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n 3 7^
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
\ DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRIj AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI
, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI CONCILII ,

AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E


PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC, EC. EC,

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


PRIMO AIUTANTE DI CAMERA DI SUA SANTITÀ

GREGORIO XVL

VOL. XVIII

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLIII.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

C
cos cos
(jOSTANTlNOPOLI {Constan- ce dell' Islamismo, solendo i mede-
tinopolis). Capitale dell'impero ot- simi ottomani denominarla con en-
tomano, ai confine dell' Europa col- fatica espressione Ummed-dunia, cioè
l'Asia, e già antica capitale della Madre del mondo. S' innalza que-
Tracia. Dai suoi primi fondatori sta ìiuova Roma, non sopra sette

fu chiamala Bisanzio, o Bizanzio, colli,che emergono sul gran trian-


dai greci yénthiiza, o città Jlorida; golo curvilineo, onde l'area ne vie-
dai bulgari Zaregrad, o città rega- ne descritta sull'estremo canto orien-
le; dagli arabi Constantanìjc , e piìi tale della Tracia, ma sopra diverse
sovente Farnik, o luogo che sepa- colline. I romani, in memoria dei
ra l'Asia dall'Europa, dappoiché colli, sui quali era fabbricata B.o-

da Costantinopoli un battello può ma, chiamarono anche Costantino-


fare il tragitto in Asia in meno di poli la città dei sette colli, quasi
un quarto d'ora ,
per uno stretto per associarla alla potenza della ca-
canale che gli antichi chiamarono pitale dell'impero d'occidente. Pe-
Bosforo, perchè un bue poteva tra- rò questa denominazione è meno
versarlo a nuoto. Questo stretto di propria, ed esatta, perchè se si ha
comunicazione tra le due parti del riguardo alle colline, che propria-
mondo, scorre uno spazio di circa mente possano dirsi tali , il loro
diciotto miglia tra il mar Nero ,
numero è minore di sette ; se poi
ed il mare di INIarmora. Costanti- si calcolano tutte, sono in numero
nopoli dagli ottomani con greco , masL'iore. Sembra la città assidersi
vocabolo corrotto, viene chiamata in soglio nel limite fra l'oriente, e
Stamhul, Istambol, o meglio Islani- r occidente, per dominare le due
hol, cioè luogo fertile, o quasi api- plaghe. Le acque ne cingono i due
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lati, mentre il solo terzo si attiene Egeo, e Propontide apre la ma-
la

al vicino continente europeo. Que- ravigliosa comunicazione ), per avere


sta città, posta in un sito centrale, ricevuto il nome dalla giovine El-
sembra dalla natura destinata ad le, e per lo tragitto da Abida a Se-
essere la metropoli dell'universo. Di sto, del misero nuotatore Leandro
fatto è una specie di deposito delle amante della bella Ero. La storia
merci dell'Europa, e dell'Asia, per poi ci rammenta il ponte di bar-
cui fa un commercio considerabile. che per cui Serse fece passare i

Fra i suoi diversi sobborghi ,


pri- suoi eserciti, e la non men cele-
meggiano Pera, e Calata la ; pri- bre irruzione in Asia di Alessandro
ma è il quartiere de' negozianti, e il Grande. Le mura, che difendo-
la seconda quello della diplomazia no la città all' ovest, sono in ge-
europea. nerale assai alte, e costrutte in mat-
Costantinopoli propriamente det- toni piatti, ed in pietre di una dop-
ta,non compresi i sobborghi, oc- pia grossezza, che quelle dei mat-
cupa una superfìcie triangolare, so- toni. Fabbricate da Teodosio im-
pra un promontorio composto dalle peratore, sono tutt' ora assai bene
mentovate colline, che si elevano a conservate. Vi si contavano sette

forma di anfiteatro. La base di porte, ma sono state atterrate le


questo triangolo, che sta all' ovest, superflue. La più osservabile, quan-
è determinata da una doppia mu- tunque la più danneggiata, è quella
raglia fiancheggiata di torri , e di- detta Top-ca-pusi, o porta sancii
fesa da una fossa di circa venticin- Romani. L' ultimo imperatore gre-
que piedi di larghezza, che separa co Costantino Paleologo fu colà
Costantinopoli dal restante del con- ucciso, e per essa i turchi entra-
tinente. Le due altre parti sono rono nella capitale dell'oriente. Una
tracciate al sud dalle sponde del doppia muraglia pure fiancheggiata
mare di IVIarmora, ed al nord-ovest di torri, si unisce alla precedente,
da un braccio del canale di Costan- e circonda Costantinopoli dalla par-
tinopoli, che penetra molto avanti te della Propontide, e del canale.
nelle terre, separando Costantino- Porta essa l'impronto delle ripa-
poli dai suoi principali sobborghi, razioni fattevi dai turchi, e presen-
e in fondo al quale si gettano il ta anche qua e là gli avanzi di
Cydaris, e la Barbyssa. Contempla edifizi greci, e romani. Olfre sette
inoltre Costantinopoli verso il sud ingressi dalla parte del mare , e
ovest famoso varco dell'Ellespon-
il dieci da quella del canale. Questo
to, chiamato ora de' Dardanelli dal- canale forma uno de' più belli , e
le due fortezze, che verso la parte sicuri porti dell'Europa. L' ingresso
piti angusta dello stretto edificò sul- è illuminato da due fari, difeso da
le due spiaggie asiatica ed euro- forti numerose batterie
e sì di ,

pea il conquistatore Maometto II mortari a bomba, che di cannoni a


nel secolo XV, dette attualmente i grosso calibro, poste da una parte
vecchi Dardanelli, per distinguerli alla punta dei serraglio, estremità
dagli altri due propugnacoli, che nel del promontorio su cui s' innalzai
secolo XVII Maometto IV vi ag- Costantinopoli, e dall'altra all'arse-
giunse. Nella mitologia è celebre nale di Top-hana sulla costa orien-
l'Ellesponto (che fra l'arcipelago tale di Calata. Questo vasto baci-
, ,

cos COS 7
no, coperto da una mollitufline di novesi, ma poi venne ricuperata da
navigli di tutte le nazioni (potendo Maometto li, siccome meglio dire-
le più grandi navi avvicinarsi quasi mo. Essa è cinta di antiche mura,
sino alle abitazioni ), continuamen- con dodici porte, le quali sono sem-
te percorso dai caichi, o battelli pre aperte, ed ha una cittadella altis-
turchi elegantemente addobbati, of- sima, chiamata torre di Cristo, la
fre un quadro animatissimo, incor- quale fu eretta da Anastasio. Alla
niciato, per cos^dire, da edifìzi di moschea degli arabi finisce la mu-
forme belle, e variate. laglia di separazione, che può dirsi
Calata, Pera, e Cassim-pascià so- dividere Calata in tre parti, e che
no i sobborghi, che separano il por- viene condotta dalla torre verso il

to dalla città. Quello di Ayoub od sud-ovest, e di là fino alla dogana.


Ejub, abitato da soli turchi, tocca Calata rinchiude molte moschee
al nord le muraglie di Costantino- una fontana riccamente ornata , e
poli. Si osserva in questo il mau- numerose botteghe di mercanzie di
soleo di Ejub ( porta stendardo e tutte le nazioni. Questi fondachi
discepolo Maometto )
del profeta sono tutti di pietra, per resistere
erettovi da Maometto II, come an- al fuoco e piantati sono in distan-
,

cora una bella moschea dello stesso za gli uni dagli altri, con le sole
nome, ove si custodiscono tutte le finestre di prima necessità , e con
reliquie del profeta, tranne lo sten- porte foderate di lamine di ferro.
dardo, o Sangfaki-cherif, che si con- Una catena tirata dalla punta di
serva nel serraglio , e la sciabla Calata alla punta del serraglio ser-
con cui si armano i sultani alla viva altre volte a chiudere il porto
loro assunzione al trono. Vi sono di Costantinopoli. Eravi quella ca-,
pure in questo sobborgo molti pa- tena sino dal tempo dell'impera-
lazzi delle principesse, appartenenti tore Severo, che assediò Bizanzio, e
alla famiglia imperiale. In una ricca Leone l' Isaurico tenne lontani con
valle vicina si trova il Kiaat-Khauch, essa i saraceni, che temettero es-
bel palazzo fabbricato da Acmet sere racchiusi nel golfo dopo il loro
111, sopra un modello esibito da passaggio. Lo stesso conquistatore
un ambasciatore francese. Il sob- Maometto II antepose di far trasci-
borgo di Cassim-pascià contiene il nare per terra i vascelli armati, an-

Tersanch o grand' arsenale della ziché distruggere quel riparo. L'im-


marina, vasti cantieri da costruzio- peratore Michele Paleologo, dopo
ne, il palazzo del capitano pascià, aver tolto Costantinopoli agli im-
o capudan pascià, caserme, alloggi peratori francesi, cedette Calata qua-
per gli schiavi ed artefici, ed una si in feudo con varie
a' genovesi
moschea. Questo ampio sobborgo è condizioni, ed nuovi possessori la
i

interamente sottomesso alla giuris- fortificarono in guisa, che servi mi-


dizione del detto capudan pascià o rabilmente a rintuzzare gli assalti
ammiraglio, il quale non rende con- turchi,né uscì a' genovesi di ma-
to che al gran signore. All'est di no che sotto Maometto II
j nel ,

Cassim-pascià stanno Calata, e Pe- giorno stesso della presa di Costan-


ra. La prima era una piccola città tinopoli. Nella parte inferiore dell' in-
allorché s'impadronirono di
i latini gresso del porto, sta il detto grande
Costantinopoli, e fu donata ai ge- arsenale di Top-hana ( cioè canno-
8 COS cos
ne e casa), in cui sono degni di de dall'alto delle colline sino al
osservazione i magazzini di artiglie- mare.
ria, caserme dei cannonieri, e la
le Anche Costantinopoli, propriamen-
bella fonderia di cannoni, da cui il te veduta dalla parte del
detta,
luogo prese il nome; mentre appunto mare, presenta un incantevole aspet-
Tophana altro non vuol dire che to. E infatti le colline sulle quali la
cannone j e casa. Il quartiere di Pera città insensibilmente ed in forma
si estende bellamente su di una vi- regolare s' innalza a guisa di anfi-
cina altura, ed ha quasi una lega teatro, le superbe moschee che co-
di lunghezza è assai male lastri-
: ronano le sommità più elevate colle
cato, e in generale molto irregolar- loro immense cupole, e circondate
mente costrutto. Gli ambasciatori da alti minareti, i bagni magnifici,
europei vi hanno la loro stallile le case dipinte a varii colori, e ver-
residenza, in unione ai loro inter- niciate, con ispecchi, su' quali il sole
preti, in edifizii assai belli , e flib- riverbera i suoi raggi , e con giar-
bricati in pietra, possedendo ezian- dini deliziosi , ove s' innalzano ci-
dio in altre situazioni deliziosi luo- pressi, mirti, ed altri alberi sempre
ghi campestri. Vi risiedono un ar- verdeggianti , la distribuzione sim-
civescovo in partibus, che ha il ti- metrica di tutti gli edifizii , la ve-
tolo, e le prerogative di vicario pa- duta del porto sempre coperto da
triarcale apostolico, ed altro metro- legni d' ogni grandezza , e da mi-
polita pritnaziale pegli armeni, del gliaia di barche che lo percorrono
quale si parlerà a suo luogo, e che in tulle le direzioni ,
gli avanzi di
porta il titolo di arcivescovo di Co- antichi monumenti, e finalmente il

stantinopoli. Sonovi, come meglio lontano prospetto di pianure ricche


poi si dirà, chiese cattoliche latine, di superba vegetazione, tuttociò pre-
cattoliche armene, altra piccola pa- senta allo sguardo sorpreso lo spet-
rimenti armena cattolica nclTinterno tacolo più bello , e magnifico che
dell'ospedale, un'armena scismatica, possa immaginarsi, ed una delle più
una greca scismatica, un monistero deliziose prospettive del mondo. L'in-
di dervisi dell' ordine di MevlcK'ix, cantesimo prodotto dall'aspetto es-
ed un collegio di giovani destinati ad terno di Costantinopoli, va sceman-
essere ammessi nel serraglio. Que- do insensibilmente avanzandosi nel-
sto sobborgo, che può dirsi un quar- r interno; e dopo avere ammirato il
tiere europeo, nel quale le botte- seducente esteriore di questa capitale,
ghe, ed i magazzini sono addobbati che pare dalla natura destinata ad
e disposti come a Londra, e a Pa- essere la regina delle città, non si

rigi, presenta il complesso di tutte vedono nell' entrarvi che strade an-
le nazioni, comprese sotto il nome ed as-
guste, irregolari^, e lubriche,
generico di Franchi. Ed è perciò, sai incomode pei pedoni e case ,

che vi si vedono tutte le foggie di per la maggior parte costrutte in


vestimenti , e vi si odono parlare legno, mattoni, ed argilla, ricoperte
quasi tutte le lingue. Non v' ha di una intonacatura fittizia. In molti
niente di più grato , e dilette- luoghi s' incontrano vasti spazi de-
vole all' occhio , del scmicircolo serti, coperti qua e là di rimasugli
formato dalle case di Galata, Pe- di edifizi anneriti dalle fiamme, o
ra, e Tophana, il quale si esten- abitazioni abbandonate a cagione
,,

cos COS 9
della peste, che non di rado iiifu- regna una magnificenza incredibile,
ria nella città. sebbene bizzarra ed irregolare. Il
Però a fianco di edifìzi di pessi- restante del serraglio, che va sino
mo gusto, se ne vede un buon nu- allapunta del promontorio, si com-
mero di quelli che meritano di es- pone di giardini deliziosi, male di-
sere ricordati, e qualche magnifico stribuiti, decorati però di kioschi
palazzo. Il principale di tutti è il ossia casini elegantissimi, dai quali
serraglio, o palazzo imperiale del si gode di una vista amenissima sul
gran signoi'c, che occupa il luogo, mare, e sulle coste dell'Asia, Que-
e l'area dell'antico Bizanzio al sud sto immenso fiibbricato risenti i

est del porto, ed al nord ovest del danni del terremoto dell'anno 1754.
mare di Marmerà , sel)bene posto Da qualche tempo il sultano abita
nel circuito della città. Questo pa- di ordinario un bel palazzo situa-
lazzo è cinto di alle mura merlate, to sulla punta del serraglio in fac-
fornite di artiglierie, con otto porte, cia a Scutari. 11 serraglio fu edi-
dtlle quali la piìi rinomata è Ca- ficalo da Maometto II, ed abbelli-
bihumaioun ( la .sublime polita), ti- to in seguito sempre dai suoi suc-
tolo con che si distingue diploma- cessori : può
un recinto di più
dirai
ticamente il gabinetto ottomano. palazzi, e diappartamenti uniti in-
E questo nome di Porta equivale a sieme, secondo il capriccio dei vari
quello di Corte, usato in occideute. sultani, piuttosto che un solo pa-
Essa è però di una costruzione gros- lazzo. 11 suo letto, come quello de-
solana, avente la forma di un ba- gli altri palazzi del gransignore , è
stione. Aed a sinistra di
destra coperto di piombo; il serraglio so-
questa porta, si espongono le leste lo forma una piccola città , e può
de' condannati, e quelle di qualche contenere sei mila abitanti. Guar-
illustre nemico ucciso in guerra. dato con gelosia, ad un fì-anco è
Dà essa l' ingresso ad un primo vietato di visitarlo interamente, al-
cortile, in cui stanno la zecca, il pa- meno senza un particolar firmano
lazzo del gran visir, e l'antica chie- del ministro degli allari esteri, ma
sa di s. Irene fondata da Costanti- solo in parte.
no Magno, che fu convertita dai Nella direzione stessa sta l' At-
turchi inun deposito di armi an- Majdani, ossia piazza di Cavallo
tiche. Si giunge poscia per la por- che i greci chiamarono Hippodro-
ta Orlacapusi , al secondo cortile ?nuSj piazza che ha duecento cin-
quadrato, in cui sonovi la sala del quanta piedi di lunghezza sopra
divano, o imperiai consiglio, le scu- centocinquanta di larghezza, e la
dei ie del sultano ec. Nel fondo sta cui bella moschea di Acmet III oc-
la porta di felicità (Babi-saadet )
cupa uno dei lati. Su questa piaz-
presso la quale s' innalza la colon- za, come anticamente, si fanno le
na assaibene conservata di Teodo- corse de' cavalli , si addestrano i

sio ilGrande. Questa ultima por- turchi agli esercizi militari del d/'e-

ta conduce alla sala del trono, al- rid, e verso di essa si dirige la
la biblioteca del serraglio, agli ap- mossa del sultano nelle gran ceri-
partamenti del sultano, all' /m/-e/;i monie, e pubbliche allegrezze. A
o soggiorno delle donne, al tesoro, questa piazza At-Majdani i gianniz-
ed a molli altii edilizi, ne' quali zeri solevano portare le loro pignat-
,

IO COS COS
te, adunanze
e tenere le loro sedi- di quelle potenze, a cui la Porta
ziose quando volevano precipitare ottomana dichiarava la guerra. Con-
un ministro, o detronizzare un sul- siderata come opera militare è di

tano. Di tutti gli antichi monu- poca difesa, e serve da qualche tem-
menti che la decoravano, più non si po di prigione di stato. Tre di

vedono che 1' obelisco egiziano qua- queste torri , rovinate dal terre-

drangolare di marmo tebano , con moto del 1768, non furono più
iscrizioni geroglifiche, ed alto ses- rifabbricate. In questo castello si

santa piedi colonna serpentina


; la scoperse un arco di trionfo eretto
da moltissimo tempo mutilata ; ed in onore di Teodosio, e che chia-
un' altra colonna di novantaquat- mavasi la porta dorata. Sul punto
tro piedi di altezza, rivestita di più elevato della catena delle colli-
bronzo da Costantino Porfirogeni- ne, il sultano Mahmoud II fece co-

to. Nel centro della parte più po- struireuna torre alta, dove veglia
polala di Costantinopoli, sta il vec- costantemente una guardia per da-
chio palazzo (Eski-Seraj ), cinto da re il segnale degli incendi, che si

un'alta muraglia di circa un terzo manifestano frequentemente, essen-


di lega di circonferenza , eh' è oc- do di legno la maggior parte delle
cupato dalle donne del decesso sul- case. Spaventevole fu quello del
tano, che quivi dopo la sua morte 1782. Anche il flagello terribile

sono trasportate dall' harem. L' Ai- della peste, portatavi dalle altre

nalu-cawak-Serai, o palazzo degli parti dell'impero, ed alimentata


specchi costrutto da Acmet III, in dalla non curanza , dal fanatismo
vicinanza al mare di Marmora un e dalle antiche costumanze, vi ca-
poco all'ovest dell' Eski-Serai on- , gionò spesso grandi strazi. Si sof-
de porvi i begli specchi che gli re- frirono pure molte volte fatali ter-
galavano i veneziani è degno di , remoti, come si è detto de' princi-
essere osservato specialmente per pali.

la ratificazione colà entro fatta All' angolo nord di Costantinopo-


della cessione della Crimea al- li si vede il Takir-Serai, detto al-
l' impero russo. In poca distanza tresì palazzo di Costantino, il quale
stavano belle caserme pei gianniz- non offre più che gli avanzi della
zeri, ma ora sono distrutte dopo , sua antica costruzione, e qualche
la dissoluzione di quel turbolento colonna di marmo. Si osserva an-
corpo di milizie. All'angolo del sud cora nelle altre parti della città

ovest della città, presso al mare qualche antico monumento, ma in


di Marmora, evvi il castello detto generale assai degradato. Uno dei
le sette torri, antica fortezza eretta meglio conservati si è la colonna
dagli imperatori greci, e ristaurata di porfido di novanta piedi di al-
da Maometto li. È composta di tezza, un tempo sormontata da una
sette torri, fabbricata di pietre qua- statua di Apollo, ma talmente ro-
drate , alle quali se ne aggiunse vinata dal fuoco, che le fu dato il
lui' ottava. La fortezza delle sette nome di colonna abbruciata . Si
torri acquistò trista fama, quando vede pure il serraglio degli animali,
per abuso del diritto delle genti, il ch'era un'antica chiesa greca de-
turco dispotismo usò di rinchiuder- dicata a s. Foca . Costantinopoli
vi gU ambasciatori, e rappresentanti possiede quattordici moschee impe-
e OS COS II

rlali,quasi duecento moschee ordi- duecento quaranta: due vestiboli le


narie, e più di trecento cappelle stanno dinanzi, e vi si entra per
turche, o mesdjid. Le prime s' in- nove porte di bronzo. La sua cu-
nalzano quasi tutte isolatamente in pola principale è degna di osserva-
mezzo ad un vasto circondano, e zione, per la sua forma assai piat-
sono notabili per le loro cupo- ta, come la superba galleria che la

le e minareti, sui quali si recano i circonda composta di sessantasette


turchi per dare avviso delle ore colonne, otto delle quali sono di por-
destinate alla preghiera. S'innalzano fido, provenienti dal tempio del sole
i minareti quanto i nostri campanili in Roma, e sei di diaspro verde, tolte
ed hanno una cima appuntala in dal tempio di Diana in Efeso. Il

torma di guglia, con sopra delle pavimento in mosaico di porfido e


mezze lune, e sei'vono di gran or- verde antico, è tutto coperto di
namento alle moschee, e alla città ricchi tappeti. I quattro minareti
tutta. Queste moschee l'inchiudono annessi a questa moschea, sono da
diverse cappelle sepolcrali, in cui essa staccati, e notabili per la loro

stanno le ceneri dei loro fondatori, leggerezza. Dopo s. Sofìa si nomina


e sono circondate da diversi edilìzi la moschea di Acmed III, la sola
consagrati agli oggetti di pubblica dell' impero che sia ornata di sei

utilità, come spedali, collegi, scuole, minareti ;


quindi la Solimania, quel-
biblioteche , hans o alberghi gra- le del sultano Selim ec. ]Molte di
tuiti. Nei collegi delle moschee im- queste moschee sono antiche chiese
periali si allevano sollanto quei gio- greche, oppure decorate dalle spoglie
vani destinati ad entrare nel corpo di antichissimi monumenti. In Costan-
degli Ulema. Delle tredici bibliote- tinopoli si contano pure ventitre
che poi, che racchiude Costantino- chiese greche scismatiche, ma poco
poli, la più importante è quella considerabili, sei cattoliche latine,

del seiTaglio mentre le altre non


; diverse armene scismatiche, cinque
contengono ciascuna che circa due conventi cattolici, e diverse sinago-
mila manoscritti, la maggior parte ghe.
commenti dell'Alcorano. Sonovi in Costantinopoli tante
Le moschee ordinarie furono e- fontane quante sono le strade, e
rette o dai visir, o dai pascià, o da tutte, benché una semplice co-
di
sultane-valide, e sono meno belle struzione, non mancano di eleganza,
delle prime. I turchi non lasciano e vengono provvedute di acqua da
entrare cani nelle loro moschee, che bellissimi acquedotti costrutti dagli
sono addobbate a mei'aviglia, ed imperatori romani, fra i quali si

ivi si trattengono con riverenza e distingue quello fatto da Valente,


silenzio. In generale le moschee che è un superbo monumento di
rassomigliano più o meno a quella antichità. Tra tutte le vecchie cister-
di s. Sofìa, la più magnifica delle ne meritano di essere ricordate quelle
altre. Fu questa in origine un tem- di Costantino, e di Filossena, le cui
pio greco, costrutto sotto Giu'sti- volte sono sostenute da belle co-
niano nel 537 da Antemio <li Tral- lonne, e la seconda ne ha duecento
les, assistito da Isidoro di Mileto; dodici di bel marmo. I pubblici
la sua forma è a croce greca, lun- bagni in numero di centotrenta
ga duecento settanta piedi, e larga sono di architettura uniforme, e tutti
i2 cos cos
sormontali da piccole cupole dalle co, di undici vescovi sinodali, e del-

quali pigliano la luce. La necessità le piìi nobili famiglie di questa na-

di somministrare a tutti i quartieri zione. Prima della rivoluzione i

la quantità di acqua di cui abbiso- greci, secondo gli ultimi calcoli, for-

gnano i turchi pei loro bagni, e mavano la sesta parte della popo-
per le frequenti loro abluzioni, gli lazione: una parte di essa si dedica-
resero molto industri nella costru- va al commercio, alcuni studiavano
zione dei pozzi, e delle macchine la meditina, o le lingue sti-aniere,

idrauliche. Sonovi molti hans, al- per impiego di drago-


esercitare l'

berghi, bazari, e bezesteins, costrutti mani, ed un gran numero serviva


in pietra e mattoni. Il gran bazar, nella marina, non che aspirava al-

eretto da Maometto II nel 1462 è l'eminente grado di Ospodari dei


il più importante di tutti. Si osser- principati : questi greci sogliono
va che ciascun genere d' industria chiamarsi Fanarioti. Cli armeni,
occupa una strada, od un quartie- stando più recenti ragguagli, in
ai

re particolare, oltre gli spedali an- numero trentamila, sono tutti


di

nessi alle moschee imperiali, e che commercianti ; gli ebi'ei presso a


sono la maggior parte destinali a poco in egual numero, hanno un
ricevere i pazzarelli. L'industria ma- quartiere particolare, e si occupano

nifatturiera è poco importante, e non in oggi di traffico, ed anche di me-


vi è alcuna officina di belle arti. stieri bassi, in somma sono tutti

Vi è però da qualche tem-


stabilita commercianti ed artisti.

po una tipografia, che vi fa im- I contorni di Costantinopoli no-


portanti progressi. tabili per la bellezza e varietà

La popolazione di una città co- dei loro siti pittoreschi, lo sono al-

me Costantinopoli non può essere tresì pel gran numero de' cimiteri
determinata che approssimativamen- che vi si trovano, e che attesa la
te. Secondo calcoli piìi esatti la po-
i quantità di alberi che rinchiudono,
polazione della sola città può cal- rassomigliano piuttosto a dei parchi.
colarsi cinquecentomila anime. Se a Di fatti, i cimiteri de' turchi sono
questo numero si aggiunge, come assai belli,per la loro estensione,
si fa ordinàriamente, la popolazione quanto per la magnificenza, e pel
de' sobborghi di Pera, Calata, e lusso delle tombe. Sono magnifici

Scutari che, sebbene in Asia, è vi- e degni di osservazione i tuWè, o


cina abbastanza per essere conside- sepolcri de' sultani. I due campi
rata come una dipendenza dalla de' morti, o cimiteri, situati in vi-
città, si avrà un totale di circa set- cinanza di Pera, sono luoghi di

te a ottocento mila abitanti, sebbe- p.T sseggio, in cui si gode una ve-
ne altri non dubitano affermare po- duta incantatrice. mechitarisla p.
11

tersene in totale calcolare novecento Cherubino Aznavor tradusse l' o-


mila tra turchi, greci, armeni, ebrei, puscolo di Ingigi intitolato: La
franchi ec. I greci, i quaU antica- villeggiatura dei Bizantini , Ve-
mente non abitavano che il solo nezia i83t, tipografia di s. Laz-
quartiere del Fanar sul porto, si zaro. Costantinopoli è patria de-
sono quindi sparsi in tutti gli altri; gl' imperatori Onorio, e Giuliano
ma però il Fanar è sempre la resi- l'apostata, ed altri imperatori, di uo-

denza dello scismatico patriarca gre- mini grandi, di dotti, guerrieri, pa-
cos COS i3
triarchi, ed anche degli
santi, ec. , da cui potesse accorrerne meglio alla
imperatori ottomani ec. Il perime- difesa, dopo di avere esaminato
tro di Costantinopoli è di sei leghe, molte situazioni, credette di dover
contandosene due per ciascuno dei fissarla fra l'Europa e l'Asia, ap-

tre lati. punto nel centro dell'impero ro-


L'antica Bisanzio vuoisi edificata mano, e dei climi temperati del
e denominata dal capo di una colo- suo continente. Questa situazione
nia di JMegaresi chiamato BÌ7as, sopra uno stretto che comunica ai
ammiraglio di essi, che dopo avere due mari del Ponto Eussino e della
fabbricato la città, oggi rovinata, di Propontide, gli sembrò, siccome
Calcedonia nel lido asiatico, venne pure viene riputata oggidì, la più
a formare uno stabilimento sulla piacevole, la più sana, e la più van-
parte occidentale del Bosforo Tracio. taggiosa, che vi fosse nell^universo.
Eravi però, secondo Plinio, in quel- Da questa pianura dolcemente in-
laremota epoca un piccolo paese, il clinata r occhio si estende molto
quale da alcuni chiamasi Lygos, che i lungi nelle terre piìi ridenti, le più
mileti, gli spartani, e gli ateniesi posse- fertili e variate di due parti del mon-

dettero a vicenda, secondo la varia do. Da tre parti essa è circondata dal
fortuna, ed abbiamo ancora che mare, ossia dai golfi, da un accesso
Pausania di Sparta, dopo la sconfit- quanto difficile al nemico, altrettan-
ta di Serse, 1' aumentò e fortificò. to favorevole al commercio: e cer-
Dopo aver sofferto nella seconda tamente in nessun altro luogo si
irruzione dei persiani, fu presa da- potevano trovare meglio riuniti, i
gli ateniesi. Sotto il dominio ro- vantaggi di una sicura e facile sus-
mano, Vespasiano le tolse i suoi sistenza. La di Bisanzio, come
città
privilegi, e l'um ad una provincia abbiamo veduto, edificata su quel-
con libero leggimento egli fu il : la costa da Bizas, che alcuni dico-
primo che ira gl'imperatori ro- no re di Tracia, era stata in al-
mani si recò a Bisanzio. Nelle tii tempi assai ragguardevole. Ma
guerre civili seguì il partito di C. quando Costantino pensò ad elevar-
Pescenio Nero, e Severo perciò la la a più alti destini, non era che
distrusse interamente disperdendone un borgo, il cui vescovo riconosce-
gli abitanti. va quello di Eraclea per metropo-
Sul luogo adunque, la cui esten- litano.
sione, come dicemmo, secondo alcuni, Costantino incominciò dal dare
è occupata dal serraglio, l'imperatore tre quarti di lega di circuito alla
Costantino Magno, dopo avere pub- sua nuova città,che successivamen-
blicamente professato la religione te accrebbe ed arricchì con tal
massimo
cristiana e resa questa col fervore, che per adornarla spogliò
zelodominante per tutto l' immen- le altre città di ciò che avevano di
so impero romano > determinossi più prezioso, profondendovi quanti
dalla bella e deliziosa situazione di mai ornamenti sapesse a lui sug-
Bisanzio d innalzare la città cui gerire l'imperiale magnificenza, e
diede il proprio nome, ed in oltre l'idea di far sorgere una nuova Pio-
stabilì che dovesse essere la sede ma, che l'antica emulasse in grandez-
dell'impero. Costantino, volendo for- za e splendore. Ne intraprese la fab-
mare la capitale di esso, in luogo brica l'anno 32 6, e potè farne la
i4 cos COS
solenne dedicazione agli 1 1 maggio ma. L' imperatore attirò poscia in
del 33o. V'innalzò sette colli, e la questa città uomini illustri da tutte
divise in quattordici rioni, accioc- le parti del mondo, col mezzo di
ché anche in questo somigliasse a grandi profusioni; aprì una biblioteca
Roma. Gli edifìzi interni, sì pub- che oinò di moltissimi volumi, e che
blici, che privati, furono innalzati i suoi successori aumentarono in
quasi tutti insieme, mentre in pari seguito sino al numero di cento-
tempo travagliavasi per le mura del- mila, tanti contandosene quando fu
la Eranvi molte piazze cir-
città. abbruciata sotto il consolato di
condate da portici, e la principa- Basilisco. Stabilì accademie, che po-
le di esse portava il nome del fbn- scia fiorirono in rinomanza. Abbat-
datox-e, sorgendo nel mezzo la di tuti gli altari dei numi, non
falsi

lui statua, sopra un'enorme e ma- fece servire le loro statue che a mag-
gnifica colonna di porfido, a tale giore ornamento della città, la quale
effetto trasportala da Roma. Si quantunque fosse già superba, e son-
fabbricarono due palazzi degni del tuosa, pure i suoi successori si die-
padrone del mondo, un ippodromo, dero ogni cura d'ingrandirla, ed ab-
o circo per le corse a piedi, un an- bellirla maggiormente, e renderla
fiteatro, diversi teatri, bagni, acque- piti splendida e forte. Egual zelo
dotti, e gran numero.
fontane in ed impegno ebbe Costantino per
Costantino contemporaneamente fe- tuttociò, che riguardava la religione
ce fabbricare vaia quantità di case cattolica. Lo scopo principale ma-
e palazzi, che ripartì fra i senatori, nifestato dall' imperatore nel fon-
patrizi, ei grandi signori di Roma, dare Costantinopoli, era di oppox're
e di tutto l'impero. Proibì con leg- a Roma idolatra, una Roma nuova
ge a tutti quelli, che possederanno e tutta cristiana . Quindi furono
terre nelle provincie vicine, dispor- spianati tutti i templi di Bisanzio,
ne con testamento, quando non a- oppure trasformati in altrettante
vessero una casa nella città di Co- chiese. GÌ' idoli, che non rimasero
stantinopoli. Ache face-
quelli poi, non furono piìi riguardati
distrutti,
vano fabbricare nella venne città, che come monumenti curiosi e pro-
accordata una certa misura di pa- fani, i quali si esposero ai capi delle
ne per essi, e pei loro discendenti strade e sulle piazze pubbliche, per
in perpetuo ; a tal effetto si rac- la decorazione della città, e per
conta che ogni giorno distribuiva- trattenimento dei passeggieri. Perciò
si un'immensa quantità di grano, vedevausi l'Apollo Pitio, i famosi
calcolandosi ottanta mila moggia muse di Elico-
tripodi di Delfo, le
per giorno. na, e ben presto non si potè più
In olti'e Costantino vi costrussc comprendei'e come mai quei muti
un campidoglio, un anfiteatro, mer- simulacri fossero stali per sì lungo
cati ed altri pubblici edifìzi, ad esem- tempo l'oggetto della comune ve-
pio di quelli dell' antica Roma. Vi nerazione. Ma le religiose intenzio-
stabilì anche il senato, i magistra- ni di Costantino si manifestarono
li, e gli ordini del popolo, e le pililuminosamente nella costruzio-
accordò i medesimi privilegi della ne delle nuove chiese, le quali per
medesima Roma, per cui allora fu la loro magnificenza infinitamente
nominata Costantinopoli la nuova Ro- superiore a quella degli antichi tem-
cos COS iì;

pli,annunziavano la grandezza del delle sante Scritture. Sul vestibolo


Dio supremo, che \i era adorato. del gran palazzo, l'imperatore era
La più ragguardevole fu dedicata r.ippresentato con la sua famiglia,
all'eterna Sapienza, donde prese il colla croce sul capo, e con un enor-
nome di s. Sofìa, poi, come dicem- me dragone sotto i piedi, simbolo
mo, rifabbricata dall' imperatore del paganesimo, il quale era trafit-
Giustiniano. La chiesa, edificata pres- to da un dardo in mezzo al ventre,
so il palazzo imperiale in onore e veniva precipitato nel mare. Nell'in-
dei dodici apostoli, non giungeva, terno era stata eretta nel muro di

è vero, alla stessa grandezza, ma facciata una gran croce di pietre


non era meno mirabile per la ric- preziose, incastrate nell'oro con una
buon gusto della
chezza, e pel de- sontuosità ed arte mirabile. Tutto
corazione. Dessa era in forma di infine respirava la vera religione,
ci'oce di un'altezza prodigiosa, in- tutto ispirava la fede e la pietà,
crostata di marmi di più colori e non mai sovrano, il quale
vi fu
dal pavimento sino al soffitto, che mostrasse più ardore, né maggior
foi'mava una volta tutta dorata, piacere per fare onorare la Chiesa :

ed aveva pure il tetto dorato. La principe incomparabile in questo


cupola era cii'condata da una balau- punto, e che sarebbe degno di en-
strata talmente sfolgorante d' oro, comio senza alcuna eccezione, ove
che gli occhi abbagliati non po- non si fosse altresì ingerito a rego-
tevano fissarsi in quel ricco edifi- larla.

zio, allorché veniva illuminato dal Nel secolo ottavo le doppie mu-
sole. Il corpo del tempio sorgeva ra di Costantinopoli, che cingevanla
in mezzo ad un vasto cortile, cir- dalla parte di terra, avevano quasi
condato da quattro gallerie ove e- due leghe di giro, quelle del mare
rano sale pubbliche, ed appartamen- dalla parte della Proponfide ne a-
ti distinti pei diversi membri del vevano di più, e quelle che rin-
clero, e per tutti i suoi ufficiali. Co- chiudevano la città lungo il golfo
stantino destinò questa chiesa alla ed il porto, un poco meno ; il che
sua sepoltura, e vi fece preparare faceva circa sei leghe di giro, oltre
la sua tomba in mezzo ad altre i sobborghi, che considerar si po-
dodici fatte in memoria degli apo- tevano come altrettante città. Que-
stoli , sei per parte , al che si stisobborghi con tutte le case di
determinò egli per una fede viva, campagna a venti leghe da Costan-
e nella ferma persuasione del van- tinopoli, furono rinchiusi dall'im-
taggio, che dopo morte ne risulte- peratore Anastasio, in un prodi-
rebbe all'anima sua, come si legge gioso recinto circolare di mura di
in Eusebio, Vit. III. 49. venticinque piedi di grossezza, che
Oltre le chiese s'incontravano in si estendeva dal Ponte-Eussino sino
ogni luogo molti monumenti pii alla Propontide , per impedire ,

sulle fontane, all'ingresso de'pub- quantunque debolmente, le scorre-


blici edifizi, in mezzo alle piazze. rie de' barbari.La fortezza che di-
Là l'immagine del buon
vedevasi fendeva r ingresso del porto, e che
pastore, qua Daniele in mezzo ai i chiamavano Acropolis, stava
greci
boni, da ogni parte infine le figure nel primo quartiere, nel luogo ap-
t gli emblemi più ragguardevoli punto ove, secondo alcuni, si trova
, .

i6 COS COS
oggidì il serraglio. Il tempio di santa Costantinopoli fu spesso assedia-
Sofia, il palazzo
del senato, ed i ta dai saraceni, e da altri barba-
bagni Zeusippo, ristabiliti da
di ri, presa da Costantino Copronimo
Giustiniano, erano nel secondo quar- l'anno 744j e tlai francesi e vene-
tiere. L'ippodromo, o il gran cir- ziani nel i2o3. Questi la conser-
co, la chiesa di s. Eufemia, ed il varono sotto cinque imperatori
palazzo di Pulcheria, slavano nel Alessio detto il tiranno, avendo
terzo quartiere. II quarto compren- detronizzato Isacco l' Angelo, nel-
deva la piazza imperiale, cinta da l'anno ig5 era salito su quel tro-
I

un doppio giro di gallerie sostenute no. I francesi ed i veneziani, che


da colonnati, non che il gran palazzo andavano in Terra Santa, ossia nel-
di Costantino ec. Nel quinto e sesto la Palestina, soccorrendo Alessio
si trovava la piazza di Teodosio figlio d'Isacco, pi'esero Costantino-
col grande obelisco di Tebe di E- poli dopo otto giorni di assedio,
gitto, e quella di Costantino, il agli 8 luglio i2o3. L'aimo seguen-
Grande^ in mezzo a cui ergevasi te Alessio Murzolfo fece morire
la celebre colonna di porfido, sulla r imperatore, che i crociati aveva-
quale stava la di lui statua tratta no ristabilito sul trono. Ad una
da una colossale di Apollo, traspor- tale notizia attaccarono essi di nuo-
tatavi da Alene. La chiesa di Ana- vo la città, e la ripresero nel 1204.
stasio, e ia colonna di Teodosio Baldovino, conte di Fiandra, fu e-
il Grande^ erano nel settimo quar- letto imperatore di Costantinopoli,
tiere, ove sta presentemente la piaz- ed ebbe per successori Enrico, Pie-
za delta il Bezestan. L'ottavo con- tro, Roberto, e Baldovino li. Miche-
teneva la basilica
Teodosiana, ed le Paleologo, regnando questo ulti-
ilpalazzo del campidoglio. Le ter- mo, sorprese Costantinopoli, e se ne
me di Anastasio, ed il palazzo di impadronì il 25 luglio 1261. Non
Arcadio erano nel nono. Si vede- erano passati appena duecento anni,
vano nel decimo i bagni di Co- che questa disgraziata città rientrò
stantino , il palazzo di Eudossia, ed sotto il dominio de' greci, e dive-
una chiesa. Neil' undecime ergeva- nuta la sede del loro impero, fu
si il tempio degli apostoli (ove sta- assediata dal sultano de' turchi Mao-
vano le tombe degl' imperatori ) ,
metto II, sotto il regno di Costan-
sulle rovine del quale Maometto tino Paleologo, e presa fu di assal-
II fece erigere la bella moschea, che to il giorno 29 maggio dell' anno
porta il suo nome. La colonna, e 1453, dopo cinquantaqualtro giorni
la statua di Arcadio, che stavano di un memorabile assedio. Da que-
sul monte
detto XerolophuSj e che sto punto Costantinopoli divenne la
furono rovesciate sotto il regno di sede del governo ottomano, e quan-
Leone, V Isaurico, si vedevano nel tunque non abbia conservati tutti
dodicesimo quartiere. Il tredicesimo i suoi antichi monumenti, anzi sia
mostrava al di là del golfo, ov' è dalla passata grandezza molto de-
Calata, un tempo la città Giustinia- caduta, pure anche al presente,
nea. In fine quattordicesimo quar-
il singolarmente per la vantaggiosa,
tiere comprendeva i sobborghi. Que- può pretendei'e
e bella situazione,
sti XIV quartieri erano i rioni nei il dominio di una parte dell'emis-
quali Costantino avea diviso la città. fero. V. Turchia e Turchi.
cos COS 17
Cenni storici di Costantinopoli sede paese di Tracia il centro dei no-
dell'impero romano, greco od o- minati possenti imperi.
rientale ed ottomano, coi prin- La Tracia ebbe in principio i

cipali avvenimenti risguardanti suoi re, ma nella discendenza di


tali imperì. uno di essi chiamato Terete, per
le soggiacque a lunghe
discordie,
ed ostinate guerre^ finché Coti pa-
§ I. Impero orientale o greco da
cificamente regnò Tuttavolta la .

Costantino, il Grande, sino alla,


repubblica di Atene invase molte
sua distruzione.
città del regno di Tracia, e Filip-
po di Blacedonia s' impadronì di
Dopo aver parlato dello stalo treiitadue di esse, imprigionando
antico e odierno di Costantinopoli, il re Cersoblette. Alessandro, il

delle sue bellezze, della sua gran- Grande, figlio di Filippo, sottomi-
dezza, della magnificenza de' suoi se intei'amente la Tracia, ma alla
edifizii, della sua situazione quanto sua immatura morte Seute, nipote
gradevole altrettanto vantaggiosa di Cersoblette, ricuperò il reame.
per comandare a tutto l' universo IVon andò guari, che i galli , capi-
ec., passeremo a dire compendiosa- tanati da Brenno, si stabilirono in
mente di quanto riguarda i suoi Tracia, e vi fondarono un regno,
alti come capitale dell'im-
destini, proclamando per primo loro re
pero romano greco od orientale,
,
Conientorio, ch'ebbe per ultimo
ed ottomano. Poi si descriverà l'an- successore Clièo, sotto il quale i

tichità del suo vescovato, la pree- traci indigeni si ribellarono, fecero


minenza del suo patriarcato, le sue man bassa sui galli, e posero sul
prerogative, i cangiamenti
che so- trono un altro Seute discendente
pravvennero nel vasto suo governo dal primo. I re di Tracia regna-
ecclesiastico, il suo lagrimevole scis- rono sinché r imperatore Vespasia-
ma colla Chiesa romana, e lo sta- no ridusse il paese in provincia
to in cui la religione cristiana vi Romana; i successivi imperatori
è presentemente ridotta, come an- abbellirono la Tracia, con edificar-
che parleremo della chiesa armena, vi ragguardevoli città.

dei greci, e dei latini ivi dimoran- Mentre l'impero di Roma eia
ti. Per idtimo riporteremo breve- air apice della sua possanza e do-
mente la storia de' suoi concilii, e minazione, Diocleziano, e Massimia-
di quelli generali, tanto importanti no Erculeo, pei primi, diedero l'e-

nella storia ecclesiastica. sempio della fatale partizione fra


Prima di tessere la descrizione essi del medesimo impero, insieme
dei sopraddetti imperi, è indispen- ai due cesari Galerio, e Costanzo
sabile accennare le cose principali Cloro, al primo de' quali toccò in
della Tracia, a cui Costantinopoli sorte la Tracia, che si riserbò di-
appartiene, siccome situata su di venuto imperatore, dopo la rinun-
ima punta di terra inoltrata verso zia dei due anzidetti imperatori.
il Bosforo di Tracia, e ciò faremo Morto Costanzo Cloro, il di lui fi-
aftinché meglio si comprendano i glio Costantino dall'esercito fu pro-
relativi avvenimenti, eh' ebbero le clamato imperatore ; ma si conten-
più alte conseguenze, essendo il tò del titolo di cesare. \ isitò le

VOI.. XVIII. 2
i8 COS COS
Provincie, che gli erano soggette, e tare le romane aquile nelle regioni
respinse i barbari , che volevano transdanubiane, e dopo aver doma-
passare il Reno : poi si avanzò in lo que' barbari, concepì 1' ardimen-
Itaha, ed in Roma, coU'ajuto del toso disegno di costruir nel Bosfo-
cielo vinse Massimiano ossia Mas- ro, ampliando Bisanzio, una splen-
senzio, ed in Milano diede sua so- dida metropoli, che rivaleggiasse
rella in isposa a Licinio imperato- con Roma, e dal suo nome prese
re. Ambedue accordarono ai loro quello di Costantinopoli. Né con^
sudditi la libertà di religione, per- tento di aver cosi scossa dalle fon-
misero ai cristiani il libero eserci- damenta l'unità dell'impero roma-
zio del culto loro; ma Licinio, ad no, ne fece la divisione in cinque
onta di tale accordo, ricominciò le parti,consegnandone ciascvma ai tre
persecuzioni contro i seguaci del figliuoli,Costantino, Costanzo, e
vangelo. Fu allora che Costantino Costante, ed ai due nipoti ex frn-
avendogli dichiarato la guerra lo tre Dalmazio, ed Annibaliano, d;i

disfece con tutto il suo esercito nel- lui pure creati cesari, ed onuiti
la Pannonia. Licinio riparò in Tra- degli abiti imperiali, e del titolo

cia; ma, dopo essergli toccata altra di nobilissimi. La morte però del-

rotta presso Filippopoli, ebbe la pa- l' imperatore, avvenuta presso Ni-

ce colla condizione di deporre Va- comedia a' 11 maggio dell'anno


lente, che avea creato cesare. In 337, eccitò una sedizione militare,
questo tempo i goti volevano in- della quale non solo Dalmazio, cui
vadere l'impero, ma Costantino era toccata in sorte la Tracia, ed
subito li respinse. Poco dopo Li- Annibaliano, ma tutti i princi[)i

cinio si armò di nuovo, e presso della famiglia imperiale, ed i prin-

Adrianopoli fu vinto interamente cipali ministri furono vittima . A


da Costantino, mentre il di lui fi- stento soli si salvarono i giova-

glio Crispo Cesare ne disperdeva la netti Gallo, e Giuliano, figliuoli di

ilotta. Licinio, vedendosi al)bando- Giidio Costanzo. Peri altresì nella

nato da buona parte delle sue prima fazione della guerra civile

truppe, non tenendosi sicuro dentro Costantino juniore, e lasciando a


le mura di Bisanzio, passò nell'Asia Costante il dominio di occidente,

minore, e riti rossi in Calcedonia. r impero orientale, che si estendeva


Inseguito da Costantino, inutilmen- nell'Asia, neir Africa, compresa la

te oppose resistenza : laonde de- Tracia, e le contigue regioni, si eb-


posta la porpora, implorò, colla be da Costanzo.
mediazione Costanza sua moglie,
di Disgraziatamente Costanzo fu il

la rilegazione in Tessalonica, dove, principal fautore degli errori di

Licinio a nuove sedi- Ario, e quando s. Giu-


Pontefice
dando opera il

zioni, Costantino fece strangolare lio I disapprovò ilfamoso concilio


questo suo ultimo competitore, co- di Sardica nell' llliria, ed assolvet-

sicché divenne solo imperatore del- te s. Atanasio dalle calunnie degli


vescovi orientali, protetti
l'oriente, e dell' ocridente. ariani, i

Pel trionfale ingresso fatto in da Costanzo, si separarono, ed in

Bisanzio, venne ili potere di Co- Filippopoli tennero un conciliabo-


stantino tutto r impero romano lo, nel quale ardirono di emanar
nell'anno S'ìS. Quindi passò a pian- le censure ecclesiastiche contro il
, .

cos COS 19
Papa, e contro Osio , e Massimi- eia. Fu che Valente da An-
allora,
no, quali sostenitori di sant'Ana- tiochia accorse alla sua metropoli
stasio. di Costantinopoli^ e per la cattiva
Il magnifico porto di Costanti- accoglienza del popolo^ che a lui
nopoli, che s' incominciò a fabbri- attribuiva gì' infortunii sofferti, vol-
care da Costanzo, fu compito sotto le ripararne l'onta, e senza aspetta-
Giuliano l'apostata suo successore. re i soccorsi dell'imperatore di oc-
Dopo di lui si distinse nella pietà cidente Graziano, pose alla testa
J imperatore Gioviano, mali ed i dell' esercito il conte Sebastiano, col
della chiesa, e le vicende dell' im- quale marciò sulla pianura di A-
pero, avrebbero avuto ripai'o senza drianopoli a combattere. Sciagura-
l'immatura sua morte. Valentinia- tamente r esercito fa conquiso dal
no I, che gli successe nel 364, i"'n- numero maggiore di quello de' go-
novò la malaugurata divisione, e ti, e Valente ferito si rifugiò con
col trattato di Naissa cedette a piccolo seguito dentro rustico abi-
Valente suo fratello la Tracia col turo, a cui avendo il nemico dato
resto dell' impero d' oriente, rite- fuoco, rimasero tutti distrutti dalle
nendosi le parti occidentali. Ma fiamme. Graziano restò imperatore
allorché Valente percorreva l'Asia, anco dell'oriente, ed il concesse
Procopio di in Co-
Cilicia assunse a Teodosio che associò all'impero,
stantinopoli la porpora imperiale, e subito per la di lui prodezza e
facendosi padrone della Tracia , e virtù, la Tracia cangiò di aspetto
della Bitinia. Alcuni avvenimenti Disfece i barbari, e indusse colla
Io portarono in Frigia avanti l'e- sua magnanimità tutti a sommis-
sercito di Valente, ove per la de- sione. I vinti offrirono ostaggi, si
fezione del suo non potè far che arruolarono nell'armata, e vollero
debole resistenza, anzi due suoi in- persino dedicarsi a coltivare le ter-
timi uffiziali lo condussero prigione re. Costantinopoli accolse in trionfo
a Valente, che fece decapitare tutti il suo liberatore, che con animo
e tre. Allora Valente scacciò al di clemente perdonò anche a quelli
là del Danubio i goti. che avevano attentato a' suoi gior-
Intanto i feroci unni, dopo aver ni, dimenticando per le preci di
vinto gli alani, e gli ostrogoti, in- s. Flaviano l' enormi ingiurie del
vasero r impero per dare la caccia popolo d'Antiochia. Quindi eseguì
ai visigoti. Questi spedirono a Va- la penitenza impostagli da s. Am-
lente un'ambasceria, che aveva alla brogio per la severa punizione or-
testa il vescovo Ulfila per rifu- dinata dei sediziosi cittadini di Tes-
giarsi nelle terre imperiali, promet- salonica. L'assassinio dell' impera-
tendo fedeltà e sudditanza. Cadde tore Valentiniano II in occidente
r imperatore nell' agguato, e ben lo fece correre di nuovo alle armi,
presto duecento mila goti inonda- onde punire l'usurpatore Eugenio
rono la Tracia ed il Danubio, se- protetto dal traditore Arbogasto, e
guiti in appresso da turbe innu- dopo una piena disfatta Eugenio
merabili, che si aprirono la strada ed Arbogasto perirono uccisi nei
col ferro e col fuoco, e vinsero in monti di Gorizia.
più incontri gli eserciti romani Sotto il medesimo Teodosio, che
saccheggiando liberamente la Fran- si meritò il nome di Grande, firn-
,

20 COS COS
pero tornò ad ubbidire ad un sol sorella di Valentiniano III, che in
capo, sebbene poi egli rinnovasse pena della sua vita era licenziosa
la divisione tra due figli poco meri- quasi cattiva nella corte di Costan-
tevoli di regnare, dando l' orien- tinopoli, sfidò Teodosio II a batta-
te ad Arcadio, e ad Onorio l' oc- glia, lo vinse due volte, obbligando-

cidente. II ministro Ruffino, gal- lo a segnare un vergognoso trattato,


lo di nazione, l' eunuco Eutropio, che rese esausto 1' erario imperiale.
e r ambiziosa Eudossia, fiera per- La cieca confidenza, cui il debole
secutrice del santo pastore Gio. principe accordava all' eunuco Cri-
Crisostomo, governarono col nome safio, fu cagione dell' allontanamen-
di Arcadio, il quale tuttavolta fu to di Eudossia, e di Pulcheria^ la

fortunato nel reprimere la rivolta quale non tornò a Costantinopoli,


di Gainas, uffiziale goto, che dap- che dopo la rilegazione dell' inde-
prima maneggi di Stilicone, mi-
pei gno cortigiano, e potè così salvare da
nistro di Onorio,aveva ucciso Ruf- ulteriori disastri l'impero. In fatti,

fino, e che era giunto ad aspirare dopo la prematura morte di Teo-


al trono, ma ne pagò 1' ardimento dosio li, associò Pulcheria al talamo,
colla perdita della vita. Dopo la e al trono, salvo peiò per patto e-
morte di Eudossia, che fu pure spresso il virginal candore che illi-

ardente fautrice dell' arianesimo bato manteneva da dieci lustri.


la Traciavenne esposta alla de- Mentre 1' occidente deplorava i tre-
vastazione degli unni. Morì Arca- mendi guasti d'Attila e di Gense-
dio lasciando il suo figlio Teodo- rico, l'oriente sotto Marciano godè
sio II detto il giovane, perchè
, sette anni di calma.
fanciullo restò sotto la tutela d' Is- Leone l, trace di nazione, suc-
dergerde re di Persia, che gli de- cesse a Marciano 1' anno 45>7 -, ac-
putò Antioco in tutore. Il gio- clamato dal popolo per opera del
vane principe, d' ottima indole, si patrizio Aspare, che professando l'a-
perfezionò pei virtuosi consigli di rianesimo non poteva ascendere al
Antemio prefetto del pretorio, e trono. Il nuovo imperatore, fornito
principalmente pei preclari esempii di belle doti, volle combattere con
della sua egregia sorella Pulcheria. Genserico re de' vandali, affidando
Questa eroina, superiore al suo ses- la flotta al suo cognato Basilisco,
so, diede in isposa al fratello la buo- il quale ingratamente si fece incen-

na Atenaide, figlia d' un filosofo di diar dal nemico le greche navi.


Atene, cui si diede il nome di Eu- Leone I diede Arianna sua primoge-
dossia. I barbari furono allontanati, nita per moglie a Zenone d'Isauria
o repressi, e la pace coronò i voti suo generale, lo che fece montare
universali. Però nell'anno 44' §'' in furore Aspare, per cui l' impe-
unni ricomparvero piìi formidabili, ratore lo fece uccidere, in un al
a segno che Teodosio 11 fu costretto di lui primogenito-, dispergendone la

cedere in loro abitazione una parte intera famiglia al popolo tanto af-
della Pannonia, e pagar adessi l'an- fezionata. Il rivale Zenone fu padre
nuo cinquanta
tributo di trecento di Leone che dall' avolo ereditò
II,

libbre d' oro, che poi dovette rad- il Irono, nel quale però il genitore
doppiare. Ma divenuto Attila re volle e.sseigli collega anzi per la :

degli unni, provocato da Onoria morte di Leone II, Zenone regnò


cos COS 21
solo. Verina sua suocera lo
]\Ia spendendovi colle opere il conte ,

detronizzò, per innalzare il proprio Vitaliano marciò su Costantinopoli,


fratello Basilisco, vizioso, ed inetto fece prigione Ignazio nipote del-
a segno, che le sue estorsioni fece- l' imperatore, che poco dopo morì,
ro bramare il ritorno di Zenone restando esclusa la famiglia dal tro-
dall' Isauria, ove erasi ritirato. Nel no, per l'odio che il popolo con-
risalireperò sul trono deturpollo tro di questa avea conceputo. Ana-
co' più abbominevoli vizii. Quindi stasio II Papa, scrivendo all'impe-
l'imperatrice Verina fece proclama- ratoi'e Anastasio, lo chiamo Jigliuolo,
re imperatore Leonzio di Siria, che come prima di lui aveva fatto il
fu sostenuto dal generale Ilio ; ma Pontefice s. Felice III coli' impera-
gli ajuti invocati da Zenone di Teo- tore Zenone, intitolando la sua let-
dorico re degli ostrogoti , valsero tera colle parole: Gloriosissimo ac
a rassicurare Zenone sul soglio, ciò serenissimo Jilio Zenoni Augusto,
che sai'ebbe tornato a suo danno, Felix epìscopus in Domino salu-
se Teodorico non fosse passato in tem.
combattei-e Odoacre, il quale
Italia a Il senato, nel 5i8, innalzò all'im-
nell'anno 47^> distrusse l'impero pero Giustino I, che per merito
di occidente, dopo avere spogliato erasi elevato dalla oscura sua ori-
della porpora e dell' imperio ]Mo- gine alle primarie cariche. Sotto di
millo Augustolo, che rilegò nella lui Costantinopoli vide per la se-

Campagna. conda volta un sommo Pontefice


L' imperatrice Arianna, divenuta nella persona di s. Giovanni I, il

vedova Zenone, troncò le speran-


di quale fu incontrato da tutto il po-
ze del cognato Longino di pessimi polo per ben dodici miglia fuori
costumi, sposandosi col sessagenario della città con cerei accesi, e poi
Anastasio, uno dei silenziari di pa- dall'imperatore, che, prostratosi sino
lazzo, nativo di Durazzo, che fu a terra, gli rese quegli omaggi cui
perciò salutato imperatore dal se- avrebbe renduto allo stesso s. Pietro.
nato, e dall' esercito nel 497- ^^'^' Nella cattediale Giovanni I ce-
s.

bito si occupò ad emanare savie lebrò la gran messa in lingua la-


leggi, quando dovette frenar la ri- tina, e col rito romano, essendo il
bellione degl' isauri eccitata da Lon- giorno di Pasqua, che cadde ai 3o
gino. Dovè pur difendersi Anastasio marzo 526 ; in cui pure lo coro-
dai bulgari, che nel cominciare del nò imperatore. Giustino I fece la
sesto secolo irruppero nella Tracia, professione di fede, e ricolmò il

e dagli Mondone,
avventurieri di Papa di doni. Dipoi Vitaliano fu
cui Teodorico, occupata la Panno- fatto generalissimo dell' impero, e

nia, aiutava, non che dagli eruli console, ma per uno degli ordinari
di Germania. Con tutti si compose capricci della fortuna, un sospetto
accordando terre ai nuovi ospiti, e lo balzò dalla sua grandezza, otte-
procacciando delle truppe. Disgi azia- nendo le sue cariche Giustiniano
tamente Anastasio favori Eutiche, e nipote dell' imperatore. Sotto di
fu sul punto di essere perciò depo- Giustino I la religione cattolica pe-
sto, il perchè meritò le censure del netrò in vari paesi caucasei. Quei
Pontefice Simmaco. L' imperato-
s. paesi divennero alleati di Giustino,
re promise emenda, ma non corri- e lo ajutarono nelle imprese contro
,

22 COS cos
la Persia, nella quale per la prima riera vitale. Fero fama nianetj for-
volta comparve in armi il giovane tuna perii.
Belisario. Nel 627, salì sul trono Nell'anno 565 Giustino II Cu-
Giustiniano I, che fu contrassegnato ropalata, o maestro di palazzo, fu
dal battesimo , ed alleanza degli sollevato all' impero, essendo nipo-
eruli, e degli unni, e dalla pubbli- te del precedente Augusto ex so-
cazione del Codice, delle Pandette, rore.Consolidò egli la sua foi'tuna,
e delle Istituzioni , costituenti il sposando Sofia sua cugina, figlia
tanto celebrato corpo del gius-civi- della famosa imperatrice Teodora
le, che ha dato norma a tutte le vedova di Giustiniano I. Per sem-
nazioni civilizzate. Giustiniano I phci sospetti, Giustino II fece ucci-
terminò la guerra di Peisia con dere un suo cugino, e tolse il co-
onorata pace procurata da Belisa- mando d'Italia a Narsete, istituen-
rio, ed a (juesto valoroso e potente do r esarcato di Ravenna che pel
generale si affidò pei suoi progetti primo venne dato a Longino, in
di conquiste. Calmò Belisario la uno a que' ducati, che poi diven-
sedizione eccitatasi in Costantinopoli nero preda dei longobardi. Fu ver-
dalle due fazioni de' colori veneto, so l'anno 568, che incominciando
e prassino, tendente a riporre sul in Italia il regno de' longobardi
trono il nipote di Anastasio, e ral- gl'imperatori d'oriente furono co-
fermò cosi il vacillante potere di stretti di govex'nare Pioma per mez-
Giustiniano I. Quindi veleggiò in zo di capitani, e Ravenna per esar-
Africa, sterminò i vandali, ed entrò chi, i quali durarono cento e ottan-
trionfante in Costantinopoli, col re taquattro anni, Giustino II, avvili-
Gelimero, coi principi della famiglia to dagli avversi successi di Persia,
reale, e coi più ragguardevoli uffi- soggiacque ad alienazioni mentali ,

ziah, e magnati tutti fatti da lui per cui associò all' impero il trace
prigioni. Dipoi si volse alla conquista Tibei'io II Costantino, capitano del-
d'Italia, discacciandone gli ostrogoti, le sue guardie. Questi nel breve
e portando seco cattivo il re Viti- suo impero domò i persiani col
ge. Queste conquiste si terminaro- braccio del generale Maurizio, che
no colla nuova spedizione del me- dichiarò cesai-e, ed a cui diede la
desimo Belisario, compiute dall'eu- propria figlia Costantina per isposa,
nuco Narsete, dopo l' ingrato suo preparandogli così la successione al-
richiamo. Tuttavolta il prode ca- l'impero. Nel 582 segnalò Mauri-
pitano, che, lungi di lagnarsi della zio l'avvenimento al trono con un
crudeltà e sconoscenza di Giusti- esemplar tratto di pietà filiale, fa-
niano I, non rammentava, che i cendo venire in corte i viventi ge-
favori ricevuti, fece un' ultima pro- nitori, che onorò con pubblici os-
va del suo valore contro i ribellati sequi. Maurizio sostenne in Italia
unni, e per la debolezza dell' im- co' longobardi , e in Asia co' per-
peratore tornò ad essere vittima siani l'onore dell'impero; ma gli
della bassa invidia degl' indegni unni, detti Avaria gli furono mo-
emoli offuscati dalla sua gloria, e lesti, avendo preso di mira la Tra-
terminò cieco ed oscuramente i suoi cia, e trucidato dodici mila prigio-
preziosi giorni, poco prima che ni per aver ricusato l'imperatore
Giustiniano I compisse la sua car- iMaurizio di pagarne il tenue ri-
cos COS 23
scatto. Ciò talmente indispose i po- l'Africa. Adunque ai piedi di Era-
poli contio l'imperatore, che, a- clio venne condotto in catene l'ini-
vendo ordinata uuova marcia con- quo Foca da Foli no, che in tal mo-
tro gli avari, i soldati si ammuti- do vendicò l'oltraggio fatto al suo
narono, e spedirono il centurione talamo, e tagliandogli mani, e piedi,
Foca a deporlo. Questi per accla- fu decapitato, e la testa venne su
mazione vestì la porpora imperia- d' una picca portata pei quattordici
le, raggiunse in Calcedonia il fug- rioni di Costantinopoli, e per ulti-
gitivo Maurizio, che dopo aver ve- mo ne fu bruciato il cadavere sulla
duto trucidai-e cinque suoi figli, piazza.
venne egli pure trucidato col pro- Eraclio fu
salutato imperatore,
prio fratello Pietro, in uno ai prin- mentre decadenza della monar-
la
cipali grandi di sua corte. chia ogni giorno aumenta vasi; ciò
l^all'anno 602 al 610 l'impera- non pertanto coll'oro, e colle umi-
tore Foca governò da tiranno l'im- liazioni tenne in dovere gli avari,
pero. I longobardi e gli avari col- che sino alle mura di Costantinopoli
legati assai lo molestarono, sicco- portavano le loro audaci scorrerie :

me fecero i persiani. Il general Ger- quindi si volse a reprimere i per-


mano peri ed aven-
nella battaglia, siani,che minacciavano mali mag-
done perduta un' Leonzio fu altra, giori, il re Cosroe, benché diverse

degradato, ed in catene venne li'atto volte disfatto, ricusò costantemente


per !e vie di Costantinopoli. Quindi la pace laonde in questa guerra
:

Foca affidò gli eserciti al proprio per la prima volta si vide arruo-
fratejlo Demenziolo Curopalata il , lato tra gli eserciti imperiali un cor-
quale trasse in inganno il general po ausiliario di cavalleria composto
WarsetCj che dalle file imperiali era di quarantamila turchi, che allora
passato a comandare i persiani, ed dimoravano tra il monte Caucaso,
in onta de' giuramenti lo fece con- e il mar Caspio. La ribellione di
durre a Costantinopoli, e perii'e nel Siroe, che fece morire d' inedia il re
fuoco. Diede in moglie la sua figlia persiano, pose termine ai combatti-
Doinenzia al patrizio Prisco coman- menti, e prezzo della pace fu il

dante delle guardie; ma indispetti- santo legno della vera croce resti-
to dagli applausi, che gli sposi otten- tuito con solenne pompa religiosa
nero ne' pubblici spettacoli, fece de- da Eraclio stesso a Gerusalemme
capitare i deputati, e per le gi'ida nel dì i4 settembre, in cui la Chie-
del popolo a stento si astenne da sa ne celebra ancora la rimembranza.
alili gravi eccessi. La vedova di .Ma in seguito per le irruzioni dei
INI.iuiizio, e le tre figlie perirono saraceni il santo legno venne trasfe-
sotto vari pretesti, e niun cittadino rito a Costantinopoli. II regno di
andava in salvo dall' ira sua , che Persia restò poscia distrutto dal-
giunse all'eccesso, nel veder la ple- le orde de' mussulmani, come l'im-
be malcontenta nel circo, di ordi- pero perde la Siria, la Mesopota-
nr,re che fosse trucidata alla rin- mia^ e l'Egitto dai medesimi sa-
fusa. Fu questo il segno della ri- raceni occupato. Oltre a ciò l'ere-
bellione sostenuta dal generali; Era- sia de' monoleliti turbò la quiete
clio che lo stesso Prisco genero
, de' cattolici, e per somma sventoj-a
dell" imperatore avea chiamato dal- r imperatore ne seguì gli errori.
a4 COS COS
Alla morie di Eraclio, avvenuta nel la occasione inventato. Finalmente
64' 5 regnarono Costantino, ed E- dopo sette anni d'incursioni, si con-
racleona di lui figli, e fratelli con- chiuse coi saraceni una tregua di
sanguinei. Morì Costantino, ed Era- trenta.Anche i bulgari che dal Iato
cleona fu obbligato dalle truppe boreale ponevano sossopra la Tra-
ad associarsi all' impero il giovane cia, si contentarono con certi patti.

Costante II, figlio del defouto. Non Costantino conferì il titolo di augusti
andò guari, che Eracleona fu depo- ai fratelli Eraclio, e Tiberio, che
sto, e, in un all' imperatrice Blarti- però ebbero mozzo il naso, e vennero
na sua madre, deformemente mu- confinati in esilio, per averli il popolo
tilato e bandito. in una sedizione salutati imperato-
Costante II fu vizioso, ed inetto. ri. Nel 685 ascese il soglio Giusti-
I saraceni lo vinsero in battaglia niano II figlio di Costantino, e
navale, e sotto il comando del ge- ruppe le convenzioni co' bulgari, e
neral Moavia assediarono Costanti- co' saraceni : vinse i primi, e tras-
nopoli. L' impero sarebbe allora portò in Asia un corpo di schia-
terminato, se non insorgeva la guer- voni ausiliari, eh' eransi sottomessi.
ra civile tra i saraceni per la suc- Quindi ebbe raflbrzata la sua armata
cessione al calidato. Ucciso per ge- con trenta mila schiavoni, per com-
losia suo fratello Teodosio, fuggì
il battere i saraceni, costrignendo alla
Costante l' odio popolai'e passando ritirata il loro generale Maommed.
in Italia. Assediò Benevento, ma sì Questi però corruppe oro venti coli'

con vergogna, che con perdita do- mila schiavoni, che, abbandonando
vette partirne. Sì avviò alla volta le insegne imperiali, i saraceni ri-

di Roma, ove entrò a' 5 luglio del presero la superiorità, e fugarono


GG3, incontrato dal s. Pontefice Vi- ilnemico. Giustiniano II pieno di
taliano, dal clero, e dal popolo con sdegno fece trucidare i dieci mila
solenne pompa. Olfrì Costante li schiavoni rimasti fedeli, insieme al-
alcuni doni alle basiliche, ma in le loro mogli e figli: indi raddop-
pari tempo spogliò Roma de'su- piò co' sudditi le estorsioni, avendo
perstili ornamenti per adornarne per satelliti Teodoro.
Stefano, e
Costantinopoli. Passò in Siracusa, Laonde i o
disgraziati orientali ,

ed ivi nel G68 fu da Andrea sof- erano vessati dal tiranno, o presi
focalo nel bagno in vendetta del- prigioni dai saraceni, che per su-
l' ucciso genitore. Costantino suo fi- perstizioni uccidevano nelle cam-
gho gli successe, ed ebbe il sopran- pagne tutti gli animali neri.
noine di Pogouato perchè imber- Imperversando Giustiniano li, il

be, e punì colla morte l' armeno patrizio Leonzio uscito di prigione
Mezizi, che avea usurpato il titolo provocò mutilare, ed
la rivolta, fece

imperiale. Tornato a Costantinopoli, esiliare imperatore in Crimea, e


l'

per cinque mesi fu assediato dai condannare alle fiamme i due satel-
saraceni , ciocche rinnovarono nei liti. Dipoi la guarnigione di Can-
successivi anni, ma sempre con dia acclamò imperatore Tiberio suo
maggiori danni sia per le perdite Drongario, o colonnello detto yfpsi-
falle, sia per le tempeste sofferte, maro, si avviò a Costantinopoli cui
che per le tante navi incendiate il tradimento aprì le porte, e fece
dal famigerato y»oco-greco, in quel- tagliare orecchie e naso a Leonzio,
cos COS a^r

indi lo confinò in un monistero. Teodosio divenne imperatore nel


Ma V esule Giustiniano II, che per l'anno 7145 "la vedendosi incapa-
la privazione dei naso era appellato ce di governare rinunziò il potere,
Rìnolmeto, maturava il disegno di che nel 7 1 6 occupò Leone, Isau-
risalire il trono, e benché corresse ricOj ardito guerriero, atto ad af-
pericolo di essere ucciso prima da- frontare i nemici. Subito incendiò
gli abitanti di Cherson, e poi dal la flotta del califfo Solimano nel
Cagano de' turchi Cazari, fra' quali porto di Costantinopoli, che voleva
erasi rifugiato, sposandone la figlia; bloccare, mentre il general Mazal-
tuttavia gli fu dato di raunare una ma per terra stringeva la città di
armata di bulgari, e schiavoni in assedio. Indi nella successiva prima-
mezzo a' quali e per un acquedotto vera gli riuscì disperdere altra nu-
entrò in Costantinopoli ove fece merosa flotta del califfo Omar II,

decapitar Tiberio Apsimaro, e Leon- per cui la capitale dell' impero re-
zio suoi competitori. Allora con stò libera. Dopo di ciò si disfece
ingratitudine volle far guerra ai di certo Basilio, che in Sicilia col
bulgari, ma vergogna
dovette con nome di Tiberio aveva affettato la
comprare la pace, Ravenna, che avea dignità imperiale, e del già impe-
parteggiato per Leonzio, fu da lui ratoi'e Anastasio II, che ajutato
condannata al saccheggio ed alla dai bulgari era uscito dal suo riti-

strage, senza risparmiare l'arcivesco- ro. Se Leone meritò encomii per


vo cui furono abbacinati gli occhi : le militari imprese, la sua memo-
altrettanto voleva fare a Cherson, ria Tenne esecrata per la fatai
mentre l'armeno Filippo Bardane guerra, che mosse contro i vene-
alla testa de' turchi Cazari fu ac- ratori delle sagre immagini e il lo-
clamato imperatore, e riconosciuto ro culto, ciocché gli sollevò contro
per tale dal patrizio Mauro, che tutti i cattolici deli' impero. Il som-
comandava la Nel 7 1 1 entrò
flotta. mo Pontefice Gregorio II ado-
s.

Filippo in Costantinopoli, e Giusti- però ogni studio per convertirlo,


niano II, col suo figlio Tiberio, ma non potendo ottenere il di lui
perì col supplizio . Il nuovo im- ravvedimento, nell'anno 780 lo
peratore visse nell'inerzia, e nella scomunicò, ed assolvè l' Italia dal
dissolutezza, lasciando che i bulgari giuramento fattogli, e dai tributi.
invadessero la Tracia, e i saraceni Il perchè ribellatasi l'Italia,molte
Seguace del monoteismo,
la Pisidia. città si eressei'o in repubbliche o
fu mal veduto dai cattolici, e non signorie private, altre si diedero ai
mai riconosciuto da Roma final- : longobardi, e ducato di Roma,
il

mente il primo scudiere Rufo con con altre terre, spontaneamente si


una mano di armati lo assalì nelle sottopose al dominio di s. Grego-
sue stanze, strappandogli di fronte l'io li: che però sotto di lui ebbe
gli occhi. Il primo segretario Ante- principio ed origine il dominio
mio l'egnò per breve ora col nome temporale de' sommi Pontefici. An-
di Anastasio II ; e sebbene si ado- che s. Gregorio III si adoprò per
perasse per reprimere i baldanzosi la conversione dell' iconoclasta Leo-
saraceni, e porre al coperto Co- ne, ma inutilmente, morendo que-
staulinopoli, fu dai soldati detroniz- sti nell'ostinazione.
zato, e rilegato a Tessalonica. Costantino Copronimo gli succes-
,

36 COS cos
se nel 74 'j e come figlio suo ne vnrono in Costantinopoli gli am-
ereditò la fierezza, per cui la eresia basciatori di Callo JMagno. L'ar-
degli iconoclasti, e la persecuzione mata d'oriente sdegnatasi dei mali
delle sagre immagini, continuò con tiattamenti da ]\iceforo ad Ire-
fatti

iniquo ardore, mentre Pipino re ne, si sollevò acclamando il buon


di Francia, chiamato in Italia nel generale Bardane detto il Turco,
755 da Papa Stefano li detto III, che sebbene felicemente giungesse
gli toglieva l'esarcato, e gli altri al Bosforo, non volle acconsentire
italiani dominii. Il successore fìgliuol alla guerra eivile, e si ritirò in un
suo Leone IV, detto Porfirogemlo monistero, colla promessa che ivi
nudiì gli stessi perveisi sentimenti, ]Nicef(jro non lo avrebbe molestato :

poco visse, e morì nel 780. L' im- non passò molto, che lo fece ac-
peratjice Irene sua moglie, e reg- cecare, ne confiscò i beni , e punì
gente dell'impero educò il figlio i di lui seguaci.
(^ostiuitino Por/ìrogenito a più sani Niceforo volle battersi co^ sara-
])iincipii. Questa donna intrapi'en- ceni, ma dovette convenire a ver-
«leute, dominata dall'ambizione, im- gognosi accordi. Provocò quindi i

])edi gli sponsali tra Costantino, e bulgari, ed internatosi in luoghi


liotruda primogenita di Carlo Ma- inaccessibili, trovò il passo chiuso
gno, nel quale il Papa s. Leone dal re Crunno, che inviluppò liu

111 aveva rinnovato impero occi- l' e r esercito. Il principe Stauracio,


dentale neir 800, temendo che la gravemente ferito, a stento potè ri-
sua autorità diminuisse. Divenuto condurre a Costantinopoli gli avan-
Costantino maggiore, pervenne ad zi dell' esercito imperiale, ed appe-

< nianciparsi dalla madre, che per al- na divenuto imperatore, volle orna-
tro richiamò per l'infelice riuscita re colle insegne imperiali la sua

di una spedizione contro i bulgari, moglie Teofania di Atene, ed uden-


«]uindi per gelosia di stato fece cavar do i voti del senato e dell' esercito
gli occhi a lutti i suoi zii, ed in mo- concorrere in favore di Michele I,
do atroce punì l' insubordinazione Curopalata, detto Rangabo, per
<li alcuni reggimenti di Armenia, volontaria abdicazione andò a termi-
liijcchè il rese odioso al popolo. nare nel chiostro i brevi suoi gior-
Allora la disumana madre ne prò ni. INIichele I buono quanto inetto,
lino per detronizzarlo, e privarlo nell'anno 811, prese per collega il

della vista, essendo morto dagli spa- figlio Teofilatto, ed assalito dai sa-
simi di quella tormentosa opera- raceni, e dai bulgari, scacciò i primi
zione. Giunta Irene per così atroci a mezzo del generale Leone /' Ar-

vie al colmo degli ambiziosi suoi meno, marciò personalmente contro


voti, a porsi al coperto dall'irrita- i secondi, e ricusò il cambio dei
to popolo, meditò coli' offrire la sua prigionieri come pegno di pace.
mano all'imperatore Carlo Magno Le sue truppe furono disperse, per
la liunione dei due imperii. Men- cui Leone ne arringò gli avanzi,
tre ciò trattavasi, cioè nell'So^, il ed alienandoli dall'imperatore, ne
patrizio INiceforo Logoteta la balzò occupò il luogo, e piombando sui

dal trono, la rilegò a Lesbo in un bulgari riportò vittoiia, e la bra-


jiionistero, prendendo le redini del- mata pace. Per gelosia Leone fece
l' impero, quando inutilmente arri- evirare Teofilatto^ come a danno
cos GOS 27
dell* unità cattolica protesse l'eresia gire al campo saraceno per iiori

degli iconoclasti disprezzatoii dei perdere gli occhi, e rappacificatosi


culto delle sagre immagini. Miche- coll'imperatore, adoprò
il .suo brac-

le II, detto ìLcomandante


Balbo, cio a nuovamente salvarlo; e Teo-
delle sue guardie, congiurò a danno fobo acclamato imperatore dai per-
di Leone, ma questi oidinò che si siani al servizio greco, e senza sua
mandasse alle fiamme. Era la yigi- colpa, benché .si desse a disposizione
lia del Natale del Signore, quando di Teofilo per bandire qualunque
veniva ad esse condotto : laonde sospetto, venne per suo ordine ben-
per la solennità di tal giorno l'im- ché moribondo, inumanamente de-
peratrice Teodosia ne fece sospen- capitato; anzi Teoillo spirò tenendo
dere l'esecuzione: ma benché l'im- fra le mani la testa del suo rivale.
peratore custodisse le chiavi della La impeiatrice Teodora governò nel-
prigione ove venne rinchiuso, i con- la minorità di Michele III suo fi-
giurati atterriti dalle minacce di glio, coi tutori Teottisto eunuco,
denuncia, colle quali Michele II Manuello, ed il patrizio Barda. Sot-
istigavali a liberarlo, travestiti in to di essa le sagre immagini po-
abito chiericale, piombarono su Leo- terono liberamente venerarsi, e ces-
ne in chiesa al canto del mattuti- sò la discordia, che tanto aveva a^i-
no, lo trafissero con piìi colpi, ed tati gli animi. I bulgari coiiCerma-
evirarono i quattro suoi figli per rono i trattati, ed allora furono ster-
vendicare Teofilatto. Co' ferri stessi minati i manichei-pauliciani di Ar-
co' quali era avvinto sa Ti Michele menia. Barda, fratello dell'impera-
II sul trono, e subito dovè com- trice, aspirò all'impero, e talmente

battere competitore Tommaso,


il corruppe il giovine Michele III, che
che spacciavasi per Costantino Por- divenuto maggiore di età trovossi
firogenito , scampato dalle insidie inabile a regnare, e solo capace di
della barbara madre Irene. Con gozzoviglie, e dissolutezze. L'impe-
formidabile esercito occupò le pro- ratrice Teodora ì\\ chiusa in moni-

vincie di Asia, e si presentò con stero colle due figlie; quindi Barda
una flotta innanzi Costantinopoli ;
allontanòi contutori, bandì il patriar-

ma i bulgari, accorsi in ajuto del- ca s. Ignazio, cui surrogò Fozio,


l' imperatore, ne accelerarono la ed ebbe il titolo di cesare. Però
disfatta, ed avendo riparato in pei maneggi di Basilio il Macedo-
Adrianopoli, fu poi dalle stesse sue ne, colla testa pagò la sua ambizio-
guardie consegnato all' imperatore, ne. Basilio divenne collega nell'im-
che gli fece tagliare mani e piedi pero di ]Michele III , e volendo
alla presenza dell'esercito, e fra le frenare le di lui brutalità, ne pro-
angosce il fece perire. vocò lo sdegno, di cui sarebbe sta-
Nell'anno 829, a Michele II suc- ta la vittima, senon avesse preve-
cesse il figlio Teofilo anch'egli fa- nuto il disegno, uccidendo di pro-
natico iconoclasta, che molte guer- pria mano l'imperatore quando era
re sostenne co' saraceni, nelle quali ubbriaco. Divenuto Basilio regnante
due volte avrebbe perduto la vita, assoluto, ristabilito l'ordine nel go-
se non salvavano i due va-
lo verno, richiamò in Costantinopoli
lorosi generali Teofobo, e Manuel- -s. Ignazio, raccolse in un sol cor-

Io. Questi ebbe in premio di fug- po le leggi inq)eriali, trasportando-


28 COS cos
le nel greco idioma, per cui dal glone, l'imperatore gli fece tagliare

suo nome questi libri si dissero Ba- una mano, e siccome non desistet-

TullavoUa l'intruso Fozio,


siliche. te dalle sue prave mire, perì nelle
come dicemmo, seppe ricuperare la fiamme. Saraceni e bulgari mole-
giiizia dell'imperatore, presentandogli starono r impero, quando nel 984
una effimera genealogia, che lo faceva comparvero per prima volta due la

discendere da Tiridate re di Arme- nazioni sconosciute ad infestare la


nia, e n'ebbe in premio la restituzio- Tracia. I turchi forzarono le porte

ne della sede patriarcale dopo la caucasee, ove dal loro nido di Tar-
lanazio. Avea associato
uiorle di s. Ignazio. taria erano discesi, e misero a fer-

all'impero il primogenito Costantino ro e a fuoco i luoghi percorsi. Il

che morì immaturo; e Leone altro patrizio Teofane fu mandato contro


suo figlio per una calunnia di Fozio di loro, e riuscì a rispingerli oltre

fii sul punto di perdere la vita, ma il confine, e a riscattare i prigioni.

dopo lunga prigionia, nell'SSG, col I russi condotti dal re Inger co-
nome di Leone filosofo, successe al
'\\ prirono il mare di navigli, e mi-
padre. nacciavano la stessa Costantinopoli.
Leone favorì le lettereda lui Teofane ancor con essi si coprì di
coltivate, e i letterati, condannando gloria, mise in fiamme molti vascel-

per sempie lo scandidoso Fozio in li, disperse i soldati, e fece perire

un monistero. Di continuo fu alle chiunque mise piede a terra. I tur-


prese co'saraceni invasori de'dominii chi fecero un secondo tentativo, e ne

d'Italia, e co'bulgari, che gli vende- fu conseguenza una tregua di cin-


rono a caro prezzo la pace. Dalla que anni.
quarta moglie nacque Costantino L'imperatore Costantino, mal sof-
Por/iivgeiiilo, che in tenera età suc- fercndo la preponderanza di Ro-
cesse al genitore, perchè lo zio
il mano suo collega, fece entrare nel-
Alessandro, dichiarato imperatore le sue viste l'ambizioso Stefano suo
dal fratello, fu reggente, e morì cognato, e primogenito di Romano,
da intemperante. Costantino dovet- il quale con riprovevole audacia,

te combattere un possente rivale, fece assalire il padre, e racchiuder-


cioè Costantino Duca, comandante lo in monistero, dividendo quindi il

dell'armata in Paflagonia, che osò trono con Costantino, e col minor


entrare in Costantinopoli, e perdet- suo fratello di nome pur Costanti-

te la vita all'ingresso del palazzo im- no. Questa lega poco durò, giacché
periale. Dipoi Leone Foca, e Ro- il Porfirogenito fece imprigionare
mano Lecapene, generali dell'impe- i due snaturati figli di Romano, e

ratore, si disputarono il di lui favo- tornò solo a governare, arte che


re per impadronirsi della sovranità, veramente non conosceva, ad on-
Leone morì, e Promano giunse a ta che non mancasse d'ingegno, né
dare la figlia in isposa a Costanti- di amore alle scienze. Quindi rinun-

no, per cui venne associato all'im- ziò il comando all'imperatrice Ele-

pero, e Zoe madre di Costantino na, ed all'eunuco Basilio gran ciam-


dovette ritirarsi in un monistero. Cer- berlano, dichiarando collega nell'im-
to Basilio di Macedonia si finse es- pero il proprio figlio Romano: que-
sere Costantino Duca redivivo, e su- sti ad istigazione di Teofanona sua
scitò non pochi torbidi. Fatto pri- moglie avvelenò il padre più per
,

cos COS 29
darsi senza ritegno in preda ai \i- alleali de'greci. Zimisce ebbe in Co-
zii, che per avidità di regnar solo. stantinopoli gli onori del trionfo ;

I generali di Romano, Leone Foca, ma mentre voleva reprimere le

e Kiceforo Foca nel breve suo im- ribellioni d' Asia, 1' eunuco Basi-
pero sostennero con vittoria le ar- lio gran ciamberlano lo fece peri-
mij come il gran ciamberlano Giu- re di veleno, in vendetta d'un mot-
seppe ne sostenne le cure, restando to dell' imperatore sulle sue stra-
alla di lui morte tutore de'figli an- bocchevoli ricchezze.
cor bambini, mentre ISiceforo dal- JN'el 975 continuarono a regnare
l'armata fu elevato al trono impe- Basilio, e Costantino colla madre
riale. Sposò egli la vedova Teofa- Teofanona richiamata dall' esilio,
nona, la quale ciò fece per politica, dove l'avea tenuta Zimisce, e l'eu-
per cui dipoi entrò nella congiura nuco Basilio si mantenne nel moni-
ordita dai generali Giovanni Zimi- stero. Barda Sclero, e Barda Foca
sce, e Burtza, cui faceva eco l'odio si ribellai'ono prendendo la porpora

popolare. Teofanona agevolò l' in- imperiale, e dopo diversi azzuffa-


gresso nella stanza di JXiceforo ai menti conchiusero dividersi le prò-
congiurali , che l'uccisero allorché vincie Foca tradì il competitore,
.

dormiva. Zimisce si cinse il capo lo fece prigione indi marciò in ,

dell'imperiai corona nel 969, asso- Costantinopoli, però cadde morto


ciandosi Basilio, e Costantino figli dal cavallo, o di veleno, presso Scu-
di Romano il Giovine. JNell'anno se- tari. Sclero accettò il perdono di
guente trecento mila russi si pre- Basilio, che lo dichiarò Curopalata.
sentarono sulle frontiere della Tra- Arse di nuovo la guerra cogli ir-
cia, e vi penetrarono furiosi, sino al- requieti bulgariil general Niceforo :

le porte di Adrianopoli. Bai-da Scle- Urano li vinse in riva allo Sperchio,


ro, cognato dell'imperatore, con po- e l'imperatore Basilio li disfece inte-
ca truppa fu spedito a difendere ramente sull'Assio, proseguendo una
la città: si mantenne sulle difese, serie di tiionfì e conquiste, ed in-
tollerò le beffe e le provocazioni viando alle loro case quindici mila
finché profittando della crapula cui prigionieri dopo averli privati di
eransi abbandonati i russi, ne fece occhi: uno solo ne lasciò a cento,
tale strage, che pochi rividero la Sci- perché servissero di guida a' com-
zia,Ciò non pertanto i russi ricom- pagni. In tal modo la Bulgaria ri-
parvero passati due anni con forze mase tutta sottomessa a Basilio, che,
formidabili: ma Zimisce li prevenne volgendo l' animo a domar i sara-
in Bulgaria assediando Perstalba seguendo-
ceni, fu colto dalla morte,
metropoli, e facendo de' russi, che lo nel sepolcro l'inetto imperatore
incontrò per via, sanguinosa carni- Costantino suo fratello, solo rino-
ficina. La
città cadde in potere dei mato per laidezze. Egli designò
greci,ed ottomila russi che difen- Romano Argiro grande dell' impe-
devano il forte furono passati a fll ro a succedergli nell'anno 1028 al
di spada. Barise re de'bulgari fatto trono pel quale sagrificò le pri-
,

prigione fu liberato dall'imperatore, vate e tenere affezioni, ripudiando


e la capitale bulgara assunse il no- una degna moglie per isposarsi a
me di Giovannopoli. I russi lasciaro- Zoe figlia di Costantino. Teodora
no libera la Bulgaria^ e divennero sorella dell'imperatrice cospirò con
3o COS COS
certo Piusiano contro Romano; ma la morte di Zoe, dichiarò Niccforn

sì la sua congiura, che quella di Brienna per successore; ma Teodora


Costantino Diogene, furono puni- appena il seppe, benché sessagenaria,
te severamente. L' imperatore nella si fece riconoscere, ed abilmente per
campagna contro i saraceni d'Asia, venti mesi impugnò lo scettro, sen-

dovette la propria salvezza alle sue za che i turchi seliucidi, i quali


guardie. L' impudica Zoe invaghi- guidati dal conquistatore Togrulbeg
tasi d' un paflagone per nome Co- sino dal io45 avevano invase le

stantino, che in Costantinopoli e- Provincie di Asia, facessero ulterio-


sercitava il mestiere di cambista, ri progressi. Il vecchio generale Mi-
colla taccia di monetario falso, chele Slraziottico fu designato suc-
concepì il nero disegno di perdere cessore della moriente Teodora, e
il marito, e dividere coli' adultero contento egli del titolo imperiale, e
talamo e soglio. La perfida prima del nome di Michele VI , lasciò il
col veleno poi col bagno fece mo- governo in abbandono ad una mi-
rire Romano, salendo l'indegno Co- nisteriale oligarchia. Teodosio , cu-
.stanlino sul trono nell'anno io34. gino del Monomaco, invano affac-
paflagone dai rimorsi perde il
Il ciò i suoi diritti per detronizzarlo;
sennp, ma tutta volta ottenne da ma i generali convocati in s. Sofia
Zoe r adozione per figlio di Miche- convennero nella deposizione di Mi-
le, nato da Stefano Calafato suo chele VI. Prima però vollero in
fratello, ed in un chiostro si ritirò rimpiazzo eleggere il più degno, e
a piangere i suoi detestabili falli. per rinunzia di Catacalone, che a-
Zoe V, Ca-
fece coronare ÌNIichele veano prescelto, il quale si scusò
liifatOj, che avendo preso di mira i per la grave sua età, i voti si riu-
favoriti dell' imperatrice madre, e nirono in favore d'Isacco Comne-
lei medesima, per gelosia confinò in no, il quale con una pronta vitto-
monistero però fu punito da una
;
ria si aprì l'adito al palazzo impe-
commozione popolare, perde gli oc- riale.
chi, e confinato venne in monistero. Isacco fu imperatore nel loSy,
Zoe, e Teodora furono imperatrici e subito si diede a ricomporre l'e-

sovrane per tre mesi, e la prima difizio sociale, infinitamente guasto


sposò quindi l' antico suo drudo dalla piìi scandalosa corruttela di
Costantino Monomaco, che Michele tanti mostri coronati : occupò
si

di Paflagonia per gelosia avea esi- persino del clero, si oppose con va-
liato. Costantino Monomaco inco- lore agli ungheri, ed ai turchi patzi-
minciò a regnare nel io42, ma i naci ; ma allorché tutti avevano con-
suoi talenti subito si oscurarono. cepito sopra di lui le più liete spe-
Egli privò del grado di generale ranze , un fulmine lo fece cadere
Giorgio Maniaco, e lo diede a R.o- da cavallo , mentre recavasi alla
mano Sclero fratello di Sclerena caccia. Isacco ricevette ciò come un
sua favorita, e Giorgio all' incontro celeste avviso, che lo invitasse a pe-
si fece acclamare dalle truppe ; ma, nitenza, e monaci. Al-
si ritirò fra'
mentre riportava vittoria, da una la privata grandezza domestica dei
feritamorì. Leone Tornicio parente suoi parenti preferì il pubblico van-
dell' imperatore attentando a succe- taggio, e in vece di porre sul tro-
derlo, fu acciecato. Costantino dopo no i congiunti, vi elevò nel loSg
cos COS 3r
Costantino Duca, alla qunle elezio- ce radere la chioma all' impei'atri-
ne sì il senato, che il popolo fe- ce Eudossia, che in monistero pas-
cero plauso. Costantino era caldo sò ad attendere utilmente agli slu-
amatore delle lettere , e de' scien- di , e proclamò nel 107 1 impera-
ziati, e soleva dire, che al brillar tore Michele Duca, detto Parapi-
del diadema, avrebbe anteposto l'im- uace. Romano Diogene fu posto in
mortalità acquistata coli' ingegno. ceppi neir Armenia , e con tanta
JVon deve però occultarsi, che 1' a- crudeltà acciecato, che ne morì.
varizia offuscò le sue egregie doti, Debole di carattere , Michele ebbe
e per mancanza di truppe espose un regno periglioso, dappoiché pri-
r impero ad incursioni. Di fatti i mieramente ai turchi seliucidi del-
turchi neir Asia fecero non pochi l' Asia si unì la ribellione di Rus-
progressi, e seicentomila uzii, di ori- sellio comandante un corpo di
gine turcomana, valicarono il Da- fi'anchi, o latini, ausiliario degl'im-
nubio, inondarono la Tracia, e se periali guidati da Isacco Comneno:
la spada dei bulgari ed il conta- le misere provincia d'Asia soggiac-
gio non li mieteva l' impero
, sa- quero a gravi disastri , ed Isacco
rebbe slato in pericolo. Morì Co- dopo sanguinoso conflitto restò pri-
stantino, lasciando figli di tenera gioniere de' turchi. Riuscì a R^ussel-
età in cura di Eudossia loro ma- lio di far prigione Giovanni Duca;
dre, la quale siccome saggia presto ma poi ambedue caddero in pote-
si avvide di essere incapace a go- re del sultano, il quale in seguito
vernare, ed assalita in Asia dai permise che si riscattassero. R^us-
turchi seliucidi, inviò a combatterli sellio di nuovo si ribellò, per cui
Romano Diogene , levandolo dal Alessio Comneno lo condusse inca-
carcere ove trovavasi per aver co- tenato a Costantinopoli. Devastan-
spirato al supremo potere. Il titolo do le Provincie europee i turchi
d' imperatori rimase ai giovanetti patzinaci ,
gli schiavoni e i croati,
Michele Andronico, e Costantino; voleva IMichele Duca associare al-
ma Eudossia fé' che il patriarca l'impero il valoroso generale ÌNice-
Sifilino l'assolvesse dal voto di non foro Erienna ma cangiando con-
;

passare a seconde nozze : promise siglio, lo spedì a combattere in


di sposar Barda suo nipote, ma Bulgaria, dove tra lo strepito dei
diede in vece la destra a Romano. trionfi, r esercito lo acclamò impe-

Molte forze questi appose ai tur- ratore. Contemporaneamente in A-


chi baldanzosi, ma non ebbe cor- sia egual titolo avea assunto Nice-
rispondenti successi massime nel
,
foro Botoniate: anzi avendo guada-
terzo sconlro per la defezione dei gnato il sultano Solimano fondato-
turcomani, e pel falso allarme spar- re della dinastia dei seliucidi d' I-
so fra le truppe del cesare Giovan- conio, si fece anche strada ad un
ni Duca. R.omano restò prigioniero partito in Costantinopoli, al quale
del sultano Alp-Arslan, che lo trat- r imperatore JMichele doveva cede-
tò onorevolmente, e rimandò a lo re, chiudendosi in un chiostro. 11 Bo-
Costantinopoli contento di un mo- toniate col favore di Alessio Comne-
derato riscatto. no vinse il competitore Brienna, e
Frattanto Giovanni Duca suscitò l'altro JNiceforo Basilace, che in iMa-
in Costantinopoli la rivoluzione, fe- cedonia avea presa la porpora ini-
,

32 COS cos
penale ; laonde ambedue perdettero glio Ruggiero si accostò all' TlHrio
gli occhi, secondo l'infame politica colla flotta. Se due vittorie ripor-
di qua' tempi. Il nuovo imperatore tarono le flotte veneto-greca, in una
provocò la collera del normanno terza ottenuta dal Guiscardo, do-
Roberto Guiscardo conte di Puglia, dicimila prigioni furono mutilati
rimandandogli la figlia Elena, desti- ma nella quarta i normanni ven-
nata sposa al deposto Michele. Cos\ nero compiutamente disfatti e al
perdette i possedimenti d' Italia ca- doge Venezia Vitale Fallerò, di-
di
duti in potere degl' invasori nor- chiarato Profosebaste, venne data,
manni. nel io84j l'investitura della Dal-
Germano, e Borilo, di slava ori- mazia, e della Croazia. Quindi la
gine, ministri favoriti del Botonia- morte di Guiscardo, e le discordie
te,ne affrettarono la perdita, con- fraRuggiero, e Boemondo per la
giurando contro i prodi generali paterna successione, allontanarono
Isacco, ed Alessio Conineno, che po- da Alessio ogni timore.
co mancò non perdessero gli oc- L' impero da tutti i lati fu al-
chi, nel loSi, se di concerto col lora investilo furiosamente dai tur-
comandante Pacaziano non depo- chi : perchè l'imperatore si vide
il

nevano r imperatore. Venne offerto costretto ad invocare l' aiuto dei


il trono ad Alessio, intanto che il principi occidentali, onde ebbe ori-
cognato Niceforo Melisscno in Asia gine la prima crociata. Però il dis-
coir aiuto de' turchi seliucidi, dichia- ordine con cui furono accompa-
,

ravasi imperatole: il Betoniate ce- gnate le prime spedizioni in massa


dette alle circostanze, ed abdicò la di Gualtieri detto Senz' avere ^ non-
corona , contentando Alessio il co- ché quelle di Pietro 1' Eremita, di
gnato col titolo di cesare: quindi Godcscalo, e di altre turbe senza
nominò suo fratello Isacco Sehasto- capi, nell'imperatore eccitò un se-
cratore, dichiarando questa nuova rio allarmo. Indi il principe fran-
dignità superiore alle altre. Alessio cese Ugo, il Grande, nel discen-
incominciò a regnare coli' imporre dere all'improvviso su Durazzo col
ai turchi seliucidi d' Iconio giunti duca di Normandia, col conte di
sino al Bosforo, cacciandoli al di Blois,ed altri signori, fu scortato
là della Bitinia. Così guadagnò pace, a Costantinopoli, ed ivi ritenuto,
e potè rivolgersi contro Guiscardo, finché il pio e celebre Croffredo di
che con Boemondo suo figlio aveva Buglione non obbligò colle minac-
messo piede in Corfìi ed assedia- , ce a liberarlo. Queste ulteriori ar-
va Durazzo. La repubblica veneta mate, benché regolari , per gelosia
sola accorse in sostenimento dell' im- furono male accolte da Alessio , il

pero orientale, disperdendo la flot- quale costrinse Goffredo ad impu-


ta normanna; ma Alessio fu scon- gnar due volte le armi contro i
fitto in terra, e ferito, né potè greci, eh' erano destinate a domare
disputar Durazzo al Guiscardo. Tut- i nemici del nome cristiano, segua-
tavolta la discesa dell" imperatore di ci di Maometto e del suo Alco-
,

occidente Enrico IV nell' Italia me- rano. Tuttavolta venne promesso


ridionale, fu un utile diversivo per ai crociati, che nell'impero sareb-
Alessio. Boemondo invocò il paterno bero favoriti, purché ad esso ras-
aiuto di Guiscardo, che coU'altro fi- segnassero i conquisti, che facesse-
, ,

cos COS 33
10 sui turchi. In fatti Nicea subi- riportandone considerabili ricchez-
to fu restituita, ma non vedendosi ze : riuscì all' imperatore con po-
l ripromessi soccorsi, Antiochia ven- derosa flotta di far rispettare Ja
ne eretta in principato a favor di sua autorità, indi si pacificò con
Boemondo, di che Alessio Comne- Guglielmo successore di R.uggiero,
uo mosse querela. Boemondo la- e frenò i dalmati
ungheri , e gli

sciò il nipote Tancredi in Antio- che avevano favoreggiato l'inimico.


chia , e comparve sotto Durazzo Per ultimo sostenne lunga guerra,
terminando queste differenze con pa- con vari successi, contro il sultano
cifici accordi come vennero conte-
, d'Iconio Kilidge, col quale con-
nuti i seliucidi di Persia. venne un trattato,
1118 fu assunto all'impero
iSel Alessio Comneno, figlio di Gio-
Giovanni Comneno, che, per la rara vanni, ebbe misero, e breve regno,
sua avvenenza, venne chiamato Ca- e prendendo le redini del governo la
logiantiìj ma Anna sua sorella ,
imperatrice Maria d'Antiochia sua
moglie di TSlceforo Brienna, per madre, ne provocò l' odio pubblico
ambizione corruppe le guardie per pel favore accordato al Protoseba-
farlo assassinare. Conquise Giovanni sle Alessio Comneno. Subito i tur-
i turchi patzinaci, ed i triballi, che chi d' Iconio ne profittarono, e di-
dal Danubio eransi sparsi a deva- chiararono la guerra; ma Androni-
stare la Tracia. Anche contro i tur- co Comneno, altro figlio d' Isacco
chi d' Iconio le sue armi sarebbo- posposto da Calogianni a Mannello,
no state vittoriose; ma l'apostasia dopo avverse vicende menando vi-
lagrimevole di Giovanni, figlio del ta privala nella città di Oeneum,
suo terzogenito Isacco che, fattosi si lusingò di poter aspirare al tro-
maomettano, sposò la figlia del sul- no. I suoi partigiani l' invitarono a
tano d'Iconio, fu causa dell' inter- Costantinopoli, e il salutarono restau-
rompimenlo de' suoi trionfi , e dis- ratore dell' impero, ad onta che le

])ose, che premorti il primogenito sue atrocità il deturpassero. In fatti

Alessio, ed il secondo nato Andro- il Protosebaste perde gli occhi, i

nico, in luogo d' Isacco, l' ultimo latini furono tutti trucidati, perchè
genito Mannello venisse elevato al- esercitando il traftìco eransi straor-
l' impero. Pviuscì tuttavia a Gio- dinariamente arricchiti, e l'impera-
vanni di obbligar alla pace i tur- trice Maria venne chiusa in moni-
chi d' Iconio, e a dichiararsi suo stero, e poi strangolata. Con tali

vassallo, Raimondo principe di An- sanguinosi auspicii Andronico fu


tiochia. In seguito si oppose gran- associato all' impei'O dall' indolente
demente ai della nuova
successi Alessio, che per lui andò truci-
crociata, che Corrado li imperato- dato. Egual crudeltà egli esercitò
re di Germania, e Lodovico ^l^ agli assedii di JNicea, e Prusa, che
re di Francia spingevano in olien- non l'avevano riconosciuto; allor-
te : anzi volle porsi d' accordo coi ché poi il re di Sicilia Guglielmo
mussulmani per distruggerla, men- II gli dichiarò guerra minacciando
tre conservava coi crociati appa- Costantinopoli, ad ogni piìi piccolo
rente amicizia. Frattanto Piuggiero sospetto, faceva tagliar la testa dei

re di Sicilia occupò Corfìi, e le grandi, e voleva fue un inaudita


coste di Etoliaj e dell' Acarnania, proscrizione, se l' ardito Isacco An-
VOI XVMI. 3
34 cos COS
gelo, che coli' uccidere il minislio per terra, e per mare: laonde po-
Stefano si presentò per arrestarlo, tè discacciarne lo zio, e liberare
non avesse cagionato la generale il genitore Isacco. Questi allora as'-
esplosione. Allora Isacco venne ac- socio all'impero il figlio Alessio; ma
clamato imperatore correndo l'anno per patto convenuto, oltre la riu-
I i85, e l'indegno Andronico ter- nione della chiesa greca alla latina,
minò fra i tormenti la vita. Isacco dovevasi ai crociati liberatori la
obbligò i siciliani alla pace, ma non somma di duecento mai-che di ar-
andò guari, che i vallachi posero gento, che per la rivalila delle due
in rotta gli eserciti di lui. Gli nazioni non ebbe effetto, ed i

storici attribuiscono a questo prin- mezzi impiegati per incominciare


cipe l' infelice riuscita della cro- il pagamento del tributo esaspera-
ciala, colla quale l' imperatore di rono gli animi. Vicino a morire
occidente Federico I si recò nella Isacco, Costantinopoli era in generai
Palestina. Ad Isacco Angelo, e ver- commozione: ed il popolo adunatosi
so il rigo, dai più critici viene nella vasta basilica di s. Sofìa, do-
ascritta 1' istituzione del cavalle- mandava i' elezione di un nuovo
resco Ordine Costantiniano [Fedi), imperatore. Passati tre giorni in
che altri attribuirono a Costantino esitazione, suo malgrado Nicolò Ca-
il grande, da cui i Comneni si nabeo dovette accettar la corona.
vantavano discendere. Promotore principale della rivolta
Sotto Isacco Angelo molti pre- fu Alessio Duca detto Marzujlo, che
tesero all'impero, ed Alessio suo diresse secondo la sua ambizione,
fratello giunse a deporlo, ed a pri- s' impossessò di Alessio Angelo, e
varlo della vita, chiudendolo in oscu- colle proprie mani 1' uccise ponendo
ra prigione. Ad altro Alessio figlio in catene il Canabeo. Fu allora,
d' Isacco riuscì di fuggire in Roma, che i crociati tornarono ad investi-
per implorare il valido patrocinio re Costantinopoli, e dopo replicati
del sommo Pontefice Innocenzo III, assalti entrarono in mezzo al-
vi
il quale lo accolse onorevolmen- la strage. Marzuflo si salvò con
te. Quindi l'imperatore germanico pronta fuga, ed il popolo elesse im-
Fihppo di Svevia, che avea sposato peratore Teodoro Lascaris genero
la di lui sorella Irene lo raccoman- di Alessio Angelo ; ma egli, invece
dò all'esercito de' crociati francesi, di accettare, invitò i cittadini a dis-
e veneziani j eh' erano per riparare cacciare i nemici : tutti però vil-
in Palestina, fermandosi a Zara pei mente restarono neghittosi, ed il
quartieri d' inverno, e non aspettan- saccheggio durò molti giorni. I latini
do che la primavera per aprire la entrarono nella città collo stendardo
campagna; l'esercito de' francesi era reale, e coli' immagine della beata
di ventimila fanti, e di otto mila Vergine, ohe gì' impei-atori avevano
cavalli, e quello de' veneti era com- 1' uso di portar seco nei combatti-
posto di settanta galere, settanta menti. Indi nominarono
i crociati
bastimenti da trasporto, e da circa dodici commissari, metà francesi, e
cento venti vascelli armati da guer- metà veneziani, quali elessero e i

ra. Con tali aiuti Alessio si recò a coronarono imperatore, Baldovino


CoslantinopoH , che i crociali pre- conte di Fiandra, cioè a' i6 mag-
sero a' IO luglio deiraiuio i2o3 gio lio/j., uel poulificato d' iu-
cos COS 3d
nocenzo III Così ebbe principio
. dell'Epiro; e quando l'imperatore
r impero dei latini in Costantinopo- Enrico divisava frenarne i successi,
li, che durò cinquantasette anni. morì. I baroni latini esitarono nella
Baldovino I, secondo i preceden- scelta del successore, dopo la ri-

ti accordi, cedette al suo competi- nunzia di Andrea re d' Ungheria:


tore Bonifazio marchese di Mon- laonde riunirono i voti su Pietro
ferrato r isola di Candia, e gli stati di Courtenai, conte di Auxerre, ni-
oltre il Bosforo, eh' egli cambiò pel pote di Ludovico VI re di Fran-
regno di Tessalonica, vendendo la cia, e cognato degl'imperatori de-
isola per mille marchi d' argento fonti. Pietro si recò iu E.oma, e
alla repubblica di Venezia. Per o- colla sua sposa Violante, a' 9 apri-
pera del pretendente e profugo le 12 17, ricevette le insegne impe-
Alessio Comneno, Alessio Marzutlo riali dalle mani del Papa Onorio
fu accecato, e poi precipitato dal- III. Questo volle fare la funzione
l'alto, dai francesi, mentre Alessio nella patriarcale basilica di s. Lo-
Comneno venne arrestato, e manda- renzo , cioè fuori delle mura di
to in Germania. La Tracia fu sog- Roma, non solo perchè l' imperu
gettata dal principe Enrico, fratello orientale potesse perciò pretendere
dell'imperatore Filippo di Svevia; diritti sull'occidente, ma anco per
ma resistendo Adrianopoli, Baldo- un riguardo al patriarca di Costan-
vino I vi accorse, ed attaccò i bul- tinopoli, cui era devoluta l'incoro-
gari capitanati dal loro re Gioan- nazione degl' imperatori greci.
nicio, eh' erasi recato a soccori'ere Pietro passò nell' Epiro, non potè
la Questi potè imprigionar
piazza. ricuperare Durazzo, ma attraversan-
r imperatore latino, che dopo un do gli stati di Teodoro per giugne-
anno fu bax'baramente ucciso. Il re a Costantinopoli, fu stretto nelle
principe Enrico ne assunse la reg- gole de' monti, per cui Teodoro gli

genza, dovette abbandonar Adria- promise di farlo progredire, ed in-


nopoli, e giunto in Costantinopoli vitatolo ad un banchetto, lo fece
concordemente venne salutato impe- caricare di ferri, ed uccidere dopo
ratore. I limiti deli' impero latino due anni, restando le sue scelle
erano brevi, dappoiché gli asiatica, truppe disperse, od uccise. L'im-
sino dal 1 2o4, avevano stabilito in peratrice Violante regnò in Costan-
INicea la sede imperiale, prestando tinopoli, ed i crociati erano per
omaggio a Teodoro Lascaris, che vi vendicare il suo merito, quando il

si sostenne in onta di Alessio Com- despota Teodoro riuscì ad acco-


neno, e delle armi del sultano di modarsi, reudendo al Papa il Car-
Iconio da cui era protetto; per lo dinal legato Giovanni Colonna ar-
che il Comneno lasciò in una bat- restato coir imperatore, e ricono-
taglia la vita. Dall' altro lato non scendone la primazia spirituale. I

mancarono gl'indomabili bulgari di francesimeditavano vendetta in uno


molestar la Tracia, e perì contro a Roberto di Courtenai, assunto
di essi Bonifacio re di Tessalonica. nel 12 19 all'impero per rinuncia
Intanto i veneti estesero su Corfù, di Filippo suo maggior fratello,
e sulle isole dell'Arcipelago il loro pacificandosi a tal effetto con Teo-
dominio , - mentre gli avanzi dei doro Lascaris, imperatore di JNicea.
Comneni presero il titolo di despoti Questi però essendo morto, nel
,

36 COS COS
1722, gli successe il genero Gio- Nicea ascese il soglio, sino dal ì 27.^,
vanni Duca Yatace, che tolse ai Teodoro li Lascaris siccome figlio
francesi Adrianopoli ; indi il despo- di Yatace, e morendo lasciò la co-
la Teodoro, occupalo il regno di rona al figliuolo Giovanni di anni
Tessalonica, e preso il titolo im- otto, e la reggenza a Giorgio Mu-
periale, avanzò nella Tracia
si zalone da tutti odiato, e perciò
mentre Davide Comneno con egual trucidato. Allora venne nominato in
titolo imperava in Trehisonda. Per Nicea reggente il gran contestabi-
le quali cose l'imperatore Roberto le Michele Paleologo, sul cui capo
si vide ridotto a mendicar la pa- progressivamente si cumularono i

ce, e la mano della principessa Ku- titoli di duca, di despota, e final-

dossia Lascaris, la quale non [)o- mente d' imperatore colia promessa
tendo ottenere, per sua sciagura giurata di conservare i giorni di
rivolse le sue mire alla figlia di Giovanni Lascaris, e di restituirgli,
Baldovino di Neu ville, gentiluomo allorché fosse maggiore, la potestà
dell'Artois, il quale violò la pro- imperiale, da lui assunta nell'anno
messa data ad un nobile borgo- 1260 in Kicea stessa. L' imperatore
gnese, preferendo il trono. 11 bor- di Costantinopoli Baldovino 11, nel
gognone montò in furia, ed unito 1245, intervenne in Lione al con-
a parecchi amici fece una notturna cilio generale XI 11^ celebrato da
incursione nel palazzo imperiale, e, Innocenzo lY, romano Pontefice. A
sorpresa la nuova imperatrice colla gara lo molestarono i bulgari, ed
sua madre, muldò barbaramente i greci ; l'eclamò al Paleologo le
la prima tagliandole il naso, e le piazze tolte dai greci ai francesi in
labbra, e gittò nel mare la seconda. Tracia, ma in vece il Paleologo e-
11 misero Roberto volò a Roma stese le conquiste sino sotto le mu-
per nascondere la propria vergo- ra di Costantinopoli, e, con un' ar-
gna, ed implorare ajuto dal Pon- mata condotta da Alessio Stratego-
tefice Gregorio IX, e mori nel ri- pulo per condjattere il despota di
tornar a Costantinopoli nell' anno Epiro, gli riuscì di sorprendere Co-
I 228. stantinopoli ; e messa in fuga la

Baldovino II suo fratello gli suc- debole guarnigione, pose fine all'im-
cesse i ma per la sua tenera età, la pero latino e francese nel 1261,
reggenza fu data a Giovanni di coli' intelligenza, ed opera dei greci,
Brienna, già re di Gerusalemme: ch'erano nella città.
laonde mediazione di Papa
colla Baldovino II si rifugiò presso Man-
Gregorio IX, s'ebbe il titolo impe- fredi, figlio naturale di Federico li,
l'iale sino alla maggiorità di Bal- di Svevia, e re di Sicilia, e Miche-
dovino li, ed alcuni feudi pe' suoi le Paleologo entrò trionfante in Co-
discendenti. 11 valore di Giovanni stantinopoli in mezzo allo Stiatego-
valse a contenere gli sforzi de'bul- pulo, e al giovine principe Giovan-
gari, e de' greci, che con poderose ni Lascaris, al quale dopo pochi
forze si appressavano a Costantino- giorni tolse la vista , rilegandolo
poli. Tuttavolta invocò i soccorsi in perpetuo carcere. Per delitto s\
dell' occidente e poco dopo mo-
, atroce, generale fu l'indegnazione, e
rì, e provvisoriamente Ansaldo Ca- il patriarca Arsenio proibì all'usurpa-
hieux fu fitto reggente. Intanto in tore l'ingresso nel tempio, né volle
cos COS 37
assolverlo malgrado le ripetute u- liario, che aveva intentato contro
iiiiliazioiii; ma il Paleologo. abusan- di lui. Ciò non bastò: Andronico II
do della forza, depose il patriarca, veime obbligato prima a fuggire poi
ed alilo n'elesse a sé favorevole. alla prova delle armi che usò con

Intanto nell'occidente preparavasi moderazione, mentre l'avolo proce-


una formidabile crociata, ed il ze- deva con artifizio; e per compiacerlo
lante Papa Urbano IV eccitava a s'indusse a sposare Anna di Savoja.
seguirla Carlo I d'Angiò re di Sici- Finalmente fu costretto il nipote, per
lia, il quale esiln una sua figlia l'esigenza dell'esercito, ad assumere
in isposa a Filippo di Fiandra, l'assoluta autorità, lasciando all'avo
nato da Baldovino II, ultimo im- le ricchezze, e gli onori.
peratore latino di Costantinopoli. Da
queste domestiche divisioni
Vedendo il Paleologo il nembo, che gli ottomani trassero vantaggio, né
preparavasi a suo danno, ricorse potè Andronico il giovine preservar
alla- frode, e lusingò tanto Urbano la Bitinia dall'invasione, alla cui
IV, che il successore Clemente IV, difesa riportò una ferita, che costò
di riunir la chiesa greca alla lati- la piena rotta dell'armata, per lo
na, inviando perciò i suoi conmiis- esagerato timore, che si sparse; pe-
sari al concilio II lionese adunato da rò mandò vuoto una spedizione
a
Gregorio X. I greci infatti si mo- ottomana sul Peloponneso, che avea
strarono seguaci ostinati dello scisma, per principal mira di minacciar
per cui conosciutosi l' artifizio del Costantinopoli. Il vecchio Androni-
Paleologo, scomuniche
si provocò le co mori in un monistero, ed il gio-
di Martino IV, e di ìNicolò IV. Nel vine riunì poi all'impero l'Acarna-
1283 gii successe il figlio Andro- nia posseduta in sovranità da Gio-
nico I Paleologo, che non potè im- vanni Angelo, contentando il figlio
pedire al popolo di negar al padi'e Niceforo nel nominarlo gran digni-
gli onori del sepolcro per la pro- tario dell'impero mediante il nuo-
gettata unione delle due chiese. vo titolo Giovanni
d' Ipersebaste.
Il nuovo imperatore greco si segna- Paleologa, nel i34i, alla morte di
lò nella persecuzione contro i cat- Andronico II, come di lui primo-
tolici latini, e nell' indifferenza alle genito, e d'Anna di Savoia, gli suc-
cure dell'impero ; e Michele Andro- cesse im pubere, per cui ne fu reg-
nico suo figlio, eh' erasi associato gente Giovanni Cantacuzeno, ad on-
morendo in Tessalonica, quando vo- ta della contrarietà del patriarca di
levasi fare una spedizione in Morea, Costantinopoli, e del suo emulo Apo-
diede speranza al fratello Manuele cauco, che non risparmiò intrighi
di succedergli. Morto ancor questo, per privamelo, fino a guadagnare al
l'imperatore mise a parte nel go- suo partito l'imperatrice, che ari'ivòa
verno il nipote Andronico II
Pa- togliergli il maneggio degli affari, e
leologo , e turbolento
regno fu il gli proibì d'uscir di Didimoteca ove si

d'ambedue, perchè l'avo Andronico trovava. Ma


Cantacuzeno, pel consi-
I, per l'ammirazione, che colle vir- glio dei primi dell'esercito, assunse le
tù si procacciava il nipote, fu pre- divise imperiali, quasi collega del-
so dalla pili strana gelosia, a segno l' imperatrice madre, e del fi-

che per timore solo di ribellione glio Giovanni Paleologo. Questo fu


popolare sospese l'apparato i^iudi- il segnale della guerra civile, per-
, ,,

38 COS COS
che Apocauco, fatto gran duca, e mente gli Pece la professione di fe-
incoraggilo dal patriarca, guidò una de nella chiesa di s. Spirito in Sas-
armata contro Cantacuzeno, aiutato sia ai 18 ottobre i36g, avendo
dai serviani, e dai bulgari, mentre il prima abiurato lo scisma, e gli er-
rivale lo era dagli ottomani. Avendo- rori dei greci, e poi fu solenne-
gli Amuratte figlio del sultano Orcano mente ricevuto dal Pontefice nella
condotto circa trenta mila armati, bsisilica vaticana col cerimoniale di
Apocauco non resse in campo aperto, poco inferiore a quello, che dai Pa-
sebbene sulle prime avesse taglia- pi praticavasi cogl' imperatori ro-
to i turchi dall'azione. Si racchiuse mani. Ritornato l' imperatore in
pertanto prima in Eraclea abbando- Costantinopoli, fu obbligato a se-

nando le truppe, poi corse a Costanti- gnar la pace con Amuratte, e dar-
nopoli contando sui prigioni, che an- gli Teodoro suo terzogenito in
dava facendo per intimorire, ma da ostaggio. In seguito Contuso, se-

essi venne fatto a pezzi. Allora condo figlio di Amuratte residente


Cantacuzeno si i-ecò nella capitale, in Didimoteca come governatore dei
ed offri la pace al giovine impe- dominii ottomani di Europa, cospi-
ratore, ed a sua madre, che ap- rò con Andronico primogenito del-
provò l'unione del figlio con Elena l' imperatore contro la vita di que-
figliuola di Cantacuzeno. supremo
Il sto e del sultano, promettendosi
dominio si dichiarò in comune fra scambievole alleanza dopo la stra-

il genero e il suocero, sino alla ge de' loro genitori. Discoperta la


maggiorità del primo. congiura, Amuratte fece cavare gli

Won andò guari , che rinnova- occhi al proprio figlio, e volle che
ronsi i civili dissidii. Il giovine im- altrettanto facesse Paleologo col suo,
peratore rifugiossi neir isola Tene- il quale estese la punizione su Gio-
do mentre Cantacuzeno vesfi di
, vanni di lui nipote. Andronico
porpora il figlio Matteo, che passò sebbene chiuso in tetra prigione,
a risiedere in Adrianopoli , reggi- col soccorso de' genovesi ne usci
tore della provincia di Rodopo ,
depose il padre, e lo confinò nella
quando Giovanni venuto a concor- stessa carcere. Anche Paleologo esc\
dia fece ritorno in Costantinopoli. da essa, e ritirossi a Scutari, ed il

Allora Cantacuzeno si monaco,


fece figlio si sottomise intimorito da
prese il nome di Giosafat, ed ap- Bajazzette , successore d' Amuratte,
plicossi a scrivere la storia de' suoi ed amico del genitore.
tempi. Tuttavolta la guerra si ac- In questa lagrimevole epoca le
cese tra il Paleologo , e Matteo reliquie del grand'impero orientale
cui lo stesso genitore indusse a ri- limitavansi ad un piccolo l'aggio
nunziare a' suoi titoli, meno alcu- di dominazione intorno a Costan-
ni rilevanti privilegi. Gli ottomani, tinopoli, a segno che non fu per-
che l'amicizia di Cantacuzeno avea messo all' imperatore fortificar la
frenatij subito inondarono la Tes- capitale per la minaccia di Bajazzet-
saglia, e la Tracia. In tal frangen- te di acceccar Manuele di lui fi-

te Giovanni Paleologo implorò i glio, che teneva in ostaggio. Ma-


soccorsi dell'occidente, si recò in nuele, udita la morte del genitore
Roma, ove da Avignone erasi con- Giovanni Paleologo, nel iSgi do-
dotto Papa Urbano V , e solenne- vette colla fuga farsi strada al Irò-
cos COS 39
no, e prese il nome di INIanuele il solo arcivescovo d Efeso cui riu-
li Paleologo. Di fatti Bajazzette che scì di far insorgere tutto il clero
designava con lui di spegnere il greco, morendone di rammarico l'im-
gioco impero, infierì talmente per peratore.
la perduta occasione, che devastò le Il di lui fratello masrciore Co-
campagne bizantine, e tenne rac- ^tantino Paleologo, XV imperatore
chiuso l'imperatore nella capitale, di questo nome, nel i44^ ereditò
debellando armate del re d'Un-
le il trono per mancanza di prole.
gheria, e del duca di Borgogna, che Non mancò di partecipare la sua
Ciano accorsi in ajuto di lui. Per assunzione al ad Amuratte
trono
politica Manuele II associò all'im- II, affine di confermar secolui i pa-
pero Giovanni Paleologo suo nipo- cifici accordi. Indi nel i4t'I al det-

te, sopravvissuto all'esule Androni- to sultano successe il figlio Mao-


co di lui fratello, e si risolse quin- metto II, che lungo tempo rima-
di a cercar aiuto dall'occidente , e se in calma ,
quanto gliene bastò
in pari tempo invocò il formidabi- per costruire i Dardanelli, co'quali
le braccio del conquistatore mogol- chiuse l'ingresso all'Ellesponto, e
Io Tamerlano. Questi ottenne una munì di armati il passaggio nelle
strepitosa vittoria, che a Baiazzette Provincie di Asia. Quindi cinse
lecò r ultima rovina, ed a Manue- Costantinopoli per terra e per ma-
le II restituì quiete e trono, del re con trecento mila soldati, e con
quale non volle l'imperatore più a trecento navi. D'altronde l'impera-
parte il nipote Giovanni cui con- tore Costantino con sei mila greci,
finò a Lesbo, e poi in un moni- e tre mila veneziani e genovesi di

stero di Tessalonica. Le dissensioni guarnigione, inutilmente fece prodi-


di Solimano, Musa, e Maometto, gi di valore. Tuttavolta il disor-
figliuolo di Bajazzette, fecero go- dine per un momento invase l'e-
rlere pacificamente a Manuele II sercito turco, e Maometto II pro-
le ricuperate provincie, e venne di- pendeva alla ritirata ,
quando uno
strutta moschea, che i turchi
la de'suoi più arditi generali consigliò
baldanzosi avevano innalzata in Co- un ulteriore vigoroso tentativo di
stfintinopoli. Correndo l'anno f4'9> assalto. L'imperatore superò sé stes-

1 imj5eratore volle privarsi della co- so in ribatterlo, ma sopraffatto dal


rona in favoi'e del principe Giovan- numero de' nemici, restò ucciso, e
ni Paleologo suo figlio, sposato a So- con la sua perdita si spense ne'di-
fia di Monferrato, il quale fu minac- fensori il coraggio. I tui'chi non
ciato di guerra da Amuratte II, fi- risparmiarono né età, né sesso, e
glio di Maometto I. Le vittorie di commisero stragi ed eccessi tali, che
Giovanni Unniade, e dell'intrepido rifugge l'animo in descriverli, sfo-
Scanderberg contro turchi allonta- i gando il loro odio contro i cristiani

narono il nembo, e l'imperatore si col più orribile e lungo saccheggia-


valse dell' intervallo per riunire le mento. Così Costantinopoli, e l'im-
due chiese, recandosi al concilio ge- pero orientale de' greci vennero in
nerale celebrato dal sommo Ponte- potere degU ottomani nel 14^3,
fice Eugenio IV in Ferrara ed in dopo aver esistito per 11 23 anni.
Firenze, col quale cessò allora lo La città non fu ridotta in cenere ,

scisma, rimanendo nell' ostinazione perchè il sultano avea destinato sta-


4o cos COS
bilirvi sua residenza, e farla ca-
la die contiene VJlcorano [P^edi), d.i

pitale dell'impero ottomano, sicco- lui dato a' suoi seguaci come il
me lo è tuttora. Degli avvenimen- maggior de'profeli: il culto convi-
ti, che accompagnarono la caduta ste nella preghiera da farsi cinqui;
di Costantinopoli, del dolore che volte al giorno, nella limosina, ed
ne provò il sommo Pontefice INi- astinenza dal vino.
colò V, degli sforzi che fece per INIaometto, per la persecuzione
salvarla, e di tiitt' altro ch'è rela- che sostenne dai grandi della Mec-
tivo a s\ importante avvenimento, ca, diede principio, nel 610, ad unii
oltre quanto si accennò superior- nuova chiamata Egira
era riti- ,

mente, si tratta nel seguente pa- randosi a Medina. ìVell' undecimo


ragrafo, ove pure si riporta quan- anno dell'Egira, cioè nel 63 1, morì
to fecero i romani Pontefici in di- Maometto, ed il suo suocero, e pii-
fesa delcristianesimo, contro la for- mo discepolo Abou-Becher, o come
midabile potenza de'turchi. V. Do- altri lo chiamano Abubekre, fu ac-

menico Bernini, Memorie storiche clamato col titolo di califfo, cioè vi-
di ciò, che luinno operato i sommi cario, e successore, in pregiudizio
Pontejìci nelle guerre contro i tur- di Ab
cugino germano di Maometto,
chi, Roma i685 per Gio. Battista e suo genero siccome marito di Fa-
Bassotti. tima sua figliuola ed erede, ciocché
diede origine allo scisma che li

§. II. Impero Ottomano, ossia no- tiene ancora discordi, cioè ai turchi
tizie compendiate di esso dall'o- proseliti di Abubekre, e a quelli di
rigine sino a' nostri giorni Omar, suo figlio, ed a'Persiani se-

guaci di Ali, e della sua discenden-


Nell'anno di Cristo 568, nacque za.Dopo Ottomano, successore di
Maometto, che per la sua ambi- Omar, pervenne Ali al califfato, e
zione fondò una nuova setta, tra- quindi fu pugnalato. Il nipote Ye-
visando i dogmi dell' antico e nuo- sid fu il primo, che all'imperio di

vo testamento, valendosi della spa- oriente facesse guerra co' mussul-


da per persuadere, onde giunse a mani, detti ordinariamente /4gareni,
dichiararsi re de' Mussulmani ossia e quindi Saraceni {^Vedi). Egli fe-
T'aeri- Credenti, ritenendo per sé il ce man bassa nell'Armenia, e nella
supremo sacerdozio, siccome ulti- Natòlia, e giunse a porre l'assedio
mo profeta di Dio. La nuova re- a Costantinopoli, sebbene dovesse
ligione che Maometto istituì nell'A- partirne per la dispersione della
rabia è un miscuglio di giudaismo, flotta. Ma sul maomettismo, che di-

e cristianesimo: volle che Dio fos- cesianche islamismo, dalla parola


se una sola persona, e che Gesù araba Islam, la quale significa som-
Cristo ne sia stato che il profeta, missione a Dio, va consultato l'ar-

sebbene non fosse morto, morirà ticolo Maomettismo [f^edi).

e risusciterà, e che io stesso Dio I 6i4 presero Geru-


persiani nel
predetermini gli uomini al bene e salemme, 636, da' saraceni fu
e, nel

al male; che demoni si salveranno,


i ripresa nel Pontificato di Onorio 1.
che la sola circoncisione è necessa- Il califfato divenne ereditario degli
ria. Permise ogni piacere sensuale, Ommiadi nella Siria, un ramo dei
la poligamia, ed il divorzio, leggi quali ebbe lungamente la sovia-
cos COS 4i
nità nelle Spagne, indi succes- Il feticismo era la religione in ori-
sero gli Abassidi, il secondo deVjiia- gine professata dai turchi, ma il
li Alinansor edificò Bagdad, e !a contatto de' saraceni, ben presto li

coslituì sua metropoli. I califll pro- pose nel novero de' più fanatici ed
seguirono ad estendere la loro po- intolleranti mussulmani. All'appa-
tenza, che giunse ad avere le Indie, rire nell'Asia Gengiskan, tutte le
il bosforo Tracio, e la Mauriliana dinastie si dispersero, e cessò sino
Tingitana per confini del loro colcjs- quella de' turchi seliucidi d' Iconio.
sale impero. Ma per la loro molIe77a 1 pili ricchi emiri si ritirarono nel-
ed inerzia, per le macchinazioni de- le montagne, e solo discesero al
gli emiri, o grandi del regno, per piano dopo la partenza del con-
l'accortezza de'governatori delle Pro- quistatore. L' emiro Othman fu
vincie, pei valore delle orde tarta- quegli, che spinse il coraggio ad
re del Turkestan, tratte in Asia attaccar le greche città, ed a sta-
ora schiave, ed ora come milizie bilire un regno nella Bilinia a
dan-
assoldate , i califfi poco a poco di- no dell'impero orientale verso la
minuirono in potere, rimanendo lo- fine del XIII secolo: il suo figliuo-
ro quello spirituale per 656 anni, lo Orcano espugnò Prusa, e fu que-
cioè sino al 12 58, nel quale anno sta dichiarata metropoli del nuo-
fu ucciso il XXXV II califfo degli vo stato, e residenza del sidfano
Abassidi dal conquislatoi-e Mogollo. Othman, o Ottomano, soprannomi-
Da Ahmed, figlio Tulun, sorse
di nato Gliasl, o Conquistcìtore , da
neirSGS la dinastia egizia de Tu- cui gli odierni turchi trassero il no-
lunidi, distrutta poi nel 940, e rim- me di Oltomani. I romani Ponte-
piazzata dagli Ikschiditi, e supera- fici, con paterna sollecitudine ac-
la finalmente nel 969 dai calif- corsero ad ajutare le nazioni cri-
fi Fatimiti, i quali da quelli di stiane oppresse dalla crescente po-
Bagdad erano totalmente indipen- tenza dei turchi, e dal caldo fo-
denti. natismo della loro religione, che li
Nelle Indie si stabifi la possente rendeva invincibili invocando il ,

dinastia de' Gaznevidi, e Mahmoud soccorso de' maggiori principi cat-


fu il primo che al titolo di Re tolici per arrestarne i funesti pro-

anteponesse quello di Sultano, che gressi.


ai re dominasse. Caim, che fu il Eguale zelo, ed apostolico inte-
XXVI dei califfi di Bagdad, essen- ressamento i Papi aveano spiega-
do assalito dai nemici che l'aveva- to contro i saraceni infedeli, nemi-
no circondato, chiamò in aiuto i ci del nome cristiano, non solo per
turchi seliucidi, cos'i detti da Sel- impedire l'estensione delle loro con-
giuk loro capo, ed in breve tutta quiste, che spinsero fino nello stato
l'Asia occidentale ne fu inondata; della Chiesa, e nella Sicilia, ma
e sulle rovine de' primitivi sarace- eziandio per ricuperare Gerusalem-
ni, le tre dinastie si elevarono, dei me, dai saraceni occupata fino dal
seliucidi di Persia , di Aleppo, e 636, e liberare i venerandi luoghi,
d'Iconio, mentre dall'altra parte i santificati da Gesù Cristo Redento-
turchi patzinaci moltiplicavano le re del genere umano. I saraceni,
loro irruzioni intorno al Danubio, dopo essersi impadroniti della Mec-
e si aprivano le vie della Tracia. ca, di Medina, e della Persia, nel
,

4-2 cus CO S
6^1-0 presero Alcssniiclna, ed incen Pia- lega fatta co' saraceni, i quali nel-
rono la celebre l)iblioteca per ordine r89() profittando delle fazioni, che
del suddetto caliiro Omar, ed indi laceravano Roma, la saccheggiaro-
invasero 1' Africa, l'Armenia, Cipro, no barbaramente. Non ostante che
llodi, la Cilicia, e la Licia, e spin- entrasse il secolo X con esempi di
sero le vittorio'^e loro armi nella inaudite barbarie, chiamato perciò
iSicilin, Puglia, e Calabria. Il so- ferreo, e per la grande ignoranza
vrano Pontefice s. Gregorio W oscuro, benché i benefìzi della chie-
romano, nell'anno 828, riedificò, e sa da ogni parte erano usurpati,
cinse di nuove mura la città di pure il Pontefice Giovanni col X
Ostia, per impedire che saraceni i soccorso di Berengario imperatore
continuassero a fare le loro bar- d' occidente, di Costantino Porfiro-
bare scorrerie, riducendola con e- genito imperatore d'oriente, e di
normi spese ad un forte antemu- altri principi, sconfisse nelqiy in-
rale di Roma, e dello stato della teramente i sai'aceni, che da qua-
Chiesa. Papa s. Leone IV romano rant'anni s'erano annidati nel ca-
nell'849 5 ristabilì le mura di stello di Garigliano nella Terra di
Roma, ed aiutato dai napoletani, si Lavoro. Aggiungono alcuni scritto-
partì egli stesso con un esercito per ri,ch'egli si mise nella fronte del-
Ostia, dove l'armata de' saraceni l'armata, e vi si portò egualmente
fu dispersa , e distrutta, restando da Papa, che da generale.
parte di questa in ischiavitù. Leo- Più glorioso fu Papa Benedetto
ne IV rese utile la sua vittoria, Vili, romano, poiché, veden-
Conti,
facendo lavorare nelle fortificazioni do che spesso maomettani sarace-
i

di Roma, e nella fabbrica della ni assalivano i lidi dello stato, e


nuova città Leonina presso il Va- dominio della Chiesa romana, con
licano, colle mani stesse di quei animo generoso si applicò a discac-
barbari, che avevano minacciato di ciameli, e però, adunato numeroso
distruggerla. esercito, ncir anno 1016, li attaccò
Assalito il Pontefice Giovanni nei mari di Toscana, e ne riportò
Vili, romano, negli stati della Chie- compita vittoria, onde rese a' suoi
sa da'saraceni, abbandonato dal soc- sudditi la libertà, la quiete, e la

corso dei principi, nell'anno 878 gloria,da gran tempo perdute. Di-
fu costretto a domandar loro la poi nel io63, avendo il conte Rog-
pace, coU'annual tributo di venti- gero Normanno, che dal suo fratel-
cinque mila mancuzii d'argento lo Guiscardo duca di Calabria era
moneta di quel tempo; indi nel- stato promosso
al governo della Si-
r 882 Giovanni Vili donò a Do- cilia, con insigne vittoria i
distrutti
cibile, duca di Gaeta, l' inclito pa- saraceni, mandò per segno di questa
trimonio di Traetto, e la città di al Pontefice Alessandro II quattro
Fondi, acciocché guerreggiasse con- cammelli, ed il santo Padre in ri-

tro i saraceni e nello stesso tem- , conoscenza di sì fausta notizia, non


po spedì Marino, che gli successe solamente spedì al conte uno sten-
nel pontificato, ed Anastasio vesco- dardo, da sé benedetto, col quale
vo di Napoli, affine di assolverlo munito nell'avvenire colla protezio-
dalla scomunica, che gli avea ful- ne di s. Pietro, più sicuramente
minato, nel caso ch'egli rivocasse la potesse assalire i saraceni nemici
cos COS 43
acernml de' callolici, e dislrnggerli, conta Mabillon negli Jwiali Bene'
ma ancora conferì a Ini ed a , deltini del secolo VI. In questa
quelli, che procurassero liberare dal- spedizione furono prese molte cit-
le mani degl'infedeli porzione della tà, e Provincie, e venne occupata la
Sicilia, indulgenza plenaiia , e la stessa città, che colla vita, e morte
facoltà di farsi assolvere delle col- di Gesù Cristo era stala consagrala,
pe, delle quali avessero intero pen- ond' ebbe principio il nuovo regno

timento. Il sommo Pontefice Vittore di Gerusalemme, del quale fu elet-


III, de' conti di Marsi, apparecchiato to re ai 11 luglio del 1099, Gof-
un grande esercito, da tutte le parti fredo di Buglione francese. Si e-
d'Italia reclutato, e speditolo in ressero altri principati cattolici vi-
Africa contro i maomettani, nel cini a Gerusalemme, non ostante la
1086, riportò con esso una vittoria contrarietà gelosa imperatore
dell'
insigne sui saraceni, che sovente Alessio, e gli impedimenti da lui
infestavano la stessa Italia, colle frapposti. Urbano II concesse indul-
rapide loro scorrerie, seco portando genza plenaria a chi prese la croce,
molti cristiani in penosa, e dura rilassò il peso de' digiuni, ed ordinò
schiavitìi, assicurandosi per tal bril- ai preti anche l'uffizio della ^Madon-

lante vittoria da nuovi pericoli, col- na. V. la Storia delle Crociate per
la morte di centomila di questi in- la liberazione di Terra Santa del
fedeli, e colla presa di Mahdia, città R. P. Luigi Maimboitrg della com-
all' oriente di Tunisi. V. Leone O- pagnia di Gesù, trasportata dal
stiense nel libro II della Cronaca francese all' italiano, da d. Gabrie-
Cassìnese. le sacerdote Parigino dottore teologo,

I turchi, investendo furiosamente stampata nel 1684 in Piazzoli in


l'impero orientale, mentre sedeva sul quattro tomi ed il Trattato in quat-
;

trono di Costantinopoli Alessio, que- tro libri di Benedetto degli Accolli,


sti dovette invocar l'aiuto de'principi col titolo : De Bello a Christianis
d'occidente, ond'ebbe origine la contra Barbaro s gesto prò Cìiristi
prima crociata, poiché alle energiche sepulcro, et Judcca reciiperandis, la
rimostranze, e vive persuasioni di migliore edizione del quale è quella
Pietro eremita, della diocesi d' A- di Groninga del i53i. Inoltre si
miens, il Pontefice Urbano II di può consultare la celebre storia del-
Chatillon, illustre per fatiche apo- le crociate del sig. Michaud.
stoliche, e per viaggi intrapresi pel I possedimenti e le conquiste fat-
bene della santa Chiesa, nel conci- te da'crociati nell'Asia presto furo-
lio che celebrò in Clermont nel no attaccate da' turchi , e stante il

1095, determinò la prima crociata, pericolo di perderle, il Pontefice Ca-


per ricuperare nell'oriente le terre listo Il di Borgogna nel concilio ge-
possedute dagl' infedeli saraceni, e nerale, che fece adunare in Roma
turchi. Fu dato a questa spedizione nel II23, lateranense I, generale
il nome di crociata, perchè i soldati IX, il primo dell' occidente, coli'iu-
di essa, che composero un esercito di tervento di novecento, e più vescovi,
trecento mila uomini, per dimostrare trattar fece della sagra spedizione
la efficacia del loro voto, si distinsero alla Palestina in aiuto de' cristiani,
con una croce rossa ricamata sulla ed alla Ispngna contro turchi, ed i

spalla dritta del vestilo, come rac- i inori, lutti maomettani nemici del
44 cos COS
nome crisliano. Intanto Papa Lucio potenza marittima, a formare una
li, Cnccianemici, di Bologna, pianse armata contra Saladino re de' sa-
amaiaincnte nell'anno i 44 ''^ P<^''- i raceni, della Siria, e dell' Egitto ;

dita di Edessa, o di Orfa, tolta a'cri- ma, dopo governo d' un mese e
il

stiani dagli sforzi costanti de' turchi. 27 giorni, morì in Pisa a' 17 di-
Il suo successore Pontefice Eugenio cembre 1187. Fu Gregorio Vili
III, nell'anno seguente, approvò
1'
un Papa di zelo ardente, il quale
Ordine militare di s. Giovanni di prima di morire aveva esortato i
Gerusalemme, detto Gerosolimitano, principi cristiani ad una nuova
i cui cavalieri facevano voto di di- crociata contro gl'infedeli.

fendere dalle insidie dei turchi i llitornando nel i ic)3 dalla sagra

pellegrini, che si recavano ai luo- guerra di Palestina, Riccardo re di

ghi santi di Gerusalemme. Il Pon- Inghilterra, e fatto prigione da Leo-


tefice Urbano III, Cribrili, mi- poldo duca d'Austria, Celestino 111

lanese, recandosi alla volta di Ve- scomunicò quest'ultimo, che da ciò

nezia per metter in ordine l'armata, indotto consegnò all' imperatore En-
che dovea portar soccorsi ai cristia- rico VI il monarca inglese. L' im-
tii dell' Asia , ricevette in Ferrara peratore Enrico VI non gli volle

la nuova, che Saladino soldano di però dare la libertà senza una vi-
Egitto aveva conquistata a' n otto- stosa somma di danaro; onde il
bre I 187 al re Almerico II la città Pontefice fulminò pure contro lui
di Gerusalemme, ottantotto anni do- la scomunica, e morendo l'impera-
po ch'era stata tolta da' cristiani agli tore in Messina, Celestino III non
infedeli. Egli per dolore s'ammalò, e acconsentì che fosse sepolto, se prima
morì 29 ottobre. Così terminò il
a' non ne venisse data la permissione
regno di Gerusalemme, che dopo Bu- del re d'Inghilterra, e dove prima non
glione avea avuto nove re, cioè Bai- gli fosse stato restituito il danaro,
duino I, Balduino II, Folco, Baldiiino che per violenza avea sborsato nel
III, Almerico I, Balduino IV, Baldui- ricuperare la libertà nel 1194-^1^
no V, Guido, ed Almerico II, riu)a- Enrico VI di ciò pentito, avea già
nendo a Giovanni di Brienna sol- ordinato nel suo testamento al pro-
tanto una parte del regno. prio figliuolo Federico II, che re-
Non vacò la sede, ed a' 20 otto- stituisse al re Riccardo il denaro
bre fu eletto in Ferrara, Gregorio strappatogli ingiustamente. Quindi
A^III di Mora Beneventano. Appli- nel 1193 Celestino III confermò
cato il nuovo Pontefice alla con- l'Ordine militare Teutonico istituito
quista di Gerusalemme, mandò ad in Acri della Soria, da una com-
intimare il digiuno a' cristiani per cin- pagnia d'uffiziali tedeschi, e forma-

que anni come nella quaresima, in to per soccorrere i feriti, e gì' in-

lutti i venerdì, ed astinenza dalla fermi dell'armata de'crociati, nell'


carne ne' mercoledì, e sabbati, ciò assedio di quella città.
eh' egli, e i Cardinali colla loro INIentre il Pontefice Innocenzo
corte, facevano ancora il lunedì. In- III, Conti, d'Anagni, si affaticava

di passò a Pisa, per pacificare quel- nel ricuperare Terra Santa ( del-

la repubblica con quella di Genova, la quale diligenza, e del quale ze-


ed incoraggire l' ima e l' altra, al- lo nel promovere il soccorso mi-
loia rispettabili per la loro grande litare tratta diffusamente il mento-
,

cos COS 45
vaio p. Mainibourg); i latini, che cambiato 1' odio in rispetto ,
gli

avevano una buona armata nell'o- donarono la colonna di diaspro, in

riente, conquistarono, come si disse, cui Gesù Cristo fu flagellato, e che


nel i2o3, Costantinopoli, capitale egli poi donò alla chiesa di s. Pras-
dell' impero gieco, che passò a' la- sede suo titolo Cardinalizio. Molto
tini,essendone eletto per imperato- merito si fece pure nella presa fli

re a'i6 maggio del i2o4, Baldo- Damiata Oliverio di Westfaiia, ca-

vino conte di Fiandra. Indi nel 12 i5, nonico di Colonia, e celebre predi-
Innocenzo III celebrò il concilio per la crociata contro
catoi'e sa- i

generale XII, laleranense IV, in cui raceni. Co' suoi discorsi infiammò di
si trattò de' mezzi per ricuperare religioso coraggio i militari, e men-
da' saraceni la Terra Santa di Pale- tre fu allora eletto vescovo di Pa-
stina, e v'intervennero 1289 padri. derbona, Onorio III nell'anno me-
Terminato il concilio a' 3o novem- desimo 1220 creollo premio
in

bre,poco dipoi Innocenzo III partì Cardinal vescovo di Per


Sabina.
da Pioma per pacificare i genovesi, questa conquista il santo Padre a-
ed i ed esortarli a rivoltar
pisani, vea concepita vm' estrema allegrez-
le loro forze in soccorso della Terra za ; ma scemò nel settem-
molto si

Santa, che fu uno de' maggiori suoi bre 1221, quando i cristiani furono
pensieri per tutto il suo governo di costretti a restituirla, benché con

diciotto anni ; ma pervenuto a onorevoli condizioni, a Saladino sul-


Perugia quivi si ammalò, e morì tano dell' Egitto. Per questo Onorio
a' 16 luglio del 12 16. III con lettere caldissime esortò
Vacò la santa Sede un giorno, l'imperatore Federico II, che avea
ed a' 18 luglio fu eletto il veneran- unto e coronato colle insegne ini-
do e dotto Onorio III, Sawlli peiiali, ad intrapiendere con solle-

romano, che protestando subito di citudine il viaggio di Terra Santa,


seguitare lo zelo, e la fatica del suo ch'egli avea promesso con giura-
antecessore sulla spedizione militare mento di fare. Intanto Cesare, per
per la guerra di Terra Santa, scrisse placare il Pontefice inquieto di un
immediatamente a' vescovi ed ai tal ritardo, e che vedeva contro sé
sovrani cattolici per promuovere sì irato, restituì nelle mani del nunzio
pia impresa. Le paterne sue lettere apostolico le terre della contessa
.sileggono presso il Rinaldi all' an- Matilde, e le altre possessioni cui

no 1216. Radunato un copioso nella romana Chiesa avea usurpate,


esercito cristiano, Onorio III ne come racconta il citato annalista
nominò a condottiero il Cardinal Rinaldi all'anno 1221.
Giovanni Colonna romano, in qua- Frattanto il santo Padre speran-
lità di legato de' crocesignati di do, che Federico II fosse risoluto
Soria. Ivi si trovò all' espugnazione di promovere la spedizione di Terra
di Damiata nel 1220, da cui per Santa, nel 1222 lo chiamò in A-
sua divozione passò a Gerusalemme, nagni, e con lui si trattenne per
e cadde nelle mani de' maomettani quindici giorni in Veroli dopo la

saraceni, che lo straziarono con a- solennità di Pasqua, che in quel-


troci tormenti, fino a volerlo segar r anno cadde a' 3 aprile, trattando
vivo ; ma atterriti dallo splendore, sempre di detta impresa, alla quale
che osservarono sul volto di lui, Onorio III nell'anno seguente i223
,

46 cos COS
esortò con lettere, e co' suoi nun- l'Augusto, comperò gli animi dei
zii tutti i sovrani dell' Europa. Nel potenti Frangipani, ed altri roma-
I11-2 però il Papa convocò un al- ni, per muoverli a perseguitare il
tro congresso con Cesare in Feren- Papa, il quale essendo da' sollevati

tino, al quale chiamò Giovanni di assalito in s. Pietro, si ritirò a Pe-


Brienna re di Gerusalemme, che rugia, Partito frattanto 1' impera-
erasi recato in Roma, per sollecita- tore per la Soria, tradì gli alFari
re nuovi soccorsi per la conquista cattolici con un infame patto, che
dei luoghi santi, ed in esso l' im- fece col sultano, e dopo aver evi-
peratore Federico II promise con tate le insidie del suocero, a' 18
giuramento di condursi fra due marzo fattosi coronare re di Ge-
anni con un potente esercito; ma rusalemme, nel maggio 1229 fuggì
tornato il Pontefice a Pioma, Ce- nascostamente dalla città, e torna-
sare fece tutto all' opposto, impie- to Italia vi ricuperò tutte le
in
gando le forze, radunate per t|uesta città,che nella sua lontananza gli
impresa, contro le città dell' Italia, erano state prese, riempiendo l'I-
che non erano del suo partito. Quin- talia di guerre, odii , e fazioni in-
di, nell'anno 1225, Onorio HI diede terne , da cui si crede aver avuto
le insegne imperiali a Jolante, figlia origine le famose fazioni guelfa, e
di Giovanni re di Gerusalemme, ghibellina , la prima favorevole al
e la uni in matrimonio col detto Papa, e la seconda seguace di Ce-
imperatore Federico II per confer- sare, ma ambedue, da Venezia iti

marlo nella stabilita guerra co' sa- fuori, desolatrici di tutta l'Italia.
raceni. Questo egregio Pontefice, Innocenzo IV intimò nel 1^5 1

vedendo poscia Giovanni di Brienna un concilio generale, che fu il XIII,


spogliato da Federico li suo genero da essere celebrato in Lione, ed a
della porzione regno di
del suo cui egli presiedette. Fra le altre
Gerusalemme, non ancora occupala cose vi si trattò della crociata per
da' saraceni, usando della consuetii la Palestina, per la quale fu eletto
carità della Chiesa E.omana, nel a generale s. Luigi IX re di Fran-
1227 , per sostentamento della real cia. Moli però di pestilenza quel
corovia, gli diede in governo tutto santo re in Tunisi a' 2 5 agosto del
il patrimonio, che avea la Chiesa, 1270. La seconda volta era quella
da Radicofani fino a Roma. ch'ei si recava a tale spedizione,
Gregorio IX, Conti , d' Anagni e nella prima fu schiavo de' tur-
nipote d'Innocenzo III, a' 19 mar- chi.
zo 1227 fu eletto in successore di Alessandro IV, per ottenere l'u-

