodivasi nella mede- da altra chiesa di Roma_, di cui


sima formandosi una sola
chiesa, scrissero tanti elogi i santi padri
catena. Quindi, e per la dedicazio- massime s. Leone l. Papa s. Gre-
ne di essa, e pel prodigio avvenu- gorio I vi pose la stazione, che ce-
to in detto giorno , il medesimo s. lebrasi nel lunedì dopo la prima do-
Sisto III ne stabili la festa. menica di quaresima. Si celebra qui
Alcuni autori raccontano esse- ancora la festa di s. Sebastiano, per
re questo prodigio accaduto inve- im altare, che a lui fu eretto nel-
ce all' immediato suo successore s. r anno G80 per voto de' romani af-
Leone I , il quale volendo con- flitti da una pestilenza, e pel di lui

frontare la catena di Roma con patrocinio dai medesimi sperimen-


quella di Gerusalemme, ambedue tato, come riporta il Piazza a pag.
prodigiosamente si riunirono , e 5i3.
come vuole il Panciroli, pag. 691, Adriano I restaurò la basilica
quel Pontefice annoverò la chie- ove ai loS?, con una-
2 agosto del
sa tra i titoli Cardinalizi. Certo nime consenso, e per acclamazione
è che le due catene nel VI secolo fu eletto Stefano detto X. Poco do-
già vencravansi in questa chiesa po, e ai 22 aprile del 1070, vi fu
CHI CHI 7
pure creato Papa, con unanime vo- numento, il quale fu collocato nel
lere del popolo e del clei'o, s. Gre- lato destro della nave della crociera, e
gorio VII romano, cioè mentre si invece di essere quasi quadrato, iso-
celebravano l' esequie del predeces- lato, e decorato da quaranta statue,

sore nella basilica lateranense, laon- fece solo quello, che si vede in for-

de questo Pontefice con animo ge- me più ristrette, appoggiato al mu-


neroso si diede a restaurare, ed ab- ro, colla statua colossale di Mosè,
bellire la chiesa di s. Pietro in Viii~ riputata opera immortale e capo la-
culis. Senza mentovare gli altri voro del grande artista, mentre le
Pontefici, che in diversi tempi la altre statue che lo adornano, furo-
restaurarono, e i Cardinali titolari, no scolpite da Raffaele da Monte
fra cui il celebre Cardinal di Cusa, Lupo. Le ceneri poi di Giulio II
diremo che avendo Paolo II, nel rimasero nella basilica vaticana nel-
1467, creato Cardinale, e dato que- le sue grotte, ovvero presso quelle
sto titolo a Francesco della Rove- dello zio Sisto IV. y. Francesco
re (il quale divenuto nel i^ji di Cancellieri, Lettera sopra la statua
lui successsore col nome di Sisto eli Mosè di Buonarrolij Firenze
IV, fece fare la volta della nave 1828.
travei-sa alla basilica), la beneficò in Altro benemerito titolare fu il
diversi modi, e facendo nell'anno Cardinal Alessandro de Medici, che
stesso Cardinale il di lui nipote nel i6o5 ascese la veneranda cat-
Giuliano della Rovere, gli diede il tedra apostolica col nome di Leone
medesimo titolo. Questi, nel 1489, XI. Ne fu benefattore il Cardinal
ottenne da Innocenzo Vili, che tras- Benedetto Odescalchi, poi Pontefice
ferendo altrove i religiosi di s. Am- Innocenzo XI; quindi Clemente XI,
brogio ad Nenius, venissero accor- nel 1706, creò Cardinale prete di
dati la chiesa e il contiguo moni- s. Susanna, Lorenzo Corsini, il qua-
stero, a' canonici regolari del ss. le poscia otto, ed ebbe questa chie-

Salvatore in Selva [Vedi), di cui sa titolare, divenendo nel 1730 Pa-


il Cardinale era protettoi'e, e dive- pa Clemente XII. Siccome le cate-
nuto egli nel i5o3 sommo Ponte- ne si custodiscono nella sagrestia,
fice col nome di Giulio lì, donò ai in una cavità, che viene coper-
canonici regolari l' annesso palazzo ta da due sportelli lavorati in bron-
dei Cardinali titolari, architettato da zo, opera esimia dei fratelli Polla-
Giuliano da Sangallo ;
quindi con juoli, le tre chiavi che ne chiudono la
magnificenza e con disegno di Bac- custodia, sono tenute da tre; cioè pel
cio Pintelli restaurò ed abbelb la Poutelìce, presso il maggiordomo, il

chiesa, erigendovi il bel portico. Ta- Cardinal abbate di s.


litolare, e l'

le e tanto poi fu il suo amore e Pietro in Vincoli, In venerazione di


la sua venei'azione verso di essa, che sì sagre reliquie, nel I743j Bene-
morendo ordinò di esservi sepolto, detto XIV stabdìj che nel quinto
nel sontuoso monumento commesso giorno dell' ottava della festa dei
a Michelangelo Buonarroti. Questi ss. Pietro e Paolo, iu questa basi-
per mancanza delle somme occor- lica si celebrasse messa con ponti-
renti, e distratto dalla dipintura del ficale, e l'assistenza de' prelati chie-
giudizio universale nella cappella Si- rici della reverenda camera aposto-
slina, eseguì solo una parte del mo- lica. 11 detto Pontefice, nel i7)3j
,

8 CHI CIII
ere?) CnrJinnlc, e conferì questo li- mo secolo,ed ò. unico nel suo ge-
tolo, a d. Antonio Galli, giìi cano- nere, perchè espresso colla barha.
nico jegolare e professore di teolo- Il soifitto della basilica nel 170')
f:;ia nell'annessa canonica, il quale con disegno dell' architetto Carlo
non solo riuiodernò, e abbellì la Fojitana , fu rifatto per opera
cliiesa, ma risarcì il monistero, e vi del principe Giambattista Pamphi-
aumentò grandemente la biblioteca, ly , mentre il Cardinal Marcel-
fondata già dal p. abljate Mengio , lo Durazzo titolare, nel mezzo del-
arricchita dal p. ab. Monsagrati di la volta a sue spese fece dipinge-
pregevolissime edizioni, e finalmente re oltre ornamenti un (pia-
altri

dopo i canonici p. ab. del Signore, e dro dal genovese Paroli, cioè la li-
Busiri, restaurata tutta ed accresciuta berazione di un' indemoniata per
dal p. ab. Tizzanij il quale vi ha mezzo delle catene di s. Pietro :

aggiunto un altro ambiente giù questo quadro è d' una grandezza


pieno di preziose opere, per cui ò straordinaria.
ora una delle più scelte biblioteche Tra i personaggi quivi sepolti
di Roma. e i belli depositi che vi sono, van-
11 suo bel portico con cancelli di no rammentati quelli dei Cardina-
ferro, il cui soflltto fu i-ifatto per li IMargotti , e Agucchi, i di cui
opera del Cardinale Antonio Doria ritratti somigliantissimi sono dipinti
titolare, si compone di cinque ar- dal Domenichino eseguiti in pietra
chi. L'interno della chiesa è a tre lavagna ; di Giulio Clovio canonico
navi divise da ventidue colonne, regolare di questa chiesa, autore di
due di granito, e le altre di marmo stupende miniature, e di Pietro ed
bianco parlo scanalate d'ordine do- Antonio Pollajuoli, celebri scultoi'i in

rico, ben conservate, e di circa die- bronzo.


ci palmi di diametro. La tribuna, e Finalmente sino dal i63o il se-
l'altare maggiore isolato vennero nato romano nel dì primo di ago-
eretti ed adornati dal padre abbate sto offre all' altare di s. Sebastiano
Raffaele Campioni generale de' ca- un calice di argento, e quattro tor-
nonici regolari, essendo le pitture cie di cei-a . Urbano Vili in tempo
della tribuna, rappresentanti nella di peste, sostituì questa basilica al-
parte superiore il miracolo avvenu- la patriarcale di s. Lorenzo fuori
to in Berito di un Crocefisso, che le mura, nella visita delle sette
trovandosi in casa di un ebreo, e chiese. Le sagre catene si espongo-
da lui conculcato, con istupore di no nella suddetta cappella prelati-
tutti si vide emanare sangue dal zia, e nel giorno della loro festa, e
sagro costato, come ripoita s. Ata- per tutta la sua ottava; e da ultimo
nasio. Nella parte inferioi'e della nella contigua canonica nel 1823 si
tribuna poi sono espressi dei fatti unirono le due congregazioni dei
relativi a s. Pietro, e alle s. catene. canonici regolari lateranesi , con
Nel 1706, e nel i835 queste pit- quelli del ss. Salvatore della con-
ture furono ristorate. gregazione renana , cui in avanti
Nelle cappelle vi sono pregevoli apparteneva, e vi fu aperto un con-
dipinti; in quella di s. Sebastiano, lì vitto di educazione, che fiorisce con
musaico che il rappresenta, rimonta singoiar vantaggio della gioventù, e
all'erezione dell'altare, cioè al setti- con singoiar decoro di ({uegli csem-
,

CHI Clil 9
plari canonici. Nel chiostro contiguo dite loro stragi, supplicò Dio che
alla basilica si ammira una superba la facesse morire, ed esaudita ripo-
cisterna di IMichelangclo, capo lavo- sò in pace, e fu sepolta nel mede-
ro in simil genere. Questo chiostro, simo luogo. Già nel 499 ^'^'^ ^'^

che è uno dei più graziosi di Roma, chiesa titolo presbiterale Cardinali-
è stato restaurato ed abbellito dal zio, e veniva detto in Romano, dap-

p. ab, d. Vincenzo Tizzani romano, poiché nel concilio celebrato in quel-


attuale procuratore generale dei r anno da Papa s. Simmaco, si fa
suddetti canonici regolari, il quale menzione di Celio arciprete Cardi-
non solo fece tre onorevoli iscrizioni nale, e Pietro prete di questo titolo,
ai tre ultimi distinti canonici rego- che si sottoscrissero al concilio. Anzi
lari defonti, Garofali, del Signore, e si ha dal Novaes, tomo I, p. 197,
Busiri, sepolti nella basilica, ma è a che neir elezione di Papa s. Sim-
desiderarsi che in essa ponga pure maco, nel 49^5 insorse l'antipapa
una memoria al gran Cardinale Lorenzo arciprete Cardinale di s.
Sadoleto che ne fu titolare, giac- Prassede, spalleggiato dal senatore
ché in essa l'iposano le sue spoglie di Roma In seguito fu con-
Festo.
mortali , sebbene ciò da molti si cesso al Cardinal titolare, di cele-
ignori. brare la messa neh' altare papale
della patriarcale basilica di s. Loren-
iS". Prasscde titolo Cardinalìzio , in zo fuori le mura, in ogni domeni-
cura de' monaci Pallond/rosani, ca, perchè fu dichiarato addetto al
nel rione Monti. servizio ebdomadario di quella chiesa.
Anastasio bibliotecario l'acconla,
Sul monte Esquilino, poco lungi che la prima restaurazione di que-
di s. Maria Maggiore, si vede que- sta antichissima chiesa deve a s.
si

sta chiesa eretta presso le terme di Adriano I, il quale fu assunto al pon-


No\'ato nel vico Laterizio, e nella tificato nel 772. Il di lui successore
stessa casa della santa, dal Pontefi- s. Leone III fece prete Cardinale di
ce Pio I, eletto nell'anno i58,
s. s.Prassede, s. Pasquale I, che ven-
di che fa pure menzione il b. ne creato Papa l'anno 817. PSel-
Pastore fratello del Papa. Dagli at- l'anno precedente 1' antecessore Ste-
ti di s. Prasscde nobilissima roma- fano IV detto V contiguo alla chie-
na si rileva, che avendo notizia sa fondò im monistero, e vi pose
l' imperatore Antonino, che in questa una congregazione di monaci greci
sua casa essa sostentava molti cristia- ch'erano fuggiti dall'oriente perle
ni nella persecuzione, oi'dinò che ivi note persecuzioni, acciò secondo il
si uccidessero, laonde vi patirono il loro rito vi salmeggiassero tanto di
martirio s. Simmetrio prete, con giorno che di notte. Quindi s. Pa-
altri ventidue cristiani, i corpi dei squale siccome divolissimo di s.
I,

quali s. Pi-assede di notte portò a Prassede, e di questa chiesa, in cui


seppellire nel cimitcrio di s. Pri- spesso passava tutta la notte in ora-
scilla. Ancora nel mezzo della chie- zione, volle ingrandirla, ed adornarla
sa vede un pozzo, ove la santa
si co' musaici della tribuna, e dell'ar-
gettava il sangue de' martiri, cui co maggioi'e. In questo si vede ef-
andava raccogliendo con ispugna, ma figiata, secondo l' Apocalisse, la città
non [loteiido più reggere alle inau- santa cogli eletti, e gli angeli, che
, ,

IO CHI CHI
ne vegliano alla custodia ; mentre ripose il suo corpo, e quello di s.

nella iVonte dell' abside è liguralu A aleulino, decorandola entro, e fuori


il mistico agnello, cui rendono omag- di bellissimi musaici, che ancora si

gio i ventiquattro seniori. L' abside v("dono, fra i quali un' antica im-
Ila il Salvatore con diversi santi magine della b. Vergine, col s. Bam-
leggendosi di sotto i seguenti versi : bino in biaccio, clie si venera sull'al-

tare, il due colon-


(piale è decoralo di
Eniicat aula pia vanis decorata ne chiamò
di akdjastro orientale. Si
metalli s la cappella Orto del paradiso, ed

Praxedis Domino super aelhra anco s. Maria Ubera nos a poe/iis


placends lioiiore iiifcrid, così detta perchè ivi cele-
PoiUiflcis Snmmi studio Paschalis brando s. Pasfjuale I lamessa per
alnmni suiliagare l'anima di un suo nipote
Sedis Apostolicae ,
passini (pd defunto, la vide portata in cielo
rorpora condens. dalla Madonna. Ed è pei'ciòche pri-
Plurima sanctorum subter hacc vilegiato ed in essa
n'è l'altare,
inoenia ponit non entrano mai donne, essen- le

Festiis , ut his limen mercatur dovi pena di scomunica, meno al-


adire pò lo rum. cuni giorni dell'anno. Poi diremo
della Colonna che si custodisce,
.s.

la oltre s. Pasquale I vi collocò per cui è chiamata anco la Cap-


il ritratto di s. Pietro eseguito in pella della santa Colomia, e degli
musaico, presso quello che conser- ulteriori suoi abbellimenti. Sulla por-
vava s. Silvestro I, fatto già copia- ta si legge la seguente iscrizione :

re da Sisto III nella basilica Libe-


riana. Sopra r altare principale fece Paschalis praesulis opus dccor fui'
un ciborio d' argento di libbre ot- gel in aula,
tocento dieci, ed vm regno o corona Quod pia ohtulit vota studuit
d' oro con molte gioje. Ornò la con- reddere Deo.
fessione ov' è il corpo della santa
con lamine di argento di libbre Mentre nel 8 celebrava in
1 1 1

cento. Vi trasportò da diversi cimi- questa chiesa il venerando Pontefi-


teri molti corpi de' santi martiri ce Gelasio II, nel dì della festa, ed
sino al numero di duemila e tre- a richiesta di Desiderio Cardinal ti-

cento, o duecento trenta, come dice tolare, Leone, e


dalla fazione di

il Venuti, oltre quelli, che vi avea Cencio Frangipane fautori di Eurico


liposti s. Prassede. Oltre a ciò s. V, fu sacrilegamente maltrattato
Pasquale I, dal cimilerio di Priscilla ma prendendone le difese il suo ni-
tolse il corpo di Papa s. Silicio, e pote Crescenzio Gaetano, colle no-
poi quello del Pontefice s. Celestino I, bili famiglie de' Corsi, e de' Nor-
e in questa chiesa ambedue li collo- manni dopo serio combattimento
,

cò, ove poi il di lui successore Euge- sulle porte della chiesa, riuscì al
nio II neir 824 trasportò il corpo Papa di fuggire nei campi presso
del niedcbimo s. Pasquale I. s. Paolo donde si recò a Pisa.
,

Nella stessa chiesa eresse s. Pas- Poco dipoi il Cardinal Lamberto


quale 1 la cuppella od oratorio in di lagnano, denominato Scannabec-

onore di s. Zenone martire, e \i chij già titolare della chiesa, nel


,

CHI CHI II

1124} divenne Papa col come di Questa colonna, eh' è alta tre
Onorio II ; ed il Cardinale titolare palmi, riscuote grandissima venera-
Ubaldo AlUicignoli, nel 1181, fu zione ; e monsignor Ciriaco Lancet-
sollevato al pontificato col nome di ta uditore di Rota ne decorò il luogo

Lucio III. dove è riposta, elevandola iu modo


SottoPapa Innocenzo III, eletto conveniente. Ael 1775 il Cardinal
nel 1198, ottennero la chiesa col titolare Delle Lanze restaurò di nuo-

contiguo monistero i monaci T" al- vo questa cappella. Nicolò IV , che


lomhrosani (Vedi), che tuttora la regnò dall'anno 1288 al 1292, se-
iifiìciano. Alcuni vogliono che da que- condo Novaes t. IV, p. 78, abitò
sto monistero uscisse il gran Pon- presso questa chiesa ; tanto confer-
Gregorio VII, il cpiale ivi fu
tiiflce ma il Cancellieri, nella Lctlera sul-
monaco, come lo furono altri, che Varia di Roma, a p. 37. Nicolò V,
divennero Papi. Nel ilio nel pon- fiorito nel i447) restaurò questa
tificato di Onorio III, mentre n'era chiesa notabilmente. 11 Cardinale
titolare e benefattore insigne il Car- litolare Vincenzo Ciocchi del Monte,
dinal Giovanni Colonna, legato apo- nel i55o fu fatto Papa col nome
stolico e condottiero dell' esercito di Giulio III. Per gran ventura della .

crociato nella guerra di Soria, es- chiesa di s. IV


Pi-assede, Pio la die-

sendo passato per divozione a Ge- de in titolo nel i564alsuo


nipote
rusalemme, cadde in potere de' sa- Cardinal s. Carlo Borromeo, il quale
raceni, che dopo averlo straziato splendidamente la rinnovò ed ab-
con tormenti, lo volevano segare bellì. Rifece la faccia esterna, il por-

vivo; ma atterriti dallo splendore, tico e gli scalini pe' quali si ascende

che improvvisamente tramandò il alla chiesa, rinnovò le tre navi in-


suo volto, cambiato l'odio in rispetto, terne; fece accomodare i gradini
gli donarono la colonna di dias>pro per salire all'altare maggiore, cui
sanguigno sulla quale fu legato chiuse con cancelli di marmo, e ba-
quando Gesù Cristo. Il
fu flagellato, laustri di metallo; rinnovò i seggi
Cardinale la portò a lloma donan- intorno al presbiterio ; rifece il ta-

dola a questa chiesa, e fu collo- bernacolo, che sull'altare sostenevasi


cata nella suddetta cappella di s. da quattro colonne di porfido , ed
Zenone. Altri dicono che il Cardi- il prospetto esterno del coro decorò
nale ebbe si preziosa colonna come colle statue delle sante sorelle Pras-
preda fatta ai nemici, ed il Piazza, sede e Pudenziana, facendo fare due
// santuario romano parte II, p. poggioli con ornato balaustrato an-
i68 dice, che la colonna a' tempi di co pel luogo ove si fa 1' ostensione
s. Girolamo con altre colonne fu delle reliquie, nel giorno di pasqua
posta a reggere il portico della di risurrezione dopo il vespero, sen-
chiesa del monte Sion, ov'era il za mentovare altri mighoramenti ,

Cenacolo del Signore, e si vedeva come l'ingrandimento del contiguo


spruzzata del suo prezioso sangue; monistero. In questa chiesa il santo
quindi a' tempi del ven. Beda fu Cardinale piìi volte di notte si trat-
posta nel mezzo di quella i:hiesa. tenne a lungo in orazione, partico-
Dice poi ancora, che la presente è larmente nella confessione o cap-
un pezzo, ovvero la metà dell' an- pella sotterranea dell'altare maggio-
tica. re, e nella cappella della santa co-
, ,

,2 CHI CHI
lonna. Quivi celebrava spesso la mes- immagini, che si veggono
altre eguali

sa, ircilava il divino ullìzio, e eol- in Roma, ed in molto altre parti del-

la propria famiglia vi orava, e fa- la cristianità. 13i questa venerabile fi-

ceva la meditazione. Abitò nell'an- gura fa menzione il Liudano, Apo-


nesso palazzo, che edificò pel Cartli- log.prò TÀlurg. s. Falri , cap. 17.
nal titolare, ove in austerissima vita Per im antico portico adorno di
edificò tutti coir esercizio delle più due colonne si ascende alla chiesa:
belle virtìi. Nella cappella, che è a essa si apre in tre navate separate
lui iledicala in (juesta chiesa, si con- da sedici colonne di granito. La tri-
serva la tavola su cui egli dava da buna è in alto, e vi si ascende per
mangiare ai poveri, e la sua sedia una doppia scala , i di cui gradi-
pontificale, mentre nel monistero si ni sono di rosso vengo- antico , e
custodisce la di lui mitra e moz- , no tenuti rarissimi per la gran-
zetta Cardinalizia. Anche s. Brigida dezza dei massi. L' altare maggiore
era stata divotissima di qiicsta chie- fu ridotto nella forma che si vede,
sa , come fu frequentata da s. Fi- dalla generosità del Cardinal Pico
lippo Neri, cose tutte che distesa- de' duchi della Mirandola nel de-
mente riporta il Piazza nella sua corso secolo, servendosi dell'architet-
Gerarchia Cardinalizia, trattando to Ferrari. Esso è isolato, e coperto
di questo titolo. da un baldacchino, che vien sostenu-
Il Cardinal Alessandro de Medi- to dalle mentovate colonne di por-
ci ne fu pure titolare, e poi nel fido. Nel presbiterio fra l'arcone, e
i6o5 divenne Papa Leone XI. Egli la suddescritta tribuna, reggono due
vi fece molti restauri , ed abbelli- coretti fatti erigere da s. Carlo, sei
menti : rifabbricò la sagrestia , fece belle colonne di marmo bianco, con
dipingere da buoni pennelli, ne' va- scanalature rastremate , fogliami e
ni dei muri della nave di mezzo capitelli analoghi di grottesco stile.

varie storie della passione di Gesìi Le cappelle sono decorate di mar-


Cristo, ed architetto dei migliora- mi, e di diversi buoni dipinti, e tra
menti fu il celebre Martino Longhi. i depositi va rammentato quello del
Anticamente era parrocchia, ed un Cardinal Cetivo, pel merito artisti-

monaco adempiva le funzioni di par- co. Nella sagrestia ammirasi la ce-


roco. Nel lunedì santo tuttora si ce- lebre tavola della flagellazione, di
lebra da tempo remotissimo la sta- Giulio Romano. Il campanile di
zione , come ai 2 1 luglio la festa questa chiesa viene descritto e ce-
di s. Prassede. Ove conservano
si lebrato da Francesco Cancellieri
le reliquie, si custodisce un musai- nelle sue Campane a pag. i36. Ai
co coir immagine del Salvatore, do- 21 luglio, festa della santa titolare,

nato da s. Pietro al senatore s. Pu- il senato romano in ogni quadrien-


dente padre di s. Prassede, col no- nio la 1' offerta di un calice di ar-
me dell' istesso s. Pietro in lettere gento con sua patena, e quattro tor-
greche ; della quale immagine, dice cie di cera.
il Severano, in VII ecclcs., sono stati
S. Prisca, titolo Cardiìializìo in cu-
levati alcuni pezzetti dalla pia avi-
ra degli Agostiniani, sul monte
dità dei pellogriui. Si osserva in essa
Aventino nel rione Trastevere.
il volto di Gesù Ci'isto di viso lun-
go, gracile, e macilente, simile alle Nella parte dell' Aventino, che
,

CHI CHI i3

guarda vci'so oriente, è posfa^ questa e Prisca, e poi venne chiamato solo
chiesa , ove si vuole che fosse un con quello di s. Prisca. Di fatti nel
tempio dedicato a Diana, ovvero, se- secondo concilio romano trovasi sot-
condo altri, ad Ercole. Alcuni pre- toscritto Domenico prete de' ss. Aqui-
tendono esservi state le terme del- la e Prisca, come in altri concili ,

l' imperatore Dccio. Gli antichi fa- essendo uno de' titoli Cardinalizi dei
volosamente narrano, che in questa piìi antichi, per cui fra i suoi tito-
paite dell'Aventino fosse la grotta lari sono a rammentarsi, Giovanni
di Fauno, e di Pico con una fonte, Colonna detto il Cardinal di s. Pri-
in cui Numa Pompilio pose del vino sca, il quale morendo nel 1 198, Ce-
per inebriarli, e riportano la favola di lestino III il voleva per successore,
Evandro, di Ercole, e di Giove Elicio, rinunziandogli il pontificato. Onorio
cose che si spiegano da que' versi, i II, 127, diede il titolo al Car-
nel I

quali leggonsi nella chiesa a mano si- dinal Enrico, che poi si unì coll'an-
nistra dell'altare maggiore, e furono tipapa Anacleto II; ed Innocenzo II
da Papa Calisto III, Dai me-
ivi posti nel I 1 38 lo conferì al Cardinal
desimi versi pur rilevasi, che s. Pie- Rainiero Crescenzio romano. Gio-
tro mentre fu in Roma, per alcun vanni XXII, nel 1827, creò in Avi-
tempo abitò in questo luogo , e vi gnone prete Cardinale di s. Prisca
celebrò la messa, battezzandovi molti il proprio nipote Jacopo dal Forno,
convertiti alla fede. Anzi alcuni as- che poi gli successe nel pontificato,
seriscono che nel luogo di questa nel i334, col nome di Benedetto
chiesa, ch'era la casa dei santi coniu- XII. Il Cardinal Giannangelo de
gi Aquila e Priscilla , s. Pietro vi Medici era titolare di s. Prisca, quan-
passò prima di i-ecarsi nella casa di do nel iSog fu creato Papa. Tut-
Pudente. Si conserva ancora il fon- tavolta per un tempo rimase sospe-
te dell'acqua colla quale battezzava, so il conferimento del suo titolo

e fra quelli che furono ammessi al finché il Pontefice Sisto V nella


sagro lavacro, vi furono i detti due bolla,con cui confermò titoli, ve i

coniugi ospiti di s. Pietro , i quali lo comprese, per cui nuovamente fu


ricettarono nella loro casa anche s. dato ai Cardinali. Anticamente il
Paolo. Cardinal titolare adempiva il servi-
Gli scrittori ecclesiastici chiamano zio divino ebdomadario nella basi-
questa chiesa (che eretta in titolo lica di s. Paolo, e in tutti i lune-
Cardinalizio fu consagrata alla ss. dì vi celebrava la messa all' altare
Trinità), de' ss. Aquila e Prisca, o papale.
Priscilla, perchè poi dedicata in loro Non si deve poi tacere, che an-
onore. Prima Io era ai soli ss. Aquila ticamente furono posti in un son-
e Priscilla, ma dopo che il Ponte- tuoso contiguo monistero ad uf&-
fice s. Eutichiano, creato nel 27.5, ziarla dei monaci greci basiliani, di
ebbe per rivelazione notizia del luo- quelli che fuggirono dall'oriente nel-
go ov' era stato sepolto il corpo di la persecuzione delle sagre immagi-
s. Prisca vergine e martire romana, ni, e fu annoverata la chiesa tra
si portò fuori di Roma col clero e le venti abbazie privilegiate, il cui
col popolo, e rinvenutolo quivi con abbate assisteva il Papa nei solenni
molto onore lo ripose, per cui il pontificali. Alessandro II, che nel
titolo prese il nome de' ss. Aquila io52 la concesse all'abbate \ indo-
i4 CHI cnr
cinpiisc, ceco come esprime
si Con- : bunale delia Rota, latta avanti mon-
ccdiiiiun eiiam omnibus hujus loci signor Manzanedo , ed è in ordine
filìhatibus ecclesia/il Prìscac cum la rìoi, nella parte prima delle Re-
dignilate CardinaUs, etc. (il' impo- rrnsioìii, pubblicala nell'anno 1609.
se di riformavo i monaci colla re- In seguito venendo iiiual/ato nel
gola di s. fermando
Benedelto, coi) 167 j al Cardinalato Alessandro Cre-
tutli i privilegi cui godeva la chie- scenzi, Clemente X avendogli con-
sa. Di poi l'antipapa Clemente HI ferito questo titolo, procurò ripri-
la tolse ai monaci, ai quali la restituì stinare la collegiata, ma ad onta del
Urbano facendo altrettanto Ca-
li, suo impegno dovette cedere alle dif-
listo Innocenzo III quando lo-
II, e ficoltà che si liapposero.
ro venne ritolta. Ma questo ultimo Tutta volta venendo i sei canoni-
Pontefice sottomise i monaci al Car- cati ridotti a benefizi semplici, tre
dinal titolare prò tempore, e dispose sono perpetui , e tre vacabili. Due
che godesse la quarta parte delle de' primivengono posseduti dal prio-
entrate del monistero, come riferi- re prò tempore degli agostiniani, ed
sce Su-mondo, ep. 9 lib. I. Es-
il uno dal corpo de' beneficiati di s.
sendone per la sua lontananza tras- Lorenzo in Damaso, i quali ebbero
curato il culto, sotto Sisto V vi fu- da Innocenzo X il detto canonicato
rono posti i religiosi riformati di in compenso di alcune piccole case
s. Francesco, dai quali passò in custo- che possedevano, e che furono de-
dia agli agostiniani della congrega- molite nel riedificarsi la chiesa di s.

zione di Lombardia mentre n' era


, Agnese iu piazza Navona, e il con-
titolare il Cardinal Benedetto Giu- tiguo palazzo. Gli altri tre benefizi
stiniani genovese verso l'anno 1600, vacabili sono di nomina del Cardi-
il quale, come poi si dirà, fu gran- nal titolare, qualora non sieno af-
demente benemerito dell' edifizio. fetti alla santa Se.i\e gli ultimi pos-
Zelando il culto divino della me- sessori. Tenui sono le rendite di
desima, il Cardinal Giustiniani già cadauno, e sono sui luoghi de' monti,
diacono di s. Giorgio in Velabro. fruttando ognuno annui scudi tre-
diaconia che gli conferì colla por- dici e baiocchi ottantotto e mezzo.
pora Sisto V nel i586, prima di La prebenda è ora in barili cinque
mettere nella chiesa gli agostiniani, di mosto, per canone annuo impo-
vi eresse una collegiata, con istituir- sto sopra alcuni orti, e vigne adia-
vi sei canonici, ed un arciprete; ma centi, e confinanti co' beni del ca-
per pochi anni sussistettero, ed allora pitolo, una volta appartene-
e che
fu che tanto la chiesa, quanto il mo- vano al medesimo. Ora però fatto-
nistero, il giardino e l'orto furono da- ne il censo colla camera Apostolica,
ti agli agostiniani del convento di si ritira dalla direzione de' luoghi
.s.IVIaria del Popolo per uso di un di monti con ordine la somma
noviziato, di cui se ne vede la me- tenue di scudi quattro , e baioc-
moria nella iscrizione che i religiosi chi settantadue all' anno. I detti
posero nella camera appresso la sa- benefìzi godono ancora di un' an-
grestia, in onore del Cardinale Giu- nua spartizione, più o meno di
stiniani. I canonicati si convertiro- scudi tre e baiocchi cinquanta. Di
no in tanti benefìzi semplici, come questi in comune si esige la som-
si raccoglie da una decisione del tri- ma totale dalla direzione del debito
CHI CHI 15:

pul)bIico, dalla compagnia della mor- tri benefattori litolari presero cura
te delia nazione israelitica di Roma della chiesa, e del contiguo convento ,

pel cosi detto Ortaccio, ove seppel- che venne ampliato dal p. Dacci
liscono i loro cadaveri, data ad essa vicario generale degli agostiniani del-
in enfiteusi perpetua. L' esattore be- la congregazione di Lombardia; e,
neficiato diLorenzo in Daraaso,
s. verso il 1734, Clemente XII fece
il procuratore, ed il computista ven- molti mighoramenti nella chiesa, co-
gono pagati annualmente dai due me attesta una marmorea iscrizione,
incassi mentovati, ed il residuo di- che si legge a destra dell' ingresso.
viso dà a ciascun canonico circa scu- Anticamente la chiesa ebbe due
di tre e baiocchi cinquanta suddetti, ingressi, ma al tempo dell' Ugonio
ed al cadere dei quindennii circa già ne aveva un solo. Essa è divisa
scudi cinque. in tre navi con quattordici colonne
Ritornando all' edifizio di questa antiche, le quali per renderle più
chiesa, il Panciroli, Tesori nascosti solide, furono incassate nel muro di

p. 709 dice, che dopo le persecuzio- altrettanti pilastri. Le pareti furono


ni questo antico titolo sotto il no- dipinte dal Fontebuono; il quadro
me de' gloriosi martiri Aquila e dell'altare principale è del Passigna-
Priscilla, e di s. Prisca che fu chia- ni, e rappresenta il battesimo della
mata protomartire dell' occidente dal santa. mezzo della nave gran-
JNel
\'enuti, fosse nobilitato con qualche de è un'ampia inferriata che illu-
fabbrica da Costantino Magno, e da mina la sottoposta confessione, alla
s. Silvestro I. Certo poi è che A- quale si scende per vma comoda e
driano nell'anno 772, la riedificò,
I, doppia scala circondata da balaustra-
e siccome per la vecchiezza era per te. In essa è un quadro di musai-
cadere, accorse il Pontefice Calisto co rappresentante s. Pietro, e incon-
III nel 1455 a rifabbricai-la, come tro l'altare è il vaso, che si preten-
si vede dal suo ed iscri- stemma de servisse di battistcrio a s. Pietro
fione metrica di sopra nominata. quando battezzò i ss. Aqviila, e Pri-
In appresso volendo Leone X che scilla, ed altri pagani venuti alla fe-
i corpi de' suddetti tre santi marti- de leggendosi da un lato inciso
,
:

ri venissero con sicurezza custoditi, BAPTiSMUM s. PETBi. La fcsta di s.


li fece trasportare nella chiesa dei Prisca ricorre ai 18 gennaio, e la
ss. Quattro nel monte Celio, da do- stazione da tempo antichissimo vi
ve poi ne fu qui gran parte ripor- si celebra nel martedì santo.
tala. Il menzionato titolare Cardi-

nal Giustiniani, verso l'anno 1600 S. PuDENZiAyj , titolo Cardinali-


nel pontificato di Clemente Vili, zio in cura delle canonicliesse re-
con architettura di Carlo Lombar- golari di s. Agostino, o Latera-
di di Arezzo, vi aggiunse la facciata nensi, nel rione Monti.
esterna, ne ampliò l'atrio, rinnovò
ed abbellì con pitture la confessio- Sorge questa venerabilissima chie-
ne e l'altare sotterraneo, che dicesi sa alle radici del monte Viminale
consagrato da s. Pietro, rifece il sof- nel vico detto anticamente Lateri-
fitto ornandolo con dorature, e gli zio, o Patrizio, perchè Servio Tul-
donò diversi sagri arredi. Anche il lio dubitando della
re dei romani,
nominato Cardinal Crescenzi, ed al- fedeltà de' nobili cittadini romani i
,,

hs chi CllI
quali ciano pattizi, comandò clic tutti, mona, e da quivi propagò sempre
abbandonate le loro case, si portas- pili la sua giurisdizione, ordinando
sero ad abitare per questi strada. su quella sedia o diltcdra [T'odi),
Per tal causa il sito fu detto yico datagli da Pudente , vescovi e sa-
Patrizio, che dalla moderna Subur- cerdoti, e perciò spedi a propagare
ra si estendeva sino alla porta Vi- la fede s. Apollinare a Ravenna, s.

minale. Ora essendo occupato il sito Prisco a Capua, Aspreno a Na- s.

dalla villa Massimo fabbiicata da Si- poli, s. Romolo a Fiesole, s. Eutro-

sto V ( il ciuaie perciò avendo spia- pio a Verona, s. Prosdocimo a Pa-


nato le ineguaglianze, tolse l'antica dova s. Siro a Pavia
, s. Filippo ,

via che divideva il colle Esquilino Argirone nella Sicilia, s. Encario a


e il eolle Viminale), l'antico vico Treveri Torquato nelle Spagne
,

Patrizio termina appunto alla por- Giuliano a Cenomani , s. Aristoba-


ta di detta villa, ove si legge la me- lo nella Brettagna, s. Clemente in
moria della porta Viminale. Dagli Francia, ed altri molti in diver-
atti poi de' ss. martiri si raccoglie, se parti del mondo. Qui pure or-
che quivi fosse la rinomata grotta dinò Lino, Cleto, e Clemente che I

JVepoziana, perchè molti asseriscono gli successero nel Pontificato, e qui

che fosse nel vico Patrizio, e forse scrisse la sua prima lettera a' cri-
dovette chiamarsi Novaziana da Ne- stiani discacciati da Gerusalemme
vato figliuolo di s. Pudcnte, come consolandoli con paterne parole ; e
furono appellate terme che ivi le quivi battezzò Pudente con tutta
esistevano, ed anco Timotine da Ti- la sua famiglia, per cui fuvvi eret-
moteo altro figlio di s. Pudente, le to un fonte battesimale, dal Ponte-
quali edificate dai due fratelli an- fice s. Pio I, avendovi esercitato an-
cor oggi se ne veggono alcuni avan- ch' egli l'apostohco ministero. Dopo
zi presso la chiesa. Sotto taU terme avere risieduto s. Pietro sette anni
dovevano essere le mentovate grot- in Pioma, ne par fi pel bando impe-
te o cimiterio, e forse quello in cui riale, che esiliava tutti gli ebrei, la-

il Papa s. Stefano I battezzò cento sciando al suo ospite s. Pudente il

otto persone. libro del vangelo, aveva fatto che


Recatosi in R.oma il primo som- scrivere da s. 3Iarco in latino, ed
nìo Pontefice s. Pietro nell'anno 4^ un'immagine del Salvatore, che poi
di dopo di essere
Cristo, stato per fu collocata nella chiesa di s. Pras-
alcun tempo ad abitare in Traste- sede. Terminato il bando, s. Pietro
vere presso la chiesa di s. Cecilia ,
fece ritorno in R.oma con s. Paolo,
e di poi suir Aventino nel luogo ove e si vuole che ambedue per qual-
è la Chiesa di s. Prisca ( f edi), a- che tempo abitassero nel ])alazzo di
vcndo convertito alla fede il sena- s. Pudente. Poscia in questo luogo
tore romano Pudente, questi lo con- s. Pudenziana figlia di Pudente ,

dusse nella sua abitazione, ove ap- seppelh tremila corpi di santi mar-
punto è la chiesa di s. Pudenziana. tiri, e ad imitazione della sua so-
Quivi pertanto vuoisi che s. Pietro rella Prassede, in un pozzo che og-
incominciasse a praticare i riti, e il gidì pur si vede nella chiesa, ri-
culto divino in Roma, e celebrasse la poneva il sangue de'raartiri, che
prima messa. Quivi formò gì' inco- raccoglieva con una spugna. Dopo
minciati fondamenti della Chiesa ro- la sua morte, il Pontefice s. Pio 1
,

CHI CHI r7
detto nell'anno i58, ad istanza di Dal padre di s. Pudenzio s. Pu-
s. Prassede, eresse la chiesa in titolo dente, questo titolo Cardinalizio si

ili onore di Dio, e di s. Puden/.iana. chiamò pure col suo nome, e quando
Qual poi sia la prima chiesa, neir anno 385 fu creato Papa s.
che fu consagrata iu Roma, se que- Siricio, trovavasi prete Cardinale di
sta, o quella di s. Pietro in Vinciir questa chiesa. Quindi s. Gregorio
lis, ovvero altra, il Cardinal Bona I vi pose la stazione del martedì
non lo sa decidere , Rerum liturg. dopo la terza domenica di quaresi-
lib. V, cap. 19, § che I, dicendo ma ; ed in progresso il Cardinal
la cosa è incerta. Ne trattano però titolare nel venerdì celebrava sul-
eruditamente il Fiorentino, Exerc. l'altare papale della basilica di -s.

XI ad diem i Aug., ed il Punal- Maria Maggiore, essendo addetto al


di , Annali ecclesiastici , all' anno servizio ecclesiastico ebdomadario ;

162. La chiesa prese poi il titolo della qual basilica divenne filiale la

di Pastore, da sant' Ermete fra- chiesa di s. Pudenziana, per cui


tello di Pio I, che pur si chia-
s. tuttora il capitolo ai 19 maggio,
mava Pastore pel seguente avve- festa della santa vergine, e nel dì
nimento. Essendo nata divergenza della stazione vi si reca a celebrare
sul tempo della celebrazione della la messa, e i divini uffizi. Dipoi
pasqua, apparve a Pastore un angelo parte delle rendite della chiesa di s.

in forma di pastore, e gli rilevò es- Pudenziana , prebenda


formava la
ser volere divino, che si celebrasse del Cardinal arciprete della mento-
sempre domenica: co-
in giorno di vata basilica, ma verso l'anno i543
sì il Piazza nel Menologio romano Paolo III ad istanza del Cardinal
perpetuo, parte II, pag. 75. Altri arciprete Guido Ascanio Sforza, che
sono di opinione, che prendesse il in perpetuo le rinunziò, applicate
titolo diPastore dal nome del me- vennero alla stessa basilica pel man-
desimo fiatello di s. Pio I, perchè tenimento de' musici, ed altri bisogni
questi a lui la diede in cura. Né si della basilica.
deve tacere, che in questo luogo, pi'i- Questa venerabile chiesa fu più
mizia della religione cristiana in Ro- volte restaurata, ed abbellita. Pri-
ma, onorato colla presenza, residen- mieramente si vuole che il detto
za, e sagrifìzio di s. Pietro, e colla Pontefice s. Siricio ne fosse beneme-
predicazione di s. Paolo, secondo rito. Quindi Adriano I nel 774 la
il Pauliano, il Pontefice san Cle- rifece: s. Leone III le donò un
mente I concesse l' indulgenza , e ornamento di seta bianca ; e poi,
forse la più antica di qualsivoglia come racconta il Vittorelli, verso
di R.oma. Pauliano
T^. Jo. Bapt. l'anno 884, davenne restaurata
De jiihilaeo, lib. Ili, ed il Baronio Adriano III, come ne faceva testi-
Annal. ad annum 44- All'anno poi monianza un monogramma del suo
I ^9 racconta la gran carità, che in nome. In appresso un tal Cardinale
questa casa e titolo si usava co' no- Benedetto titolare di nuovo la ,

velli cristiani mnssime con quelli , rifabbricò , nel pontificato di s.

provenienti dall'oriente, coi quali pra- Gregorio VII, e la consagrò in onore


ticavasi amorevole ospitalità, per cui di s. Pastore, e di s. Giovanni
vi prese alloggio anco s. Giustino Battista, oltre di s. Pudenziana,
filosofo martire. leggendosene la memoria seguente
, ,

i8 <:ìii CITI
nella cappella di s. Pietro incisa su di luglio, in memoria dall' avervi

tavole in marmo, la quale prima abitato, il collegio dei protonotari


stava al vecchio pulpito presso l'al- apostolici si recasse in questa chiesa,
tare grande; ad assistere al pontificale. Anticii-
mente la chiesa di s. Pudenziana lii

Tempore Gregoriì septeni prac- ufiiziata dal clero secolare, linchè


sulis almi Innocenzo II nel ii3o la diede in
Praesbyler eximiuSj prccclarns vir custodia ai canonici regolari di s.

Benedictum Maria del Reno di Bologna, dicen-


Moribus, ecclesiam renovai'it fun- do altri che Adriano IV del 54 i 1

dilus istam, r accordò ai canonici regolari late-


Qnam consecravit sacer idem Car- ranensi. Sotto Url)ano VI dai cano-
diiiequenalis : nici regolari per istanza del Caidi-
EjiLsdem sane feci t super tempore nal Rainulfo Gerza IVIonturco, tito-
Papae lare di s. Pudenziana vi furo- ,

Augusli mensis .leptenis nempe no collocati i monaci camaldolesi


Kalendis, che vi fecero fioiire la regolare
Nomine Pasloris, praecnrsorisque disciplina, ed avendola lasciata, s.
Joaiiiiis. Pio V la diede ai p. domenicani,
penitenzieri di s. INIaria Maggiore.
1278 Nicolò UT fece Car-
Nel Quindi, avendo Sisto confermato V
dinale titolare di s. Pudenziana nel 1 586 la congregazione de' ci-
Girolamo IMascio, che nel 1288 di- stcrciensi detti fogUanti, per le pre-
venne Pontefice Nicolò IV. Eletto mure del nominato Cardinal Cae-
nel i447 Nicolò V, per molto tani , ad essi la consegnò. Questi
tempo gli piacque ad abitare nel si distinsero nel farvi risplendere il

contiguo palazzo, come asseriscono divin culto, adornando la chiesa, e


Novaes, e Borgia. Dipoi nel i549 rendendo più ampio, e comodo il

Paolo III ne conferì il titolo colla contiguo monistero. Fu a questi


porpora a Giannangelo de Medici, cistcrciensi, che nel i6o5 Leone XI
che nel i559 salì al pontificato diede l'incarico di riformare gli
col nome di Pio IV. Nel declinare Agnus Dei di cera , da benediisi
di tal secolo, l'altro Cardinale tito- dai Pontefici, lo che confermò nel
lare Enrico Caetani, con ecclesiasti- itìo8 Paolo V. Ma per le note ul-
ca magnificenza restaurò la chiesa, time vicende, rimanendo il moniste-
e per la sua nobilissima famiglia ro senza monaci, per ordine di Pio
rifabbricò splendidamente la cap- VII, in esso furono collocate le ca-
pella di s. Pastore, in onore de' ss. uonichesse regolari di s. Agostino,
re Magi, della quale parlammo al dopoché il loro monistero dello
tomo VI, pag. 216
Diziona- del Spirito Santo fu atterrato nulla
rio all' articolo della famiglia Cae- francese amministrazione, per am-
tani. Altro titolare degno di special pliare il foro trajano, come meglio
menzione è il beato Paolo Burati dicesi al tomo MI del Dizionario
detto di Arezzo. Allorché poi Bene- p. 233, parlandosi di tali canoni-
detto XIV volle rendere nel 1743 ci! esse.

più solenne l' ottava de' ss. Pietro Prima si salivano dieci gradini
e Paolo, stabilì che nel dì primo per giungere alla chiesa, ed ora a
,

CHI CHI 19
cagione clell'alzamento della strada, Della chiesa di s. Pudenziaiia nei
se ne scendono parecchi per entrar- sagri Trofei p. 23; il IMabillou
vi. La facciata esteriore è semplice, 3Ius. Italie, t. I, p. 58; e \incen-
e già fu dipinta da Poniarancio. zo M. Costanzi, de Ecclesia s. Pii-
L'interno è a tre navi, sostenute dentianae p. 335. La delta cappella
dai pilastri, in cui sono incassate le di s. Pietro ha suU' altare, entro
antiche colonne di marmo bigio del quale dicesi essere la suddetta
due delle quali a spira si vedono mensa di legno, due statue di Gio.
ai lati della porta. La tribuna è Battista della Porta, che rappresen-
decorata d' un antico musaico e- tano Gesù Cristo, il quale dà le chia-
gregiamente conservato , fatto da vi a s. Pietro ; e gli atlreschi della

Papa Adriano I. Si vedono in esso volta che furono condotti dal Ba-
molle prospettive e figure attorno glioni, esprimono alcune storie del
ad un Salvatore, con libro apeito principe degli apostoli.
in mano, nel quale si legge : Donii- Sulla chiesa di s. Pudenziana, la
nus coiisen'ator ecclesiae Picdc/itia- quale ebbe anche il nome di basilica,
nae. Per le figure, sono rimarche- oltre i citati autori, ed altri, si ha
voli tra gli apostoli quelle di s. Pie- Benigno Davanzali, Notizie della ba-
tro e di s. Paolo, non che quella silica di s. Pudenziana, Roma i 725,
di Pudente. L' Ugonio attribui-
s. ed il libro intitolato. Divozione a
sce questo musaico ai tempi di s. Pudenziana, ed alli santi tre mi-
Adriano Ili, e lo dice eseguito per sua la martiri sepolti in detta chiesa ,

cui-a. Il quadro colla santa titola- Ptoma 1731. 11 senato romano in


re, insieme alle effigie dei suoi fra- ogni quadriennio fa a questa chiesa
telli i ss. Novato e Timoteo, sono r offerta d' un calice di argento con
del Nocchi di Lucca. La cupola, e i sua patena, e quattro torcie di cera
suoi peducci furono dipinti da Poma- nel d'i della festa di s. Pudenziana.
rancio ; le statue in istucco le fece il

reggono l'orga-
Reti, e gli angeli, che Ss. Quaranta martiri, dé'pp. mi-
no e sono del Maini. Fra le
i coretti, nori Osservanti. Vedi.
cappelle primeggiano quella succen-
iiata dei Caetani, e quella dedicata Ss. Quattro Coronati,titolo Car-

a s. Pietro , nella quale cappella dinalizio, in cura delle monache


vuoisi che celebrasse il santo apo- agostiniane del conservatorio del-
stolo, e perciò Y altare è privilegia- le orfane, nel rione Canipitelli.
to venendo abbellita la cappella
,

nel iSgG da Desiderio Collino fran- Questa nobilissima ed antica chie-


cese. Parlando il Cancellieri, Me- sa è sul monte Celio, in quella parte
morie istoriche delle sagre teste dei che guarda verso l'oriente, e il

ss. Pietro e Paolo, a pag. 72, del- monte Esquilino, nel luogo che si

l'altare ove celebrò s. Pietro, il quale disse Castra peregrina, dagli allog-
conservasi entro quello papale della giamenti, che ivi stabilì Augusto pei
basilica lateranense, aggiunge che soldati forestieri. Si vuole eretta da
di un' altra mensa di legno, in cui s. ]Melchiade, come dice Panvinio,
vi è tradizione che celebrasse s. Pie- prima che divenisse Papa nell'anno
tro, ed esistente nella chiesa di s. 3 II, in onore di quattro soldati
Pudenziana, ne trattano il Torrigio, fratelli Severo, Severiauo, Carpofo-
,

20 CHI CHI
ro, e Villorino niaiiiri nella perse- data in titolo a s. Leone IV, per-
cuzione (li Diocleziano, i quali es- chè* era titolo fino da s. Gregoiio
sendo cornicolaii, che aveano per I, come rilevasi dal menzionato con-
ulìlzio (li ricevere gli atti de' con- cilio romano da lui celihrato, appe-
dannati, aveano ricusato di farlo na quel Papa morì, in questa chie-
nelle cause de' cristiani destinati al sa si convocarono il clero , e il
martirio. S. Melcliiade li seppellì popolo, che portarono fra gli ap-
nella via Labicana, forse nel ci- plausi s. Leone IV alla vicina ba-
miterio ad duos laiiros ,
presso i silica lateranense, ove lo venerarono
santi martiri Claudio, Nicostra- Pontelice, ilche avvenne agli i i
to , Sinforiano , Castorio , e Sim- aprile dell' 847. Fu allora, che s.
plicio, i quali patirono il marti- Leone IV dai fondamenti rifece la
rio perchè, essendo scultori, si ri- chiesa, l'abbelh, e le fece il dono
cusarono di fare statue, che doveva- di molti vasi d'oro e di argento,
no servire per idoli ai gentili, della ed allri sagri arredi, come poi fe-
qual professione alcuni vorrebbono cero altri successoli. Quindi ricercò,
anche i precedenti quattro martiri. e rinvenne i corpi de' ss. Quattro
Divenuto Papa s.Melchiade, a questi coronati, i di cui nomi si seppero
ultimi ordinò 1' uffizio , e siccome per divina rivelazione, ed insieme a
ignoravansi i loro nomi, disse che se quelli dei cinque santi martiri scul-
ne celebrasse la memoria col nome tori summeiitovati, li collocò sotto
de' ss. Quattro Coronati, dalla coro- la confessione, o cappella sotterranea.
na del martirio. Nel marmo posto da un lato del-
Di questa chiesa fece onorevole l'altare maggiore, vengono descritti
menzione s. Gregorio I, il quale per non solo i detti corpi santi qui
la divozione che ne aveva, vi tras- riposti da s. Leone IV, ma quelli
ferì la stazione nel lunedi dopo la di altri santi, e di altre insigni re-
quarta domenica di quaresima, che liquie. Tale fu poi il culto, che si
tuttora vi si celebra, la quale prima professò ai ss. Quattro Coronati
stava nella chiesa di s. Cajo. Da che nella festa di essi agli 8 novem-
questa chiesa vuoisi, che vi trasferisse bre Pontefici usavano il triregno.
i

il titolo Cardinalizio ancora, per II Piazza, nella Gerarchia Cardinali-

cui ha un Fortunato prete Car-


si zia a pag. 55cf, e 56o, riporta il
dinale de' ss. Quattro Coronati nel catalogo delle nominate reliquie,
concilio celebrato da quel Papa. postevi da s. Leone IV.
Il Pontefice Onorio I, verso l'anno Nell'anno 885, e ai i5 luglio,
63o, riedificò la chiesa sull'antica, quivi fu acclamato Pontefice Stefa-
e forse il fece da Cardinale nel no V detto VI, il quale essendo
pontificato dis. Gregorio I, che poi titolare della chiesa, abitava l'annes-
r onorò colla detta stazione,, e col so palazzo de' Cardinali. Nel io85
titolo. Il Cardinal titolale antica- per la dilferenza dell' investiture ec-
mente esercitava le funzioni ebdo- clesiastiche, tra Enrico IV impera-
madarie nella patriarcale basilica di tore, e Gregorio VII, il primo
s.

s. Lorenzo fuori le mura in tutti i si recò in Roma con un esercito, e

sabbati, celebrando suU' altare ponti- costrinse il Papa a ritirarsi nel Ca-
ficio. In seguito Adriano I la rin- stel s. Angelo, ove l' assediò. Intan-
novò, e siccome Sergio II l'avea to recatosi in Roma in ajuto del
,

CHI CHI 21
Pontefice, Roberto Guiscardo duca glio del re di Pcntogallo, il quale
di Puglia, r imperatore si ritirò a nella minorità del re Sebastiano suo
Siena. Tutlavolta, siccome i di lui nipote, fu reggente del regno, e per
fautori fecero resistenza, duca in- il la di lui morte ascese al trono
cendiò vari luoghi della città, onde conservando la dignità e le insegne
trasportare nel trambusto s. Gre- Cardinalizie, ed era di tali pregi e
gorio VII nel patriarchio lateranen- virtù ,poco mancò ad essere
che
se, come gli riuscì. Tra i luoghi fatto successore a Paolo III. Pio IV
che perirono per le fiamme, vi fu accomodò in più parti la chiesa, ed
anco questa chiesa, la quale rimase at- il monistero, che per lungo tempo
terrata. Peraltro non andò guari, che avea servito di abitazione ai mona-
Pasquale II non solo la rifabbricò ci i56o diede sì
camaldolesi, e nel
dai fondamenti, e l' adornò, ma ai la chiesa che
monistero al con-
il

20 gennaio del 11 16 solennemente servatorio delle povere zitelle orfa-


la consagrò. Inoltre vi eresse ac- ne, di cui si tratta all'articolo Col-
canto un magnifico palazzo ponti- legio Salviati [Vedi), togliendole dal
ficio, il quale fu abitato da Sigis- monistero per loro eretto, ove ora
mondo imperatore, quando nel mag- è r ospedale de' Bonfratelli nell' iso-
gio 1433 giunse in Roma per es- la tiberina. Lo stesso Pio IV aprì
sei'e coronato da Eugenio IV. incontro alla chiesa una comoda
Nel pontificato di INIartino V, via, che conduce alla basilica di s.

essendone titolare il Cardinal Al- Giovanni in Laterano.


fonso Cardio spagnuolo, risarcì in L' antichissimo oratorio, che si

gran parte la chiesa, del che si vede sotto il portico, è dedicato da


legge per testimonianza la seguente Stefano Cardinale di s. Maria in
iscrizione posta nell' atrio o vesti-
,
Trastevere, nel pontificato d' Inno-
bolo sotto il di lui stemma genti- cenzo III, a Papa s. Silvestro I, è
lizio: decorato nelle pareti d' interessanti
pitture del sesto e settimo secolo,
Haec quaecumque vìdes \> eteri pro- rappresentanti pai'ecchi fatti della
strata ridila, vita di Costantino magno, e di s.

Obruta verbenis, hederis, diim is- Silvestro I. Il Cardinal Rinaldo


qiie jacehant. Conti, che fu poi Alessandro IV,
Non hìspanus Carillo
tu Ut Al- nel sotto Innocenzo IV la con-
1246
pìionsiia. honore sagrò, di che ne fa fede una iscri-
Cardineo fidgens, sed opus lìcet zione in marmo ivi posta. In una cro-
occupat ingens naca di Fiandra, riferita dagli scrit-
Sic animus magno rcparatque pa- tori della Germania al foglio 84
latia sumpta, citati dal Martinelli, Rom. ex Ethni-
Duni sedet extincto Martinus schìs- ca socr., si racconta Tlieodoricus :

mate qiiiiitus. Pontifcx Trei'irensis sub Leone Vili


cellam ss. Quatuor Coronatorum,
Altro titolare spagnuolo fu il Car- Clini omnibus /J ppendìtiis suis sibi,
dinal Alfonso Borgia, che nel 1455 suisque successoribiis in perpetuum
divenne Papa col nome di Calisto acquisii'it. Dal che si scorge, che
III. Quindi nel i54j Paolo III ne forse questo oratorio fu assegnato
dichiarò Cardinale prete Enrico fi- per di lui residenza, quando si fos-
11 CHI CMI
se recato in Roma 1"
arcivescovo di Per un atrio di antica costruzio-

Trevcri, come presso la chiesa di ne si entra in ima corte, da dove


s. Giovanni ante porlam latinain , per una sola porta si ha ingresso
eravi la residenza per quello di Co- alla chieda. L'interno della chiesa
lonia. In questo oratorio pregevole è diviso in ti'e navi, sostenute da
per le sagre e preziose reliquie che otto colonne di granito, quattro per
ivi veneransi, sino dal i4o6 sotto parte, sopra le quali sonpvi i muri
Innocenzo VII, gli sciiltorij e scal- a guisa di loggie, come erano nelle

pellini, sotto i" invocazione dei santi antiche basiliche, ornati di altre co-
Quattro Coronati, e degli altri cin- lonne simili , ma piti piccole. Le
que santi martiri, che aveano eser- navi laterali sono a volta, quella di

citata la professione di scultore, mezzo ha il con


soHltto di legno
eressero una confraternita d' ambo intagli, fatto Car-
fare dal sullodato

i sessi. V. Piazza, Opere Pie ec. p. dinal di Portogallo il pavimento è :

C3-2, Della Confraternita dei ss. d' opera alessandrina, accomodato


Quattro incoronati. in pili parti. La tribuna già fatta

Ritornando alla nostra chiesa, nel erigere da Pasquale li fu ristorata

i583 Gregorio XIII vi prepose in ti- dal Cardinal Millini titolare, con
tolare il Cardinal Giannantonio Fac- buoni affreschi del Maimozzi, detto
chinetti bolognese, il quale, ai 29 ot- Giovanni da s. Giovanni, stimati per
tobre i')9i, fu eletto Papa col no- la vivacità della loro composizione.
me d'Innocenzo IX, ed in onore Questo pittore vuoisi fosse il primo a
de' santi titolari, volle prendere il dipingere bizzarramente con gli ange-
solenne possesso della basilica late- li le angiolesse ; altri però attribui-
ranense agli 8 novembre giorno scono tale introduzione al cav. d'Ar-
della loro festa : nel creare poi ai pino, o all'Allori. Il primo altare a
18 dicembre il nipote Antonio Fac- diritta è dedicato alla nascita di Ge-
chinetti della Noce diacono Cardi- sù Cristo, indi si vede il maestoso
nale, gli diede questa chiesa per deposito di monsignor d'Aquino, udi-
diaconia , e morì il Cardinale nel- tore delia Camera, insigne benefatto-
r anno 1606. Quindi nel .1624 re dell'attiguo conservatorio, uomo
il Cardinal titolare Giovanni Gar- dotto, che raccolse molti libri rari.

zia Millini , restaurando la chiesa, Segue l'altare di s. Sebastiano mar-


ebbe la religiosa consolazione di tire, il cui quadro dipinse il Baglio-
ritrovare i corpi de' Quattro Co-
ss. ni. Quivi è nna cappelletta sotter-
ronati Severo, Severiano, Carpofo- ranea, dove si scentle per doppia
ro, e Vittorino, e fra le tante reli- scala; ed ivi si conservano i corpi
quie che la chiesa possiede, rinvenne de' santi titolari della chiesa.
ancora il capo di s. Sebastiano mar- Il senato romano in ogni qua-
tire, il quale collocato in una teca driennio per la festa de' ss. Quattro,
d'argento da s. Gregorio IV, fu poi fa in questa chiesa la pia olferta di
da s. Leone IV donato alla mede- un calice e patena di argento, e
sima. In seguito r altro Cardinal ti- quattro lorcie di cera. Abbiamo da
tolare Girolamo Vidoni, nel i632 Decio INIemmolo, Della vita, chiesa,
collocò tal capo in nobile reliquia- e relìquie de' ss. Quattro coronati,
rio in una cappella elegante dedi- Roma iG-jS; opera, che nella stessa
cata al detto santo. città si ristampò nel 1757. E Gio.
, ,

CHI CHI 23
Pietro Luccitelli scrisse, Le Notizie rio XIII, e nel \5'j5, quivi fu fon-
concernenti la testa di s. Sebastiano data la confraternita del ss. Sagra-
martire, che si custodisce nella chie- mento, ai cui fratelli vennero con-
sa de" ss. Quattro Coronati, Roma cesse molte grazie ed indulgenze, e

1757. il sacco bianco, mentre per insegna

si stabilì un calice d'oro, con l'O-

Ss. QuiRico e GiULiTTA , titolo stia sopra in campo bianco. V.


Cardinalizio, con parrocchia in Carlo Bartolomeo Piazza, Opere pie
cura dt domenicani , nel rione di Roma pag. 53o, Della confra-
31onti. ternita citi ss. Sagramento , ai ss.

Quirico e Giulitta a Torre de Conti.


Questa antichissima chiesa è de- Lo stesso Gregorio XllI nel i586
dicata a s. Quirico fanciullo, ed alla fece prete Cardinale di questo tito-
sua madre Giulitta martiri, ambe- lo Alessandro de Medici, il quale
due di TiU-so, ii cui aliare vuoisi con- nell'anno seguente 19 febbraio, ai
sagrato dal Pontefice Vigilio, il qua- avendola restaurata ed abbellita
le fiorì Viene detta que-
nel 546. solennemente consagrò in onore dei
sta chiesa a 2 or de' Conti^ da quel- due santi titolari l'altare antichissi-
la che vicino grandiosamente eresse mo, già consagrato da Papa Vigi-
ne' primi del secolo XIII Innocenzo lio, e poscia nel i6o5 fu creato
IH, Conti, perchè servisse di guardia Pontefice col nome di Leone XI.
alla città in occasione di tumul- Gli successe Paolo V, il quale nel
to, o per testimonio di grandezza 1606 alzò il pavimento, per libe-
della sua illustre casa, e del suo l'arlo dalle inondazioni del Tevere.
glorioso pontificato ma minaccian- : Quindi ne fu benefattore anco Ur-
do di poi rovina, Urbano Vili la bano Vili, dappoiché la restaurò, e
fece in parte demolire. feccia fiancheggiare con alcuni pi-
Verso l'anno i47<^> Sisto IV re- lastri. Clemente X la diede per ti-

staurò questa chiesa, e vi trasportò tolo al Cardinal Galeazzo Mare-


il titolo Cardinalizio, e la stazione, scotti, le cui beneficenze a favore
che nel maitedì dopo la domenica della chiesa, riporta il Piazza cita-

di passione godeva la chiesa di s. Ci- to, nella Gerarchia Cardinalizia ,

riaco, la quale anticamente era nelle parlando di questo titolo.


terme Diocleziane; stazione, che ve- Clemente XI, nel 1706, creò Car-
nendo alla chiesa de' ss. Quirico e dinale de' ss. Quirico e Giulitta Mi-
Giulitta contrastata da quella di s. chelangelo Conti, che nel 1731 gli

Maria in Via Lata ( Vedi), fu dal- successe col nome di Innocenzo


la pontificia autorità deciso, che iu XIII; e tolta la collegiata, che vi
tal giorno ambedue le chiese godes- era, l'affidò alla custodia dei reli-

sero la stazione. Quindi essendo già giosi di s. Domenico, i quali nel


collegiatacon capitolo di canonici, pontificato di Benedetto XllI, del
fu annoverata da Pio V nel nove- loro medesimo Ordine, e da lui aiu-
ro delle vicarie parrocchiali perpe- tati, rimodernarono ed abbellirono
tue , ma allorché , come diremo la chiesa. Tranne il quadro dell'al-
cessò di essere collegiata, vm reli- tare maggiore, rappresentante i due
gioso domenicano ne divenne il santi martiri, e di buon pennello,
parroco. Nel pontificato di Grego- gli altri sono moderni in quello :
,

i\ CHI cin
dedicato aGiuseppe sposo di
s. fice nelle funzioni solenni ,
per es-
Maria Veif^ine ed al ladrone s.
, sere la sua abbazia una delle venti
Disma, vuoisi che entro l'altare vi privilegiate di Roma. Anticamente
sia gran parte del corpo di quest' eravi la stazione nel martedì santo,
ultimo. Di altre reliquie fa men- come abbiamo dal Piazza, Eortero-
zione la lapide, che si legge nella logio., ovvero le sagre stazioni ro-
slessa chiesa del suddetto Cardina- mane, pag. 3Gf), il quale parla dei
le titolare de' Medici, colla data 19 pregi, e delle memorie ecclesiastiche
febbraio i584- La festa titolare ce- di questa chiesa, non che nel tomo
lebrasi ai 16 giugno, nel qual gior- II del suo Enierologio a pag. 717.
no in ogni quadriennio, il senato Venne dedicata a s. Sabba abbate
romano fa a questa cliiesa la pia di Cappadocia, e fondata ai mona-

oblazione di un calice di argento, ci greci di s. Basilio verso l'anno


e di quattro toi'cie di cera. 55o, che la chiamarono Cella Nuo-
va, o Cella Novella, forse, come
S. Rocco, con parrochia, dell' arci- dicono alcuni, per essere stalo il lo-
confraternila dì s. Rocco, nel rio- ro primo ospizio in Roma , o, per
ne Campo Maì'zo. V. Arcicon- dire meglio, per essere stati ivi

FRATERJVITA DI S. RoCCO. trasportatida qualche altro luogo


della medesima città. Quivi risiede-
Il magistrato romano, ogni anno vano duecento monaci greci, che sal-
ai 16 agosto festa del santo titola- meggiavano dì e notte, e detti perciò
re, olfre a questa chiesa un calice, Acemiti, o Acemeti, cioè sempre vi-
e patena di argento, con quattro gilanti. Altri fanno fondatore, o re-
torcie di cera bianca. Leone XII nel stauratore del monistero, s. Grego-
1824 colla bolla, Super Universani, rio che fu eletto nel Sgo. È poi
I,

stabili m questa chiesa la cura par- certo che presso la chiesa vi abita-
rocchiale. va religiosamente la di lui madre
s. Silvia, di che facemmo menzio-
S. Romualdo de' monaci camal- ne all'articolo Chiesa di s. Grego-
dolesi, nel rione Trevi. V. Ca- rio AL MoxTE Celio.
maldolesi monaci. Nell'anno 767 per la sede vacan-
te di s. Paolo I, insorse l'antipapa
Ss. Ruffina e Seconda, delle mo- Costantino [Vedi), ma dopo tredici
nache del sagro Cuore, nel rio- mesi di scisma fu cacciato nel mo-
ne di Trastevere. V. Sagro Cuo- nistero di Cella Nuova,
dove fu
re monache. tratto dai furibondi soldati che gli
cavarono gli occhi. Quindi si legge
S. Sabba abbate, de' pp. Gesuiti nelle Vite de' Papi, che Giovanni
del collegio Germanico, nel rio- XVIII morì ai 7 dicembre ioo3,
ne Ripa. ovvero ai 3 1 ottobre, e fu sepolto
secondo il Ciacconio, nel monistero
A questa chiesa si arriva per una di s. Sabba in Cella Nuova : altri

piccola via situata dietro s. Balbina dicono pili probabilmente con Gio-
e la sua fondazione è antichissima, vanni diacono, che fosse tumulato
giacché l'abbate del contiguo mo- al Lalerauo.
uistero assisteva al romano Ponte- Sembra che poi nel luouislero
, . .

CHI CHI 25
vi passassero i monaci benedettini Culnium apostolicum cinn Coe-
cliiniacensi ; certo è che mancan- lestiniis haheret
dovi l' osservanza della disciplina, Primus et in tato fidgeret epìsco-
nell' anno i i4^ > Lucio II chia- pus orLej
mò dalla Francia in Roma al- Haec quae miraris fundavit praes-
cuni virtuosi monaci cluniacensi, e hyter Urbis
diede loro la chiesa , e il moniste- Illyrica degente Petrus, vir no-
ro, ma poscia vi passarono i cistcr- mine tanto
ciensi, come afferma il p. Casimiro, Digniis, ah exortu Christi nutii-
Mem. Ist. p. i3. In seguito restan- tiis in aula:
do l'abbazia pressoché abbandona- Pauperihus lucuples, sili pauper,
ta, Gregorio XIll, siccome era di- qui bona vitae
venuta commenda, uni le sue ren- Praesentis JìigienSj meniit spera-
dite al Collegio germanico ungari- re futuram
co ( P^edi )
, che afiidò alla dire-
zione de' gesuiti. Da un lato del Dalle bande poi di tali versi si
portico che precede la chiesa è un vedono due figure di donne con un
antico sarcofago, in cui vedesi scol- libro in mano, sotto le quali sono
pila una festa nuziale. L' interno queste iscrizioni, cioè sotto quella a
ha tre navi divise in ventiquattro destra, ecclesia ex circumcisioxe ;

colonne, parte di granito, paite di sotto l'altare a sinistra, ecclesia ex


marmo pario. Essa è visibile al po- Gentirus.
polo solo nel giorno 6 dicembre, Nell'anno ^3i, successe a s. Ce-
festività del sauto titolare. lestino I, il Pontefice s. Sisto IH,
il quale compì l'edifizio della chie-
sa, quindi la dedicò e consagrò coi
S. Sabina, titolo Cardinalizio, in
consueti riti, ponendovi il battiste-
cura dei domenicani, nel rione
rio,laonde fino da quel tempo di-
Ripa.
venne titolo di Cardinale prete. Di
poi neir anno 538 avendo Yitige
Fra che nobilitano il
le chiese, re dei goti assediato Roma, Be-
celebre monte Aventino, una è que- lisario capitano imperiale, credendo
sta edificata secondo alcuni , nel
, che Papa s. Silveiio fosse d' intelli-
luogo dove s. Sabina ebbe la casa genza col nemico, da questa chiesa
paterna, o del suo marito, e presso ove erasi ritirato l' innocente Pon-
i templi di Diana, e di Giunone tefice, l'esiliò dalla città, dopo aver-
Lucina. Ivi pure vuoisi che la san- lo obbligato a vestirsi da monaco
ta patisse il martirio, ed ove i fe- Dipoi s. Gregorio I creato nel 5cjO
deli eressero un oratorio, sul quale vi pose o confermò la stazione pel
nel pontificato di s. Celestino I, dì primo di quaresima, incomincian-
e verso l'anno ^'25 venne edificata do visi a celebrare una delle piìi ri-
la chiesa da un certo Pietro Cardi- nomate funzioni ecclesiastiche. Dap-
nale ,
prete schiavone di nazione poiché in tal giorno il Papa coi
come l'ilevasi dai seguenti versi, che Cardinali si recava a s. Anastasia
sono scritti sulla porta maggiore del per la colletta per adunarvi il po-
lato destro, con lettere di musaico polo, ed in essi dava a tutti la ce-
dorato: nere; quindi processionalmente, pas-
26 CUI CHI
sando per la chiesa di s. Maria in Cardinali. Prima
di lui Onorio III,

Cdsineilin scalzo, si avviava alla avendo con'ermalo l'Ordine de' pre-


chiesa di s. Sabina: quivi si caiila- dicatori, concesse loro la chiesa col
va la messa, pronunciava un ome- contiguo hiogo, per cui fa santifi-

lia, ed in fine il diacono annuncia- cata dalla residenza di s. Domenico


va la seguente stazione. In piogies- fondatore del medesimo, che per
so di tempo i Pontefici si portavano virtìi di Dio, vi operò molli mira-
dalia loro residenza in questa chie- coli, ^i fondò il ujonistero in una
sa a dare principio alle stazioni parte del palazzo di Onorio III, ci

quaiesiinali, in solenne cavalcala, dictle l'abito religioso a s. Giacinto,


segniti dai Cardinali, prelati e cor- e vi godette la compagnia di s.
te romana, funzioni tutte che ven- Francesco d' ^Vssisi, e di s. Angelo
gono descritte all' articolo Cai'Pelle carmelitano. I Savelli, della cui fa-
]^o>TiFiciE G X numero 6. miglia era Onorio III che divenne
Qui il medesimo s- Gregorio I Pontefice nel 12 16, potentissimi no-
lecito quel bel sermone nclT i^liluir- bili romani, erano signori del monte
vi le litanie maggiori dette scUiJur- Aventino. Onorio IH presso la chie-
mij cioè nel tempo che Roma era sa aveva edificato un magnifico pa-
atTlitta dalla peste. Si chiamarono lazzo ponfificio, ove abitò molto tem-
settifonni tali litanie, perchè dove- po, come poi fecero altri Papi; in esso
vano recitarsi nella processione da appunto confermò l'Ordine di s. Do-
sette condizioni di persone, partendo menico, e vi stabifi il cospicuo ufllzio
da sette diverse chiese; della (piai di Maestro del sagro palazzo apo-
funzione ne legge la memoria
se stolico, destinandovipel primo lo
nella tribuna, o coro di questa chie- stesso s. Domenico. Nel i285 fu
sa. In seguito essa fu rinnovata da esaltato alla cattedra di s. Pietro
s. Leone ili, il (juale la diede per Onorio IV, Savtlli , ed anch'esso
titolo Cardinalizio ad Eugenio II, fece r ordinaria sua residenza, meno
che nell 824 fu eletto Papa, e vol- l'estate che si trasferiva a Tivoli,
le beneficarla coli' abbellirla d' ogni nel palazzo pontificio di s. Sabina,
intorno di pitture, arricchendola coi come attesta anche Tolomeo da Luc-
Alessandro I Papa, Teo-
cor[)i de' ss. ca, Hìstor. ecd. lib. XXIV, cap. i3.
ilolo ed Evenzio. \enendo poi ri- ]Morì Onorio IV ai 3 aprile 1287
guardata come una delle più insi- nel detto palazzo, vacando la santa
gni ed antiche chiese di Roma al , Sede dieci mesi e dieciotto giorni,
suo Cardinal titolare fu concesso di perchè i Cardinali rinchiusi in con-
essere annoverato al servigio ebdo- clave nel palazzo di s. Sabina, a
madario nella basilica Ostiense, e ce- cagione della peste si ritirarono al-
lebrare nelle domeniche sulT altare trove, dopo che sei di essi vi erano
papale solennemente. morti, ed altri erano caduti infer-
In questa chiesa vi era stato tras- mi. 3Ia il Cardinal Girolamo Ma-
portalo dal \ aticauo il corpo di Papa scio detto Tineo non abbandonò
s. Sisto I, ma nel 11 32 Innocenzo mai il palazzo di s. Sabina , nel
li donò a Piainolfo conte di Ali-
Io quale nelT estiva stagione purifica-
te. JNel 12 38 Gregorio IX consagrò va r aria infetta, col fare gran fuo-
di nuovo l'altare maggiore, facendo co intorno. Cessato il pericolo , ri-

cou^aiirare ali altri dai vescovi . e tornali i CarJiuLili in concla\e nel


,

CHI CHI 27
dello palazzo, ai 22 febbraio 1288, nistri , ristorò il convento annesso
elessero Papa il medesimo Cardinal edificò la cappella al s. Piosario, e
Mascio, che prese il nome di Nico- morendo nel i483 volle essere se-
lò IV. Altri dicono, che in detto polto nella chiesa, ove gli fu posto
palazzo fui'ono celebrati altri con- nel bel deposito un onorevole epi-
clavi ; a me non fu dato rinvenir- taffio. Il Cardinal Bandi nel lo Sauli,
li, ed il Cancellieri nelle Notizie genovese titolare, sotto Giulio II, re-
istoriche delle Stagioni 3 e de' sili staurò il bellissimo chiostro secon-
dii'ersi in cui sono stati tenuti i do l'antica costruzione, ed abbellì i

Conclavi, parla solo di quello di vani dei portici di fatti esprimenti


Nicolò IV. Su questo palazzo ag- le geste di s. Domenico, e in morte
giungeremo, che Sisto IV dipoi fece volle essere sepoltonell'amata sua
demolire gli avanzi del famoso ponte chiesa. Ed il Cardinal titolare Ot-
Sublicio, ch'era alle radici di esso, tone Truchses rinnovò il musaico
ed il palazzo, siccome divenuto sino della tribuna, operò altri migliora-
da Paolo III luogo di diporto per menti, ed abbclfi la chiesa con pit-
la deliziosa amenità del sito, fu ri- ture risguardanti i santi e le sante,
storato dalle sue rovine dal Cardinal che in essa si venerano ed onora-
Domenico Ginnasi finché fu tutto , no, come rilevasi da una memoria
incorporato, come diremo, al conven- posta nella cappella maggiore l'an-
to dei domenicani. no i54o.
In questa chiesa il re di Sicilia Prima che s. Pio V divenisse Pa-
Carlo II giurò nel 1293, alla pre- pa, era stato religioso domenicano
senza di Bonifìcio VIII, vassallag- nel contiguo convento ,
per cui il

gio e fedeltà Sede apostolicaalla ,


luogo ove venne ridotto in
abitò
invocando dal Papa l'assoluzione da una cappella adornata con istucchi
qualunque ommissione nella conse- dal Rusconi non che di pitture.
,

guita investitura del reame di Si- Quelle dell'altare poi sono di Marlia-
cilia. Poscia Bonifacio \III nel crea- ni. Nel suo pontificato s. Pio con- V
re nel 1298 Cardinale il b. Nicolò servando grande amore per questa
Boccasini domenicano, gli diede que- chiesa, spesso vi si recò a celebrale
sta chiesa per titolo, e questi meritò le pontificie funzioni, compì la fab-
di succedergli nel pontificato col no- brica del monistero, della sagrestia,
me di Benedetto 3o3. Molti XI nel i e dei portici, concedendole inoltre la
poi furono i che
Cardinali titolari chiesa, allora parrocchiale, di s. Ni-
nobilitarono, e restaurarono la chie- cola de' Perfetti in Campomarzo,
sa. Giuliano Cesarini riparò, e rin- perchè servisse di comodo ospizio
novò la tribuna, che minacciava ro- ai domenicani di s. Sabina nel re-
vina , come rilevasi da una me- carsi nell'interno, o centro di Roma.
moria del i44i- Calisto III nel Sisto V, che da lui era stato elevato

1456, creò Cardinal prete di s. Sa- al Cai'dinalato , volle rendere più


bina Enea Silvio Piccolomini, e poi magnifica la chiesa, e il convento.
nel i4j8 l'ebbe in successore col Piipristinò la cappella papale nel
nome di Pio II. 11 Cardinal Auxia primo giorno di quaresima per ,

Poggio spagnuolo beneficò questo maggior comodo del popolo, e per


suo titolo, vi fece risplendere il di- renderla più ampia levò il presbi-
vin culto con accrescervi i sacri mi- teiio erettovi da Eugenio II, la di-
,

28 CHI CIII
visione di mezzo , e i due amboni elietto laterale, da dove furono ^olte
ovocantavansi l'epistola, e l'cvan^^jolo. le preziose colonne di granito ver-
Piifcce il pavimento ,
rispettando le de, che attualmente servono di or-
nìcmoiie aiilidic, ed alìhelli la tribu- namento al braccio nuovo da Pio
na col pennello di Taddeo Zuccaii. VII aggiunto al museo vaticano.
Sotto l'altare maggiore eresse una L'interno è compartito in tre navi,
nobile cappella con iscala di marmo una maggiore nel mezzo due mi- ,

ben ornata, per discendervi, poi resa nori ne' lati. Quella di mezzo resta
più ricca dalla nobile famiglia dan- divisa dalle altre da ventiquattro
ti nel medesimo luogo si ha, che
; colonne scanalate di marmo pano
s. Domenico traltcnevasi in lunghe cioè dodici per banda, con basi e
orazioni. INel rimuovere e rinnova- capitelli di ordine corintio. In fon-
re r antico altare maggiore, ritrovò do della nave destra si vede la cap-
sotto le reliquie de' sagri corpi di pella di s. Domenico non ha guari
Sabina martire, Serapia vergine e rimodernata, avente per quadro la
martire, Alessandro mar- 1 Papa e Madonna del Rosario, con s. Dome-
tire, Evenzio prete, e Teodolo com- nico, e s. Caterina, egregio dipinto
pagni. Tanto viene riferito da una del celebre Sassoferrato. La cappella
marmorea iscrizione, che da un can- di s. Giacinto nella nave stessa è
to fu ivi posta nell'anno secondo opera della pittrice Lavinia Fonta-
del suo pontificato. na Federico Zuccari dipinse da un
.

Il Cardinal Girolamo Bernerio; lato la di lui canonizzazione ese-


già religioso e priore del convento, guita da Clemente Vili, dall'altro
edificò una magnifica cappella a s. Taddeo Zuccari rappresentò s. Do-
Giacinto domeniamo , e in essa fu menico nell'atto di dare l'abito dei
sepolto nel i6i i, Clemente IX, Ro- predicatori a s. Giacinto, ed al bea-
spigliosi, che regnò sul trono del to Ceslao. Presentemente nella sud-
Valicano dal 1667 al 1669, cangiò descritta tribuna si ammira un qua-
in cappella la stanza di s. Domeni- dro che esprime s. Sabina martiriz-
co, con arcliiltttiu'a del Borromini, e zata, eseguito dal eh. cav. Giovan-
rinnovò le antiche memorie de' suoi ni Silvagni professore, e vice-presi-
predecessori, ritirandosi nel carne- dente della pontificia accademia di
vale a fare gli esercizi spirituali, ed s. Luca. Nella nave sinistra evvi la

a starsene in quiete, nel convento cappella della famiglia d' Elei tosca-
medesimo o palazzo pontificio di s. na, eretta con disegno del Contini,
Sabina, del quale ancora si veg- ed abbellita di belli marmi nel- :

gono alcune parti, non che i resi- l'altare il ìMorandi dipinse s. Cate-
dui di grande muraglia , torri , e rina, ed è fra quattro colonne di
merli a di lui custodia. Quindi il breccia, mentre 1' Odazi fece gli af-
Cardinal Delci fondò la bella eap- freschi della cupola. Oltre i mento-
pella di s. Caterina, e nel 1670 in vati depositisono meritevoli di men-
morte vi lasciò il suo cadavere. Re- zione i del Cardinal
depositi riuniti
se poi luminosa la chiesa il Cardi- Alessandro Bichi e del suo fratel- ,

nal Tommaso Howard de' duchi di lo Celio Bichi uditore di Rota, co-
iVortfolk inglese, con aprirvi delle fi- me nel pavimento della nave di
nestre dalle due parti. mezzo è un musaico, rappresentante
Si entra in chiesa per un porli- fra ]Munio di Zamora, generale dei
, ,

CHI CHI 29
domenicani , che morì nell' anno guo convento, il cui chiostro di for-
i3oo. ma quadra é ornato di centotie co-
Sono pur degni di osservazione lonnine antiche. Pompeo Felici ci
l'antico portico, e l'antico ingres- diede: La prima stazione di Roina^
so, in parte chiuso dentro il con- e della chiesa di s. Sabina, Ri mi-
vento. Allorché tal portico fu restau- ni i568. In questo libro si parla
rato dal menzionato Cardinid Ber- della stazione di s. Sabina, e delle
iierio , il vestibolo era decorato di altre di Roma , ed anco de' pregi
colonne, delle quali sono superstiti di questa chiesa. La festa della san-
quattro di paonazzelto scanalate a ta vi si celebra ai 29 agosto.
tia verso, e quattro di granito : ivi

erano Ire porte, ed ora solo esiste Sagre Stimmate di s. Francesco


la piincipale, e quella a destra. Si dell' arciconfraternita nel rione
vuole, che questa un tempo servisse Pigna. V. Volunie II del Dizio-
di porla santa (su di che è a ve- nario a pagine Sog.
dersi il Panciroli, Tesori, ec, pag.
788), quando fu sostituita la chie- Il senato romano ogni anno, per
sa di s. Sabina, alla basilica di s. la festa delle sagre Stimmate di s.

Paolo negli anni santi dell' univer- Francesco d' Assisi, la quale ricorre
sale giubileo, allorché il Tevere colle ai 1 7 settembre, fa l' offerta d' un
sue inondazioni impediva l'accesso al- calice e patena di argento, insieme
la basilica. Ciò forse appartiene agli a quattro torcie di cera.
antichi tempi, dappoiché tutti sanno,
che da Urbano Vili in poi in si- S. Salvatore delle Coppelle, del
mili od altre emergenze, alla basi- collegiode Parrochi di Roma. V.
lica dis. Paolo fu sostituita quella Parbochi.
di Maria in Trastevere, nel mo-
s.

do che si disse a quell'articolo. L'in- S. Salvatore della Corte, o s.

gresso, o stipite della porta princi- 31A RIA della Luce, con parroc-
pale, è abbellito per di fuori e per chia in cura de' Pacioni, nel rio-
dentro d' intagli di marmo mirabili, ne di Trastevere
per con cui furono fatti ;
la diligenza
egualmente interessanti sono le sue Questa antica chiesa fu eretta, e
imposte di cipresso, le quali nei fusti dotata di molte possessioni da s.
da ultimo ristorati, in riquadri hanno Bonosa, e si vuole che il Pontefice
in bassorilievi scolpiti diversi fatti s. Giulio I, creato nell'anno 336,
della sagra Scrittura, opera che ri- la facesse parrocchia. Fu detta in
monta decimoterzo secolo, e me-
al Corte, o, come altri vogliono, nella
ritò, anco per le belle fregiature che Corte, perchè fu quivi una Curia
l'adornano, di essere incisa ed illu- degli antichij o secondo il Panciroli
stiata dal d' Argincourt, nel suo ri- una basilica, ove si trattavano le cu-
nomato trattato intorno la deca- re ed i negozi pubblici, aggiungen-
denza dellearti. Tale lavoro si vuole do che a Torre de' Specchi fu già
una imitazione di getti in bronzi la- una chiesa detta s. 3Iarìa in Corte,
vorati nel decimoprimo e nel deci- dalla cwia o basilica, la quale ivi pri-

niosecondo secolo. Dal detto portico ma esisteva. Altri sono di parere, che
si può aver ingresso pure al conti- tal soprannome avesse origine, per-
.3o CHI CHI
clic ìli loiit;iui U;iin)i in ([iicsta con- S. Salvatore in Lauro^ de' mar-
Iraila cMìcto gli cbrii mia sinago- chcgiaui , cui è unito il collci^io
ga, dai gentili chiamala Curii, cioè Piceno, con parrocchia, nel rio-
Circoncisi^ ovvero perchè la liimiglia ne Punte.
de Curtibus prestasse a (juesta^ come
ad altre chiese, il proprio cognome. A questa chiesa fu aggiunta la
L'antichità di (jiicsta chiesa ap- denominazione di Lauro per essere
parisceanche dalle pittare in mu- ivi stato il celebratissiino portico di
saico del secolo decimo <juarto, che Europa, in mezzo al quale vuoisi
decorano la tribuna dell' aitare gran- che vi fosse un boschetto di allori.
de. Clemente Vili vi uiù la par- Né manca chi opina, che non in
rocchia della vicina chiesa dedicata Lauro, ma in Lari si dovrebbe di-
alla medesima s. Bonosa, la quale re, perchè in questo luogo i gentili
è pure antica, giacché famoso Co- il veneravano in un modo particolare i
la di llienzo, ucciso nel 1354, ^^ loro idoli domestici detti Lares. Edi-
essa fu sepolto. Fu ristorala nel iGSy, ficò la chiesa verso l'anno i4493 '^

dal pro[)rio parroco Gio. Domeni- magnanimo Cardinale Latino Orsini


co Mauro Cosentino di Aprigliano; romano, in un all'annesso monistero,
indi fu eziandio rinnovata dal ret- in vicinanza del palazzo paterno di
tore Francesco Serra di Genova. monte Giordano. Perchè fòsse poi
Quindi Benedetto MI I nel 1729 die- custodita, e vi risplendesse il culto
de la chiesa e la parrocchia ai re- divino, verso i4^0j
il ^i chiamò da
ligiosi Jìli/iifìii di s. Francesco di Venezia i Canonici di s. Giorgio in
Paola, perciò delti Paolotti, tiella Alga [P^edi), colà nel i4o4 istituiti
provincia romana, i quali nel se- da Antonio Corralo, che dallo zio
guente anno la restaurarono con Gregorio XII fu poi creato Cardi-
disegno del Valvasori. Allorché fu ter- nale, e da Gabriele Condulmiero,
minata la crocerà, vi venne traspor- che dal medesimo Papa, di cui era
tata una divota immagine di Maria nipote, fu fatto Cardinale, meritan-
Vergine, detta della Luce, che fu do nel i43i il pontificato col nome
discoperta in un arco presso il Te- di Eugenio IV. Il benefico Cardi-
vere, ove i fedeli accoirevano a ve- nal Orsini diede ancora ai canonici
nerarla pei prodigi cui operava, e una preziosa biblioteca, la quale nel
fu allora che la chiesa prese anco i52 7 fu incendiata dall' esercito di
l'altro nome di s. Maria della Lu- Borbone soffrendo gravemente in
,

ce. Il quadro di s. Francesco di altro incendio anche la chiesa che ,

Paola nel suo altare fu dipinto i canonici fecero rifabbricare, come


dall' Avellino. 11 Padre eterno sul- meglio poi si dirà, con architettura di
r aliare maggiore e , il Salvatore Ottavio Mascherini. Dotò il Cardinal
sulla porta del tabernacolo sono di Oi^ini la chiesa, e il monistero, e tan-
Sebastiano Conca, come del fratello ta amorevolezza avea pei mentovati
di questo, Giovanni, è
il s. France- canonici regolari, che sovente re-
sco di V. Gio. Domenico
Sales. cavasi nel loro refettorio, ed assiso
Mauro Descrizione della chiesa
, a mensa ivi mangiava. Morì nel
parrocchiale del Ss. Salvatore in i477j e fu sepolto in questa chiesa
Corte nel rione Trastevere, Velletri senzamemoria alcuna, com'egli avea
1667. comandato. Ma i canonici da lui «jui-
7,, ,

CHI CHI 3i
vi posti, gli eressero un busto di rae miraculum. Innocenzo X, nel
marmo con una iscrizione sopra la i65'2, creò Cardinale prete di s.

poita del secondo chiostro che con- Salvatore in Lauro Pietro Ottobo-
duce al refettorio, come asserisce il ni veneziano che poi neh' anno
,

Cardella nel tomo III p. Ili, Delle 1G89 divenne Papa Alessandro Vili.
memorie {storiche de' Cardinali. La L' ultimo titolare fu il dottissimo
detta iscrizione fu replicata presso Cardinal Sforza Pallavicini gesuita,
r ultima cappella dalla parte destra che morì nell'anno 16G7. E sicco-
della chiesa. Che il Cardinale fu me, come dicemmo al citato artico-
sepolto in questa chiesa, nella di lui lo, Clemente IX nel iG()8 soppres-

vita Io afferma V Oldoino. ISel tem- se i canonici di s. Giorgio in Alga,


po che la uliiciavano i canonici, la il suo successore Clemente X nel
chiesa crebbe in tanta venerazione, 1670 vi tolse pure il titolo, ed in
che ottenne la cura parrocchiale vece eresse quello di s. Bernardo
quantunque per bi-eve tempo la go- alle Terme, dei cistcrciensi. Va qui
desse, venendo poi tolta nel \^Q> i però notato, che nel settembre 1391,
da Innocenzo ^ III, e unita alla chie- la chiesa per casuale incendio andò

sa di s. Celso. Ai nostri giorni però tutta distrutta, a riserva di un qua-


Leone XII, colla bolla Super Uni- dro rappresentante la b. Vergine,
versam, data kal. novembris anno che tuttora esiste. I canonici la ri-

1824» restituì a questa chiesa la costruirono fundamenta con


dalle
cura parrocchiale. architettura del nominato JMasche-
Dopo di tal' epoca, e nel 1 5 1
rini, ma non avendola totalmente
Leone X eresse la chiesa in titolo terminata, la nazione picena la ri-

Cardinalizio, una pro-


quando in dusse nello stato in cui ora si ve-
mozione annoverò trenta uno Cardi- de. Di detta nazione picena o mar-
nali al sagro Collegio. ludi avendo chegiana , che sotto Clemente I K
Pio IV
donato un elegante reli([uia- passò colla sua confraternita e col-
rio, con parte del legno della ss. legio, ad acquistare questa chiesa,
Croce a Melchiorre Michieli amba- e monistero contiguo , fa d' uopo
sciatore della repubblica di \enezia narrare qui la origine , e ciò che
presso la santa Sede, egli ne fece precedette lo stabilimento di detti
dono a questa chiesa. In seguito pii istituti nella chiesa di s. Salva-
mancando la chiesa di Cardinal ti- tore in Laiu'o.
tolare, Sisto V nel sopprimere il ti- Nel 620 circa i marchegiani
1

tolo di s. Simeone, nel 1087 ^^^' con permesso dei canonici della chie-
fermò questo di s. Salvatore in sa di v. Maria ad Martyres, eressero
Lauro, ed il conferì al Cardinal Sci- in quella chiesa un sodalizio pei lo-
pione Lancellotti, creatura di Gre- ro nazionali,che Urbano ^ III nel
gorio XIII , la cui famiglia aveva i(i33 con breve de' i4 aprile ca-
sino d' allora vicino il palazzo , e nonicamente dichiarò confraternita,
che morì nell'anno iSgS. Clemen- elevata poi al grado di arciconfra-
te Vili gli diede in successore il ce- ternita nel 1677 con breve de' 16
lebre Cardinal Silvio Antoniano luglio da Innocenzo XI. Da princi-
che il Ruscellio non dubitò chia- pio la confraternita essendosi stabi-
ntare, Piruni sui sacculi miraculum ; lita nella chiesa di s. Maria ad Mar-
ed il Castelvctro , Magmim natu- tyres, coir autorità d'uu breve di
,

32 CHI CTIl
Urbano VITI de' 3i ilicembrc 1^30, difìcare altra chiesa più vasta , al-

la nazione picena oltcniic, per niez- le radici del Campitloglio ov' ci*a
Zf) tlcl Cardinal Gio. l'atlisla Pai- una chiesa de' basiliani, detta di .1.

lolla, la lacoltù di erigere una chie- Gio. in Illcrcatcllo, ed oggi s. Ve-


sa propria con oralorio, collegio ed nanzio de' Camerinesi, per cui la na-
alunni, ce. Laonde concorrendovi il zione picena l'acquistò insieme al-
detto Cardinale connazionale e loro l'annesso ospizio a' 1 5 marzo i654
primo protettore, nel iG38, presso per la somma di scudi sedicimila
la piazza del popolo , e nella via centocinfjuanta, somma che pagò ai
Ilipetta, acquistò alcune case, e fab- basiliani. Quindi nella chiesa di s.
bricò la chiesa sotto la invocazione Giovanni 1' arciconfraternita traspor-
di s. INIichele Arcangelo, ed ivi pas- tò il venerando simulacro della b.
sò a stabilirsi la confraternita, dove Vergine a' 5 aprile i656. Ma sic-
espose alla pubblica venerazione e come il luogo fu riconosciuto angu-
culto la statua della beala Vergine sto, colla mediazione del Cardinal
col suo divin figlio, fatta a somi- protetlorc Decio Azzolini, e il bene-
glianza di quella che sta nella santa l)Iacito di Papa Clemente IX, Ro-
casa di Loreto, e quindi implorò ed spigliosi, a' 22 agosto i6Gq, la na-
ottenne dal che
capitolo vaticano zione picena acquistò pel collegio
la coronasse con coronad'oro nel ed arciconfraternita la chiesa di s.

I r)44j corona che pure fu imposta Salvatore in Lauro, monistero


col
al s. Bambino nel 1646. Essendo sagre suppellettili, quadri, ec. per ,

grande la divozione dei fedeli a la somma di trentamila scudi , ce-


tale simulacro, la chiesa era angu- dendo la chiesa di s. Giovanni in
sta per contenervi il numeroso po- Mercatello ai camerinesi. L'arcicon-
polo che vi accorreva a venerare fraternila convertì il monistero in col-

la santa efllgie sotto il nome della legio con rendite, per allevare nella
Madonna di Lordo. Narra l'Ai veri, curia romana, nelle facoltà legali, e
ìloina in ogni stato, tomo li, pag. nella medicina, sotto combinate re-
56, che non solo presso la chiesa gole, dodici giovani marchegiani, per-
fu istituito un collegio pei marche- chè ivi per cinque anni attendessero
giani, i quali volessero applicare al- agli studi. A loro comodo il pio luogo
lo studio delle lettere, ma anco uno pose una copiosa libreria, lasciata da
spedale per curare gì' infermi di tal Maria Urbani da monte Sammar-
nazione; e che tal divenne la divo- tino.
zione ivi verso la Madonna, che la In seguito r arciconfraternita al>
chiesa fu diligentemente e decoro- belh la chiesa, compi la crociera, vi
samente uffiziata ,
per lo zelo e li- aggiunse la cupola con architettura
beralità del Cardinal Pallotta, il di Gio. Battista Sassi, collocandovi
quale ogni anno a' i o dicembre vi la statua della IMadonna coronata dal
foccva celebrare una solenne proces- capitolo vaticano, e dedicò la chiesa
sione con meravigliosa macchina, che alla [Madonna di Loreto, la cui festa

racchiudeva la santa immagine de- solennemente celebra ai 1 o dicem-


scritta dallo stesso Alveri , cui in- bre, giorno anniversario della for-
tervenivano Cardinali, prelati, e per- tunata traslazione della s. Casa nel-
sonaggi distinti. In progresso di la JMarca , ed ottenne stabilmente
tempo la confraleriiita stabih di e- un Caidinal protettore, della mede-
CHI CHI 33
sima nazione picena o marchegia- cui parlammo di sopra. due In
na, cioè il piìi anziano di esalta- luoghi del quadro si legge: An-
zione al Cardinalato. Dai Diari di tonius pinxit 3 i494- SuU' altare
Roma si rileva, che questa chiesa per maggiore fu già un quadro rap-
tal festa veniva visitala dai Cardinali, presentante la Tx'asfigurazione, di
e nel 17 17 anco da Clemente
lo fu Giovanni Serodine, con altre pit-

XI. Dopo che nel pontificato di Pio ture di Pierin del Vaga ; ma la
Yl sulla piazza, che prende il nome confraternita vi fece pure una tela

dalla chiesa, furono istituite le scuole di Gio. Peruzzini di Ancona, in cui


cristiane sotto la dilezione dei tanto si vede figurata la s. Casa, portata
benemeriti Fratelli delle scuole Cri- dagli angeli nella Marca. Gli angeli
stiane, questi ogni giorno vi condu- poi, che in istucco fece il Campi ,

cono la loro numerosa scolaresca circondano la nicchia in cui si ve-


ad ascoltarvi la s. Messa. jN'ell'au- nera la suddetta statua della Madon-
no 1802 avendo Napoleone
poi, na di Loreto, che da ultimo nel 836 1

Bonaparte, primo console della re- a' 9 dicembre il Cardinal CTallefli ai'-

pubblica francese, mandato a Roma ciprete vaticano coi canonici del suo
al Pontefice Pio VII il sagro simu- cap'tolo, coronò con due corone
lacro che si venera nella s. Casa di d'oro benedette dal Cardinale stes-
Loreto, tolto di là, e trasportato a so, giacché nelle ultime vicende era-
Parigi negli anni precedenti dalle no state tolte le coi-one d' oro sì alla
armate repubblicane, Pio VII pri- Madonna, che al s. Bambino.
ma di resti tuiie la sagra statua al iSel chiostro dell' annesso collegio,
.suo proprio santuario di Loreto,, la eh' è di buona architettura con dop-
fece esporre con divota pompa nella pio portico, si vede il deposito del
chiesa, per appagare la pia ed ar- gran Pontefice Eugenio IV, ornato
dente brama de' romani. di bellissime scolture, con epitaffio
La facciata di questa chiesa non in versi, che ricorda le vicende del
essendo per anche terminata è tutta- conciliabolodi Basilea, e l'animo
via rustica, avente ai iati della porta grande di Eugenio IV, come si leg-
principaledue leoni di marmo, se- ge nella Bibliolh. Pont. pag. 68
condo costume delle chiese anti-
il del p. Giacobbe, riportandone la fi-

che. L'interno è decorato da ven- gura l'Oldoino, tomo II, pag. 891.
tiquattro colonne d' ordine corintio ; Egli mori nel 1447? ^ ^" sepolto
e fra le sue numerose ed ornate nella basilica vaticana, dove il suo
cappelle assai pregevoli pe'loro di- nipote Cardinal Francesco Condul-
pinti, ricorderemo quella del ss. Cro- mieii gli eresse un magnifico depo-
cefisso, somigliante a quello miraco- sito, il quale appunto nella riedifi-
loso di Sirolo presso Ancona; sotto cazione della basilica insieme al di
del quale è un' immagine della b. lui corpo fu quivi trasferito. Que-
Vergine delle Grazie, coronata an- sta chiesaha pure annesso n\\ ora-
ch'essa dal capitolo vaticano nel torio, che un tempo uiiiziarono i

1654, che pretendisi dipinta dal confrati, nel quale, oltre le belle
famigerato pittore e scultore fioren- pitture a fresco, si vede sulle pareti
tino Antonio Pollajuolo. Questo è il dipinto a olio il miracolo delle noz-
quadro della b. Vergine, che limase ze di Cana di Cecchino Salviati.
illeso nell'incendio del 10^91, di Passata la chiesa, come si dis.se,

VOI.. XIII. 3
34 CHI cin
in propi ielà della nazione picena o nuti Roma moilerna, t. I, parte If,

nìnrolici^iana j termiii?) di avere il pag: 44'2 j ove parla della chiesa ,

(Jardiiial titolare, ma fu inveri; pre- arcicon fraternità e collegio. Di cpie-


sieduta dai Cardinali proteUori. l'er slo abbiamo, Regole dell'almo col-
varie vicende sì politiche che eco- legio Piceno, Roma 171 3.
nomiche, le rendite della chiesa mol- Il senato romano in ogni qua-
lo ebbero a soffrire, per cui nel driennio, per la festa della s. Casa
18 14 Pio VII soppresse la confia- di Loreto, fa a questa chiesa la

ternita e congregazione ammini-


, pia oblazione d' un calice di argen-
strativa del collegio Piceno, ed as- to, e di (piattro torcie di cera.
soggettò la chiesa, e tutte le sue
dipendenze ad un Cardinale visita- S. SÀLVATOiìEin Primicero, ^. gli
tore , con facoltà di nominare un articoli Arciconfraterxita del ss.

prelato convisitatore. Ciò si effettuò Sacramento nella chiesa di s. Tri-


nelle persone del Cardinal Branca- fone, e CHIESA iJi s. Agostino,
doro , e di monsignor Barile, cui peichè esisteva nel luogo dei
successe mon-iignor
Grimaldi, ora convento aimesso a detta chiesa.
Cardinale. Ouindi, nel iSSy, diven-
ne visitatore il Cardinal Tommaso Ss. Sàlvatoiìe ad Sancta Sanclo-
Bernetti , e convisitatore il prelato rum, ossia alle Scale Sante. V.
Antonio IMatteucci. Il collegio Pice- Sancta Saxctorum.
no poi, che fu stabilito nel conti-
guo moiiistero, per lunga serie d'an- S. Salvatole alle Terme, detto
ni fu in pieno vigore ; ma per le volgarmente s. Sah'atorello, unito
diminuite rendite lasciò di sussiste- alla Chiesa di s. Luigi de' fran-
re, e invece alcuni giovani marche- tesi, f^edi.
giani, ed ancora alcuni giovani ge-
novesi per certi legati pii ivi la- ScAt.E Saxte, sttnluario nel rione
sciati, godono l'abitazione nell'anti- Monti. V. Scale Sante santua-
co collegio, per fare in Roma gii

studi alle pubbliche scuole, e ven-


gono riguardati come addetti all'an- S. Sebastiaso fuori delle mura ,

tico godono
collegio Piceno, giacché basilica,con parrocchia, con ca-
alcuni anco una pensione, ed han- tacombe, in cura de' minori os-
no un rettore. Carlo Bartolomeo V . servanti, nel rione Ripa.
Piazza, Opere pie di Roma a pag.
279, Del collegio de' Marchiani, al- Questa chiesa si trova fuori della
la santa casa di Loreto nonché , porta Capena, ora chiamata per la

a pag. 58'>, Della confraternita medesima di s. Sebastiano. Fu edi-


della santa casa deMarchiani ficata sopra il tanto celebralo cimi-
a s. Salvatore in Lauro ; IMa- comunemente
tero di Calisto, detto
rio Cresci mljieni, Memorie istorielie le Catacombe di s. Sebastiano [Ve-
della immagine di s. Diaria drlle di), che descrivemmo a tale artico-
Grazie esistente in Roma nella chie- lo, ed al volume X p. ^33, e 234
di s. Sahatore in Lauro, ossia di del Dizionario. Non si sa di certo,
s. Maria di Loreto della nazione da chi e quando fu edificata la basi-

Picena, Roma 1716; oonchè il Ve- lica, volendo alcuni che ciò facesse
.

CHI CHI 35
r imperatore Costantino, e che s. di ima delle frecce con cui fu saettato
Silvestro 1 la consagrasse prima del- il medesimo s. Sebastiano, e delle
la metà del quarto secolo. Alcuni la orme dei piedi impressi sopra una
dicono rilal)bricata da s. Damaso I pietra dal divin Redentore, quando
nell'anno SGy, ed in progresso ri- non molto lontano da questa basi-
storata Innocenzo 1, e da s.
da s. lica nel luogo detto Domine quo :

Leone 1, il quale la dedicò al prede- vadis P o s. Maria de planclis dal-


cessore s. Cornelio, che nelle sottopo- la chiesina ivi poi eretta, si fece
ste catacombe avea rinvenuto i cor- vedere da s. Pietro, il quale parti-
pi de' ss. Pietro e Paolo, ivi tem- va da Pioma per porsi in salvo,
poraneamente nascosti perchè non mentre incrudeliva la persecuzione
fossero derubati, e quindi restituiti di Nerone. Appena vide il Salvato-
alle loro basiliche. re, s. Pietro gli domandò. Maestro
Tuttavolta sembra più probabile, ove andate P e Gesù rispose : Vado
che il glorioso martire s. Sebastiano (i Roma per essere di nuovo cro-
dopo il suo martirio abbia avvertito cefisso , lasciando 1' impronta dei
s.Lucina matrona romana, che il suo suoi piedi su detta pietra. In ap-
corpo era stato gettato in una cloa- presso Onorio 111 vi pose molte in-
ca, ov' è oggi la chiesa di s. An- signi reliquie,laonde sempre questa
drea della Valle, e quivi nel terzo basilica anco per le catacombe ri-
secolo lo riponesse, rimanendovi dap- scosse divozione dal popolo romano,
presso trenta giorni per ossequiare e da molti .santi, fra' (juali notere-
e Acnerare sì sagro spoglie. Sul ci- mo s. Girolamo^ s. Brigida, s. Ca-
mitero o catacomba fu eretta la terina da Siena , s. Carlo Borro-
chiesa, che s. Innocenzo I del ^[Oi meo , s. Filippo Neri, e s. Fiance-
dedicò a s. Sebastiano, il cui corpo sco di Sales. Una delle principa-
essendo stato l'iposto nella basilica li prerogative poi di questa chie-
vaticana da s. Gregorio IV, fu fat- sa, è r essere una delle Scile chiese
to riportare in (jucsta basilica nel di Roma. (Vedi), nella quale, meno
1218 da Onorio 111. In questa ba- nell'anno santo, evvi indulgenza ple-
sihca anticamente i Papi si recavano naria per quelli che le visitano. /
a celebrare le sagre funzioni. S. Gre- Piazza, Emcrologio di Roma, ai ?.o

gorio I vi recitò la XXXVII ome- gennaio.


lia 5 e s.Pio V vi pose cin<|ue al- La basilica fu ristorata ed abbel-
tari. Quindi il Pontefice Sisto V lita prima da Adriano I, e poi da
per la lontananza, surrogò a questa Eugenio IV. Siccome poi era stata
chiesa per le cappelle papali quella lasciata dai monaci benedettini cui
di s. Maria del Popolo. Essa è pur l'aveva affidata Alessandro III, di-
venerabile per le tante reliquie che venendo commenda Cardinalizia ,
possiede, le quali si custodiscono nell' mentre n' eia commendatario il Car-
altare incontro a quella di s. Seba- dinal Scipione Caffarelli Borghese ni-
stiano, cioè di ima spina della co- pote di Paolo V, pel cattivo stato
rona di Gesù Cristo, di un dito e in cui era caduta, la riedificò qua-
di un dente di s. Pietro, della te- si per intero con architettura di
sta e di un braccio del Pontefice s. Flaminio Ponzio e le aggiunse il ,

Fabiano, la cui festa insieme a quella portico, la facciata esterna, ed il sof


di s. Sebastiano, ricorre ai 20 gennaio; fitto dorato co' disegni del fiamniin-
,

36 CHI CHI
go Giovanili Vasanzio. ninpliando Barberini, che vi frce collocare la

pure e migliorando l'ai tiglio inoni- statua del santo scol[iita dal Gior-
slero. Poiché lo zio Paolo V era di gelti con disegno flel cav. Bernini.
fssa divotissimo , nel ilJ^i, la vol- Sotto la mensa dell'altare in una cju-
le visitare prima di morire. 11 Car- ca di marmo si venera il corpo di
<linale vi pose i monaci cisterciensi detto santo. Senza fare la descrizione
nd ufllziarla, a' quali dipoi Clemente (ielle altre cappelle, decorale di buoni
XI unì la cura parrocchiale, finché dipinti, diremo delle sole [niiicipali.
a' nostri giorni piactpie a Leone XII L' ultima cappella a diritta è quel-
di dare la chiesa, la ciu'a di anime, la gentilizia della famiglia Albani,
e il monistero ai religiosi Blinorì eretta da Clemente XI in onore di
osservanti di s. Francesco. Va però s.Fabiano Papa, pregevole pei mar-
qui notato, che Alessandro III nel mi che r adornano, per la statua
1 i6i uni la chiesa, il monistero, e del santo scolpita dal Papaleo, e per
r abbazia di s. Sebastiano a quel- le pitture del Passeri, e del Ghezzi :

la di s. JMaria Nova, come si leg- ne furono architetti il Barisrioni, lo


ge nelle Historiae Olivetanae del- Specchi, ed Fontana. Ivi riposa-
il

l' abbate di tal congregazione se- no le ceneri di d. Orazio Albani fra-


condo Lancellotto , stampate nel tello di Clemente XI, e di d. Car-
1623 in Venezia, p. i33, De Mo- lo nipote di questo. La cappella prin-
nasterio Romano. Ed è perciò, che cipale fu incominciata dal Ponzio,
quando si diedeio agli Olivetani la e compita dal Vasanzio summento-
chiesa e il monistero di s. Maria Nuo- vati.In mezzo a quattro colonne di
va, ebbero pure la chiesa e il mo- verde antico, è un quadro del Tac-
nistero di s. Sebastiano. In progres- coni. Di prospetto alla cappella Al-
so di tempo la cedettero coli' an- bani é un oratorio, in cui si discende
nuo censo d'un zecchino d'oro, e per una scala di marmo, ove nel-
di due libbre d'incenso, ai Cistercien- l'interno si osservano alcune pittu-
si Bernardini, i quali venendo tolti re antiche di greca scuola. In que-
da Sisto V. furono le rendite con- sto luogo i Papi celebrarono i divini
cedute in vantaggio della sagrestia uffizii nelle persecuzioni, sopra i se-
pontifìcia, finché divenuta commen- polcri de' martiri, per cui ancora ev-
da Cardinalizia, il Cardinale Bor- vi il seggio papale di marmo, rd
ghesi ottenne dallo zio di ritornarvi ivi a s. Stefano I, ai 2 agosto del
i Cisterciensi. 260, venne mozzato il capo mentre
Preceduto da piccola corte si apre celebrava. Nelle dodici arcate intor-
il portico composto di soli tre ar- no la confessione, furono sepolti mol-
chi sostenuti da sei colonne bi-
, ti martiri, e per quasi due seco-
nate di granito; l'interno ha una li vi stettero i venerandi corpi flei

nave sola. Il primo altare dalla par- ss. Pietro e Paolo, per cui in me-
te destra contiene molte preziose re- moria suir altare sono i loro bu- vi

liquie, essendo le più insigni il capo sti di marmo, egregiamen-


scolpiti
di s. Calisto I, un braccio di s. te da Nicolò Cordieri, detto il Fian-
Andrea apostolo, ed altro di s. Se- ciosino. Risalendo dal Iato opposto
bastiano, la cui cappella sta di con- si vede una pila dell'acqua 'oenedelta
tro. Questa fu riedificata co' disegni di buona scoltura, e a destra avvi
di Ciro Ferri dal Cardinal Francesco r etììgie del detti apostoli, che dipin-
,

CHI CHI 37
se il Lanfi-nco. Dalla parte poi, che La chiesa fu dedicata a s. Seba-
inette al dcsciitto oratorio, si pervie- stiano, perchè qui fu colle verghe
ne catacombe, restaurate ed ab-
alle battuto, o, come altri dicono, qui fu
bellite da s. Daniaso I, da s. Sisto saettalo, ed ucciso colle frecce. Fu
III, da Adriano I, da s. Nicolò I, detta anche di s, ISlaria, e de' santi
e da altri sommi Pontefici. Sebastiano, e Zotico, o dis. iMaria

Il senato romano in ogni qua- in Pallara o Pallaria, ove fu una


driennio per la festa di s. Sebastia- celebre abbazia, ed una delle venti
no, cioè ai 20 gennaio, fa a questa privilegiate di Roma, il cui al)bale
basilica la pia ol)lazione d' un calice assisteva il Papa quando celebrava
e patena d' argento, con quattro toi'- solennemente. Alessandro 11 diede il

cie di cera. V. il citato Piazza, E- monistero ai benedettini di INIonte


mcrolos^io di Roma, t. I, pag. 3 1 o, Cassino, per cui in seguito fu resi-
Digressione 28 , della dedicazione denza dell'abbate del famoso moni-
della sagrosanta basilica de' ss. Fa- stero di tal nome, chiamato l' ab-
biano e Sebastiano nella via Ap- bate degli abbati. Nel monistero, ai

pia, ove riporta i grandi pregi ec- 20 gennaio i i 18, fu eletto Ponte-
clesiastici della medesima. fice Gelasio II, e non molto discoste
si pretende che fossero le case dei
S. SEBASTiAyo alla Pohnìera, det-
Frangipani. Il monistero chiamossi
to s. Bastianello, o s. Maria in
talora di s. IMaria iu Pallara, e ta-
Pallara^ m-l rione Campitelli.
lora di s. Sebastiano, o s. Bastiano,
Nella falda del monte Palatino come nomina il Cresci nd)cni, Ist.
lo
che corrisponde all' arco di Tito, di s. Maria in Cosmedin, di s. Ba-
quasi in faccia alla porta laterale stiano in Palladio, pag. 89 1 laon- ;

degli orti farnesiani , evvi questa de poscia fu detto volgarmente s.


chiesa, cioè in una contrada nomi- Bastianello. Il monistero sembra che
nata la polveriera, perchè in altri siasi fondato ne' primi secoli del-
tempi ivi fabbrica vasi il sai nitro l' Ordine benedettino, dappoiché, s.
per le polveri. Essa anticaaiente Bonifacio IV, che fu creato Ponte-
chiamavasi s. Maria in Pallara, o fice l'anno 608, era stato monaco
Pallaria, per la tradizione che qui benedettino del monistero di s. Se-
siasi lungamente conservato il Pal- bastiano di Roma, come si legge ia
ladio di Troja, come fra gli altri Novaes, t. II, p. io.
scrisse de Mirabil. Lr-
l'Allertino, Nel 1274 nella chiesa eravi una
bis a pag. ic), supponendosi, che collegiata; e nel 1624 fu restaura-
nel medesimo luogo sia stato il tem- ta da Urbano Vili, e da d. Taddeo
pio di Eliogabalo, cioè del dio del- Barberini suo nipote prefetto di
lo stesso nome , ove fu trasporta- Roma. Fu poi dedicata a s. Seba-
to il Palladio. Il Venuti poi fa stiano martire. Il quadro dell'altare
derivare questa denominazione da l'appresenta il martirio di s. Seba-
Palaliuni, essendovi in tal sito stato stiano, e lo dipinse il Camassei di
r ippodromo, o cavallerizza del pa- Bevagna , e le pitture a fresco per
lazzo de' Cesari o imperatori roma- di so|na si credono del cav. Ga-
ni, i cui vestigi si veggono appies- gliardi ; dietro l'altare si vedeva una
so la chiesa, siccome alfermano gli piccola tribuna antica, tutta dipinta
archeologi. con fii^ure di santi, di maniera bar-
,

38 CHI CHI
bara. A' 30 gennaio ivi si celebra che s. Gregorio IH, Papa del 781,
la fcsla del santo titolare, il quale ingrandii la chiesa di questa diaco-
fu capitano tlella prima compagnia nia, e le assegnò le rendite; e che
dei pretoriani sotto Diocleziano. s. Leone HI, creato nell'anno 79^,
fece alla medesima molti donativi ,

Ss. Seiìgio e Bacco, diaconia Car- come altri poi ne fece, oltre a di-
dinalizia distrutta. versi miglioramenti, Benedetto III

fiorito neir8j5, e sembra che allo-

Gli archeologi fiu'ono di parere ra avesse contiguo un moiiistero.


che due fossero le antiche chiese, che Vittore IH, eletto Papa nel io8(>,
in Roma vennei'o dedicate ai ss. Ser- era stato prima fatto diacono Car-
gio e Bacco, nobili romani, e glo- dinale de' ss. Sergio e Bacco, da s.

riosi martiri. A concordare le opi- Leone IV. Nei 1190 Clemente HI


nioni, che una fosse presso la basi- creò Cardinale Giovanni Lotario
lica vaticana, l'altra nel Foi'o x'o- Conti, e gli conferì questa diaconia,
niano, bisognerebbe ammettere quan- e nel 198, divenne
1 il magnanimo
to suppongono alcuni, cioè che esi- Pontefice Innocenzo III. Di lui si

stendo la chiesa pur dedicata a ha una lettera diretta all' arciprete,


tali santi ,
presso il Vaticano , fos- e ai canonici della diaconia sotto il

se demolita da s. Leone IV per Campidoglio, ove fa menzione di sei

fortificare la città Leonina, e in ve- canonici, a' quali donò la metà del-
ce edificata l'altra nel Foro i-oma- l'arco trionfale di Settimio nel foro
no, trasportandovi la diaconia Car- romano. Inoltre Innocenzo HI or-
dinalizia. Certo è, che questa ulti- nò e restaurò la chiesa
, , le fece
ma esistette sino a Pio IV, e, sic- dei donativi d' oro e di argento,
come venne demolita, le rendite fu- fabbricandovi pure un portico soste-
rono convertite in un amonicato nuto da colonne, con alcuni versi
ed applicate ad un altare dedicato die riporta, trattando di questa dia-
ai ss. Sergio e Bacco nella Chiesa conia, il Piazza nella sua Gerarchia
di s. Adriano [P'edi), come asseri- Cardinalizia.
sce il Giimaldi , e come dicemmo Sisto IV, nel i477, creò Cardi-
meglio al citato articolo, dove inol- nale prete di questa chiesa, Gabrie-
tre dicesi, che in essa vi fu già una le Rangoni , vescovo di Agria, il

collegiata. quale ne impedì la prossima rovina,


Riportando le notizie della dia- e dai fondamenti re^taulò , come
conia Cardinalizia, essa rimonta ad narra Onofiio Panvinio nella di lui
epoca assai antica, forse istituita da vita. Senza dire di altri, aggiugne-

s. Igino, che fu creato Papa l'anno remo, che Alessandro VI nei i5o3
i54- iNel sinodo poi romano, che innalzò al Cardinalato , col titolo
nel 402 celebrò Gelasio 1, trovasi presbiterale di questa chiesa , forse
sottoscritto Cardinal diacono Gio-
il divenuta titolo, Francesco Sprala ,

vanni. Ai diacono regionario di que- spagnuolo, vescovo di Lione, che mo-


sta chiesa, era assegnato il secondo, rì in Roma nel seguente anno. Fi-

e nono rione (li Roma, per la distri- nalmente per vecchiezza la chiesa
buzione ilei le limosiue, e pel ricevi- venne distrutta sotto Pio IV, creato
mento delle offerte de' fedeli. Ab- nel i55q, e perchè in essa venera-
biunìo da Anastasio Bibliotecario, vausi i corpi de' ss. Felicissimo, ed
CHI CHI 39
Agapito postivi da s. Leone IV, il del celebre Campo Marzo, sottopo-
quale ne avea pur fatto parte alla sta al colle detto allora degli Ortu-
chiesa de' Quattro Coronati, in-
ss. li, ed oggi monte Pincio, e già chia-
sieme col corpo intatto di s. Vin- mata de' ss. Dionisio, Stefano , e
cenzo martire furono i medesimi
, Silvestro iiiter Hortos, per le ragio-
per autorità della visita apostolica ni, che si diranno. Sulle rovine per-
eseguita dal Cardinal Ascanio Cesa- tanto di alcuni celebri edilizi roma-
rini, trasferiti all'ai tai-e maggiore del- ni di Domiziano, si vuole che il

la vicina chiesa di s. Maria della Pontefice s. Dionisio greco, eletto


Consolazione. nell'anno 261, abbia fabbricato un
In Roma evvi ancora un' altra monistero coU'oratorio, sebbene altri
chiesa de' ss. Sergio e Bacco nel attribuiscano ciò al suo fratello santo
rione Monti, la quale essendo par- Stefano, e vogliano che s. Dionisio
rocchia in cura de'paolotti, Urbano già monaco nel detto monistero, a-
Vili trasferì essi e la parrocchia a sceso al pontificato, lo abbia ampliato,
s. Francesco di Paola, diede la chie- mentre regnavano gl'imperatori \ ale-
sa ai monaci ruteni, a' quali il ni- riano, e Gallieno. Il suo pi imo ti-
pote del Papa, Cardinal Francesco tolo fu de'^.y. Dionisio, Rustico, ed
Barberini, ristorò e ridusse la chie- Eleuterio martiri, de' quali fa men-
sa secondo il rito greco, e accjui- zione il bibliotecario Anastasio, chia-
stò delle case pel mantenimento lo- mando col nome di basilica questa
ro, col fine in progresso di stabi- chiesa, come una delle più celebri
lirvi un collegio per la nazione ru- e venerabili di Roma, doviziosa di
tena. Quindi nel 1741 fii rimoder- sagre reliquie. E siccome s. Paolo I

nata dall'architetto Ferrari, a spe- dipoi qui fabbricò una chiesa, e riedifi-
se dei divoti di un'immagine della cò monistero in onore di Papa s. Sil-
il

b. Vergine, che si venera nell'alta- vestro I; e, come meglio si dirà, oltre

re maggiore. Questa immagine è co- A di lui corpo vi ripose anche quel-


pia di quella, che si venera in Zi- lo del Pontefice s. Stefano I gli scrit- ;

rowictz nella Lituania, cui Clemente tori ecclesiastici chiamarono la chiesa

XI fece esporre nel detto luogo, oi"a di s. Dionisio, ora di s. Silve-


e per detta immagine, d'allora in stro e di Stefano inter duos hortos,
s.

poi la chiesa prese il nome anche da quelli amenissimi che ivi erano,
di s. Maria del Pascolo. summentova-
cioè dal colle degli orti
to.Dal capo poi del santo precursore
Ss. Seugio e Bacco, o Madonna che nella medesima chiesa si venera,
del Pascolo de" ruteni, nel rione tu detta in Capite, prevalendo perciò
Monti. V. Chiesa de' ss. Sergio e il titolo di s. Silvestro in Capite,
Bacco, diaconia Cardinalizia di- o s. Silvestro in Campo Marzo.
strutta. o chiesa antica, per
JNell'ora torio,
la venerazione che di essa avevasi,
S. Silvestro in Capite, titolo Car- fu posta la stazione, che s. Grego-
dinalizio, in cura delle monache rio I confei'mò nel quarto giovedì
di s. Chiara, nel lionc Trevi. di quaresima , la quale tuttora vi

si celebra , ed inoltre quel Pon-


Questa chiesa fu eretta nella val- tefice vi recitò la nona omelia su-
le marzia, cioè nel luogo piìi basso gli evangeli. Accanto a questo Ino-
,,

4o CHI CIII
go era In casa di certo Costantino, poli da Pietro Torregiani fifìrenli-

clic molti vogliono della finniglia no nell'anno 13 70), iu occasione che


Orsini, due figli del fjiiaie sedettero ivi furono venduti i sagri arredi
sulla cattedra apostolica, cioè Ste- della cappella di Costantino magno)
tano II detto HI nel 752 ; e s.Pao- ottenuta nel i()83 dal granduca dal
lo I che gli successe nel 757. Questo regio spedale di Siena per la stessa
idtimo colla casa paterna ingrandì il chiesa di Pisa, ne tratta il Gigli
monistero clic, come dicemmo, riedi- nel suo Diario Sanese tomo li, p.
ficò, e dove forse era stato edu- I I , e tomo I p. 9(1, e 3 "12. In ol-
cato , e di nuovo rifabbricò la tre s. Paolo I vi ripose pure il cor-

chiesa più grande della preceden- po di Papa s. Melchiade, che prese


te ; quindi la dotò di copiose ren- dal cimitero di Calisto, dal quale
dite r affidò ai monaci greci per
, anche fu levato e posto in questa
r uffiziatura, vi ripose i corpi dei chiesa quello di Papa s. Antero. Il

ss. Pontefici Silvestro I, e Stefano santo fondatore determinò le sud-


I, e ad essi dedicò la chiesa e il dette traslazioni in un sinodo di
monistero, che ricolmò di grazie, e vescovi, die tenne nel Laterano, e
favori, come si legge nella bolla di l'eseguì solennemente con pompa
fondazione nel tomo J, p. i54 del ecclesiastica. Nel medesimo anno s.
Bull. Rom. Paolo I celebrò in questo luogo un
Nell'anno 762 ai 19 giugno, s. concilio, ed i prelati che v' inter-
Paolo I dal cimitero di Priscilla vennero, sottoscrissero la bolla in
nella via Salare, fece quivi traspor- favore della chiesa e monistero, co-
tare il detto corpo di s. Silvestro me si legge negli Annali del Ba-
I. Non è vero che Sergio II collo- ronio. Oltre a ciò quivi s. Paolo I
casse tal corpo nella chiesa dei ss. pose nel monistero monaci greci
i

Silvestro e Martino ai Monti, come dell'Ordine di s. Benedetto, o, come


alcuni scrivono col p. Giacobbe nel- altri dicono, di s. Basilio, che fug-
la sua Biblioth. Pontlf. p. -2 13, ne gendo dall' oriente le persecuzioni
donato da Stefano II detto III nel degli iconoclasti, vi portarono alcu-
753 a s. Anselmo primo abbate di ne sagre immagini e reliquie insi-

Nonantola, come può vedersi nel- gni, celebrandovi i divini ulllcii in


r Oldoino Acldit. ad Ciacc. tomo rito greco. L'abbazia divenne così

1, col. ii5, e nel Giacchetti. La illustre, che al suo abbate fu da-


traslazione del corpo di s. Stefa- ta la prerogativa di essere uno dei
no I dal cimitero di Calisto, seguì venti abbati privilegiati di Roma
ai 17 agosto dell'anno 762. Di i quali nelle funzioni solenni assi-

essa il Giacchetti riporta la bolla stevano al trono del Papa. A questo


di Paolo I, nella storia che scrisse abbate e monistero fu concesso il
di questa Del corpo di s.
chiesa. dominio sulla colonna Antonina
Stefano I, ottenuto poi per opera dominio che confermò Agapito II
del conte Orazio Delci sanese nel- eletto nel 94^, allorché approvò i
r anno 1682 dalla città di Tra- beni e le possessioni che godeva-
ili per la chiesa dell' Ordine eque- no. È notevole l' iscrizione, che si
stre di s. Stefano in Pisa, e della legge sotto il portico della chiesa,
sua testa (la quale con alcune altre la quale porta 1' epoca del 11 19,
reliquie fu ac(juislata in Costantiuo- con cui si descrive l' allo dell'abbate
, ,

CHI CHI 41
per le censure ecclesiastiche da lui dopo r anno 642 fu riedificata, e
intimate contro coloro, che ardisse- riccamente adornata da Papa Teo-
ro impadronirsi della colonna An- doro I. L' abbate di s. Valentino fu
tonina, e delle oblazioni, le quali si uno dei venti principali di Roma ,

facevano sull'altare della vicina chie- che godevano la singolare preroga-


sa di s. Andrea della Colonna, per tiva di assistere il Romano Pontefi-
essere anch' essa soggetta al moni- ce, quando celebrava nelle principali

stero . Spiegano alcuni che X obla- solennità. Nella vigna degli agosti-
zione era di quelli, che volevano niani, fuori della menzionata parte,
ascendere sulla sommità della co- nel i6q3 nel fare alcuni scavi si

lonna. Dipoi nel 1-28) Onorio IV, trovarono manifesti indizi dell' esi-

ad istanza del Cardinal Mascio, che stenza dell' antica chiesa abbaziale ili

divenne suo successore col nome di s. Valentino, i quali furono veduti,


Nicolò IVj concesse la chiesa e il e registrati dal p. Agostino Lubiii,
monistero alle monache di s. Chia- Ahbatiar. Ital. brevis notitia. p.
ra, che colla regola di s. Francesco 346. Della chiesa e del monistero
tuttora vi fioriscono ; ed i monaci di s. Valentino, si leggono erudite
furono distribuiti nei vari monisteri notizie, nel tomo III, p. 23 1 degli
di Roma, ed il loro abbate vemie Atti delV accad. roin. d'Archeoloi^ia,
fatto superiore del monistero di s. cioè nell'illustrazione, che fece il

Lorenzo fuori mura. A queste


le ciotto canonico Giuseppe Scitele, so-

monache il Cardinal Jacopo Colon- pra un' antica iscrizione esistente


na, porporato di Nicolò III, rifab- nella chiesa di s. Silvestro in Capi-
bricò magnificamente il monistero, te, sotto il paliotto dell'altare di s.

e donò il predio chiamato la Co- Dionisio, e già appartenente alla


lonna. Tanto il monistero che la chiesa di s. Valentino.
chiesa dalla nobilissima famiglia Co- Per ciò che riguarda le siiccen-
lonna pili volte furono beneficali nate reliquie di questa chiesa, le due
dappoiché generosamente vi operò principali, come descrive il Piazza
molti abbellimenti e i-estauri fa- , , nel trattare di sì venerabile tit(jlo

cendovi esercitare ogni più bella sono le seguenti, che prova colla
virtù la b. Margherita superiora del autorità di diversi scrittori. Una è
monistero, della stessa famiglia Co- il santo volto, o effigie del ss. Sal-
lonna, ed ivi sepolta. vatore, che il medesimo Gesù Cri-
Dipendenti e soggetti alla chiosa sto per mezzo dell' apostolo s. Tad-
di s. Silvestro in Capite, furono già la deo mandò ad Abagaro, re armeno di
chiesa e il monistero di s. Valentino Soria, con una lettera che poi si con-
fuori della porta del popolo, presso servò in un al ritratto nella città di
ponte Molle, per cui il di della fe- Edessa, per venerare il quale si parti
sta di s. Valentino martire celebra- da Roma s. Alessio vestito da pel-
vasi solennemente anco nella nostra legrino. Il Petrini, nella Storia di
chiesa, giacché sotto un suo altare Palcstrina, stampata in R.oma nel
eravi un di lui braccio. La chiesa 179J, dice a p. 14»^; cli<^ 1^ ^^-
di s. Valentino nella via Flaminia, nache di s. Chiara, quivi collocate
e presso il detto ponte, fu fabbri- nel l'iSo da Onorio IV, stavano a
cata sopra di un cimitero dal Pon- Palestrina, da dove seco recarono la
tefice s. Giulio I del 33() ;
quindi immagine descritta. L'altra preziosa
,

42 CHI CUI
icliniiia r il c;i[)() (li s. Gio. llatlisla, la lingua, che poi prodigiosamente
clic si viiolo [ìoilato puro tUi Eilessa ricuperò per intercessione di s. Pie-
ili lloina, (luvii culla massima ve- tro. In (juesta chiesa nell'anno 8j8
jieia/.ioiio recavasi in processione si celebrarono i sagri comizi, per
ila (juatli-o arcivescovi. Ma siccome l'elezione di Papa s. Nicolò I. In
nel i4ii sembrava al Papa 'ijo- seguito Innocenzo 198 fece III del 1

vunni X.X^in, che potessero involarlo ricdilìcare la chiesa, e il campanile


i lìoreuliiii, non III [)oilaLo più in dall' architetto aretino Marchionne.
processione, anco per consi^li(j dei Finalmente da Leone X, creato nel
Culonncsi benefattori della ciiiesa ,
iliiS, fu la chiesa di s. Silvestro
per cui si conserva tuttora assai ili Capile eretta in titolo presbite-
gelosamente. Né deve tacersi, che rale Cardinalizio. Non ebbe prima
Martino IV nel 1283 fece a questo questo onore, perchè anticamente i

capo un nobile e ricco tabernacolo titoli istituironsi nelle chiese dentro


di ari^ento, nel cui piede eravi uno il recinto di Roma, giacché la re-
smeraldo, che avea scolpita la nascita, gione di Campo ov' essa trovavasi
le yesta, e la decollazione del santo fu nel terzo secolo racchiusa e com-
precursore, senza mentovare le altre presa nella città imperatore Au-dall'

pietre preziose. capo Però il sagro reliano. Clemente Vili, per mezzo
ve lo ripose Bonifacio Vili, qua- il della sagra visita apostolica, ai 17
le concesse indulgenza a quelli, che novembre i')9'), riconobbe autenti-
recarunsi a venerarlo. Racconta il che le sagre reliquie, e 1' identicità
Baronio nel Martyrol. Roman. 29 dei molti corpi santi, che ivi si ve-
iiH^., che bouifacio Vili pose sopra nerano, per cui dai lati dell' altare
il tabernacolo un triregno, o tiara maggiore furono poste due analo-
papale. Quindi nel 1^27 nel tre- ghe iscrizioni. La ricognizione poi
mendo saccheggio dell' esercito di fu eseguita da monsignor Fabrizio
Borbone, alcune monache salvarono Mandosio. A questo Pontelice si
SI venerabile capo, col porre la tiara deve altresì la riedificazione della
sopra un'altra testa, che fu invo- chiesa, che minacciava rovina, come
lata dai soldati, alla rapacità dei a Francesco Dietrichstein vescovo di
quali pure sottrassero l'immagine Olmutz, da lui creato Cardinale, si
del ss. Salvatore proveniente an- debbono molti abbellimenti. Le mo-
ch' essa da Edessa ,
per accrescer- nache coi disegni di Gio. Antonio
ne il culto alla quale, concessero de Rossi, nel declinare del secolo
indulgenze ai fedeli, tanto Bonifacio XVII, ristorarono la chiesa, e la
Vili, che Bonifacio IX, e Martino decorarono con marmi, pitture, e
V, Colonna. stucchi ; ma la facciata esterna fu
L'Anastasio dice, che avanti que- compita nel 1703, mentre era ab-
sto monistero nell anno yqc), mentre badessa Maria Arcaugela Muti. Nel
s. Leone IH dal patriarchio latei'a- 1700 fu creato Pontefice Clemente
iiense recavasi a s. Lorenzo in Lu- XI, il quale era Cardinale prete di
cina per la processione del giorno s. Silvestro in Capite.
di s. Marco, fu inifjuamente assa- La facciata esterna è decorata da
lito da Pasquale, e Campolo, i quali quattro statue di travertino, cioè di
strascinalo il Pontellce in questa s. Silvestro I, di s. Francesco, di
chiesa, gli strapparono gli occhi, e s. Chiara, e di s. Francesca, e da
,

CHI CHI 43
due medaglioni, in cui sonovi efiì-
giati il Volto Santo, ed il capo di S. Simeone profeta, già titolo Car-
s. Gio. Battista. Entrando per la dinalizio, nel rione Ponte.
porta di detta facciataj trovasi un
cortile, da dove si passa ad un por- Sulla piazza Lancellotti, presso il
tichetto con suo prospetto, sotto cui palazzo Cesi, ora Pentini, è questa
è la porta, che introduce in chiesa. chiesa ab antico titolo Cardinalizio,
L' interno è ben decorato la gran : e già cura parrocchiale. Dalle iscri-
volta fu dipinta dal Brandi, e quella zioni sepolcrali, che riporta l' Alve-
della crocerà dal Roncalli e dai suoi ri, Roma in ogni stato parte secon-
discepoli. Il battesimo di Costantino da pag. 93 e seguenti, rilevasi che
nella tribuna è del Gemignani, e Urba-
già esisteva nel pontificato di
l'altare maggiore col ciborio fu ai'- no VI, giacché vi fu nel i38o se-
chitettato dal cav. Carlo Rainaldi. polto certo magnifico Jachellus de
Questo ciborio ha un beli' ornamen- Lrsis. D' altronde se ne iguoi'a la
to di quattro colonne di giallo an- origine. Gli ultimi Cardinali titolari
tico scanalate, d'ordine corintio. fiu-ono; Jacopo del Pozzo, fatto da
Numei'ose sono le sue cappelle ,
Giulio nel i53i, che mori nel
III

pregevoli pei loro dipinti. Oltre la i5G3, poco mancando che succedesse
stazione vi si celebra la festa di s. a Marcello II ; Virgilio Rosario fatto
Gio. Battista ai 24 gi'^'S"^' quella nel j5j7 da Paolo IV, che lo
della sua decollazione ai 2C) agosto, dichiarò primo Cardinal vicario di
e quella di s. Silvestro I ai 3 1 di- Roma, e morì nel 15^9; Fi-. Felice
cembre. V. Giovanni Giacchetti Peretti, fatto nel 1070 da s. Pio
Istoria della chiesa, e moiiislero di V, trasferito quindi all'altro titolo
s.Silvestro in Capile di Roma, ivi di s. Girolamo degli Schiavoni, di-
1629; non che Giuseppe Carletti, venendo liei 1^85 glorioso Pontefice
Memorie isterico-critiche drlla chiesa Sisto V. Questo Papa soppresse il

e inoiiistero di s. Silvestro in Ca- titolo, che trasferì alla chiesa di s.

pite di Roma, Roma 170 5. Salvatore in Lauro insieme col ,

Il contiguo monistero è uno dei Cardinal titolare Girolamo Lancel-


più belli, e sontuosi di Roma, hi lotti. Siccome per r ingiuria de'tempi

ogni quadriennio , e nel dì della era in istato cadente, nel 16 io il

festa della decollazione di s. Gio. Cardinal Lancellotti la rifàbbrici')


Battista, il senato romano fa in dai fondamenti, e le fece diversi
questa chiesa la pia oblazione di abbellimenli, anco in riguardo del-
quattro torcie di cera, e di im ca- l' alloi-a Paolo V, perchè
regnante
lice con patena d'argento. ei'a stata di lui parrocchia. Il Sa-
limbeni dipinse il quadro dell' alta-
re maggiore, rappresentante la Cir-
Ss. Sir.v ESTRO e MjnriNo a' Mon-
concisione del Signore ; come del
ti.V. Chies\ de' ss Martino e Sil-
Saraceni è quello della b. Vergine,
vestro a' Monti.
col bambino, e s. Anna.

