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I

e s ;^é
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
k\ PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÌJCELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA
PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, Al CONCILII , ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NOW
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MOROM ROMANO


PRIMO AIUTANTE DI CAMERA DI SUA SANTITÀ

GREGORIO XYL

VOL. XXVIL

IN V E N J: Z A I

bALLA IIPO GRAFIA EMILIANA


WD C CC XL I V.
DIZIONARIO
Di ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

F
FRA FRA
Continuazione dei cenni storici ci- re di Francia, il Papa cedendo ai

vilied ecclesiastici sul re^no di grandi vantaggi che offriva a' pro-
Francia, e delle relazioni di que- l)ri parenti il re di Napoli Alfon-
sto colla santa Sede. so lì, spedì a Carlo Vili in legato
il cardinal Piccolomini ,
poscia Pio
III, per distoglierlo dall'impresa,
\jailo Vili lusingato dall'idea di senza che fosse licevulo uè sentito,
conquistare regno di Napoli, co-
il perchè il suo zio Pio II era stato
me erede dei diritti di Renato, e di contrario alla casa d'Angiò. Quin-
Carlo III d'Angiò, fece la pace con di domandando Carlo VIII l'inve-
Enrico VII re d' Inghilterra, coi re stitura delregno di Napoli, ed op-
de'romani e d'Aragona, all'ultimo dei ponendovisi Alessandro VI, il re si
quali rese la Cerdagna ed il Rossiglio- appellò al futuro concilio, e il Pa-
ne, perdendo cos'i ilunareale per pa minacciò delle censure eccle-
lo
cliimera. Il Pontefice Innocenzo VI 11, siastiche, secondo il decreto di Pio
qual signore supremo del regno di II, pubblicato nel congresso di Man-
JNapoli, pacifìcossi col re, ma man- tova , che proibiva sotto pena di
cando questi alle condizioni conve- scomunica di appellai'si sotto qua-
nute, lo scomunicò, trasferendone lunque pretesto dal sommo Pon-
,

i diritti a Carlo Vili come a le- tefice al futuro concilio, dando con
gittimo successore delle ragioni de- tal bolla una ferita mortale alla
gli angioini. Mentre Carlo Vili si prammatica sanzione. Intanto Car-
apparecchiava con poderose forze a lo Vili senza denaro, e senza risor-
passare in Italia per occupare il le- se e precauzioni, partì dalla Francia
gno di Napoli, morì Innocenzo Vili, alla testa di circa trentamila uomi-
e gli successe Alessandro VI Bor- ni, ed entrò in R.oma al chiarore
gia, che richiesto dell' investitura dal delle faci l'ultimo dì del u^QÌ- ''
6 •
FRA FRA
Papa per timore si rifugiò in Ca- l'assedio di Novara il duca d' Or-
stel Angelo, indi capitolò coire,
s. leans, e rientrare in Francia. Il

con quelle condizioni che riporta il regno di Napoli fu subito riconqui-


Rinaldi all'anno i49^j "wnfi- 2, fra statoda Ferdinando V d'Aragon;».
le quali l'investitura del regno di Carlo VIII d'anni 28 morì nel
Napoli e di Gerusalemme, non che 1498 nel castello d' Amboise, sin-
la coronazione d'imperatore d'orien- ceramente compianto da Anna di
te, per le ragioni che su quell' im- Bretagna sua moglie, benché l'a-
pero occupato dagli ottomani gli vesse sposato ripugnante, ed alla
avea cedute Andrea Paleologo. Gli quale egli non serbava la fede
italiani non avendo fatta resisten- maritale; ma la suabontà era sì
za, Carlo Vili era potuto giungere grande, il suo procedere sì gene-
in Roma senza alcuna difficoltà a : roso, che impossibile riusciva di
sua istanza Alessandro VI nella fe- non amarlo due de'suoi domestici
:

sta dei ss. Fabiano e Sebastiano morirono di dolore, udendone la


celebrò solennemente la messa nel- morte. Siccome non lasciò figli, il
la basilica vaticana, in cui il re vi duca d'Orleans suo cugino gli suc-
sedette dopo
primo cardinal ve-
il cesse col nome di Luigi XII era :

scovo, diede l' acqua alle mani del egli figlio di Carlo duca d'Orleans,
Papa, avendogli pure baciato pie- i e di Maria di Cleves, e fu il solo
di, come si legge nel Guicciardini, dei Capeti detto di Orleans- Valois,
Histor. Ital. lib. 5, e nel Vittorel- venendo chiamato il padre del po-
li nelle Addiz. al Ciacconio tom. UT, polo. Per non separarsi la provin-
col. l52. cia di Bretagna dalla corona di
Il re di Francia parfi per Na- Francia, Alessandro VI nel 1498 ad
poli, che prese senza opposizioni ;
istanza del re annullò il suo tnatri-
si vestì degli ornamenti imperiali, monio con Giovanna di Valois fi-
prese il titolo d' imperatore, e fece glia di Luigi XI, onde Giovanna
in quella metropoli il suo solenne virtuosamente ritirossi a Bourges,
ingresso. Se la prontezza di tal con- e v' istituì l'ordine àeW Annunziata
quisto destò meraviglia, la flicilità (Vedi), con la regola di s. Fran-
con cui lo perde, non fu meno cesco. Allora Luigi XII sposò la
sorprendente. Si formò una lega vedova Anna che dicesi avesse sem-
formidabile contro di lui, essendo- pre vagheggiato, e ne fosse stato cor-
ne alla testa Alessandro VI, men- risposto. Questo principe creò un
tre il re vide la necessità di ritor- parlamento a Rouen, ed altro ad
nare in Francia maggio s' in- : nel Aix, e conquistò il ducato di Mi-
camminò per Roma, donde ne par- lano, pei diritti che vantava dal
tì il Papa per non essere obbliga- lato della madre riuscì poco dopo :

to a nuovi patti, contrari alia maestà al duca Lodovico Maria Sforza /'/
pontificia. Il re restituì alla Chiesa Moro di far ribellare i milanesi,
le città cedutegli nell'anteriore con- ma furono repressi da Luigi della
venzione, e proseguì il suo viaggio. A Tremouille, e il duca condotto in
Fornuovo sul Taro gli contrastarono Francia, venne rinchiuso a Loches
il passaggio quarantamila soldati del- in una gabbia di ferro. Inoltre il

la da otto mila francesi,


lega, vinti re s'impadronì pure del Genovesa-
che però solo poterono liberare dal- to. Nel i5oi Alessandro VI pub-
FRA. FRA 7
blicò la lega fatta con Luigi XII vere ricevuto la ss. Eucaristia col
re di Francia, e Ferdinando V re maggior fervore. Nel trattato di
di Spagna, contro Federico I re di Blois erasi discusso lo strano pro-
Napoli, che privò del reame dando getto, di dare a Carlo V nipote
ai secondo la Puglia e la Calabria, ed erede dell'imperatore Massimi-
ed al primo il rimanente coi reali liano I e del re di Spagna, in
titoli di Napoli e Gerusalemme ; e isposa Claudia , unica figlia che
Luigi XII dall'altro canto fece du- sino allora Luigi XII aveva avuto
ca del ValentinoisCesare Borgia da Anna di Bretagna, con questa
figlio del Papa, poi detto il duca provincia, colla Borgogna, e coi
Valentino. diritti sulla Lombardia per dote.
due
I principi s'impadronirono Ma l'opposizione degli stati generali
nel i5oi di detti domini!, e ven- del regno, famosa lega di
e della
nero poi a contesa allorché si trat- Cambrai, che da
Giulio II, da
tò di farne la divisione; e gli spa- molti potentati d'Italia, dalla Fran-
gnuoli condotti da Gonsalvo di Cor- cia, dalla Spagna, e dall' Alemagna

dova disfecero i francesi capitanati (


pacificata colla Francia a mezzo
dal duca di Nemours, al combatti- del cardinal CarvajaI ), organizza-
mento Seminara, ed alla batta-
di vasi contro la repubblica di Vene-
glia di Cerignola nel i5o3, e gli zia, distornarono si dannose nozze.
scacciarono dal regno di Napoli : La mano della principessa fu data
fu in quell'epoca ed in quell'occa- a Francesco di Valois, duca d'An-
sione che in Barletta ebbe luogo gouleme, erede del trono di Fran-
la clamorosa disfida di tredici ita- cia; e Luigi XII disfece in persona
liani con altrettanti francesi, di cui i veneti alia celebre battaglia d'A-
facemmo parola volume IV, pag. al gnadello li i4 "laggio '^o9> e
i3o, e volume pag. 292 del XX, prese loro varie piazze. Ma Giulio
Dizionario. Su questo argomento II geloso per tanti prosperi avve-
si può leggere il libro intitolato : nimenti, avendo ricuperato i do-
Ettore Fieramosca o la disfida di rainii occupati dai veneti, a questi
Barletta, di Massimo d'Azeglio, come padre comune non seppe ne-
Torino 1842: bella edizione orna- gare il perdono ; si ritirò dalla
ta di duecento disegni originali. lega di Cambrai con gran ram-
Questo combattimento singolare, in marico de' francesi, di cui era dis-
cui tredici italiani tennero vittoriosi gustato il Papa perchè proteggeva-
il campo contro tredici francesi , è no Alfonso I duca di Ferrara
descritto pure nel secondo canto (Fedi); ed in vece si collegò con
del poema giocoso di Gio. Battista il re di Spagna, con Enrico Vili
Lalli, La Franceide, e
intitolato re d' Inghilterra, cogli svizzeri, e coi
con versi latini dal celebre monsi- veneziani. Inevitabile fu la guerra
gnor Vida. Avendo Luigi XII fatta di Giulio II con la Francia, e per
la pace colla Spagna nel i5o5, ga- meglio attendervi nel i5io passò
stigò nel iSoy i genovesi solleva- in Bologna; ciò che non appro-
tisi, fece il suo ingresso nella loro vando diversi cardinali spagnuoli e
città, e ripigliò il Milanese. In que- francesi, con altri sedotti da Luigi
sto tempo il re fu attaccato da XII, cospirarono contro il Papa
mortale malattia, e guari dopo a- per deporlo, e se ne fuggirono a
,

8 FRA FRA
Genova : allora Giulio li scomuni- sommissione, e la regina Anna nel-
cò il re, e sottopose all' interdetto la sua pietà era sgomentata dal ti-

il regno. Frattanto il re di Fran- more dello scisma , fu sorpreso


cia adunò due parlamenti in Or- dalla morte , e gli successe Leone
leans ed in TourSj ove per abbat- X, già legato delle milizie papali
tere la pontificia potestà convenne al combattimento di Ravenna, che
d'unire un concilio generale a Pi- die compimento al concilio latera-
sa, ove verrebbe citato Giulio II. nense. Continuando la guerra Lui-
Non aveva Luigi XII fatto il de- gi XII si coliegò coi veneti, e la
bito giuramento d'omaggio pel re- sua armata comandata da Tremouil-
gno di Napoli, ed invece avea alie- le riprese il Milanese per la ter-
nati molti diritti di quel reame za volta ; ma gli svizzeri lo disfii-

contro l'espresso divieto della san- cero alla battaglia di Novara, indi
ta Sede ; perciò Giulio II dichiarò attaccarono la Francia con Massi-
la signoria di Napoli e di Gaeta miliano Enrico Vili, ma
I e con
essere ritornate alla Chiesa , e le inutilmente assediarono Dijoii. En-
concesse a Ferdinando V annullan- rico Vili volendo rendere segnala-
do i patti fra lui e il re francese. to il principio del suo regno, do-
Nel i5ii l'armata pontificia fu rot- po di essere stalo vincitore nella
ta dai francesi all' impresa di Fer- ballaglia di Guinegate, che fu det-
rara, e il Papa corse pericolo d'es- ta la giornata degli speroni ,
per-
sere imprigionato dal maresciallo chè i hancesi al dire degli stessi
di Chaumont, poi rimproverato dal storici nazionali, vi adopravano più
re per non aver usato in ciò dili- gli speroni che le spade (giacche
genza. Egual pericolo scampò Giu- vi combattè la sola cavalleria )

lio II dalle insidie che gli tendeva pi'ese le città di Terouane e di


il cav. Bayard , altro comandante Tournay. Luigi XII sentì il biso-
di Francia ; indi senza abbattersi gno d'entrare in negoziazione; trat-
di coraggio, Giidio li assah e pre- tò con Leone X teiiiiiiiò lulte le ,

se la Mirandola. Gastone di Foix contese che esistevano tra la Fran-


duca di Nemours guadagnò contro cia e la santa Sede, abb.indonan-
il Papa e i suoi alleati la battaglia do l'effimero conciliabolo di Pisa, e
di Ravenna, ma fu ucciso volendo riconoscendo il concilio lateranense.
circondar gli spagnuoli che si riti- Il primo di gennaio i5i4 la mor-
ravano la morte di sì gran capi-
: te gli rapì la regina onde sposò
,

tano trasse seco la perdita del Mi- la bella Maria sorella d'Enrico Vili,
lanese, dove gli svizzeri ristabiliro- e die in moglie a Carlo V l' altra
no Massimiliano Sforza figlio di Lo- figlia avuta da Anna, cui
Pienata
dovico il ÌSIoro. Poscia per repri- cede i diritti sul Genovesato e sul
mere i cardinali ribelli , Giulio li Milanese; onde così fece la pace
tleterminò la celebrazione del con- cogl' inglesi e cogli spagnuoli. Il

cilio generale lateranense V, che in- cambiamento di sue abitudini per


«tomiiiciònel i5i2, e mentre avea compiacere la novella sposa, acce-
riempito l'Europa col suo nome, lerò la sua morte, ch'ebbe luo-
ed il cardinal di Luseinbuigo iu)- go in Parigi il primo gennaio
plorava pace per Luigi XII, il
la i')i5, d'anni 54 circa. Fu com-
(luca d' Aniroulcnie sciivcacili con piali tu da tutta la Francia , sicco-
FRA FRA 9
me principe giusto, clemente e ma- lazzo, indi presentato al Papa in
fu
gnanimo : diminuì le imposte, amò concistoro. Nella messa solenne che
i sudditi, e mostrò sempre vivo de- celebrò il Papa, il re adempì tutti
sidei'io di renderli felici , sebbene gli atti d' ossequio, sia nel versar
introdusse la venalità delle cariche. l'acqua alle sue mani, sia nel sos-
Francesco I conte d' Angouleme tener lo strascico del manto pon-
perchè di questo ramo, lo successe, tificale ad onta della ripugnanza
e si meritò i titoli di grande, e di del saggio Leone X. Inoltre il re
ristoratore delle lettere. Subito dopo non volle il genuflessorio e colle ,

che fu consagrato prese il titolo di mani giunte innanzi al volto stette


duca di Milano, e si pose alla te- in tutto il tempo della funzione.
sta d' una possente armata per far Non potendo il Papa ammettere
valere le ragioni che egli aveva su lutti francesi alla comunione, per
i

questo ducato. Gli svizzeri che lo la gran folla , un ofìlziale gridò :

difendevano, ne contrastarono l'im- poiché santo Padre non mi posso


[)resa, e si venne a battaglia vicino comunicare dalle vostre mani né ,

a Marignano, e quindici mila di confessarmi al vostro orecchio, dirò


loro rimasero sul campo: in questa ilmio peccato in pubblico, cioè che
occasione il re volle essere fatto ca- ho combattuto con tutta la mia
valiere famoso Bayardo. bidi
dal forza nella guerra contro Giulio II.
si rese padrone del Milanese, Mas- Allora soggiunse il re colla sua vi-
similiano Sforza glie ne fece la ces- vacità e naturale franchezza : Ve-
sione, e si ritirò in Francia. Il re ramente santo Padre sono nello
, io
procurò di guadagnarsi il Pontefice stesso caso, ma quel Pontefice era
che sembrava propenso per Massi- il ardente de' nostri nemici. La
piìi
miliano I, e pel re di Spagna suoi maggior parte de' signori francesi
nemici, ed alleati degli svizzeri. Dal- coniéssarono la stessa colpa, onde
l' altra parte Leone X temendo che Leone X a tutti benignamente sul
il principe vittorioso volgesse le armi momento diede l'assoluzione dalle
contro lo stato ecclesiastico, fece censure che avevano incorso. Nel
pace con lui, obbligandosi per for- congresso il re ed il Papa si trat-
za della necessità di levar la guarni- tarono coi maggiori riguardi, venne
gione da Parma e Piacenza, città abrogata la prammatica sanzione,
poco prima restituite alla Chiesa, e che francesi liguardavano come
i

di ritirarsi Massimi-
dalla lega con baloardo delle libertà della Chiesa
liano I. In vece Francesco I pro- gallicana, evenne sostituito il Con-
mise difendere il Papa, il suo stato, cordato Leone di
e France- X
la sua famiglia Medici, e la repub- sco I (Fedi), confermandosi il tut-
blica di Firenze ; indi convennero to nella sessione XI del concilio ge-
d'abboccarsi in Bologna. Giunto nerale lateranense V, tenuta a' 19
Leone X a Bologna nel dicembre dicembre i5i6. Nello stesso anno
i5i5, nominò due cardinali e quat- fecesi il trattato di Noyon fra Car-
lio prelati per incontrare il re , i lo V e Francesco I : uno de'prin-
primi ai confini, i secondi a Par- cipali articoli fu ìa restituzione delia
ma, mentre venli cardinali l'atte- Navarra, che TY-rdinando V aveva
sero fuori di Bologna e lo condus- tolto al duca o re Giovanni d'Al-
sero ad idloggicuo nel pontificio pa- brct sino da! i5ii, siccome fautore
-.

IO Fll\ FRA
tlella Francia e del conciliabolo di legrezze, epoco dopo morì, succe-
Pisa. Indi nel i5i8, non senza qual- dendogli Adriano VI già maestro
che opposizione, fu pubblicato in di Carlo V. In detto anno la fa-
Francia il memorato concordato coltà teologica di Parigi censurò
Dell'abboccamento seguito in Bolo- molte proposizioni di Lutero, che
gna tra Leone X e Francesco I , sempre più faceva proseliti nelle
come del concordato conchiuso, del- sue perniciosissime riforme religio-
le opere bibliografiche che lo ri- se, di cui ancora deploriamo le la-

guardano, ed altre preziose crudi grimevoli conseguenze. Neil' anno


zioni, si può leggere quanto dotta- seguente Odet di Foix visconte di
mente e con singoiar diligenza ne Lautrec fu disfatto nella sanguino-
scrisse il eh. Gaetano Giordani, nel- sa battaglia della Bicocca, quindi
la sua opera intitolata: Della venti- la Francia perde Cremona , Geno-
la in Bologna di Clemente VII va, ad altri luogh: in Italia. In-
per la coronazione di Carlo l\ tanto Carlo di Bourbon , contesta-
con note e documenti. bile di Francia, perseguitato dalla
Dopo la morte di Massimilia- duchessa d' Angouleme, Luisa di
no I, essendo stato eletto impera- Savoia madre del re, a motivo del-
tore Carlo V nel i^ig, ad onta la successione della casa Bourbon ,

del possente competitore France- e dei beni ad essa tolti per la con-
sco I, si manifestò la
perciò tosto fisca dell' Al vergna , del Borbonese,
gelosia emulazione tra questi
e l' e della Marca a profitto della co-
due principi, e si accese una lunga rona, dopo essersi distinto in milita-
guerra , che riuscì funesta a tutta ri imprese, si diede nell'anno i523
l'Europa. I francesi comandati da al V, che gli affi-
partito di Carlo
Andrea di Foix conquistarono la dò comando delle sue armate.
il

Kavai ra, e in breve la perdettero ;


Adriano VI in pari tempo separò
cacciarono dalla l'iccardia gl'ingle- dalla lega de' francesi i veneti , i

si e gì' iuiperiali, e s' impadroniro- quali all'opposto fece collegare con-


no di varie piazze. Una delle pia tro i medesimi con l'imperatore,
triste epoche della storia della Chie- r arciduca d' Austria, e col duca di
sa gallicana è la nascita delle eresie Milano, la quale lega il Papa so-
di Lutero e di Calvino avvenuta lennemente pubblicò nella basilica
nel pontificato di Leone X: le de- Liberiana a' 5 agosto, affinchè né lo

vastazioni che vi cagionarono sono stato pontifìcio,, né alcun altro d'I-


scritte a caratteri di sangue. Al- talia venisse assalito dai francesi j

cune gelosie di stato insorte tra e siccome il cardinal Soderini av-


Leone X e il re di Francia, mos- visava Francesco I d' invadere la
sero il primo a collegarsi con Car- Sicilia, fu posto in castel s. Angelo,
lo V, e il loro esercito unito scon- donde Iu trasse il successore Cle-
fisse i francesi in Lombardia : la mente VII.
Chiesa licuperò Parma e Piacenza, Fu nel i523 che l'eresia lute-
i francesi furono allontanati dal du- rana disgraziatamente s' introdus-
cato di Milano, ove venne ristabi- se regno di Francia, ed in-
nel
lito Francesco Sforza. Giunta iu cominciò ad insegnarsi in Meaux
Roma la notizia di sì fatti avveni- le prave sue dottrine e pregiudi-
meiili, Leone X vi fece grandi al- zievoli errori. 11 contestabile di
FRA FIIA ,1
Bourbcaì nel i5i^ disfece a Biagras chiuso in quella città a'i4 genna-
la retroguardia dell'ammiraglio Bon- io, in cui promise di cedere la
nivet nella ritirata di Rebec, e ri- Borgogna, e gran parte della Fran-
pigliò tutto il Milanese. Entrò dipoi ca-Contea e delle Fiandre, di ri-
con una forte armata nella Pro- stabilire il contestabile, e fargli ra-
venza, ma a ritirarsi
fu costretto gione su' suoi diritti relativi alla
con perdita, perchè famoso cav. il Provenza, e fu costretto di contrar-
Bayard s'impadronì di Tolone ed re nel carcere matrimonio colla il

assediò Marsiglia. Frattanto Fran- sorella di Carlo


Eleonora; altri V
cesco I passò in Italia ad assediar procrastinò tal matrimonio alla pa-
Pavia, ed avendo distaccato fuor ce di Cambrai. Lasciò due suoi
di tempo una parte delie sue trup- figliuoli in ostaggio per malleveria
pe per mandarle a Napoli, fu egli di sua parola, ma non per questo
disfatto da Carlo V, e dal conte- si fece scrupolo di ritrattarla. La
stabile di Bourbon in una sangui- politica ed il sistema allora adot-
nosa battaglia datasi in faccia di tato dell'equilibrio europeo, trasse-
Pavia li 24 febbraio i525, dopo di ro in lega col re di Francia, Cle-
aver avuto uccisi sotto di lui due mente VII, il re d' Inghilterra, i
cavalli , e di aver fatto prodigi di veneziani, i fiorentini, gli svizzeri, e
valore. Non apparve mai in tutto il duca di Milano; la lega fu con-
il suo lume la grandezza dell' ani- chiusa in Cognac i giugno
agli i

mo di Francesco I, che dopo que- i526, ed offesetalmente Carlo V


sta funesta battaglia , ove venne che tosto pubblicò la guerra ai
fatto prigioniero co'principali signo- Pontefice. Mentre questi pensava
ri di sua fastosa corte, e con En- di passare in Ispagna per combi-
rico d' Albret re titolare di Navar- nare con Carlo V una generale
ra, ed attuale signore del Bearnese. concordia, quel principe spedì nel
Il solo uffiziale francese che avea 1527 il contestabile di Bourbon a
seguito il contestabile nella sua de- prendere Roma. La città fu presa
chiamato Pomperan j salvò
fezione, ed il contestabile vi restò ucciso ;
ad un tempo la vita, ed intimò la ma i soldati fanatici luterani nel-
prigionia al suo sovrano , il quale la maggior parte, tutti veri malan-
richiese di Lannoy luogotenente del- drini, inondarono Roma di sangue
l'imperatore , ed a lui rimise la e la saccheggiarono lentamente piìi
propria spada, che ricevutasi in gi- volte. Dopo la prigionia di Castel
nocchio da Lannoy, questi gli porse s. Angelo il Papa con duri patti
la sua. Francesco I scrisse alla ma- fu lasciato libero, e Roma fu sgom-
dre, che tutto era perduto fuor- brata dai voraci suoi nemici. In-
ché l'onore: il primo a ferire il tanto Francesco I spedì in Italia
cavallo del re fu Cesare Hercolani ad aiutare il Pontefice il bravo
di Forlì. duca di Bourbon si re-
Il Lautrec, che riprese il Milanese.
cò a visitarlo, ed a godere del suo Temendo Carlo V i collegati del
trionfo la duchessa d' Angouleme
: re di Francia, nel i529 si pacifi-
divenne reggente del regno. cò pel trattato di Cambrai con
Francesco I fu condotto prigio- Francesco I, cui rese due figli, e
i

ne nel castello di Madrid, e ne u- desistette dalle pretese sulla Borgo-


scì l'anno appresso col trattalo cou- gna pel compenso di circa due un-
12 FRA FRA
lioui di scudi, dando l'imperatore e nelli Provenza, fino ad Arles e
al suo emulo la propria soiella in Marsiglia, saccheggiando la Piccar-
isposa. Le pretensioni sul Milanese dia e la Sciampagna, il valore e
furono cedute al cognato dal re di la saggia condotta del duca poi
Francia, ed ambedue dimenticarono contestabile Anna di Montmorency
le minacce e grossolane invettive, libeiò dalla continuazione della guer-
e i sOda che tra loro
cartelli di ra il i due principi com-
paese, e
cransi cambiati allora Francesco 1 : petitori convennero cavallerescamen-
si die a far fiorire l' industria, il te nella rada di Aiguesmorles ad
commercio e le lettere. Nel i532 un amichevole abboccamento, che
l'eretico Calvino incominciò ad in- fu seguito dal viaggio che nel i54o
segnare segretamente i suoi errori fece Carlo V
a Parigi, accompa-
in Parigi, e discoperto, per evita- gnato dalle più brillanti feste. Sino
re il carcere, prontamente fuggi. dal i538 avea procurato tal paci-
Questo empio ebbe numerosi se- ficazione il Pontefice Paolo III,
guaci, chiamandosi calvinisti in Ger- portatosi a Nizza, ove confermò a
mania ed altrove, geusi nelle F'ian- Francesco il privilegio dato da
I

dre, ed ugonotti nella Francia, che Eugenio IV al re Carlo VII, ma


come vedremo posero a soqquadro. non posto sino allora in uso, cioè
iXel i533 Clemente VII parl'i per che pari del parlamento di Pari-
i

la Francia, per tiallare col re del- gi, ancorché laici, potessero nomi-
la conversione di Enrico \1II re nare persone idonee a' benefizi ec-
d'Inghilterra che avea abbracciato clesiastici sotto la due- somma di
gli errori delle riforme religiose, e cento lire tornesi. In seguito con
per dare in moglie al secondo, non maggior successo Paolo 111 ottenne
all'ultimo suo figlio come alcuni che due monarchi ficessero tregua
i

scrisseio. poi Enrico II, sua nipote per dicci anni, ma non ebbe inte-
Caterina de Medici, che fu madre ra durata.
di Francesco II, Carlo IX, ed En- Volendo l' imperatore punire i

rico III. Lo sposalizio ebbe luogo ribelli gantesi, ottenne il passaggio


in Marsiglia, ed in questa occasio- per la Francia, con promettere al
ne il recedendo dall'an-
i'oiilcflce, re r investitura del ducato di Mi-
tica consuetudine de' suoi anteces- lano per uno de' suoi figli. Non
sori, si assise a mensa colla regi- credendo Carlo V ellettuar il pas-
na, oltre Francesco I. Questo prin- saggio, questo emergente fece riac-
cipe non passò molto tempo, che a cendere la guerra la flotta gallo- :

profittar della spedizione che fece turca travagliò infruttuosamente


in Africa Carlo V , si mosse alla Nizza, dal famoso Andrea Doria
licupeia del ^Milanese nel i535j preservata, ed il conte d' Enghien
tiicendo alleanza con Solimano II Francesco di Bourbon, guadagnò
imperatore ottomano. Investì furio- la battaglia di Ceresole nel i
544
samente Savoia onde aprirsi il
la contro marchese del Vasto con-
il

passaggio e proclamò 1' indipen-


,
dottiero degli imperiali, e si im-
denza di Ginevra, che divenne fin padiDiù del IMonferralo. Mentre
d'allora il centro del culto rifor- Francesco tirò al suo partito il
I

mato; ma reduce Carlo V dalle famoso ammiraglio Barbarossa e il


sue viLluric pcuchò ucl DclfiuaLo re di S\cz.iaj Enrico \ 111 re di
FRA l'RA i'i

Ingliilferra prese quello di Carlo V, segni della (i-rit.i; ma qucsia moda


ed occupò Bonlogne. I torbidi le- fu abolita sotto Luigi XI 11.

ligiosi d' Alemagna salvarono la Enrico II suo figlio e marito di


Francia, giacché per sedarli dovet- Caterina de' Medici gli successe, e
te r imperatore convenire alla pace fu consagralo in Reims dal cardinal
di Crespi, ma non ebbe elTelto la Carlo di Lorena ai5 luglio 547- 1

convenula investitura del Milanese, Un grande cambiamento si operò


sì per la morte del duca di Or- nella corte ciò che si
, attribuì
leans ad essa destinato, clie per alla favorita Diana di Poitiers du-
quella di Francesco 1 seguita nel chessa di Valentinois. Francesco I

castello di Rambouillet a'3o marzo aveva introdotto le dame nella cor-


i547 *^' ^^ anni. Fu egli un prin- te, ed è nota 1'
inlluenza che vi

cipe dotato delle più sublimi qua- esercitarono la contessa di Chateau-


lità, spiritoso, dolce, magnanimo e briand, da lui tanto amata, indi
generoso, imi troppo ed ai piaceli la duchessa d'Etampes Anna di Pis-
alle donne abbandonato. Al genio seleu. L' introduzione delle dame
guerriero e al valore congiunse in corte fu conservata da Enrico
un amore passionato per le belle li, tale uso si stabilì in tutte le
e
arti e per le lettere di che fu , corti d'Europa. Da tale epoca ap-
uno de' primari proteggi tori. Pro- punto incominciano le memorie par-
tesse i dotti e gli artisti in modo ticolari, gli aneddoti politici, e !'?>-
singolare, ideò il grandioso proget- bitudine presa dai più gravi stori-
to del collegio reale, eresse a tut- ci di attribuiie le più alte risolu-
te sue spese una biblioteca a Fon- zioni a meschini raggiri ; senza ri-

tainebleau, fondò la stamperia rea- flettere che le donne, naturalmente


le, e fece edificar varie case reali, inclinate ad esagerare la loro in-
che adornò di pitture , di statue ,
fluenza negli affari di stato,, si so-
e di mobili preziosi, coli' opera di no vantate facilmente come uniche
valenti artisti. Gli stabilimenti fran- motrici delle impiese, nelle quali
cesi nel Canada ebbero oiigine sot- credettero di aver avuto alcuna
to il di lui regno : ed a lui si deb- parte. Enrico II fece la guerra agli

bono Havre ed il Louvre. Di-


r inglesi e riprese Roulogne : inondò
mostrò pure un gran zelo per la colle sue truppe l'Italia, invase il

religione cattolica contro i profe- Sanese, per cui il Papa Giulio II!

stanti ed altri eretici , massime guarnì di truppe i confini del suo


contro i valdesi del Delfìnato. Ebbe stato ; ed il re si collegò co' prin-
un tenero affetto pel popolo, i cui cipi di Germania contro Carlo V,
aggravi raccomandò al figlio di mino- indi prese Metz, Verdun e Toul.
rare, essendo egli stato costretto d'im- Carlo V pacificatosi coi principi di
porli per le guerre. Fu egli che ordi- Germania, e con la regina di Un-
nò che in avvenire gli atti pubblici gheria, obbligò il re a tornarsene
dovessero essere scritti in francese, in Francia ; ma assediando Metz
e che introdusse la moda di por- con poderosissimo esercito, fu re-
tare i capelli corti e la baiba lun- spinto da Francesco duca cU Gui-
ga, essendo sfato ferito in volto dal sa, e dal fiore della nobiltà fran-
capitano di Lorge, signore di Montgo- cese : r imperatore si vendicò con
mery, e volendo così nascondere i la totale distruzione di Terouavie,
,

i4 , FRA FRA
e prese Hesdin. 11 re rovinò 1 Paesi Thionvllle. Il duca di Nevers Car-
Bassi, e disfece gì' imperiali nella Jemont, e il maresciallo di Teri-
liattaglia di Rcnti, seguita da con- nes presero Dunkerque, e s. Ynox,
venula tregua nel i556. Avendo mentre il maresciallo Brissac si sos-

Carlo V abdicato impero in all' teneva in Piemonte.


favore del fratello Ferdinando I, Il re di Francia perde il frutto
il re ruppe la tregua venendovi di tanti prosperi avvenimenti con
sollecitato dal cardinal Caraffa ni- la pace di Chàteau-Cambresis a' 3
pote di Paolo IV. Essendo questi aprile i55q per consiglio di Mont-
in guerra col re di Spagna Filip- morencj', e di Diana di Poitiers
po il, figlio di Carlo V, spedi in ad onta dell' opposizione del consi-
Francia il cardinal Rucellai affin- glio.Questa pace ebbe il nome di
chè Enrico 11 lo aiutasse. Nella maledetta e disgraziata. Enrico II
lusinga del conquisto del regno di perde in un sol trailo di penna sì gran
IVapoli pel suo secondogenito, spe- conquista, che eguagliava ad una
dì in Italia un esercito di diecimila terza parte del regno, restituendo-
uomini sotto il comando del duca di la a Filippo II. Restituì pure al
Guisa, ed un altro in Fiandra. Questo duca di Savoia il Piemonte e la
fu disfatto da Emmanuele Filiberto Savoia, meno quattro città; ai ge-
duca di Savoia li io agosto ì55'j novesi r isola di Corsica, e Siena
nella famigerata battaglia di s. Quin- al duca di Firenze , dopo tanto
tino, per difetto del contestabile di sangue sparso, e tanti tesori spesi.

Montmorency che comandava i fran- Solo gli fu reso Ham, Calelet, e s.

cesi. Questo generale fu fatto pri- Quintino, obbligandosi rendere do-


gioniero, col maresciallo di s. An- po otto anni agi' inglesi Calais. Con
drea, e duca il di Montpensier. Il tal pace si matrimo-
conchiusero i

conte d'Anguien fratello del prin- ni di Elisabetta figlia del re con


cipe di Condé vi fu ucciso, e l'am- Filippo 11, e di sua sorella Mar-
miraglio di Coligny, che comanda- gherita col duca di Savoia. In mez-
va in s. Quintino, dovette cedere zo alle feste delle nozze Enrico II
la città, ove fu fatto prigione. Que- perde un occhio nella giostra a- ,

.sta battaglia avendo atterrito la vendo obbligato il capitano delle


Francia fu richiamato il duca di guardie, il conte Gabriele Mont-
Guisa, quando già Paolo IV si era gomery , a rompere nel torneo
pacificata la Spagna. Prima di par- una lancia contro di lui, e morì
tire il duca da Roma, con buone dalla ferita a' io luglio i55c) di
ragioni fu uno di quelli che illu- quaranta anni, lasciando i tre figli

minarono il zelante Pontefice, che Francesco, Carlo, ed Enrico, che


i suoi nipoti tradivano la santa Se- successivamente regnarono. Montò
de favorendone nemici, onde nac-
i sul trono Francesco II, marito di
que la magnanima risoluzione nel Maria Stuarda regina di Scozia,
Papa di esiliarli. Giunto il duca mentre tre potenti fazioni divide-
in Fiancia, prese agi' inglesi Calais vano la corte, cioè i Borboni, i
agli 8 gennaio i558, che lo pos- Guisa zii della regina, e i Mont-
sedevano dal iSgy, e serviva loro morency. Profittando il duca di
di comodo ingresso nel regno: in- Loiena Francesco di Guisa, e il
di s impadronì di Guines e di cardinal Lodovico I suo fratello,
,

FRA FRA i5
della gin-viiiezza del re, s'impadro- rondogenito di Enrico II, e di Ca-
nirono del governo, il che suscitò terina de' Medici gli successe in
contro di loro i principi del san- età di anni dieci, e fu consagrato
gue, Antonio di Bourbon re di in Reims a' ì5 maggio i56i. La
Navarra, e suo fratello Luigi prin- regina sua madre ebbe l' ammini-
cipe di Condé, i quali trassero al strazione del regno, di cui fu di-
loro partito i calvinisti del regno ;
chiarato tenente generale Antonio
al contrario i Guisa v' indussero a di Borbone re diNavarra il prin- :

sostenerli i cattolici. Tale fu l'ori- cipe fu tosto messo in libertà, e si


gine dei torbidi e delle guerre ci- formò una specie di triumvirato
bili che desolarono lungamente la tia i duchi di Guisa, il contesta-
monarchia nel tratto successivo, e bile di Montmorency, e il mare-
fu quindi sagrifìcafa la -vita di tanti sciallo di s. Andrea. Così il regno
illustri francesi, avendo gli eretici fu diviso in due parliti, cioè dei
dei capi e dei protettori di un Borboni e dei Guisa, onde ne pro-
rango così distinto, ed essendo i vennero le guerre civili, gli omi-
Guisa alla testa del governo. I par- cidii e gli orrori che segnalarono

tigiani del principe di Condé for- il governo di Carlo IX.


marono nel i56o la congiura d'Am- La regina fece tenere un'assem-
boise, per involare il re, e truci- blea magnati a s. Germano
di
dare i Guisa; però fu discoperta, venne promulgato un editto di tol-
puniti severamente molti de' com- leranza a favore de' pretesi rifor-
plici, mentre il duca di Guisa di- mati, ed ebbe luogo il colloquio dì
venne più possente sotto il titolo Poissy i56i per pacificare le
nel
di luogotenente generale del re- dispute ; ma gli animi
religiose
gno. Indi Francesco li pubblicò in vieppiù s'inasprirono. Il re di Na-
Romoranlin un editto in vigore varra si unì ai triumviri il che ,

del quale la cognizione del delitto indusse la regina per controbbilan-


di eresia veniva rimessa ai vesco- ciare questo partito ad accordare
vi 5 ed interdetta ai parlamenti : nel i562 ai calvinisti il pubblico
proibì ai calvinisti di tener assem- esercizio della loro religione fuori
blee, e portossi ad Orleans per a- della città, gettandosi così nelle brac-
dunarvi gli stali generali. Ivi fu ar- cia de' loro capi il principe di Condé
restato il principe di Condé, e mal- e l'ammiraglio di Coligny. Passan-
grado i privilegi de' principi del do il Guisa per Vassy, fu
duca di
sangue non soggetti che alla corte colpito con una
pietra dagli ugo-
de' pari in camere riunite, fu dal notti, onde le sue genti ne taglia-
consiglio privato coli' aggiunta di rono in pezzi un gran numero , e
alcuni commissari del parlamento fu come il segno delle guerre civili
condannato al taglio della testa co- tra i cattolici e i pretesi riforma-
me complice della cospirazione di mali : ilduca fu ricevuto nella ca-
Amboise ; sentenza che non fu e- pitale con trasporti di gioia per- ,

seguita per la morte del re avve- chè riguardavasi non solo come
nuta li 5 dicembre i56o: fu sot- un eroe , ma come il sostegno dei
to questo regno che i protestanti cattolici, e il protettore della vera
o calvinisti furono chiamati ugo- Chiesa. Allora Condé sorprese Or-
notti. Carlo IX suo fratello, e se- leans, ed a sua imitazione i calvi-
, ,

II'. FRA FRA


nisli o ugonotti s' impadronirono false dottrine di Lutero, di Calvi-
«li Rnnen , e di varie altre città no e degli altri loro fanatici segua-
«[iiiiidi vinti alla battaglia di Dreiix ci. Nelle riunioni posteriori al con-
dal duca di Guisa : i generali delle Trento
cilio di i vescovi francesi si

due armate , il principe di Condé occuparono di fare ricevere i de-


od il contestabile furono fatti pri- creti sagrosanti del medesimo, e di
gionieri. Piouen fu ripreso nel i562, procurarne l'utile, esecuzione, tanto
ma costò la vita ad Antonio re di sul dogma, quanto sulla disciplina.
Navarra. Nel febbraio i563 il du- Carlo IX prese agl'inglesi Ilavre-
ca di Guisa fu assassinato da Pol- de-Grace, tenne il suo letto di giu-
trot all'assedio di Orleans, e la re- stìzia, e fu dichiarato maggiore al-
gina accordò la pace agli ugonotti l' età di tredici anni, indi conchiu-
a'i8 marzo. Intanto il Pontefice se la pace cogl' inglesi, visitò le pro-
Pio IV si adoperava al compimen- vincie del reame, e nel i566 ten-
to del concilio di Trento incomin- ne r assemblea degli stati a Mou-
ciato sotto Paolo III, principalmen- lins ma avendo gli ugonotti ten-
;

te per infrenare l'eresie; però la tato sorprenderlo quando da Meaux


bolla di Pio IV emanata per la si portava a Parigi', la guerra ci-
continuazione del concilio aveva in- vile ricominciò.
contrato qiialcbe difìlcoltà ,
perchè Pontefice s. Pio V a mediazio-
Il

non avea in essa nominato il re di ne di Carlo IX, ottenne dalla Por-


Francia col titolo di primogenito ta ottomana la libertà ai principi
della Chiesa. Quindi celebrandosi Giustiniani che avea fatti schiavi
con lentezza le ultime sessioni per neir isola di Scio ; e prendendo a
la precedenza che pretendeva l'am- cuore regno di Francia lacerato
il

basciatore di Spagna su quelli di dagli ugonotti , vi spedì il nunzio


Francia, che sostennero coraggiosa- Michele Turriani vescovo di Ce-
mente la preeminenza della loro neda, affine di esortare il re e la
corte , in favore della quale decise regina madre ad essere costanti nel-
Pio IV, per quelle ragioni che no- la difesa del cattolicismo, e di non
tammo altrove. Finalmente nel 1 563 pili ammettere ne' loro consigli Odet-
si compì la celebrazione del sagro- to diSciattilon, già deposto dal car-
santo concilio di Trento, che mol- dinalato dal suo predecessore, sicco-
ti stati e principi accettarono sen- me apostata ed eretico. Per assicu-
za limitazione: non trovò per altro rare la città di Avignone e il con-
in Francia la stessa accoglienza in tado Venaissino, dominii della san-
tutto ciò che sapientemente vi era ta Sede , dalle violenze che com-
stato decretato sulla fede, e sulla mettevano gli eretici, s. Pio spe- V
dottrina e discipline ecclesiastiche dì copiosi soccorsi al governatore
siccome punti contrastati dagli ere- cardinal Armagnac, in un a trup-
tici ; laonde non tu ammesso asso- pe e munizioni. Al re di Francia
lutamente in molte cose di riforma poi mandò in suo aiuto cento cin-
e di polizia che si credevano con- , quanta mila scudi, quattro mila
trarie alle prerogative del regno. cinquecento cavalli e cinque mila
Prima del concilio le riunioni dei fanti, de' quali fece generale il con-
vescovi dello stesso secolo XVI eb- te di s. Fiora Sforza; e pregò in
bero per iscopo di proscrivere le pari tempo il re di Spagna e i
,

FRA FRA 17
piincipi italiani a somministrare se il nome dell'autore, e condan-
ancli'essi soccorsi. Inoltre s Pio V nò settantanove proposizioni.
accordò a Carlo IX di alienar Jje- Dopo la pace conchiusa dal re
ni ecclesiastici per la somma di cin- cogli ugonotti , essendo i capi di
quecento settanta mila scudi. Gli questi sospetti della durata , credè
ugonotti furono disfatti alla batta- bene Carlo IX di proporre il ma-
glia di s, o novembre
Dionigi a' i trimonio di sua sorella Margherita
1567 dal contestabile, che poi mo- con Enrico III re di Navarra fi-
ri per le ferite riportate: allora si glio di Antonio di Bourbon, discen-
pose alla testa delle armale Enri- dente di Roberto di Francia conte
co duca d'Angiò fratello del le, e di Clermout, quinto figlio di Lui- .s;

guadagnò a' i ^ marzo i56c) la bat- gi IX, che poi divenne re di Fran-
taglia di Jai'nac, per la quale il re cia col nome di Enrico IV il Gran-
mandò al Papa dodici stendardi de. Appena fatta la cerimonia del-
presi agli eretici; ed il principe di le nozze nel i57 1, l'ammiraglio di
Condé fu ucciso a sangue freddo Coligny fu ferito da un'archibu-
da Montesquieu tre giorni dopo. giata da Maurevel; indi Carlo IX
A' 3 ottobre il medesimo duca ri- a consiglio di Caterina de' Medici
portò la sanguinosa vittoria nella e di molti signori della corte, de-
pianura di Montcontour ,
per ope- cretò la strage degli ugonotti. L'or-
ra principalmente di Sforza gene- dine fu eseguito con tanta crudel-
rale pgntificio, il quale a mezzo tà in Parigi, e in quasi tutto il re-
del fratello Paolo, mandò a s. Pio gno, che vi restarono uccise piìi di
V ventisette stendardi presi agli settanta mila persone , e siccome
ugonotti, che li collocò nella basi- r uccisione incominciò a' 24 agosto
lica lateranense ; indi ebbe luogo la la notte della festa di s. Bartolo-
pace. Intanto Michele Baio dottore meo, fu detta la strage di s. Bar-
dell' università Lovanio , sparse
di tolomeo. Va però avvertito che il

e sostenne ne' suoi scritti molte sen- numero de' settantamila uccisi è di
tenze circa il libero arbitrio, le molto esagerato. Gravissimi poi fu-
opere umane, ed il merito, le qua- rono i motivi che a propria dife-
li furono di scandalo alle scuole sa indussero il governo del re, in
e (l'inquietudine alle coscienze; e quei lagrimevoli tempi, a ricorre-
furono come i primi semi di quel- re a questa estrema misura, senza
la zizania che nel seguente secolo la quale forse il calvinismo, e la
infettò diversi dei puri campi del- repubblica, o piuttosto le repubbli-
la Chiesa, principalmente la galli- che federative in cui agognavano i
cana,- coi giansenisti che tanfo af- capi ugonotti frastagliare la Fran-
flissero la Francia nell'ecclesiastico cia, avrebbero trionfalo della Chie-
Queste false dottri-
e nel politico. sa cattolica e dell' unità della mo-
ne furono prontamente condannate narchia. E fu per s\ gravi motivi
dalla Sorbona in dieciotto articoli, che in s. Luigi de' francesi di Ro-
e vi risposero i balani con un' apo- ma cantò il Te Deum, e si fe-
si

logia : ma vedendo s. Pio V che la cero altre pubbliche dimostrazioni,


discordia eccitava maggior incendio, non perchè si avesse avuto parte
con la bolla Ex omnibus afflictio- o si gioisse della strage. Il re di
nìbiia, avocò a sé la causa, soppres- Navarra e il suo cugino Enrico
,

voi. XXVII.
.^^
j8 fra FKA
principe di Condé iiglio del defun- di d' istoria e di geografìa , fu
to , fecero 1' abiura de' loro errori dall'ammiraglio di Coligny spedita
per salvare la vita ; abiura che il una colonia America.
di francesi in
Papa Gregorio XIII accolse coi Enrico III Enrico lì e di
figlio di

maggior piacere. Il duca di Lore- Caterina de' Medici, già duca d'An-
na Enrico di Guisa, eh' era stato giò eletto per le sue brillanti mi-
incaricato dal re di essere esecu- litari azioni re di Polonia, tre me-
tore della strage . l' eseguì con vi- si dopo la sua coronazione in Cra-
gore; e parlamento ordinò che
il covia ne partì, e recatosi in Fran-
r ucciso ammiraglio Coligny co- ,
cia fu coronato e consagrato in
me primo e piìi fanatico capo de- Reims dal cardinal Guisa I-uigi di

gli ugonotti, fosse impiccato in ef- a' i5 febbraio iSjS. Intanto Gre-

figie Montfaucon
sulla forca di : ma gorio XIII commiserando lo stato
questo macello non fece che esa- della Francia indebolita di forze
,

ceibare gli animi. e di rendite, che appena ascende-


J calvinisti non vollero lasciar ri- vano a sette milioni di franchi, co-
pigliare le piazze di sicurezza, ch'era- me narra il Mafiei, Annali di Gre-
no stale loro accordate: il ducad'An- gorio XIII, lib. Ili, pag. ii3, gli

giò fece l'assedio della Rocella dive- mandò prima duecento mila scudi
nuta la capitale del protestantismo, d'oro, poi altri cento mila, indi al-
protetta da Elisabetta regina d' In- tri cinquanta mila, con quattro mi-
ghilterra e difesa dal La Noce ; ma la fanti.Si adoprò pure perchè lo

vi perdette quasi tutta la sua arma- scettro di Polonia restasse nelle ma-
ta nel iSyS; ed avendo inteso il ni Enrico
di III; ma desiderando i

duca di essere stato eletto re di polacchi che il re risiedesse tra

Polonia, pertossi a prender posses- loro, elessero in re Stefano Battori.

so di quella corona. Gregorio XIII Indi il Papa cedendo olle preghie-


spedì a congratularsene il prelato re del re defunto, della regina ma-
Serafino Olivieri, uditore di rota, ri- dre, e di Enrico IH, con due bol-
mettendo al re di Francia suo fra- le applicò alla corona sui frutti dei
tello, donativo dello stocco e ber-
il beni ecclesiastici un milione di fran-
reitone benedetti [Vedi), per ani- chi o lire tornesi ,
pari a scudi
marlo alla difesa della religione. trecento mila, e la facoltà di alie-
Morì Carlo IX nel castello di Vin- nare pel valore d' un milione di
cennes a' 3o maggio 1574, di 24 beni del clero.
anni mentre nella corte era nata
, Enrico III nel i 5" 5 guadagnò la

ima nuova fazione chiamala de'^o- biitlaglia di Dormans , e nell'assem-


liiici ed animala dai signori di
,
blea di Blois determinò la rinnovazio-
Montmorency , dal maresciallo di np della guerra contro gli ugonotti
Bessé, dal signor di Biron con alla nel 1576, ai quali si unì il fratello del

testa il duca d'Alen$on meditava la re duca d'Alengon. Trovandosi En-


riforma del governo, e l'espulsio- rico IIIin estrema penuria di de-

ne degli stranieri fiorentini dalla naro spedì a R.oma Pietro Gondi


corte della regina, ec, accumunan- vescovo di Parigi acciò Gregorio ,

do a quelli degli ugonotti i pro- XIII gliaccordasse l'alienazione di


pri inteiessi. JVon si deve tacere, tanti beni ecclesiaslici pel valore ,

che nel regno di CarloIX.pegli stu- di trecento mila franchi d'entrata


FRA FRA IO
Dispiacque Papa l' incliiesta, nel
al sime ragioni che il vescovo di Ba-
riflesso che progredendo così il cul- zas a nome dell'assemblea espose
to divino andava ad estinguersi , coraggiosamente al re con robusto
dappoiché nel breve periodo di quat- arringo, non si ottenne il bramalo
tordici anni, la corona avea ricavati intento. Non cessando Michele Baio
dal clero più di ottanta milioni di di spargere suoi errori, Gregorio
i

tninchi: tultavolla l'indulgente Pon- XIII a'29 gennaio iSyg, colla bol-
tefice annuì all'alienazione di tanti la Provisionis nostrae , appresso il

beni ,
pari a cinquanta mila scudi Possevino in Àppar. Sacr. tom. II,

di rendita. A questa beneficenza il iu Midi. Bajo, confermò quella del


re corrispose , col rivocare le ulti- predecessore emanata contro di lui,

me concessioni fatte agli ugonotti ,


e condannò i suoi errori in globo,
mentre la peste afflisse la Francia. per cui Baio fece una simulala a-
Gregorio XIII e i suoi due ultimi biura, mentre sostenne poscia mol-
predecessori avevano inutilmente te proposizioni condannate , spar-
tentato 1' introduzione in Francia gendo non richiedersi altro dalla
della piena osservanza del concilio lolla pontifìcia che un rispettoso
di Trento. Opponevasi sempre l'o- silenzio: questo riprovevole rimedio
pinione dei soiboni intorno alla po- fu poi in simile caso abbracciato
destà del romano Pontefice sopra dai giansenisti di Francia. Nel i58o,
il ed intorno all'Immaco-
concilio, essendo nunzio in Francia monsi-
lata Concezione della Madre di Dio, gnor Dandini, nacque vertenza tra
che dal Tridentino fu lasciata inde- la corte e la santa Sede, perchè
cisa, mentre l'università della Sor- nella bolla in Coena Domini, proi-
bona la sosteneva, sino ad intima- bendosi a' principi secolari l' impor-
re anatema a chi ne dubitava o re gravezze sugli ecclesiastici, il re
sosteneva il contrario. Si opponeva suppose che si volesse dehaudarlo
in oltre, che dalle costituzioni dei del soccorso che voleva domanda-
Tridentino si derogava all'autorità re al clero con due decime straor-
del re di Francia, a molti privile- dinarie. Gregorio XIII incaricò i
gi di sua corte , alle prerogative cardinali di Bourbon e Birago a
della Chiesa gallicana, e finalmente rettificare ad Enrico III l'avvenu-
alla tolleranza de' riformatori dei to, ed a rimproverarlo di quanto
dommi religiosi. Nel iSyg lo stato si era permesso contro il nunzio,
ecclesiastico di questo regno essen- e contro altri. Di poi operata dal
dosi adunato in Melun per delibe- Papa la correzione del calendario
rare su alcune gravezze, che il re romano, nel i582 la ricevette pure
voleva imporre al clero, l'assemblea la Francia.
animata dalle esortazioni di Grego- Nel i58o il re si pacificò cogli
rio XI II, e dall' islanze del suo nun- ugonotti in Nerac, senza buon ef-
zio, vivamente supplicò il re a per- fetto, a cagione delle sregolatezze e
mettere la ptdjblicazione del sagro sciocche spese che il re veniva con-
concilio di Trento , in cui giusta- dotto a fare dai suoi favoriti. I dis-
mente il clero riponeva ogni spe- ordini si accrebbero colla moite
ranza di estinguere l' evesia e di di Francesco duca d' Alengon, fra-
mandare ad una stabile ed
effetto tello unico avvenuta nel
del re ,

efficace riforma. Malgrado le fortis- i 584, giacché per tal mancanza, il


20 '
FRA l'RA
ve tli ÌS'iivann capo degli
ch'era il lieo IV si sarebbe (lilto cattolico, sp

ugonotti, diveniva erede presuntivo non avesse incontr^ito sì energiclic


(Iclln corona, ed cattolici non io i opposizioni nella lega dai cittadini
volevano per sovrano. Indi nacque- veramente cattolici organizzata, e
ro tre partiti nello stato, e fu chia- dai Piipi avvalorata ed incoraggilii a
mata la guerra dei tre Eiiridiì ,
bene della Francia e del cattoli-
cioè quello de' confederali condotti cismo.
da Enrico duca di Guisa ,
quello Appena Sisto V fìi assunto al
degli ugonotti diretto da Enrico IH pontilicato, i principi della lega di
re di Navarra, e quello del re di Francia, e Filippo li re di Spagna,
Francia Enrico III, che fu detto il gran fautore di essa, lo supplicaio-
partito de' politici o realisti , e in no ad infrenare l'eresia del re ili
questa guisa il re divenne capo di Navarra, e del suo cugino principe
partito, mentre doveva essere il pa- di Il Papa per [)rocedere C(j1-
Condé.
dre comune di tutti. Il partito cat- lamassima cautela e circospezione,
tolico del duca di Guisa è pur co- dopo aver maturamente esaminato
nosciuto sotto il nome della lega per il processo del re di Navarra, nel
porre sul trono un principe cattolico settembre i585 con la bolla y4h
a danno della successione di Eni ii:o immensa, presso il Goldasto, toni.
III di Kavaira, e in favore del di Ili Monarch., pag. 124, dichiarò
lui zio cardinal Carlo di Bourbon, ambedue incorsi nelle censure e
arcivescovo di Rouen, come primo pene de' sagri canoni, delle costitu-
principe del sangue, dopo il nipo- zioni apostoliche, delle leggi genera-
te. Il duca di Guisa colse questa li e particolari, in viriti delle qua-
occasione per dichiararsi capo del- li decretò esser eglino privati dei
la lega, e per trattare con la Spa- regni, de' beni, delle dignità, ed
gna : nel fondo del cuore egli con- inabili co' loro eredi alla successio-
cepì fino d' allora la speranza di ne della corona di Francia ; quindi
ascendere al trono, non volendosi liberò i sudditi dal giuramento di
un re calvinista ugonotto, quantun- fedeltà, comandando a' vescovi dei
que Cateiina de' Medici non sem- due regni promulgazione della
la
brasse appoggiare i progetti in fa- bolla. 11 re di Francia ciò non
vore dei Guisa del ramo primoge- permise, onde Sisto se ne dolseV
nito di Lorena. Questa casa era con lui amaramente, richiamò il
anco potente pel matrimonio fatto nunzio Giacomo Ragazzoni per non
da Enrico Ili con Luigia figlia del aver agito con energia, e gli sostituì
conte di Vandemont, e peiciò so- Fabio Mirto Frangipane arcivescovo
rella duca Enrico che divenne
del di Nazareth, stato già nunzio di s.
cognato del re. Certo è che la le- Pio V a quella corte. Chiamò poi
ga fu solo a danno del calvinismo, il marchese di Pesane ambasciatore
e dell'erede naturale di Enrico III, di Francia presso la saula Sede,
incompatibile colla lega sostegno per partecipargli la spedizione che
del regno cristianissimo di Francia. andava a fare del nuovo nunzio, e
La lega fu il partito buono e na- sentendo che non sarebbe stato ri-

zionale, e quello solo che salvò nel cevuto come suddito del re di
regno la Chiesa cattolica giacche ,
Spagna, il Papa si gravò, non vo-
dicono alcuni storici, che mai Eu- lendo stare all' arbitrio altrui sul-
F P. A FRA 21
];i scf-Ila fle'nmi/i. In fatti il re \ucò pel settembre gli stati generali
noi ricevette, e incaricando l' amba- a Blois. Trovatosi per tal moda
sciatole a fare le sue scuse, Sisto il re privato d'ogni potere, perde
V gli negò r udienza, e gli fece in- madre, e die luogo
di fiducia alla
limare che stdjito uscisse in vece ad un temperamento precipitoso e
•la Roma. Queste cliiFerenze non tragico. All'apertura degli stati in
fuiono accomodate sinché il re non Blois, Enrico III pronunciò un gra-
SI pie;:;ò onorevohnente
e ricevere ve discorso, e dispose per modo le
monsignor Mirta, ed allora il Pa- cose, che il duca di Guisa Enrico,
pa richiamò l'ambasciatore, come chiamato a palazzo col pretesto che
racconta a lungo il p. Tempesti, il re voleva confessarsi e comunicar-

nella Fìta di Sisto V^ lib. X. si, nell'alzar la cortina per entrare nel
L'anno 1587 *^ formò la fazione regio gabinetto fu trafitto dai pu-
del consiglio de' sedici, che avea gnali di otto sicari. Indi furono
niente meno per iscopo, di privare ivi an-eslati il fratello Lodovico II
il re della corona e della libertà. cardinal di Guisa, il cardinal Bour-
In pari tempo il re di Na varrà bon, l'arcivescovo di Lione, i du-
parlai dal Bearn per unirsi ai te- chi di Nemours e d' Elbeuf col
deschi ed agli svizzeri. Anna duca giovinetto Carlo principe di Joinvil-
di Gioiosa volle impedirgli il pas- le, figlio del trucidato. Il giorno
saggio, e fu disfatto a Courtray, sen- seguente, vigilia del santo Natale,
za che il re profilasse della vittoria, fu condotto il cardinale ove il du-
ritornando nel Bearn presso la con-' ca era slato ucciso, e a colpi di
tessa di Grammontj mentre i sud- alabarda venne spietatamente morto,
delti alleati furono battuti dal duca quindi bruciale le ceneri de' due
di Guisa. Enrico III quando si vide fratelli furono sparse al vento. Giun-
per>eguilalo all'estremo dai sedici, e ta questa nuova infausta in Roma,
dal duca di Guisa, a' 12 maggio i588 Sisto V
ne restò soprammodo con-
fece entrare nuove truppe, e gli e con gagliarda allocuzio-
ti'istato,

svizzeri in Parigi per impadronirsi ne a' 9 gennaio iSSq significò il


de^ capistrada.Il popolo subito si suo dolore a' cardinali in concisto-
armò, barricò e Irincierò con muc- ro, donde cacciò il cardinal di Gio-
chi di botti le vie, discacciò le IrLip- iosa perchè voleva scusare il re
pe, e tal memoranda giornata fu da SI atroce misfatto. 24 Dipoi a'
delta dcs barricades. Questa rese maggio fece il Papa pubblicare un
il duca di Guisa padrone della ca- monitorio, in cui ordinava al re di
pitale, onde il re assediato nel Lou- scarcerare fra dieci giorni il cardi-
vre, fu costretto fuggire a Chartres, nal di Borbone cogli altri arresta-
indi a Rouen, ove Caterina de'Me- li, e dopo sessanta giorni compari-
dici sua madie, che gli fece segna- re in persona o per procuriitoi'e
re il pregiudicievole trattato detto avanti alla santa Sede, per render
di riunione, col quale creò il duca conto della morte del cardinale, e
di Guisa luogotenente generale della carcerazione degli altri eccle-
nìilitare del regno, dichiarò il car- siastici, che non eseguendo
ciò in-
«linul Carlo di Dourbun il seniore, correrebbe nella scomunica.
primo principe del sangue in pre- Dopo il primo movimento di
giudizio del le di Navaira, e con- terrore prodotto da questa tragica
aa FRA FRA
scena , la lega dei confederali pre- Filippo VI a regnare nel iSaS,
se maggior consistenza; gli stati non rimanendovi che Carlo duca
si sciolsero, i parigini si sostennero d' Angouleme figlio naturale di
in aperta ribelliones dichiarandosi Carlo IX. Madama di Montpensier
dal consiglio dell'unione il duca di sorella dell'ucciso duca di Guisa,
Mayenne luogotenente generale degli ebbe gran parte in questa uccisione.
stati della corona e del regno, che Enrico III nominò per successole
era fratello dell'ucciso ducadi Guisa, Enrico III Bourbon re di Navar-
mentre Caterina de' Medici d'anni 70 ra, che prese il nome di Enrico
morìa Blois a' 5 gennaio i58g. In IV, ed incominciò la dinastia della
tanta sventura si radunarono intorno regnante casa di Borbone sui tro-
ad Enrico III i principi del sangue, ni di Francia, Spagna, delle
di
e molli signori colle loro forze, co- due Sicilie, e dell'infante duca di
me il cardinal di Lenoncour, il ma- Lucca sul , trono di quel duca-
resciallo di Montmorency, i duchi to , che poi sarà reintegrato nei
d'Epernon e di Nevers; ed il re ducati di Parma e Piacenza. Il re
di Navarra esibì lealmente sé stes- Enrico IH fu il più inabile dei
so e le sue truppe, per difendere tredici re di sua stirpe: sotto di lui
il re dai suoi nemici, che furono e nel i588 il duca di Savoia s'im-
grandemente irritati. Enrico HI ri- padronì del marchesato di Saluzzo,
siedendo in Tours vi trasferì il ed un ingegnere di Venlo inventò
parlamento di Parigi e la camera le bombe.
de' conti, deliberando di portarsi Sisto V avendo saputo la morte
all'assedio della capitale. Il re di di Enrico HI ne formò argomento
Navarra e gli ugonotti lo libera- di grave allocuzione in concistoro,
rono dal duca di Mayenne, che di- nella quale tra le altre cose disse,
venuto padrone di molte piazze inve- che sebbene fosse solita la santa
stiva Tours, indi con lui partirono, e Sede di celebrare pei re cattolici
con cinquantamila uomini per l'asse- le solenni esequie, essendo Enrico
dio di Parigi. Enrico III prese alloggio IH, per quanto era Itcito alla Chie-
a s. Cloud, ove giunse il dì primo d'a- sa giudicare dall'esterno, morto im-
gosto; quindi un sicario in abito di penitente (ovvero allacciato dalle
religioso domenicano, chiamato Iaco- censure) per non aver ubbidito al
po Clemente, che fingendo dover monitorio (alcuni scrissero non aver-
parlar solo col re per affari pressanti, ne egli avuto notizia), così non
mentre il re incominciava a les^e- era lecito il celebrargliele; non do-
re le carte di cui si fingeva porta- vendo ciò apportale pregiudizio al
tore, gl'immerse un lungo pugna- regno, poiché la santa Sede nega-
le nella regione umbilicare. Il re va r esequie, non ad un re di
ebbe tanto di forza di estrarre il Francia, ma solamente ad Enrico
lèrro dalla ferita, e conficcarlo in- di Valois. Qui va avvertito, che
fino al manico nella fronte del tra- avendo poscia 1' abbate d' Ossat per-
ditore, che gli accorsi servi fecero suaso Clemente Vili del pentimen»
a pezzi. Enrico III morì nel dì se- lo e penitenza del re, da questo
guente da buon cattolico, d'anni Papa gli furono decretate le solen-
38, terminando in lui la stirpe dei ni esequie, come narra il ^'ovaes
Valois che avea incominciato con nelle f ite de romani Ponlf-fici, Una.
FRA FRA 23
Vili, pag. 220. Enrico IV era sfa- nerne la conferma. iVello stesso tempo
to nella prima età allevato nella i principi della lega acclamarono
corte di Francia cattolicamente re il vecchio cardinal Carlo di
ma Giovanna d'Albret sua madre Bourbon zio d'Enrico IV a' 2 i no-
avendo abbracciato il calvinismo, vembre 1589, col nome di Carlo
in questo lo fece istruire, e ne di- X, indi spedirono a Sisto V il com-
venne uno de' primi sostegni. Dopo mendator di Malta fra Giacomo di
i suoi sponsali con Maiglierita di Diu per averne la conferma, ed
,

Valois, per salvar la vita abiurò impedire il ricevimento di Luxem-


l'errore, indi rientrò nella religio- burgo, come il riconoscimento di
ne pretesa riformata, e passò la Enrico IV, già dichiarato dal Pon-
•vita tra i combattimenti, le paci, tefice incapace di succedere alla
e le rotture colla corte di Francia, corona.
sulla quale riportò alcune vittorie. In mezzo a si opposte richieste
Finalmente per opporsi alla lega della Francia, Sisto V dopo aver
si con Enrico HI, alla
riconciliò implorato con un giubileo il divino
cui moriepiù gran parte dei
la aiuto, deliberò di da neu- portarsi
signori tanto ugonotti quanto cat- trale. Destinò legato nel regno il
tolici, che si ritrovavano allora al- cardinal Gaetani con assegnamento
la corte, il riconobbero per re di di cento mila ducati, e dando alla
Francia. La sua armata essendosi in- lega il soccorso di trecento mila
deb(jlita col ritirarsi delle altre, fu ducati, oltre venticinque mila scu-
costretta levar l'assedio da Parigi, e di al mese per la prosecuzione del-
passò in Normandia. Frattanto wSi- la Per questa i collegati
guerra.
sto V, a' 2 I settembre del medesi- avevano quasi otto milioni di scu-
mo anno iSSg,
spedi cinquanta- di, non comprese le confische fatte
cinque brevi a tutti i principi del ai realisti, laddove Enrico IV ap-
regno, venticinque ai primari no- jiena due milioni di scudi
aveva
bili, quindici a diversi titolati, die- di rendite, compreso il principato
ci agli abbati, cinquantacinque a di Bearn, ed altri propri dominii.
persone private, sessantatre ai pri- Frattanto Enrico IV disfece con
mati di tutte le città, alla regina poche forze, quelle più numerose
vedova Luigia di Vandemont del- che gli oppose il duca di Mayenne
la casa di Lorena, e a molti du- nella battaglia d'Arques a' 22 set-
chi, signori, e presidenti del par- tembre 1589, e in quella d'ivrì li
lamento, raccomandando la pace, i4 marzo i5go ; indi fece arrestare
e la scella di un re cattolico. In- lo zio cardinal di Bourbon, che i
tanto i principi del sangue delibe- suoi chiamavano Carlo X, e lo
rarono di giurare ubbidienza ad fece porre nella prigione di Fon-
Enrico ly, qualora egli promettesse tenay Compie, ove mori a'
- le -

prima sinceramente di conservare maggio 1590 d'anni 67. Il Papa


nel regno la cattolica religione, co- non volle fargli le solenni esequie,
me giurò solennemente, on-
in fatti perchè non era stato coronato,
de fu da essi acclamato re a' 4 né unto, come era in viso co' mo-
agosto, ed elessero il duca di Luxem- narchi francesi. Con grande ap-
bmgo per darne parte al Papa come plauso sino dai 20 gennaio 1090
ambasciatole straordinario, ed otle- era entrato il cardinal legato in
?4 FRA FRA
Parigi, colla segreta istruzione di in Francia per iiunzi(j Marsilio
conoscere quale dei due partiti era Landriani, con due monitorii, mio
il più giusto. A' ^6 dello stesso a' ministri della Chiesa che seguis-
mese giunse in Roma l'ambascia- sero le parli di Enrico IV, acciò
tore de'principi del sangue, che fu lo abbandonassero entro quindici
benignamente accolto da Sisto V. giorni sotto pena di scomunica, ciò
L'ambasciatore di Spagna Olivares che altresì dovevano fare per l'al-
protestò su tal ricevimento, e si tro monitorio i grandi ed filtri
permise altre domande , che gli primari del regno dichiarando ,

mcritaiono il licenziamento dall'u- co' medesimi monitorii escluso dal-


dienza del Papa. Giunta in R.oma la corona di Francia e dalla ,

la notizia della vittoria riportata comunione de' fedeli Enrico IV.


ad da Enrico IV, che poi con
Ivri Quale attentato commettessero i
poema de Salaste, l' am-
descrisse parlamenti eretici contro monir i

basciatore della lega domandò nuo- torli pontificii, veggasi nel Bernini,
va udienza a Sisto V, e gli presen- Storia dell' eresie tom. IV, pag.
tò le suppliche de' collegati, che 5^9 quale rimprovera Natale
, il

imploravano aiuto. Ma il Papa Alessandro, che n&W Histor. Etcì,


ch'erasibene istruito del vero sta- selce. A7^, cap. I, art. 23, avea
to delle cose, si limitò a rispon- tacciato il Papa d'imprudente ed
dergli, che finché la lega operava ingiusto, pei due monitorii, siccome
per sola causa di religione , erasi pai'ziale della Spagna di cui era ,

prestato in aiutarla, ma essendovi- nato suddito, osservando che colle


si poscia frammischiata l'ambizione, censure e minaccie alienavasi l'anir
le mire particolari, e falsi pretesti, mo del re, d'altronde pieghevole
era inutile lo sperar da lui prote- se si fosse usata moderazione. 11
zione. Enrico IV si portò due vol- successore Innocenzo IX visse due
te ad assediare Parigi , e il duca mesi, e come bramoso di sostene-
di Parma Alessandro Farnese, ge- re la lega, avea promesso agli al-

neralissimo della lega, il costrinse leati cinquanta mila scudi al mese.


a ritirarsi , ma la guerra continuò Intanto nel medesimo anno l'^Qi
cori diversi successi in tutto il l'e- riuscì al duca Carlo di Lorena, fi-

gno. Divenuto Pontefice Gregorio glio e testimonio del trucidato du-


XIV, pel sommo zelo che nutriva ca Enrico di Guisa, di fuggire dal
per la cattolica fede, spedì in Fran- castello di Tours ov'era stato rile-
cia in sostegno della lega contro gato. Si portò in Parigi e vi fu
gli ugonotti ed Enrico IV un eser- ricevuto con grandi acclamazioni
cito di sei mila svizzeri, due mila di gioia dai capi della lega, che
fanti, e mille cavalli, comandati l'avrebbero eletto re, se di ciò non
dal proprio nipote Ercole Slbn- fosse stato geloso il duca di Ma-
drati ch'egli avea fatto generale di yenne suo zio. Vedendo questi che
s. Chiesa : per la stessa lega fece gli spagnuoli e i confederati non
dare dalla camera apostolica piii volevano dichiararlo re, anzi gli

di mezzo milione di scudi d' oro, anteponevano il nipote, irritato da


oltre quaranta mila scudi del suo tal preferenza impegnò gli slati nel
particolare peculio. 1593 a consentire ad un congres-
rScl l^gi Gregorio XIV spedì so tra' cattolici in Surcne per loi
F 11 A FRA 1%
pacificazione. Nel |»iecetleiile anno tei nel i594: quest'ultimo con un
ili assunto al ponlilicalo Clemente colpo di coltello feri il labbro in-,

Vili, che dopo aver pianta la mor- feriore del re e gli spezzò un den-
ie di Alessandro Farnese condot- te. Siccome i due malvagi erano
tiere dell' armata della lega, e ce- slati scolari , chq sotto
dei gesuiti
lebrati magnifici funerali, scrisse ai Carlo IX erano stati stabiliti in
cardinal Filippo Lega, che essendo Francia, i loro nemici ne profitta-
nunzio a Parigi Innocenzo IX lo rono con accusarli di complicità
aveva creato cardinale e legato a onde il parlamento di Parigi, e gli
lalere, acciò efficacemente procuras- altri del regno inlimarono ai gesui-
se d'impedire che Enrico IV sicco- ti di uscire prontamente dal rea-
me eretico salisse sui trono di Fran- me. L' assoluzione data ad Enrico
cia,per ivi non esporre la kòe^ al- IV fu dichiarata nulla da Clemen-
estrema rovina. Ma il re veden-
l' te Vili, perchè non autorizzato
do clie non gli sarebbe mai riusci- l' arcivescovo dalla santa Sede , il
to cingersi pacificamente la corona perchè quel principe pregò il Papa
di Francia se persisteva negli e,y- ad assolverlo, ciocché veniva ritar-
roi'i de' calvinisti-ugonotti , doman- dato per meglio assicurarsi di sua
dò a questi se poteva salvarsi l'a- conversione, e per gli sforzi che fa-
nima nella religione romana, e ve- cevano la Spagna e la lega. Il pre-
nendogli risposto afFermativainente, lato Olivieri,che Gregorio XIII a-
soggL.nse Enrico IV : sarà dunque vea spedito come dicemmo
in Fran-
meglio eli io vada in cielo re di cia, mosse il Pontefice a concedere

Francia, che sol/anta re di Navar- r assoluzione, e la diede solenne-


ra. Cominciò pertanto ad istruirsi mente nel portico vaticano a' 17
nei domini cattolici da du Perron, settembre iSgS coli' autorità della
stato anch'esso calvinista e poi car- bolla Divinae gratiae presso il ,

dinale, ed ai 25 luglioj5g3 abiu- Bull. Roni. tom. V, par.