Onorio 111. Appena venne coronato, nione de' greci, da ardentemente lui

ordinò all' imperatore Federico li, procurata, concesse loro, che nel
che partisse subito per la guerra simbolo della fede non recitassero
sagra della Soria coni' egli avea , la parola Filiogue, purché sentisse-
giurato, ciò che non essendosi da ro in ciòcome i latini. Mandò a
lui eseguito, a' 29 settembre lo Teodoro Lascaris imperatore di Ni-
scomunicò in Anagni, e tornato il cea il vescovo di Orvieto per la
santo Padre in Roma, nell' anno slessa riunione della Chiesa greca
seguente 1228, rinnovò nel giove- colla latina, e destinò di far nuo-
di sanie tale scomunica. Irritato vamente la guerra contro gì' infe-
,

cos COS 47
deli. IMa questi suoi disegni non cristiani della Soiia la città di Tri-
ebbero alcun elTelto. Intanto avea poli. E perchè questo soccorso non
dichiarato legato dell' armata , che t\\ spedito coir opportuna diligenza,
si troverebbe in Terra Santa, il pa- la città di Acri, 1' unica che posse-
triarca di Gerusalemnoe Jacopo di devano in quelle parti i cristiani,

Troyes, che gli successe nel Pon- fu vinta nell'anno seguente dall'or-
tificato a' 29 agosto 1261 col no- goglioso sultano, e i cristiani furo-

me Urbano IV.
di no banditi da tutta la Soria , con
Mentre Teobaldo Visconti di sommo cordoglio del zelante Pon-
Piacenza, legato di Soria dell'eser- tefice, che poco dopo terminò di

cito cristiano, si trovava ad Acri vivere ai 4 api'ilc 1292.


con Odoardo primogenito del re Nel i3o5 il Pontefice Clemente
d' Inghilterra, aspettando il tempo V, Got, stabih la santa Sede in
opportuno di passare co' crocesi- Avignone, e nel 1807 si recò a
gnati in Gerusalemme per ricupe- Poitiers, per quivi trattare col re
rarla dalle mani de' seguaci di Mao- di Francia Filippo IV, il Bello
metto, fu eletto Pontefice in Vi- (che vi si recò co' suoi quattro fi-
terbo, il primo settembre 1271, gli, e due fratelli, di Navarra e di

benché non decorato della porpora Sicilia, unitamente al conte di Fian-

Cardinalizia , e prese il nome di dra, ed a Carlo di Valois), di dai


Gregorio X. Siccome la ricupera- riparo alle cose della cristianità

zione di Terra Santa, ove era stato nella Soria, e togliere a' greci scis-
legato apostolico, fu sempre mai la matici r imperio di Costantinopoli.
maggior cura di questo Papa, cos'i Quindi, nel 1 3 1 1 ,
Clemente V rese
egli per meglio provvederne al-
,
assai celebre il suo Pontificato, pel
l' opportuno soccorso, intimò il con- concilio generale XV di Vienna
cilio generale XIV , di Lione II ,
in Francia, da lui cominciato agli
nella qual città lo celebiò nel I I ottobre, coli' intervento di molli
1274. Oltre i soccorsi per la guer- Cardinali, di due patriarchi, di tre-

ra di Palestina contro i nemici del cento vescovi, del re Filippo IV di

cristianesimo , che furono in esso Francia con tre suoi fighuoli (che
stabiliti concordemente , si presero poi gli succedettero nel regno), di

molte utili provvidenze in vantag- Odoardo II re d' Inghilterra , di

gio della religione. Anche il Pon- Giacomo li re di Aragona, e di

tefice Giovanni XXI, di Lisbona altri personaggi. In questo concilio


creato nel 1276, negli otto nìcsi si pure del soccorso pei cri-
trattò
che regnò, procurò colla maggior stiani di Terra Santa, e della causa
premura di mantenere quella parte de' cavalieri templari!, dell' Ordine
di Terra Santa, la quale era anco- istituito nel iii8 per difendere
ra in potere de' cristiani. contro i saraceni i pellegrini , che
Nicolò IV fra le cure, che eser- andavano a visitare i santi luoghi
citò in favore della religione catto- di Gerusalemme. Questi religiosi
lica, con istancabile zelo esortò tutti furono utilissimi nel tempo delle
i principi a formare una numero- crociate, e però sommamente ar-
sa crociata, per arrestare i vitto- ricchiti da' cristiani, ma nel conci-
riosi progressi del sultano di Ba- lio furono estinti. Il Papa levò la

bilonia, il quale nel 1290 prese ai scomunica a Guglielmo di Nogaret,


,

48 cos cos
])cr l'ingiurie fatte a Bonifacio vili, XXII, e destinate al sostenimento
imponendogli la penitenza del viag- de' portoghesi della crociata, i quali
gio di Terra Santa, dove avrebbe passassero oltremare, non si pagas-
dovuto restare per cinque anni vi- sero alla Sede apostolica, ma bensì
sitando i santi luoghi, secondo A- se le chiamò a sé col pretesto, che
malrico presso Baluzio. non fossero dissipate , e consunte
JVon essendovi quasi verun angolo senza la sua autorità. Per lo che
dell'Europa, il quale nell'anno i320 il Papa Benedetto XII, Fournier,
fosse libero da' funesti effetti di una di Tolosa che grandemente bra-
,

\iva guerra, il Papa Giovanni XXII mava di convertire queste decime


non risparmiò fatica per rimettere in soccorso degli orientali ( molto
tutto in pace, esortando nello stesso più che avea ricevuto nel iSSy
tempo molti principi a convertire un'ambasceria del re di Armenia
le armi contro i saraceni, in aiuto in cui gli domandava aiuto), ed
de' cristiani della Soria ,
poiché il al quale dispiaceva , che le cose
conquistatore Ottomano, da cui tras- delle Chiesa fossero da' laici usur-
sero i turchi il nome di ottomani, paté, riprese con apostolico zelo
come dicemmo di sopra, sempre Alfonso IV, e gli mostrò la grande
più diveniva formidabile. Questo ingiustizia, che con ciò faceva alla
Pontefice soccorse il re di Ma- santa Sede. Indi nel i34i l'ice-

jorica contro i saraceni, ed in- vette il santo Padre gli ambascia-


\iò missionari a predicar la fé- tori de' re Alfonso XI di Castiglia,
de agl'infedeli, che gran danno e del suddetto Alfonso IV di Por-
aveano recato alla repubblica cri- logallo, che gli portavano gli spo-
sliana, principalmente alla Chiesa gli, ed alcuni saraceni presi nell'in-
orientale. Egli avea inoltre comincia- signe vittoria, che di questi ripor-
to a trionfare de' turchi, contro dei tarono, le quali cose Benedetto XII
quali avea fatto lega coi re di Francia, assai gradì. Egli esortò inoltre a
di Sicilia, di Cipro, e di Armenia, proseguire così gloriosa impi'esa ,

e con Andronico imperatore d' o- per cui concesse al monarca por-


riente, insieme a' veneziani. Ma do- toghese le decime di due anni, col
pò azioni così illustri, cessò di vi- patto che facesse fabbricare, e do-
vere in Avignone a' 4 dicembre tare le chiese necessarie al culto
dell'anno mentre era sul-
i334, divino nelle terre conquistale ai
tano de' turchi Orcano figlio di , nemici della nostra fede. ^. il Ma-
Ottomano, di cui parlammo in prin- riana al libro VJ.
cipio, quale aggiunse
il ai paterni Clemente VI, nel i3^5 non ,

possedimenti le città di Nicea , di risparmiò fatica, afiìne di muovere


3\icomedia, la Lidia , la Cappado- i principi cristiani a prendere le
eia, e spinse il primogenito Soli- armi contro de' turchi , che con
mano di là dell' Ellesponto ad oc- sommo danno della cristianità si

cupar Gallipoli aprendosi così la rendevano ogni giorno più potenti;


strada della Grecia. indi nel i35i volendo il santo
Vedendo Alfonso IV re di Por- Padre purgare le chiese dell' Ar-
togallo, che non si effettuava la menia da diversi errori e ridurle ,

sagra guerra, ordinò che le deci- alla purità della fede cattolica
me imposte dal Pontefice Giovanni adottò il mezzo di obbligare quei
cos COS 49
popoli con benefizi, procurando clie ma vedendo che quest'impresa non
alcuni principi cattolici inviassero riusciva per la perfidia di alcuni
loro soccorso contro i saraceni, che cristiani, che favorivano il turco,
grandemente li molestavano. In- ordinò a Pietro re di Cipro, a' ve-
tanto, nei i355, ad Orcano suc- neziani a' genovesi
, e a' cavalieri ,

cesse il suo figlio Amuratte I sul- gerosolimitani di Pvodi, che doves-


tano de' turchi, essendo morto So- sero mantenere nel porto
Smir- di
limano maggior fratello. ne il numero che avea delle galere,
Mosso Papa Innocenzo VI pel prescritto Clemente VI per servir-
suo zelo a compassione dell' infelice sene contro gl'infedeli.
stato, in cui si trovava 1"
impero Intanto il sultano Amuratte I,

de' greci, diviso per sé stesso, e af- consolidando il suo dominio nell'A-
flitto da' saraceni, e da' turchi, avea sia, portò le sue armi in Europa,
fino dal i353 spediti legati a Can- e nel 1 36o stabili in Adrianopoli
tacuzeno, che reggeva il rimanente la sua sede. Egli fu l'istitutore del-
per la minorità di Giovanni Paleo- la milizia de' Giannizzeri ( dei quali
logo. Furono questi ricevuti coH'o- riporteremo un cenno istorico ) ; mi-
nore conveniente alla dignità loro, lizia , eh' era composta della quinta
e al sovrano Pontefice da cui ei'a- parte degli schiavi cristiani rapi-
no inviati. Trattossi unione
dell' ti in tenera età nelle provincia
delle due Chiese, ma Cantacuzeno, greche, ed educati all'armi, ed al-
che non era meno abile nella teo- l' islamismo,quali composero per
i

logia, e nella storia, che nella po- lungo tempo il nerbo degli otto-
litica, credette, che questa non po- mani eserciti: ma abusando di lo-
teva effettuarsi senza un concilio ro possanza furono soppressi dal-
generale, in cui assistessero i ve- l' imperatore de' turchi ÌNIahmoud
scovi di ambedue i partiti. Ora ,
II ne' primi del corrente secolo
nell'anno i355, Paleologo, già si- XIX. Papa Urbano V, fra le altre
gnore del governo libero di Costan- fatiche che tennero occupato il suo

tinopoli, obbligossi con giuramento zelo, nel procurò colle sue


i363,
di ubbidire al Papa , nella slessa diligenze una crociata contro i tur-
maniera che gli altri imperatori, chi, e saraceni, della quale fece ca-
e re cattolici, di fare gli onori do- po il re di Francia Giovanni lì,
vuti a' legati apostolici , e di ado- a cui diede la croce, come pu-
perarsi in guisa, che i greci si ri- re al Cardinal Talayrand vescovo
ducessero air ubbidienza della san- di Albano, che ne fece anche le-
ta Sede con altre simili promesse; gato. Ad esempio del re di Francia
pregando nello stesso tempo Inno- Carlo V, di Valdemaro III le di Da-
cenzo "VI a spedire un esercito, che nimarca, e di Pietro re di Cipro, si
soggiogasse i turchi , e i greci ri- recò l'imperatore d' occidente Car-
belli. Tutto fu solennemente fir- lo IV nel 365, a visitare Urbano
I

mato col vescovo di Smirne nun- V in Avignone. Quivi alla presen-


zio apostolico, e spedito al l^apa. za di una numerosa assemblea ,

Giunsero nel i356 gli anibascia- concorsavi per deliberare sulle ope-
tori ad Innocenzo VI, il quale per razioni de'ciocesignati (fra le quali
ridurre i greci alla Chiesa romana, era il piiucipal motore di questa cro-
inviò due vescovi a Costantinopoli, ciala il re di Cipro Pietro di Lusi-
voL. xvni. 4
-

So CO S cos
gnano, che da cinque, o sei atini gli ungheri, e de' dalmati, e morì
girava a questo fine per tutte le cor- nel i385 sul campo dal pugnale
ti di Europa), il Papa e l'itupera- di un serviano. Gli successe il pi i-
tore trattarono di restaurare nell'A- mogenito Bajazzette I, che co! pri-
sia la cattolica religione, facendo mo assedio di Costantinopoli, otten-
energica guerra a' turchi. ne dall'imperatore Manuele Paleo
Urbano V, nel i366, scrisse pre- logola pace, con che i turchi aves-

murose lettere a tutti i re dell'Eu- sero in quella capitale un quartie-


ropa, acciocché porgessero soccorso re, una moschea per gli atti della
alle isole di Cipro, e di Rodi con- loro falsa religione, ed un giudice
tro le quali volevano partire i sa- privato. Crescendo le sue conquiste,
raceni dell'Egitto, Soria, e Babilo- e minacciata di nuovo Costantino-
nia, collegati co' turchi. Dipoi nel poli, i principi cristiani invocarono
iSyS, il successore Gregorio XI, il braccio forte del famoso Tamerla-
per la difesa della cattolica religio- no, gran can de'tartari, che nella bat-
ne, e per raffrenare l'orgoglio dei taglia d'Ancira avendo fatto prii^io-

turchi, fece pubblicare una crocia- niero il sultano Bajazzette I, lo fece


ta nella Germania, e per altri re- racchiudere in una gabbia di ferro, e
gni, concedendo indulgenza a chiun- poi si servì della sua schiena per isca-
que prendesse le armi contro ne- i bello in salire a cavallo. 11 turco
mici del nome cristiano : e nel 1377 ne morì di dolore nel iSgg, e la
ebbe la gloria di riportare la san- parte asiatica dell' impero ottoma-
ta Sede in Roma capitale del mon- no fu invasa dai tartari. Solimano
do cattolico, dopo che era stata I, secondogenito di Bajazzette, ucci-
più di anni setlantuno in Avigno- so il fratello Isa Belis, si fece pro-
ne. Nell'anno seguente 1878 gli clamar sultano in Adrianopoli; ma,
successe Urbano VI, contro il qua- nel i4'o> venne ucciso da'soldati
le insorse l'antipapa Clemente VII, del suo fratello Musa, dichiarato
dando con ciò principio al XXII sultano in Europa. Il minimo però
scisma della chiesa occidentale, il de'fratelli Maometto I, ricuperale le

più lungo, e il più pernicioso di asiatiche provincie, s' intitolò sulta-


tutti, poiché essendo dm-ato per qua- no di Pi usa; i due fratelli vennero
si cinquantun anni, non sapevano alle mani, e Maometto I restò vin-
i fedeli a qual capo della Chiesa citore nel 1^1 3. Egli fece strangola-
dovessero ubbidire, e qual ricono- re JMusa, e riunitisi nel suo capo i

scere per legittimo pastore uni- diritti di lui, fu salutato restauiato-


versale. re dell'impero ottomano.
Questo orrendo scisma riuscì di Finalmente celebratosi il famoso
sommo pregiudizio alla Chiesa, an- concilio di Costanza, che fu il

che per l'ingrandimento della po- principale avvenimento del secolo


tenza turchesca, giacché divisi i po- XV, agli II novembre i4'7> venne
poli, ed i regni in ubbidire i Pontefi- eletto in sommo Pontefice Martino
ci Roinimi, e gh antipapi Avignognesi, V, Colonna^ romano, che, estinto il

iPapi non poterono applicarsi ad im- funesto scisma, pacificata l'afflitta

pedirne l'incremento, ed accorrere in Italia, e restaurata la desolata Ro-


aiuto de'minacciati da'maomettani. ma, meritò i gloriosi titoli di padre
Amuralte I trionfò de' vallatili , de- della patria, e di felicità de' suoi
cos COS 5i
tempi. Frattanto, adoperandosi e- tesoro, che lo zio aveva radunato
gregiamente Uladislao re di Polonia per somministrar le spese a' greci,
per 1' unione della chiesa greca col- i quali dovevano condursi ai concilio
la romana, Martino V, nel i4i8, in cui si doveva conchiudere 1' u-
con sue lettere gliene seppe grado, nione loro co' latini, e far la guer-
e, ad esempio degli altri Pontefici, ra a' turchi. Servironsi i Colonnesi
che a lui avevano conceduti molti di questo danaro per ammassar del-
privilegi, in riguardo all'aver non la gente affine di opprimere il nuo-
poco dilatata la santa Sede, anche vo Pontefice, e di recare in poter
nelle parti degl'infedeli, come dice loro la città di Roma. Il Papa sco-
lo storico Mattia Micovia, nel libro municò i Colonnesi, respinse il loro
IV, gli confermò non solamente le ardire co' soldati pontificii, ma aven-
grazie ottenute, ma ancora lo di- do eglino dopo lo spargimento di
chiarò vicario della Chiesa Romana molto sangue, restituito alla chiesa
ne' suoi stati, affinchè meglio fosse parte del tesoro, e le terre occupa-
propagala la luce evangelica tra i te, furono ancor essi restituiti alla
barbari, e fossero ridotti i greci al- comunione de' fedeli.
l' obbedienza verso la santa Sede. Essendo ricorso Odoardo, re di
]Vel tempo stesso, non contento Gio- Portogallo, ad Eugenio IV, perchè
vanni I re Portogallo di aver
di con sua bolla gli concedesse di far
conquistata importante città e for-
l' la sagra guerra ai maomettani del-
tezza di Ceuta da'mori maomettani, l'Africa, quel Pontefice pel desiderio
bramoso di promovere maggiormen- della concordia , e del vantaggio
te la cattolica religione, risolvette della religione, gli rispose di conce-
di mover aspra guerra ai saraceni : derglielo volentieri, qualora ciò non
per lo che Martino V, volendolo fosse in pregiudizio di verun altro
aiutare in cosi santa impresa, invitò re cristiano. Nel 14^9 Eugenio IV
tutti i principi a prestargli soccorso, celebrò in Firenze il XVI concilio
e fece bandire nel modo solito la generale, alla presenza dell' impera-
crociata contro i barbari infedeli. tore d'oriente Giovanni VII Paleo-
Al sultano Maometto I successe, logo, di Demetrio suo fratello, e di
nel. 142 I, il figlio Amuratte II, che cinquanta e più arcivescovi, ed al-
nel raccogliere la paterna eredità tri prelati greci, oltre i padri lati-

dovette combattere lo zio Mustafà, ni. In esso si pubblicò il decreto


che per altro fece prontamente stroz- dell'unione delle due chiese greca,
zare, il figlio di lui, il quale avea e latina ma appena tornarono i
;

lo stesso nome, fu poscia decapita- greci alla loro patria , mossi da


to. Amuratte II restato senza emo- Marco vescovo di Efeso, ritornaro-
li, potè far delle conquiste. Nel no nel i44^ all'antico scisma, nel
i43i, mori il Pontefice Martino V, quale perseverano. Nel concilio pe-
e dopo undici giorni, a' 3 marzo rò si pubblicò il rinomato decreto,
concordemente fu eletto Eugenio con cui s'istruivano , e l'icevevano
IV. In quest' anno cominciarono le nella Chiesa Romana gli armeni,
avversità, fra le quali passò egli che per ambasciatori glielo avevano
tutto suo pontificato. Tre Colon-
il richiesto, con gran consolazione del
nesi nipoti del defunto Papa, ed zelante Eugenio IV. In seguito A-
assai potenti, s' impadronirono del mu ratte II ,
proseguendo le sue
5a COS COS
militali imprese, occupò la Macedo- Vania. P'. sopra tutto ciò Enea Sil-
nia, e rese tributorii i re di Bul- Europa, capo W,
vio Piccolotnini,
garia, e di Albania, invadendo a Monstrelet volume III, e Bonfinio
ultimo la capitale Croia, e
tjuesl' Decade 111, libro VI.
ricevendo quattro figli in ostaggio, In oltre Eugenio IV, per difende-
de' quali il solo Giorgio Castriota, re r isola di Rodi contro la violen-
dello Scanderberg, rimase in vita za del turco, vi mandò alcune ga-
per la tenera sua età. Questo fan- lere in soccorso, com' egli scrisse al
ciullo, educalo fra le schiere otto- re di Castiglia Giovanni II f/^. il
mane, vi militò con distinzione, ed citalo Rinaldi i434); e per soste-
abbandonali poi mussulmani sten-i nere la città di Costantinopoli contro
dardi, si dichiarò liberatore delia gli sferzimaomettani, che con
de'
patria, e dopo una serie di vittorie grand' impeto procuravano d' impa-
ristabilì in Croja il suo trono. dronirsene, vi spedì in soccorso die-
Siccome nulla più stava a cuore einove mila scudi, e se più non
di Papa Eugenio IV, che l'abbat- (iece, fu per non poterlo fare, essen-
timento de' turchi, già dislutli in do esausto il tesoro pontificio. In-
più incontri dal famoso Scanderberg, tanto nel 144? successe al virtuoso
così il santo Padre, avendo nel Eugenio IV, Papa JN'icolò V, che
1443 spedite premurosissime lettere prese le redini de! pontificato, men-
a tutti i cristiani, per prender le tre la repubblica cristiana era in
armi contro di essi, neil anno 444 1 sommo sconvolgimento, ed al rime-
.somministrò ad Lladislao IV re di dio di tutto, applicò subito tutto il

Ungheria, e di Polonia, con cui il suo zelo, e valore ; onde nell' anno
soidano Amuratle 11 guerreggiava, seguente apparecchiandosi Giovanni
gran quantità di moneta, colla <jua- Unniade, amministratore del regno
le si formò un possente esercito di Ungheria, a formare più corpi
nella Dalmazia, nel regno di Napoli, di truppe per liberare le provincie
e nella Fiandra. Diviso fu questo confinanti dalla tirannia, e servitù
esercito in due corpi , che fiuo- turchesca , JNicolò V bramò oltre
no spediti uno per mare, 1' al- ogni credere di condurre al desiderato
tro per terra, del primo dei qua- fine i suoi pii consigli, e con pubbli-
li fu creato legato il Cardinale che lettere degli 8, e 12 aprile,
Francesco Condulmieri, nipote del sollecitò i cristiani ad intraprendere
Pontefice, camerlengo di s. Chiesa, la sacra milizia, preparando i pre-
e del secondo il celebre Cardinal mii spirituali dell' indulgenza plena-
Guglielmo Cesarini romano, che ria a quelli, che vi combattessero.
nella funesta battaglia di Varna, Fu data la battaglia nel campo di
data da Amuratle II, nella quale IMerula, prima che Giorgio Scan-
si trovava quel Cardinale col detto derberg, principe di Macedonia, u-
Ladislao, rimase ucciso col re a' io nisse le sue alle truppe cristiane,
novembre i4445 "^o'^P'^'il^o da tut- ed Amuratle il ottenne la vittoria
ti. Il sultano con questa brillante che gli costò molto sangue dalla
vittoria ingrandì la potenza dei parte sua , restando sul campo
turchi, fugando in pari tempo il trentaquattromila turchi, ed ottomi-
valoroso capitano Giovanni IJnniade la cristiani, L'Unniade si salvò colla
vaivoda, ossia principe di Transil- fuga, e tornò a' suoi iiell.' Ungheria.
cos COS 53
Nella stessa maniera facendo in que- no I di Norvegia, Ladislao di Boe-
st' anno il re di Castiglia Giovan- mia, Alfonso Y di Sicilia, e Jacopo
ni 1 1 la guerra a' maomettani di II di Scozia, esortandoli a prestargli
Granata, Nicolò V, con lettere dei opportuno sussidio. Ammoni lo stes-

29 luglio, concesse la medesima in- so re di Cipro a fortificar Nicosia, e


dulgenza a quelli, che in tale occa- concesse l'indulgenza plenaria a lut-
sione prendessero le armi contro i ti i fedeli, che a questo re prestas-
saraceni , e intimò la scomunica a sero aiuto contro i turchi.
quelli, che loro prestassero aiuto, o Già dagli anni addietro aveva
soccorso alcuno, come avea fatto ai Nicolò V rivolto le sue paterne
30 maggio contro quei che comuni- attenzioni dalla parte dell' oriente,

cassero, trattassero, o patteggiassero di cui r imperatore Mannello Paleo-


co'pagani, e saraceni, locchè atferma il logo era morto, lasciando nel suo
citato Antonio Bonfìnio nella Decade figliuolo maggiore Costantino un
111 : indi nel 1449? ^i ^4 settembre, principe, che non era in istato di
Nicolò V decretò che ne' regni di Ca- sostenere un peso così grande. Nel
stiglia, e Lione tutti quelli, i quali i45r gli scrisse il santo Padre lun-
da qualunque setta abbracciassero gamente agli I I ottobre per impe-
la fede cattolica, fossero idonei a gnarlo a far eseguii'e 1' unione colla
possedere qualunque dignità, bene- chiesa latina, solennemente giurata
licio,onore, ed olìlcio, come gode- nel concilio di Firenze; ma siccome
vano gli altri cristiani. da lui non ricavava che parole
Per la guerra di Alfonso re V rispettose senza alcun effetto, gli

d' Aragona e di Sicilia contro tur- i replicò le sue premure, con avvi-
chi avea il santo Padre concesse le sarlo di perdere fra Ire anni la ca-
decime ed altri sussidii ecclesiastici; pitale con tutto l'imperio, se egli

ma sulla maniera di pagarli era non estingueva intieramente lo sci-


nata discordia negli stali di quel sma, col ratificare la concordia giu-
monarca, fra il clero, ed i regi mi- rata co' latini ; la qual predizione
nistri, onde Nicolò V, per estinguer- in tutte le sue circostanze fu piena-
la ai i3 novembre i45o deputò mente avverata, come scrisse Gen-
suo .legato a Intere, il Cardinal Gio- nadio patriarca in questo tempo di
vanni Morinese, ne' regni di Valen- Costantinopoli, che registrò le tre-
za, e delle isole Balearie, nel conta- mende parole di Nicolò V, e ne
do di Rossiglione, e provincia Ce- dovette sentire, e piangere i dolorosi
ri tiana, onde le differenze furono elfetti. Egidio Stanchio nella Dis-
P~.

sopite. Morto nel i45'i Amuratte sertatio Chronologica de computo


II sultano de' turchi ,
gli successe turcico Arahiis, et excidit Constanti-
Maometto II, che prese il titolo di napoli anno, Vittembergae i66t ;
Gran signore de' turchi. Egli subi- Gaspare Henneschio ntW Jpospa-
to fece guerra a Giovanni II re di sma Chronologicuni de tempore
Cipro. Per soccorrerlo il Pontefice capt.ae a turcìs urbis Constantinopo-
Nicolò V, li 12 agosto, scrisse cal- litanae, Schleuf i664; e Program-
dissime lettere all'imperatore d'oc- ma in quo disquisilur, utruni Con-
cidente Federico III, e ai re Enrico slantinopolis oh negatani a Graeci.t
^I d'Inghilterra, Casimiro di Polo- processionem Spiiitus Sancii a Fi-
nia, Carlo Vili di Svezia, Cristia- iio, Penlecostcs fcsto expugnata fuc->
,

5.i ros
nt a tìircis? Wiltembergae T7^9- ro, o secolari, o ecclesiastici, o vi

Maometto II, il più grand' impe- prestassero aiuto, concesse indulgen-


ratore che abbiano avuto i turchi, za plenaria, la che ipiù ampia
si mosse con un formidabile eser- Pontefici sogliono concedere. que- A
cito contro di Costantinopoli, allor- st'opera assegnò tutti i proventi, che
ché due giorni dopo era giunta a da' benefici venivano all' erario
Kegroponte l' armata, che il Papa pontificio, e la decima di quelli, che
con molta sua fatica avea potuto gli pervenivano dallo stato tempo-

radunare, e della quale fece coman- rale del dominio della Chiesa; piìi
dante l'arcivescovo Ragusino, cioè di le decime di tutti benefìci, ed of- i

dieci galere a sue spese, dieci altre fìzi nella romana curia ; le decime
avute da' veneziani, ed altrettante da di tutti gli uffizi, ed impieghi nello
Alfonso V re di Sicilia, e d'Arago- stato ecclesiastico; e decime di le
na, le quali tutte vi perirono dopo tutti i per tut-
benefici ecclesiastici
cinquantasette giorni di assedio, cioè to il mondo cattolico. Per collettori
ai 2f) maggio i453. Costantinopoli di queste decime deputò Nicolò V
fu presa da Maometto restandovi molti soggetti, che rammenta mon-
morto l'imperatore Costantino, a signor Giorgi nella di lui vita al-
cui nel fuggire, alla porta della l'anno i4^3, e finalmente coman-
città fu troncata la testa, e messa dò che in tutta la cristianità dai
in un' asta, fu condotta pel campo re e dai principi si osservasse la
de'tiu'chi. In tal guisa terminò in pace, o almeno la tregua. Molle
Costantino, figlio di Elena, l'imperio altre cure impiegò a questo fine il

de greci nell' oriente, cominciato santo Padre, ma i principi distratti


II23 anni prima ai 19 maggio del in altri pensieri, e in dissenzioni,
33o in un altro Costantino, figlio niun soccorso prestarono ad opera
anch' egli di un'altra Elena : ma se sì santa. Il solo Pontefice, ed Al-
quest' imperio ebbe per primo, ed fonso V re d'Aragona, e di Sicilia
ultimo imperatore due principi del- grande somma di denai'o mandaro-
lo stessonome di Costantino, que- no a Giorgio Scanderberg, il quale
sta è la sola somiglianza onde si fece molta strage de' turchi nell'E-
possa paragonare insieme il prin- piro. Ricevette Aicolò V favorevol-
cipio, ed il fine di esso. Il santo mente uomini eruditi, che in
gli

Padre restò di dolore trafitto per quest' occasione abbandonarono Co-


tal perdita, molto più perchè gli aiu- stantinopoli, e seco condussero mol-
ti, che avea procurato contro i turchi, te opere de' ss. Padri, e le lettere
non avevano potuto impedire la to- greche in Italia, ove trovarono una
tal rovina de'greci. F. Chnlcondila gentile accoglienza.
Franzft, e la Turro-greciae di Crusio. Avendo Alfonso V re di Porto-
Tentò tuttavia il dolente Ponte- gallo messa all'ordine ima grande
fice di ricuperare la perdita fìjtta, armata contro il turco, il santo Pa-
pubblicando una bolla ai 3o settem- dre, con un breve de' 3 1 aprile
bre, nella quale eccitava col mag- 14^4 pieno di lodi, gli mandò la
gior fervore tutti fedeli ad unirsi i rosa d' oro benedetta ; ma Maomet-
per fare la guerra al turco. A tut- to II non conobbe più limiti, e
ti, che perciò prendessero le armi, colla strepitosa conquista di Costan-
di qualunque condizione essi fosse- tinopoli fissò sulle rovine dell' im-
cos COS 55
perio orientale l' ottomana colossale tutta r Europa, e lettere sue pre-
monarchia. Intanto afflitto Nicolò murosissime a tutti i principi euro-
V per tanto disastro, penetrato di pei, ad Usumcassano re di Persia,

vivo cordoglio per la rovina dei al principe di Armenia, e a'tartari,


greci, e pe' gravi danni che ne pro- sollecitando tutti a prender le armi
venivano alla religione, cessò di contro i turchi. Quindi sperando,
vivere in età di soli 5'j anni, ai piucchè ne' principi, nell'aiuto di

24 marzo i^^5, e lasciò la sua Dio, e nella pia liberalità della


memoria in eterna benedizione nel- Chiesa Romana, la quale non radu-
la Chiesa, siccome imo de' piti gran- na per sé tesori, se non per diffon-
di Pontefici, che sieno saliti sulla derli a beneficio del popolo cristia-
cattedra di s. Pietro. no, non solamente vuotò tutto il

Dopo quattordici giorni di sede pontificio erario, ma vendette gem-


vacante, fu eletto Papa in età di me, ed altri preziosi ornamenti
setfantasette anni, Calisto IH, Borgia, pontificali, ed alienò alcune terre
di Valenza, che con meraviglia di dello stato ecclesiastico, e col pro-
tutti, alcuni anni avanti, andava dotto di tali cose fece allestire una
dicendo di dover divenire senza armata di sedici galere, che spedì
dubbio sommo Pontefice. Avea nell'oriente contro i turchi, sotto il

Calisto ancor Cardinale fatto


ITI comando del valoroso, e bravo Car-
voto di portar la guerra a' turchi, dinal legato Luigi Scarampi Mez-
nella maniera che meglio potesse, zarota. Fu egli il primo Pontefice,
e di procurar di togliere dalle ma- che abbia avuta la gloria di mette-
ni loro la conquistala Costantinopoli. re sul mare una sì forte armata,
Si vede formola del giuramento
la colla quale fece alcune piccole con-
negli annali di Lorenzo Bonincontri quiste sopra gli ottomani, e difese
all'anno 14^^ presso il Muratori le isole di Rodi, di Cipro, di Me-
Scriptonim rerum Italicarum tomo tilene, e di Scio da essi attaccate
XXlj che in lingua volgare fu pub- nel 14^7: onde il santo Padre li-

Micato da Gio. Lami Catalogo del- berata r isola detta Metilene, la re-
la biblioteca Riccardiana. E da stituì al principe, che la possedeva

rotarsi col Borgia nell' Oratio Pii sotto il diretto dominio della santa
li. P. M. de Bello tiircìs, etc, che Sede.
quantunque avesse fatto questo voto Più gloriosa riuscì al santo Pa-
da Cardinale, egli si sottoscrisse Cali- dre l'impresa di Belgrado, fortezza
sto III Papa, chiamandosi allora Al- antemurale del cristianesimo. Tro-
fonso ; tanto egli era sicuro della vavasi questa nel i ^56 assediata
profezia fatta da s. Vincenzo Ferre- da Maometto II alla testa di cen-
rio, che a tutti suoi amici diceva
i tocinquanta mila turchi. Conti-o di
die sarebbe Papa, benché nessuno questi s'avviò il famoso capitano
l'ascoltasse, credendolo per la vec- Giovanni Unniade vaivoda di Tran-
cliiaja indebolito non meno di cor- silvania, chiamato il terrore de' tur-
po, che di mente. chi, ed il prode difensore de' cristia-
Passati dunque appena due mesi ni. Era esso assistito da'consigli del
da che era salito al Pontificalo, in benemerito legato PontiP- io Cardi-
adempimento della promessa fatta, nal Carvajal, e dallo zelo di s. Gio-
spedi Calisto III predicatori per vanni da Capistrano de'miuori frao-
4

% cos COS
cescani, il quale, con un crocefisso Granala ultimo loro asilo come ,

inalberato in mano, aveva arruola- dice il Mariana al libro XXII. Fra


to mi esercito di quaranta mila uo- tante cure della cristiana repubbli-
mini. Alli 6 dunque di agosto si ca , consumato Calisto III dalla
scagliò rUnniade con tal impeto vecchiaia, morì a' 6 agosto i458,
sopra i turchi, che avendoli scon- nel dì della trasfigurazione, lascian-
fitti, costrinse Maometto li a dar- do centocinquanta mila scudi di
si ad una precipitosa fuga, e a ri- oro,come dice Nata! Alessandro nel
trovarsi in istato così pericoloso, tomo VIII àeW Istoria ecclesiastica,
che se i principi cristiani avessero sebbene il Ciacconio nella vita di
secondate le sante intenzioni del Calisto III , dica cento quindici
buon Pontefice com'esso li esorta- mila scudi, stati radunali per la
va, questo famigerato barbaro a- guerra contro i turchi.
vrebbe perduto l'imperio di Costan- Vacò la santa chiesa dodici gior-
tinopoli, enon avrebbe potuto con- ni, e sah sul trono del vaticano Pio
quistar di più quello di Trebison- II, Piccoloniìiii, sanese, che siccome
da. Per cagione di questa vittoria prima era premuroso di veder ab-
ottenuta nel giorno della trasfigu- battuto l'ardire del comun nemico,
razione di Gesù Cristo, Calisto III così fatto Papa rivolse tulle le
ne rese più celebre la festa. sue cure a questo fine. Per meglio
AHine di avere maggiormente pro- dunque promovere l'unione do'prin-
pizia la divina assistenza ncU'im- cipi cristiani, necessaria alla liilice

pi'esa de'cristiani contro i turchi, riuscita di quest'impresa, stabilì lui


ordinò il Pontefice, che a mezzo pubblico congresso , da a
tenersi
giorno fosse dato il segno tre vol- Alantova, ove trattar si doveva co-
te colla campana, acciocché fede- i gli ambasciatori de'principi, e coi
li recitassero tre volte il Pater ed principi stessi di tutta l'Italia, dei
Ave, coH'indulgenza di tre anni, e mezzi opportuni, e de'soccorsi biso-
tre quarantene, per ajutare in tal gnevoli per questa guerra, mentre
guisa con queste orazioni i fedeli che, com'egli diceva, e si legge nel
contro i nemici del nome cristiano. suo Commentario stampato nel 1 6 1

Non cessò Calisto III per tutto il in Francfort, il vincere i turchi sem-
tempo del suo pontificato di pro- brava unintrapresa non di questo,
curare Tabbaltimento degli orgoglio- o di quell'altro regno, ma sì di
si tiu'chi, e i4^7 raddoppiò
nel tutta la repubblica cristiana. Di
egli le sue calde premure con tut- ciò tratta ampiamente Leodrisio
ti i sovi-ani, i quali per riguardi Crivelli autore contemporaneo nel-
umani mal corrisposero alle zelan- l'opuscolo, De expeditione Pìi II in
ti intenzioni di lui. Egli spedì Turcas, appresso il Muratori Scri-

missionari nella Prussia, nella Per- plorunt rerum al tomo XXIII. Ni-
sia, e nell'Etiopia, per richiama- colò Reutnero pubblicò in quat-
re alia nostra religione, quelli che tro volumi, una raccolta intitolata:
ne fossero contrari. Indusse anco- Orationes in Consultationes de Bel-
ra i re di Castiglia , d'Arago- lo Turcico, Lipsiae 1 596.
na, e di «Portogallo, a cacciar inte- Intanto perchè colla sospensione
ramente dalla Spagna mori mao-
i della guerra e per cagione del con-
rneltaui accantonati nel regno di gresso uou fosse lutto l'oriente sog-
cos cos 57
giogato da'liirchi, eresse Pio II un insoita in Napoli fra il le Fcjnli-
miovo Ordine militare col titolo di nando d'A lagona, e Giovanni duca
s. Maria di Betlemme, del quale d'Angiò figlio del re Renato, e parte
fosse cura il difendere le isole di Le- per quella che facevano alla santa
mnos, colle altre del mare Egeo, ed Sede i INlalatesti, e i Manfredi,
alla guisa de'cavalieri gerosolimita- Avendo Maometto II conquista-
ni far dovesse delle scorrerie con- to co'suoi turchi, oltre le isole di
tro i turchi. Lemnos, e di Lesbo, già riprese dai
Disposte in tal modo le cose per cristiani in tempo di Calisto IH,
questa spedizione, il Papa non a- la penisola ancor della I\Iorea, il
vendo riguardo al freddo della sta- santo Padre con esemplarissima
gione, né agli incomodi continui benignità accolse Tommaso Paleo-
delia podagra, né agli infelici augu- logo, despota della Morea stessa^
ri che gli si predicavano, com'egli e fratello di Costantino, ultimo im-
stesso racconta ne'suoi commentari, peratore greco cacciato dal tui*co
a' 22 gennaio i/^Sg, si mise in col fratello Demetrio, e con molti
viaggio alla volta di Mantova. Giun- altri. Albergollo nelle case di s. Spi-
tovi a'27 maggio, ad altro Pio II rito, gli assegnò trecento scudi il

non pensò, che a cercare i mezzi mese, a' quali ne aggiunsero duecento
di condurre ad effetto i suoi pre- i Cardinali, e gli diede nella dome-
murosi disegni intorno alla guerra nica quarta di- quai'esima la rosa
contro il turco, che ogni giorno si d'oro benedetta, e nell'anno seguen-
rendeva piti formidabile per li mio- te 1462 il Papa ricevette in dono
vi acquisti che faceva neh' orien- da Tommaso Paleologo, la testa
te. /^, Enea Silvio nella sua Hi- dell'apostolo s. Andrea, fratello del
storia Asiae iMinoris al cap. 87. principe degli apostoli. mez- Ma in
A'9 dunque di settembre si diede zo alle pastorali cure di Pio II,
principio al general congresso di sempre più cresceva nel suo cuore
tutto il mondo cristiano, e dopo mol- l'ardente brama di soccorrere To-
te e diverse sentenze fu deliberato, riente dalla fierezza di Maometto
che di tuttele nazioni, per questa sa- II. Era questi molto più potente,
gra guerra collegate, pagassero per per la conquista che avea fatto
tre anni i chierici la decima, i laici nel 1^61 dell'imperio di Tiebi-
la trigesima, egli stessi ebrei la vi- sonda nell'Asia, dal quale avea cac-
eesima. A questi soccorsi promisero ciata la famiglia Comnena, che vi
di aggiungere degli altri maggiori i si era stabilita per 207 anni fino
fiorentini, i sanesi, i ragusei, i gè- dal i2o4, in cui (come dicemmo)
novesi, i j'odiani , e i bolognesi, i francesi, e veneziani saccheggia-
onde Pio II con ima bolla de'i5 rono, e presero la città di Coslan-
gennaio 1460 pubblicò a tutto il linopoli; come ancora per essersi
mondo, quanto in questo congres- impadronito dell'isola di ìMetilene,
so aveva conchiuso. Malgrado pe- già detta Lesbo, e di tutto il re-
lò le zelanti sollecitudini del buon gno di Bosnia, di cui fece scorticar
Pontefice, questi soccorsi non ebbe- vivo il quinto ed idtimo re chia-
ro allora alcun effetto parte per la mato Stefano.
guerra che v'era tra i francesi, e II santo Padre nel i46f sci isse
gli inglesi, parie per <|uclla ch'era una kllcra all'imperatore Maomct-
,

58 COS COS
to II, nella quale l'esortava a mo- Disposte pertanto le cose neces-
slraisi più mite co'cristiani, e Jo sarie governo dello stato nella
sì al

eccitava ad abbracciare la nostra re- sua assenza, che all'armata, Pio li,
ligione, pel qual mezzo diventereb- a' 18 giugno i464> scese dal pa-

1)6 legittimo imperatore d' oriente. lazzo alla basilica vaticana; e qui-
Divenuto però quel barbaro vieppiù vi, dopo aver caldamente pregato
borioso, e avviandosi in oltre con- il Signore, che prosperar volesse le

tro de' ragusei, Pio li considerando sue pie intenzioni, fece a' Cardinali
la misera sorte della cristiana re- im' elegante orazione , e partì per
pubblica, procurò con tutto il suo Ancona, avendo ricevuto da Tom-
grand'animo di sollecitare contro il maso Paleologo il braccio destro
turco la guerra stabilita nel con- di s. Gio. Battista. Quest'orazione,
gresso di Mantova. Con una bolla che mancava sì nelle opere di Pio
«innqne 23 ottobre i463 pub-
de' Il pubblicate in Basilea nel i55i,
blicò solennemente questa sagra come nella Raccolta delle orazioni
guerra, ed espose la lega, che per- dello stesso Pontefice, data alla lu-
ciò avca fatta col duca di liologna ce in Lucca nel 175T, e 17^7 da
Filippo, e con Cristoforo JMoro do- Giandomenico Mansi, fu per la pri-
ge di Venezia, e nominò il suo ma volta resa pubblica dal citato
pai-ente Caidinal jVicolò Fortiguer- Cardinal Stefano Borgia, che vi ag-
ra pistojese, adorno di rari pregi, giunse un'aurea prefazione, e bel-
generale delle galere die aveva fat- lissime note, con questo titolo:
to lare nel ]iorto di Pisa, coll'ordi- Pii II P. M. Oratì'o de bello tur-
iie condurle in Ancona ove, co-
di cis inferendo eruta ex schedis au-
me egli aveva detto nel concistoro to^raphis, et anecdotis monumenti?!
de'23 ottobre, sarebbe st;ito pron- illuxtrata, Romae apud Benedictum
to a partire in persona per questa Francesinm i774- Arrivato Pioli
spedizione, a' 1 5 di giugno, affine di in Ancona, a' 19 luglio, fu rice-
animar per tal guisa tutto il mon- vuto con sommo applauso da quei
do, e togliere ogni pretesto a quel- cittadini, e da nn popolo infinito
li, clie pretendessero di scusarsene. condottosi colà da tutta l'Europa
Indi, vedendo che le forze dell'e- pei" vedere il singolare spettacolo
jario Pontificio non erano bastanti di im Pontefice in persona alla te-

olle spese necessarie per questa sta della crociata Ma, essendo Pio
guerra , destinò per la medesima II già incomodato nella salute, il

tutta l'entrata, la quale, secondo il male si aggravò, e morì a' i4 ago-


Campani, era allora di cento mi- sto del 14^45 hi età di cinquan-
la scudi, e si ricavava dalle minie- totto anni. Egli, dopo aver doman-
re dell'allume, scoperto allora nei dati , e ricevuti i ss. sagramenti
monti di molto
Tolfa, sperando esortò il sagro Collegio a prose-
dopo maggior soccorso dal doge di guire costantemente la guerra, in-
Venezia, dagli altri principi dell'I- trapresa contro i nemici del nome
talia, e da'Cardinali stessi, tra'qua- cristiano , al qual fine lasciò cin-

li il Cardinal Roderico Borgia ni- quantamila scudi, che seco aveva,


pote di Calisto IH, poscia Alessandro i quali da' Cardinali, prima del
^ T, promise una galera tutta fab- loro ritorno in Roma, fiu'ono de-
bricata a sue spese. positati nelle mani del doge Mo-
cos COS 59
ro come pure
: invitò i Cardinali sia guerra, rifiutò il tributo della
a mandare le sue pontificie ga- chiiiea, e del falcone, che il re
lere , con quarantamila scudi a Ferdinando gli mandava per feudo
questo fine radunati dalle deci- del regno di Napoli, e domandò in
me , a Mattia re. degli ungheri. vece sessantamila scudi, al che ri-
Fattesi le consuete esequie in An- ])ngnavano regi legati. Questi an-
i

cona, il mentovato doge, assiso Ha zi minacciarono, che offeso il loro

i due ultimi Cardinali diaconi, fe- re, si sarebbe imito a' turchi , al
ce r orazione funebre a Pio II. che il Papa rispose con dignità :
Passati quindici giorni, nel con- Andate, e riferite al re quanto ab-
clave valicano , restò eletto Ponte- hiam detto, e se egli si risolverà
fice Paolo Barbo, veneziano,
li, di unirsi al turco, noi già abbia-
nipote di Eugenio IV. Furono le mo provveduto, come cacciare dal
prime cure Paolo II la guerra di regno il re, e dagli stati cattolici il

contro turchi, ed il Cardinal Am-


i turco. V. il Quirini, Vindiciae Pauli
mannati di Pavia nell'epistola XCV IL Questo Pontefice, ad Andrea,
descrive la maniera, con cui il ad Emmanuelle, e alle sorelle, pa-
santo Padre trattò quest'affare cogli renti di Tommaso
Paleologo despo-
ambasciatori che si trovavano in , ta di Morea, che a Pio li avea
Roma ; per la qual guerra, al dire portato la lesta di s. Andrea apo-
di altri, Pio
avea lasciato quaranta
II stolo, assegnò trecento scudi il me-
o quarantotto mila ducati d'oro, ra- se, e un maestro per insegnar loro
dunati solamente per quest'impresa. le lettere Ialine; e ad Azanito, ni-
Quindi è, che avendo Paolo II som- pote di Scandeiberg, esiliato dal-
ministrato buona somma di denari al l'Albania, diede venti scudi al me-
famoso Scanderberg, chiamato nuo- se , e cento a Caterina regina di
vo Alessandro, e Gedeone cristiano, Boemia, cacciata da' turchi da' suoi
costrinse nel i465 l'empio Mao- stati. Questa morì in Roma, e per

metto II ad abbandonar con gran gratitudine lasciò in testamento al-


perdita di gente 1' Albania, che poi la santa Sede tutte le ragioni che
riprese co' turchi nell'anno seguente. aveva su questo reame, per lo che
Ma prode Scanderberg avendo e-
il in concistoro i deputati presentaro-
vitato tradimenti del nemico, e
i no la spada, e gli speroni a Papa
dopo aver per ben vent'anni le- Sisto IV.
presso a guisa di propugnacolo gli Nel conclave che si tenne per
,

sforzi degli eserciti turcheschi, morì la morte di Paolo II, poco mancò
in età d'anni sessantatre. che non restasse eletto in succes-
i47o> crescendo viep-
JVell'anno sore Cardinale Bessarione di Tre-
il

più la tirannia de' turchi , che a bisonda, già compagno dell' impe-
tutto il mondo cristiano mettevano ratore Paleologo al concilio fioren-
sommo spavento, Paolo II si ado- tino, uno de' più famosi personag-
però per tal guisa, che gli riuscì gi del suo tempo in dottrina, vir-
di conchiudere in pubblico conci- ili, e grandezza d'animo. Ma que-
.*<toro cogli ambasciatori de' princi- sti , col pretesto della sua età di
pi italiani la necessaria lega con- anni ottanta, se ne schermì effica-
tro de' tiu'chimedesimi. Per me- cemente. Anche Ca-
iifir elezione di
glio provvedeie alle .spese di que- listo III poco mancò ch'egli avesse
,

6o COS cos
mano chiavi di Pietro, loc- sia, ossia Gaffa, ricchissima colonia
in le s.

clìè però non avvenne per un for- de' genovesi, si mise in pronto per
te discorso del Cardinal Gelivo assalire gli altri luoghi de' cristia-

che impedì 1' esaltazione di sì illu- ni , a segno tale , eh' era già per
come entrare ne' confini dell' Italia. Sisto
stre greco, come neofito , e
ingiuriosa alla chiesa latina. Eletto IV dunque stimando dovere del

}'ontefice, a' 9 agosto ì^Ji, Sisto suo Pontificato di reprimere gli

IV, della Rovere, i primi suoi pen- sforzi del barbaro imperatore, spe-

sieri furono occupati nel ritrovare dì diversi legati a' principi cristia-

i mezzi di reprimere gì' impeti del- ni, affme di concitarli unitamente


l' imperatore ottomano. Perciò spe- contro di lui ; ma le sue premure,
di egli subito cinque legati a di- ed i suoi pii desiderii non ebbero

versi principi dell' Europa per ec- alcun effetto. Neil' anno seguente
citarli alla guerra contro il turco 1477, rivolse Sisto IV le sue cure
Rlaometlo II. Fra rpiesti legati vi a mantenere la pace in Italia, af-
furono i Cardinali Bessarione in finchè Maometto lì vedendo la guer-
Francia Lodovico XJ, Bor-
al re ra civile, non vi entrasse come an-
gia in ispagna al re Ferdinando dava macchinando, ed è perciò che
V, Bardo in Germania all'impe- nel 1479 ^^ Pontefice spedì molte
ratore Federico III, ed ai principi legazioni a' re, e principi cristiani,
tedeschi e nel regno d' Ungheria a
,
per indur questi ad intraprendere
Mattia Corvino; e il Cardinal Ca- la sagra guerra contro il comun
iri ifa, già celebre pel suo zelo militare, nemico, e muovere i popoli a pren-
fu scelto al comando della flotta con- dere la croce di questa spedizione.
tro gl'infedeli. Sisto IV impose inol- Nel 14^0 approfittando Mao-
tre le decime agli ecclesiastici, con- metto II delle discordie de' prin-

cesse indulgenze a' crociati ; e per cipi cristiani, si sforzò di annien-

operare con più efllcacia, fece par- tare la nostra religione : mandò
lire nell'anno seguente in levante, contro r isola di Rodi un' armata,
sotto il comando del Cardinal Ca- che dopo una fiera battaglia di

raffa ,
centoquattro galere, fra le due ore, data a' 26 luglio, fu co-

quali diciolto erano della Chiesa, stretta di cedere alla bravura di

trenta del re di Napoli Ferdinan- que' cavalieri gerosolimitani, onde

do , e cinquantasei de' veneziani. i turchi si misero in precipitosa

Con quest'armata si rese, e fu sac- fuga colla perdita di gran numero


cheggiata la città di Smirne, ma di soldati, stante il valore del gran
ciò non era bastante per rovinare maestro d'Aubusson, da Innocenzo
un impero bene stabilito, qiial
così YIII fatto dipoi Cardinale. Mentre
era quello di IMaometto II che ,
Bodi era fortemente assediata da
con rapidi progressi avea tolto ai quest'armata, lo stesso imperatore
cristiani due imperii quattro re- ,
ottomano ne spedì un'altra nell'I-

gni venti Provincie


, e duecento ,
talia , ove i turchi sorpresero O-
città, oltre l'isola di Negroponte in tranto nel regno delle due Sicilie,

onta de' veneziani, hi quale fu po- coir aver messo a fil di spada un
sta a l'erro, e (uoco. Correndo l'an- gran numero di uomini, donne, e
ni) 14?^' 3 l'imperatore IMaometto lànciulli ,
gittate ai cani le reliquie

il, dopo avere coucpiislata Teodo- de' santi , rapito le vergini , alle
cos COS 6i

quali fecero oltraggio sugli altari re la santa casa di Loreto, ma tosto

stessi , mozzato la testa a tutti i che da lungi la videro, fm'ono com-

nobili, segato per mezzo con una presi da grande stupore e paura,
SI

sega di legno l'arcivescovo, e com- che si sentirono costretti a dar volta


messo altre simili bestialità. improvvisamente, come si legge nel
La presa di Otranto mise tut- Novaes, nella vita di Sisto IV. Degnos-
ta l' Italia in grandissimo spaven- si pertanto la Provvidenza di Dio li-

to, massimamente Sisto IV, il qua- berare il mondo cristiano da tante


le, come E.afFaele da Volter-
dice afflizioni nel i48i, colla morte i-
ra al libro VII dell' Istoria Fio- stantanea di Maometto II, crudel
rentina, pensò di rifugiarsi in Avi- nemico de" cattolici , accaduta nel
gnone; ma preso miglior consiglio, trentesimo secondo anno del suo
tutto si diede ad apprestar aiuto regno, a' 3 di maggio, giorno dedi-
in difesa della gregge di Dio alla cato all'Invenzione della santissima
sua cura commessa; e per aiutar Croce, di cui egli era stato cosi fie-
il re di Napoli Ferdinando contro i ro nemico. Il santo Padre avvisato

turchi che gli avevano occupato di questa morte, che aveva già pre-
Otranto, non dubitò di vendere detto il santo religioso de' minori

Frascati a Girolamo, e ad Agosti- Giacomo Marca, ne rendette


della
no d' Estouteville pel prezzo di ot- solenni grazie a Dio con una divo-
tomila fiorini d'oro. Ordinò quindi ta processione, nella quale venne
il santo Padre ai principi d'Italia, accompagnato dal sagro Collegio dei
che facessero tregua, e rivolgessero Cardinali. A' 2 3 di agosto poi giun-
le arigli contro gli stessi turchi ; se in Pioma pel Tevere un' arma-
spedi suo legato nel regno di JNa- ta di ventitre navi, spedita in soc-
poli il Cardinal Rangoni, perchè corso dell'Italia da Alfonso V re
segnasse di croce i fedeli: richiese di Portogallo, a ricevere dal santo
premurosamente d'aiuto i re oltra- Padre la benedizione per andarse-
montani, e proponendo a tutti pie- ne contro de' turchi, ma succeden-
nissima indulgenza, li sollecitò alla do la morte di quel sovrano^ l'ar-
difesa del nome cristiano. Inoltre mata tornò in Portogallo, per ri-

promise di adunare un' armata di cevere gli ordini del nuovo re Gio-
venticinque galere, per unirle a quel- vanni II.
le del re di Napoli che doveva essere Innocenzo VIII, Cibo, genovese,
di quaranta; mandò legato a Genova appena eletto confermò i capitoli,
il Cardinal Savelli, perchè facesse fa- che tutti i Cardinali avevano giu-
re l'armamento navale, e mettesse rato di osservare, fra' quali, che il

in concordia le differenze di quei futuro Pontefice fosse obbligato a


cittadini; e per non mancare al lo- dare per soldo a' soldati contro il

devole uso de'suoi predecessori nel turco le rendite delle miniere di


ricorrere in simili tribolazioni al- allume, e di non applicarle in altro
l'intercessione de' santi affine di pla- uso se non che nel difendere i cri-
care colle loro preghiere il giu- stiani dai turchi, e in provvedere
sto sdegno divino, istituì l'otta- i nobili esiliati, e cacciati dagli stes-
va d' Ognissanti da celebrarsi an- si infedeli, come narra l'Annalista
nualmente. Da Otranto si dirizza- Piiiialdi a detto anno i4S4- Le
rono i turchi coir armata a preda- prime apostoliche cure d'Innocenzo
&ì cos COS
vili furono di conciliar la pnce Papa, desideroso di mettervi rime-
tra i principi cristiani, e per darne dio pregò r imperatore Federico
,

egli stesso l'esempio, cominciò dal III, e gli altii principi di manda-
terminar la guerra di Sisto IV coi re presso di lui i loro ambascia-
veneziani ; e confermò i diritti del- tori per li 25 marzo 1488, coi
la Guinea, ed in altre terre de' sa- quali tratterebbe della guerra col
raceni al re di Portogallo, giacché turco. Ciò avvenne, ed Innocenzo
Alfonso V con un'armata di 3oo Vili inoltre promise di sostenerla
legni, e trenta mila combattenti con vigore, e di assistere personal-
preso aveva in ventitre giorni Ar- mente all'esercito, quando questo
zila e Tanger, due città nel regno fosse comandato dal re di Spagna Fer-
di Fez nell'Africa. dinando V, dal re di Francia Car-
Nell'anno i /[S6 Innocenzo Vili lo Vili, o da Enrico VII re d'In-
pregato di aiuto dal re Casimi- ghii terra: ma il progetto del Papa
ro IV di Polonia, contro i turchi, non si effettuò, il perchè nulla si
e tartari, che infestavano i suoi eseguì contro i turchi.
stati,bandì la crociata contro i come dicemmo,
Morto, in Nico-
barbari. Quindi , nel i4^7, ve- media Maometto II, gran signore
dendo il Pontefice che la tiran- , degli ottomani, due figliuoli ch'egli
nia de' turchi maggiormente si di- lasciò si disputarono la sovranità.
latava per la Germania, e per l'I- Ciascuno di questi aveva il suo par-
talia, dove il tiranno Bocolini, stret- tito, ma ìjajazzetto II vinse il mi-
to in amicizia col turco, aveva già nor fratello Zizimo, il quale fug-
occupato Osimo nello stato eccle- gito in Rodi, come racconta il Sa-
siastico, che a preghiei'a di Lorenzo bellico. Elicaci, libro X, implorò
de' Medici magistrato de' fiorentini asilo dal gran maestro de' cavalieri
restituì per settemila scudi d'oro, gerosolimitani Pietro di Aubusson,
pubblicò la guerra, di cui fosse ca- che dopo onorevole ricevimento,
po l'imperatore Federico III, e lo inviò a vivere tranquillo nel-
ordinò le decime agli ecclesiastici l'anno 1482 in una commenda del-
per le spese da farsi nella medesi- l'Ordine nel confine di Poitou, col
ma. Indi esortò i principi alla guer- permesso del re di Francia, guar-
ra contro il turco, che minacciava dato sempre da'cavalieri gerosolimi-
d' invadere la Sicilia, e l' Italia per tani. Indi nel 1489 Zizimo fu con-
ridurre i fedeli ad una dura schia- segnato ai deputati d'Innocenzo VI II,
vitù. A questo santo fine Innocen- che sperando gran gli sarebbe di
zo Vili comandò al vescovo d'Or- vantaggio al reprimere i
fine di
te suo legato in Germania, con di- turchi, l'aveva richiesto premurosa-
ploma del primo settembre, che mente a Carlo Vili, e lo ricevette
caldamente raccomandasse a tutti a'3 marzo con solenne ponipa in
i principi questa militare spedizio- Roma (come raccontano il Vialardo,
ne; ma le premure del zelante ed il liosio nella vita del Pontefice),
Pontefice non ebbero il desiderato mantenendolo sotto buona guardia
effetto, perchè quasi tutti i sovra- nel vaticano, e trattandolo con ma-
ni erano fra loro in guerra , e lo gnificenza mercè di quaranta mila
stesso dominio della Chiesa era af- scudi d'oro, che Bajazzetto li per
flitto dalle fazioni: per lo che ii tal motivo eli mandava o"ni atuio.
cos COS 63
Zizimo morì nel i49^ > fjLiando si parlava punto. Aveva egli alcuni
Carlo Vili re di Franciii, avendo- complici, che furono puniti col sup-
lo domaudato ad Alessandro VJ, phcio ordinario, ed egli condotto
nel condursi che quel principe tur- per la città, per cui di tratto iu trat-
co si faceva a Napoli, cessò di vi- to era attanagliato, fu alla fine
vere per via nel mese di gennaio squartato, ed esposto per parti a
lasciando del suo misero fine sinistri differenti porte di Roma.
sospetti, come gli fosse stato pro- Quindi Bajazzetto II, vedendo sva-
pinato il veleno. nito il suo progetto, prese la strada
Innocenzo Vili assegnò dodici della politica, rivoltò le sopraddette
mila scudi d'oro annui al Cardinal sue promesse avanzate a Carlo VIU
Giovanni Balve francese , siccome re di Francia, nel 1490somnio al
pili militare che ecclesiastico, per Pontefice, e nel 1492, per mezzo
la custodia che gli commise del d'un suo ambasciatore detto Charni-
principe Zizimo. Bajazzetto II ,
sbuerch, dopo avergli fatto presen-
per timore del aveva spe- fratello, tare tutto quello che l'oriente pro-
dito nel i^Scf a Carlo VIII una duce di più prezioso, oltre a qua-
ambasceria in Francia, colla quale ranta mila scudi d'oro, destinali
r avea pregato a ritener Zizimo a pagare la pensione del princi-
nel suo regno, promettendogli di pe turco Zizimo, che pregava si
mandargli tutte le reliquie trovale tenesse in luogo sicuro , gli fe-
da Maometto II suo padre in Co- ce consegnare a'3i maggio 1492
stantinopoli, e nelle altre città del- la sagra Lancia, con cui da Lon-
l'Europa, e dell'Asia ,mettere
di gino fu traforato il lato del R.eden-
in opera tutto il suo potere per to- tore, collaspunga insieme, e colla
gliere a' saraceni la Terra Santa, e canna, che nella medesima passione
darla a lui, e di somministar an- furono consagrate. Nel primo dun-
nualmente una somma considerabile que di maggio giunse l'ambascia-
di denaro pel sostentamento del fra- tore turco Chamisbuerch in Anco-
tello. Siccome poi all'arrivo dell' am- na, ove i due legati mandati dal
basciatore ottomano era già stato Papa, cioè l'arcivescovo di Arles, e
inviato Zizimo a Roma, Bajazzetto il vescovo di Fuligno, fecero la ri-

II avendo saputo questo, tentò di far cognizione del sagro dono, che por-
avvelenare il fratello, ed il Ponte- tarono per la città con solenne pro-
fice, servendosi d' un scellerato si- cessione, nella quale fu concessa in-
cario chiamato Cristoforo Macrin, dulgenza a quelli che v'intervenne-
il quale cacciato da un impiego che ro. Quindi la preziosa reliquia fu
aveva nella corte pontificia, si tro- ricevuta in Roma da Innocenzo
vava in Costantinopoli. Doveva que- Vili colla maggiore venerazione,
sti attossicai'e la fontana dove si e solennità. Intanto l'interessante
attingeva l'acqua per l'uso del Pa- ostaggio di Zizimo nella capita-
pa, e di Zizimo; ma appena Ma- le del cristianesimo tenne sospe-
crin mise il piede in Roma, fu ar- se le armi, e i progressi de'turchi.
restato per delitti, che nulla riguar- Nel tempo medesimo il santo Pa-
davano questo ond' egli sperava la dre ebbe la consolante notizia del-
sua fortuna. JMesso alla tortura con- la conquista di Granata fatta dal
fessò ancora il misfatto, di cui nou re Ferdinando V, col qual trionfo
64 cos COS
si cstinse il niaomeltanismo nella il Sabcllico, Eiìcad. X, ed il Suritn
incominciato nell'anno 7
Spnj^ii.i, 1 2, al libro 111 del tomo V- H Pon-
e (lurnto 780 anni. Al volume IK tefice Alessandro VI, per ispegnere
p. 3o5 del Dizionario^ parlandosi l'acceso fuoco, mandò a Venezia nel
della creazione segreta de' Cardina- 1499 •''^'^ legato il Cardinal Gio-
li, si fa menzione della lettera scrit- vanni Borgia, ad ottenere la concor-
ta da Bajazzetto II al Papa, acciò dia dei sopraddetti principi, i qua-
facesse perfetto Cardinale Psicolò li imiti agli altri si collegassero
Cibo, con altre analoghe erudizieni. contro i nemici soltanto della santa
Successe ad Innocenzo Vili Pa- Sede. Ma vana tornò silfatta lega-
pa Alessandro VI, che nell'anno zione, poiché Alessandro VI, col-

1496 provò la contentezza di rice- la speranza d' ingrandire i suoi fi-

vere Nilo, monaco di s. Basilio, man- gliuoli si dichiarò dalla parte con-
dato ambasciatore da Costantino traria al duca di Mdano, ed in
re de'giorgiani, a prestargli ubbi- lattiLodovico XII fece duca di
dienza come a vicario di Gesìi Cri- Valentinoy nel delfinato. Cesare
sto, e a pregarlo di sollecitare i Bolgia figlio del Papa.
re d' occidente, ad intraprendere Liberatosi Bajazzetto II colla
la sagra guerra contro i saraceni, morte di Zizimo dalla paura, che
e di mandargli il decreto del conci- si prendeva di questo suo fratello,
lio di Firenze, aOine di riunirsi alla mosse guerra a' veneziani; ma pren-
Chiesa Romana. Fu però infelice dendone Alessandro VI la protezio-
Bajazzetto li nelle guerre contro gli ne ( siccome quello che teneva nu-
egiziani, e contro i russi, che si li- merose truppe, e fu il primo Pon-
beravano allora dal dominio dei tefice il quale mise i suoi successo-
tartari, mediante il valore di Gio- li in istato di figurar nel mondo
vanni Ba^ilo\vitz czai- di IMoscovia, anche quali sovrani possenti), e mi-
uno grand' uomini der suo
de'piìi nacciandolo che avrebbe mosso tut-
tempo, a cui la Russia deve il suo ti i principi cristiani contro di lui,
primo splendore, il quale avea spo- parve che il turco rimanesse in-
sato una figliuola dell'ultimo im- timorito. Il re de' romani Massi-
peratore de' greci, Costantino Pa- miliano I , e il re di Francia
leologo. Lodovico XII erano di contrario
Avevano i veneziani fatto lega animo a questa unione, e intanto i

col re di Francia Lodovico XII af- turchi presero la ricchissima città


ilne di spogliare Lodovico JMoro di Modone nella Morea, e Lepanto,
del ducalo di :Miiano, e questi non eh' era de' veneziani. Da questa per-
trovando strada più facile a schivar dita prese occasione il santo Padre
la sua rovina, che ricorrendo ad per sollecitare l'apparecchio della
una esecranda fellonia, spedì due sagra guerra, ed esortò Gio. Alber-
della sua corte a Bajazzetto li, si- to re di Polonia, e Ladislao \ I l'e

gnillcandogli che il monarca fran- d' Ungheria a dare dalle parti loro
cese, dopo la conquista che medi- un diversivo agli ottomani, senza
tava dell Italia,avrebbe co' venezia- lasciar di confortare i cristiani, col
ni stessi rivoltato le armi contro proporre il premio delle indulgenze
di lui per rimettere prendessero
in levante il a ([uelli, che la croce.
culto di Gesù Cristo, come dicono Oltre a ciò Alessandro VI pubblicò,
cos COS G5
e lo alTermano il citato Sabellico, e re di Francia, Oltre a ciò con-
ilSurita al tom. V, eh' egli sarebbe dannò lo stesso Federico, come reo
andato in persona contro i nemici di lesa maestà per aver fatto lega
tlella nostra religione, se il re di con Bajazzetto li contra la repub-
Francia, o di Spagna, fosse stato il blica cristiana. Nel i5o3 si conchiu-
condottiero dei crocesignati. Indi se la pace fra i veneziani, e la su-
mandò legati a Massimiliano I, ai blime porta ottomana, per cui l'isola
re di Polonia ed Ungheria, per im- di Cefalonia rimase a' veneziani, che
pegnarli ad intraprendere questa avevano conquistato alcune isole
guerra, e fece promulgare le indul- Jonie.
genze per raccogliere il denaro, che Giulio II, della Rovere, che riem*
a tal fine abbisognava. Mutato però pi r Italia e Europa tutta del
l'

di sentimento, Alessandro VI rivol- terrore del suo nome, nel i5o4j per
se tutte le sue premure ad ingran- ottenere di rivolgere le armi dei
dire il suo figliuolo Cesare. cristiani i contro
turchi, procurò
Entrato poi l'anno i5oi, trattossi con ogni diligenza di mettere ia
fra il sommo Pontefice, e i principi pace il re di Francia con quello di
cristiani , di mettere argine alla Spagna. Neil' anno seguente IMa-
tirannia turchesca. Nella domenica nuello re di Portogallo mandò a
di Pentecoste pubblicò solennemente, Roma Jacopo de'Sousa vescovo di
che il re d' Ungheria si era a questo Silves, e Jacopo Paciceco per ren-
fine collegato col santo Padre, e coi dere obbedienza a Giulio II, ed
veneziani. In questo tempo si faceva insieme pregarlo di aiuto contro i

una grande ariiiata dal Papa , dai mori dell' Africa, per le quali ri-
re di Fi'ancia, e di Spagna, dai ve- chieste il Papa rinnovò l'indulgenza
neziani, e dai cavalieri di Piodi, ed già da Innocenzo Vili a quel mo-
Alessandro VI creò suo legato e narca conceduta, e confermò i pri-
comandante dell' esercito cristiano, il vilegi dal re concessi all'Ordine di
Cardinal Pietro d' Aubusson, gran Cristo, perchè fossero più animati i

maestro de' suddetti cavalieri gero- cavalieri a scorrere le terre de' sa-
solimitani. Ciò non ostante, né le raceni, ed a dilatar il nome cri-

preghiere, uè le meravigliose appa- stiano. Intanto pacificando Giulio II


rizioni, né le disgrazie funeste del i re di Francia, e di Spagna, ot-
levante, furono bastanti per indurre tenne da questi che rivolgesse le
ìMassimiliano I re de' romani, ad sue armi contro de' saraceni dell'A-
intraprendere la guerra contro i frica, onde tolse loro Malzalquir,
turchi. Indi Alessandro VI diede ossia porto Grande, della qual vit-
gravissima sentenza contro de'roma- toria il santo Padre si rallegrò con
ni Colonnesi, e Savelli collegati a Ferdinando V, e per meglio pro-
Federico re di Napoli, che chiama- seguire la cominciata impresa, im-
va i turchi all' esterminio dell' Ita- pose una decima al clero di Spa=
lia ; onde il Pontefice privò Federi- gua.
co del reame, che divise, dando la Vedendo il santo Padre , che
Puglia, e la Calabria a Ferdinando Massimiliano I re de' romani, e Lo-
V re di Spagna, e di Sicilia, e il dovico XII, re di Francia, erano
rimanente, co' reali titoli di Napoli, malcontenti l'uno dell'altro, adoperò
e di Gerusalemme, a Lodovico XH ogni premura, nel 1Ò107. per paci-
VOT, %\\]ì.
66 C OS COS
ficarli fra loro, per ricuperare le soldano d' Egitto, e s' impadronì del
città, e terre della Chiesa tenute dai Cairo. Così terminò, dopo quattro
veneziani, e per indurre i principi secoli, r impero de' mamelucchi
ad intraprendere la sagra guerra. circassi, divenendo l'Egitto provin-

Perciò Cardinal Bernardo Carva-


il cia turca. JVel i5?.o Selim I ce-
jal lo sped'i legato a Massimiliano I, dette lo scettro al suo figlio Soli-
e il Cardinal Antoniotto Pallavicini mano II. Intanto, essendosi raduna-
lo spedì colla stessa qualifica al ti nel i5i8 per ordine di Massi-
re di Francia, il quale allora di- miliano I in Augusta i principi del-
morava in Genova. Per tal gui- la Germania, afline di stabilire co-
sa nell'anno seguente gli riuscì a gli altri principi cattolici una lega
pacificarli, ma persistendo i ve- contro il turco, Leone X, Medici,
nesiani nel ritener le terre occu- fiorentino ( che allora sedeva sulla
pate, Giulio li si unì con i detti veneran<la cattedra di s. Pietro, e
sovrani nel trattato di alleanza di diede il nome di aureo ni suo se-
Cambrai. I veneziani ricusarono colo), mollo si alfaticò per metterla
gli aiuti del gran signore Bajazzctto ad elTctto. Perciò spedì egli quattr(ì

li, ed ottennero il perdono implo- Cardinali legati a Intere, il Cardi-


rato dal Papa, che come padre co- nal Campeggio ad Enrico Vili re
mune de' fedeli si ritirò dalla lega d' Inghilierra dove per duecento
,

con gran rammarico de' francesi, i anni addietro non v'era piii sialo
quali si rivoltarono contro lo stesso un legato a latore j il Cardinal Jv
Pontefice, e principiò fra loro la gidio al re di Spagna Carlo V, a
guerra. Terminò regno di IJajaz-
il Massimiliano I il Cardinal Farne«-e.
zetto II colle domestiche dissensio- poi Paolo per non essere
III, a cui
ni. Volendo questi rinunciare la subitamente partito, lu surrogato il
corona al primogenito Acmet, noi Cardinal Gaetano, ed il Cardinal
consentì Selim I fratello minore, il Dovizi di BiJ^biena a Francesco I
quale fatlolo strangolare in uno a re di Francia. Pochi giorni dopo la

Corcuto altro di lui fratello, suc- creazione di questi legali il santo


cesse al padre nel i5i2, riunendo Padre oidinò una soleime processio-
la Mesopotamia , ed il regno dei ne, in cui il medesimo Papa e i

Curdi alla Por ta^ Ottomana, titolo Cardinali si fecero vedere a piedi nu-
diplomatico con cui come dicem- , di, per rendere a Dio le dovute grazie
mo, si distingue il gahinetto del della lega, e della tregua fatta per
gran-signore, che in oriente equi- cinque anni tra tutti principi con- i

vale a quello di corte, nonché il tro il turco. Aggiunte pur furono


palazzo imperiale di Costantinopo- calde preghiere al Signore, perchè,
li, o serraglio. I| suo ingresso, co- domati i turchi, volesse rendere
me pur di sopra accennammo, ha all'impero cristiano Costantinopoli,
il nome di Sublime Porta, ed in e Gerusalemme. Per ordine del
questo vestibolo si tiene circolo medesimo Pontefice, consegnò il
nelle solenni occasioni, ed ai lati si Cardinal Gaetano a Massimiliano l
espongono le teste decapitate ai nella dieta di Augusta, il cappello,
possenti nemici, e de' condannati di- lo stocco e r elmo da sua Santità
stinti. benedetti. I pensieri però della
Selim J vinse Camposone Gauro suerra cominciarono a raffreddarsi
cos COS 67
sì per r improvvisa morte di Mas- sar qua e là, fincliè l'imperatore
similiano I, accaduta a' 22 gennaio Carlo V, come re di Napoli, die-
i5ig , a cui successe Carlo V, e sì de loro la isola di Malta.
per la sfrenatezza di Martin Lutero Mentre Adriano VI si affaticava
agostiniano apostata, che coi suoi nel trovar rimedio a' progressi fu-
perniciosissimi errori cominciava a nesti Solimano lì, e di Lutero,
di
combattere la Chiesa Piomana. cadde malato, e morì a' i4 settem-
Nel i522 venne eletto Adriano bre iSi'ò, succedendogli Clemente
VI, Florenzi, d' Utrecht, nel qual VII, Medici, fiorentino, che nei
anno si trovava assediata l' isola primo maggio dell'anno santo
di
di Rodi residenza allora de' cava-
5 \^i5, dopo la messa pontificale in
lieri gerosolimitani, da duecento s. Giovanni in Laterano, pubblicò
mila turchi, alla cui testa vedeva si la lega fatta contro il turco, tra
il loro imperatore Solimano Per II. Carlo V, Enrico VIII re d'Inghil-
ovviare al pericolo, in cui erano i terra, i fiorentini, ed i duchi di
cavalieri, Adriano VI mandò ad es- Milano Sforza, e di Mantova Gon-
si un soccorso di tre navi ben prov- zaga, concedendo in questa funzione
vedute, ma ritardate dai venti con- agli astanti la plenaria indulgenza
trai'i. Vennero gli assediatiad estre- del giubil(;o, edando loro la papa-
ma necessità ; tuttavolta, avendo di- le benedizione. Avendo Lodovico re

mostrata la solita loro bravura, i d'Ungheria oltraggiati gli ambascia-


turchi erano apparecchiati a levare tori di Solimano II, questi gli occu-
l'assedio. Allora il cancelliere del- pò Sabal, e Belgrado, e dopo la
l'Ordine Andrea d' Amarai porto- presa di Rodi, tornato nell' Unghe-
ghese, irritato per essergli stato ria sconfisse il re nella battaglia di
preferito l' anno precedente nella Sofia. Ivi fuggendo Lodovico II per-
dignità gran maestro Filippo
di dette la vita, lasciando Buda e Pesth
di Villiers 1' Ile-Adam francese, sue capitali al furore ottomano. Indi
per mezzo di un servitore, che venne elètto alla corona d' Unghe-
lanciava le lettere con una balestra lia Giovanni Zapolio vaivoda di
nel campo nemico, avvisò i tvuchi Transilvnnia ma Ferdinando I, re
;

del bisogno della piazza, per lo che de' romani, fratello dell'* imperatore
essendosi Solimano II ostinato in Carlo V, vi si oppose pei diritti
batterla, in capo a sei mesi di at- della consorte sorella del defonto
tacco, s' arrese, a condizioni onore- monarca, e nel iSay cacciò il suo
voli, «d che vi entrò
il sultano, competitore. Questi implorò l'aiuto
tiionfante giorno di Natale \5i-i,
il di Solimano II, che ritornando nel
pieno di stima pel valore del gran reame, arrivò a porre l'assedio a
maestro, gli rendcli^e tutti gli onori Vienna difesa,però bravamente
dovuti al suo merito. In questa guisa dal palatino del Reno.
i cavalieri, che 2 3 anni pi-ima aveano
1 In mezzo a queste sciagure, che
tolto quest' isola a'saraceui, ed era la mollo occupavano l'animo di Cle-
loro quinta residenza, perchè dopo mente VII, già estremamente addo-
la perdita di Gerusalemme, erano loralo pel funesto saccheggio di

passati a Marguat, ad Acri, ed all' Roma, operato dall'esercito di Carlo


i'^oladi Cipro, la perdettero per V, non clic per lo scisma orrendo di
tiadimento, essendo costretti a pas- J '.urico Vili re d'Inghilterra, e per
G8 COS COS
r ingrandimento dell'eresia luterana, tirecon un esercito contro i mao
correndo l'anno i J29, si seppe che meltani d' Algeri, pregò il Pontefice
Solimano II con apparecchio mili- Paolo III, Farnese, romano, di
tare per r addietro non mai veduto condursi a Lucca, per trattare in-
si disponeva a partir in persona sieme su questa spedizione. Contro
contro regno d' Ungheria. li re
il il parere de' medici, di alcuni sena-
Ferdinando 1 litorse ai santo Pa- tori, e dell'ambasciatore di Francia,
dre per averne soccorso, ma questi, ad onta della sua vecchiaja, vi si

sebbene per la guerra del re Lodo- recò il zelante Paolo III nella gran-
vico li contro il turco medesimo, de estate, e ne' sei congressi avuti
gli avesse già mandati cinquanta in Lucca coU'imperatore, ove inoltre
alila scudi, come racconta 1' annali- stabilirono la celebrazione del conci-
sta Rinaldi all'anno i5i6, nell'e- lio di Trento, e malgrado le pressanti
saurimento totale del suo erario a esortazioni del Pontefice non potè
cagione delle disgrazie accennate, gli ridursi Cesare a ristabilire la pace
concesse le decime ecclesiastiche, e rotta col re di Francia Francesco I,

gli altri sussidii già destinati dal re né a partire armato contro il tur-
Ferdinando I. Promulgò nel tem|)0 co,che ogni giorno divenuto era piìi
slesso una bolla per tutto il mondo baldanzoso per le vittorie che ripor-
cattolico, nella quale concedeva pie- tava in Ungheria, e per le sue ilotte
nissima indulgenza a tutti queliij the comandate dal celebre ammiraglio
a dilesa del pericolante reame Ln- Barbarossa, che molestavano le spiag-
garico, avessero dato danaro, o aiuto gie d' Italia. Quindi nell' anno se-

militare in qualsiasi maniera. La Itl- guente Paolo 111, il quale nulla omet-
tera circolare di Ferdinando I sta teva di ciò che potesse giovare mI
presso il Goldasti al tomo III. bene della Chiesa, e al mantenimen-
Dipoi per diverse lettere venute to della fede, con una bolla de'2 1

da Costantinopoli a Roma seppe , marzo i5^i, ottenuta dallo zelo <li


Clemente VII nel i532, che Soli- s. Ignazio fondatore della compagnia

mano II imperatore de' turchi, fat- di Gesù, accrebbe privilegi! dei


i

ta tregua col re di Persia Thamas, neofiti, ossia ebrei, tuichi, ed altri

al cui danno le armi ottomane infedeli, che abbracciassero la lède


avevano fatto gran progressi , era cattolica.

per mettersi in viaggio con nume- Governava la Chiesa universale


roso esercito contro i cristiani. 11 il sommo Pontefice Pio IV, ^le-
santo Padre dunque, chiamati a dici^ milanese. Volendo Solimano II

se gli ambasciatori de' principi, che approfittare delle rivoluzioni, cagio-


risiedevano in Roma, li pregò ad nate nell'Europa dall' eresiarca Lu-
insinuare a' loro sovrani di unire tero, di cui il barbaro imperatore
le rispettive forze, e le armi loro a s' era fatto panegirista per mezzo
riparo della pubblica salvezza, ciò di Mustafìi, il piìi valente, e speri-
eh' egli pur fece con lettere piene mentato de' suoi Bassa, fece assedia-
di apostolico zelo; onde avvenne, re per quattro mesi l' isola di Mal-

che Solimano II sospese le sue mi- ta, con duecento navi e quaranta
litari imprese. mila .soldati. Ma Pio IV, a cui sta-
Nell'anno i54r, avendo l'im- va troppo a cuore il bene della re-
pe.atore Carlo V destinato di par- ligione, fece unire un potente soc-

li
,

cos COS 69
corso a quello del re di Spagna, In mezzo a tali applicazioni per
e di Sicilia Filippo II, e costrin- la conservazione di ^lalta, non la-
se i turchi a levarne V assedio, e sciò s. Pio V d'invigilare alla custodia
dopo aver in esso perduti trenta dello stato ecclesiastico. Per tale ef-
mila combattenti, ottomila marina- fetto si trasferì in Ancona ad os-
li, e settantotto mila palle di grossa servala da sé medesimo la strada,
artiglieria, gittate indarno sopra che far poteva l'armata degli in-
quella fortezza; affine poi che il re fedeli, e munite le piazze esposte
Filippo II potesse mantenere settan- di buona e numerosa soldatesca,
ta galere contro il turco medesimo, dichiarò duca di Bracciano ge-
il

il santo Padre gli concesse settecento nerale delle armi dello stato pon-
mila ducati sopra i benefìcii della tifìcio. Quindi si mosse di ritor-
Spagna : siccome per soccorrere 1'
no alla volta di Roma, ove po-
imperatore Massimiliano II re di co dopo uJi, che i turchi s' erano
Ungheria contro lo stesso comun impadroniti a tradimento dell'isola
nemico, con cui era sempre in di Scio mentre i cristiani stavano
guerra, impose nell' anno medesimo occupati nel celebrare divotamente
i565 sopra i suoi sudditi un tri- le feste di Pasqua. Fece s. Pio V
buto di quattrocento mila scudi di consapevoli dell'orribile tragedia i

oro. Cardinali, con parole interrotte dai


Successe nel i566 a Pio IV, pianto ; e non potendo riparare al-
Papa s. Pio V, Ghislìerij di Tor- l'accaduto disastro^ si rivolse a pro-
tona, il quale con poco denaro curare almeno la libertà de'princi-
riscattò dalle mani dei corsari pi Giustiniani, ventuno de'quali fi-

maomettani Paolo Ghislieri suo gliuoli di dieci in undici anni


nipote che mentre navigava fu pre-
, essendo stati fatti schiavi, venne-
so da' turchi, ed il fece però entrare ro riserbati per servizio del ser-
in Roma in arnese da schiavo. Nel- raglio di Costantinopoli. Scrisse per-
la più deplorabile miseria era ri- ciò un efficacissimo breve a Car-
masta l'isola di IMalta per l'asse- lo IX Francia perchè s'in-
re di
dio sofferto da Solimano que- II. A terponesse colla porta ottomana •

sta r-ovina si aggiugneva


timore il in quest'affare. E tali furono le sue
dei cavalieri gerosolimitani, che so- istanze, che que'signori ottennero
pra di loro venisse il grand' appa- la libertà, e si recarono a Roma,
recchio di guerra di Solimano II. per rendere le grazie al loro bene-
Per lo che pensavano di abbando- fattore. Desideroso pertanto il san-
nare quell'isola, unico propugnacolo to Padre di vedere abbattuti quei
deiritalia contro gl'infedeli, e tras- barbari, che tentavano sempre con-
ferirsi coir Ordine in Sicilia ; ma quiste, esortò con grande premura
s. Pio V apprestò tali e sì podei'osi i principi cristiani a dar soccorso
aiuti, che i cavalieri poterono dar all'imperatore contro di quelli. Per
principio alla fabbrica della nuova questo fine pubblicò un amplissimo
città, la quale dal cognome del giubileo ed istituì l'orazione delle
gran maestro, fu chiamata la Val- quaiant'ore. Nel più caldo della
letta; e che riuscì la fortezza meglio stagione, dopo aver detto messa iu
fortificata dell' Europa, e forse del- s. JMarco, nel giorno appunto de-
l' universo. stinato al cominciamcnto delle qua-
fo e OS COS
rant'ore , con esemplarissima cli- e la repubblica di Venezia, contro
vozione, si recò a piedi a san Selim 11 imperatore de'turchi, figlio

Giovanni in Laterano indi nel : quintogenito di Solimano II, e di


giorno seguente andò a s. IMaria Rosellana giovine vezzosissima di
Maggiore, e nel terzo nella chiesa Siena , che Solimano II da sna
d' Araceli. Le sue preghiere furono schiava aveva esaltata a sua sposa.
da Dio esaudite, poiché Solimano F'. il Dizionario storico delle vile
li, trovandosi all'assedio di Sighet, di tutù i monarchi Ottomani tomo
piazza ne'confini della Croazia, e II, stampato in Venezia nel 588, 1

dell'Ungheria, dopo aver perduto dove lungamente si tratta di questa


trenta e più mila uomini, vi morì sultana sanese. Della suddetta triplice
a'4 settembre i S'òQ, tre giorni pri- alleanza scrissero il Foglietta de. Sa-
ma che si rendesse la piazza. Gli cro focdere. in Sdinwn II, e mon-
successe SelimH, che nel S68 se- i signor Anton Maria Graziani de
gnò coU'Austria una tregua, e pre- bello Per mezzo di questa
Cy-prio.

se a'veneziani JNicosia, e Famago- alleanza fu allestita un' armata


sta nell'isola di Cipro. composta di duecento diciannove
Erasi qualche tempo intro-
da galere, siei galeazze, e circa settanta
dotto l'abuso, che i cristiani libe- vascelli , tra grandi e piccoli. Su
rati dalla servitìi turchcsca, rimanes- quella flotta erano montati da ven-
sero presso i loro liberatori, oppres- timila uomini, non compresi i ma-
si dalla medesima schiavitù, come rinari i bombardieri, ed i forzati.

se ancora si trovassero in potere Così il p. Maffei nella vita di s.

degl'infedeli. Colla costituzione Di- Pio V. Il Vittorelli poi, nel tomo


gnum del 1 566 aveva già s. Pio V III delle giunte al Ciacconio, dice
confermato, e rinnovato l'indul- che l'armata tutta era di duecen-
lo, e il privilegio di Paolo Ili ai tonove galere; cioè dodici del Pa-
conservatori di Roma conceduto, pa ottant'una del re di Spagna,
,

di mettere in libertà, e far cittadi- cento otto galere, e sei galeazze


ni romani gli schiavi turchi, con- de' veneziani, due del duca di Savoia
vcrtiti alla religione cristiana, ogni Emmanuello Filiberto, tre de' geno-
qual volta si presentassero avanti vesi, tre de'cavalieri gerosolimitani,
di loro per ottenerlo. Non potendo ventiquattro navi di trasporto, e
il santo Padre soffrire il detto abu- settanta vascelli. Di tutta la gran-
so tanto disdicevole alla dolcezza d'armala era supremo generale il
della nostra religione, nell'anno i 57o prode d. Giovanni d'Austria, gio-
ordinò colla bolla Licet omnibus, vane di ventidue anni, fratello na-
che quando i detti schiavi cristiani turale di Filippo II. Il gran con-
ritornassero in podestà de'cattolici, testabile Marcantonio Colonna ro-
fossero con tutti i loro beni lascia- mano, duca di Palliano, e di Ta-
ti andar liberi, sotto pena di sco- gliacozzo, era il comandante della
munica a chi Quel-disobbidisse. armata pontifìcia, composta di dodici
lo però, che riuscì di maggior glo- galere, con mille é cinquecento sol-

ria air apostolico governo di s. Pio dati. Per le spese di questa trupua
V, fu la triplice alleanza, da lui il santo Padre impose le decime so-
conchiusa a'20 maggio ^7 1 fra sé i pra gli ecclesiastici dell'Italia: colla
medesimo. Filippo li re di Spagna, vendita d'alcuni ullizi della sua cor-
e s COS 71
te racliuio centoventicinque mila scu- però colla totale sconfìtta de' turchi,
di d'oro; oltre a'quali quarantami- eh l'bbero la perdita del loro ge-
la scudi d'oro l'anno gli furono e- nerale Ali famoso cor-
Bassa, del
sibili daHe dodici congi'cgazioni saro Caracossa, di Assan Bassa, fi-
monastiche d' Italia, sul fondo dei glio del rinomato ammiraglio Bar-
quali fu eretto un luogo di monte ba rossa di -Assan Bey di
, Rodi,
denominato prima della Fede, poi di trenta nove rais ossia gover-
della Pieligione, da cui venne cavato natori di galere, di trentuno mila
un grosso contante. Andrea Doria, mussulmani morti di diecimila ,

famoso capitano genovese, coman- prigionieri, di quindici mila schia-


dava l'armata di Spagna, ad alle- vi cristiani, che ottennero il riscat-

stire la quale Pio s. V confermò al to, di centosedici cannoni grossi, e


re Filippo II l'indulto, conceduto- centocinquantasei mediocri, e final-
gli da Pio IV pel mantenimento mente di duecento dieci galere,
delle galere destinate alla guardia delle quali settanta furono mandate
delle piazze marittime dell'Italia. a fondo da'nostri.
Sebastiano Venerio finalmente, uo- Benché lutti gli scrittori conven-
mo di gran coraggio, e non mi- di gano essere stata questa vitto-
nore sperienza, era comandante del- ria la più compiuta, e la più se-
larmata veneziana, succeduto al gnalata, che sia stata giammai ri-

Barbarigo, morto nel combattimen- portata dai cristiani contro i turchi,


to. Per la spesa di tale armata, il non si accordano tuttavia nel cal-
Papa concesse a quella repubblica, colo della perdita di tutte e due
la facoltà di esigere per cinque an- le armate, come riporta l'annalista
ni dal clero la somma di duecento Spondano all'anno 1570. Non la-
mila scudi. scieremo tuttavia di notare, che nel-
Parti l'armata cristiana verso le- le iscrizioni poste nel deposito di s.

vante ai 7 di ottobre i5ri. Quella Pio V


a s. Maria Maggiore, si leg-
de'turchi era composta di duccen- ge aver perduto turchi trenta mi- i

toquarantacinque galere, e ottanta- la uomini morti, diecimila prigio-


sette navi di diversa grandezza, come nieri, quindici mila cristiani riscat-
racconta l'Oldoino in Ciacconio t, tati, centottanta galere, oltre a no-

III. Fu essa sul mezzo giorno at- vanta affondate.


taccata da'nostri nel golfo di Le- Il Pontefice s. Pio V avea affi-

panto, presso ad Azio, ed all'isole dato r esito di questa spedizione al

Curzolari, luogo assai memorabile patrocinio della gran Dio Madre di


per battaglia, che aveva deciso
la con si fervorose preghiere, che me-
dell' impero del mondo fia Mar- ritò avere la rivelazione della vit-
cantonio, ed Augusto. La mischia toria, nel momento stesso, in cui fu
fu cosi coraggiosa da ambedue le ottenuta. Mentr'egli si tratteneva
parti, che dopo cinque ore di fiero nelle suecamere del Vaticano con
combattimento, cominciò la batta- monsignor Bartolommeo Bussotti da
glia a piegare in favore dei cristia- Bibbiena, tesoriere generale, per af-
ni, i quali pei'dettero settemila cin- fari d' importanza, apri improvvisa-
quecentosessantasei combattenti, e lo mente la finestra, e rinserrandola,
afferma ilGabuzzi nella vita di s. Pio come avesse la mente piena
se di
V, la maggior parte veneziani, ma gran cose, si rivoltò a lui, e j^li
,

7^ COS COS
disse : questo non e il tempo di ottenne di mettere alla vela una
trattare di questi affari, andate a armata di centoquaranta galere, ven
ringraziare Dio, perche la nostra titre navi, sei galeazze, e ti'enta al
armata ha combattuto colla Turchia, tri legni minori, sotto il* comandi'
e in questo momento ha vinto. Giun- del medesimo generale d. Giovanni
ta a Roma la felice nuova della d' Austria figlio naturale di Carl<
vittoria, nel giorno seguente 2 1 ot- V, e degli stessi comandanti. In-
tobre, il santo Padre nella basilica sorta però fra questi la discordia,
vaticana tenne solenne cappella in per cagione di gelosia, l'evento riu-
ringraziamento all' Altissimo per la scì infelice. Imperocché incontratasi

grazia ricevuta. In quella funzione a Navarino, porto della Morea, la


recitò un'elegantissima orazione il nostra armata con quella de'turchi.
celebre Silvio Antoniano, che poi composta di duecento sessanta ga-
fu Cardinale. Vedesi questa nel ci- lere, galeotte, e fuste con cinque
tato Rlaffei, ove si legge 1' altra non galeazze, dopo lo sparo di pochi
meno eloquente, del famoso Mar- cannoni, si ritirò con poco onore
cantonio Murcto, detta in occasione de' cristiani, e meno ancora della
che il contestabile Colonna fece per repubblica di Venezia, la quale sen-
ordine di s. Pio V l'ingresso trion- za far consapevole Gregorio XIII,
fale in Roma, all'uso antico del né Filippo II suoi collegati, ai 7
senato romana, come descrive mi- aprile dell'anno seguente iSjZ fect:

nutamente il Cancellieri nella Storia la pace col gran signore Selim li,
de' Possessi. promettendo di pagargli per tre
Per riconoscere questo singoiar anni centomila scudi d'oro ogni
favore dalla protezione di Maria anno, dopo tanti milioni spesi nella
santissima, comandò s. Pio V, che passata guerra. Ottennero così i ve-
nello litanie si aggiungesse: Auxi- neti lo scioglimento dell'assedio di
lium Chnstianorum, ora prò nohis, Cattaro, ma dovettero ceder Cipro,
ed instituì ai 7 ottobre la festa di e rendere le piazze turche occupa-
s. Maria della
Vittoria. Ma Gre- te. D. Giovanni d'Austria riuscì ad
gorio XIII, ammirando la modera- impadronirsi del regno di Tunisi ;

zione di s. Pio V, volle che con ma poco durò la conquista, come


nuovo nome si dicesse la festa del dice il Muratori negli Annali di
Rosario. Gregorio XIII, Boncompa- Italia.
gno, sublimato al triregno nel iSya, Avvenne il ritiro de' veneziani
subito istituì la festa del ss. Rosa- nel tempo appunto, in cui il zelante
rio per celebrar la vittoria di Le- Pontefice aveva ottenuta la promes-
panto. guerra contro
Proseguì la sa, di mettere in questo anno sul

i turchi^ i quali lusingati che colla mare un'armata di trecento galere,

morte di s. Pio V avessero perduti oltre a grandissimo numero di navi

tutti quanti i loro nemici, l'aveva- da carico con sessanta mila com-
no celebrata con fuochi artifiziali. battenti, nella quale spedizione gli

Senza perdere però tempo spedì toccavano venticinque galere. Per


Gregorio XIII i suoi legati a'prin- r armamento di queste erasi recato

cipi per esortarli


della sagra lega, in persona a Civitavecchia, afline di
a V alleanza del suo
continuare assicurarsi meglio dell' opera, e del-

predecessore, e dopo molte fatiche la diligenza de' suoi ministri ; come


cos COS 73
pure andò a riconoscere la loilczza, gli spaventosi apparecchi del turco
e il porto di Ostia. Avendo dunque adirato, l'ei-ario suo esausto, i beni
saputo il sauto Padre in Frascati, della corona impegnali, l'interesse
ove al solito si era condotto [«er corrente di sei milioni d'oro per
pochi giorni, la nuova di questa la sosteulazloiie di tanli presidii ter-

pace, né potendo ritenere la collera, restri, e marittimi, la spesa di cin-


cacciò dinanzi a se l' ambasciatore quecento mila scudi mese per la il

de' veneziani, che gliela portò, gri- sola armata della lega contro il turco,
dandoli scomunicati, e mancatori di e l'altra di seicento mila ogni mese
fede. Così turbato partì subito per per la guerra di Fiandra contio
Roma, ove giunto sulle due ore di gli eretici. Considerate dunque più

notte, fece intimare pel giorno se- volte queste suppliche, il santo Pa-
guente la congregazione della lega, dre, benché non buona voglia,
di
coir intervento del contestabile Mar- s' indusse a mandare un breve a
cantonio Colonna, ma con questa Filippo II, colla grazia dell' aliena-
non si potè rimediare a ciò, che zione, purché da tale vendila si

già era fatto. escludessero i luoghi insigni, e le


Frattanto avendo il conte Gio- giurisdizioni delle sedi vacanti, e di
vanni Aldobrandini, principal gen- altri benefizi regolari, e secolari,
tiluomo di Ravenna, tramato oc- che si trovassero senza rettore, e
cultamente di dare in mano ai tur- purché neir alienazione delle terre
chi, prima la sua patria, e poi la vendibili avessero ad intervenire, in-
città di Ancona, Gregorio XI JI in- sieme co' regi deputati, i pontificii
formato di questo scelleratissimo delegati.
tradimento, e accertatosene per mez- Selim II, dopo aver invaso la
zo d' un singoiar artifizio di Lodo- Moldavia e \alachia
, morì nel ,

vicoTaverna governatore di Roma, i574, ed Amuratte III nell' eredi-


nel iSyS fece pubblicamente deca- tare il trono paterno, fece, secondo
pitare r Aldobrandini, e dare il do- la politica turca, strangolare cinque
vuto castigo a quanti de' complici suoi fratelli. Non aveva Gregorio
si poterono -aver nelle mani; indi XIII deposto il santo desiderio, che
con gi:an quantità d'oro paterna- fin dal principio del suo pontifica-
mente riscattò molti cipriotti schia- to costantemente conservò, di ab-
vi del turco, ed oltre a un pronto battere per quanto potesse la tur-
soccorso, diede una pingue pensione chesca tirannide, ma nel i58i ac-
nel regno di Napoli all'arcivescovo cadde un incontro, che per riguar-
di Malvasia, esiliato
dalla sua pa- do a queste sue mire gli fu grave-
tria,per aver animato, nel tempo mente penoso. Sin dal primo di gen-
della lega contro i turchi, i popoli naio avea il re Filippo li di Spagna
della Morea a seguire i cristiani prorogato per tre anni avvenire la
stendardi. Indi nel iSj^ Gregorio sospensione delle armi con Amuralle
XIII venne supplicato da Filippo li III, come Stefano Eattori re di Po-
re di Spagna, per la facoltà di alie* lonia si era pacificato co' turchi.
nare sino a quaranta mila scudi di Trafisse questa nuova il cuore del
cullala, alcune terre, e beni ecclesia- Pontefice, non solo perchè simili
stici del suo regno. Per giustificar accordi gli erano stati nascosti per
la sua domanda, il re adduccva la seconda volta da' ministri spa-
74 cos COS
gnuoli, ed anzi era stalo dclu'-o con mei I, che, rientrando in cam[Kii;na

finte promesse, ma anche per nell'Ungheria, fu costretto da Piidol-


1' u-

ni versaidanno, che ne proveniva Ib II, grandemente aiutato da Paolo


vedendo per questo ar-
a' cristiani, V, Borghesi^ romano, a convenir ad
mistizio legate le armi appunto una tregua di venti anni. Punì però
il pascià di A leppo, e domò la Per-
nella miglior congiuntura in cui spe-
rava sicura vittoria del comuu ne- sia, e morendo nel 1G17, Mustafà

mico. Per tal modo allora era trava- 1 suo fratello, che contro l'uso era
gliato ed afflitto più che mai dalle rimasto in vita, ascese al soglio.

forze persiane di Scha-Abbas il gran- A i sedette però per breve tempo,


de, riparando questi le anteriori per- poiché il gran visii', come primo mi-
dite solierle dalla Persia. Se ne que- iustro, comandante degli eserciti,

relò gravemente Gregorio XIII, e rappresentante il sovrano, conoscen-


st'bbene i ministri della corte di done l'incapacità, uè provocò la

Spagna procurassero di negar prima deposizione, e racchiusolo nell'antico


il fatto, e poi di dargli ad inten- suo carcere, ebbero grandi dell'im- i

dere, che seguito non fosse con pero la reggenza, durante la minorità
partecipazione del re, tuttavia il di Osmano primogenito di Acmet I,

santo Padre stimolato dalla coscien- che venne riconosciuto nel 1617.
za non tardò di rivocar pubblica- Già Filippo III re di Spagna, deside-
mente le grazie, che Filippo 11 a lando il favore del Pontefice Pao-
lilolo della guerra contro il turco, lo V, fin dal i6og scacciò il resto

godeva sopra i frutti del clero di de' mori maomettani, che ancor di-
SjTiagna. 11 suo successore Sisto V, moravano ne' regni di Granata, e
Pcretlì, di Montalto, affine di pur- di Valenza onde uscirono dalla
,

gare da' corsari turchi le spiaggie Spagna pii^i di cento trentaquallro


ecclesiasticlie, fece fabbricare dieci mila mori. Per consiglio di Paolo
galere ben corredale, e per dotar- V, duca di Savoja Carlo Emma-
il

colla costituzione In quar-


le stabilì nuello, per le ragioni che avea sul
ta emanata a' 23 gennaio 588, i regno di Cipro, volle tentarne la
un annuo assegnamento di scudi ricupera, quando i cristiani che vi
cento due mila e cinquecento ri- abitavano in numero di trentacin-
partiti alle Provincie, e ai luoghi quemila gli promisero aiuto, e di
soggetti della santa Sede. rivoltarsi eglino stessi contro il tur-
Nel 1592 si riaccese la guerra co, al momento in cui il duca vi

coU'imperatore Rodolfo II d'Austria, comparisse colle sue truppe. Ma


e r Ungheria fu il teatro di sangui- quando il trattato era già avanza-
nosi fatti colla peggio de' turchi a- to, il pascià del regno per una
vendo preso i cristiani Silistria nel- lettera intercettata s'insospettì del-
la Bulgaria di assalto, né INIaomet- l'attentato, e da questo venne la

to Ili successo al padre nel i5g5 rovina di quegl' infelici cristiani,

potè ripararne le conseguenze. La per cui il duca restò deluso nelle


sua ascensione al trono costò la sue speranze, e il zelante Paolo V
vita a diciannove fratelli, ed a dieci afflitto per la perdita di tanti fé-
concubine lasciate incinte dal padre deli.
Amuralte III. Nel i6o4, a Maomet- Salito nel 1621 al trono del
to 111 successe il giovane figlio Ac- Vaticano Gregorio XV, bolognese,

I
cos COS 75
dopo aver pubblicato un giubileo, di trenta mila scudi. Alessandro
per implorare da Dio un felice go- VII, Chigi, sanese, gli successe nel
verno della Chiesa, volse le prime Pontificato nel i655, e pubblicò
sue sollecitudini a promuovere la due giubilei per aver propizio l'aiu-
lega de' principi cristiani contro i to celeste contro i turchi, il primo
turchi, ed a procurar la conversio- a' 2 marzo 1661 mediante la co-
ne de' protestanti, inviando copioso stituzione. Ex quo,
che si leg"e
soccorso al re di Polonia, e di Sve- nel tomo VI, del Bollano, e l'al-
ziaSigismondo nella guerra, che sos- tro a' 7 dello stesso mese dell'an-
teneva controi turchi, per cui Osma- no 1664 col disposto della costi-
no dovette pacificarsi. Ciò produs- tuzione, Quod jam. Agitala la l^o-
se un ammutinamento nei potenti lonia dal ribelle Giovanni Ragiescki,
giannizzeri , che lo strangolarono ,
Alessandro VII appena creato nel
e ripristinarono Mustafà I , e quin- i655 si rivolse a Lodovico XIV re
di avendolo deposto per l' imbe- di Francia, ed a Filippo IV re di
cillità, acclamarono nei 1623 A- Spagna per pacificarh, facendo ad
muratte IV, secondogenito di Acmet essi considerare, che le guerre dei
I, che ritolse a' persiani 1' Armenia, cattolicidavano vigore a'turchi per
e Babilonia. Nel 1640 moi"ì per l'espugnazione dell'Europa, rappie-
uno stravizzo Amuratte IV, ed Ibrai- sentando il pericolo della cristianità,
mo, terzo figlio di Acmet I, diven- e ancora de' loro principati, se il

ne imperatore de* turchi ma im- , turco si avvicinava , ed invigoriva


merso ne' piaceri lo fu sol di no- colla conquista dell' isola di Can-
me. Sotto di lui avvenne la guerra dia, e di altre isole de' veneziani,
di Candia co' veneziani. onde scongiurò a sagrificare alla
li

Regnando il Pontefice Innocenzo concordia gli scambievoli rancori.

X, Pamjìlj j romano, cominciò nel Nell'anno i656, i veneziani ai


1645 la guerra di Candia, che con j.o giugno riportarono ne' Dar-
di
gran vigore venne continuata per danelli una compita vittoria sul-
venticinque anni. Il Papa prestò r armata ottomana di Maometto
subito soccorso a' veneziani, che la IV, che neir anno precedente era
sostenevano condro i turchi, i quali successo al libertino suo padre I-
volevano usurparne il possésso, e braimo stato deposto. Veniva Mao-
mandò alcune galere Pontificie, di metto in loro danno nel regno di
Napoli di Toscana
, e di Malta ,
, Candia; ma valendosi i veneti delle
che ascesero a ventitie, delle quali prosperità della guerra,
occuparo-
lo stesso Papa nominò generale il no r Tenedo, e Stilimone
isola di
principe Nicolò Ludovisi , nipote nell'Arcipelago, onde i turchi co-
di Gregorio XV, a cui poco pri- minciarono a prepararsi per un'or-
ma avea dato in isposa d. Costan- ribile vendetta. La repubblica, che
za Pamfilj sua nipote. Indi Inno- si trovava esausta di denaro,e di
cenzo X co' potenti soccorsi di trup- gente, ricorse al Pontefice Alessan-
pe, e di denaro, scampò dall' in- dro VII, di cui avea provato la
vasione de' turchi l'isola di Malta munificenza ne' beni a lei conceduti
a' cavalieri gerosolimitani , la Dal- delle due soppresse religioni de' cro-
mazia a' veneziani, e la Polonia al ciferi, e de' canonici di s. Spirito
re Uladislao, al quale diede l'aiuto fli Venezia, pel valore di sopra sei-
76 COS COS
centomila scudi. Laonde per mez- veneto, il Papa non trascurò mezzo
alcuno, che potesse giovare a
zo del Cardinal Bragadino ne fece li-

al sauto Padre, a' 24 ottobre, le berarla. In vigore delle sue repli-

più vive istanze. Offerse il Papa cate istanze, molti principi, che no-

tutto quell'aiuto, a cui estendere mina rOldoino nel tomo IV delle

si potevano le sue forze ; ma cono- Vile de Pontefici, concorsero ge-

scendo, che queste nelle presenti nerosamente a soccorrerla con de-


calamità erano tenui, diresse le sue naro, con armi, e con truppe ; ma

premure al re Luigi XIV, a Fi- sebbene l'isola si fosse difesa con


lippo IV, all'imperatore Ferdinan- valore nell' assedio di tre anni, nel

do III, alla regina di Francia , e quale morirono sette pascià de' ne-
di queste corti, con bre- mici, ottanta uflfjziali, diecimila gian-
a' favoriti
vi pressantissimi diretti ad otte- mentovar l'altre trup-
nizzeri, senza

nere il soccorso contro il comune pe; pure non potendo più resiste-
nemico. Quindi soccorse gli stessi re alla forza di quarantamila tur-

veneziani contro IMaometto IV, con chi, si arrese a' 16 settembre 1669,

galere comandate dal priore di Mal- restando a' veneziani la sola gloria

ta Giovanni Bichi suo nipote, con di essersi con coraggio


sostenuti

soldati e denaro, ed invitò i prin- per venticinque anni quanti ne du-


cipi romani, non che il sagro Col- rò questa guerra. V. il Muratori
legio a far altrettanto. Il medesi- negli Annali d
Italia, aWanno 1669.

mo opportuno aiuto ebbero poi dal Giunta in Iloma la nuova del-


zelante Pontefice l' imperatore Leo- la perdita di Candia, Clemente IX,

poldo I, che nella Transilvania, e che già trovavasi debole da una


ucir Ungheria si difendeva penosa- infermità sofferta , ne concepì sì

mente dall' impeto degli ottomani, grande pena, che in breve tempo
duca Carlo Emmanuello di Sa- perdette la vita nella notte del 9
il

voja, che difendevasi dagli eretici, dicembre 1G69, con sessantanove an-
i quali abitavano le valli delle Al- ni d'età, meritando le lagrime di tutti

pi, ed i polacchi quasi oppressi dal- i suoi sudditi. Per cordoglio ancora

le armi di Carlo Gustavo re di morì Urbano III per la peidita di


Svezia. Gerusalemme. Con simile dolore

Clemente IX, Rospigliosi, di Pi- pianse JNicolò V quella di Costan-

stoja, creato nel 1667, per giustis- tinopoli , come deplorò Lucio II

sime cause soppresse ed abolì i tre la perdita di Edessa, e così final-

Ordini de' canonici di s. Giorgio mente compianse Adriano VI la

d'Alga, de' gesuati, e degli eremiti perdita di Rodi, conquiste tutte fat-

di s. Girolamo di Fiesole. Le ren- te dagli ottomani.


dite di questi tre Ordini, esistenti Successe a Clemente IX il Pon-

nello stato veneziano , furono dal tefice Clemente X, Altieri, romano,


santo Padre applicate alla repub- il quale applicandosi con sommo
blica di Venezia per sussidio della zelo a procurare che i principi cat-
guerra di Candia. In questa di- tolici facessero la pace fra loro, e

mostrò Clemente IX quale fosse il si unissero concordemente a muo-


suo zelo pel bene della cattolica vere la guerra al nemico del
turco,

religione. Avendo i turchi messo nome cristiano, a'5 novembre 1672,

l'assedio a quest' isola del dominio colla costituzione, Inter gravissi-


1

cos COS 77
mas ,
pul)blicò un giubileo ,
per stiani. E però, dopo averla veduta
implorare da Dio ropportuno soccor- conclusa fra la Spagna, la Francia, e
so contro de' turchi medesimi , i l'impero, sapendo che l'esercito Ot-
quali particolarmente vessavano la tomano marciava alla volta di Vien-
Polonia. Ivi il santo Padre spedì na d'x\ustria per quivi risarcire i
un largo sussidio di denaro, e nel danni delle passate sconfitte, ai 3
1673 venne inviato in Pvoma uno marzo i683 si impe-collegò coli'

ambasciatore del gran duca di Mo- ratore Leopoldo I, e con Giovanni

scovia Giovanni Basilowitz per ot- III Sobieski re di Polonia, per met-
tenere dal sovrano Pontefice il ti- tere riparo alle stragi che minac-
tolo di czar, equivalente a quello ciava l'imperatore de'turchi Maomet-
di cesare, ch'egli già si usurpava, to IV. Quindi, a fine di meglio ot-
e per aver dal medesimo soccorso tenere la protezione del cielo, or-
conti'o i turchi nella lega, in cui dinò pubbliche preci Roma, e
in
era entrato il re di Polonia Mi- pubblicò agli 1 1 agosto un pienis-
chele I. Piicevette Clemente X anche simo giubileo per tutta la Chie-
due religiosi domenicani , i quali sa, in vigore della costituzione, In
portavano la risposta del re di Per- suprema ,
presso il Bollarlo roma-
sia Solimano, in cui lo avvisava no tomo Vili. Impose altresì In-
della guerra, che avea dichiarato nocenzo XI Germania, e nel-
nella
al gran signore Maometto IV, per la Polonia decima parte de'be-
la
le vive istanze fattegli da Clemen- ni ecclesiastici, e tre decime sopra
te IX suo antecessore. Intanto i il clero d'Italia, ed isole adiacenti.
continui trionfi del re di Fi'ancia Spedì parimenti del suo tesoro cen-
Luigi XIV produssero la gelosia to mila scudi all'imperatore, e cento
nellimperatore Leopoldo I, che nel altri mila al re di Polonia, nella qua-
giugno 1673 strinse alleanza col le generosità fu seguito da Li-
turco, e con Carlo II re d'Inghil- vio Odescalchi suo nipote, che vi
terra,onde Clemente X tutto si concorse con diecimila scudi ; dal
adoprò per pacificarli, e spedì ap- sagro Collegio con trenta mila; dal
positi nunzi air imperatore, al re re di Spagna , e da Pietro di
di Francia, e a Carlo II di Spagna, Portogallo; e finalmente da altri
per esorlarli a conchiuderla, giac- principi, e signori, i quali sommi-
ché vieppiù insolenti si temevano nistrarono gran quantità di de-
le macchinazioni de'turchi. ]Ma men- naro pel mantenimento dell'eserci-
tre si cominciava a trattare la pa- to cattolico, composto di ottanta-
ce a JN'imega, il Pontefice passò a- quattro mila uomini. La camera
gli eterni riposi, e dopo sessanta apostolica, da Paolo III del i534,
giorni fu eletto il successore Inno- fino ad Alessandro VII morto nel
cenzo XI, Odescalclù, di Como, cioè 1667, avea coulribuito alla Fran-
ai 24 settembre 1676, nel qual cia, alla Germania, alla Polonia,
giorno i polacchi ottennero un'in- e ad altri principi cristiani per le
signe vittoria sopra gli ottomani. guerre contro gli eretici ugonotti,
Subito Innocenzo XI si applicò turchi, ed altri infedeli, nove mi-
con ogni industria e premura a lioni e mezzo di scudi romani ,

procurare la pace generale della de'quali pagava annualmente i frut-


guerra che v'era fra i principi cri- ti, cioè qualtrocentomila scudi.
, ,,

78 cos COS
Sotto il comando dunque del re santo Padre nuovi aiuti di cento-
di Polonia Giovanni III, e del du- mila scudi all'imperatore, ed altret-
ca di Lorena Carlo IV le truppe tanti al re di Polonia, esortandoli

cattoliche ai 12 settembre attacca- a seguitar una guerra così glorio-

rono duecentocinquantamila turchi sa al nome cristiano, e a non desi-

i quali fin dai i4 luglio assediava- stere dalla lega contratta, nella qua-
no la città suddetta di Vienna, e le per le sue premurose industrie
ne fece sì gran macello, che appena ottenne che vi enti'asse ancora la

si poterono salvare trenta mila di repubblica di Venezia ai 5 marzo


essi, laddove i cattolici non perdette- 1 684. I capitoli di questa alleanza

ro che tremila tedeschi, e ottocento giunti in Roma, furono giurati nel-


polacchi. Delle spoglie rimaste a' vin- le mani Padre dai Cardi-
del santo
citori, il Sobieski inviò lo stendar- nali Barberini, Pio, ed Ottoboni, che
do dello stesso Maometto al giubi- rappresentavano le tre potenze di
lante Pontefice, il quale lo ricevet- questa lega, alla quale Innocenzo XI
te nella cappella papale che tenne spedì nuovamentei685 buona nel
ai 29 settembre, in ringraziamento quantità di denaro. Nell'anno 1686
al Dio degli eserciti per questa il 2 settembre fu giorno memoran-
•vittoria. Sospese il Pontefice quel do per la presa fatta ai turchi di
trofeo nel vaticano, e ricompensò Buda.
le prodezze del re polacco, collo Imitatore dello zelo d'Innocen-
stocco e berrettone da lui benedetti; zo XI , fu Papa Alessandro Vili
le quali insegne si sogliono man- Ottoboni j veneziano , poiché con
dare soltanto a'generali, e principi cinque sue galere, con due altre,
benemeriti della repubblica cri- che prese a nolo dalla repub-
stiana. bhca di Genova , e con due mila
Innocenzo XI, che alla protezio- fanti prestò soccorso a' veneziani
ne di Maria Vergine attribuì sì in- suoi nella guerra contro il turco.
signe \iLtoria, ordinò, che si cele- E di fatti pei vantaggi riportati
brasse per tutta la Chiesa la festa tal commozione si produsse in Co-
del nome di Maria nella domenica stantinopoli , che1687 fino dal
fra l'ottava della sua natività, che Maometto IV si a vide costretto
fu appunto il giorno nel quale, ai cedere la sovranità a Solimano III
12 settembre i683, coU'accennata suo minor fratello, che per soli tre
sconfitta, fu abbattuto l'orgoglio ot- anni la ritenne, succedendogli Acmet
tomano. Su questa materia si può II, terzogenito d' Ibraimo. Così ai
consultare il già citato Domenico IO agosto 1690 riuscì agli stessi
Bernini nelle Memorie isloviclie di veneziani di prendere la città di
ciò che hanno operato i sommi Pon- Napoli di Malvasia, e la Vallona,
tefici nelle guerre contro i turchi ragguardevole fortezza dell'Albania,
dal primo passaggio di questi in onde Alessandro Vili inviò lo stoc-
Europa 16845 stampate
fino al co ed il berrettone benedetti al
in Roma i685. Il Papa fece
nel doge di Venezia Moi'osini e con- ,

pure battere una moneta del valo- cesse alla repubblica il diritto di
re di uno scudo coll'epigrafe, dex- nominare gli arcivescovi, ed i ve-
TERA TUA, DOMINE, PERCUSSIT INIMI- scovi delle città da essa conquistate,
cus 5 e non contento di ciò spedì il e prese a' turchi.
,, ,,

cos COS 79
Correndo l'anno 1694, il Pon- rorc, che non trovando
scam- essi

tefice Innocenzo XII, Pignattelli po alcuno, tentarono di passare a


napolitano, soroministrò copiosi sus- nuoto il fiume, dove la maggior
sidii all'imperatore Leopoldo
I, ed parte trovò la morte, cui cer-
ai ch'erano in guerra
veneziani, cava piuttosto che scansare con
col turco, aggiugnendo ad essi l'aiu- una fuga vergognosa. Piestarono
to delle sue galere, e di quelle dei trentamila fra uccisi ed annegati
cavalieri di INIalta. Ali" arrivo di ne' quali si contarono il primo gran
queste, parti la flotta veneta alla visir, 1' Agà de' giannizzeri , e di-
volta di Scio, dove fece lo sbarco ciassette pascià, mentre il sultano
agli 8 di settembre, ed accampati Mustafà II, che nella notte prece-
i cristiani intorno alla capitale del- dente, per timore avea ripassato il

l'isola, dopo l'assedio di otto gior- fiume, accompagnato da poca ca-


ni se ne impadronirono, come fe- valleria, si ritirò precipitosamente
cero poscia di alcune altre isole a Belgrado ; settanladue cannoni
dell'Arcipelago. Il Papa, consolato restarono in potere degli austriaci,
da questa nuova rese pubbliche , con sei mila carri di munizioni da
grazie al Dio degli eserciti. Indi bocca, e da gueiTa, ed ottantasei
nel 1695 morì Acmet II, e gli fra bandiere, e cornette. Questa
successe il nipote JMustafà II, pri- segnalatissima vittoria fu per tutti
mogenito di Maometto IV, che ri- i cristiani cagione di somma al-

portò alcuni vantaggi nella Tran- legrezza, massime perchè soli mille
silvania. fedeli perirono, ed altrettanti fu-
Innocenzo XII andava soccor- rono i feriti. Innocenzo XII ne fu
rendo con paterna generosità , a estremamente sensibile, ond'egli in
misura del suo zelo, e delle sue ringraziamento a Dio, ordinò pub-
forze,Y imperatore ed i veneziani bliche preci nel mondo cattolico
impegnati nella guerra cogli otto- si teneramente coli' impe-
consolò
mani. Questi ultimi nel 1697 eb- ratore Leopoldo I, a cui scrisse
bero una totale sconfitta dalle armi lettera di proprio pugno, e lo esor-
imperiali, maggiore di quella già lò a guerreggiare con animo co-
sofferta. nel 1692 a Petervaradino. stante per la gloria del Signore.
Il principe Eugenio di Savoja Più che mai procurò il zelante
conte di Soissons, uno de' più ri- Pontefice di esortare alla pace i

nomati generali cesarei , con un gabinetti cristiani, ed ebbe la con-


corpo di ijuarantacinque mila uo- solazione di vederla per le sue pre-
mini ben agguerriti, marciò contro Ciure concili usa, celebrandosi nel
il sultano Musfafà II, che forte- 1697 i trattati di pace di Riswick
mente si era trincicrato, sulla riva ncll" Olanda, tra l'imperatore, il re
del fiume Tihisco. Riconosciuta dal di Francia Luigi W\
Carlo II di ,

principe Eugenio la situazione del Spagna, e le altre potenze interes-


nemico, alle ore 20 degli i set- f sale, e in Carlowitz nell'Ungheria
tembre, l'attaccò con tal coraggio, a' 26 gennaio 1699 fra cristiani, i

n destrezza, die superata la prinui, ed i turchi. Per questa nuova il


indi la seconda trincieia, enivò nel santo Padre rese pubbliche grazie
campo de' lurclii , cui inleranienle al Dio delie misoicordie, e coman-

lovcsciò, ed incalzò con tanto fu dò che per Ire sere si facessero se-
8o COS COS
gni di gioia in Pioma, e nelle pvl- gota, per avere da lui la protezio-

iTiarie città dello stato. A INIauro- ne contro le continue molestie, che


cordato riuscì di stabilire quattro ricevevano da' maomettani, senza
trattati fra le potenze, e la Subli- che però imperatore ces-
lo stesso

me Porta ; si firmò da questa la sasse di continuareil suo patroci-

tregua colla Russia, coli' impero nio. Quindi nel 170G, a Giuseppe
germanico , e col re di Polonia ,
I, figlio e successore di Leopoldo
lasciando al primo la Transilvania, I, al re di Francia Luigi XIV, e
meno Temeswar, e rettificando i al marchese di Ferrici di luiam-
confini della Schiavonia, restituen- basciatore in Costantinopoli, racco-
do al secondo la Podolia, e 1' U- mandò Clemente XI con particolar
krania. I veneziani ebbero la peni- zelo , la loro protezione verso i

sola di INIorea, ritornando alla Porta missionari di Propaganda, verso i


i luoghi di terraferma; ma per lo cristiani vessati nella Turchia e ,

smembramento di tante provincie verso i reliciosi


o che in Gerusalem-
turche, scoppiò vma rivoluzione a me avevano la custodia del santo
Costantinopoli , che privò del so- sepolcro.
glio Mustafà II, ed in vece vi fu Temendosi, nel 1708, che l'ap-
esaltato Acinet III suo fratello nel- parecchio militare dell' imperatore
l'anno 1703. Da quest'epoca co- de' turchi Acmet III, potesse essere
mincia la decadenza della colossale indirizzato contra l' isola di Malta,
monarchia ottomana, alla quale il santo Padre spedi subito al gran
cooperò Acmet III colle sue inau- maestro Perellos quattro galere ben
dite crudeltà. corredate, con quattrocento soldati,
Se mai i sagri elettori poterono comandati dal cavalier BVancesco
gloriarsi di aver scelto \ui Ponte- Ferretti priore d' Inghilterra, oltre
fice a piacere di tutto il mondo ,
alle galere che gli avea procurato
fu certamente nell' elezione di Cle- dalla repubblica di Genova, e dal
mente XI, Albani, Urbino su- d' , gran duca di Toscana ; ma avvisò
blimato al trix-egno a' 28 novem- il gran maestro, che a tutto questo

bre 1700, nel tempo il più bur- soccorso dovrebbe esso aggiungere
rascoso per l'Europa stante la suc- tutte le forze dell' ordine suo, per
cessione al trono di Spagna. Sen- andare unite alla difesa di qualun-
za pailare del cristianesimo, alla que altro principe cattolico, il qua-
cattedra di s. Pietro unito , il pa- le invece dell' isola di Malta, venisse
scià del Cairo, e quello dell'Egit- attaccato dall' ottomano comune ne-
to, ed il governatore della Bifinia mico. In gratitudine verso la repub-
tutti turchi di nascita, e di reli- blica di Venezia, per la mediazione
gione, non poterono dissimulare l'in- avuta nella pace fra la santa Sede,
vidia, di non essere sotto il domi- e r imperator Giuseppe I, Clemente
nio di sì compito e dotto sovrano. XI nel I 709 le prorogò il sussidio
Colle sue preghiere, primieramen- delle decime ecclesiastiche, già con-
te Clemente XI ottenne dall' im- cesso da Innocenzo XII, aflinchè si
peratore Leopoldo I che la re- , impiegasse contro il turco, ove da
pubblica di Ragusa lasciasse di pa- questo qualche stato cattolico fosse
gargli l'annuo tributo di cinque- assalito colle armi.
cento ungheri, a cui si era obbli- Sempre più insolenti si rendevano
cos COS 81
i turchi per le vittorie riportate Padre si raccomandò con molta
con Carlo II re di Svezia sui russi, premura. Giovanni V re di Porto-
onde il czar Pietro I, il Grande^ cor- gallo spedì sei navi di linea, e sei
ruppe il gran visir a segnar la pace, altre minori, pel qual soccorso il

ed avevano preso turchi di mira gli


i Pontefice gli prorogò il sussidio nel
stati austriaci, la distruzione della re- 1
7 12 concesso al Portogallo, ed un
pubblica veneta, e quella di Roma, altro ne accordò a quel monarca
capitale del cristianesimo. A questo di un milione di crociati, coli' au-
fine erasi anzi esibito il perfido torità della bolla, Cum carissimns,
marchese di Langallerie, rinnegato data agli 8 agosto 1716, sopra i

francese, al sultano Acmet III. II frutti de' beni ecclesiastici del suo
santo Padre, affine di scansare tanto regno. Lo stesso aiuto mandò di
danno alla religione cattolica, avea nuovo neir anno seguente sotto il
pubblicato a'3i maggio 17 15, me- comando di Lobo Furlado de Men-
diante la costituzione, Ubi primusj doza, col quale rallegrossi il santo
riportata nel tomo XI del loollario, Padre con gentili espressioni, per
un giubileo universale straordinario, la vittoria ottenuta nel mare Egeo,
ed un altro agli 8 ottobre, come mercè il valore principalmente dei
dalla costituzione, Ciim nos^ con portoghesi. Cosimo III gi'an duca
indulgenza plenaria a tutti quelli, di Toscana inviò quattro galere,
che intervenissero alle processioni, per cui Clemente XI con breve lo
che dai vescovi ordinerebbero per
si ringraziò, e due ne diede la repub-
due giorni nelle loro diocesi, o fa- blica di Genova. Tutti questi navi-
cessero altre opere di pietà da lui gli si unirono all' armata veneziana

prescritte. Per ottenere ancora gli in Malta. Per questa spedizione im-
aiuti umani, non trascurò ogni di- pose il Papa sul clero d'Italia una
ligenza, e nel 17 16, in cui i turchi imposizione di cinque anni del sei
assediavano Corfìi, isola nel mare per cento sopia i benefizi ecclesia-
Jonio appartenente a' veneziani, il stici : domandò ancora sussidio dai
detto Pontefice ottenne da' principi vescovi di Portogallo, e di Spagna,
cristiani la sagra lega iu soccorso oltre a quello, che in mezzo alle
de' vetreziani stessi, ai quali gli ot- sue angustie potè somministrare la
tomani aveano ritolto nella Morea camera apostolicaj ed il sagro Col-
in un mese, quanto in parecchi anni legio. Anzi, per poter maggiormente
avevano conquistato a forza di e- facilitare a' veneziani il comodo del-
sorbitanti spese, e di non minori le reclute, avea dichiarato e pro-
militari fatiche. messo con editto de' 12 ottobre
Per parte sua spedi il Papa due 17 15, che i banditi dallo stato
galere, e due navi, oltre a cinque ecclesiastico per delitti, i quali non
altre che prese a nolo, e consegnò fossero di lesa maestà, parricidio, e
al comando de' cavalieri di JMalta, pubblica Grassazione, potessero ar-
Per quel nolo prese egli in prestito ruolarsi co' veneziani in questa guer-
trecentomila scudi da pagarsi dalla ra, al qual fine diede il nome lo-
fabbrica di s. Pietro. Il re di Spa- ro al nunzio di V^enezia, con patto
gna Filippo V
inviò quattro galere, che, terminata la campagna, restas-
e sei navi di linea, sotto il comando sero interamente liberi, e potessero
del marchese Mari, al quale il santo ritornare alle proprie case.
VOI.. x\in. 6
82 COS COS
Era però necessario che l' impe- prode generale attaccò duecento
ratore Carlo VI, dall'altra parte mila turchi, e a' 5 agusto 1716,
si unisse ancora alla sagra lega, per cioè nel giorno stesso in cui l'otti-

assalire i turchi per terra, come mo Clemente XI faceva in Roma


fin dall'anno 171 3 lo esortava una processione di penitenza pel
Clemente XI con replicate lettere, buon successo delle armi cristiane,
uguali a quelle che a molti prin- li sconfisse colla perdita di trenta-
cipi aveva dirette ; indi per non ciuquemila di essi, fra'quali il visir,

lasciar intentate le maggiori dili- e quindici pascià, restando in potere


genze, chiamò dall' arcivescovato di de' vincitori, centottanta cannoni di
Benevento, ai17 16, il16 gennaio bronzo, altrettante insegne, la cassa
Cardinal Orsini, poi Papa Benedet- militare, e tutte le tende, mentre
to XIII, per mandarlo a Vienna dall'altra parte tutto l'esercito im-
col titolo di legato a Intere. Ma periale perdette 384© fanti, e 2264
Cesare non si risolveva a dichiarar cavalli , come scrisse il gesuita
la guei'ra al turco, per timore che Guido Ferrari, De rebus geslis Ea-
il re di Spagna si approfittasse di genii principis a Sahaudia Bello
questa occasione affine d'investire Pannonico libri Ires, Romae ex typog.
gli slati eh' egli possedeva in Italia. Mainardi i747- S' gran terrore
Riuscì tuttavia al Pontefice colle cagionò questa vittoria agl'infedeli,
sue caldissime preghiere, di otteneie che precipitosamente fuggendo, le-
dal re Filippo V una decisa, e varono tosto l'assedio all'isola di
chiara promessa, che non avrebbe Corfù. Il sauto Padre, che in que-

molestato alcune delle sopraddette sta impresa aveva avuta la prima


possessioni, mentre l'imperatore fos- parte, restò penetrato di gioia. In
se occupato nella guerra cogli ot- compenso poi di quattro bandiere
tomani: onde il Papa sicuro di tal turchesche, cioè due code di cavallo,
dichiarazione, potè restar con Cesa- una bandiera, ed un principale sten-
re mallevadore sul suo timore. Con dardo, inviategli dall'imperatore Car-
questo annunzio entrò 1'
Augusto lo VI, ne mandò due alla santa
nella lega co' veneziani, e tosto di- casa di Loreto, e due alia basilica
chiarò la guerra ai turchi, per di s. Maria Maggiore, per essere
l'aiuto della quale il santo Padre gli stata ottenuta la vittoria nel gior-
concesse le decime ecclesiastiche per no medesimo, che in essa si cele-
tre anni negli stati austriaci, come brava la memoria della prodigiosa
altresì nel ducato di Milano, e nel neve, la quale diede origine a quel
regno di Napoli come dominii im- sagro tempio ; e per rimeritare il

periali, quelle stesse, eh' egli avea principe Eugenio, eh' egli con som-
imposto in tutta l' Italia, per cinque me lodi esaltò, gli spedì lo stoc-
anni, a ragione del sei per cento. co, e il berrettone da sé benedetti.
Sotto il comando del principe Col solito suo zelo, ed efficacia,
Eugenio, il quale solo valeva quan- seguitò Clemente XI nell'anno 17 17
to un altro esercitOj mercè la pe- a procurar nuovi rinforzi alla ar-
rizia rbilitare, ed il valore di cui mata cristiana, per la quale con-
era fornito, partì l'esercito impe- cesse a' veneziani il nuovo sussidio
riale di ottantamila uomini. Presso di centomila scudi di beni ecclesia-
a Petervaradiuo nell' Ungheria, il stici. Dall' altra parte il principe
,

cos COS 83
Eugenio mise l'assedio all' impor- to il re Filippo V a farla ancora
tante fortezza di Belgrado, di cui all' imperatore Carlo VI, non ostan-
s' impadrom a' dopo aver
17 agosto, te lapromessa da quello fatta al
ottenuta nel giorno precedente una Papa di non assalirlo colie armi,
compita vittoria sul campo dei finché fosse in guerra col tuno,
turchi, per la qual nuova il santo venne istituito il processo da una
Padre colmo d' allegrezza, interven- congregazione di sedici Cardinali.
ne sul momento ad un solenne Te Intanto fu esiliato dalla Spagna ,

Deum ordinato uel Vaticano, che e fuggito tra mille pericoli di vita
fu seguito per tre giorni con fuochi in Genova, ed arrestato in Sestri,
di gioia. Frattanto facendosi dal re per la morte di Clemente XI fu
di Spagna Filippo V T apparecchio invitato nel 1721 al conclave, in cui
militare, che ognuno credeva desti- venne eletto Innocenzo XIII, Con-
nato all' oppressione del gran si- ti, romano, il quale benignamente
gnore Acmet HI, come il Papa gli perdonò.
istantemente ne lo avea pregato, Più d'una volta Clemente XI
contro la data promessa, fece assa- tentò di riunir la chiesa greca col-
lire in vece gli stati di Carlo VI, la latina, ma il maggior ostacolo ,

il quale sdegnato si rivolse contro che si troverà sempre a questa


l' innocente Pontefice, che risentitosi unione, consiste in ciò, che greci i

col re di Spagna, gli sospese gli >»cismatici dell' Asia quasi tutti si
emolumenti della bolla della cro- trovano sotto il dominio del graa
ciata, concessi per far la gueria agli signore de' turchi, il quale introniz-
ottomani; ma stante il grave dan- zandoli nelle loro sedie, ne ricava
no, che perciò ne veniva al re spa- una grossa entrata , per la tas-
gnuolo, Clemente XI nel 1720 ri- sa delle borse di piastie turche
vocò la sospensione per istimolare che a ciascuno di essi impone, per
quel monarca a rivoltar contro i metterli in possesso delle loro chie-
saraceni il prodotto, che ne' suoi se. Clemente XI accarezzò molto i

regni sene ricavava a benefizio della greci, accrebbe le rendite del col-
religione. Filippo V di fatti liberò legio, che hanno in Roma, ed ag-
Ceuta, -Pamosa fortezza nella punta giunse al collegio di Propaganda
dell' Africa, dal continuo assedio di la dote di due giovani greci del-
ventlsei anni, e in diverse battaglie l'Epiro, che vi potessero fare i lo-
sconfisse i nemici della nostra fede, ro studi, per essere poi utili a' cri-
coir acquisto di molti spogli, dei stiani nelle parti degl' infedeli.
quali inviò al Pontefice alcune ban- ^Nell'anno 1722 l'imperatore dei
diere, con lettera di regio pugno. turchi Acmet III faceva grandi pre-
Al Cardinal Alberoni piacentino, parativi di guerra, e già nel mese
primo ministro di Spagna, di som- di giugno SI vedeano sulla costa di
ma autorità, gran politico, intra- Malta due squadre, che il gran
prendente, ed ambizioso, pel sospet- maestro Vigliena temeva dove&sero
to di aver cagionata la rottura andare a scaiicarsi sopra quell'iso-
della corte di Spagna con quella la. Con questo timore ricorse egli
di Pioma, di aver trattato co'turchi al padre comune del cristianesimo
e cogli eretici perchè muovessero la Innocenzo XIII, il quale pronta-
gueira a' cattolici, e di avei indot- nieutc si applicò ad implorare l aiu-
2

84 COS COS
to celeste per mezzo di un giubi- ij3i ricuperò la piazza di Orano
leo, cui a' 1 luglio pubblicò io nella costa d'Africa difesa da venti
Roma per tre giorni, e nello stesso mila turchi, per cui Clemente XII
tempo procurò, che i principi catto- per .sì lieto avvenimento, assistè
lici si collegassero in soccorso dei nella chiesa nazionale degli spagnuo-
cavalieri gerosolimitani. Nel conci- li io Roma al Te Dcuin, che ven-
storo de' i6 settembre esortò con ne cantato in rendimento di grazie
efficacia i Cardinali ad aiutarli an- al Dio degli eserciti, e poi ordinò

ch'essi con denaro, ed egli fu il i fuochi di allegrezza per tre gior-


primo a darne l'esempio, colla ri- ni nella città. Gran contentezza pro-
messa che fece a quei cavalieri di vò questo Pontefice nel veder pre-
diecimila scudi della camera , ed sentato a' suoi piedi nel lySS Mul-
altri diecimila della sua borsa pri- ci Abdar-Rahman, nipote del re
vata, quantunque sieno limitatissi- di Marocco, venuto a Roma per
me le rendite de' Papi. Questo pie- abiurare il maomettanismo, ed ab-
toso uffizio fu imitato da gran par- bracciare la cattolica religione. Do-
te del sagro Collegio,onde per ta- po essere bene istruito in questa,
le generosità giunsero da Roma a' 1 6 marzo venne solennemente
nelle mani del gran maestro piìi battezzato in s. Pietro dal Cardi-
di cento mila scudi, che non fu nal Guadagni vicario di Roma^ ed
duopo impiegare contro il turco, ebbe il nome di d. Lorenzo Bar-
peichè non mosse la guerra ai cat- tolommeo. Fu tenuto al .sagro fonte
tolici. Dipoi Acmet HI rivolse le dal duca d. Bartolommeo Corsini, a
sue armi contro la Persia, ma il nome del Papa suo zio, il quale
valore di Tliamas Koulikan seppe assegnò al principe africano una
respingere turchi, che sollevati in
i pensione di cento scudi al mese,
Coslanlinopoli, obbligarono Acmet cui egli con esemplarissima condot-
III y cedine il comando a IMah- ta godette sino agli i i febbraio
moud I, il quale in mezzo alle ri- 1789, nel qual anno piamente mo-
voluzioni de'suoi, che volevano il rì. Fu sepolto nella chiesa di s.

governo oligarchico, o democratico, Andrea delle Fratte, ove oggi se ne


per difendersi dalla Persia e dalla vede il deposito con gloriosa iscri-
Russia dovette suscitare le forze del zione.
Mogol, imponendogli anco i russi. Benedetto XIV, a' 16 .settembre
Ad un eunuco negro Rislar Agà, 1743, colla costituzione Quoniani,
si dovette la salvezza dell'impero, per le istanze del gran maestro di
essendo decretato dagl' imperatori IMalta, concesse parecchie indul-
Carlo VI germanico, e da quello di genze, e molti privilegi ancora nel-
Russia il suo rovesciamento. Qnel- la foima della bolla della crociala,
l'ahiU: Kislar riportando vantaggi tanto a' religiosi cavalieri dell Or-
Bella Bosnia, riprendendo nel I73q dine, quanto a'sudditi abitanti nel-
Belgrado, e difendendosi dai russi, le isole di Malta, e Gozzo, al me-
e dai persiani, divenuti formidabi- desimo gran maestro .soggette , af-
li, riparò all'estremo disastro. finchè somministrassero qualche som-
Intanto aiutando Papa Clemente ma di denaro, o altro sussidio al-
Xn, llorenlino, il re di Spagna l'Ordine per la guerra perpetua
Filippo Y, questi il primo luglio contro gl'infedeli. Indi nel i744>
cos COS %%
in virlìx della costituzione Quod Però nell'anno 1783 la Crimea
Proi'inciale, presso il tomo XIX del si dovette cedere a' russi, e conti-
^o//t/no. Benedetto XIV ordinò che nuando essi con vantaggio la guer-
ì nomi maomettani non si mettes- ra insieme all'Austria, Acmet IV
sero a' bambini cristiani, come già fu avvelenato perchè propendeva
avea prescritto nel lyoS il concilio alla pace. Selim IH, figlio di I\Iu-
provinciale dell'Albania, approvato stafà III, e nipote di Acmet IV
da Clemente XI. Con un breve poi salì al trono, e si alleò colla Prus-
diretto a monsignor Lercari, segre- sia, l'Inghilterra, e l'Olanda, ge-
tario della Propaganda Urbem An- losi degli austro-russi, e nel 1791
libarurn, spedito a' 9 mai^o lySo,, venne celebrata la pace.
che si legge nel tomo XVII I del Scoppiala la rivoluzione fiance-
Bollano, il Papa rispose a' dubbi se, anche Selim III la vide fermen-
proposti dall'arcivescovo di Anliba- tare ne' turchi. Bona parte si recò
ri, circa i beni ecclesiastici ritenu- nell'Egitto, ma nel 1802 si rista-
ti in quelle parti, o dagli infedeli, bilì l'armonia fra la Francia, e la
o da' ma
siccome non si
cristiani: Turchia, e Selim III si diede a
potevano evitare grandi mali quan- rifonnar l'amministrazione, ed or-
do i possessori
fossero costretti a dinò un corpo di truppe all' eu-
con altro simile bre-
restituirli, egli ropea. Lacerato l'impero ottomano
ve Cuni Encyclicas, spedito a' 2 da' ribelli, Selim III fu deposto, e
marzo 1754, permise, che i vesco- venne proclamato Mustaftì IV, fi-

vi transigessero co' possessori de'det- glio di Abdul-Hamid, ossia Acmet


ti beni ecclesiastici, per evitare la IV 1807. Riuscì però a Bai-
nel
persecuzione de' turchi, o l'apostasia ractar di Piutchuk ,
pascià dopo
de' fedeli, dove si vedessero privati aver inutilmente tentato di lista-
de' beni, che avevano avuto per di- bilir Selim III, d'imprigionare il

ritto ereditario, o per compera con sultano Mustafà IV, ed a' 28 lu-
grandi somme. glio trono Mahmoud
1808 pose in
Mahmoud f, commendevole per II fratello del deposto, nipote di
lealtà d'animo, morì nel 1704, ed Selim III, e figlio di Acmet IV, e
il suo. fratello Osmano III governò Bairactar fu esaltato a gran visir,
pacificamente tre anni. Nel 1757 ma ben presto perì nel voler abo-
ricadde finalmente lo scettro a Mu- lire i giannizzeri facendo prima ,

stafà III, figlio di Acmet III. Il strangolare Mustafà IV colla ma-


nuovo sultano, in difesa de' polac* dre. Pieno di belle intenzioni, e di
chi, intraprese contro i russi la genio per la civilizzazione, Mah-
guerra per cui gli occuparono mol- moud II nel 1826 potè sopprime-
te piazze, ed incendiarono la flotta re le pretoriane milizie de' gianniz-
ottomana nel porto di Cismè. Mu- zeri, indi formò l'esercito all'eu-
stafà III morì nel 1778, e gli ropea, e nella micidial guerra colla
successe il fratello Acmet IV, che Piussia convenne che cedesse alcuni
si pacificò nel 1774 co' tartari, e paesi, lasciasse libera la navigazione
co' russi, a cui lasciò il libero com- del mar Nero alle potenze cristia-
mercio del mar Nero. Potè allora ne, convenisse all' esercizio libero
rivolgersi il sultano contro il pa- del culto latino, e greco, non che
scià d'Egitto, e ricuperar la Scria. a quello degli armeni , moslrandosi
86 C S cos
ne' prosperi ed avversi iiicontii de- bone, principiaronla con commcllere
gno del trono. Sotto di lui si smem- tali e tanti disordini, che la città
brò la Grecia, che si eresse in regno, di Costantinopoli in quei giorni
col sagriGzio di sanguinose guerre. presentò un desolante spettacolo di
La celebrità de' giannizzeri, la omicidii, rapine le piìi nefande, e
loro distruzione e le utili conseguen- di altre sciagure. Piccaronsi poscia
ze che questa portò all' impero del- i giannizzeri dal loro Agà per alar-
la sublime Porta sono cose che , gli la molte, come aderente a' ,^/-
rendono indispensabile un breve cen- zami Gedid (cioè nuove milizie).
no sul clamoroso fatto, che segna L' Agà gettandosi dalla finestra po-
un' epoca assai importante nella tè salvarsi, ma il suo luogotenente,
storia ottomana. Questi militari, il figlio, e le donne vennero truci-
sebbene fossero stati istituiti, come date barbaramente.
si disse di sopra, per la più valida Avvisato il sultano Mahmoud lì
difesa dei sovrani ottomani, e della di tuttociò , e mentre era alla
loro monarchia, avendo poscia ab- villeggiatura^ tosto si recò in città
bandonata primiera disciplina, e
la accompagnato da un pascià coman-
subordinazione, non formavano che dante il canale del Bosforo colle
una potente fazione militare, in- sue truppe numerose, e fedeli. Inol-
tenta solo a far nascere il di.sordi- tre volle intorno a sé i ministri, i

ne, e le rivolte nell' istesso impero. muffi, e gli ulema; fece all'istante
I visir, i primari ministri, ed an- esporre lo stendardo di Maometto,
che i sultani, come si è detto, e mandò gli araldi per tutte le
sj)esso erano sagrifjcati alle ingiu- contrade di Costantinopoli per
,

ste pretensioni arroganti, ed ai ca- chiamare sotto di esso i fedeli se-


pricci di questa sfrenata truppa. guaci di Maometto alla difesa del
Avendo dunque il sultano Mah- minacciato trono. Anche dai ribelli
lìioud II organizzata la milizia sul giannizzeri furono spediti araldi ban-
sistema europeo, seguendo l'esem- ditori, per radunare i loro congiu-
pio del suddetto suo predecessore rati in luogo Numerose
destinato.
Selim III di lui zio, e non volendo soldatesche, un gran numero di sud-
tuttavolta disgustare i giannizzeri, diti, e tutti i cannonieri corsero
aveva permesso anche a questi di subito presso il sultano, che in bre-
entrare ne' nuovi corpi di milizie, ve tempo raccolse neW Ippodromo
rilasciando e conservando loro gli una forza formidabile ed imponen-
emolumenti, e vantaggi che gode- te, come ]jen disposta a secondar-
vano. I giannizzeri sulle prime si lo, ed egli stava sotto il padiglio-
mostrarono contenti di queste dis- ne collo stendardo in mano. Fece
posizioni del loro sovrano, ma non allora Mahmoud II intimare ai
andò guari, che ridestatasi in loro livoltosi di deporre prontamente
r antica insubordinazione, mostra- le armi; ma i giannizzeri invece
ronsi disgustati, e quindi si mosse- ardirono chiedere le teste di set-
ro a congiura. Per segnale del loro te de' principali dell' iniptMo ot-
malcontento, a seconda del costu- tomano. Non essendo possibile di
me, posero le marmitte (venerate pacificare siffatta milizia senza usa-
da loro) rovesciate alla porta del re la forza, il loro Agà si finse del
serraglio, e dando mano alla ribel- medesimo partito ed opinione, e
.

e OS COS 87
simnlatamente gli riuscì a persua- dente e crudele avvenimento, die-
derli di rinchiudersi nelle loro glan- de tutta la libertà alla sublime
di caserme poste nello stesso Ippo- Porta, ed al sultano, d'intrapren-
dromo. Appena ribelli vi si rin- i dere molte riforme.
chiusero, il sultano comandò, che Progredendo nella civilizzazione
le caserme fossero investite
stesse Mahmoud II, per avvicinarsi sem-
dalle artiglierie; laonde subito la pre più nelle amichevoli relazioni
mitraglia scoppiò da piìi bocche co'sovrani d'Europa, a'principali di
di cannone. Ordinò ancora il sul- essi inviò i suoi ambasciatori, uno
tano che si desse fuoco alle me- de' quali Ahmed Fethi pascià, che
desime caserme, e si uccidesse chi poi sposò una figlia del sultano ,

voleva salvarsi. Tutto fu esattamen- ambasciatore straordinario della su-


te ed energicamente eseguito per blime porta presso Luigi Filippo
opera di detto Agà, non meno che re de' francesi, passando nel i838
di altri ministri. In tal modo pe- per Roma capitale del mondo cat-
rirono nelle fiamme, e furono ta- tolico, tratto dal nome che tanto
gliati a pezzi anche i più valorosi, venerato risuona nell'oriente del
che inutilmente opposero la più regnante Pontefice Gregorio XVI,
coraggiosa resistenza. La carnificina domandò, ed ottenne di umiliargli
cessò colla morte di tutti i facinoi'o- i suoi omaggi a' \i giugno nel pa-
si, calcolandosi a venti mila le vit- lazzo vaticano, ed benigna oltre a
time di questa ribeUione, in un sol accoglienza, il Papa
d'una lo regalò
giorno, che per gli abitanti di Co- scattola di lapislazzuli con mosaico
stantinopoli fu giorno di orrore, e rappresentante il sontuoso edilizio
spavento indiscrivibile, e sarà ram- del Panteon, e d'una medaglia di
mentato per molti secoli, non sen- argento del museo Etrusco Grego-
za raccapriccio. riano, raccomandando alla sua pro-
Altri sessanta mila giannizzeri tezione presso il gran signore , la
fui'ono espulsi in Asia, dei quali continuazione del patrocinio che ac-
circa quarantamila furono messi a corda a' cattolici nel suo impero.
morte in quella regione in termi- Fethi pascià si fece ammirare in
ne di -pochi giorni. I cadaveri di Roma come altrove, per la sua col-
quelli periti in Costantinopoli, ga- tura, e per la sua sagacità, ed a-
leggiavano sul Bosforo, facendo un more alle arti.
triste quadro di quel delizioso luo- A' 26 settembre del medesimo
go, ed impedivano pel loro nume- anno i838 Reschid pascià, mi-
ro , il passaggio alle barchette. nistro degli affari stranieri della
Quindi con decreto di Mahmoud Sublime Porta, arrivò a Civitavec-
li dichiarò per sempre sciolta e chia sopra un battello a vapore
abolita la milizia dei giannizzeri ottomano, per andare ambascia-
Il loro nome fu maledetto; si de- tore straordinario presso la corte
molirono mausolei, ed altri mar-
i della regina della Gran Brettagna
morei monumenti esistenti ad ono- Vittoria, si recò appositamente
e
re di alcun giannizzero nei campi a Roma per ossequiare il lodato
,

sepolcrali , sui quali fosse stato somtno Pontefice Gregorio XVI, e


scolpito qualunque nome e stemma nel dì 28 settembre ebbe l'onore,
di delta milizia. Questo sorpren- co' suoi tre figli, e seguito di esse-
,

88 COS cos
re ricevuto in parlicolar udienza gie, che celebrano il traforo del mon-
da sua Santità, nel palazzo quiri- ed il museo Etrusco, am-
te Catillo,

nale, pronunziando in francese il bedue opere dello stesso Pontefi-


seguente tradotto discorso. ce, e regalò ai tre figli del Reis Ef-
>} Sua altezza il sultano Mah- fendi, ed agli individui del suo
>i nioud II ha appreso con grande seguito altrettanti mosaici ; ed al
>' soddisfazione la benevola acco- segretario, di nazione francese, Giu-
t> glienza, che vostra Santità ha seppe Cor, di religione cattolica, da
» fatto al suo ambasciatore presso parte donò un crocefisso, ed una
i> la corte di Francia. Io sono fe- corona muniti dell'apostolica bene-
» lice di avere occasione di espri- dizione del Pontefice, che con com-
>'. merle questi sentimenti del mio mozione intese da questo il libero
*> augusto signore, esercizio de' suoi religiosi doveri
» Spero che questi primi rap- pei quali mai fu molestato dagli ot-
» porti, creati dalla somma corte- tomani. Il Cardinal Mezzofanti , bo-
« sia, e dallo spirilo di amabile lognese , celebre poliglotta, si trovò
> compiacenza delia Santità vostra, in porpora presente a questa udienza
>' saranno seguiti da altre relazio- chiamatovi dal santo Padre, e vi fu
'•- ni quanto utili, altrettanto ag- interprete dei sentimenti, che vi si
> gradevoli alla santa Stde, e al- cambiarono dall'una, e dall'altra
« r impero ottomano. parte , come lo era stato neh' u-
Il santo Padre rispose a questo dienza accordata ad Ahmed Felhi
tliscorso ne' termini i più graziosi, pascià.
e nulla omise per dimostrare al La conferenza che posteriormen-
pascià quanto valutasse , e quanto te il pascià ebbe col Cardinal Lam-
contasse sulla giustizia imparziale, bruschini segretario di stato, si ag-
onde il sultano INIahmoud II gua- girò presso a poco sugli stessi og-
rentisce i cattolici dimoranti nel getti, e riuscì egualmente di vicen-
suo vasto impero, e sulla precisio- devole loro soddisfazione. Giunto
ne, onde i voleri dell' Altezza sua R.eschild Pascià alla propria abita-
vengono anche in questa parte se- zione, esortò i suoi tre figli a te-
condati dal Reis Elfendi Reschild ner ben conservati i ,tre mosaici
pascià. La Santità sua non lasciò donati dal Papa, affinchè un gior-
d' impegnare sempre più Reschid no ricordassero che li avevano ri-
pascià, ad assistere i cattolici pres- cevuti per singoiar bontà del roma-
so il suo signore, al quale lo pregò no Pontefice. Reschild Pascià si fe-
di raccomandarli nuovamente, e cal- ce in Roma ammirare da tutti per
damente in suo nome. Il pascià la disinvoltura de'suoi modi sem-
si mostrò penetrato della graziosa pre egualmente gentili e scevri ,

accoglienza di cui sua Santità l'ono- di affettazione, non che per l'accor-
rò, e promise di volerne eseguire con gimento, e coltura di spirito che
elìJcacia, e soddisfazione, le rispet- dispiegò nel suo conversare, e nel-
tabili brame.
Quindi il santo Pa- le sue 11 prefato Car-
osservazioni.
dre donò al pascià una scattola di dinal ebbe l'occasione
INIezzofanti
malaghita, con mosaico rappresen- di valutarne più che altri l'erudizio-
lante egualmente il Pantheon, e due ne, allorché ne fu visitato: la let-
medaglie di argento colla sua effi- teratura orientale fornì in fatti ma-
cos COS 89
leria di erudita conversazione, nella tefice, e Mehemet Ali viceré di
quale il dotto porporato fu ben con- Egitto, per la ^Sublime Porta, si par-
tento di essersi intrattenuto col di- lerà all'articolo Egitto (^Vedi).

stinto ottomano. I detti tre figli del Al presente regna in Costanti-


Pascià ispirano più vivo interesse
il nopoli il sultano Abdul - Medjd-
per la educazione raffinata e per ,
Ran nato nell'anno 1823, che suc-
la vivacità contenuta ne'iL;iusti limi- cesse nell'impero a suo padre INIah-

li, danno saggio. Durante la


di cui mud II il primo luglio )83t), prin-

breve dimora in Roma, il Reis cipe amabile e d'un carattere com-


Effendi, come prima di lui Fethi passionevole verso i suoi sudditi.
Pascià, fu assistito dal rev. p. Ar- La promessa dal suo padre fatta
senio-Angiaralijan procuratore del- ad Ahmed Fethi pascià, di cui si

l'abate generale de'monaci Antonia- fece di sopi'a menzione con lode, si


ni di s. Gregorio Illuminatore, al adempì da lui dando la sorella Athiè,
quale sì l'uno che l'altro mostra- o Hattisce sultana per moglie al me-
rono di accordare la piìi estesa, e desimo. Animato sempi-e più dai
meritata fiducia. sentimenti di suo padre , costante-
La divina Provvidenza ne'suoi im- mente procura dinoltiare la sua
sembra vada a-
perscrutabili decreti nazione nella civilizzazione, e rendere
prendo a'turchi nuove vie per faci- felici e sicuri i suoi sudditi cristiani.
litare r eterna loro salute, per- A questo importante oggetto li 3
mettendo che al già zelante pre- novembre 1839 adunato nel luo-
fètto della congregazione di propa- go detto Giul-Hane tutta la sua
ganda, il quale tanto si adoprò per corte, i pascià, tutti grandi del i

la propagazione del vangelo nelle regno unitamente al corpo diplo-


parti infedeli, e pel ben essere del- matico delle potenze europee, e gran
l'emancipata nazione armena catto- numero di popolazione di tutte
lica, divenuto ora supremo gerarca le nazioni ; questo giovine sovrano
col nome di Gregorio XVI, fosse sapientemente pubblicò un Hatti-
riserbata la gloria pel primo fra i Scerilf, che fece leggere nella sua

romani Pontefici di ricevere due presenza. Con questa disposizione


ambasciatori ottomani della più alta egli emanò un atto che ridonda in
portata , degni della fiducia del benefizio, utilità, e sicurezza della

sultano Mahmoud II, che gli con- vita, e delle sostanze de'suoi sud-
testarono la stima , e considera- diti cristiani, che prima erano sog-
zione del loro illuminato sovrano, getti a continue, e gravissime peri-
ed i desideri che nutre di stringere pezie.
relazioni amichevoli colla veneranda
Cattedra di s. Pietro. Questo stu-
Notizie ecclesiastiche di Costantino-
pendo, e meraviglioso avvenimento
poli, e del suo patriarcato.
ha riempito d'inesprimibile gioja, e
consolazione il cristianesimo, e nel-
la storia ecclesiastica segna un'era Bisanzio, Costantinopoli, o Stam-
celebre, ed immortale, e rende in boul, città della provincia ecclesia-
eterna benedizione il nome di Gre- stica chiamata Europa nell' esarcato
gorio XVI. Delie amichevoli rela- di Tracia, secondo Commajjville, eb-
zioni contralte dui mede.'^imo l^on- be vescovi sino dal primo .secolo
(jo COS COS
della Chiesa, giacché al dire di Teo- d(^, per sua residenza, e della corte
tloieto, l'apostolo s. Paolo vi predicò imperiale come situata in mezzo
il vangelo, ovvero vel predicò l'altro air universo, e nel centro del ro-
apostolo s. Andrea, secondo il Com- mano impero, ed abbellita e nobi-
mentario greco sugli atti di quel- litata nel modo suddescritto, nel
]'apostolo composto dal p. Conibefìs,e quarto secolo, e sotto il medesimo
citato dal p. Le-Quien, come si legge Costantino, dopo aver preso la città
ììeW Oriens Chrisl. t. I, pag. logS. il di Ini nome chiamandosi Costan-

1 greci pretesero come tatto certo tinopoli, il vescovo di lui s'ebbe il

che l'apostolo s. Andrea fosse stato titolo di metropolitano. Giunta però


il primo vescovo, e gli diedero a questa città allo splendore cui la
piiicer loro de' successori, per far ridusse Costantino, ed al punto di
credere, che la propria chiesa fosse essere pareggiata con Roma, l'antica
più antica di Roma. Pro-
quella di ed illustre capitale dell' impero ro-
«lussero in appoggio uno scritto di mano, il suo arcivescovo pretese di
Doroteo vescovo di Tiro, il quale non riconoscere piìi superiore eccle-
jiomina dopo il menzionato apostolo siastico. Nel medesimo IV secolo
ventitre vescovi, che successivamente fiorì l'arcivescovo s. Paolo, già dia-
occuparono la sede di Bisanzio fino cono di questa chiesa, allorché nel
al suo tempo. È noto che tale scritto 340 Alessandro suo predecessoi-e
ili r opera d' uno che credette col morendo dopo ventitré anni di
.suo ardire imporre al pubblico, e vescovato, lo nominò a succedergli.
dare cosi qualche consistenza alle Ebbe a competitori gì' indegni am-
pretensioni della chiesa greca. Fila- biziosi Macedonio, ed Eusebio aria-
tU'.Ko fu primo vescovo di Bisan-
il no, che siffattamente il calunniarono,
zio ordinato nell' impero di Severo, da secondo di occupargli
riuscire al
e di suo figlio Antonino Caracalla, la mediante la protezione, che
sede,
cioè verso l'anno 210, e morì nel Costanzo imperatore prodigava al-
2i4; aveva egli governato la chiesa l' arianesimo. Il romano Pontefice
di Bisanzio in qualità di semplice s. Giulio I, in un concilio decretò
jirete pel corso di venti anni sotto il ristabilimento di Paolo nella sede,
il metropolitano di Eraclea. A Fi- cui per altro non potè occupare che
ladelfo successeEugenio per venti- dopo la morte dell' intruso Eusebio,
cinque anni, dal terzo anno dell'im- cioè nel 342. Allora gli ariani
jiero di Gordiano fino al 240 ed ; mossero sedizione, fecero esiliare il
ebbe per successori Rufino dal 282 santo vescovo, che morì martirizza-
al 291, e Metrofane, che alcuni sup- to, rimanendo essi padroni delia
posero fosse il vero primo vescovo chiesa di Costantinopoli, e la riten-
di Bisanzio. nero sino all'anno SyQ, quando s.

