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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI,, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCI1IA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI
ARCIVESCOVILI E,

VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,


AI CONCILII ,

AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI CARDINALIZIE E ,

PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON


CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC,

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


PRIMO AIUTANTE DI CAMERA DI SUA SANTITÀ

GREGORIO XVI.

VOL, XIX.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLIII.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO -E CG LE SI ASTIO A

CRO CRO
Chosso, ode cross o,«, 1 383 , dopo dodici anni di Cardi-
Cardinale. Giovanni Crosso, o de nalato.
Gross nacque a Calimaforte di Li- CROSSO o de GROS Pietro,
moges, era dottore nel diritto canoni- Cardinale. V. Corson.
co, e consanguineo tanto a Clemente CROSSO, o COSSO Giulio,
V, che a Gregorio XI. Clemente VI Cardinale. Giulio Crosso, o Cosso,
nel 348 lo fece vescovo di Limo-
1 patrizio romano, forse nel 1378 da
ges, e Gregorio XI a' 6 giugno del Urbano VI venne creato Cardinale
1 37 1 lo creò Cardinal prete dei
, col titolo di s. Maria della Traspon-
ss. Nereo ed Achilleo, penitenziere lina, ove fu sepolto quando mori
maggiore, e nel 1876 lo fece vesco- nel secolo decimo quarto. Ma non
vo prenestino. Segui lo stesso Gre- trovandosi alcun documento del car-
gorio XI d'Avignone a Roma. Di- dinalato di lui, la maggior parte
poi da 11 ubbidienza di Urbano VI, degli storici è incerta se debba ascri-
che dicevasi dagli scismatici eletto verlo tra i porporati. Tuttavolta per
per solo timore dai Cardinali, pas- tale ce lo dà il Ciacconio, che ne
sò al partito dell'antipapa Clemen- riporta l'epitaffio sepolcrale in versi.
te VII, il quale lo spedì con ot- CROTONE. V. Cotrone.
timo successo legato a Carlo V CSAKI o CSARO
Embrico ,

re di Francia; poiché informati i Cardinale. Emerico Csaki o Csa-


francesi della elezione di Urbano ko nato nel 1672 a Scepusio, feu-
VI, a seconda del come la pensava do di sua famiglia nobilissima in
il Crosso, seguirono tosto il partito Ungheria, era molto erudito, co-
dell'antipapa. Fu al conclave, in cui me dimostrò in alcune filosofiche
venne canonicamente il detto
eletto tesi ossequiate all' imperatore Leo-
Urbano VI, e morì in Avignone nel poldo I , nonché in alcune teolo-
fi CRO CLB
giche sostenute nel collegio Germa- na, che fonila va ai padri delle scuo-
nico di Roma, e dedicate ad Inno- le pie. Fu al solo conclave d' In-
cenzo XII. Divenne parroco e pre- nocenzo XIII, essendo assente da
posto della collegiata di Posnania ; quelli di Benedetto XIII, e di Cle-
canonico della cattedrale di Agria; mente XII.
abbate di s. Gottardo poi dal me- ;
CUBA. V. s. Giacomo di Cuda
desimo imperatore Leopoldo I fu no- nelle indie occidentali, città con
miuato alla chiesa di Varadino, cui residenza arcivescovile,
riformò, e migliorò d'assai, facendo CUBDA, o CUBDIS. Sede epi-
sempre da ottimo e zelantissimo pa- scopale dell' Africa occidentale, nel-
store, anche a risico della propria vita, la provincia cartaginese proconso-
"V introdusse i monaci di s. Paolo lare, suffraganea della metropoli di
primo eremita, e i cappuccini; rin- Cartagine. Tommaso che n' era ve-
novò il seminario, e la cattedrale, scovo fu alla conferenza di Carta-
quindi da Giuseppe I venne nomi- gine.
nato all' arcivescovato di Colocza e CUBICULAB.IO del Papa. Inti-
Bachia, cui ottenne nel 17 io da mo, particolare, domestico, fami-
Clemente XI, ove a migliorare i gliare, addetto al servigio del som-
costumi, fondò a sue spese, in De- mo Pontefice, ed a lui immediata-
treczino di Ungheria, piena di eretici, mente soggetto. Cubiculario, Cubi-
una chiesa, la quale diede a gover- cularius. dicesi a Cubiculo. 11 Ma-
naie ai padri delle scuole pie, per- cri asserisce, che il vocabolo Cubi-
che attendessero alla cura delle a- culum significa spesse volte presso gli
nime, e vi mantenne cosi l' esercì- scrittori ecclesiastici, la chiesa, ov-
zio della cattolica religione, ridotta vero la cappella, e il cappellano, o
pressoché agli estremi. Di poi a Colo- custode di essa si chiama cubiculario,
cza fondò altre quattro chiese ; ricovrò Indi soggiunge , che siccome nel-
benignamente i nobili ungheresi, la chiesa o cappella riposano le

che avevano abiurata la eresia, sante con metafora fu


reliquie ,

Da ultimo, a premiarlo di tante detta Cubiculum la camera ove si


virtuosissime azioni, ad istanza di riposa, e si dorine, per similitudi-
Carlo VIj Clemente XI a' ia lu- ne naturale. Il Burio nel suo Ca-
glio del 17 17 lo creò Cardinal nomasticon c.lymologicum, al voca«
prete, e poscia gli conferì in titolo bolo Camera, dice che s. Leone I
la chiesa di s. Eusebio , e lo a- fece costruire tre camere od oratorii
scrisse alle congregazioni dei ve- nelle tre basiliche, del Salvatore,
scovi, e regolari, dell'indice, di prò- di s. Pietro, e di s. Paolo, e pose
paganda, e delle indulgenze. 11 in esse tre individui a custodire i

Csaki fece il possibile di non ac- corpi, o sia le reliquie dei principi
cettar la sacra porpora, al qual fi- degli apostoli, i quali dall' abitare
ne interpose lo stesso Carlo VI, ma dette camere vennero chiamati Cu-
indarno, poiché il Pontefice lo voi- biadarti, perchè camera in latino
le Cardinale, quindi dopo quindici dicesi Cubiculum, o Cappellani [Ve-
anni morì nel 1782, nell' età di ses- di) a Cubiculo. 11 Bernini, del
santa anni nel castello di Scalka, Tribunale della Rota, p. 1 1
»j, ere-
cai fabbricava presso a Varadino, de che i prelati uditori di rota
ed ebbe tomba in chiesa a s. An- derivino dai giudici dei primi se-
CUB CUB
7
co li della Chiesa, i quali nel secolo ordinati suddiaconi, ed allora inco-
V avendo s. Leone I consegnato minciavano ad esercitare l' ufficio
loro la custodia de' corpi dei ss. dei cantori, servendo il Papa nelle
Pietro e Paolo, presero il nome di solenni messe, nelle stazioni, nelle
cubicularii, e cappellani, dicendo a processioni, e nelle principali feste
pag. 8, che s. Leone I diede in della città. V. Cantori Pontificii.
consegna tali venerabili reliquie ai Il citato Bernini, p. 1, aggiunge,
suoi intimi Cubicularii. Bovio di- Il che gli antichi giudici, per la di-
ce, che i cubicularii furono istitui- scussione delle cause forensi si con-
ti dal detto Pontefice del 44°> a gregavano in una parte del pontifi-
custodire i sepolcri de' ss. Pietro e cio palazzo, che dicevasi Cubiculum,
Paolo. Il Torrigio, Grotte Pratica- per cui essi furono detti Cubicula-
ne, p. 527, parlando dei mansiona- rii, dappoiché Cubiculum anticamen-

ri della chiesa di s. Pietro in Va- te, come si avvertì, significava la


ticano, dice ancor egli, che i mini- cappella, ed allora la cappella era
stri particolari posti da s. Leone I anche quel luogo dove sopra un
alla custodia del sepolcro del prin- letto, Thalamus,
detto dagli antichi
cipe degli apostoli, furono chiama- si conservavano per ordine ben dis-
ti custodi, o cubicularii, o cappel- posti gli abiti sagri del romano
lani; per confermarlo cita l'Ana- Pontefice ,
quando di essi si vestiva
stasio bibliotecario , che ciò rac- per uscire alle pubbliche funzioni
conta in questo modo « consti- ; ecclesiastiche, come processioni, mes-
« tuit super sepulcra apostolorum se ec. E perchè questa stanza o
» custodes, qui dicuntur Cubicula- Cappella [Vedi) era assegnata ai
'> rii, sive Cappellani, ex clero 10- cubicularii giudici , come uditorio
» mano." Cubiculari furono detti del loro tribunale, quindi a p. 24°
i cantori del Papa, della scuola i- racconta coli' autorità di Giovanni
stituita da s. Gregorio 1, cioè quel- diacono, autore della vita di
s. Gre-

li più capaci nel canto, i quali ve- gorio 590, che questo gran
1 del
nivano promossi a custodi de' se- Pontefice rimosse non dal suo pa-
polcri degli apostoli, ufficio che al- lazzo, ma dal suo cubiculo, tut-
tri vogliono prima di s.
istituito ti i secolari , o laici , e in lo-
Leone I, Ciò apparisce chiaramen- ro vece sostituì altrettanti cherici
te da uno statuto sulla scuola dei in grado di consiglieri e familiari
cantori, riportato da Cassandro in pontifìcii, per cui, in largo signifi-
Liturgie, p. 14 1. » Primum in cato, pel nome di cubiculo si deve
« quacumque schola reperti pueri intendere tutta la gente del servi-
*• bene psallentes, tollantur inde, et zio del Papa. Però a distinguere
» nutriantur in schola cantorum, Giovanni diacono le ordinanze dei
»» postea fìaut cubicularii si autem : laici, e dei clerici circa il servizio
» nobilium pueri fuerint slatim in generale del Papa, ecco come si es-
« cubiculo nutriantur, et hanc ac- presse. » JNemo laicorum quodlibet
» cipiant potestateni ab archidiaco- » palatii ministerium, vel ecclesia-
« no, ut liceat eis super linteum » sticum patrimonium procurabat,
» villosum sedere, quod mos est « laicis ad armorum solam mili-
» ponere super sellam equi." Cre- « tiam, vel agrorum curam depu-
sciuti i giovani in età, venivano » tatis." L'istesso autore pur dice,
8 GLLì CUB
che questi clerici, cubiculari, consi- na, e di farvi osservare il buon or-
glieri, e familiari, Gregorio I
con s. dine, per cui da lui dipendevano
din, nocliique. versabantur, ed erano gli uffìziali del palazzo, sì mi-
altri

chiamati, eruditissimi, et adhaeren- che impiegati o nel famiglia-


litari,

tes Pontifici, e di loro soggiunge: re ministero economico, o nel per-


arcessabantur pontificalibus profun- sonale servigio del principe. Al me-
dis consiliis prudentes viri, quos desimo maestro degli uffìzi erano
perhibui, cioè dottori, clerici, e mo- immediatamente soggette le diverse
naci sotto nome ed ufficio di cu- scuole, ovvero collegi, i quali in
biculari, cappellani, consiglieri e fa- gran numero conta vansi addetti al-

miliari. V. gli articoli Camera apo- la casa, e persona degl' imperatori,


stolica, Camerieri del Papa, e prin- come può vedersi eziandio nel Pan-
cipalmente Famiglia Pontificia. Che ciroli, Not. diga. Imp. Rom. lib. I,

pure Domieelli si chiamassero i ca- cap. 63. V. Corte, e Corti diver-


merieri dei Pontefici, lo abbiamo se.

detto al relativo articolo. Che molte scuole, o collegi, nei

L'antico oratorio lateranense de- primi secoli della Chiesa, dopo la

dicato a s. Nicolò vescovo di Mi- pace che le diede 1' imperatore Co-
ra, ed eretto da Calisto II, nel stantino, fossero addetti al patriar-
1124, e che ora trovasi incluso chio lateranense o palazzo pontifi-
nell'abitazione de' padri penitenzieri cio, per prestare ossequio, e servire
della basilica, non solo serviva ad il Papa nelle pubbliche, e private
uso de' Pontefici; ma il medesimo funzioni, specialmente sagre, si rac-
Calisto II fece vi fabbricare dappres- coglie in peculiar modo negli Ordi-
so due stanze, una pei cubiculari, ni Romani (nel IX, e XI de'quali
r altra per l'udienza, le quali era- si fa menzione dei cubiculari, e in

no dipinte con varie figure, che so- quello di Cencio, nel cap. 33 del-
no descritte dal Panvinio. l' uffìziale detto Custo<! camerae) ,

Il Culaccio ad tit. cocl. de prox. in cui si chiamano scìiolae palali'


sacr. scria.; ed il Bullengero, de aae, et ordines sacri palati/, quelle
Rom. Imp. cap. 28, e diversi altri che partecipavano alle obblazioni
scrittori ci hanno dato il catalogo della basilica vaticana, come prova
delle diverse persone, che avevano il [Moretti, de rit. dandi presbyt.
luogo, e ministero nel palazzo im- part. I, sect. 6, il quale parla pu-
periale^ fra cui principalmente di- re della schola crucis. La più nota
«-tinguevansi, Cubicuhirii, Domesti- ed insigne di queste scuole era quel-
ci, Protectores (le guardie del cor- la summentovati
de' cantori detta ,

po), militantes in sacris scrìniis (i per antonomasia schola semplice-


ministri, che servono negli uffizi mente, la quale tutt' ora sussiste,
delle lettere, delle memorie, delle insieme con altri ordini di per-
suppliche, delle disposizioni), Mini- sone di diverso grado, e condi-
steriani, Fabricenses, Silentiarii (che zione. qualificano per cubicula-

custodivano le porte, ed imponeva- ri quelli, che usavano ed usano ve-
no silenzio nel concistoro imperia- ste ecclesiastica, e che rendevano e

le), lampadarii ec. Al maestro degli rendono un personale ed immedia-


uffizi nel palazzo imperiale incum- to servigio nelle camere del Papa,
beva regolare la domestica discipli- sebbene laici. Furono ancora e sono
CUP, CUB 9
considerati, cioè una gran parte di primicero, e Sergio secondicero; co-
essi, quali prelati palatini, ovve- me anche fa menzione del tumul-
ro prelati che in virtù di ponti- to gravissimo perciò seguito a mo-
ficie concessioni godono le qualifiche tivo della potenza, e dei partigiani
di commensali, e famigliari del Pa- del cubiculario nell'anno 769, nel
pa ec. il perchè sino al termine
,
quale Paolo fece accecare Cristofo-
del secolo decorso finivano dal pa- ro e Sergio fedeli ministri del
,

lazzo apostolico la parte di pane, e Pontefice, avendo a compagni cer-


vino. to Calvolo cubiculario, e Gregorio
Dei cubiculari pontifìcii fa men- difensore regionario. V. Domestico.
zione il p. Galletti, Del vestararìo Rammentando il Cardinal Pa-
dilla santa Romana Chiesa, uflizio piense, in Comment. lib. 7, n. ^o 3
che presiedeva al vestiario latera- l'ingresso in Roma di Federico III
nense, cioè a quel luogo dove cn- imperatore, dice che Paolo II gli
stodivansi i sagri ai-redi, le cose mandò incontro tutto il clero, e tut-
preziose, gli abiti del Papa ec. Que- ta la nobiltà, della cui disposizione
sto uffizio, ossia quello di protove- e precedenza, dice: sequebantur sub-
stiario, vuoisi istituito da Costanti- diaconi omnes, judiees rotae , cle-
no il Grande, quindi introdotto nel- rici camerae, acolythi , cubicularìii
la romana Chiesa. Prima dell' impe- cioè i camerieri segreti del Ponte-
ratore Alessio, il protovestiario in fice, già espressamente detti nel XV
corte otteneva ilsecondo luogo do- secolo Cubìcularìi. Nei possessi, che
po il magno domestico, onde fu presero i Papi nella basilica late-
ambito dai più cospicui personaggi. ranense, e le cui descrizioni erudi-
Racconta Cedreno, nella vita di tamente pubblicò il Cancellieri, si
Costantino, figliuolo di Romano im- leggono molte notizie sui cubicula-
peratore: « Etenim Nicolaum fa- ri de' sommi Pontefici, chiamali
» mulorum cubiculi principem, sebo- cumulativamente familiares Papae.
« larum domesticum et accubito- Nel possesso, che Innocenzo Vili
a rum creavit, jNicephorum vero prese nel i4^4> molte volte si fa
» secundas post eiira tenentempro- menzione nella cavalcata dei diversi
» tovestiarum." Il protovestiario po- gradi, uffizi, vesti, e luogo ove in-
teva dormire nello stesso cubiculo cedevano familiares Papae. Anzi
i

dell' imperatore, ed il vestiario del- dopo quatuor cives Romani, scuti-


la santa Sede era uno de' principali feri honoris nuncupali segui-
cubiculari pontificii. S. Leone 111, vano Cubìcularìi extra camerata
:

prima di essere esaltato alla sede cum capuciis, ut in Cappella, ora-


pontifìcia, ne avea esercitato l'uffi- lores principimi .... subdiaconùs
zio. Il medesimo Galletti parla dei cum cruce, sine ceroferariis et thu-
principali cubiculari, nel suo libro : ribulo, seenni habens alìos su lidia-
Del primicero della santa Sede, e di eonos collegas suosj duodecim fa-
altri maggiori del palagio
ufficiali miliares Papae, veslibus rosaeiis
lateranense. A
p. 5o, parla dei doni induti, qui duodecim magna intor-
de' re longobardi a Paolo cubicula- ticia alba accensa ante Corpus Chri-
rio di Stefano III, detto IV, chia- sti ferebant pedestre?, giacché i

mato anche Afìarta, per indurlo a Pontefici molle volte anche nella
rovinare presso il Papa, Cristoforo funzione del possesso si fecero pre-
1
,

io CUI3 CUB
cedere dal ss. Sagramento. Quindi alias cubicularii secreti, con vesti

nel descrivere, che il decano della rosse e cappe simili , indi cavalca-
rota portava la mitra pontificia, ag- vano i gentiluomini romani. Nel
giunge: mediu* ìnter dominos Lau- possesso preso da Leone XI nel
rentium de Mari (parente di In- i6o5, dopo i camerieri extra mu-
nocenzo Vili che poi lo fece Car- ros, gli avvocati concistoriali, e gli

dinale), et Hieronyinuni Calagra- officiali camerali, cavalcavano i cap-


num, secretos cubicularios Papae. pellani di sua Santità, i cubiculari
Nel possesso preso da Leone X, i camerieri di onore, i camerieri se-
nel i5i3, si legge che dopo gli greti con li cappelli Papa di del
scudieri di lionore , ciascuno dei velluto rosso in mano, e buon nu-
quali aveva in mano un bastone mero di cavalieri romani. Nel pos-
coperto di velluto cremisi, della sesso preso nel i6o5 da Paolo V,
Santità di Nostro Signore .... se- appresso commissario e fiscale
il

guivano cinquantasei coppie di cu- della camera, successivamente ca-


bicularii
, vestiti di rosalo con li valcavano i camerieri di onore , e
cappucci attorno il collo , foderali cubiculari del collegio , forse quelli
di bianchissimi armellini. In fine Placabili {Vedi), di cui anche si
di questi erano quattro altri simil- tratta al voi. VII, p. 184, del Di-
mente: i quali due di loro avevano zionario. Questi cubiculari però era-
una mitra episcopale in mano per no officiali della cancelleria istituiti
uno di ricchissime gio/e, et perle ador- da Leone X. Essi incedevano insie-
nate, li altri dei regni circondati me coi camerieri segreti con vesti
di tre corone, de finissime gioje
tutti lunghe rosse, e cappucci foderati di
adornali. Nel possesso di Gregorio armellini, portando questi ultimi i
XIV, preso nel 1590, dopo gli av- quattro cappelli pontificali alzati su
vocati concistoriali, cavalcavano qua- bastoni, indi seguivano quaranta ca-
ranta cuhiculari, i camerieri, i cap- valiere romani.
pellani, e camerieri d'onore, e se- Nel possesso preso nell'anno 162
greti, vestiti di scarlatto con rivol- da Gregorio XV, si legge: Ca-
le di pelli bianche al collo, e cap- merarii Papae extra cameram (dei
pucci dietro le Quindi dopo
spalle. quali si parla all' articolo Busso-
il Pontefice immediate equitabant lanti {Vedi) nuncupalì cum vesti-

duo ejus intimiores , et secretiores bus rubris. Procurator fiscalis , et


cubicularii, nempe Offredus cubi- advocati concistoriales: cubicularii
culi praefectus, et Alphonsus Sancii- cancellarìae, camerarìi honoris, et

tatis suae pincerna, et post eos Da- camerarii secreti Papae cum ve-
rius, Ruvarinus, et Rudulphus de stibus rubris, et caputiis sine pel-
Silvestris medici omnes eodem ha-> libus (perchè era il mese di mag-
bitu indilli, ut de aliis Papae cu- gio). Così in quello preso nel 1
644
biculariis dietimi est. Nel possesso da Innocenzo X, dopo cubiculari i

preso nel 1592 da Clemente VIII extra muros amidi vestibus rubeis
si legge che dopo il barbiere e , amplis sine caputiis, e gli avvocati
bartore del Papa con li cappotti concistoriali, incedevano cappellani
rossi, e valigie di sua Santità , e familiae Papae et cappellani secreti,
dopo gli scudieri con le vesti ros- cubicularii honoris, et secreti vesti-
se ; venivano i camerieri di onore, bus, et caputiis rubeis cum pellibus
,

CUB CUB 11
amicti. Nella relazione che del pos- ste, con quanto li riguarda. A dare
sesso d' Innocenzo X fece il celebre un'ulteriore chiara idea degli effettivi
Gio. Vittorio de' Rossi , conosciuto cubiculari del Papa , e di quelli per
sotto il nome
Giano Nicio Eri-
di tali considerati, ed addetti al suo
treo, i cubiculari del Papa si chia- personale domestico servigio, per ul-
mano cubicularii apostolici, e came- i timo riporteremo tradotto dall'idio-
rieri segreti ecclesiastici partecipan- ma latino in italiano quanto il p. d.
ti, si dicono cubicularii apostolici Gio. Battista Gatlico riporta nel-
majores. Nel possesso preso nel 1676 1' Ada selecta caeremonialia a pag.
da Innocenzo XI, si dice, che dopo 263 , nell' Index opuscoli de ojji-
i monsignori arcivescovo Pignattelli cìalibus palatii Pontificii au- ( coli'

maestro di camera, Riva, e Pelle- torità del quale autore se ne trat-


grini cubiculari assistenti, incedeva terà al citato articolo Famiglia Pon-
monsignor Santucci medico di sua tificia), e precisamente al § I De
Santità con vesti, e cappucci con cubiculariis. Va però avvertito, che
mostre di damasco cremesino avanti il Gattico tolse queste notizie da
le vesti. Nella relazione del posses- un codice autografo vaticano scrit-
so preso da Alessandro Vili, nel- to nel i4°9> dopo l'elezione di A-
l'anno maestro di camera,
1689, il lessandro V, da un peritissimo de-
e coppiere del Papa sono chiamati gli usi, e consuetudini della corte
cubiculari assistenti; altrettanto di- Pontificia. Vero è però, che se tali
cesi del maestro di camera, e dei regole variarono secondo il tempo,
due camerieri segreti, che con lui e i bisogni, non che
dei il volere
intervennero al possesso d'Innocen- Papi, tuttavolta molte consuetudini
zo XII nel 1691. Questi cubicula- ed uffizi si rassomigliano a quelli
ri anticamente nella funzione del odierni.
possesso ebbero dalle mani del Pa- » Seguendo l'antico stile dei som-
pa il presbiterio, ed ora invece han- mi Pontefici circa i loro famigliari,
no la distribuzione delle medaglie ed officiali, porgonsi alcune notizie
d'argento, che si coniano per tale pel regime, e disposizione degli of-
ricorrenza. ficiali, ed altri inservienti alla san-
Dei cubiculari del Papa suoi fa- tità del Papa nostro Signore".
migliari, come i camerieri segreti » Primieramente la Santità sua
cappellani comuni, aiutanti di ca- si sceglie i cubiculari, e questi so-
mera, bussolanti, ed altri di cui si no di tre sorte, alcuni cioè prelati,
tratta ne' ruoli della Famiglia Pon- ed alcuni personaggi autorevoli per
tificia, si parla a tale articolo. onorificenza, i quali, sebbene abbia-
Di questi ed altri effettivi cubicu- no le chiavi delle camere, pure non
lari palatini sono i superiori i dormono nelle medesime, né fanno
prelati Maggiordomo prefetto de' sa- i servigi familiari, e domestici, ap-
cri palazzi apostolici [Fedi), e il partenenti all' officio de' cubiculari,
Maestro di camera, praefectus cu- né ad essi affidatisi affari segreti, ed
biculi [Vedi); uei rispettivi articoli importanti, ma soltanto sono cou
dei Cubiculari pontificii , si dice tali offici onorati essi, e i loro pa-
delle loro prerogative, ed uffizio, e renti. Altri cubiculari sono prelati
in quello delle Cappelle Pontificie più domestici, e famigliari al som-
(Pedi), del loro intervento a que- mo Pontefice, i quali sebbene non
ri CUB CUB
dormano nella camera del Papa, prontamente ad ogni ricerca , ed
pure recitano con esso le ore, e lo esibirla. Lo stesso dicasi delle altre

servono al coricarsi ed alzarsi di ,


scritture, che verranno aflidatealla
sua custodia ".
lettp, alla messa ed altri divini of-
fici, od uno o più alla volta, se » Similmente commette ad un
così piace alla Santità Sua, ed a altro la custodia di tutte le sue
questi suole anche commettere al- gioie, cioè d'oro, di argento, anelli
cuni affari ( oltre i servigi di ca- ed altre, che non sogliono affidarsi

mera )
determinabili a beneplacito alla custodia degli ufficiali pubblici

del sommo Pontefice ; e possono del palazzo; e di tali cose farassì

essere quattro, o più, o meno, co- occorrendo una dichiarazione. Del


me gli aggrada ; ad uno de' qua- pari dà a custodire ad un altro le
li . o all'immediato suo subalterno vesti di lana della persona stessa di

suol farsi la consegna delle suppli- Nostro Signore insieme alle pel-,

che col rescritto. Inoltre questi, ed licce ed egli inoltre fa premura


;

i loro subalterni sogliono d' ordine al camerlengo, e tesoriere per rin-

della Santità Sua, purché sia espres- novare al bisogno le vesti. Ad un


so, ricevere le suppliche che gli altro parimenti dà Ja custodia di
vengono presentate , e sollecitare tutta la biancheria della persona
nostro Signore circa la spedizione e camera dello stesso Nostro Signo-
di esse quasi referendari segreti ". re, e la sua incombenza viene a
ss Vi sono degli altri cubiculari voce più specificatamente ad esso
non prelati, i quali sono soliti pre- dichiarata, se occorre".
slare lutti i servigi domestici al »» Dee pur sanerà, che i qui
sommo dormire nella
Pontefice, e soprascritti sogliono fare di tutte
sua camera: e questi sono talora le cose, che ricevono, un inventa-
due, talora tre , talora quattro a rio onde distin-
chiaro, e distinto,
beneplacito di Sua Santità; ma ne tamente, e veracemente certificare
fu sempre riputato più spediente il lo stesso Nostro Signore, od i com-

picciol numero ". messi, del denaro ricevuto, e speso ".


» E poi da sapersi, che Nostro » Ad un altro similmente com-
Signore commette ai suoi cubicu- mettesi la custodia dei medicamenti,
lari prelati ed , altri , secondo lo e di tutte le altre specie di medi-
stato delle persone, i seguenti in- cinali per uso della persona stessa
carichi: al primo idoneo all'uopo del santissimo Pontefice od in ,

ed esperimentato, la custodia delle qualunque modo riguardanti la sua


lettere missive, e delle altre segre- camera, dovendo egli specialmente
te, che verranno dirette alla San- scrivere in un libro, in qual gior-
tilà Sua , e delle quali per alleg- no le abbia ricevute, certificare il

gerire le fatiche al santo Padre de- ricevimento, onde e della qualità, e


ve riferire il contenuto, e interes- del quantitativo possano i camera-
sarsi perchè si facciano le risposte, li pareggiare i conti collo speziale.

se, e quando, ed a quali avran da Questo ultimo poi deve custodire i


farsi. Deve perciò essere di .tal ca- vasetti, ed i piattelli, ne'quali soglio-

pacità da non perdere alcuna di no porgersi la spezie a nostro Si-


esse lettere, che Iòsse di qualche gnore, ed ai signori Cardinali. De-
importanza, ma dee saperla trovar ve inoltre avere tovaglie, e salviet-
CUB CUB i3
te belle, e monde necessarie per le camere di nostro Signore si an-
presentare le dette spezie ". novera la camera de' paramenti ,

» E parimenti a sapersi che i nella quale però non suole dormi-


cubiculari non prelati sogliono ave- re ma dare le udienze, pranzare,
re nel palazzo le spese del vitto per e cenare, secondo l'opportunità del
sé, e al più per due servitori. I luogo, e del tempo, ed il benepla-
cubiculari però prelati referendari, cito di sua Santità ; e nella mede-
od altri, sebbene abbiano abitazio- sima sogliono ancora riceversi si- i

ne in palazzo, sogliono servire al gnori Cardinali, ed altre persone ri-


sommo Pontefice a loro spese, se spettabili, che vengono in palazzo,
pure le loro prelature non fossero ed ivi aspettano finché possano es-
così tenui, che il medesimo ne or- sere ammesse alla presenza di sua
dinasse la provvista per mezzo del Santità; in questa camera, chiama-
maestro dell'ospizio, perchè tanti ta del paramento, sogliono collo-
sono i carichi della santa Sede, e carsi soltanto due ostiari, quali i

tanti gl'impedimenti quasi dapper- deggiono essere uomini onesti, fi-


tutto frapposti ai diritti, ed emo- dati, e virtuosi, i quali sogliono
lumenti della sua camera, che, per dormire nella stessa camera del
quanto agevolmente si possa, abbia paramento per la più sicura cu-
da' suoi servitori ad alleggerirsi l'o- stodia , e più pronto servigio al-
nere delle spese ". la persona di nostro Signore. L'of-
» Non è da ignorarsi ancora, ficio però di questi due suole esse-
che pel servizio delle camere del re di buono e grande emolumen-
nostro Signore sogliono destinarsi to, come verrà dichiarato, se fura
uno o due servitori al più d'infe- d'uopo. Comunemente sogliono es-
rior condizione, i quali debbono al- sere laici.
l'ordine de' cubiculari mondare le » Sono egualmente soliti i som-
camere, trasportare le legna pel fuo- mi Pontefici, tra il numero di chi
co, quando abbisogni, e fare altri loro piace, scegliersi prelati referen-
servizi, che non occorre descrivere, dari, ed altri di eminente scienza,
come per esempio tener monde le probità ed esperienza nelle opera-
tele pertugiate ". zioni della curia romana, uno dei
« Del pari, secondo le antiche quali soltanto suole comunemente
osservanze, non riputavasi convene- avere abitazione palazzo apo- nel
vole, che laici o chierici, in abito stolico. Se o possessore di
è prelato,
laicale fossero ammessi dal sommo pingui benefizi, non è solito che
Pontefice nella sua camera perchè abbia provvista dal palazzo. Ciò
portassero le chiavi; ma quei sol- che spetta poi all'ufficio loro non
tanto, che all'abito, al portamento, si riferisce, essendo cosa ben nota ".

al discorso mostrano uno spirito Da ultimo citeremo il Cohellio


non che ecclesiastico, claustrale, e il quale a cap. XXXV, Notitia Car-

che tale sia lo stato loro, che dinalatus nel riportare l' ordine
,

abbiasi in essi in tutto e per tutto della processione del Corpus Domini,
e
quella piena confidenza, che ricer- fatta nell'anno santo \% ] ì dal som- r

casi in quello, cui si affida la con- mo Pontefice Gregorio XIII, dopo


servazione delle cose proprie ". gli avvocati concistoriali, e i segre-
» Devesi inoltre sapere, che tra tari, registra cuhicularii extra carne-
4

1 cuc CUC
ratnj indi cubicularii apostolici par- za che sopravvanzava con rito solen-
ticipanle<; j poi clerici sacri collcgiì ne benedetta tagliavasi in molle
seguiti dai cubicularii secreti, dai parti, e nel fine della messa distri-
cubicularii, sai cappellani portante; buì vasi a quelli, che non volevano,
mitram, e dai nobiles, qui sedent in o non potevano comunicarsi ; anzi
gradibus solii. Indi aggiunge, die si legge, che talora fu dato pure a
dopo ilPapa, incedeva auditor de chi si era comunicato; queste pro-
mitra medius inter duos cubicu- priamente dicevansi Eulogie, il qual
larios. nome significava cibi benedetti, ed
CUCCHIARO o CUCCHIAIO. introdotte furono a far le veci del-
Cochlear. Strumento concavo d'ar- l' euenristia , e per rappresentare
gento, d'oro, o di altro metallo, o quella comunione più frequente che
materia, di piccola forma pegli usi pratica vasi per innanzi dai primi-
della sagra liturgia, detto comune- tivi fedeli.
mente cucchiarino . 11 Berlendi I cucchiai sono stati, ad uso del-
Delle obblazioni all'altare, a pag. la sagra mensa, adoperati fino da-
22, parla del cucchiajo, che anti- gli antichi tempi, o per infondere
camente si usava per raccogliere i il vino, e l'acqua nel calice, o per
frammenti delle obblazioni, e ne mescolile i sacri olii, e per met-
riporta anche la forma, chiaman- tere l'incenso ne' turiboli, bacian-
dola Cochlear ad colligenda frag- dosi il cucchiaio da chi presenta
ìnenta oblalionum
dappoiché le , la navicella coli' incenso e il turi-
obblazioni del sagrifìzio, o pane con- bolo, e la mano o l'anello di quel-
sagrato, essendo sottili, allorché tra lo che deve porre l'incenso nello
la messa si faceva con esse la co- incensiere o turibolo. Gli spagnuo-
munione al popolo subdiaconus , li ancora usano nelle loro chiese
Corpus Domini accipit a diacono, il cucchiarino per infondere nel
et fert presbyteris frangendum pò- calice l'acqua, e il vino. Quan-
pulo . Non potendosi fare tale spez- do nell'America fu rinvenuto il
zamento senza che qualche piccola metallo chiamato platino, Carlo III
parte delle consagrate obblazioni re di Spagna nel 1788, ne offri le
non andasse nella distribuzione in primizie al Pontefice Pio VI col
minuzzoli, e frammenti, si adope- donargli un calice, con sua patena,
rava un cucchiajo di argento, affine e cucchiarino di platino, lavorato
di raccoglierlied unirli. Qui note- con bellissime cesellature, e basso-
remo che queste particole del pa- rilievi. I cucchiai per i detti sagri

ne consagrato si trovano negli an- usi ora sono stati solidi, ora tra-
tichi secoli talvolta chiamate col forati, formarono di varie
e se ne
nome di Eulogio, giacché comune- materie. Monsignor Giorgi, Liturgia
mente non erano le particole della Rom. Pont, fra le disquisit. de s.
sagra comunione, che si dava al minislerio XCIX, tratta de Cochlea-
popolo, ma una semplice loro rap- ribus, ed alla pag. 72 riporta la
presentanza. E qui sembra indis- figura di un cucchiaio d' argen-
pensabile aggiungere, che facendosi to. Nella storia de' vescovi di Au-
del pane che veniva offerto all' al- xerre e. XX, si parla di varii cuc-
tare, tre divisioni, una pel celebran- chiai lasciati alla sua chiesa dal
te, l'altra pei comunicanti, la ter- vescovo Desiderio. Nel settimo se-
5

cuc CUC 1

colo l' matrona Ermatrude


illustre suo arrivo in Barcellona, che chia-
ordinò Cochlearia decem dati basi- matolo a sé, affine di persuaderlo
tic, s. Crucisj vel domiti Vincentii in a sacrificare agli dei, né lo poten-
Parigi, come si legge presso il Ma- do vincere per guisa alcuna, lo con-
billon, in Append. supplementi de dannò alla tortura, ed indi a per-
re diplomai. g3. Il Du-Cange ne dere la testa sul patibolo , locchè
riporta altri esempli. V. Io. Battel- avvenne l'anno 3o3 in circa. Le
li Antiquii. Rulupin. 83 de Cochlea- reliquie di lui furono dalla Spagna
ris acuto stylo praedicto ex quo portate in Francia e deposte, per
Plinii, Pollucisj et Marlialis loca cura di Fulrado, abbate di s. Dio-
Otium Han-
illustranti^, et Leibnitii nigi, nella chiesa del monistero di
noveranumj 2o5 de Cochlearibus Leberan, nella diocesi di Strasbur-
ligneis, Gregorio VII, dono missis go a' 16 febbraio dell'anno stesso.
a Petro Damiani. Il Mariotti nel Quivi riposarono sino all' anno
suo museo conservava un cucchiaio 895, nel quale Ilduino, abbate pu-
di legno, ch'era stato indorato; nel re di s. Dionigi, le volle conserva-
manico si vedeva s. Giuseppe e la te nella ono-
sua badia, in cui
si

Madonna, in mezzo il bue e l'asi- rano anche al presente. Gli spa-


nelio,più sotto la culla col bam- gnuoli però ritengono di posseder-
bino dentro, al fine i re magi. ne il corpo a Barcellona, persuasi
Sembrava lavoro del decimo secon- che il solo capo sia custodito in
do secolo. Del cucchiarino d'oro Francia.
usato dal Papa nella messa ponti- CUCUSA, CUCUSSUS. Città ve-
ficale, si parla al voi. IX, p. 22, scovile della piccola, o seconda Ar-
e seg. del Dizionario. menia sulle frontiere della Cilicia,

Siccome il cucchiaio è l'usato e della Cappadocia , neh' esarcato


strumento, col quale si piglia il del Ponto, sotto la metropoli di
cibo, non riuscirà discaro per ultimo Melitene. Commanville dice, che la
che si aggiunga , non essere vero sede fu istituita nel IV secolo, ed
che l'uso fosse introdotto in Europa aggiunge, che questo luogo divenne
verso il secolo XVII, giacché Mar- rinomato per esservi stati rilegati

ziale parla del cucchiaio col quale in esilio alcuni grandi uomini. Di
si estraevano le conchiglie dal loro fatti l' imperatore Costanzo vi rilegò

nicchio, le uova, e altri cibi più s. Paolo, vescovo di Costantinopoli,


liquidi. Parlano altresì dei cucchiai poscia ucciso dagli ariani l' anno
Petronio, Celso, Columella, Plinio, 35 1 ; e Arcadio vi esiliò, nell'anno
che lo dà anche per misura; non 4o4, s. Giovanni Grisostomo altro
che Varrone, Scribonio Largo, ed vescovo di Costantinopoli, siccome
altri scrittori, massime latini. luogo insalubre. Le notizie eccle-
CUCUFA (s.), martire in Ispa- siastiche fanno menzione di cinque
gna. Scillita, città dell'Africa, fu la vescovi di Cucusa.
patria di questo santo. Accompa- CUENCA (Conchen.). Città con re-
gnatosi a s. Felice, abbandonò la sidenza vescovile di Spagna, nella Ca-
terra nativa ed i parenti, e recossi stiglia nuova, capoluogo di provincia.
nella Mauritania, di dove appresso Giace essa sopra un colle elevato, fra
si trasferì in Ispagna. Non appena due montagne, a piedi delle quali
il governatore Daciano seppe del scorrono i due fiumi Jucar, e Gue-
16 CUC CUE
car. Questo secondo è attraversato vigio della chiesa. La cattedrale ha
in tal luogo da un ponte ben co- il fonte battesimale, e molte reli-

struito, detto di s. Paolo, alto cen- quie, fra le quali è in massima "ve-

to sessanta piedi, e lungo trecento. nerazione il corpo di s. Giuliano.


Cuenca, Cóncha, è circondala di Degno di osservazione è l'episcopio
mura che si levano ad una al-
, vicino alla cattedrale. Nella città
tezza considerabile. Le strade sono evvi altra parrocchia col sagro fonte
ripide, e irregolari. Quivi risiedono con sette conventi e monisteri di
le principali autorità civili, e mili- religiosi, e sei di monache, ospeda-
tari della provincia. Nel secolo XIII le grandioso, seminario, tre collegi
i suoi lavori di lana erano assai ri- ec. Ogni vescovo è tassato ne' libri
nomati, e profìcui sono i numerosi della camera apostolica, con tremila
suoi alveari. Venne occupata dai fiorini.

mori, per cui nell'anno 1072 fu CUENCA iy Iirons occidentau-


data in dote dal re moro di Si- bus (Conche/i.). Città con residenza
viglia, a Zaida sposa di Alfonso vescovile dell' America meridionale,
IX re di Castiglia ; ma in seguito nella repubblica dell' Equatore capo
venne ripresa dai mori, cui la ri- luogo della provincia dello stesso
tolse, nel 1177, Alfonso IX re di nome. E situata nella bella valle
Castiglia: indi segui i destini della di Yunquilla assai fertile, fra i tre
Spagna. Milord Pelerborough se ne piccoli fiumi di Machangara, Mata-
impadronì nel 1709, ma dopo una dero, e Yanuncai. Come città gran-
vigorosa resistenza, fu ripresa dal de, le sue strade sono larghe, e
duca di Berwick. dritte, ma le case costrutte di mat-
La sede vescovile, ad istanza del toni cotti, sono assai basse, senza
mentovato re Alfonso IX, nel 11 83, ornamento, ed erette senza alcun
fu eretta dal Pontefice Lucio III, gusto. Il più bello edifìzio è il col-
il quale vi riunì le diocesi di Va- legio fabbricato dai gesuiti. Dopo
leria, e di Arcobriga, le cui sedi il dominio degli spaglinoli,Cuenca
vescovili, soggette alla metropoli di fece parte della repubblica di Co-
Toledo, erano state istituite nel se- lombia, la quale, essendosi divisa in
colo quinto, il perchè pure Cuenca tre, è compresa in quella dell' E-
fu fatta sulfiaganea di Toledo, come quatore, e nel dipartimento di As-
10 è tuttora. La cattedrale, edificio suay. In vicinanza, e al sud vi è
vasto, riedificato dal re Alfonso IX, la montagna di Tarqui, che la Con-
con disegno gotico, è dedicata alla damine, Godin, e Bouguer scelsero
natività della beata Vergine Maria. per base del meridiano, che vi sta-
11 capitolo è composto di tre digni- bilirono nel 1742. A dieci leghe di
tà, prima delle quali è il decano, distanza s' innalza il Paiamo di As-
di ventisei canonici, comprese le nay, pericoloso ai viaggiatori, che
prebende di teologo, e penitenziere, spesso soccombono per le bufere.
essendo però gli altri ventiquattro Fra i monumenti peruviani sono a
divisi in due parti, cioè dieci che notarsi, 1' argine degl' Incas antichi
godono d' intera prebenda, e quat- sovrani del Perù, di sorprendente
tordici della metà, climìdiis portio- altezza; l'antico forte del Canar,
nariis. Vi sono inoltre diversi pre- che consiste in una collina termi-
ti, e chierici per l' ufficiatura, e ser- nata in piatta forma, che servì lun-
CUE CUE 17
gamente di alloggio agi' Incas, allor- Vi sono nella città due altre par-
ché dal Perù passavano al regno di rocchie munite del sagro fonte, quat-
Quito. Esso presenta semplicità, sim- tro conventi di religiosi, e due mo-
metria, e solidità, che sono i tre nisteri di monache. Vi è il semina-
caratteri dell' architettura peruvia- rio , e 1' episcopio è vicino alla cat-
na. Finalmente nelle vicinanze si tedrale. Ogni nuovo vescovo paga
osserva pure l' Yaga-Chungana, o di tassa trentatre fiorini, secondo i

giuoco degl' Incas, il quale è un registri della cancelleria apostolica.


grandioso canapè ovale scavato nel CUEVA Bartolommeo, Cardina-
vivo sasso, con comoda giacitura, le. Baitolommeo Cueva dei duchi
dalla quale gì' Incas godevano un di Albuquerque, nato a Segovia
sorprendente punto di vista sopra nel i499j era sacerdote, che pro-
l' amena valle del Gulan, inaffiata digava alla patria i migliori frutti

da un serpeggiante ruscello. Appres- de' suoi rari talenti. Avendo im-


so Cuenca si discopersero alcune piegato l' opera sua, e il suo inge-
miniere di mercurio. gno a favore della santa Sede, ai
La sede vescovile fu fondata dal 19 dicembre del 1 544? Paolo III
sommo Pontefice Pio VI, ad istan- creollo Cardinal prete di s. Matteo
za del re di Spagna Carlo III nel in Merulana, e vescovo di Cordova,
1786, ed è suffraganea della me- ove adempiè a tutte le parti di ze-
tropoli di Lima. Nel concistoro dei lante pastore, togliendo abusi, rifor-
17 dicembre 1787, il detto Ponte- mando costumi, migliorando il cle-
fice ne dichiarò primo vescovo mon- ro, e sovvenendo ai poveri di ogni
signor Giuseppe Carrion-y-Marfil, maniera. Filippo II lo dichiarò vi-
della diocesi di Malaga, trasferen- ceré di Napoli. Il Cueva benefi-
dolo dalla sede episcopale di Cari- cò assai lo spedale di s. Giaco-
sto in partibus. Ma, considerando il mo degl' incurabili di Roma , cui
regnante Papa Gregorio XVI la proteggeva, e donollo di ottanta
vastità ed ampiezza della diocesi di mila scudi; promosse la fondazione
Cuenca, coll'autorità della bolla In dello spedale pei pazzi, e furiosi nel-
supremo beati Petri, data IV ka- la contrada Lungara. Pio IV lo de-
lendas februarii 1837, ne dismem- stinò ad esaminare alcuni Cardina-
brò una parte, e con essa formò li detenuti a Castel s. Angelo, e lo
una nuova diocesi vescovile, con deputò alla ristaurazione delle chie-
residenza nella città di Guayaquil. se titolari di Roma. Era amicis-
La cattedrale di Cuenca è un buon simo di sant' Ignazio Loiola, cui
edifìzio, dedicato alla Immacolata chiamava suo padre. Dallo stesso Pio
Concezione della beata Vergine Ma- IV, nel 1 56o, ebbe l'amministrazio-
ria. Il capitolo è formato di tre ne di Avellino, e Siponto, ove l'i-
dignità, delle quali la principale è staurò la cattedrale, alla quale fece
il decano, di quattro canonici, com- dono di sei candellieri di argento, e
prese le prebende di penitenziere, di un'alta croce di cristal di mon-
e teologo, oltre alcuni beneficiati, te; poi riparò a sue spese il pa*
denominati porzionari. Nella catte- lazzo arcivescovile, adornò ancora
drale vi è il fonte battesimale; e magnificamente la chiesa del suo
la cura delle anime si esercita da titolo, s. Croce in Gerusalemme.
due sacerdoti, col titolo di rettori, Intervenne ai conclavi per la eie»

voi. xix. 2

5tW*mmi>< Ha»
8

1 CLE CUJ
zione di Giulio III, Marcello II, ha nella cattedrale di Malaga. Era
Paolo IV, e Pio IV, e poco mancò fornito delle migliori virtù, e lo si

ch'egli medesimo non salisse al su- crede autore del libro che porta a
premo pontificalo a mezzo d'uno , nome Squittitilo della libertà ve-
stratagemma del suo conclavista neta.
Ferrante Torres, perchè questi se- CUFRUTA. Sede episcopale del-
paratamente aveva impegnato tren- l'Africa occidentale, nella provincia
tadue Cardinali pel voto al suo si- Bizacena, sotto la metropoli di A-
gnore, come si può meglio vedere dramito. Feliciano, vescovo di Cu-
al volume XVI, pag. i3, del Di- fruta, si recò al concilio di Carta-
zionario. Da ultimo morì in Ro- gine.
ma d'improvvisa malattia nel i5Qi, CUICULUM. Sede vescovile del-
di sessantatre anni , e diciotto di la Numidia, nell'Africa occidentale,
Cardinalato, e fu sepolto all'ingres- che Commanville pone sotto la me-
so della chiesa di s. Giacomo della tropoli di Cirta Julia, di cui fa men-
nazione spaglinola. zione s. Agostino nel lib. 7 contro,
CUEVA Alfonso, Cardinale. Al- Donai. Il vescovo Prudenzio inter-
fonso Cueva de' duchi di Albuquer- venne ad un concilio di Cartagine,
que, nato nel 1572 nella Spagna, da e Cresconio, altro vescovo, fu alla
militare dell'Ordine di Alcantara, conferenza tenuta nella detta città.

rinunziati gli onori del secolo, die- CUJABA o CUJABAO {Cujabaen.).


de il suo nome alla milizia eccle- Città con residenza vescovile della
siastica,ed essendo accortissimo, e America meridionale, nell'impero
valoroso, aveva servito al suo sovra- del Brasile, nella provincia dì Mat-
no in parecchie decorose ambascerie, to-Grosso, capo luogo di Comarca,
tra le quali in quella alla veneta re- e posta quasi nel centro dell'Ame-
pubblica. A' 5 settembre del 1622, rica meridionale . Trovasi questa
Gregorio XV lo creò Cardiual dia- città preso la riva sinistra del fiu-
cono, poi prete di s. Balbi na. Spe- me Cuyaba , è grande, avendo le
dito nelle Fiandre ad assistere alla sue principali strade lastricate, e
principessa Isabella, per esser sover- tutti gli edilizi di legno hanno una
chiamente severo, cadde dalla gra- intonacatura di loto, con paglia,
zia del suo principe, quindi richia- fieno. E assai florida pel commer-
mato a Roma, venne ascritto a pa- cio, che vi fa pel mezzo del fiume.
recchie delle prime congregazioni, 1 dintorni sono suscettibili di coltu-
ove esaminava con tanta erudizio- ra, e rinchiudono ricche miniere
ne le ragioni dell'una, e dell'al- d'oro scoperte nel 17 18, e delle
tra parte, che spesso lasciava le quali si calcola a cinquecento libbre
cause indecise. Benché provveduto di peso l'annuale prodotto; ma l'ac-
di ricchissimi benefìzi, qualche volta qua è qui scarsa per poterle lavo-
si trovava nella massima strettezza. rare nei tempi di siccità.

Da ultimo, dopo essere intervenuto Il Pontefice Leone XII istituì

al conclave d'Innocenzo X, da cui in Cujaba la sede vescovile, e la


ottenne nel 1644 il vescovato Pre- dichiarò suffraganea della metropo-
nestino, e quello di Malaga, mo- li del ss. Salvatore nella Baja di
ri nel 1 655 di ottantatre anni, e tutti i santi. Però il primo vescovo,
treutatre di Cardinalato. Ebbe toni- ad istanza del regnante imperatore
CLL CUL 19
del Brasile Pietro II, fu dichiaralo tribunale di Pruss, ed aveva il di-
nel concistoro de'2 luglio 1882 dal ritto di battere moneta. Altri di-
Papa che regna Gregorio XVI, nel- cono, che i cavalieri teutonici get-
la persona di monsignor Giovanni tarono le fondamenta di Culni nel
Antonio dos-Pieis della diocesi di 1223, e la fecero fortificare contra
s. Paolo, il quale tuttora governa le irruzioni dei prussiani, e di al-
la diocesi di Cujaba. La cattedrale tri popoli idolatri, che non aveva-
è dedicata al Buon Gesù, ed è un no potuto ancora soggiogare, e che
ottimo edifizio. Il capitolo si com- fu palalinato. Distaccatasi la città
pone di due dignità, la prima delle dall'Ordine teutonico, si arrese alla
quali è l'arcidiacono, di dieci cano- Polonia, e divenne capo luogo il

nici comprese le prebende del teo- del palatinato del suo nome. Fece
logo, e del penitenziere, oltre di- poscia anche parte della lega ansea-
versi preti, e chierici inservienti tica. Però nel 1 4^7 la ripresero i

all'ufficiatura. Un prete è il par- teutonici ; ma in seguito i polacchi


roco della cattedrale, che ha il fon- di nuovo se ne resero padroni.
te battesimale. Nella città non vi Nel i554, Culai restò molto dan-
sono altre parrocchie; evvi però neggiata dal fuoco. Un tempo fu
un amnisterò di monache, 1' ospe- soggetta nel dominio temperale an-
dale, il seminario, e l'episcopio dap- che al suo vescovo ma sino dal ;

presso alla cattedrale. La mensa è 1773 appartiene alla Prussia.


tassata ne'libri della cancelleria a- Gli storici polacchi dicono, che
postolica, ad ogni nuovo vescovo, Culma fosse uno dei sette vescova-
in fiorini centosedici. ti eretti in Polonia nell'anno 9*35.
CUJAYIA (Uladislavien). Città Certo è, che la sede episcopale vi
con residenza' vescovile in Polonia. fu fondata o più pro-
nel 1 2 1 5,
V. Uladislavia. babilmente nel 1222, sotto la me-
CULLU o COLLO. Sede episco- tropoli di Puga in Livonia, nel do-
pale della Numidia, nell'Africa oc- minio dei cavalieri teutonici; ma
cidentale, sottoposta alla metropoli dopo la pace conchiusa da essi nel
di Cirta Julia. Commanville dice, 1466 coi polacchi, la sede vescovi-
che questo luogo possa essere Col le passò, ovvero venne restituita al-
presso Bugia. la dipendenza della metropolitana
COLIVI A (Calmeli.) Città con re- di Gnesna, sotto la quale è anco-
sidenza vescovile nella Prussia occi- ra, dopo esserne stata separata per
dentale, reggenza, e capoluogo di duecento anni. Essendo stata di-
circondario. E posta su di una strutta la città durante la guerra
collina, presso la riva destra della cogli svedesi, la cattedrale, e il ca-
\istola. Assai è popolata, ed è mol- pitolo si trasferirono nella vicina
to decaduta dalla passata grandezza. città diCulmsee o , Culmensee,
Il suo commercio non fu mai flo- Culmensìum , piccola città degli
rido, ad onta dei privilegi, che con- stati prussiani , nella reggenza di
cessi le vennero dai sovrani prus- Mariemverder , situata sopra un
siani. Ebbe origine nel secolo \1II, lago, e che vuoisi fabbricata nel
e da uno de' duchi di Moscovia ii5i. Il vescovo era senatore del
fil ceduta all'Ordine teutonico, sot- regno di Polonia. Nel pontificato
to il cui dominio eravi il supremo di Benedetto XIV, il palatino di
20 CUL CUL
Culm, avendo perduto una lite nel stinati all'accademia de' cadetti di
tribunale della nunziatura di Polo- Berlino. L'ospedale è servito dalle
nia, che l'arcivescovo di Gnesna vi sono il mon-
sorelle della carità ;

qual primate del regno avea giu- ed altri pii stabilimenti.


te di pietà,
dicato appartenere al foro ecclesia- Ogni nuovo vescovo paga di tassa
stico, il palatino invece si appellò fiorini seicento sessantasei, come ri-

ai magistrati con manifesta


civili sulta dai registri della cancelleria
ingiuria dell'immunità ecclesiastica, apostolica.
per cui il clero di Culma si sdegnò CULTO (Cullus). Onore, che ren-
assai per una cosa sì contraria ai diamo a Dio, ovvero ad altri enti
suoi privilegi, e alle leggi del regno. per rapporto a luij e pel rispetto
Quindi minacciò di censurare i dovuto a lui. E impossibile ammet-
magistrati , onde incominciarono tere in Dio una provvidenza, senza
a pubblicarsi diverse scritture, ma- conchiudere essere giusto, e neces-
nifesti ec. Ma essendosi interposto sario che gli si renda un culto,
il detto Papa Benedetto XIV, per non perchè ne abbia bisogno, ma
mezzo del re Augusto tutto venne perchè noi stessi abbiamo bisogno
sopito. di essere grati, rispettosi, sottomes-
La chiesa cattedrale è dedicata si al nostro Creatore. Chi non è
all'assunzione di Maria Vergine in tale verso Dio, lo è molto meno
cielo, ed è magnifico edifìzio. 1! verso gli uomini. Venerare la so-
capitolo si forma di due dignità, la vrana maestà di lui, sentire in ogni
prima delle quali è il prevosto, di luogo la di lui presenza, riconosce-
otto canonici di numero, compresi re i di lui benefizi, credere alla
il canonico teologo, e il canonico sua parola, assoggettarsi ai suoi
penitenziere* di quattro canonici o- comandi e volontà, confidare nelle
norari, e di sei vicari, o presidenti. sue promesse e bontà, amarlo so-
La parrocchia è in un' altra chie- pra tutte le cose, questi sono i sen-
sa, con fonte battesimale. Un cano- timenti, ne' quali consiste il culto
nico scelto dal vescovo, e coadiu- in ispirilo e verità : tutti uniti for-
valo da un vicario ne esercita mano che noi chiamiamo
quello,
le funzioni parrocchiali. L'episcopio adorazione {Vedi\ ovvero il culto
è presso la cattedrale; ma da ul- supremo eh 'è dovuto a Dio solo,
timo era stata assegnata dalla so- e non può essere reso ad altri. In
vrana munificenza una somma per ogni lingua culto, onore, rispetto,
l'erezione di altro conveniente epi- venerazione, riverenza, servizio sono
scopio. Nella diocesi esiste gran nu- sinonimi, specialmente nel linguag-
mero di confraternite, ed ospeda- gio comune, o popolare. Anche
li. Gli atti concistoriali dicono es- nella Scrittura la parola ebrea, che
sere le prime centosettantaquattro, indica il culto supremo reso a Dio,
e i cum domi-
secondi ottantasette., esprime pure l'onore, che i patriar-
bus emerito rum, et corrieeudorum chi più di una volta hanno reudu-
regia munijicentià dotalis. Evvi il to agli angeli, comparsi sotto la
seminario con cinque professori, e specie visibile, e quello che porta-
trenta alunni, un'accademia catto- rono agli uomini. In questi diversi
lica, ed una scuola preparatoria testi le versioni adoperano indiffe-
dove s'istruiscono cento giovani de- rentemente la parola adorare, o prò-
CUL CUL 21
tirarsi. Tuttavia la parola, e l'azio- chiaramente, dividono il culto in
ne non possono indicare lo stesso civile e sacro, materiale e formale,
sentimento, ne lo stesso grado di esterno ed interno, assoluto e re-
rispetto riguardo ai differenti og- lativo, completo e incompleto. Di-
getti: il perchè bisogna, che il si- cemmo, che il culto sagro e reli-
gnificato delle parole si cambi se- gioso è quello che rendiamo a qual-
condo le circostanze, e l'intenzione cuno a cagione di sua eccellenza
degli scrittori. soprannaturale, e questo culto è di
Si devono distinguere differenti tre maniere : cioè di latria, che
specie di culto; chiamami culto in- rendesi a Dio solo; quello di du-
terno i sentimenti di slima, di am- lia, che si tributa ai santi ; e quel-
mirazione, di gratitudine, di confi- lo di iperdulia, con che si onora la
denza, di sommissione riguardo ad b. Vergine Maria. Si adora Dio con
un etite, che n' è giudicato degno; culto di latria con una adorazio-
diconsi poi culto esterno, i segni ne eccellente, suprema, incomuni-
sensibili, coi quali attestiamo que- cabile a qualsivogliacreatura, ri-
sti sentimenti, come le genuflessio- conoscendolo siccome creatore, go-
ni, le prostrazioni, le preghiere, i vernatore, e assoluto signore del-
voti, le Qualora questi
offerte, ec. l' essere nostro. Si onorano gli an-
attestati non sono accompagnati dai geli e i santi con culto di dulia,
sentimenti de! cuore, questo non è cioè con un onore, e riverenza in
più un culto vero, e sincero, come quanto che riluce e riverbera in
dicono i teologi, ma una ipocrisia, loro la grazia di Dio, riuscendo al-
vizio sovente rinfacciato agli ebrei tresì che ren-
grato a lui l'onore,
da Gesù Cristo, e dai Co-
profeti. diamo ad converte
essi, perchè si

me poi il culto cambia di natura nella sua gloria. Si onora la beata


secondo la diversità de' motivi, che Vergine con culto d' iperdulia, o
lo ispirano, bisogna distinguere, il culto superiore, perchè questa san-
culto civile dal culto religioso. Qua- ta Vergine Madre di Dio, essendo
lora in un personaggio onoriamo più elevata in grazia ed in gloria
alcune qualità, il potere, l' autori- di tutte le altre creature, è giusto
tà, che hanno solo rapporto all'or- che le si rendano omaggi, e testi-

dine civile, e temporale della so- monianze di rispetto più profondo,


cietà, questo è un culto puramente che agli angeli, e ai santi.
civile. Se in esso vogliamo onorare Il culto pubblico è così essen-
una dignità, un merito
un potere, ziale ad una religione, che i più
soprannaturale, vantaggi che hanno sacri legislatori, e fondatori delle
rapporto solo all' ordine della gra- repubbliche, e degl' imperi ne fe-
zia, e della eterna salute, questo è cero sempre un punto massimo nel-
un culto religioso, poiché la sola le loro civili costituzioni. Quindi
religione ci può far conoscere e sti- Iddio, che colla sua provvidenza
mare i doni della grazia. Ma non ha sempre in onore del suo nome
possiamo esprimere il culto religio- conservato una vera Chiesa , com-
so con altri segni, che con quelli posta di fedeli adoratori, i quali
del culto civile. La diversità del gli dessero gloria in tutti i secoli
motivo forma tutta la differenza. sulla terra, prescrisse ad essi, sino
Altri teologi per parlare più ,
dal principio del genere umano, dei
ii CUM CUM
sagrifizi pubblici, ed informolli per longobardi, ma s. Gregorio II su-
mezzo accompagnate
di rivelazioni, bito la ricuperò, cogli aiuti del prin-
da espressi comandi, sulla maniera cipe, e del popolo di Napoli. Ciò
di onorarlo con pubblici omaggi. racconta il Borgia, Difesa del do-
V. Immagini sagre, Reliquie, San- minio temporale, pag. 73 e seg., e
to, e Beato,ed il Bergier al voca- Breve Istoria, pag. 23 e 24, ove
bolo Culto. dice, che allora n'era rettore per la
CULULI, o Civili. Sede episco- Chiesa romana il suddiacono Teo-
pale dell' Africa occidentale , nella di mo, e che il Papa sborsò settanta
provincia Bizacena, suffraganea della libbre d' oro per le spese occorse
metropoli d'Adramito. Vittore suo alla ricuperazione di Cuma.
vescovo intervenne alla conferenza Questa divenne sede vesco-
città
di Cartagine. vile sino dal quinto secolo. Il Pon-

CULUSITA, o Culcita. Sede ve- tefice s. Felice IV fulminò l'eccle-

scovile della provincia cartaginese siastiche censure contro il vescovo


proconsolare, nell'Africa occidenta- Misseno, perchè avendolo mandato
le, sotto la metropoli di Cartagine. suo legato a Costantinopoli, per le
Vincenzo suo vescovo fece parte minacele dell'imperatore Zenone, e
della conferenza di Cartagine, e gli di Acacio, avea tradito il suo mi-
altri vescovi Bonifacio, e Pietro, il nistero. Devastata successivamente
primo si recò al concilio tenuto in la città dai vandali, dai goti , dai
Cartagine nel 52 3, il secondo a saraceni, e da altri, nel 1207, di-
quello celebrato in Lacerano da ventò l'asilo de' pirati, e de' corsa-
Papa s. Martino I nel settimo se- ri, che infestavano tutto il regno
colo. di Napoli e, siccome
, vi si erano
CUM A (Cumae). Città forte, un fortificati, tenevano in grave timo-
tempo vescovile , del regno delle re i dintorni. Per tal ragione il ve-
due Sicilie, nella provincia di Na- scovo di suo
Aversa chiamò in
poli, presso il Mediterraneo nella soccorso Goffredo di Montefuscolo,
situazione medesima dell' antichis- gran capitano di quei tempi , che
sima, e celebre Cuma, città della unitamente ai napolitani, sotto il
Campania, tanto famosa anche per comando di Pietro di Lettra, scac-
la salubrità delle sue acque. Que- ciò i corsari, distrusse la fortezza, e
sta città vantava di aver avuta l'o- tuttociò che restava di Cuma, e in
rigine sopra di Capua
da alcuni , tale incontro fu unito il titolo ve-
greci che la fabbricarono ne' più scovile a quello di Napoli, e la dio-
rimoti tempi, sotto la condotta di cesi venne incorporata a quella di
Ferecide, i quali si resero assai pos- Aversa. In tal modo questa rino-
senti per mare, e per terra. Passò mata città divenne deserta, con-
poi sotto il dominio dei romani, che correndo ancora a renderla disabi-
presso le sue mura sconfissero An- tata il timore de' suoi fuochi sot-
nibale, come Ottavio ivi disfece la terranei.
ilotta di Pompeo. Nell'anno 553 fu Nel 1606 Alfonso Pimentel vice
presa da Narsete ad Aligerno, fra- re di Napoli, facendo scavare nel-
tello di Totila re de' goti. Essendo l'antica sua area, vi trovò un grati
divenuta dominio della santa Sede, numero di statue greche, e roma-
nell'anno 71 5, venne occupata dai ne, d' una bellezza singolare. Cuma
C UN CUN 2.3

battè anche moneta. Molto favoleg- fondato, ed il giorno anniversario


giarono gli antichi scrittori sulla fa- della morte Enrico suo sposo,
di

mosa caverna, che trovasi nei din- ne ricevette il velo per le mani del
torni di questa città , supponendo vescovo di Paderbona. Tutto che
che avanti la sua fondazione ser- forma l'elogio di una perfetta re-

visse di ritiro alla celebre sibilla ,


ligiosa era proprio di lei, e tanto
che quivi rendeva i suoi oracoli, e eroica fu la sua virtù della u-
che dicesi sia stata consultata an- miltà, che niuno avrebbe mai so-
che da Enea approdato in Italia. spettato la sua primitiva grandezza.
Fra le rovine antiche si osserva an- La sua morte, che avvenne a' di 3
cora un arco di pietra, di settanta di marzo dell'anno io4o, fu a tutti
piedi di altezza sopra venti di lar- argomento di altissimo dolore. Le
ghezza, che riunisce due colline, e sue spoglie mortali furono riposte
gli avanzi di qualche tempio, come a Bamberga, accanto a quelle del
pure grotte, e sotterranei nei suoi marito, né andò molto tempo che
dintorni. la sua tomba divenne celebre anche
CUNEGONDA (s.), figlia di Sigi- per la operazione dei miracoli. In-
fredo, primo conte di Luxembur- nocenzo III ne fece la solenne ca-
go, o di Adesvige, ad fu moglie nonizzazione l'anno 1200.
Enrico, duca di Baviera, eletto dap- CUNEGONDA (s.) era figlia di

poi re dei Romani, e ricevette con Belo IV re di Ungheria, e di Ma-


lui la corona imperiale in Roma ria figliuola di Teodoro Lascaris,
da Benedetto Vili, l'anno ioi4- Il imperatore di Costantinopoli. Quan-
voto di perpetua verginità, che avea tunque unita in matrimonio con
fatto prima del suo matrimonio, ri- Boleslao il Casio, sovrano della
mase inviolato per tutta la sua vi- bassa Polonia, visse mai sempre
ta, condotta nella più perfetta san- nella virginale continenza, così per-
tità dei costumi. Ma siccome non mettendo un reciproco voto di ca-
è virtù su questa terra, che non si stità. A questa egregia virtù ella

tenti di oscurare, per la malignità aggiunse una pietà singolare verso


dei perversi essendo accusata calun- Iddio, ed una liberalità non ordi-

niosamente d' illecita tresca, fu sog- naria verso i poveri e gì' infelici,

gettata alla prova del fuoco, secondo non disdegnando ella stessa di vi-

la costumanza di quei tempi, e, co- sitare e servire i malati nei pubbli-


si Iddio permettendo, vi riuscì ille- ci spedali. Morto il marito nell'an-
sa. Sarebbe lunga cosa il descrivere no 1279, vesti l'abito delle reli-

le varie opere segnalatissime di pie- giose di s. Chiara, nel monistero


tà e beneficenza, che a lei sugge- di Sandecz, eretto non molto pri-
riva un' ardente carità verso Iddio ma, e in questo morì nella bene-
e verso il prossimo, e nel fondar 24 luglio del-
dizione di tutti a' dì
vescovati, nel fabbricar monisteri, l'anno 1292. La sua memoria è
nel decorar chiese, nel sovvenire ai preziosa, particolarmente nella dio-
poveri tanto profuse, da esaurire cesi di Cracovia, ed in altri luoghi
intieramente il ricchissimo suo pa- della Polonia. Alessandro Vili la
trimonio. Morto il marito, 1' anno innalzò all' onore degli altari nel-

10245 deliberò di rendersi religiosa 1' anno i6qo.


nel monistero di Kaffungen da lei CUNEO (Cuneen.). Città con resi-
, ,

a4 C UN CDN
(lenza vescovile del Piemonte, negli glio 1 8 1 7, allorquando coll'aulori-
stali Sardi, cupo luogo di divisione là della bolla Beati Petri aposto-
di provincia, e di mandamento. Gia- lonim principis, provvide alla nuova
ce sopra una elevata collina al con- circoscrizione di tutte le diocesi del
Uuente della Stura, e del Gezzo, Piemonte. Il vescovato fu dichia-
ed ha una prefettura di giusti- rato sulfraganeo della metropoli di
zia di prima istanza della giuris- Torino, e primo Pio VII vi
pel
dizione del senato di Torino. Que- prepose a vescovo Giuseppe A.ma-
sta città è ora cinta da una sem- deo Bruno de' conti di Samonio
plice muraglia con due porte. La della città di Cuneo, ciò che fece
strada principale è bella e larga nel concistoro del primo ottobre
fornita di portici e di botteghe, per 18 17. La cattedrale, di recente
tutta la sua lunghezza. Vi sono il restaurata, è dedicata alla purifica-
collegio reale, i pubblici bagni, ed zione della beata Vergine Maria
un ospizio pegli orfani, nonché un detta volgarmente del bosco. Il ca-
bel palazzo del pubblico. pitolo è composto di tre dignità
Cuneo, Cuneum, un tempo fu cit- prima delle quali è il prevosto, di
tà forte, e tale da sostenere parec- quindici canonici, non che di altri
chi assedi. Nel 1 64 1 venne presa preti, e chierici addetti al servigio
dai francesi, sotto il comando del divino. La cura delle anime della
conte di Harcourt, durante il regno parrocchia esistente nella cattedrale
di Luigi XIII re di Francia. L'as- è esercitata dal prevosto. Inoltre
sediarono di nuovo, ina invano nel nella città vi sono due altre par-
1691, e nel 1706. Nell'anno pre- rocchie con fonte battesimale, due
cedente 1705, durante l'assedio di conventi di religiosi, un monistero
Torino, la duchessa di Savoia qui- di monache, un conservatorio, tre
vi si ritirò. Sostenne Cuneo un nuo- confraternite, due ospedali, altret-
vo assedio nel 1 744» lDa ' france- tanti orfanotrofi, un monte di pie-
si, e gli spagnuoli furono obbliga- tà, e il seminario. L' episcopio è
ti a levarlo , dopo una battaglia un ottimo edifizio, situato però al-
che riuscì ad essi funesta. Cadde quanto lontano dalla cattedrale.
iu potere dei francesi nel 1796, in La mensa ad ogni nuovo vescovo
seguito del trattato di pace col re è tassata ne'libri della cancelleria
di Sardegna. Fu poscia presa da- apostolica, in fiorini trecento.
gli austriaci nel 1799J dopo nove CUNHA di Attaide Nuno, Car-
giorni di trincera aperta, e final- dinale. Nuno da Cimba, nato nel
mente fu ripresa dai francesi in 1664 in'Portogallo da chiari genito-
conseguenza della famosa battaglia ri, fu canonico di Lisbona; inquisitore
di Marengo. Allora furono distrut- in quella città ; commendatore del
te le sue fortificazioni, e converti- regio Ordine di Gesù Cristo; maestro
te in ameni passeggi. Incorporata di camera del re Pietro II_, e consi-
all'impero francese, divenne capo il gliere nel dipartimento ecclesiasti-
luogo del dipartimento della Stura co. Ricusò la chiesa di Elvas_, ma
finché fu restituita al re di Sar- dovette accettar quella titolare di
degna. Tanger, per poter essere cappellano
La sede episcopale di Cuneo maggiore, e membro del consiglio
venne eretta da Pio VII a' 17 lu- di stato di Giovanni V, a cui era
CUN CUJV 25
rarissimo per le sue distinte qua- te XIV, nella seconda sua promo-
lità; il perchè lo dichiarò supremo zione, e nel concistoro segreto dei
inquisì tor della fede in tutto il Por- 6 agosto 1770, Io creasse Cardi-
togallo, suo consiglici- intimo, e sup- nale dell'ordine de' preti, e gli ri-
plicò la santa Sede perchè venisse mettesse la berretta cardinalizia per
esaltato al Cardinalato, a cui venne l'ablegato commendatore d. Cesare
assunto da Clemente XI, a' 1 8 mag- Lambertini, nipote del predecessore
gio del 17 12 col titolo di s. Ana- Benedetto XIV, facendo il Papa ac-
stasia, che gli conferì però il suc- compagnare tale ablegato da mon-
cessore. Morto il Papa, si recò a signor Pietro Antonio Tioli, stato
Roma pel conclave, ma vi trovò institutore di d. Cesare, e per que-
già eletto Innocenzo XIII, che lo sta ablegazione fatto cameriere se-
ascrisse alle congregazioni dei vesco- greto soprannumerario, e guarda-
vi e regolari, de'riti, di propaganda roba. Questo Cardinale non si re-
Dopo una carriera luminosa,
ed altre. cò mai in Roma, neppure pel con-
morì a Lisbona nel 1750 di ottanta- clave per l'elezione di Pio VI, laon-
sei anni, e trentotto di Cardinalato. de restò senza cappello, e titolo car-
Si distinse per la sua generosità coi dinalizio. Morì in Lisbona ai 3i
poveri, e verso i sacri templi. Ri- gennaio 1783, di anni sessantot-
parò la ruinosa basilica di santa to dopo dodici anni, cinque mesi, e

Anastasia suo titolo, il perchè il ca- ventiquattro giorni di cardinalato.


pitolo di s. Anastasia eresse un CUNHA ( da) Carlo, Cardinale,
eterno monumento di riconoscenza Carlo da Cimba, di nobile famiglia
a perpetuare la memoria di lui. portoghese dei marchesi di Olhao,
Ed il canonico d. Filippo Cappel- nacque nella diocesi di Lisbona ai
lo, nel pubblicare le brevi notizie 9 aprile i75g. Dedicatosi allo stato
di tal chiesa, le dedicò al Cardi- ecclesiastico, dopo i consueti studii,
nale. Fu generoso con altri luoghi per sue doti fu fatto da Pio VII
le

pii, e donò la s. Casa di Loreto patriarca di Lisbona nel concistoro


di una croce di oro grande con sei de'23 agosto 18 19. Indi in quello
grossi zaffiri circondata di diamanti. dei 27 del successivo settembre, il
CUNHA (da) Giovanni Cosimo, medesimo Pio VII lo creò Cardina-
Cardinale. Giovanni Cosimo da le dell' ordine presbiterale, rimet-
Cimba, di nobile famiglia portoghe- tendogliene l' avviso col berrettino
se, nacque in Lisbona ai 27 settem- cardinalizio permezzo del cav. Giu-
bre 171 5. Avendo mostrato incli- seppe Catrani, cadetto delle guar-
nazione per lo stalo religioso, si fe- die nobili, ed ora ajutante maggio-
ce canonico regolare nella celebre re, ed esente di tal rispettabile cor-
canonica di s. Croce a Coimbra. po. Poscia il Papa destinò a por-
Dando saggio di sé sia nella educa- targli la berretta cardinalizia mon-
zione letteraria, che nella religiosa, signor Nicola de' marchesi Garelli,
per le istanze del re di Portogallo^ suo cameriere segreto, ed ora chie-
il Papa Clemente XIII prima lo rico di camera, e presidente degli
fece vescovo di Leiria, e poi, nel archivii. Per la morte di Pio VII,
concistoro de' 24 marzo 1760, Io ilCardinale non si recò al concla-
traslatò alla chiesa arcivescovile di ve nel 1823, e terminò di vivere
Evora. Quindi meritò che Clemen- ai 14 dicembre 1825. Venne es-
26 CCP CL'U
posto colle consuete cerimonie nel- di Francia , e l'arcipretura di s.
la chiesa patriarcale di Lisbona, ed Giovanni in Laterano , ove nel
ivi sepolto. Questo rispettabile por- giubileo del i55o aprì e chiuse la

porato spiegò una gran costanza, porta detta santa, e fece doni gene-
ed uno zelo veramente apostolico rosi a quella basilica. Nel pontifi-
nelle vicende, che produssero nel cato di Paolo III passò al vesco-
Portogallo la costituzione del 1820. vato di Ostia e Velletri nel 1537.
Fu quindi perseguitato, e mandato La sua famiglia , ed egli concor-
in esilio. Si fermò egli in Francia, sero all'erezione sul Gianicolo del-
sinché venne abolita la costituzio- la chiesa di sant' Onofrio ; inol-

ne. Al suo ritorno in Lisbona, fece tre l'istaurò molto bene le cat-

l'ingresso nella città alla guisa di tedrali di Recanati, e di Nardo,


un vero trionfo. Laonde la sua me- e le donò di parecchie suppellet-
moria è in benedizione, in onore, tili una gran campana.
sacre, e di

e di lustro del sagro Collegio. Sovvenne ad ogni maniera di poveri.


CUPALATA Gherardo, Cardi- Negli anni i543,44> 4-6? a mezzo
nale. Gherardo Cupalata nacque a del suo vicario generale, promul-
Piacenza, e da Nicolò III nella pro- gò molte sinodali costituzioni; fu
mozione fatta in Roma nel sabba- amicissimo a s. Ignazio Loiola, cui
to delle tempora a' 22 marzo 1278, teneva dapprima come facinoroso
fu fatto Cardinale vescovo di Pale- e ribaldo ; ma dipoi lo stimò quan-
strina. Morì dopo un anno di car- to seppe, e gli chiese perdono del-
dinalato nel 1279. la sinistra opinione concepita di lui,

CUPIS Giandomenico, Cardina- ed assegnò alla nuova religione pa-


le. Giandomenico Cupis nato a Ro- ne e vino per ogni settimana. Il
ma da illustre famiglia di Monte- Cupis era tale da meritarsi il titolo
falco, di bello ingegno, espertissimo di ottimo fra i mortali, decano,
legale, divenne canonico della basi- specchio ed ornamento del sagro
lica vaticana, e segretario di Giulio Collegio, che in lui perdette assai,
li. Era detto Cardinale di Trani per- quando nel i553 morì in Roma,
chè conseguì quella metropolitana da dopo trentasei anni di Cardinalato.
Leone X, che al primo luglio i5i7 Intervenne ai conclavi di Adriano
lo creò Cardinale prete di s. Gio- VI, Clemente VII, Paolo, e Giulio
vanni a Porta Latina, di cui fu il 111, ed ebbe a tomba la chiesa di
primo Cardinal titolale. Da Paolo s. Agostino, da cui portato a Mon-
HI nel i537 ebbe la legazione alla tefalco, riposa colle ossa de' suoi
Marca, ed a Carlo V, quando quel antenati.
monarca passava in Italia e nel , CURATO. V. Parrocchie, e Par-
1 538 medesimo Papa lo dichiarò
il ROCHI.
governatore di Tivoli. Fino dal i5i6 CURBI, o Corrudì (Cunibis). Se-
<;bbe da Leone X l'amministrazione de vescovile dell' Africa occidentale,

delle chiese di Macerata e Recanati ;


nella provincia di Cartagine o pro-
da Clemente VII i528 otten-
nel consolare, sotto la metropoli di Car-
ne la chiesa di Adria, nel 532 1 tagine. Vittore, uno de' suoi vesco-
quelle diNardo e Montepeloso, poi vi , intervenne alla conferenza di
nel i535 da Paolo III quella di Cartagine , e Peregrino, altro suo
Camerino colla protetloria del regno vescovo, 6Ì recò neh' anno 525 al
,

CUR CUR 27
concilio di Cartagine adunato da s. di sua nazione per vendicare l'af-
Bonifacio. fronto ma per accordo fatto coi
;

CURI, o Cures. Antica sede ve- romani, abbandonò Cures affine di


scovile , capitale della Sabina , ora recarsi ad abitare in Roma co' suoi
Arci-Correse, Castellimi A rei, Ca- sabini, e regnare insieme con Ro-
strimi- Cur risii,
non Monte maggio- molo, primo re di Roma. A Romolo
re, molto meno Coltimoni, o Torri. successe Numa
Pompilio nativo di
Molto disputarono dotti sul pre- i Cures, cotanto rinomato per saviez-
ciso luogo di questa celebre città, za, e pietà. Pure Anco Marzio, al-
ma qui si omettono le loro lunghe tro re di Roma, riconobbe Cures
osservazioni, riportando solo Je opi- per patria. Questa metropoli della
nioni più critiche j ed abbracciate Sabina, dopo il fatto di Tazio, e il
dagli archeologi. Al dire di Dioni- regno di Numa, non viene ricor-
sio, mentre gli aborigeni possede- data dagli scrittori antichi fino al-
vano il territorio de'Reatini, certo l' epoca di Augusto, in cui era già
Modio cognominato Fabidio, e che ridotta allo stato di villaggio. Da
reputavasi figlio di Marte Gradivo, questa decadenza tuttavolta si rieb-
essendo divenuto illustre nelle cose be alcun poco ne' primi tre secoli
della guerra, fabbricò Cures , cosi dell' impero, ne' quali apparisce co-
denominandola dalla punta dell'asta me municipio, co' seviri augustali
del suo divino genitore, perchè al- colf orilo, o senato, e co' quatuor-
cuni vogliono che Cures dai sabini Continuò a
"viri. fiorire durante il

fossero appellate le lande. Altri quarto e quinto secolo, cosicché,


scrittoriperò asseriscono, essere sta- come diremo, divenne sede vesco-
to il occupato in
territorio reatino vile.Nel sesto secolo longobardi, i

origine dagli umbri, i quali, discac- che avevano occupata l'Umbria,


ciati avevano preso il
dai pelasgi, desolarono colle loro irruzioni la
nome da Sabino figlio di
di sabini, Sabina, e principalmente Curi, e il

Sanco nume loro nazionale, che da suo distretto, per cui la città rima-
alcuni era pur detto il nume Fi- se deserta. I pochi abitanti super-
dio. In principio abitarono un luo- stiti si ricoverarono nelle vicine ter-
go detto Testrina, vicino ad Ami- re inaccessibili ai barbari, i quali
terno, da dove fecero un' irruzione divenuti signori di una gran parte
sulla terra Reatina tenuta allora della Sabina, che fu aggregata al
dagli aborigeni ; fabbricarono poscia ducato di Spoleto, fecero coltivare
molte città, fra le quali Cures, sen- le terre dai coloni, onde a poco a

za recinto di mura secondo 1' uso


, poco formarono casati, ed un vil-
delle città sabine, e perchè il luo- laggio, che ricordò il nome della
go era tale da difendersi senza di città Sabina, come sempre ricordol-

esse. Cures divenne ben presto ce- la il rivo, che ne bagnava le ter-

lebre, e potente, e fu rinomata an- re, cioè rivum Ciirrisein, fluvius


che per la severità dei costumi. Currensis, detto pure oggidì Cor-
Neil' anno settimo di Roma , e rese. In quanto ai villaggi fondati

747 av ai)ti la nascita di Gesù Cristo, sulle rovine di Cures, essi furono
Tazio re de' sabini regnante a Cu- detti Castrimi Currisii, et Castrimi
res, pel famigerato ratto delle Sa- Arci. 11 primo richiama alla me-
bine , si recò in Roma alla testa moria l'antica Cures, l'altro la sua
iH CUR CUR
cittadella Arx. Non è noto preci- 499 al concilio celebrato a Roma
samente quando per la prima vol- dal Pontefice Simmaco. Nel 5o4
s.

ta si formasse il primo di questi era vescovo Giuliano rammentato ,

castelli, ma fino dal secolo undeci- da s. Gregorio I nel lib. da' Dia-
mo si hanno memorie, e dell' uno loghi. Nel 58 o fu vescovo Bono, o

e dell'altra. Ambedue que' luoghi Borso, al quale il Pontefice Pelagio


ebbero vari signori , fra' quali gli li diresse la lettera che si legge
abbati di Farfa, finché nel secolo nell'Ughelli, e nel decreto di Gra-
decimoquarto passò il dominio di ziano. Poco dopo, avendo i longo-
Correse, ed Arci agli Orsini conti di bardi devastato Cures, Papa s. Gre-
Nerula, e da questi, nel secolo de- gorio I, nel febbraio 5g3 , uni il

cimosettimo, ai Barberini, ai quali vescovato di s. Antimo, e di Cures,


ancora appartiene. al vescovato di Nomento, siccome
La sede vescovile di Curi, o Cu- diocesi la più vicina, lo che si rile-
res , rimonta al quinto secolo, e va dalla lettera, cui quel Papa scris-
l'Ughelli, Italia sacra, tom. X, p. se a Grazioso vescovo Nomenta-
73 e seg., enumera cinepie vescovi, no, e nella quale gli commise la
che ebbero residenza. Il primo
vi cura del vescovato di Cures messo
da lui nominato è Tiberio Curium in rovina dai nemici. Tale rovina
sabinorum episcopus, il quale l'an- probabilmente avvenne neh' anno
no 465 si sottoscrisse al concilio 589, quando Autari re de' longo-
romano tenuto dal Papa s. Ilario. bardi corse devastando tutta l' Ita-
Questi vescovi poco dopo assunsero lia meridionale, da Spoleto andan-

il titolo di Sabiniensis, e Sabincn- do per Benevento fino a Reggio ;


sis, considerando la Cures sabino- o piuttosto nell'anno stesso 5q3, in
rum come il capoluogo de' sabi- che Agilulfo successore di Autari si
ni. E perchè nel medesimo seco- mosse a danno de' romani, empien-
lo, nel territorio della città , si do di stragi, e di devastazioni or-
fondò la chiesa di sant' Anti- ribili tutto il circondario di Roma.
mo, alla quale poscia fu annesso Da questa devastazione Cures per-
un monistero, dove questi vescovi dette anche il nome di città , seb-
ordinariamente solevano risiedere, bene non generalmente, e subito
perciò si dissero anche Episcopi s. dopo il 593. V. Francesco Paolo
Aiithimi, cioè Anihcmii. Di fatti il Sperandio, Sabina sacra, e profa-
secondo vescovo registrato dall' U- na, pag. 7, 33 e 61. Da ultimo il
ghelli per nome Felicissimo, che in- eh. Filippo Mercuri ha pubblicato;
tervenne nel concilio romano, adu- La vera località di Curi in Sabi-
nato nel 4^7 da s Felice III Pa- - na, Roma i838. Abbiamo inoltre
pa, si sottoscrisse vescovo Sabineu- dal Gabio, antica città
Galletti :

se, sebbene v' intervenisse pure A- di Sabina scoperta, ove e ora Tor-
sterius, vescovo Foronovanus.Lo Spe- ri, ovvero le grotte di Torri, Ro-
randio dice, che i vescovi Curensi ma 1757.
qualche volta per l'eccellenza di CURIA, e CURIA ROMANA. Di-
tutta la provincia, furono detti Sa- ciamo Curia, Forum, il luogo dove
binesi. Dulcizio, vescovo sabinense, si trattano le cause , e dove con-
e di Antimo, con Projettizio ve-
s. corrono i litiganti , e i loro procu-
scovo Foronovanus, intervenne nel ratori, avvocati, e curiali; il perchè
,

CUR CUR 9.9

rlicesì curiale chi- agita le cause nel- i calendario Abbiamo voluto dare
la curia, causidicus , e (insanirti actor3 un cenno delle curie degli antichi
ed anche curialis. Secondo Festo, romani, perchè non s' intenda che
eziandio dalla voce curia si disse di esse vogliamo trattare, ma sib-
curialis.Si appella corte, o curia, bene di quella, che propriamente
il luogo ove si tiene ragione, come dicesi Curia romana , ed anche
anche li ministri, ed esecutori stessi Corte romana.
di essa. V. il Du-Cange, e il Carpcn- All'articolo Corte romana {Fedi)
tier alla voce Curia. si dice quando incominciò tale im-
In Roma anticamente furono ce- propria denominazione, e quella di
lebri la Curia Ostilia, e la Curia Curia romana, in significato di
di Pompeo. La prima era nel foro santa Sede. Nel Galletti, Del Fri-
romano dietro ai rostri , chiamata micero, a pag. 307 , si legge che,
Ostilia da Tullio Ostilio terzo re di nel 1
1
4-8, i senatori di Roma chia-
Roma, che la staiti lì, ed allora for- marono la curia romana: Veneran-
se non fu che un luogo elevato dam apostolìcam curiam. In pro-
semplicemente, circondato di mura, gresso di tempo col vocabolo di
ove i cittadini radunavansi divisi Curia romana si vollero intendere
per curie, affine di dare il voto due cose; i Cardinali cioè, la pre-
nelle cause, o negli affari, ne' quali latura romana , e tutti quelli che
erano chiamati a decidere. Alcuni servono la santa Sede, e il sommo
posero questa curia presso il mon- Pontefice nell'apostolico ministero ;

te Celio, ed il clivo di Scauro, al- come anche i tribunali di Roma


tri presso il luogo ov' è oggi la coi giudici, il ceto degli avvocati ,

chiesa di s. Maria Liberatrice. L'e- procuratori, curiali , e causidici di


difìzio arse nell'anno di Roma 702 Roma -medesima. L'autore del fio-
pel tumulto avvenuto per la morte rino d'oro illustrato, a pag. 5o3 ,

di Clodio ; venne quindi rifabbri- dice che hac curia vuol diir
in
cato da Augusto, che gì' impose il in questa corte. Aggiunge però, che
nome di Giulio, da quello dello volgarmente la curia significa quel
zio Giulio Cesare che aveva vo- , luogo, dove si trattano le cause, ec.
luto riedificarlo. La curia di Pom- Giovanni Sauzheriense, che fiorì nel
peo fu da questo eretta avanti il I i4o, scrisse un volume diviso in
suo teatro, il primo edificato in otto libri, cui intitolò : Policrati-
R.oma con costruzione solida di pie- cus, sive de nugis curialium, et ve-
tre, nel luogo al presente chiama- stigiis philosophonim, parlando sem-
to il Biscione presso la piazza di pre della corte. Presso il Duchesne,

Campo di fiori. Questa curia da nell'estratto di una inquisizione, si

Pompeo venne stabilita per adu- legge : » Segenus Jordanis civis Gau-
narvi il senato nei giorni degli spet- » densis testis productus super con-
tacoli, e divenne famosa perchè ivi » tentis età, dicit, quod uxor Bal-
Giulio Cesare fu ucciso dai congiu- « duini de curia est multurn nobilis
rati appiedi della statua di Pom- >> mulier ex parte matris suae, etc. ".
peo. Sul Campidoglio poi eravi la II Panvinio, nel suo libro De civi-
Curia Calabra, ove annunciavansi tate romana, alla pag. 307 e seg.,
al popolo convocato le calende, e parla delle tribù, e delle curie, spie-
le none, non essendo ancora in uso gando che cosa fossero appresso i
.

3o CUR CUR
romani, trovandosi bene spesso no- » mine ostiensi ?, et sic si coram e-
minata da Cicerone, Livio, Tacito, » piscopis Cardinalibus, supprimes
ed altri scrittori con vari epiteti. » et nomen titilli, et nomen Car-
V. Hunoldus Plettembergius Noli- li dinalis ; et procedes sic Coram :

tia congrega tionum , et tribunalìum » vobis, venerande pater, partibus a


curine romanae, Hyldesii 1693; I- » Domino Papa auditore concesso,
guazio Santamaria, Nolilia Roma- " proponit Laurentius procuralor
nae curiae, Beneventi 1 7-53 ; Filip- » capitali Rotomagensis, quod ec-
po IVI. Renazzi, Storia deli' univer- >> clesiae Rotomagensi vacante, ec." .

sità degli studi di Roma, voi. I, Questo era adunque lo stile, che
capo II , DeW università, o studio tenevasi nella curia romana, risuar-
della Curia romana, ovvero scuole do ai titoli onorifici, i quali si do-
Palatine, diverse dall'università, o vevano dare ai Cardinali, nel pon-
studio di Romaj Pratica della cu- tificato di Gregorio IX anzi è da ;

ria romana, che comprende la giu- notarsi, che a quel tempo le va-
risdizione dei tribunali di Roma, canze dei negozi nella curia roma-
e dello stato, e l'ordine giudiziario, na, facevansi ne' mesi più caldi, e
che in essi si osserva, Roma 1 78 1 specialmente nei tempi caniculari.
IVe sono state fatte tre edizioni, e Altre notizie però più antiche sulla
l'ultima nel i8i5, con importanti curia romana si hanno nelle rela-
aggiunte. zioni de' Possessi de Pontefici, rac-
11 Garampi, nel Sigillo della colte dall' infaticabile, e benemerito
Garfagnana, riporta alcuni antichi Cancellieri. Le principali sono le se-
esempi sulla denominazione di Cu- guenti, da cui apparisce chiaro che i

ria Romana, cioè di Gregorio IX curiali, e gente di curia in discor-


del 1234, in cui si legge : Curiam so, erano addetti al palazzo apo-
Domini Papae. Puporta ancora la stolico, cioè di quel rispettabile ce-
istruzione per la pratica del foro to de' Procuratori di Collegio (Ve-
ecclesiastico sotto detto Papa, che di), e de' procuratori delle cause
è del seguente tenore, vale a dire del sagro palazzo apostolico.
sul modo di concepire i libelli del- Prima di tutto, faremo menzio-
le petizioni nelle cause ecclesiastiche : ne del G XVI del cerimoniale, in
» Corani Pobis, Pater sancle, si cs cui si descrive quanto antichissima-
" coram Domino Papa : Si es co- mente facevano i Papi nel lunedi
» ram domino Cardinali, dices sic : di Pasqua nella basilica vaticana,
« Coram vobis, venerande pater e della cavalcata, colla quale reca-
» T. titilli s. Sabinae presbyter car- vansi poscia alla basilica lateranen-
» dinalis ; et sic, si es coram pres- se, che in certo modo in molte co-
» byteris Cardinalibus. Si coram se era eguale a quella del possesso.
» diaconibus, dices sic : Coram vo- Questa parte del cerimoniale, in
» venerande pater Domine Otto
bis, diverse cose combina con quello del
» s. Nicolai in carcere Tulliano canonico Benedetto nell'ordine XI,
» diaconie Cardinalis. Diaconi car- riferito dal Mabillon nel t. II del
« dinales non habent titulos, pres- Mus.Ital. p. i43. Si legge pertan-
« byteri sic . Si coram episcopis, to nel menzionato cerimoniale, che
-5 dices sic : Corani vobis, veneran- nel suddetto secondo giorno di Pa-
» de pater Domine sabinensis, Do- squa di risurrezione, congregati tal-
CUR CUR 3i

ti gli ordini palatini, il Papa di- rii voluntalem. V. li Moretti De ri-

scendeva nel patriarchio lateranen- tti danài presbyterium Papae ec. a


se, e montato a cavallo recavasi pag. a 1 3. Nella descrizione , che
alla basilica di s. Pietro. Ivi cele- fece il Burcardo del possesso preso
i4 >4 da Innocenzo Vili, dice
<C

brava la messa, e si cantavano le nel


laudi , e facendosi coronare nelle che incominciavano la cavalcata Fa- :

scale della basilica, ritornava al la- milidres Cardinalium, proelotoruni,


terano. Lo seguiva il siniscalco, che et curialium, oc olii qui brevibus
faceva il primo gettito dei danari, vestibus utcbantur, primi equitabant
per impedire che la moltitudine si cum valisiis Cardinalium. Indi do-
affollasse d' intorno al Pontefice. po gli scudieri pone Nobiles curiae,
:

Giunto questo ad Turrim Stephani nepotes, et affìnes Cardinalium. Do-


Serpetri nel rione di Parione, tro- po il Papa cavalcava il suo scudie-
vavasi nella torre uno de' curiali re, et Marescialli^ Curiae, soldanus
del Papa per eseguire da essa il nuncupatus, cquester duas scarsel-
secondo gettito de'danari, collo stes- las, sive saccos monetae .... pe-

so fine di far allontanare il popolo cunia.? hujusmodi in locis deputatis,

dalla persona del Papa. Arrivata et aliis, ubi oppressionem videbat,


la cavalcata al palazzo di Cintio populo projiciebat. Chiudevano la

Museae in Pugna, nella via papa- cavalcata omnes togati curiales, qui
le, uno de' curiali del Papa ascen- volebant , sequebantur. Innocenzo
deva sul palazzo, e dalle finestre Vili, dopo aver dispensato il pres-
gettava denaro al popolo pel sud- biterio, passò a desinare solo, e lo
detto fine, ciocché due altri curiali stesso fecero i Cardinali, mentre
facevano poscia, uno quando il Pa- prò romanis et officialibus curiae
pa giungeva a s. Marco, l' altro paratae fuerunt multae mensae, et
quando arrivava a s. Adriano, a- cibaria in abundantìa in palalio la»
scendendo perciò il palazzo di s. teranensi, in inferiore illius parte.
Martina. Da questo racconto si de- Nell'ordine del possesso preso da
duce l'uffìzio, che curiali palatini
i Leone X nel i5i3, dopo i came-
esercitavano anticamente nelle ca- rieri del Papa sine capulio, forse
valcate de' Pontefici, di cui faceva- gliextra muros, cavalcavano, nobiles
no parte, siccome andiamo a dire, curiae minores cum fratribus car-
come altrettanti famigliari del Pa- dinalium. In quello preso, nel 1590,
pa. Sino dal secolo IX si rinven- da Gregorio XIV, si legge, di es-

gono memorie dei giudici, avvocati, sersi unh'ersa curia associatus, e


e difensori, che intervenivano non che dopo i mazzieri dei Cardinali,
solo al possesso del Papa, ma an- cavalcavano multi curiales, e che
che nelle sagre funzioni, cui cele- dopo i cubiculari co' parenti dei
brava od assisteva nelle diverse Cardinali, incedevano praelati cu-
chiese, e basiliche di Roma. riae inferiorisj videlicet secretarli,

Nel possesso, che prese Celestino abbreviatores, et acolythi , vestibus


II, l'anno i i43, troviamo enume- violaceis cum rocchetto, et mantel-
rati i curiali fra quelli, i quali ri- le tta Nel possesso preso da
indilli.

cevevano il presbiterio, con queste Clemente Vili curiali cavalcarono i

parole: Famìlia quoque, ci curiales dopo i gentiluomini de' Cardinali :

presìiyterium habcnt juxta camera- cosi iu quello di Paolo V nel


32 CUR CUR
*6o5, di Gregorio XV nel 1621, naio di ducati. Se ne intimava il
d'Innocenzo X nel i644> di Cle- pagamento, summonebatur in feslo
mente X nel 1670 ec. apostolorum Petri, et Punii, ed esi-
Anche nelle vile de' Pontefici si gevasi in feslo vinculoruni s. Petri,
parla genericamente della curia ro- in memoria dell' invenzione delle
mana. Si legge di Clemente V, che reliquie di s. Albano , seguita in
da Poitiers andava a fissate la re- questo giorno. Forse il Cancellieri
sidenza Pontifìcia in Avignone, che avrà ciò o in altra parte del-
tolto,
nel viaggio era accompagnato da la citata opera, od altrove, giacché
nove Cardinali, mentre la sua curia alla detta pag. 74 tale nozione è
lo faceva separatamente. Quando si diversa , dicendosi che il collegio
recarono in Avignone, il Petrarca e dell'archivio della curia romana e-
gli ambasciatori romani, pregarono sigeva l'annua risposta del Denajo
Clemente VI a voler venire colla di s. Pietro, dovuto alla sede apo-
curia in Roma. Inoltre si legge, che stolica nella provincia di Gnezna,
Urbano V voleva tornare colla pon- o Gnesna, che Leone X per dieci
tifìcia corte, e colla curia inR.oma, anni ne avea concesso 1' esazione e
ed essendovisi recato, poi intimò il fruttato al re Sigismondo; quin-
alla medesima curia di ritornare in di prorogata ad altri due decenni
Francia. Ma Gregorio XI nel 1377 da Clemente VII, e da Paolo III,
ristabilì in R.oma la residenza del colla riserba però di ottanta du-
Tapa, della corte, e della curia ro- cati d' oro di camera , in cui ap-
mana, e quando andò in Anagni da punto consisteva 1' annua risposta ,
esse fu accompagnato. che esigeva il collegio dell'archivio
Paolo II, per riformare alcuni della curia romana.
abusi, che si erano introdotti nel- Paolo V, nell'anno 1612, pub-
la curia romana , nel 1 466 , con blicò la costituzione Universi a-
una costituzione apostolica poscia gri , colla quale riformando tutti
confermata da Sisto IV, diede nor- i tribunali ed uffizi della curia ro-
ma ai ministri della santa Sede mana, ne ridusse l'autorità al con-
per l'amministrazione della giusti- veniente dovere, stabili i loro asse-
zia. Giulio II istituì il collegio de- gnamenti, e tolse diversi abusi. Inno-
gli scrittori dell' archivio della curia cenzo XI con ottime leggi riformò
romana, destinando per loro pro- i tribunali della romana curia, e
tettori i Cardinali vice-cancellieri, e cancelleria, provvedendo le sportule
camerlengo, e monsignor uditore ( di queste si parla all'articolo Dit-
della camera. Il Cancellieri, Lettere tico,ed altrove) dovute ai ministri.
a monsignor Odescalchi, p. 16, ri- Innocenzo XII, benedetto XIV, Pio
ferisce che il Garampi nelle sue VII, Leone XII, e il regnante Gre-
Osservazioni sul valore delle mo- gorio XVI pubblicarono santissime
nete Pontificie, p. 74, dice, che il leggi su quanto riguarda la curia
collegio dell'archivio della curia ro- romana.
mana era destinato ad esigere le Non solo Benedetto XIII si oc-
annue risposte del denaro di s. Pie- cupò, ed emanò provvidenze per
tro, dovuto dagl' inglesi alla Sede togliere alle liti i raggiri, e le spe-
apostolica, alla ragione di scudi se superflue, ma siccome Clemente
centodue e mezzo per ogni ccnti- XI avea istituito un visitatore, che
, ;

CUR CUR 33
esaminasse gli uffici de'curiali ec. riguardo alle pontifìcie costituz ioni,
colla costituzione Stimmi apostola- die prescrivono doversi eleggere
confermò, e colla costituzio-
ti^, lo il Papa dove era morto il prede-
ne Cum nostrum, stabili diversi ca- cessore, perchè si riguarda che ove
pitoli pegli ufficiali della curia ro- sta il Pontefice sia la curia roma-
mana. Quindi rinnovando le pre- na, decretò che la curia romana,
scrizioni di Urbano Vili, proibì ai benché egli fosse assente, restava in
curiali l'uso dell'abito detto di ab- Roma, e che in caso di sua morte,
bate adoperato dagli ecclesiastici, in Roma soltanto i Cardinali do-
non che il collare: questo divieto vessero in conclave procedere al-

fu a' nostri rigorosamente


giorni l'elezione del successore. Altrettan-
rinnovato da Papa Leone XII. V. to avea fatto Clemente VIII quan-
la notificazione emanata da mon- do nel i5o,8 partì per Ferrara, e
signor Luigi Gazzoli, poi Cardinale, dipoi fece egual dichiarazione Pio
riportata nel numero 264 del Dia- VI quando nel 1782 si recò a Vien-
rio di Roma del 8o3 1 , il qual na. Nei capitoli, che talvolta i Cardi-
prelato come uditore generale della nali fecero in Conclave [Vedi), dei
camera richiamò alla memoria dei quali facemmo menzione a quell'ar-
difensori delle cause la doverosa ticolo, e che giuravano per l'osser-

e necessaria decenza nell'abito este- vanza di qualunque di loro fosse


riore nel preseti tarsi avanti ai giu- eletto, uno era quello, che il Papa

dici nelle pubbliche udienze, della non dovesse altrove trasferire la cu-
curia Innocenziana , tanto se tali ria romana senza il consenso del
difensori si presentino a perorare le sagro Collegio. V. il p. Gattico, Acta
cause in nome proprio, come pro- caerem. p. 295, il quale ivi dice :

curatore, quanto come giovane di Curia non transferenda nisi consen-


studio. Quindi prescrisse, che i no- tientìbus Cardinalibus j indi a pag.
minati dovessero nelle informazio- 2 35 tratta de ojjic. perpet. illius
ni vestire decentemente con abito ed a pag. 234 non perpet.
lungo nero, cioè con sottana e fer- II collegio de' curiali ossia i

raiolone, come per costume imme- Procuratori di collegio, patroni cau-


morabile erasi sempre praticato nel- sarutn Palata apostolici, fu ammes-
le pubbliche udienze. Dichiarò poi, so nella cappella Pontificia da Pao-
che a quelli, i quali si fossero pre- lo III, ma di esso parleremo al
sentati con abito diverso, i sostitu- succitato articolo. Sotto il pontifi-
ti non dovrebbero leggere le ci- cato di Paolo III, i curiali fonda-
tazioni, e ebe sarebbero cassati dal- rono in Roma una confraternita, che
l'elenco dei procuratori, se tali, e dovea prendere la cura di educare,
se giovani di studio, sarebbero ina- ed istituire nelle arti i poveri orfani
bilitati a rappresentare altri. In d'ambo che il medesimo Pao-
i sessi,

questo medesimo obbligo vennero lo III approvò con bolla de' 7


compresi i notali , i sostituti , e i febbraio i54', sotto la invocazione
giovani , con usare la solita veste della beata Vergine della visitazione
nelle informazioni , e 1' abito nero degli orfani orfanotrofio, che poi
;

ne' rispettivi uffizi. passò sotto il governo di un Car-


Inoltre Benedetto XIII, allorché dinale protettore, al modo che si
nel 1727 partì per Cene vento, avuto descrive al volume XIV. pag. 208
VOL. XIX. 3
34 Cl'R CIR
e seg. del Dizionario. Il pio istituto, se in via della Scrofa eresse un ospe-
die tanto onora la curia romana, dale , di cui tratta Carlo Barto-
sotto il titolo di congregazione di s. lommeo Piazza, Opere pie, pag. lai,
Ivo, per la, generosa e caritatevole si formò una pia unione di avvo-
difesa, cui si prende nel tribunale cati, e curiali, e di molti prelati
delle cause civili de'poveri, ebbe in- della curia romana, massime degli
cominciamento nel secolo XVI, e uditori della sagra rota, i quali nei
merita qui una breve, ma distinta giorni festivi si riunivano nella chie-
menzione per la sua celebrità e sa di s. Paolo decollato dei p.
benemerenza. Barnabiti, posta allora in piazza
S. Ivone, britanno di s. Marti- Colonna e precisamente ov'è il pa-
no, luogo poco distante dalla città lazzo Chigi. In questa chiesa, do-
Trecorense, crebbe tanto in dottri- po avere recitato l'ufficio della bea-
na e santità, che fu vero modello ta Vergine, ed altre preci, e dopo
di carità verso gli orfani, i pupilli, avere assistito alla santa messa, si
i minori, le vedove, ed i poveri. ritiravano in un luogo per ascolta-
Questa singoiar carità fece egli co- re gli orfani, i pupilli, o minori, le
noscere nell'esercizio di giudice ge- vedove, ed altri impotenti, e mise-
nerale, a cui lo costrinse il vesco- rabili persone sopra gli aggravi, che
vo trecorense nella sua diocesi. potessero ricevere dai prepotenti, af-
Dipoi, avendo rinunziato a tale uf- fine di patrocinarli gratuitamente
ficio, si ordinò sacerdote , ed au- sulle questioni civili. Dopo averle
mentando in carità verso il pros- intese, la pia unione incaricava uno
simo, si dedicò come avvocato nel de'suoi individui alla verifica sia
foro per sollevare appunto i dere- della povertà del ricorrente, sia al-
litti summentovati dalle oppressioni l'esame del buon diritto di sua cau-
e prepotenze, perchè Dio prodi-il sa, i quali due estremi riconosciuti,
giosamente l'illuminò per esercita- se ne commetteva a vicenda la di-
re il pietoso ufficio innanzi ai fesa gratuita, dandosi poi nelle suc-
giudici,con tal felice successo, che cessive adunanze dai deputati re-
meritò di essere dopo la sua mor- lazione del risultato delle loro di-
te, canonizzato in Avignone da Cle- fese, come dell'esito delle cause.
mente VI nel i347- Questo lumi- Per supplire poi alle spese occor-
noso esempio di carità verso i po- renti e necessarie nei giudizii, si fa-
veri, e gli oppressi, volle imitarsi ceva una questua al momento del-
in diversi luoghi, e principalmente la recita dell'ufficio, cui poi uniron-
in Roma, ove ammiriamo i più lu- si le caritatevoli offerte di altre pie-
minosi monumenti della carità ro- tose persone. Continuò per molti
mana, degni della capitale del cri- anni questa lodevole congregazione
stianesimo, e della residenza dei som- nell'anzidetto metodo con gran van-
mi Pontefici, i quali sempre co- taggio de'poveri, allorché nel pon-
adiuvarono, e promossero con apo- tificalo Paolo V, essendosi nota-
di
stolico zelo, ogni maniera di opere bilmente accresciuto il novero dei
meritorie, e benefiche. divoti e benefattori, con breve dei
Nei primordi pertanto del secolo 5 dicembre 1616, Cum sicut ac-
XVI, ne' quali pure in Roma ad cepimus, in ecclesia, seu oratorio
onore di s. Ivo la nazione france- clericorum regularium s. Pardi }
CUR CUI! 35
il detto Pontefice V eresse in con- cattolica), mediante i certificati di
fraternita di conflati, e consorelle persone probe, e note per la loro
sotto l'invocazione dell'immacolata fède; così per la verificazione più
Concezione di Maria Vergine, e di sicura della povertà, tra le persone
s. Ivo , e le concesse molte indul- nobili ecclesiastiche, e pie vennero
genze. scelte sedici delle più accreditate
Animata così la confraternita, vol- e provette,con essersi a quattordi-
le formarsi apposite costituzioni. ci de'medesimi assegnato un rione
Queste furono approvate da monsign. per ciascuno, affinchè esaminata pri-
P. Visconti, allorché era prelato pre- ma l'istanza, e la fede di povertà
fètto della medesima, mentre la del curato, potessero interpellarlo,
confraternita elesse per acclamazio- visitare i ricorrenti nelle proprie
ne in primo protettore il Cardi- abitazioni, quindi prendere di tutto
nal Giulio Sacchetti (che poi ebbe le più esatte informazioni. Altri due
in successore nella protettoria il poscia venivano destinati, uno pei
Cardinal Marcello Santacroce, al poveri ricorrenti dello stato, l'altro
quale successe il Cardinal Bene- per quelli fuori di stato, acciocché,
detto Odescalchi anno ,
poi nell' esaminati i certificati de' rispettivi
1676 Papa Innocenzo XI), che ne vescovi dello stato, e delle persone
fu insigne benefattore. I padri Bar- idonee, potessero ad esse rivogliersi
nabiti passarono nella Chiesa di s. in qualche caso di dubbiezza, ed
Carlo a' Calmavi (Fedi), ove in- in questa guisa verificare i requi-
vitarono la confraternita a seguirli, siti ed impotenza di po-
di povertà,
ciocché si effettuò ai i5 giugno tersi difendere a proprie spese, pe-

1659 nel pontificato di Alessandro rò nelle cause soltanto da doversi


VII, in un locale, ed oratorio de- trattare nei tribunali di Roma.
signato con dichiarazioni per parte L'altro requisito del buon diritto
della congregazione di s. Ivo, e con spettava esaminarsi prima dal di-
varie obbligazioni per parte dei fensore, e procuratore, o da qual-
padri di s. Carlo. Dopo questo che avvocato confratello, a tal ef-
trasferimento lo scopo caritatevole fetto deputato, e poscia da tutta
della confraternita si divulgò anche l'intera congregazione sull'esatta, e
per lo stato pontificio, per cui ogni minuta informazione della causa, la
giorno crebbero i ricorsi de'poveri. quale, dopo la discussione fattane,
E siccome due requisiti si sono si decideva nella discrepanza colla
sempre richiesti, conforme tuttora maggioranza de'voti. Ed affinchè le
si richiedono, ai bisoguosi che ri- cause riconosciute proprie della
corrono, la pi'ova cioè della loro difesa dell' instituto venissero quin-
povertà relativa, di non aver mezzi di raccomandate e protette nei ri-
sufficienti per far fronte alle spese spettivi tribunali, si eleggevano due
di un giudizio per gli abitanti di prelati per ciascun tribunale colle-
Roma, mediante la fede del proprio giale, cioè del tribunale supremo
parroco, per quelli dello stato me- della segnatura di giustizia, della
diante la testimoniale di povertà del sagra rota, della camera, della con-
proprio vescovo, e per gli esteri sulta, e del buon governo.
(giacché la carità romana ha aspi- Con tale ordine, e metodo si pro-
rato sempre ad essere veramente seguì sino al secolo XVIII, colle-
36 CUR CUR
sercizio ancora delle opere di pie- le lettere apostoliche di maggior
tà, e divozione, segnatamente nelle presidenza ricaduto alla dateria per
ricorrenze delle festività della Im- morte di monsignor Orsetti, accioc-
macolata Concezione, e di s. Ivo. ché coi proventi, e frutti del mede-
Però se in progresso di tempo si ac- simo si fosse intanto potuto sup-
crebbe il numero de'poveri ricor- plire dalla pia congregazione alle
renti, si diminuì quello dei benefat- spese necessarie nella difesa delle
tori delle limosine, ma non giam- molte cause, che vi erano in quel-
mai quello de'più bravi e pii curia- l'epoca dei poveri di Roma e del-
lied avvocati confratri , fra* quali lo stato, e di quelli ancora fuori di
va nominato a cagione di segnalato esso. Ad animare poi i confratri del
onore, Prospero Lamberti ni avvo- benemerito istituto, Benedetto XIII
cato concistoriale, poscia Pontefice ordinò con due brevi, co'quali con-
Benedetto XIV. Non si deve tacere, ferì in perpetuo ai Cardinali pro-
che Clemente XI assegnò al pio tettori pro-tempore, di nominare
istituto l'annua pensione di scudi all' esercizio dell' abbreviatorato e
sessanta. Il successore Innocenzo XIII prelatura uno de' confratri, e in
nel 1722, con due brevi, Cum si- mancanza di essi qualunque altro
cut, ed Exponi nobis, approvò ed chierico, sebbene non fosse aggre-
ampliò le indulgenze concesse alla gato a questa congregazione, come
congregazione da Paolo V, e col si legge ne'brevi, Motti proprio, Pa-
breve de'26 marzo, Piai Christijide- trocinami pupillorum, et viduaruni,
liuììi confraternitates , elevò la con- de'i3 gennaio 1726, e Mota pro-
fraternita al grado più decoroso di prio Nuperrimi sexto nimirum idus,
arciconfraternita , colla facoltà di de'22 febbraio 1726. In virtù dei
aggregarne altre consimili: finalmen- quali il Cardinal Corradini protet-
te con altro breve, Cam sicut di- tore, nominò per la prima volta
ledi fìlii officiales, et confratres, da- in primo abbreviatore monsignor An-
to ai26 marzo 1722, il medesimo gelo Lucatelli Martorelli, chierico
Papa approvò, e confermò le co- nobile di Cesena, e cameriere di
stituzioni ampliate, e riformate, che onore di Benedetto XIII. Questo
poi furono ristampate in Roma nel privilegio sempre, e successivamente
1829, con questo titolo : Compendio ha goduto la congregazione. L'at-
{storico del pio istituto, congrega- tuale monsignor Gio. Carlo Alessi
zione, e ven. arciconfraternita sotto de Castelli di Norcia attualmente
l 'invocazione dell'Immacolata Con- segretario della sagra congregazione
cezione, e di s. Ivo avvocato de' po- del concilio, fu eletto a tal prela-
veri oppressi. Di questa opera è tura per nomina del protettore Car-
autore monsignor Giovanni Carlo dinal Antonio Doria Pnmphily ,

Alessi de Castelli, zelante prelato spedita a'2 marzo


8 G, sebbene 1 1

della curia romana , e dell'incre- fosse stata fatta sino da! 1807, e
mento, e della gloria di questo isti- non effettuata, perchè Pio VII de-
tuto. Quindi Benedetto XIII, gran stinò il lodato prelato in vicario
benefattore dell'istituto, per prov- generale, ed uditore generale del
vedere ai suoi bisogni, gli applicò Cardinal Giovanni Castiglioni , ve-
in perpetuo un ufficio prelatizio va- scovo d'Osimo e Cingoli.
cabile, chiamato abbreviatura del- Altri onori e prerogative accor-
CUR CUR 37

dò Benedetto XIII all'istituto, che il vacabile dell' abbreviatoria spet-


in morte gli decretò per riconoscen- tante alla pia congregazione di s.

za un anniversario perpetuo . Gli Ivo, ed intestato al nominato monsi-


successe Clemente XII, Corsini, già gnor Alessi de Castelli, venne pre-
per molti anni prelato prefetto della feritoa quei liquidati, e dichiarato
congregazione, il quale con chirogra- compreso nel numero de'primi sette
fo pontifìcio diminuì grandemente le officii , i quali partecipavano della
spese per la stampa delle scritture, giudicatura delle materie concisto-
e dei sommari nelle cause de'pove- Finalmente Leone XII, nel
riali.

ri difesi dalla pia congregazione, 1827, accordò all'istituto il privile-


come si legge in tal chirografo dei gio, col quale ordinò alla stampe-
22 luglio 1733. Indi, per morte del ria camerale, d'imprimere, e som-
Cardinale Pietro Marcellino Corradi- ministrare senza pagamento al
11 di Sezze oriundo di Cori, dell'i-
i medesimo istituto,le stampe di
stituto protettore, non solo questi scritture, e sommari per le cause
istituì erede universale
monistero il dei poveri.
della sagra famiglia della sua pa- Nel numero 3 delle Notizie, del
1

tria Sezze; ma, a seconda del breve giorno di Roma, dell'anno 1842,
ottenuto da Clemente XI, ne affidò si legge quanto segue: » Nell'adu-
l'amministrazione alla congregazione, « nanza generale tenuta dalla pia
e la protezione e giurisdizione spi- >» congregazione di s. Ivo nel giorno
rituale al Cardinal protettore prò » 19 giugno 184.2, il sig. avv. Giu-
tempore dell'istituto di s. Ivo, di- *» seppe Maria Combi, nella sua qua-
venuto perciò anche protettore del >» lifìca di erede fiduciario ed esecu-

monistero. Quanto fece Benedet- *» tore testamentario, partecipò alla


to XIV per l'istituto , e quanto *• detta congregazione la disposizione
questo stabilì per la difesa delle - testamentaria fatta prima di emet-
cause, ed altro relativo, diffusamen- » tere la solenne professione da
te viene riportato nel citato Coni- »» donna Maria Luisa di s. Pietro
pendìo Clemente XIV, con
isterico. « (al secolo Angelica Mattei, figlia
chirografo de'29 luglio 1 77 1, ac- •» del fu Benedetto), monaca nel ven.
cordò alla congregazione la sov- »» monistero delle camaldolesi in s.
venzione annua di scudi duecento »* Antonio abbate, con cui, oltre
sulla cassa componende della
delle » 1' adempimento di vari legati,
dateria apostolica per un decennio, >» ordina che ogni qual volta il de-
eli e poscia Pio VI nell'anno 1780 *» naro da esigersi dalle rendite del
prorogò ad altro decennio. Pio VII, »»suo patrimonio giunga alla som-
con rescritto degli 8 febbraio 18 17, « ma di scudi mille duecento, deb-
confermò i privilegi del pio isti- « ba cedersi al suddetto suo mo-
tuto, ed accordò l'esenzione dal pa- - nistero, colf obbligo di vestire
gamento della registrazione degli » senza dote una giovane non mag-
atti, e sentenze giudiziali, al modo *» giore di anni venticinque da
stesso, in cui andava già esente da » scegliersi dalle monache in pieno
quello delle propine, e registro. Al- »* capitolo a voti segreti fra le fì-
tro privilegio riportato dal medesi- « glie dei signori curiali di colle-
mo Pio VII con rescritto dei 5 » gio, o rotali ascritti alla pia con-
febbraio 1839 si fu quello, con cui * gregazione di s. Ivo, o che lo
38 CL R CU»
•' (ossero stati Accadendo
viventi. >» cause è scelto il fiore della curia
» oggi l' adempimento di una tale » Romana ". Di questa pia congre-
disposizione ( che in seguito po- gazione di s. Ivo fa parola auche
» tra aver luogo ogni quattro o il Piazza, Opere pie p. 65g.
> cinque anni), la manifestò agli Avvi ancora in Roma V arcicon-
» individui di detta pia congregazio- fraternita della curia romana, sotto
*> ne, affinchè possano profittarne, il titolo di santa Maria salute degli
» presentando al detto monistero infermi^ e dei ss. Ivone, Egidio, e
» le loro figlie, che vengono dal Ginnesio, con un Cardinale protet-
« Signore chiamate allo stato rao- tore,ed ora esistente nella Chiesa
»» onde procedersi alla ele-
nastico, di s. Lucia della Tinta (Fedi).
vi una di esse nel modo
zione di Questo sodalizio ebbe origine da al-
» sovraespresso ". Placido Maria cuni curiali, notari, ed altre pie
Palelli segretario della pia con- persone di Roma, che per onorare
gregazione di sant' Ivo. » Siccome Dio, e i suoi santi, ajutare i loro
qui sono nominati i curiali di col- simili, massime i trapassati coi suf-
legio, che formano distinta parte fragi della Chiesa, nel 17^3, deli-
della curia romana, di essi si parla berarono di erigere nella chiesa di
al precitato articolo Procuratori di s. Ivo, od Ivone de' britanni, una
Coliegio. Intorno ai curiali rotali, confraternita sotto l' invocazione ap-
che egualmente formano un ordine punto di s. Maria salus in fi rino-
distinto nella curia romana, ecco mili, e la protezione de' ss. Egidio
quanto ne dice il Bernini, Del tri- abbate, Ivone confessore , ed avvoca-
bunale della Rota a p. 201:» Del- to de' poveri, e di Ginnesio notaio
•> le cause poi, che si propongono e martire. Detta chiesa è nel rione
» nell'auditorio della sagra rota, e campo Marzo, nella via della Scro-
» diconsi rotali, ad esclusione di fa, e, al dire del Panciroli, Tesori
-•> ogni altro, solo è permesso a- nascosti, fu fabbricata nel secolo
» vanzare la procura a' distinti e XIV dai bretoni, con ospedale con-
» precisi procuratori, che parimen- tiguo pe' connazionali, poscia diven-
•> ti diconsi procuratori, o cu- ne parrocchia, e nel giorno di s.

» riali rotali , dai quali è for- Ivo, gli avvocati concistoriali, Car- i

» mato un collegio, che si man- dinali, e molti prelati si recavamo


» tiene in tanta riputazione, ed ad onorare il santo. Da Calisto III,
« onore, che in mancanza di alcu- nel i4^6, ad istanza del Cardinal
-•'no di essi s' affollano i concorren- Alano Cetivo, fu ceduta alla nazio-
» ti a riempirne il luogo. Da essi ne francese; finché Gregorio XIII,
» poi si richiede un formale esame per secondare le brame di Enrico
=' avanti il decano della sagra ro- III re di Francia, uhi la chiesa, e
ta coli' assistenza de' più anziani trasferì l' ospedale presso quella di
» dell' enunciato collegio, con la s. Luigi de' francesi. Lo scopo della
> cui approvazione eglino riportano fu principalmente
pia unione si di
» un patente attestato di soli po- recitare in questa chiesa nei di fe-
» tere essere ammessi alla procura stivi l' uffizio divino, di suffragare
•> delle cause rotali. Pregio non meu le anime del purgatorio, di visitare
y> decoroso a loro, che rimarcabile una volta il mese l'ospedale di s.
« al tribunale, al progetto delle cui Giacomo, di sovvenire poveri in- i
,

CUR CUR 39
fermi, che erano abbandonati nelle primicerio, e Cardinale
poscia un
strade, procurandone il sollecito tras- per protettore. Finalmente, ai 14
porto all' ospedale, od
altrove per dicembre 1 y44> monsignor Ferdi-
curarli. L' istituto ebbe adunque nando Maria de Rossi, vicegerente
principio con autorizzazione del Car- di Roma, ed arcivescovo di Tarso,
dinal Fabrizio Paolucci vicario di ne approvò gli statuti, e regolamen-
Roma, e le consuete concessioni, ti. La confraternita fiori secondo la
con l' uso del sacco di saja color sua istituzione, e verso la fine del
turchino celeste, con mozzetta di sa- secolo decorso, fu ad essa concessa
ja nera orlata di passamano bian- la chiesa di s. Macuto, già del se-

co, col cinto di pelle rossa, da cui minario romano, presso la chiesa
pendesse una corona divozionale ne- di s. Ignazio. Ma, nel i8a4j aven-
ra. Per istemma del sodalizio, da do Leone XII istituito nel contiguo
porsi nel sinistra lato della mozzet- luogo il Collegio de? nobili (Vedi),
ta, fu adottata l' immagine della ed affidandolo ai benemeriti gesuiti,
beata Vergine, col divin Figlio in concesse ad essi anche la chiesa di
braccio, sotto l'immagine de' santi s. Macuto, i cenni storici della qua-
protettori Egidio, Ivone, e Ginnesio, le riportansi a tale articolo, ed a
e nella parte inferiore le anime questa confraternita diede in vece
purganti. Ben presto fiorì la pia la Lucia della Tinta
chiesa di s.

unione a segno, che il sommo Pon- nomiuata di sopra, ove tuttora ri-
tefice Innocenzo XIII, col breve a- siede. Non deve per ultimo tacersi,
postolico Cimi sìcut accepimus ec. che è pure di onore ed ornamento
dat. ignovembris 1723, neh' appro- alla pietà Romana l' Arciconfrater-
vare la confraternita, le concesse nita di Girolamo della Carità
s.

molte indulgenze, e grazie spiritua- (Pedi), imperocché fra le altre pie


li, a vantaggio de' confratri, che per opere, che esercita, patrocina nei
la maggior parte sono avvocati, tribunali le cause de' pupilli, e del-
procuratori, curiali, notari, ed altre le vedove, e sollecita il pronto dis-
persone togate, che sono applicate brigo delle cause de' carcerati. Que-
all' esercizio della curia romana, non sto insigne sodalizio amministra l'e-
che spedizioneri, agenti , come an- Amadori nobile fio-
redità di Felice
che uditori di Cardinali , prela- rentino, che morendo nel i63q in
ti , ambasciatori ,
principi ec, ec, Roma, istituì una prelatura, il cui
ministri di segreterie , chierici ,
prelato tutto si dedicasse al patro-
anche costituiti in dignità , come cinio de' veri poveri di qualunque
vescovi, e Cardinali, ed altre per- nazione presso i tribunali della ro-
sone appartenenti alla curia ro- mana curia ; e che fosse assistito
mana, che vestono toga, e che risie- da un uditore o sollecitatore, o
dono in curia, il perchè il sodali- curiale, che con esso lui convivesse.
zio fu detto la confraternita della I curiali, patrocinatori, procu-
Romana Curia. Laonde pel buon ratori, ed avvocati ritengono una
regolamento della medesima, furo- distinzione di grado e di metodo
no compilati appositi statuti, ed a- nel perorare le cause, ma sono e-
naloghe ordinazioni, per dilezione gualmente chiamati causidici, e di-
ed osservanza de' confratri, cui fu fensori a termini di ragione. La
dato a superiore un prelato per difesa dell'avvocato suol consistere
4o CUR CUR
pel trattare le cause per iscritto, procuratori di collegio, che meri-
col mezzo di memorie intitolate tamente godono dal pontificio go-
Ristretti, dì fatto e di scritto, e quella verno distinzioni e prerogative ,

di curiale, patrocinatore, o procu- ragguardevoli ; questo officio , e


ratore consiste nell' attutazione, e la dignità di simili difensori sono
nell' esporre in voce alle udienze i ben descritti nella I. 14, eod. de
fatti relativi alle cause, e talvolta adv. divers. Jud,
ancora per iscritto. Il eh. avv. Mar- L'ufficio poi in ispecie degli avvo-
suo erudito codice de' do-
tinetti nel cati sembra avere dei rapporti più
veri, parlando della storia antica dei degni, di quelli dei semplici curia-
difensori, dice che sono veramente li, e causidici, come si può vedere
umilianti li reclami dell'antica, me- in Georgii Geraveri leti exercita-
dia, ed infima età contro il ceto tione academica varii argumeitti
de' difensori, ed a pagine 3 7 e 1 voi. II curn notis; ed in Gio. Giu-
seg., ne riporta le testimonianze. stino Weissmantel, Erfordiae 1777-
Diodoro Siculo, lib. 2, venendo a 38 si tratta De lau-
Ivi nell'opusc.
riferire il metodo economico dell'E- dibus advocatorum, dove viene a
gitto, come quello degli etiopi, os- dimostrare i vantaggi immensi, che
servatori dello stesso sistema, nar- riceve la cosa pubblica dagli av-
ra che quel popolo per metodo e- vocati, perchè per essi compiesi il

scluse ogni officio di difensore nel- sagro ufficio di legislatori, di giu-


le cause civili e criminali. dici, di consiglieri del governo, di
S. Bernardo fece pure al ceto tutori del fisco, de' poveri, delle
forense de' tempi suoi una grave corporazioni, e degli stessi diritti
censura nel lib. De considerai., che della Chiesa. Merita menzione l'e-

indirizzò al Pontefice Eugenio IH rudito trattato di Gio. Cristoforo


stato suo discepolo, lib. I, cap. 9; e Olafio de Scholnbach pubblicato ,

prima di lui la fecero s. Agostino, nel 1627 in Basilea con questo ti-
Origene, Alano, ed altri padri. V. tolo : Discursus historico-politico-
il Muratori, nell'opera, Sopra i di- furidicus. L' autore pone per mas-
fetti della giurisprudenza; Gaspare sima, che i principali giurisconsul-
Zieglero, Rabulistica, sive de arti- ti dell'antichità, ch'egli chiama in
bus rabulariis, Dresdae 168 5; e rassegna dai tempi di Tarquinio
Giuseppe di Gennaro, Sulle viziose Prisco fino a Papiniano, ed indi
maniere di difendere le cause nel prosiegue dai bassi tempi fino al
foro, Napoli 1744» non cne a dis- ' secolo XVI, appartengono esclusi-
sertazione Convivami Rabularum
, vamente alla classe degli avvocati,
<lel medesimo autore, Napoli 1769. e celebri oratori, non già alla clas-
Però 1' officio paterno e dignitoso se di semplici causidici addetti alla
de' difensori in ispecie de' buoni av- prassi, ed alle forinole forensi, cui
vocati, dei causidici onesti, ed in- successero i così detti curiali, e pa-
telligenti, come dei causidici scelti, trocinatori. Quindi l' Olafio enume-
che denominavansi già patroni au- ra tutti i patriziati, consolati, pre-
gustales, viri defensores spcctabìles, fetture insigni, e dignità equestri
s. palatii augusta lis defensores no- sostenute dai celebri giurisconsulti,
bilissimi, a cui possono corrisponde- che accoppiarono l'arte loro ad una
re oggidì gli onorevoli curiali, o nobile qualità, e prerogativa. L'im-
CUR CUR 4t
ponitore Anastasio qualificò gli av- cato de' poveri nelle cause civili,
vocati col titolo di conti,L. sug- al quale dovesse nominarsi un no-
gestionem cod. de adv. div. jud., bile cittadino dal prefetto o sella-
ed erano fino da allora annoverati tole di Roma. Dell' avvocato , e
3
tra i chiarissimi e nobilissimi, L. procuratori de poveri della roma-
providen. cod. de. postulando. In na curia, eruditamente tratta il
favore della Chiesa non isdegnaro- Piazza ne\Y Eusevologio romano trai,
no il titolo di avvocati i più gran- terzo, capo V; e noi in diversi
di sovrani, come si dice all'artico- luoghi del Dizionario.
lo Difensore della Chiesa o della Lungo sarebbe di far menzione de-
Fede (Fedi)j e in più luoghi il tito- gli avvocati più celebri della curia
lo di avvocato passò nel reggimen- romana, massime di quelli che furo-
topolitico. Lo Schoepflino nella sua no decorati del cardinalato, ed an-
Alsalìa illustrata, tom. II, cap. 7, che sublimati al pontificato, come
De advocatis provìncialiò us Alsa- Benedetto XIV. A volerne accennare
lìae, fa conoscere in qual credito alcuni, Gregorio XI che, per aver
erano tenuti gli avvocati, dal cui vissuto un solo giorno non è da
ceto si eleggevano i prefetti, e sot- tutti contato fra i Papi, era stato
toprefetti delle provincie, che chia- avvocato famoso, e fatto fu Cardi-
maronsi avvocati, e sotto avvocati nale nel 1273, dallo zio Gregorio
provinciali, ed il cui titolo ambi- X. Gherardo Bianchi, da contadino
vano spesso gli stessi principi. Gli divenne pedagogo de'fìgli d'un bolo-
eletti trasmettevano alle loro fami- gnese, accompagnando i quali all'u-
glie la stessa nobiltà, che potevano niversità, ne profittò per divenir
godere i langravi, i duchi, ed i vi- dottissimo legale a segno che re- ,

sconti, per cui si vuole che una catosi a Roma, per la fama, che go-
gran parte di famiglie nobili fran- deva nel 1278, Nicolò III lo creò
cesi ed alemanne derivino dogli Cardinale. Nel 1294 s. Celestino
antichi avvocati, e sotto avvocati V fece Cardinale Guglielmo Lon-
delle provincie. ghi, famoso giurisconsulto. Calisto III
Gli avvocati concistoriali [Vedi), nel i456 elevò al cardinalato Gio-
di origine antichissima sono uno dei vanni Castiglioni, insigne nella scien-
principali ornamenti della curia ro- za legale, e nell'arte oratoria. Nel
mana, pei nobili, e ragguardevoli uf- 1529, Clemente VII creò Cardina-
fizi sono investiti, e pel nobile
di cui le Mercurio Arboreo, famoso avvo-
scopo pel quale furono istituiti per cato. Paolo V
nel 1616 fece Car-
la difesa e tutela della Chiesa, e dei dinal Pietro Campora, che fu ri-

poveri, come si legge nell'epist. 17 guardato l'oracolo della curia ro-


lib. 7, cap. 1 7, di s. Gregorio I mana. Nel 1629, Urbano Vili an-
ad Bonifacium primum defensorem. noveròal sagro Collegio Luca Anto-
Degli avvocati concistoriali si trat- nio Virili , avvocato celebre nella
ta ancora all'articolo Difensore del- romana curia; 643. Gian-
e nel 1

la Chiesa romana {Vedi), cui sem- Iacopo Panciroli, ritenuto il più


bra sieno succeduti. Urbano Vili, bravo avvocato della curia romana.
nel 1682 colla bolla Ex commissi Innocenzo XI, nel 68 creò Car- 1 1 ,

nobis, data a' i5 ottobre, eresse pel dinale Flaminio del Taja, che eser-
popolo romano un ufficio di avvo- citò l'avvocatura nella curia roma-
fa CL'R CUR
na per sola carità, e senza mercede ;
Roma, e del rinomato monte Ci to-
e Giambattista de Luca, avvocato rio. La gran mole della curia In-

di somma riputazione nella curia nocenziana, ove risiedono l'uditore


romana autore molte applaudite
di generale della camera apostolica, il

opere riguardanti la medesima, mas- tesoriere generale di essa, e il tri-

sime quella, che porta per tito- bunale dell' A. C, giace sopra una
lo : Rclatio Rom. air. Alessandro eminenza artificiale, che dal volgo
Vili nel 1690 promosse alla di- si chiama monte Glorio, e dai più
gnità cardinalizia Bernardino Pan- colti, monte Cilatorio. Pretendono
datici, celebre avvocato nella cu- gli eruditi, che tal nome sia anti-

ria di Roma . Gabriele Filippucci, co, e derivato a citando, perchè


da avvocato della romana curia, suppongono, che in questa collina
venne promosso a varie cari- si raccogliesse il popolo prima di
che. Neil' anno 706 Clemente 1 ,
entrar ne'vicini comizi, e che da un
XI lo creò Cardinale, ma egli vir- prccone fossero chiamate citale, ad
tuosamente con una lunga scrittu- una ad una le centurie, le tribù,

ra persuase il Papa ad accettare acciocché potessero entrare ne' Scpti


la sua rinunzia. Inoltre Clemente ( V. V integrità dtl Panteon ri~

XI, nel 17 12, fece Cardinale Pietro vendicata a M. Agrippa, dall' avv.