II, p. 127,
rò gli errori degli ugonotti pub- ,
con quel cerimoniale e circostan-
blicamente nella chiesa di s. Dio- ze, che narrammo nel volume III,
nigio nellemani dell'arcivescovo di pag. 80 del Dizionario, mentre al
Boiirges Renato di Baune, che do- volume XII, pag. 28 si disse del-
po la professione di fede, lo assol- l'abbazia di Clairac donala al ca-
vette dalle censure incorse , ed a- pitolo lateranense da Eurico IV, e
hcollò la sua segreta confessione. della sua statua in bronzo eretta-
Questa abiura fu seguita da una gli dal capitolo stesso per gratitu-
tregua di tre mesi coi confederati, dine, nel portico della loro basili-
e diede l'ultimo colpo alla lega, e ca. Dopo Enrico IV i re di Fran-
venne il re consagrato a Chartres li ciaebbero il titolo di canonico ,

17 febbraio 1594. Le città si sotto- ed anche di protocanonico della


posero ad Enrico IV, al quale il patriarcale basilica lateranense. Al-
conte di Brissac ed altri fecero sen- trove pure si notò , come Enri-
za opposizione aprire le porte di co IV in vece di caro amico ,
Parigi a' 22 marzo. Due esecrandi trattò i cardinali col titolo di mio
fanatici attentarono alla vita del cugino. A memoria di questo av-'
principe, il primo Pietro Barriere venimenlo Clemente Vili fece eri-
fici lOcjj, il secondo Giovanni Chu- gete sulla piazza di s. Maria Mag»
26 FR A F 11 A
giure una colonna con analoga iscri- do I. Indi Enrico IV dichiarò la

zione, cui Benedetto Xl\ sostituì guerra alla Spagna j ricuperò A-


quella che Narra Ridolfi-
si vede. miens, e si pacificò a Vervins nel
rio Venuti, Roma moderna
tom. J, i5g8, in un al duca di Mercoeur,
p. iir, che sotto Clemente Vili che gli sottomise la Bretagna. La
avanti la chiesa di s. Antonio ag- non fu più turbata nel
tranquillità
liate fu eretta una colonna di gra- regno, meno una spedizione contro
nito, con ciborio e Crocefisso di la Savoia nel 1 600, che riuscì glo-
metallo, sostenuto da quattro colon- riosa alla Fiiuicia. Enrico IV d'al-
ne, per celebrare questa assoluzio- lora in poi occnp;ito in far fiorire

ne coli' iscrizione che riporta. Cle- il regno, non pensò che a renderlo
mente IX fece togliere il monu- felice ed a governarlo da padre,
mento, ed in vece vi fu posta una onde alla desolazione successe il

pietra con una fiammella in mez- primiero splendore. Nel 1598 ave-
zo che vi durò sino al I744> ^'" va Enrico IV accordato a' suoi
lorchè si trovò il tutto infranto. sudditi la libertà di coscienza, me-
Allora Benedetto XIV fece ristabi- diante l'editto di Nantes, che fece
lire il monumento nella forma che registrare nei parlamenti. Da ciò

sussiste, avendovi fatto rimettere la prese occasione Clemente Vili di

croce com'era piima col Crocefis- pubblicare a' 20 agosto 1


099 la

so e la Be.ita Vergine, nel piedistal- bolla Dii'es in misericordia sua


lo l'arme di Clemente Vili, la pro- Deus, che si legge nel tom. V, par.
pria, quella del re di Francia, e 11, pag. 2 55 del Bull. Roin., con
del real delfino, con l'iscrizione che la quale esortò tutti i vescovi del

pure riporta il Venuti. regno a procurare con ogni mag-


gior studio e zelo1' accrescimento
La lega cadde onninamente, ne
pili si nominò il duca Carlo di
:
della fede cattolica, l'osservanza del-
Lorena si assoggettò ad Enrico IV la disciplina ecclesiastica, e l'estir-

che gli die il governo della Pro- pazione de' vizi , in cjiielle città

venza ;duca di Mayenne si


e il principalmente nelle quali erasi re-

pacificò col re che si vide tran- stituito il pubblico esercizio della

quillo sul trono, riunendo il Bearn, cattolica religione. Indi nel 1601
la contea di Foix e la Na varrà Cletnente Vili spedì in Francia
francese alla corona di Fiancia Maffeo Barberini, poi Libano Vili,
nominandosi egli e i suoi succes- colle Fascie benedette [Vedi), pel

sori inclusive a Carlo X del 1824, delfino nato da Maria de' Medi-
re di Francia e di Navarra. Con- ci, il quale divenne re col nome
siderando poi Clemente Vili che di Luigi Xlll: cos\ questo Papa
Enrico IV non aveva successione fu il primo ad introdurre questo
da Margherita di Valois sorella sagro donativo ai successori della

degli ultimi tre re di Francia, con corona, il di cui catalogo si riporta

la quale per timore erasi sposato, al citato articolo. Non essendo Cle-

esaminato matuiamente si delicato mente Vili inferiore a' suoi pre-


affare, cedette alle istanze del re, decessori nella stima e benevolenza
e gli concesse il divorzio, e di spo- verso la benemerita compagnia di

sare invece Maria de' Medici figlia Gesù, fece vive premure al re per-
del granduca di Toscana Ferdinan- chè fosse reintegrata nelle antiche
FRA 27
case del regno. Enrico IV accer- a tal fine inviò ambasciatore alla
tatosi dellinnocenza de'gesuiti, mal- repubblica di Venezia il cardinal
grado gli sforzi del parlamento, li di Gioiosa. 1608 spedì
Inoltre nel
richiamò nel i6o4r gli fondò poi a Roma Carlo Gonzaga duca di
il collegio della Fieche, nella chie- Nevers, per contestax'e in pubblico
sa del quale, in segno dell' affetto concistoro a Paolo V riverenza ed
che loro portava, volle che dopo affettuoso ossequio. In questo anno
la sua morte \i fosse depositato il la regina partorìduca d'Angiò, il

suo cuore. J^. Io Spendano, Jnnal. e nel seguente madama di Fran-


eccles. ann. i5g3, n. 23, ann. \5<^^, cia. Nel 1610 essendo Enrico IV

num. 22, e Bercaslel, Hisloire de tutto intento ad allestire una pos-


l'Eglise, XIX, p. 54^ e seg.,
tom. sente armata, che si credeva de-
e tom. XX, pag. 545 e seg., dove stinata a sostenere i principi pro-
fa vedere quanto un re, per anto- testanti contro i cattolici, nella gran
nomasia detto il Grande^ sapeva controversia che allora ardeva per
stimare una corporazione religiosa la successione del ducato di Cie-
oppressa, contro la quale si erano veSj con paterne lettere procurò
collegati i più potenti magistrati, Paolo V di rimoverlo da sì fatto
a quali egli stesso rispose, che nel impegno persuaderlo alla pace
e
punto che aveva pensato al rista- mostrandogli quanto disconvenisse
bilimento de' gesuiti, aveva osser- ad un sovrano cattolico tal impre-
vato che due sorte di persone vi sa. Erasi già divulgata la risolu-
si erano opposte, quelle cioè della zione Enrico IV, onde
di suoi i

pretesa riforma o sieno gli eretici, nemici pensarono iniquamente di


e gli ecclesiastici poco edificanti. In- levargli la vita, col cinquantesimo
di nunzio Maffeo Barberini
il ot- attentalo. Volendo il re partire
tenne che fosse distrutta una pi- coll'esercito deputò la regina in
,

ramide eretta nel luogo della de- sua assenza reggente del regno, e
molita casa di Chatel, ed ai ge- per le replicate sue istanze la fece
suiti offensiva. Le dispute sulla gra- coronare con gran pompa a' i3
ziache rinnovaronsi in questo tem- maggio in s. Dionisio. Restituitosi
po nella Francia, diedero origine Enrico IV a Parigi per godere il

alla celebre congregazione de au- magnifico apparato che si faceva


xiliis divinae gratiae, della quale per r ingresso della regina, dovette
trattammo al volume XVI, pag. fermarsi colla carrozza nella strada
i47 e i48 del Dizionario. della Ferronerie. Profittando del-
Successe a Clemente Vili il Pa- l'occasioiie Francesco
lo scellerato
pa Leone XI de' Medici, che da Bavaillac d'Angouleme, che da gran
cirdinale avea amministrato al re tempo meditava assassinarlo, con
la santa Eucaristia , e ricevuto due colpi di coltello l'uccise a' 14
r abiura del principe di Condé maggio d'anni cinquantasette. I mo-
non che cooperato alla pace colla livi che mossero Ravaillac sono ri-
Spagna ma essendo morto dopo
; masti un problema storico, e non
ventisei giorni, fu eletto Paolo V, si può francamente addurre quello
che nelle gravi vertenze co' vene- che già si suppone: la procedura di
ziani pel fulminato interdetto ebbe quell'assassino fu fatta con fretta, e
a mediatore leale Enrico IV, che tenuta sempie segretissima; egli è
28 FRA FRA
i-eito che Ravaillac serupie s>i pro- tato col principe di Condé capo
testò di non aver complici. Cosi de' malcontenti; ma essendo stato
morì Enrico IV; l'esercito lo chia- arrestato dal maresciallo d' Ancre,
mò il re de prodi, ed il popolo il principe con molti grandi si ri-
il buon Enrico. Gli si rimprove- tirarono per disporsi alla guena.
rano i molti suoi illeciti amori; e La regina mise in piedi tre ai'ma-
la saggezza del ministero del du- te, e fece la guerra con buon esi-
ca di Sully molto alla
contribuì to contro gì' insorti : questa guer-
prosperità della Francia ed a ri- , ra finì tutto ad un tratto colla
btoraie le sconcertate finanze. Gli morte del maresciallo d' Ancre, che
successe il figlio Luigi XI II detto fu fatto uccidere dal re sul ponte
il Giusto, che nel letto o tribuna- di Louvre, altri dicono nel cortile,
le di giustizia tenuto nel dì se- li 24 ottobre 16 17, con quella di
guente, confermò il decreto fatto Eleonora sua moslie e coli' allon-
o
nel giorno precedentCj per le cure tanamento di Maria de' Medici, che
del duca d'Epernon intorno la reg- fu rilegata a Blois. Il favore di
genza della madre, e fu cox'onato Carlo d'Albert duca di Luines e
iu Pieims17 ottobre dal cardi-
a' contestabile di Francia sommini-
nal di Gioiosa. La Francia rima- strò nuovi pretesti ai tumulti : i

se nel disordine governata dal fio- malcontenti si rivoltarono dalla par-


lentino Concini, divenuto pel fa- te della regina, che fuggì da Blois,
vore di Maria de' Medici mare- e poi nel 16 19 si pacificò col fi-

sciallo d'Ancre, e primo ministro. glio, mentre duca


Luines re-
il di
Sul principio del regno di Luigi se la libertà al principe di Condé,
XI 11 fiu'onvi varie turbolenze, ca- che restò al re fedelissimo. L'anno
gionate dagl' intiighi del Concini, dopo avendo il re formalmente riu-
e di Eleonora Caligai sua moglie, nito il Bearn alla corona, e vo-
intima confidente della regina, adon- lendo che gli ugonotti restituissero
tandosi i principi del sangue per i beni ecclesiastici che avevano n-
tali favoriti. Acquietati questi tor- surpati, essi si rivoltarono, onde
Ijidi col trattato di santa Menchou- furono loro prese diverse piazze
<le il i5 maggio 1614, il re fu nella Guienna e in Lin2;uadoca.
dichiaralo maggiore a' 2 ottobre Montalbano arrestò i progressi delle
ed a' 27 dello stesso mese tenne gli armi l'egie, e il duca di Mayenne
stati generali, che furono gli ulti- vi restò ucciso nel 162 i. In que-
mi ad essere convocati. JNell' anno sto anno morì il contestabile di
seguente Enrico principe di Con- Luines, i'I re concesse il suo favo-
dé, malcontento di non essere con- re ad Armando Giovanni du Ples-
siderato, si ritirò di nuovo dalla sis de Richeli eu, già gran cappel-
corte, si unì agli ugonotti, e ri- lano e gran limosiniero della regi-
cominciò i torbidi , mentre il re na madre, mediatore di questa col
portatosi a Bordeaux vi sposò An- figlio, alle cui istanze Gregorio XV
na d'Austria infante di Spagna: in lo creò cardinale, indi fatto primo
questo anno morì in Parigi la re- ministro : umiliò i grandi, abbassò
gina Margherita di Valois, ultima il potere de' parlamenti , disarmò
priacipessa di questo ramo. La re- gli ugonotti, e rese la regia auto-
gima madre nel >6i6 fece un trat- rità assuUita. Giegorio XV prese
IRA FR A 29
in deposito la Valtellina, signoria tempo i ledesclii entrarono in Ita-
de' grigioni, evitando così la guer- lia, il general Collalto sorprese
ra, in cui Fran-
era partecipe la Mantova, e il marchese Spinola
cia j indi per le suppliche di Lui- assediò Casale; ma il re spedi to-
gi XIII elevò al grado di rnclro- sto in Italia una poderosa armata
poli la capitale del regno: questo che sottomise tutta la Savoia, e
Papa nel 1G23 ebbe a successore prese varie piazze, disfacendo i ne-
Urbano Vili, già nunzio di Fran- mici imperiali, spagnuoli e .savoiar-
cia. di, il duca di Montmorency con
In detto anno il re terminò la segnalata vittoria a Yeillana. Que-
guerra colla pace di Privas, rista- sta medesima armata battè gli spa-
bilì nel 1624 la tranquillità nella gnuoli che vennero costretti a se-
Valtellina, coli' impedire che l'Au- gnar il trattato di Cherasco nel
stria Tunisse al Milanese; indi pre- i63i. Dopo qualche tempo Gasto-
stò la sua assistenza al duca di ne duca d' Orleans, unico fratello
Savoia contro genovesi. Avendo i de! re, geloso dell'autorità del car-
gli abitanti della Piocella , antica dinal pigliò le armi e
Richelieu,
capitale degli ugonotti, riprese le ar- guadagnò duca di Montmorency,
il

mi, furono vinti sul mare, e gl'in- che sollevò la Linguadoca di cui
glesied olandesi che li protegge- era governatore, indi perde la te-
vano colle flotte finono disfatti sta ; ed il cardinale che fu sul
nell'Isola del E.e agli 8 novembre punto di cadere dal favore, si ele-
1627. Allora Luigi XIII intrapre- vò a maggior possanza. Il re prese
se il famoso assedio della Piocella al fiatello tutta la Lorena, e scac-

che durò un anno, in cui il ge- ciò gl'imperiali da Idelberga, di-


neralissimo d' Estampes, poi cardi- chiarando il cardinal Piichelieu du-
nale, fece prodigi di valore, ed il ca, pari, e governatore della Bre-
cardinal Puchelieu ne fu somma- tagna. Poco dopo gli spagnuoli pre-
mente benemerito per aver diretto sero Treveri , vi trucidarono la
l'assedio sotto gli occhi del re. Do- guarnigione francese, ed arrestarono
po la presa di questa città, donde 1 arcivescovo elettore ehe si era
dipendeva la tranquillità della Fran- messo sotto la protezione della Fran-
cia, poiché gli ugonotti volevano cia. Il re irritato da queste violen-
costituirne una repubblica , il re ze dicliiarò la guerra alla Spagna
pigliò sotto la protezione contro nel i635, la quale durò tredici
l'Austria, duca di ISevers, nuo-
il anni contro l' imperatore, e venti-
vo duca di Mantova. Forzò il pas- cinque contro la Spagna; mentre
so di Susa il 6 marzo 1629, dis- le congitne contro la potenza del
fece il duca di Savoia, fece levar cardinal pLÌchelieu, come le vendet-
l'assedio di Casale, e mise il suo te si alternarono. I marescialli di
alleato in possesso del Mantovano. Chatillon, e di Brezè diedero una
Pii tornato Luigi XI lì in Francia rotta al principe com- Tommaso nel
sottomise il resto degli ugonotti battimento d'Avein; l'armata im-
nella Linguadoca e nel Vivarese periale comandata da Galasso, fu
ed accordò la sua grazia ad En- disfatta in Borgogna ; il conte di
lico duca di Piohan ch'era sfato Harcourt scacciò i nemici dalle i-

il capo de' ribelli. In questo frat- sole di Lerins, soccorse Casale, dis-
3o FRA FU A
fece marchese
il di Leganes, e pre- ri già condannati di Baio e por ,

se Torino sopra i nemici del duca istahijire quanto poteva il riprove-


di Savoia; il maresciallo di Scliòra- vola sistema giansenistico, il quale
berg fece levar l'assedio di Leuca- ha principalmente per fondamento,
te, furono prese diverse piazze sugli che dopo la caduta di Adamo noi
spagmioli, che inoltre furono bat- siamo necessitati invincibilmente a
tuli tre volte sul mare. La presa fare il bene e il male; il bene ai-
d'Arras, condusse la xiunione del- lorchè la grazia è in noi predomi-
TArtois corona nel i64o. I
alla nante, il male quando in noi pre-
francesi uniti al duca Bernardo di domina la concupiscenza ; laonde
Weimar presero Brisaco, e ripor- secondo la dottrina del nuovo teo-
tarono nel i64i le vittorie di logo , la nostra volontà sarebbe
Rlieinfeld,di Polinckove, di Rhi- schiava o della grazia o della con-
naus, di Wolfembuttel: il principe cupiscenza, senza poter resistere a
di Conde' prese Salses nel Rossi- niuna di queste due, e solamente
gliene. La Catalogna si sottomise una vincerebbe in noi l'altra quan-
a Luigi XI li, il Portogallo fa eman- do 1' una supera l'altra nella for-
cipalo dalla Spagna, e Perpignano za. Oltre a ciò Giansenio stabiPi
fu preso con tutta là
nel 1642 nel suo libro, che Dio impose ai-
contea di Rossiglione, quindi il du- l'uomo molti precetti, l'osservanza
ca di Lorena fu per la seconda de' quali è impossibile, poiché per
volta spogliato de'suoi stati. essi manca necessariamente la gra-
Durando nella Chiesa tuttavolta zia, con cui sarebbero osservati.
tr;tnquillità sulle dispute che INliche- Perciò disse poi lepidamente il du-
le Baio avea eccitato, Cornelio ca d'Orleans, reggente di Francia:
Acquoia luogo di O-
CTianseiiio di » che se Dio l'avesse fatto nascere
landa, e vescovo d'Yprile rinnovò « sul trono , dal quale era origi-
sotto Urbano Vili. Questo Ponte- » naimente uscito, non avrebbe mai
flce colla bolla de' 6 marzo 1641, » sofferto fra i suoi vassalli gente,
/// eminenli , che dicesi distesa dal » che in una rivoluzione o in un
cardinale Albizi, e che si legge nel » attentato potesse addurre per iscu-
Biillar. Rom. tom. VI, par' 11, pag. " sa co' giansenisti, che la grazia gli
270, rinnovando quella di s. Pio V, « era mancata". Giansenio pei con-
e di Giegorio XIII contro il Ba- tinui rimorsi di sua coscienza, non
ianesirno (Fedi), condannò il libro aveva pubblicata la sua opera, an-
'ìu[\loì(\lo yiugustinns Cormlii Janse- zi più volte intentò di mandarla a

nii^'^cu doctrina s. Aiigustini de. nata- Roma, e soggettarla al giudizio


me humnnae sa/ntate, tnedicina eie. della santa Sede. una
Scrisse infatti
conila Pelagianos etc, tomi Lo- tre, lettera ad Urbano Vili, piena di
vanii 1640, cioè due anni dopo la rispetto e di sommessione, ma pri-
morte di Giansenio. Avea Giansenio ma che questa fosse inviata, essen-
consumato ventidue ann di fatica, do egli tocco dalla peste, e temen-
uon com'egli diceva, per resuscita- do che suoi partigiani la occul-
i

le la
dottrina di s. Agostino, ban- tasserò dopo la sua morte, dichia-
dita per più di cinquecento anni rò nel suo testamento, che se per
dalle scuole cattoliche, ma per au- avventura il Papa credesse di tlo-
toiizzare colla sua penna gli erro- ver fare qualche mutazione nel suo
FRA FRA 3r
libio , assoggeKava con
egli vi si cattolici, e que' medesimi dottori si

rispetto, protestando di morire come segnalarono dipoi contro il gian-


era vissuto, obbediente figliuolo del- senismo , con un gran numero di'

la Chiesa ronaana. Morto Gianse- decreti, i quali dimostravano la


iiio, quelli del suo partito soppres- purità della loro religione. Frat-
sero non solamente la lettera (che tanto successe nel partilo a Gian-
il principe di Condé Luigi rinven- senio il miglior suo amico Giovan-
ne nella presa d'Ypii e pubblicò), ni de Verger de Hauranne ( più
ch'egli poco prima avea scritto, conosciuto col nume di abbate di
ma senza la sommissione, che ave- s.Cyrano), che dopo varie vicen-
va protestato alla santa Sede, pub- de a lui funeste, mori nel i643, ed
blicarono il suo libro la prima vol- allora sottentrò a lui Antonio Ar-
ta in Lovnnio nel r640) alla qutìle naud d' Andilly. Ambedue avendo
edizione scgnircmo nell'-inno seguen- sedotto un gran numero di comu-
te due altre in Parigi e in Iloma. nità religiose, di vescovi e di per-
Neil' istesso anno 1640 l'opera di sone di tutte le condizioni molto ,

Giansenio era stata proibita dalla disgraziatamente propagarono nel


congregazione della sagia inquisi- regno di Francia la pestifera dot-
zione in Pioina, ed d'An- i gesuiti trina del vescovo d'Ypri. Per ov-
versa furono pritni, che mossero
i viare a tanti mali, l'effetto de' qua-
guerra alla dottrina che in essa si li vedremo nel decorso di questo
conteneva con un libro da loro
, articolo, sia nel politico, che nel-
stampato con questo litol o: Theses l'ecclesiastico, Urbano Vili a' ?.
theologicae de gratin etc. gennaio i644 io^iò la sua bolla ///
Malgrado la condanna che del eminenti, alla facoltà teologica di
libro di Giansenio avea pur fatta Parigi, detta la Sorbona, la quale
Urbano Vili con la bolla, che poi proibì a' suoi membri di sostenere
nel 1642 si pubbh'cò nel Biabante, gli errori, che in quella si condan-
il libro trovò difensori nell'univer- navano. Tanto bastò perchè Ar-
sità di Lovanio , in cui Baio era naud, uno di essi, difendesse sco-
stalo decano, e Giansenio professo- pertamente il libro di Giansenio,
re di sacra Scrittura. Durò la resi- e ne pubblicasse l'apologia. Questa
stenza di queli' accademia per cir- fu confutata da monsignor Hebert,
ca nove anni, ne' quali essa man- poi vescovo di Vabres, ma 1' Arnaud
dò in Roma deputati, per i-eclania- pretese di giustificarla con un'altra,
re contro la bolla pontifìcia , e a la quale colla prima, e cogli scrit-
Madrid per impedirne la pubblica- ti dell'abbate di Cyrano, pubbli- s.

zione nelle Fiandre spagnuole. Il cati dopo morte, furono


la sua
re di Spagna non ostante questo proibiti dall'arcivescovo di Besan-
maneggio, ordinò che la bolla fos- zone nel i647j ^ dal parlamento
se di nuovo pubblicata nel Braban- di Borgogna nei 1
648 , restando
te , e vietò sottopene, cioè gravi sempre 1' Arnaud fino alla morte
di cinquecento fiorini per la prima ostinato nella difesa di Giansenio,
volta, e l'esilio di anni sei per la perchè guasto dall'antica confiden-
seconda che Ibsse impugnata o
, za, e perverse massime dell'abbate
contrariala, onde dopo qualche tem- di s. Cyrano. Ora torniamo ai cen-
no lutto si quietò ne' Paesi - Bassi ni storici del regno di Luigi XI li.
3.>. FRA FR/V
Nella gran lotta del cardinal Ri- nore ritiratezza. Sotto di lui il rar-
chelieu primo ministro di Francia, dinaì Richelieu diede animoso im-
che cercava di deprimere la pos- pulso ai letterati, per cui nel iGS*
sanza di casa d'Austria, e il conte fu istituita l'accademia francese con
Olivares dominatore della corte di quaranta dotti, di cui il cardinale
Spagna, questi sebbene dotato di fu capo e protettore. In quel tem-
fina politica , venne superato dal po fiorirono Descartes, Malherbe e
cardinale che ne deludeva le viste Corneille il buon gusto si mani-
;

siccome uno de' più abili ministri festò nella pittura e nella scoltu-
che al)biano fiorito, ond' ebbe in- l'a ; Rouen ed Elboeuf cominciaro-
fluenza su tutti i gabinetti d'Eu- no ad esporre i loro drappi , e la
ropa, e morì in Parigi nel 1642. tendenza alla navigazione ed al
In queste guerre più volte inter- commercio, non che la marina fian-
pose Urbano Vili la sua paterna cese di molto si accrebbe. Dell'ori-
mediazione^ ed eragli riuscito com- gine delie Gazzette o fogli periodi-
porre quella di Cherasco, a mezzo ci in Francia, pure avvenuta in
del suo nipote cardinal Antonio questo tempo, se ne tratta all'ar-
Barberini , eh' ebbe a compagno ticolo Diario di Roma (Fedij. Sot-
Giulio Mazzarini di Piscina nc^l- to Luigi XIII furono mandale
l'Abruzzo. Questo prelato fu poscia colonie nell'isola di s. Cristoforo
da Urbano Vili spedito in Fran- della Martinica, della Guadalupa
cia colla qualifica di nunzio straor- e di Caienna nella Guiana; il car-
dinario, per rinnovare la sospirala dinal R^ichelieu in una parola pre-
concordia tra le parti belligeranli, parò il secolo di Luigi XIV. Alla
avendo già date prove del suo alto morte di Luigi XIII la Francia era
ingegno. Fu pei'ciò preso in istima alleata colla Svezia, coli' Olanda
ed benevolenza dal cardinal Ri-
in colla Savoia ed il Portogallo, e sos-
chelieu, e divenne quindi sospetto teneva contro r impero e la Spa-
alle due corti austriache imperiale gna una guerra rovinosa ai cUxe:
e spagnuola ,
provocando piuttosto parliti. Aveva Luigi XIII prima di
la guerra. Pregarono il Papa a li- morire radunato i principali signo-
chiarnarlo, il quale trasferì il Maz- ri del regno, ed in presenza loro
zarini alla vice-legazione di Avi- dichiarato, che in caso di morte
gnone; ma morto il car-
essendo egli intendeva lasciare la regina
dinal Richelieu, Luigi XIII che del Anna d'Austria sua sposa reggia-
Mazzarini avea concepito grande sli- te , nella minorità del loro fiyiio
ma ed amore lo richiamò a Pa- , Luigi XIV che successe al padre.
rigi, lo fece primo ministro, e gii Luigi XIV per le sue geste ^a
ottenne da Urbano \I1I il cardi- chiamato il Grande, ed anche Dio-
nalato. Mentre trattavasi la pace dalo perchè nacque nel i638, do-
morì il cardinale Richelieu e la po ventitré anni di sterilità della
regina Maria de' Medici nell' esilio, regina sua madre. Il principio del
e nell'anno seguente a' i4 'l'^gg'o suo regno fu segnalato da un gran
ilre d'anni 43, lodato per rette in- numero di vittorie. Luigi di Bour-
tenzioni, criterio, valore e pietà ; qua- bon duca d'Enghien, sì celebre di-
lità che avrebbono maggiormente poi sotto il nome di principe ili

risaltato, se avesse vissuto con mi- Condc, giiailagnò la famosa ball.i-


FRA. FRA 33
glia di RocroY) e prese Thionville. in Leus agli spagnuoli : fruito di
Il maresciallo di iirezé diede una questi prosperi avvciiinienti, e dei
rolla alla (lotta spaglinola in vista piicifìci accordi ch'ebbero luogo Ira
di Carlagena ; e il viscr-nte di Tu- l'Olanda e la Spagna fu la pace
renna, vero genio, come il Condé, che venne conchiusa nel medesimo
dell'arte della guerra, vinse la bat- anno 1648 in Munster pel tratta-
taglia di Rotweil nel i644- I" to di Osnabruch e di West fa Ila
quest'anno essendo morto Urbano tra la Francia, l'imperio e la Sve-
Vili, il suo nipote carùinal Anto- zia ; ma la Francia restò in guerra
nio Barberini, protettore della co- cogli spagnuoli. In virtù di questa
rona di Francia presso la santa pace l'Alsazia restò sotto il domi-
Sede, procurò da Luigi XIV l'e- nio di Luigi XIV, che nel tempo
sclusiva contro il caidinal Pamphi- slesso acquistò Metz, Toni e Ver-
ly; ma essendo stata sospesa dall'ani- dun ; ma siccome pregiudicava la
basciatore, venne eletto Papa col no- religione cattolica in Germania, In-
me d'Innocenzo X. Per tal sospensio- nocenzo X la riprovò come perni-
ne restò dispiacente il re, non per- ciosa alla cristiana repubblica. Nel-
chè fosse contrario alia persona del l'anno appiesso insorse la gueira
nuovo Pontefice, ma perchè avevano civile, cagionata dalla gelosia che
essi stessi provocato l'esclusiva; ed è i grandi avevano concepito contro
perciò che tolse la protezione del re- il ministero, e la somma autorità
gno al cardinal Barberini, e richiamò del cardinal Giulio Mazzarini.
l'ambasciatore tultavolta essendo
: Continuavano frattanto in Fran-
poscia i Barberini caduti dalla gra- cia le perturbazioni a cagione del
zia d' Innocenzo X, il re gli accor- libro di Giansenio, per la qual co-
dò un asilo in Francia. Agli arti- sa sul fine del luglio 1649 essen-
coli Conclave, Elezione de^ Ponte- dosi scritto dall'una e l'altra parte
fici, ed Esclusiva (Fedi), sono ri- copiosamente, il sindaco delia fa-
portate le notizie riguardanti l'esclu- coltà teologica di Parigi presentò
siva, gli ambasciatori al conclave, airassendjlea sei proposizioni esliatle
e quanto fecero in questo i cardi- da quel libio, le quali egli diceva
nali protettori, o ministri di Fran- essere la cagione di tanti disturbi.
cia ed aderenti.
co' loro nazionali Furono esse esaminate da nove dot-
Nel 1647 ^^ istanza di Luigi XIV tori dalla medesima Sorbona de-
il Papa creò cardinale Michele Maz- putati , i quali deliberarono eh' e-
zarini, fratello del cardinale primo l'ano degne delle più rigorose cen-
ministro di Francia, indi fatto am- sure. Il signor Luigi Gorino di Saint-
basciatore di questo regno in Ro- Amour famoso dottore della Sor-
ma. Continuando Francia i suoi la bona, e rettore dell' università di
trionfi, il duca d'Enghien vinse la Parigi , fu mandato a Roma in
battaglia di Noidlingen il principe ; quest'occasione a fine di patroci-
Tommaso, ed il duca di Richelieu nare la causa dei difensori di Gian-
superarono in mare gli spagnuoli senio. Egli fu il solo che si op-
vicino a Castel-a-mare nel 1647; pose alla decisione dei nove dotto-
e nell'anno seguente i francesi fu- ri, ma dipoi essendogli riuscito gua-
rono più fortunati colla disfatta , dagnare sessanta dottori, con essi
che diede il maresciallo di Turena sì appellò al parlamento; ma i no-
voL. xxvir.
34 FRA FRA
ve commissari non riconoscendo per 4. 1 semipelagiani ammettevano
giudici competenti quelli del par- la necessità di una grazia interio-
lamento, ricorsero al tribunale dei re e preveniente per' ciascuna a-
Tescovi di Francia. Ottantacinque zione in particolare, anche pel prin-
prelati del regno , a' quali poi si cipio della fede, ed erano ei-etici

aggiunsero tre altri, ricevettero la appunto perchè pretendevano che


causa de' commissari, e restringen- questa grazia fosse di tal natura
do a cinque le sei proposizioni, che che nella volontà dell' uomo fosse
il aveva denunziato,
sindaco con il poter ubbidire o resistere.
una lettera, che si legge in un alle 5. E errore de' semipelagiani il

proposizioni nell'Oldoino, P^it. Pont. dire,che Cristo abbia sparso il san-


tom. IV, col.655, da tutti sotto- gue o sia morto per tutti gli uo-
scritta a' I?. i65i, le in-
aprile mini senza eccezione.
viarono al Pontefice Innocenzo X, L' Histoire des cinq propositions
afljnchè il successore di s. Pietro, de Jansenius fu stampata a Liegi
dicevano essi, insegnasse alla Chie- nel 1699 in due tomi.
sa universale ciò che si doveva sen- Air esame delle cinque proposi-
tire intorno alle cinque proposizio- zioni a' 20 Innocen-
aprile i65i
ni. 1 discepoli di Arnaud e fautori zo Xstabilì una congregazione dei
di Giansenio spedirono quattro pili scienziati uomini che avesse in

deputali a Roma (il cui nome e Roma la santa Sede ( cui nomi i

carattere lo descrive il Nuzzi nella e gradi riporta il Novaes nel tom.


Storia della lolla UnigenìtitSj tom. X, pag. 87 della Storia de sommi
I, pag. 83 e seg.), per impedire Pontefici), e di tutte le scuole cat-
che le cinque proposizioni fossero toliche di ordini religiosi diversi, i

condannate. I vescovi francesi in- quali, intese diligentemente le par-


viarono al Papa i loro deputati li, dopo il maturo esame di alcuni
(pur descritti dal Nuzzi a pag. 85), mesi, dopo molte congregazioni a-
per sollecitare la condanna delle vanti i cardinali, e dieci o undici
cinque proposizioni, che sono le se- congregazioni, che durarono ognu-
guenti, e che furono la causa di na tre o quattro ore innanzi al ,

tante inquietudini nella Chiesa. Papa, cioè dai io marzo a' 7 lu-
1. Alcuni precelti divini sono glio i652 ammettendovi anche
,

impossibili ai giusti, che desidera- una volta a dire le loro ragioni


no e procurano di osservarli se- alcuni dottori venuti di Francia
condo le loro forze, poiché manca per la difesa di Giansenio, quattro
loro la grazia, con cui li facciano consultori a materia non per anco
possibili. perfettamente discussa furono a
2. Nello stato della natura cor- Giansenio favorevoli, mentre nove
rotta non si resiste mai alla gra- consultori, ed cardinali sentenzia-
i

zia interiore. rono le suddette cinque proposizio-


3. Per meritare, o demeritare ni onninamente contrarie alla cat-
nello stato della natura corrotta, tolica verità, e come tali le con-
non è d'uopo all' uomo di avere dannò Innocenzo X a' 3 1 maggio
una libertà esente dalla necessità di i653, con la bolla Cimi occasione^
operare, ma bastagli di avere una li- presso il Ballar. Rom.
tom. VI,
bertà esente da qualunque violenza. par. Ili, pag. 248, avendo intese
FRA FRA 35
le istanze con cui l'ambasciatore di si diedero la misera consolazione
Francia non cessava di chiedere in d' ingiuriare i loro giudici , e di
nome del suo sovrano una decisio- calunniare un ceto di persone le-
ne assoluta. Questa condanna pro- ligiose, che ad essi furono sempre
vocò pure efficacemente colla voce contrarie. Per far ricevere nel suo
e con la penna il dotto francese regno questa bolla pontificia volle
Francesco Allier, poi vescovo di Ca- Luigi XIV che in Parigi si adu-
vaillon che allora si trovava in
, nasse un'assemblea de' vescovi che
Roma come deputato de' vescovi si trovassero in quella corte, o nel-
francesi. La bolla fu composta dal le vicinanze, e per vieppiìi solleci-
cardinal Chigi, poi Alessandro VII, tarne r accettazione fece spedire ai
e dall' Albizi assessore del s. offi- 4 luglio i653 lettere patenti a
zio, poi cardinale, quindi fu pro- tutti i vescovi di Francia: queste
mulgata ed affissa a' 19 giugno, sono le prime
lettere patenti che

essendosi per ordine pontificio pre- i re Francia accordarono per


di
messe pubbliche orazioni in tutte appoggiare una bolla dommatica
le chiese di Roma. E riportata al- della santa Sede , come avverte
tresì dal citato Oldoino, Fit. Pont. monsignor Lafiteau. Agli 1 1 luglio
tom. IV, col. 656 , coi due brevi di detto anno si radunarono in
che Innocenzo X inviò al re Luigi Parigi nel palazzo del cardinal Maz-
XIV, e a tutti i vescovi di Fran- zarini trenta vescovi, fra' quali di
cia a' 3i marzo i654- Chalons, Valence, e di Grasse, de-
Mentre si celebravano le trenta- gli undici che corrotti dai gianse-
sei congregazioni dai consultori de- nisti avevano scritto ad Innocenzo
putati, undici vescovi di Francia X in favore delle cinque proposi-
avendo alla testa monsignor Gou- zioni. Tutti ricevettero unanima-
din arcivescovo di Sens, ingannati raente la bolla del sommo Ponte-
dai giansenisti, scrissero una lette- fice, e a' i5 dello stesso luglio scris-
ra al Pontefice, cui la presentò ai sero ad Innocenzo X una lettera
I o luglio il Saint- A mour, nella quale degna della erudizione, pietà e zelo
pretendevano dimostrare, ch'era di que' prelati, nella quale lo rin-
d'uopo consegnar questa causa ai graziavano di aver fatta una bolla
vescovi di Francia, per giudicarla di tanto giovamento alla Chiesa
in prima istanza, oppure differirla confessando che in essa avea par-
a tempo più comodo. Ma gli ot- lato s. Pietro per la bocca di lui.
tantacinque prelati loro colleghi Fu questa la prima volta che do-
avevano scritto ad Innocenzo X, po il convento o concilio di Ba-
che il costume della Chiesa era di silea, i francesi uniti in atto so-
denunziare alla santa Sede le cau- lenne confessarono, che il Papa
se di maggior importanza, e però senza il concilio possa obbligare \

i mali, che da dieci anni cagiona- con definizioni di fede. Nel


cristiani
va nel regno di Francia la dottri- giorno medesimo spedirono ancora
na delle cinque proposizioni, erano la loro deliberazione agli altri ve-
il giusto motivo, pel quale essi ri- scovi del regno, che si conferma-
correvano al supremo giudizio apo- rono con essa nelle provincie.
stolico, che confessavano infallibile. Sembrava che la decisione del
I giansenisti vedendosi condannati, capo della Chiesa, l'appoggio del
36 FRA FRA
sovrano francese, e rautorilà dei 1654, e nominarono otto commis-
pastori della Chiesa gallicana, do- sari per esaminare il testo di Gian-
vessero aver superata la contuma- senio per rapporto alle cinque pro-
cia de' giansenisti ; ma nulla di que- posizioni. Dopo dieci sessioni dichia-
sto avvenne. Dal vescovo di Ren- rò l'assemblea 28 di manto, che
a'

nes era stata portata la bolla alla le cinque suddette proposizioni si


Sorbona nel primo di agosto, e contenevano veramente nel libro
qui fu essa registrata. Indi ad un del vescovo d' Ypri, e che nel sen-
mese la stessa facoltà teologica di- so dello stesso libro erano state
chiarò che se alcuno de' suoi mem- condannate. L'arcivescovo di Sens,
bri avesse difeso alcuna delle cin- ed il vescovo di Comminges fino
que proposizioni condannate, sareb- allora contrari, si assoggettarono a

be escluso da quel corpo, e cassato questa decisione, che sottoscrissero,


dal catalogo de' dottori. Malgrado ed i vescovi la spedirono al Pon-
però questa uniformità, l'arcivesco- tefice Innocenzo X, il quale a' 25
vo di Sens a' 2 3 settembre i653, di aprile condannò di bel nuovo
il vescovo di Comminges a' io ot- il libro di Giansenio, con tutte le
tobre, ed vescovo di Beauvais ai
il opere che si erano pubblicate in
12. novembre, pubblicarono tre pa- favore e in difesa di esso; anzi eoa
storali alla bolla pontifìcia ingiurio- un breve de' 29 settembre, rese le
se. Tosto il Pontefice nominò alcu- grazie ai vescovi francesi per la
ni vescovi per formare il processo bella deliberazione della loro assem-
di questi prelati disubbidienti, co- blea, e protestò ai medesimi, che
me abbiamo dalle costituzioni pon- egli aveva condannato nelle cinque
tificie, IViiperde 22 dicembre i653, proposizioni la dottrina di Gianse-
Nuper de' iG marzo i654, ed Alias nio, la quale si conteneva nel li-
de' 26 ottobre dell'anno stesso, tutte bro intitolato Auguslinus.
riportate dal Ditll. Rom. tom. VI, Con queste decisioni non si ac-
par. IV, pag. 264 274 e 284. Il car- quietò Arnaud, che anzi a' 20 lu-
dinal IMazzarini commise a dodici glio i655 pubblicò una lettera di-
vescovi (juesto affare, e l'arcivesco- retta ad un duca pari, nella quale
vo di Sens in questo tempo pro- sosteneva che Giansenio non aveva
mise di soggettarsi all'assemblea insegnato le cinque proposizioni
de' vescovi, che subito si adunò per condannate. Ma già per reprimere
la cagione che andiamo a narrare. questa tracotanza a' )4, 29 e 3i
I giansenisti volendo sfuggire la di gennaio dell'anno stesso, e poi
censura apostolica, ricorsero ad un nel primo febbraio i656 centotren-
nuovo stratagemma che fu di , ta dottori della Sorbona condanna-
confessare per una parte, che le rono questa lettera, e decretarono
cinque proposizioni considerate in che se nel termine di giorni quin-
sé stesse erano giustamente condan- dici Arnaud non avesse ritrattato il

nale, ma sostenevano dall' altra par- suo erroneo sentimento, e non avesse
te, ch'esse non si contenevano nel sottoscritta la loro censura, fosse de-
libro di Giansenio, né erano con- gradato dal dottorato, ed escluso dal-
dannate nel senso dello stesso li- la Sorbona, come in effetto avvenne
bro. Aduuaronsi pertanto nel Lou- a' 3 I gennaio, per non voler sotto-
vre tientotto vescovi a' 9 marzo mettersi alle decisioni pontificie, per
FRA. FRA 37
tenere perturbata Sorbona, e
la Dizionario dell' eresie, degli errori
per imprimere proposizioni condan- e degli scisnù ec, tradotto dal fran-
nale. Questa pena soffrirono pure cese nella lingua italiana dal p.
settanta altri dottori, che contuma- Tommaso Antonio Conlini C. R.,
ci come l' Arnaud, non vollero sot- tom. I, pag. 297, attribuisce que-
toscrivere la censura della slessa sta opera al signor Arnaldo. Sem-
Sorbona, la quale per rendere eterno bra evidente, che il Barcos nel com-
il suo deci'eto ordinò, che nessuno porle, avesse avanti gli occhi il li-

fosse ricevuto ad alcun grado di es- bro della Repubblica ecclesiastica


sa, il quale non 1' avesse prima sot- dell'apostata Marc' Antonio de Do-
toscritta. Qual fosse il parlilo, a cui minis arcivescovo di Spalalro, atte-
poi si appigliarono i giansenisti, ne sa la conformità che passa Ira l'una
parleremo nel trattare di Alessan- e l'altre nel ragionare, nelle pro-

dro VII. In mezzo alle rivoluzioni ve, e nelle citazioni. Dictionnaire


dai giansenisti cagionate, il Ponte- des livres Jansenisles tom. I, An-
fice Innocenzo X, con decreto del- vers 1752, pag. L'au-
i45 e seg.

la sagra inquisizione de' 24 genna- tore dunque del libro La grandeur


io 1647, Cosi. 3i, Bull. Rom. tom. stabiliva in esso s. Paolo eguale al
IV, p. 287, e nell'Hardion, Conci- principe degli apostoli nell'ammini-
lior. tom. XI, pag. i43, aveva strazione della Chiesa, e senza ve-
condannato il libro Delle grandez- runa subordinazione a questo nel
ze della Chiesa romana stabilita sommo Non credendo-
pontificato.
sull'autorità di s. Pietro e s. Pao- si poi Innocenzo X
abbastanza sod-
lo. Martino di Barcos, uno degli disfatto con aver condannato la
eroi del partito giansenistico, il più sciocca dottrina del Barcos, ordinò a
caro nipote di Giovanni du Ver- Giovanni Agostino di Belly chierico

ger, e suo successore nell'abbazia di regolare, a Teofilo R.aynaud gesuita,


s. Cyrano in cui morì nel 1678, e ad altri uomini in doUrina insigni^
è l'autore del libro. La grandeur che la confutassero co' loro scritti.

de l'Eglise ec,645; e dell' altro


1 Dicemmo che nel 1649
di sopra

libro ancora condannato dal Papa incominciò guerra civile in Fran-


la

con questo titolo: De V autoritc. cia, per la gelosia che grandi del i

de s. Pierre et de s. Paul qui resi- regno provavano pel potere e gran


de dans le Pape, successeur de ces favore, che. presso Luigi XIV godeva
deux Àpólres, i645. Egli pubblicò il cardinal Mazzarini, e per le imposi-
queste due opere, e poi l' Epistola zioni che si trovò necessitato il go-
ad Innocentium X, 1646, per giu- verno d'imporre. Nell'anno seguen-
stificare la dannevole ed eretica te furono imprigionati il princi-
proposizione, che s. Pietro e s. Pao- pe di Condé, il principe di Gon-
lo sono due capi della Chiesa, che dy, e il duca di Longueville, ol-
non fanno che uno solo, da lui in- tre altri distinti signori che con ,

serita nella prefazione del libro. Turenua, tranne il principe di Con-


Della frequente comunione, scritto dé, figuravano nel malcontento del
da Antonio Arnaldo d'Andilly con- rivoltato popolo. I sediziosi presero

tro diuu opuscolo dello stesso ar- il nome di frombolieri, frondeurs,


gomento del gesuita Pietro de Ses- il perchè barricale le strade s'im-
raaison. Quindi è che l' autore del padronirono della Bastiglia, e bar-
38 . FRA FRA
ricarono le strade de' sobborghi a con intelligenza del re, e portalo
sostegno del parlamento. La corte prima prigione in Vincennes, poi a
si ritirò dalla capitale, e solo \ri Nantes. Di ciò se ne offese grave-
rientrò dopo che fu espugnata dal mente Innocenzo X, e scrisse di
duca d'Orleans; lecosesi ricompose- proprio pugno a Luigi XIV, pro-
ro mediante un'amnistia, magli spa- testandosi che non poteva vedere con
gnuoli profittarono delle circostan- indifferenza la violenza usata con-
ze, e presero varie città, tuttavolta tro diritti della
i Chiesa ad un
furono vinti alla battaglia di E.he- cardinale di essa. A questo dissapo-
tel dal maresciallo Du Plessis-Pras- re si aggiunse altro disgusto aven- :

lin, I principi furono indi liberati, do Innocenzo X richiamato da Pa-


il cardinal Mazzarini allontanato nel rigi il nunzio monsignor Bagni, ed
i65i e rilegato ad Havre-de-Grace, avendovi destinato a succederlo mon-
ed il re venne dichiarato maggiore. signor Corsini, l'ambasciatore fran-
Nel tempo dell'esilio seppe il car- cese aveva richiesto al Papa chi
dinale Mazzarini provare la falsità fosse il prelato che in qualità di
delle calunnie de' suoi emuli, per nunzio destinavasi per la sua cor-
cui tornò in corte nel i652, si vi- te. Questa ricerca fu in Roma sti-
de come prima dal monarca ap- mata offensiva all' autorità ponti-
prezzalo, ed acquistò subito l'anti- ficia, onde si trascurò di compiace-
co potere. Tale ritorno diede ori- re l'ambasciatore. Poco dopo fu
gine alla seconda guerra di Parigi, spedito il Corsini in Francia, ma
ed il principe di Conde' eh' crasi non essendo egli alla corte nelle
dato al partito de' ribelli, dopo avei- spinose circostanze delle guerre ci-

vinto il maresciallo d'Hoquincourt, vili, e dell'affare dei giansenisti, il

sarebbe slato preso nell'azione del re gli vietò l'ingresso nel regno,
sobborgo di s. Antonio dal viscon- rompendosi cosi la buona armonia
te di Turenna, ch'era accorso per tra iled il Papa. Intanto il
re
salvare la famiglia reale minacciata, cardinal de Retz indotto dal tedio
se i parigini non gli avessero aper- della prigione a rinunziare l'arci-
te le porte. Poco dopo il Condé si vescovato di Parigi, colla pensione
gettò nel partito degli spagnuoli, dai di trentamila scudi sulla mensa
quali fu fatto generalissimo : intan- e su altri benefizi ecclesiastici, il

to il re, coll'allontanamento del capitolo deputò vicari capitolari.


ministro, e con altra amnistia dis- Però Innocenzo X negò di ammet-
sipò la fazione della fronda, laonde tere la rinunzia, finché il cardina-
dopo richiamo del ministro
il di i le posto in libertà la confermasse.
lei seguaci furono più che mai an- Egli in tale stato di cose scalò la
nientati. Il cardinal Mazzarini rite- torre della prigione, e si pose in
nendo che tra i suoi maggiori ne- salvo rivocando subito la rinunzia
mici uno fosse il cardinale prelato come violenta. Risanato il cardina-
Gianfrancesco Paolo di Gondy, ori- le da una rottura della spalla, fat-
ginario fiorentino, nipote dei cardi- tasi nella scalata, si portò in Roma,
nali Enrico e Pietro, ed arcivesco- e ultimi del pontificato d'In-
negli
vo di Parigi, chiamato comunemen- nocenzo X
ricevè da lui il cappel-
te cardinal de Retz, fu arrestato
il lo cardinalizio, ed intervenne al
per ordine del cardinal IMazzarini, conclave in cui a' 7 aprile i655
F II A FRA 39
fu eletto Alessandro VII, della cui cardinale negare il pallio, pel quale
esaltazione fu uno dei più efficaci né il cardinal protettore della co-
promotoii Nell'anno precedente
. rona di Francia, né verun altro
Luigi XIV fu consagrato in Reims cardinale ben afiletto al re, si erano
a' 7 giugno. opposti in concistoro allorché ne fu
Dopo il conclave uscirono contro fatta la domanda ; e che in quanto
il cardinal de Retz nuove dichiara- alla scrittura rimessagli dal re, non
zioni come ribelle seguace della , contenendo che accuse riservate
fazione fronda, e perturba-
della non potevano esse pubblicarsi, sen-
twe ed una lunga scrit-
della pace, za offendere la maestà del re. Per
tura sullo stesso argomento Luigi riguardo ai gravami sui vicari de-
XIV fece pervenire ad Alessan- putati dal cardinale la sua
per
dro VII. In essa narravasi, non prò- arcldiocesi , che dicevansi dagli ac-
vavasi i delitti del cardinale, il qua- cusatóri giansenisti, essi non piace-
le avea inasprito i regi ministri con vano nemmeno al Papa benché ,

lettere pungenti scritte al suo cle- dopo la bolla d' Innocenzo X non
ro, e col deputare a suoi vicari avessero palesemente aderito alla

persone diffidenti alla corte. Quindi condannata dottrina, alla quale o


il cardinal de Retz domandò in almeno alla fazione qualche pro-
concistoro il consueto pallio arci- pensione esisteva nel cardinale. Con
vescovile, cui non contraddicendo ve- tutto ciò non dovevasi permettere
run cardinale attinente alla Fran- alla podestà secolare l'autorità di
cia, il Papa glielo impose nella sua deporre un arcivescovo, o condan-
cappella segreta di che in Roma
, narlo in Roma per meri stragiudi-
e in Francia si fecero gravi doglian- ziali sospetti ; voler bensì Alessan-
ze, come con tale concessione aves- dro VII che rivocati i vicari , altri

se Alessandro VII canonizzato per se ne sostituissero di soddisfazione


buon arcivescovo un individuo che del re. Questi sentimenti del Pon-
dui francesi era tenuto per fellone. tefice, ed altri pieni di saggezza ,

Allora il Pontefice si mostrò me- equità e moderazione, diminuirono


ravigliato come il re non ricono- il risentimento de' francesi contro
scesse suo silenzio la paterna
nel il cardinal Gondy o sia de Retz.
sua affezione dappoiché era onta
, Tuttavolta Luigi XIV, e il car-
alla santa Sede la carcerazione del dinal Rlazzarini, costanti nell' ira

condanne contro di lui


cardinale, le contro il cardinal de Retz, ripugna-

promulgate senza ricorrere al giu- rono ad ogni atto di giurisdizione


dice competente, e senza dichiarare fatta da lui, come s' egli per delit-
a questo per autenticomodo prove to di lesa maestà fosse decaduto
di fatti.Aggiunse Alessandro VII dalla dignità di arcivescovo di Pa-
che piuttosto doveva essere grato x"igi. Alessandro VII perché sì ri-

al cardinale che a costo d' una spettabile chiesa non restasse priva
spalla rotta, avesse liberato la san- di cura pastorale, condiscese a de-
ta Sede forse dalla necessità di fa- putarvi un vicario apostolico come
re uso delle armi spirituali , contro i regi ministri richiedevano , ma
i violatori della duplice e sublime prevedendo qualche inconveniente,
dignità cardinalizia ed arcivescovile. usò l'avvertenza di mandar l'ana-
Fece riflettere che non poteva al logo breve al nunzio , con ordine
4o . FRA FRA
di non consegnarlo , se priuja non trattarla senza strepito, spedì subito
era certo che l'assemblea del clero la nuova al Pontefice per assicurar-
fosse per acconsentirvi. In fatti i lo, che nulla avrebbe concluso se
vescovi dell'assemblea al sentire tal non colla sua intervenzione. Allora
proposta, dichiararono che tal de- Alessandro VII esplorando dal car-
putazione mentre viveva l'arcive- dinal Bichi che faceva le parti di
scovo, offendeva i privilegi della ambasciatore di Francia, e dal duca
Chiesa gallicana onde il cardinal , di Terranova ambasciatore di Spa-
Mazzarini vedendo la qualità dei gna , quali dei soggetti che propo-
difensori del cardinal de Retz, sa- neva spedire per nunzi pacificatori
gacemente si ritirò dall' impegno ,
potessero essere accetti ,
prescelse
restando così secondo riconosciu-
il per la Spagna monsignor Bonelli
to per arcivescovo come desiderava governatore di Roma, e Celio Pic-
il Papa, al quale si rivolsero però colomini segretario de' memoriali per
i ministri regi, pregando di quanto la Francia. Questa pace però co- ,

egli stesso avea prima suggerito e me vedremo, tardò a conchiudersi,


da loro rifiutato, cioè di contentar- ostandovi gli inglesi cui erasi allea-
si che il re nominasse sei persone^ to Luigi XIV.
fra le quali ne sciegliesse una l'ar- Continuando i giansenisti contu-
civescovo e la costituisse suo vica- maci e resistenti alla censura d'In-
rio. A ciò essendosi convenuto, ne nocenzo X, per deluderla avevano
fece la patente il cardinale , che ricorso al riprovevole ripiego di di-
mandò a Parigi senza parteciparlo re « che veramente la Chiesa avea
al signor di Lione, ministro del re » creduto di avere ritrovato nel
in Roma, il quale era mal veduto M libro di Giansenio le note cin-
dal Papa , perchè scriveva di lui M que proposizioni, ma che in que-
cose calunniose, e perchè amico se- M sto fatto ella aveva preso abba-
i^reto de' giansenisti. Nel i656 A- « glio, perchè ella non è infallibile
Icssanbro VII come padre comune » allorché giudica di un fatto ".
si trovò nicjlto angustiato per la Nei primi due giorni di settembre
guerra che francesi e il duca di
i i656 r assemblea generale di Fi'an-
IModcna facevano contro gli spa- cia volle riparare a questa perni-
gnuoli nel Milanese, onde ne trattò ciosissima iniquità, dichiarando ««che
la concordia. Nel tempo medesimo » la Chiesa giudica delle questioni
il cardinal ìMnzzarini mostra vasi dis- " di fatto inseparabili dalle mate-
gustato col Papa perchè favoriva il » lie di fede, colla Stessa infallibi-
cardinal de Retz, ch'egli temeva che « lilà, colla quale giudica della fe-

potesse sbalzarlo dal suo ministero, e « de medesima ". Dall' altra parte
fermo in questo errore ed aizzato da Alessandro VII, che trovavasi inqui-
persone torbide eh' erano in Roma, sitore allorché Innocenzo con- X
molti dispiaceri diede al Pontefice, dannò le cinque proposizioni di
il quale attese che il tempo e i fatti Giansenio, e che aveva una parti-
contrari l' illuminassero come poi colar cognizione de' settarii gian'^e-
successe. Il re Francia ch'era
di nisli , e di quanto si era fatto nel
disposto alla pace alla quale Ales- trattale la causa loro , dirputò op-
sandro VII r esortava , avendo ri- portunamente per questo affare una
pevuto dalla Spagna uu privato per nuova congregazione, la cui conse-
FRA FRA 4t
guenza fu la bolla che emanò a* i6 Frattanto pregato Alessandro VII
ottobre 1 656 , .4d sanctam, eh' è da parecchi vescovi francesi con let-
riportata nel Bull. Roni. toni. VI, tere de' 2 ottobre i663, ed ezian-
par. IV, pag. 1 5o, e dal Bernini dio dal re, di raffrenare que' rivol-
Storia dell' eresie t. IV, p. 665. Con tosi cristiani , a' 6 febbraio 1665
questa bolla dommatica , che fu pubblicò la bolla Regiminis Apo-
ricevuta per tutta la Chiesa, Ales- stolici, che si legge nei citati Bull.
sandro VII dichiarò che le cinque Rem. tom. VI, par. VI, p. 52 , e
proposizioni condannate da Inno- Bernini tom. IV, pag. 678, con la
cenzo X, erano veramente del libro quale ordinò rigorosamente la sot-
di Giansenio e che egli di nuovo
, toscrizione del formolario, che pre-
le condannava nel medesimo senso scrisse con formola pontificia, simi-
dello stesso Giansenio. L'assemblea le a quello già fatto dall'assemblea
del clero di Francia ricevette la del clero, da chiunque aspira ai
bolla pontifìcia, che nunzio Pic- il gradi delle accademie, e alle digni-
colomini gli presentò a' i4 marzo tà, nel quale si condannano con
1657, e nel febbraio 1661 stese animo sincero le cinque proposizio-
una formola della fede, che doveva ni cavate dal libro di Giansenio, e
essere nell'avvenire sottoscritta da nel senso del medesimo autore, co-
tutti gli ecclesiastici sì regolari del- me appimto le aveva condannate
l' uno e r altro sesso, come secola- la santa Sede. Ecco la formola pon-
ri, dottori, reggenti ec. Questa de- tificia di Alessandro VII. « Ego N.
liberazione fu autorizzata dal re con » Constitutioni apostolicae Innocen-
un decreto del suo consiglio di sta- » tii X
die 3i maii i653, et Con-
lo de'i3 aprile, e dalla Sorbona « stitutioni Alessandri VII datae
ancora, la quale a' 2 maggio ordinò M die 16 octobris i656,et Summo-
la sottoscrizione del formolario sud- »» rum Pontifìcum, me subijcio, et
detto a tutti i suoi membri, sotto » quinque propositiones ex Corne-
pena di degradazione del dottorato » Hi Jansenii libro, cui Aii' nomen
a chiunque ripugnasse di sotto- » guslinus, exceptas, et in sensu ab
scriverlo. Malgrado tutte queste " eodem auctore intento , prout il-
provvide deliberazioni non voleva- » las per dictas constitutiones Sedes
no i giansenisti sottomettersi alla » apostolica damnavit, sincero ani-
sottoscrizione del formolario, per la » mo reijcio ac damno, et ita juro.
qual cosa Luigi XIV si portò al » Sic me Deus adjuvet , et haec
parlamento , affine di tenervi il suo >» sancta Dei evangelia". Luigi XIV
letto di giustizia , e quivi fece re- dopo la bolla Regiminis, subito
gistrare a' IO aprile 1664 una di- spedì una dichiarazione di egual
chiarazione in cui ordinava assolu- forza a quella dell' anno preceden-
tamente detta sottoscrizione, e que- te, e a' 29 aprile i665 si portò in
sta fu la prima dichiarazione dei persona a farla registrare nel par-
monarchi francesi che si portò al lamento, comandando a tulti i pre-
parlamento, per appoggiare la de- lati del suo regno, che sottoscrives-
cisione di una bolla dommatica sero il formolario del Papa , e di-
<lc-IIa Chiesa, della quale essi me- chiarando che se dentro a tre mesi
desimi si protestavano figliuoli pri> qualche vescovo non avesse a ciò pre-
tnogeniti. stalo sommessione, volleva che contro
42 l UA FRA
di essi procedesse per la via dei
si sero in timore la Spagna , e fu

sagri canoni. Ciò non ostante quat- conchiusa la pace nell'isola de'Fa-
per trattato de' Pirenei "
tro vescovi, cioè di Alet Pavillon, giani il li

di Beauvais Choart de Bunzaval settembre 1639. Allora Luigi XIV


di Pamiers Caulet, e di Angers Ar- rimise nella sua grazia il principe
nauld fratello del capo de' gianse- di Condé sposò dopo otto mesi
,

nisti Antonio, non vollero ubbidire, Maria Teresa d'Austria infanta di


anzi colle loro pastorali protestaro- Spagna, figlia di Filippo IV, assi-
no che sopra il fatto di Giansenio curando alla Francia il Rossiglione,
non si doveva alla Chiesa piìi che r Artois e la cessione del Charo-
,

un ubbidienza di rispetto, consisten- lois, e Filippo IV rinunziò ad ogni

te in osservare un ossequioso silen- diritto sull'Alsazia. A questa pace


zio. Il re soppresse le quattro pasto- sopravvisse due anni l' irrequie-
soli

rali a' IO luglio 1 665, e il Pon- to Gastone duca d' Oileans zio del
tefice con decreto della congrega- re, e tre il cardinal Mazzarini, che
zione condannò an-
dell' indice , le pareggiando ne' politici talenti al

cora a'i8 febbraio 1667. Quindi ad suo predecessore venne maggior-,

istanza del medesimo re, stabiPi mente commendato per le qualità


Alessandro VII nove vescovi per del suo spirito, e per aver pacifi-

fare il processo ai quattro vescovi cato la Francia, che il cardinal Ri-


refrattari, ma lasciò per cagione chelieu aveva impegnata in disa-
della sua morte al suo successore strose interminabili guerre. Nel 1660
ilproseguimento d' un affare cotan- Luigi XIV si recò ad Avignone, al
to delicato. E qui noteremo che , quale articolo dicemmo della splen-
nel tempo medesimo in cui agita- dida accoglienza che vi ricevette dai
vasi la causa delle cinque proposi- ministri pontificii e dalla città , e
zioni, Alessandro VII a' 24 settem- come nel dì di Pasqua toccò otto-
bre i663, colle costituzioni 28 e cento scrofolosi nel chiostro del
162 del Bull. Rom. tora. V, pagi- convento de' frati minori, dopo la
na 233 e 2o5, condannò ancora santa comunione: in detto articolo
ventotto altre proposizioni scanda- è pur descritta l' accoglienza che
lose cavate da alcuni autori di teo- nella medesima città si fece a Lui-
logia morale; e poi a' ib marzo gi XIII ,
quando vi si recò. Luigi
1666, con la costituzione 167 loco XIV non governò da sé stesso che
citato, pag. 409, riprovò colla me- dopo la morte del cardinal Maz-
desima censura diecisette altre pi"0- zarini nel 1661 durante il mini-,

posizioni della stessa materia. stero del quale i francesi si stabi-

Proseguendosi dalla Francia la lirono nelle isole diMaria Galante,


guerra contro la Spagna , per la s. Bartolomeo, Bourbon, e la Gra-
quale come dicemmo s' interpose nata; ed i cacciatori francesi detti
Alessandro VII sino dal i656, il les boucaniers presero possesso del-

valoroso visconte di Turenna gua- la parte occidentale di s. Domingo.