S. SiLP'ESTRO al Quirinale, nel S. Sisto, titolo Cardinalizio, in cii-

rione Trevi , de signori della ra dei domenicani, nel rione


Missione. Pedi. Canwitelli.
,

44 CHI CHI
Lungo la via Appia, presso un cogli aiuti di Costantino
imperato-
tempio (li Marte, e 1' antica Pi- re; certo è che Gregorio 1 per
s.

scina pubblica, in una casa della accrescervi la renerazione vi pose ,

iiialrona romana Tigrich, fu eretta la stazione nel mercoI<;di dopo la

questa cliiesa in onore del Pontefi- terza domenica di quaresima, nel


ce s. Sisto II, per cui fu chiamata qual giorno tuttora si celebra.
s. Sisto in Piscina, e titolo di Ti- \ uolsi inolti'C, che quivi fossero
gride. La detta nobilissima matrona sepolti sette santi Pontefici, e ripo-
donò la i suoi beni perchè
casa e sti sotto l'altare maggiore, cioè Si-
si tempio in onore di
edificasse tal sto Il , Felice, Zefirino , Antero
Sisto 11, perchè questi, a' G agosto Lucio, Luciano, e Sotero, come si
dell'anno i(Ji, passò da questo luo- legge da una iscrizione. Vero è pe-
go con due suoi diaconi, i ss. Feli- rò che per sicurezza si crede sieno
cissimo ed Agapito, e quattro sud- stati trasferiti altrove, ovvero quivi
diaconi, cioè Gennaro, Magno, In- se ne venerino le reliquie. Altri
nocenzo, e Stefano, per andare con sono d'avviso, che siano santi ve-
essi al marfirio fuori della porta scovi, meno s. Sisto II, giacché non
Capena, ora di s. Sebastiano , seguiti si conosce alcun Papa col nome di

dopo tre giorni dall'altro diacono Luciano, chiamandosi anticamente


s. Lorenzo. Poscia in questa chie- Pontefici anco i vescovi. Altri in fi-
sa fu s. Sisto II sepolto, trasferitovi ne avvertono, che venendo sepolti
dui cimitero di Pretestato; laonde alcuni dei nominati Papi nel cimi-
in seguito il sito fu detto anco tcrio di Calisto ,
per la vicinanza ,

ciinitcìio di s. Sisto, non perchè vi fu talora confuso con quello di s.

fosse un cimitero , ma perchè con- Sisto, come di sopra avvertimmo.


finava colle vaste catacombe di Ca- Bonifacio V fu creato Pontefice
listo. In appresso vi vennero ripo- nel 619, mentre era Cardinale pre-
sti anche i corpi de' ss. Anatolia, te di s. Sisto titolo che splendida-
;

Calocero, Partenio, ed altri martiri. mente, nel 772, ristorò Adriano I,


Di questo titolo Cardinalizio di e quindi venne abbellito dal suo im-
Tigridc menzione nel concilio
si fa medialo successole s. Leone IH, al
celebrato nel 499? ^'"^ Papa s. Sim- quale si attribuisce la traslazione in
maco nel Vaticano, ove intervenne- questo luogo del corpo di s. Sisto
ro due preti di esso, uno chiamato II.Verso il I200, Innocenzo III,
Romano prete, l' altro di Redento magnificamente restaurò la chiesa,
arciprete, col qual titolo erasi pure ed il suo successore Onorio HI, a-
sottoscritto nel precedente concilio vendo approvato l'Ordine di s. Do-
celebrato nel 494 ^^ ^- Gelasio I menico, diede a questo per prima
nel Laterano. Nel registro di san chiesa cotesto titolo, fabbricandogli
Gregorio I, viene nominato certo l'annesso convento ; luoghi santifi-
Basso del titolo di s. Sisto. Il Car- cati dalla presenza di s. Domenico,
dinal titolare di questa chiesa fu il quale nella chiesa di s. Sisto isti-

destinato ad uftlziare in ogni gio- tuì la celebre divozione del santis-


vedì nella patriarcale basilica di san simo Rosario, che si propagò per
Paolo, ed a celebrare suU' altare tutto il cristianesimo. Onorio IH,
papale. Alcuni opinarono, che la vedendo che in Roma la disci-
chiesa fosse eretta da s. Silvestro I, plina e lo spinto delle monache
,,

CHI cni 44
crasi raffreddato, poiché se ne con- r"ì, e perciò Car-
questi fu detto il

tavano appena quaranta, volle ri- dinal di s. Sisto. Il medesimo Gse-


durle tuttein un monistero , affi- gorio XIII, ad evitare il disturbo che
dandone r incarico a s. Domenico, producevano agli uffizi divini nel men-
e al Cardinal Nicolò de Romanis. dicare i poveri nelle chiese, assegnò
Il Papa diede al santo pe'suoi reli- loro per comune abitazione il mo-
giosi la chiesa di s. Sabina, con nistero di s. Sisto," nel quale furono
parte del suo annesso palazzo per processionalmente condotti nel i58i,
convento, e stabili la chiesa e il dall' arciconfraternita della ss. Trini-
convento di s. Sisto per le mona- tà de' pellegrini ottocento poveri ;

che, che ivi riunite fecero la pro- ma siccome di mala voglia vi en-
mani di san
fessione religiosa nelle trarono, dolendosi dell'aria cattiva,
Domenico. Non mancarono difficoltà presto ne uscirono.
da superare, massime per parte del- La chiesa fu prima, verso il i-i'^'^j

le monache di s. Maria in Traste- restaurata dal titolare Cardinal Pie-


vere, ossia di s. Maria in Cappel- tro Ferrici spaglinolo ; di|ioi
il men-
la, le quali possedendo una mira- tovato Cardinal Filippo Boncompa-
colosa immagine della B. Vergine, gni generosamente ne rinnovò la

cui la tradizione vuol dipinta da facciata esterna con travertini, apren-


s. Luca, fu loro concesso portarla dovi avanti una piazza; rifece il tet-
nella chiesa di s. Sisto con solenne to e il soffitto con belli intagli, or-
processione, alla quale intervennero nò le pareli, ed abbellì la tribuna

molti Cardinali, e i religiosi dome- con istucchi dorati.


nicani. Nel pontificato di Paolo V, il
di tempo divenuto
In progresso p. Serafino Sicco, generale de' do-
Papa Pio V, già dell'Ordine di
s. menicani, rifece il convento, ed ornò
s. Domenico, considerando che l'a- con diversi dipinti la chiesa. Ales-
ria malsana del monistero di san sandro VII, nel I6^7 la diede per
Sisto pregiudicava alle monache titolo al Cardinal Giulio E,ospiglio-
eresse loro al monte Magnanapoli si, che meritamente, nel 1667, gli

presso il Quirinale, un sontuoso mo- successe col nome di Clemente IX.


nistero, ed una magnifica chiesa Nel convento professò nel 1646, la
che dedicò ai ss. Domenico, e Sisto, regola religiosa Filippo Tommaso
ed ivi le fece trasferire, ritornando la Oward inglese de' duchi di Nort-
chiesa di s. Sisto in possesso dei fulch, il quale nel
1671 fu creato
domenicani, e fu allora che venne Cardinale da Clemente X, e dipoi
chiamata s. La mira-
Sisto vecchio. coni miserando i domenicani iber-
colosa immagine della Madonna fu nesi esuli dall' Inghilterra per la di-
trasferita dalle monache nella nuo- fesa del cattolicismo, quivi li collo-
va chiesa, e di essa molto ed eru- cò dando ad essi molti soccorsi. In
ditamente scrissero Francesco Tor- questo pio uffizio gli successe il Car-
rigio, e Fioravante Martinelli. Nel dinal Tommaso IMaria Ferrari, che pu-
xSni a s. Pio V successe Gregorio all' Ordine di s.
re avea appartenuto
XIII, eh' era stato titolare di s. Si- Domenico. Clemente X, nel promo-
sto sino dal i56), per cui nel crea- vcre al cardinalato il religioso do-
re a' 2 giugno Cardinale il nipote menicano fr. Vincenzo Maria Orsi-
Filippo Boncompagni, glielo confe- ni, nel iGt"?,, gli diede il presen-
.

40 CHI CHI
te lildlo, il (jiial {)er.soiin;^f5Ì() poi in'l S. Sr.tyisr.yto de' Polacchi, nel rio-
I7?.j (livellile l*;i|);i Keiiedello Xllf, ne s. Angelo. V. Polonia.
c insieme lieiu'liiltoie del iuo^o, giac-
S. SricF.iNo del Cacco, nel rione
ché non solo laloni nel CiUTievale
Pigna, de' monaci SiIvc strini. F.
\i passava alenili i^'iorni nell'eserci-
SlL\ESTRINI.
zio dell' umiltà, e dell'orazione, ma
col disei5n(j del Piau/yini, operò del- S. Stefjvo de' Mori , nel rione
le lestauiazioni, ed ab])eiliinenti Borgo, filiale va- della basilica
La festa del santo titolare si celebra ticana, con ospizio pegli Abissini.
ai 6 agosto.
Nell'interno della chiesa vi sono La chiesa, ed ospizio di s. Stefano
i depositi de' Cardinali Vincenzo de' mori, degl'indiani, o degli «;liopi,
I>ii(luvic() Gotti, Luigi JMaria Luci- ed abissini, come fiiiono chiamali, era
iii, e Giuseppe Agostino Orsi, tutti del capitol(j di s. Pietro in Vaticano, e
e tre stati domenicani, e Cardinali fu edificata presso questa basilica das.
preti di s. SistOj celebri per la loro Leone I del 44^3 come si rileva dai
dottrina, e opere per le loro, l^er privilegi, che godeva per essere stata
di fuori trovasi congiunta al conven- una delle venti o veiilidui; abbazie
to una piccola cappella dedicata a antiche di lloma, e privilegiate, per-
.s. Domenico, ov(> alcime pitture e chè il loro abbate assisteva il Som-
delle iscrizioni rammentano due in- mo Pontefice, allorrpiando celebrava
signi miracoli fatti dal santo, men- solennemente. L'Alveri dice, che in
tre dimorava nel convento. Il chio- questo luogo fu l'ospedale eretto da
stro fu dipinto a fresco da Andrea s. Crregorio I pegli orfani, chiamalo
Casale scolare del Conca , ma una orfanotrofio. Nel monistero, eh' era
parte di esso è ridotto o cartiera uno de' quattro presso la basilica
I Iella camera Apostolica, per la car- vaticana, erauvi de' monaci benedet-
ta del bollo, e di altri usi ; opificio tini, di cui, come scrive Onofrio
che a' 17 agosto i835, fu onorato Panvinio, fu abbate Pasquale roma-
dalla presenza del Papa regnau- no, figlio di Massimo Bonoso che ,

te. 11 eh. cav. Gaspare Servi ar- ai 25 gennaio 817 divenne Papa
chitetto scrisse : Della rarlicra di s. col nome di Pasquale 1, e che la
Sisto, Roma i83^. J^. Girolamo Chiesa venera per santo. F. su que-
Baldassini Memorie appartenenti al- sto monistero i compilatori del Bol-
la storia, e al culto della Madon- lano Faticano, nel tomo I, p. 29.
na detta di s. Luca, esistente in ss. Poscia la chiesa e il monistero fu-
Domenico, e Sisto, Jesi 1775. rono dati al capitolo di s. Pietro, co-
me provasi da una concessione di s.
S. SpinrTO Leone IX del 1049 ad esso indiriz-
in Sassia, nel rione Bor-
go, deW arcispedale zata, sotto il nome de' canonici del
di s. Spinto.
y. Ospedale di
monistero di s. Stefano. Da ciò si
s. Spirito ix Sas-
sia,ED ARCICO^FRAfER.MTA
raccoglie, come dice il Panciroli nei
DI SAN
Tesori nascosti, che per seicento an-
Spirito in Sassia.
ni abitarono nel monistero i mo-
naci dell' Ordine di s. Benedetto,
Spibito Sj.vto de' Napoletani, nel poiché tanti anni appunto corsero
none Regola. F. Naioli. .
da s. Leone I, a s. Leone IX. Che
,

CHI CHI 47
i monaci erano addetti all' ufGzia- qualcuno in Roma, ivi fosse chi ne
tura della basilica di s. Pietro, con prendesse cura, e diede la chiesa in

altre nozioni ad essi riguardanti, il cappellania al suo familiare d. Sil-


dicemmo Chiesa
all'articolo di sa\ vcrio Campana, beneficiato di s. Pie-
Pietro l\ Vaticano. Vedi. tro col titolo di rettore, locchè con-
Questa chiesa prese il nome di fermò con breve de' io ottobre
s. Stefano de' Mori, o degli Abis- 1705. Ma già la casa contigua era-
sini, allorché il Pontefice Paolo IV si rifabbricata per ordine del Papa,
del i555 la diede, in uno alla con- il quale si recò a visitarla, come
tigua casa, ad alcuni mori del pae- già nell'almo precedente erano giunti
se detto del Prete Janni, e chia- in Pioma quattro mori, i quali erano

mali indiani. Tuttavolta Carlo Bar- stati ordinati sacerdoti ai 20 aprile.


tolomeo Piazza, nelle sue Opere pie In seguito Benedetto XIII, con bre-
di Roma, parlando a pag. i?.3 e ve de' 3i agosto 1724, dichiarò
seg. dell'ospedale degli indiani, ov- coadiutore al Campana nell' uffizio

vero abissini a s. Pietro, dice clic di rettore dell' ospizio, e di supe-

Clemente \ li, nel 1325, diede la riore della chiesa con futura suc-

chiesa e l'ospizio a detta nazione. cessione, Marc' Antonio Ausidei, no-


Laonde Paolo IV avrà confermata bile perugino arcivescovo di Damia-
la concessione, e ne sarà stato be- ta, ed assessore del s. Offizio, che
nemerito, come lo fu Gregorio XIII, poi nel 1728 creò Cardinale.
che dal palazzo apostolico assegnò Nel pontificato di Clemente XII
all' ospizio quotidiane somministra- si recarono a Roma alcuni monaci
zioni, come lessi nei ruoli dei pa- abissini di s. Antonio, quali poi vi i

lazzi dee tacere


apostolici. Non si rimasero sino a quello di Pio "NI.
esservi chi sostiene, che Alessandro Ad essi coll'autorità della costituzio-
III eresse in P».oma nn ospizio agli ne Alias postqnam de' i5 gennaio
abissini , sotto la cura de' monaci it3i. Clemente XII accordò la
copti. V. Abissi>"ia. Anche l'Alveri chiesa di s. Stefano de' IMori col-
vuole che Eugenio IV, nel 14^9 >
r annesso ospizio e giardino. Que-,

abbia confermato agli abissini l'ospi- sta concessione venne fatta a se-
zio ad essi concesso da Alessandro conda di qnella di Paolo HI ,

III, il quale fu eletto Papa nel i log. che r immediato


fu successore di

1 diversi tentativi fatti successi- Clemente VII, ed espres.samente


vamente dalla santa Sede per con- si dichiarò essere in favore dei mo-
vertire alla fede cattolica gli abi- naci di s. Antonio Abbate {Vedi),
tanti dell'Abissinia, furono soggetti di nazione abissini, etiopi, copti,

a fiere persecuzioni , come si può o egiziani, col patto di celebrare

vedere nel viaggio che fece Salt, e le feste di s. Stefano protomar-


poi stampato nel 1808. Assunto al tire ai 26 dicembre e di s, Sil- ,

pontificato Clemente XI, e vedendo verio Papa ai 20 giugno, secondo


che la chiesa e l' ospizio di s. Ste- la pia disposizione del defunto ret-
fano protomartire presso la basilica tore Campana, in onore del santo
vaticana era disestato nelle rendite, titolare della chiesa, e di quello
e che non venivano dallEtiopia uè del suo nome, assoggettando gl'in-

abissini, né copti, volle prenderne dividui della mentovata nazione al-


provvidenza , perchè giungendone la sagra congregazione Cardinalizia
,, ,

48 CHI CUI
fli Prnpafjnndii , ed al suo Cardinal r altare maggiore un buon quadro
piclèlto generale prò tempore. Indi d'incerto autore, rappresentante s.

sotto l'io \ n, e nel i8o/j, d. Gior- S!(;f mo lapidato, e nell'altare a de-


i^io (iiilahadda al)i,ssinio, ispirato dal- stra vedcsi un dipinto del Puccini,
la divina J Provvidenza, fiiygi dall'E- esprimente s. Silverio Papa; altare,
tiopia per abiurare gli errori, e por- che fu eretto dalla pietà del sun-
tatosi in Roma nel 1807, fu dal Tiominato rettore Campana, come
lodato Pontefice fatto istruire nei alìerma il Piazza nel suo Emerolo-
dogmi ortodossi di nostra santa re- i^io di Roma, a pag. 4io> parlan-
ligione, e poscia lo dichiarò rettore do della festa di detto santo, nella
delia chiesa ed ospizio della sua quale, e in quella di s. Stelàno il

nazione, cioè della chiesa e casa di capitolo valicano si reca ad ulììzia-


s. Stefano de' iMori, carica che tut- re la chiesa. P^. l'Alveri, Roma in
tora esercita con pio zelo. Nel n." ^'^ ogni slato j a pag. 219 e 220, ove,
del Diario di Roma del 1841 si trattando di questa chiesa, riporta
legge ciò die spetta ai tre deputati le iscrizioni necrologiche degli etio-
abissini mori, e loro seguito com- pi ivi sepolti.
posto di vari dottori, sacerdoti, e
monaci etiopi, inviati dal Degesma- S. Stefano Rotondo, titolo Cardi-
clio Ubhè signore del Tigre al re- nalizio, in cura de' Gesuiti, si-
gnante Pontefice, qual deputazione tuato sul monte Celio, nel rione
dei tre regni cristiani del Tigre Monti.
dell'Amara, e di Sclioa nell'Abissi-
nia, cui fecero da interpreti il po- Sulla vetta del monte Celio, cos\
liglotte dottissimo Cardinal Giu- chiamato da Celio Vibeuna capita-
seppe Mezzofanti, d. Gio. de Gia- no toscano, che portatosi a soccor-
eobis della congregazione della mis- rere R.omolo, o altro re di Roma,
sione, e prefetto Apostolico del- ivi si fermò ad abitare, è posta la
la missione nonché
di Abissinia, chiesa di s. Stefano Rotondo, cos\
del suddetto d. Giorgio Galabadda. chiamata dalla sua foi'ma circolare,
ivi ancora riportasi con qual beni- mentre prima si disse ancora dal
gnità il Papa Gregorio XVI li ri- monte, Stefano al Celio. Xè de-
.<^.

cevesse ai 17 agosto 1841 nel pa- ve occultarsi, che fu detto pure s.


lazzo Quirinale, e si parla anche Stefano nelQuerquelulano in Cele-
d(dr offerta a lui fatta dagli abissini rina, dalla copia delle querele, che
dell'incenso delle lor parti, insieme ivi erano, e da una famigha, o con-
ad alcuni rari
uccelli di Etiopia trada, che si nominava Celerina,
come che cinque di delti abis-
dicesi giacché abbiamo certo Stefano Car-
sini rimasero in Roma per alunni tlinale titolare di s. Stefano in Ce-
nel collegio Urbano di Propaganda lerina. Xon sono d'accordo gli au-

fide. tori se fosse un tempio antico sa-


La chiesa di s. Stefano de' Mori, cro al dio Fauno. Si sa per altro,
che, come dicemmo, ripete la sua che era tempio de' gentili, quando
erigine da Leone I
s. in diversi , il Pontefice s. Simplicio del 4^7 l"
teiripi fu ristorata, massime da A- dedicò al protomartire s. Stefano
driano I, da Sisto IV, da Gregorio liducendolo al relativo uso. Già era
XIII, e da Clemente XI, ha ncl- titolo Cardinalizio quando nel 498
,

CHI CHI 49
s. Simmnco celebrò un concilio, dap- restaurò ed abbellì la chiesa. Que-
poiché y\ si sottoscrisse un Marcel- sta fu data in titolo nel concilio di
lo prete del titolo di s. Stefano nel Clermont al b. Martino Cibo, ci-
monte Celio; titolo che poscia con- stcrciense , amico di s. Bernardo
fermò s. Gregorio I. in luogo del- quando nel ii3o Innocenzo li lo
la chiesa di s. Crescenziana, \i creò Cardinale. Quindi nel 1191,
pose quest' ultimo Pontefice la sta- Celestino HI conferì il medesimo
zione nel venerdì avanti la do- titolo al Cardinal Giovanni di Sa-
menica delle palme , ed ai 26 di- lerno, che in sua morte dieci Car-
cembre, festa del santo, le quali og- dinali elessero Papa ; ma temendo
gidì si celebrano ancora. Il mede- l'eletto di uno scisma, px-ontamente
simo s. Gregorio I in questa chiesa rinunziò, facendovi sostituire Inno-
pronunziò popolo romano l'o-
al cenzo IH. Alcuni vogliono, che que-
meha IV siiU' evangelo di s. Mat- st' ultimo Papa sia stato benemerito
teo. Il Cardinal titolare doveva ce- della chiesa, per le riparazioni die vi
lebrare ogni giovedì sull' altare pa- fece eseguire.
pale della patriarcale basilica di s. INIinacciando in appresso la chie-
Lorenzo fuori le mura, facendovi il sa ruiua , Nicolò V accorse solle-
servizio ebdomadario. cito a ristorarla sino dai fonda-
Già i Pontefici s. Giovanni I , menti. 11 glorioso di lui nome fu
del 524, ed il suo immediato suc- posto nel fl'ontespizio della faccia-
cessore s. Felice HI detto IV, vi ta esteriore colla data del i453.
avevano fatto eseguire alcuni mu- Poscia, nell'anno i 455, Nicolò V tol-
saici, massime nella tribuna, di che se la collegiata de' canonici, che si-

fa menzione il Grutero con due no allora uffiziavano la chiesa , ed


iscrizioni, cui riporta alla p. 1164 in vece vi pose dodici frati romiti
ai numeri 17 e 20. Di poi Papa di s.Paolo primo eremita. Pio H,
Teodoro del 642, dall'arenario della nel i45B, creò Cardinale prete di
via Nomentana, prese corpi de' ss. i s. Stefano Alessandro Oliva, agosti-
martiri Primo e Feliciano ripo- , niano di Sassoferrato, celebre pe' suoi
nendoli in questa chiesa, alla quale grandi meriti. Questo titolare fu be-
offrìmolti doni. Ci avverte il Piaz- nefico della sua chiesa, coll'abbelli ria.
za, Gerarchia pag. 534, che Sergio In seguito venne pure, nel i4'^8 ,

II, Papa dell' 844^ concesse ad E- ristorata Innocenzo \ III. Ma


da
remberto, uomo illustre, il corpo di verso l'anno 1 549, avendo ii^^^^'^^to
im s. Primo, e le reliquie d' lui s. Paolo IH al Cardinalato Giannange-
Feliciano, venendo depositate nella lo de' Medici, che poi conseguì il
villa Lega della diocesi di Milano. presente titolo, da esso nel i55g
Su questo punto va letta la Notizia ascese alla veneranda cattedra di s.
istoiica del martino de' ss. cittadi- Pietro col nome di Pio IV. Aven-
ni romani Primo e Feliciano, e del- do poi il suo predecessore Giulio
la traslazione, ed iin'e/izioiic de' lo- HI, per opera di s. Ignazio, dato
to corpi nella chiesa di s. Stefano principio al collegio germanico-un-
Rotondo nel monte Celio, Iloma' garico, sotto la direzione de' gesuiti,
1736. In questo libro evvi una bre- il successore Gregorio XI H lo sta-
ve notizia su questo antico tempio. bilì, e fra le copiose entrate che gli
In appresso Adriano I, nel 773, assegnò, gli diede in un alla chiesa,
VOL. XIK. 4
"u, CHI cin
quello goduto flai ielif:;iosi nuivi (li- Sol piondonle , e njcraviglioso è
molanti, i (fuali orano uudati iu dc;- 1 prova entrando in
circllo che si

oadoiiza, e pmciò da lui tolti, come quello ic-mpio dappoiché rotonda ,

rilevasi dalla b(jlla Jposlolici niu- n' la forma con una


(• nave circo-
m-ris snlliciludn , data kal. mar- lare sorretta da cinquantotto co-
lii anno i TyS. I gosuili , oltre- lonne di granito, e sei di marmo
ché farvi rifiorire il divin cul- bianco, tutte d'ordini differenti. Au-
to, l'abbellirono e decorarono con licamente essa aveva un altro por-
i stupende pitture a fresco, di cui tico più vasto all' intorno sostenuto

poi faremo parola. Di (juosta chiesa pure da colonne; ma iVicolò V re-


iVi molto divoto s. Filippo ISeri, e vi strinse il suo circuito e chiuse nel ,

condiiceva nel giovedì di carnevale nuu'o il primo ordine di colonne,


molto popolo a ricevervi la s. comu- che restava piii in fuori, in modo
nione, oltre la visita delle sette chiese. per altro, che alcune ancora se ne
Il Crescim!)eiii nella sua erudita vedono scoperte. Le due colonne del
Istoria della chiesa di s. Giovan- centro, che reggono la cupola, sono
ni avanti porta latina, a pag. 167 d'ordine corintio; il diametro della
e seguenti, riporta preziose notizie chiesa è di cento novantotto piedi.

della chiesa di s. Stefano al monte Nelle pareti della nave circolare, Ni-
Colio, che alcuni chiamarono s. Ste- cola Pomarancio con bravura e di-

fano in capo d'Africa. Tra le al- ligenza dipinse le trentadue storie


tre cose racconta, che la chiesa di de' santi martiri principiando dagli
s. Stefano apparteneva alla detta Innocenti; ma i paesi e le prospet-
chiesa di s. Giovanni , la quale fu tive furono eseguite da Matteo da
data da Lucio II con tutte le sue Siena. Antonio Tempesta dipinse i

pertinenze alla basilica lateranense, martirii de' ss. Primo e Feliciano


locchè confermò Onorio III, com- nella hno cappella, e di fuori la
prosavi la chiesa di s. Stefano, in- strage degl'Innocenti, e la Vergine
sieme ad altri Papi. Quindi riporta Addolorata. Nel i 5H j riprodusse tali

i diversi accordi fatti dal capitolo pitture inrame Gio. Ballista de


lateranense coi frati di s. Paolo pri- Cavalieri, come nota il Crescimbjeni
mo eremita, a cagione dei reclami a pag. 189. Il quadro della ss. An-
dal primo avanzali ai secondi, dopo nunziata nel suo altare è opera del
che a loro Nicolò V avea concesso gesuita p. Pozzi. Nel centro sopra
la chiesa, e i beni. Dopo molte vi- l'altare, e sotto la cupola si alza un
cende da ambedue le parti si con- artificioso tabernacolo, il quale con
chiuse col patto di restituire si i bizzarro disegno fu lavorato da un
beni che la chiesa al capitolo, quan- fornaio svedese, che il donò al col-

do i qualunque ragione
frati per legio germanico- ungarico.
Essendo il capi-
l'avessero lasciata. Presso la chiesa anticamente fu
tolo ricorso dopo la morte di Gre- il celebre monistero di s. Erasmo,
gorio XI li al successore Sisto V, di cui ancora si veggono i vesti-

per essere reintegrato ne' suoi di- gi , il quale fu uno de' più an-
ritti, nulla potè ottenere, e il Col- tichi e primari di E.oma, e venne
legio gernianico-wigarico [Vedi), go- fondato, secondo alcuni, dallo stesso
vernalo dai gesuiti, ne rimase pa- s. Bencdetlo. Piisplendctte per la re-
ciiico possessore, come lo è tuttora. golare diocipliua, pei mouaci che vi
, ,

CHI Clir 'Tr

noriionn, uno de' quali fu A(1cn(ìa- cura dcllr inniuichc cisterciensi


to , o Deodato , ovvero Dcusdcrlit nel rione Trevi.
che, nel 6i5, fu creato sommo Pon-
tefice. In questo monistero, e pres- Questa chiesa fu detta anticamen-
so la chiesa di s. Stefano, dopo la to do' ss. Gabino e Susanna, ad
morte di Giovanni Y, avvenuta nel diiai Donins. agli orti Sa liristia? n .

jiiimo agosto del G^6, ncH' elezione lìvU'aUa Semita del Qi/in'nale, vi-
dei successore nacque grave conte- cino al vico di Mamurro, fabbro
sa, poiché il popolo essendosi divi- che, secondo gli ordini di Numa, ta-
so dall'esercito dell'esarca di Ra- voi-ò i famosi scudi Ancillj. Viene
venna che voleva in essa introdur-
,
chiamata dagli scrittori ecclesiastici
si, questo faceva tumulto presso la ad duas Domos, perchè ivi furono
chiesa, e popolo col clero roma-
il le case di s. Gabino padre di s. Sa-
no erasi ritirato in s. Giovanni in sanna, e del Pontefice s. Cajo, elet-
Laterano, per cui insorti gli antipapi to nel 283, ambedue convertite in
Pietro e Teodoi'O, poscia composti chiese, od oratori. In questo luogo,
gli animi, concordemente elessero per la sua eminenza ed amenità
Conone per Papa. Finalmente nel già chiamato alta Semita, sul dor-
raonistero di s. Erasmo, dalla chic- so del Quirinale, furono il tempio di
sa di s. .Silvestro in Capite, nel Quirino, la casa di Pomponio At-
799, i ribelli Pasquale, e Campolo tico, ed i famigerati orti Sallustia-
fecero trasportare, e strettamente ni, col superbo palazzo, oltre di-
rinchiudere s. Leone IH, da loro versi altri templi ed edifici. V. Chie-
orrendamente mutilato, donde fu li- sa di s. Cajo.
berato da Albino suo cameriere, ed Vuoisi pertanto, che Papa s. Cajo
accompagnato al Vaticano. erigesse in chiesa la casa del fratello
Sulla chiesa di s. Stefano Ptoton- Gabino, e della nipote Susanna vei'gi-
do possono principalmente vedei- ne dopo il suo martirio pur ivi sof-
si , Descrizione di Roma antica ferto, e celebrasse nella medesima
e moderna, dedicata al Cardinal piìi volte la messa ad onore di lei.
Valenti tom. II pag. 4 '4? e seguen- Altri credono, che a s. Leone 1 deb-
ti ; Le antichità della città di Ro- ba attribuirsi la dedicazione della
ma per Lucio Mauro stampate in chiesa da lui restaurata, o forse da
Venezia nel i556 a pag. 42; Ro- oratorio ridotta a chiesa, recitando-
ma vetus et recens, auctore Alexan- vi un sermone in onore di s. Feìici-
dro Donato, a 324; e V Hi sto- p. ta, e de' sette martiri suoi figli. Ccr-
ria collega Gennnnici et Ungarici, to è, che nel concilio celebrato nel
auctore p. Cordaro soc. Jesu. Laterano, dal Pontefice s. Simma-
co, nel 499» "^' si sottoscrissei'o A-
Ss. Sudario de' Savojardi, nel rio- sello, ed Agatone, preti del titolo
ne s. Eustachio, chiesa dell' Ar- de' ss. Gabino e Susanna ; come s.

ciconfr aternita del Ss. Sudario Gregorio I iiomina nel suo registro
[Tedi), fal)!)ricata nel r6o5 con im tal Rustico, prete del titolo di
disegno di Carlo Kainaldi , e ri- s. Susanna. Poscia al suo Cardinal
storata nel secolo decorso. titolare fu data la prerogativa del
servigio ebdomadario nella patriarca-
S. Susanna, titolo Cardinalizio, in le basilica di s. Paolo, dovendo ce-
,

52 CHI CHI
Icbrnrc suU'nlfan! pontificio in ogni ima corona grande con dodici del-
sahhato. Da tempo anticliissinio rpii- fini, altra croce, de' vasi colalorii,
vi, come nella chiesa di s. Cajo, si due altre lampade con grifi dorali,
celebra la stazione nel sabI)ato dopo due corone con dieciotto delfini
la domenica di rpiaresima.
terza tutto di argento.
Leone II dichiarò prete Car-
S. Nel I 1
44 Lucio II confer'i que-
dinale di s. Susanna s. Sergio I, sto titolo al Cardinal Gezo. Altre ri-

che fu creato l'apa nel 687. Adria- parazioni a questa chiesa, che fu chia-
no I rifece il tetto delia chiesa; e mata anche basilica, e fino agli ulti-
l'immediato suo successore s. Leo- mi tempi fu pure parrocchia, non
ne III, nel 795, quando fu eletto, si trovano sino a Nicolò V, Parentu-
trovavasi prete Cardinale di questo celli,che successe nel i447 ^"-l I^"^'"
titolo. Secondo l'annalista Baronio, genio IV, il quale l'avea fatto Car-

quivi egli volle essere consagrato dinale prete di s. Susanna. Dipoi


Papa ; indi la rifabbricò quasi tut- Sisto IV, nel i47^) l'abbeiri, e vi
ta, pose il baltisterio , l' abbellì
vi fece alcuni ristauri. INIa al Cardinal
facendovi eseguii-e nella trilxma la Girolamo Rusticucci titolare di santa
immagine di Carlo Magno in abito Susanna, per beneficenza di s. Pio
militare, e l'arricchì del corpo di s. V si devono la riedificazione della
Felicita martire, che fu preso dal chiesa, i maggiori suoi ornati, e la
cimitero detto di s. Felicita nella erezione della facciata esterna di
via Salare, donde era stato trasferi- con architettura di Carlo
travertini,
to in questa sua chiesa anche quel- IMaderno, soffitto dorato, le pit-
il

lo di s. Susanna. In essa riposano ture nelle pareti, oltre il totale suo


pure il corpo del di lei padie san ingrandimento. Adornò ancora con
Gabino, e nell'altare di s. Lorenzo marmi, e dipinti il sotterraneo della
la metà di quelli de' ss. martiri Ge- confessione, e la tribuna, mentre per
nesio, ed Eleuterio vi è pure un : l'amore che portò a questa chiesa^ se-
osso del profeta Michea, che pre- condo l'uso antico, volle chiamarsi il
disse il nascimento del Redentore, Cardinal di s. Susanna, e la ritenne
e vi sono altre reliquie. Anastasio in commenda quando passò al tito-
bibliotecario nella vita di s. Leone lo di s. Maria in Trastevere, ed ai
IH, narra la sua magnificenza ver- vescovati suburbicarii.
so questa chiesa, e fa la descrizio- Contemporaneamente imitatrice in
ne de' donativi, cioè di tre gabale, parte del Cardinal Rusticucci fu d.
o lampadi d'oro di cinque libbre e Camilla Peretti sorella di Sisto V,
mezzo: di due croci d'oro ornale di la quale fablnicò con beili marmi
gemme, del peso di quindici libbie; la cappella di s. Lorenzo, facendovi
di due verghe d'argento; di tre dipingere il suo martirio da Battista
immagini di tal metallo di trenta- Pozzo di Valsoldo, e dal Nebbia; e
cinque libbre per la con-
; dell'altare le geste de' ss. Genesio, ed Eleuterio,
fessione di argento del peso di cen- che nella metà dei loro corpi avea
totre libbre; di otto colonne d'ar- dal Pontefice fratello ottenuti dal-
gento, con due archi, ed una croce la chiesa di s. Giovanni delia Pi-
simile ; di due
lama di ar- vesti di gna. Quindi stabilì un legato, per
gento, chiamate gamadie; più un'al- dotare, nel giorno di s. Susanna, no-
tra croce di argento, un canestro, ve zitelle, alle quali assegnò cinquan-
CHI CHI 53
ta scudi per cadauna, cioè nel di morta, opera del siciliano Laureti ;

della sua festa agli 1 1 agosto, nel le pitture della tribuna, e l' assun-
qual giorno il senato romano viene zione della b. Vergine, sono del pen-
a fare l'olTerta di un calice d' ar- nello dell'orvietano Nebbia. Al lato
gento e di torcie di cera in ogni destro del detto altare evvi il mar-
quadriennio. La medesima pia da- tirio di s. Susanna, che con altre
ma eresse un monistero di mona- ligure superiori nel pilastro, e fuo-
che presso la chiesa de' ss. Vito e ri dell'arco dipinse il Nogari. L'i-
Modesto, donde poi furono da Si- storia di contro è del mentovato
sto V trasferite a questa chiesa di Croce, ch'è pure autore dei freschi
s. Susanna, aiutata da Pietro Ful- esteriori dell'arco. A mano sinistra
vio, nel modo che si descrive al- si vede la magnifica cappella di s.

l'articolo ClSTERCIEySI MONACHE, CSSCU- Lorenzo, e nella parete destra è il


do appunto tali quelle, che tuttora deposito, che Camilla Minio pittri-
sono nell'annesso monisteio, e sog- ce, eresse al genitore Filippo Valle,
gette al Cardinal protettore. scultore del secolo decorso.
Paolo V ingrandì e riedificò il mo-
nistero, il cui coro interno di noce in- S. Teodoro, già diaconia Carcliimli-
tagliata è forse il più bello, che sia in zia, in cura dell' arciconfralcrnila
Roma. Entro l'ameno e vasto giar- del ss. Cuore di Gesìi, delta dei
dino delle monache, si vede una Sacconi^ nel rione Canipitelli.
cisterna, il cui architrave, e pilastri
sono disegno e lavoro di IMichelan- Di questa antichissima chiesa, già
gelo Buonarroti. Da ultimo onorò tempio rotondo di Romolo, volgar-
questo titolo il Cardinale Lorenzo mente detto s. Tota alle radici del
Corsini, cui lo diede Clemente XI, Palatino, o, come altri dicono, fab-
nel 1705, giacché nel lySo fu su- bricata sugli avanzi del tempio di
blimato al triregno, ed assunse il Giove Statore, o di quello di Vesta,
nome Clemente XII. L' interno
di già se n'è parlato nel voi. II del Di-
della chiesa ha una sola nave, il zionario a p. 3 1 3, trattando di quel
cui pavimento tuttora conserva al- sodahzio. Solo qui daremo altre no-
cuna traccia dell'anlico. Pcicco è il tizie su questa chiesa ,
posta nella
soffitto d'intagli, e doralure, avente contrada, ch'ebbe nome di Vico
le pareti ornate di pitture esprimen- toscano, perchè vi abitavano mer-
ti le storie della casta Susanna ebrea, canti ed artisti toscani. Fu questa
eseguite a fresco da Baldassare Cro- diaconia la nona regionaria istituita
ce ; ma le prospettive di tali dipin- da s. Iginio Papa del i54, alla
ti sono del p. Zoccolino teatino, quale presiedeva il diacono Cardi-
come le statue di stucco, che le nale regionario della settima diaco-
frammezzano, sono del Valsoldo. Dal- nia, di cui si ricorda un tal Celio
la tribuna si scende per una scala Giovanni, diacono di questa chiesa,
a due bracci alla confessione, la qua- nel sinodo romano, celebrato nel
le occupa un vasto spazio sotteira- dal Pontefice Simmaco; chie-
499 s.

iieo, e vi si venerano i corpi di s. sa, che Gregorio 1 dedicò all' in-


s.

Felicita, e le reliquie de' suoi figli vitlissiino martire s. Teodoro, del


martiri. 11 quadro poi dell'altare quale la Chiesa celebra la festa ai
maggiore rappresenta s. Susanna 9 novembre. Il volgo poi lo chia-
,

.54 CHI CHI


mò santo Tutu per Ja tli lui tenera raffici del monte Palatino, Roma
età, ed al patrocinio di esso santo 1710.
rieorrono i genitori pe' loro fanciid-
li. Essa fu in proj^resso restaurata S. Teresa alle (/icaltro fontane ,

da Adriano I : quindi da Nicolò V, delle carmelitane scalze riforma-


che conservò le forme anliclie, e te, nel rione. Monti. V. Carme-
fece dipin;^cre sulla ])orta la na- litane MONACHE.
scita del Salvatore ; dal Cardinal
Francesco Barberini, nipote di Ur- Il senato romano, in ogni decen-
bano VIH, verso il i<)74; e poi nio, in vigore di rescritto fitto da
da Clemente XI, che còll'opera del Pio VII ai 22 settembre 1804, nel
cav. Carlo Fontana, nel i7o5, iso- dì della festa di s. Teresa^ ai i5
lò l'ediflzio per liberarlo dall' umi- ottobre, fa in questa chiesa la pia
dità del teri apieno da cui era cir- oblazione di un calice di argento
condato, aprì una piazza avanti con sua patena, e quattro torcie di
munendo di cancelli lingrcsso , ab- cera.
bellì i tre aitali, ed il maggiore
decorò con marmi mischi, sul rpia- S. Tom M. ISO di Cantorbery , del
le evvi un «juadro di s. Teodoro collegio inglese j nel rione Regola.
del Zuccari. 11 magistrato romano V. Collegio inglese.
ogni anno, nel dì della festa di san
Teodoi'o , fa in questa chiesa la S. Tommaso in Foi-mis, del Capi-
olTerla di un calice d'argento, e di tolo f^aticanOj nel rione Campi-
quattro torcie di cera. telli. V. Chiesa di s. Pietro iv
Onorio li, nel i 17.5, conferì que- Vaticano, nel fine dell'articolo.
sta chiesa in diaconia ad Ugo Ge-
vemei arciprete della basilica vati- S. Tommaso in Parione , titolo

cana ; e Giovanni XXII, in Avigno- presbiterale Cardinalizio , con


ne, la diede, nel i3i6, al celebre parrocchia, nel rione di Parione.
Cardinal Gio. Carlo Orsini, morto
colà nel i355. Ma nel pontificato Vuoisi edificata nel i 1 3«^ dal
di Sisto V restò soppressa la dia- Pontefice Innocenzo II, che la con-
conia, sebbene secondo il Piazza ,
, sagrò solennemente ai 2 dicembre
1

Gerarchia Curdinalizia, p. 735, fu di detto anno, giorno in cui ap-


da Urbano Vili temporaneamente punto la Chiesa universale celebra
ripristinata in fiivore del Cardinale la festa di s. Tommaso apostolo,
Teodoro Trivulzi. Prima era colle- cui è dedicata. Prese il nome di
giata di canonici , e poi sotto Cle- Parione da quello del rione, per-
mente XII fu concessa alla lodata chè in esso abitavano i cursori , o
arciconfraternita. P^. Fi-ancesco Ma- mandatari, che in latino chiamansi
ria Toriigio, Istoria del martirio di apparitores. Verso l'anno i4^4 '^
s. Teodoro, Roma i634, nel qual Cardinal Stefano Nardini di Forlì
libro, oltre la vita del Santo, si fondò l'annesso collegio, che prese il
tratta anco di questa sua chiesa ;
nome di Collegio Nardini [l'aedi), e
nonché Francesco Cecconi, Memo- doveva servire a ventisei giovani stu-
rie storiche dell' insiirne diaconia di denti, ed un palazzo, il quale servì di
o
o. Teodoro martire, situata alle residenza al tribunale del govei-no, e
CHI c ri I 55
dei [trelati governatori di PLoma, maggiore fu colorito dal p. Cosi-
per cui quando tali residenze furo- mo cappuccino, che vi espresse san
no traslerite ove sono , al palazzo Tommaso apostolo in atto di ora-
e alla contrada rimase il nome di re. Il quadro dell'Annunziata, e dei
governo vecchio. Nella celebre pro- ss. Gio. Evangelista, e Nicola di Bii.-

mozione, che Leone fece, nel X ri, posto suir altare a sinistra, è o-
I?i7, di trentuno Cardinali, eresse pera di Pomerancio. Nell'altare 0[)-

la chiesa al grado di titolo Cardi- posto la Concezione è pittura del


nalizio, nominandovi per primo il Passeri. Nella prima cappella poi a
Car<linal Lorenzo Campeggi da lui mano destra di chi entra evvi il

creato nella stessa promozione ; e quadro di s. Filippo , cioè la sua


poscia Clemente VII, nel iSat), la ordinazione , dipinto dal cavaliere
diede per titolo al Cardinal Giro- Giacomo Conca, il quale seppe su-
lamo Doria. Fra i Cardinali, che perare le dlllicoltà de' para menti ros-
onorarono questa chiesa, vi fu il si,che hanno i sagri ministri.
b. Gregorio Barliarigo veneziano, cui Questa chiesa fu frequentata dalla
l'nssegnò Alessandro VII, quando, nel matrona s. Francesca Promana. Al-
1660, da lui fu aggregato al senato tre notizie di questa chiesa si pos-
apostolico. S. Filippo Neri vi volle sono leggere nel Bovio , La pietà
prendere tutti gli ordini sagri, me trionfante, pag. 187, della chiesa
no quello di diacono, che prese nel- di s. Tommaso in Pai-ione, filiale

la basilica Kiteranense, ed allora il dell' insigne basilica di s. Lorenzo


santo era nell'età di trentasei an- in Damaso di R.oma. Il Cancellieri,
ni ; i primi ordini li prese nel me- a pag. 66 del suo Mercato, confuta
se di marzo da Giovanni Lunelli lo Sprengero, il quale nella Roma,

vescovo di Sebaste, vicario genera- nova, aveva scritto, che sulla poita
le di Giulio IH, e il sacerdozio nel- di questa chiesa appendevasi la
la Pentecoste. Ciò avvenne in que- tabella degli scomunicati che non ,

sta chiesa forse perchè il detto ve- avevano adempito alia comunione
scovo vi abitava vicino. del precetto pasquale.
Della confraternila de' ss. Gio.
Evangelista e Nicola de' Copisti, in S. Trifone nel rione Ponte. V.
s. Tommaso in Pavione, tiatta il Chiesa, di s. Agosti vo, ed Arci-
Piazza, nelle sue Opere pie di Ro- CONFRATERXITA DEL SS. SaGRAMEN-
ma, a pag. 661 , e seguenti. Essa To nella chiesa di s. Trifone.
ebbe origine sotto Pio IV , nel
1 56 [
, ma in progresso si estinse. SS. Trinità' de' Signori della Mis-
In questa chiesa fu pure fondata sione, nel rione Colonna. V. Si-
nel secolo XVII la confraternita gnori DELLA Missione.
delle missioni, la tjuale poi passò a
s. Giuliano in Banchi. j\el pontifi- SS. Trinità' dell' arcicoufraternita

cato di Gregorio XIII e verso ,


de' Pellegrini, nel rione Regola.
l'anno i582, Mario e Camillo Cer- V. ArciconfrateRxNita della ss.

rini nobili romani, con molta spesa, Trinità' de' Pellegrini.


e con disegno di Francesco Volter-
ra fecero restaurare, ed abbellire 11 senato romano ogni anno, per
questa chiesa. Il quadro dell' altare la lesta della ss. Trinità, fa a (jucr
, ,

SG CHI CHI
sta chiesa l' oblazione d' un calice Silvcrio, lo calunniò d" intelligenza

d'argento, e quattro torcic eli cera. co' nemici, e l'esiliò ncll'iscjla Pai-
maria: ingiustizia, che poi Dio punì
SS. Trinità' de pp. Trinitarj cal- col far cadere Belisario in tlisgra-

zali, nel rioneCanipomnrzo. V . zia dell'imperatore Giustiniano II,


Trinitari Ordine religioso. pure per calunnia, per cui gli ven-
nero cavati gli occhi e ridotto a ,

SS. Trinità' de' Monti al Mon- mendicare alla porta di Costantino-


te Pinci o, titolo Cardinalizio in poli colle note parole
, Date obu- :

cura delle monache


Sagro del Inni Belisario.
Cuore, nel rione Camponiarzo. Venendo all' origine di questa
magnifica chiesa, e del sontuoso
Questa chiesa si chiama della ss. convento, è a sapersi, che mentre
Trinità de monti, al monte Pincio, s. Francesco di Paola , fondatore
<) colle degli ortidi, perchè dedica- de' minimi da lui detti Paololli, si
ta alla ss. Trinità sul monte Pin- trovava in Francia, ottenne dal re
cio da quel senatore romano , che Carlo Vili il permesso di fondare
ivi fabbricò un sontuoso palazzo in Roma un convento pel suo Or-
detto poi in Pincis, dai famosi orti dine, massime pei religiosi francesi,
di Lucidlo, e di Sallustio , che per per cui mandò i religiosi Giaco-
amenità deliziosa servirono
la loi'o , mo di Pulisio, e Giacomo di Mon-
di diporto ai romani imperatori ;
tano, con regie lettere al Cardin;d
chiamato poi venne il colle col di- Gio. Villiers de la Grolaye o Grau-
minutivo di oriuli da quelli, che lois, ambasciatore presso Alessan-
nel declivio del monte piantarono dro VI. Quindi s. Francesco si re-
molti particolari. Su questo colle, e cò egli stesso in Roma, ed insieme
alle sue falde fu la basilica di s. a due suoi religiosi prescelse di ,

Felice prete e martire , chiamata fondarlo sid monte Pincio, ove ora
ne* Rituali in Pincis, in cui eravi sorge la chiesa. Questo sito nel 149^
la stazione a' i4 gennaio, e la quale era stato acquistato dal veneziano
era in tanta venerazione, che s. Gre- Daniele Barbaro per mille cinque-
gorio I vi recitò la IX omelia sul- cento fiorini; ma poi per la mede-
r evangclo. Vari sci ittori però sono sima somma lo cedette ai religiosi,

di parere, che tal basilica non dalla per cui a' 20 marzo si stipulò il

porta o palazzo Pinciano si chia- contratto. Non andò guari, che per
masse in Pincis, ma perchè s. Fe- la conquista del reame di Napoli
lice fu martirizzato colle punte di e con poderoso esercito Carlo VIII
ferro o lesine, che si dicono Pince. si avviò per Pioma, entrandovi a' 3 i

11 detto palazzo del senatore Pin- dicembre i494> e tanto gli piacque
ciano, era sì splendido, che Cassio- tale scelta, che per l' erezione del
doro per ordine del re Teodorico, tempio donò trecentoquarantasette
scrisse a' romani che mandassero
, scudi d'oro e passando a Napoli
;

a Piavenna i marmi della casa Pin- ordinò al Cardinal Grolaye, di som-


ciana. In questo palazzo abitò nel , ministrare altra somma più rag-
oab, Belisario allorquando liberò guardevole. Con questi, ed altri pii
Roma dall' assedio de' goti , ed ivi soccorsi fu nel luogo edificata una
fatto chiamare il santo Pontefice cappella sotto l' invocazione della
,

CHI CHI 57
ss. Trinità, ed una piccola casa poi- la quale dal suo antico nome chia-
abitazione de' religiosi ; indi a' 20 mò Felice, che direttamente con-
lebbraio i49^> Alessandro VI ap- ducesse alle quattro Fontane, e al-
provò r acquisto, e la donazione del la basilica liberiana. Oltre a ciò,

re di Francia. nel 1387, eresse in titolo Cardina-


Mentre Carlo Vili voleva ingran- lizio la chiesa, che poi nel i5q3
dire la chiesa e la casa,mori nel fu consagrata, in uno all'altare mag-
1498, e gli successe Ludovico XII, giore, dal Cardinal Giojosa. Il pri-
dal quale s. Francesco ottenne la mo titolare di questa chiesa fu Car-
somma di seimila lire tornesi, som- lo di Lorena, cognato del re En-
ma che poco dopo il novello re fe- rico II, che Sisto V ivi trasferì dal-
ce nuovamente somministrare per la diaconia di s. JMaria in Coranica.
le istanze del medesimo santo, e del Il secondo fu il predetto Cardinal
Cardinal Brissonet , vescovo di s. Giojosa, fatto pure da Sisto V nel
IMalò , il quale a sue spese man- i588. Gli successero progressiva-
dò in Roma molti marmi per co- mente i Cardinali Nel
seguenti.
struire l'altare maggiore, che anco- 1594, Pietro di Gondi, vescovo di
ra esiste. Dopo che nel detto anno Parigi; nel 1626 Dionisio Simone
1498 erano state gettate le fonda- de Marquemont, arcivescovo di Lio-
menta della presente chiesa nel , ne; nel i63G Alfonso de Richclieu,
meglio ne rimase sospesa l' edifica- arcivescovo di Lione; nel i6j3 An-
zione, a cagione della morte di Ales- tonio Barberini; nel i655 Girola-
sandra VI, seguita nell'agosto i5o3, mo Grimaldi; nel iG8q Cesare d'E-
per cui solo dodici anni dopo ven- strees, senza dire di altri Cardinali
ne riassunta la fabbrica. Intanto titolari.

Leone X nel canonizzare nel i5ir) Siccome dalla parte della piazza
s. Fi-ancesco di Paola, somministrò di Spagna, cioè avanti il prospetto
considerabili doni s\ per la chiesa esterno della chiesa, eravi uu ine-
come pel convento della ss. Trinità. guale scoglio coperto d'alberi, ascen-
Nello stesso anno la regina Claudia, devasi alla piazza della chiesa per
moglie di Francesco I, diede una tortuose stradelle. L'ambasciatoi'e di
somma di danaro per progredire Francia Stefano Gouffier, che morì
nella fabbrica della chiesa ; e suc- in Roma nel 1660, lasciò i fondi
cessivamente Carlo IX nel i56i per costruire la magnilica scalina-
donò al convento novemila tornesi, ta, che ora ammirasi ; perciò ven-
ed Enrico III nel i584 offri mille ne incominciata nel pontificato d'In-
scudi d'oro per la facciata esterna, nocenzo XIII dall'architetto Ales-
e pei campanili, alla costruzione dei sandro Specchi, e compita nel 1725,
quali però supplì il Cardinal Fran- in quello di Benedetto XllI, dal-
cesco di Giojosa con mille duecento l' architetto Francesco de Sanelis.
scudi ,
perchè la suddetta somma Poscia nella piazza avanti la chiesa,
appena fu sufficiente alla facciata. nel 1789 col mezzo dell'architetto
Essendo molto incomode le scale, Antinori, Pio VI collocò l' obelisco
che conducevano all' ingresso della Sallusliano a decoro del luogo. Ma
chiesa, Sisto V, nel i58T, ne fece poco dipoi per le vicende della re-
costruire una nuova a due bracci ,
pubblica francese, nel 1799, 1;^ chie-
che tuttora esiste ed apri una sli-adu,
; sa fu spogliata de' suoi quadri , e
,

58 CHI CIII
nel convento alloggiarono i soldali, l'Annunziata, questa coloiù Federico
por <:iii (li'i:a(l(l(;i'o la cliiosa e il con- Zuccari. Nella cappella Massimi ev-
vento dal primiero splendore. Accorse vi del Redentore ri-
l'apparizione
a tulle le opportune ii[)ara7,ioni nel sorto , Maddalena, di Oiulio
a s.

181G la pielù del re Luigi X.V11I, e Romano, cui pose mano anco Fran-
il religioso zelo del conte di Blacas cesco Fattori ne' laterali vi sono:

suo ambasciatore a Pio VII , ese- pitture di Pierin del Vaga. Nella
guendole con perizia l' architetto cappella degli Orsini, Daniello da
francese IMa/ois. Perlocliè a' 25 Volterra molto dipinse; tutto però
agosto, testa di s. Ludovico IX i-e perì, ed al celebre fresco della de-
di Francia, essendo stata purifica- posizione della Croce ebbe a diret-
ta la chiesa, monsignor vescovo di tore il suo maestro Buonarroti.
Ortosia bened'i la chiesa, e le cap- Nel 1 8 1 I si trasportò per conser-
pelle, e solennemente vi celebrò la varlo sulla tela, ed ora il valente
messa, e venne cosi ridonata al di- incisore Pietro Folo ne ha maestre-
vin culto. Leone XII nel 1826 ap- volmente terminata l' incisione in
provò l'istituto h'ancese delle dame rame. Nella cappella de' Borghesi i
del sagro Cuore di Gesù, fondato freschi sono di Cesare Nebbia , di
da Sofia Barra, per l'educazione delle cui pure era il Cristo dipinto a
nobili donzelle, e pegU esercizi spiri- olio ; ed oggi vi è stata collocata
tuali, e pubbliche scuole gratuite di la celebrata Deposizione di Daniel-
quelle povere. Neil' anno seguente lo, che gl'intendenti pongono subito
furono collocate queste monache nel dopo la Trasfigurazione, di Raffaele.
convento già abitato dai Paolotti ,
Nella crocerà poi si vedono a de-
ed a loro fu pure concessa la chiesa; stra le sibille e i profeti, e le altre
istituto che grandemente fiorisce, e figure dipinte nella volta da un Si-
di cui fu generosa benefattrice la ciliano, scolare di Buonarroti ; e a
marchesa Teresa Audrosilla, e più sinistra i profeti Isaia e Daniello
volte meritò di essere visitato dal con altre Ver-
storie relative alla b.
Papa regnante. gine, colorite nella da Pierin volta
La facciata della chiesa è sempli- del Vaga, e da Checchino Salviati,
ce, ed ha nei lati due campanili. meno che le storie del transito della
Al piano di essa si ascende per una Madonna, e della sua Assunzione al
scalinata a due bracci , e vi si en- cielo, che incominciate da Taddeo
tra per un' unica porta. Molte sono Zuccari, furono condotte al termi-
le cappelle, che si distinguono per ne dal fratello Federico. E degna
ornati, dipinti antichi e moderni ,
pure di menzione la pittura a fre-
ed altri pregi ma a seconda del
, sco d' ignoto autore, rappresentante
nostro proponimento, tarenio men- la processione fatta per la peste da
zione soltanto delle principali. L'al- s. Gregorio I , e l'apparizione del-
tare dell'Assunzione ha per cpiadro l'Arcangelo s. Blichele sulla mole
un dipinto di Daniele da VoUeri-a, Adriana, e siccome fu eseguita sotto
o disegnato da ed eseguito dai
lui, Leone X, si vede la sua effigie in
suoi scolari quale si vede il
, nel quella del precedente Pontefice. L'
ritratto di ]Michelani!«lo Buonarro- aliare maggiore fu rimodernato,
ti ; e nella cappella vi sono altri pre- ed abbellito con architettura di M.
gevoli dipinti. Nella cappelletta del- Champagne, che diede anche i di-
, ,

CHI e il 1 59
segni pegli stucchi. In questa chie- e CuiESA DI s. Giovanni in La-
sa furono sepolti diversi Cardinah, TERANO.
ed evvi il deposito di Claudio Ce-
lie di Lorena , detto il Lorenese Ss. Venanzio ed Aysuiyo de' Ca-
esimio pittore di paesi , a cui nou merìnesi, nel rione Cainpitelli. V.
ha guari fu eretto un hel monu- Camerino, e Chiesa di s. Salva-
mento nella chiesa di s. Luigi dei tore IN Lauro de' Marchegiaxi,
francesi. la cui nazione avea dai baslliani
ISeir annesso monistero vi è un acquistata la chiesa parrocchiale tli

bel refettorio, mutato oggi in ca- s. Venanzio, e lasciando questa


mera da lavoro, la cui architettura passò a quella di s. Salvatore, co-
fu del gesuita p. Pozzi , che egre- me dicesi a quell articolo.
giamente ne dipinse la volta. jVelle
pareti del chiostro sono tutte di- SS. Vincenzo, ed Anastasio alle
pinte a fresco le storie di s. France- tre fontane, o alle Accpie Salvie,
sco di Paola, e il cav. d'Arpino vi e- con abbazia, nel rione Ripa.
seguì col pennello la di lui canonizza-
zione. Le altre sono del Ptoncelli, del Questa chiesa è posta fuori del-
Semenza, e di Marco di Faenza. La la porta Ostiense, oggi di s. Paolo,
serie delle immagini dei re di Fran- vicino alla chiesina delle tre fonta-
cia fu colorita da Avanzino INucci ne, già detta ad Acpias Sah'ias,
di Città di Castello. Per non di- della quale, e di altra premettere-
lungarci di troppo, nou faremo men- mo qui un cenno, che reputiamo
zione delle altre pitture. Per mag- opportuno anco perchè ambedue
giori notizie sono tra gli altri a con- furono, e tuttora sono unite alla
Carlo Bartolomeo Piazza, La
sultarsi, chiesa de' ss. Vincenzo ed Anasta-
Gerarcliia Cardiiializia ce. del Titolo sio, e soggette alla giurisdizione del-
XLIII, della ss. Trinità de' Monti, la celebre abbazia nullius di tal no-
ed il Pauciroli, Tesori nascosti del- me. Incomiucieremo a parlare della
Vahna città di Roma, pag. 70)0 e prima Chiesa.
seg. Il magistrato romano in ogni
biennio, })er la festa della ss. Cro- Chiesa di s. Maria in Scala Codi.
ce, a questa chiesa fa l' oblazione
di un calice d'argento e di quat- E situata in un luogo chiamato
tro torcie di cera, a tenore del chi- anticamente ad Guttani j'iigiter ma-
rografo di Paolo V de' 2 maggio nentem, cioè della goccia perpetua,
1606. ovvero delle Acque Salvie, che ivi
saituriscono provenienti da un vi-
S. UnBjyo a Campo Carico, delle cino colle, o da una famiglia Sal-
ìiionaehe cappuccine , nel rione via, della quale fu V iuq)cratore Ot-
Monti. V. CArrucci.vE di s. Ur- tone, che ivi avea i suoi beni, od
bano. una borgata. Parlando il iVibby
Analisi de' dintorni di Roma bnuo
Ss. f^ESASZio, RuFFiSA e Secon- III , delle tre fontane o Ac<pie
da al Latcìtino, nel rione Monti. Salvie , dice che Gordiano, vicario
V. CuiESA DI s. Giovanni vs fox- di Giuliano iuiperaluic, si convertì
TE, o Battistkkio Latììra.vjì.xse j alla li:de colla moglie JMarina i^-
Go CHI CHI
sicnic air iiiU;i;i liitniglia nell'anno il Cai (linai Pietro Aldobrandini,
3G2, e che JMarina fu ivi rilegata. altro abbate delle tre fontane, la
In quanto poi all'origine de! nome perfezionò coi disegni di Giacomo
Accjue Sahie, opina che derivasse della l*orta, per cui si vede di
dalla qualità delle acque salutifere, forma semplice e leggera, avente
e medicinali, o perchè il fondo spet- l' interno otto faccio. Egli fece com-
tava alla detta famiglia Salvia. Il pire nella tribuna anco il musaico
(ondo poi , o massa delle Acque da Francesco Zucca, presso i dise-
Salvie, nell'anno G04 fu donato da gni di Gio. de Vecchis, opera assai
s. (}regorio I alla basilica di s. Pao- stimata. Nel sotterraneo, ove si di-
lo, ad cllelto che si arricchisse di scende per due scale, a sinistra tro-
lumi il sepolcro del s. Apostolo. vasi un altare, che da un lato è
Siccome questo luogo, lungi circa una inferriata, la qual chiude il ci-
tre miglia da Roma, a cagione del- mitero detto di s. Zenone:;, pel sof-

le circostanti paludi a vea l'aria mal- ferto martirio co' compagni ed ivi

sana, così dai gentili fu stabilito sepolti: dalla parte opposta, cioè
macello dei martiri. Ivi patirono il del vangelo, si vede una angusta
martirio s. Zenone con diecimila e cameretta, in cui una pia tradizio-
duecento tre compagni, de' quali si ne dice essersi trattenuto s. Paolo,
fu jnemoria nel martirologio ai 9 prima di venire decapitato.
luglio, dopo avere lavorato nell'edi-
licazione delle terme Diocleziane, Chiesa di s. Paolo alle tre
per cui i cristiani vi eressero una fontane.
chiesuola intitolata a s. Maria, cui si

aggiunse anche il nome di Scala Coe- Fu portato quindi l'apostolo s.

li, per la ragione che diremo. Ed es- Paolo luogo del supplizio, ov' è
al
sendovi d'appresso trasportato a de- (juesta chiesa, la quale è detta di
capitare s. Paolo, ove nel luogo s. Paolo alle tre fontane, perchè
spiccò la testa dal busto, venne e- nel tagliarsi dal manigoldo il capo
rctta alti-a chiesa col nome di san di esso santo, prodigiosamente spic-
Paolo alle, tre fonlaiw ad Aqaas cò tre salti, ed in ogni luogo ove
Salvias, di cui pur faremo (jui pa- sbalzò la testa, subito scaturì una
rola. Nella chiesa pertanto di santa lontana. Queste tre fonti pertanto
IMaria, celebrando un giorno s. Ber- dai fedeli furono circondate, con eri-
nardo (avendo avuto il vicino mo- gervi una piccola chiesa. Divenuta
nistero, e chiesa de' ss. Vincenzo ed anche questa diruta, il detto Car-
Anastasio), a prò dei defunti, fu ra- dinal Aldobrandini, quale abbate
pito in ispiri to e vide una scala ,
delle tre fontane (
poiché tutto il

che da terra giugneva al cielo, e luogo circostante ne prese il nome j


su essa ascendevano molte anime nel 55g
1 la fece ritabbricare dal
imprigionale del purgatorio, per cui medesimo della Porta. L' interno
d'allora in poi, la chiesa prese la de- della chiesa è semplice ; le tre sca-

nominazione di y.Diaria Scala Codi. turigini si trovano decorate in for-


Nel i582 il Cardinal Alessandro ma di tre altari, ornati di nicchie
Farnese, come abbate delle Ire fonta- con marmi, e colonne di verde an-
ne, cull'opcra del \ igiiola riedilicò tico sovrastate da un basso rilievo
la chiesma dai fondamenti ; e poscia colla testa di s. Paolo, e l'acqua
5

CHI crii 6i
si beve dai fedeli per divozio- preferirono nasconderli per allora
ne. Presso il primo fonte evvi la dentro la stessa catacomba o cimi-
colonna con cui si ritiene fosse le- tero detto poi di Calisto, ove stet-
gato s. Paolo per decapitarlo. Vi tero del tempo, finché il corpo di
sono due quadri; quello della ero- s. Pietro fu restituito al suo sepol-
cefissione di s. Pietro, il quale è ero, rimanendovi quello di s. Pao-
copia di quello dipinto da Guido lo. Quindi Costantino, venerando la
Reni, che era quivi, ed in oggi si memoria dell'accaduto, all'imbocca-
trova nella galleria vaticana; e la tura delle catacombe, innalzo il

decollazione di s. Paolo, che è del tempio suo particolare a s. Paolo,


Passerotto. Le due statue dei pria- che ivi ancor giaceva.
cipi degli apostoli, sul frontone, so-
no di Nicolò Cordieri. V. Panciroli, Chiesa ed abbazia de ss. Vincenzo
Tesori, p. 65o, ed il Severano Me- ed Anastasio,
morie sagre p. 4'8-
Se vuoisi poi sapere perchè la Presso adunque i suddetti luoghi
patriarcale basilica di Paolo non s. delle tre fontane, ed acque salvie,

fu eretta in questo luogo, ma in il Sommo Pontefice Onorio I, per


quello ov'è ora tal basilica, si leg- illustrarlo maggiormente ad onore
ga l'articolo Chiesa o basilica di s. del dottore delle genti nell'occasio-
Paolo nella via ostiense. Tutta voi- ne che fa portato in Roma, per er-
ta non dobbiamo passar sotto si- dine dell'imperatore Eraclio, il cor-
inzio quanto ne scrisse un profon- pò di s. Anastasio monaco marli-
do archeologo. rizzato dai persiani per volere tlel

Il dottissimo avv. Fea, Lezioni re Cosroe, fobbricò verso il 62


sopra quattro basiliche Romane, questa chiesa, seppure non lo fu nei
dette Costantiniane, presso il t. Ili, 62(3, o nel 627. Il santo, essendo
p. 82 e seg. degli Atti de W Acca- prima mago, fu chiamato fllagun-
deniia Romana d^ Archeologia, col- dato; ma convertitosi alla fede , si

l'autorità di alcuni documenti dice, fece battezzare, e prese l'abito mo-


che i sagri corpi dei principi degli nastico, per lo che fu fatto dal re
apostoli furono derubati dai crislia- strangolare con altri settanta mar-
ni dell' oriente, i quali vennero in tiri, ed a lui venne pure troncato
Roma per riportarseli nelle loro il capo. Ciò non pertanto vuoisi,
parti, come loro concittadini. Costo- che Onorio I edificasse la chiesa
ro arrivati per la via Ostiense ,
in onore di san Paolo apostolo,
dove ora è la basilica, volendosi al- e poi la dedicasse ai santi Vin-
qnanto riposare, li nascosero nella cenzo ed Anastasio, ambedue mar-
vicina catacomba. Senonchè volen- tirizzati a' 22 gennaio, in cui se
do ripienderli per seguire il viaggio ne celebra la festa. San Vincenzo
onde imbarcarsi ad Ostia, furono fu diacono spagnuolo, onorato sino
per un terribile temporale talmente dal quarto secolo in tutta la chiesa
spaventati, che, abbandonando i sa- occidentale. Onorio I ripose in que-
gri corpi, se ne fuggirono. Soprag- sta chiesa la testa , e il corpo di
giunti i romani, accortisi del sagri- s. uno alla di lui im-
Anastasio, in
lego attentato, per prudente consi- mngine, pur mandata a Pvoma da
glio non li riportarono in Roma, e Eraclio per mezzo di alcuni mona-
, ,

62 CHI Clil
ci oricntnli Dia; il dialo i\il)l)v, cristallo cerchialo di argento dora-
clic in origine la chiesa fu dedicata to, ov' era d(;l cervello del mcidesi-
a s. Maria, die il corpo di s. Ana- nio santo; e tutto con religiosa
slasio vi fu portato piii tardi, e pompa riportarono a questa sua
probabilmente Teodoro I, il da chiesa, o basilica.
(jnale fa creato Papa Tanno G42, Che la chiesa abbia preso il nome
V inoltre lo assegnò ai monaci del de' ss. Vincenzo ed Anastasio, dacché
contigno monistero da lui fljiidato. vi furono collocate le loro reliquie in-
11 Panvinio però attribuisce la fon- signi, lo attesta il Tìaronio nelle Anno-
d:ì7.ione del monistero anche ad O- tazioni al HLirlirologio Romano frollo

norio I, e il conferma il Tangellino il 22 gennaio, a causa


di delle pro-
nelle Notizie delle haxilichc CisLev- digiose griarigioni, che si otteneva-
licnsi^ par. IV. Certo è, che in ap- no per l'intercessione di s. Anasta-
presso il corpo di s. Anastasio, dal sio, come riferisce lo stesso Baronio
Pontefice s. Leone III, fu traspor- ali anno 71 3, ^ '^j e all'anno fi?-",

tato al Laterano, e si venera nella § 22. Piìi cose ancora raccontano


eappella di Snuda Sauctomm. Nel i Bollandisti di tali guarigioni al dì
secondo concilio Niceno si parla 22 gennaio. Essendosi dipoi incen-
della prima traslazione del ct)rpo, diato, forse per incuiia de' monaci,
e della immagine di s. Anastasio a il batlisterio, che in onore di s. Gio.
Cesarea di Palestina, e della solen- Battista avea edificato Teodoro I,
nità colla quale fu ricevuta dal po- come pure il monistero e la chiesa,

polo, mentre i miracoli operati fu- Adriano I, verso l'anno 780 , ma-
rono riferiti dallo stesso concilio per gnificamente ristaurò 1' uno e l'altra,

corroborare la venerazione dovuta come alTerma Piiccardo monaco Clu-


alle sagre immagini. Della grande lìiacense; ma dall' immediato suo
divozione de' fedeli verso la testa ed successore s. Leone HI, fu rifabbri-
immagine di sant' Anastasio, e dei cata da' fondamenti ed arricchita di
prodigi operati da Dio a di lui in- ornamenli ed arredi sagri , verso
tercessione, trattano il citato Seve- l'anno 79^- Quindi, come diremo
rano a pag. /^i\ e seg., ed il Piaz- poi meglio, Carlo Magno imperato-
za nel tomo I del suo Eincrolo"io re donò alla chiesa pel suo mante-
(li Roma a 2-2 gennaio, dove pure nimento, molte lene, e castella, cioè
parla delle glorie del martire san Orbetello, Cassarbio, Ansidonia, Mon-
Vincenzo. Non deve
quanto tacersi te Argentario, Giglio, Altrecosta
racconta il predetto Severano sulle Acquapiteno, Monte Acuto, Serpena,
leliquie di s. Anastasio. Esse furo- Massigliano , Sciapilazio , e Monte
no involate dalla sua chiesa, ed oc- Gianuzio. Il IMalvoIti però, storico
cultate nella sagrestia di s. Maria della città di Siena, porta la ragio-
in Trastevere; ma nell'anno i4o8, ne delle donate terre, e della testa
in cui regnava Gregorio XII, aven- di s. Anastasio quivi riposta. Egli
dolo saputo i conservatori di Pioma, pertanto presso il Torrigio, in Chrypt.
vi si recarono accompagnati dal po- l'atic, racconta quanto qui ripor-
polo romano, e rompendo una cas- tiamo. Dopo di avere Carlo Magno
sa, vi trovarono due tabernacoli soggiogato molte città, e castella dei
uno doralo e smaltato colla testa longobardi, fra quelle di Siena vi
di s. Anastasio, e l'altro piccolo di fu Ansidonia, che fece una valida
CHI C li I 63
resislciiza ; ma nicntro progrecìiva Pietro Beinardo da Monte Magno,
! l'assedio, essendo cadala la lesta di della famiglia Paganelli pisana, il

B s. Anastasio monaco e martire, al quale per la sua santità e dottrina,


cui onore era dedicata una chiesa benché non fosse Cardinale, ai 26
vicina, r esercito di Carlo Magno febbraio 1 1.4^5 fu eletto Papa col
fece una divota processione, col ca- nome di Eugenio III. Successiva-
po di detto santo, laonde il popolo mente nel monistero fiorirono per-
di Ansidonia spontaneamente si ar- sonaggi chiari per dottrina, santità
rese. Sembrando al pio monarca, di vita, e dignità ecclesiastiche. Ri-
clie ciò fosse avvenuto ad interces- dotta la chiesa sotto i cistcrciensi in

sione di s. Anastasio, donò Ansido- florido stato, il Pontefice Onorio III


nia, ed altre terre di Siena presso nel 1221 la consagrò in onore del-
il mare alla chiesa de ss. Vincenzo la b. Vergine, per cui sotto il por-
ed Anastasio in Pioma, insieme alla tico si vedeva la di lui elìlgie di-
testa del santo, che forse eragli sta- pinta, insieme ad altre pitture ri-

ta involata dai longobardi, e quindi guardanti Carlo ìMagno, di maniera


(lall imperatore ricuperata, venendo rozza, le quali vennero guaste dal-
collocata in un ricco reliquiario in le intemperie, e dai secoli. In segui-
forma di tabernacolo, avente intorno to l'abbazia divenuta cotanto cele-
leggiadramente disegnati i dodici bre, fu data in commenda ai Car-
castelli summentovati donati alla stes- dinali. IMentre la possedeva il Car-
>a chiesa, cui per altro nel secolo dinal Giuliano de siedici, nel ijaS
i decorso fu surrogato un altro reli- fu Papa, ed assunse il nome
eletto
I
qniario di argento. di Clemente VII; ed avendola data

Accertasi adunque , che Carlo Sisto V al Cardinal Ippolito Aldo-


Magno dotò questa chiesa di cit- brandini, in premio della concordia
tà, terre, castella, e porti maritti- stabilita tra il re di Polonia Sigis-
mi, e lo asserisce anche il celebre mondo, e l'arciduca d' Austria ì\Ias-

Ferdinando Uglielli, nella sua Ilalia similiano, nel 1592 1' Aldobiandini
'f/^ra, dove parlando de' vescovi o- divenne Papa Clemente Vili. Ne
stiensi, ne riporta pure i privilegi : furono pertanto abbati commenda-
ed il Panciroli, ed il Severano par- tari amplissimi Cardinali, e vari ni-

lando di questa chiesa, dicono che poti de' Pontefici. In seguito Cle-
tali possedimenti furono dati in feu- mente XII 1733, risarcì il mo-
nel
do dai sovrani Pontefici. Ma nel nistero, operò varie riparazioni
ed
fare la storia di questa abbazia al alla chiesa, facendo pure altrettan-
termine di questo articolo, diremo to a' nostri giorni Leone XII, che ri-
positivamente quanto riguarda i luo- movendone i cistcrciensi , ivi pose i

ghi donati, ed altre cose. minori osservanti, cioè nel iSaS.


Innocenzo [I, verso l'anno ii36, La chiesa viene preceduta da un
risturò il moni>tero, perchè era ro- porlichetto Sostenuto da quattro
,

vinato, e vi chiamò da Chiaravalle colonne di marmo, con capitelli io-


s. Bernardo abbate co'suoi monaci nici, opera rifatta da Onorio III.
cistcrciensi per abitarlo, ed insieme L" interno è a tre navi, divisa cia-
uilìziare la chiesa, assegnando perciò scuna da nove pilastri. I primi pi-
varie possessioni. Quinili s. Bernardo la^tii da ciascuna parte furono chiu-
VI pose per primo abbate il monaco si entro un muro moderno. Le pit-
^4 CHI cni
Itirc (loHiillarc maggiore si liton- siaslica, ecco quanto si legge nel
i,'oii(» ])('! antidiissime; e i dodici diploma citato: >» Insuper conce-
aposloli, r.Uc ornano i pilastri, furo- » dinius tibi ,
praefate martyr
no coloriti sopra i cationi di llaf- » Christi, tuisque successoribus in
liicllo, e si pretende clic sieno copie '> perpetuum omues Ecclesias, quac
di fpielli dipinti dallo stesso RatThcl- '» infra comitatum, et assignationem
lo, nella sala di chiaro-scuri del pa- '> hujus territorii sunt, vel us(jue in
lazzo Valicano, le quali vennero ri- » fìnem mundi erunt, ut exinde fa-
prodotte nella cappella l*aolina del >i ciatis qtiodcumque volueritis vos,
palazzo Quirinale per ordine di Pio » et servi tores vestri in perpetuum,
VII. Dalla parte sinistra dell'altare » ponendo rectores, dejiciendo, prò
maggiore si vede la memoria sepol- " meritis eos clericos mittere, et
crale del nominato p. Ferdinando » ad vestram utiiitatem omni tem-
Uglielli, celebre per la sua dottrina " pore tenere, et nuUus alius, ni-
ed erudizione, che essendo monaco '> si solus summus Pontifex, et in
cistcrciense , e fatto abbate di que- " praefalis ecclesiis iuterdictum po-
sto insigne inonistero, vi mori a' 19 >» nere, vel aliquem clericum ex-
maggio 1670. '> communicare nisi rector jam dictae
'5 ecclesiae s. Anastasii possit, et nul-
Ahhtizia nullius delle tre fontane. » li licitum sit infra terminos cou-
» stituere, vel aeditlcare nisi prò vo-
Di questa abbazia, che nell'ordine « luntate abbatis s. Anastasii ".
gerarchico è delle primarie, oltre Per lungo tempo presiedette al
quanto si disse di sopra, faremo qui monistero l'abbate di s. Paolo fuori
distinta parola per l'unità dell'argo- delle mura, finché il Pontefice In-
mento. Mosso il Pontefice s. Leone III nocenzo II, negli anni ii3G, ir 38,
dai prodigi, che operava Dio ad in- o I i4o, vi chiamò i monaci cistcr-
tercessione di s. Anastasio, e mosso ciensi, rimovendone quelli di s. Be-
per essi anche
imperatore Carlo l' nedetto, secondo quel che ne dice il

Magno, assegnarono molte città, mentovato annalista Earonio al to-


luoghi, e beni con magnanima gene- mo XII Animi, p. 178. La chiesa
rosità al monistero contiguo, ed alla nel menzionato anno fu con rito so-
chiesa e basilica, che Onorio I eres- lenne consagrata da Onorio III, co-
se in onore della Vergine Ma- b. me fa testimonianza anche l'iscri-
ria, e poi chiamata de' ss. Vincenzo zione in pietra situata presso l'alta-
ed Anastasio per le dette l'agioni, re maggiore. Si costumò di dare
con assoluta giurisdizione, come si questa abbazia in commenda, per
rileva dal diploma riportato dall' U- cui Eugenio IV nel i444 l assegnò
ghelli ueW Itt/lia sagra, libro I, col. a certo p. Angelo monaco di san
65, e Marganno nel Bollano
dal Salvatore di R.iese, ed abbate di s.
delle Costituzioni, tomo li, cosi. 2.5. Apollonio di Canosa, al quale suc-
Tra i luoghi principali donati si cedette Cardinal Bernardo, ©Be-
il

noverano la città di Ansidonia, il Ca- rardo, vescovo di Spoleto. Da que-


stello di Orbetcllo, le isole del Gi- sta epoca in poi sino a'nostri giorni,
glio ec. nel gran ducato di Tosca- si è usato di conferire l'abbazia in
na, coi rispettivi territori. Per ri- commenda ad un Cardinale, ed at-
guardo poi alla giurisdizione ecclc- tualmente la gode il Cardinal Co-
e,

CITI CHI 05
stmUino Palrizi romano, vicario di notÌ7Ìa, rimanendo il tutto nascosto
Roma. nelle tenebre dell' antichità. Forse
Sebbene questa abliazia fosse ri- non si andrebbe lungi dal vero se
spettabile possedendo molte città si fissasse la loro fondazione al prin-
luoghi, e beili, come si è detto, e cipio del sesto secolo, quando cioè
come più cliiaramente si rileva dal- s. Benedetto capo de' monaci di oc-
la costituzione di Alessandro IV al- cidente, unito il suo zelo a quello
l'anno 1255, riferita dall' Ughel li al de' suoi compagni, fondò simili mo-
tomo I ; tutta volta soffrì essa pure nisteri in Italia, e se ne videro co-
negli antichi tempi quelle stesse vi- struiti alcuni anche nei luoghi no-
cende, alle quali sono stati soggetti stri. Di fatti s. Nonnoso, protettore
ai giorni nostri i monisteri e i luo- di s. Oreste, il quale fiori nel se-
ghi Mentre poi era abbate com-
pii. colo sesto, presiedette come abbate
mendatario il Cardinal Alessandro al monistero del Soratte, sotto l'invo-
Farnese, nipote di Paolo III, otten- cazione di s. Silvestro. D'altronde,
ne che fossero separati dal moni- che circa la metà del secolo ottavo
stero di s. Paolo della basilica O- il monistero fosse già celebre, si
stiense, i castelli di Ramiano, il qua- arguisce nel medesimo
dall' essersi
le ora è diroccato, di s. Oreste, e ritirato il Carlomano fratello di
b.
di Ponzano, unitamente al moni- Pipino con alcuni compagni , i

stero di s. Andrea detto in Flami- quali vestirono l' abito monastico.


ne, e di s. Silvestro al Soratte , e Crede poi il p. Kircker, nella sua
coi rispettivi casali, beni, territori, Storia Eustachiana, che la chiesa
diritti spettanti, non solo al dominio annessa di s. Silvestro ripeta la
dei beni dell'abbazia, ma pur anco sua origine sino dai tempi di Co-
alladoppia giurisdizione, che vi eser- stantino, e che fosse da lui dedicata
citava il monistero di s. Paolo, li in onore dei ss. Apostoli Pietro, e
unì, e li assegnò in perpetuo alla Paolo.
abbazia de' ss. Vincenzo, ed Anasta- Due cose però sono fuori di (hil>-
sio, come pili diffusamente si rac- bio ; una cioè che i due sopraddet-
coglie dalla bolla di concessione, o ti monisteri, con tutti i loro beni
di permuta dei detti castelli col e diritti, furono anteriormente sog-
monistero di Fontevivo nella dioce- getti all'abbate di s. Paolo come ,

si Parma, attinente a questa ab-


di già fu premesso, aggiugnendosi ora
bazia, e col titolo di permuta ap- per ciò che riguarda il monistero
plicato al monistero di s. Paolo ; del Soratte, che la sua unione a
nelle quali lettere apostoliche i detti quello di s. Paolo accadde nel Pon-
castelli s' intitolano Nullìus Dioece- tificato di s. Gregorio VII; l'altra
sis. Di questa permuta molto si che tanto il feudo di Ramiano ,

parla nell'altra bolla del medesimo quanto quello di s. Oreste, e di


Pontefice all'anno i548; e tuttociò Ponzano, essendo incolti, macchiosi,
trovasi registrato nell' archivio del e pieni di spine , furono ridotti a
monistero di s. Paolo. coltivazione per opera e industria
Per quanto poi spetta alla fon- dei monaci, i quali resero il terri-

dazione de' due nominati monisteri torio fruttifero, e vi costruirono co-


di s. Andrea in Flamine, e di san mode abitazioni pei coloni.
Silvestro al Soratte, non vi è certa L' abbazia delle Tre Fontane at-
voL. xni. 5
,

6G CHI CHI
tualmenlc, per quanto riguarda la stasio, e poscia nel contiguo luogo,
porzione situala nello stato toscano, fu dal medesimo abbate trattato,
confina da ogni parte col mare, ec- in un alla famiglia pontificia, di
cettuato l'istmo da un lato della lauta mensa; laonde a memoria di
diocesi di Soana. INclIa porzione poi tal onore, l'abbate vi fece porre
dello stato pontificio, IVIonterosi con- un'analoga marmorea iscrizione.

fina dall'oriente al mezzogiorno col- A restringere pertanto il tutto qui


la diocesi di Nepi, e dal ponente brevemente, diremo che l'abbazia in-

al settentrione con quella di Sutri. tera delleTre Fontane cotanto cele-


I paesi di s. Oreste, e di Ponzano bre, è compresa in oggi parte nel
a settentrione confinano colla dio- gran ducato di Toscana, parte nello
cesi di Civita Castellana, ad oriente stato Pontificio. Nella parte dello stato
col Tevere, mezzogiorno al-
e dal Toscano siannovera: i." la città di
l' occidente con Nazzano, spettante Orbetello, che sorge non lungi dal
all'abbazia di san Paolo fuori le fiume Albegna, e dal monte e pro-
mura. montorio Argentaro, e fu fabbricata
Come cattedrale di questa abba- e ingrandita nel iioi. Innocenzo
zia ìiullius, si considera la sudde- III, che regnava in tal tempo , se-
scritta chiesa del monistero de'.yi'. condo Novaes nella sua vita t. Ili,
Vincenzo, ed Anastasio alle Acque p. 170, era riconosciuto per sovra-
Salvie, ove l'abbate prende il so- no da Orbetello. Segui peraltro le
lenne possesso. Attiguo a questa chie- vicende della repubblica sanese, e
sa vi è il monistero antico de' mo- quando i re di Spagna cedettero al
naci di s. Bernardo, in oggi quasi gran duca le conquiste sanesi, si ri-
abbandonato , e cadente , il qual servarono varie piazze sul littorale,
monistero si vuole abitato una vol- che munite di guarnigioni, furono
ta da s. Bernardo medesimo. Vi si chiamate sotto il complessivo nome
conservano, come si disse di sopra, di Stato de' presidj, del quale Or-
le insigni reliquie de' ss. Vincenzo betello validamente fortificato dalla
ed Anastasio, non clie il corpo di natura, e dall'arte, divenne il capo-
s. Zenone, oltre molte altre. Presso luogo. Quando poi l' infante di Spa-.
la detta chiesa vi sono le sudde- glia d. Carlo fu chiamato al trono
due chiese, cioè quella ele-
scritte di Napoli, conservò la sovranità di
gante detta Scala Codi, ed in fon- questo stato marittimo, che ne' patti
do della Valle quella rifabbricata del 1814, fLi definitivamente riuni-
dal Cardinal Aldobrandini, ed or- to alla Toscana, la quale vi pose
nata dallo zio Clemente Vili in o- un vicario per amministrare la giu-
nore del dottore delle genti s. Pao- stizia, essendo abitato da più di
lo. Queste due chiese si trovano in duemila anime: 1." \J isola del Gi-
buono stato, ed in tutto apparten- glio abitata da piìi di mille e due-
gono, e sono soggette alFabbazia. Il cento persone piccola isola con ter-
:

regnante Pontefice Gregorio XVI, ritorio montuoso, ma coltivato; 3.°


mentre era suo maggiordomo ed Porto s. Stefano, surrogato all' an-
arcivescovo di Filippi l'abbate com- tico Portus Donntianus, piccolo vil-
mendatario ora Cardinal Patrizi, si laggio in riva al mar Tirreno, che
recò a' 28 ottol)re i833, a visitare un istmo divide dal Porto Ercole,
la cliiesa de' ss. Vincenzo ed Ana- avente alcune fortificazioni. Com-
, ,

CHI CHI Gj
prenderebbe ancora nello stato To- Annibale. Sulla area di Feronia evvi
scano la città Ansidouia da lungo la terra di s. Oreste, che contiene
tempo distrutta. Prima cliiamavasi circa mille cinquecento abitanti, ri-
Cosa, per cui il Porto Ercole, bor- montando la sua origine al secolo
go clie sta presso la sua area, talor decimo. In principio si chiamò s.

si appella Povtiis Cosanus. Esso è Edistio o Edisto dal nome del prin-
in riva al mare nel piccolo seno cipale protettore del luogo, poi per
formato dalla parte orientale del corruzione s. Resto, e finalmente
IMonte Argentaro, e difeso da vari s. Oreste. Di s. Edistio avvocato del
forti. Sulla cima di tal monte tro- Soratte, V. t. II, Bull. Cassia. Const.
vasi il sagro P\.itiro, ove il ven. Pao- 4^3 i3 novembre i55i p- 4^^ ;

lo della Croce fondò la congrega- Galletti, Capena, p. i\. Di questo


zione de' religiosi passionisti , che s. Edistio o Edisto si fa l' ulìizio

tuttora vi dimorano. 11 suolo di An- ma di s. Oreste il solo comune dei


sidonia fu con beneplacito aposto- martiri, giacché la suddetta deno-
lico dato in enfiteusi alla città di minazione vuoisi ancora derivata da
Siena, col canone d'un calice d'ar- questo santo martire, che nel luo-
gento dorato da offrirsi il giorno go è in venerazione. È fama , che
del sabbato santo ogni tre anni, ed sul monte Soratte siasi ritirato il

ogni ventiquattro anni due calici si- Pontefice s. Silvestro I, durante la


mili. Inoltre, siccome nell'atto del- persecuzione , e che egli vi abbia

la conferma dell'enfiteusi, fatto nel edificato un monistero, ilquale por-


i466 dal Pontefice Paolo II, la città tò il suo nome. Altri dicono, che
di Siena sborsò cinquemila fiorini, il monistero venisse fondato nel se-

così parte di questa somma fu im- colo sesto, in cui, come dicemmo,
piegata nella compera del feudo, e ivi fiorì per abbate s. Nonnoso, del
del castello insieme di Monterosi. quale abbiamo le Memorie pubbli-
Nel dominio pontificio, l'abbazia cate nel 167.5 da Antonio degli Ef-
poi possiede i tre seguenti paesi fetti monistero, che a cagione delle
;

co' loro territorii , de' quali fondi incursioni de' longobardi rimase de-
spetta alla mensa abballale do-il serto. Secondo gli Annali Bertinia-

minio tanto utile ,


quanto diretto : nl , presso il Muratori Rer. Ital. ,

i." s. Oreste, monte della Comarca Script, t. Il, par. I, pag. 49^5 ^^^

nel distretto di Castelnuovo di Porto, monistero verso l'anno 746, ana-


chiamato Suractes , Soratte, forse logamente a quanto dicemmo più
con nome pelasgico, celebre negli sopra, fu edificato da Carloman-
scrittori classici di tutte l'epoche, no. monaci benedettini l' occupa-
I

come si può vedere nel Nibby, che rono in quell'epoca sino al 149^;
il descrive. Analisi de' dintorni di e quelli del monistero della basili-
Roma, p.t. Ili, Questo io3 e seg. ca di s. Paolo vi passavano l' esta-
monte fu sacro particolarmente ad te. Fu chiamato anco di s. Bene-
Apollo, e perciò celebrato da Vir- detto; e Pio li vi passò quando nel
gilio, da Silio, e da Strabone, an- 1464, recava ad Ancona per le
si

co perchè alle sue falde fiorì la città crociate. Nello stesso secolo fu dato
di Feronia, nome d'una dea corri- in commenda all'abbate Pietro Sa-
spondente alla Flora de' romani, ed velli, che lo godette sino al i4^o;
ove avea tempio, poi saccheggiato da ma sotto Sisto IV nel 1482, le ab-
G8 CHI CITI
bazic di s. Silvestro del Soralte, e sudtletto fiorisce 1' antica sempli-
di s. Flamine, o di Pon-
Andrea in cità , V. neir orticello si vuole che
zano, furono di nuovo canonicamen- lavorasse colle proprie mani s. Sil-

te unite al monisfero di s. Paolo vestro I, per coltivare le erbe pel


di Roma. Sotto Clemente VII, l'ab- suo sostentamento. La contisrua chic-
bate di s. Paolo cedette il moniste- sa merita pure di vedersi, perchè
io agli Ereniili camaldolesi di mon- conserva le foi*me della riedificazio-
te Corona [ledi), il cui riformato- ne di Carlomanno.
re ven. Paolo Giustiniani, vi prese 2." Ponzano, terra della Comar-
possesso, e vi terminò i suoi giorni, ca nel distretto di Caslelnuovo di
laonde poco dipoi gli eremiti la- Porto, sulla riva destra del Tevere
sciarono il monistero. Indi Paolo sotto il monte Soratte, posto in de-
III, nel i54B, smembrò l'abbazia liziosa, sebbene selvosa situazione.
di s, Silvestro dal monistero di s. Il nome deriva da un fondo della
Paolo, cambiò con quello di Fon-
lo gente Ponzia, il quale sino dal se-
tevivo, e ne fece una commenda colo decimo apparteneva ai monaci
cou quella di s. Andrea in Fluniì- benedettini del vicino monte Sorat-
ne, o di Ponzano, cui assegnò al te, che fondarono il monistero di
suo nipote Cardinal Alessandro Far- s. Andrea in Flamine, due miglia
nese, come pure indicammo supe- distante,detto perciò s. Andrea de
l'iormente. 11 Cardinale nel 1071 Ponzano^ o de Fondano. Del mo-
concedette il monistero del Soralte nistero appena restano de' vestigi ;
ed altri romitorii a' padri geroli- la chiesa esiste, ma piuttosto in cat-
mini di s. Onofrio, cui successero, tivo stato.
nei i582, i minori osservanti, clie Monte Rosi, Rossaluin, terra
3.°

r occuparono quindi per poco tem- della Comarca di Roma nel gover-
po, finché nel1 596 il Cardinal Al- no di Campagnano. Molti credono,
dobrandini commendatario lo die- , che ivi sorgesse uu luogo chiamato
de ai cistcrciensi fulllensi , i quali Rossaliun , donde derivò il Mons
per timore dei fulmini l'abbandona- Rossaliis, ricordato nella bolla d'In-
rono in seguito, fabbricando l'attua- nocenzo 1203, siccome per-
III del
le monistero della Madonna ss. delle tinenza del monistero di s. Paolo
Grazie. Abl)andonato adunque il nella via OsUense, insieme al lago,
monistero di s. Silvestro questo ,
che si vede a pie della terra , il

della Madonna ss. delle Grazie, ai quale si dice il lago di Monte Rosi,
giorni nostri dal Cardinal Doria fu ed ha appena un mezzo miglio di
consegnato ai trappensi, cui furono circonferenza. Nella detta bolla viene
sostituiti i canonici regolari; ma at- designato col nome di Lacum qai
tualmente lo posseggono padri tri- i l'ocatur Janala, nome che pure si
nitari scalzi. Questi nel 1834 vi fu- legge in quella di Gregorio VII del-
rono collocali dal prelodato abbate l'anno I074- Il lago ebbe il nome
Cardinal Patrizi, per lo zelo e cu- di Janula dal fondo nel quale era
ra, che ha de' suoi diocesani , con- compreso, e viene appellato fandiis
tribuendo a tal effetto delle somme, Janula in altra bolla d'Innocenzo
per supplire alle reudite corrispon- III, esistente nell'archivio di s. Pao-
denti al mantenimento de' religio- lo.Questo fondo medesimo Villa.

si. Nel monistero di s. Silvestro Janula si ricorda nella bolla di O-


,

CHI CHI 69
norio III, riportata nel Bull. Vat. S. Vitale , già tìtolo Cardinali-
t. I, p. io3, dove apparisce che in zio, de' religiosi gesuiti, nel rione

parte spettava allora alla chiesa di Monti.


s. Tommaso in Forviis, adesso filia-
le della basilica vaticana. Monte Il luogo, ove è situata questa
Rosi nel secolo duodecimo era già chiesa, anticamente ei^a il più abi-
terra de' monaci di s. Paolo, ed in tato di Roma , ed ivi sorgeva un
progresso di tempo tornò sotto il tempio dedicato a Romolo sotto il

dominio immediato della s. Sede. nome di Quirino, da cui presero il

Mentre era abbate commendatario il nome la valle, il monte Quirinale,


Cardinale Lorenzo Altieri, Benedetto e il palazzo pontificio, che sul monte
XIII si recò nel 1725 a consagra- fu eretto. Nella valle di Quirino fu
re la chiesa principale di Vignanel- edificata la chiesa in onore di s. Vi-
lo, seguito da cinquanta persone, tale, e de' ss. Gcrvasio e Protasio
e dormì la notte de' 5 novembre suoi figliuoli , nel tempo che per
nel palazzo abbaziale, ricevuto dal divina rivelazione furono manifestati
detto porporato, il quale fece al- a s. Ambrogio in IMilano, allorché
trettanto nel di lui ritorno in Roma, dedicò ad essi una chiesa, per lui

pernottandovi il Papa un'altra volta, detta Ambrosiana. S. Agostino si

locchè pur fece ai 16 novembre trovò presente alla invenzione dei


1727, nella circostanza che da Bene- loro corpi. Tanta fu la fama, che
vento passava in Roma. Quando in si sparse pel cristianesimo, del tro-
questa città si portò, a' 3 luglio 1800, vamento di sì preziosi corpi , che
Pio VII, ch'era stato eletto in Vene- in Roma la nobile matrona roma-
zia, pranzò nello stesso giorno in Mon- na Vestina, parente del Pontefice
te Rosi dal commendatario Cardinal s. Innocenzo I lasciò nel suo testa-
Giuseppe Doria. Il regnante Ponte- mento incaricati Ursicino e Leone
fice Gregorio XVI nel viaggio, che preti, e Liriano diacono, di erigere
felicemente intraprese e comp\ nel una basilica ai due santi martiri
1841 per alcuni santuari del suo sta- col prodotto della vendita delle sue
to, ai So agosto, giorno in cui parfi vesti, gioie, e suppellettili. Tutto

da R^oma, fu decorosamente trattato, venne fedelmente eseguito, e s. In-


in un al suo seguito, a mensa dal- nocenzo I, verso r anno 4oB, dedi-
l'attualabbate commendatario Car- cò il sagro tempio ai ss. Gervasio
dinal Costantino Patrizi nel palazzo e Protasio, cui poi venne aggiunto
abbaziale , dopo avere visitato la s. Vitale, ed è perciò, che questa
chiesa principale , dedicata alla ss. chiesa fu chiamata di s. Vitale e
Croce , e ricevuto la benedizione de' Gervasio e Protasio ìiella
ss.

col Sagramento cose tutte che


ss. ; valle di Quirino, detto il titolo di
ebbero pur luogo a' 6 ottobre, gior- Vestina, ovvero ad ss. Apostolos
no, in cui il Papa fece li torno in in ti tu lo Vestinae.
Roma. Oltre a ciò, il medesimo s. In-
nocenzo I offrì de' preziosi donati-
Ss. Vincenzo ed Anastasio a vi alla chiesa, l'abbeUì con orna-
Trevi, nel rione di questo nome, menti, e la pose fra i titoli Cardi-
de' religiosi crocifeii ministri de- nalizi : laonde por la sua venera-
gli infermi. Vedi. zione, dipoi fu assegnata al Carch-
,,

70 CHI CHI
iial lilolare l'uflìziatura ebdomada- cattolica, che quel principe I^andìi

ria nella patriarcale basilica di s. dal reame. Indi, e nel l'iSG, lo


Maria Maggiore, in tutti i merco- stesso Paolo III conferì questa chie-
ledì , celebrando iiell' aliare papale. sa a Vincenzo Ciocchi del Monte
Di questa chiesa s. Gregorio I fece che nel 1 55o gli successe nel pon-
menzione nel suo Registro, lib. IX, tificato col nome di Giulio HI. Nel
capo XXII, dove si legge nominato seguente anno Giulio HI fece prete
un Giovanni prete di questo titolo, Cardinale di s. Vitale, Giovanni Ric-
e nel bb. IV capo LXXXVIII, Gio- ci, che da Pio IV fu creato primo
vanni, e Spettato. Quindi vi stabili vescovo di IMontepulciauo sua pa-
la stazione nel secondo venerdì di tria.

quaresima, nel qual giorno tuttora Verso l'anno i47^ accorse a re-

si celebra. JVelle litanie settiformi staurare questa chiesa Papa Sisto


volle, che la processione delle vedo- IV; ma in pi'Ogresso rimanendo sen-
ve si avviasse dalla chiesa di s. Vi- za entrate, e perciò senza culto, il

tale ; e poscia in onore dei ss. mar- sommo Clemente VIH


Pontefice
tiri titolari l'arricclù di molti doni, zelantissimo di mantenere le me-
che descrive Anastasio Bibliotecario, morie ecclesiastiche , avendo sop-
cioè vasi, lampadi, lucerne, corone, presso il titolo Cardinalizio , tornò
cerostrati, torrette, e cervi per uso del invece ad erigere in diaconia Car-
battisterio, e per l'acqua; non che cop- dinalizia la chiesa di s. Cesareo, ed
pe, calici, patene, catini, e bacili, oltre affidò, nel 159^, questa di s. Vitale
molte possessioni e pingui reudite. ai gesuiti, i quali non solo la rie-

V. rUgonio, Staz. 17, che l'iporta dificarono, ma la nobilitarono con


le rendite stabilite a questa chiesa, pitture ed altri ornamenti , di cui

ed il Piazza che ne fa l'interessante faremo poi cenno, e vi fecero ri-

enumerazione, nella sua Gerarchia^ splendere il divino culto, siccome


a pag. 694» pi'esso il racconto del- tuttora con gran vantaggio de' fe-
l' Anastasio. In progresso divenne deli praticano zelantemente. Restò
collegiata con canonici ; ed il Bosio così la chiesa unita al noviziato della
che il capitolo di Vestina
asserisce, compagnia Gesù che è presso
di ,

aveva cura della chiesa di s. Agne- la chiesa di Andrea al Quirinale,


s.

se in piazza IVavona. pegli orti del quale hanno comuni-


Il Cardinal Teodino, il quale era cazione col medesimo tempio ; uè
di questo titolo, ed il Cardinal Al- deve passarsi sotto silenzio, che don-
berto del titolo di s. Lorenzo in na Isabella della R.overe principessa
Lucina vennero spediti legati in In- di Bisignano ,
qual discendente di
ghilterra da Alessandro III, per la Sisto IV benefattore di questa chie-
morte di s. Tommaso arcivescovo sa, concorse con larghe limosine ai
di Cantorbery, per cui imposero la ristoiamenti summentovati.
penitenza ad Enrico II, e lo assol- L' antico porfico, che le stava in-
vettero. Di poi Paolo III, nel i535, nanzi, sostenuto da quattro colonne,
ai 20 maggio creò Cardinale prete al presente è cambiato in vestibolo.
di s. \ itale, Giovanni Fischer, ve- In esso, e nella facciata il p. Fiam-
scovo E.olì(ense, che poco dopo fu meri fece le pitture a fresco. L'in-
decapitalo per ordine di Enrico Vili, terno ha una sola nave, e l'altare
siccome sostenitore della religione appoggiato alla tribuna fu rinnova-
CHI CHI 71
to, negli ultimi del secolo decimo- ci,per cui, spianata la casa, fu il
sesto, dal Cardinal Cesi. L' istoria luogo destinato per pubblico ma-
dipinta sulla tribuna, rappresenta il cello o per un luogo che era ti'a
;

Redentore, che ascende al Calvario i Livia, ove custodivansi


portici di
colla croce sulle spalle , opera di i ss. Martiri come bestie. Anzi vuoi-

Andrea Commodo, che dipinse in si, che sopra quella pietra, la quale

basso i due martirii. Le storie del fu già un cippo gentilesco, circonda-


martirio di sono nei
s. Vitale, che ta di ferro, chiamata scellerata, che
lati della medesima tribuna, furono si vede in questa chiesa a mano
colorite dal Ciampelli; mentre altri destra, si fosse fatta grande carnifl-
pittori fecero i freschi nelle pareti cina e strage di martiri. I gentili
della chiesa. Tutti i quattro altari per abbominazione chiamarono scel-
laterali hanno per ornamento un lerate le pietre, tinte del sangue dei
frontespizio sorretto da colonne, due cristiani. Noto è altresì, che quivi
cioè per cadauno quattro sono di : piene di coraggio raccoglievano il

granito, le altre di bigio. Le porte sangue de' martiri, le sante sorelle


della chiesa meritano menzione pei Prassede e Pudenziana, dando po-
belli bassorilievi di noce che con- scia a' loro corpi sepoltura. Che in
tengono. questo luogo ov' è fabbricata cote-
La festa del santo titolare vi si sta diaconia, oltre all'esservi stato
celebra a' 28 aprile. Quivi per un un mercato di commestibili, vi fos-
legato di Francesco Siila gentiluo- se la basilica di Sicinnio, o di Si-
mo Marca, in ogni venerdì
della si cinnino, ovvero di Sicinio, si confer-
distribuisce pane ai poveri ; vi si fa ma dalla storia funesta dello scisma
la missione in tutte le feste del me- del 367, in cui per la morte del
se di maggio; ed i gesuiti vi han- Pontefice s. Felice II, e nell'elezione
no eretta una confraternita
di con- di s. Damaso I, insorse il secondo an-
tadini, sotto r invocazione di Maria tipapa Orsicino, il quale fu nella ba-
Vergine, e di s. Gio. Francesco Pie- silica di Sicinio consacrato da Pao-
gis gesuita. V. le Notizie de fratelli lo vescovo di Tivoli. Racconta per-
della congregazione dei campagno- ciò Ammiano Marcellino, lib. 27,
li nella chiesa di s. Filale, Roma cap. 3, essersi suscitata una sedi-
1777. zione cotanto fiera, che i due par-
titi sostenendo vigorosamente ognu-
Ss. P/To e Modesto , diaconia no il loro capo, si azzuffarono nella
Cardinalizia, succursale della ba- stessa basilica, per lo che in un sol
silica Liberiana, nel rione Monti. giorno vi restai'ono uccise cento-
trentasette persone. Laonde Orsici-
Si trova questa chiesa accanto no, e i seguaci di lui furono cac-
all'arco di Gallieno, sul ripiano prin- ciati da Roma, e dichiarati pertur-
cipale del colle Esquilino, che uni- batori , ratificando l' esilio e il ban-
sce insieme i minori colli Oppio e do, Valentiniano I imperatore. Il
Crispio. Anticamente si chiamava Marliano poi, hb. IV, cap. ig, as-
s. Filo al Macello Li^'iano, e dei serisce che la basilica, dove seguì il

ss. Filo e Modesto in Macello Mar- sanguinoso fatto, fosse la basilica di


tjruni, perchè era la casa di ceito Sisinnio, cittadino romano, destina-
Liviano, che faceva molti ladroucc- ta alle cause civili, ed il Nardini
72 CHI cili
è di parere, che vi esercitasse la vore ; dappoiché l' imperatore Gal-
i5Ìurisilizionc il presidente del ma- lieno, lungi dal meritarsi puljblici
cello o del mercato , sui venditori onori, 111 principe codardo , <; du
e compratori delle carni , o altri poco. Dai rituali romani, e dal ca-
commestibili. Sembra adunque, che nonico Benedetto abbiamo , che
lai basilica sia stata data a' cristia- quando il Papa nel d'i della Pa-
ni da Costantino per onorare i ss. squa recavasi dalla basilica Liberia-
Vito e ]Modesto siciliani, che insie- na ed patriarchio lateranense, con so-
me a Crescenzia, nutrice del primo lenne processione passava sotto l'ar-

e moglie del secondo , soffrirono co di Gallieno, o di s. Vito. jNel


glorioso martirio per ordine di Dio- centro poi dell'arco, sino all'anno
cleziano, operando Dio prima e do- 182 5, era appesa una catena di fer-
po la loro morte i piìi stupendi ro, alla quale sino alla metà del
prodigi. Pel corpo e reliquie di delti secolo XVII erano pendenti due
santi, veggasi quanto ne scrive il Piaz- chiavi della porta Salsicchia della
za, GerarcInUj p.868 ed 870, e seg., città di Viterbo, ivi poste dal Se-
mentre a pag. 235 e seg. parlan- ,
nato romano, come trofeo della vit-
do della terra di s. Vito nella dio- toria riportata sotto Onorio III sui
cesi di Palestrina ( che disputa l'o- ribellati viterbesi. Vi fu alcuno, il

nore di aver dato i natali a Mar- quale credette essere le chiavi tolte
tino V con Ptoma , e Genazzano ), da' romani alle porte dell'antico Tu-
l'antica Vitellia o Boia, o Treba, scolo, ora Frascati, allorquando lo
o il famoso Satrico, dice, che aven- soggiogò nel pontificato di Celesti-
do i popolani edificato una chiesa no III l'anno 1191; e quindi ap-
al santo , ne diedero per divozione pese all'arco di s. Vito con una ,

il nome al luogo. Ma essendo stata catena, segno di soggezione. E al-


violala la basilica dal sacrilego sci- tresì notevole, che Nicolò V, nel-
sma, e da sì notabile effusione di l'anno i44*^j esentò dalle gabelle tutti
sangue, per tanto scandalo forse quelli, i quali dimoravano dall'ar-
rimase per un tempo abbandonata. co di s. Vito sino alla basilica di s.

In seguito poi venne restituita a Maria IMaggiore.


s. Damaso I, come diffusamente de- Tornando all'origine della chiesa
scrive Ludovico Agnello Anastasio, di s. Vito, venendo abbandonata
Istoria degli antipapi, capo III, di pel suddescritto avvenimento, pare
Orsino, Orsiciao, od Ursicinio an- che sotto s. Gregorio I, il quale
tipapa. morì nell'anno 6o5, ritornasse in lu-
Da s. Vito prese anco nome il stro, perchè il Panvinio dice, aver-
contiguo arco, né forse sarà disca- la quel Pontefice eretta in diaconia
ro che qui se ne premetta un cen- cardinalizia; aggiugnendo il citato
no. Questo arco semplice ma soli- Piazza, che dessa non fu delle an-
do, verso l'anno 260, fu eretto al tiche diaconie regionarie, ma delle
figlio diValeriano Gallieno, ed a quattro Palatine. In questa ipotesi
sua moglie Salonina, da certo iMar- è noto, che s. Gregorio III del
co Aurelio, forse esercitante la so- 73 I, vedendo cresciuti i diaconi re-
praintendenza del Macello , come gionari dal numero di sef^e a (juat-
opina il citato Nardini, e per rico- tordici, ne aggiiuise quattro col no-
noscenza di conseguito peculiare fa- me di Palatini, per assistere sempre
CHI ClII 73
il Sommo Pontefice iillorchè cele- » so per la scala che conduce al
brava. Tultavolla appiendesl dal » bagno, tornò con riverenza gran-
medesimo Piazza, che questa chiesa " de al suo monistero ". Laonde
nella scarsezza de' titoli presbiterali, questo Filippo fu chiamato Ponti-
tu conferita a' Cardinali per titolo fcx iiiiius (liei.

cardinalizio, senza alterazione stabi- Da chi fosse prima governata


le del suo grado diaconale. questa chiesa, non si sa di certo:
L'Anastasio, nella vita di Stefa- è noto soltanto che essa fu del-
no IV creato nell'anno 768, chia- ta pure san I ilo in Dlonaslerio,
ma questa chiesa antichissima, con ad Sardas, seu in vico Sardo-
annesso monisleio. 11 Novaes, P ite rum, e che vi dimorarono, sino dai
de Papi, tom. II, p. 84, dice che primi tempi del monachismo, i mo-
a'5 agosto 7 G8, insoi'se nell'elezio- naci di s. Basilio, ovvero quelli di
ne di Stefano IV, l'antipapa Filip- s. Benedetto. Veramente il Tlco
po, monaco abbate di s. Vito, e Sardorum era lungi da R.oma circa
prete Cardinale, che nell' istcsso gior- trenta miglia, ma piuttosto , come
no fu costretto a rinunziare, e riti- scrive r Anastasio nella vita di san
rarsi nel suo monistero. Ecco poi, come Leone III, devesi dire ad Sardas,
racconta tale intrusione il citato Lodo- forse dall'abbondanza di tal com-
vico Agnello Anastasio, t. I, p. l'i»!, mestibile, che spacciavasi nel pros-
presso Anast. Bihl. in Stcph. Il': simo macello Liviano. Il primo dia-
M La domenica seguente raunando cono Cardinale, che si trova ricor-
» Valdiperto prete, senza saputa di dato dagli scrittori , fu cerio Leojie
'» Sergio sacellario alcuni romani
, monaco, ed abbate del monistero di
» andarono al monistero di s. Vi- s. Clemente, che morì sotto Pasqua-

» to, e quindi levarono Filippo Pa- le II, il quale fiorì l'anno 1099, e
» pa, gridando s. Pietro Vìia clet-
: poscia creò Cardinale diacono di s.

" to, e condusserlo, secondo l'anti- Vito, Amico abbate di s. Lorenzo


w co costume, nella basilica del Sal- fuori le mura. Quindi, a dire ili
» valore, e dettesi dal vescovo le alcuni, ne furono diaconi Lucio :

" consuete preci, e dando Filippo Boezio, creato Cardinale nel 1 135 da
" la pace a tutti, fu menato nel pa- Innocenzo lì, che morì in concetto
" lazzo patriarcale lateranense, e di santità Rinaldo Brancacci, fatto
;

" quivi sedendo per simil modo nel- da Libano VI, nel i38i; Carlo
" la sedia pontificale, data a tutti Domenico del Carretto, creato da
» la andò di sopra. Ria so-
pace, Giulio II nel i5o5; Carlo Caralfa
" praggiungendo in poco d'ora ap- nipote di Paolo IV, che lo fece nel
»» pi-esso Cristoforo primicerio, sa- i555; s. Carlo Borromeo dallo zio
» pula r elezione di Filippo, salì Pio IV creato diacono Cardinale
» di subito pieno d'ira, e alfermò de'ss. Vito e Modesto nel i56o,
>»con giuramento nel cospetto di donde per morte del fratello conte
» tutti, che non sarebbe uscito da Federico, avendo preso segretamen-
" Roma, finché Fdippo prete non te gli ordini sagri, si fece ordinare
" fosse stato cacciato dal palazzo prete dal Cardinal Cesi nella chiesa
« lateranense. Allora Grazioso Car- di s. Maria IMaggiore, passando poi
>* ed alcuni romani il co-
tulario, ai titoli presbiterali de' ss. Martino,
» strinsero a levarsene, ed egli scc- e Silvestro a'Monti, ed a s. Prasse-
,

74 CHI CHI
de. Lo furono ancora i Cardinali la concesse ixVÌ Arciconfratcrnìta di s.

L(;lio da Urbano Vili


Biscia, fatto Bernardo {^Vcdi), per sostituirvi un
nel 1G26; Giovanni DcKiiio vene- monistero di monache, per cui il

ziano, nominato nel i()(>^ da Ales- sodalizio l'eslaurò la chiesa, e a' 20


sandro VII; Domenico Orsini, crea- marzo 1*787 la consagrò il Cardi-
to nel 1743 tlti Benedetto XIV; nal Enrico Caetani romano, de' du-
ed Andrea Ncgroni, fatto nel 1763, chi di Scrmoneta, del titolo di s.
diacono de' ss. Vito e Modesto, da Pudcnziana, mentre vi era Cardi-
Clemente XIII, donde passò alla nale diacono Ascanio Colonna, ivi
diaconia di Agata alla Sidjurra,
s. postovi nell'anno precedente dallo
e mori nel 1789. stesso Sisto V. Dice il Novacs, tom.
In progresso di tempo, Sisto IV Vili, p. II 5, che quando quel
considerando questa chiesa abban- Pontedce diede la chiesa, e la casa
donata, ed esposta alle ingiurie dei per le monache collocate dal sodali-
tempi, anche per essere situata in zio, era morto il Cardinal Guido

luogo poco abitato, quasi la rinno- Ferreri, creato da Pio IV, nel i565,
vò nel 1477» "^ riapri al pubblico per cui sembra che nella numerosa
culto, e vi stabili la parrocchia ; promozione de' Cardinali fatta quel-
indi dal Cardinal Iacopo Antonio l'anno da Pio IV , di nuovo tem-
Veniero che, avea fatto diacono poraneamente questa diaconia sia
nel 1473, allorché questi passò al stata dichiarata titolo. Nel moniste-
titolo di s. Clemente nel medesimo ro furono poste tre monache di
anno i477> diede la chiesa in tito- s. Cecilia in Trastevere per maestre
lo presbiterale al Cardinale Giorgio di trentatre fanciulle; ma riconosciu-
Resler. Ma passando questi ad altro to luogo piuttosto angusto, dallo
il

titolo, ripristinata la diaconia, nel stesso Sisto V furono mandate nel

1480, gli diede in successore il Car- monistero di s. Susanna apparte- ,

dinal diacono Giambattista Savelli, nente all'Ordine cistcrciense.


e nel 1484} '^ Cardinal diacono Quindi la chiesa fu data in cu-
Ascanio Maria Sforza. Ma avendovi stodia ai monaci Cisterciensi Fo'
nel i565 Pio IV nominato in vece glìanti i^Vedi) ^ che nella contigua
del santo di lui nipote, il Cardinal casa vi posero la residenza del pro-
Carlo Visconti, e morendo questi curatore generale dell'Ordine, del-
alcuni mesi dopo, poiché la chiesa la provincia l'omana, finché nel
era ridotta nuovamente in rovina, 1779, lasciarono i cisterciensi la ca-
nel i566, fu trasferita la parroc- sa, e la chiesa per passare a quella

chia nella chiesa di s. Prassede da di s. Maria in Carinis; ed alcuni


s. Pio V. Innalzato, nel i585, al chierici regolari mariani della ss.
pontificato Sisto V, dice il Piazza Concezione del regno di Polonia
citando l' Ughelli che assegnò le
, sotto la direzione de' somaschi, sub-
rendite rimaste del cospicuo moni- entrarono alla custodia del tempio.
stero de'benedettini, il quale ivi avea Nel principio del Pontificato di Pio
fiorito, al collegio di s. Bonaventu- VII, un religioso domenicano, chia-
ra, cui fijndò nel convento de' ss. mato fr. Antonio di Pistoja, vi fon-
Apostoli. Poscia, considerando Sisto dò un piccolo conservatorio di po-
V, che la chiesa de' ss. Vito e ]Mo- vere zitelle, che poi passarono in
desto mancava alfutto di ulliziatura, quello Borromeo. Indi, nel 1806,
,

CHI CHI 75
una pia unione di sacerdoti sfabi- guarito da un morso di rabbioso
11 nella casa annessa un ritiro per gli cane, per adempimento del voto a
esercizi spirituali, pegli uomini che s. Vito, nel 1620, restaurò la chie-
domandano la limosina; e la chie- sa, come si legge nel)' iscrizione po-
sa nel riordinamento delle parroc- sta dietro l'abside del grande alta-
chie di Roma, operato da Leone re. A sinistra di esso evvi il picco-
XII, fu stabilita succursale alla cu- lo deposito del Cardinal diacono
ra della basilica Liberiana. Del pio Carlo Visconti, col riti-atto suo in
esercizio introdotto in questa chie- marmo, e relativa iscrizione. In mez-
sa da Clemente IX, ed animato da zo alla chiesa, vi sono le lapidi di
Innocenzo XI, e Clemente XI, cioè due Cardinali quivi sepolti, cioè di
del catechismo che ivi facevasi in Fabio degli Abbati Olivieri, creato
diverse lingue nell'ultimo martedì dal cugino Clemente XI nel 17 15,
d'ogni mese, colia distribuzione di e di Giuseppe Livizzani, creato da
due pagnotte per cadauno, tratta il Benedetto XIV nel 1753. Ma delia
Piazza a pag. 860. Ridotta la chie- chiesa e diaconia Cardinalizia de' ss.
sa indecente pel diviu culto , umi- Vito, e Modesto, de' suoi pregi, ed
da , e nella massima
decadenza ultimi ristauri , dottamente scris-
nell'anno i836, il regnante Grego- se il principe
Pietro Odescalchi
d.
rio XVI ne ordinò la restaura- de' duchi del Si r mio. V. la Descri-
zione, e r abbellimento per cura del zione dei nuovi lavori eseguiti nella
zelante suo tesoriere Antonio Tosti, diaconia de' ss. Filo, e Modesto,
ora amplissimo Cardinale, come si Roma 1837.
legge in una marmorea inscrizione, ClIIETI ( Tcatin. ). Città con re-
dicontro all' altare maggiore, nel sidenza arcivescovile nel regno delle
nuovo coro, sullo spazio dell' inter- due Sicilie, capoluogo della provin-
colunnio di mezzo. cia dell' Abruzzo citeriore, di distret-
Tre sono gii altari, che si vedo- to, e di cantone. Questa bella città
no in questa chiesa, e tre sono le è posta su ridente collina , presso
dipinture, le quali hanno sopra i la riva destra del fiume Pescara,
medesimi. quadro dell'altare mag-
11 ed in essa risiedono i dicasteri am-
giore con Maria Vergine ed il bam- ministrativi, e giudiziari, dipenden-
bino in alto, e sotto s. Bernardo in do però dalla gran corte d'Aquila
ginocchioni, credevasi dipinto da Ce- per le revisioni civili. È cinta di
sare Rossetti, ma è di Andrea Pa- buone mura, ed è guardata da una
squal di Recanati, come si legge rocca, il perchè si considera qual
nel medesimo. I due angeli sul fron- piazza forte di quarta classe. Si ve-
tispizio sono lavori in istucco del de ben fabbricata, e va adorna di
Rusconi. All'altare de' santi martiri magnifici, e deliziosi edificii. Fu già,
litolari, de' quali celebrasi la festa secondo alcuni, metropoli de'Ma-
a' 15 giugno, vengono condotti quel- ruccini, e quindi passò ai romani,
li, che sono stati morsicati dai cani dopo essere stata sottoposta ai gre-
idrofobi, acciocché ottengano la gua- ci. Dai romani, che la chiamarono
rigione r intercessione di essi
per Teate o Tlieate Marrucinormn, nel-
santi. Fra che ne sperimen-
quelli, la loro caduta divenne successiva-
tarono gli effetti, vi fu il duca di mente dominata dai goti, e dai lon-
Palliano d. Federico Colonna , che gobardi, Questi ultimi, vcncado vin-
76 CHI CHI
ti noU'oltavo secolo da Pipino, do- si, ma nel t^'ì^y rinunziò ambedue
po l'assedio questo re la mise a fer- le sedi, per ritirarsi con s. Gaetano
ro, e a fuoco, per cui rimase inte- a menar vita solitaria, e ad istituire

ramente distratta. I.a rifal)briearono rOidine de' chierici regolari, che dal
i normanni, laonde tornò a rifiori- vocal)olo latino di questo suo primo
re, concorrendovi in diversi tempi vescovato furono detti Tt'adni [Ve-
i sovrani cui fu soggetta , ma i di). Chiamatolo poscia a Roma Pao-
francesi se ne impadronirono nel lo HI, ad onta della sua ripugnanza,
1802. Dopo di questi, tornò al pa- lo creò Cardinale ,
gli restituì la

cifico possesso dei regnanti delle due chiesa di Chieti, e a' 2 dicembre
Sicilie. 1537, gli diede nel pontificio pa-
La sede rescovile in Chieti fu lazzo di Marco il pallio arcive-
s.

fondata nel quinto secolo, e sebbe- scovile, donde a'g novembre iS^g,
ne Commanville convenga, che nei lo trasferì alla chiesa di Napoli. Pei

primordi del decimosesto fosse eret- suoi grandi meriti, nel i555, fu il

ta in nietropoM assegnandole tre ,


Caraffa nell'età d'anni settantanove
vescovati per sutfraganei a pag. , sublimato al pontificato col nome di
3i. Ilist. de tons les archev., fa il Paolo IV. Vedi.
novero di un numero maggiore di La cattedrale di Chieti tanto pe-
chiese da Abbiamo
essa dipendenti. gli ornamenti, non meno che per
dal Mansi, Siipplem. tom. I, col.
p. la nobiltà del disegno, riescemae-
bqy, che in questa città nell'anno stosa. Essa è dedicata all' apostolo
840, fu tenuto un concilio, al qua- s. Tommaso. Il capitolo compo-
si

le presiedette Teodoro arcivescovo ne di due dignità, la prima delle


di Chieti, per far rientrare i cano- quali è l'arcidiacono, di quindici ca-
nici secolari nell'osservanza della vi- nonici, di dieci ebdomadari , e di
ta comune. Certo è, che Clemente altri preti e chierici addetti al di-
VII, nel iS'zg, eresse questa chiesa vino servigio. iNella cattedrale si ve-
al grado arcivescovile, assegnandole nera il corpo di s. Giusfino vesco-
per suffraganee le diocesi di Lancia- vo e patrono della città ; vi è la
no, Penna, ed Atri; ma siccome ven- cura d'anime, col fonte battesimale,
nero poscia esse tolte dalla sua sog- non essendovene altri, benché vi sie-
gezione, s. Pio V le sottopose il solo no altre tre parrocchie. L'episcopio
vescovato di Ortona, che in pro- è un edifizio antico; il cimiterio sta
cesso di tempo le fu tolto per cui fuori della città, nella quale vi sono
ora la metropoli di Chieti non cinque monisteri e conventi di re-
ha sutfraganei. ligiosi, due monisteri di monache,
Giulio II, nel i5o3 o i5io4, quattro conservatori!, un ospedale,
diede per pastore a questa chiesa l'ir- un monte di pietà ed il semina- ,

reprensibile Giampietro Caralfa, na- rio.La mensa per ogni nuovo ar-
poletano, per la santa vita del qua- civescovo è tassata nei libri della
le Dio permise si estinguesse un fu- camera apostolica a fiorini cinque-
rioso incendio nel castello di Popoli, cento. Oltre tali stabilimenti, la pub-
sottoposto alla sua diocesi, col get- blica istruzione vanta il i-eale colle-

tar nelle fiamme un /égiiua Dei be- gio , ed una società accademica di
nedetto. Quindi nel i5ig, Leone X agricoltura, arti, e commercio.
gli aggiunse l'arcivescovato di Brindi- CHIGI Famiglia. La nobilissima
CHI CHI 77
famiglia Chigi romana, oriunda di primo nel monte di Tolfa avea dis-
Siena, fino da otto secoli addietro coperto Giovanni di Castro , nel
godeva il titolo di conti Arden-
dell' 1 462, ne avea ricusato in profitto
gesca, titolo di cui ci sono memorie, la rilevante somma di quattrocento

che nel 1072 era da essa posseduto, mila scudi, ed assicurato alla Ca-
come può vedersi nel Gigli, Diario sa- meia apostolica l'annua rendita di
nese, t. I, pag. 107 e scg. Possedeva trentaquattro mila scudi. Allor(|uau-
inoltre questa famiglia il castello do poi Cesare Borgia duca del ^'a-
di Macereto nel territorio di Siena, lentinois, e figfio di Alessandro YI,
del quale ora non rimangono che si preparava nel i5oo ad intrapren-
rovine, ed alcuni bagni salulnù, ai dere la spedizione di Romagna, A-
quali negli anni 14^9 e \\^o si gostino gì' imprestò non solo pa-
recò Pio IF, Piccoloniiiii, sanese. Del recchie migliaia di scudi, ma diede
castello di Macereto furono signori pure tutta la sua considerabile ar-
Ranuzio nel 1200, ed Anselmo nel genteria, che avea fatta fondere e
1248, il quale porlo l'insegna di ridm're in moneta. Nel i5o3, di-
sei monti d'oro, colla stella nel cam- venuto Papa Giulio II, della Roi>e-
po rosso. Egli fu uno de' cinquan- re, per la stima^ e per la benevo-
ta nobili sanesi , eletti dalla città lenza con cui riguardava Agostino
per assistere l'imperatore Federico Chigi, gli aQidò la sopraintendenza
II, nella guerra di Parma, nella quale delle finanze pontificie, della qua-
si distinse per egregie doti. Figlio di le restò molto contento , al paro
Anselmo fu Chigi, da cui presero che del nobilissimo e principesco
ilcognome gì' illustri suoi discen- alloggio datogli da Sigismondo fra-
denti. Ereditò esso dal genitore non tello di lui nella sua villa detta le
solo il di lui dominio, e i diritti, ma Polle, circa tre miglia presso Sie-
anche le virtù, per le quali avea fiorito na; anzi per una specie di onore-
alla patria. Merita ancora menzione vole adozione, volle Giulio II, che
un Mariano Chigi, ambasciatore della Agostino e i suoi discendenti fosse-
repubblica di Siena a Carlo ^ III l'e ro stimati, e riguardati come ap-
di Francia , che poscia colla stessa partenenti alla propria famiglia del-
eminente qualifica fu inviato al Pon- la Rovere. Ed è perciò, che sino
tefice Alessandro VI. Colla protezio- d' allora i Chigi al loro stemma
ne del re di Francia, potè rista- inquartarono la quercia con ghian-
bilire r indipendenza, e dignità della de d' oro dei Rovereschi ( V. Ro-
sua repubblica , e da lui uscirono vere FAMic.i lA ). Il p. Bonnani, -T«-
Agostino, Sigismondo, e Lorenzo suoi mismata l'onti/icum Rom. p. 699,
figli; cosi spiega la inquartatura della
Nel medesimo pontificato di A- quercia della casa della Rovere, che
lessandro VI, il magnifico e celebre nello stemma Chigi si vede " De :

Agostino Chigi figlio di Mariano, » Chisiorum stemmate in-


gentilitio
e fratello di Lorenzo, e Sigismon- » nuere sufficiat, illud in qnatnor
do, divenne uno de' più ricchi gen- M aureolas divisum esse, quarum
tiluomini, che si trovassero nella 5j duae sex. montes aureos coutinent,
corte di Roma ; dappoiché avendo j> quibus sidus etiam aureum im-
egh introdotto in Italia l'arte di ;) minet in campo rubro ; aliae vero
".
cavare e formare l'allume, che pel !} in campo cianeoquercumhabent
78 CHI CHI
Il medesimo Agostino Chigi sulla le quali che Leone X lo sposò, gli
riva del Tevere, presso poila Set- battezzò un quando Agosti-
figlio, e
timiana, con animo grande , e col no lece testamento, il Papa v' in-
disegno di Baldassare Periizzi eres- terpose il decreto dell'autorità sua,

se un bollissimo palazzo, ed un luogo facendo da testimoni dodici Cardi-


di delizia, con una gran loggia sul nali, Imbandì Agostino a Leone X,
detto fiume, adoperandovi il pennel- ai Cardinali ed agli ambasciatori
lo del divino RallacUo, e dei valen- de' principi, un banchetto su d'una
ti Divenuto Pontefice
di lui scolari. loggia,che avea edificata sul Teve-
nel i5i3, Leone X, de Medici, nel re presso il palazzo sum mentovato,

possesso solenne, che prese della ba- splendidamente ornata. Lautissiino


silica lateranense, nelle vicinanze di fu il convito per la copia e rarità
ponte s. Angelo, ove Agostino avea de' cibi, per la ricchezza e preziosi-
l'abitazione, gli venne da lui eret- tà del vasellame d'argento, e d'oro,
to un arco trionfale, descritto dal ed allorché fu termmato il convito,
Cancellieri ne' Possessi de' Papi. In venne la loggia demolita. Il mede-
quel palazzo, e nel delizioso giardi- simo Agostino edificò una bella
no, Agostino diede tre sontuosi cappella nella chiesa di s. Maria
conviti allo stesso Leone X, e al della Pace (P^edi), e maritò una
sagro Collegio de' Cardinali, in uno figlia a Ridolfo Strozzi. Di lui, e
de' quali (a' 3o aprile i5i8) v'era- dell' intera famiglia ci dà preziose
no tre pesci pagati duecento cin- notizie il Cancellieri nelle Disserta-
tjuanta scudi, e nell' altro d'incre- zioni epistolari bibliografiche, a pag.
dibile magnificenza, nel giorno del 363.
suo sposalizio, Leone
ricevette da Del lusso di Agostino Chigi da
X l'anello, quasi in memoria del tenere nelle scuderie cento cavalli ,

generoso sovvenimento da Leone ì^. Paolo Colmesio negli Opuscoli


ricevuto dal Chigi nel tempo dei al e. 27, p. 60, dell'edizione del
suoi esilii dalla città di Firenze, 1G69 Adriano Giunio nell' ^ni-
;

prima che salisse al pontificato. Ca- madversa lib. IV, cap. 8, nel to-
millo Fanucci, nel Trattalo di tutte mo IV del LampaSj sive Fax ar-
le opere pie di Roma ove parla tiuni liberalium del Grutero p. ^ii.
della sontuosa cappella da Agostino Egid. Gallo stampò nel i5i2 un
Chigi fabbricata nella Chiesa di s. poema assai raro, diviso in cinque
Maria del Popolo [Tedi), alla pag. libri, in lode del delizioso palazzo
i6t racconta, che messer Agostino di Agostino, intitolato. De Virida-
Chigi, gentiluomo sanese, fu il mag- rìo sanen-
Augustini Chisii patritii
gior banchiere e mercante, che vi sis, ed in quell' anno istesso Blosio
fosse allora, giacché né egli, ne suoi i Palladio pubblicò il suo Suburba-
ministri sapevano il valore dei be- nuni Augustini Chisii. Allora la via
ni che possedeva, né de' crediti, ed della LuiigiU'a, ove trovasi detto luo-
imprese, le quali ascendevano a più go, chiamato in appresso Farnesi-
d'un milione d'oro; ed aveva credito na, pel motivo che diremo, era fuo-
in ogni parte del mondo sino tra ri delle mura di Pioma. F. Raph.
gl'infedeli, i quali lo chiamavano, Sanctii, Monumenta ac Tabulae ac-
il gran mercante cristiano. Di lui ri incisa a Petro Sancte Bartoli.
si contavano cose maravisrliose, fra La casa poi, che il sunuoraiuato ar-
,

CHI CHI 79
cliitetto Peruzzi si edificò nella via Sandro VII ; giacché mentre le fa-

de' Ginpponarij per andare allaCan- coltà di questi poco eccedevano


celleria, è un model lo della Farne- l'annua rendita di mille scudi, quelle
sina da lui pure eretta. del lamo del cav. Agostino superava-
Contemporaneo di Agostino Chi- no l'entrata di cinquemila scudi. Il

gi, fu il beato Giovanni Chigi, che detto Agostino, cavaliere di s. Ste-


visse santamente ne' deserti di Lec- fano, fu maestro di camera e pri-
ceto sotto il pontificalo di Giulio II, mo consigliere di Caterina duches-
e che fu lo splendore degli eremiti sa di Mantova, e di Mattia e Leo-
di s. Agostino, e gloria ben distin- poldo de Medici, i quali con bene-
ta di questa cospicua famiglia, co- volenza senza esempio gli confidaro-
me si vita pub-
legge nella di lui no le chiavi delle porte della di lui
blicata in latino da Raimondo Ca- patria Siena. Faremo pure qui men-
pizucchi in Roma nel i65j, e da zione d'un Scipione Chigi, che am-
Niceforo Sebasto jMelisseno nel i6j6, basciatore e generale della repub-
e nel 167 5 riprodotta. blica Sanese, la liberò nel i552
Ma, secondo che accade più vol- dall'assedio postovi dall'esercito im-
te nelle famiglie ricche ed opulenti, periale di Carlo V.
la ricchezza generò la trascuratezza, Passando ora a parlar compen-
e,morta la madre, la roba poco a diosamente della preclarissima di-
poco scemò, e i successori del ma- scendenza di Alessandro VII, prin-
gnifico Agostino Chigi, a' quali egli cipal ornamento della famiglia Chi-
aveva lasciata l'entrata di settanta gi, diremo che il nominato di lui pa-
mila scudi d'oro, rimasero nel gra- dre Flavio, il quale per parte di sua
do de' mediocri gentiluomini, finché madre Agnese Bulgarini era nipote
la sua discendenza si estinse. JXè de- cugino di Paolo V, Borghese, si

ve tacersi, che nel Pontificato di sposò con Laura Marsigli, figlia di


Paolo III, Farnese, creato nel i534j Antonio signore di CoUecchio, e
la famiglia Chigi da E.oma fu co- vedova di Antonio ÌNIignanelli , di
sti'etta a i-itornare in Siena, lasciando nobihssima famiglia. Da questo ma-
in Roma il palazzo e il bel giardi- trimonio nacquero: i."Sigismondo,
no sul Tevere nella via della Lun- che morì nul)ile; 1° Mario, che
gara, che la casa Farnese per sua nel proprio figliuolo rinnovò il no-

ricreazione uni a quello incontro me paterno di Fabio,


Flavio; 3.°

nell'altra riva, e che riuscì sontuo- poi Pontefice A lessandro \ II ; 4- A"'


sissimo ,
per cui dai nuovi pro- gusto, il quale morendo, dalle due
prietari prese il nome di Farne- mogli avute lasciò due fìgliuoh, cioè
sina. Agostino della prima, e Sigismondo
Anche il patrimonio di Sigismon- della seconda. La prima moglie di
do fratello di Agostino il Magnifico, Augusto figlio di Mario, fu Olim-
si andò diminuendo, benché dividen- pia della Ciaja, che pronipote del
dosi la sua discendenza in due rami, mentovato Agostino cavaliere di s.
alquanto più pingue si mantenne in Stefano, e da lui adottata nella
quello della Agostino
famiglia di linea Chigi, si diede da lui in
cavaliere di san Stefano che in , isposa al nipote Augusto, istituendo
quello di Flavio cugino del cava- suoi eredi i figliuoli di essa , nel
liere, il quale fu padre di Ales- puigue retaggio , eh' egli lasciava
, ,

8o CHI CHI
ascendente a circa cento cinquanta D'Esle, e i due Barberini recaronsi
mila sciuli. L'altra moi^lio di Aii- nella di lui ccjJIa in conclave, a no-
guslo fu Francesca Piccolomiiii (che tilìcargli ch'orasi stabilito crearlo
avea dato alla Chiesa Pio li e Pio IH) J'apa, egli, senza usare molti rin-
colla quale si fece nella famii^lia Chi- graziamenti, rispose, che avea molti
^\ il deciinosetlirno parentado. A difetti noti, e molti non noti, e che
Sigismondo figlio secondogenito di aveva dentro il terzo grado forse
Augusto toccò la sola metà delle novanta parenti. Così la casa Chigi
antiche proprietà paterne, né la sua fii onorata dal suo virtuoso discen-

porzione più oltre giugneva di tre- dente. Quanto questa famiglia ab-
cento scudi di annua rendita. bia fiorito in nobiltà, basta riflette-
Da Flavio, e da Laura nacquero re alla parentela della medesima,
pure cinque figlie, che si fecero re- contratta colle famiglie Salviali di
ligiose in due monisteri di Siena Firenze, Petrucci di Siena , Gatta
tre delle quali vivevano con segna- di Viterbo , Ortensia di Gubbio
lata umiltà nel tempo che avevano Alidosio d' Imola, Colonna, Sciarra,
il fratello sul trono pontificale. In Capizucchi, ed altre distinte, preci-
questo modo Alessandro VII ebbe puamente di Pioma, come si vedrà
tre fratelli, e cinque sorelle. in VII richia-
progresso. Ahissandro
Fabio Chigi nacque in Siena ai mò la sua famiglia a Pioma, nel
i3 febbraio iSgg. Nella sua fan- modo che andiamo a dire, e dove
ciullezza corse pericolo di morire, eravi già stata con isplendore , sic-

a segno ch'erasi comperata la cera come dicemmo piìi sopra.


pel funerale. Dopo che sua madre Alessandro VII primieramente fe-

Laura gli aveva insegnato a legge- ce cameriere segreto coli' uffizio di


re ed a scrivere , e i primi ele- scalco, il Angelo della Ciaja,
cav.
menti della grammatica , Fabio in- zio dal canto materno di Agostino ni-
traprese gli studii, e fece tale pro- pote dello stesso Papa, come quello
gresso, che nella villa Ancajani (
poi che nel suo Cardinalato lo avea ser-
de' Chigi )
presso Siena nella sua vito col grado onorifico di coppiere.
compose la tragedia, il Pom-
gioventìi Intanto era passato mi anno senza
peo. Quindi nel 1626, coli' aiuto e che Alessandro VII avesse prestato
col consiglio di Agostino cavaliere orecchio alle istanze, che gli facevano

di s. Stelano suo zio, restatogli in molti personaggi ,


perchè chiamasse
luogo di padre che era morto nel- da Siena a Roma i suoi congiunti, coi
l'anno duodecimo di Fabio, si recò quali dividesse la cure della sovra-
a Roma ove fu subito fatto da Ur- nità temporale, principalmente eoa
bano Vili prelato, e dopo luminosa iNlario Chigi suo fratello, pratico,
carriera da Innocenzo X fu pro- eil esperto negli affari di pubblica
mosso alla rispettabile carica di se- amministrazione per averli lunga
gretario di stato, e nel iGSi fu pezza di tempo esercitati, con som-
ereato Cardinale e per morte di
, ma lode del gran duca di Tosca-
Innocenzo X, a'7 aprile del iG55, na. Crescendo sempre piìi tali istan-
venne eletto Papa col nome di A- ze, e mentre ancora ninna lettera
Icssandro FU
( Vadi ). Tanto era erasi scritta né dal Paps, uè dai
limgi dall'ambire sì sublime digni- parenti, Alessandro VII nel conci-
tà, che quando i Cardinali ÌMedici, storo de' 24 api'de, il primo dopo
CHI CHI St
r anniversario di sua incoronazione, avea espressamente proibito ai no-
propose al sagro Collegio di chia- minati congiunti, di ricevere i tanti
mare in Roma i suoi parenti; in- e preziosi clonativi eh' ei-ano loro
culcò il segreto , e domandò che stati offerti , volendoli però giusta-
ogni Cardinale esternasse liberamen- mente aiutare in altra guisa con
te proprio parere in iscritto, per
il decoro, ad esempio de' suoi prede-
poterlo esaminare al ritorno dalla cessori, creò Mario suo fratello, ge-
villeggiatura che andava a faie in nerale di s. Chiesa, e castellano di
Castel Gandolfo, alla quale invitolli. Castel s. Angelo, e il nipote Ago-
IVon tardarono i Cardinali di recarsi stino generale delle guardie di pa-
indetto luogo a presentare al Papa i lazzo. Alessandro VII per alcun
loro pareri, convenendo tutti atfer- tempo ritenne pi'esso di sé i con-
mativamente, meno qualche modifi- giunti, non solo per economia, ma
cazione, che piacque ad alcuni consi- per conoscerne la condotta, anzi per
gliare. Fu allora che Alessandro VII moderazione non permise a Flavio
scrisse un breve al fratello Mario, e di abitar le stanze solite darsi ai
ai due nipoti, cioè Agostino figlio del Cardinali nipoti, afììnchè non si cre-
dclbnto fratello Augusto, e Flavio desse tale, avanti eh' egli lo diclùa-
figlio di Mario , invitandoli a re- rasse.
carsi in Roma
con analoghi avver- Quindi in coerenza degli ester-
timenti per una saggia ed esemplar nati sentimenti, a' 2maggio i656,
condotta. Mandò il breve per Gia- avea già Alessandro VII emanata
como Nini sanese suo cameriere , la costituzione, Inter gravissinias,
segreto, che poi creò Cardinale; ed colla quale confermò con nuove pe-
a' IO maggio partirono da Siena ne quelle di Bonifacio VIII, e di
Mario, Agostino , e Flavio , recan- Gr-egorio XIII, nelle quali si vieta
dosi a' i6 maggio in Castel Gan- il promettere, o ricevere cosa alcu-
dolfo dal Pontefice, accompagnati dal na per giustizia, o favore accordata
marchese Patrizj. Pel primo entrò dalla santa Sede.
Mario, poi Agostino e Flavio, e fu- Dopo avere Alessandro VII scam-
rono accolti da Alessandro VII con pato i tremendi effetti della pe-
ritegno e gravità. ste,che invase lo stato pontificio e
R.estituitosi il Pontefice in Roma, R.oma ( nella quale occasione d. Ma-
mandò i nipoti a fare i santi eser- rio diede prove luminose di capa-
cizi, al noviziato della compagnia cità e di energia), considerando che
di Gesù, ove Flavio avendo voca- d. Flavio tanto pel merito che pei
zione per farsi ecclesiastico , si ap- compiti studii era in grado da soste-
parecchiò per ricevere gli ordini sa- nere il Cardinalato, a tal dignità
gri, ed a' 3 giugno, terza festa di lo elevò a' 9 aprile dcH'aiiiio 1657,
Pentecoste, ricevette 1 ultimo ordine conferendogli il titolo presbiterale
dal vecchio Giambattista Scannaro- di s. Maria del Popolo, chiesa di
lo, vescovo di Sidonia, il quale da cui Alessandro VII fu grandemente
undici anni erasi ritirato in quella benenjerito , che fu già suo titolo
casa. Avea quel vescovo conferito Cardinalizio, e dove, come si disse,
l'idtimo ordine ad Alessandro VII la famiglia Chigi ha la magnifica
medesimo, ventidue anni prima in cappella gentilizia con diversi sepol-
quella stessa casa. Siccome il Papa crali depositi.
VOL. \u\. 6
s-i CHI CHI
Scnya dilungarci sul Cardinal Fla- e sempre rimprovereranno la con-
vio Ciiif^i, le cariclit: a lui conreiile, dotta di Luigi XIV col Vicario di
la iTjmtayione che si procacciò colle Cristo, fra' quali l'annalista Mura-
esemplari potranno leg-
sin- doli, si tori. /^. il Giielra, lìfMl. Pont. Const.
gere nella di lui hiogralia, che fa nel tomo I, pag. 062 ; e Du Fres-
seguito a (juesto articolo. Nella me- noy, Piiiìcipii della Storia, ec, t.

desima ])romo7.ione Alessandro VII VII, par. II, art. 75, pag, i4i-
creò Cardinale Antonio Biclii, sa- Arrivato d. Agostino all'età di
iiese,fratello uterino di Laura sua ventitre anni, molti per esso olFri-

madre, già uditore del Papa, men- rono al Pontclice di lui zio una
tre era nunzio di Colonia. All'ar- sposa. Gliela olfri il duca di Mo-
ticolo Avignone, nonché all'articolo dena in una sua figlia ; altrettanto
Alessandro VII, si tratta delle spia- fece il duca di Parma ; il Cardi-
cevoli emergenze accadute in Ro- nal Mazzarini potentissimo uìinistro
ma coli' ambasciatore di Francia di Francia, in una delle di lui ni-