Marcellino Corradini, di Sezze e di Carlo Fea, Roma 1820, p. 3 ) or-


nobile famiglia di Cori, avvocato dinatamente, e senza confusione.
famoso nella curia romana. Bene- Ma, non trovandosi menzione alcu-
detto XIII nel 1728 creò Cardi- na di questo monte negli antichi
nale Giuseppe Accoramboni suo scrittori, sembra doversi congettu-

Trfitore (Fedi), già avvocato della rare, che siasi formato a poco a
curia romana. Clemente XII nel poco con la congerie dei rovinati
1734 elevò al cardinalato Giacomo cdifizii, che in questa parte del cam-

Lanfredini, detto ancora Amadori, po marzio erano in gran numero,


dalla prelatura di questo nome, già o dalla terra qua trasportata, e
avvocato presso la curia di Roma, ammonticchiata in occasione di sca-
l'.enedetto XIV fece inoltre Cardinali varsi i fondamenti delle fabbriche
«lue celebratissimi avvocati della ro- circonvicine. Abbiamo però in
mana curia, Carlo Leopoldo Calcagni- un istrumento dell'anno 1200 fatta
ili nel 1743, e Giambattista Mesmer menzione di due fortezze dette Mu-
nel 1747- A' nostri giorni, ed ai nitioncs ; la prima è X Ago sta o
tempi a noi più vicini, rammente- La gusta, cioè il Mausoleo di Au-
remo con distinzione Antamori, e gusto, di cui si fece parola all'ar-
(Campanelli creati Cardinali da Pio ticolo Colonna famiglia (Vedi) :

"\
I; Erskine, e Turiozzi fatti Car- la seconda era nel Monte chiamato
dinali da Pio VII; Gamberini de- Accettatorio in una bolla di Urba-
corato della porpora da Leone XII; no HI nel 1187, presso Montfau-
ed Alberghini annoverato al sagro con, Diar. Ital. p. 243; e che in
Collegio dal Papa che regna, tutti un'altra di Martino V del i4'8,
slati prima celeberrimi avvocati. presso Francesco Bordoni nel Bui-
Non riuscirà finalmente discaro, lar. terlii ordinis s. Francisci p. 92,
che per ultimo si faccia qui men- dicesi Mons acceptabilis. può ri-
Si

zione della curia Innocenziana di tenere per altro, che questa munì-
CUIi CL'R 43
zinne, o fortezza fosse situala sulla Stalìlio Tauro, forse il nome che
filcla del monte là dove si disten- nel secolo XV portò di Accentato-
deva verso la chiesa di s. Maria in rius, Aeceplorius, che sembra la ra-
Aoquìro in Equiriìs, e vi erano dice dell'attuale, sanzionato dall' li-

avanzi di antica fabbrica, sulla qua- so, a che è destinato questo palazzo,
le sono fondati il palazzo, e colle- formossi dal detto cognome di Tau-
gio Capranica, e che si videro al- ro,o Toro avuto da Statilio, e quin-
lorquando fu abbassato il terreno di da Monte di Toro nacque insensi-
avanti la curia Innocenziana. Ma bilmente 1' odierna appellazione.
può poco vi duras-
giudicarsi, che Di altre erudizioni sulla deno-
se poiché nel resto del monte, fino minazione di questo monte, degli
alla cima, allorché fu tolta la terra scrittori che ne hanno parlato, co-
nel cortile del medesimo non vi me dell'erezione dell' edilìzio, parla
era segno di fabbrica alcuna. il nell' Euscvologio Romano,
Piazza
Osserva il eh. Nibby, Roma ncl- capo XI, Della Curia In-
trat. Ili,

V anno 1 838 parte I antica, p. 9.o„


,
nocenziana a monte Cilatorio, ov-
che il monte Citorio non ebbe tal vero Citorio. Inoltre dice questo
denominazione prima del secolo autore, che ilPapa Alessandro VI
XV, ed è comune l'opinione, che chiamava la Curia Promana Suprc- :

il monte non sia naturale, ma ar- muni j'uslitiae tribunal, et saluber-


tefatto, che viene provato dal-
il rimimi oppressorum rejìigium.
l' architetto Fontana, il quale nel 11 palazzo adunque di monte Ci-
fare il fondamento del palazzo del- torio, ossia della curia Innocenzia-
la curia Innocenziana, osservò che na, fu incominciato ad erigersi ver-
il piano era eguale a quello sul so l' anno i65o dal principe Lu-
quale sorge la colonna Antoni niana, dovisi,che aveva sposata la nipote
e che quel masso viene formato d'Innocenzo X, con architettura
da varii strati simili al composto di Gio. Lorenzo Bernini. Innocenzo
della cipolla. Il Piranesi, Ani. Rom ,
XII, nel 1695, dopo avere estinto
sciolse qualunque questione, e fece varie giudicature privilegiate, e do-
conoscere l'origine di questo colle, po avere rimesso tutte le cause ai
che sorge nel centro della parte giudici ordinari, togliendo loro le
più nobile di Roma moderna. Egli facoltà, a comodo della curia ro-
pertanto dice, essere questo princi- mana, ed acciocché essi ed i liti-
palmente formato dall'ammasso del- ganti non fossero costretti a girare
le rovine dell'anfiteatro di Statilio in diversi punti di Roma, volle riu-
Tauro, e di altre fabbriche circo- nire diversi tribunali in un mede-
stanti, lo che si deduce primiera- simo edilizio centrale di Roma. A
mente dagli avanzi di alcuni sedili lai effetto acquistò la fabbrica non
circolari, doveano appartenere
che ancor finita dei Ludovisi, ed alcune
a quell'anfiteatro, e da altri avanzi case circonvicine. Quindi incaricò
di antica fabbrica ritrovati cento l'architetto Mattia de Rossi che pro-
palmi sotto lo stesso monte nel seguisse l'edifizio per collocarvi i

fondare 1*
odierno palazzo della cu- tribunali civili, laonde vi fece ie
ria Innocenziana; e che sorgendo il -cale, il portico, e l'ultimo piano.
monte principalmente sulle rovine, La facciata esterna era rimasta co-
e colle rovine dell'anfiteatro di ine l'aveva fatta il Bernini, ma in
44 CLR CUR
Fon- sovrasta il cam-
orologio, a cui
seguito Tallio architetto Carlo l'

tana diede l'ultima mano all'edi-


panile munito di grossa e sonora
lizio, aggiungendovi gli
abbellimen- campana, che suol suonare la mat-
corte, la quale dicono gli tina per annunziare l'apertura de'tri-
ti della
intendenti, nella sua bizzarria ha bunali quando agiscono. Innocenzo

del piacevole, e del teatrale, massi- XII donò il palazzo all' Ospizio

me per l' elFetlo che produce la apostolico (Vedi) al modo che si

fontana, situata nel fondo, che ha dirà in tale articolo.

l'acqua cui riceve entro una con- Il Bonanni, Numismala Pont.

ca di granito trovata nelle rovine tom. II, p. 826, fa la storia del-


l'erezione di questo edifizio, ne ri-
dell'antica città di Porto. Il tutto
porta prospetto e icnografia,
insieme di questo palazzo, che dal il l'

suo principale fondatore, e dal fine non che la medaglia dal Pontefice
prese nome di Cu- fatta per esso coniare nel i6ry>,
onde lo fece, il

na Innocenziana, presenta un aspet- col medesimo dignitoso prospetto


esterno, e l'epigrafe: Justitiae et
to veramente magnifico, e sontuo-
Vietatisi ed aggiunge, che in con-
so. La sua facciata esteriore ed im-
ponente, collocata su tre diverse ferma del donativo fattone all'ospi-

linee, non corrisponde all' interno. zio apostolico, fece incidere su di


T
lS mezzo apronsi
el tre porte, che una tavola marmorea , e collocare

in pilastri, a nelle pareti esterne, l'iscrizione:


mettono al portico
sinistra del quale trovasi l' ampia
PAVPERVM I.WALIDORVM HOSPITIO. Nel
citato Piazza, Eusevologio trat. XI,
ed agevole scala, che conduce agli
181, parla della Traslazione.
appartamenti. Delle tre porte quel- p. si

esse sono e residenza de' notari, e loro uffizi


la di mezzo è maggiore :

fiancheggiate da quattro colonne di dalla via dei Banchi, al palazzo

travertino, che reggono una gran della Curia Innocenziana. Dicesi


pertanto, che a comodo altresì del-
loggia simile, dalla finale suol farsi
ogni quindici giorni 1' estrazione del
«Il la Curia, Innocenzo XII dalla con-

lotto : sulle due minori veggonsi in trada de' Banchi trasportò nel detto
Giustizia, e palazzo gli uffizii de' notari dell'u-
due tondi effigiate la

la Carità, virtù predominanti nel- ditore della camera , che però da

l'animo d'Innocenzo XII. Nel pian- dieci ridusse a cinque, denominan-


risiedono uffici, e le do i notari di questi capo-notmi,
terreno gli

cancellerie de' tribunali civili ; e ai e che il magnanimo Pontefice nel-

piani superiori l'uditore della came- la prima visita che ha fatta al pa-
ra, i tribunali di prima istanza, il lazzo a' 4 maggio 1690, onorò di

tesoriere generale, e le loro segre- sua presenza i detti uffizii notarili,

terie, non che il tribunale crimina- 1 cui avevano ornati


capo-notari,

le dell' A. C. Nel primo ripiano, con analoghe iscrizioni, emblemi,


in una nicchia, vedesi abbozzato in stemmi, fiori, ed altre festevoli di-
marmo un gruppo, rappresentante mostrazioni. Inoltre aggiungesi, che

Apollo, che scortica Marsia, che si sotto il palazzo e tribunale di mon-


vuole scoltura del secolo XV. Per signor vicegerente, dirimpetto alla
di sopra al corniccione, nella parte colonna Antonina, stabili quattro uffi-
centrale del prospetto, elevasi una zii dei capo-notari della camera apo-
specie di attico, aveute in mezzo stolica, che da otto Innocenzo XII
4

CUR C UR 45
avea ridotti a quattro, ed ivi tras- mandato di procura nel procurato-
feriti dalia via dei Banchi, ed anche re, e mancanza di citazione de'col-
essi onorati dalla pontifìcia presenza. litiganti.
Abbiamo dal suddetto Carlo Fonta- Parlando poi delle curie di Be-
na il Discorso sopra l'antico monte nevento, di Civitanova, e di Monte
Citatorio, situato nel campo Marzo s Cosaro, dice che queste curie ave-
ed altre cose erudite ad esso attinenti, vano di particolare che, oltre la
con V istoria di ciò die occorso nel- prima istanza, godevano nei loro
V innalzamento del nuovo edijìzio tribunali anche la seconda, nelle
della Curia romana, e di quanto cause però profane, e temporali
è accaduto nel ritrovamento della solamente, quanto alla curia di Be-
nuova Colonna Antoniniana (di que- nevento; e ciò per privilegio di Ur-
sta, e della colonna di cipollino o bano VIII, confermato da più Papi,
caristio , eh' è giacente nel cortile 1' ultimo de' quali fu Clemente XII
della curia Innocenziana, si trat- Bull. Mainardi t. XIV, p. 2 38; e
ta al voi. XIV, p. 3 1 3, e 3i4, quanto alle altre curie de' soprad-
del Dizionario), Roma 1708. Dipoi detti luoghi, per privilegio di altri
il Pontefice Clemente XII, per mag- Pontefici, come può vedersi nella Fir-
gior ornamento del palazzo della mana jurisdictionis, proposta nella
curia, ne ampliò la piazza, me- piena segnatura de' 17 marzo 1763;
diante la demolizione di alcune avvertendosi che da Civitanova ap-
piccole case ; e Pio VI tolse da pellavasi a Monte Cosaro , e da
questa piazza il piedistallo già ser- questo luogo si appellava alla città
vito alla vera colonna di Antoni- di Fermo. Della Curia Capitoli-
no, e vi eresse l' obelisco che ora na, si tratta all' articolo Tribunale
si ammira. di Campidoglio, eh' è il tribunale
L' autore della Pratica della cu- del senatore di Roma. Del tribuna-
ria romana, parlando delle Curie le del Cardinal vicario, il quale si

de partibus t. II, cap. I, par. 3 ,


intitola Vicario di Roma, e suo
dice che chiamami Curie de parti- distretto, e della romana Curia giu-
bus, tutti i tribunali dello stato dice ordinario, si tratta all' arti-

pontificio fuori di Roma. In que- colo Vicario di Roma (l ecli). Il

ste curie, die' egli, non si osservano regolamento disciplinare sui curiali;
in tutto le regole giudiziarie, e fo- le tasse dei procuratori ed avvoca-
rensicome in Roma, anzi alcune ti ; le norme da osservarsi nella pro-

hanno una prassi particolare. Ma cedura sui ledami contro i curiali;


per provvidenza del regnante Pon- le discipline per reprimere la licen-
tefice vi è uniformità al presente za dei curiali nelle loro scritture, ed
di pratica in tutti i tribunali dello allegazioni ; e la pena criminale pel
stalo ecclesiastico. Occorrendo poi paltò di quoto di lite, e per l'ab-
di giudicarsi le loro cause, e dispu- bandono, o collusione della difesa,
tandosi sulla validità de' giudizi, i lutto è riportato al voi. V, p. 3i 1,
nostri tribunali di Roma inclinano 348, 4 3 4^3, 55o e 661 della
j ,

sempre per dichiararli validi pur- ,


Raccolta delle leggi, e disposizioni di
ché non vi sia alcuna nullità detta pubblica amministrazione, che si van-
de tribus; cioè mancanza di giuris- no pubblicando nell'odierno pontifi-
dizione nel giudice , mancanza di calo.
,

46 eu r CUR
Da ultimo monsignor Orsi Man- mente ecclesiastiche, ancorché vi sia
gelli, come uditore generale della di mezzo alcun laico. Solamente si
camera, ora Cardinale, a' 2 dicem- è loro accordato di potere eserci-
bre 1^42, fece pubblicare la noti- tare sopra de' laici la giurisdizione,
ficazione coli' elenco dei procurato- qualora si provi la consuetudine
ri e sostituti die possono compari- ;; quae et quadragenaria sit, et per-
re avanti la sua curia, cioè dei >- petuo constans non unquam vel
procuratoli di collegio, dei procu- » contradicta, vel interrupta. Prae-
ratori rotali, e dei procuratori in- »»terea constitui eam volumus mul-
nocenziani, e dei rispettivi sostituti -•:
tiplicate, ac frequentia actuuni
degli uni, e degli altri, approvati » non levium, quos constet gestos
tanto da lui, ebe dai suoi prede- » fuisse animo praescribendi juris-
cessori. .Nella medesima notificazio- dictionem saecularem
-•>
non ex. ,

ne tra le altre cose viene dichia- » gratia, vel conniventia toleratos,


rato, che coloro, i quali non sono » neque tales qui fieri fortasse po-
descritti in tale elenco, sono estra- » tuerint citra certam, praecisam-
nei alla curia, e perciò non è loro » que scientiam, et acquiescentiam
lecito attitare le cause, e difender- *» vel nostrani, nostrorumque prò
le nelle pubbliche udienze. » tempore successorum, vel saltem
CURIA ECCLESIASTICA, o Cu- " supremorum magistratuum no-
bia vescovile ( Epi.sc opalis Curia ). » strae hujus Urbis etc., nullam
Così chiamasi la giurisdizione dei » prorsus in re tam gravi habere
vescovi, che esercitano per mezzo » mandali tes rationem de scientia,
della loro cancelleria, nella diocesi > ac patientia rectorum localium,
e sui diocesani loro soggetti, sia » aliorumque inferiorum magistra-
per l'amministrazione spirituale del- » tuurn ". Così la precitata costi-
la diocesi, e sia pel giudizio delle tuzione di Clemente XIII.
cause. I vescovi nelle cause de' le- La curia vescovile di Rieti pro-
gati sono giudici privativi, an-
pii vò la detta consuetudine nelle cau-
che contro i non diocesani, essendo, se contro i laici, nelle quali però
specialmente stati dichiarati in que- sia l'attore il chierico, o il luogo
ste cause delegali apostolici dal con- pio, come
nella Reatina jurisdictio-
cilio di Trento, nella sess. 22, cap. nis segnatura li 1 7 settembre
in
8 de reformat. Se possano, o no, 1772. Quella di Tivoli provò di
essere giudici nelle cause de' beni avere la cumulativa con i tribuna-
ed interessi della loro mensa ne , li laicali nelle cause inter laicos,
tratta il Cardinal Petra nel tom. I. civili però non criminali, a tenore
p. 98. Quanto poi all'avere, o no, di un voto di monsignor Ansaldi
le curie vescovili la giurisdizione per risoluzione d' una congregazio-
contro i laici, fu questione termi- ne particolare del 12 marzo 1693,
nata dalla costituzione Praestat Ro- e decreto dell'uditore del Papa,
manuni Pontifìrem , di Clemente de' 2 3 aprile 172 5. Altre curie ve-
XIII, il quale dichiarò, che non scovili, fra le quali le curie di Spo-
compete loro veruna giurisdizione leto, e di Terni, pretesero la detta
sopra i laici, sieno le cause civili, cumulativa a norma dell'accennala
ovvero criminali, eccettuate le cau- costituzione che chiaramente gliela
se di misto foro, e le altre mera- nega, onde nei casi occorrenti, citali-
CUR GUR 47
dosi avanti la segnatura per la cir- bilito da Innocenzo XI, la cui co-
coscrizione degli atti, la presunzio- stituzione è chiamata la lassa In-
ne è sempre contro la cumulativa nocenziana. Il tenore di questa è
giurisdizione; e sono obbligate le trascritto tanto dal Pignattelli in
curie vescovili a rigorosamente pro- fine della citata consul. II, quanto
varla. Quanto poi ai vicari genera- dal Ferraris nella detta Biblioth.,
li, e foranei , questi col vescovo verbo Taxa. Intorno a questa tas-
compongono un solo tribunale, se sa, come avverte il medesimo Fer-

pure in qualche caso non si trovi raris, loc. cit. n. 12, che deve os-

ragione per giudicare in contrario, servarsi in tutte le curie ecclesiasti-


come accadde nella segnatura pie- che, anche extra Italiani, non o-
na, nella Verulana i4 agosto, e i i stante qualche consuetudine di abu-
settembre 1760. La giurisdizione so in contrario, come nel 1724,
del vicario foraneo è ristretta a risolvette la sagra congregazione
certa somma, dove maggiore, do- del concilio ( V. Ferraris num. 1 4-
ve minore, secondo le limitazioni nel 1743 a' io dicembre), rispetto
contenute nelle patenti, che gli spe- alla curia vescovile di
Tivoli , ove
discono i suoi rispettivi vescovi. Se la detta andata in dissue-
tassa era
però le parli compariscono, e con- tudine, in una congregazione parti-
sentono in cause eccedenti la som- colare composta dai Cardinali Gen-
ma limitata, resta prorogata la lo- tili, Accoramboni , Rezzonico, poi
ro giurisdizione, e sono validi gli Clemente XIII, e dai prelati poi
atti. In questi termini decise la se- Cardinali Cavalchili!, e Castelli, tra
gnatura nella Spoletina 2 1 genna- gli altri dubbii vi fu questo » An :

io 1746, nella Camerinen. 22 ago- " episcopus, illiusque officiales, et


sto 1754, nella Verulana 4 g' u g uo » ministri teneantur servare taxam
1756. In appresso però, neppure » Innocentianam ; " e fu risposto
col consenso delle parti, si sosten- affirmalwe. E nell'anno 1773 li
nero gli atti fatti avanti li vicari 2 3 aprile la sagra rota in una A-
foranei, nelle cause eccedenti il va- latrina super expensis judicialibus,
lore di scudi cinque. avanti monsignor Riminaldi, volle
Le cancellerie vescovili possono che le propine per l'accesso di quel
tenersi dai vescovi a conto proprio, vicario e del notaro si regolassero
essendo gli emolumenti della can- secondo le tracce della tassa Inno-
celleriauna parte delle rendite del- cenziana. Finalmente per qualche
la mensa vescovile; e che si debbano difficoltà sull' interpretazione di al-

tenere a proprio conto, più volte ha cuna delle partite della sopraddetta
risoluto la sagra congregazione dei tassa, si può ricorrere a quanto av-
vescovi , e regolari. V. Ferraris verte il CanccU
Ferrari alla voce
nella Biblioth. verbo Cancelleria. Icria num. i4 e seguenti. Il Mat-
Però affittandosi, non devono affit- teucci scrisse un volume in foglio,
tarsi ad altri fuori che al can- con questo titolo : De officialibus
celliere attuario, o notaro, come di- curiae ecclesiasticae, Romae 1709.
ce il Pignattelli, consttlt. can. tom. Benedetto XIII a' 12 luglio 1725,
Vili, consult. II, n. 5, e seg. e col motu-proprio, Avendo Noi ec,
num. 23, e seg. Esse hanno un presso il Bull. Rom. tom. XI, par.
certo limite negli emolumenti, sta- II, pag. 327, creò un promotore
,

48 CUR CUR
generale del fisco, per patrocinare CURIALE. V. Curia.
in Ptoma a favore delle curie eccle- CURIO o CURIUM (Curiocen.).
siastiche forestiere, le cause crimi- Città vescoTile dell' isola di Cipro
nali, e le controversie, che |>er ap- sotto il patriarcato Antiocheno , la
pellazione dalle sentenze de' prelati cui sede vescovile, secondo Comman-
ecclesiastici e regolari si trattano in ville, tu eretta nel quinto secolo, e
R.orua, ed al quale assegnò venti- fatta suffraganea della metropoli
cinque scudi mese dalla camera
il di Nicosia. E situata tra Pafo, e
apostolica. Questo ufficiale ora più Amatunta , verso il promontorio
non esiste, e le attribuzioni fiscali chiamato Curia, dal quale è lungi
sono esercitate presso tutti i tribu- sedici miglia al nord. Secondo al-
nali e congregazioni anche ecclesiasti- cuni chiamasi oggidì Piscopia, se-
che da monsignor fiscale generale del- condo altri la sede episcopale ven-
la Camera apostolica ( Kedi)j ed i ne riunita a quella di Lemissa. Si
rei sono difesi dalla procura de' po- couoscono quattro vescovi, che vi
veri. L'appello delle sentenze delle ebbero sede. In questa città della
curie ecclesiastiche, si porta alla con- Grecia, al dire di Erodoto citato
gregazione de' vescovi e regolari. dall'Ortelio, avvi una montagna
Per ultimo è da notarsi, che il co- dal paese stesso chiamata Curium.
dice Gregoriano, ossieno le riforme V. il Baudiand. Al presente è un
giudiziarie del regnante Gregorio titolo vescovile in parlibus, che si

XVI, ha riformato ancora con sod- conferisce dalla santa Sede, ed il

disfazione universale la pratica da regnante Pontefice, coll'autorità di


osservarsi nelle curie vescovili , ed un breve apostolico de'7 febbraio
ha tolto la giurisdizione cumulati- i832, nomino vescovo di Curium il
va nelle cause de' laici, giacché con sacerdote Lodovico barone de Wi-
moto proprio vennero determinati kerslooth, professore nel seminario
accuratamente i confini della giu- di Warmond in Olanda, siccome as-
risdizione ecclesiastica e laicale: laon- sai benemerito della religione. Il
de oggidì non ha più luogo alcu- medesimo presentemente, e con zelo
na giurisdizione cumulativa. Nel voi. si occupa dell' invio de' missionari
Ili del i834j della Raccolta delle cattolici alle colonie olandesi, e di
leggi e disposizioni che si pubbli- molte altre cose relative, e alle co-
cano nell' odierno pontificato, a pag. lonie, e ai distretti di Olanda. Non
4^3, sono riportate le forme di pro- ha guari consagrò tutti i vicari
cedura delle curie ecclesiastiche ; e apostolici delle nominate missioni.
a pag. 534, le disposizioni relati- CURI ONE, Cardinale. Curione,
ve alle spese di giustizia nelle curie Cardinal prete di s. Vitale, era dei
A' 5 novembre
ecclesiastiche. 1 83 1, Cardinali di Alessandro II, e vive-
il medesimo Papa Gregorio XVI va nell' undecimo secolo.
fece pubblicare Y Appendice al re- CURSOLA o CURZOLA. Città
golamento organico, e di procedura vescovile della Dalmazia, capo luo-
criminale, per norma delle curie go dell' isola dello stesso nome
ecclesiastiche, in cui si tratta dei chiamala anche Corcyra Nigra
tribunali ecclesiastici , e della giu- Corcyra Melana. Giace Curzola
risdizione mista, non che dell' im- sopra una punta, o promontorio,
munità ecclesiastica. sul canale che la divide dalla pen-
,
,

CUR CUR 49
isola di Sabioncello. Ha in poca 1 8o1 : poi fu laureato teologo in
distanza da un lato il porto Pi- Parigi ; quindi fu prima canonico di
docchio, eh' è uno dei migliori del- Noion, poscia di Parigi, in appres-
la Dalmazia, e dall' altro il pro- so cancelliere in quelF accademia ,
prio porto fornito di un ottimo ed ivi ottenne molta fama. Nel 1 208
molo. La città ha circa mezzo mi- il Papa Innocenzo III, ch'era stato

glio di circuito, ed è cinta di mu- suo compagno negli studii lo chia- ,

re antiche, fiancheggiata da torri mò a Roma, e lo creò Cardinal prete


però in cattivo Curzola seguì
stato. di s. Stefano nel Montecelio nel 1 2 1 1 ;
i destini chiamata Cor-
dell'isola, poi lo spedì legato a latere nelle
cyra Nigra, forse a cagione dei Galli e, per animar quei popoli ad
folti, ed ombrosi suoi boschi. Con- una nuova crociata in Palestina.
quistata dai romani, dopo la de- A Parigi tenne un concilio a rifor-
cadenza del romano impero , sog- mare la disciplina ecclesiastica, ove
giacque alla dipendenza dell' impe- promulgò ottantanove canoni; nel
ro orientale. Al decadere di questo, I2i5 fu al concilio di Laterano,
fu presa dai narentini ; ma soggio- poi andò legato a latere nelle pro-
gali questi corsari dalla potenza ve- vincie di Linguadoca e si accinse ,

neta, la repubblica fece il conqui- al viaggio di oriente coi crocesi-


sto pure di Curzola, che dopo es- gnati prima però volle
; profittare
sersi eretta con proprie leggi , ad de' medesimi per disfare gli eretici
essa nel 1^10 spontaneamente si albigesi, sotto la direzione del con-
diede. La sede vescovile, suffraga- te Simone di Montfort, avendo in-
nea alla metropoli di Raglisi, al viati in oriente zelanti oratori a
dire di Commanville, venne eretta disporre quei guerra,
popoli alla
nel nono, ovvero nel decimo seco- che riuscì felicemente. Egli poi era
lo. La cattedrale, fabbricata sopra in sola qualità di oratore all' eser-
un' altura, è un buono ed antico cito , dacché era assai eloquente.
edilizio, cui vengono a terminare Ebbe a compagno l' arcivescovo di
tutte le strade. Questa chiesa, e la Bordeaux, i vescovi di Parigi, e
maggior parte delle case sono co- di Angers, ed altri principali si-

strutte col marmo, che trovasi nella gnori della Francia, che lo chie-
stessa isola. Fuori della città sono deano Papa, come legato Ponti-
al
due conventi, uno di francescani ficio, qual carica era inve-
della
situato sopra uno scoglio, separato stilo il Cardinal Pelagio. Fu pre-

dall' isola, e l'altro di domenicani sente ai comizi di Onorio III, dal


posto a capo del molo, che cinge quale venne spedito di nuovo legato
il porto. L'ultimo vescovo fu mon- in Inghilterra , ma per grave fe-
signor Giuseppe Cosserich Teodosio, rita, ricevuta dagl' infedeli sotto Da-
di Sebenico, chevenne fregiato del- nnata, nel 12 18, morì dopo sette
la dignità da Pio VI nel concisto- anni di Cardinalato. Pubblicò al-
ro de' 28 settembre 1787, e morì cune opere, e tra le altre quella so-
nei primi anni del corrente secolo. pra la salute di Origene.
CUR.SON Roberto , Cardinale. CURSORI Apostolici, o Ponti-
Roberto Curson , nato da illustri ficii. Ufficiali antichissimi del Papa,
genitori nell' Inghilterra, studiò leg- e della Chiesa Promana, che forma-
ge nella università di Oiford nel no un particolare collegio nella cu-
VOL. XIX. 4
Su CCR CUIi
ria di Roma, il primo e rapo dei Pompilio re de' romani,, ed aveva-
quali è il più anziano fra i cursori no P incarico di congregare sena- i

nell'ammissione al ceto, e si distin- tori alle sagre funzioni da quel


gue col nome
Maestro de cur- di saggio principe stabilite, come di
sori apostolici del Papa. Quale uf- inlimare i giorni festivi ec. Ad al-
ficio fosse quello di cursore presso tri cursori poi apparteneva citare
gli antichi romani, si può vedere in giudizio i rei, e poscia significar
nel Colombario de' liberti di Livia, loro la condanna. In processo di
e de' Cesari, illustrato eruditamente tempo, i cursori esecutori de' tribu-
dal Gori, massime nell' iscrizione nali civili, o agenti in materia ci-
CXLIV, pag. 168. Per altro il ti- vile di essi, furono appellati araldi,
tolo di cursore,benché altre volte uscieri, ed anche cursori. Gli araldi
abbia avuto relazione a varie cose, sono in oggi, al dire del Martinet-
prende la sua derivazione a veloci- ti, Codice de' doveri, p. 4^4> f ue |
'

tate, come avverte il Sigonio nel ministri della verga nera, che por-
libro de Nominibus Romanorum ,
tano i comandi del governo, disciol-
portandone in testimonio Tito Li- gono le camere, ed eseguiscono i

vio , quale asserisce che Lu-


il loro comandi. Gli araldi si cono-
cio Pipino fu detto Cursore ap- scevano nell' antichità, e fra i greci
punto per questo. Nell'epistola XII stessi. Erano questi o militari o ci-
del libro VII di Plinio, indirizzata vili. I militari in sostanza erano i

a Minuzio, si Illud serio


legge : feciali, i quali minacciavano la spa-
vide, ut ìiiihi viaticum reddas, quod da, ossia la guerra, in segno di un
impendi data opera, cursore dimis- diritto, o giurisdizione, che si pre-
so. Sicché pare, che similmente ai tendeva da un popolo, o da un re.
nostri cursori sia stato dato lo I civili erano ufficiali, che stavano

stesso titolo, dalla prontezza on- agli ordini degli arconti, o dei re,
de eseguiscono gli ordini supremi, o dei consoli per far eseguire i lo-
coli' accorrere ove faccia bisogno, ro comandi nelle pubbliche adu-
secondo i comandi del sommo Pon- nanze, ne' comizii, e ne' pubblici
Il cursore apostolico fu anche
tefice. spettacoli. Si racconta di Agamenno-
chiamato Correrario apostolico, Cur- ne, re d' Argo, che spedi i suoi a-
sor, viator apostolicus, perchè, sic- raldi nella tenda di Achille per
come a' tempi delle persecuzioni, la fargli torre Briseide, la quale i gre-
primitiva Chiesa valevasi di corrie- ci gli avevano data in ricompensa
ri per portare le lettere dei vescovi, del suo valore, e che Achille trattò
avvertire i fedelidel tempo, e del con rispetto gli araldi, come inviati
luogo delle assemblee ec ; in ap- dei numi, sull'esempio di Mercurio,
presso furono istituiti appunto i cor- eh' era araldo del cielo.
reari,o cursori apostolici, come me- Gli uscieri, ed i cursori sono ri-
glio si dirà. Ma, per distinguere i conosciuti in oggi per quegli nffi-
cursori Pontificii dai cursori ese- ziali, che servono l'esercizio con-
cutori dei tribunali civili, ci per- tenzioso, sia per chiamare i litigan-
metteremo seguente digressione.
la ti al giudizio, sia per eseguire le
Presso nominati romani, secon-
i sentenze de' tribunali. Gli uscieri
do il Bonanni, Gerarchia p. 490) furono così delti ab emulo, et in-
1 cursori vennero istituiti da Numa trodeundo , perchè cundo chiama-
e un CUR 5i
vano i litiganti al giudizio, o si di Campidoglio, sono affatto diversi
prestavano per servigio del tribu- dal collegio de' cursori apostolici,
nale, introdeundo stavano presso benché i cursori del vicariato di
T uscio, e nella periferia del tribuna- Roma, che debbono servire il capi-
le, per assistere le udienze. I veri tolo lateranense nelle principali fun-
uscieri antiebi, addetti soltanto a zioni, poco differiscano nell' abito
chiamare ed assistere
in giudizio, violaceo, nella mazza d' argento, e
il tribunale, chiamavansi lìburni ,
nel diritto di portare la berretta
et praccones. Quegli uscieri per al- clericale, come nota esattamente il

tro, eh' erano veri agenti della for- Rusponi, nella Storia dell' arcìba-
za pubblica, e che furono a tale silica, pag. 1 33.
oggetto istituiti da Romolo, erano L' antichissimo ufficio dei curso-
i littori, i quali facevano eseguire ri apostolici si trova accennato, si-

gli ordini de' giudici, e de' magi- no dalla nascente Chiesa, dall'anna-
strati. Essi arrestavano i debitori lista Raronio all'anno 44j hi cui
talliti, toglievano i pegni, pianta- parla del cursore, a cui toccava por-
vano l' asta pubblica , ed esercita- tare le lettere de' vescovi alle chie-
vano ogni comandata giurisdizione. se. Tale incarico fu dappoi affidato
Dopo cessati i littori, la forza pub- ai lettori, agli accoliti, ed ai sud-
blica è stata sempre rappresentata diaconi. S. Ignazio, vescovo di An-
da altri consimili agenti, come gli tiochia, come abbiamo dal Macri,
arcieri, la gente d' armi, e talvolta nella Notizia de'vocaboli cccl., alla
ogni sorta di soldati, con l'assisten- parola Cursor, parla dell' elezione
za per altro del rispettivo agenti del cursore chierico nell' epist. XI
giudiziale. Ma
quanto ai cursori, in a s. Policarpo vescovo di Smirne,
la loro etimologia nacque in Italia ove si espresse con queste gravi pa-
poco prima dei tempi di Costanti- role: » Decet, beatissime Polycarpe,
no, in cui, cessando lo stile delle » concilium cogere sacrosanctum ,

citazioni civili, o delle denunzie » et eligere si quem vehementer


verbali, e sostituite le formolo scrit- » dilectum habetis, et impigrum,
te per comparire in giudizio ; libur- » ut possit divinus appellari, cur-
ni et praecones per urbem cursitan- » sor, et hujusmodi creare, ut Sy-
tes in tradendis formulis, presero la m riae praefectus laudibus celebret
denominazione di corridori, e di » impigram ebaritatem vestram ad
cursori pubblici ; nome che conser- » gloriam Dei". Da ciò si rileva
vano ancora massime nella curia in quanto rispetto tenevasi l' uffizio
romana. In varie città d' Italia per di cursore, il quale si conferiva ad
altro, come nelle curie ecclesiastiche, ecclesiastici d'irreprensibili costumi,
gli uscieri ed i cursori non entrano e pieni di zelo pel servizio divino.
in tribunale, ma ivi fanno il servi- Anche 1' annalista Rinaldi parla
zio li notali, ed i loro sostituiti, dell' ufficio del cursore all'anno 58,
ovvero i cancellieri. Laonde, pre- muri. 96, dicendoci, che nel tempo
messe le descritte distinzioni, 1 cur- delle persecuzioni non potendosi
sori destinati agli atti esecutorii, raccogliere il popolo cristiano con
giudiziari!, e de' mandati della giu- alcun pubblico seguo, né in luogo
stizia civile dei diversi tribunali di determinato, veniva ogni cristiano
Roma, come di quelli dell' A. C, e per ordine del vescovo, o del prete,
52 CUR CUR
privatamente avvisato da un mini- tarono la palma del martirio sic-

stro della chiesa, detto cursore, ed come più esposti degli altri cristia-
aggiunge che alla stessa opera at- ni alle ricerche dei gentili. Quindi
tendevano talvolta i diaconi, di che il medesimo autore ricolma dei me-
scrivendo medesimo s. Ignazio 1' e-
il ritati elogi l' esempio di sì grave
pistola i3 ad Herone diacono, dice: e benemerito ministero, chiamando
« Synaxim negligas, omnes nomina- i cursori della primitiva Chiesa coi
« timinquire", inculcandogli l'esat- più onorevoli titoli, come di depo-
tezza e la sollecitudine di avvisare sitari della pubblica fede, di nunzi
tutti i fedeli alle sagre adunanze. Il del governo ecclesiastico, di araldi
Cancellieri nella sua opera sulle Cam- dell'apostolico impero. E con somi-
pane, a pag. i5, osserva, che le glianti, ed altri epiteti ed elogi, fu-
campane maggiori furono collocate rono distinti dagli scrittori ecclesia-
sopra le torri, perchè succedendo stici, tanto gli antichi cursori quan-
alle trombe sacerdotali del vecchio to quelli che ad essi successero.
testamento, in loro vece nel nuovo Che i cursori apostolici fossero
convocassero il popolo al culto dei presso la santa Sede un ordine di
divini ufiìcii, a cui finché durarono persone ragguardevoli nel secolo XII,
le persecuzioni, non erano chiama- lo abbiamo da quanto si legge nel-
ti, che dai cursori, e dai diaconi. lo scisma insorto nel ii3o contro
V. il Conc. Tolet., cap. i i de offic. il legittimo Pontefice Innocenzo II,

cast. ; il Magius de Tintinnabulis, sostenuto dall'antipapa Anacleto II,

e. i i ; e il Grimauld, nel Traitès dappoiché, tolto il conte Frangipane


des Cloches. e pochi cursori, il Papa non avea
Tanta era la stima, che dei cur- in Roma altro perocché
sostegno,
sori si faceva nella nascente Chiesa, l' antipapa aveva corrotto gli al-
come diffusamente descrive Carlo tri. I cursori furono spesso anche
Bartolommeo Piazza, nel suo eru- chierici, e capaci di benefizi eccle-
dito Evserologio Romano nel ca- siastici, leggendosi nella regola VII
po XVI, Del Collegio de' cursori della cancelleria apostolica, che i

apostolici. Egli ne riporta in oltre benefizi dei cursori sono espressa-


onorevoli testimonianze di s. Cipria- mente riservati alla collazione del
no, del santo Pontefice Gelasio I, e Papa. Che medesimi, come fami-
i

di altri, e ci dice che i vescovi fa- gliari de'Pontefìci, li seguissero quan-


cevano intimare ai cursori le sagre do risiedevano fuori di Roma colla
sinassi, eh' erano le feste dei mar- curia, ne abbiamo testimonianza
tiri, perchè a cagione delle persecu- dal Massimini, nel suo Trattato cri-
zioni i cristiani erano obbligati a tico medico dell' acqua . Egli, a p.
celebrarle nascostamente nelle ca- 248 e 287, narra che
, Bonifacio
tacombe, ed altri luoghi sotterranei, Vili, eletto nel 1294, dimorando
senza punto badare ai patimenti in Anagni, beveva ogni giorno l'ac-
che perciò soffrivano, anzi il face- qua di Anticoli, che per sicurezza
vano pieni di cristiano giubilo, nel- mandava a prendere da tre curso-
la speranza di soffrire il martirio, ri, i quali non erano impiegati che
per meritare l' eterno godimento nell' andare avanti e indietro per
della visione di Dio. Egli è perciò, turno a provvederla, ciocché sem-
che molti di questi ministri ripor- bra facessero anche quando quel
,

CUR CUR 53
Pontefice risiedeva in Roma, perchè bellionibus, et j'udicibus. Ma dal pos-
a cagione de' rovinati acquedotti si sesso, preso nel «4^4 ^a Innocenzo
penuria va di acqua buona in quella Vili, incominciando ad essere le

città. Ne' ruoli di Paolo IV, che descrizioni più circostanziate, i cur-
sono i più antichi dell' archivio del sorivengono chiaramente nomina-
palazzo apostolico, e ne' successivi, i ti; dopo nobiles curiae, ne-
in fatti
cursori pontifìcii sono nel ruolo dei potes et ajjines Cardi nalium, ince-
famigliari Papa, ed avevano
del devano duodecim cursores Papae,
perciò la parte di pane e vino, che cum duodecim vexillis rubeis, bini
fruirono sinché tale distribuzione et bini, vestibus rosaceis induti, e-
venne abolita al termine del passa- questres, si recte memini ; quindi
to secolo, per le note lagrimevoli cavalcavano altri, e poi duo alii
vicende. Anzi risulta dai medesimi cursores vestibus rosaceis indilli e-
ruoli, alcuni de' quali si riportano questres cum duobus vexillis rubeis
all' articolo Famiglia Pontificia (Ve- primis de XII majoribus , in qui-
di), che i cursori apostolici per dis- bus (lepidi eranl duos spiritelli

posizione Paolo V, e di Bene-


di quos cherubini vocant, seguiti da
detto XIV, furono chiamati guardie Gabriele Cesarini gonfaloniere di
del sagro palazzo. Roma.
Prima di parlare dell' ufficio dei Nel possesso di Giulio II del
cursori pontificii, e del loro inter- i5o3, è notato, che de mandalo
vento alle funzioni, cui celebrano Domini Papae post publicum con-
ed assistono il sommo Pontefice, e i cislorium fecit intimare equitationem
Cardinali, registreremo quello della ad Lateranum prò craslina die per
solenne funzione del possesso, colla cursores, quibus dedi cedulam leno-
autorità delle descrizioni, che di ogni rìs subsequentis. Intimatur. ec. In
Pontefice raccolse Francesco Cancel- quello, preso nel i5i3 da Papa Leo-
lieri, nella sua storia de' solenni Pos- ne X, in ordine processionis ad La-
sessi, in conferma dell'antichità di teranum appresso i nobili della cu-
questo ceto, e del luogo loro com- ria e il cavallo di Papa cum scala,
petente in tali solennità. procedevano vexilla XII curso-
Le prime descrizioni della funzione rum, vexilla XIII capurionum ec.
del possesso essendo brevi, i cursori Nel possesso di Gregorio XIV del
saranno nominati con vocaboli
stati i5go, ai quarantaquattro paggi no-
generici, comprendevansi al-
in cui bili romani, oltre di tre patrizi ro-
tri ordini di persone. Nel possesso, mani, che vegliavano alla loro cu-
che Gregorio IX prese della basili- ra, per difenderli dall' impeto del
ca lateranense nel 1227, si legge: popolo, a lateribus honim pucrorum
Judices, et Tabelliones ( col qual hinc inde Sanctitalis suae cursores
vocabolo furono parecchie volte ap- vestibus talaribus violaceis induti,
pellati i cursori, detti ancora ap- capite deteclo ambulabant, clavam
parilores, et viatores) cappis ful- argenteam super humerum dex te-
gebanl sericis, aureis vestibus legio- rum tenentes ; indi seguiva il detto
ne procerum decorata. In quello, Pontefice. Nella descrizione poi, che
preso da Gregorio X nel 1272, si di questa cavalcata fece Francesco
legge, che nella basilica, prcsbylcr Albertonio, si legge: dalle bande
Cardùialis facit ibi laudes cum ta- de' fanciulli camminavano i dodici
54 CLR CUR
cursori di Nostro Signore vestiti di cavalleggieri, dai mazzieri, sei dei

vesti paonazze lunghe, con mazze quali soli cavalcavano pel buon or-

di argento, e berrette in mano. An- dine della cavalcata, e dai cursori,


che nel possesso preso da Innocen- insieme alla guardia svizzera, come
zo X nel 1(344 vi erano i paggi, erasi praticato nel 1758 per quello
tiuos Itine inde custodiebant curso- di Clemente XIII, e come ebbe

res Papac cum clavis. Ciò viene con- luogo per quello di Pio VI nel
ierruato dalla relazione, che della 1775, che fu l'ultimo possesso pre-
cavalcata fece Lorenzo Banck: Il- so con solenne cavalcata.
luni sequuli magislri viarum. cum Il medesimo Cancellieri, nella lo-

collegii apostolici cursoribus XX 3 data opera de' Possessi, a pag. 1Z1,


et camerae ministris secretio-
ipsius in nota 2, ci dà queste interessan-
ribus,quorum quilibet sceptrum ar- ti notizie sui pontificii cursori: » An-
genleum portabat. Anche nel pos- ticamente i cursori erano corrie-
sesso di Clemente IX, nel 1667, ri destinati a portare le lettere

dalle bande dei paggi camminava- Pontificie, o camerali, dovunque


no i dodici cursori di nostro Si- occorresse. E perciò, affinchè po-

gnore, con vesti paonazze lunghe, tessero esigere il necessario rispet-


con mazze di argento, e berrette to, dovunque passavano, nelle pa-

in mano. In quello del 1670 di tenti, spedivano dal


che loro si

Clemente X si legge Per alas ve- : Cardinal camerlengo, si esprime-


to similiter ambulabant cursores va la facoltà deferendi in pecto-
Papac cum sopranis violaceis sub re sigiami cum armìs D. Papae
gemi, Jiabenles prae manibus eoruni vel S. R. Ecclesiac, ut moris

clavas argenteas , et milites helveli. est simìliuni cursorum. Così leg-


Nel possesso preso nel 1676 da In- gesi in una di esse de' 28 luglio

nocenzo XI, dopo la croce papale, del i464, Div. Cam. XXX, p.
e gli con due
svizzeri, i cursori 148, ed in moltissime altre. Do-
maestri precedevano il
di strada vevano però eziandio servire il
Pontefice. In quello di Alessandro palazzo apostolico (Gattico, Acta
VIII del 1689, dopo i Mazzieri Caeretn. t. I, p. 2 32), e precede-

del Papa [Vedi), i cerimonieri e re Papa


il nelle funzioni, per ri-

la croce pontificia, in lettiga proce- movere la folla del Al


popolo.
deva Alessandro Vili, avente dalle quale effetto portavano anche una
bande sei maestri di strada, e do- verga, o bastone fornito di alcu-
dici cursori di nostro Signore. Nel ni anelli di metallo, che Urbano
possesso del 1700, Clemente XI era V nel 1 363 dichiarò
dover es-

circondato dalle guardie lancie spez- sere differente dalla mazza, o cla-

zate, dai paggi, dai mazzieri, dai va de' mazzieri, lib. Ili, Secret.
cursori, e dagli svizzeri ; 1 mazzie- p. 264. Paride Grassi però rac-
ri, e i cursori procedevano a piedi, conta, che al tempo di Paolo II,
come i paggi, e gli svizzeri. Al- allorché egli usciva in pubblica
trettanto ebbe luogo nel 1721 pel forma, essi costumavano di por-
possesso d' Innocenzo XIII. Clemen- tare quasdam coriaceas mazias
te XIV, nel 1769, prese il possesso, velai caligas, furfure, aut scobe
ed era circondato dai cavalieri di plenas, quartini ictibus, et strepi-
guardia, ossiano lancie spezzate, o ta populos ex via summoverent,
,

CUR CUR 55
Cod. Mss. de sac. Rit. in archi v. 1576, dopo i generali degli Ordini
Vat. p. 256. Dacché poi si è religiosi, ed i referendarii, parla dei
reso più comune V uso delle po- cursori, dicendo : » Servientes ar-
ste per la trasmissione delle let- »* morum, et cursores cum suis
tere, è cessato il primario uffi- »> maziis a porta palatii per viam
cio de' cursori, e per esso desti- »» processionis usque ad portam s.
nati si sono i Corrieri [Vedi). 11 » Petri, custodiant processionem, et
numero de' cursori è stato vario, » hortcntur ad procedendum".
mentre nel ruolo di Nicolò III, Le altre funzioni pontificie, cui
come si dirà in appresso, se ne hanno luogo cursori, sono le se-
i

contavano trentadue; in quello di guenti. Primieramente si deve dire,


Clemente V del i3o5 se ne osser- che uno de' principali uffici dei
vano circa quaranta trenta in ; cursori apostolici, è quello d'inti-
quello di Benedetto XII del 33Z^, i mare ne' rispettivi tempi alcune cap-
cinquanta in altro di Gregorio pelle e funzioni Pontificie ordinarie,
XII del 1406. Ma Eugenio IV e straordinarie, i Cardinali, ed al-

nel i/P9j e indi Nicolò V nel tri che diremo, e quale sia il loro
1482 (deve essere errore perchè abito che indossano nelle intima-
egli morì nel 4^5) li ridussero1 zioni, e quando fanno parte delle
al numero di dieciuove. V. l'emi- pontificie cappelle, e funzioni.
nent. Garampi Appena, de Docu- L' abito de' cursori del Papa, che
menti delle monete Pontifìcie p. vestono nelle intimazioni suddette,
122". Avendo riscontrato il Ga- nelle cappelle e funzioni cui inter-
rampi, da cui il Cancellieri trasse vengono, è sotto abito nero, con
interamente questo pezzo, ho tro- calzoni corti, e calze nere;, con iscai-
vato, che 1' anno di Nicolò è V pe con fibbie, collare o bragiuole
14^2, ed avendo riscontrato il Gat- di merletto mantellone
bianco, e
tico, non a pag. 2 32j ma bensì a di saja paonazza con mostre di seta
pag. 272, come poi mi accorsi che di tal colore, ossia una veste talare
diligentemente avea anche fatto il dot- aperta nella con
parte anteriore,
tissimo Garampi, ecco quanto ivi vie- finte maniche lunghe pendenti dal-
ne riportato : » XXI De cursoribus le spalle, come hanno tutti i man*

» cioè trattando de Officialìbus pa- telloni. Il Bonanni, Dell'i cursori


» latii Pontificii. De cursoribus au- Pontificii, a pag. 499 della sua
ra tem ipsi ex se ipsis sex. eligant, Gerarchia Ecclesiastica, ci dà la
« qui alterna tis vicibus, et septi- figura del cursore in abito odier-
» manis in palatio apostolico ser- no, tenendo colla mano destra lo
» viant, et ipsis sex de palatio pro- spino nero. Quando i cursori inti-

« videatur de victu, et quod ma- mano le cappelle, e sagre funzioni,


» gister cursorum sit semper at- ordinarie, e straordinarie, portano
» tentus, quod de ipsis in palatio in mano lo spino, così facendo
» reperiantur ita idonei, quod non quando intimano i concistori, ma
» sit defectus in eorum servitio". quando intervengono alle funzioni,
Il Cohellio, Notitìa Cardinalalus, colla mano tengono la mazza di
descrivendo a pag. 243 l'ordine argento sotto il braccio destro, o
della processione del Corpus Domi- sinistro, nella quale evvi lo stemma
ni sotto Gregorio XIII Beli' anno del Pontefice, che li dichiarò suoi
56 CUR CUR
cursori. Nella piccola chiesa del indizio della maestà del principe, e
ss. Salvatore in Thermis, presso la della clemenza, e insieme del vigo-
Chiesa di s. Luigi dei Francesi re, con cui fa osservare le leggi
{Vedi), un monumento sepol-
esiste, ecclesiastiche e civili.
crale conservatissimo di un cursore Le intimazioni de' cursori, e per-
pontificio del secolo XV, che visse chè si fanno in nome del Papa, e
nel pontificato d'Innocenzo Vili, no- perchè riescano spedite, si debbono
minalo Reginaldo Campi di Wivers ricevere subito, senza far aspettare
in Francia. Si vede tutta la sua fi- questi ministri, alla presenza di qua-
gura vestita colla soprana separata lunque personaggio che fosse col-
dall' ahito, ma che appena lo copre l' intimato, ancorché stesse a men-
fino al ginocchio, colla mazza pog- sa. Perciò è tradizione, che fosse
giata sulla spalla destra, e colla costume di dare al cursore in tale
berretta, secondo la forma di quel incontro una vivanda. Leggo in
tempo. In esso si legge anche la questo proposito nel Lunadoro, Re-
qualifica di chierico, Clericus Wi- lazione della Corte di Roma, pag.
vernen. Usano lo spino in vece del- 222, dell'edizione del 1646, che
la verga, o scure degli antichi ap- ritrovandosi il Cardinale a tavola,
paritovi, o littori, che precedevano e solito fargli dare una buona co-
i consoli, i proconsoli, i pretori, i lazione; e nel Sestini, il Maestro
senatori, ed altri magistrati roma- di Camera capo XXXII, Dell''amba-
ni. E siccome, al dire di Tertullia- sciata, dell'edizione del 1 634, si leg-
no, niliil in Ecclesia myslerio va- ge, che Cardinale trovasi a man-
se il

cat, col ramo di spino nero vuoisi giare quando arriva il cursore, si
denotare, che siccome Io spino, al costuma, finita V ambasciata, di far-
dire di alcuni naturalisti, è il re gli dare da bere, ed ai tempi di
degli alberi, ed insieme è il simbo- Paolo III quest'uso ancora si pra-
lo di vigilanza, cosi questi ministri ticava, come narra Novidio Fracco
debbono con fedeltà, e prontezza nei Fasti sagri, stampati nel i547,
eseguire gli ordini supremi del som- ove alla pag. 1 1 o racconta an- ,

mo Pontefice, a segno che, essendo cora i banchetti e le allegrie, che


anticamente il collegio composto di facevano nelle loro ferie, le quali
venti cursori, perchè uno riuscì in- principiavano il 29 settembre. Dei
J
fedele, non fu rimpiazzato, per cui personaggi, che s intimano dai cur-
i cursori rimasero diciannove, com- sori alle cappelle, ed ai concistori,
preso il loro maestro. Altri per lo come Cardinali, prelati di fiocchet-
spino vogliono significare l' ubbi- to, ed altri ; delle diverse cerimo-
dienza, che tutti i cristiani devono nie, e del forinola rio che da essi si

al venerabile capo della Chiesa, ov- pratica, delle intimazioni che fanno
vero che riesce cosa difficile e spi- in idioma latino a voce, o per ische-
nosa l'inosservanza delle leggi, e dula stampata, la quale sempre in-
dei comandi del principe e final- ; comincia con queste parole Inti- :

mente credono mostrarsi per esso matio per cursores facienda domi
la rappresentanza, e far rispettare quoque dimissa copia, si tratta in
i cursori apostolici, non cogli odio- vari luoghi del Dizionario, massime
si fasci de' littori, che annunziavano nel volume VIII, p. 241, e 2 42 »
rigore e severità, ma con questo ove pure si dice dell' intervento dei
etra CUR 57
cursori nelle cappelle Pontifìcie, con ne Consìstorium ? sta genuflesso con
altre interessanti nozioni, che ìi ri- ambo le ginocchia, e senza lo spino
guardano; e nel volume XV si trat- in mano.
ta di ciò che appartiene ai conci- Conclave (Fedi) di-
All'articolo
stori segreti, pubblici, e semipubbli- cemmo anche quanto riguarda i
ci, con le analoghe notizie, cioè alle cursori, che intimano le cappelle
pag. 238, 248, 249, e 25o. Solo de' novendiali ed altro, in nome
qui aggiungeremo, che anticamente del Cardinal decano del sagro Col-
i cursori dovevano inlimare le cap- legio. Il Lunadoro, edizione del
pelle, e i anche
concistori pubblici 1 774» *• I>
P- 85, dice, che in
ai principi di sangue regio, che si conclave, dopo essersi portato il

fossero trovati in Roma, ed agli pranzo a' Cardinali, un cursore


ambasciatori dell'imperatore, del re ivi presente, vestito di paonazzo,
di Francia, del re di Spagna, e del colla sua mazza di argento, chiude
re di Portogallo. Noteremo anche lo sportello dellaRapporto rota.
qui, che i cursori intimano ai Car- alle aziende dei cursori riguardan-
dinali le cappelle semipapali per la ti il conclave, massime di quanto
festa di s. Tommaso d' Aquino, e fecero ne' tre ultimi celebrati al Qui-
per quella dell' ottava de' ss. apo- rinale, eccone la descrizione. Nel
stoli Pietro e Paolo, non in perso- giorno dell' ingresso de' Cardinali in
na, ma in iscritto col nome del conclave, quando i Cardinali si re-
prelato celebrante, e l' ora della cano in esso processionalmente, par-
cappella. Per le beatificazioni, e ca- tendo dalla chiesa di s. Silvestro, i
nonizzazioni fanno egualmente i cur- quattro cursori anziani accompa-
sori le intimazioni, con questo però, gnano il sagro Collegio alla cappel-
che nelle beatificazioni Y intimazio- la paolina, come nella processione
ne si fa colla schedula ai soli Car- del Cojj>w> Domini. Terminato il
dinali componenti la sagra congre- discorso, che fa il Cardinal decano
gazione de' riti, insieme ai consulto- in detta cappella ai Cardinali, il

ri di essa. Nella settimana santa, i maestro dei cursori co' suoi colle-
cursori intimano ai Cardinali i mat- ghi va da monsignor maggiordomo
tutini delle tenebre, e 1' ora di essi, governatore del conclave, il quale
matutìnae tenebrosae, e per le altre comunica ad essi il modo come
sagre funzioni consegnano la con- devono disimpegnare le loro attri-
sueta schedula stampata, ma prima buzioni nell' assistere alla custodia
questi intimi della settimana santa, delle rote del medesimo conclave,
e di tutto il resto delle feste, si fa- cioè alle due, che sono a pian ter-
cevano dai cursori a voce. Quando reno, dalla parte del Quirinale, e
i Cardinali, al modo che si trova- da quelle delle quattro fontane, in-
no, ricevono i cursori, che fanno sieme ai rispettivi prelati, e due
l' intimazione con un ginocchio a capitani, che elegge il maresciallo
terra , e collo spino in mano ,
del conclave. Lo stesso maggiordo-
si coprono il capo colla berret- mo assegna ai cursori l' ora, nella
ta cardinalizia. E quando il mae- quale la mattina seguente devono
stro de' cursori domanda al Papa, andare a prendere la chiave per
colla formola che riportasi al citato l'apertura di dette rote, che tiene
volume XV, pag. 2 38: Cras eril il prelato presso di sé. Quattro
58 CUR CUR
cursori più anziani, divisi in due Pontefice. A pag. 80 inoltre si di-
turni, sono destinati ogni giorno a ce delle altre tre citazioni fatte dai
fare la guardia alle ruote. Dopo che cursori nella mattina della festa
i dapiferi hanno portato il pranzo suddetta, e della quarta, che il mae-
a' Cardinali, i due cursori chiudo- stro de' cursori pronunzia al pas-
no le rote, e ne consegnano le chia- saggio del Papa, cui risponde come
vi al prelato più degno tra quelli nel precedente giorno. Dell' inter-
destinati alla guardia delle medesi- vento de' cursori nelle pompe fu-
me, e che restano a pranzo presso nebri colle mazze di argento rivol-
il conclave. Dopo di questo i due tate, fa menzione il citato Bonan-

cursori ritrovatisi nelle ore pome- ni. Intimano eziandio cursori le i

ridiane alle rote, per riaprirle alla esequie pei Cardinali defonti, sì ai

venuta de' prelati. Quindi verso not- Cardinali ed altri, che ai quattro
te i due cursori richiudono le ro- Ordini religiosi mendicanti per la
te, e ne riportano le chiavi al mag- recita dell' uffizio, ricevendo dagli
giordomo; e ciò si fa dai cursori eredi del defunto dieci ducati di
per tutto tempo, che dura il con-
il camera, e ventiquattro libbre di ce-
clave. Dovendosi ad essi passare il ra, ed altri otto scudi , in com-
pranzo, come lo hanno i prelati de- penso della berretta nera cleri-

stinati alle rote, i cursori ogni gior- cale, che soleva ad essi darsi nelle
no hanno scudi tre in compenso, esequie di ogni Cardinale. Nella se-
che si ripartono in detti quattro; conda edizione del Lunadoro, stam-
compenso, che percepiscono dal gior- pala nel i632, leggesi a pag. 187,
no della morte del Papa, sino alla quanto segue « Al corpo morto vi
:

eiezione del nuovo. « assistono li quattro maestri delle


All' articolo Cappelle Pontificie » cerimonie con cotta, tutti i cur-
(l celi), ai singoli luoghi si dice del :> sori con abito fino in terra pao-
luogo che vi prendono i cursori, » nazzo, con mazza di argento in
massime nelle processioni della ca- » mano, e per regalia viene loro
nonizzazione, e del Corpus Domini. » data una berretta da prete per
Mentre difila questa, neh' atrio del » uno." Dai Cardinali nuovi rice-
palazzo vaticano, innanzi al Cardi- vono la propina di dieci ducati di
nal primo diacono, e ai prelati go- camera.
vernatore, e maggiordomo, il mae- I cursori avevano luos:o
o anche
stro de' cursori legge loro il Rotolo, alle cavalcate, per le cappelle della
ossia ordine della processione. Nella ss. Annunziata, della Natività della
vigilia della festa dei principi degli b. Vergine, e di s. Carlo Borromeo,
apostoli, i cursori nel cortile vati- non che a s. Sabina il primo gior-
cano fanno tre formali citazioni pei no di quaresima. Delle due pubbli-
censi dovuti alla santa Sede in tal cazioni dell'anno santo, che i cur-
giorno, e non soddisfatti, mentre la sori fanno con formalità a cavallo
quarta il maestro de' cursori la fa alle patriarcali basiliche, si tratta al
al Papa sedente in sedia gestatoria voi. Vili, pag. 202 e 2o3, del
nella sala regia, nel modo che di- Dizionario. Inoltre i pontificii cur-
cesi al voi. IX, p. 72 del Dizio- sori pubblicano^ ed affìggono nei
nario , ove si riportano le parole luoghi pubblici, e consueti di Roma,
della citazione, e la risposta del i bandi, le bolle, le costituzioni, e
,

CUR CUR 59
lettere apostoliche, come nella curia ter, iste est cursor noviis3 qui humì-
innocenziana, alla cancelleria aposto- liter a Sanclìtate destra petit oscu-
lica, al palazzo dell' inquisizione, a lavi pedis. Ammesso egli dal Papa
Campo di fiore, alle colonne este- al bacio del piede, in uno al mae-
riori delle patriarcali basiliche ec. stro, ambedue ricevono la apostoli-

col nome del maestro de' medesimi ca benedizione.


a piedi di esse, che attesta dell'e- Prima il collegio de' cursori a-
seguita solenne pubblicazione ed af- veva un Cardinal protettore, il qua-
fissione. Questi, ed altri sono gli le ai tempi del Piazza era il Car-
uffizi, eh' esercitano i cursori apo- dinale Nicolò Acciajuoli, stato udi-
stolici. Che i cursori poi intervenis- tore generale della camera, e che
sero anche ai concili, lo abbiamo da mori decano del sagro Collegio nel
quello generale di Trento, che de- 1719. Alla di lui pompa funebre,
scrive l' incarico cui avevano nelle come Cardinal decano i cursori ,

spedizioni, e 1' assiduità, con che do- colle mazze d'argento circondavano
vevano sempre stare all'ingresso del- il feretro, ed avevano intimato e-
la porta dello stesso consiglio, ed ziandio la famiglia Pontificia , che
infine ne leggiamo i nomi dei primi solevano invitare anche pei princi-
due. Nella basilica di s. Maria in pi reali defonti. Altrettanto i cur-
Trastevere di Roma, in cappella del sori praticavano, ed insieme inter-
ss. Sagramento di proprietà dei du- venivano al trasporto funebre con
chi di Altemps, ed al lato manco, cavalcata, dei Cardinali vice-cancel-
è dipinta l' apertura di tal celebre, liere, camerlengo, e penitenziere
e sagrosanto concilio, ove si veggo- maggiore. Il collegio de' cursori è
no i padri che lo formavano, ed i aggregato alfarciconfraternita del ss.
cursori apostolici ai cancelli con zi- Sagramento, e cinque piaghe, esi-
marra, o abito paonazzo, come usa- stente nella basilica di s. Lorenzo
no gli odierni, colle maniche, e ma- in Damaso maestro prò tem-
; e il

nichetti co' relativi rivolti bianchi, pore de' cursori ha sempre luogo
alla cravatta, come i filippini. I nella congregazione segreta, e quan-
medesimi cursori tengono in mano do il sodalizio faceva la solenne
un bastone di spino, non già lo spi- processione del Corpus Domini, i

no corto, come quello usato pre- cursori sostenevano le aste del hal-
sentemente. Hanno il capo coperto dacchino. Nel Martinelli, Roma ex
di berretta clericale a quattro pizzi. ethnica sacra, pag. 59, e 1 33, si
Dopo che il Papa, per mezzo del legge: » In monte lordano, in ve-
prelato maggiordomo, ha ammesso » teri cursorum vico, olim espella

nel collegio de' suoi cursori un in- » s. Angeli Mincinelli, seu in Ma-
dividuo, nel prendere il possesso del- » cerello , augustun? sub cura so-
l' ufficio, giura innanzi a tutti i col- » cietatis laicorum ". Oggi è la
leghi sull' evangelo di esercitare fe- chiesa di s. Giuliano. V. il Panci-
delmente l' ufficio, uno
e siccome roli, Tesori nascosti di Roma, pag.

mancò a tale giuramento, come si 359. Forse in questo luogo abita-


disse, fu espulso. Quindi, nella se- vano i cursori, o vi avevano 1' uf-
guente domenica, il maestro dei fizio. Presso questo sito è la via
cursori presenta il novello Papa al de' Banchi, ove prima erano gli uf-
con queste parole : Beatissime Pa- fizi de' notari sì dell'uditore gene-
60 - CUR CUR.
rale della camera, che della rever. le della veneranda camera aposto-
camera apostolica, prima che Inno- lica, con diritti, prerogative, ed e-
cenzo XII li trasferisse al luogo molumenti sanzionati dalle pontifi-
dove sono. cie costituzioni, principalmente da
Anticamente faceva da capo dei un chirografo di Benedetto XIV
cursori uno di loro , cioè quelli de' 18 agosto 1748, il quale prov-
più prudenti per tre mesi. Ad essi vide a tutto l'economico, e siccome
s'indirizzavano le commissioni fir- erano diciotto, li ridusse a dodi-
mate dal Papa, e dal Cardinal pre- ci. Dal medesimo chirografo rile-
fetto del supremo tribunale della vasi il servigio di guardia al sagro
segnatura di giustizia. Fra tutte palazzo apostolico, l'assistenza alle
queste prerogative però la più ono- cappelle pontifìcie , e l'esecuzione
rifica per essi è certamente quella degli atti giudiziari dei primi tri-

di essere stati sempre famigliari del bunali della curia romana ; con
Papa. Il Galletti, nelle memorie di questo però, che i dodici cursori
tre antiche chiese di Poeti, ha pub- vacabilisti titolari si servivano di
blicato, alla pag. 173, un ruolo e- altrettanti giovani, e subalterni pei
sattissimo di tutti i famigliari del detti atti giudiziali. La proprietà
Pontefice Nicolò III, che regnò dal dell'ufficio fu loro conservata, sino
1277 1280. Que' famigliari ri-
al alla seconda invasione che, nel
cevevano la così detta parte di pa- 1809, fecero i francesi dello stalo
lazzo, e neh' elenco intitolato Pri- pontifìcio. Il nuovo governo, liqui-
mo de coquina rccipit, in ultimo dando i proprietari de' vacabili, vi

luogo si trovano trentadue cursori comprese quello del cursorato. Ma


coi rispettivi nomi, ed il numero di questi soli sette vacabili e mez-
della porzione. Questo ruolo in zo vennero liquidati, restandone
pergamena si conserva fra le mi- quattro e mezzo in vigore, perchè
scellanee Ludovisiane del Vatica- i proprietari non curarono la fatta
no, ed è interessantissimo, perchè liquidazione. Ili tornato, nel 1814,
fa conoscere la corte dei Papi nel gloriosamente in Roma Pio VII, i
secolo X11I. superstiti cursori vacabilisti, ed in-
dultari, allorché il tribunale dell'A.
Altre notizie sui Cursori apostoli- C. tornò ad attivarsi, subito ripre-
ci dal secolo XVI fino ad og- sero il servigio del sagro palazzo
gidì. apostolico . La reverenda camera
apostolica successe ne' diritti de' ti-
Nel i586 nel pontificato di Si- tolari vacabilisti liquidati ,
perchè
sto V, si formò un collegio di reintegrò le corporazioni, che a dis-
cursori apostolici Vacabili (Vedi), capito de' loro interessi avevano
perciò chiamati vacabilisti, compo- somministrata la liquidazione. Il

che doveva-
sto di persone idonee, perchè essa , e i vacabilisti non
no sborsare una somma di denaro liquidati, vennero a formare nuo-
pei bisogni del tesoro pontificio ;
vamente il collegio de' cursori, e
laonde presero il nome di Colle- quindi a percepirne emolumen- gli

gio de' vacabdisti di cursorato a- ti, previo il consueto compenso ai


postolico, addetto al tribunale del- subalterni, e cosi progredì l'ufficio
l' A. C. , ossia dell' uditore geuera- sino al 1817.
9
, 1,

CUR CUR 6
Nel gennaio 8 8, essendosi cam-
1 1 ra, e del tesoriere generale in XIV
biata la procedura giudiziale, dal- articoli, alcune provvidenze, di cui
l'uditore generale della camera, ci limiteremo ad accennare le prin-
monsignor Pallotta poi Cardinale, cipali.

furono nominati , e completati i Venne incamerato l'ufficio di cur-


dodici cursori principali, ed aggiun- sori dell'A. C. con compenso ai su-
ti dodici giovani, senza considerare perstiti proprietari, e la provvisione
gl'interessi della reverenda camera, soprannumerari,
ai cursori giovani, e

e quelli de' proprietari vacabilisti. supplendo anche alle spese di offi-


Dando il nuovo sistema giudiziario cio. Questo si stabilì con un eco-

facoltà ai cursori di eseguire i nomo, con dodici cursori principa-


mandati, ciò pregiudicò non tanto li esercenti, divisi in due classi,

la convenienza dei giovani, quanto con dodici giovani cursori, e con otto
quella de'cursori principali, che era- giovani cursori copisti, compreso il
no al loro livello, mentre erano custode dell'officio. La nomina dei
destinati all'onorevole servigio del dodici cursori principali esercenti
sagro palazzo. Per evitare la pro- fu riservata al Papa, a presentazio-
miscuità di tal distinto servigio dei ne dell'uditore della camera, di
proprietari vacabilisti, e dei sei in- concerto col tesoriere generale, at-
dultari esercenti per quei che ave- teso l'interesse camerale, sorvegliato
vano liquidato, confermati nel po- dall' economo ,
perciò dal secondo
sto, e riconosciuti per principali del- dipendente, mentre la nomina dei
la reverenda camera , il Cardinal dodici giovani cursori, e quella dei
Consalvi segretario di stato con cursori soprannumerari venne attri-
ordinanza de' 5 dicembre 1 8 1
1
buita all'uditore. Ma i cursori de-
proibì che quelli nominati dall'u- stinati al servigio del sagro palaz-
ditore della camera, e che eseguiva- zo, ed agli intimi delle cappelle,
no i mandati, s'ingerissero nel ser- concistori ec. , si dovranno appro-
vigio del sagro palazzo apostolico, vare dal maggiordomo pontificio.
ed intervenissero alle cappelle ponti- Tutti i sopraddetti si dichiararono
ficie. Tanto il servigio del sagro impiegati camerali, con diritto alla
palazzo, che l'assistenza alle pontifi- giubilazione. Le provvisioni mensili
ficie cappelle, venne progredita da si fissarono in quaranta scudi sì al-
sei individui del collegio. Dal 1818 l' economo che ai cursori prin-
al 1824, venne in tutto dai me- cipali esercenti , e la metà ai
desimi eseguito 1' antico sistema sei cursori di seconda classe, e ai
ma per morte ed impotenza di det- dodici giovani mentre a-
cursori,
ti cursori non poterono intervenire gli otto giovani soprannumeri si
a tutte le cappelle papali, e dovet- assegnarono scudi nove al mese,
tero limitarsi a quelle delle princi- ec. Ai quattro cursori esercenti
pali solennità, come di Pasqua, Na- destinati al servizio del sagro pa-
tale, processioni del Corpus Domini, lazzo, intimi ed assistenza alle cap-
ec. Fu allora che i superstiti curso- pelle, si men-
stabilirono scudi tre
ri implorarono in difesa de'loro di- sili di compenso, quando il Papa
l'itti l'autorità del Pontefice Leone abiterà il Vaticano, e due quando
XII, per cui nel 1826 determinò risiederà al Quirinale. Questi ulti-
per mezzo dell'uditore della carne- mi dovranno scegliersi dal tesorie-
6-ì CUR CUR
re, ed uditore tra i più probi dei pò, e come cursore del s. offizio,

sei primo grado. Pio Vili


cursori di per cui è esente da ogni attribu-
accordò loro per la lettura del Ro- zione al detto ufficio. Non ostan-
tolo nella processione del Corpus te poi che i cursori principali ab-
Domini annui scudi ventidue. biano il suddetto obbligo, a quelli
Finalmente il regnante Pontefice addetti al servigio dei sagri palaz-
Gregorio XVI ha dichiarato, che zi apostolici, è affatto proibito di
tutti i cursori del sagro palazzo a- eseguire mandati, portare citazioni,
postolico, tanto in posto che sopran- od altro, sotto pena di essere inte-
numerari, sieno nominati, ed ap- ramente esclusi dall'onorevole ser-
provati dal prelato maggiordomo, co- vizio palatino.
me superiore di tutti i cursori apo- CURTI Guglielmo , Cardinale .

stolici, ed inoltre ne ha già nominati Guglielmo Curti dicesi nato nel


tre per organo di tal prelato. Anche castello di Mirepoix, un tempo spet-
ai cursori poi si estendono le utili tante a Tolosa. Vestì l' abito dei
riforme fatte dal medesimo Papa cisterciensi nel monistero Balbonese.
che regna, come si può vedere nel- Studiate indefessamente le scienze
l'editto de' 17 dicembre i834- la nella università Sorbona, e lau-
di
virtù del quale, e in rapporto al- reatosene, divenne abbate del suo mo-
la dipendenza, che hanno i cursori nistero; quindi nel 1 337 dovette ac-
dall uditore camera, è a sa-
della cettare il vescovato di Nimes ,
poi
persi, che siccome la mensualità dei quello di Albi, e ai 18 dicembre del
cursori proviene da ciò, che introi- 1 33y Benedetto XII
lo creò Cardinale
ta l'ufficio dell'A. C, ragion vuole prete dei Quattro, o di santo Ste-
ss.

che si prestino all'esercizio di tale fano al Montecelio, come vogliono


ufficio, e perciò i cursori anche altri; poscia nel i349 fu vescovo
principali,compresi quelli del sagro Tusculano, indi camerlengo del sagro
palazzo, devono disimpegnare quel- Collegio. Clemente VI con amplis-
le attribuzioni a loro competenti, sime facoltà lo spedì legalo ai prin-
e di ordine monsignor uditore
di cipi d'Italia, perchè li accomodasse
della camera. Va
però notato, che fra loro per unirli poi lutti contro
i cursori principali non sono te- il turco, ed impedire a Lodovico,
nuti ad altro, se non a presiedere il Bavaro, di venire in Italia; non-

al libro, dove si notano tutti gli ché a riformare la disciplina eccle-


atti giudiziali, e sentenze, e prez- siastica, alle quali cose tutte egli sep-
zarle per confrontarle poscia col li- pe provvedere accortamente, e con
bro di registro del cassiere all'uf- comune soddisfazione. Da vescovo,
ficio destinato. Nelle ore pomeridia- voleva ogni giorno onorata la sua
ne un cursore principale di turno mensa da parecchi poveri, proteg-
settimanale ha ancora 1' obbligo geva le vedove, ed i pupilli, digiu-

di trovarsi all'ufficio per ritirare nava, pregava, .e la faceva da san-


tutte le citazioni d'urgenza, che po- tissimo pastore. Stabilì annue ren-
tessero portarsi dai curiali, ritiran- dite a niautenere sedici giovani
done il denaro, affine di poterlo studenti di teologia nel collegio dei
consegnare al cassiere nella seguen- bernardini di Parigi, cui egli per-
te mattina. A questo non è obbli- fezionò, erigendovi anche magnifica
gato il maestro de'cursori come ca- chiesa, e scelta biblioteca. Da ulti-
cus CUS 63
mo, dopo essere intervenuto alla ste condizioni; ma modera-
la sua
elezione di Clemente, ed Innocenzo zione, l'energico sostegno del Papa e
VI, mori in Avignone nel i 36 1, venti- l'attenzione dell'imperatore accomo-
quattro anni dacché era Cardinale. darono ogni cosa. Nel 1^1 ebbe la
CURRUBIS, o Corrubì. V. legazione di Germania a Federico III,
CURBI. e benché vi andasse con circospezione,
CUS, seu CUSA. Sede episcopa- ottenne di meglio stabilirvi la religio-

pale dell'Egitto^ e capitale di tutta ne cattolica, che correva grande l'i-

la Tebaide, sulla riva orientale schio.N'ebbe parecchie altre nell'A-


del JVilo, con porto sul mare ros- lemagna , e Boemia , ed in altre
so. Quattro vescovi vi ebbero sede, Provincie settentrionali , ove pacifi-
e, secondo Commanville, furono co- cò alcuni principi, e li indusse ad
pti. Dice egli inoltre, ch'erano sot- armarsi contro Maometto II, che
toposti al patriarca di Alessandria. minacciava la cristianità. A Mag-
CUSA Nicolò^ Cardinale. Nicolò deburgo tenne un sinodo cre- ,

di Cusa, detto cos'i dal luogo di simò la figlia del duca di Bruns-
nascita, sulle rive della Mosella di vick, accordò indulgenza di cento
i4o5 da
Treviri, nacque nell'anno giorni a chi di buon mattino al
un povero pescatore. Secondo al- suono della campana avesse recita-

cuni, era canonico regolare pre- to tre volte l'orazione del Signore,
posto al monistero Wotobergen- e cinquanta a que'sacerdoti , che
se, e arcidiacono di Liegi, decano nel divin sagrifizio pregassero per
di s. Fiorino di Costanza, e proto- la salute, e prosperità del sommo
notario apostolico. Nel concilio di Pontefice, e del proprio vescovo.
Basilea si mostrò contrario alla s. Fece il possibile per condurre alia
Sede, ma dipoi pentito dell'errore, chiesa gli eretici ussiti ,
provando
fecequanto potè a togliere lo sci- in una erudita lettera scritta ad
sma, dicendolo delitto diabolico in essi, colla Scrittura, e colla tradizio-
una lettera, che scrisse all'ambascia- ne, non esser necessaria a salvar-

tore del re di Castiglia. Venne al- si la comunione sotto ambe le spe-

la dieta di Magonza nel i44'j ove cie. Intervenne alla elezione di Cali-
presente l'imperatore Federico III, sto III, Pio II, e nell'assenza
e
difese da valoroso il Pontefice. Lo di quest' ultimo da Boma, egli di-
stesso fece nelle Gallie, ove conob- venne vicario legato della città ap-
be il Cardinal Parentucelli, o Calan- plaudendovi ognuno. Era gran teo-
drini, il quale poscia divenne Papa logo, perito giureconsulto, valente
col nome di Nicolò V, che, a'20 di- matematico, dotto nelle scienze sagre
cembre del i44^ 1° innnalzò all' o- e profane, e scrisse parecchie opere
nor della porpora col titolo di s. Pie- pubblicate a Basilea in tre volumi in
tro in Vincoli, cui abbellì di nuovo foglio nel i565: fondò una chiesa,
il soffitto, e d'un monistero. Nel i4^o ed un ospedale ad onore di s. Ni-
fu vescovo di Bressanone; ma nomi- colò della sua patria, assegnandovi
nato dal capitolo di quella cattedrale pingui rendite, non che una bi-

altro vescovo, Cusa ebbe a solfe-


il blioteca, ricca di codici greci e la-
rire gravi dispiaceri , non che la tini. Dopo aver beneficata genero-
prigionia, da cui non venne libera- samente la chiesa del suo titolo, ve-
to che a mezzo di dure ed ingiu- nerato e stimato da tutti, morì a
, ,

64 cus CUS
Todi nel r 464 a g'> ' ' agosto, di cin- fu traviatalo al titolo dei ss. Gio.
quantanove anni, e sedici di Cardi- e Paolo, ove fece lavorare un no-
nalato. La sua salma fu portata a bile soffitto, ed abbellì la tribuna
Roma, ed ebbe tomba nella cbiesa di pitture d'eccellente pennello.
del suo titolo. Dal gesuita Gaspero Quando Roma per Fer-
partì da
Hartzeim abbiamo scritta elegante- rara, l'accomandò al suo
null'altro
mente in latino, e pubblicata in maestro di casa, che i poveri da
Tre veri nel 1730 la vita di questo sovvenire. Donò le sue sostanze
Cardinale, che fu fra i moderni allo spedale di Milano, e parec-
quello cui si attribuisce il rinno- chie migliaia di scudi ai suoi do-
vamento dell'ipotesi del moto della mestici, e dopo avere accompagna-
terra intorno al sole,messa in ob- to a Ferrara Clemente Vili, pas-
blio dopo Pitagora, benché in que- sò a Milano, dove mori nel i5g8
sto Copernico, e Galileo fossero più di cinquantasei anni e dieci di car-
fortunati del Cardinal Cusa. dinalato. Fu seppellito in chiesa a
CUS ANI Agostino, Cardinale. s. Barnaba.
Agostino Cusani dei marchesi di CUSANI Agostino, Cardinale.
Somma, patrizio di Milano, nacque Agostino Cusani, marchesi di
dei
nel i54^. Apprese le leggi in Bolo- Somma, nobile patrizio milanese
gna, Avignone e Pavia, lesse ono- nato nel i655, divenne protonota-
revolmente in questa ultima. Era rio apostolico partecipante, nell'an-
saggiamente diretto da s. Carlo no i685. Il ven. Innocenzo XI lo
Borromeo, ed amico a san Filip- scelse a commissario di sanità per
po Neri- Gregorio XIII lo ascrisse tener lungi dallo stato della Chie-
ai chierici di camera, poi divenne sa la peste, che a Napoli menava
uditore della medesima, e fu impie- orrenda strage; locchè egli eseguì
gato in affari delicati della Chiesa con molta accortezza. Quindi A-
con sommo vantaggio. Sisto V, ai lessandro VIII lo annoverò tra i
1 4 dicembre del i588, lo creò Car- ponenti del buongoverno, e poi lo
dinal diacono di s. Adriano, colla fece presidente alla camera. In ap-
protettoria dei minori conventuali, presso, cioè nel i6g5, da Innocen-
e la deputazione a parecchie con- zo XII venne ascritto tra chierici i

gregazioni, ov' ebbe gravissimi affa- della medesima camera, colla nun-
ri, specialmente in quella delle co- ziatura al senato veneto nel 1696,
se di Francia. Introdusse i religiosi dopo la quale, nel 1706, ebbe quel-
della Mercede nella sua diaconia^ e la alla corte di Francia. Clemente
trovò il corpo di s. Adriano con XI, volendo premiare le egregie ge-
quelli di altri santi, cui fece collo- ste del Cusani, nel 171 1, il pro-
care sotto aitar magnifico, da lui mosse al vescovato di Pavia, e nel-
fatto costruire, e colla permissione l' anno seguente lo creò prete Car-
del Pontefice, donò a s. Filippo dinale del titolo di s. Maria del
Neri i corpi dei ss. martiri Papia e Popolo, e gli diede la legazione di
Mauro, riposti maggiore
nell'aliar Bologna. Dopo aver governato la
della magnifica chiesa di s. Maria sua chiesa per quasi tredici anni ,

in Vallicella, ove fondò una cappel- la rinunziò, nel 1724, con pensio-
la ricca di dote alla purificazione ne di diecimila cinquecento scudi
della Vergine santissima. Quindi nelle mani del Papa Benedetto XIII,
cus CUS 65
ove mori nel
e ritirossi alla patria, Inoltre la città conteneva molti
1730, di settantacinque anni di età, palazzi costrutti di pietra ,
gli e-
e diciotto di Cardinalato. Interven- sterni ornamenti de'quali erano del
ne ai conclavi d'Innocenzo XIII, e pari incrostati d' oro, e di ar-
Benedetto XIII , e fu sepolto nella gento, tal che si può congetturare
chiesa delle monache di s. Prasse- quali ricchezze vi rinvenissero gli
de nella tomba de' suoi antenati. spagnuoli conquistatori, affermandosi
CUSCO o CUZSCO (de disco). che molti e vasti sotterranei n'erano
Città con residenza vescovile, nella ripieni, come anche di lavori di pre-
America meridionale nella repub- gio,avvegnaché gli abitanti di Cusco
blica del Perù,capo luogo della pro- sempre furono industriosi, e prin-
vincia del suo nome. Giace in una cipalmente distinti nel ricamo, nella
pianura bagnata dal Guatanay, ed scoltura , e nella pittura. E no-
è cinta da montagne, sul declivo to, che a Cusco si portava tutto
delle quali furono costrutti i suoi l'oro, e l'argento delle altre Pro-
primi edifìzi. Le sue case sono fab- vincie del Perù, allora le più ric-
bricate con gran pezzi di pietra vi- che del mondo conosciuto. A poca
va con buon gusto architettonico, distanza dalla città Cusco di evvi
e con eleganza. L'università egual- la bella valle Vucay, luogo assai
mente è un bell'edifìzio. Vi sono delizioso, per cui gl'Incas talvolta
nella città parecchi bagni forniti vi fecero residenza. Quivi pure su
di due sorgenti calda, e fredda. alta rocca era una fortezza che si

Dalla sua quadrata


grande piazza riguardava come la costruzione più
partono quattro strade magnifiche colossale conosciuta nell' America
e dritte, che guardano verso le per le enormi dimensioni delle pie-
quattro parti dell' antico impero. tre quadrate, congiunte senza ce-
Cuzsco, quasi come Lima, è divisa mento una triplice muraglia ne
:

in due parti, l'una delta Havan- formava il recinto. All'uscire di Cuv>


Cusco, od alto Cusco , e l'altra sco, s' incontrano due grandi stra-
Harin Cuzsco, cioè il basso Cuzsco. de manufatte della lunghezza di cin-
Tra i monumenti del suo antico quecento leghe, che terminano a
splendore, conserva una gran for- Qui lo, 1' una costeggiante il ma-
tezza eretta dagl'Incas , chiamata re, e l' altra che supera i gioghi
Saisa-huama, composta di tre re- montani. Lungo le medesime s'in-

cinti concentrici a guisa di trian- contravano (specialmente in cima


golo, al centro della quale abitava- ai monti) arsenali, fortezze, templi,
no gl'Incas, in un palazzo, le cui ed ospizi aperti a'viaggiatori. Ora
mura erano incrostate d' oro e di non se ne veggono che le vestigia.
argento, non che adorne di ogni Pùvaleggiarono tali strade colle più
sorta di figure di animali. Questa magnifiche vie degli antichi ro-
fortezza, in cui non si poteva en- mani.
trare che per istrado sotterranee Cusco vuoisi fondata nel io43
nascoste, è resa quasi inespugnabile da Monco- Capac, primo Incas del
malgrado i guasti del tempo ; e Perù. In progresso fu sempre la ca-
quelli fatti dagli spaglinoli per de- pitale, e la residenza di tutti gli

molirla bastano ad attestare la po- altri suoi sovrani, sino all'ottobre


tenza, e grandezza di que' sovrani. del l5^4, epoca nella quale Frau-
VOL. XIX. 5
,,

66 CtlS CtJS
cesco Pizzarro, alla testa di una pic- consagrata all'Iride; e la quinta
cola armata spagnuola ne rese se serviva di sala di udienza al gran-
padrone, e ne prese possesso, a no- de sagrificatore, e ad altri ministri,
me dell'imperatore Carlo V, re di che dovevano essere tutti della fa-
Spagna. Quell' armata sanguina- Le celebri vergi-
miglia degl'Incas.
ria vi esercitò tutti gli orrori, che non erano alloggiate nel
ni dei sole
la storia ci ha tramandati. Tali ra- tempio, come volgarmente si cre-
paci conquistatori vennero presi da de, ma piuttosto dicesi che abi-
maraviglia alla vista della grandez- tassero un vasto quartiere assai lon-
za e magnificenza degli edifizi, soprat- tano, ed occupavansi nel fornire il

tutto da quella del famoso tempio ricco vestiario agi' Incas, ed alle
del sole, detto Curiacanche, le cui loro numerose famiglie. Per l' or-
mura, e tutto l'esterno erano rico- dinario tali vergini erano mille cin-
perte di lamine d'oro, e di pietre quecento, e supplizio terribile puni-
preziose. Vedevasi ornato pure dal- va quelle che frangevano i voti fat-
le figure, e dagl'idoli delle nazioni ti. Su questo tempio dipoi furono
diverse soggiogate dagl'Incas, non edificati il convento e la chiesa dei
che dai trofei eretti onore del
in domenicani.
sole loro Dio. Era esso venerato La sede vescovile venne eretta
in forma di astro d'oro massiccio da Paolo III poco dopo la conqui-
di una immensa grandezza come , sta di Cusco, operata, come dicem-

pure di oro erano i diversi bacini mo dagli spagnuoli , e fatta da


,

delle fontane, che ne ornavano il quel Pontefice suffraganea dell' ar-

tempio. Allato dell'aurea immagi- civescovo di Lima, come lo è tut-


ne del sole consacravansi i cadaveri tora. La splendida cattedrale, edi-
degl'Incas trapassati, per ordine di ficata nel i554, è un magnifico, e
anzianità, bene imbalsamati, ed as- ricco edifizio, anch' esso di superba
sisi su troni d'oro. Anche le porte architettura. Fu dedicata all'assun-
del tempio erano d'oro, la princi- zione in cielo della beata Vergine
pale delle quali era rivolta a bo- Maria. Il capitolo si compone di
rea. Servivano di fregi grosse cor- cinque dignità, di cui la principale
nici d'oro, e quelle delle mura era- è il decano di cinque canonici
,

no di argento. Lungo il tempio e- compresi il teologo, ed il peniten-


rano cinque cappelle quadrate, col ziere, non che di alcuni beneficia-
tetto piramidale. La prima era ti, denominati porzionari, oltre altri

sagra alla luna, moglie del sole, e preti, e chierici pel divino servigio.
tutta era ricoperta di lamine di La cura delle anime della parroc-
argento, come di argento erano il chia della cattedrale è affidata al
simulacro, ed il trono delle im- capitolo, il quale la fa esercitare da
peratrici, e delle mogli degP Incas, un prete ed avvi il sagro
rettore,
di cui si conservavano i cadaveri. fonte Dappresso alla
battesimale.
Sagra a Venere, alle Plejadi, ed a cattedrale elevasi l'episcopio, ottimo
tutte le stelle era la seconda cap- edificio. Nella città vi sono altre
pella parimenti in argento. La cinque parrocchie, munite di batti-
terza, fregiata in oro, era dedicata sterio. Vi sono religiosi di parecchi
al baleno, a 1
tuono, ed alla folgore; Ordini, e tre monisteri di monache,
e del pari in oro era la quarta, uno de' quali sta nel sito stesso
CUT CUT G7
in cui era il ritiro delle mento- rinunziò all'episcopato, e ritiratosi
vate vergini del sole. In oltre vi nell' isola di Farne ,
quivi santa-
sono conservatori i, confraternite, tre mente morì a' dì 20 di marzo del-
ospedali riccamente dotati, ed il se- l'anno 687.
minario. La diocesi è amplissima ,
CUTBURGA (s.), regina, vergine
ed ogni nuovo vescovo è tassato e badessa in Inghilterra. Quantun-
ne' libri della cancelleria apostolica, que stretta in matrimonio con Al-
in fiorini trenta tre. fredo, re dei Nortumbri, avutane
CUTBERTO (s.), vescovo di Lin- da lui permissione, conservò la pro-
disfarne. Chiamato dalla vita pa- pria verginità, che avea consecrato
storale alla monastica, ne vestì l'a- al Signore, ritirandosi nel moniste-
bito appresso i monaci di Mailvos ro di Barking, nella contea di Es-
sulla Tweed , nelle cui vicinanze sex. In progresso di tempo, avendo
avea egli tratto i natali. Quivi am- ella stessa fondato il monistero di
maestrato nelle sante Scritture, tan- Wimburn, nella contea di Donset,
to profittò nello studio, che in bre- ne tenne con molta saviezza il go-
ve egli divenne modello di sapere verno. Si rese a tutti imil abile e
a' suoi confratelli , siccome lo era cai"a per lo spirito di orazione , e
egualmente per la santità dei co- fervore nelle cose di Dio insieme,
stumi. La sua carità non sapendo e per l'affabilità delle maniere e ,

contenersi entro i confini del chio- sollecita cura delle altrui indigenze.
stro, volle spandersi al di fuori in Dopo che piacque al Signore di af-
vantaggio dei prossimi, e non per- fliggerla e purificarla con penosis-
donando a fatiche, e vincendo ogni sima, e lunga malattia, la chiamò
contraddizione, ebbe la consolazio- a sé a' dì 3 1 del mese di agosto
ne di ammaestrare quei popoli nel- in sul cominciare dell'ottavo secolo.
le verità della fede , e di ridurre Le sue reliquie riposarono a Win,-
ogni maniera di peccatori sulle vie burn in fino a che la pretesa ri-
della giustizia cristiana. La fama forma acconsentì, che si venerasse-
delle sue opere si diffuse per ogni ro le spoglie mortali dei santi. Di
parte, e, quantunque suo malgra- questa santa è fatta menzione nel
do, dovette assoggettarsi alle cure breviario di Parma.
episcopali della diocesi di Lindisfar- CUTMANNO (s.), di stirpe anglo-
ne. Il nuovo stato da lui intrapre- sassone, e pastore di professione,
so, se tutto lo teneva occupato per sino dai più teneri anni, diede non
la santificazione degli altri, non gli dubbie prove di santità nell' eser-

impediva però l'esercizio della fer- cizio d' ogni cristiana virtù. L'ora-
vorosa orazione, e delle usate au- zione, e la contemplazione delle co-
sterità,perchè non accordando al se celesti lo unirono per modo al
suo corpo che un breve riposo, con- Signore, eh' egli parve in tutta la
duceva le intere notti nelle più sua vita, condotta nella semplicità
strettecomunicazioni con Dio. Il di pastore, più angelo che uomo.
Signore lo volle privilegiato anche Morto il padre di lui, giovò con le

in vita col dono dei miracoli, ed sue fatiche ai bisogni della vecchia
è perciò che, vivente ancora, otten- sua madre, edificò di propria mano
ne il nome di Taumaturgo. Sen- un tugurio per abitarlo unitamen-
tendo vicina 1' ora della sua morte, te a quella, e, compito il lavoro ,
68 CZA CZA
pensò di innalzarvi appresso una titolo czar si possono consultare
di
chiesa: del che compiaciutisi molto il Cerimoniale diplomatico, p. II,
gli abitanti del luogo detto Sterin- 671, de titulo Czar; il Budeo, in
ges, lo aiutarono a porre in effetto Biblioth. hist. Struv. 1 740 p. 1 648 e;

il divisato edifizio. Questo tempio Martino Schmizel, Oratio de titulo


era la delizia ed il riposo di lui, ed imperatoria, quem Czarus Russorum
il testimonio dei segnalati favori, di sibi dar i pra etendi t, notis, et observa-
che il Signore lo volle privilegiato. tionibus augmentata, Jenae 1722.
Molti miracoli in vita e dopo mor- Nel 1673 venne spedito a Ro-
te, avvenuta in sul terminare del ma Paolo Nanesio, in qualità di
secolo nono, resero celebre il nome ambasciatore del gran duca di Mo-
di lui, che con particolar culto si scovia Giovanni Basilovritz, per ot-
onora a Fecam, e nella maggior parie tenere anche dal Pontefice il ti-
delle abbazie della Normandia, il tolo di Czar che avea assunto.
,

giorno ottavo di febbraio. Clemente X, che regnava, fece ge-


CYBESTRA, o Ciuistra. V. Ci- nerosa accoglienza all' oratore, ma
DISTRA. non concesse quanto domandava.
CYRRHUS, V. Ciro.
o Ciro. Però non andò guari, che la santa
CZAR. prima
Titolo, che aveva Sede riconobbe un tal titolo, come
l' imperatore delle Russie, chiaman- si prova dal seguente documento.
dosi allora Czarina la sua consor- Francesco Parisi, Istruzioni per la
te. Questa parola, che in lingua segretaria, tom. Ili, p. i4? ripor-
slava siguifìca re , vuoisi derivata ta il cerimoniale col quale il Pon-
dal titolo di Cesare (Fedi), come tefice Clemente XI scriveva al czar
dicemmo a quell' articolo, ed as- di tutte le Russie, che è il seguen-
sunta venne dai sovrani di Russia, te ; >> Illustri, ac potentissimo ma-
che, secondo alcuni, pretendevano » gno Czaro, et magno duci Petro,
discendere da Augusto primo im- « universae magnae, parvae, et Al-
peratore romano. In Moscovia czar » bae Russiae Autocratori, et ma-
si vuole pronunziare tzar
3 o zaar. » gnorum dominorum orientalium,
Lo Sperlingio pretende, che quei « occidentalium, et septentrionalium
principi non abbiano portato il no- » paterno, avitoque haeredi, succes-
me, e il titolo di czar, senonchè • sori, domino, et dominatori Cle-
quando i russi abbracciarono la re- « mens Papa XI Illustris., ac Poten- :

ligione greca, ed aggiunge, che in » tissime Czare, salutem et lumen


avanti i medesimi sovrani piglia- « divinae gratiae. Sublimis tuae ani-
vano il titolo di konger, il quale » plitudo, Excelse, ac Potentissime
significa Re (Fedi). Sul nome e .->
Czare, Te, Tu, etc. ".
DAC DAD

D
D 'ACIA. Antica provincia di Da-
che era
era Scupi
Sardica per
Dacia mediterranea, con
;

metropoli ; Dacia lit-


cia , ed esarcato di Dacia,
situata nella parte settentrionale del- torale, che aveva per metropoli Ra-
l' Illiiia occidentale, avente la Ma- saria ; Mesia prima, con Vimina-
cedonia mezzodì , e il Danubio
al cium metropoli e Mesia seconda,
;

al nord. I romani se ne impadro- con Marcianopoli per metropoli. Ag-


nirono sotto l' imperatore Traiano, giunge che questa divisione in pro-
e per celebrare i trionfi da quel gresso di tempo fu variata in tre me-
principe riportati su Decebalo re ed altrettante provincie. Acri-
tropoli,
dei Dacj, gli dedicarono la famosa da aveva la provincia dell' Albania
colonna, che tuttora sussiste in Ro- orientale, Pesch la Servia, e Torno-
ma, e che si è descritta al volume bia la Bulgaria.
XI V, pag. 3 8 1 del Dizionario, e I bulgari nel IX secolo stabili-

sulla vede scolpita la guer-


quale si rono nella Dacia un regno, facen-
ra dei Dacj. La Dacia divenne pro- done capitale Acrida, come la mi-
vincia romana, nell'anno io5 del- gliore delle sue città. Nel secolo
l'era cristiana. Quindi fu introdotta seguente tal regno fu rovinato, ma
in Dacia la religione cristiana, e si fissò nella città di Tornobia, ove

nell'anno 347 ebbe luogo in Sar- 1' arcivescovo fissò la sua sede, sen-
dica, una delle sue metropoli il , za che Acrida cedesse le sue prero-
rinomato concilio. Il Rinaldi, all'an- gative, per cui la diocesi venne cosi
no 3c)6 num. i3, riporta la testi- divisa, finché i potenti principi di
monianza di s. Paolino, il quale Servia adoperarono perchè la
si

dice, che il grande apostolo Niceta loro capitale Pesch avesse il me-
vescovo dei Dacj, ridusse al vange- tropolitano come Acrida, e Torno-
lo non solo questi popoli, ma i bia. Nei primi del secolo XIII, il

bassi, i goti, e gli sciti. L'imperatore sommo Pontefice Onorio III spedì
Giustiniano I, essendo nativo di A- al re di Dacia il Cardinal Grego-
crida, nel sesto secolo, vi formò una rio Crescenzio per legato. France-
diocesi ecclesiastica, colla residenza sco Torrigio, nelle Sagre grotte
in Acrida, al cui arcivescovo il Pa- vaticane, a pag. 608, riporta le tre
pa Gregorio I trasmise il sagro
s. lettere, che Onorio III scrisse per
pallio. L' abbate de Commanville, questa legazione, due all' Illustri
Histoire de tous les archèv. et évéq. Regi Daciae, l' altra al Cardinal
de l'anivcrs, a pag. 1 3 e seguenti, 1 Crescenzio, diacono di s. Teodoro.
ne riporta le notizie ecclesiastiche. DADYBRA. Sede vescovile del-
Egli dice, che formavasi l'esarcato l' Asia, nella provincia di Paflago-
di Dacia da sei provincie, cioè Pre- nia, dell'esarcato di Ponto, eretta
valis, che aveva per metropoli A- nel quinto secolo sotto la metro-
crida ; Dardania, la cui metropoli poli di Gangra.
7o DAG DAL
DAGOBERTO (s.), figlio dì san veva, e fosse poi perito di mor-
Sigeberto re di Austrasia, e della te ingiusta e violenta era per tale
regina Imneilda, rimase privo del considerato.Il suo corpo venne por-

padre in tenera età l'anno 656, e tato a Rouen, indi trasferito a Ste-
sedette sul trono pochi mesi, per nay, dove è onorato il 2 settem-
la violenza di certo Grimoaldo, che bre, ed il 23 dicembre.
fece valere a favore del proprio fi- DALDA, o Daldus. Città vesco-
glio la successione al trono. Fu spe- vile della Lidia nell'esarcato di A-
dito in Irlanda a vivere una vita sia, eretta nel quinto secolo. Fu
oscura, e venne pubblicato in ap- anche chiamata Hialsa , ed ebbe
presso anche morto, perchè fosse quattro vescovi residenti , suffraga-
da' suoi fidi vassalli dimenticato. La ne! della metropoli di Sardi.
regina sua madre si lagnò altamente DALISANDA, o Dalisandum. Se-
della violenza, ed ingiustizia fatta al de vescovile della provincia d'Isau-
proprio figlio, e ricoverò a Parigi ria, nel patriarcato di Antiochia.
presso il re Clodoveo II. Da 11 a Fu eretta nel secolo quinto sotto
qualche tempo saputosi da'suoi sud- la metropoli di Seleucia, e sei ve-
diti che Dagoberto viveva e si tro- scovi vi ebbero la sede.
vava in Irlanda, con tutto l'impe- DALISANDUS, seu Daldasus.
gno neprocurarono il ritorno . Sede episcopale della prima Pam-
Scrissero a s. Vilfrido, vescovo di filia, nell' esarcato d'Asia, eretta nel
Yorck, che lo aveva assistito nella nono secolo, e fatta suffraganea del-

sua disgrazia, e molto si prestò per la metropoli di Sida.


farlo tradurre in Austrasia. Dago- DALMATICA (Dalmatica). Ve-
berto venne condotto a Metz, e fu ste sagra ed ornamento ecclesiasti-

riconosciuto dai diversi ordini del re- co, oggi propria de' diaconi , ma
gno. Nel suo principio governo
il usata sopra camice anche da al-
il

fu felice, e scelse i palazzi d' Insem- tri, nella celebrazione della messa,

burgo e di Kircheini in Alsazia ed in altre cerimonie della Chiesa.


per sua residenza. Ristaurò chiese, Fu così chiamata dai popoli della
e monisteri, fondò varie abbazie, e Dalmazia, quali 1' usavano comu-
i

regalò di molto la chiesa di Stras- nemente. Era essa una specie di


burgo. Godeva il regno di Austra- tonaca, con lunghe maniche che ,

sia di una pace santa sotto il dol- scendevano sino al pugno, come af-
ce freno di questo re, quando ac- ferma s. Isidoro, Origin. lib. 19,
cesasi guerra con Teodorico III, i cap. 22 ; Alcuino, de clivin. offtc.
due re, alla testa delie loro ar- cap. quid siguificent vestimento,; ti-
mate, si scontrarono sulle frontiere gone di s. Vittore de sacrament. ,

della Lorena. Un certo Ebroino lib. I, p. 4> ca P- 3, ed altri scrit-

cospirò contro Dagoberto, lo sor- tori. Amalario dice, che la dalmati-


prese nella foresta di Voivre, e lo ca fosse un abito militare prima che
fece trucidare il 23 dicembre del- diventasse un ornamento ecclesia-
l'anno 679. La pietà, e le virtù stico. Il Marangoni, delle, cose gen-
preclare di Dagoberto lo posero nel tilesche e profane ridotte ad uso
novero dei santi, ed anche martire delle chiese, p. 137, ivi ne tratta.

fu chiamato pel costume di quei Fu anche usata dagl' imperatori, e


tempi, nei quali chi santamente vi- dalle persone regie di Coni in odo :
.

DAL DAL 7
scrisse Lampridio, quod dalmaticus ri vano alla metà del braccio: si

processerit in publicum, e tal dal- stringe sopra le spalle con alcuni


matica disse Dione essere stata tu- cordoni di seta, di oro, e di altra
nica manicatemi , sericam albani. materia, dai quali pendono fiocchi
Dell'imperatore Pertinace sappiamo dietro alla schiena. In que' Hocchi
che si vestiva di dalmatica detta chi- dicono alcuni significarsi le due pie-
rodata, cioè manicata, con maniche, tre preziose, già poste sulle spalle
a distinzione di quella, che non le degli antichi sacerdoti. La dalma-
aveva, e che chiamavasi Colobio tica poi indica sul diacono la pro-
(Fedi). Altri dicono, che l'usò pu- tezione divina, la gioia dello Spi-
re Eliogabalo , ma che i romani rito santo, e la giustizia. Il Duran-
reputassero che
effeminati quelli , do, lib. 3, cap. II dice, che gli or-
usavano dalmatiche, perchè nascon- nati delle dalmatiche denotano .il
devano le braccia nelle sue lunghe fervore, che si deve avere verso Dio,
maniche, come praticavano que' po- e verso il prossimo. Il Du-Cange
poli, che i greci chiamavano bar- riferiscequanto si legge nel Peni-
bari. Sebbene i primi leviti della tenziale di Roberto de Flamebure:
Chiesa, come s. .Stefano, e s. Lo- « Dalmatica etiam, qua utuntur le-
renzo sieno rappresentati colle dal- » vitae latitudine sua idem signifi-
matiche, queste furono introdotte » cat quod casula, diari tatem, per
nella Chiesa nel quarto, o nel quin- ->duas lineas coccineas, quibus ipsa
to secolo. Certo è, che s. Silvestro » ante, et retro a summo usque
I, del 3r4, abborrendo in vedere » deorsum decoratili* utriusque te-
le braccia nude, lasciate dal colo- » stamenti praedicatio, et Dei, et
bio, allora in uso, la concesse ai « prosimi dilectio figuratur ". Chi
diaconi della Chiesa romana , indi desidera altri misteriosi significati
per singoiar privilegio fu data ai della dalmatica, può leggerli nell'A*
diaconi delle altre chiese , come inalarlo, lib. I, cap. 2 1 de div. off. ;

scrisse s. Gregorio I, d. 2 3, can. nel Rabano lib. I, de int. cler. ; in


communis fdius, non essendo vero Walfrido Strabone lib. de reb. EccL
quanto disse d. Tobia Corona, che cap. 24 ; ed in Ugo di s. Vittore lib.
s. Silvestro I ordinasse ai suddiaco- 1 de sacr. cap. 53. Anche anti-
ni di vestire la dalmatica, la quale camente la dalmatica era pur fatta
poi adoperarono a maggior como- in forma di croce; dalla parte di-
dità nelle feste , e sagre funzioni. ritta aveva maniche larghe, e dalla

Anzi sembra, che s. Silvestro I ,


parte sinistra grandi frangie. Il Ma-
nell'accordarla ai diaconi, abbia pre- cri ch'era bianca con liste
dice,
scritto loro di usarla solo in certe rosse davanti, e di dietro, come si
solennità, dist. 1 70 de jejunio. La vede nelle pitture antiche. Ecco co-
medesima veste fu chiamata tunica me si esprime poi il Gemma e. 211;

senatoria da Giovanni diacono, scri- » Dalmatica a Domini inconsutili


vendo di Gordiano padre di san » tunica, et apostolorum colobio
Gregorio I, lib. 4> ca P- 83. « est mutata ; est vestis candida
È la dalmatica in forma di cro- » manicata duas lineas coccineas
ce, lunga sino a mezza gamba, a- » ante et retro habens, et ira in i-
perta nei fianchi, larga, e con ma- » tes purpureos ". La dalmatica
niche parimenti larghe, lo quali ar- prima doveva essere di lana, se-
,

rjl DAL DAL


concio l'ordine romano ; anzi si con- color celeste, come si vede in al-
cedeva pure ai semplici sacerdoti ,
cune figure di mosaico, particolar-
come si da una pittura
raccoglie mente nella tribuna della basilica
di Gordiano, padre di s. Gregorio di s. Maria Maggiore. La tonicella
I, e descritta dal citato Giovanni è diversa dalla dalmatica : » Dal-
diacono. Allorché la dalmatica di- » matica latis mahicis diaconorum,
ventò di uso generale nella Chie- » angustis vero tunicella subdiaco-
sa, si adornò di striscie di por- » norum peculiare indumentum fuit,
pora, come si disse, allora dette » ut pluribus ostenditur in Macri
davi j come era ornata dappri- » Hierolexico. V. Dalmatica et Tu-
ma la tonaca dei senatori, e dei »» nicell\. Nunc autem unam ab
cavalieri romani. In oriente le ve- » altera ne minimum quidem di-
sti equivalenti alle dalmatiche di- si stingues : quod sacris antiquis
scendono fino a terra ai talloni, ed » ritibus adversari videtur ".
hanno i lati cuciti fino al hasso I diaconi greci non usano la
come pure le maniche chiuse. Que- dalmatica, sebbene i patriarchi, e
sta veste talare, presso gli orientali, metropoliti in luogo della pianeta
per lo più è di seta colorita , come adoperino una veste simile serrata
di bianco, di violaceo, di rosso, ed ai fianchi, e lunga, chiamata da
anche tessuta con fiori , e sopra vi essi sacco, e di cui fa menzione s.

portano la stola. Gio. Grisostomo, che si suole di-


L'uso della dalmatica sotto la pingere con tale abito. Nella chie-
pianeta era proprio del romano sa greca neppure si adopera la tu-
Pontefice, e per privilegio si con- nicella. Anticamente, secondo Val-
cedeva ne' primi tempi ad alcuni fri dio de reb. Eccl. cap. 24, la dal-

vescovi, i quali oggi tutti la por- matica si usava dai sacerdoti in ve-
tano nelle messe, ed altre solenni ce della pianeta ; ma quando essi

funzioni. S. Eutichiano, Papa del cominciarono ad adoperare la pia-


275, aveva ordinato che i martiri neta, la dalmatica si incominciò ad
non si seppellissero senza la dal- usare solamente dai diaconi della
matica, o colobio di porpora , ma Chiesa romana, come dicemmo ; il
in progresso essendone nato abuso, perchè, al dire di Baronio all' an-
giacché colla dalmatica non solo no 5o8, n. i5, il Pontefice san
cuoprivansi i corpi de' martiri, ma Simmaco, volendo onorare s. Ce-
anche quelli di tutti i sagri mini- sario vescovo di Orleans, eh' erasi
stri , s. Gregorio I ne rivocò il recato in R.oma, gli concesse, sic-
decreto, proibendo, che neppure i come grazia singolare che i suoi ,

corpi de' sommi Pontefici si sep- diaconi potessero adoperare la dal-


pellissero con la dalmatica, lib. 4 >
matica e s. Gregorio I l' accordò
;

e. 48 Anticamente quando
Regist. all' arcidiacono dei franchi. In se-
i Cardinali diaconi si paravano per guito si concesse la dalmatica ai
assistere il Papa, sotto la dalmati- vescovi, insieme alla tonicella, per
ca portavano anche la Tonìcella lo che il Papa, ed i vescovi quan-
(Vedi), come si rileva da un mss. do celebrano solennemente la mes-
del Davantria, che fiori nel ponti- sa assumono l'una e l'altra, e poi
ficato di Giovanni XXII ; la qual visovrappongono la Pianeta (Fedi),
tonicella dice il Macri forse era di come ordina il Rituale Romano pub-
,

DAL DAL 73
!>lic;ito dal Mabillon num. 5, car. vero che non solamente non de-
64- La dalmatica chiamasi dalma- vono essere avari e applicati ai bi-
tica maggiore, e la tunicella dal- sogni temporali, ma liberali verso
matica minore. Che la dalmatica i bisognosi, e perciò conviene che
venisse accordata a' vescovi dalla abbiano le maniche larghe, e le

Sede apostolica, lo nota il Bona, de mani libere per dare soccorsi. Tut-
reb. lìturg. § II, cap. 2-4, rilevan- tavolta alcuni vescovi portano le
dolo da quanto scrisse s. Gregorio maniche delle dalmatiche, e delle
I ad A regio vescovo. Nella messa tonicelle più strette delle dalmati-
di Ratoldo, riferita da Menardo che diaconali. Lo stesso Innocenzo
si ricava che il vescovo talvolta III disse, che la dalmatica signifi-

usasse una sola dalmatica nomina- cando la liberalità verso i poveri,


ta tonaca e questa abbellita con
, è vestimento appunto proprio dei
campanelli a similitudine di quella diaconi, il cui ufficio per istituzio-
usata dal sommo sacerdote degli ne apostolica principalmente consi-
ebrei. Altrettanto osservò Stefano steva nel distribuire le facoltà del-
Lduense, de sacr. alt. cap. II, e il la Chiesa ai bisognosi. Nell'avvento,
Durando nel suo Rationale cap. II. e nella quaresima dai diaconi non
Intorno all'uso che i vescovi fan- si usano le dalmatiche, come non si
no della tonicella, aggiunge il Duran- usano le tonicelle, per la seguente
do, che significa, Se perfecle otnnes ragione riferita da Durando, cap.
habere ordines tamquam qui eos aliis XI lib. 3, num. 9, « quia lex quam
confert, mentre i sacerdoti portano » subdiaconus significat ante In-
semplici vesti loro proprie, perchè » carnationem Domini evangeli!
non conferiscono gli ordini degli » ornatu carebat, et charitas evan-
altri ministri. Al dire del citato » gelii, quam diaconus significat,
Cardinal Bona, che cita anche le » nondum apparuerat vel quia ,

pitture antiche pag. 32g, prima » nondum venerar, qui vestem in-
i vescovi portavano la dalmatica » nocentiae, et immortalitatis nos
bianca, e la tonicella rossa. A ina- » induere debebat, ideo vestes lae-
lano, lib. 2, cap. 22, soggiunge che » titiae dimittuntur ". Si servo-
la tonicella era di color di gia- no però della pianeta piegata nel-
cinto, o ceruleo, perchè ne' tem- la parte anteriore sopra le brac-
pi di digiuno, nel deporre i ve- cia, per la cagione assegnata dal
scovi la dalmatica, restavano colla medesimo autore nella seconda par-
tonicella di tal colore conveniente te del suo Rationale, tit. de diaco-
all' indicato tempo. no. Su di che può consultarsi il

deve anche notare col Pon-


Si Tomassini, toin. 377. Inoltre
I car.

tefice Innocenzo III, lib. I de mis- il Diacono [Vedi), e il Suddiacono


sa cap. 56, che le dalmatiche, e [Vedi), quando celebra il vescovo,
tonicelle usate dai vescovi hanno le non vestono tale pianeta, e quando il

maniche alquanto più larghe, che suddiacono deve leggere 1' epistola,
quelle del diacono, e suddiacono, poiché allora esercita l'ufficio di let-
volendo ciò denotare, che i prelati tore, ufficio che appunto anticamen-
devono essere pronti in provvede- te veniva da lui esercitato al mo-
re ai bisogni delle chiese , ed alle do stesso dei greci. 11 diacono quan-
anime alla loro cura affidate, ov- do deve leggere l'evangelo, o ripie-
y/f DAL DAL
ga pianeta sopra la spalla sini-
la ca, ma
che poi , come asseri-
stra, come si praticava nella cap- sce Onorio Augustodunense, lib. I
pella pontificia al dire del Bonanni, cap. 229, furono ad essi conce-
ovvero totalmente ne spoglia, co-
se duti manipolo [Vedi), e la to-
il

me fa attualmente, e come si pra- uicella chiamata dagli scrittori, e

tica inalcune chiese, prendendo in dai rituali antichi Subtile, perebè


suo luogo una stola più larga del- tessuta più sottilmente. Subdiaconis,

la consueta. Si eccettuano però nei dice Onorio, supradictae vestes con-


sopraddetti tempi la terza domenica ccduntttr, cioè quella de'ministri in-

dell'avvento, e la quarta domenica feriori, insuper aliae duae idest


di quaresima, nelle quali il diaco- subtile, et sudarium adduntur, sub-
no, e suddiacono usano la dalmati- tile, quod et strida tunica dicitur.
ca, e tonicella. Ben è vero, che al presente non
In quanto ai suddiaconi fu loro si vede differenza fra la veste del
assegnata la tonicella molto dopo diacono, e suddiacono, se non che
che i diaconi facevano uso della in alcune cinese si usano le mani-

dalmatica. La tonicella è una ve- ebe suddiacono alquanto più


del
ste quasi simile alla dalmatica, ma strette e più corte, la quale diffe-

più angusta nella forma, come os- renza per lo più si trascura, né si
servò il Baronia ai i3 maggio del può indagare, disse il Bona, in qual
suo Martirologio, sopra le parole tempo sia stato questo uso intro-
di s. Gregorio I, il quale nel lib. dotto. Il cadavere del sommo Pon-

7 delle lettere, alla lettera 63 ac- tefice si seppellisce con tonicella,


cenna l'uso de'suddiaconi, ut incinti dalmatica, e pianeta di colore ros-
lineis tunicis procederent. Di qual so, i quali paramenti sono paonaz-
forma fosse la tonicella ,
il mede- zi pei vescovi, e Cardinali sì ve-
simo Baronio, loco citato, citando scovi che preti, mentre rossa è la
Ammiano Marcellino lib. i4> dice dalmatica, che si pone ai cadaveri
essere stata pecloralem lunicam si- de'Cardinali diaconi. Ma di ciò si

ile manicis textam. Che si usasse tratta con più diffusione agli analo-

diversa la veste del suddiacono da gbi articoli. Però le dalmatiche e to-


quella del diacono, si ha pure dal- nicelle, ebe si assumono dal Papa,
l'Ordine Romano antico, pubblicato vescovi ec. sotto la pianeta, non
da Mabillon, nel sesto luogo ove sono ricamate, ma ordinariamente
si tratta della processione, che si di drappi semplici, ornate di pic-
iàceva dalla sagrestia all'altare a- coli galloni, e frangie d'oro.
vanti la messa, e si dice della sto- La dalmatica fu concessa anche
la, e dalmatica parlandosi de'diaconi, agli abbati di monte Cassino, e lo-
v parlandosi de'suddiaconi e delle ro successori da s. Leone IX nel
loro vesti, senza nominarle, e descri- ìo\cj, come un privilegio straordi-
verle, solamente si dice: qnae apucl nario, ed Adriano IV del ir 54 Io
(juosdam subdiaconales nominantni\ accordò all'abbate di Corwei, come
ci mappulae in sinistra inanu fe- riporta il Martene t. IL p. 616
rendae. 11 Cardinal Bona notò, che veter, script. In seguito la dalma-
nel pontificato di s. Gregorio I, tica venne concessa a tutti gli ab-
ebe fu eletto nel 5<)o, i suddiaco- bati mitrati, in uno alla tonicella. S.

ni vestivano di sola tonaca bian- Gregorio I avea accordato la dal-


,

DAL DAL 75
matica non solo al vescovo di Gap la superfìcie Dalmazia,
totale della
s. Aregio o Arrigo, ma anche al suo cioè a dire comprendendovi le iso-
arcidiacono, e per l'abbate Ciriaco le che ne dipendono, le quali for-

gliela trasmise. Eugenio III, del mano quasi la metà di questo sta-
i 145, concesse le dalmatiche a set- to. Le più considerabili di queste
te canonici della cattedrale di Co- isole sono: Arba, Pago, Isola gros-
Ionia. Prima di lui Lucio II, del sa, Cherso, Ossero, Ugliau, Pasmam,
1 r 44j accordò a R.oggero re di Si- Incoronata, il gruppo di Sebenico,
cilia l'uso del bacolo, dell'anello Bua, Solta, Brazza, Lerina, Curzo-
della dalmatica, della mitra, e dei la, Lissa, Lagosta, Maleda, Veglia

sandali. Innocenzo III, del 1198, ec. Fra i numerosi stretti, che
concesse a Pietro II re di Aragona separano le une dalle altre, o dal
l'uso della mitra, e lo coronò. In una continente, ed ai quali si dà il
cronica di questa funzione si dice del- nome di canali, si distinguono quel-
la dalmatica di drappo vermiglio, che li della Morlacca , di Mezzo, di
egli assunse. Benedetto XIII, nel Solta, di Brazza, di Lesina, di Na-
J726, conferì a Giovanni V re di renta, di Lagosta, e di Maleda. Le
Portogallo la dalmatica, e V uso di sue coste formano molte penisole,
altri paramenti sagri. Hartmanno di cui la più vasta è quella di Sab-
Mauro nel libro de coronatone Caro- bioncello. Il clima della Dalmazia
li Vì
tra le vesti solenni enumerò la è temperato: l'aria in generale è
dalmatica, e la disse : albani holo- pura e sana, meno in vicinanza
sericam pretiosis margaritis gemmis- alle paludi presso le coste, Le mon-
ene distinctam. Negli annali Ful- tagne della Dalmazia sembrano es-
densi, Carlo il Calvo, si descrive sere una massa non interrotta di
vestito talari dalmatica, et baltheo un marmo d'oro pregno di prodi-
desuper accinclus pendente, usque. ad giose marine cristallizzate in uno
pedes, Molti esempi abbiamo d'im- spalto bianco e calcareo. Antica-
peratori, e di re vestiti di dalma- mente questo paese dava dalle sue
tica nelle loro solenni coronazioni, miniere oro abbondanza. Mar-
in
cousagrazioni , ed altre cerimonie. ziale lo chiamò la terra che porta
Assistendo gl'imperatori al pontifi- l'oro, aurifera. I suoi migliori por-
cale del romano Pontefice, vestiti ti sono quelli di Zara, Spalatro, Se-
di dalmatica, esercitarono varii uf- benico, Macarsca, Piagosi, e Cattaro.
fizi di diacono, massime nella notte Secondo 1828, la
un'anagrafi del
di Natale, in cui cantavano il van- popolazione ascendeva a più di
gelo. trecentotrentaquattro mila abitanti
DALMAZIA. Regno il più meri- divisi in diciassette città, in trenta-
dionale dell'impero austriaco, lun- due borghi, e 932 villaggi; popola-
ghesso la costa orientale dell'Adria- zione assai tenue al confronto del-
tico, al sud della Croazia militare, la sua estensione, per altro aumen-
dalla quale i monti Velebitchi lo tala negli ultimi tempi. Il maggior
separano, ed all'ovest della Bosnia numero di questi abitanti professa
e dell'Albania, con la quale ha per la religion cattolica, e sta sotto la

limite comune tutta la cresta del- giurisdizione spirituale di due arci-


le alpi Dinariche. Il barone di Li- vescovi di Spalatro, e Zara, e dei
ehtenslein calcola a 844 l e gl ,e vescovi di Cattaro, Lesina, Marca*
j6 DAL DAL
na, unita alla sede di Trebigne, strutta dai romani nell'anno di Ro-
Ragusi, Segna, cui è unita in am- ma 5g8. Si vuole però, che Dal-
ministrazione la sede di Modrus- minium, Delminìum} Dalmium,o Dcl-
cba, Macarsca, ch'è unita a Spala- miuniy sia l'odierna città di Duomo
tro , Sebenico, e Veglia. Gli al- della Servia Turchia Europea.
nella
tri in numero di circa sessantauno Non fu in origine che un piccolissi-
mila seguono la religione greca, ed mo paese vicino alla
Liburnia, fra
banno un vescovo stabilito a Sebenico. i fiumi di Cerca, e di Cettina, ma
Gli abitanti delle città sono in poscia si diede il nome di Dalma-
gran parte originari d' Italia, e zia a tutta quella contrada, che
quindi parlano l' italiano quasi tut- estendesi lungo il mare Adriatico
ti ;
quelli dell' interno poi sono dalla Cerca sino al Drin. La Cer-

morlaccbij cbe sembrano di origi- ca, ed una linea


da questo fiume
ne valacca, ed banno un linguaggio al confluente del Drin e del Lini
mescolato con molte parole latine. separavano la Dalmazia dalla Li-
Esiste nelle montagne un'altra raz- burnia, e dalla Pannonia. Era di-
za di abitanti col nome di aiducbi, visa dalla Macedonia, dal Lim, dal-

e cbe sono mezzo selvaggi: questi le montagne ch'estendevansi sino


,

sono nomadi non


, si cibano cbe al Drin e dal Drin istesso, che
,

di frutta e di bacche dei cespugli scaricava le sue acque nell'Adriati-


boschivi, e saccheggiano d' ordi- co. Molti e molti furono gli anti-
nario i viaggiatori, che non vanno chi popoli abitatori della Dalmazia,
accompagnati. Il regno di Dalma- fra i quali i più possenti chiamaron-
zia è formato di tre divisioni di- si i cui re divennero per
gl'illirici,

stinte, separale le une dalle altre qualche tempo padroni di tutta la


da qualche frazione del territorio Dalmazia, e la Liburnia, aggiungen-
ottomano. La più settentrionale, che dosi anche alcune piazze della Ma-
è la maggiore, e più considerabile cedonia. Si vuole, che i polacchi, e
di queste divisioni, comprende l'an- i boemi, i dalmati, gl'islriotti che
tica Dalmazia veneta, e si divide s'impadronirono in diversi tempi del
ne' tre circondari, di Macarsca, Spa- paese, ov' essi ora abitano , sieno
latro, e Zara. La divisione dimezzo schiavoni in origine. Si dà il nome
rinchiude l'antica repubblica di Ra- di Agron ad uno di questi re del-
gusi, divenuta il circondario di que- rillirìa, e si dice che Teuca la

sto nome, infine la divisione più sua vedova, avendo fatto morire
meridionale, è l'antica Albania ve- gli ambasciatori dei romani , traes-

neta, chiamata oggidì circondario se le loro armate nella Illiria l'an-


di Cattaro. Zara, capitale di tutta no di Roma 524- Si potrebbe cre-
la Dalmazia, è la sede del governo dere, che la Liburnia si rimettes-
che dipende immediatamente dalla se allora in libertà, apparendo che
cancelleria imperiale, e dal mini- sessanta anni dopo Genzio ultimo
stero dell'interno a Vienna. Si cre- re dell'Illiria niente possedesse di
de, che nome
Dalmazia siasi
il di là della Cerca. Questo re fu spo-
formato da quello di Dalminiwn, gliato de'suoi stati, e fatto prigio-
città forte di questo paese, della niero dai romani l'anno 168 avan-
quale però ignorasi la situazione ti Gesù Cristo, i quali resero la

precisa, che fu presa, e quasi di- libertà a tutti i popoli della Illiria.
DAL DAL 77
Non si sa di preciso quali sieno Eraclio, che montò sul trono nel
stati poscia gli stabilimenti eretti 6io; il quale non si liberò da lo-
dai romani nella Dalmazia, sino al ro, se non abbandonando ai croati
regno di Augusto, il quale dopo le ed ai serviani i paesi, nei quali que-
sanguinose guerre conosciute sotto sti barbari sembravano volere sta-
il nome Dalmatiche, e dopo l'al-
di bilirsi, dopo averli ridotti quasi de-
tra lunga guerra., che descritta ci serti. I croati occuparono la Libur-
viene da Floro, da Dione, e da nia, e parte della Dalmazia sino
Appiano, finalmente pervenne a sog- alla Cettina, ed i serviani presero
giogarla del tutto, divenendo allora, possesso del restante della Dalmazia,
insieme colla Liburnia, una pro- ch'ebbe i suoi re particolari, l'ul-
vincia dell'impero romano. Si no- timo de' quali morto senza posteri-
minano le tre principali città , in tà, avendo lasciato il regno alla mo-

cui i magistrati amministravano la glie, essa chiamò in soccorso il

giustizia , cioè Scardona per la suo fratello Ladislao re di Un-


r
Liburnia , Salona , e IS arenta
e gheria. Questi, avendo invaso tutto
per la Dalmazia. Avendo l'impe- il regno, il lasciò ai suoi successo-
ratore Diocleziano cangiato la for- ri, finche i veneziani se ne resero
ma del governo, la Dalmazia di- signori nel modo seguente.
venne una provincia di quello del- Risorto al nascere del nono seco-
e fu, come per lo passato,
l'Illiria, lo l'impero occidentale nei franchi,
governata da un presidente. L' im- tentarono questi di acquistare il do-
pero romano, divisosi poscia fra Ar- minio dell'Adriatico, ma vi trovaro-
cadio ed Onorio 1' anno 3g5 di no una gagliarda resistenza liei gre-
Gesù Cristo la Dalmazia divenne
, ci, uniti ai veneziani, già fatti po-
una delle provincie dell' impero di tenti sul mare. Respinto, nelle sue
occidente, e novanta anni dopo que- marittime imprese, Pipino figlio di
sto impero essendo stato distrutto Carlo Magno, i veneziani dilatarono
da Odoacre re degli eruli, e gl'im- in tale incontro sempre più la loro
peratori d' oriente pretendendo di navigazione sull' Adriatico, e lo co-
riprendere questa provincia, divenne prirono, per così dire, colle nume-
essa il teatro di una sanguinosa rose loro flotte mercantili, sempre
guerra fra i greci, ed i barbari. Se- spalleggiati dagl' imperatori d'Orien-
condo Polibio, i goti, divenuti pa- te, che amavano meglio di vedere
droni dell' Italia, che la credettero, questo mare signoreggiato dai vene-
Dalmazia, come stato dell' impera- ziani amici, che dai franchi nemici.
tore d'occidente, dovesse loro appar- Crebbe così poco a poco la veneta
tenere, e se ne impadronirono in fatto potenza marittima, e divenne tale,

di buona porzione; ma, sconfitti da che avendo imperatore greco, Mi-


l'

Giustiniano I, fu riunita di nuovo chele Balbo, nell'anno 822, abban-


all' pure non ebbe a
impero, che donato del tutto ogni pensiero non
conservarla per lungo tempo. Inde- ma anche delle
solo dell'Adriatico,
scrivibili sono le sciagure cui andò città marittime, già possedute in
soggetta la Dalmazia, dopo la mor- Dalmazia, la repubblica veneta si

te di Giustiniano I, avvenuta l'anno trovò in istato di spiegar tulte le

565. Gli avari, od unni, vi commi- sue forze contro i corsari narenti-
sero orribili guasti, sino al regno di ni, slavi, e croati. Questi ormai
78 DAL DAL
possenti, datisi A- a scorrere nell' perati interamente gli sforzi de' se-
driatico, non solo divenuti erano condi, i quali si videro ridotti ad
dannosissimi al veneto commercio, accettare la legge dai vincitori. In
ma terribili ancora alle città tutte tal guisa ebbe principio il veneto
della Dalmazia marittima, oppresse dominio nella Dalmazia, dominio
dalle loro reiterate vessazioni. I ve- che seco trasse anche quello dell'in-
neziani, per evitare le loro pirate- tero Adriatico, e dei grandiosi acqui-
rie, eransi indotti a patteggiare coi sti della repubblica nelle isole, e
corsari, e a sborsar loro un'annua nelle bagnate da questo
provincie
somma di danaro. Ma il dose Pie- mare. Continuarono i veneziani nel
tro Orseolo II persuase la repub- possesso non interrotto di questa
blica ad una guerra aperta contro provincia, sino verso la fine del se-
di essi, piuttosto che sottoporre la colo XIV, in cui per la sfortunata
nazione a questa specie di disono- guerra genovese, furono costretti a
rante tributo. Era già governata a rilasciarne la maggior parte a Lu-
que' tempi la Croazia dai propri re- dovico re d' Ungheria, collegato coi
goli, i quali, unitamente ai narenti- genovesi. Morto questo però nel 1 38t,
ni, come si disse, infestavano le ed assunto trono Ladislao figlio
al
marittime città della Dalmazia, ed del re di Napoli Carlo III Durazzo,
il traffico dei veneziani, disputando vedendo quanto dispendiosa gli riu-
per ben centosettanta anni l'impe- scisse la difesa di questa provincia,
ro dell'Adriatico alla veneta repub- sempre d' altronde infestata dai con-
blica. Le città ricorsero più volte finanti vaivoda della Bosnia, ne re-
per difesa e protezione alla greca stituì ai veneziani quella parte, che
corte di Costantinopoli, ma inutil- gli era rimasta, con un pagamento,
mente, attese le deboli forze di quel- ed in tal in po-
guisa ritornarono
l' impero. Abbandonate quindi, e tere della repubblica contado di il

disperando della loro salvezza, de- Zara, con le isole di Arba, Cherso,
liberarono, in un congresso univer- Ossero, e Pago, amichevolmente
sale della nazione, di spedir legati sgombrate dagli ungheri. Dallo stes-
alla repubblica, già de' pirati natu- so vaivoda di Bosnia comprarono
rale nemica ,impegnandosi colla poscia i veneziani Ostrovizza, e con
stessa, che qualora fossero liberate essa si facilitarono 1' acquisto di Se-
dalle crudeltà e vessazioni dei cor- benico. Nel i4'7) certo Balza Stru-
sari, si assoggetterebbero volentieri simero, principe slavo, consegnò per
al suo dominio. trattato pacifico ai veneti, Drivasto
I veneziani allora, avendo adu- Dulcigno, Alessio, Antivari, e Bu-
nate tutte le forze marittime, accor- dua. Nel 1 4^3 passarono volonta-
sero a sollievo dell'oppressa Dalma- riamente sotto il dominio veneto,
zia, e, ricevuto giuramento di fe- della Brazza, Le-
il Almisso, le isole
deltà da quei popoli, proseguirono sina, Curzola, e quindi Traù, Spa-
vivamente la guerra. Il re de'croa- latro, e Cattaro. Acquistata tutta la
ti, atterrito, tentò d' intavolare del- Dalmazia, qualche suo territorio pe-
le trattative. I narentini si oppose- rò confinante, e qualche città, co-
ro con tutte le loro forze, ma glo- me Dulcingo, An livari, Durazzo ed
riosamente furono dai veneziani ri- altre, passarono in progresso di
gettati i progetti del primo, e su- tempo sotto il dominio ottomano,
DAL DAL 79
conservandone del restante il pos- re, e fu zio di s. Susanna. V. Chie-
sesso la veneta repubblica, sino alla sa di s. Susanna, e Chiesa di s. Ca-
sua estinzione. Finalmente, pel trat- jo. Nel quarto secolo fiorì l'altro
tato di Campo Formio, nel 1797 dalmatino s. Girolamo, dottore del-
tra la Francia, e 1' Austria, la Dal- la Chiesa, Cardinale, e segretario di
mazia fu ceduta a questa ultima s. Damaso romano Pontefice. Nel-
potenza, che in conseguenza del- l'anno 494j s- Gelasio I si oppo-
la campagna del i8o5 la restituì se ai progressi dell' eresia pelagia-
alla Francia, essendo stata allora na, che tentava insinuarsi anche
riunita al regno di Italia, ed aven- nella Dalmazia. Nel 5go, sotto s.Gre-
do poscia fatto parte delle provi n- gorio I, la Chiesa romana possedeva
cie illiriche amministrate separata- nella Dalmazia un pinguissimo pa-
mente dalla Francia. Nel 1806 i russi trimonio, che faceva amministrare
s'impadronirono delle bocche di Cat- per mezzo di un rettore. Dall' an-
talo, che restituirono ai francesi per la nalista Rinaldi abbiamo all'anno
pace di Tilsit. Dopo
1814, l'Austriail 594 num. 16, che s. Gregorio I

di nuovo ne divenne padrona. sospese dalla comunione colla santa


Si vuole, che il vangelo sia stato Sede i vescovi della Dalmazia, i

annunziato nella Dalmazia fino dal quali aveano consagrato Massimo


tempo degli apostoli, lo che viene falso vescovo Salonitano, contro il

basato sopra ciò, che dicesi nella divieto della Sede apostolica. Nel se-

seconda epistola del dottore delle colo VII nuovamente la Dalmazia


genti a Timoteo, 4> v
cap. 2° J - vide sublimato al pontificato un al-

cioè che Tito, discepolo di s. Pao- tro suo concittadino, dappoiché nel-
lo, andasse in Dalmazia. Certo è, l' anno 64ofu creato Papa Giovan-
come dice Commanville, Ilisloire de ni IV, figliuolo di Venanzio, scola-
tous les arcìièv. et évécj. pag. g5, re di Zara. Questo Pontefice fece
cles archév. et èv. de Dalmatie 3 trasportare dalla Dalmazia sua pa-
che le metropoli di Salona, e di tria, perchè la vedeva sovente in-

Ragusi furono erette nel primo se- vasa dai barbari, le reliquie dei ss.

colo della Chiesa. La prima si riunì martiri Venanzio, Anastasio, e Mau-


a Spalatro, la seconda divenne in ro, le quali da lui furono riposte
seguilo sede vescovile. 11 cristiane- presso la basilica lateranense, nel-
simo vi si mantenne in vigore si- l' oratorio, che poi chiamò
si delia
no al VII, e 1' Vili secolo, allor- Madonna di s. Giovanni. Dal cita-
ché gli schiavoni, popoli originari to Commanville si ha, che Giovanni
del nord come gli unni, se ne im- VIII concesse agli slavi o schiavoni,
padronirono, e vi stabilirono diversi ch'eransi stabiliti in Dalmazia, di cele-
principati ; e che s. Metodio e s. brare gli uffìzi divini, nella loro lin-
Cirillo convertirono al cristianesi- gua. Non sarà discaro il notare che già
mo, verso il pontificato di Giovanni Adriano II del 869, aveva concesso ai
Vili. Nel secolo terzo la Dalmazia moravi, che negli uffìzi divini, e
venerò sulla cattedra di s. Pietro nella messa facessero uso della lingua
un suo concittadino, s. Cajo di Spa- slava per essi volgare, ciò che con-
latro, eletto Papa nell'anno 283. fermò l'immediato successore Gio-
Egli era figliuolo di s. Cajo prete, vanni VIII, coli' obbligo di recitare
fratello di s. Gabino, prete e marti- prima il vangelo nella lingua lati-
,

8o DAL DAL
na, e poi nella slava. V. Schiavo- riconosceva la fondazione, in uno al

ma, o Slavom.y. contiguo ospedale pei nazionali. Di-


Il Pontefice Gregorio VII, nel- poi Innocenzo X, nel i 644-j ajutò i
l'anno 107Q o 1078, creò re De- veneziani contro i formidabili sfor-
metrio duca, o principe della Dal- zi de'turchi, che aspiravano al con-
mazia, Croazia, e Schiavonia, di- quisto della Dalmazia ; e Pio VII,
chiarandolo re di dette provincie. nel 1809, e nel mese stesso della sua
Demetrio le sottopose al dominio deportazione, ebbe la consolazione
della santa Sede coli' annuo tribu- di sentire l' intrepidezza dei vescovi
to di ducento bizanti, e col giura- della Dalmazia, contro le pretensio-
mento di fedeltà a s. Pietro, e ai ni di Napoleone imperatore de' fran-
romani Pontefici, come narra il Ba- cesi, lesive alla cattolica religione.
ronio all'anno 1076. Quindi, nel Per ultimo faremo menzione del
concilio tenuto in Salona, s. Grego- prodigioso avvenimento, per cui per
rio VII, per mezzo de' suoi legati, mano degli angeli la santa casa
Gebizo Cardinale vescovo di Cese- ove il divin Verbo s' incarnò nel
na, e Folcuino vescovo di Fossom- ventre immacolato della beata Ver-
brone, fece dare a Demetrio la co- gine, da Nazaret fu trasportata in
rona, e le insegne reali. Successiva- Dalmazia, tra Tersate, e Fiume
mente i Papi non mancarono di sull' Adriatico. Ciò avvenne 1' anno
prendere paterna cura della Dalma- 1291, nel pontificato di Nicolò IV,
zia. Il Nerini de tempio et coenO'
, a' 9 maggio, cioè circa un mese do-

bio ss. Bonifacii et Alexìi a pag. po che gì' infedeli presero Acri os-
85, e seg., parla di tal concilio, sia Tolemaide ai cristiani, l' unica
perchè Gebizo era stato abbate di città che loro rimanesse presso i san-
tal monistero di B_oma, e dice che ti luoghi di Palestina, pei quali a-
vi fu interdetta la vendita degli uo- vevano avuto luogo otto crociate.
mini. Bonifacio Vili vi spedì per le- Ma dopo tre anni, e sette mesi, ai
gato il Cardinal Boccasini, che poi io dicembre 1294, gli angeli tras-
gli successe nel i3o3, col nome di portarono la medesima santa casa
Benedetto XI, e Nicolò nel 1 449 V nella marca di Ancona, in una sel-
spedì in Dalmazia il rinomato pre- va di certa donna chiamata Lore-
dicatore Antonio minore fran-
fr. to, e poscia passati otto mesi, in
cescano.Gregorio XIII nel 1576 altro luogo più in là dal monte
fondò un convento pei francescani mezza lega distante, e finalmente
in un' isola dell' Adriatico per van- poco dopo, e nel 1290, nel sito ove
taggio spirituale della nazione dal- rimase, e tuttora si venera la detta
mati na, e per la conversione dei Santa Casa di Loreto (Fedi).
turchi. II suo successore Sisto V, Clemente VII, volendo riconosce-
che riteneva la sua famiglia origi- re l'identità del gran prodigio, in-
naria dalmatina, o illirica, dai fon- viò tanto in Nazaret, che nella Dal-
damenti riedificò in Roma la Chie- mazia, alcuni soggetti idonei, i qua-
sa di s. Girolamo de* Schiavonì liesaminarono con diligenza le tras-
(Fedi) } e v' istituì una collegiata lazioni della santa Casa, e la pe-
con capitolo, che dovesse essere com- riferia di essa, e si ebbero per ri-

posto d' illirici, dalmatini, e schia- sultato incontrastabili documenti del


vini, perchè da essi l' antica chiesa seguito prodigio.
DAL DAINI 8f
Concilio di Dalmazia. pei conversi, il terzo per gli ospiti.
In seguito da essa dipendettero set-
Nell'anno 1199, Giovanni cap- te abbazie.
pellano del Pontefice Innocenzo 111, DAMA. Vocabolo, che significa
e Simone suo suddiacono, ambedue donna j sebbene nell' uso si pigli
legati della santa Sede, o, secondo comunemente per donna nobile, o
altri, due religiosi legati pontificii, gentildonna. Il Menagio dice, che
assistiti dall'arcivescovo di Diocleo, tal voce derivi da Dominus, che
sede poscia trasferita ad Antivari, significa Signore, e dal femminino
e da sei vescovi suoi suffragane!, domina; dal che per abbreviatura
stabilirono, pubblicarono in un
e si è fatto il nome di Dama. For-
concilio dodici canoni per estirpare se dall'Italia passò questo nome in
gli abusi introdotti nella Dalmazia, Francia, giacché pure anticamente
ed ivi stabilire gli usi romani. Vi si si disse in Italia Nostra Dama la
proibì la simonia, si vietò ai vesco- Vergine Maria madre di Dio. Quin-
vi di ricevere danaro per l'ordina- di furono istituite le congregazioni
zione, dovendo essere posti tra i religiose di donne delle Dame del
laici i chierici cos\ ordinati, e de- sagro Cuore [Vedi), e delle reli-

posti i vescovi. Si condannarono i giose di Notre Dame (Vedi). L' e-


matrimoni de' preti. Venne appro- rudito Cancellieri nella Lettera so-
vata l'antica divisione de' beni ec- pra r origine delle parole Domi-
clesiastici della Dalmazia. Si ordinò nus, e DomnuSj ec, a pag. 8, e 9
di custodire rigorosamente il segre- dice, che colla parola Dam e Dame
to della confessione, sotto pena del- si nominò Dio, e spiega come passò alle

la uffizio, e del
perdita dell' bene- donne. Il titolo di Dama altre vol-
fizio. che davano benefizii,
I laici, te era onorevolissimo in Francia ;
e quelli che li ricevevano dalle lo- non accordavasi che alle persone
ro mani, furono condannati. Si ful- di alta portata, ed era riserbato
minò la scomunica ai mariti che alle mogli de' cavalieri, giacché quel-
abbandonassero le mogli, senza il le degli scudieri qualificati dicevan-
giudizio della Chiesa. Venne vietata si soltanto Madamigelle. Francesca
la ordinazione de' bastardi, e si pre- d' Angiò, essendo rimasta vedova
scrisse l' interstizio di un anno pel avanti che suo marito fosse stato
diaconato, e il sacerdozio; e si or- creato cavaliere, non ottenne dagli
dinò di conferirli prima di trenta storici se non che il titolo di ma-
anni di età. Diz. de Concilii, p. damigella. Sul trattamento delle Da-
1 44 > Labbé t. XI. me, nel formolario epistolare, può
DALON o DALONE. Luogo del consultarsi il Parisi , Istruzioni per
Limosino in Francia, in cui eravi la secretoria.
un'abbazia de'cisterciensi. Quivi nel- In appresso s'introdusse il nome
l'anno 1 1 1 4- si tenne un concilio, di Madama, e questo titolo si die-
rammentato dal Mabillon, Annoi. de alle donne, che possedevano qual-
s. Benedici, t. V, p. 5g5. L'abba- che signoria ;
poscia sidiede a tutte
zia fu nel medesimo anno fondata le donne di qualità, ed anche alle
da Gerardo di Sala, e divenne con- mogli dei magistrati, e finalmente
siderabile a segno ebbe sino a eh' si prodigò senza distinguere, massi-

tre chiostri, uno pei monaci, l'altro me appresso i francesi. ?Vwerle Can»
voi. mx.
82 DAM DAM
cellieri, loco citato pag. 72, che ma- strettissima nel mezzo, andando ad
dama fu titolo privativo una volta allargarsi verso l' estremità. Ha no-
delle regine, e delle principesse del ve porte, ed è circondata ila mu-
sangue reale,' e fu usato dagli An- raglie mezzo rovinose, non che fian-
gioini quando montarono sul trono cheggiata d;i torri con fosse. E for-
di Puglia e Sicilia. Piitornando al tificato parimenti da torri con fosse
titolo di Dama, aggiungeremo che il castello che la difende. L'aspetto
le dame nella corte di Francia fu- di Damasco è triste e monotono,
rono introdotte sotto il re France- non avendo come altre città dell'o-
sco I, forse avendone preso l'idea riente veruna piazza pubblica. Le
dalle corti italiane, per cui allora case sono semplici all' esterno ; ma
venne creato il titolo di Dama del di una grande magnificenza al di
palazzo. Caterina de' Medici, per dentro. Oltre gli addobbi fastosi,
un raffinamento di politica, chiamò ed i loro bei tappeti, ordinaria-
alcune damigelle di onore, tolte tra mente hanno esse un vasto cor-
le fanciulle del più alto grado, non tile quadrato, con alberi odoriferi,
tanto perchè ad essa servissero di e belle fontane di marmo, che con-
compagne, quanto per potersene ducono 1' acqua ad ogni angolo del-
valere come di un mezzo più adat- l' abitazione. Le strade sono ben
to a favorire i suoi disegni per i- lastricate, ed adorne di ricchi ba-
scoprire destramente i segreti dei zar ben fabbricali, di bagni super-
grandi del regno. Il Vossio dimo- bi, e di caffè detti cavenech, appa-
stra, che da Domina discende Do- rati con buon gusto. Quello detto
micella, e da questa Damigella,, e Chan-verdy, ossia caffè de' rosai, è
Damoiselle, come avverte anche il rinomato in tutto l'oriente. Gran-
Carpentier. dissimi sono i sobborghi, ma di for-
DAMASCENI Peretti, Cardina- ma irregolare. Uno monumenti
de'
le. V. Peretti. i più curiosi di Damasco è il ser-
DAMASCO, Damascus. Città ar- raglio o palazzo del pascià osserva-
civescovile della Turchia Asiatica, bile anche per la sua grandezza. Vi
nella Siria, capoluogo del ragguar- si distingue Ran, od ospizio prin-
il

devole pascialatico del suo nome, e cipale eretto da Asad pascià, e quel-
residenza del pascià. Trovasi situa- lo di Solimano pascià. Numerose
ta in una fertile pianura, e sì a- sono le moschee, essendoil popolo
mena, che fu chiamata il più va- fanatico pel maomettanismo. La più
go paradiso dell' Asia . E posta bella è la Zekia, o gran moschea,
a' piedi del versatolo orientale del un tempo cattedrale dedicata a s.