Altri dicono
che Bisanzio inco- Gregorio Nazianzeno fu eletto arci-
ninciò ad avere vescovi nel secondo vescovo di questa città.
secolo. Certo è, ch'essi erano sog- Nel secondo concilio generale
j^clti al metropolitano di Eraclea e- quivi celebrato nel 38 1, ad istanza
sarca di tutta la Tracia, il qual esten- dell'imperatore Teodosio, con l' as-
deva la sua autorità in tutte le senso del Papa s. Damaso F, fu de-
diocesi di essa. Prescelta Bisanzio posto dalla sede Massimo Cinico,
dall'imperatore Costantino, il Gran- che l'avea usurpata, e reintegrato
e OS COS f),

dal suo maestro s. Gregorio Nazinti- di Teodosio ^i\. Finalmente


II nel

zeno, che poi per amor della pace il p. Le-Quien dice, che il canone
rinunziò, e vi fu sostituito JVettario del secondo concilio generale, fu
dell' ordine senatorio, nientie gli formato dal clero di Costantinopoli,
ariani vi nominarono Marino, e e dai vescovi, che la posizione delle
Doroteo. In uno dei canoni del loro diocesi sembi'ava naturalmen-
suddetto concilio si diede all'arci- te sottomettei'e a questa chiesa. li

vescovo di Costantinopoli il primato Papa s. Leone I non volle rice-


dopo il romano Pontefice, ciò che verlo, e indusse i vescovi ed i pa-
s. Damaso I, e i suoi successori triarchi di oriente a serbare l'anti-
sino ad Innocenzo III costantemen- ca disciplina. S. Petronio d'Ales-
te disapprovarono. Dalla presidenza, sandria, e tutti i vescovi dell'Ei-itto
che sopra l vescovi e patriarchi di s opposero energicamente all' inno-
oriente ebbe nel concilio l'arcive- vazione, ed il numero degli oppo-
scovo di Costantinopoli, si ripete la sitori fu sì grande, che l'arcivescovo
origine della giurisdizione supei-iore, di Costantinopoli si vide costretto
che i pastori Costantinopolitani e- a lasciar le sue pretensioni. Di poi
sercitarono sopra la Tracia, I' Asia le chiese poco a poco si accostu-
minore, ed il Ponto. A' tempi di marono di riconoscere per patriarca
s. Gio. Grisostomo, giusta Teodo- l'arcivescovo di Costantinopoli, e
reto, Histor. lib. V, 28, gover-
e. analmente gliene venne accordato
nava questi tre distretti composti il titolo. F: il p. Le-Quien, Oricns

di ventolto provincie. Alcuni altri Clirist. ad palnarc. Constantin. e.


trovano nel decreto del concilio la 9, tom. I, p. 46 ; it('ni de palliar.
origine del patriarcato di Costanti- Alexand. t. 2, p. 33().
nopoli, ed altri, come direnif», la Il s. Pontefice Innocenzo I dichia-
riferiscono al XX\I1I canone del rò innocente, e restituì alla sede di
concilio di Calcedonia. V. il To- Costantinopoli s. Gio. Gi'isostomo
rnassi no. Disciplina della Chiesa, depostone da due conciliaboli adu-
lib. I, e. 6, pag. 11. Questo ca- nati ad istanza dell' imperatrice

none, che al vescovo di Costantino- Teodora, adirata contro il .santo,


poli accorda il primo posto dopo perchè in una sua predica decla-
quello di Roma, e immediatamente mò contro il lusso, e la vanità del-
prima dei vescovi di Alessandria, le femmine. Egli sino dal febbraio
ed Antiochia, non diminuiva però 398 n'era stato ordinato vescovo
i diritti del metropolitano di JEra- da Teofilo di Alessandria. Dopo la
clea, al quale apparteneva sempre morte dell'arcivescovo Attico fu giu-
l'ordinare il vescovo Costantinopo- dicato degno di questa sede s. Pro-
litano, come per 1' altro canto non clo di Costantinopoli; tutta volta
ne conferiva alcuno a questo secon- fu data la preferenza a Sisinnio, cui
do sulle altre diocesi. Tuttavolta si poi doveva succedere nel 4-7- ^I'*
ciedette in diritto nel secolo seguen- tro,vandosi s. Proclo arcivescovo di
te di estendere la sua giurisdizione Cizico, si elesse l'eloquente JNestor io,
sulle diocesi di Tracia, del Ponto, che nascondeva la sua ipocrisia, la
i' dell' Asia, alle quali il patriarca qnale dipoi conosciutasi, nel III
Attico aggiunse I' llliria orientale, concilio generale tenuto nell'anno
facendosela attribuire per mia legge 43 1 in Efeso, fu deposto, e furo-
9>. COS COS
no condannati suoi perniciosi er- i Pontefice, permette a lui di ordi-
rori. Massimiano e poi s. Pro- , nare tutti i metropolitani tanto
clo occuparono la sede, accadendo delle diocesi del Ponto, che del-
solto questo ultimo il terremoto l'Asia, e della Tracia, non che del-
spaventevole, che diede origine al le nazioni barbare e lontane. Forte-
Trisiìi^ìo aiiireliro (Fedi). Fu pure mente si opposero i legati al ca-
vescovo di Costantinopoli Flaviano, none, in uno a parecchi vescovi del-
che venne deposto dal l'also concilio l' llliria, né il Papa volle mai ap-
di Efeso nel 44q> ^ rilegato nella provarlo per quante istanze poi
Lidia ove mori. Nell'anno 4^* eb- gliene facessero i vescovi autori di
be luogo il quarto concilio gene- esso, e il medesimo imperatore
rale di Calcedonia, coli' assistenza Marciano. Per cagione di questo
<lcH imperatore IMarciano, e della canone, i nemici della fede e del-
santa imperatrice Pulcheria : vi fu l' imita cattolica, presero motivo di
condannato l'eresiarca Eutiche archi- rigettare il venerando concilio, e
mandrita di un celebre monistero di disprezzarne gli altri utili decreti.
Costantinop(jli, e condannati ne ven- /^. il Sarnelli, Lettere eeelesiasti-

nero del pari gli eii ori. L'arcivescovo ehe, toin. IX, pag. 87, perchè il
i\ uà tolio, successore di Flaviano sino patriarca di Costantinopoli pretese
dal 449) fat^endosi forte colla mag- il titolo di Ecumenico (f^edi). In
giorità dell'imperiai città, non cu- (|ucsto tempo fiori nella chiesa Co-
rando i sagri canoni de precedenti stantinopolitana s. Marciano, gran-
coiicilii, in (juesto calcedonese ne de economo di essa.

l»:;ce introdurre tre in favore della Il [)atriarca Acacio, verso l'anno


preeminenza di sua sede, e ad onta 472, volle far rivivere il canone
delle rimostranze dei legati ponli- calcedonese , col sottomettere alla
licii di 5. Leone I, nel seguente an- sua sede quelle di Aleesaiidria , e
no la eresse in patriarcato. di Antiochia: ma indarno, perchè i

Fu precisamente il XXVllI ca- Pontefici vi si opposero massime ,

none , sul quale gli arcivescovi di s. Simplicio, ad esempio degl'in-


Costantinopoli lòndarono, come si trepidi s. Leone I, e
predecessori
disse, le loro ambiziose preten- s. llaro. Papa s. Felice
(Quindi il

sioni : ed ecco come andò la co- in, nell'anno 4*^45 condannò, e


sa. Gli atlàri riguardanti la fede recise dalla comunione cattolica A-
essendo nel concilio terminati, e la cacio autore del primo scisma,
,

principal parte de' vescovi avendo che divise la chiesa greca dal-
preso congedo, i chierici di Costan- la latina , il quale durò trenta-
tinopoli sollecitarono quelli che vi cinque anni sino al pontificato di
erano rimasti, ed in particolare i s. Ormisda. Acacio fu acerrimo fau-

legati di s. Leone I, a fare alcuni tore degli eulichiani. Abbiamo dal


decreti in favore della città impe- Cardinal Lorenzo Cozza la bella
riale. In queir assemblea, in cui Historia polemica de graecoruni
veramente i legati non si trovaro- scliisinate . ex e.cclesiasticis mona-
no presenti, venne compilato il ca- mentis concinnata , PcOinae 1719.
none XXV 111, che oltre al secon- Inoltre s. Felice III coauauuò
do posto accordato al vescovo Co- V Enotico {P^edi)j, editto dell' impe-
stantinopolitano dopo il romano lalore Zenone, cluauiato editto di
,,

cos COS 93
pncìfìcazìone , con cui pretendeva all' imperatrice leodora che, se lo

conciliare i cattolici cof^li eulichia- faceva innalzare al pontificato ,


gli

ni, il qual editto fu fatto ad isti- avrebbe concesso quanto bramava,


gazione d' Acacio. Papa s. Gelasio restituendo alla sede Antimo, di
I ricusò di accordare ad Eufemio, cui l'imperatrice seguiva gli errori.
vescovo di Costantinopoli , la co- In fatti , coir opera di Belisario

munione, e le pacifiche lettere, tin- Teodoia fece in Pioma nel 5^o de-
che non avesse cancellato il nome porre il Papa s. Silverio, e sosti-

di Acacio dai sagri dittici però il ;


tuirvi Vigilio, quando il prode ca-
Pontefice s. Anastasio II dichiarò pitano tolse quella metropoli ai go-
valido il battesimo e gli ordini con- ti. Ma Vigilio, badando più a' suoi
da lui. Divenuto Pontefice s.
feriti doveri, che alle promesse, confer-
Ormisda, nel 5 19, ottenne dall'im- mò la condanna di Antimo , seb-
peratore Giustino per mezzo dei l)ene la possente augusta , chiama-
suoi legati la riunione della chiesa tolo a Costantinopoli, esigesse l'e-
greca alla latina, ed ebbe la gloria secuzione di sue promesse. Morta
di estinguere primo scisma nato
il Teodora , e trovandosi Vigilio in
tra di esse. JVel 536 Teodato re Costantinopoli , nel 547 Giustinia-
de' goti costrinse il Papa s. Agapito no 1 lo costrinse a condannare i

I a recarsi in Costantinopoli per famosi Tre capitoli {Tedi), per cui


pregare l'imperatore Giustiniano I, il Papa in un'assemblea di settanta
a richiamare dalla Sicilia l'esercito vescovi, senza pregiudizio del con-
spedito sotto Belisario. Quivi il ze- cilio di Calcedonia li condannò, ma
lante Pontefice scomunicò, e depose poi preso da' rimorsi rivocò la con-
da questa sede Antimo, che col fa- danna , onta dell' ira dell' im-
ad
vore dell' imperatrice Teodora n'era peratore , che minacciò di carce-
divenuto vescovo, sebbene eretico rarlo. Tultavolta Vigilio dal pa-
eutichiano, sostituendogli INIenna, uo- lazzo Placidiano trasferitosi nella

mo illustre, che consagrò nella ba- chiesa di s. Pietro, ricevette dall' au-
silica di s. IMaria. Adirato l'impera- gusto il giuramento, che non lo
tore tutto ligio alla moglie, volle avrebbe insultato. Ma tornato al
obbligare Agapito a comunicar I detto palazzo, dopo avervi scomu-
con Antimo, minacciandogli l'esilio ; nicato Teodoro vescovo di Cesarea,
ma egli rispose che credeva di aver e lo stesso Menna, venendo oltrag-
trovalo un imperalore cattolico, ma giato, e sapendo che gli si tende-
a quel che vedeva si trovava a ,
vano insidie, fuggì in Calcedonia
fronte di un Domiziano però non : ove indarno Giustiniano I il ri-
temere le sue minacce. Giustiniano chiamò. Vinto questo principe dal-
1, conosciuta la frode dell' eretico, l'eroica di lui costanza, rivocò le-
adorò il Pontefice, e convenne nel- ditto contro i Tre capitoli, per cui
la fatta deposizione; quindi, mentre allora Vigilio fece litorno Co-
in

s. Agapito I si disponeva alla par- stantinopoli. Fu stabilito di aduna-


tenza, mon in Costantinopoli , do- le un concilio generale, e dopo va-
ve il suo corpo venne poi tiasferito rie vicende il Pontefice partì dalla
in Pioma nella basilica di s. Pietro. città, e cessò di vivere in Siracusa
Mentre Vigilio era nunzio pon- ove si era recalo.
tificio in Costantinopoli promise Gli ambiziosi patriarchi di Co-
,
,,

94 <^os cos
slantinopoli nel sesto secolo agoi^na- triarca Sergio, occulto eretico mo-
rono di assiimeie il titolo di Ecu- notelita, i cui errori favorivano il

menici, o Universali. I Pa[)i Pela- famoso editto di Eraclio chiama-


gio 11, e s. Gregorio I, ne riprese- lo Eclesi [Fedi). Questo era sta-
ro però l'ardire. Questo secondo, to condannato dai romani Pon-
per rintuzzare la tracotanza del pa- tefici, ciò che pur fece nell'anno
triarca Giovanni Digiiinatore che , 640 Giovanni IV, il quale di-
i greci dipinsero per prelato forni- mostrò, che Onorio I fu conforme
to di cos[>icue viltà, il quale s'in- alla retta fede nella sua credenza.

titolava Vescovo universale, in tutte A ciò egli fu indotto, perchè gli


le sue lettere cominciò ad usare il eretici abusavano d'interpretare a

titolo Servo de' servi


opposto , di loro modo le lettere di lui. Inoltre

di Dio. Successe al Digiunatore il lo stesso Papa Giovanni IV otten-


patriarca Ciriaco che usurpò an- ne imperatore Costantino
dall' fi- ,

eli' egli al romano Pontefice il ti- glio e successore di Eraclio, l'ab-

tolo di vescovo universale. Ma Bo- bruciamento dell'empio editto. Di-


nifacio III ottenne nel 607 dall'im- poi, nel 64'2, Teodoro I scrisse let-

peratore Foca, che con sovrana ed tere sinodali al patriarca Paolo I

autorevole dichiarazione fosse sta- contro Piiro predecessore di lui

bilito appartenere questo titolo al ch'era monotelita ;


quindi nel con-
solo romano Pontefice, come ot- cilio del 648 condannò Pirro , e
tantanni prima avea riconosciuto Paolo, alle cui suggestioni l'impe-
Giustiniano I, sotto il Papa Gio- ratore Costante avea pubblicato l'i-
vanni II. Ma allorché sotto l'impe- niquo editto Tipo {Vedi), il quale
ro di Eraclio, successore di Foca ,
astutamente imponeva silenzio tan-
i vescovi di Costantinopoli ebbero to a quelli, che affermavano una
abbracciato il monotclismo, essi spin- volontà ed operazione in Cristo

sero la loro ambizione sino a non che ai sostenitori delle due volon-
voler piìi riconoscere superiori, an- tà. Papa s. Martino I eziandio con-

zi giunsero a pretendere di elevarsi dannò Pirro, eh' era ritornato alla


sui Papi di Roma, e disputar loro sede Costantinopolitana nel 634 >

il primato, pretendendo scioccamen- dopo la Paolo I, non che


morte di

te, che Roma avesse cessato di es- il successore di lui Paolo II, in

sere la capitale del mondo , e che uno all' Ectesi, ed al Tipo. Fatto
gì' imperatori avendo stabilito la poi imprigionare da Costante, e
loro residenza in Costantinopoli, i tradurre in Costantinopoli, ivi mol-
vescovi di questa sede per conse- to patì, e cessò di vivere in Cri-
guenza dovessero superare gli altri mea dove era stato rilegato. A Pir-
vescovi, poiché la città superava le ro successe nel patriarcato Pietro,
altre in dignità. Devonsi però eccet- che essendo fautore de' monoteliti
tuar dal numero di questi orgo- cercò di sorpiendere Papa s. Eu-
gliosi patriarchi i ss. Germano, Ta- genio 1, e gli spedì secondo il co-

rasio, Kicef'oro, Metodio li, Ignazio, stume la epistola sinodica piena di


e pochi altri, espulsi, e tormentati astuzie, e di sentimenti dolosi sulle
pei loro sani principii. due volontà di Gesù Cristo. Il cle-
Onorio l, Papa dell' anno (ìi^, ro , e popolo romano restarono
fu ingannato dalle lellere del pa- talmente indignati contro il tenore
,

cos cos 95
della che a forza di pre-
lettera, che per lui dovesse pregare la Chie-
gliiere non permisero al Pontelice sa universale; e mandò la sua ri-

di celebrar la messa nella basilica sposta a mezzo del legato Michele,


di s. Maria Maggiore, s'egli prima che autorizzò a riconciliar colla
non prometteva di rigettaila, e di Chiesa que' vescovi, i quali aveva-
disapprovarla. In fatto la dichiarò no acconsentito alla condanna del
dubbiosa, ed occultamente eretica; VI concilio generale, fatta nel con-
ed in vece, secondo la consuetudi- ciliabolo adunato dall'empio Filip-
ne de' suoi predecessori, spedì al- pico. Nell'anno j \5 divenne pa-
l' imperatore la propria lettera si- triarca s. Germano, che si distinse
nodica dandogli notizia della sua contro i monoteliti, e gì' iconocla-
esaltazione al Pontificato ; ma i suoi sti, e non volle ubbidire l'impera-
apocrisari, o nunzi in Costantino- tore Leone 1' Isaurico, quando nel
poli, ingannati da Pietro, approva- 723 pubblicò r esecrabile editto
rono l'errore della sua dottrina^ contro il culto delle sagre imma-
per cui il Papa li condannò per gini, indi nel 780 fu obbligato ad
avere apostatato dalla retta fede. abbandonare lasede, e morì nel
Intorno all'intrusione degl'impera- 733.
tori gieci siiir £7e::;/o«e de sommi Il Papa s. Gregorio li,
zelante
Pontefici i^T'cdi), si parla a questo, nel 730, scomunicò Leone, ed il
e ad altri relativi articoli. successore s. Gregorio III energica-
Nel 6.57, appena salito sulla cat- mente combattè contro i persecu-
tedra apostolica s. Vitaliano, spedì tori della sante immagini. Sotto
a Costantinopoli i suoi legati colla r empio Leone, vescovi di Costan- i

epistola sinodica all'imperatore Co- tinopoli, i quali pretendevano che


stante, per partecipargli la sua ele- le chiese de' paesi barbari fossero
zione, e pregarlo insieme di abban- loro soggette in virtù del canone
donare i monoteliti. Sebbene l'im- XXVI 11 di Calcedonia, osarono di
peratore fosse eretico , i legali eb- togliere al sommo Pontefice , e di
bero graziosa accoglienza. Nel 708 attribuire a sé la Calabria, la Si-
Papa Costantino invitato da Giu- cilia, e tutte le provincie dell' Illi-

stiniano II si recò a Costantinopoli, ria orientale. Nel 741 divenne Pa-


ed approvò
ivi canoni del Trul- i pa s. Zaccaria, e fu l'ultimo greco
lano, che non erano contrari alla romana Sede, meno A-
esaltato alla
Chiesa romana. Filippico Bardane, lessandi-oV, creato nel 1409, che
dopo aver ucciso Giustiniano li, alcuni credono di nazione greca
ed occupato il trono di lui, voleva come lo furono i Pontefici Giovan-
ripristinar l'eresia de' monoteliti, ni V, Conone, s. Sergio I, Giovan-
che per più di quarant' anni avea ni VI, Giovanni VII, Sisinnio, Co-
travagliato la Chiesa orientale ; ma stantino Gregorio III. Altri
, e s.

il Pontefice Costantino vi si oppose opinano che Papi greci sieno stati


i

con apostolica costanza. Deposto quattordici, cioè Anacleto, Evari-


Filippico, e succedutogli Anastasio sto, Telesforo, Igino, Eleuterio, An-
II, siccome cattolico, mandò la sua tero , Sisto II , Dionisio , Eusebio ,
professione di fede al Papa, che lo Zosimo, Teodoro I, Giovanni VI,
fece registrare nel ruolo o catalo- e GiovanniVII, e Zaccaria. Si os-

go degl' imperatori ortodossi, accioc- serva, che negli ultimi tempi fieli-
96 COS cos
mente i greci venivano innabati al r84'2, l'imperatrice Teodora ma-
Pontificato pel favore ed influenza dre di Michele III, dopo aver cac-
degli esaicLi di Ravenna, mediante ciato il patriarca Giovanni icono-
i (jiiali i greci astutamente procu- clasta, collocò sulla sedia patriarca-

ravano assoggettare la Chiesa ro- le s. Metodio II, già discepolo di


mana, perchè, avendo dovuto gl'ini- s. Niceforo, e suo apocrisario in
peratoii d' oriente rinunziare alla Roma. Questo santo vescovo, pel
tirannia ed enorme abuso di con- ristabilimento della fede, istituì in
fermare la pontificia elezione, ten- Costantinopoli una festa chiamata
tarono per aitila via dominare sulla Ortodossìa, e morì nell'843. La
Chiesa romana, cercando di far an- detta imperatrice Teodora è vene-
noverare al Collegio de' Cardinali rata per santa nel menologio del-
degli orientali, che quindi coll'au- l' imperatore Basilio, nei menci, ed
toritèi degli esarchi venissero eletti altri calendari greci. Quindi tutti i

Pontefici. Ma questi, veri eredi del- voti unirono in favore di s. Igna-


si

lo spirito apostolico, mai acconsen- zio, che vivendo in solitudine fu


tirono alle prave trame degl' impe- obbligato ad accettare la dignità
ratori, e dei vescovi orientali, ne- patriarcale. Michele III, abbando-
gando ad essi ciò che coli' inganno, nandosi a tutte le passioni, esiliò s.

e colle minacce pretendevano con- Ignazio nell'isola di Terebinto, e il

trario alla costante illibatezza della lavori to e Cesare Barda dichiarò


Sede apostolica. patriaica 1' eunuco Fozio senza ,

Stefano HI, nel 7 56, condannò usare alcuna delle formalità pro-
il conciliabolo di Costantinopoli, te- prie nell'elezione de' vescovi, e ad
nuto per ordine dell'iniquo Costan- onta che fossero trascorsi undici an-
tino Copronimo contro le sagre im- ni dacché s. Ignazio governava la
magini, ed ogni mezzo adoperò per Chiesa. Fozio uomo di pessime
ridurre al retto sentiero questo qualità, d'imperatore scrissero al
principe, cui Pipino, re di Francia Pontefice s. Nicolò I dicendo , che
ricusò di dare in isposa sua figlia Ignazio avea rinunziato, ed era reo
Gisella, perché non comunicava nel- di lesa maestà. Ma il Papa pru-
la medesima Anche s. Paolo
chiesa. dentemente mandò due legati a
I si adoperò perchè il Copronimo Costantinopoli per informarsi del
lasciasse l'eresia, ma questi invece vero stato delle cose, lagnandosi,
maltrattò i pontificii legati. Tut- che si fosse deposto Ignazio senza
tavolta riuscì al Papa Adriano I, consultarne la santa Sede, e che
nel 786, di ottenere pace colla chie- gli si fosse sostituito un laico con-
sa orientale per mezzo di Costan- tro le disposizioni de'canoni.
tino VI, ed Irene sua madre ; e s. I legati furono guadagnati, e pre-
Pasquale I, neirSsj, diede in Ro- varicarono ; confermarono l'elezione
ma ricovero ai profughi greci ve- di Fozio, e la deposizione d'Igna-
neratori delle sante immagini. In- zio, che soggiacque a molti pati-
tanto, neir8o6, successe a s. Tara- menti. A questo riuscì di far co-
sio, nella sede Costantinopolitana, noscere tutti i maneggi al Ponte-
s. INiceforo, che pel suo zelo mollo fice, e prese la fuga per sottiaisi
ebbe a sollrire dagli iconoclasti e ,
dalla morte. Un orrendo terremoto
morì neir esilio l'anno 828, Nel- pose in costernazione Costanlinopo-
GOS COS 97
ii, e fu dichiarato che Ignazio po- ricusavano comunicare coli' indegno
teva ritornarvi. Nicolò I, istruito di Fozio, che comunicassero liberamen-
quanto era accaduto, biasimò alta- te con lui. Quindi Io restituì nel
mente la condotta de' legati, li punì grado, credendo ciò necessario alla
colle censure ecclesiastiche, riguar- pace della chiesa, a condizione pe-
dò Ignazio come legittimo pastore, rò che Fozio alla presenza de' suoi
e ritenne Fozio come intruso, ed legati domandasse perdono dell'ini-
irregolare. Costui per vendicarsi, qua sua condotta contro la Chiesa
indusse l'imperatore a prometter- romana. Questa debolezza d'animo
gli di riunire in Costantinopoli un del Pontefice fece dire ad alcuni, che
sinodo, ove nell' 866 ardì pronun- la Chiesa in quel tempo fosse go-
ziare la deposizione, e la scomuni- vernata da una donna, e da ciò
ca contro il sommo Pontefice, dal probabilmente ebbe origine la nau-
che ebbe origine il nuovo scisma seante, e screditata favola della pa-
dei greci. Fozio con violenza si sca- pessa Giovanna. Tuttavia, avendo
gliò contro la chiesa latina, ma fu dipoi Giovanni Vili conosciuto il

dal Papa scomunicato. Frattanto passo falso che avea fatto in favo-
salito sul trono Basilio il macedo- re del deposto Fozio, e rientrato
ne esiliò Fozio, e nell' 867 ripose in sé stesso, non solo proscrisse gli
nella sua sede s. Ignazio, che im- atti del conciliabolo presieduto da
plorò dal Papa Adriano II, e dal- Fozio, co' vescovi, e legati apostoli-
l' imperatore la convocazione di un ci od ingannati dalle sue
corrotti
concilio generale neir869, nel quale frodi, ma
solennemente lo condan-
fu dai vescovi sottoscritta la con- nò di nuovo, e nell' 881 inviò a
danna di Fozio colla penna intinta Costantinopoli IMarino Cardinal dia-
nel sangue di Gesù Cristo. S. Igna- cono per annullarne gli atti. Questo
zio mori neir 878, e Fozio, solle- IMarino già legato in Costantinopo-
ticando la vanità di Basilio col tes- li di Nicolò I, di Adriano II, e di
sergli la sua genealogia, rientrò in Giovanni Vili , contro 1' intruso
grazia, venne richiamato in Co-
e Fozio, lo scomunicò nell' 882 quan-
ad onta che Adriano lì
stantinopoli, do divenne Papa col nome di Mar-
10 avesse scomunicato tre volte. Il tino II.

Papa Giovanni Vili, nell' 878, ri- Papa Adriano III non s'indus-
Il

cevette gli ambasciatori di Basilio, se mai a compiacere l' imperatore


il quale avendo rimesso Fozio nella Basilio, che vivamente lo supplicò
sede Costantinopolitana, lo pregava perchè annullasse quanto erasi fatto
a confermarlo ; ed a tal effetto con contro Fozio, riammettendolo alla
aperto dolo lo assicurava che non cattolica comunione. Questo pessimo
solo i partigiani di Fozio, ma quel- pastore avea attribuita alla sua giu-
li ancora d' Ignazio, e di Metodio risdizione la Bulgaria, eh' era una
11 avevano acconsentito alla redin- porzione dell'I lliria. Stefano V nel-
tegrazione dello stesso Fozio. l'886 estinse lo scisma Foziano col-
Giovanni Vili si lasciò sedurre, l'opera dell' imperatore Leone VI,
e per mezzo del suo legato, Car- il filosofo, il quale cacciò Fozio in
dinale Pietro di s. Grisogono, fece vin monistero, ove morì in disprez-
scrivere all' imperatore, ai patriar- zo di tutti i fedeli e per tal gui-
;

chi d'oriente, e a tutti quelli, i quali sa fu estinto lo scisma della chiesa


VOT , XVTir. 7
98 eos COS
di oriente. Indi Papa Formolo ac- vo ecumenico ed immersale, cioc-
consentì alle suppliche de' vescovi ché al solo sommo Pontefice ap-
orientali, e dell' imperatore Leone partiene; laonde avendoglielo il Pa-
VI, di ricevere nella cattolica co- pa vietato, il patriarca rigettò i pon-
munione gli ordinati da Fozio, pur- legati, e promosse lo scisma,
tificii

ché in iscritto confessassero la loro che tornò a separare la chiesa orien-


reità, e domandassero perdono. Il tale dalla romana. In seguito riu-

Pontefice Sergio IH procurò di di- scì al Papa di riunirle , ed il suo

struggere gli errori di Fozio, il qua- nome fu registrato dal patriarca


le fra le altre cose aveva soste- Sergio ne' dittici, e nelle tavole del-
nuto, che lo Spirito Santo non pro- la chiesa di Costantinopoli , verso
cede del Figlinolo ma solo dal Pa- l'anno 1009. Però Giovanni XX
dre. Ma il Papa Giovanni XI, elet- non si piegò né alle suppliche, ne
to in giovanile età, e figlio della ai donativi de' costantinopolitani, che

famosa iMarozzia, ad interposizione bramavano che la loro chiesa aves-


del potente suo fratello Alberico, se per l'oriente solo il titolo di U-
che governava l'Italia e Roma, ac- nii'ersale, come l' avea la Romana
cordò ai patriarchi di Costantino- per tutto il mondo ;
quindi rinac-
poli l'uso <\c\ pallio senza ricor- que l'antica discordia tra la chiesa
rere pili al Romano Pontefice. Que- greca, e la latina nel i024- S. Leo-
sta eccessiva concessione fu fatta al ne IX eruditamente e con forza
patiiarca Teofilatto, figlio di Ro- confutò il patriarca INIichele Ceru-
mano, il quale era collega nell'im- lario, che con abbominevole orgo-
pero con Costantino Vili, ni quale glio aveva scritto contro il prima-
ofTefto Alberico ottenne preziosi do- to romano. Per conciliare la con-
nativi. Da tal privilegio provenne, cordia inviò a Costantinopoli i suoi
che il pallio si usa da tutti i ve- legati , che trovando il patriarca
scovi greci, i quali però lo depon- ostinato neir errore, lo scomunica-
gono quando si legge il vangelo. La rono co' suoi fautori. Per un acces-
Chiesa romana tollerò quest' abuso so di rabbia il Cerulario scomuni-
per otto secoli, per cui nel concilio cò anch' romani, e dai
egli i legati

generale lateranense lo concesse ai sagri dittici del Papa,


tolse il nome
patriarchi d'oriente, i quali dopo rinnovando nel io54. Io scisma di
averlo ricevuto dalle mani del Pa- Fozio. Cerulario aveva manifestato
pa, lo potessero concedere ai loro al Papa nelle prime qualche desi-

vescovi sulfraganei, previo giura- derio di riunirsi, ma s. Leone IX


mento di fedeltà ed ubbidienza alla gli che bisognava pri-
fece intendere
santa Sede. mieramente cessai'e di opprimere i

Giovanni XIX , romano Pon- patriarchi d'Alessandria e di Antio-


tefice , rinnovò colla Chiesa di chia, e dal pretendere sopra di essi
Costantinopoli, la concordia colla un' autorità che non aveva col dirsi

Romana nuovamente disunite per il solo ed universale vescovo di tut-


le ambiziose pretensioni del patriar- to r oriente. Stando sommamente
ca INIichele Cerulario, sollevato a però a cuore ad Urbano II l'unione
quella sede pel favore di Costanti- della chiesa greca colla latina, nel-
no Monomaco. Il Cerulario agogna- l'anno 1089 assolvette l'impera-
va di fare uso del tiJolo di f esco- tore Alessio Comneno dalla scomu-
cos COS yy
nica, da cui era allacciato da molto quando loro piaceva, e ne
riman- li

tempo. davano. Tanta era la dignità che


Trovandosi nel ri 68 Alessandro esercitavano, arrogandosi poteri che
in Benevento, ricevette gli ambascia- non avevano, per cui l'ambizione dei
tori dell'imperatore Manuello Comnc- patriarchi tenne sempre divisa que-
no, il qualegli fece promettere di riu- sta chiesa dalla santa Sede aposto-
nire la chiesa greca alla latina, e di lica. Non vi erano che que'patriar-
liberarlo dalle molestie dell' impera- chi, i quali s'ingerissero nel consa-
tore Federico I, che il perseguitava, grare il santo crisma in tutta la loro
purché gli desse l' impeio d'occiden- dipendenza, e giurisdizione. Raccon-
te. Il saggio Pontefice ringraziò ta il Sarnelli tomo X. p. 148,
l'augusto della parte che prendeva Lett. eccl. , che il Papa come ca-
a' suoi avvenimenti ; ma gli dichia- po di tutta la Chiesa prima dello
rò che per la qualità del sagro, e .scisma de'greci era solito mandare
paterno suo carattere doveva mo- ogni anno il crisma a Costantino-
strarsi promotore di pace, non di poli, e se era sede vacante, la Chie-
discordie, indi inviò a Costantino- sa Romana aveva questo incarico;
poli due Cardinali. lo che diede occasione ai greci scis-

Nel 1203 Costantinopoli fu pre- matici di scagliare calunnie con-


sa dai francesi, e dai veneziani, che tro i latini. Il crisma però do-
neir anno fondarono
seguente vi po lo scisma si consagrò dal solo
r impero latino. Allora ebbe origi- patriarca di Costantinopoli, perchè
ne il patriarca latino cui Innocen- gli altri vescovi non usavano di
zo III accordò il secondo posto farlo, ed oltre all'olio, e al balsamo,
dopo di lui. I patriarchi aumenta- vi mettevano tre sorte di aro-
rono la loro giurisdizione con altra mi, e lo mandavano per tutte le
diocesi di Bulgaria. In seguito at- chiese dell'oriente di rito greco, ben-
tirarono a se i russi, ed altri po- ché ciò non si facesse ogni anno.
poli, ai quali ispirarono i loro sen- Cosi i greci facevano quello che im-
timenti sulla fede e sulla discipli- putavano a' latini, ed alcuni greci
na. Facevano anco di più : ordina- nella Russia vendettero una picco-
vano "tutti i metropolitani della la ampolla di crisma per duecento
loro giurisdizione, e li obbligava- scudi uugheri.
J^. Pietro Arcudio
no ad una tassa. Di loro aulo- nella sua Concordia 1. 2, e. 9,
torità convocavano concilii per trat- il quale soggiunge, che ruteni per i

tarvi affari di tutte le diocesi. Si la distanza de' luoghi, talvolta ado-


facevano riferire i giudizi pronun- peravano l'olio degl'infermi.
ziali dai patriarchi di Alessandria, ed Ritornando all'impero de' latini
Antiochia per rivederli, e giudicarli in Costantinopoli, quando i france-
di nuovo. Godevano del diritto di si, e i veneti se ne impadronirono,
Stauropegia^ vale a dire di pian- era patriarca Giovanni X Comate-
tare una luogo dove si
croce nel ro, il quale si ritirò in una città
doveva costruire un altare, anche della Tracia, ed in Nicea ove Teo-
nelle diocesi degli altri patriarchi ; doro Lascaiis avea stabilita la sede
e così pure ammettevano chierici dell* impero greco, per cui venne
stranieri, senza far difficoltà in con- eletto un patriarca latino. Il Pon-
ferir loro ordini, e li degradavano tefice Innocenzo III sollecitò ilCo-
2

loo COS cos


inalerò inulilmente perchè rientras- •> me dalla polvere la chiesa Bi-
se nella comunione della Chiesa « zantina, e l'ha innalzata sopra
Romana ; ma egli ostinatamente si " le chiese d'Alessandria, di Antio-
ricusò, e mori nel i 206 dopo ave- » chia, e di Gerusalemme ". Ma
re rinunziata la sua dignità. Mi- quando il Papa seppe che il patriar-
chele VI Antoniano, o Santoriano ca aveva convenuto co' suoi vene-
in Nicea fu sostituito al defunto, ziani di non conferire i benefizi da
ove a'20 marzo di detto anno co- lui che a quelli della
dipendenti
ronò Teodoro, e moiù nel i2i.>.. propria nazione, con autorità apo-
Per la successione dei patriarchi di stolica a' 1 giugno 1206 annullò
Nicea può leggersi il p. Le Qui^-n l'accordo. Progressivamente succes-
nel suo Oriens Chris t. t. i, p. 20). sero al patriarca latino Morosini,
J3i venuto Baldovino I primo im- Gervaso od Evrardo che mori nel
peratore latino di Costantinopoli, 121 1; Mattia nel 1221; Giovanni
neir istesso anno 1204, fu eletlo nel 1233 o i235, e Nicola, sotto
per primo patriarca latino il veneto del quale incominciarono i latini a
Tommaso Morosini, che da Inno- soffrire gravi perdite contro i greci.

cenzo III venne confermato solo in Pantaleone Giustiniani , che fu suc-


considerazione dell' imperatore. Il cessore a Mattia, dovette abbando-
Morosiui era suddiacono della chiesa nare la sua sede nell' anno 1261,
Romana, e trovavasi in Roma, per avendo i greci riconquistata la città
cuiil Papa ncir approvarne l' ele- di Costantinopoli , e dandosi fine
zione intese di supplire colla pienez- così al latino impero, e a' suoi pa-
za della sua potestà perchè ne trovava triarchi di giurisdizione.

irregolare la forma, anzi più seco- Tuttavolta i latini, sebbene non


lare che ecclesiastica. Quindi gli più padroni di Costantinopoli, con-
conferì egli stesso 1' ordinazione , e tinuarono a nominare un patriarca
gli diede il pallio coU'obbligo a'suoi per le altre provincia, e per le

successori di mandar sempre a chie- chiese d'oriente, che avevano vesco-


derlo in R^oma. Inoltre gli accordò vi di rito latino. Quindi, dopo la

diversi privilegi, come di consecrare morte del patriarca Giustiniani, eles-

i re neir impero di Costantinopoli, sero Pietro, che morì nel i3or.


e di assolvere quelli che avessero Tra i successori di lui particolar-

percosso i chierici, eh' è caso riser- mente si distinsero Pietro III, detto
vato alla santa Sede. La preroga- Tommasi, nominato patriarca di
tiva s\ lungamente contrastata dai Costantinopoli da Papa Urbano V
Papi ai patriarchi di Costantinopo- nel 1 364. Dei patriarchi di Costan-
li, cioè la preminenza dopo Roma, tinopoli titolari, e in partibus , si

su tutte le altre chiese, non si ebbe tratterà dappoi.

da Innocenzo III difficoltà di attii- Facendo seguito alle notizie ec-

buirla al patriarca latino Morosiui; clesiastiche del secolo decimoterzo,


e ciò che evvi di piìi sorprendente, abbiamo che Papa Alessandro IV
si è che il Papa nella sua epistola nel 1257, per ottenere l'unione
ig, disse in termini espressi » che de' greci, concesse loro che nel sim-
•5 codesta grazia deriva dalla santa bolo della fede non recitassero la

" Sede, la quale colia pienezza del- parola Filioque, ciò che avea loro
" l'apostolica potestà, ha tratta co- permesso Innocenzo IV ,
purché
cos COS loi
sentissero in ciò come i latini. A stando Martino IV solenne-
fallite,

lai etti^llo inviò in iS'icea a Teodo- mente in Orvieto scomunicò il Pa-


ro Lascaris
il vescovo d' Orvieto leologo, censure che rinnovò nel
per farlo convenire alla biamata 1 282 7 maggio.
a'

imione. IVIichele Paleologo, per evi- Appena Bonifacio Vili si vide


tare gli sforzi clt'ir occidente , che sulla cattedra apostolica ,
procurò
voleva ricuperare Costantinopoli, fe- ricondurre i giteci scismatici all' u-
ce lusinghiere esibizioni ai Ponte- riione di essa ; ma per la loro osti-

fici sulla riunione delle Chiese. Cer- nazione, nel i3o7, Clemente V si

to è che nel concilio generale, ce- recò a Poitiers per trattare coi re di
lebrato nel 1274 in Lione da Gre- Francia, e di Navarra, aftine di to-
gorio X, i greci vi confessarono la gliere Costantinopoli agli scismatici.
processione dello Spirito Santo dal Innocenzo VI nel i3 53 da Avi-
Padre, e dal Figliuolo, e furono gnone spedì ambasciatori al Can-
così riconciliati per
decimaquar- la tacuzeno per trattar l'unione delle
ta volta colla Chiesa romana. Per due Chiese; ma il Canlacuzeno, che
la confessione di questo cattolico non era meno abile nella teologia,
domma ebbero gran parte il Car- nella che in politica, risj)0-
storia,
dinal di Tarantasia domenicano, se che ciò non poteva effettuarsi

che fu poi Innocenzo V, e il Car- senza la convocazione di un con-


dinal JMascio, che Gregorio spe- X cilio generale, cui assistessero i ve-
dì legato a Coslanlinopoli , e che scovi di ambedue Dipoi i partiti.

meritò in seguito il pontificato col nel i356 l'imperatore Giovanni


nome di Nicolò IV. Nel 1726 Paleologo si obbligò di ubbidire al
Giovanni XXI mandò legati al Pa- sommo Pontefice nell' istesso modo
leologo perchè ratificasse la pace degli altri imperatori e re cattoli-
della chiesa greca colla Ialina, giu- ci, e di adoperarsi per ridurre alla
l'ata dai suoi ambasciatori al det- stessa ubbidienza i greci, pregando
to concilio, ove tre volte si cantò Innnocenzo VI a mandargli un e-
dai padri greci, e latini il simbolo sercito per soggiogare turchi, e i i

Costantinopolitano colla giunta del- sudditi ribelli. Allora Innocenzo VI


la parola Filioque. Indi JNicolò III mandò due vescovi a Costantinopo-
scrisse al medesimo imperatore I\Ii- li per conchiudere gli accordi, ma
chele Paleologo, ed al suo figlio vedendo poi, che per la perfidia di
Andronico I, non che ai patriarchi alcuni, che favorivano il turco, l'im-
di oriente, e ad altri prelati greci, presa non avrebbe avuto propizio
acciocché confermassero la concor- riuscimento, ordinò al re di Cipro,
dia suddetta. Ricevè ancora lettere ai veneziani, ai genovesi, ed ai ca-
dall' imperatore , nelle quali rico- valieri gerosolimitani di Rodi, che
nobbe l'autorità del sommo Pon- dovessero mantenere nel porto di
tefice sopra tutte le chiese ,
gli Smirne il numero delle galere pre-
protestò la sua venerazione, ed af- scritte dalsuo predecessore Clemen-
fermò non solo di aver condannato te VI. Anche Urbano ebbe gran- V
lo scisma nella forma prescrittagli demente a cuore la conversione dei
dalla Sede apostolica, ma di ado- greci, laonde nel i 365 spedì a Gio-
perarsi altresì per vincere i greci vanni Paleologo i suoi legati invi-
ostinati. Tutte queste promesse re- tandolo ad unirsi alla Chiesa catto-
102 COS COS
lica, ed inviandogli in dono tre turchi. Sembra che Dio abbia vo-
Agnus Dei di cera benedetti. Per- luto punire questa chiesa per l'or-
suaso r imperatore dell' animo be- goglio de' suoi patriarchi. I sarace-
nevolo del Papa nel iSGg si re- ni, ed altri popoli barbari, come
cò in Roma, abiurò lo scisma, e abbiamo detto, la desolarono mas-
gli errori, confessando che 1' Euca- sime nei secoli IX, e X, devastan-
ristiasi può egualmente fare sì col do le più belle provincia del greco

pane azzimo, che col fermentato, e impero. Allora essi tentarono diver-
che il romano Pontefice ha il pri- se riunioni colla Chiesa latina per
mato su tutte le chiese del mondo. ottenerne soccorso ; ma perchè non
Gregorio XI vedendo che tultavol- erano guidati, in questo ap[);uente
ta i greci perseveravano negli an- ritorno, che da finzione politica, ed
tichi errori, nel iSyS, spedi due umano interesse, così non potè riu-
nunzi a Costantinopoli , uno fran- scire. Finalmente i turchi ridussero
cescano, l'altro domenicano, ed e- la Chiesa, e l' impero d'oriente sotto
sortò con efficaci lettere ed il clero, ad un medesimo servaggio.
il popolo a condannare interamen- Dopo che i greci incominciarono
te lo scisma e l' errore, ad onta che a disprezzare i romani Pontefici, ed
r imperatore avesse ciò fatto solen- Q scuoterne 1' ubbidienza, comincia-
nemente. rono i medesimi Pontefici a profe-
Martino V si adoperò molto per tizzare r eccidio del loro impero. Il
ridurre i greci all' ubbidienza della primo fu s. Leone I il grande nel
Chiesa romana. Però alia sua mor- V secolo; il secondo s. Gregorio I
te i nipoti s' impadronirono del te- Magno nel VI, poi altri, e final-
soro da lui preparato per sommi- mente Nicolò V con tremende pa-
nistrar r occorrente a' greci, i quali role. La medesima rovina aveva vati-
dovevano condursi al concilio gene- cinata s. Brigida, dicendo che se gre- i

l'ale, che poi celebròEugenio IV, co- ci con vera e sincera umiltà non si
me dicemmo superiormente, coli' as- sottomettevano alla Chiesa, ed alla
sistenza di Gio.
de' vescovi greci, fede romana, conformandosi intera-
VII, Paleologo e suo fratello del mente alle costituzioni, ed ai riti
Demetrio. Ivi si pubblicò il famoso della medesima, riconoscendo uni-
decreto dell' unione della chiesa gre- camente il primato nel sommo Pon-
ca alla latina, sottoscritto dal Papa, tefice, avrebbero provato lo sdegno

e da Paleologo coli' inchiostro )-os- divino.


so secondo l' uso degl' imperatori I patriarchi di Costantinopoli nei
greci. Ma ritornati i greci alla pa- primi secoli erano eletti dal clero
a suggestione di Marco d'Efeso
tria, della loro chiesa, e dai metropoli-
nel 1.445 tornarono all'antico scis- tani, e dai vescovi, che si trovava-
ma, nel quale perseverano, dopo la no in Costantinopoli nel tempo del-
XII volta, ovvero la XV , che si la loro elezione. Ma gl'imperatori
erano riconciliati colla Chiesa latina. presto abusarono del loro potere
Di sopra pur dicemmo quanto o- per nominarli eglino stessi, e per de-
però Nicolò V perla chiesa, ed im- porli dove fossero stati disgustati,
pero greco, eh' ebbe termine nel '
surrogandone altri. Si servivano ris-
1453 per essersi presa Costantino- petto a loro d'una specie d' inve-
poli da Maometto II imperatore dei stitura, dappoiché li mettevano in
cos COS loj
possesso della dignilù palriurcalc, e ntlla dignità, e indennizzarsi delle
davano loro il bastone o bacolo spese fatte. Questa sorte ai patriar-
pastorale pronunciando queste pa- chi non dubitai'ono d' intitolarsi

role: Dio clic mi ha fatto impera- con isfacciata impudenza. N. N. per


(ore, vi fa patriarca, in nome del la misericordia di Dio arcivescovo
PadrCj del Figliuolo, e dello Spi- di Costantinopoli, la nuova Roma,
rito santo, ec. e patriarca ecumenico, od univer-
Dopo che Maometto II espugnò sale.
Costantinopoli, la città essendo qiia- La loro cattedrale era s. Sofia,
M deserta, quel principe pensò a ri- che fu amministrata sotto gl'impe-
popolarla, e per quanto potè rac- ratori d'oriente da più di cinque-
che
colse dalle città vicine abitanti, cento ecclesiastici, con un milione di
erano scampati dal furore de' tur- rendite, ed ora è la principale mo-
chi, e v'invitò eziandio i cristiani, schea de'turchi. Al presente la cat-
dicendo loro che volendo dar con- tedrale del patriarca greco , de-
trassegni di benevolenza, desiderava dicata alla beata Vergine, è molto
che eleggesseio un patriarca tra di ricca, ed ha dappresso il palazzo
loro,per presiedere come prima agli patriarcale. In Roma il patriarchio
affari della loro religione. Essi eles- pel patriarca costantinopolitano era
sero Gennadio , ossia Giorgio lo dappresso la basilica vaticana.
Scolaro, e lo presentarono a Mao- La Tracia , regnando Costanti-
metto II, che lo ricolmò di onori- no, fu divisa in sei provincie chia-
ficenze. Essendosi informato di ciò, mate: i,° Europa, 2." Rodope, 3."
che gl'imperatori greci praticavano Tracia ,
4-° Emimonte, 5." Mesia

col patriarca cui avevano eletto, gli inferiore o seconda, 6." Scizia.
diede il pastorale, e lo fece accom- Commanville registra le pro-
pagnare montato sopra un cavallo vincie ecclesiastiche del patriarcato
ben coperto di gualdrappa , dai di Costantinopoli in quattro pro-
principali signori della sua corte vincie: ì° di Europa, a." di Piodo-

sino alla di lui chiesa. Giuseppe, e pe, 3.° di Tracia, 4-° di Eminonte.
Marco quindi furono successori nel La provincia d'Europa aveva per me-
patriarcato. Ma le cose presto cam- tropoli Eraclea, con ventisette sedi
biarono di aspetto. I trebisontini, arcivescovili, e vescovili per suffra-
che abitavano una parte di Costan- ganee. La provincia di Rodope ave-
tinopoli, bramosi di avere un pa- va per metropoli Trajanopoli con
triarca di loro nazione, cercarono tredici sedi arcivescovili, e vescovili
di supplantar il patriarca Marco, e per suffiaganee. La provincia di
surrogargli certo Simone loro con- Tracia aveva Filippopoli per metro-
cittadino. A tale effetto offiùrono al poli , con quindici sedi arcivescovi-
figlio del sultano mille scudi d'oro, li e vescovili per sufFraganee, e la
dal che venne il tributo chiamato provincia di Emimonte aveva Adria-
possessum, che si accrebbe a mi- nopoli per metropoli, con quindici
sura che trovaronsi uomini, quali i sedi arcivescovili
, e vescovili per
ne ambissero il posto, end' è che lo sufFraganee.
conseguirono quelli, che offì'ivano di Altre principali notizie ecclesia-
pivi. Dal canto loro siffatti patriar- stiche su Costantinopoli , e la

chi tutto vendettero pei" reggersi chiesa greca sono le seguenti.


io4 cos ros
11 czar di Moscovia Giovanni " to, cioè di sollecitare essa sfessa
Basiloivitz, che pel primo prese tal " presso il discendente e il succes-
titolo, equivalente a quello d'im- » re di Maometto, la deposi/ione
peratore, mandò i suoi ambascia- " del suo patriarca. Un calogen).
tori al Papa Sisto IV, per assicu- « impostole ingegnoso , sotto il

rarlo, che avendo rifiutato ricono- » manto della più fina ipocrisia ,

scere patriarca scismatico


il di » ne diede il motivo.
Costantinopoli, si confermava nel- » Era costui monaco della con-
l'unione colla santa Sede. Nel i6?.f) » gregazionc del monte Alhos, a
il Pontefice Urbano Vili ricevet- cui più che i sette suoi celebri
te ideputati di Partemio, patriarca monisteri, l'esemplarità de'cenobi-
di Costantinopoli, inviati per ren- ti fece dare il nome di monte san-
dergli ubbidienza come a capo della to. Allevato dunque nel centro
Chiesa universale , e per trattare di tutte le più rare virtù del
dei mezzi atti a riunire i greci alla chiostro, e con l'opinione di es-
Chiesa Romana. 11 Papa parlò fran- serne un perfetto seguace, uscì
camente in lingua greca cogli am- dal sagro suo ritiro, corse varie
basciatori, siccome fosse uno di lo- Provincie dell'impero ottomano,
ro. L'unione però non ebbe mai abbagliando i suoi nazionali con
efletto. Nel lungo pontificato di l'apparenza di una pietà straor-
Clemente XI, che regnò dal 1700 dinaria. Già la fama del suo me-
al 1721, più d'una volta egli ten- rito lo precedeva in tutti i luo-
tò riunir le due chiese, ma dovet- ghi dove passava, e giunto a
te conoscere, che il principale osta- Costantinopoli, gli fu facile ap-
colo, come dicemmo, si questa prevenzione
è perchè i profittare di
vescovi gi-eci scismatici dell'Asia in suo favore. Si guadagnò in
sotto dominio ottomano, sono in-
il un momento tutta l'attenzione, e
tronizzati dal sultano mediante una tutta la fiducia di sua nazione
tassa, che ad essi impone per credula ed amante delle novità,
met-
terli al possesso della giurisdizione. come appunto era stata in tem-
\erso la metà del secolo decor- po della sua grandezza sotto Pe-
so, il patriarca greco scismatico fu ricle, o Demetrio Falereo.
in Costantinopoli deposto, ed ecco » Il monaco fece dei prodigi
come lo racconta il Bercastel, Storia M che furono presi per miracoli, e
del cristianesimo, t. XXXII, pagina » incoraggito dall'ascendente che
75. » Una porzione di cristiani, che » aveva acquistato, non si curò nem-
*' un ha disgiunti dal-
fatale scisma » meno di colorire le sue frodi. 11

» la Chiesa romana dopo dieci se- » patriarca greco, temendo la ge-


" coli, e che, riguardo alla digni- » losia de' turchi, e sapendo la loro
>» tà e maestà della nostra religio- » attenzione in mendicar pretesti,
» ne, trascina miseramente i suoi w onde possano per ogni più leg-
*» giorni, come la sinagoga un tem- » giero motivo vessar quella de-
" pò sulle sponde deirEufrate, in " gradata nazione, mando il mo-
« una specie di schiavitù, presentò « naco in un paese lontano. L' e-
*> appunto in questi momenti, nel- M siliato eccitò una compassione
" la capitale dell'impero ottomano •> quasi generale. Si riguardò il suo
" uno spettacolo non prima vedu- » esilio come un oltraggio sangui-
cos COS io5
noso fatto all' innocenza, o come tolica religione nella Grecia, ed
il trionfo della malignila pre{)0- impero Ottomano, se ne tratta nei
tente. Le donne animarono i^li rispettivi articoli delle sedi vescovili,
uomini contro la pretesa crudeltà ed arcivescovili, come all'articolo
del patnarca, e gli uomini sem- Greci ( f^eclì) si riportano altre
pre sommessi al capriccio delle analoghe notizie. Piima però di
donne, accusarono il capo della descrivere lo stato delle missioni
loro religione al supremo tribu- cattoliche dei latini, e degli armeni
nale sublime porta otto-
della di Costantinopoli e sua giurisdizione,
mana, chiedendo la deposizione diremo del patriarca latino titolare,
delmedesimo. o in parlibus, residente in Roma, di
» Benché queste deposizioni sie- cui pure si parla all' articolo Pa-
no colà cosi frequenti, che non triarca [Vedi), e sue prerogative.
facciano impressione alcuna, i I sommi Pontefici conferiscono il

maneggi però ne sempre


sono titolo di patriarca di Costantinopoli
segreti, e la porta, non curando a qualche primario personaggio, ed
di far conoscere quali sieno le egli precede tutti gli altri patriar-
mani che abbianla spinta, fa chi. Le chiese in parlibus soggette
sempre la prima figura. Questa al patriarcato in parlibus, e che
fu forse la prima volta, che i nei concistori si danno dal Papa,
greci stessi abbiano tradotto il sono : Camack, Eritra o Coltre,
capo della loro chiesa a compa- Gercjpoli, Rosalia, Selinibria, Ser-
rire solennemente dinanzi a un ra, e Spigar. Fra quelli, che anti-
tribunale profano. Il patriarca fu camente portarono questo titolo, so-
deposto, e mancò poco che non no a rammentarsi :

fosse strangolato come Cirillo angelo Corraro veneziano, Car-


Lucar nel secolo precedente. Fu dinale di s. Chiesa, nel 1^06 eletto
subitamente surrogato da quello Papa col nome di Gregorio XII.
che gli accusatori avevano pre- Bessarione, monaco basijiano, gre-
sentato. co di nazione, fatto Cardinale da
» Un' altra porzione de' greci, Eugenio IV, e patriarca da Pio li.
persuasa dell' innocenza del de- Ebbe egli per successore Pietro IV
posto patriarca, si ammutinò, e de'minori francescani, che mori nel
portatasi tumultuariamente al i474) giacché ai tempi del Corra-
serraglio, domandò che fosse ri- ro, di Bessarione, e di Pietro IV,
stabilito. La porta dissimulò , non che di alcuno de' seguenti, co-
fìnse di acconsentire a tale sedi- me avvertimmo di sopra, i Ialini
ziosa domanda, per acquetare più s'ebbero un patriarca di giurisdi-
prontamente il tumulto j ma il zione per le provincie e chiese di
gran signore vivamente offeso oriente, che avevano de' vescovi di
dalle espressioni poco rispettose, rito latino.
delle quali eransi serviti alcuni Giovanni /Micheli veneziano, ni-
sediziosi nel fargli la domanda, pote di Paolo II che nel 1468 lo
diede ordine che fossero cattura- creò diacono Cardinale di s.Lucia
' ti, e lo stesso giorno furono pu- in Selci, donde passò al vescovato
'
niti col supplizio della gabbia". di Porto, e poi venne fatto patriar-
Per conto dello stato della cat- ca di Costantinopoli. Morì nel i5o3.
»o6 COS COS
Giovanni Borgia il seniore di Va- btolico, per presentare la berrclla
lenza, dallo zio Alessandro VI nel cardinalizia all' attuai venerando pa-
1492 creato Cardinale prete del ti- store della chiesa veneta Jacopo Me-
tolo di s. Susanna, poi patriarca di nico , nella quale occasione recitò
Costantinopoli. un analogo forbito discorso latino,

Francesco de Loris di Valenza, che in originale presso di me ge-


nipote di Alessandro VI, che da losamente conservo, insieme ad al-
tesoriere lo fece Cardinale diacono tre memorie della speciale beni-
di s. Mai'ia Nuova, col titolo di pa- gnità,con cui sempre si compiacque
triarca di Costantinopoli. riguardarmi Quindi il Pontefice
.

Marino Griniani veneziano, patri- lo preconizzò , e nella patriarcale


arca di Aquileja, col titolo di pa- basilica Liberiana, della quale lo
triarca Costantinopolitano, nel i527 aveva fatto canonico, solennemente
da Clemente VII annoverato al il consagrò in arcivescovo in parti-

sagro Collegio. bus di Nazianzo lo fece ascrivere :

Scipione Rebiba di Messina, go- alle principali congregazioni cardi-


vernatore di Roma, creato Cardi- nalizie, in qualità di consultore ; lo
nale nel i555 da
Paolo IV, col nominò uno de' prefetti deputati
titolo di s. Pudenziana, donde, a- alla commissione de' sussidii, e di-
vendo nel i56o avuto il titolo di stinguendolo con beneficenze e fa-

patriarca di Costantinopoli , nel vori, finalmente nel concistoro dei


1 074 passò al vescovato suburbica- 21 febbraio 1839 lo promosse al
rio di Sabina. patriarcato di Costantinopoli. Questo
Meritano inoltre special menzione distinto prelato ebbe riputazione di
gli ultimi tre patriarchi seguenti : profondo teologo, e canonista, co-
Giuseppe della Porta Rodiani, me era eziandio molto versato nel-
romano, traslato dall' arcivescovato la filosofia, e nelle scienze fìsiche,
di Damasco in pardbus, e fatto delle quali colle stampe ci diede i

patriarca di Costantinopoli da Leo- più utili, e chiari insegnamenti.


ne XII nel concistoro de' 1 6 mag- Fi-a essi sono principalmente a i-am-
gio 1823. regnante Pontefice lo
Il mentarsi gli Elementi di fìsica ge-

creò Cardinale prete di s. Susanna, nerale, che in sette tomi pubblicò


e poi vicario di Roma. nel 1822 co' tipi del Curti di Ve-
Giovanni Soglia di Casola Val- nezia. Questa illustre città lungamen-
senio diocesi d'Imola, fatto arcive- te lo ammirò prima di Roma noa
scovo di Efeso, e dal Papa regnan- solo per la dottrina, ma per 1' esi-
te traslato al patriarcato di Costan- mie virtù ecclesiastiche di cui era
tinopoli nel concistoro de' 6 aprile doviziosamente adorno, e nell'eser-
i83i; quindi nel i838 creato da cizio di provveditore dell'imperiai
lui Cardinale del titolo de'ss. Quat- regio liceo convitto ove fece fiori-
tro Coronati, e vescovo d' Osimo e tissimi allievi, e nella dignità di
Cingoli. canonico onorario della basilica pa-
Antonio Maria Traversi, nato in Uiarcale di s. Marco, e nella col-
\ euezia a' 2 1 febbraio 1765, dal tura d' ogni scienza sagra e profana,
regnante Gregorio XVI, suo antico, per cui meritò di essere fatto pre-
e tenero amico, fu successivamente sidente della cospicua nostra acca-
dichiai'ato nel 18 34 ablegato apo- demia di religione Cattolica. L'au-
2

cos COS 107


gusto monarca Fiancesco I di glo- cioè presso la cappella Sforza, ossia
riosa memoria, decorollo della gran presso il coro d'inverno de' canonici.
medaglia d'oro del merito civile, Tra gli altri onori funebri resi a que-
che con solenne pompa gli fu confe- sto prelato, rammenteremo l'esequie
rita nell'aula del sopraddetto liceo di celebrategli in Venezia dall' Imp.
Venezia. Amantissimo degl'indigenti, Regio liceo nella chiesa di s. Ca-
vescovo zelante , benigno ed amo- terina. V intervennero il Cardinal
revole con tutti , massime co' suoi Monico patriarca , i professori del
domestici, dopo lunga malattia spi- liceo, ed il clero curato della città.
rò in Roma nel bacio del Signore Il eh. professore emerito del me-
a' 1 settembre
1842, assai com- desimo liceo abbate Bellomo lesse
pianto ed encomialo. Il complesso un affettuoso elogio funebre, il qua-
di sì preclare doti gli guadagnò le dal sacerdote d. Lorenzo Gallo,
sino dalla sua gioventù, ed ancor censore emerito dell'I. R, liceo stes-
diacono, ed intima con-
l' affezione, so , in testimonianza di affelluosa
fidenza del sommo Pontefice Gre- venerazione pel defonto, fu pubbli-
gorio XVI, il che basta per formare cato nel 1843 nella tipografia Pas-
il più magnifico elogio all' egregio seri Bragadin.
prelato, che per ben tre volte videsi
onorato nella sua residenza, dalle
sovrane visite del capo della Chiesa. Stato presente, ossia statistica delle
Nell'ultima sua volontà, oltre i missioni in Costantinopoli, sog-
parenti e i domestici cui era affe- gette alla giurisdizione del vicario
zionatissimo, giustamente furono di- apostolico^ insignito del carattere
stinti col dono della biblioteca, e vescovile con titolo arcivescovile
gabinetti di fisica, e storia naturale in partibus.
i religiosi della compagnia di Gesù,
e i Passionisti con diversi arredi e
paramenti sagri, insigni reliquie ec. La residenza del vicario aposto-
Kella suddetta basilica gli furono licOj dalla santa Sede
dipendente
celebrale decorose esequie, ed ivi il per r organo della Sagra Congre-
suo cadavere restò tumulato. 11 gazione di Propaganda Fide (Fedi),
valente, e eh. scultore cav. Giuseppe e in Pera presso la chiesa catte-
Fabris, molto stimato dal defonto, drale pei latini della ss. Trinità,
per fare una dolce sorpresa al lodato tiene anche a sua disposizione la
Pontefice, con nobile, e lodevole chiesa, e la casa di s. Giorgio ia
divisamento, ne ricavò dal volto la Calata con un cappellano incaricato
maschera, e con essa potè formarne ad assistervi. Il clero secolare è
il busto di gesso, che vivo ce lo composto di ventuno sacerdoti dio-
ricorda. Quindi dopo otto giorni cesani, e il regolare di otto lazza-
ne fece omaggio al medesimo Papa, risti della provincia di Francia, di
che, in segno di singoiar gradimen- sette riformati, di cinque domenica-
to, commise di trasportarlo in
gli ni, di otto conventuali, di tre cap-
marmo. Questo busto va a collo- puccini, e di due minori osservanti,
carsi convenientemente, e con iscri- i quali però abitano in un medesimo
zione di lode scolpita in marmo, convento coi riformati, e sotto un
nella patriarcale basilica Liberiana, comune superiore, ossia prefetto
io8 COS COS
apostolico. Il numero de' cattolici di stali, oltre i tre nazionali, francese»

Costantinopoli, compreso Pera e austriaco, e sardo. Finalmente vi è


Calata, ascende a novemila, secondo una casa di rifugio per poveri, e i

la recente relazione dell' attuale vi- due casse pel sollievo dei medesimi.
cario apostolico monsignor Giuliano Le risorse delle chiese parrocchiali,
Hillerau arcivescovo di Petra. sono gì' incerti, e le limosine.
La città di Costantinopoli, coi Salonicchi o Tessalonica, pro-
detti due sobborghi di Pera e di vicariato , lontano dalla capitale
Calata, si divide in tre parrocchie; quindici giorni. Un sacerdote laz-

il villaggio Buyukdere con i


di zarisla n' è superiore; vi è inoltre
dintorni ne forma una quarta, e un parroco, e cappellano fi'ancese :

queste sono stale affida le fino dal il numero de' cattolici ascende a cen-

momento della loro erezione a di- tocinquanta. Eravi una chiesa par-
verse corporazioni religiose, cioè la rocchiale dedicata a s. Luigi, eretta
parrocchia di s. Pietro di Calala ai anticamente dai gesuiti , ma fu
domenicani ; quella di s. Maria di distrutta dal fuoco del i83c): for-
Pera ai francescani riformati ; quella tunatamente però gli oggetti neces-
di s. Antonio di Pera, e l'altra di sari al cullo furono salvali. Vi sono

s. Maria in lluyukdere ai minori due scuole, una per i maschi di-


conventuali. Oltre queste quattro retta dagli slessi missionari, ed una
parrocchie, vi sono le nominale per le ragazze, eh' essi sostengono
chiese, cioè la cattedrale della Ss. col pagarne le maestre. Le risorse
Trinità, e quella di s. Ciorgio, e pel sostenimento della chiesa, e dei
la chiesa di s. Benedetto in Calata missionari consistono nelle questue,
dei lazzaristi. Oltre le sei comunità ed oblazioni de' fedeli, e negli af-
religiose sunnominate, un' altra di fìtti di alcune botteghe e case, che

donne se n' è stabilita da poco tem- rendono circa ottomila piastre tur-
po nel sobborgo di Calala. L'isti- che, equivalenti a quattrocento scudi
tuto delle monache sotto il nome romani in circa.
di Figlie della Carità fu intera- Angora o Andra nella Galazia,
mente fondato nel iGSg. Le mona- pro-vicarialo lungi da Costantinopoli
che per ora sono quattro, e fanno quattordici giorni di viaggio. Non
la scuola a centocinquanta ragaz- vi è alcun sacerdote di rito latino,
ze povere. Cli stabilimenti di edu- ma soli sacerdoti arn)eni. Vi è un
cazione per la gioventù, sono per i piccolissimo numero di cattolici la-

maschi il pensionato, e l' esternalo tini, e questi nelle necessità ricor-


dei lazzaristi a s. Benedetto in Ca- rono agli armeni cattolici: così an-
lata, e la scuola gratuita che tiene cora non avvi chiesa di rito latino.
ognuna delle tre parrocchie. Per le Ei^enwi, pro-vicarialo nell' Ar-
femmine, oltre il suddetto istituto menia maggiore. Non vi è alcun sa-
delie Figlie della Carità, evvi una cerdote, né vi sono chiese di rito lati-
scuola, ove si paga una pensione, no, ma soli sacerdoti armeni: visone
sotto la parrocchia di s. Antonio, quindici cattolici Ialini, che nelle
ed un'altra sotto la parrocchia di necessità ricorrono agli armeni cat-
s. Maria. Vi sono ancora molti tolici.

maestri di lingua francese, e due Acalziche ,


pro-vicariato nella
ospizi, e due ospedali per gli appe- Armenia maggiore. Havvi un mis-
,

cos COS 109


sionario cappuccino speditovi dal ganda Jìde, nell' affitto degli stabili
prefetto delle missioni di Gioigia. suddetti, nelle questue, ed in pochi
Vi è un piccolo numero di cattolici incerti.

latini, ed una chiesa con ospizio Dardom'a, di là dal canale del-


dei cappuccini. l' mancanza del cap-
Ellesponto. In
Bursa, pro-vicariato. Non vi so- pellano del console francese, suppli-
no cattolici di rito latino, né sa- sce il parroco di Rodosto all' assi-

cerdote, ne chiesa di tal rito : i stenza spirituale de' fedeli. Vi si

pochi latini che vi sono, ricorrono contavano per lo addietro sette-


nelle loro iiecessità spirituali ai sacer- cento cattolici latini : evvi una
doti armeni cattolici di commissione, sola cappella del console francese.
Adrìanopoli pro-vicariato.
,
Vi Buyukdere, villaggio lungi da
sono due soli sacerdoti, cioè un mi- Costantinopoli circa otto miglia
nore conventuale, ed un pinete seco- presso le foci dell'Ellesponto. Vi
lare, che amministrano le missioni. sono due religiosi conventuali, e:
I cattolici latini ascendono a cen- con essi un prete secolare addetto
tosettanta : vi è la chiesa di s. al servigio della chiesa : i cattolici
Maria de' minori conventuali. Le latini ascendono a quattrocento die-
risoi'se pel sostenimento della chie- cinove. Vi è una cappella colla casa
sa, e dei sacerdoti consistono nelle parrocchiale annessa, ed una unica
questue, che si fauno ogni giorno scuola gratuita diretta da un mino-
alla messa. re conventuale pei maschi, ed una
RoLÌoslo^svWdi Propontide, dislau- per le femmine diretta da una
te cento miglia da Costantinopoli. monaca del terz' Ordine. Questa
Questa missione fu amministrata parrocchia fu eretta a tempo di
sul principio dai gesuiti, ma in se- monsignor Fonton vicario apostolico,
guilo i vicari apostolici incomincia- e da lui affidata ai conventuali, che
rono a mandarvi missionari. I fedeli vengono rimossi dal loro prefetto
di Rodosto, desiderando ardentemen- apostolico. Le risorse della parroc-
te di avere un sacerdote fìsso, chia riducono a due questue an-
si

hanno fatto grandi sforzi per assi- nue, che si fanno da persone seco-
curargli un piccolo mantenimento lari nelle case, oltre le oblazioni
con donare alcuni piccoli stabili alla de' fedeli.
chiesa. I cattolici latini ascendono Metelino, già Mitilene, l'antica
a quarantadue. La chiesa di Rodo- Lesbos. Non vi è missionario sla-
sto riconosce per suo fondatore un bile. Vi dimorano pochi cattolici
nobile di Ungheria per nome Ra- stabilmente, ma diversi avventizi ve
goski, che si rifugiò in Costantino- ne concorrono non evvi chiesa.
:

poli nel tempo della guerra degli Butta, già Pruta in Bitinia, Bil-
ungheri coi tedeschi. Le risorse del legich vicino a Burla, e le seguenti
missionario, che deve pensare a sono tutte città dell' Anatolia di-
mantenere la cappella, ed a conser- pendenti da questa missione; cioè
vare in buono stato i piccoli stabi- Amaiea , Marrevan,
Calcedonia ,

limenti ad essa appartenenti, consi- Servas, Cirino,Ambcher, Eziurgan,


stono in una pensione di cinquan- Bibrich, Eghin. In dette città non
ta scudi che gli passa la sagra con- vi suno sacerdoti, né si conosce il

gregazione cardinalizia di Propa- numero de' fedeli.


no COS COS
Cutaja. Non vi è sacerdote fìsso, circa quattromila. Hanno la chiesa

ma di frequente ivi si reca uno parrocchiale della Concezione,


ed
da Costantinopoli. Nelle necessità un buon ospizio, ove tengono scuo-
spirituali, il piccolissimo numero la pubblica gratuitamente. Vi è
de' cattolici latini, che trovansi in pure un grande ospedale sotto il
questo luogo, ricorre agli armeni titolo di s. Antonio tanto pei na-

cattolici. zionali che pegli esteri. Il coiìvento


Smirne, cioè missione de' dome- e l' ospizio possiede cinque vasti

nicani di Costantinopoli fuori del magazzini per mercanzie, e diver-


patriarcato. Negli anni scorsi vi era se case. Paga esso scudi duecento
un solo religioso. 1 domenicani vi annui all'arcivescovo di Smirne in
hanno un ospizio, senza chiesa, con vigore d'un decreto della congrega-
im solo oratorio interno per loro zione di Propaganda.
uso, è si occupano soltanto in pre- Burnahat, o missione de'minori
dicare in lingTia turca, confessate, riformati in Costantinopoli, fuori
far la scuola ec. Questo ospizio ha del vicariato apostolico. Vi è il pre-
una rendita di vari censi, ed altra sidente, ed il parroco con l'aiuto

ne ritrae dall'affitto dell'ospizio me- di un altro missionario. I cattolici

desimo. ascendono a circa cinquecento, han-


Va qui notato che dei prefetti no la chiesa parrocchiale sotto il

delle diverse missioni già nominate titolo di s. Maria, che nel i83i fu
e residenti in Costantinopoli (ad ec- costruita di materiale, e fu benedet-
cezione de'minori conventuali) oltre ta: prima era di legno.

le parrocchie ed ospizi di sopra in- Scio, missione de'minori rifor-

dicati, hanno ancora fuori del vi- mati di Costantinopoli, fuori del
cariato apostolico patriarcale di vicariato apostolico. Vi è un solo

Costantinopoli, ed in altre diocesi, religioso presidente. Hanno la chie-

parrocchie ed ospizi ai quali i pre- sa di s. Antonio con l' ospizio, di

fetti destinano rispettivamente mis- i cui si servono anche i domenicani,


sionari, che da essi dipendono e quando vi sono. Dopo la distruzio-

ricevono la facoltà, e sono i se- ne della cattedrale è stata finora


guenti. officiata dal clero secolare. La scuo-
Scio nell'Arcipelago. Attualmente la si fa da un sacerdote secolare.

non vi è sacerdote : vi è l'ospizio Tine, missione de'minori riforma-


con cappella diruta. Alctmi fondi ti di Costantinopoli, fuori del vica-
detti della pia opera Calomati di riato apostolico. Vi è un solo reli-

Scio sono rinvestiti in Roma, e ren- gioso nell'ospizio di s. Antonio, co-


dono annui scudi cinquantotto, che me un solo laico abita quello di
si pagano dalla congregazione di s. Francesco: presso ambedue evvi

Propaganda. Questa missione è dei la chiesa. Inoltre vi sono diverse


domenicani di Costantinopoli, fuo- terziarie francescane che istruiscono
ri del patriarcato. le vivono esse in perpe-
fanciulle;
Sininie, cioè missione de'riforma- tua comunità per soli dieci giorni
li di Costantinopoli, fuori del vi- dell'anno, passandone il rimanente
cariato patriarcale. Vi sono un vice- ognuna nella propria casa: prima
prefetto, un guardiano, vari religio- di compir quarant'anni di età non
si, e qualche laico : i cattolici sono sono ammesse ai voti. Per decreto
cos COS in
della congregazione di Propaganda notarsi, che oltre i luoghi anzidet-
rimane sospesa la vestizione di tali ti, i cappuccini avevano ospizi in
terziarie. Andi'os, Patmos, Argentiera, Sus-
Rodi, missione de'minori rifor- sante. Salalia, Paros, Parchias, A-
mati di Costantinopoli , fuori del gousta, Atene, Canea, Milo, ec. Que-
vicariato un solo
apostolico. Vi è sti ospizi al presente o sono distrut-
religioso nell'ospizio. Il numero dei ti, o derelitti per mancanza di mis-
fedeli ascende circa a cinquanta. Han- sionari, a riserva di Canea, ove ri-
no la chiesa parrocchiale sotto il ti- trovasi un religioso. Va pure av-
tolo della Madonna della Vittoria vertito , che i cattolici in questi
annessa all' ospizio. II religioso ha luoghi o più non esistono, o vi so-

l'obbligo di far la scuola gratis. no in picciolissimo numero, ed in


La chiesa è sotto la protezione au- pericolo di abbandonare la religio-
striaca. ne cattolica per mancanza di spiri-
Smirne , missione de'cappuccini tuale assistenza.
di Costantinopoli, fuori del vicaria-
to apostolico. Vi sono alcuni reli- Blissioni dei signori Lazzaristi di
giosi, uno ha il titolo di
de' quali Costantinopoli, fuori del vicaria-
superiore, o vice prefetto, un altro to apostolico.
ha l'obbligo di fare la scuola. I
cattolici ascendono a circa tre mi- Smirne. Vi è il superiore della
la: hanno la chiesa parrocchiale de- missione con un compagno. La lo-

dicata a s. Policarpo, annessa all'os- ro chiesa fu incendiata, esercitano


pizio , e sta sotto la protezione però l'uffizio di missionari in altre
francese. I cappuccini vivono coi chiese, e alla marina in più lingue.
proventi parrocchiali , e con una Le rendite sarebbero sufficienti per
rendita annua di circa mille e die- tre missionari. Tengono scuola pub-
ci piastre, che ricavano dall'affitto blica, e si occupano in modo spe-
di una casa, d'un magazzino, di ciale di fare il catechismo, e dispor-
sette botteghe, e di vm mercato. re ai sagramenti della confessione,
Naxin, missione de'cappuccini di e comunione Naxia. i marinari.
Costantinopoli fuori del vicariato Vi è il superiore dell'ospizio, con
apostolico. Vi è un solo religioso: im compagno, ed un laico. Han-
hanno la chiesa con comodo ospizio. no una chiesa assai bella, annessa
Sira,
missione de' cappuccini di all'ospizio, sotto la protezione fran-
Costantinopoli, fuori del vicariato cese. I fondi delia chiesa sono con-
apostolico. La loro chiesa è annessa siderabili, ma amministrati, e col-
all'ospizio, sufficiente
per l'abitazio- tivati dai greci. Santorino. Vi è un
ne di tre religiosi negli anni pas- : sol missionario: hanno una bella
sati vi erano alcune terziarie cap- chiesa colla casa annessa ove ten-
puccine. Di recente furono spediti gono pubblica scuola insegnando
vari missionari per rimpiazzare le la dottrina cristiana, la lingua fran-
missioni vacanti. cese, e qualche scienza relativa ai

Scio, missione de'cappuccini di bisogni del paese. Insufficienti sono


Costantinopoli, fuori del vicarialo i fmdi; ma amministrati e coltiva-
apostolico. Hanno la chiesa sotto il ti dai cattolici: la Francia però vi
palazzo del console francese È a supplisce con un'annua pensione.
112 cos COS
Aleppo. Vi è il superiore con un a poco saranno tutte riattivate con
missionario, i quali esercitano l'apo- immensi DD dei cristiani.
vantair^i
stolico ministero nella sola lingua
araba. Non hanno in questo luo- Notizie sul patriarcato armeno di
go chiesa propriamente detta, ma Costantinopoli j e sulla sede me-
un edifìzio di pietra è interamente tropolitana primaziale.
dedicato al servigio divino. L'anti-
ca casa fu distrutta dai terremuoti, La differenza tra gli armeni sci-

ed è stato costruito un altro picco- smatici consiste, che i primi rico-


lo edifizio colla pensione regia. Que- noscono due nature in Cristo, e gli
sto stabilimento, come tutti gli al- ultimi non ne riconoscono in lui
tri, ha una tenuissima rendita. Da- che una. Questa divisione rimonta fi-
jnasco. Vi sono due missionari, i no al concilio di Calcedonia nel 4'ì> i.
quali predicano e confessano in lin- Una parte degli armeni si dichiai'ò
gua araba: hanno una chiesa, o per quel concilio generale, l'altra
cappella, colla casa annessa. An- lo rigettò, e ne risultò una divi-
che questa missione di Costantino- sione, che dura ai di nostri. Il mag-
poli ha mancanza di rendite. Àn- gior piede lo prese quando i calilli

tiira. Vi sono due missionari, che saraceni invalsero l'Armenia, giac-


esercitano il ministero apostolico nel- ché innanzi questo tempo, e per
la sola lingua araba; essi hanno l'influenza de'patriarchi di Costan-
ancora il monistero delle salesia- tinopoli, e per opera di qualche
ne. Hanno una cappella con ca- patriarca o vescovo armeno, che
sa , e scuola annessa. Questo sta- anche in mezzo allo scisma non
jjilimento è situato verso le ra- mancarono di fiorirvi per dottrina e
dici del monte Libano. La cassa per zelo di religione illustri, a quan-
comune supplisce alla pochezza do a quando facevano ritorno all'uni-
delle rendite. Tripoli. Hanno una tà cattolica. Dopo l'invasione de'sa-
piccola fabbrica di recente restau- raceni, furono gli armeni cattolici
rata e compita, s' ignorano le rendi- quasi obbligati per due secoli ad
te, e solo si conosce, che sono molto esercitare il loro culto segretamen-
ristrette. E poi da avvertirsi, che i te, e solo nel tempo delle crociate
signori lazzaristi si trovano sostituì- poterono ritirarsi dove
in Cilicia ,

li ai p. gesuiti nelle sopraddette formarono un regno. Questo paese


missioni di oriente, con decreto dei vide una serie di re e di patriarchi
2r novembre 1782. Molte delle cattolici fino dal secolo XIV. I pro-
antiche missioni gesuitiche restano gressi de'turchij e la caduta di Co-
tuttora abbandonate, e sono quel- stantinopoli in loro potere, posero
le di Sira, Scio, Antilibano, ov'era fine al regno di Cilicia, e l'ultimo
prima il seminario, s. Elia, Cairo, patriarca armeno cattolico si rifugiò
Saida, ov' erano chiese, e collegi al monte Libano, ove i suoi suc-
diretti dai detti benemeriti religio- cessori hanno continuato sino ai
si. Nondimeno in alcune parti so- nostri giorni a godere il titolo, ri-
nosi di già introdotti nuovamen- conosciuto dalla santa Sede, di pa-
te, come in Tine, nella Grecia e triarca della nazione armena di Ci-
IVlorea, nella Siria ed in altri luo- licia.
ghi , e non si dubita che a poco Avendo dunque INIaometto II im-
cos COS ii3
peratore de'turchi, nel i45^3, espu- delle proprie chiese, e l'esercizio
gnata Costantinopoli, comandò che della religione cristiana.
Gioacchino, ai'civescovo armeno del- Tale si fu l'origine del pastore
la città di Bursa, o Prusa, già ca- armeno di Costantinopoli, ed in
pitale di Bitinia, venisse presso di proporzione che crebbero gli abi-
lui con buon numero di fami- tanti della città, gli armeni giun-
glie armene ed essendo
, il det- sero ad un numero assai copioso,
to sultano loro favorevole, asse- si in essa che ne' dintorni. Dalla
gnò ad essi un luogo determinato, presa adunque di Costantinopoli
affinchè abitassero unitamente par- può dirsi che cominci la sua epo-
te in Galata, e parte in Costantino- ca, la posizione odierna della na-
poli stessa. Quindi, con suo firma- zione armeno -cattolica, e quella de-
no, ordinò che Gioacchino fosse ri- gli armeni scismatici. Da quel tem-
guardato dai suoi nazionali , non po gli armeni cattolici di tutto il
solo qual capo gerarchico per le dominio ottomano erano assistiti in-
cose della loro religione; come distintamente da ogni sorte di sa-
già lo riguardavano indipendente- cerdoti cattolici; ma nell'anno 1740»
mente dal suo sovrano comando; in cui si stabili da Benedetto XIV
ma eziandio qual suo luogotenente la sede patriarcale di Cìlicia [P^e-
politico per tutlociò, che riguarda- di), monte Libano, gli
residente in
va la loro quiete e la suddita loro armeni cattolici sono stati sempre
fedeltà, e diedegii il titolo di Pa- divisi in due parti, una soggetta
trik, ossia patriarca, siccome lo a- al patriarca di Monte Libano, che
veva dato anche prima, o, per me- estende la sua giurisdizione sopra
glio dire, aveva confermato anche gli armeni della Cilicia, ed Arme-
a Gennadio, virtuoso patriarca dei nia minore; l'altra riunita in sette
vinti greci. missioni, tre delle quali nella Bi-
Inoltre Maometto II accordò a tinia, cioè Bursa, Bilezik, Reoteja;
Gioacchino autorità sopra tutti gli una nella Galazia, cioè Ancira, cit-
armeni domiciliati nella Grecia, e tà grande di tal provincia, ove sol-
nell'Anatolia, o Asia minore, talché tanto esistono armeni cattolici nel
a piacer suo potesse comandare ai numero circa di quindicimila ; in
vescovi, ed ai prelati nazionali su- Trebisonda capitale del Ponto di
bordinati alla sua giurisdizione, mu- Cappadocia; in Erzerum, città ca-
tandoli, confermandoli, deponen- pitale dell'Armenia maggioi*e; in A-
doli, secondo che avrebbe giudica- calziche, detta comunemente Gior-
to più conveniente, ed intimò alla gia citeriore, pro-vicariato che si
nazione che tutti gli ubbidissero, e estende fino al Ponto Eussino, e si

lo rispettassero qual suo incaricato suddivide in ventiquattro provincie,


di adfari loro, senza eccezione al- regolate da un prò -vicario. Queste
cuna o distinzione, come che fosse sette missioni comprendono, secon-
di rito, o credenza diversa. Dopo do le più recenti relazioni, un lìu-
tal sovrana dichiarazione pubblica- mero lii circa centocinquantamila
ta nel i46r, mentre il Pontefice armeni cattolici, i quali fino alla
Pio II era intento a reprimere le metà del decorso secolo sono stati
conquiste de'turchi ,
permise agli immediatamente soggetti al vicario
armeni suoi sudditi l' uso libero patriarcale latino di Costantinopoli.
VOL. xviu. 8
ii4 cos cos
Ma il numero armeni cattolici
degli connazionali, ed anche di reclamare
di Costantinopoli, che in principio il potere esecutivo (qualora ciò fos-

ascendeva a poche centinaia, si se necessario), il quale quasi sempre


iTioltiplicò a dismisura così, che al- si fidò ciecamente dei rapporti dei
l'epoca dell'elezione di Pio Vili patriarchi. Qui rammenteremo le

ascendevano nel 1829 a quaranta- persecuzioni del 1707, quella del


cinque mila. Perciò si vide la ne- ^770, che diu"ò sette anni, del
cessità di costituire ad essi un capo, 1809, del 18 12, e del 1816. II
che sotto la dipendenza del vicario principio della porta ottomana di
patriarcale latino, e rappresentando riconoscere il solo patriarca scisma-
la persona del vicario medesimo, tico per capo spirituale della na-
presiedesse non solo ai costantinopo- zione armena, non solo sottomette'
li'atii, ma ancora agli altri dispersi va gli armeni cattolici al detto
nelle altre missioni. Questo vicaiio patriarca scismatico, ma li rende-
venne insignito del carattere epi- va dipendenti da lui nell' ammini-
scopale, e prese il titolo di vicario strazione di alcuni sagramenti, e
apostolico, ed il terzo fu monsignor nella sepoltura. Perchè in forza
Papas, che fiorì nella detta epoca, dello stesso principio, non avendo
Dopo queste nozioni generali, pri- mai il governo turco permesso agli
ma di descrivere l' istituzione della armeni cattolici di aprir chiese, e
sede metropolitana primaziale, fatta dovendo nel tempo stesso far con-
in Costantinopoli dal medesimo Pio stare al governo i loro neonati, i

Vili, diremo dei principali avve- matrimoni, e i defonti; erano stali


nimenti, che precedettero quest' e- obbligati a ricorrere alle chiese
poca sì memorabile. scismatiche, pel battesimo, per la
Nel i6o5 in circa gli armeni benedizione nuziale, per la sepoltura,
scismatici cominciarono ad avere Essi però ricevevano nelle case
un ecclesiastico in Costantinopoli col private dai missionarii cattolici gli
titolo di patriarca, quantunque sia altri sagramenti, e in caso di ne-
piuttosto un vicario di quello di cessità si rivolgevano alle chiese la-
Ezcmiazin, e talvolta non sia nep- tine. Gli armeni cattolici, in mezzo
pure insignito del carattere vescovi- alle persecuzioni, altro appoggio non
le. Per tal motivo egli è uno de' pa- avevano se non quello delle lega-
triarchi minori, poiché dipende da zioni cristiane a Costantinopoli. I mi-
quello di Ezcmiazin come suo , nistri delle potenze cristiane, scuo-
Ticario. L' altro poi è quello di prendo gl'intrighi de' patriarchi, ed i

Gerusalemme, che ripete la sua mezzi che impiegavano per eccitare la


origine dai califfi di Egitto, ed è persecuzione contro gli armeni calto-
potente. Nella lunga serie delle per- liei, i quali abbisognavano soltanto
secuzioni sofferte dagli armeni cat- di un organo per difendere la loro
lolici, non ve n'ha alcuna, che non causa innanzi al governo turco, con-
provenga dai patriarchi scismatici, siderarono da quel momento qual
i quali prima essendo soli ricono- dovere di umanità l' interessarsi per
scinti dal governo per capi spiri- la sorte di questi infelici,

tuali della nazione armena, avevano Avanti il secolo XVIII, i patriar-


ai loro occhi non .solo il diritto, ma chi scismatici armeni di Costantino-
r obbligo di sorvegliare sui proprii poli, e tutti gli altri prelati armeni
e OS COS ii5
costituiti, come dicemmo, dal go- In questo fatai momento tutto
verno ispettori immediati civili dei fu confusione e turbamento nella
loro sudditi spirituali, riunivano, chiesa armena di Costantinopoli. La
come i cadi turchi , nella loi'o serie de' patriai'chi, che si succedet-
persona i due poteri, ed esigevano, tero dal principio del secolo XVIII
ed ottenevano una subordinazione sino al 1780, ci presenta quasi una
perfetta tanto riguardo al culto, serie non interrotta di calamità e
quanto riguardo alla polizia, senza di pericoli per conto della i-eligione.
che si fosse mai manifestata nei Il partito aderente ai patriarchi, ve-
sudditi mentovati alcuna resistenza dendo che ogni giorno accrescevasi
ai loro superiori, e senza che in l'animosità de' cattolici, li ricambiò
questi nascesse il menomo sospetto con maggior dispetto, trovandosi
di aver tra i loro dipendenti alcun spalleggiato dal governo. Per quan-
refrattario, o ribelle. Tutto era con- to alcuni patriarchi cercassero di
cordia e pace, né discussioni, o con- conciliare la concordia, e le coscien-
troversie religiose, che tendessero ze alla pace, o non vi riuscirono, o
alla sedizione, eransi introdotte nel furono eglino stessi la vittima della
popolo armeno soggetto al gran propria lenità, e dell' altrui perfi-
signore. Ma in un momento, come dia. Soltanto r indole del patriarca
racconta il Bercastel nella Storia Giovanni Golot, che governò la sede
del Cristianesimo, tutto cambiò di armena di Costantinopoli per più.
aspetto, e il mal inteso zelo, e la di vent'anni, valse a dissipare lutti
poca prudenza d'alcuni fu causa di i nembi procellosi, che per parte
molti mali, spargendosi che non era de' turchi erano pronti a cadere
lecito ad un armeno cattolico di sulle teste dei cattolici nella capitale
intervenire ad alcuna funzione nelle dell' impero.
chiese degli armeni scismatici. Laon- In Ancira nell'Anatolia, già ca-
de, senza il menomo riguardo, pre- pitale della Galazia, il patriarca
sero a frequentar le chiese de'fran- suddetto aveva sette chiese possedute
chi, o latini, a fronte dei terribili dai prelati, e sacerdoti della sua
divieti del sovrano, che per motivi ubbidienza. Dopo aver Mosè Scirin,
politici ne pi'oibiva 1' accesso, e al- vescovo di Ancira, governato il suo
lora fu che la moltitudine si divise gregge per otto anni continui con
pubblicamente in due fazioni con- somma prudenza, si recò nella chie-
trarie e nemiche. Non si creda però, sa di s, Gregorio Illuminatore, che
che la sublime porta volesse vio- è la principale di Ancira, ed alla
lentare le coscienze, ed astringere presenza di numerosa moltitudine,
alcun armeno ad uniformarsi alla dichiarò solennemente, eh' egli era
credenza del patriarca pro-tempore, stato sempre cattolico, e che da
che anzi essa lasciava ognuno in buon cattolico voleva pur morire
propria libertà, senza punto inge- nella comunione della s. Chiesa Ro-
rirsi intorno alla fede e la religione; mana, e col massimo fervore esortò
e ciò avveniva, perchè era persuasa gli armeni dissenzienti a deporre i

che fossero infedeli coloro che non era- pregiudizii, e le gare nazionali, e
no mussulmani, motivo per cui non ricovei'arsi con sincerità di cuore
prendeva altro interesse di religione, nel seno della Romana Chiesa, ma-
che quello spettante alla propria. dre, e maestra di tutte le chiese,
ii6 COS COS
fuori della quale non havvi luogo 1780 di riavere le loro chiese, seb-
a sperare salute. Dal patriarca Go- bene neir anno seguente un capigi
lot fu dato a Mosè in successore Gia- Basci gliele ritolse per la terza vol-
como NaI, che dipoi gli successe ta, senza speranza di più possederle.
nel patriarcato, e quindi si accrebbe Mentre erano patriarchi armeni
rapidamente il numero de' cattolici, di Costantinopoli Giacomo Nal, e
e tutto quel popolo di armeni a- Gregorio Diodati la sorte degli
,

vrebbe deposte le sue sinistre pre- armeni riguardo alla religione non
venzioni, ed abbracciato di buona soggiacque a spiacevoli avvenimenti.
fede il cattolicismo, se il padre delle Per la rinunzia di Gregorio, fu
discoitlie non avesse turbata la pa- eletto patriarca Zaccaria, il quale
ce, e la scambievole carità, che vi venne eccitato dagli stessi ministri
regnava. ottomani a reprimere i cattolici, che
Anche in Ancira
armeni cat-
gli non cessavano di mostrare avver-
tolici incominciarono ad astenersi sione alle chiese armene degli sci-
dal frequentare le chiese de' loro smatici, a deriderne i riti, ed al-

nazionali eterodossi, e a dividersi l'opposto frequentavano quelle latine


in due partiti ; mancò la concordia, de' franchi, non ostante i divieti del
insorsero dispute di religione, ed il governo ottomano, ed ivi facevano
livore si manifestò da per tutto. le loro limosine. Inutili furono le
Quattro chiese si occuparono dai avvertenze del patriarca Zaccaria,
cattolici,e tre dagli eterodossi, con- ed il governo rinnovò il divieto.
servandosi neutrale la sede vescovile. Vedendosi i cattolici nell'angustiosa
Allorché Giacomo Nal divenne pa- alternativa, di non poter frequen-
la sua chiesa di An-
triarca, conferì tare le chiese de' franchi, né di
cira a Sergio Seraf, cattolico occul- accostarsi alle chiese nazionali per-
to; quindi un firmano del sultano chè i missionari noi permettevano,
severamente comandò ai cattolici di vennero in determinazione di otte-
restituire le quattro chiese agli ete- nere dal sovrano la facoltà di eleg-
rodossi. Sergio allora rinunziò, e gersi un patriarca, ed aver chiese
gli venne surrogato Tommaso Tara- proprie per la loro nazione, in cui
sarali, che la governò con sufficien- potessero adunarsi separatamente
te tranquillità. Intanto agli ancirani dagli altri nazionali pegli esercizii
cattoUci di Costantinopoli riuscì di consueti di religione; ma le loro
fare rimovere Tommaso dalla sede suppliche dal governo furono inte-
di Ancira, e sostituirvi Pietro Bahdiar ramente rigettate. Il maneggio ven-
notoriamente cattolico, siccome circo- ne a cognizione del patriarca, che
non avverso al patriarca, on-
spetto, e si determinò di punire i cattolici,
de venne pure autorizzato con im- anche a cagione delle sommosse di
periai firmano. Malgrado però la Ancira; gli scismatici allora per
sua prudente condotta, i cattolici vendetta si abbandonarono ad ec-
spinti dal loro zelo nuovamente si cessi, che il governo dovette repri-
impadronirono delle quattro chiese mere, allontanando Zaccaria da Co-
mentovate, per che il patriarca con
lo stantinopoli, coir inviarlo a Bursa,
ordine superiore tornò a spogliar- previa la rinunzia del patriarcato,
li ', e rilegò Pietro in una fortezza. che venne concesso a Giovanni di
'i ullavolta riuscì agli ancirani nel Ramadan.
,

cos COS 117


IiTitatissimo il nuovo patriarca per ricevervi i sagramenti del bat-
contro i cattolici per le pratiche da tesimo, della confermazione, e del
essi fatte affine di separarsi dal re- matrimonio, e per celebrarvi i fu-
sto della nazione, si abbandonò ad nerali de' loro defonli ; cose tutte
ogni risentimento, riguardandoli co- che portano annesso il peso di
me gente congiurata a smembrare qualche limosina. Lasciavali in li-
r autorità nazionale, e quella dei bertà di confessarsi, di ricevere la
patriarchi; e rappresentando alla su- Eucaristia, di ascoltar la messa ove
blime porta i cattolici, come tanti fa- loro aggradisse. I cattolici, ch'era-
ziosi. Indi li ridusse alle più terribili no raccolti in quell' assemblea, scor-
estremità; per cui il governo lo de- gendo nel patriarca sentimenti cou-
pose dalla sede, e lo rilegò in Carthan. ciUativi ,
promisero adattarsi alle
Venne in seguito richiamato Zacca- giuste dimando di lui : tale pure
ria, cui fu affidata la cura spirituale, fu r opinione de' più probi, e dotti
e politica degli Giunto a armeni. missionarii, che dissero essere discre-
Costantinopoli, con tutta amorevo- te le proposizioni del patriarca, e
lezza chiamò a conferenza circa potersi dai cattolici in buona fede
venti de' più qualificati secolari cat- e coscienza secondare, per motivi e
tolici, pregandoli di prestarsi alle considerazioni politiche. V. il citato
cose di cui li ricercava, assicuran- Bercastel nel tomo XXXV, p. 23,
doli, che poi si sarebbe prestato a e seg. 11 vicario apostolico residen-
ristabilire la tanto bramata calma. te in Costantinopoli non vi volle
Queste cose erano : I. Che i seco- convenire ; il patriarca ne fu alta-
lari si astenessero di disputare in- mente indignato, e permise, che gli
torno a materie di religione. II. armeni ricorressero direttamente nel
Che nei giorni di digiuno non 1783 al sommo Pontefice Pio VI.
mangiassero pubblicamente pesce Il supremo Gerarca, fino dal
mentre nazione in tali giorni fa
la 1781, era afflitto per la persecu-
uso di sole erbe e legumi. III. Che zione mossa in Costantinopoli, e in
incontrando sacerdoti armeni , li altre città dell' impero ottomano
trattassero civilmente. IV. Che non dal patriarca degli armeni scisma-
andassero con tanta pubblicità nelle tici Hamadan, e pegli orrori pure
chiese de' franchi. V. Che unita- commessi in Ancira. Perciò mosso
mente alla nazione celebrassero al- a compassione di tanti infelici, si era
cune feste, poiché celebrandole in adoperato in guisa colle corti di
altri tempi, potevano essere accusa- Francia, e di Spagna, che ottenne
ti alla porta, come in cospirazione di far cessare la persecuzione. Quin-
coi franchi. VI. Che finalmente si di Pio VI oi'dinò ad una congre-
recassero ne' dì festivi per alcun gazione di Cardinali, e di teologi,
tempo nelle chiese nazionali, e vi che si esaminasse il tenore del-
lasciassero qualche limosina, per di- la supplica, cui aveva ricevuto da-
struggere l'opinione invalsa nella gli armeni cattolici, sudditi della
plebe, che i cattolici tengono in con- porta ottomana, e la domanda di
to di combriccole di satana le chie- poter in mancanza delle proprie ac-
se eterodosse della nazione ; nelle costarsi alle loro chiese nazionali,
quali chiese però accostavansi senza benché sottoposte al patriarca ete-
difficoltà, o scrupolo quotidianamente rodosso, farvi qualche Uraosina ed
ii8 COS
orazione, e celebrarvi alcune feste, armeno cattolico protestò contro
a norma dell'antichissimo calenda- questo atto, e si procacciò in tal
rio romano: dimostrando nello stes- guisa delle persecuzioni, che dura-
so tempo, che, se negata ad essi rono più di un anno. In questa
venisse questa richiesta, i cattolici circostanza la porta prese per la
armeni andavano incontro ad infi- prima volta una cognizione più e-
niti pericoli, ed alle più crudeli satta della cosa, e fece impiccare
vessazioni. Questa supplica fu ac- parecchi dei promotori della per-
compagnata da una dotta analoga secuzione. Ma r effetto di questa
dissertazione del marchese Giovan- misura non durò per lungo tem-
ni de Serpos, L' affare incontrò po, e si conosce a qual punto di
molti ostacoli, e controversie, giac- rigore seppe indurre il patriarca il
ché il Papa volle da sé stesso co- governo nel 1827, e 1828 contro
noscere la causa. Di tutto fanno gli armeni cattolici. Il giorno, in
lunga descrizione il Tavanti, Fasti cui apparve il decreto fulminante,
di Pio VI, p. 91, e il Beccati ni il patriarca chiamò a sé più di
Stona di Pio VI, Par- t. II, p. 6. quattrocento di questi infelici, co-
lando Tavantij a p. 187, della
il municò loro gli ordini della porta,
Dissertazione Poleniico-critica del che tutti gli armeni cattolici do-
Serpos j dice che l'autore, dopo a- vessero suir istante abbandonare
verla data alle stampe, bramò di Pera, e Calata, e dichiarò loro,
intendere intorno a questa il giu- che se ogni cattolico non rinunzia-
dizio imparziale di molti vescovi, va con solenne giuramento a' suoi
teologi, ed università cattoliche, fra errori, e non ne somministrava due
le quali consultò quella di Siena. cauzioni presso gli armeni scisma-
V. Giuseppe Marinovich gesuita, tici, non otterrebbe il necessario
Dissertazione polemìco-critica sopra passaporto per rendersi ai luoghi
gli armeni, ed il suo Compendio destinati dalla porta. Il patriarca,
storico della nazione armena. In per ottenere il suo intento, avea
queste due opere difende la chiesa rappresentato che gli armeni ave-
armena, che alcuni teologi taccia- vano delle affezioni segrete coi
vano di eresia. franchi, ed erano partitanti dei gian-
Dopo che il Pontefice Pio VI nizzeri soppressi dall' imperatore
diede un' istruzione, per organo del- Mahmoud 11; laonde furono col-
la congregazione di Propaganda, ai piti tanto gli armeni costantinopo-
missionari di Costantinopoli, zelan- litani, che quelli di Ancira ivi di-
do questi l'onore di Dio, stante i moranti, e trattati con più rigore,
mezzi pacifici e conciliativi del pa- giacché molti erano saliti a qualche
triarca Zaccaria, si giunse nell'ar- fortuna ed onore , ciocché aveva
mena nazione a tranquillar quel prodotto gelosia, invidia, ed emu-
mare tempestoso, che la teneva agi- lazione, che fomentavano lo spirito
Però nel 1819
tata. diversi sacer- di discordia.
doti, che il patriarca Paolo aveva Ma, per conoscere le cause del-
minacciati colla morte^ sottoscrisse- l'ultima persecuzione sostenuta da-
ro dietro sua intimazione una spe- gli armeni cattolici nell' impero ot-
cie di atto di sommissione religio- tomano dai primordi del 1828 si-

sa; ma la gran massa del popolo no verso la fine del 1829, cioè
.

cos COS 119


sino dopo pace fatta tra i tur-
la testa, trattarono fi'a loro sui sogget-
chi e i russi in Adrianopoli, e se- ti migliori da proporsi al sommo
gnata ivi a' i4 settembre di detto Pontefice Pio Vili, fra'quali dove-
anno, va letta la relazione anoni- va egli medesimo scegliere a pia-
ma stampata a Parigi con questo cimento meglio credesse per
chi
titolo: Persecuiions exercics enorient l'alto grado di capo ecclesiastico
cantre les catholiques Armeniéns, dell' armeno cattolicismo di lutto
Paris i83o, e principalmente il eh. r impero ottomano. Quattro furono
can. Mariano Bedelti, Lettere due i soggetti, eh' essi trascelsero, e
sulla emancipazione religiosa dei presentarono al Papa, cioè mon-
cattolici armeni nell' impero ottO' signor Antonio Nurigian di Er-
mano, Modena i83o. La suddetta zerum nato in Costantinopoli già
pace di Adnanopoli, conchiusa fra alunno del collegio Urbano di
Mahmoud imperatore ottomano,
II Propaganda ; monsignor Giovanni
e padre dell' odierno sovrano, e ?si- Salviani pure di Erzerum ; monsign.
colao I regnante imperatore di Rus- Giorgio Papas allora vicario apostoli-
sia, fece subentrare negli alti con- co in Costantinopoli, e monsign. Pao-
sigli del primo
calma in van-
, la lo I^Iarusci, che trovavasi allora in
taggio degli armeni. Finalmente Roma come il>urigian,ed ancor es-
allora comparve chiara più della so stato alunno del nominato ce-
luce la innocenza de' cattolici arme- lebre collegio, ^ella congregazione
ni, calunniati dal patriarca scisma- generale tenuta dai Cardinali com-
tico per astio di eresia, e per in- ponenti quella di Propaganda, ai

teresse; ed il gran signore nel ri- 17 maggio i83o, presieduta dal


donare la sua grazia agli armeni, zelante prefetto generale della me-
comandò che fossero ad essi resti- desima il Cardinal d. Mauro Cap-
tuiti i beni confiscati ; e fatto pellari, ora regnante Pontefice (a
persuaso, che l'unione, e lasom- cui si dovette il merito principale

missione de' cattolici al Papa non del felice successo di quanto rac-
impediva la piìi fedele ubbidienza contiamo); venne prescelto il Xuri-
al proprio sovrano, dopo di una con- gian primo degli armeni nominati
ferenza avuta dall' ambasciatore di dai notabili della nazione ai-meno-
Francia col Reis-Etfendi, condiscese cattolica. Il Papa Pio Vili ne con-

ad accordare ad essi la libertà re- fermò la scelta^ e coll'autorità del


ligiosa, di maniera che formassero breve pontificio, apostolatus offlcium
un corpo separato, il cui capo spi- dato sub anulo piscatorio die VI
rituale fosse mallevadore della loro julii i83o, legalmente lo deputò
condotta, come i patriarchi greco primo arcivescovo della sede me-
ed armeno di Costantinopoli scis- tropolitana primaziale che, eoa ,

matici lo erano rispettivamente per pienezza di autorità apostolica, 1-

quelli della propria religione. stituì in Costantinopoli, indipen-


Adunatisi quindi con superiore dente dal patriarca di Cilicia

annuenza in Costantinopoli, quanti Quindi, nel concistoro de' 5 luglio,


allora vi erano capi di famiglie cat- Pio Vili annunziò 1' erezione
toliche, reduci dal disgraziato esilio, della nuova sede, e ne preconiz-
tutte persone di qualità in numero zò a pastore il Nurigian, al qua-
alla le poi impose sagro pallio, in
di novanta con sei ecclesiastici il
120 CO S cos
segno del metropolitico suo grado, » denza del capo scismatico, la e-
e della sua comunione col cen- u rigono in nazione separata le ,

tro della cattolica unità. La so- »»accordano uno stato civile, e ri-
lenne consagrazione poi del nuovo » conoscono un capo spirituale cat-
arcivescovo si elTettuò nella chiesa M lolico, sotto la cui direzione essa
del collegio Urbano agli 1 1 lu- M potrà liberamente esercitare il
glio dello stesso anno i83o. Per H cattolico culto. Disposizioni cos\
ciò il Diario di Roma dei 17 » uniformi ai voti ardenti, con cui

luglio ci diede la seguente descri- « la santa Sede ha sempre brama-


zione di si importante avveni- »# ta, e sollecitata l' emancipazione
mento. >» de'cattolici armeni, non potevano
» Quella porzione numerosa, e M non essere accolte e secondate
M rispettabile di nazione armeno- » da essa con uso generoso della
» cattolica, ch'è sparsa nell'impero sua apostolica autorità. Egli è
>» ottomano nelle varie missioni perciò, che a corrispondere alle
" soggette al vicario apostolico pa- » medesime, presi eziandio in con-
w triarcale latino di Costantinopoli, » siderazione gli illustri argomenti
»• dall'altra distinta che ubbidisce > d'invitta costanza e fedeltà nella
» al patriarca di Cilicia i-esiden- » religione somministrati dai catto-
'» monte Libano, Ciliciae ar-
te nel « liei armeni, e la nobiltà propria
»» menorum, di cui fino dal 18 16 > di una illustre ed antica capita-
« è patriarca Gregorio col nome le, la Santità di nostro Signijre
»» di Pietro VI, per elFetto de' fe- è venuta nella deliberazione di
» liei risultati della mediazione, e erigere, ed ha eretta in Costanti-
" del vivo interesse preso a di lei nopoli una cattedra arcivescovile
>» favore dai bcnemeiiti rappresen- armena decorata del titolo e del-
» tanti delle prime corti cattoliche le prerogative 'di metropolitano
»» presso la sublime porla , vede primaziale, e di tutti quei dirit-
>» ora colla sua emancipazione ter- ti e privilegi, che alle chiese metro-
" minata l'epoca funesta del lungo politane primaziali i sagri canoni
>» servaggio ed avvilimento, e dar- attribuiscono, come si legge nella
» si principio ad altra era di pa- costituzione Quod j'amdiu a Patve
'» ce, e di splendore. Un concorso viisericordianim, data sub anulo
» di vicende politiche e religiose, piscatorio, die VI jidii i83o.
» di cui essa era stala vittima in- Questo solenne atto del sommo
« felice per lungo corso di anni, Pontefice mentre esalta, e nobi-
w l'aveva così degradata, che pri- lita la nazione cattolica armena,
« va di magistrato civile, e sagro, restituisce in gran parte a quella
» errava senza capo e pastore, co- dominante rango distintissimo,
il

" stretta a chinare ossequiosa la che ne' teneva per


fasti ecclesiastici

» fronte agli ordini del patriarca l'ampiezza del suo patriarcato cat-
••»
scismatico, e ad occultare fra le tolico, e che venne a mancarle
" pareti domestiche l'esercizio del colla caduta dell'impero orientale.
'• suo culto cattolico. Disposizioni Il sacerdote pertanto d. Anto-
» benefiche, emanate testé dal su- nio Nurigian , già alimno del
« premo imperatore ottomano sot- collegio Urbano di Propaganda
» tracndola totalmente alla dipcu- distinto tra'suoi connazionali ar-
-

cos COS 121

meni per copia di qualità pre- Urbani a R. P. D. Petro Gedidiatu


giate che lo fregiano, essendo sta- Romae i83o in Collegio Urbano de
to prescelto dalla Santità sua in Propaganda.
primo arcivescovo di questa no- Il Cardinal Cappellari, come pre-

vella cattedrale metropolitana fettizi^ generale della congregazione


primaziale , ricevè I' episcopale di Propaganda, per comando, ed in
consagrazione nella domenica te- nome di Pio Vili, a* io agosto
ste decorsa, 1 1 corrente, dal Car- i83o, inviò al clero ed al popolo
dinal Zurla vicario generale di della nazione armeno-cattolica, la
sua Santità, che lo consagrò col- letterache incomincia colle parole
la occorrente relati va dispensa, u- Benedictus Deus Pater misericor-
nitamente a monsignor fioretti diaruni j la quale fu tradotta , e
ni vescovo di Teramo, assistito stampata in armeno dai monaci
dai monsignori Soglia arcivesco- mechitaristi di s. Lazzaro in Ve-
vo d'Efeso, e Aristace Azaria ar- nezia, affine di congratularsi con
civescovo armeno di Cesarea in tutta r armena cattolica nazione del
Cappadocia, e superiore della con- suo felice, ed ammirabile passaggio
gregazione mechitaristica di Vien- da uno stato di schiavitìi e di de-
na. Questa funzione, nella qua- pressione a quello di libertà , e di
le gli alunni di Propaganda gloria, per misericordia ottenuta da
disimpeguavano con somma esat- Dio, per impegno delle potenze cri-
tezza il sagro servigio , fu ono- stiane, e per la indulgenza gene-
rata dalla presenza del preloda- rosa del magnanimo imperatore
to Cardinal d. Mauro Cappel- Mahmoud II loro sovrano , e co-
lari, da vari ambasciatori e mem- me in premio della ferma loro co-
bri corpo diplomatico da
del , stanza nella cattolica fede fra le

monsignor Castracane segretario prove di così diuturne, e dure per-


della suddetta sagra congrega- secuzioni. Si eccitavano quindi tutti
zione, ed in copioso numero da ad unirsi in istrette file sotto il

molti ecclesiastici armeni in coro, comando di quell' esperto duce, che


ed altri orientali di diversi riti, con piena potestà loro si manda, e
tra' quali si distinguevano mon- a guerreggiare ciascuno nel proprio
signor Maziutn arcivescovo di grado le guerre di Dio, ed a ban-
Mira, monsignor Bachinauti ar- dire gli scismi, le divisioni, i par-
civescovo di Teodosiopoli di ri- titi, che pur troppo con danno del-
to armeno, per gli ordinandi in la religione regnavano fra di loro,
Roma, monsignor Tomaggiani
e e che erano stati dalle persecuzio-
arcivescovo di Durazzo di rito ni sopiti, e a non dirsi seguaci al-
greco, tutti e tre in abito orien- tri di Paolo, altri di Apollo, altri

tale proprio del loro rito e di- di Cefa ; essendoché tutti dobbia-
gnità. D. Pietro Gedidian, sacer- mo avere per supremo duce Gesù
dote armeno alunno , chiuse la Cristo neir unità della fede, e nella
sagra funzione con un Euchari- dipendenza da'pastori nella comu-
sti'con latino , ossia orazione di nione uniti de' successori di s. Pie-
ringraziamento , tutta analoga a tro ; e rendendo bene per male, a
cijs'i avvenimento ". f^.
(àusto ritrarre colla loro face della carità
Oratio habìla in Lem pio coliteli dalle tenebrose vie dell' errore i dia-»
,

123 CO S cos
sidenti, ossia scismatici, perseculoii sullodato (dal medesimo Papa fat-

f];iìi, ma sempre fratelli, ed oggetto to prima vescovo di Calcide in


icmpre di cristiana dilezione. Que- partibus, risiedendo in Roma pei
ste di ini eloquenti congratulazioni pontificali, e per le ordinazioni in
resero noto a tutto il mondo il ri- rito armeno) colla stessa qualifica

portato trionfo, il quale al presen- di arcivescovo metropolitano pii-

te ancor più splendido apparisce maziale di Costantinopoli (Conslaii-


quando si consideri che gli enco- tinopolkan. Arinenoruin), e colà in-
mii provenivano dalle labbra di chi, viollo con piena soddisfazione della
sei mesi dopo innalzato al soglio nazione, per lo splendido corredo

di s. Pietro col nome di Gngorio delle virtù, di cui va eminentemente

XVI, è quel desso che governa og- adorno, che gli meritarono la pa-
gidì con zelo apostolico la Chiesa terna affezione, e la stima del me-
universale. desimo regnante Pontefice prima
Tuttavolta il sultano Mahmoud ancora di essere sublimato al tri-
11, per le brighe degli scismatici ,
regno. Da ultimo, per cedere alle

non riconoscendo per capo civile replicate, e vive istanze del degno
della nazione armeno-cattolica mon- arcivescovo,il Papa gli ha final-
signor Nurigian, obbligò gli arme- mente concesso un coadiutore con
ni cattolici di eleggere un altro futura successione, nella persona di
soggetto. Quindi si elesse nel me- monsignor Antonio flassun armeno,
desimo anno i83o d. Giacomo Val- già alunno del collegio Urbano, di-
le alunno di Propaganda per capo chiarandolo arcivescovo di Anazar-
civile, e confermato con imperiai bo ili partibus. La sua consagra-
diploma, spedito a' 5 gennaio i83i, zione si effettuò in Roma nel col-

come capo garante, capo politico, legio medesimo 19 giugno i842-


a'

o prefetto della nazione, e rappre- Colle narrate disposizioni restarono


sentante di tutti i raya cattolici sottratti dalla giurisdizione del vi-

dell'impero. Venne pure stabilito cario apostolico patriarcale, che la

che la nazione per giuste cause santa Sede tiene a Costantinopoli ,

potesse deporlo, dovendosi eleggere gli armeni sudditi ottomani, i quali


un individuo, che non sia in dis- abitano quelle provincie, che sono
grazia del governo ottomano. Del soggette al dominio della sublime
tribunale, e di altro che riguarda porta, e che per essere mancanti
questo capo civile , si parlerà in dei rispettivi vescovi da lui dipen-

appresso. Fu divisa in questo modo la devano. Va notato, che, siccome nel


facoltà politica dall' ecclesiastica , e diploma rilasciato al capo civile dal-
COSI continuò sempre ne successori di la porta, si principia dalla esposi-

detto capo civile. L'attuale successore zione dello stato de' cattolici sud-
è il Carlo Esajane, uno de' monaci
p. diti impero, eh' erano sotto la
dell'

mechitaristi di Venezia. In seguito do- ispezione de' patriarchi greco , ed


po lunga^ e penosa malattia, pas- armeno, e si conferisce al medesi-
sato agli eterni riposi il prelato Nu- mo capo civile il vescovato di tutti
rigian in Costantinopoh , il Ponte- quelli che professano la religione
fice Gregorio XVI, nel concistoro cattolica, così il capo garante, o
del aprile i838, nominò a suc-
9 civile, della nazione armena si cre-
cedergli monsignor Paolo Marusci de autorizzato a rilasciare firma- i
cos COS 17.3

ni anche a favoi-e di quelli , che doti, tra monaci antoniani, libane-


non sono sotto la giuiisdizione del- si, di Venezia^ e me-
mechitaristi
l' arcivescovo armeno di Costanti- chitaristi Vienna. di
nopoli ; anzi anche a qualunque Vi sono anche molte monache
cattolico suddito dell' impero otto- con voti semplici, che abitano nel-
mano, benché professi riti diversi le proprie case, o stanno nelle ca-

dall'armeno. Inoltre sono costituiti se de' signoii per educazione, e sor-


varii vicari foranei per le varie veglianza delle famiglie, principal-
Provincie della diocesi arcivescovile mente delle zitelle. Vi hanno an-
primaziale, foj'niti della duplice au- che diverse confraternite.
torità ecclesiastica, e civile, eletti Oltre il tribunale ai'civescovile
perciò dall' unanime suffragio del- per gli affari ecclesiastici, avvi an-
l' arcivescovo, e della nazione, e da cora il tribunale del capo civile, il

essi dipendenti, sebbene anche que- quale, come si disse, è uno del clero
sti sieno muniti di diplomaimpe- sia secolare, sia regolare, che viene
riale. V. Armema. eletto con suffragio del clero, e po-
Premesso tuttociò, attualmente polo, presiedendovi il primate, e
lo stato del nuovo arcivescovato quindi viene riconosciuto, ed auto-
armeno di Costantinopoli, e dei rizzato dalla sublime porta In .

tribunali civile ed ecclesiastico, è questo tribunale si decidono le cau-

come appresso. se, e liti di ogni genere, eccettuati


Costantinopoli, e suoi sobborghi, i delitti capitali, o di lesa maestà.
cioè Calata, Pera, Orta-Keoj, vil- Inoltre il capo civile ha la facoltà
laggio sopra Pera ben popolato, ampia di castigare secondo le leg-
tutto canale del Bosforo con vil-
il gi civili del paese non solo, ma
laggi contigui ; Scutari dirimpetto ancora nazionali: a tal uopo ha la
a Galata sulle coste d'Asia; Cal- forza, e il braccio del governo, cui
cedonia dirimpetto alla capitale, ed perciò paga una congrua pensione.
Adrianopoli, due giorni distante da Questa forza sta come custode alle
Costantinopoli. porte del palazzo del capo civile,

Monsignor Paolo IMarusci, arci- il quale ha carceri da lui dipen-


vescovo primate metropolita, ha la denti. II primate, per materie di
sua residenza in Galata presso la morale, ed altro, si serve del brac-
cattedrale. cio del capo civile per correggere
Monsignor Antonio Hassun suo i discoli, ed altri.

coadiutore, con futura successione, Il numero de' cattolici armeni


è arcivescovo di Anazarbo in par- di Costantinopoli,compresi i luoghi
tibus. sopraindicati, ascende a circa sedi-
Il clero è composto di sacerdo- cunila. Gii armeni scismatici sono
ti diocesani parte alunni di Propa- circa ottantacinquemild, e i greci
ganda fide, e parte ordinati dal scismatici ascendono a circa cen-
primate, che sono in numero di toventimila.
venticinque, oltre altri sette conver- Galata. Vi risiedono l'arcive-
titi dallo scisma. scovo primate, il capo civile della
11 clero regolare col titolo di mis- nazione. La cattedrale esistente pure
sionari tutti nativi di questa dio- in Galata, da ultimo fabbricata nel
cesij si compone di trentadue sacer- 1834, è dedicata al ss. Salvatore.
,,

124 cos cos


Presso di essa esiste una scuola casa, ridotta a chiesa pubblica, me-
gratuita per i fanciulli, assistita dai diante un altare eretto in un sa-
sacerdoti secolari. I maestri sono lone. Tulle queste uno chiese in
pagati dalla nazione: que' fanciulli alla cattedrale come dicemmo
,

faano da Chierichetti [F'edi), nelle sono assistite indistintamente da a-


sagre funzioni, vestiti di cotta. lunni di Propaganda, dai sacerdoti
Pera. Vi è un oratorio dedicato secolari ordinati dal primate, e
a s.Giovanni Grisostomo con un dai suddetti monaci mechitaristi
annesso ospizio di abitazione per e di s, Antonio libanesi.

i poveri, ed impotenti, ed una scuo- Andra, o Angora^ città della

la di fanciulli assistita da sacerdoti Galazia, lontana da Costantinopoli


secolari. Essendo questa la sola pel viaggio di quattordici giorni.

chiesa pubblica del sobborgo, gran- Vi un vicario foraneo rico-


risiede

de è il concorso degli armeni cat- nosciuto, ed autorizzato ancora dal-


tolici medesima, essendo bene
nella la porta ottomana con diploma
Evvi altra chiesa piccola,
assistita. imperiale, il quale, oltre l'autorità
od oratorio con una cappella dedica- ecclesiastica datagli dalprimate, ha
ta a s. Giacomo Nisibeno, nell' in- ancora quella civile dipendente per-
terno dell' ospedale degli appestati, ciò dal capo civile. Vi sono undi-
dove si trova il quartiere pei pazzi, ci sacerdoti, due de' quali monaci
il quale in mancanza del flagello del- antoniani. I cattolici armeni di An-
la peste, che ora meno vessa il paese cira ascendono a settemila quattro-

a cagione delie provvide cure del cento circa. Gli armeni scismatici,
governo, dà per abitazione alle
si unitamente ai greci scismatici, for-
povere famiglie, che non possono se non arrivano a formare la metà
trovare case, per non aver mezzi de' cattolici. Evvi una chiesa pub-
di pagare la pigione. Evvi un piccolo blica eretta ultimamente in onore

seminario primaziale con pochissi- di Maria Vergine madre di Dio,


mi giovani, i quali però mangiano, e tre oratorii pubblici. Vi è pure
e dormono paterne per
nelle case una scuola pei fanciulli la quale ,

l'angustia del luogo, e mancanza serve anche a quelli, che aspirano


di rendite. Qui ancora si tiene una allo stato clericale; come vi sono
scuola per li fanciulli, assistita da moltissime monache con voti sem-
sacerdoti secolari. Tra Pera, e Ga- plici,dimoranti nelle proprie case.
lata vi sono altre tre scuole una di Erzerunij nell'Armenia maggio-
monaci di s. Antonio, o antoniani, re, ha quattro provincie, che sono:

una de' monaci mechitaristi di Tortum, Passen, Bajasyd, e Mu-


Venezia , e l' altra de' mechitaristi sei. Queste contengono molte città,

di Vienna. e villaggi, in sedici dei quali si tro-

Ortakeoj 3 Pera
villaggio sopra vano cattolici. Vi risiedeun vica-
di Costantinopoli. In esso avvi una rio foraneo colle medesime facoltà,
bella chiesa di s. Gregorio Illumi- come quello di Ancira; e tutto il

natore, ed esiste una scuola di fan- paese ha quattordici sacerdoti. Il

ciulli amministrata dai piìi rag- numero degli armeni cattolici a-


guardevoli signori del paese. scende a circa tremila duecento. In
Satnatin, rione dentro la città tutto il territorio di Erzerum gli

di Costantinopoli, ha una piccola armeni scismatici si computano sei-


cos COS 125
centomila, oltre novantadue villag- con annessa scuola. In molte altre
gi abitati dai medesimi. I greci città, e villaggi di Piomelia, Ana-
scismatici sono più dei cattolici, tolia, Ponto di Cappadocia soggette
ma molto meno degli armeni scis- alla chiesa primaziale di Costanti-
matici.Vi sono in tutto il territo- nopoli, a motivo di commercio, si

rio cinque chiese ed oratorii, ed trovano de'cattolici dispersi, de' quali


avvi qualche scuola di fanciulli. non si sa preciso il numero. Questi
Arluin, nell'Armenia maggiore, nei loro spirituali bisogni vengono
forma due provincie, cioè quella di assistiti dai missionari, che si spe-
Artuin propriamente detta, e quel- discono di tanto in tanto o da Co-
la di Hodurciur: hanno diciassette stantinopoli, o da Trabisonda.
villaggi, ne' quali trovansi cattolici.
Vi risiede un vicario foraneo, come Concila di Costantinopoli.
quelli sunnominati, con trentadue
sacerdoti. Il numero de'cattolici ar- primo fu un conciliabolo de-
Il

meni si fa ascendere a quattro gli adunato nell'anno 336,


ariani,
mila novecento. Gli armeni scisma- dagli eusebiani, ch'erano un ramo
tici sono molti, ma s' ignora il loro di detti eretici, i quali voleano far
numero preciso. Le chiese, ed o- ricevere Ario con gran pompa in
ratorii pubblici sono ventinove. Vi Costantinopoli. S. Alessandro, vesco-
hanno tre scuole pei fanciulli. vo di Costantinopoli, procurò se-
Trabisonda. Vi risiedono un vi- parare gli eusebiani , che domina-
cario foraneo come sopra, con tre vano nel concilio; ma non vi l'iu-
sacerdoti. Il numero dei cattolici sci. Vi si trattò l'affare di Marcel-

armeni ascende a seicento. Gli ar- lo d'Ancira , vescovo di Galazia,


meni scismatici sono mille e cinque- gran nemico degli ariani, siccome
cento, e i greci scismatici sono tre costante amico di s. Atanasio, per-
mila. una chiesa pubblica
Evvi _,
ciò deposto, e scomunicato. Gli
fabbricata da più di cinquecento eusebiani vi formarono una pro-
anni, ed ora restaurata, non che fessione di fede, approvando a mo-
una piccola scuola pei fanciulli. do loro la parola Consostanziale.
Bursa, antica capitale dell'impe- Vedendo s. Alessandro gli sforzi de-
ro ottomano. Vi risiede un vicario gli eusebiani affinchè Ario ritor-
foraneo, e tre sacerdoti, uno dei nasse nella città, si chiuse nella sua
quali è monaco antoniano. Il nu- chiesa, colla faccia per terra si

mero armeni ascende a


de'cattolici prostrò a pie dell'altare, e supplicò
più di trecento cinquanta. Evvi una fervorosamente Dio di soccorso con
chiesa fabbricata nuovamente, con qualche segno luminoso. Fu esau-
annessa scuola pei fanciulli. dito, dappoiché mentre Ario veni-
Ciitaja, città dell'Asia. Vi sono va portato alla chiesa in trionfo,
due sacerdoti, con seicento cattoli- venne colpito da subitanea morte.
ci, ed una chiesa nuovamente fab- Regia, e Labbé tom. II.
bricata, con iscuola contigua pei Il secondo fu parimenti un con-
fanciulli. ciliabolo contro s. Paolo, vescovo
Bilegik, e contorni. Vi sono tre di Costantinopoli, verso l'anno 34o.
sacerdoti, con trecento fedeli. La Fabricio in Synod.
chiesa è nuovamente fabbricata, Il terzo si tenne nell'anno 35i,
Ì26 GOS cos
ed egualmente fu un conciliabolo rito Santo assalita da Macedonio,
contro s. Atanasio. da Aezio, e da Eunomio ariani.
Il quarto, pure conciliabolo, nel V intervennero o centocinquanta,
35g, o nel 36o, venne adunato da- centottanta vescovi d'oriente, fuor-
gli acaciani, e dagli ariani, contro ché d' Egitto, fra i quali eranvi
i semi-ariani, per rovesciare quan- molti illustri confessori, che aveva-
to erasi fatto nel concilio di Se- no sofferto gravi persecuzioni dagli
leucia.V'intervennero circa cinquan- imperatori ariani. S. Melezio, ve-
ta vescovi, con Acacio di Cesarea, scovo di Antiochia, presiedette sul
ed Eudossia di Antiochia alla testa. principio al concilio, al quale pei
Vi si confermò la formola di Ri- suoi incomodi spesso tralasciava di
mini, che si fece sottoscrivere con laonde in sua morte sub-
assistere,
frode. Aezio fu deposto dal diaco- entrò a presiederlo s. Gregorio di
nato, e cacciato di chiesa per ob- Nazianzo, quanto modesto, altret-
bedire all'imperatore Costanzo, co- tanto dotto e santo. Al dire di
me furono condannati i dieci ve- Tillemont, non vi fu concilio nella
scovi, i quali si erano opposti. Ma- Chiesa, nel quale si trovino in mag-
cedonio di Costantinopoli, come reo gior numero de' santi, e confessori;
di omicidi , venne deposto anche però ve n' erano anco di qualità
egli, ed esiliato. Molti de' vescovi molto diverse. Massimo filosofo ci-
furono condannati ingiustamente, nico, arcivescovo di Costantinopoli
e gli acaciani si divisero le loro chie- venne deposto, ed invece fu eletto
se, e inviarono per tutto l'impero s. Gregorio di Nazianzo, suo mal-
la formola di Ri mini, con un de- grado; indi rinnovò il canone
si

creto imperiale, che puniva quelli, niceno, il quale prescrisse, che la


i quali ricusassero di sottoscriverla. ordinazione de' vescovi d'ogni pro-
Inutilmente s. Ilario di Poitiers vincia si facesse da quelli della pro-
illuminò Costanzo. Regia tomo III, vincia stessa, o dai prelati vicini,
Arduino tom. I, Labbé tom. II, che si volessero chiamare. Diedero
Diz. de' Concili. al patriarca di Costantinopoli il

Il quinto si celebrò nell' anno primo posto d'onore dopo quello


362, coU'assistenza di settantadue di Roma ,
perchè Costantinopoli
vescovi. Venne deposto Macedonio doveva essere considerata come la
vescovo di Costantinopoli, pe'suoi nuova Roma. Questo canone presso
errori contro lo Spirito Santo, di molti vescovi, e presso la santa Se-
cui negava la divinità. Arduino de incontrò fortissimi ostacoli, ed eb-
tomo I. be serie conseguenze, dappoiché in
tenne nel 38 r, e fu il
Il sesto si vece d'una semplice dignità per la
secondo concilio generale costanti- , sede di Costantinopoli, ben presto
nopolitano I. Venne adunato per vo- diventò una giurisdizione molto e-
lere del Pontefice s. Damaso I, e ad stesa.
istanza dell'imperatore Teodosio 1, Per confutare quelli, che nega-
per confermare il primo concilio di vano la divinità dello Spirito Santo,
Nicea, dare un vescovo a Costanti- i padri aggiunsero al simbolo ni-
nopoli, procurare la riunione delle ceno, le parole Credo m Spiriluni
chiese mediante saggi regolamenti, Sanctani Dominum, alle quali la vo-
e riconoscere la divinità dello Spi- ce Filioque fu aggiunta la prima
,

e OS COS 127
Tolta nel VI secolo dalla chiesa di scovo Paolino. La maggior parte
Spagna. Furono adunque aggiunte de'vescovi, che avevano composto
al simbolo le parole Doniinum vi- : r ultimo concilio, si trovarono pre-
vijìcantem , qui ex Patre Filìoque senti anche a questo, e scrissero una
procedit: qui cum Patre et Filio lettera ai vescovi d' occidente per
simul adoratur et conglorifica- iscusarsi d' andare a Roma dove
tur, qui locutus est per prophetas. nel tempo stesso tenevasi un con-
Inoltre formarono sette canoni,
si cilio. Baluzio in Collect., Diz. dei
che per lungo tempo furono riget- Concili.
tati dai vescovi occidentali, e da di- L'ottavo ebbe luogo l'anno 383
versi santi Pontefici, come da Leo- per rendere la pace a questa chie-
ne I, e Gregorio I; ma che poi fu- sa. Teodosio I vi radunò da osni

rono dalla Chiesa ricevuti, e riguar- parte i vescovi di tutte le sette per
dano le materie di cui si è parla- riunirle,quindi tutte dall'imperatore
to. Il quinto per altro approvò la fui'ono condannate, meno la religio-
formola, o scritto detto il tomo de- ne cattolica. E da ci'edersi, che quel
gli occidentali, cioè la lettera sino- principe consultasse i vescovi cattolici,
dica di Papa s. Damaso I, al con- i quali erano in quel concilio. Dice
cilio antiocheno del 878 , ossia la Socrate, che avendo letto le loro
confessione di Damaso I a Paoli- varie professioni di fede, rigettò tut-
no, cioè la professione di fede sta- te quelle che dividevano la Trinità,
bilita nel concilio romano dell' an- e non approvò che quella del Con-
no precedente, e la definizione del sostanziale. Baluzio in Coli., e Diz.
concilio di Nicea , confermata in de' Concili.
Sardica dagli occidentali. Il sesto Il nono, r anno 394, si adunò
regola la forma de'giudizi ecclesia- ai 29 settembre, per la dedicazio-
stici j e il settimo ordina, che gli ne della basilica de' ss. apostoli
ariani, i macedoniani, i sabatiani, i fabbricata da Ruffino prefetto del
novaziani, i tessaradecatiti, i tetra- pretorio allora potentissimo, e che
titi, e gli apollinaristi, che si pre- aveva fatto adunare i vescovi per
sentano alla Chiesa, sieno ricevuti questa cerimonia. In principio vi si
coir unzione dello Spirito Santo, e trattò della controversia tra Baga-
del crisma , di cui si ungeranno la dio, ed Agapio, che contendevano la
fronte, gU occhi , le mani ec , di- sede metropolitana di Bostra nell'A-
cendo: Questo e il sigillo dello Spi- rabia. Nettano di Costantinopoli vi
rito Santo. In quanto agli eunomei, presiedette in presenza di Teofìlo
ai sabelliani ec, il concilio dispo- d'Alessandria, e di Flaviano di An-
se, che si battezzassero come i pa- tiochia. Vi si decise, che il numero
gani, dopo le preparazioni consue- di tre vescovi, eh' è sufficiente per
te di catechismo, esercizi ec. Regia r ordinazione, non bastasse per la
t. Ili, Labbé t. II, Arduino t. I, e deposizione. Regia,, t. III, Labbe t.

Diz. de' Concili. II, Arduino t. I, Diz. de' Concili.


Il settimo venne adunato nell'an- Il decimo si tenne l' anno 4°^
no 382 per sedar le divisioni di sui misfatti di Antonino, vescovo di
Antiochia, di cui Flaviano era sta- Efeso. ii>i.

to eletto vescovo nel concilio pie- L' undecimo, l'anno 40^? '" ^^'
cedenle, mentre viveva ancora il ve- vore di s. Gio. Grisostomo. Ma nel-
\iS cos COS
l'anno 4<^4 celebrò un conciliabolo
•''''
43c>,,tenne un sinodo per pon-e in
contro lo stesso s. Gio. Grisostonio, concordia le chiese di Alessandria,
il quale, essendo ricliiamato nella e di Antiochia. Socrate lib. 7. e.
città dall' imperatore Arcadie, dopo 24, e Mansi t. I.
la sua deposizione dal conciliabolo Il quindicesimo adunossi V anno
di Gliene, o Chesna, fu deposto una 438, per la fede cattolica. Fabri-
seconda volta. Mansi, Suppleincnt. cius.
Cono. \.om. I. T^. il voi. XV pag. Il sedicesimo, nel 4^9, sulla pri-

57, col. I, di questo Dizionario. Il mazia pretesa dalla chiesa di An-


concilio del 4o3 si componeva di tiochia. S. Cirillo nelle sue lettere
quaranta vescovi, e tutti a favore fa menzione d' un concilio tenuto
di s. Gio. Grisostomo ; questi era in Costantinopoli relativamente ad
stato deposto ingiustamente dal con- Atanasio vescovo di Perte, che il

ciliabolo di Cbcnc per avere ricu- Mansi nel t. I, p. 3^1 , dice cele-
sato di comparirvi, motivo per cui brato tra r anno 44^» ^ 444*
r imperatore lo 1* anno
diciassettesimo
fece uscire dalla Il 447- S.
città; ma dopo l'esilio di un gior- Flaviano condannò Eutiche ab-
vi

no vi ritornò trionfante. Il falso bate generale d' un celebre moni-


concilio poi pretese di far valere il stero di Costantinopoli. Arduino t.
quarto canone del concilio d'Antio- I, Diz. de' Concili.
chia, che escludeva i deposti dal ri- 11 diciottesimo, del 449? ^^^ ^•'^

tornare al governo di loro chiese. conciliabolo in favore dell' empio


La cabala, e il risentimento del- eretico Eutiche.
rirapcralrice Eudossia valsero ad in- Il decimonono ebbe luogo nel
durre Arcadio, anche per consiglio 4^0, ed in esso il patriarca di Co-
di Acacio di Berca, e d' Antioco di stantinopoli Anatolio, con altri ve-
Tolemaide, a far confinare 1* inno- scovi, sottoscrisse una formola di fede
cente s. Giovanni in Cocuzo di Ar- con Nestorio, ed Eutiche, alla pre-
menia. Tutti gli aderenti di questo senza dc'pontidcii legati dis. Leo-

santo molto soffrirono, ed Arsacc ne 1, cui la mandò. Regia t. IX.


fu eletto in sua vece. Dizionario Labbé t. ITI, Arduino t. I, Diz.
de Concili. de' Concili.
Il duodecimo si adunò nel 4'?-^ Il ventesimo del 4t'9 fu contro i
sotto l'imperatore Teodosio II, per simoniaci, ed i seguaci di Eutiche,
ordinare Sisinnio in arcivescovo di e vi presiedette il patriarca Genna-
Costantinopoli in luogo di Attico. dio. iV/.