Crecqui, per alcuni suoi famigliari, poti, col qual maritaggio oltre una
e pe' soldati corsi al servigio della ricca dote, ed importanti aderenze
santa Sede, a cagione d' un velaio, nella corte di Francia, avrebbe lo spo-
eh' erasi rifugiato nel palazzo del- so contratto parentela di primo gra-
l' ambasciatore. In quegli articoli si do di aOìnità co' principi d' Este , di

conoscerà la prudenza, e mansuetu- Savuja, e di Borbone. Ma la costante

dine di Alessandro ^ li ignaro ed


,
moderazione di Alessandro VII, che
estraneo a tali avvenimenti ; la in- era alieno da simili parentele, non
nocenza del Cardinal Chigi e del , volle acconsentirvi. Anche il conte-
suo genitore d. IMario ; e le esi- stabile Colonna gli offri la mano
genze di Luigi XIV che, abusando della figlia , con quelle condizioni
della forza, occupò Avignone e il , che fossero piaciute stabilire al Pa-
contado Venosino , ed esigette che pa, il quale adombrato dalla pre-
il Cardinale in qualità di legato si potenza esercitata in altri tempi dai
recasse a Parigi, per dichiarare che potenti Colonnesi, inclinava invece a
né il Papa, né i suoi parenti eb- d. IVIaria Virginia nipote di ]Mar-
bero veruna parte nell'accaduto; c'Antonio Borghese principe di Sul-
che d. IMario si ritirasse per un mona, che sembi-avagli di condizio-
tempo da Roma ; che il Cardinal ne eguale a d. Agostino suo nipote,
Imperiali, il quale era governatore come famiglia ch'era stata pur essa
quando succedettero le accennate dif- innalzala a maggior grandezza, per
ferenze, si recasse in Francia a giu- im recente Pontefice loro congiunto,
stificarsi ; che d. Agostino nel i itor- ed anch' esso oriondo sanese. I Bor-
no in Roma dell'ambasciatore gli di- ghesi vedendo d. Agostino ancora
chiai-asse il dispiacere dello zio Pa- nel grado di privato e non multo
pa pegli affronti ricevuti; e che la provveduto di beni di fortuna, an-
nazione de' corsi fosse inabile a pren- davano procrastinando il compimen-
dere servigio militare nello stato to del trattato, finché conclusero di
ecclesiastico, coli' obbligo di erigere celebrare il matiimonio appena tosse
una piramide, la cui iscrizione ri- dato a d. Agostino un léudo, e il

cordasse motivo della loro puni-


il titolo di barone.
zione. Tutti i saggi disapprovaiono, Non andò guari che il daca di
,

CHI CHI 83
Lntei-a, fi-atello del Cardinal Glio- ni l'annua rendita di mille e cin-
lamo Farnese, trovandosi in età se- quecento scudi, e la coadiutoria del
nile, e senza spei'anza di dare suc- gran priorato di Roma dell'Ordine
cessione al suo ramo, ed aggravato gerosolimitano, che avea iSicolò Bar-
coni' eia di debiti, mise in vendita berini pronipote di Urbano VIII.
il feudo di Farnese, che rendeva Questi essendosi fatto sacerdote del-
circa cinquemila scudi di annua l'oratorio dis. Filippo, era suben-
reudita non punto a veruu prin-
, trato a goderne le rendite il Cai*-
cipe soggetto. Quel castello avea dinal Antonio Barberini iuniore,che
pi^so il nome dalia famiglia Far- fu poi creato Cardinale.
nese de' duchi di Parma. Il Cardi- Dei benefici ecclesiastici, fondati
nal Chigi ne trattò e couchiuse da Alessandro VII in Siena sua
V acquisto per duecento settantaciu- patria, concedendone il juspatronalo
que mila scudi, ed Alessandro VII alla propria famiglia, se ne tratta
gli diede il titolo di principato. La all'articolo Siena. Dal fin qui detto
dote di d. Maria Virginia Borghesi non sembra che sì zelante e gran
fu ceiitoltanta mila scudi, quanti Pontefice meritasse le accuse date-
r avo della sposa ne avea ricevuti gli da alcuni la propen-
storici per
dall'ava, e quanti pure al Barberi- sione a' parenti,perchè daforse
ni nipote di Urbano Vili ne aveva Cardinale e nei primi mesi del suo
portati d. Anna Colonna. Alessan- pontificato, ch'ebbe termine a' 22
dro VII questa lieta circostanza
in maggio 1667, avea declamato con-
donò al nipote d. Agostino quindi- tro il nepotismo. Non è vero quan-
cimila scudi d'oro, ed il matrimo- to scrisse il ^Muratori, che al Cardi-
nio si fece nel fine di luglio dal nale Sforza Pallavicino, biografo di
Papa nella sua privata cappella Alessandro V li, cadesse la penna
colla sola assistenza del Cardinal dalle mani quando vide il Papa e-
Chigi, piìi propinquo dello sposo, e saltare, ed ingrandire il proprio san-
del Cardinal Orsini, fratello dell'ava gue, e che lasciasse l'impresa di scri-
della sposa. Oltre a ciò d. Agosti- verne la vita ad altri pii^i cortigiano
no ebbe il principato di Campa- di lui. Il eh. Novaes asserisce di
gnano, borgo della Co marca , e il aver visto nella biblioteca del Gesìi
ducato della Riccia ( Fedi), ove di Roma in tre volumi in foglio,
Alessandro VII eresse il palazzo e r originale manoscritto del Pallavi-
la collegiata. Quel principato fu cino sulla vita di Alessandro VII,
venduto dal principe di Albano Giu- colle postille in margine fatte col
lio Savelli, che si trovava molto in- lapis dallo stesso Pontefice. Cristo-
debitato, al Cardinal Chigi, unita- foro Palmieri, nobile sanese , nel
mente ai principi d. Mario , e d. 1679 pubblicò in Firenze la Fila
Agostino, verso l'aimo 1662, come di Alessandro VII. P. R. La vita
riporta il Riccy, Memorie della cit- di AlessandroVII del Cardinal
ici di yJlbano, pag. 243. Pallavicini fu ristampata in Prato
A Sigismondo Chigi, altro nipo- nel 1839, ma non giunge sino al-
te di Alessandro VII, come figlio la fine del pontificato di tal Papa,
del di lui Augusto e di fratello , perchè l'autore non potè o non ,

Francesca Piccolomini summentova- volle compirla. L'editore si è servito


ta, il Papa conferì con due pensio- di un codice della biblioteca Albani.
84 CHI CHI
nd sontuoso palazzo Cliigi cret- la dignità di maresciallo del Concia-
to in piazza Colonna ( rinomato \'e (ledi), vaaita allora per la mor-
anco per la galleria de' qnathi ) là te di Giulio Savelli, principe di Al-
ove prima era la chiesa di s. Paolo bano. Quindi nel 1740 Benedetto
decollato dei barnabiti, ed incomin- XIV nominò Agostino Chigi per
ciato da Alessandro VII, nonché coadiutore di Augusto, di cui era fi-

della biblioteca Chigiana, che ebbe glio, non che Eleonora Rospi-
di d.
pure origine da si dotto Pontefice, gliosi, ritenuto che Augusto godesse
sono a vedersi gli articoli Bidliote- della stessa onorifica carica sua vita
CA Chigiana, e Chiesa di s. Carlo durante. Morto poi questo ai 29 di-
a' Cati.\.\ki. cembre 1769, d. Sigismondo Chi-
Lungi dal tessere il catalogo de- gi di lui figlio, e di d. Giulia /al-

gli altri personaggi distinti, che fio- bani, e nato ai i5 marzo 1736, ot-
rirono in questa famiglia, ci limite- tenne da Clemente XIV ai 5 gen-
remo a darne i pochi cenni seguen- naio 1770 la conferma dello stes-
ti.Sigismondo Chigi [Fedi), sum- so cospicuo grado. Egli prese per
mentovato nipote di Alessandro VII moglie d. Flaminia Odescalchi dei
fu elevato alla porpora nel 1667 duchi di Bracciano, morta la qua-
da Clemente IX per restituzione le nel I 771, dopo avergli dato due

di cappello ; FIuk'Ìo Cliigi ( Fedi) figlie , cioè d. \ irginia maritata al


de' principi di Farnese, fu fatto nobile veneto Giimani, e d. EleO'»
Cardinale nel 1753 da Benedet- nora sposata al principe di Teano,
to XIV. I Chigi di Roma che non che un figlio per nome d. A-
derivano dai sunnominati Agostino gostino , eh' è il vivente principe,
Chigi, e da IMaria Virginia Bor- prese per seconda moglie d. IMa-
ghesi, sino al pontificato di Leo- ria Giovanna napoletana de' princi-
ne XII goderono il piincipato di pi Medici d' Ottajano, moria in Na-
Farnese, che alienarono alla Came- poli nel fine del 1791. Alla suddet-
ra apostolica, rimanendone il titolo ta d. Flaminia nella cappella gen-
al solo vivente ad onta
principe, tilizia de'Chigi alla chiesa di s. Ma-
che poi la camera vendesse Farne- ria del Popolo, fu eretto il moiui-
se al celebi'e maresciallo Bourmout. mento, di cui parlammo a quell'ar-
I Chigi tuttora sono duchi della ticolo. D. Agostino fu dato in succes-
Riccia, principi di Campagnano, ti- sore da Pio VI al di lui genitore
tolo che assume il primogenito, si- nel maresciallato, che esercitò in Ve-
gnori di Cesano, e di Castel Fusa- nezia per l'elezione di Pio VII nel
no, marchesi di IMagliano Pecora- conclave del i8oo, ed in Roma nei
reccio, e di Scrofano, duchi di For- tre conclavi j>er le elezioni di Leone
melle ec., e baroni della Olgiata. Xlf, di Pio Vili, e del regnante Gre-
Sono ascritti a diverse nobiltà, co- gorio XVI. Il principe d. Agostino tut-
me di Roma, di Venezia, e di Ge- tora vivente, che allo splendore della
nova; e Leopoldo I
l'imperatore nascita aggiunge quello molto piìi sli-
li dichiarò principi del sagro roma- mabile de' rari talenti, e di fino gu-
no impero. sto, e intelligenza nella letteratura e
Ad Augusto Chigi figlio di Ago- nella poesia, dal detto regnante Pon-
stino, ed a' suoi discendenti in per- tefice fu decorato della gran croce
petuo conferì Clemente XI nel 1712 di s. Gregorio Magno. Si congiunse
CHI CHI 85
in matrimonio a d. Amalia Carlotta della legione di onore dal re dei
Barberini, che mori nel iSSy, dalla fiali cesi.

quale ebbe i seguenti figli : 10. D. Giovanni, nato nel i8i3,


appartenente agli uffiziali dell'ar-
1. D. Alessandro, nato nel 179^, tiglieria pontificia.
morto nel 8 1 5, signore di gran-
1 I r. D. Giustina, nata nel 18 16,
di speranze pei suoi talenti, e per morta nel 18 18.
la sua pietà.
2. D. Sigismondo Chigi, principe di In Siena poi è rimasto un altro
Cainpagnano, fatto dal Papa re- ramo de' Cliisri, fatto dal marchese
gnante ispettore generale delle Bonaventura Chigi, figlio di Agne-
poste ponlitìcie, che sposatosi nel se, sorella del Cardinal Flavio Chi-
i82f) alla principessa d. Leopol- gi, quale chiamò Ansano Zonda-
il

dina Doria Pamphily,


nacquero dari, padre del detto Bonaventura,
da essi successivamente, nel i83i e marito di Agnese, a seguitare
d. Teresa; nel i832 d. IMariu; questo ramo, a cui diede la terra
nel d. Marianna che mori
1834 di s. Quirico, col bellissimo palaz-
nel 1835; nel i836 d. Maria; zo, avea fabbricato, col tito-
che vi

nel 1837 d. Angela; nel 1839 d. lo di marchesato, di cui l'ornò Co-


Carlo; e nel i84o d. Eleonora. simo HI gran duca di Toscana, e
3. D. Laura, nata nel 1800, marita- la deliziosa villa di Cetinale, che lo
ta al marchese Taccoli di Mo- stesso Cardinale aveva acci'esciuta
dena. di molte fabbriche, e comodità e ,

4. D. Maria Flaminia, nata nel i8or, dove fu visitato, nel 1691, dal det-
maritata al cav. Covoni di Fi- to sovrano. Possiede ancora la signo-
renze. ria di Luriano, di Leonina, ed
5. D. Giulia, nata nel i8o4, spo- altre.

sata prima al conte Lavaggi, poi Un altro ramo ci è di Chigi-Zon-


al marchese Filippo Patrizi. dadari, fatto nel decimo secolo da
6. D. Francesco, nato nel i8o5, un secondogenito desuddelti marche-
guardia nobile di sua Santità. si Chigi col patrimonio de' due fra-

7. D. Costanza, nata nel 1807, ma- telli Zondadari, imo Cardinale, l'al-

ritata al coxite Lovateili di P».a- tro arcivescovo di Siena, i quali coi


Tenna. loro beni divisero questo ramo per
8. D. Augusto, fatto dal regnante conservare il nome di Zondadari, che
Pontefice cameriere segreto so- si era estinto coli' adozione summen-
prannumerario, e canonico di s. tovata de' Chigi, e pel matrimonio
Pietro in Vaticano, morto nel di d. Agnese Chigi con Ansano Zon-
1837, d'anni ventinove, encomia- dadari.
to per pietà e belle doti. Della famiglia Chigi inoltre vi era
9. D. Flavio, nato nel 1810, guar- in Pioma un altro ramo intitolato

dia nobile del Papa regnante, dal Chigi Montoro . Da IMariano Chigi,
quale nel 1841 fu inviato col ber- che celebrammo di sopra, fiorito nel

rettino rosso al Cardinal de Do- XV Margherita Bal-


secolo, sposato a
nald arcivescovo di Lione, colla dij nacquero tra gli altri: -" il pu- i

notizia della sua esaltazione al re mentovato Sigismondo Chigi, che


Cardinalato, e quindi fu decorato prese per moglie Sulpizia Petrucci, e
,

86 CHI CHI
fece il ramo de' Chigi , di cui era il marchese Filippo Patrizi ressilli-
Alessandro VII, del quale Sigismon- fero di s. Chiesa, ammogliato ora a
do fu bisavolo 2." Francesco Chi-
: d. (Viulia Chigi, e il p. Francesco

gi, che si congiunse in matrimonio Saverio Patrizi della compagnia di


con Battista figlia ereditaria della Gesìi. Nel 171.5 Clemente XI creò
famiglia Gatteschi di Viterbo, e for- Cardinale Giovanni Patrizi [^J^edi),
mò il ramo de' Chigi Montorio in di questa medesima famiglia.
Pioma. Da questo Francesco nacque Dell' illustre prosapia Chigi mol-
Bernardino, che sposò Laura de Pla- ti scrittori pubblicarono i pregi , e
nis, e da quel matrimonio nacque le geste, e diversi ne cita il Can-
Francesco, il quale, avendo sposata cellieri ne' suoi Posxf'.s.ii^ a p. 258, e
Lucrezia Poggi, ebbe tra gli altri 259. Abbiamo pure un opuscolo
figli Lorenzo, che prese per moglie, intitolato, Chisiae gcntis Inudihus
nel i63r», Dianore, erede del mar- illustrata, ac Roinae proposita, Ro-
chesato di Montorio. Da questi nac- mae typ. Corbelletti 16)8; e Giu-
que Lorenzo , il quale sposato a seppe Buonafede / Chigi Augìi- ,

Laura figlia del principe Scipione sti Istoria, in Venezia per Fran-
,

Lancellotti, ebbe Luigi, che ammo- cesco Valvasense 1660; nonché De


gliato a Drusilla, figlia del princi- Chasol, Genealogies. Histor. Paris,
pe Santacroce, moita nel 174^5 fra tom. IV, dans le t. II des Famil-
gli altri figli lasciò Giovanni ultimo les Papah's.
marchese Chigi Montoro perocché ,
CHIGI Fabio, Cardinale. V. A-
sposando egli, nel 1726, la rispetta- LESSA3VDRO VII.
bile dama Maria Virginia Patrizi CHIGI Flavio, Cardinale. Flavio
vmica figlia di questa nobilissima Chigi nacque in Siena , ed era ni-
famiglia, originaria da Siena, che pote del Pontefice Alessandro VII.
Urbano Vili dichiai'ò marchesi di Accompagnò lo zio, quando col ca-
Baldacchino, dovette lasciare il no- rattere di legato in A- si condusse
me di Chigi Montorio per prende- lemagna per conchiudere la pace;
re quello di Patrizi ,al quale per pure innanzi al termine della lega-
questo matrimonio venne adottato. zione lo zio medesimo il fece ripa-
Non restò di lui che una sola figlia, triare. In quella circostanza si die-
d. Porzia Patrizi, dama romana delle de egli di proposito alle scienze fi-

pili mirabili, pie, ed egregie qualità, losofiche e legali. Salito al trono


la quale impalmata al marchese Alessandro VII, venne, non prima
Francesco Nai-o, vessillifero di santa del terzo anno del suo pontificato,
Chiesa, gli diede, come era avve- creato da lui prete Cardinale del
nuto col suddetto Giovanni, il co- titolo di s. IMaria del Popolo, e fat-
gnome de"" Patrizi, per 1' adozione to presidente della città di Fermo,
di esso fatto in questa famiglia. 11 governatore di Tivoli, legato d'Avi-
fratellodi Francesco fu il Cardina- gnone, prefetto della segnatura di
le Benedetto Naro, ed il loro figlio giustizia, e delle congregazioni dei
chiamato pure Giovanni divenne se- confini e del concilio, arciprete del-
natore di Roma, e da d. Cunegon- la basilica lateranense, mentre che
da sua moglie, della real casa di nel 1659 il fece bibliotecario della
Sassonia, ebbe i viventi Cardinal Vaticana, e pi'otetlore de' Minimi,
Costantino Patrizi vicario di Roma, de' monaci Silveslrini e Valloiiibro-
,

CHI cni 87
sani, e, secondo altri, eziandio dei 20 XI, di Alessandro Vili, e d'In-
Minori conventuali, con amplissima nocenzo XII. Ebbe sepoltui'a nella
autorità in tutto lo stato ecclesia- chiesa di s. Maria del popolo nella
stico. Somma capacità e rettitudine sua cappella gentilizia, vuìa delle più
mostrò egli in tutti questi impieghi, sontuose di Roma,
né tradì mai la gravità del decoro, CHIGI Sigismondo, Cardinale. Si-
comunque sempre accoppiasse nei gismondo Chigi fu nipote di Ales-
suoimodi il fiore della galanteria. sandro VII, ed ascritto sin da gio-
Per acquetare le discordie insorte vanetto tra i cavalieri di Malta, ot-
in Roma nell'occasione della gara tenne dallo zio Pontefice il prioi-a-
tra le milizie urbane e la famiglia to di Roma ed alcuni altri' eccle-
del duca di Crecquy, ambasciatore siastici beneficii. Alessandro VII
di Francia , fu il Cardinale Flavio nelle ore di ricreazione, soleva chia-
Chigi spedito legato a Intere al re marlo a sé, ed interrogarlo sui pro-
cristiani^imo. E si bella fu la ora- fìtti da lui fatti sì nella pietà che
zione sua e sì persuasiva, che a nelle lettere. Che se non potè indur-
poco a poco calmossi l'esacerbato si a crearlo Cardinale bene il fece ,

monarca, e s'indusse facilmente alla Clemente IX nel 1667, dandogli la


pace, senza che la voluta soddisfa- diaconia di s. Maria in Domnica. Cle-
zione offendesse punto il pontificio mente X, alla cui esaltazione avea
decoro. Liberale co' poveri, dispen- contribuito il suo sulTragio , desti-
sava egli ogni mese da mille scudi, noUo alla legazione di Ferrara, ed
oltre promuovere che faceva le
il in età di ventiquattro anni Io ascris-
arti Dimise il primo
e le lettere. se a parecchie congregazioni di Ro-
titolo, ed ottenne da Innocenzo XI, ma, tra le quali a quelle del con-
nel 1686, il vescovato di Albano, cilio, de' riti, ed altre. Sommo ap-
dove neir anno seguente celebrò il plauso riscosse nel suo governo di
sinodo, che pur diede alla pubbli- Ferrara, dopo di che si restituì a
ca luce. Provvide inoltre quella chie- Roma, dove prestato il suo volo per
sa di sacre suppellettili, e fecevi edi- I elezione d' Innocenzo XI, morì nel-
una nuova sagrestia. Sotto
ficare il la robusta età di ventinove anni,
medesimo Innocenzo XI passò al dopo dieci di Cardinalato. Ebbe se-
vescovato di J^orto, ed ivi ampliò poltura nella chiesa di s. Maria del
la cattedrale e la provvide di ec- Popolo nella tomba gentilizia, senza
clesiastici arredi. Fece dono alla san- alcuna funebre memoria.
ta casa di Loreto della preziosa CHIGI Flavio, Cardinale. Flavio
croce tempestata di diamanti del Chigi nacque in Roma, e dopo es-

valsente di ventimila scudi, regala- sersi applicato agli studi, fu ammes-


tagli da Luigi XIV nel tempo della so tra i protonotari apostolici, e fu
sua legazione di Parigi. Comparti deputato da Clemente XII a rice-
immensi beneficii alla basilica Late- vere ai confini dello stalo ecclesia-
ranense, di cui nel giubileo dell'an- stico Amalia, figlia di Augusto III
no 1675 aprì e chiuse la porta re di Polonia , che conducevasi a
santa. La sua morte avvenne nel Napoli per unirsi in matrimonio con
i6f)8 nell'età di sessantatie anni. Carlo di Borbone re delle due Sicilie.
Trovossi presente ai conclavi dei In quella circostanza fu eletto presi-
due Clementi IX e X, d'Iunocen- dente, e poco dopo da Benedetto XIV
,

88 CHI CHI
fu fatto chierico, e poi nel 17') 3, Napoli mandava ogni anjio al Pa-
«liacoiio Cardinale di s. Animilo, pre- pa, in soddisfazione del censo o tri-

lòtto della congregazione de' rili, e buto per l'investitura del regno, la
protettore dei Minori conventuali, e quale solennemente presentavasi da
dei canonici regolari del Salvatore. un ambasciatore nella basilica Va-
Decorato della porpora Cardinali- ticana, nella vigilia della festa dei
zia, mantenne un tenore di vita cosi ss. Pietro e Paolo. Di tal censo, e
umile, religioso e liberale, che ama- funzione, della sua origine e termi-
re lagrime cagionò generalmente la ne, intendiamo trattare in questo
sua morte accaduta in Roma nel articolo, coU'autorità del Cardinal
1771 nell'età sua di cinquantanove Stefano Borgia Breve istoria del
,

anni, e diciotto di Cardinalato. Fu dominio temporale della Sede Apo-


sepolto nella chiesa di s. Maria del stolica nelle due Sicilie, Roma 1788-
Popolo nella tomba della nobile sua 1789; Difesa del dominio tempora-
famiglia, senza l'onore dimemorie. le della Sede Apostolica nelle due
CHILI. Contrada lunga e stretta Sicilie, in n'sposta alle scritture pub-
dell'America meridionale. V. Ame- blicate in contrario, 1791. Roma
rica. Questo autore ed eruditis-
illustre,
CHILIANO (s.) vescovo. Era da simo, ecco come a pag. 201 della
prima monaco in Irlanda. Poscia si Breve istoria, definisce la Chinea in
recò a Roma unitamente al prete Co- discorso equuni album decenter or-
;

lomano, ed al diacono Totuano nel natum. » Questo cavallo nella for-


686, e ricevuto il grado episcopa- « mola usata in oggi nella presenta-
le dal Pontefice, fu incaricato coi » zione del censo, chiamasi Chinea,
compagni della predicazione del van- « e vuole per questa voce indicarsi
gelo ai Germani, che abitavano la »5 un cavallo bello, e di andar soa-
Franconia. Vi convertì molta gente » ve, detto dai latini ccpius grada-
ed il duca Gosberto medesimo ri- » rius. I cavalli d' Asturia asturco-
cevette il battesimo , e perchè rap- » nes, dagli scrittori italiani appel-
presentò a questo, che il matri- M lansi gianetli , e chinee. Anche
monio colla cognata Geilana era con» M r ubino è il medesimo che cìnnea.
trarlo alle leggi della Chiesa , si M Quindi è invalso che la funzione
tirò l'odio della iniqua donna per M del censo dicasi volgarmente pre-
modo, che nella assenza del duca fi sentazione della Cliinea '.

per comando di lei fu assassinato Il tributo, o censo, che i sovrani


insieme ai compagni nell'anno 688. di Napoli dovevano pel regno delle
CHILI ASTRI. Eretici. F. Mil- due Sicilie, si presentava al sovra-
LEJfARI. no Pontefice, ed alla santa Sede per
GHINEA o GHINEA. Cavallo am- la festività dei principi degli apo-
biante, a.siitrco. Questo nome secondo stoli, e tale atto doveva farsi non
il Dizionario della lingua italiana già privatamente, ma colle solenni-
si applicò in vari tempi a diversi tà consuete, che dimostrassero al pub-
cavaUi, e si disse talvolta chinea un blico r omaggio dell' inclito vassal-
cavallo bianco, o un cavallo lear- lo, come Clemente V
chiamò il re
do; ed ancora si appellò chinea Carlo II lo Zoppo. Questa solenni-
una mula bianca, vecchia, e man- tàda più secoli prescritta consiste-
sueta, massime quella che il re di va precipuamente nella splendida
CHI CHI 89
com[xirsa del censo in pubblica ca- pel l'came ,
purché in luogo di
valcata. Tale antico ed espresso pat- censo facesse prestare al Pontefice
to d' investitura richiedeva, che il ogtii anno nella vigilia della festa di
novello re di Napoli dovesse pren- s. Pietro, l'omaggio della Chinea,
dala in persona del sommo Pon- in ricognizione della sovranità pon-
tefice, e che il medesimo re fosse tificiaj e difendesse le spiagge dello
obbligato rinnovare personalmente il stato ecclesiastico dai corsari, e soc-
suo omaggio, e giuramento ad ogni corresse il Papa nei bisogni colle
nuovo Papa, in arbitrio del quale Anzi abbiamo dal
milizie necessarie.
però rimaneva, o di chiamare il le Novaes, nella vita di Sisto IV, che
a compiere questo rispettoso uffizio, nel 147^ incominciò l'uso di pre-
ovvero di mandare altri in sua ve- sentare la chinea in luogo di tri-
ce a riceverne l'omaggio, ed il giu- buto nella vigilia della festa di s.
,

ramento. Fino dal decimo


secolo Pietro, in ricognizione della sovra-
primo ciò incominciossi dai duchi nità pontificia sopra regno di Na-
il

e principi investiti dai Pontefici poli , cui poi fu aggiunto nuo-


delle terre delle Sicilie, come al- vamente il censo. Racconta il Bur-
to dominio della Chiesa Promana ;
cardo, Conclavi, pag. i3o, che ai

ma poscia che furono innalzate 29 giugno i5o4, il sabbato dedi-


/dal sovi-ano Pontefice in reame, lo cato ss. Pietro e Pao-
ai gloriosi

stesso fecero i primi re , finche lo , dopo


messa papale , furo-
la
Clemente IV ne prescrisse stabil- no presentate a Giulio II due chi-
mente le regole nella investitura, nee coi fornimenti e gualdrappe
che diede nell'anno 1265 a Carlo bellissime: una la presentò il ve-
I d'Angiò, fratello di s. Luigi IX scovo Rodonense ambasciatore del
le di Francia, riserbando Beneven- re d. Francia in nome di sua mae-
to per la romana Chiesa. In quc.Nto stà cristianissima pel censo del re-
solenne atto Clemente IV parlò an- gno di Napoli ; ed il Papa rispo-
che dell' obbligo del re di far pre- se : Acceptamus, senza nostro od al-
sentare il censo delle ottomila on- trui pregiudizio.
cic d'oro in ogni anno, che il Pla- Giulio II nella investitura data
tina e Nauclero computarono per
il a Ferdinando il Cattolico, la quale
quarantamila scudi d'oro, e del ca- ha servito di norma alle posteriori,
vallo bianco in ogni triennio alla confermò le condizioni ordinate da
sagra persona del Romano Pontefi- Clemente IV, massime suU' accesso
ce , uhìcumque Romanus Pontìfcx personale del re a ricevere l' inve-
fucrit. stitura ed a rinnovare l'omaggio
,

Dalla vita di Paolo li abbia- ad ogni nuovo Papa: -> lidem vero
mo, ch'egli nell'anno i470 rifiutò la 5) haeredes ( di Ferdinando il Cal-
chinea , ed il falcone, mandatogli si tolico ), et successores, si Roraa-
dal re Ferdinando pel regno di Na- » nus Pontifex in Italia fuerit, in-
poli, e che domandò invece sessan- » fra sex menses,si vero extra Ita-

tamila scudi. Ma il suo successore -•} liam esset, infra annum, postquam
Sisto IV 1472 esentò
nel il detto .-j dicti regni dominium adepti fue-
re Ferdinando d' Aragona re di Na- » rint, teneantur et singulis succes-
poli , durante la sua vita , dal tri- ;> soribus nostris, ac eidem Roma-
buto dovuto alla Chiesa romana •j nae Ecclesiae rcnovabuut tam
,,

90 CHI CHI
» ipsum liginrn, et homagium, qnam lio II, che il re facesse presentare
« cHiiiii liujiisinodi jiiiami-nliini. In ogni anno al romano Pontefice nella
» oplionc aiilcm, ot bfii('|)lacilo crit festa de' ss. Apostoli Pietro e Paolo
» Romani Pontilicis, soii pracdictae itnian pahtfrcnum allmm et piil-

» Ecclcsiac Ferdinandum rcgem, et chrnni, et bonum, ci decenter orna-


M hacredes et successorcs siios prae- tnm, in ricognizione del vero do-
M dictos vocai-c ad praestandiun pcr- minio della santa romana Chiesa
» sonalitcr jiuamcntum lidclitatis, et delle terre investite.
» ligiiun, et homagium liiijusmodi, Leone X minorò poi nel i52i
» diiinmodo ad hoc iMis lutiim lo- in favore di Carlo V, il censo, ri-
» ciitn statuat, et assignet, vel Car- ducendolo dalle ottomila oncie d'o-
»> dinalem i])siusEccle.siae aut alium, ro di camera in ogni anno, ed in
sj qui vice Romani Pontifìcis jura- ogni anno prescrisse la presentazio-
» mcnliim juxta eamdem formam, ne del bianco palafreno, già costu-
j» et homagium ac ligiiim hujusiuO' mato sotto Ferdinando U Cattolico.
M di recipiat, destinare ". Che questo atto di omaggio, anche
Riguardo poi alla presentazione prima del i5io, si facesse alla sa-
del censo , non variò Giulio II le gra persona del Papa , e con di-
disposizioni di Clemente IV , cioè stinta pompa, ricavasi eziandio dai
che il censo si dovesse dare » in Diarj del rinomato Burcardo il ,

» dicto festo beatorum Pelri et quale fa menzione de' regi amba-


« Pauli, uhicumque romanus Pon- sciatori, allorché Ludovico XII re
« tifex fuerit , ipsi romano Ponti- di Francia, e Ferdinando il Catto-
» fìci, et Romanae La
Ecclesiae ". lico per le rispettive investiture,
osservabile circostanza di essere il Ogni anno pagavano il censo.
re tenuto di far presentare il Quanto poi fosse solenne lo sfog-
censo alla stessa persona del Som- gio della pubblica cavalcata per la
mo l'onteficc, esigeva che la cosa presentazione del censo e palafreno,
si adempisse con quelle formalità ,
ben lo dimostra avvenne ciò che
che corrispondessero alla dignità di sotto Gregorio XIV
i^gi , di nel
così grandi personaggi. 11 censo im- che dilTusamente tratta il Borgia con
posto da Giulio II al re Ferdinando analoghi documenti. Fra questi ve
fu di ottomila oncie d'oro ad pon- ne sono sulla presentazione della
diis ipsiiLs ivgin , in ogni anno, e chinea fatta al Papa, benché questi
di un palafreno liianco, bello, e non si fosse recato a celebrare le
buono in ogni triennio. Ma da que- funzioni per la festa de' ss. Apo-
sto censo lo slesso Giulio II, ncl- stoli nella basilica vaticana. Questo
fanno medesimo i^^io, con bolla dei magnifico apparato reputavasi tanto
17 agosto, liberò Ferdinando, condo- unito al censo , che tutte le volte
nandogli ancbe il pagamento del- in cui per necessarie e gravissime
l'investitura, in grazia della parti- ragioni fosse ommesso o differito
colare sua divozione ed attaccamen- veniva nei brevi apostolici chiara-
to alla santa Sede, e delle dispen- mente espresso che la ommissione ,

diose gucire sostenute per cacciar non pregiudicasse al consueto, come


via dalla Spagna
mori maometta- i rilevasi dal breve di Alessandro VII
ni con tanto onore, e vantaggio
, del 56)7, e che la dilazione si
del nome cristiano. Volle però Giu- concedeva con questa speciale legge
CHI CHI 9,
e condizioi^e , che la presentazione se ilDu-Mont nel , Cérénìonial di-
si dovesse fare, nel termine proro- ploììialique, num. 1, pag. i ja, Am-
gato, al sommo Pontefice colla or- slerilam 1739. Con questo celebre
dinaria solennità ; il che dichiarò fatto restò pubblicamente contestata,
Innocenzo XI nel i683. Il nomi- ancora per confessione del medesi-
nato Alessandro VII emanò tal bre- mo re Carlo li, la giusta e ragio-
ve, perchè Roma in quell'anno es- nevole richiesta de' pontificii mini-
sendo ti'avagliata da micidiale pe- stri,che un atto sì solenne, ed im-
stilenza, la festa di s. Pietro fu ce- portante fosse con tutta la conve-
lebrata senza le consuete liete di- nevole e necessaria pompa celebra-
mostrazioni di fuochi artifiziali, spari to dinanzi la sagra persona del Pa-
di artiglierie, ed illuminazioni, e la pa , a piacimento ed aibitrio
cui
chinea fu perciò presentata privata- dovesse luogo e tempo determi-
il

mente. narsi. Fu inoltre Carlo II sì reli-


Accadde nel pontificato del men- gioso ed esatto, che dovendo paga-
zionato Innocenzo XI che, troTandosi re il censo nella festività degli Apo-
infermo nel 1686, e non potendo nel stoli 1691, e vacando allora la
nel
luogo consueto ricevere il censo, de- santa Sede ,
per la seguita morte
terminò che dall'ambasciatore di Car- di Alessandro Vili, si esibì pronto
lo li re di Spagna si presentasse nel- di farlo presentare al sagro Colle-
la sala del concistoro, supplendo la gio de' Cardinali, anche con riser-
presenza del sagro Collegio a quella bare il palafreno, o chinea, per of-
del Papa. Ma avendo il conte Bor- frirloal nuovo Pontefice. Piacque

romeo ambasciatore ricusato di fa- ai Cardinah la buona volontà del


re questo atto, se non in cappella, re; ma saggiamente preferirono di
ovvero al letto del Pontefice , loc- rimettere il censo e chinea al futu-

chè gli era stato negato, si appigliò ro Papa. IVel medesimo anno fu
al partito di far presentare il cen- creato Innocenzo Xll, il quale nel
so privatamente al Cardinal camer- dì primo di novembre ricevette nel
lengo di santa Chiesa, ed ai mini- palazzo Quirinale l'omaggio del i-e

stri camerali nella sala dove dagli , per le mani del principe Barberini,
altri feudatari, non obbligati ad una che con legia magnificenza sosten-
splendida forma si ricevono , tri- i ne il carattere di ambasciatore straor-
buti. Di fatti andarono i ministri del- dinario del re cattolico , come sor
l'ambasciatore per presentarlo ; ma vrano delle Sicilie. IVIa delle pre-
dai camerali non si volle ricevere sentazioni della chinea fatte nei pa-
un censo dovuto alla stessa persona lazzi Quirinale e Vaticano, e nella
del Papa. L'ambasciatore ne portò chiesa di s. Maria del Popolo agli
doglianze al proprio sovrano ; ma 8 settembre dopo la cappella par
questi con più equo consiglio , or- pale, e di quelle fatte da un Car-
dinò che si pagasse il censo quando dinale, si può vedere il volume IX
e dove voleva sua Santità. Ed è del Dizionario, alle pag. 77, 86 e
perciò, che quindi venne presentato 87.
a' 28 agosto dello slesso anno 1686 Neil anno 1 700, cessando di vi-
ad Innocenzo XI al Quirinale e , vere Carlo Uj in Europa, e mas-
l'ambasciatore Borromeo compì alla sime in Italia, si accese aspra guer-
solennità della funzione, che descris- ra per la successione alla possente
9^ CHI CHI
ih1 estesa inonai-chia di Spagna, alla come scrive il Guairiacci, f^it. Pon-
(pialo ])i-ete)i(lcvaiio Luij^i ^IV re tif. toin. II, pag. 7 e 371. Due
iti l'-iaiicia, e Loo]jo!(1(j I ii)i})cra- giorni prima della detta presenta-
tore. Ma avendo il primo accettala zione del censo, avea Clemente XI,
la disposizione testamenlaria del de- con suo chirografo de' 2G giugno,
lonto, dichiarò re delle Spagne Fi- dichiarato alle parli contendenti non
lippo duca d'Augiò, secondogenito pregiudicarsi la non efrettuata pre-

del suo tiglio Delfino di Francia, il sentazic^ne di censo, e che rimanes-

f|Liale prese il nome di Filippo V. Aspi- sero salve ed illese egualmente le

rò questi anco alla sovranità delle ragioni della santa Sede. In questo
due Sicilie, e eolle armi se ne rese chirogratò, cui Clemente XI ripetè
padrone. A giustificarne il possesso, ne' seguenti aiìiii , si fìi particolar
si rivolse a Clemente XI per otte- menzione della solenne pompa e
nerne r investitura. Fu allora, che cavalcata, che doveva accompagnare
nacque viva gara tra le corti ili Ma- la presentazione del censo e chinea
drid, e di Vienna, pretendenti alle per le due Sicilie.
Sicilie. Da ambe le parti si doman- E ben a ragione Innocenzo XIII,
dava l'investitura con preghiere, e neir investitura , che poi diede nel
larghe promesse al Papa. Entram- 172?. a Carlo VI d'Austria, par-
be le corti offrirono il censo prima lò delle consuete solennità nella pre-
di averla riportata, e quella di Ma- sentazione del censo, non già c(»me
drid lo fece eziandio iniprovvisa- di un atto semplice tàcoltativo, ma
niente presentare al tribunale della come di un atto famulativo ad un
camera Apostolica nella vigilia della titolo positivo e sul quale, dopo
5

lesti vita di s. Pietro nel 1701 ; ma così lungo corso d'anni, oltre la cen-
non ammesso, anzi venne tòr-
Tu tenaria, s'era acquistato ogni buon
uialmente rigettato. Era fermo il diritto, e quindi obbligò l" investito
Papa nella prudente massima di con- Carlo VI a giurargliene l' osservan-
servarsi strettamente neutrale, qual za, con queste parole: " Perpeluis
si conviene padre comune de' fe-
al » futuris temporibus singulis annis
deli, per cui sempre ricusò conce- » ipse Carolus rex, ejusque haere-
dere ai pretendenti la tanto bra- :> des et successores, alii([ue vocali
mata investitura, come può vedersi » praedictum censum nobis, et suc-

nel lib. V dell' Istoria delle guerre » cessoribus nostris cuin solitis solc-
avi'enute in Europa per la succes- » mnitatibus integre persolvere o-
sione della nionarchiaspagnuola.ee., « innino debeant ". Non fu però
del marchese Ottieri. Nel tomo I di questo un nuovo obbligo imposto
questa istoria si legge un singolare al re; ma una giusta cautela, per-
stratagemma, con cui gli spagnuoli chè si osservasse quel jus , eh' era

presentarono di nascosto in tale oc- già con tanti atti solennemente pre-
casione il suddetto tributo nel pa- scritto,e che ultroneamente fu pro-
lazzo vaticano, e come lo rifiutò messo pochi anni dopo dal re di
Clemente XI, donde prese occasio- Spagna Filippo V, quando divenu-
ne il tedesco Vesterno per battere to sovrano delle Sicilie, co' termini
una medaglia con questa leggenda, seguenti, in idioma spagnuolo: •> Y
allusiva alla chinea: equo ne credi- » de la nnsnia , sue r te se afre te
te TEUCRI j AUFUGIAT PRO HAC VICE ,
:> proinpto a presentar la Acanea
,

CHI CHI 93
» en la forma, y solcmnulad rtco- e sugli anteriori tributi ed investi-
}t stuinhrada ". E di falli la conse- ture concesse dai Papi ai sovrani
gui iiell'aiino lySS, e nella lìolla diversi, che dominarono sulle Sici-
speditagli da Clemente XII, fece lie, per la sovranità avuta dalla
ripetere anche la clausola delle usa- santa Sede su quel reame sino dal
te formalità, e solennità nella pre- secolo ottavo, e sulla condotta di
sentazione del censo, colle stesse Pio VI in sostenere le ragioni della
espressioni della bolla d'Innocenzo Chiesa Romana, si cousuiti l'artico-
XIII, per Carlo VI d'Austria. lo SlCItlA.
Tali condizioni sulle ordinarie so- Tuttavolta aggiungeremo qui qual-
lennità della presentazione della Chi- che nozione più interessante sull'argo-
nea, furono ripetute da Clemente mento. Nel 1777 nel presentare il
XIII, nella investitura, che diede contestabile Colonna la chinea, cam-
delle Sicilie nel 1760 al re Ferdi- biò la formula all' improvviso , di-

nando IV, e volle che il censo si cendo che la presentava in attesta-


pagasse con le condizioni, modi, e to di divozione del suo sovrano
forme prescritte dai Papi suoi pre- verso i ss. apostoli Pietro e Paolo.
decessori massime da Innocenzo
, Ad onta che inaspettatamente si u-
XIII, e Clemente XII ; e nella for- disse da Pio VI la nuova formula,
inola di giuramento, che a nome del con prontezza rispose: Noi accettia-
re prestò Cardinal Domenico Or-
il mo questa Chinea in segno di vas-
sini, e che poi fu ratificato da Fer- sallaggio, per li due regni di qua
dinando IV, distintamente fu richia- e di là dal Faro. Ciò non pertan-
mata la bolla di Clemente XII. to, per interposizione di Carlo III
Nel pontificato di Pio VI, nel re di Spagna, ne' successivi anni il

177G, insorsero alcune dispute di contestabile Colonna continuò a pre-


precedenza, nel giorno della presen- sentax-e in nome di Ferdinando IV
tazione della chinea , fra i gentiluo- la chinea a Pio VI coli' antica for-
mini del governatore di Roma, del mula. Ma nel 1788,11 governo del
ministro di iSpagna, e del contesta- re prese la risoluzione di non far

bile Colonna ambasciatore straordi- più presentare la chinea, per cui


nario del re Ferdinando IV, onde Pio VI, dopo aver celebratola mes-
presentare al Papa il censo. Il mi- sa pontificale nella basilica vaticana
nistero napoletano fece sapere alia per la festa de' ss. Pietro, e Paolo,
corte di lloma, che per evitare in pi'onunziò in pubblico al sagro Col-
seguito altri simili disordini , il re legio un'allocuzione per la non of-
aveva risoluto di non far più cele- ferta chinea dopo la quale sullo
,

brare la solenne cerimonia delia stesso proposito monsignor fiscale


pubblica presentazione , ma invece della Camera apostolica emise una
di far passare privatamente alla ca- lobusta protesta. Da questa el)l)o

mera ajiostolica la solita somma di origine la che ogni anno


protesta,
sette mila ducali d'oro, a titolo di nel detto pontificale Pio VI fece in
di vota offerta ai ss. Apostoli Pietro lutto il suo pontificato, dopo aver
e Paolo. JMa sulla sottrazione del- accettata quella del mentovato pre-
l'annuo tributo sino dal i196 con- lato fiscale^ e che pur proseguirono
venuto tra Celestino 111, ed Enrico i di lui successori, sino al presente.
VI figlio dell'imperatore Federico I, /'. il volume IX, p. 81, e 82 di
,

94 CHI CHI
(jiieslo Dizionario, in un alle for- alcuni, ilFerdinando de TolTes
i^av.

mule della protesta e dell' aeccltu- presentò la chinea a Pio IV in no-


zioiic. Ivi, e specialrneiite uelle an- me di I''ilippo li re di Spagna, e
teriori pagine 76 e 77, si descrive quindi nel proprio palazzo in piazza
il modo come seguiva la presenta- IN'avona, che poi divenne proprietà
zione della cliinea , nella vigilia di dei Laneellotli , ne' riquadri della
s. dopo il vespero pontifica-
l'ietro sala, fece di[>ingere la magnifica
le, cioè che quando il Papa era pompa con cui eseguì 1' incarico.
arrivato Ira i due pili dell' accpia Nel 1687 Carlo li destinò a pre-
santa, la cliinea appositamente am- sentare la chinea a Innocenzo XI^
maestrata s' inginocchiava, e dentro colla solita qualifica di ambasciato-
nn vaso d'argento sostenuto dalla re, il duca Federico Sforza Cesari-
sella, presentava il trihuto di sette ni, ed egli adempì quella funzione
mila ducati d'oro, nell' atto che eolla maggiore sontuosità. Neli734>
l'ambasciatore pronunziava quella Clemente XII ricevette la presenta-
formula, che insieme alla risposta zione della chinea dal principe San-
del Papa pure riportammo.
ivi tacroce. Però nello stesso decorso se-
La detta Ghinea, magnificamen- colo, e parlicolarincnte verso la melàj
te bardata, spettava dopo la fun- il conteslabile Colonna fu l'auìbascia-
zione al Cavalltrizzo maggiore del tore straordinario del re di Napoli,
Papa {^Vecii); ma poi si conven- per la presentazione della chinea al
ne tra il cavallerizzo e l'ambascia- sommo Pontefice. Siccome nell'an-
tore, che questi pagherebbe a quel- data alla basilica vaticana colla chi-
lo in compenso della chinea e del- nea l'ambasciatore riceveva il salu-
la bardatura scudi trecento per to dal Castel s. Angelo, con alcune
ogni volta. Piiguardo al cerimonia- salve di artiglieria , e nel passare
le, e come seguiva la cavalcata del- per la piazza di s. Pietro, dal can-
l'ambasciatore straordinario, si de- none e mortari della guardia sviz-
sciive al volume X del Dizionario zera, così tornato al suo palazzo ,

alle pagine 3ii e 3 12. Solo qui aveano luogo sontuosi rinfreschi
aggiungeremo, che l'ambasciatore del suoni, cantate, illuminazioni, fuochi
Carpio, destinato a presentare la con macchine allegoriche,
artifiziali
chinea ad Innocenzo XI, voleva ed altre solenni e pubbliche dimo-
portarsi in sedia nella cavalcata ; strazioni di gioia. Le descrizioni di
ma il Papa gli fece sapere che non tali feste si leggono ne' Diari di Ro-
gli avrebbe mandato le consuete ma, e il Cancellieri nel suo Merca-
guardie, per cui si adattò di caval- lo ec, a pag. i8c), tesse un catalo-
care, come era il costume. go dei numeri de' detti Diari, che
Non sempre il contestabile Colon- ne parlano.
na fu quegli che fece le funzioni di liitornando alla sospesa presenta-
ambasciatole straordinario per pre- zione della chinea , nel medesimo
sentare la cliinea, dacché piuttosto, anno 1788 il cav. Ricciardelli , in-
dopo il i68o, sembra che s'incomin- caricato di affari del re di Napoli,
ciasseda un individuo di tal' illustre ebbe ordine dalla sua corte di por-
famiglia a fare sì onorevole uffizio, tare al Cardinal Boncompagni se-
per parte dei re di Spagna, e dei gretario di stato, settemila ducati
re di Napoli. E di fatti, per dire di d'oro di Camera, nonché altri tre-
,

CHI CHI 9I;

cento ducati pel cavallo bianco det- » prezzo del cavallo bardato detto
to chinea ; ma il Cardinal ricusò M chinea, che sopra il dor.so portar
di riceverli,dicendo che nella so- >* soleva il consueto denaro ".

lennità appunto della cerimonia, e In processo di tempo la corte di


nella nomina di uno straordinario Napoh fece alcune trattative per una
ambasciatore per adempirla, consi- convenzione con Pio VI, in virtù del-
steva la principal circostanza del- la quale ogni re delle due Sicilie pa-
l'omaggio. Replicò il ministro, che gherebbe per una sola volta alla san-
sua maestà era intenzionata di con- ta Sede cinquecento mila ducati, in
tinuare la pietosa offerta, non mai foi'ma di pietosa offerta a s. Pietro,
a titolo di censo, tributo, investitu- ma che cesserebbe per sempre la ce-
ra, o vassallaggio, ma solo per di- rimonia e formalità della solenne pre-
vola offerta ai ss. Apostoli Pietro e sentazione della chinea. 11 tempo pe-
Paolo, e perciò a tal fine l'avrebbe rò fece conoscere, che le trattative
depositata al montt di pietà di Ro- per convenzione non ebbero elfet-
la
ma [Vedi), per restarvi a piena to, continuando Pio VI a pronun-
disposizione di sua Santità. Di fatti ziare la consueta protesta sedente sul-
per molti anni continuò il cav. Ric- la sedia gestatoria, nel dì di s. Pie-
ciardelli a fare il deposito di un- tro , in mezzo alla basilica Vati-
dici mila ottocento trentotto scudi cana.
e baiocchi settantacinque, che cor- Che il cavallo bardato, o la chi-
rispondono ai detti settemila ducati nea, venisse dato alla santa Sede per
d'oro di camera, ed alla tliinea bar- imbuto di vassallaggio anche dalla
data, che si valutava per cento set- città di Bamherga (Vedi), lo dicem-
tantacinque scudi d'oro simili. IMa mo a queir articolo. Della chinea de-
se per piìi anni replicò il Ricciar- stinata a poitare la ss. Eucaristia a-
delli il corrispondente deposito, que- vanti ai sommi Pontefici, nel posses-
sto tuttavia non fu mai dalla santa so alla basilica lateianense, e nei viag-
Sede accettato. Laonde così molti- gi dei medesimi Papi, guidata da due
plicato, fu poi levato dal monte di palafrenieri, chiamati i palafrenieri
pietà con ordine del medesimo in- del Sagiamento, si tratta agli
ss.

caricato regio. Nel 1791 continuan- articoli Eucaristia (Vedi), ed a


dosi a fare il deposito, nella dichia- Cavallo ( Vedi ) ove pure si di- ,

razione si ebbe a notare una variazio- ce delle mule bianche, o chinee ca-
ne di espressione, cioè che invece di valcate od usate dai Pontefici.
,

dire a titolo di limosina, si disse a Il Cancellieri poi nelle sue ope-


titolo di divozione, il che nella so- re parla delle chinee portanti il

stanza non era quanto richiedevasi ss. Sagrameuto ,


guidate pel freno
giustamente. Diceva la formola del da persone nobili ecclesiastiche , a-
deposito w che per la special divo- venti anch'esse il nome di palafre-
» zione, che sua maestà Siciliana nieri della chinea, e palafrenieri
" professava ai ss. apostoli Pietro e del Sagramento. Tra le dette
ss.

" Paolo, mandava la consueta som- opere va letto quanto egli riporta
" ma, coir aggiunta
di ottocento nella Lettera a monsignor Tommaso
M scudi in circa , per compensare Guido Calcagnini, a pag. 3-ì, pe-
w l'ommissione fatta negli anni pre- rocché vi hanno in essa erudite no-
» cedenti, di non aver valutato il tizie suU'argomeuto.
96 CHI CHI
CIITO o SCIO. Sedo vescovile sacerdoti della congregazione dell" o-
neir isola di lai nome. V. Scio. ratorio, fondata poi dal medesimo
CHIODI (Co ngrcgaz ion e religiosa s. Filippo, furono pure volgarmente
de' sacri). Nell'anno iSGy nella cit- chiamali, \ padri di s. Filippo Neri.
tà di Siena il p. Matteo Guei'ra, Di questa congregazione si possono

uomo insigne per pietà, volle isti- leggere le notizie ne Fa su Sancsi,


tuire una congregazione di sacerdo- e nelle Pompe Sancsi del p. Isido-
ti, la quale fu chiamata (\e sagrì ro Azzolini Ugurgeri, part. I, tomo
Cliiodi, perchè abitando dopo la lo- X, Ddli fondatori delle Religioni
ro fondazione, nell'ospedale detto Sanesi.
della Scala, si congregavano in una CHIODI {Reliquie insigni). Quan-
cappella della chiesa dell' ospedale tunque gli Evangelisti nel riferire
medesimo, dove si conservava con la passione e il martirio solTcrto in
inolia venerazione uno de' chiodi, coi croce da Gesù Cristo, non facciano
quali venne inchiodato in croce Ge- menzione de' chiodi che Io trafis-
sù Cristo. Dipoi con bolla di Grego- sero, con tuttociò ne parlano chia-
rio XIII ncUanno i584 fu alla con- ramente dopo la sua gloriosa ri-
gregazione data la chiesa di s. Giorgio, surrezione. S. Luca, cap. XXIV, 89,
e furono confermate le loro rego- ci dice , che allorché Cristo com-
le, che pure vennero approvate nel parve agli Apostoli , dopo essere
seguente anno da Sisto V. Ivi i sa- risuscitato, non essendovi s. Tom-
cerdoti vivevano religiosamente in maso, disse loro Mirate le mie mani:

vita comune, senza proprietà indivi- e i miei piedi, perocché io son desso.
duali, e secondo le costituzioni aposto- E detto questo, mostro le mani e i
liche, che ricevettero altres'i l'appro- piedi, e da s. Giovanni si replica,
vazione nel 1096, anche da Clemen- cap. XX, 20 dopo aver così
: E
te \II1. Facevano solenne giura- detto, mostro loro le mani ed il co-
mento di perseverare sino alla mor- stato. E Tommaso disse agli Apo-
te, e di ubbidire al loro superiore; stoli quando gli raccontarono 1' ap-
dal qual giuramento il solo Papa parizione, idem V. 25: Se io non
poteva dispensarli , come espressa- veggo nelle sue mani la fessura
mente si legge in una bolla di Pao- de' chiodi , e se non metto il mio
lo V de' 23 gennaio 16 14, e in dito nel luogo de' chiodi , e non
altra emanata da Urbano VIII nel metto la mia mano nel suo costato,
1627. Questa congregazione fiori non lo credo. E comparendo di
per uomini di segnalata bontà e , nuovo Gesù Cristo, allor cli'era-
dottrina, e si esercitava nell'ammi- vi s. Tommaso, a lui rivolto, ecco
nistrazione de' sagramenti, in predi- come gli parlò, ib. v. 27 : Metti qua
care, ed insegnare la dottrina cri- il tuo dito, e osserva le mie mani,
stiana a' fanciulli, e in molte auste- e accosta la tua mano, e mettila nel
rità. E già colle sue opere, e col mio costato. E ciò fece, perchè tut-
suo esempio, riuscì di grande edi- tavia apparivano aperte le sue mani
ficazione a' fedeli, e trasse a sé molti da' chiodi, e il costato dalla lancia.
proseliti, fra' quaU s. Filippo Neri, in- Nella versione persiana, Jo. e. XX,
timo amico del p. IMatteo fondatore. in Polyglot. V, XLI, 20, pag.
t.
E siccome l'abito dei sacerdoti dei 509, London, 1657, si espriaiono
sagri Chiodi era uguale a quello dei anco le ferite de' piedi, ove leggesi :
CHI CHI 07
Disse questo, e mostri) loro le ferite di Plinio, mettevano dei pezzi di
delle mani, de piedi e del costato : legno al Ijasso delle croci, affinchè
11 che mirabilmente si accorda con i malfattori potessero appoggiarvi i
ciò, clic di Ini predisse il reale Sal- piedi. Un' altra simile stravaganza
mista, Psai. XXIj i8, ove dice: si vedeva nella croce stazionale pos-
Hanno forati i mici piedi, e le mie seduta dal senatore Ebnero d'Eschen-
inani. E adunque indubitato, e lo bach, in cui rappresentasi Cristo
confermano l'antica veneranda tra- senza avere i piedi trafitti dai chio-
dizione, la rispettabile autorità dei di locchè è certamente contro l'o-
;

Padri, ed un numero incalcolabile pinione più vera e più comune, e


di antichissime immagini di Gesù contro l'uso generale antico e mo-
crocefisso , che gli furono eziandio derno, di rappresentare Gesù con-
trafìtti e perforati i piedi da chiodi fitto da chiodi ancor ne' piedi. Che
di l'eiro. il Redentore fosse trafitto da quat-
I chiodi de' piedi, secondo la più tro chiodi, è più probabile, sebbene
comune opinione, si crede siano stati l'opinione, che lo sia stato da tre
due, come ricavasi da s. Gregorio chiodi , abbia in favore gravi ed
di Tours, De glor. 3Iarfyr. cap. 6; antichi scrittori. Giusto Lipsio, de
da Innocenzo 111, Semi. I de uno Criice, lib. cap. 9, pag. 44, cre-
II,

Marlyre; dal Cardinal Toledo sopra dette che Nonno scrittore del quinto
del capo 19 di s. Giovanni, annot. secolo , fosse di questo sentimento
1
4 da s. Cipriano nel sermone de
j nella parafrasi in versi del vangelo
Passione Domini, e da un gran nu- di s. Giovanni. Curti Il citato p.
mero d'immagini lavorate negh an- pelò da un altro passo del mede-
tichi musaici , e principahnente in simo Nonno, pretende di mostrare
quelli fatti dai greci, riportate fra che ancor egli opinasse essere stati
gli altri dal p. Cornelio Cuiti nella quattro i chiodi.
sua opera de Clavis Dominicis. Me- Altri poi, per convalidare l' opi-
glio di prova il dottissimo
tutti lo nione de' tre chiodi, adducono in
Benedetto Xi V, Lamherlini^ De [est. loio favole l' autorità della trage-
D. N. Jesu Chris ti part. I, num. dia greca intitolata: Cristo paziente.
279; il quale con isquisita erudizio- Ma c[uesta veramente poco a loro
ne ha moltissime cose disaminate, giova perchè l' autore è un ooeta ,
ed osservate non meno in conferma che non istà strettamente al van-
<le' quattro chiodi, che in confuta- gelo e all'istoria, sebbene sia il ve-
zione di chi sognava non già con nerando s. Gregorio Nazianzeno, se-
chiodi essere stato confitto in croce condo alcuni. V. Lollaud, ad i5
Gesù Cristo, ma bensì con funi es- 3Inii., Tillemont t. I, not. 3g. Sur.
sere stato legato. In un sagro trit- lY. S. J. C, p. 455 , e i Crocefissi
tico de' religiosi carmelitani di Luc- con quattro chiodi, dappoiché fuori
ca del XIV secolo, in bassorilievo di quelli riportati dal p. Curti, dal
eseguito sull' osso bianco, eravi rap- Lanibccio, Uibl. Caes. lib. II, pag.
presentato il mistero della crocefis- 4 IO, e lib. XIII
dal cod. 6'j ,

sione, con Gesù Cristo posto sulla Buonarroti nel Dittico di Ramhona,
croce, senza segno di chiodi, pog- e dal can. Giuseppe Martini, Tlieatr.
giando i piedi su di un zoccolo. IJasilic. Pisan. tab. XiX, pag. 87,
Vero è però, che i romani, al dire se ne trovano pure altrove. Di fatti
voi. XUI.
7
gS CHI CHI
se ne trovano anche oggltlì in al- Si sono anche per divozione imi-
cune chiese antiche, come nella col- tati i chiodi, coi quali Gesìi Cristo,
legiale eli s. Michele in Lucca , in fu attaccato alla croce. Calvino ne
quella metropolitana, in quella ab- conta quattordici o quindici, ch'egli
bazia di Pozzeveri, senza mentova- pretende che i cattolici tengano per
re altri luoghi. Il Torrigio, Le sa- veri , ma fra questi ne mette molti,
gre grotte Faticane, dice a p. i(^'^, dei quali prima di lui non si era
che pur troppo gravissimi autori mai inteso parlare ^ come «juelli di
greci e latini sostengono che, Gesù Venezia , dei carmelitani di Parigi,
fu crocefisso con quattro chiodi, due della santa cappella di Draguignan
alle mani , e due a' piedi , ed af- del villaggio di Tenaille , il quale
ferma di avere veduto simili Cro- vuoisi immaginario. Il vero chio-
cefissi i^f^edi), nel portico della ba- do, che è in Boma nella chiesa
silica lateranense, e nelle chiese di di s. Croce, fu limato, ed ora non
s.Maria Liberatrice, de' ss. Cosma ha pili punta. Questa limatura e
e Damiano, di s. Bonosa, di s. Ni- stata rinchiusa in altri chiodi, fatti

cola in Carcere, di s. Clemente, di alla stessa foggia e forma del vero,


s. Urbano alla Calltirella, di s. Bi- e in tal modo lo si è in certa guisa
l)iana, e di s. Costanza , come ne moltiplicato. Si è trovato anche un
vide a s. Maria in Traspontina nel altro modo di farne molti, cioè col
chiostro, nelle porte della basilica toccare con chiodi somiglianti il ve-
ostiense, nella sagrestia di s. Pietro, ro, e dopo distribuirli. 11 Cardinal
nelle grotte vaticane, e sopra il mo- s. Cai'lo Borromeo, prelato illumi-
numento di Giunio Basso ,
prefetto nato e della più scrupolosa esat-
di E.oma, esistente nella stessa ba- tezza in fatto di reliquie, aveva molti
silica vaticana. chiodi fatti a somiglianza di (jiiello,

costume moderno di rappre-


11 che si venera a Milano, e li distri-
sentare le immagini de' Crocefissi buiva dopo averli toccati a questo,
co' piedi sovrapposti l'uno all' altro, ed uno ne donò al re di Spagna
e da un solo chiodo
trafitti vi è , Filippo II.

chi crede, come il citato Buonarro- Parlando il Baronio, all'anno 326,


ti, Osservazioni sopra il dittico di de' chiodi della croce, ove fu cro-
Rand)ona, sia stato introdotto in- cefisso il Salvatore, avveite che il
torno al tempo della ristorazione trovaisi in più luoghi diversi di tali

delle belle arti, pensando forse gli chiodi, forse avvenne dal formarsene
artefici col formarli in tal guisa, di con parte dei veri ovvero che i ,

dar loro maggior grazia , e attitu- chiodi, i quali servirono a commet-


dine. In siinil modo se ne vedono tere i due assi della croce, sieno cre-
alcuni nella chiesa di s. Croce di duli per quelli, che forarono le di-
Firenze dipinti non solo da Cima- vine membra di Gesù. Dello stesso
bue, che fiorì nel secolo decimo- sentimento è il p. ftlenochio, t J,

terzo, e fu maestro di Giotto ed , pag. 6'2(), Dei chiodi


fa co' (jiiali

uno de' principali ristoratori della confìtto in croce Gesù, dicendo che
pittura, ma ancora da Margaritone pure in Como, e in Treveri se ne
pittore e scultore aretino, che pur egli venerano, ed aggiugne die fra essi
visse in quell'epoca. / .Pompeo Sar- vi sieno puro chiodi, co' quali fu i

ndYì, Lettere ecclcsiasticUe, t. ¥,0.78. li^rmato sulla croce il Titolo. /^, il


CHI CHl 99
Gretsero, de Cnice, capo 28. Per si una violenta bur-
nell'Adriatico, per
non dire di altri luo£!;lii, anche nella rasca, gettò nel mare uno de' chiodi,
città di Spoleto, e nella chiesa di s. e lo ebbe tranquillo. Tanto riporta
Domenico si venera lui sagro chiodo, il citato san Gregorio Turonese, lib.
ed uno è pure in venerazione nella I, e. 6. Abbiamo inoltre, che il ti-
cattedrale di Colle. Racconta il Piaz- glio di s. Elena, Costantino, come at-
za, Gerarchia, ec., pag. 4^^ 5 ^^^^ testa s. Andjrogio, de Ohit. Theod. n.
nella chiesa di s. Eusebio di Roma 4?, e dicono altri autori, pose uno dei
si dice conservarsi il chiodo, il quale chiodi nel ricco diadema di cui usava
fu fatto in forma di freno a Co- ne' giorni piìi solenni, e che un al-
stantino imperatore, ma aggiunge che tro chiodo pose nella briglia del ca-
piuttosto esso sia quello, il quale con vallo, riguardandolo come un sicu-
molta divozione si conserva nella ro preservativo ne'pericoli della guer-
metropolitana di Milano, in prezio- ra. E il predetto s. Gregorio, Ice. cit.,
so reliquiario, che si espone ogni an- dice che eranvi due santi chiodi, nel-
no alla pubblica venerazione a' 3 la briglia del gran Costantino. Si leg-
maggio, con solenne processione in- ga Alfonso Paleolti, nel libro inti-
trodotta da s. Carlo Rorromeo quan- tolato Jesti Cliristi Crucifìxi Styg-
do n' era arcivescovo. Certo è, che niala sacra e sindoni impressa, Ve-
nella chiesa di s. Eusebio ora non nezia 1G06, cap. 21, che parla dcN
vi è tal chiodo. Da alcuni fu credu- le ragioni per cui il Salvatore non
to,che la celebre Corona di fer- permise che gli fossero infrante le
ro [Fedi), colla quale s' incoronano gambe. Il Cancellieri nelle sue Dis-
gl'iniperatori, come sovi-ani del regno sertazioni epistolari bibliografiche ^
Lombardo-veneto, e prima serviva tratta a pag. i i i, dei tre chio-
pei re d'Italia, e che si conserva ge- di della santa da s. cioce espressi
losamente in Monza sia formata con , Rernardino nel nome di Gesù, la
un santo chiodo. Con questa coro- cui divozione grandemente fu da
na nel l3^5 fu coronato in Mila- quel santo propagata col dipingerlo
no a' 6 gennaio l'imperatore Carlo in sigle.
lY, ad istanza del quale nel!' anno Seguendo la tradizione di quelli,
precedente. Papa hmocenzo \ I con- che voghono il Redentore crocefis-
cesse alla Germania, e alla Roemia so con tre chiodi, alcuni liturgici di-
il celebrare nel venerdì dopo l' ot- cono venire rappresentati nei tre a-
tava di pasqua la festa della sagra ghi o spilloni d'oro, la cui testa è
Lancia, e de' sagri Chiodi, che ser- ornata d'un rubino, co' quali vie-
virono di stromento per la passio- ne fermato dal Cardinal diacono e
ne di Gesù Cristo. Che in Siena dal prelato suddiacono, il pallio al
vi fosse un santo chiodo, lo dicem- sommo Pontefice allorché celebra so-
mo all' articolo Chiodi Congrega- lennemente. P\ Stomer AugusLlib. i,
Zìoue de' sagri (fedi), cosi deno- Genume Aidnicv e. i']^; Raldassari,
minata perchè fondata presso la chie- il Pallio apostolico; e Garampi, Si-
sa ove veneravasi. gillo della Gnrfagnana pag. 122 e
Intorno ai veri chiodi, che l'impe- 12 3, ove si dice, che Cencio Came-
raliice Elena trasse dalla croce del
s. rario chiamò detti spilloni Spinu-
i

Salvatore,, si sa che la pia principes- Ice, e di essi riporta erudite notizie.


sa trovandosi in pericolo di annega r- CHIOGGIA o CIIIOZZA ( Ciò-
loo CHI CHI
dica.). Citlà con residenza vescovile Claudio, per cui chiamossi Clandio-
nel i"Cgno lombardo-veneto. E po- rinlis. Fossa Claudia, da Tolomeo
sta in snlubre e vantai^giosa situa- Fossa Clodia, e nel medio evtj Cin-
zione nella parte jneri<lionale del- cia. Paro tuttavia piìi indubitato
l'estuario presso l'Adriatico, un po- die Chioggia fosse una delle isole,
co al nord dell'imboccatura della di rifugio specialmente a'padovani,
lìrenta. Sarebbe interamente isola- nelle barbariche incursioni di Atti-
ta se non fosse congiunta col lido la, di Odoacre, di Totila, di Al-
di Brondolo, mediante un ponte di boino, e degli altri dominatori lon-
pietra di quarantatre archi, assai gobardi, e greci. Divenuta in pro-
stretto, ma
lungo duecento cinquan- gresso popolata, massime per lo sta-
ta passi. Oltre l' isola di Brondolo, bilimento di quei di Este, e di
sono non molto lontane da Cliiog- IMonselice, sulle rovine della città di
gia quelle del Lido, di Poveglia, e JMalamocco, antica sede del veneto
di Pelestrina. suo sobborgo è pro-
11 governo, si divise in due parti, che
tetto da qualche batteria, e la cit- sichiamarono la grande e
la j)iccola.

tà è riguardata come uno de' punti La prima tuttora in piedi, bella,


piìi forti delle lagune di Venezia. con buoni edifizi, è divisa dallaltra
Il suo porto, l'antico Hcdron, con da un canale navigabile detto la
ampio bacino e canali, chiamato la ì'cna. Chioggia fu una delle dodi-
Conca di Brondolo, è il piìi oppor- ci isole formanti la provincia di Ve-
tuno al commercio pel Brenta, Adi- nezia, che aveva il suo tribuno, e
ge, e Po, perchè formato dalle ac- posteriormente uno de'qualtro can-
que dell'estuario , e da un ramo cellieri. Venne eretta in città, e per
dello stesso Brenta. Desso è difeso tale confermata, verso l'anno i i i o,
dal forte san Felice di figura esa- da Ordelafo Fahero, doge di Ve-
gona. Chloggia è capo luogo di un nezia.
distretto di quattro comuni, con pre- Per la sua posizione soffrì Chiog-
tura di prima classe, congregazione gia spessi guasti nelle venete guer-
municipale, vice-capitanato del por- re, e fu celebre per diversi com-
to, e dogana. L'origine della città battimenti navali fra le flotte vene-
rimonta ad epoca remota ed incer- ziane e genovesi. Questi ultimi vi
ta. Sembra farne menzione non perdettero nel 1 38o la celebre bat-
chiara Tito Livio, parlando nel X taglia, che rese vano il fruito delle
libro di tre borgate di padovani precedenti loro vittorie , e che ri-

distrutte dai greci, una delle quali stabilì il veneto dominio sulla ligu-
fu Chioggia, per cui si trae conse- re rivale. Tanto in questo, che in
guenza, che la fondasse Clodio, com- altri incontri, gli abitanti di Chiog-
pagno di Autenoi'e. Altri, seguendo gia diedero riprove di valore e di
un passo di Plinio, in cui parla Itideltà. Nel resto Chioggia seguì la
della Fossa Clodia, e del porto di ^5orte, e i destini della repubblica
Hcdron, la credono a lui anteriore, di Venezia. Sul così detto lido dì
e fondata da Clodio nemico di Ci- Sotlomarinn, che forma quasi un
cerone, o da Clodio capo degli Al- sobborgo di Chioggia, vedevasi la
banesi. Non mancamo (juelli, che ne chiesa della b. Vergine detta della
credono fondatore o l' inqieratore Navicella, bell'edifizio decorato di
Clodio Albmo , o Marco Aurelio stupendi dipinti, la cui erezione ri-
,

CHI CHI 101


inonlava al secolo dcciniososlo, ma ceduto nella sede di Chioggia da
ora è demolita e ridolta a foitifìca- quei personaggi, che si leggono nel-
zioni. Ivi si ammirano i sorpren- la Serie dei Vesco^'i di Malamocco
denti e celebri nuovi argini del e Chioggia, del eh. Giuseppe Via-
mare, chiamati Murazzi, opera ve- nelli della stessa città. In progresso
ramente emula delle piìi magnilìche di tempo la sede divenne sulfraga-
e grandiose de' romani, incominciata nea di quella di Venezia, dopo che
nel lySi, per cui giustamente vi nel XVI secolo fu sollevala al gra-
fu posta r iscrizione : ausu komano do patriarcale. Si contano quindici
VERE VENETO . La Strada maggiore di sinodi, che celebi-aronsi in diverse
Cliioggia è larga, e deliziosa. Il pa- epoche dai vescovi di Cliioggia, e i
lazzo governativo fu riparalo nel cinque ultimi furono pubblicati col-
if)44)ed abbellito di pitture. Quan- le stampe, cioè il sinodo di Lorenzo

do Pio \'I nel 1782 recossi a Ve- Prezzato, tenuto nel i6o3; di Pie-
nezia, aiio marzo giunse a Lago tro Paolo Milolti nel 16 16; di
Scuro del Po, dov'erano preparati Pasquale Grassi nel i634; di Fran-
tre bucintori, sette peote, e tre bar- cesco Grassi nel 1648; e del me-
che pel suo trasporto, e per quello desimo Fi'ancesco nel 1GG2. La cat-
del suo seguito. Sbarcò a Cliioggia tedrale dedicata all' Assunzione di
ad un'ora della sera, e prese allog- IVIaria Vergine in ciclo ,
possiede
gio, e dornù nel palazzo Grassi, ove diverse preziose reliquie. F a tre

fu convenientemente complimentato navi, come la rifabbricò larchi tetto


a nome della repubblica veneta Baldassare Longhena nel i633, sul-
dai procuratori di s. ]Marco Manin le rovine dell'antica stata consunta
e Contarini, che poi il corteggiaro- da un incendio. IMagnifico n' è il

no sino ai confini dei dominii vene- pulpito, ed il battisterio di marmo


ziani. Il di lui successore Pio VII, è uno de' più celebri d'Italia, orna-
eletto nel 1800 in Venezia, avanti to di Il suo
statue, e bassorilievi.
di recarsi in Pioma, andò a vedere campanile altissimo ed isolato, è di
su di un piccolo legno i celebrati bellissima forma. Dal capitolo usci-
Murazzi, come raccontano Cancel- rono uomini rinomatissimi. Ora si
lieri ne' suoi Possessi, a pag. 4^^'^ >
compone di otto canonici, di tre

e Pistoiesi, 1 ila di Pio l" II, tomo dignità, la prima delle quali è l'ar-

1, pag. 87. cidiacono, la seconda il decano, e


Cliioggia divenne più considere- tra i canonici sono compresi il teo-

vole allorquando verso l'anno 1106 logo, e il penitenziere. Vi sono


\i fu trasferita la sede vescovile di inoltre addetti all' iiffiziatura altri

INIalamocco, suffraganea del patriar- preti e chierici. canonico eser- Un


cato di Grado, la quale era stata cita ivi le funzioni di parroco, e
fondata circa nell'anno G38 da Tri- nella città vi sono due altre parro-
oidio vescovo di Padova , ivi rifu- chie, ed altre chiese ec. Evvi pu-
giatosi per la persecuzione di Piola- re una casa di Filippini, un istitu-

ri. Il vescovo, che per lo stato ro- to delle scuole pie, un altro di

Ninoso di Malamocco si fissò a beiìeficenza, un conservatorio per le


Cliioggia, fu Arrigo Grancarolo nel zitelle, il seminario, il monte di pie-

pontificato di Pasquale li, e nel do- tà l'ospedale ce. L'episcopio è un bel-


gado di Ordelafo Fulicro. Fu SUC- l'edifizio; e la mensa per ogninuo\x)
,

102 CHI CHI


vescovo è tassala ne' libri della Ca- CHIROGRAFO, o CIROGRAFO
Diera apostolica, in fiorini sessan- (
Cliiro^raplmm, Cirof^raphitin). Que-
totto. rinomato Cardinal Bembo
Il sta parola viene dal greco, e signi-
fu canonico decano della cattedrale; fica scrittura in cera, giacché prima
e tra i molti uomini illustri, che scrivevasi sopra tavolette spalmate
diede la città, vanno rammentati il di cera.Questo vocabolo aulicamente
Cardinal Santi Yeioiiese, il doge indicava pure un atto, che, richie-
Paolo Renier, molli vescovi, ed uo- dendo una copia, si scriveva due
mini dottissimi. volte in una medesima pergamena
CH IONIA (s.). Sebbene di geni lo- in senso contrario lasciando uno
,

ri idolatri, subì la pena del marti- spazio frammezzo, ov'era scritto il

rio in compagnia delle sorelle, nel- chirografo, per la cui metà era ta-
l'anno 3o45 in Tessalonica, il gior- gliata la pergamena ora per diiitlo,
no terzo di aprile. V. Agape (s.)_, ora a consegnandosene la
denti ,

Irene (s.). metà a cadauna delle parti. Di pre-


CHIOSTRO. Questa voce in gene- sente da' giureconsulti per chiro-
re significa un monistero di perso- grafo intendesi ima scrittura auten-
ne regolari dell'uno e l'allro sesso ;
tica stesa di proprio pugno portante
e talvolta la vita monastica. In que- obbligazione, secondo che la defini-
sto senso suol dirsi, che uno si può sce il Dizionario della lingua ita-

salvare nel chiostro. Il monaco spes- V. Chirographarius, nel Hie-


liana.
so viene chiamato claustrale dagli rolexicon del Macri; ed il Forcellini,
scrittori ecclesiaslici. J^. Macri Noi. Lexicon totius latinitalis pag. 554
(le'vocab. ecclesiastici, alla voce Clau- del t. I, Patav. 1827. Chirografo
strum. Anticamente i chiostri erano anche nel senso di diploma scriptum,
ancora scuole di lingua, di lettere, pactum, reguni et principuni mani-
e di arti liberali, massime ne' tem- bus ac subscriptionihus roboratuvi
pi, in cui per le barbarie non v'era- ( Da Cange, Glossar, ad scriptor.
no le pubbliche scuole. Tuttavolta med. et infimae latinitatis, Venet.
anche ne' secoli a noi vicini, e pre- 1737, t. II, p. 536), quando ha
sentemente in alcuni raonisteri te- il distintivo di Pontifìcio, significa
nevausi, e si tengono gratuitamente quella concessione, conferma di o
scuole di filosofia, teologia, diritto grazia, che il Papa accorda, o nel-
canonico, ec.^ benché a ciò non ob- r interesse della camera Apostolica,
blighi il loro istituto. o in seguito di domanda di parti-
In generale dlcesi chiostro quel colari, o di j)Ioto proprio (^Fedi)
luogo chiuso, e per lo più abitato sempre munito a piedi della sua au-
da persone sagre. Si dà anche tal tografa firma, e registrato nella me-
nome alle loggie e ai portici intor- desima Camera, a differenza delle
no ai cortili de' conventi ,
perysti- Bolle {Fedi), e dei Brevi {Vedi),
lium. I chiostri servirono eziandio e con deroga alle formalità pre-
di onesta prigione a' principi infe- scritte dalla costituzione di Pio IV,
lici
, e ad alcuni sovrani di ul- De registrandis. Così si esprime in
tima abitazione, non meno che ai proposito Teodoro Amydenio, cele-
vescovi ad altri prelati, o necessa- l)re avvocato della curia romana
riamente, o volontariamente peni- De officio et j'urisdictionc Datariae,
tenti. et de stylo Datariae, lib. I, cap, i5.
,

CHI CHI io3


lì. 19, pag. c)!, cdit. Venet. i65^.
1 casi » supplicationem ani alium mo-
Egli, dopo avere riportato quasi per -•> tum propri um, nostra seu Roma-
esemplare un chirografo di Urbano -V ni Pontificis prò tempore existen-
Vili, dei 21 agosto 1627, a favo- » tis manu signata, derogalio fue-
re del marchese ^ incenzo Giusti- " rit concessa ". Sulla scorta di
niani, signore in tcmporalibus del tali parole il tribunale della Piota,
castello di Bassa no nella diocesi di nella detta causa Giustiniani e Spi-
Sutri, così soggiugne, dopo la fir- nola, Rot. Roin. Recentìor, par. 9,
ma Urbano Vili
di '> Haec est : n. I. Decìs. 'j5, n. 59, 62, si espres-
» forma conlìrmationis per chiro- se al modo seguente « Sed cer-
:

" graphum, quod nihil aliud est, " tum


quod praeter supplica-
est
» quam cedula nostra propria ma- » tiones tunc non signabantur ma-
« nu subscripta , et semper solet » nu Papae nisi Chirographa. Ergo
« concipi lingua vernacula sub- , » de illis loquitur Sis^tus , et ap-
" scribitur tamen lingua latina , -' pellatione moia proprii manu Pa-
» videlicet ; Urbanus Papa Vili, » pae signati venit etiani Chirogra-
" quae subscriptio in Chirographo » phum ". E più sotto al n. 62
" adjicitur in fine. In litteris in si legge Et Chirographa sìve con-
:

w forma Brevis ponitur a princi- -•'


cernent interesse Camerae , sive
» pio, et non scripta de nianu » privatorum, solent signari manu
>i Papae ". •' Sanctissimi, et registrar! in Ca-
Lo stesso Amydenio soggiunge " mera, ut est notum ".

al n. 120, che » Chirographa non Da quanto si è qui compendio-


>i fiunt nisi in materiis spectanti- samente esposto per definire il chi-
» bus interesse Camerae ". Questa rografo Pontificio ,
può conoscersi ,

ultima parte non va però presa che le grazie per chirografo si ac-
così sti'ettamente alla lettera, giac- cordano dal sovrano Pontefice sia ,

ché non solo dove trattavasi degli neir interesse della camera Aposto-
interessi della Camera, ma anche lica, sia in quello dei privati, e che

nel Coiicessum ai particolari, le gra- il distintivo dei Chirografi, non che

zie venivano talvolta per chirografo. dei pontificii 3Ioto-jìropri consiste


Ciò si rammenta dalla sagra B.ota nell'estensione italiana, e nella fir-

come cosa notoria. Gravi questioni ma latina dei sommi Pontelici a


insorsero marchese Andrea
fra il piedi dei medesimi, che in fine ven-
Giustiniani di Genova , prima per gono registrati in Camera, eccettua-
la separazione tra d. Eugenia Spi- to il caso di una deroga espressa
nola sua moglie ,
poi per la resti- nei medesimi Chirogiaii alla bolla
tuzione del quarto della sua dote di Pio IV, De registrandis. 11 dot-
costituitogli in scudi ventiduemila tissimo Marino Marini,
monsignor
d'oro di stampa. Nel proporre, a' 27 prefetto degli archivi vaticani, pub-
aprile 1642, la causa su quest'ul- blicò nel 84 1 in Rouja colle stam-
1

timo articolo, cadde in discussione pe, l'eruditissima Dissertazione Di-


la famigerata bolla di Sisto V sul- plomatico- Poìiti/ìcia, ossieno osser-
la riforma delle doti, eh' è la costi- vazioni paleografiche ed erudite sul-
tuzione 52 del Bollano Romano del le bolle de' Papi.
Cherubini, t. Il, p. 4^9, nella <[uale L'origine di questa diversità fra
si riserbò la facoltà nei rispettivi i Chirografi, e Moto-propri , dalle
,

io4 CHI CIII


bolle, e dal brevi non si saprebbe zinne, perpetua fermezza , e sus-
con cortezza additare, e solo per sem- sistenza di questa Nostra gnizia
plice congettura può ari^uirsi, clic stimerete essere in (pialsi voglia

venissero introdotti dopo la resti- modo spcdiente e necessario, es-


tuzione della residenza Pontificia da sendo mente, e volontà Nostra
Avignone in Roma, avvenimento espressa. Volendo e decretando
cbe rimonta all'anno iSyy. Clemen- che al presente Chirografo, quan-
te Xn, verso l'anno 1735, stabilì tunque non esibito né registralo
die le prime minute delle bolle, le in Camera, e ne' suoi libri, non
quali si fanno dall' uflicio degli ab- possa mai darsi, né opporsi di
breviatori, fossero munite del chi- orrezione, e sorrezione, uè di al-
rografo pontificio, come pure i bre- cun altro vizio, e difetto della
vi, affine di togliere l'abuso intro- Nostra volontà, ed intenzione, né
dotto, che le bolle, alle quali non che mai sotto tali altri qualun-
ispettava l'approvazione del conci- que pretesti possa essere impugna-
storo, si publ)licassei"o senza la sot- to, moderato, e rivocato, e che co-
toscrizione del Papa. Il regnante sì, e non altritnenti, debbe sempre

Gregorio XVI col Moto-proprio del giudicarsi, definirsi, ed interpre-


IO novembre i834, col quale pub- tarsi da qualsivoglia giudice o
blicò il Regolamento legislativo e tribunale benché collegiale, con-
giudiziario per gli a/fari civili, nel- gregazione anche de' reverendissi-
la parte II, titolo I, si espresse co- mi Cardinali, camerlengo di santa
sì nel278: " I Chirografi, che
§ Chiesa, vescovi, governatori , te-
» contengono le concessioni sovra- soriere, rota, e camera, e qua-
» ne, si spediscono, e l'imangono lunque altro, togliendo loro ogni
» depositati nella cancelleria del tri- facoltà e giurisdizione di giudica-
jj bunale supremo di segnatura ". re, definireed interpretare in con-
I chirografi pontificii rare volte trario, Noi fin d'a-
dichiarando
sono assoluti, e quasi sempre ven- desso preventivamente nullo ir- ,

gono emanati, e diretti al prelato rito, ed invalido tuttociò, che da


uditore del Papa, se riguardano ciascuno di essi con qualsivoglia
soggetti, e cose Se poi
particolari. autorità scientemente, o ignoran-
appellano ad interesse , o pubblico temente fosse in qualun([ue tem-
vengono commessi al Cardinal Ca- po giudicato, o si tentasse giudi-
merlengo di s. Chiesa ovvero al , care contro la formale disposizio-
prelato tesoriere, specialmente in ne del presente Nostro Chirogra-
cose riguardanti l'erario. Qualunque fo, quale vogliamo che vaglia, e

per altro sia il Chirografo, vi sono e debba aver sempre il suo pie-
alcune formole generali, che a mag- no effetto, esecuzione e vigore
gior intelligenza si trascrivono qui colla semplice Nostra sottoscrizio-
appresso letteralmente. ne, ancorché non vi fossero state

« In adempimento pertanto del intese quali si vogliano persone


!» presente Nostro Chirografo ne privilegiate, e privilegiatissime
'» pronuncierete qualunijue deci'cto, ecclesiastiche, e luoghi pii che vi
»» concederete in nome Nostro le avessero, o pretendessero di aver-
» opportune facoltà, e farete tut- vi alcun interesse, e che per com-
i t'altro, che per la totale esecu- prenderle facesse bisogno di spe-
CUI CHI io:)

ciale, ed iiulividiin menzione. Non gionc delle (piali può occorrere l'ap-
ostanlc (qui si pone, ctl indivi- plicazione della mano, degli stru-
dua o il Icslamciito, o altro Clii- menti, e dei topici, come mezzi es-
rogiafo, o qualsiasi alto al qnal senziali di guarigione. Dopo la me-
venga derogalo ) come pure non tà decimosecondo, la chi-
tlel .secolo

ostanti le opposizioni , e dissenso rurgia fu separata interamente dal-


di qualunque interessato, la bolla la medicina ; ed il Marini, /Irchiatri
di Pio IV di fé. me. Nostro Poulijìcii, tom. I, p. 5 , ignora se
pi'edecessore, de regislrandis, la fosse per volere di Ronilàeio Vili,
regola della nostra Cancelleria che s' introdusse nelle università di
de jiirc. quaesìlo non tallendo, ed Parigi la separazione della chiiurgia
altre qualsivogliano costituzioni ,
dalla medicina. V. Hisloire de l'o-
ed ordinazioni apostoliche Nostre, rigine ec. de la Chirurgie en Fran-
e de' Nostri predecessori , leggi ,
ce. Quantunque la chirurgia sia un'
statuti, riforme, usi, stili, consue- arte utilissima alla società , diversi
tudini , e qualunque altre cose, concilii la proibiscono ai regolari,
che facesse, o potesse fare in con- ed ai secolari, che sono negli ordini
trario, alle quali tutte e sing(jle ecclesiastici, allorché induce adustio-
avendone il tenore qui per espres- ne, od incisione, massime il con-
so, e di parola in parola inseri- cilio di Tours, celebrato nel i <> ">, i

to, e registrato, e supplendo Noi e quello generale XII, presieduto


colla pienezza delia Nostra pote- nell'anno 1 2 i5 da Innocen/,o 111 nel
stà Pontifìcia ad ogni vizio o
, La telano. V. capo IX delle Decre-
difetto quantunque sostanziale, e tali di Gregorio IX, tit. Ne clerici
fomnaley xìte vi potesse rnterveni- vel monachi ec. Bonifacio VIII di-
l'e, per questa sola volta e per , chiarò, che la costituzione di On<j-
la piena , e total esecuzione di rio HI, la prima parlò d'ogni ordi-
quanto si contiene nel presente ne di persone sagre (essendo state
Nostro Chirografo, ampiamente, le altre costituzioni pei soli monaci,
ed espressamente deroghiamo. e canonici legolari), e proibiva hjro
» Dato dal nostro palazzo apo- l'esercizio della chirurgia, ma non
stolico al Vaticano, o Quirinale, doveva estendersi ad cos (pii pavu-
questo di . . . novembre .... chiales Ecclesias ohtìnere nosciinlur,
capo 1, tit. eadem in Sexto. Sicco-
GREGORIUS PAPA XVI". me poi dalla legge di Onorio III

dispensarono i Pontefici in ogni


Non si pose la data pcrehc de- tempo, cos'i alcuni molte volte per-
ve mettersi dal Papa di proprio misero di potere essere chirmghi,
pugno. principalmente ai missionari!, e ai
religiosi ospitalari, come i Benfra-
CHIRURGIA {Chirurgia, Cem- tclli [^cdi), colle rispettive clausole
gia, o Questo vocabolo
Cirusia). e restrizioni.L'epoca certa della di-
deriva dalle voci greche cìiir, ma- visione della chirurgia dalla medi-
no, ed ergoUj e si applica a quella cina vuoisi attribuire ,
quando la

scienza, che .si occupa della cogni- Chiesa ne vietò V esercizio agli ec-
zione, e della cura delie maUitlie clesiastici, per cui la chirurgia cad-
del coqio uiiiauo, e per la guari- de nel rlominio de laici. Ma sicco-
,

io5 CHI CHI


me questi erano di iinri it;noranz;i Non essendo nostro scopo dilun-
oslreuia, gli ecclesiastici, clie natu- garci in questa scicMi/.a, possono con-
ralmente esercitavano quella supe- sultarsi piuttosto i seguenti Diziona-
riorità che loro dava il sapere ri che di proposito ne parlano; Eii-
presero su di essi un impero e un cyclop. mttliod. traduzione di Cesa-
autorità, che si mantenne fin quasi re Ruggieri, col titolo Dizionario
al principio del secolo passato, ben- enciclopedico, Padova i8o5, tom. I,

cliè da molto tempo la medicina p. 5, e se^. ; Dizionario classico di


avesse cessato di essere esercitala medicina interna ed esterna, prima
dai membri del chiericato. In Fran- traduzione italiana, Venezia i834,
cia,dopo il secolo XII, la facoltà tom. VI, pag. 36 1, 87 1, e SgS ;
medica chiamò barbieri per con- i Dizionario chirurgico comunicato ai
fidar loro i soccorsi della chirurgia compilatori della Enciclopedia dal
manuale. In seguito essa li iniziò signor Lovis, traduzione di Girola-
alle funzioni delle grandi operazioni mo Ferrari, Venezia 1794? tom. I,

della chirurgia ; in fine pervenne a p. i2f) e i33: alle pag. i3g e se-
fare unire i barbieri al corpo dei guenti si riportano le notizie dei
chirurghi. La chirurgia, cos'i degra- pi il celebri autori di chirurgia ;

data per la associazione sua con ar- Dictionnaire de 3Iedecinc oii reper-
tisti, fu esposta al dispregio , e fu toire general ec. II edition, Paris
spogliata degli onori letterari. Ma 1834.; Dictionnaire des sciences rne-
in progresso i chirurghi ristabiliro- dicales par una societé de niedecins
no la gloria dell'arte. et de chirurgi ens , Paris 18 13, to-
La proibizione dell'esercizio della mo V, pag. 84, 93,6 112; Dizio-
chirurgia ai religiosi, ed ai chierici, nario di Cliirurgia pratica, di Sa-
è fondata nella considerazione, che muele Cooper, traduzione dall'in-
questa arte, sebbene in sé eccellen- glese, Milano 1823, tom. I, p. 5i6
te, tuttavolta ritiene alcpianto del e seg. E Bayle e Gibert ; Diction-
crudele, e domanda neh' esecuzione miire de Medecine usuelle et donie-
molte cose, che sono affatto contra- stiqae, Paris i835, tome premier,
rie alla santità dello slato ecclesia- pag. 349 e 35 1. Gli elenchi poi di
stico. Quindi ne segue, che un chie- opere, e di dissertazioni di chirur-
rico negli ordini sagri è irregolare gia si troveranno nella Bibliotheca
quando una persona muore dopo chirurgica di Haller; Histoire de l'a-
qualche opei'azione chirurgica da natomie et de la chirurgie di Por-
lui fattale, ad onta che abbia osser- tal ; Litteratura medica digesta, seti

vato tutte le regole dell'arte, e che repertoriuìii etc. di Ploucquet, Conti-


la persona sia morta senza che vi nuatio et snpplenienlum, dello stesso ;

sia sua colpa. La ragione è perchè e negli articoli bibliogradci delle ./«•
i concili gli proibiscono l' esercizio stitutiones Chirurgiae L. lieisteri.

di questa arte, in questo caso sot- Si può anche vedere il Manuale di


to pena d'irregolarità, e quando si Chirurgia di Chelius; il Dictionnai-
fa una cosa proibita, naturalmente re de Med. et Chir. pratiques ; ed
s' incorre nelle pene stabilite contra i citati Diclion. des sciences med. ,
quelli, che le commettono, quantun- et Dìction. de Med. ou repertoire.
que diligentemente si adempiano le CHIRUllGO , Cerusico ( Chi-
presaizioui dell'arte. rurgus, ^'uLncruiii mcdicus). JXomi-
CHI CHI 107
nasi così l' individuo, che si dedica la facoltà mediai. Oltre i barbieri-
air esercizio della chirurgia, e che chirurghi, si formò poscia un' altra
esercita, e professa quest' arte, scien- corporazione, composta di uomini,
za il cui vocabolo, come dicemmo che facevano i loro studi nelle uni-

al precedente articolo , viene da versità, quali ben presto ebbero il


i

cldr , mano, e da ergon ^ opera. titolo di maestri, e di cJnruri^^ìti /ei-


Molti autori hanno considerata la terati, e dì foga, per distinguersi
chiruigia , come quel ramo della dalla classe de'barbieri. Francesco li
medicina, che guarisce le malattie accordò ai chiruighi di toga gli
coirajuto della mano, cogli stro- stessi privilegi, che avevano i dotto-
nienli, o con rimedi topici. P^. ri e licenziati in medicina; ma favo-
Eiicyclop. Metìiod. Chir. tom. 5. rendo la facoltà medica , i barbie-
Antic, Chirurgie. La medicina, e la ri dovettero con essi fare alleanza,
chirurgia, riguardate come una sola e la loro unione coi l)arbieri fu san-
e medesima scienza, furono eserci- zionata dal parlamento, con molte
tate da uno stesso individuo sino restrizioni per l'esercizio della chi-
dalla più rimota antichità. L'eserci- rurgia nei barbieri, sebbene insieme
tavano gli ecclesiastici promiscua- componessero una sola corporazione.
mente, finché i concilii di Reims, Finalmente i chirurghi colf istituzio-
del ii3i, di Montpellier, di Tours, ne d'una accademia chirurgica, ad
e il generale lateranense IV lo vie- onta degli sforzi de' medici posero
tarono ad essi, permettendo loro il la chirurgia nell' antica sua dignità,
solo esercizio della medicina, ond' è e separata venne l'unione coi bar-
che per le operazioni in cui adope- bieri.
ravasi il ferro, e si dovea incidere Nel nostro stato Pontificio i chi-
o tagliare, si servivano dei laici eser- rurghi furono messi a livello de'me-
citanti l'arte del barbiere. dici in alcune provincie, al principio
Presso gli antichi l'esercizio della del secolo. E da avvertirsi poi che
medicina e della chirurgia non ap- anche prima a Bologna 1' alta chi-
parteneva che a genti privilegiate. E- rurgia era esercitata da persone mol-
sercitata fu poi dagli ecclesiastici, col- to istruite, cioè da'medici, i (piali si
l'ajuto de' laici in alcune operazioni, davano allo studio
ed all'esercizio
e così continuarono a praticar an- della chirurgia dopo avere studiato,
che i medici, dopo chela chirurgia fu e fatto tuttociò, che facevano gli al-
vietata agli ecclesiastici. Nella Fran- tri medici per ottener gli onori nel-

cia particolarmente la facoltà medi- le lauree, e dal collegio erano allo-


ca col servirsi di chirurghi-barbie- ra tenuti in pi-egio, e pagavano una
ri, tenne per diversi secoli la chirur- somma, che oltrepassava i trecento
gia sotto l'esclusiva sua dipendenza, ed scudi.
i medici si limitavano ad istruire i chi- Cessato il regno d'Italia, e i go-
rurghi nell'anatomia, nel cavar sangue, verni provvisorii, che gli successero,
nei fare le amputazioni, e poco altro, il Pontefice Pio VII mandò deleiia-
e quindi la facoltà li ammetteva tra to a Bologna monsignor Giacomo
i chirurghi-barbieri Nel i55i fu . Giustiniani, ora Cardinal Camerlen-
imposta una tenue contribuzione al- go di s. Chiesa, il quale riorganizzò
la comunità de barbieri, con giura- ruuivernità. Nella (iicoltà medica sta-
mento di rispetto, e ubbidienza al- bili una sezione di chirurgia, for-
io8 CHI CIll
mala da due |irofcssoii di aiialoinia ticolo Chiruì^ia (l'aedi), citammo vari
iiiiiana, d'an:jloinia comparala, e ve- autori, che della loro scienza, e del-
Jciiiiaria, di isliluzioni cliiriuijiclic, ed le loro individuali pertinenze trat-
o.slc;Lricia, di clinica ci li ri nimica, ed o- tano didusamente, e con piena co-
pcrazioiii chirurgiclie, Qncsli prolcs- gnizione dell'argomento, non che
sori, unitamente agii altri tulli del- de' chirurghi più celebri.
la facollà medica, eosliluivano il Col- rui)orteremo qui qualche erudi-
Jei^iiì, al (juale spellavano gli esami zione rigunrdante i chirurghi dei
])er la collazione dei giadi e per , l'api e del sagro Collegio nei con-
la palenle di libero esercizio tanto clavi, menlre per (pianto riguarda
in medicina che in chirurgia , in i barbieri-chirurghi di Roma, si par-
farmacia, in veterinaria. Gli studen- lerà in appresso. Perciò che spetta
ti di chirurgia furono obbligati non ai chirurghi dei Pontefici , essi ap-
solo alla lezione dai suddelli pro- partengono alla famiglia nobile pon-
fessori componenti la sezione chirur- tificia, godono r abitazione nel palaz-
gica, ma ancora di storia
alle altre zo apostolico, e di quello distribu-
naturale, di botanica, di chimica, zioni di palme, e candele benedet-
tli materia medica, di farmacia, di te, medaglie d'argento ec., giusta
medicina legale, ebbero tanti anni l'uso dei palatini, ed a seconda del
di studio quanto medici, e dovet- i bisogno e del piacitìiento dei Papi.
tero subire gli esami medesimi pel Talvolta col cameriere segreto ar-
haccellierato, per la licenza, e per la climlro i^k'edi), li seguono nei treni
laurea ; e se pel libero esercizio do- in separato frullone, ed il loro ono-
vettero pagare la stessa somma a rario mensile è di scudi venticinque.
titolo di propina, ebbero gli stessi Per quanto riguarda la sezione del
onori, e la stessa facoltà per la chi- pontificio cadavere, che dai chirur-
rurgia, che i medici per la mede- ghi si eseguisce, se ne tratta all'arti-
sinia. colo Cadavere del Papa. Del re-
jNelle altre provincie, ed in Roma, sto essi godono di quelle preroga-
dopo la bolla dì Leone XII, Quod tive, distinzioni, riguardi, e benefi-
(ìi\'iiia sapiciilia, i chirurghi vengono cenze, che loro dovute per
sono
laureati dopo che abbiano presi i l'alto onore di servire il sovrano
gradi nelle imivcrsità, ed abbiano Pontefice, e quali inlimi suoi fami-
fatto parte del collegio medico-chi- gliari.
rurgico. Autorizzati vennero ad or- Da ultimo Leone XII, nella bol-
dinare nelle malattie chirurgiche la Quod divina sapiciiùa , decretò
ogni medicamento, e godono perciò che il medico, e il chirurgo del
per le malattie chirurgiche la stessa Papa appartenevano sempre al col-
facoltà che i medici esercitano per le legio medico chirurgico dell'univer-
malattie di pertinenza medica. Non sità di Roma, e qualora non vi fos-
è così però negli ospedali ove si
, se posto in collegio ,
pel completo
tiene 1' antica pratica , avvegnaché numero de' collegiali, ambedue fos-
tulle le ordinazioni dietetiche , e sero ammessi come onorarli per poi
làrinaceutiche, anche pei malati di occupare il primo posto vacante. Il
chirurgia, sono fitte dai medici. chirurgo del conclave si presceglie
Perciì:> che riguarda i chirurghi, e per voti segreti dal sagio Collegio
la loro proiessioue, al precedente ar- de" Cardinali nella quarta congrega-
CHI CIII 109
7Ìone generale, che tengono (ìopo la vendo poi anche Innocenzo VI. Bi-
morte del Papa, nella quale pure eeveva per ogni otto sctlimane o ,

vengono eletti pel conclave (lue me- sia per ogni bimestre, come allora
dici, collo stipendio ognuno di cen- si pagavano gli onorari i, ventisette
to scudi al mese, fruendo e parte- fiorini e nove denari, ch'era l'or-
cipando de' privilegi Ae Conclavisti dinario stipendio così de'medici, co-
[Fedi), non che delie zimarre ne- me de' chirurghi palatini. Del celebre
re, che il medesimo conclave pure Guido o Guidone de Chauliac, me-
a loro concede. Da ciò si conosce dico e chirurgo di Uibano V, cap-
che l'abito del chirurgo del concla- pellaniis et commensalis Papac, che
ve è la zimai'ra nera , colla ber- nel 1 363 scrisse un' opera, è a ve-
retta dottorale del medesimo colo- dersi il citato Marini tom. I, pag.
re. Per dare poi qualche nozione 7() e scg. sulle diverse opinioni, che
de' chirurghi de' Pontefici, e de' con- sia stato al servigio di altri Papi
clavi, ci limiteremo ai seguenti cenni. avignonesi.
Sì fa menzione di un certo Pie- G nudaifa da Cremona, snrsieo,
tro de Tofallis, dal eh. Gaetano Ma- seguì Libano V nel viaggio in Ita-

rini, ne' suoi Archiatri Ponli/Icii, il lia; ed un Giovanni Catalani, chi-


quale fu medico chirurgo sino dal rurgo degli spedali di Avignone, ri-
iSiy del Papa Giovanni XXII, re- ceveva lo stipendio prima da Ur-
sidente in Avignone, e fu annove- bano V, e poi da Gregorio XI.
ralo tra gli ofliciali, e famigliari del Bobino de Singallo fu serviente
Pontefice, poi fatto canonico d'Agen. d'armi dell'aula pontificia, cioè maz-
Nelle vite de' Pontefici si legge inol- ziere, e fu barbiere e chirurgo di
tre,che cospirando contro la vita Urbano V: servì di poi anche Gre-
di Giovanni XXII, prima col vele- gorio XI. Angelo di Manuele, ebreo
no, poi colla magia, sì Girand ve- di Trastevere, nel 1 3r):?, fu anno-
scovo di Cahors, si Beinardo can- verato tra famigliari, o medici
i

tore di Poitiers , e sì il medico, e del Papa, e della santa Sede, me-


ilbarbiere flello stesso Papa, tutti diante una bolla di Bonidicio IX,
furono puniti severissimamente. Eo- che medesimo Marini riporta iicl-
il

neto Mote o di Lanfranco fu me- V Appendice al num. XX; mentre


dico, e valente chirurgo dal 34o 1 in allra del 1399, num. XXVI, io
in poi di Benedetto XII, come Io chiama chiiurgo, e tanto egli che i

fu Arnoldo de Chatus do micelio e suoi figli parimenti ehirui'ghi, da sì

chirurgo, che forse lo fu pure di Bonifacio IX, sì da Giovanni XXIII,


Clemente VI. Pietro Augerii fu chi- e sì da Martino V furono ricolmi
rurgo o siirffìco^ come allora si di- di grazie e di favori. Allorché Ales-
ceva, ed è chiamato (ìniuiaUo, cioè sandro V nel i4io si fermò in Bo-
cameriere, sino dal i33r), di Bene- logna, che avesse per suo
vuoisi
detto XII, e servì anche Clemente chirurgo il rinomato Pietro d'Arge-
VI, venendo chiamato ancora medi- lata, dal quale fu poi aperto ed im-
co. Giovanni di Genova, e Giovan- balsamato, il di lui cadavere Pie- :

ni di Parma furono chiringhi di tro Amelio, sagrista di Urbano V,


Clemente VI; il primo si conosce giudicò a pioposito inserire nel suo
anche col nome di medico, e il se- Ordine romano, presso il Mabillon,
condo di siirgico, e di fisico , scr- Dlus. Jial. tom. II, p. 526 e 527,
no CHI CHI
dopo di avere ivi detto il dovere palazzo Accoramboni in borgo, nel-
de' medici , allorché essi vedono il r esterna iscrizione s' intitolò Chi-
Papa prossimo a morirò, il modo rurgus. Sebbene il Papa nel moto-
clic nella preparazione del pontificio proprio, col quale gli concesse l'a-
cadavere si adoperava , di clic si rea, mediante lo sborso di mille du-
parla al citato articolo Cadavere cati di oro di Camera, lo chiamas-
del Papa. se suo medico e famigliare, egli in
Da una lettera del Cardinal Pa- un monumento, che poneva alla vi-
pieiise, de' 26 lnf»lio 1 4^^, si rileva, sta di tutti, volle dirsi chirurgo, e
che Giovanni /llbarisaìù, di Ferra- tale dovette essere. E veramente di
ra, accolito di Paolo II, da questo uomini di questa professione Leone
fu dichiarato suo chirurgo, ed ebbe X avea bisogno, per una fìstola ve-
quindi diverse provviste ecclesiasti- nutagli da gran tempo sotto le na-
che, ed il vescovato di s. Agata dei tiche, a curar la quale fu espressa-
Goti. Non solo Sisto IV ricolmò di mente introdotto nel i5i3 pel con-
onori i medici ma conoscendo la
, clave di Giulio li, un chirurgo cuni
importanza della loro arte, con bol- omnibus instrun:enlis ad scinden-
la del 147^3 ad ovviare gravi er- i duni apostema, et iste postquain in-
rori, che si commettevano da quelli, Iravit, amplius non exivit, siccome
che usurpavano il nome di medi- narra il diarista Grassi. Un altro
ci, ordinò che si eseguisse la legge diarista anonimo, Miscel. in ardi.
fatta dal collegio de' medici di Ro- Val. a pag. 286, racconta essere
ma, che nessuno maschio o femmi- questo stato Giacomo da Brescia,
na, cristiano o giudeo, i quali non e che se ne uscì dal conclave il
fossero maestri o licenziati in me- giorno medesimo, in cui era entra-
dicina , si esercitasse sul corpo u- to. Ma lo stesso Grassi, ed altro
mano in fìsica, o chirurgia; la qual isloriografo di quel conclave , dico-
legge Sisto IV estese poscia nel i47^ no che il Cardinal de' Medici, poi
con sua bolla anche agli speziali Papa Leone X, avesse da principio
[Fedi). Queste due bolle conferma- portato per conclavista il detto Gia-
te nel i4i^6 da Innocenzo Vili, in como. Nell'agosto del loiG fu Leo-
appresso lo furono pure da Clemen- ne X vicino a morire per tal fìsto-
te VII nel i53i. 11 Marini fa men- la, apertaglisi in cinque luoghi, e fu
zione di un Gia-
libro dedicato a per essa che nell' anno seguente il

como Solleciti, medico di Sisto IV, Cardinal Alfonso Pelriicci, il quale


nel quale si legge la formola epi- si chiamava offeso dalla casa ]\ledi-
stolare pei medici chirurghi, in cui ci gravemente si avvisò di poter
,

si nomina un Aduarda Teutonico insinuare il veleno coll'opera del va-


chirurgo perìlissìmo. Un maestro Gio- lente ed ardito chirurgo Battista da
vanni Chirurgo condusse seco con \ercelli nel medicare al Papa la fi-
molte persone il Cardinal di INIon- stola, avvegnaché quel chirurgo ser-
reale,quando andò legato di Ales- viva pure il fratello del Cardinale
sandro VI al re Alfonso di Napoli Borghese Petrucci. Discoperta l'ini-
nel i494- qua trama, il chirurgo, e certo Ni-
Giacomo Bartolomeo da Brescia ni furono esemplarmente squartati,
fu medico di Leone X, e nella ca- e rotta la gola al Cardinal in Castel
sa che si eresse per sé presso il s. Angelo, dopo la di lui degrada-
. ,

CHI CHI III


zione; olire di che severa in ente fu- tedesco pogli Alemanni, un france-
rono puniti i complici di si orrendo se pei Galli, ed uno spagnuolo pei
attentato. Cardinali di questa nazione. Fra i
Giocamo Rnstclli, rimincse, fu il i medici ne' ruoli del palazzo apo-
chirurgo di Clemente VII, e dei stolico si legge un Piemigio de' Pe-
Papi, che gli successelo sino a Pio roni di Liegi, chirurgo della fami-
IV, cioè Paolo IH, Giulio IH, Mar- glia pontifìcia . I chirurghi furono
cello II, fc Paolo IV, e lo sarebbe Fabio Picioni, ro-
JNicoIò de' Santi,
stato anche di s. Pio V, se la mor- mano, ed Antonio Sarti, rimincse.
ie non lo avesse involato, essendo Il ruolo delpalazzo non nomina
entralo per morte di
ne' conclavi che Rcaldo Colombo e Giacf>nio ,

Adriano VI, di Paolo III, di Mar- Easlelli, oltre vm Vittorio da Orte.


cello II, e di Paolo IV qua! chi- Ma su queste divergenze di persone,
rurgo del sagro Collegio. Egli venne veggasi Marini, nel luogo citato
il

chiamalo Chiriirgomm sui tempoiis alla pag. 892. Dal medesimo si ha


principem, e molto eccellentissimo che un Scipione de Rossi, milanese,
Cerusico. Alfonso Ferro, napolita- nel settembre del i554, fu ammes-
no, servai da chirurgo Paolo IH, e so a servire come chirurgo di Giu-
Paolo IV, ed alcuni lo vogliono lio HI; e che Realdo Colombo ana-
medico, e chirurgo eziandio di Giu- tomico nel i554 fece la sezione al
lio III, e candidato di quelli, che cadavere del Cardinal Alessandro
concorrevano ad esserlo con Pio Campeggi, encomiato da alcuni au-
IV. Benedetto Giunj, di Como, fu tori. Tutti però sono concordi nel-

chirurgo palatino sotto Paolo IH, e ratlermare, che Bartolomeo Maggi


Giulio HI. Questo secondo lo ebbe fu chirurgo, non medico di Giulio
suo nel i55o in Viterbo: pure si HI. Non dobbiamo tacere, che vuoisi
sa avere assistito Clemente VII ne- essere slata cagionata la morte del
gli ultimi due mesi della malattia, successore di questo, Marcello II,
e che lo portò alia tomba, colla pro- che legnò soli ventidue giorni ( T .

visione di cinque scudi il giorno Genebrardo in Chron. lib. 1\' ) dnl


Nella chiesa di s. Giacomo a Scos- veleno messogli da un chirurgo m
sacavalli, ove Benedetto è sepolto, un' occulta piaga, che da molto
si legge nella iscrizione, ch'egli lasciò tempo aveva in una gamba. Certo
gran desiderio di sé a' poveri ma- è che apertosi il cadavere, non fu
lati. trovato segno di veleno. Il Marini,
Dopo la morte di Paolo IH , nel parlando a pag. 4'*^ di Marcello
conclave incomincialo ai iq novembre lì, secondo il Mandosio, il
riporta
i549, è lerniinato ai 7 febbraio sunnominato Francesco Colombo
i55o coir esaltazione di Giulio HI, chirurgo, come medico di quel Pa-
si vide, come cosa rara l' introdu- , pa, che invece il Marini dice già
zione in esso di sei medici, e di sei morto in Perugia ai 23 luglio del

chirurghi, lo che non avea avuto né i553. Paolo IV ebbe molti medi-
ebbe poi esempio. Ma avendo Car- i ci sebbene ci dica il
e chirurghi,
dinali deputati sul conclave stabili- p. Caraccioli nella sua \ita, che po-
to, die tutte le nazioni vi avessero co si servì de'raedici e delle medi-
i loro medici, e chirurghi, perciò de- cine, come quello, che in lingua gre-
putarono Ire italiani per IMtalia, un ca avca letto Avicenna , la scuola di
1.2 CHI CHI
Salerno, e Galeno. TiillavoUa [viaccn- col(,ro, che ricercassero de' barbieri
d((gli disputar co'nicdiei sulla filoso per le sanguigne. V'ha pure chi
fìa,i; sulla nu'dicina, chlti; vari clii- pei gigli iiiU-nde essere il suddetto
quali lìnono (iiacomo da
rtirfjlii, i l'onlclice disceso da un barbiere
l'crugia,Malico Vilj, Allòiiso Ferri, chirmgo, giacché nell'arme di casa
(icnnanico Uaslelli , Scipione de Medici, una delle palle, che la for-
liossi, e Gio. l"'ranccsco Oliva. Fu ma, ha sopra diversi gigli. Anzi o-
Paolo IV, elle pioibi nuovamente pinano alcuni che la stessa casa Me-
poter i inediei ebrei curare i cri- dici di Firenze discenda da un
stiani, ancurcliè chiamati e pregati. medico, che adottò per istemma
Del successore Pio.iV, de Medi- le coppette di vetro, le quali per
ci, niilaiicsc, crealo nel i55c), nel la forma furono poi convertite in
Diiii-io Itilcrario, che ili stampato palle. Che i barbieri facessero le o-

in Firenze nel i744; si dice al perazioni chirurgiche sotto la di-


num. i.\, ch'egli era figlio di Ber- rezione de' medici ,
già si disse il

nardino, il rpiale per essere nato da peichè furono detti, e considera-


un chirurgo, fu detto del Medico. ti anco come chirurghi ; e quan-
Ma r Argelati confutò quegli scrit- do Eugenio IV nell'anno 144^* ei'es-
tori, che negano l'origine dei Medi- sc la loro antica congregazione in
ci di Milano, come derivanti dal luiivcrsità, ne stabili i regolamenti
ramo Medici di Firenze. Tiittavolta e gli statuti , che poi furono con-
di ({uesla opinione senihra che fosse fermati eil ampliati da altri Ponte-
il gran Michelangelo Buonarroti, il fici, massime da Sisto IV, che l'ar-
quale ncll' erigere per ordine del ricchì di privilegi , concedendo in-
l'apa la Porta Pia {Vedi), ed al- dulgenze alla chiesa della ss. Tri-
ludendo ai barbieri e chirurghi da nità dietro Torre Argentina, e che fu
cui cretlcvasi originaria la famiglia già del monistero delle monache di s.

di l'io IV, satiricamente e con biz- Chiara, cioè di alcune di quelle ches.
zarx-o disegno nelle decorazioni ester- Domenico trasportò insieme a molte
ne di travertino, in bassorilievo scol- altre di Roma presso la chiesa di
pì asciugamani, catini, e saponette, le s. Sisto. L'università de' barbieri
quali possono essere prese per le chirurghi, prima di Sisto IV, ave-
palle, slemma della famiglia IMediei. va la chiesa nel rione ponte vicino
Anzi siccome i barbieri insino a' no- a s. Lucia della Chiavica. Ottenuta
stri tempi, come dicemmo superior- quella della ss. Trinità, la riedifi-
mente, dovevano, giusta l' antichis- carono, l'adornarono di buone pit-
sima, e lodevole consuetudine, eser- ture, e la dedicarono ai loro santi
citare la bassa chirurgia, massime protettori Cosma, e Damiano, dei
la flebotomia, nel prospetto esterno (juali si celebra la festa
27 set- a'
delle loro botteghe si vedono in tembre. 11 Fiorentini, in Adnot. ad
lloma le pareti dipinte priucipal- i\l(tityiol. Hicroiìy/iiiantuUj V. kal.
mente coi colori bianco e turchino, oct. p. 879; e Bona, Rer. Liturg.
con dei gigli gialli su quest' ultimo. cap. 2, § 3, scrivono che tre cop-
Vuoisi spiegare un tal contrasto di pie de' santi si trovano coli' istesso
colori perchè avessero ima fàcile in- nome di Cosma, e Damiano uno ;

dicazione nel bujo della notte ( non di martiri nell' Arabia altra di ,

cbseudo Ilunui prima illuminala), confessori ncll' Asia, la terza di mar-


CHI CHI ir3
tiri, che patirono il martirio in Ro- durezza. Gregorio XIII, come abbia-
ma, tutti però di professione me- mo dal suo biografo Ciappi, celebie
dici, e perciò anche chirurghi, se- speziale pontificio, ebbe per chirur-
condo costume di que' tempi, in
il ghi il suddetto Ludovico ^Monticoh ;

cui senza mercede curavansi gli am- e Gioseffo Zerla. Questo secondo in
malati. A questi due martiri romani, compagnia del pur nominato Germa-
de' quali senza dubbio si fa memoria nico Rastelli, e di un Andrea Mar-
nel canone della messa fu dal Pon- , colini , nel i565, concorse per esse-
tefice s. Felice IV del 5i6 dedicata re fatto chirurgo del conclave. Il Mon-
la chiesa, che sta nel foro roma- ticoli fu poi chirurgo anche di Gre-
no. P^. il Piazza Opere pie di Roma, gorio XIV, e Paolo V. Per morte
a pag. 6 [ o, Della confraternita dei di Gregorio XIII, entrò nel conclave
ss. Cosma e Damiano de' barbieri, per chirurgo un certo Giuliano Cec-
e sliifaroli ; e Statuti, ordini, e co- chini. Questo Pontefice, con costitu-
stituzioni dell' università , e colle- zione de"3o marzo i58i, confermò
gio de' barbieri di Roma , Roma quelle d' Innocenzo III, Paolo IV,
1783. e s. Pio V, colle quali si vieta ai
Ritornando a Pio IV, leggo nei ci'istiani di servirsi nelle loro infer-
registratori dei ruoli del palazzo apo- mità di medici ebrei, e nello stes-
stolico, oltre cinque medici ed uno so tempo ricordò a'medici cristiani
speziale, tre medici chirurgici : Gia- di opportunamente avvertire i ma-
como da Perugia, Scipione da Mila- lati nel pericolo di morte; ciocché
no concittadino del Papa, e Lazza- inculcò Innocenzo XI, nel concilio
ro Palombo. Nel Rotulo poi delle fa- romano 1723 Benedetto XIII,
del
miglie pontificie, che nel settembre indi Clemente XIV, Pio VI, ed al-
i56f, seguirono Pio IV a Perugia, tri zelanti Pontefici. Nel ruolo dei
per medici sono registrati Francesco famigliari di Sisto V, e nella classe
Manfredi, e Pomponio da Pescia, e de medici fisici, cerusico e speziale,
Nicolò Speziale. Chirurgo poi di s. lessi per chirurgo il detto Giuliano
Pio V, che nel i566 successe a Pio Cecchini, rilevandosi dal medesimo
IV, si nomina un Germanico Ra- molo, e dagli altri anteriori e po-
stelli, figlio del summentovato Giaco- steriori, che sono nell' archivio dei
mo, che avea servito anche Paolo palazzo apostolico, la parte di pane
IV Nei ruoli del palazzo apostoUco
. e vino quotidiana, i cavalli loro as-
della famiglia del medesimo s. Pio segnati, i servi loro addetti, e le al-
V, nel 1 57 I, sono registrati Lazzaro tre distribuzioni, come olio, cande-
Palombo, già chirurgo di Pio IV, le, aceto, legna, fieno, orzo, e biada
e Ludovico Monticioli, o Monticoli. pei cavalli ec, di cui godevano dal
Questo santo Pontefice rinnovò la proi- palazzo stesso i chirurghi Ponti-
bizione già fatta da Innocenzo III fìcii.

ai medici, di non visitare, né curare Racconta il Mucanzio nel suo dia-


gl'infermi, che non si fossero confes- rio manoscritto, che al cadavere di
sati nel terzo giorno della loro in- Gregorio XIV, aperto alla presenza
fermità. Nella sua morte, coll'apri- dell' archialro Simone Castelvetro,
re i chirurghi il suo cadavere, tro- dal predetto Monticoli chirurgo del
varono nelle viscere tre pietre della Papa, si rinvenne una pietra della
stessa grandezza, forma, colore, e forma di un grosso uovo.
VOL. XIII. 8

%^h^^^fi^/^ ^J&(>U't>i't

^\ *^
AAirrMri*5*'' H:
ii4 CHI CHI
Giuliano Cecchini fu pure da me del conclave Diaii di Roma. Oltre
i

rinvenuto tra i ruoli ili Clenieute a ciò si possono vedere gli articoli del
Vili, per chirurgo del Papa. Il ni- Dizionario Medici e Famiglia Pon-
pote di Clemente Vili, Cardinal tificia, nonché Ospedali di Roma ed
Pietro Aldobrandini, elevato alla U.viversita' Romana, nella quale vi
porpora dallo zio nel i5^99, '"ti'o- sono cattedre di anatomiaj di chi-
dusse a sue spese le spezierie e i rurgia teorica, di ostetricia, di cli-

medici a benefìcio de'poveri per tut- nica chirurgica, ed un collegio me-


ti i rioni di Roma, i quali, in uno dico-chirurgico istituito da Leone
ai chirurghi;, durano tuttora a spe- XII, che nel comporlo aggiunse sei
se dell'elemosineria apostolica, sotto chirurghi al preesistente collegio di
la dipendenza del prelato elemosinif- dodici medici, del quale faceva sem-
re del Papa (Fedi). Nei ruoli di pre parte il medico del Papa, che a-
Urbano VHI trovo registrati tre me- veva posto distinto immediatamente
dici,e talora quattro, oltre il me- dopo il presidente, seppure non cuo-
dico della compagnia del ss. Sagra- priva questa carica. Non riuscirà poi

nieuto di s. Pietro, nella quale era- discaro l'aggiungere, che fra i chi-

no aggregati i famigliari Pontificii; rurghi de'Papi, che ottennero mag-


non che un Ferrante Serroni ceru- gior celebrità, ed ebbero grandissi-
sico dell'ospedale di s. IMarta de'me- ma fama europea , principalmen-
desimi famigli del palazzo apostoli- te per le loro opere anatomiche e
co, ed un Paolo Carcarasio spezia- chirurgiche , per cui alcuni furono
le. Nella vita di detto Papa, si leg- riguardali restauratori della chirur-
ge die il Carcarasio gli medi- gia , vanno rammentati i seguen-
cava il fonticolo, e perciò col suo ti, di molti de'quali già men- si fece

mezzo volevasi dai nemici avvele- zione. Guido di Chauliac di Clemen-


nare. te VI, e di Urbano V; Pietro d'Ar-

Il Cardinale Ottaviano Aquaviva geiata di Alessandro V; Giovanni


d'Aragona mori d'anni sessantasei, di Vico di Giulio II; Alfonso Ferri
nel 1647 per un'arteria disgraziata- di Paolo III, Giulio III, e Paolo
mente tagliatagli dal chirurgo. Que- IV; Realdo Colombo di Paolo HI;
sto tristo avvenimento si rinnovò Bartolomineo JMaggi di Giulio HI;
col Federico Borromeo
Cardinale Costantino Vaioli di Gregorio XIII;
milanese, che ne morì d'unni 56 Carlo Gualtani di Benedetto XIV; e
nel 1673, il quale considerando il Giuseppe Flajani di Clemente XIV,
discredito in cui sarebbe caduto il e di Pio VI. Alcuni però de' suddet-
mal pratico chirurgo, gli assegnò la ti, come Giulio di Chauliac, Ferri,

vitalizia pensione di annui scudi cin- Maggi, e Varoli, furono anche ar-
(juanta. chiatri, e medici dcgU stessi Papi.
Non avendo rinvenuto altre co- CIIISUME. Città vescovile dei gia-
se particolari sui chirurghi dei Papi, cobiti, nella diocesi di Antiochia nella
e di quelli del conclave, ed essendo Siria,intorno la quale si fa menzio-
più comuni le loro notizie, pel se- ne di cinque vescovi che vi ebbero
colo passato e pel corrente, pei chi- sede, nonché di un rinomato moni-
rurglii dei Papi vi suppliscono le stero, in cui ritirossi Giacomo di
annuali Notizie di Roma all' arti- Edessa, allorquando lasciò la pro-
colo Famiglia Pontificia, e j^>er quelli pria sede.
, ,

CHI CHI ii5


CHIUSI {Clusin). Città con resi- tossi al dominio
romani, dive- de'
denza vescovile unita a Pienza, nel nendo però nobile municipio ascrit-
granducato di Toscana, nella pro- to alla tribù Arniense. la se-
vincia di Siena situata su di un col- guito nelle sue vicinanze, Siila bat-
le del quale la Chiana inaffia le fal- tè gli avanzi dell' esercito di Ca-
de, l'ormando non lungi il lago che tone.
da essa riceve il suo nome, e le cui Nel secolo IX , e forse nel pon-
rive settentrionali, ed orientali for- tificato di Giovanni Vili, che fu
mano i limiti tra la Toscana, e lo eletto neir 872, l'imperatore Carlo
stato della Chiesa. Tito Livio, Poli- il Cal\'o^ donò alla Chiesa Romana

bio, S trabone, Plinio, e quasi tutti la città di Chiusi, come diffusamente


gli antichi autori parlavano di Chiu- descrisse il Cardinale Stefano Borgia,
si, Clusium, come di una antichis- Difesa del dominio temporale della
sima città, e di una delle principa- sede Apostolica, ec, alle pag. 1 35,
li e splendide Lucomonie etrusche. r36 e iSy. Dopo avere obbedito
Ebbe anche il nome di Caniars ,
ai re longobardi , sotto de' quali
secondo Tito Livio. Delle terme Chiusi era capo di un rispettabile
dei templi , e delle altre sue pas- ducalo, e residenza del duca, passò
sate grandezze non evvi più ve- sotto ladominazione dei vicari im-
stigio ; solo alcuna cosa si rin- marchesi di Toscana, e
periali, e dei
venne negli importanti scavi ivi o- in ultimo fu assoggettata ad Orvieto.
perati. Si vuole, che fosse la capi- Ma nel io3i ne scosse il giogo, e
tale degli stati del re Porsenna, dopo lunghi contrasti , coli' aiuto dei
il quale di cesi vi fabbricasse un la- sanesi e de' pisani, l'icuperò la li-

berinto ove fu sepolto in un son-


, bertà, della quale però poco
go-
tuoso mausoleo. Chiusi era già in dette, dappoiché successivamente i
istato florido quando surse Roma, perugini, ed i circo-
gli orvietani,
e poteva considerarsi come capitale stanti ne avvicendaro-
feudatarii se
della Toscana, essendo residenza di no il possesso, e sempre maggiore
Porsenna o Lucumone
, che agli , ne resero il guasto. Sotto l' impero
altri Lucumoni sovrastava. Porsen- di Carlo IV, che vi avea fatto un
na, dopo l'espulsione da Roma di breve soggiorno, Chiusi ricuperò la
Tarquinio il Superbo, mandò con- libertà, e cominciò a risorgere dal
tro quella città il suo esercito, per suo squallore ;
quindi la ricevette
giovarlo e riporlo sul trono. Nel quar- in feudo il Lorena e
visconte di ,

to secolo di Roma soffri Chiusi gra- poi r ebbe per maritaggio Muzio
vi molestie dai Galli Sennoni , che Attendoli di Cotignola, detto Sfor-
assediarono la città però i chiusini ; za Grande. Dappoiché avendo
il egli
assistiti dai romani, che loro aveva- sposata Antonia Salimbeni di , fa-
no inviato per legati tre figli di M. miglia antica e potente di Siena
Fabio Ambusto, rintuzzarono l'ardi- donde nacquero i conti di s. Fiora,
re dei galli, il cui duce, come narra duchi di Sforza, e il b. Carlo ar-
lo stesso Livio , restò trafitto dal- civescovo di Milano, ricevette in dote
l' asta di Q. Fabio , uno dei tre la città di Chiusi con altre terre e
legati. Ma Chiusi , verso 1' anno castella ; le quali possessioni gli fu-
4?^ di Roma, sub\ la sorte del- rono confermate nel \^\o. Ma nel
le altre città etrusche, ed assogget- i4i5; essendo stato Muzio impri-
3,, ,
,

!i6 CTI! CHI


clonato
o
dal marito di Giovanna II quislo di gioie un certo Ranieri, gran
regina di Napoli, i sancsi ne ap- conoscitore di esse. Questi in latti

prolìttarono per oecnpar Chiusi e ne acquistò da un mercadante ebreo,


le terre soggette allo slato sanese reduce da Gerusalemme, ed il mer-
per cui nel seguente anno fu costret- calanlc volle inoltre donargli uà
to a IMuzio (arne cessione per una anello, che dicesi di agata orienta-
somma di denaro, come scrive il le, o amatista di Siria, cioè quello,
Ratti, Della famis;lia Sforza, t. I, con cui fu sposata Maria a Giusep-
pag. 6, i5, e 3G5. In appresso, e pe, ereditato dai suoi maggiori. Ri-
nel i4i^^j ^^ città di Chiusi fece cevette Ranieri l' anello con indif-
alla repul)blica di Siena una spon- ferenza mettendo poco conto a tale
tanea dedizione del proprio domi- assertiva, e senza badarci, colle gioie
nio . Tultavolta non trovò pace lo consegnò in Chiusi alla marche-
finché col territorio sanese non fu sa. Intanto gli morì l'unico figlio,
unita al granducato di Toscana, pei il cui cadavere mentre portavasi col-

conflitti per le
di estranei eserciti, la pompa funebre alla chiesa di s.

stragi e pei che soffri


saccheggi Mustiola o Mostiola distante da ,

particolarmente per le guerre dei Chiusi più di tre miglia, con istu-
confinanti perugini. Cagione delle pendo prodigio si alzò sulla bara
guerre co' perugini fu l' insigne re- riprese il genitore per la sua indif-
liquia dell' anello pronubo della b. ferenza, disse che per punizione di
Vergine Maria, che servi al suo spo- esso era seguita la sua morte, si

saliziocon s. Giuseppe; il perchè, fece portare la cassetta delle gioie,


oltre quanto abbiamo detto al vo- e senza mai averle vedute, subito
lume li del Dizionario a pag. .7 prese il santo anello, il baciò, lo
e 74, cioè che seguendo l' autorità mostrò a tutti , e lo consegnò al
del Novaes, Storia de Pontefici, t. parroco di detta chiesa, che allora
VII, pag. 50», fu lasciato quell'a- era de' canonici regolari ,
perchè
nello a Chiusi da s. Mustiola, e l'esponesse alla pubblica venerazio-
discoperto sotto Gi-egorio V, aggiu- ne. Quindi in conferma del suo di-
gneremo il seguente cenno, il quale re manifestò due voti fatti dal pa-
ricaviamo dal Compendio istorico ri- dre, e a ninno cogniti, il luogo ove
guardante il pronubo anello di Maria dovea il suo corpo tumularsi, e ri-
ss.y che si conserva nella chiesa catte- posò nel Signore. In progresso di
drale di Perugia, del sacerdote Do- tempo, rovinandosi la chiesa di s.
menico Venti, custode di detta re- Mustiola, verso l'anno i3oo il sa-

liquia , stampato in Perugia nel gro anello fu trasferito in Chiusi


i838. nella chiesa de' conventuali di s.

Intorno al X
secolo, governava Francesco, dove nel 147^ un
da
la Toscana, qual vicario dell' impe- francescano tedesco, nominato Vin-
ro, il marchese Ugonc figlio di Al- tcro, vedendosi perseguitato a segno
berto di Ugone re d'Italia, che per d' essere incolpato di aver involato
meglio governare risiedeva alterna- il santo anello, preso da dispetto
tivamente in diverse città, principal- elTettuò il rubamento la notte de'aS
mente in Chiusi. Di là la sua mo- luglio, e colla scusa di avviarsi al
glie Giuditta, nipote dell' imperato- perdono di Assisi, nel passare da Peru-
re Ottone III, inviò aP\.omapcr l'ac- gia, per mezzo d' un suo amico of»
CHI CHI 117
(vì l'anelloa Matteo Francesco Mon- cario di terza classe per l'amministi'a-
tesperelli, capo d'ufficio della città, zionc della giustizia, e la erezione
e ritornando da Assisi a Peru- della vecchia sua fortezza rimonta al
gia, accusato qual ladro del santo secolo XII. Giuseppe Migliori nel
anello da due religiosi di Chiusi , fu l'jSi stampò in Siena una Lettera
carcerato per comando del Cardinal della qualità dell' aria della città
s. Sisto legato di Perugia. In questa di Chiusi.
città poi rimase allorché uscì di pi'i- La sede vescovile di Chiusi fu
gione sino alla morte, avvenuta nel istituita,secondo Comraanville, nel-
i5o3, sempre mantenuto dal co- l'anno 45o, e secondo altri, prima
mune. Intanto che fr. Vintero fu di tal' epoca. Vi sono realmente ar-
posto in prigione,
il di lui amico gomenti per crederla di data molto
chiamato Giordani dalle Mine, sen- più antica, e lo stesso Benedetto
za dichiarare la provenienza del XIV mostrò essere di tale opi-
santo anello ne fece irrevocabile nione. Pasquale II, nell'anno iioo,
donazione alla patria, laonde nell'ac- unì al vescovato di Chiusi la sede
ccltarlo il comune di Perugia de- vescovile di Castel della Pieve, poi
cretò la conQsca de' beni, la morte, Città della Pieve; unione che con-
e r infamia contro chi avesse pro- fermò Celestino III nel 1191,6 che
posta l'alienazione dell' insigne i-eli- durò sino al 1600, in cui Clemente
quia, che fu posta in valida custo- Vili istituì o ripristinò, come preten-
dia di ferro chiusa a quattro chiavi de lo storico Bolletti, la sede episco-
nel palazzo comunale. pale di Città della Pieve (P^edi) , sepa-
Dolenti i chiusini per tanta per- randola da Chiusi. A queir articolo
dita, ricorsero al Cardinal France- vi sono notizie, che risguardano que-
sco Piccolomini, arcivescovo di Sie- sta città, e il suo lago. La chiesa
na, nipote di Pio II, che per ri- di Chiusi tra i suoi vescovi conta
cuperare il sagro anello si recò a il Cardinal Francesco degli Atti, no-
Perugia ; ma non conseguendo l'in- bile di Todi, fatto vescovo da Cle-
tento, ricorsero i chiusini alla pro- mente VI in Avignone, morto poi
tezione de' sanesi, che inviarono alla in odore di santità; come si gloria
città per ambasciatore il celebre a ragione di monsignor Nicolò Bo-
Bartolomeo Bonasperio , mentre il nafede, accettissimo a vari Papi.
maestrato di Perugia spedi al Pon- Esaltato al pontificato il sanese Pio
tefice Sisto IV in ambasceria Ba- II, Piccolomini, nel trovarsi in Sie-
glione Vibi, e Gentile Signorelli per na ai 19 aprile dell'anno i4%>
informarlo del flitto. Al medesimo eresse la sede sanese in metropo-
Pontefice anche i senesi inviarono litana , e tra le chiese suffiaga-
due oi-atori per favorire Chiusi , nee , che le assegnò , comprese
mentre fra le parti contendenti pro- questa di Chiusi ordinando che ,

seguivano le rappresaglie guerresche, tanto per l'arcivescovo di Siena, che


ch'ebbero solo fine quando i chiu- pei vescovi suffraganei, ne godesse
sini ritrovato prodigiosamente il
, la nomina la stessa città di Siena.
corpo di s. Mustiola vergine e mar- In appresso, mentre era Vescovo di
tire, ti'a lasciarono d' insistere per la Chiusi monsignor Giustino Bagneri
ricupera del santo anello. olivetano, Clemente XIV, nel 1773,
Nella città di Chiusi risiede un vi- unì a questa chiesa quella tcscovì-
iiS Clio Clio
le di Pìenza (Fedi). La cattedrale inferiore, il cui vescovo risiede nella

(li ( Jiiiisi è assai antica , ed è un città di Temeswar. Chonad è posta


bcU'edilIcio, eziandio per le sue alla sinistra sponda del (lume Ma-
considerevoli colonne già appartenen- rusio o Marosuna deliziosa e
, in
ti a qualche tempio, o altra magni- fertile pianura, come lo è il paese.

fica fabbrica. Essa è dedicata a s. È comitato del suo nome, distante


Secondiano, e la città riposa pui'e circa tredici miglia da Seghedino.
all'ombra del valevole patrocinio di Fu un tempo munita di fortifica-

s. Mustiola vergine e martire, il cui zioni, che i turchi impossessandose-


sagro corpo rinvenuto prodigiosa- ne fino dal i574j dovettero demo-
mente in quella cattedrale anti- lire per la pace di Carlowitz nel
chissima, è quivi con ispeciale pie- 1G99. Il barone di Mercy, e il ge-
tà venerata. Il suo capitolo si com- nerale Heusler la presero nel mar-
pone di due dignità, la prima del- zo del 1686; ma solo nel lyiGfii
le quali è l' arciprete , la seconda restituita al regno ungarico, di cui

il preposto , con dieci canonici , e segui i destini.

quattro cappellani, non compresi i La sede vescovile di Chonad fu


preti, e chierici studenti in quelle eretta per autorità del Pontefice Sil-
scuole vescovili, e che hanno ob- vestro II, da s, Stefano I re di Un-
bligo di essere addetti al servi- gheria, apostolo di sua nazione, ver-
zio ecclesiastico. Nella cattedrale e- so l'anno io3o. Ne fu primo ve-
sercita le funzioni parrocchiali l' ar- scovo s. Gerardo della nobile veneta
ciprete
; tre parroehi hanno la cura famiglia Sagredo, pel cui zelo reli-

delleanime del contado, e della gioso fu istituito un collegio di sa-


campagna; ed ogni vescovo è tas- cerdoti, furono fondate delle scuole
sato ne' libri della cancelleria Apo- che divennero le più celebri del rea-
stolica in fiorini cento ottantasette. me ungarese, e fu propagata la di-

CHOLET Giovanni, Cardinale. vozione alla b. Vergine ne' suoi dio-


Giovanni Cholet, nacque di nobile cesani venuti di fresco alla fede.

lignaggio in Francia, in Nomtre nel- Premio delle sue apostoliche fati-

la diocesi di Beauvais, di cui fu ca- che fu il martirio ,


giacché alcuni
nonico e poi vescovo. Creato prete sediziosi ricaduti nelle superstizioni
Cardinale di s. Cecilia nel 1281 da del gentilesimo, in Buda, ai 24 set-

Martino IV , fu legato in Inghil- tembre del 1047, lo lapidarono, e


terra nel 1283, e mori in Roma trafissero colla lancia. I di lui suc-
a' 1 agosto 1293, dopo aver fon- cessori fiorirono nella sede di Cho-
dato in Parigi il collegio di Beau- nad sino al 1574, in cui, occupata
vais del suo nome , che fu termi- dai turchi una gran parte dell' Un-
nato nel 1295. gheria, la forte città di Chonad fu
CHOMA, o COMA. Città vesco- presa di assedio, e furono distrutte
vile di Licia, la cui erezione rimon- dalle fondamenta le sue fortifica-

ta al quinto secolo. È nella diocesi zioni. A sì lagrimevole catastrofe il

d'Asia, ed è sullraganea della me- clero della diocesi si disperse, si

tropoli di Mira, e di essa si cono- csti userò tutte le ecclesiastiche isti-

scono tre vescovi. tuzioni, costrettifurono i fedeli alla


CHONAD o CSANAD {Csana- schiavitù, o all'esilio. Quindi i ve-
dien.). Città vescovile dell'Ungheria scovi, che si nominarono dalia san-
,

CHO CHO 119


ta Sede, furono come quelli in pnr- no propagato in varie parli , restò
tibiis, perchè dovevano risiedere ben men danneggiato. In Temeswar si
lungi dai confini della diocesi , fin- portò anco il capitolo, e per la mu-
ché l'imperatore Carlo VI, colle nificenza del predetto Carlo VI e
vittoriose sue armi liberò tutta la di sua figlia i' imperatrice regina
diocesi di Chonad dal giogo otto- Maria Teresa, vi fu faljbricata la
mano. bella cattedrale, dedicata a s. Gior-
Ritornato il vescovo in Chonad, gio martire. Tuttavolta il vescovo,
e trovando appena i ruderi dell' e- la diocesi , il capitolo e la stessa
piscopio, prima fu costretto di fer- chiesa cattedrale appellano col- si

mare la sua sede nella città di Se- l'antica nomenclatura, cioè col pri-
gedino o Szegedin, una delle pii^i an- mitivo titolo della sede Csanadien-
tiche, forti e ragguardevoli città di se. Ad accrescerne la popolazione,
Ungheria, e poscia nell'anno lySi, e l'industria, spesso Maria Teresa
in Temeswar. Questa regia e libera vi spedi da varie parti del germa-
città d' Ungheria, capoluogo del co- nico impero colonie cattoliche , co-
mitato di Temesch, è posta in gran- me pur fece nelle altre diocesi del
de pianura paludosa, sul canale di regno con felicissimi risultamenti,
Bega, ed è sede della corte di giu- dappoiché nel 1782 i cattolici di que-
stizia pei tre comitati del Bannato. sta diocesi ascesero a centotrenta-
Essa è una delle primarie fortezze mila, ed ora poi ve ne sono più di
della monarchia, reg^olarmente fab- quattrocentomila.
bricata con quattro sobborghi , né Nella cattedrale vi si venerano
manca d'importanti edificii , e di molte reliquie, ed è ben fornita di
civiche Secondo d'An-
istituzioni. sagre suppellettili. Il capitolo si com-
ville, sarebbe il Temeswar
Thybi- pone di quattro dignità, prima delle
scus degli antichi nella Dacia da , quali è il prevosto. Vi sono sei ca-
Traiano soggiogato. I turchi, coman- nonici onorarii, tra' quali il teologo,
dati da Solimano II, se ne impa- e il penitenziere, quattro beneficia-
dronirono nel i55i e la conser- , ti, e diversi chierici addetti all' uf-

varono sino al 1716, in cui il prin- fiziatura, ed al servigio della chie-


cipe Eugenio la restituì all' impera- sa, la quale è tuttora sulfraganea
tore Carlo VI, e pel trattato fatto della metropoli di Colocza. Nella
in Passarowitz nel 1 7 1 8, rimase per città vi sono tre parrocchie, due ci-

sempre alla casa d' Austria. miteri , un collegio dei pp. delle
La città di TemeSAvar rimane nel scuole pie, i religiosi di s. Gio. di

mezzo della diocesi di Chonad , il Dio, ossiano i Benfratelli, tre ospe-


cui circuito è di settecento miglia dali, ed il seminario numeroso di
geografiche, e perciò ragionevolmen- alunni. L'ampio episcopio è poco
te fu stabilita per residenza dei ve- distante dalla cattedrale ; e la men-
scovi. Per dominazione ottomana
la sa nella cancelleria Apostolica è tas-
nella diocesi ebbe quasi ad estin- sata a trecento fiorini. Tra i ve-
guersi il nome cristiano, eccettuata scovi illustri di Chonad vanno ram-
la città di Segedino, in cui, e per mentali , un Giovanni Cholosvary
la residenza episcopale, e per la vi- oratore del clero d' Ungheria al con-
gilanza de' francescani, che la dife- cilio di Trento, ove mori nel i562;
sero pur anco dallo scisma Fozia- e l'attuale monsignor Giuseppe Le-
,

ilo CIA CIA


iiovicz, clic nella serie de' vescovi che e profane. Egli vi riuscì in quel-
Csanadiensi è l' ottantesimoler/o, il lo tanto a meraviglia, che il dotto

(piale,benemerito già per avere vit- Ambrogio Moralcs, nell'opera delle


toriosamente, e con comune plauso, Anlickilà di Spagna, lo cliiamò lu-
difeso i diritti della Chiesa cattoli- minare della sua nazione, ed onore
ca nei comizii del regno nel 1 84o, 111 del secolo. Si recò a Roma nel Pon-
poi saggiamente prescelto dal piissi- tificato di Gregorio XIII: vi otten-

mo regnante imperatore Ferdinan- ne il posto di penitenziere in santa


do col consenso del rispettabile
I, Maria maggiore, e poscia fu deco-
corpo episcopale di Ungheria, a com- rato del titolo di patriarca di An-
porre in Roma Papa Gregorio
col tiochia. 1601, fini la vita, ed
Nel
XVI, la questione insorta nel me- ebbe la tomba, giusta l'opinione di
desimo regno intorno i matrimoni molti, nella chiesa di s. Sabina di
misti. Egli, accompagnato dal suo Roma. Tutti gli antiquari gli tribu-

vicario generale e canonico csana- tano grandi elogi, alcuni anche lo


diense Ignazio Fabri, si trattenne chiamano un teologo di grande ri-
in Roma varii mesi, e con recipro- putazione: ma sembra in vero che
ca soddisfazione delle alte parti, trat- le di lui opere manchino della cri-

tò egregiamente il geloso affare, e tica propria di un beli' ingegno. Egli


vicevette distinte testimonianze della scrisse una storia della doppia fficr-

pontificia considerazione. ra di Tracia intrapresa e finita da


CIIUSIUM, o CUSIUM. Città ve- Trajano ; La storia dell' anima di
scovile della Moldavia , eretta nel Trajano liberata dall' inferno per le
secolo decimoterzo, suffraganea della preghiere di s. Gregorio. In questo
metropoli di Solzaba o Solzava, chia- lavoro trionfa la favola. Scrisse an-
mata comunemente Chotza. Vuoisi cora intorno al cardinalato di san
situata all' estremità della Polonia , Girolamo, Roma i58i; Dei segni
presso il Boristene. Si ha memoria della santa croce comparsi in diver-
di soli due vescovi. se parti del mondo , e particolar-
CHYTRUS, CHITRI, o CITRO. mente nel i5>9i in Francia ed in
Città vescovile dell' isola di Cipro Inghilterra, Roma iSgi Del di- ;

la cui sede fu fondata nel quinto giuno e della diversa maniera di


secolo, ed e dipendente dal patriar- osservarlo, Roma 1
599 ,• Un Trat-
cato d' Antiochia sotto la metro- , tato sopra dugento martiri del mo-
i

poli di Costanza, la quale, secondo nistero di Cardona, nella diocesi di


Commanville, nel secolo undecimo Bourges, Roma i594; yitc ed azio-
fu trasferita a Famagosta. Altri la ni de' sommi
Pontefici e de' Car-
chiamano Cytìicra e Cilhron- Dicesi dinali, dal principio della Chiesa
che soli quattro vescovi avessero fino a Clemente Vili. Quest'opera
quivi la sede. venne poscia corretta, e continuata
CIACCONIO Alfonso. Scrittore del fino a Clemente X. Apparisce da
secolo decimosettimo, nato in Baeza certe lettere dal p. Mabillon tro- ,

nell'Andalusia. Pigliò l'abito di san vate nella biblioteca Chigi che il ,

Domenico, e in quell' Ordine si di- Ciacconio avesse composte altre due


stinse pel merito nello insegnare le opere: Un trattato delle antichità
scienze. Il suo prediletto studio ver- romane, coji figure, ed una Biblio-
sava inturno le antichità ecclesiasti- teca universale di autori.
,
,

CIA GIR i2[


CIAMPINI GiovA?wi Scrittore . IO. De vocis correctione in sermo-
tlcl secolo decimosettimo uato in , ne VII s. Leonis, de nativitate
Roma l'anno i633. Dapprima si Domini.
applicò allo studio della legge, ma I I . Explicatio duorum sareophago-
poscia rivolse l'animo alla Cancel- rum ritum baptismi indicanti um.
leria Apostolica, dove riuscì molto 12. De sanct. Rom. Ecclesia; vice-
bene. Fu creato segretario de' bre- cellerario, ejusque munere eie.

