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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII , ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE
GREGORIO XVI.
VOL. XXIV.
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXL1V.
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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
F
r ERMO (Firmali). Città con re- ascendendo sino alla falda degli ele-
sidenza arcivescovile, capoluogo del- vati A pennini. Esse sono feraci , e
la delegazione apostolica del suo no- dalla parte della marina salubre è
me nello stato pontificio, già capi- il clima, come è dolce la tempera-
tale d' uno stato, e della Marca Fer- tura. I popoli compresi in questa
mana, della quale premetteremo un parte della regione picena, dopo la
cenno isterico., coli' autorità del eh. decadenza del romano impero fu-
Pietro Castellano, Lo stato pontificio, rono talvolta compresi nel ducato
pag. 4^8. La Marca Fermana, os- di Spoleto e talvolta ebbero dei
,
sia quel tratto di paese che ne co- particolari conti , signori e duchi
stituisce oggi la provincia, viene li- poiché nel 770 Fermo ebbe un suo
mitata al nord dal governo Macera- duca particolare in Tarbuno. Quan-
tese di Montolmo, all'ovest dagli do poi nell'Italia meridionale inco-
altri del Sanginnesio e di Sarnano, minciò a farsi rispettare il nome
al sud dal distretto ascolano di normanno, si vide separata dal ri-
Montalto, ed all'est dall'Adriatico, manente della provincia e sotto ,
diploma del 967, riportato dal Ba- quam in/uste tenes sicut est Saler-
luzio nell' appendice al tomo II dei nus , et Amalphia , et pars Mar~
Capitolari dei re di Francia, pag. chiae Firmanae, mine te patienter
i55o, in cui si legge: « Villa Ma- sustineo. Ecco l' epoca in cui gli
,
* Firmanara, aut infra totum re- trova nelle carte antiche la Marca
« gnum longobardorum ". Evvi il Camerinese, ed i suoi marchesi so-
passo di Leone ostiense , il quale no i duchi di Spoleto , eh' erano
scrisse che « tempore Benedicti ancora marchesi della Marca Fer-
*> Papae anno III (978) quae . . . mana. E comune parere, come del
» Lambertus dux, et marchio pos- Muratori, del Berretti e di altri, che
ilisedisse visus est in co in ita tu Mar- la Marca di Fermo , e quella di
» sicano, et Balva, Furarne, Ami- Camerino fosse la stessa, e differis-
» terno, nec non et Marchia Fir- se pel solo nome, dappoiché il duca
*> mana, et ducato Spoletino ..." di Spoleto era marchese di Came-
Nella cronaca Farfense all'anno, rino e di Fermo ; e que' marchesi
94o, si riferisce « per idem tempus eh' egli destinava al governo di Ca-
*> bellum magnum co in mi ss uni es- merino e di Fermo , erano da lui
» se prò contentione Marchiae Fir- dipendenti. Al dire del p. Brandi-
» manae inter Ascherium, et Sari- marte, la contessa Matilde trasferì
» lionem, in qua praevalens Sarilio il pieno dominio del ducato di Spo-
« interfecit Ascherium et obtinuit , leto, quanto della Marca Camerine-
» Marchiam". Nell'anno 1078 giu- se e Fermana alla santa Sede, ed a
sta gli atti del concilio Romano fu- s. Gregorio VII, ovvero a Pasqua-
rono scomunicati tutti i normanni le li.
« qui invadere terram s. Petri la- Verso la fine del secolo XI i no-
» borant, videlicit Marchiam Fir- minati paesi costituenti la Marca
*> manam, etducatum Spoletanum", Fermana rimasero compenetrali nel-
FER FER 7
la Marca Anconitana, al dire del pidio. abbate dell' ordine basiliano ;
citato Castellano, ed al marchese e molti sono gli edifizi pubblici e
Guarnieri interamente soggetti , e privati che ne rendono grato l'a-
gli furono poi comuni le varie vi- spetto; a ciò si aggiunga le ame-
cende della medesima. Nota però il nissime campagne, popolate da gra-
p. Brandimarte, che la Marca An- ziosi casini, la marina, ed un cli-
conitana incominciò nel 1 198, e che ma salubre. Presso la spiaggia ev-
la Marca Fermana, secondo che vi Porto di s. Elpidio. Sembra
il
» est edificatus in fundo Victoriano deltà degli abitanti alla santa Se-
« territorio Camerino ". Ottone da de, maggiormente si distinse sotto
8 FÉ 11 FER
vita di s. Elpidio e Sìsinnio; col- ce con gradevole aspetto in cima
V aggiunta memorie delVistes-
delle ad un colle, di cui si fa menzione
sa città lasciale dal Dacci, e da in principio del secolo XIV, ad-
Camillo Medaglia, Macerata 1692; detto ai ghibellini e perciò di par-
Colucci, Dell'antica città di Chia- te imperiale, con molli buoni e
na, exst. nel tom. Vili delle Ant. comodi fabbricati, colla collegiata
Picea. di s. Maria de' letterati, il tempio
Monte. Giorgio ( Mons s. Ma- della quale è rimarchevole. Com-
ria in Giorgio), borgo posto nella prende il suo governo le comuni
sinistra riva delTenna, su d'alta Monte Giberto, di
di Petritoli, di
collina , di muraglie con
e cinto Ponzano che ha la collegiata de-
esterno sobborgo; nel i3og fu te- dicata a s Nicola da Tolentino
nace partigiano de' ghibellini , e cui è appodiato Torchiaro, di Mo-
perciò da Clemente V minacciato regnano, di Monte-Vidon-Combat-
di Il paese ha la colle-
punizione. te, cui è appodiato Collina, di Mon-
Falera e Tigno. Dopo però le la- me abitatrici del colle, che più
pidi scoperte col teatro di Falero- non abbandonarono. La contrada
ne si è fatti certi che i ruderi esi- rimase per lungo tempo soggetta
stenti nelle vicinanze di Monte all'abbate commendatario di Far-
Giorgio appartenevano alla colonia fa [Vedi), ma per V incorreggibilità
Faleria assai vicina ai serbatoi, o di gran parte del clero, che a tan-
conserve di acque, che si osserva- ta distanza mal potevasi tenere iti
no in Monte Giorgio. disciplina, il Papa Gregorio XÌII
Monte Ruhbiano, borgo che gia- l'assoggettò all'arcivescovato di Fer-
,
PB l\ FER 9
mo. Soggiacciono al suo governo ha un bel prospetto teatrale. Nella
le comuni di Monte Falcone, di cima è l'ampia piazza, con doppio
Smerillo, di Monte Leone, di Mon- portico laterale, decorata da ma-
te s. Pietro-Morico, di s. Elpidio gnifici edilìzi, dal palazzo governati-
Mori co di Montelpare , del quale
,
vo, residenza del delegato, da quello
fu Gregorio Petrocchini , creato di giustizia, e dal municipale, il cui
cardinale da Sisto V nel i58q; prospetto esterno è decorato dal-
di Monte Rinaldo, di Ortezzano la statua colossale di bronzo, rap-
e di Castel-Clementino: questo bor- presentante il magnanimo Sisto V.
go fu così chiamato dopo che Cle- L'episcopio, l'università degli stu-
mente XIV l'edificò nel 1772 per di, e il teatro dell' Aquila, uno
ricoverarvi gli abitanti di Serviglia- de' più belli e grandi d'Italia, si
il loro paese, cioè le acque di cui che nobilitano questa piazza mag-
era ripieno il colle, che cagiona- giore. La piazza a spese del co-
rono le dilamazioni, e forse non mune fu resa ed ornata
spaziosa
più raccolte dall'abbandonato acqui- alia metà del secolo decimoquinto ;
dotto. Trovasi alla destra riva di il palazzo governativo fu incomin-
detto fiume, in agiata pianura, e ciato nel 1D02 da Oliverotto Eu-
facendo di sé graziosa mostra. La freducci, e venne compito passati
collegiata è dedicata a s. Marco. trenta anni, indi nel 18 16 innal-
Si vedono gli avanzi di un antico zato di Bri piano, ed accresciuto;
e lungo acquidotto che prima re- il palazzo municipale vuoisi prin-
golava il corso delle acque; ripe- cipiato nel i3o8, terminato negli
tendosi forse dal suo abbandono ultimi anni del secolo XV o nei
la rovina del preesistente paese. primi del seguente, al declinare
Fermo (Firmimi), talora ebbe del quale la gratitudine de' ferma-
l'aggiunto di Picenum, forse a di- ni eresse a Sisto V, coli' opera di
stinguerlada un'altra città omoni- Accursio Baldi Sansovino, la men-
ma, non di molto lontana, come tovata statua, che sedente, e in atto
si esprimono alcuni ; ma il chiaris- di magistralmente rap-
benedire,
simo De Minicis prova ne* suoi presentò gran Pontefice: nell'e-
il
Cristina ed archiatro
di Svezia, monumenti
tato opuscolo, Eletta dei
di Papa Alessandro Vili; quelli ec, passiamo a darne un cenno.
della famosa biblioteca del cardi- Sopra un colle quasi isolato, e nel
nal Ricci; e quelli di benemeriti centro della città, sorgeva una vol-
cittadini , come del canonico Mi- ta questo castello, col più. deli-
chele Catalani. Dell'erezione del zioso prospetto all' intorno, rimi-
teatro dell'Aquila, che appartiene randosi di colassù le feracissime
al secolo decorso, come del risto- valli, irrigate da fiumi e torren-
ramento nel corrente, della sua am- ti, le amene alture, i ragguarde-
piezza, forma a ferro di cavallo, non voli paesi, il mare Adriatico, e la
che degli splendidi ornati, ne tratta catena degli Apennini . Ma di
il detto celebre letterato avv. Gae- questo famoso edifizio , non ne
tano de Minicis, nell'opuscolo intitola- rimane vestigio , restandoci solo
to : Eletta dei monumenti più illustri la ricordanza dei più famigerati uo-
archetlonici, sepolcrali, ed onorari mini, e de' più gravi avvenimenti
di Fermo e suoi dintorni, con stam- della ferma na istoria.Fu appunto
pe, Roma 1 84 1 - In essa precipua- in questo luogo, ove molti assedi
mente sono illustrati, il castello di si sostennero, molte fazioni e, guer-
parte tutte le pompe de' tempi ca- della nota sonnifera bevanda . Nel-
vallereschi: quivi risuonò Io strepi- l'anno 1 176 la rocca come la città
to delle feste , e de' torneamenti, furono prese, e rovinate dalle gen-
che sotto i diversi reggitori della ti di Federico I; nel 1 192 l'invase
città praticaronsi. Ma le guerre, e il di lui figlio Enrico VI; e poscia
le gelosie de' domimi, prima della Marcualdo siniscalco dell' impero le
ma poco di Odoacre re
poi degli Mercenario di Monte \ erde, di Gen-
eruli la conquistò in un a , tutto tile da Mogliano, di Giovanni Ozieg-
il Piceno, cui tolse colla vita il goto gio di Riualdo da Monte \ erde,
,
l' antico j perchè fu rinnovato, re- gobardi. La lettera del conte è in-
standoci nell'esterno la facciata e dirizzata al marchese Pacifico Mat-
il campanile. Ha tre navate soste- teucci, il quale è fratello al rispet-
nute da colonne, e nel decorso se- tabile prelato di cui faremo men-
colo dal benemerito arcivescovo zione in fine di questo articolo. Il
14 FER FER
te d. Serafino d'Altemps, intitolati d'Este, signore della Marca. Ma il
inedite pertinenti ad essa città ec. Vettori, nel suo Fiorino d'oro il-
Roma i83g. Del medesimo abbia- lustrato, a pag. 229 racconta che
mo pure: Lettera al signor Achille nel i4^5 era grande di
scarsezza
Gennarelli sopra due monete gravi argento per onde Lodovi-
l'Italia,
di Fermo (estratta dal foglio let- co de Migliorati signore di Fermo,
terario di Roma il Tiberino, anno volendo far coniare monete di ar-
sesto, num, 34), Roma 1 84 1- II gento, fu forzato a cercarne in Epi-
diritto della zecca fu conceduto la dauro, città rinomata del Pelopon-
prima volta alla città di Fermo neso pel famoso tempio di Escula-
nel 121 1, come provò monsignor pio, perlochè spedì in quella parte
Borgia nel tom. II, pag. 288, not. certo Cristino a comprar dell' ar-
1, dicendoci che in quell'anno l'im- gento. Nel i5i3 Leone X fece ria-
peratore Ottone IV concesse alla prire la zecca di Fermo, che da
città il gius della zecca, mentre molti anni era stata soppressa, ma
tenevala occupata insieme con altre nel i5i8 tornò a sospenderla, mi-
terre tolteal dominio della santa sura che fu presa con altre zecche;
Sede, con diritto di battere mone- quindi sino al 1796 non si riaprì,
ta, in un al libero corso di essa ;
dando Pio VI facoltà al conte Lo-
e fra gli altri privilegi di cui quel renzo Grassi Fonseca patrizio fer-
principe fu largo co'fermani, nomi- mano di batter cinque specie di mo-
neremo la giurisdizione della spiag- nete, e si continuò la coniazione nel
gia marittima dal Tronto al Po- 1799 so** il governo straniero.
tenza. Indi nel 12 14 confermò tal In quanto alla fiera di Fermo
privilegio Aldovrandino marchese ecco quanto si legge nel libro del
5
FER FÉ B 1
cav. Gioacchino Monti, intitolato » datium, sed illas libere intra con-
Notìzie istoriche sull' origine (itile » stitutum terminimi possint extra-
fiere dello stato ecclesiastico, a pag. » here ". Da tuttociò rilevasi che
4^ e seg. L'istituzione di questa in addietro con diverse discipline
fiera risale ali'agosto i355 nel pon- questa fiera era regolata, ed aveva
tificato diInnocenzo VI, accordata l'esenzione de'dazi. Nel 1786 fu la
dal cardinal Aldobrandini ( cogno- fiera stabilita con leggi di assegna;
me che a quell' epoca non trovo nella dogana del porto di Fermo
né nel Cardella, ne nelNovaes), si conducono le merci provenienti
vicario generale, e legato dello sta- per la via di mare e di terra ;
nella città colla truppa a tutela lega di suo padre Lodovico I, nel-
della fiera di agosto, risultando ciò 1'
829 si portò in Italia, e volen-
da un suo ordine dato da Rocca dovi fare rifiorire le cadute lettere,
Contrada a'3 agosto 1 435 alla con- destinò un maestro ad inseguare
gregazione provinciale sedente al- l'arte a nove città, fra le quali
lora in Macerata. Sisto IV, nel Fermo, ordinando che giovani i
vano in quel mese le fiere di Fer- pag. 96 ci spiega 1' arte eh' erano
mo e di Recanati. Nello statuto tenuti que'maestri d'insegnare, con-
Fermano approvato da Euge-
poi, sistente nella grammatica, nome che
nio IV, da Paolo IV, e da Sisto in que' tempi abbracciava oltre la
V, nella rub. 91 è scritto. « Cum lingua latina, anche le lettere u-
« non parvus fructus honoris, et mane, la spiegazione degli antichi
» commodi habeatur ex foro rerum scrittori, i poeti latini, una qual-
» venalium, seu Nundinis solemni- che tintura delle sagre scritture, e
» ter conslituimus, quod mercalo- di più la cognizione artis compii-
» res externi, seu forenses possint tatoriae per intendere le lunazioni,
« medio mense julii circa prò Nun- e simile cose. Gli scrittori dicono che
»» dinis immittere mercantias absque Lottano I elevò al grado di pub-
ullo datio, et si non vendideiint bliche scuole quelle apertevi dal
*» non teneantur solvere aliqucd vescovo, o da lui istituite, cui al-
io FER FER
tri danno la qualifica e il grado benefizio decretarono a Sisto V la
di università. Questo sembra piut- statua di bronzo di cui facemmo
tosto doversi attribuire al magna- cenno , e collocarono nel prospetto
nimo e ciotto Bonifacio Vili, il esterno dell'università i semibusti
quale considerando che la città di di Bonifacio Vili, di Eugenio IV,
Fermo per la positura del luogo, di Calisto III, e di Sisto V, fatti
amenità del clima, abbondanza di da Gio. Antonio Procacchi di Val-
tutte le cose al vivere necessarie, solda, sotto i quali leggonsi le ana-
era la più acconcia alla tranquillità loghe epigrafi : Bonifazio FUI Jn-
degli con bolla de' 16 gen-
studi, stilutori. Eugenio IV Benefactori.
naio dell'anno i3o3, costit. XVI, Calisto IH Confirmatori. Xysto V
Bull. Rom. tom. Ili, par. II, p. 95, Restitutori. Sul cominciar del secolo
ornò dette scuole con nuovi favori XVII venne stimato opportuno affi-
e privilegi, elevandole al rango di dare l' insegainento della teologia,
studio generale, e che vi fosse eret- filosofia , eloquenza grammatica
, e
ta una nuova università, del tutto ai religiosi della compagnia di Ge-
conforme a quella tanto celebre di sù, tra i quali fiorirono Lagomar-
Bologna. Eugenio IV e Nicolò V sini, Cordara, Morcelli, ed altri uo-
confermando i privilegi della città mini di celebrata dottrina. Che il
di Fermo, v'inclusero quelli riguar- Morcelli ideò in Fermo la sua gran-
danti l'università,che Calisto IH de opera De stilo inscriptionum la-
colla bolla Tanta est vestra, data tin, lo si apprende dalla Lettera
a' 26 giugno i455, confermò più. intorno ad alcune iscrizioni , e ad
specialmente per 1' università. Per le una poesia inedita del Morcelli di
vicende de' tempi, siccome avviene Gaetano De Minicis , a monsignor
alle umane cose, questo scientifico C. Emmanuele Muzzarelli, Roma
stabilimento essendo scaduto dal suo i84i> Nove cattedre occuparono i
splendore, Sisto col disposto dellaV gesuiti, e quelle delle facoltà medi-
bolla Muneris i3 se- nostris, die che e legali furono coperte dai pro-
ptembris i585, Bull. Rom. tom. fessori nominati dal comune, e scelti
IV, part. IV, pag. i43, l'arricchì per lo più nel numero de' suoi gen-
di privilegi e distinte prerogative, tiluomini. Abolita nel 1773 la be-
fece ristorare l'edifìcio al modo nemerita compagnia di Gesù, de-
detto, ne accrebbe le rendite, e vol- cadde ognor più 1' università di
le che ivi si chiamassero all' inse- Fermo, e le successive politiche vi-
J
gnamento ottimi istitutori in ogni cende de tempi resero vani gli sfor-
facoltà, volendo altresì che godesse zi, che sul cominciare di questo se-
delle onorificenze comuni alle uni- colo si fecero dal comune per re-
versità Bologna, di Padova, di
di staurarla. Sotto il regno italico di-
Perugia, e delle altre più illustri sì venuta Fermo capo - luogo della
italiane, che straniere; ond' è che prefettura del Tronto vi fu isti-
per lungo spazio di tempo essa fiorì tuito un che fu chiuso allor-
liceo,
fra le più nobili d' Italia, tanto per ché nel 181 5 le Marche furono
eccellenza di professori, che per fre- restituite al soave dominio della
quenza di studenti toscani, lombardi, santa Sede. Allora vennero ripri-
napolitani, ed eziandio d'oltremare e stinate le scuole a spese del comu-
d'oltrcmonti. I fermarli lieti del gran ne, ma sempre in via provvisoria,
, ,
FER FER 17
poiché mai i fermarli cessarono dal- secolo XVI. ed edu-
L' istruzione
Ja speranza di veder riaperta l'an- cazione delle fanciulle è affidata a
Erane riservata la
tica università. diversi monasteri, massime alle si-
gloria a Leone XII, che colla bolla gnore convittrici del Bambin Ge-
Quod divina sapientia, emanata nel siinon che le scuole delle maestre
;
($Db#mo*vb> H».
i8 FER FER
nitro , ragguardevoli ed illustri ,
l'Eggs nella sua Purpura tlocta ; il
oltre i vescovi martiri, che nomi- portando solo i due che risguarda-
neremo in questo articolo per ul- no Decio seniore, e Decio giuniore.
timo. Tra gli uomini illustri nati Qui però avvertiremo che il Car-
a Fermo dal secolo XIII a lutto della nella biografia del primo ,
il XIV, rammenteremo s.
secolo Meni, storiche tom. V, pag. 2 44»
Adamo, il b. Adamo, Paccarone dicendo che Sisto V nel promo vel-
guerriero normanno fondatore della lo alla dignità cardinalizia gl'indi-
famiglia di tal nome; Giovanni rizzo un breve onorifico, soggiun-
Albertone compagno ed amico di ge: «E cosa notabile, che in quel
s. Domenico s. Liberato di Brun-
; breve si fa menzione di un altro
forte s. Francesco da Fermo
; il ; cardinale Azzolini che ne' diari di
vanni Vinci domenicano, tutti ap- nome nella serie de' cardinali . E
partenenti al secolo XIII. Quindi certo, son parole degli autori del
al XIV appartengono i seguenti : Ciacconio nel fine della vita del
Antonio Aceti dotto e valoroso il ; cardinal Azzolini (da me riscontra-
b. Bartolomeo apostolita; Villanuc- to nel tom. IV, pag. 160 Vilae res
cio di Brunforte guerriero; il b. gestas Pontif. et cardinalium, in vi-
Filippo da Fermo; fr. Lodovico ta Decius Azzolinus senior, ove ciò
vescovo Castinense ; la b. Lodovi- riportasi, avendovi premesso il det-
ca Paccaroni ; il medico Tomma- to breve, e il brano de' citati diari
cere del testo da me allegato ". Così vescovo di Venafro, poi di Recanati
il Cardella.ch'è il più completo biogra- e Loreto; e Stefano Ricciardi vesco-
fo de' cardinali. Nel secolo XVI fiori- vo di Sutri e Nepi. Celebri per
rono molli prodi guerrieri giacché erudizione , e per merito di opere
quasi ogni famiglia ne diede, ma Ora- pubblicate, furono il nominato Lo-
zio Biancadoro, e Saporoso Matteuc- renzo Azzolino elegantissimo poeta :
famiglia Ricci uscirono Ostilio mae- di lui fratello can. Ignazio dottis-
stro di matematica del sommo Ga- simo latinista l' abbate Domenico ;
Filippo Neri, morto con fama di Martello, e Cesare Erioni lumi del-
io FER FER
la curia romana ; l' avv. Teofilo chiesa di s. Maria a mare è un
Baltirelli elegantissimo poeta; gli santuario descritto dal proposto d.
illustri prelati romani i monsignori Antonio Riccardi , nell' interessante
gresso dell' articolo, sol qui breve- negli annali piceni. Trovasi fra le
mente noteremo le principali cose due foci dell' Età o Leta, e dell' Aso.
de' luoghi dipendenti immediata- Monsampierangelì o Monsarn- ,
mente dal suo governo, nelle se- putrangeli. Terra che giace su di
guenti comuni. un colle, con molti e belli fabbri-
Porto s. Giorgio, detto Porlo di cali, colla collegiata dedicala ai ss.
dila,mentre dalla sua munita pò- tone per la loro bravura e fedel-
il nome di
sizione prese Firmimi, tà vennero inviati alla scoperta del
Veramente non può affermarsi con campo nemico , e penetrativi con
sicurezza se Fermo fosse edificata sommo ardire ne riportarono un
dai sabini; sappiamo soltanto da prigioniero, per le cui rivelazioni
Plinio, che Piceni orti sunt a Sa- poterono i romani trionfare; aiutò
bìnis volo vere sacro j e nettampo- i romani anche nella guerra contro
co ci è noto se Fermo fosse fab- Perseo, e per la loro condotta i
bricata prima di Roma. Certa cosa fermani meritarono alla loro cit-
è al presente, dopo lo scoprimento tà il titolo Firmimi firma fi-
di
d' una officina monetale di questa des. Successivamente Fermo ebbe
città, e dei due nummi triobolo i suoi magistrati duumviri, qua- i
gravi monete suddette con lettera grò Fermano. Nella guerra sociale
al eh. Gennarelli, il quale la ri- Gneo Pompeo Strabone vinto ed
produsse nella sua dissertazione inseguito si rifugiò in Fermo, e
sulla Moneta primitiva e i inonu- vi sostenne 1' assedio, e poscia, co-
menti dell'Italia antica, Roma 1 843 me- si accennò potè prendere la
,
co, la cui figlia Amalasunta l'ab- t. pag. 34, soggiunge che in que-
I,
bellì di molti edifizi, e di bagni sta occasione anche tutti gli abi-
.suburbani, nel soggiorno che vi fe- tanti di Fermo si diedero sponta-
ce. Dopo che Belisario vi avea la- neamente, e si sottomisero a Papa
sciato un forte corpo di truppe Adriano I con aver prestato giu-
,
FFR FER i3
la Sede apostolica, il quale però non porzione della Marca Fermana. Nel
venne pienamente a realizzarsi che iodi, reduce Urbano II dal con-
nel declinar del secolo XII pegli cilio di Piacenza, ove aveva pro-
avvenimenti che indicheremo In . mulgato la crociata per liberare i
Leone HI rinnovò l'impero d'oc- dotti dal conte Roggiero che de- ,
unì agli altri popoli del mezzodì rinvigorito l'abbattuto partito ghi-
d' Italia, che convenuti in Ancona bellino,i fermani per sottrarsi alla
nel ii 85 si ribellarono all'impero, sua dominazione, che estendevasi
e fatta causa comune colla Chiesa in gran parte degli stati della santa
batterono il marchese Marcualdo Sede, spontaneamente nel 1224 s '
d'Anninuccio nel
1199, e si co- assoggettarono al proprio vescovo,
stituirono in una forma di governo giurando di non riconoscere altro
indipendente e repubblicano. Da signore, e conservandosi neutrali
quell'epoca in poi Fermo cominciò fra il Papa e l'imperatore, al qua-
a governarsi a comune, e colle pro- le furono obbligati a sottomettervi-
prie leggi eleggendo un podestà, che si nel 1242; ed in premio ebbero
le facesse osservare., e riserbando diploma di mero e misto impero,
al consiglio generale, chiamato po- e la conferma della giurisdizione
polare e libero, l'esercizio del som- sui lidi del mare dal Tronto al fiu-
mo impero. L' indipendenza italia- me Potenza. Probabilmente fu al-
na stabilita nella famosa lega lom- lora che Federico II concesse a
barda si estese ancora a queste Fermo di usar per insegna l'a-
provincie, e l'autorità imperiale, e quila ghibellina coronala, la quale
pontifìcia nel temporale in Fermo venne poi aggiunta alla croce, an-
fu poco più che nominale, ed es- tico suo stemma. Finalmente aven-
sendo divenuta tal città nemica di do Innocenzo IV scomunicato e de-
Ancona, si riconciliò nell'anno i2o3 posto nel primo concilio generale di
nella pace di Polverigi. Lione Federico II, il cardinal Ra-
Nel secolo XIII infierirono le fa- niero legato apostolico nel 1249
zioni de'guelfi e ghibellini, produ- fece ritornare Fermo all'ubbidien-
cendo gravi discordie , frequenti za della santa Sede, colla conferma
guerre, ed accordi fra' circostanti de' privilegi concessi dall' ultimo
luoghi, e paci breve durata.
di imperatore. Ma il rigore adottato
Tuttavolta gì' imperatori mandava- dai pontifìcii rettori, e le segrete
no in Italia i loro luogotenenti, brighe di Manfredi re di Napoli
marchesi, e vicari, mentre i Ponte- ridestò lo spirito ghibellino, allon-
fici spedivano legati, commissari, e tanandosene lo scoppio col trattato
rettori. Nel 1208 il conte di Ce- conchiuso a Montecchio dal rettore
lano occupò per Ottone IV la Mar- Annibaldo di Trasmondo nipote di
ca; ed Azzo VI d'Este che n'era Alessandro IV nel 1 256. All'ap-
stato creato marchese dal Papa parire però dell' esercito di Man-
Innocenzo III, nel 12 io ne chiese fredi , Fermo a lui si sottomise
ed ottenne l'investitura dall'impe- previa conferma de' suoi privile-
la
ratore. Nel portarsi Ottone IV nel gi; cui successero armate dissen-
121 1 all'assedio d'Ascoli, concesse sioni, nel 1266 la morte di Man-
a'Fermani segnalati privilegi, che fredi, e nel 1270 sulle sponde del
abbiamo di già accennati. Nel 1214 Tenna combatterono fermani con-
Aldobrandino d' Este seguì il par- tro fermani, restando vinto dai rin-
tito guelfo, e vi ricondusse Fermo, vigoritiguelfi Ruggiero di Luppo
i cui privilegi confermò, preponen- capo de' ghibellini che avea signo-
dovi a governatore Guglielmo Ran- reggiato sulla città. Gelosi gli asco-
TER FLR 25
l.mi della giurisdizione marina di scio a ferro e a fuoco, incendian-
Fermo, mossero più volte contro do la curia, e spargendo il terrore
di essa, ma in vari incontri furo- fra i loro nemici. Alla venuta di
no battuti ; né cessando le mole- Lodovico Bavaro il partito ghi-
il
stie, queste proibì nel 1286 il Pa- bellino più che mai divenne arro-
pa Onorio IV. Prima di tal tem- gante; Fermo nel 1327 si sotto-
po e nel 1260 Fermo erasi allea- mise a quel principe, seguì l'anti-
ta colla possente repubblica vene- papa Nicolò V, ma dopo la par-
ta, la quale gli spediva per pode- tenza dall'Italia del Bavaro, essen-
stà i più cospicui cittadini; e quan- do stata privata del vescovato, e
do Gregorio X volle sostenere col- punita coli' interdetto, tornò alla
le armi la libera navigazione del- divozione della santa Sede, ed ot-
l' Adriatico, i fermani seguirono la tenne perdono da Giovanni XXII.
parte veneta. Va pure ricordata Però nel 1 33 insorse Mercenario 1
nezia per cura di Marco Marcello, cia a qualunque diritto, colla ces-
essendone stato compilatore Paolo sione di Montegranaro sino a ter-
de Castro ; poscia restaurarono il za generazione. In mezzo a tante
Girone, e da Venezia chiamarono civili discordie per ben cinque vol-
Marco ed Andrea Zeno perchè ne te la peste afflisse Fermo dopo la
regolassero il governo, approssima- metà del secolo XIV, che per li-
FEU l'ER 27
tararsi dal contagio, invocando il to Alessandro V, gli successe Gio-
patrocinio della B. Vergine della vanni XXIII nel i4io mentre 5
dele. Nel »4o6 fissò la sua resi- geuerale della Marca, e capitano
denza in Fermo, cui confermò i generale delle sue armi. Quindi il
diritti e i privilegi. Alleato de' fio- Migliorati dovè combattere con Ma-
rentini, battè i pisani, con una latesta costante difensore di Gre-
truppa di fermani. Morto lo zio, gorio XII, e collo Ladislao
stesso
Gregorio XII che il successe non eh' erasi inimicato con Giovanni
volle confermarlo, e spedì in vece XXIII, a segno che lo costrinse
il vescovo di Montefeltro a gover- nel i4'3 a fuggire da Roma. Tor-
nare le Marche; il perchè indi- nato Migliorati agli stipendi del te,
spettito il Migliorati volle sostener- questi mori nell'agosto i4'4- Adu-
si colla forza, unendosi al partito nato il concilio di Costanza per
ghibellino di Ladislao re di Nano* porre un termine allo scisma, il
li contro il Papa, il quale per le Migliorati dopo vari combattimen-
mene temendo il suo
del re, che ti sostenuti col Malatesta, si sotto-
emulo Lodovico d'Angiò seminava mise ai commissari del concilio,
discordie, avea deposto Migliorati che Io nominarono rettore della
dal governo della Marca. Succes- Marca, e capitano della lega con-
sero continue scorrerie d' ambo le tro il Malatesta nel 14' 5 con fe-
parti, ma
prevalendo il partito di lice successo, se non che una tre-
a8 FER FER
nell' ubbidienza alla «anta Sede; Marcile, fortificò Fermo, e comin-
aiutò nel 1^16 il rettore della Mar- ciò la guerra contro Eugenio IV,
ca a sottomettere Antonio Nufri che gli oppose Nicolò Piccinino,
oberasi impadronito di Sanseverino, fatto in stia vece gonfaloniere della
e morì in Fermo nel i4^8. Gen- Chiesa. Nel i44 2 essendosi Ripa-
tile suo figlio ch'era agli stipendi del transone ribellato in favore della
duca di Milano, corse in Fermo, e Chiesa^ lo Sforza con valido eserci-
si rinchiuse con suo fratello Fer- to lo prese e lo saccheggiò , e ne
mano nel Girone, deciso di conser- trasportò vasi sagri , campane , e
var il possesso della città. Il Papa suppellettili preziose , delle quali
Martino V gl'intimo l'evacuazione, ornaronsi le chiese di Fermo. Indi
ciò che eseguirono per accordo, es- nel i443 la città fu fortificata per
sendosi dichiarati i cittadini in fa- resistere al re Alfonso di Aragona,
vore della Chiesa, per la quale ne il quale col suo esercito di dieci-
prese possesso il rettore della Mar- mila uomini fu fugato da Alessan-
ca. Da quell'epoca sino al i433 dro Sforza che pel fratello difen-
Fermo rimase nell' ubbidienza al deva Fermo. Dopo altri avvenimen-
Pontefice, il quale loro mandò uno ti, ad esempio delle città marchia-
speciale rettore, confermandogli tutti ne, i fermani a' 24 novembre f44^
i privilegi che godevano; tra questi si rivoltarono contro gli Sforza, gri-
eravi il diritto di presidiare la fie- gando : viva la Chiesa e la libertà ;
Ofilda luogotenente del Papa, per- città in pieno possesso del libero
chè avea tentato ucciderlo; abbrac- e sovrano governo del suo contado
ciò il partito di Angiò, e si mise in sotto un cardinal legato, siccome
guerra con Alfonso di Aragona ; si abbiamo dal Novaes nelle Vite dei
collegò co' veneti a danno dei Vi- Pontefici; e pel primo nominò il suo
sconti , i44° arbitro
e fatto nel nipote Francesco Condulmieri , cui
della pace, n'ebbe in premio la più tardi successero altri cardinali
mano di Bianca figlia ed erede del nipoti di Papi con titolo di gover-
duca di Milano, che gli portò in natori , finché Innocenzo XII aven-
dote la città di Cremona. Dichiarò do abolito il nepotismo prepose al
allora la moglie gq,vernatrice delle governo della città e stato di Fei -
FER FER 29
mo una congregazione cardinalizia, esso del dominio e delle guerre degli
col cardinal segretario di stato prò Sforza, si sottrasse dalla soggezione
tempore per prefetto Ma dipoi . di Fermo, che avendo esaurite le
Clemente XIII sopprimendo siffatta vie conciliative perchè tornasse a
congregazione, assoggettò il governo sottomettersi, nella sede vacante del
della città e territorio di Fermo alla i464 P er morte di Pio li, lo pre-
Congregazione della Consulla, e del sero ne diroccarono le
d' assalto,
Buon governo [Vedi), finche poi mura e portarono a Fermo gran
divenne Delegazione apostolica {Ve- numero di prigionieri. Paolo li ne
A pag. i5o e i5i
di). del volu- fu dolentissimo, e perdonò a' ferma-
me XVI del Dizionario è riporta- ni a patti che fra due mesi rista-
toquanto riguarda la Congregazione bilissero le mura, e rilasciassero i
facendo seco loro alleanza. Quando mani Innocenzo Vili contro Boe-
Pio li stabilì la crociata navale colino de' Garzoni, che tentava di
contro il turco, Fermo contribuì dare Osimo al sultano Bajazet II,
tremila cinquecento scudi d'oro come per la presa di Leone Pilla-
pel mantenimento d'una nave per 10 di lui ambasciatore al sultano.