Vi si condannarono i messaliani. Ba- Il vigesimo primo del 478 ven-


luzio, iVbi'. Collect, Diz. de' Concili. ne convocato dal patriarca Acacio.
Il tredicesimo fu tenuto l' anno Pietro Fullone, Giovanni di Apa-
4^8, per l'elezione di Nestorio , in mea, e Paolo di Efeso vi furono
luogo di Sisinnio. zi'/. condannati.
Il quattordicesimo venne celebra- Il vigesimo secondo è quello del
to nel .\3i, e Massimiano prete so- 47^, che non è riconosciuto, celebrato
litario di gran virtù fu fatto arci- in grazia della riputazione di Timoteo
vescovo della città, in luogo dell'i- Eluro vescovo di Alessandria, e con-
niquo Nestorio, deposto dal conci- tro il concilio di Calcedonia. Gli
lio generale efesino. Massimiano, nel eretici condannali, tra i quali il
e OS COS i2f)

Fnllone, si riposero nelle loro sedi. nc'dittici. Severo antiocheno fu a-


Ptegia. t. IX, Arduino t. II. natematizzafo coi severiani e gli
11 vigesimo terzo si tenne l'an- eutichiani, il che venne approvato
no 49^5 o 49^j ed in esso si con- dal Pontefice s. Ormisda, il quale
fermò il concilio di Calcedonia sot- però fece cassare dai dittici i nomi
to il patriarca di Costantinopoli di Eufemio, Macedonio, ed Acacio.
Eufeniio, che l' avea fatto ricevere Regia t. X. Labbé t. IV, Arduino
dall' imperatore Anastasio prima di t. II, Diz. de' Concili. L'ordine pon-
coronarlo. Baluzió. tifìcio fu eseguito in un'assemblea,
Il vigesimo quarto venne tenuto dove cassarono dai dittici i nomi
si

nel 49^3 o 497 > ^^^ "i^ conci- f"^' di Zenone, ed Anastasio imperatori.
liabolo radunalo per volere del- Il vigesimo ottavo si tenne l'an-

l' imperatore Anastasio. Si confermò no 520, ed in esso ai 2 5 febbraio


r edillo Enolìco dell' imperatore Ze- fu eletto in patriarca Epifanio, in
none, ed i vescovi ebbero la viltà luogo del defonto Giovanni. Il con-
di deporre, e scomunicare il pa- cilione scrisse lettera al Papa s.
triarca Eufemio, eleggendo IMacc- Ormisda. Kegia t. X. Labbé t. IV.
donio per una vile condiscendenza Il vigesimonono del 53 trattò 1

al sovrano, nemico del concilio cal- sui diritti del patriarca di Costan-
cedouesc. Baluzio, e Dìz. de' Con- tinopoli, intorno all'ordinazione di
cili. Stefano, vescovo di Larissa in Tes-
Il vigesimo quinto ebbe luogo saglia, di cui il patriarca di Costan-
nel 497» '" e*-'' Macedonio condan- tinopoli si attribuiva la ordinazione,
nò i difensori del concilio di Cal- come pure quella degli altri vesco-
cedonia, ed è perciò che fu ritenu- vi di oriente. Baluzio. Nel 532 eb-
to per un conciliabolo. Baluzio. be luogo in Costantinopoli una con-
11 vigesimo sesto, tenuto Tanno ferenza tra i cattohci, e i severiani.
499, è un conciliabolo, nel quale Questi furono confusi a segno, che
Anastasio imperatore fece anatema- molti rientrarono nella chiesa.
tizzare venerando concilio di Cal-
il Il trigesimo, l'anno 536, fu tenu-
cedonia, che riconosceva-
e quelli to dal Pontefice s. Agapito I. Vi
no due nature in Gesìi Cristo. Ba- depose Antimo, ch'era stato fatto
luzio. patriarca di Costantinopoli, in gia-
Il vigesimo settimo del 5 18, zia de'buoni uffìzi dell'imperatrice
ebbe cominciamcnto a' 9.0 ciu"uo Teodora, per avere ricusato di da-
sotto r imperatore Giustiniano. Il re una confessione di fede cattolica,
patriarca Giovanni radunò quaran- giacche Antimo era fiero nemico
taquattro vescovi, e gli abbati della del concilio calcedonese, e di ritor-
numero di cinquantaquattro,
città in nare alla sua sede. Menna venne
che presentarono una supplica per- consagrato dal Papa in sua vece.
chè fossero registrati ne'sagri ditti- Quindi; per ordine imperatore
dell"
ci Eufemio, ftlacedonio, ed Acacio. Giustiniano 1, a' 2 maggio, Menna
Tutti quelli, che erano stati esiliati convocò altro concilio, cui interven-
per questi patriarchi, furono richia- nero sessanta vescovi, e cinquanta-
mati, e ristabiliti ne' loro posti. I quatlro abbati de'monisteri di Co-
quattro concili generali, ed il nome stantinopoli.Antimo fu citato a
di s. Leone 1, furono altresì messi comparirvi entro tre giorni, e non
VOI. XVllI.
9
i3o COS COS
essendovi comparso, si pronunziò concilio tenuto nell' anno 55 1
,

altresì 1' anatema contro Severo da Papa Vigilio con tredici vesco-
(rAutiochia, e Pietro d'Apamea, già vi latini. Il Papa vi depose Teodo-
condannati. Lo stesso anatema si ro di Cesarea, sospese dalla sua co-
fulminò contro Zoaro fanatico ace- munione Menna, e gli altri compli-
lalo. Mansi t. I, p. 4'^> •'^'^- '''^'' ci di Teodoro; e perciò sostenne
Concili. una crudele persecuzione, unitamen-
Il trigesimo primo del 538 fu te ai suoi.

contro gli origenisti. Garnicr, De Il trigcsimoterzo fu il quinto con-


quinta synodo. Il Dizionario dei cilio generale, detto Quinto sinodo,
Concili nel 543 registra un conci- e costantinopolitano II, celebrato
lio presieduto da Menna, nel quale nel 553. Il Pontefice Vigilio lo
si approvò l'editto di Giustiniano convocò di concerto coli' imperatore
I contro gli errori degli origenisti. Giustiniano I , e venne presieduto
La condanna di Origene fornì oc- da Kutichio patriarca di Coslanti-
casione a Teodoro di Cappadocia di nopoli. I patriarchi di Alessandria
domandar la condanna de' famosi Apollinario, e Domno di Antio-
tre capitoli. chia, ed altri vescovi di oriente vi
II trigesimosecondo tenuto nel- si trovarono nel numero di cento
r anno 54B, o 546, ebbe a presi- cinquantacinque. Il Papa però non

dente il Papa Vigilio, coli' interven- v'intervenne, tanto peichè il concilio


to di circa settanta vescovi. Vi fu- era composto solamente di vescovi
rono condannati i tre capitoli, va- orientali, come anche per non esa-

le a dire tre famosi scritti notifica- cerbare di piìi vescovi occidentali,i

ti alla chiesa, come ripieni delle già scandalezzati perchè egli avea
bestemmie di Nestorio. Questo con- condannati i tre capitoli nel conci-
cilio però fu sciolto per le contese, lio suddetto. Veramente il numero
clic seguirono, dappoiché l' impera- de'vescovi greci doveva essere egua-
tore avendo condannato i tre ca- le a quello dc'latini; ma non atten-
pitoli, Teodoro di Cappadocia osò dendo l'imperatore la promessa, e
asserire, che Pelagio legato del Pa- sollevandosi i greci, il Papa si vide
pa, il quale aveva fatto condanna- costretto a pubblicarlo senza aspet-
re Origene, e il medesimo che ave- tare i latini, a' 4 "i^gg'o nella sa-
va fatto condannare i tre capitoli, la segreta della cattedrale. 11 conci-
meritavano di essere bruciati. La lio generale pertanto condannò i tre
presenza di Vigilio in Costantino- capitoli, gli errori attribuiti ad Ori-
poli non potè rimediare al male gene, e quelli che li sostenevano.
per cui il Judicaluni, che diede a- Aveva Vigilio pubblicato un Cosn-
gli 1 1 aprile 548 ( col quale ap- tuto, che mentre si celebiava il

punto condannò i tre capitoli, sen- concilio non si potessero condanna-


za pregiudizio del concilio calcedo- re i tre capitoli, e siccome egli

nese )
, non contentò ne i seguaci, non volle acconsentire alla condan-
né i contrari di tali scritti, e la na fattane, venne esn'iato, finché
divisione continuò. Regia t. XI, colla sua autorità non confermò il

Labbé tomo V, Arduino tomo II, concilio,con un decreto, che indi-


Dizionario de' Concili. In questo rizzò ad Eutichio patriarca. Da quel
Dizionario si registra un altro tempo in poi la chiesa greca, e la-
cos COS i3i
tina Io hanno considerato come e- notali ti. Ve ne due altri furono
curaenico. Questa controversia non degli stessi eretici nel 655, e nel
riguardava la fede, ma le sole per- 656 contro s. Massimo. Regia t.
sone, per cui si riconobbe eftetto Xin, Labbè t. V, Arduino t. Ili,
di prudenza il variar di sentimen- e Diz. de' Concili, nonché Mansi
to nel Pontefice, che nel Costituto tom. I.

avea condannato gli errori, e ri- Il trigesimonono venne celebralo


spettato le persone. Questo concilio nel 680, ed è il sesto concilio gene-
venne confermato successivamente da rale, costantinopolitano terzo. Sic-
Pelagio I nel 556, da Giovanni III come ebbe luogo nel segretario del-
nel 56o, e da s. Benedetto I nel la basilica di s. Sofia, fu detto Trul-
574. Dipoi, ricusando il patriarca lo o Tndlano dalla forma roton-
di Aquileia Elia di riconoscere que- da della volta della sala. Altri di-
sto concilio, Pelagio II, dopo averlo cono, che Trullus significa Duomo.
eccitato a mutar consiglio, lo co- Fu convocato dal Pontefice s. A-
strinse colla forza per mezzo del- gatone, che vi mandò pontificii i

l'esarca di Ravenna. S. Gregorio I, legati, ad istanza dell' imperatore


il quale nel 590 confermò i primi Costantino Pogonato. Se ne fece
quattro concili generali, e volle che l'apertura a'7 novembre, ed ebbe
si tenessero come evangeli, ordinò compimento a' 16 settembre del 681.
a tutti di riconoscere, e ricevere an- L'imperatore vi si trovò in peiso-
che il quinto condannando gli osti- na, e il patriarca Giorgio lo pre-
nati ; laonde tanto in oriente quan- siedette: l'imperatore prese il pri-
to in occidente ebbe come con-
si mo posto accompagnato da tredici
cilio ecumenico. Regia toni. XII. ulìiziali. Alla sinistra di lui erano
Labbé t. V. Arduino t. III. Ba- i legati del Papa e quello del
,

luzio , e Diz. de' Concili. patriarca di Gerusalemme alla sua ;

II trjgesimoquarto, del 56o fu destra i due patriarchi di Costanti-


un conciliabolo di eutichiani , se- nopoli, e di Antiochia: i santi evan-
guaci di Giuliano di Alicarnasso. geli erano nel mezzo dell'assemblea.
Fabricio Biblioth. graec. t. XI. I padri, che v'intervennero, arriva-
li trigesimoquinto si tenne nel rono al numero di duecentottanta-

578, o 588, ed in esso Gregorio cinque, fra' quali centosessanta ve-


vescovo di Antiochia fu giustifica- scovi : i legati Papa parlarono
del
to dai falsi delitti che gli s' im- , i primi. Furono condannati gli e-
putavano. Regia t. XIII. Labbé t. ditti Ectesi di Eraclio, il Tipo di
V. Arduino t. III. Costante, e gli eretici monoteliti, e
Il trigesimosesto fu tenuto nel venne dichiarato esservi in Gesù
633, ma è considerato conciliabolo Cristo due volontà^ la divina e l'u-
de'monotehti. Nel 626 fuvvi cele- mana, senza che perciò vi fosse
brato un concilio non riconosciuto nella sua persona nulla di oppo-
sotto il patriarca Sergio, dove gli sto, e di contrario, giacché la vo-
acefali decisero, che in Gesù Cri- lontà umana era sempre perfetta-
sto vi era una sola volontà, ed o- mente sottomessa agli ordini del-
perazione. Diz. de' Concili. la divina. Sergio, occulto eretico
Il trigesimosettimo ed ottavo nel monotelita e patriarca di Costan-
G3f) sono due conciliaboli dei nio- tinopoli neir anno 625, aveva in-
i32 COS COS
gannato Papa Onorio che per- I, dunare, senza prima consultarne hi
ciò proibì si disputasse sulla que- santa Sede, giudicando gli orientali
stione delle due volontà, ed o- opportuna cosa lo stabilire in que-
perazioni in Cristo, nel quale fatto sto concilio un curpo di disciplina,
sebbene il Pontefice adottasse im- che servisse a tutta la Chiesa. Lo
provvida disposizione, non errò cer- imperatore sottoscrisse pel primo a
to in materia di fede, per cui si questi canoni, e col cinabro, privi-
vuole che questo concilio, detto / / legio ch'era della sua dignità; si

sinodo, non lo abbia condannalo lasciò vacante il posto del Papa,


finché fu ecumenico, e generale, che allora era s. Sergio I. Di poi
cioè sino alla XI sessione, ma do|)0 sottoscrissero i quattro patriarchi, •
quando già era disciolto. Sulla bil- tutti gli altri vescovi al numero di
la difesa di Onorio I, è a consul- duccentoundici. Ma il Pontelice, cm
tarsi quanto nella sua vita raccoKe l'imperatore inviò un esen)[)lare di
il IVovaes. Finahnente, al conipinicu- questo concilio, ricusò assolutamen-
to del concilio, i padri confermai (j- te di apporvi la sua sottoscrizione,
no la definizione di fede con mili- essendo persuaso che fosse nullo, né
te acclamazioni. S. Leone II, che si curò delle minacce dell' augusto.
nel 682 successe nel pontificato a Giovanni Vili nel 70 j ricusò di
s. Agatone, confermò questo conci- accettare, ed esaminare i medesimi
lio, e ne inviò una copia ai vesco- canoni, che gli spedi lo stesso Giu-
vi di Spagna. Nel G84 approvò il stiniano II, temendo recargli dispia-
concilio anche s. 15enedello II. Hc- cere col condaimaili. Tullavolla
gia t. XVI. Labbé t. VI. Arduino Papa Costantino , trovandosi nel
t, HI, e Diz. de' Concili. 710 in confermo
Costantinopoli,
Il quarantesimo fu adunato nel quei canoni del Trullano, che non
C)G2, detto comunemente Trullo per erano contrarli alla Chiesa Romana,
la ragione detta in quello prece- giacché in fatti tra essi ve ne sono

dente, cioè perchè si tenne in un;» di ottimi, che padri approvarono, i

cappella del palazzo imperiale, clic come ve ne sono di cattivi, che al-
chiamavasi Trullo^ cioè volto ele- tri condannarono. Giustamente tii
vato in forma di cupola. Fu pure rimproverato a' greci, che in (piesio
detto Qnini-scxlii/Hj Quiid-scxtae, concilio ebbero I ardire di voler so-
come chi dicesse quinto sesto, e ciò li regolare la disciplina tli tutta la

perchè era come un supplimento Chiesa , e prescrivere alla Chiesa


del quinto, e del sesto concilio ge- Pi-omana di cambiar costumanze.
nerale, i quali nou avevano forma- r«.egia tom. XML Labbé toni. YJ.
to canoni per la disciplina eccle- Arduino t. Ili, e Diz. de Concili.
siastica. In questo poi se ne for- Eruditissima è la dissertazione De
marono cento cinque, che riusciro- Synodi Trullanae caussa, tc/njwrc^
no in parte famosi, e che poscia loco, episcopisy aucloritatCj, scritta
servirono di regola universale in dal p. Cristiano Lupo, nel t. Ili
molte cose a" greci, e ai cristiani delle sue opere.
di oriente. Callinico, patriarca di Il quaranlesimoprimo, anno de II'

Costantinopoli, che si credeva fau- 712 , è un mono-


conciliabolo di
tore dei monoteliti, persuase l'im- teliti. Regia tom. XVII. Labbé t.
peratore Giustiniano 11 a farlo ra- VI.
cos COS i33
Il qnainntesimosecondo del 714 delle sagre Immagini, assistiti dai
non è riconosciuto. Si celebrò dai soldati. I cattolici finono obbligati
monoteliti contio il IV concilio ge- a ritirarsi, quantunque fossero pro-
nerale, sotto l'imperatore Filippico. tetti dall'imperatore Costantino, e
Diz. de Concili. Nello stesso anno dall'imperatrice Irene.
ne fu tenuto un altro da s. Ger- Il quarantesimoquarto, l'anno
mano, patriarca di Costantinopoli, 806, fu convocato per ordine del-
contro Sergio, Ciro, Pirro, Pietro, l' imperatore IViceforo. 11 patriarca
Paolo, Giovanni, ed altii monoteli- Nicefbro, in compagnia di quindici
ti, ed a favore del \1 concilio vescovi, ristabilì per condiscenden-
generale, sotto l' imperatore Ana- za il prete Giuseppe economo della
stasio II, successore di Filippico. chiesa di Costantinopoli, che il pa-
llegia t. XYII, Labbc t. IV, Ar- triarca Tarasio avea degradato nel
duino t. III. 797, perchè avea colonato Teodo-
Il quarantesimoterzo del 7^4, ra concubina dell'imperatore Co-
in cui si trovarono trecentotrenta- stantino VII, il quale aveva lipu-
otto vescovi, adunò per ordine
si diato la sua legittima moglie Ma-
di Costantino Copronimo. Empia- ria. S. Teodoro Studita si oppose
mente vi fu condannato il culto al decreto di questo concilio, e si

delle sagre immagini, siccome una separò in conseguenza dalla comu-


idolatria. Questo è quel famoso nione del patriarca. Regia t. XX,
i:onciliabolo,che partigiani di Co-
i Labbè tom. VII, Arduino tom. IV,
stantino osarono chiaojare il VII e Diz. de' Concili.
concilio generale. Nel 73o, ai 7 gen- Il quarantesimoquinto ebbe luo-

naio, l'iniquo imperatore Leone l'I- go neir 808, o 8oq. Vi fu confer-


sawico avea tenuto quel concilia- mato il matrimonio di Costantino
bolo, in cui fece un decreto contro V con Teodora, per lo che Pla-
II

le sante immagini. Voleva ancora tone, ed altri personaggi di gran


indurre s. Germano di Costantino- virtù, i quali altamente lo disap-
poli a sottoscriverlo, ma avendo il provarono, furono mandati in esi-
santo ricusato di con ciò eseguire, lio. Questo è un conciliabolo, e i
vituperio venne cacciato dalla sua monaci studiti del celebre moniste-
sede. Regia tom. XVII, Labbè tom. ro di Costantinopoli, per tal ma-
VI, Arduino tom. Ili, e Diz. dei trimonio soffrirono una forte per-
Concili. Al conciliabolo del 754, secuzione. Ivi.
che veramente si tenne nel palazzo Il quarantesimosesto , dell' anno
di Hieria sulla costa dell'Asia rim- 8 1 4? fu tenuto da s. IN iceforo pa-
petto a Costantinopoli, presiedeva triarca di Costantinopoli, con cen-
Gregorio di IVeocesarea, senza però tosettanta vescovi. In esso venne
verun patriarca, né suo deputato; scomunicato l'iconoclasta Antonio,
ed in esso buoni vescovi furono
i vescovo di Silea nella Pamfilia. Il
anatematizzati. Vi si fecero anche p. Mansi pone tre concili di Co-
alcuni decreti sulla Trinità, ed In- stantinopoli in quell'anno, ed ag-
carnazione, che sono cattolici. Nel giunge, che in uno s. Niceforo fe-

789 venne adunato lui altro concilio, ce diversi canoni sulla disciplina
che si dovette sciogliere per le vio- ecclesiastica. Dal Diz. de' Concili
lenze degl' iconoclasti, persecutori si apprende, che neir8i5 fu in
i34 cos ros
C.ostanliuopoli un gran concilio de- e venne sostituito in luogo di lui
gl' iconoclasti, regnando l'imperato- Mcli)dio, che molto avea sofferto
re Leone. Gli abbati di Costanti- pel culto delle sagre immagini. Sic-
nopoli si scusarono d'intervenirvi, come il rislabili mento di queste se-

perchè i sagri canoni vietavano lo- guì nella seconda domenica di qua-
ro di fare alcun atto ecclesiastico resima, in appunto i greci in tal

intorno alle questioni di fede senza giorno ne celebrarono per memoria


il consenso del vescovo, ch'era al- una festa chiamata Ortodossia. Re-
lora il patriarca JNiceforo, giacché gia t. XX, Labbé t. VII, Arduino
sapevano, che questa convocazione t. IV.
tendeva a rovesciare il secondo con- Il cinquantesimoprimo adunossi
cilio niceno. I monaci, i quali si l'anno 854- Gregorio, vescovo di
presentarono al concilio per esporre Siracusa, vi fu deposto da s. Igna-
queste ragioni, furono cacciati, ed zio patriarca di Costantinopoli , il

inoltre si maltrattarono i vescovi quale perciò soffrì anch' egli questo


cattolici, che non vollero cambiar sfregio per opera di Gregorio. Da
sentimento. In conseguenza di que- ciò ebbero origine sinistre conse-
sto concilio tutte le pillare delle guenze. Labbé tom, Vili, Arduino
chiese furono cancellale da per tut- tom. V.
to con calce, vennero spezzati i vasi Il cinquantesimosecondo venne te-

sagri, lacerati gli ornamenti, in nuto mentre era assente s. Ignazio,


somma grande fu la persecuzione per condannarvi i fautori di Gre-
contro i cattolici. Diz. dt Concìli. gorio di Siracusa.
Il (juaranlesimosettimo, dell'anno Il cinquantesimoterzo fu celebra-
8 1 5, fu un falso concilio degl' ico- to neir858, ed è tenuto per falso
noclasti, in cui s. INiceforo venne concilio, giacche a Gregorio di Si-
deposto, e condannato . Quindi i racusa già deposto riuscì di far de-
medesimi eretici ne convocarono porre s. Ignazio, e di sostituirgli
un altro, in cui confermai-ono i lo- Fozio, dotto, ma scaltix), ambizioso,
ro errori. Mansi, tom. I. ed ipocrita. Regia t. XXII, Labbé
Il quarantottesimo dell'anno 821 t. V, e Dizionario de^ Concili.
trattò se i vescovi cattolici poteva- Il cinquantesimoquarto ed il cin-

no trovarsi nel concilio cogli ere- quantesimoquinto si tennero il pri-


tici, come proponeva l' imperatore mo nell'86i, e il secondo neir867
Michele II, il Bello, ma fu risolu- dallo scismatico Fozio, ch'.ebbe l'ar-
to che no. Mansi, t. I. dimento di scomunicare il Pontefi-
quarantanovesimo fu adunato
Il ce s. Nicolò I. Nel primo si tro-
neir 832, contro le sagre immagi- varono trecentodiciotto vescovi, com-
ni. Fabricio. presi i legati del Papa, tutti timo-
Il cinquantesimo dell' 842, sotto rosi per le violenze , che avevano
l'imperatore Michele III, e l'im- sofferto, laonde si arresero alla vo-
peratrice Teodora
sua madre, fu lontà di Fozio, per conto della de-
numerosissimo , perchè in esso si posizione di s. Ignazio. L' impera-
confermò il secondo niceno , e si tore Michele III assistette a questo
anatematizzarono i nemici delle sa- con tutti i magistrali
concilio, e ,

gre immagini. Fu deposto Giovan- con numeroso popolo. Questo prin-


ni l'economante di Costantinopoli, cipe aveva sorpreso il Papa Nicolò
,

cos COS ;?5


I per la convocazione di questo (li Michele re di Bulgaria. I vesco-
concilio, con lettere artifiziose, e con ^i erano piìx di cento. Fozio alle
doni. S. Ignazio vi comparve vesti- accuse non rispose che con passi
to da monaco, e caricato di ingiu- scritturali male applicati; e quan-
rie dall'augusto, che lo fece deporre do gli fu letto il monitorio invi-
collo spoglio del sagro pallio, e de- tando luij e i suoi partigiani a sot-
gli abiti sagri, dicendogli eh' era tomettersi al giudizio del concilio
indegno sacerdote. Regia t. XXII, sotto pena di anatema , soggiunse
Labbó t. Vili, Arduino t. V, e Di- con isfacciata ipocrisia, che non avea
zionario de' Concili. niente da rispondere a quelle ca-
cinquantesimosesto fu deir867.
Il lunnie. I libri di lui, massime con-
Fozio vi venne deposto, e mandato tro il Papa s. Nicolò I, e contro
in esilio, e s. Ignazio ristabilito. s. Ignazio , vennero bruciati nel
Pagi ad an. 867. mezzo dell' assemblea. Si discoper-
Il cinquantesimosettimo fu l' ot- sero tutte le furberie di Fozio , e
tavo concilio generale , costantino- i maneggi da lui fatti per separa-
politano quarto, celebrato nell'BGg re la Chiesa di oriente da quella
per comando del Pontefice Adria- di occidente ; si ricevettero le abiu-
no II, e dell' imperatore Basilio, il re di molti iconoclasti ; si ristabi-
Macedone. S'incominciò a' 28 ot- lirono i vescovi , i preti , e i dia-
tobre, e terminò a' 28 febbraio coni, ch'erano caduti nella perse-
dell' 870. Il Papa all'invito di Ba- cuzione di Fozio, dopo aver loro
silio di rimediare ai gravi mali fatti imposto una soddisfazione; molti
dall'empio Fozio, e di restituire la vescovi del partito di Fozio si sot-
calma all' oriente, scrisse due let- tomisero al concilio, e ottennero il

tere, e inviò al concilio tre legati. perdono, e si terminò ripetendo gli


L'apertura ebbe luogo nella chiesa anatemi pronunziati contro Fozio.
di s. Sofia a' 5 ottobre. Nel primo Vi si approvarono i sette conci Hi
posto furono collocati i legati ai , generali precedenti, a'quali si aggiun-
quali l'imperatore avea fatto gran- se quest' ottavo; si approvò ancora
di onori nel loro ingresso in Co- lacondanna pronunziata già contro
stantinopoli, dappoiché questo prin- Fozio dai Papi Nicolò I, e Adria-
cipe pi-ese dalle loro mani le let- no II; si lessero ventisette canoni
tele di Adriano II, le baciò, e fatti dal concilio, e si pubblicò la
dopo aver abbracciato i legati , li sua definizione di fede. Questa de-
pregò ad interessarsi a ristabilire la finizione contiene un' ampia confes-
pace della Chiesa. Dietro a loro vi sione di fede con anatema contro
erano Donato, e Stefano vescovi, e gli eretici, particolarmente monote-
il diacono Marino ,
poi s. Ignazio liti, e iconoclasti; ed i padri del
patriarca di Costantinopoli , indi i concilio manifestarono il loro una-
legati dei patriarchi di Antiochia, nime consenso con replicate accla-
e di Gerusalemme. V intervennero mazioni. Coir ultimo canone si or-»^
inoltre l'imperatore Basilio con Co- dinò ai monaci, e frati fatti vescovi,
stantino suo figlio, e venti patrizi, che portino visibilmente l'abito del
i ambasciatori di Lodovico, il
tre loro Ordine. La condanna di Fo-
Balbo, imperatore d'occidente, non zio fu sottoscritta con penna in-
che gli ambasciatori di Francia, e tinta nel sangue di Gesù Cristo
i36 COS COS
come dice il Baronio all'anno 8(19, che voleva tener Fozio per fratello,

11. 39. Nella vita di Teodoro , a poi gli rimise i pontificii donativi.
pag. 26, si rammentano esempi di Zaccaria, vescovo di Calcedonia,
altre simili sottoscrizioni. Sottoscris- pronunziò un elogio pieno di adu-
sero prima i legati del Papa ,
poi lazione in favore di Fozio, ed i

il patriarca s. Ignazio reintegrato vescovi applaudirono a tali stoma-


nella sede costantinopolitana , indi chevoli lodi, e nelle acclamazioni si

Giuseppe legato di Alessandria, Tom- nominò Fozio prima del Papa.


maso arcivescovo di Tiro, rappre- Quindi fu letta al concilio la lette-
sentante la vacante sede di Antio- ra di Giovanni Vili interamente
chia, ed Elia legato di Gerusalem- alterata in tutto quello ch'eia a
me. In appresso sottoscrissero 1 im- pregiudizio dell' indegno patriarca,
peratore, e Costantino e Leone suoi senza che i suoi legali trovassero al-
lìgli, finalmente i vescovi nel nu- cuna cosa degna di essere contrad-
mero suddetto, pochi riguardo alla detta. Venne giustificato il reingresso
quantità dei dipendenti dall'impe- di Fozio come fosse succeduto con
ro ,
maggior parte deposti
per la quiete e tranquillità, ed egli stesso
da Fozio. Regia t. XXII, Labbé nel fare la propria apologia ebbe
t. YIII, Arduino t. V, Dizionario r impudenza di dire, che contro sua
de' concila, e Leone Allazio, De voglia era ritornato alla sede, e che
octai'a synodo photiana , Romae r imperatore ve lo avea obbligato.
16G2. Ninno si oppose, perchè tutti erano
Il cincjuantesimottavo si tenne ingannati, sedotti, o guadagnati. Si
l'anno ^79. Questo falso concilio, condannarono concilii contro Fo.
i

conciliabolo impropriamente è , zio, e si propose di eleggere per pro-


chiamato l'VIlI concilio generale fessione di fede quella del concilio
da quei grecij che con enorme em- di Nicea. L'imperatore fu presente
pietà rigettano il precedente, quan- al concilio; ma l'iniquità non trion-
tunque il solo vero concilio gene- fò lungamente. Conosciutosi 1' erro-
rale ottavo. Fu
radunato dagl' in- re, Giovanni Vili proscrisse gli

trighi di Fozio, che con artifizi atti di questo falso concilio, e con-
avea guadagnato l' animo di Basi- dannò r iniquo Fozio. Quintli, dopo
lio, come si disse di sopra, e dal- la morte dell' imperatore Basilio ncl-

l' esilio era stato riporto nella sede r 88G, il successore Leone lY iljìlo-
di Costantinopoli ; e con minacce, sojb, siccome perfettamente di tutto
arti, e doni guadagnò la maggior istruito, fece scacciar Fozio dalla
parte de' vescovi. Fozio, per coprire sede di Costantinopoli, e lo esiliò

le sue imposture, convocò questo nel monistero degli armeni, ove


conciliabolo, e lo rese numerosissi- morì. Regia t. XXIV, Labbé tom.
mo, facendo entrare nei suoi inte- IX, Arduino t. VI, Mansi t. I,

ressi i legati dei patriarchi di orien- Diz. de Concili , de Marca lib. 3,


te, e quelli di Papa Giovanni Vili. de Concord. Sac. et Iniper. cap.
1 vescovi intervenuti ascesero a 38o, i4, § 4) 6 il p. Nardi, Vita dei
o 385. Fozio vi presiedette. 11 Car- Pontejici, t, II, p. i5.
dinal Pietro legato apostolico, che cinquantesimonono fii adunato
Il

fece i complimenti al concilio in l'anno 901, ed è un pseudo con-


nome del sommo Pontefice, e disse cilio, perchè Nicola il Mistico^ pa-
1

cos COS 137


trinici di Cosfaiìlinopoli, (^fnidiinnò re, o trasmettere il dominio dei
le «jiiartc nozze, in oa.asioiiL' clie monisleii. Ivi.

1' inipcraloic Leone /'/


filosofo a\ea Il se>santesimo<|uinto fu del
sposato la qiiai (a moglie. Labhe t. 1028, nel quale il sopraddetto pa-
IX. triarca fece alcuni regolamenti pei
11 sessantesimo dell' anno 944 f"^' vescovati. Ivi.
il conciliabolo, in cui si depo>e Il sessantesimosesto del io J2, ia
Trifone monaco, che l' impeialdre cui il famoso patriarca Ccrulario
Costantino YIII a"vea fatto eleggere proibì le nozze tra parenti, sino al
patriarca di Costantinopoli, per ri- settimo grado. Ivi.

tener cpiesta dignità finché il pro- Il scssantesimosettimo fu aduna-


prio figlio Teofìlatto, allora assai to l'anno io')4 contro la Chiesa Ilo-
giovane, fosse in età di possederla. inana da Michele Cerulario. Ivi.
Regia t. XXV, Labbé t, IX, Ar- Il sessantottesimo del 1066, sot-
duino t. VI. to il patriarca Silìlino decise che
Il sessantesimoprimo si convocò non eravi diderenza tra il matri-
nel 963, nel quale l' imperatore monio, e lo sposalizio Icgiltinio,
INiceforo Foca fu assoluto dalla quanto agl'impedimenti del matri-
scomunica, che il patriarca Poliuto monio, coi parenti della persona,
avea fulminato contro di lui, per- che si sarebbe sposata, o colla f(ua-
chè aveva due mogli, e perchè a- le si fosse fidanzato. Mansi. Ivi.
veva tenuto al battesimo un figlio Il sessantanovcsirao dell'anno 1067
della seconda. L'imperatore, avendo versò sulla stessa materia. Ivi,

giurato di essere innocente dei due Il settantesimo adunossi nel 1081,


falli che gli s' imputavano, venne versò su due cugini, l' uno dei qua-
assoluto dai padri del concilio. Nel- li avea sposata la madre, e l'altro
l'anno 969 ebbe luogo una celebre la figlia : il secondo matrimonio fu
disputa in Costantinopoli , tra i dichiarato nullo. Ivi.

cattolici, e per ordine


i giaeobiti, Il settantesimoprimodel 1086, sot-
dell'imperatore Kiceforo. Renaudot, to il patriarca Nicola, riguardò gli or-
Liturgie orientali t. II, p. 4*^9 5 dinandi, e quelli che ordinavano. Ivi.

Assemani, Biblioteca orientale tom. Il settantesimosecondo fu del


II, p. i33; e Mansi, Supplim, t. medesimo anno. In esso venne rap-
I, p. 1 59. presentato all' imperatore Alessio
Il sessantesimosecondo si celebrò Comneno, non esserepermesso dai
l'anno 975, etl in esso il patriarca sagri canoni lo smembrare i ve-
Basilio convinto di delitto, fu de- scovati dalle metropoli. Ivi.

posto, e Antonio Studita venne Il settantesimoterzo l'anno 11 10


surrogato invece di lui. Baronio a fu tenuto contro i bogomili, pei
dello anno. quali ebbero luogo altri concili nel-
Il sessantesimoterzo del 1026 lo stesso anno. Colet, in Collect.
si celebrò dal patriarca Alessio, per i'eneto-Lahbeana. Nel 11 4© in al-
iscomunicare i sediziosi. Mansi in tro concilio furono condannati gli
appelici, t. I. scritti di (Costantino Crisomalo, pie-
Il sessantesimoquarto fu aduna- ni di novità, e stravaganze, come
lo nel 1027, in cui il patriarca dell'eresie degli entusiasti, e dei bo=
Alessio condauuò l'abuso di vendc- gemili, Diz. de" Concili.
i38 COS COS
Il scllMiilesimoquarlo di\l ii4^ quelli, i quali dicevano che il Fi-
venne incominciiito a' 20 agosto dal gliuolo diDio è insieme uguale al

palriaica Michele Oscita nel palaz- Padre, e minore del Padre, fu e-

zo Tomaito, contro due pretesi ve- siliato co' seguaci dell* errore. Il

scovi ordinati contro i canoni, e concilio fece nove canoni, il primo


perciò deposti, le cui ordinazioni fat- de' quali dice anatema a coloro,

te dal solo metropolitano, furono che non prendono nel vero senso
dichiarate nulle. Furono pure con- le parole de' santi dottori della

dannati perchè della setta de'bo- Chiesa, e che falsamente interpre-


gomili • Arduino t. VII, Leone tano ciò, ch'essi hanno con chia-
Allazio, Const. 1. i i, e. 12, p. rezza spiegato colla grazia dello

671. Spirito Santo. Vi si proibirono al-


II settantesimoqninto del i i47 tresì i matrimoni fino al settimo
contro i bogomili. Nel Diz. de'Con- grado di pai'entela inclusivamente.
cilii si legge che, nel ii43, in Arduino t. VI, Mansi t. Il, Leone
Costantinopoli venne celebrato il Allazio Const 1. II, e. 12, n. 4-

primo ottobre altro concilio, in cui Nel Diz. de Concili si dice, che
si condannò il monaco Nifone ad il concilio sui matrimoni fu diver-

essere chiuso in monistero; e che so; ma anno


celebrato nello stesso
nel I 144 a' 21 '2 febbraio s'incomin- da Luca patriarca di Costantinopo-
ciò altro concilio, nel quale Nifone li, con trenta mi-tropolitani.
fu condannato, per aver detto, tra Il settantottesimo si celebrò l'an-
l(! altre cose, anatema al Dio degli no ri 68, in cui i greci si separa-
ebrei ; indi rimase nel detto ritiro rono interamente dalla Chiesa P1.0-
in tutto il patriarcato Michele
di mana. Arduino t. XI.
Oscila. In oltre si legge, che nel Il settantesimonono fu adunato
I f47, ad istanza dell'imperatore nel 1261, in cui ingiustamente
IManuello, il patriarca Cosimo fu venne deposto il patriarca Arsenio.
deposto, per aver messo in libertà Pachimer lib. 3.
Nifone, di cui sosteneva le opinioni. L'ottantesimo, e 1' ottantesimopri-
Il settantesimosesto si celebrò mo si tennero nell'anno 1277, ed
l'anno 1146 contro Sotero, elotto in essi il patriarca Vecco o Bec-
vescovo d' Antiochia in Siria, ed co professò la fede romana , e
alcuni altri, quali dicevano chei scomunicò tutti gli scismatici. Pa-
otfrivasi il sagrifizio al Padre, ed chimer mette pure nel medesi-
allo Spirito Santo, ma non al Ver- mo anno un conciliabolo di scis-

bo, perchè egli stesso era l'offerente, matici in Costantinopoli. Arduino


per timore che non si ammettesse- t. VI. //. Diz. de' Concili ripor-
ro con Nestorio due persone in ta, che a'26 maggio 1274 si cele-
Gesù Cristo. Ai'duino t. VI. brò un concilio, in cui Giovanni
Il settantesimosettimo fu adu- Vecco, autore della riunione coi la-
nato nel II 66 d'ordine dell' impe- tini, di concerto coli' imperatore
ratore Mannello, e composto di Michele Paleologo fu eletto patriar-
cinquantasei vescovi. Demetrio di ca di Costantinopoli e ordinato il ,

Lampeno, borgo d'Asia, che accusa- dì della pentecoste. Di più si legge


va i tedeschi di pensar male sulla nel detto Dizionario, che nel 1277,
natura divina, e declamava contro come rilevasi dalla lettera del Vec-
cos COS 189
co al Papa Giovanni XXI, tal pa- servì a giudicare valido \\ matrimo-
triarca fece una cattolicissima pro- nio del principe Alessio, sebbene lo
fessione di fede, riconoscendo i sette avesse contratto contro la volontà
sagramenti, e il resto di ciò, che dell' imperatore, eh' era insieme suo
crede la Chiesa romana. zio, e tutore, ivi.

L'oltantesimosecondo del 1280 L'ottantottesimo dell'anno 1840,


incominciò ai 3 maggio. Lo presie- e l'ottantanovesimo del i34i, furo-
dette il patriarca Yecco, con otto no due pseudo-concili a favore di
metropolitani, ed altrettanti arcive- Giorgio di Palama, vescovo di Tes-
scovi. In esso venne dichiarato, che salonica, e de'seguaci de'suoi erroii.
il referendario delia chiesa di Co- Ivi, e r annalista Rinaldi all' anno
stantinopoli, avea tolta la particella i34i.
ex dall'omelia di s. Giegorio Kis- Il novantesimo del i345 versò'
seno sul Pater, che comincia con sullo stesso soggetto. Boivain in no-
(jueste parole : Cimi adduceret ma- tis ad JSìcejììiontm Gregor. Manca
gniis Moyses. etc. Spiritus vero nelle collezioni.
Sanctus, et ex Patre dicitur, et ex Il novantesimoprimo, dell'anno
Filìo esse affirmatiir, poiché quella i347, fu falso concilio, nel quale
particellaprovava evidentemente, si depose il patriarca Calaca, e si
che lo Santo procede dal
Spirito approvarono gli errori di Gregorio
Figlio. Lo zelo del Vecco per la di Palama. Lambecio, in Bihlio-
riunione, e la giustificazione della theca Caesaraea, t. VI. Ve ne fu
dottrina dei latini iiritava sempre ancora un altro nel medesimo an-
più gli scismatici contro di lui, e no, e sullo stesso soggetto. Canta-
l'imperatore Michele Paleologo li cuzeno 1. 3. Storia, e Leone Alla-
metteva alla disperazione coi sospet- zio. De consensione.
ti, e colle crudeltà. Labbé t. XI novantesimosecondo, si celebrò
Il

Arduino t. VII. D'iz. de Concili. l'anno i35o, in favore di Grego-


Del conciliabolo, ottantesimoter- rio di Palama. Combefis, in Jctu-
zo de' Concili, del 1283, si tratta ar., Arduino VII, e XI,
al volume XV, p. iSy, in fine del- Il novantesimoterzo nel i3>i ,

la colonna 2. da del Dizionario. contro Gregorio di Palama, seppu-


L'ottantesimoquarto, nel 1284, re non è il precedente perchè fu
venne convocato dagli scismatici, e a suo favore, e perciò non ricono-
perciò fu conciliabolo. Mansi t. Ili, sciuto.Questo capo de' quietisti del
e r annalista Rinaldi a detto anno. monte Athos diceva che cogli oc- ,

L' ottantesimoquinto , nell' anno chi del corpo vedeva l' essenza di-
1280, versò sopra un passo del vina ; eh' ella era apparsa a molti
decimoquinto capitolo del primo santi come ai martiri nelle perse-
libro della fede ortodossa di s. Gio. cuzioni; che gli apostoli la videro
Damasceno. Arduino t. VII. sul monte Tabor nella trasfigura-
L'ottantesimosesto, nel 1297, ven- zione che quello splendore era lo
;

ne convocato pegli anatemi scaglia- stesso Dio, e che santi potevano i

ti dal patriarca Anastasio nel lasciar vederla cogli occhi del corpo. La
la sua sede, contro 1' imperatore dottrina di Gregorio fu approvata
Michele Andronico. Mansi, t. 3. dal concilio, che componevasi di so-
L' ottantesimosettimo del i2()9 li vescovi di Tracia radunati dal-
ilo e OS COS
r impoialorc Giovanni Canlacuzcno, stanlinopoli Partenio, per condan-
per <]niclarc i luihitli della (ireeia, nare i sentimenti, e gli errori cal-

quindi fu imposto silenzio a'catlo- vinisti di Cirillo Lucario.

lici, tra'quali i due vescovi di Efe- INcI centesimo del 1642, Parte-
so, e di Ceno luiono deposti, e spo- nio condannò gli errori come nel
gliali delle divise della loro dignità; precedente concilio.
M fecero quattro sessioni. Arduino COSTANZA, Conslnndcn. Sede
t. VII. Niccph. Greg. 1. i8. e. 3, vescovile in partibux, nella Celesiria,

Cantacuz. 1. 4- c- i^- sulìraganea della metropolitana di

Il novantaquattresirao, dell'anno Lostra nella provincia di Arabia,


i4P, servì a deporre il patriar- patriarcato di Antiochia. I concili

ca IMelrofanio, siccome zelantissimo fanno menzione di due vescovi di


dell' unione della chiesa greca alla Costanza, Constantia. Per morte
santa Sede. Allazio, de couscnsio- di monsignor Vincenzo Paccaironi,

nc j. 3. vescovo in partilms di Costanza, il


Il novantaeinquosirao si tenne Papa regnante, nel concistoro dei

l'anno ì/\5o eontio la delta unione, 9.7 gennaio 1842, ne ha conferito


ad onta t;lie l'imi uro l'osse minaccia- il til<jlo a monsignor Giuseppe
lo dalia l'orniiilabile potenza ottoma- Ilurlado de INIendoza prete ameii-
na, che, nel i4^3, ne compì il con- cano di Cordova nel Tucaman.
quisto. Labbé t. XIII, e Arduino COSTANZA, Constantia. Città
t. 1\. vescovile di Mesopolanna , nella

Il novantesimose>to, del i4j*> ^^^ diocesi d'Antiochia sotto la metr(j-


circa, non è riconosciuto. Fu tenuto poli di Amida, i'abbricala dall' im-
contro lariunione de'greci coi la- peratore Costanzo, lo stesso anno
tini, elìèttuala nel concilio genera- che rifabbricò, e fortificò Amida.
le di Firenze celebrato da Euge- COSTANZA , Constantia , seti

nio IV. A i fu deposto Gregorio pa- Costantina. Città vescovile del |)a-

triarca di Costantinopoli, e in sua triarcato d'Antiochia, delia provin-


vece venne sostituito Atanasio in cia di Osroena, sotto la metropoli
presenza dc'palriarehi d'Alessandria, di Edessa. La sua erezione rimonta
d" Antiochia, e di Gerusalemme. Diz. al sesto secolo, e nel XIV secolo
de' Concili. si trovano due vescovi latini. Evvi
]Nel novantesimoscllimo del )5G"), ancora una sede vescovile della
fu deposto il patriarca Giosa fat- provincia di Tracia, chiamata Co-
to, per colpa di simonia. Il Len- stanza, il cui vescovato fu fondalo
glet chiama (juel patriarca col no- nel IX secolo, ed assoggettato al

me di Giuseppe, Labbé t. XV. Ar- metropolitano di Filippopoli.


duino t. X. COSTANZA (Constantien.). Città
Il novantesimoltavo fu celebra- vescovile di Germania nel gran
to nel iG38, ed in esso Cirillo di ducalo di Baden, antica capitale
Berea, patriarca , condannò il suo del vescovato dital nome, ora ca-

predei;essore Cirillo Lucario, e la po luogo del circondario di Lago,


sua confessione di fede. Arduino. e Danubio, e di baliaggio, posta
t. X. sulla riva meridionale del lago
11 novantesimonono, del i04i, detto di Costanza, nel punto ove
fu convocalo dal patriarca di Co- il Reno esce per entrare nel la-
è

cos COS i|i

go inferiore, separando la città dal mato in una fabbiica di tele: vi si

borgo di Petershausen. 11 detto la- vede ancora la prigione dell'empio


go è chiamato pure Bonensee, Bri- Huss, i ramponi di ferro ai quali
gantinusj Bodamicus lacus, Acro- fu attaccato, e la pietra che gli

nius lacus, ed un tempo fu appella- servì di sedile, prima di essere

to marediSvevia. In faccia alla cit- condotto sulla piazza pubblica, ove


tà di Costanza questo lago si divi- fu abbruciato vivo il G luglio
de in due rami, l'Unter-see, lago i^\5; Girolamo di Praga suo
e
che
inferioi*e, rinchiude l' isola di discepolo il 3o maggio i4i6.
Reichenau, e 1' Lberlingen-see, det- Questa antichissima città, credu-
to lago di Uberliiigen, nella quale ta da alcuni il J itodorum de"li
sta quella di Meinau. Il lago di antichi, da altri Ganaudunuin, V
Costanza è assai abbondante di Harudunum di Tolomeo, ricevette
pesce, e quindi assai attiva n' il nome ed ebbe origine, secondo

la pesca, e la sua navigazione. Le il parere dei più, da Costanzo Clo-


sue rive, generalmente poco elevate, ro, padre di Costantino il grande,
e seminate di città, ville, castelli, o da Costanzo figlio di quest' ulti-

jiraterie, e boschi, offrono la pro- mo. Sembra però, che sia stata fon-

spettiva più dilettevole, ed i punti data in questo luogo, affine di avere


di vista più belli e variati. una piazza forte, che mettesse quella
Costanza, compiendendo il sob- frontiera al sicuro, e tenesse in

boigo di Petershausen, situato sulla soggezione i popoli dell' Alemagna.


riva destra del P>.eno, e col quale Questi per altro la saccheggiarono,
comunica per mezzo di un ponte e lo stesso nel 4i4-
fece Aitila
di legno, ed i suoi due altri sob- Divenne quindi un semplice villag-
borglii di Rreuzliugen, che com- gio sotto i re di Francia della
prendeva l'abbazia del suo nome, prima stirpe. Dagobcrto vi aveva
ed il Paradiso, occupa uno spazio una casa di campagna, per cui ne-
considerabile; è fortificata ed assai gli antichi atti è nominala, T illa
l)ene costrutta. Sono degni di men- regia Dagoherti regis. Piipi-ese Co-
zione il castello ducale, l'episcopio, stanza il titolo di città quando vi

nel quale vi sono bei quadri, e la fu eretta la sede vescovile: tutta-

cattedrale ; tutti edificii gotici. Dal- volta neir anno 854 era poco con-
l' alto del campanile della cattedra- siderabile. Successivamente fu accre-
le si gode una veduta magnifica sciuta, e fortificata in modo, che nel
della città, dei due laghi, e delle q38 potè resistere agli assalti degli

montagne di Voralberg, e dell' Ap- ungheri. In questa città si tennero


penzel. Una piastra, posta all'in- le diete dell' impero negli anni
gresso di detta chiesa, indica il io43, 114^3 ii53, 1 183 e i5o7.
luogo in cui Giovanni IIuss ascoltò iSel i3i4 corse pericolo di essere

la sua sentenza di morte e fu de- interamente incendiata. Per un tem-


gradato ; più lungi si vede la sua po la città si governò in forma di
statua colossale che monta una cat- repubblica, e, per meglio conservare
tedraj facendovi ridicole contorsioni. la sua libertà, si confederò colle al-
Il convento dei domenicani, quivi tre città di Zurigo, Lindau, ed U-
ammessi nel i235, ed in cui si berlisgen. In progresso divenne cit-
tenne il famoso concilio, fu trasfcn- tà imperiale del circondario di
i42 cos cos
Svevia, sino all'anno i548, in cui il490, <J'^ "" s. Berto. Nel secolo
fu messa al bando dall' imperatore decimo fiorì s. Corrado vescovo di

Carlo V, per avere nel loaS ab- Costanza dell' illustre casa Guelfi
bandonata la reliirione cattolica, e di Germania. Nel XVI il vescovo,
favorita la riforma ; bando di prò- eh era pure principe sovrano, fu
scrizione, che si meritò per avere obbligato di abbandonare Costanza,
rifiutato di ricevere il famoso //i- e fissò la sua residenza a Meisburg.
tenia.Ferdinando I, nel i549, '^ *"''^ *''*^ dèstra del lago, quan-
pose una guarnigione, sotto il titolo tuiujue sia rimasto il capitolo nella
di protezione; ma veramente con città. Talvolta risiedeva il capitolo
questo passo la sottomise di fatto nel sobborgo di Petershausen. Il

alla casa d' Austria, alla quale ne vescovo di Costanza era principe
fu confermato il possesso nel iS^g, dell'impero, ed avea la sua can-
alla dieta di Augusta, possesso che celleria, i suoi ufllziali ereditarli,
conservò in seguito, sino a che nel ma non aveva nessuna giurisdizio-
trattato diPresburgo del i8o5 fu ne temporale nella città,
ceduta dall'Austria al gran duca Apparteneva Costanza al circolo di
di Baden. Nel i633 Costanza fu Svevia, ed il vescovo aveva voto nel
indarno assediata dagli svedesi sotto consiglio dc'principi. Godeva i reddi-
il comando del maresciallo Horn. ti dell' abbazia di Reichenaw sul la-

Rese sopra tutto celebre il nome go, di (piella di VValdsassen, e della


di Costanza il gran concilio tenuto- prevostura di Oeningen. Dicesi che
vi dall'anno 1414? sino al i4'8, i suoi redditi montassero ad annui ;

che per ultimo descriveremo, e che scudi ventimila. Inoltre era il ve-
mise fine al piìi lungo ed orrendo scovo cancelliere dell' università di
scisma. In esso fu scomunicato un Friburgo in Brisgovia, la quale era
antipapa, fu deposto Giovanni XXII 1, stata trasferita in Costanza nel 1667
rinunziò Gregorio XII, e fu eletto dopo che Friburgo era stato preso
Martino V, Colonna, romano, con dai francesi. Il vescovo di Costanza
giubilo universale. Della tanto ri- era parimenti direttore del circolo
nomata pace di Costanza ivi con- di Svevia, uno al duca di Wir-
in
chiusa nel 1189, si tratta al voi. temberg. Nel 1567 il vescovo pub-
IV, p. 28 del Dizionario. blicò delle ordinanze sinodali.
La sede vescovile di Costanza è La diocesi di Costanza in pro-
antichissima, e vuoisi da alcuni gresso di tempo divenne la più
farne risalire la fondazione al tem- considerabile della Germania , e

pò degli apostoli. Prima il vescovo comprendeva una gran porzione


e la sede erano presso Baden a della Svizzera, ove possedeva in
Windish o Findimissa, cittadella proprietà delle terre. Nel 1802 il

Svizzera rovinata poi da Childerico vescovato fu secolarizzato, e dato,


II; ma verso l'anno 570, ovvero, come si disse, qual principato alla
come dice Commanville, nell' anno casa di Baden. L' ultinio suo prin-
597, il vescovo trasferì la sede cipe vescovo fu Carlo di Dalberg,
in Costanza, restando però sufFra- morto nel 8 7 ; il perchè Papa
1
1

ganea della città di Magonza. Fin- Pio VII colla bolla: Provida so-
diniissa, o Findonissa era stata lersq ne roma norum Ponti/icum, data
eretta nel quarto secolo o verso XMII kalcndas septembris 18?. i,
cos COS 143
F ne soppresse la sede. La vastità e frutti delle medesime prebende, e
grandezza di questa diocesi consi- niuno n' era escluso, purché fosse
steva in questo, che, oltre alla cat- nobile, o dottore, o licenziato, e
tedrale, conteneva ventidue collegia- che fosse nato nella diocesi di Ma-
te, circa trecento cinquanta moni- gonza, o nelle diocesi suifiaganee
steri, de' quali quarantanove aveva- di quella metropoli. La chics.a cat-

no il titolo di abbazia, e da circa tedrale dedicata a s. Stefano è ma-


mille ottocento parrcftchie, divise gnifica, ed ha un'alta torre.
in sessaiitasei decanati, i quali com-
prendevano insieme, i^io, sino nel Concili di Costanza.
a mille e Le ab-
settecento preti.
bazie della diocesi erano delle più Il primo fu celebrato nel io44)
considerabili di Germania. Se ne per lo stabilimento della pace. En-
contavano venticinque dell'Ordine rico IV, re di Germania, che fu
di s. Benedetto, sei dei premostra- poi imperatore coi nome di Enrico
tensi, tredici dei cistcrciensi, e cin- 111, il Nero, vi diede la pace a tut-
que de' canonici regolari di s. Ago- ti i suoi stati. Labbé tom. IX, Ar-
stino. Ancora esiste l'abbazia nullius duino tom. VI.
del monistero della b. ^ ergine Il secondo concilio venne adunato

Maria de ^laristella, vulgo Wettin- per la disciplina ecclesiastica, nella


gen dell'Ordine cistcrciense già di settimana santa del ioq4jda Gebear-
questa diocesi, ed ora di quella di do, o Ebardo di Zaringen terzo di
Basilea. Il Papa regnante, nel con- quel nome, vescovo di Costanza, e
7 decembre
cistoro de' 184o, con- 1 legato di Alemagna del Pontefice
monistero di Maristella al p.
fei'ì il Urbano II. In questo tempo le cose
(abbate Leopoldo Hocle. Vi sono in della chiesa erano s\ malconcie in
esso al presente venti monaci, e sei Germania , che appena i vescovi
conversi. La chiesa abbaziale è de- di W isburgo, Passavia, AA orniazia.
dicata all'Assunzione di Maria in e erano nella cattolic;i
Costanza
cielo, e r abbate ha la giurisdizio- comunione. Vi si fecero leggi rigo-
ne sopra sei monisteri e paga , lose contro l' incontinenza de' chie-
duecento fiorini di tasse alla can- rici, e la violenza de' simoniaci, rin-
celleria apostolica, allorché viene novandosi la proibizione di ascolta-
preconizzato in concistoro. Il capi- re r uffizio da loro celebrato. Vi si
tolo della cattedrale era composto fissarono le quattro tempora de!
di ventiquattro canonici, che aveva- mese di marzo alla prima settima-
no diritto di assistere al coro, e na di quaresima, e quelli della
voce in capitolo, e di quattro can- pentecoste alla settimana dell'otta-
didati, che aspettavano il primo va della stessa festa. Regia tomo
posto vacante. Le sue dignità erano XXVI, Labbé tom. IX, Arduino
quattro, cioè il prevosto , il decano, tom. VI.
il cantore, ed il tesoriere. Il vesco- Il terzo l'anno i4i4> c''^' durò
vo conferiva le prebende mentovate sino al i4i8. Da alcuni ebbe no-
congiuntamente al Pontefice, cia- me di generale XVII, e da altri di

||
senno però ne' suoi mesi ma gli : generale solo in alcune sessioni, su
'
investiti dovevano aspetta-
di fiesco di che va consultato il § V del-
re cinque amii prima di godere i l'articolo Concilio [P^edi). Questo
,

i44 cos COS


celebre concilio, che fu il principale eletto. Lnsrnossi il Pontefice di Si-
avvenimento del secolo XY, fu ra- gismondo, peii;1iè si era dichiarato
dunato da Giovanni XXIII, in u- seguace di Baldassare Coscia, che
nione all' impeiatore Sit^ismondo avea preso il nome di Giovanni
per terminare il iagrimevole scisma XXIII, e gl'invio il Cardinal di
the dal iSjB afiliggeva grandemen- Ragusa, e il patriarca di Costanti-
te la Chiesa universale, e teneva nopoli, per dimostrargli la giustizia
divisi i fedeli nel riconoscere il vero della sua calisa, la quale volle pa-
.Pontefice, perchè ad un tempo re- rimenti, che dal detto Cardinal di
li^iiavano ancora Gregorio XII, e Ragusa venisse difesa nel concilio.
l'antipapa Benedetto XIII. Sulle Giunse il Cardinale a Costanza, e
prime Giovaimi XXIII Io convocò fece subito alzare nel suo palazzo
in Roma, ma dipoi pel poco nu- r arme di Gregorio XII, che nella
mero di prelati, che vi concorsero, prima notte gli fu gettata a terra.
convenne con Sigismondo di ccle- Fu messa questa causa in giudizio,
bi-arlo in Costanza. 11 Papa, nella e ne uscì sentenza, che non dove-
bolla di convocazione del concilio, vasi alzare l'arma di Gregorio XII,
al quale invitò tutta la cristianità, in un luogo che a Giovanni XXIII,
.scrisse lettere particolari in tutti i e non a lui prestava ubbidienza, e
regni, e in tutti gli stati di sua questo bastò per fargli conoscere,
ubbidienza. Vi rappresentò, che A- che erano poco disposti
cpie' prelati
lessandro V suo predecessore (elet- a favorire Gregorio XII, e non
to nel concilio di Pisa viventi rimanergli per conseguenza spe-
Gregoiio XII, e l'antipapa Benedet- ranza alcuna di ridurli alla sua di-
to XIII), non avendo potuto termi- vozione, come egli lo avea iucom-
nare la rilòrma della Chiesa nel benzato di fare. Lo stesso animo
concilio di avca rimesso
Pisa, lo trovò il Cardinale in Sigismondo,
alla prossima piimavera; e che lo il quale in una lettera, che scrisse
imperatore Sigismondo, insieme con a Gregorio XII, lo riprendeva di
lui avea convenuto per la città di ricusare con iscandalo di condursi in
Costanza come luogo del concilio. Costanza, per dar fine allo scisma
Denunziato pertanto nel i4i3 que- della Chiesa . Il Papa rispose ,

sto concilio per la festa d' Ognis- eh' egli non ricusava il concilio, ma
santi del seguente anno, fu scritto sì il congresso convocato da Gio-
anche a Gregorio XII, che se ve- vanni XXIII, dappoiché non con-
ramente bramava la unione e la veniva, che il vicario di Cristo, e
concordia delle chiese e di tutto successore di s. Pietro fosse sogget-
il cristianesimo, si recasse con quel- to usurpatore del pontificato.
all'

li del suo partito al concilio. L'ef- Dipoi Gregorio XII, con lettera
lt"tlo mosti-ò, ch'egli sinceramente de' 1 3 marzo i^i^, come quello
desiderava questa concordia; ma che sinceramente bramava la pace
temendo, che fossero per prevalere della Chiesa, diede piena autorità
contro di lui in Costanza i suoi al Cardinal di R.agusa, e agli altri
nemici, nel i4i4j procurò di sva- della sua ubbidienza, che potessero
nirloj come congregato senza legit- ridurre a forma di concilio generale
tima autorità, poiché era egli vero il congresso di Costanza, non come
pastore della Chiesa canonicamente convocato da Baldassare Coscia, niu
,,

e OS COS l'p
da Sigismondo re de'roraani, e di con tutte le cerimonie pontificali,
Ungheria, col patto però, che Bal- Sigismondo vestito degli abiti da
dassare né lo presiedesse, ne vi fus- diacono , colla spada nuda alla
se presente. mano, cantò l'evangelo: Exiil ecli-
Morto intanto Ladislao re di ctuni a Caesai e Augusto, ed il con-
Napoli agli 8 agosto i^t^, Oiovan- te di Cilley, suocero dell'imperato-
ni XXÌIl, che assai temeva di anda- re, teneva in mano il pomo d'oro,
re al concilio di Costanza, peichè ossia il globo imperiale. Giovanni
s'immaginava che ne uscirebbe , Huss si recò al concilio Costanzien-
non come Papa ma come privato, ze, munito di un salvacondotto di

stimolato tuttavia dai Cardinali, e Sigismondo.


dalla promessa fatta a Sigismondo, L'apertura del concilio si fece
nel primo di ottobre, mosse alla ai 5 novembre, e la prima sessio-
volta di Costanza. Egli vi entrò ai ne si tenne ai 16. Il Papa vi

28 ottobre a cavallo accompagnato presiedette , e recitò un discorso,


dalla sua corte, che oltre a nove indi si lesse la bolla di convocazio-
Cardinali , e molti prelati, consi- ne, e furono eletti gli ufllziali del
steva in più di seicento persone, concilio, cioè dieci notari, un cu-
e vi entrò come una vittima or- stode, e gli uditori di rota, quat-
nata pel sagrifizio. Costanza era al- Iro avvocati, due promotori, o sia
lora piena di popolo in guisa, che vi procuratori , e quattro maestri di
si contarono sino a trenta mila ca- cerimonie. Vi fu letto un canone
valli. Al concilio intervennero qua- dell'Xl concilio di Toledo, tenuto
si mille padri, fra' quali ventinove nell'anno 675 nel pontificato di A-
Cardinali della ubbidienza di Gre- deodato, che spiega e dichiara la
goi'io XII , di Giovanni XXIII gravità, colla quale si deve ognuno
e dell' antipapa Pietro di Luna contenere in siffatte adunanze. Nel-
ossia Benedetto XI li, non che tre- l'intervallo dalla prima alla secon-
cento vescovi, l'imperatore Sigis- da sessione fu carcerato Giovanni
mondo, gli ambasciatori di tutti Huss per comando del Papa, ad on-
i principi europei, e più di tren- ta del suo salvacondotto, e si diede
tadue mila persone. Sigismondo principio al suo processo. I suoi ac-
giunse a questa numerosa ed au- cusatori stesero una memoria de-
gusta assemblea nella vigilia di Na- gli errori di lui, che presentarono
tale sulla mezza notte , accompa- al Pontefice ed al concilio, e tra gli

gnato dall'imperatrice Barbara di altri v'ebbero quelli di aver


errori
Cilley sua sposa, da Isabella regi- insegnalo pubblicamente che do- ,

na da Rodolfo elettore
di Bosnia, vevasi comunicare il popolo sotto
di Sassonia, da Federico burgravio le due specie: che nel sagramento
di Norimberga, poscia elettore di dell'aliare il pane resta pane dopo
Brandemburgo, da Ludovico conte la che
consagrazione preti in : i

palatino del Reno, e duca di Ba- peccato mortale non possono am-
viera, seguito da quattrocento ca- ministrare i sagra menti: che pel
valieri, dall'arcivescovo di Magonza contrario può farlo ognuno, essendo
con seicento, e da altri gran perso- in istato di grazia: che pel nome di
naggi. Nella messa, che nel giorno Chiesa non bisogna intendere il Papa,
di Natale celebrò Giovanni XXIU né il clero: che la Chiesa non può
VOL. xviu. IO
f46 cos COS
possedere beni temporali, e che i per portarlo nella sessione seguen-
signori possono spogliar-
secolari te, perchè fosse autorizzato da tut-
nela. Furono eletti commissari per to il concilio. In una di queste
costituire il suo processo. Nello stes- congregazioni si presentò una nota
so intervallo della prima sessione, di accuse molto gravi contro Gio-
molti signori tanto ecclesiastici, che vanni XXIII, e furono a lui man-
secolari arrivarono a Costanza, tra i dati deputati per indurlo a rinun-
quali il celebre Cardinal Pietro di ziare da sé il pontificato: egli ri-

Ailly. Nel mese di febbraio vi arri- spose che lo avrebbe fatto, se gli
varono i deputati dell'antipapa Be- altri due contendenti facessero
nedetto XIII, e di Gregorio XII, altrettanto, ma differì di giorno in
che vi mandò quali suoi nunzi e giorno ad esibire una formola chia-
procuratori il Cardinal Gio. de Do- ra e precisa di sua cessione. In
menici del titolo di s. Sisto, arci- tal tempo arrivarono a Costanza
vescovo di Ragusa, Vernerò arci- i deputali dell'università di Pari-
vescovo di Tieveri, Ludovico conte gi, di cui era capo il celebre Gerso-
palatino del Reno, non che Carlo ne, cancelliere della medesima, in-
Malatesta signore di Rimini, nella sieme agli ambasciatori di Carlo VI
quale città il Papa erasi ritirato. re di Francia.
Ambedue però i vescovi nel conci- Nella II sessione Giovanni XXIII
lio, o conciliabolo di Pisa, erano recitò una formola precisa, colla qua-
stati spogliati della dignità, e di- le giurava di rinunziare il pon-
chiarati scismatici, e nemici della tificalo, se la sua dimissione poteva
Chiesa. estinguere Io scisma, la qual formo-
Intanto si tennero molte congre- la era stata compilata da tre na-
gazioni, e furono prese misure per zioni di quelle intervenute al con-
obbligare Giovanni XXII I a di- cilio. In questa sessione, ch'ebbe luo-
mettere il pontificato a cagione go a' 2 marzo ì/\i5 Giovanni ,

de'suoi vizi personali. Fu risoluto XXIII, dopo aver celebrato nella


di opinare per nazioni, e si divi- cattedrale la messa dello Spirito
se il concilio in quattro nazioni, santo, in mezzo a quella augusta
cioè d'Italia, di Francia, di Alema- assemblea pronunziò la formola del
gna, e d'Inghilterra. Altri vi ag- giuramento, e scendendo dal tro-
giungono una quinta nazione, la spa- no , s' inginocchiò avanti l'altai-e,

gnuolaj e da ogni nazione si eles- ed accostando la mano al petto,


se un numero di deputati. Questi mentre proferiva le parole, spondeo,
deputati avevano alla testa un presi- voveo , et j'uro Deo, Sigismondo
dente, che si cambiava ogni mese, e s'intenerì in modo, che disceso an-
ogni deputazione aveva i suoi procu- ch'egli dal soglio, e deposta l'impe-
ratori e notari. Ogni nazione raduna- riai corona, si prostrò a' piedi del
vasi per deliberare le cose, che dove- Papa per sapergliene quel grado,
vano essere portate al concilio. Quan- che meritava una risoluzione cotan-
do erano convenuti sopra qualche to generosa, e per parte sua, e per
articolo, producevasi ad un'assem- parte del concilio. Ma poco durò
blea delle diverse nazioni, e se l'ar- questa buona volontà di Giovaruìi
ticolo era di unanime consenso ac- XXIII, imperocché non molto do-
cordalo, veniva sottoscritto e sigillato po negò egli di dare la prò-
,

cos COS t47


cura per rassegnarsi , testificando fedeli, i quali prima avevano ob-
fli voler fare da se questa rinunzia. bedito parte a Gregorio XII, e par-
Quindi udendo che sarebbe for- te a Giovanni XXIII, e si ordinò
zato a farla, e che dopo una con- nel tempo medesimo, che nelle
gregazione si era proposto il violen- scritture pubbliche, lasciandosi di
to partito di arrestarlo, e di creare far menzione alcuna del Romano
un Papa, se ne fuggì da Costanza Pontefice, o della Sede apostolica,
vestito da mercatante, da palafre- si mettesse in esse l'anno del re
niere, o da postiglione, coll'appog- de'romani. Dopo avere Giovanni
gio di Federico duca di Austria, XXIII assistito alle due prime ses-
che, per trovare il modo di trafu- sioni, per la sua fuga presiedette
garlo, celebrò in Costanza un torneo, alla terza il Cardinal d'Ailly, ed
nel quale impegnati tutti gli abi- alla quarta e quinta il Cardinal
tanti a vederne lo spettacolo (in cui Giordano Orsini vescovo di Albano,
il duca stesso giuoco di lancia col mentre alle altre sino all'elezione di
conte di Cilley, cognato, o suocero Martino V assistette il Cardinal ve-
dell' imperatore) , ebbe Giovanni scovo di Ostia Giovanni Broignac
XXIII tutto l'agio di fuggire, e ed alle quattro ultime Martino V,
ritirarsi a Lauf-
a ScialFusa, e poi creato, come diremo, nella XLI ses-
femburgo, e finalmente a Fribur- sione.
go, donde passò a Brissac. Teodo- Nella III sessione il Cardinal di
rico di Niemo scrittore delle let- Firenze lesse una dichiarazione fat-
tere apostoliche, nella qual qua- ta a nome del concilio, nella qua-
lità l'avea accompagnato in Co- le si dice : i

Che il presente con-
stanza al concilio, scrisse la storia cilio era legittimamente radunato :

di questa L'imperatore ve-


fuga. 2." Che il Papa non lo
ritiro del
dendo il torbido, che la fuga del ha disciolto, e che non si scioglierà
Papa aveva prodotto, dichiarò che fintantoché non sia estinto lo scis-
il ritiro di Giovanni XXIII non maj e la Chiesa non sia riformata
impediva al concilio di attendere quanto alla fede, e quanto ai co-
alla riunione della Chiesa, e Ger- stumi: 3.° Che il Papa Giovanni
sone, di concerto con altri, fece XXIII non trasferì fuori della città
un discorso per ristabilire la supe- di Costanza la corte di Roma, né
riorità del concilio sopra il Papa, i suoi ufFiziali, e non gli obblighe-
ciocché diede origine alla questio- rà a seguirlo, se non che per qual-
ne, che fu allora vivamente agita- che causa ragionevole, e approvata
ta, e riprodotta di poi da parecchi dal concilio: 4'" Che tutte le tras-
dottori oltremontani, se il concilio lazioni de' prelati, privazioni de' be-
sia o no Papa. Ma
superiore al nefizi ec. , da questo Papa, do-
fatte
su questo delicato ed importante po il suo ritiro, saranno di niun
argomento, è a vedersi quanto si dis- valore.
se in questo Dizionario al volume iVella IV sessione assistette l' im-
IV pag. i56, e al volume XV p. peratore, e il Cardinal di Firenze
16') e seg. Certo è, che il concilio vi lesse gli articoli, sopra i quali
emanò una costituzione, in cui si i erano rimasti
padri del concilio
pubblicò essersi unita ad un sol d'accordo il decreto più degno di
:

capo di Cristo la moltitudine dei osservazione contiene, che il detto


3

i48 cos COS


concilio di Costanza, legittimamen- vanni XXIII a comparire in perso-
te adunato in nome dello Spirito na co' suoi aderenti nel termine di
Santo, formando un concilio gene- nove giorni, per giustificarsi delle
rale, che rappresenta la Chiesa cat- accuse di scisma, di simonia, e di
tolica ha ricevuto imme-
militante, più altri enormi delitti, altrimenti
diatamente da Gesù Cristo un po- si procederebbe contro di lui. Si
tere, al quale ogni persona, di qua- trattò anche in questa sessione del-
lunque stato e dignità anche Pa- , l' affare di Girolamo di Praga.
pale, è obbligata a ubbidire in ciò L' Vili sessione si celebrò a' 4
che riguarda la fede, la eslirpazio- maggio ed in essa si procedette
,

de dello scisma, e la riforma della allacondanna degli errori di Wi-


Chiesa. cleffo, contenuti in quarantacinque
La V sessione fu tenuta il pri- articoli o proposizioni, eh' erano già
mo aprile del i4i5. Vi si lessero state censurate dalle università di
gli articoli già letti nella quai ta Parigi, e di Praga. Una gran parte
sessione, e furono approvati unani- furono stesse di Huss
«juellc rife- ,

mamente nella stessa forma come i rite prima sessione. Si con-


nella
decreti dell'altro. Fu conchiuso in dannarono anche tutti i libri di
questa sessione , che l' imperatore W'icletfo in generale, e la partico-
potrebbe fare arrestare chiunque lare, come gli articoli. Nell'inter-
volesse partire da Costanza in abito vallo Ira l'ottava e la nona sessio-
mentito. ne, Giovanni XXI II fu carcerato in
Nella VI sessione, che seguì il Friburgo, per le misure prese dallo
17 aprile, coli' assistenza dell'im- stesso suo protettore Fed^M'ico duca
peratore, fu fatto intimare a Gio- d'Austria, che pensava a' soli suoi
vanni XXIII, che si recasse al con- interessi, di concerto coli' impera-
cilio, ovvero pul)blicasse una bolla, tore, col quale erasi pacificato.
colla quale dichiarasse di non esse- La IX sessione fu tenuta a' 1

re più Papa : ma dalla risposta maggio. Si rigettò la proposizione


cui egli diede ai deputati si raccol- di Giovanni XXIII, colla quale egli
se, che nonavea altro disegno, che eleggeva tre Cardinali, perchè com-
di tenere a bada il concilio. Allora parissero al concilio, e rispondesse-
i padri risolvettero di procedere ro alle accuse proposte contro di
contro di come contro uno scis-
lui, lui. Furono eletti due Cardinali,
matico, ed un eretico notorio. Nel- e cinque prelati , affinchè chiamas-
r intervallo tra la sesta e la setti- sero il Papa per tre volte alla volta
ma sessione vi furono delle dispu- della Chiesa, e siccome quello non
te tra' teologi sul come doveva con- comparve, si rogò l'alto di questa
cepirsi il decreto di condanna degli citazione. Dopo tale sessione si riu-
articoli di WiclelTo. Molti volevano, nirono i padri per udire le depo-
che quegli articoli fossero condan- sizioni dei testimoni contro di lui.

nati in nome del Papa, coH'appro- Dieci ne comparvero, tra' quali vi


vazione del concilio; altri pretende- furono dei vescovi, degli abbati, e
vano, che bastasse nominare il con- de' dottori.
cilio, senza far menzione del Papa. La X
sessione fu a' i4 maggio.
La VII sessione ebbe luogo ai I commissari diedero ragguaglio del-
2 maggio, in cui fu citato Gio- la deposizione de' testimoni. Dopo
,

e OS COS i49
nuove citazioni a Giovanni XXIII, avanti di se Girolamo da Praga
fatte le tre proclamazioni, e non che fu poi arrestato , e messo in
vedendolo conriparire, il concilio lo prigione.
dichiarò reo convinto di avere scan- Nella XII sessione, a' 29 maggio,
dalezzato la Chiesa co' suoi pravi sì lesse con tutte le debite forma-
costumi, di aver esercitato pubbli- lità la sentenza di deposizione di
camente la simonia, vendendo i be- Giovanni XXIII, che avea solenne-
nefizi, di celebrar la messa di ra- mente pronunziata il concilio il ,

do, in fretta, e senza divozione; e quale in questa sessione concorde-


come tale sospese da tutte le
lo mente r approvò. In questa circo-
funzioni delPapato, e da qualun- stanza si vide per la prima volta,
que amministrazione tanto spiritua- dopo lo stabilimento del cristianesi-
le che temporale con proibizione ,
mo , un Papa deposto da coloro
a lutti i chierici di qualsivoglia con- stessi, che lo riconoscevano per Papa.
dizione e grado , di prestargli in Nella XIII sessione si fece un
avvenire ubbidienza direttamente, decreto sopra comunione sotto
la

o indirettamente, sotto pena di es- le due specie, comunione che venne


sere puniti come fautori dello scis- proibita.
ma. Le accuse contenevano settanta Nella XIV sessione si lessero
capi, altri dicono cinquanfacinque, molti decreti, il primo dei quali
come il Gobelino, che li riferisce proibiva a tutti di procedere all'e-

In Cosmodrom. aetat. 6, cap. 4- lezione di un nuovo Papa, senza la

Tutti questi capi furono provati le- deliberazione del concilio. Si rice-
galmente, ma in pieno concilio ne vette la solenne rinunzia del Pon-
furono letti soltanto cinquanta, cioè tificato, per mezzo di Carlo
che,
quelliche riguardavano la simonia Malalesta, fece Gregorio XII in ri-
delPapa, la sua vita mondana, le sue guardo alla pace universale , cui
vessazioni, i suoi falsi giuramenti, sempre con zelo ed impegno aveva
essendo soppressi quelli che l'o-
stati desiderato, tornando così ad essere
nestà non permetteva di riferire. Angelo Cardinal Corraro. Avendo
Si fece partecipare a Giovanni XXIII egli saputo in Rimini ciò^ che ave-

quanto erasi fatto nel concilio ; ed va eseguito in Costanza il suo ple-


egli rispose, che non aveva nulla da nipotenziario, adunò il concistoro,
opporre a quanto gli si rimprove- in cui comparì per 1' ultima volta
rava, eh' egli riconosceva il concilio cogli abiti pontificali, approvò for-
come santo e infallibile, e consegnò malmente quanto il suo procura-
nel tempo stesso il sigillo, l'anello tore Malatesta avea fatto in suo
piscatorio , e il libro delle suppli- nome, depose il triregno con tutte
che , che gli fu domandato , indi le altre insegne pontificie, e prote-
fece pregare il concilio di avere ri- stò, che non le avrebbe riprese mai
guardo alla sua sussistenza, e al suo pili in sua vita. Il Malatesta nel
onore. Dopo questa sessione Gio- concilio fece l' abdicazione in un
vanni XXIII, divenuto Baldassare trono preparato come pel Papa
Coscia, fu condotto a Rotolulf, città medesimo. Fatto il discorso, discese
della Svevig due leghe distante da non rappresentando più
dal trono, e
Costanza. Gregorio XII, si pose a sedere in
La XI sessione vide comparire una sedia ordinaria. Il concilio pie-
,,

i5:o cos COS


im eli ammirazione verso il cessato za a conferire col re d' Aragona

Papa Gregorio XII, per un'azione fautore dell' antipapa , ed obbligarlo


cotanto edificante e generosa, lo di- a rinunziare il falso pontificato.
chiarò vescovo suhiirbicario di Por- Quindi di nuovo si esaminò l'affa-

to , legato perpetuo della Marca ,


re di Girolamo da Praga.
e decano del sagro Collegio, con al- Nella XVII sessione l'imperatore
tri onori. Furono altresì confermati Sigismondo si congedò dal concilio,
tutti i venne dichiarato,
suoi atti, e si ordinarono preghiere pel buon
che con cui nel con-
la costituzione, esito del suo viaggio.
cilio erasi stabilito di non eleggere Nella XVIII sessione si fecero
di nuovo il Cardinal Corraro, non molti decreti, e tra le altre cose fu
eia in dispregio di lui , ma alfine ordinato di aver per vere le bolle
soltanto di rendere la pace alla del concilio e prestar ad esse la me-
Chiesa per sempre; che mai si sa- desima fede e sommissione , come
rebbero contrariate le cose fatte nel per le bolle della Sede apostolica.
di lui pontificato, né sarebbe mai Nella XIX sessione si fece fare a
stato obbligato a rispondere in giu- Girolamo da Praga una ritrattazio-
dizio.Finalmente in questa sessione, ne degli articoli di Wicleffb, e di
ch'ebbe luogo a' 4? o '4 luglio Huss.
i4i5, fu eccitato Pietro di Luna, Nella XX sessione si trattò del-
ossia l'antipapa Benedetto XIII, al- la controversia tra il vescovo di

la rinunzia , locchè egli non volle Trento, e il duca Federico d'Au-


fare, persistendo nel rifiuto sino alla stria, il quale avealo spogliato del

n)orte avvenuta nel i^i^. vescovato , e de' suoi beni. Dopo


La XV sessione terminò l'affare questa sessione tenne un' assem- si

di Giovanni Huss , condannandosi blea per la riforma della Chiesa


come eretici gli articoli da lui in- e per reprimere la simonia. In que-
segnati, ed alle fiamme i libri di sto tempo Pietro di Luna , detto
lui. Giovanni non volle confessarsi Benedetto XIII, che non voleva ri-
reo, laonde fu dal concilio condan- conoscere il concilio di Costanza
nato alla degradazione, e dato in si ritirò nel castello di Paniscola in
braccio al giudizio secolare, che lo riva al mare , conservandosi nella
fece bruciare. Inoltre il concilio di- pseudo dignità. Per la terza volta
chiarò eretica , scandalosa ec. , la fu avvisato, che se non cedeva , si
proposizione di Giovanni Piccinino, procederebbe in modo da terminal-
cioè che un tiranno può essere uc- definiti vamente quello scisma, il qua-
ciso lecitamente, e da con merito le lacerava la Chiesa di Dio. Tutti
chiunque de'suoi vassalli e sudditi, quelli, che sino allora l'avevano ub-
anche clandestinamente per via d'in- bidito, per la sua caparbietà ed osti-
sidie segrete con adulazione con
, , nazione, l'abbandonarono in uno a
carezze, non ostante qualunque pro- Ferdinando re d' Aragona. Indi si
messa, giuramento, confederazio- tennero varie congregazioni su altre
ne ec, e senza aspettar il comando proposizioni del Piccinino, di cui
di chicchessia. Carlo VI re di Francia sollecitava la
Nella XVI sessione si elessero condanna Giovanni Huss fu da
.

deputati per accompagnare l'impe- Girolamo da Praga dichiarato san-


ratore, che volle andare in Proven- to, ritirandosi così da lui la pre-
,

cos COS i5i


cedente ritrattazione, ed aderendo do comparso il duca, fu dichiarato
di nuovo alle dottrine di lui non, spergiuro, e come
tale privato di
che a quelle di Wicleffo. ogni onore e dignità, ed inabilita-
Nella XXI sessione, ch'ebbe luo- to, insieme a' suoi discendenti, a
go ai3o maggio i4'6, fu con sen- riceverne sino alla seconda genera-
tenza dichiarato eretico Girolamo zione, e dato venne in mano al-
da Praga, ed anatematizzato ,
poscia l' imperatore.
fu consegnato al braccio secolare La XXIX sessione fu agli 8 mar-
che il condannò alle fiamme. zo. Alle porte della chiesa per tre
La XXII sessione a' 25 ottobre volte venne citato Benedetto XIII;
fu tenuta per unire gli aragonesi si rogò l'atto, e si lesse il proces-
al concilio ma siccome non vole-
; so contro di lui.
vano riconoscerlo prima di avei-lo ^ella XXX sessione si udirono i

convocato essi medesimi, non si fe- rapporti dei deputati spediti a Be-
cero le cerimonie ordinarie, se non nedetto XIII, e la sua risposta, ia
dopo r unione, e la convocazione. cui appariva l'invincibile sua osti-
Si ordinò l' esecuzione del trattato nazione.
di Narbona del dicembre i4i^> Nella XXXI sessione adunata ai
latta tra i re, i signori dell'ubbidien- 3o marzo furono letti i quattro
za di Benedetto XIII, e l'impera- decreti, che proibiscono i libelli in-
tore Sigismondo a nome del conci- famatori.
lio , le cui condizioni vennero ri- Nella XXXII sessione del primo
portate dal p. Fantoni nell' Istoria aprile per la seconda volta fu ci-
di j4i'igfione pag. 3o8. tato alle porte della chiesa Bene-
XXIII sessione a' 5 no-
Nella detto XIII, e poi dichiarato contu-
vembre si nominarono dei commis- mace sotto il nome di Pietro di
sariper informare contro Benedet- Luna.
to XIII intorno alle cose, che fo- Nella XXXIII sessione de' 1 2 mag-
mentavano lo scisma. gio si rapporto de'commis-
ascoltò il

La XXIV sessione servì a citare sai'i contro Benedetto XIII.

Benedetto XIII a comparire nel con- Nella XXXIV sessione de' 5 giu-
cilio, dentro lo spazio di due me- gno si continuò il processo contro
si e dieci giorni. l'antipapa, e furono prodotte le
Nella XXV sessione si ricevettero accuse, e le prove a suo danno.
gl'inviati del conte di Foix. Nella XXXV sessione de' 18
Nella XXVI sessione si l'icevettero giugno intervenne l' imperatore, e
gli ambasciatori del re di Navarra, gli ambasciatori di Giovanni re di
colle stesse formalità degli altri. Gastiglia e di Leone esposero le
La XXVII sessione fu tenuta a' 20 ragioni, che gli avea indotti a re-
febbraio coU'assistenza dell' impera- carsi a Costanza. Valleoeti dome-
tore, ch'era ritornato in Costanti- nicano pronunziò un discorso
vi

nopoli. Vi si dichiarò contumace sulla riforma della Chiesa, nel qua-


Federico duca d'Austria, per le ves- le espose con una libertà sorpren-
sazioni contro il vescovo di Tren- dente i disordini del clero, princi-
to, che avea imprigionato , dopo palmente la simonia.
essersi impadronito de' suoi beni. La XXXVI sessione fu a'22 lu-
Nella XXVIII sessione, non essen- glio. Di nuovo venne citato Pie-
i5a COS cos
tro di Luna perchè udisse ruìtiina- col ed approvazione del
consenso
zione della sentenza definitiva con- concilio medesimo, e che in caso

tro di lui. di guerra, o di contagio, il Pon-

La XXXVII sessione fu falUi ai tefice,di consenso coi Cardinnli,


26 luglio pronunziò la
i4'7- Vi si potrebbe sostituire un altro luogo,
sentenza di deposizione contro Be- anticipare il termine della tenuta

nedetto. Xin. Essa dichiara, che del concilio, ma non prolungarlo.

Pietro Luna, detto iBenedetto


di Il secondo decreto riguarda i tem-
XllI, è stato, ed è uno spergiuro; pi dello scisma, e ordina, che nel

ch'egli ha scandalizzata la Chiesa caso, in cui fossero due contenden-


universale; eh' è fautore dello Scis- ti al pontificato, il concilio si te-

nia e della divisione, che regnano nesse l'anno seguente, e che i due
da tanto tempo ch'è un uomo in- ;
contendenti sarebbero sospesi da
degno di ogni titolo, ed escluso per ogni amministrazione, comincialo
sempre da ogni diiitto al papato, che fosse il concilio. Il terzo con-
e come tale viene dal concilio de- cerne la professione di fede, che
gradato, deposto, e privato di tut- dee farsi dal novello Pontefice, in
te le sue dignità e ufiìzii ;
gli vie- presenza degli elettori. In questa
ta di tenersi in avvenire per Pa- professione sono compresi gli otto

pa; proibisce a tutti i cristiani, di principali concilii generali. Il quar-

qualunque ordine sieno, di ubbi- to decreto proibisce la traslocazio-

dirgli sotto pena di essere tratta- ne de' vescovi senza una grande ne-
ti come fautori dello scisma, e del- cessità, e ordina die il Papa non
l'eresia ec. Questa sentenza fu ap- ne elegga mai alcuno, se non col

provata da tutto il concilio, e af- consiglio deCardinali, e colla plu-

iissa nella città di Costanza. ralità de' voti. Con che quantuncjue
Nella XXX Vili sessione, de 18 non decidessero espressamente i pa-
luglio, si lesse il decreto del conci- dri del concilio la controversia dei
lio, che annullava tutte le sen- suddetti tre competitori al pontifi-

tenze, e le censure di Benedetto cato, nondimeno abbastanza indi-

XIII, contro gli ambasciatori, pa- carono, che il legittimo possesso del

renti, e alleati del re di Castiglia. Papato era slato in Urbano VI, e

Nella XXXIX sessione, dei 9 ot- nei suoi successori, l'ultimo de'quali

tobre, s'introdusse l'opera della ri- fu Gregorio XII; che molto retta-
forma, alla quale non si volle porre mente avevano il medesimo Urba-
profondamente mano, se non dopola no VI e suoi successori propo-
i

la elezione delnuovo Papa. Si fece- sta a'Cardinali, ed ai popoli la ce-

ro molti decreti, il primo de' quali lebrazione del concilio; che perver-
fu intorno alla necessità di tenere samente operavano i Cardinali, co-
frequentemente concilii per preve- sì protestandosi troppo tardi , co-
nire lo scisma e l'eresia. Il conci- me procedendo all'elezione del se-
lio anzi ordinò, che si terrebbe do- condo Pontefice. Va poi osservato
po cinque anni un altro concilio vm bel tratto della divina Provvi-
generale, un altro dopo sette anni, denza, la quale permise che il pon-
r poi uno per ogni decennio, nei tificato di Gregorio Xli, successore

luoghi che fossero stabiliti dal Pa- di Urbano VI, non fosse nel con-

pa, nel termine di ogni concilio. cilio abrogato, che dalla sola sua
cos COS 1^3
cessione, laddove Giovanni XXIII, e lino \ a' I 4 fu consagralo vesco-
Benedetto XIII furono dal concilio vo, ed una settimana dopo, in giorno
deposti. di domenica, fu solennemente co-
Nella XL sessione de'3o ottobre, ronato, cioè a'21 novembre ; dopo
si propose un decreto contenen- di che si recò con maestosa pom-
te diciollo articoli di riforma, ch'e- pa e cavalcala per la città di Co-
rano stati matuiamente esaminati. stanza, dalla cattedrale sino alla
\ì è detto, che il futuro Papa, al- chiesa di s. Agostino, tenendo in
la cui elezione si deve procedere, ri- mano dalla parte dritta la briglia
formerà la Chiesa nel suo capo, e del destriere che cavalcava il Papa
nelle sue membra, come altresì la r imperatore Sigismondo, e dalla
corte di Roma, d'accordo col con- sinistra Federico marchese di Bran-
cilio, ovvero co'deputati delle na- demburgo, ed elettore dell'impero.
zioni. I principali di questi articoli In questa funzione
nacque conte-
sono le annate, le riserve della Sede sa tra i nuovo Pon-
famigliari del
apostolica, la collazione dei benefizi, tefice, ed il borgomastro di Costan-

le grazie espettative, le cause che si za, pretendendo ciascuno di essi


devono o no portare alla corte di di appropriarsi il cavallo montato
Roma, le commende, i casi ne'qua- dal Papa, che alla fine fu giudica-
li il Papa si può deporre, 1' estir- to al borgomastro. Dopo la coro-
pazione della simonia, la dispensa, nazione di Martino V, le nazioni
e le indulgenze. sollecitarono presso di lui la bra-
JNella XLI sessione il concilio or- mata riforma.
dinò, per questa volta solamente, Alla XLII sessione presiedette il
che fossero eletti sei prelati di cia- nuovo Papa e fu presente an-
scuna delle cinque nazioni che for- che r imperatore, cioè a' 28 di-
mavano l'assemblea, e ciò nello cembre. Le nazioni presentarono a
.spazio di dieci giorni, per procede- Martino V un memoriale per la
re coi Cardinali all'elezione del som- riforma, ed egli, per cedere a tan-
mo Pontefice, elezione, che si ef- te insistenze, diede un progetto di
fettuò agli i r novembre 1417 nella riforma sopra diciotto articoli, pro-
persona del Cardinal diacono Ot- posti nella sessione XL. Tra le ses-
tone Colonna, che prese il nome sioni XLII e XLI II il Papa emanò
di Martino V, e al modo che si una bolla per confermare il con-
dice al volume XV, p. iSy., del cilio Costanziénse. Neil' edizione di
Dizionario dopo essersi , i Cardi- Hagnenau , nel 1 5oo , la bolla è
nali, e prelati delegati chiusi in con- riguardata come dello stesso con-
clave nel palazzo della comunità cilio per queste sacro ap- parole,
di Costanza. Gli elettori sono tutti prohante laddove nelle
concilio ;
nominati dal p. Becchetti nella sua altre edizioni, pare che il Papa sia
Storia degli ultimi IV secoli della quello che approvi il concilio, per-
Chiesa, tom. Ili p. Se Dio
147. chè si legge nel frontispizio. Lette-
non avesse prima chiamato a sé, ra di Martino , che approva V
a'26 settembre, il celebre Cardinal la condanna degli errori di Wiclef-
Francesco Ziil)arella, i Cardinali in fo, e di Giovanni Huss, pronunzia-
questa occasione sarebbero stati de- ta dal concilio di Costanza. Notabi-
terunnati ad eleggerlo i'apa. Mar- le è poi il primo articolo della bob
i54 cos COS
la ,
giacché vuole che se alcuno padri, la città di Pavia per la te-
fosse sospetto nella fede, giuri di nuta del prossimo concilio.
ricevere tutti i concili generali, e Nella XLV sessione, de' 22 aprile
particolarmente questo rappi'esen- 14 8, Martino V lesse un discorso,
'

tante la Chiesa universale; e che dopo la messa solenne, e un Cardina-


tutte le cose da questo ultimo conci- le d'ordine del Papa, e del concilio,
lio approvate o condannate, sieno disse agli astanti: Signori, andate in
approvate e condannate dai fedeli. pace. Così terminò gran concilio il

L'imperatore, e il duca di Baviei'a di Costanza dopo tre anni e mezzo


furono sciolti dal carico della custo- circa, dacché era incominciato, per
dia di Baldassare Coscia, e conse- l'unione della santa Chiesa. Mar-
gnato venne egli ai ministri della tino V lo approvò in quello che
santa Sede, e peiciò passò nelle ma- riguardava i decreti in materia di
ni del vescovo di Lubecca. Ma fede: Decreta in materia fìdei per
nel i4'9 Baldassare fuggì , e si praesens concilium conciliariler tene-
i"ecò in Firenze a piedi di Mar- ri , et im'iolahiler ohservari, come
tino V, che amorevolmente lo ac- si legge appresso il Labbé, Conci-
colse, creandolo Caidinal vescovo di lioruni, t, XII, p. 258; colle quali
Frascati, decano del sagro Collegio, parole volle Martino V significare,
e concedendogli una sedia più al- come avverte lo Spondano all'anno
ta degli altri Cardinali. De'quali i4i8, n. 5, ch'egli non approvava
.onori Baldassare godette poco tem- ciò che nella sessione 4 si era sta-
po, perchè morì in quell'anno a'22 bilito dell' autorità del concilio so-
dicembre. pra il Papa. Tutlavolta è vero per
Nella XLIII sessione, a' 2 3 mar- altro, e lo insegnano lo stesso Spon-
zo i4i8 si pubblicarono alcuni de- dano, e il Bellarmino, De Concil.
creti coi quali si restrinseio le esen- lib. 2, cap. 19, che il concilio di
zioni, e le dispense, si condannò la Costanza non definì assolutamente,
^imonia si rinnovarono i canoni
, che concilii generali abbiano da
i

intorno alla modestia degli ecclesia- Cristo la podestà sopra i Pontefici,


.stici negli abiti loro, ma non si ma solamente in tempo dello sci-

toccarono gli altri punti della ri- sma, quando non si sa chi sia il
l'orma, meno sei articoli, non cal- vero Papa, e perciò abbiano sopra
colando Martino V la riforma dei quello la potestà, non sopra il Pa-
Cardinali, e della C(Jrte di Roma pa. Col Bellarmino, lib. 2 De Con-
ordinata dal concilio. Inoltre Mar- cil. aiict. e. 19, sentono Turre-
tino V l'ivocò tutte le giazie con- cramala, che intervenne al concilio,
cesse dai Pontefici, da Gregorio XI, nella Siimm. de Eccl. 1. 2, e. 49 ',

morto nel 1878, (ino a quel tem- Sandero, non che Campeggio De
po, ordinando che i benefìzi i, e le potest. Rom. Pont, citati dal Rinal-
chiese ritornassero al medesimo di all'anno i^i5, n. 7, e 8.
slato in cui erano prima di Urba- Quando Martino V fu pregato
no VI. in questa ultima sessione di con-
Nella XLIV sessione il Papa fece fermare tutti gli atti del concilio
leggere una bolla, colla quale, per con autorità apostolica, ecco come
soddisfare al decreto della sessione egli rispose, secondo i medesimi
XXXIXj nominò col consenso dei atti: » Sanctissimus Dominus noster
,

cos COS loj


» Papa dixit, respondendo ad prae- COSTANZIANO (s.) nacque in
»5 dieta DÌmirum postulata, quod Alvergna, e fatto adulto si ritirò
» omnia et singula deteiminata, nel monistero di Micy, presso Or-
» conclusa, et decreta in mateiiis leans. Di là per desiderio di mag-
» fidei per pi'aesens concilium con- gior solitudine si condusse, unita-
» ciliariter, tenere, et inviolabiliter mente a Fraimbaldo, nella foresta
s.

» observare volebat, et numquam di Javron nel paese del Maine. Ob-


» contraire quoquo modo ; ipsaque bligato, per obbedienza, dai ss.
« sic conciliariter facta approbat vescovi Innocenzio e Donnole, ri-
« et ralificat, et non aliter, nec cevette gli ordini sacri, esercitò il

" alio modo; et illud idem itera- ministero della predicazione, e con-
" to fecit dici per organum do- vertì molte anime a Gesù Cristo.
«« mini Augustini de Pisis fiscalis, La sua fama si estese per tutta la
» et sacri concistorii advocati prae^ Francia, ed era in benedizione ap-
» diati, qui nomine Papae a pro- presso ciascuno, per le sue rare
« toiiotai'iis, et notariis ad scriben- virtìi, e per l'infaticabile suo zelo.

" dum acta concilii ordinatis, et Clotario passando pel Maine nel
I,

« deputatis peliit instrumenta pu- 56o, regalandolo di mol-


lo visitò,
" blica fieri". Tali furono le ope- te cose, che impiegò nella fondazio-
razioni del concilio di Costanza. E- ne un monistero. Egli morì poco
d'
stinto così lo scisma, la Cliiesa re^ dopo il 562, ebbe sepoltura nella
spirò pace, e Maitino V fu chiama- chiesa di Javi'on, ed è onorato nel
to la felicità de' suoi tempi. Maine il dì primo dicembre, e nel-
Terminato il concilio Costanziense, la diocesi di Beauvais a' dì 2 dello
il sommo Pontefice Martino V par- stesso mese.
tì dalla città di Costanza, avvian- COSTANZO (b.) di Fabriano.
dosi per l'Italia con dodici Cardi- Trasse i natali in questa città della
nali. Il Becchetti nel tom. Ili, lib. Mai'ca di Ancona, e sino da gio-
VI, an i4i8, ci racconta, che il vanetto si ascrisse all' Ordine di s.

Papa a' i6 maggio i4'8, giorno Domenico. Ebbe a maestri nella


seguente alla festa di Pentecoste, sapienza, e nelle virtù s. Antonino,
partì da Costanza con grande pom- poscia arcivescovo di Firenze, e il

pa, tenendo la briglia del suo ca- b. Corradino di Brescia, ed alla


vallo l'imperatore, e l'elettore di scuola di quei fervorosi si rese in
Erandemburgo, quali alla porta
i breve un modello di santità. Fu
della città montarono anch' essi a singolare in lui 1' astinenza dai cibi,
cavallo, con un seguito di ben qua- e distinto lo spirito di orazione.
rantamila cavalieri, che accompa- Non contento dalle asprezze e pre-
gnarono Martino V fino a Gote- ghiere comuni, ne aveva eletto di
blen, dove s' imbarcò pel E.eno. F. particolari per modo, che la vita
Regia tom. XXIX, Labbé t. XII, di lui potea dirsi un accordo non
Arduino t VII; Bergier al voca- interrotto di penitenze e di orazioni.
bolo Costanza; Herman Vander- Il Signore lo volle di molte grazie
Ilart, Acta Concilii Constantiensis privilegiato, fra le quali primeg-
J^xjB; e Bourgeois du Chastenet, giano, l'esaudimento quasi istantaneo
Storia del Concilio di Costanza ,
d'ogni sua domanda, lo spirito di
Parigi 1719. piolezia, la molliplicazione de'vivcri
i56 COS COS
in soccorso dei poverelli, e le fre- ti circa i cristiani, e particolarmente
quenti visioni. Non è a dire come circa le cerimonie, e la disciplina

fossero ajjbondanti di frutto le pre- della Chiesa. Dice il Lenglet, che


diche eh' egli teneva di spesso, e gli eruditi, e i critici non ammet-
quali consolazioni ei provasse nel- tono le costituzioni apostoliche come
l'esercizio della parola. Nella città dettate o composte dagli apostoli.

di Ascoli per opera sua fu ristorato Convengono per altro fra di loro,

l'antico convento di s. Domenico^ e che sieno uscite alla luce fino dal
venne rislaurata la chiesa, e quei tempo degli apostoli, e lo stesso

religiosi furono per lui condotti dicono de' Canoni Apostolici (P'edì).
alia osservanza delle regole pri- V. il Beveragio sopra i padri apo-
mitive. Ricolmo di tanti meriti, stolici del Cotelerio. Anche il Ber-
volò al cielo nella stessa città li 25 gier afferma, essere .opinione di

febbraio dell'anno i48i. La sua quasi tutti gli eruditi, che le costi-

tomba fu gloriosa per molti mira- tuzioni attribuite a s. Clemente I


coli, ond' è che gli abitanti d'Ascoli sieno supposte, mentre sono mol-
r onorarono con devozione parti- to po.^teriori ai tempi apostolici, co-
colare, e quelli di Fabriano , sua me quelle, che si videro soltanto nel
patria, ottennero di conservarne il quarto, o nel quinto secolo. Scris-
capo, e lo scelsero a patrono della sero su questo argomento il Ce/7-

loro città. Il culto di lui fu appro- lier, des Auteurs Eccles. t. Ili,

vato nel 1821 dal sommo Ponte- cap. Zi, 33; il Beveragio Corffx Ca-
fice Pio VII, che permise ancora nonum Ecclesiae piiinitivae vindi'

di firne 1' ulìicio. catuSj ac illustratus, Amstelodami


COSTANZO Cardinale, da mol- 1697; il p. Ant. Costantino di
li è detto anche Sanzio e Stanzio Castrovillare, De Canon. Apost. Ro-
forse per V abbreviatura del nome mae 1697.
adoperata in alcune bolle. Perciò La raccolta delle costituzioni a-
si crede quel desso, che col nome postoliche non fu stampala la jn-i-

di Stanzio si è sottoscritto in una ma volta, come l' abbiamo oggidì.


bolla del Pontefice Innocenzo II Nel 1546 Carlo Cappella in Ingol-
dell'anno ii4i col titolo di santa stadt ne diede il compendio latino,
Susanna. Erroneo era però quel che il Grabbc fece entrare nella
titolo forse a cagione degli ama- seconda edizione de' suoi concilii,

nuensi, dappoiché Innocenzo II a- pubblicata nel i55i in Colonia.


vea creato Costanzo prete Cardina- Turrien avendola poi ricuperata per
le di s. Sabina in una promozio- intero in tre mss. la fece stam- ,

ne da lui fatta nel dicembre del pare in greco, ed in latino colle sue
li 35. osservazioni in Venezia nel i563.
COSTITUZIONI Apostoliche ,
Nel medesimo anno il vescovo Bovio
Constitntiones Aposiolicae. Questa è ce ne diede una nuova versione
la raccolta delle regole attribuite latina in Venezia, che, nel i564,
agli apostoli, che si crede essere vide di nuovo la luce a Parigi, e
state fatte dal Papa s. Clemente I ;
poi altrove. La collezione di Tur-
e che perciò portano il nome di rien ristampò nel 1578, colle
si

lui. Sono divise in otto libri, i note^ in Anversa, e poi in altri


quali contengono moltissimi precet- luoghi. Le Due unì in Parigi , nel
cos COS fiy
1618, gli otto libri delle coiilitu- diligente raccolta di tutte le Bulle
zioni in greco ed in latino del- [fedi), e delle coslituzioni Pontifi-
la versione di Turrien, ai com- cie, dal Papa
Gregorio VII sino
s.

menti di Zonara sui canoni aposto- a' quindi la fece pub-


suoi giorni ,

lici ; e il p. Labbé lo fece nella blicare nel 1579. f. BoLLARio, Cke-


edizione de'concilii in Parigi nel VI, e Bolle. Il dotto Cardinal Petra
1672. ìVello stesso anno il Colele- ci ha dato : Commenlaria de Coti'
rio ne diede una ve»sione, e li fece Hit. Jpost. Venetiis 174I) to"^- V.
stampare in greco ed in latino in COTANA, o COTENA. Sede ve-
Parigi, con nuove note fra gli scovile della prima Panfilia, nell'e-

Scritti de' padri, che si chiamano sarcato d' Asia, sotto la metropoli
apostolici. Questa edizione fu l'i- di Side. Si conoscono cinque vesco-
prodotta con alcune note da Le vi, che ebbero sede, Commau-
vi

Clerc. ville dice , che nel quinto secolo


COSTITUZIOìNI Ecclesiastiche. Cotana divenne sede episcopale.
I canonisti distinguono tre soile di COTELIER GiovA?j>i Battista.
costituzioni ecclesiastiche. La prima Scrittore del secolo decimosettinio,
comprende gli ordinamenti de' con- nato nel 1627 a Nimes in Lingua-
cilii ; la seconda decreti de' som^
i doca. Dicesi, che nella età di soli

mi Pontefici e dei vescovi, emanati dodici anni spiegasse la Bilibia e-


fuori dei concilii ; e la terza le sen- braica all'aprire del libro, renden-
tenze de' padri. Distinguono altresì do ragione di alcune difficoltà pio-
i canonisti tre specie di costituzio- postegli sulla costruzione della lin-

ni dei romani Pontefici, cioè i de- gua, e sopra quanto spettava agli
creti, le decretali, ed i rescritti ; i usi degli ebrei. In pari modo si

decreti sono regolamenti, che il Pa- narra, che voltasse nella propria
pa talvolta fa anche senza essere lingua il testamento greco, e scio-
stato consultato da persona veruna; gliesse alcune difficili operazioni di
le decretali sono costituzioni, che matematica. Se tutto ciò non è suf-
fanno i Pontefici dietro le suppli- ficientemente provato, è vero però
che, o a seconda delle relazioni dei che fino da' primi anni fece cono-
vescovi, o di altri, che siensi rivolti scere in lui un talento de' più ele-
alla santa Sede per la decisione di vati. Si applicò dapprima allo stu-
un affare ecclesiastico; finalmente dio della teologia in Parigi, vi pre-
i Rescritii sono denominati anche se il grado di bacelliere , ma non
Lettere apostoliche [P^edi], sopra volle di più, alfine di non obbligarsi
domande ec. Ma tutte queste de- a ricevere gli ordini ecclesiastici. Si
nominazioni meglio potranno vedei*- diede poscia allo studio della lingua
si ai rispettivi articoli K. Decre- greca,, e delle antichità ecclesiasti-
TAir, e Rescritti. che , nel qual genere di cose riuscì
COSTITUZIONI Pontificie. De- molto bene. Il grande Colbert, di
cisioni , decreti , e leggi de' sommi lui estimatore, lo trascelse, unita-
Pontefici , sopra ciò che concerne mente al Du- Gange, per lavorare
la fede, i costumi , e la disciplina nella versione, catalogo, e sommarli
Gregorio Xilf, per
ecclesiastica ec. dei manoscritti greci esistenti nella
comodità della Sede apostolica, e biblioteca reale. Questo lavoro gli
delle chiese cattoliche, fece fare una procurò, nel 1676, la cattedra di
138 . CUS COS
lingua greca nel collegio del re. gone , e contribuiva alle atletiche
Visse in una semplicità e modestia forme, ed alla singolare for7a dei
degna dei bei tempi dell' innocenza : crotoniati, non conviene più alla
praticò assai poco le società sem- : sua attuale situazione, e al palu-
brava melanconico e riservato, ma do.so terreno.
era del più dolce carattere e ma- Questa città, detta nella prima
nieroso. Dobbiamo alle sue fatiche: antichità Croio, Crotone, o Crotona,
I .° PaLrcs aevL apostolici, sive ss. era una delle principali, anzi la più
Patriini, qui temporilms apostolicis magnifica della Magna Grecia. De-
floruerunt opera edita et non edita, ve la sua origine, secondo vari au-
Parisiis 1672; T." Una raccolta di tori, a Diomede, o, a parere d'al-
parecchi monumenti della chiesa tri, ad una colonia di achei con-
greca, con una traduzione latina dottavi da INliscello l'anno 710 avan-
ed annotazionij 3.° Und traduzione ti la nascita di Gesù Cristo, col-
latina delle quattro omelie di s. l'aiuto di Archita fondatore di Si-
Gioi'anni Crisostomo sopra i salmi, racusa. Non solo Crotone in poco
e dei commentarii di questo padre tempo rivaleggiò colle vicine re-
sopra Daniele. pubbliche, ma mediante l'alleanza
COTRONEoCOTRONA (Cotro- con Sibari,e Metaponto, potè misu-
nen.). Cittàcon residenza vescovile, rarsi co'tarentini, ed obbligarli a
nel regno delle due Sicilie, nella riconoscere i limiti della regione
provincia di Calabria ulteriore se- degl'italioti, e la rispettiva indipen-
conda, capo luogo, di distretto, e di denza. L'attacco, che poi eseguiro-
cantone. Si innalza questa città sulla no contro i Jonii della repubblica
falda settentrionale del monte Corva- di Siri, pose la città in loro pote-
ro, airimboccntura del fiume Esaro re senza rispettare il delubro, e
nel mare Ionio, sul quale ha un pon- la statua di Minerva Poliade, a pie
te, che per i lavori del 17 52, e della quale ne uccisero il sacerdo-
pei restauri dopo il terremo-
fatti te. Il contagio, e le guerre civili

to del 1783, avendo più ampio il cui soggiacquero i vincitori, si cre-


bacino, può ricevere ogni sorte di dettero punizione del cielo. In-
bastimento mercantile. Sebbene da di i con un esercito di
crotoniati,
buìgo tempo sia in istato di deca- centoventimila combattenti, piomba-
denza, pure per le sue mura, gli edi- rono sui locresi, che si difesero
fizi, e le fortificazioni eseguite nella da bravi con soli quindici mila
cittadella dall'imperatore Carlo Y, uomini. I crotoniati si diedero a
le davano un aspetto imponente. poltrire : se non che fuggendo
Se non che il terremoto recò or- Pitagora da Samo la tirannia di
ribili guasti a questa città. Vi ri- Policrate , col ritirarsi in questa
siede un giudice d' istruzione, ed città, ne cangiò la sorte. Egli col-
è piazza forte di quarta classe a la sua filosofia attrasse a se la mol-
cagione delle buone ditése della titudine, ne riformò il costume,
cittadella. Gli stabilimenti di bene- fondò la società pitagorica, tenden-
ficenza di v;irio genere apprestano te a dare allo stato cittadini vir-

all'umanità i necessari soccorsi ed tuosi e sapienti. Fatti in seguito


aiuti. Il vanto di una salubrità d'a- i crotoniati amanti del giusto Pi-
ria, che reggeva ad ogni altro pnra- tagora, questi gl'indusse ad accorrere
cos COS i59
in difesa dei trezeni soprafTatli dagli dentro alla fenditura, ed un leo-
achei entro mura di Sibari, e
le ne corse a divorarlo, senza che egli
n'ebbe vittoria. Dopo trenta anni potesse difendersi. Tale é l'argo-
però l'ambizione, e la vendetta di mento, che il eh. artista effettuò con
Cilene infrenabile demagogo, armò settanta carrette di argilla, con qua-
la plebe contro i pitagorici , che sos- rantunamila libbre di gesso, quan-
tennero pubblica strage, per cui Pi- do trasportò in gesso il portento-
tagora, e pochi altri dovettero la so colosso. Fu tale la sorpresa e
salvezza ad una pronta fuga. Allo- r applauso, cui presso tutti destò
ra Crotone subì la tirannide di opera sì meravigliosa, che gli arti-
Clinia, e l'anarchia desolò le con- sti e gl'intendenti l'ammirarono
trade della Magna Grecia, finché con istupore, e sovrani, e ragguarde-
per mediazione degli achei i pita- voli personaggi grandemente la lo-
gorici furono richiamati, ma piìi darono. Fu disegnato dal valentis-
non vissero in comunione, non pre- simo Tommaso Minardi, ed inciso
sero più parte al governo, e in pro- dal bravo Pietro Bettelini. I gior-
gresso degenerarono in pratiche sor- nali ne parlarono con entusiasmo,
dide e supeistiziose. e colle rime poetiche venne ancor
I giuochi ginnastici furono in celebrato dal Missirini, dal p. Ce-
sommo onore a Crotona, e lo stes- sari, e dal cav. Angelo ÌNIaria Piic-

so Pitagora ne promosse l'ardore. ci, tutti nomi equivalenti a splen-


Gli atleti crotoniati erano nella Gre- dido elogio,mentovare gli
senza
cia saliti alla più alta rinomanza, autori di che non furono
quelle,
e di rado i premi uscivano loro di ancora pubblicate colle stampe.
mano. Sono celebri i fasti, e le L'atleta Faillo armò del proprio,
maravigliose prove di Milone Cro- e condusse a Salamina una nave in
toniate. Fra i tanti, che celebra- aiuto de'greci, contro la spedizione
rono questo atleta ( il quale vuoisi di Serse ; e sette atleti di Crotone,
avere con un pugno ucciso un toio, riportarono nel giorno stesso il pri-

da lui divorato in un giorno), nin- mo premio ne' giuochi olimpici.


no certamente sarà giunto all'alto, Dopo la caduta di R.eggio, Dioni-
sublime , ed ardito concepimento gi il vecchio coir arte s imposses-
dello scultore cav. Giuseppe Fabris, sò di tutta quasi la Magna Gre-
il quale in Roma, senza badare a cia, occupò con inganno la validis-

fatica, e a spese, volle dimostrare sima fortezza di Crotone, e sac-


tutta la scienza dell'arte scuUorica, cheggiò tempio di Giunone
il riero
nel rappresentarlo di colossali forme, Lacinia, posto sul promontorio, che
ed alto ventotto palmi. Dopo aver- oggi dicesi Capo delle Colonne,
ci egli dato in INhlano nel Sansone una colonna d' ordine dorico ap-
che sbrana il leone un'allegoria del- punto indicandone 1' area tolse dal :

l'ispirazione divina avuta da quel tesoro persino il prezioso peplo,


forte, seppe nel Milone figurare lo che avea donato alla dea Alcistene
sprezzatore delle cose sagre, che di Sibari, cedendolo a' cartaginesi
viene dal leone ucciso. Imperocché per cento venti talenti. Allorquan-
volendo l'atleta atterrare la quer- do i bruzi emancipatisi dai lucani,
cia sagra ad una Driade, le mani e dai greci, eressero la loro indi-
nel separarne il tronco gli rimasero pendente repubblica, di cui fu ca-
i6o COS COS
pitale Cosenya, Crotone tornato era Agatone al concilio di Costantino-
in fiore, e tentai'ono i nuovi con- poli del 680. Dipoi Alessandro VI
quistatori di unirlo ai loro domi- nel 14965 f*^ce vescovo di Crotone
nii : però i croloniati ebbero soccor- Andrea della Valle romano, che
so da Sosistralo, capo della siracusa- Leone X, nel i5i7, creò Cardina-
na oligarchia; ma lacerati poi dalle le. Gli Antonio Lucifero,
successe
intestine fazioni conferirono a Me- nobile che ampliò, ed
crotoniate ,

nedemo loro concittadino l'assoluto abbellì la cattedrale, ove fabbricò


potere, e subì varii destini. Croto- una cappella per la sua famiglia,
ne fu poscia saccheggiata da Aga- ed inoltre riedificò 1' episcopio. La
tocle, che con simulata amicizia sede vescovile sempre è rimasta
avea introdotta nel porto la sua sulfraganea della metropoli di Reg-
flotta nelTanno 299, mentre fu pre- gio; però a Crotone Pio VII unì
sa dai romani nel 277 avanti l'era ia sede episcopale d' Isola nel 1818,
volgare. Indi, nell'anno 55^ di coll'autoiità della lettera apostolica,
Roma, sotto il consolato di P. Cor- De utiliori doininicae.
nelio Scipione, e di Tito Sempro- La cattedrale è dedicata alla b.

nio Longo, vi venne dedotta una V. Maria Assunta in cielo, ed è un


colonia romana. Questa città ebbe antico edifizio. Il capitolo si compo-
un duplice titolo alla celebrità, e ne di .sei dignità, cioè dell' arcidia-
pe' suoi giuochi atletici, e per le cono, del diacono, del cantore, del-
sue scuole di filosofia: fra gli atle- l' arciprete eh' è pure penitenziere,
ti, oltre i nominati, si distinsero del tesoriere, e del primicerio. Vi
Iscomaco, Tisicrate, Astole ed altri. sono inoltre diciolto canonici, fra i

L' italica filosofia derivò dal prelo- quali il teologo, e diversi preti, e
dato Pitagora. In olire Democede, chierici pel servigio della chiesa.
medico di Policrate re di Samo, e Nella città vi hanno cinque parroc-
di Dario re de' persiani ; Alcmeone chie, in una sola delle quali evvi
altro medico discepolo di Pitagora ; il sagro fonte battesimale, alcune
Orfeo poeta, ed un gran numero confraternite, un monistero di mo-
di altri uomini illustri, resero assai nache, l'ospedale ec. La mensa ad

celebre il nome di questa città. ogni nuovo vescovo è tassata nei li-
Il vangelo fu predicato in Cro- bri della camera apostolica in fio-
tone, secondo alcuni, dal principe rini cinquanta.
degli apostoli s. Pietro, o, secondo COTTA, Siiperpellìceum. Veste
altri, da s. Dionisio, discepolo di s. sagra, ed ornamento ecclesiastico. Il
Paolo, detto l' Areopagita, che ivi Macri la chiama suppellizza, così
si trattenne nel recarsi a Roma, e delta dalla voce greca, che significa
che una tradizione vuole primo tonaca. Alcuni credono, che questo
suo vescovo. L' Ughelli, Italia Sa- nome sia derivato dalla voce araba
rra, t. IX, p. 383, dice, che nel- Xittan, che significa lino, perchè di
l'anno 547, sotto il Pontefice \ i- tal materia dev' essei'C la cotta,
gilio n' era vescovo Flaviano, cui anzi gli arabi chiamano Kettuna il

successe Giovanni. Nel 649 il vescovo Camice [P^edi). Il Cardinale Stefa-


Teodosio intervenne al concilio late- neschi nell' Ordine Romano scrive :

ranense tenuto da s. IMartino I, co- Cardinale!; omnes tani saeculares,


me Pietro fu presente sotto Papa s. qiiam leligiosi , habehunt cottas^
,

COT COT i6i


cìiin siiccis sive camisiis alhis etc. In ticpdtus super tunìcas pelliceas in-
un codice vaticano presso il Gatti- duebatur, il che ancora si osserva
co, Ada Caerem. tom. I, p. 28, in alcune chiese, per significare che
leggesi : hahent cottas, sive super- Adamo fu vestito di pelle dopo la
pelli cea Clini succis sive rochetis al- colpa. Il Sarnelli dichiara, che la
his. In alcuni mss. antichi della cotta è r abito proprio dei chierici,
chiesa di Siena la cotta viene chia- non già il rocchetto, ch'egli dice
mata Cocca, e con altro nome veste non sagra ma comune, osser-
Camisia Superanea. Il Davantria vando che i canonici secolari ed
però nel suo cerimoniale mss. chia- altri, i quali nell' estate non porta-
ma Siiperpelliceum il Rocchetto [l'ae- no la Cappa [Fedi), usano sopra
di), perchè si porta sotto la pellic- il rocchetto la colta. Fu detta la
cia della cappa, e la cotta dal me- cotta anche Superindumentum, per-
desimo autore viene detta Cotta. V. chè si sovrappone alle altre vesti
Almuzia, ove parlasi delle pelli clericali.
simbolo de' peccati, mentre la cotta Il Bonanni, la Gerarchia eccle-
è il simbolo dell'innocenza. Altri siastica considerata nelle vesti, al
dicono la cotta chiamarsi superpel- cap. XXXXVII tratta dell'abito
liceuni, perchè un tempo si mette- usato da tutto il clei'o, comunemen-
va sopra una veste foderata di pel- te detto cotta, come abito proprio
liccia ; e siccome questa veste im- de' chierici principalmente, e ad essi
pellicciataaveva maniche larghe, fu prescritto dai sagri canoni, massime
necessario (are maniche larghe, o dal concilio di Basilea sess. 22, con
pendenti alla cotta, o toglieile del questo decreto: Horas canonicas
tutto. 11 Cardinal Bona, nel capo dicturi, tunica talari induti, ac su-
24 del lib. 1 Rerum litiirgicanwi perpelliceis mundis ultra medias
dice, che Superpelliceum è parola tibias longis, juxta temporum, ac
barbara, e non usata avanti seicen- regionum diversitatem, ecclesias in-
to anni, ed aggiunge, essere cosa grcdiantur. Abbiamo dalle varie
incerta se dagli antichi fosse la istruzioni date a' chierici da s. Carlo
cotta detta superpelliceum, o signi- Borromeo, l'ordine che sieno pu-
ficata con altri nomi. Quelli, che niti quelli, i quali assistono agli
stimano essere tal abito proceduto uffizii divini, o ad altra ecclesiasti-
dagli apostoli, lo denominano con ca funzione, senza cotta, e insieme
vocaboli antichi. In fatti alcuni lo quelli, i quali l' usano in azioni
dicono Ephod, altri coi greci lo profane: che perciò quando il ve-
chiamano Felonio, altri Aviphiho- scovo ammette alcuno alla prima
lum, nome usato da s. R.emigio nel tonsura, e In ascrive all'ordme dei
suo testamento con queste parole : chierici, lo veste con la cotta sic-
Futuro episcopo successori meo am- come abito proprio de' ministri del
phibolum album paschalem relinquo. culto divino. Nota però il Marlene,
Però è incerto, se si debba inten- nel lib. I,art. 7, num. 9, De ritibus
dere la cotta, mentre il vescovo a- antiquis, ove parla del rito di con-
veva abiti più proprii alla sua di- ferire la prima tonsura, che tutto
gnità, li Durando lib. 3, cap. I, si riduceva al taglio de' capelli, poi-
spiega il vocabolo cotta, con dire: ché ne'rituali scritti addietjo cinque-
superpelliceum dicitur^ eo quod an- cento anni non si parlava della
voL. xvm. I I
iGo. COT COT
cotta. jVel solo pontificale tnss. del- la persona; che poi, mutata la ma-
la chiesa Sens avanti cinquecen-
di teria in più preziosa, sia divenuta
to anni, si legge che, prima del ta- propria de' sacerdoti , e sia stala

glio de' capelli, il vescovo indnal chiamata Pianeta [Vedi). 11 Ferra-


eum cappa, e nel rituale di Sens ri, a pag. 187 de re vcsliaria, dice
di circa trecento cinquanta anni, e che di tal forma V osservò in Pa-
in quello di Angrcs di anni tre- dova in una pittura antichissima,
cento, si legge : Hic incluatur sii- stimando che la parola cotta pro-
perpellicco, elicente episcopo, sicché ceda dal vocabolo Crocota, che
rimane dubbio se debbasi intende- presso gli antichi significava veste
re r uso della colta in quel tempo, sottile e delicata.
particolarmente se riflettasi, che con Il citatoBonanni, nel Catalogo
vari nomi sono espressi gli abili degli Ordini religiosi, parla di al-
clericali antichi. cune congregazioni de' canonici re-
Certo che ai tempi di s. Gi-
è, golari, i quali sono vestiti di tal

rolamo, il quale fiori nel quarto colta, cioè sotto il numero XXXVII
secolo, com'egli dice nel lib. I dei canonici di Usetz fondati nel
contro i pelagiani, omnem clernm quinto secolo ; sotto il numero VI
in sacrifìcii coiisummatione candidis dei canonici di s. Croce in Coim-
veslihus ministrasse; e che questa bra fondati verso 1' anno 1 1 3 1 , e

candida veste fi-i comune non solo dei canonici regolari in Austria,
ai sacerdoti e diaconi, ma a tutto sotto numero IV, istituiti circa il
il

il clero. Pure ciò si conferma dal ii4o. Quella colta antica fu poi
concilio Karbonese del 589, in cui mutata nella forma, aggiungendo-
venne determinato, che ncc diaco- visi le maniche larghe, ritenuta
luis, suhdiaconus , aut leclor ante- però la lunghezza prescritta dai
cjuam Missa consumetiir. alba se concilii, come apaiisce nella figura
praesuìnat exitcre. Ma che cosa si del numero VII d'un canonico di
intenda per la parola Allm, rimane s. Dionisio di Reims , congregazione
ancora in dubbio, essendo nome as- fondata nel nono secolo ; e come
sai generico, per cui vengono signi- più chiaramente si rappresenta nel-
ficati tutti gli abiti bianchi. Vero la immagine di s. Pier Damiani,
è però, che in molti rituali quando dal Bonanni riportata al numero
si adopera la parola Alba, vuoisi 28 della sua Gerarchia; immagine,
significare quella veste talare, che eh' egli prese da un antichissimo
diciamo camice, tessuto di lino codice del XI, il quale si
secolo
l)ianco: laonde alcuni furono di conservava nel monistero di monte
parere, che tal veste fosse comune Cassino. La lunghezza di simili

a tulli i gradi del clero, e che poi cotte non si mantenne nel clero,

fosse variata poco a poco, per cui che usolla alquanto più corta, co-
dalle varie forme si mutassero i me la vediamo in parte da diversi,
nomi di camice, di colta, e di roc- ed a seconda della forma, che il
chetto. JXon senza fondamento al- medesimo Bonanni produce alla fi-
cuni stimano, che tutto il clero gura 119,di un canonico regolare

servisse nelle sacre finizioni vesti- di Polonia, la cui congregHzione


lo di tonaca bianca talare, e sen- venne istituita nel secolo decimo.
za maniche, la quale copriva tutta Onorio Angusluduneiise, nel lib.
COT cor i63
I, rap. 23 1, ecco come descrisse le materia simile, acciocché si possano
colle : vcstes albae laocae ialares. imbiancare, forse in vigore del pre-
In appresso furono proibite di tal cetto divino, del capo 28 dell'Eso-
forma nel i585 dal concilio di do : Filiis Aaron tunicas lincas pa-
Aix con queste parole: superpcllicca rahis in gloriam, et decorcm, che
eliam manicas hahcant. Illa autein, però si legge nel e. 2 del lib. dei Re,
qiiac nianicis carciit, et quae non che Samuele ancor fanciullo ministra-
sìiperpelliceorum, scd mantiliuni pò- bat Domino puer accinc.tus ephod li-
thi.s nomine dignae sunt, proliihe- neo ^ David accompagnando l'ar-
e
ìnus. ca, dice il cap. VI del lib. 2: Erat
Non senza ragione, e mistero fu amictus epliod lineo. Da ciò vo-
istituita di forma la cotta, pre-
tal gliono alcuni dottori, che proce-
scritta dal mentovato concilio Basi- desse r uso delle cotte, e dei roc-
Icese nella sess, 21. P^. il Gemi- chetti, e l'Amalario ne spiega i mi-
iiiano nel lib. I, cap. iZi. De antiq. steri, neir opera : De Di\>in. Offìc.
vita Alissae: Haec vestìs est laxa, lib. 3, cap. 4? massime sul bianco,
quia clericalis vita dehet esse in ho- non lodandosi le aggricciature, che
nis operibus larga, est etiam talaris fanno le cotte troppo corte. Gem,.
qida docci usque ad finem perse- de antiq. rit. Miss, lib. I, cap. i32,
verare in bonis. Nel lib. 5, cap, 18 racconta che anticamente nel tem-
dell' Ordine di s. Vittore di Parigi, po quaresimale le colle erano di
si prescrive, che superpclliceum et lana in segno di mestizia, ed umil-
tunica lanca quantum fieri potest tà. Perciò il Papa nei giorni di
unius loìigitudinis esse debeant, ad quaresima, e negli altri giorni di
minus pieno palmo a terra distan- digiuno, porta la sottana di la-
tia, et ut manicae supctpelliceorum na, come nelle processioni, e fun-
non plus duobus palniis ultra di- zioni di penitenza, nella visita delle
gitos Tale misura ta-
promineant. sette chiese, e delle quattro patriar-
lare fu pure accennata da Stefano cali aimo santo, secondo che
nell'
Tornacense, il quale viveva nel i 180, osserva il Macri. Aggiungiamo col
nell' £'^^t. 12 3, ove pai-lando dei Durando^ che avendo questa veste
canonici regolari, dice : Regulareni la forma di croce, vuoisi per essa
liabitum sic pracfertìs exterius ut denotare come gli ecclesiastici devono
interius conservatis. Hujus habitus imitare Gesù Crocifìsso. Anticamen»
indicium principale vobis mitlo su- te eia lunga almeno sino a mezza
perpellicium novum candidum et gamba, anzi ordinariamente era lun-
talare, quod w-
repraesentet K'obis ga sino ai piedi, come il camice,
tac novitatem, munditiae candorem, per significare la perseveranza finale
perseverantiani in finem. Oggid'i però nelle ed in alcuni
opere buone,
si usa in alcune chiese talmente luoghi leanche senza
cotte erano
corta, che non apparisce la forma maniche, e serrate da per tutto a
antica, come si vede nella figura similitudine delle pianete antiche,
3o del Bonanni. Sulle cotte trop- cavandosi le braccia dai lati. Da
j)o corte inveisce il Macri nella ciò viene la differenza, che trovasi
Notizia de' i'ocaboli ecclesiastici, alla nelle chiese sulle cotte, dappoiché
voce Superpclliceum. gli uni le portano a maniche ro-
Sono le colte tessute di lino, o tonde, e larghe, gli altri a maniche
.64 COT COU
pendenti: in somma sembra, che se congiurato con quel re alla vita

la cotta sia il camice accorciato. di Urbano VI, dopo un anno di te-


V. il Boequillot, Liturgia sacra. tro carcere, e gran tormenti, fu
COTTO (s.) martire. Questo san- condannato all'ultimo supplizio in
to visse ai tempi delia persecuzione Genova nel i385, sette anni da
di Aureliano, e fu discepolo di s. che era Cardinale.
Prisco, che fu decapitato a Toussi COTYACUM. Città vescovile del-
sulla Yonne nella diocesi di Au- l' Asia minore , oggi Kutaich ,

xerre verso l'anno 273. Cotto, in nella Frigia , e , secondo le no-


venerazione al santo suo precettore, tizie ecclesiasticlie, metropoli della
raccolse il capo di lui, e si rifugiò terza provincia della Frigia saluta-
nelle selve, ma inseguito da quei re esarcato d' Asia. Fu eretta in
pagani, poco dopo incontrò anche sede episcopale nel quarto, o nt'i

egli egual corona del suo maestro. sesto secolo , ed in metropoli x\v\

11 suo corpo si conserva nella chie- nono , con tre vescovati per suffia-
sa di s. Prisco, fatta fabbricare da ganei, cioè Spara, Conis, e Gaico-
s.Germano d' Auxerre, e rifabbri- me, come si legge in Co m man ville,
cata da un signor del paese, chia- che li dice fondati nel medesimo
mato Porcario. Nel 1480 il vescovo nono secolo.
di quella città Giovanni Baillet, le- COULAINE, o CouLAi?rES. Paese
vò corpo di s. Cotto dal sepol-
il di Francia vicino alla città di Mans,
cro ove giaceva, per riporlo in una in Villa Colonia, dipartimento del-
arca. I Bollandisti assegnano la sua la Sarthe, cantone di Love, presv)

festa ai 26 maggio. la riva sinistra del Geaz, che pri-

COTURNO Bartolommeo, Car- ma aveva il titolo di baronia. In


dinale. Bartolommeo Coturno da Coulaine, o Coulans, neh' anno 843,
Chiavari nel genovesato, minor con- Carlo il Calvo , fece un capito-
ventuale, celebre nelle scienze sa- lare di sei articoli, che furono poi
cre e profane, arcivescovo di Ge- richiamati al concilio di Meaux l'an-

nova, poi 18 settembre del 1878


a' no 845. Il Leuglet lo registra qual
da Urbano VI fu creato Cardinal pre- concilio Coloniense.
te di s. Lorenzo in Damaso, ed eser- COURT (de) Guglielmo, Cardi-
citò lodevolmente parecchie legazio- nale. V. CURTI.
ni. Ebbe facoltà dal Pontefice di COUSTANT Pietro. Scrittore
assolvere Genova, Milano e Piacen- del secolo decimottavo, benedettino,
za dalle censure incorse per aver nato a Compiègne nel 1654. Nel-
recato merci vietate al soldano di l'età di diciassette anni entrò nella

Egitto; di permettere
e viceversa congregazione di s Ma u 10, e, quan-
ad che portassero tali merci
altri, tunque giovane, divenne ben presto
al soldano di Babilonia, purché non il modello del fervore e della pe-
eccedessero il prezzo di ottomila fio- nitenza. Si narra di lui che mai ,

rini.Nulladimeno, venuto in sospetto s'avvicinava al fuoco nei geli d'in-


di mala fede ad Urbano VI, dovette verno, e che, sebbene fosse occu-
fuggire dallo sdegnato Pontefice, del patissimo negli studi , era sempre
quale tornò in grazia a mezzo del re uno de'primi ad intervenire alle uf-
Carlo III Durazzo: ma avendo dato fiziature di giorno e di notte, alle

occasione di sospettare ch'egli aves- quali mai si permette\a di manca-


. ,

cou COU 16?


re. Fu uno di quelli, che si sono collegio comunale , una biblioteca ,

occupati nella impresa di dare la un bel teatio, bagni, ec. Alcuni


bella edizione delle opere di s. A- confondono questa città con l'anti-

gostino. Avea molla intelligenza, ed ca Angusta Romanduorum ed altri ,

industria in quel genere di cose, con Briovera, perchè s. Lo si sot-


per cui fàcilmente riconosceva il toscrisse vescovo di Briovera , al

vero testo dalle intarsiature, e dalle concilio d' Orleans nel quinto se-

glosse male a proposito inserite nel colo. Fa d' uopo osservare che, a
testo. Imprese anche una nuova seconda dello stile di quel tempo,

edizione delle opere di s. Ilario, e egli forse volle esprimere così il


delle lettere dei Papi. Il p. Cou- luogo di sua nascita, che allora so-
stant incontrò avversario ne' suoi levasi unire al proprio nome. Inol-
lavori il p, Germon, gesuita, il qua- tre vi sono alcuni, i quali asseri-
le accusava di falsificazione i ma- scono, che abbia avuto il nome di
noscritti, ond' erasi servito per le Costantino, o Costanzo, imperatori
edizioni di s. Agostino, e s. Ilario, e perciò sia stata detta Constantia,
Ma egli, nel 1706, vi rispose con o Cosediac. Ammiano Marcellino
un libro intitolato : J^indicìae mss. la chiamò Castra Constantia. Nel
a E. P. Barthol. Germon impu- secolo XV Lodovico XI fece di-
gtiat. Rispose nello stesso tempo ad struggere le sue fortificazioni per
un altro scritto, nel quale la edi- essersi dichiarata a favore del prin-
zione di s. Ilario era assalita. Il p. cipe Carlo suo fratello. Molto sof-
Germon rispose di bel nuovo alle frì questa città durante le guerre
difese del Coustant ; ma questi ri- degl' inglesi , e spesso andò esposta
tornò al campo, scrivendo una'altra alle scorrerie de' bretoni , sotto il

opei-etta Findiciae veterum codi'


: regno del medesimo Lodovico XI.
rum conflrmatae. Dopo tali contro- Indi, nel \56i, fu presa dai cal-
versie intraprese liberamente la sua vinisti, dopo essere stata valorosa-
grande opera sulle lettere dei Pa- mente difesa dal proprio vescovo
pi ; ma fu colto dalla morte nel Filippo di Cosse. Coutances fu pa-
1721. La di lui critica è savia e tria d' illustri personaggi, fra' qua-
giudiziosa, e sempre è accompagna- li nomineremo l'abbate di Saint
ta da singolare modestia. Pierre.
COUTANCES, o Costance (Con- La sede vescovile di Coutances,
stanti en. provincìae Rotliomagen. ) al dire di Commanville, ebbe ori-
Città con residenza Tescovile di gine avanti l' anno 4oo. Altri la
Francia nel dipartimento della Ma- fanno fondata nel quinto secolo, e
nica, antica capitale del Cotentino sino dalla sua erezione, è suffraga-
nella bassa Normandia . ora capo nea della metropoli di Rouen. Do-
luogo di circondario, e di cantone, po s. Erptiole, riguardato come il

situata fia il colle e il piano , e primo vescovo di questa diocesi, si

cinta da belle praterie al confluente contano più di ottantacinque suc-


della Sonile, e del Bulsard. E vi- cessori , undici de' quali sono ve-
cina all'Oceano, è senza mura, e nerati per santi. Fra di essi quat-
senza fossato. Ha un tribunale di tro andarono decorati della dignità
prima istanza, e di commercio, una Cardinalizia, e Giuliano della Ro-
conservazione delle ipoteche , un veie, Cardinale e nipote di Si^to
, ,

ì(\a €OY COZ


IV, fu dallo zio , nel i ^jG , fallo Astane, diocesi d'Oviedo. Nell'an-
vescovo di Coutances, e poscia nel no io5o, ad istanza di Ferdinan-
I ToS divenne Papa col nome di do I, detto il Grande^ re di Ca-
Giulio II. Nel 1801, il Pontclìcc stiglia e di Leone il vescovo di ,

Pio VII unì a Coutances il vesco- Oviedo, insieme ad altri otto ve-
vato di Avranches (Vedi), ch'ebbe scovi, ed alcuni prelati spagnuoli
cinquantanove vescovi, sei de' quali celebrò un concilio in Coyac col-
sono venerati come santi. r intervento del re, e di sua mo-
La cattedrale di gotica architet- glie Sanzia regina di Leone. Vi si

tura, ed in forma di croce, è ma- lecero tredici canoni , tra i quali


gnifica : ha un corridoio , ed una vi sono alcuni regolamenti pel tem-
galleria, che gira il coro , e la na- porale, dappoiché l'assemblea era
vata è sostenuta da quindici pilastri mista. Vi si prescrisse la residenza
per parte. La porta maggiore vie- a' vescovi, ed ai chierici ; si proibì
ne fiancheggiata da due torri sor- loro di portar armi, ed abiti inde-
montati: da alte piramidi di pietra, centi, e di abitare con donne. Si
e la gran torre, che domina il cen- laccomandò agli arcidiaconi , e ai

tro della croce , è opera mirabile preti d' invitare alla penitenza gli

di figura ottagona, aperta di den- adulteri , e gli omicidi. Si trattò


tro a modo di lanterna con mol- della osservanza della domenica
tissima luce. Questa cattedrale è con assistere alla messa , e a tutto
dedicata alla B. V. Maria , ed il ca- r uffizio di quel giorno, anzi di re-
pitolo di essa si compone di otto ca- carsi in chiesa la sera del prece-
nonici onorarli, con diversi preti, dente sabbato. Si provvide ancora
e chierici addetti al servigio della al decoro della casa di Dio, degli

chiesa. Nella città sonvi due par- arredi e paramenti sagri, e si pre-
rocchie con fonte battesimale , un scrisse, che gli ordinandi debbano
monistero di monache, due semi- sapere il salterio, gl'inni, i cantici,

nari, e r ospedale. Ogui nuovo ve- le epistole, i vangeli, e le orazioni.


scovo paga alla cancelleria aposto- Venne prescritto il digiuno del ve-
lica la tassa di trecento settanta nerdì, ed emanaronsi leggi per l'ec-
fiorini. clesiastica immunità. Diz. de' coii-
CO VESCOVO , Co Ephcopus. cil. Ptegia t. XXV, Labbc t. IX,
Vescovo con un altro. Valfridio Arduino t. VI.
Strabene, De rebus eccl. e. ult. COZZA Lorenzo, Cardinale. Lo-
narra, che vi sono stati de' vescovi, renzo Cozza nacque alle grotte di
i quali avevano covescovi^ o coepi- s. Lorenzo, presso il lago di Boi-
scopi , a cui aflklavano ministeri sena, diocesi di Montefiascone nel
propri, e convenienti al loro stato. 1654, e restò privo dei genitori,
Alcuni dicono, che i vescovi, i quali essendo ancor giovane. Sorti tutta-
fungono le funzioni episcopali, mas- via ottima educazione, e nel iG6r)
sime di Alemagna, appellati suftra- indossò l'abito de' minori conven-
ganei sono coevescovi, o covescovi. tuali nel convento della ss. Tri-
V. CoREPiscopo, Vescovo, e Sutfra- nità di Orvieto. Fu mandato in
GANEO. Araceli a compire gli studi, dipoi
COYAC, o CoYAco {Coyacuni). passò a Napoli per legger filo-

Città, o castello della Spagna nelle sofia nel convento di s. Diego ;


coz CliA 107
quindi, divenuto sacerdote, andò li l- ho; poi nel j 72,5 a piuui voti da' suoi
tor di teologia a \iteibo, e pro- frati venne maestro generale
eletto

segui a leggerla in Araceli. lu ap- dell' Ordine. In vista a meriti cosi


presso fu mandato guardiano a segnalati Benedetto XIII, ai 9 di-
Viterbo, ove il vescovo Cardinal cembre del 17^6, lo creò Cardi-
Sacchetti lo elesse a suo teolo- nale prete di s. Maria in Araceli,
go, e confessore; poscia nel capi- lo ascrisse alle congregazioni del s.

tolo dell Ordine a E.oma fu dichia- offizio, dei vescovi e regolari, dei
rato definitore della provincia, e riti, di propaganda, ed altre; ma
dal suo generale venne inviato a dopo ventiquattro mesi di continue
visitare e riformare i conventi del- malattie mori nel 1729, di settan-
la Bosnia, Dalmazia, e Lombardia. tacinque anni, e fu sepolto nella
Nel 1 6q6 guardiano nel
fu eletto basilica di s. Bartolommeo all'Isola
convento di Araceli, ove pubblicò con prolissa ed onorevole iscrizio-
il libro intitolato Vindiciae Areo- : ne. Aveasi formata una scelta bi-
pagilicae, cui volle dedicare a Cle- blioteca, ricca di preziose ed anti-
mente XI, il quale lo fece consul- che medaglie raccolte nell'oriente;
tor dell'indice, e qualificatore del s. e pubblicati alcuni trattati di ma-
ofiìzio. Nel 1704 divenne superiore terie ecclesiastiche, e morali, che il

della provincia romana, poi guardia- Guarnacci riporta fedelmente sul fi-

no del convento al s. sepolcro in Ge- ne della vita di lui.


rusalemme, ove promosse la buo- CRACOVIA {Crncoi'ìcn.). Città
na disciplina. Compose a pace i con residenza vescovile, antica ca-
cattolici del Montelibano; come vi- pitale della Polonia, ed ora della
cario apostolico restituì alla sua repubblica del suo nome, della qua-
sede il patriarca di Antiochia, cac- che qui diamo un
le è necessario,

ciato dai maroniti; prevenne mi- la cenno. Questa repubblica europea,


na, che sovrastava ai maroniti me- la quale prende nome dalla sua

desimi, ed il funesto scisma; nel- capitale, confina colla Galizia, col-


l'anno 1713 conchiuse l'unione con la Slesia, ec. La sua popolazione
la Chiesa romana di Michele Oapo- supera il numero di centomila abi-
sulischio, greco patriarca di Ales- tanti, che per maggior parte so-
la

sandria, il quale mandò Giangiu- no cattolici, benché ivi sia libero


seppe Mozet dell'Oidiue serafico a l'esercizio d'ogni culto. Però la pub-
riconoscere il Papa come supremo blica istruzione è affidata alla ce-
pastore della Chiesa , e pregarlo, lebre università di Cracovia. La e-
che lo confermasse nella sua digni- sistenza della repubblica di Craco-
tà, locchè si etfettuò. Quindi, dopo via incominciò nel 18 r5. La Rus-
tanti servigi prestati alla Chiesa, sia, l'Austria, la Prussia, non po-
nel 17 15 Clemente XI lo chiamò tendo convenirsi sul possesso del
a Roma, e lo elesse vicecommissario territorio di Cracovia, risolvettero
generale del suo Ordine. Nel pun- di uno stato libero, sotto la
farne
to estremo , assistette a ben mori- loro immediata protezione, assicu-
re Innocenzo XIII, già suo amicis- randogli una continua neutralità,
simo sino dal 1694 quando governa- sotto condizione di non dover ri-
va da guardiano il convento di Yiter- cevere alcun disertore, o colpevole
,

i68 CRA cr.A


di queste tre potenze. Questo stato ra. La repubblica ha la sua mili-

si eresse in repubblica, ed il potere zia, che vigila alla sicurezza dell;t


legislativo risiede in uu corpo com- capitale, ed un corpo di gendar-

posto di deputati eletti da ciascu- meria, che fa egual servizio nelhi


na comunità , di tre membri del campagna la repubblica si divide
:

senato, uno de' quali presiede alla in diciassette comunità.


assemblea, di tre canonici del ca- La città di Cracovia, in polacca'
pitolo della catted;-ale, di tre dot- KrakoWj è posta in una contrada
tori della facoltà, nominati dalla fertile sulla riva sinistra della Vi-
università, e di sei giudici dei tri- stola, al confluente di questo fiu-

bunali. me, e della Rudawa. Ha sei sob-


Questa assemblea, la quale tie- borghi, ed è cinta da una vecchia
ne ogni anno una sessione , che muraglia, fiancheggiata da torri, e
appena dura un mese, fa le leggi, da fosse quasi ricolme. Dalla parte
sopraintende all' amministrazione ,
del sud verso la Vistola si vede il

ordina il preventivo delle spese famoso che ora cade


castello reale,

nomina i due terzi de' senatori, ed in rovina, e eh' è situato su di una


i giudici, e destituisce i trasgresso- collina, mura, torri, e bastio-
le cui

ri. Il potere esecutivo è esercitato ni gli dannoforma di una pic-


la

da un senato, composto di un pre- cola cittadella. Conteneva superbe


sidente, e di dodici membri. Il pre- gallerie, sostenute da colonnati, e

sidente, ed otto di questi membri, da appartamenti ricchi di pitture,


sono nominati dall' assemblea na- e di statue. E degna di osserva-
zionale, due dal capitolo della cat- zione la sua magnifica cattedrale,
tedrale, e gli altri due dalla uni- dedicala a s. Stanislao vescovo, che
versità. Otto di questi senatori so- vi fu ucciso all'altare da Boleslao
no a vita, gli altri quattro si rin- II, e del quale si venera il corpo.
novano ogni anno, ed il presidente Questa chiesa è cinta da cappelle,
ogni tre anni. Questo corpo nomi- dove stanno diverse tombe dei re
na' agi' impieghi civili, ed ecclesia- di Polonia, che quivi appunto so-
stici, ad eccezione di quelli, che di- lennemente si coronavano, e perciò
pendono dall'assemblea rappresen- si conservavano in essa la corona, lo

tativa, come pure di quattro posti scettro, e le altre insegne reali. La


del capitolo, che sono riservati ai cattedrale non è men celebre pel
dottori della università. ha an- V suo rinomato, el'icco capitolo. Qui-

che un tribunale di appello, e dei vi vede pure il sepolcro del fa-


si

tribunali di prima istanza. Gli e- maso Rosciuzko. Sono assai belle,


lettori dei senatori sono i membri e racchiudono cose importanti an-
del capitoloj e della università, non che le altre chiese. Va ricordato
che tutti i proprietari, mercatanti, il conveniente palazzo episcopale,
artisti, o dotti, che pagano cin- come belli sono gli edilizi pel se-
quanta fiorini d'imposizione. Tutti nato, per l'assemblea nazionale, pei
i funzionari pubblici sono respon- tribunali, e per 1' università. Oltre
sabili, un tribunale supremo giu-
e a ciò in Cracovia vi sono due gin-
dica i l'appresentanti, come pure nasi, quattro biblioteche pubbliche,
gli altri membri della magistrata- ed una dotta società.
CRA CRA 169
Decaduta Cracovia dal suo an- in Cracovia stabilita nel 1758 una
tico splendore, sino dall' epoca in confederazione, i confederati furono
cui cessò di essere il soggiorno dei cinti di assedio dai russi, che pre-

re di Polonia, i suoi abitanti ascen- sero la città, e li fecero prigionieri.


dono circa a trenta mila, de'quaii Dopo lo smembramento del regno
più di cinquemila sono ebrei. Sta- di Polonia, appartenne all' Austria,
biliti sono essi nei sobborghi Casi- sotto il cui dominio era già passata
miro, ec, di là della Vistola, che si sino al 1773 la parte del palati-
passa sopra un ponte, e dove han- nato di Cracovia , che stava alla
no la sinagoga. Deliziosi sono i din- destra della Vistola. I polacchi, sotto
torni di Cracovia, specialmente quel- gli ordini di Napoleone, nel 1809
li presso il fiume. Nell'amena pas- presero Cracovia, che colla pace
seggiata fu innalzato un monumen- di Vienna dell'venneanno stesso ,

to al generale Kosciuzko, che vo- dall' Austria ceduta alla Francia ,

lendo ridonare nel 1794 ^11^ sua la quale la unì al granducato di

patria l' indipendenza, nella notte Varsavia. In seguito poi del nomi-
de' 24 marzo si dichiarò capo di nato congresso di Vienna del 18 i5,
tutte le forze polacche. I suoi divenne, come dicemmo, la capita-
tre sobborghi sono di Casimiro, le della nuova repubblica, che por-
S tra dora, e Rlepars. ta il suo nome.
Cracovia, secondo Tolomeo ed L'università di Cracovia, tanto
altri, si vuole che occupi l'area di celebre anche per essere sempre
Carrodimum, antica capitale del stata una de' più fermi sostegni
territorio abitato dai Lygii. Alcuni della cattolica religione in Polonia,
la vogliono fondata nell' anno 700 coir autorità apostolica del Ponte*
da Craco principe polacco, o boe- fìce Urbano V, fu fondata da Ca-
mo, che le diede il proprio nome, simiro III re di Polonia nel 1
364,
ed altri al contrario pretendono, il quale ottenne dall' università del-
che debbasi fissare la sua fondazio- la Sorbona professori abilissimi , e
ne nel secolo decimoterzo. Certo è, famosi, massime in teologia ,
per
che verso tal' epoca Cracovia diven- cui l'università venne considerata
ne capitale del regno , e che re i siccome figlia di quella di Parigi.
polacchi incominciarono a farvisi La morte avendo im-
di detto re
consagrare l'anno i320. Divenuta pedito di dare l'ultimo compimen-
progressivamente florida, e popola- to a sì grande opera, vi supplì nel
tissima, fu danneggiata da' vari in- i4oi il re Ladislao Jagellone, il
cendi sino a quello del 1702; dalla quale perciò viene considerato per
peste, che v'infierì negli anni 1707, secondo fondatore. Ha quella uni-
e 1708, non che dalle guerre ci- versità un osservatorio, una biblio-
vili ed esterne. Gli svedesi la pre- teca, ed altri stabilimenti d' inse-
sero nel i655, dopo un assedio di gnamento. Il vescovo di Cracovia
circa cinque settimane, ed allora è cancelliere dell'università : gli stu-
una porzione della città restò assai denti vi godevano grandi privilegi,
due anni, ritor-
maltrattata. Passati e gì' impiegVii de! regno di Polonia,
nò Cracovia sotto il dominio po- sì ecclesiastici , che secolari. Però
lacco ma nel 702 ricadde sotto
; 1 questa università, nello scisma di
il potere degli svedesi. Essendosi Basilea, seguì le parti dell'antipapa
1
7 u eli. A CRA
Felice V, soltracudosi duiruljh'ulieu- pontificato di Pio VI , ad onta
7.0. del l'ontefice Eugenio iV. E delle sue rimostranze alla dieta

([uando sotto il successore di lui polacca, la rendita del vescovo di

Nicolò V la Polonia tornò all' ub- Cracovia da ottocento mila fiorini

bidienza della santa Sede, l'univer- polacchi di paoli due l'uno, venne
sità si mantenne nell'errore, e vi ridotta a cento mila. La diocesi era

continuò anche <|iiando Nicolò V assai ampia, con mille e ottocento


spedi per legato il vescovo di Ca- parrocchie, tredici delle quali era-

merino, dappoiché tal prelato ven- no collegiate, ed aveva delle gran-


ne onorevolmente ricevuto dal re di abbazie. L' incoronazione dei re,
Casimiro IV, da Sbigneo vescovo e delle regine si faceva dal vescovo
di Cracovia, dal clero, e dai citta- di Cracovia, ad onta delle proteste
dini,fuorché dalla università , che dell'arcivescovo di Gnesna, del (pia-

però nell'anno seguente alla rinun- le era allora sulFraganeo. Pio VIL
zia del pseudo pontificato di Feli- ncU'erigere nel 18 17 Varsavia in
ce V, ritornò al grembo della Chie- metropoli, le assegnò per sulTraga-
sa romana. Nel medesimo secolo nea la chiesa di Cracovia, sebbene
fiori in questa università Giovanni nel 1807 coU'autorità dell' aposto-
Canzio, nato in Renlz diocesi di lico breve, Qiionìani charissinius in
Cracovia, accademico e professore Cliristo FiliuSj il medesimo Ponte-
di teologia della medesima. Essen- fice avesse assoggettato alla metro-
do egli morto santamente nel i^"]^, politana di Leopoli la sede di Cra-
fino d'allora la sua stessa veste pur- covia. Fra i suoi vescovi meritano
purea, che viene chiamata rwereii- special menzione s. Stanislao mar-
dn, s'incominciò ad indossare da tirizzato mentre celebrava la messa

ciascun decano di filosofia nell'atto agli 8 maggio 1079, *^ canonizzato

di prestare il giuramento. E sicco- solennemente nel 12^3 da Inno-


me il Canzio ogni giorno teneva a cenzo IV. Al volume VII, p. 3 3 r

desinare qualche poverello, i pro- e 3i4 del Dizionario si disse, che


ne imitarono l'e-
fessori successori da questa canonizzazione ebbero ori-

sempio. Clemente riconobbe il X gine gli che


stendardi, per quello,
culto di Giovanni, e Clemente XIII alloraapparve miracolosamente. Eu-
solennemente lo canonizzò. V. A- genio IV creò Cardinale Sbigneo
damo Ottavio Vita di Giovanni Olynitz , vescovo di Cracovia , il
Canzio, Cracovia 1628. quale avendo poi seguito le parti