Lihano , ed è cinta di bellissi- Giovanni Battista, che vuoisi edifi-


mi giardini, e di ridenti case cam- cata dall' imperatore Eraclio. Questo
pestri. Viene irrigata dal Parade, superbo edificio è di architettura
il Chyssorrhoas degli antichi, e da corintia, e di forma oblunga, ed
altri piccoli corsi d'acqua, derivanti ornata di due minereti, sormontati
da questo fiume, i quali vanno a da una cupola in pietra. Al di fuo-
riunirsi in un alveo solo, che a po- ri della sua facciata sostenuta da
ca distanza da questa città torma enormi colonne di granito rosso, si
un lago ricco di pesci. Damasco è osserva una magnifica fontana, la
molto più lunga che larga, anzi acqua della quale cade da venti
DAM DAM 83
piedi di altezza. moschea Questa 11 re Davide battè Rasin , ed
l'acchiude nel suo circuito una cro- assoggettò a se questo regno. Eb-
ce, spaziosi giardini, ed un ospeda- be vari illustri successori , che o-
le per gì' indigenti. Damasco ha ra furono in guerra , ora allea-
molti altri ospedali, e il più hello ti dei Giuda, e di Israele.
re di
è cpiello eretto da Solimano I. Vi Nelle vicende delle guerre fu que-
sono otto sinagoghe, una chiesa gre- sta città presa da Geroboamo II
ca, una maronita, una siriaca, una re d' Israele ,
quindi da Taglatfa-
armena, e tre conventi di armeni lassare, re di Assiria , che quasi
cattolici. In quello di s. Paolo, che la distrusse, spingendo i suoi abi-
apparteneva agli spagnuoli, eravi tanti di là dall'Eufrate, come pur
una scuola di lingua araba. Questa anche da Sennacherib, e soggiacque
città è una delle più commercian- altresì alla Persia. In epoca men ri-
ti della Turchia asiatica. E celebre mota dicesi acquistata anche dai ge-
da lungo tempo per le sue mani- nerali di Alessandro il Macedone. Fu
fatture di lame da sciabla , sebbe- sotto i seleuci, che divenne capitale
ne non abbiano ora più che un della Siria, prima che lo fosse An-
•valore secondario. Queste sciable tiochia. Metello, e Lelio, capitani
sì flessibili, si dice che fossero fab- romani, durante la guerra di Pom-
bricate con sottili ed alleine stri- peo con Tigrane, se ne impadroni-
sele di ferro, e di aeciajo. E pure rono, e passò epiindi sotto il domi-
Damasco rinomata per le sue eccel- nio romano con tutta la Siria, di-
lenti fabbriche di drappi all'arabe- venendo allora questa città uno dei
sco in seta, che presero appunto il grandi arsenali, che l'impero avesse
nome di Damasco da questa città in oriente. Nel 635 cadde in pote-
in cui furono inventali ; sono pine re degli arabi o saraceni,dopo che
rinomate le altre stoffe dipinte, di l'imperatore Eraclio fu vinto nelie
seta, e di cotone. Damasco versa sue vicinanze dai luogotenenti del
le sue mercanzie principalmente a califfo Abu-Bekr. Il califfo Moawiah
Baimi, che si considera il suo por- la fece residenza, e capitale del ca-
to. La città contiene circa duecento liffato, il qual onore conservò fin-

mila abitanti, de' quali dodici mila ché i califfi abassidi trasferirono
sono cristiani, e quasi altrettanti ad A ubar la loro sede. Fu in ap-
ebrei ; il resto siriaci, maomettani, presso soggetta ai sultani di Egitto
arabi, e turchi. sino a che Timur-Beg la distrusse.
DamascOj secondo tutte le tradi- Finalmente, dopo molte altre vicen-
zioni, deve la sua origine alla più de, cadde in potere dei turchi con
ri mota antichità, ed evvi chi la vuo- tutta la Siria, per opera dell'im-
le esistente sino dai tempi di Abra- peratore Selim i5i7, e finoI, nel
mo. Altri, e principalmente lo sto- da quel tempo fece sempre parte
rico Giuseppe, le danno per fon- dell' impero ottomano. Nel i j5g,
datore Hus figliuolo di Aram, ul- fu molto danneggiata- dal terremoto.
timo figlio di Noè. Verso l'anno io44 La religione cristiana vi fioriva
avanti G. C, divenne la capitale d'un quando Areta re degli arabi, ne a-
regno, fondato da Rasin generale vea il possesso ; e si può dire che
delle truppe di Adareser, che più 1'
apostolo s. Paolo battezzato da A-
tardi prese il nome di regno di Siria. nania discepolo di Gesù Cristo, fos~
84 DAM D \M
se uno de' suoi allievi. Dal Rinaldi contnno s. Giovanni Damasceno, ed
all'anno 35 si apprende che in Da- Abulfeda.
masco raccolse la chiesa il detto DAMASO, Cardinale. V. S. D\-
Anania, dopo che fedeli erano i maso I Papa.
slati cacciati da Gerusalemme dopo DAMASO (s), Papa XXXIX. I

la morte di s. Stefano e che nel ; Nacque Guimaraens di Por-


egli in
luogo dove Cristo apparve a san togallo ovvero in R.oma l' anno
,

Paolo per convertirlo, fu edificata 3o4, e fu annoverato, benché assai


una chiesa. Fu in Damasco che s. giovane, tra i notari e lettori della
Paolo perdette, e ricuperò la vista. Chiesa Piomana, ed è per questo
Vuoisi che Teodosio I avendo e- , che scrisse gli atti dei ss. martiri
retto in provincia la seconda Fe- Pietro e Marcellino. Cresciuto cogli
nicia, o la Fenicia del Libano, at- anni, strinse amicizia con s. Atana-
tribuisse i diritti metropoHtani ad sio. Sino agli anni quarantotto di
Emesa, dov' egli stabili un prefetto; età non fu insignito dell'ordine del
con tutto ciò Damasco era metro- diaconato. Di un tale carattere fre-
poli sotto il patriarcato d' Antiochia giato, accompagnò l'esule Pontefice
coi seguenti vescovati suflfraganei : s. Liberio sino a Milano, e quindi
Emesa, Salama, Laodicea,
Liopoli, fu ordinato prete, e fatto Caldina
Abila, Tabruda, Evaria, o Giusti- ne sotto il pontificato di s. Felice
nianopoli, Palmira, Chomoara, Sa- II, indi confermato da s. Liberio,
racenorum, Charadea, Alala o Ala- di cui secondo alcuni fu vicario in
lia,Danaba, Clima Magludorum, tempo dell'esilio. Innalzato alla su-
Clima orientale, e Gonaitico. Dama- prema dignità di Pontefice, in età
sco fu stimata la seconda sede del- d'anni sessantadue, ed ai i5 set-
l' oriente dopo Tiro; e per molto tembre del 367, sua prima cura
tempo vi fece residenza il patriar- fu il sedare lo scisma mosso dal-
ca d'Antiochia. Al presente Dama- l'antipapa Orsidno, e diedesi poscia
sco, Damascai., è un arcivescovato con zelo veramente apostolico al
in parlibus, avente sottoposte le se- buon governo della Chiesa. Nel
di di Abelia, di Alala o Alalia, di 369 adunò in Roma un sinodo di
Coradro, di Evaria, e di Tanes 93 vescovi, nel quale fu conferma-
pure in partihus. Gli ultimi ar- ta la fede nicena, riprovato il con-
civescovi litolari furono monsignor cilio di Rimini, e condannato Au-
Giovanni Camillo Rossi , che Leo- senzio, qua! promulgatole dell'aria-
ne XII, nel concistoro dei 9 api-ile na eresia nella diocesi di Milano.
del 1827, trasferì dalla chiesa ve- S. Basilio mandò a Roma sue let-
scovile di s. Severo; e prima di lui tere per Doroteo diacono antioche-
era stato arcivescovo di Damasco, no, laonde s. Damaso I, pei- com-
monsignor Giuseppe dalla Porta Ro- piacere alle pie istanze di Ini, spe-
diani, poi patriarca di Costantinopo- dì nell'oriente Sabino diacono della
li, e dal regnante Pontefice creato chiesa milanese; ma essendo questi
Cardinale. Le missioni latine di Da- ritornato a Roma con altre lettere
masco sono dipendenti dal vica- di s. Basilio , che al Papa non
riato apostolico di Costantinopoli piacquero, furono a lui respinte a
pei latini. Tra i grandi uomini, mezzo di Evagrio antiocheno. Al-
eh' ebbero per patria Damasco, si lora Basilio ed i vescovi orientali
DAM DAM 85
incaricarono Doroteo, divenuto pie- lo ricevette. Nel 38 1, ad istanza
te, di portare al Pontefice altre dell' imperatore Teodosio, fece il

lettere, per cui fu in Roma nel santo Pontefice celebrare il secondo


374 celebrato un concilio. concilio generale, a cui intervenne
Poco dopo si recò in Roma Vi- un gran numero di vescovi. Questi
tale apollinarista, e da scaltro pre- ricevettero onorevolmente il To-
sentò a s. Damaso una forinola I mo degli Occidentali, o sia la
di fede, che sembrava secondo i professione di fede di san Dama-
donimi cattolici, il perchè fu rice- so I a Paolino ,
già stabilita l'an-
vuto alla sua comunione; ma ap- no precedente nel concilio roma-
pena parlilo da Roma, il Papa si no, e confermarono la fede del Ni-
insospettì, e di ciò scrisse a Pao- ceno contro gli ariani Macedonio,
lino di Antiochia, la qual cosa per Aezio, ed Eunomio. Nell'anno 383
altro destò nell'oriente altri movi- scrisse s. Damaso I ai vescovi di
menti, perchè in certo modo sem- oriente una lettera contro gli apol-
brava riconoscere Paolino, a danno linaristi, ed un' altra l'anno appres-
di s. Melezio, per legittimo vescovo so all' imperatore Valentiniano a
di Antiochia. I vescovi orientali, favore di Simmaco, calunniato di
in uno a s. Basilio per la terza perseguitare i cristiani per favorire
volta mandarono Doroteo a Roma la causa di Cesare. Non è vero, che
per rappresentare le ragioni di san egli fosse primo ad ordinare in
il

Melezio. Tuttavolta, nel sinodo ce- Roma il canto dell' Alleluja in tem-
lebrato dal Pontefice, diede ragione po pasquale, ma bensì di avere in-
a Paolino, col prescrivergli di non giunto che si cantasse più frequen-
rigettare dalla comunione cattolica temente , ed anche fuori di quel
s. Melezio; quindi s. Damaso I in- tempo. Alcuni attribuiscono a san
terrogato da s. Girolamo, il quale Damaso I altre cose, come l'istitu-
il consultò se potesse cattolicamen- zione della pena del taglione. Chia-
te dirsi che in Dio ci fossero tre mò s. Damaso I a Roma il dotto-
ipostasi, e con chi dovesse comu- re s. Girolamo, per servirsene co-
nicare, rispose che comunicasse con me di segretario nelle risposte che
Paolino, e che professasse in Dio dava ai concili, ed alle chiese; inol-
uri ipostasi, e tre persone : insegui- tre s. Girolamo per comando del
to i due
partiti vennero a transa- Papa tradusse nel latino idioma
zione,che fu approvata dal Papa. •varie opere. Governò diciassette an-
Nell'anno 378 s. Damaso I battez- ni,due mesi e ventisei giorni e , ,

zò Gracco prefetto di Roma, e gli morì quasi ottuagenario agli 1 1 di-


comandò di atterrare l' infame spe- cembre del 384. Egregio per vir-
lonca del dio Mitra. Nel 38o di- tù, erudito nelle sante Scritture,
chiarò nulla l'ordinazione fatta da illustre ed insigne
per gli scritti,

alcuni egizi dell'ambizioso Massimo per l'ottimo governo del suo pon-
Cinico a vescovo di Costantinopo- tificato, s. Damaso I fu uno de'più
li, e costituì suo vicario nelle pro- celebri Papi della primitiva Chie-
vincie dell' Illiria orientale il vesco- sa. 11 suo cadavere venne sepolto
vo di Tessalonica Acolio. Venuto a nella basilica da lui eretta nella via
Roma Priscilliano condannato dal Ardeatina, accanto alla madre, ed
concilio di Saragozza, il Papa non alla sorella Irene, e quindi trasferì-
85 DAM DAM
to nella Chiesa di s. Lorenzo in morto agli 8 di agosto a Pale-
Damaso {Vedi), da lui medesimo strina, ove erasi recato per fuggire
(ondata. Vacò la sede Romana tren- l'eccessivo caldo di Roma. Fu quin-
tuno giorni. di il suo corpo trasferito in Roma, e
Le opere di s. Damaso I, colla sepolto fuori della città nella chiesa
sua furono date alla luce da
\ita_, patriarcale di s. Lorenzo. La s. Sede
Federico Ubaldini nel i63o, illu- vacò sei mesi, e quattro giorni. Per
strate poi colle note di Marzio Mi- altre notizie su questo Papa, che
lesio Sarazzano J. C. romano, per pel brevissimo suo pontificato , e
la cui industria furono raccolte nel per essere straniero poco si cono-
1671. Vi è un'altra edizione roma- scono, si possono consultare gli scrit-

na del i638, del p. Carlo d'Aqui- tori delle vite de' Pontefici.
no; e poscia il p. Antonio Maria DAME del sagro Cuor.E. V. Sa-
Merenda nel 1754 ne procurò al- gro Cuore, Dame.
tra romana edizione in foglio. Il DAMIANO Pietro (s.) Cardina-
Papebrochio, in Propileo par. I, le. V. Pietro Damiano (s.)
pag. 58, sopra alcune Epistole at- DAMIAMSTI. Eretici, ramo di
tribuite al santo Pontefice, fa una acefali severiani. Presero il nome
bella dissertazione. Scrisse ancor la da un certo Damiano vescovo di
vita di questoPapa, il p. Antonio Alessandria , il quale essendo pri-
de Macedo, nella sua Lusitania In- ma del partito di Severo ereti-
cidala, pubblicata in Parigi nel co vescovo di Antiochia, si divi-
i663. Intorno poi alle opere di se anche dalla sua scuola, e
poi
s. Damaso I, Elogia sanctoruni, si formò una setta particolare. I
stanno nella Biblioth. PP. edit. Lug- Damianisti, seguendo 1* errore di Sa-
duni, tom. V, p. 635; nell' Append. bellio, ammettevano in Dio una so-
Bibliot. Veter. PP. p. 844, e nel- la natura, ma senza distinzione di
la seconda edizione del Bigni, tom. persone, insegnando, che inomi Pa-
IV, col. 920 ; e nella terza al to- dre, Figliuolo, Spirito santo, non
mo IV, pag. 543, Elogium de Pau- sono altro che diverse denomina-
lo Apostolo^ sta in 2, choro Poe- zioni della stessa persona.
tar. Latin, edit. Hanoviae, tom. II, DAMIANO (s.). Era questi fra-
pag. 673. Le Epistole si possono tello a s. Cosma, ed ambedue ara-
leggere in Labbé, Conciliar, tom. bi di nascita. Si applicarono in Si-
II, col. 864, e con s. Clemente ria allo studio della medicina, e
edit. Coloniens. pag. 536. Hymni riuscirono medici si per l'arte che
tres stanno in Hymnario ad eal- per la pietà famigerati. Professan-
cem Thomasii pag. 4^-52.
psalterii do essi la religione cristiana, ani-
DAMASO II, denominato prima mati da questa, assistevano gli in-
Poppone nativo della Baviera in fermi con quella carità , eh' essa
Germania, vescovo di Bressanone, ispira, non curando per nulla l'in-

di bassa nascita, ma di gran mente, teresse venale, anzi rigettando qua-


sostenuto dalla protezione di Enri- lunque compenso. In Ege città del-
co III, ai 17 di luglio dell'anno la Cilicia vivevano essi, ed erano
1048 in Roma fu benedetto, e ve- onorati assai da que' cittadini, ado-
nerato per Papa. Ma non regnò perandosi ancora di fare nuovi pro-
che soli ventitre giorni, essendo seliti alla religione cristiana. L' un-
DAM DAM 87
pesatore Diocleziano, perseguitando schee alimentano parecchie cen-
si

la religione di Cristo, ordinò a Li- tinaia di poveri, ciechi, ed impedi-


sia, governatore della Cilicia, di non ti. Questa città, vantaggiosamente
risparmiare la morte a chi la pro- situata pel commercio, manca di
fessava. Facile fu al governatore di porto ; tuttavolta il suo commercio
scoprire questi santi fratelli per ne- è animatissimo coli' Egitto e colla
mici del suo padrone, e quindi or- Siria, per cui vi risiedono vari con-

dinò che fossero presi, ed assog- soli europei. I dintorni sono assai
gettati ai più crudeli tormenti ,
deliziosi, e l'aria vi è sana.
perchè obbedissero a Cesare, ma La presente città di Damiata fu
costanti essi nella loro fede , li fabbricata nel luogo stesso, e secon-
fece perire sotto la scure. I loro do alcuni poca disianza dalla
a
corpi furono raccolti ,
portati in antica Tamiathis, situata quasi in
Siria, e sepolti a Ciro. Questi ge- faccia di Pelusio, che qualche volta
nerosi soldati di Cristo furono assai si confuse con questa città, e che
onorati. Alcune delle loro reliquie fu distrutta durante le crociate.
vennero portate in Pioma sotto il Damiata segui il destino delle altre
pontificato di s. Pel ice III detto IV, città, allorché i saraceni si resero
ed attualmente riposano nella chiesa padroni di questo paese. All' artico-
del loro nome,
eh' è ancora diaconia lo Crociata (Vedi), si parlò molto
V. Chiesa de' ss. Cos-
cardinalizia. di Damiata, e dei Cardinali legati,
ma, e Damiano, non che ss. Cosma, che vi spedirono i sommi Pontefi-
e Damiano, ove si parla delle tre ci, cogli eserciti de' crocesignati, pel
coppie di sauti di egual nome. La conquisto di Palestina, e dei santi
Chiesa onora la loro memoria il luoghi. I crocesignati la presero do-
di 27 settembre. po un lungo assedio nel 12 18, o
DAMIANO, Cardinale. Questi 1219: laonde Tafadino sultano ne
viene annoverato dal solo Ciacconio mori di dolore per non poterla
tra i Cardinalidiaconi, creati da soccorrere. Il Papa Onorio III mol-
Urbano Papa eletto nel 088. Gli
II, 1 to si adoprò per conservare Damiata
altri scrittori non fanno di lui men- ai crociati, che vi edificarono diverse
zione, cosicché della sua vita non pos- chiese; ma fu restituita al soldano di
siamo raccogliere ulteriori notizie. Egitto nel 1221. Il re s. Luigi IX,
DAMIATA oDAMIETTA. Cit- avendo preso la croce, passò in E-
tà arcivescovile dell' Africa nel bas- gitto, e giunse nella rada di Da-
so Egitto, capoluogo di provincia, miata il
4 ghigno 1249, e fu allo-
sulla riva destra, e presso la foce ra la città dai saraceni abbando-

delramo orientale del Nilo, detto nata. Nell'anno seguente, quel re


ramo di Damiata. E eretta in for- di Francia, essendo stato fatto pri-

ma di luna crescente sulla stretta gioniero in un fatto d'arme sangui-


lingua di terra, che si trova fra il noso successo in un campo di bat-
Nilo, e il lago Menzalch, sempre taglia, che si vede all'est della cit-

coperto di barche. Vi si vedono tre tà, fu costretto, per ricuperare la

grandi moschee, una delle quali è propria libertà, di cedere di nuovo


un' antica chiesa cristiana, il cui in- Damiata, allora in potere de' fran-
terno è sostenuto da molte colonne cesi, ai saraceni. Questi, temendo
di marmo. In una di queste ino- non fosse per l' avvenire il motivo
. 1,

88 DAM DA N
di una guerra fatale al loro paese, DANABA (Danaben). Sede ve-
distrussero Daraiata. Dipoi, in suo scovile della Fenicia marittima nel-
luogo n'eressero una nuova, o, se- 1'Asia, posta da Tolomeo nella Pal-
condo alcutiL ripararono la vecchia. mirena al sud ovest della città di
È certo, che oggidì la foce del Ni- Palmira. Il vescovato venne eretto
lo è più lontana, cioè a dire più nel secolo quinto, e sottoposto alla
settentrionale, che non era al tempo metropoli Damasco. Di questa
di
di s. Luigi IX.
Questo prolunga- chiesa si trova menzione negli atti
mento ebhe egualmente
della costa de' concili, ove pure sono ricordati
luogo all' imboccatura di Rosetta. due vescovi, che vi ebbero sede. Al
Dannata divenne sede metropo- presente è un vescovato in parti-
litana; ma né si conosce l'anno bus, nella giurisdizione pure in par-
della sua erezione, né se lo fosse tìbus di Damasco. Gli ultimi che
dopo che fu presa dai crociati. Cer- ne portarono il titolo, sono monsi-
to è, che nel 1249 n'era arcivesco- gnor Giuseppe Schuller de Ehren-
vo Egidio, a cui il re di Francia tal, e monsignor Ignazio de Natale

s. Luigi IX assegnò duecento li- palermitano, de' marchesi di Monte-


re di rendita dalla sua cassa par- rosato, aciò nominato dal Papa
ticolare, finché egli avesse qualche Leone XII nel concistoro dei 2
altro benefìcio, che provvedesse al maggio 1827.
suo mantenimento. Al presente è DANDINI Girolamo, Cardinale,
occupata dai maomettani, che vi tol- Girolamo Dandini nobile cesenate
lerano alcuni cristiani copti, e pa- di famiglia oriunda da Siena, uo-
recchi greci, i quali vi hanno i loro mo di grande spirito e di estese
vescovi. E arcivescovato in partibus, cognizioni , fu dapprima scelto a
che viene conferito dalla santa Sede, segretario di Paolo III, e poscia
con tre vescovati pure in partibus, nell'anno 1 5T44> promosso al ve-
cioè Ermopoli, Nilopoli, e Tanasia, scovato di Caserta, dal quale due
alla sede di Damiata soggetti. At- anni dopo fece passaggio a quello
tualmente è fregiato del titolo di d' Imola. Di questa chiesa egli fu
arcivescovo di Damiata , monsi- assai benemerito ; la fece ricoprire
gnor Giacchino Pecci nunzio apo- di una stabile volta, e la fornì di
stolico nel Belgio, e tale dichiarato preziose suppellettili. Ampliò anche
dal Papa che regna nel concistoro il palazzo episcopale, e diede luogo
de' 27 gennaio anno corrente. Avanti a' cappuccini di fabbricarsi una chie-
di lui lo fu mons. Giacomo Sinibaldi, sa e convento. Fatto assai destro
fatto da Pio VII, e dal medesimo ai nel maneggio de' più difficili affari,

29 agosto 182 1 dichiarato vescovo Paolo III lo spedì più volte inter-
assistente al pontificio soglio, quin- nunzio in Francia presso France-
di da Gregorio XVI, nel mentovato sco I ed Enrico II suo successore;
suo concistoro, fatto patriarca di col quale trattò ancora intorno alla
Costantinopoli. Prima di lui Pio VI futura celebrazione di un concilio
fece arcivescovo di Damiata, colla generale, ch'ebbe luogo dipoi nella
nunziatura apostolica di Colonia, città di Trento. I protestanti face-
monsignor Bartolommeo Pacca, ora vano allora grandi progressi, e per-
Cardinal decano del sagro Col- seguitavano a tutto potere i catto-
legio. lici: e si fu appunto per reprimere
,

DAN DAN ò9
Ja forsennata loro prepotenza, clic il sua morte accadde a' 3 dicembre
Dandini venne insignito del carattere i55g, ed ebbe il sepolcro nella
di nunzio ordinario nella corte del- chiesa di s. Marcello presso l' al-
l'anzidetto Enrico. Dipoi Giulio III, tare della Beata Vergine addolora-
successo nel i55o a Paolo III, lo ta; sul pilastro si vede il suo ri-
richiamò presso di sé in qualità di tratto, che credesi dipinto da Pel-

segretario, e quindi gli diede la legrino da Modena. Il Pallavicini

commissione di recarsi come inter- nella storia del concilio di Trento fa


nunzio presso Carlo per istabili- V più volte menzione onorata di que-
re la continuazione del tridentino sto dotto, e chiarissimo porporato.
concilio, e per ottenere soccorso DANDINI Girolamo, nato a Ce-
nella guerra di Parma e della Mi- sena, della famiglia del Cardinale di
randola, di cui fu dichiarato presi- questo nome, entrò nella compagnia
dente col titolo di commissario ge- de' gesuiti, in cui si distinse per la
nerale dell' esercito Pontificio. Cosi sua pietà e dottrina. Fu il primo
bene riuscì Dandini in tutte le
il del suo Ordine, che in Parigi inse-
cose affidategli, che il Pontefice gnasse la filosofìa. Dopo di avere
nel i55i, lo creò prete Cardinale sostenuto a meraviglia i gradi di
assente, e poscia gli conferì il tito- rettore e di provinciale, fu man-
lo di s. Matteo in Merulana, e la dato da Clemente Vili nel 1 5q6
qualifica di legato a Intere di Carlo nunzio a' maroniti di monte Libano
V per trattare la pace col re cri- per riconoscerei loro riti, e la lo-
stianissimo. Nelle Fiandre accolse il ro credenza massime intorno all'Eu-
Commendone, che gli fece la confi- caristia. Diede quindi alla luce una
denza quanto avea stabilito colla
di relazione esatta dei suoi viaggi, e
regina Maria d' Inghilterra per ri- di più un trattato di Etilica Sa-*
stabilire in quel regno la religione era, cui Riccardo Simon, che pub-
cattolica, ed anzi ritenne il Com- blicò la relazione da lui tradotta
mendone presso di sé in qualità in francese, con alcune note inte-
di datario della sua legazione. Ma ri- ressanti, afferma essere un' opera ec-
chiamato dipoi dal Papa Giulio III, cellente. Morì poscia in Forlì pieno
perchè s' era mostrato favorevole di meriti, e di virtù, nel r 634
soverchiamente ai disegni di Carlo d'anni ottantatre.
V , fu investito dell' abbazia di s. DANDINI Ercole, Cardinale.
Bartolommeo nel Bosco in Ferra- Ercole Dandini nacque in Roma da
ra. Dandini con beneplacito apo-
Il nobile famiglia dei conti di tal no-
stolico rassegnò la chiesa d'Imo- me, e dellamarchesa Gualtieri di
la, cui non avea mai rinunzia- Orvieto ai i5 luglio 1 7^9. Fece i
to ,suo nipote Anastasio li-
a suoi studi nel collegio Nazareno dei
berto, ma
per la morte di questo, pp. delle scuole pie, terminati i

riprese poscia il governo della dio- quali, e dichiarando la sua voca-


cesi. Intervenne ai conclavi di Mar- zione ecclesiastica, Pio VI lo fece
cello II, e di Paolo IV; ma fu cameriere d'onore, e lo nominò ab-
appunto in quest' ultimo conclave, legato a portare in Viterbo la ber-
che un' improvvisa malattia lo as- retta cardinalizia al Cardinal Giu-
salì con tal furore, eh' egli lasciò seppe Doria venuto ivi dalla nun-
di vivere in età d' anni 5o. La ziatura di Francia. Ebbe in dono
go DAN DAN
una tabacchiera d'oro smaltala con damento nella sua esemplarissima
entro una cedola di mille scudi; religione, e morì 22
luglio 1840.
a'

al di lui segretario il Cardinale Le esequie sicelebrarono nella chie-


donò una mostra o orologio d'oro, sa di s. Marcello, ove cantò la
ed ai domestici trenta scudi. Pio messa il Cardinal Pedicini, come
VI lo fece quindi canonico di san camerlengo del sagro Collegio, ed
Pietro, e Pio VII prelato, ed eco- ivi rimase sepolto nella gentilizia
nomo della congregazione della fab- sepoltura, in cui era stato pur tumu-
brica di s. Pietro, cui è pur unita la lato il celebre Cardinal Girolamo
qualifica di segretario di tal congre- Dandini. Appartenne alle congrega-
gazione. Nel i8i6,PioVII il promos- zioni de' vescovi e regolari, del con-
se alla carica di commendatore di s. cilio, della rev. fabbrica di s. Pie-
Spinto, poscia, nel concistoro de' io tro, delle acque, dell' economia ,

marzo 1823, lo creò Cardinale del- degli studi, e del censo, e fu pro-
l'ordine de' preti, conferendogli il tettore dell' aiciconfraternita di s.

titolo di s. Balbina, ma il vescova- Caterina da Siena a strada Giulia.


to di Osimo e Cingoli, a cui lo DANES Pietro, nato a Parigi,
aveva destinato, venne poscia da fu nominato da Francesco I alla
lui rinunziato. Leone XII lo fece cattedra di professore di lingua gre-
prefetto della congregazione del buon ca. Enrico II lo elesse a precet-
governo, ed a motivo delle dispo- tore del delfino che fu poi il re
sizioni di quel Pontefice, die tras- Francesco II. Pochi anni prima
portò nel palazzo della cancelleria Francesco I lo inviò in qualità di
la residenza del prefetto, e degli ambasciatore al conciliodi Tren-
uffizi di detta congregazione, il Car- to, dove recitò un lungo e dotto
dinal fu il primo prefetto che vi rngionamento, per esaltare Y at-
abitò. Pio VIII lo nominò visitato- taccamento de' re di Francia al-
re apostolico dell' arcispedale, e del la cattolica religione, ed alla santa
pio istituto di s. Spirito in Sassia, Sede. Entrò nel particolare de' be-
ohe da prelato, come dicemmo, avea nefici, che laRomana avea
Chiesa
governato con diligenza, e lode, ricevuti Francia, e special-
dalla
colla qualifica di commendatore. mente da Pipino, e da Carlomagno.
Limosiniero, pacifico, e pio, cele- Provò, che i Papi perseguitati non
brò la messa dopo nove anni dac- aveano mai trovato asilo più sicu-
ché apparteneva all'ordine dei Car- ro che in quel regno. Questo ra-
dinali preti. Intervenne ai con- gionamento proferito nel i5^6 fu
clavi per l' elezione di Leone XII, stampato dopo in Lovanio cogli
Pio Vili, e Gregorio XVI. Que- atti del concilio. Fu quindi il Da-
st' ultimo, per la stima particola- nes innalzato alla sede vescovile di
re che ne faceva, nella sua ulti- Lavaur nel i556 a , e presiedè
ma infermità avea divisato di visi- quell'augusta che vi si
assemblea,
tarlo, ma il tempo ne impedì la tenne, distinguendosi pel suo fervore
effettuazione. 11 Cardinale dovette verso il nome francese. Mori questo
soccombere ad una lunga e peno- dotto vescovo a Parigi nel 1.^77
sa malattia da lui tollerata con d'anni ottanta. Abbiamo di lui al-
quella rassegnazione alla volontà cuni opuscoli, e lettere latine rac-
di Dio, la quale avea sì gran fon- colte, e stampate con uu competi-
DAN DAN 91
dio della sua vita a Parigi nel che molto avrebbe sofferto per aino-
1731. Procura l'editore di prova- re di Gesù. Da lì a non molto
re contro il signor Dupin, che non essendo morto l'abbate del suo mo-
il presidente Duranti, ma Pietro nistero_, i monaci volevano Danie-
Danes compilò la grande opera de le a successore, ma egli presa la
rilibus ovve-
Ecclesiae Calholicae, fuga, si ricoverò presso s. Simeone,
ro contribuì per lo meno più che Vi rimase quattordici giorni, do-
altri a comporla ; ma tali prove pò i quali intraprese il viaggio
presso i critici furono di poco va- per Terra santa, ma per istrada
lore, mentre rendono giustizia alla avendo avuto una visione dal san-
di lui profonda erudizione. to, cambiò partito, e si rifugiò a

DANIELE (s.), martire. V. s. Costantinopoli, e poi ritirassi in un


Elia e compagni martiri. tempietto abbandonato, volendo co-
DAN1ELE (s.), prete e martire, sì imitare il santo auacoreta. Dopo

Due anni dopo il martirio di s. la morte di s. Simeone, successa


Milles nella provincia dei Raziceni fan no 4^9j scelse Daniele una mon-
in Persia per ordine di quel go- taglia presso il Ponto Eussino per
vernatole fu arrestato questo san- suo soggiorno. Uno de' suoi amici
to unitamente alla vergine Ver- s. vi fece fabbricaredue colonne, che
da. Questi furono assoggettati a' più unite con ispranghe di ferro appa-
duri tormenti , perchè abiurassero rivano una sola, ed ivi salito egli
la religione di Cristo; ma indarno : vi fece continua dimora. A piedi di
il perchè inasprito il tiranno per la quella colonna fu ordinalo sacerdo-
loro costanza, ordinò pur anche che i te da Gennadio vescovo di Costan-
loro piedi fossero foracchiati, e posti tinopoli, e sopra quella celebrò
per cinque giorni continui in un la santa messa, ed amministrò po-
liagno d' acqua gelata. Inutile riu- scia il pane degli angeli a va-
scitoanche questo tentativo, furono rie persone Visse un' età assai
.

per ultimo condannati alla ni or- lunga , sempre istruendo, e con


te, che seguì infatti il dì 21 feb- l'esempio, e con la voce, quanti
braio del 344- S.Marubio in lingua a lui ricorrevano. La fama di
siriaca estese i loro atti, e Stefano questo straordinario uomo si diffuse
Assemani li rese pubblici in Ada per ogni dove, e venivano in gran
Marlyrum Orientai. numero portati gì' infermi a piedi
DANIELE Stilita (s.). Nacque di questa colonna, perchè volesse
Daniele nella città di Murata, pres- egli procurare da Iddio la libera-
so Samosata. In età di dodici an- zione dei loro mali, e tutti ne par-
ili, abbandonò il mondo, e, ritira- livano risanati. Tre giorni innanzi
tosi in un monistero, si applicò con alla sua morte offerse il santo sa-
fervore alla vita contemplativa. Al- grificio alla mezzanotte, e fu cou-
lorchè il superiore del convento si solato con una visione degli ange-
recò in Antiochia, Daniele fu ad esso li. Il patriarca Eufemio lo assi-
compagno, e visitarono nel passaggio stette, e lo vide spirare sopra la
il rinomalo s. Simeone Stilita sopra sua colonna circa l'anno 49°> ^
la sua colonna. Veduto da Simeone 1 1 dicembre, nel quale giorno vie-
Daniele, il chiamò a sé , e data- ne celebrata la sua festa nei calen-
gli la benedizione, lo avvertì ancora dari greci, e latini.
ga DAN DAN
DAMELE vescovo nel pae-
(s.), nimarca propriamente detta sono
se di Galles. Questo sauto era te- assai lontani. Si calcola la superfi-
nuto iu altissima venerazione nella cie di questo regno a duemila ot-
chiesa dilla Gran-Brettagna. Fiorì tocento venti leghe, delle quali sei-
in sul principio del secolo sesto, cento cinquantadue toccano alle iso-
fondò un rnonistero, presso il ca- le, ed il restante al continente.
nale del mare che divide l' isola di La estensione delle coste è di cir-
Anglesey dal paese di Galles. Il re ca mille seicento leghe. Fra il gran
Mailgo edificò l'anno 5i6 incirca numero degli stretti, che interseca-
una città in questo luogo medesi- no questo regno interamente ma-
mo detta, secondo Usserio, B ancor, rittimo, nomineremo il Sund od ,

o Bangofj ed il nostro santo vi fu Oeresund, che separa Seeland dal-


eletto a primo vescovOj ricevuta la Svezia, il gran Belt che si tro-

avendo la consecrazione da s. Du- va fra Seeland, e Fionia, il piccolo


brizio. Dopo una lunga vita di fa- Belt, che si prolunga fra Fionia ed
tiche e di meriti, mori nel 5^.5, il continente, ed il Guldborgsund,
ed ebbe la sepoltura nell'isola di rinchiuso fra Falscter e Laaland.
Bardsey. La cattedrale di Bangor è Una moltitudine di piccoli fiumi,
intitolata dal suo nome. V. Bangor. indicati in danese col nome di
DANIMARCA,DjdmAHCK(Dania). Aaer, ne intersecano il suolo. La
Regno della parte settentrionale del- posizione marittima della Dani-
l'Europa, il più antico dei tre regni marca è estremamente favorevole
del nord, situalo al sud ovest del- alla navigazione. Non vi è luogo
la Svezia, e al nord dell' Alemagna. in questo paese, che sia a più di
Attualmente si compone i.° di una venti leghe lontano dal mare .

piccola porzione del continente ,


Compresi i laghi, e le paludi, le
confinante al sud col gran ducato acque formano la sedicesima parte
di Meklenburgo-Schvverin, coi ter- della superficie di questo regno.
ritori delle città libere di Am- Quantunque situata nella parte la
burgo, e Lubecca, e col regno di più settentrionale della zona tem-
Annover, da cui è separato dall'El- perata boreale, la Danimarca ha
ba all' est col Baltico, il picco-
: un clima meno freddo di quel-
lo Belt, ed il Cattegat, al nord lo sembri esigerlo la sua latitudi-
col Skagerrack ed all'ovest, col, ne. L'umidità dell'atmosfera favo-
mare del nord; 2.° di molte isole risce la vegetazione, ma il clima
situate nel Baltico , e fra queste non è nocevole ai danesi.
è il Cattegat. La penisola di Jut- Ilregno di Danimarca civilmen-
land, ed i ducati di Sleswig, di te può dividersi in tre sezioni, i.°
Holstein, e di Lavenburgo, forma- la Danimarca propria, che com-
no la parte continentale di questo prende l' Arcipelago danese suddi-
regno. Fra le isole si distinguono viso nelle tre stifter, o diocesi di
particolarmente quelle di Seeland, Seeland, Fionia, e Laaland; la Jut-
Fionia, Laaland, Falster, Moeeu, landia settentrionale ripartita nelle
Langeland, Alsen, Fehmern.e Bom- quattro diocesi di Aarhuus, Aalborg,
bolai. La Danimarca possiede inol- Wiborg, e Ripen ; e la Jutlaudia
tre le isole Faeroe, e la Islanda ;
meridionale, o ducato di Sleswig;
ma questi possedimenti della Da- 2." i ducati di Ilolslein, Lauembur-
DAN DAN 93
go, i quali fanno parte della con- abitanti di questi tre regni, altre
federazione Germanica; 3.° L' isola volte uniti, s' intendono fra loro.
d' Irlanda colle altre, che ne di- Dopo la lingua danese, più di tut-
pendono, e le colonie di oltremare, to si parla quella tedesca. La lin-
cioè nell'Asia i territori e città di gua danese è un miscuglio della
Tranquebar, e Frederiknagor nella antica lingua de'goti, dei frisi, dei
costa di Coromandel. Sventola pu- germani, e degl' inglesi. La Da-
re lo stendardo danese in un pic- nimarca fu un tempo monarchia
colo forte mantenuto nell' isola elettiva, ma limitata dai diritti de-
Nankury, sull'Arcipelago delle isole gli stati rappresentativi. Nel 1661
Nicobar, che verso la metà dello la gelosia di questi stati impegnò
scorso secolo aveva la Danimarca la corte a profittarne destramente,
interamente occupato; in Africa il affine di assumere un potere assoluto
forte di Cristianborg nella costa sotto il re Federico III. In appres-
della Guinea; nell' America setten- so gli stati rinunziarono ai loro
trionale , oltre i vari ed incerti diritti. Tal sagrifizio fu subito ac-

stabilimenti della Groenlandia, le cettato, e da quell' epoca la mo-


isole Antille di Tommaso, di s.
s. narchia danese è forse la meno
Giovanni, e di s. Croce. Le sud- circoscritta di tutte le allre di
dette diocesi, o stifter, in numero Europa. Una legge reale, dettata
di sette, si suddividono in diciotlo solo in favore del potere monar-
amter, o baliaggi. Sotto il rapporto chico, è custodita fra le gioje del-
militare, la Danimarca comprende la corona. E dichiarato in essa, che
tre divisioni. La milizia è riparti- il re non abbia altro giudice che
ta in nove distretti , che si chiama- Dio; che possa fare e distruggere
no commissariati militari di terra. le leggi e dispensarne chi a lui

Per la marina si divide il regno piace ; ch'egli sia il padrone di tut-


in sette distretti; finalmente i bo- ti gli affari civili, ed ecclesiastici,
schi sono divisi in cinque divisioni purché sia egli della confessione
forestali. La popolazione del regno augustana [Vedi). L'Holstein però
di Danimarca, comprese le isole del conserva la sua antica costituzione
mare Baltico, e del mare del nord, rappresentativa, nella quale domi-
supera la cifra di un milione, due- na ed è garantita dal-
la nobiltà,
cento quattromila, quattrocento ses- la dieta Germanica, in cui il re di
santa abitanti ; quella del d'Hol- Danimarca ha una voce pe' suoi
stein, e signorie dipendenti, ascende domimi di Alemagna. La marina
a più di trecento sessanta due mila, e danese, sino dai tempi rimoti, e
quelle dell'Islanda, ed altre colonie, principalmente sotto Cristiano V,
a centosessantamila. La Danimarca Cristiano VI, e Federico IV, per
ha poche città grandi e la mag-
, la sua possanza e valore fu in cre-
gior parte della popolazione è se- dito della più rispettabile del nord,
minata nelle piccole città, nei vil- ma dai primordi del corrente secolo
laggi, ed in gran numero nei ca- il suo armamento è di molto dimi-
sali. nuito.
La lingua danese non è diffe- Il numero degli uomini lettera-
rente da quella della Norvegia, e ti in Danimarca è in proporzione
della Svez'ui, che pel dialetto. Gli della sua estensione, non essendo
«j4 DAN DAN
punto minore a quello di qualun- mente Chersoneso cimbrico, ed
nel
que altro paese di Europa, in cui occuparono poscia probabilmente an-
fioriscono le scienze e le arti. Ha che le grandi isole adiacenti, remota
università, accademie, molte società sede della danese monarchia. Questi
scientifiche, e numerose scuole che furono in progresso scacciati dai go-
dappertutto fioriscono. Meritano es- ti, che sembrano discesi dalla Scan-
sere ricordati fra i suoi uomini ce- dinavia. E certo, che la Danimar-
lebri,Ticho Brahè, per la mate- ca era divisa in molte piccole so-
matica; Arnas Magnaeus, Langehek, vranità, che quasi ciascun' isola a-
Seboening, e Suini per le patrie veva il suo re, molti contandone
storie; Holberg scrittore erudito; il Jutland. Leira era la residenza
Oeder, e Muller distinti botanici: del più possente di questi piccoli

Niehubr intelligente viaggiatore ; principi, che si dedicavano, come


Mal te- Br un, celebre geografo, e let- tutti i popoli del nord, alla pirate-
terato, e molti altri. Tra gli artisti ria. I danesi fecero un gran nu-
primeggia il vivente commendatore mero di spedizioni contro la gran
Tordwalsen, al cui genio per la scol- Brettagna, e la Francia soggioga- ,

tura tributa profondi e meritati en- rono una parte dell'Inghilterra, for-
comi il secolo ammiratore, e le sue mandone piccoli regni, e saccheg-
opere ne perpetueranno la fama. I giarono, e fecero orribili guasti in
caratteri dei danesi sono runici, e Francia. Erano assai intrepidi , e
si credono anteriori alle invenzioni molto abituati a vivere sul mare.
del papiro, delle tavolette incerate, Avevano un culto rozzo bensì, ma
e delle membrane. Il pincipale or- accompagnato da una certa gran-
dine cavalleresco della Danimarca dezza virile. Molto si disse di essi,
è quello dell'Elefante (Fedi), quin- e de'loro primi re, ma la storia
di è più distinto quello di Danne- n'è favolosa assai ed incerta sino
borg, al quale è da aggiungersi un all'anno 5oo, o al regno di Aroldo
terzo, cbiamato della perfetta unio- I. Basterà nominare fra quegli an-
ne, ovvero della fedeltà, creato dal- tichi monarchi della Danimarca
la regina Sofia Maddalena , il
7 quello Skiold, quale acquistò tan-
il

agosto 1732, per fregiarne le ta riputazione, che per lungo tempo


dame. i re di Danimarca portarono il no-
Il nome Danimarca si pre-
di me di Skioldiiiiger, cioè successori

tende che derivi da unode'primi ca- di Skiold. Olaf II, re di Svezia,


pi di questa nazione nominato Dan. conquistò la Danimarca nell'anno
Dei danesi viene fatta menzione sino 900, e dall'epoca del regno di Gorm,
dal sesto secolo nelle notizie isto- o Gormone, che s'impadronì del-
riche di lornandes, allorché s'inco- la sovranità nel 920, e regnò sopra

minciò gettare una qualche luce una gran parte di quel paese, og-
nella storia della Scandinavia. Sem- gi formante la Danimarca, la sua
bra, che i primi abitanti della Da- storia incomincia a presentare mag-
nimarca, e principalmente della gior chiarezza, e verità. La Scania
sua porzione continentale, sieno sta- era una delle sue provincie, ma
ti i cimbri, o celti, i più antichi lo Sleswig fu occupato dagl' impe-
abitatori conosciuti, cioè gli ante- ratori di Alemagna ed , eretto in
nati dei "welsci, che stavano special - margraviato. Da un altro lato, Sve-
DAN DAN 95
no, minor figlio di Gormon, con- zia scosse ilgiogo danese nel i44^>
quistò l'Inghilterra, e suo figlio essendo prima morto il deposto
Canuto poi aggiungendovi la Nor- Enrico di Pomeriana, detto il IX, e
vegia, si videro i tre scettri uniti morto essendo senza prole il di lui
nelle mani di questo re, detto per- successore dopo sei anni di monar-
ciò il grande. Sotto suo regno
il chia, Cristoforo III di Baviera, quel-
gli abitanti della Danimarca, ces- lo che trasportato avea la sede a
sando di fare i pirati, incominciaro- Copenaghen e che può dirsi la
,

no allora a fare i primi passi ver- sorgente della fortuna di questa


so l'industria, e la civilizzazione. città.L'anno i44^ ?u anche cele-
L'Inghilterra per altro, dall'anno bre, perchè estintasi l'antica dina-
1042, ebbe di nuovo sovrani par- stia dei re Skioldnnger, in esso in-
ticolari, e cinque anni dopo anche cominciò a regnare la stirpe dei
Ja Norvegia fu perduta per la Da- conti di Oldenburg, antica ed illu-
nimarca, già stracciata da intestine stre casa sovrana di Vestfalia, nel-
guerre crudeli, ed indebolita dalla la persona di Cristierno o Cristiano
feudalità. Sotto Waldemaro I, det- I. Fu egli re di Danimarca, e Nor-

to pure il grande, riguardato co- vegia, non che duca di Sleswig, e


me il padre della danese legislazio- di Holstein, ma quest' ultimo du-
ne, che prese il titolo di re dei cato divenne poscia l'appannaggio
vandali, salito al trono nel 1 1^7, di un altro ramo della famiglia, che
la Danimarca brillò di un qualche lo conservò sino al secolo XVIII,
splendore per aver debellato anche epoca in cui rientrò nei domini del
i Wendes, popoli delle meridionali re di Danimarca, mediante la cessio-
live del non che per la
Baltico , ne del ducato Oldenburgo. Gio-
di
conquista dell'isola di Bugen. Ma vanni, figlio di CristianoI, compres-

il di lui nipote Waldemaro II, che se la ribellione svedese, e venne


con una flotta formidabile sottomi- coronato a Stockolm nel i407-
se una parte della Livonia, e del- Sotto il legno tirannico, e sgra-
l'Estonia, nel 129.3, ebbe un'infeli- ziato di Cristierno li, detto il Nero-
ce posterità. La figlia di Waldema- ne del nord, che perdette il trono
ro III, Margherita, avendo sposato e la vita, la Svezia mediante le vit-
Hakone VIII re di Norvegia, fece torie, e gli sforzi eroici di Gusta-
nascere la memorabile unione sulla vo Vasa, scacciando danesi, ricu- i

sua testa delle tre corone del nord, però nel i5ii interamente la pri-
mentre prima fu dichiarata reggen- stina libertà. L'abolizione della cat-
te, poscia alla morte del suo pic- tolica religione , eseguita sotto Fe-
colo figlio, salì sul trono della Da- derico I nel i5s3 o i5i6, ed il

nimarca, e della Norvegia nel 1387, luteranismo introdotto da Cristiano


indi, nel 397, su quello della già
1 III, nel i537, e quindi solenne-
conquistata Svezia, nel qual anno mente adottato, formano un'epoca
s'era consolidata la suddetta unio- lagrimevole , e considerabile della
ne di questi tre regni, mediante il storia della Danimarca. Siccome Cri-
famoso trattato di Colmar. I suc- stiano III continuava a porre tre
cessori Margherita non godet-
di corone sullo stemma reale danese
tero per molto tempo di questa pei tre regni di Danimarca, Nor-
fortunata riunione, mentre la Sve- vegia, e Svezia, questa ultima gli
9G DAN DAN
mosse guerra. A lira epoca memo- ilgoverno si vide forzato di con-
randa per la Danimarca è quan- segnar loro tutta la sua flotta. Sic-
to accadde nel secolo seguente, cioè come poi il governo danese conti-
la gran politica riforma, di cui si nuò ad essere ligio al governo im-
è parlato di sopra. Non sono di periale francese, così le potenze al-
tanto interesse le vicende dei re leate coll'Inghilterra, alla pace del
successori di Cristierno 111, e per- 1814, ed in virtù del trattato di
ciò brevemente accenneremo le Rie], tolsero alla Danimarca la
guerre sfortunate , che sostenne Norvegia, per darla alla Svezia, ed
Cristierno IV contro l'Austria, e la accordarono a Federico VI, re di
Svezia, e quelle di Federico III Danimarca, come una specie d'in-
pure contro la Svezia, che ter- dennizzazione, il tedesco ducato di
minarono col trattato del marzo Lauenburgo, popolalo da circa tren-
1660, in forza di cui fu costretto tamila abitanti. Dopo lo sciogli-
a cedere una delle più belle Pro- mento dell'impero germanico, la
vincie, ed altre porzioni, sud del- al Danimarca, sopprimendo la costitu-
la Scandinavia, come pure la fer- zione rappresentativa dell'Holstein,
tile isola di Paigen. aveva sottomesso questo ducato al
Nel cominciare del secolo XVIII, suo potere assoluto; ma alla erezio-
la Danimarca ebbe a soffrire altro ne della confederazione Germanica
ostinato conflitto colla Svezia, il qua- nel 18 io, 1' Holstein fu compreso
le non terminò che nel 720, goden- 1 in questa federazione, col diritto di
do pel restante del secolo una profon- una costituzione, che sembra in tal
da pace. Sarà poi sempre onorevole modo conservare la sua antica co-
pel gabinetto danese, l' avere pel stituzione feudale.
primo emanato il filantropico de- Gli storici danesi fanno risalire
creto della tratta abolita de'nesrri
O l'origine della loro monarchia ai
fino dal 1792. Nel secolo preceden- tempi più ri moti; ma la serie dei
te, per merito di Federico III ven- re di Danimarca, secondo la cro-
ne estirpato il barbaro uso, che i nologia del dotto istoriografo Cesa-
nobili potessero impunemente uc- re Cantù, non è sicura che dal
cidere i paesani. Al principio del nono secolo. 11 Lenglet nelle sue
secolo XIX, e precisamente nel tavolette cronologiche 3 all'anno 714
1 0*07, il re di Danimarca Cristierno registra Gormo
Danimarca, re di
VII, avendo rifiutato di far cau- nel 764 Sigefredo, nel y65 Get-
sa comune coll'Ingbilterra, contro tico, e nell'809 Olao III. Da que-
il dominatore della Francia, che sti il lodato Cesare Cantù inco-
influiva allora sul resto del conti- mincia la sua cronologia, che ci
nente, Copenaghen venne in pie- dà sino ai nostri giorni, ed è la
na pace bombardata dagl' inglesi, ed seguente :

Olao III 809 . . . . 810


Emmingo 810 . ... 812
Sivardo Ringo ... 812 . ... 817
Araldo V 817 . ... 843
Sivardo II 843 . ... 846
Erico I 846 . ... 847
1 2

DAN DAN 97
Erico li 847 863
Canuto I 863 87 3
Froto 873 889
Gormo II 88q 897
Araldo VI 897 9*9
Gorrno III 919 g3o
Araldo VII 93o 980
Svenone I, ed Aral-
do VII 980 1014
Svenone re di Nor-
vegia 1000
re d'Inghilterra io3i .

Canuto II, il grande io34 io36


Canuto III, Ardica-
nuto io36 io4i
Magno io4i i°44
Svenone II i°44 1074
Araldo Vili .... io 7 4 1080
Canuto IV, il santo 1080 1086
Olao IV 1086 io 9 5
Erico ili io 9^ 1 io5
Nicola 1 106 I 123
Erico IV 1 1 3 4 1 137
Erico V 1 137 «47
Svenone III ... 1 1
47 . n47
Canuto V, il santo 1 47 1 iS'j
Valdemaro I, il gran-
de 1 1^7 1182
Canuto VI 1 182 1202
Valdemaro II 1202 . . . 1241
Valdemaro III, cor-
regge/ile 1 2 1
g I23l
Erico VI 1241 I25o
Abele i25o 1252
Cristoforo I . . . . 12 52 I25g
Erico VII I2 ^9 1286
Erico VIII 1286 l320
Cristoforo II ... . i32o i34o
Valdemaro IV. . . i34o i3 7 5
Olao VI i3 7 6 i38 7
Margherita regina
di Danimarca ,

Norvegia e Svezia 1387 i4t2


Erico IX 1 4 1 dep. 1439 m. i4^9
Cristoforo III .. . i44° 448
Cristiano , o Cri-
stierno I i44§ 1481
voi. XIX.
98 DAN DAN
Giovanni i4$i • . . . i5i3
Cristierno II ... . i5i3 . dep. . i5i3 ni. i55 9
Federico I i52 3 . . . . i533
Cristierno NI . . . i534 .... i55g
Federico II .... i55g .... i588
Cristierno IV . . . i588 . . . . 1648
Federico III ... . 1648 .... 1670
Cristierno V. . . . 1670 .... 1699
Federico IV ... .
1699 .... 1730
Cristierno VI . . . 1730 .... 1746
Federico V . . . . 1746 .... 1766
Cristierno VII ... 1766 . . . . 1808
Federico VI .... 1808 . . . . i83g
Cristierno VIII 3 dicembre 1839 . .

Nei tempi del gentilesimo i da- lettera scritta da Canuto II agli


adorarono particolarmente gli
nesi arcivescovi, al clero, ed al popolo
dei Freyer, Freya, Tìior, Thyr, inglese nel suo ritorno da Roma,
ed Odia, essendo questo ultimo il e riportata da Ignulfo p. 28, e
principale. Neil' 822 Ebbone, vesco- nella quale s' intitolò Canulus rex
vo di Pieims, predicò il vangelo in totius Danemarchiae, et Non>egiae,
Danimarca, e l'Aroldo, essendosi et partis svevorum , dimostrandosi
rifugiato presso l' imperatore Lo- non competergli questo titolo pri-
dovico I, il Pio, si fece battezzare ma del io3o, poiché la Norvegia
nell' 826 da alcuni monaci, che vi non fu da lui occupata che nel
fondarono varie comunità religiose. 1028; e della Svezia non giunse
Aelnot dice, che i primi missiona- a possedere veruna parte prima
ri Danimarca, della Svezia, e di
di dell'anno io3o. Ma il Baronio, il

Norvegia furono preti inglesi; che Pagi, ed altri gravi autori sono di
i popoli di Danimarca abbraccia- sentimento, che Canuto II, il gran-
rono il cristianesimo con
molto de, si recasse in Roma nell'anno
ardore, che quelli di Svezia non ne 1027, in cui governava la Chiesa
imitarono l'esempio, anzi misero ilPontefice Giovanni XIX, detto
a morte un inglese nominato Eskil- XX. Sono memorabili le espressio-
lo,che predicava la fede in certe ni usate dallo stesso monarca nella
barbare contrade. I principali tra mentovata lettera scritta agl'ingle-
questi missionari inglesi, che pre- si, e conservatasi dal Malmesburien-
dicarono la fede in Isvezia, furono se, lib. II, e. II: » Notifico vobis,
Ansgero, Sigfrido, Rodualdo, Ricol- » novi ter me iisse Romam, oratimi
fo, Odoardo, Eskillo, Davide, ed « prò redemptionepeccatorum meo-
Enrico. V. il discorso di Stiermann >: rum Et ideo hoc ma-
sopra lo stato delle scienze, tra gli » xime patravi ,
quia a sapienti-
antichi svedesi. Nell'anno 1027 si » bus didici, s. Petrum apostolum
recò a Roma Canuto II, re di Da- » magnani potestatem accepisse a
nimarca, ed Inghilterra, ciò che gli » Domino ligandi, atque solvendi,
storici assegnano ad altri anni, co- n clavigerumque esse regni coele-
me al io3o per l'autorità di una » stis; ed ideo specialiter ejus pa-
DAN DAN 99
» trocinium apud Deum expetere, mito IV spedi colà truppe per iscac-
« valde utile duxi ". Tornato clie ciare i normanni , e ricuperarne
fu ne'suoi stati, Canuto II per di- il dominio; e siccome vide con-
mostrare al sommo Pontefice la trariata la sua discesa in quel rea-

sua riconoscenza , comandò a'suoi me con poderosa armata, volle con


sudditi di pagare le decime, e di rigore adoperarsi allo stabilimento
spedire a Roma il soldo che gl'In- delle decime ad on-
ecclesiastiche
glesi solevano annualmente man- ta della costante ripugnanza de'da-
dare al principe degli apostoli^ e nesi, onde perì vittima del suo ze-

che perciò clùamavasi denaro di s. lo, per la ribellione di molti dei


Pietro {Fedi). suoi sudditi, nella chiesa di s. Al-
Nel medesimo secolo fiorì s. Ca- bano di Odensee a' io luglio 1086.
nuto IV re di Danimarca, figlio Dio vendicò questo martirio afflig-
di Svenone II, di eminente pietà, gendo la Danimarca con molte ca-
e virtù. Morto il padre nel 1074, lamità, massime con una crudele
molti volevano esaltarlo al trono carestia. V. i Bollandisti ai io lu-
come quello che oltre le dette qua- glio ; ma la sua festa è celebrata ai
lità era un eroe in guerra, avendo 19 gennaio, perchè Erico III, che,
purgato i mori dai
corsari, e re- nel 1095, era successo ad Olao IV
pressi i che desolavano la Da-
vicini, fratello del santo, ottenne per mez-
nimarca. Tuttavolta prevalse il fra- zo degli ambasciatori, che spedì iu
tello Araldo Vili, detto il Dappo- Pioma al sommo Pontefice, 1' auto-
co, e colla sua morte, nel 1080, rizzazione del culto a s. Canuto IV,
fu effettivamente eletto re Canuto col titolo di primo, e principale
IV. Sembrò, che la divina Provvi- martire della Danimarca.
denza lo avesse prescelto per con- Mentre governava la Chiesa il

durre a termine la conversione dei Papa Urbano II, il Erico III re


danesi. Inoltre fece portare la luce principe di gran pietà, essendo mo-
della fede nelle provincie di Cur- lestato dal vescovo Hamburgense,
landia, di Samogizia, e di Livonia. il quale per alcuni leggeri e falsi
Tutto intento a rendere felici i sospetti da lui presi, lo voleva sco-
suoi sudditi, con vittorie conquise i municare , prevenne il giudizio di
nemici senza insuperbirsene, tolse lui appellando alla santa Sede. Si
gli abusi, amministrò con rigore recò a Pioma ove esaminata con
la giustizia, diede mirabili esempi diligenza la causa, fu il re dichia-
di pietà, e penitenza, fondò parec- rato innocente. Indi, tornato una
chie chiese con reale munificenza, seconda volta in Roma, ottenne da
ed a quella di Pioschild in Zelanda Urbano II, che la Danimarca non
sua capitale, e luogo di residenza, fosse più soggetta all'arcivescovo
donò una bellissima corona, che Hamburgense. Allora il Papa spedì
soleva portare, essendo che in quel- un legato in Danimarca, ove con-
la chiesa seppellivansi i re di Da- siderando le città della medesima,
nimarca, né ancora s' era fabbrica- prescelse a metropoli Lundia o
ta Copenaghen. Sebbene nell'anno Lunden, essendone in quel tempo
1066 fosse l'Inghilterra passata sot- vescovo Asceno di eccellenti costu-
to il dominio di Guglielmo il Con- mi, e gli sottopose nella spirituale
(juislatore, duca di Normandia, Ca- giurisdizione la Svezia, e la Nor-
ioo DAN DAN
vegia,come narra il Rinaldi all'an- Onorio III, nel 124, canonizzò /

no 1092, num. i3 e i4 Tale se- s. Guglielmo abbate di Koschild


parazione era già stata intavolata nell'isola di Zelanda, morto nel
dal re Svenone, da e s. Gregorio 1202. Questo Pontefice, nel 1220,
VII, perchè Liemaro , arcivescovo a richiesta del re di Danimarca,
llamburgense, era divenuto uno dei inviò in questa regione il Cardinal

capi degli scismatici partigiani di Gregorio Crescenzio diacono di san


Enrico IV imperatore. Teodoro per reprimere l'ambizione
L' altro santo re, di cui gloriasi de' principi, e fulminare le censure
questo regno, è l'altro Canuto V,
s. a chi volesse usurpare i diritti del
figlio di Erico il Buono, re di Da- re danese, essendo il regno tribu-
nimarca, il quale meritò tal titolo tario della Sede apostolica. Dall'an-
perchè visse tra' suoi popoli come nalista Rinaldi all'anno 1228, num.
un padre. Fece un viaggio a terra 2 3 e 2.4, si ha che sotto il mede-
santa, e fondò in Lucca un ospe- simo Onorio III, i prelati, ei prin-
dale pei pellegrini danesi. Canuto cipi di Danimarca accusarono alla
V fu coronato re degli obotriti, o santa Sede reo di lesa maestà, E ir-

slavi occidentali, dalle mani dell'im- rigo conte di Zwerin, il quale era
peratore Lotario II. Canuto V fu stato ardito di ferire a tradimento,
assassinato dai danesi a' 7 gennaio e d' imprigionare il re YYaldemaro
ii3o, che presi di gelosia avevano lì suo signore insieme al figlio di
mosso le armi contro di lui. La- lui. Laonde commosso il Pontefice
sciò un figlio, il quale divenne duca per tal misfatto, e perchè il re era
di Sleswig, e re dì Danimarca nel censuario, ossia tributario della Pro-
1 1 5-, o nel 1 1 58. Questi fu Val- mana Chiesa, e ad essa di voto e
demaro I, detto il grande, per le riverente, pose ogni studio, e pote-
sue virtù, e per le sue gloriose ge- re per liberarlo dal malvagio con-
ste. Il Pontefice Alessandro III, pel- te, scrivendo pressantissime lettere,
le istauze di questo Valdemaro I, principalmente all' arcivescovo di
solennemente canonizzò s. Canuto Colocza.
V, martirizzato da Magno figliuolo Il Danimarca Erico Vili,
re di
del re Nicolò. V. i Bullandisti ai per vendicare la morte del suo ge-

7 gennaio, giorno in cui se ne ce- nitore Erico VII, dopo aver fatto
lebra la festa. Il Lambertini, De ca- morire l'assassino, eh' era nipote del
non, ss. lib. I, cap. 9, mini. 3, cap. vescovo di Lunden, fece porre in
29, num. 6 dice, che la canonizza- prigione anche quel prelato. Ma il

2ione segui nel 1 164, ed altri so- Papa Bonifacio Vili ne prese le di-
no di parere che siasi fatta nell'anno fese, scomunicò il re, lo condannò al

1 168. Il Pontefice Eugenio III, do- pagamento di quarantanove mila


po aver creato nel 1146 Cardina- marche d' argento a favore del ve-
le l' inglese Nicolò Braskpeare, lo scovo, ch'era riuscito di fuggire, e
inviò legalo apostolico in Danimar- pose l' interdetto al regno. Nel me-
ca, e nelle vicine regioni, per con- desimo secolo, e mentre i Papi ri-

fermare nella cattolica fede quello siedevano in Avignone, si recò in


nazioni, e poscia il Cardinale, nel questa città Valdemaro IV, re di

li 54, fu eletto Papa col nome di Danimarca, col quale, e con altri

Adriano IV. sovrani. Papa Libano V trattò sul-


DAN DAN ioi

la crociata di Terra sanla, ed altri il Papiense. Due volte nella basili-


importanti affari. 11 re ebbe tanta ca vaticana fu fatta al re l' osten-
venerazione per Urbano V, che pre- sione delle reliquie, coli' immagine
gò il successore di Ini Gregorio XI del volto santo, e parli a' io set-
a volerlo canonizzare. Va qui ram- tembre accompagnato da cento ca-
mentato, che per le crociate della valieri. Egli si guadagnò l' amore

Palestina, altre volte dai porti della de' suoi sudditi per la singoiar pro-
Svezia, della Norvegia, e della Da- dezza, dolcezza e liberalità verso i

nimarca erano salpali da sessanta bisognosi, cui soccorse con tanta


legni per la sagra guerra, con die- profusione, che giunse talvolta a
ci mila guerrieri guidati dal prode spropriarsi fino del necessario. Do-
Sigurt, e perciò i danesi, i norve- po sì begli esempi di attaccamento
gi, e gli svedesi più volte eransi alla Sede Apostolica, e di religioso
battuti co' saraceni, e col loro va- zelo, successe l' infausta epoca della
lore, e zelo religioso cooperarono nuova riforma, che tolse dal grem-
alla presa di Sidone. bo della Chiesa cattolica la Dani-
Succedendo a Gregorio XI il marca. La riforma venne accolta
Pontefice Urbano VI, insorse nel da Cristiano II, dilatata da Fede-
1378 il funestissimo e lungo scisma, rico I, da Cristiano, o
e stabilita
ebe sostenuto dall' antipapa Cle- Cristierno contemporaneamen-
III, e
mente VII, e dai falsi suoi succes- te s' introdusse nei due regni di
sori sino al 1 4- 1 7 , tenne i fedeli Svezia, e Norvegia. Lorenzo, ed
divisi nell'ubbidienza; ma la Da- Olao Petri, discepoli dell' apostata
nimarca seguì le parti del legittimo Martin Lutero, vi propagarono
Urbano VI, e de' suoi successori. con energia l' errore, che fu segui-
Dai registri vaticani, Archiw se- to, favorito, e predicato da tutti
cret, t. IV, p. 75, risulta, che i giovani svedesi reduci in patria,
anebe nel i4$3 durava l'amiche- e che recavansi pegli studii in di-
vole corrispondenza della Danimar- versi stati della Germania, ove la
ca colla santa Sede, dappoiché ai luterana riforma era insegnata, ed
g giugno di quello stesso anno, abbracciata con sommo ardore. Il

monsignor Bartolommeo Maraschi, Bernini, neh' Istoria delle eresie,


vescovo di città di Castello, venne p. 634, aggiunge, che Giovanni Bu-
dichiarato da Sisto IV nunzio, con genajo di Pomeriana nella Danimar-
facoltà di legato a latere in Ger- ca, per autorità datagli da Lutero,
mania, e nella Danimarca. quivi consagrò sette vescovi. Laon-
Nel medesimo pontificato di Si- de si può dire, che, dopo la rifor-
sto IV, e nell'anno 1 474> s i reco ma del secolo XVI, la Danimarca
in Pioma il re Cristiano I, pio so- professa la religione luterana, ac-
vrano di Danimarca e Norvegia, cordando però l' esercizio libero a
duca di Alsazia, successore del re qualunque altro culto, e comunio-
Cristoforo III de' principi di Ba- ne. Si contano nel regno tanti ve-
viera, con magnifico accompagna- scovi, quante sono le diocesi civili,
mento, affine di soddisfare ad un e questi vescovi si dividono in pre-
suo voto, dopo averne prevenuto il vostati.
Papa, che gli fece rispondere dal Nell'anno 1708, Boma doveva
celebre Cardinal Ammanati detto rivedere un altro re di Danimarca,
i 02 DA N DAN
giacché il re Federico IV aveva è la cappella dell' ambasciatore au-
divisato di recarvisi. Clemente XI striaco, ma da non guari tempo co-
radunò i5 aprile i Cardinali in
a' me si dice a quell' articolo, va edifi-
concistoro, jn cui annunziò al sa- candosi una chiesa cattolica. Il nu-
gro Collegio tal venuta, e che spe- mero de' cattolici è di circa cin-
diva per ricevere il re i suoi ni- quecento. Che fra i regni tributa-
poti Carlo, ed Alessandro poi Car- ri della santa Sede vi fosse la Da-
dinale, per accompagnarlo nello nimarca, lo afferma eziandio il Gret-
stato ecclesiastico, essendosi sparsa sero, de munificentia principimi in
voce, che volevasi fare cattolico. sedem aposlolicam.
Ed a tal effetto fu preparato il In questa città fu tenuto nel-
palazzo, ora de' Corsini, alla Lun- l'anno 1257 un concilio pei ve-
gara, con tanta splendidezza, che scovi del regno, ed è conosciuto
lo stesso Papa andò a vederlo. Si sotto il nome di Danìcum. Vi si

vuole quindi, che i cortigiani, te- fecero quattro canoni contro le vio-
mendo che realmente il re ritor- lenze, che i signori facevano ai ve-
nasse al grembo della vera Chiesa, scovi. Questi canoni vennero con-
lo dislogliessero dal condursi a fermati dal Pontefice Alessandro
Pioma. Egli mostrassi per altro gra- IV ai 3 ottobre del medesimo an-
tissimo alle attenzioni fattegli da no. Dizionario de' Concilii, p. i4 2 >
Clemente XI, ed ai regali che in Lenglet tomo II, p. 346, Labbé
suo nome gli presentarono i nipo- tomo XI, Arduino tomo VII.
ti: il perchè ritornando nel suo DANNEBROCH, o DANEBROY.
legno colmò i cattolici di benefizi, Ordine equestre di Danimarca. Fu
e privilegi. Francesco Cancellieri ci istituito da Waldemaro II, re di

ha dato, Notizie della venuta in Danimarca, il giorno di s. Lorenzo


Roma di Canuto II, di Cristia- dell'anno 12 19, in occasione di un
no Federico
I, e di IV
re di Da- vessillo, che gli sembrò comparire

nimarca ec, Roma 1820. Lettera dal cielo, in quello stesso di nel
al eh. Salvatore Betti sopra la quale doveva dar battaglia ai livo-

permanenza di Federico IV re di nesi. Questo vessillo fu appellato


Danimarca in Firenze, ed in Bo- Daneborg o Dannebroch, vale a di-
logna, Roma 1821. In queste due re il Forte o la Fortezza dei Da-
opere vi sono preziose nozioni, che nesi. I successori di lui ne trascu-
riguardano la Danimarca, ed i da- rarono in seguito il progresso, an-
nesi. Al presente le missioni set- dò in decadenza, e rimase estinto
tentrionali cattoliche di Danimarca per lo spazio di più secoli. Ma
sono tre, e dipendono dalla sagra Cristiano, o Cristierno V, per ec-
congregazione di Propaganda fide : citare lo spirito di emulazione nel-
i.° Fridericia nel baliaggio di Pu- la nobiltà, stimò bene di ristabilir-
be, penisola del Jutland ;
2.° Fri- lo. A tale effetto, nell'anno 1671,
derickstadt nel ducato di Schleswig, o 1672^ scelse il giorno suo ono-
nel Jutland meridionale; 3.° Nord- mastico, o, come altri vogliono,
strandt, ox*a detta Palwom, isola quello del battesimo del suo real
del mar germanico sulla costa del primogenito Cristiano - Guglielmo,
ducato di Schleswig. In Copena- il quale regnò dopo di lui col no-

ghen [Vedi), capitale del regno, vi me di Federico IV., e fu rinnova-


,

DAN DAP io3


fo con molta solennità, e magnifi- bus, sottoposto all' arcivescovato di
cenza. Ne furono decorati i princi- Edessa, egualmente titolare ìnpar-
pi, e magnati della sua corte; e tibus.
decretò che niuno per 1' avvenire DANZATORI. Fanatici, ch'eb-
potesse ricevere 1' ordine dell' Ele- bero origine nel secolo decimoquar-
fante {Vedi), che è il più consi- to. Essi fermaronsi in Aix la Cre-

derabile del regno, se prima non pelle, donde si diffusero nel paese
fosse stato ammesso in questo. Nel- di Liegi, nell'Haynaut, e nella Fian-
le grandi solennità, i cavalieri por- dra. In alcuni tempi, tanto uomi-
tano una catena, i cui anelli altro ni come donne, si mettevano a
non sono, che le lettere W. C. ballare, tenendosi per mano, e così
V. intrecciate. La prima di queste fortemente si agitavano che il più
nota Waldemaro fondatore dell'Or- delle volte audavano a terra senza
dine; e le altre due Cristiano V, respiro. In quella straordinaria a-
ristauratore del medesimo. Per in- gitazione pretendevano di ricevere
segna della loro dignità , i decora- le divine ispirazioni e di essere
ti portano sul petto una croce di ricreati di celesti che dipoi
visioni,
oro, smaltata d' argento, con bordi sognando si raccontavano a vicen-
vermigli, ornata con undici dia- da. Giravano di città in città ac-
manti, pendente da un gran cor- cattando elemosina per vivere senza
done bianco, bordato di rosso, e fatica, e si credevano fare una bel-
dal lato destro, una stella bordata l'opera quando si davano con tut-

di argento, con una croce di ar- ta forza a perseguitare il clero e


gento bordata di vermiglio con le dispregiare la Chiesa cattolica.
due lettere C. V. e 1' aggiunta DAONIA, seu DAONIUM. Se-
RESTITUTOR. Si vuole inoltre, de episcopale della provincia di
che sui loro mantelli, i cavalieri Europa , nell' esarcato di Tracia
portassero in ricamo le parole pie- dipendente dalla metropoli di Era-
tate et justitia in una corona di clea. Fu eretta nel nono secolo,
alloro, ma poscia tal' epigrafe fu e due vescovi vi ebbero sede.
tolta. Altre notizie su questo Ordi- DAPHNUDIN, Castrarti Da-
ne, sull' insegne, ed abito de' cava- phnudin. Sede vescovile della Me-
lieri, si leggono nel Catalogo del sopotamia, sotto il patriarcato di
p. Bonanni pag. XXXIII del cava- Antiochia, e la metropoli di Ami-
liere dì Danimarca, del quale ci da.
dà la figura. Tommaso Bartolini DAPHNUDIUM. Sede vescovile
scrisse, De origine equestrìs ordinis dell'esarcato d'Asia della prima Fri-
Daneborgici. V. il p. Helyot, Hist. gia Salutare, sotto la metropoli di
des ordres monast. tomo Vili. Sinnada. Fu eretta nel secolo no-
DANSARA o DALSARA, Dan- no, ed un vescovo vi ebbe sede.
seren. Sede episcopale dell' Asia, DAPHNUSIA. Sede vescovile del-
nella Mesopotamia, nel patriarcato la prima Bitinia nell'esarcato di Pon-
di Antiochia, nella provincia di to, dipendente dalla metropoli di
Osroena, sotto la metropoli di Edes- Nicomedia. La sua erezione rimon-
sa. Commanville dice, che questa ta al quinto secolo. Leone, uno dei
sede fu eretta nel sesto secolo. Al tre vescovi, che vi fecero residenza,
presente è un vescovato in parli- assistette all' Vili concilio generale,
, ,

104 DAP DAP


ed Antonio a quello di Fozio.Vi na, e ferraiuolone nero. Tale rap-
è stata anche la sede di Daphnu- presentanza nell'esercizio dell'uffizio
sium dell' Ellesponto, nell' esarcato è superiore ad ogni altro della cor-
d'Asia soggetta alla metropoli di te del Cardinale racchiuso in con-
Cizico , e fondata nel nono se- clave, per cui in carrozza, il dapi-
colo. fero siede dalla parte delle rote,
DAPIFERI. Sono quegl'indivi- mentre i maestri di camera, e i

dui di civile, e nobile condizione ec- gentiluomini , sebbene fossero supe-


clesiastici, o secolari, ed anche fa- riori alla persona del dapifero (se
migliari de'Cardinali, che portano lo- questo è della corte del Cardina-
ro con formalità le vivande in con- le è di grado inferiore ai loro )

clave . Il Macri nella Notizia dei debbono sedere dalla parte de' ca-
vocaboli ecclesiastici dice, che Dapi- valli. Siccome i dapiferi godono dei
fer è l'officio del portatore delle vi- privilegi che diremo, acciò ne pos-
vande. Dapifer abbalis Prumiae, sano fruire, Cardinali debbono i

Caesar 1. 5. fast, e. 29. In un al- nominarli prima di entrare in con-


tro senso intese, ed alluse Pietro clave , consegnandone la nomina
Blesense, Dapifer viensae Christi, dell'individuo, che hanno destina-
semi. 47. Quando esisteva il collegio to, al prelato segretario del sagro
degli elettori del sagro romano im- Collegio. Riportiamo qui appresso
pero , il palatino del Reno era due forinole di tali nomine per
chiamato Dapifer, ed Arcidapifero. norma.
T
Il Muratori parla dei Dapiferi nel « Dv os Emmanuel titilli sancti
tomo I delle Dissert. sopra le ari' « Alexii S. R. E. presbyter Car-
tichità italiane, dissert. IV. Cita un » dinalis de Gregorio, archimandri-
diploma riguardante la venuta in » ta Messanen. etc.
R.oma di Carlo il Grosso, per rice- » Eligimus, et deputamus domi-
vervi la corona imperiale, ove sono » mira Camillum Contini nostrum
queste parole : singuli vero princi- x cubiculi praefectum in nostrum
pes suos habeant qffìcionarios spe- » dapiferum in comitiis prò electio-
ciales, marescalcum , dapiferum » ne summi Pontificis habendis.
pincernam, et camerariuni. Dei da- « In quorum fidem etc. Datum
piferi portanti le vivande alla men- h Ptomae ex aedibus hac die 22
sa reale, e soprainteudenti ad essa, » februarii 1829.
si fa menzione in un diploma del
re Carlomanno, dove si trova: Egi- » Loco +£*• signi.

ìiolfum Dapiferum nostrum.


I dapiferi pel conclave sono scelti E. Cardinalis de Gregorio,
dai Cardinali a questo onorifico offì-
zio fra quelle nobili e civili persone, » Nos N. tituli N. Sanctae Ro-
che concorrono a questa onorificenza, » manae ecclesiae presbyter Cardi-
e rappresentanza, ovvero dalla pro- » dinalis N. sacrae congregationis
pria anticamera nobile. Se i dapiferi » N. praefectus.
sono secolari, vestono l'abito nero di h Eligimus et deputamus Do-
città, con ispada, in tutto come » minum N. in nostrum dapife-
i gentiluomini dei Cardinali; se poi ri rum, in proximis apostolicis comi-
sono ecclesiastici, vestono di sotta- » tiis prò electioue summi Ponti-
DAP DAP iq5
>! fieis habendis. In quorum fidem stoni de'servitori, che precedono,
» has liteias espellili mandavi- quanto quelli che sorreggono il ca-
» mus. nestro, o cassa di latta colle vivan-
» Datum Roraae etc. de, sono dipinti di paonazzo se il

Cardinale fu elevato alla porpora


Ordinariamente al mezzodì i da- dal Papa defonto, e di color ver-
piferi partono dai rispettivi palazzi de se lo fu da altri, e tutti cogli
dei Cardinali colle vivande nel se- stemmi Cardinalizii. Indi segue la
guente modo. Va però notato, che prima carrozza coi ciuffi rossi alle
nel primo giorno del conclave, in testiere de'finimenti de'cavalli, con
tutti i giovedì, ed in ogni festa il entro il dapifero dalla parte delle ro-
treno si compone di due carrozze, te, e di contro un individuo dell'an-
mentre negli altri giorni il treno ticamera del Cardinale come il ,

è di una sola carrozza, alle cui maestro di camera, o il gentiluomo


portiere incedono i soli servitori. ec, vestiti con abiti neri di città
Per lo più i dapiferi sempre ad con ispada se secolari, e di sottana
ogni giorno adempiono il loro uf- e ferraiuolone se ecclesiastici. Alla
iìcio, e in loro mancanza supplisce portiera destra decano a
incede il

un individuo dell'anticamera del piedi vestito con abito nero di cit-


Cardinale, e col consueto corteggio tà, detto di collare, mentre all'altra

che andiamo a descrivere. portiera procede un servitore con


Primieramente è da sapersi, che livrea. Nella seconda carrozza, i cui
le vivande si collocano in canestri cavalli non hanno ciuffi rossi, pren-
o casse di latta con istufa per te- dono luogo due cappe nere, od in-
nerle calde. Tanto i canestri, che dividui dell'anticamera, come il cau-
le casse di latta, contenenti le vi- datario, il cappellano, e il secondo
vande in analoghi recipienti , so- cameriere, i primi vestiti di sotta-
no coperti di saia, o pelle con na, e ferraiuolone nero, l'ultimo
frangie di seta, o cotone del colo- con abito nero di ferraiuolone. Giun-
re verde pei Cardinali non crea- to con lento passo il treno alle
ti dal defonto Pontefice, e del co- rote del conclave, il dapifero apre
loie paonazzo pei Cardinali creati la canestra, o cassa, e da quel-
dal defonto Papa, che perciò dicon- li, che fanno la custodia alle rote,
si sue creature. Sopra ad ogni ca- viene osservato se vi sieno carte o
nestro, o cassa di latta, avvi lo scritture , ed allora il cameriere
stemma cardinalizio, e tanto il ca- conclavista, che ivi si trova pronto,
nestro, che la cassa, sono chiusi con riceve in consegna le vivande, le
lucchetti , e chiavi, le quali sono quali col servitore del Cardinale
nelle mani del famigliare decano, che sta in conclave, si portano al-
e del cameriere conclavista. Prece- la rispettiva cella. Uscite le carroz-
dono due servitori con livrea, con ze dal palazzo apostolico ove si fa
bastoni, alti circa otto palmi, segui- il conclave,decano ascende nella
il

ti dall'ultimo servitore, e dal gar- seconda carrozza, ed servitori mon- i

zone di scuderia, pure in livrea, i tano addietro tanto a questa che


«piali portano con due bastoni o alla prima, restituendosi il treno
piccole stanghe la canestra, o cassa al palazzo del Cardinale, da dove
di latta colle vivande; lauto i ba- il dapifero in carrozza è riportato
,

io6 DAP DAP


alla propria abitazione, ov'era sta- percepiti dalle pensioni, e benefici
to dalla medesima preso. Sul pran- ecclesiastici.

zo che ricevono i Cardinali in


, Sono dispensati sull'inabilità
5.

conclave, sull'antico rigore della fru- in qualunque maniera contratta,


galità, sulle rote ove s'introducono anche dall'avere celebrato messa le-
le vivande in conclave, e sull'esa- gati colle censure, e possono pro-
me che ne fanno i prelati, ed altri moversi agli ordini sagri, non ostan-
custodi delle rote, si tratta al vo- dovi qualunque impedimento.
lume XV pag. 263, 296, 297, e 6. Sono legittimati nel difetto
8o5 del Dizionario. Al termine del de' natali, tanto per parte del pa-
conclave, sogliono i Cardinali fare dre, che della madre.
un donativo al dapifero, eduna re- 7. Così legittimati possono suc-
galia agli altri famigliari. Urbano cedere, insieme co' fratelli nati le-
A III cominciò a compartire a que- gittimi, a' beni paterni, senza pre-
sti dapiferi diversi privilegi, in parte giudizio però di que' che vengono
eguali a quelli dei conclavisti [Ve- ab o da' fideicommissi.
intestato,
fli), che inoltre hanno altri com- 8. Possono promoversi alla di-
pensi. I privilegi Ur-
concessi da gnità, agli onori, e a' benefizi con
bano Vili si possono leggere nel- cura, e senza cura , ai canonicati
la costituzione Romanus Pontifex, delle chiese metropolitane, e catte-
emanata nel principio del suo pon- drali, e collegiate.
tificato, e riportata nel Bull. Rom. g. Tutte le grazie, provvisioni,
t. V, par. V, p. 173. I Papi suc- commende, lettere apostoliche, an-
cessori di Urbano Vili ne imitaro- cora in forma di breve, sono ad
no l'esempio. Ecco i privilegi , che essi spedite gratis, tanto pel pos-
al presente però non sono tutti in sesso, come in favore delle lettere
\ igore, siccome noteremo. apostoliche.
1. Sono notali della santa Sede io. Possono trasferire le pensio-
senza pregiudizio de' partecipanti ni di qualunque benefizio, che pos-
conti del sagro palazzo, e dell'aula seggono, fino alla somma di cento
lateranense, nobili di Roma, e di ducati d'oro di camera.
qualunque città dello stato eccle- 1 1 . Avendo questa facoltà da
siastico, godendo medesimi i privi- qualche Pontefice, resta loro con-
legi degli stessi originari. fermata.
2. Sono commensali, e famiglia- 12. Sono dispensati nel portare
li del Papa, benché portino l'abito l'abito clericale e tonsura, e con
v. rocchetto de'notari, onde godo- tutto ciò possono aver pensioni fi-

no di tutti gl'indulti, grazie, e prero- no alla somma di duecento scudi.


gative, solite darsi a' notari nobili i3. Sono esenti dagli spogli, non
famigliari; e commensali del Pon- ostante che sieno ascritti ad alcuna
tefice. milizia, anche a quella di s. Gio-
3. Sono esenti dappertutto di vanni Gerosolimitano.
pagare le decime ecclesiastiche, per i4- Godono dell'effetto di questa
qualunque necessità imposte, anche bolla, benché non sia presentata in
ad istanza di qualunque principe, camera.
o repubblica. i5. Non si possono loro rivocare
4. Sono condonati ne'frutti mal questi privilegi.
DAP DAR 107
16. Questa bolla ancora si deve clavi, ci dice a pag. 100, che die-
loro spedire gratis. de al suo Cardinale varie notizie
A' nostri giorni però tanto i pri- sugli antichi dapiferi, con l'auto-
vilegi dei conclavisti, come quelli rità del Ciacconio, del Bulengero,
dei dapiferi, in gran parte furono del Ferrari, ec, ed essendo egli
diminuiti ; ed è perciò, che ai da- uno di que' dapiferi , che soltanto
piferi dai Pontefici novelli ordina- nelle feste esercitavano tale uffizio,
riamente viene concesso il titolo di in ognuna offrì al Cardinal Rusco-
notari , la cittadinanza di qualche ni un analogo epigramma latino,
città dello stato ecclesiastico , la che in numero di quattro riporta
qualifica di famigliari, e commensali a pag. 100. V. il Gattico Acta
del Papa, la condonazione de' frutti Caeremonialia , pag. 2 38, 2 3g. In-
dì benefìci mal percepiti, la spedizione torno poi alla spedizione dei pri-
gratis delle lettere apostoliche, com- vilegi, i dapiferi debbono tenere lo
presa quella della bolla de' privile- stessometodo, che per tal conse-
gi ; la facoltà di trasferire pensioni guimento fanno conclavisti, lo i

ecclesiastiche, e se la godevano vie- che si descrive nel volume XVI,


ne loro confermata; la dispensa p. 23 del Dizionario.
dell'abito clericale , coli' indulto di DARABARA. Sede vescovile della
goder pensioni; e l'esenzione dello diocesi di Caldea, nellaPersia, edificata
spoglio ec. I detti privilegi si pos- da uno de' suoi re chiamato Darabo.
sono meglio vedere nel moto pro- DARAS. Sede episcopale della
prio in forma di breve di Pio Vili, Mesopotamia, nel patriarcato di An-
Nos volentes, dato sexto kalendas tiochia, sottoposta ad Amida, ed
julii 1829; e nel moto proprio, eretta nel nono secolo, secondo
pure in forma di breve, del re- Commanville. Per onore dell' impe-
gnante Gregorio XVI: Nos volen- rator Anastasio, suo gran benefat-
tes dileclos Jìlios nostros etc, ac tore, prese il nome di Anastasio-
venerabilium fralrum noslrorum poli. Giustiniano I la fortificò, ma
S. R. E. càrdinalìum dapiferos, sotto Giustino II soggiacque al do-
qui conclavi ,etc, emanato nel 1 83 r minio di Cosroe.
decimo kalendas januarii. Onesti bre- BARDANA, seu Dardanus. Sede
vi, i quali hanno il titolo di Privile- vescovile dell'Ellesponto, nell'esar-
gia exemptionis et indulto., riporta- cato d'Asia, sotto la metropoli di
no la nota de' Cardinali che inter- Cizico, la cui erezione rimonta al
vennero al conclave, e le qualifi- quinto secolo. Il suo luogo oggidì
che, il nome, cognome, e la patria chiamasi Dardanelli, ma la sua se-
di quelli, ch'essi prescelsero a dapi- de è titolare in partibus , e viene
feri, notati per ordine collegiale di conferita dalla santa Sede. E di-
vescovi suburbicarii, preti, e diaco- pendente dall'arcivescovato di Cizi-
ni, e per primo il dapifero dell' e- co, anch'esso in partibus. Ebbe cin-
letto Pontefice. E siccome nel con- que vescovi residenziali.
clave del 1823, il dotto Francesco DARDANIDE o DARNIS. Cit-
Cancellieri fu dichiarato per suo tà vescovile, e metropoli della Li-
dapifero dal Cardinal Rusconi, così bia inferiore, o Marmarica, sotto il

il Cancellieri nelle sue Notizie dei patriarcato di Alessandria. Nel quin-


luoghi ove furono celebrati i con- to secolo fu eretta in vescovato, e
,

iuS DAR DAT


poi in arcivescovato, con sette se- Commnnville dice, che fu eretta nel
di vescovili per suflraganee, cioè: secolo decimo secondo.
Paretonium ossia Alberton , Za- DASCILIO, Dascylium. Sede <-
gelis , Antipirgo, Antipra, Marma- piscopale della prima Bitinia, nel-
rica, Zigri , ed Ammoniaca. Si l'esarcato di Ponto, dipendente dal
conoscono quattro vescovi di Dar- metropolitano di Nicomedia. L'ere-
danidé. zione di questa sede rimonta al no-
DARIA e CRISANTO (ss.), mar- no secolo, e vi risiedettero tre ve-
tiri. Questi due castissimi coniugi scovi.
venuti dall'oriente a Roma si a- DATA , cifra. Indicazione del
veano acrpiistato la stima univer- giorno, dell'anno, e del luogo in
sale de' buoni per la integrità dei cui un'azione è stata fatta; quan-
loro costumi e per lo zelo ammi- do, e dove un atto è stato conve-
rabile nella professione de! cristia- nuto, e stipulato. Questa parola de-
nesimo. Non andò molto tempo, ebe riva dall'uso, che avevasi di porre
vennero in odio agl'idolatri, perchè sino dai tempi antichi in calce ad
adoratori di Gesù Cristo, e furono una lettera, diploma, bolla, breve,
presi e posti in una carcere, di do- chirografo, ec, od altro atto, da-
ve condotti dinanzi al giudice ,
timi, o data tali loco, tali die, non
dopo varie maniere di tormenti che dalle diverse maniere di co-
dovettero sostenere pena di mor- la minciar l'anno in Italia. Il Mabil-
te, che incontrarono con animo se- lon, de re dìplom. lib. II. cap. 26,
reno, e con invitta costanza sotto n. io, osservò essere diversa cosa
il regno di Valeriane l'anno 237. negli antichi diplomi 1' A cluni, e il

Tratti dall'esempio di loro non po- Dalum: quello significa il tempo


chi tra gì' infedeli professarono della concessione fatta, e questo il

pubblicamente la fede di Cristo ,


tempo delia spedizione del diploma.
«: gì' imitarono pure nella gloria E perciò può
accadere, che tal-
del martirio. I corpi di questi san- volta l' Aduni
preceda di qualche
ti furono seppelliti nella via Sa- tempo il Datimi. Dice il Macri,
laria, e del nome loro fu per mol- che Datarium Calendarìi si chia-
to tempo intitolata questa parte mò il martirologio ; e che 1'
ufficio
delle catacombe. L' anno 842 le di datario apostolico derivò tal
reliquie di s. Crisanto e di s. Da- nome dall'apporre nelle suppliche
ria furono trasferite nell' abbazia la data: Datimi Romae apud, etc.
di Pruni, diocesi di Treveri, e due Sui diversi sistemi usati dai Papi di
anni appresso in quella di s. Avo- apporre la data del giorno e dei-
lo, o Navoro, nella diocesi di Metz. ranno nelle bolle, diplomi, lettere
I greci ne onorano la memoria ai apostoliche ec, va consultata la dis-

d'i ig di marzo, e 1 7 di ottobre, sertazione del eh. monsignor Mari-


ina i latini a' di i5 di quest'ulti- no Marini, intitolata Diplomatica :

mo mese. Pontificia, contenente preziose, e


DARON. V. Taro*. dotte erudizioni, massime a pag.
DARON, REGEON DARON. 43 e seg. V. Axxo, Bolle, Brevi,
Sede vescovile della prima Palesti- Calendario, Calende, Chirografo,
na, nel patriarcato di Gerusalem- CoNSAGRAZIONE De' PONTEFICI, DATA-
me, sotto la metropoli di Cesarea. RIA apostolica, e gli altri relativi
DAT DAT 109
articoli. Al citato articolo Dataria si scrive, determina il sito più o
si parla della data grande, e delia meno conveniente.
data piccola, e dell'uffiziale prefetto DATARIA apostolica. Tribu-
delle date. nale, che, sebbene sia il più nobi-
Il Parisi, Istruzioni, ec. per la le, ed il più cospicuo della santa
Segretaria, parlando della data del- Sede, e della città di Roma, pure
le lettere, e biglietti, dice che nel- è posto per terzo nell'ordine gerar-
la data, oltre il luogo, il giorno, il chico, dopo quello della penitenzie-
mese, e l'anno, si pongono talvol- ria, e cancelleria apostolica, forse
ta anche altre circostanze, come perchè di un
ed origine
principio,
l'ora, e la partenza del corriere. meno antica. Viene chiamata la
di Au-
Svetonio, al cap. 5, narra Curia graziosa, dappoiché nel tri-
gusto : Ad
omnes horarimi
epistolas bunale medesimo precisamente si
quoque tnomeuta, nec diei modo, tratta di grazie, le quali principal-
sed et noctis, quibus datae signifi- mente consistono in collazioni di
carenlur, addebat. E Cicerone, epist. benefizi, riserve di pensioni, di de-
4 ad Brutum : Tuas (literas) ac- stinazioni di coadiutore per la fu-
cepi Djrrachio datas, l'esperi. Se- tura successione, di concessione di
condo il cerimoniale epistolare scri- abiti ed insegue prelatizie, come
vesi la data in fine della lettera, di cappa magna ec, di dispense di
o nella stessa riga, in cui si è per irregolarità, nonché di assoluzioni,
1' ultima volta ripetuto il titolo, dispense matrimoniali, ed altre si-
come di Vostra Signoria , Roma mili materie di vari generi. Col con-
i.° gennaio 1 843, o una riga più ferimento delle provvisioni ecclesia-
sotto, ed ora a destra, e talvolta stiche, rimunerano, e gratificano
si

a sinistra. Ognuno però segue l'uso coloro, che sono benemeriti, e che
della corte, e dei luoghi in cui scri- hanno prestato servigi alla Sede
ve. A quelli poi, ai quali non si apostolica, ed ai romani Pontefici,
dà alcun titolo, la data si pone in non che servono a provvedere i
cima, ed alcuni anche la pongono poveri, e meritevoli chierici. La fa-
in fine; ma nelle lettere confiden- coltà, e giurisdizione della dataria
ziali si pone la data , o in cima si estendono per tutto dove il Pa-
ovvero in fine come più piace. Nei pa è venerato per capo della Chie-
biglietti la data ponesi nella colon- sa cattolica.
na sinistra del foglio, per esempio: La dataria si mostra benefica e
Di casa 11 agosto 1842^ Dalle generosa, siccome organo del Papa,
stanze del Vaticano; Dalle stanze il quale persuo mezzo com parte
del Quirinale; Dalle stanze di le mentovate provvisioni, dispense,
Montecitorio ; Dalla segretaria di assoluzioni, ed altre cose proprie
Consulta; Dal palazzo reale, ec. di si importante, ed antichissimo
Alcuni pongono la data incontro tribunale ecclesiastico. I suoi nu-
alla seconda o terza riga dello scrit- merosi, e distinti officiali sono chia-
to, altri più in basso del foglio mali oracoli della voce, e mente
per usare, come dice monsignor del Papa, come ne insegna il Cor-
Fontanini nell' Elog. Ital., più con- rado, in Prax. Benefic, lib. I, cap.
venienza alle persone eguali, o su- 1, num. g. Quindi è, che ai detti
periori. L'usanza del luogo, in cui ofliziali si deve prestare piena fede,
o

i i DAT DAT
non solo perchè provano, ma ezian- formassero anticamente un solo di-
dio perchè prevalgono a qualsisia castero; ma coll'andar del tempo,
altra prova anche di testimoni, e con l'aumento degli a/Tari, si di-
conforme è stato più volte dichia- visero i due distinti tribunali. Il
rato dalla sagra rota, e specialmen- tribunale della dataria può chia-
te avanti Buratto nella decisione marsi il tribunale della grazia
888 ; il perchè contro le risoluzio- concessa, e quello della cancelleria
ni di sì supremo tribunale non si il tribunale della grazia spedita,
ammettono appellazioni. Per quan- come sarebbe il decreto, che nasce
to l'Amidenio, ed altri canonisti nel recinto del tribunale di data-
abbiano tentato di pubblicar noti- ria, e la spedizione che si ottiene
zie sulla prassi della dataria, non a diligenza delle parti in cancelle-
ostante questo precipuo ecclesiastico ria,come qui più chiaramente di-
dicastero è rimasto sempre in cer- remo. Anche l'autore dell'opera,
to modo ascoso nelle sue fonda- Caeremouiae, ac mores religiosi
mentali teorie, per e nella prassi omnium populorum orhis, cum ex-
la molliplicità che delle materie, planatìouibus historicis, et aliquibus
sono di sua pertinenza il perchè : dissertationibus, voi. 2, supplem. p.
scrivendo Ottaviano Vestrio a Gia- 172, dimostra
che la dataria, e
como Pelleo, gli diceva « Io credo : cancelleria erano in principio una
» inaccessibile la prassi della cosi medesima cosa; ma in progresso
» detta curia graziosa, e così furo- di tempo la moltitudine ed affluen-
» no meco acerbi , ed inumani za degli affari, e negozi produsse
» quei seniori, che non solo non mi la separazione dei due dicasteri.
» esternarono i principii, ma giani- Laonde venne stabilito, che per
« mai li hanno pubblicati riteuen- l'organo della dataria s' implorasse-
w do sempre ascosi colali tesori ". ro, e ricevessero le concessioni, men-
A ciò si aggiunga, che Pamfìlo tre per quello della cancelleria se
Persico soleva dire nel suo tratta- ne effettuerebbe la legale spedizio-
to del Segretario:» L'arte di agi- ne quindi la dataria prese la sua
:

» re in dataria e cancelleria, è , etimologia dalla data, che appone


» fondata per cosi dire sopra una sulla concessione il più cospicuo e
» scienza tradizionale". V. Can- principale suo ministro, che perciò
celleria Apostolica. chiamasi Datario {Vedi), non che
dall'annoiamento, e registro degli
Origine, attribuzioni, e notizie del- atti. La cancelleria poi, oltre quan-
la Dataria Apostolica, e delle to si disse all'articolo, prese la sua
diverse segnature, che fa il Papa denominazione dalla custodia, e spe-
alle suppliche, cui riceve per or- dizione delle concessioni. Tali eti-

gano della medesima Dataria, e mologie sono analoghe all' officio

altro riguardante questo dica- de' notari, e cancellieri. Al citato


stero. articolo Datario si tratta ancora
della dataria, e del datario della no-
Il preciso tempo dell' istituzione bilissima famiglia Colonna, e del-
della dataria è assolutamente incer- la dataria, e del datario dei Car-
to, come sembra probabile, che la dinali a latere, della dataria, del
dataria, e la cancelleria apostolica datario, e del pro-datario della le-
DAT DAT in
gazione apostolica di Avignone , e Provenza, massimamente in Avigno-
del datario della sagra penitenzie- ne. Sebbene l'alma Roma sia l'or-
ria apostolica. V. il Du Fresne, dinaria residenza del sommo Pon-
Gloss. lalinitatis, alla parola Dala- tefice, e la propria, e vera sna sede;
riusj Henricourt de legibus eccles. pure, pegli avvenimenti che la sto-

Franciae cap. S; il Cardinal de ria ci ha tramandati, è noto quanti


Luca, Relat. Rom. Curiae, diss. 9, Pontefici la facessero fuori di Ro-
e l'Amort, de Jure canonico, voi. ma, massime nel secolo XIV, in
3, par. 6 de Dataria. cui sette Papi risiedettero in Avi-
Sebbene non si possa determi- gnone incominciando dal nomi-
,

nare l'origine della dataria, ossia nato Clemente V. Laonde la data-


la divisione di questa parte della ria apostolica sempre risiedette nei

cancelleria apostolica, è certo cbe luoghi ove dimorarono i Pontefici.


esisteva a tempo di Papa Onorio Partito nel 1876 Gregorio XI da
III, che fu assunto al pontificato Avignone, per ristabilire nell'anno
nell'anno 12 16, come riporta l'A- seguente la residenza pontificia in
midenio al capo II de origine et Roma, in uno alla dataria, alla sua
antiqui tale muneris datarli, ove pu- morte insorse il lagrimevole scisma,
re notifica, che l'uffizio della data- che lungamente fu sostenuto in
ria era nel palazzo, o patriarchio Avignone dagli antipapi Clemente
presso la patriarcale basilica late- VII, e Benedetto XIII ec. Questi
rauense, quale residenza de'Ponte- pseudo-Pontefici ebbero la loro da-
flci. E siccome per questo tribuna- taria in Avignone, ove già era
le somma predilezione nutrirono tut- stata quella di legittimi Papi, per
ti i Papi, perciò ha avuto sempre le nazioni, che loro ubbidivano. E-
residenza presso medesimi, ad on-
i letto poi nel conciliabolo di Basi-
ta che questi o per elezione, o co- lea l'antipapa Felice V, nel 14^9,
stretti dalle fazioni, siensi altrove tenne la sua dataria a Ginevra, e
recati. Bene lo provano le parole le sue bolle in numero di circa tre
del nominato Amidenio, al citato mila, raccolte in otto volumi in
cap. II, in cui leggesi: » ante tem- foglio, furono donate dalla repub-
» pora tamen Bonifacii octavi (elet- blica di Ginevra al re di Sardegna
» to nell'anno I2g4) illud exlitisse Carlo Emmanuele III.

» prò comperto habetur, eo quod Inoltre dallo stesso Amidenio si

« e regione palatii lateranensis in narra, che Innocenzo Vili, Cibo, e-


» hortis marchionis Justiniani vi- letto nel i4^4j ^ quale da pre-
« situr Xystus quidem pervetu- lato era stato datario » datariam
» stus, quem dicunt fuisse parteni « extruxit in Vaticano, ingens sa-
« datariae usque de tempore Ho- » ne et magnificum aedificium, ne
» norii tertii : quod ipsum prò ve- » cium datario, ejusque officialibus
» ra traditione receptum est, et » ministris sed negotiantibus per
» non abhorret a vero, cum Urne « commodum etc. " Ma dipoi, a-
» Pontifìces apud lateranum age- vendo Paolo V fatto demolire l'edilì-

» x-ent ". zio, che serviva alla dataria, ed ai


Le istorie confermano, che da suoi ministri, per erigere avanti la
Clemente V sino a Gregorio XI la basilica vaticana il sontuoso portico
dataria apostolica fu sempre nella che ammiriamo, quindi alla stessa
J12 DAT DAT
dataria, e suoi ministri nel contiguo Ritornando a Paolo V, aggiun-
palazzo apostolico vaticano assegnò giamo, che siccome egli magnifica-
luogo, e conveniente abitazione. mente ampliò il palazzo apostolico
Il Chattard, Nuova descrizione elei del quirinale per abitazione dei
Vaticano alle p. 70, 71, e 108 Papi massime , nell'estiva stagione, a
1 1 i,e ni del t. II,descrive i luo- comodo poi e per residenza degli
ghi degli uffizi della dataria, e le uffizi della dataria, del datario, del
abitazioni del Cardinale pro-da- sotto datario, e di qualche altro
tario, monsignor sotto-datario;
di uffiziale, nel i6i5, eresse presso il

ed a pag. 107, diceche dirimpetto medesimo, a sinistra dell'antico cli-


alla quinta arcata del cortile di s. vo della salute, o clivo salutare (co-
Damaso, si vede la porta principa- sì detto perchè portava al tempio
le che introduce nella dataria, sul della salute, la cui via egli rese
cui architrave di marmo bianco è più agevole) il palazzo che ora è
inciso il nome di Gregorio XIII. congiunto per un arco con passet-
Sopra detta cornice poi evvi una to coperto, a quello nel secolo de-
iscrizione latina, entro un riquadro corso innalzato da Clemente XIII
scorniciato, dalla quale si rileva, per la famiglia pontificia, ed atti-
che Urbano Vili stabili in questo guo a quello apostolico. Sopra la
luogo nell'anno i633 la dataria, porta principale del palazzo della
già dal palazzo d'Innocenzo Vili dataria, la cui corte è decorata di
trasferita altrove da Paolo V, con bella fontana, sovrasta 1' arme di
arme sopra del medesimo Pontefi- travertino di Paolo V colla seguen-
ce similmente di marmo. te iscrizione scolpita in marmo.

paulvs . v . p. . M.
DATARIAM . APOSTOLICAM
CVRIALIVM . COMMODITATI
IN . HIS . AEDIBVS . COLLOCAVO 1

ANNO . SALVT. . MDCXV . PONT. ANNO . . X

Talvolta i Pontefici ne' loro come famigliari del Papa , ebbero


viaggi condussero seco il datario, la cosi detta parte del palazzo con-
ed alcuno degli uffiziali di dataria sistente nelia distribuzione di pane
pegli affari propri di questo tribu- e vino può vedere all'arti-
, come si

nale. Tanto è notato nel Rotulo colo Famiglia Pontificia, dove ri-
della famiglia pontificia, che segui portami alcuni ruoli. Gli offiziali
nel 1 56 1 Pio IV a Perugia do- : di dataria godono il privilegio di
cumento, che è nell'archivio del spedir gratis non solamente le pen-
palazzo apostolico. E non sarà inu- sioni, che si danno loro dal Papa,
tile qui notare, che gli officiali e le proviste per obituni, e le ras-
della dataria sono considerati fami- segne, ma anche nell'acquisto de-
gliari del Papa, il Cardinal pro-da- gli uffizi hanno il gratis
vacabili
tario è Cardinal palatino, monsi- della componenda. Li confidentiarii
gnor sotto-datario è prelato pala- delle pensioni , volgarmente detti
tinOj e sino al termine del passa- testa di ferro, spedivano gratis non
to secolo ,
gli officiali di dataria, solo le pensioni, che si conleri-
DAT DAT n3
•vano loro dal Pontefice, ma anche espettati ve si conferivano dal Papa
le provviste per olitimi, non già i benefizi non ancor vacati, alle
le rassegne. persone ecclesiastiche, che perciò a-
La dataria apostolica , siccome spettavano la morte di quelli, che
curia pontificia, ed una delle più li possedevano. Per meglio spiegar-
ragguardevoli parti della curia ro- si, le espettative erano un certo
mana, fu sempre sommamente a privilegio, che dai
Papi, dai Car-
cuore de'Pontelici. Pure nominere- dinali, e dai vescovi si concedeva
mo quelli, che presero su di essa a persone ecclesiastiche, col quale
speciali provvidenze, oltre quelle venivano abilitate alla successione
che noteremo in seguito. Varie e de' beuefizi, dopo la morte de'pro-
ino] tipi ici sono le grazie, che per prietarii , che frattanto aspettava-
organo della dataria concede il no, come appunto ora sono le Coa-
sommo Pontefice, come si può ve- diutore {fedi), e tra' secolari le
dere nel paragrafo di questo artico- sopravvivenze. Assunto al pontifica-
lo, il quale tratta degli officiali di to nel i522 Adriano VI, mentre
essa. Oltre quanto si dice agli ar- trovavasi nella Spagna, ai5 aprile
ticoli Beneficio ecclesiastico (Vedi), in Saragozza rivocò tutte le espet-
e Pensioni ecclesiastiche ( Vedi), tative de'benefizi, e giunto in Ro-
che sono due delle principali ma- ma, pubblicò tal revoca colla mag-
terie della dataria, sembra, che gior solennità a' 9 dicembre.

dai primi anni del secolo XV ab- Gioverà qui far osservare, non
bia cominciato a vedersi l'origine doversi confondere con le grazie
de'benefizi ecclesiastici nel concilio aspettative, le nominate odierne
Agatense, tenuto nel 5o6; per cui il coadiutore, giacché quelle si conce-
Papa s.Simmaco ordinò, che i chierici devano dal Pontefice molu proprio^
ai quali pei loro meriti
si concedono e senza domandare il consenso del-
beni di o le sue rendite,
chiesa, l' ordinario collatore, che anzi ven-
haec ipsa non perpetuo sed tem- nero concesse il più delle volte,
poraliter (cioè ad arbitrio del ve- ad onta del ora
loro dissenso ;

scovo) perfruanlur. Nel nono, e nel le coadiutorieaccordano ordi-si

decimo secolo si stabilì finalmente nariamente non solo con con-


,
J
la nuova disciplina de benefìzi col- senso, ma ad istanza del bene-
la divisione dei Beni di Chiesa ficiato, e con la piena annuenza
(P'edì). Dipoi nel i335, Benedet- dell' ordinario collatore, e per le
to XII in Avignone condannò l'u- giuste cause, espresse nella testimo-
so introdotto da Clemente V, e niale dell'ordinario medesimo, per
Giovanni XXII, suoi immediati pre- cui non tanto si debbono chiama-
decessori, di dare in Commenda re grazie quanto concessioni fatte
{Vedi) i benefìzii, lasciandoli go- per necessità di recar sollievo a co-
dere ai Cardinali che li avevano, lui, in cui sussidio si decretano.
e ai patriarchi titolari delle chiese Il suddetto Benedetto XII riformò
di oriente. Altresì soppresse 1' altra con nuove leggi la cancelleria, e sic-
introdotta consuetudine delle espet- come nella provvista de' benefizi e-
tati ve, di cui erano piene, e inon- ransi falsificate alcune suppliche,
dale la Francia, e l'Inghilterra, so- ordinò che si registrassero tutte con
prattutto la Germania. Con queste le concessioni accordate, e se ne
\UL. XIX. 8
i i
4 DAT DAT
conservassero gli originali, onde sai diverso. I vescovi d' Inghilterra
ebbe origine il registro delle .sup- domandarono dal canto loro per
pliche'. Nel
835, nell'archivio del-
1 un anno il godimento dei beni
la dataria vaticana, fu nuovamen- delle chiese, che vacassero le prime
te ordinato lo stato de'registri del- nelle diocesi ; ma la loro richiesta
le suppliche da Martino a Pio V cadde ift proprio pregiudizio, poi-
VII inclusive, senza interruzione, e ché il Papa formò su di ciò il pia-
si trovò che i tomi, i quali le con- no delle annate. Ed è per questo,
tengono, ascendono a seimila seicen- che sino d'allora si appropriò le
to novanta, essendo mancati per le rendite del primo anno in tutte ie
note vicende, trecento sessantasei chiese, che di là a due anni vache-
tomi. Ci siamo permessi questa pic- rebbono in Inghilterra, come ve-
cola digressione sulle espettati ve, scovati, abbazie, priorati, prebende,
e ce ne permettiamo uu'allra sulle parrocchie, e persino i più piccoli
Annate, perchè a quegli articoli benefìzi.
dicemmo di riservarci a parlarne Il Novaes dice a pag. 262 del
in questo. Tanto qui poniamo le tomo IV, Vite de' Ponte/., che Bo-
Annate perchè lo dicemmo all' ar- nifacio IX istituì le Annate ordi-
ticolo, ma esse sono più proprie nando nel 1392, che tutti i bene-
dell' articolo Vacabili, o Vacabili- fizi elettivi, e non elettivi, di sua
sti, siccome tasse ad essi spettanti. collazione, e che fossero conferiti
Al dire del Platina, Vile de' Pon- per la santa Sede, dovessero paga-
tefici, pag. 386, temendo la cre- re al fisco pontificio per le neces-
scente potenza de' Visconti signori sità metà delle ren-
della Chiesa, la
di Milano, ovvero per accrescere dite del primo anno indi egli ag- ;

le rendite del tesoro della Chiesa giunge, coli' autorità dell' Extrav.
Piomana, affine di accorrere ai bi- 21. de Praebendis inter Communes,
sogni di essa, e della Chiesa uni- che tale istituzione si debba piut-
versale, istituì 1' uso delle Annate tosto attribuire a Giovanni XXII
ne' benefìzi, cioè stabili che coloro, i che, nel i3i6, successe a Clemen-
quali avessero ottenuto un benefì- te V. Ma siccome Giovanni XXII
zio, dovessero pagare alla camera non le riserbò, che dai benefìzi, i

apostolica i frutti di mezzo anno. quali venissero a vacare nel cri-


Tutti accettarono questa legge fuo- stianesimo non elettivi, e eh' erano
ri che gì' inglesi, i quali però si inferiori ai vescovati, ed abbazie,
contentarono, che si eseguisse nei e ciò solamente per tre anni, cosi
vescovati, non negli altri benefìzi. a Bonifacio IX dee ascriversi que-
Ma il Bercastel, Storia del Cri- sta assoluta, e perpetua istituzione.
stianesimo, voi. XV, p. i3g della Su di che possono consultarsi il Van-
ediz. dell' Antonelli, dice in vece, Espen, Jur. Eccles. Univ. par. II,
che Odoardo II re d' Inghilterra tit. 24, cap. 4- §• l %'> Natale Ales-
domandò al Pontefice Clemente V, sandro Hist. eccles. saec XV, e
ed ottenne per due anni, sotto XVI, Dissert. Ili, tom. Vili, p.
pretesto del servigio di terra san- 564; e H Tomassino, De veter. et
ta, le Decime (Tedi) delle rendite noi'. Eccles. Discipl. par. Ili, lib.

ecclesiastiche del suo regno, le qua- II, cap. 58. Il citato Bercastel, voi.
li poi furono impiegale in uso as- XVII, p. 17 5, nel descrivere il
,

DAT DA T , , 5
concilio di Basilea, nel suo stalo bligali a pagare mezza annata dei
pacifico, dice che nella XXI sessio- frutti, per la fabbrica delle rispet-
ne temila nel mese di giugno, con- tive chiese. Inoltre fa riflettere l'e-
tro le rimostranze de' legati di Eu- rudito Sarnelli, a quelli che do-
genio IV, ed il sentimento di mol- mandano, perchè i vescovi hanno
ti padri di considerazione, furono da pagare prima l'annata, e poi
abolite le annate,, e i primi fruiti, ricevere le bolle, essere avvenuto
e senza alcuna eccezione, tutti i li- che taluno sia morto prima del
velli che andavano al Papa, o ai possesso del vescovato, per cui Enea
prelati inferiori, sotto il titolo di Silvio a somiglianti querele dei te-
collazione, conferma, investitura, deschi fattegli da un dottore suo
spedizione in materia dei benefìzi, eccellente amico, solca rispondere,
di dignità ecclesiastiche, e di ordi- che il Papa era stato posto in que-
ni sagri. Da questo decreto ognun ste angustie dai beneficiari medesi-
vede, che il concilio andava a can- mi, imperocché dapprima solevano
giarsi in conciliabolo, siccome in concedersi le bolle solo che avesse-
effetto divenne. ro promesso di pagare, ma sicco-
Alcuni pretesero, che leAnnate me avute le bolle non pensavano
sieno infette di simonia. Fra essi più a compiere le loro obbligazioni,
e' Febronio
è , contro del quale bisognava costringerli colle censu-
veggasi quanto in tale proposito re. Bidotta la curia romana a tali
scrisse il dotto Zaccaria neh' Anti- necessità, fu costretta a non dare le
febronio vindicatus, tom. Ili, diss. bolle, se non riceveva prima con- i

VII., cap. VI. Pompeo Sarnelli suetiemolumenti. Attualmente. qua-


Lett. Ecel. tom. IX, p. 58, fa os- lora un vescovo premuora ad una
servare, che i vescovi esigevano le epoca congrua, e tale da potersi
annate dai beneficiati, prima che la rilevare, che non abbia percepito
sede apostolica le attribuisse al fì- le rendite del vescovato, suole la
sco ocamera apostolica, e che vi sono santa Sede restituire agli eredi le
anche oggidì vescovi, i quali per pri- tasse pagate per le Annate, ed al-
vilegio pontifìcio esigono le mezze tri titoli di cancelleria.
annate de' benefìzi che conferiscono, Sono adunque le Annate dovu-
da applicarsi però alla fabbrica te al sommo Pontefice, lo che in
della chiesa, come si pratica nella oriente si pratica ancora co'patriar-
metropoli di Benevento, onde in chi greci, i quali ricevono le anna-
sostanza l'annata è come la deci- te dai loro sudditi, siccome narra
ma, che dalle loro decime pagava- il Pùualdi all' anno i/\.56, num.
no i leviti al sommo sacerdote, 4- Senza di che, osserva il Palla-
come si legge nel libro de Numeri vicino nell' Hist. Condì. Iib. 2, e.

cap. 1
6 ,
presso Gersone t. I, p. 8, ricevendole di fatto il Papa dai
9*7- soli occidentali, basterebbe a giu-
Benedetto XIII, colla bolla Plus stificarle eziandio il solo patriarca
de' 22 aprile 1725, Bull. Rotti, t. dell' oriente, al quale pel canone VI
XI, par. II, p. 397, prescrisse, che del concilio Niceno le voleva re-
tutti i provvisti neh' Italia di be- stringere il riformatore Lutero. E
nefìzi ecclesiastici non affetti, e ri- quanto una tal' esazione sia mino-
servati alla santa Sede, fossero ob- re delle decime, che si pagavano
,

i i 6 DAT D A T
ogni anno, ciascuno lo vede, non somma di ducali ventiquattro di
solo perchè le nuove collazioni camera, come si è detto devesi :

hanno luogo più di rado, che ogni però notare , che tale regola ha
-plinto anno, come si richiederebbe delle eccezioni nei canonicati della
acciocché la mezza annata riscossa Germania, e di Spagna. I canonica-
in quelle eguagliasse la decima di ti di Germania, e le cinquantadue
ciascun anno ; ma perchè non si dignità di Spagna riservate al- ,

traggono da moltissimi beni eccle- la santa Sede, pagano la mezza


siastici, che passano a mani morte, annata, qualora la cifra del reddito
né da quei benefizi, che secondo certo superi i ventiquattro ducati
V antica tassa non superano venti- d'oro di camera. La seconda spe-
quattro ducati, benché veramente cie di annate chiamasi servitia mi-
sieno di maggior valore, e dagli nuta, che consiste in cinque picco-
altri si riscuotono pur secondo la le porzioni, le quali vengono di-
lassa vecchia, la quale è di molto stribuite tra gli ufficiali del Papa.
inferiore alla vera rendita. Tutto- Queste cinque tasse minori sono
rio viene più chiaramente spiegato accomodate alle tasse de' vescovati
da Fagnano al cap. Praeterea, ne e delle badie, e perchè si divideva-
pra flati vices suas etc. quaest. 2, il no in rimunerazione de'piccoh ser-
quale dichiara, che cosa è Annata, vigi, che si prestavano da alcuni
che cosa siano servìzi comuni, mi- famigliari inferiori della corte Pon-
nuti servizi, e la quintadecima. La tificia, si chiamano servigi minuti.
minata si paga per tutti i benefìzi, La terza è il quindennio, ch'è la
eccettuati i vescovati, e le badie metà de'frutti di un anno, e che
concistoriali , e costa della mezza si paga sulla rendita di que'bene-
parte delle rendite annuali di be- fizi, i quali per concessione aposto-
nefizi,riservata ad uso del Papa, lica si applicano perpetuamente a
e chiama Bonifacìana , perchè
si qualche seminario, orfanotrofio, ca-
Bonifacio IX la temperò come ogi^i pitolo ec. lo che viene contribuito
,

sta, mentre prima Pontefici si ri- i alla camera ogni quindici anni per
servavano tutti frutti di un anno i la detta unione di benefizi, o per
di qualsivoglia benefizio, da pagar- una speciale sottrazione alla comu-
si in un con pagare
triennio, cioè ne riserva. Il quindennio chiamasi
la terza parte ogni anno ma Bo- ; anche quintadecima.
nifacio IX, come si è detto, rila- Per maggior chiarezza, ripeteremo
sciò la metà di quella, colla con- che quando si provvedono benefizi i

dizione, che la mezza annata si pa- ecclesiastici vacanti, le persone prov-


gasse prima di ricevere le bolle viste debbono pagare alla camera a-
spedite. V. Bolla. postolica ,
prima della spedizione
Le annate dividonsi in quattro delle bolle, le rispettive annate dei
sorte,e primieramente iti ispecie ,
medesimi benefizi, cioè ia metà dei
che richieggono la metà de' frutti frutti di un anno. Essendo poi
i quali devono pagarsi alla camera molti di questi benefizi uniti a'mo-
apostolica per quei benefìzi che nisteri, e luoghi pii, siccome que-
vengono conceduti dal Papa fuo- sti non muoiono, cosi non vacano
ri del concistoro ,
purché però mai benefizi ad essi
i uniti. Per
la loro annua rendita superi la non defraudare dunque la camera
DAT DAT 117
apostolica di queste annate, fu con- Pio IV, e s.Pio V avevano condan-
venuto che i luoghi pii le pagasse- nate le confidenze benefiziali, e de-
ro ogni quindici anni, onde ebbero legati in giudici i vescovi, ed altri
il nome di quindenni, computando- prelati, Sisto V credette meglio di
si, che per lo più ogni quindici creare un uditore delle confidenze
anni sa l'ebbero i benefìzi vacati, se beneficiali, qual giudice perpetuo,
fossero provvisti di ecclesiastici se- conferendogli facoltà, privilegi, ed
colari, i quali pagherebbero le an- emolumenti, dichiarando però va-
nate nel loro possesso. All'articolo colla bolla Divina
cabile l'uffizio,
Portogallo (Vedi) , si riporta una Dei providentia, data il primo no-
contesa nata nel pontificato di vembre i586, Bull. Rom. tom.
Clemente XI sui quindenni , che IV, par. IV, pag. 270, col prezzo
quel reame costantemente avea pa- di duemila ducati d'oro equivalen-
gato sino da quello di Paolo 11, e ti a tremila trecento scudi romani.
in dataria avvi, come diremo per Nella dataria già esistevano altri

ultimo con analoghe notizie, il uffizi vacabili, e Sisto IV, Leone


suecollettore generale de quindenni. X, e Paolo III, ne avevano anzi
L'ultima sorte di annate è detta stabilite le regole, e le tasse non
Commune servitium, e consiste o nei solo per la rassegna , ma anche
frutti del primo anno, od in una pei medesimi Pontefici, i quali as-
certa somma denaro fissato dalla
di segnarono una porzione de' vacabili
tassa de'libri della camera apostolica, per appannaggio del Cardinale vice-
e che deve contarsi alla medesima cancelliere.
camera da que'prelati, che per mez- Non solo Sisto V si occupò gran-
zo de'voti de' Cardinali ottengono demente dei Vacabili e Vaeabilitti
in concistoro taluna prelatura, co- [Fedì), ma anche dei Luoghi dei
me i vescovati, e le badie conci- Monti [Fedi), fra' quali eravi il
storiali, la qual somma poi si di- Monte Datario da lui ampliato. ,

vide ad eguali porzioni tra il Pa- Vedendo poi, che l'uffizio del teso-
pa e i Cardinali, e perciò dicesi di rierato di dataria, per lui istituito,

servigi comuni. era dovizioso pegli emolumenti


Divenuto nel i55o Pontefice che ritraeva, smembrò dal suo uf-
Giulio HI, con grande studio si fizio cinque scudi d'oro per qua-
applicò alla riforma della dataria, lunque spedizione beneficiale di
ed a tal elfetto elesse sei Cardinali minor grazia, ed assegnolli pel pa-
in consultori perchè gli dessero in gamento de'frutti del Monte Data-
iscritto il loro parere, massime per rialo, che stabili in seicento luoghi
ciò che apparteneva alla collazione al valore del capitale di scudi ses-
de' benefizi , ed avesse bisogno di santamila , a ragione di dieci per
correzione. cento, coll'assegnamento sopraddetto.
V 5 90 successe a Sisto V Pa-
Sisto istituì in vacabili l'uffi- Nel 1

zio di tesoriere della dataria, col- pa Urbano VII, il quale subito or-
lo sborso di trentaquallromila scu- dinò la riforma della dataria apo-
di, assegnandogli in premio il cin- stolica, affidandone l'incarico ai ce-
que per cento, appannaggio che a- lebri Cardinali Paleotto, Lancellolti
busivamenle si dividevano i mi- Facchinetti, che nel i5cji divenne
nistri delle spedizioni. E siccome Papa col nome d' Innocenzo IX,
>i8 DAT D.\T
ed Aldobrandino clie a questo suc- appena divenuto Papa nel 174°
cesse nel i ~iyì col nome di Cle- aveva regolato le sportale, ed e-
mente Vili, dopo essere stato da- inolumenti che si pagavano alla
tario di Sisto V. dataria, e per morte «lei Cardinal
Il gran Benedetto XIV, fra le Millo pro-datario, avvenuta a' 16
molteplici, e saggie sue provvidenze, novembre 1757, al sotto datario
prese peculiar cura del tribunale monsignor Nicolò Riganti da Mol-
della dataria, cui rivolgonsi tutte letta prelato domestico comparti la
le nazioni, pei diversi che
negozi facoltà di datario, benché tal cospi-
tratta e risolve. Primieramente ai cua carica da gran tempo si eser-
3o marzo 1 742 diresse al Cardi- citasse da uno de'più degni Cardi-
nal Pompeo Aldrovandi suo pro- nali. Ciò si legge nelle Notizie di
datario, un chirografo, sulla clau- Roma per l'anno 17 58, a pag.
sola del pericolo di vita per le di- 309, ed il dotto prelato Riganti
spense matrimoniali nei gradi pros- esercitò tali facoltà sino alla morte
simiori, dal quale risulta, ch'essen- di Benedetto XIV, che accadde ai
dosi egli riservato nella costituzio- 3 maggio di detto anno 1758.
ne, ad apostolicae servitutis noslrae Quando poi il Pontefice Pio
ministerium , data a'2'j febbraio VI fu Francia dai
trasportato in
del medesimo anno, di più chia- repubblicani francesi, il giorno pre-
ramente esporre e dilucidare alcu- cedente alla sua partenza da Peo-
ne cose praticale fino allora nelle nia, cioè a'rq febbraio 1798, di-
lettere apostoliche delle dispense resse al Cardinal Pioverella, suo
matrimoniali, si venne a conoscere pro-datario, il moto proprio es- :

che la clausola del pericolo di vita sendoci nelle attuali circostanze,


ha avuto origine dall'uso, e pra- col quale gli comunicò le opportu-
tica della dataria, non già da tal ne facoltàdurante la sua assenza
Papa, il quale l'ha modificata, ri- da R.oma, di concedere e segnare
stretta, e resa più mite, anzi ha di special mandato pontificio, tut-
dichiarato col chirografo, che pre- te le grazie che si spediscono dal-
via la relazione al sommo Pontefi- la dataria apostolica.
ce, si possa omettere in alcuni ca- Sui diversi modi, coi quali il

si particolari. Quindi, agli 8 dicem- Papa fa la segnatura alle suppliche


bre 174^5 colla diffusa costituzione di grazia per la dataria apostolica,
Gravissimum Ecclesiae Universae, ci permetteremo la seguente di-
che si legge nel Bull. Benedici. XIK gressione.
tom. I pag. 591, divise le materie Non avvi dubbio, che al solo
e le grazie apostoliche, che debbon- romano Pontefice compete il diritto
si spedire per la dataria, per la se- di conferire i benefizi ecclesiastici,
gretaria de'hrevi, e per la sagra pe- ed accordare ogni specie di grazie
nitenzieria, determinando che tutte spirituali, e se altri, sebbene costi-
le concessioni, per le quali si dove- tuiti in dignità, ciò fanno, è in vir-
va soddisfare la tassa della cancel- tù di facoltà implorate, e concesse
leria, o la composizione di dataria, dal Papa. Però non tutte le gra-
appartenessero alla dataria mede- zie,che dai Pontefici si accordano,
sima. procedono col medesimo ordine.
Finalmente Benedetto XIV, che Esse souo diverse, come varie ne
DAT DAT 119
cono le furmole, essendo triplice il in ambo i luoghi la lettera iniziale
modo di firmarle che usa il Pon- dui suo nome di battesimo, e se è
tefice per la dataria, cioè Fiat ut stato religioso quello preso nella
petitur Fiat motuproprio: Placet.
: professione. Per esempio Pio VIII,
Antichissimo è l'uso del firmare dai prima di essere creato Papa, chia-
romani Pontefici le grazie col Fiat. mavasi col nome di battesimo Fran-
Alcuni ciò spiegano, ch'essendo essi cesco Saverio, laonde nelle sotto-
investiti della sublime dignità di scrizioni, essendo in idioma latino,
vicari di Cristo in terra, sembra poneva le iniziali F. X. Il regnan-
ch'essi vogliano usare della stessa te Gregorio XVI poi, cui nel bat-
parola, giù pronunziata da Dio crea- tesimo fu imposto il nome di Bar-
tore. Vuoisi pertanto, che Giulio tolommeo Alberto, e nella profes-
III sia stato il primo, che al Fiat sione monastica prese quello di
aggiunse l'ut petitur. Sopra questa Mauro, si segna coli' iniziale M.
forinola antica, e poi resa consueta Ninna ragione adequata, secondo
nelle sottoscrizioni dei Papi, abbia- alcuni, addurre si saprebbe di tal
mo un curioso distico del secreta- diversità di firma, purché dir non
rlo apostolico Giacomo Gherardi vogliasi, che si metta dal Papa l'ut
da Volterra, diretto a Paolo II del petitur in prima parte, perchè trat-
1464, che il Marini trovò in un tasi della determinata concessione
codice dell'archivio vaticano, conte- della grazia domandata, e
che in
nente le minute di dette lettere seconda parte basti il Fiat, non
scritte pel Cardinale Papiense suo riguardando questa che lo stile di
padrone, e da lui prodotto nel t. I, cancelleria, e le forinole da seguir-
p. 2 35, 2 36 degli Archiatri Pon- si nella spedizione delle relative let-
tifìcii, insieme al tetrastico del me- tere apostoliche. D'altronde sembra,
desimo Gherardi, il cui secondo di- che pur troppo vi sia ragione ade
stico mutò nel seguente: quata, perchè la prima parte della
supplica contiene la vera petizione,
Taedia dat doctis pauperlas plu- onde sta bene che vi sia ut petitur.
rima. Tolle La seconda parte non determina
Taedia nostra, Pater, per Fiat che il modo, e le clausole con le
ut petitur. quali debbasi spedire la grazia su-
periormente implorata, per cui il