sei mesi, oltre una questua di grano In questo secolo per otto volte Fer-
ed orzo; ma l'avvenimento il più mo provò i mortiferi effetti della
rimarchevole degli ultimi anni del peste, nella prima delle quali peri-
secolo XV, e di funeste conseguenze rono undicimila cittadini. Nel pon-
pe' fermani, fu la guerra col castello tificato di Alessando VI Borgia, Li-
di Monsampietro degli Angeli , al- verolto od Oliverotto Uffreducci, avea
lora detto degli Agli. Profittando militato sotto alcuni chiari capita-
,
3n FER FER
ni, e sotto il figlio del Papa, Cesa- mentre assaltava la città, perciò pu-
re duca del Valentinois ,
quando nita con quattro giorni di saccheg-
concepì ed effettuò il progetto di gio ; mentre Petritoli amica dei
farsi tiranno della patria, che agli 8 Brancadoro fu incendiata da Carlo
gennaio i5o2 occupò per sorpresa, Baglione. Allora Leone X pel vice
dopo aver fatto strangolare i più legato della Marca, con ordine dei
rispettabili gentiluomini fermani, ed i4 agosto i 519, vietò ai rettori, ed
altribarbaramente massacrare an* alle comunità della provincia di
che a mezzo di sicari e del veleno. aiutare fermani nelle discordie ci-
i
donde ne fuggì quando Fermo spe- l' incisione del suo monumento se-
dì quattromila fanti per imprigio- polcrale che tiene il primo luogo
narlo. Alla elezione di Leone X, di fra quei che adornano questa città,
cui era stato paggio, per la prote- non meno per la bellezza del di-
zione che godeva della sua famiglia segno, che pel magistero del lavo-
Medici, ardimentoso Lodovico oc- ro; ricordando in essa alcuni fatti
cupò Fermo, cacciò i principali del- storici del Piceno e di Fermo che
la città, e fu dal popolo acclamato. ne' tre ricordati precedenti secoli
Nel i5i6 partì per la Francia con ebbero pure assai parte nei grandi
Giuliano de' Medici ambasciatore del avvenimenti della nostra Italia. La
Papa, ed allora molti banditi, coi biografia coli' incisione fu stampata
Brancadoro impadronirono della
s' anche a parte.
città . Momentanea
fu la calma che Nel pontificato di Clemente VII
gli procurò il vice legato di Leone e nel 533 rifuggironsi in Fer-
1
FER Fl.R 3r
Paolo III, obbligando gli ascolani nel i J49 Mogliano e Petritoli, ma a
che l'avevano occupato ili restituii lo cagione del vice legato Mignanelli
a Fermo, collo sborso di dodici- questi due castelli combatterono coi
mila ducati. Nel i536 il cardinal fermani. Nel i55o nel governo di
di Trani, legato della provincia Fermo, secondo il lodato Fracas-
per l'uccisioue fatta in Fermo di setti, avvenne il più essenziale cam-
Paolo III; ma h consiglio del le- de d' allora iu poi senza grandi
gato avendolo abbandonato gli abi- interruzioni, sino al pontificato d'In-
tanti, per dispetto i fermani lo di- nocenzo XII, fu Fermo dipenden-
roccarono in gran parte, perdendo te dal suo special governatore, che
quindi la benevolenza del Papa mandava un dottore, e più spesso
il quale comandò a suo figlio Pier un prelato luogotenente, a sostener
Luigi Farnese di trattar Fermo da le sue veci. Tralasciando di regi-
ribelle; e siccome la trovò disabi- strare le gare e discordie tra Fer-
tata, l'abbandonò al saccheggio del- mo e i suoi castelli, i fermani mi-
1 \ enne poscia il legato,
esercito. litarono in diverse guerresche spe-
richiamò cittadini con promessa
i dizioni ; e gravi danni soffrirono
di amnistia, ma pronunziò la sen- nel passaggio di eserciti francesi
tenza con cui dichiarò Fermo pri- e maggiori dalla peste, per cui e-
vata del suo stato, e d'ogni giu- ressero un tempio a s. Rocco , e
risdizione; vi lasciò un governato- un lazzaretto a Capodarco. Tali so-
re, ed un podestà a nome della no i principali avvenimenti del se-
Chiesa ; fece impiccare Troilo Ada- colo XVI per Fermo, cui vanno
mi imputato dell' uccisione di Ta- aggiunti quei gloriosi derivatigli dal
farano, e riprese possesso del tan- suo pastore cardinal Peretti, esal-
to contrastalo Monsampielro. Nel tato al trono papale nel 1 58 5 col
1 538 il Pontefice elesse il suo ni- nome di Sisto V, il quale confermò il
pote cardinal Ranuccio Farnese, in governo di Fermo, che allora ren-
governatore dello stato fermano deva quattro o cinque mila scu-
che mandò il suo luogotenente a di annui, a Giacomo Boncompa-
risiedere a Monte Ottone. Inutili gno, figlio del predecessore Grego-
furono le umiliazioni di Fermo, rio XII 1, che lo avea pur conferma-
solo nel i54? ottenne di essere to generale della Chiesa Il Bon- .
reintegrata per mediazione del car- compagno era stato fatto governa-
dinal Farnese, cui rimasero in feu- tore da Gregorio XIII nel i5y5;
do Mogliano e Petritoli: dovè però e gli successe nella carica il suo
Fermo pagar alla camera apostoli- zio Caesar Ot-
Boncompagno. V.
ca duemila scudi d'oro d'ammenda, tinellus, De Firmio Piceni urbe no-
e contentarsi che Monsampietro ri- bilissima elogium ad Sixtum J
manesse esente dalla sua giurisdi- Pont. Max.
zione. Restituì il cardinale ai fermani Ritornata stabilmente Fermo sot-
3?. FER FER
to l' intero dominio della santa Se- rasi rifugiato il governatore, e l'uc-
de, ebbero fine le discordie civili cise,dopo aver massacrato Barai li
Ira cittadini, e le guerre co' ca- suo amico e il suo maestro di ca-
stelli, ognuno rappresentando le sue sa. Indi certo Froscetta ne trasci-
promotore fiscale con voto consul- pendio istorico del governo di Fer-
tivo, con un avvocato relatore, e rara ; Majolino Bisaccioni, Istoria
presieduta dal cardinal segretario della guerra civile di Fermo, ex-
di stato, dalla quale verrebbe no- stat nella Storia delle guerre ci-
dall' Ughelli, non lo pongono i cri- Claudio che nel 35g fu segretario
tici nel novero de' vescovi fermani, del consiglio di Rimini, esclusi dal
e forse una monetina colla leggen- Catalani, De Ecclesia Firmana, che
da s. Hadrianus , e le parole de. nel principio del quinto secolo vuo-
Firmo, di cui parla il De Minicis, le edificata la cattedrale di Fermo.
potrà dare un qualche schiarimen- Ma 1'
Ughelli dopo s. Ciriaco dice
to su questo punto. Certo è che che furono vescovi Vittorino, Teo-
sotto Decio, acclamato imperatore dice, e Giusto che nell' anno 5oo
l'anno 249, g'^1 grandemente vi si assistette al concilio di Papa s. Sim-
professava il cristianesimo, e n' era maco. Non è nostro scopo riporta-
vescovo s. Alessandro che vuoisi re l' intera serie de' vescovi di que-
della patrizia famiglia Sinigardi, e sta illustre chiesa, quale si può ve-
perciò senza contrasto riconosciuto dere ne' suoi storici, nell' Ughelli, e
pel primo fermano pastore; e nella dopo di lui nelle annuali Notizie
persecuzione di quel principe, in- di Roma, non che nelle Notizie
sieme a settanta martiri, peri vit- storiche della città di Fermo del-
tima gloriosa di fermezza nel soste- l'encomiato Giuseppe Fracassetti ;
sotto Valerio verso l'anno 257, ov- gno; promosse il culto di s. Savino
vero nella persecuzione di Aurelia- comprotettore di Fermo, ed a suo o-
no nel 272,, o in quel torno, nel- nore eresse un oratorio nel monte
la contrada detta di Pozzo Massi- Vissiano, che prese il nome del san-
ino presso Fermo, vicino alla pub- to. Benemerito assai fu il vescovo
scovo concittadino, gli abbiano eret- nici istituiti nel precedente secolo.
to un sarcofago marmoreo al modo Nel 1089 divenne vescovo Tom-
di quelli che operavansi in Roma; maso Azzolino, il primo che si no-
importante monumento che ammi- mini di questa illustre famiglia fer-
rasi nella metropolitana, e pel nomi- mana. Nel seguente secolo vesco- i
36 FER FER
che ottenne da Sisto IV la imme- in cui fu creato Pontefice col no-
diata soggezione della chiesa ferma- me di Pio III. Si crede da lui
rolamo Capranica, e nel i479 ^*'°" mata papale sotto Paolo IV.
vanni Battista Capranica, che nel S. Pio V nel i57i, a' 17 dicem-
dì delle ceneri i4^4 hi ucciso, e bre, dichiarò amministratore di Fer-
gittato dalla finestra di casa di mo il cardinal fr. Felice Peretti ,
Giambattista Adami, cioè dai figli che solo ne prese possesso nel '574,
di questi, ed altri parenti. Rimane e nel 1576 si portò in Falerone
alquanto dubbia la cagione di ta- per celebrarvi la processione del
le eccesso, narrandosi che il vesco- Corpus Domini, ed amministrarvi
vo fu trovato in mal punto. Que- ilsagramento della confermazione.
stoavvenimento recò grave distur- In un sigillo poi conservato nel
bo alla città, come può leggersi in museo De Minicis si dà il titolo a
Giampaolo Montani Cronac. ine- , Felice Episcopus Fir-
Peretti di
dit.; nelColucci, Antich. picene tom. mati, et Princeps ed avendo in se- ;
FER FER 37
golar benignità che avea per loro suo successore ebbe fama letteraria ;
Sisto V, gli esposero i motivi che e Giambattista Rinnuccini chiaro ,
chità e nobiltà del luogo, che pe'ser- Carlo Gualtieri ne fu benefico ar-
\igi resi da'fermani alla santa Sede, civescovo il cardinal Giovanni Fran-
e per aver un Papa eh' era nato a cesco Ginnetti. Neil' arcivescovato
Grotta a mare nello stato e dio- del cardinal Baldassare Cenci, i si-
ro de' 27 gennaio 1842, dalle sud- fratelli. In quanto alle monache, esse
dette chiese di Montefiascone e Cor- sono le benedettine di s. Giuliano,
neto traslatò a questa metropoli- le Clarisse , le domenicane, le cap-
tana il cardinal Filippo de Angelis puccine, e le signore convittrici del
d'Ascoli, quindi colle venerate sue Bambin Gesù ; oltre due conser-
mani, nella sua cappella segreta del vatorii, diciassette sodalizi, e gli al-
palazzo vaticano, gl'impose il pallio tri pii stabilimenti summentovati.
arcivescovile. Già è in benedizione Da ultimo i confrati del sodali-
ilsuo nome, perchè padre amoro- zio di s. Maria del Pianto, a me-
so e benigno verso il suo gregge diazione del cardinal arcivescovo,
diletto; già si è procacciato 1' uni- e di monsignor Antonio Matteuc-
versale venerazione qual vigilante ci loro illustre concittadino, econo-
e prudente pastore : ha l'animo a- mo e segretario della congregazio-
dorno di provvido consiglio, vir- ne della reverenda fabbrica di s.
pio è distante dalla cattedrale. In- monsignor Giovanni de' conti Sab-
oltre nella città sono vi nove par- bioni arcivescovo di Spoleto. Tut-
iocchie ; ed in tutte il fonte batte- ti gli spettatori con cristiana edifi-
Dopo il vescovo Cillenio del 714 cattolici più di duecento dieci mila.
avvi una lunga lacuna, fino alla La diocesi ha trentasei parrocchie
metà del secolo IX, non essendo e molte cappelle ; seminario ve-
il
Cento (Centum). Città posta sul- tiche ec, Venezia 177 1. Francesco
la sinistra riva del Reno, ed alla Bagni, Succinta memoria dell'ac-
destra del canale, cui dà il proprio cademia de' Rinvigoriti,Bologna 6g4; 1
FER FER 43
nominalo nell'istoria; coll'appodia- fundiarìo ec, Romae 1774? Appetì-
to Medelana. All' amministrazione dix ad dissertationem Amadesi ec.
comunale vanno congiunti gli ap- del p. ab. Giovanetti poi cardi-
podiati Masi-del-Torcllo, e Voghìe- nale. Francesco Bertoldi, Esame
va: ambedue hanno de'casali spar- storico-critico sopra il dominio del-
si all' intorno, fra'quali il secondo la chiesa di s. Nicolo collegiata
conta Voglienza , che per 1' o- e parrocchia di Argenta, Ferrara
pinione di alquanti storici fu già 1 791 ; Memorie i storiche di Argen-
illustre città vescovile, edificata dai ta, Ferrara 1787 ; Osservazioni
galli, e distrutta o dai goti o da- sopra due antichi marmi esistenti
gli unni. in Argenta, ed ora nel museo ar-
le a Ravenna. Appartenne agli ar- tro prossimi, e distanti per sei le-
civescovi di quella metropolitana, e ghe al nord dal Po di Primaro;
dall'annuo tributo di argento che la bocca di Goro è l'ultimo odier-
alla mensa presentava , si crede a- no confine dello stato pontificio
verne desunto il nome. I ferraresi mentre nell' ultima demarcazione
prima l'occuparono sotto Alessan- fatta nel congresso di Vienna, sono
dro III; fu quasi distrutto dai bo- rimasti all' Austria alcuni brani di
lognesi nell'entrare del secolo XIII; territorio incorporato al vicino Po-
l'ebbero poi marchesi Estensi, e
i lesine di Rovigo. 11 proposto ec-
bio, Storia dei municipi italiani comodo delle due caccie cominciò
(Ferrara e Pavia), Milano i836, l' accennato palazzo con quattro
Icggesi una breve ma interessante torri , ampie stalle, ed abitazioni
descrizione di questa abbazia cor- disposte in vaga siinetria, e gran
il
la storia di Ferrara tom. I, dice che cacciava co' cani nel bosco, a' cin-
Mesola fu anche detta Mensula, cioè ghiali, cervi ed altri quadrupedi,
piccola mensa. Soggiunge poi nel t. si godevano commedie recitate da-
IV, pag. 390, che Alfonso II d'Este gli istrioni, si suonava e cantava,
nel 1578 fece edificare il palazzo e si tenevano letterarie dispute ec.
di Mesola, probabilmente da Ga- In progresso la Mesola passò in
lasso Alghini di Carpi, celebre ar- proprietà alla casa d'Austria, non
chitetto; che giace tra il porto di per le ragioni ch'ereditò dalla du-
Goro e quel di Volano una spa- chessa di Modena Beatrice d'Este;
ziosa boscaglia sul lido del mare, ma per la vendita che ne fece nel
la quale, secondo le diverse sue 1759 ildi Modena France-
duca
parti, si trova indicata in istromen- sco III imperatore Francesco I,
all'
ti del 1
344 e del i43o, coi no- sotto del quale, come poi diremo,
mi or di Menstdae, or di Mao- migliorò il tenimento, e si aumen-
,
nio Gnudi, allora tesoriere della le cui cure e per quelle del lodato
città e ducato di Ferrara. Acce- prelato floridissimi sono i risultali,
dettero poi al contratto di vendi- come V incremento. Confinano col-
ta Ferdinando d'Austria,
l'arciduca la Mesola i brani del pontificio
e la sua principessa Maria
sposa territorio ritenuti dall' Austria nel
Beatrice d'Este. Con questa com- congresso di Vienna: gli stagni, ai
pera il Papa riunì l' oggetto dei quali si dà il nome di Palli, si
territoriali prodotti alla tutela del- distinguono in salsi e dolci. Narra
la finanza, la quale dai porti di il eh. Castellano, che il cav. Li-
Volano e di Goro riceveva detri- notte ispettore direttore de' lavori
mento. Sul fluire del passato se- idraulici nazionali ne fece il più
colo ne entrarono in possesso gli lusinghiero rapporto, ed egli ne fa
invasori francesi, e trattandosi di un'importante descrizione, essendo
beni allodiali, ne eseguirono subi- gli abitanti sopra i quattromila.
to la vendita ad una compagnia Tale rapporto ha questo titolo :
lebre e benemerita contessa Matil- sisi,che prima però aveva per ti-
de, duchessa di Ferrara , lo cinse tolare s. Petronio; insigne è tal
di mura, il circondò di fosse, e chiesa, e di bella costruzione, senza
costruì munilissima rocca, le quali nominarvi le altre chiese minori.
opere vennero poi demolite da Al- Le vie sono regolari, e bene la-
fonso I duca di Ferrara, quando stricate. Oltre i pubblici edifici del-
lo ricuperò da Leone X. Rimase la magistratura comunale, di un
per metà distrutto nel sacco or- moderno teatro, e di un conve-
rendo di Odoardo li duca di Par- niente ospedale, anche fra i pri-
ma da
nel i(>43, essendo già sino vati ve ne sono degli eleganti, ed
Clemente Vili ritornato al primo alcuno sul gusto della moderna ar-
dominio della santa Sede. Nel 1808 chitettura. Merita menzione la piaz-
s' incominciarono i lavori idraulici ta destinata alla fiera che si tiene
per la immissione del Reno nel nel mese di settembre, la di cui
Panaro, mediante due botti sotter- celebrità si estende a tutto lo sta-
ranee, l'una delle quali sotto il Pa- to ecclesiastico. Viene inoltre de-
naro fu quasi compita, e dell'altra corata da grandiosi portici , che
si piantarono le fondamenta la , veggonsi a quell'epoca mutati in
quale opera sarebbe stata mirabi- ricchi fondachi, e graziose botte-
le, ed avrebbe assicurato lo scolo ghe, per cui riesce magnifico ed
delle acque stagnanti. Vi soggiace imponente un tal locale. Di que-
l'appodiato Stellata, ov' è la doga- sta fiera ne tratta il cav. Monti,
na di confine, una rinomata fah- nelle Notizie isloriche sulla origine
brica di stoviglie ordinarie, e dap- delle fiere. Primieramente narra
prima un forte nel confine man- l'origine della città ,
quindi dice
tovano co' casali Burana, e Pila- che circa l'anno 4^o Marco Emi-
stri, oltre sette villaggi. lio pro-console di Ravenna nomi-
Ecco i principali luoghi del di- nò Livio per primo pretore di Lu-
stretto di Lugo. go, e questi in considerazione della
Lugo (Lucus). Città posta fra il sua posizione , con autorizzazione
Senio ed il Santerno, in area che del senato, gli accordò il privile-
ab antico era assai palustre, e cin- gio della fiera e del mercato. Ri-
ta tutto all'intorno da boschi, on- partito l'impero romano, i goti
de trasse il nome, opinandosi che occuparono il castello di Lugo, che
ivi fosse un Luco, o tempio in o- faceva parte della Gallia togata ,
prerogative può dirsi la prima dello alle medesime sino alFanno pre-
stato ecclesiastico, dopo la fiera di sente 1737, Faenza 1737. Abbia-
Sinigaglia. mo pure da Francesco Leopoldo
Lugo fu pure sotto il dominio Bertoldi, Notizie storiche dell'an-
de' bolognesi, e sotto la pontificia tica selva di Lugo, Ferrara i
794 J
essersi ricusate dai lughesi le pro- desi il distretto di Lugo ne' tre
poste amichevoli , ne avvenne la governi di Lugo, Bagnacavallo, e
sanguinosa battaglia data dal gè Massa-Lombarda soggiacciono poi
:
tura hanno vantaggiato i possesso- stò immune dal disastro cui sog-
ri delle terre. Stava originariamen- giacque quellacittà. Massa -Lom-
te unito nella selva di Lugo, e fu barda ha molti e buoni fabbricati,
signoreggiato tempi dal- ne' primi discreto teatro, belli templi, e la
l' abbazia di Maria in Cosmedin
s. collegiata dedicata all' apostolo s.
FER FER %
Soggiacciono poi direttamente al fini nel secolo XVI ; de'suoi con-
comune di Ferrara gli appodiati fini verso Ostiglia ; del suo litto-
Ferrara. JNel medesimo sito perchè terremoti in esso radi, e dei pro-
si passa il Po, vi è la dogana di venti che ne ritraeva la Chiesa
confine, e vi si pratica ragguarde- romana.
vole commercio col limitrofo re- Finalmente noteremo, che questa
gno lombardo- veneto. Della pro- legazione, che porta il nome del suo
vincia ferrarese ne tratta copio- capoluogo, formava un tempo i do-
samente Antonio Frizzi, nelle Me- mimi, ed i conquisti della gran con-
morie per la storia di Ferrara, tessa Matilde , e delle donazioni
Ferrara 1 791, tomi quattro: di amplissime da lei fatte alla Chiesa
poi il di lui figlio Gaetano pub- romana, la maggior parte del du-
blicò il V ed ultimo tomo nel cato di Ferrara, titolo che assunse
1809 m
Ferrara, dedicandolo ad allorché, come meglio diremo, il
Eugenio Napoleone viceré d' Italia. marchese Borso d'Este fu da Pao-
Il padre autore avea intitolata l'o- lo II creato duca di Ferrara. Il
pera ai savi del magistrato di Fer- ducato a cui era stata unita la
rara. Si può altresì consultare Giu- Romagnola, il Centese, e il Pieve-
seppe Manini Ferranti, Compendio se, era prima riguardato come feu-
della storia sagra e politica di do, di cui n' ebbero il dominio i
molire sul finire del passato secolo, prospetto, parte dei fianchi esterio-
non è stata di poi che mediocre- ri, oltre al campanile. La dm vi
mente restaurata. La medesima è d' ordine a tre navate,
dorico,
regolarità si ravvisa nelle sue in- lunghe palmi romani 5o8, 9, 3;
terne vie spaziose, ed in gran par- la lunghezza è di palmi 169, s3,
52 FER FER
ne da marmi bianchi e rossi in- sima chiesa di s. Andrea, che fu de-
crostato, ed è di elegante moderna gli agostiniani, nella cui tavola del-
forma, sebbene non ne sia condot- l'altaremaggiore vedesi il capola-
to a perfezione il lavoro. V. Lui- voro di Dosso Dossi. Nomineremo
gi Cosazza, Memorie sopra V im- ancora il tempio della Certosa, ed
portanza cronologica della chiesa altri fregiati tutti di eccellenti pit-
cattedrale di Ferrara , ivi i836; ture, soprattutto del Guercino, dei
nonché Della/acciaia del duomo di Dossi , e di Benvenuto Garofalo.
Ferrara, Roma i838. Il principio V. Cesare Barotti, Pitture e sculture
di sì maestosa torre, già dal po- che si trovano nelle chiese t luoghi
polo tanto desiderata, si deve al pubblici, e sobborghi della città di
marchese Nicolò III , che vi fece Ferrara, ivi 1770, con figure. Al-
fece collocare sopra una torre del citato Cancellieri, a pag. 22, fa me-
suo palazzo il marchese Nicolò II moria dell' iscrizione della campa-
il Zoppo. na di s. Bartolomeo de' cisterciensi
Non mancano Ferrara altri in di Ferrara, conosciuta sotto il no-
templi sontuosi, e per onorate me- me di Campana degli Speroni; dap-
morie venerandi. Si distinguono poiché un giorno passando a caval-
specialmente quelli di Domenico,
s. lo per quella parte la contessa Ma-
ove molti letterati insigni hanno la tilde (Vedi), udì il rauco e debo-
tomba , fra i quali Alessandro Sar- le suono di quella che allora ave-
di , il cardinal Giulio Canani , il vano. Quindi avendo interrogato i
cesco , che fu basilica de' minori quale col loro prezzo avendo fatta
conventuali, celebre pei dipinti dei fondere altra campana, per memo-
migliori pittori ferraresi, e special- ria fece incidervi la figuro d' uno
mente di Benvenuto da Garofalo sperone con analoghi versi. Ma re' An-
di Benvenuto l'Ortolano, del Carpi, tonio Guarini scrisse: Compendio
e dello Scarsellino. Quivi stanno se- istorico dell' origine , accrescimento
polti M.
Antimaco Sigismondo
A. , e prerogative delle, chiese e luoghi
Cantelmo, Ghiron Guido Villa, ed pii della città e diocesi di Ferra-
altri distinti personaggi. La vastis- ra, ivi 1621. Andrea Borsetti ci die-
FER FER SI
de Supplimento al Compendio
il levatoio, e questa è attualmente la
3
istorico di Marc Antonio Guarini, residenza del cardinale legato. Que-
in cui si contiene l'origine ed ac- sto palazzo che pur chiamasi il ca-
crescimento delle chiese di Ferra- stello ducale , è un edifizio celebre
ra sino al 1670, con altre memo- nei fasti estensi, per il compassio-
rie, Ferrara 1670. E da Giuseppe nevole fatto di Ugo e Parisina dei
Antenore Scalabrini si ha: Memo- Malatesta, per le vicende del gran
Ferrara,
rie istoriche delle chiese di Torquato Tasso, e per la sua strut-
e de' suoi borghi, Ferrara 1773. An- tura, e vista eminente, la quale do-
tonio Frizzi, Guida delforestiere per mina la sottoposta città. Fu Nico-
la città di Ferrara, ivi 1787. Gi- lò che nel i385 die principio
II
poi ne fu tolta :vi fu quindi eretta chi, co' quali compone la faccia-
si
l' insigne- poeta, modeste ed ele- di ce l' addizione alla città di Ferra-
ganti forme, fatta da lui edificare ra; passò poscia ad Ercole II, da
aere proprio nella strada detta Mi- cui l'ebbe il cardinal Luigi di lui
rasole. Per le vicende politiche del figlio, che nel 1567 lo ridusse a
Scandiana. Era questo una delle più teatro dinuova costruzione, presenta
belle e maestose fabbriche, ampliata molta eleganza e buon gusto si vuo- ;
gevole per le storiche idee che ris- chiusi, come nelle altre città pon-
veglia , e per la grandissima sala tificie, in separato quartiere, già
nelle cui pareti a settentrione e le- vi erano stabiliti nel 1275, e del
vante vi sono a fresco preziosissime loro antico cimiterio ne parla il
dipinture dei primi artisti ferrare- Frizzi tom. IV, pag. 3 18. Al
al
si vissuti nel secolo XV e forse nel tempo degli Estensi coinè diremo, ,
tutto suo, o al più che divide con col titolo digrammatica o con ,
FER FER 57
decreto. Nel 1 297 le pubbliche fu di là per gratitudine trasporta-
scuole erano operte nel convento to a Ferrara il suo corpo pompo-
di s. Domenico. Mentre il marche- samente, sulle spalle de' lettori o
se Alberto Estense era vicario del- degli scolari dell'università, alla chie-
la Sede apostolica in Ferrara il , sa di s. Maria degli Angeli. Nel
munifico Pontefice Bonifacio IX, i4j3 i lettori erano cinquanta, ol-
concesse a Ferrara la grazia del- tre ai rettori, ed altri stipendiali.
l' erezione di uno studio generale Decaduta grandemente l'università,
od almo liceo, perchè sebbene sus- nel i55o, la duca Al-
restaurò il
òo FÉ a FER
Galeazzo Massari molto nel 1 838 vagliati j nel i56g i Partici j nel
legò ad essa la sua ricca raccolta nel 1570 gli Operosi, gli Eletti,
di libri moderni, né si devono o- e i così detti Ferraresi j nel 1571
mettersi i molti doni che di recen- gli Umili; nel 1574 i Mercuria-
te si sono fatti e si fanno da mon- li; nel 1575 gli Ardenti, ed i
1819 riformò l'accademia degli cademia, e con tal grado nel 1827
§Y Ingegnosi, de' Confusi, de' Tene- dò guari che alla nascente accade-
Irosi, e de Filenij e più tardi quel- mia i più distinti medici dell'Eu-
le de' Di/formati , la Pia de' Co- , ropa desiderarono di appartenervi.
stanti, e de Discordanti. Vi furo- Il magistrato ferrarese, conosciuta
s. Contardo d' Este, che rese assai nel secolo XV, nacque nel 1 4 3, 1
sero nelle scienze sa^re Lo- sono statica si resero celebri Domenico
dovico Bigo Giovanni
Pittorio ; Maria Novara ; Giovanni Bianchi-
Canali; Girolamo Savonarola; Fran- ni ; Pietro Buono Avogadro ; Gio.
ceschino Visdomini Giovanni Ver- ;
Battista Riccioli ; Nicolò Cabeo ;
64 FER FER
ed Andrea Ferreri. Se fioriva gran- si, Ferrara1804. Ughi, Pinacothe-
demente in Ferrara nel secolo XVI ca brevis nonnullorum ferrariensium
la poesia, non deve recar maravi- illuslrium, Ferrariae 1807. Conti-
glia se anco la musica di lei so- nuazione delle memorie storiche dei
rella fosse assai coltivata. Grande ferraresi, Ferrara 1 8 1 1
letterati
contiene le vite ed elogi de' cardi- della rovina di Aquileia dai popo-
nali, patriarchi, vescovi, prelati, e li fuggiti per le stragi di Attila re
religiosifamosissimi nativi di atte- degli unni, innalzandovi rozze abi-
sta città, con l'arme delle loro fa- tazioni aumentate poi; altri che
miglie, e la dichiarazione delle me- anno 4 2 ^, ovvero nel
nascesse nell'
desime , non che de' vescovi della 675; altri dal detto Foro d'Alie-
J
s. Chiesa di Ferrara, e de più fa- no o da un castello che vi era di
mosi scrittori, Ferrara i665, 1667, antica costruzione; che le mura
e 1674. Girolamo Baruffaldi I, De nel 585 fossero erette dall' esarca
poeti? ferrariensibus, Ferrariae 1 698. Smaragdo per ordine dell'impera-
Borsetti, Almi ferrariensi gymna- tore d'oriente Maurizio, indi am-
sii hisloria. Cesare Cittadella, Ca- pliata da Agilulfo re de' longobar-
talogo islorico de' pittori , scultori di secolo VI, o nei
negli ultimi del
ec. ferraresi, e delle opere loro, con primi del seguente. Si racconta an-
in fine una noia esalta delle più cora che gli sbandali cittadini del-
celebri pitture della chiesa di Fer- la distrutta città di Voghenza, Vi-
rara, tom. IV con figure, Ferra- covenliae, ne aumentarono la po-
ra 1782. Luigi Ughi, Dizionario polazione, e che fu dichiarata città
storico degli uomini illustri ferrare- l'anno 66 1 o nel 685, quando vi
,
FER FER 65
fu trasferita quella sede vescovile ,
dall'esarca Smaragdo , oppur da
che si disse poi Ferra rio la, e su Giovanni la città, il vescovato, e i
Forum Alieni, del Forum Arii, sino all'Istria, e vessò più de' suoi
del Vicus Magnus, della Massa antecessori il ducato romano che
Babilonica, delle Feriae nundinum si era dato ai Pontefici vivente s.