La sede vescovile di Cracovia dell'antipapa Felice V, sotto il Pon-


fu eretta nel secolo decimo , anzi lefice Nicolò V ed in vece
si ritirò,

nell'anno 961» era arcivescovile; ma fu confermato nella dignità Cardi-

siccome l'arcivescovo Lamberto, che nalizia ed episcopale


, da cui era ,

viveva verso l'anno io5o, trascurò decaduto. Alessandro VI, nel i493,
di dimandare alla santa Sede il fece Cardinale Federico Casimiro
pallio, ne perdette il diritto , per Jagellone, figlio di Casimiro IV re
cui rimase primo vescovo del regno, di Polonia, che nell'età di dician-
e proto-tiono della provincia di nove anni era stato vescovo di Cra-
Gnesna. Era inoltre duca di Seve- covia. Clemente XII nel 1737 an-
ric, e godeva una rendita di cento noverò tra i Cardinali Giannales-
e più mila scudi, Nel 1789, nel sandro Lipski polacco, LXIII ve-
,

CRA CRA 171


scovo di Cracovia, e XXXIII duca Libranca, diacono di Teoduro, le- s.

di Severic o Severia. Non si deve gato di Papa Clemente HI, adunò


passare sotto silenzio, che Pio IV (piesto concilio per la riforma del
nel i56i creò Cardinale Stanislao clero, e nello stesso tempo impose
Osio, nato in Cracovia, glorioso le decime per la ricupera dei santi
per la sua virtù e dottrina. luoghi di Palestina. Regia tom.
La cattedrale è dedicata a s. XXVIII, Labbc tom. X, Arduino
Wenceslao martire. In essa si ve- tom. VI.
nera il corpo del suddetto vescovo CRACOW Matteo (da). Cardi-
di Cracovia s. Stanislao, insieme ad naie. V. Matteo Cardinale.
altre venerabili reliquie. In questa CRAMAUD SiMo?JE, Cardinale.
chiesa si cantava l'uffizio di giorno, Simone Cramaud chiamato dal
così
e di notte senza interruzione, ed i luogo ove nacque a Poitiers, o a
re di Polonia si recavano dal ca- Limoges, secondo altri, era fornito
stello processionalniente a piedi, nel- di bello ingegno, e di molta scien-
la vigilia della loro incoronazione, za. Carlo VI, re di Francia, \o eles-

nella sontuosa cappella di s. Sta- se a maestro delle suppliche, ed


nislao, affine di fare onorevole am- ambasciatore in Avignone all' anti-
menda dinanzi all' altare del santo, papa Benedetto XIII. Dipoi, nel
dell'assassinio, che il re Boleslao II 1384, lo nominò alla chiesa di A-
commise nella persona di s. Stani- gen; e, nel i388, a quella di Poi-
slao. Il capitolo ha quattro dignità; tiers, ove stabilì un maestro, che
la prima è il decano, e ci sono quat- istruisse sei fanciulli addetti al coro
tro canonici, due dei quali godono di quella cattedrale. Nel 1 890 il

le prebende di teologo, e di peni- Cramaud ebbe il vescovato di Beziers',


tenziere. Vi hanno inoltre diversi e quello di Carcassona nel iBgi.
preti, e chierici per l' uffiziatura. Dicesi, che amministrasse gli arcive-
Nella cattedrale avvi il fonte bat- scovati di Bardos, Narbona, ed A-
tesimale, e la cura d' anime della v'ignone; che fosse monaco di s.

parrocchia viene affidata a sei pre- Luciano, cancelliere del duca di


ti chiamati vicari. L' episcopio è Berry, e conte di Poitiers. Presie-
alquanto distante dalla cattedrale. dette all'assemblea di Parigi, tenuta
Nella città, e ne' luoghi suburbani nel 1895 per lo scisma; nel i^o(^
sonovi altre dieci parrocchie, ognuna andò all'arcivescovato di R.eitns
delle quali ha il sagro fonte. Vi sono e nel concilio di Pisa, ove perorò
inoltre due collegiate, undici con- pel suo sovrano; gli fu dato il titolo
venti e monisteri pei l'eligiosi, die- di patriarca di Alessandria, cui vi-
ci monisteri di monache, diverse sitò e migliorò d' assai ; ma nel
confraternite, tre ospedali, il semi- i4i3 lo rinunziò al vescovo di Poi-
nario, ed il monte di pietà. La tiers, ripigliando egli il governo di quel
mensa paga alla cancelleria aposto- vescovato, affine di sostenere la sua
lica, ad ogni nuovo vescovo, la tas- famiglia. Quindi, pregato dalla uni-
sa di tremila, e quaranta fiorini. versità di Sorbona, andò con altri
Nel 1189 venne tenuto in Cra- vescovi a Perpignano, ov' era Carlo
covia un concilio, intorno alle im- VI, per istabilire il modo piìi accon-
[)osizioni sopra il clero per la guer- cio a terminar lo scisma di Pier Luna.
ra santa. U Cardinal Giovanni Ma- Fu già capo al concilio tenuto iu
,

lya CRA CR\


Parigi nel 1898 per lo slesso mo- fertile Fu que-
di piante medicinali.

tivo, al quale intervennero sette sto regno prima posseduto dai por-
arcivescovi, quarantasei vescovi, ed toghesi e poscia dagli olandesi, 1

undici abbati. In questo si pubbli- quali nel i663 presero di assalto


cò il suo trattato circa lo scisma. il forte di tal nome, ed un vescovo

In appresso, ad insinuazione del re portoghese portava il titolo di ve-


cristianissimo, e di tutta la cliiesa scovo di Cranganore. Sonovi alcu-
Gallicana, andò a Marsilia per in- ne chiese cattoliche, e nestoriane.
durre Benedetto XIII a cedere il L'arcivescovo latino d'Angmale,
papato, come avea piìi fiate pro- la cui sede, chiamata Angamala del-

messo. In premio di tante fatiche la Serra, venne fondata nel decimo

sostenute per la Chiesa, Giovanni sesto secolo, ma senza sulhag;inei,


XXIII, a' i3 aprile i4'3, lo pro- ed è conosciuto sotto il nome di ar-

mosse al cardinalato, col titolo pres- civescovo de' cristiani di s. Tomma-


biterale di s. Lucina. Da ultimo, so trasferì
, la sua residenza in
dopo essere intervenuto al concilio, Cranganor. Ma dopo che gli olan-
e al conclave per la elezione di desi conquistarono il paese, la sede
Martino V, morì in Francia nel rimase soltanto titolare, e perciò i

14^9, dopo sedici anni di Cardi- re di Portogallo solevano nominare


nalato. un arcivescovo titolare. Abbiamo dal
CRANGANOR, Crangmiora. Cit- p. Chardon, Storia de' Sagramenti
tà arcivescovile dell' Indostan ingle- t. I, p. 64, che cristiani indiani i

se, presidenza di INIadras, antica pro- di Cranganor battezzavano loro i

vincia di Malabar, sulla riva set- nati nel quadragesimoprimo gi<^ir-


tentrionale di una piccola baia for- no, come i moscoviti. Il Pontefice
mata dall'imboccatura d'un fiume Gregorio XIII, nel 1578, ricevette
al nord Cochin. Il suo porto è
di lettere obbedienziali dall'arcivescovo
piccolo, ma
pure vi si fa un qualche di Angmale o Angumale, e di Cran-
commercio. La popolazione si com- ganor, metropoli del Malabar, dei cri-
pone di cristiani, ebrei, ed indosta- stiani appunto di s. Tommaso. Questi
iii. Gli ebrei pretendono essere stali ridotto per opera dei gesuiti dalla e-
padroni di questa città sino dal resia nestoriana alle cattoliche ve-
490. I portoghesi la presero nel dopo aver abiurato
rità, suoi erroi'i i

i5o5 nel regno di Emmanuele, e la nel concilio di Goa, ne diede parte


conservarono sino al i663, epoca al Papa, il quale, per maggiormente

in cui cadde in potere degli olan- unirlo alla santa Sede, gli rispose
desi, che la fortificarono. Sulla fine con paterna amorevolezza aggiu- ,

del secolo decorso gli olandesi ven- gnendo il donativo di molte leli-
dettero Cranganor al radjad di quie riccamente adornate.
Tranvacore. Quindi agli 8 maggio I romani Pontefici, prima e dopo
1790 fu presa dalle truppe del di Gregorio XIII, di frequente in-
sultano Tippou ma gl'inglesi poco
; viarono zelanti missionari, dopo che
dopo vi posero l' assedio e se , i portoghesi si stabilirono nelle In-
ne impadronirono a' i5 dicembre. die. In fatti Gio. Albuquerque fran-
Questa città fu capitale di un regno cescano, primo arcivescovo di Goa,
dello stesso nome, posto di qua dal per parte di Paolo III stabilì nel
Gange, sulla costa del Malabar, e 1546 un collegio in Cranganor,
CRA CHE .73
aflfìue d'istruire i fcinciulli nelle sa- poscia fu trasportato, e sepolto nella
gre cerimouie de' latini. Nel pon- cappella di s. Francesco che aveva

tiflrato di Sisto V, e nell'anno iSSy, fondata nella chiesa della Pace dei
1 gesuiti ne fondarono un altro minori osservanti a Milano.
una lega distante da questa città ,
GRAZIA, o FLAVIA, seu Fla-
ma con poca riuscita. Ma quegli, vìopolu. Sede episcopale della pro-
che principalmente si è adoperato vincia Onoriade, nell'esarcato di
per riunire i cristiani di s. Tom- Ponto diversa da Flaviopoli della
maso, i quali seguono gli errori di seconda Cilicia, sotto la metropoli
Nestorio, e perciò sono soggetti al di Claudiopoli.Commanville la regi-
patriarca nestoriano , fu l' agosti- stra siccome eretta nel quarto seco-
niano Alessio Meneses arcivescovo lo, col nome di Grada. Si vuole, che
di Goa, come si legge nella sua prendesse il nome di Flaviopoli
storia. iSgg, nel ponti-
Egli, nel dall'imperatore Flavio Vespasiano,
ficato di Clemente Vili, a' 25 giu- o da uno de'suoi figli.

gno, radunò un sinodo, ove aven- CREDEJN TE , Crtdens , fidem


do guadagnato diversi preti nesto- adhibens. Quegli, che crede le ve-
riani, ebbe la consolazione di far lità necessarie alla propria salvezza
ad essi rinunziare il nestorianismo, spirituale. Gli ebrei chiamavano
proibendo loro di prender moglie; credenti che professavano
coloro ,

quindi regolò la disciplina eccle- la loro religione, per opposizione


siastica, ed introdusse le san-
i riti, agl'idolatri. In tal senso Abramo,
te pratiche della Chiesa romana. progenitore dei medesimi ebi-ei, fu-
CPiASSO Francesco, Cardinale. chiamalo nella Scrittura, il padre
Francesco Crasso, nato da illustre dei credenti Alcuni eretici albi-
.

famiglia nel i5oo in Milano, studiò gesi ebbero l'impudenza di assume-


la giurisprudenza in modo di esser re il titolo di credenti.
eletto senator della patria, presiden- CREDENZA di Chiesa. È una
te al fisco, consiglier ducale, e go- mensa semplice, che si pone in corna
vernatore di Siena , e poi di Cre- epistolae, senza gradini, e senza croce,
mona. A nome del senato milane- o immagini, coperta con un lino fi-

se andò ambasciatore in Genova a no a terra. Però nel giovedì santo, e


Carlo V a cui lesse una eloquen-
, in tutto il seguente venerdì santo
tissima orazione. Però venendo dal- la credenza è senza la detta coper-
la morte privato della moglie, da ta , o tovaglia. Sulla credenza si
cui ottenne parecchi figliuoli , re- pongono il calice apparecchiato per
cossi a Roma , ove Pio IV , che la messa solenne, il bacile, le am-
avevalo carissimo, lo volle dichia- polle, il pannolino o mantile, il

rare protonotario apostolico, gover- campanello, il messale, il turibolo


natore di Bologna, ed ai 1 2 marzo colla navicella , lo strumento col
del i565 lo creò Cardinal diacono quale si dà la pace, i candellieri,
di s. Lucia in Selci, dopo la qua- che si portano dai ceroferari, e tut-
le diaconia gli conferì il titolo pres- ti que'paramenti, arredi sagri, ed
biterale di s. Cecilia. Intervenne al altre cose occorrenti alle fiinzioni
conclave di s. Pio V, morì a Ro- ecclesiastiche. Burlo nei suo O/io-
Il

ma nel 1 56Q, di sessantasei anni, masdcon etimologicum , alla voce


e diciotto mesi di cardinalato , e Credailìa j dice « ad sacri ficium
174 GRE CRE
» posila dicilur ex co quod vasn pi un vecchio castello, che però
« sacra niissae in al)aco isto coUo- venne recentemente demolilo insie-
j' cala, ibi credantiir, id est in luto me alle esteriori fortificazioni, sic-
« ponantur ; liiijus custos, cujus ché la città perdette ogni menomo
« fidei concredila sunt " . aspetto di adorna di
fortezza. É
CREDO. Crechim. Appellasi co- im ridenlissimo corso suburbano, e
sì il simbolo dej^li apostoli, ch'ó nell'interno è assai bene fabbricata
un compendio delle verità della e fornita di spaziose contrade. Rin-
fede cristiana, e che comincia colla chiude alcuni bellissimi palazzi, una
parola. Credo, io Credo. Ogni cri- vaga torre, una maestosa cattedra-
stiano, clìC lo recita, fa un atto di le, molle chiese ec. Il suo territo-
fede. Per Credo s'intende ancora un rio, che contiene tutta lantica i-

simbolo più diffu.so di quello degli sola F'ulcheria, si estende verso il

apostoli, composto dal


cb'è stato Bresciano intersecalo da una quan-
concilio INiceno Tanno 325, e di tità di canaletti, e produie il li-

Coslanlinopoli l'anno 38 1. Questo no più stimalo di Europa dopo


simbolo si canta, e si recita nella quello delle Fiandre, e del quale
messa, almeno sino dal principio del unitamente al refle si fa un com-
sesto secolo. Si dice immediatamen- meicio assai esteso. Era Crema di
te dopo il vangelo, per attcstare tutte le cillà della Loml^ardia ap-
che si crede, e si riceve per parola partenenti allo stato veneto, la più
di Dio ciò che è stato letto. Recita- prossima ai confini dello stalo di
si inoltre al mattutino, a prima, ed Milano, da cui restava quasi inte-
a compieta. Il p. Le Brun ci diede ramente contornata.
una diffusa spiegazione del credo, Vi .sono fondati indizi, che nelle
nella quale ci dimostra la varietà vicinanze di questa città sorges.se
de' riti osservali in tal proposilo l'antico Forum Diuguntorum, no-
nelle diverse chiese. V. Simbolo. minato da Tolomeo, e da altri geo-
CREMA {Cremen.). Regia cillà grafi, e perciò talvolta scrivesi in
con residenza vescovile nel regno latino un tal nome in vece di Cre-
lombardo veneto provincia di , ma. La città però, propriamente chia-
Lodi e Crema, già capitale della mata Crema, trasse 1' origine da un
provincia della il Cremasco. Fece gran numero di fuggiaschi, che la
parie del dipai'timenlo dell'alio Pò crudeltà di Alboino re de'longobar-
sotto il cessato regno italico. Essa di fece passare a questa parte, e che
è situata nel centro di amena e fissarono la loro dimora mezzo
in
pianura, ed ora è capo luo-
fertile alle paludi, .sperando trovarvi un
go di due distretti. Posta sulla ri- asilo di sicurezza. Nel 570 essi si

va destra del Serio, che ivi si pas- radunarono quivi piantando le fon-
sa sopra un ponte di legno lungo damenta di cjuesta città, che cosi
seicentosessantacpiatlro piedi , è at- nominarono da un nobile, detto
traversata dal Rino, e dal Fontana, Cremete, riconosciuto per loro capo.
che scorrono nel medesimo Serio. Egli la riempi coi popoli dei din-
Crema è piccola città, ma un tem- torni, obbligati per timore di quei
j)() fu fortissima. E ben popola- bai'bari ad abbandonare la propria
la, cinta di mura di mattoni , ed cillà,per non essere esposti al loro fu-
ebbe sino a questi ultimi lem- rore. Dopo Creuie te soggiacque la cil-
GRE GRE 17)
tà al dominio delongobardi, dai fjuali altro dovrà dirsi piuttosto, che il

passò a quello di Carlomai^no. L'al- Zurla di nobile famiglia di Crema,


tro imperatore Federico 1 Barba- sia nato a Legnago diocesi di Ve-
rossa l'assediò in persona, e la rona. Della città di Ci-ema, de'suoi
prese nel 1160. quindi nel i f64 uomini illustri, e della famiglia
fece succedere all' antipapa Vittore Zurla, parlò il Cancellieri nelle note
IV, il falso Pontefice Guido da alla dedica delle sue Notizie sul-
Crema Cardinale di s. Calisto, con- r anello Pescalorio ec., dedicate al-
ti-o il legittimo Papa Alessandro lo stesso Cardinal Zurla, che di-
III. Quelli di Lodi, e di Cremona, venne vicario di Roma.
rovinarono la città ; ma Federico I La sede vescovile di Crema, se-
nel X i85 la rifabbricò e fortificò, re- condo Commanville ed altri, fu e-
candovisi un'altra volta in persona, retta a' io aprile 1579, da ^'"cgo-
il giorno elle le si diede principio rio XIII colla rendita annua di
col governò quindi
riedificarla. Si scudi tre mila, ciò che il MafFei,
Crema da sé, e dopo aver provato Annali di Gregorio XIII, lib. IX,
per alquanto tempo la domina- pag. i5o, ed altri riportano al
zione di parecchi tiranni, e le fa- i58o, come si conferma dalla mar-
zioni de' guelfi, e ghibellini, non morea iscrizione posta nella catte-
che dei cremonesi, e dei Benzoni di drale, che si legge presso l'Oldoino
Crema col titolo di conti, i vene- in Ciacconio IV, col. 26. Quindi
t.

ziani incominciarono
dominarla a elevando Gregorio XIII, coU'autori-
nel i449 sotto il doge Francesco tà della bolla Universi nel iSSa
Foscarini, finche, nel i5o9, se ne a' IO dicembre, Eologna sua patria
rese signore Lodovico XII re di a metropolitana, fra le chiese suf-
Francia, per conseguenza della lega fraganee Crema, cui è
le assegnò
di Cambrai. Massimiliano Sforza, ancora soggetta. Il primo vescovo
duca di Milano, se ne impadronì fu il patrizio veneto Girolamo Dio-
in appresso ; ritornò poscia al do- do, nominato agli novembre i i

minio della repubblica veneta ; ma i58o, cbe poi abdicò nel i584;o
i francesi essendovi entrati senza gli successe il nipote Giovanni Gia-

resistenza nell'anno 1797, il gior- como Diedo, il quale pubblicò in se-

no dopo la presa di Lodi , se ne guito nel 1609 alcune ordinanze sino-


impadronirono. Dipoi questa cit- tlali. Fu pure vescovo di Crema 1' al-

tii fece parte del regno d'Italia, ed tro nobile veneto Marco Antonio Bja-
al presente è soggetta al regime gadino, che da Urbano Vili venne
austriaco. Crema ha dato molli uo- F^. il p. Francesco
creato Cardinale.
mini illustri, fra' quali i seguenti Antonio Zaccaria nella sua Serie
Cardinali: Giovanni da Crema, episcoporum Cremensiiim, Brixiae
clie per ordine del Pontefice Cali- 1763. In Crema non si tenne al-
sto II, alla testa di un corpo di tro sinodo fino al 1737, nel quale
truppe romane arrestò 1' antipapa monsignor Lodovico Caliiii, che fu
Oiogoiio Vili : Guido ria Crema r ottavo vescovo di questa diocesi,
•uddetto, poi pseudo-Pontefice; e d. pubblicò un sinodo, che tuttora si
t '/arido Zurla nato in Lrgnago, manUene in vigore. Benedetto XIV
diocesi Crema, corno si logge
di a' novembre
I I 742, col breve 1

nelle Notizie annuali dì lioma. Per Reverendissimo, diretto ai vescovi^


176 GRE CRE
tolse la controversia nata in Crema, dali, uno venne eretto nel 34 1 1
>

e propagata per l'Italia, dell'obbli- e l'altro nel i479


P^§'' esposti e
go, che si pretendeva avessero i mendicanti. Inoltre si contano in
sacerdoti di amministrare nella loro questa città altre pie, e benemerite
messa privata l'Eucaristia ai fedeli, istituzioni. Ad ogni nuovo vescovo
che la domandassero. Va pure la mensa è tassata ne' registri della k
rammentato 1' altro vescovo di Cre- cancelleria apostolica a trecento fio- "

ma Antonio Maria Cardini, già


d. ri ni.

monaco, e lettore camaldolese nel CREMA Giovanni , Cardinale.


monistero di s. Michele di INIurano in Giovanni Crema di Lombardia, fu
Venezia, di veneta famiglia, creato Cardinal prete di s, Grisogono, sot-
•vescovo da Pio VI. Questo era uo- to Pasquale li. Rinnovò la basilica
mo di gran pietà, zelo, e dottrina, del suo titolo, e l' arricchì di pos-
e di esso hannosi varie opere fi- sessioni , libri. Ven-
arredi sacri, e
losofiche e dointnaticlie, segnata- ne onorato da Bernardo di una
s.

mente quella intitolata Veritales lettera affettuosissima da Onorio II ;

Cntholicae, che incontrò molto cre- ebbe la legazione a Intere nell'In-


dito presso i dotti. ghilterra al re Errico I, con giurisdi-
La bella cattedrale è dedicata zione sovra tutti i prelati di quel
alla b. Vergine Maria Assunta in regno, e dichiarò nullo il matrimo-
cielo. Il capitolo si compone del- nio di Villelmo figlio di Roberto
l'unica dignità dell'arciprete, di conte di Normandia, con la figlia
dieci canonici, compresi il teologo, di Fulcone conte di Angiò. Errico
e il penitenziere, e di alcuni man- però noi volle ne' suoi dominii se
-sionari, preti e chierici addetti al non iiaS. Intanto tenne due
nel
servigio divino. Nella cattedrale si sinodi, r uno a Londra nel settem-
venera il corpo di s. Giacinto; evvi bre del detto anno, nel quale proi-
il fonte battesimale, ed è esercitata bì severamente agli pcclesiastici di
la cura delle anime dal mentovato coabitar con donne, tranne le più
arciprete, e da un prete vice-cura- congiunte di sangue; l'altro poi a
to. L' episcopio è vicino a questa Westminister , a cui furono pre-
chiesa. Oltre ad essa, vi sono quat- senti l'arcivescovo di Cantorbery,
tro parrocchie col sagro fonte, due Tristiuo di Yorck, venti vescovi, e
conservatorii, tre ospedali, ed il quaranta abbati. In esso pubblicò
monte di pietà, la cui origine ri- diciassette canoni circa la discipli-
Dionla al 1496, non che il semi- na Poscia tenne un
ecclesiastica.
nario. due conservatorii, il primo
1 altro concilio a Roxoburgo di Sco-
sotto la denominazione di s. Carlo zia. Raccomandato caldamente dal
fu eretto nel i6i4; l'altro detto Pontefice a Davidde I re di Scozia, e
delle Ritirate ebbe principio nel al nominato Errico I re d'Inghilterra,
1700; ed in essi vengono ricovra- potè riformare il clero secolare, e re-
tc le povere fonciulle pericolanti, o golare, che ne abbisognava di assai.
ravvedute della città, ed antica sua Ritornato in Italia nel 11 28 fu
provincia. Vi sono inoltre in Crema legato in Lombardia, e tenne a Pa-
un ginnasio , una scuola elementa- via un sinodo, nel quale condannò
re, una casa di ricovero fondata Anselmo V arcivescovo di Milano,
nel 1809. Due de' suddetti ospe- perchè uvea coronato della corona
,

GRE GRE 177


ferrea Corrado nemico alla s. Sede, stioni di forma ovale. La Cremo-
sospetto di scisma, in vece del le- iiella, ch'entra pel nord, passa sot-
gittimo re Lottarlo. A Sutri impri- to le abitazioni, e si getta nel Po.
gionò l'antipapa Maurizio Burdino, Cremona ha belle piazze, strade
poi lo consegnò a Calisto che li , larghe, case di bella apparenza,
lo fece guardare fino a che morì vasti palazzi. Di gusto gotico sono
a Fumone, vecchio assai, sotto Ono- quelli della civica magistratura, del-
rio II. Per alcun tempo il Crema l'archivio pubblico, e delle scuole
aderì all'antipapa suddetto, che fa- femminili. Sulla piazza del duomo
cevasi chiamare Gregorio Vili, ma avvi un' alta chiamata il
torre,
dipoi ritornò ad Innocenzo 11. Da ul- Torrazzo, degna di molta conside-
timo, dopo essere intervenuto all'ele- razione per essere una delle più
zione di Gelasio II, Onorio II, ed alte d'Italia. Sull'epoca però della
Innocenzo morì molto beneme-
11, costruzione di essa variano le opi-
rito della Chiesa nel i 1 38 , e fu nioni ; la più probabile però si è,
sepolto nella sua titolare. che la parte quadrata sia stata co-
CREMIEU , o Cremieux, Cre- strutta nell'anno 7^4 e che solo ,

miacum. Piccola città di Francia , nel 1284 compiuta la parte


fosse
nel dipartimento dell' Isere, capo- superiore. Riflette pi'udentemente
luogo di cantone, situata a piedi il Campi nella sua Storia di Cre-
di una catena di roccie calcaree. In mona, che nulla si può fissare con
poca distanza da questa città è la sicurezza sull'epoca della costiuzio-
grotta delle Calme , divisa in due ne di questa celebre torre, che fu
gallerie, che
contengono stallattiti cominciata, e terminata in diversi
assai curiose, ed un canale sotter- tempi. Per giungere sino alle cam-
raneo. Questa grotta è una delle pane, si devono salire quattrocento
sette maraviglie del Delfinato. Nel- novantotto scalini, quindi bisogna
l'BSo, o neir835 vitenne un
si ascendere in vm altro piano per ar-
concilio, detto Straminiacense, so- rivare al luogo, ov' è collocata la
pra le differenze insoite tra le chie- grande campana, che batte le ore.
se di Lione, e quella di Vienna. Il Cancellieri, nelle sue Campane.
Regia t. XXI, Labbé t. VII, Ar- a pag. i44 dice, che si vuole es-
duino t. IV. sere stata la torre incominciata
CREMNA. Città vescovile nella dall'imperatore Federico I, Bar-
seconda Pamfilia, dell'esarcato d'A- ba rossa , e terminata nell' an-
sia, sotto la metropoli di Piigi no 1284- Negli Annali di Ce-
eretta nel nono secolo. Teodoro, sena^ pubblicati dal Muratori , nel
vescovo di Cremna, intervenne al- tom. XIX Rer. Ital. p. 11 12, si
l' ottavo concilio generale, celebra- legge, che la torre credesi incomin-
to in Costantinopoli l'anno Si 5. ciata nel 1284, o al più tardi nel
CREMONA {Crtmonen). Città 1295. Ma secondo il Campi, Sto-
con residenza vescovile nel regno ria di Cremona, p. 81, non vi
lombardo-veneto, capoluogo di pro- sono sicure notizie intorno a ciò.
vincia, e di distretto, posta in una Inoltre aggiunge il Cancellieri, che
bella, e fertile pianura, in poca di- sopra questa torre si trovarono in-
stanza dalla riva sinistra del Pò. sieme il Pontefice Giovanni XXIII,
Vedesi chiusa da un circuito a ba- e r imperatore Sigismondo con Ga-
VOL. xviii.
,

,78 GRE GRE


brino Fondalo signore della ciilìi, madre patria anche ne' più dilljcili

il quale poi ebbe a dire, che si tempi, il perchè molto soffrì alior-
pentiva di non averli ambedue preci- «juaudo il Annibale
cartaginese
pitati dalla torre, e cos'i di non aver passò in Italia, e molto più al tem-
fatto una cosa di eterna memoria, po di Augusto, il quale nell'anno
coU'iraitare in tal modo la vanità 4i dell'era cristiana la diede col
di Erostrato, che per faisi un no- suo territorio in balia de' suoi ve-
me, bruciò il famoso tempio di Dia- terani, che la saccheggiarono in ,

na in Efeso. Cremona ha uu ca- punizione di essere stata troppo at-


stello in rovina chiamato Santa cro- taccata al partito di Marc' Antonio.
ce, ed eretto sul luogo della chie- Nel secolo susseguente, avendo sos-
sa di tal nome, un ginnasio, caser- tenuta la parte di Vitellio,
tanto
me, due moderni teatri, ed altri nella guerra contro Ottone, come
cospicui cdiflzi. Vi sono pure una ucll'allra contro Vespasiano, incon-
pubblica biblioteca, ed istituti scien- trò la sua totale rovina, perchè fu
tifici, come rinomate erano le sue saccheggiata per quattro giorni con-
manifatture d' istrumenti musicali. tinui l'anno 69, e ridotta in cene-
Risiedono in Cremona, come capo re da Antonio generale, che teneva
luogo della provincia del suo no- le parti di Vespasiano per abbat-
me, una regia delegazione, la con- tere i fautori di Vitellio imperato-
gregazione provinciale, un tribuna- re. Dipoi,a cura di Vespasiano,
le diprima istanza civile, crimina- la venne rifabbricata e ripo-
città
le, e di commercio, la intendenza polata, mantenendosi sotto il do-
di finanza, un regio commissario, minio dell'impero sino all'anno
ed altri ufilzi superiori. Ila inoltre Go-?., in cui da Agilulfo re de' lon-

una congregazione municipale con gobardi fu assediata con barbara


un consiglio, ed essendo insignita vendetta, e quasi adatto distrutta.
del titolo di città regia, manda uu In seguito Cremona venne eretta in
deputalo alla congregazione centra- comitato o contea con giurisdizio-
le di Milano, ne forse estesa i\i\ dove giungeva-
Questa antichissima città, costrut- no gli antichi limiti della diocesi,
ta dai gauli, apparteneva alla Gal- sebbene poi sotto i re d'Italia il
lia Transpadana. Deve la sua ori- comitato soffrisse delle restrizioni.
gine all'epoca, in cui i galli ceno- Nell'anno 590, Maurizio imperato-
mani emigrarono ed oc-
in Italia, re greco ricuperò all' impero orien-
cuparono le sedi circumpadane dei tale varie città d' Italia, fra le qua-
ligustici, regnando in Roma il re li Cremona, che stette così sotto la
Tarquinio Prisco, cioè verso l'anno dominazione degli esarchi di Ra-
596 avanti la nascita di Gesù Cri- venna sino all'anno 61 5, in cui
sto. Quando passò sotto i romani, Agilulfo, marito di Teodolinda re-
vi mandarono essi una colonia gina de' longobardi, l'assediò , e
l'anno di Roma 535, ed un'altra quindi per la sua resistenza, presa
nel 562, per Io che Cremona di- che l' ebbe, la diede in preda alle
venne sempre piti considerabile. Fu fiamme. Rimase così deserta sino
una delle prime città, che roma- i al 63o circa, quando a persuasione
ni fortificarono, e, come colonia della pia Teodolinda, divenuta ve-
romana, fu sempre fedele verso la dova di Agiiullu, gli ubitauLi dis-
V

GRE CHE 1
7g
persi per lecampagne, si restitui- guelfa, e ghibellina, le quali si ac-
rono di nuovo alla antica sede, e cesero in Cremona sino dal 1242;
rifabbricarono la città. ed a quelle fazioni devono i Pal-
Cremona sotto i re franchi for- lavicini, i Dovara, i Cavalcabò, ed
mò parte del nuovo regno d'Italia, i Ponzoni il loro innalzamento alla
e venne governata dal proprio con- suprema signoria, e dominazione di
te, i 916 furono con-
cui diritti nel Cremona. Ribellatasi la città con-
cessiparzialmente al vescovo. Per- tilo l'imperatore Enrico VII, questi
venuta a Papa Benedetto IX la no- vi fece quasi interamente sman-
tizia che,loSy, l'imperatore
nel tellare le mura, spianare le fos-
Corrado era venuto in Itaha, gli se, ed abbattere le torri nell'anno
andò incontro, per cui venne rice- i3ii: quindi l'anno i335 Azze
vuto in questa città dall'augusto con Visconti ne consegui solo il domi-
ogni onorificenza. Nel declinare del nio. Nuovamente venne signoreg-
secolo decimo Cremona dovette sos- giata dai Cavalcabò nel i4o3, e
tenere guerra coi milanesi, che nel i4o6 da Cabrino, o Cabrino
già meditavano di dilatare il loro Fondalo o Fondulo, già capitano
dominio sulle circonvicine città. Di- di Ugolino Cavalcabò marchese di
vota ad Enrico IV imperatore, que- Viadana. Cabrino Fondalo si unì ai
sti, nel iii4) con diploma, confer- Cavalcabò, che si fecero nuovamen-
mò ed accrebbe i diritti, e privilegi te padroni di Cremona, dopo la
del comune. Fra le altre cose si leg- morte di Giovanni duca di Milano,
ge nell'imperiale diploma concessi- : avvenuta nel i^ii. Avendo poi in-
mus edam eis, ut extra muros ci- vitato Carlo, ch'era il capo di quella
l'itatis cor uni, deinceps palatami, et famiglia, con nove, o dieci de'suoi
hoMpitiuni nostrum habeamus pa- : parenti, ad una sua casa di cam-
role significanti, colle quali Enrico I pagna, li trucidò tutti in un con-
promise di non entrare nella città vito. Tosto s'impadronì della città,
coU'esercito, ma che avrebbe ricevu- ove esercitò ogni sorta di azio-
to l'albergo solamente nel palazzo a ni crudeli, ma venendo poi ar-
lui preparato ne'borghi. Dall'anno restato, e condotto a Milano, dove
1073 al i335 governossi Cremona Filippo Maria Visconti succeduto a
colle proprie leggi : ma questa mu- Giovanni suo fratello, gli fece ta-
tazione di stato le cagionò contese gliare la testa, ciecamente guardando
e guerre che quasi furono cau-
tali, il suo confessore, che indarno l'e-

sa della totale sua rovina. Difatti sortava a pentirsi de'suoi atroci mis-
nello spazio di circa 2i5 anni, i fatti, avanti di morire gli disse ,

cremonesi ebbero guerra talvolta quul fosse l'unico suo pentimento.


soli, ed ora confederati, contro i bie- Nel 1420 i Visconti ricuperarono
sciani, i lodigiani, i milanesi, i ere- interamente Cremona, e il detto
maschi i parmigiani, i piacentini,
, duca Filippo Maria, ai 2 5 ottobre
i bergamaschi, i pavesi, i manto- i44i> concedette in dote questa cit-
vani, bolognesi, come anche ta-
i tà col suo contado, tranne Piz-
lorti pugnarono contro, e talora in zighettone, e Castel-Leone, a Bianca
favore dell'imperatore. Le gare e moglie del conte Francesco Sforza,
le contese civili vennero ancor piìi cui servì di pretesto per impadro-
l'umentatc dalle tremende luziuui nirsi dell'intero milanese.
i8o GRE GRE
Nel i449 • veneziani mossero luogo del dipartimento dell'alto Pò,
guerra a Francesco Sforza, e po- mentre ora appartiene al regno
scia i5o9
nel i francesi ottennero lombardo-veneto.
Cremona, che in seguito fu tolta gli uomini il-
Moltissimi furono
ad essi dall'imperatore Carlo V, per lustri,che Cremona diede alle scien-
1 iniettere gli Sforza in possesso del ze, alle lettere, ed alle arti. Ba-
ducato di Milano. Però col testa- sta ricordare Olofredo celebie le-
mento del duca Francesco, ultimo gista, Quintilio Varo, Marco Fu-
degli Sforza, Carlo V nel i535 di- rio Bibaculo , Faerno Girolamo ,

venne erede de' suoi stati. Quindi V^ida, ec. Cremona poi ha il van-
avendo Carlo V divisi propri sta- i to di possedere una celebre scuo-
ti tra il suo fratello Ferdinando I, la pittorica, nella quale si distin-
e l'unico figlio Filippo II, assegnò sero il Marasca, l'Altobello, il Boc-
a questo secondo colla monarchia caccino, Giulio , Antonio, e Vin-
spagnuola, e col reame di Sicilia, cenzo Campi, Bernardino, e Ger-
il ducato di Milano, per cui Cre- vasio Gatti, il Mainardi, e il cav.
mona, insieme alla signoria mila- Trotti detto il Malosso. Cremonese
nese, passò nella dominazione del altresì, come avverte il Lanzi nella
re di Spagna. I francesi, e i mode- sua celebre storia pittorica, è quel
nesi invano assediarono la città niaeslro Simone (appellato dal Sur-
nel 1648. gente Simon di Siena, e da Domi-
Al principio del 1 70'2, Cremona niciSimone Napolitano), che sino
servì di quartiere d'inverno al ma- dall'anno i335 acquistò gran fa-
resciallo Villeroy, che vi fu sorpre- ma in JVapoli, e che effigiò madon-
so di notte, e fatto prigioniero dal na Laura con tanta verità da me-
principe Eugenio di Savoja coman- ritare di essere dal Petrarca lo-
dante degli imperiali, il quale però dato a cielo con due notissimi sonet-
dopo la più ostinata resistenza del- ti. Vanno pure rammentati l'Arisi,
la prode guarnigione, fu costretto autore dell' Is tona letteraria di Cre-
a ritirarsi, ma la prese poscia per mona, e soprattutto il dottissimo p.
capitolazione nel 1707. Cremona, abbate Enrico Sanclemente camal-
nell'ultimo molto più
secolo, era dolese, che da Pio VI fu destinato
popolosa, e commerciante, avendo a padrino del suo pronipote, e che
vasti sobborghi, dei quali più non fu autore di molte opere, e spe-
rimane vestigio. In seguito della cialmente del libro, de emendaiio-
battaglia di Lodi, il i4 maggio ne aera e vulgaris, Romae 1792.
1796, Cremona aprì le sue porte In questa opera chiarisce, e dimo-
ai francesi, e d'allora in poi seguì stra doversi fissare la nascita di
la sorte , e i destini di Milano. Gesù Cristo Varroniano
all'anno
La battaglia di Magnano la re- di Roma 747» invece del 753.
stituì agli austriaci a' 16 aprile del Onorarono eziandio assai Cremona
1799: nel giugno però 1800, i Bartolomraeo Platina, l'astronomo
francesi se ne impadronirono di TorrianOjl Anguissola, il matematico
nuovo neir occasione dello stabili- p. Grandi camaldolese; il p. ab. Cle-
mento della repubblica italiana, e mente Biagi camaldolese, celebre teo-
quindi del regno d'Italia, di cui logo e letterato, di cui esistono varie
fece parte sino al 18 14, come capo opere molto stimate; il pad. Isido-
.

CRE CRE 181


ro Bianchi camaldolese, che si di- mona pinmo secolo, e verso
nel
stinse colla sua profonda dottrina; i l'anno 86j o dall'apostolo s. Bar-
due celebri medici Aselli, e Colom- naba, o da alcuno de'suoi discepoli
bi, scopritore il primo de'vasi lattei, Quindi vengono riconosciuti per pri-
ed secondo delle circolazioni mi-
il mari fondatori, o conservatori della
nori del sangue prima del Cisal- fede Sabino, Felice, Gregorio ec.
pini, e dell' Harvey. Meritano pure Altri credono invece, che per opera
di essere ricordati Gio. Francesco de' soldati cristiani ascritti alle le-
Bonomi, i teologi Gio. Antonio Del- gioni romane, e provenienti dall'o-
fino, e Gio. Stefano Facini. riente, o de'cristiani perseguitati in
Nella pietà, e santità di costumi Roma, ovvero in altre parti della
si distinsero in Cremona la beata Italia meridionale, rifugiati in Cre-
Elisabetta Picenardi, servita ; il ven. mona, o finalmente dai fondatori
Antonio Maria Zaccaria, uno dei della chiesa di Milano, derivino alla
primi fondatori della congregazione città i primi lumi del vangelo.
de' barnabiti ; la beata Stefana de Questo si dilatò per modo, che, ver-
Quinzanis domenicana, fondatrice so l'anno 35o, si potè erigere la
del monistero di s. Paolo di Son- sede vescovile. Egli è poi certo, che
cino la beata Modesta da
; Sonci- neir anno Sio, le parrocchie erano
no; ma principalmente va ram- stabilite. Commauville pone l'ere-
mentato r altro cremonese s. Omo- zione della sede episcopale avanti
bono della famiglia Tuccenghi, che l'anno 35o; e l'Ughelli all'anno
fiorì nel XIII secolo, e eh' è com- 55, riportando per primo vescovo
protettore di Cremona. V. il p. Sabino, cui diede otto successori
Merula nella Raccolta de' Cremonesi fino a Stefano romano del 820, che
in santità insigni, Brescia 1624. altri celebrano pel primo ordinato
Finalmente fiorirono nelle digni- dal Papa s. Silvestro I. Meritano
tà ecclesiastiche di Cremona, i se- menzione i seguenti successori di
guenti Cardinali : Benizio o Bonizio lui. Nel 391 fiorì Corrado cremone-
de^ Nardi, o de' Narni , secondo il se Eustasio o Eustachio greco, nel
,

Ciacconio creato Cardinale da Ni- 491, intervenne nel concilio romano


colò IV; Francesco Sfondrati, Car- tenuto dal Papa s. Simmaco. Anselmo
dinale di Paolo III ; Nicolò Sfon- fu vescovo cremonese del 610. S. Sil-
drati figlio del - precedente, fatto vino pur di Cremona governò dal
Cardinale da Gregorio XIII, e poi 733 al 776, cui successe Stefano,
nel iSgo creato Pontefice col no- il quale con Pipino re d' Italia,
me di Gregorio XIV. V. Desidebio trasferì a Verona il corpo di s.

Scaglia, domenicano creato da , Zenone. Il vescovo Paccardo del-


Paolo V; Girolamo Vidoni^ crealo l' 841, dall' imperatore Lotario I
Cardinale da Urbano Vili; Pietro ottenne i beni e i privilegi concessi
Vidoni, Cardinale di Alessandro da Carlo Magno alla chiesa cremo-
VII; Pietro Fidoni, annoverato al nese, di cui era stata spogliata da
sagro Collegio da Pio VII Am- ; Roteschildo, già ministro del re Pi-
brogio Bianchi, camaldolese, fatto pino. Luitprando, fatto vescovo nel
Cardinale dal regnante Gregorio 963, fu uno de' più dotti uomini del
XVI. suo tempo. Offiedo degli Offiedi,
11 Tangelo fu predicato in Cre- nobile cremonese, nel 1 168, successe'
i82 GRE CRE
a s. Emmanuele cistcrciense, e si cana. Prima di lui n' era slato ve-
distinse per la venerazione, ed at- scovo Cardinal Federico Cesi, ro-
il

taccamento alla Sede apostolica. Si- mano, fatto da Giulio III. Indi nel
cardo, cittadino cremonese, venne iSgi, Gregorio XIV ne fece ve-
fatto vescovo nel i 1
84, e fu enco- scovo il celebre Cesare Speciano,
miato per santità di vita, per sa- cremonese, fondatore del seminario
pere, e pel suo Chronìcon, nel qua- e del collegio de' gesuiti, ed assai
le dà brevemente la storia dalla benemerito per altri titoli. Ebbe a
creazione del mondo sino a' suoi succedergli il Cardinal Paolo Sfon-
tempi. Col suo zelo, nel 199 a' 12
1 drato, nipote di Gregorio XIV, per
gennaio, ottenne la bolla Qui pie-
: disposizione di Paolo V; quindi
tas da Innocenzo III, coli' autorità Gregorio XV, nel 1 62 1 , ne fece
della quale s. Omobono di Crema vescovo il Cardinal Pietro Campo-
fu canonizzato solennemente da quel ra. Per la serie di tutti vescovi i

Papa.A Sicardo successe il vescovo di Cremona va letto il citato Ughel-


Omobono nel 12 17 consagrato dal li, Italia sacra, che ne fa il novero
Pontefice Onorio III. Kainiero di sino ad Alessandro Lilta del 1718,
Casalis divenne vescovo nel 1296, nel tomo IV, a
pag. 6)2. J^. le
e vuoisi che pel primo adunasse in Notizie annuali di Roma.
Cremona un sinodo diocesano nel- La sede vescovile di Cremona,
r anno seguente. Costanzo Fondulo dalla sua erezione sempre è rimasta
cremonese, cugino di Cabrino Fon- sulFraganea della metropoli di Mila-
dulo, signore allora di Cremona ,
no. Fra le molte chiese, che ador-
governò dal i4i2 al 14^3, dopo nano questa città, è degna di par-
che Giovanni XXIII depose il pre- ticolare osservazione la sua bella
decessore Bartolommeo Capra, per cattedrale, la cui facciata esterna,
sospetto che seguisse le parti di in marmo bianco e rosso, s'innalza
Gregorio XII. Costanzo era vescovo sopra molte colonne, ed il cui in-
quando Cremona venne onorata terno è decorato di pitture eccel-
dalla presenza di Giovanni XXIII, lenti, fra le quali primeggiano la
accompagnato da tredici Cardinali, Crocefissione del Pordenone, ed altri
e dall' imperatox'c Sigismondo, se- superbi dipinti del Boccaccino, di
guito da molti principi, e magnati Bernardo Gatti, e dei Campi. Dopo la
di Germania, e d'Italia. In appresso cattedrale meritano di essere ricor-
Ascanio Maria Sforza fu fatto vesco- date le chiese di s. Pietro, di s.

vo, e Cardinale da Sisto IV. Galeotto Domenico, di s. Sigismondo, e quel-


Franciotti, creato Cardinale dallo zio la che apparteneva agli agostiniani,
Giulio II, fu preposto alla ammini- i quali vi avevano pure un bel con-
strazione di questa chiesa. Il Cardi- vento. Tutte le dette chiese sono
nal Francesco Sfondrato, nel i549> inoltre doviziose di pitture.
ottenne questa sede da Paolo III, ed La cattedrale è dedicata all'As-
il figlio di lui Nicolò, che, come si sunzione in ciclo della b. Vergine
disse,divenne Papa col nome di Maria, ed il capitolo si componeva
Gregorio XIV, l'ebbe nel i56o da di sette dignità, cioè dell' arciprete,
Pio IV. Concesse egli ai canonici dell' arcidiacono, del cantore, del
della cattedrale le vesti, che usano decano, del preposito, del primice-
in Roma quelli della basilica vati- rio, del sagrestano maggiore, del
CHE GRE 183
tesoriere, e del priore, oltre i ca- delle limoline nel 1786; la casa di
nonici ; ma al presente il capitolo ricovero, e la casa d'industria nel
Ila sette dignità, la principale delle 809: tre asili di carità per l' in-
i

quali è r arcipretato con undici ca- fanzia, sono di recente fondazione,


nonici, comprese prebende di
le Finalmente tra i pii stabilimenti
teologo e penitenziere , ha dieci nomineremo il monte di pietà. La
mansionari, detti corali, oltre altri mensa ad ogni nuovo vescovo è tas-
preti, e chierici addetti al servigio sata nella cancelleria apostolica in
ecclesiastico. Il fonte battesimale è fiorini cinquecento. Dei monumenti
nella prossima chiesa chiamata per- cremonesi esistenti in R.oma , ab-
ciò battisterio. La cura d'anime è biamo da Tommaso Agostino Vai-
affidata al detto arciprete, coadiu- r^m Crenionensiuni monumenta Ro-
:

vato da due canonici, e da tre sa- mae exlantia illustrata, Iloraae


cerdoli. Vi sono inoltre altre sette 1778: Appendìx ad monumenta
chiese parrocchiali, e prima, s\ Cremonensium, quae Romae extant,
nella città che nella diocesi, vi era sine anno in folio,
un gran numeio di monisteri e Sulla storia ecclesiastica di Cre-
conventi regolari, per le monache, mona il chiariss. monsignor Dragoni,
e per i religiosi di diversi Ordini, primicerio della cattedrale, pubbli-
Ora però vi sono i benefratelli. È co da ultimo La storia ecclesia-
osservabile il magnifico episcopio stica della chiesa cremonese dei
cretto non ha guari sino dai fon- primi tre secoli di questa chiesa.
damenti dal vescovo Omobono conte
Offiedi a tutte sue spese, monumen- Concili di Cremona.
to che onora la patria di sì illustre
prelato. Nell'anno 1226, e nel vescovato
Vi sono in Cremona vari stabi- di Omobono, l' imperatore Federico
limenti pubblici e privati per la II fece radunare nella festa di
istituzione dei giovani, e delle fan- Pentecoste un concilio. Vi si trattò
ciuUe, come un liceo, un ginnasio, delia estirpazione delle eresie in I-

due scuole elementari maggiori pei talia , della guerra per la libera-
maschi, e per le femmine, il semi- zione di terra santa, e della riu-
nario vescovile, il collegio di edu- nione delle città italiche, e di Lom-
cazione per le fanciulle, detto delle bardia, la maggior parte in lega
Signore della Beata P^ergine. Nella contro medesimo imperatore. Lab-
il

provincia havvi il collegio delle sa- bé tomo X, Arduino t. VII. Ab-


lesiane, cioè in Soresina. Ci sono biamo dal Novaes nella vita di Si-
ancora diversi stabilimenti di pub- sto IV, che nel 1482 fu tenuto in
blica beneficenza, che soccorrono gli Cremona un concilio, per trovare i
indigenti sì della città, che della mezzi di pacificare l' Italia, e vi fu
provincia. L' ospedale civico venne stabilito,che si scomunicassero i
fondato nel il\.5o, ed aumentato veneziani, qualora non si ritirasse-
successivamente. L'istituto di s. Cro- ro dalla lega contro di essa. Que-
ce somministra gratis \ medicinali sto venne approvato in
decreto
agi' infermi ;
1' orfanotrofio per le concistoro da Sisto IV, che lo man-
femmine venne eretto nel 1498; dò a tutti i sovrani perchè lo pub-
quello pei maschi nel i558; quello blicassero. I veneziani si appellaro-
i84 GRE CRE
no al futuro concilio ; ma il Papa co'bisognosi letterati. Il suo patrimo-
dimostrò con una bolla, essere la nio fu da lui distribuito a diverse
autorità della Sede apostolica, e di chiese , e mori
santamente in A-
chi in essa risiede, superiore a tutti mieas nel iS'j^ di quarantatre an-
i concilii. ni, e nove di Cardinalato.

CREMONA (di) Carlo. Cappuc- CRESCENTE, Cardinale. Cre


cino della provincia di Milano, e scente Cardinal prete di s. Lorenzo
missionario apostolico in Africa, vis- in Lucina, viveva nel ^96 , sotto
suto nel secolo decimosettimo. Ab- il Pontificato di Gregorio I.

biamo di lui un' opera divisa in CRESCENZI Crescenzio, Cardi-


due tomi, il primo de' quali con- nale. Crescenzio Crescenzi , nobile
tiene un trattato Delle azioni uma- l'omano della famiglia di questo
ne; l'altro, alcune quisiioni sul sa- nome, era Cardinal vescovo di s.
gramento della penitenza, ed altri Sabina, sotto Urbano II. Fu prigione
soggetti. con Pasquale II nell'anno i 1 1 1 ,

CREPEDULA. Sede vescovile nel quale conchiusa la pace, otten-


dell' Africa occidentale , della pro- ne la sua libertà. Sottoscrisse ad
vincia Bizacena, chiamata anco Se- una bolla, spedita da quel Papa al
crepedula, ep. syn. Bisac. Questa vescovo di Fiesole, e mori durante
sede era sottoposta alla metropoli il Pontificato del medesimo Pa-
di Adramito. squale II.

CREQUI Antonio, Cardinale. CRESCENZI Rainerio, Cardina-


Antonio de' signori di Crequì e di le. Rainerio Crescenzi era nobile
Canaple, nacque nel 1 53 1 da no- romano, e nella quarta promozione
bile prosapia nelle Gallie. Benché fu fatto da Innocenzo li nel 11 38
fosse mediocremente dotto, era pe- prete Cardinale di s. Prisca. Morì
rò saggio, ed accorto per cui venne ,
nel pontificato di Eugenio III, alla
provveduto ben presto di parec- cui elezione era intervenuto.
chie nobili abbazie, come di quel- CRESCENZI Gregorio,
Cardi-
la di s. Giuliano di Tours , colla nale. Gregorio Crescenzi di Caval-
prepositura di s. Pietro di Selin- dimarmo , fu creato Cardinal dia-
court, Errico II lo nominò alla cono di s. Maria in Aquiro da Cle-
chiesa di Terovanne ; poi nel i55i mente III a' 21 marzo del i 188.
sotto Giulio III a quella di Nan- Poi da Innocenzo III venne trasfe-
tes, e nel i56i sotto Pio IV a rito neir ordine presbiterale, ed al
quella diAmiens, di cui ebbe titolo di s. Vitale. Essendo uomo
le bolle soltanto nel i564, poiché saggissimo, fu stabilito colle facoltà
il vicedomino di quella città pre- di legato apostolico, rettore di Spo-
sentò al Papa le sue lagnanze sulla leti, e della contea di Assisi , re-
condotta di lui. In quell'anno in- stituiti Sede dal duca Cor-
alla s.

tervenne al concilio di Reims ; poi, rado. Morì circa il 1208, venti an-
ad istanza di Carlo IX, di cui era ni dacché era Cardinale dopo di ,

consigliere di stato, a' 12 marzo del essere intervenuto alle elezioni di


i565 fu da Pio IV creato Cardi- Celestino III, e d'Innocenzo III.

nal prete di s. Trifone. Era gene- CRESCENZI Gregorio, Cardi-


roso coi poveri , specialmente colle nale. Gregorio Crescenzi, della no-
vergini, e colle vergognose, nonché bile famiglia Crescenzi di Roma,
CRE CRE iJ?5

prima canonico regolare della con- nel i533 fatto vescovo di Marsico,
gregazione Renana, e poi canonico a'3i maggio del i542 Paolo III
di s. Pietro in Vaticano, nel di- lo creò Cardinale prete de' ss. Gio-
cembre 1206, da Innocenzo III
del vanni e Paolo, e lo fece segretario
venne creato Cardinal diacono di della segnatura dei brevi. Successi-
s. Teodoro. Sotto Onorio III fu vamente divenne legato perpetuo
governatore del Lazio, e della Cam- di R.avenna, e Bologna, nel 1 546
pagna, donde fu mandato legato a amministratore della chiesa di Con-
Intere a Federico II re di Sicilia, za , abbate commendatario del mo-
ove conferì la chiesa di Palermo al- nistero di san Bartolommeo di Fer-
l' arcivescovo di Bari. Sin dal 12 i5 rara, protettore degli Ordini cistcr-
da Innocenzo III era stato promos- ciense, ed olivetano. Inoltre fu le-
so alla chiesa di Pavia poscia il ,
gato al concilio di Trento nel pon-
re di Danimarca Io richiese per le- tificato di Giulio III, cioè per quel
gato del Pontefice, che con lettere tratto di tempo che il concilio fu
apostoliche fece di lui grandi e- trasferito a Bologna, con due es-
lugi. In appresso lo stesso re con pertissimi vescovi presidenti , ove
quelli di Svezia, Polonia, e Boe- esercitò la sua qualifica per sei con-
mia, lo pregò a toglier le discor- tinue sessioni. Era di mirabile me-
die delle chiese di quei regni , co- moria, poiché teneva sempre presen-
me fece nel sinodo di Schelswyck, ti in mente cento sentenze di cento
ove stabilì agli ecclesiastici il celi- padri date in quel concilio con tut-
bato. A mezzo domenicani
di lui i te le circostanze, che le accompa-
ottennero la chiesa ed
monistero il gnavano, e le esponeva eloquente-
di s. Clemente a Praga fondato , mente. Le sue decisioni di ruota pu-
da Primislao Ottocaro re di Boe- re lo resero celebre , e Roma per-
mia. Altro sinodo tenne nel 12 12 dette in lui un valido sostegno
a Danzica in Polonia , per cui si quando morì nel monistero degli
riformò quel clero ed avendo qua- , Olivetani a Verona nel i552, di
si percorso tutto il settentrione mi- cinquantadue anni, e dieci di Car-
gliorò gli affari della Chiesa. Ritor- dinalato. La sua salma mortale tras-
nato a Roma, Gregorio IX lo e- portata in Roma, riposa nella ba-
lesse arciprete della basilica vaticana, silica liberiana presso la porta man-
quando pieno di dottrina e pietà, ca laterale con elegante iscrizione.
morì nel 1280, dopo ventiquattro CRESCENZI PiETROPAOLOj Car-
anni di Cardinalato. Intervenne al- dinale . Pietropaolo Crescenzi , di
la elezione di Onorio III non pe- , nobile famiglia romana, nacque nel
rò a quella di Gregorio IX, forse iS'ji. Studiò la legge nella univer-
perchè assente da Roma. sità di Perugia, e poscia occupato
CRESCEjNZI Marcello, Cardina- in vari impieghi nella curia ro-
le. Marcello Crescenzi, di nobile pro- mana, divenne uditore della came-
.sapia romana, nacque nel i5oo. ra, la quale carica non voleva ac-
Era assai versato nella legge, e per- cettare, ma dovendo ubbidire, la
ciò ottenne gran credito nella curia disimpegnò con molto onore. Ai 17
di Roma. Divenuto canonico di s. agosto del 161 i. Paolo V lo creò
Maria Maggiore, Clemente VII lo Cardinal prete dei ss. Nereo ed
ascrisse agli uditori di rota, poi Achilleo; e dipoi nel 16 12 gli conferì
it-G LìvE GRE
il vescovnfo di Rieti, dal quale nel- Prisca^ protettore della congregazio-
liìnno 1621 passò sotto Grego- ne di s. Bernardo, e vescovo di Reca-
rio XV a quello di Orvieto, ove nati e Loreto. Se non che per alcune
tenne il sinodo nel 1624. Divotis- gare, ch'ebbe coi ministri del Car-
simo alla b. Vergine, ne promos- dinal Altieri, rinunziò a quelle dio-
se la divozione. S. Filippo Neri die cesi, e tornato a Roma riabbellì la
gli era amico aveagli predella la chiesa del suo titolo, e trasportò
j>oipora. Nel 1641, sotto Urbano l'aitar sotterraneo della confessione

VJII, andò al vescovato di Porto, in luogo migliore. Dopo esser con-


cui rinunziò nel i644' Accolse in corso rdla elezione d'Innocenzo XI,
Orvieto i gesuiti, e loro accordò fu colto da un colpo di apoplessia,
la chiesa dei ss. Apostoli, avendone mentre celebrava divini misteri i

trasferita la cura di anime del ìG-ìS a Roma nel 1688. Contava egli
alla parrocchia di s. Lorenzo. Dopo allora ottantacinque anni, e tredici
essere intervenuto ai conclavi te- di cardinalato. Fu sepolto nella
nuli per la elezione di Gregorio magnifica chiesa di santa Maria in
X.V, Urbano Vili, ed Innocenzo Vallicella con elegante iscrizione.

X, mori a Roma nel i64'J5 di CRESCENZI kARCELio, Cardi-


seltantatre anni, e trentaquattro di nale. Marcello Crescenzi, di nobile
cardinalato, e fu sepolto nella chie- romana famiglia, nato nel i6()4,
sa di s. Malia in Vallicella. fu ascritto da Innocenzo XIII tra

CRESCENZI Car- Alessandro, i canonici della basilica di s. Pie-


diiiale. Alessandro Crescenzi di Ro- tio, ed i ponenti del buongoverno.
ma, nato nel i6o3, vestì pi'ima Tabi- ISell'aiìno 1724» da Benedetto XIII
Io religioso tra i cappuccini ; ma non Venne eletto presidente della came-
polendovi reggere, passò alla congre- r;i, e nel 1726 uditore di rota,
gazione somasca, fino a che Urbano donde nel 1789 Clemente XII lo
Vili nel 1643 lo destinò vescovo passò nunzio in Francia. Quindi,
a Tremoli, e l'anno seguente di a' 9 settembre 1743, Benedet-
del
Ortona. Quindi fu inviato nunzio to XIV lo creò Cardinal prete ben-
alla corte Torino, nella quale
di ché assente. Recatosi in R.oma ebbe
molto operò vantaggio della
in per titolo la chiesa di s. Maria
Chiesa, contro i calvinisti di Sa- della Traspontina, e fu annoverato
v(jja; finché Innocenzo X nell'an- alle congregazioni dei vescovi e re-
no i652 promosse alla chiesa
lo golari, del concilio, dell'immunità,
di Bitonto, ove nel 1659 tenne il si- e di propaganda. Fu promosso al-

nodo. Vi stabilì anche la fondazio- la legazione di Ferrara, e nell'an-


ne del seminario, ristaurò il palazzo no 1746 n'ebbe anche l'arcive-
episcopale, sovvenne generosamen- scovato, da ottimo pa-
cui resse
te e fece sospendere il
a' bisognosi, store. Ajutò poveri, tenne nel 1751
i

culto, cui prestava in Calabria al-


si il sinodo, cui diede alla luce, ri-

l' immaginario b. Giovanni Cala. tliisse dalle fondamenta la chiesa di


Dipoi Clemente X, che lo ama- s Matteo, e risarcì con grossa som-
va assai, lo dichiarò patriarca di ma il campanile della metropoli-
Alessandria , suo maestro di ca- tana. Istituì esercizi spirituali per

mera, e a' 27 maggio dell'anno ambi li sessi; la congregazione di


1675 lo creò Cardinal prete di s. s. Malia della Misericordia, e Tot-
cr;E CRE 187
tavario dei ss. Angeli. In s. Maria di Porto. Mon, secondo Ughellio,
di Trastevere alzò un decoroso mo- nel io5i.
numento al Cardinal Corradini suo CRESCENZIO Crescenzio, Car-
grande amico; intervenne alla ele- dinale. Crescenzio Crescenzio pro-
zione di Clemente XIII, che lo fe- mosso al Cardinalato da s. Leone
ce di nuovo legato a Ferrara. Da IX, o, secondo Gregorio
altri, da s.

ultimo avea stabilito di visitar la VII, a titolo non si sa di qual


sua diocesi per la quarta volta, ma in diaconia, viveva nel secolo unde-
Ferrara morì per una febbre maligna, cimo.
nel 1768, di settantaquattro anni, CRESCENZIO Crescenzio, Car-
e venticinque di cardinalato. Fu dinale. Crescenzio Crescenzio fu
sepolto con magnifico elogio nella promosso a Cardinal diacono da s.

sua metropolitana di Ferrara. Gregorio VII, e visse nell' undeci-


CRESCENZIA (s.). V. Modesto mo secolo.
(s.), e Vito (s.). CRESCENZIO Romano, Cardi-
CRESCENZIO Cardinale. Cre- naie. Crescenzio Romano, detto ju-
scenzio, promosso al cardinalato col niore. Cardinal vescovo di Sabina
titolo di s. Calisto da Giovanni ai tempi di Pasquale II , si trovò
XIII , segnò la bolla emanata nel al concilio di Laterano, tenuto nel
concilio romano dallo stesso Ponte- II 12, e favorì la elezione di Ge-
fice a favore della chiesa di lìene- lasio II, ed Onorio II.
Calisto II,

vento, e %isse perciò nel secolo de- Segnò del suo nome alcune bolle
cimo. de'roentovati Pasquale II, Calisto li,
CRESCENZIO, Cardinale. Cre- ed Onorio II, e viveva ancora nel
scenzio, Cardinal vescovo di Selva- I 125.
candida, segnò un diploma spedito CRESCENZIO DA Anagni, Car-
nel 993 da Giovanni XV; il per- dinale. Crescenzio da Anagni, Car-
chè viveva a quei tempi. dinal diacono di s. Maria in Dom-
CRESCENZIO Crescenzio, Car- nica sotto Pasquale II, fu alla ele-
dinale. Crescenzio Crescenzio, Car- zione di Gelasio II ; ma, lasciato il

dinal diacono, viveva nel secolo legittimo Innocenzo II, aderì allo
undecime, perchè si trova sottoscrit- scismatico Anacleto II antipapa, che
to a un privilegio accordato da lo fece prefetto di Benevento, come
Giovanni XIX alla chiesa patriar- lo ei'a sotto Calisto li nel 1122.
cale di Grado. Volea pertanto tradire quella cit-
CPiESCENZIO Crescenzio, Car- tà, consegnandola a Rogerio re di
dinale. Crescenzio Crescenzio Car- Sicilia ma accorgendosene i citta»
;

dinal diacono di Benedetto IX, vi- dini, lo assediarono in essa: tutta-


veva nel secolo undecimo alT in- via potè fuggir loro dallemani, e ri-
circa. covrarsi presso Rogerio, per far ai
CRESCENZIO, Cardinale. Cre- beneventani ogni male possibile.
scenzio, Cardinal vescovo di s. Ruf- Però tornato a Benevento, un cer-
fina, ebbe vigorosa diatriba col to Giacinto esiliato di là per causa
vescovo di Porto nel concilio di s. di Crescenzio colse il destro a ven-
Leone IX in Laterano, circa il pos- dicarsene ; ed andato con altri suoi
>c'>so della chiesa dei Paolino e
ss. aderenti al palazzo di lui, che sor-
\dalberto; ma la vinse il vescovo presero all'impensata, lo trassero ai
,

i88 GRE CRI


piedi d'Innocenzo II, nel pontificato fu determinata l'estensione, col pian-
del quale terminò di inquietare la tarsi croci nel suo circuito. Labbé
Chiesa. Prima però di lasciare il le- t. IX.
gittimo Pontefice, dalla sua diaco- CRETA. Isola la più. considera-
nia era passato al titolo dei ss. bile di quelle della Grecia. F. Can-
Pietro, e Marcellino, la cui chiesa DIA.

ristorò fin dalle fondamenta, ed il CRISANTO (s.). F. Daria (s.).

palazzo a quella contiguo. Il La- CRISIO (Crisien.). Città con re-


derchi è di opinione, che in ap- sidenza vescovile di rito greco unito
presso sia passato ad altro titolo. in Croazia. Questa città lihora , e
CRESCENZIO Gregorio, Cardi- reale della Croazia civile, chiamata
nale. Gregorio Crescenzio creato anche Kreutz, Koros, Koeroes, e
Cardinal diacono di Teodoro da s. Creutz, è capoluogo del comitato,
Onorio II nelle tempora di dicem- e della marca del suo nome che ,

bre 1127, -venne spedito legato a contiene piìi di settanta mila abi-
latere nel 1 -28 nei regni di Da-
1 tanti. Giace in una pianura, presso

nimarca, Svezia, e Boemia, ove col- la riva destra della Glogovnicza. Il

1 autorità dei re di quei luoghi, ac- sommo Pontefice Pio VI, ad istanza
compagnato da efficaci brevi del dell' imperatrice Maria Teresa, co-
Pontefice, adoperò alla riforma
si me regina di Ungheria, nell'anno
di quei popoli. Se non che, morì 1777 v'istituì un vescovato di rito

in quelle parti mentre era ancor greco-latino. Quindi, nel concistoro


Pontefice Onorio II. giugno di detto anno, il me-
de' 2 3
CRESIMA. Sede vescovile del- desimo Pontefice vi dichiarò per
l'Africa, di cui era vescovo Donato, primo vescovo monsignor Basilio
che intervenne alla conferenza di Bosicsovich, traslatandolo dalla sede
Cartagine. di Dioclezianopoli in partibiis. Di-
CRESIMA (Chrismalio). Azione poi lo stesso Pio VI gli diede in
d' imporre il sacro Crisma (Vedi), successori , nel concistoro de' 3o
cerimonia colla quale il ministro marzo 1789, Giosafat Bastassich
della Chiesa applica il sacro crisma della stessa diocesi di Crisio, e nel
a quelli che battezza o che con- ,
concistoro del primo giugno 179'!',

ferma. La cresima non dicesi che Silvestro Bubanovics ,


pure della
del Battesimo (Fedi), e della Con- diocesi di Crisio. La sede fu di-

fermazione (Fedì) ; per 1' Ordine chiarata, ed è tuttora sufFraganea


[Fedi), e per Y Estrema Unzione della metropolitana di Strigonia.
Ì^Fedi), diciamo unzione. La diocesi ha piìi di trecento
CRESSI. Luogo di Francia pres- case, con circa due mila cattolici.
so Narbona. Nel 11 82 vi fu tenuto La cattedrale in buono stato, co-
un concilio da Arnaldo arcivescovo strutta con disegno e forma greca,
di Narbona , e legato apostolico è dedicata alla ss. Trinità. In essa
per la solenne dedicazione della non evvi capitolo, né canonici, né
chiesa di s. Martino. Vennero ivi prebende teologale, e penitenziale,
scomunicati coloro, che avessero ar- ma solo tre dignità dopo quella
dito violare l'asilo accordato a quel- del vescovo, cioè il vicario genera-

la chiesa dal concilio, secondo le le del distretto slavonico del Sir-

leggi ecclesiastiche. A tal effetto ne mio, e di quello di là dal Danu-


,

CRI CRI ,89


l)io Bacsienrense, ed i due arcidia- malario, de eccles. offìc. lib. I, cap.
coni Varasdinense, e di Carlosladio. 17. Prima dei nominati Pontefici,
iNella cattedrale vi è il sagio fonte s. Urbano I, Papa del 226, avea
battesimale, e la cura delle anime prescritto, che i battezzati riceves-
è affidata ad un parioco , ed an- sero la confermazione soltanto dai
nesso evvi r episcopio. Nella città vescovi. I curati sono obbligati di
non vi sono altre parrocchie, e solo provvedersi ogni anno del nuovo
esiste il seminario con dieci alunni, crisma, dovendo ardere il vecchio.
per pia fondazione dei re d'Unghe- I canoni de' concilii proibiscono an-
ria e Croazia. Ogni nuovo vescovo che ai vescovi di nulla ricevere pel
paga di tassa fiorini cinquecento- santo crisma, che distribuiscono alle
cinquantasei, a seconda dei registri chiese. La contribuzione , che un
della cancelleria apostolica. tempo i vescovi esigevano dal clero
CRISMA {Sacrum Chrisma). Vi per fare il sagro crisma, chiama-
sono due sorta di crisma , V uno vasi : denarii chrismales. La Chie-
che si fa con olio, e con balsamo, sa romana ha sempre pel crisma
che serve al sagramento del batte- abborrJto pagamento
qualsivoglia
simo, della confermazione , e del- come pure si rileva da un decreto
l' ordine l'altro, che è l'olio solo,
; del 6 settembi'e i6o4 per Gerace.
il quale serve alla estrema unzione. La materia del crisma è l'olio di
Il sagro crisma per antonomasia fu ulivo col balsamo, consagrato dal
detto anche Olio santo [f^edi)^ cioè vescovo solennemente, cioè nella
olio crismale, olio pei catecumeni, Chiesa latina , mentre in quella
e olio pegl' infermi. I santi padri greca, oltre all'olio e al balsamo,
chiamano il crisma e l'unzione con vi si mescolano sino a trentacinque
misteriosi vocaboli, che si leggono specie di aromi, come si legge nel
nel Macri. S. Ambrogio lo chiamò greco eucologio. Michele d'Amato,
Signaculum spirituale, s. Clemente chiamato il poliglotta, per la vasta
Cofifirniationis confessio^ s. Cipria- sua cognizione nelle lingue sì mor-
no Signaculum Domini, Papa s. te che vive, stampò in Napoli nel
Cornelio Sigilluni Domita, Simeone 1822 una dissertazione intitolata;
Tessalonicense Obsignatio, Dio- s. de Opobalsami specie ad sacrum
nigio Areopagita Perfectio, e s. A- chrisma. Ivi dimostra, come hanno
gostino Manuum impositio. I greci ben rilevato il p. d' Afflitto , ne-
chiamano il santo crisma Myron, gli Scrittori del regno di Napoli
cioè unguento, profumo. Al Pon- a p. 280, e contro il giornale dei
tefice s. Fabiano, eletto l'anno 2 38, Lett. t. 34, p. 432 il Mazzucchelli
si attribuisce la prescrizione, che a pag. 397, ed altri, che quello
ogni anno nel giovedì santo si do- cui si deve procurar di usare, non
vesse rinnovare il crisma, e bru- è balsamo del Perù il quale è
il

ciarsi il vecchio. Così di s. Silvestro liquido, e di color nero e dicesi .

I, Papa del 3i4, il libro pontifi- volgarmente balsamo dell'India, né


cale dice di avere ordinato, che il quello di Capaiba, eh' è bianco, e
ci'isma fosse fatto, e consagrato so- chiamasi del Brasile , ma bensì
lamente dal vescovo, e che il capo quello di Tolù, o Tolutano del
del battezzato fosse unto col crisma colore dell' oro^ che appellasi bal-
dal sacerdote , come afferma 1*
A- samo secco di Spagna, e viene en-
190 CRI CRI
tro gusci di noce inditma, essendo marìum , e Crismalnrium. Dagli
questo l'ottimo [ia non alte-
tutti, antichi monaci fu detto cresimale
rato e di soavissimo odore. Anche quel piccolo vasetto, nel quale por-
il can. Pasquale Capeti, ne' Discorsi tavano r olio benedetto per un-
liturgici, Roma 17663 trattando gere gl'infermi. Fu chiamato anche
dell'oblazione dell'olio e tlel balsa- cresimale, il velo, in cui involge-
mo, dcH'anticliità di unirli insieme vasi il vaso del crisma, ma più
per formare il crisma , e del vaso propriamente si disse la tovaglia,
per conservarlo, dice a p. 85, che colla quale si fasciava la fronte dei
questo balsamo del Tolìi principal- cresimati. Di questa cerimonia fa
mente, o altro, quando che porli menzione l'ordine romano, perchè
cosi deve cercarsi pel crisma, e
, il capo de' nuovi battezzati unto col
sempre il migliore. Su questo argo- crisma del sacerdote, ei"a ricoperto
mento si possono inoltre consulta- con un candido velo chiamato da
re il Goar, l'Albaspineo, il de Mar- Niceforo: arcana et mysdca ga-
ca in can. 28, cono, claramont., lea.
Guglielmo Beyero, il Visconti, il Il vescovo nel gioved'ì santo, con
Morino, il Vitasse, Doguet, Con- il l'assistenza di dodici sacerdoti, set-
ferences eccles. i i, Fortun. Scacchi, te diaconi , e sette suddiaconi, so-
Sacrar. Elaeochrism. Myrotheciaj lennemente fa la consagrazione del
Amst. 1701. fol. 292, diss. 3i, e crisma. Si fanno preghiere sul cris-
Benedetto XIV Inslit. VI, e nel ma, che vuoisi benedire ; vi si fa
libr. VII de Synodo dioec. e. 7. il segno della croce ; il vescovo
8. IO, e nel XIII e. 29. soffia sul crisma, ad esempio di
I maroniti, prima della loro riu- Gesù che soffiò sugli apo-
Cristo
nione colla Chiesa romana, adopra- stoli, per mostrare che lo Spiiito
vano nella composizione del loro santo discendeva in loro. Il vesco-
crisma, l'olio, il balsamo, il muschio, vo, ed il clero salutano il crisma
lo zafferano, la cannella, le rose, l'in- piegando il ginocchio, e dicendo
censo bianco, ed altre droghe. Il Ave, sanctuni Chrisma, onore che
p. Dandini gesuita, spedito al mon- si riferisce a Dio. La benedizione,
te Libano in qualità di nunzio pon- o consagrazione del crisma, che ser-
tifìcio nel i556, comandò in un ve di materia a molti sagramenti,
sinodo, che il santo crisma in av- è testimonio della credenza della
venire fosse composto di solo olio Chiesa, e degli effetti, cui essa at-
e balsamo. Racconta il Sarnelli, tribuisce a queste auguste cerimo-
parlando della mescolanza del bal- nie. Ciò si vede nel pontificale ro-
samo coir olio , che il balsamo mano, dove si trova la formola, di
è materia essenziale , come de- cui si serve il vescovo. Né si può
finì il concilio Tridentino, e sic- fare questa consagrazione in altri

come presso i maroniti difiìcilmen- tempi, secondo che determinarono


te si trovava il balsamo, Gregorio pure sagri canoni. C. litteris de
i

XIII permise che si adoperasse il consacr. d. 3, e. Quoniani de seni,


vecchio crisma finché si provvedes- excom. in 6; i quali testi però
se del balsamo per rinnovarlo. 11 non parlano dell'olio de'catecumeni,
vaso, poi nel quale si conserva il uè di quello degl'infermi. Isidoro,
crisma, fu chiamato Cresinude^ Cria- Alenino, e Rabano affeimano, che
CRI CRI 191
la consagrazione del crisma si pra- parole: SìciU oleum Jlucluat el Ini'

tica nel giovedì santo, in memoria Tìiìdis (juibuscumcjue superferlur .

dell'unzione de' piedi del Redentore ita excellenlia sacerdotalis regiac


fatta da Maria Maddalena ne'primi dignìtatì. De wicl. Chrìsm. Anzi
giorni di Pasqua. Roberto insegna, nel medesimo trattatochiama i

che significhi l'unzione fatta col san- fedeli cresimati , Ordinad a Deo
gue dell'agnello sulle porte degli sanctìnwniae sacerdotes. In alcune
ebrei nel giorno decimoquarto del- chiese si costumava inoltre di un-
la prima luna. I dodici sacerdoti gere le mani quando dei diaconi
assistenti al vescovo denotano i do- ricevevano quell' ordine sagro, come
dici apostoli, e i sette diaconi sono si raccoglie da un pontificale anti-
figura di que' sette ordinati dai chissimo della chiesa rotomogense,
medesimi mentre i sette
apostoli, nel quale si legge: consecratio ma-
suddiaconi si aggiungono per egua- nuiini diaconi de oÌeo,atque Chris-
gliarli ai diaconi. In quanto alla mate. Tale cerimonia praticavas?
mescolanza dell' olio col balsamo, nella chiesa gallicana, come abbiamo
ilprimo significa la purità, e la dall'epistola scritta dal Pontefice s.

mondezza della coscienza, il secon- jNicolò l a Ridolfo arcivescovo Bitu-


do l'odore della buona fama. S. ricense. Non va taciuto, che anti-
Tommaso, par. 3, quest.
4? 3, art. camente alcuni, per non confessare
aggiunse che l'olio significa la pie- in giudizio il loro delitto, bevevano
nezza nella grazia , e che in uno superstiziosamente il crisma, ciocci ir
alla fragranza del balsamo è figura fu proibito dalle costituzioni di
degli effetti dei sagramento. Della Carlo Magno, lib. 3, cap. 35. Di
validità, e virtìi di questa materia questo abuso parla il concilio di
tratta pure il Cardinal de Luca, Magonza, al canone 27 : Nani
nelle risposte morali. I sacerdoti criminosos codem Chris/nate un-
quando battezzano, ungono col cri- ctos , aul potatos nequaqicam de-
sma il capo a dilferenza del vesco- prehendi posse a multis piita-
vo, che unge la fronte quando am- hantur. Gli egizii solevano ungere
ministra quel sagramento. Questa con il sagro crisma i cadaveri dei
unzione sul capo del battezzato sacerdoti; abuso che fu condannato
rappresenta lo Spirito santo, quan- da Balsamone, interrogato su cii»
do in foima di colomba discese dal patriarca alessandrino. Tolto
sul capo di Gesù Cristo, allorché fu lai costume, usarono poi con una
battezzato Giordano. Si unge
nel spongia bagnata nell'olio puro, un-
nella confermazione la fronte del gere i corpi de' sacerdoti defonti.
cristiano, come sede della verecon- Come si è ci*eduto, che l'unzione
dia, perchè da vero soldato di Cri- del santo crisma faccia parte delle
sto, non si vergogni di confessar materie del sagramento della con-
la fede. Col crisma si consagra il fermazione, il solo vescovo ha la
capo del vescovo, acciò resti im- podestà di farla, del pari di quel-
pinguato col nettare celeste; e si la che si adopera nella ordinazio-
ungono anche le mani di lui, come ne, ma il sacerdote la fa nel bat-
esecutrici di mirabili ministeri. S. tesimo, e nella estrema unzione.
Cipriano riconosce un altro signifi- Di quanto riguarda il sagro cris-

cato nella sagra unzione, con queste ma , e principaluiciite dcllf ceri-


192 CRI CRI
ntionie che si ricercano di sostanza catecumeni, accennati da Cristo nel-
nella consagrazione ec, tratta erudi- r ultima cena, ed ordinati a farsi
tamente il Sarnelli nel tom. IV, p. nel giovedì santo, come si è detto,
32, e seg. delle sue Lettere eccle- per ordine del Papa s. Fabiano, fu-
siastiche. In quanto poi all'olio dei rono istituiti dopo la risurrezione,
catecumeni, e degl' infermi, sebbe- quando gli apostoli furono fatti pro-
ne, secondo il rito latino^ si bene- priamente vescovi, perciò la consecra-
dica solamente dal vescovo, in quan- zione loro si fa dopo la santa co-
to al rito greco dice il Nicolio Fer- munione. Il citato Sarnelli nella let-
ho oleum, che Papa Clemente Vili, tera XVIII del medesimo tomo IV,
34, Sanctissimus,
coiist. §. Non sunt tratta questo argomento Essendo :

cogendi, non riprova il rito dei gli olii santi sagramentalì , come
greci, secondo il quale i preti so- V acqua santa , perche quelli si

gliono benedire questi olii nello tengono custoditi , e questa espo-


stesso tempo che amministrano i staci La soluzione, soggiunge, è
sagramenti, anzi sembra che lo ap- nel pontificale romano, dove fatta,
provi. Siccome gli olii si benedico- la benedizione degli olii, dice del
no fra la messa, si deve notare che vescovo : Jubet presbyteros attente,
r olio degl' infermi si benedice pri- ut juxta canonuni traditionem Chri-
ma, ed appunto quando nel canone sma, et olea fìdeliter custodiant, et
si è giunto a quelle parole Per quem : nulli sub praetextu medicinae, vel
haec omnia, Domine, semper bona malejicii tradere praesumant, alio-
creas (exclusive), mentre che Cristo quin honore priventur. Perchè dun-
Signore Nostro sagramentato sta sul- que i malefici abusano degli olii
raltare,da cui il consacrante discende, sagramentali nei loro maleficii, si

e va al piano del presbiterio per deno- tengono delti olii ben custoditi. Ma
i

tare che il sagramento della estrema perchè V acqua benedetta è contra


unzione fu istituito da Cristo prima ogni sorte di maleficio, si tiene e-
della sua passione, come alìerma sposta per uso de' fedeli. S, Cle-
s. Marco cap. 6, degli apostoli, che mente nelle sue costituzioni i, 8,
vivente Cristo : Exeuntes praedica- ne fa autore s. Matteo apostolo.
hant, ut poenitentiavi agerent, et dae- Oltre a ciò, ogni cosa, che si be-
vionia multa ej'iciebantj et ungebant nedice, si fa col segno della croce,
oleo multo/: aegrotos, et sanabant. e coli' acqua benedetta, ancorché
Onde poi s, Giacomo promulgò fosse stata unta con gli olei santi,
la legge di questo sagramento, di- come si vede nella consagrazione
cendo Infirmalur quis in vobis? in-
:
del Calice, o della Patena (fedi),
ducat presbyteros Ecclesiae, et orent e nella benedizione della Rosa d'oro,
super euni ungentes eum olco in e degli Agnus Dei di cera (P^edi).
nomine Domini. Va notato, che la Finalmente esalta i pregi del sa-
orazione, colla quale si benedice gro Crisma, s. Silvesti-o I nel con-
questo non ha conclusione, se
olio, cilio romano del 324, dove dice :

non quella della messa: Per quem quoniam Christus a Ckrismate i'oca-
haec omnia. Domine ec, essendo co- tur j donde inferisce s. Cipriano, in
me una giunta all' orazione IVobis : opus de unct. Chrism. : ut sìcut
quoque peccatoribus. E perchè gli Christus a Chrismate dicitur eo
altri olii santi del crisma, e dei quod singularis excellenliae oleo
CRI CRI 193
iinxenl eum Deus, ila et partìcìpes Bourges chiamasi il crisma di Bour-
quotquot sunt consortes sint tam ges la giurisdizione spirituale di
iinctionis, quam nominis^ et dican- queir arcivescovo, nel distretto della
tur a Christo chrìstiani. Ottato IMi- quale ha diritto di distribuire il sa-
levitano racconta, che un' ampolla cro crisma ai curati . Sugli olii

tli questo olio sagrosanto gittata dai santi, che si benedicono nel giovedì
vescovi donatisti da una finestra, santo nella basilica vaticana, e da
sostenuta da mano angelica, rimase essa si distribuiscono alle chiese del-
illesa ad onta della durezza dei la Città Leonina, si può consultare
sassi. E
pur noto, che quando nel- il voi. XII del Dizionario, nelle
l'anno 49^ Clodoveo re di Fran- pag. 242, 243, 3o6, e 326. F".
cia ricevette il battesimo, s. Remi- Battesimo, Confermazione, Estbe-
gio vescovo di Reims ebbe dal cie- MA Unzione, Ordine ec.
lo un' ampolla del santo crisma re- CRISOGOi\0 (s.) martire. Di
catagli da una colomba ed unse , questo santo alti'e notizie non si

il re; quindi col medesimo olio si hanno, se non che, durante la per-
unsero re di Francia i successori di secuzione di Diocleziano , fu cattu-
Clodoveo, per mezzo degli arcive- rato in Roma, e decapitato in Aqui-
scovi di Reims. leja. Neil' antico calendario di Car-
Che il dare olii santi importi tagine è ricordato nel quinto seco-
giurisdizione y è V argomento, che il lo, e cos\ pure in tutti i martiro-
Sarnelli discorre nella lettera LXIX logi d'occidente posteriori a quel-
del tomo X delle sue Lctt. Eccl. l'epoca. un concilio tenuto dal
In
11 Nicolio nelle sue Lucubrazioni I^apa Simmaco, e nelle lettere di
canoniche, lib. I, tit. 1 5 , riporta s. Gregorio Magno, si fa menzione

che i regolari, i quali sono esenti della chiesa, di cui egli era titolare
dalla giurisdizione del vescovo, se in in Roma. La stessa chiesa è titolo
ricevere gli olii degli infermi, si cardinalizio dell'ordine dei preti
protestano, che con ciò non pregiu- [fedi). Il suo capo viene conserva-
dicano alle loro esenzioni, si lascino to in essa in una bella cassa , ed
protestare. I diocesani non possono il suo corpo riposa nella città di
provvedersi degli olii santi da altri, Venezia. Li 24 novembre la chiesa
ma solo dal proprio vescovo, e se ne celebra la memoria.
la sede è vacante, la cattedrale CRISOLO (s.). Gli atti di que-
manderà al vescovo viciniore, per sto santo sono assai incerti, né si

far benedire i suoi olii ,


quindi li può assicurare che
tutto quello,
dispenserà alle chiese parrocchiali raccontasi nella sua vita. Tutti pe-
della diocesi. Il sommo Pontefice, rò convengono, che il vangelo fu
siccome capo supremo della Chiesa da lui predicato sul terminare del
universale, prima dello scisma dei terzo secolo, in quel tempo che s.

greci, mandava ogni anno il crisma Piatone e s. Euberto spargevano la


a Costantinopoli, e se la sede era stessa divina semente nel territorio
vacante, vi suppliva la Chiesa R.o- di Tournay. Nella cittadella di Com-
mana. Il patriarca di Costantinopo- raines sostenne egli con più calore
li, dopo lo scisma, soleva mandare le sue apostoliche cure, e fu mar-
il crisma da lui fatto, a tutte le tirizzato in Verlenghem, e sepolto
chiese di oriente di rito greco. In a Commines. Le guerre, che suc-
VOI xvni. i3
194 CRI CRI
cessero di poi, privarono Commines ne fregiato dallo stesso Pontefice Pao-
(li così prezioso deposito. Parte del- lo III della dignità di Cardinal dia-
le di lui spoglie si custodiscono in cono di s. Agata. Nel i547j fu legato
oggi nella chiesa di Sens, dedicata in Umbria, ed arcivescovo di Amalfi;

alla b. Vergine. L'anno 1611 i ca- quindi nel i565 sotto Pio IV ven-
nonici di Brugesregalarono quelli ne fatto amministratore di Nepi, e
di Tournay di una costa di questo Sutri, ove, dopo di essere interve-
santo. La chiesa ne celebi'a la festa nuto ai conclavi di Giulio III, Mar-
a' d\ 7 febbraio. cello li, Paolo IV, Pio IV, e s. Pio
CRISOPOLI {Crisopolitan). Sede V, morì nel i566 vescovo di Sa-
vescovile in partibus della Arabia, bina, chiesa, cui ottenne nel iSGI
nella Celesiria, secondo Com man vil- da Pio IV. Egli contava allora ses-
le, sotto il patriarcato di Gerusa- santanove anni di età, e ventidue
lemme, ma prima lo era sotto quel- di Cardinalato, e poscia morì, e
lo d' Antiochia, perchè sulTraganea fu sepolto a Capranica, o, come di-
della metropoli di Bostro. Giovan- cemmo al voi. XVII, p. i54 de!
ni, uno de' suoi vescovi, intervenne Dizionario, in Nepi. Ebbe fervida
al concilio calcedonese, celebiato immaginazione, spirito penetrante,
nell'anno 4^'- ^h ultimi vescovi memoria tenace , e grande elo-
in partibus furono monsignor Gae- quenza.
tano Giunta, traslalato alla chiesa CRISPINA Nacque Crispina
(s).

arcivescovile di Amida in partibus, da in Tagara nel-


illustre famiglia
cui Pio Vili nel concistoro de' 18 l'Africa, si congiunse in matrimo-
marzo i83o diede in successore nio, ed ebbe vari figliuoli, e ben-
monsignor Andrea Benedetto Rtou- ché di complessione delicata, mo-
giewiez di Livonia, che il regnante strò un coraggio assai forte, quan-
Pontefice Gregorio XVI, nel conci- do trattossi dell'onore di Dio, né
storo de' i4 dicembre i84o, preco- le lagrime de' suoi figli poterono
nizzò in vescovo di Vilna nella piegarla a rinunziare a Gesù Cri-
Polonia. sto, per evitare il martirio. Pre-
CRISPI Tiberio, Cardinale. Ti- sentata in Tebasto al proconsole
berio Crispi, romano, di origine cor- Anulino, e da questo invitata a sa-
netano, nato nel i4975 era molto grificare agli dei, francamente ri-
familiare al Cardinal Farnese, poi spose, che non agli dei, ma a Ge-
Paolo HI, come fratello naturale sù Cristo soltanto avea consacrato
a Costanzo Farnese. Avendo progre- il suo cuore, e che a questo solo,
dito assai negli studij il Papa si ed a' suoi comandamenti obbediva.
valse di lui in parecchi affari, co- Quanto più insisteva Anulino per-
me nel governo di Perugia, della chè piegasse Crispina a' suoi invili,
città nuova, ossia della fabbrica di tanto più di forza usava ella nel
quella fortezza, in breve compi- mantenere il suo affetto a Gesù, per
ta a suo mezzo, e della fabbrica modo che vedendo egli rendersi
della chiesa di s. Maria del Popolo. inutili le dolcezze, e le minaccie
Poi fi-i fatto a Castel s.
prefetto adoperate per sedurla, ordinò che
Angelo ; canonico della basilica va- le fossero rasi i capelli, che fosse
ticana ; nel i 543 vescovo di Sessa ; esposta alla derisione del popolo, e
finché a' 1
9 dicembre del 1544} '^^^'' finalmente decapitata. Questo mar-
CRI CRI 197
tirlo seguì il 5 dicembre dell'anno larsi nella milizia ; ma assistendo
3o4, ed in tal giorno è ricordata ad una professione religiosa di due
nel martirologio romano. novizi cappuccini, si senfi tanto in-
CRISPINIAIVO (s.). Questo san- fiammato ad imitarli, che non po-
to, unitamente a san Crispino, è tè trattenersi dall'esclamare: « Que-
molto onorato in Francia. Sino dal '» sta è l'armata a cui io voglio
terzo secolo, in compagnia di san M appartenere . Io sento la voce
Quintino, ed uomini apostolici,
altri » di san Francesco nel mio cuore,
da Roma pervenne in Francia a >• e voglio tenerla sempre ". Do-
predicare il vangelo , e fece di- po qualche tempo, persistendo nel-
mora in Soissons. Il giorno si occu- la sua vocazione, dimandò, ed ot-
pavano essi ad annunziare le verità tenne di essere ammesso come fi'a-

della fede, e la notte la impiegava- te laico nel convento de' cappucci-


no nel lavorare per procacciarsi il ni di Viterbo. Il suo noviziato pie-
vitto. Molte furono le conversioni namente corrispose ai desideri dei
da essi operate. Per diversi anni si superiori, ed in età di ventisei anni
esercitarono in si importante mi- fece la sua solenne professione. A
nistero, fino a che giunse nella tutte le diverse incombenze , alle
Gallia Belgica Massimiliano Ercu- quali era chiamato, rispondeva esat-
leo. Questo principe fattili arresta- tamente. Divotissimo alla b. Vergi-
re, li consegnò a Rizio Varo, in ne, la invocava di spesso. Finché
allora governatore, perchè li ridu- egli visse,si conservò sempre caro
cesse a sacrificare agli idoli. Questi a tutti per la sua grande umiltà
magnanimi atleti della fede resi- ed ardente carità , e giunto agli
stettero alle più crudeli torture, ed anni ottantadue, accortosi nel pri-
incontrarono per ultimo il martirio mo maggio 1750 di essere vicino
con indicibil costanza. Furono essi a morire, lo annunziò a' suoi fra-
decapitati l'anno 287. N^l sesto se- telli, e cadde tosto ammalato. Ri-
colo a Soissons si edificò una gran cevuti i santissimi sacramenti col fer-
chiesa alla loro memoria, e s. Eli- vore proprio di un'anima in Dio
gio ne onorò il sepolcro di ricchi tutta assorta, volò al cielo il gior-
ornamenti. Il martirologio di san no 19 dello stesso mese.
Girolamo, di Reda ed altri ne fan- Il di 26 agosto 1806 Papa Pio
no menzione. VII lo annoverò fra' beati, e così si

CRISPINO (s). V. CRispmiANO (s.). espresse nel decreto di beatificazio-


CRISPINO (b.) da Viterbo. Nac- ne: » padre dei pove-
Egli era il

que in questa città il di i3 novem- >- ri, il afflitti, pu-


consolator degli
bre 1668. I suoi genitori, benché po- " ro e semplice di cuore , divo-
veri,erano virtuosi, e lo educarono « to verso la santa Vergine madre
con zelo veramente cristiano. Cri- M di Dio, illustre pel dono di pro-
spino corrispose coll'avanzare degli « fezia, e per quello de' miracoli".
anni alle premure de' suoi, ed era CRISTALDl Belisario, Cardi-
per lui di gran conforto, ancor ra- nale. Belisario Cristaldi nacque in
gazzino, il servire alla messa, l*as- Roma agli ir luglio 1764 dalls
sistere agli offici, ed alle cerimonie nobile famiglia dei baroni di No-
della Chiesa. Di dodici anni fu ten- ha, discendente da quel Nicolò di
tato da' suoi compagni ad arruo- Noha, uno dei dodici capitani, che
, ,

196 CRI CRI


nel XII secolo condussero in Lec- nominò il Cristaldi avvocato del fi-

ce i principi normanni, al quale, sco e del popolo romano , indi lo


siccome agli altri, donarono nobili inviò a Milano per comporre gl'in-
fèudi ; come quello di Noha poco teressi del debito pubblico, contrat-
lungi da Lecce, alla cui sede epi- to sotto il regno d'Italia, e di cui
scopale i Noha diedero due vescovi. si tenne parola all'articolo Con-
Educato Belisario co' riguardi do- soli Pontifìcii (Fedi). La delicatez-
vuti alla sua nascita, si applicò agli za, l'accorgimento, e la sollecitudi-
studi, prima delle lettere, e delle ne con cui eseguì commissione
la
scienze filosofiche nel collegio ro- affidatagli, gli meritaronouffici, ed

mano, sotto la disciplina allora dei onori maggiori. Indi venne pro-
sacerdoti secolari , e poscia della mosso alla gelosa carica di uditore
giurisprudenza, dove meritò ed ot- del Papa, che esercitò con plau-
tenne il grado di dottore nelluno, so, e poscia a quella importantis-
e nell'altro diritto. Dedicatosi da sima di tesoriere generale nell an-
quel punto all'onorata carriera del no 1820, proseguendo nell'esercizio
fòro, esercitò lungo tempo l' avvo- di essa anche sotto Leone XII.
catura, con riputazione d' ingegno, A tutti è noto con qual zelo
di sapere^ e d'integrità singolare. avvedutezza, ed animo generoso
Occupata Roma nel declinar del fungesse la difficile carica di teso-
secolo decorso dalle truppe napo- riere; il perchè Leone XII, in pre-
lilane, fu scelto al geloso incarico mio , nel concistoro de' ?. ottobre
di segretario delia suprema com- 1826, lo creò Cardinale, riserban-
missione di slato, ed in un coi dolo in petto. Quindi lo pubblicò
rispettabili soggetti che la compo- in quello de' i5 dicembre 1828, e
nevano, recossi a Venezia per tri- poscia gli conferì la diaconia di s.

butare i nuovo
dovuti omaggi al Maria confermandogli
in Portico,
Pontefice Pio VII. Ritornato a Ro- la dignità di abbate commendata-
ma, ed annoverato fra gli avvocati rio ed ordinario di s. Maria di Far-
concistoriali, fu poco appresso de- fa, e di s. Salvatore maggiore, che
stinato all' ofllcio di avvocato dei già aveagli conferita. Si dedicò egli
poveri. Intanto Roma, e lo stato all'adempimento de'pastorali doveri,
Pontificio nuovamente vennero oc- malgrado delle abituali indisposizioni
cupati dai francesi, e sebbene il di salute cui andava soggetto , ed
Cristaldi amasse menare in que' pe- eseguì ad onta dell asprezza de' luo-
ricolosi tempi la vita ritirala, non ghi la sagra visita di tulli i paesi
Tolle lasciare interamente nell'ozio soggetti alla sua spirituale giurisdi-
la sua carità. Fu allora che si ad- zione. Né il suo caldo zelo per l'o-
dossò la cura dell' orfanotrofio dei nore di Dio, pel decoro del divin
miserabili fanciulli , chiamati dal culto, pel vantaggio spirituale delle
loro istitutore Tata-Giovanni
di anime, per la cristiana educazione
cui fu tutore, maestro e padre, e della gioventù ,
per V ecclesiastica
non cessò di esserlo se non che istituzione de' chierici , andranno
quando dal comandante francese fu mai senza elogio.
obbligato ad abbandonare Roma, Sebbene si aumentassero i suoi
ed a trasferirsi a Bologna. Nel 1814, incomodi ( per cui diverse volte
ritornando Pio VII alla sua sede. fece temere di sé ) intervenne ai ,
cni CHI rgy
due conclavi, dai quali uscirono e- apostolo gì' iberi sulle verità della
letti Papa Pio Vili, e il regnante fede, ed adoperossi perchè fosse
Gregorio XVI, che nella stessa mat- edificata una chiesa in onore del
tina della sua esaltazione, a cagio- vero Iddio. Il popolo istruito da
ne onore e di stima, volle visi-
di questa pia donna, ricercò anche dei
tare nella cella il nostro Cardinale vescovi, e dei sacerdoti all' impera-
infermo. Finalmente chiamato da tore Costantino. Nel martirologio
Dio a ricevere il guiderdone delle romano viene ella onorata il di

sue preclare virtù, e della sua ca- i5 dicembre, sotto il nome di

rità, dopo aver con esem-


sofferto serva, o di schiava.
plare rassegnazione lunga e penosa CRISTIANESIMO. La dottrina
infermità, piamente mori a' i5 feb- di Gesù Cristo, la fede, la religione
braio i83i assai compianto ed en- cristiana. Il cristianesimo riconosce
comiato per le belle doti della men- e adora Gesù Cristo come figliuo-

te, e del cuore, che lungo sarebbe lo diDio, e redentore degli uomini.
r enumerare. Nella chiesa di Gesù Cominciato già da mille ottocento
gli furono celebrate
le consuete e- e più anni, il suo stabilimento pro-
sequie,ed in quella di s. Cateri- dusse una grande e felice rivolu-
na da Siena a strada Giulia venne zione nella maggior parte dell'uni-
tumulato il suo cadavere. Fu inol- verso; laonde la Chiesa [Vedi) inco-
tre membro delle sagre congrega- minciò col cristianesimo, e col suo fon-
zioni del concilio , dell' immunità ,
datore Gesù Cristo. Egli predicò, ed
dell' esame de' vescovi in sasrri ca- insegnò la sua dottrina, non soltan-
noni, delle acque, e dell' economia, to pei tempi suoi, né perchè avesse
e protettore del pio istituto di s. termine colla sua salita al cielo,
Girolamo della carità, del moniste- ma perchè sormontando il torrente
ro de' ss.Giacomo, e Maddalena dell'età, illuminasse tutti gli uomini
alla Lungara, della città di Ame- sino al cadere dei secoli. Consegna-
lia, di s. Ginnesio, di Poggio Mir- tala alla custodia de'suoi apostoli ,

teto, e di Monte Piotondo, disse loro, che in quella guisa che


CRISTIANA (la) prigioniera. Di egli era mandato dal Padre suo ce-
questa donna, di cui s'ignora il leste, mandava loro col precetto di
nome, si sa che visse ai tempi di evangehzzare a tutti popoli. Lo spi- i

Costantino . Condotta prigioniera rito, da cui erano animati i primi

presso gì' iberi, posti all' oriente del apostoh delle nazioni, ci dà un'idea
Ponto Bussino, colla sua santità, e AeX vero discepolo di Gesù Cri-
co' suoi miracoli invogliò quei po- sto.Che era mai un cristiano dei
poli a conoscere la religione j che primi tempi? Era un uomo viva-
professava. La regina, la quale per mente compreso dal sentimento del
!e orazioni di questa Cristiana, avea suo nulla, coraggioso tuttavolta, e
ricuperata la salute, invitò il x"e magnanimo nella sua stessa umil-
suo sposo a riconoscere Gesù Cri- tà; un uomo che staccato da tut-

sto per vero Dio, ed indurre i suoi te le cose create inualzavasi sopra
il mondo che teneva soggetti i
sudditi a rinunziare alle loro su- ;

perstizioni. La grazia divina secon- suoi sensi colla mortificazione, ed


dò mirabilmente lo zelo della no- era morto a se stesso, il quale non
stra Cristiana , che instiùi quale avea altro interesse che la gloria
,

198 CRI CRI


di Gesù Cristo; cli'era dolce, affa- vera dottrina di Cristo; parlando
bile, paziente, pieno di tenero affet- di cose, significa ciò eh' è conforme
to pel prossimo, infocato di zelo a quella dottrina. Così dicesi: di-
per la religione, sempre pronto a scorso cristiano, vita cristiana, se-
"Volare nelle più rimote contrade condo che si parla, o si vive sui
per recarvi la luce del vangelo, e dettami di Cristo ec. Quindi va
versare il sangue per la verità del osservato, che già i santi padri dis-
cristianesimo. Tali disposizioni sos- sero, che quelli i quali vissero an-
tenute da una vita del tutto ad che nella legge di natura, credendo
esse conforme, sono qualche cosa nel venturo Messia, sinonimo dell'
di più glande, e maraviglioso dei ebreo Cristo, erano se non di no-
miracoli esteriori ch'essi operavano. me, almeno in sostanza cristiani.
E qual meraviglia adunque se uo- Questa giusta e chiara sentenza non
mini di hanno convertito
tal fatta ha bisogno di commento. Anzi altri
un mondo idolatra, sommesso al santi padri appellarono cristiani
giogo dell'evangelo dei cuori at- que'gentih, i quali avevano un costu-
taccati alla terra , immersi in o- me simile a quello de' cristiani. S. Lu-
gni sorta di vizi ? s'eglino hanno ca nel 26, e. 1
V. 1 degli Atti apost.
fatto amare e praticare una reli- dice, che questo nome fu dato per
gione, da essi predicata più effi- la prima volta in iVntiochia ai di-
cacemente colle opere, che non coi scepoli di Gesù Cristo, verso l'anno
discorsi, e se piantarono la croce 44 dell' era cristiana. Il Sarnelli, nel
sul romano Campidoglio riducendo t. VI delle Leti. Eccl. p. 91, as-
la stessa Roma il centro del cri- serisce che i cristiani presero tal no-
stianesimo?V. Bergier, Diz. enci- me da Cristo, il quale significa ambe-
vocabolo Cristianesi-
clopedico, al due le nature, cioè la divina, e l'uma-
mo j e M. D. Fi-ayssinous, Difesa na, perchè Cristo vuol dire unto. La
del crislianesimOj ovvero conferen- divina unge, l' umana è unta. I

ze sulla religione , versione dal cristiani, come disse s. Pietro, so-


francese di d. Giuseppe Antonini no tanti sacerdoti spirituali ; V^os
in otto volumi, Fuligno 1826 per estis genus electiim , regale sacer-
Gio. Tomassini. Inoltre si possono dotiunij e nell' Apocalisse 5, si

consultare tutti i relativi articoli di legge : Fecisti nos Dea nostro re-
tjuesto Dizionario, non che quello gnum, et sacerdote-':. Il perchè i

di Cristiani . Il celebre Bercastel fedeli sono detti da Cristo,


cristiani
poi, senza parlare dei tanti altri dotti che fu re, sacerdote, e profeta, ed
antecessori a lui, ci ha dato l'interes- unto dalla sua stessa divinità, oleo
sante Storia del Cristianesimo, da exultationis Tertulliano,. mW Apolo-
altri continuata sino a'nosti'i giorni. getico contro i gentili, dice eh' essi
CRISTIANI, Christiani Cosi si chiamavano i cristiani, Christiani^
chiamano i fedeli, cioè quelli che cap. 3: « Christianus autem quan-
sono battezzati, e che fanno profes- M tum intepretatio est de unctione
sione di credere in Gesù Cristo. Il » deducitur, sed et cum perperani
liergier avverte, che parlando di « Christianus pronuntiatur a vo-
persone, il nome di cristiano signi- » bis (nam nominis est certa noti-
fica propriamente un uomo battez- » tia apud vos) de suavitate, et
zalo, e che professa di seguire la » benignitate compositum est," ed al-
CRI CRI 199
Inde al uome greco, che significa Antiochia chiamarono cristiani i di-
benigno e utile ; fa men- di che si scepoli,per distinguere veri disce- i

zione da Lattanzio Firmiano lib. poli dagli eretici, che appellavansi

cap. 7. Scrissero eruditamente in con questo nome, come nota s. A-


questa materia, i pp. Mamachi, do- tanasio; perchè Dositeo, Giuda e
nif^nicano, Orig. et anliquit. Chri- Giovanni, che prima erano stati

s/ianor., e Zaccaria gesuita nella sua discepoli, ritrovarono dogrrii con-


Storia lelt. d' Italia t. II, e VI. Vi tiarii alla religione cristiana, e così
è ancora di Gio. Cristoforo Burg- diedero occasione agli apostoli di
niann la Disquisìtio generalis de stabilire, che i veri seguaci del Sal-
nomine Christiana rum, hiijasque o- vatore fossero per 1' avvenire nomi-
rigine et notione, E.ostocliii lySg. nati cristiani, per distinguerli dagli
Pertanto, nel tomo I del citato altri, che maliziosamente interpreta-
Blaraachi, si leggono erudite notizie vano il vangelo. Adunque il nome
sui nomi, che si diedero anticamen- di discepoli era stato dato ai pri-

te ai cristiani. Egli però li classifi- mi cristiani perché facevano pro-


ca di due sorta, gli uni onorevoli, fessione di seguire la dottrina di

e gloriosi, ed erano quelli, che i Gesù Cristo loro maestro, e di cam-


cristiani davano a sé stessi, per '
minare sulle divine sue orme, uni-
distinguersi dai pagani. Gli altri formando loro costumi alla sua
i

odiosi e vituperevoli, ed erano quelli vita ed a' suoi precelti.


che i pagani, o coloro che erano Si chiamarono pure fedeli o cre-
separati dalla Chiesa, davano ai veri denti, perchè credevano in Gesìi
fedeli per renderli spregevoli, ed Cristo, ed ammettevano tutti i suoi
odiosi Riporteremo la principal
. dogmij e tutti i suoi misteri. Os-
parte sì degli uni, che degli altri . serva Pompeo Sarnelli, che siccome
Dai nomi onorevoli, che i cristiani il nome cristiano non era troppo
davansi, si rileverà qual fosse la loro confacente al latino idioma, la Chie-
fede, la loro temperanza, la loro sa romana adottò piuttosto il nome
castità, pietà, purità, ed integrità di fedele di Cristo, e lo attesta s.

de' loro costumi ; mentre dai nomi Ambrogio de sacrameli, lib. I, e.

vitupei'osi ed odiosi, che i loro ne- I. Si vede ancora nelle orazioni dei
mici si compiacevano di prodiga- divini uffizi, dove i cristiani si chia-
lizzare, si conoscerà sino a qual mano quasi sempre fedeli, perchè
punto fossero attaccati alla loro re- \\ vero cristiano è colui, il quale
ligione, dappoiché preferivano di Fides per charitatem operatur. Gal.
soffrire ogni maniera di obbrobri, 5, 6. Di fatti è posto da Dio ogni
piuttosto che abbandonarla. cristiano nella Chiesa come una
I giudei, ed pagani, che abbi'ac-
i pianta eletta, che abbia le radici
ciarono il cristianesimo, dapprima della fede, ferme per sostenerla, pro-
furono chiamati discepoli, per de- fonde per alimentarla, feconde per
notare, eh' erano stati istruiti da arricchirla di frutti. Infedeli poi si

Gesù Cristo, essendo in uso tra i chiamano i pagani, i giudei, e gli

giudei che coloro j i quali apprende- eretici, secondo ne insegna s, Tom-


vano le lezioni, e le discipline di un maso 2. 2. q. 10.
maestro, si nominassero discepoli. Si chiamavano eletti perchè era-
Dice il Macri, che gli apostoli in no stati divinamente scelli dai giù-
loo CRI CRI
dei , e dai genlili per abbracciare I cristiani si denominarono co't-

la religione cristiana, S. Pietro, nel- servi, e conservìtori ,


perchè servi-
la prima sua epistola, li chiamò e- vano un medesimo Dio, nella stes-

letli, electos ; e s. Paolo nel e. 8, sa religione. Apocalisse e. 6, v. 1,

ver. 33 della sua epistola ai ro- Lattanzio Firmiano, Instiliit, divi/i.

mani, cliìaraolli eletti di Dio , electos lib. 5, e. i6.


Dei. I santi padri qualclie volta chia-
Inoltre vennero chiamati santi, e marono i cristiani col nome di pe-
fratelli, santi perchè erano stati scetti, pesciuolini, pisciculi, facendo
santificati nel sangue di Gesù Cri- allusione alle acque battesimali, nel-
sto, ed erano chiamati alla santità; le quali i cristiani ricevono il loro
ma dipoi santi furono detti coloro, nascimento, e la loro vita spiritua-
obesi distinsero per eminenti virtù, e le, siccome i pesci pigliano il loro
perfezione . Si dissero poi fratelli nascimento, e la loro vita naturale
perchè non avevano, siccome non nelle acque. A tal effetto gli antichi
hanno ancora, che un medesimo pa- cristiani facevano scolpire la figura
dre che è Dio, una medesima madre di un pesce sui loro anelli, sullo
che è la Chiesa, un medesimo Spirito loro lampade, sulle loro urne se-
Santo dal quale sono nati, un me- polcrali, lo che servì a distinguere
desimo battesimo, nel quale sono i sepolcri de' cristiani da quelli dei
stali rigenerati. 11 citato Sarnelli gentili, f^. il p. Menochio, Per
nel tomo Vili, p. 3i, n. 4 ^ 5», qual causa i ss. Padri chiamano
delle Lett. EccL, riporta alcune te- pesci li battezzali, Stuore Cent. I.

stimonianze, per mostrare che gli 33. Il p. d. Anselmo Costadoni ca-


antichi si chiamavano fratelli. L'Ar- maldolese pubblicò un'eruditissima
noldi i6g6 pubblicò
nell'anno in dissertazione sopra il pesce come sim-
Francfort, Comment. de fratnim et bolo di Gesù Cristo presso gli antichi
sororum appellaiionc inter Cliri- cristiani, che il p. Calogerà produs-
stianos usitata. Sul medesimo ar- se nelCLI tomo de' suoi Opuscoli.
gomento abbiamo le dissertazioni Abbiamo sullo stesso argomento,
di Gio. Meishcr, stampate nell'an- una lettera dell' ab. conte Federico
no 1670 in Wittemberga; e quella Altan.
di Gio. Andrea Quenstadio ivi pub- Alcuni santi padri talvolta chia-
blicata nel 1676. Da questo nome marono i cristiani in generale col
di fratelli probabilmente ebbe ori- nome di gnostici, perchè essi face-
gine quello di fraternità e confra- vano professione di spregiare i beni
ternità (P^edi), che dà alle pie
si fragili e spregevoli, per non attac-
società dei fedeli, denominandosi carsi che ai beni solidi, ed eterni.
quelli che le compongono, secondo Però questa denominazione fu data
il sesso, fratelli, e sorelle. Final- più particolarmente agli ascetici^ e
mente questo nome di fratelli usato ai cristiani perfetti. Tuttavolta il

fra i cristiani, diede motivo ai pa- nome di gnostici si prese, ed ancora


gani di calunniarli, come se voles- si prende in cattiva parte per indi-
sero nascondere più enormi
i delitti care in generale diversi eretici dei
sotto sì bel nome, perchè gli stessi primi secoli della Chiesa, come i si-

pagani se ne servivano per cuo- moniaci, i nicolaiti, i carpocraziani


prire le loro passioni. ec. , i successori de' quali, abban-
CRI CRI 201
<ìonnto il nome degli autori della candore, della simplicità dei co-
loi'o setta, assunsero quello di gno- stumi, della pace, della castità, del-
slìci. la dolcezza, della prudenza, della
I cristiani eziandio furono detti innocenza ec. ,
per non riferire al-
deiferi, e crìsliferì : deiferi , o porta- tre belle spiegazioni. Furono egual-
Dio, Deiun ffientcs, essendo i tem- mente detti, pulcini de' colombi, e
pli di Dio, come dice l' Apostolo, delle galline.
e perchè Dio abitando in particolar Di frequente i cristiani sono stati
modo nei templi, a buon titolo si chiamati figliuoli di Dio, figliuoli
chiamano i cristiani deiferi, o por- dell'' altìssimo figliuoli di
,
Cristo,
ta-Dìo. Per la stessa ragione ven- perchè Dio é il loro padre in un
nero appellati cristiferi, o porta Cri- modo parficolare, e perchè Gesù Ci'i-
sto, dappoiché essendo cari a Gesù sto gli ha generati nel suo sangue,
Cristo, ed essendo uniti a lui per onde si chiamarono anche Cristi. Fu-
la grazia, si reputa che lo portino rono inoltre detti figliuoli, stirpe di
nel loro spirito, e nel loro cuore. .Abramo, veri israeliti, nuovo popo-
Si dissero anche spiriliferi, per de- lo, e popolo nascente, perchè sono
notare, eh' erano ripieni de'doni del succeduti ai giudei, i quali non ri-
santo Spirito, e condotti dalle sue conobbero, anzi rigettarono, e cro-
ispirazioni, come si rileva dall'antico cifissero Gesù Cristo loro Messia.
uso di porre uno Spirito santo nelle Vennero i cristiani nominati cat-
iscrizioni sepolcrali de' fedeli, morti tolicìjper indicare l'università del-
nella pace, e nella comunione della la vera Chiesa, e per distinguerli
Chiesa. I cristiani essendo i templi dagli eretici, per cui la chiesa fu
viventi di Dio, hanno in sé San-
il delta cattolica. Paciano scrivendo
to de' Sariti, eh' è Dio medesimo, contro i Novaziani, ad Symbl. No-
per cui vennero chiamati ancora vat. disse: Chris tianus mihi nomen
sanctìferi, anzi siccome Gesìi Cristo est, Calholicus vero cognomen. li-
è chiamato il tempio di Dio, ed i bici me
nuncupat, istud ostendit:
cristiani portano Gesù Cristo e nel hoc proborj inde significor. Aggiun-
loro spirito, e nel loi'o cuore, giu- giamo col Macri, che gloriandosi
stamente vennero detti anche tem- gli ei'etici del nome cristiano, fu a-
pliferi. V. il citato Zaccaria t. Il, dottato per distinzione quello di Cat-
p. 368. tolico [Vedi). Si dissero altresì cri- i

Fu dato a' cristiani il nome di stiani Ecclesiastici [Fedi), e sebbene


piccoli fanciulli, di giovinetti, di a- questo termine sia più proprio dei
gnellij di agnelletti, di vitelli di lat- chierici, ciò non pertanto si servi-
te, di colombe, donde ebbe origine rono di esso per indicar in genera-
r uso, che il padre Mamachi illu- le tutti i cristiani ortodossi, essen-
strò assai bene, presso gli anti- dosi creduto opportuno per meglio
chi cristiani, di rappresentare nel- distinguerli dai pagani, dai giudei,
le pitture, e nelle scolture sotto e dagli eretici. Vennero detti dog-
il simbolo di colomba, non solo matici, giacché i veri fedeli sono
gli apostoli, ma sé medesimi. Ta- attaccati a tutti i dogmi della re-
li nomi significano la semplicità, ligione cristiana ; ed ortodossi, per-
e r innocenza de' primitivi cristia- chè pensano rettamente su tutti i

ni, come della colomba figura del punti del òristianesimo, tanto per
,

101 CRI CRI


ciò che riguarda la fede , che i errore de' copisti, i quali avevano
costumi. Nota il Macri poi, che la osservato , farsi degli Essei sul
voce benedictus presso alcuni antichi principio menzione, né chi questi
autori non è nome proprio, ma si- fossero sapevano affatto, né ciò si os-
gnifica cristiano, cotue chiaramente serva dal Fabrizio nella Biblioteca gre-
si raccoglie da s. Paolo epist. g ;
ca I.IV, e. 4- § Hj n. 37. Più grave è
così appresso Sidonio lib. 7, epistol. la questione, se i Terapeuti dallo stes-

6. Teofilo antiocheno, Cirillo gero- so Filone rammemorati fossero cri-


solimitano, e i padri del celebre stiani, e quindi se gli antichi cri-

concilio illiberitano, fecero derivare il stiani avessero il nome di Terapeu-


nome di cristiani, dal crisma, con ti. 11 p. Mamachi con altri moltis-
che si ungono i battezzati. simi citati già dal Fabrizio nel li-

Lasciando ad altri la cura di e- bro Salutaris lux Evangelìi, cap.


saminare se cristiani ebbero altri
i Ili, a' quali però egli aggiunge,
nomi, passeremo piuttosto ad esa- alcuni più recenti, si dichiara per la
minare, se ne abbiamo due altri negativa parte, e dice che non cri-

avuti, che da alcuni vengono loro stiani fossero i Terapeuti, ma ebrei,


attribuiti, di Jessei, e di TerapeuU, e più probabilmente della setta dei
S. Epifanio, liaeres. XXIX scrive, Farisei, nel che ci sembra bene ri-

essere stati i seguaci di Cristo, in- mettere i lettori al libro in cui tro-
jianzi che detti fossero cristiani veranno principalmente confutata la
chiamati Jessei o da Jesse padre di letteradel p. Montfaucon su que-
Davide, o da Gesù Jesus, ed aver sto argomento, al presidente Bou-
tgli veduto im libro di Filone in- hier.
titolato de Jessais, i quali dai cri- Quanto furono di onore ai cri-
stiani non erano differenti. Vi è stiani nomi finora descritti, a'qua-
i

stato chi ha data a s. Epifanio una li altri potevano aggiungersi per


mentita, quasi eh' egli per aggiun- parità di ragione, come quello di s.

gere alla sua opinione autorità, a- Paolo nella prima lettera a quei di
"vesse capricciosamente fìnto di aver Tessalonica: Omnes autem vos fiUì
letto un libro, che non mai fu. lucis, ignominiosi ed altrettanto vi-
Questo, e con ragione, par troppo tuperevoli furono quelli , con cui
al p. Mamachi, ed egli perciò si gli etnici o pagani , e gli ebrei ,

restringe a dire 1° Che i crisfiani e gli uni, e gli altri, e gli eretici

i)è mai furono detti Jessei, di che finalmente per odio, e per disprez-
il non trovarsi di questo nome in zo ebbero costume di chiamarli. Ne
altro antico autoi'c ricordanza, può tratta diffusamente il più volte no-
fssere bastevole prova, né potevano minato p. Mamachi, nel lib, I, cap.
così appellarsi, dappoiché né da 2. Tali erano tra gli altri il nome
Jesse più antico, e meno celebre di di atei, non solo perchè ateismo fu
suo figliuolo Davide, uè da Jesus dai giudei chiamato il cristianesimo,
scritto con una sola S potevasi tal ma perchè i cristiani disprezzavano
nome acconciamente derivare. 2." gli dei dei pagani : di maghi, e di
Che il libro di Filone da s. E- stregoni, di prestigiatori, e di malc'
pifànio veduto, non è altro che fìci, perchè i pagani attribuivano
il libro de vita coiitenipladva, che alla magia i miracoli di Gesù Cri-
iù pure iutilolato de Jessaeis, per sto, e de' suoi discepoli; di greci.
CRI CRI au3
e d'impostori; di greci per deri- detti vili perone, o cerdones, ossia
sione, e perchè portavano i cristiani sprezzabili, cheprocurano vivere col
il mantello, o pallio nero sopra la loro lavoro, su di che va consulta-
tonaca secondo il costume de' filo- to il citato Zaccaria a pag. 38o, e
sofi greci, e non la veste dei roma- seg. Si dissero ancora
per- sibyllici,
ni; d'impostori, come se i cristiani chè si servivano degli oracoli delle
volessero ingannare gli uomini col- sibille, per provare, e confermare i
la loro dottrina, e col loro tenore dogmi della fede, a convinzione dei
di vita. Ed è perciò, che furoiK) gentili, come osserva il Macri. E-
chiamati sofisti, seduttori, supersti- gualmente per beffa vennero ap-
ziosi, cattivi demoni ec. , autori di pellati asìnarii perchè i pagani eoa
una religione straniera, e barbara ; calunnia asserivano, che adornavano
e siccome generalmente
i cristiani la testa di un asino. Li chiamava-
disprezzavano la morte, e morivano no pure rei di lesa maestà divina,
senza timore fra più credeli tor- i e umana, sacrileghi e profani, em-
menti, i pagani non dubitarono pii, omicidi nemici del , scellerati,
punto di chiamarli disperati, be- genere umano, e persino mercanti
stiarij parabolarij perchè col nome di Cristo, forse a cagione de' tesori
di bestiarii presso i ronoani, e di celesti, che con viva fede ne aspet-
parabolari presso i greci, faceva- tavano . Si dissero galilei perchè
no allusione ai bestiarii, che com- al dire di Giammaria GesnesOj sul
battevano contro le bestie, giacché principio del cristanesimo i fedeli
i cristiani avevano piìi caro d' esse- furono cosi chiamati, ed il p. Zac-
re esposti alle bestie più feroci, che caria, oltre diverse analoghe ed eru-
di rinunziare alia loro religione. dite notizie, aggiunge, che tal nome
Furono detti sarmentitii , semaxii, essendo andato in disuso, Giuliano
hiathanati ; coi primi due, con la r apostata con legge lo ristabilì per
lagione data da Tertulliano in a- dispregio di Cristo, e de' suoi se-
polog. cap. ult, si volle dire mezzi guaci, chiamando il primo Galileo,
abbrustoliti , dall' abbruciarsi che e i secondi Galilei. Il p. Menochio

facevano i cristiani attaccati ad un t. I, pag. 576, tratta della Galilea


piccolo legno , attorniato di sar- paese di Palestina, ove evvi la città
menti, uno de' martiri! ordinari dei di Nazaret, in cui abitò Gesù Cri-
cristiani; e biathanati come quelli sto perciò chiamato Galileo, e Na-
che morivano di morte violenta. zareno. Dice il Macri, che i cristia-
Oltre a ciò i pagani distingue- ni furono perciò chiamati anche
vano i cristiani cogli epiteti d'igno- Nazareni, e che nell' oriente lo erano
ranti, d'idioti, di grossolani, d'in- appellata ancora con vocabolo arabo.
civili, d'inetti, d' imbecilli, di pazzi, Gli eretici eziandio denominava-
di ostinati, di faziosi ec. , li chia- no i cristiani con dispregio e deri-
mavano nazione lucifuga, e muta sione. I montanisti li chiamarono
in publico, perchè cex'cavano un a- psicici o animali j i valentiniani,
silo ne' luoghi sotterranei al culto mondani, secolari, e carnali, i mil-
religioso, e per involarsi alle perse- lenarii, e i manichei, semplici, e i

cuzioni, e perchè venivano riputati loro vescovi li appellavano i mae-


allatto inutili allo stato, evitando stri da' semplici. I novaziaiii chia-
cariche pubbliche. Quindi vennero mavano i ciistiani col nome di cor-
2o4 CRI CRI
nclianì, pcrchò riconoscevano il san- condannare ad essere divorati
Il

to Pontefice Cornelio; apostati per- dalle bestie, fu costume dei roma-


chè avevano determinato in un si- ni, per castigo delle persone vih,
nodo, che si ricevessero alla comu- come nella legge 3. //^ ad leg. Cam.
nione quelli, che facessero penitenza desic. de'malfattori , e de' sicari;
dopo caduti nell' idolatria; sinedria- ed essendo i cristiani con loro gio-

ni, perchè i novaziani per derisione ja stimati la feccia delle città, e


chiamavano quel sinodo sinedrio ; e. rei di grave delitto per seguire
capitolini, giacché la principal parte il vangelo, servirono di frequente
de' penitenti cadutiavevano sagri- in trastullo del popolo, esponendo-
fjcalo nel Campidoglio romano. Gli li negli anfiteatri a combattere, e
ariani chiamarono gli ortodossi eu- ad essere divorati dalle fiere, e per-
staziani, paidiniani , e atanasiani, da ciò era frequente negli spettatori il

Eustazio, da Paulino, e da Atana- barbaro grido : i cristiani ai lio-

sio loro flagello ; ed omusiani quai ni, ì cristiani alle bestie. I santi
sostenitori che il Figliuolo di Dio è martiri interrogati del loro nome,
consustanziale al Padre. Gli aeziani coraggiosamente rispondevano, chrì-
chiamavano temporari o
i cattolici stianus sum. Così balbettando escla-
croniti, lusingandosi che la religio- mò s. Quirico di soli tre anni, quan-
ne cattolica durasse poco ; gli a- do vide martirizzare s. Giulitta sua
puUinaristi li dicevano antropolatri, madre. Il nome cristiano era per-
o adoratori dell' uomo ; gli ori- tanto sostenuto con sì mirabile fior-
genisti chiamavano i cristiani fìlO' tezza e gloria de'santi martiri, che
sai chi, o amici della carne, e pelo- da alcuni non altro ricavarono i
sioli ossia gente di fango ec. i ne- , tiranni ed i carnefici, che di essere
storiani appellarono gli ortodossi cristiani, come di un santo chiamato

cirilliani^ da s. Cirillo d'Alessandria, diacono racconta Eusebio nel lib. I,

grande avversario di Nestorio, che ilquale interrogato del nome, della


ammetteva due persone in Gesìi sua famiglia e patria, altro non rispo-
Cristo : e gli cutichiani gli chia- se, che: chrlstianus sum. S. Blandina,
mavano nestoriani, perchè riconosce- presso il Surio a'3 di maggio, venen-
vano due nature in Gesù Cristo, do tormentata dalla mattina alla se-
contro r errore degli cutichiani, o ra, disse che quante volte ripeteva,
monofisiti, che ne riconoscevano una Christiana sum, nuove forze e vigo-
sola. I ebbero l' impu-
luciferani re acquistava. Presso il medesimo
denza di chiamare la Chiesa catto- si legge di s. Sebastiano a'20 gen-
lica, la sinagoga dell'anticristo, e naio, che portava in petto come
di satana; e i moderni eretici, fra preziosa gemma l'iscrizione chrlstia-
le tante qualifiche date ai cristiani, nus sum, per ricordarsi sempre di
li chiamarono papisti, idolatri, fi- sua vocazione, ed animarsi a sof-
gliuoli ed abitatori della prostitui- frire per Cristo qualunque tormen-
ta Babilonia ec. ec. Nel XV secolo to. Certamente, che grande e glo-
in vari luoghi della Sicilia, della rioso nome è il potersi chiamare
Puglia , ed in Benevento insorse cristiano,ma si deve però corri-
la setta dei nuovi Cristiani, che il spondere degnamente a tanta di-
Pontefice Nicolò V procurò soppri- gnità, ed onore.
mere con apostolico zelo. Sul prodigioso numero de' cri-
1

CRI CRI 20^


sliani de'primi secoli della Chiesa nella Caldea: celebrano particolari
contro l'opinione degli eterodossi, feste, hanno proprie usanze e credea-
tratta il p. Lupi, dissertazioni t. I. ze, ed invece di libri canonici non
pag. 53, e seg, mentre a pag. 28 hanno che libri pieni di sortilegii.
e seg. discorre delle leggi di Co- 11 p. Chardon, citando il viaggia-
stantino il grande, promulgate a tore Tavernier, nel t. I, p. 8. trat-
favore de'cristiani, il quale procu- ta con qualche diffusione dei cri-

rò alla Chiesa una pace generale e stiani di s. Giovanni, e monsignor


solida, che propriamente fu la pi'i- Assemani fa menzione di questi cri-
ma di cui i cristiani goderono do- stiani in una dissertazione che ,

po il suo stabilimento. Il Zacca- egli pubblicò sopra i nestoriani


ria nel tomo VII, pag. 480, e seg. della Siria, nel tom. II. par. 2,
della Storia letteraria^ parla delle nella Bibliot. Orient. pag. 609 e
varie classi ed ordini degli antichi seg.Chlamansi poi cristiani di s.
cristiani , di cui riporteremo un Tommaso, o di Cranganor [Vedi)
breve cenno. Tre classi di cristia- gli antichi cristiani della penisola
ni distinse Eusebio, de'presidenti, dell'India, giacché si crede in quel
de'fedeli, e de'catecumeni: questi ul- paese, che l'apostolo s. Tommaso
timi talvolta dicevansi cristiani, e predicasse loro il vangelo; ed il

tal' altra fedeli. Tnttavolta il nome breviario de' preti di tali cristiani
di fedeli trovasi piìi comunemen- dice pure, che s. Tommaso passas-
te ristretto a coloro, i quali ave se nella Cina {Vedi): tuttavolta
vano di già col lavacro della ri- alcuni autori ritengono essere stato
generazione purgata ed abbellita un altro , ed altri che fosse un
l'anima. Or de'fedeli in questo sen- mercante nestoriano chiamato con
so, ossia de'battezzati, due classi si questo nome. Certo è, che sono ne-
distinguevano, una era detta degli storiani soggetti al patriarca dei ne-
ecclesiastici e del clero, l'altra dei storiani, per cui i sommi Ponte-
laici. Per contrapposizione de'primi fici spedirono loro talvolta missio-
trovansi questi chiamati dai padri narii. V. la Relazione di Giuseppe
plebe, privati, secolari, mondani, Indiano stampata in Parigi nel XVII
idioti ec, ma per riguardo ai ca- secolo; ed Alessio Meneses, nella
tecumeni, avevano altri nomi, coi storia orientale dei progressi nella
quali da quelli si distinguevano, co- riduzione dei cristiani di s. Tom-
me illuminati , iniziati, benedettij maso, Brusselles i6og.
nati da Dio, perfetti, cari di Dio, fi- Finalmente, se vuoisi sapere che
gUuoli di Dio, fratelli santi, servi cosa sieno stati i cristiani nei diversi
di Dio, rigenerati, neofiti ec. Ter- secoli, d'uopo leggere l'opera di
fa
mineremo col dire alcune parole Fleury intitolata Costumi dei cri-:

sui cristiani di s. Giovanni, e sui stiani. Tutto ciò, ch'egli dice, è ap-
cristiani di s. Tommaso. poggiato su buone prove: egli con
Cristiani di s. Giovanni chiama- molta sagacità e destrezza sviluppa
ronsi quelli , che abitando lungo le cause, che hanno influito sui co-
il Giordano, presero tal nome dal stutni dei popoli di Europa^ dopo
luogo, ove battezzava il santo pre- eh' ebbero la sorte di abbiacciare
cursore Giovanni. Dipoi passarono il cristianesimo. Nondimeno, avver-
a dimorare nella Mesopotamia, e te il Rergier, è mestieri rammen-
9 0^) CRI CRI
farsi che gli esempi citati dal Fleiiiy separato, ma unito colla Svezia, for-
non sono sempre una regola gene- ma ora il regno norvegio-svedese,
rale, dappoiché nei secoli più puri in forza del trattato d'alleanza, con-
vi furono cristiani viziosissimi, e cluso colla R^ussia nel iBi4; aven-
nelle più corrotte età, massimamen- do per lo più innanzi appartenuto
te nell'infelice secolo decimo, si vi- la Norvegia al regno di Danimar-
dero sempre esempii di virtù e- ca. Vi risiede un vice-re, ed in essa
roica, e prodigiosamente diffuso il si adimano ogni tre anni gli stali,
nome Anche negli ultimi
cristiano. e la dieta ossia lo Storthing, che
tempi a noi vicini, non ostante la ha il potere legislativo, e il diritto
corruzione de' costumi, ovunque fio- di stabilire col re le imposte. Que-
rirono anime veramente cristiane, i sta città dominata dalla fortezza
è
cui costumi sono hen degni de'più di Agger, che cadde in rovina, e che
fortunati, e splendidi secoli della diede il suo nome alla diocesi. Il

Chiesa. Ad avere poi un' idea di porto è sicuro, e profondo, ed i

un vero cristiano, egli deve risguar- navigli possono ancorarsi a fianco


dare sé stesso come straniero in sul- dei magazzini, e dei cantieri. Cri-
la terra; in questo luogo di suo stiania ha belle contrade, ed alcuni
pellegrinaggio breve, incerto, e fu- fabbricati degni di osservazione, come
gace, non iscorge che miseria, e sono la cattedrale, il palazzo munici-
motivi di pentimenti, di dolore, di pale, il teatro ec. Possiede una uni-
timore, e di solenne disinganno, versità fondata nel i8i i, un museo
massime se si trova fi-a le grandez- di storia naturale, e gabinetti di fisi-

ze, e le dignità del mondo ove ca, ed astronomia con osservatorio.


medita l'estremo delle umane de- Ha una biblioteca pubblica, ospe-
bolezze. Ma d' altra parte egli s' in- dali, ospizi, casa di correzione, scuo-
nalza a Dio per mezzo della viva la militare, ed altre scuole, una
sua fede , contempla la bellezza, e banca ec. L'antica città di Opsala,
la magnificenza del suo eterno ce- Opslo, non è oggi che un borgo di

leste regno, e sospirando ammira Cristiania, che va sempre più an-


si

le pure delizie, e la inalterabile pliando; la popolazione però non


pace che quivi si gusta ; e allora oltrepassa i ventiseimila abitanti.
con un trasporto di amore esclama: Cristiania, che alcuni dicono fab-
Signore Iddio, quando fìa mai che bricata neir area stessa di Opslo,
io giunga a possedervi? infuocate il che fu preda delle fiamme, fu det-
mio petto dell'amor vostro^ fate ta anche Ando, Anseola ch'itas.
eh' io possa contemplarvi, ed eterna- Fino dal decimoprimo secolo fu se-
mente cantare le vostre lodi, col sem- de vescovile, secondo Commanville
piterno, e innumerabile coro degli an- e Labbé, suffraganea della metro-
geli, e dei santi. F. Cristianesimo. politana di Drontheim. Vi si sup-
CRISTIANIA o CHRISTIANA. plì già alla vice reggenza con quat-

Città capitale del regno di Norve- tro tribunali superiori, pei quattro
gia, capo luogo del baliaggio d' Ag- pi'i nei governi del regno Nor-
pali

gerus, o Aggershaus, in fondo al vegio, quale è diviso in diciasset-


il

golfo, che porta lo stesso nome a te baliaggi detti amt. Fu incendia-


piedi del monte Egeberg. Sebbene ta nel 1567, e rifabbricata sotto
la Norvegia non formi un regno Cristiano IV re di Danimarca nel
,

CRI CRI 20-


ibi4j prese dal suo regio liedi- nii della Chiesa R.omana, gli diede
fìcatore il nome di Cristiania, la- tal titolo nella lettera, cui gì' indi-

sciando quello di Ansio, che, come lizzò. V. il Mabillon, de re diplom.


dicemmo, avea in origine, dalla ba- lib. 5. cap. 3. n. 5. p. 70, et lib.

ia così denominata sulla quale era 5. tab. 22. pag. 384; Papebro-
costruita. In Cristiania furono pom- chio, in Conatii ad hunc Pontifi.
posamente celebrate le nozze di pag. 210. n. 6. Da essi rilevasi,
Giacomo VI, re di Scozia, e poscia che mal si opposero Mariana, lib.

anche re d' Inghilterra, ma col no- 26, cap. 12, ed il R.inaldi all'an-
me di Giacomo I, dopo la morte no 1496 §. 25, dicendo che Pio
della famosa regina Elisabetta, con II istituì di nuovo questo titolo di
Anna figlia di Federico II, re di Cristianissimo nella persona del re
Danimarca ai 23 novembre 1589. Lodovico XI, per aver abrogato la

Questa città fino del \^iZ abbrac- prammatica sanzione. In fatti il

ciò la così detta riforma religiosa, Pontefice Pio II al re di Francia


quando Gustavo Wasa discendente Carlo VII riconobbe ereditario nei
dagli antichi re di Svezia, avendo re di Francia il titolo di Cristianis-
disfatto il re Cristiano II, che per simo, locchè fecero Papi successori, i

le inaudite sue crudeltà fu chiama- in benemerenza delle segnalate im-


to il rserone del Nord, la riforma prese fatte da quei re a favore di
luterana, e i vennero
suoi errori santa Chiesa, e de' Pontefici.
introdotti ne'tre regni di Danimar- Alessandro VI voleva attribuire
ca, Svezia, e Norvegia. al re di Spagna il titolo di Cristia-
CRISTIANISSIMO, e CRISTI A- nissimo, ma ne venne distolto, co-
NISSIMA. Titolo d'onore dei re me si di«se all' articolo Cattolico
di Francia. Da una lettera, che il [Vedi), titolo proprio del medesimo
sommo Pontefice Onorio I, eletto re di Spagna. Narra il Macri, che
nel 625, scrisse ai vescovi di Vene- in appresso Giulio II privò del ti-

zia, e d' Italia, appresso il Labbé, tolo Cristianissimo il re di Francia


Concil. t. Vcol. 1682, e presso Lodovico XII, e Io conferì al re d In-
r annalista Baronio ad an. 63o ghilterra Enrico \ III per gli egregi
num. i4, consta, che sino d'allora suoi meriti che aveva allora verso la
la possente repubblica veneta go- Chiesa romana, come riferisce il Car-
deva il titolo glorioso di Crislianis' dinal Pallavicino neW Istoria del Con-
sima. cilio di Trento, cap. i In que-
lib. 2. .