\ì di grazia, indi prefetto de' brevi


di giustizia, poi abbreviatoi'e e se- CIARPA , o SCIARPA
( Ordine

gretario del gran parco. La storia c<jisesttr V. Raada.


di donne).
ecclesiastica era lo studio che mag- CIBALLIANA. Sede vescovile del-
giormente lo dilettava, ed anzi dob- l' Africa occidentale , della quale si
biamo alle sue cure la istituzione sa, che Donato suo vescovo, inter-
dell'accademia di storia ecclesiastica venne al concilio di Cartagine, pre-
fondata in E.oma nel 1671. Morì sieduto da s. Cipriano. Au^. lib.
7
neir età di sessanta anni. Le di lui coni. Donat.
opere son ricche di preziosa erudi- CIBO Famiglia. Questa nobilis-
zione, ma non molto bene ordina- sima ed antichissima famiglia che ,

te , e di uno stile piuttosto basso. fiorì cotanto in Italia, ripete la sua


Queste sono: primaria origine dalla Gi-ecia. Si
1. Una dissertazione storica sull'an- chiamava Cnhea, o Cibocca dai cu-
tichità, sulle funzioni, e sulle pre- bi e quadrelli di sei faccie del suo
rogative degli abbrevialori dei gentilizio stemma , dai latini detti
brevi apostolici. cubi. Narrasi da alcuni sciittori
2. Una disquisizione sacra e stori- che il primo a trasportare questa
ca sovra due emblemi, che si con- famiglia nella Liguria, fu Odoardo
servavano nel gabinetto del Car- barone della Grecia, e prode capi-
dinale Carpegna. tano, che si recò in Italia in tem-
3. Un volume degli edifizi sacri po delle guene dell imperatore Gra-
fabbricati da Costantino. ziano, e stabilì, verso l'anno 385,
4. Due volumi sugli edifizi dell' an- il suo soggiorno in Genova , ove
tica Roma. diede principio a questa famiglia
5. Una dissertazione sull'uso del pa- che cominciò ad essere più consi-
ne azimo nella Chiesa latina. derabile fino dal secolo decimo, al-
G. L' esame delle vite dei Papi, che lorché Ottone I ricompensò i ser-
portano il nome di Anastasio bi- vigi di Guido Cibo con alcune ter-
bliotecario. re, e coir impiego di tribuno delle
7. Una lettera latina per riformare compagnie de' nobili e de' cavalieri
un passo di una lettera di Pio del sagro romano impero, come ri-

li, che si dice essere stato altera- porta il Novaes, VI, pag. 53. Al-
t.

to dagli eretici. trettanto si legge nel Dizionario sto-


8. Una dissertazione, in cui si esa- rico portatile dell'abbate Ladvocat
mina, se i Papi abbiano portato alla pai'ola Cibo^ cioè che nel se-
altre volte il pastorale. colo X la famiglia era in Italia in
r). Un trattato Ialino sulle crori, che considerazione, ritrovandosi in un
si portano alla lesta delle pro- privilegio a favor»; della città di Vi-
cessioni. terbo, che Óltuae 1 ricompensato
123 CIB CIB
aveva i servigi di Guido Cibo col antico feudo della famiglia stessa,
dono di alcuni feudi. Altri stabili- il quale pe' suoi illibati costumi, e
scono la famiglia Cibo in Genova, belle doti fu da Urbano VI nel
ncir anno 999. Guido I fu padre i38i creato Cardinale, e quindi
di Odoardo, e questo di Guido II, meritò nel iSHg di succedergli nel
il cui figlio Lamberto intraprese la pontificato col nome di Bonifacio IX
guerra contro i saraceni , e loro (^«//). QuestoPapa nel 1402 creò
tolse le isole di Gorgona e di Ca- Cardinali Leonardo Cibo, e Angelo
praj;!, la prima del mare Tirreno, Cibo patrizi genovesi ; e fece di tutto
la seconda del Mediterraneo. L'iso- per ristabilire nel regno di Napoli
la Gorgona, Urgos o Gorgon, ora Ladislao figlio di Carlo III, Duraz-
è dipendente dalla provincia di Pi- zo. Ladislao per gratitudine diede
sa del granducato di Toscana, ed ai Tomacelli, nipoti di Bonifacio IX,
ha cima un'alta toz-re per avvi-
in la contea di Sora , con altri terri-
sare Livorno dellavvicinamento dei torii. Inoltre lo stesso Pontefice ar-
corsari barbareschi. Ivi è conside- ricchì ed esaltò la madre ancor vi-
rabilissima la pesca delle sardelle. vente , i fratelli, e i nipoti: fece
L'isola Capraja, Aegidium , ha la marchese della Marca d' Ancona
città di tal nome, con sicuro porto, uno de' suoi chiamato
tre fratelli

e castello fortificato. Essa apparten- Andrea, e l' altro per nome Gio-
ne alla Corsica sino al i5o7, in vanni il fece duca di Orvieto, e du-
cui i genovesi ne spogliarono Gia- ca di Spoleto; dichiarò Antonio di
como del Mare , o de Mari che , lui fratello o nipote castellano di Ca-

n era signore, e tuttora è compre- stel Angelo. Tultavolta la fami-


s.

sa negli stati di Genova ceduti al glia Tomacelli non conservò tutte


re di Sardegna. le ricchezze acquistate, perocché do-

Lamberto Cibo ebbe diversi fi- po la morte di Bonifacio IX, La-


gliuoli, tra' quali Aranito, che in- dislao la spogliò de' suoi feudi. V.
traprese il viaggio di Terra santa. s. Antonino, in Chronicon, part. III,

Nel ii3o Innocenzo II creò Car- tit. 2, e. 3.

dinale un Martino, che alcuni dico- Arano, o Aronne Cibo, figlio di


no della famiglia Cibo. In seguito Maurizio, e di Saracina Marculla,
un Guglielmo Cibo fu fatto cavalie- e discendente di Lamberto Cibo,
re dallimperatore Federico II, e suo dopo che ebbe diviso con Tomma-
ambasciatore a Clemente IV, Papa so Fregoso il governo della repub-
del 126?. Un l'amo della famiglia blica di Genova, essendo stato da
Cibo si trasferì a Napoli, ove fiori essa destinato a condurre un con-
in nobiltà, e molto si diffuse , col voglio importante a Renato d' An-
nome di Tomacelli, o Tomazelii. giò re di Napoli, per la stima che
Da essa usci Alberico, o Ulderico ne concepì venne da questo prin-
Tomacelli, o Cibo, che Onorio lì cipe creato viceré di Napoli città ,

nel 1 125 creò Cardinale. Nel secolo che valorosamente difese quando
XIV fiori Francesco Tomacelli pa- nel 144^ f" assediato da Alfonso
trizio napolitano che si congiunse
, V di Aragona, facendo prigioniero
in matrimonio con Gratimole della questo principe, che senza riscatto
cospicua famiglia Filomarino, dai mandò a Genova. La repubblica
quali nacque Pietro in Carafanello, ijenovese destinò Arano ad accomo-
,,

CIB CIB 123


dare le sue vertenze con Alfonso V, Leone X. Tultavolta nelle sue bolle,
e vi riuscì così bene , che il re lo Innocenzo Vili chiamò sempre Fran-
ritenne in Napoli al suo servigio ,
ceschetto suo nipote, e nipote di
lo fece presidente del suo consiglio, Arano di lui genitore, e per tale si
e ad istanza de' napoletani nuova- nomina avvedutamente nell' iscrizio-
mente il creò loro viceré. Intanto, ne sepolcrale, che poi in detta ba-
elevato al pontificato nel i^55 Ca- silica pose Alberico Cibo , principe
listo III, il quale, come narra il di Massa. P\ il Marini, Archiatri
Zazzera, era nel Cardinalato grande poni. t. I, p. 221, n. 6. Il Ciac-
amico Arano, a sé lo chiamò di-
di conio afferma il matrimonio di Giam-
chiarandolo senatore di Roma , di- battista colla dama napolitana, ma
gnità in quei tempi conceduta ai il Vialardi accenna eh' esso fosse
soli principi, o personaggi di gran soltanto stipulato; e Raffaello di Vol-
considerazione. Peraltro non andò terra lib. 22, col Bergamasco, e col
guari che il Cibo abdicò il senato- Platina sostengono, che Franceschet-
rato, attesi i disgusti nati tra Ca- to, e Teodorina fossero figliuoli na-
listo III ed Alfonso V, e ritornò a turali di Giambattista, il quale poi
Napoli ad esercitare i suoi alti im- diede Teodorina in matrimonio a
pieghi, morendo a Capua nel i4^7- Gerardo Usumari di nobile famiglia
Da questo Arano , e da Marzia genovese, famiglia che procurò in-
del Mare, di famiglia senatoria di gi'andire come quella de' proprii ni-
Genova, nacque nel i432 Giambat- poti. Né deve tacere, che il Ber-
si

tista Cibo, poi Papa Innocenzo Vili, castel, Histoire de VEglise, t. I, XV


che fu il principale splendore di p. 270, dice che Giambattista pri-
sua famiglia, e diede origine a quella ma di x'icevere gli ordini sagri, aves-
grandezza, cui in progresso essa asce- se avuto sette figli da diverse donne.
se, divenendo una delle più nobili, Giambattista adunque trasferitosi
e più potenti d' Italia. Egli pertanto a Pvoma, si pose nella carriera ec-
servì prima nella corte di Napoli il clesiastica, ove per i suoi costumi
re Alfonso V, e Ferdinando di lui dolci, e somma saviezza fu fatto ve-
figlio, una dama na-
e sposatosi ad scovo e poi Cardinale, venendo po-
polilana, n' ebbedue figli, che era- scia nel i4'^4 subliniato al trono
no ancor viventi quando fu creato pontificio col nome d' Innocenzo
Papa, cioè Franceschetto, e Teodo- FUI (Fedi). Nella prima promor
rina. Alcuni France-
dissero, che zione da lui fatta nel i4^9 creò 3

schetto fosse figlio naturale , o ni- pel primo Cardinale Lorenzo del
pote di quel Pontefice, però figlio Mare o de Marj nobile genovese
veramente lo chiama il celebre Pie- suo consanguineo, o, come dicono
tro Delfino camaldolese, nella let- alcuni, figlio naturale del propria
tera 27 del libro III, scritta a' 7 fratello, cui diede il cognome Cibo,
aprile 1492, cioè vivendo ancora e lo stemma. A Franceschetto Ci-
il Papa; e Paride de Grassis dice bo, oltre il generalato di santa Chie^
altrettanto nel suo Diario , in cui sa, diede la contea d' Anguillara
descrisse minutamente le magnifiche quella di Fcrentillo, Cerveterij e4
esequie, fatte nella basilica vatica- altri piccoli castelli, che in appresso
na ai 16 luglio i5ir) a France- da Franceschetto si vendettero a
schetto, cognato dell'allora regnante Viiginio Orsini, meno la contea di
i:j4 cib CIP,
l'Ynentillo. Quindi Innoccnr.o Vili fu stampata a Venezia por il Scssa
otU'niu; a Fianceschclto in isposa nel iGi3. Ma di detto Cardinale,
la l)cllii MacUlalcna de' Medici, II- e di tutti gli altri Cardinali della
i^lia Lorenzo
di il I\l (lignifico. Per famiglia Cibo nominati in questo
ricompensare poi cpiesta illustre fa- articolo, si potranno leggere le bio-

miglia, che gi.à signoreggiava Firen- grafie ne' seguenti articoli.


7(^ , il J^apa nominò jirotonolario Leone X mostrò propensione per
apostolico (iiovanni de' Medici figlio Franceschetto, e per Maddalena sua
di Lorenzo , mentre avea l' età di sorella, che spesso visitava nel loro
sette anni, e poi nel i4<^9 il dt-'^ feudo di Cerveteri, e il suddetto Lo-
Cardinale, e l' inviò legato a Firen- renzo Cibo, pur nipote di Leone X,
Patrimonio, finché nel i5i3
ze, e al continuò la successione della famiglia

meritò di succedere a Giulio li col Cibo. Egli sposò Ricciarda Malaspina


glorioso nome di Leone X. erede degli stati di Massa, e Carrara,
Da Francese! ietto Cibo, e da Mad- allora marchesato. Da Franceschet-
dalena de' Medici, sorella di Leone to, e INIaddalena nacque pure una
X, nacquero Lorenzo, e Innocenzo. figlia per nome Caterina, che be-
IVella sua prima promozione lo zio ne apprese le lingue ebraica , gi'e-

Leone X diede a rpiest' ultimo la ca, e latina, non che la filosofia, e


porpora cardinalizia nel i5i3, col- la teologia. Leone X la maritò con
la signoria di Fabriano,mentre con- Giammaria Varano duca di Came-
tava ventim'anni di età; ed allu- rino, dal matrimonio nacque
qual
dendo al nome d'Innocenzo Vili, Giulia Varano, che maritatasi con
ed a quello del Cardinale, Leone Guidobaldo duca di Urbino, sotto
X nel crearlo disse in concistoro : Paolo III perdette 1' avito ducato
Qiiod ab Innoceniio acccpi, Jiino- di Camerino, e terminò i suoi gior-
ccntio resi! tuo. 11 Cardinal Innocen- ni tra i libri, e gli esercizi di pie-
zo Cibo si lese immortale ,
primie- tà. Da Lorenzo e Pticciarda nacque
lamente del cugino
nelle peripezie l'unico figlio AlbericoCibo Malaspi-
di Leone X
suo zio, cioè del Papa na, che nel i553, ereditò gli stati
Clemente VII, de flledwi, al quale di Massa e Carrara. Questo prin-
in un agli altri Cardinali, dissuase cipe, nel i568, ottenne dall'impera-
ili trasferire la pontificia residenza tore Massimiliano II, che i detti sta-
ad Avignone; in secondo luogo per- ti fossero eretti in ducato,
per cui
chè alla uccisione di Alessandro dei fu primo duca di Massa e Carra-
il

Medici, duca di Firenze, nobilmen- ra. P^. Massa e Carrara. Certo Alfon-
te ricusò quella sovranità per la sua so Ciccarelli, medico di professione,
fimiglia, e la mantenne nel secon- lusingava l'orgoglio de' grandi con fa-

do ramo della casa Medici ; e per- volose genealogie, pur una


e tese
chè poi fu visitato in ]\Iassa dal tale insidia ad Alberico Cibo Mala-
Pontefice Paolo III, e dall'impera- spina, col volergli provare, che la
tore Carlo V, da lui trattati con sua famiglia contava circa sei seco-
somma splendidezza. Di questo am- li di più di quelli, che ne stabiliva-
plissimo Cardinale, Innocenzo Ci- no gristorici. 11 principe, che avea
bo, scrisse la Fianccsco Maria
vita d(;lio spirito, fu il primo a smasche-
\ ialardi , che unitamente alle vite rare il falso biogralò. Insorsero quin-
di ISunilàcio 1\, e d' Innocenzo Vili, di molte accuse contro di lui, e fat-
CIB CIB iiS
togli il processo sotto Gregorio XIII, di questa famiglia Porcacchi, e Fran-
di cui era suddito, e convinto di cesco Zazzera, Genealogia della fa-
falsitàcon intenzioni le più ree, fu miglia Cibo: il Dialogo della nobil-

condannato al taglio d'una mano, e tà di essa. L* Ughellio neWTlalia


ad essere impiccato, ciò che fu ese- sagra ; il Prioi'ato, Scena degli uo-
guito nel i58o. mini illustri d'Italia : l'Aubcry, il
A Carlo I, principe e duca di Tuano nel t. Ili delle Istorie; Pao-
Massa e Carrara, nel i6^5 da Inno- lo Giovio; il Foglietta, e altri. Nel
cenzo X fu creato Cardinale il figlio i588 in Genova
fu pubblicato un
Alderano Cibo che il veneiabile, Della famiglia Ci-
libro, col titolo:
Innocenzo XI fece segretario di sta- bo. Finalmente il Yiani nel i8o8 ha
to, e in tal credito si mantenne che pubblicato in Pisa: Le memorie del-
r imperatore, e i sovrani di Europa la famiglia Cibo e delle monete di
gli scrivevano di proprio pugno per fliassa di Lanigiano, con qnattoi'-
ottenere quanto desideravano dal dici tavole, contenenti le impronte
Papa, il quale in morte lo racco- di centoventotto monete coniate nel
mandò al sagro Collegio, perchè lo i5o9 dai principi della famiglia Ci-
facesse suo successore. L'ultimo Car- bo: famiglia estintasi nel 1760 col-

dinale di questa celebre prosapia fu la morte della duchessa di Modena


Camillo Cibo, de' principi di Massa, Maria Teresa.
e Carrara, Maneta e Lavenza
, e , CIBO Martino, Cardinale. Mar-
per parte di sua madre Teresa Pam- tino Cibo, di nobile famiglia geno-
phily, pronipote d'Innocenzo X. Fu vese, era monaco cisteixiense. Fu
elevalo alla porpora, nel 1729, da direttoda s. Bernardo suo amico,
Benedetto XllI, L' ultimo principe e molto si distinse per l' esercizio
Cibo Malaspina fu Alderano, che delle cristiane virtù. Innocenzo II

avendo preso in moglie E.icciarda nel ii3o lo creò Cardinal prete di


Gonzaga, figlia di Camillo III, con- s. Stefano nel Montecelio, e lo fece
te di IVovellara, e Bagnolo, nacque- legato al re di Danimarca. Giovan-
l'O tre figlie, ]\Iaria Teresa, erede ni di Sarisbery, e s. Bernardo si

de' paterni stati, maritata nel 1741 meravigliarono assai perchè il Cibo
ad Ercole Piinaldo d'Este principe ritornasse povero dalla sua legnzio-
ereditario di Modena; Marianna, ne, venendo, com' egli scrive, dalla
che fu sposata al principe Orazio terra dell'oro, senza oro. Poscia in-
Albani, pronipote di Clemente XI ;
tervenne al concilio di Pisa , e nel
e la terza, che divenne duchessa di II 44 mori santamente, nel Ponti-
Popoli, nella famiglia del Tocco in ficato di Lucio lì, dopo quattordici
Napoli. Così rimase estinta la linea anni circa di Cardinalato.
maschile di Cibo Malaspina, e pas- CIBO Guido Clemente, Cardina-
sò ne' duchi estensi il ducato di le. Guido Clemente Cibo di Geno-
Massa, e Cai-rara . P^. Modena. va piissimo, e dotto così da meri-
Della villa Cibo, che questa famiglia tarsi il titolo di maestro, nelle tem-

aveva in Castel Gandolfo, onorata pora di avvento del i i


4 t> l^^ crea-
spesso dai Papi nelle villeggiature, to Cardinal prete di s. Pudenziana
ed acquistata dal palazzo apostolico da Lucio II. Sotto il Pontefice A-
sotto Clemente XIV, si parla all'ar- driano IV, insorse popolar sedizio-
ticolo Casld Gandolfo. Scrissero poi ne a causa degli Arualdisti. Il Cibo
,

126 CIB CIB


si recò allora dal Papa, ma fu in- canonico di s. Pietro, e nel i4S5 fa
sultalo, e ferito ^ravcincnle. UPon- promosso all'arcivescovato di Bene-
tclice sdegnato sottopose tutta Roma vento, ove stabilì un luogo al capitolo
ali' interdetto, castigo, cui non aveva di quella metropolitana, ai canoni-
ella provato giammai. Riavutosi al- ci della quale ottenne l' uso della
fpianto dal male, con altri Cardi- berretta rossa. Poscia ai i4 marzo
nali si fece ad incontrar l'impera- del i4"^0 dallo stesso Papa fu crea-
tor Federico I, che conduccvasi a Ro- to Cardinal prete di s. Susanna;
ma per ricevere la corona impe- indi di s. Cecilia, coli' amministra-
riale; ed ottenne di aver nelle ma- zione della chiesa di Vannes nella
ni l'eresiarca Arnaldo, che movea Brettagna, e l' abbazia di StalTarda.
di continuo il popolo romano con- Era modello di giustizia; e d' inte-
tro al clero. Così giovò assai la s. grità, (!d accolse in sua casa di Ro-
Sede presso a Cesaie. Da ultimo, ma Carlo Vili re di Francia. Ad
dopo la elezione di Eugenio III, A- insinuazione del Pontefice , e nel
nastasio, ed Adriano IV, morì nel modo che dicesi all'articolo Chiesa
I i5c), dopo ([uattordici anni di Car- di s. Marco [P'edi) , stabilì nella
dinalato. basilica vaticana una cappella con
CIBO Lkoxahdo, Cardinale. Leo- quattro beneficiati, nella qual cap-
nardo Cibo, patrizio genovese, celebre pella dovevasi riporre la lancia, col-
legale, fu promosso alla sagra por- la quale fu trafitto il costato del
pora da Bonifacio IX a' Quindi
27 gennaio Salvatore. coli' opera del
i4o2, colla diaconia de' ss. Cosma, PoUajuolo nella stessa basilica e-
e Damiano. Il Novaes però dice che resse un monumento sepolcrale di
fu fatto prete de' ss. Silvestro e bronzo al Papa. Sebbene Alessan-
Martino Monti. a' dro VI lo vedesse di mal occhio
CIBO Angelo, Cardinale. Ange- gli conferì il vescovato di Pale-
lo Cibo patrizio di Genova, da Bo- strina, madopo i conclavi di Pio
nifacio IX fu creato Cardinale del- III, e Giulio II morì a R.oma nel
l'ordine de' diaconi, ai 27 gennaio i5o3, di cinquantatre anni, e quat-
i4o2, colla diaconia dei ss. Silvestro tordici di Cardinalato. Fu sepolto
e Martino a' Monti. Così il Cardel- in una magnificamen-
cappella, cui
la, t. II, pag. 320; ma il citato te avea adornata in s. Maria del Po-
Novaes, t. IV, pag. 261, dice che polo. Fece dono alla sua chiesa del-
Angelo fu fatto Cardinal diacono dei la propria biblioteca, e di altri pre-
ss. Cosma e Damiano. ziosissimi ornamenti.
CIBO Alberico, Cardinale. V. CIBO Nicolò, Cardinale. l^ìcoloQAho
TOMACELLI. fratellod'Innocenzo VIII, nel i486
CIBO
Giambattista , Cardinale. divenne arcivescovo di Cosenza, e do-
V. Innocenzo Vili. po un anno governatore di Perugia.
CIBO
Lorenzo, Cardinale. Loren- Nel 1489 fu promosso all'arcivesco-
zo Cibo genovese nacque nel i45o vato di Arles; e fu nominato poi Car-
dalla nobile famiglia de Mari, con- dinale dallo stesso Innocenzo nell'an-
sanguineo ad Innocenzo Vili. Era no 1489, senza pubblicarlo formal-
dottissimo, e di angelici costumi. mente al sagro Collegio. Morto Inno-
Essendosi posto a servire la s. Sede, cenzo Vili, il gran signore de' turchi
fu fatto preletto di Castel s. Angelo; supplicò con sua lettera Alessandro
,.

CIB CIB 127


VI a crearlo, come diceva, perfetto sedati i tumulti , ristabilì nella me-
Cardinale. Che il Cibo sia veramente desima famiglia Favorì gi'ande-
.

stato Cardinale, non è fuor d'ogni mente i sua casa di


letterati, e nella

dubbio. Mori all' incirca nel i499' Massa fu onorato da Paolo III, e
CIBO Pantaleone , Cardinale Carlo V; si trovò a molte sessioni
Pantaleone Cibo, pronipote a Inno- del concilio di Latei-ano, non che ai
cenzo Vili, a' i4 marzo del 1489» conclavi di Adriano VI, Clemente
fu sollevato all' onor della sacra VII, Paolo, e Giulio
III. Morì a
porpora. Roma nel i55o, di cinquantanove
CIBO IxxocENzo, Cardinale. In- anni, e trentasette di Cardinalato, e
nocenzo Cibo genovese , nato nel venne sepolto nella chiesa di s. Ma-
149I5 nipote al Pontefice per via ria sopra Minerva.
di madre ,
giovane di angelici co- CIBO Alderìxo, Cardinale. Al-
stumi , fu fatto arcivescovo di Ge- derano Cibo dei principi di INIassa
nova da Leone X. Francesco I, l'e e Carrara, nato nel 161 2, divenne
di Francia, lo elesse abbate di s. prelato sotto Urbano VIII. Poi In-
Vittore di Marsiglia, e di s. Oveno nocenzo X
lo elesse a maggiordo-
di Rouen. Poi, ai 2 3 settembre del mo pontificio; quindi a' 6 marzo
i5i3, dallo stesso Leone venne crea- 1645 lo creò Cardinal prete di s.

to Cardinal diacono de' ss. Cosimo Pudenziana, legato di Libino, Ra-


e Damiano, colla signoria perpetua venna, e Ferrara, cui governò con
di Fabriano; nell'anno iSiy fu am- sommo vantaggio del Pontefice , e
ministrator della chiesa di Torino dei popoli soggetti. Fu
anche pro-
e di Marsiglia nel 1 5 1 8, col gover- tettore dell' Ordine dei Minori , di
no di Aleria nella Corsica. Indi nel quello dei Trinitarii , degli Arme-
i5i9 ebbe il governo pastorale del- ni, ed ebbe luogo nelle prime con-
la chiesa di Ventimiglia; e nel i53i gregazioni di R.oma. Sotto Alessan-
sotto Clemente VII quella di Ma- dro VII, nel i656, fu nominato al
riana nella Corsica; poscia nell'anno vescovato di Jesi, cui beneficò gene-
i558, nel pontificato di Paolo III, rosamente, enei i658 vi tenne il
ebbe quella di Messina ed altri , sinodo. Trasfeiù la congregazione di
vescovati. Divenne Camerlengo del- s. Filippo Neri , eh' era lungi dalla
la s. Romana Chiesa, pei bisogni città, alla comoda via Savelli, e le
della quale sborsò la somma di diede la chiesa di s. Giovanni colle
trentacinquemila ducati ; legato di case vicine. Lo stesso fece del semi-
Bologna, e Romagna , e nella pri- nario situandolo prossimo alla cat-
gionia di Clemente VII manten- tedrale.Senonchè rinunziò a quella
ne parecchie città devote al Papa; chiesa, e nel 1687 sotto Innocenzo
ed in quelle strettezze spese gros- XI, dopo altri vescovati suburbicari,
se somme, a rimborsar le quali ot- essendo divenuto decano del sagro
tenne dal Pontefice la terra di Collegio, gli toccò il vescovato di
Vetralla. A lui è debitrice l' Italia, Ostia , ove ristaurò il palazzo vesco-
che la s. Sede sia restata in Roma, vile , r antica cattedrale di s. An-
poiché la si voleva ti'asferire in A- drea, e la cappella di s. IMonica, cui
viguone. Magnanimamente ricusò il abbelhdi finissimi marmi, di grazio-

principato, che gli offerivano i fio- se pitture, e di un ricco fonte bat-


rentini della casa de' Medici, che, tesimale. JNella chiesa di s. ]\Iaria del
128 CllJ CIB
Popolo fornii una mngnifirn cap- vescovi, e regolari, (1(;1 concilio, dei
pi^lln ; nel \6()^ tenne il sinodo a riti, della consulta, di propaganda ,

Vclletri , e dopo essere iiilervcnuto ed allre. Rinunziò al priorato della


ai conclavi di Alessantiro VII, Cle- religione di INIaltae andò a pas- ,

mente IX e X, Innocenzo XI, Ales- sare alcuntempo nelle deliziose cam-


sandro Vili, e Innocenzo XII mori , pagne tra Gaeta e Pozzuolo. Eb-
a Roma nel 1700, di ottantotto an- be contese col duca di Massa suo
ni e einrpianlasei di Cardinalato, de- fratello per la successione di quel
cano del «acro Collegio. Ebbe la principato. Dopo il conclave di (de-
tomba nella sua cappella, in s. Ma- mente XII e di Benedetto XIV ,

ria del Popolo, ove sorge nobile mor\ in Roma nell' anno 1 743 ,

mausoleo , che si fece erigere egli di scssantadue anni, e quattordici di


medesimo nel i68|.. Innocenzo XI, Cardinalato. Fu sepolto in sotterra-
che appena eletto Papa lo fece nea cappella in s. Maria degli An-
suo segretario di sfato, morendo geli, ove avea fatto costruir tondje
lo avea con grande ardore proposto per se, e per sette de' suoi fami-
al sommo pontillcato, ma non vi liari.

riuscì. Era il Cibo tale da godere CIBORIO ( Cihoriuin, aiigmtissi-


meritamente della estimazione di mae Eticharixtiae. sacra pyxis). Con
tutti. questo nome si chiama il tabernaco-
CIBO Camillo, Cardinale. Camil- lo, ove si conserva la ss. Eucaristia,
lo Cibo dei principi di Massa e il vaso che la racchiude, non che
Carrara, nacque nel 681. Nel 170?, 1 un sagro edifizio isolato. Sebbene
sotto Clemente XI, divenne chieri- agli articoli Tabernacolo e Pisslde
co di camera e presidente degli , dicasi quanto riguarda tal custodia,
archivi, delle acque, e ripe, e della e vaso, piu'e qui ne daremo un cen-
grascia, poi fu fatto uditore di Ca- no a cagione che il Ciborio viene
mera, e nel 17 18 ebbe il titolo di chiamato anche Tabernacolo, e Pis-
patriarca di Costantinopoli. Ma por- side dagli ecclesiastici.
tato a riformar ogni cosa, corse ta- Il tabernacolo è rm piccolo tem-
li rischi, che dovette paitire da pio di legno dorato, di metallo, e
Roma, sotto Innocenzo XIII, e ri- di pietra, che sta sull'altare, chiuso
tirossi presso Spoleti. Senonchè Be- con chiave, ove si conserva il ss. Sa-
nedetto XIII, nel 1725, lo vol- gramento dentro la pisside , eh' è
le appresso di se, dichiarandolo un vaso sagro d' argento o di oro
suo maggiordomo. Poi sostenne stre- in forma di calice, coperto, e che
pitosa lite coi primi tribunali di conserva le ostie consagrate per la
Roma a mantenere illesa la priva- comunione de' fedeli. Debbono esse
tiva sua giurisdizione civile, e cri- cangiarsi ogni otto giorni, o alme-
minale sopra i palatini, e fece fron- no ogni quindici, ed allora purifi-
te al Cardinal Coscia, potente fa- carsi deve anche il vaso.

vorito del Papa , che si mischiava Dal Mcnologio Romano del Piaz-
oltre il dovere negli addiri. Quindi za, a pag. 109, si rileva, che l' ar-
a' 23 marzo 1729 lo stesso Bene- cicon fraternità del ss. Sagramoito,
detto XIII lo promosse al Cardinala- istituita nel i 139, nella chiesa di s.

to,col litolc; di s. Stefano ncBIontece- Maria sopra IMincrva, fu la prima


lio, e lo ascrisse alle congregazioni dei che in Roma erigesse tabernacoli
,
.

CIB CIB 129


nelle chiese, forma d' oggid'i
nella conservate due delle antiche e ve-
per custodire decentemente ed alla nerande costumanze dappoiché re- ;

pubblica venerazione la ss. Eucari- stando il tabernacolo del ss. Sagra-


stia. P^edi. mento elevato nel mezzo della tri-
Il rito più antico, col quale so- buna, seguita ad essere cu-
altresì
leva conservarsi la ss. Eucaristia stodito nella sagrestia, dove si mu-
era quello di tenerla rinchiusa nella ta, e si rimette secondo il bisogno.

sagrestia, come ci dimostro l' eru- Nella chiesa cattedrale di s. Gio-


ditissimo Cancellieri, nel tom. I de vanni di jMaurienne, racconta il cav.
Secre.tariis etliidcoruni et christiano- INIillin Voyage en Savoje
nel suo
rum, ac veteris, et no\'ae basii. i>af., etc. i8i6j p. 76, che esiste
Paris
cap. II, § IV, de vita vetustissimo 5» un Ciborium, ou espèce de Ta-
in secretano majorì, Sacramentunt « jjeruacic en beau maibre blanc,
aìignstuin sub utraque specie adscr- » destine a garder I' Hostie. Au
iandi^p. 197. Altro rito era quello di 5j milieu des Aiguilles flnemens de-
collocarla sugli altari, o nei vasi so- » coupies; et des elegants rainceaux
spesi sotto al ciborio, sospesa nel bat- 55 sont les flgures de Dieu, de Chri-
tistero, sul sepolcro de' martiri, su- » ste, et de la Vierge. Ce Cibo-
gli altari, entro una torricella d'a- " rium est un don d' Etienne Mo-
vorio, e pili comunemente in vasi M rclli , evéque de cette cglise ".
fiuti forma
in di colomba d'oro, o Il Casalio, De vct. christ. sac. rìtib.,

d'argento, o di altro metallo; o e altri teologi dicono, che la paro-


ne' tabernacoli , come ora si usa. la ciborio venga da cibus, perchè
Le dette torri d'avorio si chiama- contiene una vivanda spirituale. La
rono pure Turris gestatoria, come parola ciborio significava presso gli
si può vedere in s. Gregorio di egizj il frutto di certa loro fava,
Tours, De glor. inart-yr. cap. 86. ovvero il guscio, che la racchiude-
Si costumò ancora di riporre la ss. va, per cui le foglie di tal pianta,
Eucaristia entro il muro della tri- servivano a fare una specie di cop-
buna della chiesa , il quale , oltre- pe adoperate ne' banchetti e fatte ,

ché dal p. Martene, De antir/nis a cono, donde presero il nome le

eccl. ritibus, 1. I, e. 5, art. 3, cosi altre coppe. E certo che i greci, e


è descritto dal p. Mabillon non so- i latini si servirono di vasi_, cui chia-
lamente nel ti'attato De usu azyini mavano ciborj, sia che fosseio fatti

et fermentati, cap. 8, ma anche nel di quelle fave di che


Egitto, sia

Commentario sopra gli ordini Ro- fossero a quelli ed è


somiglianti,
mani, tom. II. Mus. Ital. pag. i3c) : appunto dalla loro conformità con
" Tertius modus, qui in sola s. Cru- questa sorte di vasi che nostri, i

» cis basilica obtinet is est quod , cibori o pissidi, secondo il Fleury,


5> Eucharistia, pone majus altare, Costumi de' cristiani , ne trassero il
" ad summum basii icae parieteni nome. Dice il Bergier, che l'uso di
»> absque ara apposita, servatur in conservare la ss. Eucaristia per la
» vasculo patente, adjectis loco or- comunione principalmente degl' in-
" namenlis. Quod o[)us est Fran- fermi, è una dimostrazione insupe-
" cisci Quignonii Cardinalis rabile della fede nella reale presen-
» anno MDXXXVI ". za di Gesìi Cristo nell'Eucaristia, e
Così nello stesso tempo si sono che la (^liesa orientale seguiva tal

VOL. \M[.
,

i3o CIB GIR


costumo nei loinpi antichissimi. In- Chiese di- Roma si è parlato dei
nanzi ove è il cib(MÌo colla
l'altare, cibori, che le decoravano, e di quel-
santa Eucaristia, dee tenersi sempre li rimasti: e trattandosi della chiesa
accesa la lampada, ed il tabernacolo e basilica di s. Maria Maggiore, si è
(leve esseresempre coperto di una detto dei due belli cibori, che sta-

cortina, o conopeo 111 Ilo a padiglio- vano nelle navale di mezzo. Anco
ne, ed a guisa di baldacchino. Sul- in altre chiese vi fu piìi di un ci-
le antiche custodie della ss. Eucari- borio , e lo spazio che occupava
stia, sui cibori, sui tabernacoli, e su quello dell'altare maggiore si chia-
diversi punti relativi , scrisse una mò Sancta Sanctomni Finalmen- .

dottissima Disscrlazìone il camaldo- te non è da tacersi, che le forme


lese d. Albertino Bellenghi, arcive- de'cibori si cambiarono insensibil-
scovo di JXicosia, che nel i83(5 pub- mente senza veli e cortine, sovra-
blicò in Roma colle stampe. V. Ci- stando e ricuoprendo gli altari l'ar-

boriuin, nella Notìzia de vocaboli nese chiamato Baldacchino [f^edi).


ecclcsiasiici, di Domenico Macri. Sui cibori, o tabernacoli eretti sul-
Ciborio poi preso per edilizio isola- le confessioni o tombe de' martiri
to, composto di una volta d'ordina- che riconoscono la loro origine dai
rio a sesto acuto, sostenuta da quat- tempietti dei gentili, trattò il p. Lu-
tro colonne, ed aperto ai quattro lati pi nelle sue Dissertazioni pubblica-
in forma di portico, serve come bal- te dal Zaccaria, tom.
35, I, pag.
dacchino all'altare principale. Se ne e seg. Cos\ va letto quanto il detto
vedono nelle chiese di Roma, ed al- Pompeo Ugonio dice sul Ciborio
trove, massime in Francia. Altri de- ncW Istoria delle stazioni di Roma
ducono il nome di ciborio dal vocabo- a pag. IO, parlando di quello di

lo greco, che significa cofano, arca, argento, che verso l'anno 824 pose
o cosa simile, il che sembra assai me- Eugenio li nella chiesa di s. Sabi-
glio convenire all' uso del ciborio ,
na suir Aventino.
edifizio presso i primitivi cristiani, i CIBIRA, o Cyeira. Città vesco-
quali ne cuoprivano l'altare, le cose vile della Caria nella diocesi d'Asia,
sante, e i sacri misteri. Laonde era la cui sedevenne eretta nel quar-
per essi il ciborio ciò che l'arca fu to secolo, ed è conosciuta anche col
presso gli ebrei. Talvolta tali cibo- nome di Biirus. Fu già grande cit-
ri si eressero sulle tombe de' martiri ; tà, ed il vescovo era sulTraganeo di

talora alla volta dei cibori sospen- Afrodisiade, metropoli che nel sesto
devasi quella torretta d' avorio, o secolo fu chiamata Stauropoli. Ci-
colomba d'oro e di argento, che con- bira fu soprannominata la grande
teneva le Ostie consagrale [Vedi). Ci pel suo esteso dominio e potenza,
furono cibori formati di soli quat- ma al dominio de' Ro-
soggiacque
tro pilastri, sostenenti un baldacchi- mani nell'anno 671 di Roma. Be-
no, o velo alzato più o meno, ricchi neficata da Tiberio, da essa fu ri-
di marmi e di colonne superbe, deco- guardato qual fondatore. Continuò
rati di preziosi ornamenti. Pel più a godere il diritto di battere mo-
magnifico si celebra quello edificato neta, ed ebbe l'onorifico titolo di

dall'imperatore Giustiniano nel son- Cesarea.


tuoso tempio di s. Sofia in Costan- CmiST'^^ [Cyhistran.). Città ve-
tinopoli. Agli articoli riguardanti le scovile in partibiis nell' Armenia
eie CIC i3i
minore ai confini della Cappaclo- he la laurea in diritto a Pavia; sotto

cia, e della Cilicia, mon-


presso il Innocenzo X consegui il governo di
te Tauro, chiamata da Caudrand alcune città Pontificie, poi fu ponente
anche Arimanacha. La sua sede ve- di consulta, quindi votante di segna-
scovile, eretta nel secolo quarto, se- tura, da Alessandro VII promosso
condo Commanville, fu fatta suifra- nel 1659 al vescovato di Alessandria
ganea di Tiana, anch'essa metropo- della Paglia; da Innocenzo XI suo a-
li in parti'bits, e nel secolo decimo- mico, parente e compatriota a quel-
terzo divenne arcivescovato ono- lo di Como comune patria nel 1680.
rario. Quindi, a' 2 settembre del i686, lo

CICALA Giambattista, Cardinale. stessoInnocenzo XI lo decorò della


GiamJjattista Cicala nacque nel loio porpora Cardinalizia. Nel 1694 niori
da nobile famiglia genovese. Si di- di settantasei anni, ed ebbe tomba
stinse molto negli studi, e nella pie- nella sua cattedrale con magnifico
tà, per cui divenne referendario del- elogio. Promosse la elezione di
l' una e l'altra segnatura; indi nel Alessandro VITI, ed Innocenzo XII,
I jSg sotto Paolo III uditore di né ebbe mai titolo Cardinalizio, seb-
Camera, poscia nel i5^5 vescovo bene pei due conclavi si recasse in
di Alberga, e come tale fu al conci- Roma.
lio di Trento. Quindi ebbe l'ammi- CICLO PASQUALE. Pel ciclo

nistrazione delle chiese di Sagona s'intende una serie regolata di certi


nella Corsica nel i554, e di Ma- numeri, che vanno successivamente
riana ; e in seguito a' 20 dicembre e senza interruzione l'uno dopo l'al-
del i55i Giulio III lo creò Cardi- tro nel loro ordine, dal primo sino
nal prete di s. Clemente. Successi- all'ultimo, dal quale al primo ritor-
vamente divenne protettore de' mo- nano successivamente, il che forma
naci Olivetani , legato della pro- un circolo o ciclo. Si distingue il ci-

vincia di Campagna , revisore dei clo in solare , lunare, e dell' indi-

decreti del concilio di Trento, giu- zione. Di essi parlammo al volume


dice della santa inquisizione e de- VI del Dizionario, all'articolo Ca-
putato da Pio IV sopra la causa lendario, cioè alle pagine 25i e 252.
del Cardinal Carlo Caraffa. Compo- Ciclo, vocabolo usato dai cronologi-
se le differenze insorte fra Pio IV sti, passò astronomia ed alle
alla
e IMassimiliano Cesare circa la for- scienze, e quindi ciclico in
si disse
mola del giuramento, ch'esigeva da vece di circolare, donde ebbe origi-
questo principe. Nel i568 ebbe da ne la voce enciclico, adoperata so-
s. Pio V
il vescovato di Sabina, e vente nelle lettere apostoliche. Quin-
dopo essere intervenuto ai concla- di fu composto il ciclo pasquale, det-
vi di Marcello II, Paolo IV, Pio to gran ciclo pasquale, perchè
il

IV e s. Pio V, morì a Roma nel- serve a trovare la pasqua e per- ,

r anno i570, di sessanta anni, e chè riconduce le nuove lune e la


diecinove di Cardinalato. Fu seppel- festa di Pasqua ai medesimi giorni

lito nella cappella di Lucia nella


s. dell'anno Giuliano. Il ciclo pasquale,

chiesa di s. Maria del Popolo. secondo il computo Diouisiano, di


CICERI Cario Stefano, Cardi- cui in ultimo parleremo, è una ri-
nale. Carlo Stefano Anastasio Cice- voluzione di cinquecento trenladue
di Como, 6 Eb- anni, alla fine dei quah la festa di
ri oaccjue nel 1 1 8.
. ,

i32 eie CIC


]*asqua di risurrcziono , ricon'crà masi [periodo Dionisiano di cinque-
nello stesso giorno di domenica, e cento trentadue anni, il quale i>on
i due cicli della Irma, i regolari, le diversifica dal periodo Vittoriano se
chiavi delle fesfe inohili, il ciclo del non perchè si fondava nel calcolo
sole, i concorrenti, le lettere dome- degli orientali ed alessandrini, i (piali

nicali, lenuove lune


epalte colle per altro erano più sicuri di quei
ricominciano com'erano cinquecento de' latini, ch'erano stati quelli di cui
trentadiic anni prima, e continuano aveva fatto uso Vittorio.
pel medesimo spazio d'anni, di ma- T^. INlichele Casali, Raccolta di
niera che la seconda rivoluzione è DisscrUizioni italiane, fatta dal eh.
in tutto simile alla prima, e la ter- Zaccaria, Dissertazione I sopra lo

za alle due altre. V. Pasqua di Rt- studio della storia ecclesiastica, t.

SURREZIO:vE. I, pag. c), dell'edizione del 1792;


Fu nell'anno 3? 5, che il Ponte- Bianchi De kalendario et cyclo Cae.-
fice s. Silvestro I fece celchrare il saris, ac de paschali canone, Ro-
primo concilio Niceno per togliere mae 1708; e il p. Lupi sul Ciclo
](• tante divergenze, e dissensioni orientale, quando dai Romani Pon-
delle chiese, sopra il tempo di ce- tefici fu promosso nella chiesa occi-

lehrare la Pasqua. Al concilio in- dentale. Dissertazioni, tom. I, pag.


tervenneio l'imperatore Costantino 211. Da
ultimo nell'adunanza del-
/"/ Grande, i legati del Papa, e tre- l' accademia di R.eligione cattolica
cento diciotto vescovi, e fu decre- in Roma, cioè a' ii) agosto 1B41,
tato che al [patriarca di Alessandria il dottissimo p. Benedetto Mauri-
sjìcttasse il pubhlicare il giorno in zio Olivieri commissario generale
cui cadeva la Pasqua ,
perchè in del s. officio , e censore dell' ac-

Alessandria, più che in ogni altro cademia, lesse una eruditissima dis-
luogo, si faceva studio di astrono- sertazione Sui ineriti de' Romani
mia, donde ebbe origine 1' uso del Pontefici verso V astronomia. Di-
cielo pasquale. Fu inoltre stabilito mostrò la loro gloria per averla
«lai concilio, contro i quartodeci- depurata dalle superstizioni, che la
nianj, che il dì 2 1 marzo fosse la deturpavano ; parlò delle loro cure
sede dell'equinozio verno, e che nel- nel fissare stabilmente la celebra-
la domenica seguente alla decima- zione della pasqua e della corre-
quarta luna, che cadesse in quel- zione del calendario; dimostrò che
lo , si celebrasse la pasqua. Ad Sisto IV fu il primo a formare il
onta dei diversi cicli pasquali che progetto di tal riforma, che non
si formarono in epoche diverse potè effettuarla per la sovraggiunta
finalmente Dionisio, di nazione sci- morte del Regioinontano, che a tale
la , avendo impreso di abolire il uopo avea chiamato presso di sé ;

ciclo di Vittorio, e l'antico ci- e disse della protezione dai Papi


clo de' latini compose un nuo- , accordata a Copernico, facendo no-
vo canone pasquale sul ciclo lu- tare che se quell' astronomo dopo
nare degli alessandrini e ritenne , le nobili, e laboriose fatiche soste-
il gran periodo di Vittorio, cooi po- nute, non ebbe la compiacenza di
sto dei due cicli solare e limare vedere eseguita la riforma del ca-
uioltiplicati r uno per l'altro. Que- lendario, il suo libro servì di fon-
sto ciclo è appunto quello, che chia- damento e di guida alla grande
,

CIE CIG i33


operazione , eflcttuala da Gieiioriu nocenzo , e Benedetto XllI, e di
\nì. Clemente Xll , morì a Roma nel
CIDISSA. Città vescovile della 1739, di cttantatri: anni, e dieci-
Fiigia pacaziana, eretta in vescova- nove di Cardinalato. Fu sepolto nella
\o nel secolo quinto, nella diocesi cappella della ftladonna nella chie-
d' Asia, sulVraganea della metropoli sa del Gesù, com egli avta disposto
di Laodicea, della quale si conosco- morendo. Fu encomiato per pro-
no quattro vescovi. «ònda dottrina, e maschia eloquen-
CIDOiMA (Cjdomen.). Chili ve- za, la quale si ravvisa nella vita di
scovile in parìibiis, suftVaganea di s. Fiancesco Borgia che pubblicò ,

Candia o Creta, nella cui isola vuoisi in idioma spagnuolo fu di natvna- ;

fìdjbricala da iMinosse, e dicesi cor- le pronto, aidente, e molto eflJcace


rispondere alla moderna Canea. \ ie- in muovere gli animi d' ugni sorla
ne anche chiamala Cjdo/i, e Cf- di persone.
doììiea, ed Apollonia, secondo Ste- CIFRA Pietro, Cardinale. Pietro
fano di Bisanzio. Commanville dice Ciera veneziano integro, e dotto
che la sua erezione in seggio epi- fu promosso al Cardinalato ai 3o
scopale rimonta al sesto secolo. maggio i5o3 da Alessandro A 1.
CIEXFUEGOS Alvaro, Cardina- Senonchè prima di venire pubbli-
le. Alvaro Cienfuegos nobile di A- , cato in concistoro, morì di circa
guerra, diocesi di Oviedo nell'Asluria, sessanta anni. Alcuni però lo esclu-
nacque nel i656. Fu gesuita, e do- dono dal novero dei Porporati.
po che lesse onorevolmente nelle CIGJNO. Ordine equestre. Fu isti-
cattedre dell' Ordine, andò lettor tuito verso l'anno 711 da Beatrice,
pubblico all'università di Salaman- figlia unica di Thierry, duca di Cle-
ca ove Gianloininaso Henriquez
, ves, secondo Favin; ma il Giustinia-
grande almirante di Castiglia, lo ni, Bonanni, e il Godefroy dicono,
elesse a suo teologo. Nei trambusti che il fondasse Silvio Brabon, duca
del 1703, era indivisibile compagno di Brabanle, dal quale prese il no-
airiienriqucz, cui assisteva moribon- me la provincia della Fiandra così
do, e persuadevalo a lasciar erede appellata. L'oggetto per cui Silvio,
delle sue ricchezze l'imperatoi- Car- o, come altri lo chiamano, Salucio,
lo VI, che stimava altamente il Cien- si determinò all'istituzione dell'Or-
fuegos, il quale poi rese grandi ser- dine, fu per le discordie gravissime
vigi a lui presso l Inghilterra, e l'O- che dividevano gli animi tiella mag-
lantla. 11 Pontelice Clemente XI ad gior parte delle famiglie del ducato.
istanza di Carlo AI
lo annoverò al Quindi è che i cavalieri da lui riu-
sagro Collegio, ai3o settembre 720 i niti ebbero l' incarico di avvicinare
col titolo di s. Bartolomeo all'Isola; gli animi e pacificarli. Raggiunto lo

poscia lo ascrisse alle congregazioni scopo vuoisi che lOidine si discio-


del concilio, dei vescovi, e regolari, gliesse, o almeno non avesse piìi lun-
dei riti, dell' iuununilà ed altre, lo ga durata. Ciò anzi fece credere al
lece vescovo di Catania, e 1724 nel p. Helyot, t. \I11, p. 44^ > favolo-
arcivescovo di IMonreale; come an- sa la sua esistenza. Per insegna por-
cora fu ministro cesareo presso la tavano que' cavalieri una collana
saula Sede colla comproteltoria del- d'oro, da cui pendeva la figura di
la Germania. Uopo i comizi d' In- un cigno, ed il loro abito ibrse fu
i34 CIL CIL
nero. ]1 lionanni, Catalogo degli Or- fu soggetta a governatori, che di-
dini equestri, ne riporta la figura a pendevano dai re di Siria. Divenu-
pag. 32, e il Giustiniani, Ilistorie tine padroni i romani, divisero la
etc.ne dà l'insegna a pag. io8. Cilicia inprima, e seconda, allldan-
CILICIA, o Ei.iniA, ovvero Elìbra. do il governo dell' luia ad un con-
Sede vescovile dell'Africa proconso- sole, e dell'altra ad un presidente.
lare, della quale si ha memoria di Quindi la Cilicia passò sotto l'im-
due vescovi . i." Restituto , che pero de'greci, i quali vi regnarono
nell'anno 525 intervenne al conci- sino al io85, nel qual anno Rubi-
lio di Cartagine sotto Bonifazio, e no, discendente di Kakigh li, re
2.° Giovanni, che assistette in Ro- degli armeni, ristabilì nella Cilicia
ma a quello del Laterano presieduto, il principato armeno, che dal suo
nel 649, dal sommo Pontelice Mar- nome fu detto il principato de'Ru-
tino I, in cui furono condannati i beniti, e per lo spazio di quindici
monoteliti. anni vi si mantenne in una indi-
CILICIA. Antica contrada dell' A- pendenza assoluta, lasciandolo, nel
sia minore, detta altre volte Cara- morire, solidamente fondato, a Co-
mania, e più modernamente la pro- stantino l suo figlio. Questi dilatò la
vincia d'Iceli. Essa è circoscritta al sua giurisdizione con rilevanti con-
nord dalla Galazia, dalla Cappado- quiste, ed aiutò l' esercito de' primi
cia, e in parte dall'Armenia mino- crociali con viltovaglie e guide, come
re, dalla quale viene separata dal abbiamo da IMalleo Urhajese, isto-
monte Tauro ; dalla parte occiden- rico contemporaneo. Dopo Costanti-
tale dalla Pamfilia; da quella orien- no I regnò in Cilicia il suo figlio
tale dalla Siria; e dalla parte di Toroso o Teodoro I per circa venti-
mezzodì dal mare, che dal suo no- tré anni. Gli successe il proprio fra-
me si disse Ciliciano. Prima la Cili- tello Leone I, il quale terminò di con-
cia si divideva in due parti, in Ci- quistare quasi tutta la Cilicia. Leone
licia campestre, Cilicia campesirìs, li, dopo altri succedendo nel trono,
ch'è la più grande verso l'oriente, per ottenere dalla Santa Sede la co-
ed in Cilicia montagnosa, Cilicia rona reale, scrisse umili e filiali let-

Trachea, che sta ad occidente. Quan- tere al Pontefice Celestino IH, il

tunque i popoli cilicii abbiano avu- quale solennemente lo fece coronare


to dei le, pochi di essisi conoscono a re di Armenia l'anno 1198, per
per notizie certe. Uno di loro es- le mani dell'arcivescovo di Magon-
sendo amico di Classare re dei medi, za. Il terzo, che dopo di lui succe-
e di Astiage re della Lidia, compo- dette sul trono fu Aitone I, che me-
se le discordie fra questi due prin- ritò due paterni brevi apostolici da
cipi verso l'anno del mondo 3435, Clemente IV, riportati dal Guerra
e Na1)uccodonosor re di Babilonia, nel suo Epitome delle pontificie co-
come di un si sa che
altro loro re stituzioni. ISe fa pur menzione l'an-
fu alleato dei Allorquando
persiani. nalista Rinaldi all'anno 1269. Gli
Ciro, ;7 Giovane, andò a combattere successe il figlio Leone HI, indi
suo fratello Artaserse, cioè verso l'an- Aitone II, al quale Papa Nicolò
no 4oo avanti l' era volgare, il re- IV fece grandi elogi nei breve,
gno di Cilicia non più esisteva. Do- che gli scrisse l'anno 1289. Qual
po Alessandro il Grande, la Cilicia parte ed iuliueuza avesse Aitonc
CIL CIL i35
II alla conversione di Cassana, oltre sanguinose battaglie in una delle
sant'Antonino in Chronicon, lo rac- quali soccombette, e fu fatto pri-
contano il Vestmonastariense, il Vil- gione. Visse dieci anni nella sua
lani, ed altri, in un all' Assemani. cattività, finché Giovanni I, re di
Dopo Toroso, fratello e successore Leone, e di Castiglia, gli ottenne la
di Aitone II, salì sul trono Sembato, libertà. Grato Leone VI a tanto
chiamato anche Secubat, al quale beneficio, si recò in persona a rin-
nel 1296 gran Pontefice
scrisse il graziare il suo benefattore , visitò
Bonifacio Vili. Ma
Aitone li, che lloma e il Pontefice Urbano VI,
per ritirarsi in un monistero avea che lo accolse paternamente, e pas-
aperta la via al trono a Sembato, sato in Francia terminò i suoi gior-
in seguito fu dal popolo ancora col- ni in Parigi nel iSpS. Gli scritto-
locato sul seggio sovrano. Tuttavol- ri armeni di que' calamitosi tempi
la, avendo regnato altri quattro an- non ci dicono, se Leone VI, Lusi-
ni circa, preferì di fare ritorno alla gnano, avesse figliuoli, e se alcuno
sua amata solitudine , lasciando in tosse sostituito al padre nella reg-
sua vece il figlio Leone IV. In ap- genza della Cilicia, allorché fu fatto
presso regnò Ossinio I, al quale Gio- prigioniero. Tuttavolta si rileva dal
vanni XXII, Papa residente in Avi- citato Guerra, che il Papa Grego-
gnone, inviò vm suo breve. Indi gli l'io XI nel 1372 da Avignone scris-
successe il figlio Leone V, a cui il se un breve a Filippo principe Tor-
detto Pontefice scrisse altro breve, rentino, dal cui contenuto si ap-
come fece nel i34i Benedetto XII, prende che Rlaria, regina degli ar-
che inoltre nel i336 ne avea già meni, da che i saraceni le avevano
inviato un altro alla regina Costan- devastato il regno, inviò al Papa
za di lui moglie. in Avignone l' arcivescovo di Sis
Tranquillati alquanto i torbidi in- [f^edi), acciocché gli esponesse le

sorti nel regno di Leone V, che si gravi circostanze del reame , e lo


crede da alcuni morto in Cipro supplicasse a porgervi opportiuio
{f c(li), fu chiamato alla reggenza soccorso. Ed che Grego-
é perciò
della Cilicia Costantino III , detto rio XI indirizzò il detto breve al
anche Giovanni, figlio del re di Ci- principe Filippo, zio paterno della
pro di quel tempo, e figlio di ma- regina Maria, eccitandolo ad ajutarla
dre armena ; ma essendo morto vigorosamente. Di questa principessa
trascorsi appena due anni, ne pre- armena nulla ci dicono gli scrittori di
se famministrazione il fratello Co- queir illustre nazione, por cui si può
stantino. Tie soli anni avendo do- credere eh' essa sia stata foise figlia
minato egli nella Cilicia, gli succes- di Leone VI, Lusignano, e perciò
se Costantino IV, consanguineo di unica e legittima erede del regno
Leone V. In seguito, e dopo due armeno, senza però avervi potuto
anni d'interregno, nel i36j mon- ascendere, dappoiché alla sconfitta
tò sul trono Leone VI de' re di del padre, seguì la conquista, che
Cipro della fan)iglia Lusignani, im- fecero gli ottomani della Cilicia, la

parentata pili volte co' principi ar- quale é tuttora da essi posseduta.
meni, e congiunto a Pietro I re di Le città principali della Cilicia sono
Cipro. Assalito quindi Leone VI Tarso, Auazarba, Adana, Ireuopo-
di molti nemici , sostenne diverse lij Gcnuauicin, Epifania, Sis, Ni-
130 CIL CIL
copoli, Mopsueste, Olba, Filadelfia, c)i. T\ Cilicia patriarcato , e re-

iJiocesarea, Seleucia Trachea, ed al- gno aulico di yfinienia.

tre. Anche le notizie ecclesiastiche CILICIA PATRIARCATO ArMENO


,

divisero in due provincic la Cilicia, ( Annenoruni patriarchatns).


Ciliciae
cioè la prima, e la seconda. La pri- L'origine del patriarcato di Cilicia
ma era la (juinta provincia della o sia di Sis [f edi), già capitale del
diocesi patriarcale di Antiochia, ed regno armeno in Cilicia, sarà qui ila
è precisamente quella, che il con- noi indicata in pochi cenni, dappoi-
cilio di Gerusalemme espresse in ché se ne tratta all'articolo Patbiar-
una con questi termini
lettera Gli : cATi Armem. Non potendo piìi i
anosloli e gli anziani ai nostri fra- patriarchi armeni starsene pacilìca-
telli, che sono in Antiochia, in Ci- mente in Ezniìazin [fedi], traspor-
licia fra i gentili, Tarso salale ec. tarono la loro sede l'anno 4^^ ''^

XI era la metropoli, con nove sedi Tuin, dove avendo dimorato sino
vescovili sullraganee. La seconda Ci- all'anno C)'!^, passarono in vari luo-
licia, sesta provincia della diocesi ghi, e nell'anno 998 ad Ani, allo-
patriarcale di Antiochia, nell' impe- ra capitale dell' Aimenia. Di poi
rio di Teodosio II, // Giovine, avea nell'anno 1064 i patriarchi anda-
Anazarba per metropoli, con undici rono a Tau-plur; quindi, e nel
sedi vescovili per sullraganee, a se- 1 1 I 3, a Monte nero in Cilicia po- ;

conda del novero, che ne fa Com- scia, e neh i47j passarono in Hr-om-

manville, il quale inoltre dice che , gla, e di là finalmente nel 1294 *>i

le due Provincie di Cilicia, erano in trasferirono alla celebre città di Sis,


ordine gerarchico la quarta e quin- dove rimasero sino all'anno i44''
ta del patriarcato antiocheno. Se- Commanville, che stabilisce la sede
guendo poi le notizie di Leone, patriarcale di Sis al detto secolo
il Saggio, vi erano anticamente XIII, nell' Ilistoire de tous les Ardi.
nella Cilicia otto sedi vescovili nel- ne tratta alle pag. 218 e 35 1. Do-
la prima provincia, e nove nella se- po la predetta epoca, venendo affat-
conda. to distrutto il regno armeno dei
]N ch'anno f^iZ in Cilicia fu cele- Rubeniti, i patriarchi furono costret-
hiato un concilio provinciale, cono- ti a trasferire nuovamente da Sis
sciuto sotto il nome di concilio Ci- la loro sede ad Ezmiazin, col con-
liciensc. Vi fu condannala l' eresia senso di un concilio nazionale , te-

de' Pelagiani. Il celebre Teodoro di nuto in Ezmiazin stesso. La qual


Mopsueste, che si era creduto il cosa essendo sommamente dispiaciu-
principale sostenitore , e presso il ta agli abitanti di Sis, essi conti-
quale erasi ritiiato per qualche tem- nuarono a creare in Sis i loro pa-
po Giuliano, per comporre i suoi triarchi, valendosi perciò anche del-
otto libri contro s. Agostino, pro- l'autorità ottomana.
nunziò egli stesso l'anatema contro JNcssuno di questi patriarchi ar-
quel pelagiano. Tultavolta Teodoro meni è rimasto in unione colla san-
impugnò s. Girolamo, e s. Agosti- ta RomanaChiesa, ed in progresso
no intorno al peccato originale: il di tempo ebbe origine quest'altro
perchè fu anch' esso condannato dal patriarcato armeno cattolico, resi-
concilio.Ealuzio in Nov. Collcct. dente in Monte Libano [Vedi), il
p. 371; Dizionario de Concili pag. quale tuttora fiorisce , e chiamasi
CIL CIL 1^7
y^punto patriarcato di Cilicia. La venne eletto patriarca Giacomo Ho-
stia origine è la seguente. Alla mor- las, arcivescovo di Amasia, che pre-
te di Luca patriarca accatlolico di se il nome di Pietro VII. Questi à-
Cilicia, il partito cattolico elesse per vendo ottenuto conferma dal re-la

patriarca di Cilicia monsignor A- gnante Pontefice, nel concistoro de'27


bramo già arcivescovo di Aleppo, gennaio 1842, ricevette dal medesi-
nomo insigne, e di grandissimo me- mo Gregorio XVI, e per mezzo del
rito. Questi, per timore degli ere- di lui procuratore, il sagro pallio.
tici armeni, non potendo occupare La giurisdizione di questo pa-
la sua sede in Sis, ed avendo gli triarcato cattolico di Cilicia, con de-
eretici posto sulla sede di Cilicia altro creto della sagra congregazione di
patriarca, dovette stabilire la sua re- Propaganda, dei 3o aprile, e 9 lu-
sidenza in Cbesrovano, che è la glio 1759, approvato da Clemente
provincia più bella, eamena
piti XI li, fu circoscritta dentro la Cili-
della catena di montagne del mon- cia, Armenia minore, Soria e Cap-
te Libano, abitala da tutti cattolici, padocia , lasciando al vicario apo-
ove, come dicemmo, fiorisce ancora stolico di Costantinopoli la Bitinia,
il armeno cattolico di
patriarcato Ponto e Galazia. Con altro decre-
Cilicia. Benedetto XI Vj ai "2.5 no- to, emanato dalla stessa congrega-
vembre i'"4'25 confermò tal nuovo zione, ai 20 luglio 1760, e con-
patriarcato, in persona del detto fermato egualmente da Papa Cle-
monsignor A bramo, il quale assun- mente XllI fu data al patriarca
,

se il nome di Abi-amo Pietro I, pa- di Cilicia in amministrazione, e a


triarca di Cilicia. Gli successe nel beneplacito della santa Sede, la Me-
patriarcato Giacomo arcivescovo di sopotamia ; quindi con altro decre-
Aleppo dell'Ordine de'monaci Anto- to de' 22 agosto 1769, la congre-
niani, col nome di Pietro II, cioè ai gazione di Propaganda coll'autorità
26 dicembre 1749^ regnando lo di Clemente XIV gli diede pure
stesso Benedetto XIV. Sotto il qua- Tocat e Piikinikj giurisdizione che
le, e nell'anno lySS, divenne pure restò interamente illesa ,
quando il

patriarca di Cilicia Michele altro ar- Pontefice Pio ^ III, nel i83o, eresse
civescovo di Aleppo, del medesimo la sede metropolitana primaziale di
Ordine de'monaci x\ntoniani, col no- Costati ti napoli, l celi.

me di Pietro 111. JNel pontificato di La diocesi di questa sede patriar-


Pio \ I, e nell'anno 1780, fu eletto cale di Cilicia ha una grande esten-
in patriarca l'arcivescovo Basilio, an- sione ;
però il popolo armeno cat-
ch'egli monaco Antoniano, col nome tolico, che esiste nelle sue Provin-
di Pietro IV. Regnando egualmente cie soggette al patriarca di Cilicia,
Pio VI, ai IO settembre 1788, fu non ascende a piìi di diecimila. Lo
fatto patriarca Gregorio arcivescovo stato presente del patriarcato è co-
di Adana, il quale prese il nome di me appresso.
Pietro V. Quindi, sotto Pio VII, fu IMonsignor Giacomo Pietro Holas
elevato al seggio patriarcale di Ci- n'è il settimo patriarca sino dai So
licia agli 8 marzo 18 16, Gregorio giugno 1841, come si dissedi sopi-a.
vescovo di Germanicia, ossia JMara- Lgli risiede in Cbesrovano del monte
sci, il chiamò Pietro VI;
quale si Libano, dove non esiste veruria fa-
finché da ultimo,eai 3o giugno 1841, miglia armena. In Aleppo vi sono
j38 CIL CIL
circa cinquccciilo famiglie cattoliche cliiesa, e libero esercizio della reli-
armeno, col vescovo armeno, il qua- gione cattolica ed il numero dei ,

le, a cagione degli en;lici, che sono cattoliciarmeni è di circa trecen-


i Soli atl aver chiesa piihljlica, so- to famiglie , con un vescovo e ,

leva abitare nel convento patriar- vari sacerdoti. Al vescovo di Mer-


cale di Cliesrovano. Tiittavolta ul- din, monsignor Abramo Candii,
timamente passò a risiedere in A- già vescovo di Dolica in partibus,
leppo, ed alcuni sacerdoti secolari la sagra congregazione di Propa-
in ninnerò di sei circa, formano il ganda a' ?,f) giugno i838, diede per
suo clero, ed iilliziano provvisional- coadiutore, col beneplacito del Papa
mente in una casa ridotta a chiesa. che regna, monsignor Giuseppe, la

In Damaso sono circa venti fa-


vi cui scelta dal l'ontelìcc fu allidata
miglie cattoliche armene. Questa al defbnto patriarca Pietro VI. Fi-
diocesi si governa, come tutte le nalmente il patriarca di Cilicia eser-
altre seguenti, medesimo pa-
dal cita l'ecclesiastica giurisdizione pure
triarca per mezzo di un prete suo nel gran Cairo d' Egitto dove esi- ,

vicario patriarcale, ulìiziandosi al stono otto o dieci famiglie armene


medesimo modo. In Diarbekir vi cattoliche, e governa quelle anime
sono cii'ca centocinquanta famiglie, per mezzo di un vicario patriarcale
le quali sono assistite da due o tre per ogni luogo.
sacerdoti del medesimo patriarcato. Questa sede patriarcale di Cili-
In Cesarea di Cappadocia, in Ama- cia, oltre il patriarca, ha ordinaria-
sia, in Edessa,in Adana, in Seba- mente altri quattro arcivescovi, tran-
ste, in Gerusalemme, ed in molli al- ne quello di Merdin , che sempre
tri luoghi non vi è quasi nessima indipendentemente dalla sede pa-
famiglia cattolica armena domici- triarcale, ha avuto la residenza a
liata, e quindi neppure sacerdoti. In Merdin sebbene la sua sede sia
,

Pirkinik evvi una chiesa pubblica sotto il patriarcato di Cilicia , e la


cattolica, e compresa anche Sivas, congregazione di Propaganda abbia
vi sono circa settanta od ottanta incaricato il patriarca d' invigilare
famiglie assistite da
o quattro tre, su di esso. Il solo arcivescovo di
sacerdoti del patriarca di Cilicia. In Aleppo, siccome dicemmo, trovasi
Tocat vi sono circa centosessanta nella propria residenza ;
gli altri ar-

lìuniglie, che vengono assistite dai civescovi poi sempre nel


abitano
sacerdoti di Pirkinik, i quali ivi si convento di Chesrovano presso il ,

recano alternativamente. luGhiurun patriarca come vescovi in parlìbiis,


sonovi quaranta famiglie con un , non potendo esercitare veruna giu-
sacerdote del patriarcato. In Chilis risdizione sopra i vescovati, dei quali
si enumerano trenta famiglie circa, portano il semplice titolo. Nel me-
ed un sa(;erdote. In Cerito vi sono desimo convento patriarcale di Ches-
([uindici famiglie, ed im sacerdote. rovano evvi anche il seminario del
In Bagdad evvi egualmente piccolo patriarca, dove da tutte le provi n-
numero di armeni, i quali
cattolici cie di sua giurisdizione si recano dei
hanno in loro spiritual vantaggio giovani per alunni, e per lo piìi vi
due sacerdoti. In Anteb vi è un si trovano quindici o venti giovani,
piccolissimo numero di cattolici con i (jiiali al termine degli studi dal ,

un sacerdule. In Merdiu vi è la patriaica vengono ordinali sacerdo-


, ,

CIL CIL i39


li,ovvero sono per esso fatti ordi- guito regolarmente, la congiegazio-
nare da un vescovo. Questi semi- ne supplica il sommo Pontefice a
naristiformano il clero secolare, il confermare colla siq)rcma autorità
quale è composto di circa quaranta Apostolica l'eletto patriarca di Cili-
sacerdoti. Il seminario fu fondato cia, e per mezzo di un procuratore
verso l'anno 1791 dal patriarca fa allo stesso Papa l' istanza pel sa-
Pietro V. Esistono nel medesimo gro pallio, il quale gli viene rimesso
Cliesrovano anche i monaci armeni a Chesrovano.
antoniani, che sono di un numero CILICIO, CiLiccio, o CiLizio [Ci-
eguale a quello del clero secolare, licium). Anticamente era questa una
i quali si prestano al servigio eccle- veste, o un panno tessuto di peli
siastico del patriarcato sino dal tem- irsuti di caprone, così detto perchè
po, che non eravi il detto semina- alcuni credono si inventasse nella
rio. Di questi monaci, quali han- i Cilicia, come regione in cui v' era-
no monistero anche in Roma pres- no molte capre, e perchè gli anti-
so la basilica vaticana, si può leg- chi anacoreti vestivano la carne nu-
gere il loro articolo nel volume li, da di quel panno in foi-ma di sac-
pag. 224 del Dizionario. co per fare penitenza. Così chiamia-
Tanto poi convento della re-
il mo oggi cilicio, o cilizio, qualunque
sidenza patriarcale, che il semina- arnese, che si porta in dosso per-
rio, sono diretti dai sacerdoti sotto chè fatto a maglia come la rete.

la dipendenza del patriarca. Questo Si fecero però cilicii di diverse spe-


ha rendite sufficienti al suo mante- cie, e nelle vite de' santi padri, ed
nimento, tratte da fondi stabili e- altri servi di Dio si fa menzione

sistenti nel medesimo Chesrovano, di vestimenti cilicii, nonché di to-


oltre a quelli che ritrae dai fondi nache ciiicie, come ancora di arnesi,
rinvestiti in lloma, ove tiene un e di strumenti di dilferenti specie,
procuratore. con cui tormentavano le proprie
La elezione del patriarca armeno carni, per penitenza , e per morti-
di Cilicia procede, come quella de- ficazione.
gli altri patriarchi orientali ,
per Alcuni definiscono l'antico cilicio
mezzo del corpo episcopale , meno per un vestito grossolano, ruvido,
ilcaso che il Pontefice, per insi- e di color nero o cupo, mollo usato
nuazione della congregazione dei dagli ebrei ne' tempi di lulto, e di
Cardinali di Propaganda, elegga un disgrazia. Altri pure vogliono che
coadiutore al patriarca, o per in- tali vesti si chiamino cilicii, perchè
lermità, o per qualche altro moti- i siciliani li avevano inventati, prin-
vo canonico. Dopo che i vescovi ar- cipalmente pei soldati e pei mari- ,

meno-cattolici nuovo
hanno eletto il nari. Il dolio Cardinal Gararapi
patriarca, spediscono alla medesima Memorie isloriclic della b. Chiara ^
congregazione di Propaganda i le- così descrive l'antico cilicio: ' Il Ci-
gali atti dell' elezione, muniti delle => licio è una specie di panno in-

sottoscrizioni dei vescovi elettori. >i tessuto di setole di animali, che


Quindi la sagra congregazione esa- » punge e tormenta la carne di
mina , se gli atti sono in regola .-5chi se ne veste, ponendosi sotto
e se la elezione procedette nelle » tutti gli altri vestimenti ". Ne
lurmc canoniche. Se tutto fu cse- traila alle pagine 54,55 e 5o8, ove
, ,

i4o CIM CIM


coir autorilà d'un' omelia di s. Ce- mo cimltcì'io, e forse il più antico,
sareo di Arles, di(;e, clic la colmi- e più vasto sia quello fuori della
ne materia del cilicio nel nostro oc- città di Menli, in una grande pia-
cidente erano i peli di capra, e
, nura chiamata pianura dtlle Mum-
congettura, che se ne iacesscro an- mie d'Kgiilo. La cura usata dagli
co con setole di cavallo anzi da , egiziani nel seppellire i loro morti
un commenlo di Dante si ricava, consisteva nel conservarne i corpi
che (jiieste anche si annodavano col renderli indestruttibili, piuttosto
per cui nodi pungevano continua-
i elle conservarne la memoria. I gre-
menti; la carne. ci, e i romani al contrario preferi-
CILLITA. ^"cdc episcopale d'A- rono di sollerrarli, poi di bruciarli,
frica, della provincia Bizacena, siiC- afliue di preservarli alla violazione.
fraganea della metropoli di Adra- La magnificenza degli attuali cimite-
milo. Ej}. Syn. Bizac. ri dcll'Egitlo posta al confronto della
CIMA. Sede vescovile della dio- semplicità delle cise richiama (juel-
cesi d'Asia, siiffraganea della metro- i'idea ieligiosa, che avevano pure
politana Efesina, ed antica città d'E- gli antichi egiziani, che le case ter-
lide, fondata da Pelope dopo la vit- rene sono luoghi di passaggio , ma
toria, che riportò sui greci. Fu già che soggiorno eterno è nel regno
il

ricca, e grande, e capitale delle al- de' morti. Presso ogni grande città
tre città dell'Elide. Si sa che cin- evvi una città di morti (iiecropoli
s)
que vescovi vi ebhero l' episcopale piìi o meno spaziosa, e che spesso
seggio. circonda interamente la città dei
'CIMITEPJ, o CEMETERI {Se- vivi: selve di colonne, cenotafi ,

pulcreta, Cocmeteria). Luoghi sagri mausolei cuoprono spazi immensi ;

per lo più allato alla chiesa ove


, e le moschee e i palazzi dei glandi
si seppelliscono i morti. Il vocàbo- uguagliano appena in ricchezza al-
lo cimiterio deriva da due parole, cuni di questi mausolei.
ima greca, l'altra latina, che han- Il medesimo Millin, senza distin-
no un quasi eguale significato, cioè guere le epoche, asserisce che si pos-
dormitorio, o luogo di riposo j dap- sano annoverare tra quei, che ap-
poiché, secondo i principii della re- pellansi cimiteri pubblici , le riu-
ligione, i fedeli defonti non sono nioni de' sepolcri i quali formava-
propriamente morti , ma dormono no per lo più i sobborghi delle an-
e aspettano la risurrezione genera- ticlie a seconda delle leggi
città ,

le. JNè solamente i luoghi delle se- che aveano vietato la tumulazione
polture , ma eziandio il feretro fu de' cadaveri nell' interno delle città.
talora chiamato dormitoiio dai no- Le vie pubbliche, principalmente
stri antichi. Il cimiterio fu anche (jiielle che mettevano alle medesi-
detto Polyandrium. cioè sepoltura me città ( come si osserva nelle esca-
di molti,ed anco Concilia ìMarty- vazioni di Pompei ) campi riser-
, i

rum, per esservi slati sepolti un nu- vali a questo pio ulìicio, diversi sot-
mero grandissimo di martiri. Pii- terranei scavati, o almeno destinati
ma però tli parlare di quelli dei cri- a quest' oggetto, diventavano, dice
stiani, accenneremo qualche parti- egli, una specie di vere città, ilei le

colaiità di quelli dei gentili , e in- quali i sepolcri erano le abitazioni.


fedeli. Il ]\Jillin crede, che il pri- Ogni famiglia vi aveva la propria
,

CTM CIM 14 [

casa, e si tempo in
visitavano di sotto il nome di ci mi ter io, non so-
tempo, e in certe epoche, mani o i lamente il luogo ove i defonti si
le ombre degli antenati. Alcuna seppelliscono ma ancora il terreno, ,

volta davasi a tali città funebri il che circondava le chiese parrocchia-


nome di Campi Elisii, ed in tal mo- li, o che trova vasi a quelle vicino,
do sono nominati quei che si veg- ovvero che era contiguo ai veri ci-
gono presso Pozzuoli in Italia e , miteri tale stabilimento ebbe per
;

presso Arles in Francia, quali mol- i altro luogo in tempo assai poste-
to si avvicinano a' moderni cimi- riore. Nei primi secoH del cristia-
teri. Una vasta pianura tutta sparsa nesimo i cimiteri si stabilivano ezian-
di sarcofagi, di cippi, e d'altri mo- dio fuori della città, e sovente sulle
numenti sepolcrali presenta anco og- pubbliche vie, essendo allora espres-
gidì gli avanzi piìi interessanti del- samente proibito di seppelhre i ca-
I antica finiebre e distrutta Pozzuoli. daveri nelle chiese, finché l'impera-
Trovansi ancora molte antiche tom- tore Leone annullò simile divieto.
be sulle vie, che conducono a I\o- Tuttavolta il costume di seppellire
ma. A^. Cimiteri di Roma. i morti nelle chiese vuoisi derivato
I turchi hanno i loro cimiteri dai primitivi costumi de' pagani ,
fuori della città, e procurano tras- perchè gli egiziani usarono eziandio
formarli in luoghi deliziosi, me- di erigere i sepolcri in vicinanza dei
diante piantagioni di fiori, e di er- templi. Potè anche aver origine dal-
be odorose. In molte delle loro cit- l'uso degli antichi cristiani di cele-
tà, massime sulle fosse, che cir-
e brare i santi misteri nelle catacom-
condano Smirne, trovasi una quan- be, o cimiteri sotterranei de' mar-
tità di cipressi, alcuni dei quali as- tiri ivigran copia sepolti. Ed è
in
sai alti, oltre una copia straordina- perciò, che i pagani proibirono ai
ria di rosmarino che tramandano , cristiani di entrare nei cimiteri. Il
un odore aromatico. Osserva inol- proconsole fece simile proibizione a
tre il citato Milliii, che gli alberi s. Cipriano , in Actis p. II , ed il

piantati sui cimiteri, o intorno ai prefetto di Egitto a s. Dionisio di


medesimi, servono non solo a indi- Alessandria, apud Eusehiuni lib. 7,
care il luogo di riposo dei defonti e. II.
ove si trovano , ma anche a puri- Le prime chiese furono edificate
ficare l'aria nelle vicinanze, massi- nei cimiteri o presso di essi e i, ,

me i cipressi destinati dagli antichi loro sotterranei furono, o diventa»


al lutto delle tombe. L' uso poi di rono le stesse catacombe arenarie
ammonticchiare i cadaveri ne' cimi- tufàcee, o caverne scavate ordina-
teri, non si stabili se non che verso riamente dai gentili i quali per , ,

l'anno 200 dell'era volgare, e forse non avere voluto guastare la super-
anche più tardi. V. Cadaveri e Se- ficie dei campi, estraevano ((niiìdi
polture. la rena, il tufo, o la pozzolana, che

Piitornando ai cimiteri dei cri- dovea loro servire per le fabbriche.


stiani, diremo esserne derivato l'uso Pure ciò può essere stata anche
dalla fondazione delle chiese e delie opera dei primi cristiani siccome ,

parrocchie, il che secondo alcuni sostengono gravi autori. Questo co-


rimonta secondo e terzo secolo,
al stume di collocare i cadaveri nelle
e quindi per lungo tempo pigliossi grotte , dentro a' sepolcri scavati
,

ClM
semhiM preso dafjli ebrei ,
giacché (piesto cambiamento all' anteriore
lcf^;^'iati)o nella capo i3
Cene;/, ,
disciplina non rimonta che al se-
aver Àbramo acfpiislaloda EIron colo decimo, giacché è noto, e su-
a lai elFelto la doppia spelonca. Tale periormente l'accennammo, ch'era
fu anco il sepolcro del Salvatore proibito seppellire i morti nel recin-
cioè scavato nella pietia. Boldetli to delle città, legge che fu osserva-
prova, che il ci unterò di s. Af^nese ta nelle Cxallie fino dopo il ristabi-
in Roma fu ingrandito dopo il re- liuiento dei franchi. Il concilio pe-
gno di Costantino. Cos'i avvenne di rò di Ijraga, celebrato nell'anno 563,
jnolti altri ; e fra le iscrizioni, che vietò di seppellire chiuncpie nell'in-
vi si trovarono, si rilevò che certe terno delle chiese, e richiamò la ro-
persone avevano il titolo di fosso- mana legge delle dodici tavole, per-
res, cioè di uomini impiegati a sca- mettendo invece di seppellire al di
vare i cimiteri, come si può vedere fuori ed intorno alle mura i cada-
nell'Aringhi, lib. I, e. i3. F. Ca- veri. E siccome pure i martiri era-
TACOMDE. no stati tunuilali come gli altri fe-
JNel tempo delle persecuzioni , i deli, quindi si permise la erezione
fedeli si nascosero nei cimiteri delle delle cappelle, tj delle chiese sui lo-
città, non volendo esporsi agli in- ro sepolcri, le quali ritrovandosi fuo-
sulti e agli assassinii , non che al ri del recinto delle città, non viola-
pericolo di essere sbranati dalle fie- vano perciò i cristiani le menziona-
re, ma più di tutto per tema di te leggi, se desideravano di esservi
essere costretti a sagrificare agl'idoh. sepolti. Tali nuove fabbriche, erette
Talvolta però successe , che traditi in onore de'martiri, si chiainarono
i fedeli dai falsi amici , o scoperti basiliche, per distinguerle dalle catte-
dai persecutori della religione, fos- drali denominate semplicemente chie-
sero assaliti e obl)ligati , e crudel- se, ove appunto nel secolo decimo si
mente trascinati a' tribunali ; ovve- permise la tumulazione dei defonti.
ro, essendo chiusi iu tutte le parti, In quanto alle basiliche, già sino
acciò non fosse loro possibile invo- dal quarto secolo il cadavere di Co-
care soccorso dagli altri cristiani ,
stantino fu collocato all' ingresso di
che occultamente solevano provve- quella de' ss. Apostoli da lui edifi-
derli cU nutrimento , morivano di cata appunto per esservi seppellito,
fame e di sete. mentre dipoi in altra fu trasferito.
In progresso di tempo dal pio de- vS. Gregorio di Tours, lib. X, cap.
siderio de'fedeli di essere seppelliti 3r, parla di alcuni santi vescovi, i

appresso i martiri, per la confiden- quali nel medesimo secolo furono


za, che ponevano nella loro interces- deposti in alcune basiliche situate
sione (per cui vennero, come dicem- fuori della città ; ma allorché le cit-

mo, eretti cimiteri contigui alle tà vennero ingrandite, le basiliche


chiese), si giudicò utile, che entran- e i cimiteli adiacenti vi si trovaro-
do nelle chiese, e vedendo alcuna tom- no compresi. S. Paolino ci rammen-
ba, si ricordasse a' vi vi di pregare pei ta le cellette fabbricate nelle basi-
morti, e venne a poco a poco accor- liche per le sepolture dei morti. E
dato a qualche distinta persona il certo poi che Satiro ebbe comune
privilegio di essere tumulata neh' in- in chiesa col suo fiatello s. Ambro-
terno medesimo della chiesa. Ma gio la sepoltura, e che s. alassimo,
,,

CIM CIM 143


e s. Agostino attcstano, che i cada- ne cimiteno di Bologna, ivi incisa,
veri dei cristiani si seppellivano nel- e pubblicata nel 1825.
le che Cesareo fratello
loro chiese ; Si è poi provato (jiianto fosse im-
del Nazianzeno, e Paola discepola portante di non moltiplicar le tom-
del dotto Massimo, non ebbero al- be nelle chiese, avvegnaché se non
trovo la loro sepoltura; chegl'im- sono molto profonde, e se le volte sono
peratori, i re, i vescovi ,
gli abbati mal collegate, l'aria non potrà certa-
costantemente si seppellirono nelle niente che corrompersi insensibil-
loro basiliche, talché si legge di s. mente. F. l'Haguenot, Memoria sul
Flaviano, che, morto, ebbe riposo pencolo delle sepolture nelle chiese
nel tempio, in quo consuevcrant anno 1748; e la bella Memoria
praedecessores episcopi sepeliri. V^. sui cimiteri del cav. Angeli imo-
S. Agostino citato, De cura prò lese.

mortuis agenda. Contro l'uso di seppellire nelle


Non si deve però tacere, che la città scrissero ancora Cristiano Gof-
eccessiva brama di trovar luogo nei fredo Hoffmanno Dissertatio de
,

sepolcri delle chiese fece si, che que- coenieteriis ex urbe tollendis, Fran-
ste diventassero per lo più i cimi- cofurti 1629; Andrea Piiveto, Epi-
teri dei facoltosi, mentre i recinti stola in qua mos cadavera mor-
air intoino delle stesse chiese erano il tuoruni in templis sepelicndi redar-
luogo della sepoltura del volgo; uso guitur, Lugduni
i836; Dissertatio
che principalmente si conservò nei de sepulcris ad viam puhlicam etc.
tempi di mezzo. Ma nelle città pos- Lipsiae 1721; Cosclnviz, Dissertatio
senti i vescovi e le municipali ma- de morte ex sepulcris seu de noxis
gistrature ristabilirono l'antica di- ex sepulcris in templis oriundis
sciplina di collocare i cimiteri fuori Hai. 1728; Alberti, De sepulcrO'
delle città per motivi di pul)blica rmn extra ur-
salubri translatione
sanità, ed anche in riflesso clie i lem, Hai. i743; Poree, Quattro let-
luoghi destinati ai pubblici cimile- tere sull'abuso di seppellire nelle

ri nel loro interno, in proporzione chiese, stampate nel 174^- Navier


delleaumentate popolazioni, si Irò- scrisse alcune riflessioni sul pericolo
varono angusti, non che prossimi dei sotterramenti precipitati, e sul-
alle case dei cittadini, e quindi la 1"
abuso di seppellire nelle chiese;
loro salute era esposta alle funeste Alix, Nociva mortuorum intra sa-
iafluenze delle esalazioni pericolose, cras aedes urbiumque muros sepul-
Laonde in progresso fnrono edifica- era, Erfurti i 778; Scipione Piatto-
ti il celebre Campo santo di Pisa, li, Saggio intorno al luogo del scp-

e i celebri cimiteri di Napoli, Ve- pellire, Modena 1774; ed il Maret,

rona, Bologna, Brescia, di Mont- Blemoire sur l" usagè ou V on est

Lovis, o del p. La Chaise , senza d' cnterrer les morts tìc.'D\\on i']']^;
nominarne altri ricchi di monumen- Memoire sur les sepidtures dans Ics

ti artistici, di scollurc, pitture, iscri- villes etc. Versailles 1776; Ohser-


zioni ec. F. Pitture a fresco del vations sur l' etahlissement d' un
campo santo di Pisa, con illustra- clmitierc general hors de la ville

zioni, intagliale dal cav. Lasinio, de Lyon, Lion 177G.


Firenze 1828; e Collezione scelta Cahino principalmente e i suoi
dei monumenti sepolcrali del comu- seguaci contrariarono la pratica del-
, j

i44 <^1M CIM


la Chiesa romana, dei seppellimento (a la benedizione con piviale bianco,
ne' templi , collo scopo di toi,'lie- come ([nello eh' è usato seni[)re .

re l'idea dei sudraj^i, e di allonta- Adoperansi pure l'acqua santa, l' in-
nare dall'uomo colla memoria del se- censo, e tre candele per ognuna del-
polcro il più polente lieno della su- le cinque croci. Le candele debbono
perbia, e delle altre passioni, non ardere prima avanti, e poscia sullo me-
che di togliere un mezzo alle limo- desime. IMa ecco come procede la bene-
sina, ed alle pie fondazioni, impove- dizione del cimiterio, se viene eseguita
rendo il clero. Fra quelli, che de- dal vescovo. Terminata la fabbrica del
starono filavi timori sulla publjlica cimiterio, il giorno precedente alla
incolumità nel tiunularc nelle chie- benedizione dispongono in detto
si

se, vuoisi in ispecie nominare il pro- luogo cinque croci di legno, ed una
testante Franck, sì celebre nella po- pili elevata delle altre situata in
liziamedica, provando sommamente mezzo, e le altre per l'altezza di
nocevole il seppellire nelle chiese, un uomo. La prima si colloca nel-
per cui oggi mai si erigono i cimite- r estremità del cimiterio, avanti la
ri fuori delle ciltà. D'altronde le croce di mezzo, la seconda nell'al-
riflessioni chimiche di ThemsdorlF, tra estremità, retro crucem mediani
stampate nel 1800 in Reichsauzeiger, e le altre due, una alla destra, e
dimostrando la natura delle esala- l'altra alla sinistra. Avanti ogni cro-
zioni cadaveriche, fecero conoscere ce si pone in terra un legno per
come la Provvidenza dispose in mo- porvi tre candeleuna scala per
,

do le cose, che i nostri cadaveri pos- ascendere sommità, un vaso


alla
sono interrarsi in mezzo ai viventi grande coli' acqua da benedirsi, ed
senza che questi ne risentano vcrun un altro col sale. Vestito il vesco-
danno. Anche Pùans, con un trattato vo con camice, stola, piviale bianco,
preoedcnlemeute pubblicato nel ijrg con mitra in capo, e pastorale nella
in Lipsia volle dimostrare con pro- sinistra mano, dalla sagrestia si reca
ve evidenti, e di fatto non potere al cimiterio, ove ponendosi a sedere
risultare alcun pericolo dal seppel- sul faldistorio dà principio alla fun-
lire i morti nelle chiese, e nell'in- zione con fare al popolo una breve
terno delle città, osservate le debite ed analoga esortazione sulla santità
cautele, onde rimuovere gl'inconve- del luogo. Terminato il discorso, si
nienti, i contagi ed altri infortunii. accendono le quindici candele, cioè
tre per ogni croce, e stando il ve-
Benedizione dei Cimiteri. scovo avanti la croce di mezzo, de-
posta la mitra i-ecita un'orazione,
Certo che se verranno conside-
è, quindi riprende la mitra, genuflette
rate le parole, che si adoperano nel al cauto delle litanie alzandosi alle
consagrare le chiese, ed i cimiteri, parole: Ut omnibus Jidelibus defnn-
si vedrà che le prime sono propria- cti<:. Allora il vescovo con tre segni di
mente per i vivi, e le altre per i croce purga, benedice, santifica, e
morti. I cimiteri sono sempre stati consagra il Tornando a genu-
luogo.
in grande venerazione tra i fedeh, e flettere, si proseguono le litanie, dopo
l'uso di benedirli è antichissimo, in- le quali viene la benedizione dell'ac-
combendo ciò ai vescovi, ovvero ai qua insieme col sale, e detta l'anti-
sacerdoti da loro autorizzati. Se ne fona. Asperges me, mentre si canta
e I M CIM 145
il fliixercre, acqua bene-
colla detta ripete l'antifona, avendo già il sa-
dice il cimitcrio, cominciando dalla cerdote fatto il giro del cimitcrio,
|.arlc destra, e lo asperge conlinua- e la sua aspersione coU'acqua san-
mcntc in ogni luogo. Finita questa ta. Indi poirà il sacerdote nella
hencdizionc, deposta la mitra incensa sommità della croce una delle tre
la croce, cioè quella ch'è avanti la candele ardenti, collocando le altre
croce di mezzo, indi vi pone nella due nelle braccia di essa linai- :

cima una delle candele accese, collo- mente incensata, e benedetta che
cando le altre due nei bracci della sia la croce, termina la funzione.
stessa croce. Ciò fatto, colla mitra si Si benedicono dalla Chiesa i luo-
reca dalla parte di dietro, aspergen- ghi ove si debbono coUocai'e i ca-
do nel procedere il cimitcrio col- daveri de' suoi figli, per distinguer-
l'acqua santa, ed innanzi alla secon- li da quelli, che non sono contras-
da croce, deposta la mitra, fa la stes- segnali dalla croce. L' erezione della
sa funzione, che si disse per la pri- croce significa, che il luogo è con-
ma. Indi passa alle altre due croci sagrato a Dio , e le tre candele
laterali, e vi compie egual cerimo- si accendono, come simbolo dei tre
nia. Ritornando poi avanti la croce chiodi, i quali trapassarono le mem-

di mezzo, e deposta la mitra, canta bra del Piedentore nella crocifissione.


il prefazio, dopo il quale incensa la La benedizione poi serve per assicu-
detta croce, e vi pone le tre can- rare i fedeli defonti dell' eterno ri-

dele come fece nelle altre; indi be- poso.


nedice solennemente il popolo, e Quando il cimitcrio è contami-»
recatosi alla contigua chiesa si pre- nato, violato, o profanato dal sep-
para per la celebrazione della mes- pellimento di un infedele, di un e-
.sa,che dee dirsi secondo 1' ufìlzio retico, e di uno scomunicato, si ri-

corrente, aggiungendosi all'orazione concilia, e tal riconciliazione si fa


propria un'altra sub unica conclu- presso a poco come la benedizione^

sione. col canto, e colle preci, coli' inccn-


La benedizione del cimitcrio, che sOj e coll'acqua benedetta ec. Solo
si da un saceidote delegato dal
fa il sacerdote, dopo
Ut il versetto
vescovo, segue presso a poco come omnibus etc, aggiunge Ut hoc coe-
la precedente. Però si ei'ige vma so- ineteriuni reconciliare etc. U. il

la croce di legno nel mezzo di esso, Pontificale romano, ed il Rituale


ed avanti la croce si accendono le tre romano, Ritus benedic. novi coe-
candele. Il sacerdote, col capo scoper- meteriì, et Ordo reconciliancU eoe-
to diià r Oremus proprio di tal ri- melerium vioìatum.
to, le litanie oi'dinarie, e dopo il ver- Sui cimiteri sono a consultarsi
setto : Ut omnibus fidelibus dcjuncds, il Baronie nel Martirologio roma-
lo stesso sacerdote in piedi, e facendo 710, a' 29 gennaio ; V altro annalista
il segno della croce, dirà : Ut hoc Spondano, De coemetcriisj Sponda-
coenietcrium etc. ; e terminate le li- ni, cocnieteria sacra, Parisiis i638;
tanie, coi ministri assistenti, asper- Gio. Francesco Cccconi, // sagro
gerà prima la croce, dicendo l'anti- rito di consegrare le chiese , al ea-
fona, Asperges me, intanto che gli pò XVIIj Del cimitcrio, sua origi-

astanti recitano il salmo Miscrerc, ne, liso, e significalo; Orsi, Storia


col Gloria Patri, dopo il quale si Ecclesiastica toni. Ili, p. 70 eseg,;
voi. XIM. 10
,

i46 CIM CIM


il p. Dande, tom. I. Hist. unh'. le contenute nelle XII tavole,
leggi,
njlcx. XI, tratlando De sepuliu- riportata da Cicerone, de Legibiis,
rismarlyriun, coemcteriis, tic ciita- lib. II, non si potevano seppellire
cumhis, 643, e seg. ; Marangoni,
p. dentro le mura di Roma i cadave-
Historia de cocnict. ; J'^abrclti, la- ri, mentre gli Spartani volevano che
script dotnest. ; Onofrio Panvinio, i loro defonti fossero sepolti dentro
Tr. de rilu sepeliendi niorluos^ et la città, e presso i templi, a tenore
de coemeU'riisy e. 12, n. 4> Id). i, delle prescrizioni di Licurgo. In Ro-
de 7 Urbis ecclesiis j itern in epì- ma solo a quelli, che avevano trion-
tome roin. ponti/, p. 5. ; e gli au- fato, eia permesso l' onore di avere
tori, che si citano al seguente arti- la sepoltura nella città, come alle
colo dei cimiterii di Roma. Da ul- Vestali, e qualche volta gl'imperato-
timo, e nel 1821, si pubblicò in ri furono eccettuati dalla legge ge-
Imola dal cav. Luigi Angeli una nerale, come ce ne assicura Plutar-
eruditissima Memoria , intitolata co. Il perchè i cristiani nei primi
Dcir antichità de' Cimiterii, e de'lo- tempi erano costretti a dar sepoltura
ro vantaggi , cui dà terniine con ai loro morii fuori della città, e tal-
queste memorande parole : »j O ci- volta nelle stesse proprie case , e
M mitero, quanto puoi essere elo- nascostamente riposero i corpi dei
" quentc, e di vero profitto all'uo- martiri in grotte, e cimiteri particola-
" mo meditante in un angolo ap- ri. La maggior parte però dei cadave-
» parta to della tua circonferenza ri in progresso ditempo si portarono
» l'ultimo suo fine, e che sarai un nei cimiteri, o catacombe arenarie
v giorno accogli tore pietoso delle e- presso Roma. Di questi cimiteri lapiìt
•> sanimi sue spoglie, ed il geloso nobile e remota parte adornata col-
» custoditure fino al suono della le immagini dei santi era destinata
» spaventevole tromba risvegliatrice, all'uso delle sagre funzioni. Disco-
» cui solo darà fiato la voce impe- perta per altro dai gentili, questi i"e-
» riosa dell' Onnipotente " E pure ! cero la più crudele carnificina dei
degna da consultarsi V eruditissima cristiani, che ivi si adunavano per
Dissertazione de'' Campi ^a/?//, stampa- assistere alla messa, ricevere la san-
ta nel fascicolo XVI degli Annali civili ta comunione, ed udire la divna
del regno delle due Sicilie, la quale parola. Un' altra parte di tali sot-
riporta la Notificazione del Cardinal terranei cimiteri serviva di abitazio-
Odescalchi vicario di Pioma , che ne temporanea ai fedeli, i quali vi
incomincia: La liunulazione de' Ca- si nascondevano, quando venivano
daverine,., del primo settembre i835, in cognizione di essere ricercati per
colla quale pubblicò la risoluzione dover sagrificare alle false deità. Ivi
del regnante Papa Gregorio XVf, erano sostentati dalla pietà degli al-
di porre in attività i cimiteri , e tri fedeli, e dai diaconi martiriarii
pel primo quello presso la basilica istituiti dal Pontefice s. Fabiano
di s. Lorenzo fuori le mura di mentre i sacerdoti martiriarii ne nu-
llonia. trivano lo spirito colla parola di
CIMITERI DI Roma. Questi in Dio. La terza parte poi di tali ci-
parte furono formali dentro la cit- miteri era ad uso di sepolcri degli
tà, ed altri nelle di lei adiacenze. stessi cristiani, che ivi morivano, a-
Aaticaraente per la proibizione del- veadosi somma cura di non coufon»
,,

CIM CIM 147


deie i loro coi'pi con quelli de'gen- fedeli a fare orazione. Nella prole-
e se avevano patito il martirio,
tili, zione poi accordala dall' imperatore
siponevano nei sepolcri co'loro corpi, Costanzo agli Ariani , ripugnando
anche i segni che attestavano il sof- alla loro pravità il Pontefice s. Li-
ferto martirio, cogli strumenti delle berio I, e fulminandoli colle censu-
loro pene, oltre ad analoghe iscri- re della Chiesa, Costanzo il cacciò
zioni, per cui questi cimiteri diven- da Pvoma, onde il Papa fu costret-
nero alti'etlanti santuari, dove un to a uascondeisi nei snburbani ci-
immenso numero di santi vennero miteri, sino alla preziosa sua mor-
seppelliti. Molti di essi forniscono te, avvenuta nel 867 , venendo se-
alla pietà dei fedeli tuttora reliquie polto in quello di Priscilla nella via
alla loro venerazione. Salaria.
All'anno 22G il Cardinal Baroni© Durarono le fabbriche dei cimi-
enumera quarantatre cimiteri di Pio- teri di Roma, sino al tempo dei
ma, e suoi dintorni, nei quali cri- i Longobardi, quali sebbene non en-
i

stiani facevano le succennate adu- trassero nella città, tenuti da essa


nanze, anche per non avere altri per un tempo lontani pei donativi
luoghi per convocarsi. E pur noto, dei Papi, tuttavolta fecero gravi
eh' essi nelle persecuzioni si congre- danni nei luoghi vicini e nei bor-
garono persino nelle carceri, affer- ghi, atterrando gli edifizii come ri- ,

mandolo s. Cipriano nella sua epi- levasi da una costituzione del santo
stola 5. Ma talvolta a si crudeli pe- Pontefice Paolo I. Tranquillate pe-
ne erano per ciò esposti, ch'essi si rò le cose sotto il suo medesimo
astennero dall' adunarvisi. Quindi il pontificato, a cui fu elevato nel 757,
Pontefice s. Cornelio del 254 scri- egli si applicò alla visita dei cimi-
vendo a Lupicino, vescovo di Vien- teri, ed acciocché altri non avesse-
na, ebbe a dirgli Publice, ncque in
: ro potuto ulteriormente oltraggiare
cryptis notìoribus missas agert Chri- i corpi dei santi che ivi si conser-
stianis licet. vavano, volle trasportarne molti in
Nell'anno 260 l' imperator Vale- Roma , maggiore solennità
colla
riano per tutte le provincie del ro- con inni, e venendo in pa-
cantici,
mano impero, fece pubblicare un e- recchie chiese decentemente colloca-
ditto, col quale severamente ordinò ti. Già il suo predecessore s. Boni-
che i fedeli fossero costretti a forza facio IV avea preso da vari cimi-
de' più aspri tormenti ad abbando- teri di Roma ventotto carri de' cor-
nare la loro religione, e che non pi dei ss. martiri, e riposti gli ave-
celebrassero le loro adunanze nei ci- va nella chiesa di santa Maria del
miteri. In progresso allorché dimi- Pantheon ,
perciò poi detta ad
nuì la persecuzione, non solo i cri- Marljres ^ e i' altro predecessore
stiani frequentarono i cimiteri, ma Giovanni VII del 7o5 aveva abbel-
in essi, e sopra di essi
vennero e- lito e restaurato alcuni cimiteri
retli sagri edifizi. Il perchè il Papa come abbiamo dall'Anastasio.
s. Fabiano, siccome leggiamo nel Prima di accennare quanto ri-

libro, de Fiomaìiis Ponlijìcibus, fece guarda i primari cimiteri antichi


molte rubriche sui cimiteri, e grotte dentro le mura di Roma, riporte-
arenarie, in considerazione dei se- remo la succinta enumerazione di
polcri de' martiri , concorrendovi i quelli, che fuori di essa (secondo i
/i8
'I CIM CIM
luoglii (love stanno) sono descritti Appia, detti di s. Preleslato, non-
tlal Coslaiizi nel suo Osservatore eli ché di s. IJalbina, e di s. Marco.
/ìy//i/r, ivi stampato nel 182'). Par- Di essi parlammo meglio all'artico-
lando egli dei cimiteri adiacenti a lo CuiESv DI s. Baldina. Mousiguor
JViita maggiore, dice che nella via Domenico Bartolini, cameriere d'o-
Labicana, la ([iiale si trova fuori di nore di sua Santità, e canonico del-
lai porla a Tor Pignatlara scen- , la basilica di s. IMarco, nel 1840
dendo (piaraiila gradini, si trovano ha pubblicato in Roma colle stam-
Je catacombe de' ss. Marcellino e pe un erudito opuscolo, con questo
Pietro, dove furono sepolti questi titolo // cimitero cV AproiiianOj
:

due martiri, insieme Tibur-


con s. (letto anche di s. Eugenia sulla
zio egualmente martire, fra i due i'ia Latina. V ha pur quello di
lauri, intrr daa^ lanros. Da ultimo, san Calislo sotto la basilica di
e nel i838, nella vigna de' fra- san Sebastiano, del quale si trat-

telli Tommaso, e Natale del Gran- tò all'articolo Catacombe. Una por-


de presso la delta catacomba o ci- zione di esso cimiterio vuoisi che
miterio, fu dai proprietari discoper- sia l'altro dello ad s. Cacci liani,
to un di palmi sessantadue
tratto mentre ove fu sepolto s. Sisto , si

di nobile catacomba con pavimento riconosce un cimiterio, detto ad s.

messo a musaico sei rpiadri del


, Xystuni. Sul cimiterio di Calisto,
quale sono coloriti ed esprimono , veggasi il Pia7za nel suo Mtnolo^io
emblemi cristiani, eseguiti con dili- Romano p. 160 e 180. Sul tentalo
genza. Appartengono essi appun- derubamento de' corpi de' ss. Pietro
to al cimiterio di s. Tiburzio ,
e paolo, che per vui tempo furono
de* ss. IMarcellino, e Pietro, e di s. collocali nel cimiterio di Calisto, si

Elena, per esservi stala sepolta, In- vegga tomo III, p. 83


il degli At-
ter (luas Ifiuros. Il perchè, a' 22 ti dell' accademia romana di archeo-
maggio, "vi si recò a vederlo il Car- logia, Lezione sopra quattro basili-
dinal Giustiniani Camerlengo, coi che romane del dollissimo Fea.
suoi ministri, e agli 8 luglio ono- Coincidono pure ai cimiteri di
rollo anco il l'cgnante Pontefice ri- Porta maggioie, quelli della via Ti-
cevuto dal cav. \'isconli commissa- burtina, appellati di s. Ciriaca, e di
rio delle antichità, dai suddetti pro- s. Ippolito martire. P^. il tom. IV
prietari, e da \ inceuzo del Gran- dei citati Alti, p. 21. Illustrazione
de, luogotenente del tribunale cri- di un antico monumento cristiano
minale senatorio. Un poco più di- trovalo nel cimiterio di Ciiiaca,
stante evvi il cimiterio di s. Zotico, del can. Giuseppe Scitele; il quale
o Gelulio martire, sposo di s. Sin- nel tomo V degh stessi Atti, a p.
fnrosa, come non più di un miglio 80
1 ci ha dato le Osservazioni so-
distante dalla detta porta trovasi pra le lapidi pagane che si trova-
quello di s. Castolo martire, fami- no nelle Catacombe, e nel cimite-
gliare dell'imperatore Diocleziano. rio di s. Ippolito. Di questi cimi-
A questi sono in qualche modo uni- teri di s. Ciriaca, e di s. Ippolito
ti i cimiteri della antica via latina, poi se ne parlerà meglio, essendo ora
di s.Aproniano, di s. Gordiano, e pubblico cimiterio quello di s. Lo-
di Eugenia martiri ; come altre-
s. renzo. I citj)ileri adiacenti alle porte
sì quelli, che si trovano nella via Flaminia o del Popolo, e Pia, sono
,

CIM Cl.M i49


i seguenti. Nella via Flaminia, pri- I cimiteri poi adiacenti alle por-
ma del ponte IMilvio o ìMolle, evvi te di s. Paolo, Portese, e di s. Pan-
il Valentino, restau-
cimiterio di s. crazio sono questi. Nella via ostien-
rato dal Pontefice s. Giulio I, e più se si trovano i cimiteri di s. Timo-
sopra l'altro di s. Teodora da essa teo, di s. Ciriaco martire formato
costruito. Sul cimiterio di s. Valen- da s. Lucina; di s. Zenone, e delle
tino, va lettaV Illustrazione di una Acque Salvie o di s,Anastas.io, do-
antica iscrizione ec. del medesimo ve fu decapitato s. Paolo, e dove
Settele, inserita nel lom. Ili dei à- furono deposti corpi di diecimila i

tati y^«z, a p. aSo. Il vasto cimiterio martiri. Parlando il citato Piazza


di s. Ermete, Basilla, Proto, e Giacin- parte li, p. ii6, della stazione che
to, chiamato eziandio ad clivum cu- nel dì trentesimo di quaresima era-
cumeris, sta nella via Salaria vecchia, vi nella basilica di s. Paolo nella
e nella nuova evvi l' altro celebre, via ostiense, dice che in tal giorno
e grandissimo cimiterio di s. Pri- dal cimiterio di s. Anastasio, e di
scilla, discepola dei principi degli s. Zenone alle Acque Salvie, anda-
Apostoli, e del quale essa inco- vano processionalmente al cimiterio
minciò l'erezione. Circa un secolo di s. Paolo per una strada sotter-
e mezzo dopo fu dilatato da un'al- ranea i monaci della stessa chiesa,
tra s. Priscilla nel Pontificato di s. passando per ambedue i cimiteri.
Martino I, e per esservi stati sep- Cosi il clero laterauense si recava
pelliti anche i martiri Silvestro, e "in processione colla sua croce sta-
Crescenziano, fu chiamato coi nomi zionale al cimiterio di s. Paolo, a
loro. Contiguo a questo cimiterio di ricevere tutte le offerte fatte all'al-
Priscilla vi fu quello di s. Felicita, tare di s. Paolo, come si legge in uu
detta Jordanorum. Porzione del ci- antico manoscritto dell'archivio late-
miterio di Priscilla , è pur quello rauense. Nella chiesa dedicata a s.

detto di Osleriano, in cui s. Pietro Paolo in cui fu egli sepolto, evvi


battezzò molti gentili, e l' altro di il cimiterio di santa Lucina triuni

s. Trasone. Nella stessa via Salaria fontium, e poco distanti quelli di


s. formò da un suo orto, un
Ilario Commodilla, e de' ss. Felice ed A-
cimiterio,donde ne prese il nome. dauto martiri. Al cosi detto pozzo
Nella via Nomentana, e presso la pantaleo nella via portucnse, vi è
chiesa di s. Agnese, si trova 1' am- un cimiterio d' iunuraerabili marti-
pio cimiterio, che porta il nome ri, che in essa sparsero il sangue pel
di quella santa per esservi stata se- vangelo, e sopra il colle più vicino
polta. Più avanti vi è il cimiterio a Roma esiste ancora il rinomato
ad arcuni ISomentanuni, de' ss. Pri- cimiterio di s. Ponziano, detto an-
mo e Feliciano martiri; e v'è pur che ad L rsuni pileaturn, e dei ss.

quello detto ad nyniphas beali Petri, martiri Abdon e Sennen . Appar-


cioè alle acque di s. Pietro, perchè tengono eziandio a questa strada i

il santo apostolo colle acque , che cimiteri di GiuHo I, e di Gene-


s.

ivi scorrevano, battezzò molti cristia- rosa, detto ad sextum Philippi, non
ni. Sonvi ancora quello di s. x\les- che un cimitero di ebrei trovato
sandro formato da s. Severia in un quivi dal Bosio, come riporta nella
suo fondo, e quello di s. Pvestituto sua RoiìKi saiilificala,\\h. 3,cap. 22.
in un podere di s. Giusta, In qucbt' ultuno non solamente noiì
i5o CIM C I M
evvi alcun segno cristiano, ma solo si ma ivi seppellirono i propri confra-
rinviene in colore rosso la figura di telli ; ed ivi fu poi deposto il cor-
uu candelabro colle sette lampade, po di s. Pietro, e poscia quello di
e di tratto in tiatto la parola si- moltissimi martiri Papi e perso- ,

nagoga. Va qui però avvertito, che naggi. K. Sepolcri dei Papi, ove si
ilp. Giuseppe Marchi della com- tratta in quali cimiteri chiese e ,

pagnia di Gesù, nella Pontificia ac- luoghi furono seppelliti i .sommi


cademia romana di Archeologia, ai Pontefici, delle loro traslazioni, con
29 aprile iSj', pronunziò una dot- altre notizie analoghe ai cimiteri di
ta dissertazione inforno i primitivi Roma. Dice il Fea, nella sua Le-
monumenti della Chiesa Romana, zione sopra cjuattro basiliche roma-
ed in particolare de' vetri dipinti a ne dette Costantiniane, che l'impe-
sgraffio su foglia d'oro, che si trag- ratore Costantino eresse all' imboc-
gono dalle sole catacombe, o cimi- catura della catacomba, o cimiterio
teri. Quindi contro la sentenza del \ aticaiio, il grandissimo tempio a-
senatore Bonarroti, prese a sostene- dalto agli usi, e alle adunanze dei
re con valide ragioni, essere non cristiani.

già ebraici, ma cristiani quei vetri Passando poi a dire alcuna cosa
tutti catacombe, su cui è ef-
delle suicimiteri dentro la città di Ro-
figiato l'aron, il candelabro a sette ma sì antichi che moderni parle- ,

fiaccole, la verga d'Aronne, il vaso remo prima degli antichi. Ad onta


della manna, e quegli altri arnesi, della ricordata proibizione delle ro-
che nel tabernacolo degli ebrei sim- mane leggi, i cristiani qualche volta
boleggiavano i misteri, e sagramenti costretti dalla necessità , e conside-
del nuovo testamento. rando i martiri eroi più gloriosi dei
Finalmente nella via Aurelia so- gentili trionfatori, non ebbero dif-

no stati trovati diversi illustri e ficoltà, come accennammo, di sep-


venerandi cimiteri come quelli di Ca- pellire i corpi loro segretamente
lepodio, sotto la chiesa di san Pan- nelle grotte, e cimiteri formati ap-
crazio, de' santi Processo e Marti- positamente in case particolari den-
niano martiri, detto di Girolo, e tro la stessa città. Così servirono di
poco lungi quello di s. Agata, che cimiteri le terme Timotine, e No-
forse è lo stesso che il precedente ; vaziane, situate nel vico Patrizio
non che il Vaticano presso la basi- alle radici dei colli Viminale, e Qui-
lica di s. Pietro, ove fu sepolto lo rinale dai ss. Timoteo e Novato, fi-

stesso principe degli apostoli. Esso gli del santo senatore Pudente, e
fu chiamato memoria, confessione, fiatelli delle ss. Pudenziana, e Pras-
martirio, liniini di s. Pietro, Limi- sede, il quale cimiterio divenne la
na apostoloriun, e vuoisi formato in chiesa, che poi da s. Pio 1 nell'an-
alcuna delle arenarie, ch'erano in no 162 Pudenzia-
fu dedicata a s.

gran copia nel monte vaticano, don- na. Questo Papa formò anche il
de si traevano l'argilla, e l' arena battisterio per battezzarvi i nuovi
per la costruzione dei vasi di creta. proseliti del vangelo, e vi celebrò
11 suo principio
rimonta all'incen- la santa messa Cotesto cimitero
.

dio di Roma sotto Nerone, il quale ebbe il nome di Priscilla, madre


incolpandone i cristiani molti ne ,
di Pudente, perchè assai s'impe-
s.

fece uccidere. 1 primi fedeli di Ro- gnò essa per formarlo dentro la cit-
è,^

CIM CIM i5r

t;i, oltre l'altro da lei fatto al di scia sepoltura, finché dopo la morte
fuori nella via Salaria, e di cui par- di Giuliano vi si edificò una chiesa

lammo Vuoisi, che in


di sopra. in onore di detta santa. Innumera-

questo cimiterio si tumulassero nel- bili furono i corpi de' martiri in


la persecuzione di Antonino circa detto cimiterio riposti, e trasportati
tremila martiri, e clie il sangue loro da quei cimiteri fuori di Roma, che
con una spugna si raccogliesse da minacciavano rovina. In molte altre
s. Pudenziana, che dicesi lo abbia case dentro Roma furono sepolti mar-
posto nel pozzo, il quale si vede in tiri, senza divenire poi cimiteri aperti
mezzo alla chiesa. Cosi s. Simetrio ai martirizzati, ma soltanto ad alcuni
prete, ed altri venti due martiri vi particolari, eh' erano talvolta i pro-
ebbero sepoltura per le mani di s. prietari delle case medesime.
Prassede. Ma siccome gli autori di- Avanti di far menzione degli at-
cono, che s. Simetrio ed altri mar- tuali cimiteri di Roma, noteremo
tiri furono collocati anche nel ci- alcuni autori, che trattarono di quel-
miterio di Priscilla nella via Sala- li antichi. Questi sono: Gio. Do-
ria, sembra che il cimiterio della menico INIauro, Istoria sagra dei
famiglia Pudente fosse di deposito, martini di molti santi martiri, colla
per poi trasferirli a quello di santa notizia dei cimiteri, Roma 1682;
Priscilla. Vuoisi ancora che servisse Arrighi, Roma suhterranea novissi-

di nascondiglio ai cristiani, e di luo- ma, in qua post Antonium Bosiiim


go per la celebrazione delle sante et Joannem Severanum, et alios,
funzioni della Chiesa. Apparteneva antiqua christianorum, et praecipue
a questo cimiterio la grotta Nepo- mariyrum coemeteria illustrantur
ziana, o Novaziana, in cui s. Stefa- Romae i6ti, et Coloniae 1659;
no I battezzò cento otto persone. Bosio, Roma sotterranea accresciuta
Fu inoltre in questa stessa regio- dal Semerano prete dell' oratorio

ne, ed entro di Rom a il cimiterio riscontrata dal dott. Pico, Ottai'io


ad Ursum Pileahcm, così chiamato e pubblicata dal Cardi-
in Roma
da im'imma"ine
o marmorea d'un orso nal Aldobrandini nel i632, ed ivi
con cappello, diverso per altro dal pel Grignani nel 1640. In questa
cimiterio dello stesso nome nella via seconda edizione non si trovano re-
portuense fuori della città, del qua- plicate certe figure come nella pri-
le già si fece memoria. Sotto l'apo- ma ; r edizione poi originale del
stata Giuliano formossi tal cimiterio Bosio è quella di Roma del 1625,
da s. Fabiano, o Flaviano, prefet- in cui si tratta dei sagri cimiteri
to, ed illustre martire, e principal- di Roma, sito, forma, uso antico
mente da s. Bibiana di lui figliuo- di essi, cubiculi, oratorii, etc. ; Boi-
la, nota pel suo zelo nel cercare, e detti, Osservazioni sopra i cimiteri
seppellire le reliquie degl' intrepidi de' ss. martiri, ed antichi cristiani

confessori di Cristo. Egli l'incomin- di Roma,17 19, e 1720: opera


ciò in propria casa, indi fu dilatato accuratissima, che contiene ciò eh'
dalla detta figlia, con s. Demetria stato scoperto dopo il Bosio Botta- ;

sua sorella, la quale vi venne sepol- ri, Sculture, e pitture sagre astratte
ta dopo s. Dafrosa loro madie, e dai cimiteli di Roma pubblicate
,

dai ss. preti Giovanni, e Pigmenin. dagli autori della Roma sotterra-
La medesima s. Bibiana v' ebbe po- ncaj e nuovamente data in Iure,
i

132 CIIM CIM


colle spiegazioni per ordine di Cle- tevere, sull'alto dei bastioiìi chiama-
mente XII, Roma 1737, 1740, e li di s. Spirito, Esso è anqiio, ina-
1754-, p. Giiiscpjxj Alazzolari, No- gnilico, e coinodo, e si compone di
tiziedei ss. Martìri, le vie sagre, cenlocinquc Kepolture. Vi si tunni-
e le Oasilirhe di Hnma. Di essa si lano cinlavori di (picUi, che nmo-
i

fecero diverse edizioni. V. inoltre jono in detto ospedale, non che di


Pompeo Ugonio, Hisloria delle sta- que' fratelli, e di quelle sorelle dia
Roma, nella quale parla di
zioni di ascritti sono alla pia unione ivi isti-

diversi cimiteri , e a pag. 8G spie- tuita. Fu fatto falj|)ricare dal som-


ga perdiè si considerino equivalenti mo Pontefice Benedetto XIV, con
idle chiese; Giuseppe canonico
e disegno dell' architetto cav. Fuga in
dettele, illemoria siili' importanza forza di un suo chirografo de'2 3 mag-
dei monumenti che si trovano nei gio 1742, diretto al Cardinal Gen-
cimiteri degli antichi cristiani nel tili, allora visitatore apostolico di
contorno di Roma, pubblicata nel detto pio stabilimento, e di altro
1825 nel tomo H delle Disseria- chirografo de' 2 3 settembre i 74"^ 5

zioni dell'accademia romana di Ji^ diretto a monsignor Banchieri te-


cheologia. ì^iiWiwmo 1841 a' 28 giu- soriere generale. Tale cimiterio, po-
gno in questa accademia, il suìlo- sto nella cima del Gianicolo, è fab-
dato monsignor Domenico Bartoli- bricato in luogo all'atto diverso dal-
nì lesse una dissertazione sui Vasi l'antico, e di molto riuscì più gran-
ciniileriali contenenti il sangue dei de, dappoiché 1' antico aveva solo
martiri. sette Sorgeva esso sulla
sepolture.
Senza fare la descrizione de' ci- sponda del Tevere, ove oggi è il
miteri particolari di Roma, propri conservatorio delle projette zitelle
di sodalizii, come quelli di s. Maria dell'ospedale, anzi nel contiguo spa-
della Pietà in campo santo delle zio, in cui esse distendono le bian-
nazioni teutonica e fiamminga pres- cherie. Da varii Pontefici fu questo
so la basilica vaticana; di s. Gio- cimiterio arricchito di privilegi, e
vanni decollato pei giustiziati ; di s. indulgenze. Benedetto XIV dichiarò
Maria di Loreto de' Fornari ; di s. privilegiato l'altare del Ci'ocefisso
Rocco; di Maria dell'Orazione
6. con breve de' 27 settembre 1747 ,

della morte, pei defonti nelle cam- concesse indulgenza plenaria, ed ap-
pagne, o annegati etc. ; e senza ri- plicabile alle anime del purgatorio, a
cordare quelli de' cappuccini, ed al- chi visitasse la cappella ove si venera,
tri Ordini religiosi, e di monache, purché si fossero confessati, e comu-
o degli ospedali, come di s. Gio- nicati, e ciò in tutta l'ottava de» fe-
vanni in Laterano, di s. Giacomo deli defonti. Pio VII nel 1779, ac-
degl'incurabili, di s. Gallicano (il cordò la facoltà di potersi eiigere
quale fu benedetto a
7 novembre nel portico del cimiterio, e nel det-
1726, da Benedetto XIII), di s. Ma- to ottavario, un altare, per cele-
ria della Consolazione ec. , trattan- brarvi la messa, dichiarandolo pri-
dosene a' loro articoli; faremo piut- vilegiato.Di poi vi fu eretta ima
tosto menzione di quello dell'ospe- pia unione sotto il titolo della bea-
dale di s. Spirito, e dell'altro pub- tissima Vergine dei Rosario, arric-
blico di Lorenzo fuori d'indulgenze,
s.
le mura. chita di privilegi, e
Il primo sta nella regione di Tras- che si leggono nello Statuto slam-
e 1 .M

pillo in Roma dal Poc^f^ioli nel iSi.y. a tal un|^ (piel medesimo luogo
Onesto cimiterio Pon- fu visitato dai che sta alla destra della via Tibur-
k'Iìc^i Leone XII, e da Gregorio tina, accanto alla basilica eretta da
\Vf rei^nante. Vollero essi onorare Costantino a s. Lorenzo fuori delle
l'albo de fratelli, tlando gli aiigusli mura di Roma, presso lo vasi e ca-
loro nomi. Tanfo nel cimiterio di tacombe, o cimiterio dell'agro Ostia-
s. Spirito, che in quelli mentovati no, o Yerano, e circa un miglio
di s. Giovanili iti Laterano, di s. fuori la porta di s. Lorenzo.
Maria della Consola/ione, di s. Ma- Non riuscirà qui discaro che si

ria dell' orazione della morte, non- accenni primamente, che una parte
ché in quello presso la basilica di del campo Osliano, o Vociano, dove
s. Moria in Trastevere, ogni anno ne' primi tempi della Chiesa si for-
neir oltavario dell'anniversario ilei mò un cimiterio in cui si ripose pel
lèdeli deibnti, si rappiesenta con li- primo il corpo di s. Romano, sol-
gure grandi al naturale alcun fatto dato che aveva professala la [\(\<i ^

scritturale, di storia ecclesiastica, o fu propiietà di s. Ciriaca nobile


delle gesto de' santi , allusivo alla matrona romana, la quale fiorì nel
memoria de' trapassati, e alle anime terzo secolo. Ammirando essa la
purganti j per sempre più risveglia- fortezza, e la costanza di s. Lorenzo
re nella pietà de' fedeli i sullragi nel subire il martirio, nel giorno
verso i defonti. seguente vi scpjielh quel santo in-
Passiamo ora a parlare del ci- sieme a Claudio suddiacono, a Cre-
miterio pubblico di s. Lorenzo fuo- scente lettore, a Romano osliario,
ri le mura di Roma. Fino dal K^iy, a Severo prete, e a molti altri.
e nel pontificato di Pio VII, la sa- Tre giorni dopo, s. Ippolito sol-
gra Consulta, come magistrato su- dato, con diciannove tli sua fami-
piemo di sanità, aveva prescritto glia, es. Concordia di lui nutrice ,

che in tutto Io .stato pontificio si furono qui innati da s. Giustino pre-


costruissero cimiteli fuori dell'abita- te, non meno che ss. Ireneo ed i

to per tumularvi i cadaveri ; e già Abbondio, ed in fine vi furono depo-


nella maggior parte delle città e ste le spoglie della stessa s. Ciriaca,
dei comuni vedesi posta in opeia per cui prese il nome di cimiterio,
quella saggia disposizione. Tu Roma o catacombe di Ciriaca, di Ostiano,
solo mancava questa sagra Necropu- o di Verano.
U, giacché il cimiterio, eh' erasi in- In seguito il medesimo s. Giustino
cominciato a costruire nel campo collocò in (piesto cimiterio i corpi
Verano tempo dell'amministra-
in di s. Tritònia, moglie di Decio im-
zione francese, era affatto abbando- peratore, e di s. Cirilla di lui figlia,
nato, consistendo in sole trecento con moltissimi altri da lui martiriz-
ottantaquattro sepolture, e quello ,
zali in tempo della persecuzione
che la medesima aveva incouiincia- mossa contro i cristiani da detto
to nel pigiieto Sacchetti, non ebbe imperatore. Servì poi questo cimite-
compimento, rimanendo iiiqxrfctto, rio ili sepolcro al predetto s. Giusti-
e distrutto. Il perchè conosciutaiu; no, allorché fu deca[)ilato per ordi-
dal regnante Pontefice Gregorio XVI ne di Claudio imperatore. Né deve
la necessità, nel 1837, ne mandò tacersi, che appartiene a questo gran-
ad elletto l' ordinamento, scegliendo de cimiterio di Ciriaca, ((ucllo dctt(i
M ,

1 "J^ e 1 CIM
(li s. da cui prese il nome
Ippolito, in una singolare e marmorea iscri-

ili quella porzione appunto dove il zione sepolcrale, cui un riconoscente


santo fiì sepolto dopo aver solTer- dispettosissimo figlio eresse alla mi-
to il raarliiio; cimiteri di cui già gliore delle madri ; cioè a' 27 otto-
laccinnio più sopra menzione. Sulla bre i836; a' 7.3 luglio i838; ed
porta poi delle catacombe, o cimi- ai G 1839, nei quali giorni,
luglio
terio di Ciriaca, evvi la seguente lo stesso figlio per sua gran ventu-

iscrizione : ra, ivi presente, prendendo corag-


» Ilaec est tiimba il la loto orbe gio dall'amore filiale, sempre diman-
5' terrarum celeberrima, ex coeme- dò ed ottenne sulle materne ceneri
?» terio s. Ciriacae matronac, id)i sa- l'apostolica benedizione del vicario
-•5 cruin si quis fecerit prò defiincti*;, di Cristo.
5> eorum animas e purgatorii poe- Il perimetro del campo destinato
•5 nis divi Laurenlii meritis evoca- ul cimiterio racchiude un poligono
5' bit". P. CmES\ DI s. Lorenzo irregolare di 591 71 25 metri qua-
:

fuori le mura. drati ; la parte di detta superficie,


In sequela pertanto delle provvi- il di cui suolo trovasi già consa-
denze ordinate dal prelodato i^jnte- grato tumulazione de' defonti
alla
fìce, furono accresciute al cimilerio d' ambo i sessi, e d'ogni età, è do-
le sepolture fatte dall'amministrazio- ve in larghezza meglio corrisponde
ne francese; e compite e purgate le allo scopo. Viene essa ridotta in
preesistenti, circondato il luogo di forma quadrilunga, e comprende
muraglia, in fondo si eresse ima una superficie di 37100: i5 metri
cappella, come meglio si dirà. Il quadrati. Il lato minore paralello
Cardinal Carlo Odescalcbi romano, all'altro, ov' è l'ingresso al cimite-
allora vicario di Roma, poi esemplare rio verso la strada provinciale Ti-
compagnia di Gesìi, do-
religioso della burtina, si dispone in emiciclo, nel
ve santamente morì, ne fece a' 3 set- centro del cui diametro sopra un
tembre 83 Ti, la solenne inaugurazio-
1 ben disposto basamento s' innalza
ne e benedizione, la quale riuscì deco- una cappella a croce greca con por-
rosa, e piena di raccoglimento per tico tetrastico , mentre i lati del
la santità del rito, e del grande og- quadrilungo, e l'emiciclo stesso si

getto, che l'aveva provocato. T^. la cingono di spaziose arcuazioni di


Relazione della benedizione del ci- ordinanza dorica greca, elevate so-
miterin presso la patriareale basi- pra un proporzionato stilobate, al
liea di s. Lorenzo fuori le mura ec, cui piano si ascende per quattor-
nel numero 73 del Diario di Ro- dici separate grandiose gradinate
ma i835.
del disposte soltanto nel davanti di quel-
Ora passiamo a dare la descri- le arcuazioni, le quali corrispondono
zione di questo pubblico cimiterio, sugli assi degli stradali, che divido-
nello stato in cui trovasi, opera che no dodici grandi aree quadrate sta-
onora l'odierno pontificato, e che bilite per la tumulazione de' tra-
accrescerà quind' innanzi il lustro di passati. Il dado dello stilobate è
Roma, pel suo giornaliero incremen- guernito di lapidi di marmo bian-
to. Il Papa regnante onorò perlo co per le iscrizioni, delle singole se-
ben tre volte della sua sovrana pre- polture erette .separatamente dagli
senza, come distintamente si legge attinenti al defonto ivi tumulato,
,,

CIM GIN 155


tutte però di eguale dimensione, e Finalmente il defunto Cardinal della
contornate da mia fascia di niai'mo l'orla vicario di Roma, con editto dei
bardiglio. L' architetto ,
professore aG aprile 1841, In vati tempi ec, ha
Gaspare cav. S;dvi, fu incaricato di lichiamato all' osservanza la vene-
quest' opera, ed lia già dato compi- razione e il rispetto, che .si deve
mento a due delle arenazioni, ima nel alle catacombe e ai cimiteri, riguar-
lato destro, e 1"
altra nel sinistro^, non dati dagli antichi cristiani come le
che a due tratti dello stilobate, il quale prime chiese, come asilo di tanti
appena costruito si vide rivestito di santi, e come testimoni solenni dei
lapidi scrittead onore dei tumulati. più gloriosi trionfi di tanti cam-
In progresso di tempo questa im- pioni della vera Religione.
ponente fabbrica gareggierà in gran- CINA, o CHINA. Vasto e pos-
dezza e in magnificenza co' più de- sente impero continentale, situato
corosi campi santi d'Europa, e darà nella parte orientale , e media del-
occasione a' professori di scoltura di l'Asia , il più antico, il più ricco,
ornare le pareti delle arcate di mo- non però in proporzione de' suoi
numenti che verranno innalzati a
, abitanti e alla sua estensione. Certo
chi avrà meritato di sopravvivere è però, che l' impero è il più po-
alla memoria de' posteri. F. la Lel- polalo di quanti presentemente esi-
tcra sopra il niio^'O ciiiiiterio di Ro- stono, giacché i suoi abitatori ascen-
ma, \\\ scritta a' 24 settembre i835, dono, secondo i più ragionevoli cal-
e pubblicata colle stampe. coli, e desunti dal censimento re-
Nella Raccolla ddlc leggi e dlspo- golare del governo cinese proba- ,

dizioni di pubblica ainnìiiiislrazione, bilmente a cento cinquantacinque


emanate nel presente pontificato milioni, compre.so il Tibet, la ]Mon-
nel voi. I. del i836 a pag. SSp gollia, e la IMantsciuria , nella Tar-
si legge la circolare del CarcUnal vi- la ria cinese. I popoli che lo abita-
cario a' parrochi di Roma sulla no, non gli danno nella loro lin-
costruzione ed attivazione di questo gua altro nome che l' impero cele-
ciraiterio. A pag. 34o, vedesi il di- ste, il Mondo, il Regno del mezzo, il

vieto di contrattare , e concedere Fiore del mezzo, o Centro della ter-


nuovi locali per sepolture e sepol- ra, e talvolta lo chiamano col no-
cri entro Roma. A pag. 34 1 stanno me della dinastia regnante, che og-
le condizioni colle quali si permet- gidìè Thsing, o Mantsciuri , cioè
te la tumulazione nei sepolcri gen- Cim. Gli arabi la denominano Sin,
tilizi. A pag. 342 vi sono gli ordi- i russi e i letterati del secolo XV
ni e le tasse per la concessione dei Cathay, e Tho i giapponesi. Della
sepolcri separati nel pubblico cimi- Cina , o Serica degli antichi il ,

terio, ed a pag. 344 '^ disposizioni veneto Marco Polo e il Cardinal ,

pei funerali a beneficio delle par- l'iacido Zurla (colle opere che ci-
rocchie, a pag. regolamento 34^1 il teremo alla sua biografia) ed altri
pel trasporto e tumulazione de' ca- ci diedero preziose nozioni. Lascian-
daveri, a pag, 35 1 la circolare del do il dettaglio di queste ai geografi,
Cardinal vicario ai superiori delle sol qui ci limiteremo, giusta il di-
chiese di Roma, affinchè si confor- visamento del nostro Dizionario, di
mino alle disposizioni intorno il nuo- accennare le principali notizie eccle-
vo pubblico cimiterio di s. Lorenzo. siastiche sull'origine e progresso del
,

,^r, GIN GIN


cnUolicisino In qucsle immense ve- il di cui capoluogo è PiKìnn (
Fé-
i^iiMii, nelle quali per aecorlo, seb- di). Ola la ca[)it;ile di tutto l'impe-
bene rigoroso princi[)io adottato dal ro cinese. 11. Chan-si o Sciansi, il

governo, è impedita ogni comuni- cui capo luogo è Taycn-Fu, o Tai-


cazione al di fuori colle nazioni stra- quen-fu. Xensi o Chen-si, o
111. ,

niere; principio, che ora sembra pros- Sciensi, che ha per capo luogo Sin-
simo a solliire una erisi a cagione gau-i''u. IV. Chang-Toiig o Scian-
che fa guer-
della potenza brittanica tum, il di cui capo luogo è Tsinan-
ra al paese, con qualche successo. Fu. V. Kiam-Nan che riguardasi ,

Se si considera la sola regione come il centro della navigazione, l'a-

della Cina, comprendervi le


senza nima del commercio, e l' emporio
conquiste, essa ha per limile all'est di tutta la ricchezza industriale di (pic-

l'oceano, al nord una gran mura- slo grande impero, il quale ha Nan-
glia,che lìancheggiata pel vasto trat- hin (^Fcdi') per capoluogo, seconda
to di cinquecento leghe, da circa città, e già capitale dell'impero:
quarantacincjuemila toni, la divitle inoltre nella detta provincia si com-
dalla Mongollia, e Mantseiuria, al- prende r isola Zum-lMim. VI. Ge-
l'ovest il Thibet e l'impero Bir- kiam, il cui capo luogo è Ilan-ceu-
manno, ed al sud Tonchino, e l' o- Fu. VII. Fou-kian, o Fukien, che
ceano. La della famosa muraglia, ha per capoluogo Fu-ccu-Fu, ed
eh' è alla quarantacinque pietli, con inoltre ha l'isola Formosa, di cui
proporzionata larghezza , fu eretta ^ capitale Tayoan-Fu. Vili. Kuam-
dagli antichi cinesi lamio '?.^[G avan- Tum, la più considerevole fra le

ti la nascita di Gesù Cristo, per Provincie meridionali cinesi, il cui


meglio assicurarsi dalle invasioni ilei capo luogo è Canton o Kivam-ceu-
tartari. Ma se poi vuole risguardar- Fu, che può chiamarsi la terza cit-
si r impero cinese e i suoi regni tà dell' impero, con ampio e rino-
tributarii o dipendenti, secondo l'at- mato porto, il solo che gli Europei
tuale esistenza politica, esso si esten- possono frequentare. La detta pro-
de dal 19." al ^6." lat. N. , e in vincia ha pure la celebre isola J/rf-
(pianto alla longitudine nella parie cao i^f^cdi) Sanciano o Sian-chu-
,

settentrionale occupa dal 60.° al en, isola nella quale morì l'aposto-
i32.", o nella meridionale dall' 8'>." lo dell'oriente Francesco Saverio
s.

al c)8.°, ed allora vedesi continuare della compagnia di Gesù; nonché


all' est coll'oceano, e al sud coll'o- l'allia is(j|a Hainan, e il capo luo-
ceano medesimo, e coll'lndo (iliiiia, go Kium-ceu. IX. Kuam-si, o Gang-
ali ovest colla Buckaria, ed al nord si, il ili cui capo luogo è, Ruei-Sini-

colla Russia. Secondo T otiierno si- Fu, o Keilen. X. Yun-Xan, che ha


slenia di amministrazione colle quin- la bella, e vaga Yun-Nan-
città di
dici antiche provincia della Cina ,
Fu per capo luogo. XI. Se-Tchuan
ciaseima delle quali equivale ad un o Su-ciiien, che por capo luogo ha
popoloso regno europeo , si sono Ciin-Tu-l'\i. XII. IIo-Nan, nel cen-
formale le veni' ima, nelle quali è tro dell' impero cinese , chiamala
pi'esentemcnte diviso l'impero. Ec- perciò Giardino dflla Ciiict, con
co il nome delle quindici antiche Khai-Fom Fu per capo luogo. XIII.
Provincie cinesi. I. Pet-chi-li, o ita- Kou-Covang o Hu-Kuam, il di cui
lianamente Petscieli, ovvero Pe-cc-Ii capuluogo chiamasi Wou-Tchang-
,

GIN ei N i57
Fu, ovvero U-Ciam-Fu. XIV. Ku- l)oja furono cangiate sotto gli Han
ei-ceu, con Kuci-Yam-Fu per capo in provincie cinesi, coi nomi di Fu-
luogo. XV. ha per ca-
Rian-si, che Nan, e di li-Nan. Tutta la piccola
po hiogo Nan-Tchang Fu, o, come Eiikai
ia, la Trausosana, ed anche
altri dicono, J\am-ciam-fu. ima parte della Persia furono egual-
La storia della Cina risale con mente divise sotto gli Han in pro-
certezza al ventesimo secondo secolo vincie , dipartimenti e circondari.
avanti l'era volgare,, comechè alcu- Ad altre epoche al contrario le na-
ne tradizioni facciano rimontare l'e- zioni tarlare invasero delle porzio-
poca quattro secoli prima, cioè ver- ni più o meno considerabili del ter-
so l'anno 2678 avanti la venuta del ritorio impciiale. Della tribù di raz-
Salvatoi'e, ciò che per altro dai buo- za turca, e tongusa formarono sta-
ni critici si ritiene per favoloso, giac- bilimenti nel Scian-si, nel Scìeii-
ché la detta epoca va di molto avan- Kiii , e nel Tchi-lì , ovvero Ce-li.

ti al diluvio secondo la Volgata. Il Una nazione di origine tibetana for-


re lioang-ti Fou-hi passa pel fon- mò nei paesi , che ora chianmnsi
datore del cinese impero; ma vera- Sccn-si, o Ka-sii, un regno, ch'eb-
mente fu Yao il primo principe, di be qualche celebrità sotto il nome
cui siasi parlato nel Chou-king di Tangut. Due popoli usciti dalla
il piìi autentico tra i classici libri Tarlarla orientale, s'impadronirono
Yu, suo secondo
cinesi. successore, di tutto il nord della Cina e vi ,

fondò la prima linea di successione. formarono degli stati potenti sotto


Dopo questa dinastia, altre ventuna i nomi di Khilans, e di Altun-Khans,
occuparono il trono, ma probabil- cioè re d'oro. Questi ultimi furono
mente non l'intera Cina; dappoi- in seguito soggiogati dai Mongolli,
ché i primi l'e non sembrano aver che terminarono pure di sottomet-
regnato nelle provincie del centro, tere la dinastia cinese dei Sani
e del nord ovest, YHo-nan, il Sciali- o Soiuig iitii-ati nel mezzodì. A que-
sì, ed il Scicns-si , nelle quali si sta epoca la Cina intera riconobbe

ha ragione di credere, dia abbia in- per la prima volta una straniera
cominciato la civilizzazione cinese. dominazione, cptclla dei discendcnli
Non è se non progressivamente, che di Tenchinghis-Ran, stato che dinò
il loro dominio si estese alle pro- meno di vent' anni, dopo i quali i

vincie situate sul Kiang o Kiam, cinesi cacciarono i Mongolli, e gli


uno dei due piìi grandi fiumi del- obbligarono a ritornare al nord del-
la Cina, nome che significa figlio la gran muraglia. Finalmente nei
del mare a cagione della profondi- primordi dei secolo decimoseltimo i
tà, ed ampiezza delle sue acque, mandsciuri tartari della stessa razza
mentre l'altro fiume chiamasi Ilo- degli Altun-Rhans, profittando dei
ang dal colore delle sue acque gial- torl)idi ond'era sconvolta la Cina,
le. Dipoi le contrade al di là del vi entrarono come ausiliari. Dap-
fiume Kiang, o Riara, abitate da poiché verso il 1644 l'impero es-
popoli barbari, furono riunite all'im- sendo stato invaso da ladroni co-
pero. Quelle che lo formano attual- mandati da certo Tesciang, o Te-
mentCj non sono le sole che ne ab- Sciaìì), l' imperatore, per non cade-
biano un tempo fatto parte. Il Ton- re nelle loro mani, uccise la pro-
kino, e la Cochinchina sino al Carn- pria figlia, e poi si appiccò. Ed è
i5« GIN CIN
peiciò, che essendo stali chiamati i grandemente protegge. Si onora in
tartari dai cinesi per domare l'in- tal dì il Tien cioè // Cielo con, ,

solenza de' ladroni, trionfarono di fogli un sagiifizio, maneggiando lo


essi, entrarono vittoriosi in Pekino, stesso principe 1' aratio, alla fòggia
sacclici^^iarono le case, e termina- degli antichi monarchi dell'oriente.
rono col porre sul trono uno de'lo- Nella Cina si distinguono varie
ro capi, che fu il primo imperato- religioni o sette. La prima è la re-
re delia dinastia regnante, il quale ligione naturale, eh' è quella dei let-
chiamasi Thising di Tougse , o per terali e del governo, che impropria-
dir megho Cim, dopo averne discac- mente alcuni qualificaiono ateismo.
ciato r usurpatore Tesciang. Con- La seconda è quella della filosofia,
ta questa dinastia già sei impe- Lo-Kyun, eh' è la religione attuale
ratori, compreso quello, che ora di Confucio alquanto corrotta. La
occupa il trono, il quale discen- terza, è quella di Fu, consistente in
de dall'imperatore Kia-Ring che , una grossolana idolatria, la quale
essendo il diciassettesimo figlio del- incominciò poco dopo la nascita di
l'imperatore Kien-Long, questi nel Gesù Cristo sotto l' imperatore Min-
1796 a di lui favore abdicò il tro- ti,seguendo i principii di Rama, o
no. Due principi di questa ultima Xechia. La quarta è quella di Jukiao,
dinastia contribuirono ad innalzare eh' è una modificazione ragionevole
la Cina ad un grado di splendore della prima, che ebbe principio nel-
eguale a quello, a cui era giunta l'anno 1070, e poscia verso il i4oo
nelle epoche più floride. fu abbracciata dall' imperatore. Tut-
La Cina deve pure alla dinastia re- te queste sette però convengono nel
gnante il celebre trattato di pace colla credere il principio del cielo, e del-
Russia, che fissò i limiti de'due im- la terra, e l'anima del mondo, prin-
peri , la distruzione della potenza i;ipio che appellasi Sciainniiisnio.
degli Olets, e la sommissione della Hanno i cinesi i loro templi dì e
Tartaria occidentale, della piccola notte aperti, regna tra loro la su-
Bukaria, e quella del Thibet, che ne perstizione, alinìentala principalmen-
fu la conseguenza. I Russi per un te dalla credenza della trasmigra-
articolo del loro trattato, manten- zione dell' anima , alta a sostene-
gono a Pekino un collegio sotto la re le frodi dei loro bonzi o sa-
direzione di un archimandrita. Mer- cerdoti, dall' arte di consultare gli

canti bukari, persiani, ed arabi vi spiriti, e dalla operazione misterio-


arrivano ad epoche diverse pel com- sa , che riguarda la positura de-
mercio; vi si trovano degli armeni, gli edifizi, e delle tombe. Evvi la
degli ebrei, dei lamas del Thibet, setta anco degli Epicurei assai este-
e dei pellegrini indiani. In Canton sa, non pensando essi se non che a
poi sono ammessi a soggiornare va- saziare le loro voglie, ed a riporre
ri europei intenti alla negoziazione. tutta la felicità della vita nei pia-
Il giorno piìi festivo dell'anno nella ceri. Nella Cina vi è pure tollerato
Cina, si celebra nel dì i5 della il giudaismo, il maomettanismo, ed
prima luna,' corrispondente al mese alile sette.Molli sono giudei, non i

di marzo, e l' imperatore lo celebra però in lutti luoghi, i quali sem-


i

colla massima pompa, e in presen- l3rano cinesi, e possono occupare


za degli agricoltori, che il governo cariche, ed aver sinagoghej ove im-
GIN GIN 1%
perfetta mente osservano la legge nei monti di Malabar, s' intitolava
mosaica. Il cristianesimo poi, dallo metropolitano delle Indie, e della
zelo degli evangelici banditori in- Cina, facendo altrettanto quelli che
trodotto, ha sovente sofferto le piìi lo avevano preceduto, e che succes-
accanite persecuzioni, che andiamo sero. E pure indubitato, che i cine-
ad accennare, insieme all'origine si portavano le loro merci nell'isola

del cristianesimo. Sulle divei'se città di Tapobrana, presso la costa di


della Cina, e di ciò che le riguar- Malabar, nella quale eravi una chie-
da, veggasi il Berguer. sa de' Persiani, con un sacerdote, e
E comune opinione dei cristiani, ministri, nella metà del sesto secolo.
che l'apostolo s. Tommaso predi- Laonde potevano benissimo appren-
casse la fede di Gesù Cristo dap- dere il cattolicismo se anco presso
prima nelle Indie, e che di là si re- loro si fosse dimenticato. Anzi si ri-
casse nella Cina ; sentimento conforme tiene che l'istituzione del metropo-
a ciò, che si legge nell' uffizio della litano della Cina, sia anteriore a
chiesa di Malabar, il giorno della quello delle Indie, pel riflesso che,
festa di questo santo apostolo: » Per essendo le chiese dell'India sogget-
» opera di s. Tommaso disparvero te alla giurisdizione del metropolita
» gli errori della idolatria nelle In- persiano, e questo trascurandole, Ti-
" die. Per s. Tommaso i cinesi e moteo I cattolico di Seleucia cre-
" gli etiopi sono slati convertiti al- dette utile il dare vui metropolita-
» la cognizione della verità, e della no agi' Indiani, nel modo stesso che
" fede. Per s. Tomnjaso hanno ri- la chiesa della Cina avea già il suo
» cevuto il sagramenLo del batle- da molto tempo innanzi ; lo che
" simo e r adozione dei fìgliuo-
, probabilmente avvenne circa l'anno
» li. Per s. Tommaso il regno
. . . 780. Da un monumento, che si
» di Dio è volato, ed è salito fino rinvenne nel iGsS nella provincia
» alla Cina. . . . GÌ' Indiani, i Ci- di Chen-Si o Xeiisi presso la capi-
" nesi e i Persiani adorano il san- tale Singan-fu, sembra che la reli-
" lo nome nella commemorazione gione cristiana nell' anno 63 1 esi-
" di s. Tommaso ". Alcuni asseri- stesseindubitatamente nella Cina. Ciò
scono la propagazione della fede nel- produsse immensi vantaggi al dila-
la Cina nel terzo secolo, o almeno tamento della fede, massime in Ken-
che si ravvivasse in detta epoca , e si, a Ransi, ed in Foklen, che di-
maggiormente si dilatasse. venne piena di cattolici.
Nelle costituzioni sinodali dell'ar- Dopo r erezione del monumento,
civescovile chiesa di Cranganor, ev- eh' era una gran tavola di marmo,
vi un canone di Teodosio patriar- segnata di una croce in cima, coi
ca, secondo il quale i patriaichi del- principali articoli della fede in Cine-
le regioni lontane (nominandosi in se , la religione cristiana dovette
primo luogo la Cina) vengono di- mantenersi nella Cina ancora per
spensati dal recarsi a riconoscere il qualche tempo. Racconta il Renau-
patriarca di Malava, ed in vece ogni dot, che due viaggiatori arabi, l'u-

sei anni spediscono lettere commu- no neU'SSi, l'altro nell' 877 visi-

nicatorie sulla medesima fede. Al- tando la Cina, vi trovarono de' cri-
lorquando i Portoghesi discojjersero stiani, una gran parte de' quali pe-
le Indie, il sacerdote delle chiese ri nella seconda epoca in una livo-
CIN
lii/iono. Sì sa ancora clic, verso il tenti a ridurre sì bella ed estesa
fine del dociino secolo, i cattolici di parie del inondo alla vera luce del
.Scleucia, cioè il patriarca de'iiesto- vangelo, e alla cattolica religione
viani seguendo l'esempio de' suoi ])er le cure de' Sonnni Pontefici.
})redccessori, mandò degli ecclesiasti- Sebbene a' Gesuiti benemeriti si tlia

ci nella Cina. Clic i nesLoriani aves- il vanto di essere stati i primi, che
sero portata la loro setta sulla co- do[)o la scoj)erta de' portoghesi pe-
sta del JMalabar nelle Indie, e nella netrassero nella Cina a predicarvi
filande Tarlarla, e che penetrassero la vera fede, pure alcuni vogliono
nella Cina e \i si stabilissero, lo aller- che fossero slati preceduti da'missio-
niano molti scrittori orientali, e il narii portoghesi, e castigliani, i ipia-
r^ei-gier JJiz. E/iciclop. alla parola li vi passarono dalle isole Filip[>ine.
Cina, difende i missionari apostoli- Quindi il p. Gaspare de la Croix
ci dalla imputazione di aver imma- domenicano portoghese, essendo giun-
ginato il ritrovamento del sudde- to in Goa nell'almo i548, con un-
fccritto monumento, che il magistra- dici de' suoi compagni lutti dome-
to cinese fece trasportar nel tempio nicani,ed avendo fondato un con-
dei bonzi. Dal secolo decimo in poi vento suo Ordine, prima si recò
al
Aciamente nulla si sa della chiesa nel regno di Caniboya, nell'India
cinese, e vuoisi,
progresso che in ulteriore, passò dipoi nella Cina nel
vi perisse senza conoscersene il mo- i55G, e molto soffrì per la fede.
tivo. Il coraggioso viaggiatore IMar- La relazione del suo viaggio, e del-
co Polo, (;he nel declinar del secolo le sue apostoliche fatiche fu stam-
Xill visitò quasi tutti i paesi di pata ad Evora nel 1 oGg. Inoltre
oriente, riferisce di aver veduto nel- osserva Echard, dopo Domeni-
il p.
la Cina due chiese nella città di co Navarette, che i pp. Martino ile
Ì5ingan-Fu, edificale da ftlar-Sergio, Piada, e Girolamo Maria erano en-
fatto vescovo di quella città dal trati nella Cina nel iSjS. Tulta-
Gran-Chan nel 1288, ma non erano volta, come poi si dirà, Gregorio
che reliquie di un cristianesimo spi- XIII, ed altri considerarono Ge- i

rante, e toccante il suo termine. suiti pei primi introduttori della ve-
Dopo lAIarco Polo si obbliò 1' esi- ra religione nella Cina. Certo è, che
stenza della Cina, finché una flotta apertosi nel i555 il trafìfico tra i

jìortoghese,comandala da Ferdinan- j)oitoghesi e i cinesi, questi, come


do Perez d'Andrada, ne fece di dicono alcuni, donarono a quelli Ma-
nuovo la scoperta verso l'anno 5 7, 1 1 cao, luogo allora di ricovero ai pirati
e giunse pel primo a Canton. Som- cinesi. Certo è però che ìMacao è dei
mo era il rigore de' cinesi contro gli cinesi, non dei portoghesi. In quell'an-
estranei, i quali se avessero posto pie- no il Melchiorre Nunez gesuita,
p.
de nel loro paese venivano subito uc- imbarcatosi pel Giappone, dalla tem-
cisi, il perchè rimase per tanto lem- pesta fu balzato nell' isola di Saa-
])o ignoto s"i vasto impero. Solo la ciano, ove, a' 2 dicembre i552, ei'a
l()rza del!' interesse fece aprire il morto s. Francesco Saverio della
trallico Ira la Cina, e i portoghesi. stessa compagnia di Gesìi. Quel
(Questi non trovarono alcun segno santo aveva concepito appunto il dise-
della religione cristiana, per lo che si gno di predic^ire il vangelo ai cinesi
e acceso lo zelo de' missionari in- e convertirli, ma la morte impedì che
CI>.' GIN i6i
lo portasse ad effetto. Indi il p. Mel- storiani, pose all'ubbidienza di
si

chiorre si recò a Cantori, e coU'aiuto Gregorio XIII; Giovanni re dell'i-


de' mercanti gli riuscì penetrare a sola Ceylan, che alcuni dicono sia
Quanceu, capitale di quella provinciaj l'antica Taprobana o Trapobana,
senza però ricavai'ne vantaggio al- con più di ventimila sudditi si con-
cuno. Ma, nel i562, avendo Gio- vertì al cristianesimo;ed egualmente
vanni HI re di Portogallo inviato per opera de' gesuiti, i re di Bungo,
per ambasciatore imperatore del-
all' di Arima, e di Omuro nel Giappone,
la Cina il conte Diego Pereira, in- inviarono una splendida ambasceria
sieme ai padri gesuiti Perez, Tessei- ubbidienziale a Gregorio XIII. Tut-
ra, e Pinto, si trattennero essi due tavolta non andò guari che i padri
anni in Macao, e battezzarono molti Ruggieri, e Ricci, perseguitati dagli
schiavi cinesi, de'quali schiavi nove- idolatri discacciati dalla reggia di
cento portoghesi abbondavano; però i Pekino, nel iSgs, passarono a ÌNan-
mandarini che sono ufficiali dell'im- kino aprendovi una casa Quivi .

pei'o, non permisero loro d' inol- ancora espulsi, risolvettero far ri-
trarsi in esso. Riuscì poi, nel i58i, torno alla prima città, ove, dopo
d' introdurvisi al p. Michele Rug- avere superate non poche contrarie-
gieri j il quale fu il primo che ot- tà, cortesemente fu loro accordata
tenne licenza di trattenervisi, aven- vma casa per abitazione. In progres-
do pure la religiosa consolazione di so i gesuiti aprirono nella Cina quat-
battezzare pubblicamente molti ci- tro collegi, mentre Clemente Vili
nesi. Fu allora che il p. Ruggieri zelando di profittare di sì fortunati
scelse alcuni individui, li condusse priucipii, colla costituzione. Onerosa^
a Macao, e quivi, con un pio soc- de' 12 dicembre 1600, Bull. Rom.
corso, edificò una piccola casa in tom. V, part. II, p. 3 2 3, abilitò
forma di seminario. alle missioni della Cina tutti gli
Nell'anno seguente si asrsriunse Ordini rehgiosi, e precipuamente
al detto gesuita, il correligioso p. quelli mendicanti, coli' obbligo pri-
Matteo Ricci. Per quello che entram- ma da do-
di recarsi in Portogallo,
bi operarono tra i cinesi sono ri- , ve sarebbono inviati per la Cina
guardati come due apostoli, tradu- dai propri superiori. T^. lo Sponda-
cendo essi persino in cinese la dot- no, Annal. Eccl. anno 1600, num.
trina evangelica. Siccome poi que- 26.
st'ultimo era profondo matematico, Nel 1606 insorse nuova persecu-
per l'amoi'e che i cinesi portano a zione contro i gesuiti, i quali furono

tal scienza, si guadagnò l' ammira- costretti partire da Pekino, e ritornare


zione non solo della corte, ma del- a JVIacao. La divina Provvidenza pe-
lo stesso imperatore \'anliè. \enuto rò, dopo aver scampato dalla morte
di tutto in cognizione Gregorio XIII, il p. Ricci, giunto esso a Canton, un

che sino dal iSji, governava la mandarino gli diede permesso di


Chiesa, dichiarò a' soli gesuiti com- retrocedere a Pekino, ove poi san-
petere la propagazione della fede tamente finì i suoi giorni nel 16 io,
nella Cina, e nel Giappone. Sotto il lasciando alla Cina più di trecento-
medesimo pontificato, per opera dei mila cristiani. A lui succedette il

gesuiti, l'arcivescovo di Angamale o p. Longobardi. JVel seguente anno


Cranganor, abiurati gli errori ne- in Nankino il gesuita p. Vagnoui
VOL. XIU. 1 1
, ,

iGo. GIN CIN


fdificò un maestoso tempio ad ono- ramente in più parli. Nel 1G29 cir-

re (li Dio, tradusse in cinese la for- ca, fiuono pubblicamente baltezzali


mula del haltesimo, e preparò am- a Pekino un piccolo figlio deUim-
pia via air ulteriore conversione di pcralure, insieme alla sua madre.
<jue' popoli. Indi furiosamente i bon- Inlanlo, avendo una
i tartari fatta
zi fecero cacciare dalla Cina i ge- nuova irruzione Cina arrivan-
nella
suiti, per cui nel i6i8 tornarono do sino sotto le mura di Pekino,
in Macao, nel qual anno i tartari l'imperatore ne partì, e grandemen-
invasero la Cina, e quasi tutta la te adirato contro la debolezza dei
sottomisero al loro dominio. Arrivò, suoi dei, che non lo avevano assi-

nel i6ig, nella Cina il gesuita p. stito, demolì i loro templi, e con-
Trigalzio, portando seco due brevi vertì in moneta gì' idoli medesimi
di Paolo V, che avea emanati sino che erano di metallo. Fu in questo
dal i6i5, per meglio stabilire la tempo, che dalle Filippine si reca-
fede in sì florida regione . Con rono nella Cina tre domenicani, due
vmo conceduto ei'a ai missionai'i di de' quali furono uccisi nel viaggio.
poter celebrare col capo coperto Vennero essi rimpiazzati da un altro
altrimenti avevasi un ostacolo per domenicano, e da un agostiniano.
parte de' cinesi neofiti, che ostinati Nel 1637 entrarono nella Cina an-
nelle loro cerimonie, le celebravano che dieci francescani, però non ne
col capo coperto, forse anco pel lo- rimasero che soli due. Nel medesi-
ro costume di portare la testa rasa, mo anno insorse una persecuzione
ad eccezione di una ciocca di ca- de' bonzi contro il nome cristiano
pelli, che conservano in cima, e che essendosi ben presto sopita nel
che sogliono intrecciare. V. Lam- cambiamento accaduto nella Cina
berti ni, toni. II, del sagrifizio della nel 644) i" cui ascese al trono il
)

messa part. IV, sez. I, p. 174 5 ^ principe tartaro progenitore della


il Raynaud de Pìleo etc. caetcris regnante dinastia , i missionari vi

capitis tcgniìnìbiis, 628. t. Ili, p. guadagnarono per la benigna incli-

Coir altro breve , de' 25 gennaio nazione del novello imperatore.