66 FER FER
rimanevano ancora in Italia all' im- stituzione delle terre ritenute. Con-
peratore d' oriente. Fuggì perciò seguito 1' intento appena resi ito»
Chiesa romana ,
per cui il Papa primo de' quali probabilmente vi
concesse l'amministrazione dell'esar- fu preposto dall'esarca Longino che
cato diRavenna all'arcivescovo Ser- fu il primo esarca, nominato l'an-
gio, ed della città. Nel
ai tribuni no 5^8 , e perciò la fondazione di
registro che Cencio Camera-
fece Ferrara sarebbe più antica dell'ac-
rio de' proventi della Chiesa roma- cennata epoca; ed inoltre ch'era
na, come lo pubblicarono il Mu- città di qualche distinzione per es-
ratori ed il Cenni, si legge che nel sere governata dal proprio duca ,
PEI FER 67
«juel principe. A questo secolo !a Gli successe il marchese Bonifacio,
storia parla solo di alcuni possedi- nato da lui e da Gisla sua moglie,
tori di ampi terreni ferraresi, il piìi tanto nelle ampie ricchezze, che
opulento essendo Almerico, una par- nelle paterne giurisdizioni. Ampliò
te del quale egli trasmise ad Ober- i domimi, e dopo morte di Ri-
la
to conte, che forse al dir di alcu- chelda sua piissima moglie, nel
no diede origine alla casa d'Este. io36 sposò con Beatrice figlia
si
Dai documenti del g5i trovasi me- di Federico duca della Lorena su-
moria per la prima volta della cit- periore, che gli recò in dote assai
tà di Ferrara, esistente già di qua beni di là dai monti, ed anche in
dal Po. Dal o,5o, al 984 sono ri- Italia. Da questo matrimonio nac-
portate le notizie di alcuni duchi que Matilde la gran contessa, fem-
conti, consoli, ed altri di-giudici, mina insigne, della quale il potere
stinti personaggi di Ferrara del se- e riempiono la storia dei
le azioni
colo X; non che le prime notizie suoi tempi. Lucca , Mantova , e
del suo comune, come della venu- Ferrara si disputarono Y onore di
ta dell' imperatore Ottone I, più averla veduta nascere. Ma il luo-
volte, massime a'22 marzo 970, in go stabile della residenza del di
Ferrara che come Carlo Magno
, lui padre Bonifacio, e della sua
e Lodovico I confermò alla santa famiglia , dalla storia si tace. Si-
Sede il dominio del Ferrarese. gnore, com'egli era della Toscana,
Il Pontefice Giovanni detto XV di Ferrara e di Mantova, padro-
X~\ I. per la stretta amicizia che ne di tante ville, terre e castelli,
aveva con Tedaldo bisavolo od a- e di una gran parte de' territorii
vo della gran contessa Matilde, gli di Modena e di Reggio, e di più
die in feudo ducale, trasmissibile ai immerso nelle principali vicende
successori, il dominio di Ferrara ;
di Lombardia, or qua or là va-
ed il citato Borgia, a pag. io, ri- gante, né mai fermo lungamente
porta la testimonianza del monaco in un luogo , negli ultimi anni
Donizzone di Canossa che fiorì nel di sua vita Bonifacio soleva riti-
secolo XI. Ciò accadde probabil- rarsi alcuni giorni nella solitudine
mente dopo il 984 , con annuo di Pomposa per rassettar la pro-
censo da pagarsi alla romana Chie- pria coscienza. Morì nel io52, for-
sa ed abbiamo che Tedaldo si-
, se vittima della gelosia, che della
gnore di Ferrara edificò un ca- sua possanza e ricchezza aveva Io
stello nella città , dal suo nome imperatore Enrico III. Della sua au-
chiamato Castel Tedaldo j e fondò torità e beni ne usò molto a pro-
e di molti beni dotò il celebre mo- fitto de' popoli, delle chiese, e dei
nistero di s. Benedetto, appellato monisteri ; ma
pure ne abusò, e me-
di Polirone, perchè situato in un ritò dal contemporaneo Ermanno
piano che allora costituiva un'isola Contratto il titolo di tiranno. Sebbene
formata dal Po, e da un suo ramo il dominio di Ferrara gli fosse per-
detto Larione, che poi fu compre- venuto come a successore di Te-
so nel ducato di Mantova. Tedal- daldo , che 1' ebbe per concessione
do mori nel 1012, e fu sepolto in pontificia, pure sempre si mostrò del
Canossa castello del Reggiano, ote partito regio ed imperiale; però
teneva Y ordinaria sua residenza. all' età sua -non era incompatibile
68 FER FER
l'aver feudo della Chiesa, e pollar del peso annesso del militare ser-
divozione all'impero., come lo di- vigio. Gotifredo il Barbalo s'ingran-
venne dopo la sua morte. Per lai dì Enrico IV,
nella fanciullezza di
ragione i ferraresi facilmente si e molto di più nel io5j per l'e-
confusero coi sudditi del reame i- saltazione del cardinal Giuniano di
talico, e per tal ragione , fra le Lorena, suo fratello, al pontificato
altre, gl'imperatori anche dopo le col nome di Stefano IX detto X,
restituzioni e conferme fatte dei ch'ebbe in animo per sino d'innal-
propri stati alla Chiesa, riguardaro- zarlo al trono d' Italia. Dopo la
no come proprie queste provi ncie, morte di Stefano X insorse l'anti-
accordarono agli arcivescovi di Ra- papa Benedetto X, a cacciar il
venna, quasi come duchi e conti, quale ne venne commessa l'impre-
il temporale dominio dell'esarcato, sa dalla corte imperiale a Goti-
sparsero in esse privilegi, vi spedi- fredo ; e siccome questi dopo la
rono messi, ne trassero contribu- morte del Papa Nicolò II contro
zioni, e vi esercitarono altri simi- quella difese i romani e l' eletto
li atti sovrani. Alessandro II, e questo anche con-
Grandi sconvolgimenti produsse tro Riccardo principe di Capua in-
la morte di Bonifacio nella sua vasore di alcune terre del ducato
famiglia: oltre a Beatrice sua mo- romano, sembra impossibile che
glie, lasciò Federico, Matilde e Gotifredo vedesse con indifferenza,
Beatrice suoi figliuoli in età tene- e in un con lui la santa Sede, la
ra, e la seconda di sei anni, che sottrazione di Ferrara al loro do-
fu l'unica che sopravvisse, mentre minio, mentre agevole sarebbe sta-
il fratello e la sorella fra tre an- to il ricuperarla. Tuttavolla si sa
ni morirono. La vedova sposò Go- che Enrico III facendo delle osti-
ffredo duca di Lorena detto il lità contro la famiglia di Matilde,
70 VER FER
de ai segno di gratitudine ai ve- le divisioni del popolo, il novero
neti fece nella città fabbricare, e delle famiglie più polenti , come
loro donò una chiesa dedicata a de' Torelli o Salinguerra, e degli
s. Marco. Morì Matilde nel 1 1 1 Adelardi o Marcheselli, ed altri, col-
domimi alla santa Sede, si osserva che fu eletto Federico I, che nell' idea
i beni allodiali del Ferrarese li die al- di restituire all' impero 1' antico
l'abbazia di Nonantola coll'autoriz- splendore, pose in scompiglio l'Ita-
zazione pontificia, perchè col pre- lia e la Germania. Calò nel 1 1 54
cedente atto non polca più dispor- in Italia, e nel suo ritorno che vi
ne; quanto al dominio della città fece nel 11 58 intimò a diverse città,
e del contado feudo della Chiesa ro- fra le quali Ferrara , di spedirgli
mana, sembra inutile la di lei do- truppe, e fu ubbidito mentre la ,
nazione , mentre già esso doveva città era diretta dai Salinguerra di
ricader di ragione dopo la morte parte imperiale , e perciò contra-
di lei alla Chiesa medesima per ria agli Adelardi. Quando Federi-
mancanza di successione. co I volle dai ferraresi ostaggi , si
Enrico V s' impossessò di gran par- totius terrae comitìssae Matìldis ee.,
ma non pare eh' egli esercitasse so- ed ebbero pur origine per Federico I
va chiesa cattedrale a sinistra del loro parti; e nella famosa lega lom-
Po, e l' immediata dipendenza del barda contro il secondo vi entrò
vescovo dal Pontefice romano; in- pure Ferrara , concorrendovi anco
di dal 1139 al n45 sono notate con navi armate. Dall'apparato di
FÉ II FER 71
tante formidabili fune intimorito, insieme a Venezia, ove perfettamen-
nel 1 1 68 Federico I si ritirò in te segui la tanto sospirata riconci-
Germania, quando la lega in ono- liazione tra il sacerdozio e l' impe-
re del legittimo Papa edificò una ro. Ferrara, al pari delle altre cit-
città, e gì' impose il suo nome chia- tà della lega, rimase in propria
mandola Alessandria detta dai ne- balìa, tenendo un podestà a presie-
mici della Paglia. In tal modo Fer- dere il repubblicana governo, a cui
rara si trovò libera più di prima, veniva scelta persona di nobiltà co-
uè altro da lei esigette Alessandro spicua. Il podestà però divenne un
HI che lo star ad esso unita con- mero giudice ordinario d'ambe le
tro il comune nemico. Durò Fer- materie civili e criminali quando i
72 FER FER
msalemme, infermò per soverchia rido delle antiche ed illustri fami-
afllizione, ed assistito dal b. cardi- glie di Ferrara, ivi 1678^ Rac-
nal Enrico di Castel Marsiaco, -mo- colta delle armi de' nobili ferra-
ri 19 o 20 ottobre, al dire del
a' resi, Ferrara 1690. Abbiamo anche
Papebrochio, in Propylaeo par. 2, altra Cronologia ed istoria de' giu-
pag. 3o. I ferraresi gli celebrarono dici della città di Ferrara, ivi
solenni esequie per sette giorni con- 1688. Guglielmo III, siccome quel-
tinui, e fu tumulato dietro l'alta- lo cui stava a cuore il bene di
re maggiore, d'onde nel i3o5 fu sua patria ,
per tentare di estin-
trasferito ad onorevole mausoleo di guere le antiche discordie, e con-
marmo, il quale venendo demolito ciliare insieme il proprio partito
nei primi del secolo XVIII, resta- con quello de' Torelli , destinò la
vi la sola iscrizione in cui è sba- nipote Marchesella, ultimo rampollo
gliato l'anno della morte, dicendosi della nobile famiglia Adelardi o
avvenuta nel 1 1 85. Immediatamen- Marcheselli, in isposa al figlio di To-
te dopo la morte del Papa, venti rello. Morto Guglielmo, il suo par-
sei cardinali che trovavansi in Fer- tito mal soffrendo tanta prosperità
rara salutarono successore il detto ne' Torelli unitosi al nemico di
,
FER FER 73
stameute per guida il Muratori. Ab- scriptores. Pompeo Litla, Famiglie
biamo una folla di storici che de- illustri italiane, della famiglia d'Este.
74 FÉ IV FER
da ebbe mi Guelfo che successe monti Euganei , assai ben fabbri-
alle ragioni materne di tal fami- cato, ed attraversato da mi canale
glia , trasferì in Germania il suo navigabile, ramo del Bacchigliene
ramo Estense , fu creato duca di e del Frassine che costeggia da
Baviera, e vi fondò la ducale, elet- Este a Padova, in deliziosissima si-
FEU FER 7^
lazzo de' Mareheselli : non però dal- calo di Ferrara, e gli die facoltà di
l'acquisto delle possidenze di que- iuserire nell'arme Estense le chia-
sti, le sue possidenze nel Ferrarese vi pontificie (forse come i più anti-
ebbero principio, giacché molti ed chi vicari della santa Sede), sopra
ampi poderi vi ebbero assai prima le quali poi fu aggiunto il trire-
gli Estensi , i quali uniti a quelli gno. Vari furono in oltre gli or-
de' Mareheselli, per ragione del pa- namenti significanti esteriori, come
trimonio di essi divenne fa miglia collane, trofei militari, i quali fu-
ferrarese la Estense, per cui Obiz- rono temporanei secondo i tempi
zo di Folco fu tosto costituito ca- e persone, così dicasi di alcune
le
poi sempre d'argento. Federico 111 fra gli Estensi ed i Torelli o Sa-
imperatore, nel 1^02 dichiarò in linguerra, che si trassero dietro l'in-
Ferrara duca di Modena e Reggio, nalzamento de' primi , e la distru-
e conte di Rovigo il marchese zione prendono da
degli ultimi,
Borso co' suoi successori, nell'inve- questi tempi cominciamento però :
70 FER FER
l'impero, contrastalo da Filippo di ne, ed ebbe la gloria di richiamar
Svevia, e da Ottone IV duca d'Aqui- la pace tra i ferraresi.
FEK FER 77
glie campali da Azzolino, il quale derenti di Ottone IV. Ebbe le po-
alla morte di Filippo di Svevia fu desterie di Verona, di Mantova e
da Innocenzo III fatto marchese di di Ferrara. con Salin-
Si pacificò
Ancona , e pel di lui favore , per guerra, convenendo che prendereb-
quello del vescovo Uguccione, e be da lui l' investitura de' beni e
per l'affezione del popolo ferrarese feudi derivati dalla casa d'Este,
fu egli e il suo erede nel 1208 giurandogli fedeltà come al suo fra-
creato signore e governatore per- tello Azzo Novello, e che si gover-
petuo di Ferrara. Abbattuto Salin- nasse Ferrara e vi si ponesse un
guerra si rifugiò in Modena, e per podestà di comune accordo. Nel
esser questa in amicizia coi ferraresi, 1 2 1 3 la repubblica di Padova in-
si ritirò al castello di Ponte Duce. vase il territorio Estense, e se Io
Lungi dal narrare fatti particola- i assoggettò, per cui la casa d'Este
ri di Ferrara , le sue alleanze e fu costretta a farsi ascrivere a quel-
guerre, ci limiteremo a continuare la cittadinanza. Cedendo poi alle
l' indicazione delle cose principali. istanze d'Innocenzo III diedesi a ri-
Intanto Ottone IV portatosi in Italia, cuperar la Marca d'Ancona, e da Fe-
indi in Roma a prender la corona derico II fu fatto vicario regio, e
imperiale, ed in Ferrara nel 1210, legato di tutta la Puglia. Ciò de-
per politica e parentela ebbe ri- terminò Salinguerra a rinunziar il
guardi ad Azzolino, che procurò giurò fedeltà al
partito ghibellino,
pacificare con Eccelino , ed anco Papa , e con annuo censo s' ebbe
con Salinguerra che invocato ave- in investitura una notabile porzio-
vano l' imperiai protezione. Ad on- ne de' beni della contessa Matilde.
ta de' giuramenti fatti, Ottone IV Con sospetto di veleno nel 1 1
d' Innocenzo III, anco perchè face- Divenuto Federico II imperatore, pa-
va guerra al fanciullo Federico II cificò i modenesi con Ferrara, e co-
re di Sicilia, figlio di Enrico VI, mandò a' padovani di ripristinar
nel quale vedeva un futuro emu- Azzo Novello nelle sue giurisdizio-
lo alla sua dignità. ni d' Este che gli confermò colle
,
Sotto Gregorio IX, mentre Salin- Pontefice, che nel concilio di Lio-
guerra si accostò al partito impe- ne scomunicò e depose Y impera-
e mentre la repubblica di Fer-
riale, tore. Molti fuorusciti seguaci de' Sa-
rara si prestava alle mire del Pon- linguerra, volendo nuocere alla pa-
tefice, sebbene la città fu data nel- tria, vennero presi ed uccisi in Fer-
le mani dell'imperatore dal Salin- rara. Nel 1249 Eccelino III occupò
guerra, ed egli vi si portò nel i9,3g, Este ed altri castelli, mentre il Pa-
Federico 11 fu scomunicato dal Papa pa da Lione lo fulminava di sco-
anco per aver alienato Ferrala dal- munica come eretico. Morto nel
la Chiesa, venendo pure pubblicata I25r Federico II, determinò Inno-
una crociata contro di lui. Allora cenzo IV di fare ritorno in Italia,
molti si ribellarono a Federico II, e animando per tutto i guelfi pas-
fra' quali Azzo Novello, che fu per- sò a Mantova, e da s. Benedetto di
ciò condannato al bando imperia- Folirone, scendendo per il Po, pri-
le, e ricuperò Esle e i suoi castelli; ma de' 4 ottobre giunse a Ferra-
indi in un al Pontefice, ai veneti, ra, e dopo aver predicato il dì del-
ai bolognesi, e ad altri popoli mar- la Francesco nel duomo,
festa di s.
perpetuo degli Estensi celebre per , quali all' avo colle necessarie cau-
valore ed avvedutezza. Restituita la tele furono condotti , e legittimati
città di
Ferrara ai guelfi , variò dal Papa e dall'imperatore. Seb-
quivi il pubblico sistema; e com' è bene Azzo continuasse a domina-
naturale i seguaci degli Estensi vi re in Ferrara , egli dimise la po-
ritornarono, e i partigiani di Salin- desteria perchè primari del pò-
,
i
FER FER 79
polo amarono investirne persona e- della Rotta, dell'ordine benedettino,
stera, cioè cedette la sola ammini- le cui religiose passarono poscia
strazione giudiziaria , e in luogo al monistero di s. Antonio , del
degli emolumenti che godeva, gli quale fu fondatrice. Fu quindi dal
vennero assegnate annualmente tre- popolo proclamato Obizzo signore
mila lire di ferrarmi, e di quando di Ferrara, edil podestà in nome
FER FER 81
chese nel 1297, e fu subito Co- Meaux, ambi suoi cappellani, i
re Ferrara
immediato suo do-all' padovani, i mantovani, i veronesi
minio, come avevano fatto diver- forse più per profittarne, che per
si predecessori di altre sì di Romagna favorire alcuna come
delle parti,
che di altrove. A tale effetto inviò dimostrò il pronto abbandono che
in Italia suo nipote Arnaldo dei
il ne fecero. I legati prima di entra-
signori di Pelegrue abbate Tutelen- re in Ferrara ammonirono i ve-
se, ed Onofrio de' Trebi dorano di neti di non prender parte per Fre-
VOL. XXIV. 6
85 FETI FER
soo; ne trattarono con quelli (.mu- repubblica di Venezia per sua par-
si in Castel Tedaldo, Arnaldo si te mandò una flotta nel Po, che
portò a Venezia, ma tutto inutil- ai 28 agosto a Francolino dovette
mente. Finalmente avendo vene- i ponte di navi incale-
arrestarsi, pel
ti arrestata la roba e la famiglia nate marchese France-
difeso dal
del vescovo di Cervia, i legati nel- sco, mentre questo dall'altro lato
la più ampia forma fulminarono assaltavasi dai veneti di Castel Te-
la scomunica contro quella nazio- daldo, che perciò lasciarono indi-
ne, con sentenza emanata in Fer- feso dalla parte esteriore. Allora
rara il giorno 25 ottobre dell'an- i bolognesi e i ferraresi gli die-
no 1 3o8. rono l'assalto, e dopo un fiero
Mentre i veneziani ricorsero di- conflittos'impadronirono di tutto,
rettamente a Clemente V, conti- passando a fil di spada la guarni-
nuando le stragi nella città, i fer- gione del castello, e morirono cir-
raresi fecero un accordo coi vene- ca seimila tra ferraresi e nemici,
ti, cui lasciarono i luoghi occupati, con l'acquisto gran bottino per
di
franchigiaai fuorusciti, e che ri- parte de' vincitori, oltre duecento
prenderebbono per podestà un ve- navi venete e la fuga di quelle
neziano, e ciò senza il concerto della flotta. Libera Ferrara dai ve-
de' legati,che anzi il Papa da Avi- neti, dispensò il legato Pelegrue
gnone a' 27 marzo 3oo, rinnovò 1 nuove indulgenze a chi avea mili-
la scomunica con forme le più ter- tato per la Chiesa, i quali si restitui-
ribili, per cui immenso fu il danno rono alle patrie carichi di spoglie.
che ne risentirono non solo i veneti Il marchese Francesco che si a-
in Italia, ma in Francia, ed altrove; spettava la restituzione di Ferrara
così la concordia tra i ferraresi e i restò deluso: la ritenne il legalo
veneziani presto svanì, non poten- a nome della Chiesa, ed il comune
do sussistere tra due fiere in una questa riconobbe ed ossequiò qual
stessa* tana, e reciproci assalti, uc- sovrana assoluta: per cui elesse il
cisioni e rovine si succedettero. In- podestà e capitani, e fece altri
i
plissime indulgenze per chi vi si Rinaldi, che tutte queste cose rac-
Appena se ne sparse
fosse ascritto. conta, esiste documento in cui il
la fama, che da tutte parli con- Papa dice, che incoia? tamtn civi-
in Avignone un'ambasceria per giu- all' altro legato Onofrio ch'era ri-
Ferrara era stata del dominio del- cuni ferraresi furono esiliati, altri
gno venisse in di lei soccorso, per loro giorni sul patibolo. Si vuole
liberarla dalla tirannide di Deside- che Francesco fosse innocente, giac-
rio re de'longobardi. Tuttavolta in ché il suo nome fu assoluto, e re-
Ferrara eranvi due altri partiti, stituiti i beni ai di lui figli Ber-
uno favorevole agli Estensi, l'altro toldo ed Azzo nel i3i3. In que-
a Salinguerra III per l'assoluta e sto anno finalmente veneziani ot- i
de' catalani o guasconi per la so- rara Guido, a' 29 novembre rin-
perchieria fatta al marchese Fran- novò a' tre fratelli Estensi e ad ,
FER FER 85
arcivescovo di Ravenna e cardina- s,tensi facevano le loro pratiche di
le, Bernardo vescovo d'Arras, e pacificazione, e gli fu permesso man-
Uberto vescovo di Bologna, che il dar ad Avignone; ed il
deputati
Papa raccomandò alle città guelfe. Papa ponderate saggiamente le di-
Gli Estensi promisero di restituire scolpe, avendo in considerazione le
alla Sede apostolica Ferrara, e di benemerenze di casa d' Esle , la
non più. intitolarsene signori, ed sciolse dalle censure, la dichiarò
Aldobrandino per quaranta mila esente dall' imputazioni dategli in
fiorini d'oro vendè al Papa i suoi materia di fede, ed accordò il vi-
contadi di Ferrara e Ravenna, men- cariato di Ferrara ai tre fratelli
tre i suoi figli ad onta delle me- Estensi con giurisdizione tempora-
morate promesse si mostrarono ri- le mero e misto impero sotto
, ,
sidenza de' giudici e de' notari ; più tro il Ferrarese, e a danno degli
volte questo sontuoso edilìzio ven- Estensi, per cui seguirono serii fatti
ne poscia i-istaurato dai magistrati, d'armi, morti, e prigionie d'illu-
ed al presente serve per residenza stri personaggi , e stragi di ambe
de' tribunali. A tal fine siccome le parti , colla peggio dell' esercito
1 edilìzio trovavasi in cattivo stato, legatizio. Tra i motivi che si ad-
il comune a mezzo dell' architetto ducono per sì fatta condotta del
Giovanni Tosi lo fece di nuovo l'i- cardinale , che tentò per sorpresa
staurare, conservandogli le forme l'occupazione di Ferrara è il fa- ,
86 FER FER
ed Obizzo al dominio dello stato Ferrara per altri nove anni colla
cui nel i336 aggiunsero Modena, pensione di dieci mila fiorini d'oro
che da trent'anni la famiglia n'era annui, previo il pagamento di qua-
rimasta priva. Nel seguente anno rantacinque mila fiorini di debito
fu costretto Obizzo dai veneziani decorso, e con diverse altre condi-
ad unirsi loro contro gli Scaligeri zioni. Il vescovo di Bologna Bel-
suoi amici, facendone premure an- tramino fu incaricato dell'atto for-
che Benedetto XII, alle quali prin- male, consegnò cinque chiavi delle
cipalmente cede nel riflesso di ri- porte della città ad Obizzo, e ri-
conciliarsi colla santa Sede per a- cevette il giuramento di fedeltà. In
ver contribuito alla rovina del le- detto anno Obizzo comprò per set-
gato, e per veder rinnovata l'inve- tanta mila fiorini dai Correggi la
stitura di Ferrara, essendo prossimo città di Parma , e quando recossi
lo spirar del decennio; laonde fu a prenderne possesso a' 24 di no-
conchiusa una formidabile lega con- vembre, fu dal popolo proclamato
tro Mastino della Scala, dal quale signore perpetuo co' suoi eredi. Ma
poi i fiorentini acquistarono la cit- Filippino Gonzaga amareggiato per
tà di Lucca a mediazione di Obiz- tale acquisto, fece man bassa sulle
zo. Ciò fu cagione di guerra coi genti del marchese , allorché Spa-
pisani, e nel iS^i mori Bertoldo triava , ed Obizzo fu fortunato di
Estense figlio di Francesco. Dopo rifugiarsi in Parma. Quivi lasciò
la famosa sconfitta del cardinal Ber- governatore il cugino Francesco, e
trando, i fratelli Estensi cessarono per lungo giro sul Modenese Obiz-
dal pagamento dell' annuo censo zo si restituì salvo in Ferrara. *A1
alla Chiesa per l' investitura di Fer- tradimento del Gonzaga successe
rara, pretendendo di ritenerselo a la dichiarazione di guerra piom-
,
risarcimento de' danni sofferti per bando sul Ferrarese che saccheg-
cagione di quella guerra. Il mar- giò e devastò. L' insurrezione di
chese Obizzo col secondar la corte Parma fu repressa da Francesco,
di Avignone erasi fatto strada ad come fu respinta da lui la tentata
una riconciliazione, ed a nome del invasione di Lucchino Visconti. In-
fratello Nicolò I domandò a Cle- tanto Obizzo trattò magnificamen-
mente VI nel i343 la rinnovazio- te in Ferrara Umberto delfino di
ne dell'investitura spirata nel pre- Vienna di Francia, ed a mediazio-
cedente anno, ciò che pur fece in ne del Papa e di altri si fece la
favore degli Estensi il comune di pace cedendo Parma a
, Lucchino
Ferrara, offrendo la propria garan- Visconti mediante rimborso, e la
zia tanto pel censo passato, quan- cessione di alcuni castelli a Nicolò
to Tutto si combinò
pel futuro. ,
ed Alberto figli di Obizzo. Nel 347 1
molti uomini illustri, massime per batterne gli sforzi, come del Mala-
Bonifacio fratello di Lippa, il qua- testa ed altri del loro partito, sen-
le col suo senno ed autorità so- za progressi notabili. Nel 1 355 ca-
stenne i principi Estensi suoi ni- lò in Italia Carlo IV re de' roma-
poti j nonché per l'Omero italia- ni , che Aldobrandino inchinò a
no l'immortale Lodovico Ario- Padova, venendo trattato sempre
sto. Dal medesimo Antonio Frizzi a mensa, ed ebbe pure rinnovati
si hanno le Memorie storiche del- i privilegi, e le investiture impe-
la nobile famiglia Ariosti di Fer- riali di casa d' Este, concedendo-
rara, exstat nel tom. Ili della Race, gli il re anco quella di Modena.
ferrarese degli opusc. scien. leti, Passando per Ferrara Anna figlia
stamp., ivi 1774- L'anno i35o del- del duca di Polonia, che andava
l' uni versai giubileo i popoli della a sposare Carlo IV l' Estense la ,
88 FER FER
vestiture di Rovigo e di Modena nò di portarsi in Roma, e Nico-
per se, e per Ugo ed Alberto suoi lò II prima
splendidamen-
trattò
non che per il detto Obiz-
fratelli, te in Modena alcuni cardinali che
zo suo nipote; e furono concedu- per la via di terra seguivano il
te. Il cardinal Albornoz indusse i Pontefice, e giunto questo a Viter-
bolognesi a restituire all'Estense bo si condusse ad ossequirlo, ve-
Nonantola e Bazano , anche per le nendo ricevuto con istraordinaria
somme a lui imprestate da Aldo- amorevolezza, ed ivi fu stabilitala
brandino, ed in Ferrara fece una memorata lega. Tornato in Ferra-
solenne lega con vari potentati, ra marchese alloggiò nel suo pa-
il
micidiale fece all' Italia in quell'an- voia,con Brasco marchese d' An-
no la peste. cona, addestrarono il cavallo del
Divenuto Pontefice Urbano V Papa; Ridolfo Varano signore di
tentò di vincere Bernabò anche Camerino portò il gonfalone della
colle armi spirituali della scomu- Chiesa, e le chiavi sopra il capo
nica, sebbene la sconfitta ch'eb- d' Urbano V, e Malalesta Unghe-
be dai collegati servi ad avvilir- ro signore di Rimini comandò le
lo , da cui derivò la salvezza di genti d' arme pontificie. Con si
Bologna , e degli altri stati del- maestoso apparato a' 16 ottobre
la Chiesa, e fu fatta la pace, solo entrò in Roma la nobilissima co-
frastornata dai terremoti, e dalle mitiva, e se ne andò a s. Pietro,
rotte del Po. Nel i366 Nicolò II ove il Papa appena smontato, or-
con nobile accompagnamento, per dinò all'Estense che in onore dei
divozione si portò in Roma, e po- ss. apostoli creasse dodici cavalie-
scia passò in Avignone, ove temen- ri a sperone d'oro; onde stando il
do per lo stato di Modena la fe- marchese sulla porta della basilica
de dubbia di Bernabò, conchiuse conferì subito quell'onore a sei
con Urbano V, e cogli ambascia- italiani,ed a sei tedeschi, e pel
tori de' principi, una lega per la primo al suo maresciallo Roberti.
comune difesa, e per liberar l'Italia Il marchese per alcuni giorni ten-
precedere col loro seguito la per- Ugo morì nel i3yo con generale
sona del Papa, qualora si trovasse- dispiacere,anche di Francesco Pe-
ro ad una simile solenne entrata, trarca, pel quale il defunto avea
e inoltre la facoltà di spiegar sol- grande amorevolezza. Avendo Car-
tanto le bandiere proprie, e di lo IV tolta Lucca ai pisani, vole-
custodire per tutto quel giorno la va cederla agli Estensi, ma ciò non
piazza vicina all'abitazione ove an- si effettuò Macchinando sempre
.
Ugo, ove pur giunse Carlo IV. glia diReggio de' 2 giugno 1372,
Ivi si fece la massa delle truppe essendo Pontefice Gregorio XI, i
collegate, che arrivarono al nume- collegati furono dispersi, indi suc-
ro di trenta a cinquanta mila com- cessero diversi fatti con diversa for-
battenti; e prima d' intraprendere tuna. In questo anno Nicolò II e
la guerra il cardinal legato pub- suo fratello Alberto od Aldobran-
blicò la crociata contro i Viscon- dino ebbero da Gregorio XI nuova
ti,che riuscì inutile perchè venne conferma pel vicariato di Ferrara:
guadagnato l' imperatore col dena- il censo rimase qual era prima,
ro di cui penuriava; ebbe luogo ma l'investitura fu a vita de' mar-
una tregua, e il licenziamento di chesi, e ciò con nuovo esempio.
sue truppe, passando quel princi- Gli ambasciatori degli Estensi man-
pe in Roma. Immense furono le dati perciò a Bologna confessaro-
spese degli Estensi per tanti inu- no al cardinal legato Pietro Bitu-
tili accampamenti, e passaggi di ricense o dallo Stagno, con pubbli-
personaggi, fra' quali va noverato il co istromento, che la città di Fer-
9° FER FER
incuto di cento cavalieri pel ser- sostenne noto lungo e lagrime-
il
vizio del Papa, nello spazio di set- vole scisma eh' ehbe le più terri-
slimolarono alla ribellione i sudditi Milano morì Francesco d' Este, la-
della Chiesa, facendo lega con Giovan- sciando suo erede, e la vana spe-
na I regina di Napoli, coi Visconti, ed ranza di signoreggiare in Ferra-
altri, e hen presto ottanta tra città ra ad Azzo suo figlio. Nell'anno
e fortezze si sottrassero dal domi- 1 385 malcontento il popolo ferra-
nio papale. L' arcivescovo di Ra- rese per le gravezze che gli E-
venna Pileo di Prata, non aven- stensi eransi trovali in necessità di
inviando in di una
Italia alla testa larono con disinvoltura e pruden-
armata di brettoni, il famoso car- za, e poco a poco fecero ribassa-
dinal Roberto di Ginevra, poi anti- re le gabelle, non senza far segre-
papa Clemente VII; ma la ferocia ta inquisizione de' principali auto-
de'soldati e del legato inasprì mag- ri del tumulto; indi con occhio an-
giormente popoli. Intanto il Papa
i
tiveggente Nicolò II incominciò ad
vinti tutti gli ostacoli partì dalla Pro- edificare il castello ora abitato dai
venza, e a' 7 gennaio 1 377 mae-
1
cardinali legati ,
per residenza ed
stosamente entrò in Roma, rista- asilo de' marchesi , facendovi pian-
bilendovi la pontificia residenza. tar delle artiglierie. Il popolo rima-
rara, ove vendè Faenza per qua- ta.Bernabò morì in prigione per ,
rantamila fiorini a Nicolò li, che opera del nipote Gio. Galeazzo che
poco ne godè, perchè Astorgio alleossi cogli Estensi, e Nicolò li
suo signore , cui il comune gli sposò con Gigliuola da Carrara fi-
to uomini stipendiati in caso di bi- i4°° in cui ebbe pur luogo la pa-
sógno in servigio della santa Sede. ce tra il duca di Milano, e i col-
Intanto i tutori e il consiglio del legati. 11 marchese si portò a Mi-
no 1409 in vece elessero Alessan- sconto di quanto gli doveva, gli ce-
dro V. Tra principi che inviaro-
i de Cotignola sua patria, che Gio-
no ambasciatori al concilio, vi fu vanni XXI li poi eresse in contea,
Nicolò III, il quale in questo tem- e ne investì esso Sforza, Francesco
po conquistò Parma e Reggio. ed altri suoi figli per l'annua ri-
Non è facile a descrivere le feste cognizione d' uno sparviero. Passa-
sagre e profane celebrate in Fer- to il Papa a risiedere nel 4- 1 1 1
V ,
va noverato
marchese che il quale con intelligenza del Papa la
andò sino a Pianoro ad ossequiar- cede al mentovato Ordelaffi. Appro-
lo, quando nel gennaio i4'o il fittò di tale lontananza di Giovan-
Papa si recò a Bologna. Quivi ni XXI II Carlo Malatesta signore
Alessandro V, e il cardinal Cossa di Riiuini, grande e costante fan-
,
94 FER FER
tore Gregorio XII occupando
di , scomunica dell'antipapa Benedetto
vari castelli; finalmente il mar- XIII, l'eroica rinunzia
Grego- di
chese riebbe Nonantola, e tolse al rio XII, coll'elezione di Martino V
Pallavicino Borgo s. Donnino, at- che seguì agli il novembre 14.17,
tribuendogli alcuni l'erezione della mentre la peste infuriava in Fer-
università in Parma. Nel i4i3 rara, e forse ne fece vittima la mo-
venne divozione a Nicolò III di glie del marchese, che invece si sposò
imprendere il pellegrinaggio di Ge- con Parigina figlia di Malatesta dei
rusalemme, lasciando Uguccione al Mala testi di Rimini. Tolto lo scisma
governo de' suoi stati, ove ritornò alla Chiesa,Martino V da Mantova
felicemente, ricusando le vantaggio- agli8 febbraio i4*9 passò in Ferra-
se offerte del re di Napoli , che ra, ove fece il solenne ingresso,
voleva guadagnarlo. Reduce Gio- venendo accolto con sommo onore
vanni XXIII da una conferenza con da Nicolò III. E probabile che il
Sigismondo re de' romani, per ce- Papa gli accordasse qualche dimi-
lebrar il concilio di Costanza, onde nuzione del censo sul vicariato, ed
por fine al calami toso scisma, a' 1 8 feb- il marchese s' interpose pei ribelli
braio 1 pomposamente entrò in
4- • 4- bolognesi. Stando in Ferrara Mar-
Ferrara, cavalcando un cavallo bianco tino V ordinò che si dassero al
addestralo dal marchese e da Uguc- duca di Baviera trenta mila scudi
cione. Dal duomo il Papa si recò d'oro, per la custodia e prigionia
al palazzo d'Este a piedi, servendo- del Cossa già Giovanni XXIII; e
lo Nicolò III in figura di cauda- nel dì stesso o nel seguente il Pa-
tario. Passati sei giorni il Pontefi- pa proseguì il suo viaggio per Fi-
ce s'avviò a Bologna, mentre l'E- renze. Nel i4?o l'Estense cede al
stense intraprese la visita de' san- duca di Milano Parma, e ritenne
tuari di Loreto e di Compostella, Reggio colla giunta di ventotto mi-
ovvero di s. Antonio del Delfinato. la fiorini d'oro. Nell'anno seguente
In Piemonte fu a tradimento ar- Argenta col suo territorio, fu data
restato da Manfredo del Carretto in stabile vicariato agli Estensi dal-
marchese di Ceva, e bisognò ob- l' arcivescovo di Ravenna, con al-
bligarsi al pagamento di undici cune condizioni, e I' approvazione
mila ducati per la liberazione; ma del cardinal legato di Bologna. Fa-
sopraggiunto il conte Amadeo di tale l'anno ì/^-ì.5 per Nicolò
fu
Savoia, Nicolò III eroicamente si III: aveva egli Ugo figlio natura-
interpose per 1' infame Manfredo, le nato da Stella dell' Assassino o
a pie della torre de'leoni sul prin- alle lettere a segno, che poi rac-
cipio della Giovecca, la notte del colse corniole ,
gemme intagliate,
sentare da Nanne Strozzi suo ge- del mantenimento della pace: quin-
nerale, con un corpo di ferraresi, di nel i434 pubblicò una pram-
che vi perde la vita la guerra non ; matica sud' immodesto vestire del-
fu ili lunga durata, e dopo di a- le donne, e die principio al pa-
ver perduto il milanese ottanta lazzo di Belriguardo, che poi di-
fortezze si fece la pace. Nel i4 2 9 venne una delle più magnifiche
Nicolò 111 fece legittimare da Mar* delizie d'Italia. Se fu insigne van-
tino \ il suo figlio Leonello, na- to di Nicolò 111 il dar norma col-
,
9G FER FER
la sua prudenza ed autorità ai ga- tuna quella
Ferrara, anche a
di
binetti d' Italia , noi fu meno in cagione dell'affezione singolare che
proteggere la Chiesa , e i diritti per lui aveva l'Estense. A ciò si
del pontificato. La storia del cele- unirono i riflessi dell'ampiezza, del-
bre concilio generale tenuto in la quiete, dell' abbondanza de' vi-
Ferrara, che ove
poi dal luogo veri, e di altre particolari favore-
terminò fu detto fiorentino, ne combinate in que-
voli circostanze
somministra la più luminosa prova. sta che determinarono Euge-
città,
gna. Ivi convenne nella venuta del- di Modena Mainenti, molti teolo-
l' imperatore greco, del suo patriar- gi, interpreti, elettori dell'universi-
ca, e prelati orientali al nuovo con- tà, come fi*. Agostino da Ferrara
cilio, e superate molte opposizioni dell'ordine de' minori, e fr. Paolo
dell'altro di Basilea, giudicò fra le dell'ordine de' servi. Altri dicono
molte città proposte per tenervi che 1'
apertura del concilio la fece
l'augusta adunanza, la più oppor- il cardinal Giuliano Cesarmi.