Dall' aver usato il Gherardi tal for- solo Fiat basta. Egualmente rimon-
inola, sembra potersi congetturare, ta ai tempi più ri moti l'uso di sot-

che non solo già si usava il Fiat, toscriversi i Papi in dette suppliche,
ma anche V ut petitur. colla sola lettera iniziale del nome
Chiunque brama conseguire una battesimale, o di quello assunto
grazia, fa d'uopo che ne avanzi sup- nella professione religiosa. All'arti-
plica al Pontefice, analoga e distin- colo Nome de' Papi {Vedi), si di-
ta de slylo duecuriae, in parti. rà quanto analogamente riguarda
Il Papa l'accorda segnando a piedi questo, e quando incominciarono a
della prima, che chiamasi narrati- cambiarselo nell' esaltazione al su-
va, Fiat ut petitur, ed al margine premo pontificato. Noteremo qui,
della seconda, ch'è nel lato destro che commettendo il Papa molte
del foglio, il solo Fiat, aggiungendo volte la propria sottoscrizione al
i2o DAT DAT
prefetto della segnatura, questi la rado nel libro primo, della pratica
fa colle parole: Concessimi ut pe- delle dispense apostoliche, ai cap.
tilur, in praesentia D. N. Papa e, II, e IV.
aggiungendovi le lettere iniziali del Bene spesso la virtù, od il me-
proprio nome ed impiego. rito facendosi strada sino al ponti-
Molti eruditi hanno procurato ficio soglio, spingono la sovrana mu-
investigare l'origine di questo siste- nificenza a spandersi, senza esserne
ma. Chi ha preteso distinguere nel- richiesta, coi benemeriti della san-
la persona del Papa duplice perso- ta Sede. E allora, che le grazie si
na, privata l'una, puhhlica l'altra, dicono concesse Mola proprioj il
e segnare egli le grazie con la pri- perchè nella schedula relativa si se-
ma, e le bolle con la seconda su- gna il Papa con la seconda for-
blime qualità. Altri ne hanno fatto inola : Fiat Motu proprio. Quando
derivare la cagione dall'avere il Pa- finalmente nelle collazioni de' ve-
pa due nomi, uno natui-ale, indut- scovati, o di qualsiasi altro bene-
tivo, ed accidentale l'altro, perchè, fìcio, Papa riserva sulle rendile
il

come dicemmo, assunto nella sua di questo una pensione per perso-
elezione, onde appone primo al-
il na da nominarsi, e viene in segui-
lorché segna di proprio pugno, ed to con separate schedule a desi-
il secondo nelle bolle, ch'egli di gnarsi qualche soggetto, si vale delle
stile non firma. Ma né queste, né parole Placet, ed in ciascuna di
altre ragioni immaginate possono queste due ultime formole neppu-
stabilireil vero significato, dappoi- re omette di aggiugnere le lettere
ché frustranea si porge la differen- iniziali del suo nome di battesimo,
za di persona privata, e pubblica ovvero quelle della professione re-
nel Papa, ed il duplice nome non ligiosa. Altri dicono che il Papa ,

induce varietà nella essenza, con- sottoscrive Fiat ut


le grazie col
cedendo il Pontefice le grazie in petitur; Fiat; Placet; Fiat Motu
virtù solo del suo supremo carat- proprio, aggiugnendo ad ognuna di
tere di capo della Chiesa. Se non tali formole il nome che aveva
che, potrebbe forse ciò attribuirsi avanti il pontificato per abilitare
alla umiltà sempre praticata dai la spedizione delle bolle, giacché se
successori di s. Pietro, che in dis- il Papa vi ponesse la soscrizione
pregio delle umane grandezze, nel- del nome pontifìcio, non sarebbe
l'apice del potere, anche quando necessaria la spedizione delle bolle.
usano del nome assunto nel ponti- Siccome però i sommi Pontefici
ficato, soggiungono Servus Seivo- : non potevano reggere soli al grave
runi Dei , nella qual maniera s' in- incarico imposto loro dal duplice
titolò per primo s. Gregorio 1, il augusto ministero, cos'i fino dai re-
Magno, eletto nell'anno 5qo. Su moti tempi usarono delegare i Car-
siffatte sottoscrizioni possono con- dinali nipoti, acciò accordassero al-
sultarsi il Vettori : il fiorino d'oro cune grazie , le quali si dicevano
illustrato, pag. 5o5: l' Amidenio ottenute per concessimi, dal modo
de styloDatariae, lib. I, cap. XXXII, con cui erano da tal delegato sot-
dove mostra la formola di queste toscritte, con questa formola Con- :

sosci izioni, e rescritti, ragionando di cessimi in praesentia Domini No-


alcune ai num. 7 e 8: e Pietro Cor- stri Papae N.} come si disse del
,,
,

DAT DAT i2i


Cardinal prefetto della segnatura. inosiniere, il quale, tolte le spese per
In progresso essendo insorti degli i suoi uffiziali ed impiegati subal-
inconvenienti, per l'abuso di tanta terni , ne versa il rimanente per
facoltà, nel conclave del 1670, in soddisfare le cose che diremo. Esse
cui si elesse il Pontefice Clemente servono a soddisfare le pensioni
X, fu questi supplicato dai Car- che i Papi assegnarono a religiose
dinali di togliere siffatta consuetu- corporazioni d' ambo i sessi , alle
dine. Quindi Innocenzo XII ordi- penitenzierie lateranense e vatica-
nò, che invalida si riputasse simile na , ad alcuni collegi ed utili isti-

segnatura non fatta da un Cardi- tuti , ad alcuni sagri tribunali


nale, assistito da altri due innanzi e congregazioni cardinalizie, ad al-
al Papa. Ora però è invalso l' uso cuni ministri della santa Sede
di scegliersi dal Pontefice un pre- ad ecclesiastici orientali , a diver-
lato, e talvolta un suo cubiculario, se pie oblazioni, ed altre limo-
il quale ha la facoltà di accordare sine ordinarie e straordinarie. Inol-
le grazie per concessimi. Negli es- tre la dataria paga alcune giubila-
posti modi adunque, e non altri- zioni alle famiglie bisognose degli
menti giusta gli adottati stili
,
, si uffiziali della medesima defonti, non
segnano le suppliche dal Papa , e che somministra graziosi assegni
se non si potè stabilirne la vera alle famiglie povere degli spedizione-
origine , si concluda , che non di ri apostolici; supplisce alle spese
tutte le cose stabilite dai nostri per le cave ed estrazioni dei corpi
maggiori, può assegnarsi adequata santi ne' cimiteri, e catacombe di
ragione, siccome in lege non omnium Pvoma, ed altro. La dataria paga

Jf. de legibus. AH' articolo Breve A- altresì diverse pensioni, come a luo-
tostolico, oltre di ciò che ha re- ghi pii, ed eccle-
a vescovi, prelati,
lazione colla dataria, si parla delle siastici bisognosi, e benemeriti del-

date, e delle sottoscrizioni de' bre- la Chiesa; somministra i fondi per


vi, le quali si fanno dal Cardinal 1' elemosineria apostolica, e per al-
segretario de' brevi, o dal sostituto, cune pensioni che paga il palazzo
come delle sottoscrizioni delle mi- apostolico, allo straordinario sov-
nute originali fatte di pugno del veuiinento de' poveri, non che per
Papa colle forinole, Placet , e la supplire alle disposizioni beneficile
lettera iniziale del nome che avea dei Ponteficisempre per cause pie,
nel cardinalato , soscrivendo le ce- ed al mantenimento della sagra per-
dole concistoriali, colla forinola: Ita sona del medesimo Papa, che, per
est. Gregorius XVI., V . Rescritti antichissima disposizione, consiste
Pontificii. Di altre sottoscrizioni nella mite somministrazione d' an-
dei Papi si tratta agli articoli Bol- nui scudi sei mila, giacché si ha
le, Cristo, ec. che Paolo IV, il quale fu eletto nel
In quanto alle rendite della da- i555, dai sei mila scudi, che ogni
taria, esse non sono copiose come mese gli pagava la "dataria, faceva
anticamente, ma tenui a cagione dei copiose limosine alle famiglie pove-
concordali, e delle concessioni fatte re, e virtuose, ciò che fa grande
dai romani Pontefici. Per ciascuna onore alla moderazione dei Papi,
grazia pagansi in dataria delle tasse, sebbene la cassa della dataria sia in-
che passano come in mano di un eie teramente a luru disposizione.
1*3 DAT DAT
In oltre la dataria ha la cassa straordinariamente, per particolari
dei capitali, detta del compenso. circostanze, anche i benemeriti uf-
Proviene questa cassa dai fondi, che fiziali della dataria. Siccome però
acquistò la dataria col denaro ,
all' infausta oceasione della sede va-
che sotto Benedetto XIV, e nel cante rimane in una perfetta ina-
datariato del Cardinal Millo ritras- zione !a curia graziosa, ossia la

se dalla Spagna pel concordato dataria apostolica, e tutti gli ad-


fatto sulla provvista dei benefizi. detti alla medesima nulla percepi-
Con detto denaro la dataria acqui- scono degl'incerti, che pure forma-
stò molti offici vacabili, il palazzo no un oggetto e parte integrale
Madama, oggi del governatore di dei loro mensili profitti, così in
Roma e suo tribunale, perchè ivi detta circostanza, a norma del chi-
divisava trasferire la sua residenza rografo segnato da Benedetto XIV
ed uffici, essendo in proporzione li i3 giugno 1755, gli uffiziali e
angusto quello da Paolo
erettole ministri dellagodono la
dataria
V ; in fine il locale dove è oggi il distribuzione di un'annata intera,
conservatorio Pio. Ma avendo la cioè un semestre alla morte del
camera apostolica acquistato il pa- Papa, ed altra simile distribuzione

lazzo Madama
per istabilirvi il pre- ìiell' elezione del nuovo Pontefice,
lato governatore ed il suo tribuna- il quale con la cassa del tesoro
le, somministrò alla dataria annui pontificio, ossia della camera apo-
scudi quindicimila. Dopo l'epoca stolica, fa distribuire per mezzo
della repubblica francese, in vece della dataria,' i consueti quindici-
di tale annualità, la camera aposto- mila scudi, che per tal fausta cir-
lica assegnò in compenso alla data- costanza concede ai Conclavisti {Ve-
ria de' mentovati capitali, il men- eh).

sile prodotto dell'officio de' brevi Oltre gli autori succitati , e


che si spediscono per la stessa da- quelli che in appresso si citeranno,
taria; laonde le rendite della cassa gli scrittori più noti, e famigerati
del compenso consistono nel frutta- sulla cancelleria e dataria apostoli-

to dei vacabili, per altro incerto ca, sono l' avvocato Riganti Com-
ed eventuale, come lo è quello mentarla Regulae Cancel. ec. voi.
dell'officio de' brevi. Tale cassa fu 3, edizione di Roma: migliore pe-
.stabilita per soddisfare ai pesi del- rò è quella in quattro volumi a-
l'andamento degli uffìzi della da- pud fratres de Tournes, Coloniae
taria, al pagamento degli uffiziali ij5i. In quanto alla dataria, ab-
e ministri della medesima, e per biamo dall'altro celebre avvocato
la manutenzione del palazzo ove della Romana Teodoro A-
curia,
risiede la dataria, e case annesse midenio : Tractatus de officio, et
di sua proprietà, che servono per jurisdictione Datarli, et de slylo
abitazione eziandio oltre di quelli Datariae, dedicato ad Innocenzo
.Mimmentovati , dei famigliari del X, e stampato in Venezia nel i654-
Cardinale pro-datario. L'ammini- Compendiosamente ne scrissero, il
stratore di questa cassa è sempre cav. Lunadoro, Relaz. della Corte
stato il detto Cardinal pro-datario, di Roma tom. II, p. 199, e seg;
il (piale accorda con essa quelle l' abbate Tosi, Del sommo Ponte-
ricognizioni, che crede meritare fice, e della corte Romana tomo
DAT DAT i 23

II, cap. XXV ; I' autore della Pia- elusive, che si ilice felicemente re-
lica della Curia Romana, tomo II, gnante, e dei sotto-datari da Paolo
cap. XVIII Della Dataria Apo- IV fino allo stesso Clemente XIII.
statica ; e l' abbate Costami, Uos- Per diverse congetture questo au-
servalore di Roma tomo I, p. 33 tore anonimo sembra che sia Ni-
e seg. della Dataria. Mancando un cola Riganti sotto-datario di Bene-
vero, e chiaro dettaglio sulla teo- detto XIV, immediato predecesso-
rica, sulla pratica, e sull'esercizio re di Clemente XIII, e di tanto
e storia di ciascun offizio di data- credito presso il medesimo, che in
ria, uè interamente
soddisfacendo una sua malattia quel gran Papa
ai dotti di queste materie il citato gli accordò il Concessimi, e tutte
Amidenio, nel secolo passato coni- le sue facoltà con raro esempio,
parve finalmente un uomo sommo, come di sopra facemmo dell' unOj
fornito d' immensi lumi ed erudi- e delle altre menzione,
/ione, che viveva nel pontificato di Non riuscirà discaro finalmente,
Clemente XIII. Egli intraprese un prima di parlare dei ministri ed
lavoro gigantesco, mediante una uffiziali della dataria, e dello stile
grande opera intitolata, De Data- della medesima, chesi dia in com-

riae apostolicae j'ure universo, di plesso un cenno, per comprendere


cui fu pubblicato il tomo I, lib. meglio le tante materie che si do-
I, e. 4? s '°o al § 1 3 in foglio vranno trattare, sebbene compen-
grande. Non si può abbastanza diosamente, e de' molti ministri di
lodare l'ordine, la chiarezza, e la questo grandioso e rispettabile tri-
dottrina dell'autore. V'ha in prin- bunale, cui nelle contingenze si ri-

ci pio il prospetto di tutta 1' opera volge il mondo cattolico, dovendo-


che promette di compiere in cin- si per necessità ripetere cose già
que tomi, facendo il dettaglio del- accennate, e delle quali poi si do-
le materie che avrebbe trattato, vrà di nuovo parlare.
né lasciando nulla a desiderare in La dataria apostolica adunque è
sì grave argomento, per quanto ri- un cospicuo tribunale grazioso, il
guarda gli stili, e gli officiali del- terzo della santa Sede per ordine
la dataria, e delle moltissime cose, gerarchico, dopo i tribunali della
che ad essa appartengono. Ma in- sagra penitenzieria apostolica , e
felicemente questa opera non si vi- della cancelleria apostolica, come
de proseguita per morie dell'auto- si legge nelle annuali Notizie di
re, o per altra contingenza, dap- Roma. La dataria presiede alla
poiché non fu pubblicato per iute- collazione de' benefizi, cure, badie,
io che il prospetto, e sole 126 ed altre prebende ecclesiastiche, le
pagine del primo tomo, e le altre quali conferisce alternativamente
non sembrano inedite ma soppres- cogli Ordinari de' luoghi; conferen-
se, o altrimenti sospese, perchè la dole cioè sei mesi l'Ordinario, e
ultima pagina in fine indica la sei mesi la dataria, se dai vescovi
chiamata delle successive, laonde è stata spedita questa alternativa
la parte pubblicata è rarissima. Ivi da rinnovarsi con la rinnovazione
si dà l'elenco storico de' datari, e del pontificato ; altrimenti otto me-
pro-datari, incominciandosi da Mar- si sono della dataria, e quattro
tino V sino a Clemente XIII in- de' vescovi. Se poi i vescovi sono
124 DAT DAT
Cardinali, conferiscono essi in tutti o civile, chiamato perciò per-obi-
i mesi, purché nelle vacanze dì timi. Il sotto-dalario, e il per-obi-
mese apostolico vengano i provvi- tum, s' ingeriscono, o insieme, o se-

sti a spedire la conferma in data- paratamente, in tutto ciò che ven-


ria, quando il beneficio conferito ga loro commesso dal datario, non
ecceda tra certi ed incerti venti- essendovi in questo caso alcuna li-

quattro ducati. IVel volume V, p. nutazione nel loro dipartimento. Il

ì>6, del Dizionario, si riportano datario, col sotto-datario, e il per-


ulcune nozioni sul!' Alternativa, cioè obìtuni costituiscono la congregazio-
nel § X Alternativa nel nomina- ne della dataria, la quale si raduna
re ai benefizi. Quando però i he- nel proprio palazzo ogni mattina
nefizi, o le prebende si possiedono nelle stanze del datario ; ed in
da chi sia stato, ovvero sia fami- questa congregazione il datario, col
gli are del Papa, o de' Cardinali, voto consultivo del sotto-datario, e
compresi i conclavisti, e dapiferi del per-obilum, risolve tutte le ma-
cie' Cardinali medesimi, allora si terie del dipartimento degli stessi
chiamano affetti alla santa Sede, e sotto-datario, e per-obitum, come di
si conferiscono sempre dalla data- tutti i ministri della dataria, e giu-
ria, di consenso però di quel Car- dica tutte quelle questioni, che na-
dinale , di cui era famigliare il scono in materia di collazioni, ras-
defonto. Vi sono altre affezioni, e segne, e dispense matrimoniali, e,

riserve, che insieme ad una succo- quando le crede di qualche rilievo,


sa notizia della materia benefiziale, suol rimetterle alle rispettive sagre
J
possono vedersi nel Ferraris, Bi- congregazioni de vescovi e regolali,
bliolliec. leg. verbo Benefìcium et de' riti [Vedi), o al tribunale del-
Beneficia. Quei benefizi, che so- la Rota [Vedi) pro-voto, e poi le
no di jus patronato laicale, si con- giudica secondo il voto di queste,
feriscono dall'Ordinario a nomina Talvolta le fa giudicare dalla stes-
ele' padroni, fuorché nel caso, che sa congregazione della dataria, ed
il beneficiato muoia in curia, meu- accorda anche gli aggiunti nelle
tre allora il jus di conferire è del- persone di più prelati, e tutti al-
la dataria jure praeventionis. La loia, compreso il sotto-dalario, ed
medesima dataria ammette pure le il per-obitum, hanno il voto deci-
coadiutorie, o rassegne de' benefizi, sivo.
canonicali, ed altre prebende eccle- Di queslo tribunale il notaro è
siastiche. uno de'segretari e cancellieri della
Il capo del tribunale prima era reverenda camera apostolica. Le
un prelato,ed ora è un Cardina- citazioni, fanno avanti que-
che si

le, che
perciò chiamasi pro-data- sto tribunale, non contengono or-
rio. Vi ha un prelato sotto-data- diariamente altra istanza che ,

rio, il per-obitum, ed altri che di- quella di o ritenere le


rilasciare,
remo. 11 sotto-datario presiede alla suppliche. Per esempio, allorquan-
coliazione de' benefìzi vacanti per do giunga a notizia di un preten-
morte de' provvisti, come sono ras- dente a qualche benefizio , che il
segne, coadiutore, e simili. Il per- datario abbia segnata la grazia per
obilum è il prefetto delle vacanze conferirlo ad un altro, allora potrà
beneficiali per morte sia naturale, il pretendente recarsi in dataria
,

DAT DAT 125


dall'i iffiziale, nell'offizio del quale le dovessero passare, e che quindi
si trovi la supplica, e porre il Nihil le pubblicasse, e vi ponesse la data,
franseat, il quale però tratterrà il sebbene ancora tal ministro non a-
corso alle suppliche, se sarà slato vesse il nome di datario. V. l'Ami-
sottoscritto, ed ammesso dal sotto- denio de Slylo dalariac, lib. i, e. 2:
datario , ovvero dal per- obitu'm. Il dotto Zaccaria, nelle note che fece
Quegli poi, che troverà impedita al Lunadoro, nella Relaz. della cor-
la spedizione della grazia incammi- te di Roma, parlando del datario,
nata, dovrà citare
o già ottenuta, dice, che questo impiego anticamen-
avanti il Lacerari nihil
datario : te era sostenuto da uno de'Proto-
Iranseat exso positura et relaxari notari apostolici [Fedi), chiamato
siipplicationem favore instantis signa- Primicerio [Pedi), era il il quale
tum ed il datario, uditi nella sud-
: capo delle dignità palatine del sagro
detta congregazione in contraddito- palazzo la teranense, antica residenza
rio i procuratori dell'una e dell'al- de'Pontefìci, lo che raccogliesi , al
tra parte, farà che
quel decreto dire dello stesso Zaccaria, dalle
crederà ragionevole, ordinando o costituzioni di Martino, o Marino
che debba restar fermo il Nihil li eletto nell'882, e di Stefano li
iranseat, o che si tolga di mezzo, detto III, eletto in tempo anterio-
affinchè si rilasci la supplica. Dai re, cioè nell'anno 752, citando il

decreti, e provvedimenti del data- Corrado, Prax. benefic. lib. 3, e. 8.


rio, siccome egli rappresenta im- Sebbene sia ignoto il principio
mediatamente la persona del Pa- del datario ,sanno la
tutti però
pa, cosi non si dà appellazione, riè cospicua dignità, e grande autori-
ricorso ad altro tribunale. tà di lui, imperocché nelle materie
de'benefizi ed altro rappresenta l'i-
Ministri, ed officiali della dataria stesso Papa , e per di lui mezzo
apostolica, serie dei datari e pro- si concedono sopra i benefìzi, e le

datari, e prassi che si osserva altre materie di giurisdizione della


da cadauno dei detti ministri dataria, tutte le grazie; e tuttociò
ed offiziali nell'esercizio delle lo- che da esso viene fatto, ha quel
ro distinte incumbenze, ed attri- medesimo vigore che avrebbe se
buzioni. fosse fatto dal medesimo Pontefice.
Perciò i Papi sono stati soliti di
Del datario. eleggere a tale dignità, o gli udi-
tori del sagro e celeberrimo tri-

Quantunque non si conosca l'ori- bunale della rota , o i primi pre-


gine di questo rispettabile ministro, e lati della curia romana, dotati"
s'ignori eziandio quella della data- di somma integrità, e dottrina, e
ria, secondo si è detto al principio poscia, come si vedrà dalla serie,
di questo articolo ,
però è certo i più degni Cardinali , massime
ch'egli è antichissimo. Infatti si può quelli ch'ebbero l'esclusiva al pon-
ritenere, che sommi Pontefici
i tificato, e per esso ebbero gran
non appena principiarono a fare numero di voti, come si noterà nella
diplomi per concessioni graziose detta serie cronologica. Il Bernini
in egual tempo avessero deputato nella storia che ci diede del tribu-
qualche ministro, per le mani del qua- nale della rota, pubblicata nel 1717,
ii6 DAT DAT
registra nove uditori ci i rota stati perchè è autorizzato dai medesimi
datari, cioè Aldobrandino poi Pa- Papi a rilasciale parte di quel de-
pa Clemente Vili, Arrigoni, Sa- naro, che secondo le tasse di da-
crati, Merlini, Cavalieri, Cecchini, taria dovrebbe pagarsi rial ricor-
Corrado, Ottohoni, poi Papa Ales- rente, per la concessione dell'otte-
sandro Vili, e Carpegna. nuta grazia. Va però notato che
Il nome di datario è derivato non sebbene non partecipi al Papa i

solo dal porre la Data (Vedi) ad benefizi concessi , deve però sotto-
alcune suppliche, grazie, e dispense mettere la supplica alla di lui se-
concesse dal Papa , cioè col se- gnatura. Che la dataria apostolica
gnarvi la data del giorno, mese esistesse a' tempi di Onorio III del
ed anno del regnante Pontefice, il 12 16, che esistano diplomi colla
che era l'unico, e proprio uffizio soscrizione di Datarius prima di Bo-
del datario ne'più lontani tempi, nifacioVili del 12-94) lo dicemmo
ma anche dal Dare. E benché sia superiormente.
verissimo, che il Papa, e non il La giurisdizione del pro-datario
datario sia quello che fa le grazie, si estende sopra tutti i collegi va-
accorda le dispense, e dà i benefizi, cabilisti, la maggior parte de' quali
nondimeno perchè il datario è in ha luogo nelle cancellerie, essendo
certo modo relatore di tutte le in facoltà il datario stesso di ac-
grazie che fa il Papa per l'organo cordare le diminuzioni delle tasse,
della dataria, specialmente intorno che si percepiscono dai vacabilisti
ai benefìzi, ed ha gran parte in darli ;
medesimi, per cui al Cardinale pro-
perciò la di lui denominazione non datario per siffatte diminuzioni, fu
scio è presa dal datare le suppli- dato da ultimo il titolo di Difen-
che, grazie, e dispense, anche ma sore perpetuo de' Vacabili. Dal
dal dare i benefìzi. Essendo sua medesimo Cardinal pro-datario di-
principale incumbenza il rappresen- pende il conferire impieghi dei va-
tare al Pontefice, chi sieno fra i cabilisti nello stesso tribunale, 1'
am-
concorrenti ai benefizi, i più degni e mettere o rigettare bolle, l'ammet-
meritevoli di conseguirli, dipende per- tere o rigettare diminuzioni di tas-
ciò da esso il risultamento del bene- se, l'ordinare, e pubblicare editti
placito pontificio. In fatti il sullodato che concernono cose di cancelle-
anonimo, spiegando l'etimologia del ria,ec, come rilevasi dall'editto e-
nome Datario, dice, eh' esso non manato dal Cardinal Corrado, pro-
già nasce dal dare o concede- datario di Alessandro VII ai 3o
re, ma solo dal datare la grazia, dicembre 1 655 , col quale editto
perchè il solo sommo Pontefice è depositato originalmente neh" offizio
il concedente,, il che piova con de lìlissisj si davano diversi ordi-
giuste, e convincenti ragioni. Ag- ni al correttore delle contraddette,
giungiamo col Lunadoro, che il al custode dell'archivio de' brevi, al
datario ha tal nome tanto pel da- maestro de' brevi, all' abbreviatole
tare le grazie pontifìcie, quanto di curia, al sommista al pro-cu- ,

pel conferire ch'egli fa di propria stode della cancelleria , e al pro-


autorità concessagli dai Pontefici, sigillatore della penitenzicria. Dal
alcuni tenui benefìzi per concessimi, medesimo datario dipendono, e so-
come dicesi in curia , ed anche no ammessi, e puniti gli sprdizio-
DAT DAT 127
neri apostolici, de' quali si parlerà correnze, il Cardinale si reca in da-
in fine,qualora abbiano commesso taria, e nelle sue stanze dà udien-
qualche fraude nelle bolle, e spe- za per qualche tempo ai ministri ,

dizioni. spedizioneri della dataria, ed altri,

Il Cardinal pro-datario , chia- e poscia fa avvisare il sotto-data-


mato per la nobiltà della sua ca- rio, e il per-obilum, per la consueta
rica ociilus Popae j ebbe sempre congregazione per trattare diverse
suinmo mane V udienza del santo materie; fa leggere i sommari del-
Padre, il quale per costume apriva le suppliche al per-obitum } e po-
la giornata col segnare una grazia, scia riceve l'amministratore delle
sia relativa a materia benefiziarla, componende. Questi gli rassegna al-

sia a dispense matrimoniali. Un ta- cuni libri e suppliche del suo uf-

le mirabile sistema si tenne in pra- fìzio, e vi fa apporre dal datario


tica fino ai Pio VI. Quin-
tempi di la data, e la sosci izione, e la dala
di il Cardinale pro-datario ebbe la grande alle suppliche che hanno
sua ordinaria udienza nella matti- pagata la componenda, come gli fa

na del martedì, e venerdì. Adun- sottoscrivere i bollettini di peniten-

que nella mattina del martedì, e ze, di quelli che recami a l'orna
venerdì il Cardinal pro-datario, in per dispense matrimoniali. Uscito
compagnia di monsignor sotto-da- l'amministratore delle componende,
tario, si reca all'udienza del Papa il sostituto del sotto-datario legge
in abito cardinalizio , eccelluati i al pro-datario i sommari delle sup-
giorni di vacanza, ed il prelato in- pliche, che passano per l'uffizio del
cede in abito prelatizio, portando sotto-datario; alcune il Cardinale
una saccoccia di damasco paonazzo, le rimette a qualche congregazione
o rosso secondo tempi, trinata i cardinalizia, altre le manda all'uf-
con galloni d'oro e fiocchi, con en- fizio del concessimi. Dopo tal let-
tro le suppliche matrimoniali dal tura, l'uffiziale delle date entra dal
primo grado al secondo inclusive, Cardinale per apporre la data grande
e tutte le altre che concernono le a diverse materie, che hanno pagato
materie beneficiali. Dopo che il la componenda ,
1' amministratore
Pontefice ha segnato le dette sup- delle quali le avea già mandate al
pliche, esce il prelato , e resta al- detto sostituto, e da questi erano sta-
l' udienza il Cardinale a conferire te rimesse all'uffizio delle date. Queste
col Papa sulla provvista de' bene- suppliche sono di coadiutore, pen-
fizi,ed a leggergli de' memoriali sioni causa, dispense, indulti
sine
per lo più di materie straordina- di ritener pensioni, etiam si quii
rie alle consuetudini della dataria, malrimonium contraimi, aut in ali-
e alle facoltà del pro-dalario. iN'on qua religione profile atur 3 proprie
deve occultarsi, che il Cardinal De dell'uffizio delle date. In fine l'uf-
Luca nel disc. 9. Relat. Roman, fiziale delle date riferisce diverse
dir. n. 21 dice, che anticamente forme graziose, che si domandano
all' udienza del datario si trovava dagli spedizioneri senza attestazione
presente anco il sotto-datario, e ne d'idoneità dell'Ordinario, sulle quali
riporta le ragioni. Dopo 1' udienza il datario dà i suoi ordini.
quale può intervenire
pontificia, alla Dopo viene dal Cardinale ammes-
straordinariamente secondo le oc- so alla sua presenza l'uffiziale delle
128 DAT DAT
matrimoniali, clic gli riferisce le ana- gregazione generale, che 1 Cardi-
loghe suppliche, colle fedi degli Or- nali tengono in sede vacante, sono
dinari, per quelli che sono nobili, ad essi in una cassetta presentate
o che dimandano la dispensa sinc dal sotto-datario, e sigillata viene
causa, oppure non sono affatto po- affidata alla custodia di due pre-
veri, ma posseggono qualche cosa, lati chierici di camera. In sede va-
e il datario prescrive la compo- cante non si conferiscono benefìzi,
nendo, che debbono pagare. Indi, ed al futuro Pontefice sono riser-
uscito il detto ofìiziale , il notaro vate le collazioni di quelli vacati,
di camera suole leggere le citazio- in virtù della costituzione di Pio
ni sopra le lacerazioni de' nihil 1 V, In eligendis. Eletto nuovo Pa-
il

transeat3 che sono stati posti a di- pa, da lui si eleggeil nuovo pro-data-
verse suppliche, e fattasi l' istanza rio, ma il presente, ch'è il Cardinal
dai procuratori , e spedizioneri , il Pacca, meritò che Pio Vili, e il re-
datario, col parere del sotto-data- gnante Gregorio XVI lo confermas-
rio, e del per obilum, fa quel de- sero nel posto, conferitogli da Leone
creto , che crede conveniente, ed XII. V. il Gattico, Ada selccta
altre volte rimette l' istanza alla sa- eaeremonialia datarius sede vacati'
gra rota, o simplicìter, ovvero prò te quae cardinalilius tradal, pag.
voto. Finalmente, tanto nel sabba- 4>7, 4^3- Il Cardinal pro-datario
to, quanto in altri giorni, il data- è Cardinale palatino, e perciò frui-
rio sottoscrive i trasunti, i quali si sce di tutte quelle prerogative pro-
mandano dall' ofliziale, che ha in- prie de' Cardinali palatini, come i

combenza di collazionarli colle bol- suoi ne godono gli ana-


famigliari
le e brevi, e similmente si spedi- loghi emolunienti. Tanto egli, che
scono nell' uffizio del maestro dei i famigliari, godono l'abitazione nel
brevi. Queste sono le attribuzioni palazzo della dataria daila quale ,

principali del datario, oltre alle men- il Cardinale ha annui scudi due
tovate di sopra, e a quelle che si di- mila quattrocento cinquanta.
ranno in appresso. Benedetto XIII, Fino al 1802, il Cardinal pro-
con suo chirografo de' 22 febbraio datario, nella mattina dell' Epifa-
1726, pubblicato nel seguente a- nia, presentava al Papa il collegio
prile, concesse a' Cardinali pro-da- degli scrittori apostolici, coli' oller-
tari la piena potestà e giurisdizio- ta, di cui si parla al voi. IV pag.
ne, col mero e misto impero in 280 del Dizionario, cioè all' arti-

tutte le cause criminali, contro qua- colo Befana. 11 Cardinal pro-data-


lunque delinquente in materia ap- rio a' 2 luglio, festa della visita-

partenente alla dataria apostolica. zione della b. Vergine, celebra la

Cardinal pro-datario, uno dei


Il messa nella cappella Borghese del-
primi magistrati della santa Sede, la basilica liberiana e comunica ,

se non è promosso ad altra carica, tutti i ministri, uflìziali, e spedizio-


funge il suo ministero in tutto il neri della dataria apostolica, dispen-
pontificato del Papa, che lo ha e- sando loro medaglie d'argento be-
letto. Alla morte di questo cessa nedette dal Papa, colle immagini
l' esercizio della sua carica , e le del Salvatore, e della beata Ver-
suppliche e grazie, quantunque se- gine. Per sua impotenza, supplisce
gnate colla data, nella prima con- monsignor sotto-datario. Questa di-
,

DAT DAT 129


vozione ebbe origine nella penul- degna di essere letta, sta tra quel-
tima pestilenza, cbe afflisse Roma, le de' XII uomini illustri, e tra le
facendo grandi stragi. Tal contagio altre di diversi eccellentissimi uo-
fu nel i656 nel pontificato di A.- mini, raccolte dal Dolce, e stam-
lessandro VII. Nella generale deso- pate in Venezia dal Giolito nel
lazione, i ministri, offìziali, e spe- i554.
dizioneri della dataria apostolica,
si rinchiusero tutti con opportuni Serie dei Datari, e Cardinali
cancelli nei palazzi della dataria, pro-Datari.
e della cancelleria, e pieni di fidu-
cia in Dio, e nella b. Vergine, in- Il vero titolare del datariato de-
nalzarono fervide preghiere per la ve essere un prelato, per cui un Car-
cessazione del flagello. Niuno di essi, dinale, dove sia investito di questa ri-
né delle rispettive famiglie ne morì. levante carica, è soltanto chiamato
Allora per gratitudine fecero il vo- pro-datario alla guisa di altre simili
to, che per cento anni sarebbero cariche proprie della prelatura ed ,

andati ogni anno nel giorno sagro occupate e disimpegnate dai Cardi-
alla visita, che Maria santissima fe- nali. Prova il lodato autore anonimo,

ce alla sua cognata s. Elisabetta de Datariae apostolicae fare universo,


nella suddetta cappella, a rinnova- chela gerarchia della curia romana è
re i loro ringraziamenti, ed a fare così ben fondata, che ammette vari
la santa comunione, lo che costan- gradi sommamente distinti prima di
temente praticarono, come si legge passare all'eccelsa dignità cardinalizia.
ne' Diari di Roma. E siccome il 11 datario, il tesoriere, il governatore
voto andava a sciogliersi nel 1756, di Roma, ed altri consimili ministri
piamente lo rinnovarono per un di alta sfera, giunsero appunto in
altro secolo. quei gradi, dappoiché n' ebbero per-
Dell'autorità e giurisdizione del corsi alcuni altri, dopo de'quali non
datario trattano parecchi scrit- v'ha per ultimo che il Cardinalato, la
tori, oltre i mentovati. Il Lunado- quale comporta cariche di
dignità
10 ne parla a pag. 82 e seg. della maggiore sfera, ma non più cariche
Eelaz. della corte di Roma dell'e- prelatizie. Quindi un Cardinale per
dizione del 1646, e nel tomo II occupare il principale ministero
pag. 200 e seg. dell'edizione del della dataria apostolica non può
1774; così il citato Tosi a pagina essere che pro-datario , cioè con
120 e seg. del t. II. Oltre a ciò provvisorio reggimento fino alla
si possono consultare il Cardinal nomina del titolare prelato , ciò
de Luca Rclat. dir. Rom. Forens. che per altro, come si vedrà, per
disc. 18 n. 7, ed il Cohellio Noti- inveterata consuetudine sembra non
tia Cardinalatus cap. XXXVII, , potersi più verificare. Sebbene del-
de datario Papae. Monsignor Gio- la dataria e dei datari, il ripetia-
vanni Guidiccioni diede una bel- mo ancor qui, si abbiano notizie
lissima istruzione a monsignor Bar- nel secolo decimoterzo massime nei
tolommeo Guidiccioni, datario di pontificati di Onorio III, e di Bo'
Paolo III, e che fu poi Cardinale, in- nifacio Vili, per cagione delle cir-
torno alla maniera di esercitare la costanze de'teinpi che precedettero,
carica di datario. Questa lettera accompagnarono , e seguirono il
vot. XIX. 9
i3o DAT DAT
trasferimento della residenza ponti- II, della qual famiglia il Cancel
ficia in Avignone, la certa serie dei lieti dà erudite notizie nelle sue
datari non incomincia che dal ponti- Dissert. Bibliografiche.
ficato di Martino V, eletto nel con- Giovanni Battista Millini roma-
cilio di Costanza nel 1 4 ! 7j d 1 ua * no, di sette anni da Giovanni XN 111
le, pacificata l'Italia, estinto il lun- era stato canonico della basi-
fatto

go e deplorabile scisma , consolò lica la'eranense, abbreviatola apo-


1' afflitta E.oma col fissarvisi a' 28 stolico, correttore delle lettere pon-
settembre 1420. Più diffuse noti- tificie, uditore, e nel 1468, datario
zie dei Cardinali stati datari, o pro- di Paolo II, il quale inoltre lo
datari sono riportate in questo Di- fece vescovo di Urbino colla riten-
zionario alle loro biografie. zione di dette cariche. Dipoi Sisto
Paolo Ferrante di Meldola fu IV, nel 1476, lo creò Cardinale,
fatto datario dal Pontefice Martino per cui primo Cardinale di
è il

V, e vescovo di Cesena a' 27 questa serie. Morì nella sua villa


febbraio del i4^6, e morì nel ì\"\\. di Monte Mario nel 1 47^ pieno
Matteo Veggio di Lodi, celebre di meriti.
poeta ed oratore,, canonico della Lorenzo Roverella , datario e ie-
basilica vaticana da Martino V fu gato apostolico in diverse provin-
fatto datario nel i4-3 1
, e quinti cie di Paolo II. Sembra che que-
Eugenio IV lo fece nuovamente sto prelato si volesse secolarizzare,
datario nel i444j posto che gì perchè Sisto IV lo voleva fare se-
confermò il successore IS'icolò V natore di Pioma, ma egli dipoi mo-
Morì nel i4^9- L'anonimo di rì nel 1 4?4- !" citato Marini tra i

fende con molta critica il datariato medici di Nicolò V parla di Lo-


di Matteo Veggio, provando, che renzo Roverella, celebre arcivescovo
quando successe a Paolo Ferrante di Piavenna, che avea Pieri di teolo-
nel 1 4-3 r , aveva solo venticinque gia la mente e il petto. Egli però lo

anni, e che di anni sedici aveva esclude tra i medici di Nicolò V, ne


già pubblicato diversi opuscoli, es- celebra tuttavolta la dottrina , e
sendo di precoce e mirabile inge- le cariche cospicue da lui sostenu-
gno. te, dicendolo abbreviatore del par-
Cosimo di Monferrato, vescovo co maggiore, canonico di Liegi, e
Gennelense ( veramente dovrebbe datario di Pio II, e de' suoi suc-
forse dire Gerundense), datario di cessori finché visse. Avverte ancora
Calisto III. Il Marini, Archiatri che il Riganti ad Regulas Caliceli.
Pontificii tom. II, pag. 146, dice t. I, p. 17, lo dice datario sola-
che a Michele Ferrari, segretario mente di Paolo Quindi soggiun-
II.

apostolico, a'3o giugno dell'anno ge, che Sisto IV dopo la sua mor-
i458, fu conferito l'amplissimo prio- te, a' 23 luglio 1 4?4> nominò al

rato di Saragozza, lasciato dall'elet- posto di datario il celebratissimo


to vescovo di Gironne , Cosimo vescovo di Coria Francesco di To-
di Monferrato, datario (il Riganti ledo, maestro in teologia, e proto-
ad regulas cancel. t. I noi conob- notario apostolico, nunzio di Pio II,
be), e confessore di Calisto III. ed ambasciatore in varie parti.
Angelo Gerardini Amelia,
di Francesco di Toledo, mentre Lo-
vescovo Suessano, datario di Pio renzo era stato lontano da Roma
.

DAT DAT i3r


l'avea supplito nella dataria, e mo- Morì in Roma santamente nel 493. r

rì ai g febbraio i4?9 come si leg- Francesco Ispano, oriundo ebreo


ge nel bello elogio, che si trova convertito, fu famigliare di Pio II,
nella chiesa di s. Giacomo degli e decano della chiesa di Toledo
Spagnuoli. Di questo Francesco di Sisto IV lo fece datario, e quindi
Toledo datario di Sisto IV, V. il lo spedì a Genova per sedare una
paragrafo precedente. rivolta. Sarebbe stato innalzato al
Giovanni Battista Cibo fu fatto cardinalato, se non moriva di an-
vescovo diMolfetta nel i47 2 da Sisto ni cinquantacinque.
IV, il quale lo nominò suo datario, Antonio, o Anloniotto Gentile
come si legge in Novaes, e Cardel- Pallavicini, genovese , dopo aver
la. E siccome Sisto IV nel i4?3 governato varie diocesi, da Innocen-
lo creò Cardinale, così l'anonimo zo Vili nel 1489 fu creato Cardi-
Io chiama pro-datario, che in tal nale, e fatto pro-datario. Alessandro
modo sarebbe il primo con tal qua- VI egualmente lo nominò suo pro-
lifica. Il Cardinal Cibo pe'suoi ra- datario; e quando recossi ad Or-
ri meriti nel 1 4^4 successe a Si- vieto, lo dichiarò legato di Roma,
sto IV, col nome d' Innocenzo Vili. e morì nel i5oy. Il Novaes dice,
Sisto IV, ed Innocenzo Vili, come che il Pallavicini fu fatto datario da
meglio dicemmo altrove, istituirono Innocenzo Vili, e pro-datario da
cinquanta due uffiziali vacabili, piom- Alessandro VI, dopo però il seguen-
batori di bolle. te Sacco.
Giovanni di Montemir abile, re- Giovanni Sacco, cittadino, e ve-
ferendario, ed abbrevialore aposto- scovo d' Ancona, fu datario sotto
lico, venne nel i4?3 da Sisto IV Innocenzo Vili. Poscia Alessandro
fatto vescovo di Vaison, e poi suo VI fece pro-datario il suddetto Pal-
datario. Il Fantoni, Istoria dì A- lavicini, dopo il quale il Sacco tor-
vignone t.368, ci dà le sue
II, p. nò a presiedere alla dataria.
notizie, e dice che visse per lo più Gaspare Biondo, datario di In-
in Roma, e morì a' 3 giugno dell'an- nocenzo VIII e di Alessandro VI,
no )479 morì ai i5 dicembre 149^, secon-
;
Ardicino della Porta, che altri do il Marini, Archiatri Pont. tom.
chiamano Arduino, di Novara, e I, p. 278, nota a.
detto il junior e , per distinguerlo o Ferre-
Gio. Battista Ferrari,
dallo zio Ardicino
Porta della ,
ri, modenese, Cardinale ed arcive-
Cardinale di Martino V, che morì scovo di Capua, fu pro-datario di
nell'anno 1 444- H nostro Ardicino Alessandro VI. Ma il Novaes, ed
venne da Sisto IV promosso a ve- il Cardella dicono, che da abbre-
scovo di Aleria nell'anno i^.j5, e viatore apostolico, venne da Ales-
datario ;
quindi, dopo alcune nun- sandro VI fatto datario, e reggen-
ziature, riprese l'impiego di data- te della cancelleria, dopo averlo
rio, e fu da Innocenzo Vili fatto chiamato al palazzo apostolico, co-
Cardinale nel i4^9> dignità che me fu assunto al pontificato. Di-
poscia rinunziò per la cocolla oli- cono ancora che sostenne con de-
vetana , ma che per obbedienza coro le cariche, sebbene con taccia
dovette riprendere. Innocenzo Vili di avai'o per aumentare gl'interes-
lo dichiarò Cardinal pro-datario. si del tesoro papale, e che nel i5oo
, ,

i3 2 DAT DAT
fu creato Cardinale, e poi fatto suo dialogo I de poeti* sui temp.
arcivescovo di Capua. ricordando Maffeo, o Matteo Veg-
Giovanni Hortega, abbreviatore gio, datariodi Eugenio IV, e Ni-
apostolico, fu datario di Alessan- colò V, lo disse, Supplicum libel-
dro VI. Di questo riparleremo. lorum magistrum, quem vulgo da-
Giovanni Lopez, spaglinolo, ab- tarium appellare eonsuevimus.
breviatore del parco minore, fu fat- Ottaviano Capocci, intimo fami-
to da Alessandro VI canonico di liare, e già cameriere di Pio III,
s. Pietro, e datario, e poscia Car- quando era Cardinale, siccome uo-
dinale nel 1496, dicendoci l'ano- mo colto ed istruito, fu nominato
nimo cbe fu vescovo di Perugia datario ai 2 3 settembre i5o3.
ed anche pro-datario. Dal Marini, Antonio Ferreri o Ferrari, nato
archiatri, t. I, pag. 278, appren- da poveri genitori in Savona, fu
diamo, che il Lopez fu conclavista vescovo di Gubbio, e datario di
di Alessandro VI nel conclave in Giulio II che, i5o5, lo creò
nel
cui fu eletto Papa, e che nel da- Cardinale, e, secondo Novaes, poi il
tariato successe a Gaspare Biondo. fece pro-datario.
Il Lopez morì nel i5oi. Fabio o Fazio Santorio da Vi-
Ottavio Fornari, vescovo Ma- terbo, fu fatto vescovo di Cesena,
rianense, fatto datario da Alessan- e datario da Giulio che nel i5o5
II,
dro VI , morì d' anni trentasei. 10promosse alla porpora cardina-
Il Marini, a pag. 274, e 275, fa Avverte il Marini, tom. I,
lizia.
parola dei due datari di Alessan- p. 273, che nel datariato deve es-
dro VI, Ottaviano (così egli lo sere succeduto ad Ottaviano Ca-
chiama, non convenendo coll'Ughel- pocci.
li, e col Riganti nel suo datariato) Gasparo Torrella 3 medico di
Fornari vescovo di Mariana e , Alessandro VI , da Giulio II fu
Giovanni Ortega, vescovo di Poten- fatto chierico di camera, vescovo
za (che morì ai 26 agosto i5o3), di Massa, scrittore, segretario, te-
e segretario apostolico. Negli ele- soriere, e sagrista apostolico, ed ai
ganti elogi funebri, che si hanno 6 dicembre 1 5o5 datario , carica
in Roma ne'chiostri di s. Agostino, vacata per la promozione del San-
e di s. Maria del Popolo, si di- torio al cardinalato. Inoltre Giulio
cono il primo a supplic. lìbellis 11 lo arricchì de-
di benefizi, che
referendis, ed secondo praefectus
il scrive il Marini a pag. 273, dicen-
supplicibus libellis ; e siccome al- doci che il Papa nominò cavaliere
l'autore di questo venne forse in aurato il padre di lui, e che il Tor-
sospetto, che alcuno non potesse rella manca nel catalogo de' datari
abbastanza intendere un tal parla- stampato dal Riganti. Il Bembo,
re, soggiunse due parentesi
tra in una lettera lo chiama Summi
(Datarium vocant). Però ripre- Pontificii a libellis dandis, il che
se il medesimo autore è una gof- vuol sicuramente significare data-
faggine il dire A supplic. libellìs rio. Il medesimo Marini cita le ope-
datarium, come fece chi compose re di questo dotto datario, e ne
l'epitaffio di Baldassare Torini descrive le geste.
,

datario di Leone X. La stessa cau- Francesco Argentini, figlio di un


tela adoperò il Giraldi, che in un povero tedesco, fatto da Giulio 11,
DAT DAT i33

suo antico padrone vescovo di , mente vi è stato un Baldassare Tu-


Concordia, quindi suo datario, e rini da Pescia, datario di Leone X,
nel i5m Cardinale. Molti de' pre- che nominammo di sopra.
cedenti datari, che poi furono Car- Guglielmo Enganordio, o Echen-
dinali, erano stati familiari de' Pa- voer d' Utrecht, agente in Roma
pi nel cardinalato, come dicesi alle del Cardinal Florenzi, che divenu-
loro biografie. to Papa, nel i522, col nome di
Lorenzo Pucci, fiorentino, ab- Adriano VI, lo fece suo datario,
breviatore, chierico di camera, e e nel i5iZ creollo Cardinale, re-

datario di Giulio Leone X, cheII. stando pro-datario anche di Cle-

gli successe, nel i5i3, fece il Puc- mente VII.


ci nuovamente datario, e pel primo Gio, Matteo Giberti, già datario
Io creò Cardinale. Si narra, che tanta di Leone X, dal cugino di questo
fu l'integrità di Leone X nella Pontefice, Clemente VII, fu richia-
collazione de' benefizi, che si racco- mato all' uffizio, ed allora fu fatto
mandava spesso a questo suo pro- vescovo di Verona. Per la sua gran-

datario, e penitenziere maggiore ,


de umiltà non volle accettare il

acciò non gli facesse concedere gra- cardinalato, offertogli da diversi

zia di cui dovesse pentirsi. Pontefici, come riferisce Gio. Batti-


Matteo Giberti, vescovo di Ve- sta Biancolini nel lib. I, p. 219,
rona, e gran letterato, fu fatto da- delle notizie storiche delle chiese di
tario da Leone X. Altri lo chia- Verona. Carico di gloria e di lo-

mano Gio. Matteo, e siccome caro devoli geste, terminò di vivere a»

a Clemente VII fu uno degli ostag- 27 dicembre 1 543, in gran con-


gi da lui dati agli spagnuoli nel cetto di santità.

1^27, dopo il sacco di Roma. In Gio. Battista Boncianni, fioren-


esso corse pericolo di vita, né scam- tino, vescovo di Caserta, datario
pò che uscendo dalla cappa del di Clemente VII.
cammino del palazzo della cancel- Pietro Accolti di Arezzo, arcive-
leria. scovo di Ravenna, e datario di
Silvio Passerini di Cortona, fu fatto Clemente VII, che lo fece Cardi-
datario da Leone X, e nel i5ij nale nel 1527, colla prosecuzione
Cardinale . 11 Novaes lo dice suo della carica, e nell' assenza del Pa-
pro-datario. pa da Roma, ne fece le veci.
Luigi Rossi, fiorentino, fu nipo- Tommaso Cortesi ài Prato in
te di Leone X, che il creò Cardi- Toscana, fu prima avvocato, ed
nale nel i5i7, colla carica di pro- ammogliato ,
quindi referendario
datario, anzi nominollo col titolo della segnatura, vescovo Vestano, e
di prefetto della dataria. Morì nel datario di Clemente VII. Mori e-
i5ig d'anni ^.5. sercitando quest' ultimo ufficio.
Latino Bonassei, nominato data- Ascanio Parisani di Tolentino,
rio da Leone X. Egli soleva fir- scrittore de' brevi, vescovo di Ri-
marsi : Fidi, Latinxjs Dataeius. mini, da Clemente VII venne fatto
Baldassare Reseda , surrogato datario, e poi maggiordomo, la

nella dataria da Leone X al pre- qual carica disimpegnò sotto Pao-


cedente. Egli pure si sottoscriveva : lo III che, avendolo promosso a
Fidi, Balthassar Qataujus. Vera- tesoriere generale, nel i53c) 3
il
i34 DAT DAT
creò Cardinale. Dopo il Jacovacci, gretario Cardinal
del Monte,
del
di cui parleremo, Paolo III lo fece che, divenuto Giulio sebbene
ìli,
pro-datario. giovane, lo fece segretario, con am-
Giovanni Jngen TVinkel fu da- pia facoltà di sottoscrivere le sup-
tario di Clemeute VII, e poscia di pliche pontificie, e lo fregiò della
Paolo III. Mori nell' esercizio del- carica di datario. Gregorio XIII,
l' uffizio. nel i583, lo creò Cardinale. Qui
Cristoforo Jacovacci, romano, ca- va notato, che nel breve pontifica-
nonico di s. Pietro, e uditore di to di Marcello II, successore di
rota, nominato datario da Paolo Giulio 111, non si rinviene chi ne
III, e nel i536 Cardinale. fosse il datario.
Bartolommeo Guidiccioni ò\ Luc- Gio. Battista Oslo, antico fami-
ca, vicario generale del Cardinal gliare di Paolo IV, fu fatto da lui
Farnese, che divenuto Papa col datario, quindi venne carcerato in
nome di Paolo III, lo fece vescovo Castel s. Angelo per quattro anni,
di Teramo, datario, e nel i53o, ad onta degP impegni di un prin-
Cardinale, ritenendo la dataria. cipe.Dopo la sua detenzione si e-
Nicola vérdi righelli, fiorentino, numera tra i vescovi di Rieti, e
da segretario del nipote di Paolo mori nella città, ove celebra vasi il

III, lo divenne del Papa medesimo, concilio di Trento, a cui era inter-
che lo nominò nunzio in Francia, venuto nel i562.
e datario, e nel i544 ^ cieo Car- Francesco Bacodio, vescovo Geb-
dinale. benense, da Paolo IV fu prima di-
Girolamo Capodiferro Recena- chiarato datario, poscia nunzio alla
ti , romano, nunzio in Portogal- corte di Torino.
lo, e in Francia, quindi tesoriere. Ludovico Simonetta, milanese,
Paolo III prima nominòlo datario, vescovo di Pesaro, datario di Pio
e poi nel i544 Cardinale. IV suo concittadiuo, che nel i56i
Pietro Durante, di Brescia, refe- il creò Cardinale.
rendario di segnatura, vescovo Ter- Francesco Alciati, milanese, pa-
mulano, e datario di Paolo III, rente di Pio IV, e da questo fatto
che nel 1 544 cl eo Cardinale Du-
'
datario; indi per le istanze di s.
rante Duranti parente di lui. Carlo Borromeo nipote del Papa,
Vincenzo Durante, per volere di eh' era stato discepolo dell' Alciati,

Paolo III successe allo zio nel ve- nel i565 venne creato Cardinale,
scovato, e nell' officio di datario, e pro-datario.
ed intervenne al concilio di Trento. Galeotto Gegald, canonico di s.

Nicola Venceyus, arcidiacono di Pietro, e referendario di segnatura,


Metz, e datario prima di Paolo III, fu da Pio IV fatto datario, e ve-
poi di Giulio III col vescovato di scovo di Bagnorea, chiesa che ri-
Bagnorea. nunziò nel i563.
Sebastiano Pighini, della diocesi Antonio Marchesani, di città di
di Reggio di Modena, dopo varie Castello, e datario di s. Pio V, pub-
cariche, e l' rota, da
uditorato di blicò la lega fatta dal Papa contro
Giulio III nel i55i fu fatto Car- i turchi, e fatto vescovo di sua
dinale, e pro-datario. patria, ivi mori nel 1382.
Giulio Canauij ferrarese, fu se- Maia Antonio Majfei} romano,
DAT DAT i35
nunzio in Polonia, datario di s. niente Vili. Neil' aprile del i6o5,
l'io V, e da lui nel 1570, fatto da Leone XI, appena eletto Papa,
Cardinale, e pro-dalario. fu dichiarato pro-datario, confer-
Matteo Contarelli, francese, già mandolo nel seguente maggio il
famigliare del Cardinal Boncoinpa- nuovo Pontefice Paolo V nel cui ,

gno, che divenuto nel 1572 Papa conclave poco mancò che non fosse
col nome Gregorio XIII, subito
di innalzato al triregno. Ma, essendo
perchè si crede, che
lo fece datario, decaduto dalla grazia di Paolo V, fu
precedentemente fosse impiegato in mandato arcivescovo a Benevento.
dataria in offìzio superiore ; indi Michelangelo Tonti di Rimini,
nel i583, lo creò Cardinale pro- fu Cardinale di Paolo V nel 1608,
datario. e datario per un solo mese, perchè
Ippolito Aldoh randini , fiorenti- avendogli l' invidia fatto perdere il

no, uditore di rota, fu fatto da sommo favore, chegodeva presso


Sisto V nel i585 datario, e Car- il Papa, si vide costretto a ritirar-
dinale, indi pro-datario, e peniten- si nel suo vescovato di Cesena. Si
ziere maggiore, e nel 1^92 divenne crede, che il Tonti esercitasse la
Papa Clemente Vili. dataria, prima del cardinalato, e
Gio. Battista Pallotta di Mace- quando era vescovo di Nazaret in
rata, già famigliare di Sisto V, che Sicilia. Tuttavolta da una sottoscri-
lo fece suo favoritissimo datario, e zione del maggio 1609 si rileva,
nel 1587 Cardinale, e pro-datario. che fosse poi pro-datario, ma che
Lucio Sasso, napoletano, reggen- indi cadesse in disgrazia.
te della penitenzieria, fu fatto nel Aurelio Maraldi di Cesena, pri-
1590 datario da Urbano VII, al- ma curiale di collegio^ poi avvoca-
lorquando ordinò la forma della to, indi sotto-datario, finalmente
dataria. Gregorio XIV lo confermò fatto da Paolo V datario, e segre-
neh' impiego, come fecero Innocen- tario de' brevi.
zo IX, e Clemente VIII. Quest'ul- Francesco Sacrali, ferrarese, e pri-
timo nel i5g3 creollo Cardinale, mo uditore di rota di tal città,
e prò -datario, come firmavasi nel fu fatto datario da Gregorio XV
1594. Mori nel 1604. dodici giorni dopo la sua elezione,
Bernardino Paolini, sotto-data- cioè a' 2) febbraio 1621, eda' 19

rio, successe al Cardinal Sasso nel- aprile del medesimo anno venne
1' offìzio di datario, e fu infaticabi- creato Cardinale, e pro-datario. Mo-
le al pari di lui. Si loda la sua ri in Roma 1623. nel
agibilità con la curia, dappoiché Ulpiano Volpi, vescovo di No-
appoggiato al muro, si prestava ad vara, da Gregorio venne fatto XV
udire le istanze di qualunque per- segretario de' brevi, e datario. Ma
sona. caduto in disgrazia, fu privato di
Ottavio Parravicini o Pallavici- ambedue le rimandalo
cariche, e
ni, romano, creato Cardinale da alla sua chiesa. Nel punto che par-
Gregorio XIV, per morte del pre- tiva da Roma a' 6 agosto 1623,
cedente Paolini, fu da Clemente successe Urbano VIII a Gregorio
Vili fatto pro-datario. XV, che gli riconfermò i due uf-
Pompeo Arrigoni, milanese, udi- fizi.

tore di rota, e Cardinale di Cle- Clemente Merlini di Forlì, da


i36 DAT DAT
Gregorio XV
venne fatto datario le nato in Apiro terra della Mar-
in luogo del precedente. ca, avendo servito in qualità di
Giacomo Cavalieri, romano, era domestico, e poi nello studio, a
uditore di da Urbano Vili
rota, e Giovanni Camillo Mascabruni, insi-
dopo la morte del Cardinal Cava- gne avvocato concistoriale di Be-
lieri venne fatto datario a' 5 set- nevento, alla sua morte divenne
tembre 1623, cioè 28 giorni dopo erede della sua libreria, e del suo
la sua esaltazione al pontificato. cognome. Il Canonici pertanto col
Così il Novaes. Nel 1626 Urbano nome di Mascabruni, nei primi
Vili lo fece Cardinale, e pro-da- giorni del pontificato d' Innocenzo
tario. Morì nel 1629, assai com- X, potè conseguire la prelatura col
pianto dalla curia, di cui era il posto di sotto-datario, e presto ne
cuore, per la giustizia,e per la guadagnò il favore, a segno che
affabilità colla quale trattava tutti. per certo sarebbe divenuto Cardi-
Egidio Orsini de Wivariis, di Lo- nale di grande autorità presso di
di, da Urbano Vili dopo la morte lui, se prima non l'avesse rovina-
del Cardinal Cavalieri venne fatto to la sua perfidia. Il sedicente Ma-
datario, ed ebbe da lui lo speciale scabruni, abusando della fiducia di
indulto di delegare 1' uffizio di da- Innocenzo X (dopo aver fatto cade-
tare, a qualsivoglia ministro della re in disgrazia il nipote di lui
dataria. Camillo Pamphily, già Cardinale,
Fabio di Lagonissa, patriarca colla principessa di Rossano, la co-
d'Antiochia in partibus, fu datario gnata d. Olimpia Maidalchini, il
di Urbano Vili, e poi nunzio nel nuovo adottato nipote Cardinal A-
Belgio. stalli, il Cardinal segretario di sta-
Domenico Cecchini, romano, u- to Panciroli, clic in avanti merita-
dilore di rota, fu fatto datario nel mente godeva 1' affetto
del Papa, e
1644 da Innocenzo appena e- X diversi primari della corte pontifi-
letto, indi nel medesimo anno ven- cia, ed alili ch'erano stati l'ori-
ne creato Cardinale, e pubblicato gine dell'ascendente da lui preso
nel seguente colla carica di pro- sull' animo del Pontefice), giunse a
datario. Ad onta che godesse tutto dominarlo interamente, non rispar-
il favore del Pontefice, ebbe a sof- miando inganni di veruna sorte.
frire amare vicende per cagione Nei primi giorni del pontificato,
delle iniquità famoso falsario
del come si disse, da Innocenzo X fu
sotto - datario Mascabruni, giusta- affidata la direzione della dataria
mente decapitato. Il Cardinale, che al Cecchini, allora prelato uditore
si credette involto nelle frodi del- di rota; ma il Mascabruni presto
l' infedele prelato, fu rimosso dalla divenne il vero datario, e 1' arbitro
dataria, cadde dalla grazia del Pa- di questo tribunale, ch'egli intera-»
pa, e morì nel i656. Siccome tan- mente profanò colla vendita delle
to si è detto, e parlato del Ma- grazie più disdicevoli, a segno, che
scabruni, favorito d'Innocenzo X, in due anni di questo ministero
e suo confidente, non riuscirà di- in cui la sua carica non fruttava
scarauna verace narrazione del di provvista che da sei in settccenlo
medesimo. scudi, egli si era fatto un capitale
Francesco Canonici , uomo vi- di centottauta mila scudi, oltre alla
DAT DAT i3 7
rendita di alili annui in ottomila dodici mila doppie, ricorse al Ma-
tanti benefizi semplici. II maggior suo scabruni per ottenergli la cognizio-
Imitino fu (piando Innocenzo X, nel- ne del suo reato da un giudice
l'autunno del iG5i patì per molte laico. Il sotto datario l'ottenne eoi
settimane il male di podagra, nel frodolenti modi descritti, ma la
qua] tempo non si recava a visitar- bolla non parli da Roma prima
lo che monsignor Mascabruni. Que- che il p. Brandano gesuita assisten-
sti volendo ottenere una grazia, te di Portogallo, andasse dal Papa
che il Papa per I' indiscretezza e a reclamare contro questa grazia,
per l'inammissibilità della domanda ch'egli credeva estorta con falsità.

avrebbe negata, la stendeva in un Il Pontefice, che non era di Ilici le

loglio grande lasciando nel princi- ad accordare le grazie, non vi pre-


pio un campo largo in bianco, in stò fede ; ina monsignor Mendoza
modo, che tra la scrittura della prelato portoghese, per le istanze
supplica, ed il sommario restasse fattead Innocenzo X, determinò
carta bianca. Il Papa, che spesso a commettere al Cardinal Cecchi-
leggeva il solo titolo, sottoscriveva ni datario questa causa, la quale
la supplica colle suddescritte forinole, dopo molte diligenze si trovò, che
e così sottoscritta ne venivano dipoi era passata non per la dataria, ma
dal Mascabruni tagliati il titolo e per l' uffizio delle contraddette in
sommario ponendovi quello
falsi, cancelleria, per mezzo di Giuseppe
proprio della supplica da lui volu- Brignardelli genovese, e Nicolò Go-
ta, la quale così segnata da Inno- uz, ministri di tale uffizio. Essen-
cenzo X, passava senza impedimen- dosi scoperto che la bolla era in
to alla spedizione per tutti gli uf- casa di d. Diego di Souza, canoni-
fìzi, e senza ingerire sospetto. Se co portoghese, il quale poi fu con-
poi qualche volta il Papa comincia- dannato per dieci anni alla galera,
va a leggere per avventura il te- il Papa vi trovò, e riconobbe senza
nore della supplica, egli francamen- dubitare la sua soscrizione, che il

te gliela levava dalle mani, dicen- Mascabruni sosteneva ostinatamente


do, essere occorso uno sbaglio nel falsificata, come pure la propria.
prender quella non ancora matura- Questi ebbe inoltre 1' audacia di
ta. Di queste suppliche sottoscritte assumere le parti di fiscale per
dal Papa gliene furono trovate più trovarne i rei. Fu prima carcerato
di settanta ,
perchè non le dava suo nipote Guido Canonici che ,

fuori se non cavava il denaro, che poscia venne condannato alla gale-
gli era stato promesso per ottener- ra per cinque anni ; indi suo fra-
le. Quella poi, che lo scuoprì, fu tello d. Ottavio, canonico di s. Eu-
una bolla pel regno di Porto- stachio, che non aveva talento da
gallo. essere apprezzato dal furbo fratello,
Avevano i sommi Pontefici di- e dopo due giorni lo stesso Masca-
chiarato, che il peccato nefando bruni, il quale non aveva intesi
fosse in quel reame dalla sola in- i segni datigli da Innocenzo X,
quisizione processato. Una persona perchè se ne fuggisse. Il sotto datario
di alta portata n'era slata denun- fu quindi preso dal bargello nelle
ziala, onde il delinquente con una sue camere nel palazzo della data-
ragguardevole somma d' oro, cioè ria, e quindi trasportato alle carceri
i38 DAT DAT
di Convinto della sua
Torcìinona. eletto Clemente X
suo parente,
iniquità, fu dopo tre mesi sentenzia- venne da lui nominalo datario, non
to alla forca. Innocenzo gli com- X confermando TOtloboni, che ama-
mutò tal sentenza col taglio della va ritenere la carica. Indi, nel me-
testa, locchè venne eseguilo ai i5 desimo anno, lo creò Cardinale, e
aprile nel cortile di Torclinona.il reo pro-datario, divenendo anche vica-
fu assistito dal p. Caravita gesuita, rio di Pioma. Questo Cardinale di
e la testa di lui si vide esposta nella sommi meriti fu poco amato, per-
piazza del vicino ponte s. Angelo. chè a tutte le suppliche subito di-
11suo sostituto Giovanni Gouz preso ceva non potersi accordare la ri-

a Milano, e il Brignardelli arrestato chiesta grazia, sebbene poi tutto


nel genovesato, furono impiccati sul- concedesse.
la piazza di detto ponte s. Angelo, Stefano Agostini , forlivese, già
e poi abbruciati. segretario de' prima di
memoriali
Girolamo Bertucci, da semplice Clemente IX e poi di Clemente
,

furiale, fu da Innocenzo X fat- X, dopo l'elezione d'Innocenzo XI,


lo sotto-datario, e poscia datario, mentre era arcivescovo di Eraclea
per cui l'Amidenio gl'intitolò il suo in partibus, a' 2 5 settembre 1676
trattato de datario, et de stylo dala- fu fatto datario, e nel 1681 quel
ìiae, che pur aveva dedicato al Pontefice lo esaltò alla porpora,
Pontefice, come si legge nelle let- dichiarandolo pro-datario : mori do-
tere dedicatorie poste in fronte a po diciotto mesi.
tal' opera, che pubblicò nelij5^, Francesco Liberati di Pionciglio-
colle stampe del Turrini in Venezia, ne, dopo la morte del precedente
come si notò di sopra. accaduta a'2 1 marzo 683, da In- 1

Giacomo Corrado,
Corradi, o nocenzo XI fu nominato datario,
ferrarese, Cardinale d'Innocenzo X, la qual carica esercitò sino alla
nel i655, fu fatto prodatario dal morte del Papa. Era stato anche
successore Alessandro VII appena pro-datario.
eletto, e morì nel 1666. Bernardino Pannatici fiorentino
Pietro Ottoboui, veneziano, udi- di Pistoja dopo essere stato segre-
tore di rota, era Cardinale d'Inno- tario de' vescovi, e regolari, da Ales-
cenzo X. Quindi all'esaltazione di sandro Vili (eletto ai 6 ottobre
Clemente IX, nel 1667, fu creato dell'anno 1689) venne fatto subito
pro-datario. A cagione di sua età, datario, e patriarca di Gerusalem-
il Papa gli diede in aiuto, o coadiu- me in partibus. Indi, nel 1690,
tore, Armando Pucci, e funse que- lo stesso Pontefice lo creò Cardi-
sti l'uffizio di sotto datario ne' pon- nale , colla carica di pro-datario,
ti iicali di Alessandro VII e Cle- nella quale nel 1691 lo confermò il

mente IX, cioè lìncbè visse. Dipoi nuovo Papa Innocenzo XII. Questi
nel 1689, il Cardinal Ottoboni però siccome facile neh' assolvere,
aenne creato Papa col nome di A- o diminuire le tasse per le bolle
lessandro VIII, sebbene avesse set- ed altre materie di dataria, non
tantanove anni di età, e fu il ter- era in accordo col Cardinale, che
zo Papa, ch'era stato datario. procurava sostenere lo stile in uso.
Gaspare. Carpegna, romano, già Tutta volta rimase pro-datario in
uditore di rota nel 1670, appena tutto il pontificato di lui con lode
,

DAT DAT i3g


di sommo legale, generoso, ma in- taria apostolica, al modo che si
ed austero.
ilessibile disse di sopra. Nel conclave, per
Giuseppe Sacripanti di Narni, fu morte di Benedetto XIII, cioè nel
sotto-datario d'Innocenzo XI, e di 1780, l'esclusiva della Spagna im-
Alessandi'o Vili. Quindi da Innocen- pedì al Cardinale, che il sagro
zo XII venne incaricato di riforma- Collegio conchiudesse la sua esal-
re tribunali della curia romana,
i tazione alla cattedra apostolica, ciò
e Cu fatto da lui segretario de'me- che fece per Clemente XII, il qua^
moriali, conservandogli il detto po- le confermò il Cardinal Corradini
sto in dataria, e poscia nel 169^ in pro-datario, carica clie poscia
il creò Cardinale. Clemente XI, al- rinunziò essendo incompatibile coi
la sua elezione, nel 1 700, lo fece molli e gravi alFari, che gli veni-
px-odatario, impiego si
nel qual vano addossati.
occupò per anni ventuno, cioè du- Francesco Valenti di Trevi, udi-
rante il regno di quel Papa. Va tore di rota, fu prescelto a datario
qui rammentato che Clemente , da Clemente XII. Questo prelato
XI, nel 1701, con editti del Car- fu il primo, che dimise l'uditora-
dinal vicario, e di questo Cardinal to rotale, esponendo al Papa, che
pro-datario, che riporlansi nel Bull. non conveniva esercitare a un tem-
Maga. t. Vili p. 24, 290, e 4 2 §> po due impieghi.
i

ordinò che tutti quelli, quali go- i Saverio Gentili, romano , era
devano benefizi con residenza, den- oriundo camerinese, ove il suo ge-
tro di un mese vi ritornassero, qua- nitore era cameriere del vescovo
lora ne fossero assenti, sotto pena cbe divenuto Papa assunse il no-
di perderli senz' altra sentenza. Per me di Clemente X. Divenne arci-
essere di ciò più sicuro, Clemente vescovo di Petra ìli partibus, e se-
XI comandò, che fra ottanta gior- gretario del concilio, e de' vescovi
ni, tutti i benefiziati di tal catego- e regolari. Mentre esercitava que-
ria riportassero alla dataria un au- ste due cariche, Clemente XII di-
tentico attestato de' rispettivi ve- chiarollo datario, lo che dimostra
scovi. V. Congregazione della re- quanto la carica fosse cospicua.
sidenza, ec. Oltre a ciò il Papa lo fece dopo
Pietro Marcellino Corradini di quattro mesi Cardinale, e pro-data-
Sezze, oriundo di Cori, Cardinale rio, nella qual carica durò sino al

di Clemente XI, e prefetto del con- 1740, epoca della morte di Cle-
cilio, Innocenzo XIII,
all'elezione d' mente XII.
nel 1721, fu da lui fatto prò da- Pompeo Aldovrandi, bolognese,
tario. Nel conclave per l'elezione era stato uditore di rota, e Cardina-
di Benedetto XIII, ebbe gran nu- le di Clemente XII, al quale poco
mero di voti pel pontificalo, di cui mancò che non succedesse, siccome
era degno per la vasta sua dottri- costantemente voleva la maggior
na, per lo zelo, e pei costumi. parte del sagro Collegio, per cui
Laonde subito il nuovo Papa lo notabilmente si prolungò il concla-
confermò nel pro-datariato, e nel- ve. Eletto invece nel 174° u con "
l'anno seguente 1725 concesse a cittadino Benedetto XIV, compen-
lui ed a' suoi successori la giuris- sò il Cardinale co! pro-datariato,
dizione mista sugli addetti alia da- oilizio che esercitò per tre anni,
,

140 DAT DAT


essendo stato mandato legato a 1774, lo chiamò in Roma al pro-
Ravenna. datariato, vacato per morte del
Giacomo Millo del Piemonte, era Cardinal Cavalchini. Ma essendo
vicario generale di Ancona, e poi di morto il Papa nel settembre di
Bologna del vescovo Cardinal Lani- detto anno, poco esercitò tal ca-
bertini, il quale divenuto Benedet- rica.

to XIV, lo chiamo in Roma, lo fece Andrea Negrotti, romano, oriun-


suo uditore, e nel 17 43 datario, e do di Bergamo, fatto Cardinale da
suo gran favorito. Indi, nel ij53, Clemente XIII. Nel conclave, in
10 creò Cardinale, prò datario, e cui fu eletto Pio VI, la Spagna,
prefetto del concilio. Mori nel 17^7 e la Francia lo bramavano Papa.
poco compianto, perocché i ministri Laonde nel febbraio 177 5, il det-
favoriti sono sempre bersaglio al- to Papa lo nominò pro-datario.
l' invidia. Morì nel 1789.
Nicola Riganti da Mol fetta, pre- Filippo Campanelli di Matelica,
lato domestico, e sotto datario di da avvocato della curia romana,
Benedetto XIV. Questo Papa alla fu fatto da Pio VI prima uditore,
morte del Cardinal Millo, o, secon- e favorito, Cardinale e prodatario
do altri, fino da quando lo dichia- nel 1789. Mori ai 18 febbraio
rò legato di Romagna, concesse al 1795, con minor fiducia nell'ani-

Riganti le stesse facoltà solite ad mo del Pontefice.


accordarsi ai datari, come già si Aurelio Roverella, ferrarese, ma
disse. Questo rispettabile perso- nato in Cesena, venne fatto udito-
naggio si crede autore dell'opera re di rota da Pio VI, e nel 1 794
sulla dataria apostolica, già da noi Cardinale, e per morte del prece-
encomiata. dente pro-datario. Indi, allorché nel
Alberto Guidobono Cavalchila 1798 dai francesi fu trasportato il
del Piemonte, già canonista, e cor- Papa lungi da Roma, conferì al
rettore della penitenzieria, fu fatto Cardinale le facoltà, di cui si fece
Cardinale da Benedetto XIV. Gli già menzione. Anzi il Novaes, toni.
sarebbe succeduto nel soglio pon- XVII, p. 86, aggiunge, che nel 797, 1

tificio, se la Francia non avesse non potendo Pio VI pe' suoi inco-
pronunziata la sua disapprovazione modi attendere talvolta agli affari,
colla cosi delta Esclusiva [Vedi). diede le opportune facoltà al Car-
In premio della sua virtuosa ras- dinal Braschi, segretario de' brevi,

segnazione, Clemente XIII, appena e al Cardinal Roverella pro-data-


eletto in sua vece nel 1758, lo rio, affinchè gli affari di loro per-
volle a suo datario per tutto il tinenza non soffrissero ritardo. Pio
pontificato,ch'ebbe fine nel 1769. VII nel 1800 confermò a questo
11 Cardinal mori d' anni novanta, Cardinale il pro-datariato, che eser-
decano del sagro Collegio, nel 1774» citò sino alla deportazione del Pon-
e fu pro-datario anche di Clemen- tefice da Roma nel luglio 1809,
te XIV. ed essendo stato ancora il Cardi-
Vincenzo Malvezzi, bolognese nale deporlato, morì in Francia ai
Cardinale di Benedetto XIV, ed ar- 5 settembre 18 12.
civescovo della comune patria Bo- Alessandro Matteì, romano, Car-
logna, da dove Clemente XIV, nel dinale di Pio VI, decano del sagro
DAT DAT 14-1

Collegio, fu fatto prefetto della ce- riali; rimette alcune suppliche con
rimoniale, e prodalario da Pio VII la clausola ad ordinaria, cioè che
dopo che nel 1814 ritornò glorio- manda al concessimi 3 come sareb-
samente in Roma. Morì nell'anno bero indulgenze, extra tempora; ed
1820. alle suppliche benefiziali, che non
Giulio Gabrielli , romano Car- , pagano componende pone la data ,

dinale di Pio VII, dal medesimo grande, secondo il luogo ove ri-
venne fatto pro-datario alla morte siede il Papa, mentre nelle suppli-
del precedente, che cessò di vivere che delle coadiutorie, oltre la data,
ai 20 aprile 1820. appone la clausola extendalur con-
Antonio Gabrielli Severoli , di sensus. Inolile le materie, le quali
Faenza, Cardinale di Pio VII, cui passano pel suo officio, sono quelle
forse sarebhe successo nel 1823, se medesime, che si noteranno parlan-
non avesse avuto l'esclusiva; il per- do del sostituto di lui. Del prelato
chè a premio de'suoi meriti, eletto sotto-datario, delle facoltà ricevute
in vece, nel fine di settembre Leone talvolta dai Pontefici, di molti che
XII nominollo pro-datario. Morì diventarono datari, Cardinali, e pro-
agli 8 settembre 1824. datari, e di altre cose, che lo ri-
Bartolommeo Pacca di Beneven- guardano, si parlò di sopra in vari
to, Cardinale di Pio VII, ed attual- luoghi.
mente decano del sagro Collegio, Antichissimo è 1' officio di sotto-

per la morte del Cardinal Severoli, datario, e 1' anonimo autore de Da-
fu da Leone XII nel 1824 fatto tariae Apostolicae jure universo, ce
pro-datario: carica che con singoiar ne dà l' elenco, incominciando da
esempio tuttora esercita, essendo Paolo IV, eletto nell'anno 1555.,
stato in essa confermato pei noti sino a Clemente XIII del 17 58.
suoi grandi meriti nel 1829 da Pio Ordinariamente monsignori sotto-
i

Vili, e nel 1 83 1 dal regnante Gre- datari sono canonici di alcuna del-
gorio XVI. le basiliche patriarcali di Roma.
Prima questo prelato era segreta-
Del prelato sotto-datario. rio della congregazione cardinalizia
d'Avignone , come si può vedere
L' oflìzio del sotto-datario si fun- al voi. XVI, pag. i45 del Dizio-
ge da un prelato domestico pala- nario; e tuttora lo è della congre-
tino, e consiste principalmente nel gazione cardinalizia Lauretana, co-
coadiuvare il Cardinal pro-datario, me si dice al voi. citato, pag. 240,
e supplire in sua vece anche alle ritenendo presso di sé la custodia
udienze del Papa. Sottoscrive i bre- dell' , non che quello del-
archivio
vi, e trasunti, e fa tutlociò , che congregazione d' Avignone.
l'antica
dal Cardinale gli viene prescritto L'annuo onorario, che il sotto-da-
relativamente agl'impiegati della da- tario ritrae dalla dataria, è di scu-
taria. Abita nel palazzo di questa; di mille quattrocento quattro.
ha il primo posto dopo il Cardi-
nale nella congregazione di data- Dell' off/zio del Per-Obitum.
ria; ha voto consultivo in tutte le
materie, che passano pel di lui of- Nel secolo passato soleva esal-
ficio ; osserva le citazioni dei cu- tarsi a questo officio un altro offi-
i4a DAT DAT
ziale della dataria, e talvolta il so- coadiutorie, e rassegne de' medesi-
stituto di monsignor sotto-datario, mi, che sono soggetti alla riserva
e l' ultimo fu certo Isidoro Nuart, di una pensione palatina, deve co-
dopo il quale, e verso la metà di noscere qual sia la somma di pen-
detto secolo, s'incominciò ad eleg- sione, di cui sono state solite gra-
gere per per- Obitum uno de' più varsi, riferirle in congregazione, ed
abili curiali di collegio, ossiano Pro- a seconda dei particolari casi rice-
curatori di Collegio {Vedi), che vere dal Cardinale pro-datario l'or-
hanno luogo nella cappella ponti- dine di qual pensione questi si deb-

ficia, e godono molti privilegi e , bano gravare, e quindi imporre in


prerogative. Il primo fu Innocenzo dette gi'azie, quella pensione , che
Meola, poi monsignor Meola vo- sarà destinata. In caso di questio-
tante di segnatura. Il secondo fu ne sui frutti de' benefici ecclesiasti-
Silvio de Cavalieri, commissario ci, se sidebbano questi assoggetta-
della camera apostolica ; ed il ter- re al pagamento della mezza an-
zo Gaspare Turchi, uno de' primi nata, o esimerneli, esaminati li do-
curiali di collegio. Il per obitum è cumenti, che gli si esibiscono, e co-
propriamente il legale del tribuna- nosciuti gli stati precedenti, dovrà
le della dataria apostolica, ed al fissarne il fruttato.
medesimo si commettono i voti nel- Moltissime sono le suppliche, che
le materie di questo tribunale, che passano per l'offizio del per-obituni.
richiedono un sentimento legale. I titoli però delle materie più im-
Interviene a tutte le congregazioni portanti , e più frequenti sono i

della dataria, ove in tutte le ma- seguenti :

terie dà il suo voto consultivo. De-


ve riferire in congregazione tutti i Adhuc per obitum.
memoriali, che dagli spedizioneii Adhue ut prius.
apostolici si portano al suo officio Adhuc per resignationem.
per ottenere grazie di provviste, di A primaeva ereclione.
benefìci ecclesiastici, che abbisogna- Cassatio pensionis.
no di deroghe, o dispense aposto- Certo modo.
liche, escluse le provviste, che sor- Commenda.
tono per lista. Deve mettere per Devolutimi.
ex temimi tutte le date nelle sup- Juxta consti tutionem s. Pii V .

pliche delle dispense matrimoniali, Juxta decretimi.


meno che in quelle, le quali sono Mandatimi.
segnate dal pugno dei Papa, manti Monetalio ad pensionali.
Sanctissimi. Deve sottoscrivere tutti Nova provisio.
i sommari delle grazie, che passa- Per assequutionem.
no pel suo officio, dopo che sieno Per contractum matrimoniì.
stati osservati , e confrontati colla Perinde. valere.
matrice delle grazie (che sono li- Per obitum apud sedem.
ste, o rescritti ) dal sostituto del Per obitum extra curiam.
medesimo officio il quale ricono-
, Per obitum extra curiam prò pit-
sce se sono in regola. In tutte le tato.
provviste de' canonicati, parrocchie, Per obitum extra curiam prò pit-

o benefìzi ecclesiastici, comprese le tato cum pensione.


,

DAT DAT i43


Per obilum extra curiam cum pen- ciliari, o intimi famigliari del Pa-
sione. pa, sebbene alcune volte venisse
Reformalio. dato a soggetti non addetti al ser-
Si Neutri. vigio del Pontefice. Il grado della
Si Nulli. carica in questo tribunale è dopo
Si Alteri. il sotto-datario, sebbene gli odierni

Subrogatio. Almanacchi, o Notizie annuali di


Roma, pongano prima il per-obi-
V. l'Amidenio de stylo clatariae. tum, come pure abbiamo fatto noi,

Il per-obitum gode 1' abitazione nel perchè seguiamo l' ordine di tali
palazzo della dataria. Del suo of- Notizie, siccome approvate dal su-
iìzio si è trattato anche superior- periore governo , e dai rispettivi
mente, ed il suo titolo è quello di dicasteri.Se si consultino le ante-
prefetto dell' uffìzio per-obitum . riori Notizie annuali di Roma, si

L'onorario annuo, che questo of- troverà confermata la nostra asser-


ziale ritrae dalla dataria, è di scu- zione.
di novecento trentadue. Gli emolumenti destinati a que-
sto officio del concessimi erano pri-
Dell' off/zio del Concessimi. ma generosi. Dal palazzo apostoli-
co aveva la zuppa, ossia la parte
L' origine del prefetto dell' of- o distribuzione di pane e vino, ed
flzio del Concessimi si vuole che un onorario dalla dataria. Per le

rimonti ad Alessandro VII, del note ultime vicende delle straniere


i655, che si dice istitutore del me- invasioni, cessò la parte di palaz-
desimo. Anticamente i Pontefici se- zo, ed in vece gli furono assegna-
gnavano tutte le dispense matri- ti dal palazzo scudi quattordici men-
moniali, e siccome il loro numero era sili, e dieci dalla dataria. Meno
divenuto assai rilevante, venne stabi- questo ministro, e i tre preceden-
litoun officiale prefetto, il quale leg- ti, non riporteremo gli onorari de-
geva al Papa le petizioni, e faceva gli altri offizi di dataria. Il mag-
il rescritto alla presenza di lui, nei giore di questi secondi è l' ammi-
seguenti termini: Concessimi ut pe- nistratore generale delle componen-
titur in praesentia SS. D. N. FP. de, il quale riceve dalla medesima
N. N. Poi in margine della petizio- annui scudi ottocento settantotto.
ne si scriveva Concessimi, e sotto
: Noi riporteremo solo il novero dei
la firma N. N. In progresso di
: ministri della dataria, che dal pa-
tempo non furono più riferite al lazzo apostolico ricevono mensil-
Papa le suppliche perchè venne ,
mente un particolare assegno, ben-
stabilita una classificazione sui gra- ché è da avvertirsi, che alcuni sono
di delle dispense matrimoniali , e offici vacabili. Ricevono pertanto as-

quelle sole, chiamate de minorìbus, segno dal palazzo apostolico il prefet-


appartengono alla segnatura del to del concessione l'amministratore
prefetto del Concessimi. Questo of- generale delle componende; il pie-»

ficio, come si è detto di sopra, fu sidente del piombo; il custode del-


esercitato per la sua importanza l'officio de missis j il prefetto delle
dai Cardinali nipoti, con maggiori date ; i mazzieri di guardia ; i cu-
facoltà. Quindi si conferì ai cubi- stodi di prima e seconda catena 3
144 DAT DAT
il custode della porta ferrea, i cur- questa distinzione, che quanto ha
sori di guardia, i maestri uscirli incassato di tasse di componenda
virga mbea. I nominati sono regi- risguardante dispense matrimoniali,
strati ne' ruoli del palazzo aposto- si deposita al Monte di pietà (Pe-
lico, nella categoria di officiali di di), e quello che ha incassato ris-
dataria. Di alcuni di essi si parla guardante materie beneficiarie, o
in appresso. Del custode del con- altre grazie, si deposita nella depo-
cistoro, ossia extra omnes, si trat- siterà della camera apostolica. Fi-
ta nel voi. XV, pag. 237, del Di- nalmente ogni mese deve render
zionario, nel quale hanno articoli conto della sua amministrazione al-
i Mazzieri, i Cursori, e i Ma estui la congregazione della dataria. E
ostiari virga ratea ec. Gli ultimi necessario però, che questo officia-
prefetti del concessimi palatini, so- le sia perito in tutte le materie di
no monsignor Raffaeli di Cingoli, dataria, e sappia su quali cosepuò
monsignor Nicola Bonomi coadiu- cadere pagamento della tassa del-
il

tore del precedente, e poi eletti- la componenda, e quali cose ne va-

vo, cappellano segreto, e caudata- dano esenti di più. essendo neces-


;

rio di Pio VII , e l' attuale mon- sario, che conosca tutte le diverse
signor Giuseppe Arpi, cappellano tasse, richiedesi moltissima pratica,
segreto, e caudatario del Papa che ed analoghe cognizioni. Inoltre nel-
regna. 1' oftìzio delle componende ci sono
due altri offìziali di dataria, cioè
Dell' officio dell' amministratore il sostituto dell' amministratore ge-
generale delle Componende. nerale, ed il cassiere delle mede-
sime componende. Di questo si par-
Questo officio si crede istituito lerà dopo il computista.
da Alessandro VI del 49 2 quin- 1 >

di da s. Pio V, del 566, fu eret- 1 Dell' officio del prefetto delle Date.
to in officio vacabile; ma da In-
nocenzo X del 644» venne sop-
1 Sono diverse le incumbenze, che
presso, e conferito ad un ministro ha il prefetto delle date : la prin-
amovibile. L' amministratore delle cipale però è di mettere la Data
componende ha l'incumbenza di so- [Vedi) piccola, parva data, a di-
praintendere alla vendita degli offizi verse suppliche, cioè a tutte le be-
vacabili, e ciò non solo quando que- neficiali, e a quelle suppliche ma-
sta vendita si fa dalla dataria, ma trimoniali, che sono segnate dal-
anche quando si fa da altri fuori l'officiale chiamato del concessimi.

della medesima. Appartiene a que- Queste suppliche, rivedute che sie-


sto offiziale ricevere tutte le tasse no dagli offìziali che ne hanno la
di componenda, che si pagano non incumbenza, devono essere datate
solo per le dispense matrimoniali, colla data piccola dall' offiziale del-
ma anche per altre materie. Nelle le date. Alle suppliche delle com-
congregazioni della dataria fa sot- missioni si pone la data del giorno
toscrivere al Cardinal pro-datario nel quale sono giunte all' officio
alcuni libri traguardanti diversi pa- delle date. Le suppliche matrimo-
gamenti. Ogni mese deve deposita- niali non si datano di quel giorno,
re quello, che ha incassato, con che arrivano all' offìzio, ma con
DAT DAT 145
questa forinola a tenore delle pras- l' attestato rilasciato dal vescovo,
si kalendis, nonis, idibus ec. Le
: senza fare rapporto al Papa, egli
suppliche beneficiali, eccettuate quel- viene ad esaminare l'attestato, e
le che devono avere la data, o trovatolo regolare, pone a pie di
della presentazione, o del pagamen- detta supplica, da segnarsi, la clau-
to della coraponenda, o del giorno sola: Fidem dedit, in forza della
in cui si presta il consenso, si da- quale il sostituto del per - obitum
tano sotto quel giorno, nel quale inette la detta supplica in corso
arrivano all'offizio delle date. Per- fra le altre, che debbono segnarsi
tanto deve il prefetto investigare dal Papa. Destina anche nelle sup-
secondo le prassi quale data com- pliche, ove richiedesi, il soggetto al
peta alle diverse suppliche, ch'egli quale debba essere diretta la com-
deve datare, e nei casi dubbi deve missione delle rispettive bolle,e,quan-
interpellare il Cardinal pro-datario do questa non possa essere secondo
per riportarne le opportune facol- le solite forme e regole, deve ri-
tà. Deve anche portare in congre- portarne dal Cardinal pro-datario
gazione quelle suppliche, da essere le opportune facoltà. Entra ogni
segnate dipoi colla data grande dal mattina in congregazione, quando
Cardinal pro-datario. Oltre 1' in- •ve n'abbia il bisogno, o per far
cumbenza, che ha l' officio del pre- mettere la data grande in quelle
fetto delle date, di mettere la data suppliche ove richieggasi quella del
alle suppliche accennate, pone la Cardinal pro-datario, ovvero per
forma graziosa a tutte le suppliche riportare le facoltà sopra le forme
per le quali viene presentata la graziose, e le commissioni, che me-
testimoniale dell'Ordinario, ovvero ritano una grazia particolare, come
la mette senza la detta attestazio- si è detto di sopra.
ne, come sarebbe in una supplica
di un beneficio semplice, a favore Dell officio del revisore delle
di un sacerdote, o di un dottore, dispense matrimoniali.
e in altri casi, in cui richiedesi la
detta forma graziosa, riportandone 11 citato Amidenio, nel cap. V
la facoltà dal Cardinal pro-datario. de datariae ministris, et datariae
Commette inoltre la professione di officialibus al n.° io, pone per ot-
fede nelle suppliche delle prime di- tavo officiale del tribunale, il re-
gnità delle cattedrali, non che delle visore delle dispense matrimoniali,
dignità principali di collegiate, di soggiungendo res est non parvi ne-
:

nionisteri, e d'altre simili materie. Le incumbenze di questo of-


gotii.

E quando i provvisti di questi sie- ficiale sono: i.° di rivedere le sup-


no presenti, e debbano fare la det- pliche delle dispense ordinarie, le
ta professione in mano del Cardi- quali non esigono né un partico-
nal pro-datario, esso deve assister- lare ne la preventiva re-
rescritto,
vi, ed incaricarsi delle necessarie lazione al Papa, e di farle segnare
sottoscrizioni, rilasciandone le op- dall'officiale del concessumj 2." di
portune fedi, quando vengano ri- esaminare le istanze per le altre
cercate. Nelle suppliche delle prov- dispense ne' gradi maggiori, cioè di
viste delle parrocchie, che si con- secondo, primo e secondo, e primo
feriscono in forza dell' esibita del- grado, non che di cognazione spi-
VOL. xix. lo
.46 DAT DAT
rituale inter hvantein, ci levatimi. delle componende assunse l'altro di
Per le prime, vale a dire per quel- riferire, e concretare col Cardinal
le disecondo grado, deve esami- pro-datario minorazioni da
le ac-
nare i documenti, stenderne re- i cordarsi, e quindi stenderne i re-
scritti, riprendere dagli spedizione- scritti, i quali firmati dal Cardinal
ri le suppliche in forma signandi, pro-datario , tornano poscia nelle
rivederle, sommariarle, e passarle mani dello stesso officiale per ap-
quindi al sostituto di monsignor porre sulle suppliche le tasse, a
sotto-datario, cui appartiene far-
si norma del rescritto di riduzione.
ne il ristretto, perchè vengano se- Spetta finalmente a questo officia-
gnate dal Pontefice. Puguardo alle le il conservare gelosamente nel
matrimoniali in primo grado, spet- suo officio, tutti i rescritti tanto
ta all' officiale medesimo il forma- relativi alle grazie per dispense nei
re le minute delle suppliche, a nor- gradi maggiori, quanto gli altri ri-
ma degli analoghi rescritti, facen- ed
guardatiti le riduzioni di tasse,
dole anche stendere in officio. Di altresì memoriali di quelle di-
i

queste però, come anche di quelle spense, che al Papa non piaccia di
in primo, e secondo grado di con- concedere. F. Matrimonio, e Di-
sanguinità, o affinità, e di cogna- SPEÌVSE.

zione spirituale, ricevutene dagli


spedizionerile istanze munite dei Dell officio del secondo revisore
documenti, deve esaminarle', forma- delle Suppliche.
re di ciascuna il ristretto, e passar-
le nelle mani del Cardinal pro-da- Sebbene questo officiale abbia il

tario perchè ne fàccia la relazione al nome di secondo, pure è più degno


Papa; e quindi riceverne dagli del seguente, che chiamasi primo.
spedizioneri le suppliche, rivederle Le iucumbenze del secondo revisore
e sommariarle prima che vengano sono di rivedere le schedole, o sup-
segnate maini Sanctissimi; e que- nomine a pensioni, che
pliche di
ste segnate, deve apporvi il contras- provengono dagli offici di monsi-
segno di lui, e la piccola data, co- gnor sotto-datario, e del per-obiluni
me pure a quelle di secondo gra- dopo che le ha segnate il Papaj ed

do. Prima delle note vicende, che inoltre di rivedere tutte le altre
resero infelice il termine del secolo schedole, o suppliche già rivedu-
decorso, e il principio del corren- te dalprimo revisore , potendo
te, spettava all'" ufficiale delle ma- riformare, cassare, ed aggiungere
trimoniali il riferire al Cardinale quanto ha segnato il primo revi-
pro-datario le istanze per la ridu- sore, non che correggere di proprio
zione di tasse sulle dispense matri- carattere, e dopo corretto, porvi
moniali ne' gradi maggiori, ed an- il segno dell' eseguita revisiono, che
che minori, dappoiché si riduceva- è la prima lettera del proprio no-
no a piccolo numero. Aumentatosi me, col segno ancora della compo-
poi in progresso ditempo a dismi- nenda, cioè colla iniziale lettera
sura il numero rimase di queste, C, se sia materia soggelta alla me-
all' officiale delle matrimoniali il so- desima. Prima però di rilasciare
lo carico di apporre sulle dette i- dette suppliche, le deve far notare
sLuuze le lasse, e 1'
ammiuisUatore dal proprio giovane, iu un libro,
DAT DAT 147
che si tiene visibile nell' officio dei sa senza alcuna operazione al cas-
revisori, e spedire le suppliche stes- siere del registro, il quale va ad esi-

se al sostituto di monsignor sotto- gere dai rispettivi spedizioneri il do-


datario. vuto pagamento. Riguardo alle se-
conde, se sono forma pauperum, ne
Dell' officio del primo revisore delle registra in rubricella nomi, grado,
i

Suppliche. diocesi, oltre alla competente tassa,


passandole quindi nelle mani del det-
Oltre il descritto officio del se- to cassiere. Se poi sono ex hone-
condo revisore, avvi in dataria que- slis, appone in ciascuna supplica la

sto del primo revisore, cos'i detlo, tassa appartenente alla cassa del
perchè rivede pel primo le suppli- registro, e presenta l' emolumento
che dopo segnate dal
beneficiali, dell'esercizio,che spetta al regi-
Papa, ed occorrendo può correg- stratore, notando nella stessa ru-
gere le suppliche beneficiali di pro- bricella quanto sopra, ed aggiun-
prio carattere, ed aggiungere, o to- gendovi lo spedizionere, da cui è
gliere quello che giudica convenire, attergata. In questa rubricella ha
o disconvenire sia nella petizione, pur luogo l' annotazione di tutte le
sia nella clausola, o decreti da ap- dispense, che si spediscono a gratis
porvi, secondo la qualità delle gra- de ordine, ovvero ex officio. Nelle
zie. Mette inoltre per segno della provviste de' benefizi, rassegne, coa-
revisione la prima lettera iniziale diutorie, pensioni, perinde valere,
C a quelle materie, che debbono per indulto, dispense d' irregolari-
pagare la componenda, e vi appo- tà, assoluzioni, ed altre grazie, sot-

ne la lettera iniziale delsuo nome, to qualunque titolo, appartiene al-


come fa il secondo, col seguo della l' officiale di distinguere quelle, che
seguila revisione, in quelle conces- si debbono trascrivere nel registro
sioni che vanno soggette a tal tas- pubblico, sulle quali dopo di aver-
sa. Ha un altro libro per la nota ne fatta nota in rubricella, non ha
delle dette suppliche ;
quindi man- altra ingerenza, che respingerle al cas-

da il mazzo delle suppliche, che siere del registro, a cui resta di esi-
ha reviste, al sostituto del sotto- gere la tassa. Nelle altre materie
datario. poi, che di loro natura richieggo-
no il registro segreto, l' officiale
deve esaminare attentamente il som-
Dell' officio dell'officiale de Missis.
mario delle suppliche per conosce-
re se vi abbia alcuna dispensa, o
L' officiale de Missis è così chia- altra condizione importante, che ri-
mato dalla parola mitlendo, perchè chiegga l' aumento della tassa del
lasua principale incumbenza è di registro, e cosi determinare il pa-
mandare le suppliche al registro gamento, da farsi nella cassa del
ec; ed il libro ove si registrano è suddetto registro, accennandolo nella
pure chiamato col vocabolo Missis. contrapposta parte della supplica,
L' offiziale de Missis deve nelle di- e prefìggendone altresì con pari an-
spense matrimoniali separare le sup- notazione a prudente arbitrio l'e-
pliche, che vanno al pubblico re- molumento appartenente all' eserci-
gistro. E quanto alle prime, le pas- zio. Deve inoltre far noto nella
48 DAT DaT
rubrìcella l'affare, di cui si trat-
ta, in tulto come sopra. Dell'officio del sostituto di monsi-
Circa poi la sopraddetta tassa del gnor sotto-datario.
registro sulle benefiziali, giunta che
sia ai tre ducati, deve questa re- Essendo la congregazione della
golarsi a norma delle ottenute ridu- dataria composta dal Cardinal pro-
zioni delle spese riducibili, median- datario, da monsignor sotto-data-
te i così detti mandati, che si esi- rio, e dal prefetto delle vacanze, cioè
gono in ciascuna supplica benefi- per-obitum, come si disse di sopra,
ciale (purché la spesa non abbia le materie che passano per l'officio
luogo per intero), e di questi man- di monsignor sotto datario vengono
dati, compresi pur anco quelli di riferite in congregazione dal di lui
riduzione nei vescovati , viene qui sostituto, il quale vi è chiamato,
registrato il contenuto unitamen- dopo che 1' amministratore delle
te al registro in separato cartello. componende ha fatto la sua relazio-
La distribuzione de'quinterni ove ne. L'incumbeuza del sostituto si è di
sogliono registrarsi le suppliche tut- ricevere dagli spedizioneri li memo-
te, giungono al registro,
allorché riali delle infrascritte materie, di esa-
incombe egualmente a questo offi- minarli, e vedere se vi sia qualche
cio, che ne consegna all'opportuni- avvertenza al contrario , o qualche
tà i quinterni notando in cima
, nihil transeat nei due libri, che a
di essi il nome del rispettivo regi- questo oggetto si ritengono in officio,

stratore* a cui viene rimesso, ed il e trovatili iu regola, farne quindi


numero progressivo della pagina. una concisa, ma esatta relazione in
Riportar ne dee in vacchetta il ri- congregazione ; ove, inteso il parere
cordo per quindi cancellarlo quando di monsignor sotto-datario, e del-
dal medesimo registratore si renda l'officiale per obitum, il Cardinale
come sia compito, ed iu tal guisa pro-datario, o vi fa il rescritto, trat-
si pratica tanto riguardo alle sup- tandosi di materie ordinarie, o ne
pliche del registro pubblico, quan- ritiene presso di sé il ristretto per
to del segreto. Gli accennati quin- farne relazione al Papa ,
quando
terni poi si conservano in archivio sieno materie di qualche conseguen-
dell'officio. Le suppliche delle no- za. In seguito di ciò si estendono
mine alle pensioni riservate motu- le suppliche dagli spedizioneri per
proprio, ed altre sopra monisteri, farle segnare dal Papa, e il sostitu-
abbazie, canonicati ec, si registrano to ne'giorni destinati ne fa un fo-
separatamente in questo officio. Fi- glio di ristretto, al quale unisce an-
nalmente iu un altro volume ven- che le suppliche per le dispense
gono registrati gli editti, chirografi, matrimoniali che riceve da quell'of-
decreti, rescritti, ed altre cose no- ficiale , e, fattone un piego , lo
tabili, che hanno rapporto al tri- manda al Cardinal prò -datario,
bunale della dataria, ed agi' indi- perchè o lo porti, o lo mandi al
vidui, che la compongono, il (pia- Papa per mezzo di chi crede, per
le volume suole ritenersi presso l'of- la segnatura. Quello destinato dal
ficiale pro-tempore de missis. Cardinale a far giungere al Pon-
tefice tali suppliche, sigillate le spe-
disce al cameriere segreto pai tea-
DAT DAT i4 9
pante segretario d' ambasciata, ov- il cognome dello spedizionere apo-
vero al primo aiutante di camera stolico che le spedisce.
dello stesso Papa, secondo il bene- Tornate le suppliche segnate dal
placito suo. Pontefice, per mezzo di uno dei
È da avvertirsi, che il detto due nominati, all'officiale che gliele
foglio di ristretto, ha l' intesta- aveva spedite, questi le ritorna al
zione a seconda delle suppliche, co- sostituto, il quale vi fa chiudere il
me Benefieiales 3 Dlalrimoniales ec. sommario dal prelato sotto-datario,
quindi viene notato quali segnatu- oppure le rimette secondo l'oppor-
re debba
farvi il Papa, Fiat ut tunità all'officiale ispettore delle
petìtur N. Fiat N. o Fiat Mota mezze annate, per verificarne il
proprio N. ovvero Placet N. se- fruttato, e quindi le manda al pri-
condo le materie. Poscia con nume- mo revisore per essere disbrigate.
ro d'ordine seguono i ristretti. E anche incumbenza del sostituto
Quelli delle beneficiali consistono di fai- porre la così detta data
nel nome latino ed italiano delle grande da monsignor sotto-datario
diocesi, cui appartiene il beneficia- alle suppliche che hanno la data
to, segue il suo nome, cognome, piccola posta anteriormente dalfol-
qualità del benefìcio, o pensione, fìciale delle date, dopo di che le
ovvero dell'offizio se di tale fosse la manda all'officio de missis, affinchè
supplica, ed a piedi d ogni ristret- abbiano il loro corso. Fa anche
to il nome dello spedizionere apo- rimettere ad esso sotto-datario, ad
stolico. Alcuni di questi ristretti ordinariam, le suppliche dell'in-
sono intitolati : provisio ex rescri- dulgenze, ed extra tempora, per-
pto, ex lista, ex epistolio ec. ec. In chè dall'officiale delle matrimonia-
oltre vi sono le clausole a seconda li sieno mandate a segnarsi dall'of-
delle circostanze, se ottenuto il be- ficiale del concessimi. Deve il sosti-
neficio per concorso, se approvato tuto in casa, in officio , ed ovun-
il provvisto con esame anche pri- que porre la data con la clausola
vato, e perciò si usano le parole: pracsentata , del giorno in cui gli
examìnc approbalo. ab episcopo et fu esibita la procura, per le ras-
ordinario commendalo j cum dispen- segne, coadiutorie, permute, ed al-
satone a concursuj cum derogatone tre materie di consenso, per tras-
Constit. ec. Così viene indicato se portarle poi nelle suppliche segna-
presbitero in theologia magistro, a te. Deve finalmente il sostituto del

patronis praesenlato ec. I ristretti sotto-datario invigilare che le sup-


poi delle matrimoniali consistono, pliche allorché vengono nelle di lui
che nei foglio, oltre il numero di mani, abbiano fatto il corso rego-
ordine, col nome latino ed italiano lare, e sieno passate per tutti gli
della diocesi, alla quale appartiene offiziche debbono.
l' implorata dispensa ,evvi la qua- Nota delle materie che passano
lità del grado d' impedimento, e per l' officio di monsignor sotto-
il titolo di esso, come ex hone- datario.
itis; ac cognalio specialis ex ho-
nestis : ob aetalcm prò paiiperibus Ajfectio.
ec ; nome e cognome dell uomo,
il Ampliaiio dispensationis.
il nome della donna, e da un lato Applicatio.
i5o DAT DAT
Absohttio. riferiti in congregazione. Deve ri-
Coadjutoria. cevere tutte le suppliche, che al me-
Commutatici voti. desimo officio portano per esse-
si

Confirmatio concordiae. re segnate dal Papa;esaminare i


Confirmatio statutorum. sommarli, se sono analoghi alla ma-
Creatio in canonicum. trice delle grazie, che sono i rescrit-
Dispensatio. ti o liste; far riscontrare i fruttati
Dismembrano. dei benefìzi, canonicati, o parroc-
Erectio. chie, che in esse si richiedono, dal-
Extra tempora. l'ispettore delle mezze annate, e
Facidlas. trovati in regola porli nei fogli di
Indulgendo. segnatura, che dovrà far avere o al
lndultum. Cardinal pro-datario, o a monsignor
Licentia si in evidentem. sotto-datario ,
per presentarsi al
Mandatimi. Papa. Tornati simili fogli in da-
Mutalio Judicis. taria, dopo averli segnati il Ponte-
Nominatìo ad pensionem super fice, deve farli registrare dal suo
mensa. giovane nei libri a questo oggetto
Pernio. destinati, farne sottoscrivere i som-
Per inde valere. marli dal per-obitum, riscontrare
Permutatio. se vi sieno nihil transeat, e quindi
Prorogatio. rilasciare tali suppliche per passarle
Restitutio. al primo revisore. 11 sostituto deve
Repristinatio. tenere un libro, ove sieno registra-
Retrocessio. ti i nihil trameat, ed Advertatur^
Reformatio. che dovrà con ogni diligenza os-
Resignatio simplex. servare prima di rilasciare le sup-
Resignatio cimi pensione. pliche segnate inaiai Sanctissimi.
Resignatio cum praestationt ali- Deve stendere grazie di alternativa,
mentorum. allorché dai vescovi, o arcivescovi
Suppressio. si richiedono, non che lare fedi
Unio, ed altx*ematerie, che non autentiche di ciò che esiste in det-
provengono da vacanza, tanto to officio, previo però il permesso
perpetue, che temporanee. V. del Cardinal pro-datario. Deve re-
l'Amideuio De Styio Datariae. gistrare in altro libro a questo ef-
fetto destinato tutte le grazie di
DelV officio del sostituto alternative, che ai vescovi, ed arci-
del per-obitum. vescovi si concedono. Se in qualun-
que provvista di benefìzi, canoni-
Questo sostituto deve ricevere cati, parrocchie ec. si sia imposta
tutti memoriali, che nell'officio del
i dal Cardinal pro-datario una qual-
per-obitum si esibiscono dagli spedi- che pensione palatina, dovrà que-
zioneri per ottenere grazie, meno sta registrarsi in altro libro a que-
quelle che sogliono sortire per sto effetto destinato. Deve invigilare
lista deve esaminarli, e, non tro-
: con esattezza affinchè sieno registrate
vandovi difficoltà, passarli al per- tutte le dispense matrimoniali, che
obitum, affinchè sieno dal medesimo da altro giovane del medesimo of-
,

DAT DAT im
ficio si registrano in altro lihro, quali dall'officiale si collazionano, e
le quali dispense tutte devono passare si datano in correspettiva delle det-
per questo officio. Deve conservare te suppliche, e ne ritira il corri-
con esattezza, ed ordine l'archivio spondente denaro, o di tassa intie-
di tutti li rescritti appartenenti al ra, o minorata, secondo il ristretto
detto officio, non che i fogli di se- che presentano firmato dal Cardi-
gnatura, e le liste di collazioni de'be- nal pro-datario, e consegnato cia-
nefiziecclesiastici, ed altre carte scun breve, resta nell'officio in po-
appartenenti a detto officio. sizione minuta sottoscritta dal
la
pro-datario con entro la supplica
e rescritto di minorazione, donde
Dell' officio dell'officiale de brevi.
apparisce il pagamento ricevuto.
Alla fine d'ogni mese l'officiale de-
Questo offi/iale, in virtù di sup- ve formare una lista di tutti i bre-
pliche rivedute dai rispettivi reviso- vi segnati corrispondenti ai foglietti
ri, sieno matrimoniali, sieno bene- suddetti rimessi nella menzionata
ficiali (segnate marni Sanctissimi), cassetta in ciascun giorno di se-
forma le corrispondenti minute dei gnatura, che ogni volta viene ri-

brevi, che vengono ritirate dagli tenuto dall' amministratore delle


spedizioneri, ai quali appartengono, componende, e ne deve portare in
e passate a quello degli scrittori ap- colonna le rispettive tasse ritirate,
provati, che più piace per la esten- e formare la somma totale incassa-
sione de' brevi in pergamena, si ri- ta. Unita a questa lista deve fa-
mettono all'officio ne' due giorni re altro foglio separato dimostrante
della settimana, cioè nel lunedì, e l'introito, e l'esito, cioè l'ammon-
nel giovedì. L'officiale li sottoscri- tare della somma delle scritture,
ve, e nelle giornate di martedì, e che sopra ciascun breve di tassa
•venerdì, entro una cassetta chiusa si percepisce dagli scrittori, del con-
con le rispettive minute ed un fo- to dell' importo delle pergamene,
glietto firmato dal medesimo, dal che si passano ai suddetti, come il
quale risulta il numero dei brevi tutto apparisce dal foglio medesimo,
racchiusi, l'indicazione degli spedizio- ed il ristretto della somma netta
neri , a' quali spettano , la diocesi, che ne risulta. Tanto la lista che
ed il nome de' postulanti di ciascun il foglio, quanto le fedi dei depo-
breve, li spinge in dataria per la siti eseguiti, dall'officiale si devono
sottoscrizione al Cardinal pro-data- passare all'amministratore delle com-
rio, ed al prelato sotto-datario, i ponende, il quale, dopo di avere tutto
quali devono ritenere un'egual chia- esaminato, le passa al computista della
ve per aprire e richiudere la detta dataria apostolica perchè uè prenda
dopo avervi apposta la lo-
cassetta, l' appunto, e ne conservi i docu-
ro firma, quindi l' officiale manda menti, e l'officiale ne ritira la cor-

a ritirare la cassetta. Nei giorni poi rispondente ricevuta. In fine l'of-

destinati, gli spedizioneri si recano, o ficiale de' brevi tiene un registro


mandano in officio con le accennate delle sopraddette liste, il quale vie-
suppliche segnate maini Sanctissimi ne di tempo in tempo firmato dal
ed ultimate ne' diversi uffizi della Cardinal pro-datario.
dataria, a prendere i brevi segnati, i
,

i5 2 DAT DAT
Dell'officio del revisore de'conti al volume VII, pag. 277, e 280
delle spedizioni. del Dizionario sugli scrittori delle
bolle, e sulla materia, ove furono
Le attribuzioni, che nella dataria scritte, come dei diversi caratteri
ha l'officiale revisore de'conti, con- per esse usati, coll'autorità del dot-
sistono nel formare le rispettive to trattato Diplomatica Pontificia
tasse spettanti ai diversi collegi sulle bolle de' Papi, del eh. mon-
vacabilisti, sopra qualunque mate- signor Marino Marini, prefetto de-
ria beneficiale , nell' approvare i gli archivi vaticani , crediamo op-
conti delle ultimate spedizioni, tan- portuno aggiungere le seguenti in-
to per le tasse summentovate, quan- teressanti nozioni.
to per le tasse così chiamate di Le antiche bolle erano in papi-
esercizi, che si esibiscono dagli spe- ro, e cosi scritte se ne trovano an-
dizioneri per rimetterli autentici che nell'undecimo secolo, come pu-
alle parti nel compilare i conti re si dice all'articolo Diplomi pon-
delle chiese vescovili, le quali si tificii {Fedì). Però da] secolo deci-

propongono in concistoro, e nel mo in poi sono quasi tutte in per-


fare in seguito la riduzione di gamena: così fu de' registri, i quali
questi a seconda del rescritto, che prima si scrissero in papiro, poi in
dagli spedizioneri si ritira nella membrana, in carta bombacina e
segretaria della congregazione con- Ne' primi secoli, ed anche nel
lintea.
cistoriale, e si passa allo stesso re- nono, e decimo scrivevansi le bol-
visore, il quale deve conservare nel le col carattere corsivo romano, la

suo archivio i duplicati di tutti i quale scrittura difficilmente si leg-


suddetti conti. geva ne' secoli seguenti, come si

espresse Papa Onorio III eletto nel


12 16, nellepist. 33o, scritta nel-
Dell' officio dell' officiale scrittore
l'anno nono del suo pontificato
delle bolle in via segreta.
parlando di un privilegio di Ales-
sandro II concesso al cenobio di
Fra gli scrittori apostolici ne vie- s. Pietro Malliacense: non facile le-

ne uno prescelto per istendere tut- gi pò test, nipote figli ris antiquiori-
te le bolle, che vanno per via se- bus scriptum. Quindi si fecero con
greta, o per via di curia. Simile scrit- iscrittura minuscola quadrata ; e
tore viene anche annoverato tra gli così furono scritte le bolle di Gio-
officiali di dataria, ed è sempre vanni V, e di s. Sergio I nel de-
persona distinta per la integrità clinare del settimo secolo, come si

e probità , dappoiché deve esso legge nella diplomatica di Mabil-


conservare il segreto ove la mate- lon. Poscia si usò la così detta scrit-

ria lo esiga, fino a che la bolla tura gotica ; e nel pontificato di


non viene pubblicata. All' artico- Adriano VI, eletto nel i522, se ne
lo Cancelleria apostolica si tratta introdusse nella dataria apostolica
delle spedizioni delle bolle per una assai più deforme della gotica,
vìa della curia , e per via se- e dovettero le bolle questo loro de-
greta. turpamento a Utrecht patria del
Oltre quanto si è detto al vo- Papa, siccome da gente di colà
lume V, pag. 182, e 1 83. non che venuta scrivevansi; e tale scrittura
DAT DAT i53
fu appellata bollatica, licgese, e let- detto, sul mero e misto imporo ac-
tera di s. Pietro. cordato ai Cardinali pro-datari pro-
Questi diversi caratteri, se pure tempore, per punire le mancanze
diversi, e non piuttosto modificati de'suoi dipendenti ha esso un giu-
possano dirsi, non che tutte le eu- dice criminale che istituisce i pro-
ropee scritture, le (piali tutte deri- cessi,e ne fa rapporto al Cardinal
vano dal romano carattere, che che pro-datario, dando nel medesimo
ne abbia altrimenti opinato Mabil- tempo il suo volo consultivo.
lon, il di cui sistema fu vittoriosa-
mente impugnato da Scipione Maf- Dell'officio dell'officiale custode
fei, hanno tali calligrafe note così delle suppliche.

proprie, che danno idea del capric-


cio del secolo, dell'epoca del loro Il sommo Pontefice Alessandro
nascere, del loro decadimento ; co- VII ordinò, che uno de'piìi probi
sicché mentre le diverse nazioni più spedizioneri apostolici fosse deputa-
o meno incivilite diversi cangia- , to alla custodia delle suppliche che
menti arrecavano alla scrittura ro- si registrano in dataria, il quale
mana alterando le forme; i nuovi inoltre confrontasse in cancelleria
caratteri, che ne emergevano, com- se la sostanza della grazia espressa
parvero o meno eleganti, e
più e contenuta nella bolla sia confor-
tratti più o meno manierati furono me alla supplica, e che quindi le
proprii de' loro alfabetici elementi, conservasse in apposito archivio. Di
per cui fu volgare credenza confer- più aggiunge il Lunadoro, ch'eranvi
mata dal Mabillon, e da Papebro- pure altri venti vacabili, uffizi occupa-
chio, che cinque generi di antichi ti dai registratori delle suppliche, ai
caratteri esistessero, cioè: romano, quali incumbeva di registrare, e de-
gotico, longobardo, sassonico, e fran- scrivere dette suppliche sottoscritte
cogallico. Ma il citato Maffei scrive: dal Pontefice, ed a tal effetto ogni
« So non conformarmi a tale dot- mese venivano estratti a sorte due. di
» trina, mentre sono per dimostra- essi ,
perchè riportassero nel più
ci re nel proseguimento,come non segreto registro le determinate ma-
» ci fu cai'attere gotico, non lon- terie. Sopraintendevano poi alla
» gobardo, non sassonico, non fran- revisione de' registri quattro mae-
» cogallico, e son per dimostrar- stri , i quali riscontravano , e con-
si lo sì chiaramente, che i princi- frontavano accuratamente le sup-
» pii geometrici non saran più evi- pliche coi registri; indi vi segna-
» denti ". Laonde, conchiude il lo- vano a tergo R. cioè a dire Regi-
dato Marini, impropriamente furo- strato, e solevano aggiungervi pa-
no detti caratteri di quelle nazioni, rimenti il proprio nome.
che tali non erano, ma li fecero
credere le diverse modificazioni, cui Dell' officio dell'officiale custode del
ciascuna di quelle nazioni ad essi registro delle bolle.
arrecò.
Il custode deve conservare un ar-
Dell'officio dell'officiale giudice
chivio di registri di tutte le materie
criminale.
beneiìciali, e matrimoniali, che ven-
In seguito di quanto abbiamo gono spedite per cancelleria, a for-
,, ,

i54 DAT DAT


mare i quali registri vi è un numero documento che desiderano. Prima
d' impiegati chiamati registratori erari l'officiale prefetto dell'archivio
il cui officio proveniva da quelli segreto della dataria apostolica. Il

vacabili ; essi sono destinati alla Lunadoro Relaz. , della corte di


registrazione di ciascuna bolla in Roma, nel dare la notizia degli uf-
appositi quinterni, che vengono lo- fiziali, e ministri di dataria, dice
ro al bisogno dal custode distri- che prima eranvi dodici chierici del
buiti. Da tali registri quando sono registro, posti vacabili, e che faceva-
compiti, deve il custode formare u- no la distribuzione delle suppliche
na rubricella, indicando in questa da registri.
la qualità della provvista beneficia-
le, la diocesi ov'è eretto il benefi- Dell' officio dell'officiale per la col-
3
cio, ed il soggetto che ne fu rive- lazione de trasunti delle bolle,
stito, deve potersi prestare
e così e de' brevi.
più facilmente alle ricerche, che gli
venissero fatte. È inoltre ispezione L'officio de' trasunti è destina-
del custode del registro di far ap- to per la revisione dei medesimi
porre il corrige ai quinterni, che affine di collazionarlicon le rispetti-
per qualche equivoco occorso nel- ve bolle, e brevi, e vedere se perfet-
la bolla d'uopo correggere fosse tamente corrispondano. Questo of-
e questa correzione deve farsi dal ficio si tiene per solito due volte
Cardinal prò -datario. Il medesi- la settimana , cioè ne' due giorni
mo custode ha il diritto di ri- susseguenti a quelli in cui vi è stala
lasciare il sunto autentico di cia- la cancelleria, dove viene ultimata
scuna beneficiale e matrimoniale, la spedizione delle bolle. Per la re-
che gli venisse richiesta, esistendo visione di questi trasunti sono
vi
nei detti registri, il qual sunto firma- due commessi, uno sostituto, ed uno
to da lui, e dal decano dei mae- officiale, il quale in fine di ogni
stri del registro, e appostovi il suo trasunto riveduto pone il concor-
sigillo d'ufficio, tiene luogo di ori- dai, con la sua firma. Vi è an-
ginale documento. che nel detto officio un notaro a-
Per le perquisizioni poi , ed i postolico, che dopo la firma del-
sunti , il custode percepisce un l'officiale, e del Cardinal pro-da-
emolumento proporzionato alla ma- tario, vi pone la sua mano con il

teria e stabilito con norma tan-


, sigillo notarile, legalizzando così le

to a proprio vantaggio quanto,


firme suddette. Il prodotto di que-
ad utile del decano de' maestri sti trasunti si rilira dall'officiale,

del registro; come pure esige una il quale ogni mese, detratta prima
tassa aprò della dataria, della quale la porzione che spetta al Cardina-
deve render conto mensilmente, e de- le, versa il rimanente della somma
positarne il prodotto presso il cassie- nella cassa di dataria.
re. La spedizione dei sunti è rara,
Del notaro de processi de' proniO'
mentre mancando l'archivio, per le
vendi alle chiese cattedrali.
invasioni straniere di Pioma, della
maggior parte de'piùtocolli, le per- V. il volume XV del Diziona-
quisizioni rimangono senza effetto, rio, pag. ^33 e seg. Del notaro
3
e le parti non possono ottenere il del concistoro, e de processi.
DAT DAT r55
Del computista della dataria aggiungono de' soprannumeri. Avvi
apostolica. pure un dicastero a parte per le
spedizioni dette per via di curia ,

Deve il computista tenere conto il quale dicastero è composto del


di tutti gì' introiti ordinari e straor- Cardinal pro-datario, del prelato
dinari, che pervengono al tribuna- Abbreviatore di Curia [Vedi), che
le per qualunque titolo. Deve te- ha un sostituto (questo secondo of-
nere conto di tutte le spese sì ordi- ficio era prima inerente al sostituto
narie, che straordinarie, le quali si della segretaria della concistoriale):
fanno dal tribunale, e trarre gli ed avvi pure uno scrittore di questi.
ordini di pagamento. Inoltre incom- Il Vettori, nel Fiorino d'oro illu-

be al computista di tenere conto strato, dice, che, fra gli uffiziali del
e scrittura a parte di tutte le ren- palazzo apostolico, vi sono gli ab-
dite, e fruttati , che si riferiscono breviatori detti de Parco ma/ori,
al conto dei capitali del compenso, ed altri de Parco minori. De' pri-
di cui si parlò più sopra. Deve an- mi ha una dissertazione sto-
scritto
che invigilare perche ogni officiale rica monsignor Giovanni Ciampini,
faccia i suoi regolari depositi. aggiuntavi una notizia cronologica
di quei prelati, che sono stati ascrit-

Dell' officio del cassiere. ti in quel collegio, con varie sue


illustrazioni. Dagli Abbreviatovi di
Il cassiere della dataria aposto- Parco maggiore [Vedi) solevano i

lica giornalmente per la


riceve sommi Pontefici sceglierne uno , e
componenda, tutti pagamenti del- i questo si diceva Abbreviatore de
le tasse tanto intere che ridotte, a Curia, ed anche de Palatìo : oggi
norma delle grazie di riduzione de- però nel conferire questo officio i

gli che si spediscono, tanto


affari, Papi valgono della loro autorità,
si

matrimoniali, che beneficiali. Il cas- e lo dispensano a loro beneplacito,


siere eseguisce ogni mese tutti i benché il soggetto che lo riceve
pagamenti tanto dei ruoli mensili, non sia di quel collegio. Egli fca
che straordinari, e delle gratifica- la cura di minutare, e di stendere
zioni, ed elemosine, che si fanno da le bolle, che si spediscono dalla s.

detta cassa. Fatti debitamente i Sede, fuori di quelle che riguarda-


conti , fa i depositi al banco del no la provvista de' benefizi , e le

monte di pietà , a nome am-


dell' dispense matrimoniali, cioè le ma-
ministratore generale delle compo- terie della dataria. L' abbreviatore
nende. di curia suol mettere tanto nella
Inoltre la dataria apostolica ha minuta delle bolle, quanto nella
il Notaro cancelliere, della, reveren- pergamena, il suo nome a pie' del-
da camera apostolica, il succol let- le bolle, indicandolo solamente col-
tore generale delle annate, e quin- la prima lettera di esso, cui aggiun-
denni, ufficio della cancelleria apo- ge il cognome, con questa forinola:
stolica, di cui si parlerà, e diversi Fisa A. Barbolani Breviator Cu-
impiegati di secondo ordine. Ad riae ( che è il presente abbrevia-
essa sono addetti tre teologi esa- tore di curia per nome Alberto); e
minatori de' concorsi alle parroc- scrive così acciò sia noto, ch'essa e
chie di Roma, a' quali talvolta si scritta secondo lo stile della corte
9

i76 DAT DAT


pontificia, e non vi è cosa contra- ed il succollettore deve ritirare tali

ria al medesimo. Dell' abbreviatole rescritti, ed apporre la firma sulle


di caria ha scritto il lodato Ciani- bollemedesime in seguito del pa-
pini una Compendiaria nolitia, stam- gamento già fatto, e versato nella
pata in Roma nel i6q6, e dedi- cassa del depositario; cioè i.° nel
cata ad Innocenzo XII, il quale nel- ripartire 1' introito di queste tas-
l' anno precedente a' 24 dicembre se ai diversi partecipanti annalisti :

gli avea conferito questo posto ono- i cappellani segretari de' medesimi
revole. Il Ciampini incomincia il co' loro particolari registri confron-
catalogo degli abbreviatori di cu- tano prima col succolleltore , e
ria dal i382, dal pontificato di quindi col depositario l'ammon-
Urbano VI. Oltre l'articolo Aihjre- tare dell'introito medesimo; 2. nel
yiatore m Curia, abbiamo parla- raccogliere alle scadenze i paga-
to di questo officio nel Dizionario menti dei quindenni, che dai cor-
ai seguenti volumi. Nel volume pi morali si fanno per essere sta-
Vili, pag. 20?., si dice della lettura te a loro vantaggio applicate ren-
che fa della bolla per la prima dite di benefizi ecclesiastici sop-
promulgazione dell'anno santo, spet- pressi con apostolica autorità. Que-
tando la seconda lettura agli udi- sta esigenza ancora, come tutte le
tori di rota. Al voi. VII, pag. 3 1
altre, si versa nella cassa del de-
si dice della spedizione che fa delle positario facendosene il medesimo
bolle di canonizzazione ; ed al voi. riparto dal succollettore, come delle
V, pag. 280, delle bolle per via di mezze annate. Degli introiti, e dei
curia, che si spediscono da questo di queste due esigenze deb-
riparti
abbreviatore. bono dal succollettore farsene ogni
Di sopra parlammo delle anna- anno due copie, 1' una delle quali
te, e dei quindenni. Ci sia permesso deve esibirsi alla computisteria del-
f[ui una breve notizia sulle attri- la dataria, e l' altra alla deposita-
buzioni del succolleltore generale ria. Nelle spedizioni finalmente tan-
delle une, e degli altri, della can- to delle materie concistoriali ,
pel-
celleria apostolica. Le attribuzioni le quali è solito concedersi dal Pa-
di questo ministro consistono nel- pa per mezzo di monsignor segre-
l'esigere le tasse chiamate di mezza tario della concistoriale , e del sa-
annata, le quali si pagano nella gro Collegio, la minorazione delle
cancelleria apostolica , nelle spedi- spese, con una determinata somma,
zioni di bolle di que' benefizi, par- quanto per le altre non concisto-
rocchie, e pensioni eccedenti l'an- riali ma di qualche entità, sulle
,

nua rendita di ducati ventiquattro quali il Cardinal pro-datario fìssa


d'oro di camera. Di simili tasse, la somma da distribuirsi fra tutti
le quali pel passato si pagavano e singoli i partecipanti della data-
interamente, dal Papa venne po- ria e cancelleria apostolica, al suc-
scia accordata la minorazione per collettore spetta eseguirne la divi-
organo del Cardinal pro-datario co- sione, la quale poi approva e sot-
me superiore di tutti i collegi va- toscrive il detto Cardinale. Ad A-
cabili, ed è perciò che questo Car- lessandro VII ricorse il sagro Col-
dinale accorda, e fissa con analo- legio circa i monisteri, che si spe-
gia rescritti la somma da pagarsi, discono per supplica dalla dataria,
, 5

DAT DAT 1
7
e i quinderini per le unioni ec. Il loro generali congregazioni, per
Papa rescrisse alla supplica: Al procedere ciascuno alla nuova ele-
Cardinal pro-datario che ne parli, zione del rispettivo depositario. A.
ed Cardinale fece il seguente de-
il tal relazione Pio VI, che ben cono-
creto. » Sanctissimus Dominus No- sceva la storia dei precedenti de-
» ster nullas in posterum supplica- positari de' vacabilisti quasi tutti
» tiones super monasteriis consi- falliti,commise a detto Cardinale
» storialibus in libris camerae a- d'incaricare il nominato ammini-
« postolicae taxatis, vel aliis gra- stratore delle componende, di con-
» tiis concernentibus interesse sacri tinuare a ritenere la qualifica di
« Collegii praesentari Sanctitati suae depositario, siccome uomo di cre-
>•> signanda, nisi exhibitis prius in dito, di timorata coscienza, dotato
» dataria attcstationibus authenti- delle necessarie cognizioni, ed atto
» cis ofticialium ejusdem sacri Col- ad essere responsabile di tutto il

» legii, seu cedulis satisfactionis ". denaro, che si esigeva pei vacabili-
Inoltre è addetto alla dataria, e sti, e che quindi si pagava, dovendo

dipendente dal Cardinal pro-data- però antistare del proprio a qualun-


rio, il Depositario generale de' Va- que mancanza. In tal guisa Pio
cabili, sebbene sia un officiale del- VI istituì nell' amministratore delle
la cancelleria, e perciò figuri fra componende l'uffìzio di Depositario
quelli diquesto primario tribuna- generale di tutti i vacabilisti, i

le,anche nelle Notizie annuali di quali se ne mostrarono ben conten-


Roma. Anticamente 1' eleggevano, o ti, vedendo posti in sicuro i loro
proponevano gli stessi collegi vaca- interessi. Nel medesimo pontificato

bilisti; ma essendo fallito nel 1790 di Pio VI, per morte dell' abbate
Francesco Antonio Tartaglia, depo- Ghignardi, il suo coadiutore abba-
sitario della maggior parte del col- te Domenico Sala non solo gli suc-
legio de' vacabilisti, per ovviare al cesse nella prefettura delle compo-
disordine accaduto in altre simili nende., ma anche nell'offìzio di de-
antecedenti occasioni, nelle quali positario de' vacabili, cui poi si ae
per fallimento dei rispettivi depo- giunsero a lui le cariche di succol-
sitari era rimasto alcuni mesi so- lettore generale delle annate, e dei
speso il pagamento de' vacabili quindennii, non che di sostituto del-
l'amministratore delle componende l' abbreviatola delle spedizioni per
sidiede il pensiero di mettere su- via di curia. Questo rispettabile
bito le cose in regola, e di conti- personaggio, per lunga serie di an-
nuare a pagare senza veruna in- ni, e sotto cinque pontificati, fu l'a-

terruzione le mensili rendite a nima della dataria apostolica pel-


tutti i vacabilisti. L' amministrato- le sue eslese cognizioni, somma o-
re delle componende era allora lo .nestà, attività, e diligenza, con cui
abbate Tommaso Ghignardi, che a- disimpegnò sino morte, acca-
alla
vendo tutto posto in corrente, ed duta in gennaio i832, i quattro
in piena regola; invitò il Cardinal rilevanti offìcii, ed ebbe a degno
pro-datario Campanelli a farne re- fratello l'amplissimo Cardinale Giu-
lazione al Pontefice Più VI, po- seppe Antonio Sala, ora defonto,
tendosi quindi notificare ai collegi chiamato pe' suoi vasti lumi l' ar-
tic' vacabilisti, che intimassero le chivio ambulante della santa Sede,
,

i58 DAT DAT


Dopo la morte del benemerito ab- Dell' elenco degli spedizioneri, che
bate Sala, piacque al regnante dopo un lodevole esercizio in tali
Papa Gregorio XVI di nominare studi di dieci anni, dovendo esibi-
uno speciale depositario generale dei re i documenti all' offizia-
relativi
vacabili, staccando 1' officio dall'am- le per - obitum. Quindi lo stesso
ministratore delle componende, al Cardinale, nel i83j, pubblicò 1' e-
quale nominò l' integerrimo ed one- lenco dei signori spedizioneri ap-
stissimo abbate Odoardo Landuzzi, provati dalla dataria apostolica, se-

e volendo affidarne il geloso offi- condo l' ordine alfabetico del loro
zio a persona intelligente, e di spe- cognome, in numero di quaranta-
rimentata probità, colle necessarie quattro. Non è poi permesso a chi
cauzioni, per mezzo del Cardinal non è spedizionere apostolico, ne
Pacca pro-datario, vi nominò il direttamente, né per interposta per-
cav. Agostino Rempicci. Qui note- sona esercitarne l' offizio, come ri-

remo, che tutti i ministri ed offi- levasi dal citato editto di monsi-
ciali di dataria vengono nominali gnor Millo. In quanto agli spedi-
dal Papa per biglietto del Cardi- zioneri apostolici, die fanno parte
nal pro-datario, che poi munisce della Curia Romana [Te di), devo-
tutti di sua patente. Però il pre- no eseguire strettamente le prescri-
lato sotto datario è dal Papa nomi- zionied istruzioni, che sono loro
nalo per mezzo di biglietto del comunicate dagli agenti, e commit-
Cardinal segretario per gli affini tenti ; possedere una cognizione suf-
di stalo interni, cui segue la spe- ficiente della pratica del loro eser-
dizione del pontificio breve. cizio ; incorrottamente esercitare il

Finalmente menzione
faremo loro offizio, ed aver ragione alla
degli Spedizione/i Apostolici ( Ve- occorrenza di tutte le cause, e re-
di) della dataria, e cancelleria a- lative forinole, che sogliono appor-
postolica, che altra volta in Fran- si nelle suppliche ; usar la massima
cia erano chiamati Banchieri spe- fedeltà ed esattezza in quei tra-
dizioneri (Fedi). Olire le provvi- sunti di bolle, die sogliono fare,
denze su di essi emanate da di- ed ai quali resta annessa la fede
versi datari, e Cardinali pro-da- pubblica. Egli è perciò necessario,
tari, sulla loro ammissione, eserci- che lo spedizionere apostolico abbia
zio ec, abbiamo L'editto del data- percorso una carriera pratica, per
rio monsignor Millo, poi Cardinale ben conoscere in ispecie la sostan-
pro-datario, pubblicato a' 25 gen- za ed il valore delle regole di can-
naio 1748, dal quale rilevasi, che celleria; et ad cognoscendas nota*,
gli spedizi oneri della dataria, e vale a dire, breviandis formidis
cancelleria apostolica erano cento; che diede 1' etimologia agli antichi
come ancora f editto dell' attuale no tari, e che può darla anche agli
Cardinal pro-datario Barlolommeo spedizioneri, come notali apostoli-
Pacca, pubblicato, previo 1' oracolo ci, dappoiché l'abbreviazione delle
del Papa, a' 3 settembre 833 ; 1 forinole si richiede per lo disbrigo

col quale in dieci paragrafi, emanò dell' immenso numero delle suppli-
saggi provvedimenti sin medesimi, che, che si fanno alla santa Sede.
e sui giovani dei loro studi, qua- i Sulle pene delle supposte largizioni
li non potranno essere ammessi agli spedizioneri, abbiamo la co-
DAT DAT i5 9
stituzione di Gregorio XIII de da- rio, che soleva essere un uditore
tis et pi omìssis pio justitia et gra- di rota, per mezzo del quale eser-

tta obiinendis. Gli spedizioneri apo- citavano la loro giurisdizione nella


stolici sono persone che uniscono collazione de' benefizi ec. V. il de
alla cognizione degli affari, la dili- Luca Del Cardinale pratico, p.
genza, e la probità, per cui il loro 180. Cardinal Girolamo Veral-
11

ordine nella romana curia è cospi- 10 legato in Francia ebbe per udi-

cuo e distinto. tore e datario monsignor Giam-


DATARIO. ( Dalai ius ). Cosi battista Castagna, che poi divenne
chiamasi il primo ministro della Cardinale, e nel1590 fu creato
Dataria Apostolica [Tedi), se è Papa col nome di Urbano VII.
prelato, mentre se è Cardinale di- Mentre monsignor Giambattista
cesi pro-datario. Dicesi datario dal- Pamphily era nunzio di Napoli,
l' officio, e dal luogo ove lo eserci- Urbano Vili lo chiamò in Roma
ta, e perchè scrive la data del per darlo compagno, colla carica
giorno, in cui il Papa comparte di datario, al suo nipote Cardina-
i benefizi, le dispense e le altre le Francesco Barberini, nella lega-
grazie proprie della dataria apo- zione alla Francia, ed alla Spagna.
stolica, poiché il datare era anti- 11 Pamphily era slato uditore di
camente il suo principale officio ;
rota. Si racconta, eh' essendo egli

officio che poi si fece eseguire dal- assai circospetto nel fare grazie al-
l' offiziale di dataria, chiamato il l' improvviso, in queste due lega-
prefetto delle date, cioè dal Cardi- zioni, e nell' esercizio del dataria-
nal A Trigoni prò- datario di Paolo to, si acquistò il nome di monsi-
V in poi, come si legge nella gnore non si pub, perchè spesso
Relaz. della corte di Roma del rispondeva ai ricorrenti: non si pub.
Lunadoro a pag. 82, dell' edizione Urbano Vili lo creò Cardinale, ed
del 1646. La giurisdizione del Cai- alla sua morte gli successe nel
dina! prò- datario è estesissima, dap- i644> c °l nome d'Innocenzo X.
poiché nella curia pontificia della Siccome il Cardinal legato d'Avi-
dataria giudica le cause di sua per- gnone, già dominio della Sede apo-
tinenza, definitivamente, e senza stolica, aveva maggiore autorità, e
appello. Ma del datario, e del Car- giurisdizione degli altri Cardinali
dinal pro-datario, della loro origi- legali a latere 3 sia nella collazio-
ne, e prerogative, e della loro se- ne de' benefizi, che in altro, così
rie da Martino V sino ad oggi, aveva il datario, e la dataria,
abbiamo parlato nell'antecedente per cui ce ne permetteremo un
articolo. cenno, coli' autorità del p. Seba-
Anche i Cardinali Legali apo- stiano Fantoni Caslrucci, autore
stolici', e legati a la tei e {Vedi) a- dell' Istoria della città cV Avignone,

vevano il datario. Rappresentando e. del contado Venesino, stati del-


il Cardinal legato a latere lo sles- la Sede apostolica nella Gallia.
so sommo Pontefice, estesissime e- L'uffizio del datario della legazio-
rano le facoltà dei Cardinali le- ne di Avignone, ancorché questi
gali a latere, di cui al presente non esercitasse in vigore di sua ca-
sono rari gli esempi. Avevano il rica alcuna giurisdizione, luliavolla
tribunale della datai ia col dala- era mollo cospicuo. Dappoiché re-
ìOo DAT DAT
golava sotto il vice-legato la can- toni, dell'Ordine
carmelitano, il

celleria, di cui erano ministri infe- quale per un' urgenza che lo chia-
riori il segretario della legazione, il mò altrove, rassegnò il pro-data-
custode del sigillo, il registratore, riato nelle mani di monsignor A-
e il correttore delle bolle. Per mez- riosto arcivescovo, e vice-legato di
zo della dataria passavano ancora Avignone, che ne provvide collo
tutte le grazie temporali che si stesso titolo di pro-datario il cano-
concedevano in Avignone, e nel nico Tache sino all' arrivo del nuo-
contado Venaissino. Quindi nelle vo datario da Roma. Del resto i

pubbliche udienze il datario assi- datari dei Cardinali legati a latcre


steva il vice-legato alla destra. Era furono soggetti dotti, e pieni di
prerogativa di questo datario, rice- esperienza, per cui molti vennero
vere in appello le cause che gli poscia innalzati alla dignità cardi-
rimetteva il vice-legato, le quali nalizia.
erano prima passate sotto il giu- La nobilissima famiglia Colon-
dizio dell' uditore generale, e della na {Vedi) , romana, siccome do-
rota. V. Avig_\o>e. L' officio di viziosa di benefizi di jus -patronato,
datario si conferiva dal Cardinal ha la sua dataria, e il suo data-
legato, a suo beneplacito ed a tem- rio, e dell' una, e dell' altro per
po limitato. Tuttavia si sa che ultimo ci permetteremo un cen-
Bartolommeo Guidotti, dottore bo- no. Il terzo offiziale del tribu-
lognese, fu datario in vita, per nale della sagra peuitenzieria apo-
breve del suo concittadino Grego- stolica è ildatario, carica che si

rio XV, dato in Roma a'29 apri- conferisce ad un dotto prelato. A


le 1623. JNon ostante che si faces- lui si appartiene di scrivere nelle
se in Roma la provvisione di que- suppliche la data del giorno, del
sta carica, quando era vacata per mese, e dell' anno del Papa re-
promozione, per morte, o per al- gnante, o della sede vacante, si-

tra circostanza, 1' hanno conferita gnificando il palazzo ove il Ponte-


anche i per interim col
vice-legati fice risiede, ed aggiugnendovi il

titolo ora di ed ora di datario, proprio nome, e cognome. V . Pe-


pro-datario. Fu deputato datario MTENZ1EJRIA APOSTOLICA.
Ludovico Guion da monsignor , •In quanto al datario, ed alla data-
Corsi a' 4 marzo 1626, da monsi- ria della nobilissima famiglia Colon-
gnor di Burdesia pro-vice-legato ai na, è a sapersi, che il principe Colon-
2.5 ottobre 1642, e dal Cardinale na, trovandosi al possesso di tanti
Sforza pro-legato a' 4 aprile del feudi, ne' quali le provviste, o per
i64j. Monsignor Lascaris deputò la maggior parte, o tutte erano di
datario Ludovico Arrigo Guion . suo jus patronato, molto tempo pri-
Per breve tempo fu pro-datario ma della estinzione dei diritti ba-
sotto monsignor Dolci vice-legato. ronali, deputava persona ecclesia-
un religioso dell'Ordine de' predi- stica, denominata Datario, in quei
catori sottoscritto ne' registri della luoghi medesimi le cui incumben-
cancelleria. Monsignor Mattei vice- ze non consistevano in altro, se
legato, per tre mesi, e col titulo non che nell' avere corrispondenza
di pro-datario, ne fece esercitare 1' diretta coi vescovi, nelle cui dioce-
uffìzio allo slesso istorico p. Fau- si erano i feudi, per prendere esat-
DAT DAT 161

ta informazione sulla qualità, e sui Cardinal pro-datario, il quale fa


meriti dei concorrenti alle suddet- spedire le opportune bolle a favore
te provviste vacanti, su di esse
e del presentato. In fine il principe
riferire al principe patrono, perchè gode il diritto di patronato d'una
la scelta potesse cadere in soggetti cappellania nella basilica lateranen-
idonei. A
formarsene un'idea, non se, non che de' cosi detti posti, e
deve tacersi, che il principe, sul mezzi posti di alunno nel colle-

finire del passato secolo aveva set- gio Capranica di Roma, e nei se-
tanta feudi nel regno di Napoli, minari vescovili di Palestriua, Fe-
dieci in Sicilia, e ventisette nello rentino, Veroli, ed Anagni. Attual-
stato pontificio. Le provviste eccle- mente è datario della casa Colon-
siastiche di suo patronato in que- na d. Ilario Quadrali, abbate mi-
sti luoghi erano oltre il numero trato di Marino, dignità appunto,
di seicento, consistenti in dignità alla quale nomina il principe Co-
principali curate, in prepositure, e lonna.
arcipreture, ed ahhadie, una delle DATI Giovanni, Cardinale. Gio-
quali è distinta col titolo di abba- vanni Dati, Cardinal prete de' santi
zia mitrata, o in canonicati, in bene- Sergio e Bacco, fu crealo da Euge-
fìzi residenziali, e semplici, ed in nio II neh' anno 825.
cappellanie. Succeduta nel pontifi- DATI Leonardo, Cardinale. Leo-
cato di Pio VII, l'estinzione dei nardo Dati nacque in Firenze. Ab-
diritti baronali nello stato pontifi- bracciò ne'primi anni l'istituto dei

cio, e la libera rinuncia emessa dal predicatori nel convento di s. Ma-


principe e contestabile d. Filippo, ria Novella, e in poco tempo rice-

non che estinti i diritti baronali vette la carica d'inquisitore in Bo-


nei feudi di Napoli e Sicilia, il ca- logna, e le più cospicue magistra-
po della casa Colonna tutlavolta ture suo Ordine
del Uomo di .

conserva di presente l' onorifico eccellente ingegno, ed illustre per


diritto ne' soli ex feudi dello stato dottrina, per costume, e per allre
pontificio, le cui provviste supera- doti, si procacciò da tutti stima,
no il numero di trecento, e nelle e venerazione. In seguito fu elet-
vacanze di esse presenta con ri- to maestro del sagro palazzo, e poi
spettive nomine i soggetti da se generale della sua religione. Cosi
provveduti ai due Cardinali vesco- egli era amato da' padri del con-
vi suburbicarii di Albano, e Pale- cilio di Costanza, al quale come
strina, ai vescovi di Ferentino A- oratore de'fìorentini, dovette interve-
nagni, Veroli, A latri, e Terracina. nire, che l'onorarono col voto elet-

E se questi ecclesiastici, i quali go- tivo per la nazione italiana ne' co-
dono simili prebende, per alcuna mizi di Martino V. Fa prova
circostanza muoiano in Pioma, ben- eziandio delia stima ch'egli godeva,
ché in tal caso dovrebbero di re- l'essere stato destinato da'padri stessi
gola generale andar soggette alla a censore della falsa dottrina di
affezione della dataria apostolica, Giovanni Hus. Anche a Martino
non ostante il principe Colonna fa V fu carissimo, e ricevette da lui

la sua solila nomina alnuovo prov- l'incarico d'intimare a' vescovi di


visto, a forma di commendatizia Spaìatro, e di Candia il concilio da
diretta al sommo Pontefice, o al suo tenersi a Piacenza. V ha quislione
VOL. XIX. i i
iGt. DAU DAV
tra gli eruditi, come riporta il scovi. Al presente è un vescovato
Cardella ne' Cardinali di Martino in partibus,che viene conferito dal-
V, s'egli veramente sia stato pro- la santa Sede, ed è pur soggetto
mosso alla sagra porpora. Alcuni all'arcivescovo di Atene egualmente
lo vogliono morto pochi momen- in partibus.

ti dopo la sua promozione al- ;.