6 5, Paolo V decretò, che si po-
1 1 Nel pontificato d' Innocenzo X
tessero celebrare i divini uffizii, e giunsero in Roma le notizie della
lamessa in lingua cinese, e si po- Cina, e del gran bene che vi face-
tesse anco voltare in simile idio- vano i gesuiti, insieme alla richiesta
ma r istruzione della cattolica fede. del p. Rodes, per cui la santa Sede,
Intanto, essendo morto l' impera- per mezzo della sagra congregazio-
tore Vauliè, gli successe il figlio ne Cardinalizia, che Gregorio XV
Taican, e poco dopo il nipote Tien- aveva istituita per la propagazione
chi o Tien-Ci, che proteggendo i ge- della fede, deliberò di spedire a
suiti, nel 1624, li fece tornare a queir impero dei vescovi, perchè or-
Pekino. E siccome i cinesi tengo- dinando colà sacerdoti, dilìbndessero
no che coltivano lo
in pregio quelli, vieppiìi il cristianesimo. Nel ponti-
studio astronomia
dell' avendo il , ficato del successore Alessandro VII,

p. Sciai egregiamente spiegato una alcuni francesi si ofirirono per uu


eclisse lunare, la compagnia di Gcsìi tcìl ministero; ma considerando egli

crebbe in estimazione presso tulli, le pretensioni del Portogallo, che


mentre il vangelo predicavasi libe- sosteneva per concessioni pontificie
GIN GIN i63
il diritto giurisdizionale sopra le chie- Bonanni, Numismata Pont. t. lllj p.
se della Cina, prudentemente ne in- 779;
viò soli tre coi titolo e facoltà di Ritornando ai vicari apostolici
vicari apostolici, e col grado di ve- spediti nella Cina insigniti del ca-
scovi in partibuSj dando loro per rattere episcopale, econ titoli in
compagni fervorosi ecclesiastici; locchè partibtis, dii-emo essere Alessandro
avvenne nel i658. In questa occa- VII stato imitato dai successori Cle-
sione si agitò di nuovo con suppli- mente IX, Clemente X, ed Inno-
ca ad Alessandro VII il punto del- cenzo XI; ma il ministero porto-
la celebrazione de' divini ufllzii in ghese non mancò querelarsi con vi-
lingua cinese, che, sebbene Paolo V gore, perchè veniva distrutta la re-
ne avesse spedito il breve, era stata gia autorità nelle regioni cinesi. Tut-
dappoi sospesa. Fu pertanto tenuta tavia dalla congregazione di Propa-
una congregazione di uomini dot- ganda fide fu decretato nel settem-?
tissimi, ma nulla fu risoluto. I lorO bre 1680, non essersi colla nomina
voti furono registrati nell' opera del de' vicari apostolici affatto pregiudi-
Cardinal Albizi, de iiiconstanlia ili cato ai pretesi diritti del Portogal-
fide, par. I, cap. 34, dal u. 43 si- lo, né potersi in riflesso di qualsia-
ilo al n. 5o. Per terminai" qui la si pHvilegio conceduto a quella mo-
risoluzione di questo punto, diremo narchia legare le mani al sommo
che poscia nel 1681 si mandò a Pontefice, che dee prendere le op-
Papa Innocenzo XI un messale tm- portune provvidenze secondo le cir-
dotlo in cinese. A tal fine venne costanze, e pel miglior ben essere
spedito a Roma il p. Couplet, pro- del Tale risoluzione
cattolicismo.
curatore generale delle missioni del- venne approvata da altre congrega-
la Cina, affine di ottenere l'appro- zioni, e dalla suprema sanzione del
vazione, e r uso, ma nulla fu con- venerabile Innocenzo perocché XI,
cesso. V. Papebrochio in Propylaeo era incompatibile il patronato uni-
ina'd nelle vite de' Pontefici Nicolò versale della corona portoghese in
I, Adriano II, e Giovanni \III; il quelle parti.
Pallavicini, Storia del concilio di suo successore Alessandro Vili
Il

Trento lib. XVIII capo i o ; e Na- nel 690, cedendo alle istanze del
1

tale Alessandro , Hist. Eccl. saec. re di Portogallo, nel riflesso che il


XV et XVI, Dissert. XII. art. 12. vescovo di Macao di lui padronato
Al detto Innocenzo XI poi, nel 1688, non poteva pascere l'immenso ed
arrivò in Pioma 1' ambasceria del re esteso gregge cinese, eresse in ve-
di Siam, composta di tre ambascia- scovati Nankino, e Pekino, dismem-
tori Tunckiiiesi, e di alcuni neofiti brandoli dalla diocesi di Macao (giac-
accompagnati dal gesuita Tachard ché dall' imperatore della Cina si la-
francese, i quali, vestiti alla cinese, sciava libero l' esercizio della catto-
presentarono al Pontefice i regali lica religione), e s' inviarono vicari
del loromonarca. Innocenzo XI apostolici ne' regni di Siam, Concin-
volle, che convenientemente fossero cina, Sciampa, Cambogia, ed altri

trattati di alloggio e mantenimento, regni e provincie affidate esclusiva-


e con somma tenerezza ed egual mente ai detti vicari. Calcolavansi
getierosità rimandò alla patria ca-
li allora i cristiani della Cina a più
jichi di donativi, come abbiamo dal di duecento mila, novanta i missio-
i64 CIN GIN
nati, la maggior parte gesuiti, ed ministro di stato, si fece ammirare
alcuni domenicani agostiniani , e
, per la politica, e per lo stabilimen-
francescani, olire i preti francesi. to delle leggi. Ritiratosi poscia dalla
Finalmente pose un termine alle corte, si pose ad insegnare filosofia

pretensioni della corte portoghese, con tale applauso, che i suoi disce-
la saviezza, e lo zelo d' Innocenzo poli arrivarono a tre mila. Settanta-
XII, il quale a vantaggio delle ci- due di essi superarono gli altri pe-
nesi missioni donò cento mila scudi, rò in sapere e virtìi, cosicché anco
come si legge nella sua vita. iVovaes per essi i cinesi conservano venera-
t. XI. p. 173. zione. Ma quella di Confucio è su-
Ad eseguire gli ordini della sa- periore a quella di tutti gli altri ,

gra congregazione di Propaganda giacche ha dei palazzi


ogni città
nella Cina per la sopraintendenza a consagrati alla sua memoria, sulla
tutti i vicari apostolici, e missiona- facciata de' quali a lettere d'oro si
ri dimoranti in essa, fu creduto spe- legge Al gran maestro : All^ Illu-
:

diente a Clemente XI spedirvi un stre Al saggio re


; delle lettere.

visitatore apostolico generale, cioè Quando alcun togato passa dinanzi


Carlo Tommaso IMaillard de Tour- ad uno di questi palazzi, scende dal
iion torinese, die a tal effetto con- palanquin, e fa alcuni passi a piedi
sagrò nella basilica vaticana in pa- per rendergli onoreXiuno vie-
.

triarca d' Antiochia. Lo incaricò e- ne promosso mandarino ed a


a
ziandio di occuparsi della famosa cariche della toga, se non dopo di
controversia sui riti permessi nella essere stato dichiarato dottore giu-
Cina dai gesuiti, e gli diede a com- sta la dottrina di Confucio, i cui di-
pagni degli ecclesiastici probi, e ze- scendenti sono tuttora in grandissi-
lanti. Fu che il detto
nel 1702, ma estimazione. Sono essi mandari-
monsignor Toumon si pose in viag- ni, e vanno esenti dai tributi come
gio pel suo destino, ed arrivò nella i principi del sangue imperiale. Tutti
Cina ai 9 aprile i7o5, ove venne quelli, che prendono il dottorato,
accolto onorevolmente dall'impera- debbono fare un donativo ad un
tore, che destinò preziosissimi rega- mandarino della discendenza di Con-
li pel Pontefice Clemente XI. A ca- fucio. Vengono a questo filosofo at-
gione della gravità delle differenze tribuiti quattro libri, che sono di
sui riti della Cina, riesce indispen- grande autorità fia i cinesi ; dei qua-
sabile farne qui una breve istoria, li il p. Couplet ha tradotti in la-
descritta fra gli altri da monsignor tino, e pubblicati i tre primi.
Lafiteau nella vie de Clement XI. Venendo poi al punto della con-
p. 2 1 r, e seguenti. troversia, è a sapersi, che quando
Verso l'anno 55o avanti la na- uno scolare doveva prendere il gra-
scita di Gesù Cristo fiori il celebre do di dottore, tutti gli accademici
filosofo cinese Confucio, nato inCkan- si radunavano in una sala del col-

ping d'una famiglia antica del regno legio, nella quale era esposto in un
di Lo, oggi Canton, o 8cian-Tum. quadro il nome del filosofo Confu-
Dalla sua prima giovinezza si acquistò cio ; e dopo avere resi a tal qua-
gran nome per la vivacità dello spi- dro quegli onori di rispetto , che
rito, e per la maturità del suo giu- soglionsi fare dai discepoli agli
dizio. Essendo divenuto mandarino e stessi loro maestri ancor viventi.
, ,

GIN CIN i65


allora il cancelliere conferiva il biesl gesuita, non che in quello dei
gi-ado dottorale al candidato. Ma 7 gennaio i68g, inviato a' cristia-
nel i633, essendo passato alle mis- ni del Tonckino ; similmente ciò
sioni della Cina il p. Giambattista fecero Alessandro VIII nel breve
Morales domenicano spagnuolo, con- de' 25 luglio •
1690 imperato-
all'

dannò queste cerimonie, che gesui- i re della Cina , ed Innocenzo XII,


ti tolleravano come puramente ci- in quello de' 2 settembre 1692, al
vili. Quindi per comando dell' im- medesimo. Il p. Pace domenicano
peratore, furono esiliati i domenica- rettore dell'università di Malines nel-
ni dall' impero, insieme ai france- he sue risposte a'dubbi de'missionari
scani. Morales giunto in Roma
Il p. del Tonckino, impresse a Malines nel
nel 1645, portò le sue lagnanze a 1G60, i pp. Le Gand, della Palma, e
Innocenzo X, ed alla congregazione Gando provinciali domenicani, re-
di Propaganda fide tra gli altri plicate volte raccomandarono a' loro
propose questi due dubbi Se fos- : dipendenti di conformarsi all'uso dei
se lecito prostrarsi avanti V idolo gesuiti in queste cerimonie, le qua-
Cìuinchinchiani? E se fosse lecito il li p. Sarpetri ancor domenicano
il

sacrificare a Keumfucum, o Kun-fa- in un suo attestato, sottoscritto ia


zu, cióìi a Confucio ? Rispose la con- Canton a' 4 agosto 1668, protesta-
gregazione con decreto pontificio del va, che da lui esaminate per otto
settembre 164 5^, vietando l' una e anni con iscrupolosa diligenza, era-
r altra cosa, a tutti i missionari di no non solo lontane dal peccato,
qualunque religione ed istituto, fin- ma utili e necessarie per promuo-
ché la santa Sede non ordinasse in vere il vangelo nel cinese impero.
contrario. Ad onta di tuttociò il vicario a-
JN'el successivo pontificato di Ales- postolico Fokiense, Carlo Maigrot
sandro VII, giunto in Roma il p. dottoi'e di Sorbona, e vescovo coo-
Martini gesuita, presentò al Papa, nense, esaminò con accuratezza que-
ed alla sagra congregazione una let- ste cerimonie, e a' 26 marzo 1693
tera colla relazione di questo affare, le proibì con un decreto, che si leg-
in vigore della quale nel i656 usci ge nel Bull. Roni. t. X, par. I, p.
un decreto, che permetteva a'cristia- 129. La causa fu perciò nuovamen-
ni cinesi le riferite non cerimonie, te portata in Roma nel pontificato
istimate religiose, pm'amente ci- ma di Clemente XI, a nulla più
cui
vih, e come tali approvate dal me- stava a cuore, che di comporre, e
desimo Alessandro VII nel breve terminare queste controversie con
che spedì nel i66i all'imperatrice vantaggio della religione. Per deci-
Elena moglie d'Ymliè. Di questa dere con maggior sicurezza, a'3 di-
imperatrice si parlò superiormente, cembre 1701, nominò il suddetto
mentre di altra, coli' autorità del visitatore apostolico monsignor Tour-
Novaes, si fece menzione all'articolo non, qual legato, che poscia nel 1707
Asia. Vedi. creò Cardinale. Uomo egli era di
Clemente IX dipoi in un breve provata pietà, per cui lo stesso Papa
del 1669 approvò il decreto di A- per la stima che ne faceva, il rac-
lessandro VII, ed altrettanto fecero comandò con diversi brevi ai sovra-
Innocenzo XI nel breve de' 3 di- ni, che nelle Indie orientali posse-
cembre 1681 diretto al p. Verti- devano stati, nonché a molti perso-
,

iG6 CIN CI\


naggi, e vescovi di quelle regioni Benedetto XI li col breve Ad aura
ed il raunì d'amplissime facoltà con nostras, de' 12 dicembre 1727, Bull.
breve de' 2 luglio 1702. Giunto, co- Rom. t. XVI, p. 2 3"), nuovamente
me dicemmo, il prelato nella Cina, confermò il decreto del Cardinal
quivi a' 20 novembre 1704, l'ce- Tournon, e la bolla di Clemente XI,
vette il pontificio decreto, che ripor- prescrivendone l' esalla osservanza.
tasi nel Bull. Rom. t. Vili, p. 388, Clemente XII, dopo aver commtìsso
nel quale si condannavano i riti sì all' esame della congregazione del s.

della Cina, che del Malabar, già Uffizio alcuninuovi dubbi, che gli
condannali dallo stesso legato con furono proposti sulT osservanza del
decreto de' 2 3 del precedente giu- decreto e della bolla, di nuovo con-
gno. I gesuiti, sostenuti da monsi- fermò ambedue con decreto de' 24
gnor Alvaro Benavente vescovo di agosto 1734 Comperiam, Bull. Ma-
Ascalona e vicario apostolico nella gno loc. cit. , in vigore del quale i

Cina, quale stimava essere neces-


il padri Le Gac,
Lane, de Monta-la
sario praticar l' uso de' cinesi sicco- lembert, Turpin, e Vicary prote-
me più vantaggioso alla cattolica re- starono nelle mani di m. Dumas go-
ligione, Clemente XI ,
ricorsero a vernatore di Pondichery a' 22 set-
pretendendo che il suo legato fosse tembre 1735, di osservarlo, e di far-
stato informato soltanto da persone, lo osservare esattamente. Indi lo
che ignoravano la lingua e i prin- stesso Clemente XII, con due altri
cipii della Cina. Ma il Pontefice esa- brevi de' 19 maggio 1739 Concredi-
minò maturamente la causa nel ta etc. ; et Conlincre laida, Bull.
17 io; e poi 17 12 confermò
nel Magn. loc. cit. p. 249 e seg, diret-
lutti i decreti contro le predette ce- ti ai vescovi ed ai missionari delle
rimonie, come ancora gli edilli del Indie, nuovamente comandò l'intera
Cardinal Tournon, e a' ig marzo osservanza de'mentovati decreti, pro-
1715, più rigorosamente le condan- ponendo la formula del giuramen-
nò colla bolla Ex ilici die, presso to, che gli uni e gli altri dovevano
il Bull. Rom. t. X ,
par. II ,
pag. fare, e rimettere alla congregazione
49, nella quale propose la formula del Uffizio. In fine Benedetto XIV
s.

del giuramento, che dovrebbono pre- con maggior solennità terminò la con-
stare tutti i missionari per confor- troversia di questi riti per la Cina
marsi alla intera osservanza della colla costituzione Ex quo de' 1 1 lu-
bolla. E ad essa tutti i generali de- gUo 1742, Bull. Magn. loc. cit.

gli Ordini religiosi, che avevano mis- p. I o5 ; colla quale annullò e ri-
sionari nelle Indie, promisero ubbi- provò otto concessioni monsignor di
dienza anco pe' loro religiosi. Delle ^lezzabarba, che, come diremo, da
persecuzioni, cui andò incontro il Clemente XI era stalo fatto commis-
Cardinal Tournon [Vedi), e come sario apostolico della Cina. Pel Ma-
dall' imperatore sia stato posto nelle labar poi terminolli colla costituzio-
prigioni di INIacao ove morì, si trat- ne, Oniìdum solUciiudinem , de' 12
ta alla sua biografia. .settembre 1744, Bull. Bcncd. XIV,
Per non lasciare interrotta la sto- t. I, p. 391, condannando definiti-
ria questa controversia, per ciò
«li vamente que'riti. In questo eostilu-
che riguarda i successori di Clemen- zioni espose la storia della contro-
te XI, noi qui aggiungeremo, che versia. Trovavansi nella prim.i alcu-
,

GIN CIN 167


nR parole, cioè Nikilomiiiua iiiohe- stiana, alle quali notizie non poten-
dientcs et captiosi liomines exactam do resistere il buon Pontefice, cad-
ej'usdcm constitulionis- {^Clcincntis XI) de gravemente infermo ; ma essen-
ohsen'niitinrn effugi'ri' posse puta- do sopraggiunte veraci notizie da
rnnt. Tali parole da molti si cre- Goa, e da Macao per parte del re
dettero doversi applicare a' gesuiti di Portogallo, ei si ristabilì in salu-
come trasgressori di pontificii de- te. F. il citato Lafiteau, t. II, lib.

ci'eti.Laonde lagnandosene meravi- V, p. 195, e seg.


gliato il vescovo di Coimbia Mi- Nel pontificato
d' Innocenzo XllI
chele dell' Annunziazione, con una e nel 1722, l'imperatore della Cina
lettera scritta allo stesso Papa a'20 mosso dalle querele del governato-
marzo 1748, questi gli rispose col re di Fokien pubblicò de' barbari
breve, che scrisse il seguente giu- editti, il cui scopo era di distrug-
gno, Inter gratissinias, nel quale lo gere il cristianesimo ne' suoi siali.

assicurò che quelle parole non in- Un principe del sangue imperiale
tendei>ansì delenninataniente rivolte neir età di oltant' anni, fu caricato
contro i gesuiti, ma contro quelli ^ di ferri e bandito nella Tartaria
che fino allora erano slati disubbi- con tutta la sua numerosa fami-
dienti a' mentovati decreti, questi gliaj perchè avea ricusato di rinun-
fossero della compagnia di Gesìi, ziare alla fede, quindi furono di-
della famiglia di Domenico, o
s. spersi, esiliati, e perseguitati tanto
di quella di s. Francesco, oppure i che i missionari, e distrut-
cinesi
fossero chierici secolari. te vennero le chiese.
Ritorniamo al pontificato di Cle- Clemente XII, nel i73i, spedi
mente XI. Zelando egli sempre la missionari nel Thibet, promosse, ed
propagazione e l'accrescimento del- approvò la congregazione della sa-
la fede nella Cina, a' 3o gennaio gra famiglia di Gesù Cristo, istitui-
1719 scrisse all'imperatore, parteci- ta in Napoli da Matteo Piipa per
pandogli r impegno col quale spe- la istruzione dei giovani cinesi, ed
diva nell'impero una nuova legazio- indiani, acciò divenissero abili mis-
ne di monsignor Mezzabarba pa^^ sionari, e r assoggettò alla congre-
triarca d'Alessandria; inviandogli in- gazione di Propaganda fide. La
tanto come di lui precursori alcuni congregazione tuttora fiorisce, ha
religiosi missionari Lo pregava a
. cinesi che educa all'apostolico mini-
riceverli benignamente, come avea stero, e stanno essi ancora in Roma
ricevuti gli altri, che sotto il di lui per alunni nel venerando collegio Ur-
patrocinio avevano predicata nel- bano della stessa Propaganda fide.
r impero la legge cristiana. In questa Nel 1788 il p. Sanz, che erasi ri-
epoca vuoisi che nella Cina fossero tirato Macao, ritornò nella pro-
in
più di trecento chiese con più di vincia di Fokien ove fondò più ,

trecento mila cristiani. iVello stesso chiese, e ricevette i voti di un gran


tempo si sparse voce, che il mede- numero di vergini, che si consagraro-
simo imperatore era in procinto di no a Dio. Non andò guari per altro,
pubblicare un editto, col cjuale or- che il viceré lo fece martirizzare eoa
dinava a' missionari di uscire dal- quattro domenicani. Nell'anno 1700,
1 impero cinese, e proibiva a'propri il Pontefice Benedetto XIV fu som-
sutlditi di professare la religione cri- mamente rammaricato per la per"
i68 GIN CIN
secuziojic suscitata nella Cina con- to XIV a' Cardinali per i tormon-
tro la cattolica religione, mossa dal- ti e morte eroicamente sostenuti ti;»

l' imperatore a suggestione de' suoi vari missionari, tratta il IJullcr ai


ministri, i quali, per alloiilanare dal 5 febbraio, parlando de'santi mar-
loro capo i una paz-
tristi ellelli di tiri del (riaj)pone e della Cina.
zia in cui era caduto quel monar- Nel pontificalo di Clemente XIV,
ca, per la perdita ad un tempo del- un re della Tarlarla cinese , cioè
la consorte e di un figlio, gli die- quello Tangut, fece assicurare
di
dero ad intendere che i cattolici quel Pontefice per mezzo dei mis-
erano sospetti d'intelligenze nocive sionari della sua sommissione, a-
a' di lui interessi, e perniciose alla mò di essere istruito ne' dommi
sua vita. Seguì da sì scaltri sug- del cristianesimo , e quindi si fece
gerimenti la decapitazione del vec- battezzare. governava la
IMentre
chio vescovo di Moncastro, il quale Chiesa universale Pio VI. nel i 780,
da trent'anni presiedeva a quelle fu per lettere avvisato, che l' impe-
missioni; e squartati furono quattro ratore della Cina avea permesso ai
domenicani, e due gesuiti. Olire a missionari cattolici di predicare il
ciò r inqicratore rinnovò i più ri- vangelo nel suo impero, e di battez-
gorosi editti, che dai suoi predeces- zare tutti i sudditi, che ad essi fos-
sori erano stati pubblicati conti'o i sero stati presentali, fuori che i fi-

cristiani; né i missionari che si tro- gli dei mandarini, senza il preven-


varono a Pekino, poterono scansa- tivo consenso de' genitori ,
per cui
lui, se non per le
re la barbarie di prontamente il Papa accordò alla
calde suppliche di alcuni gesuiti a pia regina di Portogallo , i missio-
lui ben accetti, e pei quali egli se- nari da lei richiesti, affinchè fossero
guitava a dimostrare a parzialità, mandati a Goa. Poscia nel 1784 lo
cagione del gran vantaggio che ne stesso Pio VI ebbe la consolazione
ritraevano i sudditi, per le cogni- di sapere, che l'imperatore, non
zioni che acquistavano nell'astrono- solo tollerava di buon animo i cat-
mia, nella pittura, nell' architettura, tolici ne' suoi dominii , ma aveva
e neir arte delle fortificazioni. Per eziandio permesso, che si edificas-
queste ragioni gli stessi ministri a- sero in Pekino sua capitale , quat-
mavano rispiarmiarli, anco per ri- tro chiese pubbliche; e ciò egli ac-
guardo al favore che godevano pres- cordava in grazia della propensione,
so l'imperatore. che nudriva per l'ex gesuita Poirot,
Benedetto XIV, nel citato suo che in qualità di mandarino occu-
breve Ex quo singulari, pubblica- pava la carica di segretario del car-
to, come si disse, nel 174^3 coman- teggio colla corte di Russia. Gli era
dò di esprimere in lingua cinese il entrato quel gesuita benevo- nella
nome di Dio
per Tien-Chu, che lenza col mezzo che
della
, pittura
vuol dire Signore del Cielo^ proibì avea appositamente imparata in Ro-
le voci Tieti il Ciclo, e Xang-Ti, ma nel collegio romano, quando
ilSupremo inodcralore, perocché si- ivi era studente di teologia. A fine
gnificavano il supremo Dio degli di poter coltivarla, desiderò che il

idolatri. Egli abolì ancora l' iscrizio- p. generale gli accordasse di pas-
ne King-Tien, cioè Adora il Ciclo. sare alle missioni cinesi , dove era-
Delle allocuzioni fatte da Bcncdet- no solo tollerati quelli, che avessero
GIN 169
amala qualclie arte liberale. Quin- precedente anno da monsignor Ga-
di Pio VI, in considerazione de' fe- briele Taurino Dufresse francese ,

lici progressi, che nella Cina faceva vescovo di Ta braca, e vicario apo»
la religione, perchè piìi facile fosse stolico di delta provincia, al quale,
resa la cognizione della liturgia del- dopo tientanove anni di laborioso
la Chiesa romana in quell'impero, evangelico ministero , dopo molti
incaricò la congregazione di Propa- patimenti fu mozzato il capo, e
ganda distampale
far nella sua per ispaventare i cristiani, fu posto
celebre tipografia (ove vi sono molti sopra una colonna con di sotto que-
caratteri cinesi ed opere con essi
, sta iscrizione: europeo predicatore
pubblicate), il messale, il rituale, E VESCOVO DELLA RELIGIONE CRISTIANA.
ed il breviario romano nel cinese L'altro martire ed eroico atlejta di
idioma. il F
Giornale ecclesiastico,
. Gesù Cristo, fu l'ottuagenario Ago-
che prima pubblicavasi in Roma ,
stino Tchao o Ciao, sacerdote mis-
ove sonovi molte notizie ecclesiasti- sionario apostolico. F. [' Allocuzione,
che sulla Cina. che il Papa regnante Gregorio XVI
Per le idteriori notizie, e perse- pronunziò nel concistoro segieto dei
cuzioni, che nel corrente secolo in- 27 aprile 1840, che incomincia:
furiarono nella Cina, nella Concin- Affl'ctas in Tunqui/ìo fìnitiniisque
cina ed in altri regni, o sottoposti regionihus , cliristianorwn res, etc.,

all'impero cinese, ad esso adia-


o colla quale celebrò con altissimi en-
centi , ampiamente ne trattano le comii quelli che ultimamente con
,

Lettere edificami scritte dalle mis- mirabile costanza, in mezzo ai più


sioni straniere, precedute da quadri terribili tornienli, aveano patito glo-
geografici, storici, politici, religiosi e rioso martirio, per manifesta virtù
lelterarii de' paesi di missione, tra- e grazia di Dio. Chi desidera istruir-
duzione dal francese, Milano 1825. si suir istoria cinese, può leggere la
Ancora vanno consultati les Anna- Descrizione storica del p. du llalde
les de la Propagatiou de la Foi, intorno a questo vastissimo imp(uo,
recueil periodique des lettres des e\'é- in quattro volumi in foglio; il Gro-
ques et des missionaires des mis- sier , Storia generale della Cina,
sions des dcitx mondes^ et de tous stampata in Siena in trenlasei vo-
le documens relatifs aux missions lumi nel 1777 ; come pure MuUero,
et à Vassociation de la Propagation da Chataià ; Navarette, Tralados
de la Foi, opera interessantissima historicos de la Cìiina, an. 1676;
che si stampa a Lione fino dal , la Cronologia di Jackson, ec. , i
1823. Vanno pur consullati gli An- Viaggi del p. Carlo florali, mino-
nali della pia opera della propa- re osservante , che fu missionario
gazione della Fede, che si pubbli- nella Cina dal 1698 al 17 33, stam-
cano in Roma. iSopra martiri della i pati nel 1759. Lo stesso autoi'e pub-
Cina, sono a vedersi il p. Tournon blicò un Dizionario e una gramma-
domenicano, e le Lettere de' missio- tica della lingua cinese, con una
nari gesuiti. relazione de' costumi, e delle ceri-
iXel concistoi'o de' 27. settembre monie della Cina, nonché una spie-
18 16, Pio VII annunziò il gloiioso gazione latina della filosofia e dei
martirio sofferto in Su-Tchuen, o libri sagri de' cinesi, la quale fu
Su-Civen, provincia della Ciii;i mi stampata a Roma nel 17%- De
,

,70 GIN GIN


Giiignus scrisse una disscrtazinne ha sotto di sé Queic-heu, e Jnnnan.
per ilimosfraie, che i cinesi S(jiio In esso sono vi vari sacerd(jti delle
una colonia egiziana. missioni estere di Parigi, alcuni sa-
Riserbandoci agli arlicoli Peri- cerdoti indigeni, con iscuole separate
co, Nant.kino e jMacao {^f'edi), di pei fanciulli, e per le fanciulle. Il

pnilare dello stato del cristianesi- numero de' cattolici era circa cin-
mo, riporteremo qui appresso in po- (juantacinquemila. In questa mis-
chi cenni lo stato delle niissioni nella sione seminario fu saccheggiato e
il

Cina, e ne' regni adiacenti , di po- incendiato dagli idolatri, per cui i
chi anni addietro, mentre dei vica- chierici si educano nel seminario ge-
riali non nominati ultimamente isti- nerale eretto in Pulopinang. Le mis-
tuiti, ancora non sono note le re- sioni de' gesuiti furono rimpiazzate
lative nozioni. Il vicariato apostolico dai francesi.
di Xansi , o Ransi , cioè Scian-Si Il vicariato apostolico di Siam,
contiene nella sua giurisdizione Xan- regno adiacente all' impero cinese,
si, Xenfi, Kansiii, Ilnquang, e la oltre che in Siam, esercita la sua
Tartaria cinese. Oltre pochi sacer- autorità in Queda, e nelle isole di
doti cinesi alunni del collegio di Na- Suncelam e di Sumatra. Vi sono
poli, e del seminario di Macao, so- alcuni alunni del seminario delle
no in aiuto del vicario apostolico missioni estere di Parigi , uno dei
cinque missionari europei, in parte quali faceva da rettore ai semina-
minori osservanti. Non vi sono chiese rio di Pulopinang, con alcuni sacer-
pubbliche, ma solo cappelle, od ora- doti indigeni. In Banckoc, residen-
torii privati: il numero de' cattoli- za del vicario, vi è una chiesa quasi
ci ascendeva a trentacinquemila. In cattedrale, ed in cinque altri luoghi
Xensi eravi un seminano che fu ve ne sono altrettante. Sono vi pure
chiuso per le persecuzioni, venendo alcune di vote, che vivono da mo-
mantenuto s'i il vicario apostolico ,
nache in tre case, ma solo con voti
che i missionari dalla congregazio- semplici. Vi è ptn-e un collegio par-
ne di Propaganda. ticolare in Banckoc, ed un semina-
Il vicariato apostolico di Fokicn, rio generale per le missioni francesi
oltre Fokien ha giurisdizione su
, in Pulopinang; e i cattolici supe-
Kicang ovvero Ce-Riam, e Riam-si, ravano i duemila cinquecento. Que-
Riangsi, e l'isola Formosa. Vi sono sta missione è addetta al seminario
alcuni sacerdoti nazionali con alcu- delle missioni estere di Parigi , il

ni domenicani cinesi e spagnuoli. quale ha cura di spedirvi i missio-


Vi hanno delle divote, che osser- nari.
vano come possono le regole di s. Il Gon-
vicariato apostolico della
Domenico, senza vita comune e clau- cincina, regno adiacente all' impero
sura. Non esistono chiese, ma ora- cinese, ha la Goncincina, che com-
torii Evvi un seminario pei
privati. prende Ciampa, Cambogia e Terra
chierici ed ,cattolici ascendevano
i di Laos. ^ i sono alcuni .sacerdoti
a quarantamila. Le missioni de' ge- del seminario delle missioni estere
suiti furono rimpiazzate dai dome- di ed altri indigeni, ec. Nel-
Pai'igi,
nicani spagnuoli. la bassa Goncincina da ultimo fu
Il vicariato apostolico di Sut- eretto una specie di monistero e- :

chucn o Su-Civeii. oltre Sutchuen, ranvi due collegi, uno nella bassa,
CìN GIN 17 1

l'altro nell'alta Conciqcina. Se ne più di cento sessantamila. Ne' due


ignorava lo stato a cagione della collegi, in uno s' iiisc-gna la gram-
persecuzione. Tanto nell'alta Concin- matica, nell'altro la teologia. La
cina, che nella bassa, sonovi chiese missione è affidata
domenicani ai
per esercitarvi il pubblico culto, ed delle Filippine, e ad essi ne appar-
i cattolici ascendevano a sessanla- tiene il mantenimento. Quando le
niila. La missione era divisa come cose nella Concincina
procedevano
in due, perchè nella bassa Concin- prosperose anche le missioni del
,

cina i francescani di Planila eser- Tonkino godevano quiete; ma quan-


citavano l'apostolico ministero, ma do nella Concincina la religione è
venendo da essi abbandonata quella perseguitata, i cristiani ancora del
contrada, la congregazione di Pro- Tonkino ne soffrono, come quelli
paganda vi spedì de' francescani che sono compresi negli stati dipen-
d'Italia a tutte sqe spese. Poscia denti da uno stesso monarca. Il
fu affidata l' intera missione a' .sa- vicariato apostolico di Corea, che
cerdoti del seminario delle missioni era in amministra/ione al vescovo
estere di Parigi, e viene considera- di Peckino, da uHimo fu ristabilito,
ta ora per una sola missione. col nuovo vicario apostolico, che vi
11 vicarialo apostolico di Tonki- si recò con due alunni del collegio
no occidentale, ne' regni adiacenti cinese di Napoli.
impero cinese, ha in aiuto qual-
all' Dal 1840 pubblicandosi nelle an-
che sacerdote francese, e circa set- nuali Notìzie di Roma il catalogo
tanta indigeni con Ircntaquattro , de' vicari, delegati, e prefetti apo-
parrocchie, ed altrettante chiese det- stolici della santa Sede stabiliti in
te case di ovazione. I fedeli ascen- ogni parte del mondo sotto la dire-
dono a ccntosessantamila. Nel se- zione della sagra congregazione di
minario vi s'istruivano trenta alun- Propaganda fide, in e.'.so, dopo le
ni Sonvi due collegi per istruire
. diocesi per ordine allabetico si pos-
la gioventù, e trenta case di don- sono leggei'e, i nomi, la patvia, e la
ne divote, dette le Sorelle amanti quahfica de' vicari apostolici della
della Croce. Anche questo vicaria- Cina e regni adiacenti, non che quel-
to è affidato a' sacerdoti francesi, lo de' rispettivi coadiutori. Solo di-
alunni del seminario delle missioni remo dei nomi dei vicariati , cioè
estere di Parigi . Al vicario aposto- di quelli non mejitovati qui sopra :
lico si contribuiscono duecento scu- Hii-cjuang, Yun-nan, Telie-Kia.ng, o
di annui; e i sacerdoti vivono delle Kiaiìg-si, Leao-Tuug, 3Jongolia, e.
pie offerte de' cattolici. Xan-tiaig. Per gli affari della Cina
Il vicariato apostolico del Ton- cogli stessi Cardinali membri della
kino orientale , ne' regni adiacenti congregazione di Propaganda fu depu-
all'impero cinese, ha in aiuto alcu- tata una paiticolare congregazione da
ni missionari europei dell Ordine di Alessandro A II, cioè in occasione, chft
s. Domenico, e circa sessanta sacer- da quel Ponlefice furono spediti
doti indigeni, sono de' quali parte nell'impero cinese i primi vicari a-
regolari dell'Ordine medesimo, e ]50slolici con carattere vescovile, co-
jtarte secolari. A sono chiese ove i me dicemmo superioiinenle. La pri-
amministrano
.'•i sagrainonti a' cat- i ma adunanza de" Cardinali dello par-
tolici, i quali si fanno ascendere a ticolare congregazione della Cina ,
,

173 Cll\ GIN


cbl)c luogo a' 1 3 gennaio iGG'), che pul)])licasi una volta la setti-

ma da principio non sembra clic mana, e che chiamasi, Tha Calholic


fijsse permanente, athmanclosi secon- Tfu'lcgraphe. Da più anni è trasfe-
do il bisogno. Dal 1677 in poi di- rito da Lovisville a Cincinnati il

venne permanente. 11 Cardinal pre- quartiere generale del comando del-


Cello generale prò tempore della la divisione militare occidentale del-
congiegazione di Propaganda fide la Confederazione , cotne a Nuova
è sempre il ponente della congre- Yorck ri.siede quello della divisione
gazione della Cina, e monsignor .se- orientale. I dintorni di Cincinnati
gretario di Propaganda v' intervie- ridondano di avanzi di fortezze, cir-
ne con voto consultivo. I Cardinali chi, trincee, e vi si l' area
ravvisa
die la compongono si adunano nel- di una preesistente molto va-
città

le camere domestiche del Cardinal sta.Oggidì la popolazione ascende


prefetto generale. a circa trentamila individui.
CIlNClNNATl ( Gncinnaten.). Cit- La sede vescovile vi fu istituita

tà con residenza vescovile negli Sta- nel 1821 dal sommo Pontefice Pio
li Uniti di America, capo luogo del- VII, che a' 19 giugno vi fece per
la contea di Hamilton, stato di O- primo vescovo Eduardo Fenwick
Lio, da cui prende nome il fiume, dell'Ordine de' predicatori, cui agli
sulla destra riva del quale fu edi- 8 marzo i833, il regnante Grego-
ficata, nel luogo ove comincia il ca- rio XVI, diede in successore mon-
nale tliMiami, che dee congiunger- signor Gio. Battista Purcell, che tut-
la a Dayton, e ([uindi pel Maumee tora vi governa. La maestosa catte-
al lago Eriè. Vantaggiosa e .salubre drale è dedicata al principe degli
n'è la situazione, ed oltre all'ame- apostoli s. Pietro, ed oltre il vica-
nità, ha una bella apparenza, sic- rio generale, la diocesi ha tren-
come fabbricata con simmetrico di- tacinque preti. Essa è sulTraganea
segno. suo accrescimento è vera-
Il dell'arcivescovo di Baltimore, for-
mente meraviglioso, dappoiché quat- mandosi la diocesi collo stato del-
tro famiglie vi si stabiliiono nel l'Ohio, in cui ventiquattro sono le
1789, e ne gettarono le basi dopo chiese, e le cappelle, compresa la
aver superati gli ostacoli apposti chiesa della ss. Trinità pei tedeschi
dagl'indigeni. Ne crebbe la popo- in Cincinnati. Molti sono i pii sta-
lazione a tal segno, che nel i83o bilimenti nella città, e nella dioce-
superava i ventiquattro mila indi- si, giacché oltre il seminario dio-
vidui. Ila molte belle piazze, ed cesano, vi sono i domenicani , ed il

ampie vie rettilinee, grandiosi pa- collegio de' gesuiti, istituito nel 1840
lazzi, ed eleganti edifizi, particolar- nella città. Monsignor Federico Be-
mente quello della corte di giusti- se, già vicario generale di Cincinna-
zia. Cincinnati è il principal deposi- ti, poi vescovo di Detroit, ha cedu-
to del commercio interno dell Ohio, to ai gesuiti un gran locale conti-
ed il centro de' lavori intellettuali, guo alia cattedrale, che comprende
e letterari della parte meridionale la sua abitazione vescovile, le case
della Liiione, pubblicandosi in que- del seminario, l'ateneo, o collegio
sta sola città quindici giornali, fra adiacente. Evvi un monistero, e vi
quotidiani ed ebdomadari. V'ha fra hanno anche scuole delle domenica-
essi un gioinale cattolico religioso, ne, con numerose educande. L'orfa-
,,

GIN CIN 173


notroGo intitolato a s. Pietro i^ev ti, che divisero l' Italia nei secoli
le sorelle della Carità, fu stabilito XI li e XIV, Cingoli per lo più se-
celi' anno i83o. Vi concorrono gm quella de' Ghibellini, anzi nel
molte donzelle nelle scuole ester- liiS, insofferenti i Cingolani della
ne, senza mentovare le associazio- dominazione Estense, furono i pri-
ni religiose ,
pel ben essere del mi a prendere le armi per sostene-
paese, ed a vantaggio della cattoli- re la libertà della Marca, confede-
ca fede. randosi cogli anconitani, che Onorio
CINGOLI ( Cingulan.). Città con III Romano Pontefice, in un alla
residenza vescovile, nella delegazio- Marca, avea sottoposti marchese al

ne apostolica di Macerata , nello d' Este, feudatario della Chiesa Ro-


stato pontificio, fabbricata d'intorno mana, come attesta il Muratori,
estremità del monte di Circe, o
all' Andquit. Est. par. i, cap. ^i. Cin-
Cingono, dal cui nome, e dal cinge- goli si assoggettò dappoi alla chiesa
re a forma di cingolo lo stesso mon- di s. Leopardo, e al comune di Osi-
te, prese il nome di Cìngolo, o Cin- mo , come vuole il Compagnoni .

goli, Cingoliirii, sulla riva destra del Gli autori Cingolani dicono, che la

Musone, che bagna le sue falde. chiesa vescovile di Cingoli fu affi-

Questa antichissima città del Pice- data o raccomandata , come altre


no, menzionata da Plinio, da Cice- molte del Piceno, al vescovo vici-
rone e da altri autoi-i, era una co- niore, che fu quello di Osimo. As-
lonia romana fondata , o riparata seriscono inoltre, che Cingoli ebbe
ed aumentata da Tito Labieno sempre proprie leggi, e propri ma-
luogotenente di Giulio Cesare nella gistrati; e che nessun monumento
spedizione delle Gallie, ovvero nel- pubblico porta la dedizione dei Cin-
la guerra con Pompeo. Fu da esso golani ad Osimo, ritenendo per fal-
popolata con una colonia di vete- so r istromento chiamato Cartata
rani ,
per cui n'è salutato autore, Castri Cingali. Poco dipoi, e nel
secondo le testimonianze dello stes- pontificato di Gregorio IX, riporta
so Cesare. Come dice il mentovato il Colucci nella sua Treja picena,
Plinio, nel suo territorio esistette la a pag. 79, che tra i deputati di
città diBeragra. Cingoli tuttora con- Camerino e di Cingoli si formò una
serva, nel palazzo municipale, e in lega contro le città di Osimo, e di
altri luoghi pubblici e privati, mol- Sanseverino, sebbene collo specioso
te iscrizioni, in cui sono ricordati gli titolo ad honorem Dei, et statum
antichi magistrati , i decemviri , i Ecclesiae Romanae, et ej'ns imperii.
settemviri ec. Il superstite acquedot- La gelosia de' confini, le facili

to è opera dell'imperatore Adriano. usui-pazioni, il cattivo genio teneva-


Balbo, presso Frontino, parla della no a quell'epoca di continuo in ru-
legge che regolava il territorio cin- mori i vicini, e per non soccombe-
golano. Molto Cingoli soffiì nel quin- re, un popolo collegavasi coH'altro,
to secolo al tempo della guerra dei affine di rendere più facili quelle
Goti, nell'invasione longobarda, e imprese, che difficili sarebbono sta-
nella pestilenza del sesto secolo. Nel- te se dalle sole proprie foize si fos-

l'ottavo secolo passò sotto il pater- sero misurate. iVderirono i Cingola-


no, e soave dominio della santa Se- ni a Federico II imperatore: e ad
de. Tuttavolta per le fazioni potcu- onta dei privilegi, e delle esenzioni
,74 <^ 1 ^ CIN
loro accordale dal Caitlinal Pietro sotto un solo presidente e segreta-
Capocci , legato della IVIarca , se- rio, con tre direttori, si occupa di
guirono poscia il partito di Manfre- letteratura, musica, e recitazione,
di, figlio naturale di Federico II, dando in un ampio, e vago locale
ed anco ubbidirono al di lui vicario dei saggi solenni piìi volte all'anno
Percivalle d'Oria. In prova del sud- con afìluenza ben anco di forestie-
descritto. Cingoli nel ponlillcalo di ri. La strada provinciale Pia, così
JN'icolò IV rilirossi dall' ubbidienza detta perchè incominciata sotto Pio
della s. Sede, por cui fu dipoi costret- Vili, e compiuta sotto il regnante
to il rettore della Marca , GilTredo sommo Pontefice, da san Severino
Gaetatii, di spedirvi contro un e- per Cingcjli a Jesi, è di somma uti-
sercito nel i2()3. ìMa prima che Gre- lità e comodo de' Cingolani.
gorio X! riportasse la residenza pon- Fra le nobili famiglie, che ono-
tificia da Avignone in Roma^ verso rano Cingoli, va qui rammentata
l'anno iSyG, tornarono i Cingola- quella dtì Casllglioni [Predi'), che im-
ni a ribellarsi al dominio Papale. parentatasi colla Ghislieri di Jesi,
In appresso poco di rilevante ci discendente dal santo Pontefice Pio
presenta la storia, non avendo più V, ne perpetuò il lustro. Francesco
luogo le confederazioni, a cui ante- Saverio Castiglioni, fatto da Pio VII
riormente erasi unita, quando go- vescovo di Montalto, e poi di Cese-
deva il privilegio del mero e misto na, fu annoverato al sagro Collegio,
impero; il perchè la nobiltà di Cin- ed alla cospicua carica di peniten-
goli fece sempre prova per tutti gli ziere maggiore, e per le sue virtù,
ordini equestri, vantando cavalieri dei dottrina, e sperienza, meritò di es-
pi il cospicui,come di Calatrava, di sere sublimato nel 1829 al triregno
]\Ialta ec. Non possiamo quindi ag- col nome Pio Vili, dimostrando-
di
giugnere, se non che per la forte si sul maggiore de'troni amorevole
posizione della città vi si recarono concittadino. Però il breve pontificato
nel secolo XV gli Sfoizeschi col ner- di venti impedì di autenti-
mesi gì'

bo della loro cavalleria, e vi rima- care le sue virtù con qualche più
sero in sicuro nella loro contraria solenne attestato, che ne onorasse
fortuna. Per la salubrità del suo maggiormente la memoria. Ciò non
clima, il Cardinal Farnese , legato per tanto memore di aver coperto
della Marca anconitana, dipoi nel prima dignità di
nella cattedrale la
I ')34. Pontefice col nome di Paolo preposto, per mezzo di monsignor
IH, vi faceva la sua ordinaria di- Filippo Appignanesi Cingolano , e
mora. In progresso seguì Cingoli i vescovo di Pvipatransone, le inviò il

destini della Marca {l'edi), e si prezioso donativo della Rosa d'oro


mostrò inalterabilmente fedele alla benedetta (^P^edi), indi per mezzo di
santa Sede, avendone da ultimo monsignor Sala poi Cardinale , le
dato un luminoso esempio nell' in- diede sei candellieri con croce, e cer-
vasione francese, cui oppose valoro- te glorie di metallo dorato, e di
sa resistenza, sebbene a cagione del- bellissimo lavoro ; non che la metà
le forze senza paragone maggiori, degli arredi sagri di argento dorati,
dovette soccombere. che avea adoperali nel suo Cardi-
Nel iH-ìS fu ripristinata l'acca- nalato, oltre alcuni nobili paramen-
demia Cingolana degV Incolli j che ti sagri. 11 medesimo Pontefice ad
GIN GIN 175
altre chiese della città fu pure be- Cingoli, Pesaro l'jQi; 3. le memo-
nefico con donativi di suppellettili, rie de* vescovi , e della chiesa di
e sagri paramenti. Per conto delle Cingoli dopo s. Esuperanzio, Pesa-
notizie storiche della città di Cin- ro 1762; 4- Dell'origine, e dei
goli, sono a consultarsi, Orazio Avi- progressi della chiesa vescovile di
cenna, ossia Rutilio Silvestri ; Mc' Cingoli, nel tomo XXXII della rac-
moria della città di Cingoli, Jesi colta Calogerà. T^. inoltre Bollan-
1644? Giuseppe Culucci, Antichità do, Act. ss. Janaur. t. II, p. 602,
Picena, nel t. Ili DelC antica città e r Ughelli, Italia sacra, tomo X,
di Cingoli; e le lettere di France- p. 5^6, n. 61.
sco ]Maria RalTaelli, inserite nelle In seguito la chiesa Cingolana ri-

Novelle Letterarie di Firenze, pub- mase unita alla sede vescovile di


blicate da Giovanni Lami, ai tomi Osimo quando poi questa città fu
:

X, XI, XII, e XIII. scomunicata, la chiesa di Cingoli ri-

Antiche e importanti sono egual- mase lungo tempo sotto la giuris-


mente le notizie ecclesiastiche di dizione di s. Esuperanzio. Dipoi,
Cingoli, come meglio si potrà vedere mentre governava il vescovo Car-
la
negli autori, che citeremo. La erezione dinal Agostino Pipia, il Pontefice
della sua sede vescovile, immediata- Lenedetto XllI, mosso dallo zelo di
mente soggetta alla s. Sede, rimonta avvantaggiare 1' onore di Dio, e dal-
ai primordi del sesto secolo. Troppo le istanze della curia di Cingoli, e
noto è Giuliano suo vescovo, che dal voto che ne fece monsignor Fon-
accompagnò in Costantinopoli il som- lanini per ordine di monsignor iMa-
mo Pontefice Vigilio, pel grave af- refoschi uditore del Papa, col dis-
fare dei famosi Tre Capitoli (J^edi), posto della costituzione Romana Ec-
ed ivi si sottosci'isse nell' anno 553 clesìa, Bull. Rom. t. XII, p. 2G, e-
al celebre costituto, e in altri atti : manala 20 maggio 1725, con-
a'

Ilumilis episcopus ecclesiae Cingu- fermò a Cingoli il grado di città,


lana e. anno 559 abbiamo che
Neil' reintegrò ed eresse in cattedrale la
Papa Pelagio I scrisse una lettera chiesa collegiata di s. Maria assun*
al vescovo Giuliano; ma dopo di lui ta in cielo, e contemporaneamente
non si fa menzione di altro vesco- la un\ aeque principaliter alla cat-
vo di Cingoli, secondo Pompeo Com- tedrale di Osimo (Fedi), ambedue
pagnoni Memorie della chiesa, e
,
immediatamente soggette alla santa
de' vescovi di Osimo, tomo I, p. Sede. Laonde il vescovo si chiama
i58 e seg., e l'autore delle Osser- vescovo di Osimo, e Cingoli, e per
vazioni ciitichc sopra le anticJiità cri- lo piìi è un Cardinale. Governata è
stiane di Cingoli, che è Luca Fan- presentemente Cingoli dallo zelo pa-
ciulli, Osimo 1769. Sostengono poi storale di Giovanni Soglia, fatto Car-
aver avuto Cingoli per vescovi Teo- dinale, e vescovo dal regnante Pon-
dosio, e s. Esuperanzio, i. il Christia- tefice. Inoltre lo stesso Benedetto
nopoli, De s. Esuperantio cingula- XllI accordò alcune distinzioni alla
noriim episcopo ctc. Romae 1771» detta concattedrale dis. Maria, cioè

2. il RalTaelli, Delle memorie ec- al prevosto, e arcidiacono la moz*


clesiastiche intorno all' istoria, ed zetta di seta paonazza, ed il roc-
al cullo di s. Esuperanzio antico chetto, e ai dieci canonici le almu-
vescovo, e principal protettore di zie. Questa chiesa fu eretta nel
inG GIN CIN
W'II st'colo nel vescovato (h;! Cur- li, non solo fece coniare il testone
(linal nielli, il quale ne diede il pos- in onore di s. Esuperanzio, e di s.

sesso al capitolo a' 22 maggio 1660, S|)(,'iandia, ma incaricò il vescovo


trasportandovi proccssionalinente dal- d'allora Cardinal Benvenuti, di por-
la veeeliia collegiata le reliquie, e il re al collo del semibusto d' argento
corpo di s. Candido donatole dal di s. Esuperanzio, lavoro del XIV se-
Cardinal vescovo Verospi. Per la colo, la propria croce vescovile. L'a-
erezione e restituzione della chiesa nello poi donatogli dal medesimo
di Cingoli in cattedrale si pubJjli- Pontefice, fu messo nel braccio pure
carono le seguenti opere: Consulta- d' argento di tal santo. Nella detta
tiode cingulana ecclesia in Piceno collegiata di s. Esuperanzio il prio-
antiijiiis ìionoribiis catlicclrae cpisco- re è parroco ed evvi il primicerio;

pnlis restitnenda , Pioinae 172 Tj seconda dignità. La sua struttura è


Memoriale addicdonale facU et ju- ampia, e di stile gotico, ed è ram-
ris, etc. Romae 1784; Reslrictns
; mentata dal Pvicci, nelle Memorie
rcsponsionis facd etj'uris, etc. P».otnac delle belle arti del Piceno. Il semi-
1734- Sulle quali scritture cingo- i nario, il quale era stato soppresso
lani riportarono piena vittoria. Pri- verso l'anno i5i94, nel vescovato
ma però di tal' epoca, e nel 1(334, del Cardinal Galli, fu ripristinato in
in Roma erasi pubblicato; Cingu- quello del vescovo Compagnoni, e
lanae Cadicdralitads, prò capitalo , pei 1765. Quindi fu
chierici nel
et communi la le civitalis Cinguli, con- collocato in vasto e conveniente lo-
tra capitiduni, et cominwdtalem ci- cale, già appartenente alla compa-
vitates Auxind : Restrictus facli, et gnia de' Filippini, ove ancora vi è
juris. il ginnasio comunale ripristinato. Vi
Attualmente il capitolo della cat- sono in Cingoli diverse confraterni-
tedrale di Cingoli si compone di tre te, l'ospedale , e il monte di pietà.
dignità, prime delle sono il
quali Oltre i conventuali, gli agostiniani,
teologo e il penitenziere, con sette i domenicani, i cappuccini, e i mi-
mansionari, oltre altri preti, e chie- nori osservanti , vi sono pure le
rici addetti al servigio divino. Nella monache di s. Caterina dell'Ordi-
medesima cattedrale evvi la cura ne cistcrciense , che sono d'una re-
parrocliiale, amministrata pel capi- mota antichità. Vantavano un ar-
tolo da un curato vicario. Non vi chivio doviziosissimo di pergamene
è nella città altra parrocchia, ma van- passato alla comune. 1^. Giunte al-
ta la insigne collegiata di s. Esu- la serie de rettori Piceni, del conte
peranzio eretta dal grado di prio- Francesco Pergoli Campanelli, pub-
vale, nel vescovato di monsignor blicate in Ancona nel 1826. Vi so-
Pompeo Compagnoni verso anno l' no pure in Cingoli le benedettine
1764. Da ultimo furono approvate dell' Ordine cassinese, le quali pos-
le lezioni Esuperanzio
proprie di s. seggono il corpo della comprotet-
vescovo di Cingoli, ordinandosi da trice di Cingoli s. Sperandia. F. la
Pio VII con decreto, che nel Mar- Dissertazione intorno s. Sperandia
tirologio Romano si ponesse come vergine di Gubbio, del monistero di
vescovo di Cingoli, in seguito di un s. Michele da essa in Cingoli fonda-
dotto volo del Cardinal Fontana. to e poi unito al monistero di s.
Pio Vili poi conciltadiuo di Ciiigo- Marco, nel t. XXIX della raccolta
,, ,

CIN CIN 177


Calogeriana. Vi sono anche le Clarisse IX, nel 1400, fu fatto senatore di
o francescane, che tengono pubbliche Roma. Il p. Casimiro, Memorie
scuole per tutte le ragazze della cit- istoriche, a pag. 235, riporta l'ono-
tà, divise in camerate secondo il revolissima iscrizione di lui, esistente

rango, e devono la nuova loro fab- nella chiesa di Araceli, e di Pietro


brica alla munificenza di Pio \I1I, Giacomo Cima, maestro di camera
CastigliOlii. di Leone XI. Quindi coli' autorità
Gli uomini celebri poi che illu- di Vincenzo Scampoli, racconta che
strarono Cingoli, sono i seguenti : Benotino o Benuttino dopo avere
Raniero Simonetti , che nacque in colle armi tolta la sua patria al do-
Cingoli a' 12 dicembre 167.5, come minio di Silvestro Boia, coli' esercito
si legge nell'iscrizione posta nella bretone al soldo della santa Sede, di
cattedrale dalla di lui famiglia. Be- aver liberato alcuni castelli di Cingoli
nedetto XIV,
174?) innalzol-
nel dall'oppres'^ione delle armi straniere,
lo al V. Delle lodi di
Cardinalato. dopo essersi occupato in molti, e prin-
Raniero Simonetti, Cardinale di s. cipali vantaggi in servigio della Chie-
Chiesa, orazione del p. d. Mauro sa Romana, meritò da Bonifacio IX
Sarti camaldolese, arricchita con no- il titolo di Domiccllo, la suprema
te riguardanti la nobilissima stirpe vicaria della santa Sede nella pro-
Simonetti di Cingoli. Questa ora- vincia della Marca, la carica di se-
zione fu pronunziata in Cingoli, in natore di R.oma, e il donativo del-
un' accademia di belle lettere, a' i
7 la Rosa d'oro benedetta,
agosto 174/5 ^lls presenza del me- CINGOLO (Cmg^H/«m, Zona, Bai-
desimo Cardinale patrizio cingolano, thens). Arnese sagro ed ornamento
e poi venne pubblicata in Pesaro nel sacerdotale, compreso ne' paramenti
I747. Di Cingoli furono: s. Fio- ecclesiastici, in forma di cordone
rano martire e comprotettore di
, con due fiocchi alle estremità. Suole
Jesi; il b. Bartolomeo Simonetti, essere di filo, seta, o altra simile ma-
generale de' Silvestrini; b. Ange- il teria, e talvolta è misto con oro,
lo da Cingoli fondatore de' Chiareni ed è del colore secondo la rubrica.
( Fedi), e il ven. fr. Felice Pergoli, Su di che la sagra congregazione
predicatore cappuccino. Inoltre si de'R.iti ha emanato i due seguenti
vanta Cingoli di avere dato a di- decreti : Sacerdotes in 3Jissae sa-
verse diocesi più di venti vescovi crifìcio congruentius utuntnr cingalo
senza dire dei prelati, che serviro- lineo, qiiani serico, 22 jan. 1701;
no la santa Sede, di religiosi insi- Cingulwn, tertiiun indumentum sa-
gni e di lettei-ati, e dotti, come di cerdotale, potest esse coloris para-
Francesco IMaria RafTaelli ,
1' elogio mentonun, 5 jun. 1709. Serve il

del quale si legge nel numero 4 <^ltl cingolo per tenere fermo il camice,
Giornale scientifico -lelterario , che o per cingere le reni, come rilevasi
fu composto dal conte Pergoli Cam- dalle parole , che pronunzia il sa-
panelli suddetto, Perugia i833. Fi- cerdote nel prenderlo, allorché si ve-
nalmente per non dire di altri
, ste per celebrare la messa : Prae-
vanta Cingoli im Benuttino Cima ,
ciugc me. Domine, cingalo purita-
o de Cini di Cingoli, come lo chia- tis, et extingue in lumbìs meìs hn-
ma Pompilj Olivieri, nel suo Senato moreni lihidinis, ut maneat in me
Romano, pag. 7.72. Da Bonifacio virltis confinentiae, et castitatis. In
VOI.. XHI. 12
,

1-8 cirs CIN


jin antico pontificale viene chiama- non deve csscix; li messi, rome si

to cinctorium, e ila alcuni diccsi an- esprime il citato Rabnno , (fé Jn-
che cintura. s/itiit. Cleric. V. Alenino, cap. quid
Vuoisi il cingolo simbolicamente si^nificant ve.stimenta , ed Hugo Vi-
significare la carità di (icsìi Cristo, ctor, in Specul. Eccles. e. 6. Il Ma-
e la sua verginità, V. Innocenl. e. cri poi, Not. de' vocab. EccL, dice,

37, e Bonavcntnr. Dice Durando, che in vece del cingolo, si può a-


in proem. lih. Ili , che il cingolo doperare la stola e in luogo di ,

allude ai flagelli adoperati nella pas- questa il manipolo se fosse lungo,


sione del Signore , e s. Tommaso ed aggiunge che Cingidiim hrachiale
asserisce alludere alle funi colle qua- significa il manipolo. Che il succin-
li fu legato. Moralmente pailando, torio chiamisi pure sitb-cingoln, lo
il cingolo, per senlimcnto di Ra- diremo all'articolo Paramenti Sv-
hano, significa la custodia dt!l cuo- eni (redi). Il Uonanni nella Ge-
re, e, secondo Amalaiio, lih. Il, rarchia ecclesiastica , a pag. 84 1

cap. 22, la continenza, mentre l'Hi- tratta del cingolo con cui si cinge il

sichio nel lib. V in Lcvit. è di av- camice ; e il Giorgi pur ne tratta :

viso che siasimbolo della fortezza. De Liturgia Rom. Pont. toni. I, e.

Finalmente dicesi denotare il cin- 17, pag. i4r.


golo anco la corda dell' arco, per Angelo, Cardinale. Angelo
CIj\I
combattere contro il comune nemi- Cini di rJevngna, notissimo per le
co. Gemma 1. I, e. 83. sue produzioni letterarie, e peiizia
Pompeo Sarnelli , TjcUcvc eccle- nei canoni, ottenne nel i386 da
siastiche tomo X, p. 83, parlando Urbano VI la chiesa di Rpcanati.
del succintorio (Pedi), descrive co- Fu collettore degli spogli nella Mar-
me deve essere il cingolo: " Non ca d'Ancona, e vescovo di Macerata,
:> placet ea forma cinguli ( ut prò la qua! chiesa tenne con fpiella di
« ventate loquar quae cingulo ipsi, )
Recanati come commenda. Quindi,
« ut bine inde pendeant flocci a a' 408, Gregorio
19 settembre del 1

« lateribus sacerdotis, duas addit XII in premio della sua soda pie-
>y lineas, quibus reipsa cingitur al- tà, e scienza profonda, lo sollevò al-
)> ba; est cnim ejusdem omnino la sacra Porpora tra i Caidinali
j> formae cum succintorio Papali, dell'ordine de' preti , col titolo di
j> quod adhibctur (addito manipu- santo Stefano nel Monlecelio. Morì
*> lo) ad cingendxmi albani Papae, nel \\\i.
w et non ni si in ejusdem missa Pa- CINNA (Cinnen.). Sede episcopa-
ss pali ( Caeremon. Papae lib. 7, le l'n partibus , suffraganea e sog-
« e. i4)- Ergo non debet esse com- getta alla metropoli di Ancira, del-
>' munis haec forma cuicumque ce- la prima Galazia, nella diocesi di
j» lebranti ". Quindi lo stesso Sar- Ponto. Commanvillerimontare fa

nelli aggiugne, che il cingolo ha set- l'erezione del vescovato di Cinna al


te dei misteri sopraindicati, cioè la quarto secolo e l' Oriens Christ.
,

discrezione moderatrice di tutte le tom. I, p. 4"^^j ^oa'^^S^ ^^^^ dieci


virtìi , r astinenza , la custodia del vescovi vi ebbero sede.
cuore, la castità del corpo, l'arco GIN VA BORA { Cinaborinm , o
contro i nemici, la fortezza , ed il Cynnahoriuni). Sede vescovile, eret-
fervore della continenza , la quale ta nel secolo quinto, nella Frigia
,, ,

CIN CIN 179


Salutare, nella diocesi ed esarcato di Uguali saccheggi provo la città an-
Asia, sotto la metropolitana di Sin- co per parte de' turchi. Nella città
nade o Synnade. Si conoscono due vi sono stabilimenti di istruzione e
vescovi, clic vi risiedettero. di beneficenza. La sede vescovile vi
CINOPOLI { CynopoUs, seu Cy- fu eretta l'anno 1000, o looq per
nus ). Sede episcopale del basso Egit- 10 zelo e pietà di s. Stefano I re
to nel patriarcato di Alessandria, di Ungheria. Fu dichiarata suffra-
eretta nel secolo quinto , di cui si ganea della metropoli di Gran, os-
ricordano tre vescovi. sia Strigonia, alla quale ancora è
CIKOPOLl. Città vescovile del- soggetta. La cattedrale di bella co-
l'alto Egitto, sotto il patriarcato A- struzione in istile gotico, è sotto la
lessandrino, di cui si fa parola nel invocazione dell'apostolo s. Pietro.
quinto concilio di Costantinopoli 11 capitolo si compone di sei digni-
ove tre vescovi ebbero sede. Jero- tà, la prima delle quali è il prevo-
rle dice, che fosse la capitale del- sto, e di quattro canonici, oltre il
l'Arcadia. Fu detta la città de' cani, canonico teologo, e il canonico pe-
perchè vi si adorava JMercurio in nitenziere. Yi sono inoltre molli
(òrma di cane. preti, e chierici addetti al servigio
CINQUE CHIESE {QainqueEc- della chiesa, ove esercita le funzioni
clesien., ossia Funfkirchen. ). Città parrocchiali il canonico penitenziere,
con residenza vescovile nella bassa assistito da due preti di quelli ad-

Ungheria, così detta dalle cinque detti al coro. Oltre la cattedrale, nel-
chiese magnifiche racchiuse in es- la città vi sono altre cinque chiese
sa. Questa è libera e regia, si ve- parrocchiali con fonie battesimale,
de in riva al Pets, per cui in lingua e la bella chiesa de' gesuiti. Ewi
ungherese con tal nome, o con quello r ospedale, ed il seminario cogli a-
di Pets viene apjx^llata, fra il Drava, lunni. La mensa ne' libri della Can-
e il Danubio, a pie di un floridissimo celleria apostolica è tassata di due
colle. È capo-luogo del comitato di mila fiorini. Il palazzo vescovile
Baranya, e della marca del suo no- situato sopra il luogo più elevato, è
me. Si pretende, che Fiuif-kirchcn magnifico, e sta dappresso alla catle-
esistesse al tempo dei Romani, e che drale. In esso racchiudesi una copio-
si chiamasse Serbinum. Le antichi- sa biblioteca, ed un gabinetto nu-
tà, che vi si trovarono, sembrano mismatico. 11 sommo Pontefice Be-
confermare tale opinione , ma gli nedetto XIV, nell'anno 1754, col-
antichi geografi non ne fanno men- l'autorità della costituzione, Roma-
zione. L'università che, nel i364, nus, data il primo settembre, Bull.
vi fondò Luigi I re di Ungheria Bened. XIV, tom. IV, png. 225,
più non esiste. Solimano II, nel concesse vescovi della cattedrale di
a'

1543, la prese, e rimase in mano Cinque chiese in Ungheria l'uso del


dei turchi sino al 1686, nel qual pallio, e il potersi far precedere dal-
anno il principe di Bade la prese la croce astata nella propria dioce-
colla foi'za delle armi, e la restituì si, fuorché alla presenza de' Cardi-
all'Austria. Nel 1664 già era riuscito nali di s. Romana Chiesa, de' nun-
agli austriaci di prenderla per as- zi apostolici, e dell'arcivescovo di
salto, e saccheggiarla per tre giorni, Strigonia, se qvicsli noi permettono.
ma non vi si poterono sostenere. CINTO ( Cintura , o Cordelliera).
i8o cui GIN
Sneijc (li Oitline di donne, istituito una cintura, ornata di pietre. I

in Francia dalla duchessa di Bret- cristiani della cintura sono i cri-

tagna Anna, moglie a Carlo Vili stiani d' Asia, principalmente quei
re di Francia , e poscia anche a di Soria, e di Mesopotamia, qua-
Luigi XIII, che gli successe nel 149^- si tutti nestoriani ,
giacobiti , ec.

li primario line della principessa fu Si chiamano i cristiani della cintu-

la riunione di varie donzelle, che ra ,


perché IMatavaxhel X, califfo

dovessero volare a Dio la loro ver- della casa degli Abassidi, ol)blig() i

ginità, fare tre ore di orazione in cristiani ed i giudei nell'anno 856,


ogni di festivo nella chiesa, eserci- a portare una lunga cintura di
tarsi nel restante del giorno in opere cuojo.
di pietà, pregando l'Allissimo per la La cintura de' saceidoti ebbe ori-
conversione de' tanti eretici di cui era gine dopo che Dio prescrisse l' abi-
allora inondala la Francia, e per la to de' sacerdoti della legge mosai-
j)iosperilà delle armi della monar- ca, nel comando dato a Mosè :

chia. Per onorare poi la passione di Stiingesque tunicam hysso et facies

Gesù Cristo, e le corde colle quali ballheuni opere pluniarii. Laonde


fu cinto, la fondatrice chiamò il suo dice il Bonanni, trattando dell' abi-

Ordine della Cordclliera, e per la to de'cliierici, si é sempre poi man-


divozione che aveva a s. Francesco tenuto l' uso della cintura nel cle-

di Assisi, di cui portava il cordo- ro. Vuoisi ritenere, che gli apostoli
ne, diede alle donzelle per distinti- r usassero^ da quanto disse il divin
vo un cordone di color bianco, sim- maestro Sint lambì vestri praecin-
:

bolo della professata castità. L' im- cli; e in altra circostanza disse loro:
presa poi formavasi di un collare nolite possidere anruni , neque ar-
fatto d'una corda intrecciata a pa- getiluni, nec pecuniani in zonis ve-
recchi nodi, della quale la regina stris. In queste parole l' erudito
Anna volle onorare le principali Sarnelli ravvisò pure costume de- il

dame della sua corte, acciocché lo gli orientali, quali portavano in-
i

mettessero intoi-no stemmi. ai loro volte nelle cinture le monete, sti-


f^. il p. llelyot. Storia degli Ordi- mando egU che fossex'o tessute a
ni ec, e il Bonanni, Catalogo de- guisa di rete, ed in esse si ravvol-
gli Ordini equestri ec., cap. i3o, là gessero le borse col denaro. Il Re-

fio ve parlano Dell'Ordine delle don- dentore volle inculcare colle dette
ne detto del Cinto della Cordel- parole il distacco dall' alTetlo disor-
liera ; nonché il Giustiniani, Hist. dinato alle ricchezze, e l'amore al-
pag. 407. la virtù della povertà. Essendo poi
ClNTUPiA , o CiXTOtA. ( Cingw sialo general costume, anco presso
inni. Zona). Fascia di panno, o di 1 romani , di portare la cintura,
cuojo colla quale 1' uomo si cinge i per cui Giovenale Sat. 3 stimò che
panni, intorno al mezzo della per- un uomo civile senza cintura dovesse
sona. L'uso della cintura risale al- vergognarsi, ne fu inculcato V uso
la più rimota antichità. Gli ebrei agli ecclesiastici tanto dai concilii, e
erano muniti di cinture allorché , sinodi, che da ordinanze episcopa-
mangiavano l'agnello pasquale, e il li , sino a stabilirne la forma, e la
loro sommo sacerdote era obbliga- materia.
to a portale nei solenni sagrillzi In fatti abbiamo , che il sinodo
,

GIN CIN i8i


di Colonia del iSSy, per non rife- png. 4o7j parla della Confraternita
rire altri pili antichi esempi, cele- della Cintura, nella chiesa di s. A-
brato dal vescovo Yaltamo di Ju- gostino. Egli eruditamente dice sul-

liers, ai chierici comandò: tonsuram, l'antico uso di cingersi i lombi con


et hahitiim defcranl, suo ordini con- una cinta o fascia di pelli di ani-
gnienles, et superius cincti. Il sino- mali, usanza che praticò la b. Ver-
do di Milano del i5i4 determinò: gine Maria, la quale prima di ascen-

ne cingula serico relisve intercoiilexta, dere al cielo consegnò la propria


aut e corio confccta adhiheant. Il si- cintura a san Tommaso apostolo.
nodo di Treviso, adunato nel 1601, Laonde in processo di tempo es-

disse: Ligamen s'ive vincidum colo' sendosi portata tal insigne reliquia
ris violacei^ sed tantum nigri colo- a Costantinopoli, nel calendaino gre-
ris, exceptis r. d. decano, et cano- co s'incominciò a celebrare l'uffizio

nicis nostrae cathedralis , aut ar- della Cintura della b. Vergine ai

cìiipreshyteris, deferant. Il sinodo di 2 I agosto, e la sua traslazione ai 3


Policastro, nel i632, ordinò, che: luglio. Di essa furono divotissimi s.
a zona fere cingulo violaceo clerici Agostino, e la sua madre s. Monica;
prorsus ahslineant. Nel i643, nel il perchè vennero istituite nelle chie-

sinodo di Marcico, o Marsico, ven- se di religiosi agostiniani le Congrc-


ne comandato, che il colore delle g.'izioni della Cintura, dichiarando
vesti clericali fosse interamente ne- Gregorio XIII capo delle altre quel-
ro una cuni cingulo. Dalle enun- la istituita in Bologna sua patria.
ciate sinodali disposizioni, si nota pu- Siccome poi i Pontefici furono lar-
re l'uso costante delle cinture. ghi in concedere privilegi e indul-
Questa lodevole, ed anco miste- genze a quelli di amljo i sessi a-
riosa usanza di cingere la tonaca, scritti alla divozione della cintura,
e la veste talare, è stata praticata Clemente Vili moderò tali grazie,
da diversi ecclesiastici secolari, ed mediante la costituzione, Inscrutah.
anche da tutti i regolari d' ambo i etc, giacché il novero veniva chia-
sessi, come può vedere a' loro ar-
si mato mare magnum. Il medesimo
ticoli, sebbene non convengano tut- Piazza nel suo Emerologio di Ro-
ti nella materia, di cui sono forma- ma, tom. I, p. 295, tratta erudi-
te le loro cinture. N' è per altro tamente colla digressione 26, Della
comune il simbolo di mortificazio- cintura, cingolo, o fascia, suo uso,
ne, penitenza, continenza, e castità, mistero, e precetto al eletto secola-
come avvertì s. Gregorio. Dappoiché, re, e regolare nella chiesa.
per dire di alcuni, i basiliani, e gli CIAZIO Cexci, Cardinale. Cin-
agostiniani 1' usano di pelle nera, i zio Cenci , di antica e nobile fa-
benedettini di lana del colore dell' a- miglia di Roma Car- , fu creato
bito, di lana nera i chierici regola- dinal prete del titolo di s. Loren-
ri, di canape i francescani, e di se- zo in Lucina nella Pentecoste del
ta gli ecclesiastici costituiti in digni- iiqi da Celestino III. E.istaurò la
tà. V. Fascie, e Pompeo Sarnelli sua chiesa, e la fece consacrare dal-
Lettere Eccl. tomo I, p. 74, Della lo stesso Pontefice. Fu alla canoniz-
cintola chericale. zazione di s. Giangualberto ; poi le-

Carlo Bartolomeo Piazza, nel suo gato nella Marca; quindi scomuni-
trattato, Le opere pie di Roma a cò Marcualdo, che negava di far
iSa CIP CIP
giurar vassallaggio al Pontefice ; po- quali vittime della seduzione era al
scia andò legato in Sicilia a frena- sommo impegnato di potersi avere
re i nemici della Ciiiesa, «juimli in una giovinetta cristiana, che viveva
Francia per la causa matrimoniale in quei giorni in Antiochia, nomi-
del re Filippo III, e dopo essere in- nata Giustina. Dopo molto tentare,
tervenuto ai comizi d'Innocenzo, e conobbe che nulla valevano in un
Onorio III, mori a Roma verso il anima consccrata a Gesù Cristo le
1228. insidie diaboliche, e cominciò a per-
CIOCCHI A>'TOMo, Cardinale. V. dere il credito al suo insegnatole in-
Mo>fTE. fernale. La grazia di Dio lo illuminò
CIOCCHI Cristoforo, Canlhui- a conoscere i propri erroii, egli mos-
Ic. V. INIoNTE. se il cuore a pentirsene, per cui egli
CIOCCHI Giammaria, Cardinale. gettò alle fiamme tutti i libri di ma-
V. INIoxTE, e Giulio III. gia, che aveaiio formalo per tanti an-
CIOCCHI LvNocExzo, Cardinale. ni il prediletto suo studio, donò tutti

V. Monte. i suoi beni ai poverelli, ed, istruito


CIOLETTI, o CHOLET Gio- bastantemente nella religione cristia-
vanni, Cardinale. V. Cuolet. na fu battezzato. San Gregorio di
CIPRIANO (s.), vescovo di Tolo- Nazianzo racconta il miracoloso mu-
ne in Provenza, consecrato da s. tamento di quest' uomo , Che dal-
Cesario di Arles nell'anno 5 16. As- l' eccesso della empietà in cui vive-
sistette a molti concilii, giovando va, divenne il modello di ogni piìi

non poco coli* opera sua alla con- bella virtù per modo, che ardente
servazione della fede e della disci- di carità verso Dio, non dubitò pun-
plina. Ridotta la Provenza in quel to di sottomettere il capo alla scure

tempo sotto il dominio dei Francesi, del carnefice, nella persecuzione di


ebbe il modo di purgare, con grande Diocleziano, in testimonio della sal-
consolazione del suo spirito, dall'aria- da sua fede, l'anno 804. Con esso
nesimo la propria diocesi, che ne era colse ancora la palma del mar-
miseramente infetta dagli Ostrogoti. tirio quella vergine Giustina, che re-
Mori intorno alla metà del sesto sistendo alle sue brame, era stata fe-
secolo, ebbe sepoltura nella sua chie- licissima occasione del ravvedimen-
sa, ed è il secondo protettore della to di lui. Alcuni fedeli di R.oma por-
città di Tolone. tarono da Nicomedia in questa cit-

CIPRIANO (s.), martire di Nico- tà le reliquie di ambedue i santi


media detto il Mago, nacque in martiri, ai quali nel regno di Co-
Antiochia, città posta tra la Siria stantino, per opera d' una pia don-
e r Arabia, dipendente dal governo na della famiglia di Claudio, fu e-
della Fenicia. I genitori di lui, che retto un tempio nella piazza, che
erano immersi nella superstizione, porta il nome di questo principe.
lo votarono sino da fanciullo al de- In progresso di tempo però le ossa
monio, ed egli crebbe nel disor- di s. Cipriano e di s. Giustina fu-
dine del vizio e nella empietà. rono trasferite nella basilica di La-
Tra le arti aveva ap-
funeste, che terano, dove riposano anche al pre-
preso alla scuola di un tanto mae- sente. La festa di questi due mar-
stro, usava anche quella infamissi- tiri è celebrata il ventesimoscsto
ina di sedurre le vergini, fra le giorno di settembre.
,
,

GIP CIP i83


CIPRLV^O (s.), vescovo di Car- sua eiezione dai vescovi delia pro-
tagine e martire. Figliuolo ad uno vincia, fu consecralo nell'anno 248.
dei priuii seuatori di Cartagine era Tulio ciò, che può formare il più bel-
cresciuto nella universale estimazio- lo encomio di un vescovo, avea Ci-

ne così per la nobiltà della nascita, priano in grado eminente, e fu scritto


come per la altezza dell' ingegno, e che così anche nell' esterno ei dimo-
per la facondia del dire. 11 Signore, strava le egregie doli dell'animo,
che volea trarlo dalle tenebre del da non poterlo vedere senza sen-
paganesimo alla luce del vangelo, e tirsi mossi all' amore insieme ed al
dalle sozzure di bruiti vizii alla pu- rispetto. La persecuzione , che fece
rità della morale crislianaj dispose Decio ai cristiani, diede occasione
ch'egli incontrasse amicizia col santo agli idolatri di insolentireacremen-
prete Cecilio, che viveva di quei te contro il santo vescovo, che non
gioinii appunto
in Cartagine, e fu lasciava di adopei'are il suo zelo
per le persuadenti ammonizioni di per mantenere la disciplina, e ri-
questo, ch'egli, dopo vinti non po- parale in parte le gravi perdite
chi contrasti dell'animo, deliberò di cagionate dall' insano furore degli
abbracciare la religione di Gesù Cri- infedeli. Ma poiché questi non de-
sto. Ricevuto il battesimo, come a sistevano ogni
dall' insidiare per
preludio di quella carità, che dove- parte ^ua sacra persona, ricorde-
la
va renderlo un eroe della Chiesa ,
vole delle parole evangeliche se sie- :

vendette ogni suo avere, distribuen- te perseguitati in una città, fuggite


done il prezzo ai poveri. La sacra in un altra ; ben conoscendo che
Scrittura e le opei'e di Tertulliano una più lunga dimora in Cartagi-
furono i primi libri, sui quali, tosto ne, non avrebbe clic accresciuto il
convertito, pose con ogni calore il furoic dei Pagani, non per- debolez-
suo studio, standosi però molto ri- za d' animo, ma affine di rendere
guardato nelle opere di quest' ulti- anzi il miglior servigio al suo greg-
mo, per non cadere negli eirori di ge, pensò di allontanarsi da quella
lui. Alla scuola dei hbri santi pro- città.Nella sua assenza, che durò
fittò nelle virtìi di giorno in giorno, poco meno che due anni, egli scris-
così,che in breve, al dire di Ponzio, se moltissime lettere, tulle ripiene
divenne erede della pietà di Cecilio, di queir apostolico zelo che lo in-
di cui volle assumere per gratitu- fiammava, nelle quali dirigeva sa-
dine il nome, chiamandosi appresso lutari ammonizioni, ora al popolo
Fascio Cecilio Cipriano. Per voto per conservailo fedele a Gesù Cri-
unanime del popolo, comechè neo- sto, ora ai traviati per ridurli al
fìto, fu innalzato al sacerdozio, e non retto sentiero, ora ai sacerdoti ed
era ancora un anno trascorso dalla a' vicari perchè non cadesseio di
sua ordinazione, che venuto a mor- animo nell'esercizio del santo mini-
te Demetrio vescovo di Cartagine stero, ancora più difficile in quel
il clero insieme ed il popolo lo do- tempo di persecuzione. Potea dirsi
mandarono per successore. La umil- con tutta verità che se non era pre-
tà, che era in lui non ordinaria sente ai suoi figli colla persona, lo
lo consigliò alla fuga, ma inseguito era sempre con lo spirilo, e meglio
per ogni parte, dovette cedere alle giovava al bene spirituale delle ani-
istanze universali, ed approvata la me, perchè più liberamente parla-
, ,

.84 CIP CIP


va loro collo scritto, di quello clic zo *rld mondo,
della grazia di
non avrebbe potuto fare colla voce. Dio. santo scrisse quest' opera
II

Poiché piacque al Signore di rido- poco dopo la sua conveisioue, e


nare la calma ai fedeli, circa l'anno la mandò a Donato, che era stato
25i, per avvenuta morte di De-
la battezzato con lui, e che pare es-
cio e del suo figliuolo, il santo ve- sere stato suo 'compagno in ret-
scovo Cipriano litornò dal suo esilio torica. Lo stile ne è lucido e
in Cartagine, 'nel mese d'aprile del- pomposo: vi si riconosce un pro-
lo stesso anno. Non andò molto dal fessore di eloquenza, avvezzo alle
suo ritoino, che tenne un concilio declamazioni, e che aveva testé
assai numeroso in questa città, nel lascialo questo impiego.
quale furono condannati gli scisma- 2. Il libro della Vanità degl'ido-
liei, ed obbligati alla penitenza i cadu- li, composto da lui essendo lai-
ti nella persecuzione. Sarebbe trop- co. Lo scopo del santo è di pro-
po lungo il narrare per quante ma- vare non doversi riguardar co-
niere Cipriano abbia dimostrato l'in- me dei quelli che non furono
,

faticabile suo zelo nell'esercizio dei altro che uomini, e commisero i


suoi doveri episcopali, doveri che se più abbominevoli delitti. Prova
riescono in ogni tempo di somma che i pagani adoravano sovente
ad eseguirsi, più assai lo
difficoltà i demoni, quelli ancora che qual-
erano senza alcun dubbio in quella che volta possedevano corpi de- i

stagione, nella quale le potestà ter- gli uomini. Egli se ne appella


rene faceano ogni prova per abbat- agli stessi suoi avversari, che
tere il regno eterno di Gesìi
Cristo. avevano più di una volta udito
Quanto di bone può arrecare alla i demoni confessare ciò ch'erano,
Chiesa mia somma pietà congiunta quando i cristiani loro facevano
alla più profonda dottrina in un ve- gli esorcismi.
scovo, tutto questo può essere ba- 3. Sembra ch'egli fosse catecumeno
stante encomio a Cipriano, che fra quando scrisse i due libri dei Te-
i pastori fu distintissimo.
Se persi- slinionii , che sono una raccolta
stette,più che forse non conveniva, di passi dell' antico testamento
nella opinione che fosse nullo il bat- risguardanti Gesù Cristo e la sua
tesimo conferito dagli eretici, seppe Chiesa. Vi è un terzo libro dei
anche, come dice santo Agostino Tcslinionii, che è pure una rac-
cancellare il suo errore collo spar- colta di passi, dai quali risulta
gimento del proprio sangue per la un sistema di morale.
fede di Gesù Cristo, Io che av\ en- 4- II libro del Contegno delle Ver-
ne nel giorno i4 di settembre del- gini fu scritto immediatamente
l'anno 2 58, non senza grande com- dopo l'innalzamento del santo
pianto ed edificazione di tutto il suo alla dignità episcopale, secondo
popolo. Dopo il quinto secolo, la fe- Pamelio, Pearson e Tiliemont.
sta di questo santo è celebrata uni- 5. Il libro dell' Unità della Chiesa

tamente a quella di s. Cornelio ai fu scritto poco prima che egli


16 del mese di settembre. ' abbandonasse il suo ritiro per tor-

IVoUzie sugli scrùn di


nare a Cartagine.
s. Cipriano.
6. Il libro dei Cadali. 11 santo do-
I • La lettera o trattato dd disprcz- po aver Iodato a cielo la corona
CIP CIP i85
dei martiri, deplora amaramente secolo , e contiene cose somma-
la caduta di quelli , che aveano mente utili.

apostatato.
y. 11 libro dell' 0/r/;,/o/2e domenicale, La prima edizione delle opere di
scritto poco tempo dopo la pre- s. Cipriano comparve poco tempo
cedente opera. dopo r invenzione della stampa es- ;

8. Il libro della Moralità, scritto sa non porta nome, né di stampa-


neir occasione della pestilenza. tore, né di luogo ; tuttavia è piti

9. L' esortazione al Martirio, scritta corretta della maggior parte di quel-


nel 252. le che uscirono dopo. Le opere del-
10. Il libro a Demetriano. Questi lo stesso padre furono ristampate
era un magistrato di Cartagine, per cura di Erasmo , di Manuzio ,

che quantunque caldo pagano, di Morel, di Pamelio e di Piigault.


era stretto in amicizia col santo Questo ultimo editore è un calvi-
vescovo. L' opera di cui si tratta nista mascherato , al dir di Fello.
è una risposta alle invettive di In fatti si trovano nelle sue note a
questo magistrato contro la no- Tertulliano ed a s. Cipriano molte
stra fede. Vi si prova la religione cose che sentono di calvinismo. A^.

cristiana non esser causa delle ca- l'Aubespine , Gozio, Ep. ad Salinas.
lamità dell' impero , e vi si ha pag. 32 3, e Petitdidier, Osservaz.
inoltre una bella esortazione alla sulla Biblioth. di du Fin, tom. I,

penitenza. p. 280.
11. 11 libro della Elemosina e delle Nell'edizione di Pamelio le lette-

buone opere, composto verso V an- re di s. Cipriano sono poste le pri-


no 254. me e messe in ordine cronologico ;

12. Il libro del Bene della pazienza, ma non hanno lo stesso luogo nelle
composto verso l'anno 256, in edizioni anteriori e posteriori.
occasione delle dispute levate ri- L' edizione di Oxford uscì nel
spetto al battesimo degli ere- 1681 ella si debbe a Fello, vesco-
:

tici. vo della stessa città, che vi aggiun-


1 3. 11 libro della Gelosia e AqW In- se nuove annotazioni, cogli Ànnnles
vidia, scritto poco dopo il prece- Ciprianici di Pearson, e le tredici
dente. Dissertaliones Ciprianicae di Dod-
i4- Lettere in numero di oltantu- well, che mirano a schiarire certi
na nell'edizione di OxCord ( detto punti di fatto e di disciplina. Ba-
in latino Oxoniiim ) , e ottanta- luzio preparava una nuova edizio-
tre in quella di Baluzio. lìllleno ne di s. Cipriano, quando rapi Ilo
hanno per argomento punti di la Maran Benedettino della
morte.
dogma, di disciplina, e di pietà. congregazione di s. Mauro diodo
i5. Fra le opere di s. Cipriano ne r ultima mano all'opera di lui. Ila
sono stampate molte, che furono eziandio corretto alcune note di Ba-
attribuite a lui, benché non sia- luzio, ve ne aggiunse di nuove, e
no sue. Le principali sono: i. Il fregiò la sua edizione di una nuo-
Trattato contro gli spettacoli pub- va vita di s. Cipriano. Questa edi-
blici. 2. Il Discorso contro No- zione comparve a Parigi nel 1726,
vaziano. 3. Il libro del Celibato in fol. col titolo seguente; S. Cy-
de chierici, che è del settimo priain opera rccognila per Bahh
I Hb CI P CIP
jciinn , kcruin illusirata per unum mentre per la lettera S, piesso gli
(iìLyan) e nioiiacliis s. lilauri, qui antichi simbolo del silenzio, inse-
jìravfdiionem et vitani s. Cipriani gnavasi loro, doversi mantenei'C ne-
iidornavit. Essa fu ristampata a Ve- gli alfari di stato uu rigoroso se-
nezia nel 1758. greto. Per questa ragione furono
CIPRIANO (s.), abbate nel Pe- chiamati anche Cavalieri del silen-
rigoitl, visse al tempo di Clutaiio I. zio. Lo stemma dei Lusignano era

Coiisecralosi (ino dai primi aiuii al fregiato colla lettera S, forse per me-
servizio del Signore, riuscì un di- moria dell'istituzione di (|uest' Ordi-
stintissimo modello di vita cenobiti- ne cavalleresco. Fiori per molti an-
ca. Secondo s. Gregorio di Tours, ni r Ordine ; ma occupata da' tur-

ebbe egli il dono dei miracoli, che chi l'isola di Cipro (f^edi), esso
operò cos'i iu vita come dopo mor- naturalmente si estinse. V. Hist.
te, la qual morte avvenne circa la Cronol. degli Ordini equestri, etc,
line del secolo sesto. La festa di lui di Bernardo Giustiniani, a pag. £96
è indicata nel martirologio romano e seg.
nel giorno 9 del mese di dicembre. CIPRO ( Cyprus, ed in turco Ki-
CIPRIANO, Cardinale. Cipriano, Iris). Isola considerabile del Medi-
arcidiacono di santa romana Chie- terraneo, tra la Cilicia, e la Siria,
sa, e Cardinal diacono, viveva nel posta al nord dell'Egitto, all'ovest

494 5 "ti pontificato di s. Gela- ed al sud della Cara-


della Siria,
sio I. mania. Sebbene montuosa è ferti- ,

CIPRO (Ordine di cavalieri). L'i- lissima , e produce in abbondanza


stituzione di cjuest' Ordine si attri- le cose necessarie alla vita, special-
buisce verso il I i()7, per opera di un mente l'eccellentissimo e tanto ri-
le dell'isola di Cipro della nobilis- nomato vino di Cipro. E tagliata
sima famiglia Lusignano, forse Alme- dall'est all'ovest per una catena di

rico.Onesti cavalieri, che seguivano la montagne alte e scoscese , la cui


regola di s. Basilio, dovevano prendere punta più alta è il monte Santa
le armi contro gl'infedeli, e difendei'e Croce, cioè il famigerato Olimpo
la cattolica religione massime con- degli antichi. Consagrata già a Ve-
tro gli ottomani. Fu data per in- nere dai onora vasi
favoleggiatori ,

segna ai una col-


cavalieri di Cipro quivi la dea con un culto partico-
lana d'oro, formata di molti S in- lai(^, come ([uella che al dire dei
sieme concatenati, da cui pendeva poeti era nata in quest'isola. Forse
nel mezzo una piccola spada d'ar- la voluttà degli abitanti diede ori-
gento, col manico d'oro, avente so- gine alla favola, mentre dalla gran
pra uu S con r epigrafe prò fide : (pianti tà degli arboscelli chiamati
SERVAXDA, come apparisce nel C.i- Cipro, i quali producono un fiore
talogo (lei^li Ordini ecpiestri, etc. di odorosissimo , che cresce ovunque
Bonanni a pag. 108, ed al u. 98. nell'isola, vuoisi che essa ne pren-
Non si deve tacere, che altri disse- desse nome. Delle tante famose
il

10 essere nel mezzo della spada la città che Cipro contenne, Salamina

lettera R.. Con questa spada volle il piìi non esiste, Ceraunia, oggi Cui-

fondatore dell'Ordine significare, nes, non ha che un buon porto, e


che muniti di tal arme, dovevano così Palo oggi BalTa , è l'i dotta a
que' cavalieri combattere il ucunco, piccolo borgo. Amutuiita , oggi JLi-
CIP CIP 187
niassol, fa di sé meschina mostra fra col titoio di duca, o Cipriarca. Al-
le rovine di antichi monumenti, ed la caduta del romano impero per
Arsi noe, oggi Famagosta (Fedi), alcun tempo fu signoreggiata dagli
Ila ingombrata di macerie la sua arabi, che dagli imperatori greci
rada. Le altre celebrate città , che vennero discacciati, cosicché rimase
una neh' isola, sono
volta fiorirono al loro governo. Ribellatasi l' isola
Citerà, Leucotea , oggi Nicosia
e al duca Isacco Comneno, uomo cru-
[ Fedi)j che u'è capitale. Ma la dele, se ne rese padrone Riccardo I
maggior celebrità derivò a Cipro re d' Inghilterra, il quale s' era im-
da Amatunta, Pafo, Citerà, e dal barcato nel 1191 per la crociata,
bosco d' Idalia. L'isola fu anco chia- ed era stato gettato dalla tempesta
mata con diversi nomi , e per la nelle coste dell'isola, e la prese ad I-
sua floridezza, popolazione, ed altre sacco, che era stato saccheggiato da-
singolari prerogative, principalmen- gli stessi suoi soldati. Il motivo di
te al tempo delle Crociate, fu dai tale invasione si attribuisce agli af-
Greci chiamata Macaria, cioè Bea- fronti che il duca Isac-
re ricevette dal
ta. Ma ora pel suo considerevole co. Il ne investi i cavalieri Tem-
re
decadimento non conta che circa plari, che poco tempo dopo la re-

settantamila abitanti, la metà gre- stituirono a Riccardo I. Siccome era


ci, e il resto turchi , mai'oniti , ar- slata presa la città , e il regno di
meni, ec. Però sino dai tempi re- Gerusalemme dai saraceni nel i i88,
moti, è proibito agli ebi'ci di sog- mentre n'era re Guido di Lusigna-
giornarvi, in conseguenza della ri- no di nobilissima stirpe francese,
bellione da essi suscitatavi sotto l'im- bramoso il detto re d'Inghilterra
peratore Trajano. di conquistare a* saraceni il regna
Cipro anticamente fu popolata di Gerusalemme, si fece cedere da
dai Fenicii, avanti che alcune colo- Guido le sue ragioni sul medesimo,
nie greche vi si stabilissero, poscia e invece gli cedette il regno dell'i-
fu divisa in quattro provincie , e sola di Cipro, che teneva in pos-
contiene nove regni tributarii dei sesso, locchè avvenne nel medesimo
monarchi di Persia. Allorquando anno i 91
Nel 1 1 94 gli successe
1 .

r impero persiano fu distrutto, l'iso- sul trono Almerico, ed a questo si


la divenne dominio dei Tolomei re attribuisce l'istituzione de' Cavalie-
d'Egitto, o de' loro parenti dopo la ri di Cipro {Vedi), detti anco del
morte di Alessandro il Grande ,
Sdeiizio, per difendere l'isola con-
dall'anno 3i^ avanti l'era cristia- ila i turchi; Ordine equestre, che
na, sino al 697 di Pioma , e Sy mollo fiorì in questo regno. Montò
prima delia nascita del Salvatore. poscia sul trono nel i2o5 Ugo I,
A quest'epoca fu da' romani occu- ch'ebbe nel 1218 Enrico I per suc-
pata, ed i governatori si chiamaro- cessore. IMcntre per la sua morte il
no allora Cipriarclii. I romani tol- regno era governato dalla regina ,
sero quest'isola a Cleopatra, regina il Cardinal Pelagio Galvani, legato
di Egitto, come discendente di To- d'Innocenzo IH nella Grecia, per
lomeo. Diviso poscia l'impero ro- ordine del Papa passò in Cipro, e
mano, Cipro rimase soggetta all'im- stabili colla regina , co' vescovi e
peratore di Costantinopoli, che de- magnati del reame le cose riguar-
stinava al suo governo im ministro dauli lu cattolica religione , laonde
, ,,

i88 CIP CIP


venne iicU' isola foiulala la mofio- cipal motore 11 detto Pietro re di
politana, con tre vescovi sullraganei Cipro, che da cinque o sei anni per
di rito latino quando prima ve n'e- tale effetto visitava tutte le corti di
rano quattordici di rito greco. Ma Europa , come quello che piti era
(lolle sedi vescovili del rci^no di Ci- esposto alla possanza degli ottoma-
pro, e de' concilii ivi celebrali ne ni. Urbano V deliberò di partire
rarleremo in fine dell' articolo. da Avignone, e lecarsi in Roma, rna
Nel 12^4 all'enne re di Cipro scris.se prima nel i366 premurose
Ugo che ebbe per successori nel
II, lettere a tutti principi Europei
i

ì7.G^ Ugo HI, nel 1281 Giovanni I, perchè porgessero soccorso alle iso-
jiel 1283 Enrico II, nel i3i6 Ugo le di Cipts, e di Rodi, contro le

IV, il quale regnò trentasette anni. (juali volevano scagliarsi i saraceni


Detcrminata nel i333 la crociata dell'Egitto, di Soria, e di Babilo-
contro i turchi, ed effettuata nel i 344 nia collegati Giunto il
coi turchi.
sotto il pontificato di Clemente VI, Papa a Roma 16 ottobre, fu vi-
a'

questo Papa prescrisse al re di Ci- sitato da Pietro re di Cipro, dal-


pro, ai veneziani, ai genovesi, ed l' imperatore e da Giovanna I, re-
a' cavalieri di Ilodi di mantenere gina di Napoli, alla quale il Pon-
nel porto di Smirne delle galere ar- tefice donò la Rosa d'oro benedet-
mate ,
per raffrenare la crescente ta , comunque i Cardinali avessero
possanza turchesca. Dipoi, nel i352, desiderato, che piuttosto fosse data
Innocenzo VI suo successore, da A- al re di Cipro.
vignone scrisse al re Ugo IV, acciò 1372, Gregorio XI co-
Nell'anno
eseguisse tali condizioni, ed osser- mandò primo, che si celebrasse
il

vando, che dopo la ribellione del neir occidente la festa della Presen-
Iriljiuio Cola di Pùenzo romani , i tazione della beata Vergine nel tem-
profittando del soggiorno de' Ponte- pio, fissandola a' 2 i novembre. Pie-
fici Avignone, non volevano sof-
in tro II, o Petrino re di Cipro , salito
frire alcun giogo, perchè si accostu- al trono nel i3j inviò in Avi- i ,

massero all'ubbidienza, mandò a go- gnone al Papa l' uffizio di tal so-
vernarli il re Ugo IV Lusignano lennità posto in note, come si can-
che si trovava alla sua corte di A- tava neir oriente , e Gregorio XI
vignone col fine di domandargli soc- non solo approvollo , ma lo fece
corso contro il sultano d'Egitto. 11 cantare nella chiesa de' frati minori

rispetto che si doveva a f[ue-^to


, in Avignone, donde
propagò per si

principe, riscosse dai romani l'ubbi- tutto l'occidente. Nell'anno i383,


dienza , ma
durò per ben
questa divenne re di Cipro Jacopo I, il
poco tempo. Eletto nel i362 in A- quale però, come il predecessoie
vignone il Papa Urbano V, Pietro avviluppato nel funesto scisma di
I re di Cipro vi si recò ad ossequiar- Clemente VII, contro il legittimo
lo, come fecero altri sovrani, in un Pontefice Urbano VI, segui le par-
ai re di Francia, di Danimarca, e ti dell'antipapa, per cui anche l'isola

all'imperatore Carlo IV. Alla pre- prestò ubbidienza a Clemente VII,


senza di numerosa assemblea fu pri- e al successore Benedetto Xlll. Ma
ma cura di Urbano V di deliberare dipoi conosciuto l' errore , il re
sulla crociata, e sul con cui modo Giovanni II che nel iBgS era dive-
aveasi da intraprendere. N'era prin- vcuulo sovrano di Cipro, si ritirò
,

CIP CIP 189


dall'ubbidienza di questo ultimo, scrisse caldissime lettere a Federico
e spedì ambasciatori al concilio di III re de' Romani, ed ai re d' In-

Pisa, ove fu eletto nell'anno 1409 glìilteri-a, Polonia, Boemia, Svezia,


Alessandro V. Nel i4i2 divenne Norvegia, Sicilia, e Scozia, esortan-
re di Cipro Giovanni HI, ed ancor doli a prestargli soccorso con dena-
eirli
o in\iò ambasciatori al celebre ro, o con armi; ammonì lo stesso

concilio di Costanza , ov' ebbe ter- re di Cipro a fortificare Nicosia, e


mine lo scisma, coli' elezione di Mar- concesse indulgenza plenaria a tutti
tino V, nel i-iir. i fedeli, che al re prestassero aiuto.
Mentre era sovrano di Cipro Gio- Egual zelo ebbe Calisto HI, perchè
vanni 111, il Pontefice Eugenio IV nel 1455 fece allestire un'armata
provò gran consolazione nel ricevere di sedici galere sotto il comando del
all'unione della Chiesa romanri, nel valoroso Cardinal Mezzarota, colla
144^3 §li scismatici dell'isola di Ci- quale difese l'isola di Cipro dagli
pro, che aveano seguitati i decreti ottomani, e restituì quella di JMiti-

del concdiabolo di Basilea. Appena lene al suo principe. Nel 1460, Car-
poi, nel successe nel pon- lotta regina di Cipro, figlia di Gio-
14473 S^'
tificato jNicolò V, questi assolvette vanni III, si fece coronare in Nico-
il re Giovanni III incorso nelle cen- sia, e governò il regno sino al i463,
sure per le molestie date all' arci- in cui usurpò il potere Giacomo fi-

vescovo di JNicosia, delle quali si di- glio spurio di Giovanni III, ilqua-
mostrava sinceramente pentito. Fra- le divenne re col nome di Jacopo
tello di questo re fu Ugo Lusigna^ II. Ad istanza di questo principe
no, che nel is\i3 era stato fatto da nel 14^73 Paiolo II creò Cardinale
Giovanni XX III arcivescovo di Xi- il di lui parente Teodoro Paleolo-
cosia, e da INIartino 1426 V nel go, discendente dagl'imperatori di
era stato creato Cardinale. Ciò non Oriente.
pertanto, sotto Eugenio IV, seguì il Giacomo li si sposò con Cateri-
partito de' padri di Basilea, e dell an- na figlia di Marco Cornaro nobile
tipapa Febee V, eletto da que' pa- veneziano, da quella repubblica adot-
dri, perchè Anna di Lusignano sua tata per figlia. Caterina rimase ve-
nipote era maritata a Ludovico du- dova nel i473, e dopo due anni alla
ca di Savoja, figlio dell'antipapa. morte del suo piccolo figlio Giaco-
Degradato da Eugenio IV delle di- mo IH, abdicò il regno a favore
gnità vescovile e Cardinalizia, morì della repubblica di Venezia, ritiran-
nella Savoja nel i44-- dosi nella sua patria l'anno i^So.
Nicolò V, nel i44'5
luglio del Siccome tuttora era vivente Carlot-
nominò legato apostolico nel regno ta, figlia legittima di Giovanni IH,

di Cipro e nell' isola di R.odi, An- indarno reclamò essa contro tale
drea arcivescovo di Pvodi, affin di re- determinazione, enormemente lesi-
staurare la disciplina ecclesiastica in va de' suoi sagri diritti, e indarno
ambedue luoghi, e richiamare al
i ricorse colle armi del sultano di E-
grembo della Chiesa caldei, e gli i gitto, a quelle di Savoja, ed al Pa-
scismatici i\i dimoranti. Maometto pa . Recatasi pertanto in Ptoma,
II imperatore de' turchi mosse guer- luvvi graziosamente ricevuta da Si-
ra al re Giovanni III; per cui Pa- sto IV, e trattata coi riguardi dovu-
pa Nicolò V, a' 12 agosto 1 4 l'i 3
ti air alto suo rango, e quindi mo-
i()o CIP CIP
lì solfo Innocenzo VII! a' iG luglio bella di Armenia
fu sposala da ,

j/jHj, clic non cbl)c minor consi- Maurizio conte di Tiro, fratello di
tleraz.ione del predecessore per tal Enrico II re di Cipro, e da questi
disgraziata regina. Fu sepolta nella nacquero Giovanni, e Guido di Lu-
basilica vaticana, dopo essere stata signano. Giovanni fu chiamato in
esposta nel palazzo, die Sisto IV le Cilicia, mentre ancora reg-iava Leo-
avca assegnato in Borgo nuovo per ne V, e fu creato bailo, e gran
abitazione, incontro la chiesa di s. principe di Armenia. Morto quindi
Maria della Purità. Venne accora- Leone V senza lasciare prole, i
]iagnnla con pompa alla basilica, grandi proclamarono re di Armenia
coir intervento della famiglia ponti- Giovanni di Lusignano, sotto il no-
ficia, ed ivi undici Cardinali assi- me di Costantino III, cioè nel 1342;
.«teltero alle sue esequie. Sotto Pao- ma siccome Giovanni non avea fi-
lo V il corpo della regina fu tras- gli, nel seguente anno gli succes-
portato nelle grotte vaticane, ove si se il fratello Guido. Questi pure
legge questa iscrizione kabola hie- : non avendo discendenza, ebbe per
T.VSALEM, CYPRI ET ARMENIAE REGINA successore al trono di Armenia ,

ORItT XVI JULtl ANNO DOM. l4^7- ^ sotto il nome di Costantino IV,
Torrigio, nelle Sagre grolle vatiea- il figlio di Baldovino di Lusi-
ve, ci dà pi-cziosc notizie di questa gnano, gran contestabile Arme- di
piissima regina, che mori d'anni 47 nia. Costantino IV morì dopo die-
per paralisia, e che fu encomiata ciotto anni di regno, e per alcun
per virtù. Questa principessa, la qua- tempo essendo rimasto vacante il

le avea sposato Luigi di Savoja, e trono di Armenia, Papa Urbano V


secondo figlio di Luigi duca di Sa- scrisse lettere ai grandi d' Armenia,
voja e di Anna di Cipro, figlia di e li esorlò a coronare re Leone di
Giovanni III, nel morire lasciò tut- Lusignano discendente dai mentova-
ti i suoi diritti alla corona di Cipro ti principi, e dai re di Cipro. Leo-

a Carlo duca di Savoja suo nipote, ne portatosi a Sis vi fu coronato ,

il quale prese in fatti il titolo di nel i365. Mentre regnava questo


re di Cipro, titolo che fu trascura- Leone VI, la Cilicia fu assalita da-
to da' suoi successori sino a Vittorio gli eserciti di Esciref-Sciaban sulta-
Amadeo I. Questi lo assunse nel no di Egitto, ed il regno di Arme-
1 633, e lo trasmise ai suoi successori, i nia fu distrutto ; il perchè Leone
quali s' intitolano re di Cipro, Ar- VI prima condotto in Egitto, vi fu
menia, e Gerusalemme, come si dirà tenuto lungo tempo in prigione;
meglio all'articolo Savoja (^Vedi), ma liberato nel i382, venne in
Olii per?» diremo il perchè i re di Europa, ed in Roma fu molto ono-
Cipro si dicessero ancora di Armenia, rato dal Pontefice Urbano VI. Per-
e di Gerusalemme. corsi altri paesi , morì a Parigi
Thoros III, della dinastia di Ru- nel 1393, senza lasciare figli. Suo
])en, re di Armenia in Cilicia, nel erede legittimo essendo il re di Ci-
i2C)3 prese per moglie la princi- pro Jacopo I, questi si fece coronare
pessa Margherita, figlia di Ugo III solennemente re di Armenia, e così
re di Cipro della suddetta dinastia divennero Lusignani re di Cipro, ol-
i

de' Lusignnni. Indi nel 1295 la so- treche re di Gerusalemme, conservan-


rella di Thoros III, principessa Isa- do anco il titolo di re di Armenia.
CIP C P I 1 9 i

La repiibblicj»Venezia di posse- polazione soffri notabile decremento.


tlette Cipro sino dal 1^7 i,
l'isola di La chiesa di Cipro fu fondata da-
Ma ad onta che armate veneziane, gli apostoli s. Paolo_, e s. Barnaba,
spagniiole, e pontifìcie avessero vin- i quali essendo partiti d' Antiochia,
ta la strepitosa armata di Lepanto, s'imbarcarono a Seleucia, ed arri-
Solimano II imperatore de' turchi, varono neir isola di Cipro predica- ;

per nulla avvilito, impadronì del s' rono in Salamina, e quindi per tut-
regno di Cipro nel iSyi, per cui te le città dell' isola. La provincia
la sublime porta ottomana tuttora ecclesiastica di Cipro si compose di
ne conserva il dominio. Gregorio Nicosia, che eretta in sede vescovi-
XIII, che governava la Chiesa alla le nel quarto secolo, divenne metro-
caduta di Cipro, ne fu estremamen- poli nel Papa In-
secolo XIII, sotto
te dolente, e con molto oro riscattò nocenzo come superiormente ac-
III,

Tina gran quantità di ripiiotti fatti cennammo. Ebbe quattordici, o die-


schiavi dai turchi. Nel pontificato ciotto sedi vescovili, ed arcivescovi-
poi di Paolo V, il duca di Savoja li per sulTraganee. Sotto il pontifi-

Carlo Emmanuele, confidando nei cato di Pio IV, i veneziani, allora


soccorsi di milizie e denaro offerti- padroni dell' isola, ottennero la no-
gli dal Pontefice, e per di lui con- mina di un arcivescovo, con condi-
siglio volle tentar la ricupera del zione che la repubblica nominasse
regno di Cipro, onde far valere i quattro soggetti , de' quali il Papa
diritti, che gli derivavano per la dis- ne eleggerebbe uno. Dopo l'invasio-
posizione della regina Carlotta. I ne ottomana la congregazione di
cristiani abitatori dell'isola in nu- Propaganda vi manteneva un vesco-
mero di trentacinquemila, promise- vo in Pafo, e vi mandò per mis-
ro al duca valido ajuto, ed una ri- sionari i cappuccini, i riformati, e
bellione contro i turchi appena vi gli osservanti, mentre il patriarca
fosse comparso colle sue truppe; ma de' maroniti faceva assistere i suoi
quando le trattative erano già avan- cattolici nazionali da un vescovo del
zate, il pascià di Cipro essendosi proprio Cipro fu anche titolo
rito.

insospettito per certe lettere, che ave- arcivescovile e vescovile onorario e ;

va fatto intercettare, si scagliò fu- i greci, i giacchiti, i maroniti, e gli

riosamente contro i cristiani. Perciò armeni vi ebbero particolare sede 1

il duca rimase deluso nelle con- vescovile ed arcivescovile. Comman-


cepite speranze, e Paolo V fu afìlit- ville, Ilislor. de tous les /4rchev. et
to per la perdita di tanti fedeli. Evcq. dice, che anco i copti vi eb-
Cipro forma oggidì un pasciala- bero il vescovo sino dal secolo XI.
tico dipendente dal governo del ca- Il celebre s. Spiridione, protettore di
pitano pascià, ed è l'isola divisa in Cor fu, era stato vescovo di Tremi-
tre sangiacati, cioè di BnjYa, Ceri- tunte nell'isola di Cipro, e nell'an-
na, e Nicosia. Il distretto d' IchiI no 325 intervenne al concilio di
nella parte di Cilicia detta Trachea, Nicea, e poi a quello di Sardica.
o r Aspra, sulla costa occidentale L' erezione della chiesa di Nicosia
della Caramania, dipende dall'in- rimonta a tal' epoca, o poco prima.
tendenza di Cipro. Nella funesta rea-
Concila di Cipro.
zione del 82?., il furore de'turchi punì
I

severamente cipri(jtti, per cui la po-


i Il piimo concilio nell'isola di Cipro
,

i(j2 CIP CIR


f(i tenuto nell'nnno Sqo, contro venne poscia insignito della dignità
Oiigcne. Baluzio in Collcct. ed di arcidiacono. Lo zelo, di cui av-
Arduino toni. I. vampava pel bene della diocesi, lo
Il secondo concilio fu celebrato l'an- fece porre in opera tutti i mezzi
no (>43 contio gli eretici ìMono possibili per torre gli abusi, e ri-

telili. Re- MV. Labbé t. V, ed mettere la disciplina. Se non che


Arduino ton). 111. non andò guari, che il goveinatore
Il terzo ebbe luogo nel 1260, per della città prese a perseguitarlo, e
la disciplina ecclesiastica, e ne par- giunse persino a porlo in prigione
la il solo Arduino nei tom. VH. per pazzo. Ricuperata per altro la

V. Janna, Ilisloire generale dcs libertà dopo la morte infelice del


royaumes eie Cyprc, de Jerusa- suo persecutore, rinunziò l' arcidia-
lem, d' Armenie 3 et d'Egypte couato, e distribuito l'avanzo dei
Leide 17.Ì7. suoi beni ai poveri, si condusse a
Roma compagnia di un santo
in
CIPSELLA, o Cypsela. Città ve- vescovo irlandese chiamato Fulvio.
scovile della Tracia, nella provincia Dopo questo viaggio, volle visitare
ecclesiastica di R.odope, sotto la me- Flaocatc, prefetto del palazzo pel
tropoli di Tiajanopoli , suU' Ebro. regno Borgogna nell' aimo G|f,
di
L' imperatore Giustiniano I dal suo dal quale avendo ricevute in dono
nome la chiamo Giusliniana, o la due terre situate sui confini del Ber-
nuova Giustìniana. Altri la chia- ri e della Turena, nella diocesi di
marono Ipsela, e Sfracella. La sua Bourges, edilicò i monisteri di Meau-
scile, istituita nel secolo quinto, eb- bec e Lonrey. Qucst' ultimo in pro-
be sei vescovi, l' Orìens secondo cesso di tempo prese il nome di s.

Chrisl. tomo 204. ÌMa in se-


I, p. Girano, il quale fu seppellito nel
guito, e nel secolo nono, fu eleva- medesimo, l'anno 6J7.
ta al grado di arcivescovato ono- GIR.CINA. Sede vescovile nella
rario. provincia Bizacena, dell' esarcato di
CIRAxXO (s.), abbate di Lonrey Adrumeto. la cui erezione rimonta
nel Bern. S. Girano, o Sigirano_, al quarto secolo, nell' Africa occi-
che ebbe i natali da illustre fami- dentale, in regno di
un'isola del
giia nel IJerrì, fioriva nel secolo set- Tunisi. Viene chiamata con diverse
limo. Dopoché fu informato nella denominazioni. Commanville la chia-
pietà, e in quegli studii che si ad- ma Cìrcìna , Cercine , e Cercare.
dicevano al suo lignaggio, gli venne Altri la chiamarono Cine arila , e
conferita la cospicua carica di cop- Cicllila. S. Fulgenzio vi si ritirò per
piere nella corte del re Clotario li. poco tempo avanti la sua xuorte.
Siccome però il suo desiderio era CIRCONCELLIOM. Eretici del
di consecrarsi da vicino al ser-
piì^i ([uarto secolo, dona- derivati dai
vigio di Dio, ruppe ogni commer- tisti. Sorsero essi nell' Africa, dove
cio col mondo; e ricusò di unirsi ebbero tale denominazione, perchè
iu matrimonio con una ricca giova- giravano intorno alle piazze ed ai
ne olfertagli da suo padre. Recossi borghi, commettendo una infinità
quindi a visitare la tomba di s. Mar- di violenze. ìMakidc e Faside furo-
tino a Tours, ove fu innalzato al no i capi di codesti fuorusciti entu-
sacerdozio dal vescovo ÌModciiisilo. e sii\sli. Portavano in mano un ba-
GIR 193
stone per alludere a quello, che te- così perchè andavano insegnando i
nevano gli ebrei nella cereinonia loro errori con tutto l'entusiasmo,
tli mangiare 1' agnello pasquale; ma e ili ogni luogo dove poteano. Pre-
realmente ben diversa n'era la ra- dicavan essi, che il Papa è un ere-
gione. Donato solea chiamar quei tico, che i vescovi, i sacerdoti, i re-
due ribaldi capi de' santi, e di es-
i ligiosi di ogni ordine son tanti ipo-
si servivasi per le piti crudeli bar- criti seduttori ; eh' aveano perduta
barie. I Circoncellioni si predicava- ogni giurisdizione; che finalmente le

no ristauratori dei diritti della giu- indulgenze erano una favola. Ma es-
stizia : costringeano dunque tutti i si poi dopo le prediche pretendeva-

padroni a dare libertà agli schiavi, no impartirle con autorità ricevuta


e, quello ch'è piìi ridicolo, pel loro da Dio medesimo. Questi fanatici
principio i debitori da
assolveauo s' immagina van così difendere l' im-
ogni impegno, minacciando i cre- peradore Federigo li, perchè il con-
ditori di morte, se osavano opporsi. cilio di Lione avea proceduto con-

Giunsero a tal segno di fanatismo tro di lui; ma realmente non fece-


che, prese le armi, inveivano con- ro a quel principe che un gravissi-
tro i cattolici, uccidendo, abbrucian- mo danno.
do case e chiese, ed atterrando gli CIRCONCISIONE (
Civcmucisio).
altari. A tanto giunse la empietà, Cerimonia della religione giudaica
che i loro stessi vescovi imploraro- e maomettana, per la quale tagliasi
no la pubblica forza, per raffrenar- la pelle del prepuzio ai maschi, che

ne i furori. jMa per darsi la gloria devono professare l' una o l' altra
di martiri, cosa assai curiosa, si legge, cioè la mosaica, o l'alcorano.
ammazzavano da sé stessi, si preci- Tal parola proviene dal latino cir-
pitavano dai dirupi, o si tagliava- ciimcidere, che significa tagliare in-
no la gola, e si gettavano nel fuo- torno, perchè i giudei che ammini-
co . I loro settari li riguardavano strarono la circoncisione a' loro fi-

come ostie accette all'Altissimo, e gliuoli, prepu-


tagliavano a quelli il

ad essi offerivano culto. S. Ottato zio. Presso gli ebrei credesi comin-

ÌMilevitano, De Donatist. 1. 2, scri- ciata la circoncisione ai tempi di


ve che per fare disprezzo alla Eu- Abramo, nell'anno 2108 del mon-
caristia, la davano a' cani, ma che do. Gli ebrei, e i discendenti loro
questi' per divina virtù si rivoltava- non hanno mai circonciso se non
no contro a' sacrileghi, e li morde- che i figliuoli maschi, ma gli egizi,

vano con tutta fierezza. Le loro gli arabi, persiani ed altri popoli,
i

massime eran quelle de' donaLÌsd ed vm tempo anche i messicani che


[Fateli). Essi avean fìerissima guerra usavano circoncidere, assoggettavano
con s. Agostino, verso del quale non egualmente le fanciulle alla circonci-
lasciavano di tramar le più accorte sione, la quale però in diverso modo
insidie. Un
giorno fra gli altri ei vi si eseguiva. Il Sarnelli, LeUere Eccl.

sarebbe certamente caduto se la , t. IV, p. 73, dice del modo come si


Provvidenza non lo avesse fatto praticava la circoncisione, e di quan-
smarrire di strada. to riguarda le donne. Pretesero gli
CIRCONCELLIONI . Predicanti eretici Celso, e Gj^uliano l'apostata,
t. malici sorti uell' Alemagna verso che Abramo avesse impalato dagli
la metà del secolo XIII, app(;l!ati egizi la pratica della circoncisione,
VOI,. \1II. •
i3
,,

194 CIR CIR


opiiiinne ilio alcuni moderni rolle- Gesù, mi tomo I delle sue Stuore
rò sostenere ; ma è troppo noto di erudfzioni sagre, morali e pro-
quanto su ciò dicono i sni^ri libri fane ec. , a pag. ()8 tratta : Se la
del Pentateuco e della Genesi. I circoncisione rlegli ebrei si facesse
padri ritengono costantemente, che con coltello di ferro, di pietra.
la circoncisione fti un segno distin- CIRCONCISIONE m nostro Si-
tivo del popolo di Dio. Altri sosten- g:vorf. Gesìi Cristo. Festa, che si
gono, clic essn fosse por gli ebrei celebra il primo giorno di gennaio,
come un sagramcnto, istituita per in onore della circoncisione del Sal-
santificarli , cancellando in essi il vatore del mondo. In quel giorno
peccato originale. Figurava il bat- fu a lui imposto il nome di Gesù,
tesimo, la passione di Gesti Cristo, datogli dall'angelo primachè fosse
e la risurrezione futura, come spie- concetto. Gesù Cristo essendo Dio,
gano i santi padri. avrebbe potuto sottrarsi dalla cir-

Anche gli cgi/i praticarono la cir- concisione ; ma egli volle, per mol-
concisione per motivo di religione te ragioni, sottomettersi a questa
mentre gli altri popoli il fecero per perigliosa ed umiliante cerimonia
sole i-agioni fisiclic di pulitezza, di sa- mosaica. ^. Circoncisione. Nella ter-
lute, e di fecondità. Uno dei primi ra di Calcata diocesi di Orte, si

eresiarclii insorti nella Chiesa nascente conserva il prepuzio tli Gesù Cri-
fu Corinto, il rpialc stimava neces- sto,che nel funesto sacco di Roma
saria la circoncisione, come il batte- del iSi'j rubato venne dal santua-
simo, ai gentili di fresco convertiti. rio di Sancta Sanctoram da un sol-

Il perchè il principe degli apostoli dato, e sotterrato in quella terra,

san Pietro convocò un concilio in dove poi fu rinvenuto, come lunga-


Gerusalemme, ai cpiale intervennero mente descrive il gran Lambertini,
diversi apostoli ed altri ecclesiastici, De canoniz. ss. lib. IV, parte II,

e nel quale fu decretala l' al)olizio- capo XXIV, num. i3, e capo XXV,
ne della circoncisione a' cristiani, co- num. 46- Sulle particolarità di tal

me cosa non più necessaria, f^. Act. insigne reliquia, del suo rubaraen-
Apost. cap. i5; ed il Lahbe Con- to, e della venerazione che riscuo-

dì, tomo I. te, ne tratta eruditamente il Piazza,


Dice il Cutler, al primo di gen- nel tomo I dell' Enierologio di Ro-
naio, che Gesù Cristo coli' assogget- ma, pag. I r, e seg. Digressione I.

tare subito appena nato la propria Del santissimo prepuzio del nostro
persona alla cerimonia della circon- Signore Gesìc Cristo.
cisione, aboliva inun modo onore- Si ignora precisamente quando
vole un rito, cui Dio non avea isti- questa festa s' incominciasse a cele-
tuito che per un dato tempo. J^. Ber- brare nella Chiesa. La festa della
nini Istoria delle eresie p. 4 5 Pao- Circoncisione è delta Ottai'a della
lo Medici, Riti e costumi degli ebrei, nascita di IV. S. in un antico .sa-

capo 111, p. f, il p. Calmet, Dis- gramentario della Chiesa romana,


sert. sulV origine della circoncisione cui fecero delle aggiunte i ss. Pon-
che è in fronte al suo Commento sul- tefici Leone I, e Gelasio I. In esso
la Genesi; ed il Contenson Theo- si fa chiara menzione della circon-
log, tom. II, pag. 89. Il p. Gio. cisione nella orazione segreta della
Stefano Menochio della compagnia di messa. Abbiamo un decreto di Re-
, ,,

GIR GIR 195


ccsvindo, che montò sul trono di ncH' uffizio. I sommi Pontefici ia
Spagna l' anno 649» coi quale vie- questo giorno recavano ad ossi-
si

ne ordinata ia celebrazione di lai stcre alla solenne messa nella chie-


festa. Oltre a ciò già il concilio di sa di s. Maria del Popolo ; ma
Tours, sino dai 56(>, avca prescrit- ora lo fanno nella cappella mag-
io il digiuno e la celei^razionc del- giore dei palazzo apostolico, dove
la messa della circoncisione nel pri- aljitano.
mo giorno di gennaio, per opporsi II Bergier, parlando della festa

alle pagane superstizioni^ che nel della circoncisione, osserva che in


medesimo giorno aveano luogo in Francia il dì primo gennaio era
onore di Giano. Certo è, che dopo giorno di penitenza e di digiuno,
il settimo secolo, la Chiesa stabilì ad espiazione non solo delle super-
una festa regolata sotto il doppio stizioni, ma eziandio dei disordini
titolo di Circoncisione, e di Oliava ai quali abbandonavasi il popolo
di Natale j e l'ufficio, che ha ri- seguace del paganesimo, e che nel
tenuto per queste due solennità, è '444 ^^^ i" 4"cl regno sostituita ia
composto di una parte di un terzo festa solenne del nome di Gesù,
uffizio, che si riferisce alla b. Ver- Sulle feste superstiziose, che aveva-
gine Maria, perchè il giorno della no luogo il primo di gennaio, con
ottava di Natale era in certo modo altre notizie analoghe al primo gior-
consagrato ai di lei culto ; culto no dell' anno, si vegga il Dizionario
già in pratica prima dello stabili- ai volumi VI, a pag. 2 34, ^ X al-

mento della festa. le pagine 77, e 78.