,
FER FER 97
Nella prima sessione vi si di- andarono pei primi ad incontrarlo,
chiarò, che il sommo Pontefice a- ed allora verisimilmente Leonello
vendo trasferito il Ba-
concilio di gli recitò quelle due orazioni latine
tato, che dopo 1' arrivo de' greci Antonio, Eugenio IV a' 27 gen-
nessun prelato , né dottore passò naio fece il suo ingresso nella cit-
da Basilea a Ferrara, e che gli am- tà, un baldacchino fatto co-
sotto
basciatori tanto dell' imperatore Si- struir comune colla maggior
dal
gismondo, che dei re e degli altri magnificenza e sopra un cavallo
,
sino dagli 8 febbraio sopra la flot- genio IV non glielo permise; indi
ta veneta che per gli uffizi del Pa- lo baciò, gli porse a baciar la ma-
pa era andata a Costantinopoli, a- no, e lo fece sedere alla sinistra. I
color celeste, ed aveva ,ion lungi pere che voleva essere ricevuto an-
un ton gual-
altro cavallo bianco che dai cardinali. Per accordare
drappe a ricami d'oro, eie espri- questo cerimoniale, a cui si prestò
mevano fra le altre cose 1; aquile volentieri buon Pontefice per
il
diaconi; e incontratisi nel patriarca L' uso degli azzimi nei santi miste-
che veniva, senza farsi vicendevol- ri. 5.° L'autorità della santa Se-
mente di cappello, ne darsi o ren- de, e primato del Papa. Quindi
il
dersi saluto, gli fecero sapere stret- si trattò del cerimoniale da osser-
tamente il motivo della loro com- varsi allorché si fossero i greci e
parsa, dicendo il cardinal Prospe- i latini trovati insieme : lunghe
ro Colonna, come più antico Re- : discussioni produsse l'orientale sus-
verendissime Pater, Dominus no- siego, ma in fine si convenne.
ster Papa misit nos 3 ut associare- La prima sessione tenuta nel
mus paternitatem vestram : e pre- duomo che fu la terza di questo
,
solo in mezzo col gran seguito, concilio, uniti i greci coi latini, fu
tutti sopra cavalli e muli provve- a' g di aprile. L' ordine delle sedi
duti dal marchese furono condotti fu cosi disposto : la destra della
al palazzo apostolico. Sedeva il Pa- chiesa e dell'altare fu data ai lati-
pa co' suoi cardinali a destra nel ni, tra' quali era il Papa , e la si-
suo gabinetto. Al comparirgli da- nistra ai greci. Il trono papale sor-
vanti il. patriarca, riferisce l'autor geva quattro passi lungi dall'altare,
greco, che si trovò in piedi, e il e appresso inferiormente quello del-
patriarca lo baciò nelle gote : de- l' imperatore occidentale, o sia d'Al-
gli altri greci alcuni baciarongli la berto II re de' romani, succeduto in
triarca di Gerusalemme, indi altri a' 4 giugno, due volte alla settima-
sedici arcivescovi, dopo quali suc- i na si radunarono nella chiesa di
cedevano sei crociferi della chiesa s. Francesco ove , lasciato prima
di Costantinopoli, cosi detti perchè libero l' ingresso a chiunque , sì
portavano sopra al cappello una grande era il concorso , che fu
croce, e per ultimo una venerabi- d'uopo in progresso disputare a
le comitiva di monaci. Lungo sa- porte chiuse. Alcune conferenze an-
rebbe il riferire le altre minute cor si tennero nell'anticamera del
particolarità che resero sorprenden- patriarca, affinchè dal letto, ove la
te quella rispettabile ed augusta podagra il tratteneva, potesse ascol-
assemblea : null'altro si fece allora tarle. Si resero poi pubbliche nel-
di notabile che dichiarare concor- la cappella del palazzo del Papa,
demente la legittimità ed univer- tormentato anch' egli dalla poda-
salità di quel concilio. Vi si di- gra, ove si trovò pure 1*
imperatore
chiarò per tanto che il concilio d'oriente. In questo tempo scrisse
ecumenico era aperto a Ferrara, e Eugenio IV a' i5 giugno al prete
siassegnarono quattro mesi per in- Janni, re ed imperatore d'Etiopia,
tervenirvi a tutti quelli che erano una lettera col titolo: Carissimo in
invitati; e come
non tali industrie Chris to Jilio Joanni praesbyte.ro
trasse a Ferrara maggior numero regi ac imperatori Ethiopiae illu-
di soggetti, ne restarono poscia sor- stri, ec, nella quale dandogli par-
presi i greci, ignorando senza dub- te del concilio , e del motivo che
bio che i re e gli altri principi fa- lo faceva celebrare, l'invitò ad in-
cevano allora tutti gli sforzi per viarvi egli pure alcuni suoi vescovi
accordar i padri del conciliabolo ben istruiti di lor credenza, per
di Basilea con EugenioIV, e che farne un rincontro colla cattolica
per questo credevano di non do- romana, e di rettificarla in caso di
ver mandar nessuno a Ferrara. Si discrepanza fra loro, promettendogli
esaminò in detta sessione di accor- validi soccorsi per cacciar dall'Egit-
do co' greci la questione se il sen- to i saraceni suoi nemici. Indi si
ria illazione ; il che provò egli colle mente non v'era nessuna legge che
testimonianze de' padri greci, e tra proibisse di aggiungere al simbolo
gli altri Giovanni Grisostomo,
di s. qualche spiegazione ; ma che non
il quale dice, che il Figliuolo pos- poteva nemmeno esservi chi tal
siede tutto ciò eh' è del Padre, tol- divieto facesse alla Chiesa; che que-
tane la paternità. Nella VII sessio- sta proibizione risguardava i soli
ne lo stesso vescovo continuò a privati, che di propria autorità vo-
parlare della stessa materia, e rispo- lessero fare queste aggiunte. Nel-
se alle autorità allegate da Marco la XI sessione il medesimo vescovo
d'Efeso: mostrò egli che quando i osservò, che ciò che avea dato mo-
concili proibiscono di esibire a tivo a' padri d'Efeso di farque-
quelli che abbracciano il cristiane- sto divieto , era il falso simbolo
simo una fede diversa da quella de' nestoriani, condannato già dal
eh' è proposta nel simbolo , non concilio che quel concilio non so-
;
de' savi avendo adunato il consiglio, più torbido, Leonello col proprio
e posto Leonello a sedere in luogo senno, e con quel di Borso si man-
eminente, il Perondoli arcivescovo tenne neutrale, non die mai pas-
di Ravenna, come uno de'più rag- so in fallo, e divenne come il pa-
guardevoli cittadini, gli consegnò dre, punto d' unione degli altri
il
pag. 33. Quanto alla pensione fu ra, più volte fu alla cattedrale ove
diminuita ad istanza dello stesso assistè ai divini uffizi cantati dai
Dorso, e poi abolita affatto. Partì suoi cantori ; e nel dì del Corpus
Federico III da Ferrala a' 9 mag- Domini, portato sopra il suo seg-
1
popolo romano, e d'altro ne trat- de' sudditi, onde poi si disse per
ta Michele Cannesio in Vita Pali- proverbio : non e più il tempo di
li If, pag. g5. Se fu il Papa cosi Borso. Vestiva d'ordinario di broc-
munifico con Borso, è facile im- cato o tela d' oro , e portava una
maginare quanto lo fosse il duca collana del valore di settantamila
verso la corte pontifìcia, dicendosi ducati : piena di lusso era la sua
che impiegò quattro mila ducati corte, tenendo nella scuderia circa
in mancie. Dopo un colloquio se- settecento cavalli. Assai spese nell'e-
greto col Papa di quattro ore, ric- rigere fàbbriche , e grandemente
co di privilegi e grazie spirituali protesse, premiò, e fece amplissime
(il Novaes t. V, p. 73g aggiunge, donazioni in favore di chi fedel-
che i regali fatti dal Papa al duca mente lo serviva, e per quelli che
nel valore superarono
mila otto meritarono la sua grazia e rico-
scudi), si Ferrara,
avviò verso noscenza, ricolmandoli pure di pri-
scortato e provveduto, come prima, Di tanta liberalità godettero
vilegi.
a spese della camera apostolica per non poca parte anche i letterati,
tutto lo stato ecclesiastico, pel qua- e fu tenuto per uno de' maggiori
le passando visitò il santuario di mecenati delle lettere , che pure
Loreto. V. il Pigna, De principibus coltivò. Non pigliò moglie per non
FER FER 109
perturbare ad Ercole suo fratello to rispetto a Massa-Lombarda, B_on-
il legittimo diritto di succedergli. cadello, Zeppa, Scantamantello, s.
Ercole dunque nelle solite for- Agata, Bar-
Bagnacavallo, Cunio,
me fu salutato signore di Ferrara, biano, e Zagonara, e colla facoltà
e con pubblica cavalcata per la di usar nello stemma, come si è
città fu condotto alla cattedrale, detto, le chiavi pontificie. Intanto
scortato da due mila provigionati rappacificatisi Ferdinando I re di
cbe portavano banderuole in ni ano Napoli col duca, die a questi in
coli' insegna del diamante legato in isposa la sua primogenita Eleono-
un anello, propria di Ercole I. Giu- ra, colla dote di ottantamila du-
rò sull'altare l'osservanza della giu- cati, ed in passando la sposa per
stizia, e l'amor del popolo, e rice- Roma, Sisto IV, e il cardinal Pie-
vette dal giudice, da' savi, e dagli tro Riario suo nipote fecero tale
per i viaggi, per le fabbriche che tre il re gli spedì l'ordine cavalle-
spesso faceva e distruggeva, e per gli resco di Arminio da lui istituito.
appena saputo il trambusto corse duca parti colla sua gente per Fi-
a raccoglier gente, ma entrò nella renze, lasciando il governo nelle
città quando era tutto terminato, mani della duchessa Eleonora la ,
berto per gravi sospetti fu esiliato loggiò nel proprio palazzo eh' era
a Napoli, e confiscato il palazzo e quello de' Pazzi , da dove lo man-
le possessioni. Di queste, e di pri- dò a Castelnuovo di Tortona, men-
vilegi il duca invece arricchì Lo- tre Eleonora avea dato alla luce il
dovico Fiaschi della nobile famiglia terzo figlio Ippolito, essendo stato il
fé a FEU in
pei conseguenze fatali ai ferra-
le mici del duca fecero capitano ge-
resi, ed alla casa d'Este. Il tribu- nerale del loro esercito il valoroso
nale veneto del visdomino in Fer- Federico duca di Urbino. Finalmen-
rara, per controversie giurisdiziona- te a' 2 maggio 1482 il senato ve-
li, spesso fu argomento di disgusto neto dichiarò con pubblico decreto
tra i due governi; ma esso crebbe la guerra ad Ercole I, quindi i ve-
dopo maritaggio di Ercole I con
il neti presero Adria e Comacchio,
Eleonora figlia di un loro nemico, mentre dalla parte di Romagna il
no, né di ricevere più il sale dai ve- cevere soccorsi dal re di Napoli suo
neti, giacché nel Ferrarese se ne principale alleato, perchè l'armata
aveva a buon mercato. Terminò di condotta dal suo figlio Alfonso duca
rompere la reciproca armonia, quan- di Calabria, composta di quat-
e
do alcuni fanti della repubblica in- tromila cavalli, dopo avergli im-
seguirono in Ferrara un faentino pedito il conte Riario d'avanzarsi
colpevole di delitto, per non dire era stata interamente battuta a
di altre cose finanziarie, e persino Velletri da Roberto Malatesta, co-
di lesa giurisdizione ecclesiastica mandante delle milizie papali. In
per cui si ritirò a Venezia il vis- Ferrara mori il duca di Urbino
domino. Nel punto che speravasi generale della lega , la quale poco
una riconciliazione Girolamo Riario. soccorreva Ercole I, e gli fu sosti-
per l'autorità che gli concedeva lo tuito Sforza Visconte milanese, ri-
zio SistoIV compose in Venezia , putato militare. Intanto in Ro-
una lega contro Lodovico il .Moro ma morì il Malatesta, e in Ferra-
reggente di Milano , ed Ercole I ,
ra la peste e la fame accresceva le
perché questi era amico dei Medici sciagure, oltre la grave malattia in
nemici del Papa, e perchè Girolamo cui cadde il duca, ma la duches-
ai dominii d'Imola e di Forlì ne vo- sa con eroica intrepidezza assunse
leva aggiungere altri. Incomincia- il governo, bene assistita dal Revi-
rono i veneti sui confini del Pole- lacqua giudice de' savi. Della fa-
sine di Rovigo a ledere i diritti miglia Revi'acqua, oltre il Frizzi e
del duca nel 1481, mentre gli a- lo Zazzera ne trattano altri auto-
,
consorte, i meriti della casa d' Este, gnante sorpresa , ed in vece i ve-
le conseguenze d' un cangiamento neti di arrendersi, raddoppiarono il
di principe, in una parola infiam- fervore per proseguir la guerra
mò tutti per modo, che unanime mentre giunse in Ferrara il cardi-
fu il Diamante, Diamante ,
gridò : nal Gonzaga legato di Bologna e
difesa 3 : o casa d' Este o
difesa dell'esarcato, per assistere il duca
morte. Indi fu distribuito il popo- d' ordine del Pontefice , e poscia
lo sulle mura dalla parie del ne- Alfonso duca di Calabria con rag-
mico, da Rinaldo fratello naturale guardevole armata, il conte di Pit-
del duca; ma i veneti non si avan- tigliano generale de' fiorentini , e
zarono, limitandosi a saccheggiare Virginio Orsini generale del Papa
e malmenare le circostanti ville, con buon numero di cavalleria e
mentre nella città arrivavano ga- fanteria. Ristabilitosi Ercole I , re-
gliardi soccorsi degli alleati, si ac- se Ferrara pressoché imprendibile,
crescevano le fortificazioni, e s'im- e munitissima di viveri e di mu-
plorava il divino aiuto. Riuscì fi- nizioni, rendendosi perciò inutili gli
nalmente agli ambasciatori de' col- ulteriori tentativi del nemico. In-
legati di scuotere il sacro collegio tanto a' 2.5 maggio si pronunziò la
FER FER n3
duca di Milano, e del marchese di teatrale italiana ricevette nobile in-
Mantova di attaccare i veneziani in cremento, massime in Ferrara ; ed
quelle parti. Nel Ferrarese il duca ilduca fu benemerito della poesia
riportò qualche vantaggio, ma mag- drammatica. Portandosi il duca a
giore fa quello degli alleati nelle s.Giacomo di Galizia per iscioglie-
parti superiori. Dopo alcuni tenta- re un voto, ciò spiacque a diversi
tivi pace Sisto IV rinnovò la
di gabinetti sospettando qualche trat-
scomunica contro i veneziani, e i tato,laonde a Milano ricevette or-
loro aderenti pesava a tutti la : dine da Innocenzo VIII di retroce-
guerra, ed ognuno ne bramava il dere, commutandogli il voto nella
fine.A' 7 agosto 1484 fu conchiu- visita della basilica vaticana. Ubbi-
sa la pace , restituendosi tutto al dì duca , ed entrò
il in Roma ai
ste, si vuole che costasse al Feria- nel i4<P> il duca gli spedì a ren-
rese centomila persone, e cinquan- dergli omaggio il primogenito Al-
tamila trecento e più case. L'uni- fonso con altri ambasciatori. In que-
versità si riaprì, e il veneto visdo- st'anno in Ferrara s' introdusse il
mino ripigliò Ferrara le sue
in giuoco del lotto, che allora diceva-
funzioni , avendo Innocenzo Vili si ventura, e per essere stati espul-
assoluta la repubblica veneziana si dalla Spagna gli ebrei, si accreb-
dalle censure. bero quelli che vi erano, ed ebbe
Ercole I mandò ambasciatori a origine nelle loro scuole quella di-
fare omaggio al Pontefice, e restò stinta col nome di spagnuola, co-
neutrale, ammaestrato dal passato, me poi si dissero portoghesi quelli
nella guerra tra lui, e il re di Na- venuti dal Portogallo. Intanto il
n4 FER FER
gere cooperando in questo
edifizi , peto dovè deplorare la perdita di
tempo all' unione dell' abbazia di molti de' suoi.
Pomposa co' benedettini dì s. Giu- Nel 1496 per morte del vesco-
stina di Padova . Penuriando in vo, il duca amò che si dasse a
Ferrara le case a proporzione de- successore il figlio cardinal Ippoli-
gli abitanti, credendo che
Ercole I to, ma Alessandro VI a sì
invece
sempre più dovessero aumentarsi pingue benefizio vi destinò suo ni-
nel i497 prese la grande risolu- pote cardinal Giovanni Borgia. Er-
zione di ampliare la città a più cole I s' impossessò delle entrate
del doppio, a seconda della descri- della mensa, ciò che fu cagione
zione che ne fa il Frizzi tom. IV, dell' interdetto mandato dal Papa
pag. i5a, e dice che ciò riuscì gra- alla città e che gli ecclesiastici dai
ve a tutti i sudditi, mentre a pag. 6 di settembre, sino agli 1 1 giugno
i5q parla della salubrità dell'aria dell' anno dopo si astennero d' in-
e della fertilità delle campagne pro- tervenir alla cattedrale, ed alle al-
curata col disseccare, e col rimove- ed ai fu-
tre chiese ai divini uffizi
re le paludi tanto dal duca, che nerali. A
Carlo Vili successe Lo-
dal suo predecessore Borso. Riuscì dovico XII, il quale vinto Lodovi-
a Lodovico il Moro duca di Mila- co il Moro, conquistò il ducato di
no, di fare entrare nella lega che Milano, nella cui città entrò trion-
avea fatto col Papa e co' veneti il fante a' 6 ottobre i499> co" Er-
duca Ercole I, ma senza esposizio- cole I al fianco, e promise in iscrit-
ne, mentre Ippolito venne creato to ad ogni evento la sua protezio-
cardinale, e mentre agli ir ottobre ne alla casa d'Este, per cui i fer-
sta del regno di Napoli, essendo lentinois nel Delfìnato, indi gli spe-
morto Ferdinando I, e successogli Al- dì molta soldatesca, per procacciarsi
fonso cui erano uniti Alessandro VI il principato di Romagna. Soldatesca
e i fiorentini, il duca di Milano, se- che passando pegli stati Estensi, ben-
guendo Carlo VIII nominò suo ché amici, vi commise insopportabili
luogotenente nel ducato Ercole I ,
iniquità, massime in Argenta, in
per la sua neutralità. Ma per la Bondeno, ed in s. Agata. Cesare oc-
lega che fu fatta contro il re di cupò Imola, Forlì, Cesena, ed altri
Francia , questi precipitosamente luoghi, sospendendo i suoi progres-
rientrò nel suo regno ,
perdendo si 1' abbandono de' francesi , a cui
quello di Napoli ricuperato da Fer- Lodovico avea ritolto Milano. In
dinando II figlio di Alfonso. Si aprì questo tempo gli Estensi divenne-
il passaggioCarlo Vili nella pia- ro signori della metà dì Carpi, re-
nura del Taro
colla nota strepi- stando l'altra ai Pii. Ma imprigio-
tosa battaglia, con sagrifizio di gran nato e vinto Lodovico dai france-
parte del suo esercito, e del ricco si, questi tornarono a favorire Ce-
bottino fatto in Italia, la quale sare Borgia che spogliò delle loro
..*
4
FEIi FER n5
città i feudatari di Romagna, e del- Cunio, e Zagonara, dalla terza ge-
la Marca, e ne fu preservato il nerazione a cui solo era prima con-
Ferrarese all' ombra della Francia. ceduta, ad omnes praefati Hercn-
Tuttavolta volendo il Papa mag- lis ducis descendentes in -perpe-
giormente nobilitare la sua famiglia, tuimi, con l'ordine però di primo-
divisò di dare in moglie al vedovo genitura; indi confermò loro il tito-
n6 FER FE U
ciassetle mila ducati in gioie non rarese il primo la die per
Carri:
comprese nella dote, ed un pro- morta; il secondo la guarì. Nel
porzionato corredo di vestiti ed al- i5o3 Ercole 1 dovette cedere alla
tro. Il cardinal di Cosenza legato, amicizia colla corte di Francia, e
il duca Valentino, il cardinal Bor- prender parte nella guerra che so-
gia, e diversi altri signori, e gran steneva nel regno di Napoli cogli
numero di familiari formarono lo spaglinoli e nel Milanese con tre
,
lica. Incontrata la sposa da Alfon- luoghi da lui con iniqui mezzi oc-
so e dal duca, il primo restò in- cupati. Il nuovo Papa Pio III, Pic-
duca si portò con nobile cavalca- bel cuore del duca, fece loro gra-
ta in mezzo al vescovo cardinal Ip- zia, commutandogli la pena in per-
polito, e al visdomino de' veneti, ed petua carcere separata , e i beni
i\i (ccc al primo il solito giura- loro confiscati li donò a"* suoi fa-
mento. L'esaltazione di Alfonso I, migliari. Dal pericolo evitato, Al-
fu seguita da una catena non in- fonso I prese una saggia lezione,
terrotta di tristi avvenimenti, es- cangiò affatto contegno, e tutto si
fatto dono della rosa d' oro bene- le antiche investiture d'Fste e di
detta. A ciò aggiunse Giulio II la Montagnana, collo sborso di qua-
promessa della restituzione delle rantamila ducati , fece ritorno in
Polesine di Rovigo, l'abolizione del Germania.
visdomino veneto in Ferrara, e la I veneziani 6i chiamarono adon-
liberazione degli antichi patti col- tati pel contegno del duca di Fer-
la repubblica; di altrettanto lo assi- rara, per cui formalmente gl'inti-
condizioni che riguardano Ferrara, ca, che licenziandosi dal campo fran-
fu dichiarata libera la navigazione cese ed imperiale pensò a premu-
per l'Adriatico Chie-ai sudditi della nirsi dalle future contingenze, tol-
sa ed ai ferraresi, più tolto e di se alcuni dazi per affezionarsi il
terra. I veneti rientrarono nelle Po- cominciò la battaglia con. tal fu-
lesine, e l'esercito pontificio sotto rore, che poche ad essa possouo
il comando Giovanni
del cardinal paragonarsi, ed Alfonso I si dipor-
de' Medici, poi Leone X, e del tò valorosamente, giacché dopo cir-
venna, che difesa da Marc' Anton io marico de* francesi. Fabrizio Co-
Colonna vigorosamente, mille e cin- lonna si diede al duca con patto
quecento nemici vi restarono ucci- di non essere consegnato a' fran-
si, per gli aiuti dati al Colonnese cesi. Terminata la battaglia il du-
dal viceré di Xapoli Raimondo Car- ca intimò la resa alla città di Ra-
dona, e dal cardinal de'Medici col venna che fu accordata, e contro
resto dell'esercito pontifìcio e spa- i patti soggiacque al sacco il più,
*»
,
tre l' Italia continuò ad essere dal- chiesa interna del Corpus Domini.
la guerra travagliata. Alfonso I L'amarono egualmente il marito
estraneo ad essa, si diede a fabbri- e i sudditi per le graziose sue ma-
car la delizia di Belvedere, che niere, e per la pietà alla quale la-
molti scrittori credettero che riu- sciate le mondane pompe cfrasi de-
scisse senza paragone. Leone X, nel dicata : in essa soprattutto spiccava
1 5 1 4- assolvette il duca e suoi ade- la liberalità verso i poveri ed i
dinal d' Este, che l' avrebbe resti- di vedersi occupata la capitale dal
tuita, ne avesse conse-
tosto che vescovo di Ventimiglia Fregoso, o
guito il possesso. Eguali speranze da Uberto Gambara. Nel i520
ebbe in Milano da Francesco I re terminò i suoi giorni in Ferrara il
di Francia, che avea riconquistato cardinal Ippolito ; e neh' anno se-
quel ducato^ ma senza effetto^ bcu- guente vedendo Alfonso I gli ar-
-
piere allo stipulato, e sperò con- Per tal modo rinnovaronsi gli e-
servarsi la grazia di Carlo V cui sempi di quelle leghe , al fin delle
avea mandato le sue giustificazio- quali il sagrifizio è de' collegati mi-
ni. Nell'Italia intanto nel i528 si nori. In questo tempo portandosi
rinnovarono gli orrori della guerra. Carlo V
Bologna per abboccarsi
in
Sulle prime i francesi prevalsero col Papa, il duca lo fece trattare
ma tolto Lautrec dalla peste, che magnifìcentissimamente in Reggio
in un alla fame desolava gl'italiani, ed in Modena ove si portò ad os-
la fortuna cangiò loro faccia : la sequiarlo, e tanto fece con lui e
peste rapì al Ferrarese più di ven- co' suoi ministri che gli riuscì di
timila persone,mentre il duca man- guadagnarli, e l'imperatore promi-
dò ad matrimonio di Re-
effetto il se la sua mediazione con Clemen-
nea cognata di Francesco I, ed il te VII e sino ai confini di Bolo-
;
suo figlio Ercole ebbe in dote due- gna l'Estense fu sempre al fianco
cento cinquantamila scudi d'oro, di Carlo V, indi per ammollire il
e con essi luoghi Cervia e Raven- nel tomo IV, pag. 291 del dotto
na tenute dai veneti. Inoltre Carlo e accurato Frizzi ; né fu concesso
V promise al Papa aiuto affine di ad Alfonso I di trovarsi presente
levar il ducato di Ferrara all'E- alle coronazioni che fece Clemente
stense considerato come ribelle della VII su Carlo V in Bologna. Tut-
9
s' incominciò il processo per rischia- che non aveva accettato, né accet-
rar i fatti e le ragioni del Papa e terebbe giammai il laudo finché
del duca; e quando fu terminato fosse vissuto. Dopo questa disgusto-
si spedì all'imperatore. In Gand, sa risposta seppe il duca che in
nel primo aprile i53r, Carlo V vari luoghi si radunavano armati
pubblicò il laudo o decisione della per restituir Carpi ad Alberto Pio,
gran lite, la quale conteneva in onde il duca guarnì colle sue fa-
sostanza: che Alfonso I fra due mose e tremende artiglierie le mu-
mesi chiedesse perdono al Pontefi- ra di Ferrara, Modena, Reggio e
ce d'ogni commessa mancanza che ; Carpi, ciò che fece cangiar pensie-
pagasse annualmente settemila du- ro a chi proponevasi aggredirlo.
cati d'oro alla camera apostolica a Frattanto Carlo Y fece consegnare
titolo di censo per il ducato di Modena duca ; Renea avendo
al
Ferrara, in luogo del tenue censo partorito Anna, il duca pregò Cle-
impostogli da Alessandro VI; che mente VII di tenerla al sagro fon-
se ne dovesse a lui rinnovare l'in- te, e non seppe negarglielo ; ma
vestitura pagando egli per
, essa in vece d' Ippolito d'Este, fece ve-
centomila ducati simili dentro un scovo di Modena Giovanni Moro-
anno; che Modena rimanesse in de- ne , mentre Carlo V dichiarò du-
posito all'imperatore fino all'adem- ca di Firenze Alessandro de' Me-
pito pagamento, indi si rendesse dici.
liberamente al duca; che questi Alfonso I per far cosa grata al
, ,
fitto che il rnercar gloria militare. consenso per parte del sagro col-
All'antico pregiudizio del duello, legio. Il tutto fu dalle parti veri-
per la falsa idea dell'onore caval- ficato, e corroborato con pontificia
leresco avevano prestato fomento bolla, indi Paolo III creò cardinale
gli Estensi col l'accordar a chiun- Ippolito d' Este del duca
fratello
que campo aperto in Ferrara. Ma ed arcivescovo di Milano. Nel i54o
Ercole 11 abolì tale abuso, come mori in prigione lo sventurato Fer-
il far la battaglinola i fanciulli. rante d' Este indi Ercole II in.
,
tra Paolo III, ed Ercole II nel gen- l' imperatore si lavò le mani, per
naio i539, quando la corte tripu- cui di tutto volle che se ne faces-
diava per dato Renea alla
aver se rogito, ciò che dispiacque a Co-
luce Luigi. Condotto il Papa alla simo I, ed ebbe origine la fiera
pace universale, e mosso dalle me- lite di precedenza. Nel i543 por-
sborsar alla camera apostolica cen- duca in un bacile d'oro gli pie-
VOL. XXIV.
,
poli per Filippo II, per invadere al- bellì in modo che per lui conservò il
cune città pontificie nel i55y. Pao- vanto di una delle più colte e più
lo IV pel suo cameriere conte Ales- belle città d'Italia. Rimasero di
sandro Sacrati rimise ad Ercole II Ercole II figliuoli legittimi e natu-
uno stocco riccamente guarnito, ed rali Alfonso II, Luigi, Anna, Lu-
un cappello di velluto nero , inse- crezia,ed Eleonora, oltre ad altra
gne del generalato, di cui solenne- Lucrezia naturale, monaca alcuni :
mente l' investi nel duomo il car- dicono anche un Cesare naturale
dinal legato Caraffa nipote del Pa- detto Trotti. Alla morte del duca
pa , e reduce da Venezia. Indi il il cardinal Ippolito era in concla-
duca cominciò a fortificare Ferra- ve, ed Alfonso II principe eredita-
ra, ed assoldò gente , il perchè fu rio trovavasi col fratello Luigi a
costretto d' imporre gravezze , e di Parigi. Assunse il governo la du-
appropriarsi le rendite dell'univer- chessa Renea, e spedì l'avviso del
sità che fu chiusa; questa fu l'u- caso funesto al figlio Alfonso, che
nica occasione che il buon duca partì dalla Francia con l'annua
dovette aggravare i sudditi. Consi- pensione di ventimila scudi d'oro,
gliato il duca dai veneziani neutra- e giunse a Ferrara incognito a' 20
li, non fece gran cosa, scuoprendo novembre. Incominciò il suo gover-
le mire de' collegati, limitandosi a no con magnanima azione, pemen-
poche imprese, ed a fornir di aiu- do in libertà Giulio d' Este fratel-
ti i francesi e i papalini, scusan- lo di Alfonso I, che da cinquanta-
dosi per una congiura intentata trè anni era prigione nel castello,
contro la sua vita, di non partire ove, come dicemmo, era morto Fer-
da' suoi stati, insieme a motivi di rante suo fratello. Il giubilo di
salute ed altro. Allora il Papa ve- Giulio , e T applauso dei pubblico
dendo mancare anche 1' appoggio fu immenso; Giulio morì poi ai
della Francia conchiuse onorevole 24 mano i56i. Alfonso II ricevet-
pace, lasciando esposto il duca per- te lo scettro dal giudice de' savi.
chè non compreso ma dopo alcu- ; Subito inviò al nuovo Papa Pio IV
ni fatti d' armi, per la mediazione un ambasciatore , acciocché unitosi
dei veneti , e del duca Cosimo I, coli' ambasciatore ordinario in Ro-
i3 2 FER FER
ma gli facessero omaggio, impetras- le morì la duchessa Lucrezia, che
sero in unione del cardinal Ippo- poco gradita era al marito pei dis-
lito e di altri il cardinalato pel sapori tra le case d'Este, e Medici,
fratello Luigi; indi dovessero con- massime per la dispula di prece-
chiudere un cambio di quel piccolo denza. Da quel punto sì fatte ga-
tratto di territorio ravennate che sta re vennero in moda anco tra gli
a sinistra della foce di Primaro, ambasciatori esteri , in quasi tutte
con altro terreno a destra, onde poter le corti di Europa, e dierono per-
munire di argini il primo a difesa sino disturbi al concilio di Trento.
delle valli di Comacchio, il che non La Francia, Paolo III ed altri ave-
si vide mai ottenuto, perchè in ra- vano dato la preferenza all' amba-
gion politica non avrà mai voluto sciatore ferrarese sul fiorentino;
il Papa privarsi del dominio di ma poi quel Papa die la prece-
ambe quelle sponde che lo costi- denza a quel di Cosimo I. Indi Fi-
tuivano padrone di tutta la foce lippo If, e l'imperatore Ferdinando I
duca 1' amore delle scienze , riaprì fingeva incomodato. Sotto Massimi-
1' università , accrebbe la biblioteca liano II riuscì al duca di Ferrara
Estense, e protesse A' i4 i dotti. nel i568 di trasportar la causa da
febbraio i56o fece il solenne in- Roma a Vienna; ma s. Pio V final-
gresso in Ferrara la duchessa Lu- mente, tutto propenso per Cosimo I,
crezia de' Medici, indi nell'aprile il nel 1569 Io dichiarò gran duca di
duca volle portarsi a baciar il pie- Toscana, e gli concedette persino la
de a Pio IV: questi fece doglianze corona reale , intendendo per tal
perchè Renea si mostrava pertinace guisa di decider tacitamente.
negli errori di religione, perchè
il Nel i562 il terremoto, le inon-
tornato Alfonso II in Ferrara inli- dazioni, la fame, e la siccità fla-
i34 FÉ 11 FER
so ad Innspiuck a far visita all'ar- nella vita di lui che sono baie gli
ciduca d'Austria, lasciando il gover- arditi suoi amori con Eleonora d'E-
no a sua sorella Eleonora, ed indi ste , per i quali si è creduto che
prese il titolo di altezza in vece meritasse la prigione. Alfonso II
dell' eccellenza,usando anche il se- procurò in più modi sollevarlo, ma
renissimo, titoli che dappoi assun- inutilmente, e Torquato fuggì da
se anche qualche altro principe d'I- Ferrara nel luglio 1577. Vi ritor-
talia. Vacato il trono elettivo di nò ben accolto, e poi scomparve ,
Polonia, Alfonso li vagheggiò d'oc- dopo aver detto parole sconvene-
cuparlo , per cui fece delle prati- voli contro la corte.