DAUSARA o DAUZARA. Sede
tri lo credono promosso ma non , episcopale della provincia Osroena.
decorato delle Cardinalizie insegne; nel patriarcato di Alessandria, di-
l'Orsolini però lo annovera tra i pendente dalla metropoli di Edes-
Cardinali fiorentini. Quest' uomo sa. Commanville asserisce, che fu
morì in Firenze l'anno i4 2 5. ed eretta in vescovato nel sesto seco-
ebbe il sepolcro nella chiesa del suo lo, e Procopio dice che in origino
Ordine. fu un castello fortificato dall'impe-
DATIVA Nel V
(s.), martire. ratore Giustiniano I.

secolo, tempo Unerico re in cui DAVIA


Giannantonio. Cardinali
dei vandali infieriva contro i cri- Giannantonio Davia, bolognese di
stiani, soffrì questa santa gloriosa- patria, ricco di famiglia, assai chia-
mente il martirio in unione a s. ro per talenti, studiò ne'primi suoi
Bonifacio, e vari altri generosi cam- anni la giurisprudenza, nella qua-
pioni. Il martirologio romano ac- le ebbe laurea di dottore. Poscia
cenna la loro festa il dì 6 dicem- arruolatosi alla milizia, nel 1684,
bre. marciò colle truppe venete contro
DATIVO (s.), martire. V. Satur- i turchi, e trovossi anche all' assedio
nino dell'Africa. di s. Maura. Quindi intrapreso un
DALTERIO Giovanni, Cardina- viaggio alla volta delle più. colte
le. Giovanni Dauferio, nato di no- città d'Italia, giunse in Roma, e per
bile famiglia in Salerno, fu pro- consiglio d' Innocenzo XI fece ri-
mosso alla dignità Cardinalizia ,
nunzia alla spada per dedicarsi al
colla diaconia di s. Nicolò in car- ministero degli altari. Innocenzo
cere da Calisto II l'anno 1122. XI, conosciuto il di lui singolare
Aderì per qualche tempo all' anti- ingegno, volle spedirlo a Brusselles
papa Anacleto che lo trasferì al-
, in qualità d'internunzio. Da di là
l'ordine degli anticardinali preti, col venne trasferito sotto Alessandro
titolo di s. Pudenziana, ma poscia VIII alla nunziatura di Colonia,
ravvedutosi , spirò nel bacio del Si- e da questa, per volere d'Innocenzo
gnore l'anno 11 35, sotto il pon- XII, a quella di Polonia. Ivi si tro-
tificato di Innocenzo II. Il di lui vò presente alla elezione di Augu-
nome è scritto anche in una bol- sto, duca di Sassonia ma avendo :

la da Innocenzo II medesimo spe- spiegata particòlar adesione al par-


dita nel 11 33 a favore della chie- tito di questo principe, i francesi
sa di Pistoia. lo costrinsero a ritirarsi dal suo
DAULIA {Daulian.). Sede ve- uffizio, e trovar nella Slesia un
scovile della prima provincia d'A- ricovero dalle loro persecuzioni.
chea nell'esarcato di Macedonia, Senonchè la di lui innocenza fat-
piesso Delfo, sottoposta alla metro- tasi in breve tempo palese, Inno-
poli d'Atene, ed eretta nel nono cenzo XII non solo gli diede la

secolo, di cui si conoscono sei ve- conferma nel suo posto , ma lo


DAV DAV i63
promosse ben anco al vescovato di no all'Irlanda precisamente noli;»

Rimini. Continuò ad esercitarsi nel- contea di Pembroke, presso il ca-

la nunziatura, e poscia dalla corte di nale di s. Giorgio poco lungi dal


Polonia fu trasferito a quella di mare. Fu città considerabile, chia-
Vienna; ma ritiratosi poi da que- mata Mencvia, Davidis e Fammi ,

sta nel 170.5, perchè non volle ri- Sancii Davidis. Venne edificata su
conoscere l'arciduca Carlo in re di di un promontorio, ed ha una sor

Spagna, prese la pastoral direzione gente minerale assai frequentata.


della sua chiesa, e sett' anni do- Commanville dice, che s. Germano
po da Clemente XI, cioè a' 8 mag- 1 di Auxerre vi fondò un vescovato
gio 17 12, fu creato prete Cardinale verso l'anno 49°> e c h e s David, -

di s. nonché legato prima


Calisto, il quale ne fu il secondo vescovo,
della Romagna, e quindi di Ur- vi avesse la dignità metropolitana
bino. Nel 1726 rinunziò il go- sopra tutti i vescovi del principato
verno di quella diocesi per mo- di Galles il perchè i successori
;

tivi di salute, e ritornato in Ro- di lui lungo tempo la conte-


per
ma, fece parte delle congregazioni sero agli arcivescovi di Cantorbery.
del s. offìzio, de' vescovi e regolari, Sembra, che il Pontefice Eugenio
della immunità, della propaganda, ed III, del 1 4-5, confermasse in qual-
1

altre cui era stato ascritto, essendo che modo la dignità metropolitana
prefetto di quella dell' indice. Non dei vescovi di s. David, i quali, in

tralasciò per altro di occuparsi anche progresso di tempo, poco a poco


degli affari dell'Inghilterra, e della si sottomisero a Cantorbery. Altri
Polonia, e sempre con quell'avve- dicono, che il vescovo nel nono se-

dutezza e prudenza, che 1' avevano colo divenisse arcivescovo, e che


cosi distinto anche per lo passa- nel decimo tornasse ad essere ve-
to. Divenuto primo prete , cangiò scovo. La cattedrale, il cui campa-
il suo titolo con quello di s. Lo- nile ha 307 piedi di altezza, è un
renzo in Lucina. Tanto era egli ac- bello edifizio , che sembra essere
cetto al sagro Collegio, che nel con- opera di molti secoli addietro.

clave di Renedetto XIII ricevè una DAVIDE Nacque nell'Irlan- (s.).

gran parte de' voti a suo favore. da da un principe cristiano, e quin-


Morì in Roma nel 1 740, in età di educato e cresciuto nella religio-
di ottani' anni, ed ebbe sepolcro ne di Gesù Cristo, si consacrò al
nella chiesa del suo titolo nella cap- Signore, e divenuto sacerdote seco-
pella di s. Francesco Caracciolo., e lare, si ritirò nell'isola di Vigth,
poi fu trasferito in quella detta del vivendo in quel luogo sotto la di-

Purgatorio. Renedelto XIV, di lui sciplina del pio e dotto Paolino,


grande amico e concittadino, gli che fu discepolo di s. Germano di
pose sotto il marmoreo busto Auxerre. Quivi egli talmente avan-
una iscrizione, che sarà il testi- zò nell'esercizio delle cristiaue virtù,
monio delle virtù, le quali fecero che Iddio volle per premio antici-
risplendere il Cardinale Davia. pato conferirgli ancora vivente il
DAVID (s.). Città vescovile del dono de' miracoli. Si apparecchiò in
regno d'Inghilterra, nel principato quella solitudine al ministero della
di Galles, nella punta più occiden- divina parola, a guisa del Rattista,
tale di questo paese, e perciò vici- e quando si conobbe bene fondato,
64 DAV DAV
uscì eia quella spargendo fra'breto- Fiandra. Era costui di professione
ni l'evangelica semente. Istituì va- pittore da vetri, e di fede anabat-
ri ruonisteri, e nella vallata di Ross tista. Verso l'anno i5a5, seducen-
ne fondò il principale, dai quali do alcuni uomini semplici, si fece
t ulti ebbe la Chiesa di Dio molti santi, a predicare una nuova dottrina, e
e non pochi pastori di anime. Rigi- formossi una setta particolare. Di-
dissima fu la regola, che prescrisse ceva, ch'egli era il terzo David fi-
a'suoi monaci ; il lavoro delle tene, glio di Dio, non già secondo la car-
il silenzio, una continua orazione, ne, ma giusta lo spirito, mandato
lutto questo veniva praticato nel gior- per salvare gli uomini per mezzo
no. La notte poi rientrati i monaci della grazia, e non per mezzo del-
nel monistero, attendevano alla let- la morte. Negava la risurrezione
tura. Di solo pane e radici si ci- de'morti, benché egli promettesse
bavano, e la bevanda era semplice a'suoi discepoli di risuscitare tre
acqua mista con latte. Lungo non giornidopo che l'anima di lui sa-
era il sonno, e vestivano panni rebbe passata ad altra vita; nega-
grossi fatti di pelli di animali. Su- va la necessità del battesimo, la
scitatosi per la seconda volta il pe- indissolubilità del matrimonio, la

lagianismo in que'luoghi, nel 5i2 comunione dei santi, la esistenza


o 5ig, molti vescovi si raccolsero degli angeli, e il dovere di dar la
affine di respingerlo, e fu invita- vita piuttostochè rinunziare alla lè-
to anche Davide, il quale con la de. Uscito della città di Gand per
forza del suo sapere, dell'eloquen- timore di venir condannato, e pre-
za, e, quel ch'è più. , de' miracoli, so il nome di Giovanni Bruci), si
confuse gli eretici, e li disperse. avviò alla volta di Basilea, dove
Tanta fu la fama cui si acquistò morì. Il senato di quella città lo

egli in questa occasione, che l'arci- volle dissotterrato, e ne fece ardere


vescovo Caerleon s. Dubrizio
di le ossa.

volle cedergli il governo della sua DAVIDICI. Eretici di poca du-


chiesa, e nulla giovando la sua op- rata, discepoli di un certo David
posizione, si sottomise alla fine per Dinaut, così appellato dal luogo
obbedienza ai padri del concilio, della sua nascita. Avea costui adot-
che così avevano approvato, e co- tati i principi i di Almerico suo
mandato. Addossatosi il nuovo inca- maestro, e scrisse per difender-
rico, si diede tosto con zelo sempre li.Correva allora il secolo deci-
più ardente al ben essere del suo greg- moterzo, ed ancora esisteva in Fran-
ge, e tale egli si mantenne sino al- cia un rimasuglio degli antichi cat-
lamorte, che avvenne l'anno ^44> tari, eretici i quali negavano l'au-

contando un'età molto avanzata. Il torità della Chiesa, i sagramenti,


suo ebbe sepoltura nella
corpo ed altre verità. Questi credettero
chiesa di Andrea, ora di s. Da-
s. di trovare negli scritti di David le

vide. Viene onorato il dì i marzo. prove delle loro falsità, e ne fece-


DAVIDE (s.), martire. V. Ro- ro un nuovo impasto assai poco
mano (s.). dissomigliante dall'antico loro si-

DAVIDICI o DAV1DGEOR- stema. Dicevano, che Dio padre si

GIAÌNI. Eretici discepoli di Da- era incarnato in Abramo, e Dio


vid Giorgio, nato in Ganci nella Figliuolo in Gesù Cristo. Asseriva-
. ,

DEA DEC i65


110 poi che allora era giunto il Alessandro VII, succeduto ad Inno-
regno dello Spirito Santo, e che la cenzo nel i655, Io trasferì af po-
religione si doveva ridurre ad un sto di ponente del buon governo
colto tutto interiore, al quale nien- votante di segnatura. Quindi, nel
te dovessero nuocere le esteriori ope- 1 G6cj, fu crealo arcivescovo d' Ur-
razioni, qualunque esse si fossero. bino ; ma volendo quivi adoperarsi
Non è meraviglia pertanto che si al ristabilimento della disciplina e
facessero leciti gli eccessi più turpi della morale con modi piuttosto
e discendessero alle più abbomine- forti e severi, n'ebbe dispiaceri per
voli nefandi là. Un certo Gugliel- modo che, rinunziata quella chiesa,
mo, orefice, era il capo di questi fu costituito da Innocenzo X segre-
deliranti; egli predicava che dentro tario de' vescovi e regolari. Ma di
cinque anni da quell'epoca, il mon- quest' uffizio neppur prese possesso;
do era per essere colpito da quat- che il Pontefice lo destinò a segre-
tro flagelli: la fame, la guerra, il tario della visita apostolica, e po-
tremito to, e il fuoco dal
Quat- cielo. scia vicegerente del Cardinal vica-
tordici di questi fanatici furono ar- rio.Innocenzo XI poi, creato nel
restati e condotti al concilio, che si 1676, volle mostrare quanta buo-
teneva in Parigi; vennero ammae- na stima nutrisse pel De-Ange-
strati, ma inutilmente. Fu quindi lis, e quindi lo assunse alla dignità
pronunciata condanna
di morte,
la cardinalizia coltitolo di s. Maria
e dieci di furono abbruciali
loro in Araceli.Morì in età d'anni 84,
nel dicembre del 1210. Vennero e la sua tomba fu in Barga nella
eziandio condannati e bruciati gli Garfagnana. Quanto egli fosse de-
scritti di Almerico e di David; co- gno di alta riputazione, lo si può
sa che diede il crollo alla nuova argomentare dall' aver egli avuti
setta, la quale in brevissimo tem- parecchi voti nel conclave per la
po finì. suprema autorità Pontificia.
D A VIL A Francesco, domenicano DEBELTUS, o DEVELTUS, seu
spagnuolo , fioriva verso 1' anno Zagorìa. Sede episcopale nella pro-
i6o3. Abbiamo di lui un trattato vincia d'Emimonte, nell'esarcato di
della confessione, e dell'assoluzione, Tracia, sotto la metropoli di Adria-
ed un altro della grazia, oggidì nopoli, ed eretta nel secolo quarto.
peraltro quasi sconosciuti. Essendo stata data la città ai bul-
DAZI. V. Gabèlle. gari dopo che si convertirono al
DEABOLI. Sede vescovile della cristianesimo, divenne la loro sede
prima provincia di Macedonia, chia- metropolitana allorquando furono
,

mata ancora Lelosphro, o Diavoli. cacciati dall'imperatore Basilio. Laon-


Questo vescovato della diocesi del- de in seguito il Papa Innocenzo
l'illiria, suffragane© della metropo- III trasferì i suoi diritti metropo-
litana di Tessalonica, ebbe due ve- litici a Ternobia. Nel quinto se-
scovi residenti. colo, il vescovo di Debeltus lo era
DE-ANGELIS Jacopo, Cardina- pure di Sozopoìi, e sei vescovi qui-
le. Jacopo De-Angelis fu nobile di vi ebbero sede.
Pisa, e nacque a' 1 6 giugno 1 6 1 1 DECALOGO. V. Comandamenti
Innocenzo X
lo creò governatore di Dio.
di Narni, di Fabriano e d'Jesi; e DECANO o DECANATO, Z?e-
iG6 DEC DEC
canus, Decanatus. Prima, o secon- di diecimonaci; e che oggidì si-
daria dignità in parecchie chiese cat- gnifica ancora una dignità canoni-
tedrali, e collegiate, talvolta deco- cale, chiamata in molte cattedrali
rata d'insegne, e privilegi particola- Praepositus, ancorché realmente non
ri.Le persone addette al coro non fosse capo di dieci. La similitudi-
hanno ordinariamente un superio- ne si prende dall'ordine militare,
re assoluto, fuori dell'ordinario. La che perciò il decano fu anche de-
qualità di decano, preposto, priore, nominato Decurio , come scrisse
arcidiacono, arciprete, e simili, so- Yalfrido : decuriones, vel decani, epa
no per odierno sistema qualità di sub ipsis vicariis (delle ville) quae-
preeminenza, di dignità, e di ono- dam minora judicia exercent, mino-
re, piuttosto che di giurisdizione ribus presbyteristitulorum possimi
presso i Capitoli [Vedi). Su questo comparari, cioè ai preti e rettori
argomento possono consultare
si di qualche chiesa non battesimale.
il Nardi, Parrochi t. I. pag.
dei Centenarii, qui et centuriones 3 et vi-
398, e seg., opera che fu stampa- carii, qui per pagos statuti sunt J
ta iu Pesaro nel 1829, il Frances presbyteris plebium (oggidì pievani
de ecclesiis cathedralibus cap. I e o piovani ) ,
qui baplismoles eccita
i4 t. I. dell'edizione veneta del sias lenent, et rninoribus presbyteris
1698, nonché i relativi articoli di praesuntj conferri queunt. De reb.
questo Dizionario Anticamente. eccl. cap. 3. Aggiunge il medesimo
l'arcidiacono, o l'arciprete, nelle Macri, che in Costantinopoli erano
cattedrali erano vicari nati del ve- i quali aveva-
chiamati decani coloro,
scovo, ed avevano privilegi inerenti no cura di seppellire i morti: anzi il

alla loro personale dignità, come si carnefice stesso era in detta città
può vedere nel cap. I, et cap. ad denominato decano. In quanto ai
haec 7, § archidiaconus vers. secun- decani vespilloni, forse presero il

dum vero de offic. archid. e. I, vers. nome di decani


perchè divisi gli
et in episcopi absentia C. ministe- abitanti per decine, ciascuna ave-
riutn 1, § 1, episcopus, C. offi- va un cataletto, ed una lettiera per
cium in princip. de ofjìc. archi-
3. trasportare i corpi. La parola de-
presbyteri et distinct. i5 cap. 1
§ cano deriva anche dal Decanus, che
archipresbyteri, vers. et (piando. presso i romani era colui, il qua-
JXelle chiese maggiori, nelle quali le presiedeva a dieci soldati, o di
ordinariamente eranvi dieci preti, un giudice di una decina. I decani dei
prehendato o canonico a suo cari- romani si dissero anche decurioni,
co, chiamossi decano. I preti, che e decani o decurioni si chiamarono
avevano ispezione sopra dieci chie- alcuni bassi officiali della corte di
rici,o dieci parrocchie, pure ehhero Costantinopoli, che avevano il co-
il nome di decani. Quando i decani mando sopra altri nove.
sono la prima dignità nelle chiese Il Muratori, nelle Dissero, so-
cattedrali, sempre se ne fa menzio- pra le antichità Italiane, dissero
ne negli articoli del Dizionario, ed X, parlò de' ministri minori della
m alcuni la pure quando so-
si fa giustizia, cioè giudici, seabiui, seul-
no dignità secondarie. Il Macri al dasei, decani, gastaldi ec. Primiera-
vocabolo decanus, dice ch'era di- mente è a sapersi, che spesso si là
gnità monacale, che aveva la cura memoria nelle leggi longobardiche,
.

DEC DEC 167


e negli antichi documenti degli scul- eranvi pure le decane, o decanarie,
dasci, o giudici delle terre o ca- che invigilavano sulle religiose
stella, poste nei contadi. Sotto gli In Roma i collegi prelatizi hanno
seuldasci stavano i decani, e i sal- ildecano come più anziano nella
tari, giacché l'ordine era in questo ammissione al ceto, e quelli dei
modo. Il giudice eia il primo, co- tribunali, della rota, e della came-
me rettore della città, che i franchi ra, ordinariamente sono creati Car-
chiamarono conte, poi venivano dinali. Dei decani di questi due
gli seuldasci giudici nelle castella tribunali, dei decani degli altri col-
di quel contado, e finalmente, i legi prelatizi, come di quello dei
decani, e saltali, sotto gli seulda- votanti della segnatura, degli av-
sci ; i saltari sul principio furono vocati concistoriali etc. , si tratta
custodi dei boschi, poi dei confini a'rispettivi articoli , insieme alle
della loro giudiciaria. In un decreto prerogative che godono. Il più an-
del 747 del re Rachis, si nomina- tico Cardinale vescovo suburbicario
no i decani, e i centenari, i qua- è il Decano del sagro Collegio
li esercitarono qualche giurisdizione {Vedi) } ed il più antico, ovvero
i primi sopra dieci, i secondi so- il primo de'servi tori di sala de'Car-
pra cento famiglie, per quanto si può dinali, prelati ec. non che quello
congetturare Dal passo già ripor-
. il quale nella sala pontificia pre-
tato di Valfrido StraLone si scorge, siede, e regola il servizio de'para-
che il popolo delle ville fu diviso in frenieri, e sediari del Papa, si chia-
centene, o centurie di famiglie, e che ma egualmente decano; del qua-
le decene, o decurie, o decanie, si for- le, ufficio e delle cui attribuzioni, ol-
mavano di dieci famiglie: a quelle tre quanto si dice ai luoghi che lo
comandava un centenario, a queste riguardano, si tratta all'articolo Fa-
un decano. Clotario II, re de'fran- miglia Pontifìcia, Cardinalizia ec.
chi circa l'anno 5o,5, sembra essere {Vedi).
stato il primo, che dividesse il ter- Ritornando al decanato, e deca-
ritorio di una città in centene, e no, dignità ecclesiastica, aggiungere-
decanie. Nell'archivio de'canonici di mo, che decanato era pure una
Modena si conserva un'autentica suddivisione degli arcidiaconati di
concessione di livello, fatta nel- qualche diocesi : un arcidiacouato
l'anno 8 1 3 dal vescovo Deusdedit, poteva avere tre, quattro, cinque,
dove si legge: decania quondam Ru- e più decanati. Un decanato, che
sliciani , decania Gausperli deca- , non avesse cura d'anime, poteva
nia Lupunì, decania Lumper etc. essere posseduto da un chierico in
V'ha tuttora nel distretto di Mo- età di ventidue anni, ma quando
dena un certo luogo appellato la aveva cura d'anime, bisognava che
Degagna, che il lodato Muratori fosse sacerdote^ ed avesse ventiquat-
dice derivare da Decania. Il deca- tro anni. In quanto ai decani, eran-
no degli antichi monisteri era un vi due sorta di decani nella chiesa;
superiore costituito sotto l'abbate, quelli delle cattedrali, e collegiate
perchè avesse cura di dieci mona- summenlovate, e quelli dei curati
ci.In alcuni luoghi il decano era che si chiamano decani rurali. Seb-
benedetto dal vescovo, o dagli ab- bene i decani fossero la prima di-
bati, e ne' monisteri di monache gnità nella maggior parte de'capito-
i6S DEC DEC
li, ciò non apparteneva loro per di ciò, cho avveniva nel decanato,
diritto comune, ma per l'uso che s'i per lo spirituale che pel tempora-
regolava la loro giurisdizione, e le delle chiese, non che invigilare
tutte le loro funzioni, come si av- sui curati, sulla distribuzione del-
vertì, e come
può vedere nella
si l'olio santo, e far loro tenere i bandi
Glossa sulla Pramm. quo tempore e tutte le ordinazioni de' propri vesco-
ec. §. Super his, verbo decanus. vi, significare le conferenze ecclesiasti-
A seconda del diritto comune, il che, approvare al bisogno preti per
decano di un capitolo doveva esse- la confessione, visitare i parrochi
re preso de gremio capituli, secon- infermi, amministrare ad essi i sa-
do la nota massima: unus de gre- gramenti, in una parola, general-
mio tantum potest eligi et promo' mente parlando, far tutte le fun-
veri ad decanalus dignitatem. Re- zioni degli Arcipreti [Vedi), dai qua-
golarmente parlando, i decani pre- li secondo i canonisti non differi-
siedevano al capitolo, pronunziava- vano, che nel nome.
no le conclusioni capitolari a plu- DECANO del sagro Collegio.
ralità de' voti, celebravano l'ufficio 11 Cardinale più anziano nell'esal-
nelle feste solenni, in assenza, od tazione al cardinalato presente in
impotenza de'vescovi, avevano ispe- curia, più degno de' sei Cardina-
il

zione sul coro, sui costumi de'ca- li suburbicari, ed ordinariamente


nonici, sulla disciplina, e sul rego- vescovo d' Ostia e Vellelri, è il
lamento della chiesa ; tuttavolta Cardinal decano del sagro Collegio
erano soggetti alla giurisdizione e- de' Cardinali di santa Romana
piscopale, meno che non vi fosse Chiesa, rappresentante in certo mo-
titolo, o privilegio in contrario. do il sagro Collegio medesimo. E-
Quando poi le funzioni curiali era- gli è l'anziano tra i Cardinali del-
no unite alla loro dignità, non po- la Sede Apostolica, il più cospicuo
tevano esercitarla validamente , e tra i vescovi del cristianesimo, il

lecitamente senza l'espressa licenza primario tra gli ordini tutti della
del vescovo diocesano, e del sommo gerarchia ecclesiastica, la maggior
Pontefice. Narra il Rinaldi, all'an- dignità della Chiesa di Dio, dopo
no iioo num. 22, che nel conci- il Papa, come si espresse il Ponte-
lio di Poitiers, fatto celebrare da fice Alessandro IV, al riferire del
Pasquale II, fu decretato, che gli Giacovaccio. Egli è il primo inter-
abbati, e decani, non essendo pre- prete degli oracoli della santa Se-
ti, vi si facciano, o perdano le lo- de, il primo a riconoscere nel con-
ro prelature. clave il romano Pontefice, il primo
Finalmente noteremo , che i de- a favellare nei concistori, e a dare
cani rurali successero ai Corepi- il suo voto nelle congregazioni car-

scopi (Vedi), ufficio dei quali era dinalizie, rappresentando il primo


fra le altre cose il vegliare sulle cure consigliere del capo augusto della
parrocchiali di campagna ; ma non Chiesa universale. 11 Cassaneo, in
avevano altre funzioni da quelle, che cathal. gloriae mundi, par. 4j con "
sono regolate dagli statuti diocesa- sid. 8, dice che il Cardinal vesco-
ni, e dalle loro commissioni. Secon- vo d' Ostia e Velletri, è chiamato
do queste funzioni più comuni in- per titolo di anzianità decano del
combeva loro avvertire il vescovo sagro Collegio, non per privilegio
,

DEC DEC 169


solamente, ma nuche per merito : storo appartenga di oliare alla
,

I/le enini, die' egli , reputandus ,


chiesa di Ostia ovvero che il più
:

et honorabilior est dicendiis, qui anziano Cardinale, benché presente


proxinnor est Domino, ut episenpus in curia, non si curi di otfare a
osticnsis Pontifici j toccando al veruna di queste chiese, sebbene
Cardinal vescovo di Ostia consagra- stimate primarie. In fatti accadde,
re il sommo Pontefice. V. il Co- che il Cardinal Antonio Barberini
liellio, Notilia Cardinalalus, cap. divenne per 1' anzianità sotto deca-
LXII , De sacri Collegii Cardina- no, e nondimeno fu contento di
li uni decano ; il Cardinal de Luca, ritenersi la chiesa di Paleshina,
il Cardinale della S. R. Chiesa non curandosi di ottare quella di
pratico, e gli articoli Cardinali, e Porlo, quale fu ottata dal Car-
la

moro Collegio, dove si tratta di dinal Brancaccio. E quindi segue,


tuttociòj che riguarda il senato che a questi effetti, e particolar-
apostolico, e quando s' incominciò mente a quello del decanato, la

a chiamare, e prendere la forma anzianità si disse piuttosto civile,

di collegio. che naturale, imperci»cchè alle vol-


Parlando de Luca delle solite
il te avviene, che un Cardinale più
episcopali chiese, che suole ottene- anziano rimane per suo beneplacito
re il Cardinal decano del sagro addietro neh' ordine presbiterale
Collegio, dice, che tra le sei chie- perchè passa all'ordine de' vescovi il
se vescovili e suburbicarie, non meno anziano. Questa cosa suole
vi è ordine di maggioranza, giac- avvenire o per ispontanea volontà, o
ché sebbene in fatto, per quan- per impotenza, o per difetto della
to porta la pratica più frequen- presenza in concistoro la quale è ,

te, quella di Ostia e Yellctri ven- necessaria per l'ozione, allorché dal
ga riputata la prima, come soli- Papa per grazia speciale non vi si

ta ad ottarsi e ritenersi dal Car- dispensi. In questo ultimo caso si

dinal decano, e quella di Porto la fa l'ozione per provvisione specia-


seconda, solita ritenersi dal Cardi- le, ovvero per elezione, e volontà,
nal sotto-decano; tuttavolta ciò se- perchè non la cura il Cardinale
gue perchè queste sono nella ren- cui toccherebbe passare all' ordine
dita, e nelle altre prerogative più de' vescovi, per non lasciare il tito-
qualificate, che però non ne suo- se lo di primo prete, o di primo dia-
le tralasciare l' ozione dai più an- cono, avendo ambedue la preroga-
ziani Cardinali, ma non perciò si tiva capo d'ordine. Il
di essere
possono dire fìsse col decano, e Cardinal Capponi non volle passa-
sotto-decanato, potendo verificarsi, re da primo prete a vescovo sub-
che un Cardinale meno anziano, urbicario, e morì fregiato di que-
purché sia dell' ordine de' Cardinali sta carica, ed a cagione di sua lun-
vescovi suburbicari, e che si trovi ga vita vide più Cardinali meno
in curia, ove risiede il Papa, alla anziani di lui giungere al decana-
morte del Cardinal decano, secon- to. Fin qui de Luca, che pub-
il

do la bolla di Paolo IV, divenga blicò la citata opera nel 1680. Ma


tale; e che all'altro Cardinale più siccome dopo di lui ebbero luogo
anziano allora assente, e che poscia in argomento varie provvidenze,
si trovi presente nel primo couci- così riporteremo anche queste.
i
7 <> DEC PEC
Fu stabilito primieri! mente dq dente nel suo arcivescovato di Be-
Paolo IV, nella sua bolla, Quarti nevento, come vescovo suburbicario
wnerabiles, data il primo settem- di Porto, e sotto-decano, poteva
bre dell'anno io55, Bull. Rom. to- ottare al decanato. Ma in vece, con
mo IV, par. I, png. 3^3, che l'o- lettera 17 marzo, supplicò Cle-
de'
zione fosse concessa ai soli Cardi- mente XI, che senza porre ad esa-
nali dimoranti in Roma, o al più me i suoi diritti, i quali altiimen-
entro il distretto di due diete, e te vedrebbe lesi, conferisse al Car-
che Decanalum Collegii Cardina- dinal Astalli la dignità di decano,
lium ad spedare de-
antiquiorem e i vescovati annessi di Ostia e
cernit. Questa disposizione di Pao- Velletri. Il Papa lodò sommamente
lo IV, che il decanato si avesse dal la moderazione del Cardinal Orsi-
Cardinal vescovo suburbi cario più ni, e dichiarò, che per tale istanza,
antico dimorante in Roma quando e da quanto ne seguirebbe, niun
quello vacava, oppure era assente pregiudizio dovesse provenire ai di-
per servigio pubblico della santa che in caso di vacanza del
ritti,

Sede, già er . i verificata nel me- decanato competessero ai Cardina-


desimo anno , all' assunzione al li residenti fuori di Roma, ossia
pontificato del medesimo Paolo IV, nella curia, dimorando nelle loro
che era Cardinale vescovo d' Ostia cattedrali, come si legge nel t. li,

e Velletri, e decano del sagro Col- n. 700, Epist. et R'rev. Clem. XI.
legio. Allora divenne decano e ve- Tuttavolta il Pontefice volle dare
scovo di dette chiese il Cardinal in esame questo punto ad una con-
Bellay, vescovo di Porto, presente gregazione di sette dotti prelati, cioè
in Roma, non ostante che fossero Petra, segretario de' vescovi regola-
più antichi di lui il Cardinal Luigi ri; Marefosehi, uditore santissimo ;

di Borbone vescovo di Palestrina, e Lancellotti, decano della rota; An-


il Cardinal Francesco di Tournon sidei, assessore del s. o/Tizio ; Lam-
vescovo di Sabina, allora assenti da bertini, segretario del concilio, poi
Roma. Nota il Piazza a pag. 9 Papa Benedetto XIV; Herrera, e
della Gerarchia Cardinalizia, che Cerri, uditori di rota. Quindi col
pubblicò nel 7o3, essersi sino 1 al- parere della medesima a' 7 marzo
lora inviolabilmente osservata la 1721 decretò che il decanato del
Paolo IV, avverten-
costituzione di sagro Collegio, in vigore della bolla
do, che quand' anche alcuni Car- di Paolo W. dovesse spettare al
dinali nella morte del decano si Cardinal vescovo suburbicario più
trovassero in viaggio per venire a antico presente in Roma, nel tem-
Roma, ovvero ne fossero poco di- po ch'esso vacava, esclusi più i

scosti, si preferirebbe al decanato antichi, che allora si trovassero


i! più anziano Cardinale presente fuori di Roma, se non lo sono per
in curia, come afferma il Cherubi- coni indo del sommo Pontefice ; e
ni, con molli esempi dei secoli che se il Cardinal vescovo seniore
precedenti da lui allegati. volesse cedere al suo diritto, do-
Essendo morto nel 17 19 il Car- vesse passare in sua vece al deca-
dinal Acciainoli, decano del sagro nato, il Cardinal più antico dopo
Collegio, il Cardinal Orsini, poi lui. V. la costituzione Consulen-
Papa Benedetta XIII, allora resi- (him esse presso il tom. VII, pag
-\

DEC DEC i
7 f

3S6 Rom., emanata al-


del Bull. no del sagro Collegio. Anzi il Car-
lorchè divenne deeano il Cardinal djnal Camillo Paolncci Meritai, fiuta
Sebastiano Antonio Tanara, per Cardinale nel 1743 da Benedetto
morte del Cardinal Astalli. Ma, nel XIV, dipoi nel 1762, venne assilli
1724» divenuto Papa col nome di to al vescovato suburbicario di Por-
Benedetto XIII il mentovato Cardi- to, da cui per le sue abituali in-
nal Orsini, colla bolla Romani Partii- disposizioni, ricusò di passare tanto
Jicis, dei 7 settembre, e pubblicata al decanato, quanto al vescovato
ai 16, Bull. Boni, t XI, par. II, p. d'Ostia e Velletri (Fedi). A questi
34i, dichiarò in vece, che il de- articoli poi si riportano molte no-
canato del sagro Collegio apparte- tizie, che riguardano
Cardinali i

nere dovesse al Cardinale vescovo decani del sagro Collegio, fra i qua?
suburbicario più antico, benché di- li appartengono molti di quei Car-
morasse fuori di Roma nel proprio dinali, che noi registrammo al voi.
vescovato. Finalmente il successore XV del Dizionario a pa«. iq\, e
Clemente XII, coli' autorità della s eg-, cioè al
§ IV, Elenco déCar-
costituzione Pastorale Offìcunn ,
dinali che vìssero assai, ed inter-
cala, a' io gennaio 173 1, Bull, vennero a molti Concitivi. Il Pia/?
Rom. t. XIII, p. 162, dichiarò che za nella sua Gerarchia Ecclesia*.
il decanato del sagro Collegio, se- slica, ed Alessandro Borgia, nel-
condo la costituzione di Paolo IV, Y Istoria della chiesa, e città di Vel-
confermata anche da Clemente XI, letri,nel riportare il catalogo dei
dovesse appartenere al Cardinal vescovi di Ostia, dei vescovi di Veli
vescovo suburbicario più antico, letri, e dei vescovi di Ostia e Vel-
che fosse in Roma nel tempo, in letri, notano quelli, che furono as-
cui vacasse, ovvero che si trovasse sunti al pontificato, ciò che pure
assente dalla curia per causa pub- si vedrà nei due succitati articoli,
blica, e comando soltanto del Pa- Qui però faremo osservare, ch'esat-
pa, non dovendosi attendere il tem- tamente calcolando, tre soli Cardi-
po della promozione al Cardinala- nali decani divennero Papi, e sono

to, ma dell'anzianità nell'ordine iseguenti: Lucio III, Aline in goli, di


de' vescovi suburbicari, eh' è com- Lucca, che essendo decano del sagro
posto di sei. V. il citalo Cohellio, Collegio, e vescovo di Ostia eVel-
a pag. 335, e l'articolo Ozione. letri, in questa seconda città fu
Talvolta i Cardinali decani non assunto al pontificato nel 11S1.
sono stati vescovi d'Ostia, ed il Paolo III, Farnese, romano, vesco-
Cardinal Giorgio Fieschi, creato da vo di Ossia e Velletri e decano ,

Eugenio IV, i433, da Nicolò


nel del sagro Collegio, fu eletto Papa.
V fu fatto vescovo d'Ostia, senza nel i534;
Paolo IV, Caraffa
e
essere deeano del sagro Collegio. 11 napolitano, decano del sagro Colle-
Cardinal decano Pignattelli non voi- gio, e vescovo di Ostia e Velletri,
le passare al vescovato di Ostia e ilquale nell'età di anni 79, nel 55 5, 1

Vdletri, quando divenne decano: fu sublimato al triregno. Alessandro


altrettanto nel secolo passato fece Vili, Ottoboni, e Benedetto XIII,
il Cardinal Gio. Francesco Albani, Orsini, erano vescovi di Porto (Ve*
il quale amò rimanere col vesco- di), e sotto decani del sagro Colk-
yatp di Porto, nel passare a deca- gio quando vennero eletti Papa, d
r/2 DEC DEC
primo nell'età di settantanove, e il congregazioni cardinalizie; ma vie-
secondo dì settantasei anni. Sem- ne sempre consultato sopra tutte
bra opportuno qui ricordare, che le questioni, e differenze di qualun-
Gregorio XII, rinunziando nel i4-i5 que genere di etichetta, di distin-
spontaneamente al pontificato per zione, di onorificenza, e di tratta-
la cessazione del lungo e lagrime- mento dovuto al sagro Collegio.
vole scisma, in premio fu fatto dal Ordinariamente occupa alcune del-
concilio di Costanza, e dai tre col- le primarie cariche della santa Se-
legi cardinalizi, che in esso trova- de, ed è arciprete per solito di
vansi (cioè di Gregorio XII, di Gio- qualche basilica patriarcale, solendo
vanni XXIII, e dell'antipapa Bene- negli antichi tempi il Cardinal ve-
detto XIII, tutti viventi contem- scovo d' Ostia fare il servizio eb-
poraneamente), vesce» o suburbica- domadario, cogli altri vescovi sub-
rio di Porto, legato perpetuo della urbicari [Vedi), celebrando sull'al-
Marca, e decano del sagro Collegio. tare pontificio della patriarcale ba-
Quindi Giovanni XXIII, competito- silica lateranense, come il princi-
re del precedente, prima nel me- pale, e come il più vicino in tutte
desimo concilio rinunziò, poi fuggì, le funzioni pubbliche alla sagra
e perciò venne deposto; ma 'n se- persona del romano Pontefice, per
guito, essendosi gettato a' piedi di l'antichità del suo trono episcopa-
Martino V eletto con unanime le, per le celebri memorie de' mar-
consenso nel i4 7, lo creò in appres-
' tiri, e prerogative insigni di sì il-

so vescovo suburbicario di Frascati, e lustre chiesa. Inoltre il Cardinal


decano del sagro Collegio accordan- decano prò tempore è il protettore
dogli sedia più eminente degli al- di varie istituzioni, e più legati, co-
tri Cardinali. Rinunziando poi nel me di quello del Collegio Crivelli
i449 Felice V l'anlipapato, il le- (Vedi), di che si parla pure al
gittimo Pontefice Nicolò V lo di- voi. XVIII, pag. 222 del Diziona-
chiarò decano del sagro Collegio, rio.Il Crescimbeni, Storia di san
vescovo suburbicario di Sabina ,
Giovanni avanti porta latina, pag.
coll'uso di alcune insegne ponti- 338, nel narrare le munificenze di
ficie. Sisto IV fatte alla basilica latera-
Lungo sarebbe parlare delle pre- nense, dice, chede' 18 con bolla
rogative, delle preeminenze appar- giugno 174J1, affidò al Cardinal
tenenti al Cardinal decano del sa- decano prò tempore, la cura della
gro Collegio dei Cardinali della S. R. fabbrica della basilica, colf interven-
C., delle quali si tratta nei rispet- to di un canonico, e di un depu-
tivi ed analoghi articoli, e luoghi tato del popolo romano. Per lo più
del Dizionario, laonde qui ci li- il Cardinal decano è protettore del-
miteremo ad accennarne le princi- l' Arciconfraternita di s. Anna dei
pali. Il Cardinal decanosempre è parafrenieri (Vedi), capo della qua-
il prefetto della cardinalizia Con- le dopo il primicero è un confra-
gregazione della Cerimoniale [Ve- te chiamato il decano generale.
di), e non solo viene interpellato, Della processione di tal sodalizio,
e consultato sugli aflari della Chie- che passa avanti al palazzo di det-
sa, e dello stato, perchè fa parte to Cardinale, si fa menzione al ci-

del maggior numero delle sagre tato articolo. Essendo il trattamen-


DEC DEC 173
to fra i Cardinali nello scriversi casi atroci, facoltà però aggiuntavi
1' Eminentissimo , e Reverendissi- da s. Pio V, ad istanza del cele-

mo , signor mio Osservandissimo bre Cardinale Giovanni Moroni de-


(Fedi), i Cardinali scrivendo al cano del sagro Collegio, e vescovo
Cardinal decano , invece dell' Os- di Ostia e Velletri. Inoltre il Pa-
servandissimo, gli danno il Colen- pa nella sua bolla, Decet Roma-
dissimo (Fedi). All' articolo Carroz- ìiiwideiS luglio 1570, minaccia-
ze, e Cavalli (Tedi) si è detto, va scomunica a chi ardisse di tur-
che tutti i Cardinali principi possono bare tal giurisdizione. Ma avendo
nelle seterie ed ornamenti delle Sisto V con sua bolla tolta tale
proprie carrozze , e cavalli intar- facoltà, e prerogativa di dominio
siare l'oro; ciò si usa, ed è per- temporale, Gregorio XIV colla bol-

messo al Cardinal decano sebbe- la Si de restituendis, data a' 2 3


ne non sia nato principe, e per- marzo 1591, rivocò quella di Sisto

ciò, come i principi Cardinali, al V, e ad istanza del Cardinale Ge-


suo treno porta una carrozza di sualdo, allora vescovo e decano, gli
più di quelle, che portano gli altri confermò tutti gli antichi privilegi,
Cardinali. Sino al secolo decorso, concessioni , e grazie godute dai
i Cardinali decani nella pompa Cardinali suoi predecessori. Le me-
funebre, furono onorati al modo desime vennero altresì confermale
che si dice all' articolo Cavalcata ad istanza del Cardinal Gallo, ve-
pel trasporlo dei cadaveri dei Car- scovo e decano, da Paolo V me-
dinali deeano, vice- cancelliere, ec, diante la bolla Nobis miper, data
nel volume X pag. 3o4 del Dizio- a' 19 settembre i6i5. Altrettanto
nario. confermò ampiamente Urbano Vili,
Se il Cardinal decano, come per con bolla spedila in Pvoma a' 12
lo più avviene, ha assunto i vesco- novembre 1623 ad istanza del Car-
vati di Ostia e Velletri, per dispo- dinal decano e vescovo. Al mede-
Papa Gregorio
sizione del regnante simo autorevole indulto il Ponte-
XVI, anche legato apostolico di
è fice Innocenzo X, col disposto del-
Velletri e sua provincia mentre , la Ne de jurisdictione ema-
bolla
prima era soltanto governatore per- nata a' 2 ottobre 1 602, diede ul-
petuo di Felletri (come meglio si teriore vigore, e fermezza, con ara-
dirà a quell'articolo )_, e tiene in pliazione di clausole , e ciò ad istan-
quella città un prelato vice-legato. za del Cardinal Carlo de' Medici,
Fu Paolo III, che, con bolla del vescovo e decano.
1 536, dichiarò il decano del sagro Se il Cardinal decano è vescovo
Collegio, -vescovo diOstia e Vel- di Ostia e Velletri, pel privilegio
governatore nato e perpetuo
letri, che da Papa s. Marco gode la

anche nel temporale, con mero, e prima di dette chiese , dell' onore
misto impero, non che prolettore del pallio, egli consagra nella ba-
in tutto il territorio delle due cit- silica vaticana il Pontefice romano,
tà e diocesi, con facoltà in prima, se allorquando è eletto non è ve-
e seconda istanza privativamente, scovo. Quando nel 1 47divenne
«

quanto ad ogni altro giudice dei Papa Sisto IV, lo consagrò il Car-
tribunali di Roma, tanto in civile dinal d' Estouteville, vescovo di O-
quanto in criminale, eccettuati i stia e Velletri. sebbene non fus-
,

174 UE C DEC
se decano del sagro Collegio. Al- >• casu impera tor in solium a la*
l' articolo Consagrazione de' som- 1 terc desterò Pontifìcis recipitnr,
mi Pontefici si tratta di questo - Cardinalis vero decanus a sini-
punto, e si riportano esempi dei « stris sedei, ita ut sunimus Pon-
Cardinali sotto-decani , che consa- " tifex in medio consistat, ex Fla-
grarono Papi per impotenza dei
i « vio Cherubino, in eompend. bull.
Cardinali decani. Il pallio viene im- » 28 Clem. FU schol. antequaiu
posto al Cardinal decano vescovo » vero coronetur sedet electus Cac-
di Ostia e Velletri dallo stesso som- » sar post Cardinalem decanum
mo Pontefice, al modo che dicesi » et si quis rex adsit, hic sedet
a Pallio Pontifìcio [Fedi). I palli! » post primum presbyterum Car-
sono benedetti formalmente dal Pa- » dinalem, cum vero Caesar coro-
pa nella basilica vaticana, dopo il » natus erit, tunc sedebit in sede
primo vespero pontificale della fe- » sibi parala inter Papam, et pri-
sta dei ss. Pietro e Paolo. Si leg- '• munì episcopum Cardinalem, post
ge poi nel numero 7647 del Dia- >•-
quem locum habebit rex ita in :

rio di Twina del 1766, che non » Caeremoniali romano, lib. i } sect.
essendo intervenuto al detto vespe- > 5, cap. 3, vers. etc., notandum,
ro Clemente XIII, non solo il Car- » quae verba videntur con-
legitur;
dinal Cavalchini decano intuonò il » trariaquae leguntur in bulla
iis,

vespero, ma fece la solenne bene- « Clementis VII ibi cjuibus rite ;

dizione dei palili. Col pallio adun- » peractis, 'die in solium imperiale
que il Cardinal decano vescovo di » dexlero laleri nostro ( Papa lo-
Ostia consagra ed unge col sagro » quitur) pene conliguum sese re-
crisma il Papa, e col pallio ungeva » cepit, ec. Sed haec bulla loqui-
gì' imperatori quando furono coro- « tur, quando imperator est in so-
nati dai sommi Pontefici, al modo » lio, caeremoniale vero antequam
che dicesi Coronazione
all'articolo » ad solium accedat et in coetu ,

degl'imperatori [Fedi), ove notam- a cardinalium Pontifici adstantium


mo che quando Nicolò V coronò » sedet ". Il de Luca parlando a
Federico III, fece 1' unzione del sa- pag. 86 delle prerogative del Car-
gro olio il Cardinal Condulmero dinal decano, dice, ch'egli precede
vescovo di Porto, essendo assente quei principi, e personaggi, i quali
il Cardinal Cervantes vescovo o- , precedono gli altri Cardinali, e sie-
stiense. V. Marcelli, Sacr. caere- dono sopra di loro in cappella, nei
tnoniartim, De caerem. in die coro- concistori ec, ma sotto il Cardinal
nationis imp. scrvandis. Ecco quan- decano per la ragione che questi
to racconta il Cohellio, Not. Car- rappresenta tutto il corpo. Nell'an-
dinalatus, sulla coronazione di Car- no i49^ } Carlo VIII re di Fran-
lo V , a pag. 325: » Tertia est cia assistette nella basilica vatica-
*> praerogativa, quod si celebranda na al pontificale celebrato da A-
» sit coronario imperatoris prout lessandro VI , sedendo però dopo
-> pluries celebratali! fuisse demon- il Cardinal decano primo dell'ordi-
>> strant historioi , et ultimo loco ne de' vescovi.
« Carolus Y
anno salutis 1 53o In tutti i luoghi il Cardinal de-
» Bononiae a Clemente Papa VII cano prende dopo il Papa il pri-
:= iinperiulem obtiuuit coronam, quo mo luogo, ed in cappella pontificia
,, ,,

DEC DEC 175


siede nel primo stallo. Ivi tocca a timo giorno dell' anno il Te Deum
lui nel giovedì santo cantare la nella chiesa del Gesù viene iu- ,

messa, ed in luogo del Papa egli tuonato dal Cardinal decano, che
deve fare la lavanda ai pellegrini, poi comparte la benedizione col
avendo allora un astuccio con due Santissimo. Tutti gli uffizi sum-
medaglie d'oro, e due di argento, mentovati, quelli che diremo, ed
eguali a quelle che si danno a' me- altri, si descrivono ai relativi arti-

desimi pellegrini rappresentanti gli coli ne' modi


con tuttociò debiti ,

apostoli. Al Cardinal decano inol- che riguarda il Cardinal decano.


tre incombe dare al Papa la can- Così va notato, che per impotenza,
dela^ e la palma benedette nel dì od assenza del Cardinal decano
della loro funzione; fere da vesco- supplisce nei delti uffizi , ed altro
vo assistente in tutti i pontificali il sotto-decano ed in mancanza ,

che celebra il Papa, sedendo allora anche di questo, il Cardinal più


in un faldistorio sul piano del so- degno dell'ordine de' vescovi.
glio pontificio; celebrare i pontifi- Tutte le schedule, che si stam-
cali nelle feste di Pasqua , de' ss. pano in sede vacante per invitare
Pietro e Paolo, e di Natale ; into- i Cardinali alle congregazioni ge-
nare i vesperi delle ultime due nerali, alle funzioni proprie di quel
cioè optando il Papa non celebri tempo e alle esequie novendiali
,

o solo ed allora, vale a


vi assista ; si stampano in nome del Cardinal
dire nelle solennità di Pasqua, e di decano, de mandato Card, decani.
Natale , a lui spetta distribuire la Dalla prima sera del giorno in cui
comunione ai Cardinali diaconi ec. ;
è morto il Papa , sino a quella
felicitare il Pontefice nelle dette precedente all'entrata de' Cardinali
feste di Pasqua e Natale dopo le in conclave , in casa del Cardinal
cappelle dell' anniversario dell' ele- decano, si tengono le congregazioni
zione, e coronazione del Pontefice de' capi d'ordini, al modo che si

che regna, nella camera de' para- descrive al volume XVI, p. 290
menti, in nome del sagro Collegio ;
del Dizionario. Nelle congregazioni
altrettanto far dopo la coronazione generali, che si praticano dai Car-
del nuovo Papa, ed ogni anno do- dinali ogni giorno, dopo le esequie
po le cappelle di Pasqua, e Nata- novendiali, ii Cardinal decano ris-

le Per la prima però


. suole il ponde a tutti que' personaggi co-
Papa dispensare. me magistrato romano , ambascia-
A tutti questi omaggi e felicita- tori, ministri esteri ec, e in nome
zioni il Pontefice risponde benigna- del sagro Collegio, accetta le con-
mente invitando il Cardinal deca- doglianze, che pel Papa defonto ec.
no a ricambiarli al sagro Collegio, si fanno ad esso. Nella mattina del
e ad assicurarlo del suo gradimen- giorno dell'ingresso de' Cardinali in
to. Ogni volta che ha luogo il can- Conclave [Vedi), il Cardinal decano
to del Te Deum, il Cardinal de- canta la messa dello Spirito santo.
cano va a recitarlo col Papa, e se A tale articolo si dice tuttociò,
il Papa in qualche chiesa dà la che il Cardinal decano fa in con-
benedizione colla ss. Eucaristia, il clave, delle sue prerogative esercitate
Cardinal decano gli presenta il tu- in tal tempo, e delle distinzioni che
ribolo, e l'incensiere: ina nell'ul- ivi riceve. Ed ecco un cenno delle
,

i
76
DEC DEC
cose principali intorno a questo ar- Cardinal decano ha resa al nuovo
gomento. All'ingresso in conclave, Pontefice la terza adorazione a cor-
al fianco del Cardinal decano in- rili epistolae dell' altare papale del-
cede monsignor governatore di E.o- la basilica vaticana, intuona il Te
rna. Giunti i Cardinali in cappella, Deum : e terminato inno,
questo
il Cardinal decano recita le con- recita le solite orazioni. Nel giorno
suete orazioni, ed esorta i colleglli poi dell' incoronazione del novello
ad una santa e sollecita elezione Pontefice, e dopo la funzione, nella
del nuovo Papa. Nella detta cap- camera de' paramenti , il Cardinal
pella il Cardinal decano, nella se- decano in nome del sagro Collegio
guente mattina all' ingresso , cele- dirige al Papa un' allocuzione, col-
bra la messa, e comunica tutti i la quale lodando le sublimi doti
Cardinali. Negli scrutini suona il che Io maggiore dei
esaltarono al
campanello alle occorrenze. All'ar- troni, fa voti per un lungo e fe-
rivo di qualche Cardinale forestie- lice pontificato, ed offre la coope-

re, va poi a visitarlo in cella con razione del medesimo sagro Colle-
formalità. Se alcuna delle corti, che gio. Il Papa risponde con altra a-
godono il privilegio dell' esclusiva ,
naloga allocuzione, dimostra a' Car-
la dà a qualche Cardinale suol , dinali la sua prega
riconoscenza,
farla partecipare dal Cardinal de- Dio di dargli lume e forza a sos-
cano. Appena eletto il Papa, è il tenere il grave peso, e invita il
Cardinal decano che gli domanda sagro Collegio ad aiutarlo col con-
il consenso, il nome che vuole as- siglio, e colle opere. Furono cosi
sumere, e pel primo glipresta que- belle, piene di unzione, e di aurei
gli atti di venerazione, che chia- concetti le allocuzioni, che in tal
miamo adorazione. Molte volte quel fausta circostanza fecero affettuosa-
Cardinale, che è esaltato al ponti- mente il Papa regnante Gregorio
ficato, suol dare il suo voto al Car- XVI, e il Cardinal Bartolommeo
dinal decano, per onorarne i me- Pacca attuai decano, e principal de-
riti, e l'anzianità. Sino al 1700 coro dell'odierno sagro Collegio, che
era pratica costante ; siccome però il dotto prof. d. Paolo Barola le
Clemente XI lo diede in vece al rivolse in soavissimi versi italiani, i

Cardinal Panciatici, il Cardinal Bu- quali non si possono leggere , sen-


glione, vescovo di Porto, e solto- za provare una religiosa commo-
decauo, ma che faceva le veci del zione, con accrescimento di vene-
decano essendo questi morto, se ne razione pel Pontefice, e di estima-
mostrò sorpreso ma il Papa si ; zione pel Cardinale.
contentò semplicemente di rispon- Allorché il medesimo Papa si

dergli, che la sua coscienza era su- reca a prendere il possesso nella
periore a qualunque consuetudine. basilica lateranense, prende seco in
Se il conclave si celebra al Qui- carrozza i Cardinali decano, e sot-
rinale,e dovendosi fare la seconda to-decano. V. il p. Gattico , Ada
adorazione nella cappella Sistina caeremonialia, pag. 49°> verbo De-
del Vaticano, e la terza nella con- canus Cardinaliiun, ec. Quando poi
tigua basilica, il Papa vi si reca il nuovo Papa nel primo concisto-
avendo in carrozza i Cardinali de- ro, che aduna dopo la sua elezio-
cano, e sotto decano. Appena il ne, pronuncia un' allocuzione per
1,,

DEC DEC 177


ringraziare della sua elezione il sa- Per conto delle cappelle, e ve-
gro Collegio, il Cardinale decano speri cardinalizi, cioè che si cele-
corrisponde con analogo discorso brano coli' intervento ed assistenza
siccome interprete dei sentimenti dei Cardinali, in mancanza dei ri-
de' suoi onorevoli colleglli. Si legge spettivi superiori de' luoghi in cui
nel numero 22 del Diario di Ro- si fanno l' invito ai Cardinali si
,

ma del 1775, che in simile cir- fa dal Cardinal decano del sagro
costanza, e in assenza del Cardinal Collegio, come si è avvertito. Quan-
Albani decano, rispose all'allocuzio- do i vescovati de' Cardinali subur-
ne di Pio VI il Cardinal di Yorck bicari venivano proposti in conci-
sotto decano. Inoltre il Cardinal storo dai Cardinali, da uno di que-
decano, se non è arciprete delle ba- sti facevasi anche la proposizione di
siliche lateranense , o liberiana nel- quello di Ostia, e Velletri, ma pe-
l'anno santo, allora viene creato dal rò il Papa avea già fatta un' ora-
Papa legato a lalere, per aprile , e zione od allocuzione su tale ele-
chiudere la porta santa, nel detto zione, e sul decanato del sagro
anno dell'universale giubileo. Il Pon- Collegio , come praticò Clemente
tefice suole dichiararlo legato per la XI nel 1 7 1
9, e si legge nel nu-
apertura, e chiusura della porta santa mero 282, p. 9 del Diario di
della basilica patriarcale di s. Paolo, Roma di tale anno. Al voi. XV,
intorno a che va letto quanto si di- p. 226 del Dizionario, si è notato
ce al voi. XII pag. 201, e 202 del che i nuovi vescovi presenti in
Dizionario. Il Piazza, nella Gerar- Pioma, in mancanza dell'uditore del
chia Cardinalìzia, pag. 8 dice, che Papa, debbono fare la professione
il Cardinal decano era abbate del- di fede al Cardinal decano. Questi,
la basilica di s. Paolo, per cui nel- allorché i Papi creano in concistoro
1' anno santo apriva, e chiudeva la i loro parenti in Cardinali, in no-
porta santa. Al voi. II, pag. 1 3 me del sagro Collegio li supplicano
del Dizionario,dicemmo, ch'essen- a conferire ad essi nel medesimo con-
do impotente Innocenzo XII di a- cistoro, per distinzione la berretta
prire la porta santa nella basilica cardinalizia, senza attendere le ore
vaticana, vi Cardinal de
delegò il pomeridiane. Dopo che i novelli
la Tour di Buglione, sotto decano, Cardinali hanno ricevuto nel con-
essendo infermo il Cardinal Cibo cistoro pubblico il cappello cardi-
decano , il quale avrebbe dovuto nalizio dal Papa, coi Cardinali an-
eseguire le veci del Papa. Dell' a- tichi si recano nella cappella Pon-
prire e chiudere la porta santa tificia, ivi a pie dell' altare si pro-
della basilica ostiense ,
per opera strano i nuovi, e terminato il can-
del Cardinal decano, anche tratta to del Te Deum, il Cardinal de-
il Cohellio a pag. 32 3 e 324, ove cano si reca al medesimo altare, e
inoltre dice: " in sacro Cardinalium stando dalla parte dell'epistola, re-
» collegio tres assignantur decani: cita sopra di loro le consuete pre-
» inter diaconos prior receptione ci, ed orazioni. Nelle ore pomeri-
» inter presbyteros , qui prior in diane i novelli Cardinali, con treno
» eum ordinerà cooptatus est; ler- nobile, si recano nella basilica va-
» tius decanus senior est inter epi- ticana, e poscia vanno a visitare il

» scopos Cardi nales ". Cardinal decano al suo palazzo. Ivi


VOL. XIX. 12
178 DEC DEC
giunti sono incontrati, ed ossequia- pomeridiane. Inoltre il Cardinal
ti, nppena si è fermata la carrozza decano riceve le prime visite di
nell'atrio, dai gentiluomini, e cap- formalità degli ambasciatori e mi-
pellani del Cardinale decano, il nistri de' sovrani presso la santa
coppiere od altro gentiluomo del Sede ; e restituisce il primo ai me-
quale nel salire le scale leva la desimi la stessa visita di formalità,
inantelleltaad ogni Cardinale, re- dopo aver ricevuto l'avviso che tutto
stando così col rocchetto scoperto, il sagro Collegio è stato visitato.
mentre il caudatario, ed altri cap- Trattando il de Luca, a pag. 86,
pellani medesimo Cardinal de-
del del Cardinal pratico, come i re
cano, vanno a sostenere la coda ed i prìncipi siedono tra' Cardinali,
della sottana d'ogni Cardinale. Si ecco quanto dice : » I novelli Car-
suol praticare ancora, che al solo dinali, dopo aver preso il cappel-
Cardinale nuovo più degno si fa la lo cardinalizio, visitano in primo
cerimonia della scoperta del roc- luogo la chiesa di s. Pietro, in
chetto, e del sorreggere il lembo secondo luogo il decano del Col-
dell' abito cardinalizio da due fa- legio, ed iu terzo luogo qualche
migliari del Cardinal decano. Agli re, o principe grande, il quale
altri poi levano la mantelletta i si ritrovi nella corte ; lasciando
propri maestri di camera, con- il suo luogo alla verità, se ciò
tinuando i loro caudatari a sos- cammina nella persona dell' im-
tenere coda
la Nel partire , al
. peratore, ovvero de' re. E seb-
medesimo ove fu scoperto il
sito bene appresso il mondo di fatto
rocchetto, ognuno riprende la man- si dà una certa distinzione tra i

telletta presentandola il gentiluomo Cardinali principi, e i Cardinali


del Cardinal decano, il caudatario di privata condizione, con la qua-
del quale allora lascia il lembo del- le camminano alcuni scrittori, e
la che sosteneva al Cardina-
veste, particolarmente l'Albergato, non-
le nuovo.
Il Cardinal decano suol dimeno, conforme si è detto di
trattare i Cardinali nuovi di rinfre- sopra in proposito de' titoli, que-
sco. Altrettanto fanno i Cardinali sta distinzione non è giuridica ;

nuovi al Cardinal decano quando ma è volontaria, e di fatto, ov-


individualmente restituisce loro con vero di opinione ; sicché tra'Car-
formalità tal visita, praticandosi vi- dinali non si dà altra prerogati-
ceversa dal gentiluomo o coppiere va che quella, la quale è pro-
del Cardinale novello più degno, an- dotta dall' ordine, ovvero dalla
che con lui lo scuoprimento, e ricuo- anzianità, ciocché sia ne' figli, o
primento del rocchetto nel luogo fratelli di qualche gran re, il

indicato. Nel 1794 Pio VI dispen- quale goda la prerogativa di mo-


sò i nuovi dal recarsi
Cardinali narca, nel quale si lascia il suo
nelle ore pomeridiane nella basilica luogo alla verità". Sebbene al
vaticana, permettendo loro in vece voi. IX, p. 176 del Dizionario di-
che la visitassero subito dopo il cemmo, che i novelli Cardinali, do-
concistoro in cui avea dato ad essi po che hanno ricevuto dal Papa
il cappello cardinalizio; ma la visi- la berretta cardinalizia , visitano
ta al Cardinal decano Albani si ef- que sovrani che fossero allora in
fettuò giusta il consueto nelle ore Roma, locchc fecero a' 1 3 marzo
DEC DEC 179
1826, i Cardinali Micara, e Cap- cato. Rinaldi parla della Decapo-
Il

pellai-i ora regnante Pontefice, colla li all'anno 3 1 mira. 54 , dicendo


regina vedova di Sardegna Maria che la provincia detta Decapo! i era
Teresa ; tuttavolta sembra, che tal nella Galilea, una delle quali era
visita convenga meglio dopo che i Cafarnao; ed aggiunge che Plinio
Cardinali novelli hanno visitato il scrive come in ognuna delle dieci
Cardinal decano, rappresentante lo città eravi una a guisatetrarchia
intero sagro Collegio, anche perchè di regno, e che per regno sole vasi
allora i Cardinali hanno ricevuto conferire. La città di Cafarnao era
il cappello cardinalizio, ed hanno assai commerciale, e popolata, ed è
ricevuto altre insegne, o indumen- celebre soprattutto per essere stata
ti loro propri. Alle precedenze, che visitata da Gesù Cristo nostro Signo-
gode il Cardinal decano, oltre l'in- re, come leggesi nei santi evangeli.
vitare il lettore a leggere nel voi. DECIME Ecclesiastiche. La de-
X, p. § i3 il IV Precedenza nel cima, o decime, Decima^ Decirnae,
sagro Collegio, aggiungeremo quan- o Decimo, significa una medesima
to si descrive in un mss. veridico, cosa, secondo la forza
della paro-
sul battesimo
solennemente dato la, ma però ha un si-
nell' uso
nella basilica vaticana ad alcuni gnificato differente. Decima, secon-
ebrei da Clemente XI, a' 12 mar- do propriamente la forza della pa-
zo 1704. Dispose il Papa, che il rola, significa ladecima parte di
Cardinal decano di Buglione, e la una cosa ; secondo l' uso significa
regina vedova di Giovanni III So- una porzione approssimativa della
bieski re di Polonia, tenessero al decima, come la dodicesima, la tre-
sagro fonte la donna ebrea. In que- dicesima ec. La decima general-
sta funzione, secondo il consueto, mente parlando era una porzione
ebbe sulla regina la precedenza il de' prodotti, eh' era dovuta ai de-
Cardinal decano. Di fatti Clemen- clinatori, e la sua origine è anti-
te XI, nell' ingresso nella basilica, chissima. Abramo diede al sommo
asperse coli' acqua benedetta prima sacerdote Melchisedecco decima la
ilCardinal decano, poi la regina, del bottino da lui raccolto sui quat-
ed avente a sinistra la regina, s'av- tro re, che aveva vinti. Giacobbe
viò al battisterio, ove ebbe il primo offri al Signore le decime di tutto

luogo il Cardinal decano, e il se- quello, che avrebbe acquistato in


condo la regina. Gio. Fed. Mayer Mesopotamia. Dall' Esodo, dal Le-
scrisse la Disseriatio de Cardinali vitico, e dal Deuteronomio, appren-
decano, Rilonii, 1700. diamo che Mosè obbligò gl'israeliti
DECAPOLI. Paese della Pale- a parecchie sorta di decime; e di
stina, cosi chiamata perchè com- dare ai sacerdoti e leviti, la decima
prendeva dieci città principali tut- parte di tutti i loro beni. Divide-
te grandi , e forti , situate altre vano gì' israeliti le decime in tre
di qua , altre di là dal Giorda- parti, una era pei leviti come mi-
no. La più importante è Scitopoli. nistri delle cose sante; la seconda
In questo cantone della Palestina, per comperare i sagrifizi pacifici ;

che faceva parte dell' Iturea, pae- la terza pei poveri, pei forestieri,
se della tribù di Dan nella Gali- per le vedove e pegli orfani. Si
lea, Gesù Cristo spesso ha preci i- pagavano esse ai levili, e si racco-
i.So DEC DEC
glievano in ogni anno. Da tuttociò la pena della scomunica contro i

può dedursì essere le decime di di- refrattari, fu il secondo concilio di


ritto divino perchè prescritte da Macon dell' anno 585. Ma dei ca-
Dio a Mosè. JNella Chiesa cattolica noni formati sulle decime ecclesia-
i chierici non vissero ne' primi se- stiche dai concili, e dei decreti e
coli che delle pie oblazioni volon- provvidenze de' sommi Pontefici per
tarie de' fedeli, e da queste stesse quanto riguarda le decime, tratte-
oblazioni volontarie ebbero origine remo dappoi.
le decime ecclesiastiche. La perce- Adunque il vocabolo decime si-

zione delle decime, primizie, e ob- gnifica quello, che somministrava-


lazioni, è di diritto parrocchiale, e no i fedeli ai ministri della Chie-
spetta ai rettori delle parrocchie per sa per loro necessario mantenimen-
la cura che debbono avere delle ani- to, mentre decima, o decimo dena-
me, e per eseguire le ecclesiastiche ro, siguifìca la decima parte dei
funzioni, pel culto di Dio, della Ver- redditi, che il re pigliava dal suo
gine Maria, e de' santi. Gli effetti popolo, chiamata
anche prediali.
ed il fine per cui debbono pagar- Decime altresì si prende in signi-
si le decime, sono la salute del cor- ficato di quello, che gli ecclesiasti-
po, 1' abbondanza de' frutti, la sal- ci davano al re de' loro beni di
vezza dell'anima, e l'acquisto dei chiesa, pe' bisogni dello stato. Ve-
premi decima non si
celesti. Se la ramente le decime in principio non
paga, compete a chi si deve l'azio- furono accordate, che per un tem-
ne confessoria per esigerla. Di più po limitato, e più tardi vennero
contro chi si rifiutasse, si può colla domandate per le sagre guerre
sentenza scomunica obbligarlo,
di contro gl'infedeli, eretici, ed altri
come provano i canonisti. V. Fran- invasori de' beui di Chiesa.
cesco Berlendi , Delle oblazioni All' articolo Costantinopoli [Fe-
all' aliare, antiche, e moderne. Se- di) si parla al paragrafo relativo,
condo Gesù Cristo medesimo, il la- delle decime concesse dai Papi ai
voratore evangelico merita la sua sovrani, per la guerra contro i
ricompensa ; anzi i pagani sempre maomettani, e in difesa del cri-
somministrarono le cose necessarie stianesimo, con le analoghe istru-
ai ministri della loro religione, co- zioni, e regolamenti per la perce-
me ha dal cap. 47 della Gene-
si zione delle medesime ec. La prima
si, e da molli altri esempli riferi- decima, che ci ricorda la storia dj
ti da Bouchel, dotto giurisconsulto Francia, è quella che fu accordata a
del secolo XVII alla parola Deci- Carlo Martello maggiordomo del re-
me, cap. I, nom. 6. V. Bexeficio, gno di Francia, verso la metà del-
e Be>i di Chies\. In progresso di l' ottavo secolo per la difesa del Pon-
tempo, i principi, ed prelati con- i tefice Gregorio III contro potenti
s. i

cordemente fecero delle decime una longobardi, dominatori d'Italia. La


Icg^e, obbligando di dare agli ec- seconda, chiamata Saladina, fu ac-
clesiastici le decime de' frutti che cordata a Filippo II Augusto per
si raccoglievano. Il primo concilio, la guerra contro Saladino re dei
che le ordinò, fu il secondo di quando prese
saraceni della Soria,
Tours neh' anno 56y ; ed il primo, Gerusalemme 88 anni dopo che il
che aggiunse a quella prescrizione pio Goffredo di Buglione vi aveva
DEC DEC i8(
fondato un nuovo regno. Avendo La decima, che rinnovava o-
si

perciò il Pontefice Clemente III gni dieci anni, venne chiamata de-
tntta predicare la Crociata {Vedi), cima ordinaria, o antica decima,
nei diversi stati della cristianità, ed anche decima di contralto j le
per interessare i principi, e le na- altre chiamaronsi decime straordi-
zioni per la difesa de' santi luoghi, narie, e ve n' ebbero di due ma-
e per la deplorabile sorte dei lati- niere, le une ch'erano pure annue
ni orientali, i re di Francia, e di imposizioni al modo stesso delle
Inghilterra, tralasciando di guerreg- decime ordinarie, sebbene di diver-
giare fra loro, non pensarono che a sa origine; le altre erano doni gra-
vendicare la propria religione, e pre- tuiti, che il clero pagava al re ad
sero la croce de' crocesignati. Quel- ogni cinque anni, ed altre sovven-
li,che non presero la croce, furo- zioni straordinarie, che pagava di
no obbligati a pagare, l'anno i 1 88, tempo in tempo a norma de'biso-
la decima parte di tutte le loro gui dello stato. Le decime inoltre
rendite, e persino dei loro mobili. si dividevano in reali, personali,e
Furono quindi assoggettati all'ana- miste. Le decime reali, o prediali, e-
tema coloro, che si rendessero re- rano quelle che si riscuotevano sui
frattari; e per meglio ancora assi- prodotti della terra, come biade, vi-
curarne la percezione, vennero sta- no, legna, e legumi. Le personali e-
biliti alcuni possenti e vigilanti rano quelle, che provenivano in par-
commissari, fra i quali un templa- te dalla natura, ed in parte dal la-
re, un ospitaliere, un offiziale del voro, e dall'industria delle persone.
re, ed uno del vescovo. Chierici, Così pure v'erano le decime miste,
e laici, secolari, e regolari, in una le decime reali, le decime antiche
parola, le persone d' ogni stato e e novali, e finalmente le decime di-
eondizione vennero assoggettate a videvansi in ecclesiastiche ed erano
tale imposta, ad eccezione però de- quelle che si riscuotevano dagli ec-

gli ospedali pei lebbrosi, dei certo- clesiastici a motivo del loro mini-
sini, dei cisterciensi ec. Tale fu la stero spirituale, e senza alcun cari-
famosa imposizione, che venne chia- co di feudo ; le decime profane, o
mata Decima Salatina. Sotto il re- temporali, od infeudate erano quel-
gno di s. Luigi IX nel 1267, si le,che venivano possedute a tito-
raccolsero altre decime, per la li- lo di feudo, a condizione di fede
berazione della Palestina. Già il ed omaggio, e di altri doveri si-
concilio generale lateranense tenuto gnorili. Eravi eziandio un'altra spe-
da Innocenzo III, e quello gene- cie di decima
appellata decima di
rale di Lione, ordinarono decime seguito o di sequela consistente nel
pel medesimo fine; ed in seguito riscuotere, che faceva un curato,
vennero accordate ai sovrani con la decima del terreno di un'altra
tanta frequenza, che divennero loro parrocchia, che veniva coltivata da
un ordinario ajuto, per cui il con- un suo parrocchiano. Ma delle de-
cilio di Costanza le volle abolite, ordi- cime trasferite dai vescovi ne'cano-
nando che per l'avvenire s'impones- decime che era-
nici secolari, delle
sero soltanto per motivi rilevanti fon- no tenuti a pagare anche mona- i

dati sul bene della Chiesa universale, ci, non per le novali, ec. ci per-
e sul generale consenso dei prelati. mettiamo un cenno, che desumia-
18? DEC DEC
mo dalla dissertazione XXXVI del si trasferissero dai prelati e parro-
Muratori, de livelli, (Mie precarie, chi, benché fossero beni destinati
e delle decime de laici ne' secoli di al loro alimento, in monaci, canoni-
mezzo. ci, ed anche in persone secolari.
Ne" mss. di Pellegrino Priscano L'istituzione de'canonici, come si

sono riferiti due strumenti, l'uno disse altrove, specialmente si dilatò


de' quali appartiene all'anno 9^9. e crebbe sotto gl'imperatori Carlo
In esso l'abbate moìiisterii s. Marine magno, e Lodovico I. Tanto prima
111Arda Regia della diocesi di Co- avevano i monaci propagato il sa-
macchio dà a livello ad un l'oni- gro loro istituto per tutti i paesi
zone prete la chieda di s. Michele cristiani, con aver fondati innume-
arcangelo, posta nel borgo di Fer- rabili monisteri, celle e priorati. I
rara, con obbligo di ben trattare vescovi adunque, che per lodevole
i messi del monistero, e di pagare motivo e zelo di religione, pren-
ad essi la metà delle oblazioni . devano a fondare, o ad arricchire
L'altra è forse del 972, dove il qualche monistero, o collegio di
medesimo abbate conferma la sud- canonici, usarono talvolta di dona-
detta chiesa al mentovato Bonizone, re loro una porzione delle decime
colla giunta di un cabale. Da un dovute alla mensa episcopale, tras-
documento dell'archivio del capito- ferendo in essi monaci o canonici
lo di Reggio si ha la conferma il gius di esigerle. Anche il gius
fatta da Gandolfo, vescovo di tal di decimare ritrovasi tra le mona-
città nel 1066, della chiesa di s. che, certamente per dono ad esse
Maria di Castel Nuovo, già livella- fatto dai vescovi. In una bolla del
ta da Tenzone vescovo ad Ingone, 1187 di Urhano III confermatrice
e a' suoi posteri, con pagare ogni di tutti i beni e privilegi delle
anno due denari di moneta pave- sagre vergini di Eufemia, si leg- s.

se. Sembra che siffatti livelli non gono registrate, decimai Molendini
fossero punto da biasimare, perchè epìscopi, quod est in Porta Gitano-
forse chi riceveva quelle chiese, o va: et decimas et reddilus in Sor-
le aveva fabbricate, o risarcite. Per baria, et decimas quas a quadra-
questa ragione il gius del patrona- ginta annis ecclesia vestra rationa-
to, anche oggidì , si conferisce a bilìter, et pacifìce tenui t. Finalmen-

somiglianti benefattori delle chiese. te furono le decime trasferite una


Ma non mancarono ecclesiastici volta da'vescovi negli stessi secolari,
una volta , i quali anche senza del che si portano esempi dallo stes-
questo titolo davano a livello i sa- so Muratori. Di quali cose poi in
gri templi, e ciò particolarmente si molti luoghi si pagasse una volta
praticò delle decime ch'essi pasto- la decima, si può comprendere da
ri vendevano, donavano, o permu- una carta sanese del 11 18, che il
tavano, del quale argomento trat- medesimo produce, osservando che
tò d'illusamente il p. Tornassi ni tali decime erano state concedute
nel tomo de benejìciis. Molte
III da prò suoruni remis-
pie persone
notizie ci somministrano sulle deci- sione peccatorum.
me le leggi longobardiche, e i ca- Tanto oltre poi si stese il traffico
pitolari dei franchi. Ora solamente delle decime, ch'esse si vendevano,
si ha a dire, come queste decime donavano, e permutavano, a guisa dei
.

DEC DEC i83


beni allodiali, e di qui avvenne, che conversi [Fedi), e molti perciò ne
anche a' nostri tempi presso alcuni dovevano «vere allora i moni-
nobili laici si conserva questo diritto. steri.

Oltre alle decime sitrovano antica- A regolare le decime, a togliere


mente nominate le None. Fra le leg- gli abusi, ad imporle, ed a difen-
gi longobardiche, par. II del t. I derle, in ogni tempo accorsero i

Ber. IlaL, la sessantesima di Carlo concili, e Papi, e con santissime


i

Magno contiene queste parole: Prae- leggi vi presero provvedimento. A


cìpimus, ut quieumque de rebus ee- volerne registrare le principali, ci
clesiastieis habet, pleniter secondimi limiteremo ai seguenti canoni e de-
morem regìonìs nonas , et deci- creti, parlandosi dell'argomento an-
mas ecclesiis donet. Qualsivoglia che a' rispettivi luoghi, come negli
terra posta nella diocesi ,
paga- articoli di stati e regni. Il conci-
va al vescovo, oppure al parroco lio di Macon celebrato nell'anno
nella sua parrocchia secondo la 585, col canone quinto prescrisse
diversità de'paesi, la decima di tut- il pagamento delle decime a'mini-
ti i frutti. Ma chi riceveva ter- stri della Chiesa, secondo il costu-
re proprie della chiesa a colti- me immemorabile de'cristiani, sot-
vare, si crede, che oltre alla decima to pena di scomunica. Il concilio di
comune pagasse la nona parte di Francfort sul Meno, tenuto l'anno
quella rendita alla chiesa diretta 50,4? co ' canone i5 ordinò , che
padrona. Però col nome di quarte ognuno dovesse pagare la decima
s'intese altra specie di decime, e del suo proprio, oltre i censi do-
forse per la stessa ragione si deve vuti alla chiesa pei benefizi, vale
intendere la quarta parte de'frutti. a dire, delle terre di cui essa ac-
Essendo i monaci costretti a pa- cordava godimento a' privati
il

gar la decima dei loro poderi al Nel concilio di Chalons sulla Sen-
vescovo, ovvero alle chiese parroc- na dell' 8 1 3, col canone decimo,
chiali, per Io più i prelati, per mo- s'impose alle famiglie di pagare la
tivo di ed acciocché
religione, i decima alla chiesa dove ascolteranno
monaci fossero più disposti ad eser- la messa in tutto l'anno, e dove
citare l'ospitalità verso i pellegrini, facessero battezzare i loro figli. Nel
e poveri, la solevano rimettere ad 909 in Trosle presso Soissons ebbe
essi. Ma alcuni vescovi, e parrochi, luogo un concilio, e nel canone
riscuotendo con rigore le decime nono si dice, che la decima deve
dai monaci, mossero i Romani Pon- essere pagata di tutti i beni anche
tefici nel privilegiare i monisteri a di traffico, e d'industria. Nel cano-
confermare l'esenzione dalle decime ne sesto poi viene prescritto, che
concedute dai vescovi. Nulla di me- le decime, le primizie, e le obla-
no nel secolo XII s'introdusse il zioni sieno esenti da ogni diritto
costume, che se i monaci riduce- fiscale, siguorile, e per essere ammi-
vano a coltura qualche terra incol- nistrate dai preti, e sotto la dire-
ta, e la lavoravano colle proprie zione dei Noi però, dice-
vescovi.
mani, questa doveva andare esente vano que'padri, non pretendiamo,
dalla gravezza delle decime. Novalia che i vescovi sieno padroni asso-
si chiamavano simili terreni. A la- luti di questi beni con pregiudizio

vorar tali terre si adoperavano i de'signori eglino non ne hanno che


;
r84 DEC DEC
il governo, e noi prescriviamo ai le decime che posseggono, con pe-
nostri preti, di rendere a quelli, ricolo delle anime loro. Per que-
nella signoria de'quali sono le chie- sta ragione si conservarono ai laici
se, il dovuto rispetto, senza aver le decime, delle quali si giudica
arroganza, né contrasto devono ; che fossero in possesso al tempo di
senza pregiudizio del ministero ren- questo concilio, e si chiamavano
dersi accetti al loro signore , e ai decime infeudate. I padri del conci-
loro parrocchiani colle cui obla- lio lateranense, convocato dal Papa

zioni sussistono, e render loro colla Innocenzo III nel I2i5, ecco come
dovuta umiltà i servizi spirituali, i si espressero nel canone 33: » noi
quali devono rendere gratuitamen- » comandiamo che la decima sia le-
te, quando anche non ne riceves- » vata prima dei censi, e di tutte le

sero nessun sussidio temporale. « rendite, come un segno del domi-


tenuto in Roma
Nel concilio » nio universale di Dio ". Si legge
nel 1099,canone decimoquin-
col nel canone 21 del concilio tenuto a
to fu proibito agli abbati ed altri Bordeaux, nel 1256, che quan-
superiori di chiese di ricevere dal- tunque le decime appartengano al-
le mani dei laici, decime, e altri le volte ad altre chiese, si lascie-
diritti ecclesiastici, senza il consen- ranno sempre i novali (cioè le de-
so de'vescovi. Nel concilio genera- cime che riscuotevansi sulle terre
le lateranense tenuto nel 1 1
3g poste in coltivazione da poco tem-
dal Pontefice Innocenzo II, median- po) alle parrocchie dove crescono.
te il canone decimo, venne proibi- Nel canone poi 1 3 è comandato
to a'iaici di possedere le decime ec- a tutti i laici, che tengono decime,
clesiastiche , ossia che le abbiano di lasciarle alle chiese sotto pena di
ricevute dai vescovi, dai re, ovvero non essere ammessi ai sagramenti
da qualunque altra persona: inoltre del matrimonio, o dell'eucaristia,
il concilio dichiarò , che se non né alla sepoltura ecclesiastica in-
le restituissero alla chiesa, sarebbero sieme alle loro mogli, ed ai fi-
incorsi nel delitto di sacrilegio, col gliuoli.
pericolo di eterna dannazione. La Vedendo il Pontefice Bonifacio
medesima proibizione fu fatta dal Vili, che il clero era dai principi
concilio di Reims nel 11 4-8- Col molto gravato, e volendo provve-
canone terzo del concilio di Tours dere alla immunità, che ai chierici
dell'anno 1 i63, si proibì a' vescovi, conveniva, colla bolla Clericis Lai-
ed altri prelati di dare a nessun cos 3, de immuri. Eccl. in 6, pub-
laico né chiese, né decime, né ob- blicata ad Anagni a' 21 settembre
lazione. Decretò nel 11 72 il con- 1296, e da lui fatta inserire nel
cilio di Avranches, col nono canone, sesto libro delle decretali, con au-
che quelli, i quali posseggono decime torità apostolica decretò, che i re,
per diritto ereditario, possano dar- o i principi per qualunque prete-
le ad un chierico, con patto, che sto, senza il consenso del sommo
dopo la sua morte ritornino alla Pontefice, non potessero esigere dai
chiesa. Nel canone 14 del concilio chierici le decime, sotto pena di
generale lateranense celebrato nel scomunica, non meno ai principi
11 79 da Alessandro III, si proibì medesimi, che ai chierici ancora, se
ai laici di trasferire ad altri laici in ciò ubbidissero. Tuttavolta, vo-
DEC DEC i85
lendo conservarsi amico il re di za nel l4 r 7.> presiedette alle quat-
Francia Filippo IV il Bello, e per tro ultime sessioni del i4 18, nelle
le suppliche dei prelati di quel rea- quali tra le altre cose venne de-
me, a' ig febbraio 1297., interpre- terminato, che nessuno imponesse
tò la mentovata costituzione , e decime, fuorché il Papa col consi-
prescrisse che la proibizione non si glio dei Cardinali, e dei prelati.
estendesse ai volontari donativi, ri- Indi, essendo stata presa nel i453
chiesti per la difesa del regno, o Costantinopoli da Maometto II, ne
al riscatto del re, o de' suoi figliuoli. pianse la perdita il zelante Ponte-
Da ciò non ostante ebbero origine le fice Nicolò V e con essa l'estinzio-
famose vertenze fra Bonifacio Vili, ne dell'impero orientale, passato
e detto re di Francia. Clemente
il per tal maniera nelle mani degli
V, dopo avere stabilito la residenza infedeli. pensò pertanto al
Egli
pontifìcia in Avignone, nel i3o6, modo di tentarne la ricupera. A
rivocò la bolla di Bonifacio Vili, tale effetto pubblicò una bolla ai 3o

e per conto delle decime, mediante settembre, colla quale eccitò fedeli i

la costituzione Meruit, Extravag. tutti ad unirsi per fare la guerra


de privìleg. nel Labbé Conc. tom. ai turchi, nemici del nome cristia-

XI, dichiarò, e stabilì, doversi os- no, e concedette indulgenza plena-


servare tutto quello, che i suoi pre- ria a chi o in un modo, o nell'al-
decessori avevano ordinato nei con- tro vi concorresse. A quest' opera
cili generali lateranensi, e negli il buon Pontefice assegnò tutti i

altri concili generali, contro i laici proventi, che dai benefìzi proveni-
che esigessero indebitamente dalle vano all'erario pontificio, eia de-
chiese e dagli ecclesiastici, tributi, cima di quelli, che provenivano
decime, o imposizioni di qualunque dallo stato del dominio temporale
maniera si fossero, ovvero dessero della Chiesa romana. Ad essa asse-
perciò consiglio, ajuto, o favore. Di gnò ancora le decime di tutti be- i

questo grave argomento, il ripetia- nefizi ed offici della romana curia;


mo, in ogni articolo di stato, o re- le decime di tutti gli uffizi ed im-
gno, si decime accor-
riportano le pieghi dello stato ecclesiastico ; e le
date parzialmente dai romani Pon- decime de' benefizi ecclesiastici per
tefici ai rispettivi sovrani, massime tutto il mondo cattolico, e nominò
per le guerre contro i turchi, ed molti soggetti per collettori di que-
eretici, non che pei bisogni impe- ste decime. Succedendo nel 1 4^5,
riosi degli stati, e dei sudditi. a Nicolò V, il Papa Calisto III, non
Nell'anno 1326 si celebrò in si mostrò meno impegnato per re-
Marniac , diocesi d' Auch un con- , primere la crescente potenza otto-
cilio, il quale col canone XXVIII mana. Pieno di eguali sentimenti
decretò che le decime sono do-
: fu Pio II, che gli successe nel
vute per gius divino, e pronunziò i458. Subito adunò egli in Manto-
molte pene contro coloro, che non va un generale congresso, per ista-
le pagano fedelmente, e prima di bilire i mezzi atti a formare una
ogni altro aggravio, o che distol- crociata, e spedirla contro il comu-
gono altri dal pagarle, che le 11- ne nemico. Ivi fu deliberato, che
surpano, o le trattengono. Eletto di tutte le nazioni, per questa sa-
Martino V, nel concilio di Costan- gra guerra collegate, pagassero per
i86 DEC DEC
tre anni i chierici la decima, i tro Selim imperatore de* turchi,
II

laici, e gli ebrei la vigesima. A e per le spese dell'armamento na-


questi soccorsi promisero di aggiun- vale pontifìcio, composto di dodici
gerne ben altri maggiori i fioren- galere, con mille e cinquecento uo-

tini, i sanesi, i ragusei, i genovesi, mini, impose le decime sopra gli

i rodiani, e i bolognesi. Quindi ecclesiastici d' Italia ; quindi gli fu-

Pio II, con bolla de' i5 gennaio rono esibiti quaranta mila scudi
i46o, pubblicò a tutto il mondo d' oro all'anno dalle dodici congre-

cattolico quanto in questo congres- gazioni monastiche d' Italia, cioè


so avea concbiuso. Dipoi Giulio III cassinesi, certosini, lateranesi, Olive-

nel i555, assolvette l'imperatore tani, camaldolesi, del ss. Salvatore,


Carlo V dalle censure, nelle quali vallombrosani, di s. Giorgio d'Al-
potesse essere incorso, secondo le ga, cisterciensi, girolamini, crocife-

leggi stabilite da Leone nel con- X ri, e celestini. Durò questo peso
cilio lateranense V, per le decime alle dette congregazioni sino a Be-
esatte nel regno di Sicilia, e che nedetto XIV. 11 medesimo s. Pio
dall' imperatore vennero procurate V confermò al re di Spagna Fi-
per sussidio della guerra nell'Africa. lippo II, l' indulto concessogli dal
Ecco poi quanto il sagrosanto predecessore Pio IV pel manteni-
concilio di Trento nella sess. i5, mento delle galere destinate alla

can. 2 decretò sulle decime » Non : guardia delle piazze marittime di


bisogna tollerare senza castigo,
>•- Italia. Alla repubblica veneta per
» coloro, che procurano con di- l'armamento s. Pio V accordò la

» versi artifizi di sottrarre le deci- facoltà di esigere per cinque anni


» me, che devono tornare alle chie- dal clero duecentomila scudi.
« se. — Il pagamento delle decime La strepitosa vittoria, riportata
» è un debito, che devesi a Dio, dai cristiani nel golfo di Lepanto,
» e quelli che ricusano di pagar- premiò tanto zelo , e tanti sagrifi-

» o che impediscono gli altri dal


le, zi. Inoltre s. Pio V aggiunse dipoi
» farlo, rubano la roba altrui ". alla bolla Domini, la
in Coena
Il santo concilio impone pertanto disposizione, cheniun principe, o
a chiunque è tenuto al pagamento sovrano, potesse imporre nuovi tri-
delle decime, di qualunque stato, buti ai ministri della Chiesa suoi
e condizione egli sia, che debba sudditi sotto pena di scomunica,
pagare in avvenire quelle, dovute senza eccettuare alcun monarca, per
per gius tanto alla cattedrale, co- cui se ne
gravò inutilmente lo
me ad altre chiese , o a qualsivo- stesso II, suo alleato. Ram-
Filippo
glia persona, alla quale sono legit- menteremo per ultimo, che Inno-
timamente dovute ; che coloro i cenzo XI, per la liberazione di
quali le sottraggono, o impedisco- Vienna, nella Germania, ed in Po-
no che non vengano pagate, sieno lonia, impose la decima parte dei
scomunicati, e non abbiano 1' asso- beni ecclesiastici, e tre decime so-
luzione, se non dopo averne fatta pra il clero d'Italia, ed isole ad-
restituzione. iacentimediante la costituzione
Nel s. Pio V, a motivo
1571, 13 Cum ab ipso de' 27 settem-
1 .

dell' alleanzache fece colla Spagna bre i683, Bull. Rom. tom. Vili,
e colla repubblica di Venezia con- p. 286. Nella costituzione dei 23
DEC DEC iò 7
novembre 1688, prorogò Io stesso la nuova legge ; e si notano vari
decreto. Simili decime si trovano articoli relativi ai privilegi, ed e-
ordinate nella costituzione di Urba- senzioni accordate da Dio alla tri-
no Vili, a' 19 gennaio i63i, di bù di Levi, e la forma del gover-
Alessandro VII, a 24 marzo 1660, no di tutto quel popolo. Egual-
e di Clemente Xa'n marzo 1 674. mente si fa parola di alquante
Oltre gli analoghi articoli del Di- imputazioni maligne contro il clero
zionario, si possono consultare, il cattolico, e si ribattono; nonché si

Durando di Maillane, Dizionario parla dei vantaggi apportati dal


di diritto can. alle parole Decime, medesimo alla società. Finalmente
ed Ufficio j Van. Espen Jus civi- viene riprodotto un breve articolo
le univers. tom. I, part. 2, cap. 3, sul denaro straniero, che si per-
fol.85 1 , La Combe, alla parola cepiva in Roma impo- per tasse,
Decime ; il trattato sidle decime, sizioni ec. sui beni ecclesiastici prima
di Dunod ; quello di Duperray; ed dei noti sconvoglimenti di Europa.
altri, non che il Dizionario di Pon- DECLANO (s.) fu il primo ve-
tas, alla parola Decime. Che le de- scovo di Ardmore, nell' Irlanda,
cime si pagassero dai gentili, col- sede ora unita a quella di Lismo-
l' offrire le loro primizie agl'idoli, re. Poco prima di s. Patrizio pre-
cui adoravano, ne tratta il Rinal- dicò egli la fede agi' irlandesi, e
di all'anno 44> nuca- 88: delle of- morì nel sesto secolo. Era con gran
ferte poi, e decime de' primitivi divozione onorato da quei popoli.
cristiani, egli ne parla all'anno 5j, La sua festa ricordasi ai 24 luglio.
num 80. DECOLLAZIONE di s. Gio.
Si tratta inoltre delle decime, pri- Battista. Questa festa ricorre nel
mizie, ed oblazioni nel sesto cap. del- giorno 29 di agosto. Per non di-
le Clementine, e nelle Estravaganti videre la storia della sua morte da
comuni. Nell'anno 1842 in Orvieto quella della penitente sua vita, cre-
pei tipi del Pompei, un minorità diamo opportuna cosa il rimettere
conventuale, che vuoisi essere il i nostri lettori all'articolo Giovanni
vescovo odierno di Bagnorea, Gio: Battista. Vedi.
Ferrini, ha pubblicato un dotto Cal- DECORIANA. Sede episcopale
colo ragionalo sulle ricchezze del cle- della provincia Bisacena , nell'Afri-
ro cattolico. Quest' opuscolo con- ca occidentale, sotto la metropoli
tiene due disquisizioni, neila prima di Adramito. Pascasio, suo vescovo,
delle quali dimostrasi la ricchezza intervenne al concilio lateranense,
della tribù di Levi paragonata a celebrato da s. Martino I romano
quella di ciascuna delle tribù israe- Pontefice.
litiche, e delle dodici prese com- DECRETALI. Epistolae decre-
plessivamente. Nella seconda si cal- tales. Rescritti, decreti, o lettere a-
cola qual sia stato approssimativa- postolicbe de' sommi Pontefici, che
mente per ciascun ecclesiastico cat- compongono il secondo volume del
tolico 1' annuo reddito de'beni del- Diritto canonico. Si chiamano de-
la Chiesa più florida,
nell'epoca cretali perchè stabiliscono quello
fatto eguale riparto. Quindi ne de- che bisognò fare, o pensare nel-
riva il gran divario fra le ricchez- le diverse circostanze. Le decre-
ze del sacerdozio dell' antica, e del- tali attribuite ai primi Papi, a-
r88 DEC DEC
vanti il Pontefice s. Silicio, sono decretali, la prima indirizzata a tut-
supposte ed apocrife, secondo il pa- ti i vescovi e fedeli; la seconda ai
rere de' critici. Col nome di decre- vescovi d'Italia; la terza a tulli i
tali s' intendono quelle raccolte sot- vescovi. Gli eruditi però non le am-
to il pontificato di Gregorio IX, mettono come dettate da lui. E
quelle raccolte da Bonifacio Vili, valga il vero, il ripeliamo, quasi
quelle chiamate Clementine e le Es- tutte le lettere attribuite a' Ponte-
travaganti comuni, e quelle di Gio- fici sino a s. Siricio, sono respon-
vanni XXII. Queste decretali, dice sive ad altre scritte a questi da ve-
Van-Espen ne' suoi prolegomeni § scovi, arcivescovi, e concili, non che
V, sono da riceversi per jus comniu- a' fedeli per ricevere le istruzioni,
ne, e per tali furono ritenute da e gì' insegnamenti ne' loro bisogni.
tutta la Chiesa. Pertanto eguale es- Come dunque sarà da credersi, che
sendo la qualun-
giurisdizione di sieno conservate le lettere respon-
que romano Pontefice, perchè egua- sive, quando ninna si è ritrovata
le è in tutti il divino primato, an- finora delle missive? V. Lettere
che le posteriori decretali, e le fu- Apostoliche.
ture universali, o pel comando, o Le due decretali, che corrono
per la natura della materia, sa- sotto il nome di s. Evaristo Papa
ranno certamente costitutive del del 112, ed immedialo successore
comune diritto canonico. di s. Anacleto, una a tutti i ve-
Le decretali adunque de' som mi scovi dell'Africa, l'altra a tutti i

Pontefici, prima di s. Siricio, che fedeli dell'Egitto, sono dai critici


fu elevato alla cattedra- di s. Pie- egualmente dichiarate apocrife. Le
tro nell'anno 385, sono apocrife, due lettere decretali, attribuite a
fuorché quelle che nomineremo di Sisto I i32, una a tutti
del fe- i

cinque Pontefici de' primi tre secoli deli, l'altra a tutte le chiese, sono
della Chiesa, cioè una di s. Cle- dai moderni poste nel numero del-
mente a' Corinti ; tre di Corne-
s. le suppositizie. La lettera decretale
lio a s. Cipriano, e a Fahio ve- del successore s. Telesforo, diretta
scovi d'Antiochia coi frammenti di a tutti i fedeli, ed a lui attribuita,

quelle ; due di s. Stefano I, una di porta seco il carattere di apocrifa.


s. Dionisio, ed altra di s. Felice Due lettere si accordano da alcuni
I. Nel secolo IV ne ahhiamo due al Pontefice s. Iginio, una a tutti
di san Giulio I, dodici di san gli ortodossi, l'altra a' suoi compa-
Liberio ; ed otto di san Dama- triotti ateniesi, le quali dai più dei
so I; tutte indicate da monsignor critici non sono ricevute. Cinque de-
Bortoli, Jur. Can. Instit. cap. 18, creti ancora voglionsi dire di s. I-
il quale ancora al capo seguente ginio, e li riporta Graziano, ma
addita le novantasette decretali non sono da tutti ammessi. Quat-
apocrife inventate da Isidoro Mer- tro lettere si riferiscono a s. Pio I,

catore, ed attribuite ai Papi, che che, nell'anno i58, successe a s. Igi-


precedettero s. Gregorio I, elet- nio; la prima a tutti i fedeli; la
to neh' anno 5go. Ed è perciò, seconda a' fratelli d' Italia ; la terza

che non si ammettono quelle attri- e la quarta a Giusto vescovo di


buite a s. Anacleto Papa del io3, Vienna. Tutte sono stimate apocri-
al quale si attribuirono tre lettere fe dai moderni, quantunque da
DEC DEC 189
monsignor Gocleau (le due ultime lie, non
credono scritte da que-
si

principalmente) sieno tenute per au- sto Pontefice, benché ripiene di ot-
tentiche. La lettera di s. Aniceto timi sentimenti.
dei 167 a' vescovi della Francia, Non è legittima la lettera di s.

intorno la consagrazione de' vesco- Urbano I, che gli successe nell'an-


vi, non è ricevuta dai dotti. Dice- no 226, e diretta a tutti i cristia-
si, che s. Solerò, fatto Papa 1' an- ni, come non lo sono le due del
no 175, abbia scritto una lettera successore s. Poliziano, una scritta
a s. Dionisio di Corinto, ma essa ad un tal Felice Succibuono, e l'al-
non esiste più. Si citano altre due tra a tutti i buoni servi di Dio ;
sue lettere, che fanno parte delle e neppure quella, che si crede scrit-
decretali apocrife. Gli viene ancora ta dal Papa s. Antero ai vescovi
un libro contro
attribuito gli erro- della provincia Betica, e Toletana,
ri Montano, nel quale
di si con- non essendo un allora Toledo che
dannano i Tertullianisti , ma il p. piccolo borgo. Le lettere scritte da
Ceillier, benedettino, nel t. II, cap. s. Cornelio del 254 a s. Cipriano,

7, dell' Hist. gènér. des auteurs e ad altri, non sono tutte genuine.
eccles. ediz. di Parigi 1127, fa Le due lettere attribuite al succes-
vedere, che un tale libro è suppo- sore s. Lucio I, una a s. Cipria-
sto. Lo stesso p. Ceillier, al cap. no, l'altra a' vescovi della Francia,
17, dice inoltre, che a s. Vittore e della Spagna, nella quale si or-
I, il morì nell'anno 2o3, si
quale dina, che i vescovi vengano accom-
attribuiscono alcune opere , non pagnati dagli ecclesiastici, sono spu-
degne di lui, quali appunto sono rie. Tuttavolta, che s. Lucio I abbia
le quattro segnate col suo nome, scritto lettere decretali, si ha dal
due delle quali furono inserite nel- mentovato s. Cipriano nell'epist. 67,
le decretali apocrife. Di queste ma queste sono perite. A s. Stefa-
quattro lettere, la prima è diretta no I del 257 j oltre la lettera scrit-
a Teofllo vescovo di Cesarea, la ta a s. Cipriano della quale si è
,

seconda agli africani, la terza a perduto l' autografo , se ne riferi-


Desiderio vescovo di Vienna, la scono altre due, cioè una ad Ila-
quarta ad un certo vescovo per no- rio vescovo, l'altra a tutti i vesco-
me Paracoda. S. Girolamo , de vi,ma ambedue oggi sono rifiuta-
vìris illuslnbus, cap. 34, dice che te come spurie. Però si conservano
s. Vittore I scrisse alcuni opuscoli due lettere di questo Papa, l' una
sopra la controversia della Pasqua, riferita da s. Dionisio Alessandrino,
e sopra altre materie ; ma il p. presso Eusebio lib. VII, cap. 5,
Ceillier citato assiema, nulla esiste- l'altra appresso s. Cipriano nell'e-
re degli scritti di questo Pontefi- pist. 74) ricavata dalla lettera di
ce. Le due lettere, che si attribui- s. Stefano I al medesimo s. Cipria-
scono a s. Zeflìrino del 2o3, una no. A s. Sisto II vengono attri-
a tutti i vescovi della Sicilia, e l'altra buite due lettere, la prima diretta
a tutti i vescovi dell'Egitto, non ad un vescovo appellato Grato , e
sono credute genuine. Due lettere l'altra a' fedeli delleSpagne: am-
col nome di s. Calisto I, una ad bedue sono stimate spurie. Nel 261
un vescovo chiamato Benedetto, gli successe Papa s. Dionisio, le cui
1' altra a tutti i vescovi delle Gal- due lettere scritte ad Urbano pie-
, ,

l
9o
DEC I ) EC
fetto, ea Severo vescovo di Cor- dagli autori come genuine, e come
dova, sono rigettate dai critici. Vi veri monumenti de' primi tempi
è però un frammento di una sua principalmente nel decreto di Gra-
lettera scritta a' sabelliani, riferita ziano. V. raons. Sortoli, Insiti. Jur.
da s. Atanasio, Ep. de decrct. ni- Canon., dove eruditamente trattò
cenae synodi. Della lettera di s. questo punto, lo che fece dopo lui
Felice a Massimo, vescovo di A-
1 anche il p. Zaccaria nel suo Anli-
lessandria , colla quale confuta le febronio, tom. I, dissert. 3, cap. 3,
eresie contro la divinità di Gesù pag. 283, e seg. della prima edi-
Cristo, non si ha che un piccolo zione del 1767.
frammento, ludato fra i testimoni La prima decretale, che si am-
dei SS. PP. neh' azione prima del mette senza contrasto, e che dai
concilio generale di Efeso. Le al- critici è stimata legittima, è quella
tre tre lettere decretali , che han- scritta dal sopraddetto Papa s. Si-

no il nome di s. Felice I, la pri- licio, e diretta ad Imerio vescovo


ma a Paterno vescovo, la seconda di Tarragona, colla quale si per-
a' vescovi delle Gallie, la terza a mette a' monaci 1' ordine presbite-
Benigno vescovo, sono tenute apo- rale. V. Pietro Constant , Episl.
Non sono neppure
crife dai critici. Roin. PP. t. I, ep. 1, p. 624 in
ammesse le due lettere del Ponte- Sirie. S. Innocenzo I ne fece una
fice s. Eutichiano , una diretta ai contro i bigami; s. Ormisda del
vescovi della proviucia Betica, l'al- 5 1 8, scrisse una decretale a' ve-

tra a' vescovi della Sicilia. Lo stesso scovi di Spagna per Y osservan-
dicasi di quella di s. Cajo Papa za della disciplina ecclesiastica, ec.

del 283, che vuoisi scritta a Fe- ec.

lice vescovo. Due lettere , che si Oltre quanto si disse al volume


ascrivono a s. Marcellino, la pri- VII, p. 22i del Dizionario sulla
ma aSalomone vescovo, la seconda collezione dei canoni , e di alcune
a' vescovi orientali, hanno la me- epistole , e decretali de' Pontefici
desima critica delle precedenti. S. aggiungeremo altre nozioni. V. il

Marcello I, che nel 3o4 gli suc- Bercastel, Storia del Cristianesimo,
cesse, scrisse una lettera a' vescovi sugli errori delle false decretali di
di Antiochia, ed un' altra a Mas- Isidoro Mercatore, o Peccatore voi.
senzio, le quali sono rifiutate dai XIII, p. 6. Questo Isidoro, di cui
critici.Finalmente le tre lettere at- s' ignora la patria, da alcuni cre-
tribuite a s. Eusebio, la prima a duto s. Isidoro di Siviglia, pel so-
tutti i vescovi della Francia, la se- prannome di Peccatore che talvol-
conda ai fedeli d'Alessandria e del- ta s' imposero i vescovi, formò una
l' Egitto, la terza a' vescovi della collezione di decretali Pontificie, e
Toscana, e Campagna, non si ten- si congettura, che l'abbia compila-
gono per genuine dai critici. Le ta nella Francia germanica, più o
decretali adunque de' primi Pon- meno circa l'ottavo secolo. La qual
teiìci romani sino al pontificato di compilazione si reputa formala con
s. Silicio, sono riputate apocrife altre preesistenti collezioni di ca-
dagli eruditi, cioè dai critici mo- noni, e di epistole de' romani Pon-
derni, sebbene sino alla metà circa tefici, cui quell' autore altre ne ag-
del secolo XVII sieno state citale giunse, per lo che ve ne hanno al-
,

DEC DEC '9'


cune comunemente riputate false chiarazioni e decreti delle sagre
dagli eruditi. Dalle imputazioni da- congregazioni de' Cardinali , di che
te ad Isidoro Mercatore dai nemici si tratta ai rispettivi articoli. Il Di-
della santa Sede lo difende il Ber- clich, nel suo Dizionario sacro li-
gier, nel suo Diz. enciclopedico al- turgico, all' articolo Decreti della
la parola Decretali d'Isidoro Mer- sagra congregazione de' riti , nel
catore, facendo l'apologia delle De- dire che i decreti , ossiano le di-
cretali a tale articolo. Questa col- chiarazioni tutte delle sagre con-
lezione contiene le false decretali gregazioni di Roma, che vengono
di più di sessanta Pontefici, che il fatte consulto Sanctissimo, hanno
Bortoli citato dice essere novanta- forza di legge , riporta gli autori
sette, da s. Clemente I a s. Silicio, che ciò sostengono. Oltre a ciò può
ed i canoni dei concilii celebrati consultarsi il Bergier, all'articolo
sino all'anno 683. L'arcivescovo di Decreti delle sagre congregazioni
Magonza Ridolfo portò questa col- di Roma. A voler parlare delle
lezione dalla Spagna in Francia. principali collezioni delle decretali,
In seguito altre collezioni si fecero, cipermetteremo i seguenti cenni.
e sono quelle dei Canoni peniten- V. Costituzioni.
ziali (Fedi), le collezioni di Pregi- Trasportata in Costantinopoli la
none, di Burcardo di Vormazia, di sede dell'impero, diviso questo in
Anselmo da Lucca Carno- , d'Ivo orientale ed occidentale, si forma-

tense, al quale pure si attribuisce rono le tante monarchie che per ,

quella chiamata Pannormia, ed al- la maggior parte tuttora sussistono.


tre dell' antica giurisprudenza. A Pieni i popoli di venerazione per
queste collezioni altre ne successero, la cristiana religione, non curate le

che costituirono il diritto canonico leggi romane, ubbidirono alle or-


più recente, cioè il decreto di Gra- dinazioni dei vescovi, e dei sommi
ziano , la collezione di Bernardo Pontefici. Tanta si fu la venerazio-
Circa, di Gilberto Dismani, di Gio- ne, che i principi, e le nazioni a-
vanni Galense ; le decretali d' In- vevano a' sagri canoni de' concilii,
nocenzo III, di Onorio III, di Gre- ai decreti ed alle costituzioni pontifi-
gorio IX ; la collezione di Bonifa- cie [Vedi), ai detti, ed alle sentenze
zio Vili, che chiamasi il sesto li- de' santi padri, che interamente le
bro delle decretali ; le Clementine adottarono, e come proprie leggi
raccolte da Clemente V, e le Estra- di buon grado le osservavano. Al-
vaganti di Giovanni XXII , cosi l' insorgere di qualche difficoltà si

dette perchè sono fuori del corpo ricorse al romano Pontefice, il qua-
del gius canonico, che colle Cle- le, a similitudine degli antichi im-
mentine si crede chiuso. Quindi vi peratori, rescriveva, e tali deter-
sono le Estravaganti comuni, che minazioni si dissero Rescritti, e De-
comprendono le costituzioni di più cretali Epistole,che ebbero forza
Pontefici. di legge. Verso l'anno 1
1 4-7?
ne l
Abbiamo il gius canonico novis- pontificato di Eugenio III, Grazia-
simo, che è composto del settimo no di Chiusi, celebre monaco be-
libro delle decretali, delle bolle, dei nedettino di Bologna, pubblicò un'o-
brevi , delle regole di cancelleria ,
pera, che gli acquistò fama immor-
del concilio di Trento., e delle di- tale, intitolata Concordia disco/-
i$* DEC DEC
dantium canonum, la quale dipoi nel suo Decreto, delle leggi civili,
venne appellata Decreto di Grazia- delle rubriche molte sue opi-
, e
no. Altri stabiliscono tal pubblica- nioni, per cui tra i dottori è con-
zione all'anno ii5i. In esso Gra- troversa l'autorità di queste, essen-
ziano principalmente procurò non do Graziano un uomo privato, senza
solo di riferire i canoni, ma di con- autorità di promulgar leggi. Che
ciliare, e concordare i discordanti, il decreto Graziano contenga
di
e quelli fra loro contrari. Sotto molti errori, anche il dotto
il rilevò
lai nome vuoisi, che Eugenio III vescovo Sarnelli nel tom. V delle
non solo approvasse Y opera , ma Leti. Eccl. lettera XXIX, Se i
che ne ordinasse l'insegnamento detti di Graziano possano chiamarsi
nelle università, come si pratica al canoni. Tuttavolta sull'autorità del-
presente, giacché prima Pio IV e , la collezione di Graziano è a con-
poscia s. Pio V, deputarono uo- sultarsi il p. Mamachi, che ne trat-
mini dottissimi, acciò emendassero ta eruditamente nella opera:
sua
il Decreto di Graziano j operazione, Degli acquisti delle mani morte
che venne approvata da Gregorio lib. 2, par. 2, cap. 3, pag. 38.
XIII, in un agli altri libri canonici. Dopo Graziano la prima colle-
Questa collezione si divide in tre zione delle decretali fu fatta dal
parti ; la prima tratta delle persone, e preposto Bernardo Circa Papiense
contiene 101 distinzioni; la secon- sotto Alessandro III , e conteneva
da parla dei giudici , ed è divisa le costituzioni emanate dai concili,
in 36 cause; la terza, che appar- e dai padri, tralasciate da Grazia-
tiene alle cose, comprende un trat- no. Altri dicono, che i corpi delle
tato della consagrazione} diviso in decretali fossero formati dal detto
cinque distinzioni. Si forma il De- preposto di Pavia, indi vescovo di
creto di Graziano con lunghi estrat- Faenza, verso l'anno 1190. Altra
ti della sagra Scrittura, dei cano- collezione ne fu fatta da Giovanni
ni apostolici, dai concili generali, e Gallese, o Vallese di Volterra, che
particolari, delle decretali de' som- nella sua opera riunì le decretali
mi Pontefici, dalle opere dei santi precedentemente raccolte dall' ab-
padri , e scrittori ecclesiastici , dai bate Gilberto, e da Alano vescovo
libri del diritto civile dei romani, di Auxerre. Altra venne compilata
dai capitolari dei re francesi , dai da Bernardo, arcidiacono di Com-
rescritti imperiali, e finalmente dal- postella, nei primi anni d'Innocenzo
l'istoria ecclesiastica, e dalle dispo- III, la qual collezione ebbe corso
Questa importan-
sizioni pontifìcie. per alcun tempo sotto il titolo di
tissima opera non va esente da er- Romana compilalio. Però tutte le
rori, ed equivoci significati; laon- mentovate collezioni furono fatte
de fu commentata da Dido Cuva- di privata autorità. Ma nel mede-
ruvia , da Antonio Conti , e da simo pontificato d' Innocenzo III
Antonio Agostini, chiamati corret- Pietro Beneventano , della nobile
tori romani del diritto di Grazia- famiglia Collevaccino , cappellano,
no , siccome a ciò deputati dai e notaio pontifìcio, formò un corpo
menzionati Pontefici. Il commento di lettere decretali. Questa opera,
si pubblicò col titolo : Einendalio nella quale il diligente collettore
Gruziani. Inserì ancora Graziano raccolse in cinque libri le decretali
,

DEC DEC igS


di quel gran Papa sino all' anno inserì la regola di s. Francesco),
XII delsuo glorioso pontificato che essendo state tolte alcune cose
con sue lettere venne indirizzala utili dalle precedenti collezioni, ed
all'università di Bologna, e dal lo- aggiuntevi delle dubbie, conveniva
dato Antonio Agostini in praefat. ricorrere alle stesse precedenti col-
Collect. anliq. da altri è
decret. e lezioni,a togliere qualunque dub-
riconosciuta per la prima collezione biezza, ed oscurità. Perciò Bonifa-
fatta con pubblica autorità. Avvi cio VIII determinossi ad ordinare
un'altra collezione eseguila sotto il altra collezione delle decretali, che
medesimo Innocenzo III, in cui si chiamò Sesto libro delle decretali^
raccolsero i canoni del concilio ge- perchè fa seguito alle decretali di
nerale lateranense IV , e le costi- Gregorio IX. Ne diede l'incarico a
tuzioni di quel Papa. Abbiamo pu- Guglielmo Mandagot , a Berenga-
re la collezione chiamata Quinta rio Fredol, ed a Riccardo Petroni,
compilazione di Onorio III, che che poscia creò Cardinali, meno il
però non venne pubblicata. Laonde, primo che venne creato da Cle-
essendosi rinvenuta manoscritta, fu mente V, ed in cinque libri pub-
da ultimo data alla luce da Inno- blicò la collezione nel 1297,0 1298.
cenzo Cironio, cancelliere dell'acca- Questa celebre collezione special-
demia di Tolosa, che la corredò di mente comprende ed
le costituzioni,

dottissimicommenti. i decreti Gregorio IX , d' Inno-


di
Il Pontefice Gregorio IX, sper- cenzo IV, di Alessandro IV, di
assimo nella scienza del diritto ca- Urbano IV , di Gregorio X , di
nonico, incaricò s. Raimondo di Nicolò III , e dello stesso Boni-
Pennafort dell'Ordine de' predica- facio Vili , il quale vietò pure
tori, suo confessore e cappellano, di ricevere altre decretali de' suoi
di raccogliere i decreti dei Papi, e predecessori, che non fossero con-
de' concili dopo l'anno n5o, ove tenute in questo sesto libro, di cui

finiva la compilazione di Graziano. mandò una copia all' università di


Il santo v' impiegò tre anni, e di- Bologna. Si dice , che Bonifacio
vise la collezione in cinque libri. Vili, nella formazione della raccol-
Gregorio IX la pubblicò col nome ta, da tutte le costi-
fece scegliere
di Decretali nel 1284. ed ordinò tuzioni quelle che sembrarono utili
che fosse seguita in tutte le scuole, per essere seguite nei giudizi, ed
e tribunali, vietando qualunque al- insegnate eziandio nelle scuole, co-
tra raccolta, senza l' autorità della me ne fece togliere , e cambiare
santa Sede. Questa collezione, uno alcune, siccome profondo giurecon-
de' più bei monumenti della legis- sulto. Tutto si legge nella bolla
lazione cristiana, della quale i som- posta in principio di questa rino-
mi Pontefici sono i soli ed unici mata collezione, e diretta a Bolo-
autori, è la parte più compiuta di gna, a Padova, a Parigi, e ad Or-
tutto corpo del diritto canonico, ed
il leans. Questo sesto libro venne pub-
è quella sulla quale ordinariamente blicato a' 3 marzo 1299, e talmen-
hanno lavoralo tutti i commentatori te riuscì gradito, che molte costi-
di esso. Tuttavolta i critici osservano tuzioni in esso contenute , furono
intorno a questa sesta collezione di nominatamente accettate nel con-
Gregorio IX (in cui poi Nicolò IV cilio tenuto a Melun nel i3oo.
voi. \ì\. i3
i
94 DEC DED
In appresso Clemente V raccolse DECRETO DI GRAZIANO. V.
le sue costituzioni, ed i canoni del Decretali.
concilio generale di Vienna da lui DECURIOx\E (Decurio). Offi-
celebrato nel 1 3 1 1, la qual raccol- ciale, che comandava a dieci uo-
ta dal nome chiamò Clementina,
suo mini. Eranvi decurioni sì presso gli
ed nel libro settimo delle de-
inserì ebrei, che presso i romani. Mose'
cretali. Ma siccome egli mori a' 20 stabilì dei capi di mille, di cento,
aprile del 1 3 4, il suo successore
1 di cinquanta, e di dieci uomini. Si
Giovanni XXII la pubblicò nel chiamarono egualmente decurioni,
1 3 7, col nome di Clementina, che
1 i senatori delle città municipali, e
contiene cento e sei costituzioni, ec. delle colonie. S. Marco chiamò Giu-
Inoltre questo Papa ne prescrisse l'os- seppe d'Ari matea nobile decurione,
servanza in forza di legge, con una che nel testò è nominato colle qua-
bolla indirizzata , non già all'uni- lifiche di ricco consigliere, o ricco
versità di Bologna, come falsamente senatore. Fra i rispettabili magi-
venne asserito, ma sì all'università strati delle città romane, l'ordine
di Avignone, ove Clemente V avea de' decurioni venne appellato come
stabilita la residenza Pontificia , e lo stesso senato di Roma, ordo san-
come si vede dall' originale di detta ctissimus , et splendidissimus. Ai
bolla. Nel suo pontificato Giovanni tempi dell' impero romano solevano
XXII pubblicò pure le Estrava- le Città (Vedi) avere i loro cura-
ganti, Comuni decretali così
e le tori. Questi o si eleggevano dai
chiamate perchè, come si accennò, decurioni, o si davano dal principe.
sono fuori delle altre compilazioni, I curatori vigilavano ai beni del
e comuni al medesimo Giovanni pubblico, ne procuravano il rego-
XXII, e ad altri Pontefici, ma han- lare impiego, come ne soddisface-
no la medesima autorità di legge vano i debiti. V. Banderesi.
11 Ne-

come le altre Laondedecretali. i rini, de tempio et caeuobio ss. Bo-


libri, che presentemente compon- ni/., et Alex. pag. 4°> parla dei
gono il diritto canonico, e che si decurioni istituiti in Roma nel me-
usano nel foro, e si spiegano nelle dioevo: » ex plebe vero decuriones,
scuole, sono il Decreto di Grazia- » qui in consiliis, et deliberationi-
no, le Decretali, il Sesto di Boni- » bus senatus vices gererent ut ,

facio Vili, le Clementine, le Estra- » prae aliis legere est apud Fla-
v aganti, e le Comuni. Questi libri » vium Biondino, histor. lib. 2, de-
sono abbondantemente corredati dì » cade 2. Postmodum vero decu-
commentari, ossiano Glosse, le quali « rionum loco restituti sunt tribu-
hanno anche queste una qualche « ni plebis, qui cuni Urbis prae-
autorità riguardo alla spiegazione » et consulibus medio aevo
fecto,
ed interpretazione delle leggi. De- » Libero rexisse feruntur apud Si-
cret'alista chiamasi il professore in- » gonium, ad annuni Domini 928 ".
caricato iu una scuola di diritto, DEDICAZIONE. Consagrazione
della cura di spiegare il decreto di di un tempio, di un altare, di un
Graziano, come chiamasi canonista luogo ec. e più. , comunemente ce-
chiunque sia versato nella scienza rimonia sagra colla quale si dedi-
dei canoni. Il Macri appella decre- ca, e consagra un tempio in onore
tista, il dottore in sagri canoni. di Dio. I pagani ebbero le dedica-
DEC DEF 195
zioni dei loro templi come gli
, mente non si facevano dai vescovi
ebrei, ed i cristiani. Salomone fece dedicazioni di chiese, senza licenza
solennemente la dedicazione dello del Papa. Anche molto solenne fu
splendidissimo tempio da lui eretto, la dedicazione della chiesa di Mon-
e gli ebrei ne celebravano l'anni- te Cassino (P^edi). All'anno 852
versario ogni anno per otto interi num. 1. il Rinaldi riporta la dedi-
giorni. Anche i cristiani celebra- cazione della Città Leonina [Pedi)
no in tutti gli anni la festa della di Roma, fatta dal Pontefice s. Leo-
dedicazione delle loro chiese, nel ne IV.
giorno anniversario della loro con- DEFINITORE [Definilor). Grado
sagrazione. Eusebio fa derivare l'o- di alcuni Ordini religiosi, cioè l'as-
rigine della dedicazione delle chie- sessore, ovvero il consigliere del
se dal IV secolo sotto l'impero di superiore maggiore. Però in alcuni
Costantino il grande, in cui per Ordini regolari , i definitori non
maggior pompa religiosa, e maestà sono ammessi che durante la con-
ecclesiastica, si riuniva a celebrar- gregazione del capitolo generale, o
la un gran numero di vescovi. Il provinciale, ed altri durante tutto
Bernini, nella Storia delle eresie p. l'intervallo da un Capitolo (Vedi)
173, parlando di s. Felice IV ro- all'altro. Definitorio, definito riunì, si

mano Pontefice, il quale fiori nei pri- chiama il luogo in cui convengono
mi anni del sesto secolo , dice che i definitori, come anche l'assemblea
ordinò, che la messa non si celebras- stessa dei definitori.
se se non in luoghi sagri ; se pure DEFONTI. Morti, cosi chiama-
per urgente causa non si dovesse ti, per aver terminato di vivere.
fare diversamente, e che per otto La santa Chiesa, madre pietosa, si-
giorni, dedicano colatur ecclesia- no dal suo principio, con particolari
rum. V. gli articoli Anniversario, orazioni ha sempre fatto memoria
Consagrazione, e Chiesa, principal- dei fedeli defonti. Ne contenta del-
mente al § VI in cui trattasi del- le quotidiane preghiere della mes-
l' anniversario , e dedicazione del- sa, ci ì quelle delle ore canoniche,.
le chiese, f' . il Bergier Diziona- in cui sempre nel termine si fa
rio enciclopedico , alla parola De- menzione di loro, in ciascun prin-
dicazione. cipio del mese recita Foffizio, e la
I fedeli, ad esempio degli stessi messa pei defonti, secondo l'anti-
celebravano solennemente, e
gentili, chissimo pio costume rammentato
con particolari cerimonie la dedi- da Alcuino, de div. off. Nella chie-
cazione dei sagri templi, e soleva- sa di Lione tutte le ore canoniche
no fare anche dei conviti detti aga- si terminano col De profundis,
pe. Solennissima fu la dedicazione (Fedi), e colla colletta pei morti.
della chiesa Gerusalemme edifi-
di Nella metropolitana di Praga in
cata da Costantino, come narra il Boemia, oltre messa conventuale,la
Rinaldi all'anno 335 num. 4 e 1 si canta quotidianamente, anche nei

4 "2. Si solevano fare le dedicazioni in giorni più solenni, un'altra messa


tempo della celebrazione di concili, pei morti. Inoltre la Chiesa fa par-
e di sinodi per accrescere maestà ticolare memoria dei defonti nella
alle medesime, decorata dalla pre- feria seconda, forse perchè in tal
senza dei padri conciliali. Antica- giorno fosse creato il cielo, do\e
i
96 DEF DEF
preghiamo sieno trasferite le ani- in cui cadono,
sebbene sia officio
me del purgatorio, ovvero perchè doppio, purché non cada in do-
avendo celebrata la domenica dedi- menica, o in altra festa di precet-
cata alla risurrezione del Signore, to. Si eccettuano le ottave, che esclu-
si ricorda nel giorno seguente del- dono il doppio. La medesima regola
le povere anime tormentate dal si deve osservare nei giorni, terzo
fuoco. Ma dell'antichità delle pre- settimo, e trigesimo. Morendo al-
ghiere della Chiesa, e de'fedeli, pei cuno lontano, subito che ne a- se
cristiani defonti, si tratta all'artico- vrà la notizia, si potrà dire la mes-
lo Commemorazione de fedeli de- sa in die obitus, ma coll'orazione
fonti (Vedi). del terzo giorno, lasciando la paro-
Suole anche la Chiesa far me- la tertium. I riti appartenenti a'de-

moria del defonto, nel terzo gior- fonti, e le cerimonie della messa,
no dopo la sua deposizione in ono- sono sparse in diversi articoli del
re della medesima risurrezione di Dizionario.
Gesù Cristo, avvenuta dopo il ter- Celebrando il vescovo pontifical-
zo giorno, ch'era stato sepolto. Tan- mente la messa de' morti, non si
to fra gli altri osservò s. Isidoro deve mettere sull'altare il terzo cau-
epist. Di più anche nel settimo,
1 14- delliere in mezzo, come si pratica
come simholo dell'eterno riposo: ma negli altri pontificali. Così decretò
s. Agostino non approva la memo- la congregazione de' riti a' 1 9 mag-
ria del nono giorno, che per altro si gio 1607. L'uffìzio de'defonti viene
fa pei Romani Pontefici nelle ese- detto Agenda da Valfrido; ed
quie Finalmente si fa
novendiali. Exequiae da s. Agostino. Si spar-
nel trigesimo, la morte di
perchè ge l'acqua benedetta ai cadave-
Aronne fu pianta dal popolo per ri, e tumuli, e catafalchi funebri,
trenta giorni, e s. Gregorio I fece e si santificano con incenso prima
piegare per l'anima del monaco benedetto dal sacerdote, per testi-
Giusto, per trenta giorni continui ficare con queste cerimonie, che quei
mediante il sagrifizio della messa. I corpi corrotti devono risorgere. E
greci sogliono celebrare la memo- degna di osservazione la cerimonia
ria dei defonti, nel terzo, nono, e praticata nei primi secoli dai cri-
quarantesimo giorno della deposi- stiani i quali ponevano sotto il ca-
zione dei medesimi, mentre l'anni- po del morto allorché lo seppelliva-

versario venne praticato sì dalla chie- no, alcune foglie verdi per deno-
sa greca, che dalla latina. Si deve tare la certa sperauza della futura
avvertire, che ne' giorni festivi di risurrezione , adoperando perciò
precetto, essendo presente il corpo l'edera, e l'alloro, siccome foglie
del defonto, si potrà celebrare una che si mantengono sempre verdeg-
sola messa de' morti, conforme al gianti. 11 Berleudi, delle oblazioni
decreto de'sagri riti de'2 3 maggio a pag. 56, dice quali fossero anti-
i6o3. Il rituale, riformato da Pao- camente i casi, per cui i defonti era-
lo V, proibisce l'esequie, e il por- no esclusi dai suffragi.
tare pubblicamente cadaveri [Fe- i L'antica Pioma, quantunque ido-
di) nel giorno di Pasqua. La pra- latra, fu premurosissima di racco-
tica della basilica vaticana è di gliere le ceneri, e le ossa de'defon-
celebrare gli anniversari, ne'giorni ti, che lavate con latte, o vino
, .