La prima volta, che i re di Fran- sta ei racconta, che Massimiliano t


cia ebbero dal romano Pontefice il imperatore si era lagnato, perchè
titolo di Cristianìssimo, e Maestà il titolo di Cristianissimo fosse sfa-
Cristianìssima, fu l'anno 740, al- to conferito al re di Francia, men-
lorquando Papa III, s. Gregorio tre era dato agl'imperatori nelle
invocando da Carlo Martello (che preghiere pubbliche della Chiesa.
fu padre di Pipino re di Francia, ed Ma successo a Giulio II il Papa
avo di Carlo magno, ed allora mag- Leone X, chiamò Francesco I, re
giordomo del regno di Francia) il di Francia, col titolo di Cristianis-
soccorso, e la difesa contro i lon- simo, locchè fu continuato costan-
gobardi, e il loro re Luitprando, temente dai suoi successori. Su
che invadevano le teire, e i domi- questo punto si legga la pagina
2o8 CRI CRI
3o2 del volume 1 di questo Di- nelle sue Dissert. Epist. bibliogra-
zionario. Jìche alla pag. 197.
Il dottissimo monsignor Gaetano CRISTIANITÀ'. La società ge-
INIarini nell' illustrare un passo del nerale di tutti gli uomini, che pro-
papiro LXXXVII, 289, rileva, che fessano la religione di Gesù Cristo,
in un marmo africano di Giustino, senza riguardare alle diverse sette.
e Sofia si legge Sah'is Domiiiis : In tal guisa la cristianità non è
Chnslianìssimis et im'ictissiinis impe- contenuta nella sola Chiesa cat-
vatoribus ; e spesso pure nelle an- tolica, dappoiché fuori di questa
tiche versioni degli atti de' primi vi sono uomini, e società che por-
concili, gli augusti si nominano Cri- tano nome di cristiane, e profes-
stianissimi, siccome nella formola sano di credere in Gesìi Cristo. Pe-
della lettera inserita nel diurno, col- rò nei primi secoli della Chiesa non
la quale viene paitecipata all'esar- si accordava agli eretici il titolo di
ca di Ravenna 1" elezione del no- cristiano. Tertulliano, s. Girolamo,
vello Papa, e in due lettere di A- Atanasio, Lattanzio, due editti uno
driano II, dell' 867, e di Giovanni di Costantino il grande, l'altro di
Vili, dell' 872, presso il Constant- Teodosio imperatore, il concilio Sar-
L'autore degli atti sinceri de'mar- dicense ec. , decidono che gli ereti-
tiri, in quello di s. Pollione, dà a ci non sono cristiani. F, Ringham,

Valentiniano il titolo di Cristianis- Origin. eccl. 1. I, e. 3, §. 4} 1- I- p-


simo; e gli atti de' ss. Gio. e Pao- 33. Però la parola cristianità al
lo, presso i Bollandisti, jun. pi 169, presente ha un senso più esteso,
lo danno a Gioviano. Il Papa s. che non aveva per lo passato. Una
Gregorio I lo concedette all'impe- volta il clero si appellava Cristiani-
ratore Maurizio, come fecero altri tà, e si disse corte della cristianità
Pontefici cogl' imperatori, e coi re. la giurisdizione ecclesiastica , e il

Ed è perciò, che Enrico Bobelio, luogo in cui si teneva. Id alcune


Dissenatìo apologetica qiiod iinpc- diocesi i decani rurali si chiamarono
ralor romanonim jiirc sit dicendus decani della cristianità. V. Cristia-
Chrislianissiinus^ curn nolis Petri ni, ED ERETICI.
Lanihccii in ejus Comniput. de Bill. CRISTIANOPOLI , Christiano-
Vindobon. 1675, t. Ili, prese a polis, o Arcadia. Città vescovile
difendere 1' opinione, che l' impera- del Peloponneso nell'Arcadia, secon-
tore avea diritto di godere il tito- do Leone il saggio. Questa sede
lo di Cristianissimo. Quantunque arcivescovile della quarta provincia
poi il le Cointe, Des rais De Fran- d'Achea, nell'esarcato di Macedonia
rcs , portanls le titre d'empereurs sulla costa occidentale della ]Morea,
dans Ics Ànnales, III, 12, abbia secondo Commanville, fu un arcive-
dimostrato, che i re di Francia scovato onorario istituito nel nono
ebbero il titolo d'imperatori anche secolo, sotto la metropoli di Pa-
senza questo motivo, sembra però trasso. La città era capitale dell'Ar-
ch'essi abbiano goduto della priva- cadia.
tiva di questo titolo cospicuo. F. CRISTO ( Christns ). Nome de-
Da Gange in Cliristianilas ; Car- rivante dal greco Chris tos, che si-
pentier in Class. II, 9^; e gli al- gnifica unto, e che corrisponde al-
tri autori riportati dal Cancellieri l' ebraico Messia , o Mosciacìi.
CRI CRI 209
In ogni tempo gli orientali fece- militudine della religione; che poi
ro grande uso dei profumi , ed fossero detti i fedeli Chresliani, lo
erano necessari, come si disse al- abbiamo altresì da Tertulliano nel-
l' articolo Cagno {^Vedi), quando r Apologetico contro i gentili, cap.
non si conosceva 1' uso di pannilini, 3 ed alludendo al vocabolo greco,
;

dovendosi portare sulla carne la la- forse significa benigno, ed utile, se-
na. perchè a prevenire il cattivo
Il condo il medesimo autore. Dell'er-
odore ungevansi il corpo con olio, rore de' gentili parla Lattanzio Fir-
e con essenza profumata; anzi quan- miano hb. 4? cap. 7 : Ignari rerum
do volevasi onorare taluno, si spar- noslrarum Christum, Chreslum et

geva sul capo, sulla barba, e sulle Christianos, Chrestianos vocabant.


vesti, quindi l' effusione degli olii Dalla sopraddetta etimologia, osserva
odoriferi divenne simbolo di con- il ]Macri, deriva il nome Christolo-
secrazione, e in tal modo furono gus, col quale gli antichi volevano
consecrati ed unti i re, i sacerdoti, denotare una persona di belle pa-
i profeti. JNello stile degli scrittori role, e parlatore dolce e soave.
dell'antico testamento, ungere una Gli antichi cristiani furono soliti

persona per qualche cosa, vuol dire esprimere il nome sagratissimo di Cri-
destinarlo, o consecrarlo a quella tal sto signor nostro col monogramma,
cosa. I giudei aspettavano il loro il quale con gran pietà, e divozione
liberatore sotto il nome di Unto o veniva da loro venerato, e forma-
di Messia per eccellenza, attestan- vasi per lo più colle due prime
do con ciò, che doveva riuniie emi- lettere greche X P del nome di
nentemente nella sua persona ap- XPTIT02: le quali erano collegate
,

punto le sublimi qualità di re, di insieme nella guisa che diremo, e


,

gran sacerdote, e di profeta. Gli ciò può ancora osservarsi in molti


scrittori romani, che ignoravano il sagri e antichi monumenti riportati
nome Cristo, e lo
significato del dal Bonarroti, dal Bosio, dall'Arri-
prendevano per un nome proprio, ghi, dal Boldetti, dai Boltari, dal
qualche volta hanno scritto Chreslus p. jMamachi, e da altri dottissimi
in vece di Christiis. Così fra gli altri scrittori delle cose degli antichi cri-
scrisse Svetonio, ragionando dell'esilio stiani. Si costumò questo mono-
dato ai cristiani discacciati da Roma gramma non solo sotto l'imperio di
per ordine dellimperatore Claudio, e Diocleziano, ma anche prima di
dai romani tenuti anco per giudei, lui, come a tempo degli Antonini,
giacché s. Pietro nel recarsi in Ro- e di Adriano, locchè osserva il p.
ma fu albergato in Trastevere nel IVIamachi, Orig. et antiq. Christian.
luogo, che Augusto avea destinato t. III, lib. 3, §. III, n. 22, p. 54;
a' medesimi giudei: Judaeos impid- e non manca persino chi asserisce,
sere Chresto assidue tumidtiiantcs e con ragione, che sì pio e lodevole

Roma expulit. e. 25. Sì aggiunge, uso avesse principio fino dai primi
che Marziale nell'epigramma 28, anni della cristiana religione. H
lib. c), Chreslum,
scrivendo contro detto Bonarroti, Osservaz. sopra
si vuole che abbia detto male di alcuni frammenti di vasi di vetro,
Cristo. Da questo rilevasi pure, che praef p. XIII, dice essere molto
in que' tempi cristiani come giudei
i probabile, che i cristiani comincias-
erano tenuti dai gentili, per la si- sero ad usare il monogramma sino,
voL. xvni. 14
,

2IO CRI CRI


nella priiuiliva Chiesa, e quando Rinaldi, anno 57, n. 52, si ap-
all'

forse essa non era ancora uscita prende, che neir anello nuziale i

dall' oriente. Sotto il regno poi di cristiani solevano imprimerlo, qual

Costantino il grande, si praticò il segno di vicendevole concordia, si-


monogramma con più frequenza. I gnificando le due lettere le destre
sommi Pontefici non di rado lo co- degli sposi congiunte. Oltre a ciò i

stumarono per segnare loro nomi i fedeli, in venerazione del nome di

nelle bolle, nelle monete, e nei mo- Cristo, portarono impresso il mo-
saici,che facevano fabbricare per nogramma, anche in altri anelli.

le basiliche 1' usarono gì' impera-


: V. Gesù Cristo, e Crocefisso, che
tori, re ed altri principi sovrani
i alcuni chiamano Chrìslo, Christi cru-
nei loro diplomi, come si ha pine cifixi efjìgiesj imago. Il commen-
dal Du Gange, Gloss. med. et in- datore Vettori, Disserl. Philologica
Jìm. latin, verbo Monogramma. 1741, p. 27 28, riporta le iscrizio-

ni in Domino Jesu, in signo Chri-


Il monogramma <\^ di Cri- sti Domini, in Deo Domino Cìui-
sto non solo rappresentava il suo sto, cavate dagli scrittori della Bo-
venerabilissimo nome, ma anche la ma sotterranea, e da altri.
croce medesima (Confer. s. Paulin. CRISTINA (s.). Nel martirolo-
Natal XI . S. Felicis. v. 608, p. 48 f, gio così detto di s. Girolamo, non
edit. Veron. an. 1736; Doniinic. che in quello di Reda, trovasi il
Georghini de Monogramma Cìirist. nome di questa santa. Ebbe ella

e. JP^, n. X, p. i5 j Gorium Sym- a sostenere il martirio sotto l'im-


bol. Litler. voi. Ili, e. VI, p. peratore Diocleziano, resistendo con
120 edit. Florent. 1749> ^•)^ po'' animo impavido a tutte le tortu-
che la lettera X per sentimento di re, cui fu sottoposta. La città di
quasi tutti gli scrittori sì antichi Tiro, in Toscana, che non più esi-

che moderni delle cristiane cose in ste, perchè inghiottita dalle acque,
qualche maniera la simboleggia. fu il luogo del suo Siigrifizio. In
Ad onta che il descritto monogram- Palermo, città della Sicilia, vengono
ma fosse il piìi comune, fu anche custodite le sue spoglie. Presso i

formato in diverse maniere dagli an- latini, ed i greci questa santa è in


tichi. V. Gorio loc. cit. cap. VI; grande venerazione. La sua lista fu
Maraachi loc. cit p. 60 e seg. Av- fissata nel dì 24 luglio.

verte il p. Lupi nelle sue Disserta' CRISTO. Ordine equestre, o ca-


zioni, t. I, p. 255, che il monogram- valieri della milizia di Ge>ÌL Cri-
ma di Cristo trovasi spesso intagliato sto. Questo cospicuo Ordine rL-ligio-

nei sepolcri de' cristiani, specialmen- so militare, e cavalleresco, il primo


te de' martiri, non già perchè si- che conferisce lu san-
e più distinto,
gnifichi Pro Christo, come crede il ta Sede, venne istituito dal re Dio-
volgo, ma perchè e martiri e non nisio di Portogallo, ed approvato
martiri fra' cristiani tutte le cose dal sommo Pontefice Giovanni XXII
loro santificavano, come coli' invo- in luogo Ordine soppresso dei
dell'

cazione, così coli' immagine di que- templari , ad istanza non solo dello
.sto nome salutare. I cristiani in stesso re Dionigio di Portogallo, ma
molte cose di loro uso misero que- anche della regina s. Elisabetta di lui

sto monogramma, e dall' annalista moglie, per difendere, come faceva-


,

CRI CRI 21,


no i templari, le frontiere del loro prò tempore dell'Ordine, il quale
regno, dai possenti mori invasori doveva emetterlo nello spazio di
di gran parte della limitrofa Spa- dodici giorni decorsi dalla sua ele-
gna, e nemici del nome cristiano. zione, juxta formavi in Pontifìcia
Lo eresse il re Dionisio, e lo con- bulla praescriptam, e quindi V ab-
fermò il Papa, precisamente in o- bate doveva trasmetterlo alla Sede
nore del venerabile nome di Gesù apostolica, del seguente tenore:
Cristo, affinchè sotto suoi onni- Ego
i >! N. magister domus mili-
possenti auspici, fosse dato ai ca- » Jesu Christi, ab hac bora ia
tiae
valieri di riportare vittoiia sopra i « antea fidelis, et obediens ero bea-
nemici della fede cattolica. Quindi " to Petro, sanctae apostolicae ec-
il re inviò ad Avignone in qualità '• clesiae Romanae, et domino meo
di suo ambasciatore, d. Giovanni « Pontifici , suisque successoribus
Lorenzo per ricevere l' autentica « canonice intrantibus ; nec ero in
istituzione apostolica dalle stesse ma- " Consilio etc, ut vitam perdant
ni di Papa Giovanni XXIJ, che la " etc. Papatum Romanum, et re-
emanò con bolla data a' i4 mar- » galia sancti Petri adjutor eis ero ad
zo iSig. 11 Pontefice sottopose " retinendum, et defendendum con-
l'Ordine alla regola di s. Benedetto, » tra omnem hominem salvo meo or-
ed alle costituzioni dei cistcrciensi » dine. Legatura sedis apostolicae
osservate dai cavalieri di Calatrava, " in eundo, et redeundo honorifice
ed Avis, concedendo all'Ordine i « tractabo, et in suis necessitatibus
privilegi, che godevano i detti ca- » adjuvabo. Vocatus ad synodum
,
valieri, e i beni degli estinti tem- « veniam , nisi praepeditus fuero
plari, colle rispettive giurisdizioni, » canonica praepeditione. Apostolo-
essendo sì le prime che le seconde » rum limina singulis trienniis vi-
restate a disposizione della santa « sitabo aut per me, aut per meum
Sede. Ed ecco come si esprime nella ^' nuntium, nisi apostolica absolvet
bolla : in perpeluum applicavit Ca- '• licentia. Possessiones vero ad do-
struinAlbum, Langroviam, Thoma- " mum meam,
et ordinem praedi-
rnim, et Almourol nec non omnia , " ctum spectantes non vendam
alia castra, bona universa etc. jura, '•nec douabo etc. , vel aliquo mo-
jurisdictiones, imperium merum, et « do alienabo, inconsulto romano
mixtuni, honores, homines, et vassal- « Pontifice".
los quoslibet etc, et quaecumque a- La bolla di Giovanni XXII fu
lia, quae ardo quondam templi pubblicata in Santarem, dove si tro-
Portugalliae, et Algarbii regnis ha- vava il re, a'i5 maggio iBig. Il
bebat, et habere debebat etc. Oltre primo gran maestro nominato da
a ciò Giovanni XXII vincolò i ca- Giovanni XXII, fu fr. Gii, o d.
valieri coi sostanziali voti di ubbi- Egidio Martinez, eh"" era gran mae-
dienza, castità, e povertà, e coman- stro dell'Ordine d'Avis, cui successe
dò che r abbate prò tempore di suddetto d. Giovanni
il Lorenzo,
Alcobaca cistcrciense del monistero già ambasciatore in Avignone pel
posto nella diocesi di Lisbona, ri- re Dionisio. Indi l'Ordine fu posto
cevesse a nome dei sommi Pontefi- in possesso de' beni de' templari,
ci e della Chiesa Romana, il giura- venendo stabilita la loro residenza
mento di fedeltà dal gran maestro principale in Castro Marino, nella
312 CRI CRT
fliocesi di Faro degli AJgarvi, don- reprimerli, essendo allora l'ottavo
de nel i336 furono traslocati in gran maestro l'infante d. Enrico,
Thoniar, villaggio, o castello sette fratello di Edoardo III re di Por-
leghe lungi da Santarem, sotto il togallo. Il Papa con sua bolla li-

governo di d. Nungo Rodriquez se- mitò la giurisdizione dei visitatori


sto gran maestro, laonde in seguito della religione militare di Cristo
in questo luogo si mantenne sem- nelle persone degli abbati d'Alco-
pre il primario convento dell' Or- baca, richiamando a sé, ed alla Se-
dine. de apostolica non pochi dei rego-
Il villaggio era slato il luogo, lamenti per lo innanzi vigenti, au-
capo dell' Ordine de' templari di torizzando i cavalieri a' riscuo-
Portogallo; e quando accadde il tere le decime nelle terre con-
trasferimento regnava
Ferdinando. quistate, e in quelle che in Aitu-
In progresso di tempo il patrimo- ro avrebbono preso a' maomettani
nio dell' Ordine molto si aiunenlò, mori: e siccome il re Edoardo 111
e le sue commende divennero assai nel 1433 avea doiiato all'Oidine
numerose, colla giurisdizione su ven- lo terre conquistale pel Portogallo
tuna terre, con quasi duecentomila nell'Africa,con sovranità assoluta,
•scudi di rendite, oltre a tutte le ciò volle confermare Eugenio IV.
decime delle conquiste, che appar- Sotto il re Alfonso V, il Papa Ca-
tenevano al gran maestro. Però listo III, nel 1455, decorò l'Or-
nessun cavaliere poteva oltenei-e al- dine di alcuna parte della giuris-
cuna commenda, prima che per tre dizione spirituale, e di molli pri-
anni continui non avesse combattu- vilegi, fra'quali allogasi la nomina
to contro gl'infedeli. I re di Por- de'benefizi posti nelle terre spet-
togallo furono quelli, che principal- tanti al medesimo. Indi il gran
mente concessero all'Ordine de' pin- maestro Emmanuello, poi re di Por-
gui beni per mantenerne il lustro, togallo nel 149'* col nome di Emma-
e pel suo ulteriore progrosso. nuello I, ampliò l'Ordine, dando ai
Per più di un secolo si sosten- cavalieri molte commende nelle ,

nero i suddetti regolamenti nella lo- Provincie di oriente conquistate col-


ro integrità in forza della Saviezza l'aiuto del loro valore, e tre nelle
delle prescrizioni, ma accrescendosi Indie portoghesi, le quali vennero
appunto le commende, e dilatan- unite alla casa di commercio da
dosi l'Ordine pev fino in Salerno, lui formata pel mantenimento dei
Urbino, Assisi, Todi, Anagni ec, ove cavalieii. Radunò nel suo maeslra-
si fondarono pingui commende, ven- to molti capitoli generali, e per
ne il bisogno di cambiamenti, e ri- tal modo tolse dall'Ordine non po-
forme. In fatti verso l'anno i43o chi abusi introdotti , e prevenne
cominciarono ad insorgere gravi quelli, che in seguito potessero in-
vertenze giurisdizionali , tanto fra sorgere.
il gran maestro e i cavalieri gra- Dipoi il Pontefice Alessandio
duati, quanto fra quelli di egual VI, con bolla de'20 giugno del
dignità, i quali erano in rapporto 1499 ridusse a voti semplici i sud-
per l'unione di costituzioni, e pri- detti voti sostanziali, da cui tutti i
vilegi. Accrescendosi i dissapori, vi cavalieri professi andavano vincolati,
accorse il Pontefice Eugenio IV a li dispensò dalla religiosa povertà,
CRI CRI 2i3
colla condizione, che dessero il terzo be luogo finche i re di Portogallo
delle rendite annuali d'ogni com- furono dichiarati amministratori
menda, per la edificazione del con- perpetui, ed investiti della suprema
vento di Thomar, ed anche conce- dignità dell'Ordine. Tali pontificie
dette ad essi, che potessero ammo- deputazioni sempre furono conferite
gliarsi. Giidio II approvò tali con- coir autorità di brevi apostolici, co-
che l'Ordine cessasse
cessioni, senza me lo furono i due di s. Pio V,
di essere una vera religione. In se- ingiungendo con uno che niuno po-
guito Leone X, e di poi Paolo III tesse godere rendite dell'Ordine, se

non solo confermarono la riduzio- non fosse cavaliere professo, e se


ne dei voti sostanziali a voti sem- non portasse il suo distintivo ; pre-
plici fatta dai loro predecessori, ma scrivendo con l'altro il metodo da
prescrissero eziandio la riforma dei tenersi nella formazione delle com-
primitivi statuti dell'Ordine. Tutto- mende. Si deve notare, che queste
ciò per altronon sarebbe bastato deputazioni dei re di Portogallo in
a produrre il bramato eifetto, se amministratori perpetui per la Se-
la santa Sede non avesse preso il de apostolica, furono sino dal prin-
partito di farsi nell'Ordine stesso cipio strettamente vincolate dall'ob-
rappresentare, non più dal di lui bligo di im formale giuramento di
gran maestro pro-tempore^ ma ben- fedeltà ed ubbidienza al sommo
sì da un amministratore, a tale ef- Pontefice ed alla B.omana Chiesa,
fetto dai Papi espressamente depu- che ogni nuovo amministratore
tato. Questa scelta cominciò fin dal prestar doveva come tale, e fir-
principio a cadere o sopra i sovra- marlo di proprio pugno, prima di
ni stessi del Portogallo, o sopra esercitare la giurisdizione. La for-
qualcuno de'loro figli. Adriano VI, mola del giuramento si trova negli
nel iSii, deputò il re Giovanni Statuti dell' Ordine militare, par-
IH, e Giulio III nel i55o lo con- te I, tit. 5, riportata dal Torel-
feimò in perpetuo amministratore li, armentarium historico-legale sect.
per la Sede apostolica, dell'Ordine, 4, del discorso i23: « Sicuti ma-
sue possidenze e commende, col go- » gister obstringebatur pi'aestare ju-
verno spirituale della provincia di M ramentum fidelitatis sanctae Se-
Thomar, per mezzo di vm eccle- M di apostolicae ; ita pari modo
siastico, il quale pretese il titolo di » tenentur reges, gubernatores. Cau-
prelato della giurisdizione quasi " tum proinde est in statuto or-
vescovile di Thoviar^ e di tutti i » dinis, part. I, tit. 5, quod, vacan-
castelli, e terre aderenti all' Ordine « te magisterio ordinis, in memo-
militare di Cristo. " riam revocetur novo gubernato-
I Pontefici s. Pio V, Gregorio » ri , et administratori perpetuo
XIII ed altri osservarono lo stesso " praedicta obligatio emittendi ju-
metodo, essendo però il priore del « ramentum fidelitatis summo
convento di Thomar prefetto ge- Pontifici^ ac Ecclesiae romanae
'•'

nerale dell'Ordine, che aveva pure » in manibus prioris conventus de


due altri conventi ; né va taciuto, » Thomar, aut illius, qui locum
che quando moriva il gran maestro, '> ejusdem tenuerit ,
praesentibus
se ne eleggeva il successore dai « definitoribus oi'dinis etc, et sine
tredici cavalieri più degni. Ciò eb- " tali praeccdente juramento ma-
ai4 CRI cni
gister, et gubernatores nullam da essi usata nelle funzioni capitola-
) poterunt jurisdictionetn exercere. ri è un'ampia cappa di lana bian-
» En formula juramenti: Ego N. ca, legata al collo con due cordo-
' lex Portugalliae , et Algarbiae ni bianchi, e la croce descritta pen-
etc, uti gubernator, et perpetuus de al loro petto. Dice il Giustiniani,
administi'atoi" equestris ordinis Hist. degli Ordini equestri, pag. 5 35,
mililaiis Domini Nostri Jesu Chii- che i sacerdoti e chierici dell'Ordi-
' sii, promitto obedientiam Domino ne del convento di Thomar, in
> Nostro Papae N. ejusque succes- Portogallo furono chiamati Frades
» soribus canonica electis, et obe- de Thomar ; e che nelle guerre,
dire promitto ejiis chartis, et portavano nello stendardo la cro-
mandatis , uti filius obediens ce dell'Ordine, e dall'altra parte,
sanctae matris Ecclesiae, atque l'arma di Portogallo. Qui però no-
> etiam juro supei* sanctis evange- teremo, che quando il re Giovan-
> liis, quae meis manibus tango, ni III, nel i53o, ridusse l'osser-
» me faclurum, et cooperaturum in vanza della regola monastica nel
' quantum possum rebus subtus convento di Thomar, ivi erano i
» declaratis ". Freires, cioè i frati, che vivevano
Dal Dizionario storico degli or- conventualmente. Il re si servì nel-
dini religiosi, militari ed equestri, ab- la riforma del p. fr. Antonio Mo-
biamo, che l'Ordine componesi di niz da Silva, religioso dell'Oidine
commendatori, di gran croci, e di di s. Girolamo. In quanto poi alla
semplici cavalieri, non che di sa- bandiera dell' Ordine, è a sapeisi,
cerdoti residenti nella casa o con- che ne' luoghi pubblici e in tem- ,

vento di Thomar ; che portano l'a- po di guerra per maggior autorità


bito monacale nel reame di Por- usavano la bandiera, o stendardo
togallo, ma se il re li manda fuo- bianco di forma quadra con croce
ri de' suoi stati possono i sacerdoti vermiglia, la quale conservasi in
portare un abito clericale con isca- Thomar nella chiesa dell'Ordine.
pulare ; che in Thomar è il solo Ci siamo alquanto diffusi nelle
convento in cui si possa fare la notizie di questo cospicuo, e nobi-
professione , convento immediata- lissimo Ordine religioso ed eque-
mente soggetto al re; che in questa stre, per togliere possibilmente l'er-
casa , e nel collegio di Coimbra, che rore in caddero gravi autori
cui
serve di seminario, i sacerdoti del- nel distinguere due Ordini di Cri-
l'Ordine fanno vita comune; che vi sto Ordine di Cristo di Portogal-
:

hanno in Italia de' cavalieri dell'Or- lo, ed Ordine di Cristo Pontificio.


dine di Cristo, i quali però non Questi autori scrivono , che il
possono aspirare alle commende del Papa Giovanni XXII ne istituì
Portogallo, né sono tenuti a far due separati, uno pel Portogallo,
prove di nobiltà, dichiarandosi per l'altro per l' Italia, e quest' ultimo
breve pontificio. Secondo il Bonanni, coir insegna di una croce rossa or-
Catalogo degli Ordini equestri ec, p. lata d' oro, la cui forma è riporta-
LVI, a questi cavalieri fu essegnata ta dal Bonanni citato a pag. i52 ,

per distintivo una croce rossa^ cir- i cavalieri del quale non dovevano
condata di oro, con altra bianca in provar la nobiltà come portoghe- i

mezzo di essa incastrata. La veste si, eletti con breve pontificio ad


CRI CRT 2i5
arlitrio del Papa, senza gran mae- dell'Ordine. Risulta|K)Ì da diversi
stro, e senza abito particolare. Il decreti congregazione dell'im-
della
Eonannr ci dà la figura a pag. LVII munità, che gì' individui annove-
di un cavaliere vestito con abito rati dai Papi nel numero dei ca-
nero da città. Quindi il nominato valieri di Cristo, non abbisognano
Giustiniani, a pag. 347, oltre la dell'assenso dei re di Portogallo per
forma della croce de' cavalieri di godere legittimamente i privilegi,
Cesh Cristo d'Italia, dice che l'Or- i quali tutti si partecipano emet-
dine venne Giovanni
istituito da tendo la professione. Ma di tutto
XXII, e nel i6o5 restaurato da con forza di ragioni ed eguale eru-
Paolo V, con croce non molto dif- dizione, tratta l'opuscolo pubblicato
ferente dalla portoghese, ma colla a Bologna nel 1820 nella tipogra-
regola di s. Agostino. I Pontefici so- fia di Giacomo Marsigli, che porta
levano conferirlo anticamente a per- per titolo: Animadversioni siiW in.'
sone benemerite, ed a qualche di- dito Ordine militare di Cristo, di
stinto gentiluomo, o maestro di ca- cui si crede autore il cavaliere del
mera dei Cardinali. Al presente lo medesimo, Giacomo Wan-Pvoy For-
conleriscono con molta riserva. micini. Questi anzi pretende di
Da quanto abbiamo detto più confutare l' impropia denominazio-
sopra, sembra potersi stalli li re, che ne diOrdine di Cristo di Porto-
Dionisio re di Portogallo istituì gallo, e di Ordine di Cristo Pon-
l' Ordine religioso ed equestre di tificio, e dice doveisi chiamare sol-

Cristo, che l'approvò il Pontefice tanto Ordine di Cristo, o della mi-


Giovanni XXII, e ch'egli non mai lizia di Cristo. Le costituzioni del-
fondò altro consimile Ordine. Per- l'Ordine in lingua portogheseven-
tanto l'Ordine di Cristo, che i ro- nero pubblicate da Damiano, prio-
mani Pontefici, come capi di tutti gli re del convento di Thomar, e pre-
Ordini diritto che su
religiosi, e pel fetto generale dell'Ordine. Gli sta-
di esso sono riserbati per singolare
si tuti portano per loro epigrafe :

distinzione ed onorificenza, concedo- Gloriari oportet in Cruce Domini


no a particolai'i e benemeriti perso- Nostri Jesu Christi.
naggi, è quel medesimo istituito dal Non si rilevané dalla bolla di
re Dionisio, confermato da Giovanni Giovanni XXII, né da altra me-
XXII, il quale ne assegnò la sede in moria, qual fosse l'abito primitivo
Portogallo per richiesta del re Dio- dei cavalieri dell'Ordine ; siccome
nisio fondatore, e della sua consorte però quel Pontefice volle, che si

la regina s. Elisabetta, come ampia- servissero delle costituzioni dell'Or-


mente rilevasi dai rispettivi brevi dine di Calatrava, è cosa naturale,
apostolici di concessione. Da questi che anche in questo punto se ne
comparisce non già comevm Ordine servissero. L' insegna essenziale di
volante, di mera o nuda apparen- quella religione era uno scapolare
za, ma ben,sì la vera religione^ mi- bianco. In appresso, coU'esempio de-
litare dell'Ordine di Cristo, locchè gli Ordini antichi, usarono una cro-
prova inoltre dalle circostanze del-
fii ce rossa sojira bianco, fino dall'an-
la fondazione, ricordate anche nel- no i33o, ed il re Emmanueie nel
le lettere apostoliche dirette dai che fece celebrare a Tho-
capitolo,
Papi ai re portoghesi amministratori mar nel 1 5o3, le ha dato la for-
2i(i CRI CIU
ma, che in oggi si pratica, e clie dreperla ,
guarnita con fiocc:o a
riporteremo per ultimo. Ho ve- granoni d'oro. Al collo 8Ì por-
duto due figure di cavalieri del- ta una fettuccia di seta ponsò,
l'Ordine diligentemente rappresen- da cui pende mezzo la croce
al

tati, cioè un secolare, ed un eccle- dell'Ordine, ui forma meno piccola,


siastico ; il primo ha sotto-abito sopra la quale avvi la corona rea-
turchino coi calzoni corti e ricami le d'oro, e se il decorato è milita-
d'oro sì a questi, che all'abito, spa- re, è sovrastata da emblemi, e tro-
da al fianco, cappello nero con fei militari. La croce è smaltata
falda alzata nel davanti, con penne d'un rosso quasi sanguigno , nel
bianche e nere, e coccarda, manto me7zo del quale tiionfa a smalto
bianco con croce sul lato sinistro, bianco altra croce di forma più
mentre due altre croci una pen- piccola. Inoltre i cavalieri portano
dente dal collo, e l'altra ferma dal- una placca nella parie sinistra del

la parte sinistraformano dell'abito petto, avente nel mezzo ima croce


le sue insegne. L'ecclesiastico ha il a smalto rosso, ed altra bianca in-
capo coperto cqn berretta nera cle- terna, come di sopra si è detto. 11

ricale, sottana di color paonazzo, colore rosso si della decorazione,


pazienza o scapolare nero corto con che dell'uniforme, indica il pre-
la croce, mentre un'altra ne pende zioso sangue sparso a nostra sal-
dal collo : il manto bianco ricopre vezza da (iesìi Cristo, e il bianco
tutta la persona. Questi sono gli esprime l'innocenza dell'Agnello im-
abiti de' cavalieri professi, ecclesia- macolato. In fatti, come si dice al-
stici, e secolari ; il seguente è quel- l'aiticolo Croce (Fedi) , solevasi
lo usato dai cavalieri non professi nella primitiva Chiesa effigiare a
nominati dal Papa, abito di cui pie della croce un agnello giacente,
non si ha legale, e pontificia con- per cui s. Paolo vescovo di Nola,
cessione. nella let. 12, che scrisse a Sulpi-
L' uniforme di tal decorazione è zio Severo, dice : Sub cruce sangui-
di ponsò; le mostre del
scarlatto nea, niveo stai Christus in /dgno.
petto, del collo, e de'paramani so- Non riuscirà discaro, che qui ap-
no di panno bianco, con ricchi ri- presso riportiamo la modula del
cami d'oro; e bianche pur sono le diploma, il quale si spedisce con
mostrine delle falde, con quattro breve apostolico dalla segreteria dei
slellelle ricamate in oro all'estre- brevi Pontificii per ordine del Pa-
mità. Le spalline a granoni d'oro, pa in favore di quello, che viene
sono conformi a quelle che usa- creato cavaliere deUOrdine di Cri-
no i Camerieri segreti di spa- sto, nel quale si descrivono l' abito,
da, e cappa del Papa (Fedi), la croce, e la solennità onde l'uno,
quando si vestono colf uniforme. e l'altra gli vengono conferiti. Dopo
Il cappello è con piuma bianca at- l'esordio, l'esposizione de' meriti, e
torno, guarnito di cappio a grano- la consueta assoluzione dalle censu-
ni d'oro, e fiocchi pure di oro al- re, il breve apostolico è concepito
l'estremità. I calzoni bianchi di nel seguente tenore:
panno sono ornati di striscie d'o- » Te militiae Jesu Christi Equi-
ro alle cuciture di fianco; e la spa- >j tem legimus , eique te ordini
da ha il manico d' oro con ma- w splendidissimo auctoritale aposto-
CRI CPtI 217
>j lica infeiimus. Proprium vero semplici cavalieri dai cavalieri com-
» hominiim illius ordinis liabitura mendatori, si diede a questi ultimi
" accipies a tuo episcopo, vel a quo in tempo della regina Maria I una
» libi libitum alio calholico aiili- placca, che si porta nell'abito dalla
»3 stite comunione cum
sacrorum parte sinistra, aggiungendovi il sa-
•' cathedra romana juncto ( in id cro cuore di Gesù con una corona
» enim facultatem illis opportunam di spine , ed una crocetta nell'alto
>i tribuimus ) accitis adstantibus- della placca suddetta. Questi stessi
" qua, prò libito pariter a te de- emblemi mettono nella croce del
si

" leclis, duobus, aut saltem uno ex collo. Verso il fine del secolo pas-
» eqviilibus militiae Christi aut
, sato s' istituì un nuovo grado di
» militiae altexnus, si nerao praesto cavalieri, cioè di gran croce, quali i

" esse equitum ordinis in


poterit sono i più distinti, e porlano una
« qucm adlegeris. Corani ilio au- medaglia colla croce rossa, sospesa
" tem antistite, a quo honorifìcam a tracollo di una fascia rossa dalla
' Testem acceperis, statini, aut fa- La placca di essi
dritta alla sinistra.
>' ciò temporis intervallo, conceptis è eguale a quella de'commendatori.
" verbis ea profltebere, quae conti- Tutti i cavalieri usano nelle fun-
" nentur formula profiteiitibus mi- zioni, in quella del sagro cuore di
" litiam Jesu Christi praescripta. Gesù (nella quale -però non hanno
-•'
Quae postquam fueris exequiitus, posto i semplici cavalieri), e nella
" te compotem fieri volumus ju- processione del Corpus Domini, di
" rium, privilegiorum , immunita- un manto di crespo bianco, lungo,
" tum omnium ac singularum, quae- e legato al collo con fiocchi di seta
» cumque datae ac tributae sunt del medesimo colore, e di una plac-
» militiae Jesu Christi aliis militi- ca ricamata nella parte sinistra
" bus, etiam qui illius vestes a Lusita- dello stesso manto di una grandez-
" niae rege acceperint, cui perpeluam za più del doppio di quella, che
>' ordinis administrationeni apo- suole portare nell' abito. Questo
» stolica sedes indulsit. Haec libi manto si avvolge intorno alla cin-
» concediraus, et inipertimur non tura del cavaliere con altri fiocchi
" obstantibus, ..." Qui seguita- pendenti da un lato. I semplici ca-
no le solite deroghe. valieri, invece della placca ricamata,
L' insegna de' cavalieri decorati devono avere una croce grande.
dal re di Portogallo, consiste in una Dopo il gran maestro, 1' Ordine
croce latina di colore rosso, e le in Portogallo ha per dignitarii, il
quattro punte terminano in forma priore, il commendatore maggiore,
di trapezio. Una croce bianca più il claveiro ossia mazziere, il secre-
stretta sovrappone alla rossa sen-
si tario maggiore^ e gli alfieri. I gran
za alcuna base nella sua estremità. maestri avevano il privilegio di far-
Questa insegna si deve portare al si precedere negli atti pubblici dal
collo pendente da un nastro di se- commendatore maggiore con uno
ta rossa ponsò larga circa tre dita, stocco in mano accostato agli ome-
passando per un semplice anello ri, prendendolo per la punta, e con
d'oro, il quale serve per infilare il le guainizioni verso le spalle. Il

nastro, che sospende la croce. Sic- priore pubbliche adunanze,


nelle
come era necessario distinguere i funzioni; e luoghi pubblici ha il suo
ai8 CRI CRI
posto a dritta, e gode privilegi ve- fonso IV. Rinunziò dopo avere go-
scovili, rome si accennò di sopra ;
vernato l'Ordine dodici anni.
ora però la giurisdizione è più li- VI. D. Nuno Rodriguez, uomo
mitata. gran maestri, lìnchè que-
1
di prosapia illustre. Sotto il suo
sto cospicuo Ordine fu unito alia magistero l'Ordine da Castro ]Ma-
corona di l'ortogallo, furono i se- rin venne trasferito a Thomar, do-
guenti dodici personaggi. Quindi v'egli celebrò il primo capitolo ge-
investiti i re di tal dignità, si fece- nerale di Thomar, cui presiedette

ro un pregio di vestirne le inse- l'abbate di Alcobaca, allora visita-


gne. tore perpetuo dell'Ordine. Governò
I. D. Gii, o Fgìdio Martmcs, il per anni quindici.
quale incominciò a goveinare l'Or- VII. D. Lopo Diax de Sottza^
dine nel iSip, con ammirabile pie- nipote della regina Eleonora de
tà, corrispondendo alla stima che Meneses. Così è chiamata da fr.

ne avea concepita il re Dionisio. Girolamo Roman, e dall'autore dello


Jliuni il capitolo generale, che fu il Scudo degli Ordini militari. Il p.
primo di questo Ordine nella città d. Luigi da Lima nella Geograf.

<li Lisbona, nelle case, le quali pri- storica t. I, p. 532, gli dà il nome
ma appartenevnno ai templari, e di d. Diego Lopez de Souza. Il

chiamansi scuole generali. Morì ai Pontefice Bonifacio IX però fioii

i3 novembre i32r, e fu sepolto volle confermarlo, attesa la sua te-

in Thomar nella chiesa di s. Maria nera età, e così ne vpime affidato


detta dos Olivaes. il governo per lo spazio di anni
II. D. Giovanni Lorenzo, uomo tredici, ad un amministratore par-

<li molto merito, celebrò due volte ticolare. Poiché il detto d. Lopo
il capitolo generale , e determinò ebbe compiti gli anni 35, fu con-
cose assai utili per l'Ordine, che fermato nella sua carica, governan-
governò cinque anni. do per anni venti con ri[)iitazione
III. D. Martino Goncah'es, uo- di gran valore. Morì nella villa

mo dotato di bontà, e di egregie Covilhoa nel i4i8, ed il suo ca-


qualità. Egli procurò all'Ordine di davere fu trasportato nel convento
fà'isto la comunicazione dei privi- di Thomar, ed ivi sepolto.

legi dell'Ordine teutonico. Il re VIII. Uinfante d. Jrrigo, figlio


Alfonso IV lo ebbe in singolare esti- del i-e Giovatnii 1. Le geste di lui

riazione, chiamandolo in un diplo- furono preclare, ed il suo nome


ma, in cui concedeva un privde- risuona glorioso presso l'inclita na-
gio all'Ordine, vìagnijico, strenuo zione portoghese. Gli successero nel
e Governò anni
potente cavaliere. magistero i seguenti infanti, o figli

otto, e morì nel i335. d'infanti di Portogallo.


IV. D. Stefano Gonralvei, fra- IX. Uinfante d. Ferdinando, du-
tello dell'antecedente, fu flagello dei ca di Viseu.
maomettani , aumentò le rendite X. D. Emmamtele o Diego, figlio

dell'Ordine, massime con ciò ch'era del precedente infante.


dei templari, governò anni nove, e XI. D. Emmamtele, in appresso
morì nel i344- re di Portogallo.
V. Rodrigo Ànnes, gran cava- XII. D. Giovanni ITf, re di Por-
liere valoroso stimato dal re AI- togallo.
CRI CRT 219
Elenco rJci dieci capitoli generali cristiana (Vedi)j quello della Pas-
dell' Ordine di Cristo. sione [Vedi), o cavalieri di Cristo
e della Passione; quello di Gesìi
I. Nel i32i, celebrato in Lisbona [Fedi), o cavalieri della milizia
sotto il magistero di d. Gii. di Gesù in Alemagna j quelli di
II. Nel i326, tenuto in Thotnar, Gesù Cristo [Vedi), o cavalieri di
essendo gran maestro d. Gio. Gesù Cristo, di s. Domenico e di
Lorptizo. s. Pietro martire ec. Oltre a ciò
Ilf. ÌNei i3i6, celebrato in Lis- nella Livonia, nel i2o5, il vescovo
bona. di Riga Alberto istituì l' Ordine
IV. Nel iSya, adunato in Tho- militare di Cristo per difendere i

mar daNuno Rodriguez.


d. novelli cristiani, che si convertiva-
V. Tenuto in Thomar dall'infante no dal paganesimo, contro quelli
d. Arrigo. che li perseguitavano , come rile-

VI. Nel 1492, celebralo dal re Em- vasi da una lettera del sommo
niannele. Pontefice Innocenzo 111, il quale
VII. Nel iyo3, tenuto dal re so- ordinò ima crociata per reprimere
praddetto. i pagani persecutori de'convertiti.
Vili. Nel \5i3, fu convocato dal I cavalieri portavano per insegna
re Giovanni. sopra i mantelli una spada, con
IX. Nel i538 adunossi in Lisbona vma croce sovrapposta, il perchè
nell'ospedale d Ognissanti, gover- vennero appellati anche, frati della
nando l'Ordine il re Sebastia- spada, come narra Longino, nella
no: in qualità di presidente, se- sua Hìsloria Polon. lib. 8.
dette d. fr. Vincenzo priore di CRISTOFORO (s.) de Avana.
Thomar. Città con residenza vescovile nel-
X. Nel iSyS si tenne in Santarem r America , il cui vescovo è suf-
coll'intervento dello stesso re Se- fraganeo della metropoli di s. Gia-
bastiano. como de Cuba nelle Indie occiden-
tali di Spagna. Dopo l'ultimo ve-
Oltre gli autori succitati, fa la scovo Gio. Giuseppe Diaz de Espa-
storia di questo Ordine il p. Gio. da, della diocesi di Calahorra, che
Battista de Castro, beneficiato del- Pio VI! avea dato a questa sede
la basilica patriarcale di Lisbona agli II 1800, n'è ammini-
agosto
nellci stia Mappa di Portogallo, nel stratore apostolico r arcivescovo di
t. Ilj parte 3, e 4» della seconda Guatimala, per disposizione del re-
edizione, stampata in Lisbona nel gnante Gregorio XVI. V. Avana,
1763, dal quale autore si è trat- ove si parla di questa città, e seg-
to gran parte di questo articolo. gio episcopale.
Nel Cocquelines poi si legge la bol- CRISTOFORO (s.) de Laguna
la di Giovanni XXII, Bull. Rom. nell'isola Tenerijfa ( S. Cristoplioii
CRISTO [Ordini equestri). Altri de Laguna ). Città con residenza
Ordini equestri vi furono sotto que- vescovile nell' Africa , bella città
sta venerabile denominazione, oltre dell'isola di Teneriffa, che è la piti
il precedente i he sussiste. Questi so- vasta dell' isole Canarie e viene ,

no : quello della Concezione, Ordine anche chiamatn S. Cristoval de La-


militare ed equestre, o della milizia guna neir occMuo Atlantico. Sorge
.

2'jo CRI CRI


questa città sulla costa nord-esl, e gnità prima delle quali è il
, la

sulla strada dell'Orotava, in mezzo decano, con quattordici canonici,


ad una estesa e fertile pianura, po- comprese le prebende del teologo,
sta sopra un'eminenza a sessanta- e del penitenziere, con dieci por-
quattro tese al di sopra del mare, zionari ed otto beneficiati, che
,

circondata tutto all'intorno da ame- fruiscono la metà delle prebende.


ni giardini, e dominata da ima La cura parrocchiale della cattedra-
collina piantata di lauri, mirti ed le, eh' è anche fornita del battiste-
arboscelli. Le case sono antichissime, rio, è affidata che al capitolo,
e solidamente costrutte. Evvi an- la fa amministrare da un sacerdo-
cora una bella piazza ben fabbri- te vicario. Nella città evvi un'al-
cata. Ha molte fontane, acque le cui tra chiesa parrocchiale, dedicata al-
sono condotte dai dintorni col mez- l'Immacolata Concezione di Maria
zo di sotterranei canali, fatti con vergine, col fonte battesimale, come
tronchi di alberi scavati, e soste- ancora vi sono tre conventi di re-
nuli da pali piantati in terra. Sic- ligiosi, e due monisteri di monache,
come la città sta dappresso un la- diverse confraternite, e l'ospedale.
go di acqua chiamato in
dolce, Il seminario, e il monte di pietà
ispagnuolo laguna, perciò ne pre- secondo la bolla di erezione dove-
se il nome. Questa città fu un vano istituirsi. La mensa ad ogni
tempo la capitale dell'isola di Te- nuovo vescovo è tassata ne' libri
neritra, ed il centro del commercio della cancelleria apostolica in fiori-
delle Canarie, ma dopo che varie ni cinquanta.
eruzioni vulcaniche distrussero il CRISTOFORO (s.) martire. Quan-
porto di Guarachico, perdette del- tunque non sieno concordi quelli,
la sua opulenza, e la sede del go- che scrissero gli atti del martirio di
verno fu trasferita a Santa Croce. questo santo, nondimeno il suo nome
La sede vescovile fu fondata dal ed il culto sono molto celebri. In
Papa Pio VII, che la dismembrò oriente con gran venerazione si

dalla diocesi Canaria coU'auto-


di solennizza la di lui festa li 9 mag-
rità della bolla. In cathedra illius gio, e in occidente li 25 luglio.
cui dixil Christus. data il primo Sulle tele, e sui marmi viene egli
febbraio 1818, e la dichiarò suf- rappresentato di estrema grandezza,
fraganea della metropoli di Siviglia. ma questo non è in fatto che alle-
Quindi il successore di lui Leone goria ,
per dinotare il grande a-
XII, nel concistoro de'27 settem- more che portava a Gesù Cristo.
bre 1824, ne dichiarò primo ve- Fu egli nella Licia assoggettato al
scovo monsignor Luigi Folgueras- martirio, e le sue spoglie furono
y-Sion della diocesi di Oviedo , venerate prima a Toledo, ed ora
che tuttora ne governa la diocesi. si custodiscono badia di s.
nella
La cattedrale è dedicata alla Nati- Dionigi in Francia. In tempo di
vità di Maria vergine, volgarmente pestilenza viene egli dai fedeli in-
detta dei rimedii, sotto l'invocazio- vocato qual possente intercessore.
ne eziandio dei ss. Ferdinando ed CRISTOFORO, Papa CXXII
Isabella^ ed è ini conveniente edi- Era egli romano, figlio di Leone,
lizio, avente dappresso l'episcopio. e di basso lignaggio. Fatto pre-
11 capitolo componesi di sei di- te Cardinale di s. Lorenzo in Da-
CRI CRI 221
maso invase il pontificato ai 6 CRISTOPOLl. Sede episcopale
dicembre de! QoS, nel momento della seconda provincia dell' esarca-
della canonica elezione di Leone V. to di Macedonia, la cui erezione
Ria non occupò la sede che poco rimonta al quarto secolo, sufliaga-

più di sei mesi ; mentre avendogli nea della metropoli di Filippi. Kel
lesa la parìglia il suo successore secolo XIU si uni a Brama, e di-
Sergio III, lo cosliinse ad entrare venne arcivescovato. 11 Wadingo
in un monistero, e poscia in una dice, che sei vescovi latini vi ebbero
prigione, ove morì nel mese di giu- sede.
gno 904, e fu sepolto nel Vaticano. CRISTOPOLl, o CHYSOPOLL
Sebbene questo Cristoforo, invaso- Sede vescovile della Celesiria, nella

re della cattedra apostolica, da al- seconda provincia d'Arabia, sotto il


cuni venne tenuto per un vero an- patriarcato Antiocheno, e la me-
tipapa, tutlavolta gli storici lo pon- tropolitana di Bostra.
gono nel novero de' Pontefici ,
per CRIVELLI Uberto, Cardinale.
le ragioni che diciamo all' artico- F\ Ureaso III Papa.
lo Cronologia lìt Romani Pontefici CR.n ELLI Alessaivdro, Cardi-
[Fedi), trattando di que' pseudo- nale. Alessandro Crivelli dei conti
l'ontefìci, che prendono nella cro- di Lomello, nobile milanese, nato
nologia luogo tra i legittimi, e ca- nel i5o8, si applicò al mestiere delle
nonicamente eletti. Di fatti ,
per armi, e senator della patria diven-
conto di Crisfofoio, qual Papa, per ne valoroso in parecchie prodi azio-
altro invasore della Sede del pre- ni. Godeva il favore di Carlo V,
decessore, lo descrivono, e ritengo- the lo fece capo di buon numero
no Novaes, Eleni, della vita de' Pon- di milizie , tra le quali dicesi che
tefici, t. II, p. i58; Sandini Jltae contasse quattrocento uomini a sé

Ponti/, t. 11, p. 36 1 , e 754; Pia- consanguinei. Senonchè vedovato ,

tina. Fife de' Ponte fci, pag. 198. della moglie, da cui ebbe tre figli, gli
Anche il diligentissimo storico degli cadde in pensiero di dare in vece il
antipapi, Lodovico Agnello Anasta- suo nome alla milizia della Chiesa.
sio, ninna menzione fa di Cristoforo. In appresso Pio IV lo chiamò a Ro-
CRISTOFORO, Cardinale. Cri- ma, e lo promosse nel j56i al ve-

stoforo Cardinal prete di s. Vitale scovato di Gerenza, e Cariati in


fu al concilio tenuto da s. Paolo I Calabria ; lo spedì nunzio alla cor-
nel 761. te di Madrid; poi a' 12 marzo
CRISTOFORO Romano, Cardi- 1 565 lo creò Cardinal prete assen-
nale. Cristoforo Romano, primicerio te di s. Giovanni a Porta latina,
di S. R.. Chiesa, fu creato Cardina- chiesa cui abbellì magnificamen-
le prete da Sergio III. te. Poscia fu destinato legato a Inte-
CRISTOFORO Cristoforo, Car- re presso il medesimo re cattolico,
dinale. F. Cristoforo Papa. ove dicesi che per la sua prudenza, e
CRISTOMACHI. Appellazione talento, siasi acquistato molta estima-
data da s. Atanasio a tutti quegli zione. Reduce dalla Spagna, si trat-

eretici, i quali errarono intorno tenne alquanto con s. Carlo Bono-


alle nature, o alla persona di Gesù meo a Milano. Nel 1567. rinunziate
Cristo. F. s. Athanas. lib. De De- le sue chiese, stabih a Roma un col-
rret. Synod. Nicenae. legio a bene istituire la gioventù del-
,

7.11 CKi CRI


la nobile famiglia Crivelli. V. il vo- gaio apostolico di Romagna , os-
lume XIV, 143 del Dizionario.
p. sia Ravenna, dopo di averlo anno-
Solo qui si deve notare, che il le- verato alle congregazioni cardinali-
gato pel mantenimento dei discen- zie di Propaganda fide, della sagra
denti in qualche collegio , ora è consulta, dell'immunità ecclesiastica,
amministrato e proletto da un Car- e delle acque. Morì d' anni settanta
dinale. Quindi dopo essere concorso non compiti, in Milano, ai 28 feb-
alla elezione di s. Pio V, e Grego- braio 1768, e fu sepolto nella chie-
rio XIII, mori a Roma nel iSyS, di sa di s. Maria della Porta ove il ,

sessantacinque anni, e otto di Car- conte Stefano Gaetano Crivelli suo


dinalato. Fu sepolto nella sua chie- congiunto, gli eresse un'onorevole
sa Maria in Araceli.
litolare di
s. marmorea iscrizione.
Noteremo, che questo Cardinale ap- CRIVELLI Carlo, Cardinale.
partiene all'antica e illustre fami- Carlo de' conti Crivelli nac(|ue da
glia Crivelli, la quale diede alla s. nobile famiglia in Milano, a' 3 i mag-
Sede Urbano III, a quella di Mi- gio 1736. Clemente XIII nel i75g
lano s. Ausano arcivescovo, e varii lo dichiarò suo cameriere d'onore,
altri personaggi distinti per pietà, ed ablcgato apostolico , a portare
per prodezze militari, per scienza, la berretta rossa al Cardinal Igna-
I due seguenti Car-
e per consiglio. zio suo zio. Quindi lo nominò pro-
dinali appartengono ad altra no- tonotario apostolico, nel 765 con-
i

bile famiglia non meno degna della sultore de' riti, e nel 1766 ponen-
nominata, la quale fiori per uomi- te del buon governo. Fu decano
ni illustri. dei protonotari apostolici nel 1774?
CRIVELLI Ignazio, Cardinale. dipoi nel concistoro degli i i set-
Ignazio de' conti Crivelli nobile mi- tembre 1775, Pio VI lo fece ar-
lanese, nacque in Cremona a' 3o civescovo di Patrasso in partibns,
settembre 1698. Fu da Benedetto e nunzio apostolico di Firenze, don-
XIII nel 1726 fallo protonotario de lo trasferì inR.oma con un chie-
apostolico, poscia ne! 1728 vice le- ricato di camera nel J 785 , colla
gato di Ferrara. Clemente XII lo presidenza degli archivi, e nel 1794
promosse alla nunziatura di Colo- il pioiTiOsse alla cospicua carica di
nia nel 1739, avendolo tre anni goveinatore di Roma, in tempi as-
prima fatto arcivescovo di Cesarea sai scabrosi, per cui potè colla sua
in partibns. Nel 1 743 Benedelto pietà, singoiar benignità, e pruden-
XIV lo trasferì alla nunziatura di za, guadagnarsi la benevolenza del
Bruxelles, quindi nel 1753 dichia- Papa e dei romani Finalmente .

vollonunzio di Vienna, finché Cle- composte le cose politiche de' tempi,


mente XIII ai 24 settembre del il nuovo Papa Pio VII nel concistoro
1759 lo creò Cardinale dell'ordine dei 2 3 febbraio 1801, lo creò Cardi-
de' preti , e gì' inviò la berretta nale, e poi lo pubblicò in quello dei
cardinalizia per mezzo del di lui 2 3 niiiggio 1802, dandogli in titolo
nipote monsignor Carlo Crivelli ab- cardinalizio la chiesa di s. Susanna.
legato apostolico. Indi gli conferì, Indi lo annoveiò alle congregazioni
allorquando si restituì a Roma, il de' vescovi e regolari, dei sagri riti,

titolo di s. Bernardo alle Terme, della disciplina regolare, e della


e poscia nel 1761 il dichiarò le- reveienda fabbrica di s. Pietro. Fu
CP.O CRO 223
piotettore del monisteio di s. Su- Sava, e la Kulpa la separano so-
sanna, della chiesa ed arciconfiater- pra una estensione considerabile; ed
nita di s. Rocco, e dell' arciconfra- iu fine il mar Adriatico. Questo
tercjta della ss. Concezione nella paese si trova naturalmente diviso
chiesa di s. Nicola degli Incoronati, in due parti dalla Sava, ed i suoi
Morì Milano di anni ottanta uno
in abitanti ascendono circa a settecen-
a'
ig gennaio 1818, e fu sepolto tornila, la maggior parte slavi, che
nella chiesa di s. Maria della Por- sono i primi abitatori della regio-
ta, ov' erangli state celebrate le e- ne, originarli della Russia, e perciò
sequie convenienti alla sua dignità, professano la religione cattolica, e
Il di lui nipote, conte Ferdinando, greca. 11 regno di Croazia si divide
ivi gli pose un' onorevole iscrizione in Croazia civile, e Croazia milita-
in marmo. Di alcune notizie di que- re ; prima che si trova intera-
la
sto Cardinale tratta il Cancellieri mente al nord della Sava, com-
nel suo Mercato, massime alle pag. prende i comitati d' Agram di ,

io4, e 238; anzi sulle diverse fa- Roroes, e di Warasdino la se- ;

miglie de' Visconti, e de' Crivelli, a conda situata in gran parte al


pag. i35 riportali proverbio, che sud della Sava, rinchiude i gene-
si dice iu Pillano, secondo l'Ami- ralati di Carlstadt, di Warasdin, e
denio. del Banato. Grauze, o Ban di Croa-
CROAZIA, Croatien. Liburnia. zia. I comitati sono divisi in mar-
Contrada che appartiene all'impero che o jaras, ed i generalati iu di-
d' Austria, ed alla Turchia. La Croa- stretti reggimentari. Agram n' è la
zia turca forma nel pascialitico di capitale, ossia Zagrabia.
Bosnia, una parte del sangiacato di La Croazia è la parte dell' anli-
Bagna-Luka. La Croazia austriaca, ca che romani chiamarono
Illiria, i

eli' è molto più considerabile, si di- Liburnia, ed alla quale Valerio ^les-
vide essa pure iu due parti, l'una salo Corvino diede il nome di Cor-
delle quah, sotto il titolo di regno, vada. \ cvovaW derivanti dagli slavi
costituisce uno degli stati dell' im- nel 640 al tempo dell'imperatore
pero d' Austria, e 1"
altra si trova Eraclio vennero ad abitar questa
compresa nel circolo di Carlstadt, contrada , scacciandone gli avari,
neir Illirio. Prima ebbero il nome di Hrwati,
Il regno di Croazia riguardata o Hrovati, dai greci cambiato in
come facente parte integrale della quello di chrobati. Il Rinaldi^ ai-
Ungheria , confina al nord con l' anno 886, num. 8 raccc.nla, che
questa, da cui è separata dalla sotto l'imperatore Basilio, // yl/<7fe-

Drava ; all'est colla Schiavonia, da done, i croati si diedero all' impe-


cui r Illova, la Sava Lonya, e la ro, e dappoiché le nazioni barba-
lo separano in parte; al sud il re degli sciti, detti croati, e servi,
suo limite è detcrminato dai monti mandarono ambasciatori, si sotto-
Valabitchi (divisione delle Alpi Giù- posero spontaneamente, ed ebbero
lie) dalla parte della Dalmazia, e dall'imperatore le proviucie, che
dall' Ounna, e da una linea mili- poi per loro si chiamarono Croa-
tare di frontiera dalla parte della zia,o Servia, per abitarle. Questa
Turchia; all'ovest ha il ducato di regione nel medio evo riunita alla
Sliria, il regno Illirico, da cui la Dalmazia {Vedi), ebbe i suoi prò-
8 ,

s>24 Clio CRO


pili sovrani col titolo di re di V nel 1447 "^'' spedì per legato ji

Croazia, e Dalmazia, ma però sem- Tommaso vescovo Farense, e nel 'l

pre soggetti all' impero d' Oriente, 1449 ^' mandò pure Antonio dei
quindi fu resa tributaria della santa minori francescani. Zagrahia, e Cri-
Sede. Il citato Rinaldi, Annoli Ec- sio sono vescovati della Croazia
cles. ad an. 1076, nvim. Qì'ò ripor- così pure Tinia delta volgarmente
ta come
il Papa s. Giegorio VII Kfiin.
creò re Demetrio duca della Croa- CROCCIA. Veste, che i Cardinali
zia, e della Dalmazia, e benché re adoperano in conclave, particolar-
barbaro giurò fedeltà e di propria mente in tempo degli scrutinii, e ne-
volontà promise alla Chiesa romana gli altri tempi, e circostanze descrit-
un tributo, facendosi da principe libe- te all' articolo Conclave (Vedi). Si
ro che era, suddito di s. Pietro. A tal chiamò anche Crocea, Crocida, e
inSalona città della Dalmazia,
effetto dal Burcardo viene detta Crocchia.
convocò un sinodo, ed alla presen- E un gran manto con istrascico
za del legato della Santa Sede, vi- della forma simile al piviale perchè
cario del Papa suddetto, fece la dal collo pende sino a terra, aper-
formale promessa, e il legato in ta nella parte anteriore: intorno al
nome di s. Gregorio VII conferì collo è increspata, fermandosi con
al principe la dignità reale. Di lutto, un uncinello, e nella parte poste-
si fa memoria nel libro di Cencio riore cade per terra. La coda si
Camerario, r/e censibus nposlolicacSe- rannoda, e solo si scioglie quando i
dis, dove pure vi è parte della storia Cardinali nella cappella degli scruti-
del sinodo. Nel secolo decimo il re nii, ricevono la santa Eucaristia
d'Ungheria s. Stanislao I riunì questo dalle mani del Cardinal decano, se
l'egno a quello di Ungheria di cui in con tal veste la ricevono, e nel
progresso sembra aver sempre forma- rendeie la prima adorazione al no-
to una parte integrante, quantunque vello Pontefice. La materia della
i abbiano piìi volte tentato
croati croccia è di lana, saja, o mirinos,
di sottrarsene. Finalmente, col trat- di colore paonazzo pei Cardinali, che
tato di Vienna dell'anno i8og, vestono l'abito rosso; ma quei Car-
l'Austria cedette alla Francia tutto dinali, che debbono vestire del colo-
il paese situato al sud della Sava, re dell'abito religioso a cui prima
o la Croazia militare, che fu annes- appartenevano, usano la croccia di
sa allora alle provincie illiriche, a- egual colore. La croccia si assume
vendo Carlstadt per capoluogo, ma dai Cardinali in conclave, essendo in-
dfipoil 1 5 rientrò sotto il domi-
1 oltre vestiti di sottana, fascia, e
nio austriaco. mozzetta, cappuccio si ca-
il cui
I sommi Pontefici esei'citarono va fuori dalla croccia, perchè que-
tutto il loro zelo, ed apostolica sta veste si sovrappone alle de-
sollecitudine in varie epoche al scritte. Colla croccia i Cardinali
vantaggio spirituale della Croazia. vanno coperti il capo di berretta
Fra i legati ivi da loro spedili, rossa. La forma della croccia viene
merita menzione il Cardinal Aicolò riportata dal Bonanni nella sua Ge-
Boccasini, per commissione di Bo- rarchia Cardinalizia a pag. 44^3 ,

nifacio Vili, cui successe nel i3o3. e la riprodusse Capparoni nel t. I


il

Col nome di Benedetto XI. INicolò della raccolta della Gerarchia cecie-
.

CRO CRO 225


pure ripro-
siaslica, e dal Falaschi fu « capparura praelatorura dempto
dotta a p. i8 della Gerarchia eccle- » cuculio".
siastica, rappresentando un Cardi- Il dotto vescovo di Vaison, mon-
nale in rocchetto, e croccia ma con signor Suarez, cercando l' etimolo-
manifesto errore, dappoiché manca gia del nome di questa veste, di-
la mezzetta, solendosi in conclave, chiarò essere detta Croccia a Cro-
come dicemmo a quell'articolo, as- co, idest infecta colore croceo, ben-
sumere talvolta il rocchetto colla ché altri sieno di parere diverso.
croccia, ma sempre sotto alla mez- Quindi aggiunge, che l' uso n' è an-
zetta tichissimo, essendone derivata la for-
Nei commentarli del Cardinal ma dalle cocolle monastiche, e si-
Papiense, si leggeMane Patrcs
: no dal tempo in cui dal mona-
indiilis palliìs a summo deorsum, chismo gli abbati, e monaci bene-
qiiae croceas vocant, in cellam b. dettini furono assunti alla dignità
Nicolai^ cjuae ad dextram primae pontificia,o cardinalizia, i quali per
aulae est. Questo Cardinale fu crea- lungo tempo rimasero ad abitare,
to da Pio II, ed intervenne ai con- ed a conversare ne' monisteri, to-
clavi del i4^4j 6 f^^l ^47'' ^^^ gliendo alla veste o cocolla le ma-
primo Paolo II, nell'altro
fu eletto niche, ed aggiugnendovi la coda o
Sisto IV. Descrivendo egli l'elezio- strascico, insegno di maestà, come
ne di Paolo II, fa chiara menzione costumarono sempre i grandi, ov-
della croccia. Il citato Burcardo, vero in segno di duolo, come si
Conclavi de' Pontefici Romani, p. praticò appresso diverse nazioni. Il

123, raccontando l'elezione di Giu- ]Macri al vocabolo Crocea afferma,


lio II avvenuta nel i5o3, dice: che la veste croccia anticamente
w tutti Cardinali si andarono a ral-
i era comune ai Cardinali fuori di
-•' legrare col nuovo Pontefice, che fu casa, come si rileva dalle proteste
" pubblicato col nome di Giulio II : fatte dall'imperatore Federico I, con-
" io gli cavai la croccia da dosso ". tro il Pontefice Alessandro III, con
Nel conclave dell' elezione di Leone processo prodotto nel conciliabolo
X, ch'ebbe luogo nel i5i3, a p. di Pavia, in cui venne asserito, che
1 34, si parla delle croccie assun- Alessandro III non era stato eletto
te e deposte dai Cardinali. Dipoi nei sagri comizii, e che non era
Gregorio XV ne stabilì l'uso nella uscito cogli altri Cardinali vestito
sua bolla sul conclave ed elezione come essi , asserendo molti esserne
del Papa: Croceis utantnr in ele- uscito sine manto , idest Papali,
ctione, et aliis actibus collcgialitcr sine stola, sine albo equo, ma co-
faciendis. Giulio Lavorio nel trat- perto con pelli nere, e con pallio
tato del conclave lib. I, cap. 5, num. pure nero, cioè colla croccia allora
7 fa la seguente esatta descrizione usata. Lo stesso Macri ci diede la
della croccia: » Est Crocea genus figura di fr. R.icciardo Caracciolo
» chlamydis longae usque ad terram, gran maestro di Rodi, tolta dal di
" ab anteriore parte adaperta, la- lui sepolcro, ove fu posto nel ispò»
" nea a summo usque ad imum nella chiesa di s. Giovanni priora-
•' violacei coloris, sed a parte po- to della religione gerosolimitana, ed
" sterioie habet caudam, et circa è simile a quella, che il Rnnanni
M collare est ragusa, ad foimam ncir opera sunimentovata pose a
VOT-. XMII.
9

226 CRO CRO


pag. 44^j ^^ c"' si vede forma la lillcato ai Bussolanti (Fedi), eia
della croccia usata in quel tempo, della forma della croccia dei cau-
ma nera. datari, ma la saja era di colore
Vuoisi poi significare nella forma rosso.
della croccia, come in quella della CROCE, Crux . Questa voce
Cocolla (Vedi), \^ figura della croce, presso gli antichi significava ogni
e nel colore di porpora scura o vio- genere di supplizio, sia che fosse un
letta, la pubblica mestizia, e dolore albero, ovvero un semplice palo cui
della Chiesa rimasta vedova del suo si attaccava, o s'inchiodava il de-
sposo, e dei fedeli privi del loro co- linquente. Si generalmente con-
è
mune padre ed universal pastore. Si venuto di chiamare croce un hui-
vuol quindi spiegare la lunghezza del- go trave di legno, attraversato dal-
la croccia sino a terra, in un allo stra- la parte più alta da un legno mol-
scico della coda, come un sagro, e me- lo più corto, per fissarvi le braccia
sto significato, in cui trovasi il senato del paziente il,suo mentre che
apostolico de' Cardinali nella sede corpo slava applicalo sul trave. Tale
vacante. Di tal sorte di colore, e è lo strumento di siqiplizio, cui gli
forma d'abito, come si raccoglie dal ebrei sottoposero Gesù Cristo, e
concilio di Braga, da Isidoro 1. 1 che divenne poscia il segno più
De orig. rer. sacr. , e dal dotto santo, e venerabile del cristianesimo.
Sirmondo ep. 3, 1
3 si vestiva-
1. , Presso gli ebrei principalmente era
no anticamente gli spagnuoli, chia- in uso il supplizio della croce, dap-
mando essi tal veste Gramassa, don- poiché se ne fece menzione nel
de derivò il nome di gramaglia alla Deuteronomio e. i\, 11, ma non
veste di duolo, di lutto, e di corruccio, si sa se il paziente fosse appeso
usata ne' tempi di pubblica e pri- alla croce con chiodi. Certo è che
vata mestizia. Aggiungiamo col Sua- il supplizio ordinario de'beslemmia-
reZj che questa veste o croccia di tori era di essere lapidati, il perchè
color paonazzo, dimessa sino a terra secondo le loro leggi gli ebrei la-
e con lo strascico, fu anticamente, pidarono s. Stefano, qual reo di be-
come osservò l'Aliciati, Comment. stemmie, com'essi stoltamente diceva-
ad tlt. P. R. docl., in uso presso no. Fu condannato a morte Gesù Cri-
i anche prima dei monaci
gentili, sto dal consiglio degli ebrei come
benedettini, facendone menzione O- avesse bestemmiato , avendo detto
mero, nel verso Vereor Troas, ac
: di essere il figliuolo di Dio, Mail,
Troades vestinienta trnhentes, ed il e. 26. V. 6^-66, laonde fu da loro
Satirico con questo altro Longani : consegnato ai romani perchè fosse
traxit per palpita vestem V. . fatto morire. Egli già aveva chia-
Jos. Maria Suaresius, De Crocea ramente predetto che , i giudei lo
veste S. R. C. Cardinalium in Con- avrebbero consegnato ai gentili
clavi, Romae 1670. Anche la veste per essere flagellalo , e crocifisso,
di saja paonazza, che i caudatari Mail. e. 20, V. ig. Morendo Gesù
de' Cardinali usano nelle cappelle Cristo sulla croce ha redento, conver-
Pontifìcie, chiamasi croccia, la quale tito, e santificato il mondo, e l'i-

descrivesi all'articolo Caudatario stromento della croce è divenuto


(Tedi). L'abito dei Camerieri extra pei cristiani preziosissimo, e sicco-
viuros incorporati uell' odierno pou- me oggetto della nostra avventuro-
CRO CRO 227
sa redenzione, sempre ha riscosso Mentre in alcun luogo della Fran-
tutta la nostra divozione, e culto. cia non si voleva l'erezione delle
V. Croce verì, o Reliquia della ss. croci, divoto costume de' missionari,
Croce. di piantarle nel sito ove predicano
Dopo la fondazione del cristia- per mantenere più viva la fede, e
nesimo, il segno della croce ti'ova- per confermare i buoni proponi-
si su tutti i monumenti cristiani, menti ne' cuori pentiti alla vista
massime dopo la fortunata epoca dell'augusto seguale di nostra re-
dell'imperatore Costantino /'/ Gran- denzione; dicembre del 1826
nel
de, in cui per la prodigiosa appa- in Mignè villaggio poco distante
rizione della medesima croce, or- da Poitiers, mezz'ora circa dopo
dinò di apporne il segno sul laba- il tramonto del sole, nell'atto che
ro, insegna imperiale di cui par- erigevasi solennemente la croce fuo-
lammo all'articolo Bandiera (^Vedi), ri di chiesa alla presenza di cir-
perchè d'intorno all'apparsa croce ca cinquemila persone, nel compier-
ei lesse l'iscrizione: vincerai con que- si le missioni del santo giubileo,
sto segno, come di fatto avvenne. con sorprendente prodigio si vide
Altre miracolose apparizioni accad- in aria risplendere una croce di
dero ancora sotto l'impero di Co- mirabile grandezza, di perfetta re-
stanzo, e di Costantino Copronimo. golarità, colorata quasi di vivido
Sotto il primo, come abbiamo da argento, leggermente tinto in rosa,
s. Cirillo patriarca di Gerusalemme, la quale dalla fronte della chiesa
in questa città alle ore nove de! stendeasi orizzontalmente sul capo
mattino apparve una gran luce in degli adunati per circa centoqua-
forma di croce, che si stendeva ranta piedi di lunghezza, e le stel-
dalla montagna del Calvario, sino le, quasi a farle corona, scintillava-
a quella degli olivi, e brillò per no tutta la loro luce. Facile è l'im-
molte ore, accerchiata da un' iride maginarsi qual fosse la sorpresa,
di luce. Alcuni moderni critici han- quale la commozione della molti-
no preteso, che le croci luminose tudine, che proruppe in dirotto
fossero corone naturali di luce, ma pianto, quante e quali le conver-
per distruggere questa asserzione, sioni d' indurati peccatori. T^. le
si legga il Buller, marzo, p. 222, e Mem. di relig. di Mar. di lett.

seg. Costantino , dopo aver trion- t. II. Venuto ciò a cognizione di


fato in virtù del sagro segno della Papa Leone XII, ecco come si espres-
croce, giurò sulla precedente appa- se col vescovo di Poitiers con breve
rizione. Per riguardo all'epoca di de' 18 api-ile 1827: •' Res est hujus-
Costantino Copronimo, il Bernini, " modi ut causis naturaiibus ti'ibui
Storia delle eresie, p. 263, narra » non posse videatur; itaque gra-
che in Costantinopoli per tre anni " tulamur fraternitati tuae, cujus
grande, che la
la peste fece strage si " in dioecesi misericordiara suam
città fu quasi deserta apparendo al- -V tam luculenter ostenderit ". In
l'improvviso nelle vesti crocette di un altro breve de' 1 7 agosto, Leone
color ceruleo , e questi cosi con- XII dichiarò » eh' Egli è persua-
trassegnati tosto morivano . " so che la appari/ione fosse un
Fra le recenti apparizioni della cro- '•• mii'acolo, avvertendo che questo
ce, diremo solo di quella in Mignè. « è un suo privato giudizio , uo-
228 CRO CRO
» bisque ipsis, privato judicio no- cvitce. Dice il Macri, che l'effigiar
» Siro persuasum. " Aggiun-
ita sit le cioci nelle sagie vesti, e l' e-
se a questo breve il dono di mia guale forma adottata in esse, e nel-

croce d'oro, che racchiude una por- le religiose, è rito antichissimo tan-
zione della vei'a croce, accordando to nella chiesa greca, come nella

indulgenza plenaria a quelli, i quali latina, e per le vesti sagre fino dal
nella terza domenica dell'avvento tempo di s. Marco Papa, come no-

visitassero la detta chiesa di IMi;;iiè. ta Baronio all'anno 336. Oggi


il

Dopo la fondazione pertanto del- usano i latini mettere le croci nel


la religione cristiana, e precipua- l'amitto, sul manipolo, sulla stola,
mente, come dicemmo, dopo (;he le quali croci si baciano dal cele-

Costantino fece porre il segno fklia brante mentre assume tali indu-
croce sul labaro, questa si vede *.u menti, e quando li depone. Il Ga-
una grande quantità di medaglie, ra ni pi neW //lustr. del sigillo della
e di altri antichi monumenti la ;
Garjagnana, a p. 86, parla delle

croce è collocata nelle mani del- croci sulle mitie, e triregni ponti-
la vittoria, o in quelle dell'im- ficii. A pag. 107, rende l'agione

peratore ; e posta ancora sul glo- della croce posta sul vessillo, o sten-
bo imperiale che dopo Augusto
,
dardo di s. Pietro, riportando le

era divenuto il segno dell' imperio parole d' Innocenzo III. Questo Pa-
del mondo, fu destinata poscia a pa oltre le regie insegne spedi a
rappresentare l'immagine della vit- Calogiovanni, re de' bulgari, anche
toria. Se ne ornarono pure gli scu- il vessillo di s. Pietro, notando che
di, e le corazze, e si sovrappose un tal vessillo praelendit non sine

agli elmi e ai berretti. La croce mysterio crucem, et clai-es quia;

isolata divenne il tipo del rovescio b. Petrus apostolus, et crucem prò


delle monete battute a Costantino- Christo suslinuit, et claves a Chri-
poli, e di quelle battute sotto i re sto suscepit.Reg. an. VII, ep. 2 1 ;

franchi, sotto Clodoveo, e i suoi finalmente il Garampi a pag. 121


successori. INon solamente la croce tratta delle croci nere sul Pallio
divenne un segno proprio atto a (f^edi). Le croci dei pallii sono sei,
santificare le armi, gli ornamenti prima erano rosse, ed ora sono di
imperiali, e tutto quello che serve piombo coperte di taffettano nero.
agli usi pubblici, ma i cristiani ne Sulla croce delle pianete de' sacer-
adornarono ciò che serve agli usi doti francesi dietro le spalle, e noa
particolari, come le vesti sagre e dinanzi al petto, vedi il Cancellie-
religiose, i piatti, i bicchieri, le ri, Diss. epist. Bibliogr. p. 3 1
g.
lampade, le porte delle loro case, Gli antichi cristiani incomincia-
il pane medesimo , massime quel- rono a porre principalmente il sa-
lo del sagrificio, o i pani per le lutare segno della croce sui sepol-
oblazioni, siccome si legge nel Ber- cri, e sui sarcofagi, e allora vi ag-
lendi, Delle oblazioni pag. 12, ove giunsero degli e attributi: l'alfa

riporta la figura delle oblatae grae- l'omega collocati ai due Iati, indi-
corum. Ne riparla a pag. 19, e cavano che Dio è il principio, e la
20, ove ci dà la figura àeWObla- fine di ogni cosa, la croce posta tra
ta Eldeplionsi ciim cruce et nomi' due agnelli, o portata da un agnel-
ne Chrislij e l' oliata cwn sola lo, indica il sagrificio che la bontà
,,

CRO CRO 229


di Gesù Cristo lo indusse a offeri- ne talvolta in quattro luoghi, ov-
re per tutti gli uomini. Il Bosio, vero in tre, in due, ed ordinaria-
Roma sublerr. pag. Qi&, osserva mente in uno, nel principio cioè
che r agnello colla croce, gero- Alcune volte si vede
dell' epitaffio.

glifico di Gesù Cristo, fu usato congiunto alla croce uno o più can-
dai cristiani anche prima dei tem- dellieri, come talora un sol candel-

pi di Costantino. Il P. Mamachi, liere senza la croce ; costumi, che


De costumi de^ prìmilìvi cristiani, dopo il secolo XV si lasciarono di
tom. i8i, dice ch'essi ne' se-
I, p. praticare. Il seppellirsi con la croce,

polcri solevano scolpire l'albero di o Crocefisso, dice che è il Piazza


Adamo, ed Eva, affine di rammen- costume antico. Gerarchia Card.
tar la croce, ed invitare i peccatori p. 552.
alla penitenza,ed al ricupero della Questo segno è stato consagrato
grazia di Dio per cui furono creati : eziandio per decorare il santuario
quindi a pag. i86 soggiunge, che delle chiese, ove si ripone il vaso
solevano pure rappresentarvi la im- delle ostie, sull'estremo punto delle
magine del Piedentore con la croce facciate esterne, in cima alle cupo-
in mano, trofeo della salvezza del le, ai campanili, ai battisteri ec.

genere umano, la qual croce in al- e persino sugli obelischi, ed altri

cuni momenti è rappresentata con edifizii. F. Giovanni Marangoni


ornamenti di gioje, per denotare il Degli obelischi., e guglie consacrati
prezzo, e il valore di lei. Per ve- all' idolatria, poscia dedicati alla
nerazione poi del nome di Cristo, i croce, e convertiti in adornamento
medesimi cristiani colle lettere gre- del prospetto delle chiese, p. 359.
<;he X e P, che corrispondono alle La croce sopra una elevazione, in-
due prime della voce Cristo [P'edi), dica il monte degli ulivi, santifica-
vale a dire C e R, l' esprimevano to dalla passione di Gesù Cristo.
i:olle due lettere unite insieme in La palma collocata presso la croce
modo che 1' X colle sue aste decus- addila il martirio sofferto per la reli-

sasse il P, e formasse una figura gione qualche volta questo segno sa-
:

simile alla croce, e ciò per indicar gro era espresso col sangue slesso dei
la vittoria riportata sul demonio, martiri. Le mura delle chiese furo-
pel salutifero segno della croce. Sul- no decorate nei pilastri di croci un-
la croce posta in principio delle te col crisma e in numero di do-
iscrizioni sepolcrali, il p. Mar tene dici, delle quali si parla all' arti-

ha osservato, De antiq. eccl. iisib. colo Chiesa o tempio (Vedi), mas-


tom. Ili, pag. 577, che il pio co- sime al § IV. L' uso di consagrare,
stume di segnare la croce alla testa o di benedire le croci, è molto an-
del defonto è molto antico. Aggiun- tico, e vuoisi che sia avanti il VII
geremo col Durando, essersi ciò concilio generale celebrato nel 784,
praticato ad nolandum illum ho- sebbene alcuni ne attribuiscano la
minem christianum fuisse, ciuia hoc origine al secondo secolo. La bene-
sìgnum diabolus i'alde veretur et dizione delle croci appartiene ai ve-
timet accedere ad locum crucis si- scovi, o ai preti delegati da loro.
l^naculo insignituni. Si trova per- Quando un prete è autorizzato dal
tanto nelle lapidi sepolcrali scolpito suo vescovo di benedire qualche
rpiesto segno dell' umana redenzio- croce particolare per le processioni,
.

2 3o CKO CR O
per le chiese, per le cappelle, per fuoco, e su di ciascuno piantata la
le case ec, la pone sull' altare dalla croce. Il Giacconi o, e il p. eresse-
parte dell'epistola, sopra un cuscino, ro riferiscono, che in Ispagna un
accende per lo meno un cereo, as- divoto sacerdote non ardiva cele-
sume la cotta, la stola, l'aspersorio brare perchè mancava l' altare di
dell' acqua benedetta ec. , cpiindi si croce, ma che mano angelica ne
pone in ginocchio, bacia la croce, e portò una alla presenza del popolo,
la lascia baciare agli astanti. Pon- e del principe, che attendeva la

tif. Romannin, e Rituale Romanum, inessa. Inoltre s. Ambrogio, cap. 9


Benediclio novae crucis. de Spiritu sancto, notò che la cro-
Clemente XI con decreto del ce è simbolo del sagriflzio sangui-
I 704 dichiarò, che le croci degli al- noso del Salvatore: perciò il ram-
tari, e per le processioni, potessero menta a tutti i celebranti colle sue
anche benedirsi privatamente da stesse parole: quotiescwnque feceritis
qualunque sacerdote. Narra il Macri in mei memoriam facietis ; laonde
ne' vocab. p. 162, che è anti-
eccl. con molta ragione la croce fu pre-
chissimo nella Chiesa il dipingere scritta sugli altari, ove celebrasi il

la croce nel principio del canone. sagrifizio. Innocenzo III dice figurar
Questa devesi tenere sull'altare men- la croce tra i due candellieri, che
tre si celebra la messa, in memoria Cristo fu mediatore tra i gentili e
della passione del Salvatore, seb- i giudei, unendoli insieme in una
bene non si pone ove è esposto il stessa chiesa, come disse s. Paolo,
ss. Sagramento. Avverte il Macri nella prima epistola a Timoteo,
che non era peccato il celebrare sen- cap. 1 mediator Dei, et hominum
:

za la croce, per essere semplice ru- Christus Jesus. Si vela poi la cro-
brica, e non precetto di cosa gra- ce nei primi vesperi della dome-
ve; ma Benedetto XIV nel 1746» nica di passione, perchè Cristo, na-
colla costituzioneAccepimus, ordinò, scondendosi, non compariva in pub-
che nel celebrarsi la messa suU'al- blico in quel sabato, quando fu ra-
tai'e fosse esposta la croce colla sa- dunato il consiglio dei sacerdoti
gra immagine del Crocefisso [F^edi). contro di lui. y. Ruperto lib. 5, e. i

Il Cardinal Bona, de rebus li' Nel venerdì santo poi si toglie il


turgicis cap. 1.5, lib. J, dice: ab velo, perchè in tal giorno Cristo com-
aspectu crucis sacerdoti celebranti parve nudo sul monte Calvario, sve-
passio Christi in. memoriani revo- lando a noi fedeli misteri nascosti i

cetur, cujus passionis viva imago, al popolo ebreo. V. Ruperto al citato


et realis repraesentatio hoc sacri/i- 1. 6, e. 20. Il Cardinal Borgia, de
cium est. Che perciò s. Bonaventu- Cruce Vatic. pag. 12 3, dice che
ra, nel lib. de Missa, disse: Sancti presso alcune chiese si usava di
Patres statuerunt ne quisquani Mis- scoprire la croce, sebbene quaresi-
sas agat, nisi in altari adsit ima- ma, ogni volta che sull' altare si
go Crucifixi. Si osserva questo rito celebrava il sagrifizio. Non va ta-
come cosa imposta per tradizione ciuto, che i monaci cistcrciensi, se-
apostolica. Racconta il Metafraste, condo le loro rubriche, velano le

presso il Surio ai 3 settembre, che croci dalla prima domenica di qua-


s. Gregorio, vescovo e martire ar- resima, sino al giovedì santo nella
meno, vide alcuni angeli tutti di compieta ; ma però scuoprono la
CRO CRO 23.
noce ili occasione di processione, plicaDio di benedire il luogo, e li-
cioè di quelle che hanno luogo in berarlo da ogni insidia del demo-
quel tempo. Su questo punto ab- nio, acciocché tutti quelli che ivi
biamo seguenti i decreti: Feria V invocheranno il suo santo nome,
in Coena Domini ec. « Ad lotionem possano poi eternamente glorificarlo
" pedum crucis velura debet esse e benedirlo in cielo. Altri, con s.
«f coloris violacei. S. R. E. i6 no- Ambrogio e Teodoreto, rappresen-
» vemb. 1649. ^''^' coloris debet es- tarono la croce per la verga di
» se velum crucis altaris, in quo Mosè. I greci chiamano Staurope-
« missa celebra tur violacei vero : giurn il sitoove si pianta una cro-
" crucis proccssionis, et altaris lo- ce, e la cerimonia di piantarla, ciò
" tionis. Ita S. R. E. 20 decem- che importa giurisdizione. Quando
>i bris i7<S3, e Caereni. Episcop. il patriarca di Costantinopoli voleva
» lib. 2, cap. ^3, n. io ". Su fare esente qualche monistero, o
questo punto va letto quanto si luogo ecclesiastico dalla giurisdizio-
disse al voi. Vili, p. 278, 291, ne dell'Ordinario, soleva piantarvi
3o8 del Dizionario , e l' articolo una croce, per privilegio concesso-
Altare. gli da Michele Paleologo, come ri-

Avanti d'incominciarsi alcun edi- ferisce Pachi mere, hist. graec. hb.
fjzio ecclesiastico, seconda
a di 6, cap. II. Così pure si costuma da al-

quanto prescrive 1' ordine Romano, cuni magistrati di porre sopra alcu-
de divin. ofjlc. cap. de aedifie. Ecc. ne porte, case, o luoghi il nome o
pag. 107, si deve porre nel luogo r immagine del principe per signi-
a ciò destinata la croce, per essere ficare, che ciò è indipendente dalla
essa chiamata titolo; ciò che fecero giurisdizione del regio fisco. Il Pon-
i cristiani sino dalla primitiva Chie- tefice Urbano II nel concilio di
sa, per cui sebbene il sito fosse pro- Clermont ordinò, come apparisce
fano, diviene perciò venerabile, esa- dal can. 29. che se alcuno essendo
gio. La croce eretta da s. Agostino perseguitato dai nemici, ricorresse
e s. Cirillo si chiama simbolo del per istrada a qualche croce, fosse
luogo ove Giacobbe alzò una pietra considerato come stesse in chiesa.

per memoria della visione della sca- Sulle croci erette innanzi alle

la celeste, considerandolo come luo- chiese, o d' intorno ad esse ne' Ci-

go santo. Laonde le leggi cano- miteri (Fedi), per designazione di


niche e hanno ordinato che
le civili luogo sacro, si legge in uno stro-

dove vuoisi fabbricare una chiesa, mento del ii32, che certi vescovi,

si alzi prima una croce visibile, co- consagrando una chiesa ejus continen-
me pure decretò il concilio aure- tiani circumeundo, cnicibus infixis,
lianense: Nemo Ecclesiani aedijicet terminarunt et designanint, etc. , ad
antequani episcopus civitalis i>eniat, sahitateni della medesima chiesa.
et ibi et ante prae-
cniceni figat, Gali. Clirisi. t. VI, p. 36 Instr. E
finiat. pure ordinarono con
Cos'i in altro dell'anno 11 36, si legge;
leggi imperiali Teodosio e Giusti- ininmnitas et salvitas caunensis nio-
niano. Questa croce anticamente nasterii, siciit antiquilus constitiUa

solevasi benedire con solenni ceri- est, et sicut criices, quae in circuì-

monie, come sunt includunt. Ivi.


si fa nel porre la pri- tu firniatae ,

ma pietra, in cui il vescovo sup- L'uso di piantar croci sulle strade


,

232 CRO CRO


maeslre. derivò dall'avere a quelle sini, dice che essi non mai scolpi-

il diritto d'immunità, e di asilo scono odipingono in terra sì venera-


come alle chiese, ed agli altari. bile segno, ed anzi che il czar di
Così prescrisse il concilio di Cler- Moscovia rilevò non convenire, che
mont, tenuto l'anno 1096, col ci- il Papa porti sulle scarpe la croce,
tato can. 29. Quando Benedetto XIII cui rispose il p. Possevino a lui

nel 1729 si recò a visitare l'an- mandato da Gregorio XIII, che vo-
tico suo arcivescovato di Bene- lendo i fedeli baciare i piedi al

vento , che riteneva ancora , al Pontefice, questi per modestia po-


confine della città discese dalla car- sero sulle loro scarpe la croce, ac-
rozza per baciare in ginocchio con ciò quella, e non i piedi baciassero.
edificante tenerezza una gran croce P'. Bacio del piede. Riferisce poi
di legno ivi eretta, la quale dal po- il Gretsero de' cruce, tomo I, lib.
polo fu ridotta in minuti pezzi 2, cap. 62, che s, Lodovico IX re

e divisa per divozione. Però le leg- di Francia, Pio IV, e s. Carlo


gi ecclesiastiche proibiscono la ere- Borromeo in un sinodo approvato
zione delle croci in luoghi profani ; da Gregorio XIII, proibirono che
ed un tempo non si potevano nem- la figura della croce si dipingesse,
meno delincare sul pavimento del- e scolpisse in terra.
le chiese, affinchè il segno del- Oltre quanto si dirà della croce
la redenzione non fosse calpesta- che precede le processioni, ove si
to. Ne' tempi piìi moderni non si parlerà della croce astata, e della
stette rigorosamente a tal divieto, croce pontificia, qui noteremo che
per cui nei pavimenti delle chiese r uso di portar la croce nelle pro-
ve ne hanno molte, massime sulle cessioni coi lumi accesi, da alcuni
lastre di marmo, che ricoprono le fu attribuito a s. Gio. Grisostomo,
sepolture. Sulla venerazione della benché il Baronio affermi essere
ci'oce i piissimi imperatori Teodo- stato molto prima incominciato que-
sio, e Valentiniano nell'anno 4^7 sto rito nella Chiesa. In Germania
fecero questa legge: « Cum sit uo- viene chiamata Hehdoìiiada Cruci'.';,

biscum difigens per omnia su-


-•3 la settimana delle rogazioni, che in
w perni Numinis religiouem tueri, essa si fanno dai cattolici. Nella pri-
» signum Salvatoris Christi nemini mitiva Chiesa non si dipingeva, o
« licere vel in silice, vel in niar- scolpiva Gesti ciocifisso sulla cro-
w moribus humi positis, insculpere ce, ma la sola croce per condiscen-
« vel pingere ; sed quodcumque dere alle debolezze degl' infedeli, i

w reperitur toUi, gravissima poena quali entrando alcuna volta nelle


M mulctandum, eo quod contrarium chiese per udire la predicazione e-
» statutis nostris tentaverit, impera- vangelica, si sarebbero scandalizzati
» mus." Su questa legge, disse il in veder Cristo crocifisso come un
Saliceto « Signum crucis non de-
; malfattore, servendo ancora in quei
M bet pingi, vel sculpi in loco qui tempi la croce per supplizio dei
» possit pedibus conculcari." L' e- delinquenti. Laonde per guadagnarli
rudito p. Menochio, nel t. I, p. dipingevano, e rappresentavano la

624 delle Stuore, parlando della croce gemmala, e adornata di vari


^ran riverenza, che portano alla lavori, ponendo a pie' di essa un
santa croce i moscoviti, e gli abis- agnello svenato, figura di Cristo.
CRO CRO 233
Dopo Costantino il grande, po- r insegna e la decorazione fu la
tendo la croce essere portata pul> croce. V. Croce di decorazione, al
blica mente, ricevette diversi orna- quale ed a quelli della
articolo,
iTienti ; allora s'incominciarono a Croce Stazionale e Croce Astata si
fare croci d'argento, e d oro arric- parla delle diverse forme della cro-
chite di pietre preziose, e qualche ce. Il disegno delia maggior parte

volta d'intagli, e di cammei. Gli de'templi cristiani offre la configu-


argomenti di quelle rappresentazio- razione della croce greca, o della
ni erano sovente pagani, né erano croce latina forma della croce
; la
vietati, perchè la loro nuova ap- greca però differisce da quella del-
plicazione si riguardava senza dub- la latina, perch' essa ha quattro
bio come segno del trionfo del cri- braccia eguali, mentre la seconda
stianesimo. L' imperatore Costanti- ne ha uno più allungato degli altri.
no, i Pontefici Ilario, Simmaco, Ser- Per altre notizie sulla croce, V. gli
gio I, Leoiìe IV ed altri fecero articoli, Croce segxo ; Croce vera
formare di quelle croci, e le do- o reliquia, e sue feste Croce a- ;

narono alle chiese, anzi si fece- stata; Croce pontificia; Croce


ro persino dei reliquiari della for- pettorale, ed altri relativi. Della
ma di croce. Vari principi do- miracolosa croce di Caravacca, città
narono ricche e preziose croci alle della Spagna del regno di IMurcia,
basiliche di Roma ; quindi furono venuta prodigiosamente dal cielo
anco illuminate con gran copia di alla presenza di un re moro, che
lumi. Adriano I fece porre nel si convertì al cristianesimo con tut-
presbiterio della basilica vaticana, ta la sua corte, tratta il p. Me-
un candelliere forma di ci'oce
a nochio nel t. I, pag. 63 o, e seg.
contenente i38o lumi; sino agli delle sue Stuore. Il Cancellieri nella
ultimi tempi nella detta basilica, e sua Aria eli Roma ec, pag. iSy,
nelle sere del giovedì, e venerdì riporta, che il p. generale de' ge-
santo, avanti la confessione si ap- suiti presentò a Benedetto XIV va-

pendeva una croce grande foderata rie croci ci' argento di Caravacca,
di lastra d' ottone, alta palmi tren- con due sbarre; ed a pag. 3 17,
tatre, e larga diciassette, con 6i8 dice del segno di tal croce, che
lumi. avea in bocca un fanciullo. Le ci-o-
La croce diventò nel medio evo ci finalmente non sono meno degne

il segno della brama di combattere di culto religioso delle immagini


gì' infedeli, e gli eretici, colle guer- de' santi, giacché rappresentano la
re chiamate perciò Crociate [f'edi) j vera croce di Gesù Cristo, e l' i-

i combattenti per la croce di panno stromento della nostra salvezza, per


rosso che posero sulla spalla dritta cui la Chiesa le ha sempre onora-
furono detti Crocesignati, o Cro- te. Per ciò che riguarda le croci
ciati.Ciò accadde per la prima benedette, che si tengono dai fede-
volta nel rogS. Alcuni religiosi li in dosso, come al collo ec; e di
presero il nome di Crociferi [Ve- quelle che appendono alle corone,
di)^ dal portare in mano, o sul vanno letti gli articoli, Benedizio.\e
petto la Croce, come Crocifero (Fe- e Corona Divrizin.-VALE. Osserva l'L'-
di) viene appellato il porlacroce. gonio, Hist. delle Stazioni, che Si-
Quindi istituiti gli Ordini equestri, sto V sull" altissima torre del (^am-
2 31 CUO CUv>
pidoglio Romano, eretta da Grego- La festa dunque della laveìizinne

rio Xlll, fece porre nella mano de- (iella ss. Croce, e del suo ritro-

stra delia statua di Roma armata, vamento, fu istituita in memoria


in vece dell'asta, il vessillo della che s. Elena madre dell'imperatore
croce qual trofeo della cristiana re- Costantino, nell'anno 826, fece cer-
ligione, nel luogo il più nobile del- care, e trovò sotto le rovine del
l' antica dominatrice del monde, ed monte Calvario (J^edi), la vera
ora avventurosa capitale del cri- croce di legno in cui era stato ap-
stianesimo, e sede del vicario di peso Gesù Cristo, S. Cirillo di Gè*
Gesù Cristo. rnsalemme, che fu elevato a questa
CROCE VERA, o Reliquia, e sede episcopale venticinque anni do-
delle sue feste. La croce, dopo che po, inferisce questo fatto, parlando-
Gesù Cristo figliuolo di Dio umi- ne a' suoi uditori come testimonio
liandosi sino a lasciarsi conficcare oculare, e ciò confermarono i prin-
sopra di essa, ne fece lo stromento cipali santi padri, i quali sono enu-
della vittoria che riportò sul pec- merati dal Trombi'lli, dal Zaccaria,
cato, e suir inferno, divenne la glo- e da altri. Confrontando i loro lac-
ria simbolo
del cristiano. Essa è il conti si vede, che i pagani aveva-
della sua fede, il pegno della sua no procurato di togliere ai ciistia-
speranza, e il più possente motivo ni la notizia del luogo della sepol-
per lui della più fervida carità, es- tura di Gesù Cristo. Non solo ave-
sa è insomma l'emblema, e il libro vano ammassato moltissime pietre,
di tutte le virtù. Quanto poi Dio e macerie; ma vi avevano fabbrica-
si è abbassato per noi mercè l'ob- to sopra un tempio a Venere, ed
brobrio della sua croce, tanto più eretta la statua di Giove sul luo-
dobbiamo onorarlo appunto nella go, ove si era compito il mistero
sua coU'arma della quale
croce, della risurrezione. S. Eleua, dopo
Gesù Cristo ha vinto il nemico aver fatto demolire il tempio, flì-

delle anime nostre, facendoci passa- ce scavare una paite del Calvario,
re dalle regioni delle tenebre nel e vi scoprì finalmente il sepolcro
regno della sua luce. I protestanti di Gesù Cristo, cogli stromenti del-
disprezzano come una superstizione la passione di lui, col Titolo della
il culto religioso, che rendiamo al- Croce, e coi Chiodi [f^edi). Sicco-
la croce; e Prassea, condannato dal me trovaronsi tre croci, quella del
Pontefice s. Vittore I dell'anno ig4j Salvatore venne riconosciuta per un
oltre l'essere caduto in altre enormi miracolo.
eresie, giunse ad asserire, che il Pa- La pia imperatrice ne spedi
dre non il Figliuolo sofferta avesse una parte a Costantinopoli, un'al-
la morte della croce. La Chiesa tra parte a Roma afìinchè fosse

romana celebra due feste in ono- collocata nella Chiesa di s. Croce in


re della santa croce, la prima nel Gerusalemme [P^ediJ. hasóò la mag-
terzo giorno di maggio sotto il gior parte nella chiesa, che fece
nome della lìwenzione , o della fabbricare sul santo sepolcro, e che
scoperta della santa croce, la secon- venne appellata basilica della santa
da è quella della di lei esaltazio- Croce la ,chiesa del sepolcro ,
ne nel d'i i4 settembre: questa fe- o della risurrezione. Il vescovo di
sta è più antica della prima. Geiusalemme s. Macario propose
Clio CRO 23)
l'esperimento a riconoscere la vera (li s. Anastasia di Roma, alcune
croce, il cui tatto restituì pionta- particelle di questa insigne reliquia,
niente la sanità ad una moribonda. le collocò in una croce di argento

S. Elena su questa ricerca avea ornata di pietre preziose, che donò


consultato gli abitanti di Gerusalem- ;dla basilica vaticana, ordinando
me, i quali le avevano risposto, che al capitolo, che fosse mostrata al
se avesse l'itrovato il sepolcro a- popolo, con la sagra lancia, ed il

vrebbe rinvenuto pure gii stromen- sudario. Il reliqiuario colla vera


ti del supplizio, essendo usanza de- croce ancora si venera e conserva
gli ebrei di poire in mia fossa nella basilica, colle dette insigni re-
presso quella ove il delinquente liquie, ma adesso non se ne fa più
era stato sepolto, tutto ciò che l'oslensione, perchè ihvece si mo-
avea servito ad eseguire la condan- stra quella, cui andiamo a descri-
na, siccome oggetto di orrore, e ri- vere. Dopo che il regnante Grego-
pugnante alla vishi. La festa del- rio XVI, ai 18 gennaio i838, donò
la invenzione della ss. croce è an- alla basilica due preziosi reliquiari
tichissima, ed è celebrata nella chie- col legno della s. croce, stabili che
.sa latina, fino dal quinto, o sesto il maggiore per la grossezza del
secolo. V. i Bollandisti sotto li 3 santo legno, e per la sua prove-
maggio. Altri dicono, che siasi in- nienza, si mostrasse colle due al-
trodotta nell'ottavo secolo. tre reliquie insigni della lancia, e
Dopo che s. Elena consegnò a volto santo, ne'giorni consueti, come
s. Macario, in astuccio d'argento, la si descrisse volume XII, pag.
al
parte più considerabile del legno 240 del Dizionario. Il medesimo
della vera croce, da ogni parte si Pontefice Gregorio XVI, nel 1840,
mossero i cristiani per venerarla. affidò alla custodia del capitolo
Se ne staccarono alcuna volta dei vaticano il grosso
pezzo di legno
pezzetti, i quali si davano alle per- della vera che stava nella
croce,
sone pie, senza però che il sagro sagrestia pontificia, sul quale si ve-
legno andasse scemando, come rac- de mirabilmente incisa da una par-
conta s. Paolino nella sua lettera te l'immagine del Crocefisso con
a Severo, epistol. 12. S. Cirillo nel- quattro chiodi trafitto, e con un-
le sue Catechesi, 4? 10 dice, che dici figure di basso rilievo, e dal-
questo legno tagliato in pezzi era l'altra l'immagine della b. Vergine
sparso per tutta la terra; e para- con otto figure di basso rilievo,, e
gonava questo prodigio a quello, con caratteri ruteni. Dispose poi
che operò Gesù Cristo quando nu- il Pontefice, che tal reliquia si e-
drì miracolosamente cinque mila sponesse alla pubblica venerazione
persone nel deserto. V^. il Gretsero, nel venerdì santo nella pontificia
de criice lib. I cap. (^Q, e il p. cappella Sistina del palazzo aposto-
jVIenochio, il quale nelle sue Stiio- lico valicano, e sull'altare papale
re, t. I. p. 626, al capo LXXII della basilica di s. Pietro in alcuni
tratta : Onde sia nato, che in tan- giorni dell'anno, fra'quali nelle feste
ti luoghi .si trovino reliquie della s. della invenzione, e della esaltazio-
croce di Cristo. Urbano Vili nel ne della ss. Croce, come si dice
if)7.9 tolse dalla basilica di s. Cio- al volume Vili pag. Sii, e 3i3
ce in Gerusalemme, e dalla chiesa del Dizionario. Finalmente il lo-
236 CRO CRO
dato Gregorio XVI, nel 184?, lia di vendicare l' imperatore Maurizio
donato al seminario Gregoriano di e i figli, cui Foca avea fatto tru-

Belluno sua patria, un bel reliquia- cidare, prese questo, e lo mise a


rio di argento, con un ragguarde-
morte coi figli, mentre Eraclio pre-
vole pezzo della vera croce, e del- fetto dell'Africa assunse la porpora
la forma di questa. Tra i fasti del- imperiale . Cosroe li
Insuperbito

l'odierno pontificato merita regi- dei successi delle sue armi, le im-

strarsi rinvenimento de'suddescrit-


il
piegò per .satollare la sua ambizio-

ti grossi pezzi della vera croce. ne, e l'odio, che avea contro i cri-
stiani e i romani. Si recò a depre-
La seconda festa della santa cro-
ce è quella della di lei Esaltazione dare la Mesopotamia, e la Siria, e
nel d'i i4 settembre. L'istituzione prese le principali città, in uno a

è più antica di quella della festa Gerusalemme. Non si potrebbe im-


precedente, perchè risale al regno maginare tutti gli orrori, che com-
di Costantino. Vi è opinione, che mise in questa ultima città. Per
sia stata stabilita l'anno 335, in Jui si trucidarono un gran nu-
memoria della croce miracolosa- mero di chierici, di monaci, di
mente apparsa a questo imperatore, religiose, e di vergini. I persiani

o per celebrare la scoperta, che s. bruciarono le chiese , insieme a


Elena sua madre avea fatto della quella del santo sepolcro, e ne por-

vera croce di Gesù Cristo. Alme- tarono via tutte le ricchezze, che
no è certo, che i greci, ed i latini consistevano massime in vasi pre-
quinto, o ziosi, e in reliquie, tra le quali e-
già la solennizzarono nel
nei primi anni del sesto secolo, e ravi parte della vera croce, che s.

l'avevano fissata nel giorno della Elena avea lasciato a Gerusalem-


dedicazione della chiesa, che s. Ele- me. 11 patrizio Niceta fu fortunato

na avea fatto fabbricare sul Calva- di salvare, per mezzo di un amico


rio. Ogni ainio in questo giorno il di Sarbazara generale persiano, la

vescovo di Gerusalemme montava spunga colla quale era stato pre-

sopra un'alta tribuna, ed esponeva sentato l'aceto al Salvatore, e la

la santa croce alla venerazione del lancia, che gli avea ferito il fianco,

popolo : quindi diedesi alla festa il o costato: queste due reliquie fu-
nome di Esaltazione. I greci chia- rono mandate a Costantinopoli. Ai
mavano questa cerimonia misteri i i4 settembre 61 4, fu esposta la
sacri di Dio, per quanto riferisce santa spunga nella gran chiesa del-
Niceforo. F. A. Tommasiuo, Trat- la capitale dell' impero, ed ai 26
ottobre la lancia. I persiani, conti-
tato delle feste, pag. 479? ^^ il

Baillet, Storia dì questa festa. 11 nuando le conquiste, mossero Era-


riacquisto, che si fece sotto l'impe- clio a domandar nuovamente la
ro di Eraclio, di questo stromento pace, cui fece rispondere Cosroe II:
di nostra salute, cioè della parte che i romani non dove^'ano aspet-

più considerabile, la quale si custo- tare pace insino a che tenessero per
diva in Gerusalemme, diede nuovo Dio un uomo crocefisso da altri

argomento a questa Cosroe


festa. uomini, e ricusassero di adorare
II, re di Persia, verso l'anno 611, il sole.

dopo aver superato i romani nella Eraclio pose tutta la sua fiducia
guerra, che fece loro col pretesto in Gesù Cristo, la cui gloria era sj
CRO CRO 2^7
indegnamente oltraggiata, e mise in didissima, ma
ad un tratto tutto
piedi un'armata per difendersi, e si sentì arrestato in modo, che gli

per allontanare la guerra dal cen- fu impossibile andare innanzi. II


tro del suo impero, la portò nella patriarca Zaccaria gli rammentò il

Persia nell'anno 62-2. Mettendosi modo, con cui ivi Gesù avea por-
alla un'im-
testa dell'esercito, prese tato la croce, ed allora l'impera-
magine promise
di Gesvi Cristo, e tore deponendo la corona, e le in-

ai soldati di non abbandonarli sino segne imperiali, a piedi nudi pro-


alia morte. Rapida fu la sua mar- segui la processione, e la croce fu
eia, e i vantaggi, che riportò sui posta nel luogo ov'era prima, in-

persiani, gli posero nelle mani cin- teramente intatta, giacché i persia-
quanta mila prigionieri , ai quali ni avevano lasciato illesi i sigilli ;

per compassione fu resa la libertà, indi fu aperta la reliquia, ed il

Questo atto dispose a suo favore i santo legno venne mostrato al po-
nemici, che facevano voti pel buon polo. Questo avvenimento rese più
successo delle sue armi, affine di li- celebre la festa dell' Esaltazione
berare la Persia da un tiranno, da della Croce.
tutti tenuto pel flagello del genere Leggesi in Costantino Porfìroge-
umano. Intanto, proseguendo le vit- nito la descrizione del pio cerimo-
torie di Eraclio nel 626, Costanti- niale, cui l' imperatore, la corte,

popoli corse pericolo di essere pre- il clero , e il popolo osservava-


sa dai persiani, e dagli avari, e la no nella festa dell'Esaltazione della
liberazione venne riguardata come santa croce, e in altri giorni. Inol-
miracolo della ss. Vergine. La Per- tre la chiesa greca onora ai 7 mag-
sia, occupata in gran parte dai ro- gio la memoria dell'apparizione mi-
mani, si ribellò contro Cosroe II, racolosa avvenuta nella metà del
che venne imprigionato dal suo fi- quarto secolo sotto l'impero di Co-
gli© Siroe per averlo posposto al stanzo nella città di Gerusalemme,
trono , e per giudizio di Dio morì di cui si parlò all' articolo Croce
per le mani di un figlio barbaro e (/^ <?<//), dicendosi di alcune sue pro-
snaturato. Allora Siroe conchiuse la digiose apparizioni. Nel martirolo-
pace con Eracho, mise in libertà gio romano, ai 26 febbraio, viene
Zaccaria, patriarca di Gerusalemme, descritta una quarta festa della ss,
con tutti i prigionieri, restituì le croce, propria della nazione arme-
usurpate Provincie, e tra le altre na eh' ebbe origine dall' appari-
,

spoglie la vera croce, che chiusa in zione del santo legno avvenuta nel
una cassa di argento da Sarbazara monte Varagh, nell'Armenia mag-
era stata trasportata in Persia quat- giore, nell'anno 653. In questo luo-
tordici anni prima. L' imperatore go era nascosto dentro una rupe,
portò seco questa preziosa reliquia un pezzo della vera croce, che Pa-
a Costantinopoli, e nel 629 s' im- tronica, moglie Clodio Cesare, di
barcò nella primavera per la Pa- da Gerusalemme
avea portato a
lestina, affine di restituirla a Gè- Pioma, da dove poi la portò in det-
rusalemme, e rendere solenni già- to luogo la santa vergine Ripsima,
zie a Dio per le sue vittorie. Egli della famiglia di Clodio, allorché
volle portar la croce sulle spalle fuggendo da Roma la persecuzione
entrando in città, con pompa splt-n- di Diocleziano, ritirossi in Armenia,
238 CRO CRO
in cui fu !TiarfiiÌ7.7ata. Ivi la santa quando si oltraggiarono le sagro
nascose la reliquia dentro la rupe, immagini : anzi osserva il Bernini,
per porla al sicuro dai pagani, e Storia delle eresie pag. 269, che
solo per tradizione ciò era noto a avendo Costantino Copronimo fat-

quegli abitanti. Dopo molto tempo, te bruciare in Costantinopoli tutte


mentre alcuni anacoreti stavano a le sagre immagini, i vescovi adu-
recitare l'ora di una chie- terza, in latori in tal occasione giurarono
sa presso la nominata montagna ,
sopra il santo legno della croce,
videro all' improvviso uno splendo- unitamente con l'Eucaristia, e con
re, ed osservarono brillare la cro- gli evangeli! con aperta cecità e
,

ce, ed in pari tempo la videro, contraddizione, giacché mentre con-


mutamente alla popolazione, entra- dannavano in conciliabolo le im-
re in chiesa, e posarsi sull'altare magini di Gesù Cristo, onoravano
principale. Il sagro tempio pertan- poi una croce d'oro, o di argento,
to fu rischiarato da luce maravi- per relazione al medesimo.
gliosa, e da soave odore riempito, Alla croce nel venerd'i santo si fa la

locchè durò sino ai vesperi. In que- genuflessione con ambe le ginocchia,


sto modo prodigioso il legno della per riverenza al mistero operato in

vera croce dal monte passò sul- essa; questa genuflessione però col-
l'altare, presso il quale subito re- le due ginocchia, si fa in tal gior-

caronsi il patriarca JVarsete Seinog, no soltanto nella trina adorazione,


ed il principe Yard-Batrich, e po- perchè la Chiesa in detto giorno
terono persuadersi, che quello era vuole venerata la santa croce con
il santo legno chiuso nella monta- culto in modo speciale. P^. il Bel-
gna dalla santa vergine Ripsima. larmino lib. II, de ininiag. cap.
Per la qual cosa venne stabilita XX, ed il p. Perrone t. IV, cap. VI,
lannua festa, in memoria del pro- de Cnice. L'adorazione della croce
digio. si faceva in Costantinopoli per tre
Una quinta festa della croce giorni nella settimana santa , espo-
si celebrava dai greci nel primo nendosi nel tempio di s. Sofia un
di agosto, e questa è notata nel pezzo del santo legno. Nel primo
martirologio con queste parole: Pri- giorno era adorato dall'imperatore,
mo die processio venerandonwi li- e da tutti i laici ; nel secondo gior-
giìorum pretiosae , et vii'ifìcae, no dall' imperatrice, e da tutte le

Crucis. Abbiamo anche feste par- donne ; nel terzo dal patriarca, e
ziali della croce proprie di regni, dal clero. IMentre stava in detti
e città, come quella istituita nella giorni esposto il santo legno, la ba-
Spagna i6 luglio 12 12, detta il
ai silica riempivasi di soavissimo odo-
Trionfo della Croce, per la vitto- re, anzi tramandava un prezioso
ria riportata da' cristiani contro i liquore, che guariva diverse infer-
mori, perchè l'arcivescovo di To- mità, come narra il Baronio all'an-
ledo fece precedere l'esercito dalla no 633. Di tale liquore fa men-
sua croce arcivescovile. Gregorio zione il Papa s. Gregorio 1, 1. 7
XI 11 approvò tal festa, di cui trat- ep., il quale ringraziò Leonzio, per
ta il p. Ribadineira nel suo Flot averglielo mandato, e lo chiamò
Sniicloruni ai 16 luglio. Venerala Oleum Crucis. Inoltre i greci nella
fu la croce anche dagli eretici, terza domenica di quaresima, con
CRO CRO 2 3«)
moka solenuità fnnno l'adorazione prete assistente al celebrante, il dia-
della croce, volendo, come dice cono, e suddiacono della cappel-
il

Triodio, colla vista di questa ani- la pontificia ; i maestri delle ceri-


male i fedeli già lassi e stanchi, a monie pontificie, i camerieri segreti
continuare l' incominciato digiuno partecipanti, quelli soprannumerai'i,
quaresimale li Boccadoro però, . e di onore in abito paonazzo, gli av-
Homil. de venerai chic, ne asse- . vocati concistoriali, i cappellani segre-
gna altra ragione. In Gerusalemme ti e d' onore, i chierici segreti, i cap-
tre volte ali anno si esponeva la pellanicomuni, gli ajutanti di camera
ss. croce alla pubblica adorazione, (qui andavano! camerieri ex/reprima
mostrandola il vescovo dal sas-ra- che fossero nuniti coi bussolanti),
vio, nella terza domenica di quare- i bussolanti, i procuratoli genera-
sima, nel giorno di Pasqua, e nel- li degli Ordini religiosi, il p. pre-
la festa dell' esaltazione. dicatore apostolico, col p. confesso-
Ecco l'ordine della adorazione re della famiglia pontificia, i pi'o-
della croce, nella cappella Ponti- curatori di collegio, i cantori della
fìcia. Prima Papa, poi illa fa il cappella pontificia, il p. sotto sa-
Cardinal decano avente a destra il grista , coi chierici della cappella
Cardinal celebrante, il Cardinal sot- stessa, gli accoliti ceroferari cap-
to decano, e gli altri Cardinali due pellani comuni (qui andavano gli

a due; i patriarchi, arcivescovi, e scudieri prima che fossero uniti ai

vescovi assistenti al soglio. Questi bussolanti), i caudatari dei Cardina-


ultimi vanno in questo luogo, per- li, e pel primo quello del Cardinal
chè il primo di essi funziona col celebi"ante, i maestri ostiarj virga
reggere al Papa il libro, altrimenti rubea, i cursori pontifici, i mazzie-
non essendo essi in paramenti sa- ri del Papa, e per ultimo, se si

gri ,
dovrebbero incedere dopo il ammettono, i forestieri distinti, i

prelatomaggiordomo, come fanno quali entrano nel presbiterio per


quando il Papa \'a dalla sagrestia r ingresso delle quadrature de'ban-
in cappella, sì nel palazzo aposto- chi de'Cardinali.
lico, che nelle chiese di Roma. Suc- Tutti i sopraddetti debbono re-
cedono a venerare la croce, il go- carsi ad adorare la croce, e ba-
vernatore di Roma, col principe as- ciarla ,
premesse tre genuflessio-
sistente al soglio, r uditore della ni con ambedue le ginocchia, e
camera, il tesoriere, e il maesior- siccome il genuflettere avanti la

domo, i vescovi non assistenti, i ss. croce in questo giorno utroque


protonotari apostolici, il commen- gemi, è solo proprio dell' atto delle
datore di s. Spinto, e gli altri ab- adorazioni, dovendosi prima, o do-
bati generali , il senatore, ed i con- po tal funzione passare innanzi la
servatori di Roma , col priore dei ss. Croce, si genufletterà con un
capo-rioni , il maestro del sagro solo ginocchio, tanto se la persona
ospizio, gli uditori di rota, compre- abbia fatta l'adorazione, quanto se
.<;o l'uditore ministro della mitra, non l'abbia fatta. In fatti, quando
col p. maestro del sagro palazzo, i il celebrante ha collocato nel mez-
chierici di camera, i votanti tli se- zo del presbitcìio la croce, nel par-
gnatura, gli abbreviatori di parco tire deve genuflettere unico genu :

niaggioie, i ministri sagri, cioè il deposte quindi le scarpe, torna in


24o CRO CRO
mezzo per la trina adorazione, ed sta di wxì legno traverso corto, pò- jd

allora genuflette utroque genu. Si- sto sopra un legno più lungo, in "

inilmentej terminata l'adorazione, questa maniera T : la croce inimis-


il diacono va a prendere la croce sa da ultimo era formata di un
per riportarla all'altare, ed in que- legno lungo, che sovrapposto all'al-
sta circostanza gt-nuflette um'co ge- tro più corto sopra vvanza va un
nu. Di più dinante ancora l'adora- poco dalla parte di sopra con que-
zione della croce, il medesimo dia- sta figura -|- , la quale è la forma
cono dalla credenza porta la borsa ordinaria della croce per essere
all'altare, e passando innanzi la stato in questo modo crocifisso il

croce genuflette non utroque, ma Salvatore, secondo la più comune


unico genu j altrettanto fa l'aiutan- opinione. Condannato l'apostolo s.

te di camera
Papa, quando dal
del Pietro al supplicio della croceflssio-
cerimoniere è invitato a levare le no, per grazia de* manigoldi venne
scarpe al Papa, che deve recarsi crocifìsso colla testa all' ingiù, come
all'adorazione della croce, nel pas- egli avea domandato, riputandosi
sar avanti ad essa, come nel ripas- indegno di essere posto in croce,
sare ritornando al suo posto. Ma come il suo divin maestro Gesù.
delle cerimonie per l'adorazione del- f^. s. Girolamo de vir. illustr. cap.
la croce , che ad essa
delle ofl'crte I ; e Origene appresso Eusebio lib.
si fanno, e di altre analoghe eru- 3, cap. I. Abbiamo di s. Andrea
dizioni, va letto quanto si dice alla apostolo, che, dopo aver predicato
pag. 3o8 e seg. del volume Vili il vangelo nella Tracia, e nella
del Dizionario. Noteremo, che ivi Scizia, fu messo in prigione, poi
dicemmo avere il regnante Ponte- crudelmente flagellato, e per ultimo
fice ristabilito l'uso antico dell'espo- posto in croce fatta con due legni
sizione della vera croce, rito che a traveiso, crux decussata. V. Pom-
l'annalista Pdnaldi all'an. 3f)7, nuni. peo Sarnelli, Lett. Eccl. t. X, p.
IO, dice originato da quella, che 4, lettera II, Della croce del glo-
in detto tempo csponevasi in Ge- rioso s. Andrea, e di altre diverse
rusalemme. Lo stesso praticarono in forme di croci. La crocefissione col
appresso le chiese, che possedevano capo all' ingiù, e co' piedi sollevati
tali insigni reliquie, e le altre espo- in alto era la più ignominiosa, e
sero invece le immagini del Croce- di maggior tormento, come osserva
fisso. il p. Mamachi, De' cosi, de' primi
In quanto alla forma della vera cristiani, t. I, p. 264 e seg., ove
croce, varie furono le opinioni, ma riporta la figura di diverse croci,
la più abbracciata è quella della nelle quali furono fatti morire i

forma comune, che consiste in due confessori della fede. Il p. Meno-


pezzi di legno uniti, per traverso chio, nel t. II delle Sluore alla
l'uno all'altro, essendo uno di essi più pag. 667 e seg. , tratta di alcuni
corto, e fermato vicino alla estremità gran personaggi, che finirono mise-
supeiiore. 11 ÌMacri parla di tre forme ramente la vita, con essere confitti
di croce. La croce decussata era in croce; e del grande numero dei
(juella fatta con due legni eguali giudei che col medesimo supplicio
,

posti a traverso forma


in questa furono fatti morire dopo la morte
X : la croce comniissa era compo- del Redentore.
CRO CRO ^.
i I

Sulla qualità del legno della ve- porta le parole d'Isaia 60, i3. 11

ra croce sono le opinioni.


molte Sarnelli, t. V, p. 76, e seg. nella
Alcuni vogliono che fosse di cipres- lett. XXXIX, Di qual legno fosse
so, altii di cedro, altri di pino, ov- quello della Croce di Cristo ^ o-
s.

veio di bosso, di nardo, di olivo, pina non essere pi'obabile che tante
di palina, o di quercia. Dicesi pure, fossero le sorte di legni, e che esse
che da quindici piedi, e
fosse alta piuttosto debbonsi prendere in senso
che le fossero lunghe da
braccia mistico. Il Ciacconio, de lignis ss.
sette ad otto piedi niente però : Crucis, dice che, avendo confron-
avvi di sicuro. Alcuni dissero, che tato le diverse specie de' legni, con
un legno spoigeva in fuori per quello della vera croce, gli sembra
sostegno de' piedi , ed altri che , essere stato di quercia. Anche il p.
un grosso cavicchio era piantato Menochio, Siuore, t. I, p. 623, cap.
alla metà dell' altezza della croce, LXX, Di qual sorte di legno fosse
sul quale il paziente era come a fabbricata la croce di Cristo, dice

cavallo, aftinché il peso del corpo non essere probabile, che i croce-
non isvellesse le mani. Sulle altre fìssori cercassero, o adoperassero
questioni del numero dei chiodi, tante varietà di legni per fare la

co'quali fu crocefisso in croce Gesù, croce di Cristo, o degli altri, i qua-


si può leggere 1' articolo Ciuodi li crocefiggevcuio ; riporta le diver-
{^Pedi). Dei crocefissi aventi sotto se opinioni massime del Ciacconio,
i piedi una testa di morto, inchio- e del Gretsero, 1. I de cruce, ca-
data sulla croce, è a vedersi l'ar- pit. 5 , et 7 ,
conchiudendo non
ticolo Crocefisso {^P edi). Va no- potersi affatto stabilire la qualità
tato che non mancano autori, i del legno della vera croce. Innu-
quali asseriscono , essere la vera merabili poi sono i miracoli operati
croce composta di tre, o di quat- in virtù di s'i santo e venerabile
tro specie di legno. La Glossa legno. P\ Carlo Bartolomeo Piazza,
della Clementina prima de Summa Emerologio di Roma, pag. 582, e
Trinitale, dice che la croce di Cri- seg. della venerazione del legno
sto fu di quattro sorte di legno, della Ss. Croce ; e l' annalista R.i-
cioè che lo stipile era di cedro, il naldi, che negli annali ne riporta
tronco per lungo di palma, il le- parecchi esempli, dicendoci ali anno
gno traverso di cipresso, la tavola 566 num. 35, che in occasione dei
di sopra di ulivo. S. Gio. Grisostomo, prodigi operati da quel pezzo, che
Orat. de ven. Crucis, Alessandro mo- la regina di Francia s. Piadegonda
naco, e Beda nelle Collettan.ee, affer- ottenne imperatore Giustino II,
dall'
mano che la croce era di quattro Venanzio Fortunato compose il bel-
specie d' alberi, vale a dire di ci- lo e nobile inno, cui la Chiesa so-
presso, cedro, pino, e bosso : che di vente canta :

cipresso era quella parte, la quale


era nella terra fino alla tavola dei Vexilla regis prodeunt,
piedi; di pino ilrimanente della lun- Fulget crucis mysterium etc.

ghezza ; di cedro il legno traverso; e r altro :

e di bosso quella tavoletta sopra Pangc, lingua, gloriosi,


la testa, ov' era scritto il titolo. S. Praeliuni ccrtaniinis etc, con
Girolamo, in conferma di ciò, ri- altri ancora.
voL. xvni. 16
242 CRO CRO
CROCE SEGNO. Questo è un ne'pontìficali fanno il triplice segno
breve o professione di fede
atto, della croce; ma li semplici sacerdo-
del cristiano, allorquando pronunzia ti dopo s. Pio V nelle sole messe
le parole In nome del Padre, e cantate benedicevano il popolo con
del Figliuolo, e dello Spirito Santo, tre segni di croce, finche Clemente
parole che proferì Gesù Cristo VIII ne prescrisse un solo.

quando istituì il battesimo, di cui Primadi proseguire a parlare


i primi fedeli contrassero tosto la del segno salutare della croce, ol-
consuetudine. Fra le cerimonie re- tre quanto abbiamo detto al ci-
ligiose furono tenute nella
, che talo articolo. Benedizione, brevemen-
Chiesa sino dal suo nascere, non te qui accenneremo, che dapprima
ve n'ebbe mai di più sacra, né di la benedizione si diede coli attuai

più spesso usata, sia negli eserci- imposizione delle mani, come scri-

zi della religione, sia nelle parti- ve il Cotelerio, nel cap. g, lib. 8


colari ordinarie azioni della vita, delle constitul. apostolic, e quindi

quanto segno della croce. Que-


il a cagione di dover benedire molli
sto si forma sopra di noi median- cristiani, s'introdusse la sola esten-
te il movimento della mano de- sione della mano nell'atto di pro-
stra, che esprime la figura appunto ferire le suddette parole della be-
di una croce, recandocela alla fron- nedizione, detta bene spesso saluto,
te, poi al petto, alla spalla sinistra, senza accompagnarla talora, secondo
ed indi alla destra, per denotare l'opinione di Rainaudo t. i6 Hetero-
che mediante la croce siamo pas- clit. pag. 2 11, col segno della croce,
sati dalle miserie alla felicità, come la quale estensione di mano continuò
spiega il INIacri. Altre volte solevasi tuttavolta a chiamarsi presso dei
toccare la spalla destra prima della greci chirotonìa, cioè imposizione
sinistra; e solo perchè la mano delle mani. Quando i sacerdoti in

destra, che serve a formare il segno quella l'eligiosa azione incomincia-


della croce, si porta prima, e più rono a tenere ritti alcuni diti del-
naturalmente alla parte sinistra, vie- la mano, per avviso del Bonarroti

ne essa oggidì toccala per la prima. ne'suoi Pietri antichi, tav. io, i i,

In fatti Innocenzo III insegnava do- 12, e i3 fig. I, pensarono di


essi

versi fare dalla destra alla sinistra, imitare un certo gesto simile, che
per significare la predicazione del presso i gentili, e presso il comune
Salvatore, che dal giudaismo pas- degli altri uomini si praticava per
sò al gentilesimo. I sacerdoti fan- annunciarsi, salutandosi vicendevol-
no spesso il segno della croce nella mente, e facendosi lieti auguri di
celebrazione de'santi misteri, e nel- felicità; e perciò con tal gesto si

l'amministrazione de'sagramenti. Si vede nelle pitture de'cristiani non


dà la benedizione facendo il segno solamente la mano significante Id-
della croce, e col ss. sagramento, dio, ma le mani di altre persone
sia racchiuso che nell'ostensorio, ecclesiastiche. E che egli fosse comu-
nella pisside e si dà ancora con
, ne di tutti, ben si ravvisa negli anti-
qualche stromento benedetto, con chi monumenti, ne' quali si osser-
reliquia, o sagra immagine, o so- vano spesso gli oratori, i filosofi, e
lamente colla mano. 1^. Benedizio- i poeti colla mano distesa, e colle
ne. I vescovi, e gli abbati mitrati dita accomodale, nel modo slesso

4
CRO CRO 243
che viene adoperato dai nostri sa- essere tradizione apostolica,che i
cerdoti nel benedire. Essendo poi fedeli, sino dal nascere della Chie-
questo il gesto di coloro che salu- sa, facessero colla mano il segno
tavano, gli oratori se ne serviva- della croce, tanto sopra le cose sa-
no al principio delle loro orazio- gre, quanto sopra le altre che be-
ni, come dice Apulcjo nel secon- nedicevano, e principalmente con-
do delle Metamorfosi: » ac si ag- tro i demoni . Quindi riporta i

« geratis in camulum strangulis, et mirabili, e prodigiosi effetti operati


-•> effultus in cubi tu m 5 subrectusque con questo segno, e dice che i fe-
:> torum, porrigit dexteram, et
in deli erano usati segnarsi la fronte
»j ad instar oratorum conformat arti- col segno della croce quando nel
» culum, duobusqueinfimis conclusis simbolo pronunziavano le parole,
'» digitis, ceteros eminentes porrigit, carnis resurreclionem. I cristiani
« et infesto pollice clementer sub- già nel secondo secolo avevano a-
»> rigens infit ". Questo gesto fu dottato il pio costume in ogni sor-
anche variato in parte, e ridotto te d'incontri di fare il segno della
quasi all'uso della benedizione dei croce per distinguersi tra loro, per
greci, come si vede da Quintiliano, per santificarsi, mostrando
salutarsi,
Inslit. orat. lib, II cap. 3, Ma, con ciò che non avevano vergogna
senza ricorrere al rito civile de'gen- di essere seguaci di Gesù Cristo
tili, sembra più agevole il credere crocefisso. Da allora in poi questo
che intendessero i sacerdoti cristia- segno salutare costantemente fu sem-
ni d'imitare ciò, che si legge di pre considerato il contrassegno di-
Gesù Cristo, il quale nell'atto di stintivo de' cristiani, il compendio
ascendere al cielo, eltvnlis manibus della loro fede, delle loro preghie-
suis benedixit cis, s. Luca cap. 24 re, e delle loro benedizioni, e prin-
vers. 5o; e volendo simboleggiare cipalmente il terrore del demonio.
in quell'atto la ss. Trinità, dalla Che i primi cristiani si consagrasse-
quale ogni bene discende, costuma- ro a Dio, e ne implorassero l'as-

rono di tenere ritte tre dita. Quale sistenza in tutte le ore facendosi
sia il significato delle dita presso sulla fronte il segno della croce,
j greci nel benedire, veggasi nel ovvero sul petto, e su tutto il cor-
Hierolexicon del Macri, verbo Crux, po, ce ne fanno testimonianza i più
e nel citato articolo Benedizione. antichi scrittori della Chiesa. Tertul-
SuH'egual uso de' certosini , nelle liano,che fra tutti i padri latini fu il
loro costituzioni al capo i4 si leg- più vicinoai tempi degli apostoli. De
ge: » Quoties autem signum Cru- oradone, così si esprime: » Ad ogni
»> cis faci m US super nos, si ve alios, « passo che facciamo, cioè quando
" tribus digitis dexlerae manus, sci- » usciamo di casa, o vi entriamo;
j' licet pollice, indice, et medio ex- " quando e' indossiamo le vesti , o
» tensis, et simul junctis, reliquis w ci calziamo i piedi ; quando ci le-

»' duobus digitis contractis illud fa- " viamo, o ci mettiamo a tavola
»» cimus ". F". il Fivizzani De ritu » (/^. Benedicite), quando accen-
ss. Crucis pag. 137. 106, e " diamo il fuoco, e le nostre lam-
L'uso del segno della croce è per- » padi, o andiamo a coricarci ; in
tanto della prima antichità. Il Ri- '• una parola in tutte le azioni, in
naldi all' anno 66 num. 6, dice ,
>, tutti gli intertenimcnti, noi co-
244 CRO CRO
jjminciamo dal fnrci il segno della >» pigliare il suono, cai risveglinr-
» croce, che imprimiamo sulla no- " vi. o mettendovi in viaggio, u
« stra bocca, sui nostri occhi, sul » conversando, in una parola in
« nostro cuore, sulla nostra fronte. " tuttociò che vi mettete a fare''.
-•> Volete sapere chi ci abbia inse- Altrettanto con una eloquenza pie-
-• gnato questa pratica, e parecchie na di fuoco, e con un cuore tutto
« altre somiglianti? Nulla troviamo acceso di zelo parla del segno della
» ne' libri santi che vi ci obblighi ; croce s. Efrem, il dottore più an-
j> ma ella deve la sua origine alla tico, e più illustre della Siria de. :

« tradizione, l'uso la confermò, la Panoplia, seu annalura spintualì,


'» pietà dei fedeli la mantenne si- p. 3Ò9 edit. nov. vatic. Il Cardi-
-•» no ai nostri giorni." Lo stesso nal Bona, De divina psalniod. cap.
autore, De corona milit. e. 2, p. 16, dice »> La croce è il sigillo
:

102, pur ci dice: « che cristiani i " del Signore; essa sulla fronte del
» pregano sovente colle braccia a- " cristiano è quanto la circoncisio-
» perte, e stese in forma di croce, « ne del giudeo essa è la .scala ;

con voce bassa, come uomini che


'» » per la quale si sale diritto al
» osano appena parlare, e cogli oc- » paradiso; dà la vita, libera dalla
>» chi inchinati a terra." « morte, conduce alla virtù, impe-
Si è sempre mantenuta la stessa " disce la corruzione del fedele,
divozione, e l'uso del segno della cro- >' estingue il fuoco delle passioni,
ce fu sempre dei paii frerpiente " apre il cielo, ec." Origene nei
presso i greci e i cristiani di orien- trattati sopra Ezechiello t. I, cap.
te, quantunque lontani fossero dai X, parlando della lettera Tau, del-
luoghi conosciuti, benché sembras- la quale fa menzione il profeta,
sero selvaggi per lingua, per mas- dice ch'ella è figura della croce, e
sime, e per costumi. Di ciò, e di vaticinio di quel segno, ch'è in uso
quanto si praticava nella chiesa gre- appresso i cristiani, e si forma nel-
ca, abbiamo a testimonio, e ce ne fa la fronte, il che fanno tutti i fedeli
fede s. Cirillo di Gerusalemme prima qualunque volta imprendono qual-
catechista, poi arcivescovo di quella che opera o lavoro. Così il Mama-
città, che fioriva sotto i due primi chi, toni. II De'costunii de' primi
imperatori cristiani. Nella Catech. IV, cristiani.
n. I o, in una istruzione ai catecumeni I cristiani opponevano questo ve-
per disporli al battesimo, egli diceva : nerabile segno a tutte le supersti-
« Guardiamoci bene di vergognar- zioni dei pagani: fu pur sempre
" ci della croce del Salvatore del costumanza de' cristiani di comincia-
" mondo. Se vi ha alcuno, che non re, e finire le orazioni col segfio
» osi onorarla in pubblico , non della croce, e di ripeterlo spessissimo
» io imitate, ma formatevela, e nella celebrazione de' santi sagrificii.
» portatela scolpita sulla vostra Sulle croci, che il sacerdote fa nel-
'» fronte. Alla vista di questo ves- la messa, massime dopo la consa-
'» fuggiranno lungi da voi
siilo, grazione, V. il Sarneili, e l'articolo
" que' demoni, percossi di terrore. Messa. Sempre pure vengono ripe-
>y Usate di questo segno adorabile, tute nelle diverse consagrazioni, ne-
>'- sia che beviate, sia che mansria- gli esorcismi, nei sagramenti, e in
« te, o nel coricarvi a letto per tutte le sagre cerimonie, e funzioni

I
,

CRO CRO 245


ecclesiastiche. Neil' insegnarci i pa- monlo della loro fede, nei diversi
dri, che r unzione del battesimo, e mattoni che cuocevano, e nelle pie-
quella della confermazione si fanno tre che segnavano, scolpùono il se-
in forma di croce sulla fronte del gno della croce, senza che i gentili
battezzato, ci attestano altresì, che se ne accorgessero. Presso i cofti,

col segno della santa croce si ope- ed altri cristiani orientali, vi fu il

rarono innumerabili miracoli, per- costume di imprimere con un fer-

chè questo segno sempre è stato ro caldo il segno della croce sulla
eflìcacissimo per cacciare i demonii, fronte de' fanciulli, o su altra parte
e tutti i prestigli nelle cerimonie del volto, ed il Bernardi dice, che
magiche de' pagani. V. Lattanzio, ciò facevano, perchè i maomettani
1. 4j c. 27 Divin. Instit ; de Blor- rapivano ad essi di frequente i fi-

tìb. persec. e. io. Se la Chiesa re- gli per farli schiavi, e per allevarli
plica di continuo il segno della cro- ueir islamismo; ma essendo essi fie-

ce, nel santo sagriflcio delia messa, li nemici della croce, non volevano
neir amministrazione de'sagiamenti, fanciulli o schiavi che avessero im-
nelle benedizioni, in tutto in somma presso sulla fronte, o sul volto que-
il culto esteriore, è per insegnarci, sto segno, per cui li rilasciavano.
e convincerci, che nessuna pratica, Tra i vari segni adoperati dagli
cerimonia può pnjdurre alcun antichi, nel supplicare, o chiedere
effetto, se non in virtù de' meriti, perdono, fu molto in uso quello
e della morte di Gesù Cristo; che come può vedersi nel
della croce,
tutte le grazie di Dio ci vengono Du-Cange, verbo, Crucem hajulare.
in contemplazione dei patimenti di Il Giuratori, t. 11, col. 33o, antuju.
questo divino Salvatore, e del san- ital. che fu pur frequente il
dice,
gue che sparse per noi sulla croce. supplicar colla fune o capestro al
1 greci in tutte le loro liturgie, i collo. Sui pili àeW Acqua benedetta
maroniti in quelle che portano il (f^edij, presso le porte delle chie-
nome di caldaiche, e in generale se, neir ingresso delle quali i cri-

gli altri cristiani orientali ripetono il stiani fanno segno della croce
il

segno della croce più sovente che i colla detta acqua, si vegga il p.
latini queste liturgie sono state
: Lupi, Dissertazioni t. i . p. 486
stese sui modelli fatti e lasciati per seg.
regola dagli apostoli, a ciascuna Sulla croce, con cui il cristiano
delle chiese da loro fondate ; e tut- segna sé stesso, e le altre cose,
te malgrado i diversi fondatori si consulti il citato Sarnelli nella
o gli autori, che le hanno dettate, lettera XVI del tomo \ I. Questo
sono uniformi tra loro nell' uso dotto prelato parla del segno di
frequente del seguo della croce, croce in luo"0 della sottoscrizio-
non altrimenti che sulle parti essen- ne, nel tomo If, pag. 36, aven-
ziali del sagriflcio, il che piova e- do scritto la lettera XIV, per que-
videntemente essere elleno d' istitu- sto argomento : iSe quelli che nelle
zione, e di diritto apostolico. scritture antiche sì trovano sotto-
Le terme di Diocleziano in Ro- scrìtti col segno della croce di loro
ma furono fabbricate colle mani di mano , sapevano scrivere, o no.
qiiiiranta mila cristiani, che poi sof- Quindi riporta varii esempii di sot-
iiuouo il martirio. Essi per tcsti- toscrizioni sigiiuni
: factum per ^
246 CRO CRO il
vianiim supradicd Petri Cuanlien- vato, e che questo sagro segno do-
si episcopi : signiirn ^
factum per vevasi riguardare come un giura-
manum LepaUli ahbatis : signiini mento. Il citato Berlendi, Delle obla-
•tjf Milonìs archiepiscopi j come zioni, p. 263, riporta alcuni esem-
ancora ne ripoi'ta di canonici, di pi di sottoscrizioni di croci in luo-
conti, ec. col segno della croce sot- go del nome, ed uno composto di
toscritti, notando essere tuttora in sette croci, ed altri di persone illet-
uso, che i vescovi facciano prece- terate del XII secolo, che per non
dere il segno »|f avanti la loro sot- saper scrivere fecero il segno di
toscrizione, ciò che praticano i Car- croce. All'articolo Cristo, ed all'ar-
dinali ancora quando sottoscrivono ticolo Diploma, dicemmo del mono-
le bolle, come quelle della Canoniz- gramma di sì adorato nome usato
zazione {^J^eili). Conchiude il Sar- nelle sottoscrizioni.
nelli, che antichissimo è l' uso di Il prelato Marini, nella sua di-

sottoscriversi col solo segno -i^ , e plomatica pontificia 3 a pag. 4^'>


ciò può aver avuto origine per da- parlando del monogramma del
re maggior forza a quanto si do- nome dice che sembra essere stato
veva convenire colla sottoscrizione, riservato ai principi secolari o lai-
facendo di propria mano il santo ci, e fu introdotto non a maggior
segno della croce. Talvolta solevasi onore di chi sottoscriveva , ma
aggiugnere alla -tjf il proprio no- per supplire all' ignoranza di chi
me, e sebbene lo fosse senza, il nota- non sapeva scrivere. Quindi raccon-
re suppliva al difetto delle perso- ta, che molli principi furono illet-

ne, che avevano segnata la croce, terati, che lo furono Clodoveo, e


nominandole nel rogito. Il Borgia, Nantichilde sua madre, Giustino
Memorie storiche di Benevento t. imperatore di oriente, Teodorico
Ili, p. XXVIII, tratta del segno re degli ostrogoti, Witredo re di
della croce nelle sottoscrizioni. Usa- Rent, Tassilone duca di Baviera,
no gì' illetterati, che debbono sot- e per un tempo lo stesso Carlo
toscrivere alcuna carta od atto le- Magno, nonché lauti altri gran si-
gale, in presenza de'testimoiii, se- gnori, e principi de' bassi tempi,
gnare una linea a traverso di altra, ne' quali quasi può dirsi, che po-
colla quale si forma il segno delia chissimi sapessero scrivere. Anche
croce, ciò che dicesi spaccare la il clero allora non era tutto dotto,
Croce, e con questo suppliscono al- come lo era stato, e lo fu dappoi,
le sottoscrizioni, quando non sanno meno qualcuno che fiorì ne' secoli
scrivere. Tal ripiego probabilmente bai'barici. Stefano, e Zotico preti
venne adottato per la venerazione, e superiori di monisteri, nel quin-
che devesi al salutare segno di no- to concilio generale di Costantino-
stra salute eterna, e per approvare poli ne sottoscrissero gli atti, l'uno
solennemente quanto eoa esso si colla mano di un diacono, l'altro
viene ad autenticare contenuto nel- con quella d'un prete; e Quinzio
l' atto, o nella scrittura. Il conci- sottoscrisse per Paolino vescovo
lio di Chelchyt, tenuto ncH'SiS, Giurense literas nesciente ^n^Wn con-
prescrive, che ogni giudizio, o atto ferenza dei cattolici coi duualisli.
confermato col sogno della croce, Altriesempi di vescovi, che non
debba essere inviolabilmente osser- sapevano scrivere, si leggono in
CRO CRO 247
Mabillon, Storia diplomai, llb. 2, sero i demoni dai luoghi che oc-
cap. 2r, p. 164, e nel Fonlanini, cnpavafio, che risanassero gli
sia
nelle Findicie degli antichi diplo- infermi, sia che risuscitassero i

mi, Jib. 1, cnp. 3, Quindi anche morti. S. Gio. Crisostomo, t. JI,


p,
da ciò può essere derivato l'uso di 387, appellava il segno della croce,
porre la croce per soscrizione, con- nostra difesa contro tutti i pericoli,
tinuato dagl'illetterati, e dai vesco- e nostro rimedio in tutte le malat-
vi in venerazione del segno, e in tie ; e queste espressioni si trovano
sequela dell'antica consuetudine. sovente negli altri padri. Nel pon-
Innumerabili poi sono le virtù tifìcato di s. Gregorio I Magno, pa
del segno della croce, che dalla recchi abitanti Roma di moriva-
Chiesa fu sempre come
praticato, no nello sbadigliare, ma il Pontefice
un'eccellente preghiera per doman- avendo ordinato, che si facessero
dare le benedizioni del Padre ce- delle croci sulla bocca, subito ces-
Jeste, pei meriti di Gesìi Cristo snrono le morti subitanee. Da ciò
crocefisso , Questo segno venne ebbe principio l'uso di segnarsi colla
Sempre riguardato come una con- croce sulla labbra allorché si sba-
sagrazione, che noi facciamo a Dio diglia. L' Amalario tratta dell' an-
delle anime nostre, e come uno tico rito di segnarsi la fronte ,

strumento, che ci dà una forza di- la bocca, ed il petto, alla reci-


vina contro i nemici sì visibili, che ta del vangelo. V. Martino Eisen-
invisibili di esse. I martiri poneva- greim. De crucis frequenti apud
no in esso tutta la loro fiducia, veteres in se signandi usu, Ingolsta-
e nel R.uinart, Ada sincera, se ne dii, 1572; Christ.
Wilduogelius
leggono moltissimi esempli. In tutti de venerabil. signo
Jenae crucis,
i tempi i santi opposero la croce 1690; et schediasmae de venerabi-
alle tentazioni del nemico di nostra li signo crucis, Jenae i733; Nic.
salute, con intiera fidanza in esso. Col li n. Traile da signe de la croix.
S. Atanasio, lib. Z>e //ectìtr/zaf. Verbi, fail de la niain, Paris l'j'jS; Let-
n. 47, p- 88, t. r, dice: » Tutti tre sur le signe de la croix, dans
'> gli artifizi, e tutte le scaltrezze le t. Qj du Journ. Eccl. de Dino-
» del demonio ne sono svergogna- vart, p. 23i; Theod. Bonamici, <fe
»> te ; tutti i disegni eh' egli fa religione, et modo s. signum no-
" contro di noi vengono frastorna- strae religionis formandi, Bononiae
»> ti, tosto che noi gli opponiamo 1620; Christ. Ludov. Scachter ,

" segno della croce. " Egli inol-


il cxercìtatio historico-antiquaria de
tre racconta, nella vita di s. Anto- cruce, apudjudaeos, christianos, et
nio, che con questo solo segno il gentiles signo salutis, Halae, Magd.
santo anacoreta bandiva tutti gli 1733; De Boucliè, Lettre sur le
spettri, e tutte le fantasme, cui il sigile de la croix.
demonio gli metteva davanti, per CR.OCE Pettorale. Questa è
tormentarlo e turbarlo. I santi, che una croce di oro, di argento, di
dopo Gesù Cristo ebbero il dono altro metallo, ornata talvolta di pie-
dei miracoli, non lo esercitavano tre preziose, Papa, che
vescovi il i

pressoché mai senza far uso del se- Cardinali però dell'ordine
(quelli
gno della croce,, sia che esorcizzas- de'preli solo l'assumono quando si
sero gì' indemoniati, sia che caccias- vestono de' sagri paramenti, ma se
, -

248 CRO CRO


sono insigniti (Iti carattere vescovi- era altre volte comune a' fedeli:

le r usano ortliuarianiente sotto la 11 santo martire Oreste fu scoper-


mantelletta , mentre i Cardinali to per cristiano , dalla crocetta
vescovi suburbicari la portano pu- d'oro che gli pendeva dal collo, e
re ordinariamente, o sulla man- fu causa del suo martirio, come
telletta, o sulla mozzetta ), i pa- si lesrije nel Surio a' 1 3 dicembre.
triarchi, gli arcivescovi, i vescovi, Tuttora molti cristiani, massime
gli abbati regolari, e mitrati, ed religiosi d'ambo i sessi, portano ap-
anche le badesse portano appesa al pesa al collo una crocetta sotto le

collo, ed è uno dei segni della lo- vesti, ed alcuni vi tengono racchiu-
ro dignità. Per privilegio pontificio se anche le sante reliquie , premes-

portano la croce pendente dal collo se le debite licenze. I sommi Pon-

anche alcuni canonici di parecchie tefici sino dalla piìi rimota anti'

cattedrali, e chiese insigni, non che chità si distinsero per la cura, che
qualche ecclesiastico costituito in ebbero di porre sul petto sì pio
dignità.Di due specie sono le croci, contrassegno di nostra redenzione.
o crocette pettorali, una che si usa Veramente né s. Germano patriar-

nelle vesti ordinarie , e 1' altra ca di Costantinopoli che fiorì nel-


nella celebrazione de'pontifìcali. Del- l'anno 720, né Albino Fiacco vis-
la prima non si parla nel ce- suto nell' 8oo, né tutti quelli che
rimoniale de' vescovi ristampato sot- hanno spiegato il significato miste-
to Innocenzo X, nel iGTi la se- ; rioso degli ornamenti, i quali servo-
conda viene enumerata tra le vesti, no all'altare, sì in oriente, che in oc-
od ornamenti pontificali. Sebbene a- cidente, fanno menzione della croce
dunque nel detto cerimoniale non pettorale. Ciò prova, che un tem-
si prescriva la croce pettorale sopra po non era legge, o costume rego-
le vesti ordinarie, tuttavia si assu- lare ed uniforme di far uso di
me dai vescovi per distinguersi questa croce. Si deve pertanto con-
particolarmente in Roma dagli altri cludere, che in origine fu una di-
prelati; 11 qual uso adottarono anche vozione generale e libera de' fede-

i vescovi di residenza, forse a mag- lid'ambo i sessi, il portare croci


gior decoro della loro rappresen- con reliquie: però in progresso di
tanza. In sostanza le due specie di tempo i Papi costituirono in orna-
croci sono una cosa medesima, co- mento sagro, quella che in princi-
me croce vescovile, e l' usarne una pio era soltanto una divozione ar-

più nobile nelle funzioni solenni, è bitraria , ed i vescovi imitarono


per riguardo all'azione. Nella croce successivamente quello che pratica-
pettorale dei vescovi, abbati ec, si vasi dai Pontefici nella prima chie-
racchiudono delle reliquie de' santi, sa del mondo. F. il p. Tom ma
ed anche il vero segno della Croce. sini, della disciplina della Chiesa
Questa croce suole appendersi ad cap. 2 5. Anche il Cardinal Bona
una catenella d'oro, o ad un cor- asserisce non trovarsi autore o ,

done di seta , di che si tratta, colle decreto , da cui possa dedurli il


debite distinzioni, all'articolo Col- principio, e il motivo per cui fu

lana. (Vtdi). introdotta nella Chiesa la croce pet-


L'uso di portare una croce so- torale.

pra di sé, cioè indosso o sul petto Giovanni diacono dice, che s.
CRO CRO 2ff)

Gitgorio I fu rappresentato in 11 Caitlinal Baronio fu di parc-


un mausoleo con un reliquiario re, che l' uso della croce pettorale
pendente dal collo, e chiama que- nei vesco\i incominciasse nell'an-
sto ornamento ///(7^fór?Vz, che lostes- no 8ir , raccontando che Nice-
so s. Gregorio 1, spiegando tal pa- foro patriarca di Costantinopoli
rola, dice essere una croce ornata mandò in dono al Papa s. Leone
di reliquie. IN'arra il Baronio all'an- IH, un reliquiario d'oro, in cui era
no 6o4, che pacificatosi quel Pon- inclusa una particola del legno del-
tefìce con Agilulfo re de'longobar- la vera croce,
il qual donativo fu
di, in appresso questi ebbe dalla pia chiamato con paiola greca Encol-
Teodolinda un figlio maschio, cui pium, che significa cosa portata nel
la madre fece battezzare nella chic- seno. Conferma ciò il Baronio con
sa cattolica col nome di Adalualdo. altro racconto, in cui riferisce, che
S. Gregorio I con lettere se ne ral- recatisi in Costantinopoli i legati
legrò, ed inviò al bambino alcuni de'patriarchi orientali, fra' quali il

doni, ch'egli chiamò Jilattcri, phi- vicario di quello di Gerusalemme


lacteviì. Così appellavansi quegli or- per terminare il sinodo Vili, rife-
namenti, che anticamente si appcn- rirono, che l'imperatore Costanli-
devano al collo de' fanciulli roma- no super colla nostra encolpiuni
ni, e si chiamavano bolle. 1 detti suiim imposuit. Questa opinione ri-

filalteri contenevano una crocetta fiutasi dal Cardinal Bona nei ^ i i

col legno della vera croce, e il van- del capo 24, riflettendo che l' im-
gelo entrouna borsa. Innocenzo peratore, il quale impose l'encolpio
III dice, che con questa croce Pa- i era secolare, e il legato Elia, che
pi vollero imitare la lamina doro, lo ricevette, era prete, e non ve-
portata sulla fronte dal sommo sa- scovo, né in tal racconto si ragio-
cerdote degli ebrei. Ruperto, che fio- na della croce pettorale usata dal
ri nel XII secolo in cui viveva In- vescovo. Però argomento piìi con-
nocenzo III, nel lib. I cap. sGj de vincente ne somministrò R.atoldo,
clivin. ojjiciis, è di opinione che vescovo svesionense, nel libro che
la croce pettorale fosse dai Papi scrisse al Pontefice Nicolò I nell'an-
adoltata per memoria della mento- no 858, cioè avanti l'AlII sinodo
vata lamina; prevenendo poi l'ob- celebratoucll'8Gf), dicendo che
biezione, che la croce sopra il pet- comparì ad lociim transicns sacer-
to era comune a molte persone di doLalibus vestilus induineiids saii-
stato diverso, aggiunge: « ISec statim etani evangeliuni, et lignuni. s. Crii-
» quispiam occurrat, decus hoc non cis circa niea pectora gerens. Ciò
» ideo esse Ponliflcis proprium, quia per altro può sembrare un uso
'> cum ilio toti quoque conunune particolare, e straordinario, e non
w est plebi, nani illa dignitas (cioè praticato costantemente dai vescovi.
» del vescovo) habet in hoc aliquid Non si deve però tacere, leggersi
-5 quod nec inferioris ordinis sa- nel Surio ai 3 1 di luglio, che s.
» cerdotibus communc sit ", cioè Germano vescovo Altisiodorense , il

di poter segnare la fionte de'fede- quale visse nell'anno ^'ì'ì, era re-
li col sagro crisma. P^. s. Tomaia- diinitus loro seniper , et capsida
so nel supplcm. della 3. pai t. que- saiicloruni rclujnids continente : e
st. 4oj artic. 7 ad 6. Leonzio vescovo di iScq)oli riferisce,
i5o CRO CRO
che Zaccaria scolaro di s, Giovanni che il sacerdote, il quale deve ce-
Elemosinario vissuto nel 620, non lebrare la messa, mette la stola in
avendo che dare ad un povero, forma di croce, mentre il vescovo
abstuUl a se cruciculam argenteani, la porta pendente, perchè prima
quatn gerebat, et dedit ei. Che il della stola si mette la croce petto-
sommo Pontefice la portasse nel rale, quani osculatur, et collo int-
590 si ha dal citato Giovanni dia- positani sinit ante pectus cordulis
cono nel riferire come era vestito pendere: locchè apparisce dalla ru-
s. Gregorio I, dicendo nel cap. 8 brica del messale.
del lib. 4- della vita di lui ; pal- Non è vero, che la croce petto-
liuni e/US, et philactcria, sed et bal- rale si debba occultare dai vescovi
theuiii ejus consuetudinaliler oscidan- nell'altrui diocesi, come si rileverà
tur. Già più sopra abbiamo del- dalla seguente lettera scritta nel
lo, che voce phìlacteria significa
la 1755 di proprio pugno da Bene-
la croce con reliquie incluse. detto XIV al Cardinal Acciajuolij
Il Durando, nel suo Rational. di- nunzio presso la corte di Portogal-
vin. offic. lib. 3, cap. 4> i^e descri- lo, ed a' nostri giorni riprodotta da
ve i misteri, e ce ne assegna le ra- Leone Xil. In primo luogo è da
gioni, dicendo fra le altre cose : sapersi, che i patriarchi di Lisbona,
*-• Quoniam, et legatis pontifex lami- dopo avere ottenuto molti privilegi
» nani auream gerel^at in fi-onte, prò dai due Clementi XI, e XII, allor-
» qua Pontifex (cioè della legge e- ché quella sede fu eretta in patriar-
" vangelica) Crucera gerit in pecto- cato, colla protezione del re Gio-
" re , et sic ligno crucis aurea vanni V, procurarono d' impedire
»' lamina cessit. Nam mysterium, che la croce pettorale non solamen-
»'quod in quatuor litteris auri la- te si portasse dai vescovi del regno,
" mina continebat, in quatuor par- ma ancora dallo stesso nunzio apo-
•' libusforma crucis explicuit ". stolico, come in fatti avvenne ai
11 Bonanni, la Gerarehia eccle-
p. monsignori Oddi, e Tempi. Sem-
siastica, capo LVI, Della croce brando nunzio Ac-
ciò irregolare al
pettorale, dice, che per questa si ri- ciajuoli,che poi fu insignito della
corda al vescovo, siccome ai semplici porpora, ne volle consultare il Pon-
sacerdoti si rammenta per la stola tefice Benedetto XIV, che lo avea
piegata sopra il petto in forma di nominato a tal nunziatura, il quale
croce, il sagrifizio fatto da Cristo gli rispose nel modo seguente:
sopra la croce medesima, al quale » Rapporto che ci avvi-
all' use,
è equivalente, e si rinnova con l'in- » sa essei'si costà introdotto, che i
tervento celebrato dal vescovo, e » vescovi, ed il nunzio non portino
dal sacerdote; nonché l'aiuto dato » né in città, né a corte la croce
al cristiano per l'osservanza della >' pettorale, dirò assolutamente, che
legge divina, come fu prestato a » questo è un vero abuso. Il di-
(pie' santi, le cui leliquie si racchiu- w stintivo della dignità vescovile è
<lijno nella medesima croce ,
posta " la croce pettorale, né si trova
.sopra il petto. Il Sarnelli, nella let- » nel corpo canonico legge, né vi
tera XXVIII del t. VI : Se Vaso » ha de' Pontefici nostri predeces-
ile' vesco\'i {li portare la crocetta » sori costituzione veruna, per mez-
pcndcnlc dal collo sia antico j dice » zo della quale venga proibita la
CRO CRO 25i
>• delazione della croce pettorale ai ni, era la croce stazionale. Il Dona-
« vescovi, che si trovano nelle dio- ti, de' dittici degli antichi a pag.
»j cesi dei patriarchi, arcivescovi, e 190, dice, che dopo la prodigiosa
M primati. Cotesti maestri delle ce- apparizione della croce all' impera-
A> rimonie avranno appreso una tal tore Costantino il grande, il santo
>t grazianata da questi nostri di segno si ad esporre
principiò alla
« Roma imperiti nelle leggi cano- pubblica venerazione, avendo ordi-
« niche, i quali hanno proibito di nato quel principe, che in avvenire
») portare la croce ai vescovi. Noi la croce non si adoperasse più per
» però abbiamo sempre accolto o- dare il supplizio ai rei, ma bensì
« gni vescovo, che siasi a noi pre- si onorasse, e si portasse da chiun-
*» senlato colla croce, come è più que scopertamente, senza alcun ti-
» volte succeduto agli oltramouta- more di castigo. Pertanto le croci
w ni, che non hanno dato orecchio gemmate si portarono poscia nelle
» alle insinuazioni di costoro. Ella processioni, o litanie, ed adornaron-
M intanto procuri di comparire in si eziandio con medaglie istoriate
M città, ed a corte colla croce, co- a basso rilievo. Le antiche croci
» me ancora all'occasione di far poi si dissero stazionali da una in-
»j visita al Cardinal patriarca, e se timazione, la quale anticipatamente
» le venisse detto, che i suoi im- facevasi al popolo, che cioè dovesse
» mediati antecessori non la por- ritrovarsi insieme unito in un gior-
« tavano, risponda, che questo fu no, e luogo determinato per dar
« ed è un vero abuso, e che è principio ad una si sagra funzione.
« mente nostra, eh' ella la porti, e Quindi avvenne, che lo stesso loro
»> ci renda intesi di ciò che avver- iutertenersi in quel luogo assegnato,
*> rà." la seguito di questa lettera, si appellò Stazione (Fedi), e così
il nunzio Acciajuoli comparve a cor- il nome di Stazionali fu dato a
te, e per la città colla croce, e non quelle croci, che usavansi in simili
gli venne fatta alcuna opposizione. circostanze. Aggiungiamo col Cre-
Lo stesso poi fecero monsignor ve- scimbeni, che il popolo in queste
scovo di Evora, ed alti'i prelati ec. funzioni raccoglieva in una chie-
si

Sulla croce pettorale si possono sa diversada quella stazione^ loc-


consultare i seguenti autori : A- chè chiama vasi Colletta. Dipoi pro-
gostino Fivizzaui De ritu ss. Crucis, cessionalmente, col Papa, e col cle-
ec. , cap. VII, pag. 53 ; De gesta- ro, s'incamminava a quella, ove la
tioiie Crucis pendentis a collo e- stazione era intimata. La croce a-
piscopi j And. Saussay, De cruce dunque che precedeva la processio-
pectorali in Pauoplia Episcopali, 1. ne, si disse perciò stazionaria.
IV, pag. 299; Georgius in t. I Due di queste croci tuttora si
Liturg. Rom. Pont. p. i5o Gae- ; conservano nella patriarcale basilica
tano Bagali, Delle croci pettorali, lateranense, e sono di argento di
nelle memorie dì s. Celso, pag. molto peso, tutte intagliate di basso
rilievo, ed anche oggi sogliono por-
CR.OCE Stazio.vale. Anticamen- tarsi da quel clero nelle soleni.i
te la croce, che ^i portava innanzi processioni. Si chiamavano Stazio-
al Papa, quando andava in qualche nari il diacono, che portava tal
chiesa a celebrale le sa;;rc lunziu- croce, e gli uccolili, che gli presta-
,

l'ii CRO CPlO


vjiiio assistenza. Ma a' nostri tempi nioniale del Piccolomini, e gli an-
l'uso delle stazioni è molto diver- tichi Ordini Romani.
so, non essendovi più né la colletta, La scuola della croce era compo-
ne la processione. Soltanto è rima- sta del sagrista, dei suddiaconi, e
sta la visita della cliiesa, ov' è la dei maestri di cerimonie del Papa.
stazione, che i>er tutto il giorno si Si prova ciò coli' autorità di Cencio
può visitale dalpopolo per l' ac- Camerario, il quale così si esprime,
quisto delle indulgenze. Anastasio nel de off. parasc. E a sa-
t. 1 3, :