che co' magnati elettori , ma pre- Mancava duca di prole , spe-
il
FER FER i3 7
slesso del Papa a t. Marco con , La sua lusinga era nomi-
che tal
una guardia di cinquanta alabar- na cadesse in Filippo d'Este mar-
dieri : questa lo accompagnava per chese di san Martino, parente della
Roma , contro il solito in casi si- famiglia Sfondrati, e raccomandato
mili, col seguito di dodici palafre- dal re di Spagna , e dal duca di
nieri pontifìcii , e di molte carroz- Savoia suo cognato; ma Alfonso II
ze, che talora arrivarono a cento; nel segreto del suo cuore mirava
ed ebbe da tutti il titolo di altez- a d. Cesare suo cugino, in favo-
za, fuori che dall'ambasciatore di re di cui gran duca di
stava il
dinale, Pietro che divenne avvoca- tore Rodolfo II con diploma degli
to concistoriale, ed intimo segreta- 8 agosto, l' investitura di Modena,
rio di Paolo III. Tali lusinghe e Reggio, Carpi, Este e Rovigo a se-
segnasse Ferrara alla Sede aposto- linea Estense, allora sussistente, dei
lica, e poi si producessero quante marchesi di s. Martino. Cesare si
ragioni si pretendesse avere sopra determinò di voler sostenere le pro-
di e in questi risoluti termi-
essa, prie. Coll'appoggio dunque del car-
ni l'inviato ebbe congedo. Dichia- dinal Tarugi , e dell' ambasciatore
rò poscia il Papa formalmente nel della repubblica di Venezia , alla
dì 4 devoluto il ducato di Fer- quale stava a cuore il tener lou-
rara alla Chiesa, intimò a Cesare tano dal proprio confine il Papa,
la dimissione sotto pena di scomu- principe più potente dell'Estense,
nica, e gli assegnò quindici giorni a e d'impedire che si eccitassero tur-
comparire in Roma, a produrre in bolenze capaci di tirar armi stra-
persona le sue prelese. Il monito- niere in Italia, fece proporre a
rio si affisse tosto a' luoghi pubbli- Clemente Vili: che la controver-
ci in Roma , e fu spedito e pub- sia si rimettesse al giudizio di
blicato in seguito in Bologna ed qualche sovrano, o di qualche tri-
in Cervia. Partirono nel tempo bunale confidente; che si sospen-
stesso da Roma tre prelati col ti- desse intanto la scomunica; che si
l' altre come costrutte in maggior scierà molestare i suoi stati impe-
parte da Alfonso I di sua mano riali. Che sia permesso a d. Cesa-
e col proprio erario, mentre si di- re mandar fuori di Ferrara tutte
ce che il cardinale aveva inten- le gioie, ori, argenti, ed altre cose
zioni moderate. preziose, i sali, i grani, le biade,
L'armistizio, la spedizione in le farine, e i mobili e semoventi,
Faenza del principe Alfonso figlio ed altrettanto a chi lo seguirà ;
tre Clemente Vili a suppliche del- riscuotere tutti i crediti che si tro-
la città di Ferrara compresa nella verà avere in Ferrara, e ne' luoghi
scomunica, facoltizzò il cardinal ni- che si lascieranno: rimangono a lui
pote di assolvere que' ferraresi che e successori il gius patronato della
si fossero staccati dal partito di preposilura di Pomposa, e quello
Cesare, e l' interdetto fu sospeso a della Pieve di Bondeno. Che sua
a tutto il mese di gennaio. La co- Santità faccia dare a d. Cesare tut-
pia della concordia che si veniva te le possessioni delle lame del
concertando in Faenza si dovette Carpigiano colle loro case ed edili-
più. volte portare a Ferrara per- zi. Che la camera apostolica dia
chè Cesare fece de' cangiamenti; in- ogni anno a d. Cesare e suoi ere-
fine concordati quindici capitoli da
i di quindicimila sacchi di sale nei
ambe le parti, Clemente Vili con magazzini di Cervia pel medesimo
breve de' io gennaio autorizzò il prezzo e misura che dava ad Al-
cardinale ad accettarli, il che seguì il fonso li, e che pel Po e ducato
1 2 o 1 3 con solenne istromento sti- ferrarese lo possa trasportar via
pulato in Faenza. I capitoli li riporta senza pagamento di dazio. Che d.
il Frizzi, nel tom. V, p. 12 e seg., Cesare ritenga i gradi, prerogative
de' quali contenteremo darne un
si e preeminenze per grazia speciale,
sunto. Che
d. Cesare sia assoluto che avevano i principi d' Este
in forma amplissima da tutte le mentre possedevano il ducato di
censure in un ai suoi successori e Ferrara. Che per li beni precariati
aderenti, rilasciando però il pos- della badia di Nonantola, sua Sali-
sesso del ducato di Ferrara colle tila si degni concedere alla città di
,
dere possesso de' principali luoghi unirono le pretese che gli promos-
del ducato, come di Comacchìo, se contro il cardinale, ch'ebbe in
fìondeno , Cento, Pieve, Ragnaca- compenso diecimila scudi sui cre-
valio, ec Nel solennizzare l' anni-: diti diFrancia, e sessantamila scu-
versano della coronazione di Cle- di in tanti beni nel Ferrarese. In
mente Vili riformò gli antichi da- pari tempo Auna Estense, altra so-
zi molti minorandone tino alla
, rella di Alfonso II ,
già duchessa
metà meno, molti togliendoli affat- di Guisa ed allora di Nemours,
to; di altri dazi soppressi, e del prelese i beni e credili della casa
nuovo sistema di finanza , il Friz- d'Este in Francia, importanti un
zi ne tratta al tomoli, pag. a3i milione e mezzo d oro , ed il par-
vot. xuv. 10
i46 FER FER
lamento di Parigi decise in SUO fa- molti nobili ferraresi , ma per la
vore. Oltre ad un legato a Intere, penuria degli alloggi dovettero fer-
destinò il Papa al governo della marsi a Ravenna. A Rimini Cle-
provincia di Ferrara un prelato mente Vili ricevette gli ossequi del
con titolo di vice- legato, ed il pri- duca di Modena, e di Alessandro
mo fu monsignor Alessandro Cen- suo fratello, e li tenne alla sua ta-
turioni arcivescovo di Genova; in- vola; ed a Ravenna gli baciarono
di furono pubblicati i bandi gene- il piede i mentovati ferraresi , fa-
rali sopra materie criminali, e
le cendo loro il Papa le migliori ac-
la costituzione di riforma del foro coglienze, e promise ricompense ed
civile, il tutto colle stampe. Ma la avanzamenti ai ferraresi nella cor-
compiacenza di Clemente Vili per te di Roma, ed intanto fece cava-
l' incruento acquisto di Ferrara non lieri alcuni deputati della Roma-
era completa se non veniva a ve- gna ferrarese avanzarono
, che si
sona. Egli annunziò dunque agli la parte Clemente Vili entrò nel
si dice di quella del presente con Papa gli abili pontificali ed il tri-
analoghe notizie, cioè a pag. 169 regno , e cominciò il suo maesto-
del voi. XXII del Dizionario), il sissimo ingresso per detta porta, e
Papa uscì da Roma li 12 aprile, coli' ordine seguente. Prima di tut-
ivi con sommi poteri il
lasciando ti precedettero ottantacinque muli
cardinal Innico Avalos d* Aragona. con rosse gualdrappe; indi due cor-
Il cardinal Aldobrandino gli si por- rieri; quattro compagnie di lancie-
tò incontro sino a Macerata con ri e archibugieri; i cavai leggieri
FER FER li-
del Papa; i mazzieri de' cardinali nei banco de' cardinali qui avreb-
a cavallo colle valigie de' padroni. bero dovuto cavalcare. Incedevano
e loro famiglie; i curiali laici , il quindi ventisette cardinali sopra
barbiere e sartore del Papa, con mule; monsignor tesoriere che get-
dodici palafrenieri con altrettante tava danaro da ogni canto di stra-
cbinee bianche a mano nobilmente da; un palafreniere colle chiavi
guarnite, col maestro di stalla; sei della città; trenta paggi ferraresi
trombetti; i caudatari de' cardinali ;
riccamente vestiti. Il sommo Pon-
gli Papa con vesti ros-
scudieri del tefice in sedia gestatoria portato da
se ;camerieri extra muros colle
i otto palafrenieri sotto un baldac-
vesti rosse; due aiutanti di came- chino che sostenevano i dottori le-
ra del Papa con due valigie di vel- gisti, e medici della città, fra due
funta duchessa d'Urbino, dove rag- corpi delle arti, che limitò a quel-
giuntolo il cardinal legato, lo in- le de' Setaioli, drappieri, mereiai,
formò della vera cagione del disor- banchieri, aromatari, fabbri, ed ore-
dine, e gli rese la calma, aiutando fici , sebbene poi i banchieri nel
poi con limosine le famiglie di quel- 1 7^7 ne fossero levali, coli' essere
li ch'erano periti per l'incendio, resi capaci dell'ordine secondo.
i una messa.
quali suffragò con Colla stessa costituzione Clemen-
Nello spazio di sei mesi e mez- te Vili istituì un magistrato de-
zo circa di sua dimora in Ferrara, cemvirale da annualmente
trarsi
i5o FÉ II FER
o v'era alloggiato portò ad offri-
si partenza; e fatta la rassegna degli
re al Papa il tributo consueto della abitanti di Ferrara, furono trovati
chinea pel regno di Napoli ; ma senza gli ecclesiastici, i forastieri,
essendo Clemente Vili in letto per ed altri circa quarantaduemila per-
la podagra, in duomo ne fece le sone, mentre gli ecclesiastici, e gli
veci il cardinal Verona. Nella
di ebrei ascendevano ad ottomila. Cle-
stessa chiesa seguì la quarta fun- mente Vili raccomandò al consi-
zione a' 4 ottobre , pel sontuoso
i glio centumvirale la fedeltà e la
funerale del defunto Filippo II re quiete, annunziandogli il suo vicino
di Spagna. Ultima e maggiore di ritorno in Roma, che fu stabilito
ogni altra solennità fu la celebra- pel giorno 27. Disceso in quel dì
zione de'- due matrimoni, l'uno di il Papa alla benedì il
cattedrale,
Filippo III re di Spagna con Mar- popolo, e per la via Cento si di
gherita d' Austria, l'altro di Alber- diresse per Bologna con tutta la
to d'Austria già cardinale con Isa- corte romana la porta di Castel
:
bella figlia del defunto Filippo II. Tedaldo, donde il Papa uscì, venne
Non vennero a Ferrara il re e la tosto chiusa per sempre fino a che
sorella, ma furono rappresentati fu smantellato quel castello. Al go-
l'uno dall'arciduca Alberto, l'altra verno della legazione in luogo del
dal duca di Sessa. L'arciduca pro- cardinal Aldobrandino, che ritenne
veniente da Vienna colla nipote bensì la dignità e titolo di legato,
Margherita, avea un seguito di ma ne fu quasi sempre assente
quattromila persone fra militari rimase col titolo di collegato il car-
ministri, donne, e servi, e per la dinal Francesco Blandrata de' conti
porta degli Angeli fecero il loro di s. Giorgio. Di questo viaggio
pubblico ingresso con pompa sor- ne fanno la descrizione il Vittorelli
prendente, e coli' intervento di die- nelle Addizioni al Ciacconio, tom.
cinove cardinali vestiti di colore IV, col. 256 e seg. ; il Piatti nella
paonazzo, molti prelati, ambascia- Storia de Pontefici, tom. XII, pag.
tori ec. Pranzarono col Papa, ad 25 e seg. ; la Lettera che raggua-
una mensa per altro diversa, ed glia l'entrata in Ferrara di Cle-
a' i5 novembre seguirono i due mente Vili, Roma 1 598 ; ed I-
sponsali per mano di Clemente sabella Cervoni Orazione sopra
,
FER FER r5
t
1
visita e offerte de' conservatori, prio- V, per lo che nel centro della piaz-
re de' caporioni, e senatore di Ro- za d'armi gli fu eretta una statua
ma alla Chiesa di s. Eustachio colossale di marmo, poi decapila
(Fedi), con altre offerte alla Chie- ta, rovesciata, e sepolta neh' inva-
sa di s. Maria d Aracoeli (Vedi),
' sione francese del 1796. A quel
e con un corso di cavalli nel car- Pontefice per aver condotto a ter-
novale. Oltre quanto in proposito mine la fortezza, gli furono conia-
dicemmo ai due citati articoli, si te due medaglie, e sotto Urbano
può leggere nel p. Casimiro da Vili ne' torbidi di guerra si ag-
Roma, a pag. 4^7, Memorie ec, di giunsero le mezze lune che copro-
s. Maria in Aracoeli, l'offerta ad no le cortine. II JVovaes dice che
essa decretata per l' universale al- questa fortezza costò due milioui
legrezza sentita in Roma per la ri- d'oro.
cupera di Ferrara , che anzi nel Il nuovo ordine di governo del-
calice d' argento d'offerta si doves- la provincia ferrarese ,
portò seco
sero coli' insegne del popolo roma- la riforma ancora del metodo nel-
no scolpir le parole : ob ferrabiam la pubblica economia. Finché visse
recuperatasi. Inoltre nel palazzo del Clemente Vili non cessò di dispen-
Campidoglioil senato romano col- sar grazie ai ferraresi. Con breve
locò amemoria dell' avvenimento del primo marzo 1599 accordò lo-
una marmorea iscrizione. Aveva il ro la prerogativa di tenere in Ro-
cardinal Aldobrandino appostati al- ma un ambasciatore ordinario, che
cuni cannoni sopra i tre baluardi aveva luogo nella cappella pontifi-
di Alfonso li a mezzodì, rivolgen- cia, e in ogni altra funzione a cui
doli contro la città ; ma Clemente intervenissero gli ambasciatori del-
mana rota, sempre vi fosse un po- timo eletto entrava nel terzo anno
sto pei ferraresi, come si dirà me- del quinquennio e proseguiva a
,
Carlo Emmanuele de' conti Muz- tri giudici della città e ducato; ed
zarelli, il cui nome è splendido e- era giudice di seconda istanza di
logio nella repubblica letteraria. 11 tutte le cause de' secolari della pro-
Frizzi nel tom. Ili delle sue Me- vincia. L'intiera rota era giudico
morie, nelle annotazioni all' albero di terza ed ulteriore istanza ; le
della famiglia Estense, pag. 25, n. cause si decidevano per pluralità
2 3, dice che una Bianca di Gu- di voti, ed il ponente non votava
rone Estense fu maritata nel i573 se non in caso di parità per diri-
al nobile Annibale Muzzarelli fer- merla. V. Erectio et constilutionex
rarese; che la famiglia Muzzarelli almae Rotae Ferrariae , ejusque
è antica e originaria di Bologna, ducatus auditorii a Clemente Vili
e nelle fazioni di quella città, e promnlgatae , Ferrariae 1^99. Con-
nelle pubbliche cariche di quel co- sdii centumviralis magìstralus de-
mune viene molte volte nominata. cemvirum et Rotae auditorii Fer-
Aggiungo il chiaro storico, che da rariae instilutioj a Clementi Vili
FER FER i"J3
legio. Molte grazie e privilegi ac- Ferrarese. Per la nomina del cardi-
cuidò Gregorio XV
a'ferraresi, ol- nal Antonio Barberini nipote del
tre la conterma di quelli dispensati Papa in legato a Lilere nelle tre
da Clemente Vili e Paolo V; elesse Provincie di Ferrara , Bologna e
un generale delle truppe residente in Romagna, il cardinal Sacchetti di-
Ferrara, ed alla tortezza prepose venne collegato, cui successe nel
per primo castellano il cav. Sci- i63i col titolo di legato il cardi-
pione Anzidei di Perugia, e riunì nal Giovanni Battista Pallolta. Nel
in Ferrara delle truppe per le guer- i634 Urbano V 111 conferì la lega-
re della Valtellina. Urbano Vili zione al cardinale Stefano Durazzo,
nel 1623 dichiarò legato il cardi- e nel 1637 al cardinal Ciriaco Roc-
nal Ippolito Aldobrandino, cui poi ci, nel quale anno rimase preda del
fu sostituito il cardinal Francesco fuoco uno de' più rari musei che
,
1
54 f i«: r FER
fossero allora in Europa, si pel nu- che di nuovo nel 1641 fu fatto il
mero, come per la preziosità delle cardinal Barberini legato delle tre
pitture eccellenti, delle medaglie, e provincie col richiamo del cardinal
monete antiche, de' bronzi e marmi Ginnetti.
eruditi, degli originali disegni e ma- Andato a vuoto a Francesco I
i confini del Ferrarese andarono Urbano Vili non solo era in gra-
muniti. Il duca di Parma con tre- do di difendere Ferrara, ma di ri-
mila cavalli e entrò nello stato, cuperare Parma e Piacenza dopo :
tri luoghi del Ferrarese. Nella pa- furono afflitti dalle inondazioni
FER FER iJ-
massime del Reno, da carestia, e naldo, che nel 169^ ei
-
a successo a
da mortalità d'uomini e di bovi. Francesco II, fuggi a Rologna. Do-
Nel 1680 per la seconda volta fu po diverse violazioni di confini , e
latto legato il cardinal Nicola Ac- depredazioni de' suoi sudditi vitti-
ciainoli. Alessandro Vili nel 1690 me delle parti belligeranti , nel
gli die in successore il cardinal Giu- 1704 Clemente XI vedendo che il
bardia aumentò per ogni buon fi- Astalli fece intimar ai generali del-
ne il presidio della città. Nel 1696 le parti che partissero dal Ferra-
tu promosso a questa legazione il rese, altrimenti avrebbe fatto uso
cardinal Ferdinando d'Adda, e nel della scomunica, e delle proprie ar-
nel 1700, per la morte di Carlo II Ficarolo il general Paolucci coi pa-
re di Spagna ebbe principio la fu- palini era stato costretto dai fran-
nesta guerra di successione di quel- cesi ad unirsi a loro, contro di lui
Papa il passaggio per gli stati del- averla confusa col ducato di Fer-
la Chiesa, il conte Daun destinato rara; conquistata che fosse dall'im-
all'impresa se lo prese anticipata- peratore , si credeva il duca quasi
mente, mentre nel dicembre 1707 certo di riportarne da lui l'inve-
i\i latto legato di Ferrara il cardi- stitura tenne la corte di Vienna
:
re pullulò pel Ferrarese nel 733, 1 Benedetto XIV nel 1740 si deter-
per la successione del regno di Po- minò a nominare legato di Fer-
lonia , sostenendone i pretendenti rara il cardinal Rainiero d' Elei
varie potenze, laonde ebbero luo- che aveva rinunziato a lui questo
go passaggi di truppe, e qualche arcivescovato, il quale venne confe-
conflitto. A' i4 agosto 1734 mori rito al lodato p. Barberini. L' e-
il cardinal Aldobrandino, succedu- stinzione della linea maschile della
to dal cardinal Agapito Mosca. nobilissima casa d'Austria, avvenu-
vol. xxiv. 1
r62 FER FER
la fino dal giorno 20 ottobre 1740 1' Italia da truppe straniere. Nel
per la morte dell'imperatore Carlo 1751 intraprese la sua legazione
VI, fu l'annunzio di nuova guer- il cardinal Gio. Battista Barni, e
ra all' Europa, perchè alla di lui vi morì a' 25 gennaio 1754. Fu
eredità ed Maria
all' unica figlia destinato a succedergli il cardinal
Teresa regina d'Ungheria e di Boe- Gio. Francesco Banchieri. V. il
mia, e moglie del suddetto France- Trattato fra la santa Sede, e sua
sco granduca di Toscana, fecero maestà l'imperatrice regina sopra
guerra Federico III re di Prussia, lo stabilimento de limiti, ed altre
Carlo Alberto elettore di Baviera, controversie privale miste, vertenti
e Lodovico XV
re di Francia, non fra il Mantovano e il Ferrarese,
che Spagna Filippo V, per Mantova 1757.
il re di
ricuperare i ducati di Milano, di La laguna di Comacchio^ rino-
Parma e Piacenza. In tal modo si mata tanto per l'ubertà e squisi-
vide di nuovo esposto il Ferrarese tezza di sua pesca, e costituita dal-
al passaggio sempre rovinoso delle la natura agli abitatori delle iso-
le altre cose pregava il Papa a pren- ficenza, indi nella sagristia ammise
dere alloggio nella sua capitale den- al bacio del piede le dame. Accom-
tro il palazzo imperiale a tal fine pagnato poi dai nominati cardìna*
FER FER i65
li. senatore, corte pontificia e no- fece F imposizione della berretta
biltà, scortato dalle guardie a pie- rossa al novello cardinale. Qui no-
di ed a cavallo, il Papa si portò a teremo che nel numero 7-4 del
visitare la cattedrale, ove alla por- Diario di Roma si dice che la ri-
ta lo ricevette monsignor arcive- serva in petto del cardinalato di
scovo ed il suo clero: da dove es- Mattei, fu nel concistoro de' 2 3 giu-
sendo asceso nel palazzo arcivesco- gno 1777. Indi Pio VI prendendo
vile, ivi ammise al bacio del piede seco iu carrozza i cardinali Caraf-
tutto il capitolo, molti ecclesiastici fa Boncompagno, partì da Fer-
e
e regolari , e nobiltà , dando poi rara per Sammartina e per Bolo-
dalla loggia corrispondente sulla gna , ed in Imola die il cappello
piazza la benedizione al numeroso cardinalizio, Fanello e il titolo al
popolo. Passato dipoi al vicino ca- cardinal Mattei.
stello, residenza del cardinale lega- La gran tenuta della Mesola fu
to, ivi ancora il Pontefice si com- acquistata da Pio VI per la came-
piacque di ammettere al bacio del ra apostolica, ed alla legazione se-
piede altra nobiltà , e dalla gran gnalata e memorabile del cardinal
loggia magnificamente ornala die- Caraffa , nel 1 786 Pio VI gli die
de altra benedizione al popolo. Ser- il cardinal Ferdinando Spinelli. Nei
vito quindi di carrozza a sei ca- giorni 6, 7 e 8 aprile 1791 si eb-
valli dal cardinal legato, con que- bero in Ferrara Ferdinando IV ìe
sti e col cardinal Delle Lanze lece di Napoli con la regina Maria Cri-
ritorno ai convento di s. Domeni- stina sua moglie, e Luigia Maria
co , ove con tutti i contrassegni loro figlia; e Pietro Leopoldo im-
di c.emenza ammise ali udienza il peratore, co' principi suoi figli, cioè
magistrato della città, i professori Ferdinando granduca Toscana, di
dell'uni versila e molti individui del Alessandro e Carlo arciduchi. Scop-
clero secolare e regolare. tVel gior- piata era in questo tempo la trop-
no medesimo Pio VI fece intende- po famosa malaugurata rivolu-
e
re con particolare avviso a' cardi- zione in Francia, donde ne venne
nali Delle Lanze, Boncompagno e la nuova forma di costituzione de-
alle Alpi Cozie. Sforzate le porte stellano di non far più ritorno a
d' Italia , ed occupato il Piemonte, Ferrara, onde uno dopo qualche
1'
gli altri popoli italiani cominciaro- giorno fu lasciato partire per Ro-
no a temere di loro sorte; ed il ma, e l'altro dichiarato prigioniero
Papa non potè dubitare che i suoi di guerra, ebbe poi facoltà di ri-
stati sarebbero soggetti alle comu- tirarsi sulla parola alla sua patria.
ni vicende. Non ostante tentò, ben- Il solo giudice de' savi fu riman-
ché senza profitto, la via di qual- dato immediatamente a Ferrara,
che trattato e maneggio onde sal- con ordine di preparare alloggi e
var i sudditi dall'imminente procel- viveri ad un corpo di truppa fran-
la; mentre i legati di Bologna e cese destinato per questa città, e di
di Ferrara vedendo le due provin- imporre al consiglio il giuramento
ole per le prime esposte, presero di fedeltà ed ubbidienza alla re-
quegli espedienti che giudicarono pubblica francese, a nome della
migliori Quando agli 8 maggio
. quale il generale in capo promise
1796 comparve in Ferrara Erco- salvezza alla religione, alla vita, ed
le III Rinaldo duca di Modena, il alla proprietà delle persone. Nel Dia-
quale inviato prima per il Po a rio Ferrarese è riportato l' elenco
Venezia il ragguardevole suo teso- dei castellani della fortezza , come
ro, correva in compagnia di due dei prelati vice-legati, e de' cardi-
principali suoi ministri a mettersi nali legati.
in salvo in quella capitale, giacché Al ritorno in Ferrara del giu-
i commissari francesi in Eeggio ed dice de' savi , sul far della notte
in Modena aveano intimato una monsignor vice-legato partì per Ro-
contribuzione a que' popoli. Final- ma, mentre la soldatesca del presidio
mente a' 18 giugno una colonna della città
, della fortezza di Co- ,
sabili da Pio VI, e dalla sua con- la a Faenza (Vedi), seguendo im-
gregazione cardinalizia di stato di mediatamente 1' invasione del resto
piena ratifica. Oltre la perdita e dello stato. Allora Pio VI costret-
sagrifizio digran parte de* suoi stati, to da imperiosa necessità doman-
cioè della legazione di Bologna, di dò la pace, coli' influente mediazio-
questa di Ferrara, e della città di ne del cardinal Mattei arcivescovo
Faenza, ed oltre alla richiesta pur di Ferrara, assai stimato dal for-
umiliante di dover chiedere scusa al tunato Napoleone ,
conquistatore
direttorio di Parigi per la morte del onde dessa fu conchiusa e sotto-
francese Basville , trucidato in Ro- scritta a' 19 febbraio 1797 a To-
ma dal popolo
per le sue gravis- lentino, dovendo il Pontefice sotto-
sime provocazioni rivoluzionarie, porsi ad incredibili privazioni e
dovè Pio VI anche soggiacere ad sommi sagrifizi, come a rinunzia-
altre dure obbligazioni. Indi a' 9 re formalmente i suoi sovrani diritti
luglio Bonaparte riunì in una sola sopra Avignone, il contado Veno-
le due repubbliche da sé prima sino , e sopra le tre legazioni di
formate Cispadana e Traspadana,
, Bologna, di Ferrara e di Roma-
poscia regno d' Italia , di cui poi gna. Il cardinal Mattei come il
fu coronato re nel i8o5; e per primo de' plenipotenziari pontificii,
meglio sistemarla, e maggiormente sottoscrisse accordo contenuto in
1'
168 FÉ li FER
blicani francesi, profittando della di Ancona. Nel mese di marzo
uccisione del general Duphot, ef- 1 800 , e nel conclave di Venezia
fettuarono l' intera invasione dello venne eletto il Pontefice Pio VII;
ed a'20 febbraio
stato della Chiesa, ma dopo la memorabile battaglia
1798 fecero prigioniero Pio VI, e di Marengo gli austriaci dovendo
lo portarono in Francia, morendo ritirarsi dietro la linea del Mincio,
in Valenza nell'agosto 1799. i francesi d' un tratto divennero si-
Ma ritornando a Ferrara e sua gnori di Genova, Savona, Coni, Ce-
provincia, essa soggiacque a tutti gli va , Torino , Tortona, Alessandria ,
onori che vi commisero repub- i Milano, Pizzighetlone, Arona, della
blicani con ruberie, imposizioni, e Liguria, del Piemonte, e della re-
proscrizione di qualunque culto re- pubblica Cisalpina, per cui i pa-
ligioso, persecuzione degli ecclesia- triotti partigiani della repubblica
stici , non che alla coscrizione o di nuovo eressero gli alberi della
leve d'uomini per l'esercito fran- libertà nel Ferrarese.
cese, per cui molti giovani prefe- Dopo aver fatto il Ferrarese
rirono l'abbandono della patria, parte regno italico, debellato
del
che far parte di sanguinose guer- dalle potenze alleate Napoleone
re. Nell'aprile 1799 però incomin- Bonaparte, il Ferrarese nel 1814
ciarono le ostilità tra gli austriaci fu occupato dagli austriaci ed in ,
gnano territorio nel mese di mag- quella parte che a lei spettava,
gio, colle solite conseguenze che posta sulla riva sinistra del Po
portano le truppe, sebbene vanti- restò all'Austria; e si convenne
no di liberare i popoli dall'altrui che quella potenza tenesse guarni-
oppressione. Il presidio cisalpino di gione nella fortezza di Ferrara, ed
Lugo affrontò gli austriaci, ma fu in Comacchio. Il cardinal Consalvi
ed intanto a' 3o luglio
sbaragliato, a' 5 luglio 18 5 partecipò
1 in no-
Mantova cadde in potere dei me- me di Pio VII alle legazioni il de-
desimi austriaci, cui segui la presa creto di restituzione del congresso
FER FER 169
alla santa Sede; indi a' 18 dello raudosi in tali luoghi che a' 3 del-
i
72 FER FER
s. Gio. Battista che spettava al no- co in Ferrara il cardinal Giu-
minato ordine equestre. Vi fu sta- seppe Ugolini, che meritò di esse-
bilito a presidente il preside pio re confermato dopo il primo trien-
tempore della provincia, a vice-pre- nio, ed attualmente con zelo e pru-
sidente il gonfaloniere, ed alcuni denza governa la legazione. Oltre
cittadini in deputati al suo gover- i citati storici, scrissero la storia di
namelo; e già numerose sono le Ferrara i seguenti scrittori.
fanciulle ricovra te, perchè fiorisce. Girolamo Baruffa Idi il seniore,
Fra suoi insigni benefattori no-
i Dell' istoria di Ferrara libri IX ,
vico Ariosto nella piazza per lui rarese ad un suo amico in corre-
delta Ariostea , scolpita in marmo zione di alcuni suoi errori conte-
dal lodato Vidoni , che ci rappre- nuti nella storia di Ferrara di Gi-
sentò il gran poeta come inspira- rolamo Baruffaldi, Padova 1713.
to dalle muse : nella colonna che Gio. Battista Minzoni, Riflessioni
gli serve di base fu incisa questa sulla memoria pubblicata dal Pas-
iscrizione : a Lodovico Ariosto la seri intornouna lapide trovala in
patria. Finalmente a' i5 luglio Voghenza nel Ferrarese tanno 1671,
i836 fu dal Papa sciolto il com- Venezia 1780. Dominicus Tuscus,
missariato di Bologna, e ristabili- De Ferrariae civitatis, et ej'us sla-
\
FER FER i
73
di ci die il Commentario dell'iscri- zie concesse all'abbellimento della
zione eretta nello studio di Ferra- città, commercio, con appro-
ed al
seppe Mani ni, Compendio della titi alle persone di parecchi tra i
cardinal Giacomo Filippo Fransoni se; una scuola agraria per ultimo
di Genova per cui va letto l'opu- esercitata nella città capo di un
scolo intitolato : Prose e rime de- territorio eminentemente agricola ,
gli accademici A ri os tei, lette nel- per tacere di tanti altri benefizi ed
la solenne adunanza del 1 3 giugno onorificenze.
1 84 1 ì assumendo il prolettorato Non si può stabilire con sicu-
della città di Ferrara t eminenlis- rezza l'epoca dell'origine della se-
simo cardinal Giacomo Filippo de vescovile di Ferrara, come del-
Fransoni, Ferrara 1841, tipografia la predicazione del vangelo nel Fer-
di Gaetano, Bresciani. INel suppli- rarese. Che Ferrara, dacché prese
mento al mini, 66 del Dia? io di forma e grado di città, non ricono-
Roma del 1S42 si legge non solo la scesse altro culto religioso fuorché
descrizione delle feste fatte in Fer- il cristiano, sembra cosa da non met-
rara per il nuovo cardinal protet- tersi in dubbio. Sorla bensì questa
tore , e quelle per la conferma di città in tempo incerto, ma tuttavia
legato per altro triennio al cardi- con tutta la probabilità comparsa so-
nal Ugolini ; ma sono enumerate lo ne'bassi secoli, trovò con tutta la
dizi formano tanta parte gì' inte- Comacchio , e nelle altre città al-
ressi privati del vasto e fertile ter- l' intorno più antiche di lei , così
ritorio ferrarese; le opere pubbli- in queste paludi doveva essere sta-
che e sontuose approvate , incorag- ta per tempo introdotta. Quindi
gite ed aiutate; autorizzate ed aper- troppo giusta e ragionevole è sta-
te strade e ponti; agevolato, e gra- ta <[uv.ìl' Apologia in difesa dell'ori-
174 FER FER
gine della città di Ferrara nata divozione de' ferraresi. Di poi i ss.
cristiana di religione, e non idola- Pietro, Pàolo, e Romano al pari
tra come pretende il dottor Ber- di s. Giorgio furono noverati fra i
nardo Tanucci, di Girolamo Baruf- protettori di Ferrara.
faldi il seniore, exstat nel tona. VI Quanti hanno parlato di Voghen-
degli Opuscoli del Calogerà stani p. za, villaggio posto nel centro del
del 1732. E
un mero effetto del- Polesine di s. da
Giorgio, lungi
la voracità del tempo, come si e- Ferrara a levante dieci miglia, tan-
sprime il Frizzi nel tom. V, pag. ti 1' hanno chiamato in latino or
265, se non restano al giorno pre- per volerlo nobilitare Vicus Aven-
sente indizii e prove della vera re- tinus, e Vicus Egonum, ora per re-
ligione tra i ferraresi stabilita, più lazione di antiche carte Vicohaben-
antichi dell'anno 858. Del 928 poi tia e Ficoventia, e 1' hanno talora
ci si manifesta una chiesa al mar- con certezza, e talvolta con aspetto
tire s. Giorgio consagrata , ed una di grande probabilità asserito città
casa ad essa unita, le quali poi in- un tempo, e sede di un antico ve-
numerabili documenti posteriori af- scovato. Le due prime denomina-
fermano che furono l' una la cat- zioni, dice il Frizzi nel tom. I, pag.
tedrale, l'altra l'abitazione del ve- 182, non si provano; le seconde
scovo. Parlando il Frizzi nel luogo col titolo di città e coli' onorevo-
citato", dell'antichità del culto dei le prerogativa della sede vescovile,
ferraresi a'ss. Giorgio e Maurelio, di- colla solita sua profonda erudizio-
ce che per 1' avvocazia di s. Giorgio ne, e piena cognizione storica di
fu sempre dai ferraresi distinto il ciò che riguarda Ferrara, impren-
giorno dalla Chiesa dedicato a que- de ad esaminare, per cui noi solo
sto santo. Appresso s. Giorgio ve- ci limiteremo a qualche cenno del
nerano i ferraresi per loro com- molto eh' egli narra Egli sostiene .
FER FER i
75
partiene. Inoltre il fatto della rovi- to s. Bartolo, con autorizzazione dei
na di Voghenza e della traslazione vescovo di Ferrara Viatore del-
di quel vescovato a s. Giorgio fu l' monaci benedettini. So-
8-69, pei
da vari scrittori creduto, ingannati no pure qui da riferirsi le prime
da una celebre bolla favolosa attri- notizie dell'altro celebre monastero
buita al Pontefice s. Vitaliano del ferrarese detto di Pompusa, di cui
637, che pubblicò l'Ughellio parlan- parlammo di sopra e nel citato vo-
do de' vescovi di Ferrara, sulla lume del Dizionario, a pag. ^.5
fede del quale noi al volume XV, Egli è situato nella parte inferiore
pag. 43 del Dizionario, credemmo del Polesine di s. Gio. Battista,
all' esistenza del seggio vescovile di ove una volta era un'isola trian-
Voghenza o Vigovenza, non che per golare,formata in un lato dal Po
quanto si legge neh' annalista Ri- di Volano, in un altro dal Po di
naldi all' anno 669, num. 1 . Vedi Goro, e nel terzo dal mare. Chi e
il Muratori, Dissert. sopra le antichi- quando il fondasse non si sa; solo
tà italiane, dissert. 64, pag.