DEF DEF 197


rinchiudeva in un'urna di terra, rapido cenno delle pene sanzionate
riguardando come religioso il luo- dai legislatori contro i trasgressori
go dove venissero seppelliti i tra- del rispetto dovuto alla memoria
passati. Il Guasco diffusamente trat- de' defonti. Finalmente , dopo la

ta di ciò ne' riti funebri dì Roma confutazione di alcune obbiezioni,


pagana, ove tra le altre cose os- che si riscontrano in vari generi di
serva, che i romani ponevano un cose, opportunamente inserite, ram-
cipresso, o un ramo di esso avanti menta per ultimo, con patetico
la casa del defonto, per denotare, sermone, il fatto egregio di Resfa
che siccome questo alhero dopo che nelle sagre pagine ricordato, nel li-

è reciso più non rigermoglia, così la bro II. de' Re al capo 2 1

vita nostra una volta perduta più non Si deve finalmente notare, come
si riacquista in questa terra. A pag. appresso Tertulliano, che il nome
i 35 e seg. riporta molle erudizioni di defonto spesso denota colui, il

perchè si offerissero ai morti le quale ha dato principio a qualche


fave sui loro sepolcri dai romani operazione, perchè ragionando del-
che il fecero seguendo l'esempio dei la parabola del Vangelo, di colui
greci. La Chiesa nega soltanto la che ha incominciata la fabbrica
pompa funehre e la sepoltura a della torre, e per mancanza del
quelli non rigenerati dalla grazia denaro non ha potuto perfezionarla,
del battesimo, agli eretici, ed agli dice cosi: Qui prius sumjjtus operis
scomunicati vitandi. E tumulati cuni viribus suis supputat, ne ubi
che questi sieno, o per incuria, o coepcrit defunctus, postea erubescat.
per disprezzo delle sue leggi, ne De Jdol. cap. 12. Presso il mede-
prescrive l'immediato disotterramen- simo scrittore inoltre si legge que-
to. Sull'onorevole sepoltura, che a sto vocabolo in senso sostantivo;
tutti incombe di dare ai morti, e Quo congressuì, et suspectui et de-
su altre cose riguardanti i defon- functui ingratis subj'aceret, lib. ad-
ti,da ultimo nel 184.1 il eh. sa- vers. Valent. V. Diclich, Diz, sacro
cerdote Giovanni Belli patrizio di liturgico, all'articolo Defunti pei
Anagni, pubblicò in Roma un eru- diversi riti, commemorazione, uffi-

dito opuscolo, intitolato: Le glorio- zio e messe. E siccome nel parlare


se, e fortunate epoche delle spoglie e nello scrivere si tratta sempre
dei defonti. con rispetto de'defonti, su questo
Tale operetta, ricca di note in- proposito il Parisi, Istruz. per la
teressanti, non manca di destare, e segretariat. Ili p. 118, racconta
di accendere il desiderio di legger- che Valentiniano imperatore nomi-
la tutta. Dappoiché il benemerito nando Fabiano Papa, vi aggiunse,
autore, dopo avere altamente in- di venerabile ricordazìone , di beata
veito contro gl'indegni oltraggiatori memoria. Parlando de'Pontefici de-
delle spoglie de'defonti, riporta mol- fonti, si dice di santa memoria;
te leggi, riti, e costumanze, non degl'imperatori, la gloriosissima me-
che la premura e la diligenza dei moria j dei Cardinali , la chiara
popoli nel seppellire i trapassati, memoria ; dei duchi ed altri signori,
non tralasciando in pari tempo di di gloriosa, o di felice ricordanza,
rammentare specialmente la cura e volgarmente, la buona memoria,
degli antichi romani. Quindi dà un la benedetta memoria, la benedetta
,

198 DEG DEI


anima di Tizio, di Cajo, defera- dato era diacono. Talvolta i ro-
ti, ec. mani Pontefici dispensarono per
All'articolo Dittici (Vedi) si giuste cause dalle cerimonie della
parla de' morti ivi registrati, come degradazione, o sconsngrazione, e
pure della commemorazione, e del- vi supplirono con autorità a posto-
le preghiere che facevansi per essi fica, a un decreto tor-
mezzo di
nella messa, de' libri, e registri, dei malmente partecipato al delinquen-
niorti chiamati Necrologi o Obi- te chierico degradato.
tuari, con altre analoghe notizie, La degradazione e la depo-
come di quelli, ch'erano esclusi da sizione differiscono essenzialmente
tali sagri registri. dalla sospensione, in quanto che
DEGRADAZIONE ( Degrada- esse privano assolutamente, e per
tio). Il Macri dice, che il degradare sempre il colpevole de' suoi ufli-

è una sorte di pena data dalla zi, benefizi , e privilegi ; mentre


Chiesa ai suoi ministri, quando per la sospensione non fa che interdir-
enormi delitti vengono deposti dal gli per un tempo l'uso di quelle
loro grado. Non è della specie del- cose. Un ecclesiastico degradalo, o
le censure, perchè non si può as- deposto, non è esente dal voto di-
solvere, né vi è luogo di pentimen- castità, né da quello della recita
to, che però fu chiamata da Ka- del breviario. V. Deposizione e ,

varrò: vinculum indissolubile. Spes- Ordivi sigri. Del modo come si


so si fu menzione di questa pena debba premettere la degradazione
nei concili e sagri canoni. Il Ri- alla esecuzione delle sentenze capi-
naldi all' anno 5y num. 11 nel tali a forma de' sagri canoni, si può
parlare della sospensione, della de- vedere il voi. V, p. 3o6, della
posizione, e della degradazione, Raccolta delle leggi dello stato Pon-
chiama questa exauctoractio, ripor- tificio. Oltre a ciò, si possono con-
tandone i primi esempli. La de- sul tare Du Cange alla voce Degra-
gradazione pertanto è una pena, datio : Jo. Gotif. Krause de jure de-
per la quale un chierico viene pri- gradationis canonicae, ejusque usu,
vato per sempre di ogni ufiizio, Lipsiae 1727; Ern. Frid. Schroe-
benefizio. e privilegio clericale. Si terii, dissertatio de degradatione
distinguono due specie di degrada- Jenae 1672; Joh. d' Avezan, de
-/ione; la verbale e attuale, reale depositione , degradatione, et sus-
o solenne. La degradazione verba- pensione. Ext. in ejusdem lib. De
le è la stessa cosa della deposizio- censur. Eccles. quem Meermannus
ne, ma la degradazione reale ag- inseruit t. IV Thes. Juris. num.
giunge alla deposizione diverse ce- 4» e Georgio ad Struvii Dissert.
rimonie infamanti, che si possono de degradatione, et suspensfone.
vedere nel libro sesto delle decre- Ext. in Collect. disput. ejtts crimin.
tali e. 7, de poeni?, e nel Ponti/i- n. i4«
cale Romano. La deposizione si può DEI COLO (s.) nato in Irlanda
Pne dal vicario del vescovo, e la passò in Francia in compagnia di
degradazione soltanto dal vescovo, s. Colombano suo maestro, e con
Anticamente il vescovo degradava lui visse non pochi anni nelle au«
un prete in presenza di altri cin- sterità della più rigida penitenza.
que vescovi, e di due, se il degra- Costretto s. Colombano ad abban-
DEI DEL 199
donare la Francia nell' anno 6 1 o, maniera; 1' obbligo di vivex'e secon-
il discepolo si ritirò a Luthre, og- do la retta ragione, e la esistenza

gidì Lure, nella Fianca Contea, e della vita avvenire, quantunque ne-
quivi Clotario II avendo fondato ghino la eternità del supplizio pei
un monistero per assecondare le reprobi. Questi stolti, che appellano
premure di Deicolo, Deicolo stesso crudeltà il credere che Iddio voglia
ne fu primo abbate. Egli, e per la punire eternamente il peccato, uon
santità del costume, e per la ope- riflettono che anche secondo la stes-

razione dei miracoli, venne in al- sa ragione, essendo la colpa una


tissima slima appresso ciascuno, e offesa fatta a un Dio infinito, si

fu onorato della protezione dei merita un castigo infinito. Questo


principi. Oppresso il nostro santo poi non potendosi sostenere tale
dalla moltiplicità delle cure nel go- nella sua intensità, attesoché la crea-
verno del suo monistero, e bene tura è finita, deve essere sostenuto
innanzi cogli anni, desiderò di tor- infinito nella estensione della dura-
si dall' ufficio di abbate, eleggendo ta, cosa di cui la creatura è capace,
s.Colombano in sua vece, e fattasi e proverà, quando non assoggetti
costruire una appartata celletta, in l'intelletto lumi della rivelazione
ai

vicinanza ad una cappella intitola- soprannaturale, e la volontà alla


ta alla ss. Trinità, ivi aspettò nel- voce del suo Creatore, e di chi
la contemplazione e nella preghiera parla a suo nome.
1' estremo giorno della sua vita, che DELCI Uberto, Cardinale. U-
fu il 18 gennaio dell'anno 625. berto Delci nacque in Siena da no-
11 suo nome è ricordato in mol- bile e ricca famiglia. Fu creato
ti martirologi in giunta al ro- diacono Cardinale di Eustachio s.

mano. dal Papa Urbano IV, l'anno 1261.


DEISTI. Appellazione di tutti Assistè ai sagri comizi per le ele-
coloro, che ammettono la esistenza zioni di Clemente IV, Gregorio
di un essere supremo principio de- X, e Innocenzo V, nel cui pon-
gli altri, ma che non riconoscono tificato cessò di vivere, cioè ccl
altra cosa in fatto di religione, se 1276.
non ciò che la sola ragione insegna, DELCI Scipione, Cardinale. Sci-
e può da se discoprire. Vi sono pione de' conti Delci, detti anco
due sorte di Deisti gli uni sosten- : Pannochieschi, patrizio sanese, da
gono, che Dio solo è immortale, e Urbano Vili fu creato governato-
che le creature tutte saranno an- re di Spoleto, di Ancona, e di
nichilate ,
quindi che anche l'ani- Fermo, e nel i63i, venne pro-
ma umana deve finire, e ch'è una mosso al vescovato di Pienza, dal
favola l' idea della vita avvenire. quale sei anni dopo fu trasferito
Dietro di questo principio distrug- all' arcivescovato di Pisa. Quindi
gono ogni dovere delia creatura Innocenzo X lo elesse nunzio pres-
ragionevole verso il Creatore, e di- so il veneto senato, e poscia col
cono chimera la distinzione del vi- medesimo carattere lo mandò pres-
zio e della virtù. Gli altri poi, in so la corte di Vienna. Occupatosi
qualche cosa più ragionevoli, con- per ventidue anni in quel ministe-
fessano il debito di onorare Iddio, ro, Alessandro VII, mentre il Del-
sebbene non isìabiliscano in qual ci era segretario de' vescovi e re-
200 DE L DEL
golari, a'29 i658, lo deco-
aprile semplare carità al soccorso degli
rò della sagra porpora col titolo appestati. Clemente XII lo creò ar-
di s. Sabina, e lo costituì legato civescovo di Rodi, e gli diede la
prima di Urbino, e poi della Ro- nunziatura di Francia. Richiamato
magna. In seguito fece rinunzia a Roma, nel 1787, a'ao dicem-
della sua chiesa, che avea gover- bre, fu promosso all' arcivescovato
nata per alcuni anni con un zelo di Ferrara, e alla dignità di Cardi-
corrispondente alle sue eminenti nale col titolo di s. Sabina. Que-
virtù, e mori nell'anno 1670. sta dignità però fu pubblicata a'^3
Il suo sepolcro esiste nella chiesa giugno 1738, colle congregazioni dei
di s. Sabina, dove si legge un'iscri- vescovi e regolari, della immunità,
zione, che serberà alla memoria dei della consulta, ed altre. Nel mini-
posteri qual fosse il candor dei co- stero di pastore fu sua prima cura
stumi, e la illibatezza dell' animo l'educazione de' giovani ecclesiasti-
di questo Cardinale. Nel conclave ci, la dottrina de' sacerdoti, il buon
di Clemente IX fu prossimo ad ordine della disciplina. Era poi tut-
essere esaltato al pontificato , ma to occupato nella riforma del costu-
ciò non successe attesa l'esclusiva, me, e nel togliere quegli abusi che
che pronunziò contro di lui la coll'andaredel tempo si sogliono alle
Francia. volte introdurre ne' popolo, ad on-
DELCI Raniero, Cardinale. Ra- ta delle vigili prestazioni de' pre-
niero Delci, della illustre famiglia lati.Rinunziata però quella chiesa
sauese, de' marchesi di Monticiano nelle mani di Benedetto XIV, ri-
conti d' Elei , nacque a Firenze. cevette la legazione della provincia.
Ebbe la istituzione in gioventù sotto Ferrara a lui dovette la erezione
la condotta di suo Francesco zio delle cattedre di teologia e anato-
Delci, arcivescovo di Pisa, ed avuta mia nella sua università, così pure
la laurea dottorale nell'una e nell'al- la istituzione delle scuole pie a fa-
tra legge, si trasferì a Roma, dove vore de' poveri fanciulli, per le qua-
si esercitò per qualche tempo nella li lasciò anche un assegno. Com-
avvocatura. Ma Innocenzo XII, con- piuto quell uffizio, venne eletto pre-
cepita di lui altissima stima, nel fetto della congregazione della im-
1 700, lo ammise novero dei al munità ; poscia avendo rinunziato
prelati. Un anno Clemente
dopo, l'arcivescovato, prese possesso del
XI lo spedì vice-legato della Ro- vescovato di Sabina, ed in seguito
magna ; poscia lo elesse ponente passò a quello di Porto. Fece ri-

nella congregazione della consulta, fabbricare la collegiata di Castel-


e quindi governatore di Fano e di nuovo, alla quale contribuì molto
Loreto. Nel 171 1, gli fu affidata del proprio, e fece assegnare per lo
la inquisizione di Malta, che sosten- spazio di venti anni una rendita
ne con impegno non minore allo sopra suo vescovato. Nel 1756
il

zelo ed alla destrezza, che avea poi, colla dignità di decano del sa-
sempre spiegato negli impieghi a lui gro Collegio, sotto Clemente XIII,
affidati. In seguito venne ammesso fu assunto alla sede di Ostia e
tra i chierici di camera, e nel 1719 Velletri. Quanto ivi fosse caro ai
destinato vice-legato di Avignone, suoi, e quali meriti procacciati si a-
nella qual città si adoperò con e- vesse , lo attesta la iscrizione, che
DEL DEL 201
oli venne 'innalzata nel palazzo del- posta sopra un lago formato dal
la Ragione. Nonagenario morì in fiume dello stesso nome, a quattro
Rotila, l'anno 1761, e tu sepolto leghe circa dal mare Nero. Questa
nella chiesa di s. Sabina. sede episcopale della provincia di
DELCI Francesco, Cardinale. Europa, nell' esarcato di Tracia, in
Francesco Delci, nobile sanese, nac- Urbania regione, di cui si fa men-
que a' 6 ottobre 1707 nella città zione ne' libri de' condili, fu eret-
di Applicato agli studi, vi
Siena. ta nel secolo nono sotto la metro-
riuscì con lode, ed abbracciato Io poli di Eraclea. Al presente è un
stato ecclesiastico, si pose quindi vescovato in partibus, che conferisce
in prelatura, ove percorse varie ca- la santa Sede, anche sottoposto ad
riche onorevoli, meritò di sinché Eraclea , arcivescovato in parti-
essere promosso alla cospicua cari- bus. Gli ultimi due vescovi sono
ca di uditore generale della reve- monsignor Michele Mdzewski de-
renda camera apostolica. Clemente fonto, e monsignor Giovanni Cy-
XIV, nella duodecima ed ultima winski della diocesi di Vilna, fatto
sua promozione cardinalizia, nel vescovo di Delcos dal regnante
concistoro de' 26 aprile 1773, lo Gregorio XVI, nel concistoro dei
creò Cardinale dell' ordine de' dia- 17 dicembre 1840, ed insieme suf-
coni. Poscia gli conferì per diaco- fraganeo del vescovo di Vilna, de-
nia la chiesa di Angelo in Pe-
s. putato ad esercitare i pontificali nel
scheria, e lo annoverò alle congre- palatinato di Troki. __
-

gazioni cardinalizie delle indulgen- DELEGATO (Delegatus). È


ze e sagre reliquie, dell' immunità, una persona alla quale è stato
della cerimoniale, e della sagra commesso il giudizio di una causa,
consulta. Alla morte di Clemente ovvero la esecuzione di un giudi-
XIV intervenne al conclave in cui zio già pronunziato. Si distinguono
fu eletto Pontefice Pio VI, il qua- due sorte di giurisdizioni: l'ordi-
le lo ammise tra i Cardinali della naria, e la delegata. Questa è data,
congregazione de' vescovi e regolari. dicono i canonisti, dall' uomo, o dal
Fu protettore della città di Mate* diritto: ab homine, vela jure. Ab
lica, del monistero delle Filippine homine tribuitur per litteras delega-
di Roma, della chiesa e nazione torias, a jure vero per legem. I
sanese, e dell' università de'fornari delegati dall' uomo, vale a dire, per
italiani. Compianto per le sue qua- lettere commissarie, si possono di-
lità, morì in Roma a' 4 aprile 1 787, videre in due sorta; i delegati nel-
indi gli furono celebrate le esequie la giurisdizione volontaria, ed i de-
nella chiesa di s. Marcello, e dipoi legati nella giurisdizione contenziosa.
venne il suo cadavere trasportato I vicari de' vescovi sono delega-
nella chiesa di Sabina sul mon-
s. ti nella giurisdizione volontaria.
te Aventino, dove fu tumulato nel- Gli ufliziali de' vescovi, i giudici
la tomba gentilizia esistente nel- commessi dal Papa per informare
la cappella di sua nobile fami- o per giudicare, sono delegati nella
glia. giurisdizione contenziosa. Rispetto
DELCOS, seu DERCON, o ai delegati di diritto, a jure, sono
DELCON. Città episcopale della quelli a' quali i canoni hanno dato
Turchia asiatica,, nella Romania* qualche potere, come i delegati
ioi DEL DEL
della santa Sede, ed il concilio di dell'Italia, oltre la città di Avi-
Trento ne fornisce diversi esempli. gnone, ed il contado Venaissino in
Sui delegati, che il Papa nomina Provenza, e la città e territorio di
per giudicare le cause, delle qua- Benevento nel regno di Napoli. Le
li è stato interposto l' appello alla tredici provincie d'Italia si calcola
Sede apostolica, si vegga l'articolo che abbiano più di trecento mi-
Commissione o Commissioni. Talvol- glia di lunghezza, e più cento
di
ta i sommi Pontefici spedirono miglia di larghezza, estendendosi
presso qualche sovrano o repubbli- da un mare all' altro, cioè dal por-
ca un prelato per nunzio, col titolo to di Civitavecchia sul mare Medi-
di delegalo apostolico, ed il regnan- terraneo, a quello di Ancona sul-
te Gregorio XVI spedi alla repub- 1' Adriatico; e dalle bocche del fiu-
blica dellanuova Granata nell' Ame- me Po ai seni di Terracina e Net-
rica meridionale, monsignor Gae- tuno o sia Anzo. V. Sovranità'
tano Galulli di Ancona vescovo di de' romani Pontefici.
Bagnorea, e al presente arcivesco- La prima provincia era la cam-
vo di Camerino, colla facoltà, e ti- pagna di B.oma, che comprendeva
tolo d'inlernunzio e delegato apo- 1' alma capitale dello stato pontifi-
stolico. Il novero de' delegati apo- cio e del cristianesimo, e le città
stolici della santa Sede stabiliti in di Ostia , di Velletri , il cui go-
ogni parte del mondo, sotto la di- vernatore perpetuo era il Cardinal
lezione della Sagra congregazione decano del sagro Collegio, di Al-
di Propaganda fide (Vedi), si ri- bano, di Frascati, di Tivoli, di A-
porta a tale articolo; e quello dei nagni, di Veroli, di Terracina, di
prelati delegati apostolici destinati Frosinone ove risiedeva il prelato
dal Papa al governo di quindici governatore della provincia chia-
provincie de' dominii pontificii, che mata di Marittima e Campagna,
si chiamano Delegazioni apostoli- e diverse altre città, terre, e ca-
che (Fedi), si legge in questo ar- stelli, alcuni de' quali spettanti a
ticolo. E quando Pio VII ritornò diversi signori con titoli feudali di
gloriosamente ne' suoi stati, inviò principati, ducati, marchesati, e
prima in Roma colla qualifica di contee, oltre i feudi del senato e
delegato apostolico, monsignor Ago- popolo romano. La seconda era
stino Rivarola, per ripristinarvi il detta Patrimonio di s. Pietro, con
governo pontificio, per cui agli i i residenza del prelato governatore
maggio 1 8 i 4 cessò il provvisorio in Viterbo. Oltre questa città, era-
del re di Napoli Gioacchino Mu- no comprese: Civitavecchia con por-
rat. to di mare ove il Papa teneva le
DELEGAZIONI e Legazioni a- galere, Corneto, Porto, Nepi, Sutri,
POSTOLICHE DELLO STATO PONTIFICIO. Civita Castellana, Orte, e Montefia-
La sovranità de' romani Pontefici, scone. La terza era 1' Umbria, ossia
nei dominii temporali della santa ducato di Spoleto, la qual città
Sede, nel declinare del secolo de- n' era la capitale, e residenza d'un
corso, e sotto il pontificato di Pio prelato governatore. Aveva poi Ter-
VI, consisteva in tredici fertili pro- ni, Narni, Rieti, Todi, Amelia, Be-
vincie, situate sulla parte più fe- vagna, Assisi, Foligno, Spello, No-
conda, più amena e più nobile cera, e Camerino. La quarta coni-
DEL DEL au3
prendeva il ducato di Crtsfro, e la I governi di dette provincie, e
contea di Roneiglione, col costello città principali si affidavano a' pre-
di Caprarola. La quinta ora quella lati : i minori governi si davano ai

di Orvieto, . essendo questa città la dottori in jus, che venivano rimes-


capitale,con residenza d' un pre- si e trasferiti da uno ad altro go-
lato appartenendo alla
governatore ;
verno secondo le circostanze, i loro
provincia Bolsena, Acquapendente, portamenti, e i bisogni. Così dicasi
e Bagnorea. La sesta provincia era de' prelati, governatori, vice-legati,

di Sabina, paese fertilissimo, con e vice-presidente di Urbino. Ecco


città e luoghi baronali, con prelato il novero de' prelati che risiedeva-
per governatore. La settima consi- no in qualità de' governatori in
steva nella contea di Perugia, la Roma, e nelle città dello stato ec-
qual città n'era capitale, e insieme clesiastico per ordine alfabetico. Si
residenza del prelato governatore. intende, che in Roma risiedeva il

L' ottava era di Città di Castello prelato governatore, posto che por-
sulTevere con prelato governato- ta al cardinalato, con suo tribuna-
re. La nona componevasi della le. Le
città erano Ancona, Ascoli,

Marea di ancona con prelati go- Camerino, Città di Castello, Civi-


vernatori, ove, oltre Ancona città tavecchia, Fabriano, Fano, Fermo,
e porto di mare, noveravansi Lore- Prosinone, Jesi, Loreto, cioè della
to, Recanati, Fermo, Ascoli, Ma- città e della s. Casa, Macerata, Mon-
cerata, Tolentino, Sanseverino, Cin- talto,che veramente era presidato,
goli, Fabriano, Jesi, Osimo, e Mon- Narri, Norcia, con titolo di prefettu-
talto. La decima costituivasi del ra, Orvieto,, Perugia, Rieti, Sabina,
ducato di Urbino* ed oltre Urbino, Sanseverino, Spoleto, Todi, Viter-
con residenza di prelato presidente, bo, Terni, e Tivoli.
e di altro prelato vice-presidente, In Urbino, come dicemmo, ora-
aveva Cagli, Sinigaglia^ Fano, Pe- vi un prelato presidente, posto
saro, Fossombrone, San Leo, Ca- cardinalizio, con altro prelato vice-
stel Durante, Urbania, e s. Angelo presidente : anzi talvolta i Pontefi-
in Vado. L' undecima comprendeva ci nel creare Cardinali i presidenti
la Romagna, con Ravenna, ove ri- di Urhino, dopo il concistoro, per
siedevano il Cardinal legato, e il pre- mezzo del Cardinal segretario di
lato vice-legato, Sarsina, Rimini, stato gliene parteciparono la no-
Cesena, Bertinoro, Cervia, Forlì, tizia, che ad essi recava un corriere
Imola, Faenza, Sa vignano, Roversa- pontifìcio insieme al herrettino ros-
no. La duodecima era di Ferrara, so, e quindi per un ablegato pon-
occupante il ferrarese, con Ferrara tificio rimettevano loro la berretta
per capitale, e Comacchio. In Fer- cardinalizia, recandosi poi in Roma
rara risiedeva il Cardinal legato, e tali presidenti fatti Cardinali. Al-
il prelato vice-legato. La decima trettanto dicasi del presidente in A-
terza del Bolognese, abbracciava vignone, e contado Yenaissino, che,
questo, con Bologna per capitale, come diremo, era successo agli an-
considerata la prima dopo Roma tichi legati. Di fatti il numero 148
nel dominio della santa Sede, e vi del Diario di Roma del 1776,
risiedevano il Cardinal legato, e il riporta, che al presidente Durini
prelato vice-legato. da Pio VI creato Cardinale, fu
,

ao4 DEI* I) EL
inviala la berretta cardinalizia dai na, Comacchio, Faenza, Foligno,
marchese Francesco Brivio, fatto Forlì, Imola, Monte s.
Matetica,
perciò dal Papa cameriere di ono- Giovanni, Rimini, Terracina, Va-
re in abito paonazzo. Ma intorno lentano, Veroli, Vetralla, e Visso.
ad Urbino aggiungeremo, che tal- A Beneventospediva per go-
si

volta fu anche legazione, giacché vernatore un prelato, ed in Avigno-


abbiamo che il Cardinal Giuseppe ne, e contado Venaissino, ov'erano
Doria Pamfily innalzato alla por- le città di Carpentrasso, Vaison, e
pora nel 1785 da Pio VI, da que- Cavaillon, prima un legato, poi uri
sto Papa venne (atto legato di Ur- vice legato, da ultimo un presidente.
bino. Altra volta in Urbino vi ave- Sul governo di Avignone, di Fermo,
va anche un pro-presidente della e di Loreto, vanno consultati tre i

legazione: tale fu Pasquale Aqua- articoli, Congregazione, di Avigno-


viva sotto Clemente XIV, e Pio VI. ne, Congregazione Fermana, e Con-
I governi poi dei dottori, che gregazione Lauretana. I ministri
si conferivano per apostolico bre- della santa Sede nello stato di
ve, sono i seguenti. Va però notato Avignone {Vedi), e contado Venais-
che la Congregazione di Con- sino (Vedi), oltre quanto dicesi a
sulta (Fedi), al modo che si dice questi articoli, negli ultimi tempi, e
in quell'articolo, nominava i gover- finché fu tolto da'la Francia alla
natori di breve di diversi luoghi Chiesa Piomana, si componevano del
dello stato pontificio, e si occupa- prelato vice-legato della città d'Avi-
va dell'amministrativo, del civile, gnone contado Venaissino, dell'u-
e
e del criminale di molte provincie, ditore d' Avignone
generale del ,

la qual giurisdizione in gran parte datario d'Avignone , del fiscale , e


si è compenetrata prima nella se<- procuratore generale d'Avignone
gretaria di stato, cioè nel i83r, del tesoriere della reverenda ca-
poscia, nel 1 833, nella segreta- mera, e depositario generale, del-?

ria degli affari di stato interni, co- l'archivista, e segretario di stato,


me meglio dicesi al citato articolo. del rettore di Carpentrasso capitale
Va letto ancora l' articolo Congre- del contado Venaissino, del presi-
gazione del Buon governo [Vedi), dente della reverenda camera di
essendo stata molto affine la sua Carpentrasso, del tesoriere della re-
giurisdizione a quella della consul- verenda camera nel contado Ve-
ta,massime sullo stato civile ed naissino, dell'avvocato generale, e
economico delle comuni dello sta- del tesoriere della provincia. A' ri-

to, eccettuate quelle di Roma, e spettivi articoli delle principali me-


delle città, e luoghi amministrati morate città, si dice delle forme di
dai Cardinali legati. V . gli artico- governo secondo i tempi, e la qua-
li Citta', Comunità', ed altri ana- lità dei governatori, e persino del-
loghi. I governatori pertanto, che l'epoche delle straniere invasioni.
nominava la sagra consulta, cioè Mentre i dominii della santa Sede
il di lei Cardinal prefetto e segre- pacificamente e soavemente erano
tario prelato, con brevi e patenti, governali per mezzo de'suddetli le-

erano pei seguenti luoghi e città : gati, ed altri ministri del paterno
Anagni Assisi,
, Cascia Cesena ,
,
zelo de'Romani Pontefici, la Francia
Città della Pieve, Civita Castella- fu rivoluzionata. I possedimenti, che
DEL BEL 2o5
aveva la Chiesa Romana,
essa Ancona. Finalmente gli emissari
in
cioè Avignone, e il contado Venais- francesi incominciarono a rivoluzio-

sino, allora furono incorporati a nare la legazione di Urbino, impa-


quel reame. Costituitasi la rivolu- dronendosi di quella città, come di
zione in repubblica, i francesi colle Fano, di Sinigaglia, di Pesaro, di

loro armate si diedero ad invadere s. Leo ec. e quindi di Gubbio, e


gli stali altrui, ed a democratizzarli. di tutta la Marca : in una parola
Ben presto i domimi ecclesiastici occuparono successivamente tulli i

anche dominii della Chiesa, e la stessa


ne provarono in Italia le

conseguenze. A' 19 gennaio 1796, i Roma, da dove a'20 febbraio 1798


francesi entrarono nella provincia portarono via prigioniero Pio VI,
di Bologna, e 1' occuparono tutta che morì in Francia a' 29 agosto
insieme al ferrarese, ed alla città 1799, e poco dopo quasi tutta l'I-
di Faenza. Pio VI, per arrestare talia restò libera dal francese do-
le armi vittoriose de' loro eserciti, minio.
si trovò costretto a convenire nel- Eletto in Venezia nel marzo 1800
l' armistizio conchiuso Bologna
in Pio VII, si recò in Roma, e vi ri-

a' 2 3 giugno di detto anno, ad im- pristinò il governamento, cioè in

mensi sagrifizi , a cedere più


al quella parte dei dominii non ce-

forte le legazioni di Bologna e duti alla pace di Tolentino. Istituì


Ferrara, e la città di Faenza. Ma le delegazioni apostoliche di Viterbo,

avendo decretato i repubblicani fran- di Spoleto, di Perugia, di Cameri-


cesi l'intera occupazione dello stato no, di Macerala , di Ancona e di

della Chiesa, con nuovi pretesti nel Urbino, alle quali prepose altret-
gennaio 1797 fecero avanzare le tanti prelati apostolici con giurisdi-
loro truppe, ed impadonirsi della zione sulle dette città e dipendenze
provincia di Romagna, proseguiro- delegatizie.

no i conquisti sino ad Ancona, e Ecco poi il novero dei prelati go-


Macerata, laonde al Papa non ri- vernatori, cioè delle città ov'essi
manevano che le provincie di Sabina, risiedevano. Olire Pioma , nomine-
del Patrimonio, e di Marittima e remo Ascoli, Benevento, Città di
Campagna^ ducato di Be-
oltre il Castello , Fabriano,
Civitavecchia ,

nevento, col timore ben fondato di Fermo, Fresinone ossia Marittima


perdere anco tali domimi. I Cardi- e Campagna, Iesi, Loreto, Montalto
nali legati, i prelati vice-legati, il presidato, Narni, torcia prefettura,
prelato presidente di Urbino, e gli Orvieto, Rieti, Sabina, Sanseverino,
altri prelati governatori, o furono e Todi. Nelle città di secondo or-
minacciati, o imprigionati, o esiliati, dine furono posti per governatori
o mandati altrove dal nemico. Ob- provvisori alcuni dottori, finché a
bligato Pio VI a sagrifizi maggiori, tutte fu dato successivamente un
a' 19 febbraio 1797, convenne alla prelato. Alcune città ebbero a go-
pace di Tolentino, in cui dovette ce- vernatori dei dottori, col titolo di
dere ai suoi sovrani diritti sopra Avi- vicegereiiù,e talvolta l'ebbero Nar-
gnone, sopra il contado Venaissino, ni, Terni, Todi, Tivoli ec. Per ri-

e sulle tre legazioni apostoliche di guardo ai luoghi egoverni , i


Bologna, Ferrara, é Romagna, e ri- cui governatori dottori venivano
cevere una guarnigione francese in nominati per breve, ecco il nome
è

206 DEL DEL


tifile città loro assentiate: Anagni, viso in undici provincie, cioè Roma-
Assisi, Cascia, Cingoli , Città della gna, Bologna, Ferrara, Urbino, Ma-
Pieve, e Civita Castellana, Cometa, rittima, e Campagna, Sabina, Patri-
Ferentino, Foligno, Matelica, Mon- monio, Umbria, Camerino, Marca
te s. Giovanni, Nocera, Osimo, Ter- e Benevento. Furono dichiarate
racina, Valentano, Veroli, Vetralla, e delegazioni apostoliche di prima
Visso. Ma divenuto imperatore dei classe le provincie di Romagna,
francesi Bonaparte, meditò nuova- Bologna e Ferrara; di seconda clas-
mente l'intera occupazione dello sta- se Marittima e Campagna, il Pa-
to pontifìcio, che effettuò nel 1809, trimonio, cioè Viterbo, perchè Ci-
facendo imprigionare Pio VII, e vitavecchia fu annoverata fra quel-
quindi trasportarlo altrove a' 6 lu- le della terza, 1' Umbria, le Mar-

glio 1809. che, meno Ascoli che fu posta in


La
divina Provvidenza avendo terza classe; ed a questa apparten-
annientato il trono dell'imperato- nero le provincie di Sabina, di Ca-
re de' francesi , Pio VII ritornò merino, e di Benevento. Finalmen-
trionfante in Roma nel 181 4, e te le legazioni si divisero in quat-

non andò guari che potè ricupera- tro con altrettanti Cardinali legati
re gl'interi dominii pontificii, meno e prelati vice-legati con residenza
Avignone e il contado Venaissino, nelle rispettive capitali, cioè Bolo-
pei emise quelle proteste di
quali gna, Ferrara, Forlì, e Ravenna. Le
cui parlammo altrove: laonde nel delegazioni si fissarono a quattordi-
i8i5 alle provincie ricuperate nel ci, e sono Urbino e Pesaro, Anco-
18 14 si aggiunsero quelle delle na, Fermo, Frosinone, Macerata,
marche di Ancona, di Macerata, e Perugia, Spoleto, Viterbo, Ascoli,
di Fermo, il ducato di Camerino, Benevento, Camerino, Civitavecchia,
il ducato di Benevento, e di Pon- Rieti, e Comarca di Roma. Di ogni

te Corvo, e le provincie di Roma- delegazione fu dato il governa-


gna, Bologna, e Ferrara conosciute ruento ad un delegato apostolico
sotto il nome di legazioni, eccet- prelato,ad eccezione della Comarca,
tuata la parte della legazione di la quale componendosi in princi-
Ferrara, posta sulla riva sinistra pio dei distretti di Tivoli, e Su-
del Po, che restò all'Austria. Quin- biaco, ognuno ebbe un dottore a
di col moto proprio dei 6 luglio governatore.
18 16, Pio VII pubblicò la classi- Appena esaltato al trono ponti-
ficazione delle delegazioni apostoli- fìcio Leone XII, senti il bisogno di
che coi rispettivi governi distrettua- un nuovo, e più regolare riparto
li. Roma ed il suo distretto si com- dello stato ecclesiastico, per cui al-
posero di tal capitale, de'luoghi sub- cune delle piccole delegazioni apo-
urbicari, e de'governi di Tivoli, e stoliche furono da lui riunite ad
Subiaco. Qui noteremo che, aven- altre, e poscia col moto-proprio dei
do Pio VII concesso facoltà ai ba- 21 dicembre 1827, pubblicò le a-
roni di rinunziare feudi che pos- i naloghe provvidenze, le principali
sedevano, quasi tutti lo fecero ad di cui sono del seguente tenore.
eccezione di pochi, come dei feudi Lo stato ecclesiastico è diviso in
del senato e popolo romano, di Brac- tredici delegazioni, oltre la Comar-
ciano, Soriano ec. ec. Lo stalo fu di- ca di Roma. Le delegazioni, ov'
DEL DEL 207
destinato un Cardinale, prendono que'che appartengono all'ammini-
il nome di legazioni, ed il Cardi- strazione del pubblico erario , e
nale ha il titolo, e tutti gli onori quei che nelle provincie di Bolo-
di legato con quelle speciali prero- gna, di Ferrara, Ravennane Forlì
gative, che gli vengono attribuite fossero attribuiti a speciali com-
con lettere in forma di breve. I missioni pel regolamento delle acque.
nomi delle attuali legazioni sono i I luogotenenti de'capoluoghi del-
seguenti : Bologna, Ferrara, Forlì, le quattro delegazioni riunite di-
Ravenna; e quelli delle delegazioni, penderanno assolutamente dal prela-
sono Pesaro e Urbino, Ancona, to delegato. Ne' casi di assoluta ur-
Fermo, ed Ascoli, Frosinone con genza potranno prendere una mi-
Pontecorvo, Macerata e Camerino, sura provvisoria, dandone parte al
Perugia, Spoleto, Rieti, Viterbo e delegato per la definitiva decisione.
Civitavecchia, Benevento. Presso ogni legato e delegato sa-
Le delegazioni riunite di Pesaro ranno due assessori pel disbrigo
e Urbino, Fermo ed Ascoli, Mace- degli affari, uno per civili, Tallio i

rata e Camerino, Spoleto e Rieti, per i criminali. I medesimi dovran-


Viterbo e Civitavecchia, saranno sem- no dipendere dal legato, o delegalo.
pre contraddistinte con ambedue i Sotto gli ordini di ciascun lega-
nomi. to, o delegato, e del presidente del-
In uno dei due capiluoghi del- la Comarca, vi sarà un segretario
le delegazioni riunite farà residen- generale, il quale avrà un numero
za il delegato, e nell'altro, in cui di subalterni proporzionato al bi-
non lascierà di dimorare per quel sogno.
tempo che crederà alla circostanza I governatori di primo e secon-

più opportuno, vi sarà stabilmente do ordine dipenderanno direttamen-


un luogotenente colle attribuzioui te dai legati, delegati, e presidente
che gli saranno fissate. della camera nell'esercizio delle loro
La Comarca di Roma, in quan- funzioni, eccettuali i casi di urgen-
to all'amministrativo , sarà regolata za,ed eccettuate quelle attribuzioni,
come le delegazioni, ed il prelato che riguardano l'ordine giudiziario,
destinato al regime della medesima, civile e criminale, che saranno tli

assumerà il titolo di presidente. loro competenza.


Le legazioni, delegazioni , e la I delegati dovranno essere pre-
Comarca saranno ripartili in pode- lati, come ancora il presidente della
sterie. Comarca.
I legati, delegati , e presidenti I legati , delegati , il presidente
della Comarca eserciteranno sotto della Comarca, i luogotenenti ,
gli

la dipendenza de'dicasteri superio- assessori, i governatori di primo e


ri per tutto ciò, ch'è conservato nel- secondo ordine , ed i segretari ge-
le rispettive loro attribuzioni, la nerali, saranno tutti nominati dal
giurisdizione in tutti gli atti di go- sovrano. Per i legati, delegati , il

verno, e di pubblica amministra- presidente della Comarca, i luogo-


zione, eccettuati tutti gli affari, che tenenti, gli assessori , e i governa-
per ragion di materia spettano alle tori di primo ordine, si spedirà il

podestà ecclesiastiche , que'che ri- breve: per gli altri si spediranno le

guardano bordine giudiziario civile, lettere patenti.


2oS DEL DEL
I governatori de' pochi luoghi attribuzioni e facoltà, che vengono
baronali tuttora esistenti, non po- al medesimo concesse nel contem-
tranno incominciare l'esercizio del poraneo breve.
loro ufficio , se non procederà l'ap- Seguono nel titolo secondo le
provazione della segretaria di stato. disposizioni per i giudizi civili, nel
Essi saranno obbligati, come tutti terzo quelle per i giudizi crimi-
gli altri governatori di secondo or- nali, nel quarto le disposizioni le-
dine, ad eseguire quanto loro verrà gislative, nel quinto le comunitati-
prescritto dai dicasteri superiori di ve, ed altri regolamenti, col riparto
Roma, dai delegati, presidente del- territoriale. Questo è il celebre
la Comarca, e governatori di primo moto proprio di Leone XII sulla
Le comunità, ove non risiede
ordine. amministrazione pubblica.
un governatore, potranno avere un Assunto alla cattedra di s. Pie-
podestà dipendente dal governatore tro il regnante Gregorio XVI, con
assegnato ad esse nel riparto territo- editto emanato dal Cardinal Ber-
riale. Più comunità potranno essere netti suo pro-segretario di stato ai
riunite in una sola podesteria. I po- 5 luglio i83i, fece pubblicare un
destà saranno a carico delle comu- ordinamento amministrativo sulle
nità, e la loro nomina è riservata comunità, e sulle provincie dello
ai legali, delegati , e al presidente stato ecclesiastico. Confermò il ri-

della Comarca, con approvazione parto di questo in delegazioni, ol-


del Cardinal prefetto della sagra tre i luoghi soggetti alla capitale,

consulta, sulle terne che formeran- che prendono il nome di Comarca


no i consigli comunitativi. 1 legati, di Pioma ; confermò la classifica-

delegati, e presidente della Comarca zione delle delegazioni in tre gradi,


potranno ordinare la rinnovazione distinte con trattamenti, ed onori-
delle terne, tutte le volte che lo ficenze particolari. Dichiaròi.° che

giudicheranno necessario. I podestà destinandosi al governo di qualcu-


potranno essere sospesi dalle con- na delle delegazioni di prima classe
gregazioni della sagra consulta , e un Cardinale, la delegazione assu-
del buon governo , dai legati , de- me il titolo di legazione ( come si

legati , e dal presidente della Co- verificòquando dipoi mandò ad


marca , deputando un interino a Urbino e Pesaro un Cardinale per
rappresentarli, con intelligenza del legato ), ed il Cardinale prenderà
Cardinal segretario d'i stato, cui spet- il titolo di legato con quelle spe-
terà decidere della loro sorte. ciali prerogative , che gli saranno
La giurisdizione del Cardinal de- attribuite con lettere in forma di
cano in Ostia e Velletri , rimane breve; i.° che ogni delegazione sia
nella sua integrità. Parimenti resta suddivisa in governi di primo , e
conservata la giurisdizione del mag- secondo ordine in quanto all' am-
giordomo prefetto de'sagri palazzi a- ministrativo.
postolici in Castel-Gandolfo, come Ristabilì le delegazioni di Ca-
governatore perpetuo di tali luoghi. merino, di Ascoli, di Rieti, di Ci-
Avrà ancora una particolare giurisdi- vitavecchia, e ne istituì una nuo-
zione il prelato commissario della san- va, di cui Orvieto fosse il capoluo-
ta casa di Loreto in tutta la esten- go ; come istituì la legazione di Vel-
sione di quel territorio, con quelle letri, destinandone legato perpetuo,
DEL DEL 209
ilCardinal decano del sagro Colle- presidente, e residente in Roma, con
gio pro-tempore. Siccome tal Car- consiglio amministrativo composto
dinale risiede in Roma, venne quivi di quattro individui. Le comuni di
stabilito un assessore speciale della residenza de' governatori sono di-
legazione, mentre l'ufficio di Velie- vise nei distretti di Roma di Ti- ,

tri si compone di un prelato vice- voli, e di Subiaco. Del primo di-


legato, con quattro consiglieri della stretto i luoghi residenziali de' go-
congregazione governativa, dal Pon- vernatori sono Albano : Campa- ,

tefice istituiti in tutte le delega- gnano, Castel-nuovo di Porto, Fra-


zioni, dovendosi comporre il consi- scati, Genzano, Marino ( dal Papa
glio di quattro individui. Nel ri- regnante dichiarata città), Braccia-
parto territoriale, che il medesimo no ( luogo baronale della famiglia
Gregorio XVI fece pubblicare nel Torlonia ) , e Castel Gandolfo, go-
1 833, e nelle altre provvidenze go- verno del prelato prefetto de' ss.
vernative che prese sulle delegazio- palazzi apostolici, che vi tiene un
ni, risulta quanto segue, oltre la le- luogotenente. Del secondo distretto
gazione di Velletri, che per la pri- i luoghi sono : Tivoli, Arsoli,Ge-
ma viene nominala nelle Notizie nazzano, Palestrina, Palombara, e
annuali di Roma. Noi però segui- Gallicano (luogo baronale della fa-
remo l'ordine del mentovato ri- miglia Rospigliosi ). Del terzo di-
parto territoriale, riportando colle stretto i luoghi sono Subiaco , e
:

sue cifre il novero degli abitanti s. Nel i833 il totale della


Vito.
d' ogni delegazione apostolica. popolazione della Comarca di Ro-
Va primieramente avvertito, che ma {Vedi), compresa la città di
nei capo-luoghi di provincia, oltre Roma capitale di centocinquanta-
il segretario generale, colla segre- mila abitanti, era di 283,456 indi-
taria, minutanti ec, vi è anche un vidui.
ufficio di polizia dipendente dal le- Bologna. Un Cardinal legato re»
gato, o delegato, e presieduto ove sidente in Bologna, con la congre-
da un direttore, ove da un segre- gazione governativa composta di
tario di polizia. Vi è inoltre un uf- quattro consiglieri, e tre tribunali,
fìzio di conservatore delle ipoteche; d'appello, di prima istanza e di ,

altro di preposto al bollo, e regi- commercio con presidenti. Le co-


stro , ed altro di cancelliere del muni di residenza de' governatori,
censo. Vi è pure un amministra- divise nel distretto di Bologna, so-
tore camerale, incaricato all'esazio- no: Bologna, sede del legato, Baz-
ne della dativa, e delle tasse ca- zano, Budrio, Castel Maggiore, Ca-
merali, non che al pagamento delle stel s. Pietro, Castiglione, Lojano,
spese governative, occorrenti nella Medicina, Poggio Renatico, Porret-
provincia. Vi è in ultimo una com- ta, s. Giovanni in Persiceto (dal
missione amministrativa provincia- regnante Pontefice dichiarata città),
le, che presiede agli interessi della e Vergato. La popolazione della le-
provincia, eseguendo le cose decre- gazione di Bologna [Vedi) ascen-
tate dal consiglio provinciale , che deva a detta epoca a 332,228 a-
si riunisce ogni anno presso il le- bitanti.
gato, o delegato. Ferrara. Un Cardinale legato,
Comarca di Roma. Un prelato con la congregazione governativa,
VOL. XIX. i4
2 i o DEL DEL
composta di quattro consiglieri, e slel Bolognese. Sotto il distretto di
due tribunali, di prima istanza e di Faenza, sono: Faenza, Brisighella, e
commercio, con presidenti. Le co- Russi. La popolazione della lega-
muni di residenza de' governatori zione di Ravenna [Vedi) ascende-
sono divise in due distretti, di Fer- va a 1 56,52 2 abitanti.
rara, e di Lugo. Sotto quello di Urbino, e Pesaro. Un Cardinal
Ferrara, residenza del Cardinal le- legato, residente alternativamente in
gato, le comuni residenziali sono : Urbino, e in Pesaro. In ambedue
Argenta, Bondeno, Cento, Codigo- i luoghi vi sono le congregazioni
ro, Comacchio , Copparo , e Porto governative, composte ognuna di
maggiore. Sotto il distretto di Lu- quattro consiglieri , e i tribunali di
go le comuni residenziali sono : prima istanza coi rispettivi presi-
Lugo, Bagnacavallo, e Massa Lom- denti. In Pesaro avvi ancora un
barda. La popolazione della lega- tribunale di commercio con presi-
zione di Ferrara (Vedi) ascendeva dente. Le comuni residenziali dei
a 2io,883 abitanti. governatori della delegazione di Ur-
Un Cardinale legato, con
Forti. bino, sono divise in due distretti,

Ja congregazione governativa com- di Urbino, e di Gubbio. Sotto quel-


posta di quattro consiglieri, e tri- lo di Urbino, residenza legatizia, le
bunale di prima istanza con presi- comuni residenziali sono Fossom- :

dente. Le comuni di residenza dei brone , Macerata , Feltria , Penna-


govjrnatori sono divise in tre di- billi, s. Agata, s. Leo, ed Urbania.
stretti , di Forlì , di Cesena , e di Sotto il distretto di Gubbio, sono:
Rimini. Sotto quello di Forlì, re- Gubbio, Cagli, e Pergola. Le co-
sidenza del Cardinal legato, le co- muni residenziali governatori
dei
muni residenziali sono : Bertinoro della delegazione di Pesaro , sono
e Civitella. Sotto il distretto di Ce- divise in tre distretti, di Pesaro,

sena, sono : Cesena, Sarsina, Savi- residenza legatizia , di Fano , e di


gnano, e Sogliano. Sotto il distretto Senigallia. Sotto il distretto di Fa-
di Rimini, sono Rimini, Coriano,
: no le comuni sono: Fano e Mon-
s. Arcangelo, e Saludeccio. In Pù- dolfo. Sotto il distretto di Sene-
mini avvi il tribunale di commer- gallia, Mondavio. La
Senegallia, e
cio. La popolazione della legazione popolazione della legazione di Ur-
di Forti (
Fedi) ascendeva a 194,399 bino, e Pesaro, ascendeva a 22 5,8o6
abitanti. abitanti.
Ravenna. Un Cardinale legato Vellctri. Un Cardinal legato nel-
con la congregazione governativa la persona del Cardinal decano pro-
composta di quattro consiglieri , e tempore del sagro Collegio dei Car-
tribunale di prima istanza, con pre- dinali, residente in Roma ove ha ,

sidente. Le comuni di residenza dei 1' uffizio legatizio, diretto dall'asses-


governatori sono divise in tre di- sore speciale della legazione. L' uf-
stretti, di Ravenna, Imola, Faen- e ficio di Velletri si compone del
za. Sotto quello di Ravenna, resi- prelato vice-legato, con la congre-
denza del Cardinal legato , le co- gazione governativa composta di
muni residenziali sono Alfonsine, e quattro consiglieri , e tribunale di
Cervia. Sotto il distretto d' Imola, prima istanza con presidente. Le
sono: Imola, Casola-Yalsenio, e Ca- cornimi di residenza de' governalo-
,,

DEL J>E L 2ii


ri, sono divise nel distretto di Vel- sono: Sanseverino, s. Ginesio, e Sar-
letri, residenza di monsignor vice- nano. La popolazione della dele-
legato, di Segni, di Sezze, di Val- gazione di Macerata {Vedi), com-
montone, di Terracina , e di Cori presa quella del governo di Lore-
(luogo baronale del senato , e po- to, ascendeva a
220,1 3o abitanti.
polo romano). La popolazione del- Loreto. Un commissario
prelato
la legazione di Velletri {Vedi), a- apostolico della santa Casa , con
scendeva a 56,53o abitanti. la congregazione governativa, com-

Ancona. Un prelato delegato posta di due consiglieri, con tribu-


con la congregazione governativa , nale di prima istanza e presidente.
composta di quattro consiglieri e In Loreto (Vedi) risiede monsignor
due tribunali, di prima istanza, e commissario, eh e il governatore del
di commercio con presidenti. Le distretto, la cui popolazione ascen-
comuni di residenza de' governatori deva ad 8,069 abitanti.
sono divise in tre distretti, di An- Camerino. Un prelato delegato,
cona di Jesi , e di Osimo. Sotto
, con la congregazione governativa
quello di Ancona, residenza di mon- composta di tre consiglieri, e tri-
signor delegato, le comuni residen- bunale di prima istanza con pre-
ziali sono Ancona, e Monte Mar- sidente. Le comuni di residenza
ciano. Sotto il distretto di Jesi, so- de' governatori sono divise nel di-
no Jesi, Arcevia, Corinaldo, Monte stretto di Camerino , residenza di
Albodo, Monte Carotto. Il di-
e monsignor delegato, e di Caldaro-
stretto diOsimo ba il solo governo la. La popolazione della delegazio-
di Osimo. La popolazione della de- ne di Camerino (Fedi) ascendeva
legazione ài Ancona ( Vedi) ascen- a 36,5g2 abitanti.
deva a i58, i5c) abitanti. Fermo. Un prelato delegato, con
Macerata. Un prelato delegato la congregazione governativa com-
con la congregazione governativa posta di quattro consiglieri, e tri-
composta di quattro consiglieri, con bunale di prima istanza con presi-
tribunali d' appello , e di prima dente. Le comuni di residenza sono
istanza con presidenti. Le comuni divise nel distretto di Fermo (re-
residenziali de' governatori sono di- sidenza di monsignor delegato), nel-
vise in quattro distretti, non com- le comuni di Grottamare , Monte
putando quello di Loreto, che ora Giorgio, Monte Ptubbiano, Pupa-
è un commissariato a parte della transone, s. Elpidio a mare, e di s.

santa casa di Loreto. I distretti Vittoria. La popolazione della de-


sono: Macerata, Fabriano, Piecana- legazione di Fermo {Fedi) ascen-
ti, e Sanseverino. Sotto quello di deva a 8g,4o4 abitanti.
Macerata, residenza di monsignor Ascoli. Un prelato delegato, con
delegato, le comuni residenziali so- la congregazione governativa, com
no: Cingoli, Civitanova, Mont'Olmo, posta di quattro consiglieri, e tri-

Tolentino, e Treja. Sotto il distretto bunale di prima istanza con presi-


di Fabriano, sono: Fabriano, Sasso- dente. Le comuni di residenza dei
ferrato, e Mautelica. Sotto il di- governatori sono divise in due di-

stretto di Recanati, le comuni sono: stretti, di Ascoli , e di Montallo.


baccanali, Filottrano, e Montesanto. Sotto quello di Ascoli, resideuza di
Sullo il distretto di Sanseverino monsignor delegato, le comuni re-
,,

312 DEL DEL


sidenzialisono Amandola, ed Ar-
: Rieti. Un prelato delegato , con
quata. Sotto quello di Montalto la congregazione governativa con ,

sono: Montalto, Offida, e s. Bene- quattro consiglieri, e il tribunale


detto. La popolazione della delega- di prima istanza con presidente. Le
zione di Ascoli {Vedi) ascendeva comuni di residenza de' governato-
a 78,946 abitanti. ri sono divise in due distretti , di
Perugia. Un prelato delegato, Bieti, e Poggio Mirteto. Sotto quel-
con la congregazione governativa lo di Bieti, residenza di monsignor
con quattro consiglieri, e due tri- delegato, le comuni residenziali so-
bunali di prima istanza con presi- no : Cane Morto, e Bocca Sinibal-
denti. Un tribunale ha sede in Pe- da. Sotto il distretto di Poggio-
rugia, l'altro in Foligno. Le comuni Mirteto, eretto dal Pontefice regnan-
di residenza de' governatori sono te in sede vescovile, Fara, e il go-
divise in quattro distretti , di Pe- verno Magliano , dei
baronale di
rugia, di Città di Castello, di Fo- senato, e popolo romano. La po-
ligno, e di Todi. Sotto quello di polazione della delegazione di Rieti
Perugia, residenza di monsignor de- {Vedi) ascendeva a 09,394 abitanti.
legato, le comuni residenziali sono: Viterbo. Un prelato delegato, con
Castiglione del lago, Città della Pie- la congregazione governativa com-
ve, e Magione. Sotto il distretto posta di quattro consiglieri , e tri-
di Città di Castello, sono: Città di bunale di prima istanza con presi-
Castello, e Fratta. Sotto il distret- dente. Le comuni residenziali dei
to di Foligno, Assisi, Gualdo Ta- governatori sono divise nel distretto
dino dichiarata città dal Papa re» di Viterbo, residenza di monsignor
gnante, Nocera, e Spello. In Foligno delegato , e nei luoghi baronali.
vi pure un tribunale di commer-
è Sotto il distretto di Viterbo le co-
cio. Il distretto di Todi non ha muni sono Acquapendente, Bagno-
:

che il governo di tal città. La po- rea, Civita Castellana, Monte Fia-
polazione della delegazione di Pe- scone, Orte, Bonciglione, Sutri, To-
rugia (Fedì) ascendeva a 202,660 scanella,Valentano, e Vetralla. I
abitanti. luoghi baronali sono Barbarano, :

Spoleto. Un prelato delegato, con e Vitorchiano, feudi del senato e


la congregazione governativa , con popolo romano , e Soriano , feudo
quattro consiglieri , e il tribunale della famiglia Albani. La popola-
di prima istanza con presidente. Le zione della delegazione di Viterho
comuni di residenza de' governato- (Vedi) ascendeva a 1 1 3,o4 1 abitanti.
ri sono divise in tre distretti, Spo- Orvieto. Un prelato delegato, con
leto, Norcia, e Terni. Sotto quello la congregazione governativa, com-
di Spoleto, residenza di monsignor posta di due consiglieri, e tribunale
delegato, le comuni x'esidenziali so- di prima istanza con presidente. Le
no: Bevagna, Montefalco, e Trevi. comuni residenziali dei governatori
Sotto il distretto di Norcia, sono: consistono : nel distretto di Orvie-
Norcia, Cascia, e Visso. Sotto quel- to residenza di monsignor delegato,
lo di Terni, sono: Terni, Amelia, ed in Ficulle. La popolazione della
e Narni. La popolazione della de- delegazione di Orvieto { Vedi) a-
legazione di Spoleto {Vedi) ascen- scendeva a 24,877 abitanti.
deva a r 16,759 abitanti. Civitavecchia. Un prelato dele-
DEL DEL ai3
gato, con la congregazione gover- che, cioè de' sudditi dello stato pon-
nativa, composta di quattro consi- tificio, nel detto riparto del i833,
glieri, con due tribunali di prima ascendeva a due milioni, trecento
istanza, e di commercio con presi- ventiquattro mila, quattrocento tren-
denti. Le comuni residenziali dei tasei individui, che progressivamen-
governatori consistono nel distretto te si è aumentato. L' ordine ge-
di Civitavecchia, residenza di mon- rarchico poi delle delegazioni apo-
signor delegato, ed in Corneto, e stoliche, viene riportato nelle Noti-
luoghi baronali di Manziana, e zie annuali di Roma, al modo se-
monte Romano, ambedue feudi guente ;

dell'ospedale di s. Spirito in Sassia Legazioni


di Roma. La popolazione della de- Velletri.
legazione di Civitavecchia (Vedi) Bologna.
ascendeva a ig,6oi abitanti. Ferrara.
Frosinone. Un prelato delegato, Forlì
con la congregazione governativa, Ravenna.
composta di quattro consiglieri, e Urbino e Pesaro.
tribunale di prima istanza con pre- Comarca di Roma.
sidente. Le comuni residenziali dei
Delegazioni
governatori sono divise in due di-
stretti, di e di Ponte
Frosinone, Macerata.
Corvo. Sotto Frosinone residenza Commissariato della santa Casa
di monsignor delegato, sono le co- : di Loreto.
muni di Alatri, Anagni, Ceccano, Ancona.
Ceprano, Ferentino, Guarcino, Mon- Fermo.
te s. Giovanni, da città ducale fatta Perugia.
pontificia dal Papa Pa- regnante, Spoleto.
liano, Piperno, Vallecorsa, e Vero- Rieti.

li. Sotto il distretto di Ponte Corvo, Viterbo.


non avvi che Ponte Corvo. La Frosinone.
popolazione della delegazione di Ascoli.
Frosinone ( Vedi ) ascendeva a Camerino.
1
39,979 abitanti. Civitavecchia.
Benevento. Un prelato delegato, Orvieto.
con la congregazione governativa Benevento.
composta di quattro consiglieri, e Le altre principali disposizioni
tribunale di prima istanza con pre- del succitato editto de' 5 luglio
sidente. Benevento è residenza i83i, riguardante le delegazioni
di monsignor delegato, e del di- apostoliche , sono come andiamo
stretto del suo nome. La popola- ad accennare. Il delegato in ciascu-
zione della delegazione di Bene- na provincia eserciterà, sotto la di-
vento [Pedi), situata nel regno del- pendenza dei dicasteri superiori
le due Sicilie, ascendeva a 23,040 della capitale ,
per tuttociò eh' è
abitanti. conservato nelle rispettive sue at-
11 totale poi degli abitanti di tribuzioni, la giurisdizione in tut-
Roma e sua Comarca, delle lega- ti gli atti di governo , e di pub-
zionij e delle delegazioni apostoli- blica amministrazione, eccettuati gli
su 4 DEL DEL
affari, che per ragione di materia ti, ed a scelta del sovrano, un se-
appartengono alia podestà ecclesia- gretario generale della delegazione.
stica, quelli che spettano alla dire* I governatori di primo e secondo
i-ione del pubblico erario, e quelli ordine dipenderanno interamente
che, nelle quattro provincie di Bo- dal delegato. I podestà restano sop-
logna, Ferrara, Ravenna, e Forlì, pressi. I presidi di ogni legazione,
potessero o in tutto, o in parte, o delegazione, ed governatori sa- i

essere attribuiti a qualche deputa- ranno tutti nominali dal sovrano, i


zione speciale, pel regolamento del- primi per via di breve apostolico,
le acque, e quelli che per ragione ed i secondi per via di lettere pa-
di materia appartengono al giudi- tenti della segreteria di stato rila-
ziario. Per altro il delegato, se e sciate gratuitamente, essendo tolte
quando il voglia, potrà, dopo la tali nomine alla sagra consulta.
attivazione del nuovo regolamento Qui noteremo, che essendosi divisa
giudiziario, presiedere alle sedu- la segreteria di stato, in segreteria di
te de' tribunali, che giudicano in stato propriamente detta, e in se-
cause criminali, ma senza emettere greteria per gli affari di stato in-
il voto. Presso ogni delegato vi sa- terni, sotto la direzione ognuna di
rà un assessore legale, di cui si un Cardinale segretario, quello del-
prevarrà il delegato medesimo pel la prima in nome del Papa scrive
disbrigo degli affari, ne' quali 1' o< i biglietti di nomina ai Cardinali
pera, e le cognizioni di lui possano legati ec. , e quello della seconda
essergli utili. Presso ogni delegato scrive i biglietti di nomina ai pre-
esisterà una congregazione gover- lati ed altri impiegati sì
delegati,
nativa composta di quattro consi- del civile, che dell'amministrativo,
glieri, de' quali non più di due po- e del giudiziario, compresi i consi-
tranno essere del capoluogo; il ri- glieri, i presidenti, i governatori, i

manente dee spettare al resto della segretari generali ec.


provincia , eccettuata Bologna che Ogni provvista di vacante gover-
potrà averli dell' istessa città. L'o- no sarà fatta sulla proposizione che
norario di tali consiglieri sarà mag- i delegati faranno di più soggetti
giorerò minore, secondo l'ordine della alla segreteria di stato. I delegati
rispettiva delegazione. I consiglieri, porranno la massima cura a pre-
come gli assessori, sono di nomina so- ferire in tali proposizioni nomi i

vrana. Avranno, come il delegato, il degl' impiegati in riforma scevri di


voto deliberativo in luttociò, che con- eccezioni dai lati di probità, d'ido-
cerne rendimento di conti, ed esame neità, e di fedeltà al governo, e
di preventivi e consuntivi sì delle quelli degl' impiegati benemeriti in
comunità, che delle provincie. In venga
attualità di servizio, ai quali
tutto il resto, il loro voto sarà con- a darsi promozione e premio, se
sultivo, e la risoluzione definitiva sieno prescelti. Col medesimo editto
dipenderà dal delegato. Ogni tre finalmente furono meglio organiz-
anni si rinnoveranno i membri del- zate le comunità dello stato pon-
la congregazioue governativa. In as- tificio, e loro consigli comunitativi,
senza, impotenza del delegato,
o non che le amministrazioni provin-
supplire il consigliere. Vi sarà in- ciali, le quali dovendosi ogni anno
oltre sotto gli ordini dei delega- riunire nel capo luogo della prò-
,

DEL DEL 21»


vincia, vengono presieduto dal de- ci è dato sapere. S. Febadio, ve-
legato, o da queir individuo ch'egli scovo di Agen, fu suo intimo ami-
sceglie a rappresentarlo. Ma quan- co. S. Ambrogio
in una sua lette-
to riguarda la giurisdizione dei le- ra fa più grandi elogi pel
loro i

gati, e delegati, gli affari comuni* fruito copioso, che ne veniva alla
talivi, e quelli provinciali, che si Chiesa di Dio per la loro unione
portano innanzi ai consigli delle Neil' anno 38o Delfino intervenne
delegazioni, e legazioni apostoliche, al concilio di Saragozza, nel quale
si può ampiamente vederlo nella furono condannali i priscillianisti.
Raccolta delle leggi, e disposizioni Questi appellarono al Pontefice Da-
di pubblica amministrazione , pub- maso, e recandosi a Roma, spar-
blicata dalla stamperia della R. C. sero per 1' Aquitania i loro errori,
Apostolica, nell'odierno pontificato. ma il santo vescovo Delfino con
Sulla destinazione dei prelati pro- zelo apostolico li ribattè, e in altro
legati, e pro-delegati in sede vacan- concilio convocato in Bordeaux, fu-
te, per supplire ai Cardinali che si rono di nuovo questi' eretici
bel
recano al conclave, va letto quan- condannati. L'anno 388 ammini-
to relativamente si è detto al volu- strò il battesimo a s. Paolino, e
me XVI, p. 291 del Dizionario. tanto lo innamorò di poi di nostra
In sostanza i Cardinali legati e i santa religione, e dell'evangelica
prelati delegati nelle loro delega- perfezione, che lo stesso s. Paolino
zioni rappresentano il sovrano, ed riconoscente agi' impulsi ricevuti
a loro ubbidiscono le autorità mi- contestò col fatto, e con vari scritti,
litari, civili, amministrative, e giu- che egli lo riconosceva qual padre,
diziarie nei limiti delle prescritte e maestro. Nel dicembre dell'anno
giurisdizioni. Il governo ordinario 4o3, pieno di meriti, morii il gior-
de' Cardinali legati è di tre anni, no ^4? ea u martirologio in tal ili
*

ma sono confermati ad
talvolta ne assegna la festività.
altro trientiio. Quello dei prelati DELFINO Zaccaria, Cardinale.
delegati è indeterminato. Da una Zaccaria Delfino, patrizio veneto,
delegazione talora sono promossi ad studiò prima in Padova e quin-
altra maggiore, e talora ad altre di si trasferi a Roma. Colà gli
cariche prelatizie in R.oma, dalle furono affidati alcuni delicatissimi
quali progressivamente giungono al affari ; ed egli li trattò cosi egre-
cardinalato, secondo il beneplacito giamente, che Giulio III volle rimu-
de' Pontefici, e le loro beneme- nerarlo coli' ascriverlo al numero dei
renze. V. Prelati, e Legati. Nel prelati. Dipoi Paolo IV lo incaricò
volume XV, pag. 240 del Di- della nunziatura presso Ferdinando
zionario, si disse , che talvolta i II re di Sicilia; e Pio IV poscia
sommi Pontefici destinarono i Car- lo spedi nunzio straordinario in A-
dinali legati a governare le provin- lemagna, per conchiudere alcune
ole in concistoro, pronunziando una vertenze sopra alcuni punti di re-
analoga allocuzione. ligione. Molto si adoperò in quel-
DELFINA (s.). V. Eleazaro (s.). l'uffizio per indurre i vescovi del-
DELFINO (s.). Di questo santo, la Germania alla prosecuzione fi-
prima del suo esaltamento alla cat- nale del generale concilio, e per-
tedra vescovile di Bordeaux,, nulla chè lo divulgassero nelle loro dio-
2i6 DEL DEL
cesi quando compiuto. In qua-
fu DELFINO Giovanni, Cardinale.
lità di nunzio egualmente si trovò Giovanni Delfino, della patrizia fa-

all'assemblea di Naumburgo, do- miglia veneta, nacque nel 16 17.


ve trattò con vivo impegno gli Era pronipote dell' altro Cardinale
interessi della santa Sede. Pio IV Giovanni Delfino. Servì da princi-
però, sentendosi molto riconoscente pio la repubblica col più soddisfa-
alle tanto zelanti di lui prestazio- cente zelo; ma poscia consegratosi
ni, a' 12 marzo i565 lo creò prete alla Alessandro VII nel
Chiesa,
Cardinale assente, indi ebbe in ti- i656, coadjutore del pa-
lo destinò
tolo la diaconia di santa Maria triarca di Aquileja, al quale suc-
in Acquiro; e s. Pio V poi, nell'an- cesse due anni dopo. Celebrò in
no i566, gli diede in amministra- quella diocesi due sinodi, nel 1 660
zione la cbiesa di Giavarino. Fatto e nel 1669, dandosi infaticabilmen-
ritorno in Roma, vi s' impiegò ne- te a ristabilire i costumi ne'fedeli,
gli affari con tale de-
della Chiesa e lo studio negli ecclesiastici. Il

strezza ed accorgimento, da richia- Pontefice dietro le istanze della re-


mare 1' ammirazione de' suoi con- pubblica, che assai vedea di buon
temporanei Ma poco sopravvisse
. occhio quel patriarca, agli 8 mar-
a' novelli suoi impieghi, che im- zo dell'anno 1667, lo creò prete
matura morte lo colse, nell'età di Cardinale di san Salvatore in Lau-
cinquantasette anni, alle comuni ro, e poscia de' ss. Vito e Mode-
speranze. Morì nel i583, e fu se- sto. Scoppiato il contagio nella sua
polto nella chiesa di s. Maria in diocesi , si diede con tutta pre-
Trastevere. mura al soccorso degli ammalati,
DELFINO Giovanni, Cardinale. prestandosi colla persona, e col de-
Nobile veneziano, ebbe i natali nel naro al sollievo de' miseri afflitti;
i54-5. Fu ambasciatore della repub- che anzi allora sti mossi felice, quando
blica presso la s. Sede ; e quindi, potea di sé stesso rendere servigio
spirata la sua carica, procuratore di a' suoi figli. Pe' suoi rari meriti per
s. Marco. Clemente Vili, nel i6o3, morte di Clemente IX forse sareb-
lo promosse al vescovato di Vicen- be stato eletto a succedergli, se gli
za, quindi dilaniatolo a Roma, nel spagnuoli non vi si fossero opposti
concistoro de' 6 giugno 1604 lo a cagione di sua patria, e de' suoi
creò prete Cardinale del titolo di nipoti. Visse ottantadue anni, e spirò
san Matteo in Merulana, che po- in Udine nel 1699. Trasportata poi
scia cangiò con quello di s. Mar- a Venezia la salma, fu riposta nell'a-
co. Era uomo di vastissimo in- vello della famiglia nella chiesa di s.

gegno. Esperto e saggio nel ma- Michele di Murano. Lasciò parecchie


neggio degli affari, anche i più im- opere, riportate dal p. de Rossi,
barazzanti, trattò con somma pru- domenicano, nella Storia del pa-
denza le contese insorte tra la re- triarcato di Aquileja. Fra le altre

pubblica e Paolo V. Ritiratosi poi abbiamo anche alcune tragedie.


a Venezia, dopo aver rinunziato il DELFLNO Daniello Marco, Car-
vescovato, mori nel 1622, ed ebbe dinale. Daniello Marco Delfino, ni-
sepolcro nella chiesa di s. Michele pote e pronipote dei Cardinali Gio-
di Murano, dove Nicolò Delfino vanni, sortì i natali nel 1 654- Reca-
suo nipote, pose un' iscrizione. tosi in compagnia di suo tio al concia-
DEL DEL 217
ve Innocenzo XII, ottenne la qua-
di se governo di quella chiesa con
il

lifica di cameriere segreto. Fu quindi pari solerzia ed amore. Ritenne sin-


spedito in Francia qual vice-lega- ché visse le insegne, e gli onori
to di Avignone ; e nel 1 696 venne della rinunziata e soppressa di-
creato nunzio presso la corte di gnità patriarcale. Predicava sovente
Luigi XIV. In quell'officio diede al popolo, e vivea quasi sempre ri-

grandi prove di uno spirito acuto tirato nel suo palazzo. Era cosa che
e profondo, essendo eccellente nella sfavagli sommamente a cuore la
poesia italiana di cui lasciò due educazione de' suoi chierici, e la di-
volumi. Protesse molto gli uomini sciplina del clero. Edificò a sue
di lettere, e non cessò di esser lo- spese nella città il monistero di s.
ro amplissimo mecenate. Innocen- Caterina, e nella diocesi tre chiese.
zo XII, nel 1698, lo promosse alla Cangiò un teatro in luogo di spi-
sede vescovile di Brescia, e nell'an- rituale istruzione per le ragazze,
no seguente, a' i4 gennaio, lo deco- ed assegnò un fondo per la dote
rò della sagra porpora col titolo di delle più diligenti, che volessero poi
s. Susanna fu quindi ascritto alle
; maritarsi. Introdusse in Udine i sa-
congregazioni de' vescovi e regolari, cerdoti della Missione ; accrebbe il

del concilio, e de' riti. Assai bene- palazzo arcivescovile; riordinò la


merito della sua chiesa, e lodato cancelleria, Y archivio, e la biblio-
per la sua singoiar pietà, morì in teca. Quanto era con sé stesso se-
età d'anni cinquanta, nel 1704, vero, altrettanto era magnifico nel-
ed ebbe sepolcro nella cattedrale. le opere, e liberale nelle limo-
DELFI JNO Daniello, Cardinale. sine. Una vita così preziosa venne
Daniello Delfino, della patrizia fa- mietuta nel 1762, in mezzo alle
miglia veneta, nacqLie nel 1688. lagrime di tutta la città. Lasciò le
Corse gli studi in Parma, e fu poi rendite della sua entrata a soccor-
coadjutore di suo zio patriarca di so delle famiglie povere di Udine,
Aquileja, al quale successe con uni- e in tal modo volle continuala
versale contentamento. Pio, zelante, anche dopo morte quella sua cari-
affabile non meno del defouto suo tà, che in vita lo avea sì vivamente

zio, applicossi indefessamente alle animato. La sua tomba esiste nella


cure tutte del commessogli gregge, chiesa di s. Filippo Neri; avvi poi
a vantaggio del quale celebrò an- una bella iscrizione a di lui lode
che un sinodo nell' anno i74°- nella sagrestia di quella cattedrale.
Questo sinodo poi si pubblicò col- DELFINO. Titolo del signore
le stampe, ed è tenuto per uno dei di un principato di questo nome
più perfetti e compiti. Il senato in Francia, che sino al i83o si

di Venezia scrisse a Benedetto XIV diede coli' altro Monsei-


titolo di
in favore di questo patriarca, e co- gneiir,a\ primogenito del re di Fran-
sì ne restò l'animo di quel Pon- cia, o al presuntivo erede di quel
tefice penetrato, che, a' io aprile regno. Il Delfìnato è una delle più
1747, Io creò prete Cardinale di considerabili provincie della Fran-
s. Maria sopra Minerva. Trasferito cia, confinante col fiume Rodano,
poscia in Udine di cui fu
, fatto colla Provenza, colla Savoja, e colle
primo arcivescovo, per la divisione Alpi. Dividevasi in alto e basso
dell' aquilejeuse patriarcato, assun- Delfinato, e Grenoble n'era la ca-
ai8 DEL DEL
pitale. Ora forma il dipartimento arcivescovili, e cinque vescovili, che
«Iella Drome, delle alte Alpi, e del- il Mirco, Notùia epìscop. orbis
l' Isero. Verso l'anno 634, '' Delfi-» christiani, dice consistere nelle me-
nato fu concpiistato dai re franchi, tropoli di Vienna, e di Ambrun, e
indi passò ai Carlovingi. Dopo va- nelle sedi vescovili di Valenza, Diez,
rie politiche vicende, e dopo aver Grenoble, s. Paolo, e Gap. Vuoisi
fatto parte delregno di Borgogna, che in questo paese non si esten-
passò nel dominio dei conti di Al- dessero le libertà della chiesa Gal-
bon, di Grenoble, e di Vienna. licana V. Mcmoires du Clerge, t.

Successivamente Guido IV, uno di II, 1677, e seg.


p.
questi., ricevette il nome di Delfino, Altri dicono che i Guidi si chia-
che portarono poscia tutti i suoi marono Gigo, e che il primo prin-
successori, e che divenne titolo di- cipe del Viennese, che pigliato ab-
stintivo di dignità 3 e infine diede bia il titolo di Delfino, sia stato Gi-
il nome a tutta la provincia. go IV, morto nel 1 ì^i ; e che Gi-
Beatrice, sorella di Guido X ul- go VII, il quale morì nel 1270,
timo delfino, nel i 184 portò in do- fu il primo ad adottare per suo stem-
te il Delfinato ad Ugone III duca ma un delfino. E siccome molto si
di Borgogna. Andrea, secondo fi- scrisse su questo titolo di Delfino,
glio .di tal maritaggio, come prin- si vuole inoltre, che essendo negli
cipale erede della madre, prese il accennati tempi frequente l'adozione
nome di Guido XI nella qualifica di nome di animali per farne lo stem-
di delfino, e dimise quindi il no- ma, e il nome d' una famiglia e di
me, e le armi di Borgogna. Gui- dignità, sia stato assunto dai signori
do XII suo figlio non ebbe in suc- del succennato paese. Si racconta
cessore che Anna Delfina, la quale inoltre, che i Delfini dell' Al vergna,
portò questi stati ad Umberto I si- signori del Delfinato di questo no-
gnore de la Tour-du-Pin. Umberto me (piccola contrada della Francia
H, ultimo principe di questa fami- nella bassa Al vergna lungo il fiu-
glia, essendo senza figli, cedette nel me Allier, il cui capoluogo era
/ 343 i suoi dominii al principe Vaudables), non pigliavano il titolo
Filippo duca di Meaux, figlio mi- di delfino se non se dopo i Delfi-
nore del re di Francia Filippo ni del Viennese, ancora e dicesi
VI di Valois, a condizione che i che da essi lo ricevessero. L' usur-
figli maggiori dei re di Francia pazione di quella contea, fatta da
portassero il nome di Delfino., e Guglielmo Vili a pregiudizio di un
gli stemmi relativi, inquartando- suo nipote, fu la cagione dello sta-
li nelle armi di Francia e del Del- bilimento anche del titolo di Delfi-
finato. Filippo, avendo rinunziato no nell' Alvergna. Tal nipote era
alle sue pretensioni sul Delfinato, Boberto, il quale non avendo con-
il re suo padre nominò Delfino nel servato che una piccola parte del-
i349 '' suo minor figlio Carlo, che la sua signoria, diede al suo figlio
divenne poscia re di Francia, e il nome di Delfino, a cagione, o
questi dipoi diedero sempre il no- ad imitazione di Gigo Vili, delfi-
me di Delfino ai loro figli mino- no del Viennese, del quale aveva
ri, eredi presuntivi della corona. sposato la figliuola Beatrice. Dopo
Il Delfinato conteneva due sedi di esso i successori di lui, che pos-
DEL DEL », 9
sedevano quella parte dell'Ai vergila, lava: A
Monseigneur le Daitphin.
si qualificarono come delfìni di quel DELGADO Francesco Saverio,
paese, ed essi pure collocarono nel Cardinale. Francesco Saverio Del-
loro stemma un delfino. gado nobile spagnuolo, nacque ai
ancora
Dicesiche Filippo li , 18 dicembre 17 i4, in Villanova de
acquistasse da Umberto II il Delfi- Ariscal nulliiis, del priorato di s.

nato Viennese mediante il paga- Giacomo della Spada, nella pro-


mento di quarantamila scudi, e col vincia Betica. Dopo una educazio-
vitalizio d'annui fiorini dieci mila, ne conveniente a' suoi illustri na-
sotto la condizione che i re di Fran- tali, avendo abbracciato lo stato
cia non potessero alienare tal pro- ecclesiastico, fu fatto vescovo di
vincia, e che i loro primogeniti al- Canarie nelle isole Filippine, ai i5
l' atto del nascimento piglierebbero maggio 1761 dal Pontefice Cle-
il nome e titolo di delfino. Hena- mente XIII, il quale, nel concistoro
che nel 1^16 il re
ult racconta, de' 19 dicembre 1769, lo traslatò
Carlo VII cedette la provincia del al vescovato di Siguenza nella Spa-
Delfìnato al delfino suo figliuolo, gna. Pio VI prima, ai 20 maggio
benché avesse allora soltanto tre 1776, lo promosse all'arcivescovato
anni ; ma che dopo non furono di Siviglia, poscia, ai 3o marzo
fatte dagli altri re di Francia si- 1778, al patriarcato delle Indie
mili concessioni, essendosi contentati occidentali, colla ritenzione dell'ar-
di far portare a' loro primogeniti il civescovato, finché pei suoi singola-
titolo di delfini, ed alle mogli di ri meriti, nel concistoro del primo
essi quello di delfine. Il Vettori, giugno di detto anno, lo creò Car-
nel suo Fiorino d'oro, coli' autori- dinale dell'ordine de' preti, e gli
tà di vari scrittori, parla delle di- mandò la berretta cardinalizia per
verse epoche, in cui venne da Um- l' ablegato monsignor Fabri-Ganga-
berto II ceduto il Debbiato, dell'a- nelli, nipote per parte di sorella del
bito domenicano dal medesimo as- suo predecessore Clemente XIV,
sunto, del suo patriarcato ec. e , Non essendosi recato in Roma, non
tratta di alcune monete de' re di ebbe né il titolo, né il cappello
Francia collo stemma e nome di cardinalizio, e morì in Madrid ai
delfino, e persino collo stemma del- io dicembre 1781, encomiato pel-
la famiglia della Torre, de la Tour le virtù, ed egregie doti, di cui an-
du-Pin, nella quale era passata la dava adorno.
sovranità del Delfìnato. Il Cancellie- DELO o DELOS. Isola dell'Ar-
ri nella sua Lettera sull'origine cipelago nel dipartimento greco
del titolo di Don, dice che il del- delle Cicladi settentrionali, ora più
fino di Francia aveva anco il di- conosciuta sotto il nome di Sdilì
stintivo del Monseìgneur,
titolo di piccola. Delo anticamente fu la
col quale veniva chiamato da tutti prima delle Cicladi, e tra diversi i

1 principi. Anche il Parisi, Istrnz. nomi con cui fu chiamata, più co-
per la segreteria, tom. Ili, p. Ili, p. muni sono quelli di Cynthia, Or*
3 nel narrare la cessione d'Um-
1 1 , tigia, Asteria, Purpile, e Delus. La
berto II, ch'egli chiama re di Pro- favola vi fece partorire Diana da
venza, dice che scrivendosi dalla Latona, in un ad Apollo, il perchè
corte Promana al delfino, s'iutilo- fu qui a lui cretto il rinomato
22o DEL DEL
tempio, che divenne famoso per de' memoriali : quindi, nel primo
gli oracoli. Dice Aristotile, che sul settembre dell'anno i68i,1o assunse
tempio eravi questa iscrizione: Fra alla dignità di Cardinale col titolo
tutte le cose la più bella è la giu- di Girolamo degli Schiavoni. Ma
s.

stizia, la più utile la sanità ; la poco tempo dopo, brevissima ma-


più grata, il possedimento di ciò
. lattia, passati appena diciassette me-

che si ama. Questa isola fu gran- si di cardinalato^ lo tolse alle spe-


demente celebrata dai poeti, e da- ranze comuni, nel i683. Ebbe se-
gli storici. Delo fu dominata da- polcro nella chiesa dello Spirito san-
gli ateniesi, dai feuicii, che furono to de' Napoletani, dove gli fu eretto
cacciati da Minosse re di Creta. magnifico mausoleo al manco lato
Delo divenne il deposito del tesoro dell' altare maggiore. Alcuni dissero
delle nazioni. Diana, Nettuno ed che il Papa gli rimproverò di aver fa-
Ercole vi avevano pure magnifici vorite le regalie pretese dalla Francia.
templi ; ma col tempo tutto sparì. Forse uno spirito un po' troppo seve-
Commanville dice, che a Delo nel ro, e la persuasione, che ogni suo det-
quinto secolo, fu eretta una sede to fosse preso per un principio di leg-
vescovile, della prima provincia ec- ge, acquistò al Deluca un qualche
clesiastica delle Cicladi, nell'esarcato avversario; però morto eh' ei fu,
d'Asia, sotto la metropoli di E.odi. ciascheduno si accorse d' un gran
DELUCA Giambattista, Cardi- vuoto, e tutti generalmente lo pian-
nale. Giambattista Deluca, nato in sero. Non solo ebbe questo Car-
Venosa, nel 1 6 4; da poveri ed onesti
1
dinale lode di grande illibatezza di
parenti, corsi gli studii prima in Sa- costumi, ma fu applaudito per la
lerno, e poscia in Napoli, si dedicò sul eminente dottrina che si ravvisa nel-
principio alla giurisprudenza. Assiduo le sue opere, le quali in parte so-
nello studiare indebolì la sua salu- no le seguenti : Traclalus de ojffi-

te per modo, che, disperandosi della ciis venalibus romanae curiae, cui
sua vita, si ricondusse alla patria. Ivi, accedit alter tractatus ejusdem au-
mancato essendo il vescovo, di co- ctoris, de locisMontìum non vaca-
mune consenso venne eletto a vica- bilibus, Piomae 682 Il Cardina-
1 ;

rio capitolare, quantunque non fos- le della santa romana Chiesa pra-
se ancora sacerdote. Ripristinatosi tico, con alcuni squarci della corte
poi nella vigoria delle membra, si circa le congregazioni, e le cariche
recò egli in R.oma, nell'anno i6^.5, cardinalizie, Roma 1680; Adnola-
ed ivi si fece ad esercitare 1' eccle- tiones ad concilium Tridentinuni ;

siastica giurisprudenza. Divenne ri- Relatio Curiae Romanae, Coloniae


putatissimo avvocato della romana 168 3; Relazione della Curia ro-
curia, ed uditore della principesca mana Forense, non già della Cor-
casa Ludovisi. In quell' officio si te. Exstat nel lib. XV, del Dot-
acquistò un'altissima fama. Volen- tor Volgare, ove tratta di mol-
do poi vivere più davvicino al te materie di diritto; Thealruni
Signore, chiese di essere ordina- veritatis et juslitiae, quattordici vo-
to sacerdote, e intraprese una vi- lumi in foglio. Di queste, e di al-
ta devota. Allora Innocenzo XI, tre opere tesse il catalogo L'Advo-
che avea di lui grande stima, lo cat nel suo Dizionario portatile
nominò suo uditore e segretario all'articolo Luca.
DEL DEM 23i
DELUGO Giovanni, Cardinale. Delugo fu il primo che dalla Spa-
Giovanni Delugo, di nobile fami- gna introdusse in Italia l'uso della
glia spagnuola, nacque
Madrid in china, che perciò fu detta la poi-
nel i583, e professò nella compa- vere di Lugo; anzi in memoria di
gnia di Gesù. Fra' suoi confratelli lai benefìzio fu collocato un dipinto
ottenne la cattedra di filosofia e sulla porta dell' ospitale di s. Spi-
telogia prima in Ispagna, poscia a rito, nel quale vedevasi il Cardi-
Roma, dove si esercitò anche nella naie in atto di dare a' poveri la
predicazione, con singolare applau- sua medicina. Desiderato da tutti,

so de' più felici ingegni. Era egli chiamato da Luigi XIII, il Car-
profondo nell' ecclesiastiche disti- dinal integerrimo, e accompagnato
oline, e dotato di un intelletto as- dalle comuni lagrime, dopo assai
sai acuto, nonché d' una singolare lunga malattia , morì nell' anno
destrezza nel maneggio degli affa- 1660, ed ebbe sepolcro nella chie-
ri ; che anzi Filippo IV di Spagna, sa della sua compagnia, che lasciò
oltre a spiegargli tutta la sua con- erede di tutte le sue sostanze. Ab-
fidenza, avea dato espresso coman- biamo di lui molte opere teologi-
do a' suoi ambasciatori in Roma di che, ma la più degna di menzione
rivogliersi a lui nei più importanti è il trattato sul sagramento della
negozi. Urbano Vili volle innal- penitenza. Le dette sue opere fu-
zare il merito di un uomo così rono stampate in Lione in otto
celebre coli' esaltarlo alla porpora; gran volumi in foglio.
ma il virtuoso gesuita non lasciò DEMETRIAS o DEMETRIADE.
intentato ogni mezzo per sottrarsi Città vescovile dell'esarcato di Ma-
a dignità sì cospicua. Però volen- cedonia, secondo alcuni nella dio-
dolo ad ogni modo il Pontefice, cesi dell' llliria orientale, sotto la

nel i643, a' i3 luglio lo fregiò metropoli di Larissa, ma meglio


della porpora, quindi lo pubblicò nellaprima provincia di Tessaglia.
a' i4 dicembre. Questo Cardinale Commanville dice sorgere questa
poi dal Papa ricevette il titolo di città verso il golfo di Zeiton , e
s. Stefano in Montecelio, e fu ascrit- che la sede vescovile vi fu fondata
to alle congregazioni del concilio, nel quinto secolo. Dieci vescovi greci,
del s. offizio, ed altre. Egli nul- ed etto di rito latino vi ebbero sede.
la mutò del primo ordine di vi- DEMETR.IO, Cardino le. Demetrio
ta. Le sue stanze erano addobbate era ungaro di nazione, e vescovo suc-
come piuttosto a semplice religio- cessi vamenle delle città di Sirmio,
so si conveniva, e il fasto sempre Giavarino, Zagabria, e Strigonia.
fu tenuto lungi da lui. Non avea Sostenne la carica di ambasciatore
diletto, che nel largheggiare co'po- del re Lodovico I presso il Ponte-
veri, argomento il più. tenero delle fice Lrbano VI. Questi, conosciuta
solerti sue cure. Lasciò alcune ren- la integerrima virtù e il profondo
dite per gli studenti di teologia sapere del Demetrio, lo decorò del-
nel seminario romauo, impiegò al- la porpora nel 1379 col ti-
sagra
cune migliaia di scudi nella fab- de'ss. Quattro Co-
tolo presbiteriale
brica del collegio romano, e fece ronati. Ma sett' anni dopo, cioè
avere ben anco a' suoi confratelli nel i386, quell'illustre personag-
un ameno luogo per villeggiare, gio cessò di vivere, e lasciò le
-
-

222 DE'»/ DEN


sue spoglio nella città di Strigo- Questa è la loro occupazione conti-
nia. nua siccome nemici dell'uomo. La
DEMONIO. Spinto, genio, intel- parola diavolo, che in ebraico signifi-
ligenza, è nome greco, da un ver- ca fiamma, fuoco, scintille, carboni
Lo, che significa conoscere, o sa- ardenti, ed in greco calunniatorc,
pere. Per. questa parola s'intende accusatore, nella sagra Scrittura si
un ente dotato di cognizione, per prende per demonio, per un accusa-
cui non ha niente di odio-
essa tore, per uno avversario, per un cat-
so nella sua origine. Per altre eti- tivoche non ha né fede, né legge, per
inologie si può consultare il The- un figlio di Celiai, cioè del demoniu.
saur. Patr. Graecor. di Suicero. V. il p. Agostino Calmet, Disser-
Gli ebrei hanno espresso il nome lazione sui buoni e sui cattivi ait-
ai demonio, con quelli di serpen- geli. Chiamasi poi Denwnomania,
te, di satana o tentatore, di di- la conoscenza de' demonii , cioè il
struttole, od altri simili. Tanto in trattato della loro natura, potere,
greco che in latino si dà inoltre ed effetti, di cui sono la causa,
il nome di demoni ai buoni, ed Giovanni Bodin compose un libro
ai cattivi angeli, il perchè ne par- sulla Demonomania, che è famoso :

lammo all'articolo Coro degli An- de Magorum Daemonomania, ma


geli (Vedi). Tuttavolta il nome di che fu posto nell'indice de'libri
demoni si dà più comunemente ai proibiti con decreto del primo set-
cattivi spiriti. La credenza de'buoni tembre i5g4- Il p. Menochio nel-
e cattivi angeli, ovvero de'buoni, e le Stuore, e monsignor Sarnelli nel-

cattivi spiriti o geni, è comunis- le sue Lettere ecclesiastiche, molte


sima nella teologia dei pagani. Es- erudizioni riportano sul demonio,
si intendevano con ciò degli spiri- che lungo sarebbe a riferire.
ti inferiori agli dei, ma superiori DENARO, DENAJO, o Danaro,
agli uomini, e si crede che questa Denarius. Vocabolo, che in genera-
cognizione venisse portata dalla le si piglia per Moneta (Fedi), per

Caldea in Grecia. Tutti gli angeli una moneta, per una somma di
furono adorni della grazia nella lo- monete, non che per una specie
io creazione: gli uni rimasero fé- di moneta particolare di valore di-
deli, e ne meritarono la conferma, verso, secondo luoghi e tempi, ed
i i

e la beatitudine : gli altri, che noi anche per una sorta di peso, conte-
chiamiamo demoni, la perdettero nente la vigesima parte dell'oncia,
per la colpa. L'orgoglio, e la vana Su di che avverte il Vettori, il fio -
compiacenza nelle loro perfezioni, rino d' oro antico illustralo a pagina
il rifiuto di sottomettersi all'onni- 233, che essendo da per tutto com-
polente Dio Imo creatore, l'ambi- posta la libbra di oncie dodici, e
/ione di credersi a lui eguali, l'in- l'oncia di ventiquattro denari, ognu-
vidia ed altre imperfezioni furono no dei quali è composto di venti
causa della caduta di questi ulti- quattro grani ; tali grani sono nel
ini, che furono da Dio precipitali piìi o meno del peso differenti se-
dai cielo nell'inferno. I demoni ci condo la diversità de'paesi, come suc-
possono tentare in molti modi, ma cede nei ducali di minore, o mag-
però Iddio non permette ad essi, gioie peso, alcuni de' quali valuta
ilic ci tentino oltre le nostre forze ronsi nel 1 2cy5 ventiquattro denari è
DEN DEN 223
«lue quarti, e, nel 1 343, denari glie, alle quali i consoli appartene-
cinquantadue. vano. Così vedesi la porpora, o il
romani servironsi per lungo
I murice, nel denaio de'Purpunioni.
tempo di moneta di rame, o di I francesi pretendono, che il no-

bronzo, che chiamarono assi, forse me di denaro sia stato dato alla
invece di aes, oppure libra o pon- loro moneta, ad imitazione dei ro-
do, perchè quella moneta pesava mani, i quali dato lo avevano ad
una libbra. Non si cominciò in Ro- alcune loro monete. Questo dai
ma a battere moneta d'argento, se numismati sembra ammettersi ; ma
non che nell'anno ^S5 dalla sua rimane il dubbio se essi parlino
fondazione, e la prima moneta, che del nome di denaro dato general-
si vide di quel metallo, fu il dena- mente a qualunque sorte di mone-
ro, che nel conio portava la lette- ta, o del denaro che ne indica
ra X, perchè valeva dieci assi. Quel- una specie particolare. Certo è, che
la moneta, o quel denaro, si nomi- in Francia sotto i re della prima
nò consolare, per distinguerlo da dinastia vi avevano denari di argen-
quello che si battè in appresso sot- to fino, che pesavano circa ventu-
to gl'imperatori, e che per conse- no grani. Questi denari divennero
guenza venne appellato imperiale. sotto la seconda dinastia di un pe-
Il Tillemont osserva, che il denaro so assai maggiore. I minori erano
ne'tempi antichi di Roma bastava del peso di grani ventotto, e se
al mantenimento giornaliero con- ne fecero persino di trentadue. Ugo
venevole di una persona, e suppone Capeto. ed alcuni de' suoi successori
che il denaro romano equivalesse ne ridussero il peso a soli ventitré,
alla moneta di dodici soldi di Fran- o ventiquattro grani. Verso il fine
cia, il quale calcolo però natural- del regno di Filippo I, si cominciò
mente ha incontrato grandi oppo- a porre in quei denari del rame:,
sizioni. Tuttavolta gioverà notare, sotto s. Luigi IX essi non erano
che il con molti altri scrit-
Rollili, più che una moneta erosa, o, co-
tori, denaro romano equi-
crede il me i francesi dicono, di biglione,
valente a soldi dieci tornesi mentre , né contenevano che sei grani e
il Nienpoort, che dottamente scris- mezzo di argento, o di fino. 11 ti-

se sulle Antichità Romane, porta tolo si alterò ancora in appres-


quella moneta al valore di sedici so, cosicché sottoEnrico III vi ave-
soldi di Francia. Il danaro consolare vano denari di solo rame. In ultimo
portava per impronta da un lato il denaro non diventò, come avvenne

una testa alata, o galeata di Roma, anche in Italia, se non una moneta
dall'altra un carro trotto da due di conto, o sia l'indicazione della
o quattro cavalli. In appresso si po- duodecima parte di un soldo tornese.
sero nel rovescio Castore, e Pollu- Eruditissima è la dissertazione
ce, e talvolta vi si collocò una vit- XXV III del celebre Muratori, del-
toria parimenti sopra una biga, o su le varie sorte di denari, che ariti'

di un carro da tre o da quat-


tirato camente furono in uso in Italia,
tro cavalli. Sovente ancora si varia- dalla quale prenderemo il più essen-
rono le rappresentazioni di que'ro- ziale, unendovi analoghe notizie di
vesci, e talvolta vi si collocarono altri scrittori, e numismati, massi-
gli stemmi, o le insegue delle fami» me delle monete dei secoli chiama-
224 BEN DEN
ti volgarmente barbari. Come pres- posta di sette di essi; in ciò non con-
so i romani, così sotto i re goti, viene il Gronovio. Certo è, che Valen-
longobardi, franchi, e tedeschi, il tiniano seniore volle, che setlantadue
pubblico commercio si faceva con soldi d' oro costituissero la libbra ,

tre sorte di moneta, cioè d'oro, di con accrescere il valore estrinseco di


argento, e di rame. Nelle iscrizioni quelle monete. Per un soldo d'oro
romane si trovano le seguenti let- occorrevano seimila denari di ra-
tere applicate a qualche magistrato me. San Gregorio I lasciò detto
cioè A. A. A. F. F. le quali sono che il soldo d'oro valeva venti si-
interpretate dagl' intendenti Auro, lique, altra moneta di quei tempi.
Argento, Aere, Flando, Feriundo. In progresso le valute variarono,
Cassiodoro nel lib. VII , Variar. laonde prima con quaranta denari
num. 32, sotto il nome di Teodo- d'argento e poi con soli dodici si

rico re de' goti in Italia, espone la comprava un soldo d'oro, o più


forinola,qua moneta committitur, cioè verosimilmente un soldo di argen-
si commette ad alcuno la cura della to. Sembra credibile, che a'tempi
Zecca (Pedi): Altri fiamma nulla di Carlo Magno il soldo d'oro su-
infuria permixdonis albescat. Ar- perasse poco le nostre mezze
di
genti color grada candoris arrideat. doppie, chiamate anche scudi d'o-
Aeris rubor in nativa qualitale ro, o ducato di camera. Ma il va-
permaneat eie. Pondus quin edam lore de'soldi , e dei denari non fu
constittiliim denariis praecipimus uniforme nei tempi, e nei luoghi
debere seivari. diversi. Ogni zecca, come oggidì,
Che vi fossero anche denari, co- anche anticamente tassava il valore
me noi diciamo, erosi, cioè di ar- delle sue monete.
gento, e di rame mischiato, pare Siccome dopo l'anno mille nelle
che non se ne possa dubitare, co- carte vecchie, e nei contratti si tro-
me vi debbono essere stati denari va gran monete di pe-
copia di
d'oro dove entrasse qualche lega di si differenti, delle quali non si sa
argento. Anticamente non vi fu il valore, riporteremo una relazio-

moneta più rinomata ed usata che ne delle monete fatta cinquecento


i soldi, e forse i primi furono quel- anni addietro da Giovanni Cabro-
li coniati solamente d'oro, avanti lo spini, nunzio apostolico in Polonia,
impero di grande;
Costantino il ed Ungheria, sul valore delle mo-
poscia ve ne furono anche d'ar- nete allora correnti, e che si tro-
gento. In più leggi di Teodosio vavano mentovate nei libri, o nei
viene fatta menzione di soldi d'oro, pubblici strumenti. Di non poche
e chi allora nominava un soldo di esse si fa menzione nel trat-
intendeva dire una moneta d' oro, tato dei censi della Chiesa Romana,
di peso determinato dalle leggi. Mol- composto da Cencio Cardinale e
to tempo durò in Italia il nome camerlengo di essa nel i 19r, e da noi

e l'uso di soldi nono


d'oro, e nel agli articoli Censi e Tributi (Vedi).
secolo ve n' erano nuovamente an-
che di argento. In quanto al peso
Nota delle antiche monete.

desoldi d'oro, ventiquattro di essi Il fiorino di debito censuale vale


formavano una libbra a' tempi di dieci soldi, e un denaro, di denari
Costantino, e perciò l'oncia era coni- turpizii antichi.
DEN DEN aa5
Un grosso vale dodici denari tur- Un bisuntino vale quindici grossi,
pizii. e mezzo.
La libbra d'oro vale novantasei Un tulleno olto soldi, e quattro
fiorini. denari vagliono un fiorino.
La marca d'oro cinquantanove Un mantesino , e dieci soldi va-
fiorini. gliono un fiorino.
L' oncia d'oro in oro otto fio- Un mantesino, nove soldi, e cin-
rini. que denari vagliono un fiorino.
L' oncia d'oro in argento cinque Un friguento e dodici denari va-
fiorini. gliono un grosso, e mezzo an-
La marca d'oro vale due parti tico.

d' una libbra d' oro. Un marabìzio d'oro vale venti-


La marca d' argento vale due quattro marabizii d'argento, o pu-
parti di una libbra d' argento. re un fiorino meno dodici de-
La libbra d'argento vale settan- nari.
tacinque grossi. Nel regno di Sicilia, specialmen-
La marca d'argento per conven- te di qua dal Faro, l'oncia vale
zione antica in Inghilterra vale sessanta carlini gigliati.
quattro fiorini. Un tareno vale due carlini.
La marca d'argento in altre par- Il carlino vale dieci grani.
ti vale quel prezzo , che comune- 77 grano vale sei denari.
mente corre al tempo del paga- Le altre monete, come i fiorini,
mento. sono valutate al prezzo di questa
La libbra d'argento puro , ossia moneta.
due marche d'argento, vale otto fio- La cosina, o salma del grano,
rini. è di quattro tumoli.
La libbra d'argento d' Inghilter- Parimenti nel regno di Castiglia,
ra quattro grossi; e della curia e Leonevi sono le monete usuali,
romana sette fiorini, dieci grossi, e cioè i coronati di valore di cinque
mezzo. oboli.
La libbra d'argento di Aragona, Il marabizio, di dieci denari. E
Toscana, Sardegna, e simili , vale sei coronati vagliono un marabi-
sette fiorini, e mezzo. zio. E trentacinque marabizii va-
\J oncia d'argento vale sette gros- gliono una dobla di Maracco. E
si, e mezzo. ventidue marabizii un siciliato vec-
Il marabotino d'argento vale un chio .... un montone, una cat-
fiorino meno dodici denari tor- tedra. E venticinque marabizii va-
nesi. gliono un agnello. E vent'otto ma-
Dodici Malguriensi valgono un rabizii vagliono un reale. E tren-
grosso. laquattro marabizii vagliono una
Un obolo d'oro vale un fio- dobla di Castiglia. E parimenti
rino. trenta doble vagliono una dobla
Un massatrazio d'oro vale due grande, e larga de' saraceni.
patti di un fiorino. Egli è da sapere, che la marca
Dodici denari di Sipioni un ma- di argento di Boemia va-
grossi di
lachino. le comunemente quarantotto grossi
Un malachino vale otto grossi. di Praga, o ventiquattro scoti.

VOL. xix. i5
22tì DEN DEN
In oltre in qualsisia marca soau Essi erano alquanto cavi nel mez-
quattro fettoni. zo, come le monete d'argento bat-
E sei scoli vagliono un fertone. tute in Milano, a' tempi di Ottone
E uno scoto vale due grossi di I, il Grande. Il Du-Cange dice,
Praga. che gli erano denari d'oro.
schifati
E i\n grosso di Praga vale se- Rinomati furono gli auguslaU, mo-
dici denari. neta d'oro, che Federico II impe-
Parimenti è da sapere, che nella ratole fece battere in Sicilia, sic-
predetta marca vi sono dodici Io- come pure nel regno di Napoli fu
toni. E un lotone vale uno scu- in gran uso. Vuoisi, che prendesse-
do e mezzo, o sia tre grossi , ch'è ro tal nome da Cesare Augusto ivi
Jo stesso. effigiato. Nel rovescio eravi un' a-
Qualsivoglia fertone costa di quila. Il valore loro era di un fio-
quattro lotoni. rino, quarto d'oro. In somma ri-
e
Un bisanzio, o sia Usante, vale putazione ed uso anticamente fu-
due di un fiorino d'oro.
parti rono anche i nummi chiamali ìn-
Medesimamente lo stesso valore zantii,o bysantii, moneta d' oro
si trova, e pratica nel massamu- degf imperatori greci di Costanti-
tino. nopoli, e poco diversa dai ducali
Vale il marabotino un fiorino d'oro di Venezia, dagli ungari ed
d'oro, meno dieci denari. altri ducati d'oro della nazione ger-

Un malachino costa otto grossi manica, e dai fiorini d'oro di Fi-


d'argento. renze. Nel XIV secolo i bisunti
Fin qui il nunzio Cabrospino. erano ancora in mollo credito, co-
Furono alcune di queste monete me lo era stato il farnese, o turo-
d'oro, ed altre di argento. E pri- nense, moneta battuta in Tours.
mieramente per quel che concerne Col tempo si videro bisanzi bian-
i marabotini, già battuti in Ispa- chi, cioè d'argento , che valevano
gna, e monete di gran credito, cer- uno scudo romano da dieci giulii.

to è eh' erano moneta d'oro. Negli Nelle vecchie carte sovente sono
antichi secoli l'oro si traeva dalle nominati mancasi, o manco si,
i

miniere di questo metallo in Ispa- chiamati ora mandisi aiiri, ed ora


gna; in seguito non si volle du- mancasi argenti. Presso gì' inglesi
rare fatica a ricavarne, perchè uni- la voce mancusa significava marca,
camente si attese alle miniere del- per cui per mancasi s' inlese una
l'America, tanto più. abbondanti marca d'oro, o d'argento, non per
che l'Europee. Il prezzo de' mara- l' Italia.

botini una volta assai celebre, si ap- I folli t antichissima moneta dei
prende dal Rossi, Storia di Raven- latini, e de' greci, fu moneta bassa.
na all'anno 1076; ve ne furono Si vuole che il folle fosse l'obolo, e
d'oro, e d'argento, e si chiamaro- per lo più di materia erosa; ve ne
no anche mara votino, e marame- furono talvolta d'argento. Il Guthe-
dino. I marabitii erano diversi dai rio li riconobbe per moneta d'oro.
marabotini. I sciliatierano forse i Parimenti fra la pecunia greca in
liliatnm, i scyphatum, ovvero schi- uso furono /nichelati, soldi
i bat-
fatimi. Il corso degli schifati fu spe- tuti da Michele imperai ore di Co-

cialmente nella Puglia, e Calabria, stantinopoli, e 1 romana ti, a'quali


,

DEN DEì\ 227


diede il nome l' imperatore roma- periale, accenna il Paris all'an-
lo

no. I greci inoltre ebbero i perpe- no 1249, scrivendo: Octodecini


rì, due di essi valevano un du-
e milita libranim de. moneta inipc-
cato d'oro veneto. Aspri ovvero rialìum, quac tantum fere valet,

Albi furono chiamati i nummi gre- quantum Esterlingorum, dette og-


ci d'argento, il cui valore si legge gidì lire sterline. E celebri eziandio
nel Du-Cange, nella Dissertazione già furono i denari steiiingi, intorno
delle monete greche. Sembra che ai quali va consultalo il Du-Cange ci-
fossero come i perperi nella valuta. tato. \provisini si ritiene fossero mo-
I melachini, che valevano otto gros- nete dei duchi di Sciampagna , ma
si, o meloquinos, da chi si dicono XII e XIII in Iioma erano
nei secoli

moneta italiana, e da chi di ori- assai in uso librae provisinorum se-


gine araba, come battuti dai sara- natus3 cioè lire di denari o soldi
ceni; tali ancora furono i mara- battuti in Roma per ordine del se-
botini. Negli Ordini Romani fre- nato romano, che godeva il diritto
quente è la menzione dei soldi, della zecca. In conferma, che i pro-
maiabotini , e melequini, dati dal visini fossero pecunia romana, alcuni
Papa insieme ad altri denari nella dissero provenir tal nome dalle
distribuzione del Presbiterio [Vedi). provisioni, o rendite delle chiese.
Sa tali denari dati in simili occa- Della moneta provisina ha parla-
sioni, si possono consultare il Mo- to l' accurato Grimaldi, beneficia-
retti, 218; il
de Presbiterio, p. to della basilica vaticana, e la chia-
Carli, nel t. Il, p. 108 Delle mo- ma libra proveniens, con abbrevia-
nete d 'Italia j e il Garampi, *5Y- tura. S'incontrano ancora nelle car-
gillo della Garfagnana, p. j5. La te antiche di Roma, librae ajfor-
moneta di Pavia ebbe gran corso tiatorum, il cui prezzo ragguaglia-
in tutta l' Italia. Da un documen- monetae forse
to colla libra lucensis
to del secolo IX, citato dal men- si da queste parole d' uno
rileverà
tovato conte Carli-Pviibbi, nel t. II strumento del ii5g: prò centina
della sua dotta opera, p. i47> ab- quadr aginta libris lucentiumetquiii-
biamo la valuta a quei tempi del que solidis prò centina li-
denaro di Pavia: Solidos duodecim bris ajfortialorum et quinque soli-
quot sunt denarios grossi et expen- dis. Che i denari papiensi fossero
divilis de moneta de Pipia, et Me- dati dai sommi Pontefici nella di-
diolano, seu Lucana duodecim de- stribuzione che facevano del pres-
narios ragionati per singulos soli- biterio, si può vedere ai succitati
dos. luoghi. Nella vita d' Innocenzo I\
I tareni si fabbricavano in Na- si 1243 i mercanti
legge, che nel
poli, e in Sicilia, secondo Leone romani domandarono loro in dono
Ostiense, e vi erano pure i tareni le sessanta mila marche date ad essi

africani. Nel secolo XII in Italia in prestito dal predecessore Grego-


furono i denari, o soldi imperiali rio IX.
cosi chiamati o perchè battuti Del- Sui fiorini, moneta soprattutto
l' imperiai zecca di Pavia , o per- celebratissima in Italia, sembra che
chè inventati da Federico I, se pu- nel i25a cominciasse il popolo fio-

re non sono più antichi. Quanto rentino a battere questa pecunia


si apprezzasse la libbra, o lira im- d'oro, chiamala da essi fiorino^ e
,

228 DEN DEN


ducato d'oro da altri , perchè da Vettori, nell'opera : 7/ fiorino d'o-
una parte era impresso un giglio, ro antico illustrato, ch'egli indi-
e nell'altra l'immagine di s. Gio- lizzò al celebre Antonio Francesco
vanni Battista loro principale pa- Gori, e stampò in Firenze nell' au-
trono. Il nome e il pregio di tali no 1738.
fiorini si dilatò sì fattamente per Noi però dei fiorini d'oro, dei
tutta l'Europa, che quasi tutti gli ducati d'oro papali, dei ducati di
altri principi a gara cominciarono camera, dei ducati papali, e di al-
a batterne , coli' istesso nome , e tri ducati d' oro ci permetteremo
persino vietarono ad altri di co- in appresso una ulteriore digressio-
niarli. In Avignone nel i322 il ne, narrando prima altre erudizio-
Papa Giovanni XXII fece battere ni sui denari, che anticamente fu-
una nuova moneta d'oro, del peso, rono in uso in Italia, con cose re-
lega, e conio di Firenze, senza al- lative.
tra insegna, che dalla parte del Dopo essere stata conceduta alle
giglio le lettere dicevano il nome città italiane dagl' imperatori tan-
suo pontifìcio. Il Villani aggiunge: to la libertà, quanto il gius di bat-
ter intrasegna di costa a s. Gio- tere moneta di argento
d' oro , e
vanni vi aveva una mitra papale, (gius che accordarono anche i Papi
e dal lato del giglio diceano le let- a città, ed a principi ), non poche
tere:sanctus Petrus, sanctus Paulus. città regolarono il corso della pro-
scrive inoltre, che Giovanni XXII pria moneta a tenore di soldi o
minacciò le censure contro chiun- denari, che medesime fabbrica-
le

que battesse fiorini d'oro ad imi- vano, di modo che non di rado
tazione de' fiorentini. Anche i re altro era in una, e diverso in al-
di Francia, dopo i fiorentini, bat- tra l'ordine, e nome della pecu-
terono fiorini d'oro. Non si hanno nia. Vi furono soldi bolognesi, fer-
da confondere i fiorini coi figlia- raresi, e parmigiani, ed il nome di
ti, moneta d' oro di Carlo I d'Àn- bologuini non solo in Bologna, ma
giò re di Napoli, e Sicilia, e cosi anche in Modena,
e in altri luoghi
appellati perchè anch'essi portava- durò sino a' nostri tempi, ma con
no il giglio, insegna dei re di Fran- gran mutazione di moneta e vaio-
eia, da cui quel principe derivava, re. Neil' antichissimo codice degli
Qual fosse il valore del fiorino statuti mss. di Ferrara, avvi un li-

ragguagliato colla romana libra di tolo : de valore bagatinoriiin, cioè


provenienti, o provisini, si può ri- quod quilibet leticatili reripere qua-
cavare dalle parole d' un codice tuor bagatinos prò tribus ferrai i-

mss. : oclingentos sexagìnta scu flore- nis : era moneta bassa. Presso i

nos, et duas partes unius floreni pavesi due diverse libbre si usavano,
auri prò sexcenlis quinquaginta li- scrivendo nel i33o il Galvano
brisprovisinorum (o provenienduin) quando il fiorino era il piti cele-
pagati dagli uomini di Frosinone. lire fra i denari : Ex hoc poslea
Otto fiorini della zecca fiorentina communitas Papiensis solva decerti
davano il peso di un' oncia d' oro, et octo mille libras illius grossae
e ciascuno di essi valeva venti sol- monetae, cujus libra valebat flore-
di. Ma del fiorino ampiamente num. In una cronaca milanese si
ha trattato il dottissimo Francesco legge : De moneta archiepiscopi
DEN DEN 229
mediolanensis cusa. Prima moneta cui ducatus nomen imposuìt, Orlo
dicebatur marca auri , et valebat Romesìnas valente, quae magis ma-
XIV Jìorenos (cioè d'oro). Alia gisque aurea quam
argentea pro-
fuit marca argenti , quae valuit bata tenebatur, al riferire di Fal-
quatuor Jìorenos cum dimidio. Ter- cone beneventano nel tomo Rer. V
tia moneta dicebatur Augusta, ha- hai. pag. i5i.
bens imperatoris imaginem et su- Il lodato Garampi nella citata
perseliptionem, et erat de argento opera, in quattro capitoli, colla so-
purissimo decem solidos imperia-
: lita sua moltiplice erudizione, trat-
les valebat unum Jlorenum.
Quia- tò dei fiorini e ducati d'oro papali,
ta moneta dicebatur tertiolus, quia del fiorino e ducato d'oro di ca-
ej'us tertia pars erat tantum argen- mera , degli scudi d' oro bat-
te^ et XX solidos valebat unum luti nelle zecche pontificie, e fi-

florenum. Né si deve tralasciare la nalmente della proporzione che 1' o-


memoria degli zecchini veneti, chia- 10, e l'argento hanno avuta succes-
mali una volta ducati aurei veneti, sivamente nella curia romana. Alla
Abbiamo da Marino Sanuto, nel- fiue in ciascuno de' quattro capi-
la Storia veneta, t. XXII Rer. Ital, toli dell' opera, si ha l'indice o ta-
cile questa moneta si cominciò a vola tanto del valore intrinseco di-
battere in Venezia nell'anno 1283. le monete pontificie, quanto del
I ducati d'oro veneti furono dello numerario, con tutte le variazioni,
stesso peso e forma, che i ducati Siccome nella curia romana di fre-
d'oro germanici, ed ungarici, e de- quente nelle tasse si fa menzione
gli antichi, e moderni fiorini. JNar- de' fiorini, e dei ducati, come del-
ia il Garampi, Saggi sul valore lo scudo d' oro, ne sembra indis-
delle antiche monete pontificie, a pensabile riportare qui un estratto
pag. 2, che l'esempio de' fiorentini delle analoghe e dotte osservazioni
seguitarono i veneziani, i quali nel fatte dal Garampi.
dogado Giovanni Dandolo che
di , Dicemmo già come la repubbli-
ducatos aureos primilus fieri jussit, ca fiorentina nel \i5i incominciò
1283
al dire del Caresino, nell'anno a battere il suo fiorino d'oro a\
stabilirono,quod debeat laborari fino di ventiquattro carati, e al
moneta auri communis , videlicet 67 peso di grani settantadue, colla fi-

pro marcita auri, tam bona et ji- gura di s. Gio. Battista da una
na per aurum, vel melior, ut flo- parte, e col giglio dall'altra. Di-
renus; e tanto si compiacquero di ceinmo pure come questa moneta
tale risoluzione, che ne eressero una divenne celebre, per cui in pochi
lapide nella loro zecca , in cui anni oscurò la rinomanza di tutte
espressero, che finì prius quaedam le precedenti, ed eccitò moltissimi
facta moneta auri, quae vocata altri principi, e città s\ d'Italia, che
est ducatus. Acquistò questa mo- di oltremonte a batterne delle si-

neta il nome di ducato, forse per la mili, lo che fecero non solo i ve-
figura, e pel nome del doge in essa neziani sotto il nome del celebrato
impresso. Nel secolo precedente fu ducato, ma
anche i re d'Ungheria,
dal reRuggero dato questo nome di Boemia, d' Aragona, e di Napo-
ad una sua moneta da lui battuta ti, i duchi di Austria, e di Savoja
nel ii4o, nel ducato di Puglia, i principi di Oranges ,
i conti di
2 3o DEN DEN
Fiandra, i delfini, e gli arcivescovi 1 5oo. Riguardo al peso, ed anche
di Magonza, di Treveri , e di Ar- al prezzo estrinseco, che i ducati pa-
Jes, i quali stamparono de' fiorini pali aveano sempre conservato co-
loro propri, e per lo più li fregia- mune col buon fiorino, e col du-

rono colle indicate impronte del cato veneto, accadde ima leggiera
fiorentino con aggiunta di qualche variazione, dappoiché nel i463 fu-
piccolo Più tardi fece
distintivo. rono diminuiti di un sol punto, os-
altrettanto Avignone il Papa
in sia quarto di grano, e di un altro

Giovanni XXII , con peso e lega , punto nell'anno seguente, in modo


interamente simile al fiorentino, che si ridussero al peso di grani
cioè al taglio di novantasei per settantuno e mezzo per ogni pez-
libbra, ossia di sessantaquattro per zo Ed in tal guisa si continuò a
marco, come allora battevasi nella coniarli fino al 1 5oo epoca in cui :

zecca di Firenze, e colle medesime si rallentò simile coniatura, attesa


impronte già notate, meno la dis- l'introduzione degli scudi d'oro di
tinzione d'un proprio marchio, e Francia; ed in sequela agli esem-
di quanto dicemmo superiormente. pli di Venezia, e Firenze, fu poi del
Siccome alcuni malvagi presume- tutto tralasciata circa il 53 Laon- 1 r .

vano di battere fiorini coli' impron- de qualora dopo questo tempo fu


ta medesima de' fiorentini, ma d'in- prescritto nella zecca pontificia il

feriore valore, i quali confusi coi fino dei fiorini di camera, si espres-
buoni danneggiarono al commer- se, che doveva essere secondo la

cio, il Papa non solo fece venire lega d'oro dei ducati papali, e ve-
la matrice da Firenze, per battere neti, ovvero dei papali, portoghesi
i fiorini papali, ma fulminò la sco- e genovesi, ma tutti antichi. Nel se-
munica contro i falsificatori, e con- colo decorso Benedetto XIII tentò
tro un sì dannoso al pub-
misfatto di rimettere in piedi la buona mo-
blico bene. Egual conio e sistema neta degli antichi fiorini, e ducati
tennero in Avignone i Papi Cle- sotto il nome di zerrhini, come a-
mente VI, Gregorio XI Urbano , veanli coniati i veneziani , ed i

VI, e l'antipapa Clemente VII. fiorentini; ma nessuna sorte di zec-


Dopo che fu ristabilita in Roma chini corrispose agli antichi fiorini
la residenza pontificia, sebbene i o ducati, e neppure il gigliato o ru-
nomi di fiorino, e durato nel secolo spo posteriore de'fiorentini stessi.
XV sovente e promiscuamente si 1 fiorini papali fino a tutto il seco-
confondessero; al fiorino buono dei lo XIV
furono espressi coll'aggiunta
Pontefici fu appropriato il nome di ramerà, o del peso di camera,
di durato papale, perchè nella co- per distinguerli da alcuni fiorini
mune estimazione il ducato veneto stranieri difettosi, e per determina-
prevaleva ai già deteriorati fiori- re il loro giusto e legittimo peso
ni di Firenze, e perciò i sommi nei pagamenti, che dovevano farsi

Pontefici prescrissero che si doves- alla camera apostolica. Erano del


sero battere i fiorini d'oro, cioè i taglio di sessantaquattro per ogni
ducati, della lega di ventiquattro marco di Firenze, come appunto
carati , secondo i ducati veneti, co- Giovanni XXIII avea fatto battere
me si legge negl' istromenti degli i suoi. S'introdusse poi nella zecca
appalti delle zecche dal i/j.32 al di Avignone l'uso del marco di cu-
DEN DEN 23.
ria, ch'era d'una sellantaquatlrcsima altri, era detto florenus fortìs. Dal
parie più leggiera del fiorentino, per 1342 al i358, i fiorini forti vale-
ogni marco di curia, e perciò il vano in monete avignonesi soldi
peso d'ognuno risultava eguale a ventiquattro di piccioli : ma dac-
quelli ch'eransi battuti al taglio di ché il fiorino papale salì al prez-
sessantaquattro , e furono comune- zo estrinseco di ventisei, venlotto, e
mente Jloreni ponderis came-
detti trenta soldi , rimase affatto ideale
rae, fioroni camerae. Sicché non il fiorino di ventiquattro soldi. Sic-
è a mettersi in dubbio, che in tut- come però aveva già preso nella
to il secolo XIV i fiorini came-
di piazza gran piede, Gregorio XI Io
ra non fossero i medesimi che i realizzò di nuovo nel iZji, bat-
papali, e che tutte le tasse della tendo altri fiorini papali inferiori
cancelleria apostolica, già concepi- a quelli di camera, alla legge di
te a fiorini buoni di Firenze ossie- carati ventitre e un quarto, e al
no papali, non fossero soddisfatte taglio di settantadue e mezzo per
con altrettanti fiorini del peso fio- ogni marco di curia, cosicché pe-
rentino, o romano. Che poi le tas- savano sessantatre grani. L'antipa-
se suddette d'altro fiorino intender pa Clemente VII residente in Avi-
non si debbano, die dei mentovati, gnone ,
per trattenerli nel prezzo
si rileva chiaramente da tutti i li- di ventiquattro soldi riguardo alla
bri delle obbligazioni, che facevano moneta allora corrente, li diminuì
i nuovi provvisti delle chiese ve- di nuovo nel i382, riducendoli al
scovili, e dei monisteri, non che peso di grani sessantadue, e al fi-

dei corrispondenti pagamenti delle no di sessantauno, e furono delti


somme da essi rispettivamente pa- florali novi Clementini , ovvero
gate pel comune servizio loro con- Jloreni currentes Clementini. Il me-
tingente. Delle tasse chiamate co- desimo Clemente VII fece coniare
muni servìzi, e minuti servizi, si trat- nel 1 393 due sorta di fiorini, cioè
ta nel principio dell'articolo Data- il fiorino chiamato fiorino
d'oro,
ria apostolica, ove si parla delle papale di camera, a carati venti-
Annate, e dei Qtdndennii. V. l'ar- tre e un quarto, e al taglio di sessan-
ticolo Tasse Qui però notere-
. tadue, per ogni marco di curia, e
mo , che le obbligazioni che fa- che valeva trenta soldi, ed il fiori-
cevano i prelati nuovamente prov- no dì camera a carati ventiquat-
visti di pagare il comune servizio, tro, ed al taglio di sessantatre. Il
erano pur dette Sommissioni, per- fino, e l'intrinseco però di questi
chè si sottomettevano essi jurisdi- due fiorini non differiva che di
ctioni et coercìtioni dominorum ca- solo mezzo grano. Si continuarono
merariorum, cioè tanto del Ponte- a battere in Avignone altri fiorini,
fice, che di quello del sagro Col- specialmente in tempo di Giovanni
legio. XXIII, ma di lega assai più bas-
I fiorini papali furono anche de- sa, cioè a carati ventidue. Nel suc-
nominati Forti, perchè con questo cessivo pontificato di Martino V,
titolo solevansi qualificare tutte le due sorta di fiorini ivi parimenti
monete, che rispetto ad altre erano correvano, dei quali si fa menzione
le migliori perciò il fiorino papa-
: in un codice mss. della Strozziana
le, riputato più prezioso di vari di Firenze in questi termini : Fio-
232 DEN DEN
fini, che usano oggi a Vignane
si fiorino di camera s'intese una mo-
con l'armi di Papa Martino, sono neta di circa grani sessantanove, e
di carlini ventuno e nove decimi, dodici centesimi. I ducati papali
peggio l'uno de nuovi sol. due, den. battevansi a ragione di pezzi no-
due a fiorino, e de'vecchi di car. vantasei per libbra, e i fiorini di
ventitré, peggio l'uno sol. uno, den. camera a cento. L'impronta, che
sei a fiorino. in queste due
monete era stata,
Anche la zecca di Avignone, come come anche sempre divei-
il taglio,
immediatamente soggetta alla santa sa, lo divenne maggiormente dac-
Sede, fu messa sullo stesso piede che Sisto IV cominciò ad impri-
di quella di Roma. La camera a- mere ne'fiorini di camera la navi-
postolica ordinò li i3 giugno 1
49 12 cei ' a di s. Pietro, distintivo conser-
a Gio. Antonio Grimaldi vescovo vato costantemente nelle posteriori
di Grassa, e governatore di Avi- coniature de'fiorini di camera. Ri-
gnone, che facesse battere i ducati guardo al ducato di camera, si

papali alla legge e taglio di Roma, legge in un bando di Pietro del


e che ogni anno se ne mandassero Monte vescovo di Rrescia, e go-
alcuni alla camera apostolica, per vernatore di Perugia , emanato il

essere saggiati; anzi per maggior primo gennaio i4^ 2 ? l'ordine die
cautela gli s'inviò un peso della fossero ricevuti certi ducati die fa
libbra romana, ed un peso del du- battere Nostro Signore, li quali si

cato, affinchè il ducato della zecca chiamano ducati di camera, nei


di Avignone corrispondesse esatta- quali ducati da un canto ci sono
mente al peso del papale romano, scolpite le chiavi con lo compasso
Finalmente i ducati papali furono quattro, con le lettere che si dico-
detti anche ducati larghi, perchè si no :sancta romana ecclesia. Dal-
tenevano in egual pregio dei nuovi l'altro canto e stampata la inima-
fiorini d'oro, battuti dalla repub- gine della Santità sua in pontifi-
blica fiorentina nel 1^11, di mag- cale, con lettere che dicono; Nico-
gior peso e larghezza degli altri laus P. P. Qui>'tus, li quali va-
perciò chiamati larghi. I fiorini, o gliono due bagliocchi meno che li
ducati papali, che conservaronsi sem- ducati Papali, lo che quadra ap-
pre in tale celebrità, e al giusto lo- punto colla proporzione, che ave-
ro originario intrinseco, equivalgo- vano fiorini di camera col ducato
i

rio in moneta ora corrente, a scu- papale. I ducati di camera furo-


di due e bajocchi undici, e secon- no anche chiamati stretti, a diffe-
do essi furono ragionate tutte le renza dei ducati papali detti larghi.
tasse della curia romana. Ma nel L'originario valore di questi duca-
secolo XV s'introdusse una doppia, ti, o fiorini di camera, fu di grós-
e diversa battitura di fiorini nel- si, ossieno carlini dieci. Decaduti ta-
le zecche pontifìcie. Quelli, che con- li da Giu-
ducati, furono ripristinati
servarono l'originario peso e fino lio li neli5o4- Mantenutosi quindi
de'grani settantadue, si appellarono il fiorino di camera fino verso J'an-
ducati papali j quelli che furono al- no i5<\.5 a gitili, ossiano carlini dieci,
leggenti, ducati o fiorini di ca- per la successiva deteriorazione nuo-
mera. vamente eseguita de'medesimi car-
Nel secolo XV e seguenti per lini, non solo, ma sibbene degli
DEN DEN 233
slessi giulj, crebbe a giulj dodici. Ma il fiorino d' oro fiorentino ne vale-
essendosi già introdotta nella zec- va tredici o quattordici sicché lo ;
'

ca pontificia la battitura degli scudi scudo a que' tempi era di un terzo


d'oro, ed intermessa quella de'du- meglio del fiorino suddetto. In
cati di camera fino dal i53(), eia progresso di tempo gli scudi di
stato prescritto, clie tutte le tasse Francia calarono di pregio. Nel
dovessero pagarsi in iscudi d'oro al- i535, Paolo III fece battere gli

la ragione di scudi centonove per scudi d' oro al peso di grani ses-
ogni centinajo di ducati: siccbè, santanove, e dodici centesimi, colla
giusta la valutazione vigente pres- immagine di s. Paolo, e li chiamò
so la dataria, e il sagro Collegio, paoli/ii d'oro. [568, due
Circa il

ogni scudo d'oro equivale a giulj diverse valutazioni, e nomenclature


sedici mezzo, essendo ogni giu-
e cominciò ad avere lo scudo d'oro,
lio o paolo del valore di dieci ba- cioè di seudo d'oro in oro di zecca,
iocchi; ed ogni ducato di camera e di scudo d'oro in oro di bolla, os-
a giulj diciassette, baiocchi nove, ed sia corrente; e questo inferiore al
ottantacinque centesimi. Il raggua- prezzo del primo, ora di due, ora
glio però conservato dai ministri di tre, quattro, ed anche sei soldi.
della cancelleria, e camera aposto- Dopo successive diminuzioni e co-
lica è di giulj diciassette e mezzo niature, nel 1 5c>5 furono prescelti
per ogni ducato di camera. Se poi, tutti quegli scudi, che al peso della
lasciati i molliplici, e fallaci raggua- libbra romana risultavano del taglio
gli, si cercherà di ogni antico duca- di cento uno per libbra, cioè di grani
to, o fiorino di camera il vero, sessantotto, e quarantaquattro cen-
ed intrinseco valore, si troverà che tuneshni, e ch'erano giustamente:
egli è di baiocchi duecentodue, e del fino di ventidue carati, e tro-
covan taquattro novantesimi. vati in tal modo uniformi gli scu-
Ai fiorila, o ducati di Camera, di delle zecche di Francia del sole,
successe, come si è accennato, la cos'idelti per la loro impronta, di
coniatura dello scudo d'oro nelle Spagna, di Napoli, di Venezia, di
zecche pontificie, cominciata dal Genova, e di Firenze, fu loro ag-
sommo Pontefice Clemente VII ver- giunta anche la zecca di Pioma, ed
so il i .53 i , alla^miglior legge, che in appresso quella di Urbino. Così
allora corresse. Tal monela ebbe o- gli scudi uniformi di queste otto
rieine, e nomenclatura dalla Frau- zecche furono chiamati per eccel-
eia, ov' era già stata coniata colla lenza gli scudi delle stampe, scudi
impronta guerriera dello scudo im- ordinar/, o del peso vecchio; e con
pressovi dell' arme di quei re. Se bando de' 2 gennaio 1 5qG, fu di-

ne ha menzione fino dal secolo chiarato, che valevano il due e


XIII, e divenne assai celebre per mezzo per cento di più degli scudi
la battitura, che ne fece il re Fi- delle altre zecche, ossia ccntoltan-
lippo V di Valois nel 1 336. Fu taquattro bajocchi, ed un quattrino
allora di oro fino, ma in seguito per ogni scudo, ragguagliato alla
deteriorò. Dicevasi denarius ad odierna moneta romana, e cos'i si

sentimi, e seudatus, e fino dal mantenne pel corso di cento ven-


1 337 correva al prezzo di soldi ticinque anni. Dietro qualche prov-
venti di piccioli tornesi, de' quali vida, ma insufficiente variazione,
234 DE> DEN
introdotta da Clemente XI e , Ilice privalimque aes miscuissel ;
tralasciata dopo il pontificato di si quis auro argentimi; si quis ac-
Clemente XII, ne fu olfatto in- ri plumbum ; capital esset cimi
termessa la battitura Aggiunge- . honorum proscriptione. Anche nei
remo però, che lo scudo d' oro tempi de' longobardi, e franchi re-
papale, che ebbe anche la nomen- gnava epiesta iniquità, perciò il re
clatura di ducato, di scudo a mo- Rotari pubblicò la legge 246: Si
nda, di ducalo da gìulj dieci, quis sine fussione regis aurum
andò salendo di pregio fino al- signaverit, aut monetarii confinxe-
l' anno 1690 in cui per ordine di manus ejus incidelur. Da que-
rit,

Alessandro Vili era stato fissato staprovvidenza si rileva eziandio,


a giulj sedici, e nell'anno 1708 che già i re longobardi battevano
a giulj sedici e mezzo. La ragio- moneta col loro nome. Carlo Ma-
ne poi perchè tanto 1' agio erasi gno, acciocché danari non si po- i

avanzato, provenne dalla proporzio- comandò che la


tessero falsificare,
ne fra i due metalli, oro, e argen- sola sua zecca ne avesse da batte-
to, la quale si andava successiva- re. Il suo figlio Lodovico I, ad
mente mutando, rincarendo sempre esempio di Rotari, impose il taglio
più l'oro, e diminuendo al con- della mano ai falsificatori. Ma che
trario il prezzo dell' argento. Della anche nei secoli barbari, oltre ai

proporzione, che hanno successiva- soldi, e denari d'oro,


d'argen- e
mente avuta l'oro e l'argento nel- to, si usassero nummi di rame, o
la curia romana, diffusamente si d' argento mischiato col rame, si
tratta dal citato Garampi, a pag. 84 può con fondamento asserire. Non-
delle sue dotte Osservazioni. Nel dimeno erano più rari, che presso
1829, sullo Scudo d'oro, il eh. i romani, dai quali trovasi battuta
Marsuzi pubblicò in Roma un eru- in gran copia la moneta di rame,
dito opuscolo. Riguardo alle altre laddove molto di rado si scuopre
monete papali, come di grossi o moneta erosa dopo la declinazione
carlini papali, detti poi giulj , e impero romano
dell' ed essa qua- ;

paolini ec. , si parla agli arti- si tutta battuta sotto gì' imperatori
coli Movete Pontificie, Zeccae germanici, e dalle città libere. N^
Pontificia. Anche il Muratori nel- altrimenti si poteva fare, richie-
la mentovata dissertazione XXVII dendolo la necessità del commercio
ragiona della mutazione del valore umano. Però né il Muratori, né
della moneta, e delle cause, che la il Blanc, nel suo trattato delle mo-
produssero, massime a cagione del- nete di Francia, non poterono tro-
l'insaziabile lusso. vare moneta erosa ne' tempi dei
Mai poi sono mancati fabbrica- longobardi, ed augusti franchi. L'
tori di denari falsi, e adulterati, Oresmio, de mutai, monetae, cap.
come dei tosatori della buona mo- 3, sembra persuadersi, che in quei
neta. Nel codice Teodosiano si han- tempi vi fosse bassa pecunia. Nella
no molte leggi nel lib. IX., titolo Puglia, e Calabria nel secolo XII
2, e seguenti, contro sì abbomine- fu in uso la moneta Romesina di
vole razza di ladri. Anche l' impe- bassa lega; e il re Ruggiero nel
ratore Tacito, come avvertì Vopi- ii4o battè il ducato, che valeva
sco, cavil, ut si quis argento pu- otto Romesinas. II Du Canqe trai-
DEN DEN 2 35

fa moneta. Si è detto
di siffatta 507 delle sue Stuore, parla dell'an-
disopra, che Folli furono mone- i tico costume di portare i danari
la bassa, e il medesimo Ruggiero nella cintola, o ad essa appesi in
battè Follares aereos, Bomesinam qualche borsa; e nel t. Il, p. 483,
imam apprettato.?. Questa mone- descrive quanto sia antico quel mo-
ta fu tanto cattiva, che accreb- do di dire, che il denaro è il se-
be la calamità, e povertà di quel condo sangue. Ma siccome nel me-
regno. desimo tom. I, pag. 553, dedi-
Trattano del valore dei vecchi ca il cap. XXVI sul valore dei
denari, e delle monete il p. Gio. trenta denari pei quali Giuda tra-
Mariana nell'opuscolo de ponderib., dì Gesù Cristo, ne daremo un e-
et mensuris, che si trova stampato stratto.
in fine del suo trattato de rege, et Fu d'opinione s. Ambrogio che
regis Inslit; Antonio Sala in fondo ciascuna di quelle monete di ar-
al suo Commentario sopra i de- gento, che furono prezzo dell infa-
creti de' duchi di Savoja, Torino me tradimento, fosse del peso di
1607; Antonio Gobio Mantovano una dramma, quanto pesa un giu-
nel Trattato de Moneti?;, stampato lio romano, ed un reale di Spagna.

nel 1699, fra i suoi trattati legali. Se questo fosse vero, i trenta de-
Il p. Beverini trattò delle più an- nari sarebbero tre scudi di moneta
tiche nel de ponderibus ec.
libro romana, e perciò non sembrano
Il padre abbate Nerini de tempio bastanti all' acquisto del campo del
et coenobio ss. Bon. et Alex. ,
vasajo fatto dal medesimo Giuda
ci dà erudite notizie sui denarii, con tal somma. Il Baronio credet-

solidi argentei , et aurei , come te, che fosse uua libbra d' argento,
sui floreni , lucenses ,
papareni _,
lo che sarebbe pari a scudi roma-
papienses , provisini . L' anonimo ni cento quarantaquattro, valutan-
delle Osservazioni alla Zecca Pon- dosi ogni oncia scudi dodici. Non
tifìcia , Roma 1^72, parla de' de- pare, che tanta somma fosse data
nari Romaneschi della zecca di per azione sì vile, e di facile riu-
Roma del IX secolo, e che sono scita laonde è più
; probabile che
diversi dai Romanati dell'impera- il triginta argenteos si debba inter-
tore Romano Diogene
nonché dei ; pretare pel siclo, che valeva quat-
denari pontificii, e della moneta tro giulii romani, o quattro reali
papalina detta Paparinà, ch'erro- di Spagna, seguendo questa opi-
e,

neamente alcuni credettero della fa- nione, i trenta denari formerebbe-


miglia Paperoni, da cui fiorì il ro dodici scudi romani. Calcolando
Pontefice Innocenzo II. Benedetto quindi sui due denari, già dati a
Fioravanti, nel 1738, pubblicò in Giuda, uno de' quali si conservava
Roma l' interessante opera con , in Parigi, l' altro in Roma nella
molti denari, e monete incise, in- chiesa di s. Croce in Gerusalem-
titolata Romanorum Pon-
: Antiqui me, non formerebbero che sei scu-
tificum a Benedicto XI
denarii, di romani.
ad Paulum III una cum num- , Dice in oltre l'autore che i cam-
mis S. P. Q. R. nomine signatis, pi de' vasaj sono ineguali per la
mine primum prodeunt notis illu- terra che vi cavano, e che siccome
strati. Il p. Menochio, nel t. I, p. anticamente non si abbondava di
2 36 DEN DEN
denaro, con poca somma si com- matus est, Viterbii 1778, et in
pi;» va ciò che adesso ne richiede Thes. Thcolog. Phil. tom. II; Seb.
ima assai maggiore. Di piìi vuole Sellini dius de. vendi tione Chris ti, Ar-

s.Ambrogio, che Giuda nel riceve- gent. ib88; Jo. Fidalke ad vatici-
re trenta denari, avesse la decima niuni Zachariae, de Icsu 3o ar-
parte di quell' unguento, che la genteis vendilo sub Jererniae nomi-
Maddalena sparse sul capo del di- ne a Matthaeo rite. citatimi
1729,
visi Maestro in Befania. Tal un- Job. Frischmuth, de XXX
argen-
guento, per testimonianza degli a- leis vili predo quo aeslimalus est
postoli, si poteva vendere trecento Messias, Jenae 1727, V. voi. X,
denari ; ma essendo il denaro la pag. 90 del Dizionario.
quarta parte del siclo , e 1' ar- Nel declinare del secolo passato,
gento la metà del siclo , si cre- in Ruma per colmo di sventura, e
de che non ricevesse la deci- negli anni 1796, e 1797 vi fu la
ma parte, ma piuttosto la quin- moneta così detta plateale o erosa
ta parte del costo di detto unguen- fatta di argento, e rame ; ma li

to. Conchiude Menochio, con


il p. falsificatoli di quel tempo, in vece
1' osservazione fatta da altri, che ai di mettere in detta moneta due
trenta argentei corrispondano le ne posero uno, ed
terzi d' argento,

trenta maledizioni, che si danno a anche meno, ond' è che quelle mo-
Giuda nel salmo 108. Analoga- nete non ebbero più valore intrin-
mente il Sarnelli nelle sue Lettere seco, nò nominale. Pio VI fece
ecclesiastiche s tom. Ili, scrisse la coniare nella memoranda dissecca-
lettera XVI, Come co' trenta ar- zione delle Paludi Pontine (Vedi),
gentei di Giuda si potesse compe- il piccolo denaro di mistura, o pa-
rare il campo di un vasajo j e che ludella, che valeva un baiocco. Ciò
dove è poco denaro, poco vale la fece per non mandare alle paludi
roba. Quindi della forma e quali- tanto peso di rame per gli operai.
tà del denaro di Giuda (che si Questo denaro è del diametro dei
conservava in s. Croce in Gerusa- mezzi grossi pontificii, che fioriro-
lemme, e creduta una moneta di no nel pontificato di Clemente XIII.
Punii), ei tratta al tom. X, lettera Diceva il Cancellieri, che questa mo-
XIX, min). 12. Ancora egli ritie- neta andò in proverbio, per deno-
ne, che Giuda fosse pagato con tare una cosa comodissima, dicen-
sicli come pecunia pubblica. Altri dosi : e come il baiocchi/10 delle
dicono, che Gesù Cristo fu venduto Paludi.
per trenta denari, vale a dire per Finalmente fu detto Denaro di
trenta sicli, che formavano qua- s. Pietro [Tedi) quel tributo, che
rantotto lire, dodici soldi , e sei l'Inghilterra prima dello scisma,
denari, secondo padre Calmet,
il pagava alla santa Sede; Denaro di
e che in origine presso i roma- Dio, la dava nome
moneta che si

ni il denaro valeva dieci assi, o per caparra dal compratore o lo-


quattro sesterzi, ciascuno dei qua- catore, al venditore o possessore
li valeva due lire e mezzo, dal che dell' oggetto. Quella moueta serviva
proviene, ch'è stalo detto denaro, a provare l' impegno, che il com-
denarius. 1 G. Schwartze, de pre-
. pratore assumeva di compiere il
do (pio Salvator inaestiniabilis aesti- contratto. Altri però sostengono, che
DEN DEN a3 7
il Denaro di Dio derivò dall'an- glnni , discorsi accademie! ; Vigno-
tico costume, di non dare al ven- li, Anlicjuiores pontifìcum Romano-
ditore in quell' occasione, se non rum denari!, Romaeiyog; Neew-
che un denaro, il quale destinato port, De
ritibus ronianorum; Re-
era ad essere convertito in limosi- posati Zecca di Gubbio j Vermi-
,

na, al caso che per mancanza del glioli, della zecca e delle monete
fatto, o del contratto successivo, perugine; Nuinmus aureus veterum
quella moneta rimanesse al vendi- Christianorum explicatus, con figu-
tore o al possessore. Qualche scrit- re, Romae 1737; il Guasco de'riti

tore francese suppone, che il de- funebri di Roma pagana, pag. go


nier à Dìeu derivasse dalla parola e seg. ove parla del denaro, che
denier denaro, adieu, addio, che si seppellivasi coi cadaveri nei sepol-
diceva dai contraenti nel separarsi, cri, ed anche con grosse somme di
e nel consegnare quella moneta, oro, e di argento, ciò che poi saggia-
giacché il mei'cato credevasi con- mente vietarono i principi; e l'o-

chiuso. Si disse anche Denaro di pera Marchi, e Tessieri


dei pp.
Dio quello destinato a far li- gesuiti ; UAes grave del museo Kir-
rnosine, o ad impiegarsi in opere ckeriano, che citeremo altrove, pub-
pie. blicata in Roma nel it">3g con atlan-
All'articolo Crisma [Vedi) si è te, nella quale si dà ragione delie
detto dei denari! chrìsmales, con- monete primitive.
tribuzione, che il clero pagava ai DENARO di s.Pietro. Offerta,
vescovi per fare il sagro crisma ;
e pio tributo, che diverse nazioni
ed a Reims chiamavasi Denaro cristiane pagavano alla santa Sede,
della Cristianità, la somma, che pa- ed alla basilica vaticana. E siccome
gavano alla fabbrica •
della chiesa facevasi in particolare alla tomba,
metropolitana, i curati de' cinque ed in onore del principe degli ri-

decanati della diocesi, per assicu- postoli, tali offerte e contribuzioni


rarsi di far battezzare i loro par- furono dette Denaro di s. Pietro,
rocchiani in quella chiesa. Inolile massime quella che l'Inghilterra fa-
Denaro, o decimo denaro in gene- ceva ogni anno dai primi del seco-
ralesi dissero tutte le decime par- lo Vili sino ai primi del secolo
ti delle rendite, del prezzo delle XVI. Parleremo prima del Denaro
mercanzie, o d'altre cose che si ri- di s. Pietro, che pagavano gì' in-

come imposta, o che si


scuotevano, glesi : poscia accenneremo quello
pagavano come un diritto. contribuito da altri slati, e re-
Finalmente del denaro abbiamo gni.
menzione nei tempi apostolici, in Il denaro di $. Pietro, che an-
s. Matteo al e. 18, e 20; in s. nualmente la nazione inglese som-
Marco, e. 6, 12, ig; in s. Luca ministrava alla santa Sede, oltre
e. 7, ig, 20; in s. Giovanni, e. tale denominazione, ebbe pur quel-
6, 12; negli atti Apost. e. ig, e le di Romescot, Moneta d' ogni fuo-

nell' Apocalisse e. 6. Si possono in co, ed clecmosyna s. Peti!. 1 ro-


oltre consultare il Zanetti, nel trat- mani chiamarono siffatta contribu-
tato della zecca e delle monete di zione denaro di s. Pietro, secondo
Trevigì; Adam, Antichità roma- Ranolfo Castrense, hist. 1. 5, cap.
ne tradotte dal p. Mon forte ; Bor- 24, perchè ì' offerta era diretta al
2 38 DEN DEN
santo apostolo ;
gì' inglesi 1' appel- opinioni. Nelle Miscellanee del Ba-
larono » Romescot, idest nummus luzio toni. dell' ediz. di Lucca
I,

.'> roiiianus, in legibus saxonicis 1761, appena, mommi, hist.


in
>> Canuti, e. 9", et in Hcnrici I card. Aragon., ex tabul. lucens. p.
citp- 1 t j et in canonib. saxonicis 44 s ' riferisce in vece, che Etevolfo,
[
j

Erigati regis, e. 54, apud Brom- o Etedulfo oEtebulfo re d'Inghilter-


ptonum, ove si prescrive: » omnis ra, condottosi a Roma nell'anno 847,

» Heorepeni reddat ad festum s. si fece confermare dal Papa s. Leo-


« Petri, et qui non persolverit ad ne IV il titolo di re, essendosi ob-
» termi num illuni, deferat Romae; bligato di far continuare alla se-
» et in legibus Eduardi regis, e. de apostolica l' introdotto tributo :

» 4) liarthpenny ". Fu detto mo- » tributimi obtulit s. Petro de


neta d' ogni fuoco, perchè ogni ca- • unaquacumque domo argenteum
sa lo doveva pagare qualora in es- >'minimum in anno, quod usque
sa vi fossero trenta denari propri!, » hodie in Anglia servatili". In al-
ed ogni casa religiosa ancora, ec- tro luogo si ripete : » Postea B.o-
cettuata soltanto la celebre badia » mani abiit, Deo, et
et contulit
di s. Albano. Finalmente si chia- » b. Petro singulis anuis de qua-
mò limosina di s. Pietro, eleemo- » libet domo totius Angliae unum
syna s. Petri, come viene indicato w denarium, qui hodie denarius s.
nelle leggi di Odoardo e. io, ed » Petri vulgariter appellatili', et
anche in una carta di Pasquale p. « ipsemet ob devotionem, quam er-
apud Edrnundum, 1. 5 hist. nov. » ga Deum gesserat, purum de-
p. 1 1 3. » nariuin obtulit pura mente".
Nell'anno 725, Ina JVest saxo- Altri dicono, che Etelulfo, nel far
num, re dei sassoni occidentali, si tributario il suo regno alla Sede
recò in Pioma ad Limino. Aposto - Apostolica, obbligasse ogni famiglia
lorum (Fedi), ed a visitare il Pon- a pagare allamedesima un scelli-
tefice s. Gregorio II. Tornato poi no per ciascun anno, e siccome
il re alla sua residenza, secondo questo credevasi offerto ai ss. A-
il racconto di Beda, hist. 1. 5, e. postoli, e specialmente a s. Pietro,
7, prima di rinunziare al suo re- chiamossi de/iaio, o denaro di s.

gno, per abbracciare la professione Pietro.


monastica, volle renderlo tributario Per altro questa legge generale
al romano Pontefice, obbligando sé sopra ogni casa fu poi limitata, e
medesimo, e i suoi successori di ristretta dalle leggi del re Odoardo
contribuire ogni anno alla chiesa e. io, e di Guglielmo, il bastardo,
di Roma, un denaro di argento, e. 18, a quelli soltanto che ave-
da pagarsi da ciascuna casa del vano, come si disse, trenta denari di
regno. Non deve occultarsi, che Po- moneta viva nella loro casa, giusta
lidoro Virgilio, hist. Augi. lib. 4? le leggi chiamate dagl'inglesi Da-
p. 118, dice, che Ina fece il suo nvlaye, che si riportano nel regi-
regno tributario alla santa Sede stro di Cencio Camerario, presso il
circa l' anno 740 ; ma iu questo Muratori, dissertazione LXIX an-
il re Ina era morto, come vogliono liauit. Italie. Ne fu esentata la sud-
alcuni, o almeno era certamente detta badia di s. Albano, perchè
monaco. Tultavolta varie sono le si narra nella vita di Offa II,
DEN DEN a3 9

intorno alla medesima chiesa: >> Quae >> quod Offa rex magnificus tem-
est

m tanta liberalitate privilegiala re- > pore quo b. Petri vicario ro-
» fulget, ut ab apostolica consue- » manae Urbis Pontifici, redditum
ti tudine, et recidi tu, qui Romescot » statulum, idest Romescot de re-
»» dicitur anglice, denarius sancti » gno concessi t, spiegando così in
» Petri latine, quum neque rex, che consistesse questo censo: « Tan-
» neque archiepiscopus, vel episco- » tieni divina inspirante grafia consi-
>> pus, vel prior, aut quilibet de re- « bum invenit salubre, et in die
» gno, ab illius solutione sit im- » elastina scholam anglorum, quae
» munis, ipsa quidem ecclesia, quae » tunc Romae floruit, ingressus',
» basilica s. Petri dicitur, quieta » dedit ibi ex regali munificentia
»> est". La medesima generalità co- « ad sustentationem gentis regni
sì viene confermata da Matteo West- » sui illic venientis singulos argen-
monastericnse all'anno 704, e dal » teos de familiis singulis, omnibus
Chartular. ss. Trini tatis codemensis » posterum diebus singulis annis.
in
fol. 56 Unusquisque, qui ha-
: » Ciò ripete anche dal Brompton,
si

» bet feminam, dtbtt dare unum il quale dice a p. 1235: » Nani,


» denarium s. Petri, et qui non » ut dicitur communiter, illuni cen-
» babet, unum obulum praeter w sum, qui Romperny sive Petros-
« Francalenum. » peny vocatur, Deo, et b. Petro
Pvoberto da Monte ne dichiara » et d. Papae, qui tunc fuerat, et
autore Offa re di Merda, dicendo: » successoribus suis, rex Offa pri-
>>Hic est Offa rex, qui dedit vica- » mo ccntulit . Ma in foedere
» rio b. Petri romanae Uibis Pon- » Eduardi, et Gothurni regum e.