dagnò nel i658 la battaglia delle Incomincia da questo punto il bel
Dune, e sottomise colla maggior ce- secolo di Luigi XIV, che rivolgendo
lerità Dunkerque, Furnes, Grave- i pensieri a far provare ai suoi
line, Oudenarde, Ypres, IMortagne, sudditi i frutti della pace, resse do-
ec. Tanti prosperi avvenimenti pò- po (piest' epoca in modo assoluto la
FU A FRA 43
monarchia, giovandosi nell' ini por- gì' inglesi parlamento fece re-
; nel
tante ramo della finanza degli estesi gistrare la donazione fattagli della
lumi dell' illustre Colbert che fece Lorena dal duca Carlo IV; nel me-
rivivere la memoria di Sally; onde desimo anno fu stabilita la cn.npa-
le scienze , i letterati , ed il com- gnia francese delle Indie nel (iu-
mercio furono protetti, e fiorii'ono zurate, per cui furono spedite del-
accrescendo lustro, decoro e ricchez- le colonie nel Senegal ; poscia ebbe

za alla Francia. Mentre con questo origine lo stabilimento del Forte


regno ed Alessandro VII passava Delfino a Madagascar. Nel 1664
tranquilla armonia, all'insaputa del Luigi XIV spedi contro i mori del-
Papa i soldati corsi al servizio pon- le truppe che presero Gigeri, e soc-
tificio, essendo stali provocati, fece- corse i tedeschi contro i turchi, ed
ro diversi affronti all' ambasciatore a questo aiuto si dovette princi-
Créquy , il quale essendo nemico palmente la vittoria di s. Gottardo
della santa Sede, fu cagione delle in Ungheria nel 1664. Nell'anno
gravi esigenze di Luigi XIV verso seguente raffrenò le scorrerie degli
il Papa temporanea occu-
, e della algerini, prestò aiuto ai portoghesi
pazione armata di Avignone e del contro gli spagnuoli, e dichiarò la
contado Venaissino, dominii tem- guerra agl'inglesi per soccorrere
porali della Chiesa romana in Pro- gli olandesi suoi alleati; la pace fu
venza. L'origine di questo disgu- conchiusa a Breda fra l' Inghilter-
stoso emergente, le conseguenze e ra, l'Olanda, la Francia e la Da-
la pacificazione, sono riportate alvo- nimarca li 26 gennaio 1667. In
lume III, pag. 261, 262, 263, 264, quest' anno ad Alessandro VII suc-
265 e 266 del Dizionario^ non cesse nel pontificato Clemente IX,
che in In
altri luoghi relativi. il quale subito si oppose ai danni

quanto pace con-


agli articoli della che nella Francia cagionavano i
chjusa a Pisa tra Alessandro VII quattro vescovi renitenti alla sot-
e Luigi XIV, sono riportati anco- toscrizione del formolario di Ales-
ra dal Guerra ueW Epitome tom. J, sandro VII, che perciò avevano ab-
pag. 362 ; trattano inoltre di que- bracciato il partito dei giansenisti.
sti avvenimenti Fresnoy, Prin-
il Du A favore di questi quattro vescovi
cipii della storia per la gioventìi scrissero altri diecinove ( presso
tom. VII, par. II, art. yS, p. i^i ; monsignor Nuzzi nella ristampa del-
ed Muratori ue^W. Annali
il Ita- d la bolla Unigenitus tom. I, p. i55),
lia tom. X'I, anno 1660 fino al nel primo dicembre 1667 a Cle-
1664. mente IX, dicendogli che la Chie-
Nel 1662 Luigi XIV si fece fare sa non può definire con infallibili-
altresì ragione dell' insulto fatto a tà ifatti umani che Dio non ha ,

Londra barone di Batteville


dal rivelati, onde in tal caso essa non
ambasciatore di Spagna al conte , esige da' fedeli se non che un ri-
d'Estrades ambasciatore di Francia. spetto a suoi decreU. Questi era-
Nel medesimo anno le finanze ri- no gli stessi vescovi che avevano
stabilite permisero a Luigi XIV di sottoscritta la risoluzione , in cui
acquistare Dunkerque che dopo , l'assemblea del clero gallicano di-
l' occupazione del visconte di Tu- chiarò che la Chiesa ne' fatti appar-
renna avea rimesso in potere de- tenenti alla fede risolve colla stessa
44 FR^ FRA
infallibilità che nelle slesse male- questa apparenza, rese loro le gra-
lie di fede, come si è dello di so- zie con una lettera, nella quale di-
pra. Voleva Clemenle IX che ai mostrò la sua soddisfazione per la
menzionali qiiatlro vescovi fosse loro sommissione alle bolle aposto-

fatto processo, e quindi fossero de- liche, li ammetteva alla pace e alla
posti dal grado che occupavano. comunione, ed insieme li assicurava
Intanto i medesimi quattro prelati, ch'egli non permetterebbe mai in ta-

incoraggili dal numero degli altri le affare eccezione o restiizione veru-

diecinove , scrissero a' aS aprile na. Questa fu chiamata la pace di


1668 una lettera circolare a tutti Clemente IX conchiusa nel 1669,
i vescovi del regno per invitarli ad ma siccome era stala maneggiata con
unirsi seco loro, a fine d'impedire frode dall'Arnaud e da Pietro Ni-
l'esecuzione del breve pontificio, in cole, cioè dai due più fanatici ca-
vigore del quale si faceva loro il pi del giansenismo, cos'i non pote-
processo : ma Luigi XIV condannò va durale lungamente, come si dirà
questa enciclica come sediziosa, ed parlando di Clemente XI, La sto-
ordinò a tutti i vescovi, che in ve- ria questa pretesa pace, fonda-
di

runa guisa non l'attendessero. ta nell'inganno di quattro vescovi,

Questa regia risoluzione , e il che al Papa si finsero obbedienti ,

consiglio de' loro amici costrinsero venne lungamente trattata dal men-
i quiitiro vescovi a promettere di tovato monsignor Nuzzi nel tom. J,
venire alla sottoscrizione del for- p. i54 e seg. della Storia della
mobrio, purché ad essi venisse ri- bolla Unigenitus, ristampata nel
sparmiala la confusione di ritrat- 1794. Nell'anno 1668 Clemente
tare le loro pastorali. Vi acconsentì IX costrinse Arduino arcivescovo
Clemente IX, al quale essi scrisse- di Parigi a rimettere ì giorni fe-
ro nel primo di settembre 1668 stivi che tolto avea senza il con-
una lettela piena di rispetto e di senso della santa Sede. Per la sti-

sommissione alle costituzioni apo- ma poi ed affetto


che questo Pa-
stoliche; essendo però giunto a co- pa nutriva per Luigi XIV, gli con-
gnizione del Papa che la loro con- cesse la facoltà di poter nominare
dotta non era sincera, né la lette- i vescovi delle chiese, e le provvi-
ra conforme alla sottoscrizione, che ste dei monisteii ed altri benefìzi,
dovevano aver fatto senza distin- nelle provincie che nuovamente e-
guere in essa, come facevano, la que- ransi unite alla Fi'ancia, nelle qua-
stione di fatto e di diritto, richiese li comprendevansi vescovati di i

dai medesimi un attestato di avere Metz, Toul e \ eninn nella Lorena,


sottoscritto il formolario di Alessan- di Tournay nella Fiandra, e di Ar-
dro VII. Tutto fu da essi eseguito, ras nei Paesi-Bassi ; dell' acquisto
ma con frode poiché sebbene la ,
dei quali ultimi domìnii ora andia-
loro sottoscrizione del formolario mo a parlare.
in apparenza sembrava pura e sem- Non volendo gli spagnuoli con-
plice, tuttavia negli atti diocesani tentare Luigi XIV sopra le preten-
o siano processi verbali, vi aveva- sioni ch'egli avea nei Paesi-Bassi a
no aggiunta la consueta distinzio- cagione della regina sua sposa, fi-
ne del diritto e del fatto. Ciò non glia diFilippo IV, morto li 27 set-
oblanle Clemenle IX, ingannalo da tembre i665, il re entrò in Fian-
FRA FRA 45
dra , e prese Armanlieres , Cliaro- stato, r imperatore Leopoldo I, la
lois, Tournay, Douay, Alost, Lilla Spagna e 1' elettore di Brandebur-
e varie altre inipadróm piazze. S' go, spaventati di tali progressi dei
l'anno dopo della Franca Contea, francesi si collegarono contro di
e fece Ja pace con Carlo II re di essi. Luigi XIV avea ridotto la re-
Spagna per mezzo del trattato pubblica olandese e sue proviucie
d'Aquisgrana Ji 2 maggio 1668, unite, quasi al punto di cadere, ma
in virtù del quale Luigi XIV cede non seppe approfittare delle sue
la Franca Contea alla Spagna, e vittorie, e della presa di Maestriclit
ritenne tutte le città che avea pre- riputata una fortezza inespugnabi-
se nei Paesi-Bassi. Molta paite in le. Indi il visconte di Turenna nel
questa pace ebbe lo zelo di Cle- 1673 s'impadronì della maggior
mente IX, che mandò in Aquisgra- parte delle piazze de' ducati di Cle-
na a tale effetto per nunzio il pre- ves e di Juliers, per cui l'elettore
Iato Fianciotti e i due monarchi, di Brandeburgo domandò una tre-
dichiararono il Papa arbitro della gua, che gli venne accordata. Ve-

conclusione: 1' Oidoini nel tom. IV, dendo il Papa Clemente X tanti
col. 73 1, P'it. Pont.j riporta la let- principi cristiani in guerra, si appli-
tera che Luigi XIV scrisse al Pon- cò per pacificarli, ed ottenne per le
tefice, in cui gli dice essersi deter- sue diligenze che venisse destinala
minato alla concordia, per riguai'- Colonia per trattare la concordia ,

do de' suoi uffizi. In questa occa- dov'egli spedì colle sue istruzioni
sione Clemente IX ottenne dal re il nunzio di Brusselles sperando ,

di Francia la demolizione della pi- che nella conclusione della pace


ramide eretta nel 1664 in Roma dovesse fare progressi la religione
presso s. Salvatore in Lauro , sic- cattolica nelle provincia unite di
come ingiuriosa alla nazione corsa, Olanda, al qual fine designò un
per l'affare dell' ambasciatore Cre- vescovo cattolico per la città d'U-
quy, togliendo in vece la croce trecht occupata dai francesi. Ma i

innalzata per l'assoluzione di En- continui trionfi di questi mossero


ricoIV come già si è detto. Nel
, gli alleatiad unirsi contro la Fran-
1669 Luigi XIV, a mezzo del ma- cia coir imperatore ottomano, col-
resciallo Crequy, s' impadronì di r Inghilterra e con Carlo IV duca
tutta la Lorena, per avere il duca di Lorena ; anzi ai nemici della
eccitati tumulti contro la Francia; Francia nel 1674 si unì l'elettore
indi nel 167 1 fece fabbricare l'o- palatino del Reno. Gli affari cam-
spedale degl' invalidi in Parigi. Nel biarono faccia, per cui Luigi XIV
seguente anno il re, malcontento si trovò costretto di abbandonare le
degli olandesi , dichiarò loro la piazze degli olandesi fuorché Mae-
guerra, fece reggente della monar- stricht e Grave.
chia in sua assenza la regina, e Non andò guari che il re di
passò Mosa colla sua armata
la Francia alla testa due potenti
di
comandata sotto di lui dal princi- armate passò
,
nuovamente nella
pe di Condé e dal visconte di Tu- Franca Contea , e ne conquistò le
renna celebratissimi capitani. Es- piazze più forti ; gli spagnuoli fu-
sendo gli olandesi stati battuti per rono battuti nel Rossiglione dal
ogni parte, e ridotti a cattivissimo conte di Schòmberg, ed i tedeschi
4*3 FRA FRA
unitamente agli olandesi ebbero la l'isola di Gorea, e l'isola di s. I\Iar-
rolla alla battaglia di Senef dal lino ebbe allora delle colonie. In-
principe di Condé il visconte di : tanto il Mississipì, detto ancora la
Tiuenna riportò un gran numero Luigiana, nell'America settentriona-
di vittorie in Germania sul palati- le, Canada, fu dal gover-
all'ovest del
no del Reno, ed altri principi del- natore di questa regione Fronte-
l' impero vinse l'elettore di Bran-
; nac discoperto, e chiamato col no-
deburgo che aveva rotto la tregua, me del suo re il fratello del quale
,

ed obbligò i tedeschi ad abbando- die in isposa la sua primogenita a


nare l'Alsazia. Ma una cannonata Carlo li re di Spagna. Non lascia-
a' 27 luglio 1675 uccise il gran vano i giansenisti d' insinuar da
Turenna, la cui grave perdita riu- ogni parte la loro dottrina colla
scì sensibilissima a Luigi XIV ed molteplicità non meno di errori ,

a tutta la Francia. Intanto il si- che di libri. Ad un libro scritto


gnor di Quesne disfece le flotte spa- con poca maturità di sentimenti a
gnuole ed olandesi in due combat- favore dell'uso frequente della co-
timenti, nel secondo de' quali il fa- munione sagramentale, rispose l'Ar-
moso ammiraglio Ruyter perde la naud con altro libro nel quale ,

vita a' 2 aprile 1676, ed il mare- censuravasi la comunione frequen-


sciallo di Yvone tagliò a pezzi set- te come il principale abuso del cri-
te mila uomini vicino a Messina : stianesimo, allontanando fedeli da i

Vauban si distinse in varie batta- questo mistero con mendicati timo-


glie. Circa lo stesso tempo la Fran- ri , con inventate necessità di su-
cia dichiarò la guerra alla Dani- blimissime disposizioni, contrarie al
marca per sosteneie la Svezia; gli sentimento della Chiesa e de' santi
alleati comandati dal principe d'O- padri. Ma siccome qualche cattoli-
range furono dislatti a Cassel da co zelante avendo scritto contro ta-
Filippo di Fi-ancia unico fratello le errore, il fervore della frequen-
del re. D'Hamieres, Schòmberg, la te comunione era divenuto ecce-
Feuillade, Luxemburgo e de Lor- dente, massime in Ispagna , così
ges erano all'assedio di Valenciennes, per regolare la poca divozione de-
che neir anno seguente fu preso gli uni e la troppa negli altri, In-
con Saint- Omer e Cambrai ; de nocenzo XI nel febbraio 1679 pub-
Noitilles si distinse ne' Pirenei, e blicò un analogo e salutevole de-
Ducjuene mare. Finalmente fu
sul creto, che si legge appresso il Bei-
conchiusa la pace a Nimega a' io nini, Storia dell' eresie toni. IV ,

agosto 1678, perla quale co' suoi p. 104.


nunzi tanto eiasi adoperato il de- In vigore di questa zelantissima
funto Clemente X, fra la Francia provvidenza del venerabile Innocen-
e l'Olanda; vi aderì anche la Spa- zo XI avendo egli veduto che
,

gna li i4 settembre, in appresso sempre più s'avanzava la temera-


fecero lo stesso i5 feb-
tedeschi a' ria baldanza di alcuni scrittori con-
braio , e dopo qualche tempo 1' e- tro la disciplina morale, da essi or
lettore di Brandeburgo e la Dani- troppo ristretta, or troppo rilassa-
marca. Questa pace conservò a Lui- ta, prese giusto motivo di condan-
gi XIV una gian parie della Fian- nare e proibire a' 4 marzo 1679
dra, gli diede la Franca Contea e scssantacinque propo«;izioni ,
presso
FRA FRA 4?
il Boni. tom. Vili, p. 44) e
Bull. renitente. Questo dannosissimo er-

nel citato Bernini a pag. io6, dai rore, che già per molti paesi era
loro libri estratte. Indi scorgendo divenuto notorio a tutti, fu subilo
similmente, che ogni giorno com- dal zelante Innocenzo XI soffocato
parivano nuove edizioni di libri ,
con severissimo decreto del s. ofli-
ne' quali sotto pretesto delia seve- zio de' 19 novembre 1681, che si
rità della morale, si rinnovava la legge nel medesimo Bernini a pag.
dottrina delle cinque proposizioni 177. Dalla violazione del sagra-
condannate di Giansenio, per dar- mentale segreto, passarono i viola-
ne pronto provvedimento pubblicò tori della morale ad un più per-
la proibizione del libro intitolato : nicioso errore, cioè di censurare
Difesa della disciplina che si osser- l'assoluzione a' penitenti avanti al-
va nella diocesi di Sens circa l'im- l'attuale esercizio dell'imposta pe-
posizione della penitenza pubbli- nitenza, deducendo con antichi e-
ca per li peccati pubblici, Seiis sempi malamente addotti, che i pe-
1673. Nel quale libro con novità nitenti non erano mai assoluti, se
di riti o inventati dal capriccio non dopo 1' esecuzione della peni-
giansenistico, o antiquati dal costu- tenza dai sacerdoti prescritta. Que-
me ecclesiastico, susci lavasi tra' fe- sto errore già sostenuto da Pietro
deli distinzione pi-egiudiziale e di- d' Osma Salamanca ,
professore di

versità odiosa di penitenze. Colla era stato da Sisto IV


condannato
medesima censura Innocenzo XI colla sua costituzione 17: veggasi
avea condannato a' 22 maggio Anton Maria Bonucci, Vindiciae
1678 il libro della Traduzione del- proposition. prohibitar. ab Alexan-
le omelie di s. Gio. Grisostonio dre Vili, sect. 16, pag. 99, citato
quello di Egidio Gabriele adulte- dal Bernini a pag. 211. Quindi
ratore della vera morale, con de- usci il libro, Fentalogus diaphori-
creto de' 27 settembre 1679, inti- cus 3 sive (juinque differenliaruni
tolato Speciniina moralis christia' rationes, ex quibus veruni judica-
nae , diabolicae, e con
et nioralis tur de ratione absolutìonis ad mcn-
esso a'giugno 1680, tre opu-
18 tem gemini Ecclesiae solis ss. Au-
scoli differenti, ne' quali da anoni- gustini et Thomae, oblatus ad exa-
mo giansenista si accusavano i ge- men ss. D. N. Innocentii XT. In
suiti come autori delle sopraddette questo libro 1' autore non seppe
sessantacinque proposizioni da In- distinguere 1' assoluzione sagramen-
nocenzo XI condannate. Continuan- lale dalla canonica , ed essendone
do i giansenisti a render sospetti o olferta al Pontefice medesimo la
odiosi a' cristiani sacramenti, nuo-
i lettura, egli nel primo adocchiarne
vi riti introducendo nelle peniten- il titolo, venne a scuoprirne la frau-

ze pubbliche de' peccati pubblici dolenza, e però con rigoroso decre-


per cagionare maggiore orrore al- to de' 3 aprile i685 lo proscrisse,
la confessione, si avanzarono inol- e condannò dopo maturo esame.
tre contro r inviolabile segreto di Nei primi anni del pontificato
essa , sostenendo per cosa lecita il d'Innocenzo XI si vide nuovamen-
potersi violare in alcune determi- te agitata la differenza delle rega-

nate occasioni, per utilità e bene lie, cioè del diritto che pretende-
del penitente, tuttoché esso a ciò vano avere i re di Francia di go-
48 FRA FRA
dere le rendile de' vescovati vacan- pontificato su questa differenza, che
ti, e di conferire, durante la va- da Innocenzo XII fu poscia acco-
canza della sede vescovile, i bene- modata. 11 dotto cardinal d'Aguir-
fizi, che non sono incaricati di que- l'C in defension. Cath. s. Petri di-
sto reame esenti di tal diritto, il sp. 2, sect. I et seq. dimostra, che
parlamento di Parigi con un de- questa dichiarazione del clero gal-
creto del 1668 lo estese a tutti, licano è affatto contraria al senti-
ciò confermò Luigi XIV con
che mento e dottrina comune de* ve-
editto del 1673, ed approvò per scovi francesi, espressa nella lette-
timore il clero gallicano, fuorché i ra ad Innocenzo X nel i653. Veg-
vescovi di Pamiers e d' Alet, ai gasi il Talucci, Osservazioni sulla
quali perciò furono dal re confi- promessa d' insegnare ì quattro ar-
scati i loro beni temporali. Inno- ticoli della dichiarazione del 1682
cenzo XI fermo sostenitore de' di- del clero di Francia, 1820; Roma
ritti ecclesiastici, insistendo nella co- ed il libro intitolato Confutazione :

stituzione del concilio generale di dell'opera sur la déclaralion de


Lione lì, celebrato da Gregorio X l'assemblée du clergé de France
nel 1274, oppose all'estensione
si en 1682 ec. , Roma 1822. Ecco
delle regalie, procurando che il re le quattro proposizioni, che oltre
cedesse, ed a tale effetto gl'invio a molti altri, si vedono nel Berni-
due brevi pieni di elogi e di pre- ni, Storia delle eresie tom. IV, pag.
ghiere nel 1678, cioè a' 12 marzo 6SS, e nel Guarnacci, Fit. Pont.
ed a' 2 2 settembre, indi due altri tom. I in Innocent. I.
pieni di zelo e di minacce, l' uno » I. Beato Petro, ejusque succes-
indetto anno a' 25 dicembre, l'al- " soribus Christi Vicariis, ipsique
tro nel 1680 a' 3o marzo. Questi » Ecclesiae capiti, rerum spiritua-
quattro brevi sono riportati dallo » lium, et ad aeternam salutem
^i^òndrati, nella sua Gallia vinifi- » pertinentium, non autem civilium,
cata. Fu poi celebrata a' 3 febbra- » ac temporalium a Deo traditam
io 1682 famosa assemblea del
la » potestà tera , catholici reges er-
clero di Francia, composta di tren- »» go et principes in temporalibus
taquatlro tra arcivescovi e vescovi, " nulli Ecclesiasticae potestati Dei
e trentotto minori ecclesiastici, nel- >» ordinatione subjici, neque aucto-
la quale fu riconosciuta questa es- » ritate clavium Ecclesiae directe,
tensione delle regalie per tutto il " vel indircele deponi, aut illorum
regno di Francia, e si stabilirono « subditos exìmi a fide ac obedien-
Je famose quattro proposizioni, chia- » tia, aut praestito fìdelitatis sacra-
mate del Clero gallicano, sopra » mento solvi posse etc.
r indipendenza dei re, sopra 1' au- « II. Sic inesse Apostolicae Sedi
torità de' concili generali, e sopra » ac Petri successoribus rerum spiri-
il potere in esse limitato dei roma- " tualium plenam potestatem, ut
ni Pontefici, le quali per comando » simul valeant , atque immota
d'Innocenzo XI furono bruciate per » consistant sanctae aecumenicae
mano del boia. Oltre a ciò ilj Pa- » synodi Constansiensis a Sede A-
pa ricusò di dare le bolle a più » postolica comprobata, ipsorum-
di trenta vescovi nominati da Lui- >> que Romanorum Pontificum, ac
gi XIV, né cedette per tutto il suo » totius Ecclesiae usu confirmata,
FRA FRA 49
.•5 atrjiie ili) Ecclesia Gallicana pei- tìhuf Ecclesiae Gallicnnae, che fu
-•^ jìctiia religione custodita decreta, ristampala tradotta in italiano nel
>f <le aiictoritate conciliorum gene- 1720 in Roma. Le confutarono an-
5) ralium, quae sessione quarta et cora ampiamente il cardinal Oi-si,
J5 quinta continentur etc. Pietro Ballerini e Zaccaria nell'uno
Hinc Apostolicae potesta-
» 111. e nell'altro Anlifehronio. Sull'in-
» tis usum inoderandum per cano- giunzione che fece a' giorni nostri
» nes Spiritu Dei conditos, et to- M.r Corbière, ministro dell'interno,
M tiiis mundi reverentia consecra- agli arcivescovi e vescovi della Fran-
" tos etc. cia, di fare cioè insegnare nei se-
» IV. In fìdei quoque quaestio- minari le IV proposizioni decretate
•5 nibus praecipuas summi Pontifi- neir assemblea del clero dell'anno
« cis esse partes, ejusque decreta 1682, come formanti la base delle
» ad omnes et singulas Ecclesias libertà gallicane, va letto il dottis-
»» pertinere. Nec tamen irreforma- simo opuscolo del celebre avv. d.
5j bile esse judicium , nisi consen- Carlo Fea commissario delle antichi-
» sus Ecclesiae accesserit. tà romane, intitolato Riflessioni :

Queste quattro proposizioni, com- storico^poUticlie sopra la richiesta


pendiate e tradotte in italiano di- del ministro deW interno di Parigi
cono come segue. ai vesco<>'i e arcivescovi della Fran-
»j I. Il Papa non ha autorità cia in far insegnare nei loro se-
55 diretta, né indiretta sopra il tem- minari le IV proposizioni dell' as-
55 porale de' principi: non può de- semblea del clero gallicano nel
55 porli dal regno, né assolvere i 1682, Roma 1825 pel Poggioli.
55 sudditi dal giuramento. E in quanto alla prima delle quat-
55 11. I sono su-
concili generali tro proposizioni, il medesimo eh.
55 periori al Papa. Fea pubblicò l'opuscolo che porta
55 III. Quindi doversi moderare per titolo: Ultimatum per il do-
55 l'uso dell'apostolica potestà in minio indiretto della santa Sede
55 forza dei canoni dettati dallo apostolica sul temporale de sovra-
55 Spirito di Dio, e consecrati dalia ni. Conclusioni, Roma 1825, pel
55 venerazione di tutto il mondo. Contedini.
55 IV. Anche nelle questioni di Profittando Luigi XIV della pa-
55 fede essere principale l'autorità ce di Nimega, e di quella conchiu-
55 del sommo Pontefice, e i di lui sa pure coir imperio nel 1679, ^
>9 decreti appartenere a tutte, ed sei della quale si leggono
articoli
55 a ciascuna chiesa, né tuttavia nel Teatro della pace tom. II, per
•5 essere irreformabile il giudizio estinguere ne' suoi stati i semi del-
5! se non vi acceda il consenso del- le divisioni, che fino da centocin-
» la Chiesa. quanta anni prima vi si erano in-
Il cardinal Celestino Sfondrati trodotte colle riforme del calvinis-
con profondissima erudizione e for- mo e degli ugonotti, nel 1680 co-
za scrisse contro queste quattro pro- minciò a ridurre gli ugonotti ai
posizioni nel libro: Regale Sacer- termini dell'editto di Nantes pub-
dotium e nella Gallia vindicata
, blicato da Enrico IV nel iSgS, e
etc. Lo stesso parimenti fece Anto- perciò distrusse quatti'ocento loro
nio Charlas nell'opera: De. liberta- chiese, le quali non erano compre-
voi.. XXVI. 4
5o FRA FRA
se nel metlesimo editto. Quindi Chiesa cattolica. Ma la dolcezza e
spedi Luigi XIV pel suo regno l'affabilità che adoperarono i zelan-
ecclesiastici zelanti e dotti per i- ti ecclesiastici francesi, non furono
struire gli ugonotti nella vera reli- bastanti a vincere tali settari, i

gione cattolica, e lece slampare più quali in vece ribellaronsi armati.


di un milione di libri cattolici per Luigi XIV però seppe reprimere
distribuirli a loro. Fra libri vi
i subito i primi movimenti de' calvi-
fu quello aureo di monsignor Ijos- nisti ugonotti, e con l'editto del
suet, sopra V Esposizione della rfollii- 11 ottobre 168" die loro l'ultimo
na della Chiesa cattolica, opera che tracollo, abolendo in Francia il cal-
molto inquietò calvinisti, e che noni vinismo. Con esso rivocò quello di
poterono mai combattere, malgrado Nantes, spianò tutti i loro templi,
gli sforzi del loio partito. Nel mede- e costringendoli abbandonare o la

simo anno 1680 Luigi ebbe il XVI setta o il regno, da questo parti-
titolo di Grande àviWhótel de ville rono più di un milione d'eretici ;

di Parigi, e fece restituire i suoi sta- mimerò esagerato dal filosofismo e


ti al duca d' Holstein. Avendo la dtdle sette, massime nelle opere del
Francia preso Strasburgo nel 1681, secolo passato: oggi con migliori
acquistato Casale, e mosse preten- calcoli si fa ascendere il nume-
sioni sopra Alost, diede nuove in- ro degli emigrati a duecento mi-
quietudini ali Europa. In questo la. V. il Guarnacci, Vit. Pont. toni.
tempo la Francia aveva più di cen- I, T it. Innoc. XT. Laonde Inno-
in

to vascelli di linea e sessanta mila cenzo XI sebbene avesse molivi di


marinari; fondò i porti di Tolone malcontento con Luigi XIV, pure
e di Brest; inventò le galeotte a gli rese distinte grazie con bi-eve dei

bomba con due vol-


le quali castigò I3 novembre.
te Algeri facendolo bombardare, e Xel i685 il maresciallo della
poco dopo punì Genova per aver Feuillade, nella piazza della Vitto-
soccorso gii algerini. Luigi XIV ria di Parigi, innalzò una statua
nel 1684 ottenne soddisra2Ìone dal- equestre a Luigi XIV , che rice-

la città di Algeri, i cui ambascia- vette una seconda ambasceria dal


tori implorarono in Parigi la sua re di Siam indi costrinse Tuni-
;

clemenza a'41i'gl'o; ed a preghie- si e Tripoli a domandar la pa-


re d'Innocenzo XI accordò la pa- ce, ed i possedimenti di oltremare
ce a' genovesi, il cui doge e quat- si aumentarono colla nuova Or-
tro senatori si portarono dal re a leans. Un'altra differenza nel 1687
dargli soddisfazione. Nel medesimo insorse fra le due corti di Roma
anno 1684 il re di Siam spedi a e di Fino dal principio del
Parigi.
Luigi XIV ambasciatori a render- suo pontificato aveva Innocenzo XI
gli omaggio, mentre egli faceva protestato, che non avrebbe am-
fortificare più di cento cittadelle. messo i nuovi ambasciatori dei so-
Inoltre anno 1684 il
nell'istesso vrani, s'eglino non avesseio prima
clero di Francia adunato in assem- rinunziato al preleso diritto delle
blea diresse ai calvinisti ima lette- franchigie, che volevano godere in-
ra pastorale, in cui spiegavansi tut- torno ai loro palazzi , locchè era
ti i motivi pe' quali essi dovevano impunemente un piegiudizievole e
ritornare al grembo della santa sicuro asilo ai malviventi, prepo-
FRA FRA 5 r

lenii, omicicliaii, e rei d'allri de- XT, quanto santo, altrettanto d'a-
lìlti , i quali con lai riprovevole nimo imperturbabile, che anzi non
sicurez7a si sottraevano alla puni- volendo ammettere alla sua udien-
tiva giuslÌ7Ìa. Quindi a' 12 mag- za l'ambasciatore, lo dichiarò tosto
gio 1687 Innocenzo XI con la bol- scomunicato, e per avere esso as-
la Cum aliasj presso il Bull. Rom. sistilo agli uffizi divini il gioino di
tom. ^111, p. 432, sottoscritta dal- Natale nella chiesa nazionale di s.

la maggior paite de' cardinali, rin- Luigi de' francesi^ ancor contro di
novò le costituzioni di Giulio 111, questa fulminò il Papa l' interdetto.

di Pio IV, di Gregorio XllI, di 11 re non contento de' passi ingiu-


Sisto V, e di altri Pontefici, nelle riosi finora ordinali contro il vica-
quali si abolivano e severamente rio di Cristo e di un sovrano ter-
proibivano dette franchigie, fulmi- ritoriale nella stessa sua capitale
nando la scomunica a chiunque nel- e residenza, fece interporre dal par-
r avvenire pretendesse di aver a lamento di Parigi l'appello al fu-
godere di tal preteso diiitlo, già turo concilio contro l'editto di Pa-
condannato nella bolla in Coena pa Innocenzo XI eh' egli chiamava
Domini al § 20 e con editti di ,
ingiusto.Tale non era, giacche il
Urbano Vili, e dello stesso Inno- Pontefice con quello nuH'altro vo-
cenzo XI che li aveva emanati ai leva, ch'esercitare la giustizia nel
26 novembre 1677, ^ ^^ febbraio suo dominio, nella stessa maniera
1680. Se ne offese Luigi XIV, il che il re di Francia ed ogni altro
quale per mantenersi nelle sue pre- principe sovrano liberamente la e-
tensioni, spedì prontamente in Ro- sercitavano ne' piopri stati. In tal

ma Enrico Carlo marchese di La- modo Innocenzo XI più che mai


vaidino, colla qualifica di amba- offeso dalla prepotenza di Luigi
sciatore slraoidinario. Giunse egli XIV, richiamò a Roma il cardinal
in Roma a' 16 novembre del me- Ranuzzi nunzio di Parigi, mentre
desimo anno, accompagnato da una il re tenace del suo ingiusto pun-
truppa di famigliari, e da quattro- tiglio, gli vietò colla forza la par-
cento cinquanta soldati armati. Fe- tenza, e solfo il pretesto di sicu-
ce subilo mettere le guardie in- rezza, conculcando il diritto delle
torno al palazzo Farnese, in cui genti, lo fece custodire da buon
abitava, e con mille e duecento numero di truppe; e come se fos-
uomini sulle armi cominciò prepo- se in guerra colla Sede apostolica,
tentemente a difendere lo spazio ordinò alle sue milizie di occupare
delle sue pretensioni, nel quale non improvvisamente la città d'Avigno-
voleva che potessero entrare i mi- ne, usurpandone il possesso al Pa-
nistri di giustizia della corte ro- pa che n'era il legittimo signore.
mana. V. su questo grave affare il Tuttavolla venuto il re in cogni-
libro che nel 1688 pubblicò Cele- zione della costanza d'animo d'In-
stino Sfondi ali con questo titolo: noren7o XI, e della fortezza inde-
Legalio Eoriìnm marchionis Lavar' clinabile con cui ragionevolmente
(lini, et oh tnniìem legis ihristia- sosteneva i propri diritti, senza sa-
nissìmi Clini Bomano Ponlifìce dia- puta del Lavardino, tiè del cardi-
si din ni. nal d'Eslrées, scrisse di suo pugno
Non si sbigottì però Innocenzo ad Innocenzo XI, e spedi in Ro-
5> FRA FRA
ma perdono di sua confiden?.! , la il duca di Savoia , e prese varie
(jnale però non potè aveie udien- piazze. Inoltre i francesi per tutto
7a. Vedendo dunque Luigi XIV riportarono vantaggi, ma l' intera
che il Papa nell'opporsi alle fran- flotta di Tourville fu dipoi dagf in-
chigie era quello slesso che nel- glesi infelicemente disfatta a Chei-
l'opporsi all'estensione delle regahe burtì;o, ed alla Nogue nel i69'j>,.
aveva mostrato tanto zelo, richia- Neil anno i6qo essendo divenuto
mò il Lavaidino da Roma nell'a- Pontefice Alessandro VIII e du-
prile del 1689, aspettando miglior rando ancora le differenze colla
congiuntura per accomodar la dif- corte di Francia, per dimostrar l'a-

ferenza, lo che segui come si dirà nimo suo inclinato ad accomodar-


sotto InnocenzoXII , dopo che il le, accordò a Luigi XIV le nega-
re non poco denigrò il glorioso suo te bolle pei vescovi che avea no-
nome, non meno per l'aspro trat- minali, e gli concesse l'indulto di
tamento fatto ad Alessandro VII poter nominare i vescovi di Metz,
che pel disprezzo praticato con In- Toul, Verdun, Arras, e Perpigna-
nocenzo XI, per cui in punto di no, siccome vescovati non coojprcsi
morte sofFrì poi atroci angustie nel concordato di Leone X. Allo-
come scrisse il Piatti nelle Pile dei ra il re amezzo del duca di Chaul-
Pontefici. nes, che aveva spedito ambascia-
Gli ugonotti e calvinisti usciti tore al conclave, promise di rinun-
dalla Francia, eccitarono alla guer- ciar alle franchigie, al cui esempio
ra contro Luigi XIV quasi tutte fecero il simile gli altri sovrani, co-
le potenze di Europa, di già pro- me di restituire lo stalo di Avi-
vocate dal principe d'Oranges. La gnone occupato per intimidire ed
guerra ricominciò per la lega di imporre al predecessore. Indi Ales-
Augusta , fatta contro la Francia sandro VIII con la costituzione 35
fra il duca di Savoia, l'elettore di del Bull. Roni. tom. IX, pag. 96,
Baviera e vari altri principi. 11 del- data a' 24 agosto 1690, condannò
fino apr\ la campagna colla presa il Peccato filosofico, su del quale
di Haiibron, e s' impadronì di Fi- è a vedersi il p. Domenico Viva,
Jisburgo nell'ottobre 1688; quindi Theologica Trutitia daniiialiir. lìie-

a' dicembre il re dichiarò la


3 .siunipav. Ili, p. 347, e il Bernini, t.

guerra agli olandesi la Germania, : IV, 728. Condannò pure a' 7


p.
gli spagnuoli e gl'inglesi nell'an- dicembre, con la costituzione citata,
no seguente dichiararonsi contro la treni' una proposizioni, quali leg-
Fj'ancia, e così guerra la si riac- gonsi nel Bernini, tom. IV, p. 737,
cese per tutta l'Europa, e la Fran- che si dicono dei giansenisti Sin-
cia ebbe a un tempo in piedi cin- nicliio, Arnaldo ed altri : fra que-
que armate. 11 maresciallo duca di ste la XXIX dice : » Futilis et to-
Luxemburgo disfece gli inimici al- " ties convulsa est assertio de Poii-
la battaglia di Fleurus , il primo >' tificis romani supra concilium oe-
di luglio I 690 ; e dopo dieci gior- " cumenicum auctoritate, atque in
ni Tourville battè le flotte inglesi » fidei quaestionibus decernendis
ed olandesi nella Alauica. Il ma- » infallibilitate" onde si deduce per
resciallo di Catinai riportò a Staf- la condanna dell' indicala proposi-
farda una compiata vittoria sopra zione, che grave ferita fu portata
FRA FRA 53
alle sentenze di coIokì die inipii i:a !a potestà ecclesiastica; e nel
i^iicino l'infallibilità del soiniuo l'un- Bernini a pag. 789 del tom. IV
lefice, come osserva il Saudini, ì ìt. della Storia dell'eresie^ si vede la

Pontif. tom. Il, p;jg. (>97. JVon a- lettera con cui Luigi XIV avvisò
vendo Alessandro Vili ottennio dal- il I'a|)a di tal rivocazione, in data
la Francia quello che aveva do- 24 settembre 1693. In pari tem-
mandato riguardo alle quattro pro- po i vescovi francesi che furono
posi/ioni del clero gallicano, nulla nominati per l'assemblea del clero,
più eseguì di quanto aveva pro- convennero di scrivere Lina lettera
messo a Luigi XIV. intanto ve- ad Innocenzo Xll, piena di som-
nendo il Papa assalito nel gennaio missione e di rispetto, nella quale
1691 da grave infisrmità, chiamò attestavano il di.spiacere di quello
a sé i cardinali, gli denunziò che ch'era passato, contro diritti del- i

sino dai 4 t'^' precedente agosto la Chiesa romana, anzi contesta-


aveva preparalo la bolla Inter iiiuL- vano che dette quattro proposizio-
che riporta il Heinini toni.
t'plices, ni non si dovevano, né si poteva-
IV, p. 734, in cui condannava le no sostenere, come si ha dal Du
quattro proposizioni del clero gal- F'resnoy, Principii della storia, tom.
licano stabilite nel i(J8'2, come in- MI, par. II, art. 77. Dall'altra
giuriose alla santa Sede, erronee e parte Innocenzo XII acconsentì al-
scandalose. Quindi disse a' cardinali l'estensione delle regalie in tutto il

che ne avea sospesa la pubblica- regno di Francia, e in tal guisa


zione, spelando di elfeltuare colla restò conchiuso l'accordo delle due
Francia ripromessi amichevoli ac-
i corti, con piena soddisfazione d'In-
cordi , onde li esortò a sostenere nocenzo Xll, e di Luigi XIV. A
la bolla ch'egli allora fece promul- quest'epoca si ritirò in Francia il

gare dal cardinal Albani, poi Cle- re cattolico d' Inghilterra Giacomo
mente XI, e di non cedere ai di- II, col figlio principe di Galles, per
ritti , autorità e prerogative della essere slato chiamato al trono il

romana Chiesa. Finalmente Alessan- principe d'Oranges come protestan-


dro Vili l'ultimo giorno di dello te, il perchè il Papa l'ingraziò il

me.se, giorno piecetlenle alla sua je per tale asilo. Intanto la som-
morte, scrisse al re un amorevole missione che i vescovi ed altri ec-
breve sul medesimo aliare, che si clesiastici Francia avevano pra-
di
legge nel Bernini a pag. ySy. ticato verso la santa Sede, non fu
Gli successe Innocenzo XII, il punto imitata dai giansenisti, i quali
quale subito spiegò la medesima nemici del pontificato romano, ed
energia de' predecessori per l'abo- insofferenti della propria depressio-
lizione delle come noti-
franchigie, ne , si scagliavano conlinuamenle
ficò agli ambasciatori, e come pra- contro formolario prescritto da A-
il

ticò colla forza. Allora Luigi XIV lessaiidro VII, ora alterandone il
dehnitivamente rinunziò alle pre- sen.so, or variandone le parole. In-
tensioni sulle franchigie, rivocò l'e- nocenzo XII per ovviare a questo
ditto che a' 2 marzo 1682 avea male, prima con un decreto del s.
pubblicato, risguardanle la dichia- oftizio de' 28 gennaio, indi col bre-
razione fatta in quel tempo dal ve de' 6 febbraio 1694, che si leg-
clero di Francia nell'assemblea, cir- ge nel lìeiiiiui a pag. 74^, diretto
54 FRA FRA
ad alcuni vescovi delle Fiaadie, nel da determinarono gli al-
Poinlis,
quale vietò l' aggiungere o levare leati ad una pace generale, per la
cosa alcuna in dello formolario, e quale molto si adoperò Innocenzo
poi con altro breve de' ^3 novem- XII coi gabinetti cattolici e fu ,

bre 1696, appresso il medesimo conchiusa a Riswick colla Spagna,


Bernini a p. 748, dichiarò di aver r Inghilterra, e l'Olanda li 2 set-
confermato la bolla e il formola- tcmbie 1697, e indi a sei setti-
rio di Alessandro VII. Indi con mane coir imperatore e coi princi-
nuova temerità cercarono i gian- pi dell'impero. In questo trattato
senisti di trovare scampo alla loro le acque del Reno furono prese
perfidia, al qua! fine Elia du Pin per limite della Germania e della
pubblicò un attestato della loro Francia. L'elettore di Treveri, e il

ostinazione nella nuova Biblio'eca duca di Lorena rientrarono nei lo-


degli autori ecclesiastici, ed in altri ro stati ; Luigi XIV riconobbe il

libriche furono prontamente con- principe di Grange per re d' In-


dannati cioè Litterae Rotnae da-
: ghilterra col nome di Guglielmo
tae ad doctoreni Lovanìensem circa 111, e gli spagnuoli ricuperarono
novuni decretarli, et breve SS.D. quanto era stato loro preso dopo
N. Innoceiitii XII ad episcopum il trattato di Nimega. In questo
Beigli de formulario cantra Jause- le(npo s'introdusse in Francia il
niuni, Roma
i3 febbraio 1694; e Quietismo [f^edi), già condannalo
Panegyrìs Janseniana, seu testimo- da Innocenzo XI, ed alcuni scrisse-
nia eruditorum virorum celebrali- ro che per un momento ne fu se-
tia librum, cui titulis Cornelii Jan- guace il celebre FénéLon (Fedi),
semi episcopi Iprensis Auguslinus, precettore dei duchi di Borgogna,
Grenoble 1698. d'Angiò, e di Berry, figli del del-
Ritornando all'anno 1692 per fino, e nipoti di XIV,
Luigi il cui
le notizie politiche del regno di libro intitolalo Massime de santi
Francia, Luigi XIV prese Namur, fu condannato dal zelante Inno-
il duca di Luxemburgo disfece al cenzo XII. Vuoisi che questa con-
piincipe d' Oranges più di dieci- danna con minacce ed insistenze la
mila uomini a Steenkerque nel- provocasse Luigi XIV, le spiega-
1 Haynaut 5 e nell'anno seguente zioni poi che il pio e dotto arci-
glie ne sconfisse più di dodicimila vescovo diede del suo libro, ed i

a Kervinda. Il duca di Savoia es- suoi edificanti sentimenti, furono


sendo stato disfatto nel medesimo tutti conosciuti ortodossissimi. Si
anno 1698 dal maresciallo di Ca- sa poi con qual grandezza d' ani-
tinai alla battaglia della Marsaglia, mo e umiltà insieme ,
pubblicò
in Torino fece la pace col re nel egli stesso dal pulpito della sua
J
096, ed unì dipoi le sue armi a metropolitana il breve pontifìcio
quelle della Francia, il che obbli- di condanna del libro suo, e poi
gò Leopoldo I imperatore, e Car- notificò a tutta l'arcidiocesi a mez-
lo Il re di Spagna ad accettare zo di una pastorale che si legge
la neutralità alla fine presa nel Bernini a pag. ^*il 169S
: , la 749-
di Barcellona fatta dal duca di gl'inglesied olandesi si divisero gli
Venderne nel 1697, e quella di stati della corona di Spagna, cpian-
Cartagena nell' America eseguita tunque ancor vivente Carlo 11 che
FRA FRA 55
non avea successione, da ciò prin- poi alla questione di fatto, ciac al
cipalmente prese motivo queblu contenersi nel mentovato libro la
principe, come dai legami di pa- condannata dottrina, essere bastante
rentela , di chiamare a succederlo una sommissione di rispetto, ed un
un principe della casa di Francia religioso ed ossequioso silenzio in
nella persona del duca d' Angiù quello che la Chiesa decide. 11 p. d.
dichiarandolo erede di tutti i suoi Teodorico de Xa'w benedettino, cele-
stati. Carlo II nioà il primo iiu- bre per essere autore degli atti delle
vemhre 1700, e Luigi XIV fece congregazioni de Auxiliis del Le-
I subito partire per la Spagna il ni- iiios (della Congregazione de Auxi-

pote duca d' Angiò , che preso il liis divinae graliiie , parlammo al voi.
nome di Filippo V ,
prese possesso XVI, pag. i47 e 148 del Diziona-
della monarchia, e fece il pubbli- rio), e per la sua prigionia per ordi"-
co ingresso in ìMadrid. Prima di ne del re di Francia, dichiarò che
narrare le famose guerre per la l'autore di questo Caso di coscienza
successione di Spagna, che agitaro- era stato il Perrier, nipote di Pa-
no una gran parte dell' Europa ,
scal, canonico di Cleimont. Il Guer-
continueremo per ordine di tempo ra nel tom. I Epitoni. Pontificiar.
la storia del giansenismo per ciò Constil. p. 146 dice, che Antonio Ar-
che x'iguarda il pontificato di Cle- naldo lo propose. Monsignor Guar-
mente XI, e la Fiancia, il cui cle- nacci nel tom. Il Pit. Ponlif. pa-
ro nell'assemblea generale del 1700 gina 11, scrive che ne fu autore
apfrtovò la condanna del libro Luigi du Pin, e perciò esiliato per
Massime de santij fatta eroicamen- ordine di Luigi XIV. Forse il du
te da Fénéion arcivescovo di Cam- Pin sarà stato V autore dell' edizio-
bra], e nel tempo istesso l'assem- ne fattane a Parigi nel 1703 col
blea condannò molte proposizioni titolo Lettre de 31. chanoine de . .

troppo rilassate di morale. B. à monsieur T. D. A. eie. Cas


JVel pontificato di Clemente XI, de conscience par un confesseur de
e a' 20 1701
luglio giansenisti i province touchant un ecclésìasli'

proposero un Caso di coscienza ,


que ,
qui est sous sa condiate , et
che fecero sottoscrivere in tal mese resolu par plusieurs de la faculté
da quaranta dottori della Sorbona, de theologie de Paris. 11 Pontefice
e stampare in Liegi, nel quale per Clemente XI col breve de' 12 feb-
iscusare la condanna di Alessan- braio 1703, Cum nuper, presso il

dro VII e de' suoi successori, soste- Bull. Rom. tom. X, par. I, pagi-
nevano non doversi negare V asso- na 4^ > condannò la decisione di
luzione ad un ecclesiastico, il quale questo Caso di coscienza, come
soUosc/ii'cndo e giurando esterna-
, contrario alle costituzioni di Inno-
mente il forniolario di Alessandro cenzo X,
Alessandro VII, ed In-
J^ II, e condannando le cinque pro- nocenzo XII, ricevute dalla memo-
posizioni di Giansenio nel medesi- rata assemblea del clero gallicano
mo senso, in cui le aveva condan- nel 1700; indi nel giorno seguen-
nate la santa Sede, negasse tuttavia te , con due brevi diretti a Luigi
internamente che dette proposizioni XIV , ed al cardinal de Noailles
SI contenessero nello stesso senso arcivescovo di Parigi, riportati nel-
nel libro di Giansenio : riguardo VEpist. et Brevia Clem. XI, tom. I?
56 F li A P' RA
p. i4o e seg., raccomandò loro di tobre i6ji6, di Clemente IX dei
ricercarne gli autori, e severamente ig gennaio 16(19, e di Innocen-
])unirli. zo XII del 1694 e del 1696. Nel-
Da questa pontificia condanna la stessa bolla, che da tutti i ve-
nacque, die de' quaranta dottavi die scovi francesi fu solennemente ri-

avevano sottoscritto il Caso di co- cevuta, Clemente XI riprovò come


scienza, trentasei se ne ritrattarono, insuftleienle ì'ossecfuioso silenzio so-

restando due soli ostinati, e perciò pra la questione di fiitto, dichiaran-


mandati in esilio, poiché due altii do la necessità dell' interna, vera e
erano morti dopo la loro sottoscri- sincera confessione del medesimo fat-

zione. Fra quelli che si ritrattaro- to, dalla Chiesa chiaramente giudica-
no fu il celebre domenicano Cala- to. Contro questa bolla si scatenaro-
le Alessandro, il quale avendo do- no i giansenisti, ed uno di loio, Teo-
mandato al Papa la permissione di doiico di Vaix, ia un libretto in-

dedicargli Conimenlari sugli


i' suoi tilolato: Atto di denunziazione al-
evangeli, ch'egli finiva di compie- la Chiesa unii'ersale, ed al fatui o
re,ed essendogli questa negata , a concilio , ardi di appellarla ; opera
meno che non cominciasse dal ri- delle tenebre , e degna di essere
trattare la sottoscrizione del Caso adottala dall' Anticristo j chiede a
ili coscienza, egli lo fece nella let- nome di Dio, che il formolario di
tera dedicatoria al Papa, posta al- Alessandro VII , e la bolla Fi-
la testa de' detti Commentari. I neani Domini Sabaoth, sieiio con-
più celebri fia quaranta dottori
i dannate, e ridotte al niente, per
che approvarono il Caso di coscien- aver questa bolla realizzato il vano
za erano Petitpied che non si ri- fantasma del giansenismo (come
trattò mai, Bourret professore come l'aveva chiamato il vescovo d' A-
quello della Sorbona, Parrozin, Pin- lelh scrivendo ad Innocenzo XI ai
sonat, Elia du Pin, Hideux, Blam- 3o giugno 1677), e riprovato il

pignon , e Feu tutti e tre curati ,


silenzio ossequioso. 11 p. Le Tei-
Delam teologo di s. Cloud, Gueston licr nel Recueil hislorique des bui-
canonico regolare di s. Vittore, e les p. 354j attesta contarsi .so-
etc.

il p. Natale Alessandro già ram- pra quaranta libri, in cui le ordi-


mentato. Era però necessario che la nazioni de' vescovi pei- la sincera
santa Sede si dichiarasse più efììca- sottoscrizione del formolario di A-
cemente su questo punto, dal qua- lessandro FU, si chiamano teme-
le dovevano nascere gravissimi dan- rarie, empie, eretiche ed idolatri-
ni a' fedeli. Clemente XI adunque, che. E
noteremo, che di poi
qui
sempre vigilante negli affari della Clemente XF, con bolla de' 27 mar-
Chiesa, ad istanza ancora di Luigi zo 1708, ad istanza di Luigi XIV,
XIV, con la bolla Vineam Domi- abolì il monastero delle monache
ni Sabaoth, emanata a' i6 luglio cistcrciensi di Porloreale de' Cam-
1705, e riportata nel Bull, lìoni. pi in Francia, che nel seguente an-
lom. X, par. I, pag. i45, condan- no fu demolito, essendo esse osti-
nò con più solennità il Caso di nate gianseniste, ed appellanti dal-
coscienza, confermando le costitu- la bolla Fineam Domini, delle qua-

zioni d'Innocenzo X de' 3r maggio W, e de' Solitari di Portoreale, loro


j653, di Alessandro \II de' 16 ut- direttori dopo il s. Cyrano, fa uqa
F il A FRA Sj
esatta storia iiionsiyiioi' IXiizzi , in storia di questa bolla fu pubblica-
quella cioè della bulla Unigenitus ,
ta in francese da monsignor Lali-
tom. I, p. 12. teau gesuita, vescovo di Sisteron ,

Il p. Pascasio Quesnello sacer- e poi venne tradotta in italiano da


tlute dell' oratorio di Francia ( il Innocenzo Nuzzi indi stampala in ,

di cui carattere fu descritto dal lìoma colla data di Colonia nel


ÌNuzzi a p. 184)) *^"^^ '' pi'""0 ca- 1 742. Il di lui nipote monsignor
j)o de' giansenisti dopo la morie di Angelo Nuzzi la ristampò correda-
Arnaud, prima della sua fuga nel ta di annotazioni, appendice storica
Biabante, per non aver voluto sot- e documenti, in Roma nel 1794 >

toscrivere il formolario di Ales-,an- in quattro volumi. I sislemi di


tìvo VII, avea nel 1671 pubblicato Eaio, di Giansenio, e di Quesnello
il libro : Le Nouveau Testament cn sono nella sostanza quasi i medesi-
francois avec des réflexioiis mora- mi. Baio precedette, seguì Gianse-
ics sur cliaqiie verset oii Abregé , nio rinnovandone gli errori ed ac-
de la inorale de l' é\'angile , dcs crescendoli, indi Quesnello, adottati
acles des Apòtres, des epìires de gli erioii ambedue, altri ne ag-
di
saint-Paul de. che dopo alcuni an- giunse. J^. Duchesne nella Sto-
il p.
ni fu accresciuto di due altri vo- na del Baianisnw, e la Relazione
lumi. Di questa opera si fecero due ìstonca e teologica del Baianisnw,
edizioni in Parigi nel
1692, e nel del Giansenismo e del Quesnelli-
1
694) 6 contro di essa ne uscirono S//10 pubblicata nel Supplemento al
pur altre, come quella che purtii per giornale ecclesiastico di Roma qinn-
titolo Le pere Qaesnel hérclKpic
: lerno \ 1, per i mesi di novembre
daiis ses ré/lexiori'i sur le Noui'tau e dicembre 1792, pag. 44^ ^ *^g*
Testament, Biiixelles 1703 : altre La bolla Lnigenitus Dei Filius
ne rammenta Lafiteau nella T ie , fu mandata dal Pontefice Clemcnle
de eie me ut XI, tom. J, p. 247. XI iu Francia, ove la licevè il cle-
11 p. Michele Tellier gesuita con- , ro gallicano adunato nell'assemblea
fessore di Luigi XIV, per certa di quell'anno I7i3, approvandola
graziosa occasione che racconta il quaranta prelati, tuttoché sette che
Muratori, nel tom. XII, an. i 7 i 3, restavano della stessa assemblea, cioè
degli Annali d'Italia, trovò nell'o- i vescovi di Verdun, di Laun, di
pera di Quesnello cento una pro- (ihalons, di Senez, di Boulogne, di
posizioni da lui credute degne di
, s. Malo, e di Bajonna, si unissero
condanna. Il re le denunziò a Cle- dubbiosi al cardinal de Noailles, che
mente XI, e questi col breve Uni- avea approvato il libro di Que-
versi i4 luglio 1708, Bull.
, de' snello. Veggasi il libro Delibera-
Roni. t, X, p. 200 condannò in , tions de V assemblée dcs cardinaux,
generale il Nuovo Testamento del arclié^-équeSy et évéques, tenue à Paris
p. Quesnello, per quattro ragioni e/i Vannée l'jiZ et 1714 surVacce-

che riporta nello stesso breve, e ptatioii de la conslitutiou en forme


poscia più formalmente agli 8 set- de bulle (Unigenitus) de N. S. P. le
tembre 1713 colla celebre bolla Pape Clemenl XI, Paris 17 13. In
Inigenitus Dei Fdius , della quale esso lungamente si tratta di questo
trattammo nel volume XVI, pagi- argomento. La bolla l'approvai uno
W4 65 e 6Q del Dizionario. La ancora , e soleuuemculc la pubbli*
58 FRA FRA
carono piìi di cento vescovi per la successione alla monarchia di
ttilto regno; lutlavolla essa sof-
il Spagna dall'anno i6.)6 all'anno
fri alcune difìicoltà per parte del 1725, a pag. 277 e 36 1, descrive
parlamento, ove malgrado la ripu- assai bene questi fatti , e la reni-
gnanza del presidente Menard , fu tenza, e poi la ritrattazione del car-
nondimeno registrata per ordine del dinal de Noailles, in ordine alla
re i4 febbraio
a' 17 14- Quindi balla Uiiigeuilus.
molto maggiori ne soffri per parte A favore di questa bolla non si

di alcuni pochi vescovi che negaro- mostrò zelante come Luigi XIV
no di riceverla, fra' quali fu il pri- il reggente del regnoduca d'Orleans,
mo Matteo de Hervaux arcivescovo per cui gli aCfari subito cangiarono

di Tours, il quale arditamente l'im- faccia. Quindi furono richiamati co-


pugnò eoa sua pastorale nel mar- me innocenti quelli che per essere
zo i7i4j come pure fece il cardi- slati disubbidienti alle pontificie de-
nal de Noailles con altra pastora- cisioni si trovavano esiliati . La
le, le quali furono da Clemente XI facoltà teologica di Parigi detta la
condannate in un decreto de'5 mag- Sorbona, prima aveva accet-
che
gio 1714» 6 i5 agosto ij 16, Bal- tata la bolla, cominciòad attaccar-
lar. Maga. tom. Vili, p.^01, colle la il perchè Clemente XI sperando
;

altre ancora de' vescovi Boulo-


di inutilmente per qualche tempo che
gne, di Chalons, e di Bajonna. Po- i dottori si ravvedessero, fu poi co-
teva Clemente XI chiudere la boc- stretto a sospendere con la costi-
ca ai refrattari alla sua bolla, se tuzione Circiimspecla, de' 8 novem- 1

avesse "voluto condiscendere al re bre 1716, Bull. Roni. tom. X, par.