372, è noto che fin dall' anno 874 esi-
il quale parla del preteso Marino steva, come rilevasi da una lettera
vescovo di Voghenza, e primo ve- di Papa Giovanni Vili all'impera-
scovo de'ferraresi, allorché fu tras- tore Lodovico II, ed esistente nel-
portata la sede a Ferrara, o Fer- la regione Comacchiese. Di poi tal
rariola,che anco s' intitola, con po- monastero si rese celebre fra i pri-
co favorevole nome in vero, Mas- mi d' Italia per i tanti anacoreti
sa Babilonica. Tal bolla la citaro- benedettini che vi abitarono, per le
no in buona fede per vera diver- sue ricchezze, privilegi, giurisdizioni,
siPapi, mentre altri la tralasciaro- magnifiche fabbriche, e pitture;
no iucominciando da Alessandro III. pei fatti storici e miracolosi ivi ac-
Il Guarini, il Libanori, il Maresta e caduti, pel suo prezioso archivio, e
I' Ughellio giunsero a darci il cata- per le beneficenze di cui fu ricol-
logo di dodici vescovi di Voghen- mato dagli Estensi. All'anno io4o
za, edManini seguito
il da Fran- il Frizzi parla del vescovo Rolando
cesco Leopoldo Bertoldi ne' Vesco- e della cautela che usò in sotto-
vi ed arcivescovi di Ferrara, ivi scriversi senza inciampare nella pre-
1818, ne esibisce quindici. promossa dagli
tesa, forse fin d'allora
Le memorie certe de' vescovi di arcivescovi diRavenna, di avere a
Ferrara incominciano, come affer- suffraganeo anco il vescovo di Fer-
ma il tom. II, p. 2 4, da
Frizzi rara. Pasquale II con una bolla del
Costantino vescovo dell'858, avver- 1 106, diretta al vescovo Landolfo,
tendo, che non per questo la sede confermò i privilegi della chiesa di
vescovile di Ferrara non possa es- Ferrara, fra i quali si è presa la
sere di una molto più
istituzione più antica prova dell' immediata di-
antica ; ed in fatto, secondo quello pendenza di questo vescovato dal
che riporta il Manini, il primo ve- Papa, la quale fu confermata con
scovo di s. Giorgio traspadano sa- altre bolle dai romani Pontefici:
rebbe stato Marino che visse nel nella bolla di Pasquale II sono
607. Contemporanea è l'altra no- pure enumerati i fondi del patri-
tizia della fondazione del suburba- monio della chiesa di Ferrara. II
lessandro III con bolla data inRe- tropoli di Milano co' suoi sulfraga-
nevento a' 18 aprile 1169, confer- nei sino al i56j, ma con queste
mò ai vescovo di Ferrara gli an- parole in fine: Placentinum Ferra-
tichi privilegi, diritti, e consuetu- riensem exemptos. Il terzo documen-
dini con vari ospitali, e vi si par- to contiene i diritti e proventi
la de' curati che il solo vescovo della Chiesa romana nel Ferrare-
avea diritto di deputare alle chie- se. Della giurisdizione del vescovo
se inferiori, e di rimuoverneli.Non di Ferrara, come de' beni che go-
avevano però queste chiese il bat- devano in Trecenta, Massa, Mela-
tistero, che solo stava nella cat- ra e Rovina, nel Comacchiese, nel
tedrale di s. Giorgio, e nella chie- Rolognese e nel Modenese, ne trat-
sa di s. Maria in Vado fin da ta medesimo Frizzi alle pag. 71,
il
quando fu destinata in sussidio del- 72, 109 e 2o3. Nel 1189 il Pa-
la cattedrale antica, la quale rima- pa Clemente III ad esempio di
neva oltre il Po a s. Giorgio, laon- cinque suoi predecessori, confermò
de anco al presente sole tali due a Stefano vescovo di Ferrara la
chiese hanno il fonte battesimale. dipendenza immediata di questa
In alcuni documenti, che il Friz- chiesa dai romani Pontefici, e tut-
zi riporta all'anno 1181, in uno ti gli altri suoi diritti e privilegi.
T
si dice che il vescovo di Ferrara j\ el tom. Ili, pag. 27 del Frizzi
è uno fra quelli che ad consecra- è riportata l' enumerazione delle
fionem Romani Pontificis speciali- chiese soggette in quel tempo ai
ter pettinati; in altro si pone il vescovi di Ferrara, oltre a quella
medesimo vescovo fra quelli sub dille città componenti la loro dio-
Romano Ponti/ice, qui non suiti in cesi, ed alcuni luoghi anche col-
alterius provincia comlìtuli. Risogna la giurisdizione temporale. A Ste-
,
no: nel 1246 Innocenzo IV con ti- sio, dice il Papa al popolo e alla
vato per Nicolò Roberti suo co- essa con facoltà apostolica anche
gnato, giovinetto figlio di Cabrino, i regolari, e dopo avere celebrato
la cui consagrazione segui con pom- un sinodo diocesano , il Tavel-
pa e splendidezza straordinaria. li nell'anno 1 433 si portò al con-
-Nella congiura ordita nel i4oo con- cilio di Basilea. Ma vedendo che
tro il marchese Nicolò III d' Este il Papa disapprovava gli atti con-
si tenne per complice anche il ve- ciliari, avendo per otto mesi soste-
scovo Roberti, per cui con decreto nuta la causa di lui se ne partì.
apostolico restò privo della digni- Nel 1439 pel dispregio e calunnie
tà : l'Ughelli dice che nell'anno cui il Tavelli fu posto presso il
tribuito a quella partenza ricorse quando Sisto IV nel i474 '° de-
per riaverlo. Ma il Papa assai ri- stinava governatore di Perugia mo-
sentito rimproverò lui e i ferraresi ri in Monte Oliveto ; indi per cu-
come indegni di avere un si lu- ra de' suoi fratelli venne
il suo cor-
l'accordo fatto nel 1619. Fu qua- meriti militari lo riportò in dono dal
si sempre assente dalla diocesi duca di Savoia Luigi, conservato
nel 1625 inviò a Ferrara ad eser- poi ne' suoi posteri. Fu consagra-
citare le funzioni pastorali il ca- to il 5 settembre i655 nella cat-
maldolese Lodovico Pasolini di Ra- tedrale dal cardinal legato Gio.
venna, e vescovo di Segni, coll'an- Battista Spada, e dai vescovi di
nua provvisione di ottocento scu- Mautova e Comacchio fu buon :
di: il Leni mori in Roma nel dì vescovo, amante della patria, e ge-
7 di novembre 1627, e venne se- neroso protettore de' letterati ; ma
polto nella basilica lateranense. Per fatto protettore dell'impero, nel
di lui morte Urbano Vili nel 1628 1662 rinunziò la sede e si ritirò
conferì il vescovato al cardinal Lo- in Roma, ove morì decano del sa-
renzo Magalotti fiorentino, fratello gro collegio nel 1689. Alessandro
di sua cognata Costanza. Non solo VII gli sostituì il cardinal Stefano
col legato, ma col magistrato ebbe Donghi patrizio genovese, già le-
controversie :
1' una fu per la vio- gato di Ferrara, e vescovo d'Imo-
ift FFR FER
la, che morì in Roma nel 16G9, di naie ricorrendo a Benedetto XIII,
ov' erasi portato pel conclave. il «piale in Roma avea aperto il
fo napoletano ,
già legato di Fer- chio, colla chiesa di Carpi, rimase
rara. Sotto di lui si estinse nel la cosa senza esecuzione : il cardi-
1725 la gran lite tante volte su- nal Ruffo però fu contento del so-
scitata dagli arcivescovi di Raven- lo titolo e grado senza suffraganei,
na contro i vescovi di Ferrara, per e l'ottenne. Volendo il cardinal ri-
la pretesa degli uni , che la sede tirarsi in Roma nel 1738 rinun-
di Ferrara fosse suffraganea a quel- ziò l'arcivescovato a Clemente XII,
la di Ravenna, e degli altri, che contentandosi di una pensione di
fosse immediatamente soggetta alla quattromila scudi, e della nomina
Sede apostolica, il perchè erano na- ai benefizi , dopo aver trasferito il
e Velletri, e decano del sagro col- angeli che sostengono i pili dell'ac-
legio nel 1753, lasciando in legato qua benedetta: la morte gli im-
preziosi arredi a questa sua anti- pedi 1' esecuzione di altri lodevoli
ca chiesa. divisamene operando alcuni can-
,
Clemente XII gli die un succes- giamenti nelle parrocchie sia nel
sore, il quale se non fu magnifico numero, che nei confini. Lasciò di
perchè non era ricco, divenne pe- vivere a'24 luglio 1 7 4^> dichiaran-
rò luminoso esempio d'ogni episco- do erede la cattedrale, che perciò
pale virtù, qual si fu il cardinal ebbe molte sagre preziose suppellet-
Raniero d'Elei sanese. Mentre go- ed insigni reliquie. Le sue deci-
tili,
due fecero a gara per beneficar la gamente con limosi ne: molte chiese
diocesi e la provincia, massime il pur soccorse, altre innalzò di nuo-
legato coi maschi, e l'arcivescovo vo. Assiduo nelle sagre fuuzioni,
i84 FER FER
come negli esercizi di pietà, mo- cessero i seguenti arcivescovi. Pio
desto , esemplare , ameno , disin- VII nel concistoro de' 24 agosto
volto, tutto a tutti fu assai pianto. 1807 fece arci vescovo Paolo Pa-
Clemente XIII che l'amava, volle trizio Fava Ghislieri di Bologna
clic colla mensa si pagassero suoi i nato in Piacenza; ed in quello dei
debiti. Clemente XIV tolse la ve- io marzo 1823 il cardinal Carlo
dovanza a questa chiesa dandogli Odescalchi romano, che rinunzian-
a' i5 marzo 1773 in pastore il do porpora morì santamente
alla
cardinale Bernardino Giraud romano, nella compagnia di Gesù. Leone
la qual seconda dignità però fu pub- XII in luogo dell' Odescalchi, che
blicata nel concistoro de' 19 apri- bramò ritornare in Roma, nel con-
le. Non inclinato alle cure pasto- cistoro de'3 luglio 1826 prepose
vi
rato per l' illibatezza de' costumi, nel primo febbraio 836 esaltò al 1
pel suo contegno tutto pio ed ec- cardinalato. Alcun tempo funse e-
clesiastico; laonde meritò di esse- gregiamente anche l'uffìzio di le-
re creato, e riservato in petto car- gato, e nel concistoro de'3o genna-
dinale nel 1779- Quindi allorquan- io i843 ebbe meritamente a suc-
do nel 1782 Pio VI onorò di sua cessore nell'arcivescovato l'odierno
presenza Ferrara, il pubblicò car- pio, dotto e zelante pastore il cardi-
dinale al modo narrato, converten- nale Ignazio Giovanni Cadolini di
do perciò la sagrestia della catte- Cremona, che nella cappella segreta
drale in aula concistoriale. Sotto il pontifìcia del palazzo vaticano, ri-
suo vescovato accaddero quelle tri- cevette il sagro pallio dalle mani
ste vicende politiche, le quali sog- del sommo
Pontefice. Antonio Li-
gettarono il Ferrarese al dominio banori ha dato nella parte li
ci
de' serviti in s. Maria; de'soma- Maria del Soccorso, e 1' opera pia
sclii in s. Nicolò; dei teatini in de' carcerati. Nel novero delle con-
s. Maria della pietà; de' frati del- gregazioni sono a ricordarsi quelle
la penitenza di Gesù. Nazareno in dell' ahbondanza, la criminale, quel-
s. Croce; de' fratelli francesi delle la dei pupilli, quella sulle strade,
scuole cristiane, e de' gesuiti nella quella della sanità, e quella dei
loro chiesa e collegio. Le mona- lavorieri. Nella categoria de' colle-
che e i monisteri di Ferrara, nel gi, oltre le arti collegiali di Fer-
Diario ferrarese sono noverali co- rara, noteremo i collegi degli avvo-
i86 FER FER
cuti, de' dottori, de' teologi, de'dot- La chiesa cattedrale e metropo-
tori di jus canonico civile, di fi- litana, alla santa Sede immediata-
losofia e medicina, de'procuratori, e mente soggetta, è dedicata a Dio
de' notari. Oltre il tribunal della sotto l' invocazione dei ss. Giorgio
inquisizione, della rota, ed altri, e Ma urei io martiri, i quali come
eiavi quello di segnatura, del qua- dicemmo sono pure i patroni del-
le ecco ciò che si legge nel Diario la ed a quanto pur si disse
città,
ferrarese. Ha la città e il duca- sul magnifico
ed ottimo edifìzio
to di Ferrara due tribunali egual- nulla aggiungiamo per brevità. Il
mente supremi, e fra loro indipen- capitolo si compone di tre digni-
denti, di segnatura di giustizia col- tà, la maggiore delle quali è l'ar-
ti mede-
nel calendario curiale del fonte battesimale, varie insigni re-
simo Diario ferrarese, eh' ebbe fi- lique, e corpi santi. L'episcopio è
ne col secolo passato, come pure prossimo alla metropolitana , ed è
lo ebbero la maggior parte delle un ampio e conveniente edifìzio.
cose in esso registrate. Finalmente Nella città oltre la cattedrale, so-
nel Diario si leggeva la nota del- novi altre otto chiese parrocchiali,
le famiglie Ferrara , il
nobili di in una delle quali soltanto vi è il
consiglio il novero
centumvirale, battisterio, come già si disse. Al
dei giudici, e delle milizie del Fer- presente cinque sono i monisteri e
i arese come del presidio della città. conventi dei religiosi, cioè di San*
,
mento della sua carriera. Nel 1688, rammaricasse come di una spesa
resosi vacante il posto di maestro eccessiva , e non volesse poi can-
del sacro palazzo , il Papa infor- giarla più per lo spazio di diciotto
mato del preclarissimo di lui in- anni. Digiunava spesso in pane ed
gegno e singolare pietà , lo volle acqua, e si astenne sempre dalle
innalzare a quella carica; ma non carni, tranne gli ultimi aìini della
avendo il danaro per supplire alle sua vita, ma pel comando assolu-
necessarie spese , il' tesoriere Giu- to de' medici. La mattina si alza-
seppe Renato Imperiali, che fu poi va per tempo e preudca per solita
FER FER 189
colazione una tazza di acqua di ci- leggi in Roma, e così meritossi la
coria amarissima. La sua tavola universale stima che Pio IV nel , ,
poi era spoglia d' ogni prezioso or- 1062, lo promosse al vescovato di
namento, e non fu mai visto usa- Amelia. Nove anni però dopo di
re che arnesi assai poveri. Parlava un felicissimo reggimento, lo rinun-
di sé con molta disistima, e sapea ziò nelle mani del Pontefice, e tor-
umiliarsi dinanzi alle virtù degli natosi a Roma, fu eletto vicario e
altri.Se dovea correggere il suo , canonico della basilica vaticana ,
colle mani dietro il dorso, sei me- buito a s. Girolamo è posta a que-
narono seco, e non potendo frenare sto dì la loro fèsta, sebbene ab-
il loro furore, invece di ricondurlo biano sofferto il 16 di giugno. La
a Vienna gli tagliarono la testa sul- tradizione della chiesa di Besanzo-
Rodano. Ciò avvenne ver-
le rive del ne prova che s. Ferreolo ne è sta-
so l'anno 3o4- Le sue reliquie to il primo suo vescovo.
furono trasportate a Vienna nel FERRERI Guglielmo Cardi- ,
lio li, nel i5o9, trasferito alla sede tello del cardinal Pierfraucesco, e
di Vercelli, Leone X nel primo lu- nipote de' due cardinali Gianstefa-
glio j 5 1 7 lo creò prete cardinale no e Bonifacio, e zio del cardinal
de' ss. Nereo ed Achilleo, e nel 53y 1 Guido, uomo di profonda scienza
Paolo III gli conferì il vescovato di e di esimia pietà, ebbe dapprima
Porto. Intervenne al concilio late- tre pingui abbadie e nel i5i8 ,
dalla campagna in città. Venne die fine ad una vecchia lite assai
destinato alla vice-legazione di Bo- molesta ai vescovi ed al capitolo;
logna, nel tempo in cui era ivi fece lavorare con buon gusto i se-
legato il cardinal Bonifacio suo zio; si dili del coro, e ne assegnò una ren-
suo busto, con una iscrizione po- Eusebio. Fatta rinunzia di quella
stavi dal cardinal Guido suo ni- chiesa, ottenne l'abbazia di No-
pote. nantola, che resse con eguale sa-
FERRERT Guido Cardinale. , pienza e zelo pure condusse a
: ivi
ra al senato veneto, ed a' 12 mar- pingui abbazie, una delle quali non
io i565 creato da Pio IV prete potè mai possedere per causa di
cardinale, benché assente, di s. Eufe- alcune controversie insorte tra quel
mia. S. Carlo fu quegli che nella sovrano e il Papa Clemente XII.
metropolitana di Milano lo vestì Venne ascritto alle congregazioni
delle insegne cardinalizie, e lo eb- del s. offizio, dei vescovi e regolari,
be a compagno nel suo primo pro- della disciplina, della immunità e
vinciale concilio; fu quindi desti- dei riti. Morì in Vercelli l'anno
nato assieme con lui ad accom- 1742, con lode di zelante e solle-
pagnare in Italia le sorelle dell'im- citopastore, ed ebbe sepolcro in
peratore Massimiliano d' Austria. quella cattedrale.
Gregorio XIII
deputò alla cor-
lo FERRERI O A.\to.\io, Cardina-
rezione del decreto di Graziano le.Antonio Ferrerio, nacque di po-
cosa ch'egli eseguì con molta di- vera famiglia in Savona, ed otten-
ligenza, e dipoi lo spedì legato del- ne nella sua gioventù la protezio-
la Romagna , e anche di Spoleti ne del cardinale Giuliano della Ro-
secondo quello che scrive il Cor- vere, che fu poi Papa Giulio II.
bellini. Cessò di vivere in Roma Questo Pontefice, nel 1 5o4> lo eles-
l'anno i585, rapito da una bre- se vescovo di Noli, e lo trasferì di
vissima malattia di sei ore, nell'età poi alla chiesa di Gubbio , dalla
di 4°" anni, e venti di cardinalato. quale passò alla sede di Perugia.
Ebbe il sepolcro nella basilica Li- Venne quindi decorato della pre-
beriana, e sopra la porta santa si fettura del palazzo apostolico, crea-
vede la sua figura in marmo, con to cardinale nel concistoro del pri-
una iscrizione di sommo elogio. mo dicembre i5o5, col titolo di
FERRERI Vivono Maria, Car- s. quantunque ripugnasse il
Vitale,
dìnale. \ incenzo Maria Ferreri da sacro collegio pei molti vizi che
Nizza, nacque l'anno 1681. Pro- in lui discopriva, e specialmente per
fessò fino dagli anni verdi nell' or- l'arroganza e doppiezza di carattere.
dine de' predicatori, e rapidamente Ebbe la carica di pro-datario., e la
si avanzò nel sapere e nella pietà. legazione di Perugia, nonché quel-
Fu dapprima lettore nella sua re- la di Bologna, ottenuta da lui col
ligione, e poscia ebbe una cattedra mezzo dei più scaltri artifizi. Ma
di teologia nell'università di Tori- tali furono le tirannie, le crudeltà,
no. Il marchese di Ormea, suo af- le ingiustizie commesse in quest'ul-
fine, gli ottenne dal re di Sarde- tima città, che il Pontefice lo fece
gna, nel '727, la nomina al ve- chiudere in Castel s. Angelo, e lo
scovado di Alessandria della Paglia, multò di ventimila scudi. Da quel
che fu poi confermata da Benedet- castello però venne trasferito nel
to XIII; e quindi gì' impetrò la convento di s. Onofrio sul Gianicolo,
sacra porpora, ch'ebbe dallo stesso dove oppresso dalla confusione mo-
Pontefice 6 luglio 1729, col ti-
a' rì l' anno 5o8. Fu sepolto nella
1
sai, discendeva da quei Ferreri che lante pastore del diletto suo greg-
nel i5i 7 erano dalla principesca ge impiegava ogni suo pensiero e
famiglia Fieschi, sovrani conti di cura a di lui vantaggio, ad onta del-
Pontificia )
, colla sostituzione ai quindi nel 1 798 dal torrente de-
discendenti del pronipote Filiberto vastatore fu pure invaso il Piemon-
da essi adottato , successione che te , crollò la monarchia sabauda
dopo 3 16 anni a' nostri giorni in venne manomesso ogni ordine di co-
questa linea aveva luogo , di quei se, ed il Pontefice Pio VI fu ingiu-
Ferreri che in tanti nobili modi, e stamente spogliato del regno e del-
con gloriosi fatti illustrarono nelle la libertà, per cui esule prigioniero
storie italiane il proprio nome, e nell'esser condotto in Francia at-
dierono al sagro collegio i cardi- traversò la città di Casale, e le ter-
nali che descrivemmo compendiosa- re della diocesi di Teresio. Questi
mente avanti questi cenni biogra- si recò ad incontrare il supremo
fici. Con tali esempli domestici al- gerarca a s. Germano, lo accolse
jus canonico e civile. Pel suo in- Disputavansi in quel tempo il Pie-
malo a Torino a discolparsi delle resi da lui alla Chiesa ed allo sta-
gravi accuse contro di lui apposte, to, gli venne conferita l'antica e
ma ne riuscì innocente, intanto che pingue abbazia di s. Benigno di
la sua salute vieppiù affievolitasi. Fruttuaria, e lo stesso Leone XII
Succeduta a tanti trambusti la cal- nel concistoro de'27 settembre 1824
ma , rivolgevasi Teresio a rimar- lo creò cardinale dell' ordine dei
ginare le ferite recate ai suoi dio- preti , rimettendogliene la notizia
cesani ,
quando nel concistoro te- in un al berrettino cardinalizio ,
avessero col tempo a servire per mai; sebbene avea obbligato il sa-
]a compilazione di una storia di gro collegio a riconoscerli per tali
quel principato. Molte sono altresì in sua morte se non gli avesse pub-
le carte raccolte concernenti allo blicati, non furono riconosciuti per
scudo e alla zecca di Desana (su tali, nemmeno dal successore di Si-
di che è a vedersi il Gazzera, Me- sto IV che però creò poi il Fer-
,
morie storiche dei conti di Desana). rici, e due dei nominati tre, esclu-
Sì onorevoli studi gli avevano pro- dendone 1' arcivescovo di Strigo-
curato l'amicizia e la stima d'il- nia. Il nostro cardinale compian-
lustri letterati, in ispecie dell'eru- to da tutti, cessò di vivere in Ro-
dito cav. di Priocca ministro ple- ma ,
l'anno 1 477 5 e fu deposto
nipotenziario del re di Sardegna in nel chiostro di s. Maria sopra Mi-
Boma negli ultimi anni del decorso nerva , in un avello lavorato con
secolo, del celebre monetografo con- gusto antico, avente la statua del
te Viani, e del cav. Ciampi, che al cardinale stesa stili' urna in abiti
nostro cardinale, prima che fosse pontificali. Il carattere del Ferrici
fatto vescovo , intitolò le pregiate era assai dolce; manieroso di trat-
sue notizie della vita letteraria e to , officioso co' principi , e molto
degli scritti numismatici del Viani. prudente nel rispondere a' consigli.
mo, Cardinale. Guglielmo Ferrier, degli ordini religiosi, tomo Vili, p.55.
ovvero Ferrai nacque in Proven- ,
FERRO, di Ferro,
ossia Croce
za, oppure nella Spagna, come vuo- Ordine equestre. Federico Gugliel-
le l'Aubery. Fu prevosto della chie- mo III re di Prussia, ritirandosi
sa cattedrale di Maniglia, e da s. nel 181 3 dall'alleanza di Napoleo-
Celestino V nel settembre del 294 i ne, e in vece strigneudola colla
creato prete cardinale del titolo di Russia, e colle altre potenze éon-
s. Clemente. Lo stesso Pontefice Io tro la Francia , riflettendo , che
spedi legato in Francia per finire le nelle inevitabili battaglie cui au-
discordie insorte tra il re cristia- davansi a guerreggiare faceva d'uo-
nissimo, il re di Aragona, e Carlo po di mantener vivo il coraggio
conte di Alencon e Valesia. Dalle e la fedeltà ne' suoi soldati, con
Gallie passò nella Spagna per ri- sagace divisamento istituì l'ordine
cevere l' investitura de' regni di Va- cavalleresco Croce di Ferro
della
lenza e di Aragona a nome del re a' io marzo
perchè servisse di
,
avere il Papa recitate sull' aitar primicero dei notari, quello dei
papale le collette, il medesimo car- lettori capo dei maestri delle
, il
scritto dagli antichi rituali, non si benché riferiti nel libro delle ceri-
usa più da loro, ignorandosi il tem- monie pubblicato in tempo di Leo-
po ed i motivi della cessazione ne X, cioè nel secolo XVI. E seb-
dandosi al Papa, quando incorona- bene con 1' uso della ferula si da-
to si trasferisce con solenne pompa va ad intendere anche la podestà
alla basilica lateranense pel posses- temporale del sommo Pontefice,
so, le sole chiavi in segno della su- che perciò il Bullengero con ragio-
prema autorità conferitagli da Dio ne affermò, che il Papa come usa
di aprire e chiudere 1' erario de' te- la corona d'oro « ita et sceptrum
sori celesti, su di che meglio è con- » aureum merito gestare potest "
sultare 1' articolo Chiavi pontificie. e la ferula era equivalente allo scet-
Tuttavolta indagarne il
si studiò tro, il quale dagli antichi si usava
Papi, potesse esser cessato l'uso del- Papebrochio, Propyl. JMaji, pag.
la ferula. 11 Bonanni riflette che 32i, essendoché cambuta seti ba-
essendo la parola baculus equivo- cillo pastorali non utuntur stimmi
ca, e potendosi intendere per essa Pontifices , nec episcopi cardinales
l'uso del pastorale, e non ferula, in romana curia, come asserisce il
stima che tal conseguenza possa es- cardinal Cajetano Stefaneschi, Mus.
ser fallace, e perciò aderì più vo- Italie, tom. II, pag. 288, e assai
lentieri alla riflessione che il Ciam- prima di lui avvertirono Innocen-
pini fa a carte i3, dicendo che sic- zo 111, De Missa lib. I, cap. 62, e
come nel secolo XVII nei diari nel corpo canonico, al titolo De sa-
pontificii non si fa menzione alcu- cra unctione, s. Tommaso d'Aqui-
na di molti riti praticati nella ele- no, quaest. 3, dist. 24, lib. 4 •&«-
zione del Papa precedentemente, e tent., e il Durando, Rat. dh>. offic. ,
prescritti ne' rituali antichi , così il lib. Ili, cap. i5. A houle di così
,,
202 FÉ II FER
espresse testimonianze dalle quali del pastorale, quando al loro tem-
apparisce non essersi dai romani po istesso, e dopo ancora, si usò
Pontefici avuto 1' uso del Pastora- la ferula nel solenne possesso del
le, Gambuta, o Bastone che ado- patriarchio. Pertanto noi leggiamo,
prasi dagli alivi vescovi, sonovi pe- che allorquando per opera di Ot-
rò stati degli eruditi di gran nome, tone I e di Leone Vili antipapa
i quali hanno sostenuto il contra- radunossi nell'anno 964 un oonci-
rio. Ciò determinò il Garampi a lio di vescovi nel Laterano per ,
stinzione si facesse da Innocenzo III, >> (pie curulibus , data sibi ferula
da s. Tommaso, dal Durando, e dal » in maini, per celerà palati i loca
cardinale Stefaneschi citati, i quali » solis Bomanis Pontificibus desti-
a sì chiare note asserirono non » nata, jam dominus, vel sedens
avere i Papi avuto giammai 1' uso « vel transieus, electiouis nioduiu
,
namento del culto cattolico, passa- gio, quando nel 1 8o4 Sl portò a
rono delle trattative colla santa Se- Parigi per coronare l' imperatore
de per mandarlo a compimento. Napoleone; quando il Papa ri-
e
In quest'epoca da Pio VII fu fatto tornò in Roma, il medesimo car-
arcivescovo di Lione nel concistoro dinale in nome dell'imperatore ni-
de' 4 agosto 1802, dignità che mai pote, fu incaricato presentargli quei
volle rinunziare quando i Borboni donativi di cui parlammo al voi.
ritornarono sul trono di Francia ,
XVII, pag. 227 del Dizionario.
per cui la santa Sede vi nominò Mentre disimpegnava la sua diplo-
un amministratore apostolico per matica missione in Roma, avendo
governare l'arcidiocesi, non volen- la sua corte stabilito di rappresen-
do il governo reale riconoscerlo co- tare a Pio VII esigenze politiche
me arcivescovo. Il medesimo Pio e religiose, non credette opportuno
VII nel concistoro dei 17 giugno che le trattasse un cardinale, e il
i8o3 lo creò cardinale dell'ordine richiamò a Parigi. Accaduta in se-
de' preti, rimettendogli in Parigi guito, nel luglio del1809, la de-
la notizia col berrettino cardinali- portazione di Pio VII per cornan-
zio, per mezzo della guardia no- do di Napoleone, che ne avea fatti
bile pontifìcia d. Lorenzo de' prin- occupare ingiustamente e con pre-
cipi Giustiniani, il quale in pari potenza gli stati , ognuno conosce
tempo fece altrettanto in Parigi le vicende che l'accompagnarono,
Jl cardinale Fesch poi ebbe in ti- nostro cardinale, altri per la li-
se, Fessen, chiamasi pure Fesser- di città, non sente più questo van-
ta, e nelle Notizie di africa si taggio ; ma esso sussiste ancora
trova al numero 12. Al presente nelle campagne, massime ne' pae-
è un titolo vescovile in partibns si di montagna , nelle foreste ec.
sia maggiormente accetta, del riu- rercte Jalsi Dei; voi non animaz-
ione in ispiri to gli omaggi della no- zere.lv.. Ma in questo comandamen-
stra gratitudine, l' incenso delle no- to egli tiene un linguaggio affatto
stre orazioni, il tributo delle nostre diverso, e non si contenta solo di
limosine, in una parola tutti i senti- comandare o proibire, ma sveglia
menti, e tutte le opere nostre a tutti tutta l'attenzione del suo popolo
quegli onori e tutta quella gloria dicendogli: Sovvengati del mio eo-
che Dio riceve dai fedeli suoi ser- mandamento se hai a cuore la glo-
vi sparsi su tutta la terra, che for- ria del mio nome. Leggesi nel sai-
mano la Chiesa militante, e dagli mo io3, v. 19, che Dio ha crea-
angeli e dai santi, che formano la to la luna per notare i giorni di
sua Chiesa trionfante su in cielo, riunione: ferii Umani in mohad://:,
Questa santa unione è senza dub- d'altronde s'apprende dalla storia
bio perpetua, e sempre ristretta dai profana, che la costumanza di riu-
vincoli dalla carità per cui tutti i n'irsi alle neomenie o nuove lune,
membri vivi di Gesù Cristo, o co- fu comune a quasi tutti i popoli ;
Gen. e. Il, v. 3 si legge che Iddio be- sprime: Egli ha fatto il giorno e
FES FES 209
la notte, la luce e le tenebre, il vole, infestus ciò che è dannoso e
tempo e le stagioni. Egli ancora disgustoso. Mosè parlando delle fe-
comandò nell'antica legge al suo ste ebraiche dice agl'israeliti nel
popolo di offerirgli sagrifizio la mat- Levitico e nel Deuteronomio : f'oi
tina e la sera ; ma la speciale be- farete festa dinnanzi al Signor Dio
nedizione colla quale egli ha di- vostro. Delle feste Mosè ne parlò
stinto in fra gli altri il settimo pochissimo, avendo conservato il
alla data stessa degli avvenimenti, resero più auguste delle antiche,
non erano state stabilite, né osser- fondandole sopra motivi più su-
vate dai testimoni oculari dei fatti blimi. NeHa religion primitiva il
di cui richiamano la memoria. principale oggetto delle feste era
protettore speciale del suo popolo;. rono stabilite subito dopo che ta-
nel cristianesimo le feste ci mo- li avvenimenti erano accaduti, al-
stoli; di quella del Natale (Ve- brando sulla sua tomba i santi mi-
lli) , o nascita di Gesù Cristo ; suri, e dove i fedeli riuniti raccen-
dell' Epifania (Fedi); dell' Asceti- devano la loro fede, ed animavano
o. 12 FES FES
maggiormente il loro coraggio col ed i santi , delle quali parleremo
suo esempio eroico. In principio in seguito.
del secondo secolo dell'era cristia- Il Marangoni, Delle, cose genti-
na, apparisce ciò dagli atti del mar- lesche e profane trasportate ad uso
tirio di s. Ignazio e di s. Policar- e ad ornamento delle chiese , al
po, e non è a dubitarsi che non cap. XXIX discorre se nella cele-
siasi praticato egualmente a Roma brazione delle feste de' nostri santi
subito dopo il martirio di s. Pie- sia alcuna cosa derivata dal genti-
tro e di s. Paolo. La testimonian- lesimo. Convenendo che l' origine
za infatti degli apostoli e de'loro delle feste in generale proviene dal-
discepoli , sigillata col loro sangue, la divina legge data da Dio a Mosè
era troppo preziosa per non met- sul monte Sinai, non si trova però
terla continuamente sotto gli occhi l'istituzione di alcun giorno di fe-
lebrate dalla Chiesa cattolica si di- tercessione dei quali egli concede
vidono in due grandi classi perfet- le grazie alla Chiesa ed a' suoi fi-
tamente distinte: i.° quelle che han- gliuoli. Questo rito però di solen-
no rapporto alla dottrina religiosa nizzare coi giorni festivi la memo-
medesima, e al dogma, celebrando- ria di uomini morti, molto prima
ne i misteri che ne fanno parte; della legge di grazia, inventato fu
a. quelle che hanno per oggetto ed introdotto nel gentilesimo dal
di onorare i martiri , i confessori demonio. Dappoiché non contento
,,
questi i greci riposero Bacco Er- , Meursio nel tomo VII delle Anti-
cole, Esculapio, A polli ne; gli egizi chità greche.
Oro, Iside, Osiride, ed altri. Quali Essendo pertanto tutte queste
deità, quasi infinite per tutto il tenebre del gentilesimo manifestate
mondoj furono anche ricevute e a- colla comparsa del Sole di giusti-
dorate dai romani, i quali inoltre zia Gesù Cristo, e dissipate colla
inventarono un altro rito di collo- luce del santo evangelo , si com-
care fra gli dei i più scellerati loro piacque Iddio d' introdurre nella
principi ed imperatori. Oltre a que- Chiesa una sorte di feste molto più
sta gran turha di deità, istituì il oneste e convenevoli di quelle del
gentilesimo solennissime feste , sta- gentilesimo, e veramente sante, che
bilite in giorni speciali , e le cele- sono quelle degli amici e servi
bravano con pompa di lumi , di suoi ,
quali furono ne' principii
ohblazioni , di sagrifizi e di giuo- quelle de' santi martiri, le cui fe-
tanto furono le feste istituite dal de- spezialmente cou i con vili pubblici
monio, e chi bramasse conoscerle per e popolari , ed un onesto tratteni-
214 frÈS l'Es
mento, lo che s. Gregorio Nisseno giuochi equestri, non in onore di
commendò come hen praticato da Augusto, ma bensì perchè in tal
s. Gregorio Taumaturgo. E questa giorno era stato consagrato a Mar-
permissione a' novelli neofiti era te il di lui tempio; ma dissipato
conforme alla regola dell'apostolo che fu il gentilesimo, le allegrezze
s. Paolo data a' Corinti , I, e. 3. profane di quel giorno furono tras-
La stessa pratica prescrisse s. Gre- ferite in onor delle catene di s. Pie-
gorio I a s. Agostino, acciò la pra- tro, poiché in esso fu consagrata
InghiU
ticasse nella conversione dell' la chiesa col titolo de' medesimi
terra, permettendo a' nuovi conver- Vincoli sull'Esquilino. Ebbero i gcn-
titi di celebrare con allegrezza e tili il costume di far merca-
i loro
coi conviti le feste de' santi mar- ti e le fiere in occasione de' pub-
tiri e che nella dedicazione delle
,
blici concorsi di popoli forestieri a
chiese, o nel natale de' martiri, qualche solennità; perciò gli anti-
de' quali vi si ponevano le reliquie, chi cristiani lasciarono correre i
delle viti, ne passò 1' uso alle chie- Gli stessi motivi che hanno fat-
quando anche i primi fedeli alcun hanno vissuto nel luogo dov' esso
rito o cerimonia avessero ricevuto dimora, le cui azioni gli sono più
da' gentili , ninna deformità può note, le cui ceneri vede cogli oc-
esserne seguita dal convertirsi in o- chi propri , il cui sepolcro può fà-
splendore delle di lui virtù e mi- gorio IV dedicò a tutti i santi. Al-
racoli. A solennizzare le feste dei tri dicono che s. Gregorio III nel
confessori , dice il cardinal Bellar- 73 1 consagrò una cappella nella
mino, Controv. lib. I, C ap. 5, che chiesa di s. Pietro a tutti i santi ,
menico fra quelle di precetto. II i58i avea già decretato, che non
concilio di Trento non fece altro si deve celebrare una festa in un
che confermare l'uso antico, qualo- medesimo giorno in due chiese vi-
ra decise, che le feste comandate cine; ma la più inferiore dovrà
da un vescovo nella sua diocesi de- stabilire un altro giorno.
vono essere osservate da tutti, an- Non è vero che i vescovi abbia-
che da quelli che non sono suoi no a bella posta ordinato e mol-
sudditi. Sess. 25, e. 12. Però per tiplicate le feste; se ne aumentò il
il decreto emanato dalla congrega- numero non solo per la pietà lo-
zione de' riti agli 8 aprile 1628, cale dei popoli, ma anco pel biso-
i ancorché abbiano la fa-
vescovi, gno di riposo. Ne' tempi infelici
coltà Dejure communi, in e. I, dist. 3, della servitù feudale, il popolo non
De consecr., non possono più ag- lavorava per sé , ma pe' suoi pa-
giungere feste de' santi al Calen- droni, onde procurò di moltiplica-
dario (Vedi)) senza licenza della re i giorni di riposo. Questi era-
Sede apostolica. Anzi non possono no tanti momenti sottratti alla cru-
più. ordinare feste di precetto, ec- deltà ed all'estorsione dei nobili,
cetto una per ciascuna città o ca- alle devastazioni di una guerra in-
stello del santo protettore, ed un'al- testina e continua: le ostilità erano
tra per tutto regno o provincia,
il sospese nei giorni di festa ; e per
come decretò Urbano Vili nel 1642 questa stessa ragione si stabilì la
colla bolla che incomincia Univer- così detta tregua di Dio o del Si-
sa per oròem , colla quale ordinò gnore, della quale qui ci permette-
ai prelati, che non concedino fa- remo un cenno.