» tifici redditum statimi, quod vo- » 1 6 in legibus Canuti regis e. 5,


» catur Romescot de singulis do- » et in legibus Henrici 1. e. 12, si

» minibus regni sui in aeternum. » chiama Romfeah, ovvero Romfee


Abbiamo dal Novaes, che Offa, re » quasi nummus Romae dicatus,
de'merciori, intraprese a titolo di » R.omae datus ".
religione il viaggio di Roma, e vi Nel pontificato di Giovanni XIX
giunse nell'anno 793; che ren- detto XX, Canuto re d'Inghilterra
dette omaggio al Papa Adriano si recò in Roma ben accolto, e
I, confermò il suo regno tributario trattato dal Papa, laonde in grati-

alla Chiesa Romana , ed accrebbe tudine comandò a'suoi sudditi di

le rendite della scuola pei pellegri- essere diligenti di trasmettere a


ni inglesi ,
già fondata in Roma tal città il consueto soldo all'apo-
dal re Ina, la quale fu poi con- stolo s. Pietro. Anche Enrico Hun-
vertita nel celebre ospedale di s. lidonense, I. 6. p. i64> narra che
Spirito in Saxia. Matteo Vestmo- nel 1027, «rex vero Chanutus Ro-
nasterieuse, parlando dello stesso re » mam splendide perrexit, et elee-
Offa all'anno 794j ecc-o quanto di- » mosynam, quae vocatur Romescot,
ce: » Ex his omnibus piovinciis » quam anleccssores sui dederunt
» dedit rex piaefalus denarium » Ecclesiae romanae perenniter ,

>> b. Petri, ut piatdiclum est, quod » assignavit. Si aggiunge nel mo-


« Romescot appellatili'. Ciò si con- nastico anglicano, lib. I, p. 2o5, par-
ferma da Matteo Paris, il qua- lando dello stesso re Canuto, che
le nana » Hoc aulem seienduui
: ad un tempo era pure re di Da-
-j\o DEN DEN
Dimarca: » Ptomae scholam
eliam cavasi dai canoni di Edgaro e.
>•>anglicani constituit, et ad foven- 54, in legibus Canali e. 9; del re
j' dum eam ex Anglia ornili anno Odoardo e. io, e di Enrico I e
» dari censum voluit, qnod angli- II, nel concilio cunliamense an.
» ce dicitur Romescot. Il Novaes, 1 009 e. 1 1 . Si trova però una
nella vita d'Innocenzo III, dice che diversità dell'esazione, indicata in
l'esenzione suddetta della badia di questo passo di un inventario mss.
s. Albano dal pagar il denaro di s. del i366, prodotto dal Muratori
Pietro, e che questo dovessero tut- t. V. ann. lied, col. 827: » salvo
ti gli altri contribuire , non solo » per omnia denario b. Petri, vi-
fra stato nuovamente stabilito dal » delicet mille marcas sterlingorum
re Canuto con legge, ma anche dai » annualim percipiat ecclesia 10-
re Odoardo il confessore , il con- » mana, in lesto b. Michaelis V,
quistatore, ed altri. Ma che essendo » et in Pascha V, marchas VII
.'•tato Odoardo III il primo a proi- » pio regno Angliae, et III prò
birlo, presto fu rimesso in vigore, regno Hiberniae.
e che avendo il re Giovanni op- Divenuto questo antico tributo
pressi i diritti degli ecclesiastici ,
un censodel patrimonio della Chiesa,
fu minacciato nel 12 13 di puni- Promana, talvolta si sono adoperate
zione da Innocenzo III: laonde sot- le censure ecclesiastiche contro i
topose il suo regno alla santa Se- morosi, come rilevasi da Innocenzo
de, coll'annuo censo di mille lire III, nel lib. 16, epistola 175 in
sterline, oltre il denaro di s. Pie- Chronico Aulae Regiae e. 9. Fu
tro. Fr. Paolo Sarpi parla di que- inoltre ridotto questo tributo al-
sta contribuzione nel trattato delle l'annua somma di duecento lire, e
materie beneficiarie, e ragionando soldi venlisei da raccogliersi dai
d'Innocenzo IV eletto nel 1243, vescovi, come dimostrano il Pryn-
non potè fare a meno di confessa- neo, in liberalitatibus eccles. Anglic.
le, che 1' Inghilterra più di una t. Ili p. 5o, e 1 17 1. Una porzione
volta si fece tributaria alla Chiesa del medesimo s'impiegava per uso
Romana, col censo di cento mar- del sommo Pontefice, e l'altra in
che chiamato il denaro di
d'oro, vantaggio della Schola s. Mariae
s. Pietro, per sfuggi re la guerra i Anglorum, come si legge nell'episto-
allora imminente de'francesi, i qua- la Alexandri II P. P. ad TVillel-
li si resero rispettosi d'invadere un mum nothum apud Baronium an.
feudo del Pontefice. Il collegio del- 106S; in Lanfranco epist. 7; in 01-
I archivio della Caria Romana {Ve- derico Vitale, 1. 3, p. /\.65; nello
di) era destinato ad esigere le an- Spelman in Romescot; in Du Can-
nue corrisposte del denaro di s. Pie- ge in Denarius s. Petri; nel Macri
ragione di centodue e mezzo
tro, alla in Romescot; e nel Gradenigo nella
per ogni centinaio di ducati. Se ne forma de piombi pontificii pag. 55.
intimava il pagamento: simun one- i romani Pontefici solevano in-
batur in festo Apostoloram Petti, viare in Inghilterra per collettori,
et Pauli, ed esigevasi infesto vincu- e ricevitori del denaro di s. Pietro,
lorum s. Petti, in memoria dell'in- personaggi e prelati cospicui. Giu-
venzione delle reliquie di s. Albano lio II vi mandò Giampietro Ca-
seguita in questo giorno, come ri- raffa, il quale fu creato Cardinale da
1

DEN DEN 24
Paolo III, e nel 1 555 divenne Papa » est aulem omnibus gallis, et per
col nome di Paolo IV. N'era rice- » veram obedientiam praecipien-
vitore generale pel Pontefice Cle- « dum, ut unaquaeque domus ,
mente VII, il celebre Polidoro Vir- » saltem unum denarium, annua-
quando, nel 1 534, il re En-
gilio, »j tini solvat b. Petro, si eum re-
rico Vili avendo abrogata per '» cognoscunt patrem, et pastorelli
tutta la monarchia l'autorità pon- » silura more antiquo". Parlando-
tificia, e bandita la religione catto- si della Boemia, nella vita di Car-

lica, negò il pagamento del dena- lo IV imperatore, si dice : » Pro-


ro di s. perchè Clemente
Pietro, » cessi cum ipso versus Avenio-
VII gli avea negato il divorzio con « nem ad pp. Benedictum XII ad
Caterina d'Aragona, e di unirsi in » concordandum cum eo de dena-
matrimonio con Anna Bolena. Tut- » rio s. Petri, qui da tur in dioe-
tavolta fu rinnovato il pagamento « ce^i Wratislaviensi ". Il brano
nel pontificato di Giulio III, nel della seguente bolla di Alessandro
primo biennio del regno della regi- III, dell'anno 1179, che si porta
na Maria, figlia diEnrico Vili. Fu nel t. I, Stobal. Hist. geneal. doni,
poi finito di pagaie il denaro di reg. Portug., p. 8, ci manifesta, che
s. Pietro, ed affatto soppressa la con- pagatasi ancora dal Portogallo :

tribuzione nel primo anno del re- « Ad indici uni autem, quod prae-
gno di Elisabetta, cioè nel 1 558. » scriptum regnum Portugalliae b.
La pia religiosa contribuzione, » Petri juris existat, prò amplioris
chiamata denaro di s. Pietro, non » reverentiae argumento, statuisti
solo fu data dall' Inghilterra ; ma, » duas marchas auri, annis singu-
come dicemmo, anche da altre na- » lis, nobis, nostrisque successoribus
zioni, non per altro al modo del » persolvendas.
nominato regno, per cui Olao re di Ditmaro nel lib. 6 , e s. Grego-

Svezia, l'imperatore Carlo Magno, rio VII, 1. 1, epist, 7, dimostrano


ed altri principi imposero nei loro essersi usato lo stesso censo nella
stati simili tributi in favore della mentovata Polonia. Se ne rileva la
Chiesa Pvomana. Nondimeno essi non origine da questo passo del C/iro-
ebbero quella celebrità, e lunga nie. Aulae regia, e. 9, anno 1 32 o:

durata del denaro di s. Pietro •• Lokotto dux Sandomeriae a sede


somministrato dagl' inglesi. Se ne » apostolica obtinuit coronam re-
stabilirono pure in Polonia, in Boe- » galem Poloniae .... incoepit-
mia, ed altrove, siccome andiamo » que statum denarium s. Petri
ad accennare. E primieramente ab- « de unoquoque capite humano,
biamo dal Duglosso il denaro di » sedi apostolicae decimaliter sol-
s. Pietro, che nel io4i, sotto Pa- •j vere, qui antea longo tempore
pa Benedetto IX, i polacchi si ob- •> denegatus fuerat, et dici tur de

bligarono di pagare a s. Pietro, » facto, non de jure. Verumtaten


consistente in una piccola moneta, » quia duces Silesiae hunc dare
che ogni anno dovevano pagare, » decimalem denarium denegant, a-
per tenere acceso un lume nella » postolica ipsorum dominia usque
chiesa di s. Pietro di Roma. Atte- » hodie stant sub ecclesiastico in-
sta s. Gregorio VII, 1. 8, E/nst. » terdicto". In una lettera del du-
ultima, della Francia; » Dicendum ca di Slesia, erede del regno di
voi.. XIX. 16
, ,

a42 DEN DEN


Polonia, scritta a Giovanni n XX nel regno di Svezia raccogliessero
nel i323, si dice: » Denarium ve- il denaro di s. Pietro, pregò il re
» io s. Petri, licet modo insolito di non impedire agli svedesi il pa-
» exigatur, ipsura tamen ego, et gamento. Che tal Papa riscuotesse
•) fratres mei, in signum obedien- il denaro di s. Pietro in Inghilter-
! tiae, qua sacra ti ssi ma e paterni tati ra, in Isvezia, in Norvegia, in Da-
» vestrae, et apostolicae sedi, im- nimarca, ed in Polonia, ne fanno
» mediate nos recognoscimus esse fede le lettere apostoliche scritte ai
» subjectos, in omnibus terris, et rispettivi re ed agli arcivescovi
,

» districtibus nostris solvi dudutn Lundese, Nidrosiese, e Gnesnese.


» mandavimus". Del denaro di s. Tanto del denaro di s. Pietro,
Pietro si parla anche in un inven- cui pagavano gl'inglesi, che di quel-
tario prodotto dal Carpentier, t. II lo somministrato da altre nazioni,
Glossar, p. 255, riguardante Cui- trattano i seguenti autori: Giovanni
ma, e la provincia di Pomeriana, Spelman ad vitam Aelfrìdi ; Mat-
colla data 336. Fra
dell'anno 1 tia Zimermanno, in Florilegio, p.

questi pagamenti del denaro di s. 288; il Muratori nella bellissima


Pietro , deve annoverarsi anche dissertazione de nwnetis Italiac
quello, che facevasi dalla provincia nel t. I, p. Ili della raccolta del
di Gnesna. Leone X ne accordò dotto Argelati, pubblicata in Mila-
1' esazione, e il fruttato per un de- no nel i75o, intitolata: De mo-
cennio al re Sigismondo Questa I. neiis Italiac variorum illustrium
permissione fu prorogata ad altri virorum dissertationes. Ivi osserva,
due decennii da Clemente VII, e da che l' Ilesio nel suo Tesoro delle
Paolo III, riserbatane soltanto una lingue antiche, riporta una disser-
risposta di ottanta ducati d' oro di tazione d' Andrea Fontaine di Ox-
camera. In un breve dello stesso ford, sopra i denari volgarmente
Paolo III de' 27 agosto i536, men- detti di s. Pietro. Il p. Zaccaria,
tre durava ancora il terzo decennio nel tom. NI della sua Storia let-

accordato allo stesso Sigismondo I , teraria d' Italia, pag. 52 5, aggiun-


si enuncia la valutazione del du- ge, che nelle Amenità teologiche di
cato a ragione di valuta vecchia, Gio. Fabricio, stampate ad Elm-
« uno scuto auri in anno, et duo- stadt nel 1699, trovasi un'altra
» bus bollendinis cum dimidio Dissertazione d' Andrea Arnoldo :

» prò quolibet ducato de camera Del denaio di s. Pietro che i romani


» computatis. chiamano tributo, e gl'inglesi limo-
Il Rinaldi, all'anno 1 3 r 7 mira. sina. Il Cancellieri nelle Memorie
48 e 49j parla del censo delle mil- /storiche delle sagre teste de' ss. Pie-
le marche pagate dal re d'Inghil- tro, e Paolo, a pag. ^j, parla dei
terra Odoardo II al Papa Giovan- denari, e delle monete coniate colle
ni XXII. Inoltre dice che questi immagini di s. Pietro, e di s. Paolo,
ordinò a Rigaudo camerlengo pa- ed avverte non esser vero, che vi
pale, che riscuotesse il denaro di sieno stati denari, o monete ingle-
s. Pietro in Inghilterra, in Iber- si dette di V. Chiesa
s. Pietro.
nia, e in Vallia. Ed avendo Gio- di s. Vaticano, e Stati
Pietro in
vanni XXII ingiunto al vescovo TRIBUTARI ALLA SANTA SeDE, OVe SÌ
eletto, ed al capitolo d' Ypsala, che imita .di analoghe offerte.
5

DEN DEO 243


DENEBAUD Jacopo, Cardinale. commendatore dello spedale cele-
Jacopo Denebaud, nobile francese bratissimo di s. Spirito. Ma volea
dì Neustria, nipote per lato mater- il Papa esaltare un uomo, il quale,
no del Cardinale le Veneur, fu da quanto più era meritevole, altret-
Clemente VII Ba-
eletto vescovo di tanto era umile. Lo assunse pertan-
jonna, nel \5i6. Cinque anni dopo to al vescovato di Carpentrasso ; e
venne promosso dal medesimo Pa- nel concistoro de' 2 settembre del
pa alla chiesa di Parigi, e successiva- 1686, lo creò prete Cardinale di
mente a quella di Lisieux, e di s. Giovanni a Portalatina, trasfe-
Limoges. Ad istanza del re di Fran- rendolo poi alla sede vescovile di
cia, Paolo III, che aveagli conferito Cesena. Ivi celebrò un sinodo, che
gli ultimi due vescovati, nel conci- fece anche di comune ragione, e
storo de' 2 giugno x 544j lo esaltò vegliò accuratamente alla disciplina
alla sagra porpora col titolo di s. del clero, ed al costume del popolo.
Bartolommeo all' Isola. Mori nella Ma fatiche logorarono ben
tante
città di Rohan l'anno i55j. presto una vita eh' era così pre-
DENOFF Giovanni Casimiro, ziosa, ed immatura morte lo colse
Cardinale. Giovanni Casimiro De- nell'anno 1697, l'anno quarantesimo
noto*" de' conti polacchi di questo nono di sua età. Le sue ossa giac-
nome, nacque in Varsavia l' anno ciono nella chiesa di s. Carlo alle
1 648. Inclinato alla pietà sin da quattro Fontane ,
giacché avendo
giovanetto, si dedicò agli studi sacri rinunziato al vescovato per le sue
in Parigi, dove ottenne un canoni- abituali indisposizioni, avea fatto
cato. In seguito fu insignito dell' ar- ritorno in Roma. I suoi averi fu-
cidiaconato nella sua patria, e dell'ab- rono da lui lasciati nelle mani dei
bazia di Chiaratomba. Lo zelo ar- poveri, e i suoi possedimenti d' I-
dentissimo, eh' ei nudriva pel bene talia alla congregazione dell' orato-
de'prossimi, ebbe un vastissimo cam- rio in Cesena. Abbiamo di lui al-
po ad esercitarsi nel contagio di Var« cune lettere pastorali e conferenze
savia. In quella sventura ei spoglios- ecclesiastiche, che sono tenute in
si d' ogni suo avere pel soccorso molta considerazione.
de' poverelli. Giovanni III, re di DEODATO, Cardinale. Deoda-
Polonia, che avea per lui un'altis- to, o sia Deusdedit, romano, figlio
sima considerazione, lo inviò ad di Stefano suddiacono, da s. Gre-
Innocenzo XI per muoverlo più gorio I, del 5go, fu creato prete
efficacemente a prender parte nella Cardinale de' ss. Gio. e Paolo, di-
lega contro i turchi ; ma il Ponte- gnità che alcuni gli contrastano,
fice così ebbe in grado la perso- come riporta il Cardella, Mem. ist.

na di luij che lo volle seco trattene- de' Cardinali^ tomo I, par. I, pag.
re in Roma, e lo ascrisse al nove- 20. Per le sue virtù nell'anno 61
ro de' prelati. In quella città non meritò di essere sublimato al so-
fece meno brillare la edificantissi- ed è il Papa san
glio pontificio,
ma sua carità : visitava gli spedali, Adeodato, o Deusdedit I. Fedi.
e serviva gì' infermi. Innocenzo XI DEODATO Cardinale prete. V.
pensò di non fare a lui cosa più, Adeodato I Papa.
cara, che occuparlo appunto in una DEODATO Cardinale. Deoda*
opera di carità lo fece quindi
: to, o sia Deusdedit, fu assunto a
244 DE0 DEO
questa dignità nell'anno 1099, graziamento, e specie di saluto, in
dal Pontefice Pasquale II, col ti- uso una volta solo tra' fedeli ; ma
tolo di s. Lorenzo in Damaso. In- oggidì non ad altri rimasto che ai
tervenne alla elezione di Gelasio religiosi, e nei divini uffizi. Questo
II, nel 11 18, e di Onorio II, nel saluto usava dai monaci quando
si

1 124. Il suo nome si legge soscrit- s'incontravano sino dai tempi di


to in una bolla di Gelasio a favo- s. Agostino. Il Macri, Notizia dei
re della chiesa di Pisa, in un' al- vocaboli ecclesiastici,osserva, che
tra, diretta ai canonici di s. Fre- difendendo il pio uso s. Agostino,
diano di Lucca, cosi pure in altre contro i donatisti, che ne facevano
due scritte agli arcivescovi di Pisa beffe,scrisse in questo modo Hi :

e Ravenna. Morì nel 1126. » (Donatistae) insultare nobis au-


DEODATO Cardinale. Deodato « dent, quia fratres, cum vident
si crede comunemente tedesco del- » homines , Deo gratias dicunt.
la Germania inferiore. Per la sua » Quid est, inquiunt, Deo gratias?
perizia nelle scienze ecclesiastiche, da « Ita ne surdus es, ut nescias quid
s. Gregorio VII del 1073 fu crea- « sit Deo gratias? Qui dicit Deo
to prete Cardinale, col titolo di s. » gratias, agit gratias Deo. Vide
Pietro in Vincoli. Scrisse un' opera » si non debet frater Deo gratias
circa i canoni della Chiesa, studio nel « agere,quando videt fratrem suum,
quale era profondamente versato. w non enim est locus gratulatio-
Scrisse ancora un compendio di cano- >» nis, quando se invicem, vident,
ni, collo stesso metodo delle decreta- « qui habitant in Christo, et ta-
li di Graziano, in cui inserì il catalo- » men vos Deo gratias nostrum
go delle città e feudi della Chiesa » videtis''. In psalm. i32. Perciò
romana. Queste opere sono ripor- in obbrobrio di tali derisori furo-
tate dal Borgia, nell'appendice del no poste nel prefazio della messa
libro: del dominio temporale della quelle parole: Gratias agamus Do-
santa Sede nelle due Sicilie. Sì op- mino Deo nostro, ed il coro, o il

pose con molto "vigore a Clemen- servente della messa risponde : Di-
te III antipapa, e fini la sua vita gitimi et fustum est j ripigliando
in Ispagna, 1' anno 1099, dove fun- poscia il sacerdote : Vere digitimi
gea l' ufficio di legato apostolico et /'listimi est, aequum et salutare
della santa Sede. nos libi semper, et ubiaue gratias
DEODATO, Cardinale. Alcuni agere , per denotare appunto, che
autori, tra' quali 1' Ughelli e il Ma- in ogni luogo, ed occasione dob-
roni, non acconsentono neh' ammet- biamo rendere grazie a Dio. Per
tere questo personaggio fra il nu- questo motivo ancora molti catto-
mero de' Cardinali, e provano sup- lici, massime dell' Africa, vollero
positizia la bolla di Leone IX, s. essere chiamati Deo gratias, ed il

diretta al monistero di s. Grata in medesimo s. Agostino ne fa testi-


Bergamo, nella quale si trova la so- monianza. Deo gratias, diacono di
scrizione di Deodato. Il Cardella pe- Cartagine, ottenne che il detto san-
rò Io colloca tra i Cardinali del to scrivesse il trattato De Cate-
prelodato s. Leone, e lo nomina chiz. Rud.
qual vescovo di Ostia e Velletri. Pompeo Sarnelli, Lett. Eccl. t.

DEO GRATIAS. Versetto, rin- IV, p. .18 dice, che a' tempi di s.
,

DEO DEI' 245


Bernardino, recitavasi dal voigo di Gesù Cristo. Anticamente, finita
per ringraziamento a Dio, Gloria l' epistola della messa, non si ri-
in excclsis Deo, e così prova che spondeva Deo gratias, se la lezione
ab antico in tali contingenze di era di qualche apostolo, ma si di-
allegrezza si inno
cantava questo ceva : Pax tecutn, come dice s.

angelico. 11 p. maestro Avila, uo- Agostino epist. i63 ; lo che si pra-


mo apostolico delle Spagne, soleva tica tuttora fra i greci , i quali
ripetere, nei dolori, nelle angustie, sogliono sempre leggere nella mes-
nelle afflizioni, e nelle miserie, valer sa una lezione del nuovo testa menr
più un Deo gratias, che sei mila to. 11 Benedicamus Domino (Fedi)

nelle prosperità; dovendosi sempre si dice sempre nella messa, quan-


ringraziare fervorosamente Dio tan- do non si dice Gloria in excelsis
to nelle cose prospere, quanto nel- Deo (Vedi), mentre l' Ite missa est
le avverse, come faceva il santo (Fedi) si dice
ogni volta che sia
Giobbe, i cui dettami nei tanti no- stato detto mentovato inno an-
il

ti suoi travagli erano questi: Do- gelico. Ma tanto al Benedicamus


minia dedit, Dominus abstulit, si- Domino, che all' Ite missa est, il
cut Domino placuit ita factum est, coro, o il servente risponde: Deo
sii nomen Domini benedictum. Tan- gratias. V. Miss. B.om. par. I, tit.
to più, che, al dire di s. Bonaven- i3, n. 1 ; e Merati, part. I, tit,

tura, de vita Christi e. 33, la ma- i3, n. 3.

dre di Dio, Maria sempre Vergine, DEPOSITERÀ URBANA dei


soleva continuamente ripetere, Deo pegni di R.oma. Luogo, ed officio
Gratias. Questo versetto nelle le- determinato pel deposito generale,
zioni dei divini uffizi è frequente, e custodia de' pegni giudiziali, non
perchè, come dice Ruperto lib. I, che per eseguirvi le subaste, gl'in-
de divin. offic. cap. i4> Gratias a- canti, e le vendite degli oggetti op-
gimus Deo, qttod doctrinae suae pignorati, cioè de' medesimi pegni
pnnem nobis frangere dignatur. pretoriali. In principio apparteneva
La Chiesa si serve di questa voce, alla reverenda camera apostolica
cerimonia, versetto, ringraziamento, ed era un suo provento , indi fu
e saluto nella fine delle sagre le- applicata al luogo pio, ossia Con-
zioni, per rendere grazie a Dio del servatorio di s. Eufemia [Vedi).
pascolo spirituale in esse ricevuto. L'origine, la storia, e il progresso
Si tralascia nella quinta, o penul- della Depositeria Urbana, con que-
tima lezione del sabbato delle quat- sto titolo fu descritta dall'erudito
tro tempora di quaresima, e delle prelato romano Nicolò Maria Ni-
Pentecoste, per non interrompere colai, che la pubblicò in Roma colle
il senso ; come anche si omette in slampe nel 1786, e che a' giorni
segno di dolore, e mestizia dopo nostri è morto essendo uditore ge-
le lezioni dell' offizio de' morti, e nerale della reverenda camera apo-
pel triduo della settimana santa. stolica.

Si dice sempre nell' ultimo vangelo Sebbene la depositeria generale


della messa, per cui viene dinotata de' pegni, comunemente
chiamata
la predicazione degli apostoli spar- Depositeria Urbana , dicasi non ,

sa per tutto il mondo, dappoiché senza fondamento, istituita da Ur-


il primo vangelo significa quella bano Vili, Barberini, nondimeno
246 DEP DEP
vi sono memorie, che qualche for- putare, e consegnare in nota quei

ma di depositeria fosse già ante- Birri (Fedi), che dovranno fare le


riormente stabilita da GregorioXIIJ, esecuzioni civili, e di dare per essi
per impedire le frodi ed estorsioni idonea sicurtà, e che gli stessi bar-
degli esecutori de' pegni pretoriali, gelli fossero tenuti a reintegrare
e giudiziali. In fatti abbiamo, che nell' interesse le parti gravale, co-
quel Pontefice, a' 25 maggio 1^74, me ancora che nessun altro, fuori
eresse una pubblica depositeria per dei birri, ardisse fare alcuna ese-
la custodia e vendita all' incanto o cuzione civile, sotto alcune pene de-
sia subastazione de' pegni, che per terminate.
mandato di qualunque giudice fos- Si sa quindi, che in quel tem-
sero stati presi, e ne commise l'am- po i pegni degli esecutori si con-
ministrazione al rettore, provvisori, segnavano ai cursori, ed ai manda-
ed uffiziali del sagro Monte di Pie- tari delle rispettive curie , i quali
tà di Roma (Vedi), e la soprain- dovevano esattamente registrarli, ed
tendenza, ed anche la privativa giu- averne cura, come si raccoglie dalla
risdizionead un prelato chierico costituzionedal medesimo Paolo
di camera, da eleggersi ogni anno V emanata nel 161 sopra la ri- 1

o dal sommo Pontefice, o dai pre- forma del foro, al titolo de dir-
sidenti e chierici della stessa ca- soribus. In occasione di questa ri-

mera. Inoltre XIII ap-


Gregorio forma ordinò quel Papa , che per
provò alcuni statuti fatti da una l'avvenire presso ciascun tribunale
congregazione a ciò istituita, e com- vi fosse il suo depositario generale,
posta de' Cardinali Moroni, Corna- come si legge nella stessa costitu-
ro, Maffei, Pio, Albani, e Vastavil- zione, sotto il titolo: de Baroncel-
lani di lui Papa depu-
nipote, dal lis. .Siccome però questo provvedi-
tata a dare buon ordine alla isti- mento non riusciva sufficiente alla
tuzione , ed
analogo regolamento. sicurezza e custodia de' pegni ; così
La fondazione Gregoriana però sem- Urbano Vili, nei primi anni del
bra, che non fosse molto stabile ,
suo pontificato, fondò la Deposite-
giacché, oltre i capitoli dai mento- ria generale, che dal suo nome
vati Cardinali sottoscritti , ed esi- prese quello di Urbana, deputan-
stenti nell'archivio segreto del sa- done in prefetto il suo nipote Car-
gro monte di pietà, furono pubbli- dinal Antonio Barberini. Questi, ai
cati due editti, coerenti alle pre- 20 luglio1629, pubblicò nuovi ca-
cedenti ordinazioni, e pel maggior pitoli, ed ordini, senza fare in essi
vantaggio del pubblico uno pro- , menzione della precedente deposi-
mulgato da monsignor Andrea Spi- teria Gregoriana, ma dicendo ema-
nola a' 5 dicembre i5j/±, e l'altro narsi per la depositeria eretta ed
da monsignor Bandini a* 18 luglio istituita nuovamente dal Pontefice
1578, ambedue chierici di camera, Urbano Vili. In detti capitoli, ol-
e sopraintendenti prò tempore della tre di provvedere alla custodia , e
depositeria. Indi, per ordine di Pa- alla vendita de' mobili , degli ani-
pa Paolo V, monsignor Benedetto mali, e degli stabili, alla mercede,
Ala governatore di Roma pubblicò e compenso alla depositeria sopra
un editto , in cui venne ordinato la vendita de' pegni volontari , ed
a tutti i bargelli di Roma, di de- alle incumbenze degli esecutori, ven-
, ,

DEP DEP 247


nero stabiliti in servìgio della me- la sicurezza , avendo progressiva-
desima un governatore, due cu- mente Pontefici, e gli altri, che
i

stodi, due computisti, un incanta- hanno presieduto alla depositeria,


tore, un estimatore, ed un cassiere emanato utilissime, e provvide or-
colle debite sicurtà, e con altri op- dinazioni, e regolamenti. Siccome
portuni provvedimenti. poi Urbano Vili attribuì al pio
Dal medesimo Cardinal Barberi- Conservatorio di s. Eufemia (Fedi)
ni fu pubblicato un bando agli 8 gli emolumenti, che, detratte le

ottobre i63o, in occasione dell' af- necessarie spese, derivassero dalla


fìtto della depositeria degli anima- depositeria, i quali emolumenti tut-

li, concesso, in virtù di chirografo tora appartengono al conservatorio,


pontificio, ad un certo Pietro A- oltre quanto si accennò su tale
versa per tre anni ; e nell'anno se- conservatorio al citato articolo, ci
guente con altro chirografo direlto permetteremo aggiungere qualche
o monsignor Fulvio Benigni, udito- altra ulteriore nozione.
re del Cardinal Barberini, Urbano di Clemente Vili
Nel pontificato
Vili provvide al più sicuro man- costrette molte povere zitelle a va-
tenimento de' ministri, agli emo- gare raminge, e disperse per le
lumenti delle tasse , e ad altre pubbliche strade di Boma, ed in
cose relative. Nell'anno i634 poi conseguenza soggette a molti peri-
monsignor Cesi, tesoriere generale, coli, Gio. Battista Bellobono par-

con una notificazione avvertì il pub- roco di s. Nicola in Carcere, e Pao-


blicò pel nuovo affitto da farsi del- lo Ciccio, parroco di s. Leonardo
la depositeria degli animali, dalla presso piazza giudea, chiesa non più
qual notificazione si rileva, che sen- esistente, prendendo cura di esse
za pregiudicare alla giurisdizione furono i primi benemeriti, che die-
del Cardinal prefetto, la deposite- dero origine al conservatorio. Que-
ria, a norma dell' erezione Grego- sti zelanti sacerdoti incominciarono
goriana, ed Urbana, sino a quel tem- ad accogliere in una casa partico-
po fosse come un pro-
considerata lare posta nella regione di Traste-
vento propriamente camerale. Qual vere, le dette povere zitelle, cioè
vantaggio poi ridondasse al pub- quelle delle loro parrocchie, e, sot-

blico dalla istituzione di questa de- to la custodia di provetta ed onesta


positeria , è facile congetturarlo donna, le fecero educare. Ma, non
quando si rifletta, che prima fre- essendo sufficiente perchè tal casa,
quenti erano le estorsioni, e recla- Gio. Leonardo Ceruso , come di-
mi, che perciò si facevano dai dan- cemmo parlando delle cappuccine
ueggiatij dipendendo una materia di s. Urbano, vi aveva riunito le
sì gelosa dalla sola fede degli ese- zitelle da lui raccolte; tanto queste
cutori, e dall' ingordigia de'manda- che le anteriori vennero da essi

tari. Non era prefisso alcun tempo, trasferite in un monistero allora


uè agli esecutori per la delazione chiamato s. Bernardino, già delle
de' pegni, ne per le subaste, ne per monache del terzo Ordine di san
le delibere, e le tasse erano man- Francesco, ch'erano state collocate,
canti, e confuse. A questi ed altri ove tuttora stanno, in quello pres-
disordini successe ne' debitori pro- so monte Maguanapoli , nel me-
prietari de' pegni la tranquillità, e desimo pontificato di Clemente
a48 DEP DEP
Vili. Ciò fecero i due parroci)! di lo fu il Cardinal Antonio Bar-
con decreto del Cardinal Rusticuc- berini, insieme al Cardinal Carlo
ci vicario di Roma, de' 3 novem- suo fratello come comprotettore.
bre dell'anno 1596. Il Papa, volen- Essendo però le rendite scarse, e
do rinnovare la memoria della Chie- siccome dipendenti dalle li-
incerte,
sa di s. Eitfemia (Vedi) già titolo mosine de' benefattori, il Cardinal
cardinalizio, che Sisto avea de- V Barberini suddetto ottenne da Ur-
molito per raddrizzare la strada, bano Vili un chirografo, dato ai
la quale conduce alla basilica di 22 settembre i634 3
col quale vo-
s. Maria Maggiore, fece dedicare lendo provvedere al sicuro sosten-
quella di s. Bernardino data alle tamento del conservatorio di s. Eu-
dette zitelle, a s. Eufemia, per cui femia, applicò in perpetuo a que-
poi prese il nome di conservatorio sto privativamente le rendite della
di s. Eufemia. Pel monistero, e per depositeria urbana, sì delle deposi-
la chiesa furono pagati duemila terie de'pegni , che degli animali,
scudi, colle somministrazioni dei due cogli analoghi emolumenti, che pri-
parrochi, ed altri benefattori. Con- ma spettavano alla camera aposto-
correndo nel nuovo conservatorio lica. Del monistero poi delle cap-
le zitelle di altre parrocchie di Ro- puccine, detto di Urbano, fonda- s.

ma, nel 1600, i medesimi parrochi to dalla duchessa Silvia o Fulvia


acquistarono col pagamento di quat- Sforza, per le alunne di s. Eufe-
tro mille e seicento scudi, un pa- mia, che fossero chiamate allo sta-
lazzo contiguo, e corrispondente to monacale, si tratta al volume
alla piazza di Colonna Trajana, di IX, pag. 20 3 e 204 del Dizio-
proprietà di certi fratelli Taddei. nario.
Donna Silvia o Fulvia Conti, con- Aggiungeremo qui, che il chiar.
tessa di s. Fiora, fondatrice princi- monsignor Monchini, Degli istituti
pale del monistero delle cappucci- di pubblica carità, ec, parlando
ne di s. Libano, fu la prima pro- del conservatorio di s. Eufemia, a
tettrice tanto di questo monistero, p. 5g dice, che esso deve la sua
che del conservatorio di s. Eufe- prima origine a Gio. Leonardo
mia, ed in seguito le successero Ceraso, morto nel i5o,5, raccogli-
d. Cornelia Orsini Cesi duchessa tore per Pioma dei fanciulli sparsi,
di Cesi, la duchessa di Fiano, ma- de' quali si parla all'articolo Ospizio
dre del Cardinal Lodovico Ludo- apostolico di s. Michele [Vedi); e
visi. Contemporaneamente tanto il che sulla fine del secolo XVII il

monistero, che il conservatorio, a- conservatorio avea duecento alunne,


vevano un Cardinal per protettore, diverse industrie, e molte rendite.
e talvolta pure un altro Cardinale Ho letto poi in un autentico ma?
per comprotettore. Il primo protet- noscritto del conservatorio, che le
tore fu il Cardinal Earonio, il se- zitelle in origine questuavano per
condo il Cardinal Alessandro Mon- Roma, e giunte in età capace di
talto, che al conservatorio edificò porsi al servigio di qualche nobile
il refettorio, e gli fece altri bene- matrona in qualità di donzelle, vi
flcii.. Il Cardinal Ludo-
terzo fu il andavano, per alleggerire pesi i al
vico Ludovisi, che migliorò lo sta- luogo pio. Però chi amava la ri-

to della chiesa di s. Eufemia. Quin- tiratezza, continuava a risiedere nel


DEP DEP a4g
conservatorio, e si faceva monaca piena giurisdizione dovesse somma-
cappuccina in s. Urbano. Ma la riamente, ed economicamente deci»
questua terminò, come l'uso di ac- dere le cause ad essa spettanti, con.
comodarsi a servire, quando nel facoltà di poterle avocare da ogni
1667 il principe d. Camillo Para- tribunale, rimosso qualunque ricor-
filidonò al conservatorio quindici so ed appellazione. Così la giuris-
mila scudi. Inoltre in tal anno il dizione del Cardinal prefetto della
principe fece restaurare la chiesa depositeria non fu ordinaria, ma
di s. Urbano, e fare il bel pavimen- privativamente delegata. Perciò nel-
to di marmo bianco e nero; mi- le occorrenze, che dovevasi formare

gliorò l'edifizio del monistero, e gli giudizio avanti il medesimo, con-


donò due case attigue. Prima di veniva porre nell'intestatura della
lui il Cardinal del Monte, decano citazione: Camerario judice a San-
del sagro Collegio, aveva accresciu- ctissìmo deputalo, come protettore
ta la fabbrica del monistero, e in del conservatorio, cui era annessa
morte volle essere sepolto in chie- la prefettura della do-
depositeria,
sa, pei cui ristauri lasciò un ca- vendo il prefetto insieme depu-
ai
lice d'oro gioiellato, colla vendita tati, invigilare al buon regolamen-
del quale si effettuarono. Dipoi il to di esso.
protettore del conservatorio, e mo- tempo, e a se-
In progresso di
nistero, Cardinale Annibale Albani, conda non mancarono
de' bisogni,
edificò al secondo il noviziato, e la i prefetti della depositeria di ema-
casa del confessore, e de' serventi, nare opportune leggi, come fece-
rendendolo cosi isolato. E l'altro ro il Cardinal Paluzzo Altieri
cou
prolettore Cardinal Valenti abbel- editto de' io dicembre 1674, e con
lì la chiesa di s. Urbano, con ana- bando de'i5 dicembre iGqj ; il
loghe pitture sagre, ed altre bene- Cardinale Spinola con editti del
ficenze. 1698, e 1699; il Cardinale Anni-
Inoltre Urbano Vili, unitamente bale Albani nel 1734 con due e-
alla congregazione del detto pio luo- ditti ec. Benedetto XIV accomodò

go, affidò la principale soprainten- nel 1749 l e differenze insorte tra


denza al medesimo Cardinale Bar- la depositeria, e la rev. fabbrica
berini, allora prolettore del conser- di s. Pietro, mentre quelle colla
vatorio, e poscia camerlengo di s. camera apostolica si concordarono
Chiesa, ed in seguito restò a tutti nel 1774- Anche il Cardinal Co-
i Cardinali camerlenghi prima per lonna nel 1761 e il Cardinal Rez- ,

consuetudine, poi per legge di Be- zonico nel 1768 pubblicarono dis-
nedetto XIV. Stabilitosi da Urba- posizioni per la depositeria urba-
no Vili, che il protettore prò lenir na, la quale a quell'epoca già ave-
pore del conservatorio fosse prefet- va un governatore, cioè il primo
to della depositerà urbana e da , custode. Non faremo menzione de-
lui dovesse dipendere 1' elezione dei gli altrianteriori, e posteriori ban-
ministri, come ancora la diminu- di, ed ordinazioni de' Cardinali ca-
zione,aumento, e rimozione di essi, merlenghi, protettori del conserva^
stabilipure la tassa pei pegni. torio di s. Eufemia, e perciò pre-<
Quindi la depositeria venne prov- fetti della depositeria, tutti ripor->

veduta d'un giudice, il quale con tati nella lodata opera del prelato
*5o DEP DEP
IN i colai, ove sono utilissime norme miannlitici.Nel primo, all' artìcolo
per tutto ciò eh' è relativo ai pe- Pignoramenti, sono indicate le re-
gni, subaste, e ministri della depo- gole di procedura pei pignoramen-
si teria ec. Questi , a seconda del ti , o vendita degli effetti, o dei
& 35 bando pubblicato a' 9.0
del fondi oppignorati; in (piali deposite-
agosto 1768 dal nominato Cardi- rie debbano farsi gli atti d'incanto,
nal Carlo Rezzonico, dovrebbero e delibera dei beni esecutati, dispo-
abitare nella casa della depositeria, sizioni risguardanti le depositerie e
per attendere al buon governo di gli alberghi de'pubblici pegni nella
quella, e per maggior sicurezza, e Comarca di Roma. Nel secondo in-
conservazione delle robe, e pegni, diqe all' articolo Depositerie dei
che si trovano in essa. PEGNI E DEPOSITERIA URBANA, SOnO
Al presente la depositeria ur- indicati : l'obbligo dei ministri del-
bana de' pubblici pegni di Roma, le depositerie di rappresentare i

e sua Comarca, ed annessi, risiede depositi giudiziali, previo il paga-


in via maschera d'oro, nel palazzo mento emolumenti; da quali
degli

de' marchesi Pentini, del quale dem- autorità dipendano le depositerie


mo un cenno nel voi. XI, pag. de'pegni; tariffa degli emolumenti
i36 Ultimamente
del Dizionario. delle depositerie, e dei pubblici de-
la depositeria era prima in via s. positari di Roma, e delle provinole;
Pantaleo, poi in via di Torre ar- norme regolatrici la depositeria di
gentina. A' tempi del Bernardini, Roma, nominata Urbana, e le de-
de* Rioni di Roma, era situata nel positerie della Comarca per la cu-
palazzo dell'arciconfraternita della stodia dei pubblici pegni regola-
ss. Annunziata a piazza Paganica. mento dell'officio della depositeria
Tuttora alla depositeria sono an- urbana ; luoghi, e tempi stabiliti

nessi il conservatorio di s. Eufemia, per gl'incanti, e per le vendite dei


il monistero di s. Urbano, e n' è pre- pegni della depositeria della Co-
fetto il Cardinal camerlengo di santa marca ; disposizioni per gli offici

romana Chiesa, e V amministratore delle depositerie della Comarca; pre-


generale, il prelato uditore del ca- scrizioni relative agli albergatori;
tnerlengato. Vi sono inoltre due de- determinazioni degli emolumenti, e
putati ecclesiastici, uno de'quali at- delle spese di depositeria; disposi-
tualmente è prelato, un deputato zioni generali sulle depositerie; mo-
nobile secolare, il direttore, due cu- dula del registro generale di depo-
stodi, il computista, ed altri mini- siteria ; idem del registro delle ven-

stri. Il Monchini dice, che


citato dite ; del registro degli emolumenti
prima due avvocati, un ecclesiasti- di depositeria; conferma del dirit-

co, ed otto cavalieri formavano la to delle depositerie, e dei pubblici

deputazione. depositari di Roma , e delle pro-


In quanto alle ultime leggi e re- vincie, di procedere per officio alla

golamenti in vigore, queste si pos- vendita dei pegni giudiziali ; per


sono leggere nella Raccolta delle leg- quali pegni si proceda alla vendila
gi, e disposizioni di pubblica am- per officio; forme delle vendite dei
ministrazione, che si vanno pubbli- pegni nelle depositerie, ed altre u-
cando neh" odierno pontificato la , tili provvidenze. In Milano nel

quale ha due indici alfabetico-se- 1 S 1 1 da Lepage , fu pubblicato il


DEP DEP aoi
Trattalo della vendita giudiziaria. tiochia. Anche
canone 12 di- col
DEP0S1TERIA generale della spose quanto segue: « Se un prete, o
reverenda c amera apostolica. v. diacono deposto da un concilio,
Tesoro Pontificio. ardisse d' importunare le orecchie
DEPOSIZIONE, (Deposititi). La dell'imperatore, invece di prodursi
deposizione è una pena inflitta dal- in faccia d'un concilio maggiore,
la Chiesa ad un ecclesiastico colpe- sarà indegno di perdono ; non si
vole di qualche delitto, che lo pri- ascolterà la sua difesa, e non avrà
va della sua giurisdizione, e del speranza di essere rimesso". Su que-
suo uffìzio, cioè della funzione dei sto argomento va letto il canone
suoi ordini per sempre nel che : del concilio di Costantinopoli del
la deposizione differisce dalla Sos- 3g4, in questo Dizionario; il Pù-
pensione [Vedi), la quale è tem- anni 5j num. 22, ed
naldi agli
poranea, e di sua natura non è 861 num. 7; ed il Zaccaria, Sto-
perpetua. Inoltre la deposizione dif- ria letteraria d'Italia, tom. Ili,
ferisce dalla Degradazione (Vedi), Deposizione da un grado clic sup-
per le seguenti ragioni : i .
a perchè ponga? lib. I, cap. 2, §, XXX;
la degradazione non può farsi che Gio: Zeithopf, Dissertalio de
de-
in presenza del colpevole colle so- posi tione, che pubblicò in Lipsia.
lennità volute, dalle quali solo può DE PROFUNDIS. Salmo peni-
dispensare Papa, mentre la depo-
il tenziale penultimo,
129, cioè il

sizione si può effettuare con parole mentre neh' offizio de' morti è il
solamente, ed in assenza del colpe- quarto. Giovanni Vitali di Paler-
vole; 2. a perchè la degradazione mo, nella parafrasi del salmo De
non può essere inflitta che pei profundis, stampata in Bologna nel
delitti espressi nel diritto, ed il de- 1 553, presso Anselmo Giaccarello,
gradato può ristabilirsi soltanto dal e riportala nel Cinelli nella Bibi.
sommo Pontefice, quando invece il volante, tom. IV, pag. 363, così si

deposto può essere ristabilito dal espresse :

vescovo, giacché la deposizione vie-


ne inflitta per altri delitti. Final- Desìdia, invidia, ira, venus, fumi,
mente differisce la deposizione dal- ardor habendi,
la degradazione in quanto che la Et gula, sunt lernae cuilibet hy-
degradazione pone il chierico de- dra suae.
gradato a livello interamente dei Sterne liane vìrtutìs clava ; torre
laici, ad eccezione del carattere che hydram.
ignibus
è indelebile, ciocché non fa la de- Amphytrioniades sic tibi virtus erit,
posizione.
*> Se un vescovo deposto da un 11 p. Gaetano Magenis, chierico
concilio, o un prete, o un diacono regolare teatino, nella vita di s.

deposto dal suo vescovo, ardirà Gaetano Tiene, da auten- estratta


ingerirsi nel ministero servendo co- tici documenti, compendiata e cor-

me prima, non avrà più speranza retta dal p. Bonaventura Hartmann


di essere rimesso da un altro con- della stessa congregazione, e stam-
cilio, né saranno più ascoltate le pata in Venezia 1776, nellanel
sue difese ". Tanto decretò nell'anno parte II, num. 4'^S di-
cap. 4> § 4?
34i col canone 4 il concilio di An* ce, che verso l'anno i546 il me-
. ,

a5a DEP DEP


desimo 6. Gaetano in Napoli isti- dato a* 28
gennaio 1688, sopra
tuì il pio uso di suonarsi nelle le indulgenze da lucrarsi da chi ha

chiese le campane
ad un' ora di qualcuna delle croci, o corone, o
notte, per invitare con tal suono i rosari, che abbiano toccato luoghi i

fedeli alla lecita del salmo De pro- santi, e le sagre reliquie di terra
fundis in suffragio delle anime del santa. Ad eccitare per altro viep-
purgatorio. Questa divota pratica più la pietà de' cristiani per suffra-
volgarmente venne chiamata V Ave gare anime del purgatorio, Cle-
le

diaria de* morti , per l'antico pio mente XII a' i4 agosto 17 36 ema-
costume di recitarsi {'Angelus Do- nò il breve Coelestes Ecclesiae the-
mini (Vedi) alle ore ventiquattro, sauros, col quale concesse l' indul-
detta comunemente l'Ave Diaria genza perpetua di cento giorni, a
Quindi sì lodevole uso vuoisi sta- tutti i fedeli ogni volta, che al suo-
bilito per tutto il cristianesimo con no della campana ad un' ora di
decreto del Pontefice Paolo V, do- notte genuflessi, divotamente reci-
po che l' aveva introdotto in Ro- teranno il salmo De profundis, col
ma per la prima volta nel 1609, Requiem aeternam (Vedi) in fine;
e nella chiesa di s. Maria sopra ed a quelli, che per un anno intero
Minerva, il servo di Dio fi*. Am- avranno fatto sì pio esercizio alla
brogio Brandi romano, dell Ordine indicata ora, concede per una volta
de' predicatori, priore allora di quel all' anno l' indulgenza plenaria in
convento, e insieme provinciale, e un giorno ad arbitrio, confessati, e
già predicatore apostolico di Cle- comunicati. Quelli poi, che non sa-
mente Vili. Quindi abbiamo dal pessero il De profundis, potranno
veridico, e contemporaneo diarista lucrare le dette indulgenze , recin-

Giacinto Gigli, che nella terribile tando Pater noster , ed Ave


un
pestilenza, la quale afflisse Roma Maiia, col Requiem aeternam. Di-
nel i6ì6 sotto il pontificato di chiarò inoltre Clemente XII, a' 12
Alessandro VII, morti erano tras- i dicembre del 1736, che le sud-r
fi riti con le barchette nel prato dette indulgenze si possono lucrare
presso la basilica di s. Paolo ove , recitandosi il De
profundis come
erano sepolti , e che in suffragio sopra , benché secondo la consue-
de' morti di peste fu ordinata la tudine di qualche chiesa, e di qual-
recita del De profundis, ad un'ora che luogo, o prima, o dopo l'ora
di notte. Che sì pio costume fos- di notte, si dia il segno de' morti
se in questo tempo introdotto in come suol dirsi, col suono della cam-
Roma, ovvero ristabilito, per invi- pana. Finalmente ilPapa Pio VI,
tare i romani alla recita del sal- con rescritto de' 18 marzo 1781,
mo, lo dice anche l'abbate Coslan- concesse le nominate indulgenze a
zi, L'osservatore di Roma, t. II, tutti i fedeli, se trovandosi in luo?

p. 45 e 4-6 del suppli mento del to- gin dove manca il suono della cam-
mo primo. pana, reciteranno circa l'ora di not-
Qualunque sia l'origine di una te il De profundis, o, non sapen-
tal divozione, certo che nel si è, dolo, diranno il Pater, etc. come
detto secolo XVII costantemente si sopra si è detto. Questo salmo con-
praticava, come si legge nel breve tiene una fervorosa preghiera ed
Unigeniti Dei FUu, d'Innocenzo XI, invocazione a Dio, perchè ci ascolti
DEP DER a53
ed sperando nella sua
esaudisca, rona in testa i sagri doni, por-
clemenza, e confidando nelle sue tando in una mano la croce , e
promesse, dappoiché Se tu bade- : nella sinistra la ferula. Antica-
rai, o Signore, alle iniquità, chi, o mente nella chiesa greca era il de-
Signore, sostenersi potrà ? putato un ordine minore, cioè ac-
DEPUTATO. Egli è colui, che colito, della cui ordinazione parla
con commissione è manda-
ispecial Simeone Tessalonicense nel dialo-
to dal principe, o da un corpo di go, de myster. eecles. ne fa , e se
persone, a trattare qualche negozio, menzione negli antichi rituali. Pelr.
a fare un complimento, e simili Arcudio 1. 5 concord. cap. 9. Que-
cose. Cosi il Dizionario della lin- sto officio era anche laicale, e chi ne
gua italiana, che inoltre definisce era investito negli eserciti aveva la
la Deputazione , per la missione cura di ristorare i deboli, e di aiu-
de' deputati con commissione spe- tare i feriti, con rimettere anche in
ciale per trattare, complimenta- sella i caduti ,
pel quale effetto por-
re, ec. Si dice inoltre deputazione tava seco una scaletta attaccata alla
cpiella incaricata dell' amministra- parte sinistra della sua sella per li-

zione, e direzione di qualche luo- berare con prontezza i soldati dai


go, o per vegliare al buon anda- pericoli, e prenderli in groppa ; il

mento d'una cosa; laonde deputa- perchè negli eserciti eranvi molti
ti si appellano suoi membri. Le i deputati di tale specie. Il Chardon,
deputazioni, ed i deputati sono in- Storia de' sagrameli ti, t. II, p. 248,
numerabili nel loro genere , ed i parla degli antichi deputati de' pe-
deputati spediti ad un principe, as- nitenti cioè di quelli che soprani-»
,

semblea, città, corporazione, ec, deb- tendevano ai penitenti rinchiusi,


bono essere muniti di legale pro- secondo l'antica disciplina di chiu-
cura, e nomina di chi l'invia. Nei dere i penitenti ne' monisteri. I
concilii intervennero i deputati (Sei deputati, che dovevano essere gli
vescovi, e di altri, che non vi si arcidiaconi, e gli arcipreti, vigila-
potevano recare, intorno a che si vano sui penitenti se digiunassero,
osservavano rispettivi regolamenti.
i vegliassero, ed orassero come do-
Abbiamo dal Macri, che il De- vevano.
putalo nella chiesa di Costantino- DEPvEE seu Dervase. Sede epi-
poli, aveva 1' incarico di accom- scopale della Licaonia, nell' esarca-
pagnare col lume acceso il van- to d'Asia, dipendente dalla me-
gelo, e i sagri doni del pane , e tropoli d' Iconio. Secondo Comman-
vino, quando erano portali pro- ville, fu istituita nel quinto secolo,
cessionalmente all'altare, la cjual ma nel p. Le Quien, Oriens Chri-
cerimonia veniva chiamata dai gre- stianus, si legge che già esisteva
ciMagnus. Vestiva il deputato un nell'anno 38 1, perchè il primo din
manto simile a quello del vescovo, quattro suoi vescovi ch'egli regi-
ma senza le liste. L'imperatore, nel stra, intervenne nell'anno 38 1 al
giorno della sua coronazione , si concilio di Costantinopoli, e si sot-
vestiva al tempo della detta pro- toscrisse Daphnus Derbensis. S. Pau-
cessione col manto sopra il pre- lo vi predicò il vangelo. Secon-
zioso sacco , e facendo 1' officio do Tolomeo, Derbe fu anche una
del deputato precedeva con la co- piazza forte dell' Isauria, attinente
,

2 54 D^R DER
alla Cappadocia. La santa Sede con- donderry. Si racconta , che: fosse

ferisce il titolo in parlibus di que- stata abhruciata dai danesi nell'an-


sta sede sottoposta al patriarcato di no 783, insieme coll'abbazia ch'es-
Antiochia, egualmente in partibu.s. sa rinchiudeva. Quindi nel 1608
DERRY (Dcrrien.). Città con re- un capitano irlandese la prese, ed
sidenza vescovile nell'Irlanda, co- incendiò di nuovo; ma suoi ba- i

nosciuta anche sotto il più recente stioni furono ristabiliti dopo la pa-

nome di Londonderry, Roboretum. ce. .Nelle guerre civili venne più

Questa città appartiene alla provin- volte assediata, e presa; e gli scoz-

cia di Ulster, capoluogo della con- zesi,che sostenevano il partito, e le


tea Londonderry, e di Liherty.
di ragioni di Carlo I, furono obbliga-
Gode una hella situazione sulla
di ti a levarne l'assedio. Si rese cele-
riva sinistra ad una lega sopra , bre nella rivoluzione d'Inghilterra,
l' imboccatura de la Foyle nel lago che innalzò sul trono Guglielmo
dello stesso nome , che comunica III, pel memorabile assedio, cui
all' Atlantico. Il terreno, su cui è sostenne nell'anno 689, e che durò
1

fabbricata, è montuoso , le strade sette mesi, malgrado le più crude-


lungo l'acqua, le porte ed i sob- li privazioni, e le ultime estremità
borghi occupano una superfìcie uni- della fame, resistendo contro tutte
ta. Si vede cinta da mura con ba- le forze di Giacomo II, che le co-
stioni, in buono stato, costruiti nel mandava in persona. In tale occa-
1 6 1
4- Fra i suo principali edilìzi,
> sione, dopo la morte di quasi tut-
oltre la cattedrale, vanno nominati ti gli uffiziali superiori, si scelse

l'edilìzio del mercato, ove si tiene per capo e governatore il vescovo


la corte di giustizia, la prigione, protestante Giorgio Walker, che
una delle più belle d'Irlanda, e secondato dal maggior Baker, fece
1' Vi sono due chiese pres-
episcopio. prodigi di valore, e si cuoprì di
biteriane, giacché vi risiede anche gloria colla più eroica resistenza,

un vescovo protestante, ed una chie- fino a che i soccorsi venuti dall'In-

sa cattolica. Vi sono ancora un va- ghilterra, poterono obbligare il ne-


sto ospedale, una scuola gratuita, un mico alla ritirata, liberando in tal

piccolo teatro ec. La Foyle è at- modo la piazza assediata.


traversata da un ponte di legno La sede vescovile, secondo Com-
di curiosa costruzione, stato edifi- manville , che la chiama Deria, e
cato nel 1 79 1 , e che ha più di Londonderry, fu stabilita sotto la

mille piedi di lunghezza. Una stra- metropoli di Armagli, prima in Ar-


da cinge porto profondo
il suo drag sul Dery, verso l'anno 600, poi
largo, e sicuro,ed è uno de' più fu trasferita a Maguerre nella contea
comodi d'Irlanda. Ivi si fa un gran di Ratlurig, e finalmente nel ii5o
commercio colle Indie occidentali, in Londonderry. Aggiunge inoltre,
e coll'America. che questo vescovato si trova indi-
Questa antichissima città , che cato sotto i nomi di Rencleogain,
prima si chiamò soltanto col nome e di Tiroen, che sono nelle contee
di Derry, prese cpiello di London- della sua diocesi. Certo si è, che
derry in occasione di una colonia nell'anno fò5 s. Patrizio apostolo
inglese, che venne quivi a stabilir- dell' Irlanda istituì tutti i vescova-
si da Londra nel 1612, cioè Lon- ti di questo regno , ed è perciò,
DES DES 255
che da quell'epoca ebbe origine Fontenelle in Normandia, dove ripo-
questa sede vescovile, la quale tut- sano le sue spoglie, ed è onoralo
tora è suffragarla della metropoli- il dì 18 dicembre. Vi è pure opi-
tana di Armagli. L'attuale cattedrale nione, che nella scorreria che fe-
Cu edificata ned' anno i (>33, con cero i danesi in quelle contrade,
gotica architettura, e la sua torre le sue reliquie fossero trasportate
è ornata di bella guglia. Al vesco- a Gand, e che ivi ancora si con-
vo, che governa questa diocesi, e servino.
che risiede in Derry, il regnante DESIDERATO (s.), vescovo di
Pontefice nell'anno 1837 ha da- Bourges. Per comune opinione si

to in coadiutore il vescovo Ava- crede che abbia sortito i natali

rense in parlibus. Nella diocesi vi è nel territorio di Soissons . Non


il capitolo, vi sono trentaquattro si sa qual fosse la sua vita pri-
parrochi, e trentasei vicari, ed il ma di essere sollevato all'episcopa-
numero de' cattolici supera i due- to. Successe ad Arcadio nella se-
cento quattro mila. Le parrocchie de di Bourges , ed assistette al

sono trentasette, oltre molte cap- quinto Orleans nel


concilio di
pelle. Avvi un seminario con circa 547, e nell'anno appresso al secon-
cinquanta alunni, un sufficiente nu- do di Alvernia. In tutti e due questi
mero di scuole, e tre ospedali pei concili furono condannati gli erro-
cattolici. Vi sono due borse
altresì ri di Nestorio e di Etiliche , e
fondate per la diocesi di Derry riformata la disciplina ecclesiastica.
nel collegio di Maynooth. Il clero Li otto maggio dell'anno 55o volò
è molto zelante, e vive colle pie al cielo, ed in tal giorno la chiesa

oblazioni de' fedeli. Ultonia chia- di Bourges celebra la di lui festa.


masi nelle notizie ecclesiastiche la DESIDERIO (s.) di Langres. Que-
provincia ove è questo vescovato. sto santo è celebre, oltreché per la
DESCAPES o DESCHAPES innocenza dei costumi e per la pa-
Pietro, Cardinale. Pietro Descha- storale vigilanza, anche per un trat-
pes nacque nella diocesi di Trojes. to di non ordinaria fortezza, che
Fu dapprima cancelliere di Filip- esercitò allorquando i barbari, di
po V, poscia nel i320 da Gio- religione pagana , aveano a
posto
vanni XXII fu fatto vescovo di sacco i paesi delle Gallie, e Lan-
Arras, e nel i326 venne traslata- gres, sua diocesi. Egli unitamente
to alla sede di Chartres. Giovan- al suo clero si fece incontro a quei
ni XXII, nel concistoro delle quat- feroci, sperando ammansarne il fu-
tro tempora a' 18 dicembre 1327, rore ; fu inutile ogni sua prova per
lo creò Cardinale prete di s. Mar- li vantaggi di questa terra, ma non

tino ai Monti. Morì nel i336, infruttuoso tornò il suo zelo, se a


mentre si trovava in Avignone. cagione di questo, egli stesso, ed i
DESIDERATO (s.). Ebbe que- suoi ebbero argomento d'incontra-
sti per padre s. Yaningo, o Va- re il martirio per le mani di que-

nengo, fondatore di Fecam, e be- gli spietati. Tanto avvenne l' anno
nefattore di Fontenelle, che lasciò 4 11, sotto l'imperatore Gallieno.
di €88. San De-
vivere nell'anno E antichissimo che si pre-
il culto,
siderato, dopo aver menata una sta a questo santo così in Francia
vita virtuosa ; morì abbate di che in Alemagna.
256 DES DES
DESIDERIO (s.), vescovo di Vien- a quel vescovato, onde si diede con
na nel Delfina to. Taleuli non or- tutta sollecitudine all'esercizio delle
dinari, e santità non comune val- auguste funzioni, si adoperò del
sero ad innalzarlo alla sede episco- continuo a distruggere il vizio, raf-
pale, di cui fu fregiato dal Ponte- fermare la pietà, ed assistere gl'in-
fice Gregorio magno. A fine di meglio felici. Arricchì molte chiese, ne co-

condurre gli animi alle verità reli- strusse di nuove, e fondò moni-
giose, non isdegnava, quantunque steri, che prima non v'erano. Tras-
vescovo, d'insegnare le belle lettere, se col suo esempio gli abitanti ad
e per ciò fu accusato appresso il imitarlo. Avanzato cogli anni, e per-
Pontefice di sostituire alla Scrittu- cosso da malattie, intese esser pros-
ra sacra, le favole del paganesimo, simo il suo fine e con testamen- ,

e in pari tempo cantare le Iodi di to provvide ai bisogni della sua


Gesù Cristo, e le glorie di Giove. chiesa e dei poveri, dividendo tut-
IlPapa però, riconosciuta la falsi- ti i suoi beni fra questi e quel-
tà dell' accusa, rese la ben dovuta la. Morì nel bacio del Signore il
giustizia al santo vescovo calunnia- dì i5 novembre 654 nel territorio
to. Lo zelo delle anime non gli di Albi, ed il suo corpo fu por-
permise di tacere in faccia ai dis- tato, e sepolto a Cahors nella chie-
ordini del costume di Brunechilde, sa di s. Amando. Molti furono i

che governava allora da sovrana miracoli operati alla sua tomba,


a nome dei figli Teodeberto re di ed esiste a Cahors una chiesa par-
Austrasia e Teodorico re di Bor- rocchiale che porta il suo nome.
gogna. Spiacque alla principessa il DESIDERIO (s.), eremita. Con-
rimprovero, e meditandone la ven- dotto il nostro santo dall' esempio
detta, commise a tre assassini che di s. Baronzio, che erasi ritirato
lo attendessero sulla strada per i- nel territorio di Pistoia fra due
sgozzarlo. 11 nostro santo morì di montagne per vivere nella solitu-
una tal morte l'anno la 612, e dine, deliberò di seguirlo desideran-
sua memoria è onorata a' di 23 do di sempre più progredire nella
maggio. via della perfezione cristiana. Non
DESIDERIO (s.), vescovo di Ca- molto dopo che questi due santi si
hors. Nell'anno 58o nel territorio erano uniti in vita comune, altri
di Albi nacque Desiderio da una quattro pur domandarono di unirsi
famiglia nobile delle Gallie, e fu ad essi, ed accoltili di buona voglia,
allevato alla corte di Clotario II. fu fabbricata per opera di tutti una
Percorsi gli studi letterari, ed acqui- piccola chiesa, ove attendere al ser-
statasi molta fama, divenne teso- vizio di Dio nella penitenza, e nella
riere del regio erario. Vivea in contemplazione. Dei due morì il
corte come fosse in un chiostro, primo san Baronzio, comechè non
ed il tempo che non era occu- molto sopravvivesse san Desiderio.
pato nelle cure dell'impiego, lo Ambidue lasciarono una santa me-
cousagrava all'orazione, alla sagra moria, e furono da Dio onorati
lettura, ed alla meditazione della del dono dei miracoli. S. Deside-
divina legge. Ebbe a fratello Ru- rio è venerato con solenne ricor-
stico, il quale era vescovo di Ca- danza dalla chiesa di Pistoia a' dì
hors; morto questo, fu egli eletto 27 di marzo.
,

DES DES 2$7


DESIDERIO di Benevento, Car- di despota , abbiamo una notizia
dinale. V. Vittore III Papa. erudita ed esatta di Giovanni La-
DESIDERIO, Cardinale. Deside- scaris, indirizzata al Cardinal di A-
rio prete Cardinale, registrato dal ragona, e riportata dal Macri, nel-
Cardella tra i Cardinali di Nicolò la Notizia dei vocaboli ecclesiastici ',

II del io58, deve essere il prece- alla voce Despotes. Sotto tale ap-
dente, il cpiale fatto da s. Leone pellazione anticamente era denota-
IX diacono Cardinale, fu passato to il padrone o signore. In segui-
all'ordine presbiterale da Nicolò II. to venne nella Grecia significata
DESIDERIO, Cardinale. Deside- una dignità eguale alla regia, e pros-
rio prete Cardinale è registrato dal sima alla imperiale, perchè appena
Cardella fra i Cardinali di Urbano alcuno n'era investito, godeva di
II, ma trovandosi ad sottoscritto maggiori onorificenze dei grandi, e
una bolla riguardante Landolfo prin- compariva in pubblico con apparato
cipe di Benevento, emanata da Gre- e corteggio tale, cb'era interdetto a
gorio VII del 1078, ove trovasi tutti gli altri principi inferiori alla
sottoscritto col titolo di s. Prasse- dignità dei despoti. Di tal nome e
de, probabilmente sarà stato fatto delle analoghe insegne solevano fre-
da lui Cardinale. giarsi i figli d'imperatori, e, secon-
DESIDERIO, Cardinale. Deside- do il beneplacito imperiale, anche
rio del titolo di s. Prassede, creato alcuni principi esteri, che avessero
da Pasquale II, Papa eletto nel 1099, seco loro contratto alleanza, od af-
soscrisse una bolla dell'anzidetto Pon- finità, perchè gli altri principi ed
tefice a favore dell'abbate di Lei- inferiori nel parlare al despota u-
cteur nella Guascogna. Egualmen- savano una somma riverenza . e
te soscrisse una bolla spedita dal persino l'espressione quasi equiva-
Laterano da Calisto II, a vantaggio lente nel linguaggio osservato co-
J
de vescovi della Corsica. Sebbene gl'imperatori, e coi re,dicendo ab
per qualcbe tempo abbia aderito impero tuo, tuo regno ec. Alla mo-
allo scisma di Pierleone, ossia Ana- glie del despota davasi un nome,
cleto II, antipapa, tuttavia ravve- che indicava la dignità imperiale,
dutosi, mori nel grembo della cat- ed alla moglie dell' imperatore un
tolicaunità. E da notarsi cbe a- altro esprimente la dignità di des-
vendo questo Cardinale invitato Ge- pota.
lasio II alla festa della sua titolare DESPREZ DEL PRATO, o DE
a'2i luglio 1 1 18 per cantarvi so- PRETIS Pietro, Cardinale. Pie-
lennemente la messa, fu allora che tro Desprez nacque in Montpesat
i faziosi seguaci impe- del partito diocesi di Cabors, fu prima vescovo
riale, sacrilegamente maltrattarono di Riez, e poscia eletto arcivescovo
il Papa, il quale si vide costretto d' Aix , indi venne creato prete
a fuggire da Roma. Cardinale di Pudenziana. La sua
s.

DESPOTA, o DESPOTO. Di- promozione fu fatta da Giovanni


gnità ragguardevole, principesca, XXII, nel i320 ai 20 dicembre.
e reale nell'i mperial corte greca di Morì decrepito di peste in Avigno-
Costantinopoli, e talvolta signore di ne l'anno i36i. Sostenne la cari-
alcuna provincia del medesimo gre- ca di vice-cancelliere di santa Chie-
co impero. Della dignità, e nome sa, nel i323 era stato fatto vesco-
VOL. XIX. '7
1,

2 hS des DES
vo suburbicario di Palestrina, ed dove venne con sommo
ricevuto
incaricato dal Papa di ricevere le giubilo. Nel 1791 venne fatto ve-
accuse contro Bernardo di Artigia scovo d' Orihuela, ed ebbe lode di
cantore della chiesa di Poitiers vigilante, ed amorevole pastore, e
che avea cospirato contro la sagra il titolo di padre de'poveri, per la
persona di Giovanni XXII. Da generosità con cui li soccorreva.
Benedetto XII venne trascelto con Indi fu traslatato all'arcivescovato
altri Cardinali per assistere alla for- di Valenza, donde nel 1795 passò
mazione de' nuovi statuti pei frati a quello di Siviglia, che allora ren-
minori; e da Innocenzo VI fu fat- deva quattrocentomila scudi, col
to arbitro della lite tra gli abbati peso però del mantenimento sì del
di Clugny, e di s. Sequano. Nel semi nario, che dell'ospedale de' vecchi
i342 fu inviato legato a Parigi col ede'projetti,come anche di tenere no-
Cardinal di Ceccano, per la tregua vantacinque persone di servigio. Suc-
Fon-
tra la Francia, e l'Inghilterra. cessivamente venne decorato di di-
dò Avignone un collegio, ed una
in versi Ordini illustri, cioè del toso-
chiesa con suo chiostro in onore ne d'oro, e della ss. Concezione :

di s. Pietro, con rendite sufficienti fu pure consigliere di Carlo III.


per mantenervi un capitolo di ca- In seguito vedendo, che l'arcive-
nonici, per la celebrazione de' divi- scovato di Siviglia si voleva confe-
ni uffici. La collezione delle decre- rire all'infante di Spagna d. Lui-
tali di Gio. Ganfredi fu a lui de- gi, venendogli assegnata sulla men-
dicata. Questo esimio Cardinale la- sa arcivescovile l'annua pensione
sciò in morte alcune sagre suppel- di quaranta mila scudi, rinunziò
lettili alla sua antica chiesa diRiez. la sede. Fu allora che ritornato in
DESPUIG-Y-DAMETO Antonio, Roma, Pio VI lo fece patriarca di An-
Cardinale. Antonio Despuig-y-Dame- tiochia in partibus; ma invasa Ro-
to nacque da nobile famiglia in ma dai francesi, e portato Pio VI
Palma nell' isola Majorca, ai 3 prigione, il Dameto ripatriò, tras-
marzo dell'anno 174^. Da giovi- mettendo al Pontefice nel suo esi-

netto mostrò sempre inclinazione lio più migliaia di scudi mensili a


per lo stato ecclesiastico, per cui di lui soccorso, per cui dovette
fece tutti gli analoghi studi con indebitar la famiglia, che in segui-
prospero successo, e fu autore di to liberò col pagamento. Adunato-
una carta geografica di tutta l'iso- si per morte di Pio VI in Vene-
la Balearica di Majorica, che pub- zia il sagro Collegio per l'elezione
blicò. Indi fece un viaggio in Mes- del successore, il Dameto si recò
sina, ove molto si prestò a favore al conclave in quella città qual
di alcuni danneggiati dal noto or- ambasciatore di Spagna. Indi co-
ribile terremoto, salvandoli anche me patriarca , e come vescovo assi-

da sicura morte. Recatosi in Ro- stente al soglio, assistette pel primo


ma nel pontificato di Pio VI qua- in Venezia alla solenne funzione della
le uditore di rota della Spagna, coronazione di Pio VII. Questi di
ivi fu promotore della causa di poij nel concistoro che tenne in Ro-
beatificazione della beata Caterina ma agli 11 luglio i8o3, lo creò
Tomas majorichina, e ne volle por- Cardinale dell'ordine dei preti, e
tare il breve apostolico in patria, quindi gli conferì il titolo di s.
,

PES DET ?.5


9
Calisto. Successivamente Io annove- collegio romano, donde nel dicem-
rò alle congregazioni cardinalizie dei bre fu deportato a Parigi nel
vescovi, e regolari, del concilio, del- più crudo inverno. Visse ivi ri-

la disciplina regolare, e dell'indice, tirato, non intervenendo a corte


come ancora lo fece suo provicario che di rado alla messa dell' impe-
diRoma, ed arciprete della basilica ratore Napoleone, ove andavano
di s. Maria Maggiore. Fu protettore tutti gli altri Cardinali rilegati in
del sagro militare Ordine gerosolimi- quella capitale. Non assistè al fa-
tano, di vari monisteri di monache, moso concilio tenuto nella catte-
della congregazione del Bambin Ge- drale, né al matrimonio dell' impe-
sù della città di Rieti, della ven. ratore, e successivo battesimo del
arci confraternita di s. Maria della figlio.Finalmente, avendo ottenu-
Neve di Roma , del conservatorio to dall' imperatore a mezzo del
delle convertite di Foligno , della Cardinal Fesch, di ritirarsi a Luc-
terra di Collescipoli ec. Nell'invasio- ca pe' suoi incomodi ed epilessia,
ne, che fecero gì' imperiali francesi dopo pochi mesi che vi stava
dello stato Pontificio, soggiacque, giunto all'età di sessantanove anni
come tutti gli altri membri del circa, mori piamente in Lucca a'2
sagro Collegio, a penosa deportazio- maggio 1 8 1 3, e con decorose esequie
ne, dopo essere stato rinchiuso con venne esposto e sepolto in quella
Pio VII ed altri Cardinali nel pa- metropolitana con cassa di piom-
lazzo Quirinale, ove esercitavasi bo avanti 1' altare del santissimo
in pratiche di pietà nella chiesuola Sagramento. I suoi precordi furono
della guardia svizzera. Nella notte, portati nella sua patria, come egli
in cui il palazzo fu scalato dai ne- avea disposto, cioè il suo cuore,
mici, e da genie iniqua, riuscì al che venne collocato nella propria
Cardinale di penetrare nelle stan- cappella dedicata all' Immacolata
ze del Papa, il quale in vederlo Concezione. I lucchesi furono testi-
gli disse: Eminenza, ci siamo.
» moni delle preclare virtù di que-
» Rispose Cardinale Vostra San-
il : sto Cardinale, come lo furono i
>> tità non ha bisogno che io le romani, e tutti quelli che il conob-
j' ricordi che oggi è l'ottava dei bero. Amante delle antichità, fece
» ss. apostoli Pietro e Paolo e , ubertosi scavi alla Riccia, dove tra
» che tutto il mondo attende dal- le altre cose rinvenne un celebre
» la Santità Vostra un esempio busto di Giulio Cesare. La sua
s> di coraggio e di pazienza; cui memoria rimarrà in benedizione,
» soggiunse Pio VII : Vostra Emi- per le belle doti di cui andò a-
si nenza ha ragione ". Dipoi il ge- dorno.
neral Radet, intimando al Pontefice DETI o DETO Giambattista,
la partenza il Cardinale nell'ac-
, Cardinale. Giambattista Deli , o
compagnar alla carrozza Pio VII Deto, nacque nell' anno 1577 da
col Cardinal Pacca, che dovea par- famiglia patrizia di Firenze, dalla
tire col Papa, domandò la ponti- quale era uscita la madre di Cle-
fìcia benedizione, assoluzione, e gra- mente Vili per nome Lisa. Chia-
zie spirituali ; atto che fu poi rap- mato a Roma da Clemente Vili,
presentalo in rame. Per alcuni me- nella età d'anni diciassette soltan-
si il Cardinale venne rilegato nel to, nella quarta promozione fatta
s»6o DET DET
da quel Pontefice a' 3 marzo 1^99 fu no mattoni, o di pietra. Ila una
di
creato Cardinale, indi venne decorato chiesa principale cattolica, ed una
del titolo diaconale Cardinalizio di protestante, una casa penitenziaria,
sant'Adriano. Ma quelle speranze, che ed una casa di riunione: ha an-
aveano determinato il buon Papa a cora dei mercati, un arsenale mi-
tale immatura promozione, vennero litare, un deposito di artiglieria,
ben tosto deluse dalla scostumata magazzini del governo, e nume-
condotta del giovine Cardinale. Ado- rose e belle caserme. Il forte Shel-
prò ogni mezzo, è vero, il Pontefice by la difende. I pubblici stabili-
per ridurlo al buon sentiero, ma menti sono: la banca del Michigan,
lo fece sempre indarno; anzi non un liceo, una società di agricol-
ebbero fine i di lui disordini, se tura, una di artigiani, una società
non quando affievolite le membra biblica,ed una società detta delle
da terribile malattia, divenne qua- scuole della domenica. Questa città,
si stupido ed incapace a sostenere avendo una comunicazione diretta,
gì' incarichi del suo officio ; pure mediante grandi laghi, col s. Lo-
successivamente nel 1629, non sen- renzo, fa un commercio importante
za ripugnanza di Urbano Vili, fu con gli stati di Ohio, di Pensilva-
promosso al vescovato di Ostia. In nia, e di Nuova-Yorck, e coi porti
assenza del Cardinale Pietro A!do- militari stabiliti sul lago superiore.
brandini, nipote di Clemente Vili, Detroit occupa il luogo di un
supplì alla carica di camerlengo, villaggio indiano, che fu visitato
ma poco di Nel i63o
più ei visse. nel 1620 da' missionari francesi.
in età di cinquantatre anni
morì, Circa sessanta anni dopo vi fu in-
essendo anche divenuto decano del nalzato il forte di Pontcnartrain,
sagro Collegio dopo essere interve- ove gì' indiani del nord, e dell'o-
nuto ai conclavi di quattro Ponte- vest venivano a cangiare le pellic-

fici. E sepolto nella chiesa di s. cerie contro articoli di fabbriche


Maria sopra Minerva, nella sontuo- europee. Dopo la presa di Quebech,
sa cappella Aldobrandini ove è un nel 1769, questa città cadde in
bel monumento di Lisa Deti ; cap- potere degl' inglesi, che vi furono
pella che il Cardinale istituì erede poscia assediati per un anno intero
delle sue facoltà, non si ma lasciò dagl'indiani confederati ; però gli

ivi alcuna funebre memoria. inglesi la conservarono sino al 179?,


DETROIT (Detroiten.). Città con epoca in cui fu ceduta agli stati-

residenza vescovile nel Michigan, uniti, e nel i8o5 un atto del con-
negli stati uniti di America, capo- gresso vi fissò la sede del governo
luogo del territorio di Michigan, e del territorio in cui trovasi. Ridot-
della contea di Wayne, sulla riva ta in cenere nell'istesso anno, rice-
destra del fiume del suo nome, vette una seconda carta d'incor-
presso i laghi di santa Chiara, e porazione nel 1 8 1 5.
di Eriè. Questa città dell'America La sede vescovile fu eretta in
settentrionale è costrutta sopra un Detroit dal regnante Pontefice Gre-
piano regolare: le strade sono lar- gorio XVI nell'anno 1 833, che la
ghe, e dritte, ma le case per la dichiarò suffraganea di Baltimore,
maggior parte sono di legno, mentre ed agli 8 marzo di detto anno con
quasi tutti gli edifizii pubblici so- decreto -della sagra congregazione
,

DEU DEU 261


di Propaganda fide, vi nominò in za le corroborava. In capo alla set-
primo vescovo monsignor Federico timana egli divideva coi poveri
Reze, nato nella diocesi di Hild.es- quanto gli sopravvanzava, e tale si-
heirn nel 1797; quindi lasciando stema di vita continuò fino alla
a questo il titolo, diede 1 ammini- sua morte.
strazione della diocesi, colla quali- DEUS IN ADJUTORIUM MEUM IN-

fica di coadiutore, ed amministra- TENDE. Versetto, che dicesi innanzi


tore apostolico, a monsignor Pietro- ad ogni ora canonica, con cui si
Paolo Le Fé vere, che inoltre a'^3 chiama Dio a venire in proprio soc-
luglio 1841 fece vescovo di Zela, o corso , dicendosi col responsorio
Zelano in partibus. Tutto lo stato Domine ad adjuvandum me festi-
dell'Ohio, ed il territorio di Wis- na, Signore affrettati a darmi aiu-
consin od Ovisconsin formano que- to. V Ore canoniche, Vespero, ec.
.

sta diocesi che ha trentasei fra


, Bauldry, Manuale sacrarum cac-
chiese, cappelle, e venticinque sta- rem. p. quinta, ex secundo libro,
zioni. La cattedrale di Detroit è de vesperis, ec, e Gavanto colle
dedicata a Dio, sotto l'invocazione addizioni del Merati, Compendio
di s. Anna: i tedeschi vi hanno delle cerini, eccl., massime la sezio-
le chiese dedicate alla Ss. Trinità, ne decima, delle cerimonie nella
ed all' Assunzione di Maria Vergi- recita delle ore canoniche. Quan-
ne. Nel 1840 la diocesi contava do si dice il Deus in adjutorium,
diciannove preti, e le sue istituzioni ec. si usa il segno della croce, se-
noveravansi come appresso. I. Uni- gnandosi colla mano estesa la fron-
versità di s. Filippo vicino a De- te, il petto, la spalla sinistra, e la
troit. II. Scuole esterne presso la destra. Pompeo Sarnelli, Lettere ec-
cattedrale di Detroit pel francese, clesiastiche, tomo IV, lettera VII,
inglese, e tedesco,che sono, oltre le n. 7, spiega come appresso questo
selvaggie, le lingue che si parlano versetto. Il Novaes, t. I, p. 238, di-

nel paese. III. Scuole pei selvaggi, ce che il Papa s. Gregorio I, nel
a s. Giuseppe, Grande Riviere , VI secolo, introdusse nel princi-
Arbre Croche, Green Bay, e Lit- pio delle ore canoniche il Deus in
tle Shoot Cockalin. In sostanza so- adjutorium, col Gloria Patri, etc.
no dieci le scuole in varie parti (Pedi). .Nella vita di Lutugarda s.

della diocesi, oltre cinque associa- si legge, che non in-


bench' essa
zioni di carità. Al presente la po- tendesse 1' idioma latino, nondime-
polazione cattolica ammonta a più no si accorgeva, che nel recitare il

di duecento quarantatre mila, tre- versetto: Deus


adjutorium menni in
cento dodici abitanti. intende, fuggivano demoni, e co- i

DEUSDEDIT. V. Adeodato. nosceva perciò quanto efficaci fos-


DEUSDED1T (s.). Dal martiro- sero quelle divine parole, sebbene
logio romano, nonché dal gran Pon- al dire del biografo, chi le pro-
tefice s. Gregorio 1 del 5o,o ci viene nunzia, forse non del tutto le inten-
riferito, che questo santo dal solo la- da. Ed è perciò, che la Chiesa le ha
voro della terra ritraeva il suo gior- introdotte in principio di tutte le
naliero alimento. Una continua o- ore canoniche, meno in alcuni tem-

razioue accompagnava tutte le sue pi, secondo i riti. Quindi l'abbate


azioni, ed uno spirito di peniten- Isaac nella Collezione io di Cas-
.

262 DEU DEL


siano cap. 9, ecco come ciò spie- Gastone conte di Foix,
insorte tra
ga: Hic namque versiculus recipit Giovanni conle di Armagnac, e Ge-
omnes affeclus. Habet siquidem raldo visconte di Fesensagnelli. Cir-
adversus discrimina universa iiwo- ca quel tempo intervenne ad un
calionem Dei: habet humilitalem piae concilio celebrato nel monistero di
confessioni? suae fragilitalis
- ha- : s. Ruffo, diocesiAvignone, ove di
bet sollicitudinis, ac timoris perpe- a'18 dicembre 1 337 ° J 338 fu
tui vigilantiaiii : habet conftdenliam promosso da Benedetto Xll al Car-
praesenlis semper, adstaulisque au- dinalato , col titolo di s. Marco
xdii: anwris ,
luibet et charitatis Indi da Clemente VI ebbe l'uffi-

ardorem. Concili ude il dotto ve- cio di vicecancelliere della santa


scovo Sarnelli, che, essendo grande Romana Chiesa. Qui però non eb-
la nostra miseria, è tanto necessa- bero fine le sue gloriose fatiche.
rio l'aiuto della grazia divina, che Il Pontefice lo spedi all'università
l'uomo non può avere da sé né di Montpellier,dove ottenne di met-
un desiderio buono, né un pensie- ter pace negli animi esacerbati, nel-
ro a Dio grato ; laonde non pos- la qual cosa non avea potuto riuscir
siamo rettamente orare senza spe- per lo innanzi il Cardinal Curii. Cle-
ciale aiuto di Dio. Ed é perciò, che mente VI poi, nel i343, conferi-
a lui domandiamo aiuto, affinché in togli il vescovado di Sabina, volle
dire le laudi che seguono, illumini eh' egli fosse mediatore tra il re di
1 intelletto, accenda la volontà, ac- Aragona, e quello delle isole Ba-
compagni la memoria, sicché in tut- leari , i quali s'erano fortemente
to il tempo di questa lode, si por- inimicali. Venuto a capo del sospi-
lino a lui le parole, i pensieri, gli rato fine, ebbe la nomina di vica-
alletti, e i desideri : Domine, labia rio apostolico di tutto lo stato ec-
ìnea aperies: Et os menni annua- clesiastico. Ciò fece Clemente VI
liabil laudani Inani. Aperi3 Domi- nel 1 34-6, per mantenere a mezzo
ne, os menni, eie. di lui, e principalmente in Roma,
D'EUXO DEUCIO Bertrando, i sudditi dovere verso
nel loro
Cardinale. Bertrando d Euxo Deu- il Papa dimorante in Avignone.
cio , nato in Blandiaeo, diocesi di Cominciato il nuovo suo ministe-
Uzes, uomo nobile di condizione, ro, stabili una confederazione di
provato nel costume e profondo nel due anni tra i baroni romani,
sapere, fu dapprima preposto, quindi ch'erano tra lor discordanti pel-

da Giovanni XXII fu fatto arcive- le fazioni de' guelfi e ghibellini.


scovo di Embrum. Sostenne la nun- Questa fu stipulala con grande so-
ziatura presso Francesco Dandolo, lennità nella chiesa di Araceli alla
doge di Venezia, Roberto re di e Sici- presenza del clero e popolo roma-
lia, la quale avea per oggetto l'a- no. Dovette ancora ingerirsi negli
nimare que' principi contro i rapi- affari del re Andrea di Napoli, e
di progressi de' turchi. Si maneg» istituire il processo contro a' fau-
giò poscia col medesimo carattere tori della morte di quel sovrano ;
per condurre i bolognesi alla de- ma non avendo potuto venire al
vozione della Chiesa. In qualità di meditato scopo, si ritirò in Bene-
nunzio recossi ancora a Tarba nella vento, e là pacificò Lodovico re di
Guascogna per compone le quislioni Ungheria, fieramente concitalo con-
,,

DEV DEV 263


Irò il regno di Napoli per l'uccisio- seppellirsi nella chiesa di s. Cate-
ne del re , di cui era fratello; indi rina di Siena a strada Giulia, con-
stabilì nel i 348 un inquisitore del- forme egli medesimo avea disposto.
la fede nell'anzidetta città. Nel i 353, DEVENTER. Città vescovile dei
pubblicò alcune costituzioni per la Paesi Bassi, della provincia di Over-
riforma della disciplina nella chiesa Yssel, nel regno di Olanda. Deven-
di Rutena, di cui era stato depu- ter, o Devanter, Davenlria, antica-
tato visitatore. Fu preposto della mente fu chiamata Devonturum.
chiesa di Liegi ; fondò in Avigno- E capo luogo del circondario di
ne la chiesa di s. Desiderio, e vol- Tivente, e di cantone, ed è po-
le nel suo testamento che fossero sta sulla riva destra dell' Yssel, che
divisi i suoi beni a' canonici che , si passa sopra un ponte volante,
si dovevano in quella istituire. Vi al confluente dello Schipbeek , il

eresse pure un monistero per li quale attraversa una parte della


certosini. Ma fu in quella città, che città. Questa è piuttosto grande
la morte lo rapì al bene di molti, assai bene fortificata, e residenza
ed utilità della Chiesa. Spirò
alla d' un comandante di piazza di ter-
nel i355, ed ebbe sepolcro nella za classe. Ha una corte di assise
chiesa da lui fabbricata. un tribunale di prima
una istanza,
DEVASE. V. Derbe. società di agricoltura,una di pub-
DE-VECCHIS Bernardino, Car- blica beneficenza, ed un ateneo ri-
dinale. Bernardino De-Vecchis, no- nomato. Sono degni di osservazio-
bile di Siena, nacque nel dì 28 ne il palazzo della città, la catte-
giugno 1699. Abbracciato lo stato drale, e la bella passeggiata, fian-
ecclesiastico, si condusse in Roma, cheggiata di che trovasi al di
tigli,

ove dedicossi al servigio della san- là dal fiume. Esteso è il suo com-
ta Sede. Entrò in prelatura, e per mercio. Deventer si gloria di molti
le sue qualità fu degno di essere uomini illustri, e manda sette mem-
nominato a varie cariche prelati- bri agli stati della provincia. Fu
zie, e per ultimo a chierico di ca- patria di Gronovio, Deventer, Ev-
mera. Divenuto decano di sì ris- rardo Bron-chorst ec. I suoi dintor-
pettabile collegio, colla carica di ni sono fertili, ed ameni essen- ,

prefetto dell' annona, Pio Vi nella do le rive dell' Yssel fornite tutte
prima promozione, che fece a' 24 di belle case di campagna. Deven-
aprile1775 di due soli Cardinali, ter fu anticamente città libera, im-
lo creò Cardinale dell'ordine dei periale, e della lega anseatica. Po-
diaconi, e poscia gli conferì per scia fece parie delle diciassette pro-
diaconia la chiesa di s. Cesareo. vincie unite, che dal dominio del
Poco godette il cardinalato, dappoi- regno di Borgogna passarono sotto
ché morì in Roma a' 24 dicembre quello di Massimiliano I, e poi del
dello stesso anno 17 7 5, avendo sel- suo figlio Carlo V, dal quale 1' e-
tanlasetle anni non compiti. 11 suo redilò il figlio di questo Filippo 11,
cadavere colle solite cerimonie fu re Spagna. Ribellatisi a lui i
di
esposto nella chiesa di s. Marcello Paesi-Bassi, Devenler dipoi cadde
de' pp. serviti, ove gli furono cele- per tradimento in potere degli spa-
brale le esequie. Quindi la sua glinoli nel 1589, ai quali però fu
salma privatameute fu portala a tolta dagli olandesi nel 1591. In-
264 DEZ DEZ
di nel 1672 fu presa senza grande glia nella città di Toro nella vec-
resistenza dai francesi in favore del chia Castiglia l'anno i52o, e per-
vescovo di Munster, le cui truppe corsi gli studii in Salamanca , fu
la presidiarono sino all'anno 1674. creato vicario generale dell'arcive-
Nel 181 3 resistette ai russi, ed ai scovo di Compostella. Carlo V so-
prussiani uniti. vrano di Spagna, conosciuto il som-
11 vangelo fu annunziato nella mo ingegno eia singolare saviezza di
provincia di Over-Yssel, da s. Leb- lui, lo destinò uditore del senato Pin-
%vino patrono di Deventer, insieme ciano in Vagliadolid. Compiutoque-
a Marcellino, discepolo di s. Villi- sto incarico, Paolo IV lo fece arci-
brordo. Lebwino converti un
S. diacono di Calatrava nella chiesa di
gran numero d' idolatri, e fabbricò Toledo, uditore del supremo consi-
una cappella sulla riva occidentale glio dell inquisizione, e commissario
del fiume a Hiulpe, una lega cir- della crociata. Filippo li lo elesse
ca lungi da Deventer, verso l'anno presidente del regno di Granata, nel
772. Assaliti dipoi i sassoni da Car- quale difficilissimo offizio ed assai sca-

lo Magno, incominciarono a perse- broso per le insidie e rivolte dei


guitare i cristiani, e giunti a De- mori potenti in quel paese, così glo-
venter, bruciarono la cbiesa, cbe il riosamente si condusse, che Gio-
santo aveva fatto costruire. Egli vanni d'Austria fratello naturale del
moiù in sul finire dell' ottavo se- re, ivi spedito per soccorrere i citta-

colo, e fu sepolto nella chiesa di dini contro de'morijlo dichiarò vicario


Deventer. Bertulfo XX vescovo di regio colla generale sopraiutendén-
Utrecht fondò una chiesa colle-
vi za dell'esercito, e tutti ad una voce
giata onore del medesimo. Nel
in i granatesi lo acclamarono padre
i55o, il Pontefice Paolo IV, perle della religione. Filippo II, per com-
istanze di Filippo II, eresse in De- pensare tanti meriti, oltre al no-
venter la sede vescovile, dichiaran- minarlo presidente del concilio di
dola suffraga nea della metropolita- Vagliadolid, fece istanza alla santa
na d' Utrecht, nel territorio di ven- Sede perchè fosse creato Cardinale.
ticinque terre, per sessantadue mi- Ottenne quella dignità da Grego-
glia di lunghezza, e quarantasei di rio XIII a' 2 febbraio 1^78, col
1

larghezza, assegnandole tre mila titolo di s. Prisca. Recatosi quin-


ducati d' oro dalle decime, e mille di a Roma, nel 1090, incominciò la
e cinquecento dal medesimo sovra- fabbrica di un magnifico palazzo, che
no , a cui attribuì la nomina del poscia fu acquistato dal Papa Pao-
vescovo. Ma dopo essersi i Paesi lo V per la famiglia Borghese, dal-
Bassi ribellati a Filippo li, nel pon- la quale venne in seguito sontuo-
tificato di Gregorio XIV , e nel mente condotto a termine. Cle-
i5gi gli olandesi soppressero il mente Vili lo dichiarò protettore
vescovato, siccome seguaci delle ri- de' regni di Spagna presso la santa
forme di Calvino, e Lutero. Dello Sede, e lo ascrisse alla congregazio-
stato delle missioni cattoliche delle ne del s. offizio. A Roma sembra
regioni olandesi, si tratta all' artico- che non siasi del tutto conciliata
lo Olanda [Fedi). la stima del popolo, per una non
DEZ A Pietro, Cardinale. Pietro lieve tenacità nello spendere; tut-
Deza nacque di principesca fami- tavia dicono gli storici, che egli fosse
DIA DIA 2 65
liberale co' poveri. Era devotissimo nella predicazione. Quindi i sud-
a Maria, ed ottenne da Sisto V il diaconi facevano le collette, e i

privilegio alla diocesi di Cuenca di diaconi n'erano i depositari, e gli


celebrare annualmente la festa del amministratori, sovvenendo ai bi-
ss. Nome della gran Vergine, so- sogni dei fedeli, e degli ecclesia-
lennità che Innocenzo XI estese a stici. Ma dell'origine de'diaconi,
tutta la Chiesa. Compianto dai po- della loro elezione, ed ordinazio-
veri, cessò di -vivere in Roma nell'età ne, si tratta all' articolo Diacono
a'27 agosto 1600, nel
di ottant'anni, (Fedi).
quale anno Clemente Vili lo avea I protestanti pretesero che il dia-

creato vescovo suburbicario di Al- conato nella sua origine fosse un


bano. Fu prima sepolto nella chie- ministero profano, che si restrin-
sa di s. Lorenzo in Lucina, ma di- gesse a servire alle mense delle A-
poi la di lui salma fu trasferita in gapi (Fedi), e ad aver cura dei
I spagna. Da Francesco Cabrerà de poveri, delle vedove, e della distri-
Morales ha l' Orazione funebre
si buzione delle limosine. Molti liturgi-
del Cardinal Deza, fatta al sagro ci,ed i teologi cattolici però sosten-
Collegio, la quale fu stampata in gono, che sino dalla sua origine il
latino, e spagnuolo nello stesso an- diaconato fu un sagramento. 11 Pe-
no 1600. tavio, Eccl. Hierarc. lib. 3, cap.
DIACONATO. Ordine ed uffizio 1 ; ed il Cress. 1. I Myslàg. cap.
del Diacono (Fedi), ordine ecclesia- 29, dicono ancor essi che non vi
stico, secondo degli ordini sagri
il ha dubbio essere il diaconato un
maggiori. 11 diaconato, per cagione ordine sagro , istituito da Gesù
intrinseca ed estrinseca, è molto su- Cristo. La Scrittura sagra , e gli
blime nella Chiesa, ed il nobile mini- sci itti dei discepoli, e degli apo-
stero de' diaconi è assai congiunto a stoli non permettono di dubitare,
quello de' sacerdoti, in modo da che i diaconi non fossero stati isti-
non dubitarsi essere questo un fregio tuiti per assistere i preti nella
dell'ordine gerarchico. Neh" ordina- consagrazione dell'Eucaristia. San-
zione de' diaconi, che si fa per la to Ignazio d' Antiochia chiamò sa-
imposizione delle mani, si dà lo gri i diaconi per l' offizio, che a-
Spirito Santo, con quelle parole: vevano di ministrare il sangue di
Accipe Spiritimi Sancitati ; e nella Cristo, e servire al sacerdote nei
orazione, la quale sopra di essi si sagri ministeri : da ciò proviene che
recita, dicesi Emilie in eos, quae-
: la continenza è ai diaconi ingiun-
sumus Domine, Spirilum Sanctum, ta per maggior purità. L' età pel
quo in opus ministerii lui fideliler suddiaconato è prescritta dalla Chie-
exequendi septiformis graliae tuae sa a ventuno anni finiti, a venti-
miniere roborentur. Avendo la pre- due compiti pel diaconato, ed a ven-
dicazione del principe degli aposto- tiquattro anni pel sacerdozio.
li s. Pietro aumentato grandemente Egli è poi fuor di dubbio, essere
il numero de' fedeli, gli apostoli sles- il diaconato dell' ordine gerarchico,
si scelsero sette uomini pieni dello così subordinato, e congiunto al
spirilo di Dio, e fu dato loro il ministrare il corpo di Cristo, non
nome di diaconi, cioè ministri, per alle mense solatuenle, che, come si
aver cura de' poveri, ed ajutarli esprime il Bellarmino, de Cler. e.
266 DIA DIA
il, e i3, nelle funzioni litur- donavano l'ordine sacerdotale senza
giche del sagri fizio, egli è pura' esercitarlo per discendere all'officio
mente necessario, essendovi ne'dia- di diacono, confondendo gli ordini
coni il fondamento di tutte le fun- ecclesiastici. Così è spiegato il ca-
zioni sacerdotali, eccettuato il con- none da Emmanuele Caleca nel
sagrare corpo di Cristo, come
il lib. 4> ca P- 2 ' > contro i moderni
ricavasi dal canone 38 del conci- greci, i quali pretendono riprende-
lio di Cartagine. Quivi il diacono re i latini, perchè permettono che
eziandio in presenza del sacerdote, i sacerdoti facciano l' offizio di dia-
dispensava l' Eucaristia di propria coni nella messa solenne. Imperoc-
autorità non delegata, e predicava il ché i sacerdoti latini, o prima o
vangelo, come ministro a ciò destina- dopo cantano o l'epi- il vangelo,
to, comagrato. Per lo che quan-
e stola nellamessa solenne, ciò che
tunque pure il suddiaconato sia or- pur dicono nella messa piana. Co-
dine sagro, con tutto ciò è cosa sì un greco combattè la calunnia
chiara, clie questo nel ministero è degli altri greci.
molto inferiore al diaconato, e da JNella dissertazione storico-teolo-
ciò deducono i teologi più cele- gica , delle oblazioni, del teatino
bri la ragione perchè nel Colle- Francesco Bcrlendi, a p. i5r, si
gio de' Cardinali non si ritrovano spiega perchè si legga in alcun an-
suddiaconi. Presso i greci ai sacer- tico monumento essere i diaconi
doti, e diaconi si conferisce l'ordi- per lo più stati ordinati in minor
ne, dentro il santuario, ed agli al- numero de'preli. Però egli è certo,
tri fuori di esso. Simone Tessalo- che ne' primi secoli della Chiesa
nicense, de sacr. Ordi/i., chiama la essendovi un solo altare, per ce-
ordinazione del sacerdote, e del lebrare il sagrifizio, così non si

diacono Eximiam ; ed il Cellozio, ordinava che un solo prete per


esaminando l'epistola di s. Cipria- celebrarlo Tuttavolta osserva il
.

no, osserva nel diacono il ministero lodato autore, che allora i diaco-
di riconciliare, e di liberare dalla ni fossero ordinati in maggior nu-
scomunica. Certo è, che venerabile mero di quello, che si registra nel
è stato sino dalla nascente Chiesa, libro Pontificale, e richiedevano i

questo nome di diacono ordine ec- loro titoli, non potendosi in quei
clesiastico, del cui ollizio, e prero- tempi del cristianesimo ordinare
gative, e della diversa specie di dia- alcun prete, che non fosse stalo
coni, si parla al citato articolo Dia- prima diacono Siccome poi
titolare.
cono (Pedi), ed a Chierico, e Clero. i preti ivi notati superavano per lo
In quanto al canone ecclesiastico, più il numero de' diaconi, è neces-
che proibisce al sacerdote di eserci- sario certamente dedurre, che que-
tare l'ordine del diacono: Non o- sti fossero almeno di egual nume-
portet preshyteium in diaconi oidi- ro a'pieti, i quali si ordinavano, e
nem venire, esso non fu fatto con- che intanto mi-si registrassero in
tro i sacerdoti i quali fanno l' uf- nor numero, costumanza essendo
ficio di diacono nella messa solen- di notarsi per lo più quelli da
ne, ma contro coloro, che allettati cui restavano empiuti i titoli va-
dalle prerogative, di cui godevano cati delle Diaconie (Fedi), che in
gli arcidiaconi anticamente, abban- Pioma erano sette non computan-
DIA DIA 267
dosi le altre eccedenti un tal nu- suddicteonesse, dice, che le mogli
mero, cioè ne' primi secoli. La pra- di quelli, quali erano stati fatti ve-
i

tica poi di non ordinar prete al- scovi, talvolta si appellarono Epi-
cuno, che non avesse la propria scopae, o Vescovc, come Presbyle-
chiesa anche ne' secoli più recen- rae, o presbiteressej furono chiama-
ti, si trova comandata dal conci- te qualche volta dagli autori eccle-
lio di Troisli adunato 1' anno 909, siastici, le vecchie vedove in ri-
la qual disciplina rigorosamente si guardo all' età, come si ha dall'un-
osservava anche a'tempi di Urba- decime) canone del concilio laodi-
no II, eletto nel 1088. V. Ordine ceno. Però anch'esso aggiunge, che
e Patrimonio ecclesiastico. altre donne prendevano questo no-
DIACONESSA, Diaconissa. De- me, perchè, essendo ordinati ma- i

nominazione usata nella primitiva riti mogli vivevano sepa-


preti, le

Chiesa,, per signilìcare quelle donne ratamente celibi, come facevano le


che avevano nella Chiesa un oflìzio mogli di quelli creati vescovi. Dice
assai simile a quello de' Diaconi egli ancora, che delle diaconesse co-
(Vedi), facendo sempre voto di ca- me delle suddiaconesse, si fece
stità perpetua. Erano le diaconesse menzione nel secondo concilio di
quelle donne, alle quali la Chiesa Tours, in quello Antisiodorense,
affidava o de' pietosi offizi per sup- non che da s. Basilio, da s. Gre-
plire ai diaconi, o le destinava ad gorio, e da altri. In sostanza quel-
alcuni incarichi in servizio del sa- le donne, i mariti delle quali erano
gro tempio per ispiegarsi meglio. Il fatti sacerdoti o diaconi,
vescovi,
concilio Aurelianense II, nel cano- vivendo nel celibato, venivano o-
ne 16 , ed il concilio di Calcedo- norate del titolo della dignità dei
nia nel canone i4> scomunicano loro mariti, senza però avere alcun
quelle diaconesse, che dopo la loro posto nel clero, e solo godevano la
ordinazione, o benedizione pren- ,
prerogativa, che potevano essere or-
devano marito. In sostanza il nome dinate vere diaconesse, se ne ave-
di diaconessa era aggiunto a certe vano il solo nome per essere state
donne divote, consegrate al servigio mogli di diaconi, purché il meri-
della Chiesa, e che servivano alle tassero colla gravità de' costumi.
donne in ciò che i diaconi non po- Delle presbitere, o presbiteresse,
tevano per decenza. S. Gregorio che sono le mogli dei sacerdoti
Wazianzeno, nel tono. I, p. io35 greci, i quali tutti, eccettuati i mo-
delle sue Opere, dimostra che le naci, ne prendono una soltanto, e
mogli di quelli, ch'erano eletti ve- vergine, prima di ricevere il dia-
scovi o sacerdoti, si consacravano in conato, fece menzione s. Gregorio
appresso a Dio menando la vita I, Dialog. lib. 4) ca P- 2 ? ragionan-
casta, e servendo alla Chiesa nel do di Ursicino sacerdote. 11 Mura-
ministero di diaconesse, le quali, tori, toni. V Med. aevi col. 28,
come si ha dalle costituzioni apo- avverte, che sorelle si dicevano le
stoliche, tit. 6, e. 1 7, esser doveva- mogli dei sacerdoti, e dei diaconi,
no Virgo pudica, seu minus sai- dicendosi propriamente germana la
lem vidua, uni viro riupla. 11 Piaz- sorella di sangue, dappoiché non
za, parlando nella sua Gerarchia, più in qualità di mogli conviveva-
a pag. 716, delle diaconesse^ e no con essi. 11 Sarnelli, trattando
268 DIA DIA
al tomo IX delle sue Lett. eccl. è lo stesso che Senior. Mona- V .

lettera XIII, perche il sesso fem- che, e Certosine, le quali hanno


minile impedisce, il ricevimento del conservata 1' antica consagrazione
sacramento dell' ordine, discorre co- delle vergini, nella qual cerimonia
me appresso. ricevono dal vescovo la stola, il

Per ricevere gli ordini si richie- manipolo, 1' anello ec. , cantano la
de il sesso virile nell' uno, e nel- epistola, il vangelo ec. Delle sagre
1'
altro modo, sicché se alla donna insegne, e prerogative ecclesiastiche
si esibiscono tutte le cose che si delle Abbadesse [Fedi), si par-
fanno nell' ordinazione, non riceve la a quell' articolo, massime delle
l' ordine, perchè essendo il sagra- antiche abbadesse.
mento segno in quelle cose che si Sino adunque dai tempi aposto-
fanno, si richiede non solo la co- lici trovatisi nella Chiesa memorie di
sa, ma il significato della cosa. Sic- diaconesse addette al di lei servi-
come nell'estrema unzione si richie- gio. L'apostolo s. Paolo, nella sua
de, che 1' uomo sia infermo, affin- epistola ai P«.omani, ne fa menzio-
chè si denoti aver bisogno di dila- ne, dicendo loro: commendo vobis
zione, così non potendosi nel sesse Phoeben sororem nostrani, quae est
femminile significare qualche grado in ministerio Ecclesiae, quae est in
di eminenza, perchè la donna ha Cenchris ; etenim ipsa quoque a-
lo stato della soggezione, dicendo la stitit multis, et mihi ipsi; e nella
Genesi al cap. 3, 16: sub viri po- prima epistola al suo discepolo Ti-
testate eris, et ipse dorninabitur tui; e moteo, ne accenna persino la lor
s. Paolo i Cor. i4, v.34: Mulieres in condizione : Vulua eligatur non
Ecclesia taceant : non enim permit- minus sexaginta annorum quae
titur eis sed subditas esse,
loqui, fueril unius viri uxor, in operibus
sii ut et lex dicit: si quid aulem bonis testimonium habens, si filios

voluit discere, domi viros suos in- educavit, si hospitio recepit, si san-
terrogentj turpe est enim mulierem ctorum pedes lavil, si tribulatio-

loqui in Ecclesia : ne viene, che nem patientibus subministravit, si


la donna non può ricevere il sa- omne opus bonum subsecula est.
gramento dell' ordine. E sebbene Anche il Macri dice, che le diaco-
alcuni abbiano detto, che il sesso nesse dovevano essere mature di e-

virile è di necessità di precetto tà, vedove, o vergini attempate. S.


non di necessità del sagramento, Ignazio, epist. 12 ad Antioch., scris-

perchè ne' decreti d. 32, can. 19, se: saluto custodes sacrorum vesti-
mulieres , e nella dist. 88, cap. bulorum Diaconissas. Le chiamò
I, et j5, qu. I, e. 23 si palladi custodi de' sagri vestiboli, perchè
diaconessa, e presbiteressa, con lutto- uno de«li uffizi delle diaconesse era
ciò essenon ebbero mai ordini sagri. lo stare ad assistere alle porte del-

Finalmente nota ilSarnelli, che dia- le chiese,per quelle dov' entravano


conessa si dice la donna, la quale le donne, giacché queste non solo

partecipa del diacono, perchè legge avevano in chiesa un luogo sepa-


l'omelia nella chiesa, come fanno rato dagli uomini, ma entravano
le monache in coro quando recita- per porte diverse, uso che rigoro-
no il divino uffizio ; e presbytera samente seguivasi dai cristiani di
vuol dire vidua, perchè presbytera oriente.Laonde dovevano le diaeor
DIA D A ì 269
nesse vegliare affinchè le donne stes- no essere state vedove, ma poi si

sero nelle chiese colla debita divo- ammisero tra le diaconesse anche
zione. Plinio il giovane, in una delle vergini consagrate a Dio, ov-
delle sue lettere a Trajano, fa in- vero fra le vedove che avessero
tendere a questo principe, che avea fatto professione di pietà, e voto
messo alla tortura due diaconesse, di castità. Il detto concilio Niceno
cui egli appella ministrae, e ciò fe- mette le diaconesse tra i laici, ma
ce per iscoprire la condotta dei nel grado del clero, cioè delle per-
cristiani. S. Epifanio de fide, I. HI, sone, che servivano la chiesa. Però
V, ad Haeres. 79, che descrive gli la loro ordinazione non era sagra-
oftìzi delle diaconesse, dice eh' era- mentale, ma una cerimonia eccle-
no dal vescovo consagrate al Si- siastica. E siccome le diaconesse da
gnore colla imposizione delle mani, ciò presero occasione d' insuperbir-
accompagnata da certe orazioni. Il si, il Laodicea proibì,
concilio di

p. Lupo, nel suo Commenlario so- che in avvenire fossero consagrate.


pra i Concitiì3 dice, che le diaco- Parimenti il primo concilio di O-
nesse si ordinavano colla imposizio- ranges, dell'anno 44 'j proibì di
ne delle mani ; il concilio di Trul- ordinarle, ed ingiunse a quelle, che
lo si serve della parola greca im- erano state ordinate, di ricevere la
porre mani per esprimere la
le benedizione coi semplici laici. Anche
consagrazione. Nondimeno il Baro- al presente si trovano neh' eucolo-
nio, all' anno 34,
n. 288, nega, che gio de' greci le cerimonie, che si
alle diaconesse s'imponessero le ma- facevano nella benedizione delle
ni, e che si usasse di qualche cerimo- diaconesse. Matteo Blastare osserva,
nia per consagrarle, e si appoggia che l' atto di ricevere una diaco-
sul can. 19 del concilio Niceno, che nessa è quasi lo stesso con 1' ordi-
le mette nelT ordine dei laici, o nazione di un diacono. Nella chie-
secolari, dicendo espressamente, che sa greca le diaconesse si conserva-
non s'imponevano loro le mani. rono più lungo tempo che nella
Tuttavolta si ha dal concilio di latina, ed in Costantinopoli ve ne
Calcedonia citato, la prescrizione erano ancora alla fine del secolo
che si ordinassero nell' età di qua- XII. Il Macri dice, che poscia dia-
rant' anni, e non prima. Sino allo- conessa fu chiamala fra' greci la
ra non erano state ordinate che di moglie del diacono, la quale veni-
sessanta anni, come prescrive s. va in chiesa onorata, col prendere
Paolo nella menzionata sua episto- fra le donne il luogo più degno.
la, e come si può vedere nel JYo- Ad esse non era lecito ornarsi con
mocanone di Giovanni Antiocheno, oro, e gemme, portando sul capo
in Balsamone, nel Nomocanone di un candido velo. Rare volte la
Fozio, nel codice Teodosiano, e in diaconessa usciva di casa nella ve-
Tertulliano , De Velandìs vergini- dovanza, e se passava a seconde
bus. Questo medesimo scrittore, nel nozze, veniva derisa, ed abborrita
suo trattato ad uxorem, 1. I, v. da tutte le donne, restando priva
7, parla delle donne che avevano dei privilegi che godeva.
ricevuto l'ordinazione nella chiesa, Il Galletti, Del primi ce io p. 109,
e che per certe ragioni non pote- riporta che nell'Ordine IX presso il

vano più maritarsi. Prima doveva- Mabillon, si parla del tempo in cui
ayo DIA DIA
il Pontefice benediceva, cioè ordi- tefìci, nel descriverli, con l'incontro
nava le diaconesse, e le pretesse; delle diaconesse, e delle sagre ver-
e quanto alle diaconesse è certo, gini cogli allori, e le palme, dice
che in Roma hanno continuato si- che quando il Papa s. Leone III
no all' undecimo secolo, poiché nel nell'anno 8oo ritornò in Roma, fu
privilegio di Giovanni XIX, spedi- incontrato a ponte Milvio solenne-
to all' ultimo di dicembre dell' an- mente da tutto il popolo romano
no MXXVI, in favore di Pietro cimi sanclimonialìbus, et diaconissis,
"vescovo di Selva Candida, e dei ac nobilissimis matronis, seu univer~
successori, tra le altre cose gli si sis foeminis. Osserva il medesimo
concede la consagrazione delle chie- Cancellieri, che allora le sagre ver-
se, degli altari, e de' sacerdoti, dei gini non erano astrette alla clausura,
chierici, de' diaconi, e delle diaco- e che anche sotto Pasquale II le
nesse di tutta la Città Leonina [Fe- monache furono spedite incontro ad
di ). Dell'ordinazione delle dia- Enrico V imperatore, come attesta
conesse tratta anche il Chardon, Donizone presso ilBaronio all' anno
Storia de' sagr. t. Ili, p. 88, e seg., imi. In quanto all'abito religioso
protestando ancor egli, che sebbene delle diaconesse, nel canone \^o
ricevessero le diaconesse una specie del concilio di Cartagine 4 si &
di ordinazione, non sono mai state menzione dell'abito religioso delle
considerate come membri dell'ec- vedove, chiamate diaconesse, le quali
clesiastica gerarchia, e non mai in- eransi dedicate a Dio, e del loro
caricate alle l'unzioni clericali, come voto perpetuo di castità: Si quae
da taluno falsamente si crede. L' viduae se devoverunt Domino , et,

Ordine romano, impresso nella bi- veste laicali abjecta, sub testimonio
blioteca de' padri, contiene il rito episcopi, et ecclesiae in religioso ha-
di questa ordinazione, ed una messa bitu apparuerint. Dalle quali pa-
propria. Dice, che essa si faccia a- iole si raccoglie, che dovevano spo-
vanti 1' altare, in tempo della mes- gliarsi dell'abito secolare di vedove,
sa, dopo l'epistola, e il gradua- e ricevere dal vescovo 1' abito reli-
le , e che finita la consagrazione, gioso. Nota il Cabassuzio, in dis. de
il vescovo metta la stola al collo diaconissis, p. 2 5, che nel concilio
della diaconessa, dicendo : Stola j'u- Efesino si prescrisse la forma di
cunditatis induat te Dominus, e crearle coli' imposizione delle mani
che la diaconessa, da se prenden- ec.j ed il Piazza osserva, che il vo-
do il velo dall' altare se lo ponga cabolo di diaconesse durò più lun-
sul capo. Poi se le dà l' anello, e go tempo in Germania , massime
un monile corona sul-
in forma di in alcuni monisteri. V. il Tomassi-
la testa, e finalmente con una le- ni, Vet. et nov. Eccl. discip. p. I,

zione del vangelo si termina la 1. 3, e. 5o, e e. 49? P-


Vili et e. 5i.
messa. Aggiunge lo stesso Chardon, In quanto poi agli ufifizii , le
che in Costantinopoli erano molte, diaconesse primieramente erano, co-
perchè Giustiniano determinò che me dicemmo, preposte alla custo-
fossero sole quaranta nella gran dia delle chiese e de' luoghi di
chiesa, e nella Novel. fece molte assemblea, dalla parte ov'erano le

leggi su di esse. donne separate dagli uomini, secondo


11 Cancellieri, Possessi dei Pon- il savio e general costume di quel
DIA DIA 273
tempo. Non riuscirà superfluo che nella chiesa latina andarono dimi-
qui si noli, che la chiesa di santa nuendosi. Istruivano le catecumene,
Agnese fuori le mura [Vedi), sulla le assistevano alle risposte che da-
via Nomentana, è forse l'unica che vano prima del battesimo, e men-
ci conservi ancora l'idea dell'ingres- tre il vescovo cresimava le donne,
so, e della stazione separala dagli le diaconesse nettavano, ed aster-
uomini, che avevano le donne nel- gevano la fronte; in sostanza le dia-
le tribune formale come quelle a conesse furono destinate principal-
comic evangclii di delta chiesa. Di mente a certe iucumbenze, che da-
là, al dire di alcuni, sono venute gli uomini per cagione di onestà
le navate laterali a quella grande eseguire non si potevano. Spoglia-
di mezzo, e gli archi letti ne han- vano le donzelle, che battezzar si
no preso, al dire di altri, argomen- dovevano, indi le lavavano, e poi
to di decorazione per le chiese da proseguivano l'unzione di tutto il lo-
loro disegnate posteriormente. Co- ro corpo già incominciata dai dia-
sicché da un argomento di religio- coni nella fronte, indituffavate
ne, se n'è formato un abbellimento. per tre volle nelle acque secondo
Dall'entrare le donne per diversa il rito di allora del battesimo per
porta nelle chiese, e dallo stare in immersionem, essendo però le don-
esse separate, alcuni vollero origi- zelle sostenute nello tempo stesso
nate le diverse navate nelle mede- colle mani de'sacerdoti, tra mezzo
sime, e in loro mancanza le divi- a'quali, ed il sagro fonte un velo
sioni coi tavolati. In tempo delle si frapponeva, che le ignude donne
persecuzioni le diaconesse, invece dei dalla lor veduta ascondeva, e final-
diaconi, per non ingerire sospetto nei mente le rivestivano dopo il battesi-
pagani, eseguivano le commissioni ed mo. Certo, è che le diaconesse furono
ordini dei vescovi, e dei curali colle di gran soccorso ai vescovi nel go-

donne animandole alla co-


ritirate, verno delle chiese, ed il concilio di
stanza nella fede, e sovvenendo le Trullo chiama dignità l'impiego di
bisognose con limosine, come anco- diaconessa . 11 p. Menochio colta
ra avevano cura delle povere, delle sua moltiplice erudizione, nel t. Ili,

orfane, e delle inferme. Procurava- delle sue Stuore, a pag. 148, ri-
no i necessari soccorsi ai confesso- porta il cap. LXXXVlII. Dell'ono-
ri, nascosti o incarcerati. Assistevano re che anticamente si faceva alle
agli quando conferivano
ecclesiastici vedove, e delle diaconesse.
il battesimo delle femmine adulte A voler nominare alcuna delle
che davasi per immersione, spo- diaconesse, oltre Febe per la qua-
gliandole, come spogliavano le fem- le s. Paolo mandò la lettera ai ro-

mine punto dell'estrema unzione,


al mani, già nominata, Publia dia-
e divenute cadaveri ne lavavano i conessa è ricordata da Teodorelo,
corpi che decentemente eziandio
, neìVHist. eccl. 1. 3. e. i4; Teofebia

componevano , insieme alle cose già moglie di s. Gregorio Nisseno,


occorrenti per la loro sepoltura. dal Nazianzeno in land. s. Basiliì.
Finché durò l'uso di amministrare Quando il marito prese gli ordini
il battesimo per immersione, molte sagri, si separò da esso, si dedicò
erano le diaconesse; ma cessando al servizio della chiesa, e fu fatta
quello, esse pure particolarmente diaconessa. Il Torrigio, Grolle vati-
272 DIA DIA
rane p. 55", dice, che s. Martina rò venivano elette col consenso del
viene chiamata in un antichissimo clero dai vescovi, dopo una dili-

lezionario dell'archivia della basilica gente disamina della loro vita, e


di s. Pietro mi-
Diaconessa, cioè costumi Delle suddiaconesse
. si

nistra, ed operatrice di opere buo- fa menzione nel secondo concilio


ne, come dichiara il Torrigio. Av- turonese, ed altrove. Non è vero,
verte però, che pur fu detta dia- come Macri , che nella
scrisse il

conessa la monaca che leggeva le chiesa ambrogiana di Milano duri


lezioni in coro, ossia la portinara sino al presente l'uffizio di diaco-
di chiesa, o quella che nettava la nessa. N i sono bensì le così dette
ironie delle cresimale. Di s. Regi- dieci Vecchione, che coi dieci Vec-
na diaconessa si fa menzione da chioni formano da tempo antichis-
un altro lezionario, presso il Ru- simo la scuola di sant'Ambrogio.
ronio, all'anno 5i3, num. 3o. S. Sono esse scelte fra le povere ,

Gio. Grisostomo, parlando di s. O- ed oneste femmine dall' arcivesco-


limpia, attesta che oltre all'adempie- vo, e sono soggette al cimiliarca, il

re esattamente tutti gli obblighi del tesoriere o segretario della chiesa


suo uffìzio: non se tantum, sed et madore, ed hanno vestito loro
quotquot Constanlinopolim venissent proprio, che si può vedere nellHe-
episcopos, monadios, sanctos pa- liot, des ord. relig. hist. t. 8. Il Piaz-
Ires et viros religiosos hospìùo ex- za dice, che dei vecchioni, e delle
ceplos apprehensa dextera liberali- vecchione tratta il Rituale ambro-
ter atque benigne tractavit. Nella giauo, de veglonihus et veglo/us , e
chiesa di s. Alessio sul monte A- che queste vecchione sono donne
\ enfino, in una lapide del pavi- celibi di oltre sessanta anni, le qua-
mento della nave siimtra, vi è una li neilemesse festive, conventuali,
iscrizione marmorea di una diaco- e solenni presentano nella metropo-
nessa, che riporta il aerini a pag. litana al tempo dell'offertorio il pa-
3 io dell'istoria di quel tempio. Nel- ne pel sagritizio, mentre il viuo lo
1 iscrizione poi di un antico marmo offrono i sei vecchioni eguali nella
della chiesa di s. Prassede si legge età, e nel ministero. Tauto riporta
il nome di una tal matrona Teo- il milanese Piazza.
dora, chiamata Vesco\essa. Delle diaconesse scrissero molti
11 citato Piazza a
pag. 718, par- autori, nomineremo
fra'quali se- i

lando delle suddiacone>se ci fa sa- , guenti: Giovanni N 01 m\,Exe rei (alio


pei e . che quello che fanno i sud- de diaconissis , earuni ordinatio-
diaconi ai diaconi nelle funzioni ec- ne, et nùnisteriis, secundum ecclesiae
clesiastiche, facevano con le dovu- graecae, et latinae praxini in ejiis

te proporzioni le matrone dette sud- commentar, de sacr. eccles. ordinai.

diaconesse y rispetto alle diacones- p. Ili, pag. 143, Anast. 169}; Gio.

se: recavano gì istrumenti, e le Filippo Odelemi, Dissertano de dia-


cose necessarie pei loro ministe- conissis primitivae ecclesiae, Lipsiae
ri,ed esercitavansi a servire quelle 1-00; Agnello Onorato, dissertazio-
nelle cose più ordinarie e basse, ne delle diaconesse, fra le disser-

destinate però sempre in servigio tazioni, p. 164? Lucca i"^>"; Gio.