Luigi XIV, il quale coir esilio , e 11, pag. 9^, i privilegi di detta uni-
con maggiori pene voleva castigar- versità a beneplacito della santa
li; ma il Pontefice animato soltan- Sede, nel qual tenpo proibì che
to dallo spirito cattolico, che non ad alcuno in essa si conferissero i

punisce senza prima aver messi in gradi scolastici. Seguitò nondime-


opera tutti i mezzi della dolcezza no la Sorbona nel suo impegno, e
e della clemenza, moderò per quan- nel I
7 I 7 si unì agli appellanti, rivo-
to potè l'intenzione del re, che caudo il decreto, col quale nel 1714
mandò tuttavia in esilio alcuni re- avea fulminata la pena di esclusione
frattari , e con allre pene castigò da ogni grado, e dalla speranza del
diversi altri, avendo determinato di magistero, a chiunque di quel cor-
fare lo stesso col cardinal de Noail- po avesse in voce o in iscritto con-
les, e co'vescovi disubbidienti. Quan- traddetta la bolla Unigenilus ora at-
do però Luigi XIV trattava più taccata. A' 5 poi di marzo di detto
seriamente col Papa di metter fi- anno 1717 pubblicarono la loro
ne a questo scisma ,
per mezzo di appellazione della bolla al Papa
un concilio in Francia, quel prin- meglio informato, ovvero al conci-
cipedopo il regno il piìi glorioso lio quattro vescovi re-
generale, i

che mai abbia avuto la Francia, frattari, cioè de la Brone vescovo


mori il primo settembre 17 15. Il di Mirepoix , Colberfc de Croisi
marchese Ottieri nel tom. VI, Islo- vescovo di Montpellier, de Langle
ria delle guerre awenute in Euro- vescovo di Boulogne, e Soanen ve-
pa, e parlirolarinente in Italia per scovo di Sencz, alla testa de' quali
FRA FRA 59
v' era il cardinal de JVuailles con seph Laiiguct éi'eipic de Soissoiis
un hfgiiito di moltibsimi ecclcsiaslici, à ceitx qui daus san diocese se
che poco stettero a veder piib- noni declaréi- appcUauls. de la con-
biicalo il loro torto. P . la Réfuta- stiiuiioii Liiigcuitus, ili tre volumi,
tìoii du méinoire pubhlié en favcur de' quali i primi due sono senza
de l'apel des qiiatie éveques addres- luogo dell'edizione, e l'ultimo ha
sée à inoiis. l' é^'éque de Mirepoix, la data di Reims 1718.
avec le témoignage de VEglise uiùvcr- Tultociò cagionava un sommo
selle en fui'cur de la bulle Unige- jammarico al zelante Clemente XI,
ìiitits, Bruxelles 1718. Ma siccome il quale non potendo ridurre a
le appellazioni non si moltiplica- miglior sentimento i traviati, con-
vano a misura del numero de' ques- dannò le appellazioni del Noailles
iiellisti, licorsero essi al mezzo di e degli altri vescovi, e fece abbru-
comperarle a peso d' oro; e perciò ciare per mano del boia nella piaz-
avendo già consumato fondi che i za della Minerva la gran copia dei
avevano nella cassa comune del che in questa occasione ave-
libri,

partito, presero iu prestito, per con- vano pubblicato i giansenisti, come


fessione d'uno de' loro principali ingiuriosi alla santa Sede, ed al-
storici, Anecdot. t. Ili, p. 248, più la cattolica religione. P^. monsi-
di un milione e quattioceuto mila gnor Filippo Anastasi arcivescovo
lire di Francia, somma che dove- di Sorrento, e poi patriarca d'An-
va servire a pagare le appellazio- tiochia, nella sua opera Suprema
ni di coloro, che la necessità o la Romani Pontificis pò- in Ecclesia
cupidigia spingeva al precipizio. Da- propugnata adi'ersus instru-
testas
vansi cinquecento lire a chiunque mentum appellalionis quatuor Gal-
nelle pubbliche dispute difendesse line episcoporwn a constilutione
imo degli errori condannati nella Unigcnitus ad futuruni concilium,
bolla suddetta, e così pagava anco- Beneventi 1723. Stefano Abate nel
ra curati che volevano tradire la
i suo Squiltinio della discolpa de' pochi
loro fede: ma somme maggiori vescovi renitcnli a ricevere la costi-
somministrarono a' canonici, ed ai tuzione U/iigenitus, Colonia (data
religiosi che impegnavano loro i falsa) 17 19. Luigi Santandrea An-
capitoli, e le loro comunità ad ap- dreuzzi nella sua Clementina con-
pellare. Durò questa cabala finché sti tutio Unigenilus Ecclesiae tradì tic-
al duca d'Orleans reggente giun- num vindex, Bononiae 1723. Cle-
sero i lamenti de' creditori di M. mente XI riprovò ancora un edit-
Loid segretario del cardinal de to del reggente di Francia, col qua-
IVoailles, e di Servien segretario del le nel 1717 imponeva silenzio ad
vescovo Chalons sur JMarne, i
di ambe le parli, e nell' anno seguen-
quali avevano preso in prestito la te a' 26 marzo scrisse di proprio
riferita somma, che non fu mai pugno in lingua italiana, dimostra-
resa ai creditori, essendo servita ad zione di maggiore affiìbilità, al car-
acquistare due mila appellanti di dinal de Noailles, per ridurlo alla
ogni condizione, de' quali era il ubbidienza della santa Sede; ma
maggior numero nelle diocesi di trovando inutile questa sua pater-
Ileiiiis, d' Orleans, e di Rouen. V. na indulgenza, a' 17 agosto dell'an-
1 Ad\-crtisseiiieiit de iiioiis. J. Jo- no stesso 1718, con la costituzio-
6o FRA FRA
\ut Pasloralis. cht i>lii nel tom. XI, Fiancia si ricevesse, e fedelmente
p. i3g del Bull. Ilorn., dichiarò si eseguisse la bolla UuìgenitiiSy
eli" egli non riconosceva per figli vietando qualunque appellazione al
della Chiesa, anzi li denunziava se- futuro concilio, ed annullando quelle
parati da essa, tutti quelli che ri- già fatte. Oi'a torniamo ali 700, ed al-
cusassero di ubbidire alla bolla le gueiiedella successione di .Spagna.
r iiigenitus, benché ius.'>ero ornati Luigi XIV coir indomabile w.\-
colla dignità vescovile o cardinali- nìa delle conquiste fomentata dal ,

zia. La costituzione Pastoralis fu ministro della guerra Louvois ne ,

pubblicata agli 8 di settembre per trasse nuovo argomento io sostene-


tre motivi, che Clemente XI espres- re il duca d'Angiò figlio del delfi-
se in un suo breve, epist. 64 5i; no, eh' era moritato sul trono di
«iiretlo al cardinal di Bissy: i. per- Spagna, per mantenervelo , e con-
ihe appunto in quel giorno si so- servargli tutti i do.niinii alla vasta
lennizzava la festa di Maria, di cui monarchia spagnuola appartenenti.
dice la Chiesa, cwicta ìmerescs no- Ma l'imperatore Leopoldo I volen-
li inierernisti j i. perchè nello stes- do vendicare le proprie ragioni di
so giorno terminava il quinquennio più stretta parentela col defunto
(lacchè fu spedita la bolla Lnige- Carlo li, volle fare ogni sforzo per-
nitus, tempo assai lungo per rav- chè questa corona cadesse in vece
vedersi i refrattari di essaj 3. par- sul capo del suo secondogenito ar-
tile nel giorno medesimo termina- ciduca Carlo d'Austria, poi impe-
va la dilazione di tre mesi, che ratore col nome di Carlo VI : pre-
dal cardinal di Bissy gli era stata tensioni che r Inghilterra secondò
licliiesla. Atterriti pertanto il duca in un air Olanda, ai principi del-
reggente ed i vescovi refrattari l'impero, e al duca di Savoia, che
ilalf imperturbabile costanza di Cle- tutti uniti dichiararono la guerra
tnente XI, proposero a questi, che alla Francia e alla Spagna. Filip-
avrebbero ricevuta ed accettata la po V re di questa, e l' imperatore
bolla, purché egli vi facesse alcu- fecero istanza a Clemente XI per
ne spiegazioni; ma Papa ridutò
il l'investitura delle due Sicilie ch'e-
questa condizione come ingiuriosa rano in mano degli spagnuoll ;

a quello che la Chiesa assolutamen- ma il saggio Pontefice, volendo


te decide. Alcuni zelanti vescovi essere interamente neutiale , a
della Francia si offrirono per fare ninno la concesse. I francesi fu-
queste spiegazioni, e lo eseguirono rono prima vittoriosi sotto gli or-
con onore della santa Sede. Cle- dini di Villars e di V^endome che
mente XI però, sebbene lodasse il estese sino al Ferrarese le sue azio-
loro zelo, non vi prestò in modo ni militari; ma poscia il principe
alcuno suo consenso, afìlnchè
il Eugenio di Savoia e il duca di Marl-
non sembrasse che la Sede aposto- borough , liberi di agire secondo
lica avesse bisogno di alcuna spiega- le circostanze, ebbero il vantaggio
zione in che onninamente
quello contro i generali francesi, obbligali
risolve. Quindi nacque la pace glo- di secondare gli ordini che Cha-
riosa a Clemente XI, poiché il du- millard, ministro incapace, manda-
ca reggente ordinò con decreto dei va loro da Versailles. Eugenio fu
4 agosto 1718 che in tutta la pm prendere Cremona nel 1702, e
una flotta inglese s'impadronì tli L'anno 1707 fu piìi felice ali;»

Gibilteiia , che l' Inghilterra non Francia, il maresciallo duca di Ber-


restituì Non si possono
mai più. wick con l'esercito di Filippo V^

avvenimenti di que-
riferire tulli gli riportò sopra gli alleati e sull'ar-
sta giieira, laonde accenneremo i ciduca Carlo la celebre vittoria di
principali. La guerra ebbe buon e- AImnnza li -2 5 aprile, che fu poi
sito per li francesi sino a' i/j. ago- seguita dalla riduzione dei regni
sto 1704, in cui poi gli alleati co- di Valenza e d'Aragona ; ma gl'im-
mandati dal principe Eugenio, da periali s' impadronirono del regno
milord Marlborough, e dal prin- di Napoli. Villars forzò le linee di
cipe di Bade disfecero ad Hoclie- Stolholfen, mentre Forbin e Guay
stet l'armata francese comandata si distinsero sul mare battendo le

dal maresciallo di Tallard e dal flotte avversarie in diversi incontri,


maresciallo di Marchin, per cui la e fecero delle prese considerabili :

Francia dovette abbandonale tutto i seg>ienti anni furono meno favo-


il paese dal Danubio al Reno, co- revoli per la Francia. Essa perde
me della Baviera. In questo frat- la Oudenarde, gl'ingle-
battaglia d'
tempo Luigi XIV ridusse a partito si presero Porto-Maone , Tournay
i fanatici , eh' eransi sollevati nel venne superata dal principe Euge-
Yivarese e nella Linguadoca que- : nio, e Mons andò perduta dopo il
sta guerra religiosa delle Cerennes, micidiale combattimento di Mal-
fra i protestanti delti carniciardi plaquet. Nel 1710 Donai venne oc-
ed i cattolici, kce nuotare quelle cupata dagli alleati e Filippo \' ,

regioni per sei anni nei sangue. 11 con nuove vittorie si stabilì sul
duca di Venderne disfece il prin- trono di Spagna. In qnest' anno
cipe Eugenio alla battaglia di Cas- Luigi XiV conuiìise al parlamento
sano nel Milanese li io agosto di Parigi il processo contro il car-
1705, nel quale anno a Leopoldo I dinal di Buglione, per una biasime-
successe l'imperatore Giuseppe 1 ;
vole lettera a lui diretta nel riti-

ma il maresciallo di Villeroy fu rarsi in Fiandra, dai nemici occu-


vinto alla battaglia diliamillies vi- pata. Clemente XI disapprovando
cino a Namur
23 maggio 1707. li altamente il contegno del cardina-
Dopo questo famoso fatto d'arme le, pregò il re ad annullare quan-
gl'imperiali s'impadroniiono di An- to e^a.^i fatto sid cardinale per l'in-
versa, di Gand, d' Ostenda e di competenza del tribunale, protestan-
varie altre piazze, cioè di quasi tut- do di far egli diligentemente a for-
ta Fiandra sino alle porte di
la ma de' sagri canoni esaminar que*
Lilla.Nel medesimo anno 1707 il sta causa, laonde il re non ne paio-
Nivernese fu riunito alla Francia , lo più, e lasciò tranquillo il cardi-
che poi si stabilì nell' isola del suo nale nel Biabante. Intanto nel 171 1

nome in America, e nell' isola E.ea- il delfino Luigi, unico figlio di Lui-
je o Capo Bretone. In questo stes- gi XIV, e padre di Filippo V, mo-
so anno il duca Filippo d'Orleans rì a Meudon di vaiuolo, di circt
nipote del re fu disfatto dal prin- anni cinquanta degno allievo di
:

cipe Eugenio avanti a Torino, il Bossuet e di Montausier, le sue


che fu cagione della perdita del belle qualità Io fecero compiangete
Milanese e del Modenese. da tutta la Francia. Luigi XIV die
62 FRA FR\
il titolo ili tliKlno al duca di Ror- della religione, e la difesa dei di-
gogna figlio del tlefiiiito , egregio ritti della Chiesa e dei cattoliei: in
discepolo dell'illustre Fenélon. Nel quest'anno mor'i il duca di Beriy
medesimo anno nini'i 1 imperatore altro nipote di Luigi XIV, indi nel
Giuseppe I, e fu assunto all'impe- 171') questo re ricevette nella galle-
rò il fratello Carlo VI; ciò cani- ria omaggi dell'am-
di Versailles gli
biò faccia agli affari. Nell'anno basciatore del re di Persia e dopo ,

1712 mori ancora il delfino du- breve malattia morì il primo settem-
ca di Borgogna, non che la del- bre d'anni settantasette, avendone re-
flua e il loro duca di Tue-
figlio gnati dodici. Il suo regno venne pa-
tagna che Luigi XIV avea nomi- ragonato a quello d'Augusto, e fu
nato delfino, titolo che allora die uno de' più gran prineipi non so-
al duca d'Angiò, che poi il succes- lamente della monarchia francese,
se col nome di Luigi XV, anch' es- ma eziandio di Lutta l'Europa,
so figlio ilei duca di Borgogna. In Aveva un gusto naturale per tut-
quanto ai politici avvenimenti, la tociò cheforma gli uomini gran-
regina d'Inghilterra Anna ascoltò di: seppe distinguere ed impiegare
proposizioni di pace, che il re di le persone di merito: fece fiorirei
Francia gli fece fare , mentre la dotti,le scienze, le arti ed il com-
vitloria riportata a Denain dai ma- mercio ne' suoi stati. L'ambizione
lescialli Villars e IMontesquieu in- e l'amore della gloria gli fecero
deboli r armata avversaria, e prò- intraprendere ed eseguire i più
mosse definitivamente la pace, che fu grandiosi progetti, e si distinse so-
ad Utrecht
sotloscritta agli riaprile pra tutti i principi del suo secolo
17 i3 coir Inghilterra, il re di Por- per mezzo d'un' aria di grandezza,
togallo, il duca di Savoia, il re di di magnificenza e di liberalità, che
Prussia e gli olandesi. Questa pace accompagnava tutte le sue azioni,
era stata preceduta da una solen- I suoi molti amori sono noti, e la

ne rinunzia di Filippo V re di Spa- celebre madama di Maintenon fu


gna per lui e per la sua posterità l'aia de'figli ch'ebbe da madama
a tutti i diritti che potesse mai a- di Montespan massime del duca
,

vere alla corona di Francia, e da del Maine, e meritò il suo spirito, il

una simile riirunzia del duca di suo buon senso e le belle qualità che
Berry, e del duca d'Orleans a tut- l'adornavano, la grazia eia stima
ti quelli ch'eglino potessero avere di Luigi XIV, che se le uni con
allacorona di Spagna. Con questa matrimonio segreto negli ultimi an-
pace la Francia cede agl'inglesi la ni di sua vita. De la Beaumelle
Nuova Canada e
Scozia vicino al , scrisse le Mérnoires poiir seri'ìr à
l'isola di s. Cristoforo, demolendo C histoire de madame de MaiiiLe-
le foi tifìcazioni di Dunkerque. non et à celle da siede passe, Mae-
Luigi XIV si pacificò pure col- stricht 1789. Dopo la morte di Lui-
r imperatore Carlo VI, prima a gi XIV, Filippo duca d'Orleans, di
Rastadt a mezzo del maresciallo Chaitres, di Valois ec, figlio di Fi-
Villars, trattato venne ratifi- che lippo di Francia, fiatello del defun-
cato a Baden li 6 marzo 1714- ^^ to, fu dichiarato reggente del re-
1 apa Clemente XI raccomandò in gno dal parlamento, seguendo il di-
tal pace ai due sovrani gli affari ritto che a lui ne dava lo sua na-
FRA F li A 63
scita ,
diiiante la minorila di Lui- ambiziosi del cardinale Albeinni,
gi XV allora di cinque anni ; i di- primo ministro favorito di Filippo
sastri delle ultime guerre furono V re di Spagna che , cospirò a
in parte riparati sotto questa reg- togliergli la reggenza, e col mezzo
genza , ma i torbidi religiosi , che del principe di Cellamare amba-

abbiamo veduti erano ancor


già sciatore spagnuolo a Parigi, e del
più grave argomento da provve- giovine Portocarrero suo nipote,
dere. Il piincipe disgraziatamente fomentò il partito contrario al

ligio al giansenismo non seppe ap- duca e , fece entrare nelle sue
porvi il necessario rimedio; quindi viste molti distinti personaggi di
il consiglio di coscienza ch'egli fe- rango, pe'quali l'equivoca condotta
ce presiedere dal cardinale de Noail- del duca, e del suo scaltro mini-
les, non fece che eternar le dispu- stro, già suo precettore Guglielnio
te sulla Lolla Unigeni/ns, e produs- du Bois, non fu immune dai più
se quella moltitudine di appellanti neri sospetti di avvelenamento del
fanatici, che descrivemmo di sopra. giovine re, sospetti ch'erano pur
Per le finanze poi fu posto in atti- caduti sulla morte de' precedenti
vità lo strano sistema inventato dallo principi. Siccome poi a questa or-
scozzese Law, che fondavasi sul com- ditura andavano congiunti mille
mercio del Mississippi nell'Indie oc- altri progetti del cardinal Albero-
cid( nlali , dal quale promettevasi ni, le potenze europee si posero
immenso vantaggio agli azionisti in guardia, e la Francia collegan-
del banco reale appositamente isti- dosi coir Inghilterra , e coli' O-
tuito. Il progetto venne accolto con landa si trovò in necessità di di-

entusiasmo, e 1' unione della com- chiarare guerra alla Spagna, entrò
pagnia dell' Indie orientali ne ac- nell'anno 17 19 in Catalogna ed
crebbe H credito; non solo tutti in Navarra colie sue truppe, ed il
i ricchi di Francia , ma eziandio congedo dell'inquieto ministro spa-
gì' inglesi
,
gli olandesi , i genovesi gnuolo mise fine a questa guerra
versarono molto denaro per acqui- nel 1720. Nell'anno precedente l'i-
star le azioni impinguandosi così ,
sola s. Giovanni, nel golfo s. Lo-
il regio erario. INon tardò per al- renzo, ricevette alcune colonie. I-

tro a comprendersi che si correva nollre nel 1720 Clemente XI pre-


ad abbracciare una chimera: il cor- gò il duca reggente a rivocare l'e-

-so del cambio si alterò svanì il , ditto che in nome di Luigi XV


numerario, gli americani tesori non avea promulgato, nel quale dichia-
giunsero mai, i biglietti della ban- ravansi, e mutavansi con grave dan-
ca caddero nel totale avvilimento, no della disciplina ecclesiastica e
e Law a slento si salvò dalle mi- della pontificia autorità molte co-
nacce del popolo con pronta fuga. stituzioni da alcuni Papi emanate
Il sistema di Law^ desolò la Fran- circa i priorati e benefìzi di di-
cia ; ed il pagamento del debito verse congregazioni regolari del re-
pubblico eseguito con queste azioni gno ; offrendosi pegli opportuni
vote di sostanza, cagionò la rovina provvedimenti ove abbisognassero,
miiversale. acciò tutto procedesse con potestà
Ebbe inoltre il duca d'Orleans apostolica, e senza lesione dell'im-
a combattere i maneggi e progetti munità ecclesiastica. Nel 172 1 il
6t FRA FRA
Poiilcfif.-e liiiK)(;i-ii/(j \III con sua r.lcraente XI ,
per la completa e-
jijuignanza , ad istanza tli quasi sliiizione del giansenismo, benché
lutti i sovrani e tlel legL^eiite^ creò per le istanze del cardinal Arman-
cardinale il favolilo ed arbitro di do de Rohan grande elemosiniere
questi, l'indegno Gnglielaio du Bois del re, zelante difensore della bolla
arcivescovo di Cambrai, e nel se- Uiiigenitas , ed anima degli affari
guente anno investì del regno del- ecclesiastici del regno, avesse pro-
le dueSicilie l'imperatore Carlo messo di non innovare cosa alcu-
VI, in conseguenza dei trattati di na nella chiesa di Francia, sinché
pace. Il reggente dopo aver ali<m- Luigi XV non fosse uscito di mi-
tanato dal suo
fianco del reale norità, ed i giansenisti non avesse-
pupillo il maresciallo Vilieroi suo ro dato r occasione al contrario.
aio, essendone il maestro il cele- Era veramente Innocenzo XIII di
bre vescovo di Frejus Fleury, al- questo animo, allorché monsignor
l'uscir di tutela del piincipe nel- Bartolomeo IMassei nunzio in Fran-
l'anno suo quattordicesimo fu pre- cia, poi cardinale, gli die 1' avviso
gato da ini d'iucaricar-<i del detta- che i vescovi refrattari avevano
glio degli alFai'i, e delle funzioni pubblicate per le loro diocesi al-
di primo ministro, carica clic non cune pastorali piene «li errori. 11

godette molto tempo, essendo, mor- Pap 1 scrisse subito un breve al re


to a Versailles a'^ decembre 1723 ed un alilo al reggente a' 9.8 mar-
colla lode di protettore delle arti, zo 1722, ne' quali suggeriva ad
delle scienze, e di ipielli che in ambedue i modi e le ragioni per
esse distinguevansi. Luigi XV die chiudere la bocca di tali vescovi,
eguale duca di Borbo-
incarico al anche agli ordini del sovrano dis-
ne, principe debole ed altero, che ubbidienti, per cui i vescovi furono
die in isposa al re Maria Leczin- costretti al silenzio. 11 successore
ski figlia di Stanislao re di Po- Benedetto XUI profittando della
lonia; ma il re conosciuto me- stretta amicizia che avea contratti»
glio il suo primo ministro, lo nel 1700, e poscia
conclave del
ringraziò, ed in vece elesse a bene coltivata col de Xoaiiles, cardinal
della Francia il suo illustre mae- seppe disporlo a poco a poco ad
stro Andrea Ercole de Fleury^ ed abbandonare lo scandalo con cui
allora l'ordine, l'economia, e la viveva, per non volere accettare la

modestia regnò nella corte; quindi bolla Vnigenitus. Trovandosi il car-


Fleury ad istanza del re fu creato dinale nell'età di anni ottanta, e
cardinale nel 1726 da Benedetto considerando al disonore cui erasi
XIII, il (piale nel concilio romano abbandonato , coli' avere unita la
da Ini celt^brato nel precedente an- sua appellazione a quella do'quat-
no, dichiarò fra le altre cose per tro vescovi lefrattari , e di altri

regola di fede la bolla Vnigenitus, giansenisti, scrisse a'rg luglio 172S


e però si condannò da lui colla una lettera a Benedetto XIII, nel-
hoWa Quatuor cum stiprn, nel Bull. la quale protestò di a.ssoggettai--
Rnm. toin. XII, p. 48, lutti gli si sinceramente alla bolla Unigeni-
scritti contro di essa pubblicati. (n<:: inolile condannava il libro
Il di lui predecessore Innocenzo delle Ri //fissioni morali del Quc-
XIII aveva seguilo l'esempio di snelln, ch'egli aveva approvato, e
FRA FRA (.:

le cenlo una proposizioni da que- strava ostinato ed audace, per cui


sto estrattCj nella stessa maniera che il suo metropolitano monsignor Pie-
nella bolla erano condannate, e tro Guerin de Tencin arcivescovo
nel medesimo ten)po rivocò la sua d'Embrun, deliberò di adunare un
pastorale dell'anno 17 r
9, con tutto concilio nazionale, e costringerlo a
f|Ucllo eh' era stato pubjjlicato in comparirvi onde processarlo e giu-
nome suo contro la mentovata dicarlo. Benedetto XIII approvò
bolla. Indi confermò con un'altra tal risoluzione, ed il re vi prestò
pastorale quanto aveva scritto al la sua promettendo di
autorità,
Papa, il quale con questo trionfo, far eseguire quanto si fosse delibe-
in cui avea avuto la maggior par- rato dal concilio^ previa 1' appro-
te il suo zelo, a'2 I agosto col bre- vazione della Sede apostolica. Nelle
ve Sapientissinnini coiisilium, pres- prime sessioni fu giudizialmente ci-
so il Guerra, Bull. Epitom. tom. tato a comparirvi monsignor Gio-
I, p. i5o, rispose al cardinale lo- vanni Soanen, già .sacerdote del-
dando grandemente la sua risolu- l' oratorio di Francia, vescovo di
zione, come più teneramente re- Senez ; indi furono prodotte le ac-
plicò con lettera di proprio pugno, cuse contra di lui, le quali consi-
ciò che al suo esempio fecero al- stevano nell'essere uu raffinato gian-
tresì tutti i cardinali francesi. Di senista, neir aver scritto contro la
più Benedetto XIII gli concesse il bolla Unigenitus ,
prima e dopo
giubileo, che gli domandava per aver fatta la sua appellazione al
la sua diocesi di Parigi, del qua- futuro concilio generale, e nell'a-
le però dichiarò nell'anno seguen- ver difeso la condannata dottrina
te con la costituzione Nuper nos^ di Quesnello. Non seppe il Soa-
tom. XII, p. 358 del Bull. Rom., nen fare la sua giustificazione, mo-
che non erano capaci di acquistar- strò anzi arroganza di non curar-
lo 1 refrattari alla bolla Unigeni- la, protestando eh' egli non cono-
tus. Dal cardinale Marc' Antonio sceva competente a giudicarlo l'au-
Ansidei, vescovo di Perugia sua torità di diciotto vescovi congre-
patria , si ha la ; Relation ficlèle gati, dai quali si appellava di nuo-
dts letlres, et des brcfs écrits, et vo al futuro concilio. Ma i vesco-
des congregations deputées sous le vi siccome seguaci delle sode dot-
pontifìcat da Pape Benoit XIII, trine , sospesero il Soanen dalle
avec les résohuions qui y ont élé funzioni vescovili e sacerdotali, e gli
prises touchant l'acceptation de la prescrissero l' esilio nella badia di
coiisdlution Unigeuitus, que de^'oit Chaize-Dieu nell'Ai vergna. Questa
fair-e M.
cardinal de Noail-
le sentenza fu approvata da Benedetto
les, et la formule de celle accepta- Xlll, in un a tutto quello che i
tìon, senza nota di tempo, né di vescovi avevano operato nel conci-
luogo della stampa che fu in , lio, e Luigi XV fece tutto eseguire.
Roma. In tal guisa terminò l'affare degli
Non seguirono il cardinal Noail- appellanti alla bolla Unigenitus. li

les COSI ubbidienti que' vescovi, che successore Clemente XII ottenne
seguito lo avevano appellante, Yi colle sue esortazioni, che i benedet-
era fra questi il vescovo di Se- tini della congregazione di s. Mau-
iiez, il quale sempre più si mo- ro in Fi'ancia , tanto celebri per
VOl. XXV li.
6(> FRA FRA
le loro opere date alla luce, sino dario, e spacciato per un tauma-
allora refrattari alla bolla, la ri- turgo di miracoli fatti al suo se-
cevessero con amplissima forma nel polcro nel Medar-
cimiterio di s.

loro capitolo celebrato nel settem- do. Conosciutasi da Clemente XII


bre 1733. Governantlo destini del- i la frode de' giansenisti, .«.no dal
la Francia il genio pacifico del car- lySi proibì sotto pena di scomu-
dinal Fleury, quest'abile ministro nica l'andare alla tomba di quel
coi trattati e conferenze di Parigi, fanatico inìpostore, del quale si è
di Cambrai, di Soissons, e di Si- pubblicato un breve ritratto isto-
viglia, non che di Vienna, dissipò ri co, nella Realtà del progetlo di
le guerre che la Spagna e l'impe- Borgo Fontana, tona. I, p. 220.
ro meditavano principalmente ai Ordinò pure il Pontefice, che e-
suoi danni. Tuttavolta la pace che stratto il di lui cadavere dal luo-

da tredici anni si godeva dai fran- go distinto che godeva, fosse con-
cesi sarebbe stata forse sei'iamente fusamente cogli altri tumulalo. Con-
compromessa, se l'imperatore Car- dannò i libri che al medesimo at-
lo VI non avesse impedito che tribuivano la santità ed miracoli, i

fosse rieletto re di Polonia Stani- che esaminati dai medici furono


slao Leczinski suocero di Luigi XV, dichiarati imposture, come consta
già deposto, per cui si era accesa dai regi editti de'27 gennaio 1782
fra lui e la Francia nuova guer- e 17 febbraio 1733. Avendo poi
ra, che ternìinò presto colia pace nel 1734 il vescovo di Montpel-
di Vienna. La Spagna e la Sar- lier pubblicato una pastorale, in
degna eransi congiunte alla Fran- cui aifermava per certo un falsis-

cia sosteufatricè del suocero del simo miracolo dal diacono della
suo re, però fu combinato
tutto sua diocesi operato, considerando
colla cessione del ducato di Bar e Clemente XII la pastorale intera-
della Lorena a Stanislao, con la mente contraria allo spirito della
condizione che 1' uno e l'altra pas- cattolica religione, la quale propo-
serebbero alla Francia, alla mor- ne alla venerazione de' fedeli gli

te del principe, che avvenne tren- autentici miracoli esaminati de've-


ta anni dopo. Tutlavolta gli spa- ri seguaci di Gesù Cristo, non i

gnuoli profittando di tal guerra^ capricciosi deliri di quelli del ve-


coi francesi e savoiardi conquista- scovo d'Ypri, agli I I ottobre con
rono il regno delle due Sicilie per la costituzione Ciini sicut, presso
Carlo di Borbone figlio di Filippo il Bull. Rem. tom. XIV, p. 6, la
V, a cui poi Clemente XII con- riprovò severamente condannò,
e
cesse l'investitura, restando tuttora come poscia fece ancora la roma-
neir augusta casa di Borbone lo na inquisizione a' 1 8 febbraio del
scettro delle due Sicilie. 1731), col libro del Carré de Mont-
Fra gli appellanti più ostinati della geron consigliere al parlamento di
fu certo Francesco
bolla Uriìgenùiis, Parigi, ed intitolato, La i'e'rilé des
Paris diacono parigino. Aveva que- miracles optrés à l' intercession de
sti saputo talmente coprir la sua Mr. de Paris 1737, che sosteneva
malizia con un rigido esteriore, questi miracoli, ed a' 4 marzo se-
che dai suoi giansenisti fu onorato guente fu brucialo per mano del
col culto di santo nel loro calen- boia, come narra il Lambertini,
FRA FRA 67
De canon. 55, lib. IV, par. I, cap. Roni. tom, XIV, pag. 898, concesse
7, num. 20 e seg. Monsignor Lan- ai re di Francia la facoltà perpe-
guet de Gergy arcivescovo di Sens tua di nominar ai benefizi vacanti
dimostrò con un'opera la falsità di ne' ducati diLorena e di Bar, co-
questi miracoli, quali ancoi-a provò me Alessandro VII avea concesso a
per imposture il protestante de Lodovico XIV pe' vescovati di Metz,
Voeux con libro che pubblicò ad Toul Verdun, e Clemente IX pei
e
Amsterdam nel 174°» diviso in let- de' medesimi vescovati. Nel
benefizi
tere crìtiche, sui miracoli del sud- medesimo anno Clemente XII con la
detto diacono, narrati dal mede- costituzione Inler caeteras, nel Bull.
simo Monlgeron, che dalla setta Rom. loco cit., p. 443 condannò
, )

dei deisti era passato a quella dei un libro della storia giansenistica
giansenisti. e quesnelliana, con questo titolo:
Nel 1787 Clemente XII solenne- Histoire da livre des réjlexions
mente canonizzò s. Vincenzo de'Pao- iiioìides sur le nouveau Testamenti
li francese, fondatore della congre- et de la constitution Unigenitus,
gazione de' signori della missione e Amsterdam siccome pieno d' im-
,

delle donzelle della carità. Il par- posture. Con la costituzione Cunt


lamento di Parigi proibì con decre- sicut loc. cit. p. 44^ j condannò
,

to, che niuuo potesse ritenere la pure un libro del parlamento di


bolla Superna, che si legge nel Parigi, in cui sopprimeva quel ma-
Bull. Rom. tom. XIV, pag. i54, gistrato le pastorali di alcuni ve-
che il Pontefice avea pubblicato scovi , nelle quali venivano privati
per tal solennità , col pretesto che della messa e dei suffragi della
essa fosse contraria alla libertà del- Chiesa gli appellanti della bolla Uni-
la Chiesa gallicana. Nella bolla lo- genitus. Ecco il titolo del libro :

davasi il santo per aver indotto Arresi de la Cour du Parlement,


ottantacinque vescovi della Francia portant suppression d" un imprimé
a chiedere al sommo Pontefice^, la inlitulé Lettre de plusieurs évégues
condanna delle cinque proposizioni sur Vohligation de priver de l'obla-
di Giansenio, e si rifiutavano i fal- lion du sacrijìce de la messe, et
si miracoli dell' impostore Paris des sujfrages de VEglise ceux, qui
diacono di Medardo. Avendo per
s. meurent appellants de la conslìtu-
questi motivi
il parlamento emes- tion Unigenitus. Paris, et Ypri lySg.
so il decreto, esso venne condanna- Ciò non pertanto Clemente XII eb-
to da Clemente XII a' i5 febbraio be la piacevole notizia^ che l'acca-
1738, onde il cardinal de Fleury demia di Parigi aveva accettato la
procurò che fosse ri vocato. È vero bolla Unigenitus j come giudizio
che il santo ebbe stretta amicizia dommalico della Chiesa universale
col famoso giansenista Du Verger e legge del regno, confessando l'er-
detto l'abbate di s. Cyrano; ma egli rore di averne appellato , onde il
l'abbandonò quando conobbe e-
il Pontefice penetrato di gioia, con
i"etico, perciò il Lambertini piena- un breve apostolico colmò di lodi
mente lo giustificò, loco citato lib. il rettore dell'università. Il succes-
II, cap. 42, num. 9. Dipoi Clemen- sore Benedetto XIV nell'assunzione
te XII nel gennaio 1 740, coli' au- al pontificato pubblicando il con-
torità della bolla Alias, nel Bull, sueto giubileo, con la costituzione
68 FRA FRA
Laeliliora del novembre 1740, Bull. Leopoldo di Lorena era
tre anni
Benecl.XIV, totn. I, p. i, v'impose divenuto imperatore, e la moglie
per lucrarne l' indulgenza, un'ope- Maria Teresa imperatrice. Per gra-
ra nuova, cioè l'ubbidienza inter- ve malattia da cui non risorgeva
na ed esterna alla bolla Unigeni- Luigi XV, giacché essendo morto
tus contro i giansenisti. di 90 anni il cardinal Fleury, do-
La morte dell'imperatore Car- vette applicarsi indefessamente agli
lo VI, avvenuta nel 1 742 senza fi- affiiri, nel 174^ i' Pontefice Bene-
gli maschi, lasciando erede l'unica detto XIV con la costituzione Cum
sua Maria Teresa maritata al
figlia ntultorunt, nel Bull. Bened. XI F^
duca di Lorena Leopoldo, accese tom. I, p. 5o2, fece pubblicare nel
lunga ed aspra guerra, e ad onta regno di Francia un giubileo di
del costante pacifico sistema del pri- quindici giorni, per impetrare da
mo ministro de FJeury
cardinal ,
Dio quella guarigione che concesse.
Luigi XV ne volle prendere attiva Nel breve Nullis verbis, de' 20 feb-
parte, malgrado i precedenti accor- braio, Bull. Magli, tom. XVI, pag,
di co' quali il defunto imperatore 287, in cui il Papi dava avviso ai
avea garantito l'intero suo retng- re del giubileo, da questo escluse
gio. La sua successione fu perciò apertamente refrattari della bolla
i

reclamata da Augusto HI re di Po- Unigenitiis , cioè i giansenisti mem-


lonia, da Carlo Alberto elettore di bri recisi dcdla Chiesa.
L'arnoie che
Baviera poi eletto imperatore, da in tale infermità dimostrò il popo-
Filippo V re di Spagna, da Fede- lo francese pel suo re, fecero chia-
rico II re di Prussia e da altri prin- mare Luigi XV il Prcdilello {Ineii-
cipi. La Francia sostenne l'elettore aimé). Ma guarito che fu, la du-
di Baviera; l'Inghilterra, l'Olanda chessa di Chateauroux prese di nuo-
e la Sardegna presero parte per la vo l'impero su lui, che già avea
casa d' Austria e per Maria Teresa. amato due sorelle della favorita :

11 maresciallo di Sassonia battè gli non andò guari che Luigi XV pre-
inglesi a Fontenoy nel 174?; ma se ad amare Giovanna Antonietta
questi disponendo di una agguerri- Poisson, maritata a Lenormand si-
ta e nuuiei'osa armata navale^ in- gnore d'Etioles, conosciuta meglio
vasero (pialche colonia francese per sotto il nome di marchesa di Pom-
dispute dei confini sui possedimen- padour, della quale trattarono va-
ti americani, e ben tosto Luigi XV rie opere come le Memorie che.
,

non ebbe più che due soli vascel- servono alla vera storia di mada-
li di linea da opporre loro; ed in ma di Poinpadour, Venezia 1780.
Boemia i suoi eserciti solirirono La pace d'Aquisgrana fu simile a
notevoli perdite a cagione delle scis- quella diRyswich, in cui Luigi XIV
sure tra' generali francesi , meno avea mostrato un disinteresse che
J" espugnazione della capitale Pra- fece stupire ed affliggere i suoi sud-
ga, che il conte di Bellc-Isle dovè diti. Luigi XV stipulò soltanto pei
abbandonare. La pace d' Aquisgra- suoi alleati, ed unico risultato fu
na mise fine nel 1748 a questa in- di stabilire un ramo della casa di
giusta guerra, nella quale diverse Borbone nei ducati di Parma e
volte Luigi XV avea preso parte Piacenza, nella persona dell'infan-
in persona, e quando già da circa te di Spagna Carlo figlio di Filip-
FRA FRA 69
pò V , e poi neir altro figlio Filip- co?igregatis posi paceni Ecclesiae
pò , divenendo Carlo re delle due GalUcanae constilutum , et metìio-
Sicilie. duin propedìeni cdituris prò sludiis
Nel lySo era risoluto Luigi XV peragendis ah alurnnis collegii Vr-
di stendere la nuova gabella, detta banì de propaganda Jlde ad hae-
del vigesiino denaro, sopra i beni reticos pìoflulaiidos, ad genliles, et
ecclesiastici qua- del suo regno, la alheos in sinutn Ecclesiae reducen-
le tuttavia per le lappresentanze
,
dos. Contro di essa scrisse il p. Pa-
falte al re dall'assemblea generale tuzzi domenicano col finto nome
del clero, fu poi convertila nello di Eusebio Eraniste. L'anonimo poi
spontaneo grosso sussidio per cin- si scuoprì, ma morì in buon cou-
que anni, in luogo del dono gra- cetto essendosi pentito. Fattosi l'e-

tuito, che la medesima assemblea same della lettera , fu trovata te-


soleva ordinare pfl re, ogni volta meraria, favorevole allo scisma ec,
che si radunava , soyiiiiunuendovi
"00 onde Benedetto XIV la condannò
una dichiarazione di tutti i beni con la costituzione Cam ad non^
del clero, affinchè il riparto della nullos, de 5 settembre ij^7, pres-
contribuzione fosse fatto con più so il Alagli, tom. XIX, pag.
Bull.
esatta proporzione.
Nel 17 jj a' 3 287. In oltre Benedetto XIV ordi-
oltobre essendosi adimata l'assem- nò alla congregazione della sagra
blea del clero di Francia, e dubi- inquisizione, che facesse diligenza
tando se si dovesse negare la co- per trovarne l'autore, carcerarlo e
munione per viatico ai refrattari processarlo col castigo che merU
della bolla Lnigeiiifiis^ licorse per- tava.
ciò a Benedetto XIV, il quale con L'imperatrice Maria Teresa pre-
i\n breve diretto ai prelati dell'as- occupata dal desiderio di riconqui-
semblca , Ex omnibus, dato a' i5 stare la Slesia contro il re di Prus-
settembre 1^56, Bull. Btned. XI F sia, che l'avea occupata nella pre-

tom. IV, p. 480, dichiarò , che ai cedente guerra, lusingò la marche-


soli refrattari pubblici si dovessero sa di Pompadour, chiamandola iu
negare sagramenti della Cliiesa
i una lettera col titolo di amica, la-
tali essendo quelli che per senten- onde la Francia si armò per la
za del giudice uè erano dichiarati, guerra dei selle anni, dandone mo-
oppure nel tempo di ricevere il tivol' ultimo trattato esteso in ter-
viatico persfstesserotemerariamente mini troppo vaghi. La guerra di-
nella loro disubbidienza, e non cu- venne quasi generale in Europa ,
rassero la bolla di Clemente XI, la per le alleanze dalle due parli con-
quale prescrivendo il necessario al- tratte, e dopo aver inondato di
la salute dell' anima, obbligava in- sangue i due emisferi, dette luogo
dubitatamente sotto peccato. Con- al patto di famiglia, secondo i voti

tro la pontificia lettera, un'altra di Luigi XIV, conchiusoli i5 ago-


nass. di un anonimo fu mandata sto 1761 tra la Francia e la Spa-
al cardinal Archinto segietario di gna, col quale ambedue si guaren-
stato, perchè la facesse vedere al tivano i rispettivi stati, fissandosi

Papa, ed avea questo titolo Ani- : alle evenienze reciproci soccorsi^ ed


plissiniis S. R. E. cardinalibus, et ebbe termine col trattato di Pari-
clariss. theologis in urbe Praeneste §i del io febbraio 1763. Questa
70 FRA '
FRA
pace lasciò agi' inglesi Je isole Rea- de furono accusati i giansenisti di
le e di s. Giovanni^ il Canada con averlo armato, né mancarono i ne-
tutte le terre alla sinistra del Mis- mici de' gesuiti di gettare sospetti
sissipì (eccettuata ia Nuova Orleans), su di loro. Nel tempo della cura
Ja Granada ed il Senegal, e stipu- r egregio Luigi delfino ed unico fi-
lò la rinunziaFrancia alla
della glio del re governò saggiamente il
Dominica , Tabago e s. Vincenzo ,
regno ed il fanatico Roberto fu
,

lasciando solo a questa potenza punito con esemplare supplizio. Ri-


s. Lucia eh' essa avea preso nel sanato il re licenziò i due primi
17 56: e qui noteremo che nel ministri rivali, Machault ed Argen-
1754 alcuni coloni francesi della son, e dichiarò a successore il con-
Guadalupa si stabilirono alla Desi- te Francesco de Bernis canonico di
derada ed alle Sante. Mentre du- Lione e cardinale nel 17 58. Certo
rava la guerra, nacr[ue nel popolo Diipré avendo inventato un fuoco
malcontento, per cui il re soppres- più vorace del fuoco greco Lui- ,

se tutte camere parlamentarie,


le gi XV per sopprimere un mezzo
fuoichè una col titolo di camera formidabile di distruzione comprò
reale; siccome l'interno ordine della il. segreto e ne proibì
uso , ciò l'

Francia veniva sempre più perturba- che onora la sua umanità. L'amo-
parlamento di
to dalle opposizioni del re che il virtuoso ed illuminato
Parigi alla regia autorità, già Lui- delfino portava ai gesuiti, la ni-
gi XV nel 1753 avea dovuto eser- micizia della Pompadour , del pri-
citare un atto di severità col rile- mo ministro Choiseul, quella dei
garlo in Pontoise, e quindi abolir- parlamenti , dei giansenisti e del
lo come è detto. Tali però ri-
si numeroso partito de' filosofi incre-
mostranze ed impegni ne conse- duli , sagrificarono la benemerita
guitarono, che nel corso di un an- compagnia di Gesù , in un punto
no si decise il monarca a richia- eh' era per soccombere nei regni
mare il parlamento, il quale con più Europa il Porto-
religiosi d' ,

questa specie di trionfo, accrebbe il gallo e la Spagna. Ne prese la di-


male anziché porvi rimedio. Nel fesa il magnanimo e zelante Cle-
1757 la resistenza del parlamento mente XIII sommo Pontefice: que-
divenne sì aperta ed orgogliosa ,
sti nel 1761 scrisse caldamente a
che fu necessità di meditare ed Luigi XV, facendogli riflettere che
eseguire salutari riforme. Il popolo i nuovi sedicenti filosofi, che già si
ed i tribunali gelosi de' propri di- disponevano a distruggere coll'uma-
ritti,ai sostegno de' quali persua- nità la cattolica religione,non pote-
devansi che il parlamento vegliasse vano ottenere il loro malnato fine,
contro la regia preponderanza, spin- se prima non rovinavano i gesuiti,
ti furono al fanatismo, intanto che fortissimo baluardo della cattolica
Luigi XV viveva nell'indolenza, e religione. Indi Clemente XIII a' 9
abbandonato ai suoi piaceri, ed al- giugno 1762 indirizzò al re il bre-
la vana favorita. A^ 5 gennaio il ve Tuain Rex presso il Guerra,
,

re volle partire da Versailles per Epit. tom. Ili, p. 356, pregando-


recarsi a Tri a non ; ma mentre sa- lo colle più vive espressioni, a non
liva in carrozza l'assassino Pietro permettere mai che dal suo regno
Damiens lo ferì col temperino, on- fossero cacciati i gesuiti , la causa
FRA FRA 71
de' quali era essenzialmente con- dosi, che gì uidividui della compa-
giunta con quella della cattolica re- gnia di Gesù, tanto benemeriti del-
ligione: i diritti di questa venendo la cattolica fede, e della cristiana
violati dai magistrati laici, distrut- repubblica, fossero dai suoi nemici
ta veniva ancora la religione. Trat- alla Chiesa cattolica comuni, sì mi-
tarsi delle redole di un santissimo seramente vessati fino ad essere,

istituto, Sede approva-


dalla santa spogliati de' loro beni ma molto ;

to e confermalo, le quali non dove- più si maravigliava, che ricevuti i

vansi né potevansi in modo alcuno gesuiti due prima nel regno


secoli
lasciare all'esame dei laici magi- di Francia, e dalla regia benevo-
strali. Scongiurava il re a riparar lenza protetti (allora era confesso-
i minaccianti mali , ed evitare gli re di Luigi XV gesuita p. Pe-
il

scandali che ne seguirebbono. russeau ), fossero improvvisamente


Clemente XIII col breve Quan- lacerati da que' medesimi, che deb-
do in dolore, loco citato, ricorse bono essere i custodi della giusti-
ai vescovi della Francia, dicendo zia, giudicati non solamente senza
loro che non potevano lasciare di processo o costituto, ma né anche
commoversi in vedersi strappare
, per delitto alcuno, ma per incerte
dal loro seno cos'i prodi difensori, accuse soltanto, dalla malevolenza
cos'i dotti maestri, e così utili ope- ed invidia di alcuni faziosi eccita-
rai ; in pari tempo si condolse che te, contro ogni diritto estinti con
nella Francia fossero da molto tem- notabile danno della repubblica e
po più i nemici , che i difensori sommo detrimento della Chiesa cat-
della religione ; che la compagnia tolica. IIPapa piangeva l'infelicità
Gesù sempre vegliante per di- , ma molto più si ram-
di de' gesuiti
fendere la fede cattolica, fosse da maricava per quelli che a danno
una perversa fazione oppressa e della loro salute eterna si scaglia-
dissipata, e l'istituto di lei dal con- vano così fieramente contro un i-

cilio Trento approvato, dai Pon-


di stituto cotanto pio, e alla Chiesa
tefici confermato, e dai re di Fran- utilissimo. Dipoi col breve Per mo-
cia di benefìzi colmato, fosse con lesta tibij de' 4 settembre, loco cit.

tanti obbiobri laceralo, fino a ve- tom. III,356, diretto a ciascu-


p.
dersi l'assurdo, che i religiosi voti, no de' cardinali de Rohan, de Ro-
della cui validità spetta alla sola chechouart, de Choiseul, e de Ber-
Chiesa il giudicare, dai laici fos- nis, Clemente XIII disse loro, che
sero dichiarati di niun valore ;
avendo parlamenti di Francia de-
i

quindi dopo altre cose Clemente cretato l'esilio de' gesuiti, e dichia-
XIII esortava i vescovi alla pazien- rato empio ed irreligioso il loro
za, alla premure
costanza, ed alle istituto,che dalla Chiesa cattolica
per sostenere la compagnia bersa- nel concilio Tridentino radunata
gliata. Avendo il vescovo di Va- si era approvato come pio, egli che

lenza scritto all'afflitto Papa le a- fino alloia avea tollerato, non po-
troci ingiurie che in Francia si tendo più farlo senza tradire il suo
proseguivano a danno de* gesuiti, ministero, nel concistoro del gior-
Clemente XIII col breve Lùerarum no precedente alla spedizione del
tuariim, de' 24 g'^^g^^ 1762, Guer- breve, con solenne decreto aveva
ra loco cit., gli rispose lamentan- rescissi e dichiarati nulli gli atti
rjl FRA FRA
de' parlaiiiciili, però eglino pei-
e dato a' i5 febbraio 1764, loco cit.

la stretta unione che hanno per la tom. Ili, pag. 358, per confortarlo
loro dignità cardinalizia al Ponte- ne' suoi patimenti : ne lodò alta-
fice, procurassero a suo esempio di mente la fortezza sacerdotale, pa-
vendicare con coraggio e costanza ragonandolo agli antichi ed intre-
l'onore della Chiesa di cui era la perchè con tanta lo-
pidi cristiani,
causa, avendo essa sempre tenuto de ed approvazione de' buoni avea
per esemplare e per religioso quel- intrapreso a difendere la divina
la
istituto, che i parlamenti dichia- potestà della Chiesa; lo confortò
ravano ii'religioso ed empio. nel vederlo soffrire in un tempo
Continuando il ministero unito di disprezzo, in cui portavasi il

ai parlamenti nell' intento di estin- \ iatico accompagnato da satelliti ,

guere i gesuiti, Fran-


non solo in ad uomini che anche in punto di
cia ma ovunque, monsignor Cri- morte si protestavano refrattari al-
stoforo de Beaumont du Repaire l'autorità ed ai decreti della Chie-
arcivescovo di Parigi, vale a dire sa; lo rignardava come l'esempio
im prelato in cui vedevano
tutti dell'antica disciplina e costanza c-
copiato s. Atanasio, vedendo questi piscopale,mentre il generale scon-
religiosi oppressi da cosi fiere ca- volgimento d idee pareva voler stra-
lunnie, stimò dovere del suo mi- volgere tutta la Chiesa gallicana ;

nistero di difenderli e di giustifi- finalmente Clemente XIII dolevasi


carli, come egregiamente fece, con che la veneranda chiesa di Parigi
una pasturale al suo gregge, eh e- in tempi sì calamitosi fosse priva
la una polemica disseriazione, nel- di un pastore cotanto degno. In-
la quale svelò non meno le calun- tanto avendo il parlamento dai li-

nie degli oppressori , che l' inno- bri morale de' gesuiti estrat-
della
lenza de' gesuiti. La voce di un to alcune proposizioni che per au-
prelato di tale dottrina e di no- torità propria sentenziò perniciose,
toria non poteva restare im-
virtù, ne mandò il catalogo col titolo di
punita, da chi avendo la forza in Asserzioni a' vescovi del regno, af-
mano, non la poteva sentire con finchè avvisassero i loro diocesani
pace, per l'odio dichiarato contro a non abbracciarle. Il vescovo d'An«
la compagnia. Per ordine dunque geis Giacomo de Grasse di Beau-
del parlamento fu l'arcivescovo man- vais fu il prin)o ad eseguirlo con
dato in esilio fuori di Parigi ; e lui.i ma appena l'ebbe
[)astorale ;

Luigi XV
che l'amava molto per lelt.i Clemente XIII, che ad esso
la sua virtù ed apostolica costan- scrisse il breve Leda pasloralis
za, non avendo coraggio di oppor- de' 19 settembre 1764, loc. cit., in
si al parlamento, dal quale ancor cui altamente lo riprese per aver
eglisempre più veniva bersagliato, con si sanguinosa scrittura lacera-
permise all'arcivescovo di scegliere to i gesuiti. Gli disse pure, che il
quel luogo che più gli piacesse, parlamento di Parigi , che aveva
nel quale come a porto sicuro si compilato r infame libro ,
già da
ricovrasse dalla tempesta. Appena molto tempo si sapeva essere com-
Clemente XI 11 fu di ciò informa- posto di soggetti nemici della Chie-
to, subito spedi all'arcivescovo un sa ed usurpandosi la potestà ec-
,

breve consolatorio, Non puLainns, clesiaslica avea commesso la mas-


FRA. FRA 73
sima ingiuria contro i vescovi, cui sa aveva ricevuto una fei-ita mor-
spetta l' esame e il giudizio de' li- tale da' suoi nemici, i quali ne pro-
bri, però era massimo il delitto
e curarono l'esilio per rendersi più
del vescovo d'Angers, approvando facile la strada ad estinguei e ih
l' attentato della curia laicale , e Chiesa catlolica, stimando gesui- i

giudicandolo degno di lode , con ti baluardo inespugnabile n'ioio


false opinioni riprovate dal corpo pravi disegni. Clemente XI II nel
episcopale. Co' medesimi sensi Cle- rispondergli col breve De misero,
mente XIII d'A-
scrisse ai vescovi de'14 novembre 1764, loco cit. p.
leth e di Soissons, che avevano co- 35g, prese particolarment-e per argo-
me quello d'Angers approvato il mento la parte della lettera seconda
decreto del parlamento, esortando del vescovo sarlatense; e per le stesse
in pari tempo loro popoli a fug-
i ragioni che lodava l'enciclica di Be-
gire r estralte proposizioni. nedetto XIV, l'aveva egli confer-
Avea frattanto monsignor Enri- mato, anzi per dimostrargli quali
co Giacomo de Montsquion-Poyle- fossero i veri sentimenti dell'animo
bon vescovo di Sarlat scritto a suo, egli avea condannato solenne-
Clemente XIII tre lettere: nella mente il catechismo di INIeseiighi,
prima gli parlava in generale del ciò che solfiiroiio così mal volen-
misero stato della Chiesa di Fran- tieri giansenisti, die coi loro la-
i

cia; seconda gli faceva la


nella menti dichiararono essere stato con
storia di quanto in detta Chiesa si ((uesta condanna nuovamente per-
era operalo dal 17 55 sino a quel cosso dalla santa Sede il libro di
icmpo, palesando principalmente da Quesnello, e con nuovo appoggio
quali cagioni^ e da chi comincias- munita la bolla Uiiigenkus. Gli
sero a perturbarsi le cose ecclesia- die parte il Papa di aver scritto
stiche in Francia fino agli estremi a parecchi vescovi della Francia a
pericoli: parlando dell'enciclica di tenore del consiglio datogli dal ve-
Benedetto XIV sul giansenismo, scovo di Sarlat, cioè di aver loro
diceva che questa a dispetto dei scritto: I." che la costituzione Uiii-
nemici della fede, e degli amici genilus era un decreto dommatico,
della tolleranza, considerata in sé a cui si doveva intera riverenza; 2."

stessa, era la tutela della bolla Uni- che a' pubblici refrattari della stes-
genitus, il trionfo dei forti, l'ignomi- sa costituzione si doveva negare il

nia dei deboli, e la condanna de' re- ss. Sagramento dell'Eucaristia; 3."
frattari, onde su questa sembra va ac- che quelli quali affermavano essere
i

cusare in qualche modo Clemente il giansenismo un mero fantasma


XIII di connivenza. Nella terza let- ed una falsa finzione erano rei di
tera il vescovo di Sarlat compilava una massima ingiuria contro la
i nefandi donimi de' giansenisti, e gli Chiesa di Dio, e contro i decreti
errori che da questi erano deriva- apostolici de' Pontefici suoi predeces-
ti in danno di tutta la religione sori, poiché supponevano che que-
cristiana, come delle empie, atroci^ sti errori pura-
avessero proscritto
e scellerate cose che s' insegnavano mente immaginari; ^.° che le co-
e si praticavano nella Francia; in stituzioni, colle quali si condanna-
fine gli scriveva ch'estinta in Fran- no gli errori di Baio, di Gianse-
cia la compagnia di Gesù, la Chie- uio, e di Quesuello esigono intera
-4 FRA FRA
ubbidienza dai fedeli. In quanto blicar eziandio le pastorali, simili
poi a ciò cìie il vescovo di Sarlal a quelle ch'egli disse essere dispo-
diceva al Papa intorno ai gesuiti, sto a rèndere pubbliche. Continuan-
egli con vari passi della Sciittura do Cletnenle XIII
a difendere i
gli descrisse il furore de' loro ne- bersagliati gesuiti, per la tutela che
mici, e lo confortò nel suo ram- la santa Sede deve avere degli or-
marico, ad ambedue comune, colle dini regolari da essa approvati, con
parole del Salmo 35: Judicia tua, tutto zelo aveva a cuore la compa-
Domine, ahyssus multa. gnia di Gesù fondata da s. Ignazio,
Nel tempo che Clemente XIII e dopo diligente esame approvata
ciò scriveva all'afflitto vescovo di da Paolo IH, Giulio III, Paolo IV,
Sarlat, questi gl'indirizzo la quarta Gregorio XIII, e Paolo V, non
lettera lungamente trattò
in cui che da altri Papi, di particolari
del famoso del parlamento
libro grazie arriccliita, dai vescovi d'ogni
sulle Asserzioni, pel quale nuove tempo singolarmente commendata,
angustie si accrescevano all' animo per avere avuto nove santi, stimò
suo. Clemente XIII gli aggiunse; suo dovere di non più indugiare
nel breve medesimo, esser ben no- il rimedio al male, e al grave dan-
lo a lui, ciò che molti vescovi aper- no fatto alla Chiesa con le ingiu-
tamente dichiaravano, cioè esseie rie che si spacciavano contro det-
quello dolosamente compilato dai to istituto, e perciò colla bolla
giansenisti; contenere molte pro- Àpostolicuni pascendi monus, de'7
joosizioni, sono
delle quali parte gennaio 1765, emanata di moto-
comuni alle sono scuole ,
parte proprio, Clemente XIII nuovamen-
seguite da quasi innumerabili au- te approvò la compagnia di Gesùj
tori, e parte sono insegnate per altamente encomiandola; e per sod-
vere dai teologi. Egli aveva vedu- disfare ai desideri di tutti i vesco-
to con orrore, che quella setta vi, che da tutte le parti lo solle-
donde il riprovato libro proveniva, citavano, dichiarò l'istituto e i mi-
nulla riguardava il danno delle ani- nistri che in esso si esercitavano,
me, che con esso si perderebbono, pio, utile al vantaggio della Chie-
purché tutto il suo veleno vomitas- sa, e degno delle costituzioni colle
se contro la compagnia di Gesù, quali diecinove Pontefici l' avevano
non vergognandosi di esporre nel- approvato e commendato.
la lingua volgare una gran farra- Appena fu divulgata questa bolla,
gine di propf)SÌzioni, che dovrebbe- che dalle immense calunnie, allora
jo giacer sepolte nelle tenebre; ma da per tutto affastellate contro i
questo è, coMchiudeva il Papa, il gesuiti, pienamente li giustificava,
roslume de' giansenisti, far d'ogni si vide subito un libro in Napoli
campo strada, sol che potessero la- contro di essa con questo titolo :

tei are i gesuiti; si congratulò in Istruzione intorno alla santa Se-


line col vescovo del zelo, della co- de, Buglione 1765, per Guglielmo
stanza, e dell'episcopale libertà, con livrardi, traduzione dal francese.
cui diportalo si era, degno di som- Questo libro per ordine dell'inqui-
me Iodi, e di essere imitato da sizione romana fu bruciato per ma-
tutti i vescovi della Francia, non no del boia agli i i settembre, e
solo in queste virtù, ma nel pub- coud.uniato da Clemente XIII, co-
rRA FRA 75
rtie contenente proposizioni erronee, nell'educazione de' quali ambedue
false, promoventi allo scisma, calun- seppero trasmettere la loro bontà:
niose, temerarie, sediziose, e all' au- il primogenitoduca di Borgogna
torità della santa Sede soprammodo morì nel 1771; il secondo fu Luigi
ingiuriose; per le quali cause fu an- XVi, il terzo fu Luigi XVIll, ed il
cora bruciato pubblicamente per or- quarto fu Carlo X. Dotato il delfi-
dine della medesima inquisizione al- no delle più felici disposizioni, e di
tro simile libro intitolato: Brevi di mi'anima naturalmente inclinata al-
S. S. Clemente XIII emanati in fa- la virtù, aveva destato sino dalla
vore de' gesuiti, colle osservazioni stia infanzia l'ammirazione di tutti:

sopra i medesimi, e sopra la bolla la sua dolcezza, affabilità, coltura,


Apostolicuni pascendi etc, Venezia e costante applicazione a tutti i

presso Vincenzo Radici 1766. Esso suoi doveri, ne formarono presto


restò condannato e proibito con un principe perfetto. Tra le vite

decreto de' 2 marzo 1766. Altresì che di abbiamo, evvi quella


lui
per comando dell' inquisizione ai fatta da Du Rozoir con questo tito-
IO luglio fu parimenti bruciato per lo: // delfino padre del re, la sua

mano del boia altro libro della sles- f,/ miglia, ed i suoi figli, e stam-
sa materia, cioè: Lettera I, II, e III pata nel 18 r 5. La tenerezza di Lui-
contro la bolla che comincia Apo- gi XV pel suo unico figlio si ridestò
stolicum y7rt*ce/ic?i etc, Napoli per Se- vivamente nella sua malattia, e ne
bastiano Poletti 1765. Il quale li- pianse la perdita per più di tre
bro fu proibito leggersi con decreto giorni; indi peggiorò nella sua con-
de' 4 di detto mese, con approva- dotta, non degna di un re di Fran-
zione pontificia. Intanto nella corte cia, tuttavoUa il possesso della Cor-
di Francia il delfino Luigi dotato sica fece per un momento dimen-
delle più belle qualità, pe'suoi lo- ticare ai francesi i motivi del loro
devoli prlncipii, abban- pressoché malcontento. Nell'anno precedente
donato dalla corte ove dominava la 1764, dopo vent'anni di favore, era
Pompadour e il ministro Choiseul morta di quarantadue la Pompa-
nemici de'gesuiti, essendosi affaticato dour da regina, e fa sepolta da cor-
nel campo di piacere a Compiegne tigiana: gli successe nel cuore del
dov' eragli stato permesso eserci- re laDubarri, e il duca di Choiseul
tarsi ne' travagli della guerra, morì venne esiliato, e poco dopo all'an-
a Fontainebleaua'20 dicembre 1765, tico parlamento di Parigi fu sosti-
nell'età di circa trentasei anni: es- tuita una corte reale.
so fu uno de' principi la cui per- Nel 1768 l'infante duca di Par-
dita cagionò i più profondi ram- ma avendo ordinato ai gesuiti di
marichi; gli fu eretto nella metro- parfire dai suoi stali, emanò pure
poli di Sens un monumento di alcune leggi enormemente lesive al-
scultura, riputato uno de' più belli la disciplina ecclesiastica, il perchè
del decorso secolo. La prima sua mo- furono da Clemente XIII annulla-
glie fu Maria Teresa di Spagna che te e riprovate. II duca ricorse al-
poco visse; la seconda che il seguì l' appoggio delle corti Borboniche,
nel sepolcro fu Maria Giuseppa di e subito Luigi XV
fece occupare
Sassonia, ornata delle più splendide Avignone e contado Vcnaissino,
il

virtù. Da essa ebbe quattro figli, domini! della santa Sede in Pro-
76 FRA FRA
venza. Intaxìto insistendo alcune po- gesuiti, per amor della pace, per
tenze, e la Francia a mezzo del- la forza delle circostanze, con som-
l'ambasciatore d'Aubeterre per la ma ripugnanza e dolore lo fece col
intera soppressione de' gesuiti, da breve Rex pacijicus de' 2 1 luglio
farsiper Clemente XIII, questi fu l'j'j'ò. Cosi per allora finì una
preso da tali angustie che a' i congregazione religiosa, che nella
febbraio 1769 terminò di vivere, sola Francia aveva una delle sue
e gli successe Clemente XIV. In sei assistenze, che il cardinal di
quest'anno la Francia cedette la fiourbon avea introdotta nel regno;
Luigiana alla Spagna, ed acquistò i cui grandi graziosamente ricevet-
tutti i possessi cioè a
dell'Indie, tero per opera dei cardinali di Lo-
dire, Cbandernagor,
Pondichery, rena, e Tournon, encomiata dal
]\Iahé, Karihal, e le loro dipenden- cardinal Gondy vescovo di Parigi,
ze, che questa compagnia avea ac- quando fu calunniata sotto Enrico
quistati dal 1676 al 1739. Il nuo- IV, altamente pur lodata dalla Sor-
vo Papa nel mese di luglio scrisse bona, per l'impegno che ammirò nei
a Luigi XV, dicendogli che aveva suoi individui nel reprimere l'ere-
sospeso breve emanato dal pre-
il sia de'calvinisti ugonotti, de' quali in

decessore contro il suo parente du- poco tempo ne ritrassero alla fede
ca di Parma, in un a tutti gli atti cattolica circa sessanta mila. Mon-
su tale emergente; e che in quan- signor di Tumel disse a Luigi XV,
to all'abolizione de' gesuiti egli non che i avevano la gloria che
gesuiti
poteva farlo per le tante ragioni i loro nemici lo erano pure del
già addotte da Clemente XIII, es- suo trono e della Chiesa.
sere piuttosto disposto convocare un Progredendo la Francia nelle ri-

concilio, in cui tutto si esaminasse forme e nelle insubordinazioni ,

legalmente, ed i gesuiti in esso moltiplicandosi ed


i sediziosi libelli,
fossero sentiti, ed ammessi a pur- aumentandosi dal general fermento
garsi quanto loro attribuivasi,
di i sinistri presagi, Luigi XV fu col-
trovandosi egli qual capo della Chie- to repentinamente dal vainolo la
sa neir obbligo indispensabile di seconda volta, e ne restò vittima ai

proteggerli come tutti gli altri or- IO maggio 1774) d'anni 60: i

dini religiosi, avendogli l' impera- suoi funerali furono turbati da san-
tore, il re di Sardegna, e il re di guinosi oltraggi, che la moltitudine
Prussia raccomandato la conserva- proferì contro la sua memoria, es-
zione della compagnia di Gesti. In- sendo la nazione profondamente
oltre gli domandò la restituzione umiliata per aver fatto passi retro-
di Avignone e del contado Venais- gradi verso il governare dispotico.
sino: per allora Luigi XV non la La storia gli deve un elogio senza
elTettuò, ma donò al Papa la pre- restrizione; fu umano: sotto di lui
ziosa raccolta di tutte le medaglie fu fondata la scuola militare, e fe-
che formavano la serie cronologica ce fabbricare la sontuosa chiesa di
di tutti i principi suoi predecesso- s. Genevetfa ( il Pantheon)
a Pari-
li; indi nel 1778 fece lestituire i gi, ilponte di Neuilly, e molti al-
detti dominii alla Chiesa. Finalmen- tri monumenti di rimarco. Nel me-
te stretto Clemente XIV dai mi- desimo anno morì Clemente XI V,
uistri delle potenze a sopprimere i il quale conosceva bene la lingua
FRA FRA 77
francese, ma non la parlava die monte di pietà e la cassa di .scon-
cogli amici, avendola studiala per to , si diportò con dolcezza nel
l'inclinazione che sempre avea nu- soffocare le sedizioni di Dijon, di
Irito pei francesi : essa fu tale, che Metz, di Ver.sailles, di Parigi e cu-
a leslimonianza del p. Savorini suo rò di riparare alla carestia dai ma-
discepolo, si affligeva ogni volta levoli esagerata, che ne avea som-
che la Francia essendo in guerra, ministrato il pretesto.
non trionfava de' suoi nemici. Mon- Luigi XVI con ripugnanza, per
tò sul trono di Francia Luigi XVI secondare l' opinione pubblica, so-
figlio di Luigi delfino, già duca prattutto quella della capitale, im-
di Berry, che fu consagrato a Reims politicamente inviò de' soccorsi alle
agli II giugno i']']5; la sua ani- colonie inglesi dell'America, che
ma leale ed aperta accolse di buona sotto il nome di Slati Uniti riconob-
ora tutti i sentimenti virtuosi, ed be indipendenti a' 1 3 marzo 1778,
il suo spirilo retto e sodo tutte le il perchè dovette sostenere la guer-

utili cognizioni. Ma la fermezza ed ra contro la gran Bretagna, a so-


una giusta confidenza in sé slesso stegno di que' popoli da essa eman-
mancarono al suo carattere; e tale di- cipatisi, ad onta del dissesto delle
fetto rese inutile o funesto quanto finanze francesi. L' emancipazione
aveva ricevuto od acquistato per degli Stati Uniti protetta dalla Fran-
la sua gloria e per la felicità dei cia, fu corroborata pel trattato di
suoi popoli. Senti il più profondo pace del 1782: mercè di esso che
dolore alla perdita del genitore, e cancellò la umiliazione di Dunker-
svenne quando la prima volta in- que, la Francia ottenne la cessione
lese chiamarsi delfino Il primo . di Tabago, la restituzione degli
avvenimento delia sua vita fu il stabilimenti sul Senegal, il diritto
suo matrimonio con la figlia della di commerciare sulle coste delle
immortale imperatrice Maria Tere- Indie, e di pescare a Terra-Nuova,
sa, cioè Maria Antonietta d'Austria, e nelle vicine isole di s. Pietro e
la quale doveva essere partecipe di Miguelon. Nel 1777 vari sta-

del suo trono e delle sue sventure: bilimenti furono formati a La Cal-
dopo quattro anni divenne re, gra- le, Bona, più tardi s. Bartolo-
e a
ve peso che accettò tremando. Egli meo ceduto alla Svezia. L'At-
fu
ereditò un regno senza denaro, sen- lantico e le Antille divennero per
za credito, senza truppe, senza leg- cinque anni teatro de' più formi-
gi o costumi. Lungi dal voler de- dabili navali combattimenti, e l'in-
scrivere i mezzi impiegati ai mali nalzamento della marina degli Stati
della nazione, continueremo ad in- Uniti, fatta omai rivale della sua
dicare gli avvenimenti, e le cose antica metropoli, fu assicurato col-
più importanti. Luigi XVI procu- la pace di Versailles de' 20 genna-
curò guadagnarsi l'affetto dei sud- io 1785, mentre l'odio tra' france-
diti, cangiò que' ministri che all'u- si ed inglesi erasi rinnovalo con
niversale non erano accetti, rinun- furore. Ma quello che fu di mag-
ziò a taluni diritti di regalia, ri- gior disgrazia, si è che la malattia del-
pristinò i parlamenti soppressi, usò la libertà ed eguaglianza democra-
di tutta la economia nelle spese tica degli inglesi americani, si co-
della corte, islilui per Parigi il municò ai giovani guerrieri france-
7» FRA FRA
si, e la Plancia poscia la difTnse iu giua medesima, per riacquistarne la
tutta l'Europa. Indi Luigi XVI co- perduta grazia, fu grande. jXon po-
strui il porto di Cherburgo, e con- tè addurre discolpe a sua difesa,
siderabilmenle restaurò quello del- solo dicliinrò di essere stato ingan-
la Roccella, rendendo la marineria nato, e ben lo poteva dire, come vitti-

francese in istato florido. Fra le ma della cabala e del raggiro di ai-


corti che mantenevauo intima unio- cuui scellerati, da'quali incautamente
ne e concordia colla santa Sede, e erasi fatto circondare. Tuttociò il fece
col Papa Pio VI, eravi questa di credere reo, onde sul momento dal-
Francia; e quando il i-e domanda- le guardie fu condotto al proprio
va al Papa diminuzioni sulle an- palazzo per essere presente alla
nate concordate per la spedizione formale ricognizione delle carte, già
delle bolle de' vescovati, Pio VI ac- per ordine del re sigillate. Per aver
cordava sempre più del richie-
di dunque il cai'dinale compromesso
sto, solo faceva osservare che ciò il nome della regina, ed avendo da-
era lo stesso che chiedere limosina to in pagamento cambiali firmate
ai poveri. Ma si bella armonia nel da altra mano ed in suo nome, fu
1786 fu sul punto di turbarsi per ilre costretto ad ordinare un li-
la famosa causa de* brillanti, sulla goroso processo, che di consenso del
quale tanto allora si parlò in tut- cardinale fu rimesso al tribunale lat-
ta l'Europa, ad onta del misterio- co del parlamento di Parigi,
so velo con cui cercavasi cuoprir- Trovavasi allora unito il clero
la. Fino i5 agosto del 1785
dai gallicano in assemblea, e però alta-
era stato chiamato a corte il car- mente reclamò al veder violati 1

dinaie Lodovico Renato Edoardo diritti ecclesiastici, ed i privilegi del-


de Rohan vescovo di Strasburgo, la Chiesa gallicana, coli' essersi com-
mentie in abito di solennità stava messo al foro secolare il giudizio
per celebrare, come gran limosiniere d'un di loro individuo. Non meno
di Francia, la messa solenne dell' As- l'assemblea del clero, che il cardi-
sunta nella reale cappella. Sul mo- naie de Piohan detenuto, con due
mento si presentò il cardinale al diversi corrieri esposero a Pio VI
re, che trovò nel gabinetto colla la dolorosa di lui situazione. Il Pa-
regina, col guardasigilli, e col ba- pa restò trafitto da tale avvenimen-
rone di Breteuil. La cagione di lai to, quasi presago delle conseguenze
chiamata era una collana di brìi- che dovevano risultare di avvilimen-
lanti,comprata dal cardinale ano- to all'alta nobiltà ed al trono, e
me della regina Maria Antonietta, dovesse poi servire di pretesto ai
dal gioielliere della corona Bobe- fieri colpi, che contro di nonessi
mer, per la somma di un milione si tardò a scagliare. Pio VI prima
e seicento mila lire tornesi, non di prendere alcuna risoluzione su
noai pagale. Il turbamento e lo questo affare , tenne una segreta
scompiglio del cardinale nelle sue congregazione di cardinali, ai quali
risposte alle interrogazioni che gli glienecommise la discussione e il

vennero fatte, sulla cagione di que- maturo esame ; e dopo una confe-
sta compera e sull'uso che aveva lenza di più ore de col cardinal
preteso di farne, ch'era quello di Bernis Francia presso
ministro di
far credei e averla regalata alla re- la santa Sede, scrisse una lettera a
FRA FRA 79
Luigi XVI, pregandolo a fiir gode •
dinaie, rappresentò le sue ragioni, ne
re al caidinal Rohan tutte le pre- ottenne l'assoluzione, e il godimen-
rogative eh' erano sua unite alla to dei diritti e distinzioni proprie
dignità, facendogli osservare nel tem- della dignità cardinalizia. Giuseppe
po istesso, che sebbene il cardinale Balsamo, detto il conte Caglioslro,
si fosse scello per essere giudicato fu uno dei primari stroraenti del
il foro del parlamento a lui non raggiro della collana, che rivoltò
competente, non polca sottrarsi ud la testa al cardinale, e poi venne

un altro giudizio dell' intero sagro punito da Pio VI.


collegio de' cardinali, di cui era il Nel 1786 un trattato di com-
Piohau uno degl' individui. Infili- mercio fra la Francia e l'Inghil-
ti la predetta congregazione ri- terra sembrò che dovesse essere
solvette,che avendo il cardinale de la base di una buona armonia du-
Rohan chiamato a giudicarlo un revole fra questi due regni, ma
tribunale incompetente, e perciò gli avvenimenti della rivoluzione,
\iolati i giuramenti prestati nel ri- che con pena andiamo ad accen-
cevere la dignità cardinalizia, non nare, disposero allrimenti le cose.

poteva più aspirare alle prerogati- Nel 1787 Luigi XVI concesse ai
ve ed onori che porta un tal gra- protestanti la pienezza dei diritli

do. Il Ta vanti ne Fasti di Pio PI, civili, dando ai loro matrimoni uu


tom. I, p. 224, riporta il decreto carattere legale. La scelta de' ministri

pontificio de' i3 febbraio 1786, Machault , Turgot , Malesherbes ,

pronunziato in concistoro segreto Saint-Gei main, eNecker, come quel-


del Papa, pel quale il cardinale fu la di Calonne, e dellarcivescovo
sospeso e privato della voce attiva Lomenié di Brienne con ripugnan-
e passiva, e di tutti gli onori del za di Pio VI creato cardintde nel
cardinalato, finché dentro a sei me- 1788, non furono le piìi opportune
si non si fosse presentato alla san- ai gran mali che minacciava il flo-

ta Sede e purgato dell'elezione che ridissimo regno di Francia. Quindi


avea fatto di tribunale incompe- l'imbarazzo delle finanze giunse a
tente. Prima però che spirasse il discoprirsi interamente, ed i pallia-
tempo prefisso in questo decreto, tivi rimedi di Necker, Calonne, e
il parlamento di Parigi dichiarò in- di Brienne non poterono impedire,
nocente il cardinale, che il re al- che nel detto anno 1788 il credi-
l'opposto rilegò all'abbazia di Chai- to pubblico non si trovasse annien-
ze-Dieu, spogliandolo della distinta tato da un deficit irreparabile.
carica di grand' elemosiniere, e del Venne invano proposta una misu-
cordone dell'ordine equestre dello ra, che i fautori della libertà ed
Spirito Santo. Con tutto ciò il car- eguaglianza degli uomini in faccia
dinale spedi a Roma le sue giusti- alla Tegge avrebbero dovuto enco-
ficazioni accompagnate con lettera miare, cioè la contribuzione fondia-
a Pio VI, per dimostrare le cru- ria giustamente ripartita non solo
deli circostanze che l'avevano co- fra i semplici possidenti, ma anco-
stretto a scegliersi per giudicai lo un ra fra le due classi privilegiate del
tribunale secolare. In seguito si clero e della nobiltà, che sino al-
presentò in concistoro monsignor lora ne erano rimaste esenti, e il