,,
a 18 FES FES
zione di s. Michele , la Natività di lungo tempo si occupò sulla con-
s. Giovanni Battista, i giorni de' ss. troversia già eccitata della diminu-
Pietro e Pàolo, di s. Andrea, di s. zione di queste feste di precetto
Giovanni evangelista, di s. Tommaso, da Urbano Vili prescritte. Avea
de' ss. Filippo e Giacomo, di s. Bar- egli composta e pubblicata una
tolomeo, di Sé Matteo, de' ss. Simo- Dissertazione, che si legge nella
ne e Giuda, di s. Mattia, de' ss. In- citata opera De
canon, lib. IV ,
nocenti, di s. Lorenzo, di s. Silve- par. II, cap. 16 della seconda e
stro, di s. Giuseppe, di s. Anna, di seguente edizione , nella quale si
tutti i santi, e di uno solamente esaminava alcuni modi di estingue-
de' ss. protettori principali de' re- re diverse di queste feste, le quali
gni, provincie, città e castelli , alle colla loro moltiplicità non ispira-
quali feste aggiunse di poi Clemen- vano ai cristiani, raen fervorosi de-
te XI, la festa della Concezione di gli antichi, tutta quella attenzione
Maria , colla costituzione Cominis- che dovrebbero avere per santifi-
si nobis de' 6 dicembre 1708 ,
carle degnamente, e nello stesso
Bull. Rom. tom. X, par. I, pag. 3 06. tempo toglievano il mezzo a' pove-
Pubblicata che fu la bolla di Ur- ri, che col loro sudore provvedono
bano Vili , molti vescovi doman- alla propria sussistenza, come i pa-
darono alla santa Sede, se le uni- dri del concilio diTarragona ave-
versità e comunità delle città e de- vano scritto ai 12 dicembre 1727
gli altri luoghi fossero tenute, non a Benedetto XIIF, implorando da
ostante tale costituzione, ad osser- lui rimedio a questi inconvenienti.
vare di precetto che quelle feste , La lettera dei padri, come la ri-
dalle medesime si erano per voto sposta di Benedetto XIII , sono ri-
nia volle fare questa riforma nella mattino del lunedì. Il concilio di
sua diocesi, ma i popoli si solle- Compiègne, tenuto Grego- sotto s.
santificazione delle feste, oltre quan- Le opere poi dalle quali fa d'uo-
to si è detto, si deve primieramen- po astenersi per santificare la do-
te rammentare i motivi per cui menica e le altre feste, sono le ope-
FES FES ili
re servili. Diconsi pure servili quelle stre interne disposizioni, a contem-
che si esercitano dai servi, dagli plare le opere dell' infinita carità
artigiani e dai mercenari, sia che di Dio cheha redenti, e a riem-
ci
ste mobili pag. 36, cap. IV, Della bottegai, cui è permesso spacciare
maniera di osservare le feste. Per le loro merci, e lavorare, per be-
santificare le feste tutti i fedeli che nigna tolleranza della Chiesa, pos-
hanno 1' uso della ragione sono ob- sino santificare le feste coll'assi^te-
bligati, sotto pena di peccato mor- re ai divini alcune ore del
uffici,
tale, di ascoltare la messa ne' gior- mattino ed altre del giorno deb-
ni di festa e di domenica: questo bono le botteghe chiudersi colla ,
terna; perciocché oltre alle grazie quali si dice tre volte l'antifona
e ai beni spirituali, che noi venia- del Magnificat. Questo uso di rad-
mo a trarre dai santi uffizi ,
pos- doppiare o triplicare le antifone
siamo anche impiegare la maggior può dirsi quasi perduto a' nostri
parte di questo santo tempo che giorni.Festa mobile è una festa
ci rimane a raccoglierci nella soli- che non cade sempre nel medesi-
tudine, a rientrare nel fóndo del mo giorno del mese, come la fe-
nostro cuore, a disaminare le no- sta di Pasqua , e le altre che ne
-
astenersi dalle opere servili, di a- volume IX, pag. i49 e seg. del
scollare la s. messa , e di santifi- Dizionario. Il regnante Pontefice
carie; e feste levale o di divozio- Gregorio XVI dal i84> ha inco-
ile quelle soppresse da Pio VI, e minciato ad intervenire nel secon-
da altri Pontefici, nelle quali però do giorno di detta ottava, al pon-
Ia Chiesa continua a celebrarne l'uf- tificale che si celebra nella basili-
monaci dal digiuno, siccome anche rire, avendo così decretato la con-
ziaudio alle ottave e giorni nata- stiani, ed anche molti degli odier-
lizi de' santi, clie de praecepto si ni, s' imposero i nomi delle stesse
trario, occorrendo 1' uffizio proprio lume XXI, pag. 3o2 del Diziona-
semidoppio dell'ordine in uno stes- rio , in cui eleggevasi un re della,
so giorno coli' uffizio doppio ad li- fava, in occasione della festa del-
bitum, non è permesso di trasferire l'Epifania.La festa degli asini o
quello dell'ordine per quello che è giumenti, cerimonia che sembrando
doppio ad libitum, siccome prescris- formata di giudei e di gentili si
Sede di recitare tali uffizi ad libi- profeti dell' antico Testamento che
tum, e in allora i detti uffizi non avevano predetto la nascita del
si comprendono tra gli altri pure Messia. Ciascuno di essi recitava
ad libitum , che non si debbono una profezia che riguardava il Mes-
trasferire. Altre erudizioni sulle fe- sia e perchè fra di loro compari-
;
nere tra Je braccia i\n bellissimo l)u Cauge, in Thiers nel suo Trat-
bambino. In questo stato la fan- tato de' giuochi , nel tomo 1 della
ciulla seguita dal vescovo e dal Storia di Bretagna a pag. 586, e
clero recavasi in processione dalla per non dire di altri in Tillot, che
chiesa cattedrale di Beauvais alla nel passato secolo scrisse un erudito
parrocchia di s. Stefano. Entrava opuscolo sulla festa dei pazzi, che
col suo asino nel santuario, ed ivi in Italia era poco conosciuta, ben-
collocavasi a lato del vangelo. Co- ché alcune leste somiglianti si cele-
minciava quindi la messa, e tutto brassero, non però dagli ecclesiasti-
quello che il coro cantava termi- , ci, ne'giorni di Carnevale (Vedi).
nava con una imitazione studiata Un ramo della festa de'pazzi sem-
della voce dell'asino. La prosa che bra che sia stata quella che cele-
si cantava era metà latina, metà bravasi nel dì degli Innocenti, un a-
francese, e tutta versava su le lodi vanzo della quale se ne ravvisò in
dellebuone qualità dell' asino. La Francia, ove in alcune cattedrali si
medesima festa con altrettanta pom- soleva fare officiare in quel giorno
pa, e con maggior indecenza si ce- i fanciulli del coro. Celebravasi la
lebrava nella chiesa di Anturi. V . il festa degli Innocenti eziandio in
])u Cange nel suo Glossario latino, qualche monastero della Provenza,
ed il Bergier, ove ali articolo Festa presso a poco come le dette feste
de giumenti il suo annotatore ce ne de'pazzi delle cattedrali e delle
dà la descrizione. collegiate. Ne hanno trattato il
primo giorno dell' anno, per cui si quali cercando sollievo ne' giorni
chiamò pure la festa delle, calta- festivi, pe' motivi che accennam-
de. Fra le stravaganze usitate in mo , e non avendo altro sollie-
tro feudi del popolo romano in- eravi differenza, giacché il benefi-
nanzi al suo rispettivo magistrato, zio non aveva annessa la fedeltà e
L'ultimo esempio dell'esecuzione l'omaggio, o verun altro diritto
della sentenza capitale eseguita in feudale, ma neppure era esso ere-
un feudo dello stato pontificio è ditario; né va taciuto che alla fi-
dei 1772 nel pontificato di Clemen- ne molli benefizi furono eretti in
te XIV. Nel numero 8344 del Dia- feudi e dare in beneficiutn signi-
,
Origine dei feudi, ed erudizioni quelli che già erano divenuti ere-
che li riguardano. ditari mentre coloro che li pos-
,
2 3o FEU FEU
in cui accaddero queste mutazioni possedimento di un feudo diventò
Passarono i feudi prima ai soli fi- una prova di nobiltà; ma la ne-
gli maschi, poscia ai collaterali, in cessità a cui trovaronsi ridotti i
diati o i feudi secondari, che i fran- stavano quindi il loro omaggio col
cesi nominarono arriere-fiefs. Que- pagare un tributo di cera o simili
ste concessioni però facevansi sem- alle chiese; poteva il vescovo con-
pre coll'obbligo imposto del servi- cedere ad altri i feudi restituiti al-
gio militare, e per questo si osser- la Chiesa, ma non poteva stabilir-
va, che quando ne' secoli antichi i ne de' nuovi, dare cioè a titolo di
signori o primi feudatari guerreg-
i feudo altri fondi del vescovato.
giavano a vicenda gli uni cogli al- L'origine de'feudi in Inghilterra
tri, i loro vassalli erano tenuti a si riferisce ad Alessandro Severo,
seguirli ed a condurre seco loro
, come quello che fece alzare una
que' vassalli secondari o i loro su- muraglia dov'è al presente Cumber-
balterni. Dopo l'incremento straor- land, per impedire le scorrerie dei
dinario de' feudi ed il compiuto pitti; ma qualche tempo dopo a-
VÌA' FEU 23
diucs cou condizione che
et milites, di feudo s' incominciò adoperare
servissero anche i loro eredi, e che quattro secoli dopo che essi già esi-
in Italia di concedere con questo ti- proporzione del grado loro usu-
tolo le castella, le marche, e du- i fruttuavano qualche feudo, come
cati. Il Borgia nella sua Breve i- consta da una memoria del mede-
storia del dominio temporale del- simo Muratori pubblicata colle stam-
la Sede apostolica , tratta come pe. Che un egual costume si os-
il regno delle due Sicilie è un ve- servasse nella corte della rinoma-
ro feudo di essa. Pei feudi della ta contessa Matilde, si può appren-
santa Sede, V. Stati tributari della dere dal suo testamento riferito
Sede apostolica. Cos'i all'esempio dal p. Bacchiai nella Storia del
dei re, anche i duchi, marchesi, monistero di Poltrone. Ma sopra
conti, vescovi, abbati si procaccia- gli altri in questa magnificenza si
vano dei vassalli col dare ad essi distinsero una volta i patriarchi di
in feudo terre e castella : Homo Aquileia, siccome prelati e princi-
e miles alicttjus, significava lo stes- pi che dopo il romano Pontefice
s
riali: fra gli ultimi, tutti spettan- temporale della santa Sede parla ,
suo Programma de feudo cam- tori poi che trattarono dei feudi
panario, Gottingae 1755, et in ejus noteremo i seguenti. Hotmanni ,
2 34 FEV FEV
Jo. Andreac Georgii, Repetitiones sull'epistole di s. Paolo, e sull'epi-
fondale» consil. Schilteri, Institu- stole canoniche ; 4-° una Disserta-
tiones furi* feudalis cura Heinecii zione sopra le tre Maddalene, in
animad., Berolini 1 74 2 - Osserva- cui si pose a dimostrare che Ma-
zioni e dissertazioni varie sopra ria Maddalena, di cui si parla nel
il diritto feudale, concernenti l'i- capitolo ottavo di s. Luca , e la
i53G, ove la regina Margherita di per suo vicario maggiore, ove spic-
]Va varrà aveagli dato asilo contro i cò a meraviglia il suo zelo , pru-
suoi nemici, i quali lo ritenevano denza e dottrina. Mori in grande
fautore delle novità di Lutero. Ma- estimazione di uomo dotto e pio
crin amico pubblicò la sua
suo a Parigi 17 16. Abbiamo di
nel
biografia dopo morto, ove Io di- lui 1.0 Nuova conferenza con un
:
pinge come un uomo che aveva ministro circa le cause della sepa-
reso omaggio alla religione catto- razione dei protestanti j 2.0 Raccol-
morendo
lica, coli' invocazione del ta di quanto fu fatto prò e con-
nome di Gesù Cristo, e tranquilla- tra i protestanti in Francia j 3.o
mente. Hubert, autore forse chime- Istruzione per confermare i nuovi
logi cattolici che essa credeva aver Anligiornale delle assemblee di Sor-
errato in molti punti, e che per bonaj 6.0 Accordo delle apparenti
questo erano giustamente sospetti. contraddizioni della sagra Scrittu-
Francesco I lo diede a precettore ra; 7. Intrattenimenti a" Eudosso
del suo terzogenito Carlo, morto e d' Eucaristo suW arianesimo, e
duca d'Orleans. Le principali sue sulla storia degH iconoclasti j 8.0
opere sono: 1 .0 un Salterio a cinque Motivi invincibili per convincere
colonne; 2.0 una versione francese quelli della religione pretesa rifor-
della Bibbia ; 3.o alcuni Commen- mata j 9.0 alcuni scritti a favore
tari latini sui salmi , sui vangeli de' Molivi invincibili contro Amai-
F A
I FI A i33
do , il quale s'era opposto a molti parte meridionale de' Paesi-Bassi, la
passi di quelli, ec ec quale potrebbesi dividere, secondo
FIACR10 (s.). Irlandese d'illu- le lingue che ivi si parlano, in
Bassi, ora del regno Belgico o nel i5o6. Ebbe successore nel g'>-
1 ,
236 FI A FIA
verno della Fiandra e dei Paesi- Filippo . l482
Bassi, ii suo figlio primogenito Carlo V. i5o6
Cario, che fu in seguito re di Spa-
gna ed imperatore col nome di La Fiandra verso il princi-
Carlo V. Da questa epoca la Fian- pio del secolo XV III era divi-
dra coi Paesi Bassi fece parte del- sa in tre parti, cioè in Fian-
la monarchia spagnuola fino alla dra francese, in Fiandra austriaca
pace di Utrecht nel 1 7 1
3, quin- od imperiale, e in Fiandra olan-
di passò sotto il dominio del ramo dese: la prima formò nel 1790 il
austriaco di Germania, eccettuata dipartimento del Nord, e le due
Ja Olanda, o le selle provi ncie li- altre conquistate pochi anni dopo
nde, che nel i5j<) si governarono dai francesi , furono ripartite nel
in repuhblica. 179T, fra i dipartimenti della Lys
e della Schelda che formarono ,
d'oro. La Fiandra francese poi di- Pietro abitava presso la chiesi .li
come altri vogliono nel iiq8. beni immobili della qualità e na-
F1DECOMMESSO, o FIDE- tura di quelli sui quali è lecito
COMMISSO Fideieommissum ) ( di contrarre ed inscrivere la ipo-
Chiamasi tuttociò che è affidato teca, sia che esistano in patrimo-
all'altrui fede. Il fìdecommesso è li- nio, sia debbano acquistarsi
che
na donazione obliqua ed indiretta, per tale anche dopo la
effetto ,
portò nel palazzo papale, ed una poco più tardi, e la sua morte è
fu data alla chiesa d'Araceli, che notata ai 16 di maggio nei mar-
poi si ruppe. Quando Pio li nel tirologi che portano il nome di s.
Troyes. Ammesso nel numero dei molti, da molte bande in alcun luo-
discepoli di questo santo, fece ra- go, per vendere o comperare con
fiere nei giorni festivi, od almeno leggi e misure de' cardinali camer-
di prescrivere la chiusura delle lenghi di s. Chiesa, e lo zelo ed
botteghe prima di pranzo e qual- intelligenza de' prelati tesorieri in
che tempo dopo, nelle ore cioè secondarle, non lasciarono di pen-
in cui celebratisi i divini uffici. sare, che il pubblico ed il com-
11 Muratori parla delle fiere ch'e- mercio avessero un facile esito delle
rano in uso ancora nei secoli bar- industrie nazionali, e stabilirono
barici , nella XXX delle Disser- perciò nello stato pontifìcio de'luo-
tazioni sopra le antichità italia- ghi centrali, dove in diversi tem-
ne. Discorrendo dunque de' mercati pi dell'anno colla celebrazione di
e della mercatura de'secoli rozzi, una fiera potessero avere un pron-
dice rapporto alle Nundine o Fiere to e sicuro smercio, somministran-
o mercati più. solenni stabiliti da- do cosi il comodo a quelle popo-
gli antichi in uno o più giorni lazioni, che lontane dalla capitale
fissi dell'anno, che seguitò tal nome e pur talvolta dalle città provin-
FIE FIE *45
ciali dello stato, non possono con bralissima di Senigallia o Sinigaglia,
alcuno commerciare direttamente, delle quali tutte eruditamente ne trat-
e che si affaticano nell' anno alla ta il lodato Monti, che fu per molti
coltura de'campi, alle piccole bas- anni direttore generale delle fiere
se manifatture, per venderle e con- dello stato pontificio, nel citato o-
cambiarle con altri generi, anche puscolo ove discorre della utilità
di estera provenienza, di loro uso delle medesime, dei privilegi ad
e bisogno, ciò che non avrebbero esseindividualmente accordati dai
potuto ottenere senza grave loro sommi Pontefici, del giorno e du-
dispendio ed incomodo , se perso- rata della loro celebrazione ec. Ne
nalmente, o per mezzo de' loro a- va taciuto che due altre fiere an-
genti avessero dovuto vendere od cora di qualche considerazione in
acquistare. /''.Dogane pontificie. addietro si facevano a Recanati,
Tali viste ebbero quasi tutti i e a Farfa; ma nella prima, per-
sovrani d'Italia e d'Europa, che chè cadendo in gennaio, tempo as-
ammisero e protessero nei loro sai rigido in quel luogo, spesso ri-
to di rigore de' loro diritti, veniva- re delle città e luoghi dello sta-
no più compensati dall'accrescimen- to ecclesiastico sono indicate a'ri-
to del commercio, del consumo, e spettivi luoghi, dal eh. Castellano
che avrebbero veduto in breve nel suo Specchio geografico, o sia
tempo molte loro città arricchite, lo stato pontificio, e dal eh. Calin-
ingrandite ed abbellite colla con- dri, nel Saggio statistico storico del
cessione delle fiere e mercati pri- pontificio stato. Delle leggi poi ge-
vilegiati. I mercati che in gran nu- nerali e parziali , regolamenti e
mero sotto nome di fiera sono nel- provvidenze sulle fiere de'dominii
l'anno fissati, nelle circostanze me- della santa Sede, massime della
morate, in moltissime città e luo- fiera di Sinigaglia {Vedi) s se ne
ghi dello stato ecclesiastico, della ha una raccolta in quella delle
brevissima durata di un giorno o Leggi e disposizioni di pubblica
due, nei quali il maggior commer- amministrazione , riportandosi al
cio è di bestiami, colla riunione voi. II, pag. 61 del i834, la
di pochi mereiai vaganti, non go- riattivazione, trasferimenti , limita-
dono che la sola esenzione dei da- zioni e nuove concessioni di fiere
zi comunitativi, e non presentano nei diversi comuni dello stato pa-
alcun soggetto di special menzio- pale, concesse dal cardinal camer-
ne. Interessanti notizie però ci lengo, coli 'approvazione del Ponte-
porgono le altre, che franche, o fice. Monsignor Paolo Vergani com-
col privilegio dell' assegna si cele- pilò il libro intitolato: Della im-
brano in Ascoli, in Cesena, in portanza, e dei pregi del nuovo
Faenza, in Fermo, in Lugo, in Ra- sistema di finanza dello stalo pon-
venna, in Viterbo, e quella cele- tificio, Roma i8i4; ed ileav. Gioac-
246 F E I i i E
chino Mouli, Manuale di legge Federico I della contea di
Lavagna,
organica ossia istruzione ad uso avevano ceduto la medesima, ritenen-
degli impiegali delle dogane dello done il titolo, ed ebbero in ricompen-
stato ecclesiastico, Roma i832. Nel- sa annuo pecuniario censo, franchi-
le annuali Notizie di Roma, per gia perpetua , ed altri privilegi e
ordine alfabetico sono riportate le prerogative. I Fieschi furono inol-
fiere principali dello stato ponti- tre vicari perpetui dell'imperio, per
ficio. concessione di Guglielmo di Bavie-
FIESCHI. Famiglia nobilissima ra conte di Olanda e re de' roma-
ed antichissima una delle quattri»
, ni nel 1249, insieme al privilegio
principali di Genova. Essa discende di battere moneta il Vettori nel :
secondo alcuni dalla casa ducale di suo Fiorino d'oro illustralo, a pag.
Borgogna , la quale ebbe per ceppo 261 e 263 riporta le notizie del-
la reale di Francia. Altri con Paolo le monete intagliate di Lodovico e
Panza, che scrisse la vita d'Inno- Luca Fieschi , conti di Lavagna ,
cenzo IV, vogliono che tre principi coli' incisioni di due monete, ove
della sovrana casa di Baviera passa- da un lato si veggono i loro ri-
ti cominciamen-
fossero in Italia nel tratti col nome in giro, e nel ro-
to del secolo XI, e che avendo avu- vescio Leone martire sedente e
s.
famiglia degli Obizi, ed il terzo no- miero della famiglia Fiesca, dice
mato Roboaldo rimase in Italia, vi che ammettendosi l' origine stabile
si stabilì, e comprò dai genovesi la de' cognomi ed arme gentilizie dal-
contea di Lavagna negli Apennini, l' imperatore Federico I, secondo
ricca di miniere di lavagna nera, il parere di alcuni, quel principe
donde ne trasse il nome. Roboaldo per conoscere meglio e segnalare i
inoltre acquistò altri stati in nume- propri seguaci e fautori, dagli al-
ro di centoquindici fra terre e ca- tri a lui contrari, concesse le im-
stella, e con molto coraggio e va- prese gentilizie ereditarie, restando
lore servi nel 1 060 i genovesi contro loro ereditario anche il cognome ac-
i pisani, e nel 1068 comandando an- cidentale che per lo più era per-
cora le loro truppe in qualità di ge- sonale, o preso dalle terre che si
nerale, ebbe da essi particolari privi- possedevano, ec. L' imperatore a-
legi, ad altri giammai per l'addietro vendo conceduto gli stemmi con va-
concessi. Per molti secoli i signori dei ri colori o corpi d'animali, secon-
Fieschi furono non meno conti sovra- do le divise e beneplacito che cre-
ni di Lavagna, che signori di molti deva accordare. In tal modo quelli
altri feudi in Italia, mentre nel 1276 che non seguivano la parte impe-
Nicolò Fieschi vendè alla repubbli- riale furono in certo modo obbli-
ca di Genova cinquantuno tra ter- gati ad adottare insegne stabili e
re e castella. Già sino dal 1 198 i colori diversi per farsi conoscere
Fieschi, che quarant'anni prima e- per guelfi seguaci del Papa, usan-
rano stati investiti dall' imperatore do l'aquila rossa principalmente,
,
FIE FJ li 247
mentre gì' imperiali o ghibellini viva il gatto, alludendo al cimiero
usavano per istemma l'aquila ne- loro, nel quale si legge il motto :
verso, che in tal modo rivolse per preminenza di sedere il maggior na-
la ribellione dell' imperatore Fede- to sopra gli anziani di Genova ap-
rico II, Innocenzo IV di
contro presso il doge, per decreto di quel
loro famiglia, essendo le tre sbar- senato emanato nel i438. Antonio
re concesse da Federico I azzurre Fiesco figlio di Benedetto ebbe dal-
in argento, come colori a lui assai l' imperatore Carlo IV, insieme ai
grati. Fu in questa circostanza che suoi fratelli, il privilegio di creare
po della fazione guelfa, e forse l'o- vrane di primo rango, come colle
rigine delnome guelfo, ed il dra- famiglie di Savoia, di Este, di Mon-
gone fu preso particolarmente dai ferrato, Visconti, Gonzaga, Corsini,
Pontefici pei loro seguaci, a diffe- ed altre: un ramo di questa fami-
renza dell'aquila imperiale. Si os- glia è quella dei Ravaschieri. Eb-
serva inoltre dal Federici che in
, be due Pontefici romani, molti car-
occasione di vittorie o acclamazio- dinali di santa Chiesa, più di quat-
ni popolari pei Fieschi, si diceva trocentosei tra arcivescovi, vescovi
, ,
figlio di Gio. Luigi il Grande, ve- lungo tempo appartiene ai conti Fie-
scovo di Mondovi e prelato di gran schi di Lavagna) contro Doria, fu i
del marito, che terminò santamente in mare; le armi pesanti, delle qua-
i suoi giorni nel i534- S.Caterina li era coperto, andare il fecero im-
lasciòdue libri di Dialoghi che di- mediatamente a fondo, senza che i
mostrano il suo ardente amore ver- compagni se ne avvedessero, e restò
so Dio. morto. Mancando i congiurati di
In progresso di tempo i potenti direzione e di guida, si raffredda-
%5q F1E FI E
rono, restarono perplessi, e nel far- Acceso sempre di ardore guelfo,
si giorno si ritirarono a Montobbio e intrepido sostenitore dell'onore e
per trattare col senato, il quale in- degli interessi della Sede apostoli-
vece li imprigionò, e molti fece mo- ca, mal solfriva che Andrea Doria
rire con differenti supplizi. Il palaz- fosse entrato in odiose gare anche
zo del Fi eschi fu spianato, e la sua personali col Pontefice Paolo HI,
famiglia bandita da Genova sino al- e che in fine per vendicare le
schi donò alla santa Sede il prin- frontare il tiranno ^Manfredi, che
cipato di Masserano, ed il marche- volea usurparsi il possesso. In que-
mo al manco lato della porta mag- pei quali tutti vi una pin-
stabilì
254 l^ 1 ^ FIE
a'3o maggio da Alessandro VI, di sempre il linguaggio della verità
essere dichiarato cardinale dell'or- anche alla presenza de' grandi, sen-
dine de'preti, con il titolo cardi- za timore di sorta ; e dove si trat-
nalizio di santa Prisca. Alessandro tava di difendere qualche innocen-
VI accordandogli questa eminente te oppresso, egli non da vasi quiete
dignità , lo stabilì eziandio legato fino che la causa giusta non avesse
presso di Francesco I e della re- appagati i suoi diritti . Sì dice an-
pubblica di Genova. Non deve ta- cora, che si opponesse alla elezione
cersi che il Federici dichiara che di Giulio vedea trop-
II, perchè lo
questo cardinale ebbe il titolo di po Spiegò poi
inclinato alla guerra.
s. Nicolò tra le Immagini. Ebbe molto zelo ancora nel regime spi-
in seguito da Giulio II l' abbazia rituale delle sue chiese, ed anzi in
di Grandemont coli' arcivescova- Frejus avea celebrato un sinodo per
do di Ambrun ; e nell'anno i5i6, la riforma dell'ecclesiastica discipli-
da Leone X, il governo della chie- na. Le di lui spoglie mortali fu-
sa di Umbriatico, nel regno di Na- ron deposte in Roma nella chiesa
poli; ma dopo averla ritenuta per di s. Maria del Popolo.
pochi giorni , la rinunziò con re- FIESCHI Lorenzo Cardinale. ,
gresso giusta l' abuso di quei tem- Lorenzo Fieschi, della nobilissima
pi. Allora fu eletto arcivescovo di famiglia di Genova ebbe i natali ,
FI E F E I 1 *)
T
delle dodici etrusche. Le sue mu- portò sulla cima del e ad monte,
ra, come si può da pochi
rilevare essa sostituì monaci benedettini,
i
chiesa e il monistcro coli' opera del dre della patria, seconda pel fi-
la
et cum refecti fuerint, laudes Deo marito, avuti d'altra moglie, o del-
reftrant. La cura delle anime del- la moglie d'altro marito. Figli di
la parrocchia spetta
al capitolo che famiglia sono quelli che vivono
la disimpeguare da un curato
fa ancora sotto la paterna potestà. Fi-
amovibile; non ha fonte battesi- gli emancipati sono quelli che più
filius adoplivusj Pipinus filium a- e per difensore del suo stato. Nel-
doplat Paulus I; Pipinus filius a- l'anno 891 Papa Stefano V det-
doptivus Stephani III, ec. Dei prin- to VI coronò imperatore Guido
cipi franchi adottati dai sommi Pon- duca di Spoleto, suo figlio adotti-
tefici per parla pure
figli, se ne vo. Scrivendo il Papa s. Felice II
Francia [Vedi). Ecco il
all'articolo detto III del /±83 all'imperatore
cerimoniale e il rito che si usava d'oriente Zenone, fu il primo Pon-
dai Papi nell'adottate per figli lo- tefice a chiamar l'imperatore col
ro, e della romana Chiesa gì' im- titolo di Figliuolo. E noto che i
de' da cui dipendono, o delle case carne reale non una carne im-
e
religiose ove fecero professione di maginaria ed apparente, che egli
loro vocazione. Sulle aggregazioni era veramente nato, morto e ri-
delle Arciconfraternite è a vedersi suscitato, e che aveva egli soffer-
quell'articolo, non che Confrater- to non solamente iu apparenza, ma
nite. anche in realtà. Inoltre figlio del-
FIGLIUOLO DI DIO. Il Verbo l'uomo significa molte volte l'uo-
di Dio, la seconda persona della mo semplicemente; e cosi nel plu-
ss. Trinità, Gesù Cristo redentore rale figli degli uomini sono me- i
nostro. Figli di Dio significano gli desimi uomini. Talvolta però sot-
angeli, in un senso meno proprio, to questa denominazione s'intendo-
e più esteso, perchè sono essi sem- no gli empi ed i peccatori, e ciò
pre in cielo vicino a Dio, non al- in opposizione a coloro che nella
trimenti che i fanciulli presso il sagra Scrittura chiamansi figli di
loro padre. Figli di Dio si dicono Dio.
anche gli eletti ed i beati, perchè FILACE. Sede vescovile della
essi sono considerati, amati, e trat- Bizacena, nell'Africa occidentale, sot-
tati da Dio come suoi propri figli. to la metropoli d'Adraraito.