Nel giorno della circoncisione, ol- CIPiENAICI. Eretici del secolo
tre queste feste generali, ve ne so- secondo, che negavano la necessità
no due, che sono particolari in al- della orazione. Gesù Cristo, dicevan
cuni luoghi : ia consagrazione delle essi,conosce tutto ciò che ci abbi-
primizie del prezioso sangue di Gè- sogna; dunque è inutile domandar-
sù Cristo, colla quale incominciò la glielo. Ma non rifletteano quegli
grande opera della redenzione; e stolti, che lo stesso Signor nostro
quella del Nome di Gesìi ( F'e- non solo comandò la orazione, ma
di). Questa festa si suole traspor- sibben anco e' insegnò a farla,
tare agli 8 gennaio, ovvero ai i4, CIRENE (Cy/enen. Carvenna, ed
ed anco ai i5 ee. dello stesso me- ora Curia, o Curen. ). Sede 'epi-
se. Anticamente si dicevano due mcs- scopale in pardhus neh' Africa. Con
se nel primo giorno di gennaio gli ultimi nomi chiamasi il luogo
r una della circoncisione , l' altra dell' antica Cirene, eh' era situata
della Madonna , come afferma il alla estremità settentrionale, e alla

Durando, autore del XIII secolo, sommità della catena Cirenenna


Il IMicrologo ne adduce la ragione, oggi corrispondente al paese, o de-
cioè esser ben giusto, che in tal serto di Barca nella Barbaria. Que-
giorno si facesse menzione anche sto paese fu compreso nella Cire-
della ss. Vergine, la quale tanta naica, e chiamato anche Libia Ci-
parte aveva avuto alla nascita di reuaica, e Pentapoli, Vuoisi fonda-
Gesù. Laonde non celebrandosi più ta la città dai Greci l'anno 63 £

le due messe, è restata,come di- avanti l'era volgare, contando per


ccmmo, la di lei commemorazione primo loro re Batto, il quale fu
, ,
,

19O CHI CIR


siiccAluto (la otto re di sua stirpe. colo però il medesimo autore pone
Dopo varie vicende venne in pote- l'erezione del seggio vescovile in Ci-
re di Alessandro, e poscia de' To- rene, che poi diventò arcivescovile
Jomei, uno de' quali chiamato Apio- con tredici vescovati per sulfraga-
ne, fece il popolo romano suo ere- nei : cioè Tolomctln, che pur di-
de, per cui il senato comandò che venne arcivescovato, Sosuza, Tao-
le città dil piccolo slato della Ci- chara, Bonandriai Barnica o Be-
renaica fossero libere. Dopo la rovi- renice, Barea, Iliclra, Palehisca
na di Gerusalemme vi si stabiliro- Olbia, Ticelia, Erythran, Diclis e
no molti ebrei ma ribellatisi, fu-; Lcniandus. Si contano dodici vesco-
rono distrutti dai romani, come fe- vi, che ebbero sede in Cirene, sei
cero colla città, che però in pro- de'quali furono latini. Orieiis Chrisl.
gresso rifabbricarono. Finalmente tomo li, p. 612, tomo III p. i i5i.
passò in potere degli arabi, e poi / . IJaiidi'and, alla voce Cyrene.
de' turchi, non ravvisandosi della Presentemente Cirene è titolo ve-
antica città che alcune strade con scovile in parlibus, e Pio VI lo
grotte e sepolcri, nonché la fonta- conferì al dottissimo p. abbate be-
na di Apollo, Cyrr, che dicesi ab- nedettino Pier Luigi Galletti, con-
bia dato il nome alla città, e il s;\crandulo vescovo nella basilica
bel cimiterio scavato a' fianchi della ostiense a' 4 ottobre 1778. Mori
montagna. egli a' il dicembre 1790. Il p. Pao-»
In Cirene vi sono stati de' cri- lo Antonio Paoli, nel 1793 pubbli-
stiani sino dalla predicazione degli cò in Roma Le notizie spettanti a
apostoli; e tra i giudei, che si tro- monsignor Pier Luigi Galletti^ ve-
varono in Gerusalemme nel d'i del- scoK'o di Cirene.
le Pentecoste, si contano alcuni ci- CIRIACO (s.), martire. Sotto i

renaici. Fra i profeti, e i dottori Pontefici Marcellino e Marcello eser-


di Antiochia, a'quali lo Spirito San- citò con ogni lode il ministero di
to ordinò d' inviare Saulo e Bar- diacono della Chiesa romana, ed a
naba a predicare ai gentili, vi era cagione della eroica affezione, che
Luca di Cirene. Di tal paese era portava alla fede di Gesù Cristo fu
Simone il Cireneo, che giudei, o i preso nella persecuzione di Diocle-
i soldati romani costrinsero a por- ziano, e colse in Roma la palma
tare la croce in ajuto a Gesìi Cri- del martirio 1' anno 3o3. Ebbe
sto, del quale era discepolo. In Ci- molti compagni nel suo martirio
rene fiorirono anco altri uomini fra i quali si ricordano Largo, Sma-
celebri, non che altri illustri per ragdo, Crescenziano, Sergio, Secon-
dottrina. Alcuni credono che vi do, Albano, Vittoriano, Faustino,
nascesse 1' evangelista san Marco Felice, Silvano, nonché le quattro
il quale vi predicò prima di pas- pie donne, Memnia, Giuliana, Ci-
sare in Alessandria ,
per cui si riacida, e Donata. La festa di que-
congettura, che vi lasciasse un ve- sti santi martiri viene celebrata il

scovo. Dice Commanville, che Cire- giorno 8 di agosto, in memoria


ne fu la metropoli della Libia Pen- della traslazione delle reliquie loro
tapoli, sotto il patriarcato Alessan- dalla via ad una terra di
Salaria,
drino, e che i Copti vi fondarono proprietà d' una cristiana chiamata
una sede vescovile. Nel quinto se- Lucina, sulla strada di Ostia, donde
, ,,

CIR CIR 197


poi quelle di s. Ciriaco furono tras- fanto, capo luogo di cantone. Alcu-
fcrile nella chiesa di s. 3Iaria m ne chiese e l'ospedale degli infermi
Via Lata [fedi). Ivi questo santo sono gli osservabili edifìzii di que-
ebbe anco un'antica chiesa di tito- sta città, il cui territorio produce
lo Cardinalizio, di cui si tratta al molto cotone. I suoi campi furono
volume XI, p. 3i4 de\ Dizionaiio. teatro al valore di Gonsalvo di Cor-
ClPiIACO, Papa Jìnto. Alcuni, dova, il quale ivi, ai 28 aprile i5o3,
con Giovanni Stella e co' Centuria- riportò una completa vittoria sul
tori di iNIaddeburgo (cent. III. cap. duca di Nemours, che vi perdette
X), mettono questo Papa. Pure es- pure la vita. Cirignola fu sede ve-
so non ha mai esistito checché , scovile, che Pio VII, nel restituire
ne dica anche il p. Berti nella quin- al suo grado, uni ad Ascoli di Sa-
ta dissertazione delle sue prose vol- triano [Vedi). Ambedue queste sedi
gari, in cui cercando ristabilire la sono sutfraganee della metropolitana
storia dei Pontefici Poliziano ed An- di Benevento. La cattedrale di Ciri-
tero, vorrebbe pur intiiidere questo gnola é dedicata a s. Pietro principe
Pontefice. S. Ponziano fu fatto Pa- degli apostoli. Il capitolo si compone
pa nell'anno 2-23, e s. Antero nel di quattro prima delle
dignità, la

287. Il Papebrochio nel Propy- quali è l'arcidiacono, con venti ca-


laeo di maggio a pag. 28 scrisse nonici, compresi il teologo, e il pe-
un' intera dissertazione contro lo nitenziere, oltre alcuni cappellani, e
Stella, e i Centuiiatori, annullando chierici addetti all' uffiziatura. L'ar-
r esistenza di Ciriaco, de! quale né ciprete, eh' è la terza dignità del
il né il Platina fanno ve-
Sandiiii, capitolo, esercita nella cattedrale le
runa menzione. Su tal preteso Pon- funzioni di parroco, né ewi altra
tefice va letto Guglielmo Burio parrocchia. Avvi però l'orfanotrofio,
Rom. Pont. Brevis noiilia, pag. 2!^ ilmonte di pietà, e il seminario.
e iq. Il dotto Zaccaria nella Rac- Ogni nuovo vescovo é tassato nei
colta delle Disserlaz. di Stor. eccl. registri della cancelleria apostolica
nel t. VII, p. I, riprodusse la Dis- di fiorini cento.
sertazione del p. Berti. CIRILLO fanciullo (s.), martire
CIRIACO PtETRo, Canlinalc. Pie- in Cappadocia. Il padre di questo
tro Ciriaco di Limoges, fu promosso giovanetto, che era immerso nelle
al cardinalato col titolo di s. Gi'i- tenebre del paganesimo, avendo sa-
sogono ai 29 dicembre 1842 da puto che il suo figliuolo era stato
Benedetto XII residente in Avigno- educato nella religione di Cristo
ne; di poi fu spedito legato a la- arse di sdegno contro di lui, e noti
tere in Italia, per la celebrazione in potendo persuaderlo a prestare in-
Roma dell'anno santo od univer- censi alle false divinità, lo espulse
sale giubileo nel i35o. Mori a R^o- dalla sua casa, lasciandolo in preda
ma nel i85i, dopo nove anni di al furore della persecuzione. Chia-
Cardinalato. mato il fanciullo al cospetto del go-
CIRIGNOLA, o CERIGNOLA vernatore di Cesarea, confessò in-
(Ciriniolen.). Città vescovile del re- trepido di essere seguace di Gesù.
gno delle due Sicilie nella provin- Cristo, e minacciato della morte, e
cia di Capitanata, posta nella pia- posto in vista ad un gran fuoco
nura di Puglia poco lungi dall' O- per intimorirlo, persistette nella sua
,

T9B cin CHI


confossioiic pei- nioilo da commuo- contro di lui la sentcjnza di depo-
vere i circostanti. Solo il governa- sizione. Costretto s. Cirillo a cedere
tore non si commosse , ma acceso alla violenza, ritirossi prima in An-
d'ira, riputandosi insultato, lo con- tiochia, indi fu a Darso in Cilicia,
dannò nel fatto alla morto, e pen, finché fu ristabilito nella sua sede
come credcsi, sotto il ferro, nel re- dal concilio tenuto a Seleucia nel
gno di Decio, o di Valeriano. SJ^g. L'anno seguente però riuscì
CIRILLO ( s. ) , arcivescovo di di nuovo agli Ariani di farlo de-
Gerusalemme, e dottore della Chie- porre in un concilio di Costantino-
sa nacque in questa città, o nel-
, poli, né fu restituito alla sua sede
le sue vicinanze l'anno 3i5. L'a- che l'anno 371, allorché Giuliano
more allo studio dei libri santi Vaposlala, fingendo di donar favo-
delle opere dei padri, che il pre- re ai fedeli, richiamò tutti i vescovi
cedettero, e degli scritti ancora dei sbanditi alle diocesi loro. S. Cirillo
filosofi pagani, fu in lui sempre così fu testimonio oculare dello strepito-
ardente da renderlo sommamente so miracolo, avvenuto nella tentata
distinto nella erudizione sì sacra che riedificazione del tempio di Geru-
profana. Ordinato sacerdote nell'an- salemme, e in vista a trionfo così
no 345 da Massimo, vescovo di Ge- glorioso pel cristianesimo, adorò l'on-
rusalemme, fu dal medesimo inca- nipotenza di Dio, e continuò a fa-
ricato dell' uffizio di predicare la di- ticare per la salute spirituale del
vina parola in ogni domenica nel- vasto sue gregge. Fu in odio a
l'assemblea de' fedeli , e poco ap- Giuliano, che avea deliberato di
presso fu a lui pui'e affidata la i- sacrificarlo al suo furore nel ritor-
struzione dei catecumeni. Tanto si no dalla guerra di Persia, se la mor-
acquistò egli di stima nell' esercizio te non avesse colpito quell' empio
del doppio difficile ministero , che, idolatra. \J imperatore Valente, in-
morto Massimo, fu chiamato a suc- fetto di arianesimo, cacciò per la
cedergli nella dignità episcopale l'an- terza volta da Gerusalemme il san-
no 35o. In sul principio del suo to pastore Cirillo nell' anno 367, e
episcopato ebbe a sostenere una di- non vi ritornò che nel 378. Rista-
sputa assai forte con Acacio , ar- bilì allora la pace e la unità di
civescovo di Cesarea, che pareva in dottrina, assistette al concilio gene-
sulleprime versare intorno a qual- rale di Costantinopoli nel 38 1, sot-
che punto di giurisdizione, ma che toscrivendo la condanna dei semi-a-
nel fatto prendeva origine dalla dif- riani, e dei maccdoniani, e dopo
ferenza di dottrina riguardo alla una vita logorata dalle traversie e
consuslanzialilà del Verbo, che il dalle fatiche, morì nella età di an-
nostro santo aveva sempre sostenuto ni settanta nel 386, il giorno 18
con tutto il calore. Acacio, ch'era di marzo, nel quale se ne celebra
uno dei partigiani dell' arianesimo, la gloriosa memoria.
citò Cirillo ad un concilio di ve-
Notizie degli scritti di s. Cirillo.
scovi ariani per discolparsi da ac-
cuse appostegli falsamente, e perchè Le istruzioni , conosciute sotto il

questo santo non volle mai presen- nome di Catechesi, sono dieciot-
tarsi a quel tribunale, che non ri- to, e indirizzate a quelli che si

conosceva competente pronunziò ,


dicevano compctcnli, o illuminati.
GIR GIR .99
La pi ima catechesi delle dicciolto, Nella dccniia quinta si tratta del-
intitolata Introduzione al batte- la seconda venuta di Gesù Cri-
simo, non è che un invito a ri- sto, del giudizio che farà di tut-
cevere questo sacramento , del ti gli uomini, e del suo regno
quale il santo tocca per singulo La decima sesta e setti-
eterno.
tutti i vantaggi La seconda è ma hanno per soggetto la spiega-
intitolata della penitenza e della zione del simbolo Credo nello
remissione dei peccati. Lo scopo Spirito santo ec. La decima ot-
delia terza catechesi è di far ve- tava spiega in una maniera la
dere r eccellenza, la necessità e più solida il senso degli ultimi
gli effetti del battesimo nella : articoli del simbolo : Credo nella,

quarta bassi una spiegazione del chiesa catlolicaj la risurrezione


simbolo, e un eccellente ristretto della carne e la vita eterna.
della dottrina cristiana. La quin- Altre cinque furono le catechesi
ta catechesi ha per oggetto di dette mistagogiche. La prima trat-
rialzare l'eccellenza della fede, e ta delle rinunzie della professio-
di notarne gli effetti. La sesta e ne di fede, e delle cerimonie che
la settima portano ima spiega- precedono il battesimo. La secon-
zione del primo articolo del sim- da del battesimo, e della unzione
bolo. Neil' ottava confuta gli er- del santo crisma, o della conler-
rori dei Manichei sulf onnipoten- mazionc. La quarta dell' eucari-
za di Dio. La nona è una con- stia. La quinta contiene la litur-
tinuazione della precedente ; e vi gia, la quale era in uso ai tempi
si trova una ammirabile pittura di s. Cirillo, e da cui si appren-
del beli' ordine che regna ncl- de la maniera con cui allora si

l' universo e in tutte le sue par- comunicavano i cristiani.


ti. Nella decima è spiegato il se- Abbiamo ancora un' omelia di s.
condo articolo del simbolo, ove Cirillo sul paralitico del Piange'
si leggono eziandio di assai belle lo, e ima lettera a Costanzo sul-
cose sulla grandezza e sulla ec- r apparizione di una croce lumi-
cellenza del nome de' cristiani. nosa.
Neil' undecima trattasi della ge- Molti mss. attribuiscono a s. Ciril-

nerazione eterna del figliuolo di lo un sermone sulla Puri/icazio-


Dio, e della sua nascita tempo- ne ; ma sembra eh' egli non ne
rale. Nella duodecima stabilisce sia l'autore. Nelle catechesi di
il santo il mistero dell' Incarna- questo santo si riscontra molla
zione, e risponde in essa alle obbie- forza di raziocinio ; egli spiega i

zioni degli ebrei e degli eretici. dommi della religione cristiana


Lo scopo della tredicesima è di con chiarezza e precisione : lo
mostrarci vantaggi che ci vengono siile ne è semplice, e adatto al-
dalla morte di Gesù Cristo, e di l' intelligenza di quelli che era ,

rilevare la virtìi delia Croce. La incaricato d'istruire. Non pertan-


decima quarta contiene la spie- to ei sapeva innalzarsi ,
quando
gazione di questi tre articoli del la grandezza del subbietlo il ri-

simbolo : Risuscitò dopo morte, chiedeva.


nel terzo giorno ; è salito al cie- Tommaso Milles diede a Oxford nel
lo: siede alla destra del Padre. 1703 uu' cdizioue delle opere di
aoo CIR CIR
s. Cirillo, assai più completa di Io sfogo al suo apostolico zelo,
non
Inlto le precedenti. Toulèe, bene- curò le piìi mos-
fiere jtorsecuzioni,
dettino della congregazione di s. se contro di lui dagli amici di Ne-
Mauro, imprese ima nuova edi- storio, pronto sempre a versare an-
zione di s. Cirillo, la quale non che il sangue in difesa della {aàe
vide la luce perchè la morte Io cattolica. Presiedette in nome di Pa-
tolse nel 1718. Maran, suo con- pa Celestino I al terzo concilio gene-
fratello, la puhl)licò a Parigi nel rale, aperto ad Efeso nel 4^'? '"-O'i-
1720 in fol. Grancolas, dottore dannando la dottrina dell'empio pa-

in teologia della facoltcà di Pa- triarca di Costantinopoli, e pronun-


rigi ha dato una traduzione fran- ziando contro di lui la sentenza di
cese delle Catech. di s. Cirillo deposizione. Ritornato s. Cirillo da
di Gerusalemme, con note e dis- Elèso in Alessandria a dì 3o di
sertazioni dommatiche: la quale ottobre dell'anno medesimo 4'^i>si
fu stampata a Parigi nel lyiS diede tutto al governo di quelle a-
in 4-" nime alle sue cure affidate, non ri-
CIRILLO (s.), patriarca di A- sparmiò la penna e la voce per
lessandria , e dottore della Chie- mantenere nella interezza il prezio-
sa. Fino dai più teneri anni di- so deposito della fede, e per rista-
mostrò questo santo colla perspi- bilire la pace, turbala per molti an-
cacia dell'ingegno, colla assiduità ni dalla eresia. Ricco di meriti non
nello studio delie divine Scritture, ordinari volò al cielo il giorno 28
quanto avrebbe giovato e con l'o- di giugno dell'anno 444- 1^ marli-
pera e con gli scritti alla Chiesa di rologio romano ne fa commemora-
G(!sù Cristo. Assunto al patriarcato zione ai 28 di gennaio.
di Alessandria, dopo la morte di A conoscere maggiormente il me-
Teofilo, zio di lui, non è a dire rito di questo dottore sì riguardo
quanto bene abbia sostenuto quella all' episcopale suo zelo che alla pu-
importantissima dignità, in quel tem- rezza e profondità della sua dottri-
po segnatamente nel quale Nestorio, na, si leggano le seguenti notizie in-
patriarca di Costantinopoli, negando torno agli scritti di lui.

coi pelagiani la necessità della gra-


zia,osò ancora di predicare pub- Notizie degli scrini di s. Cirillo.
blicamente gli errori i più aperti
intorno alla incarnazione del Verbo Le opere che ci rimangono di s.

{ P . Pelagio). Cirillo, che era at- Cirillo sono:


iaccato con ogni calore alla sana
dottrina, e che ben conosceva i tri- 1. Il trattato àeW /ddorazione in ispi-
sti effètti di questa nuova eresia, rito, e in K'erità, diviso in dieci
adoperò in prima le più dolci ma- libri.
niere per guadagnare il cuore e la 2. I tredici libri delti Glafiri, cioè
mente del pervertito Nestorio, tentò profondi o eleganti, contengono
le più volte di ridurlo a buon par- ima spiegazione allegorica delle
tito e con la voce, e con lo scrit- storie riferite più dislintamenle
to ; ma vedendo che ogni dolcezza nel Pentateuco.
tornava inutile per ammollire queir 3. I Commentari sopra Isaia e cui
l'indurato eresiarca, lasciò libero dodici profeti minori.
,

GIR GIR :ior

4. Il Commentario sopra il vange- in greco e in latino a Parigi nel


lo di s. Giovanni. 16 38. Il padre Lupo e Baluzio
5. 11 libro intitolato il Tesoro pel pubblicarono alcune lettere del san-
gran numero di verità e dei prin- to dottore, che non erano state co-
cipii che contiene, diviso in tren- nosciute, né da Giovanni Aubert,
tacinque libri o sezioni. né dal p. Labbé.
6. Il santa e consustan-
libro sulla GIRILLO (s.), detto il filosofo
ziale composto ad i^
Trinità , per la vastità delle sue cognizioni,
stanza di JVemesino ed Ermia. nacque a Tessalonica, e si rese chia-
7. I tre Trattali sulla fede, compo- ro lino dalla gioventù,
che oltre
sti ad Efeso. per non ordinario sapere, anche per
8. I cinque libri contro Neslorio la innocenza de' suoi costumi. Or-
racchiudono la confutazione delle dinato sacerdote, prestò col suo zelo
bestemmie spacciate nelle sue o- grandi servigi alla chiesa di Costan-
melie da questo eresiarca che , tinopoli che in quel tempo, cioè
per altro non vi è mai nomina- nell'anno 846, era governata dal
to il che fa credere che non fos-
; santo vescovo Ignazio. I Cazari, tri-
se ancora condannato. l)ìi di turchi, che avevano fermata
9. I dodici anatemalisnii contro la la loro dimora in vicinanza alla Ger-
dottrina di Nestorio nulla conten- mania, fecero domanda circa quel-
gono che non sia pienamente or- l'epoca all'imperatore Michele III,
todosso, e furono letti al coucilio ed alla pia imperatrice Teodora sua
di Efeso. madre, che mandassero loro dei
10. Due apologie degli stessi ana- preti, affine di essere ammaestrati
tematismi, l' una contro Andrea nella religione cristiana. L' impera-
di Samosata, e l'altra contro Teo- trice, interrogato s. Ignazio intorno
doreto di Giro. alla scelta di questi operai, ebbe in
11. Il libro contro gli Antropomor- risposta, che a ninno meglio che al
fìti ; eretici che credevano Iddio sacerdote Cirillo sarebbe da affidar-
avesse corpo. si quella importante missione. Assai
1 2. I dieci libri contro Giuliano di buon animo la assunse il nostro
apostata. santo, e perchè era bisogno di ap-
i3. Le omelie sulla pasqua. prendere a tale effetto la lingua
i4- Parecchie lettere, che hanno per turca, si diede con tutto il calore
oggetto affari della Chiesa, o la a quello studio per modo , che in
difesa dei dommi cattolici. brevissimo tempo grado di fu in
farsi intendere. L' esito della sua
II merito degli scritti di s. Ci- predicazione non poteva essere più
l'illo è specialmente riposto nella felice: tutti gli occhi di quei ciechi
giustezza, e nella precisione, con che si apersero alla luce del vangelo
il santo dottore spiega le verità del- vi fondò delle chiese, che provvide
la fede. Tra gli altri sono degni di di eccellenti ministri, e fece ritorno
altissima stima II Tesoro, i cinque in patria colmato della più viva
libricontro Nestorio, e i dieci con- consolazione. In progresso di tempo
tro Giuliano l'apostata. parti di nuovo in qualità di mis-
Giovanni Aubert, canonico di Laon, sionario, unitamente al fratello IMe-
pubblicò le opere di questo padre todio, che era monaco, per la Bui-
202 CIU CIR
C'U'iii, (• (lo|)u ìum [»oc.n (liincollù ria, sotto il patriarcato di Antio-
ebbe il conl(>rlo di convcrlirli. Fu chia, sufTragaiìea della metropoli di
iridi in Moravia, od anelli* «juci po- Gerapoli, vicino ad A leppo sull'Eu-
j)f)Ii tolse alla superstizione, e fcccli frate, ed è perciò addetta alla pro-
sudditi al vangelo. Dopo l'anno vincia Eufratena. Ciro fu erotta in
«S78 non si sa piìi nulla di s. Ci- sede vescovile nel quinto secolo, e
rillo, non parlando che le storie nel decimosecondo in arcivescovile.
delle conversioni operate dal suo Nel pontificato di s. Leone I, eletto
fratello Metodio. Probabilmente egli nel 44o j si contavano ottocento
morì in qnest' anno. Il martirolo- chiese, e molti monisleri nella dif>
gio romano nomina congiuntamen- cesi di Ciro, della quale si conosco-
te questi duo santi addi f) di mar- no otto vescovi. Si opina che l'ori-

zo. Narra il Dubravio che lo reli- gine della città debba ai giudei
si

quie loro .sono state scoperte sotto reduci da Babilonia, e che sia stata
r altare di una antica cappella del- fidihrieata in onore di Ciro, il qua-
la chiesa di s. Clemente in Roma, le avea ad essi resa la libertà. L'im-

ove si custodiscono con grandissima peratore Giustiniano, per rendere


cura. più decorosa impero questa cit-
all'

CIRINO (s.) lo stesso che *. Qui- tà, e per onorare nello stesso tem-
rino, f^edi. <"
po i corpi de' ss. Cosimo e Damia-
CIRO (s.) era medico di profes- no, cioè dei confessori ( poiché vi
sione in Alessandria, e nell'alto che erano due altre coppie del medesi-
egli apprestava rimedi per la salu- mo nome ) che ivi erano sepolti ,
to del corpo^ procin-ava ancora la la circondò di solide mura, e vi fo-

salvezza delle persuadendo anime, ce fabbricare bellissime case. Questa


i suoi ammalati idolatri ad abban- città in un'antica notizia ecclesia-
«loiiare quel culto superstizioso ed stica, a cagione de' due santi con-
infame per farsi seguaci della re- fessori in essa sepolti, chiamasi Ci-
ligione del vero Iddio. Tosto che vita.'} snnctorunt. Attualmente è ti-

dui pagani si seppe che questo me- tolo di arcivescovato in parlìbiis, da


dico era cristiano, e che cercava cui dipendono Capsen, e Tolemai-
di condurre anche degli altri alla de, vescovati egualmente in parti-
sua fede, fu mossa contro di Ini bus.
ima fìorissima persecuzione. Vari CIRO, anticamente Crìmis-n. Cit-
generi di tormenti solTn questo tà vescovile del regno delle due Si-
santo, finché con altri sei compa- cilie, nella provincia di Calabria ul-
gni fu condannato a perdere la te- teriore seconda. È muro, ed
cinta di
.sta. Io che avvenne a Canopo in è difesa da un Vi
castello fortificato.
Egitto, ove erasi recato afline di sono tre chiese, ed un palazzo, ove
incoraggiare nella confessione della risiedevail vescovo di Umbriatico.
fede una donna chiamata ciistiana, ]^ capo luogo di cantone, situata
Anastasia, che era stata presa con sopra una collina. Vanta di aver
tre sue figliuole. 11 giorno 3i di dato i natali all'astronomo Gigli,
gennaio se ne celebra la memoria. di ciii principalmente si servi Gre-
CIRO (Cynis, o Cy^rrhus, Cy- gorio XIII nella riforma del calen-
t'eri.). Sode arcivescovile ?« partihw!, dario.
detta volgarmente Carili^ nella Si- CIRTA (Ci riha Julia, o Cosina-
GIR CIR ao3
tina). Metropolitana in parlihus, e sono quelle d'un bell'arco trionfale,
città d'Africa, e di Barbaiia, nella di cisterne, di acquedotti ec. ; cose tut-
jXiimidia. È posta in vetta ad una te, le quali attestano che Cirta anti-
dirupata montagna cinta all' intor- ca fosse pili grande della rifabbri-
iK) dalla corrente del fjume Ampsa- cata da Costantino imperatore. La
ga, oggi Ovad-el-Rebir, ovvero Ku- caduta del Kumel, che si vede nel-
mel. Il nome della città viene dal- la parte più alta, che per un ca-
la parola orientale Karth, che si- nale esce di sotterra, si eseguisce per
gnifica città j locchè può indicare mezzo di una gran cascata, la quale
abbastanza quanto fosse considera- ha seicento piedi di altezza. Da que-
bile. Fu chiamata pure Julia Cir- sto precipizio anticamente si gittava-
tìia, e Cirtha Sitlianonim dalla colo- no le mogli infedeli, e i condannati
nia dei Sittiani, che vi fu condotta a morte.
sotto gli auspicii di Giulio Cesare. Cirta è celebre non solo per la
Dall' itinerario Antonino viene
di antichità della sua origine, pei re
detta Circa Colonia, dal che ven- che ha avuti, ma per le sue lun-
nero i suoi vescovi chiamati col ti- ghe guerre con Roma e Cartagine,
tolo di Circensis Episcojms, ed an- e per essere stata ia patria di Giu-
co di Cirtensis con più di ragione- gurta, e di Massinissa. Micipsa, al

volezza. Nel riedificarla ebbe Co- detto di Strabene, vi stabilì una


stantino a darle il proprio nome, che colonia di greci : quindi divenne flo-

tuttora le è rimasto, per cui chia- l'ida, e possente a segno, che pote-
masi Costantina. Sono deboli le sue va armare diecimila uomini a ca-
muraglia, e nelle porte d'ingresso, vallo,e il doppio a piedi. Divenu-
costruite di fina pietra rossiccia, si ta Cirta la capitale della Numi-
ammirano statue di scultura roma- dia, sotto Siface crebbe in potere ;

na. La città è tetra, per le angu- ma dopo la conquista che ne fece-


ste vie, e per la monutonia di-lle ro romani essendosi ribellala, Si-
i

case, che non hanno finestre al di cio Nucerino se ne impadronì, e le


fuori, e sono tutte costruite con un diede il suo nome. Ritornata Cirta
medesimo disegno. Prima che i bravi al romano dominio, quando Giulio
francesi la prendessero a' i 3 oltobi-e Cesare si recò nelf Africa vi con-
del S39, comandati dal valoroso ge-
I dusse una colonia. Essendo poi sta-
neral Valée, vi risiedeva un bey di sola ta distrutta verso 1' anno 3 i du- i

nominale dipendenza dal dey d'Al- rante la guerra del tiranjio Ales-
geri, essendo anco il suo palazzo sandro, fu riedificata da Costantino
imiforme agli altri, meno in am- il grande, mentre in seguito Giu-
piezza. Fra gli antichi edifizii evvi stiniano I ne fece riparare le forti-

un ponte lestaurato da qualche an- ficazioni : finalmente passata in po-


no dagli europei, i cui archi, gal- tere dei maomettani tunisini, il dey
lerie, e colonne sono ornati di ghir- di Algeri la conquistò, e la diede
iande, teste di bue. e caducei. Tra ni governo d' un bey, dal quale la

due arcate evvi un basso rilievo tolsero i trionfi de' francesi ponen-
rappresentante una donna , i cui dola fra i dominii, che la Francia
piedi poggiano su di un grande ha neir Africa. Poco dopo la con-
elefante, con una gran conchiglia quista, i francesi con lodevole spi-

in testa. Altre rimarchevoli rovine rito religioso, abiKillcrouo una mo-


.

2o4 CUI CIS


schca pei- fabbricarvi una chiesa vano ch'era stato corrotto Marcel-
pei callolici, il cui numero è ora lino giudice di essa. Il perchè s.

rilcvanle. Agostino dettò la lettera, che i pa-


Cirta non è nien celebre nei Fa- dri scrissero in confutazione di tali
sti ecclesiastici, dappoiché fu metro- calunnie. Regia, t. IV, Labbc t. II,

poli di tutta la provincia di Numi- Arduino t. I.

tlia sino dal quarto secolo, e Com- Non deve tacersi, che alcuni dis-
manviìle, Hist. a pag. i53, regi- sero essere celebrato il concilio in
vStra cento trentaquattro sedi vesco- Zcrta nella Cirta proconsolare, sede
vili da essa dipendenti. IXe fu ve- episcopale della metropoli di Cirta
scovo quel Pitiliano, che seguendo di Numidia. Il Tillemont, ed altri
gli errori di Donato, mosse il gran lo chiamano Conciliurn ^Xersense.
dottore s. Agostino a scrivergli con- CI SCISSA, o CISSA. Sede ve-
tro un libro. Fortunato, altro suo scovile della prima Cappadocia, la
vescovo, intervenne alla celebre con- cui erezione rimonta al V secolo,
ferenza di Cartagine. La santa Se- sotto la metropoli di Cesarea, di
de ne conferisce il titolo arcivesco- cui si conoscono due vescovi che
vile in parùbus, come conferisce i vi ebbero sede.
titoli di Centuria, Diana, Fessa, e CI SS AC. Sede episcopale della
Fessula, sue antiche sedi sufFraganee, IMauritiana Cesariana nell'Africa 00-
ai vescovi in pmtihus. cidentale, dipendente dalla metro-
poli di Julia Cesarea. Nella provio'
Concili di Cirta in ISuniidia, chia- eia di Cartagine, o proconsolare, vi
mati Cirtensi. fu altra sede chiamata Cissac, ov-
vero, come la registra Commanvil-
primo concilio fu celebrato ai
Il le, appellata Cicsita.
24 marzo dell'anno 3o5. Secondo, CI SS A.MI A, o CISSAMUS, ov-
vescovo di Tiglio o Tigima, pri- vero Castel Chisamo o Cissanio
mate di Numidia, lo convocò in Sade vescovile della provincia di
Cirta contro i libellatici e i tradi- Creta o Candia, e dipendente da
tori, cioè contro quelli, che nella questa metropoli, sino dalla sua ere-
persecuzione di Diocleziano, per de- zione, che rimonta al secolo quin-
bolezza avoano consegnate ai ma- to. Da quel tempo in poi vi risie-
gistrali gentili le sante Scritture, e i dettero da dieci vescovi.
vasi sagri. E siccome circa dodici CISTELLO, CISTERZO, o CI-
vescovi confessarono il fallo pub- TEAUK (Cisterciuni). Celebre ab-
blicamente nel concilio, questo li bazia in Francia, capo dell' Ordine
assolvette, per non dar luogo ad cistcrciense da cui prese il nome,
uno scisma. Regia t. I, Arduino t. emanato da quello di s. Benedetto.
I, e Labbè t. ì. Si vuole che il nome di Cistello o
secondo concilio venne cele-
11 Cisterzo venga dal gran numero di
brato nell'anno 412. Silvano, pri- cisterne , che vi erano scavate, o
mate di Numidia, s. Agostino, ed perchè il luogo deserto e solitario
* altri vescovi, si convocarono in Cir- era tutto ingombro d' alberi e di
ta, perchè i donatisti, intervenuti spine. Appartiene alla diocesi di
alla conferenza di Cartagine, per Chalons sur-Saone in Borgogna, ed
cuoprirc la loro vergogna, spaccia- è distante quattro leghe da Diyon,
CIS CI S 20"
nel dipartimento della Costa doro, che della toml)a di s. Albei-ico, si

nel cantone di Niiits, presso la riva trova nelle 3It'tnorie. (LW AccaxL del-
destra di-IIa Youge. Roberto abba- le inscriz. t. 9, p. 193.
te benedettino di Molestne, nella Quindi il vescovo di Chalons can-
diocesi di Langres, essendosi ritira- giò il novello monistero in abbazia,
to co' suoi compagni in questo luo- e ne diede il governo a E.oberto,
go, della foresta di Citeaux, col con- eh' ebbe in successore s. Alberico e ,

senso di Gahero vescovo di Cha- dopo la di lui morte fu canonizza-


lons, e di Piinaldo visconte di Beau- to da Onorio III. Per F edificante
nie signore del paese , vi diede vita, che dai monaci si menava a
principio alla tanto celebre e be- Cistello, per le austerità, e per le

nemerita congregazione cistcrcien- penitenze che vi esercitavano, l' ab-


se , che dal nome della foresta bazia venne in grandissima rino-
fu pur detta di Cileaux. Disso- manza, acquistò molte ricchezze per
data una parte del terreno , e la pietà de' principi, e fu da questi

fabbricate alcune celle, a' 1 1 marzo e dai Pontelici arricchita altresì di


dell'anno 1098, giorno sagro alla privilegi. Quando poi Papa Euge-
festa di s. Benedetto, ebbe incomin- nio 111, ch'era stato monaco di Ci-
ciamento la fondazione dell abbazia, stello, si recò in Francia, ricevuto
che divenne il primo monistcro del- con grande onore dal re Ludovico
la congregazione, e delle dilferenti VII, a' 17 settembre i i4'^, volle pas-

filiazioni, o congregazioni, che da sare a soggiornare in questa abbazia,


essa derivarono ad illustrare 1'Or- ]\eir anno seguente vi fece ritorno,
dine. L' arcivescovo di Lione Ugo, assunse labito monastico, e come fos-

metropolitano della provincia, con- se uno de' monaci, intervenne al ca-


siderando che i novelli solitari non pitolo generale che vi si celebrò, e
potevano reggere la vita senza il diede esempio d'ogni più bella vir-
soccorso di qualche persona poten- tù, mostrandosi a tutti degno di-
te, scrisse in loro favore ad Eudo, scepolo di s. Bernardo. L' abbate di
od Ottone I duca di Borgogna. Il Cistello era generale di tutto 1' Or-
perchè questo principe li accolse dine, ed avea centoventimila lire di
sotto il suo patrocinio, fece termi- rendita annua, era consigliere nato
nare a sue spese k fabbriche del del parlamento di Diyon, e capo di
monistero, somministrò loro il bi- mille e ottocento monisteri di uo-
sognevole, ed assegnò poi propor- mini, e quasi d'altrettanti dj mo-
zionate rendite. Di più quel princi- nache. L' articolo terzo del decreto
pe vi si recava sovente per edifi- di Blois prescriveva, che fosse elet-
carsi colle monaci; fecevirtù de' to dai monaci professi di questa ab-
fabbricare un palazzo poco distante bazia, nella forma voluta dalle co-
per abitarlo, e volle essere sepolto stituzioni canoniche. Tuttavolta l'ab-
nella chiesa di Cistello. In progres- bate generale de' cistcrciensi per au-
so nella detta bella e magnifica torità del capitolo generale, era vi-
cliiesa, furono sepolti vari duchi di sitato dai quattro abbati di La Fer-
Borgogna della prima stirpe. La té, Pontigny, di Chiaravalle, e
di
descrizione delle tombe deduciti di di Morimont. che comunemente ap-
Borgogna, e di molti altri celebri pellavansi le quattro prime abbazie
personaggi sepolti a Cistello, non figliali di Cistello. Ciò non pertanto
,

GIS
l'abbate generale, quniulo non era fìlli Sciampagna, e della Bor-
della
adunato il capitolo, riuniva in sé gogna, ove si fabbricarono delle pic-
tutta la potestà ; visitava, e faceva cole celle con rami di alberi, etl un
visitare senza eccezione i moniste- oratorio dedicato alla Ss. Trinità ,

ri cistcrciensi, e operava
vi le op- lo che avvenne verso il 1075 nel
portune provvidenze volute dagli pontificato di s. Gregorio VII. Questi
statuti della congregazione. Questa religiosi da poverissimi che erano,
abbazia avea inoltre collegi nelle |K'r la generosa pietà del vescovo
università più rinomate, e i mona- di Troyes e di parecchi signori, di-
ci godevano particolari privilegi. La vennero molto ricchi, tralasciarono
abbazia, ora monisteio, di Cistercio, di esercitarsi nelle fatiche manuali,
esiste tuttora^ ma è convertita ad introdussero delle innovazioni negli
altri usi. Fu soppressa all' epoca abiti, contro il volere del superiore,
dell' ultima soppressione degli Ordi- il quale pure non permetteva che
ni religiosi in Francia. Ne' successi- ricevessero le oblazioni dai fedeli.
vi articoli si vedranno gli scrittori, Non potendo pertanto R^oberto ri-
die ampiamente lianno trattato di durli alla primiera osservanza, pas-
questa celebratissima abbazia. sò al deserto di Haur, fra i reli-

CISTERCIENSI Co.vgreg azione


, giosi, che ad un gran fervore uni-
MONASTICA, che seguendo la regola vano una santa semplicità. Presi es-
di s. Benedetto, vanta origine da si di ammirazione per le sue virtù,

s. Roberto, nato l'anno 10-24, biel- bentosto lo dichiararono loro supe-


la Sciampagna, e che di quindici riore. Non li goveinò peraltro lun-
anni si foce religioso nel monistero gamente, perchè i monaci di IVIoles-
di Montier-la-Celle dell' Ordine di me, vergognandosi di essere stati
s. Benedetto. Divenuto per i' esem- cagione dell'abbandono di lui, gli
plare sua condotta priore di esso, fecero comandare dal Papa e dal ,

e poscia abbate di s. Michele di vescovo di Langres di far ritorno a


Tonncrrc, inutilmente ivi procurò di Molesme in qualità di abbate. Tut-
ristabilire la disciplina regolare; il tavolta Roberto, non
essendo con-
perchè fece ritorno a ]\Ioiitier-la- tento della loro condotta , con sei
Celle, e non andò guai-i che venne religiosi de' più zelanti, andò da Ugo
prescelto ad abbate del monistero arcivescovo di Lione, eh' era pure
di s. Aigulfo. Allora gli eremiti, che legato apostolico, ed invocò la pro-
abitavano nel deserto vicino a Ton- tezione della santa Sede , alfine di
nere, chiamato Colan, e che in nu- uscire da Molesme, e stabilire al-
mero di sette si esercitavano nella trove r osservanza esatta della l'e-

penitenza, e nella contemplazione, gola di s. Benedetto. Ricevette egli


tornarono a supplicarlo di assumere lettere patenti, ed incoraggimento a
la loro direzione, e v' interposero la sìcommendevole risoluzione.
autorità pontificia. Roberto si arre- Tornato Roberto co' compagni a
se, e fu dagli eremiti ricevuto come Molesme, si unirono ad essi altri,
un angelo mandato da Dio. La so- che volevano praticare la regola be-
litudine di Colan essendo un luogo nedettina in tutta la sua austerità
assai malsano, R.oberto trasportò i ed in numero di ventuno, nel 1098,
suoi discepoli nella foresta di Moles- andarono nella foresta di Cileaux,
mc, nella diocesi di Langres, ai con- nella diocesi di Chalons sur Saone,
,

GIS CIS 207


in un luogo chiamato Cistello , o la santa Sede, e furono quindi
Cisterzo ( Vedi), d' onde poi prese compilali i primi statuti per Ci.stet-
nome la congregazione cisterciense. lo. In essi viene comandato l'esat-
Quivi fabbricaronsi delle celle di ta osservanza della regola di s. Bc-
legno, e resero fertile il suolo ste- nedetlo, senza veruna deroga o di-
rilissimo mediante i soccorsi
; e spensa, per cui dovevano torsi gli
de' divenne un gran
benefattori abusi introdotti; ricevere dei laici

monistero. Per ciò il vescovo di conversi per la cura dell'ammini-


Clialons Gualtiero, o Galtero, l'e- strazione de' beni, e delle possessio-
resse in abbazia, creandone per pri- ni, mentre i monaci, secondo la re-

mo abbate s. Roberto. Nulla quin- gola di s. Benedetto, dovevano di-


di era più edificante della vita pe- morare nella clausura, impiegarsi
nitente, che si menava in Cistello neir orazione, e nel divino servizio.
dappoiché i religiosi non dormiva- Dagli limali Cis(ercicnsi\
scritti da

no che quattro ore, e ne consuma- Angelo Manriquez, si ha all'anno


vano altrettante nel cantare le di- iioi, nel capo 3; « Che nell'anno
vine lodi. Nella mattina impiega- " quarto del piincipio di tale Or-
vano quattio ore Jll lavoro poi ,
n dine si consultarono quei i-eligio-

leggevano sino a nona e tutto il ,


« si, in qual modo potessero al-
loro cibo consisteva in erbe, e radici. » loggiare gli ospiti secondo il co-
Ma nellanno seguente, i monaci di » mandamento della regola ; e ri-

Molesme o Molesmo, spedirono depu- " solvettero di accettare conversi


tati a Roma, acciocché il Papa coman- " laici, quali fossero traltati al pa-
dasse a Roberto di ritornarvi, pro- » ri non però fossero reli-
di essi,
mettendo di eseguir in tutto le sue ' giosi con voti. Determinarono an-
Quindi é che Urbano II,
prescrizioni. ' che di dar loro la cura delle co-
per mezzo del suo legato Ugo, in- » se temporali, non per essere sgra-
vitò il santo a ritornare a ÌVloltsme, 5 vati dalla falira, ma acciocché i

ed egli prontamente ubbidì, e vi si » monaci con attendere alii negozi


trattenne fino alla morte, che in- ' temporali fuori del monistero,
contrò da santo. ' non perdessero i beni della riti-

A Cistello gli fu dato in succes- ratezza propria dei monaci, a-


sore s. Alberico, cioè uno dei reli- > mando pinti osto , che in mano
giosi, che da Molesme erasi recato » dei conversi si perdessero i beni
a Citeaux, il quale dipoi spedì due ' temporali, che slontanarsi da ciò
monaci al sommo Pontefice Pasqua- '5 che si richiedeva dalla loro voca-
le II. Questi informato dai suoi le- zione ". Questi conversi in detto
gati di quanto si faceva a Cistello, tempo non erano religiosi, né ob-
ai i8 aprile del iioo, coU'autori- bligati con voti, ma dipoi il Pon-
tà della bolla Sacrosancla Romana, tefice Calisto II proibì che altri ne
approvò la congregazione cistcrcien- fossero ricevuti. Manriquez però Il

se, che per essere stata istituita é di parere, che dopo facessero so-
nella foresta di Citeaux, fu anco lamente un voto di ubbidienza, men-
appellata con questo nome. Il Pon- tre negli antichi monastici si legge
tefice dichiarò inoltre il moniste- questa formula di professione : pro-
ro di Cistello immediatamente sog- lìictlo ol'bcclicnza. Altri credono che
getto e sotto la prolezione dcl- facessero voti semplici e non solcn-
,

2o8 C\S CIS


Ili. PirscMilcmciite i conversi ctsler- eleggessero o colore nero, o il
il

cieiisi fanno solenne professione, co- bianco ; per lo che mutarono la ve-
me definì Benetlelto XIV, previo ste, che attualmente portano bian-
esame, e consulte. Si vegga il de- ca, ma ritennero il cappuccio, e la
creto presso il p. Ferraris alla pa- pazienza o scapolare di color nero,
rola votimi mini. 167, dove questa la quale, in una alla veste, è cin-
questione è ampiamente discussa, e ta intorno ai lombi da una fliscia
poi definita.Né deve tacersi, che nera fuori del monistero. Dove ab-
anticamente due frati conversi ci- biano collegi, assumono la cocolla
stcrciensi avevano l' ufficio di bol- monacale nera con suo cappuccio ;

lare i diplomi pontifìcii col piom- ma in coro incedono in cocolla


l)o, onde venivano delti Fralrcs de bianca, e sopra di questa portano
flambo iifìizio che passò ad altri,
: un cappuccio con una mozzetta, la
come si dice all'articolo Cancdla- cui estremità anteriore è tonda, e
ria apostolica. Vedi. scende sino alla cintura, mentre la
L'abito dei monaci di Cistello posteriore è aguzza, ed arriva sino a
era allora simile a quello dei reli- mezza gamba.
giosi di Molesme, cioè di color ta- I conversi
cistcrciensi vestono co-
nè, o bigio; ma poi fu cambiato me monaci, con questa sola diffe-
i

in bianco per un'apparizione della renza, che portano la tonaca un po-


beata Vergine, a s. Alberico, il qua- co piìi corta, e 1 hanno terminante
le istituì perciò nelTOrdine la lesta inferi(ji-ineute in figura ovale. Inol-
di tal apparizione. Coll'abito bian- tre iu coro, e fuoii del monistero,
co però ritennero lo scapolare bigio, portano invece della cocolla, propria
che poi mutarono in nero, e di questo de' monaci, un abito cliiamato cap-
medesimo colore portavano in cam- pa senza maniche, che copre tutta
pagna il mantello, e la cocolla, per la persona, ed è aperto interior-
cui in Germania furono cistcrcien- i mente. Colla cappa nera poi fanno
si chiamati un tempo monaci bi- i uso del cappuccio anche di colore
gi. V. il b. Humbert , de erudii. nero. Dessi non vengono ammessi
Jr. pracdicat. rem.p. 1 00 edit. alla professione, che dopo sette an-
ed ivi le note del p. Catalani, non ni esperimenti. Ne' primi sei an-
di
che r Haefteno nelle sue Disquisi- ni,che sono detti di prova, vengo-
zioni monastiche. Si legge poi nel no chiamati conwiissi, e vestono di
Bonanni, Catalogo p. 100, de" mo- color nero senza scapolare. L' anno
ìuici cistcrciensi^ de' quali porta an- settimo, eh' è detto di noviziato,
che la figura, che un tempo in- chiamansi novizi, e vestono la tona-
sorse dubbio sul colore delle ve- ca, e scapolare con cinta bianca si-
sti di questi religiosi, perchè aven- no alla professione, nella quale pren-
do Benedetto XII ordinato che ve- dono l'abito de' conversi.
stissero di color bruno alcuni lo , S. Alberico, dopo aver avuto la
portavano nero e altri grigio , , consolazione di ricevere tra' suoi di-
ritenendo che in ambedue i colo- scepoliEnrico figlio di Eudo I duca
li comprendesse il bruno. Laon-
si di Borgogna, principal fondatore del
de Sisto IV, colla bolla, Etsi cunclis monistero di Cistello, morì nel 109. i

ecclesiastici status, nell'anno i^jS, Venne eletto a successore di lui nel-


comandò che i monaci cistcrciensi la carica di al)bate l' inglese s. Ste-
S

GIS C 1 209
fano Harding, die si nguartla uno r approvazione, nel 9 conseguì 1 1
1

de' principali fondatori della con- la suprema conferma di Papa Ca-


gregazione ; dappoiché, non trovan- listo II. In seguito fecero altrettanto
dosi chi abbracciare volesse un te- Eugenio IH, che era stato discepolo
nore di vita cosi austero il , numero di s. Bernardo Anastasio IV , A- ,

de' monaci divenne sì scarso che , driano IV, Alessandro IH, ed altri
l'abbate Stefano temeva che il mo- sommi Pontefici. Ed Innocenzo III,
nistero di Cistello divenisse deserto; ammirando in questi religiosi non
ma nel i 1 1 3, essendovisi recato s. solo la probità , ma la profonda
Bernardo [P^edi), con trenta com- scienza, massime nella facoltà teo-
pagni, fra' quali tre suoi fratelli, a logica, li destinò alla conversione
prendervi l'abito religioso, il di lui degli albigesi, con felici risultati, e
esempio fece risolvere molti a fare col glorioso martirio di diversi mo-
altrettanto, dimodoché s. Stefano naci. Pietro di Cernay monaco ci-
imprese a fabbricare nuovi moni- l' Historia Albigen-
sterciense scrisse
steri per riceverli ; e furono quelli sium, che fu stampata in Troys nel
di la Fertè, Pontigny, Chiara valle, 161 5. Egli faticò molto nella con-
e Morimont, i quah in progresso versione di questi eretici, e dedicò
di tempo diventarono celebri e il- allo stesso Innocenzo IH la sua ope-
lustri abbazie, gli abbati delle quali, ra , la quale ancora si trova nel
dopo quello di Cistello, erano ri- toni. VI della Bibliolheca cistercieti-
guardati siccome i primari dell'Or- siiini.

dine. Di quello di Chiaravalle [T^e- La congregazione sempre più 8Ì


di), fabbricato nel i i 1 5 nella dio- aumentò, e si diffuse, ed il solo s.
cesi di Langres, fu eletto per pri- Bernardo si riguarda come fonda-
mo abbate lo stesso s. Bernardo, tore di circa sessanta abbazie , cui
contando allora ventiquattro anni pose a governare i suoi monaci di
di età ed uno di professione. Egli, Chiaravalle. Principal causa di tal

colla sua santità e dottrina , così portentosa propagazione siccome fu,

propagò la congregazione che vie- , scrisse il Cardinal Giacomo di Vi-


ne generalmente tenuto per con- triaco, la diligente osservanza della
fondatore de' cistcrciensi. Frattanto discipUna, la singoiar pietà, la pe-
l'Ordine fece tali progressi , che il nitenza, e r esercizio d' ogni virtìi.
santo abbate Stefano, nel iiiQj Però nel pontificato di Urbano IV
formò un corpo
de' monisteri fondati insorsero alcune divergenze sulla

solo, ed in unione degh abbati e , Carta di carità, le quali per altro,


di alcuni monaci fece uno statuto senza alterazione della religiosa os-
chiamato Carta di carila, da do- servanza, nel 1265 vennero com-
versi osservare da tutti, inculcando poste da Clemente IV, colla bolla
vivamente nel primo capitolo 1' os- Parvus fons qui crcK'it in flm'iuni,
servanza letterale della regola be- Bull. Rom. an. i265; la qual bolla
nedettina , senza interpretazioni , e dai cistcrciensi è chiamata la costi-
modificazioni , come osservavasi a tuzione Clementina. Quindi, nel ca-
Cistello. Stefano presentò quindi lo pitolo generale del 1289, si ordinò
statuto ai rispettivi vescovi, nelle la compilazione di tutti i decreti

cui diocesi vi erano monisteri ci- formati ne' capitoli della congrega-
stcrciensi, ed avutane da ciascuno zione, e poscia se ne impose ad
VOL. xiu. i4
,

9. I O CI S CIS
oj^^iii monaco l' osservanza. Nel sc- semblea di abbati tenuta a Parigi
giionle secolo, sedendo sulla catte- nel 1/198, formaronsi alcuni articoli
dra apostolica Benedetto \II, già di riforma, i quali in progresso non
religioso cistercicnsc, colla sua costi- ebbero una generale esecuzione. Per-
tuzione Fulgcns sicut stella niafiid- tanto parecchi zelanti monaci di
ria, Bull. Piom. an. i335 (appellala diverse provincie si esentarono dal-
la venne rimediato
BincdcUina
, l' ubbidienza dei primari abbati , e
)

ad alcuni abusi , che eransi intro- del generale residente in Cistello.

dotti , minacciando gravi pene ai In Cistello, secondo l'istituzione del-


trasgressori. Ed è perciò che nel , l' abbate s. Stefano , i capitoli ge-
i35o ebbe luogo la formazione dei nerali si convocavano ogni anno,
nuovi statuti, che si conoscono sotto comunque dopo la bolla di Alessan-
il titolo di Nuove costituzioni. E sic- dro VII In supremo (eh' è la i83
come ancora qualche abuso era ri- della edizione Lionese ) emanata ,

masto, ovvero incominciava a pren- nel r666 per la riforma de' cister-

der piede, nel capitolo generale del ciensi , fosse stabilito doversi cele-

890 si formarono provvidenze per


I brare ogni tre anni. L'abbate di
loglierli affatto. Sino al secolo XV Cistello coi definitori giudicava e
la congregazione cistcrciense, sebbe- ordinava tutti gli affari, che vi si

ne pi'opagata in molti stati , erasi proponevano , ed aggiunse molti


mantenuta unita e soggetta ai su- altri salutari regolamenti. La bol-
periori delle abbazie di Francia ;
la di Alessandro VII richiamava
ma bramando alcuni Pontefici, mas- quella di Sisto IV succitata, ed eb-
sime Eugenio IV, Nicolò V, ed In- be in mira particolarmente certi

nocenzo VITI, che si operasse qual- monaci francesi , detti Aslvienti, i

che salutare riforma , principiò a quali pretendevano, che non si po-


suddividersi in varie congregazioni. tesse far uso delle carni, non ostan-
Il Pontefice Sisto IV, nel 147^', te la dichiarazione di Sisto IV. Di-
colla bolla di cui si fa menzione chiarò pertanto Alessandro VII, co-
in quella di Alessandro VII, che è me il suo predecessore , che l' asti-

la ^5 del Bollario del Mainardi, nenza dalle carni non è pei cistcr-
deir edizione di Lione 1678, e che ciensi di sostanza della regola. Pri-
incomincia la supremo Aposlolatiis ma diAlessandro VII, il Pontefice
fasligìOs diede facoltà al capitolo s. Pio V
nel 1570 riformò, e re-
generale, ed all'abbate di Cistello, stituì all'osservanza della disciplina
superiore di tutto l' Ordine , di di- i cistcrciensi; ed il successore Gre-
spensare secoiido il bisogno, dall'a- gorio XIII nel 1373, con sommo
stinenza delle carni que' monaci impegno , diede compimento alle
che avessero richiesta la dispensa provvidenze del predecessore.
e poscia nel capitolo generale del La congregazione de' monaci ci-

i4B5, per mantenersi l'uniformità stcrciensi, ubbidienti alla regola di


del vitto, fu decretato che in tutti s. Benedetto, con particolari costi-

i monisteri mangiare la
si potesse tuzioni , si divise nelle varie con-
carne nelle domeniche, martedì, e gregazioni, di cui parleremo in ap-
giovedì, e che a tal effetto si do- piesso, o per nazionalità, o per 1 os-
vesse erigere in ogni monistero im servanza, o per l'abito. Varii Or-
refettorio a parie. Quindi, in un'as- dini cavallereschi ed equestri adol-
,,

GIS GIS art


tarono le regole de' cistcrciensi, co- chiamato prima Pietro Bernardo da
me si può vedere ai rispettivi ar- JMonte-Magno, monaco cistcrciense,
ticoli, e dai santi abbati Stefano e ed abbate de' ss. Vincenzo ed Ana-
Dernardo ripetono l' origine le ci- stasio alle tre Fontane nella via
stcrciensi, monache, che si diffusero ostiense il quale sebbene non fosse
,

presso vai'ie nazioni. Sul rito della Cardinale, meritò di essere creato
loro comunione, tratta il Garampi Pontefice dal sagro Collegio 2G ai
nelle sue Memorie a pag. i84; e febbraio i \^5. Alcuni enumerano
nel Nomaslico cistcrciense di Giu- fra i Papi cisterciensi Alessandro III,
liano Parisio, pag. i44j si descrive eletto nel i 1 5g, come asserisce Cri-
tutto il rito tenuto dai cistcrciensi sostomo Enriquez scrittore dell'Or-
nella comunione di ambedue le spe- dine ed il Novaes nelle sue Dis-
;

cie sino all'anno 1261. seriazioni, t. I, pag. 83 , vi conta


La grande e singolax'e utilità, che anco Urbano IV, creato nel 1261,
i cistcrciensi recavano alla Chiesa fatto Papa pur esso senza essere in-
ed alla repubblica, indusse il Pon- signito della dignità Cardinalizia.
tefice Innocenzo Vili a concedere Certo è che oltre che i cisterciensi,
air abbate generale di Cistello, e ad Eugenio ebbero pure Benedet-
III,

altri quattio abbati ad esso sogget- to XII, chiamato prima Jacopo del
ti, il privilegio di poter confei-ire Forno o Fournier, cognominato No-
ai loro monaci gli ordini del sud- velli, che essendo stato per sei an-
diaconato e diaconato, perchè non ni abbate di Fontefreddo nella dio-
fossero costretti a vagare altrove cesi di Narbona, fu fatto Cardinale
per ricevere tali ordini ;
privilegio da Giovanni XXII, nel iSsy, e
contrariato da varii teologi e ca- gli successe nel trono pontificio nel

nonisti , ma difeso nelle sue teolo- 1334. Egli dall'abito era chiamato
giche discipline dal p. Berti, il qua- il Cardinal bianco. Oltre poi tal
le per autorità può equivalere a Cardinale, ed una gi'an quantità di
molti. arcivescovi e vescovi , i cisterciensi
Le osservanze dei cistcrciensi pro- diedero al sagro Collegio i seguen-
cacciarono loro la venerazione del ti , le cui notizie si leggono a' ri-

pubblico , e r amore de' Pontefici spettivi articoli. Il Cardella poi, Me-


nonché de' sovrani, de' principi, e morie storiche de Cardinali , Del-
principesse, molti de' quali ne as- l' elenco de' Cardinali i-eligiosi, sen-
sunsero r abito. Si resero altresì za renderne lagione, vi registra pu-
benemeriti questi monaci per l'ospi- ]"e Corrado di Baviera, Gabriello
talità dispendiosa di alcuni loro mo- Tressio ossia Trejo, Renato di Pra-
nisteri, posti in luoghi alpestri e so- ta, E.oberto, Teobaldo francese, ed
litari ; per un gran novero di dotti Ugo francese. Tuttavolta, a difesa
scrittori ( fra' quali principalmente del Cardella, rileviamo dal Ton-
risplende il dottore s. Bernardo ),
gelino, Purpura
Bernardi, etc. divi
ed eziandio pei suoi tanti virtuosi che i detti Cardinali furono ed ap-
e zelanti religiosi, di cui molti ne partennero all' Ordine cistcrciense ,

veneriamo sugli altari. Alla vene- anzi a pag. 62 ne aggiunge alcuni


randa cattedra di s. Pietro que- altri non compresi nel seguente no-
st' Ordine diede quattro Pontefici vero, e de' quali riporteremo le bio-
clic sono seguenti: Eugenio III,
i grafie a' loro luoghi. Ecco i Cardi-
2
1 ,

212 GIS GIS


nali cistcrciensi, le di cui biografie 2 I 6. Corrado
Urrach abl)ale di ,

sono nel Dizionario. Onorio III.


di Chiaravalle, di
2 6. Nicolò di Chiaramontc sici-
1

11 primo Cardinale cistcrciense fu liano, di Onorio III.


Balduino da Pisa creato nel , 227. Goffredo Castiglioni, milanese,
II 33 dal Pontefice Innocenzo II. monaco di Altacomba, di Gre-
II 33. Luca, fiaiicese j monaco di gorio IX.
Cliiaravalle, fatto da Innocenzo II. 234. Jacopo da Pecoraria, piacen-
II 33. Martino Cibo, genovese, mo- tino, abbate delle tre Fontane di
naco di Cliiaravalle, pure di In- Roma, di Gregorio IX.
nocenzo II. 244- Giovanni Toledo, inglese, di
li4o. Stefano di Chalons, monaco Innocenzo IV.
di Cliiaravalle, di Innocenzo lì. 244- Ottone di Bourges rnonaco ,

ii5o. Bernardo di Rennes, mona- di Granselva, d' Innocenzo IV.


co di Cliiaravalie, di Eugenio IH. 2 44- Pietro di Barro abbate di ,

I 1 5o. Errico INIaricotti abbate dei , Chiaravalle, d' Innocenzo IV,


ss. Vincenzo ed Anastasio alle 253. Albo da Viterbo, d'Inno-
Acque Salvie, di Eugenio III. cenzo IV.
II 55. Alberto Sartori di Mora di 273. Teobaldo da Ceccano, abba-
Benevento, di Adriano IV. te di Fossanova, di Gregorio X.
I 55. Guglielmo Matengo di Pa-
1 294. Simone di Beaulieau o Bei-
via, monaco ed abbate di Cbia- luogo, abbate della Carità di Be-
ra valle presso Milano, di Adria- sancone, di s. Celestino V.
no IV. 294. Roberto francese abbate di ,

1 79. Errico Marsiaco, francese, ab- Pontigny, e generale dell'Ordine,


bate di Chiaravalle , di Alessan- di s. Celestino V.
dro III. 3 IO. Arnaldo Novelli di Guasco-

II 79. Teobaldo, francese, di Ales- gna abbate di Fontefreddo di


, ,

sandro III. Clemente V.


1186. Errico di Sully, di Urba- 338. Guglielmo Curti o Novelli
no III. francese, abbate Bolbonese, di Be-
I 188. Girolamo da Ceccano ab- , nedetto XII.
bate di Fossanova di Clemente
, 375, Giovanni della Bussiere, fran-
III. cese, abbate di Cistello, e gene-
1190. Guido di Pare, francese, ab- rale dell' Ordine, di Gregorio XI.
bate generale, di Clemente III. 38 1. Fi-ancesco Carbone, napoli-
I 190. Mainardo, o Gherardo, fran- tano, di Urbano VI.
cese, abbate di Pontigny, di Cle- 4 '9- Giambattista Murillo, spa-
mente III. gnuolo, di Martino V.
1 13. Gherardo Sessio di Reggio 484- Teobaldo di Lucemburgo
di Modena , abbate di s. Maria abbate di Orsocampo, di Sisto
Innocenzo III.
di Tileto, d' IV.
12 13. Raniero Capocci da Viter- 5G8. Girolamo Souchier france- ,

bo, abbate delle tre Fontane, di abbate di Chiaravalle , di s.


•se ,

Innocenzo III. Pio V.


121 3. Stefano di Ceccano, abbate G69. Giovanni Bona, piemontese,
di Fossanova, d'Innocenzo III. della congregazione d' -Italia, ed
,

CIS CIS 2i3


ablxite generale di essa , di Cle- le filiazioni ed anche di
di Cistello,
inéiitu IX, altre, le quali verranno scelte per
i6e)9. Giambattista Gabrielli di Cit- questo effetto. Il capo decimonono di-»
tà di Castello, generale de' cister- ce, che se un abbate non fosse ubbi-

Innocenzo XII.
ciensi, d' diente alla regola, dovesse essere ri--

«743. Gioacchino Besozzi milane- , preso da quello di Cistello, e fosse da


se, della congregazione di Lom- esso deposto, nel caso che non vo-
bnidia, abbate di s. Croce in Ge- lesse emendarsi. Il capo vigesimoterzo
rusalemme, creato Cardinale da stabilisce, che se l'abbate di Cistel-
Benedetto XIV. lo vivesse di una maniera opposta al
Prima di passare a far parola suo stato, venisse avvertito de' suoi
delle altre congregazioni cistcrcien- falli, e poscia deposto dagli abbati
si , e delle loro monache, ripor- della Fertè, di Pontigny, di Chia-
teremo un sunto delle costituzio- ravalle, e di Morimont, se non vo-
ni , die Incomin-
le riguardano. lesse rientrare in sé stesso, e mu-'
ciamo Carta
pertanto dalla detta tare condotta ec.
di carila. Questa ordina che si : Il Liber usuum, ossia il libro de-

nssi-rvi la regola di s. Benedetto gli usi di Cistello, fu scritto circa


in tutte le case dell'Ordine, co- lo stesso tempo della Carta di ca-
me viene osservala in Cistello , o rità. Alcuni ne fanno autore s. Ste-
CiteauK. Il capo quarto prescrive, fano, altri s. Bernardo. Questa rac-
che l'abbate di Cistello sia tenuto, colta di tutte le osservanze regolari
come superiore degli abbati, a fare di Cistello è divisa in cinque parli,
le visite di tutti i monisteri del- che compi'endono cento ottanta ca-
l'Ordine; e che prenda di concerto pitoli. La santa Sede l'approvò nel

coi abbati di ogni casa


rispettivi medesimo tempo, ovvero presso a
delle utilimisure per riformare gli poco in quello in cui fu approvata
abusi. In conseguenza di questo re- la Carta di carità. Se n' è parlato

golamento, fu deciso da un decreto iiegU atti de'capitoli generali del-


del gran consiglio, dato l'anno 1761, l'Ordine, pubblicati dal Rainardo,
che l'abbate di Cistello non possa quarto abbate di Cistello, nell'anno
stabilire la riforma nelle quattro I 134. La migliore edizione di que-
primarie abbazie de' cistcrciensi e , sto libro, eh' è sempre stato il co-
nelle loro filiazioni, senza il con- dice de' cistcrciensi, è quella che ci
senso degli abbati di dette quattro ha dato il p. Giuliano Paris nel Mo-
case. capo ottavo dice, che cia-
II nasticon cistcrciense, Parisiis 1 764.
scun abbate debba visitare ogni an- U Exordium parviim , ossia il

no le case da lui dipendenti che i ; compendio della storia dell' origine


quattro primi abbati cioè quelli ,
di Cistello, fu scritto per ordine di
della Fertè, di Pontigny di Chia- s. wStefano, ed è libro edificantissi-

l'avalle o Clairvaux, e di Morimont, mo cui l'annalista dell' Ordine chia-


debbano visitare parimenti ogni an- ma giustamente : Libro d'oro. Esso
no in persona il monistero di Ci- perciò fu inserito nella Bibliotheca
stello; che ne
abbiano l'ammini- Patruni cistcrciensium ,
pubblicata
strazione dopo la morte dell' abba- da Tissier nell'anno 1662 in tre
te, e che debbano adunarsi, per vohuni in foglio. Finalmente l' E-
dargli un successore, gli abbati del- xordiuni magnitrn cistcrciense è una
,

3.4 cis GIS


storia più diffusa dell' oiigine di Portogallo. Ma quella d'Italia intera-
Cistcllo, la quale fu scritta nel se- mente esiste e liorisce, osservando le

colo decimoterzo, e ritrovasi anco costituzioni approvateda vari som-


nella Bibliolhcca Patrum cislercicn- mi Pontefici, e ultimamente modi-
sium. ficate, e confermale dal Pupa re-
Gli Annali de' cistcrciensi m gnante Gregorio XVI. Fra le con-
«juattro volumi, furono composti da gregazioni cistcrciensi, si è ammes-
Angelo Manriqiiez di Bourges il ; sa quella delta della Trappa, di cui
Mcnologio di Cistcllo fu scritto dal si tratta all'articolo Trappisti, f^edi.
p. Grisostomo Heuriquez del me- Cistcrciense congregazione di Ca-
desimo Ordine ; il Saggio dell' Or- stìglia, e della regolare osservanza,
dine di Cistello, ec. fu composto di Spagna. Martino de \argas, o
da Le-Nam; e i Privilegi de' ci- Bargas, spagnuolo di Xeres , dopo
stcrciensi vennero pubblicati colle aver preso l'abito de' girolamini
stampe a Parigi nel 1 7 1 3. Sono d'Italia, dal Pontefice JMartino V
inoltre a consultarsi Silvestro ìMau- fu prescelto per suo confessore e
rolico, Arnaldo Wion, e gli autori predicatore ; ma dipoi col di lui
della Storia degli Ordini religiosi. assenso si ritirò nell'Aragona , e si

Fra gli altri storici rimarchevoli fece cisterciense nel monisteió di


Ordine, è da notarsi il Ton-
dell' Piedra situato nella diocesi di Tar- .

gclino,le cui opere sono: I. lYoti- ragona. Quindi, nel 1^1^, ritornò
tia abhcitìaram ordinis cisterciensis in Ptoma col p. Michele Quenca,
per orheni universum Uh. X coni- ed ottenne dallo st.esso Martino V
plexa etc. publicabat Gaspar Ton-
, l' opportuna licenza di operare una
gelmus Antuerpiensis ahbas nion- riforma ne' cistcrciensi colla fonda-
tis s. Dischodi, Coloniae Agrippi- zione di due monisteri
o eremi ,

nae, sumptibus auctoris 1640. II. nella Castiglia, e nel regno di Leo-
Purpura divi Bernardi rcpraesentan- lìe, acciocché in essi si osservassero
tis elogia et insignia gentilitia, tuni letteralmente la regola di s. Bene-
Ponti/icum, tuni Cardinalium , nec detto, e le costituzioni di Cistello;
non archiepiscoporuni , et episcopo- con questo però, che i due moni-
rum, qui assunipti ex ordine cistcr- o eremi, fossero
steri, esenti dalla
ciensi in s. Reni. Ecclesia florue- giurisdizione del capitolo generale,
runt , aere et labore D. Gasparis e degli abbati di Cistello e di Pie-
Tongelini abbatis Disenburgensis , dra; che i monaci ubbidissero al
Coloniae Agrippinae i644- J^^el fron- superiore eletto dai religiosi dei nuo-
tispizio della prima opera vi sono vi monisteri, il quale avrebbe il ti-
gli stemmi di Cistello o Cistercio tolo di Riformatore; che in tutti i

e delle alti-e quattro abbazie pri- casi ricori'cssero abbate di Pa-


all'
marie. Quegli stemmi vennero poi bleto dal cui monistero quello di
inquartati negli stemmi individua- Piedra era derivato ; e che i mona-
li delie altre congregazioni e moni-
, ci degli altri monisteri dell' Ordi-
steri cistcrciensi. Delle seguenti con- ne potessero passare a quelli della
gregazioni ancora esistono interamen- sua riforma, senza preventiva licen-
te in diverse parti , monisteri e con- za de' superiori. Martino V incaricò
gregazioni diverse, specialmente dopo di questo affare il Cardinal di Si-
le ultime vicende delia Spagna e viglia, ed il p. Vargas, munito di
,
,
,

GIS GIS 2i5


tutte le facoltà, lece ritorno al mo- monistcri, ed a tutti i monisteri
uislero di Piedra, donde recossi con uniti e da unirsi concesse la facoltà
alcuni compagni in Casliglia per di eleggersi un ritòrmatore, al quale
dare esecuzione al suo disegno. Que- fossero soggetti. Però, nel i437,
sto ebbe felice riuscita, poiché fon- Eugenio IV rivocò il privilegio ac-
dò coir aiuto di Alfonzo Martinez, cordato dal suo immediato succes-
canonico e tesoriere della metropo- sore Martino V, all' abbate di Pa-
litana di Toledo, il primo suo mo- bleto, di confermar l' elezione del
nisLero in riva al Tago, non lungi riformatore di questa congregazio-
da questa città, in un luogo solita- ne, conferendo in vece tal facoltà
rio chiamato Vengalla , ed antica- all' abbate di Cistello, cui comandò
mente la Vega di s. Romano, ed di visitar in persona i monisteri
ove con rami d'alberi costruì delle della medesima. Il p. Vargas, ad
celle anguste. onta che zelasse per la piopaga/.io-
II novello monistero fu appellato ne della sua riforma^ fu bersaglio
Monte di Sion, e il p. Vargas ne ven- di molte persecuzioni , e morì in
ne eletto priore col titolo di Rifor- prigione nel 1 44^ ii^l monistero di
viatore, titolo che dai generali della Sion, ignorandosene la cagione. Tut-
congregazione fu poi ritenuto. Sul tavolta in seguito la congregazione
principio di questa riforma, detta siaumentò, ed acquistò nella Spa-
della congregazione di Castiglia, o gna parecchi monisteri , fra' quali

dcir osservanza di Spagna, il cibo quello di Palacuelos, in cui nel ca-


de' religiosi per lo più era di erbe, pitolo generale del i55o venne
vestivano panni grossolani, ed osser- ordinato, che il riformatore vi fa-

vavano assai il silenzio. Frequenti cesse continua residenza, col titolo


erano i loro digiuni, rigorosa la di abbate di Palacuelos. I monaci
clausura, potendo appena uscire ogni tre volte la settimana, a pranzo
tre anni, e talvolta nemmeno dalla mangiavano carne, e nel vestire non
cella, senonchè pel divino uffizio, differivano dagli altri cistcrciensi
e pegli esercizi comuni. Non andò che nella fascia bianca, essendo quel-
guari che, nel i43o, questa riforma la degli altri nera. V. Congrega-
fu abbracciata dal monistero di Val zione de' ClSTERCIENSl d' ARAGONA.
di Buena, che divenendo il secondo Cislerciense congregazione di s.

eremo, fu assoggettato a quello del Bernardo j e Romana. Il sommo


Monte di Sion^ laonde lasciato il ti- Pontefice Alessandro VI , 1' anno
tolo di abbate, che il superiore di 1497, uni in congregazione tutti i
esso aveva sino a quell' epoca, ne monisteri de' cistcrciensi della pro-
prese il governo lo stesso p. Var- vincia di Toscana, e di Lombardia
gas, sostituendo a quello di Sion dandole il nome di Congregazione
il p. Martino Longrogno. Questi, di s. Bernardo , e prescrivendole
nel 1432, inviò due suoi monaci alcune rifoi*me, ch'egli stesso poi
a Papa Eugenio IV, da cui otten- rivocò, come annullò la detta unio-
nero la conferma dell' erezione del ne. Nondimeno, ad istanza dei mo-
monistero di Sion, e la menzionata naci delle due provincie, fa essa
unione con quel di Val di Buena; quindi rinnovata nel i5ii da Giu-
indi Eugenio IV, due anni dopo, lio II, che comandò l' esecuzione
diede licenza di fabbricare altri sei della bulla di Alessandro VI. In se-
2i6 GIS CIS
guito i Pontefici Leone X e Paolo bardia si uni alla Romana, e tut-
ìli concessero a questa congrega- tora fiorisce. In Roma risiedono il

zione vari privilegi , e Gregorio presidente generale, e il procin-ato-


XIII confermò poi le bolle dei ra generale, ed hanno le chiese e
predecessori aggiungendovi alcuni re- i titoli Cardinalizj di s. Croce in
golamenti. Sisto V, che gli succes- Gerusalemme, e di s. Bernardo
se nel i585, tolse alcuni abusi ivi alle Tavne [Vedi), mentre quella
introdotti ed Urbano Vili nel
,
dei ss. Vincenzo ed Anastasio alle
i63i, con autorità apostolica, ap- tre Fontane [Vedi), che Innocenzo

provò gli statuti compilati per la Il nel140 diede ai cistcrciensi,


I

riforma. Altri Papi accordarono a ed il primo abbate spedito da


cui
questi monaci molte grazie, e tra s. Bernardo nel i i^^ fu creato
le altre, che il loro presidente, quan- Pontefice col nome di Eugenio III,
do si recava in persona al capitolo venne da ultimo da Leone Xll con-
di Cistello, dovesse sedere imme- ceduta ai minori osservanti. Ad es-
diatamente dopo gli abbati della si il medesimo Pontefice diede in
Fertè, di Pontigny, di Chiaravalle, oltre la Chiesa di s. Sebastiano
e di Morimont quali primi abba-
,
(Vedi), cui dopo il 161 i il Cardi-
ti dell'Ordine, come superiormente nal Scipione Borghese avea dato
dicemmo. ai monaci cistcrciensi della congre-
Nel i6i3 il capitolo generale gazione di s. Bernardo, comunque,
ordinò, che i monisteri d' Italia, i secondo altri, ciò debbasi attribui-
quali non dipendevano da congre- re a Clemente XI. La chiesa di s.
gazione alcuna, si unissero insieme Bernardo alle terme 1' ebbe la con-
per comporne un' altra, come ven- gregazione cistcrciense de'Foglianti,
ne eseguito nel 162 3, coli' appro- o di s. Bernardo, dalla contessa
vazione di Gregorio XV, che la Caterina Sforza, che, in uno al mo-
formò di quelli dello stato pontifi- nistero, la fece edificare nel iScjS;
cio, e regno di Napoli, e la
del e la chiesa di s. Croce in Gerusa-
chiamò Congregazione Romana. Vol- lemme, coir annesso monistero, fu
le che il presidente avesse il titolo conceduta ai cistcrciensi di Lom-
di abbate, che godesse tutti i pri- bardia dal Pontefice Pio IV, allor-
vilegi degli altri abbati delf Ordine, quando nel i56o trasferì i certosi-
e che nel tempo medesimo fosse ni da essa alla moni-
chiesa e al
priore di un monistero della sua stero di s. Maria degli Angeli. I ci-
congregazione, la quale cogli stessi sterciensi pertanto furono tolti dalla
obblighi e dipendenza, fu da lui chiesa e dal monistero di s. Sabba
assoggettata all' autoi'ità dell' abbate suir Aventino, cui avea data Giu- 1'

generale di Cistello e del capitolo lio II, e vennero mandati a s. Cro-

generale, a cui doveva inviare due ce in Gerusalemme, con bolla ri-


abbati. Venendo poi, nel declinare ferita dal p. Raimondo Besozzi, pag.
del secolo decorso, soppressi i mo- 187. Quindi, per mezzo del p. ab-
nisteri della suddetta congregazione bate Filippo Maraviglia, nel lOgy,
di Toscana, cui appartenevano in i cistcrciensi incominciarono la fab-
Roma la chiesa e il monistero dei brica di un ospizio, presso' l' arco
.ss. Vincenzo ed Anastasio alle tre di Carbognano, il quale fu perfe-
Fontane, la congregazione di Lonx- zionato dal p. abbate d. Stefano
GIS CIS 217
Reina uel lyoS, per avere un silo plina regolare, venne perciò da Paolo
di buon* aria da rifugiarsi in tem- V costituito un vicario generale, che
po di estate, e che per le seguile sottopose in perpetuo al capitolo gene-
cognite vicende furono coslrelli ad rale di Cistello, cioè all'abbate di Cis-
alienare nel 1802. Qui invece fu tello, ed agli altri quattro primari
stabilita l'accademia Sabina, pro- abbati dell Ordine. Concesse poi il

mossa dalle indefesse cure, e dallo Pontefice al detto vicario generale


zelo patrio di monsignor Gio. Bat- r autorità di presiedere ai capitoli
tistaNardi Valentini. F. Collegio, generali della stessa congregazione
o Accademia Sabixa. d'Aragona, la quale doveva man-
Finalmente a questa congregazione dare un abbate ài capitolo genera-
venne dato l'incarico di formare colla le, e quindi doveva accettarne i de-

cera gli /^giius Dei, che ogni set- creti, non che i commissari, dal
te anni solennemente benedicono
si capitolo deputati alla visita de'mo-
dal Pontefice ;
privilegio goduto per nisteri. Venne stabilito altresì, che

10 innanzi dai Cistercieiisi Fogliali il vicario generale, i visitatori, e i

ti, de' quali si tratterà in appresso. definitori della congregazione d' A-


11 suo abbate presidente generale ragona, appena eletti, dovessero pre-
gode il luogo tia gli abbati mitra- stare il giuramento al capitolo ge-
ti nelle cappelle pontificie. I mona- nerale, e all'abbate di Cistello, di
ci e vari monisteri di Foglianti di non fare, o procurale cosa alcuna,
Italia, furono riuniti con autorità che fosse a di lui pregiudizio. E
apostolica di Pio VII, nell'anno 1802, sebbene ne' propri capitoli particola-
a (piesta congregazione cislercien- ri, si potessero ordinare cose condu-
.se romana, la quale tuttoia è flo- centi all' osservanza, erano obbliga-
rida, ed è di grande esemplarità. ti a mandarle per la conferma a!
Da ultimo il Papa regnante modi- capitolo generale. Fu poi proibito
ficò, e confermò le Pontificie costi- a questa congregazione di avere in
tuzioni che la riguardano. Roma un procuratore generale, do-
Cislerciense congregazione cV A- vendosi invece valere di quello del-
ragona. Questa fu eretta nel 16 16 l' Ordine Cistcrciense V. CtwoRECA-
dal Pontefice Paolo V ad istanza zio\E cisterciense di Castiglia, e
del re di Spagna Filippo III, do- della regolare osscivanza di Spagna.
po che il capitolo generale, tenuto Cistcrciense congregazione della
in Cislello nel 161 3 vi ebbe accon- Madonna di Calabria, e della con-
sentito. Fu essa stabilita dal prov- gregazione di Fiori , o Florense.
vido Pontefice, perchè gli abbati IVell'anno i6o5 il capitolo genera-
di Cislello sovente per la lontanan- le di Cistello diede il suo consenso
za tralasciavano di visitare i moni- perchè si erigesse una congregazio-
steri di quelle di Castiglia. Il per- ne cisterciense in Calabria, la quale
chè tutti gli altri, che a quella con- si elleltuò nel pontificato di Urba-
gregazione di Cistello non erano no ^ HI nel iG32, e ricevette il
soggetti, tanto della stessa Castiglia, titolo di Congregazione Cisterciense
che dei regni di Valenza, Catalo- della -
Madonna di Calabria, colle
gna, e Navarra, non che dell' isola medesime condizioni assegnate alla
di Majorica, non potendo essere vi- Congregazione R.omana a riserva ,

sitati, con danno notabile della disci- che la calabrese era tenuta a man-
2 I 8 GIS GIS
tlaii; al capitolo generale un abbu- poco dopo avere professalo, diven-
io, (; un tiopiilato, ed a dover, sci ne per le sue doli prioie ed abba-
mesi avanli di convocare il capitolo te ad onta della sua ripugnanza ,
particolare, darne parlccipa/ioiie al- che alla line vinse per le istanze
l' abbate di Cistcllo, invitandolo a dell' abbate di Sambuca, e dell'ar-

inlcivcnirvi , o a spedirvi almeno civescovo di Cosenza. Quindi, col


un commissai'io. Molti nionisteri di beneplacito di Papa Lucio li], nel
questa congrega/ione erano apparte- Il 83 si ritirò nella solitudine di
nuti ad un'altra ilctta di Fiori o Alla Pietra, e da questa, nel 1
189,
parimenti nella Calabria,
J'iorcn.sc passò con due compagni ad un al-
che alcuni dicono essere stata una tro luogo chiamalo Fiori, ove fab-
congregazione distinta dalla cislcr- bricò alcune celle ; ma crescendo il

ciense,fondata dal celel)re abbate numero de' discepoli, nel i i 90 cir-


Gioacchino, cui il martirologio ci- ca, foiidò il mouislero, che poi fu
stcrciense, e i Bollandisli danno il capo della sua congregazione , ap-
titolo di beato, leggendosene la vita provata dal Cardinale Cencio Sa-
nei medesimi bollandisti nel tomo velli, allora legato della santa Sede
VII maji ad diem 29. 11 p. d. Gre- in Sicilia, e che in un al medesi-
gorio di Lauro, abbate cistcrciense mo monistero prese il nome di Fio-
di Calabria, scrisse l' apologia del ri. Ne furono benefattori i re di
il. Gioacchino m un libro in fo- Sicilia, e i duchi
la dì Calabria.
glio stampato a Napoli nel 1640, progresso Gioacchino fece al-
il b.
nel qual anno pubblicò le rinoma- tre fondazioni, il perchè aumentan-
te Profezie de Ponlefici attribuite dosi il numero de' monaci, e quello
al b. Gioacchino, e spiegate, insie- de' monisteri, compose analoghe co-
me alla vita di esso, la quale col- stituzioni, le quali furono, nel i 196,
r analisi delle sue opere fu altresì approvate dal Pontefice Celestino
pubblicata da un dotto francese in III. Indebolito dalle penitenze e fa-
Parigi nel \']^^. Ptacconta Corra- tiche, morì ai 3 marzo 1202, nel
do Halberstadense nella sua Crona- monistero di Jova, ovvero di Ca-
ca, che tali profezie si conobbero nali, e poscia il suo corpo fu tras-
verso l'anno i25o. portato all' altro di Fiori nella
Per conoscere adunque 1' origine chiesa di s. Gio. Battista. Dio a sua
della congregazione Florense, è a intercessione operò molti prodigi.
sapersi che Gioacchino nacque
il b. compose alcune opere, ma
Egli
verso l'anno iiii presso Cosenza due anni prima di morire, scrisse
in un luogo chiamato Celico. Nella una professione di fede con cui ,

bua gioventù prima s' impiegò nella protestò di non avere avuto tem-
real corte di Napoli, e poi essendo- po di rivederle, e correggerle, e
si recato in
Palestina, si dice che pregò gli abbati della sua congre-
passasse quaresima sul Tabor
la gazione, che se fosse morto prima
nella contemplazione delle cose ce- di pubblicarle, le soggettassero all'al-
lesti, e che ivi nel giorno di pas- trui censura ed al giudizio della
qua ricevesse la scienza, e l'iiitelli- sede apostolica, a cui non intende-
genza di molti misteri. Ritornato va di opporsi colle sue opinioni,
nella Calabria, si fece cistcrciense condannando anzi quello eh' es-
nel munibtcro di Corazzo, di cui, sa avesse condannato , e credendo
,

GIS C IS 219
quanto da essa si crede. Ad onta danti il rispettivo governo di cia-
di si chiare proteste, vi furono al- scheduna. /'. il Bonnani, Catalo-
cuni che parlarono sospettosamente go degli Ordini religiosi, a pag.
della sua fede, e della sua santità, I 1 De' monaci Floriacensi , dei
3 ,

ed allorquando Innocenzo III nel quali riporta anche la figura.


i2i5, tenne il concilio generale .Cisterciense congregazione della
lateranense IV, condannò l' opera 3Iadonna de' Foglianti e de' rifor-
da lui scritta: // maestro delle Sen- mati di s. Bernardo. Una delle ri-
tenze, nella quale vi sono alcuni forme più ragguardevoli dell'Ordi-
errori centra il mistero della ss. ne cisterciense, e quella della Ma-
Trinità ; cioè che Padre, il Fi-
il donna de' Foglianti , detta perciò
gliuolo , e lo Spirito Santo sono dei Fogliantini, in francese- i^civ/-
un con unità di
solo Dioj noli già lans, ed in latino Fuliensis, fonda-
Cosenza e di natura, ma con unità ta da d. Giovanni de la Barriere, no-
collettiva, non altrimenti, che molli bile francese, nell' abbazia Fevillans
uomini sono un popolo. Tuttavolta presso Tolosa, la quale nel 1172
Innocenzo III lasciò intatto l' auto- era stata eretta colla regola di Ci-
re, ed assicurò della protesta da stello sotto la dipendenza dell' ab-
esso fatta prima di morire. Di- bazia di Morimont. Questo moni-
fatti l'errore di questo grand' uomo stero prese il nome di Fevillans,
fu mente, non già di volon-
di perchè nella di lui chiesa la cele-
tà , laonde il successore Onorio bre immagine della b. "S'ergine
III, con due suoi brevi l'uno Maria, che vi si venei-ava, era sta-
dell'anno 12 17 sciùtto ad un ve- ta dipinta tra le foglie, e i fiori.

scovo di Basilicata, e l'altro del D. Giovanni, dopo essere stato


1223 diretto all'arcivescovo di Co- per undici anni abbate commenda-
senza, e al vescovo di Bisaccia, bre- tario della predetta abbazia, nel
vi che furono pubblicati dal Pape- 1573 inspirato da Dio, vestì l'abi-
Ijrochio, e dal padre Jacopo Gre- to cisterciense nel monistero di Au-
co , che scrisse la vita del padre ne nella diocesi di Tolosa, e vi
Gioacchino , ordinò loro di ftu' fece la solenne professione, dopo la
pubblicare per tutta la Calabria quale , bramoso di ripristinare la
eh' egli teneva l' abbate Gioacchi- piìi rigorosa osservanza cisterciense,
no per cattolico , e seguace del- secondo l' antica e primitiva disci-
la retta fede, ordinando che ninna plina di s. Benedetto e di s. Ber-
molestia perciò si recasse a' monaci nardo, massime ncli' astinenza della
della congregazione florense da lui carne , volle passare nell' abbazia
fondata, come quella che riconosce- de' Foglianti, e v'introdusse la ri-
va per utile e per buona. forma, ad onta de' travagli, e dei
Tutte le sopraddette congregazio- disturbi, che dovette solFrire. Nel
ni della Madonna di Calabria, e i557 i religiosi di questa congre-
di Fiori , erano uniformi tra di gazione, chiamati comunemente ia
loro tanto nel colore e nella forma Italia i Bernardoni, erano già as-
dell' abito, quanto nella maggior sai numerosi, e tanto zelanti, che
parte delle regolari osservanze. La alle antiche osservanze di Cislello
liffereuza consisteva soltanto in al- aggiunsero quella di andare alfalto
cuni particolari regolamenti, riguar- scalzi, e col capo scoperte;, di dor=
,

aio GIS GIS


min; veglili sopra ruzzo tavole, e andò guari che a cagione delle per-
(li mangiale gcmiflessi [)er terra, secuzioni che pativa in Francia, il

(intenti di una «ola minestra tli riformatore passò in Italia, dove


erbe colte iieH'aecjiia pina, e di po- nel l'j'y:» fu celebrato un capitolo
co pane di orzo impastalo eolla generale della sua riforma , venen-
semola, astenendosi dalla carile, do eletto vicario' generale il p. d.
dalle uova, dai laltic.ini, dal pe- Giuseppe Gualterone francese. In
sce, ed eziandio dal sale.
dall' olio, detto ca[)itolo monaci cambiarono
i

Nel
586, Foglianli spedirono
1 i il cognome delle loro famiglie, col
due monaci a Papa Sisto V, il qua- nome di qualche santo, per cui il

le, coH'autorità della costituzione 41 vicario generale chiamare si fece


Rfligiosos K'iros, emanata a' 5 mag- Criovanni di s. Girolamo, ed il ri-
gio 1 586, Culi. Rom. tom. IV, [lar. formatore Giovanni di s. Benedetto.
1V, pag. 2 11, a[)provò questa ri- Nel pontificato di Clemente Vili,
forma, e sebbene la sottoponesse alla il vicario generale ottenne l'esenzio-
visita dell'abbate di Cistello, in ciò ne de' monaci dai superiori di Ci-
che non fosse contrario alle parti- stello, e che fossero immediatamente

colari osservanze dai Foglianti ab- soggetti alla santa Sede. Il medesi-

bracciale, comandò die insorgendo mo Papa accordò a questa congre-


alcune dilìicoltà sopra 1' intelligenza gazione la facoltà di formarsi un
«Iella regola di s. Benedetto, ricor- corpo di costituzioni particolari
ressero al sommo Pontefice per lo le (|uali egli approvò con autorità
scioglimento. Quindi nell' aniìo se- apostolica, dopo essere state presen-
guente i587 il medesimo Sisto V, tate al capitolo generale. In esse
colla bolla. Super specula inilìlaii- venne mitigalo l'aspro rigore pri-
lis lùclt;sic7c, Bull. Rom. t. IV, par. mitivo, permettendosi di cuoprire il

IV, approvò di nuovo questa rifor- capo, di coricarsi sopra de' paglioni,
ma tanto pei monaci , che per le di bere il vino, di mangiare in certi
monache, fece rimanere in Roma i determinati giorni ova, latticini , e
due religiosi deputati e volle che , pesce, e di condire vivande con
le

il riformatore gli mandasse degli sale, butirro, e olio. Quindi nel


altri monaci dalla Francia, e quindi 1098 fu in Roma terminata la fab-
gli assegnò prima la chiesa e moni- brica della chiesa e del monistero di
stero de' ss. Vito e Modesto, e poi s. Bernardo alle Terme, fatta pei Fo-
quella di s. Pudenziana ambedue , glianti a spese della contessa di
titolo Cardinalizio. Qui però è da Santafiore d. Caterina Sforza; e il

notarsi che il raonislero de' ss. Vi- p. Giovanni de la Barriere , o


d.
to e Rlodesto già abitalo dalle mo- di s. Benedetto dopo essere stato ,

nache cistcrciensi Foglianti, fu dato dichiarato innocente per sentenza


a custodire ai cistcrciensi Foglianti, del gran Cardinal Bellarmino sic- ,

della provincia romana, che ne for- come deputato da Clemente Vili,


marono la residenza pel loro pio- a' 7.5 aprile del 1600, morì con
curatore generale, che vi abitò sino fama di santità nel detto nuovo mo-
al 1779, in cui passò alla chiesa e nistero, ove dalla pia contessa Sfor-
casa di s. Maria in Caiinis, sidieii- za gli furono fatte celebrare solen-
liando neir altra de' ss. Vito e Mo- ni esequie, e vi fu tumulalo. Lo
desto alcuni religiosi polacchi. Non stesso Clemente Vili incaricò i mo-
GIS GIS 22r
naci di Pudenziana, e di s. Ber-
s. p. d. Filippo di s. Gio. Battista. lu
nardo per formare gli Agnus Dei seguito i francesi, nel loro capitolo
di cera, da benedirsi poi solenne- del i634j e gl'italiani nel loro del
mente dal sommo Pontefice , colla 1667, fecero alcuni caudjiamenti al-
cera e colle impronte che fornisce le costituzioni ; quindi Glemente X
il palazzo apostolico ; dovendo poi dispensò nel 1670 i monaci della
i detti religiosi in un al bussolante congregazione di s. Bernardo dal-
sotto-guardaroba custode degli A- l'andare senza calze, e dal portai-e
gnus Dei benedttli {^Fedi), assistere i zoccoli.
alla benedizione con zinali di tela I foglianti vestivano con abito o
bianca, per votare su apposite ta- cocolla bianca di lana, senza scapo-
vole i bacili degli Agnus Dei tolti lare, cinta con un cordone, ed un
dal sagro bagno. Un tal privilegio cappuccio grande che cuopriva tut-
fu confermato a'Foglianti da Leone te le spalle. Dello stesso colore
XI, e da Paolo V a' 28 marzo era quello degl' italiani , usando-
1608, colla costituzione 96, che si lo piìi piccolo i francesi; ma la
legge nel Bull. Rom., t. V, par. Ili, mozzetta desìi uni, e desrli altri era
pag. 3o3, ove espressamente ogni al- tonda nella parte anteriore , scen-
tro è escluso da tale uffizio, che do- dendo sino alla cintura, mentre nella
vranno esei'citare i soli cistcrciensi parte posteriore quella de' francesi
Foglianti. era acuminata e si distendeva alla
Dopo la morte del riformatore polpa delle gambe. I convei'si ve-
la congregazione Fogliantina fu da stivano come i sacerdoti, e gli oblali,
Paolo V
ancora esentata dalla sog- in luogo di cappuccio , usavano il
gezione dell'abbate di Cistello, ed cappello. Il loro abito egualmente
in Francia formava tre provincie, bianco, non si distendeva oltre la
cioè Guienna, Francia, e Borgogna, metà delle gambe. V. Bonnani, Or-
capo delle quali era l' abbazia di dini religiosi, pag. i i i , De mona-
Fevillans, elettiva e triennale, colla ci cistcrciensi detti fogliantmi, dei
rendita abbaziale di trentamila lire. quali si vede anche la figura.
Propagandosi sempre piìi la con- Nell'anno 1802, a cagione delle
gregazione, essa fece acquisto di al- note vicende , il sommo Pontefice
tri monisteri, sì in Francia, che in Pio VII unì, ed incorporò i monaci
Italia; ma
i63o il Pontefice
nel e varii monisteri di foglianti d'Ita-
Urbano Vili per maggior quiete lia alla benemerita congregazione ci-
de' religiosi, volle dividere i francesi, stcrciense romana. Scrisse poi della
dagli italiani, e formò due congre- congregazione de' foglianti il Moroz-
gazioni, ad ognuna delle quali die- zo, la cui opera porta questo titolo:
de il generale della rispettiva na- Cistercii reflorescentis seu Cong. Ci-
zione, chiamando quella di Francia, stercio monasticarum h. Mariae Fu-
Congregazione della Madonna dei liensis inGallia, et reformatorum s.
Foglianti, di cui il primo generale Bernardi in Italia chronologica hi-
fu il p. d. Carlo di s. Paolo ; e storia, auctore d. Garolo Josepho
quella d'Italia, in cui fu compre- Morotio, eadem obser-
ex. strictiori
sa la Savoja, si disse Congrega- pedemontanae Sa-
vantia provinciae
zione de' riformati di s. Bernardo, baudiae moderatore, Augustae Tau-
della quale d primo generale fu il rinorum, 1690.
,

2 2 >. GIS Ci S
Cisicrcicnsc coi igr coazione di Chin- forma senza l'autorizzazione per Io
ravallc, o della stretta os.scn'anza. meno proprio abbate; e che t
del
D. Dionisio r Argentici- , al)batc di monaci riformali si dividessero per
Chiaravalle, cominciò in rjni;sta al)- comporre due provincie, ad ognuna
liazia un' altra rifonna , chiamata delle quali, dall'abbate di Cistello,
(Iella sti(;tta osservanza, in cui le- dai primi quattro abbati dell'Ordi-
vati tutti gli abusi clic si erano in- ne, e dai dieci definitori della ri-

trodotti, furono ristabilite le antiche forma, si dovesse assegnare un vi-

pratiche de' cistcrciensi. Diversi mo- sitatore generale della medesima os-
nisteri soggetti a quello di Chiara- servanza. Alessandro VII comandò
valle, ed altri ptu'e si determinaro- in oltre in virtìi di santa ubbidien-
no di seguirne l'esempio, e in poco za ai menzionati abbati di Cistello,
tempo le medesime osservanze si ed a' quattro primi dellOrdine, non
videro introdotte in sette, o in otto solo di proteggere , ma ancora di
<1i questi. Tal riforma venne appro- propagare, ed accrescere la riforma,
vata nel 1618 dal capitolo generale, che da allora in poi rimase in pa-
e quindi protetta da Luigi XIII re ce e nella perfetta osservanza , ve-
di Francia, che scrisse al Pontefice stendo i di lei monaci come gli al-

Gregorio XY perchè la confermas- tri cistcrciensi.

.se,siccome il Papa fece con un breve Cisterciense congregazione d' Or-


spedito agli 8 aprile 1622, conferen- vai, e del monislero di Sette Fon-
do con esso le opportune facoltà al ti. Il celebre predicatore p. d. Ber-
Cardinale de la Ilochefoucault, pro- nardo di Montgaillard, monaco fo-

tettore dell'Ordine cistcrciense. 11 p. gliantino, o bernardone, fu eletto


abbate d. Dionisio rifoi-matore, mo- abbate di Orval. Sembrandogli pe-
rì nel 1 624 a' 29 ottobre , laonde rò la riforma cisterciense troppo
la riforma andò soggetta a non po- mite, sebbene austerissima, pensò il

che contraddizioni e vicende per


, modo di renderla più assai rigoro-
parte di quelli, che non la voleva- sa. Prima di tutto si deve dire, che
no. Tultavolta il Cardinal Rochefou- l'abbazia d'Orval, cioè d'Aurea valle,
cault col suo gran zelo, l'introdusse in così detta per la sua deliziosa posizio-
pi il di (piaranta monisteri, ed anco ne, era situata nella contea di Chini
in quello di Cistello. Pur ebbe breve della diocesi di Treveri, ed era stata
durata, sebbene il Cardinale stesso fondata nel 1070 da alcuni monaci
n' era stato eletto abbate, dopo la benedettini di Calabria , i quali va-
rinunzia del p. d. Pietro di Nigelle. gando per questa parte, stabilironsi
Finalmente fr^ tanti contrasti. Papa in quel luogo, e poscia, con dispia-
Alessandro VII, con breve apostoli- cere degli abitanti dei dintorni, l'ab-
co de' 29 aprile 1666, stabiPi che bandonarono, per essere stati richia-
dei consueti definitori generali da mati all'ubbidienza in Calabria. Al-
eleggersi nel capitolo dell'Ordine, lora l'arcivescovo di Tieveri incor-
dieci fossero di questa riforma , e porò alla propria chiesa il moni-
che i monaci di essa non potessero stero, e ne diede il possesso a' ca-

passare alla comune osservanza, sen- Però nell'anno


nonici. 1 1 3 i fu nuo-
za la licenza, o del Pontefice, o del vamente occupato da' cistcrciensi
capitolo generale, o dell'abbate di perchè essendone stato pregato s.

Cistello, uè quelli di questa alla ri- Bernardo , v' inviò sette religiosi.
,

GIS GIS 20.3

La riforma pertanto introdotta te della medesima. Volendo esso


dal p. Montguillard , che mori agli riformare la sua abbazia, ed essen-
8 giugno iSaS, in delta abbazia done impedito dai religiosi, pensò
è molto simile a quella de' Trop- di ritirarsi in quella della Trappa,
pisii {Vedi), i quali derivano dai ma venendone dissuaso, promise ai
cisterciensi,sebbene sostengano alca- suoi monaci una pensione, purché
ni che nella congregazione d'Or%al si ritirassero in qualche monistero
si osservi la regola benedettina più della comune osservanza. Accettaro-
letteralmente che nella Trappense. no i religiosi il partito, e fu allora
Fra le altre cose, è a rimarcarsi eh' egli rimasto solo, l'estaurò il moni-

che i mez-
monaci, due ore dopo la stero coli ajuto di due monaci, che
za notte, vanno in coro pel mat- a lui eransi uniti per abbracciare
lutino, quindi fanno mezz'ora di la riforma, senza mai tralasciare
orazione mentale, e dopo, invece di gli esercizi voluti dalla regola di s.

tornare a dormire, i vecchi e i gio- Benedetto , e dalle costituzioni di


vani si uniscono in una sala diver- Cistello , ridusse a coltura una va-
sa, edattendono allo studio della
ivi sta estensione di terreno, diseccò
sagra Scrittura e di altri buoni li- una palude, e vi piantò un gran
bri, sinché nell'inverno giunga l'ora giardino. In progresso di tempo si
della recita delle laudi, e nell'està- aumentarono i monaci cotanto, che
te quella dell'ora di prima, dappoi- il riformatore compose alcune re-
chè recitano le ore del divino uf- gole molto conformi a quelle della
fìzio in tempi separati e distinti. , Trappa, dalle quali dilferiscono in
Recitata l'ora di prima, depongono questo che i monaci di sette Fonti
la cocolla, e vanno a lavorare nel vanno al mattutino nelle feste so-
bosco sino all'ora di terza, dopo la lenni a mezza notte, in quelle de-
quale cantano la messa. Un' ora e gli apostoli dopo un' ora e mezza ;

un quarto prima di mezzodì, secon- e quando si fa 1' uffizio della feria,


do la regola di s. Benedetto, reci- o di qualche festa semplice, due
tane nona, e dopo tornano a lavo- dopo; ma a qualunque ora vadano
rare sino a vespero, che dicono quat- al coro, non escono, se non passate
tre ore dopo mezzodì, e dopo un'o- (quattro ore e mezza dopo la mez-
ra cenano, mentre dopo le sei ore za notte. La lor salmodia è molto
e tre quarti recitano la compieta, di vota, e le pause, che fanno al-
Kella quaresima non dicono il ve- 1' asterisco dei versetti, sono lunghis-
spero la mattina, perchè mangiano sime. Non entrano nelle proprie cel-
solo la sera , ec. II loro abito è le che per le ore destinate al ripo-
bianco, simile a quello de' foglian- so, il quale è da essi preso vestiti

tini e bernardoni ; ma quello dei su di un saccone di paglia. Eser-


conversi è di color tanè. citano tutti 1' ospitalità ; hanno gran
Un' altra riforma di cisterciensi cura degl' infermi, e sono esattissi-

fu operata nell' abbazia di Sette mi in tutte le altre osservanze, po-


Fonti, distante sei leghe da Mou- co diverse dalle Trappensi. Questa
lins, capitale del Borbonese, appar- riforma però non si estese fuori
tenente alla figliuolanza di Chiara- del monistero di sette Fonti, ove
valle, per opera del p. d. Eusta- vi furono sino a cento monaci co-
clùo di Bcaufort, monaco ed abba- risti, e cinquanta conversi. Il p.
7.24 GIS GIS
Eiislacliio Bcaufort mori ai a?, di per ripulirlo dalle spine; ficevano
otiohre 1709, dopo avci- governalo molti digiuni, ed osservavano rigo-
«|iiasi per quaranlacinquc anni il roso silenzio, ad imitazione dei pri-
suo moiiistcro. mi cistcrciensi. Si diffusero princi-
CISTEKCIENSI Monache. A s. palmente per la Francia, per la
Bernardo alcuni autori attribuisco- S[)agna, per la Germania, e nella
no l' istituzione della monache ci- Polonia. Molte sante esse diedero
stcrciensi, dicendo che la di lui so- al culto, e parecchie principesse, e
rella s. Uinbellina fosse la prima signore ne professarono la regolv
religiosa che prese l' abito cistcr- Fra di esse meritano menzione s.
ciense, nel monistero di Juilly nel- Edwige duchessa di Polonia, mona-
la diocesi di Langres. Altri, con ca cistcrciense, morta nel 1243, e
Angelo Manriquez nel capo I num. canonizzata nel 1267 da Clemente
2, dell'anno iii3, decimo sesto IV; nonché le beate Teresa, e San-
dell' Ordine cistcrciense, raccontano cia principesse reali di Portogallo
che quando san Bernardo e trenta figlie del re Sancio I, monache ci-

suoi compagni si recarono a Cistello stcrciensi. La prima è fondatrice del


per farsi religiosi alcuni di essi , monistero di Lorvao presso Coim-
erano conjugati, onde per le loro bra ; la seconda di quello di Cel-
mogli venne fabbricato il moniste- las, egualmente presso Coimbia.

ro di Juilly ad istanza del medesi- Che le monache cistcrciensi ve-


mo s. Bernardo. Il Surio, nel li- nissero istituite anche in Costantino-
bro I della vita di s. Bernardo, ag- poli, lo abbiamo dal Garampi nel-
giunge che il primo monistero del- le sue Memorie a pag. 364, il qua-
le cistcrciensi fu edificato in un le racconta, che da Costantinopoli
luogo chiamato Vilieto nella dioce- vennero per fermarsi in R.imini l'ab-
si di Langres. Certo poi si è, che badessa e le monache di s. Maria
le monache cistcrciensi furono isti- di Perzejo dell'Ordine cistcrciense;
tuite da s. Stefano abbate di Cistel- e che frate Ambrogio, allora vesco-
lo nel 1120, fondando il loro pri- vo della città , assegnò alle dette
mo monistero in Tart nella diocesi monache il Maria in
luogo di s.

di Langres, il perchè anticamente iVIuro per ordine del Pontefice Gre-


esse celebravano sempre in Tart gorio X, ai i4 dicembre 1273.
i loro capitoli generali ,
per esser Tuttavolta nelle antichissime tavole
questa abbazia la piìi antica del- dell' Ordine cistcrciense compilate ,

l'Ordine. Tralasciarono di celebrare verso l'anno ii86, non si fa men-


que' capitoli dopo il concilio di zione di altro monistero cistcrcien-
Trento, che comandò loro l' osser- se in Costantinopoli, eccetto quello
vanza della clausura. di Lauro fondato nel i 1 56, come
In progresso le monache cistcrcien- attesta Carlo de Wisch nella Bi-
si si moltiplicarono, ed estesero "per bliotech. Cisterc. ]Ma fra le lettere
ogni parte, essendo desiderate dai po- di Onorio III evvi una bolla, colla
poli per la loro esatta osservanza, a quale egli ricevette sotto la ponti-
talsegno dapprima condotta, che non ficia protezione Beatrice abbadessa,
usavano panni di lino, uè fodere di e il monistero di s. Maria de Per-
pelli , lavoravano colle proprie ma- chejo quondam dici. Ysostis^ libe-
ni, e si recavano ancora al bosco randolo dalla giurisdizione del pa-
,

GIS GIS 22"


triarca di Costantinopoli, a' 27 Mi- gli uni, e le altre. Le prime, che
braio 122 1, professarono l'istituto,furono alcu-
Inoltre fai'emo qui menzione del- ne nobili donzelle, cioè Margherita
le monache della congregazione, isti- di Polastron, e Jacjuelina di Dim-
tiiita in Toledo da Beatrice da Sii- pralla, che eretto un monistero, vi
va colla regola cistercieuse, e sotto incominciai'ono la congregiizione del-
l' obbedienza a' vescovi, tutto nel le monache Fogliantine. hi Italia

ì^iS^ approvando Innocenzo Vili, però il pi'imo monistei'O di dette


come narra JNatal Alessandro, Hi- monache, fri quello in Roma fon-
stor. Eccles. t. Vili, p. 2 5. Però, tlato in un alla chiesa di s. Su-
dopo la morte della fondatrice, le sauna [Vedi) dal Cardinal Girola-
monache adottarono la regola di s. mo Rusticucci protettore de' cister-
Chiara conservando il titolo e V a- ciensi e titolare di detta chiesa, ad
bito della Concezione, che era una insinuazione del p. Giacomo R.oclie-
tonaca con iscapolare di color bian- mouson, uno de' due monaci spedi-
co, e mantello celeste ; quindi Giù- ti a Sisto V dalla Francia dal p.
lio li le tolse dall' osservanza di Ci- la Barriere, per 1'approvazione del-
stello, per darne la direzione ai fran- la riforma ; ma siccome le mona-
cescani riformati. che vi furono trasferite dal moni-
L' abito delle monache cistercien- stero de' ss. Vito, e Modesto fa ,

si è simile a quello de'monaci, cioè duopo parlare dell'origine di esse


bianche collo
vesti scapolare nero eh' è la seguente,
come nero hanno il velo del capo Francesco Fulvio, cittadino ro-
.sovrapposto su di altro bianco; ed mano, sin dall'anno i368, aveva
ili coro alcune portano la cocolla, fatto fabbricare in una sua casa
ed altre un manto secondo le con- una chiesa nel rione Monti, consa-
suetudini dei diversi monisteri. Le grata a Dio, e in onore dis. Ber-

novizie vestono di bianco, e le con- nardo, donando alla medesima tut-


verse di color tanè. R.acconta Ce- ti i suoi beni, ed istituendovi una
sario Eiverbacense, che anticamente confraternita sotto il nome del-
le monache cistcrciensi usavano lo lo stesso santo, la quale, seguendo
scapolare grigio per una certa vi- la mente del pio testatore, impie-
sione avuta dalla b. Cristina di Gè- gava le rendile in con
opere pie,
sii Bambino fasciato con fascia di distribuire pane e vino ad un nu-
tal colore. Di queste monache ri- mero di famiglie bisognose. Consi-
porta la figura, e tratta il gesuita derò il Pontefice Sisto V che sa-

p. Bonanni, Catalogo ec. delle ver- rcbbe stato piìi vantaggioso al pub-
gird a Dio dedicale, a pagine 4'? l^lico l'impiegare queste rendite in
Delle monache deW Ordine Cisler- un monistero di vergini sino al
dense. numero di trentatre , venti delle
Cisterciensi Monache Foglianli. Il quali dovessero poi tare una sufli-

riformatore dei Foglianti, p. d. Gio- dente dote, e tredici fossero rice-


vanni de la Barriere, istituì pure vute gratis. Quindi col consenso,
le monache, giacché avendo ottenu- anzi ad istanza della medesima con-
to dal Pontefice Sisto V la facoltà fraternità, di cui allora era priore
di edificare monisteri si pe' monaci, Pietro Fulvio, discendente del fon-
che per le monache, ne fondò per datorCj fece subito innalzare il mo-
VOL. xiii. i5
9.9.G CIS CIS
nistcro appresso la chiosa de' ss. brlcato in Tolosa. Le prime mo-
Vito e Modesto, il cui titolo Car- nache che entrarono in Montesquieu

dinali/io, secondo il Novaes, allora furono alcune pie dame, le quali


appunto vacava per la nuute d(;l attendevano nelle proprie case ad
Cardinal Ferreri. Si servì a lai ef- una vita divota sotto la direzione
fetto di una casa contigua alla del medesimo p. de la Barriere, che
stessa chiesa. L'entrata di quella poi loro prescrisse le regole e le

chiesa, rimanendo salvo il titolo osservanze eguali a quelle de' mo-


cardinalizio , unitamente a quella naci Fogliantini. Papa Clemente
della confraternita, doveva servire Vili ordinò al capitolo generalesche
ad utile del monistero concessione : celebrossi nel iSg^, di moderare le

ch'ebbe luogo in febbraio 58(). 1 loro austerità ; il perchè, come si


Indi furono trasferite dal moni- disse altrove , anche le monache
stero di s. Cecilia in Trastevere Fogliantine, o Bernardone, vivono
(che ad istanza di Laura Magolol- con tali modificazioni, e vestono co-
ta Clemente VII avea dato alle me i monaci di dette denominazio-
benedettine) per maestre delle men- ni, ai quali sono soggette. Di que-
tovate trentatre donzelle alle quali, ste monache scrisse il p. Carlo Giu-
dovendo vivere conforme alla rego- seppe Morotio, neir 7>9tori^ dell'Or-
la di s. Benedetto, da Sisto V fu- dine de' Fognanti a pag. 8 ; ed , 1

rono conceduti tutti i privilegi e le il Bonanni, nel suo Catalogo, alla


grazie dell' Ordine di s. Benedetto pag. '^c), Delle monache dell' Ordi-
e delle monache di s. Cecilia, e ne Fogliantino.
fu raccomandata la custodia del Cisterciensi Monache Recollette
nuovo monistero alla confralci ni- di Spagna. La riforma delle cistcr-
ta di s. Bernardo. Ma non passo ciensi della Re-
dette Recollette o
molto tempo, che divenuto angusto rollezione,ebbe origine e progresso
il monistero de'ss. Vito e IModesto, nel regno di Spagna per lo zelo di
le monache, a' 9 ottobre 1087, per alcune abbadesse del monisteroZ?e
ordine di Sisto V vennero manda- las fluclgas presso la città di Bur-
te in quello di s. Susanna, dove tut- gos. La prima di queste fu Agnese
tora fioriscono. V. Regole, e coslilu- Enriquez, che, per la seconda volta
zioni da assennarsi dalle monache eletta abbadessa nel i^gG, fece
cistcrciensi di s. Susanna alle Ter- ogni sforzo per introdurre la rifor-
me, Roma 1781. Oggi queste mo- ma nel monistero di Perales a lei
nache di s. Susanna non hanno soggetto ; laonde sparse in altri

più il titolo di Fogliand , e sono monisteri le religiose di esso, sosti-

soggette al Cardinal protettore. tuendovi le monache riformate, per


11 secondo monistero delle ci- le quali nel i
^99 ottenne una bol-
stcrciensi, fatto edificare dal p. de la di Clemente Vili per mezzo del
la Barriere fu quello di Montes- legato apostolico di Spagna. Le suc-
quieu di Polvestre , nella diocesi cesse Giovanna de A.yla, che prose-
di Rieux nella Linguadoca, le cui re- guì la riforma, ed incaricò due ci-
ne andarono al possesso a' 19
ligiose sterciensi dell' osservanza di Spagna
giugno i588, e poi l'abbandonaro- di formarne le costituzioni secondo
no per essere troppo angusto, pas- il primitivo spirito di Cistello ; ma
sando ad altro più spazioso fab- sorpresa dalla morte, toccò all' ab-
2

GIS CIS 22'


badessa Maria di Navarra il farla lo di Aix nella Provenza a' 7 feb-
approvare nel i6o4 da Domenico l)raio 1657, allorché erasi recata
Ginnasio arcivescovo di Siponto, al- a fondarlo da quello di Grenoble.
tro legato di Clemenle YIIT ; e me- Monache del Sangue
Cisterciensi
diante il di lui pontifìcio benepla- prezioso. Rimonta 1' origine di que-
cito trasferì le monache dal moni- sta congregazione dopo il i636, in
stero di Peralcs, a quello di s. Anna cui la madre Maddalena Teresa
in Vagliadolid. Baudet di Bamegard, monaca del
La riforma di queste cistcrciensi monistero di Grenoble, e superiora
progredì non solo per la Spagna, di quello di Parigi, operò la rifor-
ma persino nelle isole Canarie. An- ma. Sebbene le loro costituzioni a-
che Paolo V
ne confermò nel 1606 vessero riportato l'approvazione del-
le costituzioni, che fra le altre cose la santa Sede, nondimeno perchè
prescrivevano dovere abitai'c ven- avevano detto le monache di segui-
ti monache per ogni monislero, re la stretta osservanza dell'Ordine
oltre tre converse. 11 loro abito fu cistcrciense, mentre poi per le co-
prescritto di panno grosso, eguale stituzioni vivevano secondo le re-
a quello de' cisterciensi dell'osservan- gole delle monache della Visitazio-
za di Spagna, tanto nel colore, quan- ne, vennero quindi obbligate a fare
to nella forma. vui altro anno di noviziato , a te-
Cisterciensi Monache della ch\'i- nore della regola benedettina. Fu-
na ProvK'iclenza, Bernardo,
e di s. rono poscia composte le costituzioni
in Savoja, ed Nel 162
in Francia. conformi a quelle della stretta os-
la madre Luisa Bianca Teresa de servanza dell'Ordine cistcrciense, e
Ballon, coli' aiuto di s. Francesco di vennero esse approvate a' i4 ago-
Sales suo parente, diede origine al- sto 1661, obbligandosi le monache
la rifoi'ma delle monache ci.slcrcien- del Sangue prezioso ad eseguirle,
si, che cominciò in Runiilli, città mediante solenne professione, che
della Savoja. Di là si propagarono fecero a' 2 7 dello stesso mese. Do-
anco in Francia, per cui le loro co- po molti anni, che la madre Bau-
stituzioni si fecero molto conformi det avea presieduto al governo del
a quelle delle monache della Visi- monistero di Parigi, vi morì a' 6
tazione. Urbano Vili, nel i634j settembre 1688. .

l'approvò, e le sottopose alla giu- Cisterciensi Bionache della Bla-


risdizione degli Ordinarli. Di poi donna di Tart. 11 monistero di que-
per alcune variazioni operate dalla sto nome, siccome superiormente si
madre Ponconas, questa riforma si sud- lìotò, fu il primo delle monache ci-
divise in due congregazioni, una chia- sterciensi, fondalo nel 1120 da san
mata della Di't'ina Provi'idenzaj aven- Silvestro abbate di Cistello. La sua
do sotto di sé diversi monisteri sì in riforma seguì per lo zelo della ma-
Savoja che in Francia, e Taltra fu dre Giovanna da Coui'celle di Pour-
chiamata di s. Bernardo j e fu ristret- lan, discendente dalla famiglia di
ta alla sola Francia. La madre de s. Bernardo, la quale, divenutane
Ballon, vera fondatrice di tal rifor- abbadessa, subito propose l'esatta
ma, cessò di vivere a'i4 dicembre osservanza della regola di s. Bene-
1668 nel monistero di Seyssel, e detto, si affaticò a togliere gli abu-
la madre de Ponconas morì in qucl- si, e procurò disporre gli animi a
2?8 CTS CTS
ricovcre la riforma che mcdlfava . mentalo, s*i di giorno che di notte.
nelle quali operazioni r'ajiilò graii- La madre Angelica venne e-
detta
tlementc il vescovo di Langrcs. Fe- letta mi lai monistcro
a fondare ;

ce pertanto cambiare il cognome ma essa dopo avervi dimorato si-


,

alle .sue monache, coli' adottare il no all'anno i633, per la morte


nome alcun santo, e diede essa
di della duchessa che non assegnò al-

l'esempio col prontlcr quello di s. cun fondo al monistcro , dovette


Giuseppe. Per mezzo did detto pre- fu* ritorno a quello di Porto reale
lato, nel i6?,3, dal nionisloro di di Parigi, dove eransi raccolte le

Tart passò a quello di D3'on colle monache di Porlo reale de' Campi.
riformate. Quindi con tre brevi, Quindi, perchè l'istituto dell'adora-

r ultimo de' quali è del 169.7, Ur- zione del Santissimo non perisse, nel

bano Vili soggettando le cistcrcien- 164? colle debite licenze ebbe essa
si di Tart, e di Dyon alla giuris- a concentrarlo nel suo monistcro;
dizione del vescovo di Langrcs, le il perchè le monache cambiarono
esentò in vece da quella dell'abba- lo scapolare nero dell' Ordine cistcr-
te di Cistello. Si composero esse ciense in bianco, e vi aggiunsero
quindi alcune particolari costituzio- una croce rossa. Oltre a ciò, nel
ni, che approvò il detto vescovo, medesimo anno l' abbadessa potè
dopo di che le monache si obbli- ristabilire le sue religiose nel mo-
garono a seguire diligentemente la nistcro di Porto reale de' Campi,
regola benedettina, ed alcune au- colla condizione che fossero sogget-
sterità proprie delle cistcrciensi ri- te all'abbadessa di Porto reale di
formate, colle quali ebbero comu- Parigi, e le due comunità formas-
ne l'abito. INIeiitre la riformatrice sero un sol corpo. Dipoi l'arcive-
Giovanna di Courcelle, o di s. Giu- scovo Gio. Francesco de' Gondi ap-
seppe, era abbadessa di Dyon, agli provò le costituzioni, compilate se-
8 maggio i65i vi terminò i suoi condo quelle delle altre monache
giorni. cistcrciensi riformate.
Cislercicnsi Monache di Porlo nel 1708, il sommo Ponte-
Ma
reale de Campi in Francia. Il mo- ficeClemente XI, con bolla de' 27
nistero di tal nome della diocesi di marzo, ad istanza del re di Fran-
Parigi venne fondato l'anno 17.04, cia Luigi XIV, abolì il monistcro
ma la sua riforma incominciò dopo delle monache cistcrciensi di Porto
che nel 1602 fu eletta in abbades- reale de* Campi nella diocesi di Pa-
sa la madre Angelica Arnaud. Di rigi, e nell'anno seguente, per ordine
poi nel 1626 acquistò in Parigi espresso del re fu inteiamente demo-
altro monistcro, che per distinguer- lito, avvegnaché tali monache erano
lo dal primo fu appellato Porto rea- ostinate e pertinaci gianseniste, ed
le Verso quell' epoca da
di Parigi. appellanti dalla celebre bolla Vineani
madama Luisa di Borbone, duches- Domini, dello stesso Clemente XI.
sa di Longueville, venne eretta una Di queste monache , e de' Solilan
casa religiosa dedicata al ss. Sagra- di Porto reale, loro direttori, dopo
mento, ove, colla approvazione di s. Cyrano , fa una esatta storia
Urbano Vili nel 1627, le monache monsignor Nuzzi. V. Stona della
dovevano obbligarsi con voto alla bolla Unigenitus etc, tom. I, pag.
perpetua adorazione di Gesù Sagra- 12, e scg. Distrullo che fu il mo-
, ,

GIS CIS 229


nistero, alcune inoiiaclie si ritiraro- gregato di varie case. E tale esso
no presso i loro congiunti, altre en- era quando iNIassenzio tiranno in una
trarono in qualche monistero, e po- imboscata vi fece strangolare Severo
scia in diversi tempi, lontane dai Cesare, a cui l' imperatore Galerio,
filisi consiglieri, sottoscrissero 1' ade- nellanno 3o6, avea aflidalo la guer-
sione che da loro si domandava, e ra per debellare Massenzio. Quindi,
che avevano falla le monache di pel progresso della religione cristia-
Porto reale di Parigi, le cui reli- na, divenne città anche in memo-
giose fiorirono sino al declinar del ria di s. Paolo, pel motivo che ora
secolo XVIU. medesimo, istruendo andiamo a descrivere.
la gioventù, ed osservando esem- Molti hanno confuso Cisterna con
plarmente le regole della rilbima Trcs Tabcrnnc città dei Volsci ,
,

da esse seguita. mentre questa antica stazione fu nel


CISTERNA. Terra, che ha tito- lenimento delle Castella non lungi ,

lo marchesato posseduto dai Cae-


di dalle mole di Velletri, circa sei mi-
tani [Fedi), e soggetta al governo glia più indietro , nel luogo chia-
legatizio di Velletri nello stato pon- mato Civitona, presso l'influente del
tificio. Cisterna è posta a destra del fiume Astura. Di molta anlichilù fu
fiume Antico, sulla strada consola- la chiesa delle Tre Taberne, Triian,

re Appia, che conduce a Velletri, Taberìiarniìi, nobilitata, verso an- 1

avente vicino il piccolo villaggio di no 61 di Cristo, dalla presenza del-


Ninfa, ove, secondo il Ciacconio, l'apostolo s. Paolo, che lecandosi a
ed altri autori, fu coronato il Pa- Pioma, ivi festevolmente fu incon-
pa Alessandro ili. Ne' suoi dintorni trato dai Romani. Per ciò che spet-
sono le vaste ed insalubri tenute ta alla sede vescovile, la quale se-
di Conca, e Camjjomorto, ov' è sta- condo Conimanville fu isliluita nel
bilito un asilo a' deliiKjuenti. La quarto secolo ed era immediata- ,

prima appartiene alia santa roma- mente soggetta al sommo Pontefice,


na inquisizione, la seconda al ca- si rileva dal concilio romano, cele-

pitolo vaticano , le cui notizie ri- brato l'anno 3 3 da Papa s. Mel- 1

portammo parlando di tale illustre chiade, esservi sottoscritto il vesco-


capitolo, all'articolo C/iicsa o baòi- vo Felix a tribus Tabernis. Qmndi
lica ili s. Fìclro. Noi qui facciamo '
negli atti del concilio romano , te-
parola di Cisterna soltanto per ri- nuto sotto il santo Pontefice Ilario
cordare, ch'essa non è le li e Ta- nel 4^7j ''• sottoscrisse il vescovo
bernc, Tt'Cs Tabcrnui', antica sede Lucifcr Trillili Tabernariun. Nel
vescovile, come chiaramente tra gli ponlilicato di s. Felice 111, e nel
altri ha dimostrato Alessandro Bor- concilio romano del 4^7 , si vede
gia, nella dotta Istoria dtLla Chie- la sottoscrizione di Dtcio Tìiuni
sa, e ciilà di ì^ ellttri, alle pag. Tiòernaruin , il quale fu anco pre-
79, 80, 81, 128 e 1 2q, ec. ec. sente al concilio del 499 > ^'^ ^"* '

e da ultimo A. Nibhy, Analisi dei fra il nome di tutti i vescovi , si

dintorni di Roma, tomo I, p. 47«J, legge : Decius Triuin Taberiiaruni.


e seg. e toni. 279, e seg.
Ili, p. IMa tjuesta chieda posta nella via
ove dice che Tres Tabernat in ori- Appia, cotanto fiequentata, nel de-
gine furono tre osterie, le quali di- clinare del secolo sesto per le dis-
vennero poi uu villaggio per l' ag- graziate vicende cui saggiacquero ilo-
, 1

ajo GIS GIS


ma e i suoi tliiitonii, restò ahljan- nome di Cisterna .Veroni.? , dal
quale
donata , e in istato calamitoso , e si pretende tragga l'origine il pre-
gli abitanti per le guerre, per la sente borgo, cioè dalle cisterne che
peste e per le barbarie de' Longo- ivi queir imperatore aveva fatto sca-

bardi si rifugiarono altrove. Laon- vare. Per altro può che


asserirsi
de nel 592 il Pontefice s. Grego- dopo la distruzione di Tres Taber-
rio I, volendo provvedere alla sa- nae, e di Ulubrae ([ui si rannodò
lute delle anime dei superstiti dio- la popolazione presso qualche anti-
cesani, e conservare la memoria del- ca conserva d'acqua, formandosi in
l' illustre chiesa delle tre Taberne, tal modo Se poi l'ealmen-
la terra.

mentre era vescovo di Vellelri Gio- te in si ricovrasse Ne-


questo luogo
vanni l' unì
, per sempre alla sua rone nella sua fuga, si vegga il ci-
sede non aeque prinripalùcr ma , tato Borgia a pag. 49- Dalla cro-
subjeelÌK>e. Tale e tanta fu la cura naca di Fossa Nuova si apprende
che presero di questa chiesa sì Gio- che nel 11 65 Cisterna, per essere
vanni, che i vescovi di Velletri suoi fedele ad Alessandro III, fu incen-
successola, che dopo un secolo e diata da Cristiano intruso nell' ar-
mezzo dappoiché la governavano civescovato di Magonza , e cancel-
fu in grado di essere ripristinata liere dell' imperatore Federico I, e
nella sua dignità, e riavere il pro- dal conte Gotelino. Qui poi .ricor-
prio vescovo , sciogliendola il Papa diamo, che Alessandro III, nel I 159,
unione con Velletri. Sembra
dall' era stato eletto, secondo l'annalista
che ciò realmente accadesse, poiché Baronio , e consagrato , e coronato
in una costituzione di Paolo I del nella città di Ninfa, o in Cisterna.
761 si legge sottoscritto, Parviis Altri dicono con maggior probabi-
luunilis cpiscopus s. Ecclesiae in lità, che l'elezione seguisse in Ro-
Trìbus Tahcrnis, e ad un concilio ma 7 settembre, e che quindi A-
a'

romano dell' 826 intervenne Leo- lessandro III in Cisterna prendesse


nino o Leonlino, vescovo della stessa le insegne papali , mentre in Ninfa
chiesa. A questo successe Anastasio, fu consagrato, e coronato ai 20
il quale si trovò presente nel con- dello stesso mese, contro l'antipapa
cilio l'ornano dell'anno 853. Ad A- Vittore IV. E siccome a questo di-
nastasio successe Giovanni, che nel poi nel 1 64 era succeduto l' anti-
concilio romano dell' 869 sottoscris- papa Pasquale II, il mentovato Cri-
se alla condanna del sinodo costan- stiano, colle sue soldatesche passò
tinopolitano convocato da Fozio. nella campagna romana, e fece giu-
Dopo il detto Giovanni non si han- rare dai popoli fedeltàa Pasquale
no altre memorie dei vescovi delle II sostenutoda Federico I, ed al
tre Taverne, per cui si congettura, quale iu Viterbo lo condusse; ma
che verso la tìne del nono secolo, avendo Anagni ricusato di ubbidi-
i Pontefici la riunissero alla sede di re. Cristiano diede il guasto alla
Fellclri. Vedi. campagna , e Cisterna fu bruciata.
A voler dire alcuna cosa di Ci- Così il Muratori, Annali et Italia^
opinano essere succe-
sterna, alcuni all'anno 11 65.
duta ad Ulubrae. Certo è però, che Pùsorta Cisterna dal disastro, fu
non è luogo antico, e che ne' tem- di nuovo manomessa, saccheggiata,
pi bassi veniva conosciuta sotto il ed arsa nel i328 dall'esercito di
,

GIS CIS 201


Ludovico il BiH'arOj nemico di Gio- diritti , che avca sopra al castello
vanni XXII. Lo storico Gio. Villani diruto di Cisterna. Finalmente nel
nella Cronica al lib. X, cap. 76, rac- i44^j Giuditta, figlia del defonto
conta, che in detto anno, agli 1 1 giu- Giacomo di Piiccardo R.osa sum-
gno, il popolo roraaruo colla gente mentovato, vendè una parte di Ci-
del bavaro, dopo aver superato l'as- sterna a favore del medesimo Ono-
sedio del castello della Molara, ce- rato.
duto dalla gente al re Roberto per Nel pontificato di Sisto IV, e nel
naancanza di vittovaglia, guidati dal- 1483 fu Cisterna occupata dalla
lo stesso Ludovico si recarono a Ci- gente di Ferdinando re di Napoli,
sterna, cui derubarono ed arsero, a e quindi consegnata alle milizie del-
cagione della somma
penuria di vit- la Chiesa a' 3 febbraio. Nel i5or,
tovaglie, che era nel campo. Il perchè Alessandro VI privò la casa Caeta-
i Romani tornarono in Roma, e il ni del ducato di Sermoneta e di
bavaro coli' esercito andò a Velle- Cisterna, investendone il suo figlio
^ tri , disertando poscia molti tra i R.oderico o Cesare Borgia; ma as-
tedeschi, per causa della divisione sunto al pontificato Giulio li , nel
della preda fatta in Cisterna. Per i5o4, di tutto reintegrò Guglielmo
ciò che riguarda la proprietà del Caetani. Da questo tempo in poi
luogo, appartenente alla nobilissima la casa Caetani procurò che il ca-
famiglia Caetani sullodata, è a sa- stello fosse ripopolato. Questa fa-
persi ; che nell'anno 1 4o i Bonifacio miglia per le numerose buffale, che
IX mise in possesso Jacobello Cae- possiede nello sue tenute presso Ci-
tani della roccao castello e teni men- sterna, negli antichi tempi vi diede
to di Cisterna. Tuttavolta sembra magnifiche caccie, nelle quali anche
che l'intero dominio di essa dai Cae- giostravano le donne del luogo. A
tani si acquistasse successivamente cagione poi della sua posizione i Cae-
e in progresso di tempo , come si tani vi riceverono convenientemen-
vedrà dalle seguenti notizie. Di fatti te diversi Pontefici e principi, che
in alcuni capitoli presentati nel i4i3 partivano da Roma, o ad essa re-
dagli uflìziali del comune di Sezze, ca vansi. Si ha perciò, che nel 1727,
a quelli di Ladislao re di JVapoli, ritornando Benedetto Xlll da Be-
si rileva che la magnifica donna nevento, a' 27 maggio vi si fermò
madonna Ursina figlia di Giordano a pranzare dal duca Caetani, dopo
Ursino, cittadina di Sezze ,
per es- avere ascoltata la messa nella chie-
sere vedova Giovanni Citarelli
di sa collegiata; ma allorché nel 1729
di tal città, era padrona della roc- lo stesso Benedetto XI li ripassò per
ca e lenimento di Cisterna , come Cisterna dirigendosi a Benevento, volle
sue ragioni dotali, sebbene per al- cenare nel refettorio, e dormire nel
cun tempo l'avesse occupata Ric- convento de' rifoi-mati , mandando
cardo Rosa di Terracina ribelle a , la famiglia nel palazzo del duca. Indi,
Ladislao. Quindi abbiamo che, nel restituendosi Benedetto XIII a Roma,
1437, la detta Ursina vendette le ilprimo giugno pernottò in Cisterna
sue ragioni dotali sulla rocca e te- dai medesimi religiosi riformati, la
nimento di Cisterna a Giacomo Cae- cui chiesa e convento di s. Antonio,
tani. Poscia, e nel 144^3 Aldo dei nel 1572, erano slati edificati (l;d
Conti alienò ad Onorato Caetani i Cardinal Caetani, con autorizzazio-
232 CIT CIT
ne di Gregorio Xlfl. Dopo la morie vescovile nell' isola di Cipro, sulTra-
di JJenedelto Xlll il suo lavorilo , ganea dell'arcivescovato di JNicosia,
Cardinal Coscia, si ritirò in questo la cui rimonta al secolo
erezione
feudo per la grande amicizia che , quarto. Di essa si conoscono quat-
avea col duca Caetani. Pio Vl^ nel tro vescovi. Commanville dice, che
recarsi a Terraciiia a visitare i gran- vi si mostra la tomba di s. Laz-
diosi lavori del proseiugamenlo del- zaroj il quale fu risuscitato da Gesìi
le Paludi Pontine [Vedi), nei di- Cristo, e che vuoisi sia stato il pri-
versi anni che fece tal gita, piìi volle mo vescovo di Citiuni; lo che fa-
visitò Cisterna; per la quale a' 23 rebbe rimontare l' erezione di que-
aprile i83c), il Papa regnante passò sto vescovato al primo secolo della
recandosi a Terracina, ed entrando Chiesa. Certo è che il suo vedovo
nella sua chiesa collegiata, dedicala Pappo solfri il martirio sotto Co-
all'Assunzione in cielo di Maria Ver- stanzo imperatore. Potino o Folino,
gine, vi ricevette la benedizione col altro suo vescovo, mandò al conci-
ss. Sagramento. Sulla chiesa colle- lio di Calcedonia il suo diacono
giata di Cisterna , e se quivi fosse Dionigi, ed il vescovo Spiridione fu
vicciso Severo imperatore da Era- presente al concilio generale settimo,
clio, J^. il Piazza, Gerarchia Car- e V altro vescovo Germano all' ot-
dinalizia, pag. 4^ e 49- Di Cister- tavo. Si crede che Citro o Citiuni
na, e delle Tre Taberae fra gli al- sia stata edificata da Celhin uno ,

tri trattarono il Ricchi nella /?e- de' figli di Seth. Opinione generale
gia de' Volsci a p. 49 e f Ughelli, è per altro che gli abitanti di Ci-
Ital. X.
sacr. t. tro ripetano l' origine da quei Fe-
CITARIZA. Sede vescovile, cono- nicii , e Cananei, i quali si ritira-
sciuta anco sotto il nome di Ca- rono neir isola allorché gì' israeli-,

strimi Citharìsarum della grande Ar- ti andarono a conquistare le loro


menia , tra i monti Antitauro, e terre. Secondo S trabone, vi el)be i
Masio, nella diocesi di Ponto, sotto natali Zenone, capo degli stoici e ,

la metropoli di o Dade-
IMolaliah il celebre Cimone ,
generale degli
mon, come scrive Commanville. Ma- ateniesi, che qui pure morì.
riano, suo vescovo, si sottoscrisse ai CITONATO, Cardinale. Citona-
canoni del concilio trullano. Il ca- to , Cardinal diacono, viveva nel
stello, ove esisteva la sede vescovi- 494) mentre era sommo Pontefice
le, venne edificato da Giustiniano s. Gelasio. I.

I imperatore , in modo inespugna- CITONATO, Cardinale. Cito-


bile. nato, Cardinal vescovo di Porto, fio-
CITIDIOPOLI. Sede episcopale riva nel 769 sotto Stefano III, detto
della Cilicia mediterranea, ove si col- IV. Fu al concilio tenuto da questo
loca la città di Oblasa. Nella Pam- Papa nel detto anno, ed assistette
filia abbiamo Olhiuni sea Olbasuni, alla consacrazione dell' antipapa Co-
eretta in vescovato nel quinto se- stantino.
colo sotto Pirgi. Sisinnio , vescovo CITONIA. Sede episcopale isti-

di Citidiopoli, si trovò al concilio tuita neir isola di tal nome nel se-
di Trullo, celebrato l'anno 691, e colo XIII. Si apprende dall' Oriens
detto anco Quinisesto. Christ. t. Ili, p. 871, che vi ebbe-
ClTiUM, Crruu, o Guite. Sedo ro sede quattro vescovi. Ciluniu,
crr ciT 233
o Cytonhim, fu città cieli' Asia, si- lemme pei' antonomasia fu cliiaina-
tuata ai confini della Libia, e della ta la città santa, siccoxne già cen-
Misia, secondo Stefano di Bisanzio, tro della sola vera religione; laon-
CrrR.A. Sede episcopale, col qual de per lo stesso motivo viene pure
nome si conoscono varie chiese ve- chiamata Ptoma coli' aggiunta di ,

scovili. Dal IVIireo, Notitia Episcop. capitale del cristianesimo , o del


Orhis Clirisfiani, alla pag. 92 si mondo cattolico. Il paradiso dicesi
legge Citra, sede episcopale sutFra- la città celeste, la città di Dio, e
ganea di Tessalonica , ed altret- di ciò tratta la nota opera del dot-
tanto alla p. 106. tore s. Agostino, in cui descrive la
CITROrvE Sede epi-
(Cithron). città terrestre, e la celeste, cioè i

scopale di Macedonia, chiamata an- buoni, e i cattivi, con quella viva-


che Cìiitto e Chitro, sotto la me- cita d' iiigega(j, che lo l'endono cele-
tropoli di Tessalonica. Si chiama bre. La parola Civitas in sua origi-
pure Pidua Pydna , o Citri. Si
, ne non ebbe che noiil significato,
conoscono due vescovi, che vi sedet- diamo oggi piti comunemente a
tero. Baudrand, Geographia, t. f, quello di città j ma così chiama-
p. 274 5 e IDI, ed Oriens Cliri- vasi soltanto una comunità formata
stianus t. II, p. 81. dalla unione di più famiglie, com-
CITR.UM. Sede vescovile della ponenti fra di loro una repubblica,
Piei'ia di Macedonia, nella diocesi un corpo civile, che comprendeva
della Illiria orientale, dipendente un certo tratto di paese, e talvolta
dalla metropoli di Tessalonica, di anche quello di più città, villag-
cui conoscono sette vescovi. Fu
si gi, come osserva il marchese jMaiiei
detta pure Cithroti, e Cithriun. O- col Facciolati, Lex. t. 1. in V. Ci-
riens Christ. t. II, p. 8r; Bau- vitas , col Marti nier, Gran. Dic-
drand, Geograph. p. 274, tom. I, tion. Geograph, e con altri, suU'au-
e pag. i5i , tom. II ad vocem torità di Cesare , Bell. Gali. 1.