Albani quale procuratore del car- dazio indiretto del bollo sulla clas-
8o FRA FRA
se forense e commerciante. I par- la doppia rappresentanza del ter-

lamenti ricusarono di registrare ta- zo stato, e della votazione per


li editti, e il le convocò l'assem- testa ; i parlamenti opinarono per
blea de' notabili, che durò tre me- la conservazione del metodo anti-
si a conferire, ma senza alcun ri- co ; i pari si dichiararono pronti a
sultamento. Tenne poi Luigi XVI soggiacere al peso delle nuove im-
un letto di giustizia per dare alle posizioni, onde rimovere ogni pre-
controverse leggi finanziarie la so- testo; il consiglio reale de-
in fine
vrana sanzione; ma il parlamento cise a favore della doppia rappre-
dichiarò alteramente l'illegalità del- sentanza, ordinando che gli slessi
l' atto, ed accennò la convocazione stati generali decidessero poi dopo
degli stati generali. I membri di es- il loro radunamento sul modo di
si furono esiliati a Troyes, ma in- raccogliere i voli. Ne fu intimata
di a poco richiamati: l'esilio a la convocazione a Versailles per il

\ille-Cotterets susseguito dall' im- dì 5 di maggio del 1789.


mediato richiamo, fu la sola mor- Siccome da questo passo ebbe
tificazione data a Luigi duca di origine la strepitosa rivoluzione,
Orleans promotore principale dei che cangiò più volte la forma del
tumulti eccitali in Parigi, de'sedio- governo francese, cosi ci permette-
si applausi ai parlamentari, e de- remo quanto abbiamo
qui, oltre
gli ostinati rifiuti di secondare le detto superiormente, un cenno del
mire -del governo. Lomenié di sistema governativo della Francia
Brienne ministro delle finanze, e a queir epoca. Essa dividevasi in
Lamoignon guarda-sigilii saivaron- Irentadue grandi provincie, e talu-
si colla Necker fu richiama-
fuga. ne tra esse ne racchiudevano altre
to ad amministrare l'erario, ed an- minori, amministrandosi ciascuna
ch' egli nell'adunanza degli stati ge- da un intendente: sotto l'aspetto
nerali indicò il solo rimedio atto militare però riparti vasi in quaran-
alle circostanze. Grave discussione ta governi. Il re riuniva nella sua
insorse pure sul metodo da osservar- persona il potere legislativo e lo
si nelle future deliberazioni, e sic- esecutivo; i suoi editti però dove-
come progetti da discutersi feri-
i vano essere registrati o dagli stati

vano idue primi ordini del clero e generali, o dai parlamenti, i primi
della nobiltà, i quali avevano esor- componevansi de'tre ordini della na-
bitante prepoderanza sul terzo sta- zionej cioè dal clero, dalla nobiltà
to, che sentiva dalle nuove misu- e dal così detto terzo slato, che
re alleviamento, si propose di ac- tutti i cittadini abbracciava non
crescere il numero de' rappresentan- inclusi nelle precedenti categorie, e
ti del terzo stato, sino ad eguaglia- dedicati al foro, alle lettere, al com-
re quello degli altri due ordini, e mercio, ed alle arti liberali, ovvero
di raccogliere i voti per testa, e industriali: essi però raramente e-
non per classe, come per lo avan- ransi convocafi, né mai emanarono
ti crasi usato. Diatribe insolenti, deliberazioni importanti. I parla-
sanguinose dissensioni, furono l'ef- menti che ne riempivano le veci
fetto della nuova questione. I no- erano corli sovrane di giustizia, che
tabili per la seconda volta adu- temperavano nella loro istituzio-
nati rigettarono l'innovazione del- ne la regia; ma negli ultimi tem-
FRA FRA 8i
pi il potere crasi aflfievolito, che pubblica era affidata a venfuna uni-
erangli permesse appena umili ri- vei'sità, ad una scuola militare, a
rhostranze al sovrano, e poche era- vari licei di medicina e di giuris-
no le modificazioni che si oltene- prudenza, ed ai collegi e semina-
vano; era frequente lo scioglimen- ri ecclesiastici.
to di tali corpi, come l'esilio dei Gli stati generali adunati a Ver-
membri, quando imprendevano a sailles, ove la corte soggiornava
cozzare col volere esternato dal re. nel di 5 maggio 1789, dopo lun-
Quattro erano i consiglievi ministe- ghe ed animate discussioni sui me-
ricili, cioè delle relazioni estere, dei todi da eseguirsi per la verificazio-
dispacci delle provincie ossia del- ne de' poteri, per l' esecuzione dei
l' interno, delle finanze, e del com- lavori, e per la collezione de' voti,
mercio. Un consiglio privato, tenu- nel 17 giugno si costituirono in
to dal cancelliere coli' assistenza dei assemblea nazionale, facendo scom-
referendari e dei consiglieri di sta- parire i tre ordini : ciò fii tutta
to, aveva il diritto di cassare i de- opera del terzo stato, che avendo
creti de' parlamenti e delle corti invitato gli altri due ad unirsi, ed
superiori . Le principali autorità avendo essi negato, si costituirono
giudiziarie e finanziarie erano : il in assemblea. Le misure di repres-
gran consiglio, la di cui giurisdizio- sione per impedirne le adunanze
ne estesa a tutto il regno risguar- col circondare di armati la sala
dava gli affiiri degli ecclesiastici e delle sedute, le proteste della no-
de' grandi ufficiali della corona, che biltà e del clero contro atti tanto
avevano il privilegio di evocazione; contrari alle basi dell' anfica monar-
i tredici parlamenti che enumeram- chia, furono inefficaci, mentre i de-
mo, le dodici camere de' conti, le putati convennero nella sala del
tre corti degli aiuti che giudicava- giuoco della palla, e nella chiesa di
no gli appelli in materia di finan- s. Luigi per continuare le deliberazio-

za, i due consigli superiori o tribu- ni, giurando di non separarsi prima
nali ordinari di appellazione, le cen- d'aver compiuta la costituzione e la
tottanta elezioni o tribunali per le rigenerazione pubblica . La comparsa
vertenze finanziai-ie di prima istan- del re Luigi XVI nella seduta del
za, i sessantaquattro giudici-conso- 23 giugno, ed i vani suoi sforzi
li stabiliti in varie città per giudi- e concessioni per separare i mem-
care singolarmente le questioni com- bri raccolti , che persistevano nel
merciali, una corte delle monete lavoro, ad eccezione della nobil-
con dieciottt) uffici subalterni , i tà e del clero che si separaro-
baliaggi reali presidiali, ed altri no, e poscia si unirono al terzo
tribunali ordinali per le controver- stato compiacere il re,
per non
sie civili in primo grado di giuris- produssero verun bene; i mem-
dizione; talune città si valevano bri raccolti fecero cessare la so-
del diritto scritto, talune avevano vrana autorità, e tiasfiisero ogni
particolari statuti, e quattroceuto- influenza morale ncW assemblea na-
iiovanta se ne contavano non solo zionale o costituente, deponendo i

diversi ma anche contraddittorii. fi- tre ordini nome di stati


il genera-
guai disordine osservavasi nella va- li. Fin da quel momento l'antica
rietà dei pesi e misure; l'istruzione monarchia francese fu distrutta, la
VOL. xxvii. 6
«2 FRA FRA
rivoluzione consumata ; e luttociò vitii personale, e rendere i diiitli

die partoiì d'assurdi e di delit- feudali redimibili, i membri, le cit-

ti ne fu soltanto la conseguenza tà, le Provincie gareggiarono nel


inevitabile. La viiluosa candiscen- distruggere le antiche costumanze,
denza di Luigi XVI , l'illimita- ne compi coli' abolizione de' privi-
ta fiducia nella nazioOe, l'essere legi il primo stadio. L'insurrezio-
disposto a qualunque sagriflzio per ne popolare del 5 e 6 ottobre fu
essa, il non }>ermettere che neppu- punto di scannare la regina nel
sul
re un uomo perisse per la sua cau- suo letto, tolse al re le sue guar-
sa, fu la regola della sua condotta, die, lo trasportò dalla villa reale
non che cagione delle sciagure della di Versailles nella capitale, ponen-
Francia e delle sue pi'oprie, seb- dolo sotto la sorveglianza del po-
bene in apparenza sembrassero sen- polo, incominciando la sua lunga
timenti lodevoli degni del suo bel prigionia nelle Tuilleries, donde
cuore. V
Granié, Histoire de l'as-
. passò nella torre del tempio: allo-
stiiihlée consliuiaiitede France, Paris ra dai ribelli si effettuò la muta-
1797. INel di i4 luglio colla presa zione dell'antico reggimento. La
della bastiglia, e coH'armamento del- Francia fu divisa in ottantatre di-
la guardia civica parigina, il popolo partimenti suddivisi in distretti, ed
s'impadronì del potere materiale, in cantoni; ogni
dipartimento eb-
ed il re presentossi a piedi e sen- be un'amministrazione centrale, ed
za corteggio all'assemblea per unir- un tribunale criminale; ogni distret*
si ed allontanò le trup-
alla nazione, to un amministratore particolare,
pe che volevano condurlo salvo a ed uu tribunale civile; ed ogni
Metz. Tale fiducia fece tacere i fa- cantone una giustizia di pace, ed
ziosi, il re fu applaudito, ed entrò un' amministrazione municipale; i
tiioufalmente in Parigi, preceduto giudici e gli amministratori ven-
da una deputazione di cento mem- nero nominati dal popolo. L'assem-
bri , e ricevuto dal famoso astro- blea nazionale abolì la tortura, di-
nomo Jjailly maire della capitale, chiarò di non riconoscere i voti
e da La Fayette comandante della monastici, aboh gli ordini regi
guardia urbana, fra le acclamazio- conosciuti sotto il nome di Leltres
ni della popolazione. Il maire fe- de cachet, le dogane interne, le

ce a Luigi XVI questo singolare decime, e i diritti feudali; riformò


complimento: » Il vostro avo En- la giuiisprudenza, riconobbe la li-

« rico IV conquistato avea il suo bertà de' culti, consagrò la libertà


M popolo; oggi il popolo ha conqui- individuale e l'eguaglianza propor-
« stato il suo re ". Arrivato Lui- zionale dei carichi pubblici, e sta-
gi XVI al palazzo della città vi bilì un sistema di finanza uniforme
ricevè la nappa, o coccarda nazio- e semplice.
nale, e fu accollo con entusiasmo Nella sessione del 2 dicembre
quando con essa al cappello com- furono posti alla disposizione della
parve alla finestra. La rivoluzione nazione beni del clero, e messa
i

così sanzionata procedeva a gran (juindi in circolo la carta moneta-


passi, e la sessione del 4 agosto, ta per riparare \\ dissesto delle fi-

in cui dietro la proposta del viscon- nanze. La rivolta propagata nei


fu
te de Auailles di sopprimere la ser- domiuii the la santa iiede aveva
FRA FRA S3
in Provenza, nella città d'Avigno- (L'ila rn'oluzhne francese tanto po-
ne e contea Venaissina, che l'as- liticache ecclesiastica, e della gran
semblea fece occupare malgrado le parte che vi hanno avuto i gianse-
proteste di monsignor Casoni vice- nisti, Assisi 1793; e Manzi, Isto-
legato poi cardinale , e quelle di ria della rivoluzione di Francia,
dieci e più mila buoni cittadini Firenze 1826. Mentre l'assemblea
cui fu risposto che il re avrebbe nazioaale molti decreti emanava
pensato d' indennizzare la corte l'o- offensivi 1' ecclesiastica gerarchia ,

raana; e indarno l'abbate Maury ch'essa apertamente voleva distrug-


poi cardinale difese con robusta e- gere in un colla religione, di tut-
loquenza le ragioni della Sede apo- to i zelanti vescovi ne informavano
stolica avanti l'assemblea nazionale. Pio VI. Temendo questi che i fran-
Ma nel tempo che questa sembra- cesi in tanta convulsione maggior-
va preparare dei gran beni, lasciava mente s'irritassero se avesse fatto
ogni principio religioso annullato, udir sua voce, pazientando pru-
la

i costumi all'ultimo termine di de- dentemente , piangeva le dolorose


pravazione, il diritto di proprietà vicende di si illustre regno, e fa-
minato dai suoi fondamenti; le fi- ceva fare apposite e pubbliche pre-
nanze, le flotte , le colonie in una ghiere, perchè Iddio vi provvedesse.
confusione estrema, cose tutte che Di però e del suo silenzio
tutto
si devono riguardare come la cau- commendato dal Barruel nel Jour-
sa principale delle calamità dalle nal ecclés. tom. II, pag. 200, rag-
quali fu poscia desolata la Fran- guagliò Pio VI il sagro collegio in
cia. L' incredulo Mercier nel suo concistoro, sino dai 20 marzo 1790,
libro intitolato, U anno i^^o, che con tenera ,
commovente e dotta
fu stampato nel 1768, sino d'allo- allocuzione, che si legge nella rac-
ra avea annunziato con piena chia- colta intitolala: Rescripta SS. D.
rezza tutto nefando progetto, che
il N. divina providenlia Pii Papa VI^
la miscredenza filosofica andava a editio novissima collecta, et aiicta
realizzar nell' assemblea di Parigi ab H. L. (Enrico Lodovico) IIu-
e tutte le inique massime del fu- lot praesbilero Rhemensi, Venetiis
turo regno fìlos-ofico rivoluzionario, anno aerae vulgaris que- i
799. Da
di cui la principal mira era il di- sta ultima ben si rav-
collezione
slruggimento della religione catto- visa con quanto zelo e con quan-
Parlando 1' abbate JauflFret
lica. ta pastorale sollecitudine abbia Pio
della morte di Luigi XV, avvenu- VI procurato per ogni mezzo che
ta nel 1774» fa un vivo quadro nella rivoluzione fatale della Fran-
dello stalo di questo regno per cia si mantenesse salva la religio-
circa sessanl'anni, nel quale si rav- ne cattolica, allora vacillante e scon-
visa quanto le cose si disponesse- volta nel regno.
ro alla rivoluzione, e gli scritti che Dopo tal concistoro il Papa
pubblicavansi erano tendenti non scrisse a diversi prelati francesi ,

meno alla distruzione de' troni, che ch^ egli conosceva per piìi zelanti

del santuario ; rimproverando di della gloria di Dio, esorlandoli al-


debolezza il governo, come immer- la costanza , e nel tempo medesi-
so ne' vizi e dominato dagl' incre- mo a sottomettersi con tutta la

duli. Veggasi il Gusta, Memorie rassegnazione alla divina provvi-


84 FRA FRA
denza. Nel breve che Pio VI a' 3 ( BarrUel. 2. Le schisine déclaré par
marzo diresse al cardinal de Roclie- M 179'- Sixième volume, to-
foucault arcivescovo di R.ouen, pres- me second, deuxième partie^ Con-
so Hulot pag. 5, per evitare mag- stitution Serment iiq\. Questa pre-
giori scandali, gli accordò la facol- ziosa raccolta contiene le pastorali
tà di dispensare dai voti religiosi di molti vescovi, e le scritture di
che dall assemblea erano stati sop- molli ecclesiastici , nelle quali si

pressi. E nel breve che Pio VI combattono con somma erudizione,


ai IO luglio inviò all' arcivesco- e con argomenti pienamente vitto-
vo di Vienna di Francia, egual- riosi, gli errori e le ingiustizie del-
mente presso Hulot p. 9 lo pregò
5 la Costituzione civile del clero. Una
a distogliere il re dall' approvare o simile collezione si ha col titolo :

sanzionare i decreti sulla CosùUiziO' Testimonianze delle chiese di Fran-


ne cii'ile del clero, dall'assemblea cia sopra la così delta Costituzio-
nazionale emanati a' I2 luglio, e dal ne civile del clero, decretata dal-
re poi sanzionati per violenza a'24 l assemblea nazionale, raccolte dal
agosto, la quale costituzione il Pon- dottore Giovanni Marchetti poi ar-
tefice nel breve de' io luglio al- civescovo di Andra e vicario apo-
l'arcivescovo di Bordeaux Girola- stolico di Rimini, col testo origina-
mo Maria Champion de Cioè, pres- le francese, e con noie, Pvoma nel-
so r Hulot pag.7, dichiarava op- la stamperia di Gio. Zempel i7<)r.
posta direttamente all' unità della In questa interessantissima collezio-
Chiesa cattolica, e tendente espres- ne si contengono le pastorali prin-
samente a rompere ogni vincolo cipalmente de' vescovi gallicani ,

e corrispondenza di unione fra la pubblicate al fine di ribattere l'at-

Francia e la santa Sede. Questa tentato che la nuova cosliluzione


costituzione civile, del clero, col ti- veniva a portare sopra tutto il si-

tolo: Code ecclésiast'ique francais, stema eoclesiaslico. Veggasi la lun-


fu inserita da Barruel nella sua ghissima lettera da Pio VI scritta
Collectioii ecclésiastique, ou Recneil agli II marzo 1791 al cardinal
complet des ouvrages faits diipniM arcivescovo de R^ochefoiicault, e ad
loiaerture des ètats généraux ré- altri vescovi delia Francia, riporta-
lattvenient au clerge, à sa cowili- ta dal citato Hulot a pag. ^1 lino
tutioii civile, decretée par rassem- a 97, nella quale il Papa con vasti
blèe nationale , sanctionée par le e sagra erudizione, ed incontrasta-
roi,premier volume, tome premier, bile verità, dimostra quanto la Co-
première partie. A Paris cliez Cra- stituzione civile del clero gallicano
part 1791. Seconde volume, tome sia opposta alla religione cattolica,
premier seconde partie, Constitu-
, ciò che ancora hanno dimostrato
tioii 1791. Troisième volume, to- alcuni scrittori. E pure da vedersi
me premier, troisième partie, Coii- il discorso del senatore Luciano
stitutiori Serment 1791. Quatrième Bunaparte fatto al tribunale in oc-
volume, coraprenant: i. Parallele casione di annunziarvi il concorda-
des révolutions, par M. l'abbé (Ma- to col Pontefice Pio VII nel 1802,
rie Nicolas Silvestre) Guillon, pre- Inoltre Pio VI si rivoltò al re
te parigino, ed estensore di que- Luigi XVI con un breve de' io lu-
sta raccolta insieme coli' abbate glio, inserito dall' Hulot nella sua
FRA FRA 8^

raccolta a png 6, nel quale lo e- zionale, approvò sebbene contro sua


soilava a non lasciarsi sorprende- voglia la costituzione civile del cle-
re nel sanzionare i decreti dell'as- ro. Con amaiissimo rincrescimento
S(!mblea nazionale riguardanti il ricevette Pio VI dal re medesimo
(loro francese, poiché nel sanzio- questa notizia ,
per la quale tosto
avrebbe condotto la Francia
narli Ib rimproverò, facendogli vedere i

alio scisma, non essendovi potere inali gravissimi a' quali con siffat-
alcuno temporale che fosse autoriz- ta approvazione aveva esposto il
zato a variare la dottrina della suo regno, la religione e sé mede-
(hiesa: in (Ine gli diceva il solle- simo con breve de' i settembre
,

cito Pontefice,
che se tanto avea presso r Hulot a pag. 20, nel qua-
sua maestà ceduto in benefìzio dei le fece in tal modo spiccare l'evan-
suoi popoli , cioè di que' diritti gelica libertà, eh' esso sarà sempre
ch'erano suoi propri e della sua un monumento del suo pontifìcio
cotona, non poteva tuttavia in ve- instancabile zelo. Questa saggia con-
riui conto per ri-
fare lo stesso dotta di Pio VI è ben rilevata con
guardo a ciò ch'era dovuto a Dio lode dall'abbate Barruel, nell'arti-
ed alla sua Chiesa. Restò il re va- colo : De la conduìle da Pape
cillante con questo breve, non sa- dans les circonstances présentes, nel
pendo a qiial partito appigliarsi , suo Journal ecclés. tom. II pag. _,

mentre veniva fortemente pressato 104. La costituzione civile del cle-


dall'assemblea ad approvare la co- ro , che riduceva i vescovati, va-
stituzione civile del clero, nella qua- riava le circoscrizioni delle diocesi,
le tutti gli ecclesiastici, a norma sopprimeva i capitoli, e faceva mol-
diquanto in essa si prescriveva, do- te altre ecclesiastiche e perniciose
vevano prestare giuramento civile, innovazioni, piodusse gravissimi dis-
che ai diritti della Chiesa si opponeva. pareri , eh' ebbero poi funestissime
l^iima però di apporvi Luigi XVI la conseguenze. Pure la festa della fe-
sua renderne inteso il
ralifìca, voile derazione celebrata nel campo di
Papa della sua dubbiezza, e sentirne Marte il i4 luglio 1790, anniversa-
il suo consiglio ma perchè l' im- ; rio della presa della Bastiglia, e la
portanza dellalfare non dava luo- serenità con che il re, la regina e
go a Pio VI di darne subito de- la famiglia leale vi presero parte,
cisa risposta , egli si contentò di guidavano a speranze d' una since-
I ispondere sul momento al re, con ra riconciliazione. Luigi L' infelice
letterache 1' Hulot riporta a pag. XVI accordava tutto, sperando di
i6, per avvisarlo che avea stabili- salvare alcima cosa, e sagri fica va
to una congregazione di venti car- lo stato per compassione de' parti-
dinali per esaminare, discutere, e colari minacciati o perseguitati in
lissare quanl' era necessario a cosi tutte le parti della Francia. La re-
rilevante oggetto. Non vedendo po- ligione sola lo avrebbe salvato dal
scia il re alcuna risoluzione per naufragio, se raccoltosi nell'asilo in-
parte di Roma, la quale aveva h\~ violabile della sua coscienza , ed
sogno di piìi tempo per le neces- assicurato com'era di essere soste-
sarie sessioni della predetta con- nuto dalla maggioranza del popo-
gregazione ,
ed essendo continua- lo tuttavia cristiano, avesse ricusa-
Diente pressato dall^ assemblea na- to di confermare gli accennali de-
86 . FRA FRA
creli spogliatori della Chiesa , e U fermezza, ed emano la coslilnzion^

coslituzione civile del clero. Ma due del 1791- Il popolo esercitava con
ministri di stato, ed anche eccle- essa il diritto di elezione dei rap-
siastici, gli occultarono molte lette- presentanti, a' quali spettava l'eser-
re del Papa, che condannavano le cizio della facoltà legislativa , ma
*
dette innovazioni. la regia autorità vi era soverchia-
Intanto a' 20 maggio 1791 fu- mente ristretta. Dopo essere siala
rono in Mantova con la famosa di- sospesa la sua autorità reale a Lui-
chiarazione gettate le basi di una gi XVI, prese lo statuto ad
egli
prima coalizione contro la Francia, esame, ne pronunciò la solenne
e
mentre Luigi XVI istruito final- accettazione, e confermollo nel di-
mente troppo tardi sui progetti dei scorso pronunziato al pubblico il
faziosi, ed incoraggiato dai piìi fe- dì 29 settembre, allorché l'assem-
deli suoi servi, si determinò di fug- blea costituente si dimise dalie sue
gire dalla capitale, e cercare un funzioni. La nuova assemblea na-
asilo sidla frontiera da dove po- , zionale legislativa si radunò nel
tesse trattare col suo popolo. Par- primo ottobre 1791, e ricevette
ti a' Il giugno 1791 , e ad onta con solennità il libro della costitu-
delle usate precauzioni, fatalmente zione, che doveva guidale al caos
fu riconosciuto a Varetmes, arre- il pili disordinato della feroce anar-
stato e condotto a Parigi in mez- chia, giurandone 1' osservanza. Nel
zo agli oltraggi ed alle violenze. medesimo anno il Papa Pio VI sti-
V. V Histoire de l' évéaement de mò necessario di spiegare l'animo
Vairnnes mi ixjuin 1791, par le suo apostolico contro decreti coi i

coni te de Seze, Paris i843. Nondi- quali si conculcavano tutte le leggi


meno tale evento intimorì alcuni del domma e della disciplina ec-
de' suoi persecutori , tremando pel clesiastica : egli aspettava il ricorso
disciedito e pubblica indegnazione ed il sentimenlo de' vescovi france-
in cui era caduta 1' orgogliosa as- si ,
per manifestare con maggior
semblea costituente, cui successe la opportunità la voce del vicario di
legislativa. Dal seno pertanto del- Gesù Cristo, ed a ciò dierono oc-
Iassemblea costituente siuse il par- casione trenta di que' zelantissimi
tilo repubblicano a combattere l'al- prelati, deputati all'assemblea na-
tro moiiarchico-costituziunale, i cliibs zionale, per avere il sentimenlo del
òtt giacobini , de' cordelieri, de' fo- successore del principe degli apo-
giianti , de' girondini destarono la stoli. A' 3o novembre 1790 sotto-
guerra civile, ed il campo di Marte scrissero e gli spedirono V Esposizio-
fu insanguinato per reprimere la ne de' principii della co'ilituzione
nuova insurrezione. Il re (u prowiso- civile del clero, la quale costituzio-
naaiente sospeso, e la Prussia, ì' Au- ne era stata formata dai teologi
siria ed il re di Sardegna strinsero repubblicani le Camus, Treilhard
CDufro la Francia nel dì 27 luglio Martineau e Maillane coli' incom-
d famigerato trattato diPlinitz, che petente autorità della predetta as-
preparò l" invasione della monar- semblea nazionale , e richiesta con
chia, incominciando la insurrezione impero di essere mantenuta con
d dia Vaitdea. La nuova assemblea giuramento dai deputati Baruave
Itgislativa però procede oltre con proleslante, e Rebaud de Saint-E-
FRA FRA 87
tienile ex-ministro calvinista. Veg- tion civile du clergé, par les évc-
gnsi ìi BaiTuel nel suo Journal (jues deputés, suivie de la lettre des
lom. I, pag. 5i. Préjngés legitimcs mémcs évèfjues en reponse au href
,

sur la constitution civile, et le scr- du Pape, cu date du tnars 1791 1 i

ment exigé. dit rlergé. et de la lettre de 31. Varchéveque


L'autore della Esposizione dA d'Aix, en reponse au href du Pa-
principii sulla costituzione civile citi pe Pie FU
cu date du i5 aoilt
clero fu monsignor tle Boisgelin ar- 1801, quale è ancora riportala
la
civescovo di Aix poi cardinale e ,
dal Barruel nella menzionata Col-
arcivescovo di Tours, deputato al- lection ecclésiasticpie , ou recueil
l'assemblea nazionale, ed uno dei compiei des ouvrnges fails .... ré-
trenta prelati in essa sottoscritti. lativement au clergé, à la Constitu-
Egli vi difendeva e rivendicava i tion civile ec. voi. I, t. I, par. I, pag.
veri principii della Chiesa senza )5i e seg. A questi vescovi dun-
una
querele, senza amarezze, e con que rispose Pio VI con breve de-
moderazione ed una solidità, che gliII marzo 1791, nel quale emu-
avrebbe potuto ricondurre al giu- lando il coraggio, lo zelo e la dot-
sto sentimento gli spiriti meno pre- trina Leoni e dei Gregori i
dei
venuti. La sua esposizione reclama- grandi eruditamente confuta, e
,

va la giurisdizione essenziale alla maestrevolmente abbatte e condan-


Chiesa, il diritto di fissare la di- na gli errori che nella Costituzio-
sciplina, di fare de'regolamenti, di ne civile si contengono, la quale
istituire de' vescovi, e dar loro una ancora fu dichiarata un estratto di
missione giuridica, diritti che inte- molte eresie, nel breve diretto al
ramente rubavano alla Chiesa i de- cardinal de Brienne arcivescovo di
creti dell' assemblea nazionale: cen- Sens, dove lo rimprovera di aver-
to e dicci vescovi francesi, la lista ne fatto il giuramento. Il breve di-
de' quali è presso il Barruel nella retto a' vescovi lo riporta il Bar-
sua Collection ecclésiastiaue, voi. I, ruel, Journal tom. II, mai 179' ,

tom. I, par. I, p. 236, 24^^ con p. 91, con una nota sulle diverse
molti altri ecclesiastici nel numero traduzioni che ne furono fatte in
di novantolto, per combattere coi Francia molto difettose; lo riporta
loro scritti la dottrina del partito pure r Hulot nella citata raccolta
dell'assend^lea, ed attaccare l'aulo- a pag. 4'- Sul breve poi al cardi-
re della nuova Costituzione civile nale de Brienne si può consultare
colle proprie sue armi, si unirono il Barruel nelle sue Observations
a' trenta vescovi della medesima as- sur la lettre pastorale de 31. Ro-
semblea, onde la loro Esposizione bert ( Thomas Lindet, cure de Ber-
divenne un giudizio di tutta la Chie- nay diocèse de Lisieux, par la g: ace
sa gallicana. Ma
nemici della reli- i de la constitution se disant anjour-
gione continuavano sempre la mar- d'hui) V évèque (ìnlvm) du dépar-
cia per abbatterla. Su questo argo- temenl de l'Eure aux fide les de son
mento si può consultare lab. L. F, diocèse. Journal ecclés. mai 179'!
Jaullret nelle sue preziose i^/e/noiVe5 tom. Il, p. 5 e seg.
pour servir à l' Histoirc. ecclés. da Pio VI di questa sua pastorale
siede XF III, tom. II, pag. 352 e fermezza avvisò ancora il re Lui-
seg. ; V Espositioii sur la Conslitu- gi XVI, con breve de' io mar-
ss FRA FRA
zo ,
presso V Hulot a pag. 97 religiosi e di tutta la comunione
col quale gli ricorda il giuia- cattolica, ciò che con ditVusione trat-
inento che nella sua coronazione ta il Jauffret, Méinoires tom. 1!, p.
avea fatto di difendere e conser- 871 e seg. Nello stesso gim-no Pio
vare i privilegi canonici della Chie- VI spedi quel medesimo breve ai
sa e de' vescovi, al quale il re a- vescovi della Corsica, presso 1' Hu-
vea contravvenuto nel sanzionare i lot a p. I?. 3, dove ancora erasi ab-

decreti dell'assemblea, manifesta- bracciata la costituzione civica. A


mente opposti e contrari ai diritti riparare quindi ai molti mali de-
di §anta Chiesa. Con altro somi- rivanti dai decreti dell'assemblea
gliante breve de' i3 aprile, presso nazionale, provvisoriamente Pio VI
r Hulot a p. 106, diretto ai vesco- spedi a' vescovi della Francia un
vi, al clero ed al popolo francese, breve dato a Teriacina a' io mag-
Pio VI condannò tutti gli ecclesiasti- gio 1791, presso r Hulot a p. i54>
ci che prestato aveano il detto giura- col quale concesse loro molte fa-
mento civico, sul quale bisogna qui coltà, e da esse si ravvisa quanto
rammentare con gloria dell'episcopa- in questo regno fosse diminuita la
to gallicano, che di cento treutacin- religione cattolica poiché quelli ,

que vescovi della Francia, quattro che la conservavano erano costret-


solamente si arrolai'ono col loro ti, come i cristiani della primitiva
giuramento civico sotto gli stendar- Chiesa, a praticarla di nascosto. Le
di della nuova condannata costitu- stesse facoltà furono ampliate dal
zione, i quali furono il cai'dinal de cardinal Antonelli prefetto della
Biienne arcivescovo di Sens ed i ,
congregazione di propaganda fide ,

vescovi de la Font de Savine di con rescritto de' 18 agosto, presso


Vivici s de Jarenle d' Orleans e
, , r Ilulut a p. 1 56, dal cardinal Ze-
de Tallejrand Périgord d' Autun ,
lada segretai'io di stato, con rescrit-
dei quali gli ultimi due già con-
,
to de''26 settembre, presso l'Iiulot

sagrati vescovi , si ammogliarono ,


a p. 157, e presso il Barruel, /L»»^/^.

ne la condotta di tutti quattro tom. Ili, p. 367, col quale le comu-


insieme poteva dar gran lustro al- nicava ad alcuni di que' vescovi
la nuova Chiesa rivokizionaiia, co- che lo consultavano sulla condotta
me osserva il Jaufìret, Méinoires p. che dovevano tenere, per riguardo
364 e seg. Condannava ancora Pio a' battesimi , a' matrimoni ed alle
\I tutti vescovi intrusi, ch'egli
i sepolture de' fedeli ,
le quali fun-
in detto breve nominava , dichia- zioni erano costretti dall'assemblea
randoli sospesi e scismatici per la medesima a pairochi in-
farsi dai
loro illegittima consagrazione. Con- trusi. Nel concistoro poi de '26 set-
futava pure vittoriosamente molti tembre i''9i , il Papa degradò e
articoli della Costituzione civile del depose dal cardinalato il suddetto
clero, siccome manifestamente con- de Brienne.
trari ai principii della Chiesa cat- Dalla nuova assemblea naziona-
tolica, rovescianli i dommi piìi sa- le legislativa i germi delle fazioni
gri e la disciplina più solenne della pullulavano ognor piìi rigogliosi, e
stessa Chiesa, e che disti uggevano i preparavano lotte sanguinose del
diritti della Sede apostolica, quelli repubLlicanisino co' partigiani della
de' vescovi , de' preti , degli ordini costituzione. La real corte entrata
FRA FRA 89
in difTidenza, lungi dal sostenere i nio del re e di tutta la sua fami-
costituzionali moderati, favori la glia, tranne i fratelli ch'eransi ri-

nomina del girondisla Petion a fugiati altrove, che cagionò il mas-


maire di Parigi j ma il re titu- sacro degli svizzeri, la convocazio-
bando sempre nel vario cangia- ne d'una Coìivciìzione nazionale^
mento del suo ministero, prestossi cui alcuni chiamarono adunanza
ad intimare alle potenze estere il di furie d'inferno, la destituzione
disciogliniento degli eserciti che si de' ministri, la sospensione del re
riunivano ai confini francesi, e non trasportato alla Ione del Tempio,
contento AeW uldinatiini comunica- e distrusse col trono costituzionale
to dal gabinetto austriaco, si recò ogni sociale guarentigia. La regina
nella seduta de' 20 aprile 1792 a Maria Antonietta, suoi figli Ma- i

pioporie la Fran-
guerra contro ria Teresa Carlotta, e Luigi Car-
cesco li succedalo allora a Leopol- lo delfino duca di IVormaudia, non

do II nel regno d' Ungheria e di che Elisabetta sorella del re divi-


Boemia. La proposizione fu accol- devano la prigionia del monarca,
ta con gioia dall'assemblea e ne , e ne aumentavano l' amarezza coi
risuonò il grido per tutta la Fran- loro patimenti. Tutti i sagrifizi
cia. Si tentò il 20 giugno la nuo- pubblici o personali cui Luigi XVI
va insurrezione questa giornata
: fatti aveva al suo amore per la
anniversaria delle rivoluzioni prese pace, tutte le concessioni estorte al-
dall'assemblea costituente nella sala la sua debolezza, non avevano ser-
del giuoco della palla, ne sommi- vilo che per eccitare la rabbia dei
nistrò il prelesto colla celebrazione faziosi, e per accrescere la loro au-
di una festa civica, in cui vedevasi dacia. Intanto Luigi XVI beisa-
erigere l'albero della libertà. Un'or- glio di tutte le piìi inaudite inde-
da armata di ottomila popolani si gnità, insulti e bassezze, tranquillo
presentò all'assemblea, lamentando in mezzo a tanti pericoli, ed inac-
l'inazione delle armate, ed accu- cessibile a tanti oltraggi, opponeva
sando il re di connivenza. Condot- a' suoi fieri persecutori la tran-
ta da San terre, e dal marchese di quillità dell' anima sua, ed il co-
Saint-Horugues investì il domicilio raggio che gl'ispirava la sua tede
reale, e fece temere i più terribili religiosa. L' Eurcjpa frattanto inu-
eccessi ; ma la fermezza del re, e tilmente avvertita, gelosa o distrat-
la fiducia con cui presentossi in ta, lasciato avea consumare il gia-
mezzo a loro, la popolarità fami- ve scandalo, che le preparava più
gliare che dimostrò a' cittadini, e tardi crudeli umiliazioni: costretta
l'ariinga di Pelion accorso al tu- alla guerra armato aveva, ma de-
multo, giunsero a dissipare l'altnip- bolmente e senza accordo.
paraenlo. Tuttavolta il manifesto La Fayetle ch'arasi accinto a
impetuoso del duca di Brunswick, sostenere il sistenia della monar-
e i'avanzamento delle truppe prus- chia temperata, dovette abbando-
siane nel territorio francese esalta- nare a sé stessa una nazione eb-
rono maggiormente gli spiriti , e bra de' suoi successi anteponendo ,

liei di 10 agosto si consumò l'in- il proprio sacrifizio alla civile re-


surrezione democratica di ventimila sistenza. La sanzione de' decreti
arnìati, cli'cransi proposti l' ussassi- contro il clero, e contro gli cmi-
go T'KA FilA
grati fino allora impedita dal regio rato il re soggetto alla giustizia de!
i'cto, la dislruzioiie degli emblemi popolo sovrano, né avessero olferto
della Luoiiarcliia, l'abolizione della r illustre vittima in olocausto alla

nobiltà ftiiono i primi passi , che nuova divinità della repubblica che
succedellero la nuova rivoluzione. andavano preparando. Luigi XVI
1 terroiisli piofiltarono delle noti- si era tolto il mezzo di vivere da
zie allarmanti , che venivano dal re volle morire da santo, né più
;

campo prussiano, per armare i cit- potendo cosa alcuna per la Fran-
tadini sotto il pretesto della comu- cia, le lasciò grandi esempi reli-

i)e difesa, meditando frattanto i giosi.

più atroci massacri, dopo il grido Sempre più era convinto Pio
della occupazione di Longwy e di VI, che la religione cattolica nel-

Verdun , mandati li 2 settembre l'attuale rivoluzione della Francia


ad effetto. Una compagnia di tre- andava a gran passi a mancare, e
cento sicari pagati dalla comune che tutto era in essa diretto a que-
eseguirono per tre giorni continui sto fine , coir estinzione totale di
l'orrenda strage di tutti i prigio- ogni culto e di ogni suo ministro.
nieri racchiusi nelle prigioni del A tutti era già manifesto, che l'e-
Carmine furono massacrati
, ove secrando piano dell'irreligioso Di-
tre vescovi, e cento quaranta pre- derot, il quale molto prima altro
ti, dell' Abbadia, della Concergie- non desiderava di vedere, com'egli
rie, della Forza. Intanto l'armata spesso diceva, che l'ulttnio de' suoi
di Dumouriez ai confini rinforzata re strangolalo cogli intestini del-
dai generali Kellerman e Beur- l' de suoi preti, passato fos-
ultinio
nonville sommava già a sessanta- se dal cuore di quest' infame let-
mila uomini, e nella battaglia di terato, in quello di Gondorcet, di
Valmy, sebbene insignificante, l'en- Manuel, di Massimiliano Robespier-
tusiasmo nazionale impose ai prus- re, e di Paris, e di
tutti com- i

siani, e li decise alla ritirata, men- ponenti grandadunanza de' mae-


la

tre Gustine invadeva gli elettorati stri rivoluzionari, come si esprime

ecclesiastici dell' impero, Montes- r ex-gesuita Fantin des Odoards


quieu la Savoia , ed Anselmo la neir imparziale sua Storia della
contea di iS'izza. Dopo alcuni ten- rivoluzione francese, che in più vo-
tativi, fortunati dapprima, e presto lumi fu stampata per ordine del
impediti da brighe di cui non si governo consolare di Francia, ad
penetrò mai l'essenza ed i mezzi uso delle pubbliche scuole di Fran-
l'esercito collegato ritirossi dal ter- cia ; ond'altro da loro non si po-
ritorio francese,dove la sua ap- teva aspettare, che l' infelice rove-
parizione altro non aveva fatto che sciamento della disciplina e del
aumentare il furore de' suoi nemi- domma. In fatti con un solo de-
ci, ed aggravare la condizione del creto dell'assemblea legislativa lestò
le e le disgrazie della Francia. Da distrutta l'opera di tanti secoli,
tale momento Luigi XVI fu per- cioè tutti gli ordini religiosi, tutte
duto, né altra corona dovè atten- le congregazioni morali , tutte le
dere che quella del martirio. I fa- confraternite, e quasi ogni memo-
ziosi tenevano che nulla si fosse ria di religione cattolica , facendo
operato finché non avessero dichia- sopra tutti gli ecclesiastici che la
FRA FRA 91
sostenevano, una carneficina si cru- tiranno, vi fu un esempio di cos\
dele, che la niauu s'inorridisce al spaventosa carneficina ?

solo accennarla, onde per la storia Or Pio VI in questa dolorosa


degli orrendi massacri del clero catastrofe, in cui la principal mira
francese, si vegga il fiancese I3ar- del governo francese d'allora, era
luel che ne compilò la storia con la totale distruzione dell'antica loro
ecclesiasticalibertà, nel tempo che religione, spedi un breve de' ic)
dimorava nell'Inghilterra, dove si marzo (presso l'Hulot p. i8g) al
era ritirato, per non restar vittima clero e popolo francese , in cui
anch'esso di questa fiera persecu- trionfa non meno il suo zelo, che
zione. Il fanatismo, l'irreligione, la ragione, appoggiata e convalidata
J'empietàj la barbarie più inaudi- con sagra erudizione della più anti-
ta e crudele, furono capaci di sov- ca inconcussa ecclesiastica discipli-
vertire in pochi momenti que' cuo- na. Dopo avere ammirata la loro
ri, che prima si decantavano per costanza , ed il coraggio con cui
saggio della gentilezza, dell'umani- avevano resistito alle atroci irre-
tà, della dolcezza, e della ge^iero- ligiose minacce dello slesso gover-
sità , di cui l'anteriore ne storia no, il Papa li esortava vivamen-
presenta gli esempli. Eppure a me- te alla perseveranza, e a richiamar
moria dell'età futura bisogna qui col loro cristiano esempio al retto
darne qualche idea irrefragabile sentiero quelli che da esso avesse-
lasciataci da uno spassionato fran- ro traviato
. , e seco loro si ralle-
cese. Il Montjoie nella sua His Coi- grava per le molte ritrattazioni
re de la conjuration de Maxiini- dal loro zelo acquistate da infi-

lien Robespierre, Paris 1801, nel nite persone, le quali per la spe-
tom. pag. 64, parlando dell'in-
IJ, l'anza di caduchi beni, e per ti-

fame massacro delle vittime della mor de'pericoli, erano cadute nello
rivoluzione di Francia, dice che i scisma, onde Pio VI protestava di
calcoli più moderati fanno monta- riammettere colla maggior dolcez-
re a trecento il numero delle te- za alla comunione della Chiesa
ste, che ne' soli sei ultimi mesi del- quelli lutti, che dato avessero sicu-
la tirannia di Piobespierre cadeva- re prove del loro ravvedimento, e
no giornalmente, onde in detti sei però richiamava nuovamente a'ioro
mesi cinquantaquattro mila infelici doveri, nel termine di due mesi,
perirono sotto la guillottina. Si va- tutti que'vescovi e preti che trop-
lutano a centomila il numero dei po deboli si erano dimostrali nel
francesi,che in alcuni mesi furo- sottomettersi alla nuova Costìluzio-
no massacrati ne' dipartimenti del ne civile del clero, dall' assemblea
mezzogiorno, a duecentomila quelli prescritta, dopo i quali due mesi, e
che nello stesso tempo furono guil- dopo un termine simile di moni-
lottinali nel Lionese e nel Forez. sottoponeva tutti gli osti-
torio, egli
Il solo sanguinario Carrier, satellite nali alla scomunica da'sagii cano-
furioso dell' inumano Robespierre, ni fulminata non meno contro gli
fece dare la morte a quarantamila eretici, che contro i fautori anco-
de' suoi concittadini. In qual secolo ra dello scisma.
della barbarie, soggiunge il pre- Quindi sollecitato il santo Padre
detto scrittore francese, e sotto qual dai vescovi francesi, con lettera dei
02 FRA FRA
i6 dicembre i
791, ad accordar lo- capi dello scisma di quella nazione,
ro ìli circostanze lauto infelici, piti ne liserbò Pio VI a sé solo, o suoi
yinple e più estese facoltà del con- successori l'autorità di assolverli.
suetoj egli con altro breve del JNello slesso breve il Pontefice
giorno predetto 19 marzo (presso palesava la sua afflizione per l'o-
J'IInlot p. 2o5) gliene concesse in stinazione de' quattro antichi ve-
gran numero, e con alcune con- scovi nel partito che avevano prc'
dizioni, che il medesimo Hulot ri- 80 obbrobrioso di unirsi alle mire
porta a pag. 207. Una così stiaor- dell' assemblea nazionale, e per
dinaria condiscendenza di Pio VI, l'insolen/a di quelli, che intitolan-
ili cui nella stoiia ecclesiastica si dosi vescovi costituzionali , sem-
trovano rari e.»empi, non soddisfe- bravano darsi loro stessi un nome
ce pienamente le richieste di quei di partito, contrario alla Sede apo-
juelati, giacché domandando essi stolica , che parlavano per deri-
l'ia le altre facoltà, ancor quella zione della comunione colla
loro
di assolvere gli ecclesiaslici intrusi, santa Sede medesima, e declama-
e credendo che il Papa di questa vano contro il Papa, che li esorta-
8i fosse dimenticato, gliene replica- va a ravvedersi , ed a soddisfa-
rono la richiesta. Egli adunque in- re pienamente la Chiesa. In fine
dirizzò ad essi un altro bieve dei condannava loro scritti e fra gli
i

i3 giugno (presso l'Hulot p. 222), altri V Accora des vrais principes


nel quale li avvisava di non esser- de VEglìse, de la morale, et de la
si punto scordalo, ma che non l'a- raison, sur la constitution civile du
veva fra le altre facoltà inclusa clergé ,
par le.s évécjues des de-
perchè questa ad esempio di quan- partemens, mernbres de V assem-
to era stato praticato in diversi blée conslìluante j nel quale die-
concili della Chiesa, doveva essere ciotto di questi vescovi, con l'intru-
iissolulamente riseibata all' auto- so vescovo di Parigi monsignor
rità Ciò non ostante, do-
pontificia. Gobel alla testa, procuravano di
po aver riportalo nel suo breve rispondere all' Exposiùon de'tren-
alcuni lumiiiusi esempi dell' antica taquattro vescovi; ma null'altro fa-
Chiesa , unifurmaiidosi al conci- cevano, che radunare con manife-
lio Alessandrino, presso il Labbé sta ostinazione i sentimenti erronei,
Conci!, toni. IH, col. 343, accordò scismatici ed eretici, da lungo tem-
loro la facoltà di assolvere i sacer- po prima confutati e proscritti.
doti intrusi e .scismatici del secon- Sulla scrittura /^ccor<i ec. , veggasi
do ordine, purché avessero prima Jaiiffret, lìlemoires, tom. II, p. 376,
abiuralo il giuramento civico, e e Darruel che la confuta con una
tutti gli errori contenuti nella nuo- lunga lettera all'intruso Gobel, ch'e-
va costituzione civile del clero, a- ia uno de' dieciotto sottoscritti ;

vessero giurata obbedienza alla san- nonché l'opera intitolata: Causa


ta Sede, ed a' vescovi legittimi, ri- de:" vescovi costituzionali della Fran-
nunziato alle parrocchie usurpate, ed cia in risposta al libro intitolalo:
eseguito tuttociò in pubblico, per Accordo dei veri principii della
riparar lo scandalo da loro dato ai Chiesa, 1795.
fedeli. Riguardo poi a'vescovi intru- Or siccome gì' intrusi avevano
si, Q consagrauti gì' intrusi, come fallo girare un finto breve di Pio
FRA. \)%
VI, colla falsa data di Roma de'i de'brevi di questo Pontefice contro
aprile, nel quale veniva questo Pon- lo scritto di un religioso tedesco, nel-
tefice a dichiarar falsi tutti i pre- la quale sicontavano oltre a cento-
cedenti suoi brevi , ad approvare ventotto vescovi della Francia ch<;
la Cosdtuzionc civile del clero , avevano ricusato aderire al nuovo
ed insieme ad esortare i popoli a ordine di cose, ventiquattro cardi-
sottomettersi a' vescovi ed ai par- nali, cinquanta vescovi dello stato
rochi costituzionali, così il Ponte- pontificio, tredici di diversi luoghi
fice nel predetto breve de' 1 3 giu- dell' Italia, dieci della Germania ^

gno avvisò i mentovati vescovi di nove de' paesi vicini, quattro della
non lasciarsi sedurre da un s\ sfac- Savoia, quattro del contado d'Avi-
ciato inganno del fìnto breve, che gnone, sette della Spagna, quattro
egli condannava avvertendo nello , vicari apostolici nell'Olanda e nel-
stesso tempo, che gli audaci fab- l'Inghilterra ; r arcivescovo di Du-
bricatori del falsificato breve, non blino, quello della Piata in Ame-
pensando a poter essere facilmente rica, due vescovi della China, e sei
scoperti nella loro sciocca menzo- in parlibus, in tutto duecento ses-
gna, senza prevedere i' errore che sanlatre prelati, ai quali si potreb-
li tradiva, lo pubblicarono dato in bero aggiugnere ancora alcuni ve-
Roma presso a s< Maria Maggiore scovi dell'Irlanda, ed altri vicari a-
a'2 aprile 1792; quando appunto postolici della Scozia.
Pio VI in quel tempo, non in s. In questo modo i primi pastori
Maria Maggiore cioè nel palazzo si uniscono al loro capo. Il corpo
Quirinale, ma bensì a s. Pietro episcopale aderisce alla decisione del
in Vaticano faceva la sua residen- Vicario di Gesù Cristo, ed il giu-
za, dalla quale avrebbe segnato quei dizio della santa Sede diviene quel-
breve, se fosse sfato suo, com'è l'u- lo di tutta la Chiesa. Una siffatta
so costante de'Pontefici da più se- autorità decide interamente la que-
coli a questa parte. E chi nei se- stione de' vescovi costituzionali, e
coli avvenire non avrebbe dato fe- non permette più il minor dubbio
de a questa scelleratezza, se non la a' fedeli, istruiti dell'ordine stabili-
trovasse contestata da questo breve, to nella Chiesa, e del potere dei
ma dalla sola storia con artifizio- primi pastori sulle cose della fede:
so dolo registrata ? su questo punto veggasi il Jauffret,
Ricorsero pertanto i vescovi co- Memoires tom. II, p. 385. Sembra
stituzionari ad un altro de'suoi ver- adunque, che con decisione sì chia-
gognosi raggiri, cioè di protestare, ra si potesse dire con s. Agostino,
che se il Papa li aveva condanna- serm. 1 de verb. Aposlolor. » Jam
ti, questa condanna non poteva a- >' enim hoc de causa duo concilia
ver forza alcuna, se non era rati- » missa sunt ad Sedem apostoli-
ficataper la Chiesa, e che questa « cam ; inde etiara rescripta vene-
non aveva a tal proposito pronun- » runt; causa finita est; error u-
zialo cosa alcuna. Ma fu anche tol- " tinam aliquando fìniatur ". La
to loro questa risorsa. Si raccolse- Francia ha sentita la voce de'suoi
ro i nomi de' vescovi, che si erano pastori, la Sede apostolica è stata
uniti al giudizio di Pio VI, e se consultata, ed ha giudicato, la cau-
ne pubblicò la lista, in una difesa sa è terminata; potessero i france-
9 i FRA FRA
si veder cos'i (lui lo l'errore! Eppu- altri erano ammogliali
si onde ;

re questo in v«;ce ili terminare cre- circa quaranta di questi falsi ve-
sceva sempre piìi. K nolo come l'in- scovi si trovavano in qualcuna di
truso Gobei in comp;ii;;ni;i di altri di queste classi. Ma ciò che piìi
pieti e del cappuccino (Jiabof, com- interessa al nostro proposito, mol-
parirono a' 7 novendjre 1793 di- ti altri ritornarono all'unione del-
nanzi alla convenzione nazionale, la Chiesa; fra questi Fauchet, detto
abiurando solennemente il cristiane- vescovo di Calvados, famoso per
simo e il suo sacerdozio, dichia- l'ardore del suo patriottismo rivo-
randosi atei. In quel giorno la con- luzionario , e per la stravaganza
venzione emanò il decreto col qua- de'suoi discorsi, nella sua prigione
le ordinò che si sostituisse un cul- altamente protestò nel 1793 il pen-
to ragione\'ole al cullo cattolico. timento delle sue mozioni civiche,
Seguirono allora le ributtanti pro- del suo giuramento, della sua in-
cessioni di Hehort, (^haumette e lo- trusione al vescovato, e degli altri
ro compagni mascherati cogli abiti suoi misfatti . Lamourette, detto
sacerdotali, portando in trionfo per vescovo di Rhone e Loire, giusti-
nuova divinità famosa danza-
una ziato alcuni mesi dopo Fauchet,
trice di teatro avviluppata in un aveva sottoscritto a'7 gennaio 1794
velo, la quale fu condotta dalla sa- una dichiarazione, dove si confes-
la della convenzione nella chiesa sava colpevole, per aver ricevuto
metropolitana di Parigi, e colà sa- la consagrazione episcopale, occu-
lutata quale Dea della ragione.: l'e- pato una sede che non era vacan-
sempio dato in Parigi fu imitalo te, e disprezzato le leggi della di-
in molti luoghi della Francia. In- sciplina, e r autorità della santa
oltre in Parigi per maggior di- Sede. Egli stesso dopo la sentenza
leggio fecesi percorrere le vie un della sua condanna, data dal tri-

giumento ornamenti
vestito degli bunale rivoluzionario, confessò pub-
sacerdotali, accompagnato da un blicamente di essere stato l'autore
carnefice armato di flagello. dc'discorsi, che Mirabeau avea fat-
Ma prima di uscire da questo to sulle materie ecclesiastiche, on-
punto de' vescovi costituzionali gùi- de riguardava il suo supplizio co-
"verà qui l'osservare, che anche in me un giusto castigo di Dio.
questi si ravvisò il frutto della Nella stessa maniera, Gobel, detto
predetta decisione della Chiesa, e vescovo del dipartimento di Parigi,
de'suoi pastori. Tre aimi dopo que- mostrò gli stessi sentimenti nella
sta, cioè nel 1795, piìi della metà sua prigione, dove non potendosi
delle sedie, che potevano riguardar- confessare a monsignor Lathringer,
si siccome occupate dai vescovi co- suo vicario vescovile gli .scrisse ,

stituzionalierano vacanti. Molti e-


, dalla carcere, inviandogli la sua con-
rano morti; altri fuggendo il terrore fessione, domandandogli perdono di
di Robespierre (il quale colle mani averlo indotto all' errore, e pregan-
fumanti di sangue proclamò la fe- dolo di trovarsi nel suo passaggio
sta deW Essere supremo, e sé stesso per dargli l'assoluzione.
al supplizio,
sacerdote di tal divinità) avevano Per prova del suo ravvedimento e-
rinunziato alle loro funzioni ; altri gli nella stia lettera si sottoscriveva
avevano abiurato il loro stato, ed semplicemente vescovo di Lidda,
FRA FRA 95
titolo legittimo, che aveva prima vano nello stato pontifìcio, siciui

di essere intruso nel vescovato di di miglior fortuna. Allettati veni-


Parigi. Paniset, detto vescovo di vano essi da un breve del santo
Monte Bianco nella Savoia, dopo Padre de' 24 ottobre, presso l'Hu-
aver lungamente lottato contro la lot pag. 2 35, diretto a lutti i

grazia, che lo richiamava al pen- vescovi del suo dominio, per ani-
timento, ai l'i. febbraio 1796 fir- mare il loro zelo verso quei pre-
mò la ritrattazione de' suoi scritti ti francesi, che la persecuzione del
e del suo scisma, conformandosi in loro paese faceva passare nelle lo-
tutto ai giudizii della santa Sede Con eguale impegno rac-
ro diocesi.
sulla (Jostiluzione civile del clero, comandò Pio Vi gl'infelici emigra-
ed inviò questi atti a Pio VI, il ti francesi a tutto il clero secolare
quale con un amorevolissimo cuo- e regolare, e a tutti i vescovi della
re lo felicitò del suo ritorno alla Germania, con un breve de' 2 1
unità della Chiesa. La stessa ritrat- novembre, egualmente riportato
tazione fecero Roux, detto vescovo dall'Hulot a p. sSy, col quale pro-
delle Bocche del Reno ; Charriei-, curava di destare in essi l'antica
detto vescovo della Senna inferiore; ospitalità a cui i santi padri han-
Montani, detto vescovo di Vienna; no sempre esortato i vescovi e gli
ed come abbiamo da JaufFret,
altri, ecclesiastici d'ogni classe: in questo
Memoires tom. II, p. 4?^ ^ seg. stesso breve Pio VI lodò la nazio-

Tal fu la fine de' vescovi costitu- ne inglese, e Giorgio 111 per la


zionali, compensati con orrido sup- generosa pietà con cui accolsero gli
plizio da que' medesimi capi del esuli francesi.
governo rivoluzionario, al quale es- Per dare il Pontefice a tutti l'esem-
si avevano prestato i loro rei talen- pio dell'ospitalità generosa che agli
ti, e le loro fatiche nelle perlìde altri raccomandava in favore dei
massime che progettavano per la francesi, egli stesso assegnò del suo
rovina delia religione, premiandoli proprio erario son)me considerabili
allora cogli immaginari vescovati^ pel loro mantenimento, distribuendo
e poi colla morte obbrobriosa, giac- in oltre questi infelici, sotto la cura
ché da simili rappresentanti non di Gio. Francesco Falzacappa poi
si potevano aspettar altro che la cardinale, in diversi conventi dei
perfidia per compenso, e per gui- regolari, a convivere in proporzio-
derdone la crudeltà. nato numero, la qual cosa si fece
A tutti essendo nota la gene- ancora nel restante dello stato pon-
rosità di Pio VI, e perciò fuggen- tificio; onde questa pia accoglienza
do dalla cominciata barbara per- di Pio VI fu riconosciuta con gra-
secuzione tutti i francesi, che vo- titudine da uno dei beneficati con
levano conservare la religione an- una lettera da tutti gli altri com-
tica, e principalmente gli ecclesia- pagni ratificata. È qui da notarsi,
stici non giurati, i quali altro in che circa sei mila di questi emi-
Francia non potevano allora incon- grati per causa di religione, furo-
trare fuor della morte, a cui era- no accolti e mantenuti per diversi
no ricercati questi in gran numero, anni negli stati del Papa, con quel-
e molti ancora di quelli che in al- la sufìicienza di vitto e vestiario,

tri stati si erano rifugiati; si ritira- che le gravi angustie di que' tempi
tì6 .FRA
hanno permesso : sicché a raggua- legrina, armata di aguzzo sfile, e
gliare soli cento annui a scucii munita di due boccie di potente
testa, Io «tato pontificio ha volen- veleno; alcuni emissari girovagava-
tieri sofferto un peso di seicenlo- no vestiti simulatamente da veso-
uiila scudi annui. Eppure dalla vi, ed in via Condotti fu arrestato
Francia non veniva piii un sol- un complotto di giacobini francesi,
do in Roma per causa di sussi- fi^alquali eravi tutta la corte del-
dio religioso dovuto al capo del- le zie di Luigi XVf, IMaria Ade-
la Quando poi negli anni
religione. laide Clotilde, e Vittoria, che sino
seguenti il numero di questi esuli dall'aprile del 1791 eransi rifu-
crebbe all'eccesso, Pio VI fu costret- giate in Roma, che perciò licen-
to ad invitar tutti luoghi pii per
i ziarono sì indegni famigliari.
soccorrerli, onde sollevar la came- il 20 settembre
Costituitasi i79'2
ra apostolica da tanto dispendio, la convenzione nazionale, che tro-
per non lasciarli privi di quella vò le finanze neh' annientamenlo
carità, che loro usava, la quale si dopo la emissione di due miliardi
ifide autenticala nelle medaglie in duecento milioni di assegnati, nel
oro ed argento, coniate nel I7q5, dì seguente tenne la prima sessio-
e distribuite secondo il solito per ne coH'abulire la regia autorità e
s. Pietro; ove si vedeva il Papa ri- proclamare la repubblica, impren-
cevere amorosamente in trono ve- dendo a numerare da quel punto
scovi, preti, monache, ed altri esu- la nuova era. L'anno si compose
li del clero francese colle parole: di dodici mesi , ciascun de' quali
CLERO GALllAE EXPULSO HOSPITIUM divisi in tre decadi, ec, nuovi no-
ET ALIMENTA PRAESTiTA ; nel rove- mi s' imposero ai mesi ed ai gior-

scio eravi l'effigie dello stesso Pon- ni, incominciandosi l'anno repub-
tefice, Ma in tanta affluenza di blicano a' 2 I settembre, come me-
foiastieri che la pietà di Pio VI glio si è detto all'articolo Era del-
da un paese di-
tirava al suo stato, la repubblica francese {^Fecli). Lo
chiarato apertamente nemico suo, spirito di fazione dominò le succes-
la prudenza volle di diramare una sive adunanze, e diede luogo alle
circolare a'vescovi, j-iportata dal- pili accanite diatribe, ma sciagura-
l' Hulot a pag. I Da ,
per invigilar tamente per la Francia i Danton,
sugli emigrati francesi, esigendo la i Robespierre , i ìMarat ed altri
professione di fede, e di giurare mostri ebbero il predominio, e si

non esser seguaci di Giansenio. Ed moltiplicarono i piii atroci delitti.


in fatti con questa vigilanza Tespe- Un cupo rumore minacciava i gior-
rienza fece conoscere doversi pren- ni di Luigi XV I, le accuse contro
dere severe misure. Que' francesi il detronizzato monarca si succes-
che si trovavano rifugiati a Lore- sei'O, i più cavillosi sofismi si po-
to, tentarono nei primi di aprile sero in campo per distruggere la

forzare le porte del tesoro della inviolabilità personale dalla costi-


santa Casa; in Bologna si tramò tuzione del 1791 riconosciuta: il

una congiura dagli emigrali fran- re fu separato da suo figlio, quin-


cesi e loro fautori; in Koma stes- di aniihe dalla moglie, dalla figlia,
sa fu arrestata una sedicente pito- e dalla sorella, tristo preludio dil-
nessa avignonese in abito da pel- la baibara sorte che l'attendeva.
FRA FRA 97
Nel i3 novembre si agitò nel
tVi con la maggiorità di cinque voti.
calore de' partiti il suo futiuo de- La convenzione era allora formata
stino, e per risparmiare ai turenti di 748 membri, de' quali mancarono
montagnardi l'assassinio, che non dodici; quindi se la condanna fu
t.i facevano ribrezzo di proclamare decisa dalla maggiorità de' votanti,
a sangue freddo senza forma di noi fu dal maggior numero dei
procedura, come colpo di stato, membri dell'adunanza, ed invano
dovettero cedere anche i più mo- i difensori reclamarono contro la
derati, dichiarando che Luigi XVI Un quar-
illegalità di tale decisione.

sarebbe giudicato dalla coiivenzio- to nominale sentenziò la


appello
ne debole salvaguardia contro le
, nullità d'una nuova domanda del-
macchinazioni de'canibali del re- l'appellazione al popolo da Luigi
gio sangue assetati. Fu chiamato XVI interposta, ed un quinto or-
il l'e alla sbarra , onde udisse la dinò r esecuzione della condanna
lettura dell'atto di accusa , e vi entro le ventiquattro ore. Rasse-
fosse interrogato : la convenzione gnato alla sua sorte l'eroe cristia-
era avida di tale confessione della no, l'attese colla calma e serenità
sua competenza di giudicale un re. di sua coscienza.
Le risposte di questi furono sem- Il buon re avea giurato a Ma-
plici, chiare, precise, tutte verità lesherbes, colla verità d'un uomo
e dignitose; e se fosse stato un che sta per comparire alla presen-
particolare, sarebbe andato assolto, za di Dio, che in tutto il corso dei
ma egli era re, ed il popolo sovrano suo regno non poteva rinvenire
giudicava un competitore. L'infernale argomento del più leggero rimpro-
adunanza volle dare alla condanna vero. Pieno di fiducia nella divina
una forma legale, e fare della giu- misericordia, richiese del prete En-
stizia una esecrabile belfa; permise rico-Esse.^ Edgeworth de Firmout
a Luigi XVI di farsi assistere da vicario generale di Parigi e diret-
uu difensore ; missione pericolosa tore della sorella Elisabetta, ed uno
e la più onorevole ch'essere potes- di che non avevano prestato
quelli
se conferita a de' sudditi, e cui ac- giuramento, perciò dal re scelto
cettarono con gioia , Malesherbes, dopo l'intimazione della condanna
Desèze e Tronchet, nomi immor- a morte. Gli ultimi momenti di
tali, cui la storia ha già associati Luigi XVI furono i più gloriosi
al più memorabile evento de' tem- della sua vita, pei pensieri geue^
pi moderni. La loro eloquenza fu rosi e per le pratiche di pietà;
inutile. Luigi XVI condannato pri- egli stesso partecipò la sua con-
ma di essere giudicato, il fu con- danna moglie ed ai figli, l'ul-
alla
tro ogni forma de' giudizi crimina- tima volta che li riabbracciò nel ,

li ; la sentenza fatale (u pronunzia- giorno precedente il suo supplizio.