Bibliotecario, nella vita di s. Leone persi, che, secondo l'antica consue-


111 racconta, che Carlo Magno re- tudine, tulio aio che si offre sulla
galò alla basilica lateranense una croce, ove fa le funzioni il Ponte-
croce arricchita di gemme, chiamata fice, deve essere della scuola della
stazionale, da doversi portare, o croce. Ora secondo il cerimoniale
dall' essersi portata nelle litanie, sic- tre parli si formano di tulio ciò

come egli ordinò. Un'altra simile che si offre su la croce ; una di


croce si diede alla basilica di s. queste la prende il sagrisla, l' al-

Pietro dal pio e generoso principe. tra i suddiaconi, la terza i maestri


/^. Corn. Cursiiim agost. in traci, delle cerimonie. Forse la scuola del-
de clavis Doininicis. Una croce sta- la croce una volta era composta
zionale antichissima si conservava dei soli suddetti suddiaconi, i quali
nella basilica liberiana, come si però adempivano a tutti gli obbli-
legge in Paolo de Angelis nella de- ghi e doveri della sagristia, e dei
scrizione di quella chiesa, al lib. maestri delle cerimonie; ma questo
VII, ove dice: C/iix una magna non fu pili praticato nei tempi po-
(le Ugno cooperta argento, qiiae steriori. Al più i suddiaconi for-
portaliir per litanias, cioè nelle mavano la parte pnncipale della
preghiere, processioni, e rogazioni. scuola della croce, come si l'ileva

Che queste croci stazionarie si por- dalla sottoscrizione alla lettera di


tassero nelle processioni, ricavasi an- Innocenzo II, diretta nel i 38 a 1

cora da un antico rituale di Bene- Baldovino arcivescovo di Pisa: Ba-


detto, canonico della basilica di s. ro scholae palatii subdiaconus, et
Pietro nel secolo XII, ed ecco quan- prior scholae crucis. Certo è, che
to di ciò si legge: Priniicerius cani pochi erano ascritti alla scuola del-
sellala, etsubdiaconi regionarìi, et la croce. Lo stesso Cencio dice, che
acolythi cum cruce stationali s. Pe- al più devono essere quattro : due
tri, levant inde cruceni cuni colle- suddiaconi, il sagrista, ed il mae-
cta processionali usquc ad s. Ma- stro di cerimonie, che probabilmen-
nani Majoreni. V. il Mabillon. Mus. te negli antichi tempi era un solo.
Italie, t. II. Di questa croce sta- Dal celebre monsignor Ciampini, si
zionale fa pur menzione Pietro Mo- ha De cruce stationali investigatio
:

retti, Rilus dandi presbyteriuvi, p. historica, Romae i6c)4' I' Piazza


i3o. Questo dotto ecclesiastico a che le croci stazionali per
asserisce,
pag. 3o5 dello stesso libro, Appen- lo più erano senza crocefisso, gem-
dix, ci dà un trattato, De velcri mate, e ricche di ornamenti.
schola Crucis : collegio recloruni CROCE ASTATA. L'uso, che
Roni. fraterni lalis : ulriusque vesti- il clero porti avanti di sé la croce,
giisj di cui si può vedere il ceri- rimonta ai primi anni del cristiane-
CRO CRO 2 53

simo. quanto si riporta


Oltre a lica Lorenzo ad Sancta San-
di s.

all' ailicolo Croce. ( Fedi ) ed a , clorum, quando Paolo 11 ivi li col-


Croce Pontifìcia [Fedi), diremo locò, per restituire alla lateranense
con Simone Pietro l'esorcista, che i canonici regolari di s. Agostino.
i primi fedeli portavano in mano F. il Fleury, disc, populi Dei, t.

il segno della croce, massime quel- I. edita a Fran. Ant. Zaccaria, Ve-
li che patirono glorioso martirio netiis 1782, pag. lyS; non che
sotto Diocleziano. F. il Surio ai 2 Mabillon, Mus. Italie, tom. II pag.
giugno. All'articolo Croce stazionale 124, i3i. A pag. 146. Inoltre
(^Fedi), si disse che la croce, la quale il Mabillon riporta l' ordine Ro-
precedeva il Papa nelle stazioni, mano XII di Cencio Camerario ,
appellavasi stazionaria; ma quella in cui si descrive l'ordine delle cro-
astata,, che si usa adesso, già chia- ci inalberate dalle basiliche pa-
mata Fexilàwi Doniinicae crucis, triarcali, e quello della croce asta-
precedevalo solamente, allorché gi- ta usuale del Papa: » ordine in-
rava per la città, invece del laba- verso cruce s. Laurentii foris

ro, e de' portavano


vessilli, che si murum praecedente, deinde et
anticamente innanzi agi' imperato- cruce s. Mariae JMajoris, quae de
ri, com'è di avviso Pietro de Mar- consuetudine dici talis ad eccl.

ca Traile des processions des chré -


: later. debet afferri ; tertia fertur
tiens au quel est discours, pour crux ejusdem eccl. later., post
quoi la Croix y est elevée, et por- has vero crux. quotidiana Domi-
lée, Paris 1089. Sulla ragione per ni Papae memorato modo
cui la croce astata precede le pro- inceditusque ad locum, qui Pà-
cessioni, si legga l'annalista Rinaldi rion nuncupatur, cruce s. Petri,
all'anno 898, num. 100, ed al- quae de consuetudine ipsa die
1 anno 5i9 num. 35. apud s. Marcum debet afferri,
Il Macri, nella notìzia de\'Oca- post ciucem s. Laurentii, et ante
boli ecclesiastici, alla parola Crux crucem s. Mariae Majoris in ordi-
dice che nelle processioni [Fedi), ne praecedente ".
la croce deve portarsi in modo, Il Sarnelli, parlando delle croci
che il ciocefisso volga le spalle al astate a due e a tre traverse, nel
clero, mentre nella croce , che si t. IX, p. 86, dice essere invenzio-
pratica portare innanzi al Papa, ne delittori la croce a tre traver-
ai patriarchi ed agli arcivescovi, se, per denotare il Papa, giusta il
deve il crocefisso essere rivolto ver- distico :

so la faccia del Papa, e dei prela-


ti,ancorché sieno intramezzati, e Cur tihi crux triplex, Urbane, tri-

precedano i nominati, i canonici plexque corona est?


od altri. Il portatore della cro- An ne suani sequìtur quaeqtte coro-
ce astata chiamasi generalmen-
, na crucevi ?
te Crocifero ( Tedi). Il capito-
lo della patriarcale basilica latera- Cosi lo stesso autore dice della
nense nelle processioni si fa pre- croce a due traverse , o duplicate,
cedere da due croci. Ciò vuoisi per significare il patriarca, dappoi-
derivato dal diritto, che i canoni- ché realmente si il Papa che il

ci secolari acquistarono sulla basi- patriarca non portano, che la sem-


,

CRO
jjlice croce aslala. An7Ì la croce n statua nel mezzo di Roma, con li-
(lue traverse o doppia, solo si usa na croce in mano. Altri pensano,
in oriente, e questo non per altro che patriarchi greci usino la cro-
i

che pel disegno di quelle chiese, le ce anche doppia, ma non vi so-


quali come noi latini facciamo in no argomenti validi a provarlo,
figura di croce semplice, dagli orien- se non fosse avvenuto per emu-
tali si fanno in vece in forma di lare i latini. Così il Sarnelli. Egli
croce doppia, per rinchiudere den- però aggiunge di non aver mai
tro le piime braccia l'altare, ed al- veduto patriarca, o primate latino
tri luoghi secondo il rito loro ne- che porti la croce doppia ; mentre
cessarie. Aggiungeremo, che il Papa il Papa, e i suoi legati portano la

in luogo del pastorale, che indica croce semplice avanti di loro ; e


giurisdizione limitata, usa la croce nel capo ; antiqua de prwi/eg. è lo-
in asta, qualunque volta nelle fun- ro concesso ilominicae Crucis ve-
zioni che celebra sia prescritto l'u- xillum, cioè la croce, che si fa
so del pastorale negli altri vescovi. ordinariamente con una sola tra-
Ciò si rileva dal pontificale roma- versa. Certo è, che i vescovi fan-
no. La croce, di cui il Papa deve no uso della croce astata negli
far uso nelle consngrazioni de've- stemmi gentilizi sotto il cappello
scovi, di altari, di chiese ce. , nel- prelatizio, o cardinalizio, e se la
l'apertura della porta santa ec. targa viene compresa nel manto so-
è un'asta con sopra una croce sem- pra di questo, è perciò sempre sot-
plice, come si vede negli antichi to al cappello, che sovrasta tutto lo
mosaici delle basiliche di Roma; scudo. Essi poi la rappresentano
né si deve attendere ciò, che in con una sola traversa, e con due,
appresso hanno fatto capricciosa- se da una chiesa patriairale o
mente i pittori ed altri artisti, i arcivescovile, benché in parlilms,
quali, per fare conoscere che
forse sieno passati ad una semplice sede
il funzionante era il Papa, gli po- vescovile. Lo stesso si pratica dai
sero in mano la croce con tre sbar- Cardinali ,
quantunque vescovi di
re, e in capo il triregno. chiese suburbicarie. Egli è perciò
costume di portare la croce
Il che i patriarchi, e gli arcivescovi
era pure degl'imperatori d'oriente. ne' loro stemmi gentilizi usano la

Ciò apparisce dalle loro monete e croce astata doppia con due traver-
medaglie, come da quella di Va- se, sebbene lo sieno di chiese in
lentiniano presso il Baronio all'anno parlihus, il qual distintivo conser-
4^5 con un volume alla destra vano nel passaggio di chiese vescovili.
che credesi l'evangelo, e nella si- I vescovi, che hanno l'uso del pallio,

nistra una croce doppia, adornata per ispecial privilegio della santa
con perle, forse per significare che Sede, come quello di Arezzo, nei
Teodosio, il quale l'avea fatto au- loro stemmi pongono la croce con
gusto, regnava ancora con lui giu- due traverse. Nelle armi degli ar-
sta il parere di alcuni. Costantino civescovi si pone la croce a due
il grande, dopo che ebbe col patro- sbarre pei'chè dalle armi si cono-
,

cinio della croce riportata la stre- scano e distinguano quelle degli ar-
pitosa vittoria contro il competito- civescovi, primati, e patriarchi, da
re Massenzio, collocò la propria quelle dei vescovi. La croce, che usano
CRO CRO 2^1;

quelli, i quali da essa possono esse- " tioni respondet veterum Roma-
re preceduti , è eguale alla croce " norum consuetudo illa ,
juxta
papale con una semplice sbarra, e di » quam supremum magistratum
questa usano nelle funzioni, e quan- » plures fasces, inferiorem paucio-
do escono in forma pubblica a pie- « res antecedebant, ut diximus. Et
di, non mai quan-
o a cavallo, e » quidem hnjusmodi insti luto illa-
do vanno Urbano V
in carrozza. " rum ecclesiarum mos valde con-
volendo rimuovere Guglielmo di « venire videtur, ut nobiliori clero
Medun dall'arcivescovato di Sens « cruces binae , minus vero insigni
nel i362, per particolari motivi, » simplex ". Ma ciò, come riflette
gli disse voglio all'opposto il Bonanni, non milita nel sommo
elevarvi in dignità, non avete f^oi Pontefice, benché usi la croce sem-
che una semplice croce ne avrete ^ plice, e simile a quella del Salva-
fino dora due, perche vi fo pa- tore, la cui immagine vi è affissa.

triarca di Gerusalemme. Finalmente da alcuni suole por-


Sulla diversità delle croci , che tarsi anche la croce nuda, e di le-
precedono i Papi, i primati, i pa- gno, nelle processioni particolarmen-
triarchi ,
gli arcivescovi , va letto te di penitenza, o in quelle, che si

l'articolo Croce Pontificia (Vedi), fanno in memoria della passione


verso la fine. Sull'uso, che pa- i di Gesù Cristo, massime dai reli-
triarchi fanno della croce con due giosi francescani. I cappuccini, ed al-

traverse, una più breve dell'altra, tri erigono le croci pure innanzi ai lo-
riporteremo quanto si legge nel ro conventi. Non senza mistero poi
Molano de Picturis^ cap. 12: » Hoc Clemente Vili diede all'arciconfra-
» autem prò rudioribus addo, quod ternita della dottrina cristiana di
M baculus archiepiscopi non habet Roma, per propria insegna la cro-
» superius uncum sed crucem, pa- ce nuda, circondata dagli stromenli
" triarchae autem habet superius della medesima passione, per dimo-
» duplicem crucem: supremo anli- strare che il vero segno del cristia-
" stiti,sciliceti'omano Pontifici, qui- no , e lo stendardo proprio della
» dam dant pedum cum triplici cru- milizia cristiana è la santissima cro-
« ce ad redarguendum eorum cac- ce; cattedra della dottrina celeste
« cam, et diuturnam ambitionem, di Cristo divino maestro ; che la
» qui se contra Romanam Eccle- vera prova della perfezione cristia-
»• siam omnium matrem erexe- na è il patire per Gesù Cristo , e
» runt ( e affermano )
patriar- perciò sì espone in pubblico, ed in
" cham Costantinopolis, quae tunc pubblico sì porta elevata nelle pro-
" Pioma dicebatur nova, universa- cessioni. In quanto poi al significa-
» lis patriarchae titulo insigniri, et to della croce astata, la quale pre-
» ejusdem potestà tis esse cuni ve- cede il clero nelle processioni, e in
« teris Romae Pontifice. Cum enim tutte le sagre funzioni coli' imma-
» crux sit insigne precipuum earum gine del Crocefisso, vuoisi assicura-
>» quae in ecclesia Dei concipiun- re, che questi tiene lontano chiun-
" tur dignitatum, proinde simplex, que voglia impedirgli la strada , e
-' minoi'em indicat ordinis potesta- siccome le processioni rappresenta-
» tem, multiplex vero majorem, et no il pellegrinaggio , cui facciamo
' praeslantiorem, cui sane propor- verso la beata eternità, perciò si por-
,

?% CRO CRO
fa innanzi la croce, perchè nel viag- ebbe quel primo imperatore cri-
gio estremo Gcsìi Cristo deve es- stiano , fu a lui notificato il suo
sere la nostra guida. Tale è la trionfo sopra il tiranno Massenzio,
spiegazione che ne danno i litur- così per la comparsa , che faceva
gici. La croce astata si copre con la croce nell'atto in cui presenta-
velo violaceo, come quella degli al- vasi al pubblico il sommo Ponte-
tari, ai vesperi domenica di
delia fice, si proclamava al popolo cri-
passione, e si discopre nella mat- stiano il trionfo, che appunto in
tina del venerdì santo. virtù della croce esso avrebbe ri-
CROCE PONTIFICIA, e de^ pa- portato sopra l'inferno.
TRIARCIII, ARCIVESCOVI, LEGATI APOSTO- Il p. Bonanni, la Gerarchia ec-
LICI, ec. Non può con certezza
si clesiastica, pag. 377, Della croce
stabilire il tempo preciso in cui i che sempre si porla avanti il soni-
sommi Pontellci si lasciassero ve- mo Pontefice, dice essere opinione
dere in mezzo popolo fedele pre-
al del Fivizzani, che s. Pietro e gli
cedtiti dalla croce in asta o col- , apostoli, pel gran desiderio di mo-
r immagine del Crocefisso. Non ab- rire per amore del loro maestro,
biamo monumento, né memoria li- cominciassero a portare in mano
turgica per poterlo stabilire, giusta pubblicamente la croce. Siccome
l'osservazione del Fivizzani, Den- però non ne adduce prove, rimane
ta ss. Crucis romano Poiidflci prae- il dubbio, se nello spazio di tre
ferciidae. Tuttavolta sembra pro- secoli, quanti ne corrono dal detto
babile, che questo rito avesse ori- primo Papa al successore s. Silve-
gine dopo battesimo di Costan-
il stro I fiorito sotto Costantino, com-
tino imperatore. Ciò per altro non parissero i sommi Pontefici, con
si argomenta dalle antichissime pit- tarsi portare la croce avanti, in
ture, che pervennero sino a noi, Segno della loro pon- spirituale, e
nelle quali si rappresenta Costan- tificia giurisdizione. Però abbiamo,

tino, il Grande, che scende nel la- che r Oldoino nelle Addizioni al
vacro battesimale, ove si vede il Ciacconio, nel tomo I, col. 91, tra
diacono apostolico avente fra le i riti stabiliti da s. Clemente I e-
mani inalberata la croce, che pure letto Papa nell'anno 98, dice, che
potrebbe dirsi essere quella pittu- Sunirnus Pontifex ejasqne legatos
ra l'espressione dell'antica tradizio- domo exire slne crucis i'exillo pro-
ne,non rimontando sino a quella hihuit. Ma siccome l' Oldoino non
prima epoca. Questa congettura il riferisce il fondamento di tal rac-
Fivizzani la fonda sopra un fatto, conto, non si può asserire se s. Cle-
qual è quello, che essendosi già da mente I abbia incominciato pel
quel tempo, come si è dimostrato primo a farsi precedere dalla croce.
all'articolo Croce [Vedi), incomin- Che questo rito però fosse in uso
ciato a venerare pubblicamente il nel secolo nono gravissimi argo- ,

segno di nostra redenzione, sino da menti il comprovano, mentre Ana-


quel momento esso fu usato pub- stasio Bibliotecario, nella vita di s.

blicamente al cospetto di tutta la Leone IV, che regnò dall'anno 847


Chiesa dal capo visibile della me- all' 855, dice: fecit idem benigais-
desima. Dappoiché come per la pro- simus crucem aureatn noviter et ,

digiosa apparizione della croce, che ipsa crux, ut mos antiquitus est
suhdmconi manibus fcrehatur ante mandai.ti degli eserciti e fili stessi
eqimm pmcdecessomm Ponlifiaan. imperatori, per guisa che non in-
vaile quali parole chiaramente si traprendevano mai alcun atto delle
nleva, essere stata molto più anti- loro giurisdizioni, senza annunziar-
ca la pratica del rito di cui par- lo con alcuno di quei segni esterni,
hamo. ^on SI può per altro rivo- che si portavano innanzi a loro!
care in dubbio, che, resa la quiete
Così il sommo Pontefice quasi in
alla Ch.esa per le leggi emanate
a atto di mostrare quel potere so-
fovore di essa da Costantino il
vraumano, di cui lo ha investito
Gm/^^e, potessero s. Silvestro I, e i Gesù Cristo, in tutti gh esercizi
successori di lui liberamente, e con
della sua autorità è preceduto dal-
maggior magnificenza inalberare il la croce. La croce proclama chi
segno della santa croce, e per le
egli sia; la croce annunzia il suo
pubbliche strade farne religiosa pom- impero spirituale per tutta la greg-
pa, come di trofeo riportato sul- già, ch'egli regge, ammaestra, e
mferno, e come contrassegno del-
1 governa. Che anzi il segno visibile
1 impero conferito dal Salvatore ai della santa croce è così assoluta-
romani Pontefici vicari di lui, glo- mente proprio del supremo pastore,
riticato dopo lo spargimento del che eminentemente compete soltan-
suo prezioso sangue. Il Lenglet, nel- to a lui, ed è perciò ch'egli non
e sue lavoktte cronologiche,
tom. pratica nessun atto del sublime suo
11, pag. 2 7b, ali anno ^G^ men- , ministero, che portato dalla croce,
tre era Papa Adriano II, dice es- la quale, come dicemmo, precede
sere opinione, che in questo
tem- i Quindi unicamente il
suoi passi:
pò cominciasse a portar
SI
la croce romano Pontefice,
o apparisca in
innanzi al Papa.
p,,bblico cogli ornamenti pontifica-
Se poi s. domandi per qual ra- li, o cammini per la città coperto
g.one la croce
debba precedere il della sagra stola, o esca della me-
sommolontefice, risponderemo col desima, o si conduca per sua divo-
invizzam nel libro 3, essere fonda- zione in alcuna chiesa, o visiti al-
ta cotesta pratica sulla natura
della cun convento, mouistero, casa reli-
sua rappresentanza, di vicario cioè giosa, ec, vienesempre preceduto
(li Oesu Cristo;
dappoiché nessun dalla croce inalberata fra le mani
segno più proprio, più dignitoso,
del così detto Crocifero (Fedi), un
più espressivo di questo potrebbe
tempo chiamato diacono apostoli-
conven.re al capo visibile della re-
co: che anzi nell'atto stesso, in cui
J.gione. Per esso infatti si annunzia dall'interno delle sue camere passa
primieramente la sua dignità, e la alla cappella palatina, la croce lo
autorità, eh egli acquista sopra tutto
precede sempre quando porti la
.1 cristianesimo. Allorché i procon- stola; laonde non vi è luogo, sia
sol., consoli,
, , dittatori, che ave- pubblico, sia privato, in cui egli
vano impero nella
repubblica ro- o vestito degli abiti pontificali, ^o
niana, nella provincia di loro giù-
con istola, non si presenti con que-
lisdizione SI mostravano nell' eser- sto sublime segno della sua auto-
cizio della propria autorità, erano rità, e del suo potere. Il Bonanni
p.eceduti dai segni esterni del loro
citato assegna cinque ragioni, sulla
potere, come pure lo ciano co- croce che precede
i il Papa: i." per
voL. xvni.
'7
xd8 CRO CRO
mantenere la memoria della pas- con portarvi tali insegne, ma in-
sione di Cristo dagli eretici impu- darno, Corlinis a puerorwn turba
gnata, e derisa con vari errori, e dìlnceratìs.

bestemmie maltrattata; i." per in- Perchè poi 1' immagine del Cro-

dizio dell'amore verso la passione cefisso della croce pontificia , sia

professalo dal sommo Pontefice; sempre rivolta verso il sommo Pon-


3." acciocché tal segno sia difesa tefice, lo dice il Fivizzani al ca-

del Pontefice, e de' suoi seguaci; po 2 3. Questa cerimonia sembra


4.° perchè serva di sprone ai fe- essere quella, di cui fece parola s.

deli, alla imitazione del Salvatore; Agostino nel sermone 19, al t. X,


e per ultimo, si porla come segno cioè, che essendo la croce ,
praesi-
della suprema dignità Pontificia, dium amicis, ohstaculum ìnimicis,
fondata nei meriti del Salvatore, il romano Pontefice, come capo di

di cui è Ticario in terra. Questa tutta la Chiesa combattuta in tulli


ultima ragione confermò l'erudito i tempi dai nemici visibili, ed in-
prelato Casali de Rit. e. 81, dicen- visibili, tenendo come lo sguardo
do: »» Crucis enim praelatio quam- costantemente rivolto all' immagine
;> dam dignitatera, et potestatem del Crocefisso, mostra d' implorare

» demonstrat, sicut in Romana da lui tulli i lumi, tulli gli aiuti


» rcpublica mos servabatur prae- a ben governarla, e tutta la forza,
M ferendi sex fasces proconsulibus, tutto il coi'aggio per difenderla.
« consulibus duodecim dictatori ,
Inoltre questa croce coli' immagine
vigintiquatuor ". Siccome anche,
.'5 sempre rivolta verso del sommo
come racconta il Gretsero de Crii- Pontefice, significa l'officio, che prin-
ce,lib. 2, cap. 7, « eranttituli prin- cipalmente egli sostiene di media-
» cipum, et regum ahquando quae- tore Ira Dio, e gli uomini , e che
v dam vela, quae repraesentarent però non deve lasciare in nessun
» regiam potestatem, insignita in- momento di presentarsi al Ponte-
M signibus imperatorum, et prin- fice eterno , che è per essenza il

M cipum, vel eorumdem nominibus mediatore vci'o, come l' appella s.


M inscripta, eo modo , quo hoc Paolo, medlator Dei , et hominuni
-V tempore cum urbs vel recupe- Christus Jesus. Finalmente si deve
» ratur, vel jam primum obtine- dire, che un'altra ragione, per la

« tur, vexillum principis in editiori- quale il supremo gei-arca cammina


» bus locis statui, vel saltem insi- coir immagine del Crocefisso sem-
-«) gnia in portis, portubus, et por- pre verso di sé rivolta, è quella stes-
-•» ticibus, aliisque locis pingi, et sa per cui un tempo portavasi dal
« aftìgi solent, ut hac ratione tan- medesimo nei viaggi la ss. Euca-
« quam titulo quodam, urbis do- ristia [Fedi), cioè per confessare in-
.-5 minium sibi vendicenl, et talia trepidamente la fede di Gesù Cri-
» vela nominantur in codice Jiisti- sto; per manifestare l'amore ar-
« niani Vela Regìa, lege ne quis dente verso di lui, dal quale niente
M ut nemo privatiis". E s. Ambro- lo potrebbe separare; per esterna-

gio le chiamò Reginx Coriinas , re la sua fiducia in lui solo difen-


mentre scrisse a Marcellino di Va- sore, protettore, liberatore e del
lentiniano imperatore, il quale ten- pastore, e della greggia, che lo se-
tò d'impadronirsi della basilica, gue; per far conoscere da ultimo

li
,,
, ,

CRO CRO 259


a tulli coloro, che lo accompagna- rono, che la croce è l' insegna di-
no, dovere di starsi lontani dal
il stintiva della Chiesa Romana , e
peccalo, ed impegnarsi nella imi- però del romano Pontefice ; e quan-
tazione del Crocefisso. do Nicolò V, in premio della ri-
Osserva il Novaes, Dissert. i. II, nunzia dell'antipapa Felice ,
gli V
p. iio, che il Crocefisso si porta accordò alcune pontifìcie insegne
voltato verso il Papa ,
per signifi- non vi comprese però la delazione
care, che Dio lo assiste in maniera della croce. Quindi tutti quei pre-
particolare. Cosi pure si porta in- lati, di qualunque gerarchia essi sie-
nanzi agli altri colla faccia contro no , che godono questo privilegio,
di essi rivolta verso la parte dove non possono usarne, che dentro de-
si va colla croce, per significare che terminati confini, ed in quella for-
per la virtù di Gesù Cristo saran- ma , ed in quelle funzioni , come
no rimossi tutti gli ostacoli , che loro ha permesso la santa Sede.
possono essere d' inciampo ai loro Laddove il romano Pontefice, qual
pietosi e paterni disegni , tendenti capo universale di tutta la Chiesa,
all' esercizio dell' apostolico ministe- si presenta colla croce in tutti i

ro. Aggiungiamo col p. Bonanni punti dell'orbe cattolico, perchè


che quando si usa l'immagine del tutto r orbe cattolico può dirsi es-
Crocefisso nella croce portata avanti sere la diocesi, e la metropoli del
il clero, ciò si pratica per mostra- romano Pontefice, onde invalse quel
re, che da essa si tiene lontano detto : Ubi Papa, ibi Roma. Per
chiunque cerca impedirle la strada; non dire di altri, il Pontefice Gre-
e quando la medesima si tiene vol- gorio XI, che fu creato nel iSjo,
tata verso il Pontefice, si dà ad ordinò che i patriarchi, gli arcive-
intendere la speciale protezione, che scovi , e i vescovi non potessero
di ha il divino Salvatore. Il
lui portare avanti la croce in presen-
p. Bonanni tratta della croce pon- za de' Cardinali, che fossero legati,
tificia, anco neir opera Numismata o nunzi della Sede apostolica.
Pontificum, al tom. Il, p. 625 , e Abbiamo però dal Sarnelli, nella
674. lettera Della Croce che precede gli
Inoltre
il Fivizzani, nel suo bel arcivescovi ec, tomo IX, pag. 84,
trattatode rìtu ss. Crucis , ci dà che tanto i legati, quanto i pa-
ragione perchè alcuni prelati della triarchi, e poi i primati, e metro-
Chiesa sieno preceduti dalla croce. politani, ebbero dai Pontefici la
Questa pratica dei legati della santa facoltà di farsi portare avanti la
Sede , dei patriarchi dei primati , croce, ciò che anticamente facevano
degli arcivescovi, di alcuni vescovi, essi soltanto, con questa differenza,
di farsi cioè precedere dalla croce che i patriarchi possono farsi por-
alla maniera stessa, che si pratica tare la croce non solo nel proprio
dal supremo geraica, è fondata non patriarcato, ma in tutto il mondo
già sul diritto, ma sul privilegio cristiano, eccettuata Roma, e quei
che accordò loro la Sede apostoli- luoghi, ne' quali si trattiene o ri-

ca , di cui in seguito riporteremo siede il Papa, o il suo legato a


alcuni esempi. Infatti i padri del latere j non perchè possano eserci-
concilio lateranense del 1 2 1
5, pre- tar giurisdizione fuori del loro pa-
sieduto da Innocenzo III, dichiara- ti'iarcato, ma per una certa pree-
26o CRO CBO
minenza della dignilà patriarcale. Silvestro II, nel 999, diede il

Inoltre soggiunge il medesimo au- titolo di re apostolico a s. Stefano


tore, che non è lecito ai patriarchi I re d' Ungheria, permettendo sì a
farsi pollar la croce avanti a qual- lui che a' suoi successori, di finsi
sivoglia Cardinale, come dichiarò precedere dalla croce allorché usci-
Gregorio XI mentovato, perchè, seb- va in forma pubblica, e innanzi al
bene avanti ai Cardinali non legati vescovo, locchè Clemente XIII con-
non si porti la croce, si deve però fermò a Maria Teresa regina di
questo atto riverenziale, perchè tutti Ungheria.
ì Cardinali in un certo modo rap- Alessandro II, nel 1061, dichiarò
presentano la pei"sona del sommo il vescovo di Lucca primate, chiesa
l^ontefice, di cui sono membri con- da lui governata, e volle che praticas-
giuntissimi " propler quod Cardi- se r uso di farsi precedere dalla
>' nalium honori, qui personam no- croce. Dipoi Calisto II conferì al
-•' stram repraesentant, derogatur, vescovo di Lucca il pallio, e Bene-
" IVos igitur attcndentcs, quod Car- detto XIII lo esaltò alla dignità ar-
>' dinales ipsa nobiscum indefessis civescovile.
» laboribus universalia ecclesiastica Alessandro IH, nel 11 77, conces-
-•' onera sorliuntur Con che ec." se r uso delia croce avanti, all' ar-

inostia avere avuto Gregorio XI in civescovo di Salerno, e dipoi anche


considerazione quella somma pote- all'arcivescovo di Tessalonica, come
stà de' Cardinali, con cui invigilano si legge nel Baronio, e nel lib. 3,
sopra tutte onde tutte le
le chiese ; ep. Domìnicae crucis vcxillum
I 8 :

dignilà delle chiese debbono mo- defcrcndi per totani diocresim, ci


strarsi loro grate e riverenti. Que- episcopatos tihi subditos, fralernilati

sti limiti si prescrivono tra gli ec- lune licenllam inipertinuir.


clesiastici, de' quali uno è più pre- Gregorio IX colle stesse parole
eminente dell'altro, massime de'le- largì il medesimo privilegio all'ar-
ii;ati, che rappresentano il Papa, al civescovo Ausciense, ne molto dopo
quale tutti cattolici sono sudditi;
i fece lo stesso beneficio al Burdega-
ma non fra gli ecclesiastici, e prin- lense, e a quello di Messina. Ma
cipi secolari, i quali, sebl)enè hanno nella bolla, colla quale fece la me-
suprema dignilà, e autorità nelle desima grazia all' arcivescovo di
cose temporali, nello spirituale sono Gnesna, espresse il mistero di farsi
soggetti alla giurisdizione de'vescovi. precedere dalla croce con queste
Questo privilegio di farsi portar la parole « Considerans diligenter,
:

croce avanti, particolarmente doj)0 " quod in cruce Domini Nostri


il millesimo, si di (l'use a tutti gli » Jesu Christi te oporteat gloriali,
arcivescovi , ed i seguenti esempi » pie desideras salutiferae crucis
daranno un' idea delle particolari " vex.illum ante te facere de no-
concessioni pontifìcie, s\ prima che » stra licentia bajulari , qui cru-
dopo tale epoca. « cis morti ficationeni jugiter in tuo
Anastasio IH, romano Pontefice, » corpore debes prò divini nominis
nell'anno 91 i, ad istanza di Beren- « amore portare. Nos igitur atten-
gario re d' Italia, concesse al vesco- j- dentes,quod non sunt tibi ar-
vo di Pavia il privilegio di farsi -••
maturae coelestis insignia dene-
precedere nei viaggi dalla croce. " gauda, qui contra persecutores
CRO CRO i&i
» Ecclesiae certamino incess^uter dante la croce, si tratta al voi. VII,
') laboras, praesent'mm libi auclo- pag. 116, di questo Dizionario.
» ritate concedimus, ut per tiiam Conchiude il Garampi, che il co-
>» provinciam ante te ferri facias stume di benedire negli arcivesco-
» crucis sigmim, nisi cum aposto- vi, era già talmente stabilito nel
55 licae sedis legatas in Polonia fue- i3i che Clemente V nel concilio
I,

» rit constitutus ". y. Tomassino Viennese volle esfendere ad essi


de henef. t. I, lib. 12 cap. 5c^. questa facoltà, anche pei luoghi e-
Benedetto XIV, nel 174^5 conces- senti della loro giurisdizione, pur-
se ai vescovi di Varmia nella Po- ché fossero compresi ne'limiti della
lonia l'uso del pallio, e di farsi medesima. V. V Extravag. Cleni.
precedere dalla croce nella propria V, lib. V, tit. VII De privileg. In
diocesi, non però in presenza dei seguito, nel i3i4, in uu concilio
loro legati, e nunzi apostolici. In- provinciale tenuto in Ravenna, ven-
di, 174^5 accordò egual privi-
nel ne disposto, che quando i vescovi
Ba-
legio ai vescovi di Eichstett in incedessero per la città, o fuori di
viera, meno però avanti i nomina- essa, si suonassero le campane del-
ti, e avanti il suo metropolitano, le chiese, per avvisare il popolo,
eccetto che questi glielo permet- che passava il prelato in forma
tesse. pubblica, e colla croce alzata, ac-
Parlando il Garampi, nel Sigillo ciò ognuno potesse genuilettere al-
della Garfagnana^ del privilegio la croce, e chiedere al vescovo la

della prelazione della croce per gli benedizione.


arcivescovi, e vescovi, massime di Non si deve passar sotto silenzio
quello di Ravenna, e dell' atto di l'importante quesito, che nella suc-
benedire col pollice, indice, medio, cennata lettera fa il dotto Saruelli, se
cioè' colle dita della mano destra, gli arcivescovi debbano farsi prece-
ci dà queste erudite notizie. Dice dere dalla croce nelle assemblee di
egli, che questa foggia di benedizio- senatori, o altri primari magistrati,
ne fu detta signare populum, poi- alla presenza di re, ed imperatori,
ché siccome col nome di segno fu e ne' loro palazzi. Primieramente
inteso quello di croce ; non si cre- egli racconta, che s. Tommaso, ar-
dette in miglior modo benedir le civescovo di Cantorbery, se la fa-
cose, e le persone, rito surrogato ceva portare avanti nel parlamento
all'antico dell'espansione, e impo- d'Inghilterra, ove oltre il re si

sizione delle mani. Urbano II disse trovavano principi e senatori. II

Clini anice signare, e Onorio III venerabile Bartolommeo de Martiri,


signare, et signando henedicere, co- santo arcivescovo Bracarense, si re-
me hasi dalla bolla, colla quale cò colla croce avanti nell'assemblea,
confermò agli arcivescovi di R.aven- nella quale Filippo II fu da lui co-
na r antica consuetudine di farsi ronato re di Portogallo. S. Carlo
precedere dalla croce, cam- e dal Borromeo, arcivescovo di Milano, si

panello, come si disse al voi, V, ritirò dalla carrozza di Eurico III

p. 68 del Dizionario. Sul suono re di Francia, temendo che la cro-


del campanello innanzi alla croce ce si potesse portare colla do-
non
dei cleri delle principali basiliche vuta venerazione e quando il san-;

di Roma, e sul significato riguar* to Cardinale nel visitare il duca di


,

262 CRO CRO


Savoja, conobbe che l' arcivescovo storo segreto, e poi nel successivo
di Torino non si faceva precedere concistoro pubblico dà loro formal-
1' ammonì, ed invitò a
dalla croce, mente la croce di legato. Se ne
portarla sempre anche recandosi riportano due esempi al voi. XV,
nella stessa camera del nominato so- pag. 2 1 3 , e 214 del Dizionario
vrano. D'altronde non si deve nep- ove pur dicesi, che talvolta la croce
pur tacere che, nel 1480, Ludovico legatizia venne data in concistoro
XI re di Francia, ammise nel suo re- segreto. Quando poi il Papa cele-
gno il legato apostolico, con patio, bra messa solenne nella basilica va-
che non dovesse usare la croce alla ticana, od altra chiesa, non dalla
sua presenza, poiché era principe croce dell'altare, ma dalla propria
cavilloso, e geloso di sua autorità. che gli viene presentata dall' udito-
Ma Carlo Vili, figlio e successore re di rota, qual suddiacono apo-
di lui, ricevette con dimostrazioni stolico, invoca la divina benedizio-
di onore Cardinal Balve legato,
il ne, che trina egli comparte agli
colla croceche portò in sua pre- astanti. Altrettanto fa nelle cappel-
senza, e con tutta la pompa pro- le cui assiste, o in quella palatina,
pria de' legati della santa Sede. o in alcune chiese di Roma, dopo
Piacconta inoltre Matteo Paris, che la recita del discorso, e al fine del-
un arcivescovo di Cantorberj' colla la messa, benché sull'altare, ove fu
propria croce fece uscire dalla re- celebrata, vi sia la consueta croce
gia cappella quella dell'arcivescovo col Crocefisso. Non si deve tacere,
di Yorck, per insegnargli cne un che anche i patriarchi, i primati,
metropolitano non doveva compa- gli arcivescovi, e que' vescovi, che
rire colla sua croce avanti al pri- hanno l' uso della croce in asta,
mate. JNIcrita elogio il Cardinal mentre danno la benedizior>e, ancor
Sangiorgi, il quale, essendo legato essi hanno la croce avanti, ed ò
di Roma, nell'assenza di Alessandro per questo, che allora restano sco-
VI e Giulio II, per l'ispetto alla perti di mitra.
Sede pontifìcia non volle usare del Sulla difTerenza delle forme delle
diritto legatizio di farsi precedere croci, il cenno riportato all'ar-
oltre
dalla croce. ticolo Croce astata [Fedi), il Fi-
Talvolta ai Cardinali, che dai vizzani ci avverte, che, siccome nel-
Papi erano stati dichiarati legati a la Chiesa di Gesù Cripto vi sono
Intere {Vedi), mentre erano fuori di delle sedi, che dilTeriscono fra loro
Roma, venne spedita la croce lega- neir ampiezza dell' onore e prero-
tizia. A citarne due casi, diremo gative, e nella estensione dell' auto-
che Urbano VI, nel 1879, creò rità giurisdizionale, cos; fu da an-
Cardinale Giovanni Oczko, vescovo tichissimo tempo adottata pegli stem-
di Praga, e gli mandò il cappello mi ima differenza di forma nelle
rosso, e la croce di legato. Inno- croci, giacché la croce di uso ha un
cenzo IX, nel 1591, fece Cardinale asta sola, e due ne hanno le sole
Filippo Sega nunzio di Parigi, ove croci, che precedono i patriarchi
gli rimise per un ablegato aposto- nell'oriente. I patriarchi ed arcive-
lico, il cappello cardinalizio, e la scovi pongono sui loro stemmi (ciò
croce di legato a Intere. Il Papa che pur fanno per privilegio alcuni
crea i Cardinali a Intere in conci- vescovi, come si disse all'articolo
CKO Clio 263
Cuoce astata), la croce attraversala palriaiH:hi, si manifesta altresì con
da due linee disponi, chiamata cro- altri amplissimi segni figurativi, co-
ce doppia, per distinguersi dagli al- me sono le chiavi, la tiara orna-
tri vescovi. La linea inferiore è più ta di triplicecorona gemmata,, e
lunga e protratta della superiore. vari indumenti , come le scarpe
La croce di Cara vacca, che venera- crucigere, segni proprii uuicamentej,
si nella Spagna, e che vuoisi fatta ed assolutamente del Pontefice ro-
per mano degli angeli, ha tal for- mano, sia che egli comparisca avan-

ma, e di essa si parla all' articolo ti la chiesa, sia che risieda nelle
Croce. private sue stanze. Ed aggiungiamo
Sebbene la croce, col Crocefisso, col Bonanni, che la croce dal Papa
che oggi suole adoperare il sommo si usa in ogni luogo; non così dai
Pontefice, sia della forma comune legati, e patriarchi, i quali solamen-
a tutte le altre, e di argento do- te r usano ne'luoghi soggetti alla
rato (l'usuale fu fatta da Pio VI, loro limitata giurisdizione. E sicco-
la nobile dal regnante Gregorio me il pastorale è segno di limita-
XVI ; ambedue hanno i loro stem- ta giurisdizione, il Papa nelle fun-
nii, e sono alte piìi di nove palmi zioni in cui l'usano i patinarchi,
circa, compresa l'asta), conviene primati, arcivescovi, e vescovi, inve-
sapere, che anticamente, come si ce adopera la croce astata, con una
vede in pitture assai antiche, Papi i sola sbarra, e senza crocefisso. Usa
per arbitrio dei pittori inalberava- pertanto il Papa tale croce nelle
no una croce, attraversata da tre li- consagrazioni di chiese, altari, ve-
nee dispari. Così fecero essi per depri- scovi, ec. e nell'apertura della poi'-
mere, come credono spiegare alcuni, ta santa ec. Della croce stazionale
la nota ambizione, ed orgoglio di [Vcdi)j che precedeva i Papi nel-
alcuni patriarchi di Costantinopoli, i le stazioni, cui visitavano, si tratta
quali e coi titoli, e colla croce con al detto articolo.
due traverse, pretendevano innalzar- Sul modo, con cui si porta la
si o pareggiarsi alla dignità, ed au- croce innanzi al Papa dall'uditore
torità della Chiesa romana, madre di rota suddiacono apostolico , e
e maestra di tutte le chiese del dal crocifero cappellano segreto pon-
mondo. tificio, si tratta all'articolo Croci-
Del rimanente i romani Pontefi- fero; e del modo come si vela, e
ci usavano sempre, come oggidì, ricuopi'e dalla domenica di passio-
la semplice croce e quantunque ,
; ne al venerdì santo, si parla all'ar-
come abbiamo detto, i patriarchi ticolo cappelle Pontifìcie [Vedi) ,

abbiano una croce, che dilferisce ove pur si dice della palma bene-
da quella degli arcivescovi, per mo- detta, che si pone sulla croce nella
strare la dignità del loro grado nel- domenica delle palme. Su questo
la ecclesiastica gerarchia, con tut- argomento si possono inoltre consul-
tociò non era di mestieri, che i tare, monsignor Giorgi, De litur-
sommi Pontefici ritenessero l'ideale gia Romani Ponlijlcis _, Romae
croce a tre linee, bastando la cro- 1782, in t. I, cap. V, p. 4^J An^
ce comune, dappoiché la suprema- drea Saussai, de sacro titu prae-
zia del capo di tutta la Chiesa, del fcrcndi cnuem majoribiis praelatis
pastore universale, del patriarca dei ecclcsiaCj Parisiis 1628; del Fiorino
,

264 CRO CRO


d'oro, pag. So-, Torrigio, Le grotte sinisha del pclto stes«o. Dflln ero
Vaticane^ pag. 40O3 ^ monsignor ce gemmala si paila air artìco-
Agostino Fivizzani sagrisla di Cle- lo Croce [Fedi), Alcuni peiò credo-
mente Vili, Comnicnlariiis de ritu no, che le croci si principiassero ad
sanclissimae crucis Romano Pontijici usare dopo Costantino il grande,
praeferendne, V\.omac i5q-2.. All'ar- ad imitazione di quella , eh' egli
ticolo poi Maestri ostiari Virga fece fare ricca d'oro, e di preziose

rubea (Fedi), così detti della ver gemme, per rassomigliarla in qual-
ga o bastone che ricoperto di drap- che guisa alla croce, che apparve
po rosso anticamente portavano dal cielo splendentissima di fulgi-

in mano, si parla di questi custodi da luce , intorno a che può con-


della Pontificia croce. sultarsi il Donati, De' sagri Dittici
CROCE DI DECORAZIOIVE RELIGIOSA, pag. 189. Ad imitazione di sì an-
ED EQUESTRE. Ai rispettivi articoli tichi esempi di adornare il salutare
degli Ordini religiosi ed equestri, al- segno della croce con gemme, for-
l' articolo Cai'aliere [Fedi), e ad se poi si ornarono quelle delle de-
altri rende
di questo Dizionario, si corazioni, e distintivi cavallereschi.
ragione delle diverse croci di deco- Delle diverse forme, specie, e cole-
razioni, quali insegne distintive ed ri di croci degli Ordini equestri,
onorevoli dei medesimi. La cro- che furono i primi a fondarsi, ci
ce divenne un distintivo cavallere- dà erudite notizie il p. Menochio
sco, al tempo alle Crociate ( Fe- nel toni. Ili delle sue Sluore a
di), per quelle, che i crocesigna- pag. i47- Degli Ordini religiosi

ti o spalla,
posero sul loro petto, militari, che in dii'ersi tempi sono
affine di far riconoscere per qual stati instituiti, e che nell'abito loro
cagione andavano a combattere, e portano la croce.
versare il loro sangue. Talvolta i Nel Catalogo degli Ordini eque-
sovrani, i gran maestri degli Ordi- stri e militari, esposto in immagini

ni cavallereschi, ed il sommo Pon- ec. dal p. Filippo Conanni gesui-


tefice, per distinguere e rimunera- ta, a pag. 142, e seg., si riporta la
re qualche benemerito personaggio, forma di ogni decorazione equestre,
non solo lo annoverano ad un Or- e si enumerano sedici principali
dine equestre, ma per ispeciale ono- croci, cioè: croce piana, patente,
rificenza rendono preziosa e piìi biforcata, cortata, trifogliata, giglia-
distinta la croce , insegna prin- ta, ancorata, potenziata, ricrociata
cipale del medesimo, con arric- doppia, pomata, doppia biforcata,
chirla di gemme e brillanti. '.Le patente diversa dall'altra, troncata,
ci'oci di decorazione variano di for- fitta, e orlata. Ecco poi come Pom-

ma, e di ornati, sebbene di un peo Sarnelli descrive le diverse cro-


medesimo Ox-diuc, pei gradi, come ci,nel tom. X, p. 4> ^^^^- Eccl.^
di cavaliere, di commendatore, di secondo gli armeristi, e le leggi
gran croce. Alcune si appendono araldiche. Oltre le croci decussata^
al collo, altre ad un fianco stando commissa, ed immissa, di cui si

appese ad una fascia di seta messa parla al citato articolo Croce, le

a traccoUo, a guisa di sciarpa, al- altre sono : la croce semplice, e


tre al lato destro del petto , altre croce piana, che è quella comune,
e più comunemente dalla parte colla quale si rappresenta la cro-
CRO CRO 265
ce di Gesù Cristo ; croce diago- impongono l'obbligo di restituirla
nale ; croce patente , eh' è la stes- in morte all'Ordine, per lustro, e
sa croce di Cristo a due fila; dignità dell'insegna; e quindi so-
croce ottangola biforcata , croce glionsi portare domesticamente cro-
decurtata , croce fiorata , o tri- ci piccole; e i Cardinali, e i prelati
fogliata per l'estremità così fatte, le usano coU'abito corto nei-o detto
croce gigliata, croce unghiata , e di abbate, attaccale alle asole, come
ancorata, croce potenziata, che ha quelle degli Ordini gerosolimitano,
certi legnetti, i quali si appongono e de' ss. Maurizio e Lazzaro ec. Su-
agli estremi, croce fìtta, che ha il gli spicchi della croce di s. Stefa-
pezzo di basso acuto, croce ricro- no da porsi nelle armi cardinali-
ciata, che ha ogni estremità con zie , si vegga il voi. IX pag. 1 74
crocette, croce doppia, croce vuota del Dizionario. Questa croce dagli
pomata. ecclesiastici si porta di pezza di se-
Le croci di decorazioni soglionsi ta rossa, guarnita all'intorno di
porre negli stemmi gentilizii, cioè spumino d'oro, sul ferraiuoletto di
all'estremità inferiore dello scudo, seta, incedendo in abito di abbate,
ed alcuni, come la croce dell'Or- e sul ferraiuolone andando in sol-
dine gerosolimitano, sotto l'intiero tana, I cavalieri cappellani la usano
scudo medesimo, uscendo dai quat- allo stesso modo, ma senza guar-
tro lati gli spicchi della croce, cioc- nizione di oro, e solo di seta gial-
ché usano anche i prelati, e Car- la. Si suole anche portare appesa
dinali, che appartengono a sì illu- all'asola del vestito. Anche in altri
stre Ordine militai-e, e religioso. Ordini i decorati ecclesiastici porta-
Clemente XI permise che si po- no la croce sul ferraiuoletto, come
nessero sugli stemmi le insegne di i cappellani professi dell'Ordine ge-
decorazioni di Ordini religiosi e- rosohmitano. F. Gerosohmitan o
questri, dovendo però tutti rico- Ordine.
prirne i cappelli prelatizi, e cardi- 11 Cardinal Porlocarrero, nel
nalizi; ed è perciò, che anche negli 1745, consultò il Pontefice Bene-
stemmi de' Cardinali, e prelati si detto XIV, se potesse portare sulla
vedono pendere dalle collane o fit- mozzetta dell'abito cardinalizio, co-
tuccie gli Ordini, di cui sono fre- me professo dell' Ordine gerosoli-
giali. Si sogliono pure rappresen- mitano, la croce ottagona di tela
tare i ritratti de' Cardinali, colle bianca, che è vero abito, o princi- il

croci equestri, di cui sono insigniti, eipale insegna dell'Ordine. Sembrò


I zelanti liturgici biasimano i pit- giusta al Pontefice la domanda,
tori, e quegli artisti, che abusiva- tuttavolfa volle esaminarla matu-
mente, e capricciosamente rappre- ramente. Nelle ricerche, che all'uo-
sentano sulla porpora cardinalizia po egli fece, osservò diverse cose
ogni specie di decorazione nei ri- relative, e confacenti al delicato
tratti dei Cardinali. I medesimi li- argomento: i." Che i monaci, e
turgici dicono potersi dipingere frati professi promossi alla dignità
sidla porpora le sole croci degli episcopale debbono continuare a
Ordini religiosi equestri come il , portare il colore, e la specie del
gerosolimitano. Alcuni Ordini ca- drappo, di cui formasi l'abito del
vallereschi nel consegnare la croce, proprio Ordine, meno la forma
,

266 CRO CRO


che dev'essere da vescovo. 3." Che scuola cristiana per l'istruzione del-
il vescovo di Riulta, dove al-
città, le persone del loro sesso. Nell'anno
lora risiedeva il sovrano Ordine i6ji5 diede origine a questa isti-
f^erosoliniitano, per lo piìi cava- tuzione il sacerdote Guerin, parro-
liere di esso, portava la croce del- co di Roye nella Piccardia, insieme

l' Ordine sulla niozizclta, e però a madama di Villeneuve. Maria


volendosi in Ptoma a lui proibire Luillier ne fu pure benemerita
da un maestro di cerimonie, il ve- per avergli procurato lo stabilimen-

scovo rispose essere quello l'abito to di Parigi. Siccome poi la con-


dell'Ordine cui professava. 3." Che fondatriee volle prescrivere ad una
il Cardinal d'Aubiissou, j^ran mae- parte delle donzelle figlie della cro-

.slro dell'Ordine gerosolimitano , la ce i tre semplici voti di povertà


portava sulla mozzetta, come si ve- di castità, e di ubbidienza, al che
de da un ritratto fatto all'epoca di l'altra non voleva acconsentire, esse
sua esaltazione al cardinal ilo la , si separarono, e così formarono due
€|uale rimontava al i4^r)> ^ ad congregazioni, una di religiose che
Innocenzo \ III, il perchè erasi nel emettono i detti voti, l'altra senza
j587 terminata la controversia «l'essi. Cos\ il p. Heliot nella Sto-
mossa dai Cardinali, che volevano ria degli Ordini monastici ec. toni.
impedirne l'uso, quando Sisto V \11I pag. i8; Dizionario storico
creò Cardinale gran maestro Ugo
il degli Ordini relig. e niilit, pag.
Verdala. 4-" Che una medaglia di 2 IO.
questo Cardinal Verdala lo rap- CROCE (Ordine della vera),
presenta colla croce bianca sulla ossia dame, a cavalieresse della
mozzetta. Per queste ed altre ri- crociera. Nell'anno i668 in Vien-
llessioni, Benedetto XIV col tenore na s'incendiò il palazzo imperiale^
del Breve, Bienniuin cani di/nìdiOj ed arsero, e furono distrutti i gio-
dato a' i8 ottobre, e diretto al Car- jelli delTimperatrice Eleonora Gon-

dinal Portocarrero, dichiarò che i zaga, vedova di Ferdinando III.


Cardinali di qualunque milizia pro- Una crocetta d'oro però, che essa
possano portare la croce sulla
lessi, aveva con due pezzetti del vivifi-
mozzetta cardinalizia, riguardandosi co vero legno della croce, dopo
come Icibito della loro religione. cinque giorni si rinvenne intatta,
Ili fotti il prelato Coinmeiulalore ed illesa fra i carboni. Vuoisi che
di s. Spirito [T'cdi), oltre la cioce l'incendio bruciasse la cappella im-
«l'oro, e di smallo bianco che por- periale, dove appunto si venerava il

ta appesa al collo, sulla parte si- santo legno. Allora la pia impera-
nistra della mozzetla porla la cro- trice in memoria di questo mira-
ce doppia biforcata di tela bianca. colo, e per mostrarsi grata a Dio
Gli ecclesiastici addetti alla santa e divota della vera croce , istituì

Sede, i prelati, e i Cardinali, ve- questo cospicuo Ordine di cavalie-

nendo aggiegati ad alciui Ordine resse,che chiamò delle Dame del-


ti[uestre, debbono implorare dal la vera croce, o della crociera. Il
sommo Pontetice il permesso di Pontefice Clemente IX, Rospigliosi,
accettarne e poi-tarne le insegne. che allora governava la Chiesa u-
CROCE (Figlie della). Donzelle che niversalc, approvò l'Ordine, colla co-

vivono in coniuuilà, e che tengono stitLizlone hrdciìiptorisy che si legge


CRO CRO 267
nel Bull. Roin. t. VI, par. VI, pag. razione, l' Ordine si chiama pure
277, data a'2 agosto dello stesso della croce stellata. L'abbate Giu-
anno 1668, arricchendolo inoltre di stiniani, Hist. degli Ordini eque-
molte indulgenze, cioè della plena- stri, a pag. ^17. cap. LXXIX, Ra-
ria a ciascuna dama nel giorno del dunanza nobile della crociera, ag-
suo ingresso, purché si fosse con- giunge, che le dame, per essere ri-
fessata, e comunicata, come ancora cevute in questo nobilissimo Ordi-
nell'articolo, o punto di morte. La ne, devono avere tre indispensabi-
medesima indulgenza si concedette li qualità, cioè devono essere nobili
a quelle, che cinque volte all'anno e di famiglie illustri, tanto dal canto

si comunicassero nella cappella im- paterno che materno, come del con-
periale, e alle principesse della ca- sorte se maritate; di bontà d'animo
sa d'Austria una Tolta la settima- esperimentata, e di vita irreprensibile.
na. A ciascuna delle crociere, o ca- Intorno a ciò vi sono le opportune
valieresse, accordò che quante vol- istruzioni si pegli stati ereditari tede-
te esercitassero un atto di carità, schi, che pel regno d'Ungheria, e per
altrettante potessero acquistare cen- le Provincie ad esso annesse, non che
to giorni d' indulgenza, e a quelli per glistati italiani. Per chi è fi-

che confessati, e comunicati visitas- gha di madre, od è sorella di da-


sero la detta cappella nei giorni del- me , che furono insignite di que-
le feste della invenzione, ed esalta- sto Ordine o lo furono del teu-
,

zione della santa croce, accordò la tonico, del gerosolimitano ec, non
indulgenza plenaria. fa bisogno una nuova dimostra-
Le obbligazioni di queste dame zione della sua nobile discenden-
sono di onorare in particolar modo za, essendo però necessaria quella
la ss. croce, a cui Gesù Cristo era del marito.
stato confitto pei nostri peccali, di Riguardo poi alla reliquia della
procurare la di lui gloria, e servi- ss. croce, dice ch'essa apparteneva
gio, e di travagliare alla propria all'imperatore INIassimiliano I, che
salvezza. L'insegna loro è una cro- qual pegno di sicurezza , e difesa ,

ce da un nastro
d'oro pendente soleva portarla in dosso nelle guer-
di seta nera , cioè una medaglia re, ed in quindici battaglie ; che
d'oi'o con in mezzo una crocetta l'imperatore Fei-dinando III n'era
di smalto nero, in mezzo ad altra divotissimo, e perciò il successore
croce di smalto turchino, avente Leopoldo I all' im-
l'aveva donala
nelle quattro estremità quattro stelle, peratrice Eleonora vedova di lui.
e nei quattro angoli quattro aqui- 11 p. Bonanni, Catalogo degli Or-

le, con questa epigiatè salus et : dini equestri, a pag. i34, ci dà la


gloria, per ricordare alla memoria figura d'una dama dell'Ordine, la
delle decorate, che la croce di Ge- quale, giusta il costume, porta nel-
sli Cristo deve formare la loro glo- la parte sinistra del petto, la crocu
ria. La beala Vergine, e s. Giusep- di decorazione. Inoltre racconta, che
pe furono eletti per protettori di la vera croce dopo l' incendio venne
questo Ordine la regola, e : gli linvenuta da un cavalieie, il quidc
statuti furono compilati did p. Gio, subito ne diede parte all'inconso-
Battista JMani della coaqiagnia di labile imperatrice, che ne piangeva
Gesù. Dalle stelle poste nella dcco- lu perdita. La direzione dell' Ordì-
,

?m CRO CRO
ne fu commessa dal Papa Clemen- bandonata, affine di fondare questa
te IX al vescovo di Vienna, e n'è nuova città.
capo, e presidente l'imperatrice. Commanville la chiama Fammi
L' imperatrice Maddalena Teresa sanctae Crucis o de Baranca, co-
di Neoburgo , vedova del suddetto me città del Perù della provincia
imperatore Leopoldo I, essendo pre- di Baranca, e dice che la sua sede

sidente di quest' Ordine, nel 1 709 vescovile è suffraganea di Charcas,


a' 3 maggio, giorno sagro alla fe- ossia de la Piata , al qual arcive-
sta dell' Invenzione della ss. Croce, scovato e tuttora soggetta. Altri

ricevette in esso l'arciduchessa Ma- storiciperò e geografi asseriscono,


ria Giuseppa, figliuola maggiore del- che la sede vescovile vi venne eret-
l' imperatore Giuseppe I, e trenta- ta nell'anno iGo5, ma il vescovo

due dame, nella chiesa della casa risiede nella piccola vicina città di
professa dei gesuiti di Vienna, ove Mizgue, o Mizca, sulla riva sinistra

era slata portata processionalmente del Guapey, già un tempo grande,


la reliquia della santa croce, tosto- ricca, e capoluogo di una provincia.

thè rinvenne dopo l' incendio. Il


8Ì Non si vedono che alcuni avanzi
ut I del Diario di Roma
mero 729 del suo antico splendore. La catte-
del 1722, descrive la funzione fat- drale è dedicata alla ss. croce del
ta nella chiesa di s. Maria d'Ara- nostro Signore Gesù Cristo. Il ca-
celi, in cui per incarico dell' impe- pitolo si compone di due dignità ,

ratrice presidente di questo Ordi- la prima decano


delle quali è il

ne, il p. Diez teologo imperiale, ne di quattro canonici, compresi il teo-


conferì le insegne alla marchesa Ac- logo, e il penitenziere, lutti porzio-
coramboni del Drago. narii , nonché di preti , e chierici.
CROCE S. DELLA Sierra [S. Cru- Nella cattedrale vi è il parroco, ed
cis de la Sierra). Città con resi- il fonte battesimale. L' episcopio è
denza vescovile ncU' America meri- decente, e sta vicino alla cattedra-
dionale, dell'alto Perù, dipartimen- le. Vi sono ancora due altre ciiiese
to Cochabamba provincia
di ,
di parrocchiali. Ogni nuovo vescovo è
Santa Crux de la Sierra, nella re- tassato ne' libri della camera apo-

pubblica di Bolivia. Questa città è stolica di fiorini trenta tre.


pur conosciuta coi nomi di S. Lo- CROCEFISSO, o CROCIFISSO.
renzo della Fronlera, o santa Criix Immagine di Gesù Cristo appeso
de la Sierra la Nueva. Sta in una alla croce. I cattolici onorano , e
immensa pianura, ed è cinta di venerano il Crocefisso in memoria
belle case di campagna; è capoluo- del mistero della redenzione, e per
go del nominato dipartimento, o eccitare in se slessi la gratitudine ad
provincia di s. Croce de la Sierra. un tal benefizio. Qualunque sia sta-

Venne fondata nel 1594. Ha le ca- to il modo dei romani, e dei giu-
se assai male fabbricate, quantun- dei di appendere alla croce chi era
que sieno tutte di pietra , e confa condannato a morire con questo
piìi di seimila abitanti. Una città non si può dubitare del
supplizio,
chiamata pure Santa Crux de la modo, onde Gesù Cristo vi fu ap-
Sierra era stata edificata nel i558 peso. Il racconto degli evangelisti

a 60 leghe IV. da questa, ma s' i- non lascia alcuna incertezza su que-


gnorano le ragioni per cui fu ab- sto punto. Si legge, che Gesù Cri-
,

CRO CRO 269


slo dopo la sua gloriosa risurrezio- poiché i morti restano cogli occhi
ue fece vedere e toccare all'aposto- aperti. Si legga la rivelazione di
lo s. Tommaso le piaghe fatte dai simta Brigida lib. I, cap. 9, do-
chiodi nelle sue mani, e ne' suoi ve in persona della beata Veigine,
piedi. Quando la vera croce fu ri- dice,Deinde deposilus est de crii-
trovata da s. Elena , si trovò coi ce: eie. Et clausit orulos^ et os
foi'i dei chiodi, come si rinvennero ejiiSy quac in morte fuevunt aper-
pure i medesimi chiodi. Tre ore Gesù ta. Sul costume antico di chiudere
Cristo visse sulla croce, e morì più gli occhi ai morti, fa menzione l'an-
presto dei tre ladroni. S. Agostino, tichissimo s. Cipriano , de
Orat.
e i più dotti interpreti , credono Christi sepult. 3 dove dice: Nuni-
che Gesù Cristo fosse confitto in quid digitis tuis oculos Jesu , ut
croce, essendo questa già piantata, viortuonun de more solente claudisi
ed eretta. Semhra più probabile, 11 Sarnelli, nel tom. delle sue V
che Gesù Cristo fosse appeso alla Lett. Eccl. nella lettera XXVII
croce affatto nudo, giacché tale ei'a tratta : Perche nelle immagini di
l'uso di crocefìggere i delinquenti, Cristo Signore Nostro crocifìsso si
dal qual uso di certo non si dispen- metta la testa di morto sotto i pie-
sarono i carnefici per riguardo a di. Dopo avere riportato colla soli-

Gesù Cristo, contro il quale erano ta sua erudizione i differenti pareri


i suoi persecutori più crudeli, che dei padri e di gravi autori , con-
non contro gli altri, e il quale per chiude col riflettere, che Giacomo
altra parte volle soffrire questo ob- F.desseno, maestro di s. Efrem, O-
brobrio per l'espiazione delle no- norio Augustodunense, Andrea Ma-
stre colpe. Il costume di rappre- llo, ed altri dicono, che Noè portò
sentare Gesù Cristo confitto alla seco nell'arca il corpo di Adamo,
croce ora del tutto vestito, ora co- e cessato il diluvio, divise quelle
perto fino o solamente
alle reni , ossa a' suoi figliuoli, e che a Sem
nelle parti che il pudore vuole si più degli altri da lui amato diede
nascondano, seml)ra che non provi il capo come più nobile parte di
che il doveroso, e profondo rispetto esso, assegnandogli anche quella par-
dei cristiani per Gesù Cristo. T^. te di paese, che poi si chiamò Giu-
Croce. dea ; e vogliono che Sem lo col-
sentimento de' greci, che rap-
Il locasse nel monte Moria , cioè in
presentano sempre Gesù Cristo con- lino de' suoi colli appellato Calva-
fìtto sulla croce con quattro chiodi, rio, così detto come dalla calvaria
viene combattuto dall' uso più co- del primo padre Adamo.
nostro
mune massime della Chiesa latina, Così il Sarnelli crede ben si accor-
che generalmente lo rappresenta dino le opinioni di Origene, s. E-
trafitto con tre, cioè uno alla ma- pifanio, Cipriano, s. Ambrogio,
s.

no diitta, uno alla mano sinistra, Teofilalto, Eutimio, e molti altri.


imo solo pei due piedi. Di questo La lesta adunque di morto, che i
punto si tratta all' articolo Chiodi dipintori, e scultori pongono a pie
{Fedi). Quelli, che dipingono, o della croce di Gesù Cristo crocifis-
scolpiscono Gesìi Cristo morto in so, significa il capo del primo no-
croce con gli occhi chiusi, secondo stro padre Adamo, primo trasgres-
alcuni, non ben si appongono, dap- sore tra gli uomini del divino precet-
9.70 CKO CRO
lo, per cui fu introdotta In morto, e il che il primo Pontefice s. Pietro era
peccato, cancellato poi col preziosissi- stato crocifisso, ma per rispetto al
mo da Cristo; il quale
sanj^iie sparso divin maestro volle esserlo col capo
non solo volle corporalmenlo lavare all' ingiù. 11 supplizio pertanto della
col suo divinosangueil cranio di Ada- crocifissione dinò sino a Costantino
mo, ma morire nel sesto f,'iorno,e nel- imperatore, il quale del tutto l'aboh
l'ora di sesta essere alllsso in croc(% convertito che fu al cristianesimo.
nel qual giorno appunto Adamo fu Da quel momento non solo passò,
creato, e nella quale ora peccò. Al- come disse s. Agostino, la croce dal
trettanto dicono Teofilatto, e Beda luogo dei suppli/.ii sulla fronte degli
sopra il capo 5 di s. Matteo, e imperatori, ma inoltre pulthlicamen-
Tertulliano nel lib. I conlr. Mnr- te sopra gli altari. Anche Lattanzio
cioìi. Gli artisti talvolta pongono fa menzione dell' immagine di Gesù
sotto la croce, la figura della beata Cristo crocifisso, che dice essere sta-
Vergine, o per divozione, o per ta pubblicamente esposta alla vene-
rammentare, ch'Essa stette a pie razione dei fedeli al tempo di Co-
flella croce, presente alla morte del stantino.
divin Figliuolo. All' articolo Cpoce abbiamo ri-
Ritornando al supplizio della cro- portato l'opinione del INIacri, cioè
cefissionc, il riinnldi, all'anno i^\, che nella primitiva Chiesa non si
n. 19, nel raccontare quella di s. dipingeva, o scolpiva Gesù Cristo
Pionio, dice, che spogliatosi si di- Crocifisso, ma la sola croce, perchè
stese sopra la croce, per essere con i pagani e i gentili si sarebbero
chiodi confitto ; e che perciò si può .scandalezzati nel veder venerato un
ricavare, che la crocifissione si so- delinquente sul supplizio , laonde
leva eseguire in piana terra, ergen- rappresentavano le croci ornate di
dosi poscia in alto la croce col gemme, e a' piedi di esse un agnel-
crocefisso. Ai crocefissi solevansi rom- lo, figura di Cristo. Però il Sarnel-
pere le gambe: ciò fecero i soldati li opina, che ciò siasi praticato nel-
coi due ladroni, non con Gesù le sole chiese pubbliche, ma che
Cristo, che trovarono morto: quin- negli oratorii, e nelle catacombe si

di si facevano seppellire al tramon- tenesse l' immagine del Crocifisso.


tare del sole. iSarra il medesimo Nelle pubbliche chiese così usavano
Piinaldi, all'anno 109, che s. Si- per le addotte ragioni, e per leva-
meone vescovo di Gerusalemme, re dalla mente dei gentili T adora-
chiamato fratello del Signore, come zione degl' idoli, imperocché avreb-
figlio di Cleofa, venne spietatamen- bero rinfacciato a' cristiani, che essi
te crocifisso. All'anno 108 ripoita ancora adoravano per idolo un mor-
il martirio dei diecimila soldati, che to. E questo si praticò non solo nei
Trajano fece crocifìggere in Arme- tre primi secoli della persecuzione,
nia, perchè essendo cristiani aveva- ma anche dopo che Costantino proi-
no ricusato di sacrificare agl'idoli. Il bì la pena della croce, cioè in al-
Pontefice s. Sisto II, a' 6 agosto cuni luoghi, dappoiché in generale
261, patì su di una croce, come la croce pubblicamente si vide col
dice Prudenzio Hymno 2, ovvero, crocifisso. Nel concilio quinisesto del
secondo altri lasciò la testa in mano 692 venne ordinato che Cristo non
al manigoldo, sotto la scure. An- si dipingesse, o scolpisse più sotto
rno CRO 271
figura di agnello, ma in fignrn ti- e coronato alla reale, f^. il Torri-
inana. E Papa Adriano I, nella sua gio. Grotte f^atirane, p. 282 , e
epistola a Carlo Magno, a \aiitng- l'articolo Lucca. Si dice ancora, che
gio del culto delle sagre immagini, il Crocifisso di Rerito in Soiia, sia
citò questo canone, non per conci- pure opera di ISicodemo. rsell' im-
liargli autorità, avendolo liprovato pero di Costantino, e d' Irene verso
il predecessore s. Sergio I ; ma per l'anno yTjj, avendo un cristiano
confondere gì' iconoclasti colle loro venduto in Rerito la sua casa ad
stesse dichiarazioni. Il canone è ri- un ebreo, trascurò di portarsi via
portato de Consecr. clist. Ili sextam. il Crocefisso, che teneva al capo del
La Glossa, Pro veterij dice : Hoc suo letto, laonde rilevasi che sino
credo reprohari, quia in criice tan- d' allora era in uso tal pio costu-
tum agìius Dei depingehntur: nam me. L'ebreo egualmente non se ne
alias homine depicto ognuni depin- avvide subito, ma avendo invitato
gi non ohest in parte inferiori. Ag- a pranzo un suo vicino, e fissando
giunge il Sarnelli, che nell' anno questi gli occhi nella santa imma-
120, Gesù Cristo apparve crocifisso gine, lo rimproverò perchè la tenes-

a s. Eustachio, tra le corna di un se presso di sé, e quindi andò su-


cervio, come abbiamo dal breviario bito ad accusarlo alla sinagoga. I

romano, e da altri monumenti. Il capi di questa si recarono alla det-

p. Paolo Arrighi, nella Roma sot- ta abitazione, colmarono di rimpro-


terranea, dice, vedersi nelle cata- veri l'ebreo, e poi orrendamente
combe, ed altri luoghi sotterranei, maltrattarono il Crocefisso. Gli spu-
le immagini del Crocifìsso con quat- tarono nel volto, lo beffeggiarono,
tro chiodi trafitto, con un legno di gli posero alla bocca aceto e fiele,

sostegno a' piedi, e vestite di un dicendo così aver fatto i loro pa-
panno dalla cintura sino al ginoc- dri, e finalmente con una lancia ne
chio. ferironoil costalo, ed allora gli u-

Per confermare che negli orato- scigran copia di sangue, ed acqua


»ii, e nelle catacombe gli antichi con grande spavento degli ebrei, al-
cristiani tenessero l' immagine del cuni de' quali ricevettero il battesi-
Crocifisso, il Sarnelli racconta, che mo. Tutte le chiese di oriente ed
fino da iSicodemo, il quale con occidente procurarono di avere di
Giuseppe d' Arimatea levò dalla cro- questo sangue ed acqua, da cui si
ce il Redentore, e poi il seppelh, ottennero molti prodigi. Tanto as-
dopo la risurrezione, ed ascensione seriscono diversi scrittori, fra' quali
al cielo del medesimo, s'incominciò sono a vedersi il Durando lib. cap.
a rappresentare Gesìi Cristo croce- 6; il p. Calvi nel Propinomio e-
fisso sulla croce, e dai primi cristia- vangelico, resol. XV ; e il martiro-
ni a venerarlo in tal modo. E logio romano sotto il 9 novembre.
siccome Wicodemo visse sempre Il Piazza nel suo Santuario Roma-
immeiso nella dolorosa rimem- no, dice, che in tal giorno si fa
branza della passione del Salvatore, particolare commemorazione del Cro-
e perchè nell'arte di scultore era cefisso di Rerito, nella patriarcale
assai perito, per sua divozione fece basilica di s. Lorenzo fuori delle
r immagine elei Crocifisso che si ve- mura, e nella basilica di s. Pietro
nera nella città di Lucca, vestilo. in Vincoli.
272 cno cno d

Altri Crocefissi miracolosi sono te si crede parlasse a s. Brigida, la


per tutto il mondo, e ne' rispettivi quale, secondo alcuni, dalla sua boc-
articoli si fa menzione dei più cele- ca ascoltò le rivelazioni, che ci ha
bri. 11 Sarnelli, citando il p. Me- lasciate. P^. V Ugonio , Hist. delle

iiocliio, fa menzione del Crocefisso, Stazioni a pag. 237.


che si venera in Vagliadolid, dona- Lattanzio Firmiano racconta che
to nel XV secolo da un arcivesco- all'ingresso delle chiese, gli antichi
vo di Toledo, detto il Crocefisso cristiani ponevano un Crocefisso.
della Cepa, perchè la tradizione Questo pio costume della chiesa oc-
narra, che naturalmente venne for- cidentale si vede ancora praticato in
mato in modo ammirabile da mi alcune chiese, come nella sontuosa
ceppo Del miracoloso Cro-
di vite. di s. Corso di Roma, dove
Carlo al

cefisso di Mompeo in Sabina, che nella prima cappella della nave de-
per opera del marchese Fabrizio stra laterale, venerasi dai fedeli un
jVari a' 17 maggio 1674, fu posto Crocifisso, opera lodata di France-
in maggior venerazione; del Cro- sco Cavallini di Carrara. Questo
cefisso, che a' i4 giugno 1687, ven- antico rito di porre il Crocefisso
ne solennemente
collocato nella neir ingresso de' sagri templi, signi-
chiesa della Trinità di Marino, ss. fica che siccome è Cristo il primo
pei gran prodigii che operava; del autore di nostra salute, così si de-
Crocefisso della chiesa della ss. Tri- ve venerare il primo entrando-
nità al monte Pincio di Roma, che si nelle chiese . Ciò pure si vede
il cavalier gerosolimitano Rome- nelle basiliche lateranense, vatica-
giasso teneva sempre in mano com- na, ostiense, liberiana, di santa Ma-
battendo contro i turchi, tratta il ria in Trastevere, ed altre. La chie-
njcdesimo Piazza nella Gerarchia sa orientale, ed i greci ebbero co-
Cardinalizia. In Roma molte mi- stume di porre il Crocifisso sull'ar-
racolose immasrini si venerano del chitrave dell'altare maggiore, perchè
o
Crocefisso, come quella del carcere appena entrati i fedeli ne'sagri tem-
IMamertino sotto la chiesa dell' ar- pli, ponendosi ad orare, mirassero
ciconfraternita de' falegnami; quella con gratitudine, ed amore quello
che venerasi nella basilica de' ss. in cui tutte dovevano fondare le

XII apostoli ; quella che sta in una loro speranze. Inoltre i Crocifissi si

cappella delia chiesa di s. Marcello; pongono all'ingresso del coro, e sul-


quella che si venera nella basilica l' altare, massime per celebrarvi la

di s. Lorenzo in Damaso; quella messa. Anticamente la sua immagi-


della chiesa di s. Maria in Traspon- ne veniva rappresentata sul messa-
tina, che dicesi per tradizione ab- le al principio del canone; indi ven-

bia parlato ai principi degli aposto- ne esposta alla vista del sacerdote
li, ed altre miracolose immagini. 11 durante tutto il canone, sopra pic-
Crocefisso della basìlica vaticana vuoi- cola cortina di stoffa nera o vio-
si fatto dal pio, e valente scultore letta, che a tal effetto gli si spiega-
Pietro Cavallini, e ne parla il Tor- va dinanzi. In seguito i sacerdoti
rigio citato a pag. i52. Del mede- portavano eglino stessi il Crocefisso
simo Cavallini è celebre Croce-
il all' altare per la celebrazione del
fisso di legno, che venerasi nella sagrifizio, e lo toglievano al termi-
basilica di s. Paolo, e che piameu- ne del sagrificio medesimo, e final-
CRO CRO 273
mente ve lo lasciarono sempre, co- parla del Crocefisso in esse im-
me praticasi da Vanno però
tutti. presso.
eccettuate alcune chiese, come le Daremo termine a questo ar-
cattedi'ali di Meaux, Laon Senlis , ticolo, col riportare il seguente
ec. , le quali conservarono l' antico prodigioso avvenimento. Da lette-

uso, meno quando il vescovo offi- re autentiche di monsignor Giu-


cia, perchè allora fa uso de' suoi seppe Maria Pùzzolati, dell'Ordine
arredi sagri, fra'quali evvi il Cro- de' minori riformali, vescovo d' A-
cefisso, che in conseguenza si espo- rada in partibus, e vicario aposto-
ne sull'altare. Sul velare il Cro- lico nella Cina della provincia di
cefisso in quaresima si parlò al- , Hu-quang, in data de' i5 gennaio
l' articolo Croce. I liturgici avver- 1842, abbiamo la seguente prodi-
tono, che la ragione per cui fu po- giosa apparizione d'una croce col
sto permanentemente il Crocefisso Redentore crocefisso. » Due volte,
sull'altare, è perchè i sacerdoti alla » non è gran tempo allorché in-
di lui presenza più vivamente si >5 fieriva vieppiù la persecuzione,
penetrassero del sagrifìzio della cro- » apparve qui nel cielo circa il

ce, del quale quello dell'altare è la « meriggio una gran croce col Re-
continuazione [F. Altare). Da un » dentore crocefisso. Il cielo era il
lato dei pulpiti nelle chiese sempre « più sereno, e limpido; il crocefìs-
evvi 1" immagine del Crocefisso. 33 so nella più perfetta maniera de-
Dei Crocefissi benedetti dal Papa « lineato, ed a tutti visibile, con
con indulgenze , si tratta agli ar- >5 viva luce d' intorno sfolgoreg-
ticoli Benedizione, e Corona. Del M giante; e l'apparizione non du-
Crocefisso della Croce Pontifìcia, » rò meno di due ore per ciascu-
che sempre dal crocifero o suddia- '» na volta, col concorso, e con i-

cono devesi tenere rivolto verso la M stupore non solo de' cattolici ,

faccia del Papa, si fa parola al !> ma ancora di una immensa mol-


detto articolo. Molti cattolici per >> titudine di pagani. In altri luo-
divozione sempre portano il Cro- -•3 ghi del vicariato accaddeio ancora
cefisso appeso al collo, massime 33 due consimili apparizioni porten-
i religiosi, ed i missionarii, che il 53 tose con lo stesso concorso di

portano di forma più grande. Nelle 33 folta , e mista moltitudine di


anticamere dei Cardinali, dei vesco- 33 spettatori ". Piaccia Signore al

vi, e di altri prelati sempre su di che non sia lungi l'epoca annunzia-
un tavolino si vede la venerabile ta da uno de' gloriosi cristiani atle-

immagine del Crocefisso, di avorio, ti martirizzati l'anno 1887 nel Ton-


di legno, di metallo, o di altra ma- Rino occidentale, il quale, nel por-
teria. Quasi tutte le camere della gere intrepidamente il collo al car-
residenza del Papa hanno il Croce- nefice, profetò, che ben tosto avreb-
fisso, come è generale costume dei bero quelle contrade riconosciuta,
primari ecclesiastici, e di molti re- e confessata la cattolica fede, che

ligiosi di tenerlo sul tavolino dello allora sì fieramente perseguitavano.


scrittojo. Soglionsi anche seppellire Siccome da ultimo alcune gazzette
i morti colle mani piegate in for- estere pubblicarono , non esservi
ma di croce, col Crocefisso nelle stati fin qui nella Cina, e regni
mani. P^. l' articolo Ostie, ove si adiacenti vescovi, e banditori della
vor tviii. iS
274 CRO CRO
fede caltolìca, ai quali «licosi apii- ec. allorquando non bastano le
re l'adito il felice esito della guerra forze nazionali, e si pubblica dal
mossa dall' Inghilterra all'impero commissario generale delle crociate.
cinese, basta leggere l'articolo Cina Tali crociate consistono nel con-
(^Fedi), di questo Dizionario, per correre volontariamente, o coU'ope-
ravvisare, che oltre le sedi episco- ra, o con un annuo sussidio, ad im-
pali esistenti, vi sono numerosi vi- pedire i progressi degl' infedeli a
cariati apostolici, presieduti e go- danno del cristianesimo, al qual fi-

vernati da altrettanti vescovi. In ne il sommo Pontefice comparte


varii di detti vicariati vi hanno il premio d'indulgenze ed indulti per

assai numerose fiorenti cristianità, compensare in certo modo non la


provvedute di seminari, scuole, e tenue rata del sussidio che si con-
di zelanti evangelici operai , come trìbuisce, ma l'atto di pietà che
ancora dicesi al citato articolo. E deve accompagnarla.
notissimo a tutti, quanto remota La crociata non è una legge, es-
sia l'introduzione della vera fede sa è piuttosto vm indulto, un privi-
nella Cina, e quanti sieno i cam- legio, un beneficio legittimamente
pioni, che col loro apostolico zelo, ordinato al profitto spirituale di
e col loro sangue l'hanno illustrata. chi vuole all'opera riferita contri-
CROCESIGNATI, o CROCIATI. buire. Una contribuzione di questa
Sacram milìtiam professi. Così fu- fatta non è nella bolla altrimenti
rono chiamati che appartene-
quelli, disposta, che in forma di semplice
vano alle crociate, sia per combat- limosina, di un puro atto di bene-
tere gl'infedeli, che gli eretici, od ficenza. Il non farlo non s'imputa a
altri nemici del cattolicismo. I cro- trasgressione che meriti tra gli uo-
cesignati portavano sulle loro vesti, mini pena di qualunque genere.
e sui loro stendardi croci di diver- Chi manca nelle debite circostanze
si colori, a seconda delia nazione di soccorrere al bisogno del suo
cui appartenevano, o dell'ordine eque- fratello, non avrà altro giudice che
stre di cuierano membri. Per dir- Dio, né altro tribunale che la pro-
ne di alcuni, i francesi la porta- pria coscienza.
vano rossa, gl'inglesi bianca, i fiam- I privilegi e le indulgenze delle
minghi verde, i tedeschi nera, gli bolle delle crociate consistono nella
itaHani gialla etc. I sommi Ponte- dispensa i." dall'uso di latticini
fici, incominciando da Ui'bano li, nella quaresima; i." dai voti sem-
per sostenere, ed eccitare il pio plici che si dovranno commutare
ardore de' crociati e premiarne le dal confessore in opere pie; 3.° nel
fatiche, accordarono loro esenzioni, potere due volte nel corso della vita
privilegi, ed indulgenze, che ptu'e e nel punto di morte eleggersi un
concedettero a quelli, che sommini- confessore approvato dell'Ordinario
stravano qualche somma per le cro- del luogo, per farsi assolvere *\a
ciate, come dicesi all'articolo Bolla tutti i casi riservati alla Sede aposto-
della crociata [Fedi). lica, purché non vi sia abuso, 4- nella
La bolla delle crociate si spedi- partecipazione di tutte le indidgenze
va ancora, e si spedisce dai Papi concesse alle confraternite, ed a' pii
per respingere con una sagra conli?- sodalizi coll'applicazione alle anime
derazione i corsari, i maomcltaui del purgatorio; 5." nel poter visitare
,

cr.o CRO
cinque volte le chiese, gli allari, o che alla testa deiresercito
religiosi,
un solo altare in luogo delle sta- procedevano col Crocefisso inalbera-
zioni di Roma, e lucrarne le indul- lo; e talvolta dai legali della san-
genze, ec. ta Sede. Parlando il Bonanni, nel
Le famiglie dei crocesignati, si Catalogo degli ordini militari, a
dai Papi, che dai principi sovrani, pag. XXXI, del cavaliere a sia sol-
furono protette e beneficale. Nel dato della crociata, dice che la
I 122, nel concilio da Calisto II ce- croce insegna de'crocesignati non
lebrato nel Laterano coli" intervento fu propria di alcun Ordine equestre,
di più di trecento vescovi, tra le ma inarca militare con cui i roma-
che fuiono decretate, fu
altre cose ni Pontefici vollero contrassegnare
con pena di scomunica proibito, quelli, i quali presero le armi per
che ninno vendesse, ovvero occu- la santa Sede; e terminata
la spedi-
passe i beni di quelli, che s'impie- zione militare, cessava l'uso dell'in-
gavano nell'impresa di Terra santa. segna della croce, restando il pre-
Di più si ordinò che quelli, i quali mio delle indulgenze, indulti e pri-
avevano preso la croce, ed eransi a chi aveva combattuto. F'.
vilegi
inviali verso Gerusalemme , dove Eusebii Hamort, Hisloria indidgen-
fossero tornati indietro per qualche tiarum, Venetiis i 788, pag. 46, 67;
motivo, ripigliassero il cominciato e la biblioteca canonica del Ferra-
cammino tra il termine della vici- ri, in bulla cruciatae, ove sono in-
na pasqua, e Taltra dell'anno se- dicate le indulgenze accordate, e le
guente, altrimenti fossero esclusi obbligazioni per acquistarle.
dall ingresso nella chiesa, e le loro Psel rituale romano poi è espres-
terre fossero sottoposte all'interdetto. sa la benedizione della croce pei
Da pena si licava, che questi
tale crociati, come il modo di darla
crociali avevano contratta obbliga- che era del seguente tenore. Il Pa-
zione per voto di non abbandonare pa, o quello che aveva la commis-
la sagra milizia. La tragressionc di sione di distribuire le croci, dopo
quella obbligazione li rendeva me- di averle benedette, sedendo pai-a-
ritevoli del rigore delle censure. to pontificalmente, e colla mitra,
In fatti il Rercastel, voi. XIII p. conferiva la croce dicendo: » Acci-
12, dice che Urbano II, nel procla- • pe signum crucis, in nomine Pa-
mare la prima crociata, avverfi i " tris -t^f et Filii 4|f et Spiritus san-
concorrenti, che chiunque prendeva '= cti, -^ in figuram crucis, pas-
la croce era obbligato, sotto pena -•' sionis, et mortis Christi ad lui
di scomunica, a compiere il volo » corporis et animae defensionem,
che fallo avea implicitamente, en- » ut, div-inae bonitatis gratia, post
trando nel numero de'crociali. » iter e\plctum, salvus et emcn-
Molti crocesignati, nelle guerre -•'datiis ad tuos valcas remeare.
pel conquisto di Terra santa, di- »> Per Christum dominnm nostrum
"vennero principi sovrani di vari eie. " Detto questo, si aspergeva il
stali, e l'impeio latino di Costantino- crocesignato con l'acqua benedetta,
poli (Vedi), ebbe origine appunto ed esso baciava la mano del pre-
dai crociati, che recavansi in Pale- lato, che gli aveva dato la croce, e
stina. V. Croctata. I crocesignati quindi partiva. Oltre la benedizione
talvolta furono condotti da zelanti (ielle croci, e delle persone ciio lo
.,76 CRO CRO
pigliavano, si benedicevano ancora »> crucis quisbusdam in ipsa carne
le armi offensive, e difensive , e » apparuit. j» E
Roggero, di sopra
l'arnese pel viaggio, o l'abito da citato, aggiunge, che in quel punto
pellegrino che s' indossava anche
, in cui il re di Francia Filippo I,

dalle persone principali, come si ed Enrico re d'Inghilterra presero


ricava da Rigordo il quale così , la croce, nel cielo apparve tal segno
scrisse di Filippo l re di Francia, su di essi.

che avea presa la croce per an- Oltre gli uomini, che andavano
dare all'impresa di Terra santa: in questo sagro pellegrinaggio, vi
.'5 Cum ab oratione sur-
lacryniis si anche le donne, che
recavano
« gens sportam, et baculum pere- parimenti prendevano la croce, o
•3grinationis de manu Guillelmi per seguire i loro mariti, o per di-
» Rhemensis archiepiscopi avunculi vozione di visitare il santo sepolcro,
« sui apostolicae sedis legali acce- o per sovvenire, erano licche,
se
" pit. " E
Roggero, negli annali di colle loro facoltà, medesimi cro-
i

Inghilterra, parlando del re Riccar- ciali.Tanto gli uomini quanto le


do cuor di Leone, dice " perre- : donne talvolta fecero il viaggio di
M xit rex Turonim et ibi recepii Terra santa per penitenza di qual
'j peram, baculum peregrinalio-
et che grave peccalo, e per maggior
M nis suae de manibus Vuillielmi mortificazione, e disagio, viaggiaro
» Turonensis archiepiscopi." E l'ab- no anche a piedi. Innocenzo III
bate Uspergense parlando general- scrivendo ad Alessio imperatore di
mente di quelli, che andavano a oriente, gli disse, che i crociali, i

queste sagre guerre, accenna, che quali fossero morti nella sagra guer-
si benedicevano i bastoni, o bor- ra di Palestina, sarebbero martiri
doni da pellegrino, e le sporte o della fede: >» Assuinpto salutifei'ae
zaine, o tasche, che portavano per " crucis signo, in defensione lerrae
riporvi i loro bagagli. " ipsius martyres coronentur, et
Deve inoltre notarsi, che non » inde Iriumphans Ecclesia laetelur,
solo andavano i cristiani in Terra » et augeatur in coelis, unde nii-
santa per ricuperarla dalle mani » iitans dolere, ac minorari vide-
degl'infedeli, ma eziandio faceva- " tur m
terris. " Lo che è uni-
no questo viaggio per divozione forme a quanto disse san Bernardo
di visitare que'santi luoghi, ne'qua- ad tenipliarios. Urbano II nel con-
li nacque, visse, conversò, e mo- Clermont ecco come si espres-
cilio di
rì il nostro Redentore. E que- se » habituri post obitum felicis
:

sto proponimento lo confermarono » martyrii commercium." Conviene


con voto; che perciò scrisse Giaco- però avvertire, che la parola ìiinr'
mo di Vitriaco « signo saluti- : litionon si deve prendere nel pro-
« ferae crucis humeris suis afhxo, prio significato, perchè al martirio
5» sese volo peregrinalionis Domino in questo senso si richiede che la
>i obligaverunt. persona non muoja quasi ex coii-
Iddio in più incontri si degnò sequentì, e per accidente, lo che
mostrare, che questo pellegrinaggio, accade quando alcuno pretendendo
e il prendere la croce gli fossero qualche altra cosa ne segue la mor-
cose assai grate perchè, come scri- te; come avviene a'soldati che muo-
ve Bertoldo Costanziense: signum jono in una guerra, per difesa del-
CRO CRO 277
la fede: questi non sono martiri. dettero i proprii beni rustici, e le

Oltre a ciò va notato, che il mar- case per impiegarne il prezzo in


tire non deve resistere a chi lo mar- servigio di così santa impresa. Ma
tirizza, mentre ciocesignali
i non siccome tuttavia eravi bisogno di
solo resistevano agl'infedeli, ma li molto denaro, furono oldinate certe
assalivano, ed uccidevano, onde non esazioni e decime dal clero, dalle
potevano essere martiri in battaglia. quali non vollero essere esenti i

E ben vero però, che di tanti, i Cardinali, e Papi; mentre


gli stessi

quali in diversi tempi andarono a le comunità secolari si obbligarono


militare nelle parli degl'infedeli, o a mantenere un certo numero di
si trasferirono in Palestina per vi- soldati, oltre le limosine, clie a que-
sitarne i santi luoghi, molti sono sto fine furono date in gran copia,
caduti nelle mani de'saraceni, e dei e sponlaneamente. y. il Gretsero,
turchi, e questi furono propriamen- che nel terzo tomo, de Cruce, e in
te martiri nel confessare, e profes- tutto il libro terzo per molti capi-
sare costantemente la fede cristiana, toli, ti'atta delle crociate, e de'cro-
resistendo a qualunque
tormento, cesi guati ; e il p. Bleado , Bullae
che gli avesse stimolati a giu- Cnuialae e/»czV/^f/o, Lugduni 1668.
rare l'alcorano, ed abbracciare l'i- CE.OCIA.TA", Sacrum helluin. Sa-
slamismo. cra crucis militia. Si chiamarono
Oltre a quanto di sopra si disse crociate le guerre, che i cristiani
di Urbano 11, e di Calisto II, che intrapresero dal declinare del secolo
i crociati non dovessero essere mo- XI in poi, pel conquisto di Terra
lestati ed inquietati, è a sapersi aver santa, cioè dei luoghi di Palestina
Eugenio III comandalo, che a quel- santificati dal Signor nostro Gesù
li, i quali avessero preso la croce, Cristo, e massime del santo sepol-
non si movesse lite sui beni, cui cro. Presero un tal nome perchè i

pacificamente possedevano, e se si cristiani, che si arruolarono sponta-


l'ossero obbligati a pagare usure, ne neamente in tali eserciti, portavano
restassero dispensati. Aggiunse poi una croce di stoffa sulla spalla de-
Innocenzo 111, che i crociati non stra, o al cappuccio, e sui loro
fossero obbligati a collette, e pub- stendardi o bandiere, per cui si dis-

bliche gravezze, e fulminò la sco- sero Crocesignati [Pedi)j e Crocia-


munica contro quelli, che nell'an- ti. Queste crociate furono pubbli-
data, o nel ritorno li avessero mo- cate, e predicate nel cristianesimo
lestati. Anche i re di Francia ed dai romani Pontefici con lettere, e
Inghilterra concessero a' pellegrini brevi apostolici. Talvolta da loro
crocesignati molti privilegi, che dai stessi in persona, o per loro oi'dine
citati Rigordo, e Roggero sono ri- furono intimate e promulgate da
feriti. In quanto poi alle spese ne- vescovi, Cardinali, e da predicatori
cessarie pel mantenimento dei cro- zelanti ed eloquenti, che si adope-
cesignati nelle guerre, furono presi rarono a disporre i popoli a sì sa-
vari provvedimenti. I principi, e i gra milizia. Prima fui'ono bandite
grandi signori militavano a proprie contro i saraceni e maomettani, che
^pese, come anche quelli, che ave- occupavano la Terra santa; ma poi
vano possibilità, e modo di farlo. anco si bandirono contro i mori
Non mancarono di quelli, che ven- maomettani invasori della Spagna,
,

278 CRO c; RO
e di altre provincie. Il nome di di Clermonl. Tutlavolta ne'primor-
crociata successivamente pure si dii, e in altre epoche anteriori del
diede alle guerre contro gli eretici ,
medesimo secolo, abbiamo le pri-
gì' invasori de' beni ecclesiastici, e i marie traccie, e i preludii delle
ribelli, e i nemici della santa Sede. future crociate. Di fatti il Pontefice
JJi queste seconde crociate parlere- Silvestro II, animo gran-
siccome di
mo per ultimo. Molto si scrisse con- de, e zelatore della fede, commosso
tro e in vantaggio delle crociate; dalle replicate incursioni mussulma-
grandi furono le accuse e gli elogi ne di Terra santa, accompagnate
di silFatte guerre, e di quelli che le da crudeltà, ed empietà indescrivi-
componevano: cose tutte che si trat- bili, scrisse la bella enciclica a lutti
tarono appositamente da parecchi i figli della Chiesa. Laonde furono
scrittori. Uno di questi, G. Miche- mossi i pisani, allora potenti in
aud, dice, che la storia del medio mare, a spedire in Asia una fiotta.
evo non presenta spettacolo ed Di frequente s. Gregorio VII
avvenimenti più importanti delle tentò d'indurre i cristiani alla sa-
guerre intraprese col più grande gra guerra di Palestina, ma senza
ardore religioso, per la liberazione effetto a cagione delle guerre, che
di Terra santa dalle mani degl'in- tenevano occupati vari principi, non
fedeli. che della famosa vertenza, che te-
Dopo essere stato l' occidente più neva divisi il sacerdozio, e l'impero
volte minacciato dai fanatici e for- per le investiture ecclesiastiche.
midabili seguaci di Maometto, ed Contro i maomettani ottenne fa-
anche bersaglio delle loro invasioni, vorevoli successi il Papa Vittore
improvvisamente si scosse, e sembrò III, che ascese alla cattedra aposto-
svellersi, per così dire, dalle fonda- lica 1086, per morte di s. Gre-
nel
menta per precipitarsi uell' Asia. gorio VII. Avendo Vittore III adu-
Quindi maggior parte de' popoli
la nato da tutta l'Italia un poderoso
di Europa abbandonarono i loro esercito, lo spedi in Africa, ove ri-

interessi, dimenticarono le recipro- portò sui saraceni insigne vittoria


che rivalità, e non anelarono uni- colla morte di cento mila infedeli,
formi e concordi, che alla conquista e colla presa di Mahdia, città al-
della Palestina (Fedi), e di Ge- l' oriente di Tunisi. Così pose al co-
rusalemme, siccome luoghi, i quali perto i cristiani da ulteriori scorre-
contenevano la tomba del Piedentore rie de' nemici, e dalla più dura
del mondo. Perciò narrano gì' isto- schiavitù.
rici, che tutte le strade conducenti Non si deve tacere, che sul fini-
alla città santa, si videro in un re del precedente secolo X, 1' impe-
momento ingombre di militari, e ratore d' oriente Giovanni Zimisce,
di pellegrini d' ambo i sessi, senza che terminò di regnare l'anno 97?,
che i disastri, i disagi, ed infinite potrebbesi forse considerare come
privazioni, affievolissero e stancasse- l'autore della prima crociata, per-
ro la loro eroica perseveranza, e chè avea fatto dipingere sulle pro-
rassegnazione. prie bandiere l'immagine di IMaria
Generalmente si crede che le cro- Vergine, dal cui valido patrocinio
ciate abbiano avuto orisrine
o dal ripeteva il buon esito d' ogni sua
Pontefice Urbano II, e dal concilio impresa. Ma di questa specie di ero-
cno CPiO 279
ciata non si tenne conto, non aven- necessità di una diversione affine
dovi parte alcun principe europeo,, di sospendere le micidiali intestine
sebbene 1' intenzione dell' imperato- turbolenze, che da gran tempo du-
le greco fosse appunto quella di ravano, e che vennero troncate col
togliere agi' infedeli il possesso di prendere la croce, e porsi sotto i

Gerusalemme. Noi però, avanti di vessilli di queste spedizioni. Dicono


parlare sulla prima crociata, e sulle ancora, che se queste consumarono
seguenti, non che su quelle contxo neir Asia tutti i furori di zelo, e di
gli eretici ed altri, faremo una bre- ambizione, di gelosia e di fanatismo,
ve menzione delle principali accuse che circolavano nelle vene degli eu-
date alle crociate dai loro detratto- ropei, portarono però fra questi il
ri, e delle difese degli apologisti del- gusto del lusso asiatico. Però è
le medesime. certo, che gli europei riacquistarono
Molti censurarono le crociate con col commercio e colla industria il

ispirilo di partito, addossando alla sangue, e la popolazione che aveva-


religione i mali reali o supposti, che no perduto ; e si prepararono per
da esse voglionsi essere derivati. le spedizioni di Terra santa la sco-
Queste guerre, dicono essi, ispirate perta dell' America, e la navigazio-
da uno zelo di religione male inte- ne dell' Indie. I gran vassaUi della
so, costarono ali Europa due milio- corona impoveriti per questi viaggi,
ni di uomini, trasportarono nell'A- divennero meno turbolenti e meno
sia immense ricchezze, fecero ricchi pronti a ribellarsi ; fu più facile a ri-

il clero e i monaci, impoverirono scuotere da essi le giurisdizioni alie-


Ja nobiltà, ed aumentarono la po- nate. Colla potenza de' sovrani, si sta-
tenza dei Papi. Dice il Bergier : Jjilirono i governi. che a- I signori,

concediamo esservi periti due milio- vevano bisogno di denaro, furono i


ni di uomini, ma questi risparmia- piimi a liberare i servi ; e così la
rono venti milioni di schiavi. Se si Europa deve riconoscere dalle cro-
trasferirono uell' Asia immense ric- ciale i principii di sua libertà. Da
chezze, s'imparò per altro il modo quel momento si pensò a stabilir
di far entrare in Europa, a mezzo manifatture, si popolarono le città,
del commercio, ricchezze piìi con- si accrebbe il loro circuito, vi si

siderabili. Il clero e i monaci riscat- fecero scorrere pubbliche fontane, e


tarono i fondi già loro tolti, che s'innalzarono que' tanti monumenti,
sarebbero stati incolti; la nobiltà si di cui ammiriamo la grandezza, e
impoverì, ma perdette 1' abitudine l'armonia. L'Europa si riemp"i di
all'assassinio, e alla indipendenza. spedali, e di spedalieri, da quel e
Se per qualche tempo crebbe la tempo ebbero origine gli Ordini e-
potenza temporale dei Papi, fu re- questri e cavallereschi, che tanto
pressa quella dei maomettani più lustro e decoro, e tanto bene reca-
lijrmidabile, che furono resi impoten- rono alla cristianità, alcuni de'qua-
ti di soverchiare l' Europa tutta, e li sono tuttora in fiore. Se le cro-
di sfogare l'odio loro contro il cri- ciate produssero un mal passegge-
stianesimo. Altri dissero, che le cro- ro, cagionarono però beni dure-
ciate non furono tutto effetto di voli, e felici conseguenze giacché :

religioso zelo, ma di una disordina- in appresso le scienze, le arti, il

ta passione per le armi; e per la commercio, l' industria, e U pò-


.

28o Clio Clio


litica fecero meravigliosi progres- Francia, il cui nome si trova ir»

si. diversi martirologi col titolo di


Esercitandosi i crociati nella ma- beato, ed un semplice prete della
rina, si avvezzarono a tentar per diocesi di Amiens, per nome Pie-
mare grandi imprese, e diedero oc- tro, e cognominato l'Eremita a ca-
casione a scuoprire la bussola ; si gione della vita solitaria, che me-
conobbero lontane regioni, sulle qua- nava con generale edificazione.
li non si avevano che nozioni esa- Questi, in occasione di un divoto
gerate, o favolose. Quindi s' intro- pellegrinaggio che fece in Gerusa-
dussero in Europa \arie specie di lemme, fu sensibilmente afllitto nel
piante utilissime per sì la medicina, vedere una moschea fabbricata sui
che pel nutrimento, a segno che, fondamenti del tempio, ed alcune scu-
mancando i {trodotti di una specie, derie contigue alla chiesa del santo se-
si hanno quelli delle altre ; dal che polcro di Cristo, oltre l'aver vedu-
provenne, che le posteriori carestie ta la maggior parte dei luoglii
non furono sì orrende come le an- ov'eransi operati i primi nostri mi-
teriori. Non si ragiona bene, dicono steri, profanati in mille guise, ed il

gli apologisti delle crociate, quando modo com' erano ivi trattati i cri-

si decide dai nemici di esse, ch'era stiani. Quindi, avendo concepito il

ingiusto andare ad attaccare una vasto disegno di far togliere dalle


nazione perchè era infedele : non si mani dei maomettani Gerusalem-
trattava di punire la di lei infedel- me, se ne andò dal patriarca di
tà, ma di arrestarne l'ambizione, essa, ch'era il virtuoso Simeone.
la rapacità, e il ladroneccio, di levar- Gli dipinse alla presenza di altri

le la brama di tentare delle con- prelati,, e di diversi cristiani del


quiste nella Italia, e nella Francia, paese, la potenza e il valore dei
e d' impedire di stabilirvisi, come principi europei, lo zelo e la som-
avea fatto nella Corsica, nella Sar- ma autorità del Papa, ed invitolli

degna, e nella Spagna. V. il p. a scrivere a questo, ed a quelli cir-


Costantino Battini servita, Apolo- costanziate lettere, nelle quali venis-
gia d^ secoli barbari, capitolo VI, sero sollecitati a spezzare il giogo
Dei i'antaggì, che recarono le cro- sotto cui gemevano. I vescovi, e
ciate all' Europa, capitolo VII, Del- tutti i fedeli resero a Pietro mol-
le accuse date ai crocesignali, ed te grazie, e gli diedero le richieste

alle imprese loro. lettere. Confermò Pietro nel propo-


Otto furono le principali crociate nimento, e gli accrebbe il coraggio,
dei cristiani, che andarono a com- una visione da lui avuta, secondo che
battere gì' infedeli in oriente per \iene narrato, nella chiesa del san-
conquistare i santi luoghi, e toglier- to sepolcro, e colla quale il Signore

li dalle mani dei maomettani pro- gli promise il suo divino aiuto, e
fanatori di essi, e sono le seguenti l'affrettò ad eseguire la sua com-
missione , vendicando così la santi-
Prima Crociata 1095-1099. tà dei luoghi. In questo tempo l'oc-

cidente trovavasi lacerato da guer-


I primi autori di questa grande re intestine; i grandi vassalli si fa-

opera furono il Pontefice Urbano cevano fra loro guerra, e spesso


II , da Chatillou sur Marne in contro gli stessi loro sovrani; e ban-
CRO CRO 281
«lo di avvenlurieri ovunque porta- infinità di altri ecclesiastici d' o"ni
o
vano la devastazione, e lo spavento. ordine.
In oriente l'ini pera loie Alessio Giunto il Papa in Clermont in
Conuieno, sbigottito dalle vittorie compagnia di diversi Cardinali, die-
Ue'turchi, già padroni di una par- de incomiiiciamenlo al concilio, ove
te de'suoi stati, supplicò il Papa trattaronsi quelle cose, massime di
Urbano II perchè impegnasse i disciplina ecclesiastica, che accen-
principi d'occidente ad unirsi contro nammo all'articfjlo Clermont [f e di):
gl'infedeli nemici del nome cristia- linalmente trattossi ancora dell'og-
no. Intanto nel ioqS si presentò getto principale del concilio, vale a
al Pontefice Pietro l'Eremita, gli dire della lega progettata contro
raccontò quanto aveva veduto, quan- i mussulmani. Quindi Urbano II
to l'osse necessario determinare una pontificalmente vestito, si recò in
spedizione per liberare i santi luo- compagnia di tutti i membri del
ghi di Palestina, cose tutte che furo- couciho, nella gran piazza di Cler-
no avvalorate dalla lettera presenta- mont, e dal suo trono alzando gli

tagli del patriarca di Gerusalennne. occhi al cielo, e facendo segno cul-


Il Pontefice, che era dispostissimo la mano per imporre silenzio, in-
a mandare ad effetto una spedi- cominciò un grave e patetico di-
zione tante volte inutilmente pro- scorso sulla profanazione dei luoghi
gettata, godette di vederla prossi- di Terra santa, sull'oppressione che
ma ad eseguirsi; incaricò il zelante ivi soffrivano i cristiani, e sulla fede
l'ietio a percorrere l'Italia, la Ger- ch'era prossima a perire nel luogo stes-
mania, e la Francia, e colle sue so ove era nata; sulle conquiste fatte
predicazioni invitare i cristiani a dai turchi sui greci, sul fondato ti-

torre dall'oppressione la terra con- more, che a guisa di torrente gli a-


sagrata dal sangue del Redentore. rabi avrebbono ben presto invasa
L'energica voce di Pietro nelle an- l'Europa ; ed alla presenza di Pie-
zidette regioni per tutto risuonò, tro l'eremita, invitò i fedeli ad u-
massime ne' palazzi de'principi, e dei iiirsi per la liberazione dei santi
grandi signori, con felicissimi suc- luoghi, promettendo loro il premio
cessi. I cristiani commossi e intene- delle indulgenze, la protezione di
riti dai suoi racconti tutti brama- santa Chiesa^ e degli apostoli s. ^'ie-

vano far parte di s\ santa guerra, tro e s. Paolo.Le zelanti esorta-


di cui si tenne parola nel concilio zioni del Papa commossero effica-

celebrato dal Papa in Piacenza cemente animi già preparati, ed


gli

nel loqj. In questo anno Urbano un entusiasmo, che sembrò divino,


Il in un secondo concilio determi- s'insignorì di tutta l'assemblea, on-
nò di conchiudere la spedizione, e de in un medesimo istante con ispi-
lo volle celebrare presso i suoi con- razione tutti esclamarono: Deus
nazionali , certo di veder da essi hi'oltj Dio lo vuole. Dio lo vuole.
secondato il suo magnanimo pio- Il sommo Pontefice, ripigliando la
getto. Convocollo in Clermont pel parola, mostrò la sua ammirazione
mese di novembre 1095, ed ivi per sì uniforme consenso, dicendo
recossi dalla stessa Francia, e dai che tale esclamazione sarebbe stalo
regni vicini, e d'altre parti, gran il loro grido di guerra, e di unio-
numero di vescovi ed abbati, ed ne. Siccome l immensa mollitudiue
282 CilO CKO
si aftifllava ad arruolarsi, e si pre- e la remissione «le'peccati ai crocia-
senlavano tutti (lisordinalainciite a ti, che morissero contro gì' infedeli,

truppe, convenne di un segno, il


si e([uivalcnte a penitenza delle loro
quale fu una cicce di panno rosso, colpe, dove veramente fossero pen-
die ognuno potrebbe da sé slesso titi di averle commesse, i quali be-
attaccarsi sulla spalla destra. Laonde ne (lei i avrebbero goduto anche
tutti quelli, che si ascrissero alla quelli, che fossero morti in viaggio.

spedizione, ed assunsero la croce, Inoltre Urbano II, per implorare


presero il nome di croce^ignati o il patrocinio della beata Vergine,
crociati, per cui crociate noinina- ordinò ai preti la recita del di lei
Chiunque però
ronsi siflattc guerre. nfllcio, e rilassò il peso de'digiuni.
prendeva la croce, era obbligato li Morino però dice, che questo ge-

sotto pena di scomunica a couìpic- nere di penitenza abbia piti antica


re il voto fatto implicitamente, en- origine.
trando nel numero dei crociati. Tutto fu in movimento: quasi
Il Papa ovviando, per quanto e- im milione di persone d'ogni con-
ra possibile, a tutti i disordini, av- dizione, d'ogni età, d'ogni sesso pre-
verti i'assendjleache vecchi, gli i sero con fervore la croce. I princi-
infermi, e generalmente tutti quel- pali capi di questa milizia furono
li, che non erano atti alle armi, Goffredo di Buglione, duca della
non intraprenderebbero il viaggio Bassa Lorena, co suoi fratelli Bal-
di Gerusalemme, che le donne noi dovino, ed Eustachio ; Ugo il gran-
fu'ebbono setiz.a loro mariti, e i de fratello di Filippo re di Fran-
nessuna persona di tal sesso, senza cia; Raimondo conte di Tolosa;
un fratello, o im altro uomo egual- Roberta duca di Normandia, col
mente siciu'o, che potesse risponde- suo figlio Boemondo principe di

re; di lei che gli ecclesiastici non


; Taranto; Stefano conte di Blois;
partirebbero .senza licenza del loro Roberto II conte di Fiandra; Ala-
vescovo, da cui i laici stessi dove- no figlio del re di Scozia Malcol-
vano prendere la benedizione. Ai- mo III, ed altri. Pietro l'Eremita
maro o Ademaro di Monteil, ve- venne incaricato di condurre la
scovo di Puy in Velai, fu il primo prima divisione, capitanala da Gual-
a prendere la croce. E siccome era tiero detto Senza terra, giacché
in molla fama di prudenza, egual- fu necessario dividere la moltitu-
mente che di virtù, e di dottrina, dine de'crociati in diCferenti corpi,
suo malgrado fu nominato primo che partirono in epoche diverse. Do-
legato apostolico per l'armata dei po di avere sofferto per le strade
crociati. Urbano li parti da Clermont immensi disagi, e superati molti
ai 2 dicembre, e non ostante i dis- pericoli, finalmente i crociati, a'i4
agi della stagione, percorse molte maggio 1097 , si riunirono sotto
Provincie, facendo pubblicare e pre- ÌVicea, che aprì loro le porte, per
dicare per tutto la crociata, e di- cui a'20 giugno vi entrarono cen-
stribuendo egli stesso le croci. Al- tomila cavalieri , e seicento mila
trettanto fecero i vescovi, ch'erano fanti, dopo aver vinto il sultano
intervenuti al concilio. Autorizzali Solimano. Altri dissero, che i cro-
(Idlle lettere del Papa, accordarono ciati, e propriamente i combatten-

il premio dell'indulgenza plenaria, ti in questa prima crociata, asceu-


Clio Clio 283
dessero a trecento mila. Quindi venerabile monumento, scopo prin-
nel seguente anno^, a'3 giugno, pre- cipale della loro lunga, e disastro-
sero di assalto Antiochia, coman- b.a spedizione, e pieni di religiosa
dandone l'assedio Boemondo . In gioia sciolsero il voto.
appresso, dopo di aveie conqui- R.iunironsi quindi i principali capi
stato Edessa, Tolemaide, ossia A- considerando l'urgente
de' crociati, e
cri, Lidda, ossia Diosopoli, Rama, necessità di organizzare un governo
Aicopoli o l'antica Emmaus, ed altre politico e religioso, dopo varie di-
città fortificate della Palestina, do- scussioni fu risoluto di eleggere un
ve lasciarono delle guarnigioni, ar- re di Gerusalemme. Venne pertanto
rivarono finalmente i crociati ai offerta la corona al conte di Tolosa
7 giugno 1099 innanzi a Gerusa- Raimondo, poi al duca di ìVormau-
lemme in numero di venticinque dia Roberto, ed avendola ambedue
mila uomini a piedi, e cinque mila ricusata, fu data a Goffredo di Bu-
a cavallo. Subito formarono l'asse- glione, o Bouillon, otto giorni dopo
dio, Goffiedo colle sue truppe da la conquista di Gerusalemme. Que-
ima parte, e Tancredi d'Altavilla sti però neir accettare la dignità,
signore normanno con altri capi, , non acconsentì di porsi sul capo
dall'altra. Dopo cinque settimane di la corona in un luogo ove il Sal-
assedio, in cui la vittoria venne vatore del mondo ne aveva porta-
valorosamente disputata d'ambe le ta una di spine. Non andò guari,
parti, gli assediati dovettero cedere, che il soldano di Babilonia, e quel-
e fuggirono in disordine i corpi lo di Egitto Abbas Giliberto si a-
degl'infedeli, ch'erano nei dintorni vanzarono verso Gerusalemme con
sotto il comando di Musteale ca- poderosa armata, e Gofhedo a' ì> 1

liffo saraceno di Egitto, signore del- agosto gli oppose quella de'crociati,
la Palestina. Gerusalemme , non che completamente sconfisse 1' ini-
senza divina permissione, fu presa mico. Immenso ne fu il bottino,
a'25 luglio 1099 di venerdì a tre ma i crociati gelosi di conservarlo,
ore pomeridiane, cioè nel medesi- malgrado le istanze di Goffredo,
mo giorno, e nell'ora in cui ivi morì scjldati, e capitani partirono per l,i

in croce Gesù Cristo, nella qua! Europa. Il pio Goffredo, model-


il

circostanza Goffredo, ed Eustachio lo de' cristiani eroi, partecipando a


fecero prodigi di valore. combatten-
I Pasquale II, che nel pontificato era
ti, e tutta la popolazione di Geru- successo ad Urbano II, la vittoria
salemme si lifugiarono nelle mo- riportata su tali forze riunite, gli

schee ; ma i crociati gli passarono liisse che 1' armata degrinfedeli era
tutti colla spada, non risparmiando composta di quattrocento mila uo-
né il sesso né l'età. Allora i cro- mini, e centomila di cavalleria. Indi
ciati tranquilli signori della città, estese le sue conquiste della Pale-
deposte armi grondanti di san-
le stina, e fece tributari gli emiri, e
gue, a piedi nudi compunti, e rac- governatori di Tolemaide, di An-
colti cantando inni, e cantici di tipatra , e di Ascalona. Goffre-
ringraziamento al Signore, si avan- do , pur signore di Ti-
essendo
zarono verso il santo sepolcro, co- beriade, e di una parte della Galilea,
gli occhi bagnati di lagrime; tutti si avvide ben presto di poter mal

si prostrarono alla tenera vista del conservare le sue novelle conquiste,


284 Clio CRO
coi pochi soldati, eh' erangli rima- to poema, intitolato la Gerusalem-
sti, appena a di [elidere (icru-
atti me liberata.

salemme. In questa prima crociala


fransi federati altri stati, essendo i Seconda Crociata, i \^5-i i48.
più considcrahili quelli di Edessa,
di Antiochia, di Tripoli, di Tibe- Era già passato un mezzo secolo

riade. Però i capi d'ognuno di essi dalla partenza dall' oriente de'primi

non pensavano che ad assicurarsene crociati, quando i maomettani ri-

il possedimento, ad onta che il loro


preso vigore, si accinsero a discac-
interesse rendesse indispensabile un ciarne quelli, che vi erano rimasti.
sistema comune di difesa/lutti con- Zengui, soldano di Aleppo, e di Ni-
fidavano no' soccorsi, che attendeva- ni ve,assediò Edessa, che, essendo
no, e, sebbene in poco numero pel priva di soccorso, cadde dopo due
fervore diminuito nell' occidente di anni nel di del santo Natale nel

prendere la croce, arrivavano loro I i44- ^1' abitanti, tutti cristiani,

alcune colonne di essi, ed Alessio soggiacquero alla più crudele strage,


Comneno imperatore d' oriente, il e l'arcivescovo, e le chiese prova-
quale, dopo avere invocato aiuto ad rono orribili profanazioni, non ve-

Urbano li, non aspettava che un nendo risparmiata neppur quella,

corpo di truppa pronta a marciare che conservava le reliquie di s.

sotto i suoi ordini, fu spaventato Tommaso. Il Pontefice Lucio II,

nel vederne la mollitudme, per cui venuto in cognizione di tal perdi-


Iradi i ed
crociati, im[)ieg() ogni ta, ne [)ianse di dolore. I turchi,

mezzo per impedire il buon esilo per tal conquista, si credettero piìi
della loro impresa, e poscia fece di che mai in islato di cacciare i cri-
lutto per contrariarli. Intanto il stiani da tutto l'oriente, e spoglia-
buon Goffredo, d'animo grande, di rono della contea di Edessa Jossel-
carattere dolce, virtuoso, intrepido, lino il giovine. Zengui morì poco

di sagace ingegno, colto, vigoroso, dopo, ma Noradino, suo figliuolo e


e sommamente di voto, morì a' i8 successore era piìi prode, ed esper-
luglio del iioo, ed ebbe a succes- to del padre; mentre cristiani non
i

sore nel regno Baldovino suo fra- avevano capitani proporzionati da


tello, conte di Edessa. Gofiredo non opporgli. Piaimondo, principe di An-
vollemai prendere il titolo di re di tiochia, era stato umiliato dai gre-
Gerusalemme, e non davasi che quel- ci. A Gerusalemme Folco d' Angiò,
lo di duca, e difensore del santo genero e successore di Baldovino
sepolcro. V. Guglielmo arcivescovo II, dopo di avere sostenuto colle

di Tiro, storico esatto, e veridico, armi gli sforzi de' maomettani, mo-
Gtsla Dd
per Franvos ; Piodolfo, rì cadendo da cavallo, e lasciò
Gesta Tancredi in expeditione Hie- due figli in età giovanile, il cui pri-

ros. ap. Marlene, Aiialecl. tomo mogenito Baldovino III venne fatto
III; Odorico Vitale, Fleury ec. coronare dalla regina Melisenda
Torquato Tasso, il principe dell'e- sua madre. Tutta la Palestina fu
popea italiana, formò della conqui- quindi minacciata dagl'infedeli, in

sta di Gerusalemme fatta da Gof- im tempo che non avea altro re,

fredo di Buglione, il soggetto del uè quasi altra speranza, che il del-

suo meraviglioso, e tanto applaudi- lo principe di quattordici anni. La


CRO GRÒ 28 >

graiitlozza di un tal pericolo coster- soddisfare la religiosa brama, ed


nò tutti i cristiani sino all' estremi- allora da una voce si sentì escla-
tà dell'occidente, e risvegliò in ogni mare Dio : lo vuole. Dio lo vuole.
luogo quel vivo zelo, eh' erasi ve- Unitamente al re presero la croce
duto nel concilio di Clermont per la regina Eleonora
sua consorte,
la prima crociata. Il re Lodovico Roberto conte di Dreux suo fratel-
VII, preso da un sentimento di lo, i conti di Tolosa, di Sciampa-
penitenza, per aver fatto bruciare gna, di Soissons, di Nevers, ed un
mille cinquecento persone in una infinito numero di signori. Fra i

chiesa di Yitri, in tempo delle guer- prelati si nominano Goflfredo di


re col conte di Sciampagna, formò Langres, Simone di Noyon, e Ar-
il disegno prendere la croce.
di naldo di Lisieux. Bernardo scris- S.
Tutto il mondo fece plauso ai voti se all'imperatore Corrado 111, e a
del francese monarca, e già la guer- tutti i principi del Nord, promet-

ra santa era sul punto di esseie tendo col divino patrocinio vittorie,
decisa, allorché s. Bernardo, che il e felici avvenimenti ;
quindi percor-
re aveva chiamato presso di se, rap- se la Fiandra, e la Germania, e
presentò essere prima necessario di lecossi a Chartres, ove Lodovico VII
consultare il Pontefice Eugenio III, tenne parlamento per regolare il
eh' era stalo suo discepolo. viaggio, e il governaraento del re-
Applaudi il Papa alle pie inten- gno, che venne affidato a Suggero,
zioni di Lodovico VII, accordò le abbate di s. Dionigio. Eugenio IH
indulgenze, che Libano II aveva recossi in Francia, e nelf abbazia
concesso per la prima crociata, e- di s. Dionigio diede al re il bordone
sortò con lettere tutti i cristiani a da pellegrino, e l' orifiamma, che ivi

prendere la croce, e le armi, e con- custodivasi.


fidò allo stesso s. Bernardo la pro- S. Bernardo licusò di porsi alla
mulgazione della crociata in Fran- lesta della crociata; ma riuscì a fare
cia, ed in Germania. Quindi il re, risolvere all' impresa l' imperatore
come avea fatto nel 1 1 433 in Bour- Corrado III, e i suoi fratelli Enri-
ges, convocò nel i 146 un' assem- co duca di Svevia, ed Ottone vesco-
blea a Yezelay nella Borgogna, ove vo di Frisigna, Federico suo nipote,
accorse un gran numero di signori, e molti principi, e signori. Poco
di cavalieri, di prelati, e di uomini dopo presero anche la croce il duca
di tutte le condizioni. S. Bernardo di Boemia, il marchese di Stiria, e
lesse le pontifìcie lettere, raccontò il eonte di Carintia ; laonde Coria-
la presa di Edessa, il pericolo dei do III si vide alla testa di duecen-
luoghi santi, e le funeste conseguen- tomila uomini, impazienti di com-
ze della perdita di essi. La sua elo- battere. L' imperatore parti da No-
quenza, e r argomento eccitai'ono rimberga coi crociati a' 29 agosto
neir assemblea il piìx ardente entu- 1 147 ; e Luigi VII lasciò la Fran-
siasmo. Erano stati preparati alcuni cia a' i4 giugno, avviandosi per
pacchetti di croci, ma prima che Costantinopoli, ove doveva raggi u-
il santo terminasse di parlare, tutte gnere Corrado III. Una parte di
furono prese dai fedeli, e siccome crociati tedeschi fu destinata per la
non riuscirono sufficienti, egli fece Spagna, da dove fecero vela pel
il proprio abito in minuti pezzi, per Portogallo, liberando Lisbona dal
9.8ti CRO CRO
dominio de' mori. I crociati dell' o- poco numero. Quivi ricevette il re
liente convennero di far la strada l'invito del re di Gerusalemme Ealdo-
per la Grecia, e siccome due so- i vino III di affrettar il suo cammino, e
riani si vedevano alla testa di quat- per la Siria, e Fenicia vi giunse, tro-
trocento mila combattenti, non se- vandovi Corrado HI. I due monarchi
guirono il consiglio di Ruggiero re piansero sui tanti disastri sofferti,

di Sicilia,che olTriva vascelli per e nella chiesa della Risurrezione a-


farla in mare, siccome conoscitore dorarono insieme le imperscrutabili
della perfidia de' greci. Di fatti non disposizioni di Dio. Indi convennero
vi furono sevizie, cattivi trattamen- nell'assemblea di Tolemaidc, che
ti, insidie e malignità che l' impe- si sarebbe ricominciata la guerra di
ratore greco IManuello non mettesse Damasco. A tale elfetto i crociati
in opera a danno de'crociati, come riunironsi in Galilea nella primave-
narrano gli stessi storici greci, na- ra del I i/jO, e, preceduti dal pa-
scondendo tutto colla più fina, ed triarca di Gerusalemme colla vera
esecrabile sinuilazione e politica. Ar- croce, giunsero a Damasco. L' asse-
rivò pel primo in Costantinopoli dio incominciato con vigore si sciol-

Corrado III, da dove si recò nel- se dappoi, per la discordia che in-
l'Asia minore per la Palestina. Al- valse tra i cristiani di Siria, e quel-
cune guide infedeli dategli da Ma- lidi Europa, e pel tradimento dei
iiuello, lo deviarono dal buon cam- primi corrotti dal denaro dei mao-
mino, cacciandolo nelle più strette mettani. Allora due sovrani par- i

gole di Cappadocia, ove i turchi tirono per fare ritorno ai loro sta-
sconfìssero i crociati aflàticali, e lo ti, e Luigi VII, fatto prigioniero
slesso imperatore venne Giun-
ferito. dalla flotta de* greci,ebbe la ven-
to a Costantinopoli, il re di Fran- tura di essere liberalo da quella del
cia si avviò per INicea , nelle cui re di Sicilia Ruggero, che aveva
vicinanze seppe le perdite di Corra- preveduto l'infelice riuscita di que-
do III, che si affrettò d'incontrare. sta spedizione. S. Rernardo, qual
Appena si rividero, rinnovarono il principale suo promotore, non an-
giuramento di andare insieme in dò esente da rimproveri, ma egli
Palestina, ma all' improvviso l'impe- si difése con opportuna apologia, ed
ratore prese la risoluzione di recar- analoghi eserapii, che prese dalla
.si per mare in Gerusalemme. sagra Scrittura. Tutti gii storici at-
L'armata francese, continuando la tribuiscono il cattivo esito di que-
sua marcia, dopo aver traversato la sta crociata alla perfìdia de' greci ;

Frigia, riportò vittoria sui turchi ma vi si scorgono de' segni manife-


presso le sponde del Meandro, men- sti dell' ira di Dio, la quale puniva
tre il suo re che lo seguiva, corse i peccati de'cristiani.La maggior par-
grave pericolo di perdere la vita, e te de'crociati non furono tirati iu
la libertà. Ma i frequenti attacchi oriente che dalle speranze di bot-
de' turchi, il freddo, la fame, e la tino, e di conquiste, ed indiscipli-
perfidia dei greci, estremamente ge- nati, nel viaggiocommisero non po-
losi de' latini, distrussero quasi in- chi disordini. In quanto a quelli,
tieramente i crociati francesi, per che furono mossi da verace spirito
cui quando il re giunse in Antio- religioso, le miserie, e le privazio-
chia a' 19 marzo 1148, erano in ni, cui essi soggiacquero, non ser-
,,

CRO CRO 287


virono clie di esercÌ7Ìo alle loro sabbato, obbligandosi egli coi Car-
Tiitù. In somma Ealdovino 111, dopo dinali, e colla corte di osservarla
aver concepito le più belle speran- ambe il hmccFi. Ordinò eziandio
ze, restò senza soccorso in balia de- pubbliche preghiere , ed esoitò i

gl' infedeli, i quali spettatori dei fedeli a prendere la croce. Indi pas-
vani sforzi de' più possenti principi sò a Pisa per pacificar quella re-

dell'oriente, non posero più alcun pid)blica coH'altra di Genova, am-


termine alla loro arroganza, edalle bedue assai potenti, invitandole a
mire loro di conquiste. formare un'armata contro Saladi-
no: ma la morte il colse a' 17 di-
Terza Crociata 1187-1192. cembre 1187. Due giorni dopo fu
eletto Clemente III, il quale ani-
Divenuto re di Gerusalemme nel mato dallo zelo de' suoi predeces-
Il 85 Guido Lusignnno come
di , sori , spedì Guglielmo arcivescovo
cognato del predecessore Baldovino di Tiro, e il Cardinal Enrico di

IV, Raimondo li, conte di Tripo- Castel Marsiaco, al re di Francia


li, ne fu preso da tanto sdegno, Filippo II, e al re d' Inghilterra

che sacrilegamente fatta alleanza Enrico li, non solo per pacificar-
co' maomettani apostatò , ed ab-
, li, ma per invitarli a prendere la

bandonò Gerusalemme, la Palesti- croce. L'esortazioni dei legati, fatte


na, Guido di Lusignano, e la sua energicamente in nome del comun
famiglia al soldano di Egitto Sala- padre dei fedeli, produssero il de-
dino, il quale per altio fece uso siderato effetto. Riccardo, figlio ed
del suo trionfo colla più grande erede d'Enrico li, i principi e signo-
moderazione. 1 cristiani, dopo aver ri della corte dei due re, molti ve-
perduto la battaglia di Tiberiade scovi, ed arcivescovi francesi, ed in-
non poterono impedire che a' 2 , glesi, si arruolarono per la crocia-

ottobre 1187 Saladino s'impadro- la, nella quale ebbero origine i dif-

nisse della città santa , ed avesse ferenti colori, che distinsero i Cro-
termine così il regno latino di Ge- cesigìiad (Fedi) delle diverse na-
rusalemme, ottantotto anni dopo zioni, al modo che si disse in quel-
la sua istituzione. Tale notizia po- l'articolo. Per supplire alle spese
se in costernazione tutta l'Euro- della spedizione, i due monarchi
pa; il Pontefice Urbano III, che stabilirono, che i loro sudditi laici

erasi posto in viaggio per ^ enezia, ed ecclesiastici, i quali non potesse-


per mettere in ordine l'armata cbe ro prendere la croce, pagassero la

doveva portare soccorso al re Gui- decima delle loro rendite, e del va-
do, ricevendone in Ferrara la nuo- loie dei loro mobili, per cui que-
va, si ammalò di dolore, e morì ai sta contribuzione venne chiamata
19 ottobre 1187. A' 25 di detto decima saladina, per 1' oggetto ap-
mese gli successe Gregorio Vili punto che doveva servire. Disgra-
il quale subito si applicò per ri- ziatamente essa fu impiegata per
conquistare Gerusalemme, e per ot- la guerra, che di nuovo s' irruppe
tenere il divino aiuto, inlimò a' cri- tra la Francia, e 1' Inghilterra, con
stiani per cinque anni il digiuno, molto scandalo della cristianità.
come nella quaresima, e l' astinen- Clemente 111 fece uso di tutto
za dalla carne il mercoledì , ed il il suo zelo, ed autorità per tron
?.88 CRO CRO
care un tale scandalo, e vi rin<;ci. marcia sotto il comando del duca
Iiircartlo,succeduto a suo padre di Svevia ; ma bersagliati dai sa-
nel 1189, convenne con Fil'uìpo 11 raceni, oppressi dalla fame, dalle
di riunire le loro flotte a Messina, fatiche, e dalle malattie, arrivarono
ma salpata prima la francese che ,
in Siria in numero di circa sette-
potè presentarsi avanti a Tolemai- cento cavalieri, e cinquemila fanti,
dc ai i3 aprile iiQf, limitossi al ispirando ai crociati di Tolemaide
blocco, per dividere con quella di piii terrore, che confidenza.
Piiccardol' onore della conquista. A' i3 luglio 1191, Tolemaide fu
Questa arrivò nel giugno, dopo a- presa, e i suoi quartieri furono di-
ver conquistata l'isola di Cipro. I visi fra le nazioni componenti la

crociati riuniti ascesero a duecento crociata. Riccardo fece trucidare cin-


mila. Intanto era riuscito a Gu- quemila mussulmani, e ne furono
glielmo arcivescovo di Tiro di far indignati gli stessi commilitoni suoi,
prendere la croce a Federico I im- anche per l'oltraggio fatto al duca
peratore, al duca di Svevia suo fi- d' Austria. Filippo II, disgustato del
glio, a Leopoldo duca di Austria, contegno del re inglese che avea ,

a Jjertoldo duca di Moravia , e a tentalo corrompergli le truppe la-


molti principali vescovi e baroni sciando diecimila fanti, e cinque-
alemanni , che alla testa di cento cento cavalli sotto il comando del
mila combattenti erano parlili sino duca di Borgogna, fece ritorno in
dall'aprile ii8f) per Terra santa. Francia. Riccardo II alla testa di
L' imperatore greco Isacco Angelo, centomila crociati nell'anno seguen-
contro i precedenti accordi, fece at- te presso Arsur riportò una segna-
taccar questi crociati presso Costan- lata vittoria, su trecento mila in-
tinopoli; ma l'esercito greco fu su- f(,Hleli capitanati da Saladino ; per
perato da' tedeschi, per cui Isacco cui prese molte piazze, e fatte di-
dovette umiliarsi a Federico I, al- verse altre vantaggiose spedizioni ,

lorché entrò vittorioso nella capi- accingevasi a soddisfare i voti dei


tale, e dovette cedergli tutti i va- crociati passando all'assedio di Ge-
scelli della marina greca pel tras- rusalemme, dove Saladino erasi coi
porto de' crociati in Asia. Giunti a suoi fortificalo. Ma, vedendosi ab-
Laodicea, vinsero i turchi, indi pre- bandonato da Leopoldo duca d'Au-
selo Iconio, e s' avviarono per la stria, e dal duca di Borgogna al-
Siria nel principio della primavera tamente disgustati del" di lui orgo-
del 1190. Costeggiando il fiume glioso contegno, pensò a ritornare
Selef, Federico I allettato dalle sue in Europa. A questa risoluzione
limpide e fresche acque, volle in es- eziandio lo determinò il timore,
se bagnarsi, ma colpito da un fred- che il re di Francia meditasse in-
do mortale vi lasciò la vita. Altri vadere la Normandia, e che i suoi
raccontano^ che conquistando la Ci- crociati fossero pochi in confronto
licia, e dando la caccia a' nemici delle forze degl'infedeli; il perchè,
i quali fuggivano, il cavallo lo gettò avendo conchiuso con Saladino una
nel fiume, e sebbene ne fosse estrat- tregua di tre anni ed otto mesi,
to, poco dopo morì fra il compian- durante la quale Gerusalemme sa-
to di tutti. Scoraggiti i crociali, in rebbe aperta alla divozione de' cri-
parte disertarono, altri seguirono la stiani però in piccoli drappelli ,
e
,

CRO CRO 289


lasciati sarebbero essi tranquilli pos- fiirza gì individui dei tre Ordini mili-
sessori della costa marittima da tali gerosolimitano, de' templari, e
Jaffa sino a Tiro insieme a Tole- de' teutonici, a cagione de' loro giu-
maide, e ad Ascaloua. Questo tiat- ramenti, poiché Roemondo III, si-
tato fu sottoscritto da tutti i prin- gnore di Antiochia, e di Tripoli ,
cipi cristiani, e mussulmani della non pensava che al proprio ingran-
Siria, e poscia il re s' imbarcò a' 3 dimento. I cristiani di Palestina non
ottobre 1192 nel porto di Acri o potevano invocar soccorsi dall'occi-
Tolemaide, e si restituì in Inghil- dente per la tregua conchiusa coi
terra, venendo però fatto prigionie- mussulmani. In questo stato non
ro per istrada dal suddetto duca sapeasi pensare ad una nuova cro-
d'Austria allorché vestito da cava- ciala, sebbene nell' Europa il nome
liere templare attraversò impruden- di (xerusalemme tenesse occupati gli
temente i suoi stati, né gli accordò animi di tutti. Intanto nel i'qS
la libertà, nel 1194? che mediante accadde nel governo di Egitto , e
grossa somma di denaro, li Papa della Siria un cambiamento che
Celestino III scomunicò il duca, e rinvigorì le speranze de' cristiani
l'obbligò a restituire il denaro. di Palestina, e ne ravvivò lo zelo
per tutto r occidente. Saladino morì
Oliarla Crociata iigD-iigS. a' I 3 marzo in mezzo a' suoi trion-
fi, dopo aver diviso i suoi stati a
Dopo la partenza del re Riccar- dodici figliuoli che lasciava, senza
do Il dalla Palestina, gli affari dei darne parte al fratello Saladino,
cristiani peggiorarono. Aveva il i"e comunque avesse egli valorosamente
disposto del reame di Cipro da lui contribuito a conquistarli. Amato
conquistato in favore di Guido di però dai soldati, non tardò costui
Lusignano , il quale invece cedette a far guerre ai fanciulli suoi nipoti,
i suoi diritti su quelli di Gerusa- per le quali divisioni cessò di essei'C
lemme al conte di Sciampagna En- formidabile la loro potenza.
rico, o Almerico II, nipote del mo- \ enuto in cognizione di ciò. Pa-
narca inglese. Questo giovine prin- pa Celestino III scrisse a tutta la
cipe aveva sposato da poco tempo, cristianità, che il loro più terribile
la principessa Isabella, sorella della nemico era morto. Promulgata fu
regina di Gerusalemme Sibilla mo- quindi quarta crociata, per mez-
la
glie Guido, restata vedova di
di zo di tre Cardinali che quel Pon-
Corrado di Monferrato signore di tefice inviò in Francia, e per mez-
Tiro, assassinato dal Vecchio della zo de' vescovi inglesi, che inviò nel
montagna, il quale incominciava a regno loro, non che per altri pre-
lendersi famoso con questa sorte lati.L'imperatore Enrico VI, nel-
di esecuzioni, e per le riforme sul- la dieta di Worms, esortò i fedeli
l'islamismo, accordando ai maomet- alla crociata, cui egli stesso avrebbe
tani r inosservanza di molti punti comandata. Quindi un gran nume-
delia loro setta , e permettendo lo- ro di tedeschi presero la croce, re-
ro ogni specie di libertà. Tuttavol- stando però egli in Germania. I
ta il re Enrico vedendosi circondato crociati si divisero in due corpi
di pericoli sospirava di fare ritorno uno comandato dai duchi di Sas-
in Europa, formando la maggior sua souia^ e del Rrabante, l' altro dal-
voL. XMn. '9
,

ago CRO rno


r arcivescovo di MagonZa, e da Va- so Jadli battaglia, ove con immen-
Jerano di Linibnri^f) cui iinironsi , se perdite restarono i cristiani vit-

gli ungheresi colla loro regina AI ir- toriosi. In questo tempo le notizie

gherita. Questo secondo corpo pel della morte di Enrico VI dclertni-


primo ruppe i trattati coi mno- narono signori tedeschi di ritor-
i

metlani, incominciando le devasta- nare in Europa, dove l'elezione del


zioni. Malch-Adcl-ScilTcddin secon- nuovo imperatore ispirava timori,
dogenito di Saladino, non solo fece e speranza, mentre il conte di Mon-
massacrare tutti i cristiani ch'era- fortSimone, e molti cavalieri fran-
no in suo potere, ma, presa Jalfi cesiarrivavano nella Palestina, pre-
d'assalto, passò a fil di spada venti gando tedeschi a restarvi. Il Pa-
i

mila cristiani. Fu in questo punto, pa Celestino III, nello stesso anno


che i crociati del secondo corpo iic)7, scongiurò con lettere i cro-
giunsero a Tolemaide rincorando i ciali di non abbandonare la causa

confratelli, venne immantini-nlc


e di Gesìi Cristo, e terminar l' oprra

deciso di marciare sulla Siria. Tra incominciata. Meno la regina d'Un-


Tiro e Sidone riportarono su INIa- gheria, tutti i tedeschi vollero ri-

leh-Adel vittoria , e quindi molle tornare in occidente ad onta di

città, come Sidone, Laodicea, Gi- tante preghiere , ed esortazioni , e

lilct, Px'rito ec, caddero in potere ne fu la con^eguen7.a la perdita delle


de'crociati, in uno ad immense ric- conquiste fatte, onde è che ap[)ena
cliezze. il conte di Monfort potè fare coi

Enrico VI non avendo più nul- saraceni una tregua di tre anni. La
la a temere nell' occidente, siccome crociata ai francesi era stata pre-

supremo c.ipo della crociata, inviò dicata da Folco di Nevilli , uomo


in oriente un terzo corpo di cro- straordinario ed apostolico, in no-
ciali di circa cinquantamila com- me del Papa, per cui molti signori
hattenli, sotto il comando del can- francesi avevano preso la croce, fra

celliere dell'impero Corrado vesco- i quali oltre il INIonfort, vi fu Gof-


vo di Hildesheim, col quale poten- fredo di Ville Ardovin maresciallo
te rinforzo i cristiani di Palestina di Sciampagna, ed autore della sto-
raddoppiarono lo zelo, e l'entusia- ria di questa crociata.
smo. INIa, avendo posto l'assedio al-
la fortezza di Thoron ,
posseduta Quinta Crociata 1198-1204.
ancora dai mussulmani, per quindi
passare a Gerusalemme, la discor- Mentre la desolazione, e il dolo-
dia, e la diflidenza de' capi impe- re tenevano afflitti i cristiani di Pa-
dirono non solo di porlo al termi- lestina, agli 8 gennaio i 198, in Ro-
ne, ma di recarsi alla città santa ma fu eletto Papa Innocenzo HI

prendendo invece il cammino per d'animo grande, e di sommo zelo.

Tiro, sbigottiti dalla foimidahile Prima sua cura fu di rianimare


armala, che Maleh-Adel avea for- l'ardore per le crociate, ed è per-
mato in Egitto. I cristiani si av- ciò che inviò Cardinali alle repub-
vilirono ; lo scompiglio divenne ge- bliche di Venezia, Pisa, e Genova
nerale, come si accrebbero le ani- per impegnarle ad attaccare gì' in-
mosità de' capi. Profittando Maleh- fedeli per mare, ed a fornire va-

Adel di tali scissure, presentò pres- scelli pel trasporto de' crociati. Seri*!-
,, ,

CRO CPiO :»9T

se leltcre a molti principi, prelati, ma di partire. Bonifacio II, conte


e popolij perchè "vi accorressero, ed di Monferrato, ne fu dichiarato suc-
egli, per darne l'esempio, fece fon- cessore, ricevendo la croce dalle
<Iere il suo vasellame d'oro, e d'ar- mani di Folco, il quale non potè
gento; tassò sé medesimo, e tutti i seguirlo, perchè cessò di vivere po-
Cardinali nella decima parte delle co dopo nella sua cura parrocchia-
rendite, ed il restante del clero le di Nevilli.
nella quarantesima. Folco di Ne- Bonifacio II, tornato alle sue ter-
villi continuò le sue predicazioni, re, fece i preparativi pel viaggio
percorrendo anche la Germania e poscia partì per la Francia affine
per cui divenne l'anima di questa di porsi alla testa dell'esercito, e per
grande impi'esa. Da per tutto ecci- Venezia verso le Pentecoste del
tò il più vivo, e religioso entusia- 1202. Quella repubblica, mediante
smo, per le patetiche descrizioni ,
il compenso di ottantacinquemila
che insieme ai cluniacensi , cistcr- marche d'argento, si obbligò di for-
ciensi, e canonici regolari predicanti nire i mezzi di trasporto per re-
la crociata, faceva della profana- care i crociati nell' Egitto ,
perchè
zione dei santi luoghi, de' mali che volevasi colà incominciare la cam-
soffrivano i cristiani in oriente, e pagna, per non rompere i trattati
la schiaviti! in cui era ridotta Ge- concordati. Innocenzo III aveva ap-
rusalemme. Ad onta dell'impegno provato l'accordo tra i veneti e i
del Papa, e di Folco, i re di Fran- crociati, a condizione che questi se-
cia, e d' Inghilterra non presero la condi nulla intraprendessero contro
croce, per le guerre che si faceva- nazioni cristiane, ciocché alla re-
no solo si
; potè da essi ottenere pubblica non piacque. Una parte
una tregua di cinque anni. Tutta- de'crociati, per esentarsi dal paga-
volta i francesi si arruolarono alla mento convenuto co' veneziani, s'im-
sagra milizia in maggior numero barcò a Marsiglia, e in diversi por-
degl' inglesi, fra' qTiali furonvi i si- ti d' Italia, e gli altri per coi'rispon-
gnori diNorwich e il Northam- , dervi vendettero i loro vasellami
pton mentre fra i primi figurano
; preziosi, e persino gh anelli. Man-
Teohaldo IV conte di Sciampagna, cavano quarantamila
però ancora
Luigi conte di Chartres, e di Blois; marche circa: laonde, per agevolar
i Paul , Gualtiero
conti di Saint la partenza de' crociati, il doge
e Giovanni Brienne Matteo
di , Dandolo promise di condonare tale
Montmorency, due conti d'Amiens, residuo a condizione che dai cro-
Pienato di Boulogne ed altri. I ve- ciati venisse aiutato a riprendere
scovi di Soissons, e di Langres se- Zara in Dalmazia , ribellatasi alla
guirono crociati, a' quali nel 1200
i repubblica per darsi ad Andrea re
si aggiunsero Baldovino conte di d' Ungheria. L' offerta venne accet-
Fiandra, e di Hainaut, con Maria tata, e Zara fu assediata, e presa.
sua consorte, co' fratelli del conte, Avendo perciò i crociati agito con-
e la maggior parte de' signori di tro le menzionate prescrizioni d'In-
Fiandra, e di ìlainaut. Molti gen- nocenzo III, ne furono da lui rim-
tiluomini italiani presero la croce, proverati, e fecero penitenza, il che
e Teobaldo fu dichiarato coman- però non fecero i veneziani. Questa
dante la spedizione, ma morì pri- crociata fu altresì interrotta per la
292 CRO CRO
spedlziorte contro Costanlinopoli. per quelle del Ponto Eusino, le rive
cui non vi la die un piccolo iiit- dell' liXn'o, e del Varda, la cillà di

niero di crociati, che anivasscro in Cipseda, Didimalica, Andrinopoli, e


TeiTa santa, cioè quelli che eransi lecontrade marittime della Tessa-
imbarcati nei porti summentovati. Però tali divisioni per gelosia,
glia.