della chiesa. Per loro non aveva Pini, Tractalits de ecclesiae Diaco-
luogo l'imposizione delle mani, pe- nissis t.. I; Ada ss. Bulland. , se-
DIA DIA 273
ptembr. p. i ; Domenico Gottardi, li pasce e benefica. Finalmente, al
Uaciana diaconessa dissertazione ac- dire dell'istesso Macri, la voce dia-
cademica sopra un' iscrizione del conia significa anche legazione.
museo veronese, Verona 1790; il DIACONICO, Diaconicum, Dia-
Ziglero, de diaconis et diaconissis conion. Luogo vicino alle chiese in
cip. ig, ed il Du Cange, ad Alc- cui si custodivano i vasi, e gli or-
xiadem Annae Comnenae p. ^16, e namenti sagri pel servigio divino,
421. che poscia fu chiamato Sagrestia
DIACONI CARDINALI di san- (Vedi), ed è perciò che il diaconi-
ta Romana Chiesa. V. Cardinali, co fu chiamato anche conclave, sa-
Sagro Collegio, e Diaconie cardi- crarium, secretarium. Al dire di s.
nalizie,ove pure si parla dell' ar- Paolino, sembra che parecchie chie-
cidiacono di santa Romana Chiesa se latine avessero a diritta e a si-
(1 edi). e del priore, o primo Car- nistra del santuario due diaconici,
dinale diacono. o sagrestie, delle quali l'una non
DIACONIA, diaconia, diaconium. era che pei libri sagri, e l'altra pel
Questa nella primitiva Chiesa era un ministero. Vi si custodivano ezian-
ospizio, o spedale stabilito per assi- dio le reliquie, e quivi pure il ve-
stere i poveri, e gl'infermi. Si da- scovo salutava, abbracciava, e rice-
va altresì un tal nome al ministero veva gli stranieri, il perchè fu chia-
della persona preposta per invigila- mato anche saluta torium dalla pa-
re sui bisogni dei poveri, e questo rola greca amplector, saluto. Co-
era l'officio dei Diaconi [Vedi), pe- sì dalla parola greca io servo, que-
gli uomini, e delle Diaconesse (Pe- sto luogo fu detto diaconico, per-
di), per le donne, ed al sollievo di chè vi si riponeva tutto quello
queste. V. il Tomassino, DiscipL che serviva al sagro ministero, e
eccl.de Sacrìs ordinai. Col me- al servizio dell'altare. 11 Macri di-
desimo vocabolo si volle chiama- ce, che nel diaconico, il vescovo
re unacaricaj e il ministero di riceveva i pellegrini: Post diclani
colui,che nei monisteri della chie- tertiam, et sextam sanctissimus pa-
sa greca corrispondeva a quello di triavcha vadil in metatorium sive
elemosiniere de'nostri monisteri. Il diaconicum, et exit ad sanctum al-
dovere di questa carica era quello tare. Ex eucolog. graeco. Ciò con-
di ricevere, e di distribuire le li- ferma, ch'era la sagrestia attacca-
mosine. Ilparlando delle
Macri, ta al lato della tribuna : Quoniam
Diaconie cardinalizie di Roma (Ve- non oporlet insacratos ministros li-

di), dice che la voce Diaconia si- centiam habere in secretarium, c/uod
gnifica pure la medesima limosina graeci diaconion appellant, ingredi,
raccolta nelle chiese, e della quale et contingere va sa Dominica. Tanto
scrive s. Paolo, 1. Cor. e. 18. Se- dispose il concilio Agatense col ca-
condo tale apostolo, diaconia signi- none 66. Appresso i greci il Dia-
fica anche ministero ministerìum ,
conico significa ancora un libro, nel

verbi 2. Cor. 6, per cui presso i gre- quale si contengono alcune preci,
ci v'era il grazioso proverbio, cioè che si cantano nella messa, e nel-
arictes ministerium, e si diceva de- le ore canoniche dal solo diacono.
gl'ingrati, i quali a somiglianza del Leone Allazio, de lib. eccles. graecae
montone che dati delle corna a chi dice, che il diaconico libro contiene
voi., xix. 18
•2
7 .j DIA DIA
la spiegazione de poveri, e delle fun- mero delle diaconie cardinalizie si
zioni de' diaconi. Inoltre presso i aumentò e diminuì in progresso di
medesimi greci per questa voce tempo, come diremo. Talvolta i

s' intende una preghiera, che fa sommi Pontefici dichiararono ad


l'arcidiacono, per la pace, e pel tempus diaconia cardinalizia, una
diacono dianzi ordinato, nel tem- chiesa di titolo presbiterale. È poi
po della ordinazione dei diaco- da avvertirsi, che sebbene al pre-
ni (Fedi). Chiamano i greci col- sente sieno sedici le diaconie cardi-
letta diaconica, un'orazione, che re- nalizie, la chiesa di s. Lorenzo in
citano Finalmente appellasi
i diaconi. Damaso diviene diaconia ,
quando
diaconico , e diaconicum dagli an- il Cardinale vice-cancelliere di san-
tichi scrittori ecclesiastici, una par- ta Romana Chiesa è dell'ordine
te del sagro tribunale, o della se- de' diaconi, giacché con tal dignità
dia pontificale ; ed è il luogo, nel è unita la medesima chiesa.
quale i Cardinali diaconi sono seduti
alla destra, ed alla sinistra del som- Origine, delle diaconie cardinalizie,
mo Pontefice, quando è nella sua degli arcidiaconij e diaconi Car-
cattedra, o sede, al dire de'medesi- dinali.
mi scrittori. V. Chiesa, o Tempio ,

ove si parla delle parti di essa sì Venerabile è stato sino dalla na-
delle antiche, come delle moderne, scente Chiesa il nome di Diacono
e tanto delle chiese latine, che del- (Vedi), ordine
che ecclesiastico,
le greche. principalmente significa ministro. Il
DIACONIE Cardinalizie di Ro- suo uffizio non è soltanto di mini-
ma. Oltre quanto si disse all' arti- strare, e dispensare il sangue di Cri-
colo Diaconia [Vedi), aggiungia- sto, come diaconi nell'antica di-
i

mo che 1' etimologia di tal no- sciplina comunemente facevano, e di


me anche spiegare per ca-
vuoisi servire al vescovo, e al sacerdote al-
sa ministeriale, ed ospedale, e chie- l'altare ; ma anche di sovvenire le
sa. Il Macri, ed altri scrittori, per vedove, i pupilli, e i poveri, co' te-
diaconia indicano ancora la chie- sori della Chiesa, che prima consi-
sa, che nei primi secoli del cri- stevano nelle pie offerte de' fedeli.
stianesimo era destinata ai sette La loro origine rimonta primaria
diaconi di Roma, nella quale, o agli ne elessero sette.
apostoli, che
nella casa contigua, dispensavano la Dietro tale esempio il Pontefice s.
limosina ai poveri della propria Evaristo, creato l'anno 112, or-
regione. Altri appellano diaconie dinò nella Chiesa Romana sette dia-
di Roma, alcuni pii luoghi, orà- coni, i quali assistessero, e custo-
torii , o cappelle , con contiguo dissero il vescovo quando predica-
ospizio o spedale, stabilito per as- va, ed aiutassero co' tesori della
sistere, mantenere, e soccorrere i Chiesa i fedeli, i poveri, le vedove,
poveri, e gì' infermi, in selle re- ed i pupilli. E perchè sette dia- i

gioni delle città; e quelli che vi coni di Roma non avevano luogo
furono preposti al governo, furono determinato, quando s. Fabiano
anche detti padri dulie diaconie, Papa, del 238, dbise Roma in set-
iliiamandosi il capo Arcidiacono te legioni, nelle quali comprende-
della chiesa romana {Vi. Ut) li nu- vansi i jjaattordici riuui ; iu cui >
4

DIA DIA 27)


secondo il disposto dall' imperatore autorità, quali capi e superiori de»
Augusto dividevasi la ci tifi, assegnò diaconi. E
siccome nella legge mo-
a ciascun diacono un'abitazione in saica traleviti eranvi i principi,
i

ogni regione; ed appunto questa o maggiorasela, chiamati ancora


divisione ecclesiastica diede origine principi de' levili, così tra i diaco-
alle diaconie cardinalizie di Roma. ni si stabilirono gli arcidiaconi. Il
Le dette abitazioni furono chiama- loro numero sembra che non cre-
te Diaconie, ossiano case ministe- scesse sino alla fine del sesto se-
riali, ospizi, ed ospedali pei poveri, colo, mentre governava la Chiesa
vedove, e pupilli, ai quali ivi pre- universale s. Gregorio I. Essendo
stavano i loro ajuti, e soccorsi, me- cura dell' arcidiacono l' investigare
diante le limosine raccolte dai sud- per la città ove fossero fedeli più i

diaconi, per cui questi diaconi fu- bisognosi, fu pure denominato Cir-
rono anche detti dispensatores. Sic- cumlustrator, o Perscrutator. Au-
come poi s. Fabiano aveva aggiun- mentandosi in progresso di tempo
to ai sette notali istituiti da s. il numero de' fedeli, convenne asse-

Clemente I, altrettanti suddiaconi, gnare a ciascuna delle sette regioni


perchè li assistessero nella compi- di Roma due diaconi, corrisponden-
lazione e registro degli atti dei ti ad uno per ogni rione, laonde
martiri; agli uni e agli altri pre- ai XIV rioni presiedevano altrettan-
pose i sette diaconi, affinchè veglias- ti diaconi, il primo de' quali si con-
sero alla diligente esecuzione del tinuò a chiamare arcidiacono, ov-
loro geloso uffizio. V. Panciroli, vero diacono cardinale. Gli altri
Tesori nascosti di Roma pag. g4? si chiamavano diaconi regionari, di
e seg. Il primo, e principale fra i questo o di quel rione, del terzo,
sette diaconi della Chiesa Romana, o del decimo ec. Cresciuta quindi
ch'era forse il più anziano di loro, la maestà della Chiesa Romena,
eletto dal vescovo di Roma, cioè in un alle offerte de' fedeli, ed alla
dal Papa col consenso del clero, e moltitudine del popolo, e de' pove-
del popolo romano , si chiamò ar- ri ne' quattordici rioni, furono ag-
chidiacono, o arcidiacono, ovvero giunti per ciascun rione altri dia-
diacono cardinale, cioè principale coni subordinati, siccome si era-
tra gli altri diaconi, al modo che no aggiunti a' Cardinali preti altri
il primo e più anziano tra i preti preti ne' loro con nume-
titoli, ma
venne chiamato arciprete. Arcidia- ro indeterminato, secondo il biso-
cono pertanto vuoisi che fosse s. Lo- gno.
renzo, il quale poi patì glorioso mar- T primi diaconi si chiamarono
tirio. Era dunque nei primi tempi sempre diaconi Cardinali, eletti per
un solo Cardinal diacono, cioè il lo più dal Papa, ovvero dal re-
primo tra i sette, come si ha dal stante del clero. Laonde i capi de!
sinodo romano 2, cap. 7, celebra- clero secolare, nelle diaconie si chia
to sotto s. Silvestro I, assunto al marono Priori (Fedi), come si

pontificato nell'anno 3 1 5
al rife- appellarono particolarmente queli.
rire di Onofrio Panvinio, de dia- delle diaconie di s. Maria in Via
coni cardinalis orìgine, capo 3. E- Lata, e di s. Eustachio. Più anti-
sercitarono 1" arcidiaconato molli camente Priore si denominava fi
nobilissimi personaggi con grande diacono Cardinale di s. Marie, in
276 DIA DIA
Cosmedin, prima che quella Colle- vicari, o Misseles, e questi quando
giata (Fedi) fosse soppressa da celebrava, ministravano al Papa nel
Eugenio IV, poi rimessa da Leone palazzo, e nelle principali basiliche
X con titolo di arciprete, capo del di Roma, cioè nella vaticana, e nel-
capitolo, a differenza di quelli di la lateranense ; anzi il citato Pan-
alcuni Titoli cardinalizi (Vedi), che ciroli aggiunge, che aveano cura del
si chiamarono Arcipreti (Vedi), ben- patrimonio di s. Pietro. Ecco la
ché ora, ove sono i Cardinali pre- nota delle XVIII diaconie allora
li titolari, non vi sieno né priori, stabilite.
né arcipreti, risiedendo presso di
ogni Cardinale prete titolare la po- I. S. Maria in Domnica, residenza
testà, giurisdizione, e prerogative dell' arcidiacono Cardinale.
proprie dell'ordine presbiterale, so- II. S. Lucia in Settizonio.
pra il loro clero, per la superiorità III. S. Maria Nuova.
del loro sacerdozio. Ciò particolar- IV. SS. Cosma e Damiano.
mente si osserva nelle chiese, o titoli V. S. Adriano.
di s. Lorenzo in Damaso, di s. VI. SS. Sergio e Bacco.
Maria in Trastevere, di s. Marco VII. S. Teodoro.
ec. Non così nelle diaconie cardi- Vili. S. Giorgio in Velabro.
nalizie, dove non potendo i diaconi IX. S. Maria in Cosmedin.
Cardinali essere dell' ordine e ge- X. S. Maria in Portico.
rarchia ecclesiastica, capi di preti, XI. S. Nicola in Carcere.
come osservò l' annalista Cardinal XII. S. Angelo in Pescarla.
Baronio, è perciò che nelle diaco- XIII. S. Eustachio.
nie furono istituiti i priori, e gli XIV. S. Maria in Aquiro.
arcipreti. Che se la diaconia si XV. S. Maria in Via Lata.
desse in titolo cardinalizio ad un XVI. S. Agata alla Suburra.
Cardinale dell'ordine de' preti, nul- XVII. S. Maria in Silice, o Scilice,
ladimeno ritengono gli arcipreti o ossia s. Lucia in Selci.
priori il loro titolo. In quanto alle XVIII. SS. Vito e Modesto in ma-
collegiate, già si disse al voi. XI, cello Martyriun.

p. 264, del Dizionario, che non


sono di quella antichità, che alcuni Il citalo Panvinio dice, che i det-
vollero attribuir loro, non essendo- ti Cardinali diaconi vennero anco-
vi stati i capitoli di chiese colle- ra appellati ministri dell'altare di
giate in Roma, ne' primi secoli del Laterano. In progresso di tempo
cristianesimo. Avanti di proseguire i diaconi Cardinali arrivarono a
nell'argomento, parleremo prima sedici sotto Onorio II, e poi, se-
del numero delle diaconie cardi- condo il Du Cange, presso il Libro
nalizie. Rimasero perciò i Cardinali pontificale, divennero ventiquattro.
diaconi in numero di quattordici, Diecinove Leone d' Orvieto ne ri-
appunto corrispondenti a quello dei porta nel XIV secolo nel suo diro-
Rioni di Roma (Vedi), dai quali nicon. Tornarono però ad essere i

si denominarono regionari, finché diaconi Cardinali al numero di


verso l'anno y35, dal Pontefice s. diciotto, numero che per otto se-
Gregorio III, ne furono aggiunti coli non si è mai alterato sino a
altri quattro chiamati Palatini, Ba- Paolo HI, il quale nel 1 5/j.S gli ac-
DIA DIA 277
crebbe di uno, per cui nel termine S. Maria in Aquiro.
del suo pontificato erano viventi S. Nicola in Carcere, con capitolo.
diecinove Cardinali diaconi. Quin- S. Maria in Cosmedin, con capi-
di Pio IV, nell'anno 1569, una m tolo.
promozione di diecinove Cardinali, S. Maria in Portico.
non avendo tante diaconie , che S. Angelo in Pescarla, con capi-
bastassero pei Cardinali novelli tolo.
dell'ordine dei diaconi , aumen- S. Adriano al Foro Romano.
tonne il numero sino a venticinque, S. Maria in Domnica.
che di nuovo poco dopo si ridus- SS. Vito e Modesto.
sero all' anteriore numero di di- S. Maria della Scala.
ciotto, venendo successivamente gli SS. Cosma e Damiano.
altri, ch'erano sacerdoti, ammessi S. Giorgio in Velabro.
fra i Cardinali preti alla morte di S. Agata alla Suburra.
alcuno di quest'ordini. V. Sagro
Collegio de' Cardinali. I canonicati, e gli altri benefizi
All'articolo Chiese di Roma, ri- nelle diaconie vengono nominati
portando alle rispettive denomina- dai Cardinali diaconi di ognu-
zioni anche tutte le basiliche e chie- na, eccettuate le dignità, e quel-
se, che furono, o che sono titoli li affetti alla santa Sede, che no-
de' Cardinali preti, e diaconie dei minati sono dal Papa ; come vanno
Cardinali diaconi, avvertimmo a eccettuati i od altri be-
canonicati,
ciascheduna di esse quando tempo- che o sono di jus patronato, o
nefizi,

raneamente, a cagione di qualche sono nominati dall' istesso capitolo,


circostanza, furono date a' Cardinali e secondo le norme di ognuno, co-
in commenda, ovvero da titolo pres- me accennammo all' articolo delle
biterale furono dichiarate diaconie chiese diaconali. Facendo x'itorno
cardinalizie, e quando alcuna di ai diaconi regionari, Papa s. Gre-
esse divenne titolo di Cardinal pre- gorio I diede ed assegnò loro pro-
te. Oltre quanto poi si dirà sul prie chiese, presso le quali avesse-
novero delle diaconie, e sulla ri- ro 1' abitazione e l'ospizio, di cui si

spettiva preeminenza, registriamo le parlò di sopra non solo per l'aju-


seguenti diaconie in numero di se- to de' poveri, ma pel governo del-
dici, eh' è quello attuale, e coll'or- le stesse che da essi fu-
chiese,
dine con cui si leggono nelle Notizie rono dette diaconie, a differenza
annuali di Roma del 1842. Le de' titoli presbiterali. Forse anche
prime undici sono occupate da al- avanti detto Pontefice, alcuna del-
trettanti Cardinali diaconi, le altre le chiese antiche venne assegnata
cinque vengono riportate dalle stes- a' Cardinali diaconi regionarii , o
se Notizie quali Diaconie Vacanti* perchè in esse si facessero , o si

ricevessero le Collette di questue


S. Maria ad Marlyres, con capi- ( Vedi) , ed oblazioni dei fedeli,
tolo. o perchè ivi avesse luogo lo scru-

S. Maria in Via Lata, con capi- tinio de' poveri, a' quali in esse riu-
tolo. niti si distribuivano le limosine,
S. Cesareo. massimamente nelle chiese più an-
S. Eustachio, con capitolo. tiche, in cui vi erano i gazofilacii
27 « DIA Di A
(gazophyldcìum, cassa o luogo ove sa residenza presso qualche chiesa
si conserva il denaro, o i tesori) e , de' martiri.

le corhone (corbona, cassa delle of- Con opportuni, e savi provvedi-


ferte del popolo fatte al tempio). menti, tolse ogni disordine, e con-
In quello di Gerusalemme ve ne fusione nelle diaconie cardinalizie,
erano tre, la prima era delta Mu- e perciò all' ordine diaconale, la

sach, in cui si conservavano i do- vasta mente di Sisto V, il quale


nativi fatti altempio dai principi; ristabilì le diaconie all' antico nu-
la seconda chiamavasi Gazofilacio, mero di quattordici, giacché alcune
destinata per le offerte del popolo; chiese erano distrutte, come s. Lu-
la terza dicevasi Corbona, che ser- cia in Settizonio, e quella de' ss.

viva per ricevere le limosine de- Sergio e Bacco, che stava presso
stinate pei sacerdoti, e ministri del la chiesa di s. Adriano, altre per-
tempio , e le mense che il Macri chè andavano bisognose di molti
nell' Hierolexicon dice essere le cor- restauri come Teodoro e s. Lucia
s.

bone, e donde prese il nome la in Selci, la quale dopo alcuni anni


mensa del vescovo, ossiano le sue fu riedificata. In tal modo le dia-
rendite. Il medesimo autore, nella conie tornarono al numero di quat-
Not. de' voc. eccles. alla parola tordici, senza che avvenisse in se-

Mensurnus, aggiunge che con tal guito ulteriore e significante, mu-


vocaholo i padri africani denomi- tazione, e ciò se non per breve
navano le mensuali provvisioni, cui tempo, meno il cambio di s. Ma-
distribuivano ai chierici inservienti ria Nova, colla chiesa di s. Maria
delle chiese, ove si riponevano i della Scala in Trastevere, per au-
denari offerti dalla pietà de' fe- torità di Alessandro VII, creato nel
deli. Ciò tanto più sembra certo, i655. I diaconi Cardinali, alcuui
in quanto si legge negli antichi secoli avanti il pontificato di Sisto
scrittori, che gli ospedali si erige- V, non si chiamarono più col no-
vano vicino alle basiliche, o chiese me de' loro rioni, né regionari, ma
più frequentate dal popolo. In que- dalle chiese de' santi, sotto l' invo-
ste chiese diaconali, i Cardinali cazione de' quali erano dedicate. V.
diaconi esercitarono la giurisdizio- il Panvinio, de sept. Urb. eccles.
ne, come i vescovi nelle loro dio- cap. 3. Tuttavolta va avvertito,
cesi, anzi maggiore di quella dei che memorie di diaconi Cardinali,
Cardinali preti ne' loro titoli. Que- denominati col nome della loro
ste diaconie non avendo nei primi diaconia, non se ne trovano che dal
secoli, come osserva il Pauvinio, pontificato di Urbano
II, il quale

cura d' anime, e perciò non essen- fu assunto nell'anno 1088, o poco
do né titoli, né parrocchie, sebbe- prima. Il perchè conviene dire, che
ne fossero consegrate in onore dei sino a quell' epoca i diaconi Car-
santi, furono chiamate ancora Mar- dinali si chiamassero col numero
tirii, dalle reliquie dei martiri ivi del loro rione, a cui presiedevano,
riposte. Il Pauciroli dice, che tali come si notò superiormente , si

chiese furono assegnate ai diaconi dissero cioè regionari"! di questo,


non pel battesimo, ed amministra- o di quel rione, o palatini. Altri
zione di altri sacramenti, ma per- diaconi furono chiamati stazionari,
chè avessero stabile, e più decoro- perchè annunziavano al Papa, ed
DIA DIA 279
ili popolo le stazioni {Vedi), ed in me di conservare i denari, e le

esse esercitavano il loro uffizio. Su offerte de' fedeli, distribuendole ai


(jiicslo punto va letto l' Ugonio, poveri, al rione loro destinato. Al-
Stazioni di Roma, pag. 27.5, e seg., terò quest' ordine
il suddetto Si-
il (piale, confermando quanto dice sto IV, e durò sino a s. Pio V,
il Panvinio, parlando della diaconia poiché Sisto IV incominciò nel
di s. Nicola in carcere, aggiunge, i473 a dare a' diversi Cardinali
che primo diacono Cardinale di
il preti, da lui creati in tale anno,
essa, eh' egli trovò nominato diaco- le diaconie in vece dei titoli. Ales-
no Cardinale di s. Nicola in Car- sandro VI poscia nel 49^ h-i pu- 1

cere specificatamente, fu un certo re il primo, a conferire i titoli ,

Crisogono neh' anno mille e cento, che solo convenivano a' Cardinali
sotto Pasquale li, che fu il succes- dell'ordine de' preti, anche ai Car-
sore di Urbano II mentovato. Non dinali diaconi ; il perchè sino u
furono però questi Cardinali sta- Sisto V (che vi pose l' enuncialo
zionari, perocché alcuna volta era- regolamento) non vi fu titolo, che
no promossi da diacono stazionario pel disordine, e confusione seguili,
alle diaconie cardinalizie. dal discostarsi dalle antiche usanze
Le diaconie dai primi secoli, si- non divenisse diaconia,
della Chiesa,
no al tempo di Sisto IV, creato né diaconia che non fosse divenuta
nel 1 47 1
5
vale a dire sopra mille titolo, toltone alcune delle più auli-
e duecento anni, erano così inalte- che, e venerabili, le quali oggi tut-
rabilmente distinte dai titoli car- tora si onorano col titolo e grada
come con profonda e-
dinalizi, che, di basilica, come Maria in Tras-
s.

rudizione osservò il medesimo Pan- tevere, ss. Apostoli, ed altre. Du-


vinio, giammai alcun Cardinal pre- rò altresì per mille anni e più dt
te ebbe diaconia, né alcun diacono continuo questa consuetudine delL
passò a qualche titolo. Che se fosse Chiesa Romana, che né diaconi i

avvenuto, che alcun diacono Cardi- potessero lasciare le diaconie una


nale si fosse consagrato prete, la- volta ricevute, né i preti i loie-

sciala la diaconia, passava al titolo, titoli, né i vescovi Cardinali i loro


e ciò per la differenza grande (co- vescovati suburbicari. Ma se un
me notò il Cardinal Brancacci, de diacono si voleva consagrar prete,
bened. diaconali), che vi era tra il lasciata la diaconia, che ripugnava
ministero de' titolari, e de' diaconi, al prete, otteneva dal Pontefice,
avendo i primi le parrocchie cui mediante ì'Ozionc (Vedi), il tilolo
governavano per mezzo dei loro che vacava ; né lasciava mai que-
ministri, nelle quali essi avevano sto titolo, se al Papa non piaceva
piena giurisdizione della cura d'ani- dichiararlo vescovo Cardinale. In
me, e dell' amministrazione de' sa- questo caso lasciato il titolo, rice-
gramene, ciò che non si conveniva ai veva il vescovato, che riteneva si-

secondi. Questi, come dimostra la no alla morte, o all'esaltazione al


etimologia del nome di diaconia, pontificato. Non mancano però e-
cioè case ministeriali, ed ospedali, sempi, che dimostrano aver i Papi
non avevano verun coverno
o d'aui- ritenuto il vescovato, e le abbazie
me. I diaconi Cardinali pertanto fa- che avevano nel cardinalato, come
cevano gli uffizi loro assegnati, co- da ultimo fecero Pio VI che ritenne
280 DIA DIA
1'abbazia di Subiaco, e Pio VII che arcidiacono a promoversi al sacer-
non dimise il -vescovato d' Imola, dozio per ispogliarlo della dignità.
De'Cardinali diaconi, che anticamen- Non si faceva arcidiacono il più
tefurono sublimati al pontificato, anziano de' diaconi, come vuole il

a preferenza de' Cardinali preti o Citrio, lib. 5 jur. orient. resp. 1,

vescovi, si .tratta al volume XVI, ma per elezione. In fatti abbiamo


pag. 3og e seg. del Dizionario. da Teodoreto, histor. lib. I, e. 1
6,
che certo Alessandro, ancor giovi-
le/ ministero degli arcidiaconi, netto, per le sue virtù fu eletto
diaconi, e suddiaconi3 e loro capo de' diaconi. Vero è però, che
prerogative. non poteva essere arcidiacono, chi
non era prima diacono, siccome
Il ministero e la dignità dell'ar- afferma il Baronio all'anno 1095.
cidiacono della Chiesa Romana, ca- Al Cardinal arcidiacono fu assegnata
pò de' diaconi, divenne così grande la chiesa di s. Maria in Domnica,
e potente, per l'autorità e giuris- e perchè l'arcidiacono era il primo
dizione che esercitava, come si rac- tra i diaconi, cosi questa diaconia
coglie dall'Ordine Romano, che al- fu annoverata la prima tra tutte
cimi arcidiaconi inorgogliti di essa, le altre, per cui da alcuni fu det-
sovente inquietarono colle loro pre- ta arcidiaconia, anche a cagione
tensioni i sommi Pontefici. Ed è de' pregi di tal chiesa, fra i quali
perciò, che questi pel buon gover- rammenteremo anche qui, che s.

no della Chiesa, furono costretti ad Lorenzo, essendo arcidiacono di s.


abolirne la dignità, ciò che fecero Sisto II Papa, ivi prima di andare
Urbano II al declinare del secolo al martirio distribuì a' poveri le fa-
Xlj ed Alessandro III dopo la metà colta della chiesa,
del secolo XII. Da quel tempo in poi Verso l' anno 684, cessò 1' anti-

e sino ad oggi, il primo e più an- co costume della romana Chiesa,


ziano dei Cardinali diaconi, non più per cui nella morte, od assenza del
Cardinale arcidiacono fu appellato, Pontefice, e nell'elezione di questo,
ma priore de'diaconi. L'arcidiacono ed anticamente prima anche della
sedeva alla presenza del Papa, era consagrazione , 1' amministrazione
suo vicario nelle cose ecclesiastiche, della medesima risiedeva presso lo
perchè non solo riconosceva le cau- arcidiacono, l' arciprete, e il pri-

se de' chierici di quelle regioni micero de' notari. La stessa dignità

dove non risiedevano i diaconi, di arcidiacono, toltone il nome, e


ma ancora si poteva a lui ricorrere la giurisdizione, in parte oggidì si

in grado di appello, allorquando rappresenta dal Cardinal Camer-


il diacono regionario non animi- lengo di santa romana Chiesa (Ve-
nistrava la giustizia. Osserva s. Gi- di), la qual sostituzione fu fatta da

rolamo, che perciò gli arcidiaconi s. Gregorio VII nel 1078. Egli,
non volevano passare all' ordine prima di salire al pontificato, era
presbiterale, stimandolo grado in- stato da Nicolò io5o„ di-
II nel
feriore, e credendo non di ascen- chiarato arcidiacono Cardinale di
dere, ma discendere. S. Gregorio I s. Maria in Domnica. Ai rispettivi

riprese per ciò il vescovo Saloni- articoli si notano le prerogative del


tano, che voleva obbligare il suo priore de' Cardinali diaconi, o pri-
DIA DIA 281
mo Cardinal diacono. Tuttavolta te, ne fa in questo, ed in tutto al-
qui daremo un cenno delle prin- Irò le veci il più antico Cardinal
cipali. Incombe al primo Caldina- diacono dopo di lui, come si pia-
le diacono annunziare al popolo la lica nei pontificali, e nelle cappel-
seguita elezione del nuovo Ponte- le Pontificie, ed altre funzioni, cui
fice, colla forinola Annuntio vobis
: assiste, o celebra il Papa. Ivi il pri-
gaudium magnimi: habemus Ponti/i- mo e secondo diacono accompa-
cem Eminentìssimum Cardinalèm gnano il Pontefice, il primo gli po-
lituli, vel diac. s. N. N. ec, . . . ne la mitra, o il triregno, il secon-
che riportammo verso il fine del- do gli leva l' una e l' altro; ambe-
1' articolo Conclave [Vedi), al qua- due siedono sul ripiano del trono
le si disse tuttociò, che dalla morie ai latidel Pontefice. In mancanza
del Papa a lui spelta nella sede di un Cardinale diacono, deve fa-
vacante di eseguire, incominciando la re da secondo diacono un Cardinal
medesima sera della seguita mor- prete, sebbene i Cardinali preti
te a fare da capo di ordine , e abbiano nelle altre cose la prece-
proseguendo ad esserlo sino al denza sui diaconi, meno quelle che
terzo di del conclave. Dicemmo pu- spettano ad uffizi propri dell'ordi-
re come al medesimo tocchi co- ne diaconale. Nelle processioni il
ronare col pontificio triregno il Cardinal primo diacono dà l' or-
nuovo Papa, pronunziando quelle dine che incomincino a defilare, a-
parole, che si possono leggere al- vendo in mani la ferula, cioè un
l'articolo Coronazione de' Pontefici piccolo bastone di legno, ricoperto
(Fedi). A' suoi luoghi notammo di velluto rosso ed ornato di ar-
que'Cardinali primi diaconi, che co- geuto, come insegna di autorità,
ronarono più Pontefici, massime a La ferula dagli antichi rituali ve-
pag. 291, e seg. del volume XV, ni va attribuita al primicero della
ed a pag. 207 del volume XV 11 scuola de' cantori, per disposizione
del Dizionario. Per questa funzio- di Stefano IV. Ma delle preroga-
ne, dicesi che il Cardinale riceve- ti ve del Cardinal primo diacono,
va il donativo di dodici mila scu- degli uflizi che da esso si esercita-
di. Al medesimo articolo Corona- no nelle pontificie funzioni , co-
zione de' romani Pontefici si dice me di quelli dei Cardinali diaconi,
pure delle laudi, che intuona il Car- si tratta ai rispettivi luoghi del-
dinal primo diacono colla Ferula l'articolo Cappelle Pontifìcie (Ve-
{Vedi) in mano. di), cosi del luogo ove siedono,
11 Cardinal primo diacono nella cioè nel banco a conni epistolae.
sua cappella privata impone il Pai- Se però intervenissero alle sagre
Ho (T edi) ai nuovi patriarchi, pri- funzioni tre soli Cardiuali diaconi,
mati, arcivescovi, e a quei vescovi, i due primi vanno al trono alla
che lo godono per privilegio; ov- consueta assistenza del Papa, ed il
vero lo consegna, se assenti, ai lo- terzo siede dopo 1' ultimo Cardinal
ro procuratori, previo il giurameli- prete, per non rimanere isolato nel-
to che riceve di fedeltà, ed ubbi- lo stallo diaconale. Solo qui ripe-
dienza alla santa Sede, ed ai som- teremo, che in cappella, e in con-
mi Pontefici. Essendo il Cardinal cistoro i Pontefici fecero sedere so-
prano diacono assente, o impoten- pia 1' ultimo Cardinale diacouo, al-
,

$8a DIA DIA


cimi o principi sovrani. V.
«luchi, alluali diaconie, possa dori vare dal-
Nicolaus Januarius, de officio ar- le antiche loro possessioni, predi i,
chidiaconi . in Op. Fr. Florenlis l. e masse.
I, p. 33q; Gio. Cristoforo Ama- I diaconi avevano per loro pro-
duzzi, Dissertazione canonico-filo- prio e particolar ministero, oltre
sofica sopra il titolo ed officio ar- che amministrar all'altare, soprai n-
chidiaconi, Roma 1 767. Diaconie tendere alle mense comuni, portare
cliiamaronsi, come dicemmo, quelle eziandio i aveva-
cibi in tavola;
chiese, ovvero case ed ospedali, de- no anche cura
provvedere a- di
stinate prima a sette diaconi di gli altrui bisogni, dividendo le li-

Roma, poi a quattordici, nelle qua- niosine, come afferma il Papa s.


li dispensa vasi la limosina al prò- Leone I, che parlando di s. Loren-
prio rione. Anastasio Bibliotecario, zo si esprime così : Non solimi ini'
nella vita di Stefano III scrisse : nisterio sacramentorum, sed edam
Diaconiam sanctorum Sergii et Bac- dispensatione ecclesiaslicae substan-
chi concedensj omnia, quae in usum liae praeeminebat. Lo stesso scrive s.

Diaconiae existunt, statuit perpe- Prospero di Tito diacono, che, men-


ilo tempore pm sustentatione pan- tre in Roma dispensava i denari
vertuti in Diaconiae ministeriuni fra i poveri , fu martirizzato. Fu
deservire. L'antica formola, colla anche ufiìzio de'diaconi, come os-
quale si commetteva e conferiva la serva l'erudito Grifendi, l'imporre
diaconia, ecco come trovasi descrit- le pubbliche penitenze, dispensare
la in s. Gregorio I, lib. 9, indici, anche i beni di chiesa , e ve-
4, ep. 24: Igitur te Joannem reli- gliare su quelli dei vescovi. A ve va-
cavo intentionis tuae studio provo- no sotto di sé molti altri ministri,
cab, mensis pauperum, et exhiben- come suddiaconi, le diaconesse ec.
i

due diaconiae eligimus proponen- (Vedi). Per la loro podestà nell'ara»


dum. La formola, che al presente miuistrazione delle cose temporali ,

pronunzia il Papa in concistoro, si reprimevano i prelati, quali male i

può leggere al voi. IX pag. 317 amministravano il patrimonio del-


del Dizionario. Talvolta per dia- la Chiesa. Presso il popolo, come
conia si volle indicare la stessa li- più conosciuti, erano tenuti in mag-
mosina raccolta nelle chiese, come giore stima degli stessi preti, quan-
trovasi nelle Collazioni di Cassia- tunque loro fosse vietato di sedere
no, 18, cap. 7; e forse significò in presenza de'vescovi, e sacerdoti.
lo stesso che ministero, come fu già Vero è però, che alcune di queste
notato, che volle dire l'Apo-
ciò cose furono più proprie del sem-
stolo : ministerium verbi. Nani dia- plice diacono (Vedi), che dei dia-
coni, diceil Panvinio, inopum, la- coni Cardinali, quali, come narrai

borantium, viduarum ci pupillorum il Cardinal Biancacci, portavano la


ministri crani ec. Né solamente sos- mensa dell' altare lateranense sopra
tenevansi con le oh-
le diaconie le loro spalle nel giovedì santo, e
blazioni de' fedeli, ma avevano e- la riportavano nel sabbato santo
ziandio i loro patrimoni lasciati da siccome disse Inuocenzo III: Vclut
diversi benefattori delle chiese a Arcani foederis porlanlcs.
questo lodevole fine; anzi vuoisi Dell'abito, di altre prerogative
che qualcuna delle rendite delle de'diaconi, e dell' eccellenza del lo-
DIA DIA 283
io ministero, si tratta al citato nari o palatini terminarono quan-
articolo Diacono, come de'suddia- do i Papi lasciarono di abita-
coni. In quanto ai sette suddiaconi re in Laterano, e di celebrare le

legionari corrispondenti ai sette stazioni. Va però avvertito , che


diaconi, ed istituiti, come si disse, da quando negli scrittori ecclesiastici
s. Fabiano, per assistere, come so- si parla dei diaconi e suddiaconi
prastanti, ai notali a raccogliere gli della Chiesa romana
non deve ,

atti de'santi martiri, aggiungeremo sempre intendersi de'Cardinali, ma


che i sette suddiaconi nominati di altri ministri inferiori , fuorché
Basilicali e Palatini, erano quelli ne'primi secoli della Chiesa, ne'qua-
che servivano il Papa quando ce- li non era ciò ancora bene stabili-

lebrava nella basilica lateranenst, e to. Ma di alcuni suddiaconi Cardi-


portavano la croce avanti di lui. Og- nali, parlammo al volume IX pag.
gidì sono eglino chiamati suddiaconi 276 del Dizionario: altri ne ripor-
apostolici, che Alessandro VII ripri- ta il Cohellio, Noi. Cardinalatus ,
stinò nell'antico splendore, negli u- cap. VII, de Cardinalibus diaconìs,
ditori della rota romana. p. i5.
Vi furono dei suddiaconi della
Chiesa Romana, chiamati obblazio- Degli abiti sagri de'Cardinali dia-
nariy perchè raccoglievano le ob- coni, dell'uffizio da loro eserci-
blazioni de' fedeli, ed il primo di tato di apocrisari: e della pode-
essi dai greci fu chiamato, suddia- stà, giurisdizione, ed obblighi dei
cono domestico. Suddiaconi stazio- Cardinali diaconi nelle loro dia-
nari erano quelli, che ministrava- conie.
vano al sommo Pontefice, quando
celebrava nelle stazioni, coli' inter- Segnalate e distinte prerogative
vento della scuola de' cantori. Da avevano i primi diaconi della Chie-
un rituale della biblioteca vaticana sa romana, a'quali successero dia- i

si ricava, che i suddiaconi della coni regionali, se forse non furo-


Chiesa romana, erano sette chiama- no i medesimi nominati poi per la

li regionari, i quali cantavano le loro eccellenza sopra gli altri Cardi-


lezioni nelle stazioni. Altri sette di- nali, non solo intorno all' ampia
cevansi palatini , e facevano al- potestà e facoltà di amministra-
trettanto nella basilica lateranense, ma an-
re le rendite ecclesiastiche,
e sette altri della scuola decatito- che pel maestoso abito che usava-
ri, i quali cantavano solamente quan- no. Va principalmente osservato,
do il sommo Pontefice soleva cele- che i Cardinali diaconi, anticamen-
brare. In progresso di tempo i mi- te, come si notò, non si denomi-
nisteri, e il nome di tali suddiaconi navano dalle chiese delle loro dia-
cessarono, e in loro vece subentra- conie, come si fa oggidì, ma dai rio-
rono nella qualifica i detti prelati ni ai quali presiedevano, e perciò
uditori di rota, che ne'solenni pon- nel concilio romano sotto i santi
tificali fanno da suddiaconi mini- Pontefici Gelasio I del 49 2 j e Sim-
stranti , essendo un Cardinale il maco 49^j s * trovano queste
del
diacono ministrante. Questo canta Anastasius diaconus Car-
forinole:
il vangelo, e quello l'epistola. I dinalis in regione IV, et AI, e co-
Hirnmentovali suddiaconi stazio - sì degli altri. Osserva perciò il Da-
284 DIA DIA
ionio, che Gordiano padre di s. vanti di tal colore. Le insegne car-
Gregorio I, il quale vuoisi essere sta- dinalizie sono comuni ai Cardinali
to ordinato in sacris, fu vestito qua- vescovi, preti, e diaconi; ma negli
si dell' istesso abito del figlio, cioè abiti sagri differiscono, giacché i

della Dalmatica (Fedi), e della Pia- Cardinali diaconi, oltre la mitra di


neta (Fedi) , come si vede nella damasco bianco, hanno le sole dal»
sua antica immagine riportata nel matiche co' fiocchi d'oro di colore
volume Vili della sua storia eccle- bianco e rosso, e le pianete di co-
siastica ; né altra differenza vi si lore paonazzo, ripiegate avanti il
scorge se non che il Pontefice ha petto. Quando assumono le dalma-
di più il pallio, ch'era la propria tiche e siffatte pianete, sul rocchet-
insegna pontificale. Da ciò il me- to, adoperano l'amitto. Però quan-
desimo Baronio argomenta, che fos- do il Pontefice celebra solennemen-
se Gordiano diacono regionario, te, il Cardinal diacono ministrante
cioè uno de'selte diaconi Cardinali, veste anche il camice, che cinge col
che tali erano tutti i regionari, es- cingolo, e la stola attraverso, e do-
sendo sempre stata la dalmatica po di avere vestito il Papa degli
insegna propria dei soli diaconi abiti pontificali permessa, la si

della Chiesa romana, accordata in pone nel braccio sinistro pure il

seguito dai Papi per ispecial pri- manipolo. Al termine del Pontifi-
vilegio ad altre chiese. Qui notere- cale riceve dal Papa il Presbiterio
mo, che mentre i cadaveri de'Car- [Fedi) prò missa bene cantala, che
dinali vescovi , o preti si vestono a lui era stato dato, quindi il me-
degli abiti sagri paonazzi, quelli dei desimo Cardinale lo dona al pro-
Cardinali diaconi , non usando la prio caudatario.
dalmatica di tal colore, si vestono Quando nelle solennità di Pa-
di dalmatica rossa, e di manipolo, squa e Natale il Cardinal decano
e stola attraverso di colore pure del sagro Collegio celebra la mes-
rosso; mitra di damasco bianco, cin- sa in luogo del Papa, non assumen-
golo rosso, camice, ed amitto bian- dosi dai Cardinali diaconi gli abiti

co, e scarpe nere. S'intende che l'a- sagri, edovendo i Cardinali diaconi
mitto si pone sopra il rocchetto, ricevere la comunione, allora prendo-
come abbiamo dal Marcello, Sacrar. no la stola bianca, che pongono a
Caerem., lib. Noteremo, I, sect. i5. traverso sulla cappa. Similmente la
che a tempo Car- di quell'autore i indossano in tal modo, e sull'abito
dinali defonti erano anche in casa cardinalizio senza mantelletta, nella
vestiti cogli abiti sagri, costume mattina avanti il primo scrutinio
che variò Benedetto XIV colla co- del conclave, in cui lo stesso Car-
stituzione Praecipuum, per cui di dinal decano comunica tutti i Car-
presente gli abiti sagri si mettono dinali. Inoltre il Cardinal primo
ai Cardinali, dopo che il loro ca- diacono pone la stola bianca a tra-
davere è condotto alla chiesa, in verso e sulla cappa, quando pren-
cui si deve celebrare la cappella de dalle mani del Papa nella pri-
papale. Quando i Cardinali assumo- ma domenica dell'avvento, 1' osten-
no i parimenti sagri di colore pao- sorio col ss. Sagramento, per col-
nazzo, i Cardinali diaconi adopera- locarlo nel tabernacolo , affine di
no la pianeta ripiegata nel da- dar principio alla divozione delle
DIA DIA 285
quarant' ore. Sull'antica comunione XII secolo con quella di Colonia,
dei Cardinali diaconi nella terza che concesse l'uso de sandali ai set-
messa di Natale , si può leggere te diaconi, ed ai sette suddiaconi
Pietro Amelio, Orci. Rom. XF, della medesima. Che nella mensa
pag. 453. del Papa della solennità di Nata-
Inoltre il Baronio, citando Gio- le, ed in altre, il Cardinale diaco-
vanni diacono, dice che l'immagi- no leggesse vestito di piviale, lo si

ne del suddetto Gordiano aveva nei ha dall'Ore?. Rom. p. 129; e Ord.


piedi i Sandali (P'cdi) all'apostoli- XII di Cencio Camerario a pag.
ca, cioè aperti chedi sopra, ciò 169.
pure apparteneva all'abito decoroso Fra le prerogative de'Cardinali
del diacono della Chiesa romana diaconi, fu certamente significante
privativamente ad ogni altra chie- quella della destinazione in legati
sa, i quali sandali poi si conces- della Sede apostolica , residenti in
sero, per singolare distinzione, dai Costantinopoli chiamati apocrisari
Ponteficia qualche chiesa insigne, (Fedi), cioè responsali, come li chia-
come fece s. Gregorio I al vescovo mò s. Gregorio I, perchè davano al
di Siracusa. Neil' antiportico della Pontefice ragguaglio di tutti gl'in-
chiesa dei ss. Andrea, e Gregorio teressi e i negozi delle chiese d'o-
al monte Celio, già abitazione del riente, ed anche dell'occidente. Ta-
s.Pontefice, si vede nell'abito di le uffizio esercitarono parecchi dia-
Gordiano una pianeta di color ca- coni, che poscia furono sublimati
stagno, e sotto la dalmatica con le alla cattedra di s. Pietro, come
calighe o calze, secondo che usano Vigilio, Gregorio I, Sabiniano,
s.

i vescovi. E tale doveva essere an- Bonifacio III, s. Pasquale I ec, dap-
ticamente l'abito proprio dei diaco- poiché, il ripetiamo, essi erano più
ni regionari, che alla dignità del facilmente creati Papi, procurando
ministero avevano un corrispon- il clero romano di eleggere per-
dente decoroso abito. Le calighe sonaggi, che riuscissero graditi agli
però usate dai diaconi regionari imperatori d'oriente, e da loro
della curia romana per segno di ,
conosciuti. Si diede anticamente la
onore, erano chiamate compagi, pel- dignità, e carica di legalo aposto-
le varie legature, e fascie a modo lico (Vedi), a' Cardinali diaconi, e
di rete usate ancora dagl'imperato- non a' Cardinali vescovi o preti,

ri, e senatori romani, come descri- perchè erano obbligati i primi a


ve Macri
il a tal vocabolo. Ed è risiedere, e vegliare sulle loro dio-
perciò, che s. Gregorio I, scrivendo cesi, i secondi a fare residenza nei
al vescovo di Siracusa suo legato, loro titoli. A tale effetto s. Grego-
fortemente si querelò contro i dia- rio I si condolse con Leandro ve-
coni della chiesa di Catania, perchè scovo, perchè era stato fatto Car-
avessero avuto l'ardire di usare si- dinale diacono, eperciò costretto a
mili sandali, essendo questo pri- fungerne l'uffizio. D'altronde il me-
vilegio concesso solamente ai dia- desimo Papa si scusò coll'impcra-
coni della chiesa di Messina. Tal tore Foca il quale erasi con lui
,

privilegio fu accordato talora da lagnato perchè non aveva trovato


,

qualche Pontefice ad altre cospicue nel palazzo imperiale, dopo il suo


chiese, come fece Eugenio HI nel ritorno dalla guerra, il solito apo-
.

2 86 DIA. DIA
elitario, o con queste parole: Quod di monache fatte dai Cardinali dia-
permanere in palaiiojuxta anliquam coni, con dispensa ed autorizzazio-
consuetudinari Jposlolicae sedis ne pontificia, come dell' indulto di
diaconnm, vostra serenità* non in- celebrare messa in pubblico, se sono
venit, non hoc nieac negligentiae, sacerdoti ,
giacché possono esserlo,
sed gravissimae necessitati* fiat. benché appartengano all'ordine dia-
Ed allora s. Gregorio I ordinò dia- conale, come al presente lo sono
cono Bonifacio primo difensore, e i Cardinali Tommaso Riario Sfor-
lo inviò a Costantinopoli, qual suo za primo diacono, e Tommaso Bcr-
apocrisario netti secondo diacono.
Godono i Cardinali diaconi tut- Per ispiegarsi meglio, diremo, che
ti quei privilegi e prerogative tan- i Cardinali diaconi benché preti non
to fuori delle diaconie, quanto in possono in cappella pontificia, enella
esse, che i Cardinali preti nei loro loro diaconia esercitare gli uffici, ed
titoli, fuorché in quei ministeri, i amministrare i sagramenti propri dei
quali di loro natura sono vietati al- preti ; ma essendo sacerdoti altrove
l'ordine diaconale, come sono l'am- possono celebrare la messa in pub-
ministrare la ss. Eucaristia al po- blico,ed anche solennemente, sem-
polo ( ciò che proibì il concilio pre però con breve apostolico di
Niceno), e il dispensare il sangue dispensa così possono fare vesti-
:

di Cristo dopo che fu tolto il rito zioni di monache, ricevere professio-


di comunicarsi sotto ambedue le ni di esse ec. , e fare matrimoni
specie. Tuttavolta qualche vestigio coli' annuenza però dell'Ordinario
né rimasto quando celebra solen- del luogo. Incombendo poi celebra-
nemente Papa, che riceve dal
il re la messa pei Cardinali defunti
Cardinal diacono ministrante il ca- al Cardinal Camerlengo pro-tempo-
lice col sangue o vino consagrato, re del sagro Collegio [Vedi), quan-
del quale partecipano tanto il det- do lo é un Cardinale, questo fa ce-
to diacono, che il prelato suddiaco- lebrare la messa ad altro Caldina
no uditore di rota. E pur vietato le prete o vescovo, giacché non si

all'ordine diaconale il battezzare, cioc- suole in pratica, nemmeno in que-


ché fu ad esso concesso nella primi- sta circostanza, celebrare dai Cardi-
tiva Chiesa per la scarsezza de'sacer- nali dell'ordine dei diaconi, sebbene
doti: e se il Cardinal diacono ammini- quello ch'é camerlengo sia sacerdo-
strasse il battesimo, non sarebbe te. Tuttavolta dalle costituzioni del
esente dall'irregolarità secondo la co- sagro Collegio ristampate nel i833,
mime opinione de' dottori, massime parlandosi del Cardinal camerlengo
del Navarro, de cler. ordinai, minislr. del sagro Collegio,ede'suoi oflizi, sem-
lib. I cons. i, riferita dal Cardinal bra rilevarsi dal contesto, che per
AIIjìzì nella dotta disseriazione che questa sola circostanza di esequie,
stampò sulla giurisdizione de'Car- il Cardinal camerlengo del sagro Col-
dinali nelle chiese de' regolari. Così legio,bcnché diacono di gerarchia cai •

non possono i Cardinali diaconi am- dinalizia, quando sia sacerdote, le

ministrare il sagramento del ma- può celebrare egli stesso, come si leg-
trimonio. Abbiamo però registrato ge a pag. io: Si vero presbyter fuil
a' rispettivi luoghi , i battesimi, e missam anniversarii bonam Cardìna-
i matrimoni, non che le vestizioni lium mo) tuoi din (delirare debcat.
DIA DIA 2857

Nell'ultimo concistoro del 1842, il pubblicò la creazione, che aveva


Cardinal Mario Ma t tei otto il pas- fatta nel concistoro del precedente
saggio all'ordine presbiterale, laonde, marzo, di Luigi Ercolani in Cardi-
giusta le costituzioni apostoliche.pre- nale dell'ordine de'diaconi; quindi
se posto nell'ordine presbiterale, do- in quello de'23 settembre gli confe-
po il dccimolerzo Cardinale, a se- rì per diaconia la chiesa presbitera-
conda dell' epoca della sua creazio- le di s. Marco, sebbene titolo pres-

ne al Cardinalato, clic fu ai 2 lu- biterale. Si legge poi nel numero


glio i832 passando così avanti
: 32 de' Diari di 181 7, Roma del
a trenta Cardinali preti, i quali era- che nel concistoro de'i4 aprile, Pio
no staticreati Cardinali dopo di VII, con apostolica dispensa (giac-
lui; non ba guari questo Cardinale ché devono passare dieci anni di
è stato fatto arciprete della basili- cardinalato prima che un Cardinal
ca vaticana. diacono possa passare ad altro or-
Dell' ozione meglio si tratte- dine), trasferì il medesimo Cardinal
rà al paragrafo seguente. Noteremo Ercolani all'ordine de'preti, assegnan-
che il Cardinal Cernetti si ordinò dogli in titolo la chiesa collegiata
prete mentre era Cardinal diacono, di s. Marco, la quale di sua natu-
e ripeteremo qui che il Cardinal Mat- ra è fra i titoli presbiterali. Va qui
tei fu annoverato nell'ordine diacona- pure avvertito, che dieci anni de- i

le, sebbene sacerdote, dal Papa re- vono computarsi dal giorno in cui
gnatile. Viceversa non mancano esem- il Cardinale diacono, se quando
pi di Cardinali dell'ordine de' preti, fu annoverato al sagro Collegio non
che non erano sacerdoti. L'ultimo e- era già diacono, ha ricevuto il sa-

sempio ce lo die'il Cardinal Dandini. gro ordine del diaconato, il quale


Essendo egli diacono, fu creato nel deve per le costituzioni apostoliche
i8a3 Cardinale da Pio VII, che prendersi dentro l'anno dell'esalta-

inoltre lo dichiarò dell' ordine dei zione al cardinalato, meno indulto


preti, e vescovo d'Osimo e Cingo- e dispensa Pontificia, che si conce-
li. Egli rinunziò queste chiese, e so- de per breve. Allo spirare di essa,

lo si ordinò sacerdote nove anni essendo il Cardinale in conclave,


dopo, essendo intervenuto a tre con- non può più votare, se non si or-
clavi come Cardinal prete senza es- dina subito diacono. Quando poi
serlo nel carattere. Oltre a ciò non il Cardinale diacono, insignito però
mancano egualmente esempi di Car- del grado sacerdotale, vuol passare
dinali vescovi, ch'erano dell'ordine col beneplacito pontifìcio all'ordine
dei diaconi, come si avvertì a suo presbiterale, prima del decennio, co-
luogo. Per ultimo lo fu il Cardinal me fece il Cardinal Ercolani, non
Giovanni Castiglione che Pio VII può prendere il luogo in ordine di
creò Cardinale nel 1801, pubblicò esaltazione al cardinalato, come di-
nel 180 3 dell'ordine diaconale, e cemmo del Cardinal Mattei, che
colla diaconia di s. Maria in Do- rimase dieci anni nell'ordine diaco-
mnica; quindi nel 1808, il fece ve- nale, ma diviene l'ultimo Cardinali-
scovo d'Osimo, e Cingoli, restando prete. Aggiungeremo, che il Cardinal
nel suo ordine, nel quale morì nel duca d' Yorcli nel 1748 essendo
18 1 5, mentre era in Osimo sua diacono, di s. Malia in portico, fu
diocesi. Pio VII, a' 12 luglio 1816, da Benedetto XIV trasferito all'oi»
288 DIA DIA
dine presbiterale , dichiarando lito- re pur possono con pene spiri-
Io cardinalizio la detta chiesa, che tuali i delinquenti, e contumaci, o
egli amò ritenere, benché divenuto con censure ecclesiastiche, o con
dell'ordine de'preti. Talvolta qual- sospensione, interdetto ec., facendo
che Cardinale diacono, nell'ottare tutto ciò che può ordinare un ve-
ad altra diaconia vacante, ritiene scovo nella sua diocesi: non pos-
l'antica ih commenda. Cosi fece il sono per altro emanar leggi per-
vivente Cardinale Riario, ch'essendo petue, come nota il Cardinal Bran-
diacono di s.Maria in Domnica, la cacci nella dotta dissertazione de
ritenne in commenda, quando pas- opùone Card., né congregar sino-
sò alla diaconia di s. Maria in via di né dispensare
, né punire, o ,

lata. In seguito rimase con questa rilasciare le leggi . Egli è per-


sola, giacché rinunziò la commenda. ciò , che diconsi godere quasi e-
I Cardinali diaconi possono esse- piscopal giurisdizione. Aggiunge il

re, ancorché non sieno preti, an- Manclosio, riferito dal Cohellio, No-
che abbati di abbazie nullius. Da titia Cardinalatus, non aver essi
ultimo il Cardinal Cristaldi poi sa- facoltà nelle materie civili, e cri-
cerdote, ma diacono di s. Maria minali privativamente agli altri giu-
in Portico, era abbate commendata- dici, come godevano gli arcipreti
rio, ed ordinario di s. Maria di Cardinali nelle basiliche patriarca-
Farfa, e di s. Salvatore maggiore. li, per ispecial indulto, e privilegio
Anzi è da notarsi, che l'abbazia de' sommi Pontefici. Ma sulla giu-
gli venne conferita da Leone XII, risdizione de' Cardinali diaconi nel-
quando era semplice prelato, e te- le diaconie, va consultato
il Car-
soriere generale, ed insignito del dinal de Luca, Cardinale pra- il

solo suddiaconato, e quindi la con- tico, cap. XII, nel quale parla an-

servò venendo annoverato neh' or- cora dei vicari, che sogliono avere
dine de' Cardinali diaconi. nelle medesime diaconie, per l'or-
Facendo seguito alla narrativa dinario nominando a tal uffizio un
de' privilegi, e prerogative de' Car- prelato. Alle mentovate, ed altre
dinali diaconi nelle loro diaconie, prerogative dei Cardinali diaconi,
diremo che cessate sono le antiche vanno del pari congiunti gli ob-
incumbenze loro, di raccogliere le blighi che hanno da invigilare al
offerte de' fedeli, e distribuirle ai buon governo, culto ed edifìzio del-
poveri, alle vedove, ed ai pupilli. le loro diaconie; e di più, secondo
F. s. Bernardo de consider adone, che fu ordinato dal concilio late-
che diresse al suo antico discepolo ranense III, nella sessione 29, e
Eugenio III, lib. 4- Inoltre hanno dalla costituzione di Leone X ,

i Cardinali diaconi nelle chiese dia- fatta nel concilio generale latera-
conali, l'istessa giurisdizione cpiasi nense V , debbono visitare ogni
episcopale, che hanno i Cardinali anno le diaconie medesime, averne
preti nei loro titoli, cioè di visita- gelosa cura, e sovvenirle, perchè vi
re le diaconie, di correggere i co- si mantenga lo splendore, ed il

stumi del clero, e del popolo, di decoro ecclesiastico.


conferire i benefizi vacanti nelle Intorno alla benedizione diacona-
medesime, con quelle avvertenze le, oltre quanto ne dice lo stesso de
che si notarono di sopra. Puni- Luca, al citato luogo, il Cardinal
DIA DIA 289
Biancacci scrisse una dissertazione, del Cardinal Agostino Valerio vesco-
e il Cardinal Albizii ne parlò nel- vo di Palestrina, stampata in Roma
l' interessante sua opera, de j'ur. nel 1795, con questo titolo: De
card, in suis Eccles. , e noi al consolatone Ecclesiae, si legge nel-
voi. V, pag. 63 e 64 del Dizio- l' indice di tutti i suoi scritti ine-
nario, netenemmo proposito, co- diti, cioè LXV, num. 66 De oc-
me lo tenemmo nel seguente arti- cupationibus diaconi Cardinalis
colo. S. Antonino, par. 3, tit. 24, dignis ad Fridericum Cardinalem
cap. 16, § 9, ecco come si esprime Borromeum, D. Caroli patruelem.
sulla benedizione diaconale: Quam- Extat Venetiis fol. in Bibliotheca
vis etiam benedieant diaconi Cardi- Marciana. V Codices manuscriptos
.

nales; sed hoc nullus archidiaconus Lalinos bibliothecae Nanianae a Ja-


praesumit. Ben ponilo adunque Car- i cobo Morellio relatos, et editos
dinali popolo nelle loro
benedire il Venetiis typis Antonii Zattae 1776.
diaconie, ove tengono il luogo del Daremo termine a questo arti-
sommo Pontefice, ed esercitare mol- colo con un ulteriore cenno sulla
ti atti di autorità ordinaria. Né ozione de' Cardinali diaconi agli or-
deve cbe non solo un Car-
tacersi, dini presbiterale, ed episcopale, col
dinal diacono benediceva il cereo riportare l' ordine gerarchico delle
nel sabbato santo alla presenza del diaconie cardinalizie, tanto esistenti
Papa, ma 1' ultimo de' Cardinali che soppresse, al modo, che le de-
diaconi, dopo il battesimo che fa- scrive il Piazza, nella sua Gerar-
cevasi dal Pontefice di tre catecu- chia Cardinalizia opera, che dedi- ',

meni, nel battisterio di s. Giovanni cò a Clemente XI, De: diaconi car-


in fonte al Laterano, proseguiva dinali grado terzo.
a battezzare gli altri catecumeni, Non mai un Cardinal diacono
come dice Cencio camerlengo . può ottare all' ordine de' Vescovi
Egualmente narra il Cardinal Gae- suburbicari (Vedi), se precedente-
tani 272, che l'ultimo de' Car-
p. mente non sia passato a quello dei
dinali preti nel sabbato santo faceva preti. Sisto V, colla costituzione
labenedizione del fuoco, e 1' ulti- Postquam vetus, aveva stabilito, che
mo de' Cardinali diaconi accendeva se alcuna delle chiese suburbicarie
il Lumen Christì, ed il cereo pa- venisse a vacare per la quarta
squale. Abbiamo dal sept. synod. volta, excluso ea tantum vice an-
can. 14, che il diacono Cardinale, ticpdore prcsbyte.ro, prior diacono-
quando sia sacerdote, può nella rum cardinalium, qui praesens fue-
'

sua diaconia conferire gli ordini rit, et in aetate legitima constitutus,


minori e la prima tonsura, e ciò vel si die noluerit, vel nequiverit as-
per niun' altra ragione, se non per- sumi, sequens diaconus eisdem qua-
chè in fondamen-
esso ritrovasi
il litatibus praeditus ad cani promo-
to del sacerdozio, quantunque ciò vealur. Ma sotto Clemente VIII,
non sia stato mai in uso nella essendosi da un consiglio rotale di-
Chiesa. Sui Cardinali diaconi vanno scusso il punto, se questo privile-

pure rammentati il padre Gattico gio, compartito da Sisto V ai Car-


Ada selecla caeremonialia, e il ci- dinali diaconi sussistesse, fu deciso,
tato de Luca, neh' altra opera, Rei. che era tolto per non usurii. Ag-
Rom. Curiae disc. n. 5. Nell'opera giunse però Clemente Vili, con
voi, xix. '9
2yo DIA DIA
sua costituzione }
che i Cardinali XIII. iS" Angelo in Pescheria.
iliacoui, i quali dieci anni prima XIV. S. Maria della Scala.
rimasero nell'ordine diaconale, pas-
sare possono all' ordine de' preti, ai La chiesa diaconale di s. Cesa-
quali avrebbero preceduto, se tali reo, come dicemmo al suo articolo,
fossero stati, fin dal giorno della fu talvolta titolo, ed altra diaco-
loro stessa promozione. Questa cosa nia, nella quale qualifica la stabili

venne rinnovata sotto Clemente XI, e Clemente Vili. Nel secolo decorso,
la congregazione particolare a ciò e nel concistoro de' 2 3 luglio 172*),
deputata, a' 20 di marzo 17 15, come riportano il Diario di Roma,
decretò : non competere cardinali- numero 246 1 , e il Novaes, t.

bus diaconis jus optandi, seu asceti* XIII, 73, Benedetto XIII eresse
p.

dendi ad suas ccclesias episcopales, in diaconia cardinalizia di s. Maria

sed tantum cardinalìhus presbyte- ad Martyres, l'antico Pantheon.


ris. V. Riganti, Comm. ad Reg. Veramente ora non avvi ordine
Cancellar, t. I, ad reg. 8, §. 2. gerarchico nelle chiese diaconali,
Ecco 1' ordine gerarchico delle dia- ed il primo diacono non ha dia
conie cardinalizie antiche riportato conia determinata. I Cardinali Con-
dal Piazza. Col numero d' ordine salvi, e Rivarola furono primi dia-
egli indica le esistenti, mentre le coni, ed ambedue ebbero la diaco-
altre, che non l' hanno, più non nia di s. Maria ad Martyres, seb-
esistono. Se però la chiesa sussiste beue 1' ultima ad essere elevata al
Io avvertiremo. grado di diaconia. 1 Cardinali Ruf-
fo, ed Albani egualmente furono
I. S. Maria in Domnica. primi diaconi, ed ebbero per dia-
S. Lucia in Cerchio, al Settizo- conia la chiesa di s. Maria in Via
nio. Lata, laonde non è determinato at-
S. Maria Nuova, sussiste^ ed è tualmente qual chiesa dev' essere
ufhziata dai monaci Olive- la diaconia del primo Cardinal
tani. diacono. Nel concistoro dei 27 gen-
SS. Sergio e Bacco. naio i843 il Cardinal Adriano Fie-
S. Lucia in Selci, sussiste, ed è schi, sesto dell'ordine de' diaconi,
delle monache agostiniane. si dimise dalla diaconia di s. Ma-
S. Teodoro, sussiste, ed è uffi- ria in Portico, ed otto e conseguì
ziata dall' arciconfrateruita del quella di s. Maria ad Martyres,
Ss. Gesù. Cuore di vacata per morte del Cardinal pri-
IL S. Maria in Cosmedin. mo diacono Rivarola. Altra confer-
III. S. Maria in Portico. ma, che al presente non avvi or-

IV. S. Maria in via Lata. dine gerarchico nelle chiese diaco-


V. S. Agata alla Suburra. nali. Va però avvertito, che quan-
VI. SS. Cosma e Damiano. do un diacouo, od un prete, otta
VII. S. Maria in Aquiro. ad altra diaconia , o titolo cardi-
VIII. S. Giorgio in Velabro. nalizio, il prefetto de' cerimonieri
IX. S. Adriano. pontifìcii si reca ad interpellare quei
X. S. Eustachio. Cardinali, che nel rispettivo ordine
XI. S. Nicola in Carcere. lo precedono in anzianità dì car-
XII. SS. Vito e Modcòto. dinalato, se essi bramassero passar-
DIA 1) 1 A 291
vi, e ciò per un riguardo di con- riporta a p. i5 alcuni Cardinali
venienza sanzionato dall'uso. Nel diaconi, che, non essendo insigniti
Lunadoro, Relazione della corte dell'ordine sagro,rinunziarono la
dì Roma, tanto della edizione del- dignità, per continuare la successio-
l'anno i636, a pag. 274, che di ne nelle loro sovrane, e principe-
quella dell'anno 1774 colle note sche famiglie, di che noi par-
del dotto Zaccaria, pag. g, non si liamo all' articolo Porpoka cardi-
rinviene ordine stabile di gerarchia. nalizia rinunziata. Sulle diaconie
Nella prima vengono registrate con cardinalizie, alcune erudite notizie
questo ordine: S. Maria in Via vengono altresì riportate anche dal
Lata, s. Eustachio, s. Agata, s. Ma- Nerini a pag. 49 e seg. neM'Histo-
ria in Portico ec. ; nella seconda rìca monumenta, de tempio et eoe*
in questo modo
Maria in A-
: S. nobio ss. Bonifacii et Alexii.
quiro, s. Maria in Cosmedin, ss. DIACONO, diaconus. Uno dei
Cosma e Damiano, s. Maria Nuo- ministri inferiori dell' ordine gerar-
va, s. Adriano ec. , poi le altre. chico, quegli cioè che è promosso
Anticamente lo era quella di s. al secondo degli ordini sagri, vale
Maria in Domnica, chiamata per- a dire al Diaconato (Vedi). Que-
ciò un tempo Arcidìaconìa. sta parola è formata dalla voce
Ripetiamo ancora una volta, che greca, che significa ministro, o ser-
ai rispettivi articoli si tratta di quan- vo. I diaconi furono istituiti dagli
to spetta alle prerogative, uffizi, apostoli al numero di sette, come
preeminenze, e privilegi del Cardi- si legge Act. e. 6. Al nascere stes-
nal primo diacono, e dei Cardina- so della Chiesa, crescendo ogni gior-
lidiaconi di santa romana Chiesa. no il numero de' fedeli, talmente
Su questo argomento, oltre suc- i divennero commendevoli, che essi
citati,ed altri autori, ed oltre quelli riguardavano gli altri fedeli tutti
che si riporteranno all'articolo Tito- come fratelli, per cui non avevano
li Cardinalizii, abbiamo: Eminentiss. che un cuore, ed un'anima. I ric-
et Reverendiss. S. R. C. cardinali- chi vendevano i loro beni, e de-
bus, Eulogialogium Diaconale offerì ponevano il prezzo che ne ave-
Dominicus Magri 1688; Laurentius vano ricavato in un tesoro comu-
Brancatus, De benedìctione diaco- ne; e gli apostoli a mezzo de' loro
nali , inter ejus dissert. Romae coadiutori, e insieme ad essi im-
1672; Francesco Albizii, De j'u- piegavano questi denari in soccorso
guani habent S. R. E.
risdictione, de' poveri. A questo proposito si

cardinales in ecclesiis suorum li- fecero quindi alcune querele, ma


tulorum, Disceptatio novis allega- gli apostoli illuminati dallo Spirito
tionibus aucta, et addita quaestiun- Santo, ne fecero tosto cessare la
cula, an Cardinale^ diaconi in suis cagione che le produceva. I greci,
Diaconiis possint solemniter bene- o giudei ellenisti, così essendo chia-
dictionem impertiri, Romae 1668. mati i giudei eh' erano versati nel-
V. però la risposta del Piloni de la lingua greca perfettamente, mor-
controv. Palronatus, alleg. /\\, n. moravano contro gli altri ebrei,
3 1 ,
Tria ad Platum, de cardinal, sotto pretesto che le loro vedove
dignit.j e 1' Andieucci, ditsert. de fossero trascurate nella distribuzio-
cardinalibus in genere. Il Cohdlio ne giornaliera delle loro limosi ne.
292 DIA DIA
Gli apostoli, per arrestare il male ed è per questo che Luciano, de
dalla sorgente,radunarono i fedeli invenl. et tratislat. s. Stephani e. 8,
nel secondo concilio di Gerusalem- 9, gli dà il titolo di arcidiacono.
me, e fecero loro osservare, ch'essi Allora gli apostoli, dopo aver reci-
non potevano lasciare le principali tato delle orazioni, con la imposi-
funzioni dell' apostolato per aver zione delle mani sui sette diaconi,
cura delle limosine. S. Pietro, che conferirono loro il diaconato, di cui
aveva radunato il concilio, ed in avevano essi ricevuto la istituzione
esso parlato, per cui si conta tal da Gesù Cristo medesimo ; e que-
rappresentanza come il secondo at- sta cerimonia comunicò loro lo
to di autorità pontificia che eser- Spirito Santo, per renderli degni di
citò dopo 1' ascensione di Gesù Cri- addivenire i ministri dei santi mi-
sto, propose di eleggere in loro steri di Dio. La loro ordinazione
aiuto sette uomini irreprensibili, fe- si fece in virtù di una commissio-
deli, ripieni dello Spirito santo, e ne generale, o particolare, che gli
di sapienza, acciocché si pigliassero apostoli avevano ricevuto dal di via
questa cura; aggiungendo che in Maestro, per creare dei leviti, ossia

tal modo tutti gli apostoli sareb- ministri inferiori, i quali potessero
bero perciò liberati da ogni distra- servire all'altare. Oltre la distribu-
zione, e si sarebbero posti in istato zione delle limosine, fu ai sette
di attendere unicamente alla pre- diaconi anche assegnata l' ammini-
ghiera, e alla predicazione del van- strazione dell' Eucaristia, nelle varie
gelo. contrade di Gerusalemme ad essi

La proposizione fu da tutti ap- affidate, a guisa di diaconi regio-


plaudita, e vennero istantemente nari, ad esempio de' quali, vedre-
eletti Stefano, uomo pieno di Spi- mo in seguito stabiliti quelli della
rito santo, e per ciò di carità, e Chiesa Promana . Alcuni scrittori
di fede ardente, onde poi fu pro- hanno detto, che i diaconi non fu-
tomartire, come anche Filippo, Pro- rono da principio istituiti, che per
coro, Nicànore, Timone, Parmena, vegliare sopra la distribuzione del
e IVicolao proselito di Antiochia, e temporale della chiesa, che venne
giunto da pochi giorni in Gerusa- loro commessa poco dopo quella
lemme. Siccome tutti questi nomi dei santi misteri. Certo è, che in
sono greci , alcuni scrittori han- questi primi tempi i diaconi non
no couchiuso, che a bella posta si ebbero soltanto la cura di occupa-
fossero scelti dei diaconi fra i gre- re il primo posto nel servigio del-
ci, per far cessare più sicuramente l' altare, con la custodia dei vasi

il mormorio, ma questa conseguen- sagri, del tesoro, e delle oblazioni


za è affatto incerta. E a sapersi, ma leggevano ancora il
de' fedeli,
che sovente gli ebrei cangiavano i vangelo in alcune chiese. Spesso
loro nomi in nomi greci, che ave- auche amministravano il sagramen-
vano lo stesso significato, e che si to dell' Eucaristia al popolo, e mas-
potevano pronunziare più facilmen- sime il sangue di Cristo, non mai
te. Osserva s. Agostino, Semi. 3 16 però alla presenza di un prete, se
ol. 94, de div., che s. Stefano è prima loro non l' ordinava. Essi
nominato il primo fra i diaconi, pure conferivano solennemente il
come s. Pietro lo è fra gli apostuli, battesimo, ma sempre sotto l' au-
DIA DIA 293
torità, e permesso del vescovo.
col i vescovi. Scrivendo a Timoteo,
Tanto affermano parecchi santi pa- gli ordinò che non ammettes-
dri, e gravi autori ecclesiastici. Se se l' accusa contro di essi , ed
non che delle prerogative de' dia- i sacerdoti senza testimoni , per
coni, de' loro uffizi che anticamen- non dare adito alle detrazioni, ed
te esercitavano, e della odierna di- alle calunnie de' malevoli ; così pu-
sciplina della Chiesa su questo pun- re il detto s. Ignazio vietò l'accu-
to, parleremo da poi, ed intanto sare i diaconi. Da tuttociò chiara-
passiamo a dire dell'eccellenza del mente si rileva, quanto i diaconi
loro grado, e ministero. fossero in istima, e rispetto, sino
Rappresentano i diaconi gli an- dalla prima loro istituzione. Ma s.

geli die assistono a Dio, imperoc- Paolo perciò esigeva, che i diaconi
ché la gerarchia ecclesiastica è sta- avessero le stesse disposizioni dei
ta fatta ad imitazione della cele- preti, e vescovi, non si am-
e che
ste, ove furono veduti sette spiriti mettessero al ministero se non do-
assistenti al trono dell'Onnipotente. po essere stati provati. S. Cipria-
S. Ignazio, discepolo degli apostoli, no, ep. 65 ad Pam., dà ai diaconi
perciò rassomiglia i diaconi alle il titolo di ministri dell' episcopato,
angeliche virtù, perchè servono, ed e della Chiesa. Nella predicazione
assistono a' vescovi nell' aliare; per talmente si distinse il diacono s.
la cui testimonianza è altresì cer- Filippo, che meritò il soprannome
to, che gli stessi diaconi furono an- di Vangelista, col quale viene di-
che soliti di ministrare al vescovo stinto negli atti degli apostoli. S.
mentre predicava, come si legge Filippo, come abbiamo veduto, tie-
veìVep. 3, cap. 12, ch'egli scrisse ne il secondo posto, nel catalogo
ai Filadelfì. Il medesimo scrivendo che ne dà s. Luca, Act. 6, 5. Ab-
a quelli di Smirne, ep. n. 6. p. biamo inoltre, che s. Ermicola, non
37, ordina a' fedeli di rispettare i avendo altare, celebrava la messa
diaconi come i ministri di Dio, e sulle mani dei diaconi. Origene,
come i ministri dei misteri di Ge- tract. V in Matih., dopo di aver
sù Cristo. Il loro ministero, die' e- detto, essere i sacerdoti gli occhi
gli nell' ep. ad Trallien., o Trallen~ della chiesa, soggiunge : Diaconi
si n. 2, p. 62, non consiste nel miteni, caeterique ministri manus,
distribuire il bevere, ed il mangia- quia per eos opera spiritualia uni-
re, ma nell' esercitare auguste fun- versa gerunlur. Il Berlendi, delle
zioni nella Chiesa di Dio. Secondo oblazioni all' altare a pag. Ili, e
anche Giovanni Crisostomo, s.
s. seg., dimostra il doppio ministero
Stefano ebbe il primato, e la pre- de' diaconi, spirituale, e temporale.
cedenza fra i diaconi, che si erano Non riuscirà discara la seguente
di fresco eletti. Le parole di san digressione del medesimo autore,
Giovanni Grisostomo : Majorem tu sulle oblazioni de' fedeli avanti e
ilio ( cioè diademate coronalo )
dopo l' istituzione de' diaconi, anche
potesiatem habes, sono indirizzate perchè si comprendano i vocaboli
ad un diacono. S. Paolo parla del- di Gazqfilacio,Corbona, Mensa,
le funzioni di questi ministri, e di cui fanno menzione gli scrittori
chiede eh' essi abbiano quasi le ecclesiastici, ed oltre quanto su di
stesse doli , che hanno i preti, e essi dicemmo nel precedente arti-
»94 DIA DIA
colo, relativamente all' uffizio dei verle, il custodirle, poi al bisogno
diaconi. farne il debito ripartimento. Laon-
Parlando adunque delle primiti- de il canone IV del quarto conci-
ve oblazioni dice, che se la qualità lio di Cartagine, nel rendere ragio-
dell' offerente meritava che si rice- ne perchè nella ordinazione dei
vesserò, venivano prese, ed incor- diaconi la Chiesa non usi il rito,
porate alla massa comune, eh' era con cui ordina i sacerdoti, dice
il fondo destinato al mantenimen- che diacono
il Non ad sacerdo- :

to de' sagri ministri, costume pra- tium, sed ad mini s le riunì consecra-
ticato dallo stesso Cristo. Di que- tur; e da s. Girolamo scrivendo
ste oblazioni, chiamate pure Bor- Y ep. 85 ad Evagrio, è chiamato
se, fu eletto dal Salvatore nel il diacono Mensarum,
: et vìduarum
collegio apostolico per deposita- minister. Non fu però l' ufficio dei
rio Giuda Iscariote. Col crescere diaconi del tutto, e semplicemente
poi dei fedeli, pei primi discorsi temporale, come taluni pretesero;
di s. Pietro, aumentandosi le ob- né la loro ordinazione si sarebbe
lazioni, le borse si cangiarono in fatta con rito solenne recitando
sacchi, e per ciò chi ne aveva la orazioni, e imponendo sopra di Io-
custodia era chiamato sacculario, o ro le mani, se fosse stata ristretta
Saccellarìo {Vedi). Questa borsa, alle sole cose profane, né a loro
e sacco indi fu convertito, come in sarebbe stata commessa la conver-
recipiente più capevole, in cassa, sione de' popoli, l' istruirli nel Van-
ia quale chiamossi Gazofilacio, che gelo ec. Tuttavolta questo ministe-
custodivasi fuori della chiesa, ed in ro sulle cose temporali, non fu
cui mettevansi le limosine, ed ob- sempre, ed in ogni luogo ed in
lazioni pel sostentamento del eie- ogni chiesa esercitato dai soli dia-
ro. A questa cassa, da Tertulliano coni, sebbene secondo l'istituzione
chiamata arca, s. Cipriano dà il apostolica avesse avuto da quelli
nome di Cortona, cioè il gazofi- il suo cominciamento. Nella chiesa
lacio, o cassa comune. Piaccolte poi di oriente si trova appoggiata ai
le oblazioni presentate dai fedeli, preti, ma nella romana a'diaconi.
si ponevano in detta cassa, per far- Nel IV monaci dell'E-
secolo da'
lie poscia l' opportuna distribuzio- gitto si chiamava Diaconia {Ve-
ne. Questa incumbenza nel princi- di), l'incumbenza di ricevere le ob-
pio della Chiesa fu esercitata dagli lazioni e maneggiare le cose del
,

apostoli stessi, per breve tem- ma monistero, né si commetteva, che


pò, poiché, vedendo che tal impie- a persona di tutto merito, ed inte-
go era loro incompatibilecolla pie- grità. 11 Cergier dice, che in alcu-
dicazione del vangelo, a cui erano ni monisteri si diede il nome di
principalmente destinati, appoggia- diaconi agli economi o dispensieri,
rono ad altri l'economia di ma- quantunque non fossero ordinati
neggiare temporale, per meglio
il diaconi. Che fosse poscia fatto nel-
essi attendere allo spirituale. Per- la Chiesa promiscuo a' diaconi, e ai
ciò da tutto ilcorpo de' fedeli e- preti questo ufficio di economo, lo
lessero sette, che chiamarono dia- dice il padre Cristiano Lupo, to-
coni, alla direzione de' quali coni- mo II, fol. io8, il quale vuole
misero le oblazioni, cioè il rice- che sia stato occasionato dall' in-
DIA DIA ì(jT

tollerabile superbia di certi arci- » vescovo ne ringrazia Dio, e poi


diaconi , che vedendosi ne' mini- » volgendosi al clero, ed al popò-
steri principali impiegati dai ve- » lo dice: Noi col divino aiuto e-
scovi, e chiamati occhio del vesco- »>leggiamo questo presente suddia-
vo, delle cui azioni erano testimo- m cono per l' ordine del diaconato.
ni, e fatti soprastanti a tutte le *> Se alcuno ha qualche cosa con-
sostanze ecclesiastiche, con alterigia » tro di luij si faccia innanzi ge-
volevano precedere a' preti. Questi » nerosamente per l' amor di Dio,
economi furono pur delti Vicedo- » e lo dica ma si ricordi della
:

mini. Prepositi, Maggiordomi


e : » sua condizione". Questo appun-
a' preti o a' diaconi economi e cu- to è un vestigio dell' antico uso, di
stodi dell'ecclesiastiche sostanze, ser- consultar il clero, e il popolo nel-
vivano anche Suddiaconi (redi).
i le Ordinazioni (Pedi). Imperocché,
Dall'ordine del suddiaconato si a- dice il Fleury, quantunque il ve-
scende al diaconato. scovo abbia tutta la potestà di or-
dinare, e il consenso dei laici non
Elezione, ed ordinazione dei sia essenzialmente necessario, egli
Diaconi. nondimeno è utilissimo per assicu-
rarsi del merito degli ordinandi.
Facendo seguito alla elezione dei Si supplisce ad esso colle pubbli-
diaconi, nei primi secoli della Chie- cazioni, colle informazioni, e gli

sa, benché i veseovi ne avessero la esami, che precedono l'ordinazione,


autorità principale, il popolo vi ma santamente fu istituito che gli

concorreva, perchè i vescovi ad eletti si presentassero in faccia del-


esempio degli apostoli li propone- la Chiesa, anche neh' azione stessa
vano al clero e al popolo, prende- di ordinarsi, perchè il vescovo si

vano loro consigli, e gli ascolta-


i assicurasse che fossero irreprensibi-
vano volentieri. Sembra però, che li. Il pontificale romano rende ra-

nel sesto secolo il popolo e il clero gione di questa cerimonia, facendo


venissero privati di sì fatta elezio- dire al vescovo, eh' egli fa tale in-
ne, per le elezioni tumultuanti, ed chiesta al popolo, perchè è interes-
altriabusi ch'erano insorti. Solo se del comune pastore, avere sa-
potevano opporsi, nel caso che le ceidoti santi; e perchè un partico-
promozioni di tali ministri fossero lare può sapere ciò che ignorano
contrarie al bene della Chiesa. Tut- gli altri, e perchè finalmente cia-
tavia nei riti delle ordinazioni re- scuno ubbidisce più volentieri a
sta anche adesso un vestigio della quello, che fu di suo consenso or-
antica disciplina, poiché, secondo il dinato. Il Chardon, Storia de' Sa-
pontificale romano, quando si trat- gramenti, nel tom. Ili, lib. I, ca-
ta di ordinare un sacerdote o dia- pitolo XII, tratta dell' ordinazione
cono, V arcidiacono lo presenta al de' diaconi, coli' autorità del quale
vescovo, chiedendogli in nome della andiamo di ciò a parlare.
Chiesa, che l' ordini, al che il ve- Anticamente il diaconato si con-
scovo domanda » sapete voi esser- : feriva colla imposizione delle mani,
« ne degno ? U arcidiacono, lo so e coll'orazione, come affermano gli
» e lo attesto per quanto può l'u- antichi rituali, i canoni de'concilii,
» niana fiacchezza comportare. // e gli scrittori ecclesiastici della li-
296 DIA DIA
turgia, e disciplina della Chiesa ; ed ordinazione de' diaconi. Queste ed
i ri li che ora
usano nella ordi-
si altre ragioni avevano persuaso mol-
nazione de' diaconi, vi sono stati ti teologi, che il rito essenziale fos-
aggiunti dappoi per renderla più se l' imposizione delle mani pre-
solenne, o per figurar meglio le scritta negli atti apostolici, ma il

funzioni, a cui sono i diaconi de- pregiudizio che regnava, che la for-
stinati. Tali sono la tradizione del ma del sagramento dovesse essere
libro degli evangeli, e della Dal- imperativa, fece pensare a qualcu-
matica [Fedi), delle quali cose, e no d' inserire nell' orazione che
delle loro forinoleil p. Morino, de accompagna 1' imposizione delle
sac. ord. ex. 3, e. i, dice non far- mani la forinola » Accipe Spiii- :

ne menzione veruna i rituali an- » tum Sanctum ad robur, ad re-


teriori al nono secolo, quantunque »» sistendum diabolo et tentatio-
molti teologi in esse abbiano co- » nibus ejus in nomine Domini".
stituita la materia, e la forma di Qui però noteremo, che lascian-
questo ordine. Aggiunge il p. Mo- do da parte le questioni de'teologi,
rino, che sono appena seicento an- ed avendo in mira la dottrina del
ni che si cominciò a presentare ai ven. Innocenzo XI, che ove ragio-
diaconi l' evangelo (egli mori in nasi, e trattasi di sagramenti, non
Parigi nel 1639), eccettuata l'In- basti il tenere la sentenza più pro-
ghilterra ove un sagramentario di babile, ma seguir debbasi la più
ottocento anni addietro prescrive sicura, tutior, ne consegue, che al-
che il vescovo dia l' evangelo a co- l'opinar del Merino, e di qualsi-
lui che ordina, dicendogli » Pren- : voglia altro teologo e canonista, dee
ci dete questo libro dell' evangelo, prevalere infinitamente la prassi co-
» leggetelo, comprendetelo, fatene stante, da molti secoli introdotta nel-
» parte agli altri, e adempitelo la Chiesa latina, che oggimai può
» colle operazioni". Questa forino- dirsi l'universale. Questa prassi im-
la è diversa da quella che si usa porta, che oltre l'imposizione delle
oggidì, e fu assai varia nelle chie- mani aggiungasi nel promovere la
se, anche dopo introdotto il costu- tradizione del libro degli evangeli e
me di porgere al diacono 1' evan- degli analoghi istromenti, nou già
gelo, che fu per certo verso 1' un- a maggior pompa e solennità, ma
decimo secolo, e anche dopo. Che bensì come parte essenziale della
questo rito non possa essere, ad materia del sagramento per tutti
esclusione degli altri, la materia, e i latini ed occidentali. Può vedersi,
forma di questo sagramento, lo di- fra gli altri autori la breve , ma
mostra 1' antica disciplina di molte esatta istruzione per gli ordinandi
chiese, che facevano leggere l'evan- del p. Luigi Togni de'ministri de-
gelo dai Lettori (Vedi). JN'ella Spa- gl'infermi, insigne opera che porta
gna questo uffizio era comune ai per titolo : Instruc tio prò sacris ec-
diaconi, ed ai suddiaconi. Altro- clesiae ministris doclrinae specimen
ve lo facevano indifferentemente i daluris, Romae i83o, caput VI,
diaconi, ed i sacerdoti. Tuttociò de hierarchico diaconatus ordine.
prova, che la tradizione del libro ^.licitato Pontificale Romanum, p.
degli evangeli, non poteva essere I tit. II, 5. 4> ne l quale si riporta
anticamente rito essenziale della il rito venerabile della ordinazione
s

DIA. D \ I 297
de'diaconi, e delle relative cerimo- quali tocca dare il bacio di pace,
nie. Dopo tutto questo, di qualun- come si può piìi specialmente ve-
que opinione poi sieno i nostri teo- deve nella liturgia de' presantificati,
logi, non possono trovare difficoltà presso il Glossario di Du Cange,
nella ordinazione delle comunioni t. II p. 1 376. Tuttociò è descritto
orientali, poiché queste usano e la nelle note del p. Goar sopra l'eu-
imposizione delle inani, e la tradi- cologio de'greci, il (piale aggiunge,
zione degli stromenti propri del che se sopra l'altare vi sono due
diaconato. Ecco il modo di ordi- calici per la celebrazione della li-

nare i diaconi greci; poi indiche- turgia, il celebrante ne dia vino al


remo quello di altri orientali. nuovo diacono per distribuirlo al
L'ordinando viene presentato da popolo. Nel rito greco non si dà
due diaconi anziani, che lo condu- al diacono il libro dei vangeli per-
cono in giro tre volte per lo santua- che d'ordinario lo legge il sacer-
rio. Il vescovo poi gli fa il segno dote.
della croce tre volte sul capo, e Fra le ordinazioni pubblicate dal
gli fa deporre l'abito di suddiaco- p. Morino in siriaco ed in latino,
no e la cintura ; indi lo fa inchi- le prime furono quelle dei giaco-
naie sulla sagra mensa, su cui biti, ch'egli chiama de' maroniti,
appoggia la fronte. L' arcidiacono perchè a lui mandate da Roma con
recita alcune preci, e il vescovo questo titolo. Esse dicono, che il
imponendogli la mano sul capo, diacono ordinando si conduce all'al-
dice: » La divina grazia solleva N. tare, ove l'arcidiacono lo presenta al
*> suddiacono piissimo, alla digni- vescovo. Si fanno orazioni comuni,
» tà di diacono: oriamo per lui ed una particolare. Il vescovo rect-
« acciocché scenda sopra di esso ta la forinola De o gratin , che è la
» la grazia di Dio ". Noteremo stessa come quella de'greci, e dopo
che questa forinola, giusta il greco l'orazione gli si dà il camice, e la.

rito, si usa anche nell'ordinazione stola; poi recitasi un responsorio, e


de'sacerdoti e de'vescovi. Si fanno un salmo, gli si presentano l'episto-
dopo le quali il
poi altre orazioni, le di s. Paolo, ed il diacono leg-
vescovo imponendogli nuovamente gè quel passo della succitata epi-
la mano gl'implora da Dio la già- stola di s. Timoteo, ove si parla
zia conceduta a s. Stefano. Gl'ini- de'doveri de'diaconi. Si canta un
pone la mano una terza volta, e altro responsorio allusivo alla di-
dice un'altra orazione. Poi gli met- gnità della Chiesa, e de'suoi mini-
te la sull'omero sinistro, e il
stola stri. Il novello diacono mette l'in-
popolo grida: Egli e degno. Se gli censo nel turibolo, e fa un giro per
dà poi il ventaglio o flabello, che la chiesa portando il libro delle e-
i usano per cacciar le mosche
greci pistole. Lo ripone poi sulla creden-
dall'altare il diacono quindi inco-
: za, e prende l'anafora, cioè il velo,
uiincia le orazioni appellate diaco- con cui si cuoprono la patena, e il

nali, il cui libro chiamasi Diaconi- calice quando si portano all'altare,


co {ìedi), e si comunica pel pri- il che è uffìzio del diacono. Si can-
ino fra i diaconi. Queste orazioni tano altre preci, e l'ordinando si

diaconali si chiamano anche pad- prostra dinanzi all'altare. Il vesco-


fìche, e si recitano dai diaconi ai vo gì' impone le mani, e dice, N, e
298 DIA DTA
ordinato, e l'arcidiacono ad alta Io, dappoiché il Papa comparirà al-
voce prosegue diacono del .sagro : l'ordinazione, vestito con l'amitto,
altare della santa Chiesa, della cit- cingolo, manipolo, e piviale con la
tà IV., e mentre il vescovo gì' im- mitra in testa, la quale si leverà quan-
pone le mani, due altri diaconi do il Cardinal vescovo ordinante
tengono ciascuno un ventaglio al- farà l'imposizione della mano stan-
zato sopra il capo di quello che si do esso in piedi, e il Pontefice a
ordina. Bacia poi l'altare quando sedere sul trono. Il Pontefice si
gli si dà la pace, e poscia il ve- alzerà poi in piedi per ricevere dal
scovo, e riceve la comunione, ed in medesimo vescovo coperto di mitra
fine ha luogo una breve esortazio- la stola , sederà però nel toccare
ne del vescovo. A questo è molto il libro degli evangeli. V. l'articolo
conforme il rito nestoriano, pub- CoNSAGR AZIONE, ED ORDINAZIONE DEL
blicato dallo stesso p. Morino. Il sommo Pontefice. Siccome le Dia-
vescovo sul nuovo diacono pronun- conesse ( Vedi ) ricevevano una
zia questa forinola: » N. è separa- specie di ordinazione, benché non
si to, santificato, e consagrato al mi- sieno mai state considerate come
» nistero ecclesiastico , ed al ser- membri della ecclesiastica gerarchia,
» vigio levitico di s. Stefano. In va consultato quell'articolo.
*> nome del Padre ec. ".
I giacobiti sì della Siria, che di Vesti sagre de' diaconi, loro uffizi,
Egitto, Renaudot, hanno i
dice il e prerogative.
riti molto conformi a quelli, che
il p. Morino chiama propri de'ma- L'abito antico de'diaconi fu pro-
roniti. Soli si distinguono in questo, priamente la Stola [Vedi) sopra la
che tra questi ultimi il vescovo spalla sinistra: nota Bona, Rer. li-
il

prima d'impor le mani agli ordi- turg. lib. 2, cap. § 6, che il


24
nandi le santifica
, col mediato Pontefice san Zosimo, eletto nel
toccamento de'sagri misteri met- , 4 17, ordinò che i diaconi usassero
tendole sopra il velo, che il cuopie di stola pendente dall'omero sini-
anche nelle ordinazioni. Il E.enau- stro sino al fianco dritto. Ma già
dot corresse alcuni sbagli fatti dal s. Silvestro I, del 3i4, aveva con-
celebre p. Morino sul trattato del- cesso la dalmatica ai diaconi ro-
le ordinazioni ; ma gli sbagli pos- mani, e il manipolo (Fedi) nel
sono correggersi facilmente : Facile braccio sinistro; e quindi i Ponte-
est inventis addere. fici concessero le dalmatiche, e, co-
II Sarnelli, lettere eccl. t. I pag. me special privilegio, il manipolo
26, dice che in alcune chiese an- ai diaconi di chiese insigni, indi in
ticamente nell'ordinazione de'diaco- progresso divennero abiti sagri dei
ni, si ungevano loro le mani. No- diaconi, e loro comuni. I greci ri-
ta il Macri, Not. de'vocaboli eccle- tenendo l'uso primiero, portano la
siastici, che occorrendo di consa- stola sopra la spalla sinistra pen-
grare diacono il nuovo eletto Pa- dente, e non attraverso, con il

pa, come alcune volte è succes- camice sciolto, la quale stola è da


so, si osservano alcune cerimonie essi chiamata Orarium. Delle vesti

particolari assegnate nel cerimonia- sagre del diacono e suddiacono gre-


le di monsignor Cristoforo Marcel ci, che ne' pontificali del Papa can-
DIA D I A 299
Inno nel loro idioma, 1' epistola, e » Colobiis quoque lineis induti,quae
il vangelo, si tratta al voi. Vili p. » vix adcubitorum ima pertingunt;
165 del Dizionario. Avverte inol- » nudas de reliquo circumferuntur
tre il Magri, che questo rito è pra- « manus, ut ampulatus eos actus,
ticato dai certosini nella messa so- » et opera mundi hujus suggerat
lenne, giacché non usano suddiaco- » abscissio manicarnm ". Anche i
no, ma uno del coro canta l'epi- vescovi solevano portare questa sor-
stola, assiste solo il diacono colla te di veste diaconale, come rileva-
cocolla bianca, sopra la quale por- si da quanto s. Pio I scrisse ad
ta la stola solamente quando va un vescovo Germania: » Tu
della
a cantare il vangelo. Dopo s. Sil- » vero colobio episcoporum vesti-
vestro I, abbiamo che Simmaco, s. »• tus, vide, ut ministerium, quod

Papa del 49^> concesse la dalma- « accepisti, in Domino impleas". Ai


tica propria dei diaconi della Chie- rispettivi luoghi si dice chi ha l'u-
sa Romana per privilegio ai diaco- so della dalmatica, e della ToniceU
ni di s. Cesario di Arles, al quale la (Vedi), veste de'suddiaconi, ed
avea pur concesso l'uso del pallio, ambedue sotto la pianeta ne' pon-
avendolo fatto metropolitano. Quin- tificali l'usano il Papa, i Cardinali,
di s. Gregorio I del 590, concesse i vescovi, gli abbati mitrati ec. Dei
a Giovanni arcivescovo di Piavenna, sandali, che un tempo usarono i dia-
come particolare prerogativa, l'uso coni, e i suddiaconi, e di altre vesti
del manipolo a' suoi primi dia- diaconali, parlammo nell'anteceden-
coni. te articolo, ove facemmo menzione
L'abito però de' diaconi, cioè il delle vesti sagre de'Cardinali diaconi,
più antico, fu veramente una tona- e delle pianete ripiegate di colore pao-
ca senza maniche, chiamata con vo- nazzo da loro adoperate invece del-
ce greca Colobio {Vedi), cioè veste le dalmatiche di tal colore. Di ta-

mozza, e questa la portavano pri- li sandali, delle scarpe nere usate


ma in vece della dalmatica, ma dai diaconi, e dell'antico vestiario
perchè, dice il Papia, nel sagrifizio de'diaconi narra alcune erudizioni
disconveniva vedersi la nudità del- il Cancellieri nella dissert. sul ba-
J
le braccia, l'uso de' colobi fu age- cio de piedi, de' sommi Pontefici.
volmente cambiato in quello delle Riporta il citalo Piazza, che Car- i

dalmatiche. Il Piazza, nella Gerar- dinali diaconi ebbero 1' uso della
chia cardinalizia, fa osservare che mitra nel concilio di Firenze sotto
nelle basiliche patriarcali di Roma Eugenio IV, come notò Andrea San-
resta un'idea e memoria degli anti- tacroce, che fu ivi maestro delle ceri-
chi colobi, in que'rocchetti di lino monie. Del diacono e suddiacono della
bianco senza maniche, usati dai be- cappella Pontifìcia, se ne parla ai
neficiati per distinguersi dai cano- volumi VII p. 241, e volume VIII
nici , allorché però assumono la p, 1 44» e 46 del Dizionario, co-
J

cappa corale. Così pure si legge in me al volume IX p. 3o, e i3i, 1

Cassiano, de habitu monach.


lib. I, si parla del diacono e suddiacono
cap. 5, che i monachi costumaro- delle cappelle cardinalizie. Dei tem-
no anticamente le tonache mozze, pi poi, in cui il diacono e suddiacono
per denotare che il religioso deve restano col solo camice, e cingolo,
staccarsi dalle opere del secolo; il primo collo stolone attraverso, ed
3oo DIA D1A
ambedue colle pianete ripiegate dava con molla riserva ad ordinar
avanti il petto, e dei loro uffizi in diaconi , laonde di lui si legge:
tutte le funzioni annuali, e straor- ». Adjecit etiam hoc, ut nunquam
dinarie, si parla a' suoi luoghi al- » in ecclesia sua diaconum ordi-
1 Cappelle Pontificie (Ve-
articolo »» naretante trigesitnum aetatis suae
di). Solo qui rammenteremo, che « annuii). Veruni etiam hoc addi-
nell'avvento, e nella quaresima, ** dit, ut nec in qualibet majore ae-

nella cappella pontificia il suddia- » tate numquam ordinaretur, nisi


cono depone la pianeta piegata per » quatuor vicibus in ordine libros
dire l' epistola, restando col mani- » veteris testamenti legerit, et qua-
polo; e terminata la lettura ripren- » tuor novi ". Pel diaconato l'o-
de la pianeta ; e che il diacono dierna disciplina della Chiesa esige,
depone la pianeta piegata per can- che l'ordinando abbia compiti anni
tar l'evangelo, prendendo invece lo ventidue, meno che il Pontefice non
stolone, che pone a traverso del accordi benigna e straordinaria di-
corpo sulla stola usuale: così ri- spensa. Anticamente per ordinarsi
mane fino dopo la comunione del diacono bisognava avere venticinque
celebrante, indi deponendo lo sto- anni ; ma allora si ordinavano i
lone, riassume la pianeta piegata, preti di trenta anni. Secondo gli
ritenendo sempre il manipolo. Nel- antichi canoni, anche il matrimonio
le domeniche Laetare, e Gaude- non era incompatibile allo stato, e
te, il diacono e suddiacono vesto- ministero de'diaconi, ma da molto
no della solita dalmatica e tonicel- tempo fu loro interdetto nella Chie-
la. Le sagre vesti ordinarie del dia- saRomana, ed il Papa non concede
cono, sono l'amitto, il camice, il cin- le dispense di passare allo stato con-
golo, la stola a traverso, il manipo- iugale, se non per ragioni di gran-
lo, e la dalmatica ; e quelle del sud- de rilievo, quantunque non resti-
diacono consistono nell'amitto, nel no più allora nel grado, e nelle
camice, nel cingolo, nel manipolo, funzioni dell' ordine ; tosto che ne
nella tonicella, e nella pianeta ripie- sono dispensati, e si maritano, rien-
gata. Tali vesti sono comuni a tutti i trano nello stato laicale. V. Celi-
diaconi e suddiaconi, essendo unifor- bato e Dispense. Abbiamo dal ca-
me il Chiesa romana. Dal-
rito della none 11 del concilio tenuto in
l'anticoOrdine romano, che si crede Oranges nel 44 1 cne non s * ordi-
>

raccolto da s. Gelasio I, in cui con- neranno in avvenire diaconi mari-


tengonsi i riti de' primi secoli, nella tati, se non promettano di osserva-

messa pontificale viene al diacono re continenza, sotto pena di essere


prescritto, prima di leggere l'evan- deposti. Se prima è stato ordinalo,
gelo, di baciare il piede al Papa, non sarà promosso a un ordine
ossequio che viene detto adorazione, superiore, secondo il concilio di
e salutazione presso Anastasio Biblio- Torino. I sagri canoni proibiscono
tecario. di ordinare un diacono se non ha
Per conto poi delle prerogative un titolo, cioè se non ha un tito-

de'diaconi, e loro uffizi, oltre quan- lo patrimoniale, o benefìzio, e se è


to superiormeete si disse sul loro bigamo, cioè se ha avuto due mo-
ministero, aggiungeremo, che s. Ce- gli, meno una pontificia dispensa.
sario, conoscendone la dignità, an- Anticamente ai diaconi era proi-
DIA DIA 3oi
bito sedere coi preti, molto più rudite sue Stuoie, t. II, pag. 89,
alla presenza de' vescovi. II concilio al cap. LII tratta : » Delli diaco-
di Cartagine, celebrato nell'anno ni ni, e notali, che al tempo delle

3g8, ecco quanto prescrisse coi ca- " persecuzioni della Chiesa scrive-
noni 36, e 3j. Il diacono è mi- » vevano gli atti de' martiri, per
nistro del sacerdote, come del ve- « conservarne la memoria". Dal
scovo ; non sederà se non per or- pontificato di s. Clemente I si co-
dine del sacerdote, non parlerà minciò nella Chiesa romana a te-
nell' assemblea de' sacerdoti, s' egli ner memoria di que' cristiani, che
non è interrogato. In presenza del per la fede esponevano la vita, che
sacerdote non distribuirà al popolo perciò istituì sette nota ri per rac-
l' Eucaristia, o corpo di Gesìi il cogliere gli atti de' martiri, e regi-
Cristo, se non di suo ordine, e in strarli ne' fasti della Chiesa. Quin-
caso di necessità. Porterà il cami- di s. Fabiano, dividendo Roma in
ce in tempo della oblazione, e del- sette regioni, vi prepose sette dia-
la lettura. Il Macri dice, che nella coni detti perciò Regionari con al-
chiesa greca, devono sedere alla trettanti suddiaconi per aver cura
presenza del vescovo, e del sacer- di raccogliere, e notare fedelmente
dote. Nel pontificato di s. Anasta- gli atti de' martiri, uso forse inter-
sio I, creato nel 3o,8, nacque in messo, o non diligentemente ese-
Roma dissensione tra i sacerdoti, e guito. Paolino, notaro di s. Am-
i diaconi. Questi amministravano i brogio, dice nella vita di questo
beni della Chiesa, e trattavano con santo, di essere stato notaro sotto
disprezzo i preti, i quali perciò ne- Cajo diacono, al quale riferiva tut-
gavano di alzarsi alla loro presen- to quello che occorreva. Era officio
za, secondo l' antico
dicendo che, de' diaconi di esaminar le cose no-
costume della Chiesa Promana, stan- tate, ed invigilare che si conser-
do essi a sedere, dovevano i dia- vassero negli archivi delle chiese,
coni stare vitti; per lo che tanto chiamandosi martini, come si notò
si accese questa discordia, che quan- parlando delle diaconie Cardinali-
do i diaconi, per cagione del loro zie, quelle ove si veneravano le re-

uffizio, pubblicavano in piedi ai fe- liquie de' martiri, chiese eh' erano
deli il vangelo, i preti ricusavano parimenti affidate a' diaconi, e che
di sorgere nelle loro sedie, per divennero le Diaconie Cardinalizie
maggiormente umiliare 1' arroganza {Vedi), al modo descritto nel cita-

de' diaconi. Laonde s. Anastasio I, lo articolo . Nel IV concilio di


per correggere siffatto scandalo, pub- Praga venne decretato nell'anno
blicò un decreto, che venne registrato 575 col canone 4> cne ' diaconi
nel libro pontificale. Ordinò pertanto, porteranno sulle spalle le reliquie
che i sacerdoti stessero ancor essi in chiuse in una cassa. Né solo la
piedi, echinati allorché i diacoui leg- Chiesa Romana usò questa diligen-
gevano l' evangelo nella messa, per za per conservare le memorie dei
dimostrare la prontezza, con cui so- martiri, ma anche le altre ne se-
no ad eseguire ciò, che in
disposti guirono l'esempio, come riporta lo
esso si promulga. S. Girolamo si storico Eusebio, di Smirne, di Vien-
querelò molto delle pretensioni dei na, di Lione, e s. Cipriano della
diaconi, il p. Menochio, uelle e- chiesa di Cartagine. Gli atti dei
3o2 DIA DIA
martiri furono chiamati atti pro- riferisce il medesimo s. Tommaso
consolari, ed erano sinceri, e veri- in 4> distinct. i3, quaest. I, art.
dici. 3. Alcuni soggiungono, che portan-
I sagri canoni vietano ai diaconi do il diacono il Viatico al sacerdo-

di consagrare, essendo questo un uf- te infermo, non deve comunicarlo


fìzio sacerdotale. Era però loro uffizio con le proprie mani, ma dargli
amministrare V Eucaristia a quei l'Eucaristia in mano, acciò da se
che comunicavano, come di por-
si stesso comunichi. Così pare che
si

tarla a quelli che non erano pre- decretasse il concilio niceno primo,
senti. V. Comunione, ove si dice, che nel canone XVII. Altri poi dicono
dispensavano a' fedeli anche il san- non essere necessaria questa limi-
gue di Gesù. Cristo. Il Berlendi tazione. Certo è, che diacono
il

ne tratta a pag. 87, e seg. , avver- potrà comunicar se stesso ancora.


tendo che per l'accresciuto nume- In quanto all' imporre la peniten-
ro de' fedeli, bisognò valersi di più za, il suddetto Sarnelli nel tomo
calici, e per lo più con due ma- IX inserì la lettera XXXII : Il
nichi, denominati calici ministeria- diacono non essere ministro del sa-
li, e il diacono dal calice del sa- cramento della penitenza.
cerdote rifondeva in essi il sangue, Rammenta il dotto vescovo Sar-
quindi lo dispensava a' fedeli. Il nelli ,
quanto anticamente prati-
concilio diYorck del r ig5 col ca- cava la Chiesa^ cioè che ne' pec-
none 4 prescrisse, che il diacono cati gravi, e poscia pei pubbli-
non battezzerà, né darà il corpo ci soltanto si dava pubblica peni-
del Signore, ne imporrà la peni- tenza, benché fossero i penitenti as-
tenza, se non in caso di estrema soluti sagra mentalmente; e che quin-
necessità. In quanto all' ammini- di esaurita la penitenza dovevano
strare il battesimo, dice il Sarnel- essere solo riconciliati, eh' era la
li, t. VI, p. 33, n. 7, che il dia- assoluzione dalla penitenza canoni-
cono per la potestà dell' ordine può ca, del che si riporta il metodo dal

solennemente battezzare, e quindi pontificale Romano, siccome funzio-


fare tutto quello che fa il sacerdo- ne spettante al vescovo. Cominciava
te quando solennemente battezza, tale funzione dal mercoledì delle
citando quelle parole di s. Tom- ceneri, e terminava nel giovedì
maso, 3, par. quaest. 82, art. 3: santo, quando i pubblici penitenti
» Diaconus, tamquam proximus si riconciliavano alla Chiesa, ed al-
» ordini sacerdotali , participat a- l' che dopo a-
altare dal vescovo,
-•' liquid de ejus officio". In quanto verli porgeva loro la
riconciliati,
alla dispensa dell' Eucaristia, avver- comunione. Ma se accadeva, che
te il Macri, che il diacono in caso tra questo spazio di tempo il pe-
di necessità può dispensare il Via- nitente venisse a morte, acciocché
tico (Fedi) al moribondo con li- non partisse da questo mondo sen-
cenza del vescovo, ovvero del par- za il santo Viatico, se il vescovo
roco impedito. Aggiunge, che questa era assente, si dava la facoltà al
sentenza è comunissima, anzi se la prete di riconciliare, e se mancava il

necessità è tanto urgente, che non prete poteva anche il diacono fare
si possa aspettare la detta licenza, questa riconciliazione, e dar al peni-
lo potrà fare senza di essa, come tentemedesimo la Eucaristia. Tutto-
DIA DIA 3o3
ciò afferma s. Cipriano lib. 3, ep. 1 7, ed allora fu commutata colla cro-

dal quale inoltre si raccoglie, che il ciata,o sagra spedizione di Palesti-

diacono non esercitava che un mero na. I seguenti sinodi tolsero del
cerimoniale, col riconciliar colla tutto ai diaconi 1' autorità di assol-
Chiesa i pubblici penitenti in peri- vere. In quello di Vorcester del
colo di morte, e con licenza del 1240 abbiamo dal can. 1 2: » Dia-
suo prelato gli assolveva, come » coni quandoque confessiones au-
qualunque chierico con ordine del » diunt, et alia traetemi sacramen-
preluto può assolvere dalle censu- » ta, quae solis sacerdotibus sunt
re. V. Confessione, e Confessore. » commissa, quod de caetero ne
Adunque sembra, che il diacono in » fiat ". Similmente il sinodo Pit-
articolo di morte potesse assolvere taviense del 1280: » Abusum er-
dalla penitenza, non dalla colpa, » roneum eradicali volentes, inhi-
eh' era stata già assoluta sagramen- » bemus ne diaconi confessiones
taluieute. E pure in progresso di » audiant, et ne in foro poeniten-
tempo, in mancanza del «acerdole, « tiali absolvant; cum certum sit,
i diaconi udivano le confessioni, » ipsos absolvere non posse, cum
come rilevasi da quanto prescrisse « claves non habeant".
nel 1 195 il sinodo Eboracense. In Il Baronio all'anno 34, num.
quello di Londra del 1200, il ca- 3i4, nota che da s. Cirillo gero-
none 3 decretò : « Non liceat dia- solimitano si ha, essere istituzione

» conibus baptizare, vel poeniten- dello Spirito Santo il dirsi nella


» tiam dare, nisi duplici necessitate, messa dal diacono ad alta voce :
» videlicet quia sacerdos non po- Pro his qui definirti sunt in Chri-
» test, vel absens est, vel stulle sto ; la qual cerimonia non si usa
» non vult, et mors imminet pue- più nella Chiesa. Trattando il Sar-
« ro, vel aegroto". Altrettanto nel nelli delle dilogie, e perchè il dia-

12 36 rinnovò nelle sue costituzio- cono nelle messe feriali della qua-
ni s. Edmondo, arcivescovo di Can- resima dica : H umiliate capita ve-
torbery. Nelle costituzioni di Odo- stra Deo, ed il sacerdote aggiunga
ne di Soliaco, vescovo di Parigi, si un' altra orazione, ne dà questa
legge al can. 56 : » Ne diaconi spiegazione. Primieramente è noto
» ullo modo audiant confessiones che 1' eulogie o benedizioni, erano
» nisi in arctissima necessitate; cla- certe particole di pane benedetto,
» ves eniin non habent, nec pos- che dopo la messa si distribuivano ai
» sunt absolvere". Le costituzioni fedeli, i quali non eransi comunicati
sinodali della chiesa Andegavense sagramenlahnente, e ciò in segno
riprendono i parrochi, che lascia- della cattolica comunione nella fe-

vano fare non poche cose sacerdo- de, e nella carità. In progresso di
tali ai diaconi. Dagli allegati ca- tempo 1' dilogie furono distribuite
noni si rileva, che dalla peniten- anche a quelli, che si erano comu-
za canonica ,
potevano i diaconi nicati sagramentalmente. E perche
assolvere , con questo però che nella quaresima si digiunava, e con
se 1' infermo campava dal peri- prendere pane beuedetto si rom-
colo , di nuovo doveva confes- peva il digiuno quaresimale, in luo-
sarsi dal sacerdote. La penitenza go delle eulogie, si disse poi, come
canonica durò sino al secolo XII oggi si pratica, l'orazione sopra il
3o4 DIA DIA
popolo, con che veniva, e viene fat- »» episcopo, et presbytero". Rispon-
to partecipe della benedizione. E de Hallier, doversi intendere, che il
però il diacono, acciocché i fedeli diacono non benedica colla propria
si preparino con utilità a ricever- autorità, ma colla ministeriale, ri-

la, dice Humiliate capila vesira


: cevuta dal vescovo, o dal prete,
Deo. Honor. in Gemm. Kb. I, e. giacché anch' egli dice col vescovo,
16. Lo stésso accenna il Durando, e col prete : Domìnus vobiscum,
lib. 6, cap. 28. I diaconi nei santi parole che contengono e la saluta-

misteri recitavano anticamente cer- zione del popolo, ed una certa be-
te preghiere, che perciò si appel- nedizione. E secondo s. Tommaso,
lavano preghiere diaconiche. Non 3 par. qnaest. 82, art. 3 ad I:

solo 1' uffizio de' diaconi fu ed è di » Diaconus tamquam propinquus


servire all' altare nella celebrazione » ordini sacerdotali participat ali-

de' santi misteri, battezzare e pre- *» quid de ejus officio," come di-
dicare colla permissione del vesco- cemmo di sopra. In quanto ai sud-
vo, ma anticamente aveano cura diaconi, e agli altri ordini minori,
di tenere popolo nella chiesa,
il se fanno qualche predica, non fan-
col rispetto, e modestia convenien- no in fine segno di croce sopra il
ti. E vero, che non era loro per- popolo, perchè la loro potestà è
messo d' insegnare pubblicamente, limitata a certe cose, come al let-
almeno alla presenza del vescovo tore il benedire il pane, e i nuovi
e del prete; ma istruivano i cate- frutti. S. Valerio, vescovo di Sara-
cumeni, e li disponevano al batte- gozza, essendo vecchio ed impedi-
simo, ciò che le diaconesse faceva- to nella lingua, commise a s. Vin-
no con le donne. Prima la custo- cenzo diacono, poi martire, l'ufficio
dia delle porte delle chiese era af- di predicare. Che s. Gregorio pre-
fidata ai diaconi, ma in seguito i dicasse essendo ancor diacono, lo
suddiaconi furono incaricati di que- attesta Giovanni diacono nella vita
sto uffizio, indi gli ostiarii ; però di lui, lib. I, e. 4 r - Sul poter
le diaconessecustodivano le porte dare il diacono la benedizione,
ove entravano le donne. In alcune gran peso dà la solennissima bene-
chiese i diaconi nella festività del dizione che si fa dal diacono nel
primo diacono e protomartire s. sabbato santo del cereo, detta an-
Stefano facevano in coro l' ufficio che consa grazio ne, in presenza del
dell' ebdomadario, dando anche la vescovo, o del sacerdote. Il Beleth
benedizione ai lettori prima di re- citato,de div. Offic. cap. 1 16, di-
citare le lezioni, come si ha da Jo. ce: » Cereus a diacono benedicitur;
Eeleth, e. 70, Rat. dii>. off. « cereus etiam praeseute episcopo,
Sulla benedizione diaconale poi » vel sacerdote, a diacono benedici-
diremo, che siccome nel fine della » tur qui est minorisordinis". Nella
predica si fa il segno della croce chiesa di Costantinopoli i diaconi
sopra il popolo senza dire altro, si patriarcali si paragonavano ai Car-
può dubitare se ciò possa fare il dinali romani, e sedevano sopra i
diacono, imperocché nel cap. 28, vescovi ; e sebbene fossero dell' or-
lib. 8, delle Const. Apost. si legge: dine diaconale, nulladimeno nelle
« Diaconus non benedicit neque messe che, come sacerdoti, celebra-
w benedictionemdat:accipit vero ab vano nelle chiese loro titolari, da-
, S

DIA DIA 3o5


vano le solenni benedizioni. Nel abbiamo molti esempi. Urbano V
secolo XVII fu agitata una cele- nel i368 nel giorno di Ognissan-
bre controversia, se il Cardinale ti coronò nella basilica Vaticana
diacono potesse nella sua diaconia f imperatrice Elisabetta moglie di
dare la benedizione solenne. Dono Carlo IV. Questi presentò al Papa
varie scritture e ponderazioni fatte il libro, e il corporale. Nella mes-
in argomento, finalmente nella con- sa, che Giovanni XXIII cantò so-
gregazione de' riti, tenuta ai 1 5 di lennemente in Costanza nella festa
settembre 1668 fu decretato a fa- , di Natale, l'imperatore Sigismondo
vore dei Cardinali diaconi, die po- vestito degli abiti di diacono, colla
tessero benedire stante le efficacis- spada nuda alla mano, cantò l' e-
sime ragioni ed autorità portate vangelo Exiit edictuni a Caesare
dai dotti Cardinali Brancacci, che in Augusto. Trovandosi l'imperatore
tale anno era divenuto vescovo nella notte di Natale neh' ufficiatu-
suburbicario, ed Albizii dell'ordine ra della cappella pontificia, cantava
de' preti, nella quale occasione il la VII lezione, cantando le altre i

celebre Domenico Macri maltese Cardinali diaconi, e la terza il Pa-


presentò la rinomata scrittura in- pa. Ma di questo argomento, oltre
titolataEiilogialogium Diaconale. quanto si è detto al voi. IX, pag.

Questo decreto fu posto in esecu- 107, 110, e 11 r del Dizionario,


zione per la prima volta dal Car- va letto 1' articolo Stocco, e berret-
dinal Decio Azzolini nella sua dia- tone benedetti, ove si dice ciò che
conia di s. Eustachio, assistendo faceva l' imperatore, se a lui dal
alla messa solenne nella festa del Pontefice erano donate tali insegne.
detto santo ai 20 settembre 1668. 11 Cancellieri, nel tomo II, p. 83o
Questi ed altri sono gli uffizi De' Secretari, eruditamente tratta :

de' diaconi, ed è certo che sino » De diaconi, aut subdiaconi mu-


dalla prima loro origine hanno ** nere ab imperatoribus praestito,
assistito ai sacerdoti, ed ai vescovi » aliisque caeremoniis in eorum
nella celebrazione del santo sagri- » coronatione servatis". A p. 84
fizio, e neir amministrazione dei sa- tratta De coronatione Caroli V
gramenti. V. Bingham, Orig. Ec- Bononiae in tempio s. Petronii ec.
cl. t. I, I. 2, e. 20. Sugli officii All' articolo Coronazione degl' impe-
de' diaconi si possono consultare, il katorIj cioè al voi. XVII, p. 222,

Gavanto, colle addizioni del Mera- e 223 del Dizionario, si dice del
ti,Cerimonie Ecclesiastiche', Baul- piviale preso da
Carlo V, nella
dry, Manuale sacrarum caeremo- coronazione della corona ferrea ; e
niarum. Il Zaccaria nel tomo II, della tonicella, e piviale che assun-
pag. 1 1 delle Dissert. di storia se nella coronazione imperiale in- :

eccl. tratta dei diaconi, se, e come di a pag. 224, si dicono alcuni uf-
anticamente potessero predicare . fìzi da Carlo V
esercitati nella
V. il Caeremoniale Episcoporum messa pontificale di Clemente VII,
oltre il citato Pontificale Roma- dappoiché in tonicella andò all' al-
num. Trovandosi gl'imperatori ro- tare, ed offrì al Papa l' ostia, e il
mani ad assistere alla messa cele- calice, e poi gli baciò la mano. Il
brata solenuemente dal Papa, fecero Sarnelli nel tomo VI delle sue let-
alcune funzioni da diaconi, di che tere, ci dà la lettera XVII: » Che
VOL. XIX. 20
3o6 DIA. DIA
« il principale atto del suddiaco- pi, si rinnovò sotto Benedetto XIII,
» no sia di offerire al diacono il facile ad esercitare le episcopali
» calice vacuo, e la patena vacua. funzioni. Diari di Roma, a' ri-
I

» E se l' imperatore romano deve spettivi tempi, ne riportarono il no-


» avere 1' ordine suddiaconale. V. vero ; ed il numero 1 1 1 5, dell'an-
*» Y articolo .Imperatore. no 127.4, descrive l'ordinazione, che
fu fatta da lui nella cappella Paolina
del palazzo apostolico,di trentasei in-
Specie diverse dei diaconi, e
dividui, compresi quelli della prima
loro denominazioni.
tonsura, consagrando inoltre in ve-
scovo di Biseglia certo fi*. Antonio
A voler accennax-e per ultimo da Frosinone o Frosolone della
le diverse denominazioni de'diaconi, famiglia Pacicco. Il Novaes riporta,
diremo che Diaconus circumlustra- che alla metà di luglio di detto
tor fu chiamato 1' Arcidiacono (Fe- anno, Benedetto XIII conferì in
di), dignità ecclesiastica, ch'è quan- due giorni il diaconato e presbite-
to a dire capo de'diaconi. Diaco- rato al Cardinal Pietro Ottoboni,
nus quello mi Pon-
regifììtrtrius era' i nipote di Alessandro Vili, che trat-
tefici commettevano la cura e gli tenne colle consuete formalità alla
uffizi, dei quali parlammo all'arti- sua tavola a pranzo. Nel 1747»
colo Diaconie Cardinalizie, di qual- Benedetto XIV, volendo promovere
che regione di Roma, prima conte- al cardinalato il real duca di Yorck,
nente due rioni, e poi uno solo; e dopo celebrata la messa nella sua
perciò i sette diaconi regionari del- cappella segreta, gli conferì la pri-
la Chiesa Romana, che sotto san ma tonsura, e più tardi nella me-
Silvestro I furono chiamati Diaco- desima cappella, i quattro ordini
ni Cardinales, siccome destinati minori, e poscia il suddiaconato, e
per una chiesa determinata, detta diaconato Pio VII promosse al
ec.

diaconia di quel rione, in progres- presbiterato un prelato, che avea


so di tempo divennero quattordici, ricevuto molto tempo prima gli
e poscia superarono un tal nume- altri ordini da Clemente XIII, giac-

ro. Dice il Tamagna, Origine e ché niuno senza autorizzazione del


prerogative de' Cardinali3 nel tom. Papa, può ordinare colui che ha
I art. II, che i diaconi Cardinali ricevuto qualche ordine minore da
presero il titolo dalla chiesa, o dal alcuno de' suoi predecessori.
predio, che amministravano. Qui no- Continuando a dire sui diversi
teremo, che all' articolo Ordinazioni nomi de'diaconi, fu detto Diaconus
dei Pontefici {Vedi), incominciando Palatinus, et Basilicarius quello, che
da s. Pietro sino al secolo IX, regi- ministrava al Romano Pontefice,
strandosi ad ogni Papa le ordinazio- quando celebrava nella basilica la-
ni, si vedrà quanti diaconi ognuno teranense, o nella basilica vaticana,
ordinasse. A cagione poi dei cre- e fu appellato Diaconus stationa-
scenti e gravi affari del governo rius quello, che ministrava al medesi-
della Chiesa universale, i Pontefici mo nella chiesa ove era la stazione.Fu
fecero eseguire le ordinazioni dai detto Diaconus testinwnialis quello ,

Vicari di Roma; qualche esempio che assisteva al vescovo mentre pre-


tuttavia di ordinazioni fatte dai Pa- dicava. Diaconi selvatici chiamami io
DIA DIA 3o 7
alcuni luoghi, e particolarmente nel Ballar. Comment. 5o de dìac. sei-
regno di Napoli, alcuni uomini me- vatic, fog. 77. 11 Sarnelli, nel toni.
ramente secolari e timorati di Dio, X nella lettera LXXII, ha trat-
assunti dai vescovi al perpetuo ser- tato » Se il chierico, che non ha
vizio delle chiese, e destinati per « i requisiti del concilio, perda af-
sempre ad alcuni ministeri, e fun- » fatto il privilegio del foro, e dei
zioni ecclesiastiche , differenti dai » diaconi selvaggi". Al numero io
chierici coniugati, imperocché que- di tale lettera il Sarnelli riporta
sti ponno essere tali eziandio, sen- un decreto sui diaconi selvaggi del
za avere mai avuto ordine alcuno regno di Napoli, della sagra con-
clericale, quantunque godano per gregazione de'Cardinali: *» negotiis
decreto Gregorio
di l' eccle- XV » regni neapoletani praeposita etc.
siastica immunità. Determinati so- » declaravit ", 1623 22 junii .

no però essi ad un dato numero Aggiunge quindi il dotto scrittore,


per ovviare all' eccedente numero, che si chiamano diaconi, cioè mi-
che ne potessero creare i vescovi nistri o serventi selvaggi, perchè
in pregiudizio della camera e giu- destinali per lo più alle chiese di
risdizione regia , cioè quattro in campagna, benché sieno serventi an-
servigio del vescovo, e della chiesa che a quelle della città, come ri-
cattedrale, due delle chiese collegia- sulta dall'allegato decreto, che pul-
te, ed uno di quelle parrocchiali, si legge nel Diana, 82 n. 46. Fi-
o altre chiese inferiori, bisognose di nalmente il Sarnelli nel tom. VIII,
servizio, come negli ospedali. Essi, scrivendo la lettera XX, « Se sia
sebbene sieno eletti dal vescovo, « lecito che il prete faccia l'ufficio
o dal capitolo della cattedrale in » di diacono ", di che si parla ah
sede vacante, e durino anche dopo l'articolo Diaconato, dice dell'uffìzio
la morte del vescovo, non godono del suddiacono, o diacono, eh'estìr-
nulladimeno dell'immunità, ovve- citano i preti essendo canonici, ed
ro del privilegio del foro, se attual- annoverati in tali ordini, giacché il

mente non sono al servigio delle concilio di Trento prescrisse, che in


medesime chiese ed ospedali; e que- ogni cattedrale il capitolo si compo-
sto solamente nel foro criminale, nesse dei tre ordini di preti, diaco-
non nel civile, eccettuato tuttociò ni, e suddiaconi, e in proporzione i

che spetta alla persona propria del diaconi e suddiaconi fossero nella to-
medesimo diacono selvatico; ma non talità la metà del numero de'preti.
sono esenti dagli altri pesi del foro, Nella basilica patriarcale lateranen-
e perciò sono tenuti come persone se, che è la prima chiesa del mon-
laiche, alle collette , ed alle altre do cattolico, e che è la cattedra-
funzioni fiscali, e pesi camerali. Pos- le di Pioma e del Papa, evvi il

ilo essere privati dai vescovi di tal capitolo eziandio diviso negli ordini
ministero quando si rendono faci- di preti, diaconi, e suddiaconi. Quin-
norosi, ovvero per diversi pubblici di è degno di osservazione che non
eccessi, laonde giustamente conviene solo tra i diaconi e suddiaconi vi
loro il nome di diaconi selvatici, sono de'vescovi, ma anco de'patriar-
perchè godono una piccola ombra chi. Da ultimo il defonto monsi-
dello splendore, e dignità ecclesia- gnor Piatti, patriarca di Antiochia
stica. V, Ant. JN'avar., in Summ, e vicegerente di Pioma, era canoni"
,

3o8 DIA DIA


co di tal basilica, e dell'ordine dei gressi precedevano i vescovi, consi-
suddiaconi. derandosi essi come veri Cardinali
Di somma autorità poi e stima della chiesa costantinopolitana.
erano in Costantinopoli i diaconi Fra i maroniti poi del monte
patriarcali, i quali nell'occasione di Libano sono due diaconi, che
vi
servire il patriarca usavano la pianeta sono semplici amministratori del
(
sacerdotale ,
ed erano in questa temporale. Il gesuita Girolamo
chiesa a quella guisa che sono i Dandiai, da Clemente Vili spedito
Cardinali in quella di Roma, cioè nunzio apostolico ai maroniti del
principali nel clero. Si chiamavano monte Libano, gli appella i Signo-
Exocatacoeli, ed erano sette a so- ri diaconi, e dice, che questi sono
miglianza de'sette diaconi eletti da- due signori secolari, i quali gover-
gli apostoli, non facendosi veruna nano il popolo, giudicano di tutte
menzione dell'arcidiacono, come uf- le differenze, e trattano co' turchi
fizio allora amovibile ad nutum del di ciò che riguarda i tributi ed
patriarca, e perciò in minor credi- ogni altro affare. Sembra, che in
to. Nel concilio generale di Firen- ciò i patriarchi de' maroniti abbia-
ze tali diaconi patriarcali furono no voluto imitare gli apostoli, che
trattali da Eugenio IV a guisa incaricarono i diaconi di quanto
di Cardinali, trovandosi registrato, concerne temporale della Chiesa.
il

che baciarono le mani e le guan- Tali diaconi ora più non esistono.
cie del Pontefice sedente, e non il Il Bergier, Dìz. Encic, riporta le
piede, a differenza del patriarca principali dispute fatte dai prote-
loro pur ivi quale lo
presente, il stanti sui diaconi, e sul primitivo
baciò in piedi: » patriarcha Papam uffizio de'diaconi; parte ne confuta,
« stantem osculatus est in gena ;
di altre non sembra necessario
gli
» nos vero cum exocutacoelis, se- l' ingerirsene, conchiudendo che se
» dentis dexteram, et genam oscu- vi fosse stato su questo punto qual-
» lati sumus ". Vuoisi, che ciò che cambiamento nella disciplina,
facesse il Papa, per «durre i greci nientene seguirebbe contro l' uso
all'unione colla chiesa latina. Il Ma- attuale della Chiesa cattolica.
cri, verbo Exocatacoeli, dice che DIACRINOMEiNI. Appellazione
erano così chiamati perchè pernot- data in oriente a tutti coloro che,
tavano fuori del patriarcato essendo professando l'errore di Eutiche, non
parrochi della città, onde dormi- volevano riconoscere alcun capo.
vano nelle loro parrocchie, ed erano Essi ricusavano di unirsi al conci-
prima sei, cioè: » Magnus oeconomus, lio di Calcedonia, ma non voleva-
« magnus sacellarius, magnus scevo» no seguitare neppur quelli, che a-
» phylax, magnus chartaphylax pertamente lo rigettavano. La voce
» praepositus parvo sacello, et pro- è tratta dal greco dia-deo. V. A-
sa teodicus ". Balsaraone ne enume- CEFALT.
ra solamente cinque, perchè l'ultimo DIADEMA. Vocabolo greco, che
fu aggiunto dal patriarca Gregorio deriva dal verbo corono Deo Ugo,
l'imperatore Alessio
Xifilino, sotto hoc est a circwnligando. S. Ber-
Comneno. Questi exocatacoeli erano nardo sopra il salmo 102, dice che
persone dottissime e di grandissima il Diadema è così detto, perchè
autorità, tantoché ne' pubblici con- duo demit, il principio, e il fine.
,

DIA DIA 3o 9
Anticamente Diadema indicava un quell' ornamento , o corona che si
contrassegno regio, cioè una fascio- dipinge sopra il capo all'immagine
la di tela bianca, che portavano in del Salvatore, e de'santi. Il diade-
capo i re ; oggi in significato più. ma in forma quadra, che
vede si

ampio per qualunque Co-


si piglia con molti angoli ed intoppi sopra
rona reale (Vedi), ed anche sem- la testa di qualche immagine , ri-
plicemente per Corona {Vedi). Nei tratta ancor vivente, siguifica lo
tempi più rimoti il diadema era stato di questa vita non ancora
veramente una fascia tessuta di filo ben perfetto. Il diadema rotondo,
di lana o di seta, segno della digni- che si mette alle immagini de'san-
tà reale, perchè re in quei tem- i ti, già ricevuti nella gloria, dimo-
pi se ne cingevano la fronte affine di stra la perfezione del loro stato in-
lasciare per moderazione e mode- teramente felice. L'Ugonio, I/istoria
stia la corona agli dei. Quest'orna- delle stazioni di Roma, parlando,
mento d'ordinario era affatto bian- a pag. i3i, della chiesa di s. Ce-
co, candido, e semplice, largo tre cilia, fa osservare che l' immagine
o quattro dita, che alcuni chiama- eseguita in mosaico del Pontefice
rono benda, con certe parti di essa s. Pasquale I , in luogo di
tiene
pendenti dall'occipizio, e può esse- diadema sul capo come una tavola
re che fossero colorate di porpora, quadrata, e dice che ciò denota
od altro colore. Talvolta tale fascia, come tale ritratto fu fatto essendo
lista, o benda fu arricchita con oro, il Papa vivente. Egli pure è di pa-
con perle, e con pietre preziose. rere, che i diademi tondi si pun-
11 diadema credesi più antico gano ai santi già ricevuti nella glo-
della corona sertum. , Plinio pre- ria del paradiso, dimostrando la for-
tende, che Bacco ne sia stato il ma circolare il loro stato felice, men-
primo inventore. Alessandro Ma- tre ai viventi ponesi il segno qua-
gno si adornò del diadema di Da- dro per denotare lo stato que- di
rio, e i successori suoi ne imitaro- sta vita pieno d'im-di miserie, e
no l'esempio. Anche Filippo e Per- perfezioni. Avverte inoltre, che il
sio, re di Macedonia, usarono il medesimo segno del diadema qua-
diadema; altrettanto dicasi di Numa dro si vede nella chiesa di s. Su-
Pompilio, ed Anco Marzio re dei sanna sul capo di s. Leone III, che
romani . Alcuni dicono che tra la restaurò, non che nella sala Leo-
gì' imperatoriromani Aureliano , niana minore, da esso fatta nel pa-
fosse il primo ad usare il diadema, triarchio lateranense. 11 Durando
ovvero Eliogabalo Questo attri- . nel Eationale, Giovanni diaco-
e
buto fu impresso non solo nelle no nel lib. 4 della vita di s. Gre-
medaglie degl'imperatori, ma anche gorio I, nel descrivere 1' immagine
delle imperatrici. E la fascia, o piut- di questo Papa, ch'egli medesimo
tosto il laccio che termina in tutte avea fatto dipingere nel proprio
le corone all'estremità inferiore, rap- monistero al clivo di Scarno, dice :

presenta, secondo alcuni scrittori, » Circa verticem vero tabulae si-


l'idea del diadema, e ad altri sem- !> militudinem quod viventis insigne
bra una specie del diadema me- » non coronam, ex
est praeferens,
desimo. » quo manifestissime declaratur
Dicesi inoltre diadema anche >i quod Gregorius dum adhuc vi-
3io DIA DIA
« veret in sua similitudine depingi provvidenze prese da Urbano Vili,
» salubriter voluit, in quo posset si può leggere il Garampi, nelle
» a suis monachis non prò ela- sue Meni. eccl. p. 43 r.
» tionis gloria sed prò cognita di- 11 Sarnelli, nella lettera XXV
» strictionis cautela intueri; ubi hu- del tomo III delle sue lettere ec-
» jusmodi distichon ipse dieta vi t : clesiastiche, parla del diadema, che
si usa nelle statue. Dice pertanto,
Christe potens, domine, nostri lar- che diadema è a forma di
siffatto
gilor honoris, scudo, mentre il vero diadema è
Indultum affidimi solita piatale gu- propriamente una fascia, che eia-»
berna. gè il capo, e che quello antica-
mente posto dai gentili sulla testa
Alcuni Pontefici viventi, come Ca- delle statue, non era già ornamen-
listo II, ed Anastasio IV, furono to, ma una specie di piccolo om-
rappresentati nell'oratorio di s. Ni- brello, che le difendeva dagli im-
colò vescovo di Mira, nel patriar- bratti. Tali ombrelle in greco chia-
chio lateranense (
poscia incluso ma vansi M alisei, cioè Umbellae,
nell'abitazione de' padri penitenzieri quae in slaluaruni capitibns solent
della contigua basilica), col diadema poni, ne ab avibus conspurcentur.
quadro, perchè il primo 1' eresse Furono dette Menisci, da Mene
nel 1124, l'altro lo restaurò. Ma hoc est Luna,
perchè erano simili
i nove Pontefici loro predecessori al disco della luna , ed Aristotile
come s. Silvestro I, s. Anastasio I, ne' problemi chiamò 31enisci, splen-
s. Leone I,Gregorio I, Alessandro
s. dor es, species lunatae, specìes Lu-
II, s. Gregorio VII, Vittore III, Ur- nae nonduni completae. Tuttavolta
bano II, e Gelasio II, furono rap- l'origine de' diademi in tal forma
presentati col diadema rotondo, devesi piuttosto ripetere dall' anti-
eh' è l'argomento della santità, e ca consuetudine de'romani, i qua-
culto dato a' servi di
ecclesiastico li quando tornavano dalla guerra
Dio, come dimostrò Lambertini, de vittoriosi, in segno della vittoria, e
can. ss. lib. I cap. 4i- n 22 e n - - - delle corone militari da loro ripor-
3o, ove tratta della santità di A- tate, mettevano in testa il pro-
si

lessandro II, e Gelasio II, benché prio scudo rotondo. Così i santi
da noi non denominati santi, per- in segno della vittoria e del trion-
chè non venerali per tali da tutta fo riportato dai tre comuni nemi-
la Chiesa, ma in alcuni luoghi sol- ci, collo scudo rotondo in capo
tanto. Lo stesso dicasi degli altri si dipingono, e nelle statue si rap-
Papi col diadema rotondo qui no- presentano V. il Saavedra nel Sim-
minati senza l'epiteto di santi. Si bolo 10: e l'interprete de'sahni det-
deve poi notare, che tali pitture to l' Incognito, sul verso del salmo:
nel restaurarsi sotto Benedetto XIV, » Domine, ut scuto bonae volun-
furono dal pittore alterate con arbi- » tatis tuae coronasti nos etc. ".
trio, ponendosi il triregno con tre Il Pignattelli, nel tomo V, consulta
corone ai Papi ivi dipinti. Sugl'in- so, dice, che le immagini de'beati
convenienti del titolo di beato, e di si dipingono co' raggi attorno al
santo, sui diademi, e sui raggi po- volto, e quelle de' santi canonizzati
sti sul capo ai servi di Dio, e sulle col diadema intorno al capo. Ma
1

DIA D A
I 3 1

poi nel tomo X, consult. 1 88, ag- » tur ". V. Aureola , Ghirlanda ,

giunge, che pure quelle de'beati NlMCO.


possono dipingersi col diadema, non DIAMPER, oDIAMPOUR. Città
essendo da veruna legge proibito dell'Indos, ossia dell'Indie orientali
» et omnia censentur permissa, quae nel regno di Travancor, sulla costa
» non reperiuntur prohibita ". Va del Coromandel, vicino alla città
consultato l' Alamanni de laterali, di S. Tommaso, o Meliapor. Nel
parietìnisj p. 43 " insigne qua-
: 1
5gg un portoghese arcivescovo di
» dratum quid denotet ove trat-
, Goa, vi tenne un concilio per con-
« ta pure insigne quadratum vi-
, vertire al cattolicismo i nestoriani di
» vis ac mortuis aeque tribui- queste parti delle Indie. Arduino t. X.

FINE DEL VOLUME DECIMONOKO.


6
e 36028

'
BX 841 .M67 1840
SflCR
Moroni Gaetano,
,

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico- ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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