ta il di 17 gennaio del 1793. Il mio cuore rifugge a descrivere
Una prima decisione quasi unani- le lagrimevoli particolarità che pre-
me lo dichiarò reo di cospirazione cedettero, accompagnarono e segui-
e di attentato contro la sicurezza rono r infame regicidio tanta emo- :

pubblica; la seconda il privò del- zione, pel complesso delle circostan-


l'appellazione al popolo, e Ja terza ze e la qualità del personaggio sa-
il condannò alla pena di morte, grifitato, forse non provai giammai
voi. XXVil. 7
q8 FRA FRA
neir immenso interminabile cam- l'opera di Hue^ e col giornale di
po benché in questa di
della storia, Clery la storia compiuta della cat-
Francia Giovanna d'.\j;co m' abbia tività della famiglia reale nella
commosso grandemente coll'immeri- torre del Tempio. Si attribuiscono
tato suo fine. Il virtuoso re doman- tali Memorie all'augusta figlia di
dò ed ottenne di ascoltare la mes- Luigi XVI, Maria Teresa Carlot-
sa, e di essere comunicato dall'ab- ta duchessa d'Angouléme. Il sa-

bate Firmont prima di uscire dal- cerdote de Firmont dopo essersi

la prigione, avendo a tale effetto recato in Iscozia dal fratello del


eretto un altare nella di lui ca- defunto il conte d'Artois, invitato
mera, Clery suo cameriere fedele. da Luigi XV 111 si portò a Blan-
Trasportalo Luigi X"VI dalla sua kenbourg col quale rimase dieci an-
prigione col detto suo confessore ni,finché mori nel 1807: il duca
Firmont, alla piazza di Luigi XV, d'Angouléme accor.ipagnò a piedi
giunto sul ripiano del patibolo la pompa funebre, la duchessa Car-
pronunziò distintamente le segnen- lotta sua sposa intervenne alle ese-

ti parole. " Io muoio innocente quie di chi avea ricevuto l'ultimo


» di tutti i delitti che mi si ap- sospiro di suo padre, e Luigi XVIII
« pongono ; perdono agli autori compose l'epitaffio che fu posto sul-
» della mia morte e prego Dio , la di lui tomba. Passiamo ora a
>• che il sangue cui siete per spar- dare un cenno della regina e del
» gere non si riversi mai sulla delfino.
» Francia ". Voleva continuare La regina Maria Antonietta, do-
ma Santerre lo impedì col battito tata di uno spirito vivace e pe-
di circa venti tamburi, i carnefici netrante, nonché di bellezza ed al-
trascinarono lo sfortunato monarca tie doli, stimò ed amò il re suo

sotto l'ascia che con un sol colpo marito e ne fu teneramente ricam.-


cadere gli fece la testa , mentre biata. La sua troppa semplicità^ e

l'ab. Edgeworlh de Firmont escla- disprezzo per l' inesorabile etichet-


mò : » Figlio di s. Luigi ascendete al ta di corte gli fece de' nemici ; e
cielo"! essendo il 21 gennaio 1793, il dal suo grado, e il
discendere
ed il re nell' età di trentotto an- vantarsi di non essere più regina
ni, dopo averne regnato circa die- per la privata vita cui si abban-
cinove, lasciando grandi lezioni pel donò, dai più moderati venne di-
mondo. Il suo corpo fu traspor- chiarato fallo non piccolo; quindi
tato nel cimiterio della Maddalena, calunnie e taccie d'imprudente con-
in cui i manigoldi il copersero di dotta, di leggerezza ed altro in suo
calce viva, perchè non ne restasse discredito. Si arrivò a credeila di

nessuna traccia; nondimeno per le accordo co' suoi fratelli l' impera-
ricerche fatte nel i8i4) se ne scuo- tore Giuseppe li, e l'arciduca Mas-
prì una parte, e tali reliquie pre- similiano a danno della Francia.
ziose vennero trasferite solennemen- La didaraazione e i libelli si ac-

te in s. Dionigio nel 2 1 gennaio crebbero quaxìdo divenne madre,


1 5.
1 V. Storia, coììipiuta della e si giunse a dire che a spese del-
cattività di Luigi XVI e della fa- l'erario prodigalizzò per assoldare
miglia reale, Parigi 181 7. Memo- i nemici della Francia; come gii
rie particolari che formano con si imputò di grande influenza sul-
FRA FRA 99
l'animo del regio consorte. L'im- non che a rifare il proprio letto ,

peralore fratello previde i pericoli ed a scopare la sua camera, come


cui essa andava esposta , ma ella a rattoppare mentre era in letto
per non separarsi dal re e dai suoi il re l'unico abito che questi ave-
figli, preferì d' immolarsi a' suoi va, divenuto cencioso. Disgiunta dal
doveri. Anche la regina vide poi consorte agli 11 dicembre iJQ'i,
le catastrofi che dovevano oppri- lo rivide a' 20 gennaio 1793 per
inerla^ in un alla famiglia; parlò darsi l'eterno addio: la separazione
inutilmente, e i suoi cousigli non de' coniugi, e del re dalla famiglia,
furono apprezzati. Dopo la rivo- la descrisse con semplicità commo-
luzione Mirabeau istituì un pro- vente il lodato Clery. Rifugge l'a-
cesso contro la regina, ed a Ver- nimo a descrivere le pene della re-
sailles si osò dai ribelli domandar gina per l'infelice fine del re, e
la sua testa, ed Orleans per re : gli negò di fargli vedere Clery
si

alcune guardie del corpo e La che avea ricevuto l'ultima volontà


Fayette generalissimo di quelle na- del suo consorte. Tanta sciagura si
zionali, impedirono la morte della accrebbe quando gli fu tolto il del-
regina, ed altri eccidii. Indi la cor- fino, che più non rivide.
te fu trasportata, come dicemmo, Maria Antonietta ricusò ancora
prigioniera a Parigi, nel modo il una volta di porsi in salvo, men-
più ributtante, oltraggioso e cru- tre suo processo progrediva. A' 5
il

dele. Coll'aumentarsi le sciagure, agosto fu separata dalla cognata e


s'ingrandì il di lei carattere, e si dalla figlia, e condotta nella carce-
mostrò degna figlia dei Cesari. Ce- re della Conciergierie; indi subì ini-
dendo Luigi XVI a cercare un a- qui ed ingiuriosi interrogatorii di
silo a Montmedi nel comando del giudici spregevoli ed inverecondi,
marchese di Bouillé, la regina si e quello che mosso a compassione
occupò de' segreti preparativi del della sua sete ardente in mezzo
viaggio, che a Varennes ebbe ter- alle discussioni, gli die un bicchier
mine per fatale destino, e per l'ec- d'acqua, fu sgridato e tolto d' im-
cessiva indulgenza del re, che non piego. La regina si mostrò subli-
si difese col drappello di cavalle- me nel suo processo, tutte le sue
ria comandato da Choiseul e Go- risposte sono semplici, precise, pie-
guelat. Ricondotta la famiglia rea- ne di calma e di nobiltà. Il ter-
le prigioniera a Parigi, ove scam- rore era al suo colmo in tutta la
pò per prodigio a' 20 giugno 1792 Francia, per cui nessuno osò pren-
d'essere tutta scannata, Maria An- der le sue difese, ed il tribunale
tonietta non s' illuse sui pericoli elesse d'officio Trongon du Cou-
imminenti ond' era circondata, pu- dray, e Chauveau-Lagarde, i quali
re ricusò un' progetto di fuga cui adempirono tanta pericolosa fun-
voleva proteggere La Fayette, per zione con tutto il coraggio e la
non separarsi dai figli e dal re divozione che permettevano le cir-
consenziente. Di questipiù previ- costanze, e la persuasione dell'inu-
dente e più ferma, ebbe la sven- tilità del loro ministero. Maria An-
tura di non vedere accolti i suoi tonietta fu condannata ad unani-
consigli. Nella prigionia fu ridotta mi voti a morte, sentenza eh' essa
alle più vituperevoli umiliazioni udì alle ore quattro del mattino.
too FRA FRA
senza mostrarsi sgomentata, a' i5 risposte ingegnose furono per lun-
ottobre 1793. Alle oie undici, ve- go tempo la sola distrazione che
stita di bianco, co' capelli tagliati, provarono suoi genitori ne' loro
i

la regina accompagnata da un pre- immensi mali. Egli divenne re a' 2 i


te e dal carnefice fu condotta su gennaio 1793, quando perde la
di una carretta al supplizio, colle vita il padre, da cui era stato se-
mani legate dietro il dorso. Essa parato due mesi prima.
erasi proposta di morire con pari Il maggiore de' fratelli di Luigi
fermezza del suo sposo, e forse nel XVI, Luigi conte di Provenza, di-
massimo splendore di sua potenza morava nel castello di Ham in
non mostrò la grandezza e mae- Westfalia coti Carlo conte di Ar-
stà con cui comparve nell'estremo tois monsignore, quando seppe il

punto. 11 patibolo era stato eretto regicidio; si dichiarò allora reggen-


sulla piazza di Luigi XV, nello stes- te del regno, e notificò alle varie
so sito che nove mesi prima era corti l'avvenimento del nipote Lui-
stato bagnato dal sangue di Luigi gi XVII al trono , mentre questi
XVL Tagliata che gli fu la testa, era ristretto in dura carcere. L'In-
fu dal carnefice presentata alla ple- ghilterra e la Prussia non esitarono a
baglia, in mezzo alle grida di vwa riconoscei'lo, e vennero imitate dal-
la repubblica il di lei corpo fu
: le altre potenze. II reggente infor-
posto nella medesima fossa del ma- mò in pari tempo i francesi di tale
rito, e pure ricoperto di calce vi- avvenimento, ed il IMonitore ben-
va; tuttavolta nel i8i5 si rinven- ché ligio a' rivoluzionari, inserì per
ne parte delle ossa la quale fu , intero nel suo giornale tale di-
trasferita a s. Dionigio. Nel 18 16 chiarazione : allora a Tolone, nella
venne eretta una cappella espiato- Bretagna e singolarmente nella
,

ria nel luogo della sepoltura via \ andea tutta la popolazione prese
d'Anjou. In quanto al delfino Lui- le armi per Luigi XVII. Temen-
gi XVII, egli era nato nel 1785, do ribelli che il principe venisse
i

ed ebbe il titolo di duca di Xor- involato ai loro feroci artigli, lo


mandia, e nel 1789 quello di del- separarono dalla madre dalla so- ,

fino per morte del fratello Luigi rella e dalla zia ed il giorno 3 ,

Giuseppe Francesco Saverio, a cui luglio 1793 egli fu consegnalo al-


Pio \ I avea mandato quelle fascie l'infame e crudele Simon calzolaio
benedette che descrivemmo ai voi. crapulone, che gli uiiiziali della
XXI II, p. 220 e seg. del Diziona- municipalità qualificarono precet-
rio. Alla bellezza più rara ed a tore, in un a sua moglie vera Me-
tutte le grazie dell'età sua questo gera, che andarono perciò a dimo-
principe accoppiava uno spirito pre- rar seco nella prigione. A seconda
coce, ed germe delle piìi felici
il dell' inique istruzionf de' comitati
qualità. Aveva soli quattr'anni quan- della convenzione , la vile coppia
do sua madre il presentò tra le mise in opera quanto la scellerag-
sue braccia ai parigini sollevati a'5 gine pila brutale potè immaginare
ottobre 1789, e sette quando fece per annichilare le forze morali e
colla famiglia l'infausto viaggio di fisiche del reale fanciullo. L'obbli-
Varennes. JVella prigione del tem- gavano a ripetere i loro canti em-
pio i suoi detti ingenui, e le sue pi e popolari , a bere de' liquori
FRA FRA IDI
abusando
forti, di sua innocenza, e ribili alle quali era l'iserbata ; la
quando esitava il principe a sotto- Francia intera applaudì a tante
mettersi al menomo capriccio di egregie doti, in cui rifulse la pietà
Simon, questi lo batteva. Nel mese e la carità. Amò e coltivò con buon
di gennaio 1794 Simon tornò a successo la botanica ; mai s' immi-
sedere nel consiglio della comune, schiò degli affari di governopure ;

colla peggio di Luigi XVII più sagacemente giudicò delle conse-


ristretto in più cattiva prigione, e guenze degli avvenimenti ch'ebbe-
dato in custodia a due mostri che ro principio nel 1789. Divise le

il trattarono iniquamente, con cibi disgrazie colla famiglia reale, e in


grossolc.ni , senza mai farlo cam- mezzo alle più spaventevoli cala-
biare di biancheria, e spaventan- mità, fece risaltare la rassegnazio-
dolo persino ne' sonni ch'era co- ne e la generosità del suo animo :

stretto prendere: la rivoluzione del inutilmente scongiurò spesso il re


9 termidoro che mitigò i mali di ad usar di sua autorità, e ad ap-
tanti francesi, non arrecò che lievi porre un argine al torrente della
cambiamenti all'orribile condizione rivoluzione. Lungi dall' ubbidire il

del giovane monarca, che deterio- fratello a seguire le zie, che credè
rò notabilmente nella sua salute bene mettere in salvo, madama Eli-
e solo negli estremi di sua vita gli sabetta volle restar al suo fianco,
fu accordato per medico il celebre per tutti i pericoli da
affrontare
Dusault, ma
chiamato troppo tar- cui lo vedeva circondato per la sua
di com'egli si protestò. Dusault mo- eccessiva indulgenza, e sagacemen-
rì pochi giorni dopo, ciò che die- te mantenne segreta corrispondenza
de motivo a molte congetture. Del co' suoi fratelli Luigi conte di Pro-
resto, se è provato che non si usò venza, e Carlo conte d'Artois, che
l'clfettivo veleno per viccidere il in diverse epoche erano usciti dal-
principe, si usarono equivalenti mo- la Francia. Fu a parte di tutte le
di, e lasciando l'illustre vittima af- umiliazioni , affronti ed angoscie
fatto chiuso, senza aria , ricoperto della famiglia reale , ne divise ed
d'immondizie, e in mezzo al feto- alleggerì le amarezze , obbliando i

re il più insopportabile. Pelletan propri mali, e divenne una secon-


e Daumangin altri medici, egual- da madre pe' sfortunati suoi nipo-
mente dichiararono 1' impossibilità ti Carlotta e Luigi, restandogli so-
di salvare il principe, che agli 8 lo la prima dopo la separazione e
giugno 1795 in età di dieci anni morte del fratello, della cognata e
morì. 11 suo corpo fu sepolto nel- del nipote. Dopo sì fatali perdite
la fossa comune del cimitero della Elisabetta non si occupò che di
parrocchia di s. Margherita, in cui conservare in madama Carlotta
non fu .
possibile rinvenire poi le quelle virtù sublimi, che tuttora
reliquie. formano l'ammirazione del mondo.
A voler poi dire del fine di ma- A' 9 maggio 1794 Elisabetta fu
dama Elisabetta sorella di Luigi svelta dalle braccia della rispetta-
XVI , essa ornata delle più belle bile nipote , e condotta alla Con-
virtù, di eccellente intelletto, ezian- ciergerie,ed il giorno dopo venne
dio fu dotata di tal fermezza, che giudicata condannata e giustiziata
,

sembrava fatta per le disgrazie ter- ueir età di trent'anai. La sua spo-
I02 FRA FRA
glia mortale fu senza pompa por- go per il suo operato, con breve
tata a Mousseaux , e confusa con che l'Hulot riporta a pag. 259, per
quelle che vi si ammassavano gior- l'umanità, ospitalità ed aiuti dati
nalmente dopo tante sanguinose agli esuli ecclesiastici francesi. A-
giustizie. In quanto alle zie di Lui- vendo ordinato la convenzione na-
gi XVI, Maria Adelaide Clolilde, zionale che i matrimoni si fa-
e Vittoria, che nel iJQi eransi ri- cessero davanti alla municipalità
tirate a Roma presso il Pontefice con quattro testimoni, in presenza
Pio VI, poscia per porsi in salvo de' quali si dovesse fare una sem-
dai loro nemici passarono alla cor- plice dichiarazione di pura cerimo-
te di Napoli , accompagnate da nia , che bastasse alla validità di
monsignor Ercole Consalvi poi car- questo sagramento; su questo pun-
dinale. Da Napoli le principesse si to fu Pio VI interrogato da mon-
trasferirono in Sicilia ove moriro- signor de Mercy vescovo di Lucon
no, senza regia pompa sepolte, fin- a'28 maggio 1793, ed egli vi rispose
ché a cura dell'eccelsa casa d'Au- col breve presso 1' Hulot a p. 260,
stria le loro spoglie mortali furo- con la l'isoluzione della congrega-
no portate in Gratz nella Stiria zione de'cardinali sugli affari allora
ed ivi collocate nei sepolcri degli correnti della Francia, che i fedeli
antichi principi di quella provincia. cattolici di questa nazione, essendo
Quando il Pontefice Pio VI seppe privi di parrochi legittimi, poteva-
r orrendo regicidio, fu penetrato da no sposarsi in presenza di testimo-
paterno e profondo cordoglio, e con ni cattolici , e poi presentarsi alla
patetica commovente allocuzione, municipalità per fare la dichiara-
presso l'Hulot a p. 264, spesso in- zione comandata dalla legge della
terrotta dal pianto, il partecipò al convenzione, approvando la validi-
sagro collegio de' cardinali , con tà di tali matrimoni, benché sen-
queir apostrofe alla Francia che ri- za l'assistenza del parroco. Con al-
portammo al voi, XV, pag. 212 tro breve de' 3 1 luglio ,
presso
del Dizionario. Ivi pur si disse del- l'Hulot a 283, diretto al clero
p.
ie esequie celebrate nella cappella e popolo francese Pio VI condan- ,

pontificia alla presenza delle zie nò un proclama apocrifo pubblicato


del defunto , e dell' orazione fune- in Francia , col quale s' invitava i
bre che vi fu pronunziata. Questa popoli a prendere le armi contro i
fu pubblicata colle stampe, e tra- nemici del trono ; e con altri brevi
dotta dal Ialino in italiano dal p. riportati a p. 286, die schiarimenti
d.Giuseppe Bernardo Carlieri , vi- ai dubbi propostigli dai prelati fran-
de la luce in Foligno coi torchi cesi. Frattanto la convenzione na-
del Tomas.^ini nel 1794- zionale avendo già abolito ogni cul-
Continuando Pio VI a procura- to di religione, tutto dispose oc-
re soccorsi al perseguitato clero di cultamente per abbattere colla san-
Francia, oltre quelli che generosa- ta Sede la religione medesima: il
mente somministrava ne' suoi do- nunzio del Papa monsignor Dugna-
minii premurosamente si rivolse
, ni ruppe a Parigi ogni comunicazio-
pure alla Germania, alla Spagna, ne, e si ritirò in Roma, ove al car-
alle due Sicilie, e persino agli sviz- dinal de Bernis rappresentante di
seri, lodando il governo di Fribur- Francia erano stati tolti i poteri ,
FU A FRA io3
restando nella capitale del cristia- verno rivoluzionario mantenne l'or*

nesimo il solo console francese Di- renda sua forma ; le stragi, le prò'
gue. A questo fine erano diretti i scrizioni 1* empietà e le follie si
,

molli emissari che clandestinamen- continuarono per tutta la Francia


te inviava a Roma, per comincia- sino al famoso giorno del 9 termi-
re dallo sconvolgimento della pub- doro. A Parigi si profanò la celebre
blica tranquillità e del buon ordi- chiesa di s. Genevett'a protettrice del-
ne; e l'imprudenza del maggiore la città, venne ridotta a sacrilego
di marina La Flotte, che voleva in- Pantheon d'infami deità, e vi si tras-
nalzare lo stemma repubblicano sul ferirono le ceneri del sofista Rous-
palazzo dell'accademia di Francia seau, dell' incredulo Voltaire, e del
e nella sua abitazione, non che fazioso parricida Mirabeau. Mentre
l'ardore manifestato per promove- la coalizione disponeva all' esterno
re il popolo romano a rivoluzione le sue forze per invadere la Fran-
dal console francese Ugo Basville, cia, le truppe prussiane furono for-
provocò lo sdegno nel popolo: il zate di evacuare il territorio fran-
secondo ne fu vittima, e forni pre- cese; la vittoria di Jemmapes pre-
lesti alla repubblica francese per parò la conquista e
del Belgio;
effettuare la meditata occupazione quelle della Savoia e della contea
dello stato pontificio, e detronizza- di Nizza, come dicemmo superior-
zione di Pio VI. Tra gli scrittori mente , fecero decretare la riunio-
francesi che compilarono imparzial- ne di questi paesi alla Francia. De-
mente la storia della loro rivolu- siderosa la repubblica di spargere
zione, avvi r ex-gesuita Fantin des le sue massime all' estero, la con-
Odoards Merita ancora
succitato. venzione nazionale dichiarò poscia
di essere letta la Raccolta di reta- la guerra all'Inghilterra, all'Olan-
zoni pubblicate in Bologna nel da, alla Spagna, e l'Europa in ve-
1 7g5 dall' autore del Dizionario ce si collegò contro di essa : forza-
democratico , la quale non è che ta Francia di resistere non so-
la
una scelta dell' altra raccolta già lamente a queste Ire potenze, alla
pubblicata in diversi piccoli volu- Prussia ed all'Austria, ma anche a
mi nel 1794 e lyg?. Abbiamo in- tutto l'impero di Alemagna, al Por-
oltre , De Conny, de la Histoire togallo, alle due Sicilie, allo stato
revolution de France, Paris i834, della Chiesa, al re di Sardegna ed
tomi due. ai vandeisti, che continuarono in-
Dopo la morte di Luigi XVI quietarla, ordinò una leva in mas-
lo scettro di sangue impuguato da sa. Frattanto che , lo ripetiamo ,

Robespierre colpiva ogni giorno nell'interno sangue scorreva a


il

nuove vittime ; la legge costituzio- rivi sulle pubbliche piazze e che ,

nale del 1793, che nel popolo non città intere erano in pieda alla de-
solo concentrava il potere, ma gUe vastazione ed alla carni ficina, le ar-
ne delegava altresì l'esercizio, si mate della repubblica vittoriose nel
dovè sospendere nell'atto stesso del- Belgio , dalla parte della Spagna
la sua promulgazione, come rico- ed Alemagna, preparavano la riu-
in
nosciuta ineseguibile , benché san- nione dei paesi di Porentruy e di
zionata da un milione ottocento Montbeliard, ed i trattati conchiu-
mila novecento dieciotto voti. Il go- si al fine del governo terrorista con
io4 FRA FRA
la Toscana, la Prussia, le Provin- città della Francia, massime Bour-
cie-Unite, le quali cederono tutto il ges, presentarono un commovente
territorio batavo alla sinistra della spettacolo religioso , nel riaprire
Schelda occidentale, come pure sul- molti sagri templi, uscendo dai na-
le due rive della Mosa, al sud di scondigli parecchi preti cattolici, e
Vanloo, e compresavi questa piaz- gran numero di quelli che aveva-
za, non che colla Spagna che cede no giurato, con edificazione si ri-
la parte orientale di s Domingo. trattarono. L'era repubblicana co-
Prima della morte di Robespierre, minciò a cadere in disuso, veden-
accaduta nel luglio 1794? che mise dosi osservate le domeniche ed al-
fine al regno del terrore, la con- tre feste.

venzione avea abolito le accademie, ]Ma fatalmente ancora all'ombra


le società scientifiche ed il culto di tale religiosa tolleranza si scoprì
cattolico, sostituendovi come si dis- quanta zizania fosse nella chiesa di
se quello della Dea della ragione ;
Francia, giacché vi apparve pre-
aveva decretato l' atterramento di ponderante quel clero che contro
tutti i castelli fortificati, torri o tor- la proibizione della santa Sede a-
rette guernite di merlature, e po- vea giurato e che scismatico di
,

co dopo sottomessi i monumenti fatti, affettava di farsi credere cat-


alla vigilanza dell'autorità, il che tolico, ed unito al centro dell'uni-
fu causa della distruzione di mol- tà. Anima di questo corpo fu il

tissimi capi d'opera, sotto il pre- famoso Gregoire vescovo costituzio-


testo che indicavano se2;ni di feu- nale di Loir e Cher, che spaccia
dalità. Devesi però alla convenzio- vasi dai suoi partigiani uomo straor-
ne nazionale ,
quando divenne in dinario suscitato da Dio. Sotto la
qualche modo ragionevole, la scuo- sua direzione si convocò in Parigi
la normale, la scuola politecnica, un concilio nazionale, che presiedè
lo stabilimealo dei pesi , misure e Claudio Leone vescovo di Rennes,
monete lUìiformi, secondo il siste- i cui decreti furono degni di tale
ma decimale, ed il conservatorio di assemblea. Quindi deplorabile di-
musica ; essa a poco a poco ritrat- venne la condizione de' fedeli in
tò i suoi primi decreti i-estituendo Francia, dove, come a tempo degli
le chiese, e sostituendo l'istituto ariani, due cleri contrastavansi le

delle scienze e delle arti all' acca- chiese e la ciurisdizione. 11 clero


demia. Il decreto sulla tolleranza scismatico dispregiato dalla piì» par-
dei culti, promulgato dalla conven- te del popolo, ma che godeva il fa-

zione nazionale nella quale per al- vore del governo repubblicano, e-
tro dominava il filosofismo av- sercitava tutte le funzioni del culto
verso alla religione rivelata , fu ac- pubblicamente, intrudeva nuovi ve-
colto come un gran benefìzio, do- scovi sopra le sedi vacanti, ed an-
po gli orrori commessi da Ro- che sopra quelle che avevano tut-
bespierre, da Marat e da altri pa- tora il legittimo pastore , affettava
ri loro. 11 culto cattolico se fu il maggior zelo per 1' osservanza
permesso ebbe moltissime restri- della religione, ch'era poscia smen-
zioni neir esercizio e questa leg- , tito dalla loro incontinenza. 11 cle-

ge fu in vigore sino al concorda- ro cattolico poi. che aveva per sé


lo di Pio VII. Parigi ed altre l' intima adesione de' fedeli, era o^
FRA FRA IO?
«lialo dai rivoluzionari, ed i preti potere legislativo due consigli,
in
(hìamati nel loro gergo refrattari, l'uno di cinquecento membri, in-
trovavansi continuamente esposti caricato di compilare e proporre
fid ogni sorta di vessazioni, in on- le leggi, e l'altro di duecento cin-
ta alia predicata tolleranza. Allor- quanta, che doveva sanzionarle. Il

rliè stette per cessare il predomi- potere esecutivo fu accordato al


nio del direttorio esecutivo, furono direttorio chiamato esecu-
perciò
incolpati di tutte le sollevazioni che tivo, e composto
cinque indivi- di
scoppiavano d'ogni parte, e perciò dui: il numero de'voli che nepru-
proscritti con barbara legge de' 18 dussero l'accettazione, ascese ad un
fiuttidor, come prevenuti di atti e milione cinquantesette mila trecen-
di sentimenti opposti a' principii re- to novanta. A fronte di tante in-
pubblicani, e perciò deportali nel- terne calamità, ed indescrivibili ec-
le isole di Oieron e di Re. Allora cessi, la guerra si continuava nel-
nuovamente lialzarono da per lut- le esterne aggressioni sul Pieno
to il capo giacobinii trionfaiulo , sulla Schelda, sulle Alpi, sui Pi-
col suo teofilanlropismo il membro lenei , e sulle coste di Bretagna,
del direttorio Reveillere-Lepnux. e fu tale 1' ardore guerriero degli
Dopo
r eccidio di Basville ve- eserciti repubblicani, tanti i pro-
dendo Pio VI quanto fosse gran- digi di valore de'generali Pichegru,
de l'u'a de'suoi nemici, prese delle ]\loreau, Jourdan, che lungi dall'es-
«nisure di sicurezza pei suoi stati sere invaso il suolo francese, si e-
che vedeva minacciati, ed aumen- seguì rapidamente la conquista del-
tò le milizie: non prese 1 oliensi- l'Olanda, si vinsero gli austriaci
va, né si unì alla gran lega delle nel Belgio, occuparono le piazze
si

potenze contro la Francia. Intan- furli della Biscaglia, si preparò la


to la convenzione nazionale volle discesa in Italia, e la sanguinosa
prendere aspra vendetta del Pon- strage di Quiberon compresse la
tefice, non solo per la morte di reazione degli sciovani prodotta dal
Basville, ma per non avere volu- ministero inglese, il quale erasi
to il Papa riconoscere
il suo mi- impadronito di tutti gli stabilimenti

nistro Segur, per la celebrazione francesi al Bengala, sulla costa di


dell' esequie consuete ad ogni mo- Coromandel e di Malabar, di Ta-
narca cattolico, e perciò fatte a Lui- bago, della Martinica, e d'una par-
gi XVI, promozione al
e per la te di s. Domingo; avea inoltre pre-
cardinalato dell' abbate Mainy, il so la città di Tolone, la cui ripre-
quale essendo deputato di Piccar- sa manifestò il genio militare di
dia, aveva in mezzo alla conven- Bonaparte. La guerra della Vaa-
zione coraggiosamente diteso la san- dea non si eslinse che nel marzo
ta Sede, massime contro l'usurpa- 1796 nel sangue di Charette, a-
zione dello stato d'Avignone, per vendola pacificata il generale Ro-
cui la infuriata plebe voleva attac- che, insieme alla Bretagna. Quin-
carlo alla lanterna. A' 26 ottobre di incominciarono a spezzarsi i vin-
lygS la convenzione nazionale fu coli della coalizione, e la Prussia,
a Parigi disciolta, sostituito il di- la Spagna, le Provincie- Uni te, la
rettorio, e proclamata la costitu- Toscana, la Svevia, e l'Annover
zione dell' anno terzo, che pose il riconobbero la repubblica france-?
io6 FRA. FRA
se una ed indivisibile, e stabiliro- laonde Pio VI a risparmiare mu-
no cou essa le dipiomaliche rela- tili effusioni di sangue, ordinò ai

zioni; anzi la Spagna fece un'al- suoi sudditi di non opporre loro
leanza offensiva e difensiva, e di- veruna resistenza, contentandosi i

chiarò la guerra all' Inghilterra. legati, i delegati , e i governatori


L'anno 179^ il nuovo ordine di fare soltanto legali proteste. In-
di cose meno turbolento \alse a di avendo Spagna, alleata della
la
riorganizzare i confusi elementi Francia, a Pio VI
fatta esibizione
della civile amministrazione, a sopi' di sua mediazione, il Papa accettò
re lo spirito di parte, e ravvivare l'offerta ed incaricò per la pace il

Je sociali virtìi spente nell'esecrato cav. Nicolò de Azzara allora mini-


interregno dittatoriale. 11 nuovo stro spagnuolo in Roma. Giunto il
governo del direttorio, conservan- cavaliere in Milano per trattarla col
do le prave intenzioni di chi lo genei-alesupremo Ronaparte trovò
avea preceduto, d'invadere lo stato che questi si era portato in Bolo-
della Chiesa, si gravò perchè Pio VI gna e l'avea occupata a' 19 genna-
aveva infranta a danno de' francesi io, invadendo successivamente tut-
la sua neutralità, nel permettere nei ta la provincia e il Ferrarese. Di-
suoi dominii il passaggio d'un corpo poi a' 23 giugno 1796 in detta
di cavalleria napoletana, che recava- città il Bonaparte, coi
generale
si nel Milanese ad unirsi alle arma- commissari Saliceti e Garrau, con-
le coalizzate contro la Francia, e mi- chiusero col cav, Azzara, e mar-
nacciò vendicarsi. Intanto tre gran- chese Antonio Gnudi per la santa Se-
di armate marciarono contro l'Au- de l'armistizio con quelle durissime
stria, r una di Sambra e Mosa, condizioni che noi riportammo nei
comandata da Jourdan, la secon- relativi luoghi, oltre la cessione del-
da del Reno guidata da Moreau, le legazioni di Bologna e Ferrara,
e la terza delle Alpi capitanata da e della città di Faenza, e il do-
Bonaparte. E qui comincia la se- versi chiedere scusa al direttorio
rie di que' trionfi che sbalordirono per la violenta morte dell'audace
l'attonita Europa: le giornate di Basville. Pio VI a' 28 giugno fir-
JMontenotte, di Millesimo, di Mon- mò gli umilianti articoli dell'armi-
do vi, Lodi, di Castiglione di-
di stizio, in vigore del quale doven-
slaccarono dall' alleanza il re di dosi trattare la pace col direttorio
Sardegna, ed aprirono a'francesi l'I- a Parigi, vi spedì a plenipotenzia-
talia,ove fondarono le repubbliche rio il conte Pieracchi col grado di
Cispadana e Traspadana, che riu- internunzio, dandogli per aggiunto
nite formarono poscia la Cisalpina. il minutante di segreteria di stato
La brillante Moreau
ritirata di Evangelisti, che avea accompagnato
dal lato d' Alemagna non fu me- a Milano ed a Bologna colla qualifica
no gloriosa, e salvò l'armata dal di segretario il ministro di Spagna.
disastro in cui la fiacca cooperazio- prima conferenza che il
Nella
ne di Jourdan era per avvolgerla. conte ebbe in Parigi col ministro
Nel seguente anno 1796 i fran- degli affari esteri, questi gli mani-
cesi senza preventiva dichiarazione festò che per articolo preliminare
di guerra ,determinarono di occu- della pace definitiva, voleva il di-
pare i dominii della santa Sede, rettorio una pubblica ritrattazione
FKA FRA 107
del Papa sui brevi co' quali avea me descrive il Tavanti , Fasti di
condannata la costituzione civile del Pio VI, tora. IH, p. 3o8, che sotto
clero di Francia, senza la quale ri- il nome effimero di eguaglianza, non
trattazione non poteva intraprende- intendevasi altro , che lo spoglio ge-
re trattativa di pace, ed osò pre- nerale delle casse pubbliche e dei
scrivere la formola dell'atto. Som- sagri depositi, la rapina, il saccheg-
mo fu il dolore che provò Pio VI gio, le contribuzioni , le requisizio-
nell'udire l' inammissibile esigenza ni e gì' imprestiti forzati per saziar
del direttorio francese, e co! pare- l'avidità de' repubblicani, e suppli-
re della congregazione de' cardina- re all' ingordigia de' loro coman-
li, rispose a' i4 settembre, ch'era danti ; dacché i popoli conobbero
pronto piuttosto a subire la morte clie più non v' era sicurezza né
che tradire il suo onore, e violare delle proprietà, delle persone, né
le massime costantemente osservate che r ospitalità era violata co' tra-
dalla Chiesa. Allora il direttorio e- dimenti, che le donne di qualun-
secutivo, col pretesto che il Pierac- que stato erano esposte alla bru-
chi e r Evangelisti non avessero talità ed agl'insulti, allora il fer-
bastante plenipotenza per cedere le mento occulto, e il desiderio di ven-
due memorate legazioni, ambidue dicarsida tanti oltraggi si rese ge-
li congedò da Parigi, Tentò Pio nerale, per cui alcune città e terre
VI a mezzo di monsignor Caleppi massacrarono quanti francesi cad-
poi cardinale, e del p. Soldani che dero loro nelle mani, vendicati poi
spedi a Firenze, di intavolare la con aspro rigore.
pace coi commissari Saliceti e Gar- Procedendo Bonaparte vincitore
rau; ma essendo questi ostinati nel- dal Tirolo sulle pianure alemanne,
le pretensioni del direttorio , nulla JVIoreau ed Hoche ripresero sul Re-
si conchiuse. Tutta volta Pio VI no e sulla Mosa con miglior foi'-
sempre più inculcava a' suoi sud- tuna il piano di campagna, e l'Au-
diti rispetto alla nazione francese stria con l'armistizio di Leoben per-
ma essi ma! soffrivano le loro mas- dette i Paesi-Bassi e i possedimen-
sime rivoluzionarie, e le angherie ti d' Italia , cioè il Mantovano
che commettevano in tutti i paesi ed il Milanese, come il Modenese,
che andavano usurpando alla san- che furono uniti alla repubblica
ta Sede ,
più coi tradimenti , che Cisalpina. Conoscendo Pio VI le
colle loro armi desolatrici. Finché mire del direttorio esecutivo, af-
si trattò di piantar ne' luoghi gli fine di non essere rimproverato
alberi della libertà, di atterrare lo di non avere posto in opera ogni
stemma pontificio, di abolire i ti- diligenza e precauzione per la si-
toli e distintivi feudali ; tinche dai curezza de' suoi dominii , aumentò
rozzi agricoltori si credette, che si il numero delle milizie, e la guar-
volesse rinnovare a favor loro la dia civica , e rese noto a tut-
legge agraria, onde tutti indistinta- te le potenze cattoliche i gravi
mente fossero eguali, non solo nel e sacri motivi che l'avevano in-
nome di cittadini, ma ancora nel dotto a negare al direttorio francese
possesso de' terreni, la tranquillità di convenire nelle sue esigenze, co-
esteriore si manteneva sufficiente- me la risoluzione presa di pos-
mente ; ma dacché si accorsero, co- sibilmente difendere lo stato se as-
io8 FRA FRA
gl'edito. Ma già la sorte dello sta- per vendicarsi de' cattivi consiglie-
lo pontificio e quella del venera- ri del Pontefice. In falli si aumen-
Lile capo della Chiesa romana era tò nel Rolognese l'esercito france-
slata dal direttorio decretata, tuas- se, ed il ministro francese Cacault
per l'istigazioni d' uno de' suoi
siiiie residente in Roma part'i per Ro-
membri, Reveillere-Lepaux ben co- logna, ov' erasi trasferito il genera-
uosciuto pel suo odio al cristiane- le Ronaparte. Questi a' 3 1 genna-
simo, e pel suo stolto fanatismo di io e primo febbraio pubblicò due
stabilire la setta dei teofiiantropi manifesti, in cui vantando le vitto-
che principalmente consisteva in rie riportate , e gì' ineseguiti palli
non amare né Dio, né gli uomini. dell' armistizio , invitava il general
11 generale in capo Ronaparte spe- Victor a maiciar su Rnola. Avan-
lando di ottenere pel direttorio zandosi dunque le truppe francesi

quanto desiderava da Pio VI , per sid Senio accadde quell'assalto tra


SI importante affare prescelse a me- le truppe francesi e papali, che ac-
diatore il cardinal Mattei arcive- cennammo all'articolo Faenza (^e-
scovo di Ferrara, che inviò in R.0- di)^ perchè vinti i papalini, i fran-
xna al Papa con una lettera, nella cesi presero quella città , ed indi
quale insistette sulla ritrattazione Forlì e Cesena non che S. Leo ,
,

de' brevi riguardanti la nuova Co- Sinigaglia Ancona ed altri luoghi


,

sliluzione civile dtl clero più volte sino a Macerata; laonde al Papa
<Ja Pio VI condannata. E qui ri- non restavano che le provincia di
flette a proposito il saggio francese Sabina, del Patrimonio, e di Ma-
Jauffret, Méinoires tum. II. p. 479? rittima e Campagna, timore col
che questa costituzione non era in ben l'ondato di perdere tutto, avan-
Francia piLi in vigore da lungo tem- zandosi i francesi rapidamente vex*-

po; ch'essa non faceva piìi parte delle so R.oma.


leggi dello stato e che il direttorio
,
In tal frangente Pio VI spedi
di cui r antipatia contro la religio- plenipotenziari a Tolentino per con-
ne e contro preti non era equivoca,
i chiudere col generale Bonaparte la
non si curava più di questa costi- concoidia che ivi fu sottoscritta
,

tuzione che dell aulica disciplina


,
a' 19 febbraio in ventisei articoli,
della chiesa gallicana, e perciò non presso il Tavanti, e meglio nel Bec-
bi poteva concepire per qual ragio- ca ti ni, Storia di Pio FI, tom. IV,
ne si mettesse lauto ardore e tan- p. 69 e seg. Il Papa si obbligò a
to impegno neir esigere dal Papa separarsi da (pialinniiie coalizione
s"ifatta litraltazione, se non per contro la Francia, licenziar le sue
prendere un pretesto per non fare truppe, chiudere i porti ai nemici
la pace, e per tormentare ingiusta- della Francia, ricevere guarnigione
mente il Pontefice. Ma il Papa francese in Ancona, rinunziare alla
fermo ne' suoi doveri, rispose con sovranità su Avignone, sul V'enais-
quella bella lettera che riporta il sino, e sopra le tre legazioni di Ro-
Tavanti, toni. IIl,p. 33o, insieme a logna, di Ferrara e di R^omagna ,
quella scritta da Ronaparte al detto come ancora di pagar quindici mi-
cardinale da Verona, in cui gli fa- lioni di lire tornesi, di somministrare
ceva sapere ch'era risoluto di far gran numero di cavalli e buoi, di
marciare le sue truppe contro Roma, consegnar quadri, le statue e i
i
FRA FRA lof)

tnss. convenuti nell' armistizio di fu obbligato Pio VI a riconoscerla


Bologna , oltre l' invio fi' un mini- a media/ione del ministro della re-
stro a Parigi per disapprovar la pubblica francese in Roma , Giu-
violenta morte di Basville. L'auto- seppe Bonaparte fratello del gene-
re delle Memorie istorie he e filo- rale, ricevendo il suo inviato cav.
sofiche di Pio fi, riflette che, tut- Bussi mentre
; francesi non la-
i

to calcolalo, i francesi in queste vi- sciando di promovere la democra-


cende forse avranno tolto dallo sta- zia, molte città de' pontificii domi-

to ecclesiastico un valore di circa nii r avevano proclamata ribellan-

duecento milioni di lire tornesi. dosi alla santa Sede.


Pio VI adempì puntualmente ai Non contento ancora il diretto-
durissimi patti , e fu inoltre co- riodegl'immensi sagrifizi di Pio V f,
stretto a rimuovere il cardinal Bu- e mirantio sempre all' intera occu-
sca dalla carica di segretario di sta- pazione dello stato pontificio ed al-
to, e conferirla al cardinal Giusep- la detronizzazione del Pontefice
pe Doria già nunzio in Francia. nel timore che Giuseppe Bonapar-
Inviò a Parigi per ambasciatore il te non secondasse completamente i

marchese Massimo, e l'avvocato Go- suoi desiderii. ordinò al general Dn-


rirossi quale inviato straordinario, phault di piocurare l'adempimento
per disapprovare la morte di Bas- di sue brame colle armi e con le
ville. Intanto in sequela dei pre- rivoluzioni. Recatosi Dupbault in
liminari di Leoben
17 ottobre 5 a' Roma, apertamente incominciò le
il generale Bonaparte segnò la pa- sue manovre co' suoi fautori che ,

ce co' ministri austriaci a Campo- onninamente volevano piantar l'al-

formio, nella quale la Francia ac- bero della libertà sul Campidoglio.
quistò le isole Ioniche con porzio- A tale effetto a' 28 dicembre 1797
ne dell'Albania, oltre i Paesi-Bassi, i rivoluzionari con grida di viva la
e la repubblica Cisalpina allora for- libertà e coccarde tricolori , si re-

mata s'ebbe il INlilanese, il Man- carono al palazzo Corsini alla Lun-


tovano e il Modenese: cosi termi- gara abitazione di Giuseppe Bo-
,

nò la prima guerra continentale naparte, per cui il governo ponti-


della rivoluzione francese. Un qual- fìcio ordinò alla guardia civica di

che commovimento però si mani- richiamarli all'ordine, e n/icque zuf-


festò nei consigli e nel direttorio fa nel cortile e scale del medesimo
di Parigi, ma
armi di Augerau
le palazzo e presso la porta Settimia-
nella giornata del 18 fruttidoro ri- na. Allora sconsigliatamente il ge-
condusse l'armonia, e l'esilio colpì neral Duphault con la spada sfo-
Carnot e Barlhélemy membri del di- derata si gettò in mezzo ai rivol-
rettorio, undici individui del con- tosi, animandoli a resistere alla ci-

siglio degli anziani, e quarantuno vica ed ai dragoni accorsi al tumul-


del consiglio de' giovani sospetti di to, laonde nel conflitto restò ucci-
cospirazione. Avendo Bonaparte for- so da un colpo di fucile. A nulla
mato colla repubblica Cispadana e valsero le rimostranze fatteà Giu-
Traspadana la Cisalpina poi re- ,
seppe Bonaparte dell' innocenza del
gno d'Italia, coll'aggiunta delle tre governo sull'accaduto, pronto a dar
cedute legazioni , fu dessa procla- soddisfazione; egli sul momento ab-
mata indipendente dal direttorio bandonò Roma. Subito il cardinal
no FRA FRA
Doria scrisse l'infausto avveuimen- chianti che altrove narrammo, col-
to al marchese Massimo , acciò in le circostanze di tanti lagrimevoli
Parigi offrisse al direttorio ogni sod- avvenimenti. V. Roma ed i relati-
venendo contemporanea-
disfazione, vi articoli.
mente istruite le corti amiche del Dopo il trattato di Campo For-
fortuito accaduto. Non voile altro il mio, il direttorio si preparò alla
direttorio per consumare il suo pia- guerra contro l'Inghilterra, nello
no, dichiarando vero assassinio sen- stessotempo che inviò al congresso
za esame la morte del suo gene- di Rastadt il generale Bonaparte^
rale ; commise quindi al general per combinare la pace coli' impero
Berthier comandante letruppe fran- d'Alemagna. Indi fece invadere la
cesi in Italia, di occupare il resto Svizzera sotto pretesto di domare
dello stato ecclesiastico, e d' impa- i vandesi ribelli ; riunì con un trat-
dronirsi della sagra persona di Pio tato le città libere di Mulhouse e
YI. Si avanzò il general Berthier di Ginevra alla Francia, poscia inviò
col pretesto di punire i soli auto- il Bonaparte alla memo-
generale
ri della morte Duphault, ed in
di randa spedizione di Egitto, arman-
vece s'impadronì a poco a poco dei do in egual tempo contro la re-
dominii restali al Papa, che ad on- pubblica di Venezia, colla flotta

ta delle sue pacifiche intenzioni, e della quale il detto generale si re-


contro tutte le assicurazioni ricevu- cò in Egitto, la Russia, la Porta
te dai francesi, per cui non parli ottomana, le due Sicilie, e le altre

da Roma si vide invadere Castel


, potenze continentali, fuorché la
s. Angelo e la città, proclamare la Spagna e la Prussia. Un seguito
repubblica Tiberina, venendogli in- di vittorie e di romantici aneddo-
timato che il suo regno era finito ti accompagnò la bandiera france-
alla presenza de' cardinali. Inoltre se fino nella Siria, e gli sforzi com-
si ardi offrirgli la coccarda e una binati dell'armata anglo-turca non
pensione, che l'eroico Pontefice pron- riuscirono che dopo tre anni ad
tamente ricusò S' imprigionaro-
. ottenerne l'evacuazione; tuttavolta
no i cardinali, molti prelati e pri- questa spedizione s'ebbe gli epite-
mari ministri; si dilapidarono per- li di sgraziata e di gloriosa, il pri-
sino le camere inlime abitate da mo per la repubblica, il secondo
Pio VI, cui dopo indescrivibili ol- pei generale. Dimorando il prigio-
traggi gli s'intimò la partenza da niero Pio VI in Siena, pel forte
Roma pel di seguente, ed a' 20 terremoto che si fece sentire ivi il
febbraio i 798 un distaccamento di primo giugno i 798 venne traspor-
francesi trasportò prigioniero il Pon- tato alla Certosa di Firenze colla
tefice a Siena. A tenore dei pres- piccola sua corte, ove il Papa fu
santi ordini del direttorio, si volle ossequiato da Carlo Eramanuele
dai cardinali, prelati, ministri del- IV re di Sardegna, e dalla ven.
la santa Sede, ed altri il formale Maria Clotilde sua consorte e so-
giuramento di odio monarchia,
alla rella di Luigi XVI, che per aver
e di fedeltà alla repubblica ed alla perduto il Piemonte e la Savoia
costituzione , la cui virtuosa e co- occupate dai francesi, si recavano
raggiosa ripulsa fu punita colla de- nella Sardegna. Mentre duravano
portazione, e in altri modi sover- ancora le conferenze di pacificazio-
FRA FRA itr
ne coli' impero a Rastadt in con- per maggior sicurezza e strazio del-
seguenza del predetto trattato di l'ottuagenario ed infermo prigio-
Campo Formio, si preparò la se- niero, di farlo trasportare nell' in-
conda coalizione, in cui le potenze terno della Francia. A' 27 marzo
europee, tranne la Prussia e la 1
799 Pio VI scortato da duecento
Spagna mentovate, rivolsero di nuo- soldati fu portato via dalla Certosa
vo le armi contro la Francia, che di Firenze, e sotto le ali della pro-
Joro come si è detto dichiarò guer- tettrice provvidenza, ed a traverso
ra. Il rinforzo d'una considerabile di tanti pericoli, per Bologna, Par-
armata russa guidata da Suvarow ma, Torino, e Moncenis giunse sul-
fece piegare la bilancia a vantaggio le frontiere di Francia. Entrato che
degli alleati, e le tiuppe repubblica- fu il sommo Pontefice su quella ter-
ne dovettero dopo le disfatte del- ra bagnata dal sangue di tante vit-
l'Adige, della Trebbia e di Novi, man- time, ed imbrattata de' più nefandi
canti del prode Joubert, che in que- delitti, benché d' animo grande e
st'ultimo fatto rimase estinto, ab- disposto a qualunque martirio, si
bandonare l'Italia. Dodici giorni di intese ingombro de' più ftmesli pen-
ostinato conflitto nella Svizzera ar- sieri, considerando l'infelice fine di
restarono la vittoriosa marcia di Su- Luigi XVI, delia consorte, della so-
varow posto a fronte dell' intre- rella, e di tante migliaia d'innocenti
pido Massena, mentre Brune fece francesi, fermi seguaci delia religio-
mancare in Olanda il tentativo di ne de'loro antenati. Fu Briancon la
invasione eseguito dalla flotta an- prima città di Francia, che a'3o apri-
glorussa sotto gli ordini del du- le accolse fra le sue mura Pio VI, e

ca di York. Erano però le cose a fu qui eh' egli soffrì l' amara divi-
mal partito, per la poca considera- sione d'alcuni suoi fedeli famigliari,
zione di che il direttorio godeva divenuti sospetti ai francesi. Indi
in balia delle redivive fazioni che proseguì dopo un mese il viaggio
agitavano Parigi e la Francia. per Grenoble. Il direttorio volendo
Sapendo Pio VI che in Roma risecare le spese del viaggio, non
alcuni prestarono giuramento alia permise che supplisse l'eiario, e ne
costituzione, ne' primi del 1799 lo gravò i diversi dipartimenti; ma
condannò solennemente con due Pio Vi prese le sue misure acciò
brevi. Intanto non essendo tranquil- non costasse ad essi neppure un
lo il direttorio del luogo centrale ove soldo. Da Grenoble s'avviò per Gap,
teneva prigioniero Papa, e temen-
il s. Marcellino, eRomans, giungendo

do i prima sta-
successi della guerra, a Valenza a'i4 luglio, città che Dio
biPi di tradurlo nella badia di Molk avea destinato per termine delle sue
presso Vienna, poi in Sardegna, o sciagure. Allora il direttorio con uà
meglio in Corsica, acciò vi rimanes- decreto dichiarò Pio VI prigioniero
se obliato secondo i pensamenti di di stato, che in mezzo alle durezze
la Reveillere-Lepaux e di Merlin , ed alle privazioni, mai si lasciò usci-
di Douai, ma a questo piogetto si re dalla bocca la più minima la-
oppose il ministro Rheynhard te- gnanza. Così gemeva Pio VI sotto
mendo gl'inglesi che padroni del la più ingiusta schiavitù, per cui ia
Mediterraneo nou riuscissero a libe- tutta la Francia, e nell'intera Eu-
rarlo. Dunque il direttorio decise ropa non si parlava che di lui, e
lì-i FRA FRA.
de' suoi giammai il vi-
oppressori: pagni delle sue disgrazie erangli sfa*
cario (li Gesù Cristo comparve si li restituiti a Grenoble. In una la-
grande sul trono medesimo del \a- pide di marmo nero nella chiesa
ticano, circondato da tutto il suo cattedrale si legge la memoria delle
maggior splendore e la dimora ; sue sventure, delle sue eroiche virtù,
di Pio VI in Francia servì nota- e della sua gloriosa morte. In tal
bilmente a ravvivare la religio- modo il magnanimo Pio VI fra'cep-
ne cattolica illanguidita in mol- pi, lontano dalla sublime sua Sede,
ti, e riuscì una serie di trionfi pel spogliato de'suoi dcminii terminò
suo augusto capo. E troppo no- la sua penosa vita. Uomo in tut-
to con qual trasporto di divozio- to mirabile per le virtìi dell" ani-

ne accorsero le popolazioni fran- mo ,


generoso e magni-
principe
cesi dovuncpie fu condotto Pio VI, fico ,meritava sorte migliore pe- :

con quali lagrime accogliessero le rò fino dal punto di sua morte


di lui benedizioni, e con quale gli stessi suoi nemici lo acclamarono

figliale premura s' ingegnassero di in Parigi grande sul trono, mag-


alleviare il peso delle di lui catene, giore dopo esserne sbalzato, e mas-
e come la schiavitù del vicario di simo nella gloria eh' erasi merita-
Cristo produrre vi facesse ravvedi- ta coir eroismo del suo contegno.
menti, ritrattazioni, conversioni, vo- Tutte le nazioni gareggiarono per
lendo Iddio visibilmente far trion- onorarne la memoria, che immor-
fare la sua Chiesa con que' mezzi talarono penne illustri. Da ultimo
medesimi, che adoperavano gli in- il cappellano segreto d'onore del
nelT avvi-
creduli per farla cadere regnante Gregorio XVI, monsignor
limento e nel dispregio. Fu questa Pietro Baldassarri, già segretario
ima manifesta prova, chela maggior del prelato Innico Caracciolo mae-
parte del popolo rimaneva fc-rma- stro di camera
Pio ^ I, e per di
mente attaccato alla sua religione ciò testimonio de'suoi avvenimen-
cattolica. ti, in quattro volumi ci ha dato
Dubitando ancora il direttorio sul- l'interessante e veridica Relazione
la sua preda, voleva fare strascinare delle avversità e patimenti di Pio
Pio VI a Dijon, ciò che non ebbe VI, Modena 1840. Di questo ar-
perchè deteriorando la sua
elfetto, gomento noi ne abbiamo trattato
logora salute, fu vicino al punto in parecchi articoli del Dizionario,
estremo. Nel ricevere gran Papa il ai luoghi relativi, come nell'artico-
il ss. Viatico, pregò caldamente Dio lo Pio VI (Vedi). Intanto mentre
a restituire a Roma il Pontefice, suonava tuttora il grido delle vit-
ed alla Francia la religione, la pro- torie di Zurigo e di Berghen, e
sperità e la pace, perdonando i della precipitosa ritirata russa, e
suoi nemici con tutta relfusione del mentre il direttorio era lacerato
cuore; indi nella notte àe'iS ago- dalle divisioni dei suoi quinquevi-
sto venendo il 29 cessò placidamen- ri, Bonaparte reduce dall'Egitto
te di vivere in Valenza. Roma, la sbarcò a Frejus il 9 ottobre 1799,
Chiesa, i suoi popoli furono il sog- e volò a Parigi sul teatro degli
getto delle ultime sue voci mori- avvenimenti. Un suo colpo decisi-
bonde, colle quali teneramente be- vo, nel presentarsi cioè audacemen-
nedì gli affettuosi famigliari che com- te a punta di baionette dentro il
I'^ R A FRA Ti3
c(jnsigli() dei cinqiierento, dì con- Prcci<: de la revolution francaise
certo col direttore Sieyes, e con ornée de fìgures, Paris i833. Lui-
gran numero di deputati, rovesciò gi Thiers, Storia della rivoluzione
nelle giornate del 18 e 19 bni- francese tradotta da Gaetano Bar-
Miale, cioè 9 e i o novembre, la beri, ]Milano 1840, tomi cinque. A.
costituzione direttoriale, ossia il so- Thiers, Storia della rivoluzionefran-
vrano potere del direttorio esecutivo, cese, prima traduzione italiana del-
in una parola dissipò la rivoluzione l' edizione di Parigi del i834 di
incominciatada IMirabeau, ed in- Ermenegildo Potenti, Firenze i838
nalzò sulle sue rovine il nuovo in tomi quindici. Il primo console
governo, del quale prese egli le fece conoscere all'Inghilterra la sua
redini col titolo di primo console, nomina, ed il voto della Francia
assoibi tulio il potere di un mo- per la pace, ma il ministero non
iiiucH, e come tale pas'^ò a risiede- volle aderirvi ; si rivolse allora a
re nel palazzo delle Tuilleries. Eb- riparare le perdite fatte in sua as-
be a colleghi Sieyes, e Pioger-Du- senza, e marciò per riconquistare
cos, poco dopo rimpiazzali da Cam- r Italia. A riparare poi gli affron-
baceres, Lebrun, andando però
e ti e le ingiustizie del direttorio
sagacemente concentrando in sé so- contro Pio VI, Bonaparte con de-
lo il potere esecutivo: in tal mo- creto consolare ordinò sino dai 28
do il prode ed avventuroso corso novembre, che dai magistrati di
pose termine all'usurpazione del Valenza si facessero al rispettabile
1789 con un'altra usurpazione, Pontefice solenni e decorose ese-
sotto fantasma del governo con-
il quie, ch'ebbero luogo a 29 genna-
solare, e riun\ gli elementi che gra- io 1800, giacché per le sventure,
datamente dovevano condurlo al e pel sublime grado che aveva oc-
sommo potere. 11 potere legislativo cupato in terra, avea diritto ai più
fu affidato al senato, al corpo le- luminosi attestati della pubblica
gislativo, ed al tribunato. Cosi ven- considerazione.
ne snaturata la costituzione, che La ritirata che nel 1799 ^^^^a
Sieyes meditava da molti anni di fatto Macdonald dall'Italia meri-
dure alla Francia, e proclamossi dionale, per cui le repubbliche ces-
la costituzione consolare dell' anno sando del suo appoggio, disparve
ottavo nel di 24 dicembre 1799 prontamente 1' effimera romana
approvata da tre milioni undicimila che aveva avuto consoli, tribuni, e
sette cittadini, f^. Colleclioii de questori, nel qual tempo l'anarchia
piéces inipovlantes relatives à la e la depredazione erano all' ordine
ìé^'olution fraiicaise et aux homines del giorno, si in Roma che in
Cini cornine fondaleurs de la républi- quella parte dello stato pontificio
cjue. Oli comtìie defenseiirs des prin- che non essendo stata aggregata
cipes inonarchiques, en ont cté les alla repubblica Cisalpina, faceva
acteurs ou le i'icn'nies, tomi cinquan- parte appunto della jepubblica ro-
ta, Paris, chez Brissot-Thivars. Vit- mana. A' 28 settembre 1799 cessò
torio Barzoni Memorabili avveni-
, in Roma l'anarchico governo, par-
menli accaduti sotto i tristi auspi- tì da essa il generale Garnier col-
ci della repubblica francese^ Italia. la guarnigione francese, ed invece
J. P. Rabaud de Saint-Etienne, r occupò il maresciallo Bonrcai d
voi.. XXVI. 8
ii4 FRA FRA
colle truppe tlel re di Nnpoli Fer- predece.ssore, che ne volle prende-
dinando IV^; indi il generale Nasel- re ilnome, e chiamossi Pio VII;
li in nome di tal monarca v'istal- egli si trattenne alcuni mesi in Ve-

lò un governo provvisorio, prote- nezia, e facendo prendere le redi-

stando che prendeva possesso di ni del governo de' suoi slati ai


tali dominii pel futuro Pontefice. propri ministri, entrò poscia in Ro-
La divina provvidenza permise che ma a' 3 luglio 1800, mentre i fran-
le potenze alleate nel togliere al cesi tornavano a dominar l'Italia.

direttorio l' Italia, vi rimanesse tan- Aveva il primo console Rona-


to largo di tempo per eleggere parte riunito in Dijon sotto il co-
quietamente il successore Pio di mando di Berthier un'armata di ses-

VI; e l'imperatore Francesco II santamila combattenti, quando col


ch'era divenuto signore di Venezia, simulato passaggio del Varo, inve-
olfr'i ai cardinali questa città per ce operò la porten'osa discesa del-
la celebrazione del conclave, sicco- l'Alpi,superando le cime del gran-
me lontana dal teatro della guer- san-Bernardo: tutto cede all'impe-
ra, e più propria in quella circo- to francese, e la battaglia guada-
stanza che non Roma, di recente gnata coir avanguardia da Lannes,
liberala dal giogo straniero. In Ve- non fu che il preludio della stre-
nezia riunironsi i cardinali disper- pitosa vittoria di Marengo ottenu-
si dalla precedente tempesta, ed ta dall'eroe della guerra Bonapar-
entiarono in conclave nella prima te a' i4 giugno 1800, che rimise
domenica dell'avvento, ove ricevet- tutte le piazze forti d' Italia nel-
tero lettere conforlalrici dall'im- le sue mani. Ritornato a Parigi
peratore, e da Ferdinando IV. Il cogli allori di questa breve e
conte di Provenza, che alla morte gloriosa campagna, e preservato
del nipote Luigi XVll aveva assun- dalia cospiiazione della macchina
to il nome di Luigi XVllI, essen- infernale ordita dagli sciovani ,

dosi ritirato in Russia, dalla sua compì la pacificazione dell' ovest


dimora del castello di Mittau in della Francia, le armi della quale
Curlandia , nel rispondere alla let- nel medesimo anno liportarono vit-

tera colla quale il sagro collegio toria ad Elionopoli in Egitto. Indi a

gli aveva partecipato la morte di poco le vittorie di Moreau nell' Ale-

Pio VI, si esternò nel modo il più magna, massime quelle Hochstedt e di

religioso, ed affettuoso uisieme; e di Hohenlinden, indussero più solle-

qui noteremo che sino dai io giu- citamente gli alleati a pi^iposizioni
gno del medesimo anno i'09 la di pace, che poi si conchiuse nel
superstite figlia di Luigi XVI, Ma- di 8 gennaio 1801, mediante il

ria Teiesa Carlotta, il re l'aveva trattato di Luneville, coli' Austria,


unita in matrimonio all' altro nipo- e coir impero germanico; le cessio-

te Luigi Antonio duca d' Angoule- ni della pace di Campo Formio


me e poi delfino, figlio del fratello vi furono confermate, il Reno sino
Carlo conte d' Artois. Intanto a' i4 al territorio olandese divenne il

marzo 1800 i cardinali esaltarono confine della Francia, la Toscana


al pontificato il cesenate caidinal fu eretta in regno di Etruiia ce-
Barnaba Chiaramonti vescovo d'I- dendosi all'infante di Spagna Lo-
mola, parente e concittadino del dovico, in cambio del ducalo di
FRA FRA I r")

Pnrma che pnssò alla repubblica strazione, ordinò pubblici lavori di


Cisalpina, e furono riconosciute le abbellimento e di utilità nella ca-
indipendenze delle repubbliche Ba- pitale e nei dipartimenti, ed elevò
iava, Elvetica, Ligure, e Cisalpina. in somma la Francia al primo
Nel dì 28 febbraio mediante il trat- rango delle potenze europee. Le
tato di Firenze col re di Napoli, forzate lelazioni tra il nuovo Pa-
che cede i suoi diritti sull'isola pa Pio VII, e i francesi contratte,
dell'Elba, su Piombino e dipenden- accordarono a quello il corpo del
ze. Nel d\ 29 setlembr-e col Por- suo illustre predecessore, che secon-
togallo, mediante il tiatfato di Ma- do la sua ultima volontà, con so-
dridp che estese i limili della Gu- lennissima pompa fu deposto nella
iana francese all'imboccatura del- basilica vaticana, avanti il sepolcro
l'Amazzone, limite portato l'anno del principe degli apostoli.
seguente a venti leghe più al nord. Qualunque fosse stato il modo,
Nel dì 8 ottobre colla Russia in col qualeprimo console arbitro
il

forza del trattato di Parigi ; nel dì divenne della Francia, è certo che
9 ottobre mediante preliminari i in sulle prime si assodò il potere
colla Porta ottomana, e colla succes- adoperando i migliori provvedimen-
siva pace fu assicurata alla Fran- ti di un savio e robusto governo,
cia la libera navigazione sul mar per cui la umanità
religione e la

Nero; finalmente ancor l'Inghilter- subitamente respirarono. Cadde a-


ra depose le armi, e segnò col bolita la legge degli ostaggi che
trattato di Amiens del ^5 marzo faceva pacifici cittadini malleva-
i

1802 la pacificazione del mondo, dori delle azioni de' loro parenti
dappoiché le repubbliche francese contro il governo, e quella la quale
e baiava, e la Spagna da una puniva ne' preti non solo gli atti,

parte, e l'Inghilterra dall'altra si ma persino i pensieri contrari alle


terminò la gueria di nove anni, massime l'ivoluzionarie. Allora quei
restituendo alla Francia le colonie magnanimi confessori della fede di
di cui erasi impadronita, senza che Cristo, che stavano rilegati sulle
la repubblica perdesse alcuna delle coste della Francia, furono resti-

sue conquiste, tra le quali trova tuiti alle loro famiglie. Bonaparte
vasi il Piemonte, riconobbe peiò ordinò che non si doman-
ai preti
la repubblica delle sette Isole. Inoltre dasse se non che un semplice giu-
la Spagna restituì la Luigiana, che ramento di fedeltà alla costituzio-
poscia gli Stati-Uniti acquistarono ne, senza obbligarli a quelle for-
dalla Francia nel i8o3. Frattanto mole sospette, che o inquietavano
Bonaparte contribuì da un lato a la coscienza, o fomentavano lo spi-
ristabilire l'ordine, ad innalzar nuo- rito di partito. Fu abolita la sa-
vamente gli altari, a fabbricare la crilega 21 gennaio, il giu-
festa de'
)<rosperità della Francia, non meno ramento d'odio alla monarchia, e il
che il suo ingrandimento: abolì il divieto che dagli uffici escludeva i
calendario repubblicano, promulgò nobili e parenti degli emigrali:
i

nuovi codici di leggi unifoimi, ri- fece pure scomparire le feste pa-
dusse ad unità il sistema de' pesi gane, e le mascherate de'teofilan-
e misure, organizzò stabilmente le Iropi. I piìi felici effetti si videio
finanze e tutti i rami di ammini- nascere da questi nuovi regolamen-
ii6 FRA FRA
li: più di ventimila preti, liberati salvi, e poscia v' inviò pure coll.i

dal carcere, o dall'esilio rialzarono dignità di legato a Intere i\ cardi-


gli abbattuti altari, e rinacque il nal Caprara; il concordato si ri-

pubblico credito. Bonaparte nelle porta al volume XVI, pag. 39 e


sue viste politiche vide necessaria seg. del Dizionario. Il Barruel ci ha
lina riconciliazione colla santa Se- dato l'opera intitolata . Sul Papa
de; conosceva che la maggiorità ed i suoi diritti religiosi all' occ^t-

della nazione francese intimamente siane del concordato del l'òoi, fra
avversa al clero costituzionale, so- la repubblica francese, e la santa
spirava la sua riunione al centro Sede, Genova 180 3. Bonaparte con-
comune della Chiesa cattolica, per- gedò il concilio nazionale, dileguan-
suaso che nel secondare il voto dosi cos\ al primo soffio avverso
della nazione accresceva il presti- il clero costituzionale di Francia.
gio del suo nome, e si agevolava Perchè il concordalo si mandasse
la via al trono. Inoltre il line re- ad elfetto, scrisse Pio VII un bre-
ligioso del rialzamento degli altari ve ai titolari de' vescovati francesi
abbattuti in Francia al culto del acciò rinunziassero alle loro sedi ,

vero Dio , aprirono quasi sul)ito onde conservare l'unità della Chie-
negoziati colla santa Sede per uno sa, e ristabilire pienamente la cat-
spirituale componimento, per ista- tolica religione in Francia. A te-

bilire oltre altre cose , la pubbli- nore di tal breve , rassegnarono i

cità del culto cattolico, il diritto loro vescovati quarantacinque de-


del primo console alla nomina de- gli antichi titolari,, de' quali se ne

gli arcivescovi e vescovi, e del som- contavano ancora ottantaquattro vi-


mo Pontefice alla canonica loro venti, e quattordici de' nuovi dipar-
istituzione ; una nuova circoscrizio- timenti. I vescovi costituzionali e
ne di diocesi, e la rinunzia de' ti- giurati diedero anch' essi la loro
tolari alle sedi loro , nelle quali dimissione, ed alcuni si distinsero
cose per le deplorabili circostanze con divoti Papa. I ve-
indirizzi al

de' tempi, e pel bene della Chiesa scovi del Belgio ne imitarono l'e-
gallicana fu d' uopo convenire. sempio, come pure quelli della
A. conchiudere un concordato su Germania dei paesi alla sinistra

tali Bonaparte si serv'i della


basi del Reno. I\on mostrarono egual
mediazione del cardinal di Marlinia- concordia di sentimento vescovi 1

iia vescovo di Vercelli, e Pio \ II dimoranti in Germania ne quelli ,

nominò plenipotenziari, che lo sta- rifuEfiati in Inghilterra, che riuni-


bilirono a Parigi il i4 luglio 1801, lisi in assemblea a Londra, cioè
fc nel dì seguente lo sottoscrissero, tre arcivescovi e quattordici vesco-
ad onta della discordia seminata vi, la più parte di essi ritìutò di

dai giansenisti, nel concilio nazio- dare la loro rinunzia. 1 vescovi che
nale di Parigi , che scaltramente ricusarono di dare la loro dimis»
Bonaparte avea permesso si com- sione ebbero molti seguaci lia i

ponesse de' vescovi costituzionali ,


più fedeli delle provincie dell'ovot,
recitando il discorso d'apertura il e furono chiamati Petite Egli se.
famoso Gregoire. Quindi per l' e- La dissidenza di molti vescovi non
«•ecuzione del concordato Pio \'II trattenne il cardinale legato d' ac-

«peili in Francia il cardiual Coa- cordo cui governo di dare esecu-


FRA r?y i UT
zione al coiioordiito ; liiUa ^c^^en- ri sotloscriveranno la dichiara/niu»
sione de' rliparlimeiiti francesi si latta dal clero di Francia nel 1682,
divise in dieci arcivescovali, ed in e pubblicata con un editto dell'an-
cinquanta vescovati , compresa la no stesso; essi si sottometteranno ad
Corsica, il Belgio e i paesi della insegnarvi la dottrina che vi è con-
sinistra del Pieno. Si crearono di- tenuta, ed i vescovi spediranno l'at-
gnità capitolari, s'istituirono senii- to di questa sommissione al consi-
nari, e si fissò la rendita pei mi- gliere di stato incaricato di tutti
nistri del culto e pei prelati. 11 ve- gli affari concernenti i culti ".
scovo costituzionale Gregoire passò '» 36. Durante la vacanza della
ad essere membro del senato con- sede sarà provveduto dal metropo-
sci valore^ e l'altro vescovo Talley- litano, e in sua mancanza dal più
rand, allora ministro delle relazio- antico de' vescovi suffraganei, al go-
ni estere, fu autorizzato da Pio Vl[ verno della diocesi. 1 vicari gene-
di esercitar gli uffizi della vita se- rali di questa diocesi continueranno
colare e laica , fermo restando il le loro funzioni anche dopo la mor-
vuto da CUI era vincolato dopo la te del vescovo, sino ai possesso dei
sua ordinazione. di lui successore ".