Pydna. Vili, di Cicerone, In Sonin. Scip.,


CITTA' (Civitas). Paese accasato, di Plinio H. N. L. IV, e. 68, e I.

e per solito più considerabile di XXXI, e. 2; di Tacito Histor.


quel paese, cui comunemente si 1. IV, e. 68, e Annal. 1. III; e
chiama terra, castello, o villai^gio. di Livio Epit. 1. XXXV. Essa vie-
Qualche volta vale anche soltanto ne dal Celtico Ci\wlawd, ed è una
luogo abitato. Così il Dizionano di quelle,che sotto una sola deno-
della lingua italiana. Quando trat- minazione ci presenta l' idea di più
tasi dell' antichità, città significa cose, e vale lo stesso di popolazio-
per r ordinario uno stato, od un ne, unione di famiglia, un sol cor-
popolo colle sue dipendenze. Tut- pò, o consorteria sotto una niedesi-
tavolta si osserva negli antichi au- ma forma, e disciplina, come ne
tori dato il nome di città ad una assicura il Bullet, Memoir sur la.
sola, come facciamo noi, massime Lang. Celfiq., gvan. maestro in ar-
allecapitaU degli stati, che sono chia- gomento. Da quella lingua fa egli

mate con greca \oce Metropoli , alle derivare la parola Civitas collo stes-

sedi vescovili e ad altre, che per so significato di popolazione, unio-


le loro prerogative e pregi merita- ne di famiglia ec. e così pure il ,

rono un tal distinto nome. Gerusa- Civis, giacché scn za cittadini uou
2 34 e IT CIT
vi lia città, né città senza ciltatlini, o arcivescovile. Ed in fatti Ro- i

come elice Cicerone, De llcpuh. I. mani Pontefici nelle loro bolle quan-
I. I veri cittadini di città, Urbes, do parlano delle città, che non so-
erano anticamente contraddistinti no episcopali, soltanto le chiamano
coir appellativo di Urbani, qui in paesi, e terre, sebbene comunemen-
urbe linlntant, quando all' opposto te denominate e riconosciute dagli
(pielli, che non erano cittadini, ve- altri per città. Nella stessa romana
nivano detti Vicari, vel Padani. curia si fa ancora distinzione tra la
Ciò sia detto per togliere fpudiuKjiic parola civitas cpiscopalis città vesco-

opposizione in contrario, se si dei)ba vile, e diocesi dioecesis. Per la prima,


la preferenza a Civis, ovvero a Ci- come si dissBj s'intende il luogo ov' è
vilas. I Romani si valevano soltan- la sede episc(jpale, per la seconda s'in-

to della parola ZJrbs loro propria tendono tutti i luoghi che compongo-
per indicare appunto una città, clic no la diocesi ;
purché un vescovato
per essere tale conveniva, che fosse non costituisca tutti i luoghi dove

murata, e circonvallata di fosse. In ha giurisdizione in città. Su questo


seguito poi dal generale passò al punto va consultato quanto dotta-
particolare a distinguere soltanto mente scrisse il Sarnelli, Lettere
que' luoghi, che per numero di abi- Eccl. t. IH, pag. 72 lett. XXIX,
tanti, ampiezza di sito, magnificenza Non darsi città in Italia senza ve-
di fabbriche e piazze e commercio scovo. Ma oggidì anche nell' Italia
soprastavano agli altri. I municipi vi sono delle città senza che sieno
degli antichi romani, erano le città decorate della sede vescovile, come
della pili onorevole condizione, per sono Marino, e s. Giovanni in Per-
cui Cicerone nel libro de legìbiis, siceto, per non dire di altre, che
disse, che un municipale cittadino furono erette a' nostri giorni in cit-
poteva considerarsi come se due tà regnante Pontefice.
dal
patrie avesse, cioè una di natura, La prima città, che sia stata fab-
l'altra di privilegio. Oltre a ciò i bricata, sembra che sia Enóchia,
municipali godeva-
tutti i privilegi edificata da Caino in onore del suo
no de' cittadini romani, e potevano figlio Enoch, come si ha dalla sa-
sostenere in Roma ancora le cari- gra Scrittura. S, Agostino, De ci-
che, che avevano sostenute nel mu- i'itate Dei lib. i5, capit. 5, osser-
nicipio. Ce lo conferma Svetonio. va che come il primo fondatore
Aveva altresì questo di speciale un della prima città del mondo fu Cai-
municipio, che colle proprie sue leg- no fratricida, così il fondatore di
gi si governava, a dillerenza delle Roma, che fu capitale del mondo,
colonie , le quali dai R.omani rice- ed ora lo è del cattolicismo, fu R.o-
vevano le leggi per governarsi. F^. molo che uccise il fratello Remo,
Municipio. per cui disse Lucano nel primo li-

Nella curia romana si fa distin- bro della Farsaglia :

zione dalla parola città cii'itas dal-


l'altra città vescovile Civitas epi- Fraterno primi maduerunt san-
scopaUs. Sotto la prima denomina- guine muri.
zione s' intendono quelle terre o cit-

tà, che dalla santa Sede vengono e- Il p. Menocchio nelle sue Stuore
levate al grado di città vescovile di erudizione t. IH, p. 5^\o, capo
CIT CIT 23>
I, Quale città sia stata prima di tutte carono città anco vicino al mare, ai
le altre fabbricata nel mondo, e da fiumi ec. Le irnizioni degli eser-
cì/, coir autorità della sagra Scrit- citi nemici consii^liarono gli uomi-
tura, confata i Caldei, x4ristotile, e ni a ritirarsi sui monti, per porsi
che non l'iconobbero
quelli autori, al sicuro; laonde ebbero origine la
Enochia per la prima città fabbri- villa, il borgo, il castello. E sicco-
cata al mondo. Platone assegna me tutte le città nella loro fonda-
aver causato in Caino 1' erezione zione furono di ambito ristretto, co-
delia città, il bisogno che senfi per sì crescendo la popolazione si an-
difendersi dalle fiere con Ari- ; altri, darono* ampliando. Xelle città dipen-
stotile, opinano, che siccome l'uomo denti dall'antica Roma, aumenùan-
per natura ama la società, l'indi- dosi gli edifizi, si allargava pure il

nazione il porta ad abitare con al- pomerio, che soleva stabilirsi con
tri, per le vantaggiose conseguenze, atti solenni, e riti superstiziosi nel-
che ne risultano. Ma per riguardo la deduzione della Colonia (Vedi).
al motivo, che mosse Caino a fab- A questo articolo si tratta anco-
bricare la città, Gioseffo nelle An- ra delle città federate de' Romani.
tich. giudaiche lib. I, capit. 4? con- Quindi per soddisfare al bisogno
gettura, che il facesse per propria degli abitanti, se la città era cir-
sicurezzadopo l' uccisione di Abele, condata mura, si fabbricava fuo-
di
per dominare sui propri discenden- ri di essa, venendo a formare l'ag-

ii, o perchè divenendo peggiore do- gregato ed unione delle nuove ca-
po i rimproveri e le minacce rice- se , ciò che noi diciamo hors;hi, e
vute da Dio, e continuando a com- che gli antichi chiamavano Subur-
mettere ogni sorta di scelleraggini, bia. ìVelle città i Romani ponevano
credette necessario vivere co' suoi i Flamini, nelle metropoli gli Ar-
seguaci in luogo sicuro, anco per chi/lamini.Tale era l' ordine reli-
custodirvi le cose prepotentemente gioso mentre nel governo politico
rapite da se, e dai suoi. Su questo tenevano quest' altro. Nelle sempli-
argomento l' erudito Sarnelli, nel ci città erano i giudici minori, nel-
tomo V delle succitate lettere a le metropoli i maggiori, nelle pri-
pagina 2g tratta: Della prima marie i rettori delle provincie, i prO'
città del mondo ai'anti e dopo consoli o legati, e nelle capitali
il diluvio unÌK'ersalc, terminato il V imperatore, e il senato. S. Pietro
quale Nembrod edificò quella tor- principe degli apostoli , stabilì la
re che prese il nome di Babele sua sede in Roma, ov' era il pon-
dall'avere Dio confuse le lingue dei tefice massimo de' gentili ,
quindi
superbi fabbricatori. Al toni. Ili poi, nelle primarie città si stabilirono i

e alle pag. io3, lo stesso Sarnelli patriarchi e i primati, nelle metro-


descrive le città, che in Asia rovi- poli gli arcivescovi, e nelle altre
narono pel terremoto. città i vescovi, modellando la ge-
Dopo il diluvio i discendenti di rarchia della chiesa militante alla
Noè fabbricarono le città sui monti chiesa celeste. V^. Clenicns. P. P. in
per timore che si rinnovasse quel- e. in illis 8o distin. et Anacletiis
la tei-ribile catastrofe. Passato il ti- e. /, 99 dist. Innocenzo IV poi,
more si cominciò a scendere a bas- cap. n. Super. 5. Decret. de noi'ì
so, e nelle pianure; quindi si edifi- operai, nuiiciat. (, 601, col. 2,nun:.
i36 riT C T I

•>., (lice: che unn ciUìi n1)l)attiita suolo ove ora giace il paese. Altri

(liu mMnici conserva tulli i j)iivilc- sono anzi di parere, che il luogo
t^i, che prima godeva. Come gli ove si crede esistesse Pillino , ed
antichi festeggiassero T anniversario ove sono ora le Grotte di Pittino,
della fondazione delle città, chia- non offra che macerie, e reliquie di
mato anche Natale , lo asserisce il (|ualche castellelto, ma non vestigi

succitato p. JMenocchio t. HI, p. (li rimota antichità. Quindi sotto il

dominio de' Piomani prese il nome


Il IVItuatori nelle sue Disserlazio- di Tifcriio Tiberino, Tifcrnnni Ti-
ìii sopra le. antichità italiane, ci dà berinnni, come provano i monu-
preziose notizie, ed erudizioni sulle menti ivi ritrovati ; sotto quello dei
città italiane ,
quando assumessero Longobardi chiamato Castello
fu
la forma di repubbliche; quando della Felicità, Caslrnrn Felicitatis,
si mettessero in libertà ; dei loro forse in felice augurio del castello
magistrati; quando sottomisero i e delle fortificazioni, colle quali !o

conti rurali ed altri nobili ; della circondarono, ovvero per celebrare


guerra che fecero eziandio ai beni qualche vittoria riportala sui Gre-
dei chierici, e monaci ; delle loro ci ; finalmente d(j|)o il secolo deci-
leghe, giuramenti, tregue, paci ec. ; mo venne appellate^ Città Castella-
dei privilegi loro accordati nella pa- na, Cina di Castello, ed anco sem-
ce di Costanza, ec. plicemente Castello, provando la-
CITTA' DI CASTELLO (Civita- li etimologie, e ciò che le riguarda,
tis Castelli). Città con residenza il lodato canonico, nel t. LX del
vescovile, capo di distretto della de- medesimo Giornale Arcadico a pag.
legazione di Perugia, nello stato i3i, e seg. Probabilmente il nome
pontificio. Questa antica, forte, e acroiunto di Felicità deve al tem-
si

bella città venne edificata sulla si- pio, che venne in questo luogo de-
nistra sponda del fiume Tevere, fra dicato alla virtù personificata della
r Umbria e i confini degli stati to- genfilità per esprimere quella, che i

scani, in fertile territorio circondato popoli godevano nell' impero di Tra-


di monti in forma di anfiteatro, jano amico di Plinio, il quale lo
che rendono il suo prospetto vago dedicò o si trovò presente alla inau-
e dilettevole. Un foro commerciale gurazione di tal tempio. Il nome
(qui stabilito dagli antichi primi poi di Tiberino lo prese dalla vi-

abitatori del Pittino umbro, nomi- cinanza del fiume Tevere. Siccome
nato da Tolomeo, come pretende il venne pur dòtta Città di Castello,
can. Giulio IMancini di Città di Ca- Tiferniini Tiberìniini in Thuscia lon-
stello, Giorn. Arcad., tomo XLIV gobardornm, è a sapersi che non i
pag. 277, esistito già in un vicino longobardi la compresero nella re-
colle, che ancora ne conserva il no- gione toscana, ma perchè fu consi-
me) diede probabilmente 1' origine derata comprendersi in essa, tagha-
a questa città, che tale forse addi- ta dall'Umbria, così divenne capo
venne tra il quinto e sesto secolo della sua special contea, e del suo
di R.oiaa, per opera del Sabino Ti- proprio, e separato governo.
ferno. Dai monumenti però chia- Questa è una delle prime città sot-
ramente risulta , che gli antichi toil soave dominio della santa Sede,

etruschi coiiobbero ed abitarono il come pure è celebre per magnifici


CIT CIT 237
cclillzi, e per monumenti di belle zo 1841. Nello stesso luogo, e nel
arti, ammirandosi in essa i dipinti 1829, il cav. Andreocci pubblicò
di Signorelli da Cortona , di Raf- un altro opuscolo riguardante la
faellino dal Colle , del Rosso , di città.

Santi di Tito, di Pagani, tutti in JNon deve poi tacere, che sot-
si

belle tavole, nonché gli affreschi del to gliauspicii di s. Florido priiici-


Benelliale, del Mazzanti, e del cav. pal piotettore della città, e già suo
Tommaso Conca. Rinomate sono le vescovo, nell'anno 1 84 1 nella me-
gallerie di casa IMancini, e quel- desima venne istituita 1' Accademia
le del sontuoso palazzo Bufalini, che FLoridiana, della quale fu primo e
il terremoto del 1789 molto dan- principal promotore l' attuai zelan-
neggiò. Anche alcune nobili e fa- tissimo vescovo monsignor Giovan-
coltose famiglie possedono egregie ni IVIuzj Romano, già arcivescovo
pitture. Riserbandoci a parlare alla di Filippi in partibus. Questa re-
fine di questo articolo sulla magni- cente accademia è figlia di madre
ficenza de' sagri teinpli, fra i mi- celebre, perchè fu sostituita a quella
gliori palazzi merita particolare dell'Accademia dei LUieri. 11 suo
menzione il palazzo apostolico, re- principale scopo è di eternare la
sidenza del governatore, e quello memoria degli uomini illustri de-
de' Vitelli in porta s. Egidio, gran- fonli della città, con prose, e com-
dioso, e decorato di molte pitture. posizioni poetiche ; e di far eserci-
Due sono i teatri ; il più grande tare nell eloquenza , e nella poesia
elegantissimo appartiene all' acca- la gioveutìi studiosa ascritta all'Ac-
demia degl' Illuminali, e l' altro è cademia. Nella quarta ed ultima
detto de' Filarmonici. Adorne sono sua adunanza, si distribuiscono agli
le piazze, belle le vie, e solidi i accademici, che nel decorso dell'an-
bastioni, che colle fosse cingono la no si mostrarono valorosi, dei pre-
città, danno all' esterno un a-
e le mi in medaglie di argento.
spetto militare. Opera sono que ba- Il territorio di Città di Castello
stioni che rimonta al 643, prima 1 è di proprietà del popolo Tiferna-
che Vauban appalesasse il suo in- te. Prima del secolo decimo ei-a

gegno nelle fortificazioni, e perciò più vasto, e quindi separato in gran-


lodata a cagione dell'esecuzione. I di porzioni, come quella di Borgo
pregi però degli edifizi, e de" mo- s. Sepolcro [J'edi); e quelle passate
numenti di belle arti che ivi sono, ai marchesi Bourbon del monte
dottamente si descrissero dal con- Santa IVIaria, dato a questa fami-
cittadino , cav. Giacomo
Mancini glia in feudo imperiale, ai marchesi
colla Islmzìone storico-pittorica per di Bourbon-Sorbello, ai duchi di
visitare le chiese e palazzi di Città Urbino, ai Citerncsi, e ai Montonesi
di Castello, ec. , Perugia i832; li- ec Però, meno le porzioni dei tre
bro che fu annunziato anche dal ultimi, le altre nel congresso di
Gior. Arcaci, nel tom. LXI, a p. Vienna i8i5, furono incorpo-
del
220, e fu ristampato nel iSSg; rate nel gran ducato di Toscana,
come pure dall'altro concittadino restando gli abitanti solo diocesani di
cav. Giuseppe Andrcocci Due gior- questa sede. Oltre a quanto di-
ni in città di Castello per osserva- ccuuno al citato articolo Borc.o s.

re i ìnomanciui di aite ce. , Arez- Seiolcro, sicccjnc il suo territorio


238 CiT CIT
apparteneva alla contea di Città di di amene colline, e deliziose ville,

(Jaslello, ci penneltereino il seguen- e perciò celebrato da Plinio il Gio-


te cenno. vane, nel lib. 5. Alla sinistra poi
Nel secolo X in Val-di-Nocc eb- del Tevere, sul colle di Collecchio
be principio Borgo s. Sepolcro, al- si veggono avanzi di antiche costru-
lorquando fu ivi fondata la chiesa zioni, ed un acquedotto della rino-
de ss. Egidio ed Arcano. Prima mata villa del medesimo Plinio. Di-
cre])l)e in piccolo liorgo ; ma di- falti in questo luogo era una parte

venne splendido nel XI 1 secolo por delle possidenze della tifernate fa-

^li edilìzi, che vi fabbricarono mol- miglia Cecilia, da cui nacque Pli-
li militi tifernati, i quali vi si sono nio Cecilio, e eh' egli pur descrive
slal)iliti. Riconoscendo il borgo la nel menzionato libro, in una lettera
sua dipendenza ed origine da Città ad Apollinare come affermano ,

di Castello, nell' aprile del 1 358 in il suddetto canonico Mancini, alle

pieno consiglio fece ad essa la sua pag. 1G4, iG5, e 173, del volu-
lòiinale dedizione in perpetuo, per me LX del G'ior. Arcaci. s il geo-
cui il comune -di Città di Castello grafo Baudrand Novuni Lexicon
governollo finché nel 1370, l'im- Geogr. ed altri , tra' quali Lio-
peratore Carlo IV, col pretesto di ne Pascoli , // Tevere navigato , e
antico feudale dominio, la vendette navigabile, par. ì, cap. 3. Pli-
al Cardinal Angt^lico o Egidio Gri- nio, sino dalla sua tenera età, fu
moardi di Grissac, fratello di Ur- eletto a patrono dai Tifernati.
bano V, da cui l'acquistò Galeot- Il governamento del popolo tifer-

to Malatesta, e poi, nel principio nate, cosi detto da Caio Tiferno sabi-

del secolo XVI, fu da Leone X no, ascritto alla tribù Clustumina, che
elevata al grado di città, e defini- fondò la città di Tiferno nell'anno
tivamente ceduta alla Toscana da del mondo Ss/pj cessato quello de-
Gregorio XIII. Qui giova ricordare gli etruschi, si cambiò in libero
non essere vero che i Vitelli per municipio l'omano, e si tasmutò
momenti invadessero Borgo s. Se- nel governo de' goti sino alla cadu-
polcro, come dicemmo a quell" ar- ta di Totila, che ne distrusse le
ticolo, suir autorità dell' applaudito mura, per cui nel sesto secolo il

Specchio gpograjico , 1^ edizione, santo vescovo Florido ne riparò i

Voi. V. p. 609. danni, come racconta 1' Ughelli. Ver-


Presentemente dipende da Cit- so l'anno 601, soggiacque al giogo
tà di Castello governo di Frat-
il de' Longobardi che dopo averla
, ,

ta, cospicuo borgo, che forse rim- orrendamente manomessa, procura-


piazzò r antico Piluluììi. JNon si de- rono ripararne le perdite, anzi il
ve passare sotto silenzio, che prima celebre re Luitprando la circondò
la terra di Pietralunga, ed il ca- di migliori mura, e la fornì di roc-
stello di Monte Ruperto, membri ca. Nell'anno 744 Carlo Magno,
deditizi del comune Castellano, fu- coH'inqM-igionare Desiderio ultimo
rono baronie del civico magistrato, re de' Longobardi, diede fine al lo-
che negli atti diplomatici »ne usa ro regno, che avea durato 206 an-
ancora il titolo. La valle del Te- ni. Carlo Magno pose allora nel
vere è divisa dalla città in due pia- Castello della Felicità un regio ga-
ni, uno detto di sopra, seminato staldo, sebbene si voglia che la cit-
,

CIT CIT 289


tà contemporaneamente fosse go- s. Maria di Petroja nel territorio
vernata da un conte, o goveiniato- castellano, sebbene alcuni autori
re. Narra il Borgia, Memorie isto- tra' quali Pompilj-Olivieri, // Sena-
rìclie di Benevento tomo I, p. 28, to Romano, a pag. 178, dicano
3o, e 34, che mentre Carlo Ma- che morisse in Paterno della Cam-
gno assediava in Pavia il re Desi- pagna romana. Dai militi divisi ,

derio, nel 774j si recò in Roma, nella regione superiore del conta-
confermò le donazioni del suo pa- do, si ripete la narrata fondazione
dre Pipino a Papa Stefano III, e di Borgo s. Sepolcro. Successo all'

le ampliò con altre al Pontefice imperatore Enrico IV, nel 1106,


Adriano I, tra le quali vi fu Ca- Enrico V suo figlio, recandosi egli
stelhim Felicitatisi che da lui fu in Italia, democratizzò Città di Ca-
dato alla Chiesa romana. Fu allora, stello verso l'anno i i 1 2 ; ed i suoi
che gli abitanti prestato il giura- cittadini assunsero libero governa-
mento di fedeltà a s. Pietro ^ ed al mento con consoli ed un rettore,
Pontefice j si diedero a questo, con il quale in seguito si chiamò pode-
essersi fatti tosare alla romana. stà dipendente dal potere legislativo
Tullavolta si legge in Anastasio della civica magistratura.
bibliotecario, nella vita di Adriano Poco dipoi, nel 1127, Onorio li

I, che i Tifernali si diedero spon- creò Cardinale Guido o Guidone


taneamente alla santa Sede. La re- di Città di Castello, che per la sua
cisione de' capelli all' uso longobar- profonda scienza fu appellato Mae-
do, fu per imitare il costume ro- stro Guido de' Castelli, e lodato da
mano. Per altro non andò guari, Ottone di Frisinga come sommo in
che il longobardo Reginaldo, già lettere e in pietà^ per cui era sta-
gastaldo del Castello della Felicità, to scrittore apostolico di Calisto li,

dopo essere stato fatto duca, o pre- e da lui fu ordinato suddiacono.


fetto di Chiusi, vi ritornò con ar- Dalla diaconia di s. Maria in Via
mata mano, e vi portò via diversi Lata, passò al titolo presbiterale di
cittadini, per cui Adriano I con let- s. INIarco, e come descrive il succi-
tera se ne dolse con Carlo Magno. tato Borgia, nel tomo III alle pa-
La cessione di questo principe del- gine 112, 1145 '^^ 6 '^9? f"
la città, fu confermata nell'Siy, prescelto da Innocenzo li per lega-
dal suo figlio Ludovico e da al-
I, to al re di Sicilia Ruggiero nel
tri imperatori, come si ha pure dal- I i36, per descrivergli com'era pro-
l'annalista Baronio. ceduta la sua esaltazione, e l'insor-
Introdotto poscia il sistema feu- to scisma dell'antipapa Anacleto II.
dale, il comune della città in modi Dipoi il Pontefice Innocenzo II an-
solenni elevava i suoi prodi cittadi- dò a Benevento nel iiSg, ove a-
ni al grado di militi , o cavalieri, vendo annullato quanto vi aveva
grado appo gli altiù comuni civici fatto l'antipapa, perchè la città ab-
d' Italia distinto, e ad essi distri- bisognava d'un nuovo governatore
buiva le castella de' monti circostan- o rettore, diede tal importante ca-
ti, avendosene esempi anco in ap- rico a Guido, che Falcone chiamò
presso. Vuoisi che nel i o 2 Otto- 1 virum valde discretum, et moribus
ne III morisse nel castello di Pa- ornatum, e governò tranquillamen-
terno, allora soggetto all'abbazia di te il ducato sino al primo giorno
,

9.4o CIT CIT


di marzo dell anno 1140, in cui za dall' Italia. A Federico I succes-
fece rilorno in lloma, lasciando la se nell'impero, l'anno 1190, Enri-
relloiia di Tiencvcnto a Giovanni co \ I, suo figlio, che si mostrò be-
suddiacono delia santa romana Chie- nefico colla città, dichiarandola li-

sa, pcrsonai;j^io cospicuo per meri- bera ed imperiale, siccome consta


to, e parente d'Innocenzo If. Que- da diploma, e da pergamena, esi-
sli r inviò poscia lej^ato a Lotario stenteil primo nell'archivio del co-
li, e in Fi-ancia per gravissimi af- mune, la seconda in quello della
fari, e per di lui morte gli succes- catlcdiale. Dopo la di lui morte,
se col nome di CclcsLiiio II (^P'cdi), avvenuta nel i^.o8, rimase la città

con gran compiacenza de' beneven- in istato di repubblica, sotto l'alto


tani, e di Città di Castello. Ma dominio della santa Sede, benché
incnlre i suoi concittadini andavano gli succedesse nell' impero nel 12 12,
giustamente lieti di vedere iP pri- il suo figlio Federico II.

mo Cardinale conci ttatliiio divenuto Nel 1243 fu creato Papa Inno-


sovrano Pontefice, dopo cinque mesi cenzo IV, mentre eranvi gravi ver-
e tretlici giorni di pontificato, in cui tenze tra la sede apostolica, e Fe-
creò nove Cardinali , ne compian- derico II. Confidando il Papa nel-
sero la perdita. lantica amicizia, che avea con quel
Gli successe Lucio II, nel 11 principe, aflìne di pacificarlo colla
44^
che accolse sotto la protezione di Chiesa, a' 7 giugno, come nella sua
s. Pietro la nuova repubblica di vita dice il Novaes, si trasferì in
Città di Castello, per lieve tributo, Città di Castello, per trattare con
come risulta da sua bolla esistente Ini, che dimorava a Terni, una pa-
nell'archivio comunale. Il di lui ce stabile; ma venendo in cognizio-
immediato successore Eugenio III, ne che l'imperatore meditava di
temendo le impertinenze degli Ar- tendergli insidie dopo di aver di-
naldisti, a' 4 niarzo 146, partì da i moiato diecinove giorni nella città,
P>oma, passando a Città di Castello senza più attendere l'imperatore,
a' 9 aprile, siccome si ha dal JVo- Innocenzo IV si recò in Sutri, don-
Taes, Storia de' sommi Pontefici, to- de recossi in Francia. Per la ripu-
mo III, pag. 70. Intanto lo stato tazione poi che Città di Castello
libero della città venneconservato col crescere in potere, erasi procac-
con bolla, pure da Alessandro III, ciata dal secolo XII, e che si man-

salva la ricognizione dell'alto domi- teime ne' successivi XIII e XIV, di-
nio, cioè di un denaro per fuoco ;
versi marchesi, e feudatari si assog-
ma Federico I, Barhawssa, sino gettarono alla sua repubblica, cui
alla apertura della pace con detto Federico Enrico VI, e Federico
I,

Papa, la quale segui nel 1177, do- II avevanodichiarata repubblica


minò la repubblica di Città di Ca- imperiale di protezione, con mero,
stello, ed esigette l'annuo censo di e misto comando, e con potestà di
trenta marche di argento. Ceduta spada ; per lo che glie ne deriva-
questa al proprio fratello Filippo, rono onorevoli ambascerie anche di
che altri dicono
figlio e poi impe- grandi potentati, distinte considera-
ratore nel 1197, col tlucato di To- zioni, non che leghe ed alleanze
scana, ne solili un governo dispoti- c.(A\c primarie repubbliche, ricono-
co spogliatorc fino alla sua parten- scendone più tardi la nobiltà gene-
,

CIT CIT 24r


rosa l'inclito Ordine gerosolimitano. comando, sul castello di Rasina,
Anche gl'imperatori Ottone IV, e donatole da Corazza del Monte, sic-

Ludovico // Bavaro esercitarono il come esercitava in altre terre e ca-


loro dominio su Città di Castello stella. Il vicai'iato che alla città era

che soiTri le prepotenze delle arma- stato confermato da diversi Ponte-


te fazioni de' Guelli e Ghibellini, e fici, terminò quando fu occupata ai

quelle dei capi delle diverse fazioni. i5 settembre 1422 dal celebre
Correndo l'anno iSsS, mentre i Braccio da Montone della stessa
Papi risiedevano in Avignone e ,
città, nel pontificato di Martino V.

l'Italia era divisa dalle mentova- Non andò guari che a' 1 7 gennaio
te fazioni, questa città improv- 1428, insorta la città contro i Brac-
visamente venne occupata da Pier ceschi, li espulse da essa, dalle roc-
Saccone di Pietra -mala, che ne che, e dalle castella, che aveano oc-
soppresse la liberlà , sinché il po- cupato, e dopo un anno d' indipen-

polo nel i334 ricuperolla coli' aiu- denza i cittadini riconobbero il su-
to de' vicini. Quindi, verso il iSGg, premo dominio di Martino V, che
Urbano V concedetle alla città il do- lasciando loro alcune prerogative,
minio in vicariato perpetuo; ma vi un governatore. Sotto Eu-
spedi
nel 1371, per artifizio di ministri genio IV Città di Castello fu mo-
francesi,che esercitavano il potere lestata dalle armi di Nicolò Stella,
per Gregorio XI, tornò sotto 1' as- per cui domandò il duca di Urbi-
soluto dominio pontificio. A Peru- no per vicario della santa Sede;
gia fu mandato da Avignone per poscia nel i432 a lui si ribellò, e
governatore Gherardo du Puy, cu- vedendo che Eugenio IV avea con-
gino del Papa, abbate benedettino ceduto allo Stella Borgo s. Sepol-
del monistero maggiore di Tours, cro, a lui si assoggettò; ma alla di

che poi nel iSyS, fu creato Cardi- lui morte si sottrasse dal dominio
nale. Questi pel suo imprudente de' suoi ministri, e nel i435 si sot-
contegno, esacerbò gli animi, come tomise di nuovo all' ubbidienza del
nelle altre provincie faceva il Car- Papa e del suo governatore median-
dinal Roberto di Ginevra, poi an- te alcune concessioni. Indi nel i44*'
tipapa Clemente VII, siccome nar- i fiorentini ebbero Città di Castel-
ra anche l'annalista P«.ainaldi all'an- lo in vicariato, e nel i44^ '^ go-
no 1876 numero 9. Per le quali vernatore di Eugenio IV tornò a
cose Città di Castello colle armi dominarla.
riprese l'autorità del concesso vica- In progresso la città fu lacerata
riato. Tuttavolta riporta il Novaes, dalle potenti famiglie Giustini, Puc-
nella vita d'Innocenzo VII, toni. V, ci, e Vitelli, che aspiravano al po-
pag. 7, che i popoli- di Città di tere, benché Paolo II nel i468
e
Castello avendo scosso il giogo del- v'inviasse ad accomodare le gravi
la servitù da chi li tiranneggiava, differenze l'arcivescovo di Spalatro,
si assoggettaiono interamente, nel questi se ne partì co'ministri pontifici,
j4o5, a quel Papa. senza nulla concludere, lasciando la
Nel 14175 benché Città di Ca- città in balìa di sé stessa, che per

stello fosse sottomessa al regime altro si governò con quiete. Final-


papale, incominciò ad esercitare la mente pacificatosi Paolo II coi Vi-
potestà di spada, con mero e misto telli, nel i470> ^i spedì per go-
VOI,. XI li. iG
242 CIT CIT
veinatorc monsignor Mazzaacolli di stabilendosi nella città il governa-
Terni, olireil podestà: ma i Giu- tore pontificio. Intanto mentre nello
slini , co' principali loro nllincnli, stato della Chiesa dominava Ce-
rimasero esuli. Regnando Sisto IV, sare lìorgia figlio di Alessandro VI,
la città si oppose clie il di lui ni- esssendo divenuto Vitellozzo figlio

pote, Cardinal Giuliano della Rove- di Nicolò Vitelli, uno de' magistrati
re, poi Giulio li, siccome commissario civici, chiamati degli otto della cu-
liformatore, vi entrasse coll'escrcito, siodia, ambizioso di dominare ne pro-
ma con sole duecento guardie, perchè fittò anco per l'amore che godeva
,

quell'esercito altrove si era permes- presso i cittadini, a segno che giunse a


se molte licenze e crudeltà. Laonde signoreggiare la patria, in un modo
i tifcrnati non contro il Papa, ma cui mai non potè esercitare il padre.
contro le indisciplinate milizie, sos- Ma avendo Cesare Borgia preso Si-
tennero l'assedio, comandati da Ni- nigaglia il primo gennaio i5o3, Vi-
colò Vitelli, chiamato il Padre della tellozzo si recò da lui credendolo
Patria, per settantanove giorni, fin- amico, ed invece venne a tradi-
ché per mediazione degli stessi Vitel- mento strangolato. Fu allora che il
li, e del duca di Urbino, si venne a Borgia si fece proclamare signore di

concordia Orso arimincse scrisse


. Città di Castello, e lo fu sino alla

un Commentario di tal guerra, che morte di Alessandro VI, cioè a' 18


venne stampato. Dipoi lo fu di nuo- agosto, ritornando Città di Castello
vo con questo titolo: Libcr de Oh- alla santa Sede, sotto Giulio II, del-

sidione Typhcrnatimi anni i474 la Rovere. Non si ha memoria negli


ex editione perrara Civitalis Ca- archivi civici che alcun Papa siasi

stelli anni i538 ab erroribiis ex- recato a questa città, e se dicemmo


purgatus Cam adaotationibus D. Do- più sopra che due sommi Pontefici
minici M. Maimi. Extat in toni, i i la visitarono, lo abbia fatto colla m
Suppl. Rer. hai. Scriptor. Nello stes- autorità di Novaes. Tuttavolta si pre-
so pontificato di Sisto IV, l'anno tende che dopo il tremendo sac-
1482, per suo ordine furono esclusi cheggio di Roma nell' anno se-
,

i Vitelli, e ripristinati i Giustini, guente 1028, Clemente VII da


mentre Nicolò era commissario del- Orvieto passasse in Città di Ca-
le armi fiorentine, alleate della lega stello , donde si recò a Firenze
contro il Papa, pei- cui con esse, a' pernottando nel palazzo dei Vitelli.
1 2 giugno, e col favore del popolo Il suo predecessore Leone accor- X
s'impadronì della città, che lo ac- dò gran privilegi alla città, C la tol-
colse esultante, proclamando la re- se dalla soggezione della legazione
pubblica sotto la direzione della Fio- di Perugia, facendola governare da
rentina. Tuttavolta il Vitelli coli' un prelato.
interposizione del conte Girolamo Altri avvenimenti rimarchevoli non
Riario, nipote di Sisto IV, ottenne presenta la storia di Città di Castello
di far parte dell'ambasceria, che la jestata sempre fedele alla domina-
città gl'inviava per ottenere il perdo- zione papale. S. Pio V dichiarò go-
no, che pure il Vitelli medesimo ebbe vernatore della città il Cardinal Sci-
conseguito, altresì venendo approvati pione Rebiba, di Messina, encomiato
i privilegi. I Giustini colla loro fa- per zelo, e per consiglio ; ed essendo
zione mandati furono in bando ri- morto nel iS'jj, Gregorio XIII ne
CiT CIT 243
lece governatore il proprio nipote lebrato sotto il Pontefice s. Ilaro, vi
Cardinal Filippo Boncompagno, che si sottoscrisse il vescovo Eubodio. Ne'
avea amplissima giurisdizione per tut- successivi concili romani si leggono
to lo stato ecclesiastico, e morì nel i nomi dei vescovi col titolo di Ti-
i586, coll'elogio di diligente nelle fano Tiberino, analogamente i quali,
sue Il menzionato san
attribuzioni. a quanto si disse di sopra, o a cagione
Pio Vcon bolla che conservasi nel- del tempio della Felicità, ovvero sotto
l'archivio comunale, nel confermare i longobardi, assunsero quello di Ca-
a Città di Castello le particolari sue stello della Felicità, finche, dopo il
prerogative, mantenne comune coi secolo X, si chiamarono vescovi ca-
Pontificii governatori, la facoltà le- stellani, ossia di Città di Castello;
gislativa nel civico magisti-ato sino tuttavolta negli atti pubblici eccle-
al decreto morte, esonerandola
di siastici continuano a chiamarsi ve-
dalla dipendenza ai Cardinali lega- scovi di Tiferno, col qual titolo
ti. Nel i585, e negli anni seguen- monsignor Costantino Bonelli si sot-

ti, Sisto V emanò parecchie costi- toscrisse al concilio di Trento.


tuzioni, colle quali prese providenze La chiesa Tifernate venera per
pel governo della città. Quindi la protettore il concittadino s. Florido,
città venne governata da distinti che ne fu pur zelante pastore, sino a
prelati, ai quali nel corrente secolo meritare lodevole menzione da Pa-
furono sostituiti governatori laici. Gli pa s. Gregorio I nel lib. IX de'suoi
ultimi governatori prelati furono nel Dialoghi, cap. i3. 35. La chiesa

1798, Antonio Burini milanese, e cattedrale, sino al secolo XI, ebbe


nel 1809, Gio. Pio Liberati. Nel- il titolo di s. Lorenzo martire; ma
le vicende del 1799, e nelle suc- nella riedificazione , seguita verso
cessive sotto Pio VII la città soffri la metà di quel secolo, fu dedica-
ciò che ebbe a provare Tintero sta- ta al detto s. Florido, venendo ri-

to ecclesiastico per l' effimera re- tenuto qual titolare s. Stefano . I

pubblica , e per la straniera inva- corpi di s. Florido, e del suo com-


.sione che valorosamente si volle af- pagno s. Amanzio sacerdote, ripo-
frontare, provocando però così le vio- sano nel sotterraneo della cattedra-
lenze, e il saccheggio cui patirono le. Maestoso è questo tempio, che
anche i pacifici cittadini. vuoisi fabbricato sull'antica area di
La luce del Vangelo fu predica- quello eretto da Plinio, a proprie
ta in Tiferno ne' primi secoli della spes^ alla Felicità, con disegno di
Chiesa, quindi propagò e si dif- si Braniante Lazzari, e coli' assistenza
fuse maggiormente dopo il glorioso di Raffaele d' Urbino, secondo il pa-
martirio sofferto nei primi del seco- rere del ÌVIancini, Esso è decorato di
lo terzo da s. Crescenziano cavalie- stupende pitture con chiesa sotterra-
re romano. Il di lui corpo da Urbi- nea, ove pure si venera la miraco-
no, di cui è protettore, nel 1 068 ven- losa effigie di s. Florido. Nelle va-
ne traslatato a Città di Castello, che ste sagrestie ammirasi un superbo
lo venera nella cattedrale come pre- paliotto d'argento, preteso dono di

cettore nella fede. Il suo seggio ve- Celestino li già canonico della me-
scovile è antichissimo ed immedia- desima, tutto cesellato, e di tanto pre-
tamente .soggetto alla santa Sede. gio che di esso si legge distinta men-
Nel concilio romano del 4^3, ce- zione nella Storia delle arti j d'Agin-
,

2 44 ciT CIT
coiu't, toni. Ili pag. 179. La faccia- mansionari, e .sedici cappellani , ol-

ta esterna non
compita fu fatta , tre il vicario del capitolo detto san-
nel 1640 dal vescovo Racagna, che tese, il quale esercita le funzioni di
non potè terminarla prima di mo- parroco nella stessa cattedrale. Da
rire. Alla porta, che corrisponde di ultimo l'arcidiacono Cesarei Leoni,
contro all'episcopio, di architettura la cui prebenda è di patronato del-

gotico-tedesca, ovvi un interessante la nobile famiglia Andreocci, fu fat-


monumento scolpito in marmo del to Cardinale da Pio VII. Sono poi
Xlli secolo. La descrizione di que- a mentovarsi le chiese, di s. Dome-
sta cattedrale fu fatta dall'abbate nico, de' religiosi domenicani ( del
Filippo Titi, Guida di Roma e r/e- qual convento il Fontana, De roiii.

scrizione del Duomo Tifcrnese, Ro- prov., fa r istoria )


, di santa Cate-
ma 1646. A' nostri giorni poi la rina , di s. Maria IMaggiore, di s.

fece il cav.Giacomo Mancini, ed è Francesco dei conventuali, della Ma-


inserita nel tomo XXX VII, pag. donna delle Grazie dei serviti , di

2q8, e seg. del Giorii. Arcadico, e s. Cecilia, della .ss. Trinità, di s.

si legge ancora nel citato libro del Pietro de' Filippini , di s. Agostino
cav. Andreocci. delle Salesiane, del Gesìi, ed altie.
Sino al pontificato di Gregorio Oltre summentovati autori, nel
i

XIII, e nell'anno 1078, la chiesa 1687 pubblicò in Todi JNicolò Uar-


cattedrale fu uffiziata dai canonici bioni. Diario per sapere tutte le fe-
regolari di s. Agostino. 11 dottissi- ste, che si celebrano nelle cinquan-
mo monsignor Garampi poi Cardi- tatrc chiese di Città di Castello, le
nale, nelle 3Iemorìe ecclesiastiche reliquie ed i corpi santi, che in es-
della vita della h. Chiara a p. 275 se si conservano.

e seg., riporta pregevoli documenti Tra i vescovi Tifernati, secondo


della comune vita canonica regola- rUghelli, hanno il titolo di santi Flo-
re dei medesimi, che dice aver tratti rido, Alberto martire, ec. : inoltre ha
dall'archivio del capitolo, per cor- il titolo di beato Ijutiuso Buccio, che
tesia di d. Domenico de' Pazzi, be- si aggregò all' Ordine de' gesuati
nemerito di quanto appartiene alla quando il fondatore di esso B. Gio.
storia di questa illustre chiesa. Le Colombino da Siena si recò a Città
più antiche memorie rimontano a- di Castello. II detto vescovo viene
gli anni 104B, 1079, e 11 io; riconosciuto per beato dui p. Mo-
e sembra che fossero della congre- rigia , Paradiso de' Gesuati, lib. Ili,

gazione di s. Frediano di Lucca. Da cap. 3 ; dal Jacobilli , de' beati e


esse si conosce che professava»! la santi dell' Umbria; e dal p. Angelo
regola sino a Leone X, il quale ve- Conti cappuccino , ne' Fiori vaghi
dendo decaduta l'antica disciplina, delle vite de' santi, e beali delle
sostituì a' canonici regolari i seco- chiese, e reliquie di Città di Castel-
lari, finché Gregorio XIII, col con- lo, le reliquie ed i corpi santi, rlie

tenuto della bolla Infirma, seco- in esse si conservano. Città di Ca-


larizzò il capitolo. A' nostri gior- stello 1627.
ni il compone
capitolo si di dieci- I vescovi poi, che furono creati
nove canonici, due de' quali, il Cardinali, sono Bandcllo Bandelli
prevosto e l' arcidiacono, sonp di- veneziano, e patrizio di Pvoma, fat-
gnità in abito prelatizio, con due to da Gregorio XII; Antonio di
e IT CIT 24j
Fabiano Ciocchi del Monte , della Cesco Antonio Mondelli romano. In
diocesi di Arezzo creato da Giulio essi si trattarono importanti argo-
li, e zio di Giulio 111; e Achille menti sì disciplinari, che dommatici.
de' Grassi boiogncsc pur creato da Nella città vi sono sette moni-
Giuho li. Nel'iSSB Clemente VII steri di monache , e quattro nella
ne fece amministiatore il veneto diocesi. Evvi inoltre l'ospedale pe-
Cardinal IMarino Grimani; e Giulio gl' infermi, coli' annesso conservato-
HI nel i554 Vitellozzo Vitelli di rio per gli orfani, e proietti ;
pio
Città di che Paolo IV nel
Castello, stabilimento che si deve a Pio VI,
1 557 creò Cardinale , e fu degno ed all' attività di monsignor Gaz-
dell' intima amicizia di s. Carlo Bor- zoli, poi Cardinale, in parte colle
romeo. Le biografie di ognuno si rendite di alcune confraternite. V'a-
riportano ai rispettivi articoli del veano altri pii istituti , che furono
Dizionario. 7^. Francesco Ignazio soppressi. Vi sono pure l'istituto di
Lazzari, Serie de' vesroi'i e breve carità pe' fanciulli miserabili d'am-
notizia di Città di Castello, Foli- bo i sessi, il monte di pietà, e due
gno 1698; e rUghelli Italia sagra istituti per r educazione della gio-
t. I, col. i3i6, e t. X, col. 34^, ventù per le fondazioni Fuccioli, e
iiov, ediz. Segapoli per non dire di altre.
,

La diocesi tifernate ebbe Ire no- Monsignor Gio. Antonio Fuccioli


tabilidismembramenti ; il primo di Città di Castello, che morì nel
quando Giovanni XXII, colla bolla 1628, e fu sepolto in Roma nella
Vigilis specidatoris qffìcium , data chiesa del Gesù, istituì in delta cit-
a' 19 giugno 1825, eresse il vesco- tà un collegio per dodici giovani,
vato di Cortona a cui incorporò , otto de' quali con doveano csseie
le due pievi di Biibbiano, e di Fas- cittadini, eda lui prese il nome di
sano. 11 secondo allorché Leone X, Fuecioli, ma riunendovi Pio VI il
colla bolla Praeccellcnti praecrnincn- collegio Umbro fu detto Unihro-
tia sanctac Sedis. data a' 20 set- Fiiccioli. non che delle no-
Di esso,
tembre i5i5, eresse in sede epi- mine degli alunni fa menzione il ,

.scopale Borgo s. Sepolcro, con tutte Piazza, Opere pie di Roma p. 271,
le pievi esistenti nel dominio tosca- là dove parla del collegio Fuceioli
no. Il terzo quando Urbano Vili, in borgo s. Agata a' Monti. Per le
colla lìolla Cani niiper, istituì i ve- note vicende esso più non esiste, e
scovati di Urbania, e s. Angelo in colle rimaste rendite si conferiscono
Vado, distaccando dalla diocesi Ca- pensioni a' castellani del seminario,
stellana la terra di Mercatello, pa- e del pubblico liceo, e ad altri, come
tria di Veronica Giuliani, e l'ab-
s. meglio dicesi all'articolo Collegio
bazia di Lamole. Ora la diocesi di Fuccioli. Delle pie istituzioni, e dota-
Città di Castello conta circa tren- zioni del benemerito Fuccioli, trat-
tacinque mila anime, tre mila delie ta il Bicci, nella Notizia della fami-
quali sono nello stato toscano. I ze- glia Bo(capadtdi,ix p. 336, parlando
lanti vescovi celebrarono vaii sino- di Francesco Boccapaduli , che In-
di, l'ultimo de' quali, come riporta nocenzo X
fece vescovo di Città di
l'ab. Bellomo Confili, della storia. Castello; della quale il Bicci a p. 761
del crisf. pag. 24^5 to"i- ^ 5 "el ci porge pure diverse notizie. Il se-
1818 si tenne da monsignor Fran- minario è vm'ampia e maestosa fab-
2 46 e IT CIT
brica ; vi era un collegio pei no- sopra ; Giambattista Gabrielli, crea-
bili,ma ora è soppresso, per le vi- to nel 1699 da Innocenzo XII ; e
cende de' tempi. Giovanni Ottavio Bufalini, crealo
Lungo poi sarebbe qui riportare i nel 1766 da Clemente XIII. Ven-
grandi uomini, che fiorirono in Città gono poi considerati come di Città
fli Castello, per scienza, valore, digni- di Castello : K.oberto Ubaldini nato
tà, e santità. limiteremo ad
Solo ci in Firenze ; Francesco Maria Casi-
accennare, che da ultimo il regnante ni, nato in Arezzo, come si ha dal
Pontefice ha solennemente canoniz- Cardella nelle Memorie storiche dei
zato s. Veronica Giuliani, il cui cor- Cardinali. Innumerabili poi sono i

po si venera nella chiesa di s. Chia- generali della Chiesa, delle città, e


la delle cappuccine ,
per cui , nel ed i guerrieri che
di altri potentati,
settembre 1841, la città celebrò so- valorosamente si distinsero, su di
lennissime feste descritte nel Sup- che sono a consultarsi i seguenti
plimento (lei Diario di Roma, n. 77. autori: i. Il Gamurrini della Fa-
In tal occasione il eh. cav. Andreoc- miglia Albigini, Ist. delle famiglie
ci pubblicò Due f^ioriii in Città di toscane ed umbre, ove parla pure
Castello, con succinto discorso sul- della fomiglia Bufalini ; 2. France-
la canonizzazione de' santi, cioè la sco Zazzera delia famiglia Vitelli,
traduzione di quello bellissimo di nella sua Nobiltà d'Italia : 3. Gior-
Enrico di Bonald ; e il eh. avv. Pie- gio Marchesi, di Città di Castello,
tro Castellano diede alla luce 1' E- nella Galleria dell'onore, n. 35,
logio di s. Veronica Giuliani, con tom. ove parla a lungo delle fa-
I,

due inni di Assunia Pieralli, Lore- miglie Borboni del Monte, dei Bu-
to 1841. A quest'ultimo piacque falini, dei Guelfucci, de' Vitelli, ec.
alla pag. 27 di far benigna men- Inoltredi Bernardo Oiicellario si
zione del mio articolo sulla Cano- ha r Oralio de auxilio Tiplwrnati-
nizzazione, inserito in questo Dizio- bus adferendo, pubblicata in Firen-
nario. ze nel 1733, e non in Londra, co-
Per riguardo ai principali uomi- me si raccoglie dalla Bibliografìa
ni illustri di Città di Castello, sono storica delle città dello stalo Ponti-
a nominarsi i seguenti. Furono Car- Jìcio.
dinali Guido o Guidone, già cano- •CITTA' DUCALE. V. Civita Du-
nico regolai-e della cattedrale poi cale.
Papa Celestino li, di cui abbiamo CITTA' Leonina, {Ci^-itas Leo-
superiormente parlato. Qui però ag- niana^j. Con questo nome intendesi
giugneremo , che sotto Clemente la XIV regione di Roma, volgar-
YIII, Terni contese a Città di Ca- mente chiamata Borgo, o Borgo s.
.stello la di lui patria. La causa fu Pietro (Vedi) Essa comprende il
.

esaminata per ordine pontificio dai Vaticano [Vedi), e 1 vicini sobbor-


Cardinali Caronio, e Bellarmino, e fu ghi, che i Pontefici Leone III pri-
deciso in favore della nostra Città ;
ma, e Leone IV poi cinsero con re-
come si può vedere Vita et gesta cinto di mura e fortificazioni. Tale
Celestini II, di monsignor France- recinto cominciava presso le fosse del

sco Cabrerà, Romae 161 3. Gli altri Castel Angelo (Vedi), dove ora
s.

Cardinali sono Vitellozzo de Vitel- comincia il corridoio, o passaggio pel


lozzi Vitelli, di cui parlammo di quale comunica detto forte col palaz-
,

CIT CIT 247


7.0 apostolico, per cui sino a questo altre. Fu essa poi rifatta da Ales-
ne seguiva randamento, cioè al luo- }>andro \T allorché restaurò Castel
go ove fu poi creilo, non esistendo s. Angelo, e fu nominata Enea da
allora tal palazzo. Di là saliva il un'antica porta di rame, ovvero fac-
colle vaticano , dove poi fu po- ciata di metallo, che in quel luogo
sta la zecca papale, e cingendo la era tra il ponte, e il castello co-
sommità del monte, girava a po- me una controporta a fronte della
nente, e con una linea retta para- Città Leonina, da alcuni chiamata
lella alfaltra, veniva a raggiugnore Collina (non però quella del recinto
il fiume Tevere, presso l' ospedale Tulliano posto in altra parte), perchè
di s. Spirito in Sassia, e pel pon- conduceva ai colli gianiculensi . Ma
te Elio continuava lungo la riva siccome era stretta, in appresso lo
unendosi al braccio occidentale del- stesso Alessandro VI la demoli quando
le mura Aureliane, il quale secondo rese ampia la via di Dorgo. La secon-
Procopio dal mausoleo di Adriano da, e la tei'za porla erano, se-
terminava alla riva del Tevere. 11 cir- condo lo stesso Alveri , la por-
cuito della Città Leonina era di due ta Aurelta, e la porta Trionfale, la
mila quattrocento sedici passi geome- prima dalla parie di s. Pietro, la
trici, cioè due miglia e mezzo roma- seconda di s. Spirito, che comuni-
ne. Però di questo recinto, che ri- cava colla via Aurelia, fuori della
mase intatto sino al secolo XVI, si porta s. Pancrazio, e da quel lato
vedono gli avanzi, e il muro del sud- riusciva al Vaticano, come osserva
detto corridoio , nella paite setten- il Torrigio, Le Sagre grotte Vatica-
Irionale di Borgo, sopra il palazzo ne pag. 35. Altri sono di parere
apostolico, nell'attiguo giardino pon- che la porta Aurelia mettesse diret-
tificio, dove esistono ancora tre tor- tamente alla basilica di s. Pietro,
ri, dette i Torrioni di s. Leone, cioè e perciò nel quinto e sesto secolo
nella parte boscareccia. Tal recinto fu delta porta s. Petri, venendo de-
ivi si vede interrotto a cagione del- molita quando Alessandro VI un\
l'ingrandimento del palazzo vatica- la città Leonina col resto di Ro-
no, incominciato nell'anno i4'i da ma. La porta Trionfale fu detta
Giovanni XXIII, che demon a tal sancta, via sacra, via marlyruni, et
effetto le mura, e le torri di quel carraria sancta^ oggi via di Borgo
tratto Di. queste mura esiste vecchio, è così si appellò pel giaa
qualche altro avanzo, ed una pic- numero de'martiri, che per quel si-
cola porzione se ne vede dappres- to passavano allorché erano condot-
so alla porta de' Cavalleggieri, che ti al circo ed orti di Nerone per es-
serve ad uso del moderno recinto. sere martirizzati. Si chiamò Trion-
Essa si disse prima del Torrione fale, perchè da questa porta, pon-
dalla torre, che vi fabbricò s. Leo- te , e via il trionfatore si avviava
ne IV. al tempio di Giove Capitolino, co-
Sei erano le porte della Città Leo- me afferma il citato Alveri a p. i56.
nina, come asserisce l'Alveri, Roma Su questa porta è a vedersi il Fon-
in ogni slato, t. II p. 1 18. L'Enea, o tana, Templum Valicanum pag. ^\.
Cornelia , che congiungeva la Città Dal ponte sino alla basilica vaticana
Leonina col ponte S. Ans^elo ( Ve- la strada era ricoperta da un porti-
di), era la più bella di tulle le co per Ijanda lungo circa due mi-
o. |H C T I CIT
la cinquecento piedi, che ingrandi- Ma sulle porte e mura delki Cit-
ti e restaurati da Adriano I, furo- tà Leonina, va letta lu dottissima
no poi atterrati dai barbari e dal- Dissertazione, Delle mura e porte
le t'azioni. Da quei portici prese del Praticano di Stefano Piale, in-
la denominazione un tempo la chie- serita nel tomo IV, p. 27.3 degli
sa di s. Giacomo a Scossacavalli, Atti della Pont. Accad. Romana
che si disse in Portico. Si chiama- di Archeologia. Egli parla della via
lono ambedue portici mcigi^iori, per Cornelia, che partendo dalla porta
distmguerli dal portico avanti alla di Aureliano di tal nome, entrava
basilica. La quarta porta fu detta nella via Trionfale, e salendo pel
Postcrula de'Sassoni, dalla scuola e clivo di Cinna sul monte Mario, si

collegio di tal nazione presso s. Spi- congiungeva colla via Cassia. Dice
rito, e verso la porta di tal nome inoltre che delle suddette sei por-
chiamata Postemla dalla sua pic- te, sole tre debbonsi attribuire a s.

colezza, ovvero dal nome d'uno dei Leone IV, e parla della Porta Pa-
principali fra'Sassoni. Secondo il Can- lata, detta ancora Porta Vaticana,
cellieri, Mercato, pag. 24 1, antica- perchè in uso ai soli abitanti di pa-
mente chiamavasi colle voce Poste- lazzo, demolita da Pio IV, con al-
mia una porta. Quando, come dire- tre interessantissime, e critiche no-
mo, s. Leone IV benedi le mura zioni.
della citta Leonina, si fermò a que- Le vicinanze del Vaticano, e l'a-
sta porta, per recitare l'orazione : rea che costituisce la Città Leonina,
Praesta, rjuaesiimus Domine, etc. Si non furono abitate dai Romani essen-
chiamò anche Porta Nuova, ne' prin- do in luogo basso, e perciò non rac-
cipi dei secolo XV. Da essa si an- chiuso nelle mura dell'antica Pioma.
da%'a alla via poi chiamata Lungara, Vennero dipoi popolate quelle vici-
incominciata da Alessandro VI e , nanze da tutte le nazioni, cioè quan-
compita da Giulio II. La quinta do vi fu sepolto il principe degli
porta si chiamò di s. Pellegrino; apostoli, sul quale Costantino Ma-
ed era presso la presente Porta An- gno eresse una basilica degna di lui.
gelica, così chiamandosi dalla vicina Dopo le invasioni dei goti, dei lon-
chiesa nel quartiere della guardia gobardi, e di altri barbaiù, divenu-
svizzera pontifìcia. Si disse pure di ti R-omani Pontefici signori asso-
i

Bch-edere e Giulia , da Giulio II luti Roma e del suo ducato, pro-


di
che la fece restaurare. Si chiamò dei curarono garantirsi dalle incursioni
Nibbi nel principiare del secolo XV, de'Saraceni, i quali rimontando il
finché prese il nome di Angelica pei Tevere, sbarcavano ne luoghi subur-
due angeli, che sopra vi fece porre
Pio l)ani, e vi commettevano orribili de-
IV (che in avanti avea nome Gian- predazioni, particolarmente alle ba-
nangelo), con l'iscrizione; Angelis suis siliche di s. Paolo nella via ostien-
mandavit de te, ut custodiant te in se, e di s. Pietro nel Vaticano. Laon-
omnibus Finalmente la
viis tuis, etc. de Papa s. Leone III, che regnò
sesta porta della Città Leonina era sino all'anno 8i6, per testimonian-
quella piccola di s. Angelo, detta za del Torrigio summentovato, co-
})ur anco Postemla, ov'è oggi la minciò a cingere la basilica vati-
cortina di Castel s. Angelo, poi detta cana di solide mura, e di bastioni
Porta Castello, dal lato del borgo Pio. anche dalla parte del Tevere. Quin-
CIT CIT 2 49

l'.j, a cogione di sua morte, l'opera struggerlo. Il lavoro progredì con


jiiuase impcrfclta. Avvenne l'anno sollecitudine, con costruzione di o-
84*3, che essciulo Papa Sei'gio II, i pera mista di pietre e calce, il qual
saraceni che allora tenevano la Si- lavoro fu poscia denominato alla
cilia, approdassero ai romani, e
lidi saracinisca Sembra che ciascuna
.

montassero il Tevere fino a Roma. squadra di lavoranti notasse in la-


rSon potendo entrare in città, die- pide di marmo il lavoro esegui-
dero il guasto al circondario e , to, giacché due di tali iscrizioni scrit-

saccheggiarono le basiliche di s. Pie- te con caratteri irresfolari si ve"-


tro, e di s. Paolo, le quali, come gono tuttora affisse nell' arco e-
dicemmo, erano fuori delle mura, e retto da Pio IV al principio della
perciò prive d'ogni difesa. S. Leone strada, che dal colonnato di s. Pie-
IVj che successe a Sergio II, a pre- tro conduce alla porta Angelica; ar-
venire simili barbarie, stabilì di man- co edificato in sostituzione di un
dare ad effetto il compimento delle pezzo di queste mura medesime al-
fortificazioni e della chiusura della lora abbattuto. Quattro anni durò
basilica vaticana e suoi sobborghi, che la costruzione di questo recinto, che
erano stati dai saraceni incendiati in ha dato origine ad una parte nobi-
un'altra scorreria, nella quale s. Leo- lissima di Roma, ed al sontuosissimo
ne IV pieno di fiducia nel patrocinio Vaticano, che
cosi posto alvenne
della B. Yei'gine, mentre dalle fiam- coperto da ogni aggressione, racchiu-
me venivano distrutti, si presentò dendolo in murato limite oltre quello
nei borghi coU'immagine di quella del Tevere, sul quale confina il bor-
che venera nella basilica liberia-
si go s. Spirito.Leggiamo nel Torri-
na, e col segno della croce tosta- gio, a pag. 5?. 3, che Leone IV fab-
mente fece cessare l'incendio. Tale bricò nel detto recinto vaticano qua-
avvenimento fu da Ptatlaello reso rantaquattro torri ,
grandi e solide,
più celebre col suo pennello nelle oltre a quindici per le mura di
camere vaticane. Roma ch'erano cadute, e che i mer-
A compiere pertanto quelle forti- li erano i444- Di questi non ne ri-
ficazioni ordinò s. Leone IV che da mase alcuno, e delle torri esistono
tutte le città del ducato romano, da le sole quattro surricordate. Compito
tutti i poderi dei proprietari, e per si vasto lavoro, Leone IV volle far-
sino da ogni luogo fossero inviate ne egli slesso la solenne dedicazione
molte migliaia di persone. Con- ildì 27, o 28 giugno dell'anno 85^,
concorsero all'opera i napoletani ,
benedicendo le mura, le torri, e le
r imperatore Lotario I, e i suoi porte con acqua benedetta, avendo-
fratelli con molto argento. Poscia ne coi Cardinali, e col clero fatto
il coraggioso Pontefice, radunato un a piedi nudi e in processione tutto
corpo di milizie, neir84o si i-ecò il Secondo Anastasio Bibliote-
giro.
ad Ostia, ove vinse e disperse l'ar- cario, tal occasione Leone IV
per
mala de' saraceni, restandone parte compose l' orazione Deus, qui b. :

in ischiavitìi. Leone IV rese utile la Pelro collatis clavibus. Vuoisi però


sua vittoria facendo lavorare nel- che il Papa vi adattasse solo alcu-
le fortificazioni di Roma e del cir- ne parole relative alla circostanza,
condario vaticano quelle mani che poi furono tolte, rimanendo
stesse, che avevano procurato di- esse nella forma che sono oggidì^
,

25o CIT CIT


pcrdit; sono [)iìi antiche, trovandosi Da ciò sembra seguire il Platina il

nel sagraraonlario di s. Gregorio I, parere di quelli che fecero menzio-


tomo ni Opere col. ii3 e ii4- ne di tre sole porte della Città
11 Labbé, Condì, t.VIH, col. i3 Leonina. Le orazioni contenevano
e 19, le riporta come le recitò preghiere a Dio perchè difendesse
licone IV. P^. il Zaccaria nel suo la città dalle insidie, e dalle forze
y^iitifebronias vindicatus, tom. Il, de' nemici.
IV, cap. VI, p. i53 e scg.,
dissert. Che il medesimo s, Leone IV
ove eruditamente se la prende con- affidasse la giurisdizione ecclesiasti-
tro il filippino Pereira per quel- ca della Città Leonina, al Cardinal
lo che riguarda la suddetta ora- vescovo suburbicario delle ss. Ruf-

zione. fìna e Seconda, o Selva Candida ,


Finalmente s. Leone IV chiaraiS ( sedi che poi furono unite a quel-

tutti quei luoghi che aveva racchiusi la di Porto); che le chiese della
<U sobborghi alla basilica Vaticana, Città Leonina fossero soggette alla
<ol nome di Città Leonina o Leo- basilica Vaticana che, cessata la giu-
;

ninna, e vi pose dei corsi ad abi- risdizione ecclesiastica, passasse nel


tarla, che dalla loro isola erano sta- Cardinal vicario, oltre a quanto ri-

ti cacciati dai saraceni, con alcune guarda la detta basilica, si è detto


terre per sostentarsi. Pertanto la agli articoli Chiesa di s.Pietro in
nuova città fu abitata, oltre che dai Vaticano, e Borgo di Roma, ove si
l'omani, dai francesi, dai sassoni, descrivono eziandio i sei borghi che
dai frisoni, dagli illirici;, dagli schia- lo compongono. Ivi si dice che la
vi, e da altre nazioni che eressero legione in progresso si appellò Bor-
.scuole, abitazioni, ed ospizi presso go, e si riportano gli autori, qua- i

la tomba di s. Pietro, come si può li scrissero della Città Leonina ,


vedere all'articolo: Chiesa o basili- Borgo ( nome che prevalse forse
ca PATRIARCALE DI S. PlETRO I.\ VA- quando Alessandro VI nel tagliare
TICANO. Non deve occultarsi che la i muri divisorii, unì la regione al
Leonina fu detta anche Città
t.ittà resto di Roma), giacché era com-
Nuova, e si legge Civitns noha posta di sei lunghi borghi, con al-
idest nova, in alcuni istroraenti dei trettante strade. Ora passiamo a di-
Benedetto IX, Giovan-
pontificati di re le principali che possono
cose,
ni XIX, Gregorio VII, e Pasquale riguardare la Città Leonina. Secon-
II. Che la suddetta porta, s. Petri do il Muratori, Dissertazioni sopra
fosse chiamata anche Leoniaiia, lo le antiehità italiane, tom. I, p. ^'ii,

afferma il Torrigio p. 4*^4) ^ 4o''> sembra che anche Papa Giovanni


ove riporta vei'si che si leggeva-
i Vili dell' 872, si adoperasse per
no su tal porta, con altre notizie compiere la Città Leonina. Certo è
analoghe. Aggiungiamo poi col Pla- che Giovanni Vili mosso da nobi-
tina, F'ila di s. Leone IP^, che le gara^ restando esposta alle rube-

questi pose altrettante orazioni su rie de' saraceni l'insigne basilica di


tre porte della Città Leoniana, che s. Paolo fuori di Roma, la cinse di
pure riporta, cioè su quella di san mura, bastioni, e porte, ordinando,
Pellegrino, su quella px-esso Castel che questa nuova città si chiamasse
s. Angelo, e su quella detta Poster- dal suo nome Giovannopoli. Cosi
la dal lato della scuola de' sassoni. il Muratori a pag. ^^ii. Su di che
CIT CIT aTi
va letto quanto dicemmo intorno a lenti Frangipani presso il Colosseo;
Gìo\>annopoli, al voi. XII, pag. 21 r e dai nemici stretta di assedio la
del Dizionario. basilica Vaticana, fu d'uopo che chi
S. Gregorio VII nel ro8r per- la difendeva dopo una settimana la
seguitato da Enrico IV per la ver- cedesse Però vedendo Federico l
tenza delle investiture ecclesiastiche, le difficoltà di ridurre i romani al-
fu da lui assediato nella città Leo- l'ubbidienza, e temendo il contagio
nina: ma i romani con piccolo drap- che allora afìliggeva la città , partì
pello, convalore il difesero, che
tal da essa.
Enrico IV lasciandovi alcuni solda- All' articolo Conclave si dice
ti all' assedio, si partì col nerbo del- quando incominciò ad essere esso
l'esercito per la Lombardia per op- celebrato nella Città Leonina, pres-
porsi a quello della contessa Ma- so la basilica di s. Pietro. Il pri-
tilde, che difendeva Papa. Quindi il mo Papa, che ivi nuovamente ven-
nel 1 084 tornò Enrico IV in Roma, ne eletto dopo l'assenza de' Pontefici
che prese colle sue genti, assediò il Avignonesi, fu Urbano VI creato nel
Papa in Castel s. Angelo; ma te- 1378. Così intorno alla custodia di
mendo i soccorsi poderosi che in detto conclave, ch'era devoluta al
di lui favore conduceva il norman- maresciallo del conclave , e al go-^
no Roberto Guiscardo, levò l'asse- vernatore del conclave ,
già eletto
dio al Castello, ed abbandonando dal sagro Collegio, cui successe il

Roma, devastò in parte il recinto maggiordomo prò tempore, sono a


della Città Leonina per renderlo ,
vedersi quegli articoli. La custodia
inutile al nemico , e trovarvi più del conclave per l'elezione di Ur-
facile l'accesso al suo ritorno, sicco- bano VI fli affidata dai Cardinali,
me erasi proposto. Nel secolo se- prima che vi si racchiudessero, a
guente, e nell'anno i i55 quando soggetti particolari, come si ricava
Federico I, Barharossa, si portò in da queste parole di una relazione
Roma per ricevere dalle mani di mss. » His peractis, et ordinata
:

Adriano IV la corona imperiale; il '•»per dd. Cardinales, tam palatii


Pontefice, per metterlo al coperto » s. Petri, quam Rurgi cjusdem Vi-
de' suoi emoli, fece occupare dalle >' da custodia, deputatisque eliam
di lui truppe la Città Leonina, e i " custodibus conclavis ut moris est".
confini della basilica vaticana. IMa In tempo di sede vacante, nella
succedendo ad Adriano IV il Pon- Città Leonina, o Roigo, comandava,
tefice Alessandro III, insorse l'an- e vi esercitava la giurisdizione il

tipapa Vittore IV, dall' imperatore governatore del conclave, rimanen-


difeso colle armi. Fece il simile col do vacante la carica di governatore
di lui successore l'antipapa Pasqua- di Rorgo, di cui in progresso par-
le III. Difatti nel i 167 avendo l'e- leiemo.
sercito di Federico I debellato quel- Dal numero 58o del Diario di
lo romano alle falde del Tuscolo, Roma 172 1, in cui era sede va-
del
passò ad accamparsi sul Monte Ma- cante per morte di Clemente XI, si
rio, donde si recò all'assalto della ha, che una compagnia di pescivendi,
Città Leonina, di cui si rese padro- di coronari, e del rione Regola, con
ne; per cui Alessandro III dovette bandiera spiegata accompagnarono il
anzi rifugiarsi nelle case dei po- principe Chigi, maresciallo del con-
j. 7j C T I CIT
clave, cli'i'ra preceduto dal suo gon- rito in Sassia, per cui il Papa si

falone, sino al Valicano; eh e il go- ritirò in Viterbo. In tal epoca il

vernatore di Borgo e del conclave, re era ritornato a Napoli; ma ap-


monsignore Ruspoli, il quale si creò pena sentì i nimori de' romani, e
in sede vacante, in segno della sua che Giovanni Colonna avea occupali
piena giurisdizione , fece piantare i sobboi'ghi di s. Pietro e del pa-
sulla piazza valicaiia un trave colla lazzo Valicano, sembrandogli essere
corda e le forche; e che alle sei questa l'occasione di occupare Ro-
ore di notte fu chiuso il conclave. ma, vi spedì Peretto conte di Troja
Nella sede vac;inte per morte di con un forte esercito , il quale fu
Ijonifacio IX, ed elezione di Inno- ricevuto dai congiurati, e ammesso
cenzo VII nel i4o4 {il fjuale era ne' contorni della stessa Città Leo-
stato governatore del conclave per nina , ma non potè penetrare in
la esaltazione del suildetto Urbano Roma dalla parte del ponte di s.

\i), gravi luimdti naccpiero, per- Angelo. Il perchè pensò bene di ri-

chè i romani profittando dello sci- tirarsi, come fece il Colonnese, nel-
sma volevano scuotere il giogo mo- l'avvicinarsi che facevano le truppe
iiarcliico. ]Ma al nuovo Pontefice, papali.
con capitolato (\c l'j ottobre, riu- Ladislao, sotto pretesto di pro-
scì quietare i turbolenti. Fra le co- teggere Gregorio XII, o di prende-
se stabilite giova qui rammentare, re le parti di Giovanni XXIII a ,

che la costodia de' ponti fuori di cagione dello scisma , trovò nuova
Roma, e di qualunque porta della occasione di occupare Roma cui ,

città,meno il ponte IVIilvio, e me- per altro fortemente travagliò, mas-


no la porta della Città Leonina ri- sime la Città Leonina, e la basilica
servala al Papa, tenere si debba dai vaticana, che furono oltremodo dan-.
romani. Ciò prova, che abitando i neggiale dalle sue armi ; tristi vi-

Pontefici al Vaticano, volevano es- cende che si leggono nel Diario di


sere indipendenti nella comunica- Antonio di Pietro benefiziato vati-
zione esterna pel ponte anzidetto cano, il quale ne fu testimone. Fra
cui conduce la porta Angelica, e le altre cose racconta, che nel i4o6
che esclusivamente nella Città Leo- non fu più libero il passaggio del
nina non volevano ammettere ve- Ponte s. Angelo (f^edij per recarsi
run' ombra di amministrazione sud- alla basilica per Città Leonina, se non
delegata. Ad onta di ciò i romani in alcuni giorni di tregua. Nel i4o8,
non si mostrarono ubbidienli al be- tanto si avanzarono le ostilità, che
nefico Innocenzo VII, che anzi es- nella basilica si tralasciarono le fun-
sendosi a lui ribollati, forni lono pre- zioni sagre, e gli abitanti della cit-
testo al re di Napoli Ladislao , il tà Leonina molto soffrirono. Quin-
«juale agognava alla dominazione di carestia, saccheggio, ed altre ca-
di Roma, di andai-e colle sue trup- lamità afflissero questa regione, ri-
pe in aiuto del Papa. Intanto il sentendone cotanto il capitolo vati-
popolo montò in maggior furia per cano, che meno i più zelanti e co-
la strage fatta da Ludovico Miglio- raggiosi, gli altri abbandonarono la

rati, nipote d'Innocenzo VII, di al- basilica, per cui i canonici si adu-
cuni romani che fece passare a fìl navano nella loro chiesa di s. Tom'
di spada nel suo palazzo a s. Spi- maso in Formisj per far capitolo.
, T

e IT C1 2 53

Molli abitavano nel luogo conli- to, e andavano rovinando; e perchè


guOj perchè le case presso la cano- essendo la popolazione del borgo di»
nica erano state devastate, e la ca- minuita, diminuivano ancora le obla-
nonica era sempre in pericolo. Nei zioni nella basilica. Eugenio IV, per
1
4 1 1 si vide però risplendere qual- ripopolare il borgo, erindennizzare il
che raggio di pace, per cui il Car- capitolo di questi pregiudizii, confer-
dinal arciprete della basilica di s. mò nel 14^7 con bolla che si leggo
Pietro, chiamando il capitolo alla nel Bull. Rom. t. II, pag. i68, le
puntuale intervenzione a' divini uf- amplissime esenzioni e privilegi ac-
ficii, bruciò i registri delle punta- cordati già dal Cardinal Giovanni
ture , considerandosi esse solo va- \ itelleschi suo legato apostolico, a
canze in tempi di guerra , e in chiunque fosse tornato a soggiornare
tali circostanze che non si potea nel borgo medesimo.
senza pericolo della vita non solo Nicolò V, d'animo grande, di-
passare per la Leonina, ma Città visava rendere pivi decorosa la città

soggiornare nel Vaticano. Incomin- Leonina pei grandi e singolari pre-


ciata poi di nuovo la guerra di gi, che in sé racchiude, col dividerla

Ladislao, essendo fuggito Giovanni con tre vie, le quali andassero a


XXIII a Viterbo, nel i4i3, prin- terminare alla basilica di s. Pietro,
cipiarono di nuovo i saccheggi nella cioè una alla piazza ove voleva eri-
Città Leonina, e nella della basilica, gere l'obelisco, che poi innalzò Sisto
e morto a' 3 agosto i4i4 i^ i'^ >
V, l'altra al palazzo apostolico, la
la Città Leonina respirò alquanto, terza dalla parte del Tevere, e del-
meno le prepotenze di alcuni. l'ospedale di s. Spirito, ornandole
Divenuto Pontefice nel 14' 7 Mar- tutte con portici, loggie, botteghe,
tino V, Roma e l'Italia riebbero e case pegli artefici, non che nobili
pace. Nel suo pontificato Nicolò Si- palazzi ed altri edifizii. Voleva pure
gnorile contò nella Città Leonina rifabbricare la basilica di s. Pietro,
esistere quarantaquattro torri, e mil- le abitazioni de' canonici, riedificare
le quattrocento quarantaquattro mer- il palazzo pontifìcio con vasto quar-
li. Sotto Eugenio IV, che nel i43i tiere per alloggiarvi decorosamente
successe a Martino V, racconta il i principi che recavansi in Roma ;

Martorelli, Stona del clero P'alica- per dare altresì abitazione conve-
iio pag. i55, che la basilica era ri- niente per tutti i Cardinali, oiliire
dotta per domestiche ed esterne
le un luogo corrispondente alla funzio-
occupazioni in povertà ; il borgo vi- ne della coronazione, ed altro pe-
cino alla basilica, dopo i suindicati gli uffiziali di palazzo , e di Roma,
disastri, era rimasto quasi senza abi- co' notari e loro tribunali, come si
tatori, eh' erano passati ad abitare legge nell'Alveri t. II, p. ii5, eia
quartieri, quali si credevano piìi si-
i Giannotto Manetti autore contem-
euri. Questa emigrazione fu al clero poraneo, nella Vita di quel Ponte-
vaticano dannosa due motivi
per fice presso il Muratori, Scrip. Rer.

cioè perchè le case del Borgo, os- Ilal., t. Ili, par. II, pag. 9 3 5. IMa
sia Città Leonina (ch'erano in gran mentre il magnanimo Nicolò V ,

parte proprietà, come lo son anco- coir opera di Bei'nardo Rosseliini ,

ra, della mensa capitolare) non tutto avca disposto per mandare ad
rendevano alla medesima alcun fiut- elfetto sì grandiose e magnifiche
254 CIT CIT
idee, la morte il rapì nel i j^^ ?
gli autori convengono che i cano-
laonde solo edificò due torri al giar- nici di s. Pietro tenevano alcuni
dino papale, e due piccole sul pon- soldati per difesa della basilica, i quali
te di s. Angelo. A Sisto IV, nel- erano pagati con ima pr(;bcnda ca-
l'anno santo i74'>) tlo'jl^'^^io parte nonicale , chiamata porzione della
del borgo, e l' aperliu-a della strada, Mela, da Nicolò III,
fissata sino
che dal suo nome si chiamò allora e che terminò dopo la demolizione
Sistina, e poi s. Angelo dalla chiesa dell' edificio. Aggiungiamo poi col-
di tal nome. l'Alveri, che da detta Meta sino al-
Ad Alcssaiulro VI la Città Leo- la chiesa di s. Pietro per la indi-
nina deve la strada, che ora chia- cata via più volte furono corsi dei
masi Borgo nuovo, ed allora Ales- palli, ne' giorni dopo le feste di Na-
sandrina, nonché l'erezione di nuo- tale. Alessandro VI, nel i499> '""
ve fabbriche, l'alzamento delle vec- Iraprese la fabbrica di detta sti-ada
chie, che essere dovevano non me- perchè servisse nell'anno santo i5oo,
no di sette canne, come si legge ed invitò il popolo romano a fab-
nel Marini Ardi. Foni. t. I, pag. 817, bricarvi abitazioni, concedendo a tal
e la demolizione di quelle mura, che elfetto molti privilegi; poscia Giu-
la segregava da Roma nel modo lio II nel i5o5 lastricò tutta la
che dicemmo piìi sopra. Siccome strada Alessandrina, e fu quello che
nel luogo ov' è ora la Chiesa di s. incominciò la riedificazione della ba-
Maria Traspondna [P^edi), una
in silica Vaticana nel modo, che con
delle prime chiese della regione, al- istupore si ammira.
lora esisteva una Meta, o piramide Il di lui successore Leone X, fra
di marino bianco, già sepolcro dei le altre cose concedute al capitolo
Scipioni diverso da quello a porta vaticano, confermò il diritto di esi-
S.Sebastiano, il medesimo Alessandro gere da' mercanti e da' giocolieri
VI la fece demolire per rendere diritta della piazza di s. Pietro le pensioni
e libera la strada. Coi marmi vi fu od affitti de' luoghi che occupavano,
lastricato il pavimento della basilica e che da qualche anno si erano ap-
vaticana, come abbiamo dal Marti- propriate ingiustamente i soldati sti-
nelli, dal Vasi, e da altri archeolo- pendiati, che custodivano il palazzo
gi. Riferisce il Torrigio, a p. igS, apostolico. In queltempo e nel ,

che tal piramide o Meta era altis- fìorentissimo pontificato di Leone X,


sima e che precisamente esisteva
, mediante la pace riacquistata, il gu-
nell'ingresso del borgo dove Paolo sto degli spettacoli dalle guerre in-
V eresse il fonte, venendo chiamata terrotto, si era nuovamente eccita-
impropriamente sepolcro di Romo- to negli animi de' romani sempre
lo, e dal canonico Benedetto, Tere- tiasportati alle pubbliche rappre-
binto di Nerone, per un albero di sentazioni. Quindi è che frequen-
tal nome dappresso. Dice
eh' eravi tissime divennero nelle pubbliche
egli ancora
che la maggior parte piazze le farse de' ciarlatani, che
de'suoi marmi erano già stati impie- trattenevano il popolo.
gati da Papa Dono I, o Domnione, Ma non tardò molto a cangiarsi la
del 676, a lastricare il cortile o scena. IlPapa Clemente VII, cugi-
atrio chiamato paradiso, della basi- no di Leone X vide due volte sac-
lica vaticana. In questa Meta tutti cheggiata la città Leonina, il prò-
,, ,

CIT CIT 255


pilo palazzo vaticano; la basilica di pretende rilevare dall' iscrizione po-
s. Pietro, le case de' Cardinali , le sta sul campanile della chiesa di
chiese di Roma, iuuna parola tutta s. Borbone miseramente mo-
Spirito.
la città dal pi li tremendo eccidio. rì nella cappelletla della beata Ver-

La guerra dell' imperatore Carlo V gine Maria del Rifugio ove se ne


con Francesco I le di Francia fu legge la men)oria, fuori di porta
al Pontefice funesta per essersi al- Cavalleggieri. Sul)cntrò al com.indo
leato col secondo. deli' esercito il luterano principe
I Colonnesi pei primi , uniti ad d'Oranges, e la capitale del cristia-
Ugo Moncada, viceré di Napoli per nesimo fu presa a' 6 maggio. la
Carlo V, nel 1 526 incominciarono tal infausta giornata; si portò egre-
la guerra, dichiarata da Carlo a giamente Camillo Orsini in difen-
Clemente VII. A' 20 settembre, o dei e Borgo e il Vaticano ; ma so-
a' 26 di tal mese, come dice il praffatto dal nemico, si ritirò colla
maesti'o di cerimonie Biagio Baro- famiglia a Spoleto. Clemente Ali
ni, nel Diario lib. I, cap, 85, i ne- erasi recato in Castel s. Angelo
mici sorpresero il Borgo nuovo, e iu ove rimase assediato sino a' 9 di-
un al palazzo vaticano lo saccheggia- cembre. L' inimico entrò in Roma
rono, non risparmiando la cappel- anche pel ponte Sisto, pose a sac-
la e sagrestia pontifìcia, né la ba- co le abitazioni de' cittadini, ne uc-
silica vaticana. Ed il Guicciardini, cise molte migliaia, e commeltendo

nel lib. XVII , dice che entrarono ogni sorta di scelleratezze, rubò piìi
nel Borgo nuovo , ne saccheggia- di sei milioni d'oro, come da allu-
rono la terza parte , non proce- ni è calcolato. Quanto soffrissero la

dendo più oltre per timore delle Città Leonina, e le parti adiacenti
artiglierie di Castello ove per iscam* al Vaticano, facile é il congettu-
par la morte erasi ritirato Cle- rarlo.
mente \ li , che però fu costretto Siccome le mura della Città Leo-
capitolare, ed accettare la tregua nina erano state fatte quando non
la quale durò bi-evissimo tempo. si conosceva né la polvere, ne l'u-
Nel seguente anno 1527 mar- so delle artigliere, sì le mura che
ciò all' assedio di Roma , con qua- le torri non potevano resisterne al-
rantamila uomini Carlo contesta- , l' urto, e perciò facilmente veniva-
bile di Borbone, il quale fidavasi no superate. Volendo Paolo III ri-

nella sua vana astrologia e nelle , mediarvi, e cingere il Vaticano di


false predizioni di Cornelio A grip- nuove mura, ne commise il cUsegno
pa che avealo assicurato che le mu- e l'esecuzione ad Antonio da San-
ra di Roma sarebbono cadute ai gallo ma egli mentre eseguiva il
:

primi assalti di lui; ma mentre si lavoro, avendo contrastato avanti


accingeva per la via della Lunga- Paolo III col Bonarroti sul mento
ra, verso la porta Posterula de' sas- dell'invenzione, fu lasciato imperfet-
soni (oggidì s. Spirito) a dare l'as- to il lavoro al bastione di Belve-
salto alla Città Leonina, fu colpito dere, e alla porta di s. Spirito tut-
dietro le reni da una palla ramata tora incompleta. Giulio IH, che gli
per l'archibugiata che gli avea ti- successe, volendoche la Città Leo-
rato Francesco Yalentini romano nina, o custodita da
Borgo, fosse
non Bernardino Passeri , come si un magistrato singolare, nel giorno
,

2*^6 CIT CIT


della sua coronazione, a' 2?. febbra- sagra lega che vinse sugli ottomani
io I .joo, con apostolico breve, creò la battaglia di Lepanto, ad esempio
il governatore di Borgo s. Pietro di s. Leone IV impiegò nel lavoro
con ampia autorità sì nel civile che i turchi fatti prigionieri. Questo re-
nel criminale sino alla sentenza eli cinto, che presenta gli stemmi dei
morte, con carceri, che in uno al due Pii, non si estese più avanti
tribunale, fin-ono erette incontro al della porta di s. Spirito, incomin-
luogo ove fu poi fabbricata la chie- ciando dalle mura del giardino pa-
sa di santa Maria della Traspon- pale; per cui le porte che vi da-
tina. Laonde la carica divenne as- vano accesso sono, porta Castello in
sai onorifica perchè dai Papi confe- oggi chiusa, la porta Angelica, la
rita a' propri fratelli e congiunti, o a porta Perttisa che rimane all' estre-
qualche gran personaggio, come si mità della vigna del Papa, detta
vedrà agli articoli delle loro fami- perciò J iridarla, la porta Fabbri-
glie. Aveva quel governatore ala- ca, Porta Fornaciun, così appella-
bardieri, giudici, e bargello paitico- ta dalle fabbriche e fornaci di mat-
lari, i quali insieme con lui gode- toni, ovvero per comodo della vi-
vano la parte palatina, consistente cina fabbrica della basilica di s. Pie-
in pane, vino, ed altre distribuzio- tro^ e la porta Cavallcggieri tlalla
ni. Però, come si disse, in sede va- guardia di tal nome, che ivi avea
cante la giurisdizione si devolveva al gli alloggiamenti.
prelato, che il sagro Collegio eleg- E natiu-ale conseguenza, che ove
geva in governatore del Conclave. soggiorna il principe, gli abitanti
Pel primo governatore di Borgo godano gli ciTetti della sua benefi-
Giulio III fece Ascanio della Cornia, cenza, e i Borghigiani in piìi in-
nobile perugino, figlio della sua so- contri il provarono. Una di tali
rella Giacoma. Creò Cardinale il di occasioniavvenne nell'anno i58o
lui fratello Fulvio della Cornia, ed sotto Gregorio XIII per l' epide-
entrambi li fece governatori perpe- mia detta del Castrone, nella qua-
tui del Castel della Pieve, oggi Cit- le egli prese particolar cura de-
tà della Pieve, con mero e misto gl' iniermi che abitavano nella Città
impero, e che governarono per mez- Leonina, cioè da Castel s. Angelo
zo de' loro luogotenenti. pei borghi sino alle dette fornaci
Pio IV edificò in gran parte il non che alle porte Pertusa, e Set-
Borgo Pio, nome ch'egli stesso gli timiana, che è al fine della via an-
die nel i565, quando l'opera fu ticamente chiamata Scttignanani. e
terminata. Cinse di nuove mura la dipoi chiamata Lungara. A quei
Città Leonina per preservarla dalle soccorsi non mancavano letti, me-
incursionide' Turchi, che avessero dici, medicinali, e limosine. Il di
voluto rimontare il Tevere. Egli lui successore Sisto V , col teno-
segui il disegno di Michelangelo, agli re della Ut primuni,
costituzione
8 maggio i56i pose alle fonda- data il novembre 1 5'6Q
primo ,

menta la prima pietra, con alcune Bull. Rom. tom. IV, pag. 278,
medaglie d' oro e di argento conia- aggiunse agli antichi tredici l'ioni

te ne) suo pontificato. Tuttavia quel di l\oma la Città Leonina col no-
lavoro fu compito dal suo successore me di Borgo, che divenne il XIV
s. Pio V, il quale, come alleato della de' rioni; le diede il proprio slem-
CIT CIT 257
ma gentilizioper insegna, e sino rito, e Settimiana, e fu lasciata fuo-
dal quinto mese del suo pontificato ri, ed atterrata quella paite di mura
ne fece governatore il nipote Mi- del l'ecinto Aureliano, che giungeva
chele Peretti, confermandogli la giu- molto più in fuori, sulla sponda
risdizione concessa dalle costituzioni destra del Tevere. Delle fortificazio-
di Giulio III, e Pio IV ai gover- ni e mui-a fatte da Urbano Vili,
natori di Borgo s. Pietro. e perciò che riguarda la Città Leo-
Paolo V, acque che riunì
colle nina, il Cancellieri nella sua Aria
neir acquedotto il quale sbocca a s. di Roma, alle pag. 54, 55, e 56,
Pietro Montorio, ne dispose in parte riporta un interessante tratto del
in favore del Borgo, e in parte per celebi'eDiario di Giacinto Gigli, con-
r acqua, che mandò nella fontana temporaneo a quel Papa.
della piazza Vaticana, erigendo due Alessandro VII, col magnifico co-
fontane l' una nella piazza Scossa- lonnato rese più bella e incompa-
cavalli, e r altra verso il Castel s. rabile la piazza di s. Pietro, e nel-
Angelo neir ingresso del Borgo nel la pestilenza, che sì gravemente af-

i6i4j come si legge dalla iscrizio- flisse Roma, affidò la vigilanza sa-
ne, colla quale chiama il Borgo, nitaria sul rione di Borgo al pre-
Eegioneni Leoninani. Finalmente Ur- lato Roberto di Fabio Accorambo-
bano Vili fu quegli che circondò ni, la cui famiglia possedeva il pa-
di altre mura la Città Leonina, lazzo già de' Rusticucci sulla piazza
giacché non solo restaurò quelle di questo nome. Il di lui successo-
sulla sponda del Tevere verso il re Clemente IX, vedendo le tristi
1626; ma facendosi più gravi le conseguenze, che dei'ivavano dalla
vertenze col duca di Parma Odoar- moltiplicità de'tribunali, per ciò che
do Farnese pel ducato di Castro riguarda la giurisdizione competen-
(Fedi), nel 1642 le risarcì, ed in- te, coir autorità della bolla In hoc
traprese un nuovo recinto sulla primo, data al primo settembre
ripa destra del fiume, eh' è appun- 1667, Bull. Rom. tom. VI, par.
to quello, che oggi la difènde. E VI, pag. 284, abolì il governatore
siccome sino a quell' anno la Città di Borgo e il suo tribunale, e ne
Leonina era rimasta separata dalla affidò la giurisdizione a monsignor
città, cioè dalla parte di Trasteve- governatore di Roma, come vice-
re, per r intero tratto de' colli gia- governatore di Borgo, eccettuato in
nicolensi, che domina la via della tempo di sede vacante , nel quale
Lungara (ove alle due estremità sono il governo di Borgo apparteneva a
le nominate porte di s. Spirilo e Set- quel prelato, che si eleggeva dal
timiana), così Urbano Vili, conside- sagro Collegio per governatore del
rando la debolezza delle mura trans- conclave e del Borgo. Dipoi Cle-
tiberine, e r importanza di non la- mente XII volle che maggiordo-
il

sciar discoperto il dorso gianicolen- mo pontificio fosse sempre governa-


se, costruì un nuovo recinto a ba- tore del conclave.
stioni. Lo fece incominciare dalla Nell'istituzione fatta da Pio VII
porta Cavalleggieri, ov' è l'arma di dei presidenti de' rioni di Roma, ne
s.Pio V, e il condusse alla ripa del assegnò uno al rione di Borgo, che ivi
fiume presso porta Portese. Così risiede. Lo stesso Pontefice operò
rimasero inutili le porte di s. Spi- un restauro da un lato delle mura
VOL. Ì.1U. 17
7'j^ CIT CIT
del giardino valicano; Leone XII pa s. Damaso I, al concilio di A-
lastricò di selci la piazza liiisticuc- qnilcja, al cui patriarcato fu al-

cij e rinnovò la vaticana, costruen- lora soggetta. Nicolò V la uni a


do dalla parte della Liingara il Venezia , ma poscia il Pontefice
Porto Leonino. Da ultimo il Papa Paolo II la separò, rendendola an-
regnante ha resa piìi comoda e cora suffraganea di Aquileja. Allor-
regolare la via di Borgo nuovOj ed ché Benedetto XIV nel 17.^1, col-
ha fatto ristorare ed innalzare la la bolla InjuncL soppresse il pa-

maggior parte delle mura, che cin- triarcato Aquilejese, erigendo in ve-
gono il giardino papale, non che ce i due arcivescovati di Gorizia, e
parte di quelle presso la porta An- di Udine, a questo secondo sotto-
gelica. E seguendo gli esempii degli pose Città Nuova. Divenuto poi ai
ultimi Pontefici Pio VI e Leone nostri giorni Udine vescovato , la

XII, abita volentieri la maggior par- metropolitica giurisdizione di questo


te dell'anno nella Città Leonina, i fu trasferita nel patriarca di Ve-
cui abitanti ne festeggiano il pas- nezia. L' ultimo vescovo fu Teo-
saggio con quelle dimostrazioni che doro Loreto Baldi di Veglia, che
si leggono nei Diari di Roma. collocato sulla sedeCittà No- di
CITTA' NOVA
(zEmonien.). Città va da Pio VI, nel concistoro del
vescovile nel regno Illirico, o sia primo giugno 179^, ne governò
neir Istria , Civitas novae Istriae. la diocesi sino al termine di sua
Giace essa suU' estremità di un pic- vita, cioè i835. La cattedrale
al

colo promontorio che si avanza nel è ben ed è dedica-


fabbricata,
mare Adriatico, all' ingresso di an- ta alla beata Vergine Maria, ed
gusta baja, presso la foce del Quie- il capitolo componesi dell' arcidia-
to, con porto che offre sicura sta- cono dignità, e di quattro cano-
zione. Ebbe il suo nome dall' esse- nici.

re fabbricata dagli Ungheri con CITTA' NOVA o ERACLEA.


parte delle rovine dell'antica ^- Città vescovile d'Italia, sulla costa
monia, poco distante, e
altra città settentrionale del Golfo di Venezia,
di cui tuttora se ne veggono gli precisamente nel luogo ove la Piave
avanzi. Fu chiamata anche Nove- metteva foce nella laguna. L'anti-
tiiim, e venne in potere de' vene- ca Eraclea o Eraclia fu distrutta

ziani nel 1170, o come altri scri- nel declinar dell' Vili secolo, o nei
vono a' 9 novembre 1270, uè si primordi del IX, quindi venne ri-
stabih sotto la loro repubblica, se fabbricata dal celebre doge Angelo
non dopo che del tutto fu estinto Partecipazio, ignorandosi se nel luo-
nella provincia il dominio patriar- go primiero, ed allora fu chiamata
cale. La cattedrale è il piìi nobile Città Nova. Fu sede per un tempo
edificio, perchè le abitazioni sono del veneto governo, e nel IV seco-
occupate nella maggior parte dai lo lo divenne d' un vescovo sulTra-
pescatori. La popolazione si è non- ganeo della metropoli di Aquileja,
dimeno alquanto diminuita dalla finché verso l'anno 144^3 venne que-
cattiva influenza del clima. sta riunita a quella di Grado.
La sede vescovile di Città Nova Trasportata la sede ducale a Mala-
fu istituita prima dell' anno 5oo, ed mocco ed a Venezia, Eraclea andò
ini suo vescovo assistette sotto Pa- a poco a poco declinando finché del
,

CIT CIT 259


tutto scomparve così che ora non la forma, e tenute con pulitezza e
lascia sua vera situa-
traccia della decoro. Presso la chiesa parrocchiale
zione. Solo veggono degli
se ne di s. Maria de' Bianchi, si vede l'o-

avanzi nei luogo chiamato Dosso ratorio della confraternita, dove si

di Città Nuova, cinto da canali ammira il bellissimo dipinto affì-e-

e paludi formate dal fìumicello sco, che occupa l' intera facciata, e
Grassaga, fra Torcello e Caorle. rappresentante il presepio e l'ado-
CITTA' DELLA Pieve ( Civitalis razione de' Magi, capo lavoro di
Plehis). Città con residenza vescovi- Pietro Vannucci Pievese, detto il

le deli' Umhria nello slato Pontifi- Perugino, sul quale è fama che vi
cio, delegazione apostolica di Peru- abbia pur lavorato l' immortale Raf-
gia, chiamata pure Civitas Castri faello suo discepolo. L' antica acca-
Plebis, perchè un tempo appellava- demia de' Neghittosi , istituita nel
si Castel della Pieve. Sorge questa 1 8 4 per lo zelo
590, risorse nel 1
1

città in un' alta e deliziosa collina letterario di monsignor Filippo An-


confinante colla Toscana, ed un tem- gelico Becchetti bolognese, vescovo
po ad essa compresa, attorniata da della città, benemerito continuatore
un vasto ed ameno orizzonte, su cui della Storia Ecelesiastica del Car-
scorgesi al nord il lago Trasimeno, dinal Orsi. Fece dipoi approvare gli

e la città di Cortona, all' est Peru- statuti dalla congregazione degli stu-
gia, al sud Orvieto e Viterbo, ed di l'altro vescovo monsignor Giu-
all' ovest Montepulciano. Le scorro- liano Mami di Cesena, principe della
no intorno il torrente Tresa, che stessa accademia.
sboccando nel lago di Chiusi, va ad Antichissima è l' origine di Ca-
ingrossarne l' Arno, non che il fiu- striim plehis, il quale si aumentò
me Chiana in un al torrente Astro- dopo la battaglia vinta da Siila

ne, i quali, insieme al fiume Pa- contro Carbone nella sottoposta pia-
glia, s' imboccano al Tevere. Le sue nura sulla Chiana, 85 anni avanti
mura, fatte a scarpa con terrapie- la nascita di Gesù Cristo. Secondo
ni, torri, e l'ivellini, sono dirute in il Calindri, Saggio Statistico ec.
qualche lato, e quattro porte a- p. Ili , si vuole che i soldati di
pronsi nel recinto d' una lega. Si Siila vincitori della fazione di Car-
divide la città ne'terzieri, o rioni bone, quivi si fissassero, prendendo
di Borgodentro, di Castello, e di abitazioni e possidenze ai vinti.
Casalino. Ha le strade in piano in- Il nome di Plebe venne a questa
clinato. Ancora esiste la sua rocca, città dall'essere la maggior parte
non che tx'e delle cinque torri, che della colonia romana composta di

la munivano con ponte levatoio in gente plebea , d' altronde potente


vma di esse, la quale fu ridotta a in Pioma, convenendovi nelle eru-
palazzo di residenza del governato- dite Notizie istoriche di questa cit-

re dal Cardinal Tranense governa- tà, 23, e seg. , Giusep-


e alle pag.
tore perpetuo. Vi furono anco ag- pe Belletti, giustamente lodato dal
giunte le carceri criminali. Oltre la eh. Pietro Castellano. Né pretenda
cattedrale, edificata su di un antico alcuno, che con tal denominazione
tempio pagano, i cui emblemi si ne venga disdoro all' illustre città,
veggono al piospetto esterno, vi dappoiché a tutti è noto che nella
sono altre otto chiescj tutte di bel- antica B-oma molti nobili e patrizi
,,

t>.Go CIT CIT


si ascrissero alla plebe, clie in piìi guaci del Papi, e degl'imperatori,
incontri per un reale merito consegui- distinguendosi i seguaci de' primi
rono i primi onori nella repubblica, col nome di Guelfi, e quelli de'se-
per cui in quc' tempi era la plebe condi con quello di Ghibellini. Sic-
grandemente nobilitata. Sembra cer- come tali fazioni in Italia ebbero
to che i soldati vincitori destinati da diverse denominazioni , in Castel
ad abitare (jucsta parte,
vSilla in della Pieve la Guelfa dicevasi il

premio del loro valore per la ri- partito di sotto, e la Ghibellina


portata vittoria, ottenessero dal se- «piello di sopra.
nato romano il diritto di municipio, Lagrimevoli furono gli avveni-
di colonia, e che in ringraziamento menti, che in queste contrade av-
ne facessero secondo l' uso, un sa- vennero verso l'anno 1080, perle
gi'ifizio al loro nume tutelare, tra- vertenze tra s. Gregorio VII, ed
mandandone la memoria a' posteri Enrico IV a cagione delle ecclesia-
con una lapide, che il Brasavolo, stiche investiture. Nel logr, quan-
Frammenti istorici di Città della do l'imperatore pose a feiTo e a
Pieve, ed altri così lessero: Genio. fuoco i vicini paesi , Castel della
Municipali. Legio. Manilia. Catili- Pieve fu risparmiato, ma i sanesi
nae. Fautrix. Lihavit. L' Orlandi ghibellini, nel 1099, il travagliarono.
lesse Liheravit nell' illustrazione di I ripetuti infortuni indussero il ve-
tale lapide. scovo ad abbandonare questa sede,
Che r origine di Castrum o Ca- ilperchè fu dichiarata Nullius Dioe-
slelluni Plehis rimonti ad età più cesis,e riunita a quella di Chiusi
remota, lo comprovano gli scavi fat- nel I 100 da Papa Pasquale II, co-
ti, dove si rinvennero copiose anti- me riporta Monaldo Monaldeschi
chità etrusche, urne sepolcrali, tri- Commenlarii historici ec. , lib. 18.
podi, patere, candelabri, e consi- Quindi Castel della Pieve nel 1170
mili monumenti,oltre queUi appar- si collegò con Orvieto, e nell' anno

tenenti epoca romana.


all' seguente vi si sottomise. Ma non
Dopo che Castel della Pieve fu andò guari che, a maggior sicurez-
dominato dai romani, segui esso i za, invocò ed ottenne la protezione
destini della repubblica, e dell' im- di Perugia, col patto di non far
pero, e soggiacque alle vicende co- guerra all' imperatore Federico I, e
muni alle città d' Italia. E quando ad Enrico VI suo figlio. Allora
questa bella regione fu governata da Castel della Pieve si governava con
Narsete per l'imperator Giustino, forme repubblicane, ed aveva suoi i

permise egli, che le città italiane si consoli.


governassero co' propri statuti e . Tuttavolta sembra che nel secolo
magistrati civici. Fu allora che Pe- XII già la santa Sede vi avesse so-

rugia, come racconta Pompeo Pel- pra r alto dominio, perchè il citato
lini, wgW Istoria di Perugia, am- Pellini, nel lib. 4> fol. 4*^6 > dice
pliando il proprio dominio, ristorò i che l'imperatore Federico II, nel
circostanti luoghi devastati dalle in- 1228, occupò molti luoghi della
cursioni dei barbari, fra i quali egli Chiesa romana, che dichiarò suoi,
novera Castel della Pieve, come al- e tra questi Castel della Pieve, e
lora chiama vasi. Ne' bassi tempi fu siccome nel 1 i3o fu soggiogato dai
agitata dalle tremende fazioni se- Perugini, ne trasse dipoi vendetta
,

CIT CIT 26r


l'imperatore, e premiò la fedeltà Verso il i3o6, a comprimere nel
de' Pievesi coli' astenersi di occupa- Castello le fazioni, e per sicurezza
re il loro territorio, e con diplo- del popolo dalle straniere aggressio-
ma dato a Foligno a' 3 gennaio ni, fu per ordine di Perugia costrut-
del 1243, ricolmò il castello di ta una rocca con cinque torri ben
privilegied onori, ampliandone no- munite ed affinchè i Priori dell'ar-
;

tabilmente il territorio ; il perchè te ( così chiamavasi il magistrato )


seguì il partito di sopra, o Ghibel- potessero attendere a' pubblici affari,
lino. Divenuto podestà di Castel fu stabilito che tutti dovessero di-
della Pieve Raniero Bulgarelli, si- morare nel palazzo pubblico. Nel
gnoreggiò la patria, e la costrinse I 3 3 fu, ad istanza del legato apo-
I

a tornare sotto Perugia, ciò che stolico di Clemente V, conchiuso in


approvarono l'imperatore Gugliel- Castel della Pieve, e pei guelfi, il

mo, e Papa Innocenzo IV colla trattato di pace tra Perugia, ed Or-


bolla, Solet annuente sede Aposto- vieto. Nell'anno i32o Perugia di-
lica , data XV. kal. maii ii5i. chiarò principal suo membro il Ca-
Non sussistendo la dominazione, che stello, e poscia vi spedì governatori
i Bulgarelli vantavano sul castello di parte guelfa, la quale in appres-
venne poi ricorso ad Alessandro IV, so divenuta preponderante, nasceva-
ma egli con bollade'2 5 febbraio! 255, no tumulti frequenti, ad onta del-
confermò a Perugia la cessione. lacura presa da Perugia per so-
Nel 1284 volendo il Pontefice pirli. L' ultimo che nel
dei Papi,
Martino IV da Orvieto recarsi a XIV secolo dimorasse in Avignone,
Perugia, a' 26 o 27 giugno giunse cioè Gregorio XI, si vuole che do-
in Castel della Pieve, dove sorpre- nasse a messer Giovanni di Siena,
so da malattia ivi si trattenne sino sua vita durante, Castel della Pie-
ai 3o di settembre, nel qual giorno ve. Però pili probabilmente ebbe
parfi per Perugia ove morì. Indi luogo tal donazione, compreso Chiu-
nel 1288 rinnovossi la confedera- si ed altri luoghi, in favore del pro-
zione con Perugia, la quale incaricò prio nipote conte Villata di Lore-
la comunità del Castello di ultima- na, che per mezzo di procuratori
re la fabbrica della torre chiamata ne prese possesso nel maggio 1371,
Beccati quello, di faccia ad altra con grande sorpresa de' Perugini.
chiamata Beccati questo, edificate Ma nel i375, avendo ricuperato il
sul lago di Chiusi, per conto dei pe- Castello la libertà, fece lega e fe-

rugini, che ne dierono la sorveglian- derazione colla repubblica di Firen-


za ai Pievesi. Intanto, nel i3o4, ze, e con Bernabò Visconti, signo-
Castel della Pieve fu onorato della re di Milano, per cui in modo ono-
presenza del Papa
Benedetto XI, rifico fu riconosciuto il suo domi-
proveniente da Acquapendente, nel- nio, che esercitava sopra diversi ca-
la qual circostanza vuoisi che di- stelli e terre. Ciò non pertanto non
chiarasse beato Giacomo di Castel tralasciò le sue relazioni amichevoli
della Pieve dello 1' Elimosinano,
, con Perugia, che l'aiutava a com-
eh' era morto santamente a' i 5 gen- primere i rinascenti moti civili, ad
naio. E passando poscia il Ponte- onta che su Castel della Pieve Ven-
fice a Perugia terminò
vi i suoi ceslao avesse rinnovata la protezio-
gioi-ni a' 6 luglio i3o4. ne imperiale. Grave poi fu il tu-
,
, ,

262 CIT CIT


multo tra i guelfi, e i ghiljellini, stellò nel 14^0 a Braccio Fortibrac-
colla peggio di questi. cio,dopo la morte del quale tor-
Correndo l'anno i3f)3 disgustati nò a formare con Perugia
o stabile
i Pievesi per essersi da Perugia alleanza con patti onorevoli, to-
(che li riguardava quali sudditi) gliendosi dalla breve dominazione
mandato contro i patti per pode- di Cherubino della Staffa, nobile pe-
stà Pallino Baglioni, il paese si ri- rugino.
bellò, e guidati i popolani da Ne- Terminato il grande scisma d'oc-
ruccio d'Oddo, assalirono con im- cidente, ed eletto nel 14' 7? Mar-
peto la rocca, proclamarono la li- tino V nel concilio costanziese, que-
bertà e si dicrono poi a Biordo
,
sto Pontefice fu sollecito di ricupe-
IMicliclotti, con l'ajuto di cui ave- rai'c alla Promana Chiesa i suoi do-
vano fatto una tal mossa. Questi minii , fra' quali Castel della Pieve,
col favore del duca Filippo Maria compreso nella legazione apostolica
Visconti, prese Conte del-
il titolo di di Perugia allora istituita, ma però
la Pieve. E quando fu ampliata la immediatamente soggetto come Pe-
di lui potenza, e si compose Peru- rugia alla s. Sede, come si legge nel-
gia con Bonifacio IX, che vi si e- la bolla Clini oniis universalis gre-
ra recato nel i4o3, i Michelotti gis, data da Eugenio IV, XIII Kal.
dopo avere respinto colle armi i Pe- augusti 1432, quando spedì a Pe-
rugini, e difeso il castello, ebbero rugia in quahtà di legato, il Car-
il govei-no di Castel della Pieve dinal Giordano Orsini.
corrispondendo alla Camera aposto- Nel rimanente del secolo decimo-
lica l'annuo tributo di un pajo di quinto sono degni di memoria i
fagiani. Di simili tributi parlam- seguenti fatti ; cioè la protezione e
mo all'articolo Caccia [F'ecli). Ciò tutela ricercate a Perugia dal Ca-
avvenne dopo che Biordo erasi im- stello, per difendersi dalle prepoten-

padronito di Todi, Orvieto, Gualdo ze de' Visconti duchi di Milano in


di Nocera, Trevi, Spello, Cesi, e un al conte Francesco Sforza, e man-
dappoi ch'era divenuto signore di tenersi nella fedeltà , e divozione
Perugia, e dopo eziandio che Bo- che professava alla santa Sede: le

nifacio IX, nel detto anno i4o3, contese fra il Castello e Cetona sot-
avea pubblicato 1* interdetto con- toposta ai Sanesi, co' quali i Pie-
tro detti luoghi, e contro Castel vani godevano buon'armonia; con-
della Pieve per essersi ribellati tese giudicate sovente, con autoriz-
e dati ai Visconti e loro aderen- zazione pontificia, colla interposizio-
ti. Tuttavia nel medesimo anno ne della magistratura di Perugia
essendo tutti tornati all' ubbidien- e della repubblica di Siena riguar-
za ed all' alta sovranità della Se- do ai particolari : il ricorso ad Eu-
de apostolica, il Papa li assolvet- genio IV per le pretensioni di Che-
te con pontificio breve de' 3 no- rubino della Staffa: la fiera peste
vembi'e ; e messer Giannello di lui del 1^61, che disertò l'infelice pae-
commissario diede a Ceccolino, Gi- se la riforma delle municipali co-
:

nolfo, ed Egano fratelli Michelot- stituzioni operata nel 1464, nella qua-
ti per ventinove anni, con mero e le furono proibiti i segnali, le inse-
misto impero, Castel della Pieve, gne che si tenevano sulle pareti
col suddetto tributo. Passò poi Ca- esterne delle abitazioni, le quali in-
CIT CIT 2(33

dicavano il partito che seguivasi, al confortati dall' umanità della re-


paro che le calze o altra parte del pul)blica sanese, e sollevati ed aju-
vestimento che indicava altrettanto; tati dal Pontefice Clemente VII, cui
e la pace cogli orvietani sanzionata erano ricorsi. Fu questo Papa che
da Paolo II, sebbene le differenze separò totalmente Castel della Pie-
si potraessero sino a Sisto IV. Que- ve dalla legazione di Perugia, e lo
ste sono le cose rimarchevoli, che pose sotto la sola e immediata sog-
riguardano nel secolo XV Castel del- gezione della santa Sede, assegnan-
la Pieve. dogli governatori perpetui, i quali
Nel pontificato di Alessandro VI, da epoca sino alla fine del se-
tal
il duca del Valentinois, Cesare Bor- colo, furono sempre nobilissimi per-
gia, avendo fatto prigioni in Sini- sonaggi, Cardinali, nipoti de' Papi.
gaglia il conte di Gravina, e Paolo Non riuscirà discaro, per non in-
Orsini, nel recarsi a Siena, men- terrompere l'argomento, se qui fare-
tre era nel Castello, udì la prigio- mo qualche cenno di essi.
nia del Cardinal Orsini, e degli al- Da Eugenio IV in poi quattro
tri della stessa famiglia da lui odia- potestà governarono il Castello ,

ta, e fece quivi strangolare i due il- quindi successero i Cardinali gover-
lustri prigionieri. Quindi nell'anno natorij che pei loro luogotenenti
1 51o , racconta il Mariotti, Sag. si fecero Clemente
rappresentare.
Istor. di Perugia p. 077, che an- VII nominò per piimo governatore
dando a Perugia il gran Giulio perpetuo nel 1329, l'insigne Car-
II, onorò di sua presenza questo luo- dinale Giandomenico de Cupis no-
go. Dal medesimo autore egualmen- bile romano, vescovo di Trani, e
te si apprende, a p. 58 1, che fece perciò chiamato il Cardinal Tra-
altrettanto 1' immortale Leone X, nense, il quale per primo suo luo-
ricevuto colle distinzioni convenien- gotenente nominò il cav. Agostino
ti sovrano Pontefice. Ma non
al Recuperto di Arezzo. Nel i546.
andò guari che Castel della Pieve Paolo HI fece governatore perpetuo
fu immerso nelle piìi deplorabili il suo parente Cardinal Tiberio Cri-

sciagure, allorché l' esercito di Car- spi romano, già governatore di Pe-
lo V, partendo nel 1527 da R.oma, rugia, e presidente all'edificazione di
che aveva per due mesi orribilmen- quel forte. Nel 1 548 lo stesso Paolo
te saccheggiata, si divise esso in III vi nominò Cardinal Giulio Fel-
il

due parti, una delle quali prese la tre, della Rovere, nipote di Giulio
via di Cortona, Perugia, Todi
ed II; nel i55o Giulio III vi pose
Orte per riunirsi, passato il Teve- per governatore, Ascanio duca del-
re, con r altra parte composta di la Corgna, suo nipote, che pur ave-
Svizzeri, che preso aveano il cammi- va fatto governatore della Città Leo-
no verso Castel della Pieve. Impru- nina, con mero e misto impero,
dentemente, e per attaccamento alla col jiis sanguinis , e totale giu-
Sede apostolica, ì Pievesi contrasta- risdizione; Paolo IV nel i557 ne
rono loro il passaggio, il perchè fu- aflidò r incarico al nipote Matteo
riosamente il nemico saccheggiò il Stendardi nobile napolitano, e Pio
Castello, e in parte lo bruciò, uc- IV, nel i56o, investì di questo go-
cidendo da ottocento cittadini. In verno Fulvio della Corgna da lui
tanta desolazione i Pievesi furono creato Cardinale, unitamente al fra-
a64 CIT CIT
tello Ascatìlo suddetto. Lo stesso di città col nome di Città di Ca-
Papa poi fece governatore il nipote stello della Pieve, restituendole l'e-
Cardinal Antonio Sorbeiloni
Gio. piscopale sede. Ma accaduti alcuni
milanese. S, Pio V nel iSyi diede equivoci per la denominazione col-
r uffìzio al Cardinal Ferdinando la Città di Castello, fu decretato in
de' Medici, che il ritenne quando seguito a questo paese il nome di
diventò gran duca di Toscana; ma Città della Pieve. Dipoi pel pas-
prima quel Pontefice derogò alle sud- saggio delle truppe nel 1642 del
dette disposizioni di Giulio III, già duca di Parma Odoardo Farnese,
rinnovate da Pio IV. Rimise s. Pio V che recavasi a conquistare Castro,
Castel della Pieve ed L suoi concit- e Ronciglione, dovette molto sof-
tadini sotto r immediato dominio frire questa città. Fermandovisi il
della santa Sede, come lo erano in duca in sembianza amica, nei pri-
avanti, lo che si legge nella bolla mi del mese di ottobre fece sac-
Romanus Pontifex , de' 9 luglio cheggiare la città, e il territorio
i566. Finalmente nel Sisto iSSq devastato per nove giorni. Nel se-
V ne allidò il governo al proprio guente anno furono maggiori le dis-
nipote Cardinal Alessandro Peretti avventure per Città della Pieve, ed
di Montalto, che fu V ultimo dei il Chiana divenne teatro della guer-

governatori perpetui. Nel i5go Gre- ra fra la santa Sede, e la Toscana


gorio XIV vi nominò con patente alleata del Farnese. La città era
della sagra Consulta per governa- guardata dal sergente maggiore Lui-
tore Bartolomeo de' Perigli nobile gi Frizza napolitano, per ordine di
perugino, che ebbe quattro succes- Urbano Vili, e ricusando di arren-
sori, finché divenuto Castel della dersi, né d'altronde potendo rice-
Pieve città nel 1600, la stessa sa- vere gì' implorati soccorsi, fu assa-
gra Consulta vi nominò i gover- lita dal principe Mattia, fratello
natori per mezzo di un pontificio del gran duca Ferdinando II , nel
breve, i quali durarono sino al mese di giugno. Dopo validissima
1816, cui successero gli attuali go- difesa, passati cinque giorni, fu co-
vernatori, dipendenti dalla delega- stretto il Frizza a capitolare, e quin-
zione apostolica di Perugia. di a' 19 giugno entrò nella città il

Sotto gli auspici e l'assoluto pa- principe coll'esercito toscano. ]Mal-


cifico dominio de' sovrani Pontefici, grado i patti di buona guerra, Cit-
cominciò Castel della Pieve a re- tà della Pieve dovette solfrire tutti
spirar pace e quiete, ed a rifiorire gli effetti delle più crude ostilità,
nelle arti, nelle scienze, e nel com- né risparmiaronsi i conventi reli-

mercio, cessando le prepotenze delle giosi, ed altro di piìi sacro, come


micidiali fazioni. Grato il Cardinal racconta il Belletti alle pagine 109,
Ippolito Aldobrandini fiorentino, ai e seguenti. Finalmente conchiusa la
cordiali ed affettuosi trattamenti ri- pace nell'aprile i644 ^^'^ '^ santa
cevuti dai Pievesi nel di lui passag- Sede e i principi collegati, a' 19
gio per questa terra, divenuto Pa- luglio partito l'esercito fiorentino,
pa Clemente VIII, nel 1600 colla la città rimase nel primiero domi-
autorità della bolla. In siiperenii- nio di Urbano Vili, essendone ve-
ncnti militantìs Ecclesiae solio, data scovo il confessore di lui, Piiginaldo
VII Kal. octobris, l'elevò al grado Lucarini di Trevi, il quale, come rac-
,

CIT CIT 265


conta Novaes, tom. IX, p. 276,
il imperatore. A' 4 febbraio 1778 ne
gli amministrò i sagramenti prima fu rogato l' istromento al Piano di
di morire. Ciò avvenne dieci giorni Cardeto dai Aurelio Cane-
notari
dopo la liberazione della città dalla strelli pievese,Michele Marini
e
dominazione straniera. Il Reginaldi fiorentino. Contribuì molto all' in-
era il quarto vescovo, che alla chie- dustria cittadina , la bella strada
sa Pievese avesse dato Urbano Vili. che da Orvieto conduce ad Arezzo;
Nel secolo decorso Città delia Pie- ma molto maggiori sarebbero van- i

ve non andò esente da calamità taggi, se avesse luogo il già detto


prodotte dai passaggi delle truppe, compimento del canale del Chia-
massime austriache; ma nelle ulti- na, navigabile sino all' Arno. Anche
me invasioni lo spirito di modera- il disseccamento del Chiana , che
zione dei capi, esentò i Pievesi da un aggregato piuttosto di paludi
ogni disastro. poteva prima chiamarsi, destò fre-
Ne' tempi antichi la maggior im- quenti contese fra i popoli confi-
portanza per Città della Pieve era nanti, principalmente per le devia-
la via consolare, che l'attraversava ; zioni del rapido torrente Astrone
e sino al i5i6 si ha memoria che prossimo a Cetona, il quale assai
tuttora vi durasse la via postale, danneggiava le teire pievesi. I tre
per cui i Pontefici che da Perugia Papi Clemente VII, dr Medici^
si recarono ad Orvieto e viceversa, Clemente VIII, Aldohrandini, e Cle-
passarono per Città della Pieve. In mente XII, Corsini, tutti fiorentini,
seguito la trascuranza posta nel re- se ne occuparono indefessamente,
golare le acque del Chiana fece ma la gloria del compimento era
perdere il vantaggio delia strada, e serbata ai lodati Pio VI, e Pietro
cagionò la emigrazione ad Orvieto Leopoldo, pel concordato conchiuso
e Perugia di molte famiglie, che nel 1780, l'articolo quinto del qua-
volevano evitare i miasmi nocivi. le onoi-ò Città della Pieve di cospi-
Ma ripristinata la bella via, che da cua magistratura, detta la Prcfella-
Orvieto conduce ad Arezzo, ed in- ra delle acque, per provvedere ai
frenato il Chiana, la città a grandi successivi bisogni, e differenze. Ap-
passi ritorna al primitivo splendo- prendiamo dal citato Novaes, tom.
re.Pure molto maggiori sarebbero XVI, p. Ili, che in seguito, e nel
i il com-
vantaggi, se avesse luogo 1783, Pio VI, colla direzione del
pimento del canale del Chiana, na- canonico Fantoni, fece prosciugare
vigabile sino alTArno. la vasta pianura che circonda la
,

Il confine del territorio di Città Città della Pieve, e diede una nuo-
della Pieve con quelli di Cetona, e va direzione alle acque del tiu-

Chiusi, lungo Chiana, fu motivo il me Tresa, e ad altri torrenti, per


di frequenti vertenze fra le limi- cui si ottenne un maggiore spazio di
trofe popolazioni per più secoli, e terreno fruttifero, che prima ren-
benché i rispettivi sovrani territo- deva l'aria infetta, né produceva
riali più volte conchiudessero ami- che inutili erbe palustri.
chevoli composizioni, pure uno sta- Città della Pieve oggi racchiude
bile concordato non si ottenne che nel suogoverno le comuni di Pada-
nei Pontificato di Pio VI, e nel no e di Piegaro coli' appodiato Ci-
granducato di Pietro Leopoldo poi bottola, e parecchi villaggi. Alla co-
,

266 CIT CIT


mune poi soggiace l' appodiato Sal- te le religiose di altra comunità.
ci, già feudo, ed appartenente ai Sempre egli era accompagnato dal
duchi Bonclli congiunti di s. Pio zelante vescovo diocesano, e da
V. Nel decorso anno i84' onorò quello di Soana Francesco Barzel-
Città della Pieve di sua pontificia lotti, che dalla Toscana erasi re-
presenza il regnante Gregorio XVI, cato in Città della Pieve ,
per tri-

allorché reduce dalla visita di al- butargli dovuto ossequio. Nel do-
il

cuni principali santuarii de' suoi do- po pranzo da una finestra dell' e-
inìnii, restituivasi alla capitale. Ai piscopio il Papa vide la processio-
28 settembre partito egli da Peru- ne, che si onore della ss.
fece in
gia, vi giunse verso il mezzodì, ri- Croce, e nella seguente mattina par-
cevendo all'ingresso gli omaggi del- tì per Orvieto, lasciando negli abi-
la magistratura civica , mentre un tanti, e nel popolo de' paesi circon-
drappello di giovani ottenne il per- vicini, la più religiosa consolazione.
messo di trarne a mano la carroz- Monsignor Gioacchino Pecci, come de-
za, lungo la strada del Casalino, la legato apostolico della provincia, cor-
cjuale in memoria dell'avvenimento, teggiò sempre il santo Padre, che ri-

per decreto del magistrato civico si cevette da tutti dimostrazioni di ve-


vuole chiamata Fin Gregoriana. nerazione. Poeticamente ne cele-
Piicevuto fu dipoi il Pontefice alla brarono le gesta, d. Raffaele Bocci
cattedrale da monsignor Giuseppe arcidiacono della cattedrale con de-
JMaria Severa, vescovo da lui dato cassillabied ode; il fratello del ve-
meritamente alla città, nonché dal scovo Pio Severa con decassillabi
clero. Dal medesimo vescovo rice- e il p. Angelo Molle del collegio
vette il Papa nella cattedrale ezian- delle scuole pie con ode latina. Ta-
dio la col ss. Sagra-
benedizione li composizioni in istampa furono
mento. Poscia da una vicina log- dispensate alla corte pontificia , e
gia benedì il numeroso popolo, con- agli altri. Chi poi bramasse cono-
dotto altresì dalle confinanti con- scere in dettaglio la permanenza di
trade toscane. Indi passò ad abita- Gregorio XVI in questa città, può
re neir episcopio. Quivi il Pontefice leggere la Lettera narrativa^ o sia
fu complimentato nel sovrano nome il pasfsaggio del sovrano Pontefice
del regnante granduca di Toscana Gregorio ^VI per Città della Piei'e
Leopoldo II, dal marchese Ginori nel settembre i8(.i, del cav. Ange-
suo gran ciambellano, in occasione lo Antonio Baglioui, IMoutepulciano
di essersi il Papa avvicinato al terri- 184..
torio toscano. Nelle ore pomeridia- La luce del vangelo vuoisi in-

ne ebbe luogo una passeggiata , e trodotta in Città della Pieve sino


la sera si fecero illuminazioni , e dai tempi apostolici , verso l' an-
fuochi d'artifizio, che si ripeterono no 67 di Cristo. Sant' x\mbro-
nella sera seguente. Nella mattina gio arcivescovo di IMilano nel tras-
appresso il Papa ammirò nell' ora- ferirsi a Roma, pel concilio con-
torio di Maria de' Bianchi il di-
s. vocato da s. Damaso anno I nell'

pinto del Vannucci, che lodammo 382, passò per questo luogo, men-
di sopra ; indi visitò la chiesa, e il tre stavasi restaurando l'antico tem-
convento de' cappuccini, e il moni- pio degl' idolatri per ridurlo al cul-
stero delle Clarisse, ove eraasi uai- to del vero Dio. Pvimusto il santo
. ,

CIT CIT 267


contentissimo dell'ospitalità de'Pieve- chiaro immediatamente soggetta al-
si,procurò ad essi ia confederazione la santa Sede, e riunì al territorio
con Milano ed allorquando colà
, pievese varie terre, castelli, e vil-

discuoprì i corpi de' santi martiri laggi posti ne' territori di Orvieto,
Gervasio e Protasio, colle sue per- di Perugia, e di Toscana. Ora com-
suasioni indussei Pievesi ad eleg- prendonsi nella diocesi sei terre
gerli a pi'otettori, anzi col nome cinque castelli, e quindici ville, e-
del primo chiamarono il paese, per sercitando il vescovo la giurisdizio-
cui in molti antichi istromenti si ne sul capitolo, su due collegiate,
legge : Castrimi Plebis s. Cerva sii. su otto conventi di frati , su tre
Asserisce il che quivi
IMonaldeschi, monisteri di monache, su trenta tre
esistesse la sede vescovile nel quinto parrocchie, e su piti di venticinque
secolo, giacché nel concilio di Sie- mila anime. 11 primo vescovo, elet-
na si trova sottoscritto un Stefano to da Clemente Vili, fu Fabrizio
vescovo di Castel della Pieve ; ma Paolucci nobile forlivese , che non
a cagione della barbarie de' tempi, potè consagrare a cagione di sua
costretto il vescovo ad abbandonar- morte, supplendovi poscia a consa-
ne la cattedra, il Pontefice Pasqua- grarlo Paolo V a' 3 agosto del
le II, dopo averla dichiarata JVal- 160 5. Egli mostrò di esserne de-
lìiis dioecesisj nel i loo l'unì al ve- gno non solo per la sua virtìi e
scovo di Chiusi ; riunione che fu dottrina, ma per avere restaurata
confermata nel 1191 da Celestino la cattedrale, avervi eretto le due
HI, mediante la bolla, Miserati ino- maggiori cappelle lateralmente, aver
piani commissae libi ecclesiae Cliisi- migliorato l'episcopio, aperto il se-
iiae; la qua! bolla è riportata dal Mu- minario, ed un convento di cap-
ratori, Antiqidt. Ital. mcd. ae\>i, t. puccine in s. Fiora. Morì in Roma
VI, pag. 421- Dall'Armanni si ri- nell'anno santo 1620, e fu sepolto
leva che nel i2o5 in Castel della nella chiesa di s. Maria in Vallicella.
Pieve v'aveva l'arcipretura, e n'era Fiorirono fra i suoi successori altri
investito un Todini di Gubbio. Nel vescovi zelanti, dotti, e di santa vi-
iSig si ha dal succitato Pellini, ta, come a dire R.iginaldo Lucarini,
che il vescovo di Chiusi emanò che fu il primo a celebrare il sino-
r interdetto a Castel della Pieve do ; Fausto Guidotti da Oilkla, che
ed alcuni dicono a cagione dell'uc- intervenne a quello celebrato nel
cisione del b. Giacomo operata da 1725 in Roma da Benedetto XIII;
alcuni masnadieri, allorché il servo Ascanio Argelati di Bologna, che
di Dio da Chiusi restituivasi a que- istituì le maestre pie, ed Angelo
sta sua patria. Perchè la Pieve ve- Maria Venizza della stessa Città
nisse assoluta dalle censure eccle- della Pieve , canonico della catte-
siastiche, la città di Perugia man- drale, che meritò questa sede nel
dò messer Rigone d' Ottanello in 1754 per volere del gran Bene-
ambasciatore al vescovo chiusino. detto XIV, ad onta della sua ripu-
Nell'anno 1600 Clemente Vili gnanza.
ridonò a questa città il seggio ve- La cattedrale, che nel 1607 si
scovile, colla summcntovata bolla ,
ridusse all'odierna forma di croce la-
data septimo kalen. octobris, la tol- tina, è dedicata ai ss. martiri Gerva-

se dalla unione di Chiusi , la di- sio e Protasio, patroni della città.