Alessio Angelo, imperatore d'o- e per circostanze non prevedute,


riente detronizzato, avendo invoca- col tempo subirono grandi cambia-
to contro i' usurpatore 1' appoggio menti. Le terre di là del Bosforo
del Pontefice, e de' crociati, si ob- furono anch'esse erette in regno, e
bligò di pagare a questi duecento date coir isola di Candia a Bonifa-
mila marche d'argento, e di unirsi cio II conte di Monferrato, il fjuale
loro con lui corpo di diecimila sol- volle cambiarle colla provincia di
dati, lacendo altresì riconoscere al- Tessalonica, vendendo l'isola di Can-
la chiesa greca il primato del ro- dia ai veneziani. Le provincie di
mano Pontefice, e restituire a lui Asia furono lasciate al conte di Blois
l'ubbidienza dell'impero, oltre il che prese il titolo di duca di Ni-
mantenere per tutta la sua vita cea, e di Bitinia. Fu presa altresì
cinquecento cavalieri per la dilesa dai crociali in Costanlinopoli una
de' luoghi santi. Ciò per altro era prodigiosa quantità d' insigni reli-

contro le ingiunzioni d' Innocenzo quie, che tutti gì' imperatori dopo
HI, che non permetteva rivolgere il gran Costantino , si ei'ano com-
le armi dei crociati contro i cri- piaciuti di trasferire nella nuova
stiani. Questa spedi/ione in favore Roma, e che si sparsero poi per
di Alessio fu l'avvenimento il più tutto r occidente.
notabile della crociata. Le circo- Mentre succedevano queste cose
stanze che precedettero, accompa-
, a Costantinopoli, i crociati, ch'eran-
gnarono e seguirono questa rivolu- H divellamente recati in Terra
zione dell'impero greco, sono ri- Santa, invano ne tentarono la con-
]inrtate all'articolo Cvsfand'riopoli quista. I saraceni mollo piìi adlltti

[f edi) , all'analogo paragrafo. In della riduzione di Costanlinopoli


sostanza entrati i crociatiCo- in fatta dagli occidentali, che non lo
slantinopoli nel i2o4 dichiararono sarebbero stati della presa di Ge-
imperatore Baldovino suddetto conte rusalemme, obbliarono i particolari
di Fiandra e di Ilainaut, fondan- dissapori, e tentarono tutte le vie
dosi cosi r impero latino. I signori per indebolire, e dividere i cristia-
della ciociata divisero le città , e ni. Quindi, essendo una parte dei

Provincie del greco impero fra le crociali perita dalla peste, l'altra

due nazioni francese , e veneziana. riprese il cammino pei* l'Europa,


La Bitinia, la Romania o la Tra- giacché il sultano di Aleppo aveva
cia, Tessalonica, tutta la Grecia dal- preparato un esercito, ch'essi non
le Termopoli fino al capo Sunio , e potevano alfrontare, il perchè Si-
le grandi isole dell'Arcipelago toc- mone di IMonfort, il piìi pio dei

carono nella divisione ai francesi. I capi de' crociali, ad onta del suo
Tcnezinni s'ebbero le Cicladi, e le zelo per ricuperare Gerusalemme,
Sporadi nell'Arcipelago, le isole e ancor egli dovette far ritorno in

la costa orientale del golfo Adria- Francia. Così una crociata, i


finì

tico j le coste della Proponlide , e cui preparativi aveano costato tre


,

CRO CRO 293


anni di tempo , e ad onta degli scolarono fra queste truppe inno-
sforzi, e dell'impegno del grand In- centi, e che le derubarono di quan-
nocenzo IH. to era stato loro donato.
Intanto, peggiorando gli affari di

Sesta Crociata iiiZ-ii-\o. medesimo anno 12 3,


Palestina, nel i

Innocenzo III con una bolla s'in-


Questa fu la più lunga e disa- dirizzò di nuovo a tutti principi i

strosa di tutte; incominciò sotto cristiani perchè si riunissero in


,

il Papa Innocenzo III, e continuò quell'impresa. Quindi nel 12 15


sotto i Onorio IH, e
pontificati di Innocenzo III celebrò il concilio
Gregorio JX. Il primo non cessò generale lateranense IV, ed ivi sta-

di far sentire la sua voce in tutto bih i mezzi per una nuova crocia-
il cristianesimo per la sagra guerra ta, invitando con bolla i fedeli a

di Palestina, ma i progressi degli concorrere con sussidii alla spedi-


eretici alhigesi inLinguadoca, quel- zione, col premio delle sante indul-
li de' mori saraceni nella Spagna, genze, ed altre grazie spirituali. I

e le guerre de' principi l'esero que- predicatori posero in opera tutto


sti, e i popoli indillerenti allo ener- il loro zelo per proclamare nelle
giche esortazioni del capo della Chie- chiese di occidente la crociata , e
sa , che versò lagrime di dolore per impegnare i fedeli a prender-
nel vedere abbandonati i luoghi vi parte. Ma quando era sul punto
santi di Palestina, e quei cristiani, di vedere gli effetti di tanta solle-
a cui non rimanevano che le due citudine, Iimocenzo IH ritornando
città di Tiro e Tolemaide, sempre dal viaggio per pacificare i
fatto
timorosi di perderle. Avevano per genovesi co' pisani, ed esortarli a
capo Giovanni di Brienne, che si- rivoltare le loro forze contro gli in-
no dall'anno laio avea ottenuto i fedeli, mori a 16 luglio a Peru-

diritti sul regno di Gerusalemme. gia. Degnamente gli successe Ono-


Nell'anno 121 3 videsi ciò, che non rio III, il quale subito mandò le-
era mai accaduto in que' tempi sì gati ai principi cristiani per deter-
fecondi di prodigi, e di avvenimenti minare la spedizione. Federico II
btraordinarii. Circa cinquanta mila imperatore prese la croce, ed al-

fanciulli, di Francia, e di Germa- trettanto fecero Andrea II re di

nia, si radunarono tutti sotto il ves- Ungheria, e migliaia di crociati. Il


sillo della croce, per partire alla primo differendo la sua partenza
volta di Terra santa. I parenti ne venne il re dichiarato capo della cro-
arrestarono molti, altri fuggirono ciata, e partì coi duchi di Baviera,
e perirono nella via ; altri si smar- ed Austria, cui unironsi altri signori,
rirono nelle foreste, e nelle mon- cioè Ugo i-e di Cipro co' suoi ba^^
tagne, ove perirono di stanchezza roni. Tutti sbarcarono nel settem-
e di miseria, altri furono fatti schia- bre 12 17 a Tolemaide. 11 re di

vi dai saraceni, ed alcuni con cri- Gerusalemme Giovanni di Brienne


stiana fermezza patirono anche il comparve coi cavalieri gerosolimi-
martirio. Vi furono altresì delle tani, e teutonici, con truppe a pie-

donne, che presero la croce per an- di, ed a cavallo. Il patriarca della
dar seco loro, come vi furono dei santa città si pose a capo dell'ar-
ladroni, e degli scellerati, che si me- mata col legno della vera croce.
,

294 CRO cno


per cui i maomettani, vedendo tre prirono le chiuse, e così fu loro
re comandare i crociali, furono col- agevole in un punto di disperdere
piti di spavento. Presso il monte la flotta de' cristiani, che trovatisi
Tabor posero i crociati in fuga il circondati dall'acqua, e privi di vi-
nemico, ma presi quindi da panico veri, capitolarono con cedere Da-
timore anch'essi precipitosamente si miata, lo che sparse la costernazio-
ritirarono, e soggiacquero in ap- ne nell'occidente. Allora Onorio HI
presso a non poche disgrazie. Il eccitò Federico II ad attenere il
re di Cipro morì, quello d'Unghe- giuramento di recarsi in Palestina,
ria ritornò in Europa, laonde il re trattò con lui prima in Anagni, e
di Gerusalemme restò ai comando poi in Verona per la sagra guerra,
de' crociati, ch'ebbero notabili rin- ed in Ferentino abboccarono con
si

forzida altri crociati di fresco giunti il re di Gerusalemme, che erasi


aTolemaide. Nell'aprile I2i8, l'e- condotto in Roma per domandare
sercito cristiano incominciò l'assedio soccorsi ; ma Federico II fece molte
di Dannata, ove Onorio III spedì promesse senza mantenerle, finché
due Cardinali legati, Pelagio Gal- Onorio IH morì nel 1237, e gli suc-
vano, e Roberto Curson coi tesori cesse Gregorio IX.
destinati per le spese della guerra. Appena incoronato Pontefice, or-
11 supremo comando restò al l'e di dinò a Federico II l' elfettuazione
Gerusalen)me, ma i crociati roma- de' suoi giuramenti, ciò che egli non
ni, ed italiani riconoscevano i le- eseguendo, fu solennemente scomu-
gati come loro capi militari. Il Car- nicato in Anagni e in Roma. Final-
tiinal Curson morì per una ferita, mente nel 1 228 rim[)eratore partì per
gli successe il Cardinal Giovanni la Palestina,e fu ricevuto a Tolemaide
Colonna, e Damiata fu presa a' i5 come un liberatore. Ma quando i cro-
novembre 12 19, con sommo orro- ciati seppero, ch'era stato fulqiinatu
re de' mussulmani. dalle pontificie censure, al rispetto
]\el II 20 nuovi rinforzi giunse- successe la tliflldenza, e fu dimen-
ro ai crociati, accompagnati da si- ticato il conquisto di Gerusalemme.
gnori, e prelati, e da molti di ]Mi- Quando poi Federico II seppe che
lano, di Pisa,, e di Genova, i quali il Papa avea proclamato una cro-
presero la croce. Onorio ili rimise ciata contro di lui, alla cui testa
al Cardinal Galvano altri tesori, che maixiava Giovanni di Brienne, pa-
in ])arte avea ricavati dalle pie o- dre di Jolante sua moglie, con-
hlazioni de' fedeli. I maomettani coi chiuse un trattato di pace col sol-
loro principi, e con Maledin sulta- danodi Egitto, ai 18 febbraio 1229,
no di Egitto, sebbene avessero po- e stabilì una tregua di dieci anni,
sto in piedi una formidabile arma- venendogli cedute Gerusalemme
ta, intimoriti dal vedersi a fronte Nazareth, Betlemme, e Thoron, col
.settantamila crociati, olfrirono loro patto che i turchi conserverebbero
Gerusalemme, con -tutte le città di nella città santa la moschea di O-
Palestina conquistate da Saladino; mar, ed il pubblico esercizio del loro
ma il Cardinal legato contro il pa- culto. Non comprendendosi nella tre-
rere di tutti, ricusò di accettare sif- gua il principato di Antiochia, e la
fatte condizioni. Intanto il Nilo u- contea di Tripoli, il patto fu conside-
iici dal suu letto, i^aruccui ne a-
i rato infame e sacrilego dai crociati, a
CRO CRO 295
iM'gno, che il patriarca scagliò l'in- re Federico II, già suo inlimo a-
terdetto ne' liioglii santi in tal mo- mico, perchè, oltre mali che face- i

do ricuperati, e ricusò a' pellegrini va alla Chiesa Romana, inveiva con-


il permesso di visitare il santo se- tro i promulgatori della crociata,
polcro. Federico II entrò in Ge- eh' ebbe pur troppo l' esito il più
1usalemme ai 1 7 marzo, in mezzo infelice.
al cupo silenzio de' fedeli, indi nel
seguente giorno si recò nella chie- Settima Crociala 1 2 45- 1254.
sa del santo Sepolcro, che trovò
deserta, per cui avvicinatosi all'al- Mentre i cristiani di Palestina,
tare, da se slesso prese la corona, e pei trattati di Federico II, e Ric-
senza cerimonia religiosa se la pose cardo conte di Cornovaglia, erano
sul capo, proclamandosi re di Ge- ritornati in Gerusalemme pacifica-
rusalemme. Vedendosi esecrato, par- mente, i principi loro allearonsi coi
tì per Tolemaide, quindi passò in mussulmani della Siria, contro l'E-
Europa. Pucuperò le città tolte, sba- gitto. Il sultano di questo, per ven-
ragliò 1' armata
di Giovanni di dicarsi chiamò i popoli carismiani,
Biienne, e nel i23o si pacificò col abitatori delle frontiere di IMogol,
Papa, il quale i'assolvette dalle cen- ad invadere la Palestina, che difat-
sure. ti fu posta a soqquadro, occupando
Gregorio IX condottosi in Spoleto, i pure Gerusalemme ,
carismiani
delepninò alla presenza dell'impera- ove commisero ogni crudeltà, e scon-
tore, dei patriardii d' oriente, e di fissero nel 1244 interamente i cri-
idti'i una nuova crociataad onta stiani a Gaza. Innocenzo IV, com-
della succennata tregua. domeni- I mosso da tante sciagure,, convocò
cani, e francescani la promulgarono,
i il concilio generale di Lione, per
e subito Tilaaldo conte di Sciampa- porvi un riparo ,
provvedere ai bi-
gna e re di Na varrà, e con lui i sogni dell'occidente, e reprimere le
duchi di Brettagna, e di Borgogna sevizie di Federico II. Nel 1243,
inalberarono la croce, e partirono incominciò la celebrazione del con-
con un esercito per 1' oriente, che cilio. Federico II fu deposto dal
era tutto in disordine, mentre il regno di Sicilia, e dall'impero, e
Papa erasi di nuovo disgustato col- venne determinata la crociata per
r imperatore. I francesi, dopo qual- la Palestina, per la quale fu eletto

che vicenda, conchiusero un tratta- generale Luigi IX l'e di Francia,


to col sultano di Egitto, e fecero che nel concilio fece il racconto dei
ritorno alle proprie case. Altrettanto mali, che soffrivano i cristiani di
poi fece Riccardo conte di Cornova- Oliente. Subito la crociata si noti-
glia, e fratello di Enrico III re d'In- ficò nel reame, e per mag-
di lui

ghilterra, ch'eravisi recato con un e- gior solennità Luigi IX convocò in


sercito, vedendo i crociati discordi Parigi un parlamento, ed alla pre-
fra loro. Doj)0 la morte di Gre- senza del Cardinal legato, de' primi
gorio IX, successe il breve pontifi- prelati^ e de' grandi della Francia,
ciito di Celestino IV, ed una lunga ripetè r esortazioni Innocenzo IV, il'

sede vacante, finché nel 1^4^ '*"^*"" e la descrizione, eh' egli slesso avea
ne eletto Innocenzo IV, che subilo fatta nel concilio sui mali di Tei'ra
al trovò costretto di scomunica- santa. Immediatamente i suoi trn
296 CRO GRÒ
fnilelli,Ruberto conte di Artols, rolla presa della città. Ma accorto«;i
Alfonso duca di Poitiers, e Cario r inimico del numero dei
piccolo
duca d' Angiò, giurarono di com- crociati in suo conlionto, piombò
battere per la difesa de' luoghi san- su Mansourah, mentre i cristiani
ti. La regina Margherita, e le mo- saccheggiavano il palazzo del sulta-
gli Roberto ed Alfonso presero
di no. Allora divenne generale la car-
anch' essela cioce, il che pur fe- iiilìcina come il disordine, e la vitto-

cero la maggior parte de' prelati, ria non potè decidersi di chi fosse. I

vescovi, e de' grandi vassalli della crociati perdettero vari capi; Salis-
corona. Dopo tre anni, in un se- bury Roberto de Vair, Rmlolfo
,

condo parlamento, venne fissata la di Coucy, ed il conte d' Artois fu-


partenza della crociata pel giugno rono nccisi. Il gran maestio del-
i?,.^''^; e indi s. Luigi IX si recò l'Ordine gerosolimitano cadde pri-
all' abbazia di s. Dionigio per rice- gione, e quello de' templari fu co-
vervi finalmente dal Cardinal lega- perto di tèrite. Tuttavolta i mussul-
to il bordone, e lo stendardo famo- mani si ritirarono, i cristiani ne
so, chiamato l'orifiamma, già dai occiqiarono campo, e poscia nel
il

.suoi predecessori mostrato altre due primo venerdì di quaresima isTo


volle ai popoli orientali. ebbero un altro vantaggioso incon-
La reggenza aOìdata venne alla tro, però con molte perdite, massi-
regina Bianca sua madre, ed acconì- mamente di cavalli. A tanti mali
pagnato dai signori di Cipro ed altre convien aggiungere il contagio, che
nazioni, il re di Francia giunse colla fece strage dell'armata cristiana,
ilotla avanti Damiata
4 gi"S*^o a' per le esalazioni dei cadaveri degli
1249. Superatigli ostacoli de' mao- uccisi; e la perdita de' viveri presi
mettani, essendo stata la ci Uà da loro dai mussulmani.
abbandonata, vi fecero l' ingresso i Vedendo il re di Francia, che
crociati proeessionalmente, precedu- quelli, i quali erano stati preservati
ti dal Cardinal legato, e dal pa- dal contagio, morivano di fame,
triarca di Gerusalemme, e nella gran fece proposizioni di p;ice al sultano
ijioschea, che l'u convertita in chie- di Egitto. Questi le accettò, ma col-
sa, resero grazie a Dio pei vantag- la garanzia della persona del re
gi riportati. Quindi determinandosi, per ostaggio,il perchè fu ricusato
come nella precedente crociata, l'inva- con indignazione. Laonde il fran-
.sione dell'Egitto, ad onta ch'erasi co- cese monarca, conservando il suo
nosciuto essere il teatro della guer- coraggio e la trancjuillità d'animo,
ra stato troppo distante dai santi .si occupò di salvare i deploral)ili
luoghi, il sempre ave-
cui aspetto avanzi de' crociati, e risolvette di
va colpito vivamente l'immagina- passare sulla riva opposta dell'A-
zione de' primi crociati, con ses- schemoum. Passato il fiume, i cri-
santamila combattenti, un terzo dei stiani vennero attaccati dall'inimico.
quali erano cavalieri, riprese la mar- e perciò costretti a ritornare in
cia pel Cairo, seguiti dalla flotta Damiata, quando all'improvviso si

colle provvigioni. Presso le città di vide la piaiuu'a tutta coperta di


iMansourah i cristiani riportarono mussulmani, onde dopo mille sfor-
iin compiuto trionfo, colla morte zi di valore i crociati dovettero
di l'akcddin capo de'nuissulmani, e soccombere, e l' cmir Djeraal-eddiiìi,
.

CRO CRO 2.)7


nel l)orgo ili ehbe l'orgo-
Minich, 11'')?), Alessandro IV aveva dichia-
glio di far prigione a' 5 aprile s. rato legato nella terra santa, Jaco--
Luigi IX, e caricatolo di Ferri lo pò Pantaleone patriarca di Gerii-
mandò a Mansourah. Non è descri- saleinme, che poi a' 29 agosto 1261
vibile la desolazione de'crociati di ebbe a successore col nome di Ur^
JMmiala per sì funesto avvenimen- banolV, sebbene non decoralo del-
to, e solo a'5 maggio si potè con- la dignità cardinalizia.
venire sulla libertà del re median-
te una tregua di dieci anni, la re- Ottava Crociata 1 265- 29 1 1

stituzione di Damiata, e il paga-


mento di un milione di bisanti d'o- Mentre che il santo l'e faticava
ro pel riscatto dell'esercito. Indi il per la prosperità della Francia,
re di Francia si diresse a Tolemai- Bendochar o Bibars sultano di Egit-

de, ed inviò in Francia i due super- to, profittando della discordia dei
stili fratelli, perchè voleva fermarsi cristiani di Palestina, a cui s. Lui-
in oriente, affine diporre in istato gi IX tanto aveva inculcato l'ar-
di difesa le fortezze de'cristiani, e monia siccome mezzo
e l'unione,
visitare colla nota sua pietà i luo- il opportuno per far fronte
più
ghi santi. IMentre nel i253 il. re ai nemici, tramava alla distruzione

stava in Jaffa, seppe che la regina dei medesimi, tutto spirando in lui
madre era morta il dicembre i strage e sangue. Cominciò dallim-
laSa. Allora non pensò che a ri- padronirsi di varie città, ch'erano
tornare nel suo regno colla moglie, e in potere de'cristiani, assediò nel
co'tre figli, cui aveva avuto in orien- 1265 Tolemaide, e vi ritornò per
te, e giunse a s. Dionigio a'5 settem- sodili orarla,
DO o '
devastando i territori

bre 1254, e nel seguente giorno di Tripoli, di Kurdi, e di Tiro,


entrò in Parigi. Cos\ ebbe fine una che distrusse interamente. Nel 1266,
crociata, il cui principio aveva riem- s' impadronì di Cesarea, ed altri
piuto di allegrezza il cristianesimo^ luoglii ; invase l'Armenia, prese Jaf-
ed il progresso, e fine fu luttuoso, fa , ed Antiochia. In sonnna ai

siccome crociata memorabile per la cristiani non restava che Tolemaide


prigionia di un re diFrancia. Ma quan- considerata la capitale de'loro slati

do i nemici entrarono nella tenda in Palestina, e Tripoli. Non rispet-


per trucidarlo, se non giurava a mo- tando né trattati, né capitolazioni,
do loro, il santo e prode monarca, Bendochar faceva trucidare tutti

freddamente rispose Che Dio li : quelli, che ricusavano di giuiare l'al-

aveva resi padroni del suo corpo, corano, e di credere a JMaometto.


via che la sua anima era nelle L'arcivescovo di Tiro, e i gran mae-
mani di lui, e ch'essi non avevano stri de'tempiari, e de'cavalieri ge-
alcun potere sopra di essa. E quan- rosolimitani si recarono in occiden-
do un barbaro colla spada nuda te, a rappresentare i gemiti e le
gli si presentò, dicendogli : eleggi, o sciaugure de'cristiani di oriente, ma
di perire per mano mia, a di dar- invano venne predicata la crocia-
mi sul momento l'ordine cavalle- ta, Germania, in Polonia e
nella
resco, l'intrepido monarca rispose: nel Però s. Luigi I>l, che
nord.
Fatti cristiano, ed io ti fari) cava- non avea mai lasciato la croce, né
liere. Noteremo, che, a' 7 dicembre mai aveva obbliato il deplorabile
loH CRO CRO
sialo dei cristiani di oiienle, non tulle le parli per difendersi. Bendo-
potè frenare piìi a lungo la sua char sultano d'Egitto si mosse per
sensibilità: consultò prima di lut- aiutare l'islamismo, e prevenire le
to il Pontefice Clemente IV , il invasioni dei crociati. Disgraziata-
«juale inviò a Parigi il Cardinal di mente l'armata cristiana incominciò
s. Cecilia , coi poteri di legato a a soffrire la mancanza di acqua,
Intere. Allora il re ordinò ai gran- di viveri, e la micidial pestilenza,

di signori del suo regno di trovar- che mieteva infinite vittime. Mori-
si in detta capitale pei 25 marzo rono a' 2 5 agosto il figlio del re
del 1267 per ivi deliberare sopra Tristano duca di Nevcrs, s. Luigi
un affare di si grave importanza, IX, ed il Cardinal Ridolfo Che-
ed il pio monarca si presentò al- vries ossia Caprario, guardasigilli di
l'assemblea tenendo nelle mani la Francia, e legato apostolico, morì
corona di spine, colla quale fu coro- a'24 ottobre 1270. Il re di Fran-
nato Gesù Cristo, e con quella dol- cia terminò di vivere colla più
ce, e maestosa eloquenza a lui s\ edificante rassegnazione, dopo aver
naturale, dipinse il misero stato fatto le sue ultime disposizioni, e
cui erano ridotti i cristiani di Pa- rimessa al suo primogenito Filippo
lestina, e dichiarò di aver presa III, uno de'crociati, una istruzione
la risoluzione di andare a soccor- ch'è più bel monumento del san-
il

rere quegl'infelici. Pvicevette la cro- to re. Questi diede pure istruzioni


ce dalle mani del Cardinal legato, alla principessa Isabella sua figlia,

r ne seguirono l'esempio i suoi l'egina di Navarra, che lo aveva


tre figli, facendo altretlauto la no- accompagnato in Africa col re Ti-
biltà accorsa in folla dalle città, e baldo II suo marito; e ricevette i
dallecampagne per unirsi al suo re. sagramenti della Chiesa con somma
In Europa produsse ciò la più vi- divozione, e fra le lagrime di tutti.

va sensazione, risvcgliaronsi le anti- Così m*jrì quest' ottimo re, per-


che propensioni, ed entusiasmo per fetto rnodello, che ci oiTre la sto-
la sagra guerra, e tutti si fecero ria, che vogliono regna-
di sovrani
ima gloria di combattere sotto s. re secondo Dio, e pel bene de'lo-
Luigi IX. ro sudditi. Non è a dirsi quale
La crociata venne promulgata spettacolo sia stato pel fratello Carlo
nell'Europa, massime in Inghilterra, I di Angiò re di Sicilia, quando arri-

nella Scozia , in Catalogna, nella vato co'suoi crociati alla tenda del
Castiglia, in Portogallo ec. co'più fratello, il trovò cadavere.
felici successi. Il re di Francia, dopo Dopo aver Filippo III, e il suo
essersi preparato alla spedizione, le- zio Carlo I resi gli ultimi uffici a
te testamento, e nominò reggente s. Luigi IX, concordemente fu affi-

Matteo abbate di s. Dionigio, e Si- dato al secondo il comando della


mone signore di Nesle, ed a'4 luglio armata. La novella di questa mor-
1270J partì per la crociata diri- te ispirò coi'aggio ai saraceni, i qua-
gendosi coU'esercito contro Tunisi, li, avendo offerto battaglia ai cri-
per passare poi in Palestina. A' 20 stiani, ne vennero interamente
luglio la flotta arrivò d'innanzi ci sconfitti. Vollero azzardare un se-
Tunisi, e Cartagine^ mentre mus- i- condo scontro; ma la perdita fu
sulmani dell'Africa, accorrevano da maggiore della prcccdculu. Allora
CllO 299
i crociati risolvettero d' itupadionlrsi terra si partì co' suoi alla volta di
tli Tunisi ; ma il principe iiil'edele Palestina. Intanto mori il sultano di
teineudo mali niaggioii, domandò la Egitto Bendochar, cui successe il
jjace, che fu conchiusa a'3 1 ottobre. figlio Seraf, o Sait. In questo tem-
Accettate le condizioni, si stabili po era legato in Soria Teol^aldo
lina tregua per dieci anni, colle Visconti di Piacenza, il quale dai
seguenti clausole: che tutti i prigio- Cardinali, eh' erausi riimili in A i-

ni cristiani fossero posti in iibei'- terbo per dare un successore a Cle-


tìi ; ch'essi avessero il libero esei'cizio mente IV (benché non fregiato del-
della loro i"cligione; che potessero la dignità cardinalizia) fu eletto Pa-
idv edificare delle chiese; che non pa il primo settembre 1271. I de-
si ponesse verun ostacolo alla con- putati de' Cardinali trovarono Teo-
versione dei mussulmani; che il re baldo ad Acri, ove gli presentarono
di Tunisi dovesse pagare ogni an- il decreto di sua elezione, ed egli
no al re di Sicilia un tributo di prese il nome di Gregorio X. E
cinquantamila scudi, altri dicono passando con Odoardo, primogenito
quarantamila scudi d' oro ; e che di Enrico III re d' Inghilterra, u
dovessero rimborsare il monarca, e Gerusalemme, si recò poscia in I-
i signori francesi di tutte le spese, talia, ed Odoardo ritornò in Inghil-

che avevano fìtte sino dal principio terra. Dopo la partenza di questo
della guerra, le quali ascendevano pi incipe, il sultano Seraf prese, e tolse
a duecentomila oacie d' oro, la cui ai cristiani quasi tutte le città che
metà doveva essere pagata subito, rimanevano loro in Palestina. Af-
a l'altra fra due mesi. Dopo pochi flitto oltremodo il Pontefice Grego-

giorni di tal accordo, approdò sul- rio X per siffatti avvenimenti, nel
le coste di Cartagine il principe O- concilio generale, che celebrò iii

doardo primogenito del re di In- Lione nel 12745 fece stabilire i soc-
ghilterra coi crociati di Scozia, e corsi per i cristiani di Terra san-
d' Inghilterra, ricevuti con gioja dai ta, per la quale nutriva la più viva

francesi, e dai siciliani. Impazienti S(jllecitudine. Egual zelo ed impe-


i crociati di ritornare alle loro case, gno ebbe Giovanni XXI creato nel
s'imbarcarono a' i8 novembre per 1276. Ma il sultano di Egitto Ke-
approdare nella Sicilia, ma in faccia laoun Malek compi la rovina de'cri-
al porto di Trapani la tempesta stiani di oriente. Dopo lungo e
sommerse diciotto grosse navi, e micidiale assedio, a'5 giugno 1284.
quattro mila crociati, mentre gli tolse agli spedalieri 1' importante for-
altri perdettero armi, equipaggi, ca- tezza di Margat, e ai i5 aprile 128S
valli, e il denaro pagato dal prin- prese d' assalto Tripoli, che diede in
cipe Tunisino. Tale fu la fine della preda alle fiamme. Papa ÌNicolò IV
ottava, e dell' ultima crociata, la esortò allora tutti i principi cristia-
quale non fu che una serie di dis- ni a fare una numerosa crociata
j^razie, senza aver potuto soccorrere per arrestare i vittoriosi progressi
i cristiani di Palestina. del sultano; ma non essendo man-
dato soccorso in tempo, Kclaoun,
Notizie su di altre crociate co/Uro
avendo definito d'impadronirsi di
gì' infedeli.
'iolemaide o Acri, mori di veleno
Il principe Odoqrdo ve J' lu^hd- propinatogli da un suo emiro; lui-
Suo Clio CRO
tavolili la cillù 111 piesu tli assalto binare la crociata, essendone prò-'
ai 1 1> uiarzo i2i)i dal suo liylio motore Pietro Lusignano re di
Kalil-SeraF. I cavalieri templari fe- Cipro. Nel secolo seguente gran-
ccio qualche resistenza, ma poscia di furono gli sforzi che fece Pio II
luiono passali a 111 tli spada, o fat- dopo che Maometto li prese Co-
ti prigionieri. Sentendo Nicolò IV, stantinopoli, ad esempio del prede-
clic 1' unica citlà che i cristiani ave- cessore Calisto III. Per tale oggetto
vano in Paleslina, era stata occu- celebrò in Mantova un general con-
pala dai maomettani, poscia incen- gresso di tutte le nazioni, impose
diata, e i cristiani perseguitati, o a molte le decime, e si collegò colla
banditi dalla Palestina, ne morì di repubblica di Venezia ; ma mentre
cordoglio ai 4 api'le 1292 nel era per salpare dal porto di Anco-
giorno di venerdì santo. Il suo na, dando lo spettacolo d' un Papa
predecessore Onorio IV noli' idea di alla testa della crociata, fu ivi col-
convertire al cristianesimo i saraceni pilo dalla morte nel i464- Gli
e gli scismatici deli' oriente, conlbr- successe Paolo II, che molto fece per
nie alle intenzioni dei Papi che lo invitare i principi alla crociata, e
precedettero, ordinò l' insegnamento Sisto IV, eletto dopo di lui, nel
delle lingue orientali, massime l'a- 1479 i"^iò diversi legati ai sovra-
raba. ni cattolici per indurli alla sagra
vSuccessivamente i romani Pon- guerra, e muovere i popoli a pren-
tefici tentarono di nuovo di ri- dere la croce. A Napoli mandò per
chiamare l'attenzione dei principi legato il Cardinal Rangoni per la
cristiani d' Europa su quella terra presa di Otranto fatta da Maomet-
santificata dal Redentore, e bagnata to II, perchè segnasse i fedeli colla

col sudore e col sangue di tanti croce con pienissima indulgenza. In-
crociali; ma i tentativi che fecero nocenzo vili nel i4<^^ hi bandi
non ebbero il bramato intento. Fra contro i turchi, e i tartari; ed A-
i Papi che ciò zelarono in peculiar Icssandro VI pubblicò la crociata
modo, meritano menzione: Benedet- ctjntro Bajazzetto II, protestandosi
to XI, nel 1 304, che molto si af- di recarsi egli stesso in persona, se

faticò per tale oggetto ; Clemente i re di Francia, e di Spagna fosse-

V nel 1 3 1 I nel concilio generale ro stati capi, e condottieri dei cro-


di Vienna ; Giovanni XXII nel i334 cesignati.
c<jn un poderoso accordo che avea Estesero la storia delle crociate
combinato con parecchi sovrani; contro gl'infedeli molti scrittori, fra
Clemente VI nel 1 345 , e Innocen- i quali i seguenti Storia delle Cro- :

zo VI nel i356. ciate per la liberazione di Terra


Urbano V nel i363 procurò una santa, Luigi nlaimhurgo
del p.
crociata contro i turchi , e i sa- della compagnia di Gesù, traspor-
r;iceni. Ne fece capo Giovanni lì tata dal francese all' italiano da d.
le di Francia, a cui diede la cro- Gabriele d' Emiliane, sacerdote pa-
ce , e nominò legato il Cardinal rigino dottore e teologo, Piazzola
Talleyrand vescovo di Albano ;
1 684 ; U esprit des Croisades, cu
ma poscia ciònon ebbe effetto. Di- histoire politique, et militaire des
poi Urbano V nel i365 ricevette guerres, pour le recouvrenient de
iu Avignone vari sovrani per com- la Terre salate par le sieur 3Ialù\
CRO CRO 00 r

Paris i'^4o; Gio. Francesco Negli, periormente, furono anco predicate


Istoria della prima Crociata, Bo- e promulgale contro gli eretici, e
logna i658; Des Croisades par Ni- sembra che la prima sia quella in-
cole le Huen carme, dans ses pé- timata contro gli albigesi di Fran-
regrinations de outrcmer cn Terre cia, e poi ve ne furono contro gli
sainte, Lyon i4^4> ^t Paris t5i4, ussiti di Boemia ed altri, non che
1 52 I ; Dts Croisades par Etienne conti-o i perturbatori della pace, e
Paxquier , dans ses récherches de della libertà ecclesiastica. Il segno di
la France eh. XXVIT; Francesco appartenere ed essere ascritto a que-
Gusta, Saggio critico sulle Crociate sta milizia era la croce, che pub-
se sia giusta V idea invalsa comu- blicamente portavasi sulla spalla
nemente, e se sieno adattabili alle dritta, ovvero talvolta fu portata
circostanze presenti, fattovi qualche nella parte davanti del cappello,
cambiamento; Ferrara 1 7q5, Dis- Queste croci erano di color diverso,
cours sur les Croisades, par M. secondo le nazioni, e i religiosi clic
1 abbé Fleui-y, nel toni. XVIII de promulgavano la crociata. Nel con-
r flist. de l'Eglise. Degli autori i ciliogenerale lateranense III, cele-
quali hanno ragionato delle guerre- brato dal sommo Pontefice Alessan-
sche spedizioni nella Terra santa, e dro III nel 1179, i padri invitaro-
dell'ordine de' Templari (f^edi), fan- no i principi a punire colle armi e
no un lungo catalogo il p. Marna- colla confisca de' beni, e persino a
chi nelle sue Orig. et antiquit. ridurre in servitìx le persone infette
Chris t. tona. II, p. 60, e 61 ; e pri- di eresia, massime gli albigesi, in-
ma di lui il Fabiicio nel libro Sa- giungendo a' vescovi di concedere la
hitarislux Evangelii p. 52 2 e seg. indulgenza plenaria a chiunque im-
e pag. 546. Fra questi autori, si pugnasse le armi per tali imprese.
reputa curioso, e scritto assai bene Delle crociate contro gli albigesi si
in quattro libri, il trattato di be- tratta al volume III, pag. 161, e
nedetto degli Accolti col titolo : De seg.. e in altri articoli del Dizio-
hello a Chìislianis conlra barbar os nario, la quelle crociate furono le-
gesto prò Christi sepulchro, et Ju- gati a
Intere i Cardinali Jacopo
daea recuperandis, del quale la nii- Guala Bicchieri, che distrusse dodi-
glioie edizione è quella di Gronin- ci mila albigesi, Roberto Curson
ga del I '>3 [ . Ai nostri giorni, e in the ne sconfìsse moWi, e Simone di
Milano nel f- 1822 si è pub-1 82 Tally con l'esercito capitanato dal
blicata volumi La storia Clel-
in sei prode Simone conte di IMonfort,
ia le Crociate di G. Michaud, tra- per non dire di altri Cardinali. Al
dotta dal fianccse da Francesco Am- conte nel concilio generale Latera-
bros«ili. P'. gli articoli (ìerusalkm- nrnse IV, tenuto \u'\ i22q da Gre-
ME, Palestina, GEBOsoriMiTAivo or- gorio IX, furono date in premio
JjINE EQUESTBE, C TeUTOMCO ORDINE Tolosa, e le terre conquistate al con-
!l EQUESTRE. te Raimondo tenace sostenitore de-
gli eretici. Così alcune provincie di
,1 Notizie su di alcune Crociate contro
Raimondo si aggiudicarono al reame
'
gli eretici, gli scismatici, ed i ne-
di Francia, e la contea Venai'^siua
mici, e ribelli della santa Sede.
fu data in perpetuo alla santa
Le crociate, come si accennò su- Sede.
,

3 UT- e no CRO
Nel icto.S Gregorio TX pei gron- «"i. e persecutori del sommo Pon-
di torli fatti dall' imperatore Fede- tefice.

rico II alla santa Sede, fece pro- Innocenzo VI, dimorando in A-


mulgare contro di lui la crociata, vignone, nel i359, ^''*^** Ludovico I
per togliergli la Puglia, dominio della re d' Ungheria capo dell' esercito
Chiesa Romana, e vi pose alla testa crociato, contro i nemici della san(:i
Giovanni di Brienne ultimo re di Sede, specialmente contro Ordeluf-
Gerusalemme, cui il predecessore fo signore di Forlì, usurpatore di
Onorio III, pel mantenimento di molte città.
sua persona avea concesso il go- Urbano V nel i3G3 intimò in
verno di tutto il patrimorvio, che Avignone una crociata, colle solile
aveva la Sede apostolica da Radi- indulgenze, contro Bernabò Viscon-
cofani sino a Roma. ti, predatore di molte terre della
Alessandro IV nel i?.56 scomu- Chiesa ; e la rinnovò nel i368 con-
nicfj, armi de' crociati rin-
e colle tro i perugini come ribelli, punen-
tuzzò IH da Romano
Ezzelino ,
do così le loi'o insolenze.
chiamato da alciuii nemico del ge- Urbano VI iSB?, bandì la
nel
nere umano. Ezzelino capitano di crociata controLudovico d' Angiò
Federico II in Lomhardia, solo perchè veniva in Italia con scssan-
lasciò in pace la Chiesa e l'Italia, tamila francesi per deporlo, e con-
morendo nel I25f) prigioniero dei quistare regno di Napoli. La
il

cremonesi. stessa crociata pubblicò contro Gio-


Urbano IV nel 19.65 per oppor- vanni re di Castiglia, e di Leone,
si a Manfredi usurpatore del regno fautore dell' antipapa Clemente VII,
di Sicilia, che vessava l' Italia, e le concedendo indulgenza a quelli che
terre delia Chiesa, bandì nelle città prendessero le armi lo dichiarò :

cattoliche la sagra guerra, onde mol- decaduto dai suoi dominii, ed invi-
li presero la croce; e sotto la con- tò il duca di Lancaslro ad impos-
dotta di Guido vescovo d' Auxerre, sessarsene.
e di Roberto figlio del conte di Bonifacio IX nel i3c)0 pubblicò
Fiandra i crociati disfecero le trup- la crociata contro i sostenitori del-
pe nemiche. l'antipapa Clemente VII; e poscia
Martino IV nel 1282 scomunicò promulgare contro Ludovico
la fece
Pietro III d'Aragona perchè s'era d' il conte di Fondi
Angiò, e contro
impadronito del reame di Sicilia, Onoralo Caetani.
nella famosa congiura de' vesperi si- Giovanni XXIII nel i3ii pub-
ciliani, concedendo le indulgenze del- blicò in quasi tutti i regni d' Eu-
la crociata a quelli che contro di ropa la crociata contro Ladislao re
lui combattessero. di jVapoli, e di Gerusalemme.
Bonifacio Vili spedì il Cardinal INIartino V nel 1422 indusse
Matteo di Acquasparta legato apo- r imperatore Sigismondo, e gli elet-
stolico nella Romagna, con ordine tori dell' impero, a promulgare la
di richiamare all'ubbidienza e di- crociata contro gli eretici ussiti, ca-
vozione della Chiesa Romana le cit- po Giovanni Zisca cie-
de' quali era
tà ribelli ; e propose il premio del- co da un occhio, pei gravi danni
le indulgenze a coloro, che avesse- che co' suoi seguaci cagionavano
ro pi'esa la croce, contro i nemi- alla popolazione boema. Avendo
C.V.C) CRO Z(r,

Zisca pordiito I allif) ocrliio noli as- cìgcro eia una dignità ecclesiastica
sedio del castello di Eal/i, combat- tra i greci, che portava nel cap-
tè anche con tanto valore
dipoi pello una cioce di velluto, la quale
contro ì crocesignati, che colla sola si stendeva da una punta della falda
presenza li metteva in fuga. Vicino sino all'altra estremità con vari
a morire ordinò che le sue carni colori, secontlo i gradi. JNella chiesa
fossero date in cibo agli uccelli, e poi gerosolimitana, lo Staurophylax
della sua pelle si facesse un tam- era una dignità ecclesiastica, cIk;
buro, essendo certo che al di lui custodiva il ss. legno della vera
suono sarebbero fuggiti i cattolici. croce. Antichissimo è l' uffizio del
Dopo questa epoca le crociate Crocifero, ed il Rinaldi ne porla
contro gli eretici, i ribelli, gli scisma- l'esempio all'anno ii36, dei suoi
ticij gl'invasori dei dominii della Annali.
Chiesa, e dei diritti della santa Sede, CROCIFERI. F. MimsTEi dkgi i

di rado furono pubblicate dai ro- INFERMI, congregazione di chierici


mani Pontefici. Tnttavolta per casi, regolari.
e motivi simili, alcune continuaro- CR^OCIFERI ORDINI BF.LIGIOST. Yi
no ad essere pubblicate dai vescovi. furono varii Ordini regolari, che eb-
CROCIFERI, Crudferi. Sono ec- bero il nome di Crociferi, de'quali i

clesiastici che portano la croce in- più conosciuti sono, i Crociferi d'I-
nanzi al patriarca, al primate, al- talia, i Crociferi di Siria, i Croci-
l' arcivescovo ec. , nelle sagre fun- feri di Boemia, i Crociferi di Fian-
zioni, e cerimonie. Il Crocifero del dra, i Crociferi di Francia, e i Cro-
Papa (Vedi) è un cappellano se- ciferi di Portogallo. Di tutti questi
greto cubiculario pontificio. Cnici- Ordini religiosi Crociferi riportere-
fera dicesi quella colonna cui so- mo i seguenti cenni.
vrasta la croce. 1 Cliristiferi erano
lo stesso che i Vexìlliferi, secondo Crociferi cV Italia.
il Du Cenge, perchè il nome di
Ciisto era nelle bandiere, e nei la- I religiosi crociferi d' Italia, così
bari, da cui Io tolse Giuliano l'a- chiamati dal portare sempre una
postata perciò rimproverato
da s. croce di legno, di argento, o di
Gregorio Nazianzeno. Gioviano peiò ferro in mano, da alcuni scrittori si
Te lo ristabilì. I Crociferi si disse- fecero derivare da s. Cleto, terzo
ro anche Criicr'geri, su di che van- Pontefice romano, creato nell' anno
no consultati il Fivizzani De ritu 80. Ciò viene negato dai critici,
ss. Crucis praeferendae ; e Saussay, che assegnano la loro origine sotto
de sacro rifu praeferendi cruceni il pontificato di Alessandro III nel
majorihus praelalis Eccl. Questo uf- XII secolo. F. perciò il Papebro-
fizio di portale la croce, dal IMorino, chio, in Conatii Chron.j hist. ad
De sacr. Ordinai.-^. igS, viene qua- Catal. Rom. Pontif de s. Cleto n,
lificato nella chiesa greca maximae 4, et in Respons. ad exhibit error.
dìgnitatis, perchè il crocifero sedeva in act. ss. Bollnndianis vindicati?
immediatamente dopo i vescovi. IMa § IO, num. 97, 5 I I n. 24, nou
il Macri, nella Nat. de'vocab. eccl. che il padre Zaccaria ne' suoi Exc.
alla parola Crucigenis, dice signi- Literarii cap. 4? ^ il Heliot, nel-
P-
ficare Crucesignaius : e che il Cru- V Histoire des Ordres nionasliques re-
,104 ^Tìo r.BO
ligicìix eie. Va pino letto il p. Ijo- sa di T'eroucu t. HI p. ^1 S. Pio
.

iianni Ciilalngn degli Ordini religiosi \ li riforuìò verso l'anno 568 c(j1-
1

p. 70, che ne tratta, e ce ne dà la bolla Nihil in Ecclesia j data a'^j


la figura. Urbano III confermò le aprile, diesi legge nel citato Bull.
loro costituzioni nel 1187, stando nel tomo IV par. Ili pag. 11; e
in Verona, colla bolla Ciun anlc- Gregorio XIV nel i5qi confermò
cessor. Bull. Rotn. t. HIj par. I, pag. i loro piivilegi agli i i luglio, me-
"5 il, diretta al priore de' crociferi diante il disposto della bolla Ro-
dell' ospedale di Bologna, giacché manus Pontifex presso il Bidl. t.

erano canonici regolari ed ospitalie- V, part. II pag. 284. Ma Alessan-


ri segnaci della regola di s. Agosti- dro VII, trovando che questi frati
no. Altrettanto fece Innocenzo III, erano stati ridotti da Innocenzo X
il rpiale ad essi concesse grazie e pri- in soli quattro monisteri, eh erano
vilegi. Covmno, Eccl.venet. decad.
Il abitatida pochi religiosi, e questi
11 p. 173, riporta una carta del avevano tralignato dal loro primi-
I F70, in cui la loro chiesa di Vene- tivo spirito, ed osservanza religio-
zia viene chiamata, B. ìllariae de sa, deliberò di sopprimere ed aboli-
Criiriariis honae mcmoriac Cle- re l'Ordine, ciò ch'esegui coll'auto-
ti. 11 Garampi dice che fra le car- rità dell'apostolico breve: f incanì
te dell'archivio Belmonle una ve /)omiiii, d.ito a' 28 aprile i (V)6 ,

ne ha del 11 64, da cui si ricava Bull. Boni. tom. VI, par. IV p.


che furono introdotti in Rimini si- lor, riserbando a sé l'applicazione
no dalla loro origine, ed Innocen- de loro beni in opere pie, coU'as-
zo 111, nel 1204, diresse loro una scgnare quaranta scudi romani an-
lettera. Innocenzo IV in mi privi- nui a ciascuno de' sacerdoti, che
legio spedilo a' 18 dicembre i243 restassero al secolo sotto la "iu-
o
confermò all'ospedale di s. Maria risdizione del rispettivo Ordinario,
de crociferi di Bologna, che fu ca- e donando al capitolo di Siena il

po di tutto l'Ordine, Hospìtale .<;. priorato di s. INIaria del 3Iurello


Marine Magdalcnae de A rimino. fuori della città. Quindi alla re-
Questi frati erano divino et jjaiipe^ pubblica di Venezia, ch'era in guer-
rum ohsequio mancipati , come di- ra coi turchi, assegnò que'beni che
chiarò lo slesso Innocenzo lY. I i crociferi avevano ne'suoi dominii,
crociferi d'Italia ebbero cinque pro- e che alienò il nunzio Carlo Caraf-
"vincie, cioè Bologna, Venezia, Ro- fa per ottocentomila ducati, com-
ma, IMilano, e Napoli. preso però il ritratto da' beni dei
Il Pontefice Pio II nel i4^o nel canonici di s. Spiiito pur soppres-
concilio di ^lanlova
a prescrisse si. Dei crociferi d'Italia scrissero
tpiesti con veste
crociferi di vestire le notizie Silvestro iNIaurolico, Gi-
di colore ceruleo, mentre per l'ad- rolamo Piatti, Pietro Morigia, Azo-
dietro 1' avevano usala di colo- rio e Sabellico.
re cinerino, o di altro colore a
loro arbitrio, e comandò loro inol- Crocìferi di Siria.
tre che sempre portassero in mano
tuia croce di argento. Qual fosse Gl'istorici che parlarono dell'Or-
il loro abito può vedersi nel Bian- dine de' crociferi fioriti nella Siria
colmi, Notizie isteriche della chie- sembrano adottare l' opinione di
.

CRO CKO 3o"


quelli, i quali asserirono, avere avu- nisfcri svil Meuze, sul Reno, in
lo origine i crociferi dal patriarca Francia, e in Ingliijterra. La casa
di Gerusalemme Macario, o Ciriaco, principale fu quella di Huy nel
il quale dopo avere scoperto a s. paese di Liegi, residenza del gene-
Elena il luogo ove nel monte Cai- rale, il quale usava mitra, pasto-
vario era sotterrata la vera croce in rale, rocchetto, croce pettorale, ec.
cui morì Gesù Cristo, istituì que- conferiva gli ordini minori a' suoi
sti religiosi , portanti sempre in religiosi, e godeva altre prerogati-
mano una croce, alle cui tre estre- ve. I religiosi vestivano di bianco
mitìi superiori , eranvi altrettan- con cappuccio, mezzetta, e scapo-
le piccole croci . Diversificavano lare nero: sulla mezzetta porta-
questi crociferi da quelli d' Ita- vano la croce bianca, e rossa, e
lia anche per che portava-
l'abito quella assumevano sempre in coro,
no di color nero, con il cappuc- seguendo la regola di s. Agostino,
ciò simile a quello de'monaci. Le cui nel 1248 diede loro l'arcive-
nianiche della tonaca erano angu- scovo di Liegi Enrico per ordine
ste, né più lunghe del polso. Però del Pontefice Innocenzo IV. Il loro
questa congregazione poco a poco abito provò molte variazioni anche
si disciolse. Dice il p. Bonanni, il per volere di Clemente Vili. Fe-
quale nel suo Crtto/og'o parla di questi ce menzione di questi crociferi Re-
religiosi dandocene la figura, che nato Chioppino, lib. 1 tit. 3, par.
però nell'oriente rimangono alcuni iG, e di essi pur scrisse Gabriele
eremiti, i quali derivarono dai ero- Pennotto nel lilu'o 2 i\e\V Istoria
ciferi di Siria, e portano in ma- Tripartita. V. la bolla di Benedetto
no, o appesa al petto una croce, Xll In qua concedit priori generali
cui fanno baciare ai divoti per ri- dicti ordinis, uli possit corrigere
cevere qualche limosina. Essi vivo- canonicoSj et Abbiamo converso^.
no senza regola, e sono soggetti ai da Pietro Verdue, Vita del padre
vescovi. Teodoro di Celles, Perigueux 68 r 1

Il p. Bonanni ne scrisse le notizie.


Crociferi del Belgio, di Fiandra^ e ne riportò la figura a pag. 72
e di Francia. del suo catalogo degli ordini re-
ligiosi.

Questi crociferi, o canonici rego-


lari della santa croce, furono isti- Crociferi di Boemia, e di Polonia.
tuiti nei Paesi bassi dal beato Teo-
doro di Celles, discendente dai du- I crociferi, o porta croce colla
chi di Bretagna, e figlio del baro- stella nel regno di Boemia, fm-ono
ne di Celles, e canonico di Liegi, fondati nel i234 in Praga dalla
nel 121 1, dopo il suo ritorno da beata Agnese, figlia di Primislao o
Terra santa, ove era andato ero- Ottocario I re di Boemia, che si fe-

ciato nel 1 1 88, ed ove aveva ve- ce monaca francescana dopo aver
duto i crociferi. Fece egli pel pri- fondato in detta città un ospedale,
mo la professione nelle mani del che diede a questi religiosi. Essi
vescovo, a' r
4 settembre, giorno sa- ebbero due generali, uno in Praga
ero alla esaltazione della santa croce, cui obbediva una parte dei crocr-
Egli col suo zelo stabilì vari mo- feri, l'altro in Breslavia, cui era-
voi. xvui. 20
,

3o6 CRO CRO


no soggetti in parte i crociferi di ga l'articolo Cappellani segreti.
Boemia, e tutti i crociferi di Po- massime le pag. 106,
107, 109,
Ionia, e Lituania. V. Benedetto Ilo del voi. Vili del Dizionario.
Leoni, Origine e fondazione dell'or- ove pur si dice dell'esercizio di s"i

dine de' crocìferi, Venezia i Spg. onorevole uffizio . Supplisce egli

Il Fontano parla de' religiosi croci- neir assenza, o impotenza di mon-


feri della nave stabiliti in Boemia signor cappellano segreto caudata-
nel i4oo, i quali portavano il se- rio. V. Croce pontificia e Croci-
gno della nave sul fianco sinistro, feri. Dei sette suddiaconi basilica-
come si legge nella sua Boheniia ri, o palatini, che anticamente por-

sacra. tavano la croce avanti al Papa, si


tratta all'articolo Diaconie Cardi-
Crociferi di Portogallo. nalizie [Vedi), cioè al paragrafo se-
condo. Anticamente il crocifero del
Erano che nel regno di
religiosi, Papa era un suddiacono, ed anco
Portogallo, e principalmente in E- un diacono apostolico. Quando il
vora avevano un celebre moniste- Papa assume gli abiti sagri per ce-
ro. La veste nel colore non diffe- lebrare il solenne pontificale, l'ulti-

riva da quella degli altri crociferi, mo uditore di rota, come suddia-


meno qualche diversità nel cappuc- cono apostolico, porta la croce, ve-
cio, ch'era tondo ed angusto, ed stito de' sagri paramenti. Nicolò V
unito alla mozzetta: fuori del mo- nel 144? fece suo segretario, e
nistero usavano mantello lunijo. suddiacono apostolico Enea Silvio
Fiorirono in questa congregazione Piccolomini, e nella sua coronazio-
uomini insigni per santità e dottri- ne ordinò, che gli portasse la croce
na, avendo molti di essi sparso il avanti. Calisto III, suo successore,
sangue per la fede cristiana. Odoar- creò il Piccolomini Cardinale, che in
do Fialetti espresse il loro abito sua morte divenne Pontefice col
nel suo Catalogo, come si trova nome di Pio II. Va notato, che
anche disegnato nel libro delle Re- quando il Papa in mozzetta e sto-
ligioni,stampato nel 1688 in Am- la, segue o va alla testa del sagro

sterdam al num. 64- Anche il p. collegio de' Cardinali, allora il pre-


Bonanni ne parla, e ci diede la lato uditore di rota in rocchetto
loro figura a pag. 7 3 del suo Ca- e mantelletta porta innanzi la cro-
talogo. V. Herman, Storia dello ce papale. Quando poi il Pontefice
siahilimcnto degli ordini religiosi, assume la mitra e il piviale per
tom. II, cap. 4o. compartire in qualche chiesa la
CROCIFERO DEL Papa. Cubi- benedizione col ss. Sacramento
culario pontificio, ossia intimo fa- monsignor crocifero sulla sottana
migliare del Papa, come secondo paonazza assume la cotta, e porta
cappellano segreto, che il precede la croce.
colla croce. Sulle sue prerogative, Avverte il Moretti, De ritti dan-
abito, onorario, e su quanto riguar- di preshyterium, pag. 807, che gli
da questo cubiculario, che veste stauroferi o crociferi non apparte-
l'abito di mantcllone paonazzo, ed nevano alla pontificia scuola della
ha il titolo di monsignore, e resi- croce, della quale si parlò all'arti-
denza nel palazzo apostolico, si leg- colo Croce vera reliquia {Fedi),
,

CRO CRO 3o7


e riporta un analogo esempio, cioè '» tificio con capo scoperto qualun-
come fu incontrato l'imperatore « que volta il Pontefice cammina
Enrico V, quando ne'primi del se- « in pubblico, ovvero è portata
colo XII si recò in Roma. Anti- " sopra le spalle da' parafrenieri
camente la croce che si portava in- " (ciò che ora non si fa). Quando
nanzi al Papa, quando andava in " però il Papa è portato per le
qualche chiesa a celebrare le sagre " pubbliche strade in carrozza, ov-
funzioni, era la croce stazionale. * vero in sedia (come si costuma-
Nelle cavalcate dei possessi del Papa, « va prima), si porta la croce dal
il crocifero incedeva nella cavalcata, » cappellano a cavallo con la ma-
avente a fianco due maestri ostia- ss no destra, e con il capo coperto,
ri virga rubta, i quali ancora in- « mentre con la sinistra governa
cedevano a cavallo. Tali sono le « le redini del cavallo, che lo sos-
testimonianze, che riporta il Cancel- M tiene ".
lieri nei possessi di Gregorio XIV « Nelle sagre e pubbliche fun-
nel logo, in cui il crocifero mon- » zioni, quando il Pontefice com-
signor Taddei era in mezzo di due " parisce vestito degli abiti sagri
offìciali virga rubea, vestiti di pao- " la croce si porta da un uditore
nazzo ; in quello di Leone XI nel » ultimo di essi ve-
di rota, cioè 1'

i6o5 incedeva il crocifero dopo il » stito con mantellone, e col cap-


governatore di Roma, fra le virgae " puccio paonazzo. La porta egli
riibeae, e i mazzieri; e in quello di « a cavallo nelle pubbliche, e so-
Innocenzo X nel i644 il medesi- « lenni cavalcate del medesimo Pon-
mo crocifero portò la croce in asta. » tefice. Devono però eccettuarsi li
Sebbene ora non vi sieno più le " tre giorni della settimana santa,
cavalcate quando il
,
Pontefice « quando si trasferisce alla cappel-
procede in qualche luogo in forma -V la palatina per assistere agli of-
pubblica, e col treno nobile, sem- « fici divini con il collegio de'Car-
pre il crocifero porta la croce 5' dinali, poiché in tal tempo ve-
pontificia a cavallo della mula bian- « stlto in abito di duolo, e mesti-
ca, la quale gli viene addestrata w zia, non è preceduto dalla croce ".
dal cavallerizzo d' opera che cam- CRO DEG ANCO (s.), vescovo di
mina suo fianco, coU'uniforme
al Metz. Di nobile e ricca famiglia
propria del suo uffizio. Ma di tut- nel Bi'abante trasse i natali il no-
tociò che riguarda quanto spetta stro santo, e così seppe addestrarsi
al crocifero nelle funzioni^ cui ce- sin da fanciullo neh' esercizio delle
lebra, od assiste il sommo Ponte- cristiane che fatto adulto,
virtù ,

fice, ai rispettivi luoghi se ne tratta comechè per ragione di ufficio do-


all'articolo Cappelle Pordijicie ( Vedi). vesse vivere continuamente alla cor-
Ecco quanto in proposito si leg- te, era da tutti riverito siccome
ge nel Bonanni, Gerarchia eccle- uomo di eminente santità. Morto
siastica pag. 377: " Si porta dun- Carlo Martello, di cui era primo
" que la croce pontificia elevata ministro, fu creato vescovo di Metz,
» sopra un' asta di circa palmi die- ma Pipino, figlioa e successore
» ci alta, con l' immagine del Cro- Carlo, non che abban-
acconsentì
» cefisso {Vedi) sempre rivolta ver- donasse per questo la carica di mi-
" «o il Papa, da un cappellano pon- nistro di fitato, e qui fu dove Cro-
5

3o8 CRO CRO


degango si mostrò mirabile al som- Carlo V lo fece canee!! 'ere di Ca-
mo, acco[)piando con rara bravura stiglia; quindi nel primo aprile i5i7
i doveri, che gì' imponeva la Chie- lo stesso Leone X lo creò Cardinal
sa, con quelli ch'erano voluti dallo diacono di s. Maria in Aquiro, e
sfato. Né le moltiplici occupazioni amministratore della chiesa di To-
valsero a toglierlo dalle sue prati- ledo con la sola metà delle ren-
che di pietà, che anzi gran parte dite della stessa. Mentre era al-
del giorno e della notte egli spen- la dieta di Vorraazia, andato alla
deva nella meditazione delle cose caccia, una precipitosa caduta da
divine, e nella asprezza del corpo. cavallo lo condusse alla tomba in
Fu onorato dal re Pipino di dop- detta città nel 1 52 i di ventitre an-
pia legazione; la prima volta a Pa- ni e quattro di cardinalato ; le sue
pa Stefano II detto III invitandolo ossa portate nelle Fiandre, riposa-
a trasferirsi in Francia per liberar- no a Lovanio nel monistex'o dei
si dalla oppressione dei longobardi, celestini, detto di Haredo, ove a
e la seconda, nel 754, ad Astolfo, memoria di lui sorge uno splendi-
re dei longobardi, afllnchè finisse do monumento.
dal più conturbare la pace della CROIA, o Croya. Città vescovi-
santa Chiesa. le dellaTurchia europea, capoluo-
Restituito alla sua diocesi, fu tutto go di sangiacato, sorge sopra una
zelante nel ristabilirvi la disciplina collina, e fu già capitale dell'Alba-
da lunghi anni scaduta, ed ebbe la nia, sull'Issana. Venne chiamata
consolazione di vedere in quella fra Antigonia, ed Eribea, ed era città
poco rifiorita la pietà. L'anno 7,55, fortissima. Ha un castello fortifica-
del suo capitolo canonicale fece una to, ed il celebre Giorgio Castriota,
comunità di regolari, instituendo conosciuto sotto il nome di Scan-
egli stesso una regola di molta sa- derberg, vi ebbe i natali. Fu capi-
viezza in trenta quattro articoli, nel tale de' suoi stati, e battè presso le
che fu da parecchie altre chiese mura più volte i turchi. Maomet-
imitato. Per cura di lui furono to II, imperatore de' turchi, la pre-
fabbricati e dotati li monisteri di se nel i477 dopo la morte dell'e-
s. Pietro, di Gorze, e di Lorsh, o roe Scanderberg, e d'allora in poi
Laurishan, questo ultimo nella dio- restò sotto il dominio della Porta
cesidi Worms. Una santa morte ottomana. Non è lontana che ven-
avvenuta a' d'i 6 di marzo del 766, ticinque miglia dal mare Adriatico,
coronò tante opere e tanti meriti: e trentacinque da Durazzo. Ha più
ebbe sepoltura nel monistero di di sei mila abitanti. V. Albania.
Gorze, da lui beneficato anche per Nel nono secolo vi fu istituita la

testamento, e la sua memoria è sede vescovile, sotto la metropoli


onorata nei martirologi di Francia, di Durazzo, e nell' esarcato di Ma-
di Alemagna e dei Paesi-Rassi. cedonia ; ma cessò di esser seggio
CROIS o CROY Guglielmo, Car- vescovile, quando i turchi s'impa-
dinale. Guglielmo Crois, nato nelle dronirono della città. La sua dio-
Fiandre nel 1498 da nobili genitori, cesi è divisa fra quelle di Durazzo,
nel 1 6 sotto Leone
1 divenne arci-X ed Alessio {Vedi). I turchi la chia-

vescovo di Cambray, chiesa cui ri- mano Ak-Hissar.


nunziò al fratello Roberto, perchè CROMAZIO (s.). Sotto il regno
,

CRO CRO 3o9


di Carino, e nei piinii cinque an- una cronica. Dopo di lui abbiamo
ni di Diocleziano, Agrestio Croma- quelle di Eusebio, e degli altri ero-
zio sostenne la carica di vicario ilei nicisti. Gli annali furono pure ap-
prefetto di Piotua. Accusato s. Tran- pellati croniche.
quillino di essere cristiano, fu con- E qui non dee tacersi essere noi
dotto dinanzi a lui che lo rimpro- grandemente debitori ai monaci dei
verò di aver seguito una lai reli- bassi tempi, i quali colle loro cro-
gione. Fra le cose, che Tranquilli- nache ci conservarono i più bei
no rispose, assicurò il giudice, che frammenti della storia de' loro tem-
essendo egli stato soggetto alla got- pi sì sacra che profana, senza i

ta per molto tempo, era stato, per quali la storia del medio evo pre-
lo battesimo ricevuto, in fino allo- senterebbe delle lagune. Né deve
ra perfettamente guarito. La Prov- poi credersi a F. Volney il C ,

videnza, che volea salvo Cromazio, quale fra tanti suoi errori sparsi
fece sì, che non molto appresso fosse nella storia di Samuele, vorrebbe
colpito lo stesso con la medesima detrarre ai libri di Mosè tutta l'au-
malattia, e ricordevole di quanto torità dicendoli un' opera tardiva ,

avea inteso da Tranquillino, man- line compGsition tardii'e appunto


dò in cerca del sacerdote Policarpo, perchè non hanno la forma di cro-
che avea amministrato il battesimo naca. Imperocché la cronaca, quan-
a Tranquillino, pregandolo di con- tunque sia usata dagli antichi, non
ferirgli il medesimo sacramento. é però il primo metodo adottato
Appena Cromazio fu battezzato, dagli uomini per tramandale ai po-
che si sentì sufi' istante guarito. steri la notizia dei fatti, essendo il

D' allora in poi la casa sua diven- primo metodo la tradizione da pa-
ne l'asilo dei cristiani, che ripara- dre in figlio, e così successivamen-
vano dal furore degli idolatri. Ri- te, per cui dopo le più sincere tra-

nunziò all' incarico, che sosteneva dizioni potevasi però scrivere una
prima della sua conversione, e mo- storia senza che avesse la forma di
rì in campagna, ove erasi ritirato, cronaca.
nella pratica di tutte le cristiane CRONIONE (s.). L'imperatore
virtù. I martirologi più antichi ne Decio con un suo spaventevole e-
fanno menzione, assegnando la sua ditto ebbe a riempiere di timore i
festa a' dì 1 1 agosto. cristiani, che vivevano in Alessan-

CROiSTCA , o Cronaca ( Chro- dria, ed a cagione di questo non


nica). Storia secondo l'ordine dei tutti si mantennero fedeli al loro
tempi nella quale si descrivono
, dovere di cristiani. Cronione però
gli avvenimenti in un modo suc- costante nella fede che professava
cinto , a seconda delle epoche in non si curò delle minaccie, e corag-
cui accaddero o si riferiscono.
, gioso si offerse al sacrifizio. Lega-
Si dà il nome di Croniche ai due to egli sopra un cammello in com-
libri dei Paralipomeni, e gli ebrei pagnia di altro generoso atleta, si
hanno sette croniche , o libri sto- lasciò condurre per le contrade di
rici {chronìci libri), poco corretti, Alessandria , esponendosi alle risa
e forse moderni. Vuoisi che Giulio del popolo: poscia battuto crudel-
Africano sia stalo il primo scritto- mente, fu alla fine gittato nel fuo-
re tristiauo, che abbia compilato co, nel quale consumò il suo sa-
3io CRO CRO
grifizio. Il martirologio romano ri- no, Eusebio di Cesarea, Giorgio
porta la sua memoria nel di 27 Sincello, Giovanni Antiocheno;
e
febbraio. e fra i moderni i più rinomati so-
CRONOLOGI A, Chronologia. De- no Nicolò Yignier, il p. Dionisio
scrìplio temporum, rationarum lein- Petavio, Giovanni Cluvier, Set Cal-
porum. Questa parola viene dal visio, Iacopo Usserio, Edoardo Sim-
greco, tempo e discorso. La crono- son, Giovanni Marsham, e i pp.
logia è propriamente la storia, la Filippo Labbé, e Briet. Da ultimo
scienza, o la dottrina dei tempi nel 17,50 si pubblicò in Parigi Vart
passati, e delle epoche. JL suo par- de verijìer les dates des faits histo-
ticolare studio di ordinare la serie riques des charteSj des chroniques^
dei tempi, e delle epoche, e nota et autres anciens momimens depuis
i giorni, e gli anni in cui sono suc- la naissance deNotre Seigneur ec,
ceduti gli avvenimenti principali s\ opera che quantunque sia a nome
sacri che profani. La cronologia ha dei benedettini detti Mauriiii, ha
le sue dilìlcoltà, e le sue incertez- per autore d. Mauro d'Antine, e
ze, ma ha pure le sue regole e i per continuatori d. Orsino Durand,
suoi fondamenti. Sulla cronologia e Carlo Clemencet, tutti benedettini
della storia sagra, veggasi il Bergier, della congregazione di s. Mauro.
e sulla storia universale sagra e In Venezia poi nel iBig s'incomin-
profana , ecclesiastica, e civile, il ciò a pubblicarne in italiano la
discorso preliminare sopra la ma- traduzione sotto il titolo : L' arte
niera di studiare compendiosamen- di verificare le date dei fatti sto-
te, nelle tavolelle cronologiche del- rici, iscrizioni^ cronache ed altri
l'abbate Lenglet Dufresnoy. Questo antichi monumenti innanzi V era
insigne scrittore ci dice che la ma- volgare.
niera piìi antica di scrivere, e per CRONOLOGIA de'Romani Po?!-
conseguenza, di studiare la storia è tefici. Con somma diligenza, fatica
stata la compilazione degli annali, ed accuratezza, moltissimi valenti
ne'quali si registravano le cose sem- scrittori trattarono la cronologia dei
plicemente coli' ordine del tempo sommi Pontefici col numerarli dot-
in cui erano accadute ( V. la tamente dal principio della Chiesa
osservazione posta nell'antecedente fino a' nostri giorni. Meritano su di
articolo, contro C. F. Volney ), e ciò particolar lode l'annalista Baro-
bastava allora per distinguere un nio, il Bianchini, il Ciacconio, il

qualche fatto di fissarlo alle circo- Constant, Dodwello, l'Enschenio


il

stanze del luogo, o del tempo, che lo i due fratelli Pagi, il Papebrochio, il

avevano accompagnato. Questa ma- Pearson, l'annalista Rinaldi, il San-


niera semplice di comporre le sto- dini, lo Schelstrate, il Tillemont, il

rie corrispondente al carattere di Burio, il IMarangoni, il Novaes, ed


que'primi scrittori ci ha conservati altri storici. Ad onta però dell'im-
i più antichi tempi di tutte le proba fatica di questi celebri e be-
storie generali, e particolari, come nemeriti scrittori, veri luminari di
ancora le origini della maggior siffatto interessante argomento, non
parte de'popoli. Aggiunge lo stesso che di altri dotti cronologisti, non
Lenglet, che i più celebri cronolo- vi è fra loro uniformità nella cri-
gisti antichi sono Giulio Africa- tica, e nella storia, tanto intorno
CRO CRO 3ti
all'epoca ed anno dell'esaltazione si pubblica nella serie cronologica
alla cattedra apostolica di ciascun delle Notizie annuali di Roma, la
Pontefice (massime de'primi secoli^, denominerò Cracas dal nome del
quanto riguardo al numero dei Pa- benemerito compilatore e tipografo,
pi medesimi, per cui con ragione cui dobbiamo sino dal 1 7 1 6 i Dia-
forse potrà dirsi, die la cronologia ri di Roma, e le sopraddette noti-
della successione dei primi vicari di zie annuali di Roma, essendo gli
Gesù Cristo fondatore della Chiesa, uni, e le altre per lui denominate
è divenuta uno scoglio tale pei cro- volgarmente Cracas.
nologisti i più istruiti, che appena 11 Papa s. Anacleto viene dal
due ne possono trovare, i quali
se Cracas così indicato " s. Anacleto, :

sieno del medesimo parere, o nel col- " che sembi-a essere lo stesso che
locarli col loro giusto ordine, o nel » Cleto ( sebbene alcuni scrittori
fissare il tempo, in cui essi hanno » sostengano essere diversi ) mar-
occupato le santa sede. Per questa » tire, nativo di Atene, creato l'an-
ragione appunto trovo giusto quan- » no 78, governò la Chiesa circa
to opinarono diversi cronologisti,cioè » dodici anni. " Riserbandoci di
che il voler dilucidare distintamen- riparlare di s. Anacleto, e di s. Cle-
te l'epoca de' Romani Pontefici, è to nella serie cronologica, che qui
di più molesta intrapresa che di appresso riporteremo de' Romani
utilità, per la mancanza che vi è Pontefici, noteremo che il Platina,
de'necessari documenti. il Panvinio, e il JVovaes fanno di
A dilucidazione di questo delica- 6. Anacleto, e di s. Cleto due sog-
to argomento, vero scoglio, e pun- getti distinti, anzi pongono s. Cle-
to scabroso, aggiungerò alcune mie mente I prima di s. Anacleto.
osservazioni e confronti fatti sulle Di s. Felice II vanno d'accordo
cronologie sì dei Papi, che degli Novaes ed il Cracas, non così Pla-
/antipapi (Fedi), al qual articolo tina, che lo riconosce senza nu-
tuttisono cronologicamente ripor- merarlo. Il Panvinio lo tiene per
tati; osservazioni che feci sul fa- scismatico, ed altri non lo contano
migerato Platina nelle vite dei fra i Papi.
Pontefici, sul dotto Panvinio nel- Leone, Pontefice finto, viene ri-
la Cronologia ecclesiastica , e sul- portato dal solo Novaes, collocan-
l'erudito Novaes negli elementi del' dolo dopo s. Felice II, senza però
la storia dei sommi Pontefici a numerarlo fi-a i Papi.
confronto della cronologia, o serie Teofilatto antipapa enumerato
cronologÌ2a di tutti i sommi Roma- da Platina dopo s. Paolo I cogli
ni Pontefici, che in ogni anno in antipapi Costantino, e Filippo, i

Roma si pubblica nelle Notizie an- quali due ultimi antipapi sono co-
nuali di Roma , nella stamperia nosciuti da Novaes, che di Teo-
Cracas presso gli Ajani; serie cro- filatto non parla.
nologica, che nel i8i4 meglio di- Leone Vili dal Platina è con-
spose e corresse il dotto sacerdote tato fra Pontefici, come da Novaes,
i

romano Pietro Caprano, professore ma questi lo tiene per antipapa;


di storia ecclesiastica, poscia amplis- il Cracas non lo conta, e però lo
simo Cardinale. In queste osserva- riconosce per antipapa.
zioni per contraddistinguere quanto Benedetto V viene riconosciuto
3 12 CKO CRO
da Novaes e dal Cracas, e quindi legittimo Onorio III, è riportato
annoverato con numero d'ordine solamente da Novaes.
fra i Pontefici; ma il Platina sostie- Gregorio XI, del l'zyG, dal so-
ne che fu intruso, non \enendo in lo Novaes viene registrato nel ca-
ciò seguito dal Panvinio, che lo ri- talogo de' Pontefici, e dopo Adria-
conosce , ed enumera per legitti- no V.
mo. sono le varianti tra il
Queste
Bonifacio VII è conosciuto dal Platina, Panvinio, il Novaes, ed
il

Cracas come antipapa, senza però il Cracas sulla serie cronologica


numerarlo Novaes lo novera seb-
: de' romani Pontefici, il perchè evvi
bene lo tenga per tale; il Platina differenza tra il Novaes ed il Cra-
lo conta come intruso. cas di sei Pontefici, essendo il re-

Giovanni XVII viene enumerato gnante Gregorio XVI secondo il


come antipapa da Novaes. Il Cra- Cracas il Pontefice CCLVIII, e se-
cas, ed il Platina lo conoscono, condo la cronologia di Novaes sa-
senza contarlo; perciò tanto Cracas, rebbe il Papa CCLXIV.
che Novaes, ad esempio di altri In mezzo dunque a tanta varie-
autori, a Giovanni XVII danno il tà di sentimenti fra gli scrittori

titolo XVIIl; non così il Pla-


di sulla pontificia cronologia, vi fu il

tina, che il chiama Giovanni XVII, Maniacuzio, canonico regolare la-


detto XVIII. teranense, che la compilò in versi,
Silvestro III antipapa, contato ed arriva sino al Pontefice Ales-
dal Novaes per antipapa, mentre sandro III eletto nel iiSg, even-
Platina lo conosce senza numerar- ne pubblicata dal Panvinio, e poi
lo, ed il Cracas non lo conta. dal Papebrochio nel suo Propileo
Benedetto X dal Novaes è con- di maggio. Quindi Guglielmo Burio,
tato nel numero d'ordine, ma lo dice canonico della cattedrale di Malines,
antipapa, e per tale lo tiene anche il compose in versi la cronologia dei
Platina ; ma il Cracas uniforman- Papi, che da lui venne inserita nel-
dosi ad alcuni lo conta ed enu- la sua Brevis notìtia Romanorum
mera. Pontificunij e che pubblicò in det-
Celestino II, riconosciuto per an- ta città nel iGyS. Novaes con-
Il

tipapa contro Papa Onorio II, tan- tinuolla pure in versi, sino ed in-
to da Platina, che da Novaes, no- clusivamente al Pontefice Pio VII,
minato viene però dal primo col perchè trovò la composizione, e il

nome di Clemente, né viene da es- complesso migliore e naturalmente


si enumerato, come non lo è dal piìi esteso di quello di Maniacuzio.

Cracas. Quindi l'ha riportata nel primo to-

Anacleto II, Vittore III, e Vit- mo de' suoi Elementi ec. summen-
tore IV antipapi, per tali sono ri- tovati, doposua prefazione. Av-
la
conosciuti sì dal Platina, che da verte però Novaes, che, secondo
il

Novaes. il calcolo del Burio da lui adotta-


Dopo Alessandro HI dice il Pia- lo, il novero de' Papi da s. Pie-
che vi furono tre antipapi, ma
lina tro fino a Pio VII sarebbe di
Novaes ne aggiunge lui quarto col duecento sessantuno, laddove egli in
nome d'Innocenzo III. tal periodo non ne conta piti di
. Barlolommeo, antipapa dopo il duecento ciuquanlalre, perchè il
, ,,

CRO CRO 3i3


Biirio annoverò fra i legittimi Pa- minciati dal giorno dell' elezione
pi, alcuni che dal JNovaes sono a- non da quello della consagra/ione,
scritti Ira gli antipapi, siccome no- come eiasi praticato ne' secoli an-
tò a' suoi luoghij sebbene, come teriori. Quindi è che nei secoli po-
dicemmo, adottasse il calcolo fatto steriori diversi atti di piena pote-
dal Burio, che porta nel numero stà si esercitarono dagli eletti Pon-
(|uella discrepanza di pareri che tefici , sebbene non ordinati,
dap-
abbiamo notato. Ed è perciò che, poiché in quelli più rimoti non cre-
a seconda di quanto si protestò de vasi da taluni l'elezione compita
nell'avvertenza premessa al primo senza l'abusivo consenso degl' im-
volume di questo Dizionario, che peratori ; mentre in quelli poste-
per la cronologia de' Papi si sareb- riori riconobbe veramente eletto
si

be proceduto con quella del Burio il nuovo Papa, senza che gl'impe-
adottata e proseguita dal Novaes ratori vi avessero parte. Gli autori
negli Elementi, o P^iie de' Pontefi- de' cataloghi cronologici de' Ponte-
ci, tal sistema viene etfettuato in fici ne' secoli posteriori proseguiro-
tutte le biografie de' Pontefici del no il metodo che tennero ne' pri-
medesimo DizìonariOj e qui ap- mi ; ma
con errore manifesto, nato
presso per ordine cronologico vie- dal vero fatto de' primi secoli, ma-
ne brevemente ripetuto. Laonde le applicato a quelli più moderni,

giova l'adottare anche quanto dice e dal non distinguere il diverso va-
sulla cronologia Pontificia, l'erudi- lore, che aveva nelle elezioni del
to e prelodato Novaes, patrizio por- Papa , r influenza degl' imperatori
toghese, canonico della metropoli- greci, e quello che dai Papi stessi

tana di Siena, già membro dell'in- fu conceduto per le circostanze dei


clita compagnia di Gesù. tempi agi' imperatori latini di oc-
Il Novaes pertanto, per riguardo cidente.
agli anni della elezione de' sommi Con questo esposto sistema si tol-

Pontefici, a quelli del loro governo gono tutte le difficoltà, insorte dal
o pontificato, e della loro morte, non distinguere le indicate due e-
fra le tante divergenze di opinioni poche, con pregiudizio della verità
dei cronologisti, ed altri scrittori storica delle serie cronologiche pon-
segui quelli che stimò più esatti, e Avvegnaché, quelli che ge-
tificie.

più critici. Ed è perciò, che impor- neralmente vogliono non essersi mai
tando primieramente alla cronolo- avuto riguardo agli eletti Pontefici,
gia de' Papi il conoscere quando in- se non dopo eh' erano consagrati
cominciarono a contare gli anni del sono convinti dalle dottiine seguite
pontificato, se dalla loro Elezione dal Bellarmino, dal IMarangoni , e
J^Vcdi), ovvero dalla loro Corona- dal Tomassino , De nov. , et vet.

zione {^Vedi), e Consagrazionc [Ve- Eccl. Discipl. t. I, in respons. ad


di) , oltre quanto a questo ulti- not. in I e 2 part. not. 3 ; e dai
mo articolo dicemmo su si grave manifesti atti di giinisdizione, che
e importante argomento, è qui da i Papi non per anco ordinati han-
notarsi, che dopo la ripristinazione no esercitato. Gli altri poi che vo-
dell' impero occidentale fatta nel- gliono sempie essere state le ele-

J' 800 da s. Leone HI, gli anni del zioni del Papi considerate come
pontificato vanno direttamente co- priucipli del loro pojitillcato, Irò-
3 4 ORO CRO
vansi stretti dalle ragioni addotte monumenti, cioè gli anticlii catalo-
dal Zaccaria Stor. letter. d'Ital. t. ghi, il Pagi al principio del primo
V, lib. II, cap. 5, le quali distrug- tomo della sua Critica Hìstor. Chro-
gono interamente questo sentimen- nolog. in Annales Baroniij riporta
to. Per iscansare dunque 1' uno, e dieci di questi cataloghi , che sono
l'altro scoglio, gioverà appigliarsi al del IX, deirXI, e del XIII secolo.
proposto sistema, che perfettamen- Il Mabillon nel fine del tomo I dei
te accorda, e conciliale due oppo- suoi Annal. Ord. s. Benedici., e
ste sali' autorità de' Pon-
sentenze nel toni. HI de' suoi Velerà Ann-
tefici prima della loro consagra-
,
leda, ci dà tre di questi cataloghi,
zione; dovendo cioè considerarsi i de' quali il primo sembra scritto

tempi ne' quali la pontificia elezio- prima della metà del secolo sesto,
ne non credevasi da taluni compila, il secondo circa la fine del mede-
finché non era giunto il consenso im- simo, ed il terzo sull'entrare del-
periale, ma si ritenne condizionale l' Giannalberto Fabrizio ne
ottavo.
soltanto, vale a dire, fatta con la jicorda anch' egli alcuni nella sua
condizione, che poi fosse approvata Biblioth. Graeca, t. XI, p. 744- I^
imperatore regnante ; e quei
dall' più celebre e più antico di questi
tempi altresì debbono considerarsi, cataloghi è quello, che Liberiano si
ne' quali silFatta elezione era com- chiama, per credersi scritto sotto il
pita senza tal consenso, giacché s. Liberio, il quale eb-
pontificato di
niun dubbio moveasi sulla vera be principio nell'anno 352, e Bu-
elezione, eh' è appunto quanto si cheriano, dal suo primo editore E-
de%'e tenere presente nell'esposto si- gidio Bucherio de doctrin. lenipor.
stema. p. 269. Due altri cataloghi pur
Per conoscere esattamente, ovve- essi antichissimi abbiamo ancora il-

ro nel modo il più critico, la cro- lustrati dai Bollandisti, al principio


nologia de' sommi Pontefici , spe- del primo tomo di aprile della lo-
cialmente de' pili antichi, fa d'uo- ro opera immortale dell'Ada San-
po di esaminare relativi monu- i cloruni. Fra i cataloghi può anche
menti. Questi monumenti possono numerarsi, il celebre Libro pontifi-
ridursi a due classi, e sono gli an- cale, in cui i nomi ed i fatti dei
tichi padri, ove trattano della suc- Pontefici tro vansi per ordine regi-
cessione della Chiesa romana, e gli strati. Alcuni attribuiscono questo
antichi cataloghi, a' quali riferir si Pontijìcale a s, Damaso Papa del
I,

possono ancora le antiche pitture. 367, almeno per la prima parte


Tra' primi si contano s. Iieneo, nel sino a s. Liberio. Altri dicono più
lib. Ili, cap. 3; s. Ottato Mileve- probabilmente col Papebrochio, es-

tano, il catalogo del quale lib. Il, sere esso tratto dai cataloghi anti-

§ 3 termina nel Papa s. Siricio, chi di autori a noi ignoti, sino al


che morì nell' anno SgS ; s. Ago- quinto e sesto secolo , e pel resto
stino, di cui il catalogo fatto nel- lo fanno opera di Anastasio mo-
r ep. 53 al. i65 termina in s. A- naco, e bibliotecario di s. Chiesa
nastasio I successore immediato di fiorito nel nono secolo, sotto il cui
s. Siricio ; Eusebio, s. Epifanio, e nome passa volgarmente simil Li-
s. Prosppi'o. bro Pontificale, che fu eruditamen-
In quanto ai secondi di questi te illustrato da insigni scrittori, fra
,

Clio CKO 3i5


i quali, da Carlo Antonio Fabretti, di pitture noto è ilcui tempo in
che pubblicò a Parigi nel 1649;
lo fu fatta. Nicolò III, che già era sta-
da Luca Holstenio, la qual edizio- to abbate dell' insigne contiguo mo-
ne si vede presso lo Schelstrate nistero, essendo eletto Pontefice nel
nelle sue Antiquit. Ecclesiast. ìlluslr. 1277, oltre gli altri ornamenti che
toin. Roinae 1692; da Antonio
I, aggiunse alla basilica, fece dipingere
Dondino Altasena nel 1680; da quella serie di Papi in numero di
Giovanni Ciampini nel suo Exameii quarantotto. La seconda s' ignora
Libri Pontificalis, Pvomae 1688 da j quando fosse dipinta, ma vuoisi di
Lodovico Antonio Muratori, nella certo, che sia stata eseguita nei bassi
sua raccolta iScriplov. rer. Italicar. tempi, e che ni un conto si debba fa-
tom. Ili, par. I, Mediolani 1728; re di essa siccome lavoro d'imperilo
da Giovanni Yignoli nel suo Ana- artista , il quale turbò, ed alterò
stasii Bihliothec. Liber Ponlifìca- l'ordine della cronologia de'romani
lisj ec. Piomae 1784, voi. Ili, e, Pontefici, due volte ripetè il Papa
per non dire di tutti gli altri, da s. Eusebio del 309, vi frammischiò
monsignor Francesco Bianchini, che, antipapi, e Pontefici si sognò, che
dal 1718 al 1735, fece in Ro- mai avevano esistito, come fu di
ma più bella, e la più erudita
la un certo Paolino. Restava la prima,
edizione di questo libro Pontijì- la quale terminava in s. Innocenzo
cale. I che mori l'anno ^if, ma conti-
Resta oi'a a parlare delle anti- nua vasi ancora, per altri otto, o
che pitture, le quali sono parte dei dieci scudetti sopra de' quali altri
monumenti vantaggiosi per la cro- nuovi furono dipinti dal medesimo
nologia de' sommi Pontefici. E per rozzo artefice ignoto. In questa co-
riguardo a queste, otteneva il pri- me neir altra, presso allo scudetto,
mo luogo la romani Pon-
serie de' nel quale si vede l' immagine del
tefici da s. Pietro sino a s. Leone Papa, era aggiunta l'epoca del pon-
I Magno del ^^.o, dipinta nella pa- tificato.
triarcale basilica di s. Paolo nella Gli hanno date
autori, che ci

via ostiense , fuori delle mura di le immagini come il Pla-


dei Papi,
Roma, lo quali pitture si perdette- tina, il Papebrochio, ed altri, non
ro nell'orrendo incendio che nel ci hanno rappresentato se non la
1823 distrusse quel tempio, ora per seconda serie di Nicolò III, sicco-
altro risorgente più splendido , e me la più vicina. Delle altre due,
più augusto. Bisogna però ram- ninno ne fece parola. Il primo a
mentarsi, che tre ordini di pitture copiarle, e a farne uso, fu monsi-
de' Pontefici si trovavano in quella gnor Bianchini nel secondo tomo
basilica. Una serie dipinta in tanti del suo Anastasio, rammentato di
ovati,o scudetti sopra il cornicione sopra, ma egli non ebbe tutto l' a-
opposto dalla parte australe del gio di ben consitlerare le lettere che
tempio ; 1' altra sul cornicione oppo- ci danno l' epoche dei Papi, onde
sto dalla parte boreale; la terza non pochi errori sono corr>i nella
sotto il cornicione Ira i capitelli del- lodata edizione. Al dottissimo cano-
le colonne, sulle quali si appoggia- nico Giovanni Marangoni toccò la
va r una, e l'altra muraglia, austra- ventura di polerle esattamente leg-
le, e boreale. Di questa terza serio gere, e ricopiare nel pontificato di
3iG GRÒ CRO
CencJelto XIV, zelantissimo ilol Gemma, meritò che se ne facessero
ninnteiiimcnlo dei preziosi nionii- diverse edizioni.

iiienti della ciistiana antichità. Dap- Serie cronologica de' sommi Pon-
poiché quel Papa volle che le pit- tefici romani, degli antipapi, e di
ture fossero restaurate, e che sopra quelli supposti. I primi numerati

i migliori fonti della pontificia cro- come lo sono alle rispettive loro
nologia, se ne continuasse la serie biografie di questo Dizionario, cioè

sino a lui. 11 Marangoni dunque secondo l' ordine cronologico del

dà, sino da s. Innocenzo I, le pit- Novaes gli altri secondo il tempo


;

tuie, e le epoche notate tali quali che insorsero. Riporteremo ad ognu-


.sono nella prima serie, ch'egli reputa no r epoca della elezione, e quella
Lconiana ; appresso ci rappresenta della morte, con qualche avvertenza

le pitture de' seguenti Pontefici, co- su punti cronologici, massime di

me allora furono nuovamente di- quelli, su cui i cronologisti, ed altri

pinte , alle quali premise erudi- scrittori disputarono per conto del-
tissime animadversioni nell' opera le epoche. E
qui riconoscendosi da
che pubblicò in Roma nel I75i, noi, come
notò superiormente, le
si

con questo titolo: Chronologia Ro- dilferenze di cronologia, se si de-


tiianorurn Pontjficuni superstes in siderasse conoscere le varie sentenze

pariele australi hasilicae s. Paidi sugli anni del pontificato di ciascun

apo'iloli viae osliensis, della quale Papa, si possono leggere le note del
il dotto Zaccaria fece un interessan- p. ab. d. Vincenzo Tizzani, alla Sto-

te estratto, nella sua storia Lette- ria Eccleii astica del p. ah. Del Si-

raria d'Italia, t. V, lib. ii, cap. gnore. Nella nostra serie cronologi-

9. Dei rami incisi su questa serie ca si conosceranno pure i Pontefici

il Novaes si servì pei ritratti dei santi se furono martiri o confessori,


Papi, ch'egli premise nella prima quelli che sono registrati in alcuni

edizione della Storia de Pontefici, martirologi , il tempo in cui vacò


avanti la vita di ognuno. Nel l'j'J^, la sede romana dalla morte di un
in Cassano si pubblicarono in due Papa all' elezione di un altro, e ser-

tomi r Ef/ìgies ronianoruin Pontiji- virà a provare, che la santa Sede


ciini a s. Petra ad Piani VI, prae- apostolica non è mai stata priva di
niissa chronotaxi ex Gravesonio pastore, per una continuata, e non
aliisqiie auctoribuXj con i loro ra- interrotta successione, e che a Prin-
mi. Inoltre dalla calcografia came- cipe apostolornni successionem suani
rale abbiamo, Cronologiae siunnio- manifcslain jugemque relinet, come
rii/n Pontifìciini inimagines. V. l'ar- osserva un erudito nelle note a s.
ticolo Pontificato , ove si ti-atta Ireneo dell'edizione Maurina.
di diverse epoche cronologiche dei I. S. Pietro, principe degli aposto-

Papi, non che Anno del Pontifica- li, primo sommo Pontefice dei cri-
to. Nel 1641 in Roma si pubblicò stiani, che da pescatore fu da Ge-
colle stampe, Cronologia de' sommi sti Cristo fatto suo vicario. 11 pri-

Pontefici cominciando da s. Pietro mo atto, ch'egli fece di sua giuris-

iino ad Urbano Vili, la quale dizione, fu nel concilio che cele-


compilata dal Cardinal Pio, ordi- brò iu Gerusalemme dopo l'ascen-

nata dal Cardinal Spada, e pub- sione di Gesìi Cristo in Cielo. Nel-
blicata, e ripurgata da Cristoforo l'anno 38 stabilì la sua sede in
3

CRO CRO 3i7


Antiochia ( Vedi), che governò per de successione antiqnissima episro-
sette anni;
quindi si recò in Roma poruni ronianoruni, stampata ad
capitale dell'impero romano nell'an- Utrecht nel 1 740, pretende soste-
no 44j ^ ^^^ seguente a' i8 gen- nere che i ss. Lino, e Cleto sieno
naio vi stabilì la sua sede, ed ivi stati insieme, e ad un tempo stesso

ai 29 giugno dell'anno 69 patì sommi Pontefici, f^. il Con-


p.

glorioso martirio. Intorno all'anno stant nella Disscrt. de proxi/nis


della morte di s. Pietro non si ac- h. Petri successoribiis , ch'è nelle sue
cordano gli scrittori, molti de'qua- epistole Rom. Pont. t. I pag. i, e
li sono impugnati dal Foggini de il gesuita Dande nel t. I. Hist. u-
Roin. d. Petri itinere, Exercitat. 1
6, ?m'. Reflex. YIl in cap. 2 lib. I,

il quale assegna l'anno 66. Il Ra- ove tratta, an. s. Clemens aut. s.

ronio, il Novaes, e il p. Sangallo, Linus Petra in Pontificata succes-

Gesta de^ Pont. t. Ili, art. 12, la serit? pag. 34 1 e seg.


riferiscono all'anno 69. III. S. Cleto fu creato Pontefice
II. S. Lino fu eletto Papa a'3o a'24 settembre dell'anno 80, e pa-
giugno dell'anno 69, e patì il mar- tì il martirio a'26 aprile dell'anno

tirio a'i3 settembre dell'anno 80. Il 93. V. quanto si disse sulle que-
Burlo nei suoi versi, con frase riferita stioni cronologiche, se s. Cleto sia
ancor dalla chiosa al can. I caus. 8, q. lo stesso che s. Anacleto, il voi. II,

I, ricorda la disputa fra gli eruditi pag. 26 e il voi. XIV pag. loi e
sopra chi abbia avuto il secondo 102 del Dizionario.
luogo nel Pontificato dopo s. Pie- IV. S. Clemente I fu fatto Papa
tro, trovandosi molti antichi scrit- a' 17 maggio dell'anno 93, e sof-

tori, che assegnano il posto a s. frì il martirio a'23 novembre del-

Lino, ed altri che l'assegnano a s. l'anno 102.


Clemente I, per cui stettero i pa- V. S. Anacleto venne creato Pa-
dri latini sino al fine del IV seco- pa ai 3 aprile dell'anno io3, e pa-
lo. Il Novaes però, applicandosi alla tì il martirio nell'anno 112 a' 1

strada di mezzo, stimò più sicuro il luglio. V. quanto dicemmo di so-

dire, che s. Clemente I in verità pra per s. Cleto. Tuttavolta non si

fu eletto da s. Pietro per suo suc- deve tacere, che s. Ireneo, seguito
cessore, ma che ricusò la digni- da molti padri orientali, ed africa-
tà, e perciò dopo la morte di s. ni, è del parere di quelli che sos-

Pietro, s. Lino, e s. Cleto furono tengono, che Cleto ed Anacleto sia


eletti Pontefici l'uno dopo l'altro un solo Pontefice. Perciò scrivono,
dal clero e popolo romano, e do- che a Pieti'o successe Lino, a Lino
po essi in quarto luogo fu eletto Anacleto, ad Anacleto Evaristo. L'au-
s. Clemente I. Così il Raronio al- torità di s. Ireneo è di molto pre-
l'anno 69 num. 4^5 appoggiato al- gio, dappoiché, sebbene greco di
l'autorità di s. Epifanio, haeres. nascita, fu egli discepolo di s. Po-
2 1 par, 6, la qual sentenza è se- licarpo, e di Papia, e fu inviato

guita dal Cotelerio, dal Rollando, da Policarpo nelle Gallie al ve-


s.

dal Tillemont, da Natale Alessan- scovo di Lione; quindi nell' anno

dro, e da mille altri. JN'iuna (e.i\(ì 178, fu mandato in Roma a por-


però merita Gianfilippo Raraterio, tar lettere al Pontefice s. lileutero
dove nella Disquisizione cionolog'ca, per parte dei Lionesi contro la set-
3;8 CRO CRO
la dei montanisti. Egli asseri-^ce die rlb. in Egesippo, mettono dopo s.

a Lino fu successore Anacleto, e Igino il Pontefice non Aniceto, e


che a questo succedette Clemente, Pio. Tuttavia Egesippo, appresso Eu-
quindi Evaristo. Questa sentenza è sebio lib. 4} cap. 2 1 ; s. Ireneo I.

conf'eimata da s. Ignazio, che nella 2, cap. 3, e Tertulliano contr. Mar-


sua lettera dice, che Clemente suc- cion. lib. Ili, tutti e tre gravissimi
cesse ad Anacleto, e da Eusebio, autori, che vivevano in que' tempi,
Hixl. Eccl. 1. V. p. 2 17, e dalla cro- oltre a tutti i recenti scrittori gre-
naca lib. 3 e. 1 3. Tutte testimo- ci, e latini, fanno Pio successore ad
nianze del secondo , e terzo se- Igino, e predecessore ad Aniceto.
colo. Ma il Papebrocliio, volendo, come
VI. S. Evarisfo fu eletto a'27 egli dice, indovinar la cagione di
luglio dell'anno i 12, e patì il mar- questa trasposizione nel catalogo
tirio a'26 ottobre dell'anno 121. da lui illustralo. In Canata Chron.
VII. S. Alessandro I venne crea- Hist. ad Catal. Pont. Roni. par I,
to a' f 3 novembre dell'anno 121, e pag. 124, suppone che il catalogo,
patì il martirio a'3 maggio dell'an- il quale è bipartito, in tal guisa
no l32. fosse fatto, che chiunque alla prima
Vili, S. Sisto I, a' 29 maggio parte fino a Ponziano soggiimse la
dell'anno i32, fu eletto, e fu mar- prima divisione della seconda par-
tirizzato a'6 aprile dell'anno 142. te fino ad Eutichiano, per negli-
IX. S. Telesforo agli 8 aprile genza del libraro avesse ritrovato
dell'anno i/p divenne Papa, e pa- mutati i due pontificati di Pio, e
tì il martirio a'5 gennaio dell'anno di Aniceto, e persuaso che veramente
•54. ad Aniceto succedesse Pio, li lasciò
X. S. Igino, eletto a' 16 gennaio con quest'ordine, mutando però la
del i54, patì il martirio, secondo nota de' consoli, che all'uno, e al-
alcuni, agli 11 gennaio del 1 58. l' altro aveva trovato, i quali ve-
XI. S. Pio I fu eletto a'i5 genna- deva, che non corrispondevano ve-
io del i58, e patì agli 11 luglio ramente alla serie dei due Pontefi-
del 167. Altri dicono che morì glo- ci, per la cagione suddetta cambia-

rioso confessore di Cristo, non già ti. Così la pensa il Papebrochio, di-

martire ; e se la Chiesa onora col


l' sposto a seguire chi meglio di lui
rito di martire, lo fece per acco- conciliasse queste due opposte sen-
modarsi alla pietà, e divozione dei tenze. V. inoltre i Bollandisti ad
fedeli, di che ne abbiamo altri e- diem II julii pag. 1 79, Schelstrate
.sempli. Antìqait- illastr.tom. I, Dlss. 2,
XII. S. Aniceto, creato a'25 lu- cap. 4) 6 Fontanini Hist. Letter.
glio del iB", patì a' 7 aprile del Aqail. lib. II, cap. 3 § I.

175. Il IVlaniacuzio varia qui la XIII. S. Solerò, eletto a' 4 viag-


cronologia, dicendo : Additar Ani- gio dell'anno 175, morì ai 22 a-
cetiis, seu Pra esiti ordine Piiis. Ma prile del 179: se egli debba chia-
la lezione del Burio sembra dover- marsi martire o confessore, veggansi
si preferire a questa, perchè s. Ot- i Bollandisti ai 22 aprile p. 6, § 5.
tato Milevitano, confr. Parmen. I. XIV. S. Eleutero, eletto ai i3
II, cap. 3; s. Agostino Epist. 53 maggio del 179, patì ai 26 maggio
al. i55, e s. Girolamo de srripto- del 194.
CRO CRO 3i9
XV. S. Vittore I divenne Papa XXVI. divenne Papa
S. Dionisio
il primo giugno del 194, e patì ai ai 12 settembre del 261, e morì
28 luglio 2o3. a' 26 dicembre del 272.
XVI. S. Zeferino fu creato agli XXVII. S. Felice I, creato a' 3 i

8 agosto del 2o3, e pafi ai 26 a- dicembre del 272, patì a' 3o mag-
gosto del 221. gio del 275.
XVII. S. Calisto I, eletto ai 1 XXVIII. S. Eutichiano, eletto ai
settembre del 221, patì il martirio 4 giugno del 275, morì agli 8 di-
ai i4 oltobre del 226. cembre Baronio lo chia-
del 283. Il

XVIII. S. Urbano I, creato Pon- ma martire, ma


p. Sangallo non il

tefice ai 21 oltobre 226, pati ai gli dà questo titolo, perchè non lo

25 maggio del 233. trovò annoverato ncU' Indicolo del-


XIX. S. Ponziano, eletto ai 24 la deposizione de' martiri, ma ben-
giugno del 2 33, fu martirizzato ai sì lo rinvenne in quello de' ve-
19 novembre del 237. scovi.
Ciriaco, Papa finto, sul quale è XXIX. S. Cajo. creato ai 16 di-
a vedersi il suo articolo. cembre del 283, morì ai 22 aprile
XX. S. Antero, creato ai 3 dicem- del 296. Alcuni gli danno il titolo
bre del 23'-, patì ai 3 gennaio di martire, ma non si trova il suo
del 238. nome nell' Indicelo della deposizio-
XXI. S. Fabiano, eletto a' 6 gen- ne de' martiri, bensì in quello dei
naio del 238, patì ai 20 gennaio vescovi ; e il catalogo del Papebro-
del 253. chio dice, che morì nascosto nei
IVovaziano, primo antipapa. V. cimiteri. Il p. Berti però nel tom.
Antipapa I. II Dissert. Hìstoriar. saec. III, Dis-
XXII. S. Cornelio, eletto nel me- sert. I, difende il martirio di que-
se di aprile del 254, P^tì ai i4 sto Pontefice, del quale non vi è
settembre del 2 55. più dubbio fino dai 21 aprile
XXIII. S. Lucio, creato a' 20 1622, in cui fu trovato il suo se-
ottobre del 255, morì ai 4 naarzo polcro col nome, col monogi'amma,
del 257. Il Pagi, Breviar. .Rom. e colla palma, nel cimiterio di Ca-
Pont, in Lucio, lo annoverò tra i listo, come ce ne assicurano Cesare

confessori, perchè nel piccolo indice Berillo, negli atti da lui stampati
della deposizione de' martiri, presso a Roma, e Paolo Arrighi nella
il Bucherio, non si ritrova, bensì in sua Roma sotterranea, lib. Ili, e.

quello della deposizione de' vesco- II.

vi ; e però quando s. Cipriano lo XXX. S. Marcellino, creato ai 3


dice martire, ciò debbe intendersi, maggio del 296, patì ai 26 aprile
per aver egli sofferto l'esilio per del 3o4. Il libro Pontificale, Teo-
Gesù Cristo, ma non la morte. V. doreto, lib. II. Histor. cap. 3, e
\ articolo Confessore. dietro a questi buona parte de'mo-
XXIV. S. Stefano I, eletto agli i i derni, lo fanno martire, ma il Pa-
marzo del 257, patì ai 2 agosto gi, Breviar. Rom. Pont, in vita, ve-
del 260. dendolo annoverato nell'Indicolo di
XXV. S. Sisto II, creato ai 2 5 Bucherio tra i confessori dubita ,

agosto del 260, patì a' dì 6 agosto del martirio, come dubitano molti
261. altri.
71

39.() CRO CRO


XXXI. S. IMarccllo I fu eletto del 384, e sopia alcune epistole

ai 2 I iiovetubie del 3o4, ed otten- attribuite al Pontefice, fa una bella

ne la palma del martirio ai 1 6 gen- dissertazione a pag. 58.


naio del 309. Quelli, che con Pagi Orsicino, Antipapa II {Vedi).
assegnano 1' elezione di questo Papa XL. S. Siricio fu creato ai 12
a' -27 giugno dell'anno 3o8, dicono gennaio 385, e morì ai 2^
del
che la sede romana ora allora va- tisbbraio del 398. Benché Siricio

cante per lo spazio di tre anni e fosse messo tra i santi da Pietro

otto mesi ,
perchè la persecuzione de Natalibus, in Calai, ss. lib. I,
di Diocleziano non dava luogo ai cap. 3, da Genebrardo in Cliron.
preti della romana Chiesa di con- pag. 288, e in Chronogrnph. lib. 2,
vocarsi per l'elezione del nuovo an. 398, da Luitprando in J'ita

Pontefice. Il Novaes però non ci siiiìimornm Ponlifiriiin, fol. 44j tl''"c)

conviene. Spondano all'anno 398, num. i,

XXXII. S. Eusebio fu eletto ai e da altri, e sebbene il suo nome


5 febbraio del 309, e pati ai 26 fosse nel martirologio di Beda, e in
settembre del 3 i i. quello del monistero di s. Ciriaco
XXXIII. venne crea-
S. IMelchiade di Roma, tuttavia il Cardinal Ba-
to ai 3 ottobre del 3i i, e mori ai ronio non volle metterlo nel mar-
10 dicembre del 3t3. tirologio romano da sé corretto, per
XXXIV. S. Silvestro I, eletto tre motivi : i

perchè s. Siricio,

ai 3i gennaio del 3i4) morì a'3 diceva ad esempio di san


egli ,

dicembre dell' ainio 335. Damaso 1, non aveva usalo dell'o-


XXXV. S. Marco divenne Papa pera di s. Girolamo nello scrivere
ai 18 gennaio del 336, e morì- a' le lettere pontificie, e non aveva
ottobre del medesimo anno. favorito com'era giusto questo san-
XXXVI. S. Giulio I, creato a'26 to dottore :
2.° perchè era stato po-
ottobre del 336, cessò di vivere ai co giusto con s. Paolino di Nola :
12 aprile del 352. 3.° per la connivenza nel frenare la

XXXVII. S. Liberio fu eletto agli eresia degli origenisti, e le eretiche


8 maggio del 352, e morì ai astuz.4^ di Rufino, e di Melania.
9
settembre del 367. Tutti questi delitti apposti a s. Si-
XXXVIII. S. Felice II fu sosti- ricio, furono egregiamente dilegua-

tuito a s. Liberio quando andò in ti dal Fiorentini, dal Noris, e dal


esilio, cioè nel 355, e fu martiriz- Pagi in Vit. s. Sin'ciij t. I, n. i4>
zato ai 22 novembre del 365; ma laonde Benedetto XIV ne inserì il no-
SVI questo punto, vanno letti gli ar- me nel martirologio da sé corretto.
ticoli, s. Liberio Papa, e s. Felice XLI. S. Anastasio I, eletto ai i4
11 Papa. marzo del 398, morì ai 27 aprile
Leone, Pontefice fìnto [Vedi). del 4o'2-
XXXIX. S. Damaso I, eletto ai XLII. S. Innocenzo I, creato ai

i5 settembre del 367, morì i agli i 18 maggio del J^oi, morì ai 28


dicembre del 384- Papebrochio in luglio del 417 altri dicono ai 12
Propylaeo, par. I, pag. 59, stabili- marzo.
sce il pontificato di s. Damaso I XLIII. S. Zosimo, eletto ai 19
dal primo giorno di ottobre del- agosto del 4'7> «toi' f^» 26 dicem-
l' anno 366, sino ai io diccoibre bre del /\iS.
3 8
3

CRO CRO 321


XLIV. S. Bonifacio I fu creato ni Imorì ai 21 maggio, e che ai
ai 28 dicembre del 4 18, e morì ai 27 mettono i martirologi per
lo
25 ottobre del 4^3. essere il giorno della traslazione da
Eulalio, Antipapa III (Vedi). Ravenna a Roma ; altri poi lo di-
XLV. S. Celestino I, eletto ai 3 cono morto ai 18 maggio.
novembre del 4'^ 3, cessò di vivere LVI. S. Felice III, detto IV, fu
ai 6 aprile del ^"òi. eletto ai 24 luglio del 526, e morì
XLYI. S. Sisto III, creato alli 26 a' 12 ottobre del 53o.
aprile del 432, morì alli 28 mar- LVII. S. Bonifacio II, creato ai
zo del 440' 16 ottobre del 53 o , morì ai 16
XLVII. S. Leone I il Magno fu ottobre del 532.
creato ai 9 maggio del 440, e mo- Dioscoro, Antipapa V [Vedi).
rì alli I I 461. H p- San-
aprile del LVI lì. Giovanni II fu creato
S.
gallo, Gest. de Pont. t. IV, p. 4i6, a'3i dicembre del 532, e cessò di
dice, che la più probabile opinione vivere a' 27 maggio del 535.
è, che morisse a' io novembre. V. LIX. S. Agapito I, eletto ai 3
il Mabillon nel tomo III, Vetera giugno del 535, morì ai 22 aprile
Analect. p. 4^0, Pax'isiis, 1682. del 536.
XLVIII. S. Ilaro, eletto a' 12 no- LX. S. Silverio fu elevato al
pon-
vembre del 46 1> morì a' io settem- tificato agli8 giugno del 536, e
bre del 467. morì a'20 giugno del 54o.
XLIX. S. Simplicio, creato a' 20 LXI. Vigilio, creato a'27 giugno
settembre del 4^7) morì il primo del 540, morì a' io gennaio del
marzo del 483.
L. S. Felice II, detto III da LXII. Pelagio I divenne Papa
quelli, che non mettono nel nume- agii 1 1 aprile del 555, e morì ai
ro de' legittimi Pontefici il II, fu 2 marzo del 56o. Dalla sua iscri-

creato marzo del 483, e


agli 8 zione sepolcrale si scorge essere egli
morì ai 26 febbraio del 49^- morto l'ultima notte di febbraio, e
LI. S. Gelasio I, eletto a'2 mar- sepolto ai marzo.
4 <^i

zo del 49^) terminò di vivere a'21 LXIII. Giovanni III, creato a' 1

novembre del 496. luglio del 56o, terminò i suoi giorni


LII. S. Anastasio II, eletto a' 28 a'i3 luglio del 573.
novembre del 49^^ morì ai 16 no- LXIV. Benedetto I fu eletto ai
vembre 498' 3 giugno del 574, e morì ai 3o
LUI. S. Simmaco, creato ai 22 luglio del 578.
novembre del 498» morì ai 19 lu- LXV. Pelagio II, eletto a'3o no-
glio del 5x4- vembre del 578, morì agli 8 feb-
Lorenzo, Antipapa IV {Vedi). braio del 590.
LIV. S. Ormisda ai 26 luglio LXVI. S. Gregorio I Magno, e-
del 5i4 fu assunto al pontificato, letto nel 5go , e consagrato a'3
e morì ai 6 agosto del 52 3. settembre , morì ai 1 2 marzo dei
LV. S. Giovanni I, eletto ai 1 6Ó5.
agosto del 52 3, morì consumato LXVII. Sabiniano, creato a' 1

dai travagli a' 27 maggio del 526. settembre del 6o4 o del 6o5, mo-
Il p. Giacobbe nella sua Biblioth. rì a' 2 2 febbraio del 606.

Pont. p. 128, dice che s. Giovan- LXVIII. Bonifacio III, eletto ai


VOL xvui. ai
31

322 CPtO CRO


19 febbraio del 607, morì a' io LXXIII. Severino, eletto a' 28
novembre di detto anno. maggio del 640, morì il primo ago-
LXIX. S. Bonifacio IV fu elet- sto del medesimo anno.
to a'25 agosto del 608, e morì a'7 LXXIV. Giovanni IV, creato ai
maggio del 61 5. Il IVIartirologio 24 dicembre 640, finì i suoi gior-
Uomano, e quello di Maurolico, ne ni agli I I ottobre 642.
fanno memoria a'2 5 maggio. LXXV. Teodoro I, eletto a'24
LXX. S. Adeodato, o Deusdedit, novembre del 64^ , morì a 1

eletto a' 19 ottobre del 61 5, morì maggio del 649- In alcuni marti-
a'9 novembre del 618. rologi si trova sotto il i4 maggio
LXXI. Bonifacio V fu creato col titolo di santo ; ma nel roma-
a*23 dicembre del 619, e morì no non gli si dà tal titolo per
prima de' 22 ottobre dell' anno mancanza di necessari documenti.
tì25. V. Benedetto XIV in epist. ad
LXXII. Onorio I, eletto a'27 Ioan. V regeni Lusìt. praeniissa
ottobre del 62^, morì a' 12 otto- Martyrol. Romano § 4*^' Teodoro
bre del 638. Parlando il Maniacu- in greco significa dono di Dio, o
zio ne'suoi versi questo Papa,
di sia Adeodato j e Deusdedit, nome
dice : Inter pvaedictos coelestex che pur ebbero altri Pontefici.

scrihimus omnes. ]Ma il Papebrocbio, LXXVI. Martino I fu eletto


S.
commentando questo verso nel suo a'5 luglio 649, e morì a' 16 set-
Propylaeo, par. II. p. 28, dice di tembre del 655; ma siccome il
non avere ritrovato chi dia luogo suo corpo fu riposto in Roma nel-
fra i santi ad Onorio I, comechè la sua chiesa nel rione Monti ai
per tale sia annoverato da INIania- 12 novembre, in tal giorno se ne
cuzio; anzi fra i ventiquattro Pon- celebra la festa, mentre i greci la
tefici, che occuparono la santa Sede celebrano il giorno della sua mor-
tra i ss. Gelasio I, e ÌMarlino I, te, e più solennemente a' i3 a-
cito solamente, dic'egli, si trovano prile.
col titolo di santi, nel qual numero LXXVIl. S. Eugenio I fu creato
non trovasi Onorio I. Lo ti'o\ò agh 8 settembre del 654, mentile
bensì col detto titolo il p. Sollier, suc- Blartino I vivea nell'esilioe ne ,

cessore dello stesso Papebrocbio nel- approvò l'elezione: morì a'2 giugno
r immortal' opera àeWacta sancto- del 607.
un martirologio nel suo
runi^ e cita LXXVIIl. S. Vitaliano, eletto
Usuardo, in cui Onorio I è regi- agli 1 1 agosto del Gjy, morì a'27
strato per sauto, come vedesi an- gennaio del 672.
cora in un calendario del XII se- LXXIX. Adeodato II fu elevato
colo, presso il p. ab. Trombelli, co- alla cattedra apostolica a'2 2 aprile
municalo da questo al gesuita Zac- del 672, e morì a'26 giugno del
caria, per pubblicarlo nella sua 676.
raccolta d'inediti monumenti. Avver- LXXX. Dono I, che altri chia-
tasi per altro, che maggior numero mano Domno, Domnioue, Cono, o
di otto Pontefici santi trovasi pres- Conone venne creato il primo
,

so ad altri scrittori, fra i due no- novembre del 676, e morì agU 1
minati Papi s. Gelasio I, e s. Mar- aprile del 678.
tino I, dal Papebrochio mcutovati. LXXXl. S. Agatone, eletto a'27
1

CRO CRO Z>1


giugno del 678, inori a' io genna- moderni critici fra i Pontefici, ciò
io del 682, col titolo di Tauma- che fece il Burio nella sua crono-
turgo. logia in versi. Non così fece nei
LXXXII. S. Leone II, creato ai suoi Panvinio. sebbene fosse e"li
il
...primo a contarlo tra
o '
,
16 agosto del 682, mori a'4 luglio il Papi nel- i

del 683. la sua Cron. eccl. ad ann. 700


p.
LXXXIII. S. Benedetto II, elet- 66, e TìeW Epitoni. PP. RR. pao-.
to a' 26 giugno del 684, termi- 37, dappoiché non essendo Stefano
nò di -vivere a'7 maggio del 685. II stato consagrato, gli avea man-
LXXXIV. Giovanni V, esaltato cato quella funzione, da cui deriva-
a'23 luglio del 685, morì il primo va il pieno pontificato ne'primi XII
agosto del 686. secoli. Ma tal ragione non ammet-
LXXXV. ('onone, creato a'2 tendo monsignor Eorgia, e il com-
ottobre del 686, cessò di vivere ai mendator Vettori, stimano non do-
2 1 settembre del 687. versi Stefano II escludere dal cata-
Pietro,Antipapa VI {Vedi). logo de'Pontefici. Pure il Maniacu-
Teodoro, Antipapa VII (Vedi). zio non lo conta. V. il Pasn, Cri-
LXXXVI. S. Sergio I, eletto ai tic. in Baron. ad an. 886 n. 7. Da
15 dicembre del 687, morì a'7 questo Stefano dunque è prove- II

settembre del 701. nuta la differenza del numero de-


Teodoro, Antipapa Vili (Vedi). gli Stefani, e sebbene né l'Anasta-

Pasquale, Antipapa IX (Vedi). sio, né il Flodoardo, né alcun altro


LXXX\II. Giovanni VI, creato scrittore antico, come attesta il Pa-
a'28 ottobre del 701, cessò di vive- gi, non lo pongano nella serie dei
re a'9 gennaio del 7o5. Romani Pontefici, il JN'ovaes ve lo
LXXXVIII. Giovanni VII, elet- registrò per seguire il Burio.
to il primo marzo del 7o5, morì XCV. Stefano II, detto III, per
a' 17 ottobre del 707. le precedenti ragioni, fu eletto a'26
LXXXIX. Sisionio fu creato ai maggio del 752, e morì a' 24 a-
18 gennaio del 708, e morì ai prile del 757.
7 febbraio dell'istesso anno. XCVI. S. Paolo I, dopo trenta-
XC. Costantino, eletto a'2 5 mar- cinque giorni dalla morte del pre-
zo del 708, morì agli 8 aprile del decessore ,
gli successe, e mori ai
71 5. 28 giugno del 767.
XCI. S. Gregorio II, eletto aig Costantino, Antipapa X [Vedi),
maggio del 71 5, morì a' io febbra- che il ÌManiacuzio annoverò tra i

io 781. Pontefici.
XCII. S. Gregorio III, creato Filippo, Antipapa XI (Vedi).
cinque giorni dopo la morte del XCV li. Stefano III, detto IV,
predecessore, terminò i suoi giorni venne eletto a' 5 agosto del 768, e
327 novembre del 74 '• morì il primo febbraio 772. Il suo
xeni. S. Zaccaria, eletto a'3o nome si trova in alcuni martiro-
novembre del 741, morì a'i4 mar- logi col titolo di santo, col quale lo
zo del 752. tratta Bollando al primo febbraio.
XCIV. Stefano II, eletto a 27 XCVIII. Adriano I, eletto a'9
marzo del 752, dopo due giorni febbraio del 772, cessò di vivere ai
nioiì, e però non è contalo dai 2 5 dicembre del 795.
324 CRO CRO
XCIX. S. Leone
promosso III fu CVII. Benedetto III, eletto a' 17
al pontificato a'26 dicembre del luglio dell' 855, morì agli 8 aprile

795, e morì agli ii giugno del- 858.


r8i6. Anastasio, Antipapa XIII i^Vedi).
e. Stefano IV, detto V, eletto CVIII. S. Nicolò I il Magno fu
•venne a'22 giugno dell'SiG, e morì creato a' 24 aprile 858 , e morì
illustre in miracoli, come osserva il a' i3 novembre 867.
Tegano inter scrìptores Hìst. Frati- CIX. Adriano II, eletto a' i4 di-
cor, appresso Duchesne t. II, pag. cembre 867, morì a' 26 novembre
278, a' 24 gennaio deir8i7. dell' 872. Sebbene ninno antico
CI Pasquale I fu eletto a'25 scrittore registri il giorno di sua
gennaio dell'S 17,6 morì a' io febbra- morte, dal calcolo di quanto egli

io deir824. visse nel pontificato , si può asse-


CU. Eugenio II, crealo a 16 gnare la detta epoca.
febbraio deir824, morì a'27 agosto ex. Giovanni Vili fu creato ai

deir827. i4 dicembre 872, e terminò di vi-


Zinzinio, Anlipctpa XII (Fedi). vere a' i5 dicembre dell' 882.
CHI. Valentino, eletto il primo CXI. Marino I, o Martino II,
settembre 827, cessò di vivere ai fu eletto a' 23 dicembre 882, e
IO ottobre di detto anno. morì a' 22 febbraio 884- Si do-
CIV. Gregorio IV fu sollevato vrebbe chiamare Marino I ; ma la
al pontificato a' i4 settembre 827, somiglianza del nome con quello
e morì a'26 gennaio 844- di IMartino diede luogo a confon-

CV. Sergio II, eletto a* io feb- dersi un coU'altro, laonde pei Mar-
braio dell' 844 > morì a' 27 gen- tini IV^ e V lo chiameremo col No-

naio 847- vaes Martino II. F. il Papebrochio


evi. S. Leone IV, creato appe- in PropylaeOj pag. 142, n. 5, ed il
na morto il predecessore, e prima Pagi ad ann. 882, n. i.
che fosse sepolto, morì a' 1 7 luglio Agapito, Pontefice finto {Vedi).
855. CXII. Adriano III, eletto il pri-

Giovanna, fìnla Papessa (Fedi). mo marzo 884, morì a' 6 luglio


Oltre a ciò si vegga la confutazio- 885.
ne di questa ridicola favola , nel CXIII. Stefano V, detto VI, fu
Sarnelli, Leti. eccl. tom. IX, lette- creato a' i5 luglio 885, e morì ai
ra XIII, Perche il sesso femminile 7 agosto, o verso il fine di settem-
impedisce il ricevimento del sacra- bre deirSgi.
mento dell'ordine. Questa scredita- CXIV. Formoso fu eletto forse
ta favola della Papessa Giovanna a' 19 settembre 891, e morì a' 4
sostenuta dai protestanti special- aprile dell' 896.
mente, viene maestrevolmente con- CXV. Bonifacio VI , eletto agli

futata dal dottissimo Cardinal Ga- I r aprile 896 , che da molti non
rampi nella sua dissertazione De è contato tra i legittimi Pontefici,
nummo argenteo Benedicti III, Ro- morì a' 26 aprile del medesimo
mae 1749? ove si dimostra che fra anno.
s. Leone IV e Benedetto III non
,
CXVI. Stefano VI, detto VII,
v'era tempo per collocare un altro creato a' 22 maggio 896 , morì
Papa. dopo tredici mesi neir897.
2 2

CRO CRO 323


CXVII. Romano, eletto a' i
7 set- 4oo, e \^o, ommesso Stefano VII,
tembre 897 , mori agli 8 febbraio e il predecessore di lui Leone VI,
898. sostituisce a Giovanni X, Giovanni
CXVIII. Teodoro II divenne Pa- XI. Crede il Sandini, Vitae Pont.
pa ai 12 febbraio 898, e mori a' 3 t. I, p. 37 adnot. I, che il moti-
marzo di detto anno. vo di questa ommissione sia stato,
CXIX. Giovanni IX, eletto a' 1 perchè nel loro pontificato nulla
marzo 898, mori a' 26 marzo, o accadesse di memorabile in quell'in-
sul principio di agosto dell' anno felicissimo secolo. Contano però l'u-
900. no, e r altro Flodoardo scrittore ,

CXX. Benedetto IV, eletto forse contemporaneo, Ermanno Contrat-


a' 6 aprile del 900, morì a' 20 ot- to, appresso Canisio t. Ili, par. I,
tobre 903. pag. 267 e seg., JMariano Scoto, e
CXXI. Leone V fu creato a' 28 Sigeberto, appi-esso Pistorio, p. 645,
ottobre goS, e morì dopo un mese e 811.
e nove giorni. CXXIX.
Giovanni XI divenne
CXXII. Cristoforo invase il pon- Papa i5 marzo 93 i, e mo-
circa i

tificato a' 6 dicembre del 903 vi , rì nel principio di gennaio 936.


rimase poco più di sei mesi, e mo- CXXX. Leone VII, eletto a' 9
rì miseramente nel giugno 904. gennaio del 936, morì verso i 18
CXXIII. Sergio III, che s' intru- luglio del 939.
se nella romana Sede dopo mor- la CXXXI. Stefano Vili, detto IX,
te di Teodoro II , fu espulso da fu creato circa a' 18 luglio del 93g,
Roma, quindi, passati sette anni, vi e morì nel principio di dicembre
ritornò, e fu consagrato a'
9 giu- 942.
gno 904 ; morì nel fine di agosto CXXXn. Martino III, ovvero
911. Marino per le ragioni dette di so-
CXXIV. Anastasio III venne e- pra, fu assunto al pontificato pri-
letto uno, o due giorni dopo la ma de' 4 febbraio, e forse a' 22
morte di Sergio III , e morì dopo gennaio del 943 ; e morì nel mese
la metà di ottobre 91 3. di giugno 946.
CXXV. Landò Landone, e- _, o CXXXIII. Agapito II, eletto nel
letto verso 6 ottobre 9 3, mo-
li 1 1 mese giugno del 946, due o tre
di
rì circa li 26 aprile 9i4- giorni dopo la morte di Marino II,
CXX\ I. Giovanni X, a' 3o apri- morì dopo i 20, e forse a' 28 a-
le 914? divenne Papa, e morì a' gosto del 906.
luglio 928. CXXXIV. Giovanni XII diven-
CXX VII. Leone VI, eletto nel ne Papa dopo i 28 agosto del 956,
fine di giugno, o sul principio di e morì a' 6, o forse a' i4 maggio
luglio del 928 morì verso il 3 , del 964.
lebbraio 929. CXXXV.
Benedetto a' 1 9 mag- V
CXXVlIl. Stefano VII, detto gio del fu deposto nel con-
964
Vili, fu creato verso il i3 febbraio ciliabolo di Leone VIII antipapa
929, e morì circa i i5 di marzo a' 23 giugno di detto anno, e morì

93 1. Luitprando, lib. 2 , e. ij, e a' 4 luglio del 965.


lib. 3, cap. 12, appresso il Muia- CXXXVI. Leone VIII antipapa
tori, Sci iptor. rerum Lai l. II. p. fu intruso la prima volta nel puu-
326 CRO CRO
tificalo sotto Giovanni XII, e con- versi , e da quella ancora de' pii'i

sagrato a' 6 dicembre 963. Fu cac- rinomati critici, tra* quali i due
25 febbraio 9^4;
ciato dalla sede a' Pagi, che descrivono la serie, e la

ma nuovo l'usurpò a' 24 giu-


di cronologia de' sopraddetti Pontefici
gno, e mori nell'aprile del 96?. nel seguente modo. Dopo Giovanni
Sebbene non sia stato legittimo Pon- XIII, seguì non già Dono II ma ,

tefice pure dagli antichi , e mo-


,
bensì Benedetto VI, il quale venne
derni scrittori è annoverato l' otta- consagrato dopo li 28 novembre
vo fra i Leoni, e molto più per- del 972. Fustrangolato l'anno 974,
chè si chiamò nono ilPapaCLVIII. ed ebbe per successore Dono II,
Dice il Apologia del
Borgia, nell' cui successe Benedetto VII, prima
ponlificato di Benedetto X, che for- de' 2 5 marzo del 975; il quale
se s. Leone IX essendo tedesco e , dopo nove anni, ed alcuni mesi di
parente dell'imperatore Enrico III, governo, morì a' o luglio del 984,
i

per non sembrare di opporsi al fat- ed ebbe per successore Giovanni


to di Ottone I, che vivente Gio- XIV, dopo i IO luglio del 984. Fu
vanni XII legittimo Papa, fece in- carcerato da Bonifacio nel marzo
trodurre nella sede pontificia Leo- del 9811, e morto forse a' 20 ago-
ne Vili, volle seguir l'avviso di sua sto. Indi Bonifìcio VII invase pei"
nazione , la quale, per compiacere la seconda volta la santa Sede.
l'imperatore tedesco, spacciava Leo- CXLI. Benedetto VII venne elet-
ne YIII per legittimo Pontefice. to prima de' 21 marzo 975, e
CXXXVII. Giovanni XUI fu con- morì a' io luglio 984.
sagrato Pontefice il primo ottobre CXLII. Giovanni XIV, creato ai
96.5, e morì a'6 settembre del 972. IO luglio 984, morì nel giugno
CXXXVIII. Dono II, eletto a' 20 985.^
settembre 972, mori a' 19 dicem- CXLIII. Giovanni XV, eletto nel
bre del medesimo anno. Noteremo, dicembre 985, morì nello stesso
che in Bonifacio VII si farà men- mese, ed anno, benché il Burlo gli
zione di diversa cronologia. dia luogo fra Pontefici, ed il No-
i

CXXXIX. Benedetto VI fu crea- vaes co' più critici non lo conti per
to a* 20 dicembre 972 , e morì nel tale. F. il Papebrochio in Propy-

974-^ laeo, p. 169; Antonio Pagi Critic.


CXL. Bonifacio VII antipapa nel in Baronio ad an, 986 n. ^, e
974 usurpò il pontificato, indi fu Francesco Breviar. Gest. RR. PP.
cacciatodopo un mese , ma l' in- t. I, 468.
p.
vase di nuovo nel 985, nel qual CXLIV. Giovanni XV, secondo
anno morì. Il Novaes colla prece- il Novaes, detto XVI secondo il Bu-
dente cronologia seguì quella in ver- rlo. L' Ughelli, Italia sacra, t. I,

si del Burlo, cioè in Giovanni XIII, p. i34, dice che questo Pontefice
Dono II, e Benedetto VI, perchè ne' diplomi apparisce col numero
il Burlo adottò quella di parecchi di XV. Fu eletto nel dicembre 985,
scrittori, come del Baronio, del Pan- e morì a' 3o aprile 996.
vinio in Chron. eccL pag. 82, e di CXLV. Gregorio V venne crea-
altri. Tultavolta al Novaes non lo Papa prima dell' ultimo giorno
piacque perchè digerente da quella, di maggio del 996, e mori a l8
che ci diede il Maniacuzio ne' suoi febbraio del 999.
,

CRO CTtO 3-7


CXLVI. Giovanni XVI, delto agosto, come avverte il Mabillon in

XVII, antipapa, fu intruso nella Indice ss. praelermissorum saecul.


cattedra di s. Pietro, circa il prin- V. Benedici, par. I.
maggio 997, contro il le-
cipio di GLI. Benedetto VIII venne elet-
gittimo Gregorio V, quindi morì to dopo i 17 giugno del 1012, in-
miseramente nel marzo del 998. di fu discacciato da Giegorio, e tor-
Siccome fece alcune costituzioni, nato in E.oma. Ivi morì nel 1024,
perchè queste non venissero con- forse a' 12 luglio.
fuse con Giovanni veramente XVII Gregorio, Antipapa XIX [Vedi.).
tia i veri Papi di questo nome, CLII. Giovanni XIX, detto XX,
costrinsero questo ultimo ad adot- divenne Papa a' 6 giugno 1024, e
tarlo, acciocché, come osserva il Pa- terminò sua vita nel io33.
pebrochio, le bolle del pseudo Pa- GLI II. Benedetto IX fu eletto
pa Giovanni XVI, non si con- nel io33 a' 9 dicembre, come af-
fondessero con quelle del vero Pa- ferma il Papebrochio nel Conat.
pa Giovanni XVI, se questo an- Chronìco histor. L' autore della vita
cora da alcuno si denominasse Gio- di questo Pontefice presso il Lab-
vanni XVI. Aggiungeremo che Sil- bé, nel t. II, de' concil. col.
1277,
vestro II, legittimo successore di Gre- Edit. Yenet., dice agli 8 novembre.
gorio V, dire del Novaes tom.
al Antonio Pagi ad an. io33, n. V,
II, p. 202
con saggio e prudente
, opina, che fosse consagrato prima
consiglio ordinò che l' antipapa Gio- de' 1 7 novembre, e Francesco Pagi
vanni XVI si annoverasse tra i ro- nella vita del medesimo Benedetto
mani Pontefici, e così il seguente IX dice essere incerto in qual gior-
Papa di tal nome avrebbe pre>o il no, e in qual mese fosse ordinato.
numero di XVII. Altri dicono che JXel io37, fu deposto a' 29 giu-
Giovanni XVI, detto XVII, così gno, indi restituito alla dignità nel
venisse chiamato secondo il costu- io38; ma essendo stato cacciato il
me introdotto, che alcuni pseudo- primo maggio 1044? ^ reintegrato
Pontefici facciano numero tra i Pa- di nuovo dopo quattro mesi, li-
pi veri. nunziò per interesse il pontificato
CXLYII. Silvestro II fu eletto a Gregorio VI, come narra Er-
a' 28 febbraio 999, e terminò
del manno Gontratto in Chron. ad an.
i suoi giorni a' maggio 100 3.
1 2 1044? appresso Canisio , Antiq.
CXLVIII. Giovanni XVI, delto lect. t. 267. Dopo Clemente
Ili, p.
per le premesse avvertenze XVII, II occupò Benedetto IX per la ter-
fu eletto a' 9 giugno ioo3, e morì za volta la sede, e poscia dicono
a' 7 dicembre del medesimo anno, che rinunziando definitivamente il
CXLIX. Giovanni XVIII, detto pontificato, facesse penitenza, e mo-
XIX, creato a' 6 dicembre ioo3, risse nell'abbazia di Grottaferrata.
cessò di vivere circa la fine di CLIV. Silvestro III antipapa si

maggio 1009. intruse nel 1 044» nas dopo tre gior-


CL. Sergio IV venne consagrato ni fu scacciato, e ritornò alla sede
vescovo a' 1 7 giugno del 1 009, e Benedetto IX. In questo tempo Ire i

moli agli I I ottobre dello stesso Pontefici Benedetto IX, l'antipapa Sil-
anno. La sua memoria si trova nel vestro III, e Gregorio VI, ottennero
menologio benedettino sulto li 18 simoniacamcute il pontificato, come
328 COR COR
contempora-
lo attestano gli scrittori io58; quindi fu deposto nel genna-
nei. Tuttavolta osserva il Pagi nella io io5g. Con una bellissima dis-

critica al Baronie, che Benedetto sertazione, corredata di vasta eru-


IX, e Gregorio VI furono legittimi dizione, e intitolata Apologia del
Pontefici, perchè per tali li riconob- pontificato di Benedetto X, la quale
be Chiesa universale, benché sa-
la fu inserita dal p. Zaccaria nella
crilegamente avessero ottenuto il sua Letteratura stranieraj t. I, p.

pontificato. Il solo Silvestro III fu 161, e procurò monsignor Bor-


seg.,

da tutti riputato antipapa, ed in- gia poi Cardinale di mostrare le-

vasore della cattedra di s. Pietro, gittimo il pontificato di Benedetto


giacché come tale lo riconobbe la X. Il Novaes non sembra essere di
Chiesa. tale opinione, benché il Burio pon-
CLV. Gregorio VI ebbe per ga Benedetto X nella serie de' le-

danaro da Benedetto IX il pontifi- gittimi Pontefici, essendo sentimento

cato nel io44> come afferma Leo- comune di tutti i critici di riputar-

ne Ostiense, lib. 2 Chronic. Casin. lo vero antipapa. Non ostante gli

e. 79 ; e Vittore III lib. 3 Dialo- si dà il nome


Benedetto X, per-
di

gor. in Bihliotheca Palriim, tom. chè il Benedetto, che, nel i3o3, fu


XVIII, p. 853. Rinunziò sponta- canonicamente eletto, volle chiamar-
neamente nel 1046, e morì in con- si Benedetto IX, e perciò sono in
cetto di virtù. Nondimeno venne ri- pieno errore coloro, che credono
conosciuto, e contato fra i Pontefi- Leone VIII suddetto legittimo Pon-
ci, anche perchè s. Gregorio VII tefice, perchè s. Leone IX, il quale

suo discepolo col chiamarsi VII, e poi ascese al pontificato, volle chia-
non VI, approvò in certo modo il marsi Leone IX, e non VIII. Un
pontificato di lui, che il Papebro- simile caso superiormente si osservò
chioj e il Becchetti riconoscono per parlandosi di Giovanni XVI anti-

legittimo. papa.
CLVI. Clemente II, eletto a' 2 i CLXII, Nicolò II, eletto ai 28
dicembre 1 046, morì a' 9 ottobre dicembre, non io58, mo-
a' 3, del

dell' anno seguente. rì a' 22 luglio 1061. J^. il Pape-


CLVII. Damaso II, creato a' 17 brochio in Propylaeo pag. igS.
luglio 1048, finì di vivere agli 8 CLXI II. Alessandro II venne
agosto del medesimo anno. creato il primo ottobre 1061 , e
CLVIII. S. Leone IX, eletto ai morì a' 21 api'ile loyS. Il Pagi, in

1 febbraio io49, morì a' 19 aprile Fit. Alex. Brev. RR. tom. I, nel
io54- descrivere i miracoli che fece in
CLIX. Vittore II, eletto ai i3 virtù di Dio, si meraviglia come il

aprile io55, morì a' 28 luglio suo nome non sia registrato nel

io5i7. martirologio. Però la immagine di

CLX. Stefano IX, detto X, crea- lui, dipinta nell' oratorio di s. Ni-
to a' 2 io57, morì ai 29
agosto colò dell'antico patriarchio latera-

marzo io58. Il suo nome si trova nense, edificato da Calisto II, e re-

in molti martirologi col titolo di staurato da Anastasio IV, avea in-

santo. torno alla testail diadema o co-


CLXI. Benedetto X, antipapa, u- rona rotonda, argomento della san-
surpò il pontificato a' 3o marzo tità, e culto ecclesiastico, come di-
1 1 51

CRO CRO 329


mostra il Lambeilini, De Can. ss. Gregorio VIII, Antipapa XXVII
lib. I, cap. 4^5 ^- ^2 > ove tratta {Vedi).
della santità di questo Pontefice. CLXIX. Calisto II, eletto il pri-
Onorio II, Antipapa XXII (Ve- mo febbraio 1 1
1
9, mori ai 1 3 di-
di). cembre I 1 24; ed il suo nome è re-
CLXIV. S. Gregorio VII, eletto gistrato nel martirologio di Saussay.
a' 22 aprile 107 3, mori a' 25 mag- CLXX. Onorio II, creato ai 2
gio io85. dicembre 11 24, lasciò di vivere ai
Clemente III^ Antipapa XXIII i4 febbraio i i3o.
{Fedi). CLXXI. Innocenzo II, eletto ai 1
CLXV. Vittore III, eletto ai 24 febbraio 1 i3o, mori a' 24 settembre
maggio 086, termino di vivere ai
1 1143.
16 settembre 1087. Il suo nome Anacleto II, Antipapa XXVIII
si legge nel menologio benedettino {Vedi).
sotto i 16 settembre col titolo di Vittore III, detto IV, Antipapa
beato, e Benedetto XII accordò ai XXIX {Vedi).
monaci di Montecassino 1' uffizio di CLXXII. Celestino II fu eletto,
rito doppio in tal giorno. e consagrato a' 26 settembre 1 143,
CLXVI. Urbano II, creato e e morì a' 9 marzo ii44-
cousagrato a' 12 marzo 1088, cessò CLXXII I. Lucio II, creato a' 12
di vivere a' 29 luglio 1099. Il no- marzo 11 44? naorì a' 25 febbraio
me di lui trovasi in parecchi mar- 1 45.
tirologi col titolo di beato, come CLXXIV. Eugenio IH, eletto ai
osserva il Lambertini, De serv. Dei 26 o 27 febbraio morì nel- 11 4^5
Beat. lib. I, cap. ^i, n. i5. la notte tra li 7 e li 8 luglio
CLXVII. Pasquale;]!, a' 1 3 ago- 1x53. Pei miracoli, che Dio operò
sto 1099, fu sublimato alla catte- al suo sepolcro, il suo nome si tro-
dia apostolica, e morì ai 2 1 gen- va ne' calendarii cistcrciensi, come
naio II 18. Il Bucellino gli dà il dice il Papebrochio iu Propylaeo,
titolo di beato nel menologio be- pag. 22, n. 7.
nedettino a' 18 gennaio, e nel sud- CLXXV Anastasio IV, eletto ai
9
detto oratorio di s. Nicolò la sua luglio 53, morì a'2 dicembrei i54.
1

immagine avea la corona. CLXXVI. Adriano IV, ai 3 di-


Alberto, Antipapa XXI V [Fedi). cembre Il 54, salì sul trono ponti-
Teodorico, Antipapa XXV (Ve- ficio, e terminò i suoi giorni il pri-

di). mo settembre 1 1 59.

IMaignulfo, Antipapa XXVI (Ve- CLXXVII. Alessandro III, ai 4


di). settembre 1 159, fu creato, e morì
CLXVIII. Gelasio II, eletto ai a 3o agosto 1 18 i.
25 gennaio 11 18, morì a' 29 gen- Vittore IV, detto V, Antipapa
naio II 19. Il suo nome trovasi in XXX (Vedi).
diversi martirologi col titolo di san- Pasquale III, Antipapa XXXI
to.V. Bollando 29 januar. p. 916. {Vedi).
La sua effigie venne dipinta nel so- Calisto 111, Antipapa XXXII
praddetto oratorio di s. Nicolò, e (Vedi).
nella chiesa di Monte Cassino col Nichinla, Antipapa. V. tale ar-
diadema rotondo. ticolo.
1 6
7

33o CRO CRO


Innocenzo III, Antipapa XXXIII dicembre 1254. Neil' Iscrizione se-
{Vedi). polcrale si legge, che sia morto ai
CLXXVIII. Lucio III, eletto il i3 giorno di s. Lucia, sebbene il
di primo ottobre 1181, morì a'^i giorno 7 debba ritenersi per più
novembre dell'anno 11 85. Il Pa- vero, perchè detto dal suo succes-
pebrochio però in Propylaeo, par. 2, sore Alessandro IV, presso il Ri-
pag. -28, dice che fu creato a' 29 naldi all'anno i254, num. 69.
agosto. CLXXX VIII. Alessandro IV, crea-
CLXXIX. Urbano III, creato ai to ai 12 dicembre 12 54, morì ai
25 novembre 11 85,
19 mori ai 25 maggio 1261.
ottobre 1187, Il loc. Papebrochio CLXXXIX. Urbano IV, eletto ai
cit. pospone vm giorno all' elezione 29 agosto 126 1, morì a' 2 ottobre
e alla morte, dicendo che fu eletto 1264.
a' 26 novembre, è morto a' 20 ot- CXC. Clemente IV, creato ai 5
tobre. febbraio i265, morì a' 29 novem-
CLXXX. Gregorio VIII venne bre 1 268.
elevato alla cattedra apostolica, ai CXCI. B. Gregorio X
fu eletto
20, o 21 ottobre 1187, e mori il primo settembre 1271,6 terminò
a' 17 dicembre del medesimo aa- i suoi giorni a' io gennaio dell'an-
DO. no 1276.
CLXXXI. Clemente III, creato CXCII. Innocenzo V, eletto ai 2 t
a' 19 dicembre 1187, a' 29 marzo gennaio 1276, morì a' 22 giugno di
1191 morì. Il Papebrochio però di- detto anno.
ce, che la sua morte avvenne a' 5 CXCIII. Adriano V fu creato ai
aprile. IO luglio 1276, e morì nel mede-
CLXXXII. Celestino III, eletto simo anno ai 18 agosto.
a' 3o marzo 1191, morì agli 8 CXCIV. Gregorio XI, secondo
gennaio 1 198. IlPapebrochio lo di- alcuni, fu eletto a'5 settembre 1276,
ce crealo a' 1 2 aprile. e morì nel giorno seguente. I cri-
CLXXXIII. Innocenzo III, eletto tici non lo contano tra i Pontefici,

agli 8 gennaio 1 98, morì ai 1 né gli scrittori francescani ne fecero


luglio 12 16. menzione prima del 1628.
CLXXXIV. Onorio III venne CXCV. Giovanni XX, detto XXI,
creato a' 1216, e morì
18 luglio fu eletto a' i5 settembre 1276, ed
a' 18 marzo 1227. è morto a' 16 maggio, sebbene al-
Bartolommeo Antipapa. V. tale cuni dicano ai i5 maggio del
articolo. 1277.
CLXXX V. Gregorio IX venne CXC VI. Nicolò III, creato ai 25
eletto a' 19 marzo 1227, e termi- novembre 1277, morì a' 22 agosto
nò i suoi giorni a' 21 agosto dell'an- 1280.
no 1241. CXCVII. Martino IV, eletto ai
CLXXXVI. Celestino IV, crealo 21 febbraio 1281, morì ai 28
a' 22 settembre 1241, morì agli 8 venendo i 29 marzo i285.
ottobre di detto anno. CXCVIII. Onorio IV fu creato
CLXXXVII. Innocenzo IV, crea- ai 2 aprile i285, e morì a' 3 a-
lo a' 24 giugno 1243, morì a' prile 1287.
2 4 7

CRO CRO 33x


CXCIX. Nicolò IV, elevato al CCXI. Bonifacio IX, eletto a' 2
pontificato a' 1 febbraio 1288, novembre iSSg, morì nel primo
cessò di \ivere ai 4 ap'ile 1292. ottobre i4'^4-
ce. S. Celestino V, eletto ai 5 Benedetto XIII, Anlip. XXXVI
luglio 1294, solennemente rinun- [Fedi).
ziò il pontificato a' 1 3 dicembre del CCXII. Innocenzo VII, eletto
medesimo anno, e mori a' 19 mag- a'17 ottobre i4o4> morì a' 6 no-
gio 1296. vembre i4o6.
CCI. Bonifacio Vili, elevato al- CCXIII. Gregorio XII fu creato
la cattedra di s. Pietro a' 24 di- il primo dicembre i4o6. Antonio
cembre 1294, morì agli 11 otto- di Pietro, citato nel Diario Cae-
bre i3o3. remonìar. par. I, tit. Ili,p. 366,
CCII. B. Benedetto XI, eletto dice che venne eletto a' 3o novem-
a' 22 ottobre i3o3, mori a' 5 lu- bre, e così afferma Teodorico di
glio 1 804. ÌNiemo, che vi era presente; e nel
ceni. Clemente V, creato a' 5 giorno seguente fu pubblicato. Ai
giugno i3o5, terminò di vivere ai 5 di giugno 14095 nella sessione
20 aprile i3i4- XV del concilio, o conciliabolo di
CCIV. Giovanni XXI, detto XXII, Pisa, venne deposto; a' i4 luglio
eletto a' 7 agosto i3i6, mori a' i\\5 nella sessione XIV del con-
dicembre i334. cilio di Costanza, spontaneamente
iVicolò V, Antipapa XXXIf rinunziò il pontificato, e morì ai
{Fedi). 4 luglio 1417- Altri dicono a' 1

CCV. B. Benedetto XII, eletto giugno , altri a' 7 settembre, ed al-


a' 20 dicembre i334, morì a' 25 tri a' 1 8 ottobre.
aprile 342. i CCXIV. Alessandro V, eletto
ce VI. Clemente VI fu creato nel detto concilio a' 26 giugno
a' 7 maggio i342, e lasciò di vi- 1409, morì la notte de' 3, venen-
vere a' 6 dicembre i352. do i 4 i4io.J^^oS'O
CCVII. Iimoceuzo VI, eletto ai CCXV.Giovanni XXII, detto
18 dicembre i352, morì a' 2 set- i XXIII, eletto a' 17 maggio i4io,
tembre i362. fu deposto nella sessione XII del
CGVIII. Urbano V, creato ai concilio di Costanza, a' 29 maggio
28 ottobre i362, morì a' 9 di- 1 i4i5, e morì a' 22 dicembre del-
cembre 1370, o forse ai 19 venen- l'anno i4'9-
do il 20. CCXVl. Martino V, eletto nella
CCIX. Gregorio XI, sublimato XLI sessione del concilio di To-
al pontificato a' 3o dicembre 1370, stanza ( T edi) agli 1 1 novembre
morì 8*27 venendo i 28 marzo 1417? morì a' 19 venendo i 20
1378. febbraio i43i.
CCX. Urbano VI, eletto agli 8 Clemente Vili, Antipapa XXXFII
ovvero a' 9 aprile 1378, passò agli {Fedi).
eterni l'iposi a' i5 ottobre dell'aimo Benedetto XIV, Antip. XXXFJII
1389. {Fedi).
Clemente VII, Antipapa AAAT^ CCXVII. Eugenio IV venne
Fedi, crealo a' 3 marz-o i4^'> e ^^^ ^^
3

333 CRO CRO


spirito al Creatore a' 2 3 febbraio CCXXVIII. Adriano VI saPi sul

1447. 9 gennaio i522,


pontificio soglio a'

Felice V , Antipapa XXXIX e passò a miglior vita a' i4 set-


[Vedi). tembre i52 3.
CCXVIIT. Nicolò V, eletto a 26 CCXXIX. Clemente VII, eletto
marzo i447j ^^ovi a' 24, o nella a' 18 novembre i523, e pubblica-
notte di tal giorno del mese di to nel dì seguente, rese il suo spi-

maiTio I ^'^5. rito a Dio a' 25 settembre i534.


CCXIX.Calisto III, eletto agli 8 Neil' iscrizione sepolcrale si legge ,

aprile 1455, morìa' 6 agosto i458. cioè in quella riportata nelle aggiun-
CCXX. Pio II fu creato a' 19, te al Ciacconio, che morisse a' 26
o ai 20 agosto del i458, e finì di settembre. Il Costanzi, nelle note
vivere a' i4 agosto i464- Non sono alla vita del Sadoleto, scrive che
per altro esatte intorno a ciò le Clemente VII morì a' 2 ottobre.
date riportate dal Platina, e dal Ma Biagio di Cesena, maestro delle
Ciacconio. cerimonie, dice a' 25 settembre.
CCXXI. Paolo II fu eletto a'3o CCXXX. Paolo III, eletto a'i3
agosto i4^4) 6 morì la notte del ottobre i534, morì a' io novem-
25 venendo il 26 luglio i^Ji. bre 1 549.
CCXXII. Sisto IV venne creato CCXXXI. Giulio III fu creato
a' 9 agosto u'i-?'? '^o^ a' io; morì a' 7 febbraio55o, ad ore tre di
1

a'i3 agosto i484- Non è vero, notte, come dicono gli atti concisto-
che morisse ai 12, come vuole il riali, e rese il suo spirito al Crea-

Panvinio. tore a' 2 3 marzo i555.


CCXXIII. Innocenzo VIII, eletto CCXXXII. Marcello II, a' 9 a-
a'29 agosto 1484? terminò di vi- prile 1 555, venne creato; e morì

vere la notte dei 25, venendo i 26 il primo maggio di detto anno.

luglio 1492- CCXXXIII. Paolo IV, a' 23 mag-


CCXXIV. Alessandro VI, creato gio i555, fu innalzato al pontifica-
agli II agosto 1492, morì a' 18 lo, e morì a' 18 agosto 1559. Nel-

agosto i5o3. Il Venuti dice, che l'iscrizione però sepolcrale, ripor-


Alessandro VI a' 9 ago-
fu eletto tata dall' Oldoini nelle giunte del

sto, e morì 9 di tal mese. Mol-


a' 1
Ciacconio, t. Ili, col. 834, si legge
ti dicono , che venne eletto a' 3o essere morto a' 1 5 agosto , di ve-

luglio. nerdì, e ad ore vcntuna.


CXXV. Pio III, eletto a' 2 2 set- CCXXXIV. Pio IV, eletto a sette
tembre i5o3, lasciò di vivere a' 18 ore della del 26 dicembre
notte
ottobre dello stesso anno. 1 559 , moi'ì la notte de' 9 venen-
CCXXVI. Giulio II, creato nella do i io dicembre i565.
notte dell'ultimo di ottobre, ve- CCXXXV. S. Pio fu creato V
nendo primo novembre i5o3,
il a' 7 gennaio 1 5^Qt , e passò a go-

moi'ì nella notte dei 20 venendo , dere il paradiso il primo di mag-


il 21 febbraio i5i3. gio 1572.
CCXXVir. Leone X, eletto agli CCXXXVI. Gregorio XIII, a' 1

II marzo i5i3, morì nella notte maggio 1572, venne elevato al pon-
del primo al 2 dicembre i52i. tificato, e morì a' io aprile i585.
. 1

CRO CRO 333


CCXXXVII. Sisto V fu eletto CCXLVI. Innocenzo X fu crea-
a' 24 aprile i585jemon a'27 ago- to ai 16 settembi-e i644> e mori
sto i5go, secondo la maggior paia- ai 7 gennaio i655.
te degli scrittori. A' 24 però dice CCXLVII. Alessandro VII, in-
il p. Tempesti nella Vita di Sisto nalzato al pontificato ai 7 aprile

F, t. II, lib. XX, p. 317, appog- i655, morì ai 1 maggio dell'anno


giato ad una relazione scritta il 1667.
primo settembre, esistente nel co- CCXLVIII. Clemente IX, eletto

dice Vallicellano 1. n. Sg, f. 92. ai 20 giugno 1667, passò agli eter-


CCXXXVIII. Urbano VII, elet- ni riposi nella notte de' 9 dicem-
to a' i5 settembre 1590, morì ai bre 1 669.
27 di detto mese ed anno. CCXLIX. Clemente X^ creato ai
CCXXXIX. Gregorio XIV, crea- 29 1670, terminò i suoi gior-
api'ile

to a' 5 dicembre iSgo, morì nella ni ai 22 luglio 1676.


notte precedente ai i5 ottobre del- CCL. Innocenzo XI, eletto ai 2
l'anno i5gi. settembre 1676, morì santamente
CCXL. Innocenzo IX eletto ai , ai 12 agosto 1689.

29 ottobre 1591, morì ai 3o di- CCLI. Alessandro VIII, creato


cembre 1591. Nel Bollano Vatic, ai 6 ottobre 1689, morì il primo

t. III, p. 181 si legge, a' 29 di- febbraio 1 69 1


cembre , e così dicono molti altri CCLIl. Innocenzo XII, eletto ai
scrittori :
1' una e 1' altra opinione 12 luglio 1691, cessò di vivere ai
può sostenersi, essendo egli morto 27 settembre 1700.
nella notte avanzata dei 29, venen- CCLIII. Clemente XI, creato ai
do i So. 23 novembre 1700, morì ai 19
CCXLl. Clemente Vili, subli- marzo 1721.
mato alla cattedra di s. Pietro ad CCLIV. Innocenzo XIII , eletto
ore 19 del So gennaio i5^92, mo- agli 8 maggio 1721, terminò di
rì ai 3 marzo i6o5 a cinque ore vivere ai 7 marzo 1724.
di notte. CCLV. Benedetto XIII fu crea-
CCXLII. Leone XI, eletto il pri- to ai 29 maggio 1724, e morì ai
mo di aprile i6o5, morì a' 27 di 21 febbraio 1730.
detto mese ed anno. CCLVI. Clemente XII, eletto ai
CCXLIII. Paolo V fu creato 12 luglio lySo, finì di vivere ai
nella sera de' 1 6 maggio 1 6o5 e , 6 febbraio 1740-
rese il suo spirito al Creatore ai CCLVII. Benedetto XIV, ai 17
28 gennaio 1621. agosto 1740 fu sublimato alla cat-
CCXLIV. Gregorio XV venne tedra apostolica, e morì ai 3 mag-
eletto ai 9 febbraio 1621, o, se- gio 1758.
condo una relazione mss. del Ma- CCLVIII. Clemente XIII, ai 6
scardi, la sera dei 6, e fu confer- luglio 1758 fu eletto, e morì nel-
mato nella seguente mattina morì : la notte venendo li i3 febbraio
agli 8 luglio 1623. 1769.
CCXLV. Urbano Vili, eletto ai CCLIX. Clemente XIV, eletto

6 agosto 1623^ morì ai 29 luglio ai 19 maggio 1769, morì ai 22


1644. settembre 1774-
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334 CRO CRO


CCLX.
Pio VI, eletto ai \5 feb- 28 settembre 1823, terminò di vi-
braio 1775, terminò di vivere nel- vere ai IO febbraio 1829.
la notte de' 28 venendo il 29 ago- CCLXIII. Pio Vili, creato ai
sto i7q9. 3i marzo 1829, rese lo spirito a
CCLXI. Pio VII, creato ai i4 Dio ai 3o novembre i83o.
marzo 1800, ovvero ai i3, morì CCLXIV. Gregorio XVI fu e-
ai 20 agosto 1823. saltato al pontificato ai 2 febbraio
CCLXII. Leone XII, eletto ai i83i, ed è felicemente regnante.

UNE DEL VOLUME DECIIMOITAVO (J


BX 841 .n67 1840
sncR
Moroni Gaetano,
,

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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