Il corpo legislativo approvò il " 54. Inon daranno


parrochi
concordato come legge dello slato, la benedizione nuziale, che a quel-
ma appresso il tribunato, e lo stes- li, die comproveranno in buona e
so corpo legislativo non solo fecero debita forma, avere contratto ma-
adottare il medesimo concordato trimonio avanti l'ufficiale civile ".

come legge dello stato, ma insie- •5 55. I registri tenuti dai mi-
me certe così dette leggi organiche nistri del culto non essendo, e non
flel culto caltolicoj divise in settan- potendo essere relativi :he all'am-
tasetle articoli, delle quali nel coJi- ministrazione de' sagramenti , non
coidato non si era fatto menzione potranno in alcini caso supplire ai
alcuna, anzi si opponevano allo spi- registri ordinali dalle leggi per pro-
rito ed al-
del coiicordato istesso, vare lo stato civile de' francesi ".

cune direttamente apparivano con- Né solamente ancora avea fatto


trarie ai sagri canoni ed ai de- , adottare dal tribunale e dai corpo
creti de' concili ecumenici ne ri- : legislativo il concordato , le leggi
feriremo cinque, le quali incorsero organiche concernenti il culto cat-
in più grave censura. tolico, ma sibbene ancora gli arti-
" I Nessuna bolla
. , breve , le- coli organici dei culti protestanti.
scritto, decreto, mandato ,
provvi- Questi culti dividevansi nelle così
sione, né altre spedizioni della cor- dette chiese riformate, ed iu chie-
te di Roma, anche solo concernenti se della confessione di Augusta, le

i potranno essere rice-


particolari, quali in tutto erano poste ad eguai
Tute, pubblicate, stampate, né al- condizione della Chiesa cattolica, li
trimenti messe in esecuzione senza governo provvide ai trattamento
li permesso del governo '. (Non v'e- de' pastori concistoriali; dispose che
rano eccettuati nej>pure brevi di i in Ginevra esservi doveano due se=
peuitenzieiia). minari, i' uno pei ministri della
" 24- Quelli che saranno scelti confessione augustana , l'altro pei
per l'amr.'ìatslramcuto dei semina- ministri della cliiesa riformata. Per
ii8 FRA F 11 A
le chiese riformate fu stabilito che assistito dagli altri due consoli, dai
dovevano aver de' pastori, de' con- ministri, e dai primari magistrati,
cistori locali, e de'sinodi; quelli del- dopo la solenne messa, dicendo ad
la confessione d'Augusta de' pasto- ognuno nel porla sul loro capo :

ri, de' concistori locali, delle ispe- desidero che la portiate per molli
zioni, e de' concistori generali. In- anni.
tanto Bonaparte dispose che ai ve- Successivamente furono legalmen-
scovi costituzionali che avevano ri- te riconosciute dal governo le con-
nunziato alle loro sedi, a titolo di gregazioni religiose approvate in
pensione fosse assegnato dal pubbli- Francia, come dei sacerdoti, o si-

co erario un terzo della rendita di gnori della missione, le suore ospi-


CUI godevano i vescovi attuali in taliere ,
quelle di s. Carlo, quelle
esercizio; e fece scrivere al gover- chiamate Valelotes; si ristabilirono
no inglese che discacciasse i vesco- i benemeriti fratelli delle scuole
vi renitenti, che tentavano far na- cristiane, protetti dal cardinal Fesch
scere turbolenze nell' interno della arcivescovo di Lione poi ministro
Francia. plenipotenziario in Roma col cele-
Gli ordini cavallereschi ed i se- bre visconte di Chateaubriand per
gnali di distinzione aboliti nel 1791, segretario d' ambasciala. Fu pure
furono 1802 dall'or-
sostituiti nel universalmente encomiato il rista-
dine della legione di onore. Bona- bilimento della congregazione dei
parte si fece nominare presidente preti secolari delle missioni estere.
della repubblica cisalpina, che pre- Il governo francese riacquistò il

se il nome di repubblica italiana ;


protettorato delle chiese di rito la-
indi a' 2 agosto 1802 divenne pri- tino in Levante, del quale era sta-
mo console a vita , e due giorni to privato dalla Porta ottomana
dopo una nuova costituzione, chia- dm"ante la guerra.
mata del 16 termidoro anno de- La perdita di s. Domingo fu il

cimo, ed appositamente modellata, primo disastro prodotto dalla rot-


preparò la via a più strepitosi av- tura con l'Inghilterra, che secon-
venunenti. Inoltre Bonaparte. im- dò i neri ribellitesi. Nel medesi-
pose nuove leggi alla repubblica li- mo anno i8o3, non avendo pro-
gure, e per sostenere la sua me- dotto il concordato colla repubbli-
diazione presso gli svizzeri, mandò ca francese quel bene che gene-
trentamila uomini nel loro paese, ralmente si sperava, a cagione de-
armò nei porti sotto pretesto di gli abusi introdotti cogli articoli
una nuova spedizione contro s. Do- organici, Pio VII venne alla con-
mingo eh' erasi ribellato nel 1801, clusione di un altro concordato, ma
ma effettivamente contro V Inghil- colia repubblica italiana, che fu sot-
terra: questa potenza non s'ingan- toscritto a Parigi a' 16 settembre,
nò , e ruppe pace nel maggio
la concordato che riportammo al ci-
i8o3. Nel precedente gennaio il talo voi. a pag. 4"^' e seg., quindi
Papa creò cardinali Giuseppe Fcsch, si discopri la cospirazione di Pi-
zio di Bonaparte, Belloy, Boisgelin chegru perciò strangolato, e di Gior-
e Cambaceres, a' quali le berrette gio Cadoudal, nella quale furono
cardinalizie
con splendida cerimo- avvolti anco Moreau esiliato in A-
nia furono da Bonaparte imposte, merica, e l'illustre vitlima di Vin-
FRA FRA 119
cenncs ilduca d'Enghien Borbone: re Luigi XV IH. Tuttavoita si tro
tali avvenimenti servirono a Bona- vò costretto ad intraprendere il fa-

parte di ullimo gradino per salire ticoso viaggio di Parigi, scrivendo


al trono. F. Hisloire. da generai il cardinal legato Caprara, che Na-
Moreau, Paris i 8 4 1 ; Histoire du poleone si credeva meritare que-
general Pichegrn, i8i4j ^<'-
Pai'ìs sta condiscendenza del Papa, sicco-
lizic segrete di Napoleone Bonapar- me premio di (pianto avea opera-
te , Lugano i8i5; Pietro Cavedo- to in Francia a benefizio della re-
ni scrisse la Fila di Luigi duca ligione cattolica, e a' 2 dicembre
d'Enghien, la quale si legge a pag. i8o4 nella cattedrale di Parigi il

65 e seg. del Giornale filosofico, coronò o per dir meglio l'unse in


politico, istorico ec. della Foce del- un all'imperatrice Giuseppina di lui
la ragione tom. IV. Il ligio sena- mogUe, giacché Napoleone da sé
to ne léce la prima proposizione; medesimo s' impose la corona sul
Carnot fu il solo uomo libero, che capo, e poscia mise sulla testa del-
osasse combatterla nel tribunato, la consorte altra corona.
tua finahnente il senalusconsullo Nell'anno seguente a' 26 mag-
proclamò Napoleone Bonaparte im- gio, al modo che ho detto al cita-
peratore ereditario de'francesi. Giu- lo volume, pag. 189, avendo Na-
seppe e Luigi suoi fratelli furono poleone formato il nuovo regno
riconosciuti principi del sangue, e d'Italia, in compagnia dell'impera-
vennero creati dieciotto marescial- trice Giuseppina recossi in Milano,
li dell' impero nelle persone di Ber- e nella cattedrale si cinse la fronte
thier, Murat, Moncey, Jourdan, colla cox'ona feirea, e per perpe-
Massena , Augerau Bernardotte , ,
tuare l'avvenimento istituì per gl'i-

Soult, Brune, Lannes, Mortier, Ney, taliani l'ordine equestre della coro-
Davoust, Bessieies, Kellermann, Le- na mise alla testa di que-
di ferro, e
fehvre, Perignon, e Serrurier. Na- sto regno con titolo di viceré, Eu-
poleone fu coronalo imperatore dei genio de Beauharnais, figlio che la
francesi il giorno i8 maggio i8o4, sua moglie aveva avuto dal suo
quindi con replicale e gagliarde primo marito, e dall'imperatore
istanze invitò il Pontefice Pio VII dichiarato suo figlio adottivo. Itt

a recarsi in Parigi per coronarlo, qual modo Napoleone formò la

e consacrarlo solennemente. Per le sua corte imperiale e reale , ne


gravi ragioni che riportammo al demmo un cenno al voi. XI, pag.
voi. XVII, pag. 22 e seg. del Di- 1 2C) del Dizionario. In pari tempo
zionario, ove descrivemmo le ceri- Napoleone riunì la repubblica li-

monie di questa pontifìcia corona- gure all'impero francese, e pub-


zione, e nella speranza di togliere blicò il suo codice. Allora insor-
dal capo di Napoleone i sinistri di- sero gravissimi dissapori fra la san-
segni di scisma, cui la sua inquieta ta Sede, e la Francia, e Pio VII
ambizione poteva ancora condia-re vide con pena mettersi in vigore
ad effetto. Pio \II s'indusse ad quel codice malgrado le sue rap-
acconsentirvi non senza angustie, presentanze, siccome contenente ar-
perchè ne veniva dissuaso da al- ticoli contrari alle leggi della Chie-

cune principali potenze di Europa, sa, massime per ciò che riguai da-
e specialmente dall'opposizione del va ilmatrimonio ed il divorzio. 1
I30 FRA FRA
giuramenti", le costituzioni, le leggi, gno di Napoli , e con titolo di re

e gli alti ispiravano la più grantle lo diede Giuseppe lìo-


al fratello

indiHerenza per tutte le religioni ; napaite, indi eresse in regno l'O-


e la tanto vantata prolezione di landa, e ne dichiarò re l'altro fra-
Napoleone per tutti i culti, era una tello Luigi, concedendo il grandu-

protesta per autorizzare la potestà cato di Berg egualmente per lui


secolare ad intromettersi fra l'ec- eretto, al cognato Gioachino Mu-
clesiastica gerarchia. Indi nel mese rat, e ducati di Lucca e Piom-
i

di ottobre le truppe francesi retro- bino ad Elisa Bonaparte sua sorel-


cedendo dal regno di Napoli, mar- la favorita, moglie di Pasipiale Ba-

ciando verso Ancona improvvisa- ciocchi, mentre l'altra sorella Pao-


mente l'occuparono, stabilendosi in lina sino dal i8o3 l'avea maritata
([ueila fortezza e porto. Pio VII fu al principe Camillo Borghese da lui

colpito da fatto sì inatteso^ vide vio- fatto governatore generale dei di-
lata la neutralità, e fondatamente partimenti al di là delle Alpi, dan-
temè prossima la guerra ne' suoi do alla medesima il ducato di Par-
stati. Alle rimostranze che fece il ma e Piacenza. Indi a' \i luglio
Papa, rispose Napoleone con insul- del medesimo anno 1806 sotto la
ti, meravigliandosi che gli dispia- protezione di Napoleone si costituì

cesse vedere Ancona in mano dei la Confederazione del Reno sulle ,

francesi, piuttosto che in quelle dei rovine dell' antico impero romano,
russi, dei turchi, e degl' inglesi. proclamando la monarchia france-

Non potevano naturalmente i se giand' impero. L'imperatore


il

potentati riguardare con occhio in- Francesco II che nell'agosto del


differente cotanta elevazione del mi- 1806, e dopo l'erezione dellimpero
litare fortunato, e però nuova al- francese avea preso il titolo d'im-
leanza strinsero gì' imperatori di peratore d'Austria ereditario, per
Gerniania e di Russia, e i re d'In- lo scioglimento dell' impero germa-
ghilterra e di Svezia , ma l' esito nico formalmente abdicò a quella
non fu felice. Gli austriaci furono corona e al titolo d' imperatore di
per metà battuti, Ulnia e Vienna Alemagna, dichiarò estinto l'ulllzio
occupate prima che russi arrivas- i e la dignità d' imperatore de' ro-
sero, e la battaglia luminosa d'Au- mani, creando un impero coi pro-
sterlilz compì nel i dicembre i8o5 pri slati intitolato njonarchia Au-
la totale disfatta de' nemici, ed af- striaca, della quale come primo im-
frettò la pace di Presburgo nella , peratore prese il nome di P'rance-
quale l'Austria cede al regno d'I- sco I.

talia gli antichi stati di Venezia La Prussia tentò poscia una con-
compresa la Dalmazia e l'Albania, tro-confederazione al nord dellAle-
e trasferì molti de' suoi possedi- magna ,
per lo che da Napoleone
menti all'elettore di Baviera, e al di nuovo gli fu mossa gueria ri- ,

duca di Wurlendjeig ambidue ,


portò la famigerata vittoria di Je-
creati re dalla Francia. Nel i8o6 na, e in due mesi sottomise la mo-
la Prussia con un trattato cedette narchia, non che vinse suoi al- i

i paesi d'Anspach e di Bayreuth leati tla Berlino Napoleone decre-


;
,

Cleves e Neuchàtel. Nel tempo istes- tò contro gf inglesi il blocco con-


so Napoleone fece invadere il re- tinentale; i russi venuti m soccorso
FRA l' R A 17 1

•Iella Prussia fiiiono battutiad Ey- tri motivi difTusamente trattati dal
laii ed a Fiiedland e poco dopo , cardinal Pacca, dal cav. d'Aitaud,
a' 2 giugno 1807 ebbe luogo l'ar-
1 dal Pistoiesi e da altri contempo-
mistizio di Tilsit, ove a' 7 e 9 lu- lanei storici; l'ambizioso Napoleo-
glio con duplice trattato la Fran- ne in vece di mostrarsi grato ai
cia stipulò l'adesione della Russia suoi benefizi , e rispettare la suu
e della Prussin al blocco continen- pacifica neutralilà conveniente alla
tale, il loro riconoscimento della sua dignità, incominciò ad invade-
confederazione renana , dei regni re suoi stati, siccome indicammo
i

dati ai fratelli diNapoleone, la l'i- al citato voi. XX, pag. 20 del Di-
nunzia della Prussia a tutti i pos- zionario; prima occupò Ancona e
sedimenti fra il Reno e l'Elba, ed al- sua provincia, poscia fece altrettan-
la quasi totalità della Polonia prus- to con quelle di Urbino, Macerala e
siana a favore del ducato di Vai"- Camerino, Benevento e Pontecor-
savia dato all'elettore di Sassonia vo. Indi il cardinal segretario di
divenuto ancb'egli re. Le isole Io- stato Consalvi, vedendosi pel suo
nie fecero a cpiell'epoca parte del- zelo latto segno all'odio di Napo-
l'impero francese; eil ai 18 agosto leone, creduto da questi fomenta-
1807 il regno di Westfalia for- ,
toie di discordie col Papa, piìi vol-
mato allora a favore di Girolamo te avea richiesto di ritirarsi, ciò che
l'onaparte altro fratello di Napo- finalmente ottenne, senza che le
leone, compose dell' Assia-Cassel,
si pretensioni di Napoleone dimimns-
del Brunswick, di Fulda, di Pa- sero punto. Intanto gravi offese ri-

derbona, della maggior parte d'An- cevette la spirituale autorità del Ih


nover e di altri luoghi. La Dmuì- (chiesa nel regno d'Italia. A' 2 feb-
niarca come aderente al blocco con- braio 1808 truppe francesi enti aro-
tinentale, vide la sua capitale bom- no in Roma, tenendo il Papa pii-
bardata dagl'inglesi; mentre che gioniero nel palazzo Quirinale, rin-
avendo loro il Portogallo aperto i novandosi in lui i begli esempi di
suoi porti , fu invaso dai francesi ,
pazienza e di rassegnazione, di for-
rifugiandosi il re nel Brasile. Intan- tezza d'animo e d'eroismo sacer-
to il Pontefice Pio VII non volen- dotale, dati dal suo gloi'ioso pre-
do compiacere l' imperatore Napo- decessore,* limitandosi- Pio VII 'A

leone, col porsi in istato di guerra piotcstare, pregare, ed adduri-e in-


durevole colle altre potenze euro- contrastabili ragioni sui sovrani suoi
pee, come padre comune de' fedeli, diritti, conculcati dalla prepotente
né chiudere i porti ai russi , agli forza.
svedesi, agi' inglesi ; né espellere da Nel medesimo anno 1808 Napo-
Roma , e dallo stato ecclesiastico i leone riunì air impero i ducati di
russi, gì' inglesi
,
gli svedesi , i sar- Parma e di Piacenza, sotto il no-
di né essere nemico de' nemici di
; me dipartimento del Taro
di ed ,

Napoleone: né riconoscere per re il granducato di Toscana, che ces-


di Napoli Giuseppe Bonaparte, per- sò di essere regno d' Etrm ia già
ché non richiedeva l' investitura per lui istituito, dando il titolo fli
dalla santa Sede suprema signora granduchessa alla sorella Elisa, che
di esso, per non dire di altre più pur dichiarò governatrice dei tre
gravi cose e cagioni , e per gli al- dipartimenti della Toscana. IntU
i2a FRA FRA
eiiUò con
podeioso esercito nella de' cardinali essere da luipotesse
Spagna, forzando il re Carlo IV nominata, benché allora nel sagro
ad abdicare il regno per conferirlo collegio vi fossero due cardinali ge-
al fralello Giuseppe Bonaparte re novesi, uno alessandrino e sei fran-
di Napoli dando invece questo
,
cesi tulli dipendenti da Napoleone.

regno al cognato Murai aven- : Finalmente questi intinjò in Pari-


do convenuto Napoleone con Car- gi al cardinal legato 1' accettazione
lo IV, nel trattalo di Fontaine- di sei domande come un iiUiina-
bleau, assegnargli in compenso la tum e quasi manifesto di guerra.
città di Porto colla Lusitania set- I La pubblicazione ed esecuzione
."

tentrionale, ciò non ebbe mai ef- del Codice Napoleone negli stati
fetto. Urtando il suo orgoglio non della Chiesa. 1." La libertà indefi-
aver potuto superare la costanza nita ed il pubblico esercizio di tut-
del Papa, fece uso Napoleone della ti i culti. 3." La riforma de' ve-
sua preponderante forza. La spo- scovati e r indipendenza de' vesco-
gliazione dei dominii pontificii ebbe vi relativamente alla santa Sede.
intero effetto per decreto de' 4.° L' abolizione delle bolle ponti-
,
1
7
maggio i8og, col quale riunì gli fìcie intorno alla collazione de' ve-
statiromani all' impero francese. scovati e delle parrocchie di giu-
Prima di fare Napoleone questo e- risdizione della santa Sede. 5.° Che
Strerao passo spogliando de' suoi il Papa in persona celebrasse la
stali il pacifico ed inerme capo cerimonia dell'incoronazione di Giu-
della religione che a lui , stesso ed seppe Napoleone in qualità di re
alla Franciaavea fatto segnalati delle due Sicilie. Quindi si minac-
benefìzi e sagrifìzi, procurò ricopri- ciò Pio VII che se non avesse dato
re la bruttezza di azione cotanto intera e sollecita adesione a tali ri-

odiosa con ispeciosi pretesti, e con chieste, avrebbe definitivamente per-


domande che appagandole il Papa duto lo stato temporale. Né deve
avrebbe reso sé stesso disprezzabile tacersi, eh' avvi qualche scrittore il
al mondo, e tradito la propria co- quale asserisce avere il governo
scienza, e negandole avrebbero ser- francese domandato inoltre a Pio
vito di pretesto a Napoleone per VII un patriarca indipendente dal-
continuare la gueria e portarla agli la santa Sede e l' abolizione del
,

estremi. Gli richiese pertanto che celibato delle persone consagrate al


entrasse nella confederazione itali- culto della religione anche in for-
ca co' re d' Italia e di Napoli di- za del voto solenne. Le giuste ri-
fensiva ed offensiva; essendogli ciò pulse del Papa provocarono le ac-
da Pio VII negato , a lui richiese cennate misure violenti prese da
di far seco eguale lega, più gli or- Napoleone, inebriato di gloria mi-
dinò alteramente di cacciar da Ro- litare. Indi ebbe luogo la notissi-
ma il console del re di Sicilia Fer- ma serie di violenze e d'insulti
dinando IV, senza che desso aves- usati anche in Roma alla vista di
se offeso il Papa. Queste domande Pio VII contro il governo, i suoi
,

riguardavano la sovranità tempo- ministri, le milizie pontificie, i car-


rale , produsse in campo
indi ne dinali e la stessa sua sagra per-
altre che attentavano alla spiritua- sona.
le. Domando che una terza parte Occupala Roma dalle truppe
F R A. FK/V 123
fi'iinoesi , circondalo ila esse il pa- giuramento di fedeltà, su cui Pio
hi/zo dipendeva da un
Quirinale, VII diede le sue istruzioni, dichia-
cenno Napoleone il farvi cessa-
di rando illeciti quelli illimitati. Final-
re suir istante quell'ombia di so- mente a' IO giugno dello stesso anno
vranità ed esercizio del potere ci- 1809 in Pioma si cambiò dai france-
vile, ch'era rimasta al Pontefice as- si interamente il governo, ed il ma-

sediato nella sua apostolica residen- gnanimo Pontefice cos'i scandalosa-


za, ed inceppato eziandio nell'eserci- mente spogliato protestò solenne-
,

zio del sublime suo ministero, nu- mente nel medesimo giorno con
trendo speranza l'arbitro dell'Euro- sua bolla, Quum memoranda, con-
pa di carpile dall'abbattuto Pontefi- tro le violenze alle quali la Sede
ce una abtiicazione alla sovranità apostolica ed egli stesso erano fat-
temporale. Ma il lento martirio che ti segno, e coU'autorità di Dio on-
trafiggeva di continuo 1' animo di nipotente, dei beati apostoli Pietro
Pio VII, con vessazioni paragonabili e Paolo, e con la pienezza di sua
giammai espu-
a dolorosi tormenti^ pontificia potestà, ne scomunicò gli
gnarono l'animo suo sacerdotale; autori, fautori ed esecutori, senza
sebbene mansueto e soave per in- però con mirabile prudenza nomi-
dole , a piedi del Crocifisso egli nare alcuno. La pubblicazione di
prendeva vieppiù vigore e fortezza, questa bolla destò in tutto l'orbe
sostenendo i diritti della sovranità cristianoun vero entusiasmo: cat-
e della Chiesa, con irremovibile co- ed acattolici con istupore am-
tolici

stanza; ed in questa lotta cotanto mirarono il coraggio di chi senza


diseguaie, egli solo ed inerme men- esercito affrontava il vincitore di
tre custodiva i propri , difendeva tanti eserciti, in Roma proruppe
altresì i diritti degli altri sovrani in applauso l'intera popolazione,
contro il più formidabile potenta- che stava aspettando un sì grande
to. In diversi tempi vennero strip- atto e si propose di osservarne
,

pati dal pontifìcio fianco ventiquat- scrupolosamente le prescrizioni, per


tro cardinali, e rilegati altrove; il non incorrere nelle censure; il per-
prelato governatore di Roma Ca- chè fu tl'uopo cbe il tribunale del-
valchini fu mandato prigione alle la sagra penitenzieria dichiarasse
Fenestrelle, ed inutili riuscirono le con una istruzione quali persone
rimostranze contro tanti attentati usando e trattando cogli scomuni-
e il monitorio che fece Pio VII a cati, cadessero anch'esse nella me-
Napoleone. Lo slesso palazzo Qui- desima pena.
rinale fu violato coir arresto e de- L'entusiasmo de'romani era pro-
portazione del cardinal Gabrielli e porzionato all' irritazione che gli
di altri ragguardevoli prelati ,
per animi sentivano contro gli oppres-
cui Pio VII dichiarò pro-segretario sori ; eransi più volte esibili di
di stato il cardinal Pacca, che ne tentar un colpo di mano per iscac-
imitò la moderazione e l'energia; ciare i francesi, e solo si frenò il

quindi gli arresti , deportazioni e loro ardore, che ciò


in conoscere

supplizivennero comandati in Ko- avrebbe cagionato il più profondo


ma 4 tanti guai Na-
dai francesi. dolore al loro sovrano e padre, che
poleone volle aggiungere il tormen- abborriva lo spargimento di san-
to delle coscienze, con esigere il gue, benché il generale barone Ra-
i?4 FR'^ FU \.

(IctIdogote'nente generale della gen- stosnmente sedeva, avente ai lati i


flaiineiia in Toscana, fitsse accorso cardi'iali Pacca e Dt-s|>uig, ed al-
a rinforzare In guarnigione di Ro- tri prelati e famigli inlimi. Radet
ma con gendarmi
qiialliocento ,
per uu istante fu compreso da ri-

più di tulli temeva Murat nuovo spetto e da timore, indi tremando


re di Napoli vedendo le sue co-
,
si avvicinò a Pio VII, e gli disse
ste iufeslale da una flotta anglo- che doveva eseguire la penosa com-
sicula, ed avvicinarsi a Civitavec- missione d' intimargli a nome del
chia a provocare la liberazione del suo sovrano Napoleone di rinim-

prigionicio Pontelice, ed a rinno- ziare definitivamente alla sovranità


var sopra i francesi una specie di temporale, e di litirare la fulminata
vespero siciliano. Fu perciò Murat scomunica altrimenti avea ordine
,
di

die a tutta possa adoperò per-


si tradiulo fuori di Roma. Il Papa
chè fjsse allontanato Pio VII da con dignitose parole rispose nega-
Roma, la cui sola presenza poteva ti mente, ed alzatosi in piedi, col
\ a

servire d* incentivo principale alla cardinale Pacca s'avviò per mon-


sommossa de' popoli, ed a tal sa- tare nella carrozza ch'era pronta nel

crilego fine fece entrare in Roma cortile, colle tanto note circostanze
un corpo di soldatesca napoletana. di cui sono piene le storie, e che
Essendo d palazzo Quirinale chiu- non inanchiamo riportare in di-
so da tutte le parti, non perchè si versi articoli del Dizionario. Il Pa-
volesse opporre resistenza all' ag- pa fu condotto alla Certosa di Fi-
gresviune, che già si prevedeva, ma renze, indi nel Piemonte e pel ,

perchè risaltasse meglio iu faccia a Momenisio, a Grenoble, poscia a


tutta lEuropa l'attentato che si mac- Savona; ed il cardinal Pacca nella
chinava. Ciò nondimeno il general fortezza delle Fenestrelle, mentre
Mioilis comandante dei francesi in piìi tardi il previdente Napoleone
Roma, e che in capo dirigeva la radunò quasi tutti i cardinali, sot-
impresa, adottò tali mi»ure come to i suoi occhi a Parigi . f^edi
se dovesse assaltare una t'ortezza, Memorie storiche del ministero, dei
ed appoggiò l'incarico della scala- dì/ e i'it7g^i in Francia e della pri-
ta delle mura del palazzo al ge- gionia nel forte di s. Carlo in
nerale Radei. Sul)' albeggiar àti'G Fenestrelle, del cardinal Bartolomeo
luglio questi investi il palazzo da Pacca, edizione seconda Roma ,

tre lati con un


corpo di truppe, i83o. Questa è una interessante, ve-
formando l' antiguardo da una ma- ridica e preziosa opera, ricca d'im»
snada di birri, galeotti, ed altre portanti documenti ; tratta della
infami persone. Scalate le mura, sua chiamata al ministero, della
e rotte le finestre, a colpi di ac- bolla di scomunica, del trasporto
cetta si abbatterono le porte, ed di Pio VII fuori di Roma, de'suoi
alla rinfusa entrò la masnada nelle viaggi, vicende ed avvenimenti che
pontifìcie camere con Radet alla ebbero luogo nella sua deporta-
testa, al telro chiarore di torcie zione.
accese. Giunti nella camera d' u- Allorquando gli inglesi si por-
dieiiza,rimasero colpiti dalla vene- tarono a soccorrere il Portogallo,
rabile sembianza del Pontefice, che si collegarono cogli spagnuoli contro
vestilo in raozzelta e stola mae- i francesi: in questo tempo 1' Aii-
I' R A FRA I?*
sltia volendo ritentale la soi te del- Roma riunito all' impero france-
le armi, nell'aprile del 1809 pose se, formerà due dipartimenti, cioè
in eainpagna cinquecento mila com- di Roma, e del Trasimeno, non
battenti, ma vinta a Piatisbona, la- che Roma la seconda città dell'im-
sciò di nuovo Vienna sua capitale pero; che il principe imperiale, o
iu balia del conquistatore INapuIeo- figlio futuro eh' egli potesse avere
ne, il quale vinse pure la battaglia dal suo matrimonio ch'era per con-
di Essling , e quella di Wagram trarre con l'arciduchessa, non aven-
a'6 luglio, quando cioè nello stes- do avuto prole da Giuseppina, a-
so giorno stringeva ne' lacci della vrebbe portato il titolo e riscosso
cattività il Papa^ e seguiva il sacri- gli onori di re di Pioma; che un
lego trasportamento fuori di Roma principe del sangue, o un gran
e del suo slato. Quella sanguinosa dignitario dell' impero risiederebbe
battaglia fu seguitata dopo lunghe in detta città , e vi terrebbe la
negoziazioni da un trattato di pa- corte dellimpeiafore; che gl'impe-
ce per lui vantaggiosissimo : egli ratori sarebbero coronati nella ba-
perciò abusando combina- di tale silica di s. Pietro, avanti il deci-
zione, dare volle ad intendere che mo anno del loro regno; che qua-
Dio stesso approvava il modo, col lunque autorità straniera era in-
quale avea trattato Pio VII. Gli compatibile con r esercizio d'ogni
accordi furono sottoscritti in Vien- autorità spirituale nell'interno del-
na a'i4 ottobre, co' quali conseguì l'impero; che in occasione del lo-
la promessa di matrimonio, pievio 10 esaltamento Papi presteranno
i

il ripudio dtll'impciatrice Giusep- giuramento di non far mai alcuna


pina, con l'arciduchessa Maria Lui- cosa contro le quattro proposizio-
sa primogenita dell'imperatore Fran- ni della Chiesa gallicana ; che i Papi
cesco I, oltre la cessione alla Fran- avranno dei palazzi nei diversi luo-
cia di Gorizia, Monfalcone, Trie- ghi dell'impero, e necessariamente
ste, il circolo di Villacco nella Ca- uno a Parigi ed uno in Roma
rintia, e tutti i paesi alla destra e due milioni di franchi di ren-
della Sava, fino alle hontiere del- dite in beni rurali saranno lo-

la Croazia turca : nel medesimo ro assegnati; e le spese del sa-


giorno Napoleone riunì questi ter- gro collegio de' cardinali, e della
rilorii, e la Dalmazia sotto il no- congregazione di propaganda fide
me di Provincie Illiriche. Inoltre le dichiarò spese imperiali. Il do-
l'imperatore d' Austria aderì al si- minatore della Francia volle tut-
stema continentale : lo stesso fece to ammassare in Parigi, e fue
la Svezia mediante la restituzione di questa città l' unica sede delle
della Pomerania svedese, e dell'i- scienze, delle belle arti,d'ambediie
sola di Rugen che le erano sta- i ed ecclesiastico; quin-
poteri civile
te tolte nel 1807. Ritornato Na- di i capi d' opera artistici di Ro-
poleone a Parigi vi ricevette da ma gli archivi ed altro furono
,

diverse deputazioni gì' incensi del- trasportati a Parigi, in un a quel-


l'adulazione, ne'quali imito al so- h delle altre nazioni soggiogate.
prannome grande,
di vi associarono Fra i ventinove cardinali che
quelli di massiniG e di nltissbno. Napoleone per cattivarseli e rivol-
Indi dichiarò che lo slato di gerli conilo Pio VII, avea radu-
i9.(i FRA FRA
nato in Parigi, ov' era pure coileg- Napoleone e 1' arciduchessa Maria
giato da sei le, vi si trovò il ce- Luisa, e si alFeltuò in persona ai
lebie cardinal (^onsnlvi,il quale sen- o. dei seguente aprile colla più so-
li dirsi da Napoleone, clie s' egli leniie pompa della corte imperiale
fosse rimasto alla diie7Ìone degli di Francia : la sposa ebbe il titolo
affari di Roma, non sarebbero le d'imperatrice de' francesi e regina
cose nello stato in cui allora era- d' Italia, e Giuseppina con grosso
no; ma il prontamente
cardinale appannaggio si ritirò coi titoli di
rispose: » Vostra Maestà è in errore; imperatrice regina:V. \eLetlere di
gli affari sarebbero esattamente gli Napoleone a Giu.ieppina e di Giu- ^

stessi ", come si legge ne Cenni hio- scppìna a Bonnpnrte, Bastia 1834.
grafici sul cardinal Consalvi, stam- Nell'anno seguente a' 20 mai zo l'im-
pati in Venezia
1824. In se- nel peratrice Maria Luisa partorì il
guito non andando a Napoleone a le di Roma ^ che nella sera rice-
genio il contegno di tredici car- vette l'acqua battesimale ed
il no-

dinali, peichè avevano licnsato di me Francesco- Giuseppe- Carlo-


di
intervenire alla solenne funzione Napoleone, chiamato allora Napo-
dcl matrimonio di Napoleone con leone II, nella cappella del palaz-
Maria Luisa, non essendo dal Pa- zo delle Tuillerie dal cardinal Giu-
pa dichiaralo nullo il primo suo seppe Fesch glande elemosiniere,
matrimonio contratto con Gitisep- Correndo l'anno 1810 la dieta sve-
pina vedova dei conte di Beauhar- dese di Crebro elesse in successore
nais, proibì a ciascuno di essi l'u- al re il maresciallo francese Ber-
so delle insegne cardinalizie, non nardotte, allora principe di Pontecor-
dovèndo in pubblico comparire se vo, che dichiarato nella dieta prin-
non vestiti di nero, donde nacque cipe reale, dipoi prese il nome di
allora la distinzione de'cardinali ros- Carlo XIV;
l'impero francese e
si, e de'cardinali neri, i quali ultimi si aumentò col regno di Olanda,
fiu'ono indi privati d'ogni sussidio, il cui re Luigi Bonaparte abdicò,
giacché avea assegnato a cadauno del Valese, delle tre città anseati-
per dote cardinalizia trenta mila che di Brema, Amburgo, e Lu-
franchi, poscia dispersi e confinati becca , e della parte nord - ovest
in diversi luoghi della Francia in- dell'Alemagna, portando così il nu-
sieme al loro decano il cardinal mero de' suoi dipartimenti a cento
Mattei. Una pia società di france- tienta. Verso questa epoca, la più
si, pel fervido zelo dell'abbate Le- brillante al certo dell'impero fran-
gris-Duval, già benemerito di Lui- cese, Napoleoneregnava sopra tren-
6' ^VI. per quattro anni conse- tacinque milioni di francesi, italia-
ciitivi generosamente sovvenne nei ni, olandesi, fiamminghi, tedeschi,
diveisi luoghi i cardinali rilegati, slavi, ec. ; i principi della sua fa-
essendo consultore di questa pia o- miglia o i suoi alleati comanda va
pera, e distributore dei sussidi l'ab- no a quarantatre milioni di tioini-
bate Ferrucci segretario del cardi- ni, ed il restante del continente
nal Gabrielli: ditali beneficenze la europeo provava più o meno l'in-
principessa di Chimay ne imitò fliienza di questo conquistatore. Ve-
1esempio. Agli 11 marzo 18 io se- di Commentari di Napoleone ,^\n^'
gni il matrimonio per proctun, tra .«elles 1827, in otto tomi.
FRA FRA 1Ì7
Guardalo Pio VII in Savona tla provando che per rimediare agli
una compagnia di gendarmi, non affari religiosi era necessario pri-
contenlo Napoleone, di averlo spo- ma di tutto porre il capo della
gliato della temporale sovranità, a- Chiesa nella sua libertà ed indipen-
spirò alle preingalive del pontifica- denza, e che a nulla varrebbe il
to. Una di queste clie piìi l'irrita- concilioche volevasi adunare se
va era il diritto dell' instituzione non approvato dal Pontefice.
fosse
canonica, eh' egli stesso solenne- A seconda del consiglio ecclesiastico
mente aveva riconosciuta nel cori- Napoleone ordinò la convocazione
coidalo. Ma Pio VII dopo l'inva- del concilio nazionale in Parigi,
sione di Roma, considerandosi co- con circolare scritta in tuono di
me prigioniero, avea sospeso accor- intimazione di guerra. Contempo-
dare le bolle d'instituzione a'nuovi raneamente fu spedita a Pio VII
vescovati nominati, e peggiorando una deputazione composta dell'ar-
la sua condizione dopo la sua civescovo di Tours, e de' vescovi di
cattività, avea continuato a ne- Treveri e di Nantes, per intavola-
garle, per lo che Napoleone si vi- re due diversi negoziati; il primo
de nel bivio o di restituire Roma riguardava il concordato del 180T,
e la libertà al Papa , o veder che Napoleone acconsentiva rinno-
la Francia e 1' Italia senza vesco- vare con due condizioni: i.° che
vi, ma nulla non potè Napoleone il Papa accordasse l'istituzione ca-
ottenere dai tentativi perciò fatti. nonica vescovi nominati; •2.° che
a'

Allora egli formò la commissione per r avvenire vi si aggiungesse,


ecclesiastica , o privato suo consi- che se dentro il termine di tre me-
glio, sotto la presidenza del car- si le bolle non fossero date dal
dinal Fesch. Intanto Pio VII proi- Pontefice, sarei )be stata data l'isti-

bì che i vescovi nominati fossero tuzione canonica dal metropolita-


eletti vicari capitolari, ciò che pro- no al suffraganeo , e dal sutfraga-
dusse grave sdegno in Napoleone. neo al metropolitano. Il secondo
Considerando questi compromessa negoziato, quello che piìi premeva
la propria dignità ed insieme la a Napoleone, concerneva gli affari
tranquillità dello stato, se non giu- geneiali della Chiesa : il Papa a-
geva a riordinar gli affari della vrcbbe ricevuto il permesso di ri-

Chiesa, ch'egli stesso aveva già scom- tornare in Roma ,


qualora facesse
posti, unì un secondo consiglio ec- il giuiamento prescritto dal con-
clesiastico nel marzo 1811, com- cordato, cioè di fedeltà ed ubbi-
posto dei membri del precedente, dienza all'imperatore; diversamen-
e di altri, fra' quali monsignor de te sarebbe andato a risiedere in
Pradt vescovo di nomi-
Poitiers, Avignone, dove avrebbe goduto gli
nato arcivescovo di Malines il , onori di sovrano, coli' assegno di
quale scrisse poi una parte di due milioni di franchi; avrebbe
questi memorabili avvenimenti, con potuto tenere appresso di sé i re-
que'sentimenli noti secondo la scuo- sidenti delle potenze cristiane, ed
la cui apparteneva alle risoluzio- : avrebbe avuto il libero esercizio
ni con sacerdotale franchezza si op- della spirituale giurisdizione, ma
pose l'abbate Emery superiore del- doveva dichiarare di non fare cosa
la congregazione di san Sulpizio, veruna che contraria fosse alle
,
»28 FRA FRA
quattro proposizioni del clero gal- essendo principalmente in angustie
licano. per la giunta fatta agli articoli.
La depulaziniic, cui si un'i il ve- Laonde scrisse una pi'olesla di pro-
scovo di Faenza Bonsignoii nomi- prio pugno, in cui dichiarò che l,i

nato al patiiarcato di Venezia, si giunta era stala arjjilrarianienle


presentò in Savona a Pio VII, che apposta agli articoli, che intendeva
accogliendola benignamente, oppo- fosse cassata, dichiarando altresì
se forte resistenza alle domande che gli articoli stessi non erano uè
rispondendo clie privo de' cardina- ini trattato, né un preliminare, ma
li suoi naturali consiglieri, dei teo- solo dimostravano il suo desiderio
logi e consultori, si trovava nell'im- di giovare alla chiesa di .r' rancia.

possibilità di promulgar veruna bol- Tale protesta rimise al prefetto del


la, qualora prima non fosse slato dipartimento, ed al colonnello La-
restituito in libertà. Tuttavolta i gorse, incaricato della custodia del
deputati gli fecero un quadro la- Pontefice, acciò i deputati di ciò
grimevole delle cose, e il pericolo avvertiti per viaggio, cancellasserc»
dello scisma tutto potendo rime-
, r aggiunta. La deputazione credet-
diare con alcune concessioni dipen- te aver molto ottenuto, ma Napo-
denti dalla sua volontà. I mali del- leone poco, perchè non si era con-
la commossero Pio VII e
Chiesa . seguito r essenziale di avere il Pa-
promise, senza astringersi ad obbli- pa o suddito in Roma o ligio in
gazione, di accondiscendere condi- Avignone. Intanto incominciò il

zionatamente, accordare cioè la


di concilio nazionale di novantasette
istituzione canonica, protratta da vescovi, ed ebbero luogo gì' indiriz-

tre a sei mesi. In quanto al secon- zi de' vescovi italiani e de' capitoli
do trattato eh' era il più difficile ov' erano vacanti le sedi. V. Di-
non insistettero i deputati, quali i chiarazioni e ritrattazioni degV in-
.solamente riportarono un'aggiunta, dirizzi a Pio VII, Roma iSifi.
clie il Papa era disposto a nego- Si può anche consultare il dotto
ziare intorno ai diversi aggiusta- opuscolo del eh. avv. d. Carlo Fea
inenti relativi al governo della intitolato: NiUlità delle ammini-
Chiesa , tosto che gli fossero resti- strazioni capitolari abusii'e, dimo-
tuiti i suoi consiglieri e la libertà. I strata con documenti autentici, Ro-
vescovi deputati posero in iscritto le ma i8i5i pel Contedini. Ma di-
concessioni ridotte in quattro articoli chiarandosi il concilio nazionale
coll'aggiunta ; le lessero al Ponte- incompetente per supplire all'isti-
fice, il quale però non sottoscrisse, tuzione de' vescovi , fu brusca-
e conteiiti di quanto avevano ot- mente sciolto da Napoleone. Pas-
tenuto partirono sull' istante alla sati i furori cagionatigli dall'infeli-
volta di Paiigi. Non cosi lieto ri- ce successo, tornò tuttavia al dise-
mase Pio VII, il quale pensan- gno di vincere il Papa a mezzo dA
do alla larghezza della concessione, concilio, assicurandosi prima che i

fu preso da tal rammarico, che membri proceduto a suo


avessero
gì' impedì la stessa notte di pren- modo. Vinti con lusinghe e mi-
dere sonno, crescendo nel seguente naccie molti vescovi, benché diver-
mattino il suo dispiacere, in senti- si protestassero con clausole, si fe-
re che i deputati erano già partiti ce loro sottoscrivere un decreto
FRA FRA 129
che iu generale congiegazioue l'u lava la sua coscienza; i vescovi del
letto ed approvalo: ciò deve ri- concilio furono licenziali da Pari-
guardarsicome una proposizione o gi; ed il Pontefice restò senza mac-
progetto, non avendo avuto luogo chia , e dal pericolo dello scisma
pubblica sessione. 11 decreto era liberò la Chiesa. In questo tempo
composto di cinque articoli, uè' qua- la Francia per la massima parte
li dichiaravasi nou potere reslar mostravasi divota alla religione
vacanti le sedi vescovili più d' un de' suoi padri, però le ferite della
anno ; che il concilio supplicheiù rivoluzione, lungi dall'essersi sana-
i' imperatore a nominare alle sedi te erano inasprite, dopo la perse-
a tenore de' concordati, e i nomi- cuzione mossa al Papa ed alla Se-
nali domanderanno al Papa l'isli- de apostolica, trovandosi il clero di
lozione, che dovrà darla entro sei SI gran nazione diviso in quattro
mesi , ciò che ricusando in dello diversi parliti , cioè di giansenisti
tempo , supplirà il nietropolitano ,
o preti cobliluzionali di pi'eti che ;

e in sua mancanza il vescovo piìi avendo giuramento dalo


ritirato il

anziano della provincia ; e che il alla costituzione non avevano rice-


decreto da una deputazione si re- vuto il concordato ; di preti il cui
cherebbe al Papa per la conferma. zelo erasi cangialo in fanatismo, e
Sebbene al concilio toccasse la reputando caduto in errore il Pa-
scelta de' deputati, nondimeno Na- pa col resto della Chiesa , reputa-
poleone vi destinò tre arcivesco\i vansi essere i soli veri cattolici iu
compreso de Pradt, e cinque ve- tutto il mondo , non dissimili ai
scovi; e perchè non apparisse che donatisti ; e di preti dissenzienti
il Pontefice decidesse senza i car- sul decreto del sedicente concilio
dinali, suoi consiglieri nati, inviò nazionale ; e tutti questi partiti a-
a Savona cinque cardinali rossi a vevano seguaci sparsi per le città
lui condiscendenti, a' quali aggiunse e per le campagne , esultando di
monsignor Bertazzoli arcivescovo di tali divisioni del clero i filosofi in-

Edessa, elemosiniere del Papa che novatori e gì' increduli. E Roma


lo riguardava con singolare bene- nel medesimo tempo squallida e
volenza. La deputazione arrivala a desolata, era piena di lamenti e di
Savona ottenne da Pio Yll quan- pianti ; e benché dichiarala città
to bramavasi sulla canonica islitu- libera ed imperiale, soggiaceva al-
^.ione, di che Napoleone si mostrò la coscrizione: però Canova e De-
malcontento, perchè non aveva pro- gerando ottennero qualche cosa per
posto al Papa ciò che da lui esi- 1' antica regina del mondo. 11 eie-

geva iu cambio di Roma, e della io romano si rese a quell' inftilice


sovranità della santa Sede. Ad ogni epoca più illustre, per la fede che
modo comandò a quattro de' vesco- serbò al Pontefice, ad onta de' pa-
vi deputali, già pervenuti a Tori- timenti e privazioni cui fu fallo
no, di ritornare a Savona a fare bersaglio; indi per ordine di Na-
mi ultimo tentativo sull'animo del poleone seguì la soppressione de-
l'ontefìce, nella lusinga che intimo- gli ordini regolari per tutta l'I-
rito discendesse alle ulteriori sue talia.

iluniaiide. Ma Pio VII restò saldo Continuando la guerra de' fran-


ed immobile, negando ciò che vie- cesi culla Spagna, a' 5 marzo S i 1 1

VOL. XX VU.
t3o , FRA FRA
il Girolamo Bona-
re di ^yestfalia auge, ed egli stesso all' ingrosso la

parte alKlicò la corona, onde il re- calcolava a settanta milioni di sud-


gno fu riunito alla Francia. Napo- diti, a otto o novecentomila solda-
leone che ravvolgeva nella mente ti a piedi, ed a centomila cavalli^
la gran guerra contro la Russia quante forze non ebbero nemmeno
per effettuare 1' universale monar- i romani nella più grande ampiez-
chia alla quale aspiiava, e che te- za del loro impero. L'Austria e la
neva per sicura, andavasi preparan- Prussia erangli alleate, oltie altre
do alla lotta. Dopo aver lascialo potenze ligie alla formidabile sua
tranquillo per alcun tempo il Pa- possanza. Avendo i russi alleati de-
pa a Savona, senza fare alla Chie- gli svedesi ricevuto ne' loro porti
sa ({ueile mutazioni di cui l'avea bastimenti inglesi, nell' istesso anno
minacciata, sapendo che una squa- 18 12 Napoleone gli dichiarò la
dra inglese corseggiava per la ra- guerra, e da tal passo incomincia-
da di Savona all' improvviso co-
,
no gli avvenimenti che cangiarono
mandò che Pio VII fosse traspor- la faccia alla Francia mentre Pio :

tato in Fontainéblcau, e da Marsi- VII era stato tratto a Fontainebleat»,


glia fece passare in Roma Carlo IV egli col nerbo delle sue truppe giun-
re di Spngna. Volendo Napoleone se al Niemen. La fortuna ancora lo
che il viaggio di Pio VII riuscisse assistette, ma in mezzo alle vitto-

ignoto a tutti, co' modi i più duri rie Smolensko, di Mojaisk e di


di

ne raggiunse Io scopo. Nella notte Rloskowa , e di altre memorabili


de' 9 giugno 1812 il colonnello pugne, che teneva sospesa e dipen-
de' gendarmi Lagorse entrò nelle dente la sorte non che dell' Euro-
camere del Papa, gli pose in capo pa, del mondo intero, russi sem- i

un cappello tondo , Io fece ve>tire pre indietreggiavano nell' interno


d'una triviale soltana, e calzare del loro impero. famosa Vinta la

scaipe nere; indi in compagnia del battaglia Borodino , a' i4 set-


di

solo medico ,
precipito<<amente lo tembre Napoleone entrò in Mosca,
condusse via. Solo a Stupinigi fu e da vincitore si assise sul trono
permesso a monsignor Cerlazzoli di degli czar: allora sempre più com-
unirsi a lui; ma giunto nell'ospi- parve agli sguardi delle atterrite

zio di JMoncenis, pei sofferti stenti, nazioni il fantasma di


mostruoso
Pio VII domandò ed ottenne il una potenza innalzatasi sopra le ro-
conforto del santo Viatico ; indi vine delle altre, che dalla cima del
rianimatosi non senza particolare Kremlin faceva bombardare il Tro-
aiuto di Dio alcun poco, fu subi- cadero. Intanto il patriotismo rus-
to trasportato a Fontainebleau, ove so collegavasi coli' ira deoli elemen-
arrivò a" 20 giugno : allora i mi- ti, per iscavare al fjorentissimo e-
nistri Champagny e Bigot, i car- sercito la fatale sua tond^a , che
dinali rossi e prelati di corte, tut- doveva pure distruggere l' enorme
ti recaronsi a fargli omaggio. Nel- colosso.
r ebbrezza del potere cadde Napo- I russi per togliere al nemico
leone di errore in errore, ed intra- Mosca, coraggiosamente l'abbando-
prese ad attaccare il nordico im- narono alle fiamme: il chiaror fosco
pero: la di lui potenza a questo di quelle vampe divoratrici accrebbe
tempo si vedeva nel suo maggiore ne' russi il coraggio, e servì loro
FRA FRA 1*51

come di segnale ai movimenti verso mille pezzi di artiglieria, che re-


un ceulro comune. Da ogni canto starono trofei dei russi pel ripor-
per la vastità della pianura sbuca- tato trionfo. Napoleone prima che
rono a stormi i paesani armati, in si compisse l'eccidio del disgraziato
un ai tremendi cosacchi. L'accorto suo esercito, ne avea già abbando-
KutusofF dopo di avere con una nato il comando al cognato Murat,
mossa di fianco collocato il suo eser- ed egli partendo da Smorgoni a'
cito più poderoso di prima sulla dicembre, pressoché solo in una
strada di Kaluga, tagliò ai francesi slitta, precipitò la sua corsa a Var-
la comunicazione con Smolensko, e savia il cfi IO dicembre, dove dinan-
colla Polonia, intanto che due altri zi ai deputati polacchi, e a de Pradt,
grossissimi eserciti da due parti oppo- che d'arcivescovo di Malines si era
ste corsero a chiudere il passo del- trasformato in ministro plenipoten-
la Beresina. Napoleone trovossi la ziario appresso la dieta di Polonia,
un punto circondato da forze stra- deplorò l'avvenimento, e disse che
bocchevoli, in mezzo a un deserto chi non arrischia niente, non ha nien-
cb'egli stesso avea creato. Troppo te, e che dal sublime al ridicolo non

tardi comprese l'imponenza del pe- avvi che un passo. Uscito di Var-
ricolo, e non rimanendogli di scampo savia ,
prosegui il viaggio, ed ina-
che una pronta e precipitosa ritirata, spettato arrivò a Parigi a' 1 8 dello
questa cominciò a' 1 9 ottobre accom- stesso mese.
pagnata da orribili disastri, cui i Dopo tanta catastrofe. Napoleone
dettagli movono, per il complesso rivolse le sue ciu'e a puntellare il

delle loie deplorabili circostanze vacillante suo impero, e reputando


a ribrezzo i meno umani. 11 d'i 6 cosa di gran momento il riconciliarsi
novembre un diluvio di neve, in- col sommo Ponteficej affine di riac-
calzata da infernal bufera , den- quistarsi l'affetto ed in
de' sudditi,
tro a' suoi vortici seppellì a mi- generale di tutti gli animi che eransi
gliaia soldati e cavalli. A. questa perciò da lui alienati , si affrettò
tenne dietro uno spieiato freddo di di cancellare l'onta de'barbari modi
gradi dieciotto sotto al gelo, e che co'quali avea trattato il mansueto Pio
sterminò la cavalleria, ed il flore VII, sempre strettamente guardato
della fanteria. Quindi si presentò il da Lagorse, inviandogli nel primo
commovente e tetro spettacolo di gennaio 181 3 un ciambellano di
centoventicinque mila cadaveri uma- corte, ad aprir le pratiche d'un nuo-
ni, confusi e misti cogli ossami scar- vo trattato, quindi egli stesso coli' im-
niti de'cavalli, e questi segnare le trac- peratrice improvvisamente si recò
cie dell'esercito fuggitivo, tempe- a Fontainebleau. Ivi per cinque gior-
stato senza posa allespalle, ai fianchi, ni seguirono col Papa colloqui vivis-
e di fronte dalle forze de'nemici sem- simi, dimostrandosi Napoleone arro-
pre crescenti e l'igogliose. Soli ven- gante col venerando prigioniero, av-
ticinque mila soldati a stento pote- vilito e trafitto di dolore pe'mali
rono ripassare il Niemen, i quali pe- in cui gemeva la Chiesa. Da questi
rò più che di soldati, di scheletri a- abboccamenti l'imperatore ripoi tò ai
vevaiio le sembianze. La totale per- 0.5 gennaio l'accettazione di dieci
dita si calcolò a circa trecentomila articoli preliminari per un nuovo
soldati, e centomila cavalli, oltre concordato, mentre egli volle tener-
i32 FRA FRA
li come un defìnilivo trattato, e russi, e pose in campagna ottanta
menandone trionfo, volle che si fe- mila uomini sotto il comando del
steggiasse per tutte le chiese dell'im- general Blucher, Napoleone riordi-
pero. A tenore dell'articolo decimo nate alla meglio le cose nell'inter-
i cardinali tutti furono posti in liber- no del suo impero, si accinse al-
tà, appena emanato l'ordine,
n)a la guerra di Germania con quat-
Napoleone se ne pentì, temendo trocentomila soldati, co' quali vin-
non gli scompigliassero le fila or- se i prussiani a Lutzen a'2 maggio.
dite, tuttavolta si lusingò di controb- Questa sanguinosa battaglia n'.'U sgo-
bilanciare ilpoteredi quelli che sull'a- nienlò gli alleati, che protetti dal-
nimo del Papa avevano influenza, coi la cavalleria felicemente si ritiraro-
cardinali che riputava a sé favorevo- no al di là dell'Elba. Indi seguì la
li, a'quali aggiunse molti prelati di battaglia di Bautzen, in cui Napo-
Francia e d'Italia. I preliminari appe- leone rimase padrone del campo, ma
na sottoscritti divennero di grave affli- neppure questa volta potè sbaraglia-
zione a Pio VII, che si accrebbe re le forze nemiche, che passarono
nell'udire ch'erano stati pubblicati nella Slesia, ove ricevettero rinforzi
come un definitivo concordato. Si e l'alleanza del re di Svezia disgu-
aggiunsero i riflessi di molti cardi- stalo co' francesi per avergli tolto
nali, sulle perniciose conseguenze di la Pomeraiiia. Considerando 1'
Au-
tali articoli, che stavano per deri- stria essere questo il tempo di restau-
vare alla Chiesa, qualora si avesse rare in Europa l'equiiibiio politico,
voluto mandare ad esecuzione un comparve sul campo di battaglia con
concordato sulla base dei prelimina- poderoso esercito in faccia alle due
ri. Sì convenne unanimemente di parti belligeranti, offrendosi media-
rivocare gli articoli, e dichiararli ir- tiiceper una generale pacillcazioue,
riti e nulli, come contenenti pro- ed ottenne un armistizio e l'apertma
messe che non si potevano in nes- d'un congresso a Praga. Allora Pio
«im modo accordare. Ben lungi il \ll ricorse all'imperatore Francesco
Papa di rattristarsi per la revoca, I, perchè s'interponesse alla ricupera

e per confessare in fìiccia al mondo de' suoi stati; ma la lettera giunse


di avere male operato, pienamente quando già il congresso erasi sciolto
approvò il consiglio, e riacquistò ìa senza effetto, non volendo Napoleone
perduta tranquillità; indi a' 20 mar- cedere niuna delle sue conquiste com-
zo 1 8 1 3 con lettera di suo pugno presi gli stati della Chiesa. La guerra
diretta a Napoleone, solennemente si riaccese perciò con magjg^ior furore,
rivocò i dieci articoli preliminari. e divenne generale ed europea: l'Au-
L'imperatore ricevette da Lagorse la stria nell'agosto unì agli alleati le
lettera, contenne il suo profondo sue propie forze, calcolate a due-
sdegno, e si limitò a far impi'igio- centomila combattenti.
nare il cardinal de Pietro
che pel Napoleone avea scelto Dresda per
primo aveva illuminato il Papa, a centro delle sue operazioni, e potè
stringere questi in maggior sorve- respingere il grande esercito degli
glianza e ad isolarlo, minacciando alleati, capitanato dal principe di
que' cardinali che a lui avessero par- Schwartzemberg , nell' assalto da-
lato di affari. to a quella capitale delia Sassonia
Mentre la Prussia si collegò coi a' 27 agosto. Tre giorni dopo la
FRA FRA 133
rotta di Vandamme a Culm, men- prigione di Valengai al suo re Fer-
tre Napoleone fidato ne'militai'i suoi dinando VII, restituendolo al regno;
talenti ostinavasi a lottare con for- indi risolvette far il simile col Pa-
e marciava te-
ze tanto superiori, pa, tentando prima qualche van-
merariamente su Teoplitz per sor- taggioso accordo, cui Pio VII si

prendere i tre sovrani alleati nel ricusò dare ascolto, essendo fermo
loro alloggiamento stesso, le perdi- di non intavolare negoziazioni, se
te continue che diminuivano di- i non in piena Napoleone
libertà.
versi corpi francesi in Sassonia e ciò non pertanto si decise rimanda-
nella Slesia, battuti dal prode Bhi- re il Papa a Roma, spinto piutto-
cher e dal principe reale di Sve- sto dalle circostanze, e per opera-
zia, furono per Napoleone tristi i re una diversione, giacché Murai
forieri della sua caduta. La sorte suo cognato agli 1 1 gennaio fermò
dell' Europa fu decisa ne'campi di un trattato d'alleanza con l'Austria,
Lipsia a' i8 ottobre: questa memo- che a lui avea guarentito il tran-
rabile battaglia campale perduta quillo possesso di Napoli, per cui
da Napoleone malgrado possibili i un\ le sue forze alle austriache:
sforzi, terminò di distruggere il pre- quindi Murat d'accordo colle po-
stigio di quelli che lo credevano tenze alleate, con truppe napoleta-
più che uomo. Tale vittoria portò ne aveva occupato i due diparti-
per conseguenza la liberazione di menti di Roma e , del Trasime-
tutta la Germania, poiché la Ba- no, quali egli gradiva che fosse-
viera, e i principi della confedera- ro piuttosto nelle Pa- mani del
zione renana rivolsero le armi contro pa che del parente a lui ribel-
Napoleone, che si vide costretto a le. Lagorse intimò in Fontaiuebleau

funesta ritirata, accompagnata dai la partenza a Pio VII, col divieto


più gran disastri nel passaggio del- di portar seco cardinali, ma il so-
l' E^ter; ed intercluso dal principe lo prelato Bertazzoli. Il Papa par-
di Wrede ad Hanau, dovette a'3 tì a'aS gennaio i8i4, mentre l'e-
ottobre con un'altra sanguinosa mi- sercito degli alleati si avanzava,
schia aprirsi la via al fine di gua- lasciando delle istruzioni a' cardi-
dagnare la sponda Reno.
sinistra del nali, i quali poi vennero rilegati
Per cumulo di sventure lord Welling- da Napoleone in diverse città di
ton comandante dell'esercito inglese, Francia. Benché Pio VII viaggias-
avea dato una grandissima sconfit- se con tutte le rigorose cautele, e
ta in Ispagna al re Giuseppe pres- sotto il nome di vescovo d'Imola,
so Vittoria a'2 1 giugno, mentre la perchè non fosse riconosciuto, tra-
Francia esausta di forze, trova vasi versando la Francia per esser con-
da tutte le parti esposta al furore dotto a Savona, ridestava per tut-
di tante nazioni avide di vendica- to sentimenti di divoto entusiasmo
re su di essa le antiche e nuove appena il riconoscevano i buoni
otTese. francesi, come avvenne principal-
Napoleone si restituì a Pai'lgi ai mente ad Orleans, a Cahors, a
9 novembre, e conobbe troppo tar- Montpellier, a Brives-le-Gaillarde,
di che in vece delle conquiste do- patria del colonnello Lagorse ec.

vevasi salvare la Francia. A termi- arrivando a Savona fra gli applau-


rjar la guerra di Spagna apri la si de"li abitanti nel di 1 i febbra-
i34 FRA FRA
io. Questa era la città assegnala altre città furono occupate dai na-
per la seconda volta da Napoleo- poletani, i quali uniti a Nugent po-
ne per dimora del Pontefice, pro- sero in rotta i francesi verso il Po il

crastinando a renderlo del tutto primo marzo, quindi Parma e Bo-


libero, riserbandosi trattarlo secon- logna vennero evacuate dai mede-
do le circostanze. Il grande eserci- simi. Il feld-maresciallo Bellegarde
to degli alleati passò il Eeno ai comandante supremo dell' armata
2 r decembre, e traversando la Sviz- austriaca in Italia, passato l'Adige, at-
zera evitò il triplice ordine di for- taccò una zuffa sanguinosa, valoro-
tezze che raunivano la frontiera samente sostenuta da ambo le par-
settentrionale della Francia. Napo- ti, ed il vice-re Eugenio Beauhar-

leone procurò ravvivare l'orgoglio nais che comandava l'armata ita-


nazionale, ma sperimentò quanto liana e francese, fu costretto riti-

a tutti gravasse il suo militare di- rarsi sotto la fortezza di Mantova.


spotismo. Egli non mancò di ani- Finalmente Francesco I con mani-
mo in s\ duro frangente, sebbene 9 febbraio, fece pubblica-
festo de'
inutilmente, avvicinandosi gli allea- re da Bellegarde la restaurazione
ti sempre più a Parigi col rove- dell'antiche dinastie de' loro sovra-
sciare ogni ostacolo, mentre dal ni nati, e parlando di R.oma, ecco
lato occidentale altro possente ne- come si espresse : » Voi vedrete la
mico portavasi nel cuore dell'im- città immortale, due volte la pri-
pero francese, lord Wellington; che ma città mondo, cessare di es-
del
passata la Bidassoa, indi prese Bor- sere la seconda d' un impero stra-
deaux cosi le armate del Taso
: niero, e con nuovo lustro restituir-
erano per congiungersi con quelle si la capitale del mondo cristiano ".
del Wolga neir istessa Francia. Invasa Francia
la metà della
L' Italia che Napoleone riteneva co- perduta pressoché l'Italia, niun frut-
me ultima tavola di salvezza, al to ricavando Napoleone dalle propo-
suo naufragio, era ormai per lui sizioni di pace rigettate anco dal con-
perduta: le provincie illiriche era- gresso di Chatillon-sur-Seine, e ras-
no ritornate nel dominio di Fran- sodando gli alleati 1' unione col
cesco I; per l'unione della Bavie- trattato di Chaumont, a' io marzo
ra agli alleati, l'armata del regno fece un decreto col quale restitui-
italico era retroceduta sull'Adige; va Papa la cos'i detta ventotte-
al
il general Nugent con flottiglia sima divisione militare, cioè i due
austro-britannica uscita da Trieste, dipartimenti di Roma e del Trasi-
faceva uu' utile diversione alle foci meno, ed ordinò a Savona che Pio
del Po, occupando Comacchio, e VII fosse posto in libertà, e scor-
dilatandosi nella Romagna ; Murat tato sino agli avamposti nemici.
dovea occupar militarmente tutta In esecuzione di ciò, il Papa ai •?."*

meridionale sino alla destra


l'Italia marzo consegnato dal coloniiel-
fu
del Po, e già avea costretto i fran- lo Lagorse e dal prefetto del dipar-
cesi a sgombrare diversi diparti- timento prode colonnello Proha^ka
al
menti, avendo fatto il suo solenne del reggimento Radetzki, alle rive
ingresso in Roma a' 24 gennaio, del Taro, ricevuto con giubilo
portandosi ad alloggiare nel palaz- dalle schiere unite de^li austriaci,
zo Farnese. Firenze, Ancona, rd n.i>.|jolctani , ed inglesi. Di là lu
FU A FRA i35
fiieao alle tile degli alleati, e ad Icone, la città aprì le porte a' 3 i

una specie di continuato trionfo marzo, festeggiando l'ingresso dei


per Panna e Modena giunse Pio sovrani alleati, come liberatori, tra

Vii a Bologna. Quivi ebbe lunghe clamorosi evviva e trasporti di gio-


conferenze con lord Bentick, che ia. Dopo alcuni colloqui dell'im-
in nome dei reggente della gran peratore Alessandro, del re di Prus-
Bretagna gli oliVi cinquantamila sia Federico Guglielmo IH, e del
zecchini pel suo viaggio a E-oma, generalissimo principe di SchAVarzen-
e col re di Napoli che nel 1809 bergj con Talleyrand ed altri princi-

avea comandato la scalata del Qui- pali francesi, restò deciso, che chia-
rinale,il quale cogli attestati della merebbesi a regnare l'antica dinastia
piìi profonda divozione si mostrò Borbonica. In conseguenza di tale
pronto a restituire i due diparti- accordo, il senato convocato da
menti occupati dalle sue truppe, Talleyrand stabilì prima un gover-
chiedendo al Papa che stabilisse i no provvisorio, del quale dichiarò
modi e le persone per riceverne capo lo stesso Talleyrand, a' 2 apri-
la consegna. Intanto l'imperatore le pronunciò con solenne decreto
di R.ussia Alessandro per teiminar Napoleone decaduto dal trono, al
la lotta concepì il disegno di mar- qual decreto tutti i corpi dello sta-
ciare da Troyes a Parigi, in quei to civili di buon grado
e militari
giorni che Napoleone se n'era al- e prontamente aderirono: finalmen-
lontanato per assalir alle spalle i te il senato con un senatus-coosul-
collegati, ed intercettare le comu- to de'6 aprile proclamò Luigi X\ III
nicazioni col Reno, calcolando che re di Francia.
la metropoli sdegnata di veder ac- Napoleone al primo sentoie di
campati i cosacchi ne' suoi dintor- Parigi in pericolo, era ritornato
ni, (àcesse robusta resistenza. La precipitosamente indietro, e giunse
battaglia della Rolhierej ed i con- poco distante quantlo la città avea
flitti di Champ-Aubert, di Mont- onde ritirossi a Foutai-
capitolato,
Mirail, di Vauchamp, di Monte- nebleau: qui adoprò indarno tut-
rean non valsero che a ritardare di ti gli sforzi possibili per rianimar
qualche giorno la sua rovinosa ca- il coraggio de' pochi soldati ri-

duta. L'esercito poderoso degli al- mastigli, e videsi costretto il dì i i

leati avendo posto in rotta i deboli aprile segnare un trattato che con-
corpi de' marescialli Marmont, e teneva la propria rinunzia all'im-
Mortier, ed espugnate le fortifica- pero di Francia e al regno d'I-
zioni esteriori, costrinse Giuseppe talia, venendogli concesso per luo-
Bonaparle, lasciato per luogotenen- go di suo soggiorno 1' isola del-
te del fratello, ad abbandonare la l' Elba in tutta sovranità e proprie-
capitale della Francia, ritirandosi tà, ed un assegno (li alcuni milio-
l'imperatrice Maria Luisa col figlio, ni di fianchi per sl', e pei princi-
e i membri della reggenza a Blois. pi di sua fauiigliii. Nello slesso
Indi l'imperatore Alessandro offrì giorno per trattalo latto a Pa-
a Parigi una generosa capitolazio- rigi l'arciduchessa Maria Luisa fu
ne, ed avendo dichiarato che i so- separata dal marito, e gli fu dato
vrani alleali non erano in guerra in sovranità ereditaria il ducalo di
colia Francia, ma col solo Napo- Parma e Piacenza, iiiMcnic a! ijglio
j36 rr. \ l'RA
suo il principp Fianrpscori'mspppp- 1828, tomi quattordici. Contem-
Carlo-Aapoleone, poi duca di Reich- poraneamente seguì la liberazione
s^adt ci Uà di Boemia, circolo di di quanti erano detenuti, massime
Biinzlaii. ecclesiastici, nelle prigioni di stalo
Appena si propagò l'abdicazione per la causa della Chiesa , ed an-
di Napoleone, subito si disciolse la cora per la fedeltà serbata a' pro-
maccliina di sna domina7Ìone anco pri legittimi sovrani. Dopo avere
in Italia , indi per la convenzione Pio \1I nominato i delegati apo-
di Schiavino Rizzino de'i6 aprile, stolici per riassumere il possesso
ii regno italico restò per sempre della sovranità temporale, partì di
spento ; in tal rapido modo crol- Bologna , ed in mezzo ad una se-
]) il grande impero. A' 12 aprile rie di religiosi indescrivibili trionfi
il conte d'Artois Carlo di Borbone giunse in Roma a' 24 maggio, nel-
lece il suo ingresso a Parigi qua! la quale fu ricevuto con straordi-
luogotenente del re suo fratello a naria pompa ed universal commo-
piender le governo e
redini del ; zione di tripudio il più sincero,
JNapoleone a' 20 aprile partì da Fon- e di tenerezza e venerazione filia-

ia mebleau protetto da quattro com- le. V. Documenti relativi alle con-


missari delle quattro potenze allea- testazioni insorte fra la santa Sede
te, e scortato da im forte drappel- e il governo francese, stampati nel
lo di gendarmi, non senza perico- i83'i in sei volumi. In Italia e nel
lo (li restar vittima degli oltraggi; i8i4 stata pubblicata la
già era
travestito montò a Frejus in un bat- Raccolta di documenti aidentici sul-
Icilo inglese, e a' 2 maggio appro- le vertenze insorte fra la santa Se-

dò a Portoferraio e all' isola asse- de e il governo francese nelVtisur-


giialagli Toscana, nello stesso
nella nazione degli slati della Chiesa
^irirno che Luigi X\ill fece il suo dall'anno i8o5 all'epoca del ri-
ingiTsso a Parigi, tra le più gran- torno del santo Padre in Roma.
di acclamazioni, ove immediatamen- A' So dello stesso mese di maggio
te si assise sid trono de' suoi illu- dell'anno 18 4, j ebbe poi luogo in
stri maggiori. V. Tissot, Histoire Parigi il trattalo di pace tra la

dea gitprres de la réi'olntìon frnn- Fr uicia e le potenze alleate, in cui


raise depuis i 792 juaqiià 8 1 5, Pa- 1 si ristabilirono i limiti della monar-
ris 1821 ; e Scgur, Storia di Na- chia francese come esistevano al
pnleone e della grande annata, Li- primo gennnio dell'anno ijCfT, ,

vorno iBiT; non che Storia della e 'n l'aggiunta di alcuni cantoni ai
guerra del 181 3, 18 14 e ì8i 5 fra dip-utimenti delle Ardenne , della
le potenze alleate e Napoleone Bo- Mo>ella, del Basso-Reno, dell'Aio
naparte, h'wovno 1826; l'opuscolo cioè a dire di Quievrain, Philippe-
intitolato, Privati dispiaceri di Na- ville, INIariemburg, Sarrelouis e Sar-

poleone Bonaparte all'isola di s. i( brnck, della fortezza di Landau ,

F.lena ,
preceduti dai falli istorici del paese di Gex
una parte della e di
della pili alta importanza, il tutto Savoia. La Francia fu confemialK
di proprio pugno dì Napoleone, nel possesso di Avignone, del con-
scritto sotto la sua dettatura, Pa- tado Yenaissino, di quello di Mont-
rigi 1824; ed Erasmo Pistoiesi, bflliard e di tulli i distretti ap-
,