,

?.6H CIT CIT


Tia le suo reliquie si venera il cor- sposizioni testamentarie. La mensa
no del eornpatrono s. Poliziano mar- ad ogni nuovo vescovo , in cancel-
tire. Gio. Nicola Circignani, che si leria apostolica, è tassata in fiorini
disse Pomarancio dal luogo nativo, ducento venticinque.
e cittadino pievese, ne dipinse la tri- Degli uomini illustri che fiori-
buna dell'altare maggiore; ma ap- rono in Città della Pieve per san-
j)ena ora rimane illeso il timpano tità di vita, per dignità, e dottri-
del coro. La tavola di detto alta- na, per valore nelle armi, e nel-
re, che rappresenta Vergine la B. le aiti liberali , ampiamente trat-
fra i principi degli apostoli, e i due ta il lodato Bolletti a pag. 262, e
santi patroni, è opera di Pietro Van- seguenti. Va però qui i-ammentato
iiucci pievese detto il Perugino, del Gregorio Sellari di Panicale, dio-
«piale pure è quello del battesi- cesi della Città della Pieve, che da
mo di s. Giovanni, come del Poma- Benedetto Xlll nel 1728, fu crea-
rancio sono i quadri della Madon- to Cardinale. Della città e diocesi

na del Carmine, e dello sposalizio della Pieve, oltre l'Ughelli, Italia Sa-
di Maria Vergine. Il suo capitolo cra, t. I. p. !^H6 e seg., abbiamo i se-

si compone dell'arcidiacono, unica guenti. E.idolfo Brasavalo, Breve, rag-


dignità, di quindici canonici, fra i guaglio di Città della Pieve, estrat-
quali evvi il penitenziere e il teo- to dalla sua storia diffusamente
logo, di otto cappellani corali o scritta dal medesimo, e donata mss.
beneficiati , e di altri ecclesiastici alla civica magistratura, Perugia
addetti al divino servizio. I cano- 1686; Romanae adscriptionis alito

nici hanno l' uso della cappa ma- nobiliuni romanorum, pei signori della
gna , e i cappellani, quello della Farnia o Fargna, originari di Lione,
mozzetta paonazza per concessione e patrizi della Città della Pieve, Pio-
del Papa che regna, il quale fino dal ma 1773; Giusepppe Bolletti, Noti-
1834 decorò i canonici di collare zie isteriche della Città della Pieve,
paonazzo, e flocco simile al cappel- Perugia i83o. Questo benemerito
lo. Vi sono nella città tre parroc- pievese, nell'occasione che il regnan-
chie, sei conventi di religiosi, cioè te Papa onorava la sua patria col-
conventuali, cappuccini, agostiniani, la di lui sovrana presenza, aven-
serviti , e minori osservanti. Evvi do fatte ulteriori scoperte risguar-
lui o scuola diretta dai pa-
collegio, danti la stessa storia patria, pub-
dri Scolopj, vi sono le maestre pie, l)licò colle stampe Appendice alle
e v'ha pure un monistero di mo- Notizie istoriche di Città della Pieve.
nache, un conservatorio insieme a A voler accennare le principali, di-
quattro coiìfraternite , un ospe- remo: I ." C he Castel della Pieve fu
dale, il monte di pietà , un se- Castello prima dei romani, e che
minario. Allorché Benedetto XIII, al nome di Castel forte del Chiu-
secondo il Concilio di Trento, or- sino, fu sostituito il Castrimi Plebis;
dinò l'istituzione de' seminari, ad i-
1."^
Che per la sua importanza vi si

stanza del vescovo, e col disposto rifugiarono i soldati di Antonio vin-


della costituzione, iiiter niiilùplices, to da Augusto, ma furono rispinti
óe'iS giugno 1729, applicò al se- per non incontrar 1' indignazione
minario l'eredità di Ludovico Mau- del secondo: 3.° Che Nerone nel
ri, col peso di soddisfare le sue di- passare per questa città inveì cru-
,

CIT CIT 269


delmenle contro i cristiani, che ivi perchè servisse di baloardo contro
già esistevano ;
4-° Che dall'anno i portoghesi. Altri vogliono che fab-
4 IO sino a Pasquale II ventuno ve- bricata dal conte Rodrigo Gonzales
scovi monachi ed abbati, governaro- Gyixìn, da lui abbia avuto il nome,
no la chiesa vescovile di Castel del- e perciò si dica Rodericopolis. Que-
ia Pieve, senza mentovare altre no- sta città fu presa dai portoghesi, e
tizie interessanti la patria istoria, dagli alleati nel 1 706 in quattro
civile ed ecclesiastica, come la ve- giorni ; ma gli spagnuoli nel seguen-
nuta nella città di Clemente "Vili te anno la ripresero. Nel 1 8 1 o oc-
nel 1399. E noto che recandosi cupata venne dai francesi, che, dopo
quel Pontefice a prendere possesso averne distrutte le fortificazioni, la
del ducato di Ferrara, partì da abbandonarono nel 1 812 agli ingle-
quella città appunto nell'anno i5^99 si, dai quali tornò alla monarchia
a'29 novembre, e rientrò in Ro- spagnuola.
ma a' 20 dicembre. Così il Novaes, La sede vescovile di questa città
Elementi della storia dei sommi fu eretta nel decimo secondo seco-
Pontefici, t. IX, p. 36. lo, e fatta sulfraganea della metro-
CITTA' RODRIGO ( Civiiaten. poli di Compostella nella Galizia,
Proi'inciae Compostellan. ) o Ciu- tuttora vi si mantiene soggetta. La

dad Rodrigo, Rodericopolis. Città cattedrale anticamente aveva un ca-


con residenza vescovile, nell' antico pitolo composto di sette dignità
regno di Leone in Ispagna, posta venti canonici, sette beneficiati, ed
nell'antico territorio de' Mirobri- altri ecclesiastici addetti alla uffizia-
gensi, in una pianura fertilissima, tura. Vi erano nella città nove case
presso la riva destra del fiume A- religiose d' ambo i sessi, e tre ospe-
guada, che si attraversa sopra un dali. La diocesi conteneva altra vol-
ponte di sette archi. Questa piazza ta sessantatre parrocchie, lipartite
forte di prima classe, colle ottime Attualmente la
in tre arcidiaconati.
fortificazioni di cui è munita, serve sede è vacante, e l'ultimo vescovo
alla Spagna di baloardo, sulla fron- fu Pietro Emmanuele Ramirez de
tiera del Portogallo. Ha due sobbor- la Piscina, di Penne Cerrada dio-
ghi, e le sue strade sono molto re- cesi di Calahorra fatto vescovo
golari. Vi sono alcuni begli edifizi; da Pio VII nel concistoro de' 19
e nella sua gran piazza si vedono tre dicembre 18 14- Dalle ultime pro-
colonne romane con interessanti iscri- posizioni concistoriali si rileva: i.°

zioni. Diversi scrittori spagnuoli credo- Che la cattedrale è dedicata all'Im-


no, che questa città occupi l'area del- macolata Concezione di IMaria, Che
l' antica Mirohriga con mag- : altri, il capitolo si componeva di sette
giore probabilità, opinano che essendo dignità, la prima delle quali era il

quella città rovinata, in suo luogo, od decano, di diciassette canonici com-


in quello di Lancia transcudana, preso il penitenziere , e il teolo-
detta ancora Lancia oppidana, sia go, nonché di cappellani porzionari,
stata edificata Ciudad, verso l'anno preti, e chierici; 2". Cbe oltre la

I 200 (o come diceCommanviile nel cura parrocchiale, amministrata da


I f 70, sotto il regno di Ferdinando un vicario nella cattedrale, nella
li, re di Leone e di Castiglia, ovve- citlà eranvi altre sei parrocchie,
ro reggente pel re Alfonso) appunto cinque conventi, quattro monisteri
ayo CIV CIV
di monache, il seminario con alun- forza, che ha la guardia, e secondo
ni, diverse confraternite, ospedale, e le circostanze, e li bisogni. L' im-
monte di pietà. La tassa, registrata pianto di ogni reggimento, è di due
in cancelleria apostolica, ascende a battaglioni. Ila inoltre una compa-
fiorini quattrocento cinquanta. gnia scelta di granatieri, che per
CI LAI o GIUS. Sede vescovile del- maggiore onorificenza, e per la qua-
la Eitinia, neir Asia minore, così lità del servigio, che presta diretta-
chiamata perchè vuoisi edificata da mente al sovrano Pontefice, si volle,
Cius compagno d' Ercole, nella ce- che dipendesse immediatamente dal
lebre spedizione degli Argonauti. comandante generale. Vi è inoltre
Altri la chiamano Priisiade, sicco- ima quantità di ufficiali, e sotto
me restaurata da Prusia, che edifi- ufficiali senza truppa, e d'impiega-
cò la città di Prusio. Fu già sede ti isolati civili, e militari occorren-
vescovile sino dal quarto secolo nel- ti per i diversi interni servigi, e
r esarcato di Ponto, sottoposta alla finalmente esiste un uditorato mili-
metropoli di rs'icomedia. Comman- tare.
ville asserisce, che nel nono se- Il vestiario è uniforme in tutto
colo fu sollevatagrado arcive-
al il corpo attivoj avendo la montura
scovile; certo è, come dice V Oriens bleu ad un petto con bottoni con-
Christ. t. I, p. 63 1, che sedici ve- vessi lisci di metallo giallo, e pan-
scovi vi ebbero s^de. Oggidì non taloni di coloramaranto con fascia
è che un villaggio detto Cliioux o di panno bleu, lo schakos di egual
Cliiaoux nella strada, che da Co- panno con visiera imperiale, pompò,
stantinopoli va a Bursa, in vicinan- e fiamma di piuma color amaranto.
za al mare ed alla città di Nicea. La buffetteria è di cuojo bianco.
Fra Nicea e Cium, nell'anno 194 I soldati sono armati di scialila
avanti la nostra era, fu sconfitto con fucile, e bajonelta. Gli ufficiali,
JVegro da Candido capitano della e sotto che sono in quie-
ufficiali,
armata di Severo, aspirante pure scenza, o riforma , hanno
ritiro,
al lomano impero. r uniforme tutto bleu con pistagni-
CIVICA PONTIFICIA di Roma, ni bianchi al collo con un botto-
o Guardia Civica. Esiste in Roma ne in mezzOj ed altro, ove si riu-
un corpo di milizia volontaria chia- niscono le ribalse, ed usano del
mato Guardia Civica, dichiarato per- cappello pimtato con cappio, e fioc-
manente dal sovrano Pontefice sin chi, secondo il grado, o l'ango.
dalla sua istituzione. Esso si compone La compagnia granaliera scelta
di nobili, possidenti, negozianti, capi per corrispondere all'onorifico, e de-
di arti anche liberali, di capi di coroso servigio, che presta nella se-
mestieri e botteghe, dall' età di anni conda anticamera del sommo Pon-
sedici compiuti fino ai cinquanta. tefice, appresso immediatamente alle
Questo corpo istituito per mantene- guardie nobili, nella tenuta giorna-
re la quiete, e la tranquillità della liera porta r uniforme bleu eoa
capitale, dal cui seno non mai
è due asole, oalamari d'oro al col-
obbligato ad allontanarsi, è com- lo, e due simili ai paramani, con
posto di uno stato maggior genera- granate pur d'oro al di dietro. Fa
le, di uno o più reggimenti di fan- uso dello schakos con metalli do-
teria , secondo la quantità della rati; e gallone d'oro, pompò, e
,,

CIV CìV 271


pennacchio amaranto. jN^ella gran che si fissano di concerto colla pre-
tenuta la compagnia porta il bon- sidenza delle armi, e nella dipenden-
net a pelo con cascate, e fiocchi in za della segreteria di stato. Negli
oro misto con seta, e pennacchio ultimi otto giorni di carnovale pel
di piuma amaranto, potendo usare mantenimento del buon ordine nel-
anche quello di color bianco. La la occasione delle carriere de'bar-
montura è bleu con rivolti, para- beri, arma quella parte della via
mani, e collo amai-anto con alama- del Corso, che le viene assegnata,
ri d^oro al collo, ai paramani, e cominciando dal luogo della ripre-
pattine, oltre le granate. Il pantani- sa de' cavalli, ove rimane l' autorità
Ione è di panno amaranto con fet- governativa, prendendo cosi la drit-
tuccia d' oro. Tanto nella bassa ta sulle altre truppe, che formano
che neir alta tenuta, i comuni e r armamento del corso. Previa la
sotto ufficiali portano le spalline, e superiore autorizzazione può tenere
la ghiglia d' oro mista con seta. aperti per la città dei quartieri in
Gli ufficiali sono tutti guarniti di corrispondenza al bisognOj ed alla
oro. suo armamento è la cara-
Il forza. Il corpo civico concorre colle
bina con bajonetta, e la sciabla. truppe di linea, avendo sempre la
Per la qualità del servigio, che dritta, a far parata a sua Santità
presta questa compagnia nella corte sulla piazza del Vaticano nel gio-
del sovrano, rimane stabilito dal vedì santo, e Pasqua di R.isurre-
manuale della guardia civica, che zione per la solenne benedizione
non possono ammettersi all' onore del Papa. Guarnisce pure un trat-
di far parte di detta compagnia to del luogo in cui passa la solen-
scella, se non che i negozianti, i ne processione del Corpus Domini,
mercanti d'importanza, farmacisti, i della cappella pontificia,, e poi colla
i droghieri, i gioiellieri, gli orefici, precedenza sulla truppa di linea la
gì' incisori di carnei, i mosaicisti, e siegue. Presta prue il suo servizio
gli esercenti un' arte liberale , o nei giorni, nei quali suole tirarsi il

quasi liberale, nei quali oltre la ci- cordone dalla truppa, o farsi para-
viltàdella professione, concorra la ta a sua Santità, cioè nel giorno della
probità de' costumi. Approvato che festa della ss. Annunziata, nel giorno
sia r aspirante dal consigho di am- di quella di s. Filippo jNeri, nelle fe-

missione, e riforma, deve vestirsi, stività dell' Ascensione, e dell'Assun-


ed equipaggiarsi a proprie spese zione nel giorno della festa di s.
,

senza alcuna dipendenza, e respon- Carlo Borromeo, e così pure quan-


sabilità del consiglio di amministra- do sua Santità suol partire dal-
zione del corpo, il quale non gli la capitale nei casi di viaggi , e
passa, che la carabina. villeggiatura, e nel ritorno della
Il servizio, che la guardia civica Santità sua in questa capitale. Nelle
presta gratuitamente in Roma sotto pubbliche funzioni, feste ordinarie,
l'immediata dipendenza de' suoi uf- e straordinarie tanto religiose, che
ficiali, è sempre corrispondente al civili, e così nei pubblici spettacoli
suo istituto, e alla quantità della concorre, quando è chiamata^ o ne
forza attiva, di cui può disporre. viene ordinala dalla segreteria di
Essa alla circostanza arma quoti- stato, a mantenervi il buon ordine
dianamente quei posti di Piazza coi distaccamenti, sotto l' immedia-
,

272 CIV CIV


ta dipendenza de' suoi capi, e tal- chiese, o basiliche di Roma. Altret-
volta ha armato anche i teatri. Si tanto fa nei che cele-
Pontificali,
vedi; montare la guardia colla pro- bra il medesimo Pontefice sempre ,

pria bandiera ned (jnartiere presso do[)o le guardie nobili, prendendo


il palazzo Apostolicd abitato dal so- la dritta sui capotori, come si schie-
riano l*onlc(ìce nel dì primo del- ra nella sala regia del palazzo apo-
l'anno, nell'anniversario della Co- stolico per le processioni, che vi

ronazione del Papa, che regna, e lunmo luogo, nelle sagre funzioni
nel di della festa de' ss. apostoli delle cappelle Pontificie. Per rende-
Pietro e Paolo, come giorni solen- re pili agevole il servigio dell' anti-
ni, anche in commemorazione di camera, tal compagnia ha un corpo
avere per lungo tempo prestato tli guardia nei due palazzi aposto-
quotidianamente tal servizio al Pon- lici del Vaticano, e del Quirinale.
telìce nella guardia reale. 11 corpo All'uditorato militare, che secon-
civico in fine presta qualunque im- do l'impianto si forma da un udi-
preveduto servigio straordinario sì di tore generale, da altro uditore, e
onore, che di l'atica nella capitale del- da mi attuario, è affidato il ramo
lo stato Pontificio, allorché il coman- giudiziario di tutto il corpo.
dante generale del medesimo ne vie- La guardia civica ha un coman-
ne richiesto dalla segreteria di stato; dante generale, che suol essere un
per cui quando il governo accorda ai principe l'ornano, il quale dipen-
sovrani, che si recano in questa ca- de dal Cardinale segretario di stato.
pitale, la guardia d'onore, il corpo
civico è chiamato a farvi il primo Origine della guardia civica
turno. di Roma.
Dagli ajutanti sotto ufTiciali, e
in deficienza di (juesti, dai sergenti Nel declinare del secolo decorso,
maggiori, e sergenti, che si sono il floridissimo regno di Francia pre-
distinti col servigio, e con la con- cipitò nell'anarchia, si eresse in re-
dotta, si scelgono gli ufficiali di po- pubblica, conven-
e giunse la sua
lizia alle porte di Roma, servigio, zione a decapitare il re
nazionale
che ebbe principio fin dal 1817. e la regina, ad abolire ogni culto
La compagnia scelta poi, che vie- religioso, e a disporre anco l' ab-
ne comandata dal suo capitano, a battimento della sede del cattoli-
forma della richiesta di monsignor cismo. A tal effetto occultamen-
maggiordomo, o di monsignor mae- te vi spedì emissari per sovvertire
stro di camera secondo le rispettive l'ordine pubblico , fra'quali i più
attribuzioni, presta il suo servigio audaci furono La Flotte, e Basville, il

nella seconda anticamera Pontificia quale però fu vittima della sua im-
appresso immediatamente alle guar- prudenza, e dell'irritata plebe. Seb-
die nobili in tutti i giorni, ne'qua- bene il tumulto e le conseguenze fos-
li il Pontefice dà udienza pubblica, sero affatto ignote al sovrano Ponte-
e così pure in quelli della cappella, fice Pio VI, la repubblica francese
o di altre funzioni. Concorre ezian- prese la morte di Basville per prete-
dio col suo armamento nelle cap- sto al compimento de'suoi disegni
pelle, che il Papa celebra, ocui assiste per cui il Papa che ne conosceva
fuori del palazzo Apostolico nelle le mire, a difesa de' propri sudditi
, ,

CIV CIV 27^


aumentò la 3-Jilizia Pontificia ( Ve- do delle diverse compagnie da ri-

di). Né andò guari che le truppe partirsi nei rioni della città, per la
repubblicane a'
19 gennaio 1796 formazione dei battaglioni designa-
entrarono nel Bolognese, e costrin- ti. Tali ufficiali si presero dal cetr»
sero Pio VI
conchiudere a' ^3
a nobile ; da quello de'negozianli, ban-
giugno in Bologna un pregiudizie- chieri, ed altri di civile condizione,
vole armistizio, in cui oltre la per- gli uffiziali minori, come tenenti, sot-
dita delle legazioni di Bologna e to-tenenti, ed alfieri ; mentre tra i

Ferrara, e la citteì di Faenza , si primi conduttori o proprietari di


dovette accedere a' più grandi sa- botteghe esei'centi arti e mestieri,
grifizi ed umiliazioni Mentre si . si scelsero gli altri graduali sotto-
attendeva per parte del direttorio ufficiali. Il comando supi-emo della
di Parigi, alla ratifica degli articoli milizia civica fu affidato al senato-
dell'armistizio, esso in vece esigette re di Roma Abbondio Rezzoni-
d.
prima da Pio VI una pubblica ri- co, nipote Clemente Xlll
di con ,

trattazione de'brevi apostolici, coi quelle istesse preeminenze e supe-


({uaii avea giustamente condannato riorità d'ispezione, che godeva il co-
la costituzione civile del clero di mando generale della truppa rega-
Francia, per non violare la disci- lata. Ad ogni compagnia si assegnò
plina della Chiesa. Interrotto per- un quartiere nei diversi punii della
tanto ogni trattato, il provvido Pon- città,per cui in un momento ne
tefice, per tutelare 1' integrità dei furono aperti trentuno, e situati in
dominii della santa Sede e i suoi modo che reciprocamente all'istan-
sudditi,ed in vista del movimento te potevano aiutare in qualun-
si

che doveva avere la truppa di li- que emergente, dappoiché, secondo il


nea, chiamata allora truppa rego- Novaes, Vita di Pio VI, a quat-
lala^ la quale dovea spedirsi ai con- tordici mila uomini ascese la civica
fini del minacciato stato, contando romana nel suo nascere. Le spese
sulla fedeltà e patriottismo, di cui del primo impianto di tal guardia,
sempre si pregiò il popolo romano e dei soldi, dalla metà di novembre
venne nella determinazione di aflì- a tutto dicembre di detto anno
dare il servizio militare interno del- furono sostenute dalla cassa de" do-
la capitale agli stessi abitanti , con ni gratuiti fatti in seguito della no-
un corpo di civica milizia., che poi tificazione di segreteria di stato de-
prese il nome di guardia civica. gli 8 ottobre 1796, ed ammonta-
Ed è perciò che il Caidinal Bu- rono a diecimila e duecento scudi
sca, segretario di stato, a'2S settem- circa. Le incumbenze assegnale al-
bre 1 796, emanò una notificazione, la civica furono quelle di tutelare
con cui invitò in nome del Papa i la pubblica sicurezza, la conserva-
bottegai ed artisti di Roma ad a- zione del buon ordine, e la polizia
scriversi nei ruoli delia milizia ci- pubblica della città, dovendo fare
vica. Questa fi^i stabilita in cinque tultociò che potesse essere neces.sa-
battaglioni sotto il comando d' un rio all' interna tranquillità del pae-
colonnello, un tenente colonnello ed se. Agl'individui, che montavano la
un maggiore. Ad ogni battaglione fu- guardia, si assegnarono percompeir-o
rono dati dei capitani, non che dei capi- venti baiocchi al giorno, cioè per
tani tenenti, che assunsero il coman- ogni servizio militare, e proporzio-*
voi.. xui. 18
274 civ CIV
nato fu quello pei sotto-ufficiali. accrebbero i torbidi dei male inten-
Venne espressamente ordinato dal zionati e partigiani della repubbli-
Pontefice, che la nuova truppa ci- ca francese,i quali più volte ten-
vica fosse da tutti riconosciuta, ri- tarono la rivoluzione; laonde inco-
spettata,ed ubbidita al paro delia minciando dal generale , la civica
truppa regolata; e quindi per di- accorse zelante ovunque per repri-
mostrare la sovrana soddisfazione, mere l'audacia, e conservare la pub-
pel copioso arrolamento degli a- blica tranquillità, come dimostrò
bitanti accordò loro alcune prero-
, neir incauto tentativo rivoluzionario
gative, esenzioni, e privilegi, come di Duphault, che restò morto ne
si legge nella notificazione del Car- nel palazzo Corsini 28 dicembre. a'
dinal Busca dc'i3 novembre lygH, Però questo disgustoso avvenimen-
che principia colle parole. Il reli- tOjad onta della pace di Tolentino,
gioso e nobile zelo, ce. determinò i francesi ad effettuare
I privilegi, le esenzioni e le grazie la detronizzazione e deportazione di
accordate alla truppa civica da Pio Pio VI, e r intera occupazione del-
VI, furono {{ucllc concesse da Ales- lo stato della Chiesa, ciocché si ve-
sandro Vili ai soldati delle milizie rificò a'i5, e 20 febbraio 1798,
urbane, e da Innocenzo XII agli insieme alla istallazione dell' effime-
alabardieri di monsignor governa-
. ra repubblica romana. Della guar-
tore di Roma, ed ai patentati di dia civica sotto tale illegittima epo-
Castel s. Angelo. Piìi, che nelle lo- ca non se ne parla, seppure non si
ro cause civili e criminali, dovesse- volessero ricordare le tre convoca-
ro giudicarsi dai giudici competenti zioni fatte dal governo invasore,
di Roma ,
pagando la sola metà nelle due usurpazioni del 1798,
delle sportule, emolumenti e pro- sotto Pio VI, e nel 1808 sotto Pio
pine. Dalle classi de' sergenti e ca- VII, col nome di legione imperia-
porali si sarebbero prescelti li Ca- le, alle quali si può aggiugnere la

po-rioni di Roma [Vedi), colla per- terza nel 1812


denominazio- colla
cezione dei solili emolumenti; e ne di legione della guardia nazio-
venne decretato che in ogni anno nale. Essa era comandata da un
per ciascuna compagnia si conferi- colonnello, e formavasi di otto coorti,
rebbero tre doti di scudi venticin- ognuna delle quali veniva comandata
que r una, da godersi dalle figlie da un capo di battaglione. Sì avverte,
dei civici. Tali concessioni furono che questa civica fu obbligatoria, e
seguite dagli arlieoli militari per la che non valsero le ripulse di quelli
truppa civica, pubblicati dal prin- che furono nominati per esentarse-
cipe Rezzonico comandante genera- ne. Le dette convocazioni poco van-
le, coi quali stabilironsi le norme taggio recarono, giacché il governo
pel servizio pene pei tras-
, e le francese si contentava di una con-
gressori, che venivano giudicati dal tribuzione da chi voleva esserne es-
tribunale militare, avendovi a tal ef- onerato, per cui adempivasi il ser-
fetto l'uditore generale. Nel 1797 vizio dai più bisognosi , da pochi
la civica fu posta in azione, e poco fanatici, o dai prezzolati fazionieri.
dipoi fu raddoppiata la mercede a Tuttavolta sotto la precaria ammi-
quelli che hi fruivano. Intanto, co- nistrazione napolilana, e nei primi
me si dirà all'articolo Roma (Fedi), del i8i4; la legione della guardia
,

CIV CIV 275


nazionale, e massime » suoi uffiziali gli ebrei. formarono otto quar-
Si
si adoperarono pel mantenimento tieri, si ristabiri come prima il pa-

dell' ordine pubblico, specialmente gamento di baiocchi venticinque


pel fausto avvenimento del glorioso per i civici che volessero farsi rap-
ritorno di Pio VII in Roma , ove presentare da altri nelle guardie, e
entrò come in trionfo a' 24 ^^^g" nei detti quartieri si aprì un ruolo
gio 18 14. per segnarvi i volontari, per forma-
uno o più battaglioni, che verreb-
l'e

Riorganizzazioni della guardia ci- bono chiamati disdnù, e gl'individui


vica, e notizie che la riguar- sarebbero autorizzati a monturarsi
dano. secondo il figurino stabilito, col go-
dimento nel servizio militare del pri-
Nel medesimo mese di maggio mo rango nei posti. Fra i volonta-
del 1814, ed a' i4 detto, da mon- ri si ammettevano i probi possiden-

signor Saiiseverino ,
poi Cardinale, ti, capi di negozio e mestieri , ed
commissario provvisorio delie ar- altri della classe civile. Avendo a-
mi, autorizzato da monsignor Ri- dunque la guardia civica occupato
\arola , ora amplissimo Cardina- i posti della linea, i suoi uffiziali,

le, e a quell'epoca delegato aposto- oltre il servizio di piazza, ebbero


lico di Pio VII pel ristabilimento r onore di prestare il loro persona-
del governo pontificio in Roma, ven- le servizio di guardia del corpo al

ne provvisoriamente confermata la Pontefice sia nello scortarlo, sia nel-


guardia o legione nazionale, clie dal le sue anticamere, sia nelle sagre
1812 trovavasi in attività, la quale funzioni, e ciò fino al mese di ot-
poi con successivo editto de'21 del- tobre i8i4j epoca in cui ebbe luo-
lo stesso mese fu disciolta, e in vece go la x'iorganizzazione delle Guardie
111 convocata la guardia civica pon- nobili pontificie {Vedi), l^la essendo
tificia,per affidarle la quiete e il stata inoltre posta inattività la trup-
buon ordine della capitale, finché pa di linea, nominato prelato Sau-
il

fosse riorganizzata la truppa di li- severino, con editto de' 26 gennaio


nea. Si formò essa di otto batta- 1 8 1 5, disciolse pel primo febbraio
glioni, sotto il comando del princi- la guardia civica di Roma, che in
pe d. Giulio Rospigliosi, romano nome sovrano assai encomiò ; con-
col grado di colonnello comandante, servando l'onore dell'uniforme al

il quale lo era stato pure della Le- colonnello comandante, e ai capi di


gione della guardia nazionale, e di battaglione, e agli uffiziali subalter-
altrettanticomandanti scelti dal ceto ni della organizzazione ristretta, che
nobile, non che di uffiziali subalterni fu lasciata per riattivarsi al biso-

scelti da quello de' possidenti, ne-

gozianti, e di civil condizione, a pro- Non andò guari che ciò si veri-

posizione del colonnello, per mezzo ficò nel medesimo anno con notifi-

dei capi battaglioni. Furono invita- cazione del celebre Cardinal Con-
ti a farne parte tutti i cittadini dai salvi, segretario di stato, emanata
sedici ai sessanta anni inclusivi, me- a'27 dicembre, in cui rammenta i
no le persone che vivono
artiste, menti della civica, per essersi do-
del ritratto dalla giornata che lavo- vute spedire alcune compagnie di
lauo, e quelle trovate inabili, oltre truppa di linea nella provincia di
,,

27G CIV CIV


Campagna alla estirpazione ile' mal- pa militare fu hciicilclta nella chie-,
viventi. Invitò pertanto tutti i na- sa di s. Silvcstio da al Quirinale,
livi di Roma, e quelli che vi erano monsignor nreivescovo di Tral)ison-
divenuli cittadini per domicilio, cioè da nella mattina del primo olto-
i nobili, i possidenti, i proprietari bre, e quindi fu depositata presso
i negozianti, e i capi di mestieri il comandante generale. Nel-
detto
«lall'etù di anni sedici sino ai cin- l'anno seguente 1817 con notiflca-
quanta, dovendo solo tali classi far zione de' 2.j luglio il Cardinal Con-
parte del nuovo nrrolamento, di cui salvi dichiarò la soddisfazione del
fu fatto il suddetto principe Rospi- Papa per la civica, ed a rendere
gliosi brigadiere comandante gene- meno gravoso, e più equaltilmeutc
rale; e lo scopo di questa riorga- diviso il servizio, ordinò che tutti
nizzazione del corpo, si fu per la i capi di negozi, arti, e mestieri,
sicurezza, e tranfjuillità della capi- non che padroni di botteghe, che
i

tale. Al comandante fu dato posto non avessero legittimo impedimento,


nella coTigregazione militare , alla fossero iscritti nel ruolo civico, ve-
guardia la preeminenza .-^ulla linea nendo aggiunti ai privilegi concessi,
e a' suoi individui il privilegio del l'esenzione dal pagamento per la
foro militare con un uditorato par- patente di esercizio, e l'abilitazione
da quello delia li-
licolare distinto di farsi rappresentare da un figlio

nea la franchigia personale sul


, o nipote.
macinato, e sul vino, per la fé- Nuova e solenne prova della pie-
sta di s. Pietro, una distribuzio- dilezione di Pio VII per la civica,
ne di medaglie ai'gento che si
di certamente fu il posto distinto che
sogliono coniare per tal solennità, accordò nelle sue pontificie antica-
per premiare i benemeriti; ed in ogni mere, dopo le guardie nobili, alla
estrazione del lottouna delle cin- compagnia scelta della medesima
que dotazioni a vantaggio delle lo- guardia, cosi detta dall'essere com-
ro figlie, o sorelle, o parenti pros- posta di persone di civil ceto , e
sima. Nel medesimo giorno, il pre- monturate nobilmente, la quale fu
lodato Cardinal Consalvi pubblicò organizzata nello stesso anno 18 1";
i Regolamenti , ed istruzioni relati- distinzione che in seguito fu am-
ve alla guardia civica di Roma, pliata in molte delle sagre funzioni_,
che riguardano specialmente il pri- cui assiste o celebra il sommo Pon-
vilegio del foro militare. ]\Iolti con- tefice, come si può vedere all' arti-

corscro ad ascriversi nei ruoli, laon- colo Cappelle Po>fTiFiciE. Va qui


de nel febbraio 18 16 intrapresero avvertito, che quando la civica era
il servizio, e per le parate della se- coattiva , vi erano due compagnie
guente settimana santa, e solennità scelte, una di granatieri, e l'altra di
di Pasqua, fu pronto un battaglio- volteggiatori, le quali nel 1826 fu-
ne completamente monturato che , rono unite insieme, ed ora formano
prese la dritta del quadro aperto l'attuale compagnia scelta. Alla com-
sulla piazza del Vaticano per le so- pagnia poi degli usseri a cavallo ,

lonni benedizioni papali. Quindi nel cosi detti perchè il loro ricco ve-
settembre Pio VII accordò al cor- stiario era alla foggia degli unga-
po civico l'onorevole distintivo del- resi, composta di persone civili, ed
la Ixìiidicra, che con religiosa poni- istituita nel 18 19, iu occasione del-
, ,

CIV CIV 277


ja solenne processione tìel Corpus sta, pei- r aumento del militar ser-
Domini, venne dato l'onore di scor- vigio, venne ampliato il permesso
tare il Pontelìce, presso il suo tre- ai civici di farsi rappresentai'e an-
no, e dopo le dette guardie nobili, che da un parente, o ministro, o
in tutte le pubbliche funzioni jia- giovine del proprio negozio e bot-
pali compresa la processione del
, tega ; ma si obbligarono a far parte
Corpus Domini. Sembra che non del corpo i banchieri, i mercanti di
debba passarsi sotto silenzio il fedele, campagna, ed ogni capo di nego-
e più grave servigio reso dalla fan- ziato o traffico non che tutti gli
;

teria e cavalleria civica nel 1820, impiegati secolari, autorizzati però


a motivo della costituzione adottata a farsi rappresentare mediante il
dai rivoluzionari nel contermine re- pagamento d'una tassa, lo che pur
gno di Napoli, per cui la cavalleria fu concesso ai mentovati banchie-
specialmente pattugliò per Koma al- ri, ec. Inoltre furono chiamati al
ternativamente ai dragoni in tempo di pagamento d' una quota mensile i

notte per più mesi. L' intiero corpo bottegai di arti e mestieri infimi, e
poi si distinse per la sua fedeltà e i bottegai e negozianti ebrei , in
prontezza nell' accorrere alla difesa luogo di prestare servigio, goden-
del Pontefice, e del suo governo nella done i vantaggi come lo adempis-
sera dei i3 febbraio 1821 , in cui sero, e facessero parte del corpo
pel falso, ma creduto vero allarme meno quei privilegi accordati dal
di una imminente aggressione della sovrano Pontefice a chi serviva per-
capitale per parte delle truppe ri- sonalmente, dei quali non potrebbo-
voluzionarie napolitane, in una sola no godere i rappi-esentati mediante
ora la guardia civica rilevò da tutti pagamento.
i [)Osli di piazza, ed anche dai tea- Quindi, con 1' ordine del giorno
tri la truppa di linea, acciò questa de' 26 aprile 1822, si stabilì mi
potesse subito mettersi in marcia nuovo impianto, dappoiché ai cin-
ed in istato di difesa. La cavalleria que battaglioni furono sostituite le
poi fu piazzata al Quirinale ove divisioni, gii antichi comandanti si
abitava l'io VII anche per sommi- piomossero a colonnelli divisionari,
nistrare, siccome fece, le ordinanze e dalla nobiltà si presero de' nuo-
a cavallo in servigio del Cardinal vi tenenti colonnelli, come a! gra-
segretario di stato, da cui si ema- do di maggiori si esaltarono i be-
narono gli ordini per mezzo di con- nemeriti capitani. Dipoi, nei primi
tinue e pressanti spedizioni. del 1823, avendo il principe Rospi-
Ed è perciò che la notificazione gliosi rinunziato al comando della
del Cardinal Consalvi, data a' i4 civica. Pio VII a' 28 gennaio ne
febbiaio 1821, sarà sempre un mo- dichiarò successore il principe ro-
nimiento di gloria alla civica di mano d. Paluzzo Altieri senatore
Pioma, perchè nel nome dell' im- di Roma, grado di comandante
col
mortale Pio VII, ne rileva i pregi generale. Il non eb-
detto impianto
e i servigi anco slraordiuarii, l'as- be sviluppo ed esecuzione, ed in
siduità e la fedeltà d<;'niedesimi, ciò vece si venne ali" organizzazione di
che pur si legge nell'altra notifica- due reggimenti composti di due bat-
zione, cui lo stesso porporato pub- taglioni, e nello stesso tempo si

blicò a' 6 marzo 1822. Anzi in que- stampò il Manuale relativo al cor-
3 ,

27B civ CIV


no lilla guardia cù'ica di Roma, sino al grado di sergente maggiore
liei quale 8Ì descrissero i regola- si permise indossarne 1' uniforme
menti, l'istruzione disciplinare e co' rispettivi distintivi. In seguito,
penale, ce. per legge stabile del cor- e «ebbene nell'agosto 182G fosse

po, e si enumerarono lutti i privile- agli antichi impiegati del corpo ri-

gi sovrani fino a quell' epoca con- formato il soldo che godevano, Leo-
cessi al corpo civico. Il detto Ma- ne XII reputò opportuno che la
nuale riguarda il corpo civico con civica riprendesse le sue militari
leggi obbligatorie a servire, per cui funzioni, concorrendo al disimpegno
fu a' 26 aprile
pubblicato 182 del servizio ordinario della piazza
con approvazione della segreteria di Roma, ed altri straordinari, ma
di stato. Morto Pio VII a' 20 ago- senza coazione, e costringimento al-

sto, i civici ne scortarono il convo- cuno. Tuttavolta la massima parte


glio funebre, e prestarono il servigio sì de' civici, venerando i sovrani inviti,
nelle esequie novendiali, che pel con- si ascrissero tra i volontari , si ri-

clave, alla guardia reale del Quirina- pristinarono tutti i privilegi, e riat-
le, come facevano prima delia mor- tivossi il servizio, esaurito in parte
te del Papa, e successiva elezione, da' fazionieri pagati dal governo, ne-
e coronazione di Leone XII. gli otto posti militari. Il corpo si

Questo Pontefice, mediante la no- prestò alle straordinarie parate nelle


tificazione, che pubblicò a' 2 1 no- principali funzioni annuali sì pub-
vembre 1823 il Cardinal della So- bliche, che sagre, alle quali Leone
maglia segretario di stato, previo XII per distinzione aggiunse i tre
un elogio alla civica, per le mol- servizi ordinari ai quartieri della
tissime istanze degl'individui della guardia reale presso il palazzo apo-
medesima, che erano obbligati a stolico , ne' tre solenni giorni del
servire personalmente , o a pagare primo dell'anno, della festa de' prin-
lina tassa pel rimpiazzo, accordò il cipi degli apostoli ,
principali pro-
domandato riposo j-imanendo fer- , tettori di Pioma, e dell'anniversario
mo rimpianto del corpo, e con- della coronazione del sommo Pon-
servandogli il tenue servizio giorna- tefice, siccome di sopra si è già ac-
liero alla custodia della bandiera, cennato.
che fu depositata in Campidoglio Per morte di Leone XII, nell'an-
neir appartamento del senatore, ed no 1829, ed elezione di Pio Vili,
accanto al trono ; per cui fu con- la civica rese i medesimi servigi
servato il posto della guardia per suddescritti : quest'ultimo Papa am-
essa nel Campidoglio medesimo, da pliò ad essa il privilegio del foro
farsi dai fazionieri a soldo, il quale criminale, e manifestatisi nel i83o
posto nell'agosto 1826 fu dato alla alcuni torbidi nello stato ,
per ri-

truppa Abolì la tassa di


di linea. verbero di quelli gravi insorti in
ritnpiazzo, conservò per metà il pri- altri, fu aumentato al corpo il ser-
vilegio delle esenzioni dal paga- vizio ed accresciuta la vigilanza
,

mento della tassa patente, la licen- mediante duplice ispezione, rinfor-


za per la caccia, le dotazioni, e per zi, e pattuglie, anco della compa-
carcere in caso di arresto, il pro- gnia a cavallo degli usseri a tutela
fosso stabilito in Campidoglio, o il dell' ordine pubblico. Passato agli
Castel s. Angelo, A tutti gli ulTiziali eterni riposi Pio Vili , i civici si
,,

CIV CIV 279


prestarono nel trasporlo del di lui proprie famiglie, sostanze e
fesa delle
cadavere, nella sede vacante, ed alla pubblica incolumità. Indi a' 2 1 dello
esaltazione al pontificato di Grego- stesso mese pubblicò il medesimo
rio XVI regnante, che si verificò Cardinal Bernetti un'altra notificazio-
a' 2 febbraio i83i; indi, a' 7 del ne, colla quale per diminuire il servi-
medesimo mese, giunse in Roma gio personale, o la quota di contri-
r infausta nuova della insurrezione buenza a quelli civici, che si face-
di alcune provincie de' pontificii vano rappresentare, dovendo il cor-
dominii, nelle quali i ribelli avea- po quasi per intero ricoprire l' ai'-
no profittalo dell' interregno. Que- mamento della città perchè gran ,

sto triste avvenimento se trafisse il parte della truppa di linea era stata
suo paterno animo, riuscì poi di spedita contro i rivoltosi , dichiarò
gloria, e al corpo civico di occasio- che la guardia sarebbe composta di
ne luminosa per dimostrare il sin- tutti i cittadini atti a portare le
cero patriottismo ed il vivo reli- , armi, esclusi gli ecclesiastici, cioè
gioso attaccamento alla santa Sede, quelli che avessei'o compita l'età di
e al novello sovrano Pontefice. La anni venti , e non altrepassassero
sei-a degli 1 1 febbraio ne diedero quella di sessanta, potendone anco-
i civici volontari mirabile prova ra far parte quelli, che supei'ando
dopo che alcuni sciagurati avevano lal'età, volessero appartenervi. Oltre
tentato sorprendere a piazza Colon- a ciò furono pure esclusi quelli che
na il valore e la fedeltà della bra- vivono di mercede giornaliera e ,

va truppa di linea pontificia. Giac- gì' impotenti vennero autorizzati a


ché consistendo allora il corpo in farsi rappresentare. Indi il coman-
circa quattrocento individui, in ve- do generale notificò che le cancel-
ce di recarsi a riposare alle pro- lerie dei cinque colonnelli riceve-
prie case , dopo avere prestato il rebbono le iscrizioni degl' individui.
servizio del carnevale , spontanea- Sia ad eterna lode de' romani, alla
mente si posero a disposizione dei voce del sovrano invito , senza di-
superiori, e senza risparmiare disa- stinzione di ceti, senza riguardo alla
gi e fatiche s' impiegarono perchè nascita, nobili, e plebei, possidenti,
la pubblica quiete non venisse al- impiegati, legali, artisti, bottegai,
terata. La compagnia scelta avendo in una parola gli abitanti della ca-
alla testa il suo capitano, si munì pitale del cristianesimo tutti cor-
e restò sulle armi al Quirinale a sero in fretta a dare il loro nome.
difesa del suo sovrano , e ne rad- Furono pertanto nominati altri uf-

doppiò in seguito la guardia in quel ziaU di slato maggiore, e gran nume-


palazzo apostolico. I\Ia nel giorno ro di uffiziali subalterni ; si formaro-
seguente, il Cardinal Bernetti pro- no quattro reggimenti, vennero de-
segretario di stato, emanò una no- stinali i battaglioni e le compagnie, e
tificazione, colla quale pel manteni- col medesimo ordine dell' iscrizione

mento dell'ordine contro le prave si prestò indistintamente il servizio


macchinazioni dei malintenzionati ovunque venne comandato. Partita
comandò che oltre i civici già ar- da Roma la truppa di linea, il quai'-
ruolati,ognuno dei quattordici pre- tiere del Quirinale, il palazzo apo-
sidenti regionari scegliesse cento in- stolico colla sagra persona del Pon-
dividui alti a concorrere alla di- tefice, e la protezione dell' ordine
aSo CIV CIV
pubblico si aHiclarono alla civica, sus- gno, in contemplazione de' prestati
sidiata da due compagnie au-
sole servigi, conferì la decorazione del-
siliarie pagate con le tasse di quel- la gran croce al comandante gene-
li die si facevano suppliie nel ser- rale principe Altieri, di commenda-
secondo il permesso dato dal
•vi/io, tore ai colonnelli, e di cavaliere a-
pielodato segretario di stato con gl' individui dello stato maggiore,
notificazione de' 3 giugno i83i. Con ed altri uffiziali civici. L'intiero cor-
essa, e con altre il regnante Gre- po premiato quando il
civico poi fu
gorio XVI esternò in modo solen- regnante Gregorio XVI disse di lui
ne l'alta sua soddisfazione, gratitu- non solo a Roma, e alle provincie, ma
dine, e paterna benevolenza al be- airi'ìuropa, queste memorande, e so-
nemerito e fedele corpo civico . lenni parole: » Gloria sia pure e lo-
IVon deve omettersi a lode del » de a quegli onorati cittadini, che
comandante generale di quel tem- »> unitisi premurosi in milizia civi-
po, che il superior governo, nel luo- -•' ca vegliarono indefessi sotto le
go il più forte del palazzo senato- }> armi e tra i travagli di servizio
rio in Campidoglio, fece un depo- >= il più stretto alla salvezza della
sito di armi di diverse specie per »3 Nostra persona, e alla quiete di
armare in un momento piìi di mil- !> questa città. Noi osservammo con
le civici; e queste munizioni da guer- " tenerezza gareggiare in questo ge-
ra ed armamento furono affidate al- •i neralmente, e indistintamente col
la custodia di persona del corpo ivi " popolo, persone trutte dalla no-
residente, cioè delbenemerito udi- " biltà più illustre, e da quanto ev-
tore generale del medesimo, l'avvo- " vi in tutti gli ordini di scelto
cato Vincenzo del Grande; e ven- " ed attivo. Caro ci è il dichiarare,
ne il deposito segretamente ispe- » che a prove sì belle di divozio-
zionato dal conte Resta tenen- , » ne corrisponderà sempre la pie-
te generale delle milizie pontifìcie ;
»5 nezza del Nostro affetto, che non
quindi diminuito il timore, le mu- « sarà [)ago se non colla sicurez-
nizioni e r armamento furono ri- " za della compiuta felicità di fi-
portate in Castel s. Angelo. Cessate » gli così fedeli ".
le turbolenze, e rientrata la truppa Per morte del menzionato prin-
di linea nella capitale, il servizio dei cipe, il corpo civico gli prestò i mi-
civici venne alleggerito, massime di litari onori, ed il regnante Ponte-
quelli da ultimo ascritti e non mon- fice gli diede indegno successore a'i3
turati, conservandosi però i ruoli per gennaio i834 il principe d. Do-
averli pronti ad ogni appello che inenico Orsini romano, che avea no-
la necessità richiedesse; cessando an- minato anche senatore di Roma.
cora la tassa imposta a' contribuenti, Questi subito ne assunse il coman-
e venendo in vece aumentato il nu- doj nel successivo giorno 20 gen-
mero de' volontari. Il perchè a' 7.5 naio, convocò nell'appartamento se-
luglio ritornò il corpo nell'attività natorio di Campidoglio tutti gli uf-
dell'antico servizio, e le due compa- fìziali civici ,
per assicurarli dell'im-
gnie ausiliarie passarono sotto il co- pegno con cui andava ad occupar-
mando della Quindi il bene-
linea. si per conservare in lustro il cor-
fìco Pontefice, appena istituito l'or- po civico, eleminandune gli abusi.
idine etpestre di s. Gregorio Ma- Di fatti egli riformò le compagnie
, r

CIV CIV 28
resili ngeudouenumero, e ridu- il estrazione degli oggetti donati, ad
ceiìdole in una sola arma; regolariz- utile degli orfani del cholera asia-
zò il pagamento delle franchigie, pa- tico. Rimanendo alla civica il solo
reggiò il numero delle teste nelle posto slabile sul Campidoglio, dimi-
compagnie, essendo allora i volon- nuitisi i volontari, a'i3 giugno i838
tari soli quattrocento cinquantuno. fu consegnato alla truppa di linea.
Soppressa la compagnia a cavallo Sospeso così il tenue servizio ordi-
degli usseri , ridotta inservibile a nario, non rimase alla civica che
cagione del ristretto suo numero quello straordinario. Lo zelo del prin-
Ktabill un esatto metodo sulla di- cipe Orsini ottenne l'autorizzazione,
stribuzione e durata del vestiario ;
e le facoltà per riformare e dare
liattivò le manovre e le istruzioni un novello impianto al corpo civi-
militari, e richiamò all'osservanza le co, che produsse lodevoli risulta-
anteriori discipline. Avendo la guar- ti; e tanto per le spalline, che pei
dia civica la precedenza sulla distin- distintivi del servizio militare, la guar-
ta milizia urbana, o Ca potori {^Ve- dia civica si uniformò, pegli ulllzia-
di), nel i835 la segreteria di stato, li, e sotto ufllziali, a quello che pra-
a' 3 I gennaio, glielo confermò, an- ticasi dagli uffiziali della piazza di
che pel luogo in cui nel carne- Roma. Dipoi, coll'ordine del giorno
vale guarnisce il corso. Nel seguen- datato 4 agosto 1840, il principe
te anno vennero riformati, e posti Orsini pubblicò altri sedici privi-
al seguito de' reggimenti gli uflizia- legi concessi da Gregorio XVI al-
li e comuni esuberanti, od inabili la civica di Roma sua capitale, eoa
ce. , venendo pure regolarizzata la biglietto di segreteria di stato dei
distribuzione medaglie di ar- delle 1 5 luglio precedente. A volerne in
gento, che si coniano per la festa di compendio fare qui menzione dei
s. Pietro, secondo la concessione nar- principali, essi consistono come ap-
rata di sopra ; indi fu rinnovato e presso .

migliorato l'armamento. ìNel 1887, Che nella collezione degl'impie-


prima della manifestazione del pe- ghi, a parità di requisiti, al borghe-
stilenziale morbo cholera, il nume- se sarà preferito il civico; fermo ri-

ro dei volontari spontaneamente si manendo il diritto accordato coli' ar-


raddoppiò, il che provocò elogi sì ticolo i63, parte prima del Manna'
al corpo che ai capi, dati dal Car- le civico, agli aiutanti sotto uffizia-
dinal Lanibruscbini attuale segre- li, ed ai sergenti maggiori, per ot-
tario di stato ,
per nome espresso tenere i lucrosi posti di uffiziali

del Papa che regna. 11 morbo rapì di polizia alle porte della città, si

circa ventisei comuni, cui la compa- dispose che in caso che tali gra-
gnia scelta celebrò solenni esequie duati non vi concorrano, o non sie-
nella chiesa di s. ÌNIaria Maddalena no idonei al servizio, ogni civico
de'ministri degl'infermi. potrà concorrervi ec. ; i civici che
i838 per sovrano favore si
IVel avranno servito dodici anni, conti-
riabilitarono al godimento di tutti nueranno a godere la licenza del-
i privilegi , analoghi allo stato at- l'uso dell'archibugio per la caccia,
tuale, gli uffiziali, che per la loro ri- il militare, e l'annua fran-
carceie
forma n' eiano decaduti ;
poscia il chigia.Chi avrà servito venti anni
corpo si prestò per l'esposizione ed godrà l'onore dell'uniforme, Vcxe-
28a CIV CIV
(junlur nel mandali civili, l'esenzione Con ordine del giorno, de':»8 no-
(Iclh lassa patente,, e dell'alloggio vend)re H4 i i , il comandante generale
jiiilitare. Si classincarono i privilegi da jìrincipe Orsini notificò che il sovra-
godersi dai rappresentanti dei civici. no Pontefice per ragione di salute
)y\ concesse al civico di porre sul- lo aveva dietro sua domanda esone-
ruiiiforme uno scaglione, o sti'iscia rato dal comando della civica, per
di painio rosso dopo avere servito primo del
cui esso in lui cessava col
Ire anni. lSì slalìilirono, oltre le me- prossimo dicembre, subentrando al
daglie per la festa di s. Pietro, per medesimo d. Pompeo de' principi
la ricorrenza anniversaria della co- Gabrielli romano. Collo stesso ordi-
l'onazione del Papa, due medaglie ne il principe Orsini invitò lo stato
d'oro pegli ulllziali, e dieci di argen- maggiore del corpo, e tutti gli uffi-

to pei sotto nniziali e comuni volon- ziali superiori e subalterni in atti-


tari , coll'epigiafe : Al mento, e con vità, a trovarsi nella mattina de'3o
contorno speciale per la guardia ci- novembre in stretta uniforme nel-
vica di Roma
onde il comandan-
, r ulllcio del comando generale alla
te generale possa premiare i bene- Pilotla, per fare la dispensa delle
meriti del corpo chiunque verrà : medaglie di merito aggiudicate a
decorato di tali medaglie, avrà dirit- quelli, che se n' erano resi degni,
to di portarla sull'uniforme sospesa mentre egual considerazione per su-
ad im nastro bianco e giallo. Il ve- periore volontà era stata al principe
stiario fu fissato, e stabiliti gli or- stesso accordata. Quindi manifestò
namenti e i distintivi delle compa- nel modo il piìi solenne ed onore-
gnie scelte nella tenuta giornaliera vole la sua soddisfazione, ed attac-
e nell'altra di parata, in corrispon- camento per r intero corpo, che ri-
tlenza aironorifico servizio che pre- colmò di elogi. Tal ordine del gior-
sta nelle anticamere e cappelle Pon- no fu seguito da altro che emanò
tificie, su di che già si è di sopra nel primo di dicembre il nuovo co-
fatto cenno. Gli uHlziali della com- mandante generale, col quale in belli
pagnia scelta potranno fuori di ser- ed analoghi modi partecipò al cor-
vizio indossare le spalline devolute po la sovrana sua destinazione di
al grado superiore al loro grado; il presiederlo, dirigerlo, e comandar-
sergente magg'ore indosserà i di- lo, eccitando gli uffiziali e i soldati
stintivi di aiutante sotto - ufìiziale
,
con giusti encomi a continuare nel-
l'aiutante sotto-ufllziale quelli di sot- l'onorevole e disinteressalo servigio,
to-tenente: i sotto-uffiziali, ed i co- dandogli per parola d' ordine per-
muni sono pure autorizzati fuori di manente, ordine, fedeltà, ubbidienza.
servizioad indossare due mozzette CIVIDALE DEL FRIULI. Città
in luogo delle spalline, col contras- del regno lombardo veneto, situata
segno del grado. Agl'individui poi a piedi di coltivati monti, ramo
di detta comj^agnia, da sergente a delle Alpi, sopra il fiume e torren-
basso venne permesso fuori di ser- te Natisene, che nasce nel monte
vizio l'uso del cappello, e del por- Moris, e che è attraversato da un
ta spada; inoltre fm-ono assegnate ardito e magnifico ponte formato
alla compagnia scelta sei doli del di pietre quadrate, e costruito nel
lotto all'anno, indipendentemente da i44' 5 con due sole grandiose ar-
quelle già assegnate al corpo civico. cale. Cividale è cinta di antiche, e
GIV GIV aS3
solide mura e di una fossa ; e va ed aperta questa slessa via per la
doviziosa di pregevoli monumenti quale era prima venuto Massimino
archeologici, e d' interessanti seri zio- i all'assedio di Aquileja, e dopo lui
ni. Esistendo nella parte del moder- Attila nel 4^i ^i ^^'^ sceso alla to-
no Friuli, detta Cargna^ o Carnia, tale sua distruzione. Volendo AU

un villaggio chiamato ora Ziiglio, i:)oino proseguire con pari passo le

e in latino Juliiim Carnicum, si sue conquiste, prima d' inoltrarsi


disputa fra gli eruditi, se in Juliimi prepose alla direzione di questa pro-
Carnicum, o in Cividale fosse col- vincia Gisulfo suo nipote col titolo
locata la vera colonia del Foro di Duca, da lui conosciuto a ciò
Giulio. Non essendo scopo di que- idoneo ed atto a governare. Di
,

sto Dizionario il decifraie certe qua ebbe origine il ducato del


questioni, perciò senza prendere al- Friuli, e da quest'epoca Giulio Car-
cun partito in proposito, ci limite- nico, città forte e munita capitale
remo ad osservare, che il conte del Foro Giulio, sola rimasta in-
Girolamo Asquini, nella sua Letlera latta dal furore barbaresco, peroc-
sul Foro Giulio dei Carni, e di che stava lungi da quella via don-
quello di altri popoli traspadani, de entrarono i barbari del setten-
stampata in Verona nel 1827, sos- trione, divenne la residenza del suo
tiene in modo evidente , che il ducato, il quale estese i propri
Juliuin Carnicum fosse chiama- confini sino al mare, per la distru-
to Coloniain Juliam Kamoruni ,
zione di Aquileja.
distinta affatto dalla Colonia A- Neil' anno 6 1 i Cacano, re degli
quilejese, e dall' altra Giulia Con- Avari, con formidabile esercito si

cordia, poco abitata


attualmente ;
recò dalla Pannonia in queste con-
ma sede vescovile, con residenza trade. Entrato appena nella Vene-
dei vescovo in Portogruai'o. F. Con- zia, si die' tosto a scorrere con la
CORDIA. «uà armata tutti i confini della co-
Ai detto Giulio Gamico, o Givi- Ionia Forogiuliese, portando la de-
dale, non manca il lodato scrittore solnzione e la strage in tutti i bio-
di attribuire la cattedra vescovile, ghi, secondato da que' baibari, che
fino dai primi secoli della Chiesa, giunti alla capitale, ossia a Juliuin
e ne riconosce per antichi vescovi Carnicum, ne strinsero di assedio
s. Amanzio, Gennaro, Massenzio,
s. il castello, tentando con tutto il

Fidenzio, Federico ed Amatore, dei nerbo delle loro forze di espugnar-


quali parleremo all'articolo Zuglio lo. Andò coraggiosamente contro
(Pedi) determinandone la diocesi di Cacano il duca Gisulfo coli' armata
<|ua delle Alpi in tutta quella parte che avea potuto raccogliere, sì dai
del Friuli odierno, eh' era fuori del suoi longobardi , che dagli amici ;

confine dell' agro Aquileiese, e al ma sopraffiitlo dalla moltitudine dei


di là della Zelia, ossia Pallis Ju- nimici restò estinto sul campo, col-
lia, nella Rczia seconda. Il mcdesi- la maggior parte de' suoi. Abusò
mo autore ricorda poi, che Alboino quindi il re degli Avari della debo-
J"e de' Longobardi nell'anno 568, lezza, e della femminile follia di
calò ad invadere colla sua podero- Romilda, vedova del duca. Rinser-
sa armata questa parte d' Italia sen- l'alasi Costei in Giulio Gamico, in-
za ostacolo, avendo trovata libera, siemc alla sua prole, olfiì a lui in
:ì84 CIV CIV
un colla propria dcslra, la città e piuttosto nuova capitale
a Cividale,
lo «tato. (Jacaiio introdusse nella cit- del Friuli, la denominazione di Ga-
tà le sue genti, le quali appena en- slruiìi Forojuliciisc, Oppiduni Foro-
trate ne dicd(;ro il sacco, la misero jtilii, e talvolta Givilas Forojuliaiiay
a ferro e a l'uoco, e la ridussero dicendosi in italiano Gasudlo del
un mucchio di sassi. Friuli, Città o Gii'idale del Friuli,
Dalla caduta di Giulio Gamico o nel Friuli.
(secondo le idee del summentovato Alieno dall' abbracciare verun
scriltorej ornai ridotta a sole ma- partito , lascio che da quanto sin
cerie, incominciò la grandezza di Ci- qui si è detto sull'autorità del pre-
vidale, proporzionala, e relativa a detto scrittore, altri giudichi, se deb-
tpic' tempi, e al suo principato. Di bano o no appartenere a Giulio
paese che era, divenne città, e sede Carnico, o piuttosto a Cividale, tut-
dei duchi del Friuli, e quindi la te o parte delle cose fin qui nar-
capitale di tutto il ducato. Ma per rale. Solo mi limiterò ad osservare
gccoudare il desiderio di que' duchi, che Cividale, sino dai tempi anti-
vennero a stabilirsi in Cividale an- chi, è .stata illustre e celebre per la
che i vescovi di Giulio Gamico. residenza in essa fatta dai duchi
Questo per altro aveva sempre avu- del Friuli, e per la residenza pari-
to il proprio territorio, e la pro- menti in essa tenutasi dai patriar-
pria diocesi ; laddove Cividale ap- chi di Aquileja.
parteneva al territorio della colonia Sigeardo patriarca di Aquileja,
i\({uilejese, ed alla diocesi appunto dopo la metà del secolo XI, au-
di Aquileja. mentò Cividale con edifizi e con
L' ultimo vescovo di Giulio Gar- abitanti; e Bertoldo fatto patriarca
nico, che lisiedesse in Cividale, fu, nel 1218, come scrive l'Ughelli,
come pare, il suddetto Amatore; insieme colla comunità e capitolo
tua non potendo soffrile il patriai"' de' canonici, ne cinse i borghi di
ca di Aquileja Calisto, che iìi e- mura. E degna di osservazione la
jus (liocccd cum duce , et longo- vecchia chiesa principale, che nel
haidis liahitaret episcopus, come si i5ii, dopo la rovina dell'antica
esprime Paolo Diacono nel lib. VI, collegiata, cagionata dal terremoto,
cap. 5i, lo discacciò, ed egli stesso fu ridotta in nobile, e grandiosa
vi si stabih, piantando la residenza forma. Illustre n' è ancora il capi-
patriarcale in Cividale, mentre per tolo, il quale possiede un prezioso
lo innanzi, e dopo la distruzione di archivio, in cui si conservano pi"e-

Aquileja, i patriarchi si erano sta- gevoli manoscritti antichissimi, fra


biliti a Cormons, situato a piedi di i quali un evangelario scritto nel
alcune montagne, cinto da vecchie V o VI secolo in lingua latina su
muraglia, e difeso una volta da un pergamena, che fu illustrato da
castello fortificato. Fu poi, al dire molti celebri scrittori. Sulla cima
dell' Asquini, in memoria di quella d' un vicino monte si venera iiu
prima capitale del Friuli distrutta, santuario della b. Vergine assai
se Paolo Diacono che fiori circa, frequentato dalla pietà de' fedeli.
un secolo e mezzo dopo tal distru- Vuoisi che Desiderio, ultimo re dei
zione, in hiogo di chiamarla col Longobardi, fondasse appi'csso alla
proprio suo nome primitivo, sostituì città un gran monistero di mona-
,

CIV CIV 28";

tli€ benedettine, con molti privile- loro r abitare con donne, le can-
gi e giurisdizione. zoni profane, e i divertimenti cla-
Cividale, oltre di chiamarsi Civi- morosi. Reg. XV, Labhé VII, Ar-
dale del Friuli, è stata anco ap- duino IV.
pellata Cn'itas Austriae, o Città di Taluno de' patriarchi di Aquileja
Austria, secondo il linguaggio di ritornò per un tempo a fissarsi nel-
qua' popoli, che chiamavano NcU' la desolata Aquileja ; ma ben presto
strìa i luoghi situati all' ovest di i successori si ricondussero a Civi-
Pavia, ed Austria, quelli all' est, co- dale, che perciò nelle antiche noli-
me abbiamo dal celebre Paolo zie ecclesiàstiche, come osserva Com-
Diacono, che nacque in questa cit- manville, fu chiamata Civitas Aqui-
tà nel secolo Vili. Dalle leggi lon- hjensium, hoc est Forum Julii. Ma
go]>ardiche si rileva altrettanto , eletto nell'anno 12 18 il patriarca
In esse Cividale è appellata Civi- Bertoldo, passò a risiedere in Udi-
tas Austriae.j e talora col suo pri- ne, dal che conseguirono rivalità,

mo nome ; mentre in altri mo- e lunghe guerre tra gli Udinesi, e


numenti si legge con ambedue i i Verso l'anno 1267,1!
Cividalesi.
nomi uniti di Civitatis Australis patriarca Gregorio di INIontelongo
Fori Julii. Non
dee tacere che si fondò fuori della città un bel mo-
alcuni vollero dedotta la nomen- nistero di monache, chiamalo la
clatura Austria da Rosimonda di Cella.
Austria, moglie del re Luitprando. Nel grande scisma d' occidente
In principio dell' ottavo secolo, sostenuto in Avignone prima da Cle-
Calisto patriarca di Aquileja, come mente VII e poi da Benedetto
,

di sopra dicemmo, vi trasportò la XIII antipapi divenuto Pontefice


,

sua sede, che vi rimase stabile in- Gregorio XII, Carrara, patrizio ve-
sino al secolo undecimo, e interpo- neto, vedendo che alcuni Cardinali
latamente sino al decimo terzo, per della sua ubbidienza ribellatisi a ,

cui i patriarchi furono chiamati lui, eransi adunati in Pisa per cele-
Forojuliesi. Neil' anno 791, o nel brarvi un concilio afiine di deporlo,
796, il patriarca s. Paolino vi adu- in un al vivente Benedetto XIII an-
nò i suoi suffraganei pel concilio tipapa, con bolla de' 18 settembre
Forojuliense y nel quale si com- i4o8 inlimò un concilio per op-
batterono due eirori, e si presero porlo al Pisano, dichiarando che al

delle provvidenze sopra la disciplina. solo e legittimo Pontefice romano


Il primo di quegli errori era che appartiene l'autorità di convocare
lo Spinto Santo non procede che i concini generali. E siccome erasi
dal Padre, e non dal Figliuolo, e Gregorio XII determinato di cele-

l'altro divideva Gesù Cristo in due, brarlo per la Pentecoste dell' anno
uno naturale, l'altro adottivo. Am- seguente i4<^93 dopo aver deposto
bedue questi errori furono condan- dal patriarcato di Aquileia Antonio
nati dal concilio, il quale inoltre fe- Pancera, e creato in sua vece An-
ce quattordici canoni per riformare tonio da Ponte, da Ri mini ove ri-
la disciplina ecclesiastica. Il primo siedeva parfi pel Friuli nel mese di
è contro la simonia, gli altri ris- maggio i4*^9- Si l'^cò prima nel
guardano la vita esemplare dei castello di Prata, posto nel distretto
chierici. Fra le altre cose proibisce di Pordenone , ove alcuni credono
1

286 C V GIV
che incominciasse il concilio, quindi di Napoli e Gerusalemme , e a Si-
jiassò in Civiilale, e vi fece l'aper- gismondo re d'Ungheria, poi im-
tura del concilio nel dì della Pen- peratore, perchè eleggessero co' prin-
tecoste. E perchè
eiano pochivi cipidelle parti contrarie il luogo
prelati, dideiì ad assemblea pii^i nu- per tenersi un concilio generale, a
merosa la prima sessione. Però, do- cui prometteva d'intervenire, assi-
po la processione del Coqms Do- stere e sottomettersi al giudizio del-
mini, a' 6, o a' 12 giugno i4o9j la maggior parte de' Cardinali, delle
tenne la piima sessione, cui assi- diverse ubbidienze, al qual fine in-
.stcltero pochi prelati. Con lettera viò diversi legati per la cristianità.
dei 20 giugno ne invitò quindi
altii Ma poco dopo, vedendosi Gregorio
a recarvisi prontamente. Confermò XII abbandonato dai boemi , dagli
in quella sessione Antonio da Ponte ungheri e da altri, e temendo che
in patriarca di Aquileia , e depose ne seguissero l'esempio veneti suoi i

il Pancera
seguace degli scismatici, concittadini e i napolitani, paven-
che d'altronde era sostenuto dagli tando inoltre la potenza dell' irato
udinesi e dagl' imperiali. Inoltre ex patriarca Pancera dominatore,

venne nella sessione dichiarato, es- della maggior parte del Friuli, il
sere state canoniche e legittime le quale con gente armata gli tende-
elezioni in sommi Pontefici fatte va insidie, si determinò partire da
in Piomadi Urbano VI, Bonifa- Cividale. Travestito da mercante,
cio IX, Innocenzo VII, e dello ed accompagnato da due soli fami-
stesso Gregorio XII; e che quel- gliari, Gregorio XII uscì fuggiasco
le degli antipapi Clemente VII , e dalla città, e per maggior precau-
Benedetto XIII effettuate in Avi- zione fece vestile da Papa, e in abito
gnone, non che quella di Alessan- rosso, Paolo suo cameriere, mentre
dro V, eseguita nello stesso mese egli ramingo si salvò prodigiosa-
nella sessione XIX del concilio, o mente. Giunto a Gaeta, salì sulle
conciliabolo di Pisa, come il chia- galere del re Ladislao , e s' inviò
ma Antonino, erano tutte scisma-
s. neir Abruzzo. Appena Paolo uscì
tiche ed illegittime. da Cividale, i partitanti del deposto
Tenne Gregorio XII la seconda, patriarca, dall'abito e dall' equipag-
o terza sessione in Cividale, a' 5 gio ingannati, subito il fermarono,
settembre , nella quale, come rac- quindi senza riguardi il malmena-
contano il Niemo lib. Ili, cap. 45', e rono spogliandolo, e bastonandolo.
il citato s. Antonino, in Chronicon, Laonde, per non avere di peggio.
par. Ili, tit. 2 2, § 3, e. 6, il Papa Paolo confessò chi era, e che tene-
promise con pubblica scrittura di va cuciti nella camicia cinquecento
spogliarsi delle pontificie insegne, se fiorini.Nel dì seguente ardì un
Alessandro V e Benedetto XIII fa- mascalzone indossar gli abiti ponti-
cessero altrettanto, affinchè, creandosi ficii e con essi cavalcare per la
,

un nuovo Pontefice , si terminasse città, dando sacrilegamente la be-


illagrimevole scisma, che dal iSyS ncdizione papale, siccome racconta
teneva divisa la credenza de' fedeli. Agnello Anastasio, arcivescovo di
A tal Gregorio XII deputò,
effetto Sorrento, niAY Istoria degli antipapi,
e diede facoltà a Roberto di Ba- t. II, p. 23 [.

viera re de' romani, a Ladislao re Ritornando ai cronologici cenni


CIV CIV 287
storici su Cividale, diremo che que- Scorrono a pie della rupe i rivi
sta città spontaneamente , mentre detti Rio \icano, oggi conosciuto
era doge di \'enezia Tommaso Mo- sotto il nome di Rio Filetto, e R^io
cenigo, si sottomise nel i4'9 ^"•'^ maggiore, che ivi si riuniscono insie-
repubblica veneta. Dipoi fu assedia- me, e formano il fiume Treja, che,
ta con numeroso esercito di ungheri non molto dopo, mette foce nel
e friulani dal patriarca di Aquileia Tevere. Sul Rio maggiore all' aper-
Lodovico duca di Tech, ma potè resi- tura della nuova strada. Clemente
sterea tante forze mediante soccorsi i XI fece costruire nell'anno 7 i 2 col
i

de' veneziani. 1009 fu di


Indi nel mezzo del Cardinal Imperiali, un
nuovo assediata dall'esercito di Mas- solido ponte di pietra, alto cento
similiano I re de' romani capita- , cinquanta piedi. Dal detto lato del-
nato da Enrico di BrunsAvich, il la nuova strada, la sua superficie è

quale per altro dovette per le gravi molto ampia. L'antica via Flami-
perdite ritirarsi a Gorizia. Da quel nia, che circa mezza lega trovasi Inn-
tempo Cividale restò tranquilla sotto gi dalla via consolare, aperta da Pio

la repubblica di Venezia e ne se- , AT neir anno 1789; il Tevere,


gui i destini. Ora è capoluogo del ed il maestoso monte sanC Ore-
duodecimo distretto, sotto la dipen- ste dipendente dall' abbazia delle
denza dell'imperiale regio delegato tre fontane (della quale, in un al
di Udine, moderna capitale della monte s. Oreste o Soratle si tratta
provincia del Friuli ; ed in quanto all'articolo Chiesa de' ss. A incexzo
allo spirituale è poi soggetto al ve- ED An.astasio alle acque Salvie),
scovo di Udine. Fra i cittadini be- circoscrivono nella parte orientale
nemeriti di Cividale va qui ram- il territorio di Civita Castellana,
mentato monsignor Michele conte che può genei'almcnte dirsi salubre,
della Torre e \alsassina, ora pre- meno le pianure prossime al Teve-
posto dell insigne collegiata di Ci- re. Esso è fecondo di ogni sorta di
vidale, di famiglia nobilissima, e di- biade, legumi e vino; ma è poco
scendente dagli antichi sovrani di coltivato per mancanza di brac-
Milano, il quale si occupa ad illu- cia. Civita Caslellana non presenta
strare questa città, a sostenerne £;li altri edilizi dtgni di osservazione,
antichi pregi, ed a presiedere ad che la chiesa cattedrale, opera del
un museo ove si radunano gli og- secolo XI li, di cui poscia riparlere-
getti di antichità, che in quel ter- mo, della cittadella della quale pure
ritorio si rinvengono, e che forma- si terrà discorso, la pia7za maggio-
no ornamento alla medesima. re decorala di una fontana, ed a-
CIVITA CASTELLANA {Cwi- vente ne' lati il palazzo municipale,
tatis Caslellan.). Città con residen- eh' è un mediocre edifizio. jNon co-
za vescovile nello stato pontifìcio, s'i vuol dirsi del palazzo della ro-
delegazione di Viterbo, fondata su mana famiglia Andiosilla ora estin-
d' un fortissimo scoglio tufaceo di ta, il quale è situato nel! estremità
figura quadrilunga, il quale è iso- meridionale. Da porta romana sino
lato da tutte le parti, meno verso alla porta Lauretana la città pre-
mezzodì, cioè verso Nepi e Monte- senta dei buoni casamenti, frammez-
rosi, dove si unisce ad una spiana- zati da qualche j ala/yo, tra cui di-
ta per mezzo d' una specie d'istmo. slinguonsi quelli delle t^^iLle fpn'ig'ie
1 1

288 G V C V
l'etroni, Stella, e Casfcllan Ciolli. Farnese, o in molile Liipoli, sui
La città non ha mura formali ;
colli, clic dominano lìaciano. Gli
ma è però difesa da quelle clic indizi però riuniti dal eli. can. Mo-
dale vennero dalla natura, aven-
le relli nella sua recente dissertazione
do all'intorno altissime rupi, che sulla ipotesi, che Civita Castellana
la rendono di dillicilo espugnazio- sia somministrano ar-
l'antica Vejo,
no: ha porte su tutte le vie, meno gomenli favorevoli alla città. Certo
su quella di Iloma, dominata dai è, che ncppur Tito Livio seppe in-

baloardi della fortezza. Distante poi dicarc il luogo di Vejo, e le diver-


circa una lega, è il sito conosciuto se opinioni basano tutte sulla pro-
sotto il nome di Falleri, e si vede babilità.
tuttaviaun avanzo imponente di V ha chi crede quivi situato Fe-
mura, alto circa palmi 43 con , le sccnniiun, città argiva, come asse-
turri quadrilatere, che lo difendeva- riscono Dionisio e Strabene, a' tem-
no. L'interno della città offre gii era abitata; ma essa più
pi de' quali
avanzi antichi di una piscina , e probabilmente viene collocata a Gai-
quelli di un teatro scavato negli lese. Che se devesi riconoscere a
anni 1829, e i83o, opera vera- Civita Castellana, dovrebbe ricono-
inentc romana , e del tempo di scersi per qualche avanzo romano,
Augusto. Ivi molti frammenti di o di una coionia formativisi dopo
statue si discoprirono, e tra esse la distruzione dap- di Fcscciiiiia,
iina bella di Livia, sotto le forme poiché a' Augusto e di
tempi di
della Concordia, insieme ai fram- Tiberio era ancora popolata. Tut-
nicnti di due statue di Cajo e Lu- tavolta vuoisi comunemente che
ciò Cesari. Altri ruderi informi si Civita Castellana sia succeduta a
veggono fra la piscina ed il teatro , Fesccnnia. Questa antichissima città
e due tumuli, che incontransi fra dell' Etruria Cicisminia da Fasto, e
la stessa piscina e l'abbazia abban- nella Carta Peutingeriana, viene
donata di s. Maria coprono gli , chiamata Faleri, onde Falerii furo-
avanzi di qualche tempio. La chiesa no detti suoi abitanti. Tal nome
i

di s. JMaria, e l'annessa abbazia ora ebbe origine da Phalesi, o Falesia


in rovina, furono edificati con fran- derivato da Ihdesiis, compagno e
tumi antichi del XII secolo. La figlio natui'ale di Agamennone re di
chiesa è a tre navi divise da colon- Argo, il quale, dopo la morte del
ne. Forse in questi dintorni vi fu re abbandonò la Grecia, e si ritirò
un tempio antico, che foriù i ma- in questa terra già da' Siculi, ed
teriali all'erezione di tal chiesa, allora aljitata dai Pelasgi suoi con-
Prcsso di questa è la porta di Gio- comunicato
nazionali. Dall'averle poi
ve, una delle sette de' Falerii, ed è ilnome, e probabilmente dall'averla
ancora conservata. anche colonizzata, fu riconosciuto
Non sembra abbastanza prova- come fondatore; avvenimento che
ta ropinione di coloro, che nc'din- rimonta a circa dodici secoli innan-
torni, e presso Civita Castellana vo- zi l'era volgare. Da Phalcsi, nome
levano ne' tempi passali riconoscere della città, gli abitanti furono dotti
il sito del celebre Vejo, Del Tosco Falisci, e così si chiamò il popolo
impero già capo e regina , dacché di tulio questo distretto, che ebbe
piuttosto vuoisi esistita nell'isola l'epiteto di yFrpii. Quindi alcun't
-

CIV CIV 289


scrittori confusero il nome della condo il Nibby citato, non fu Vejo,
gente, conquella della terra che ad onta dell' epigrafe Qui steterunt :

chiamarono Falisco, acquimi Falì- T'cjos, mine reno^are licei, scritta


scum, Falisci. Nel quarto secolo di nel frontespizio della casa
comunale
Roma i Falisci provarono gli effetti edificata dalla munificenza di
Leone
della sua potenza, e Camillo poscia X. V'ha pure, come dicemmo, chi
li disfece co'Vejenti e i Capenati reputa Civita Castellana l'antica Fé-
presso Pfepi, finché, dopo divei'se scennia, ove si celebravano solenne-

guerre sostenute con valore dai Fa- mente gli epitalami, e i licenziosi
lisci, nell'anno 5ii di Roma, per- ludi fescennini, che appunto in oc-
dettero la metà delle loro terre, e casione di nozze solevansi For-
fai-e.

Faleria fu presa, spianata, e riedifi- se distrutta Fescennia, una parte de-


cata in luogo di facile accesso, cioè gli abitanti si recò in Faleria argi-
in Fallari, divenendo colonia roma- va, oggi Civita Castellana,
il ch^ diede

na, col nome di Junonia dal culto luogo di credere essere l'antica Fe-
particolare, che prestavano i Falisci scennia, o Fescennium.
a Giunone, e dal tempio che quel- Nella fiera, che a' 16 settembre ha
la dea avea nella Faleria argiva. luogo in Civita Castellana, siccome
Faleria costruita da' Romani di- giox-no festivo de' suoi patroni, il po-
venne sede vescovile, e rimase in polo dava molti anni addietro il

piedi sino al secolo XI, mentre la bizzarro spettacolo di un bufalo trat-


antica argivarisorse, come dotta- to lungamente per le vie, fra lo
mente ha dimostrato A. iSibby, nel schiamazzo e 1' allegria del basso po-
tomo II dell' Aìialisi de' dintorni polo; il quale dopo averne fatto
di Roma a p. 1 5, e seg. Perciò scempio anelava di mangiarne le
,

Montefìascone, secondo lui, non sa- carni. Forse tal sollazzo sarà orisi-
rebbe la Faleria, ma una colonia nato in parte da quella festa, che
di Macedoni. 3Ions Faliscoruni da gli argivi celebravano in Faleria pri-
molti si ritiene per la metropoli dei mitiva, ed in onore di Giunone, della
popoli Falisci. F Monte
. Fiascoxe. quale erano, come dicemmo, i Falisci
Che Faleria da molti si creda esse- particolarmente divoti ; festa, che O-
re Civita Castellana stata pure , vidio ne' suoi Fasti descrive nel lib.
chiamata da altri Flavinia, lo dice VI, Elegia XIII del hb. Ili, e che
anco l'Adami, Storia di Volseno, a' suoi giorni si continuava in onore
tom. I. p. 4^5 ^ 110. Tutta volta della dea, nel recinto di Faleria ai--

lungi dal pronunziare definitivamen- giva. E noto che i romani, dopo lo


te su tante divergenti opinioni, noi smantellamento della città, lasciaro-
non faremo che riunirle, potendo no sussistere il tempio situato sopra
chi il bi-ami consultare gli autori un colle di accesso difficile. Or dun-
che nomineremo. que tra gli animali, che con solen-
Da Faleria argiva, Civita Castel- ne rito e pompa portavansi a sagri
lana, dice il suUodato autore , de- ficare a Giunone , si eccettuava la
ve riconoscere la sua origine. Il capra come invisa alla dea, onde una
seggio episcopale poi le è deriva- se ne lasciava, che con dardi era
to dopo le rovine di Faleria ro- inseguita da' garzoni, e colui che la
mana siccome stiam per
, narrare. feriva r aveva in dono. Non dee qui
Lo ripetiamo, che questa città se- però tacersi che l'origine di delta po-
voL. xni. '9
SS90 CIV CIV
polare costumanza può più ragione- tefice s. Agatone, e la epistola sino-
volmenle ripetersi da altre tradizioni, dica dello stesso Papa nel GHo ; Tri-
cioè che i corpi de' ss. Rlarciano e hiinizio fu presente al concilio cele-
Giovanni protettori della città siano brato in Roma
da s. Gregorio II,
slati dalle catacombe di lligiiano tras- l'anno 721 Giovanni segnò gli atti
;

portati in città su diun carro tirato di quello adunato nel 743 dal Pa-
da due bufali ; per lo che, a peren- pa s. Zaccaria Adriano nominato
;

ne memoria dell'avvenimento, inval- in quello dell' 826, in cui sedeva


se il costume di cui si fece cenno. sulla cattedra apostolica Eugenio II;
Trasportati dai vincitori romani e Giovanni in quello dell' 861, ra-
i Falisci da un luogo forte, come è dunato da s. Nicolò I contro l'arci-
Civita Castellana, ad un luogo pia- vescovo di Ravenna. Al conciliabolo
no, come si vede nell'odierna Fal- fatto celebrare in Roma nel 968,
lari, i Falisci più non si mossei'o. A dall'imperatore Ottone I, contro Pa-
Fallari si veggono importanti avan- pa Giovanni XII, assistè un vescovo
zi della colonia romana dei Falisci Falarensis, del quale ignorasi il no-
ergivi di Faleria primitiva. Mentre me. Nell'anno 978 si ricorda in un
r antica Faleria andava poco a poco Benedetto VII, Giovan-
privilegio di
a ripopolarsi nel romano impero, ni vescovo Faleritano; nel concilio
fioriva pure la colonia Junionia. I romano del ioi5, nel pontificato di
fasti de' martiri del secolo terzo ri- Benedetto Vili, un Crescenzio; e
cordano il martirio sofferto in Fa- nel io33, da una bolla di Benedetto
leriida Graciliano e Felicissima ver- IX apparisce la unione delle sedi di
gine, il dì I 2 agosto, come si legge Falerii e Civita Castellana, cioè lo
ne' martirologi di Adone colle note spopolamento della città o colonia
del Giorgi, e nel romano con quelle romana, ed il ripopolamento della
del Baronie. I loro corpi sono oggi primitiva Falerii argiva, secondo il
venerati in Civita Castellana , dove lodato Nibby, che lo afferma coll'au-
furono trasportati. Neil' Ughelli, Ita- torità di gravi scrittori; dappoiché
lia sagra, dal secolo sesto al deci- in essa trovasi sottoscritto Benedictus
moprimOj abbiamo i vescovi che se- ec. Faleritanae, et Castellanae epi-
dettero in Faleria colonia romana, scopus. Tra
documenti del registro
i

che Commanville dice fondata nel Farfense, n. 994? si legge che Fa-
quinto secolo, chiamandola Falera leria romana, o Junonia, era ancora
o Falisci , soggetta immediata- abitata il primo luglio io64; e vi
mente alla sede apostolica. Questa è sottoscritto certo Tenzo di Cre-
chiesa fu pure delta Faleriiia, o Fa- scenzio giudice di Fallari.
leritana. e Faleritanense. Civita Castellana, siccome parte
Ilprimo vescovo, che si conosca del ducato romano, con Nepi, Gal-
di Faleria romana, è Giovanni, il lese, Otricoli ec, verso l'anno 727,
quale intervenne ai concilii romani divenne dominio della santa Sede nel
del 595, e del 601 sotto il Ponte- pontificalo di s. Gregorio H, e per
fice s. Gregono I. Garoso fu pre- volontaria dedizione dei popoli. Nel
sente al concilio tenuto da Papa s. registro poi di questo Papa, inserito da
Martino I nell' anno 649 Giovan- ; Cencio Camerario nel libro de censi,
ni sottoscrisse gli atti del concilio ro- pubblicato dal Muratori, si nomina
mano del 679 convocato dal Pou- il uioaistcro di s. Silveno nel muu-
CIV CIV 291
te Soratte, al quale fu dato in en- Civita Castellana, designata come lo-
fiteusi dal medesimo Gregorio li un cuni natura satis munitimi _, e la

(ondo chiamato Canciano ex corpo- prese. Altrettanto riporta 1' annalista


re Massae Castdlianac patrinioniì Rinaldi, all'anno 1100. Allora era
Tusciae. Da ciò si rileva che i fon- Civita Castellana capo di un conta-
di posti in quella contrada, ed ap- do, Cojnitatus, che unitamente alla
romana Chiesa, for-
partenenti alla città, e con altre terre fu oppigno-
mavano una massa denominata Ca- rato ranno 1 5S, da Papa Adria-
1

stellana o Castelliana, per le molte no IV, a Pietro prefetto di Roma,


castella che conteneva. A misura però ai suoi figli Giovanni ed Ottaviano,
che la Falerii romana si andava spo- ed a' suoi coadiutoi'i ec, per la som-
polando, si raccoglievano genti sulle ma di mille marche d' argento, ec-
rovine della Falerii primitiva come cettuando però quello, che un tal

luogo più inaccessibile, e per con- Malavolta aveva ricevuto in Civita


seguenza più sicuro in que' tempi dalla Chiesa romana. Questo pegno
di scorrerie frequenti, di usurpazio- fu fatto per compensare le spese in-
ni e di fazioni. Questa seconda a contrate dal prefetto a favore della
poco a poco nel secolo nono, e nel Chiesa, e si stabili di redimerlo a
seguente formò una città, che dalla cinquanta marche
anno, cioè in l'

massa mentovata fu detta Ch'ila venti anni. Ludovico Muratori, Ànt.


Castellana nome che ancora ritie-
, Bled. Aevi. t. IV. e. 3 i , riporta l'ori-
ne. In fatti il Calindri, saggio storico ginale istromento di questa oppigno-
p. 113, dice che nel 998 Grego- razione. Secondo que' patti il pegno
rio V dichiarò città Civita Castella- doveva essere del tutto redento nel-
na. Sino poi anno precedente,
dall' l'anno 1178; ma si sa che non lo
si nomina Abbon-
negli alti de'
ss. era stato neppure nel i 195, mentre
dio ed Abbondanzio un tal Crescen- che da tre altri istromenti di quel-
ziano, vescovo Civitatis Castcllanae, l'anno, che si leggono nello stesso

che trasportò i corpi di que' martiri IMuratori, t. I. p. i43, t. II. p. 809


in Civita, da dove poi si trasferirono e seg., si rileva che la porzione di
in Roma nella chiesa del Gesù in Pietro de Atteia, o Attegio, nomina-
cui veneransi. Quindi abbiamo nel to tra gli oppiguoratori, fu svinco-
1 o 1 5 im Pietro episcopus Civitalis lata , e riceduta alla Chiesa , nel
Castcllanae, il quale sottoscrisse il Pontificato di Celestino IH, dalle
decreto di Papa Benedetto Vili a sue sorelle Costanza, e Sibilia, e da
favore di Guglielmo abbate Fruttua- Giacinto di Pietro Diovisalvi marito
riense, dopo il quale le sedi di Ci- di Sibilia, e da' suoi fratelli Nicola
vita e Faleria furono, sotto Benedet- ed Ottaviano, cioè il primo febbraio

to vescovo, vmite insieme dal Pon- iiqS; e che a' 7 e 2 5 dello stesso
tefice Benedetto IX, come fu indi- mese gli eredi delle ragioni dotali
cato di sopra. e nuziali di Porpora, moglie di Pie-
Sul principio del decimo secolo tro prefetto di Roma, e sorella di
secondo, nella vita di Pasquale II, Cencio di Romano di Papa, cedet-
narra Pandolfo Pisano , che quel tero al Pontefice le loro porzioni
Pontefice volendo ricuperare alla per centotrentatre marche e mezza
santa Sede i suoi dominiij usurpati d' argento. Nella bolla di Onorio III
dagli antipapi, attacco colle sue genti del 1217, presso il Bull. Fatic. t. I.
292 CIV CIV
p. loo. seg., si rammenta il terri- cagione del suo stato rovinoso per
torio Castellano, nel quale si pone le guerre delle fazioni, il Papa fe-

Moroio, e unisce insieme col Fale-


t>i ce riedificare le sue mura, e circon-
ritano, dove si paria di F'iaianellum. darla di nuove , cioè da quel lato
Nelle vite de' Pontefici del can. ove le aveva , munendola ad un
JVovaes,si apprende, che avviandosi tempo di torri. Nel principio del se-
r imperatore Federico I Barharossa colo XIV Civita Castellana fu con-
alla volta di Roma per essere coro- cessa dai sovrani Pontefici in vica-
nato ( funzione che poi seguì a* i 8 riato della santa Sede alla nobilis-
giugno 1 1 j5 ), e temendo il Papa sima e potente casa Savelli. Nel-
Adriano IV summentovato eh' egli l'archivio Sforza in Roma esiste
venisse piuttosto come nemico pei ,
una lettera di Giovanni XXII, Pa-
numeroso esercito che seco condu- pa residente in Avignone eletto nel
ceva, per questo timore si rifijgiò i3i6, data apud Villani novani A-
in Civita Castellana, e gli mandò venionen. Dioec. XVIII Kal. sept.
incontro tre Cardinali, acciò giurasse anno 7, Ven. fratri Ae-
e diretta
di difendere, e mantenere i diritti gidio episcopo Sabinen. Apostollcae
della Chiesa. Quindi passò a Sutri, scdis legalo, colla quale ingiunge
a -ricevere il principe che tutto a- al Cardinale di rimettere in liber-
veva promesso. Nel 1 1 Sg, successe tà Petruccio figlio di Luca Savelli,
ad Adriano IV il glorioso Alessan- tenuto in ostaggio presso l'abbate di
dro III, il quale terminò il suo s. Paolo d'Albano, abbazia fondata
lungo pontificato di circa anni ven- dallo zio Onorio IV, e toglieva con
tidue a Civita Castellana perchè vi essa r interdetto a cui aveva sotto-
mori ai 3o agosto i i8r, e traspor- posto Civita Castellana per avere o-
tato in Roma fu sepolto nella basi- messo di pagare il solito censo al-
lica lateranense.Tanto afferma il la Chiesa romana, esprimendosi il
Novaes, ma il Platina dice nella sua Papa nella lettera, che ambedue que-
vita, che morì in Roma a' 27 ago- ste grazie gli erano state domanda-
sto. Non però così dice il dotto San- te da Luca per siium nuntiuni et ,

dini Viiae Pontiftcum, t. II. p. 4^4» litteras. L'interesse preso dal Savel-
il quale ecco come si esprime: imi- li a favore della città , mostra cer-
tarli posuif in urbe Castellana anno tamente eh' egli ne era il retto-
1181, ///. Kal. septanhris. A' 3o re ed il vicario. Un altro Luca Sa-
di agosto, e in Civita Castellana, velli senatore di Roma, negli anni
molti autori sostengono che morisse 1 34B e i355, nel 1373 ottenne
Alessandro III. Così dice Ludovico da Gregorio XI, poco prima che ri-

Agnello ( il quale per altro chiama stabilisse in Roma la Pontificia re-


questa città col nome di Città di sidenza, il vicariato di Civita Ca-
Castello ) , nella storia degli Anti- stellana, già in addietro goduto dal-
papi, t. II. p. I I o, e I I I , e fra la sua famiglia, come continuò an-
le testimonianze che riporta, v'ha co in progresso per altro tempo. La
quella dell' Anonimo Cassinese. Da bolla di Gregorio XI porta la da-
tuttociò si rileva quanto importante ta di Avignone XIV Kal. julii pan-
fosse divenuta Civita Castellana nel tificat. nostri anno sexto. Il vicaria-
XII secolo. to è ristretto a soli otto anni, si as-
Nel pontificato di Bonifacio Vili, a seiinano a Luca sedici mila fiorini
CIV CIV 293
d'oro d'annua provvisione da pren- tlficato vi si operarono dei miglio-
dersi dalle rendite della città, e con- ramenti, per cui si trova in otti-
tado, col solo obbligo di pagarne mo stato. Nei vasti saloni vi sono
dieci a titolo di censo nel giorno bellissimi sofiitti dorati, nobilitati dal-
della festa di s. Pietro. V. Rat- le pitture dello Zuccari , come mi-
ti, della famiglia Savelli. Dell'an- rabih sono gli affieschi delle vol-
tica rocca poi di Civita Castellana, te degl'inferiori loggiati, in mezzo
si fa menzione in un breve del a'quali veggono in varie parti il
si

medesimo Gregorio XI, il quale ne nome stemmi gentilizi del fa-


e gli
affidò la custodia al detto Luca Sa- moso duca Valentino Cesare Borgia,
velli. che dal Papa Alessandro VI ne fu
Bonifacio IX, recandosi nel 1392 fatto castellano. Per alcuni secoli
a Perugia per comporre gli animi continuò la fortezza ad avere il ca-
dei Raspanti con Beccarino, ritor- stellano, per lo più scelto tra' Care
nando in Roma
a'i5 settembre del dinali di s. Chiesa. In progresso Ci-
seguente anno, prima onorò di sua vita Castellana segui i destini dello
presenza Civita Castellana. Papa Ni- stato pontificio, e se ad essa deri-
colò V, creato nel i4473i'ifGce le mu- va gran vantaggio per la stazione,
ra della città. L'immediato succes- che vi fanno nel loro passaggio
sore Calisto III creò Cardinale il gli stranieri, che del continuo si di-

proprio nipote Roderico Borgia spa- rigono a Roma, andò pure soggetta
gnuolo, il quale poi fu fatto go- alle conseguenze derivatele dalle ar-
vernatore di Civita Castellana da Si- mate nimiche quando si recarono
sto Quindi divenuto Pontefice
IV. alla capitale. Ed a'4 dicembre 1798,
nel 1492 col nome di Alessandro la città vide disfatte nelle sue vici-

VI, ebbe sommamente a cuore di nanze dall'esercito francese di Mac-


riedificare la rocca ridotta in ista- donald, le truppe napoletane, co-
to di decadenza. Altri dicono, che mandate dal general Mack . Per
considerando Alessandro VI che Ci- questa città transitaiono, e si fer-
vita Castellana, forte per natura, marono oltre molti sovrani, ezian-
e stimata in guisa di poter signoreg- dio i sommi Pontefici. Da ultimo
giare il nodo delle strade di Nepi, Pio VI ritornando da Vienna in
,

di Acquaviva, di Ponte Felice, di Roma a' 12 giugno del 1782 giun-


Amelia e di Vitei'bo, per l' impor- se in Civita Castellana fra il rim-
tanza del sito fabbricò dalle fonda- bombo delle artiglierie, e pernottò
menta la fortezza che ora si vede, nel palazzo del marchese Androsilla,
e che serve di prigione di stato. Cer- ove ricevette il vescovo, il governatore,
to è, ch'egli dal lato occidentale del- la magistratura, e i primarii del
la città fece innalzare quella fortezza paese. Nella seguente mattina ascoltò
dal celebre Antonio Sangallo, fratel- la messa, che nella cattedrale celebrò
lo delrinomato Giuliano, siccome va- monsignor Ponzetti caudatario ; da
lentissimo anche nell'architettura mi- un balcone dell' episcopio benedi
litare, e nelle foi tificazioni in figu- il popolo, quindi partì per Roma.
ra pentagona, e riuscì solida, ed en- Dopo che Pio VII, nel 1800 fu
comiata. Quindi Giulio li, Leone X, eletto in Venezia , nel condursi a
e altri Ponteficine curarono la con- Roma, la sera del 2 luglio pernot-
servazione, ed anco nell'odierno pon- tò nell'episcopio, ricevuto dal ve-
i294 civ CIV
scovo monsignor Lorenzo de Domi- mari della non che il corpo
città,
iiicis, e nella mattina si avviò per militare. 11 Cardinal Gaspare Bene-
la capitale. Lo stesso Pontefice, re- detto Pianelti, vescovo di Viterbo,
duce dal viaggio di Parigi, nella si portò in Civita Castellana ad os-
mattina de' i5 maggio i8i4i''pas- sequiare il santo Padre, poco dopo
sò per Civita Castellana ; finalmen- il di lui arri"o. La sovrana di lui
te il regnante Papa Gregorio XVI, pnìsenza fu celebrata con infiniti
rieir intraprendere nel 1841 il glo- evviva degli abitanti, con numerose
rioso suo viaggio, per visitare alcu- salve d' artiglieria, con eleganti fuo-
ni principali santuari de' suoi do- chi d' artifizio , con illuminazione
minii, fece la sera de' 3o agosto la generale , anche della cupola del
prima fermata in Civita Castellana, duomo con giulive
e della fortezza,
e dormì nel nominato palazzo An- armoniose bande, e con altri mo-
drosilla. Uno stuolo di giovani pa- di. Quindi nella seguente matti-
trizi e di cittadini vmiformemente na, traversando la città addobbata
vestiti, preceduti da una deputazio- di arazzi, partì per Narni, benedi-
ne delia magistratura , ottennero il cendo paternamente l' intera popo-
permesso di trarre la carrozza, do- lazione, dopo aver ricevuto gli o-
po averne distaccati i cavalli in maggi dal zelante vescovo , e di
qualche distanza dalla città. Così in tutte le autorità e personaggi no-
mezzo agli applausi di pubblica e- minati, e dopo essere state dispen-
sultanza, fu ricevuto il Pontefice sate per suo sovrano comando ele-
alla porta della città, ov'ex'a stato mosine, e donativi diversi. JMonsi-
innalzato un maestoso arco trionfa- gnor vescovo seguì il Pontefice sino
le da monsignor Bartolomeo Orsi, ai confini della diocesi, e il prelato
delegato della provincia Viterbese, delegato sino a queUi della pro-
e dalla magistratura locale, il cai vincia.
gonfaloniere a nome di quella fede- Civita Castellana, capo luogo di
le suddita popolazione, ebbe l'onore governo, ha per appodialo il castel-
di presentargli le chiavi. Sul piano lo di BorghetiOj ov' è la stazione
poi delle scale della cattedrale fu postale in prossimità del Tevere, e
ricevuto da monsignor Fortunato del celebre Ponte Felice, così chia-
IMaria Ercolani, vescovo del luogo, mato dal nome di Sisto V, che lo
da tutto il da alcuni
clero secolare, e costrusse, e che avea innanzi il pon-

vescovi delle diocesi confinanti. En- tificato. Sono ad essa soggette le


trato il Papa nella cattedrale magni- comuni di Nepi, di Castel s. Elia,
ficamente addobbata e illuminata da di Stabbia e di Calcata. Alcune
copiosissimi lumi, ricevette la bene- donne de' popolani mantengono l'an-
dizione col Sagramento e poscia
ss. ; tico e curioso costume , d' altronde
nella sua residenza, dopo aver com- molto modesto, d'indossare due gon-
partita da un padiglione costruito nelle,ed una ne alzano da teigo
sulla loggia del palazzo, l'apostolica per cuoprire il capo, uso che si ve-
benedizione, ammise alla sua pre- de seguito nel circondario campe-
senza ed al bacio del piede d ve- stre di Monte Fiasco ne. Tuttavia in
scovo, il clero secolare e regolare, i Civita Castellana tale costume va
vescovi confinanti, la magistratura ogni giorno più perdendosi , sc-
SI governativa che civile, e i pri- euendo il vestire comune.
CIV CIV 295
Non dobbiamo passare sotto si- Juniona. Quindi nel secolo decimo-
lenzio, che questa città sempre fe- quarto venne unita a Civita Ca-
delissima e divota alla santa Sede, stellana la sede episcopale di Gal-
fu patria di personaggi ragguarde- lese (Fedi), e poscia nel 14^7 il

voli per pietà e dottrina , non che vescovato di Orla (f^edi), vmione che
di cinque vescovi , di un nunzio tuttora dura, colla diretta soggezio-
apostolico spedito nella Ungheria, di ne alla sede Apostolica. Comman-
un maestro della Cappella Pontifi- ville aggiunge, che furono unite
cia , di un bibliotecario del so- alla sede di Civita Castellana quella
vrano di Modena, e di altri rispet- di Aquae Vivae, le cui rovine sono
tabili individui. Essendo confusi il nel luogo detto la Fontana di Ac-
patriziato e la cittadinanza (i quali quaviva, e di Valentinum, Castrimi
stati sono antichissimi), il regnante Inaientiniim, ambedue erette sino
Papa nel iSSy richiamò dall'ob- dal quinto secolo.
blio il patriziato, e permise che si La cattedrale era prima a cinque
procedesse alla opportuna rifoi'ma, navate, di antica architettura: ora
e distinzione dei ceti , sulle norme lo è a tre, dopoché il ven. Giovan-
del moto proprio di Leone XII, ni Francesco Tenderini, fatto ve-
emanato nel 1827. scovo di Civita Castellana da Cle-
Ad ulteriore lode di Civita Ca- mente XI, la riedificò nel 17 17. Ri-
stellana aggiungeremo, che nella fa- marchevole è l'antico mosaico, che ne
tale epoca del i83i, essendosi la decora il pavimento. E dedicata quel-
rivoluzione estesa sino ai confini la cattedrale all'Annunziazione della
del suo territorio, la città, ad onta b. Vergine, e venerano le
vi si

degli sforzi dei ribelli, si mantenne sagre spoglie Marciano illu-


di s.

costante nella sua fede, e rivolse in- stre personaggio, e di s. Giovanni


cessanti preghiere a Dio, acciocché suo figliuolo, al quale, per l'inter-
ripristinasse l' ordine e la quiete cessione de' ss. Abbondio ed Abbon-
ai pontificii domini. In tal congiun- danzio, Dio rese la vita. Tutti e
tura molti volontari con entusiasmo quattro que' santi nella persecuzio-
partirono per andare a difendere la ne di Diocleziano, verso l'anno 3o3
santa causa, ed in altri punti dello a' 16 settembre, patirono il marti-
stato ove si presentarono ai ribelli rio; i due primi sono i patroni
resistettei'o con quel coraggio, che della città. L' invenzione de' loro
non manca a chi combatte sotto il corpi avvenne dopo il corso di set-
vessillo della religione e del legit- te secoli, nella notte stessa della
timo sovrano, massime del soave loro passione, sulla falda del monte
dominio della sede Apostolica. Soratte, ove la pia ed illustre ma-
La fede fu predicata in questi trona Teodora avca dato loro la
dintorni, nel pontificato di s. Lino, sepoltura. Subito se ne fece la tras-
immediato successore di s. Pietro, lazione neir anno 997 , ovvero
come narra l' Ughelli Italia aagra
t. I, p. 596. Superiormente abbia- 11 capitolo della cattedrale si

mo detto che la sua sede vescovi- compone della dignità dell' arci-
le ebbe origine nel secolo decimo, e prete, di diciotto canonici, compre-
che nei primi del secolo decimopri- si il penitenziere e il teologo, oltre
mo, le fu unita quella di Faleria altri ecclesiastici addetti al scrvi^io
af)6 CTV CIV
divino. La cura annessa alla calfc- re de" Ragionamenti, cioè del p.
<lrale è anarainistrata da un vicario Marroni. Sembra che dotti dieno i

curato perpetuo. Vi sono nella città la preferenza alle ragioni addotte


due altre parrocchie, i cappuccini e dal p. M. Mamachi , come osserva
un monistero di monache, oltre il il Rangiaschi.
seminario con alunni, alcune con- Sulle diverse opinioni poi se Ci-
fraternite, l'ospedale, e il monte di vita Castellana sia Pelo o Fescen-
pietà, non che V orfanotrofio. L' o- nia, oltre quanto di sopra abbiamo
spedale fu largamente beneficato detto, possono consultare
si i seguen-
da un legalo fattogli dalla pia de- ti autori Francesco Scotto
: , Itinera-
fonta marchesa Orsola Androsilla. rio d' Italia, di Civita Castellana,
Il detto orfanotrofio è di recente detta Fescennia p. 280; Petrus Gur-
erezione, ed è fondato coli' eredità sius.Poema de Civitate Castellana,
dtì'benemeriti fratelli d. Onorato e Faliscoruni non Veientiuni oppido,
Tommaso Stefani della diocesi. 11 Romae 1389; Franciscus Mariani,
seminario fu riaperto sotto gli au- de antiquis Feiis, et Veiente colo-
spici dell'ottimo vescovo attuale sul- nia cantra Cluverium, Holstenium,
ìodato, le cui sollecite cure furono aliosque. Ext. nel Gior. de' Letterati
coadiuvate dai mezzi forniti dal co- di Roma dell'anno 1759; Domeni-
mune. co IMazzocchi, Lettera ed apologia
La mensa vescovile ad ogni nuo- del dijensor di Veio, dove si ripro-
vo pastore, nella cancelleria aposto- vano molle opposizioni fattegli dal-
lica, è tassata in fiorini novanta. La l' Ro-
investigatore dello stesso Veio,
diocesi è ampia. J^. Bonaventura ma 1 653
Supplemento a Civita
;

Theuli j Apparato mvioritico della Castellana circa la sua distanza da


provìncia di Roma, del convento di Roma, Discorso al quale si è ag-
.s. Francesco di Civita Castellana. giunto il Sintagma di Giuseppe Ca-
Egidio da Cesarò, U
effìmeri per il stiglione in difesa di Pelo, Roma
inariirio de^ ss. Marciano e Giovan- 1 663 Veio difeso, Discorso in cui
;

ni, con un parere del vero sito del- si mostra l'antico Veio essere oggi
l' antico Veio, Venezia 1678. Ab- Civita Castellana, Roma 696 1 ; Fa-
biamo poi dal p. IMarroni Ragio- : miano JNardini, quale scrisse con-
il

ììamento con cui si dimostra, die la tro la lettera del Mazzocchi ; L'antico
.sede vescovile della città di Oria Veio investigato dal silo di quella
non può pretendere superiorità di città, Roma 1647. Gio. Domenico
precedenza sopra la sede vescovile Pei'azzi fece la risposta alla lettera
di Civita Castellana per ragione di del ftlazzocchi, coU'opei-a : La sco-
maggiore antichità, Roma lySp; perta, .apologia in difesa dell'antico
Ragionamento secondo in cui si ri- Veio di Famiano Nardini, Ronci-
sponde alle ragioni proposte dal. p. glione i6j4; Carlo Zanchi, Veio /'/

M. Mamachi in favore della catte- illustrato, ove si dimostra il vero


dra vescovile di Orta, contro la cat- silo di quella città, un dì capo e
tedra vescovile di Civita Castellana frontiera di tutta la Toscana, Roma
nel libro de Hortani episcopatus aa- 1 758. Da ultimo il canonico Fran-
tiquitate, e neW altro adversus au- cesco Morelli eruditamente compose
clorem, etc. Romae ly^Q; Ragiona- una Dissertazione, nella quale sta-
mento terzo, e lettere due dell'auto- bilì per ipotesi, che Civita Castel-
e 1 V ci V 2()7
lana sìa l'antico Veio, e la pubbli- vincia coH'altra pontificia limitrofa
cò nel 1825 colle stampe in Terni. reatina. Deve la sua origine all'An-
Sull'opera di d. Eugenio Sarzana, gioino Roberto duca di Calabria,
dedicata a Pio VI, della capitale figlio di Carlo II re di Napoli, tro-
de' Tuscaniensij ec., Montefiascone no su cui ascese anch' egli col glo-
stamperia del seminario 1788, fra rioso epiteto di saggio, prima del
gli altri ebbe ad esternare favore- 1807. Per lui ricevette la città il no-
vole giudizio il teologo della catte- me di Città del Duca. Nel 1708
drale di Montefiascone, lettore di fu assai danneggiata da un terre-
dommatica nello stesso seminario e moto, aprendosi allora un piccolo
collegio, e prefetto degli studi, cioè lago di asfalto d'acqua fetida e bi-
il can. Carlo Fiorelli a pag. 4i- l"v'i tuminosa, che all'est della città si
si legge quindi, che i cittadini di vede tuttora. Ebbe un tempo i suoi
IMontefìascone si pregiano di essere vescovi, ed anticamente era sogget-
Etrusci d' origine, di stare nello stes- ta alla diocesi di R.ieti. Da questa
so agro particolare etrusco, e che la Alessandro VI la separò per for-
loro città sia la Rocca di Corito pa« marne un vescovato, il 24 giugno
dre di Bardano. INè mai ignorarono, i5o2, e vi nominò pel primo ve-
soggiunge, che i Falisci erano una co- scovo Mattia Ursino romano. Quin-
lonia degli Argivi, e che i savi cittadi- di Giulio II la restituì al vescovo
ni di IMontefìascone non si appro- di Rieti agli 8 novembre i5o5. ma
piiarono mai i vescovi dell'antica di nuovo poco tempo dopo la di-
Faleria, Tuttavolta non si deve ta- staccò da esso per sempre. Dichia-
cere che in IMontefìascone stesso, e rò quel Pontefice la sede immedia-
nell'anno 1788, fu pubblicata l'o- tamente soggetta al sommo Ponte-
pera postuma del dottore Francesco fice, eresse la collegiata in cattedra-
IMaria Pieri patrizio Falisco, e de- le, vi stabilì due dignitari , l' arci-
dicata al vescovo Cardinale Giusep- prete ed il prevosto, vmdici cano-
pe Garampi, che porta per titolo : nici ed alcuni chierici. \i erano n{4-
La situazione Trasciniinia darli anti- la città tre case religiose di uomini,
chi Falisci, e della loro metropoli Fa- ed un monistero di monache, oltre
lerio. Non ha guari, e nel 1 84', dal- le cappuccine fuori di essa, non che
la tipografia del seminario suddet- il seminario, il monte di pietà ec.
to, fu dato alla luce il Commentario Ma il Pontefice Pio VII, colle Lit-
sulla città e chiesa di Montefiasco- terac apostolicae etc. De meliori Do-
ne, ove nella terza Annotazione a miiiicae, quinto Kalendas juiii 1818,
pag. 79 si tratta degli autori e delle la unì alla sede vescovile di Aquila,
opinioni sulla situazione cisciminia, capitale della medesima provincia.
o transciminia dei Falisci. Civita Ducale per la sua posizione
CIVITA DUCALE, o CITTA' è costituita capo di distretto, e ne
DUCALE. Città vescovile nel regno dipendono, oltre il proprio circon-
delle due Sicilie, nella provincia del- dario, ancor quelli di Lionessa, Au-
l'Abruzzo ulteriore secondo, Cii'itas trodoco, Amatrice, Borgo-Colle-Fe-
Ducalis, chiamata da Commanville gato, Mercato, e la Posta.
Città di Cali, Cii'itas Caliensis. Es- CIVITA VECCHIA {Centumcel-
sa è situata alla destra del Velino, laruni). Città marittima con resi-
nel confine occidentale della pro- denza vescovile, nello stato ponti-
y

7.(jS C 1 V CIV
fìcio, sede della delegazione aposto- giù al mare, che chiamavasi Pirgo,
lica, e della provincia del suo no- cioè luogo forte e di torri. Ivi ado-
me. Essa giace sopra quella parte ravasi con fenicio rito una deità ma-
del littorale romano, che corre a rina chiamata Leucotea, il cui tem-
destra del fiume Tevere, e viene pio divenne ricchissimo per le olìèr-

bagnata dalle acque del mare me- te de' trafficanti. V. Ceri, o Cere.
diterraneo. È paese celebre per es- (iravisca, anche essa posta in riva
sere già stato il più nobile fiore al mare, tra la IVIarta^ e il Migno-
dell'Etrnria. Gli antichi la chiama- ne, era la stazione navale dei Tar-

rono Cento- Celle, Ccnlumcellae, Cin- quiniesi, e que'li di Videi Vedi) (^

celle, Ceneelli, Cengello, perchè ivi che presso 1' Argentaro era Cossa lo-
erano cento celle o camere a rico- ro colonia. V. Psibby, Analisi dei
vero delle milizie. Vuoisi che l'im- dintorni di Roma, t. HI. p. 91, Ca-
peratore Trajano, il quale in questo slruni Stverae o Pyrgi.
s.

luogo aveva le sue ville, vi fabbri- Del porto di Traiano narra Pli-
casse un magnifico palazzo, compo- nio, che essendo chiamato a consi-
sto di cento camere. Dipoi, come glio da lui a Cento Celle, vide la

diremo, prese il nome di CU'ita Vec- fiorita città, vide i campi verdissi-
chia, Civitax Vetiis, dal ritorno che mi, e la soavità ad un tempo del
vi fecero gli abitanti dopo essere grigio mare. Fabbricavasi in quello
stati per alcun tempo a Leopoli, il porto, il quale a foggia di anfi-
per fuggire le frequenti irruzioni teatro si presentava all' oceano im-
de' saraceni. Il suo porto è il mi- menso. Il braccio sinistro era stato
gliore, e può dirsi 1' unico, che ab- fermissimamente fornito il desti'o ,

bia lo stato ecclesiastico in questa era ancora sid> ascia. In mezzo per-
spiaggia. Ove esso sorge, non era, tanto alla sua bocca sorgeva l' isola
per quel che si sa, nessima stazio- o antemurale a respingere il flutto
ne navale, poiché è totalmente ar- e r onda. L' acqua per le novelle
tificiale, ed il genio dell'imperatore mura arricciava, e il sempiterno
Trajano il fabbricò per cos'i dire di fiotto del mare irrompeva sui vivi
getto. I popoli di questa provincia, sassi. Al genio adunque dell' impe-

come fiuono bravi agricoltori, egual- ratore Traiano si deve l' idea del-
mente furono coraggiosi navigatori, l' ampio porto, e del rotondo ba-
ed esperti trafficanti. Si distinsero cino, che si riguarda come un perfet-
soprattutti i Ceretani, come quelli che to modello d' arte non che lo ,

non si dierono alla pirateria, eserci- stabile antemurale, che rende sicuro
tata da molti popoli dell'Etruria, e il porto, ove corrono solo i flut-
colla quale arricchirono ; ma traffi- ti ad infrangersi. Quivi l' augu-
cando nelle parli orientali princi- sto eresse la colossale statua di
palmente divennero sì possenti, che bronzo a Nettuno dio del mare, di
essi soli poterono a' romani fornire cui si rinvenne nella darsena un
i sessanta triremi, co' quali com- superbo braccio, il tridente, ed
batterono Focesi nelle acque di
i una coda di delfino. Le quali cose
Sardegna, non che tutte le vetto- dal regnante Pontefice si fecero col-
vaglie di cui abbisognò Scipione locare nel Musco Etrusco [Vedi) ^
per la cartaginese spedizione. Cere da lui eretto in Vaticano, pre-
avca il suo porto, e il suo mercato cisamente nella preziosa collezione
CIV CIV 0_yc)

di bronzi etruschi. Gli antichi brac- dusse il cav. Fontana. Quell'acque-


ci però del porto sono eccentrici dotto corre il tratto di ventisette
agli odierni innalzati dai provvidi miglia, conducendo alla città acque
sovrani Pontefici in circuito piìi an- pure, come l' antico di Trajano dai
gusto, mentre gli altri deperivano. vicini monti di Tolfa, e delle Al-
La mwnificenza di Pio YI accorse lumiere. Ha poco distanti i saluti-
a prestare all' indebolito argine op- feri bagni termali, che tanto gli an-
portuno riparo. Delle fortificazioni, tichi apprezzarono, e perciò furono
miglioramenti, e demolizione d'una dettidi Palazzi, e da Plinio Acjuae
porta, e delle vecchie cadenti mura Tauri. Straordinario è il calore di
che deturpavano il centro della cit- quelle acque, e si lasciano anzi raf-
tà, dividendola iri"egolarmeiite (ope- freddare all'aperto avanti di farne
re tutte ordinate dal Papa regnan- uso. Ci narra la storia, che l'impe-
te ) diremo in appresso. ratore Commodo desse nella fan-
Le muraglie, onde Civita Vecchia ciullezza gran saggio della sua cru-
è cinta, la rendono forte e munita. deltà , coir ordinare ch'entro una
IMagnifico è poi l'aspetto della for- fornace perisse Io schiavo da cui ,

tezza, che Giulio II fece costruire era stato apprestato il bagno so-
dall' un de' lati presso al mare. E verchiamente caldo; ma l'umano ese-
però controverso a quale de' fa- cutore di tal cenno vi surrogò uu
mosi architetti Sangallo, o Buonar- ariete. Sonovi magnifici avanzi del-
roti, o Bramante attribuir si deb- le antiche terme dette Taurine,
ba il bel disegno. Dall'altro lato perchè diconsi scoperte da un toro,
Pio IV vi eresse l' ampia darsena e piuttosto ad Adriano, che a Tra-
o bagno, ove in gran numero sono jano se ne attribuisce l'edificazione.
racchiusi i forzati , che ci ricevono 11 eh. Pietro Manzi, negli scavi ope-
gli aiuti spirituali dai benemeriti rativi rinvenne splendidi monu-
,

cappuccini. Veramente a Pio IV, e menti della loro nobile sontuosità.


a Sisto V piuttosto si attribuisce la Il poeta Rutilio ne fa la descrizio-

restaurazione della darsena, la quale ne, come quello che nel quinto" se-
si vuole eretta dallo stesso Trajano. colo le trovò nella loro integrità.
Vi sono diversi regolari edificii, co- Kè devesi passare sotto silenzio, che
me l'episcopio, e il seminario. So- ancora si veggono avanzi dell'anti-
pra i fondamenti dell'antica rocca, ca grandezza della città; come gl'in-
ed in parte sopra la parte inferiu- dizi di una grandiosa basilica, o
l'e di quel tratto che ancora esiste, tempio colle basi di vari ordini di
è situato il palazzo della camera colonne, molte delle quali di gra-
apostolica , formato dalla riunione nito; e gl'indizi d'un magnifico
di da vari
diversi fabbricati ediOcati porticato all' intorno del porto. Non
Papi, massime da Giulio li e da pei'ò sono antiche come si voglio-
Pio IV, sormontati da una torie. no le due torri nell' orlo estremo
Questo palazzo non ha guari fu pu- delle due braccia del porto, sì per
re migliorato. la loro architettura militare , e s\

Fra le opere di architettura di pel reticolato che le adorna. Nelle


Civita Vecchia, merita menzione il vicinanze della città fu rinvenuta la
meraviglioso acquedotto , che sotto statua del Perseo descritta dal dotto
gli auspici! d' Innocenzo XII vi cou- Visconti; cou di piìi cento ventidiie
,

3oo rìv CIV


nicdat^lie d'oro,da Nerone ad Adriano sedio, le coraggiose armale del re
inclusive. Si trovarono ancora altre Totila. Altri dicono che la città fu
slattie di raro merito, come pure dei presa da Totila, e quindi nell'anno
sepolcri, in uno de'quali scavalo nel 553 ripresa da Narsete. Che intor-
masso, giaceva un
con cadavere no al sesto secolo Cento Celle fosse
elmo, due lancie, spada e scudo di da Totila soggiogala, lo riferisce il
metallo. Lungo sarebbe enumerare Lami, riportato dal p. Faure, par.
gli altri oggetti rinvenuti negli sca- 1, p. 187, delle Meinor. yìpologet.
vi, che palesano, come il vasto ge- Anche sotto i longobardi continuò
nio, e il buon gusto del fondatore a prosperare, finché dai saraceni o
dei porto, non avea trascurato di mori venuti di Spagna, nemici del
aggiungendo alla amenis-
abbellirlo, nome cristiano, fu totalmente deva-
sima e magica posizione, la splen- stata e distrutta : la città di Traja-
didezza, come quello eh' è quasi al no venne pareggiata al suolo, parte
contatto di Roma. dai greci, dai goti, e dai longobar-
Per riguardo alla Marina pon- di, e sovra tutto dai mori prima
tifìcia [Vedi), sebbene Calisto III neir8i45 e poi verso l'anno 828.
sia stato primo tra
il i romani Pon- Questi ultimi nelle loro piraterie
tefici ad armare una flotta di navi scorrendo furibondi il liltorale, tutto
in questo porlo, fu però Sisto V il distruggevano anco per odio reli-
])i imo a porre una squadra di die- gioso. Per la loro ferocia atterriti i

ci galere a guardia del liltorale, e centumcellesi furono costretti di cer-


contro i barbareschi , e progre- care uno scampo nelle vicine fore-
dendo fu Alessandro VII, che fon- ste, ove impauriti vivevano fra la
dò r arsenale. Quindi alle galere miseria e le lagiime. Fu allora , e
si aggiunsero le fregate , e quando verso l'anno 854, che il Pontefice
poi venne la guerra di Francia nel s. Leone IV, dopo aver vinto ad
declinar del decorso secolo , il na- Ostia i saraceni, ed eretta in PvO-
viglio Pontificio,composto ed equi- ma a difesa del Vaticano la Città
paggiato dai civitavecchicsi e da al- Leonina per metterla al coperto del-
tri, fu da Napoleone tratto alla spe- le loro incursioni e depredazioni
dizione di Egitto, e recò colà il ce- mosso a compassione dei centumcel-
It'brato general Desaix. In tale spe- lesi, li ricovrò in altro luogo da
dizione si può dire finisse la ma- lui fabbricato, e prossimo all'antica
rina Pontilìcia, perchè quel navi- patria, che dal suo nome chiamò
glio piti non tornò , e quasi tutte Le.opoli; e ciò fece dopo di averla
le ciurme, spinte su pel Nilo, peri- cii'condata di mura, e vi ricettò pu-
lono parte per mancanza di vetto- re gli abitanti esuli delle città cir-
vaglie, e parte dal feiTO de' mame- convicine. Siccome Leopoli secondo
lucchi. alcuni era lungi da Centocelle (che
Nel 528
e sotto l'impero di Giu- r Anastasio chi;ima Centiunccllense
stiniano narra Procopio, era que-
I, Castrimi), poco piacque ai centum-
vSta città in grande auge, potente e cellesi, i non ebbero più pa-
quali
valorosa a segno, che avendo fatto ce finché non giunsero al suolo an-
parte nelle guerre fra i goti ed i tico, e sulle primitive mura roma-
greci, capitanati da Belisario, avea ne non gettai'ono le fondam{;nla
njspinto da sé, dopo uu lungo as- della nuova città. Appena pertanto
CIV CIV 3oi
cessarono le piraterie, abbandona- Vico, di consegnargli nelle mani
rono Leopolij si portaiono a Cen- Civita Vecchia, che teneva per la

tocelle che riedificarono sulla vec- santa Sede, mediante la somma di


chia città, e perciò la chiamarono dodici mila scudi ; ma non poten-
Città P^ecchia, Ch'ita Po-
Veccliia. do r antipapa partire da Avignone,
chi furono i restauratori, e con po- la congiura si sventò. Terminato il
chi mezzi, perchè si restrinsero en- funesto scisma , colla elezione di
tro un piccolo quadrato, come tutto- Martino V, Eugenio IV, che gli suc-
ra si vede dalle mura, che in qual- cesse l'anno i43i, nel ricuperare
che parte sussistono, cioè verso il pa- dai tiranni le usurpate terre della
lazzo pontificio. Secondo la tavola Chiesa Romana si propose di to-

dell'Ameti, Leopoli era lontana sei gliere dalle mani del tiranno Gia-
miglia da Cento Celle, su di che como de Vico, prefetto di Roma,
è a vedersi il Limperani Istoria Civita Vecchia, dandone l' incarico
della Corsica, t. I, 1.
9, pag. 344; al celebre Giovanni Vitelli Vitelle-
ed il Sarzana, Della capitale elei schi oriundo di Foligno, e di nobile
tuscaniensi , p. 182. famiglia di Corneto. Egli colle mi-
Fino dall'anno ySo, e nel pon- lizie Pontificie uccise in Vetralla il

tificato di s. Gregorio li. Cento de Vico, nella vigilia di s. Michele


Celle, siccome apparteneva alle se- Arcangelo del 143^, come si ha
dici che formavano allora il
città dal Contelori, De praef. Urbis, p,
ducato romano, nella deduzione di 85. Ma siccome la descrizione del-
questo alla santa Sede , divenne la presa di Civitavecchia, che ne fa
sovrano dominio de' Papi, il che Flavio Biondo segretario di Eugenio
afferma il Borgia, Memorie istori- IV nella sua Storia, interessa an-
che tom. I, pag. 6: In Tusciae par- che la posizione dell'antica rocca e
tibits (cioè nella Toscana de' Roma- della contigua darsena, che lo sto-
ni, detta oggi Patrimonio), idest Por- ricochiama porticello avente allora
tuni. Cenili ni cellas, Chere etc. Lo due aperture, non riuscirà discara
Scotto, Itiner. d' Italia a p. 187, la seguente traduzione.
dice che Gregorio III nel 740 la E questa incumbenza (di ri-
«
restaurò, e munì di nuove mura. " prender Civita Vecchia) la diede
Indi fu dichiarata città nel i192, » il Pontefice al vescovo di Reca-
dal Pontefice Celestino III. Dipoi " nati, che era un Vitelleschi di
nel 1244 s'imbarcò su questo por- « Corneto, il quale allora gover-
to, e nelle galere de' Genovesi suoi » nava (in qualità di legato apo-
concittadini, il Papa Innocenzo IV, '» stolico) la provincia. Ci si pose
per fuggire l'insidie dell'imperato- " costui con tutto il vigore^ secon-
re Federico II. Duiante il grande » dato da Fortebraccio, da Ranuc-
scisma di occidente, sostenuto in >:ciò Farnese, da Menicuccio Aqui-
Avignone dall' antipapa Benedetto » lano, e da Muzio da Fiesole,
XIII, il di lui parente e fautore » dando rapidamente il guasto a
Martino re di Aragona, stabih di >> quelle castella. Quindi espugnata
condurlo in E.onia accompagnato " Vetralla, terra in sulla via Cas-
da un' armata, contra il legittimo » sia, forte di sito e di mura, mos-
Pontefice Bonifacio IX, avendo a >i se il campo contro Civitavecchia,
tal efi'etto promesso Giovanni de M paese spopolalo, ma fortissimo,
,

3o2 CIV CIV


e celebre per il suo porto, clie chine, e le miniizioni. Indi, ri-

> anlicainenle nominavasi Centum- chiestone dal Foi tebraccio, diede


cellese. Coiitiiiiiava a tiiUo (fuel a lui una piccola galera ed una
> giorno l'assetlicj formato dall' e- gl'OSsa scafacela, ambo co[)erte di
» sercito Pontificio , e si teneva doppio tavolato, e questi, empiu-
5 per fermo, che non si sarebbe tale de' suoi Ijracceschi. li sospin-
> venuto a capo di espugnarla se se contro all' angolo occidentale
> non fosse, a preghiera del Pon- della rocca, ove giunti costoro
> tefice, soppraggiunto da Pisa col- spezzarono quella catena , che
> la flotta IMetro Laureano. Iinpe- porgendo dalla rocca allo scoglio,
» rocche, oltre le soldatesche, re- dava adito al porticello. Iiifrat-
> cava egli eziandio varie inacchi- tanto le schiere vescovili, le brac-
' ne da guerra, di che mancavano ccsche, e quelle eziandio che si

» i Pontificii. In tal guisa venne erano fatte venire dalla provin-


il luoEfo attaccato e da mare e cia etrusca del Patrimonio con i

da terra. Sta quivi uno scoglio veneziani e i lombardi com- ,

sassoso protratto a occidente, che battevano la rocca con vani as-


si disgiunge dal continente per salti dalla parte di terra, e ap-
tanta ampiezza di mare, quanta poggiate spazzavano le
le scale
conterrebbe trenta galere. Ha que- mura in guisa da incutere limo-
sto il nome di porticello, e quel- re. Quei poi eh' erano già den-

la parte di lui che si volge al tro il porticello, traendo la scala

sol cadente è tal limacciosa, che alle aperture soggiacenti alla roc-
non può transitarvi naviglio; quel- ca, penetrarono tra le carceii, e
la poi che riguarda l' oriente è le sepolture, come se avessero a
si angusta e pericolosa, che ap- fare con dei bravi, e non con
pena dà passaggio ad una galera, vigliacchi ed effeminati poiché ,

e d' infra gli scogli spiccasi dal Giacomo, comandante di quel-


il

lido vicino. In sul dorso di que- la fortissima rocca, temendo, co-


sto fu a grandi spese fabbricata me poi si disse, le perfìdie dei
una rocca di pietre quadrate, Catalani , o sospinto dalla sua
architettata in guisa, che dal la- vigliaccheria, nel tredicesimo gior-
to del continente, sebbene priva no dell'assedio si rendette mercè
di fossa, a qualunque assalto tien lo sborso che gli fece il Ponte-
petto. Nella maggior ampiezza fice di quattro mila monete di
della rocca, fino alla testa dello oro, e permesso di ricoverarsi
il

scoglio , che tragge in mare in Siena con le sue bagaglie, e


stanno intorno grandi macigni, suppellettili. Il Laureano fece ve-
che fanno argine ai furiosi venti, la per ove era indirizzato, e il

in guisa da rendere quel luogo Cornetano vescovo di R.ecauati,


immune da ogni sinistro di mare, avendo ordinato a IMcnicuccio ed
mentre la fortissima rocca porge a quel da Fiesole di precederlo
sicuro ricovero contro i nemici. in Ptoraa, a Forte Braccio di
Sospintosi quivi colla flotta il svernare in quel di Vetralla, ed al
Laureano, contenne le sue galere Farnese nella pi'ovincia, se ne an-
fuori di tiro, e sbarcate le schie- dò benché malato a trovare il

'.
>' re, pose in terra tutte le tuac- Pontefice
CIV CIV 3o3
Ad Eugenio IV nell'anno i447 La fortezza di Civitavecchia è
successe Nicolò V, il quale si rese certamente uno de' monu-
pili belli

benemerito di Civitavecchia, perchè menti di militare architettura, una


vi costruì molti edifìzi. Dal Car- opera di stile sodo e robusto, un
della , Mem. ist. de Cardinali , t. complesso di belle proporzioni. Giu-
IH, p. 172, abbiamo che Paolo lio lì, della Rovere, magnanimo
II creò Cardinale Amico della Ptoc- Pontefice, che al gusto delle arti
ca detto Angifilo, della diocesi di accoppiava gli spiriti delle armi in
Aquila, e perciò, come dice il Mo- dilèsa del principato, vista l'impor-
retti De s. Calisto ec. , chiamato il tante situazione della città, e con-
Cardinal Aquilano, che ricuperò sidei^ato di che interesse e vantag-
alla santa Sede molte piazze e cit- gio quel suo porto poteva essere si

tà. ]\è di ciò contento , fabbricò per le spedizioni marittime, che pel
quella di Civitavecchia, come al commercio, ed eziandio a difesa del
presente si vede. È da intendersi paese e del liltorale, incominciò a
però che questo porporato, il quale edificare stupenda fortezza nel
si

mori nel 1476, avendo avuto da mese di dicembre, come dice il


Paolo II, o da Sisto IV il gover- Piazza, Gerarchia, pag. i^iG. Co-
no della città e porto di Civita- munemente si crede che Giulio li
vecchia, l'avrà allora rifabbricata ne affidasse il disegno a Michelan-
nella maggior parte. L'Ughelli poi, gelo Bonarroti, e 1' esecuzione a
t. X, 5^, parlando di tal Cardi-
p. Giuliano Sangallo, nipote e fratello
nale ecco come si esprime ad Cen- : dei due Antonio Sangallo. Tutta-
tuni Cellarum crani muuilissimani volta il lodato cav. Pietro Manzi,
arceni construxit. Che Sisto IV sia il pieno di amor patrio, e delle re-
primo il quale abbia ristorate le mu- lative cognizioni, preso con criterio
i"a di Civitavecchia, non solo è no- tutto a calcolo, dopo aver posto ad
to, ma nella storia che di essa fece esame chi realmente possa esserne
Antigono Frangipani, e pubblicata stato il valente architetto, si di-
nel 1761, si legge il pontificio bre- chiara con sode i-agioni e giusti ra-
ve col quale Sisto IV ne alBdò la ziocinii per Bramante Lazzeri, e la
sopraintendenza alLo- lavoro a dichiara anzi una delle ultime sue
renzo di Pietra-santa, suo domestico maravigliose opere. Piuttosto convie-
familiare. Il Marini poi, Archiatri ne, che dall' avervi Michelangelo
t. I, p. 21 o, parla di Gio.
pontifìcii, posto per ultimo la mano, sia stato
Battista Bocciardo nipote d'Inno- riguardato come 1' autore dell' inte-
cenzo Vili, il quale ai i5 gennaio ro edificio. Imperocché può asse-

1490 fu fatto dallo zio castellano rirsi, che egli per comando di Pao-
di Civitavecchia. Parla egli ancora lo III, il quale si servi di lui in
di altro castellano, nominato Ilario molte opere di architettura civi-

Gentile, forse altro nipote del Pa- le e militare, fabbricò il maschio


pa, alla cura del quale, nel i485, ben diverso dagli altri bastioni di
avea lo stesso Innocenzo VIII in- figura ottangolare, con disegno fie-
viato il celebre medico Pellegro, ro ed ardito, e con ornati coni-
che probabilmente discendeva da spondenti al suo cornicione del pa-
Bartolomeo, il quale fu padre a Ni- lazzo Farnese. Leone X onorò di
colò V. sua presenza la città, accompagna-
3o4 civ CIV
to da molti ingegneri, perchè divi- chia col nobilitarne, e fortificarne il

sava fortifjcaila. Fra gl'ingegneri era- porto, e col fargli condurre per un
vi il Sangallo, per cui alcuni credet- acfjuedolto lungo sei miglia una co-
tero, che avesse avuto mano all'ere- p^iosa fonte d'acqua dolce, di cui al-
zioiie della fortezza sotto l'immo- lora mancava. Quindi, per evitare
diato predecessoie Giulio il. la scarsezza del frumento a Roma,
Nel i555 Paolo IV severamente acquistò da Filippo Peruzzi fioren-
punì il Cardinal A Scanio Sforza, e tino i terreni delle Chiane ne' ter-
i Colonnesi, perchè, quali aderenti ritori di Civita Vecchia, per pro-
della Spagna, contro la Francia ave- sciugarli e renderli fertili, alienan-
vano ingannato il castellano di Ci- doli poi alle comunità dei medesi-
vitavecchia, ad onta della sua resi- mi territori, creando perciò un luo-
stenza, con togliere dal porto due go di monte vacabile camerale, col
galere francesi ; galere che poi fu- nome di Monte Civitavecchia, a ra-
rono restituite per espresso ordine gione del sei per cento, che addos-
del Papa. 11 successore Pio IV, Me- sò altresì alle comuni di ]Monteleo-
dici, fu pur henemerito del porto e ne, di Città della Pieve, di Fieni-
della città per le opere summen- le Paolo V Borghese del i6o5
ec.
tovate, e molto contribm alle sue restaurò ed ampliò il porto, la for-
Queste furono conti-
fortificazioni. tezza, e la città, ed eresse il faro
nuale anche da s. Pio V, che nel perchè di notte servisse di scorta e
i566 divenne Papa. segno a' naviganti. Il di lui prede-
Di Gregorio XllI non solo ab- cessore Clemente VIII aveva già
biamo, che nel ì5']i si recò a Civita- portato a compimento un suo brac-
vecchia per r armamento di venti- cio.
quattro galere, per la spedizione Grandemente predilesse Urbano
contro i da s. Pio
turchi, già vinti Vili, Barberini, il porto, la città,
\ nel golfo di Lepanto, in unione e il forte. Nel i632 v' introdusse
altresì delle squadre di Spagna^ e acque salubri, per cui in sul fonte
Venezia ma da una medaglia pub-
; si legge l'iscrizione, che riporta il
blicala dal Venuti, si legge intorno Torrigio nelle sue Grotte ec. a p,
r epigrafe : Portus Centuni cel. in- 483. Quindi nel i634 restaurò la
slaur. urbemque vallo auxit. Lo cittànotabilmente in molte parti, ne
che prova che Gregorio XllI, verso aìsicurò il porto, ne rinnovò il mo-
il iSyS, aggiunse un baluardo, e lo, costrnsse l' argine massimo con-
restaurò alcune mura. Talmente poi tro la mare, fabbricò
violenza del
gli piaceva il delizioso soggiorno di molte case e magazzini pei commer-
questa città, che nei tredici anni cianti ; e per favorire il commercio
del suo pontificato, vi si recava in tolse la gabella alle merci giunte-
ogni autunno. Fuvvi anco in apri- vi per via di mare, con altre be-
le del detto anno iSyS, e discus- neficenze, che si leggono in altra
se il progetto di tirare mi alveo iscrizione, che riporta il Torrigio
navigabile pel Tevere, che per al- nel luogo citato, e in quella eretta
tro dagli architetti non fu appro- sulla facciata esterna del palazzo di
vato. rocca, in piazza d'armi. Questo Pa-
11 gran Pontefice Sisto estese V pa aveva in mira di fare stanzia-
le sue cure ancora a Civita Vec- re in questo porto le galere della
CI V CIV 3ui;

nnirina l'ontificiu, e di proteggerle artiglierie, l'atlerratnento di duemon-


dalle tempeste marittime. Il di lui ticelli,la strada coperta, non che

successore Innocenzo X, Pamphily buone fortificazioni.


dopo che il suo nipote nel 1647 Avendo pertanto Innocenzo XII
rinunziò la dignità cardinalizia, per fabbricato summentovati acquedot-
i

dare successione alla famiglia, lo di- ti, nel 1692, si recò a visitarla, fece

cliiarò generalissimo delle milizie pa- franco dalle gabelle il porto, e la

pali, nel cjual grado fu il primo dichiarò città, giacche quando Cele-
ad introdurre in Civitavecchia la stino III vi avea eretta la sede ve-
fabbricazione delle galere. scovile, era per questa divenuta cit-

Alessandio VII, esaltato al trire- tà, ciò che poi cessò di essere pel
gno nel i655, con doppio molo e trasferimento, o unione della sede a
catene ristabilì il porto rovinato dal quella di Viterbo, siccome poi dire-
tempo e dall'impeto delle onde del mo. Quindi Innocenzo XII, coll'au-
mare; vi fabbricò l'ospedale pei viag- torità della costituzione In supre-
giatori, ed un'altra torre, e conces- mo, presso il tomo IX del Bull.
se alcuni privilegi alla città. Tolse Rolli., le assegnò un prelato per

la necessità di fabbricare le navi e governatore, colla sopraintendenza


galere altrove col costruir con disegno eziandio della vicina città di Cor-
del cav. Bcrnino, l'arsenale, leggiadro neto: e sebbene i medici gli aves-
e svelto- Esso è formato di sei grandi sero vietato di recarvisi, nel 169G
arcate, che porgono in mare, forma-
e ritornò ad onorare Civitavecchia per
no un semicircolo, fatto in modo da vedere l'ampliazione sua, che avea
potere in cadauna fabbricate e va- ordinata dalla punta di levante, fa-
rare una galera. Dalla parte late- cendovi fabbricare un borgo , il

rale dell'ultima arcata, volta a mez- quale fu denominato di sant' Anto-


zod'i, si presenta il magnifico aspet- nio, e venne munito di alte mu-
to della fortezza, che in basso da ra e terrapieni. Così formossi una
un Iato ha la fabbrichetta, ove tro- nuova cinta di fortificazioni, che
vasi l'ufficio della sanità. All'isola resero da questo Iato inutili le pre-
edificata da Traiano avanti il por- esistenti. In seguito il detto succes-
to, mezzo delle parti estre-
cioè nel sore Clemente XI si occupò gran-
me delle due braccia, per cui for- demente acque in vantaggio
delle
mansi due bocche, una detta di le- degli per cui vi spedì il
abitanti,
vante, l'altra di ponente, eranvi due proprio nipote Annibale poi Cardina-
torri, per avvertire i naviganti e farli le, ed in appresso il Cardinal Pam-

cauti nell'entrare le due bocche me- phily.


desime, ma ora una sola ne esiste Altro segnalato benefattore fu
sormontata dall' ampio fanale. Ad Benedetto XIV, il quale non solo
onta che l'isola fosse fabbricata soli- abbellì il mezzo del porto d' una
dissimamente, accorsero a ripararla bella,ed elegante fontana, ma spur-
prima Clemente X, e poi verso il gò il porto per maggior comodo
17 14 Clemente XI, che molto vi delle navi che vi approdano, e rese
spese; ma all'immediato suo prede- più ampia la piazza per lo scarico
cessore Innocenzo XII va molto di delle mercanzie. Il commercio, che
debitrice la città, come ad Innocen- sino a lui aveva languito ,
prese
zo XI deve l'accrescimento delle sue subito vigore allorché restituì al
voT. xur.
3u6 CIV CI V
porto 1 al^olita franchigia, e con- monsignor tesoriere generale, che gli
iriinò ed accrebbe le concessioni rassegnò in un bacile le chiavi : vi-

d Innocenzo XII, consolidandole con sitò la chiesa, i fortini, le cortine,


l('gii;i e statuii, che garantissero i i baloardi, accompagnato dal castel-
Irallìcanti. Il perchè venne il por- lano Origo. Passato all' arsenale os-
io fi'equentato anco da lontane na- servò una nuova galera, ed al mo-
zioni, e con grossi legni, con gran- lo la fontana, non che le tre iscri-
de utile della rifiorente città. Desi- zioni marmoree poste al porto a
derando poi il benefico Pontefice perpetua memoria de' favori da lui
di osservare quanto avea fatto a ricevuti dalla città. Nella sera vi fu
Civitavecchia, parti da Roma a 26 generale illuminazione, e il magi-
aprile del 1747j avendo seco in strato presentò al Papa un calice
carrozza il Cardinal Valenti segre- dorato, l'assentiste delle galere una
tario di stato, e Colonna pro-mag- pianeta ed alcuni libri di marine-
giordomo. Nel seguente giovedì ria, e il principe di Palestrina di-
giunse iu Civitavecchia, preceduto versi bacili di commestibili. Nel ve-
dal crocifero a cavallo colla croce nerdì Benedetto XIV celebrò messa
inalberata. Egli avea pernottato a bassa nella detta chiesa de' dome-
Palo, ed era stato per terra pre- nicani all'altare dedicato a s. Fir-
ceduto e scortato dalla cavalleria, e minia protettrice della città, di cui
per mare da quattro galere, rice- solennizzavasi la festa. Nelle ore po-
vendo lungo la strada gli onori che meridiane ammise all' udienza la
si convengono al sovrano Pontefice, deputazione di Corneto, e co' sud-
come dicesi all'articolo Piaggi dei detti Cardinali in carrozza andò ai
Papi (Pedi). Alla porta della piaz- cappuccini, dove monsignor Alessan-
za d'armi gli furono colla debita dro Abati romano, vescovo di Vi-
formalità presentate le chiavi della terbo e Toscanella, gli fece presen-
città dal magistrato.governatore Il tare un donativo di commestibili,
della medesima, monsignor Saverio avendo già fatti i suoi ossequi sino
Dattilo di Cosenza, con le autorità, alla Chiariiccia, luogo così detto da
e molti distinti pei'sonaggi, si trovò una delle torri del littorale, ov'era-
alla rocca a riceverlo, mentre il rim- si recato ad incontrarlo, qual luo-
bombo de' cannoni , il suono delle go in cui principiava I' episcopale
campane, e le acclamazioni del fol- sua giurisdizione In questo giorno
tissimo popolo accorso anche dai vi fu la coi'sa de' barbari.
dintorni riempiva gli animi di
, La mattina del sabbato, e a piedi
gioia.Asceso Benedetto XIV al suo seguito dalla pontifìcia corte. Bene-
appartamento, ammise al bacio del detto XIV ritornò al molo, e al-
piede i pubblici rappresentanti del l'arsenale; passò ad ascoltare la

comune, quindi ascoltò tutti all'u- messa nella chiesa di s. Giovanni di


dienza, il clero, gli uffiziali ed altri. Dio de' religiosi Benfratelli, quindi
A pranzo la prima volta che be- si recò al loro contiguo ospedale,
vette, le artiglierie fecero una ge- benedì la mensa degl' infermi, cui
nerale salva. Nel giorno visitò la somministrò vivande e dolci, e fece
chiesa principale de'domenicani de- dispensare uno scudo ad ognuno ;
dicata a s. Maria; quindi passò alla volle eziandio vedere la spezieria ,

fortezza, in cui ebbe gli omaggi di ed ammise al bacio del piede tut-
CIV CIV 3o7
ti i religiosi. Passò poi a visitare la corsa delle barchette. Nelle ore
la chiesa della confraternita della pomeridiane Benedetto XIV visitò
morte, e nel giorno assistè alla re- la chiesa del sodalizio del Gonfalo-
cita delle litanie nella chiesa dei ne, ammettendo i confratelli al ba-
cappuccini. Nella domenica il Papa cio del piede, indi visitò i cappuc-
disse messa nella chiesa de' p. p. cini, come fu ripetuto in mare il

conventuali: dipoi bened\ nell'arse- divertimento della giostra. Final-


nale la detta galera solennemente, mente nel mercoledì 4 ™^gg'o il

e le impose il nome di s. Benedet- Pontefice, dopo avere ascoltata la


to, vedendola varare dal casino del- messa , sparse agli abitanti molte
la Ricorrendo la festa di s.
sanità, beneficenze, e graziò trentacinque
Caterina da Siena, visitò la chiesa forzati, e pel primo uno che si era
de' domenicani ; e passando ad os- confessato reo a confronto degli al-
servare le mura della città, ne fece tri i quali chiamavansi innocenti, per
elogi pel loro stato, sì a monsignor cui lepidamente disse il gran Papa,
Maggi commissario delle armi, sì al non convenire che un colpevole stes-
conte Sederini, governatore delle ar- se fra innocenti e gente buona. In-
mi della città. In mare vi fu una di alle ore i i partì da Civitavec-
giostra, e l' affittuario della provin- chia, cogli onori dovuti al sovrano
cia del Patrimonio Pagliacci, pre- Pontefice, e l'eco delle più vive ac-
sentò al Papa una ricca pianeta. clamazioni riconoscenti e divote. /
Nel lunedì, siccome festa de'ss. Fi- Diari di Roma del 1747 fanno la
lippo e Giacomo, Benedetto XIV descrizione di questo viaggio, ai nu-
celebrò messa nella mentovata chie- meri 4647 e 46^0. Dopo la par-
sa de' cotifrati della morte , i qua- tenza di Benedetto XIV dalla città,
li furoiio da lui ammessi al bacio caddero alcune case, colla morte di
del piede. Poi visitò l'ospedale, che dodici pei'sone, il perchè, ad ovvia-
avea fatto fabbricare pei forzati re simili funeste disgrazie, colla co-
della darsena, pel quale assegnò la stituzione Ad Centumcellas , data
cappella de'religiosi cappuccini, affin- die 3o sept. 1747 j Bnll. Magn. t.

chè vi ricevessero i sagramenti : bene- XVII. 267, il provvido Pontefi-


p.
dì il cibo pegli infermi, dispensò le ce stabih, che ogni anno fossero e-
vivande, le confetture, e a tutti fe- letti due maestri di strade, i quali
ce dare uno scudo. Nel dopo pran- visitassero tutte le case, e facessero
zo andò alla chiesa di s. Gio. Bat- risarcire quelle che avessero biso-
tista, commenda dell'Ordine geroso- gno, e qualora proprietari si rifiu-i

limitano, ammise al bacio de' piedi tassero, i maestri le vendessero al


i cavalieri fr. cappellani ; indi pas- maggior offi^rente, preferendo i pro-
seggiò lungo la spiaggia del mare. prietari confinanti, indi gì' inquilini.
Nella città vi fu il divertimento della Correndo Tanno i753, i mari-
corsa al Saracino, e si fecero le evo- nari di un legno genovese si azzuf-
luzioni militari dalla guarnigione. Nel farono con quelli delle tarlane di
dì seguente recossi il Pontefice al Gaeta ; ma il presidio sedò il tu-
porlo salutato dai cannoni di tutte le multo, che poteva divenire ben gra-
galere ; poi ascoltò la messa nella ve, pel partito che in favore de'ge-
chiesa di s. Nicolò dei pp. della dot- novesi prendeva il popolo. Allora
trina cristiana e in darsena si fece
; governava Civitavecchia monsignor
.l.,8 CIV CIV
J'inocciru'lli poi Caidiiiolc, ctl il con- che dovevano perluslrare la strada
te Soileriiii eia ancora governatore e la costa del mare, oltre quelle
«Ielle armi. Questo avvenimento che dovevano servirlo nella stessa
j)roclusse alcune lenipoianee tlifTe- città. Indi la mattina del lunedi 26

) cnze Ira la corte di Pioma, e quel- aprile, col consueto accompagnamen-

la eli JNapoli; difl'erenze che raccon- to e corteggio, avendo in cairozza


la il Novaes nella vita di Benedet- il Cardinal Cavalchini pro-datario,
to XIV, t. XIV, p. 198 e 199. ed il proprio nipote monsignor Car-
Clemente XIII, a cagione d'infer- lo Rezzonico, segretario de' memo-
mità sofferte, nel 1759, aveva sta- riali, da Roma. Pernottò, co-
partì
I)ilito di recarsi agli 8 di maggio me Benedetto XIV, a Palo, e nella
in Civitavecchia, per godere dell'a- mattina seguente si ripose in viag-
ria marittima, stimata assai proficua gio, incontrato dopo s. Severa dal-
alla di lui salute, e perciò tre gior- le mute del Cardinal Giacomo Od-
jii avanti vi si recarono pegli op- di, il quale, come vescovo di Vi-
portuni preparativi, monsignor Co- terbo e Toscanella, e perciò allora,
lonna maggiordomo, e il marchese come diremo, ordinario pure di Ci-
Patrizi foriere maggiore; ma soprav- vitavecchia, erasi portato a fare i

venuta al Papa a' 5 altra febbre, dovuti omaggi al Papa. All' ingres-
venne sospesa la gita. IVello stesso so nella piazza delle armi, il pre-
anno, e a' 1 6 settembre, Clemente lato Giambattista
Rezzonico altro ,

XIII fece ricevere in Civitavecchia, nipote di Clemente XIII, qual com-


e trattare a spese della Camera apo- missario generale delle armi ^ ed
stolica perseguitati gesuiti prove-
i il conte Soderini governatore del-
nienti dal regno di Portogallo. iXè le armi cioè comandante del pre-
,

riuscirà discaro, che qui si riporti il sidio gli,


presentarono le chiavi
soggiorno cui in Civitavecchia fecero della città. Smontò al palazzo apo-
Clemente XIII, ed altri suoi suc- stolico, alla cui porta trovaronsi, il

cessori, giacché il romano Pontefi- suddetto Cardinal vescovo, monsi-


ce non è un sovrano qualunque, gnor Canale tesoriere generale, i
ina riunisce sublime dignità di
la prelatiAcquavi va commissario del
capo della Chiesa, quale padre co- mare, e Antonio R.ipanti di Jesi
mune de" fedeli laonde tultociò che
; governatore della città. Fu ivi an-
il riguarda, deve interessare ciascun cora ricevuto dalla civica magistra-
cattolico. Ognuno sa , che Vrjos tura, fra le salve de' cannoni della
luibitaiUc Caniillo, illieo Roma fuit, fortezza, le galere papali, e le navi
Luciano lib. V, vers. 28; voglio di- ancorate, licevendo da tulte le au-
re, che dovunque si trova il sommo torità gli onori, e le distinzioni do-
Pontefice, ivi soggiorna la sede Ro- vute} a un monarca, ed al supremo
mana, secondo il volgare proverbio: gerarca. Nel dopo pranzo Clemente
l^ii Papa, ibi Roma. XIII visitò domenica-
la chiesa de'
Adunque nella primavera del ni, ed oiò s. Firmi-
nell'altare di
1762, Clemente XUl, Rczzoiiico, in nia; indi passò ad osservare la nuo-
vece di passare alla pontiHcia vil- va fabbrica dello scaricatore da lui
leggiatura di Castel- Gandoljo [Vc- eretta per comodo delle navi, men-
di), per alcuni giorni andò in Ci- tre per la città solennizza vasi la pro-
vitavecchia, preceduto dalle milizie ces^ione della patrona s. Firminia.
,

C!V CIV 3o()

rosola ricevette dal Cardinal vesco- vò novanta infermi benedì la loro ,

vo un donativo di commestibili. mensa, presentò loro le vivande, e


Nel seguente mercoledì 28 aprile, ad ognuno diede delle paste dolci,
sacro a s. Firminia, disse il Papa una medaglia benedetta, e sei pao-
la messa nella detta chiesa , dopo li; nel dopo pranzo visitò il Santis-

di. che ammise in sagrestia al ba- simo nella chiesa di s. Maria dei
cio del piede il p. Yillavecchia, \'i- domenicani. Il martedì passò a Cor-
cario generale de'domenicani co' suoi neto; nel mercoledì visitò la chiesa
religiosi, ricevendo dal primo una di s. Antonio fuori della porta ro-
costa della santa entro reliquiario mana di Civita Vecchia, già eretta
di argento, insieme ad un nobile dal predecessore Benedetto XIV, e
fiore, e l'effigie della stessa santa in nel giovedì disse messa nella chie-
seta. Altro dono, consistente in un sa della confraternita della morte,
calice d'argento dorato, ricevette dove ebbe da' confrati un fiore tes-
dall' università de' mercanti. Nelle suto d'argento; visitò un piccolo
ore pomei'idiane visitò il lazzaret- o>pedale di donne, e la ss. Eucari-
to, e i nuovi granari. Il giovedì stia nella chiesa de' conventuali ,

osservò le fabbriche de' lavorieri partendo dalla città nel venerdì 7


passò a venerare il ss. Sagramento maggio.
nella chiesa di s. Fi'ancesco de' mi- Clemente XIII nella sua dimora
nori conventuali, seguito dal terzo a Civita Vecchia, oltre quanto si
nipote d. Abbondio poi senatore di è detto, fece dare ai forzati una
Roma. Indi nel venerdì dopo l'u- libbra di carne per giorno, e buon
dienza recossi alla fortezza, le cui vino, e ne liberò dalle prigioni tren-
chiavi nel debito modo gli furono tacinque ; e dispensava le limosine
presentate dal castellano commen- a' poveri colle sue proprie mani.
datoi'e Origo, e fece orazione nel- Ordinò r erezione d' uno spedale
la cappella. per le donne, ed un conservatorio
Nel primo giorno di maggio Cle- per le orfane ed oneste zitelle, il
mente XIII visitò la chiesa, e il quale compì in tre anni, colla spesa
convento de' cappuccini, tornando a di diecimila scudi. Donò la comu-
piedi alla rocca sua residenza. Nel nità a tal effetto una piccola casa.
dì seguente, eh' era domenica, cele- Fu agli 8 settembre del 1766, che
brò la messa nella chiesa de' Bene- le orfane e le zitelle passarono ad
fratelli, indi visitò l'ospedale, dispen- abitarlo. Quanto qui dicemmo di
sando ai malati mezzo zecchino, una Clemente XIII, più diffusamente si
medaglia benedetta, e una porzione legge nel Novaes t. XV, p. 18, 46,
di dolci per cadauno. Nelle ore po- 47, 64 e seguenti, non che ne Din-
meridiane orò nella chiesa del so- ri (li Roma nel 1762, ai numeri
dalizio della morte, e si recò a ve- 6993, 6996, e 6999.
dere il palazzo del marchese Chigi Nella vita di Pio VI, scritta dal
Muntoro, suo foriere maggiore. Nel citato Novaes, molte cose si dicono
lunedì il Papa andò nella chiesa di da lui operate a vantaggio di Ci-
s. Nicola della dottrina cristiana, vi vita Vecchia, che qui accenneremo.
disse la messa, ed ammise al bacio Appena nel 177 5 salì egli sul tio-
de' piedi i religiosi; indi si trasferì no pontificale , che prese cura del
all'ospedale dei forzali, ove ne Iro- purlu, restaurando T anlemuialc di
k86UZ/
3 1 o C1V CIV
Trajano, peichù corroso dal tcinpo, dere a settanta mila scudi. Pronta-
e dall' urto veeincntissimo delle on- mente Pio VI diede l'opportuno
de del mare. Con tal benefìcio rese soccorso agl'infelici, che aveano sof-

la siciu'ezza ai bastimenti, che en- ferto, e riparando


conseguenze le

trano e si trattengono nel molo. del fortuito avvenimento, fece ese-


Quindi volendo provvedere in un guire i necessari l'isarcimenti dal-
modo stabile al nuovo spedale del- l' architetto Navona. Nel di lui

le donne, e al conservatorio della pontificato, presso le vicinanze del-


divina provi'idcnza per le orfane la città, si discopersero miniere di
degl'impiegati camerali, eretti po- piombo, che Pio VI attivò a van-
chi anni prima, impose alcune pic- taggio del commercio, come si rese
cole gabelle sulle merci, che s'intro- benemerito delle escavazioni dell'ala-
ducessero nel porto, e nelle vicine bastro detto di Civitavecchia. Delle
spiaggie di s. IMarina, di s. Severa, vicende repubblicane, che termina-
e di Palo, le quali dovrebbero ero- rono il secolo XVIII, e della resa
garsi pel necessario sostentamento. della città al generale Merlin, trat-
Indi per le sue sollecitudini go- ta il Manzi alle pag. 45 > ^ 4^-
vernative, e per le sagge disposi- IMa gì' inglesi temporaneamente si

zioni emanate, il commercio si fe- impossessarono di Civitavecchia ai


ce più attivo e fiorente. Nell'anno 16 settembre 1799? nienlre nel
1779 cadde un fulmine sulla pol- mese precedente l' esule, ma gloi-io-
veriera della fortezza, che fece sbal- so Pio VI, avea terminato i suoi
zar in aria, e rovesciare una parie giorni a Valenza di Francia.
del forte, trapassando i tetti del- Altre notizie intorno a Civita Vec-
l' ai'senale e delle vicine case, con chia si andranno esponendo nel vo-
altri danni che si calcolarono ascen- lume seguente.

FINE DEL VOLUME DECLUOTERZO.


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sncR
rioroni Gaetano,
,

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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