Per figli di Dio pure s'intendono i FILADELFIA , o ALLAH-
2 64 FIL FIL
SHEHR o Città di Dio. Città ar- gnità sino dal nono secolo. Essa
civescovile dell'Asia nella Natòlia, ottenne anche tutti i diritti me-
sul declivio di tre o quattro colli- tropolitani della chiesa di Sardi,
ne a piede del monte Tmolus, ove dopo la distruzione di questa città
si gode una bellissima veduta per fatta da Tamerlano re dei tartari
Ju pianura più bassa. È città con- nel secolo XV. Il metropolitano di
siderabile della Lidia, anzi antica- Filadelfia aveva la sua residenza
mente era la seconda di questa pro- in Venezia, sul finire del seco-
vincia, ed è tuttora considerabile lo XV, e nel XVII, ma dipoi
minore, per es-
fra quelle dell'Asia stabilì la sua sede in Costanti-
sere molto commerciante: le mu- nopoli. Tuttavolta i greci vi han-
ra rovinose die la circondano at- no un vescovo ed alcune chiese,
testano sua passata importanza.
la essendo la principale quella dedi-
Fiorì anche sotto l'impero de'gre- cata alla Beata Vergine. primo
Il
ci, e più d'ogni altra città dell'A- vescovo di Filadelfia fu Lucio or-
sia minore resistette ai turchi, ai dinato da s. Paolo, il quale ne fa
quali poi si sottomise a vantaggio- menzione neh" epistola ai romani
se condizioni, e senza meritarlo cap. 16, v. ai; tra i successori
gli diedero il nome di bella città. di Lucio vanno rammentati: Miche-
Abbiamo dal Rinaldi all'anno 353, 1 le, che fu metropolitano di Fila-
seppe Carew, quindi gli conferì que- fu compresa. Il Terzi nella Siria
sto titolo di Filadelfia, e col me- sagra, pag. aggiunge che fu
109,
desimo a' 16 novembre 1840 lo pur chiamata Astarle., e che venne
Inalato al vicariato apostolico di ritenuta per la seconda città della
Calcutta. Siria, ed un tempo era assai mu-
FILADELFIA. Sede episcopale nita. Nell'anno 242 vi fu tenuto
2 G6 FIL FIL
la costruzione di Harrisburgo. Que- famoso Washington. Meravigliosa è
sta bellissima città ebbe nome Fi- la macchina idraulica chiamata wa-
ladelfia, che significa amicizia fra- terworks, colla quale dallo Schuyl-
terna, dal famoso Guglielmo Penn, kill si trae l'acqua occorrente agli
il fondatore della repubblica Pen- usi di questa popolosa
città: da
silvana, che la costruì nel i683 una gran vasca presso il fiume, le
su quell' area istessa , nella quale acque passano per mezzo di una
egli sottoun antico albero di ro- tromba in ampio acquedotto late-
vere radunò i selvaggi indiani rizio, che percorre un miglio, e le
per trattar con essi dell' acquisto, guida al più elevato punto centra-
ossia divisione delle terre; memo- le, giacché agisce la macchina col-
tri beni agognava che a quelli del mente contro il maligno spirito.
cielo. Niente accordava egli alle in- Questa superstizione degli ebrei non
clinazioni della natura, tanto stac- di rado fu rinnovata da alcuni cri-
cato era da sé stesso. Tutte le sue stiani, i quali hanno immaginato, che
reudite erano spese a sollievo dei certe parole scritte sulla pergamena,
poveri, né assisteva soltanto quelli ovvero sopra un
incise sulle medaglie,
che trovavansi ridotti ad estrema pezzo di qualunque, pos-
metallo
indigenza., ma soccorreva eziandio sano essere un preservativo od un
quelli che aveano sofferto ne' loro rimedio contro le malattie, o l'al-
affari sconci rovinosi. S. Filastrio tro- trui malignità. I padri della Chiesa
vossi al concilio di Aquileia nell'anno ed i vescovi nei concili, hanno più
38 1 , e morì, credesi, nel 388. La- volte condannato questo abuso. Tal-
sciò un Catalogo delle eresie, che volta la parola iilatteria significò
fu più volte stampato, e che tro- un reliquiario, come trovasi in Gio-
vasi in tutte le biblioteche dei pa- vanni diacono: Phylacteria tenui
dri, da composto per premunire
lui argento fabricala, vilique panno de
il suo gregge da ogni pericolo in collo suspensa. Dei {datteri ne par-
materia di lede, ed alcuni hanno lammo pure nel volume XVIII,
preteso che egli avesse composto il pag. 249 del Dizionario, ove pur
simbolo che dicesi di s. Atanasio. dicemmo, che fìlatterio si chiamò
S. Gaudenzio che fu suo discepolo anche la croce pettorale de' vescovi,
gli successe nella sede di Brescia, che con reliquie portano appesa al
e celebrò ogni anno la festa del suo collo. San Girolamo chiama Pietà-
santo maestro, assegnata ai 18 di ciola certe tavolette, sulle quali ve-
luglio, recitandone il panegirico. nivano registrate le cose notabili,
FILATTERIE, o FILATELIE. forse a somiglianza delle tavolette
Termine derivante dal greco , che orientali, che solevano impiastrare
significa guardie o preservativi, cu- di gesso , e poscia scrivervi sopra ,
re s. Paolo, che fece di lui un de- quel prelato credendo alle loro ac-
gno cooperatore del vangelo. Le cuse lo fece porre in prigione. Po-
costituzioni apostoliche fanno s. Fi- co dopo, riconosciuta la sua inno-
lemone vescovo di Colossi ; ma i cenza, fu posto in libertà, ed egli
calendari greci dicono ch'egli fu ritirossi nella diocesi di Poitiers
apostolo e primo vescovo di Gaza dove fondò il monistero di Noir-
in Palestina. Di là ritornò a Co- moutier e il priorato di Quincey.
lossidove soffri il martirio. Il suo Per le preghiere di s. Audoeno, che
nome è marcato ne' martirologi, in gli restituì l'antica amicizia, ritornò
un a quello di s. Appia, a' 22 di a Jumiège nel 681, ove avrebbe
novembre. potuto terminare in pace suoi gior- i
data da s. Audoeno, per gli esem- grande disprezzo del mondo e delle
pi ed i consigli del quale s' era sue vanità , che risolse di separar-
staccato dal mondo. Successo poi sene interamente. Superate le diffi-
a s. Agilo nel governo di quel mo- coltà che la sua famiglia opponeva
nistero, lo lasciò per l'indocilità di alla di lei vocazione, ritirossi sopra il
nanza del mare Egeo, nella parte suoi compagni partì per Amfìpoli
orientale della pianura del suo no- per Apollonia e per Tessalonica. ,
me, presso al golfo della Contessa. Con qual fermezza e costanza abbia-
Il suo primo nome fu Crenides no poi perseverato nella fede i filip-
quistata dai romani, che vi de- fica ancora più ardente zelo per
il
dussero una colonia; indi diven- la loro salute ; si consola del loro
l'impero. Di questa città più non guazio, e tutte le altre del mede-
rimane che un miserabile villaggio, simo santo che potesse egli avere.
vedeudovisi però ancora gli avanzi Veggasi il Rinaldi all' anno 5g,
VOL. XXIV. 18
,
dell' Indie, ove formano un consi- delle Filippine e de' suoi missio-
derabile e bello arcipelago, situato nari e sedi vescovili, narrando che
fra le Molucche, le Filippine anti- il p. Antonino Ventimiglia teatino,
che, e le Marianne, così dagli spa- nel secolo XVII vi s'introdusse con
gnuoli chiamate, in memoria della ubertoso frutto.
Joro regina Maria Anna. E qui no- FILIPPINE, Monache oliate. In
teremo che le isole Marianne dette Roma vi è un monistero di reli-
pure dei Ladroni, furono così chia- giose chiamate Filippine, perchè vi-
mate quando le discoperse il Magel- vono sotto il patrocinio di s. Filip-
lano, per significar l' inclinazione di po Neri fondatore de' preti della
quelle genti. Nel secolo XVII era congregazione dell'oratorio, chia-
riuscito al p. Serafino Vittores ge- mati volgarmente Filippini [Fedi),
suita di stabilirvi una missione che scelto da esse per loro protettore.
divenne fiorente ; ma fu poi mar- Ebbero origine da un buon cristia-
tirizzato con due compagni , onde no nominato Rutilio Brandi guan-
gli altri se ne partirono. Le Fi- taio, il quale da Siena sua patria
lippine nuove, o isole di Pallos, fu- essendosi stabilito in Roma, quivi
rono scoperte nel principio dello ebbe la ventura di porsi sotto la
scorso secolo dagli insulari non lon- direzione di s. Filippo, ed imbe-
tani, imbarcatisi per ripatriare, e verato del suo spirito, dopo la beala
spinti dalla forza del vento alla morte di lui si applicò a porre sulla
punta dell'isola di Samar, una delle retta via la gioventù traviata, ed a
più orientali delle Filippine. Se ne mantenere in essa que'che la batte-
contano secondo alcuni ottantaset- vano. Insieme al suo amico Antonio
te, comprese tra la linea ed il tro- Vela di Vicenza, Rutilio incominciò
pico di Cancro, estremamente po- ad istruire nella pietà i giovanetti
polate, ma di un difficilissimo ap- bisognosi di educazione, che radu-
prodo a cagione del violento flus- navano in ogni giorno ad ore de-
so e riflusso che vi diflìculta la na- terminate. Vedendo il buon Ruti-
vigazione. Altri non ne contano che lio, che poco era il frutto che rac-
trentadue, fra le quali tre sole non coglieva, se ne afflisse, e caldamen-
sono popolate. Gli abitanti per l'e- te raccomandossi a s. Filippo, che
stremo calore che vi domina van- in una visione gli fece conoscere,
no quasi affatto nudi. Ogni isola che dovea lasciar cura dei gio-la
ubbidisce al suo capo, eh' è sogget- vanetti, e in vece intraprender
to ad un sovrano di tu Ite, che se- quella delle fanciulle. Manifestò Ru-
condo alcuni abita nell' isola di Fe- tilio la visione al Vela, e nel 1620
lli o Fayo, che altri chiamano la avendo scelto alcune donzelle pò-
,
ora è sotto il suo nome, ed è l'u- Nella detta casa le fanciulle es-
nica che in Roma è a lui solo sa- sendo cresciute di numero, furono
gra. 11 quadro del santo titolare è trasferite colla direttrice in altra
una copia di quello di Guido Re- abitazione chiamata de' Massaini
ni ; il s. Trofìmo lo dipinse Filip- posta sopra la chiavica presso la
po Zucchetti in atto di sanare i chiesa di santa Lucia della chia-
podagrosi ed il ss. Crocefisso in
: vica, nello stesso rione della Re-
rilievo è lavoro de' bassi tempi ,
gola. Da
qui passarono ad abi-
trasportato in questa chiesa dalle tare in una casa contigua al pa-
sagre grotte vaticane. Nell'oratorio lazzo Incoronati, pure nel medesi-
il Salvatore impiagato, sostenuto mo rione, lascialo loro per testa-
da un angelo si attribuisce a Fe- mento da Francesco Radice, ed a
derico Zuccari. Ai 26 maggio vi cui fu poi dato il nome di con-
si celebra la festa del santo titola- servatorio, destinandosi alcune zi-
re Filippo Neri, ed ai 27 gennaio telle più anziane in aiuto della di-
quella di s. Severo fanciullo mar- rettrice per la direzione della casa.
tire, il di cui corpo ivi si venera. Volendosi assegnare alle regolatri-
AI presente questa chiesa è in cura ci un abito che le distinguesse, ri-
dei medesimi con fra ti del nominato corse Rutilio con orazioni a s. Fi-
sodalizio, di cui tratta Cario Bar- lippo, che gli apparve di nuovo
tolomeo Piazza, nelle Opere pie di con una monaca vestita di nero,
Róma a pag. 739 e seg., laonde non con un o cotta bianca
rocchetto
riuscirà discaro qui un breve cenno. sopra la nera cinta da un
veste
Volendo alcuni pii fiorentini eser- cordone bianco ed una croce ne-
,
modata nel miglior modo, essen- cita di cinque Pater ed Ave alla di-
con Persiano Rosa suo confessore, cun emolumento, che solevano gli
istituì nella chiesa di s. Salvatore altri ricevere dai deputati della sud-
in Campo una compagnia di perso- detta arciconfraternita
, e consa-
ne pie, quale nel i55o fu dal
la grandosi tutto anch'egli al servigio
santo impiegata nel raccogliere i di questa chiesa, si applicò ad a-
pellegrini privi di alloggio, eh' e- scoltare le confessioni, e poscia a-
ransi recati in Roma a lucrare vendo introdotto l'uso delle con-
l'indulgenza dell'universale giubi- ferenze spirituali nella sua camera,
leo. Indi nel i558 Paolo IV gli che apriva indifferentemente a tut-
diede la chiesa di s. Benedetto in ti, e divenuta essa in poco tempo
;4 renula, che poi rifabbricata fu de- angusta pel gran numero delle
dicata alla ss. Trinità de'PelIegrini. persone che v'intervenivano, nel
Di questa celebralissima e beneme- i558 trasferì le conferenze in un
rita arciconfraternita , del suo isti- luogo spazioso che ottenne dai me-
tuto di alloggiare i pellegrini, e nel desimi deputati dell' Arciconfrater-
contiguo ospizio ed ospedale trat- nita di s. Girolamo della Carità
tarvi i convalescenti, se ne parla in (Vedi), sopra lu siesta chiesa si-
,
F1L FIL 28 e
tuato. Molti uomini per nascita, no gì' infermi con tanta pietà e
per dottrina e per pietà insigni carità, che servivano di generale
tra'quali il Baronio, frequentavano edificazione.
questo oratorio, il quale volle il In certi giorni dell' anno, mas-
santo che stasse aperto ogni sera sime nel carnovale, radunava quan-
tanto nell'estate che nell'inverno, e ta gente poteva per condurla alla
più calore degli altri insieme con esso cario del Papa di chiamarlo, di
per la salute delle anime nell'ora- rimproverarlo, proibendogli di con-
torio, del quale variò dopo qual- fessare, come di predicare senza
che tempo l'ordine sino allora te- licenza, minacciandogli il carcere
nuto. Intanto che compagni si i se avesse continuato a condii r se-
radunavano, s. Filippo faceva leg- co compagni, e tenere con essi a-
gere un lihro spirituale; indi quel- dunanze. Con molta umiltà e som-
lo che presiedeva interrogava due missione rispose il santo per giu-
o tre degli astanti sopra la lezio- stificarsi, ma inutilmente perchè fu
ne ascoltata, ed in fine ricapitolan- dal vicario licenziato, e ne fu con-
do il santo le loro risposte, con- seguenza che molte persone anche
cludeva con analoga riflessione, che ecclesiastiche, ritennero s. Filippo
inducesse gli uditori al disprezzo per un ambizioso. Umiliando Dio
delle cose del mondo, all' esercizio i suoi servi per maggiormente e-
delle all'amore di Dio,
ed
virtù, saltarli, breve fece conoscere la
in
di cui ardeva
il suo bel cuore. di lui gli fu permesso di
santità, e
Si discorreva ancora della storia proseguire i suoi esercizi con mag-
ecclesiastica , e si terminava col gior gloria e riputazione di pri-
cauto di alcune preci a gloria di ma. I fiorentini che nel 1488 a-
Dio, ed inni sagri e divoti. A que- vevano fatto erigere in Boma u-
sti esercizi altri ne aggiunse, come na chiesa per la loro nazione, sot-
la visita degli spedali, dividendo to il titolo di s. Giovanni Battista,
per questo i suoi in tre schiere, e della Pietà de'fìorentini, che poi
che nel principio furono in picco- divenne arciconfraternita, lo pre-
lo numero di venticinque a tren- garono di assumere nel i5(>4 il
ta, mandandole ai tre principali governo della medesima, e di vo-
spedali di Roma, ov' essi assiste vu- ltila ulliziare e ripugnando a ciò
:
282 FIL FIL
il santo, fu obbligalo d' obbedire to colla licenza di Papa Gregorio
dal comando di Pio IV, cbe poi XIII, passò nel i5j^. a fare i suoi
assistette in morte, col di lui ni- consueti esercizi, e ad abitare insie-
pote cardinale s. Carlo Borromeo, me con essi presso alla chiesa dei
Andarono pertanto a dimorare nel- fiorentini, dove appositamente fu
la cbiesa dei fiorentini tre disce- eretto uno spazioso oratorio. Cre-
poli di s. Filippo, cioè Baronio, scendo ogni giorno il numero de-
Fedeli , e Bordino, da lui fatti gli individui della congregazione, il
ti de' deputali, assistenti, ed altri riti Iddio operò i più stupendi mi-
ministri delle case, vedere
si può racoli, sì vivente che dopo morto.
quanto si riporta dal Dizionario de- Clemente Vili perciò fece formare
gli ordini regolari , all' articolo O- subito i processi, e Paolo V a' 2
r atomo. Quivi noteremo che della aprile del i6i5 lo beatificò, per-
congregazione de' sacerdoti di s. Gi- mettendo che in suo onore si reci-
rolamo, se ne parla all'articolo s. tasse V uflizio e la messa.
Gregorio
Girolamo [Vedi). XV a' )2 marzo 1622 solennemen-
ciò si addiceva alle sue soavi at- A uberto Mireo, il cardinal De Lu-
trattive che gli guadagnarono il ca, Antonio Gallonio; ed aggiunge
cuore di tutti, ed alle sue belle i- che ad esempio di s. Filippo,
stituzioni che tuttora fioriscono, Pietro di Berulle, poi cardina-
quali sono i pii oratorii , le visite le, fondò un simile istituto in Fran-
agli ospedali per l' assistenza degli cia sotto il regno di Luigi XIII, e
infermi ; la visita delle sette chiese col nome di Oratorio di Gesù o
e delle sagre catacombe, che a te- preti dell' oratorio di Francia {Ve-
stimonianza del Severano nei ses- di), che fu approvato da Paolo V,
santa anni che il santo visse in Ro- ad istanza di Enrico arcivescovo di
ma visitava di giorno e di notte, Parigi, e di Maria de' Medici regi-
286 FIL FIL
na di Francia. Noi però noteremo, nitri che in ogni tempo sono in
che l' istituto del cardinal di Be- essa fioriti, anche nelle missioni. E
rulle non solo differisce nel nome sebbene in questa esemplare con-
dalla congregazione dell' oratorio ,
gregazione non si facciano come ,
venne famigerata non solo pel nu- nuovo nella congregazione. Inoltre
mero e qualità de' libri a stampa, Clemente Vili nell'anzidetto anno,
ma eziandio per quello de' mano- e nello stesso concistoro esaltò al
scritti. In essa si tolse a custodire cardinalato Cesare Baronio di So-
anche la privata libreria di s. Fi- ra, che passato in Roma erasi po-
lippo , in separata scansia. I libri sto sotto la protezione di s. Filippo
degni di special menzione della bi- nella sua congregazione, in cui per
blioteca Vallicelliana di cui ono- , comando del santo intraprese l'im-
rata menzione ne fa pure il p. Ma- mortale opera degli Alinoli ecclesia-
billon, sono un antichissimo codi- stici, per la quale si acquistò il titolo
ce mss. che contiene gli atti de- di padre della storia Ecclesiastica.
gli apostoli; l'epistole canoniche 11 Baronio, dopo aver per trenta
coli' Apocalisse in caratteri quadra- anni predicato indefessamente nella
ti ; un codice della Bibbia , dono chiesa di s. Giovanni de' Fiorenti-
XI 1, da grandemente stima-
cui era basso e piano, ed anche del poz-
to, fu spedilo in Sardegna visitato- zo bianco, per un pozzo con gli or-
re apostolico de'regolari ed era , li di marmo bianco ch'era innanzi
stato, come si disse, disegnato car- alla chiesa, la cui bocca poscia fu
dinale, al che non pervenne per- trasportata nella vigna de' filippini
chè la morte troncò i suoi giorni; a s. Onofrio sul monte Ventoso,
e Felice Tiheri vescovo di Sulmo- eh' è una parte del Gianicolo. Pre-
na fatto da Pio VII. Fra i filip- se poi il nome di chiesa Nuova
pini poi che si distinsero colla pub- da quella magnificamente si
che
blicazione di opere dotte, rammen- fabbricò sul luogo dell'antica, cui
teremo Tommaso
Bozio ; Odorico si conservò il titolo di s. Maria e
che al presente sta nella galleria rappresenta molti angeli che adorano
Vaticana, ed in sua vece evvi la la miracolosa immagine della Ma-
copia di Michele Reck. La terza donna ed Bambino, è lodata o-
il
pi del suo istituto, praticandola giardini, uno de' quali ben grande
egli, ed ordinando che fosse dai con doppi portici, e logge soste-
suoi seguaci praticata. Il sistema nute da un solo ordine composto,
poi che si pratica e sempre si è ciò che rende più magnifica la
praticato negli oratorii in musica fabbrica con lode del Borromini.
della chiesa Nuova, è il seguente. Dalla parte della piazza dei ri-
terminare circa le ore tre di not- Ciò avviene per dare il segno del
te, dandosene il segno col suono termine dell' oratorio, che quando
della campana. non vi è musica termina a tre
Tornando al luogo dell'oratorio, quarti di notte, così serve invece
quivi cardinali attendono il Papa
i di suonare all' ora, ed anticipa un
nel dì della festa di s. Filippo; e quarto. Quando poi vi è la musica,
giuntovi assume all' altare i para- allora suona al finir di essa, che
menti sagri, e dopo la funzio- per lo più è alle ore tre della not-
ne li depone, ammettendo allora, te, siccome dicemmo di sopra. Fi-
quando non ascolta la messa letta nalmente noteremo che osmi anno
all'alt. ire della cappella intima del il magistrato romano fa a questa
20,4 FIL FIL
chiesa l' offerta di un calice con no seguito nel deserto, si rivolse a
coppa di argento, per la festa di s. Filippo, chiedendogli, per provar la
Filippo ; che avanti la chiesa apri- sua fede, come si sarebbe potuto
rono i filippini col beneplacito di provvedere ai bisogni di tanta gen-
Urbano Vili la spaziosa via che te. Poco prima della passione del
conduce a quella degli orefici ; che Salvatore, desiderando alcuni gen»
un'altra simile ne fecero sotto Cle- ti lì di vederlo, si rivolsero a Filip-
mente X a mano sinistra della po, quale insieme con s. Andrea
il
dificii descriptio, ac ratio ipso Bor- nelledue Frigie. Credesi ch'egli sia
romino auctore, Romae 1725. giunto ad un' età molto avanzata,
FILIPPO (s.), apostolo. Nacque a e che sia morto a Gerapoli, dopo
Betsaida in Galilea. Gesù Cristo lo aver avuto qualche tempo a disce-
chiamò presso di sé subito dopo di polo Policarpo, il quale si convertì
s.
con quella di s. Giacomo apostolo, tello converso nell' ordine dei ser-
e gli orientali lo onorano ai 14 eli vili, e prese l'abito nella cappel-
novembre. la dell'Annunziazione, vicina ad u-
FILIPPO (s.). Uno de' primi sette na delle porte di Firenze, ove
diacoui o ministri scelti dagli apo- Bonfilio Monaldi, superiore di quel-
stoli in loro aiuto, essendosi mol- 1' ordine, avea fondato un piccolo
to accresciuto il numero dei fedeli. convento. Agli 8 settembre 1233
S. Filippo fu eccellente nella pre- professò i suoi voti, e fu mandato
dicazione del vangelo ,
per cui ne- al convento di Monte Seuario
gli atti degli apostoli viene distin- per esservi occupato nei lavori del-
to col nome di T'angelista. Portò la campagna. Tutto dedito all'o-
suoi conventi. Arrivato a Todi, an- monianza ci può dare un' idea delle
dò a prostrarsi dinanzi all'altare vaste cognizioni di s. Filippo Ne-
della "Vergine santa, vi pregò con ri. Sennonché per l' ardente desi-
grande fervore j e disse: Questo sa- derio di stringersi perfettamente a
rà per sempre il luogo del mio Gesù Cristo, rinunziò allo studio
riposo. L'indomani fece un com- delle lettere, e vendè i suoi libri
replicati tormenti, furono trascinati Egli scrisse un'opera contra l' ere-
per la città legati pei piedi, poscia siarca Marcione, la quale, al dir
tutti laceri e insanguinati chiusi in degli antichi, era eccellente, ma
una oscura e malsana prigione. Si che non giunse fino a noi. II mar-
imprigionò pure il prete Severo, il tirologio romano moderno fa men-
quale si era da principio nascosto, zione di questo santo vescovo il
avea loro fatto del bene in diver- za mura è situata sul Maritza che
se occasioni ma fu egli pure ri-
: vi forma un' isola ; ed è mal fab-
ziandolo che aveali fatti degni di stiana , e quarto del suo impero
patire per la sua gloria. Tre gior- edificò nella Tracia una città, che
ni appresso anche il prete Severo dal suo nome fece chiamare Filip-
fu condotto al supplizio. Il loro popoli. 1 turchi se ne impadronirono
1
fraganee. Nicopoli, che nel nono se- Diz. de' concili, e Fabricius. L'O-
colo divenne arcivescovato, Beroe, rieri* Christ, tom. I , pag. 1 56 re-
FIL FIL 3o
prima nella diocesi d'Antiochia, poi quando venne eletto Pontefice l'O-
solto il patriarcato di Gerusalem- descalchi col nome d' Innocen-
me, eretta nel quinto secolo sotto zo XI ,
ricusò costantemente di
la metropoli di Bostra. Il Tei zi presentarsi a lui per ottenerne un
nella Siria sagra, pag. i \i, dice qualche impiego onorifico, siccome
che fu edificata sui confini di Pe- rifiutòanche sotto Innocenzo XII
tra , o sia Chrac metropoli della un canonicato della vaticana, e il
provincia, e che negli atti del con- posto di votante della segnatura.
cilio di Calcedonia vedesi sottoscrit- Innocenzo XII però volle con e-
to Ormisda vescovo di Filippopo- spresso comando che accettasse la
li. Si vuole cheavendo dato na- i carica di sotto-datario, nel quale mi-
tali all'imperatore Filippo ,
questi nistero rifiutò per sé e pei suoi
la elevò al grado di città, se pure qualunque beneficio ; e l'obbligò a
non sia piuttosto Filippopoli di Tra- ricevere un canonicato nella basi-
cia, Oriens Christ. t. 862.
II, p. lica lateranense, e l'ufficio di suo
FILIPPUCCI Gabeiello, Cardi- uditore, ed anche di consultore del-
nale. Gabriello Fiiippucci di Ma- la penitenzieria. Fu surrogato an-
cerata,nacque nel 1 63 r . La di lui cora al posto di segretario de' me-
gioventù riuscì modello di saggez- moriali ,
quando temporaneamente si
di gli assegnò mille scudi d' oro fu eletto vescovo di Antiochia, seb-
per aver più comodo a far limo- bene non avesse passato nel clero
sine. E quando si presentarono a il tempo stabilito dai canoni. Al-
lui gli Macerata per tri-
oratori di lorché s. Alessandro di Alessandria
butargli omaggi di ringrazia-
gli condannò l'empietà di Ario, man-
mento per la promozione del lo- dò la sentenza a s. Filogonio, il
ro concittadino, rispose che pun- quale prese con calore la difesa
to non si non vederlo
dolessero di della cattolica fede. Questo santo
cardinale, perchè forse un giorno lo vescovo meritò il glorioso titolo di
avrebbero venerato come santo so- confessore duranti le persecuzioni
pra gli altari, e allora fece un ma- fatte da Massimino e da Licinio ,
gnifico elogio delle di lui eminenti e morì nel 323, l'anno quinto del
virtù. Ma poco sopravvisse il Filip- suo episcopato. Si celebrava la sua
pucci a quest'alto magnanimo, che festa ad Antiochia li 20 dicembre
nell'anno stesso 1 706 a' 2 1 luglio spi- dell'anno 386, giorno in cui s. Gio-
rò santamente nel Signore, ed ebbe vanni Crisostomo pronunziò il suo
sepolcro nella tomba de' canonici del- panegirico, lodando il suo zelo e
la sua basilica, siccome aveva ordi- la saggezza del suo governo per
nato. Le di lui esequie furono quel- cui fiorì la chiesa di Antiochia nel
le di un santo. Veramente egli a- tempo del suo episcopato.
vea prescritto a' suoi eredi 3 sotto FILOLOGIA. Scienza che com-
pena di decadere dalla eredità, di prende la cognizione delle lingue,
tumularlo privatamente; ma il Pa- della storia, della poesia, della elo-
pa volle che si derogasse a que- quenza, e di tutta quanta l'archeo-
st'ordine; e quindi vestite le spo- logia. Filologia sagra è quella par-
FIL FIL 3o3
te della critica, che occupa prin- si canonicato nella basilica Liberiana.
cipalmente Dell'esaminare le paro- Seguì quel cardinale in tutte le sue
le e l'espressioni del testo sagro e venne ascritto fra
legazioni, e quindi
delle versioni, a giudicarne secon- i canonici della ^ aticana, e spedito
do le regole della grammatica, del- colla qualifica di ablegato apostolico
la rettorica , della poesia e della alla corte di Madrid, per recare le
logica. I protestanti si affaticarono fasce benedette all'infante che allora
molto su tal genere ; essi se ne aveva sortito i natali. Il re di Spa-
gloriano, ed il Bergier se ne com- gna in quell' incontro lo nominò
piace. La filologia sacra del Glas- all'arcivescovado di Salerno; ma
sio, dotto luterano, passa per una egli volle dispensarsene con bel-
delle migliori opere di questo ge- lo esempio di vera umiltà. Nar-
nere. Senza dubbio , soggiunge il rasi di lui, che interrogato da Ur-
medesimo Bergier, questo modo di bano Vili se pensava di poter
studiare la Scrittura è utile per giugnere alla diguità cardinalizia,
molti riguardi , ma è soggetto a rispondesse che se avesse avuto ri-
re nel 1666, e fu sepolto nella sua che posela in opera, o per l'oscurità
cattedrale. Era il Filomarini di un del luogo, o per la sua imperizia
talento distinto per governare, as- nel leggere, pose per ultimo il pez-
sai accorto nel maneggiare i più. zo che dovea essere il primo, per
difficili affari, non che sollecito nel cui ne risultò un' iscrizione scon-
rimetterne la spedizione per tempo, nessa ed informe. Ricomposti però
e zelante dell'immunità ecclesiastica i pezzi com' esser dovevano si lesse :
e della causa di Dio. Affabile cogli pax tecvm filvmena. Sopra la stessa
inferiori, pietoso dei poveri , com- lapide vedeansi disegnati gì' istro-
passionevole degli afflitti, si era gua- menti indicanti il martirio della
dagnato T animo di ciascheduno. santa , cioè tre frecce una specie ,
FILOIYIELIA. Città vescovile del- di staffile, una palma, ec, non che
la diocesi d'Asia, nella provincia di una specie di giglio ed un' ancora,
Pisidia, sotto 1' arcivescovato d'An- emblemi della sua virginità ed in-
tiochia, Antokia. La sua erezione nocenza , e della sua fortezza nel
risale al quinto secolo. Al presente sollrire il martirio. Dalla semplicità
i turchi la chiamano Jggial-Fela- dell' iscrizione e dalla forma anti-
nos. V Oriens Christ. nel tom. I, gotica delle sue lettere si deduce
pag. 10G0, registra i seguenti set- che la santa spargesse il suo san-
te vescovi di Filomelia nella Pisi- gue per la fede di Gesù Cristo fra
dia : Teosebio, Paolo, Marciano, A- il terzo e il quarto secolo, e prò-
,
dal tempo. I medici chiamati al- bri che parlano de' suoi miracoli
l'esame di quello scheletro conven- le immagini che la rappresentano,
nero che la santa vergine non po- sono state portate da zelanti mis-
teva avere più di quattordici anni sionari nella Cina, nel Giappone,
quando sostenne il martirio. Questi ed in altri stabilimenti cattolici del-
preziosi avanzi furono devotamen- l' Asia e dell' America. Neil' Euro-
te raccolti, e colle debite cerimo- pa il suo culto va estendendosi o-
nie portati nella sala del tesoro gni giorno maggiormente, non solo
i8o5 furono essi
delle reliquie. Nel nelle campagne e nelle borgate, ma
donati a monsignor Bartolomeo de ancora nelle città le più illustri e
Cesare eletto vescovo di Potenza, le più popolate, incominciando da
recatosi in Roma per farsi consa- Roma capitale del cristianesimo. I
portato il sacro deposito a' io agosto loro virtù. Dall'alto del pulpito
dello stesso anno , fu con grande gli oratori i più eloquenti pubbli-
solennità ricevuto, e ben presto cano la sua gloria, e tutti i fedeli,
quella città divenne illustre per la che la conoscono, soprattutto nel
immensa copia di prodigi che Id- regno di Napoli e nei paesi cir-
dio operava ad intercessione di que- convicini, le danno ad una voce il
sta santa, alla quale dalla pietà dei nome di Taumaturga. Un gran
fedeli una maestosa e ric-
fu eretta numero di vescovi hanno ordinato
chissima cappella. Leone XII a' 4 che si rendesse alla santa , nelle
agosto 1827 donò a questa cappella loro diocesi, un culto pubblico ; e
la sopraddetta lapide, che sotto Pio il loro clero con indulto apostolico
"VII era stata collocata fra le la- del regnante Gregorio XVI, ne di-
pidi cristiane del Vaticano. ce la messa , e ne recita 1' uffizio.
i quali corrispondono alle sue prin- Filosofia, dice che gli antichi sos-
cipali rivoluzioni. Il primo comincia tenevano che la filosofia è la scien-
vino, nel regno di Napoli, nell'an- Catmaele. Ritornato trent' anni do-
no 1669. In età di dieci anni po nella sua patria, vi ravvivò colla
cominciò a servire il cardinale Orsi- sua scienza e le sue virtù lo spi-
scrivendo i suoi ornamenti, fra que- tuoso e poetico trasporto , gli au-
sti i più vaghi sembrano essere i tori di esse desideravano e suppo-
fiori, volendo che il suo letto sia nevano , che i fiori spaisi vi do-
lutto sparso di fiori; ed egli stesso vessero rinascere , e che le ceneri
,
gi, allorché nel primo anniversario num. 1 1, riporta, come i fiori po-
della morte del mio dilettissimo fi- sti sull'arca delle reliquie de' santi,
glio Gregorio , volle dedicarmi la per virtù operarono mira-
divina
copiosa raccolta che di talicompo- coli. Iche sono stati avanti
fiori
nimenti o fiori (freschi per le mie alle reliquie, o sante immagini, an-
lagrime e per quelle dell'amicizia) che oggidì dai buoni fedeli sono
pubblicò in Roma con decoroso li- ricercati con divozione ; ed all'ai>
bro uscito dai nitidi tipi del Sal- ticolo Corfìi (Vedi), dicemmo che
viucci ; morte deplorata in più so- gli ebrei ad ogni nuovo arcivescovo
lenni modi e in altri luoghi di
, solennemente portavano in proces-
questo mio Dizionario, come nel sione la Bibbia, che ricuoprivano di
volume XXII, a pag. 289 e 290. fiori, i quali venivano raccolti dal-
doni dello Spirito Santo, nella so- usti Bethulae Pentecostalis ,frodium-
lennità delle Pentecoste se ne span- que sacrarum universae , Rilon.
dono per le chiese, facendoli get- 1 7 1 7. Samuel Schurzfleischius, De
tare e cadere dall'alto. rifu spargateli flores, Vittembergae
Si trovano memorie assai anti- 1691. Joh. Nicolai, De Phillobolia
che del rito di spargere i fiori dal- setiflorum, et ramorum sparsione
l' alto de' sagri templi. Nell'ordine in sacri*, et civilibus rebus usitatis-
XI del canonico Benedetto, scritto sima; accessit Jo. Cunr. Dieterici,
avanti il ii43, e pubblicato dal Dissertano de sparsione florum ,
Mabillon j nel tom. Il del Museo Francofurti 1698. Dei fioriche
Ital. pag. i48j leggesi, che Domi- dall' alto si gettano nella basilica
nica de Rosa, statto ad s. M. Ro- Liberiana a' 5 agosto, se ne parla
tundam, ubi Pontifex debet canta- nel volume IX, pag. i43 del Di-
re missarn, et in predicalione di- zionario , e ciò in memoria della
cere de Advenlus Spiritus S., quia neve, che prodigiosamente cadde,
de altitudine templi mittuntur rosae, nel luogo ove sorge quella magni-
in figura ej'usdetn Spiritus S. Vuoi- fica basilica, a' 5 agosto. La pia
si che ciò fosse pure in memoria antica notizia che si ha dello spar-
dei fiori che in tal giorno si di- gimento di tali fiori per figurare i
spensavano ai canonici in coro. Del- fiocchi neve caduta, è di No-
della
la benedizione
che fa il Pontefice vidio , Fracco
che pubblicò nel
della Rosa d'oro (Fedi), che tal- i547 suoi Fasti sagri, mentre
i
V. Du
se ne discorre a quelf articolo. brava già nel XIV secolo. Il Dona-
Cange , in D ominica
post Ascen- ti ne' suoi Dittici, a pag. 174*
sionem, ed in Nebula, ove riporta nel raccontar le feste che face-
che nell' ordinario della chiesa di vano gli ateniesi alla nascita di
Roano si prescrive, che mentre si un figlio, dice che ponevano sopra
canta il Veni Creator, si gettino la porta delle loro case, per segno
dall'alto delle foglie di quercia, e si di allegria, ramoscelli di alberi fron-
facciano cadere delle fiamme di fuo- zuti. Anche i romani ed altri po-
co: ed inoltre al Gloria in excel- poli costumarono nelle solennità, e
sis si lasci libero il volo a buon in occasione di prospero avveni-
numero di uccelletti, con fiorellini mento, ornare di fiori, di ghirlan-
legati con dei nastri leggiadramente de e di verzure le loro case ed i
il Cancellieri a pag. 264 e 270 nelle sozzure de' gnostici, onde gno-
della Settimana Santa. Questi nel- stici floriani furono anco denomi-
la Storia de' possessi de' Pontefici, nati i suoi seguaci. S. Ireneo, pas-
parla di quelli sparsi in tal solenni- sando da Roma, confutò a viva vo-
tà, massime per Gregorio XI, e ce l'eresia di Fiorino, e quindi la
per Gregorio XII. Si possono ador- combattè in una
che gli in-
lettera
nare gli altari con fiori veri, o fìn- Della monarchia
dirizzò, intitolata :
frati dell' arciconfraternita del ss. cilio tenutosi in Roma sotto il Pa-
Crocefisso per la cappella che si pa s. Vittore nel 198, in un al-
celebra in s. Marcello; mentre a tro concilio delle Gallie sotto s.