Effemeridi di Napoleone, Roma partenenti un tempo all'Alemagna,


FRA FRA i37
compresi nella frontiera cletermina- per la Francia in Roma , mentre
tn. Francia rientrò in
Inoltre la n'era degnamente occupata la sede
possesso ad eccezione di Tabago
,
,
sino dal giugno i8o4da monsignor
di s. Lucia e dell' isola di Francia Isoard poi cardinale. Avendo no- i

colle sue dipendenze, specialmente vatori colle più scaltre istigazioni


Rodriguez e le Seichelles, che pas- procurata prima l'abolizione de' ge-
sarono air InghilteiTa delle co- , suiti, poi la rovina di tutti gì' isti-

lonie, pescagioni e stabilimenti di tuti regolari a mezzo di Napoleo-


ogni genere, che la Francia stessa ne, per minare più facilmente l'in-
possedeva il primo gennaio 1792 in tiero edifizio della religione catto-
America, Asia ed Africa, e che avea lica, per ciò Pio VII appena tor-
perduto negli ultimi tempi. nato alla sua Sede rivolse le sue
Luigi XYIII a' 4 giugno del me- sollecitudini alla restaurazione de-
desimo anno 18 4 die alla Fran- 1
gli ordini regolari , indi a' 7 ago-
cia la Carla costituzionale, nella sto pubblicò la bolla Sollicitudo
quale rilevasi che fra tutte la na- omnium ecclesiaruni , colla quale
zioni che invocavano dopo la re- rimise intieramente nel primiero
staurazione le paterne cure del som- sfato veneranda compagnia di
la

mo Pontefice, prima delle altre fu Gesù. Appena questa ripristina-


l;i Francia; dappoiché Luigi XVIII zione si conobbe in Francia, ove
riichiarò nella Carta religione del- il breve di soppressione emana-
lo stato la cattolica apostolica e ro- to da Clemente XIV non era sta-
mana, ammettendo però la libertà to mai promulgato, subito parec-
di tutti i tardarono a
culti. JNon chi antichi gesuiti con intelligenza
scoppiare in Francia gravi tumulti del p. generale allora dimorante in
a cagione degli ecclesiastici che non Russia, si riunironoed aprirono
avevano accettato il concordato, e noviziato , ed andò quindi la be-
tiei vescovi per esso collocati nelle nemerita compagnia ivi crescendo
sedi arcivescovili e vescovili ; in con case anche di educazione, os-
questa torbida ed inquieta condi- sia piccoli seminari?. E sebbene
zione della Chiesa gallicana, delibe- non legalmente riconosciuti dal go-
rò Pio VII di spedirvi in qualità verno, i gesuiti successivamente fu-
di nunzio apostolico monsignor An- rono sempre tollerali, e lasciati o-
nibale della Genga, arcivescovo di perare come utili ausiliari de' ve-
Tiro in parlibus che poi il suc- , scovi che tuttora li proteggono.
cesse nel pontificato col nome di Soltanto per ordonance de' 16 giu-
Leone XII , come ancora di con- gno 1828 venne loro tolta l'edu-
gratularsi con Luigi XVIII pel ri- cazione della gioventù col chiude-
torno della di lui dinastia al tro- re otto collegi che avevano in Fran-
no di Francia. In ricambio il re cia, senza che però i gesuiti venis-
spedì pei devoti uffizi al capo del- sero in quella ordinanza nominati,
la Chiesa M. de Pressigiiy vescovo o che fossero impediti dal conti-
di s. Malo poi arcivescovo di Be- nuare ne' santi ministeri della pre-
sanzone, al quale si aggiunse mon- dicazione, delle missioni, degli spi-
signor Salamon vescovo in parti- rituali esercizi al clero ec. E qui
bus d' Orlhosia , contrario al con- noteremo che la livoluzione di lu-
cordato, edeslinalo uditore di rota glio nel i83o non cangiò nulla a
i38 FRA FRA
questa posizione de' gesuiti in Fran- conte in compagnia dei
d' Artois
cia , ove continuarouo a moltipli- due suoi figli Luigi duca d'Angou-
carsi sino a formare due distinte léme e Carlo Ferdinando duca di
Provincie, dando eziandio molti sog- Berry recossi nel luogo ov' erano
,

getti alle missioni estere di Ame- state disotterrate le i-egie ossa, ac-
rica e di Asia, ed anche in Algeria. quistato già dalla pietà di Descli-
Appena Luigi XVIH si vide sul seau, che inoltre avea eretto alle
trono de' suoi antenati, pochi gior- vittime illustri un semplice monu-
ni dopo il suo arrivo a Parigi ,
mento , e colà pose le prime pie-
nella chiesa di Nostra Signora fe- tre di quello ch'esservi doveva in-
ce celebrare solenni esequie pel nalzato a memoria perpetua. La
suo fratello Luigi XVI e per gli bara fu posta sopra un funebre
altri principi della sua sventurata carro ,
precedendo i tre reali per-
famiglia. Poscia ai 2 di settembre sonaggi il lugubre convoglio , che
ebbe luogo altro funebre ullìzio in mezzo ai reggimenti schierati, e
agi' illustri confessori della fede ,
ad una folla immensa di popolo
trucidati in quel giorno al Carmi- giunse a s. Dionigio, ov' ebbe luo-
ne dalla rabbia de' giacobini. E.i- go i riti espiatori, e la tumulazio-
posando ancora le mortali spoglie di ne. Frattanto sino dai 5 novem-
Luigi XVI e di Maria Antonietta bre 18 14 era stato aperto in Vien-
nel cimiterio della Maddalena, sid- na un congresso, in cui un senato
le quali aveva sparso lagrime per- di re decidere dovea destini d'Eu- i

sino il re di Prussia, ed appres- ropa, risguardanti pure il mondo in-


sandosi il 1 1 gennaio, anniversario tero, per regolare il politico equi-
ferale della morte di sì giusto ed librio j laonde venne decretato che
umano re, gli avanzi che, siccome si restituissero alla santa Sede le
dicemmo, avea Luigi XVllI fatti di- Marche, Camerino, il ducato di Be-
sotterrare, in un a quelli della re- nevento e Pontecorvo invase da Na-
gina sua cognata ,
questo principe poleone , e le tre legazioni di Bo-
li fece porre in una bara , onde logna, Ferrara e Ravenna dal me-
venissero trasportati con solenne desimo tolte alla Chie-;a colle armate
cerimonia in detto gioriìo anniver- della repubblica francese. Mentre du-
sario, in s. Dionigio ne' sepolcri dei rava il congresso, aspirando Napoleo-
re di Francia. La superstite figlia ne di nuovo alla dominazione della
di quei monarchi si portò a ren- Francia, d'accordo co'suoi partigiani
dere un tributo alle ossa de' suoi esistenti nel regno, salpò dall'isola
genitori, col prostrarsi innanzi alla dell'Elba con novecento uomini, sbar-
bara, versando un torrente di la- cò il primo marzo 18 15 a Cannes,
grime. Giunto il miserando giorno audacemente e senza incontrare dif-
21 gennaio i8i5, esso fu dichia- ficoltà entrò in Parigi ai 10, da
rato nefasto e di lutto per tutta la dove era partito la notte preceden-
Francia , restando interdetti tutti te Luigi XVIII per Gand, facendo
gli spettacoli, sospesi i pubblici af- la via di Lilla. L' Europa l'eslò at-

fari ed ordinato che in tutte le


, tonita in sentir Napoleone nuova-
chiese del regno si celebrasseso uf- mente nel palazzo delle Tuilleries,
fici funebri come in s. Dionigio. e tutta fu compresa di sdegno pel
Indi alle ore otto della mattina il temerario avvenimento.
nix FRA iBg
Il congresso di Vienna con una boni furono reintegrali del regno
dichiarazione protestò, che iStipoieo- di Napoli , e Ferdinando IV pre-
ne Bona parte si era da sé inedesl- se il nome di Ferdinando I re
ino escluso da ogni relazione civi- delle due Sicilie. Frattanto Na-
le e sociale, e che come perturba- poleone avendo fatto compilare
tore della pubblica tranquillità del da Beniamino Constant una nuo-
mondo, era esposto alla pubblica va costituzione , nel campo det-
vendetta. 1 più formidabili prepa- to di maggio , il dì primo giugno
lativi si fecero d'ambe le parti , e giurò sul vangelo di osservare il

lo storico IJeeron coniò un milio- novello atto costituzionale, mentre


ne cinquemila quattrocento com- a' 7 di dello mese Pio VII rientrò
battenti, che da ogni parte mar- in Pioma. Avendo Napoleone colla
ciarono sopra la Francia , per in- sua prodigiosa attività ordinato un
frangere lo scettro dell' usurpatore, esercito di trentamila veterani , a-
foimando a tale effetto le potenze prì la campagna ed ottenne bril-
una nuova coalizione. Sospettando lanti successi colle vittorie di Ligny e
il re di JNapoli IMurat sulle dispo- di Fieurus, ma nella disastrosa gior-
sizioni del congresso di Vienna ri- nata diValerloo, a'18 giugno cailde
guardo alla sua politica esistenza, per sempre, e la sua armata fu inte-
avido di continuare nel dominio di ramente distrutta e dispersa. Piitor-
Ancona, Marche, di Beneven-
delle nato Napoleone a Parigi abdicò d;
to e Pontecorvo non ancora resti- nuovo dopo un regno di cento giorni,
tuite alia Chiesa, d'accordo con indi fuggì nell'isola d'Aix, e recato-
iVapoleone suo cognato, ad onta del- si a Rochefort si rifugiò a bordo
la giurata fede, si propose il con- del vascello inglese il Bellerofonte,
quisto degli stati che l'Austria avea dandosi volontariamente in mano
in Italia. A lai fine domandò a degl' inglesi, centra i quali per die-
Pio V II il passaggio delle sue Irup- ci anni aveva sollevato il mondo
{e ne suoi dominii, ciò eh' essen- intero. Gli alleati lo considerarono
flogli denegato, armata mano entrò come loro prigioniero, onde in tal
nel territorio pontificio. Allora il qualità, e malgrado le sue rimo-
Papa non valendo esporre la sua stranze fu dagl' inglesi rilegato nel-
persona ,
partì da Roma, che lasciò l'isola di s. Elena sull'Atlantico, in
mediante una giunta di stato, e uno scoglio dell'Africa, fuori d'o-
per Firenze si portò a Genova. gni sociale consorzio , dove morì
/^. Relazione dd viaggio di Papa a' 5 maggio 182 i. Da ultimo, co-
Pio f^II a Genova nella primave- me dicemmo al voi. XVII ,
pag.
ra dcWannn lijia, e del suo ri- 263 del Dizionario , la Francia ne
torno in F.otna , scritta dal cardi- onorò grandemente le ceneri che
nal Bartolommeo Orvieto Pacca, ottenne dall'Inghilterra, e le collocò
i833. I\Iurat che aveva assuntoli in Parigi nella chiesa degl' invalidi.
fastoso titolo d'italico, in breve F. Vita di Napoleone di TValler
tempo fu conquiso dalle forze del- Scott, compendiata da un letterato
l' Austria , e fuggiasco sulle coste italiano. Livorno 1827, tomi quat-
di Provenza, per la sua folle in- tro.
trapresa Napoleone ricusò di ve- Gli alleati a' 7 luglio occuparo-
derlo, onde a' 17 giugno i Bor- no di nuovo Parigi, ed a! re Lia-
i4o FRA FRA
gi XVIII il giorno appresso resti- diciamo a'rispettivi luoghi. In se-
tuirono per la seconda volta il ra- guito Luigi XVIII per riparare i

pito scettro. Durante i primi me- mali prodotti in Francia alla reli-

si che seguirono questa seconda gione cattolica, istituì in Parigi u-

restaurazione, si formò la Santa na commissione ecclesiastica, sotto

alleanza a'26 settembre tra gl'im- la presidenza di monsignor Tal-

peratori d'Austria e di Russia, ed leyrand de Perigord antico arcive-


il re di Prussia. In seguito aven- scovo di Reims, da lui dichiarato
do Gioachino Marat approdato suo grande elemosiniere, e poi fatto
alle coste delPantico suo regno, fu cardinnle da Pio VII. Dipoi il re
preso e fucilato a Pizzo ai i3 ot- con sua ordinanza eresse la socie-
tobre. Segui poscia la pace gene- tà de'preti delle missioni di Fran-
rale delle potenze alleate colla Fran- cia, affinchè sotto l'autorità dei

cia, e fu seguito un trattato del vescovi offrir potesse soccorso alle


20 novembre , in forza di cui la case, ed alle succursali prive de'lo-

Francia perdette i paesi annessivi ro pastori. Non


solamente nuovi
con quello del 3o maggio 18 14 istituti nacquero in Francia a prò
summentovati, e 1' Isola dell'Elba della religione, ma si fecero rivi-
fu donata alla Toscana, laonde si vere diversi degli antichi , come
calcolò che la Fi'ancia perdette col- la congregazione di s. Lazzaro ,

r ultimo trattato cinquecento tren- quella dello Spirito Santo, si be-


taqiiattro mila anime di popolazio- nemerite delle missioni straniere,

ne. Stipulossi pur anco un'indeniz- le suore della croce, i religiosi del-

zazione di settecento milioni di la Trappa, ec. Nell'anno 18 16 fe-


franchi agli alleati, e la occupazio- cei'o gran rumore in Francia le
ne del territorio francese in alcu- rivelazioni di Martin, contadino
ne fortezze della frontiera per tre della Beauce nella diocesi di
anni, da cento cinquanta mila uo- Chartres, che fu presentato al re.
mini, la quale poi ebbe termine T^. la Relazione degli avi-enimend
pel congresso d'Aix-la-Chapelle del accaduti a Tommaso Martin agri-

9 ottobre 18 18. Inoltre nel con- coltore Beauce in Francia ,


di
gresso di Vienna si modificò la Bologna 1822 e la Relazione con- :

concessione fatta all' arciduchessa, cernente gli awenunenli accaduti


Maria Luisa e suo figlio del du- ad un agricoltore della Beauce
cato di Parma e Piacenza, in in Francia, Imola 1822. Dipoi
proprietà , lasciandosene usufiut- Luigi XVIII Con reale munificen-
tuaria a vita la sola arciduchessa, za fece fare dei restauri alla chie-
con libera e piena sovranità, ed sa della celebre abbazia di s. Dio-
alla sua morte tornerà in potere nigio. Ne affidò la cura a' quei
dei Borboni già duchi di quel du- vescovi che si ritiravano dalle lo-
cato. Luigi XVIII colla dolcezza del ro diocesi, ed ai preti, che il go-
pacifico suo regime, giunse in bre- verno manteneva, dando loro un
ve spazio di tempo, a spegnere o- diploma di canonico. Essendo que-
gni sintomo di politica oscillazione. sta u-.sa istituzione laica, dipoi il
Pio VII ricuperò dalla Francia i regnante Luigi Filippo si è rivolto
monumenti delle belle arti, gli ar- ali.» santa Sede, perchè desse al
chivi, ec. di Roma, al modo che capitolo di s. Dionigio una istitu-
FRA FRA i\i
zinne canonica ; ordinando a s'i hcl civescovili di Arles , di Narbona e
monumento gotico i rt-slaini della di Vienna nel Delfinato rispettiva-
più alta impoiianza. Aumentò Lui- mente annesse alle metropolitane
gi XVII! gli assegni per man-
il di Aix, di Tolosa e di Lione. Le
tenimeuto dei clero, e ne rese me- sedi vescovili furono recate al nu-
no disagiata la C(jndizione dopo la mero di sessantasei, cosicché le no-
perdita delle sue proprietà. Nati in vanta due sedi stabilite pel con-
Fi ancia de'tumulti pel concordato cordato del 1817 si ridussero al
del 1 80 r , esso d' accordo col re numero di ottanta. Tale circoscri-
fu annullato da Pio VII, ed in ve- zione delle diocesi riuscì diflitti mol-
ce sostituto il concordalo che ri- lo più vantaggiosa al bene spiritua-
portammo nel volume XVI pa- ,
le de' fedeli, che non era stata quel-
gina 4^ ^'^' Dizionario, il quale la del 1801. Svanito per siffatta
fu sottoscritto in Roma agli i i guisa ogni pericolo di scisma , ri-
giugno 1817. Se poi il concorda- fiorì la pace dopo tante turbolen-
lo avesse il suo pieno effètto lo ze sopra questa illustre e copiosa
dicemmo in principio di questo porzione del gregge cattolico anzi ,

articolo. di tutte la più numerosa. I politi-


La natura del rimedio usato nel castri soli continuarono a mormo-
concordato accusava la gravità del rare , a' quali fece eco l'abbate de
male, e Dio consolò il Pontefice di la Roche- Aymont, difensore della
poter vedere prima di morire rior- picciola chiesa, i cui ostinati segua-
dinate le chiese di Francia : que- ci ritiraronsi in Inghilterra. La pub-
sto avvenimento sì lieto al pater- blica derisione punì il loro orgo-
no di lui cuore successe noi nel ,
glio, e le disposizioni Sprovvide di
1822, nel quale anno Luigi XVIII Pio y\\ ne faranno benedir sem-
potè somministrare fondi neces- i pre la memoria nelle chiese di Fran-
sari per accrescere il numero del- cia. F. Ad gallos illos dissidentes

le diocesi, senza imporre alcun nuo- praeserliin dioecesis Pictai'iensis, qui


vo aggravio a' sudditi, giacché ri- vulgo and-coiicordalislat apptUan-
sultavano da pensioni ecclesiastiche tur , Exhortalio y che Leone XII
rimaste vacanti per la morte di pubblicò a' 2 luglio 1826.
quelli che n'erano i possessori. Fu Fra'trionfl che la religione cat-
bensì adottato il principio, che un tolica andava ottenendo nel cristia-
medesimo dipartimento aver non nissimo regno di Francia, registre-
potesse più d' una sola sede vesco- remo le ritrattazioni di Pietro Lar-
vile, e su questa base prontamente cher, e di Giambattista R.obinet ;

il Pontefice a' io ottobre effettuò ed alla peste delle edizioni econo-


la definitiva circoscrizione delle dio- miche de'libri filosofici di Rousseau
cesi, la quale anche al presente ser- e di Voltaire, fu opposto il zelo del
ve di regola al clero di Francia. clero e la società cattolica de' buo-
Quattordici furono stabilite le sedi ni libri. Intanto per la terribile
arcivescovili, Lione, cioè Parigi, influenza delle società segrete , la
Rohan, Sens, Reims, Tours, Bour- costituzione delle Cortes fu procla-
ges, Alby, Bordeaux, Auch, Tolo- mata nella Spagna ed in Porto-
losa, Aix, Besangon ed Avignone, gallo. A' i3 febbraio 1820 Luigi
rimanendo il titolo delle sedi ar- XVIII, la famiglia reale, e la Fran-
i42 FRA FRA
eia, pel pugnale dell' esecrabile Lou- tale Pio VII nell'agosto 1828 pas-
vel, pianse l'assassinio del duca Car- sò agii eterni riposi^ e nel seguen-
lo di Beny, secondogenito del con- te mese gli successe degnamenle
te d' Artois , lasciando l'infelice Leone XII, il quale ebbe il confor-
principe una figlia Luisa Maria Te- to di veder terminata la rivoluzio-
resa , e la vedova figlia di Ferdi- ne di Spagna, per opera delle vit-
nando I re delle due Sicilie Caro- toriose armate francesi, capitanate
lina incinta, che a' 29 settembre si dal generalissimo Luigi duca d'An-
sgravò di Enrico Carlo Ferdinando gouléme. Di poi nell'anno santo
Malia Dieudoniié, duca di Bordeaux. 1825 benedì il Papa lo stocco e
11visconte di Chateaubriand ci die- berrettone ducale, e siccome a prin-
de le Memorie sopra la vila e mor- cipe benemerito della religione, a
te del duca di Berry, pubblicate mezzo dell'ablegato apostolico mon-
in Roma nel 1820. Queste memo- signor Lodovico Ancaiani, lo fece
rie furono riprodotte nel tom. IV presentare in Parigi allo stesso du-
del giornale La voce della ragio- ca d'Angouléme, inviando alla du-
ne, fascicolo XXIV
de' i5 maggio chessa sua moglie il martello eoa
i833. Abbiamo ancora d'Artois le il quale fece l'apertura della por-
Memorie^ lettere ec. riguardanti la ta santa, ed alla duchessa di Ber-
vita e la morte del duca di Ber- ry alcuni divozionali. Nell'anno pre-
ry, Roma 1820. Di poi nella not- cedente mori pure a' i5 settembre
te de' IO agosto stava per iscop- Luigi XVIII, e nel giorno medesi-
piare una congiura, tramata dalle mo gli successe il fratello conte
conventicole delle società segrete d'Artois, che prese il nome di Car-
per cui due reggimenti di soldati lo X , il quale si fece consagrare
ribelli mossero per impadronirsi a' 29 maggio 1825 da monsignor
delle Tuilleries. La rivoluzione che de Latil arcivescovo di R.eims poi
si consumò nella Spagna l' anno cardinale, ed una magnifica meda-
1821 produsse il congresso di Ve- glia ne celebrò la solennità della
rona , in cui la Francia si uni cerimonia : di questa medaglia ne
alla Russia , all' Austria ed alla fece battere una d'oro di una gran-
Prussia onde restituire al re di dezza inusitata, ed in attestato di
Spagna Ferdinando VII la pienez- benevolenza e soddisfazione la do-
za del suo potere ; quindi un' ar- nò a monsignor Vincenzo Macchi
mata francese comandata dal del- arcivescovo di Nisibi, nunzio apo-
fino Luigi duca d'Angouléme pas- stolico presso di lui. Da un lato
sò la Bidassoa 7 aprile 1828, e
il eravi rappresentata la cerimonia
terminò la campagna colla presa dell' incoronazione, e dall'altro 1 ef-

del Trocadero ilprimo settembre fìgie del l'e coronato , mentre sul
con che il re di Portogallo pure contorno Carlo X vi fece incidere
ritornò nel suo trono. IVell' anno queste parole Le Rai à son excel-
:

precedente le sette occulte incitaro- lence M.r de Macchi, nonce de sa


no il general Berlon ad alzare il Saintété. L'anima grande ed insie-
vessillo della rivolta in Saumur , me religiosa di Luigi XVIII ben
aiutato dai così detti cavalieri del- si appalesò in questa risposta, che
la libertà, sbucati fuori dalla set- die a Bonaparte primo console, al-
ta de' carbonari. Intanto l'immor- lorché esso con grandi promesse
FRA FRA irp
cercava di carpire la di lui rinun- cnUtjlica : gli uni donar volevano
zia alla corona. " Ignoro disegni i qiioi diritti ch'essa rifiuta, gli al-
-•' di Dio sopra di me e del mio tri denigravano tutto col nome di
» popolo , ma conosco le obbliga- ollramontanismo , e le negavano
" zioni che mi ha imposto. Crislia- persino il potere di cui venne inve-
" no ne adenìpirò i doveri sino
,
stila dal suo divino fondatore. Tra
*' all'ultimo respiro; figlio di s. Lui- i primi segnalossi eloquentemente,
M gi, saprò rispettarmi anche fra le ma senza limite, l' abbate de la
>» catene; successore di Francesco I, Rlennais, tra i secondi Monllosier:
» io voglio poter sempre dire con essi però non furono i capi dei
« lui, tutto è perduto fuorché l'o- due partiti, come taluno scrisse. Le
» nore ". Leone XII si rivolse al regie ordinanze di Carlo X, e la
nuovo re Carlo X in favore del ca- paterna voce di Leone XII diretta
pitolo laleranense e della loro chie- al clero di Francia, per conciliare
sa mater et caput, il quale aven- gli spiriti esacerbati, erano dirette
do dal i599 al 1789 posseduta a fare svanire le religiose turbo-

r abbazia di Clairac donatagli da lenze : ma le ordinanze furono una


Enrico IV, quando entrò nel grem- deplorabile che afflis-
concessione
bo della Chiesa cattolica, la rivolu- se tutti ed i buoni cat-
i vescovi
zione repubblicana avea divorato il tolici , mentre ebbero gli applausi

dono, e le rendite eccedenti la som- dei nemici della monarchia e del-


ma di sessantamila franchi. Il re la religione. Di queste ordinanze
condiscese alle premure del Ponte- come del superbo musaico donato
fice, e stabiTi annui franchi venti- da Leone XII a Carlo X, e degli
quattro mila in compenso del per- arazzi di Gobelins e porcellane di
duto al capitolo ; ma
questo dopo Sevres che questi regalò al Papa,

la rivoluzione del i83o di tale di- se ne parla all' articolo Leone XII
sposizione non ne ha più fruito. [Vedi). A' 17 aprile iSaS la Fran-
Sotto Cnrio X cominciò più ac- cia riconobbe l' indipendenza di s.

canita la lotta de' due partiti, tra Domingo, sotto il nome di repub-
quelli cioè che difendevano la po- blica d' Haiti , col patto di cento
testà regia , e quelli che sostene- cinquanta milioni d'indennizzo a
vano la Carta costituzionale , cioè favore degli antichi coloni. Nel 1826
il partito detto allora: realista , e Leone XII pubblicò cardinale il
quello chiamato costituzionale, nel- nunzio monsignor Macchi cui il ,

r invocare ambedue 1' esecuzione re pose formalmente in capo la


della Carta, il primo l'interpreta- berretta cardinalizia : successore a
va più in favore dell' autorità re- questo nunziomonsignor Luigi fu
gia, che l'altro. I prelesi difensori Lambruschini di Ge- arcivescovo
della carta costituzionale,
chiamati nova, poi nel t83i creato cardina-
pure liberali, erano ad un tempo le dal Papa che regna, ed al pre-
nemici del regio potere e del cle- sente segretario di stato. Quando i

ro. E la sfrenata libertà della stam- missionari francesi nell' esercizio del
pa aggiunse esca ad infiammar la loro infaticabile zelo, erano da al-
discordia. Un contrasto presso che cuni riguardati per fanatici nell'e-
eguale divise gli animi per quan- rezione delle croci , nel dicembre
to concerne 1' autorità della Chiesa 1826 in Francia apparve in aria
i44 FI'vA FRA
il salutare segno, di mirabile gran- stati austriaci , ove poscia morì a
dezza, e scintillante di luce, cioè Gorizia a' 6 novembre i836. E
in Mignc presso come nar-
Poitiers, qui noteremo, che il duca di Reicli-
rammo XVIII, pag. 327
nel voi. stadt , unico figlio di Napoleone
del Dizionario, in un all'opinamen- cessò di vivete nei medesimi stati
to di Leone XII. Questo magnani- austriaci , ove tuttora risiede la
mo Pontefice terminò i suoi gior- famiglia reale di Carlo X. Nel me-
ni nel febbraio 1 8-29 , ed ebbe in se digiugno poi 1844 è morto a
successore il cardinal Castiglioni ,
Goriziail duca d^Angoulème, do-
cbe assunse il nome di Pio P III po lunga e penosa malattia, sof-
[Fedi), il quale avea risposto in ferta con edificante e pia lassegna-
conclave al discorso pronunzialo al zione ; ed ecco nuovo argomento
sagro collegio dall'ambasciatore di di pianto e di afflizione alla illu-

Francia il visconte di Chateau- tre figlia di Luigi XVI, consor-


briand , in nome del re Carlo X. te del defunto. A Pio VIII suc-
IVel suo pontificato scoppiò in Pa- cesse il regnante Gregorio XVI
rigi terribile rivoluzione, nelle gior- eh' ebbe la gloria dando princi-
nate dei 27, 28 e 29 luglio i83o, pio ad una nuova chiesa africa-
mentre a' 5 dello stesso mese la na, d' erigere Algeri in vescova-
Francia avea fatto il conquisto di to j ad istanza del saggio re Lui-
Algeri. V. il Compendio storico ded- gi Filippo I ,
prosperando la più
iti rivoluzione di Parigi awenula bella armonia fra il potentissi-
negli ultimi di luglio i83o, com- mo e religiosissimo regno di Fran-
pilato da un italiano (eslinionio ocu- cia e la santa Sede; meritando-
lare, llaì'ia i83o. In conseguenza di .s\ si il venerando e zelante clero
grande politico rivolgimento, Carlo r ammirazione della Cbiesa uni-
X un al suo figlio Lui-
a'2 agosto in versale , come strettamente uni-
gi duca d'Angouléme delfino ^ ab- to alla cattedra di s. Pietro , e
dicò la corona di Francia in favo- fervoroso nella difesa della reli-

re d' Enrico V duca di Bordeaux. gione. il Pontefice


Allorché Grego-
Essendo stato dichiarato il duca rio XVI
annoverò meritamente al
d'Orleans Luigi Filippo luogotenen- sagro collegio monsignor Lambru-
te generale del regno, a' 7 agosto schini, destinò incaricato d'affari

i deputati di Francia dichiarando d. Antonio Garibaldi, il quale fece


vacante questa corona , l' olfrirono poi prelato ed interuunzio aposto-
al duca, che accettandola ai 9 dello lico, e inviato straordinajio della
slesso mese, sotto il nome di Lui- santa Sede in Parigi. Questo per-
gi Filippo I, fu riconosciuto per re sonaggio è ora arcivescovo di Mi-
de' francesi. Finalmente a' 16 ago- ra e nunzio apostolico di Napoli
sto Carlo X col suo figlio duca mentre nunzio di Parigi è il su-
d'Angouléme, la duchessa Maria nominato arcivescovo di Nicea mon-
Teresa Carlotta delfina, e i nipoti signor Raffaele Foruari. Per ciò che
Luisa ed Enrico, usci dalla Fran- riguarda la storia delle relazioni
cia, passò prima in Inghilterra, poi tra la Francia Sede, e la santa
in Iscozia o Edimburgo, dove sog- nei pontificati di Leone XII e Pio
giornò per alcuni mesi , da dove Vili, preziose notizie ci ha date il
iii seguito parti, ritirandosi negli dotto cav. Artaud di Moutor, nel-
FRA FRA 145
le Sìlorie di Leone XII e di Pio nicre, innocente di costumi, mira-
FUI. bile nel sapere, splendido nel trat-
Per ultimo diremo che in Fran- tare, si acquistò fino da' piìi verdi
cia furono celebrali un numero anni l'amore e la slima di tutti.

grandissimo di concili che non Giulio II, ch'eia suo zio, quantun-
manchiamo riportare ai luoghi ove que ei si fosse per età giovanissi-
si tennero , e che essendovene al- mo, non dubitò di ascriverlo al

cuni, che si conoscono sotto il no- sacro collegio creandolo cardinale


ni*; esclusivo di Concili di Fran- a' 29 novembre i5o3, dell'ordi-
cia, qui ne faremo un cenno. Ve ne de^ preti, col titolo di san Pietro
ne fu uno nell'anno 806, qua- nel in Vincoli , e dopo la morte del
le Carlo Magno divise suo im-
il cardinal Ascanio Sforza, gli accor-
pero. Regia tom. XX, Labbé tom. dò la carica di vicecancelliere. Nel
VII, ed Arduino tom. IV. Nell'an- i5o3, a solo titolo di commenda,
no 1002 ne furono tenuti in dif- ebbe la chiesa di Lucca, nell' anno
ferenti luoghi, relativamente al di- seguente quella di Renevento, quin-
giuno praticato dalla maggior par- di quella di Cremona, e nel i5o8
te (lei fedeli , dall' Ascensione fino la vescovile di Vicenza. Ottenne
alle Pentecoste ; all' uso che aveva- ricche abbazie, fra le quali l'abbazia
no i monaci di cantare l'inno Te di Nonantola, e quella di s. Reni-
Dcum, nelle tre o quattro dome- gno di Fruttuaria. Fu legato eziandio
niche precedenti la natività di Ge- in Rologua; ma la rapida carriera
sìi Cristo, durante la quaresima
e di tanti onori fu chiusa da una
contro 1' usanza della Chiesa ro- morte immatura, che lo rapì nel
mana; sulla celeljrazione della fe- i5o8, quell'anno stesso in cui ve-
Annunziazione nel iS mar-
sta dell' nia promosso alla sede di Vicenza.
zo, e sopra altre materie ecclesia- Lo pianse molto il cardinal Gio-
stiche. Regia tom. XXV, Labbé vanni de' Medici, che fu poi Leone
tom. IX, ed Arduino tom. VI. X; e lo stesso Giulio II ne udì
Altri concili si tennero nel io3i, la infausta nuova col massimo do-
nei quiili lu trattato della pace e lore. Egli avea già visitato più
lo
della tranquillità pubblica, del ri- volte nella sua malattia, e avea
spetto dovuto alle chiese, ai reli- anche intimalo pubblicbe preci per
giosi ed alle religiose. Venne al- la salute di lui. Fu sepolto nella
tresì ordinata l'astinenza del vino Vaticana, e nel 1625 venne tra-

nel venerdì e della carne nel sa- sferito nella cappella del ss. Sagra-
I)atOj e si trattarono altre materie. mento, presso la tomba di Sisto IV.
Labbé tom. IX, e Arduino tom. FRANCIOTTI Marco Antonio,
VI. Nel 1229 o i23o e nel i238 Cardinale. Marco Antonio Fran-
furono adunati diversi concili in- ciotti, di nobilissima famiglia, nac-
torno le guerre del reame. Mansi que Lucca l'anno 1592. La
in
tom. II , e Rinaldi a detto anno puerizia di lui fu un saggio ben
280.
I sicuro di tutte quelle virtù che
FRANCIOTTI Galeotto, Car- poscia lo resero specchio della re-
dinale. Galeotto Franciotti, detto ligiosa vita, e modello di santità.

anche della Rovere, sortì di nobi- Dicesi che fanciullo ancora, giacen-
le famiglia in Lucca. Soave di ma- do ammalato, sorgesse da sé a pre-

VOL. xxvii. io
i46 FRA FRA
gare, aè si levasse dall'orazione ne, sebbene il cardinale avesse
e
finché non ^ fosse accorto che al- impiegato ogni mezzo per accomo-
cuno sopraggi ugnea a discoprirlo. dare le cose, pure dopo d'essersi
Studiò le lettere nella patria, e la pacificale le parti, ritornarono a
giurisprudenza nella università di vivere per maniera che si determi-
Bologna; dove solo bastò a tran- nò di rinunziare la diocesi, e riti-

quillare un' insurrezione di quella rarsi in Roma. Ivi ebbe la protet-


studiosa gioventù. Trasferitosi po- toria dell' ordine cistcrciense, e fu
scia in Roma, si trattenne da pri- ascritto alle principali congregazio-
ma nello studio di Giovanni Bat- ni, nelle sempre
quali ragionava
tista Spada suo concittadino, quin- con tale che la maggior
autoritìi,

di meglio addestratosi nel trattare parte dt' cardinali non dubitavano


gli affari, fu ammesso da Paolo V di seguire la opinione di lui; anzi
tra i protonotari apostolici parteci- lo stesso Innocenzo X negli aflari

panti, e da Gregorio XV spedito go- più ardui, voleva sentire il suo


vernatore di Fabriano, e quindi di consiglio. Cessò di vivere in Roma
Faenza, impieghi sostenuti con singo- nel 1666, e fu deposto nella chie-
lare saggezza e tanta bontà da gua- sa del Gesù, dove si vede la sua
dagnarsi l'animo di ciascheduno di lapide fregiata delle insegne cardi-
que' cittadini. Sotto il pontificato nalizie. Fu il cardinale Franciolti di
di Urbano Vili venne trasferito una vita assai raccolta e devola.
tra i cherici di camera colla pre- Giovane ancora, superò molti as-
fettura dell'annona, e quindi dichia- salti preparatigli dall'invidia altrui,

ratone uditore, nella qual carica mo- e tali vittorie tutte ascrivea dipoi
ritossi dalla curia il bel titolo di alla protezione di Maria, che ono-
rt'llissimo giudice. Il medesimo Pon- rava con ispecialissimo culto. Di-
tefice nel concistoro de' 28 novem- giunava sovente sino al rigore; usa-
bre i633 lo esaltò al cardinalato va di flagellarsi non rade volte si-
col titolo di s. Clemente, enei gior- no all'effusione del sangue. Cele-
no stesso lo elesse a vescovo di Luc- brava ogni giorno la santa messa,
ca e legato della Romagna. Ma in ed occupa vasi per due ore nel medi-
tale congiuntura non piacque tan- tare le verità eterne. Era eziandio
to sul principio al Papa, avendo molto diligente nell' intervenire alle

accordato un po' troppo di favore cappelle papali, ed anzi quale ri-

al duca di Parma, nemico della conoscimento il Pontefice gli asse-


Chiesa. Si trasferì dappoi alla sua gnò cinquecento scudi di pensio-
residenza vescovile, e con tutto lo ne amava la giustizia e non sof-
:

zelo suggerito da fervida carità, si feriva che alcuno gli presentasse


diede a visitar le parrocchie, conso- regali per qual si fosse argomento.
lare gli afflitti, ristorare la disci- Dava poi abbondanti elemosine, e
plina del clero, recandosi eziandio credesi che giugnesse ad esborsare
nei luoghi più pericolosi e scoscesi per tal motivo più di trentamila
per vedere le sue pecorelle abbando- scudi. Aveva un fino criterio, ed
nate e disperse, e porger loro l'a- un ingegno chiaro a : tutto ciò vi

limento della divina parola. Sorse- aggiugnea un animo assai corte-


ro alcune controversie con quella se e gentile, di modo che veniva
repubblica sul punto di giurisdizio- tarameule da tutti amato.
FRA FRA 147
FRANCO, Cardinale diacono ,
sa romana. I Papi Martino IV,
sottoscrisse al decreto pubblicato Onorio IV, e Nicolò IV avea-
nel I 087, da Benedetto IX nel sinodo no di lui così alta opinione che
romano a favore di Villelmo, ab- non si decidevano mai negli affa-
bate di s. Benigno di Fruttuaria. ri di grande rilievo senza pri-
FRANCOAE, Cardinale. V. Bo- ma aver udito il suo parere. Era
nifacio "VII Antipapa XYII. poi splendido nell' arricchire le
FRASCONI A Brumose, Car- (di) chiese del suo ordine , special-
dinale. V. Gregorio V Papa. mente quella sua propria di san-
FRANCS-MAgOJNS o Framas- ta Sabina, al convento della qua-
SONI. V. Liberi Muratori. le lasciò una ricca biblioteca. In Fi-

FRANGIPANI Latino, Cardi- renze pose ancora la prima pietra


nale. Latino Frangipani Malabran- della chiesa di s. Maria Novella.
ca, romano , nipote di Nicolò III Non meno però sentiva misericor-
per linea materna, fu adottato nel- dia pei poverelli: oltre alle copio-
la famiglia Orsini , e sotto i mae- se elemosine che fece vivendo
stri della Sorbona laureato in en- in morte lasciò eziandio dei fon-
trambe le leggi, professò nell'ordi- di per sovvenire le loro biso-
ne de' predicatori. Divenuto prio- gna. In Viterbo ebbe a sofferire
re del convento di s. Sabina in qualche violenza per parte dei cit-
Roma , e definitole del capitolo tadini , i quali attribuivano a lui
provinciale tenuto in Orvieto, ven- il ritardo della Pon-
elezione del
ne eletto da Uibano IV inquisito- tefice. Nel conclave poi tenutosi
re generale della fede ; quindi nel dopo la morte del Papa Nicolò
1278 a' 22 marzo, fu creato da IVj egli fu uno di que' cardina-
Nicolò III vescovo cardinale d' O- li che propose al sacro collegio il

stia e Velletri e arcivescovo di solitario Pietro da Morone, che


Siponto. Ma riconosciuta falsa la fu infatti eletto Pontefice col no-
novella intorno la morte del le- me di Celestino V. Questi ad e-
gittimo possessore di questa chie- sempio de' nominati suoi predeces-
sa , il Frangipani fu costituito pro- sorij in lui ripose tutto il governo
tettore di essa. Nell'assenza del Papa pontificio, e quando mancò di vi-
venne trascelto col cardinale Iacopo ta, effettuò la rinunzia del ponti-
Colonna a vicario di R^oma nel , ficato che meditava. Compì santa-
temporale e nello spirituale, po- mente i suoi giorni in Perugia l'an-
scia legato a latere in Bologna no 1294,6 fu deposto nella sagrestia
e Romagna, e vicario di Toscana. della Minerva dal qual sito venne
,

Biuscì mirabilmente nel tranquilla- poi trasferito al destro lato dell'al-


re i tumulti destatisi in Bologna tare maggiore. Molti critici autori,
e Firenze, ed anzi in questa città studiata bene la cosa, decisero che
vi lasciò che la pace i più
oltre il Frangipani sia stato autore della
savi regolamenti per mantenerla. Sequenza Dies irae ec. (Vedi) che
Recatosi dipoi nella Lombardia e si recita nella messa de' defunti.
nel Genovesato. represse la serpeg- Dagli scrittori domenicani è contato
giante eresia, punì coloro che ave- fia i beati del loro ordine, aven-
vano perseguitati gì' inquisitori , e do Dio a sua intercessione opera-
ricuperò gli usurpati beni della Chie- to de' miracoli.
i48 FRA FRA
FRANZONI Iacopo, Cardinale. Aquiro. Indi lo confermò nella ca-
Iacopo Franzoni d'illustre famiglia rica, col dichiararlo pro-tesoriere,
genovese, nacque nel 1612. JNel- come ancora lo fece protettore ilei

l'elù di sedici anni si dedicò all'ec- monaci silvestrini. Lo ascrisse anco-


clesiaslica milizia ,
quantunque i ra alle primarie congregazioni ,

suoi avessero formali di lui ben di- e lo deputò legato in Ferrara, cit-

versi disegni , e corse la cairiera tà da lui in singoiar maniera fa-

degli studi prima a Bologna, po- vorita ed adornata di cospicue fab-


scia in Perugia, e quindi nuova- briche. Sei anni dopo fu promos-
mente in Bologna dove si dedicò , so al vescovado di Canieiino do- ,

alla teologia. R^icevutane con ono- ve tutto ridusse a miglior forma e


re la laurea, si recò a Roma per nella disciplina del clero, e nel co-
affari domestici, ed ivi poi fissò la stume del popolo, e nella recipro-
sua dimora. Urbano Vili nel 1689 ca armonia de' cittadini. Apri nel
lo fece referendario di segnatura ,
suo palazzo una biblioteca, celebrò
e tre anni dopo presidente della per due voltt il sinodo, e ristaurò
camera , ne' quali uffici spiegò il il seminario e il palazzo episcopa-
suo bel talento, ed in ispecie la le. Eresse ancora una cappella nel-
sua aggiustatezza nel riferire le la sua cattedrale inonore di s. Car-
cause. Nel i654 Innocenzo X lo lo Borromeo, e di s. Filippo Neri, vi
elesse chierico dell' anzidetta came- assegnò una rendita, e introdusse
ra colla presidenza delle strade e nella città somaschi, da cui tosto
i

poi delle armi. In seguito gli con- se n' ebbe a provare il felice risul-
ferì il grado di tesoriere , e la so- tamento. Dimessa la sua diaconia
prai ntendenza delle galee e delle ebbe da Innocenzo XI , nel 1687,
fortezze marittime, e quindi la pre- il vescovado tusculano , ritenendo
fettura generale delle milizie dello però in amministrazione quello di
stato ecclesiastico. 11 Franzoni in Camerino. Ivi celebrò un sinodo, i

tale onorevole incarico esercitò la cui decreti unitamente a quelli del


giustiziacon animo il più fermo cardinale Brancacci furono dati al-

ed anzi in qualche occasione non la luce; e posseduta quella chiesa


dubitò di opporsi anche alle viste per sei anni, fece rinunzia di Ca-
del suo stesso sovrane Urbano \I1I, merino, e passò alla sede di Por-
che avendogli caldamente racco- to. Intervenne a cinque conciavi ,

mandato una causa, la giudicò cioè quelli di Clemente IX, di


contro la di lui espettazione. Il Pa- Clemente X, d'Innocenzo XI, di A-
pa volea ricompensare il di lui va- lessandro Vili e d' Innocenzo XII.
lore col decorarlo della sagra porpo- Compi la mortale sua vita nel 1(197,
ra , ed affidargli la chiesa di Ferra- ed ebbe onorevole sepolcro nella
ra ; ma egli costantemente ne doman- chiesa di s. Maria in Vallicella.
dò la dispensa. Alessandro VII per FRASCATI (Tusculan). Città
altro volle assegnargli la presiden- con residenza vescovile, nello stato
za di Castel sant'Angelo in luogo di pontificio, governo della Coniai ca
quella delle armi, e nel i658 ai di Roma, posta deliziosamente sul
?.c) aprile lo creò cardinale dell'or- pendio d'una collina che gode la ,

dine de' diaconi, assegnandogli per veduta del mare, la prospettiva di


diaconia la chiesa di s. Maria iu Roma, quella della campagna ro-
FRA FRA i49
mana, della Sabina, di Tivoli, e gido, e perciò denominata ordina-
de' monti vicini. La fertilitù del ter- riamente Algensiuna, o Algidcnse;
ritorio vi trasse eziandio ad accam- ed il cardinal Pietro Aldubrandini,
par sovente gli eserciti romani grato dell'acqua che gli aveva con-
nelle guerre cogli equi, ernici e dottato per la sua villa lo zio Cle-
volsci per 1' abbondanza de' mezzi mente Vili, come si legge nel dot-
onde sussistere, per l'eccellente sa- to Fea, Storia delle acque pag.
lubrità dell'aria, e per la perenni- i68, e del dono della comunità di
tà delle sue acque. Circondata di Frascati d'un pezzo di strada pub-
deliziose case dicampagna, di giar- blica che intersecava la sua villa
dini, di vigneti ed oliveli, e da regalò alla medesima comunità per
amenissime e magnifiche ville, è uso pubblico dieci oncie di detta
assai frequentata dai romani, mas- acqua, alle quali dipoi Paolo V
sin)e nella stagione estiva , e in aggiunse due oncie di quella ap-
ogni tempo dell'anno dai forestieri pellata Tepula, per un amplissimo
per gl'importanti avanzi dell'anti- lavatore pubblico, del quale fu quel
co Tusculo, tanto celebre nelle isto- Papa pur benemerito per due gran-
rie, cospicuo ed antichissimo mu- di strade di accesso e di comuni-
nicipio, dal quale, al dire di Strabe- cazione con Frascati. Dal medesi-
ne, i romani avevano appreso la n]o Fea si rileva che l'acqua chia-
scienza del governo, come molli ri- mata Crabra, lasciata dagli anti-
ti e costumanze, ed innanzi che chi romani per uso del munici[JÌo
la cittadinanza romana fosse dive- tusculano, e x-ipristinata dall'impe-
nuta comune ai tusculani. Non ratore Traiano, fu favorita per l'au-
manca di belle chiese e di palaz- mento a comodo della popolazio-
7Ì, ed oltre quelli delle ville di cui ne, da Sisto IV, Paofo III, Pio IV,
palleremo, sono ornati quasi tutti di Innocenzo XI, e Benedetto XIV.
giardini ridenti. Le strade sono ret- Tuttavolta non avendo la città un
tilinee, e terminanti per lo più in tempo molini, la detta acqua non
luoghi, ove si ammira qualche bel era sufficiente a muovere le maci-
punto di vista. 11 passeggio del Po- ne secondo l'antico metodo. Però
merio è incantevole, ove l' occhio anni addietro provvide a tale incon-
si spazia all' intorno sul mare, sul- veniente il principe d. Francesco
la vasta sottoposta pianura, sulla Borghese Aldobrandini , dappoiché
selvosa Fajola, e sui colli Ernici. colla direzione del celebre architet-
Ha diverse belle piazze decorate di to e profondo letterato cav. Luigi
fontane, le quali sono alimentate Canina, e l'opera del valente mec-
da purissima acqua, quella stessa canico Daner di Zurigo, fece co-
che Giulio Cesare portò in Roma, struire presso le mura della ciltà

a mezzo di numerosi acquedotti una macchina, con la quale frasca- i

che da lui per disposizione di A- tani macinano con esilo felicissimo.


grippa prese il nome di Acqua E per supplire in modo più ampio
Giulia. A tale ac(jua, che ha la alia mancanza di mole a grano nel
sua sorgente sotto il monistero di territorio proprio di Frascati , co-
Grottaferrata, venne supplita (piel- me altresì per favorire l' industria
la che sorge sotto il monte su cui nella sua pallia, il medesimo prin-
stava posto l'antico castello di Al- cipe d. Francesco Borghese Aldu=
i5o FRA FRA
brandi ui fece aggiugnere colla di- gervi ; ed è allacciata per un cu-
rezione dello stesso architetto un'al- nicolo sotterraneo non molto da
tramola a grano, composta da una lungi. Potrebbe Frascati giovarsi
macchina interani£nte eseguita col dell'acqua Angelosia, che sorge nel-
ferro parte fuso e parte maleabilc la pianura detta la Pedica, come-
con metodo più adattato alle pra-
il chè ab antiquo concessagli. E un
tiche del paese, e col lavoro di- tempo vi si provarono i frascatani
retto dai fratelli Mazzocchi abili con molto dispendio né vi sono ,

artefici dell'armeria pontificia. E si riusciti ancora per la difficoltà in-


è da una tale opera che si diede contrata nella natura del suolo da
principal impulso alla introduzione forarsi, per praticarvi i pozzi e le
negli stati pontificii delle macchine forme; ma si spera che dirigendo-
eseguite col feri'o fuso per gli usi si per altra via, la possano far go-

più necessari delle arti diverse. dere alla città , che ne avrebbe
Al dire però dei frascatani sem- grande utile, e forse anche profit-
bra che l'acqua Giulia non abbia to. Del resto il bottino che ne al-
origine sotto il castello di Grotta laccia le vene alla sorgente è tutto
ferrata, perchè allora sarebbe stato costrutto , e si paga dal comune
difficile guidarla a Frascati,
rima- annuo canone per il terreno oc-
nendo le molto più basse.
ferriere cupato, all'abbazia di Grottaferrata.
Laonde i frascatani asseriscono, che Il palazzo vescovile detto la roc'
le acque che alimentano Frascati ca dalla sua forma, fu così ri-
di presente sono l'acqua Algidtnse, dotto dal cardinal duca di Yorck
che il comune di Frascati ha sem- vescovo di Frascati, il quale fu
pre posseduta, ed ultimamente ri- pure grandemente benemerito del
vendicata, come si legge dalla la- seminario fabbricato nel lyoi, e
pide posta sulla pubblica fontana rinomato per fama letteraria, da
della piazza ; acqua che viene dal- lui ampliato, dotato di rendite, ed
le radici dell'Algido,da quelle pia- arricchito di biblioteca; esso è an-
nure cioè ove il cav. Canina pone nesso alla chiesa del Gesù, ove è
il Laciis Regillus. Inoltre un'acqua, rimarchevole la finta cupola, ope-
che si allacciò quando sterravansi ra del valentissimo architetto e pit-
alcune forme antiche, presso la sa- tore gesuita p. Pozzi, e vanta alun-
lita di s. Antonio, salendo per an- ni chesi distinsero per sapere, e per

dare a Marino , chiamata volgar- ragguardevoli dignità ecclesiastiche,


mente Zitella. L'altra saluberrima, e tra quelli che furono a'nostri tem-
che neppure nelle siccità più lun- pi esaltati al cardinalato, nomine-
ghe è mancata giammai, scaturisce remo a cagion d'onore il cardinal
da un fonte lungo la strada che Ercole Consalvi, ed i cardinali Giu-
porta a Grottaferrata, precisamente seppe della Porta, Antonio Pallot-
in faccia al cancello della villa Pal- ta. Luigi del Drago, Lodovico Gaz-
lavicini. E lontana per poco dalla zoli, e iViccola Grimaldi, i tre ul-
cittàj ma non si ritengono i cit- timi de' quali sono viventi. Questo
tadini e i forestieri dal discendervi seminario tuttora fiorisce per le
a prenderne, perchè veramente la cure del eia vescovo e conciltadiiio,
sua purezza compensa quei pochi il cardinal Lodovico Micara decano
passi che debbonsi fare per giua- del sagro collegio : la chiesa è de-
FRA FRA i5i
dicata al Pontefice s. Gregorio I M la sacra eloquenza ndl'evange-
Magno, e vi si venera un'immagine M lizzare la divina parola ne am-
di Maria santissima sotto il titolo Re- " miraste voi stessi, tutte le volte
fugiiun peccatorunìy ivi collocata dal » che per ascoltarlo vi adunaste
missionario p. Baldinucci gesuita , >» nel nostro palazzo, ec. ".
e coronata dal capitolo vaticano. INIolto è rinomata Frascati per
Onorano inoltre la famiglia del le ville moderne che la circondano,
cardinal Micara i di lui fratelli p. le quali furono erette in parte nel
Vincenzo cappuccino, lettore in fi- secolo XVI, ma principalmente du-
losofia e teologia , ex definitore rante il secolo XVII, incomincian-
provinciale, e postulalore generale do dai pontificali di Clemente Vili
delle cause de' santi dell' ordine Aldobrandini, e Paolo V Borghe-
per cui ebbe la religiosa consola- se, laonde in quello d'Innocenzo X
zione di veder sotto di lui cano- la villeggiatura di Frascati pei si-

nizzata s. Veronica Giuliani cap- gnori romani venne in gran voga.


puccina nel 1839; ed il cav. Cle- Queste nobili ville danno un' idea
mente che ha dato alle stampe del- della magnificenza e della delizia
le tragedie, e un progetto per mi- delle antiche, di cui poi parlere-
gliorare la coltura della campagna mo, come dell'antico Tusculo, e si
romana. Un Clemente Micara fu distinguono per vaste e sontuose
vicario generale della propria pa- fabbriche a tal particolar uso de-
tria, arciprete della cattedrale, dot- stinate. Niun luogo o città vicino
tore in teologia, ascritto alla ro- a Roma può vantare il numero
mana cittadinanza nel 1649, ^ ™oi'- delle ville che rendono celebrità a
to esaminatore sinodale nel 1704. Frascati ; una delle piìi antiche vil-
Di Frascati fu egualmente il p. le di Frascati è la villa Falconie-
abbate d. Sergio JMicara superiore ri, limitrofa delle ville Taverna e
dell'abbazia di Casamari che per , Mondragone : ha il suo principale
la sua pietà e sapere meritò la sti- ingresso dalla strada denominata
ma di Leone XII, e del regnante Gregoriana onore del sommo
in
Gregorio XVI. Fu Leone XII che Pontefice regnante, che conduce da
nel concistoro de'20 dicembre 1824 Frascati all'eremo de' camaldolesi,
creò cardinale il p. Lodovico Mi- e così detta perchè è quella che
cara ministro generale de' cappuc- percorre il Papa allorquando si re-
cini e piedicatore apostolico quan- : ca da quei l'eligiosi, ed a tale ef-
do poi Leone XII lo pubblicò in fetto resa come al presente si vede.
concistoro a' i3 marzo 1826, ec- La villa Falconieri è detta anche
co come meritamente si espresse Rufina dal suo fondatore Filippo
in di lui lode, nell' allocuzione che Rufini vescovo sarniense, che mo-
pronunziò al sacro collegio, w Con ri nel pontificato di Paolo IH l'an-
" qual sagaci tà, prudenza, e zelo no 1548, ed è sepolto in Roma
« di regolar disciplina questo uf- nella chiesa di s. Giovanni della
» fizio (di ministro generale) egli Pigna. Nel secolo seguente divenne
!" eserciti , voi venerabili fratelli proprietà de' Falconieri, che anco-
» non l'ignorate; né ignota vi è ra ne sono possessori. Essi fecero
M la singolare perizia di lui nelle costruire il palazzo, che oggi ivi si

» teologiche dottrine; e oltre a ciò, Tede, con architettura del Borro-


IJ2 FRA FRA
mini, e poscia ornare di pitture a il regnante Gregorio XVI diverse
fresco. Carlo Maratta in una delle volle, nelle annuali gite che nel-

volte dipinse la nascita di Venere, l'ottobre suol fare all'eremo degli


con Nettuno che gli offre le ric- cremili camaldolesi di Monte Co-
chezze del mare, e le tre Grazie rona, non molto distante, talvolta
che sulla spiaggia l' attendono per fu ricevuto decorosamente dalla no-
coronarla di fiori ; in altre stanze bile fcimiglia proprietaria della vil-

Ciro Ferri col suo pennello vi rap- la, tale Enrico Engle-
altra dal cav.

presentò nelle volte le stagioni, e field inglese, suo cameriere segre-

nelle pareti il cav. Pier Leone Ghez- to di spada e cappa sopiaiinume-


zi, che mori nel i ^55 , vi effigiò rario, nobile ospite della medesima.

varie caricature, in cui sono molti Villa Mondragone. Questa è su-


ritratti della famiglia Falconieri, e perioi'e in vastità di fabbrica a tut-

de' suoi amici, pitture che furono te le ville erette nei dintorni di
incise daU'Osteriech per lo spirito Frascati, però trovasi nel teiri to-

con cui le eseguì il detto artista ,


rio di Monte-Porzio, ma al pre-
che in tal genere di lavori parti- sente non esiste più la forma di
colarmente si distinse. Il Cancellie- villa, e solo vi resta il magnifico
ri nella sua Lettera al dottor Ko- e grandioso palazzo, che edificò il

reff] pag. 1 58, riporta l'iscrizione cardinal Marco Sittico dei conti
posta sopra un ricettacolo d'acrjua d'Altemps, nipote di Pio IV de
derivante dalla villa superiore, ed Medici siccome figlio di sua so-
,

a pag. 32 1 il distico sotto una rella Chiara dama milanese, e che

rupe contigua alla fontana rustica. venne di molto ingiandito sotto il


Aggiunge che il suo edificatore ot- pontificato di Paolo V, come nel
tenne dal cardinal camerlengo va- seguito si dimostra. Reca sorpresa
rie esenzioni per la costruzione di la vastità di questa mole, posta
questa bella villa che secondo il , sulla cima del colle, domina
e che
Galletti sarebbe stato Alessandro tutta la sottoposta campagna sino
Rufiiii eletto vescovo di Melfi, che a R.oma : eccone l'origine. Tro-
fece trasportar nell' atrio del pa- vandosi il cardinale in Frascati col
lazzo de' conservatori di Campido- Pontefice Gregorio XIII, che mol-
glio le statue di Cesare e di Au- to ne amava il soggiorno, e an-
gusto, e che morì a' 27 luglio dando insieme a diporto per gli

iSyg. Paolo III spesso si recò a ameni colli, giunto su questo luo-
villeggiare in questa villa, e sicco- go, incantato il Papa dalla sor-
me egli recinse con valide mura prendente prospettiva che da esso
la città , nel rovescio d' una sua godevasi, disse con trasp(jrto Oli ;

medaglia coniata nel 1 55o, e de- quanto starebbe qui btiic una vil-
scritta da Ridolfìno Venuti , IVu- la! Il cardinale senza rispondere
mism. Roìii. Pont. n. XXIX, 83, concepì subito il magnanimo divi-

si vede Frascati cinta di mura con samento d'eseguirne il desiderio, e


r epigrafe : tusculo best. con al di con grandezza d'animo pronlameii-
sopra scritto rufi.\a, ed aggiunta- te vi [ccc fabbricare il sontuoso
vi la veduta di questa villa. An- palazzo, ridusse il locale a viibi, e
che altri Pontefici onorarono di lo- per il primo tempo della villcg:,'ia-

ro presenza la villa Falconieri, ed turuj ne invitò Gregorio Xlli a


FR4 FUA i53
goderne. 11 Papa restò amniiialo tuta da parecchi scrittori, tutta-

per l'amorevolezza ed attività del via ci permelleremo osservare che


cardinale, non meno che per la sillatta intenzione di fare una stra-
magnificenza della villa, a cui il da dalla villa Mondragone in linea
cardinale die il nome di Mondra- retta per la sola estensione di set-
gone, ad onore del Pontefice che te miglia sino a Roma, non può
per arme gentilizia aveva un mez- ragionevolmente approvarsi per- ,

zo drago. Si vuole per altro, che chè anche se si fosse potuta tira-
poscia Gregorio XIII facesse costrui- re una strada retta a traverso
re la parte media della fabbrica ,
delle frequenti valli e colli che
indi con frequenza l'abitò. In se- s* incontrano e dillicili a praticar-
guito il duca Gio. Angelo Altemps si in rette strade qualunque , non
vendè a Paolo V Borghese la vil- si sarebbe mai potuta fare una
la, il quale dilettandosi mollo di strada di tal brevità ,
giacché in
essa e solendovi portarsi a villeg- linea retta dalla Giovanni porta s.

giare colla sua corte, dispose che alla villa Mondragone non sono
servir dovesse di villeggiatura per meno di dodici miglia, secondo al-
sèj e pei Papi suoi successori in cuni, altri portano però opinione
un alla corte pontificia, laonde die- che tal calcolo sia troppo in ra-
de opera ad ingrandirla, e si ag- gione di distanza. La vastità del
giunsero con poco ordine nei lati palazzo si può argomentare dalle
altre fabbiiche, colle quali si rac- sue trecento settantaquattro fine-
chiuse nel mezzo un ampio corti- stre. Il possesso di questa villa ven»
le. Vi ebbero parte nell'architet- ne poscia concesso ai principi Bor-
tura Giovanni Vansanzio detto il ghese coi terreni annessi . Ora
fiammingo, e Flaminio Ponzio che di questa superba villa, de' lunghi
fece costruire il portico. Si ammi- viali, e de' suoi deliziosi giardini
ra poi di particolare un portico disegnati da Carlo Rainaldi ; delle
interno, che volgarmente es-
dicesi fontane dell'acqua Algida condot-
sere architettura del Vignola, con tavi da Giovanni Fontana, variate
tre arcate colonne e pilastri ionici. ingegnosamente, specialmente quel-
Inoltre Paolo V aveva intenzione la delta della (ìirandola ; delle sue
che da Roma si dovesse giungete eccellenti pitture, pregevoli statue,
alla villa, per una strada retta di e marmi di ogni sorta, come di
sole sette miglia, fiancheggiata di altri ornamenti, altro non riman-
alberi, ciò che la di lui morte, av- gono che le muia spogliate d'ogni
venuta nel 1621, gì' impedì man- abbellimento, ancora in
e queste
dare ad effetto, locchè sicuramen- cattivo stato, poco restando della
te avrebbe fatto, come qudlo che sua primitiva imponente bellezza.
passionalo per fabbricare , soleva Il Piazza nella sua Gerarchia car-
ripetere il detto di Gregorio XIII : dinalizia, a pag. 2 55, parlando dei
V edificare essere una carità pub- pregi di questa villa, dice che hi
blica, impiegando le braccia di tanti chiamata Mondragone, e Monfe
poveri operai. Qui però noteremo, del dragone, perchè fu ampliala
sulla volgare tradizione della stra- da Paolo V nel cui stemma ewi
da che voleva fare Paolo V, da piu'e il dragone ed il p. Eschi- ,

noi pure riportata, siccome ripe- nardi atlerma, che nella galleria
i54 FRA FRA
davi la pittura del Carro di Mi- vrano colla sua corte. 11 suo interno
chelangelo Buonarroli. è ornato particolarmente di tappez-
Pilla Taverna. Essa è con- zerie disposte dal celebre monsignor
giunta alla villa Mondragone, si Lodovico Sergardi circa la metà ,

comprende nel territorio di Mon- del secolo passato come notò il ,

te Porzio, quantunque si stenda si- Cancellieri , nella sua Lettera al


no assai da vicino alle fabbriche dottor Koreff sopra il tarantismo
della città di Frascati, sulla falda e aria di Roma , a p. 36 ove i ,

del colle. Questa villa ebbe origi- narra tra le altre cose che nel 1741
ne da Ferdinando Taverna nobile l'onorò Benedetto XIV. Le pittu-
milanese, governatore di Roma, co- re ed altri ornamenti
e le statue,
me lo era stato il zio Lodovico che decoravano
la in un a' suoi ,

vescovo di Lodi; nel i6o4 fu crea- giardini, fontane, ed altre preroga-


to cardinale da Clemente Vili, e tive, la resero già una delle più
morì nel 1620 in Novara di cui belle di Frascati,
l'avea fatto vescovo Paolo V nel Villa Sora o Boncompagni. Nel-
161 5. IVel suo governatorato aven- la parte occidentale di Frascati,
do dovuto fare eseguire su diversi lungo la strada proveniente da Ro-
nobili romani quelle famose giu- ma esiste questa villa, già cognita
stizie, che descrivemmo all'articolo sotto il nome di villa Sora, nome
Clenwnte Vili [Fedi), vedendosi d' un ducato della famiglia Bon-
perciò in Roma mal veduto, in compagni, e nome che conservano
questo luogo edificò la villaed il ancora le terre poste nella parte
casino, in cui si ritirò a menarvi opposta dalla strada Romana, ove
vita parca e frugale. Si apprende trovasi una vasta conserva d' acqua,
dal Ratti Della famiglia Sforza
, che deve avere appartenuto ad
tomo II, pag. 36?,, che il principe una villa antica , della quale ri-
d. Michele Peretti nipote di Sisto mangono alcune poche tracce nel
V, nel 1614. comprò dal cardinal luogo stesso. Tuttora la villa cogli
Taverna questa villa per scudi venti- annessi orti Sora, è proprietà dei
mila. Indi l'acquistò il cardinal Sci- duchi Boncompagni principi di
pione Borghese nipote di Paolo V, Piombino. Il citato Piazza, a pa-
il quale vi si recò colla corte spesso gina 2 56, dice che la villa Boa-
a flipurto, perchè gli riusciva di- compagna fu fondata da Gregorio
lettevole. Perciò fu detta poscia la XIII Boncompagno dov' egli più ,

villa Borghesiana , anche perchè volte dell' anno si ritirò a diporto


tanto il Papa che il cardinale e e sollievo , quasi alla radice del
la famiglia, maggiormente l'amplia- monte sulla via Romana ; e che
rono, aggiungendovi nuove fabbri- ivi il Pontefice vi ricevè ed allog-
che e portici nei lati; in modo giò per alquanti giorni , il cardi-
da poter servire a tutti i comodi nal Carlo Borromeo, quando per
s.

della villeggiatura dei principi pro- l'ultima volta nel 1)83 si portò
prietari. La magnificenza del pa- in Roma alla visita de' sagri limi-
lazzo è opera dell'architetto Girola- ni , e per far confermare il suo
mo Rainaldi, con comoda distri- quarto concilio provinciale, e per
buzione degli ambienti che contiene, ciavi negozi che dovea trattare
e adatto a ricevervi qunlmiqiie so- con la santa Sede, dalla quale ri-
FRA FR A 1 55
cevette quanto desiderava , e 1' ap- lazzo della villa vi è il suo ritrat-
provazione del contrastato concilio. to. Il Nibby ueìV Analisi storico'
11 p. Eschinardì, a p. 264, dice che topografica- antiquaria della carta
il cav. d' Arpino ornò con pitture dt dintorni di Roma, ci dà erudi-
il palazzo. te notizie sulle ville di Frascati, e
Filla Pallavicini. Contigua alla parlando di questa, riporta corretta
suddetta villa verso occidente trovasi la lapide già prodotta dal Volpi
quella ora appartenente al patri- nel tom. Vili del suo Vetus La-
monio del principe Pallavicini , e tinm , e sovrastata dal busto di
che è col nome di questo prin- Marco Publicio Unione; indi par-
cipe distinta. Prima con particola- la dei frammenti di antichità in
re denominazione chiamavasi J^illa essa esistenti, del monumento sepol-
Beipoggio ed appartenne già al
, crale di Publio Licinio Filonico,
duca Strozzi , e al duca di Ceri. e Publio Licinio Demetrio, fatto
Il Piazza nella Gerarchia cardi- al patrono, e di altri avanzi di an-
nalizia, a pag. 2 56, osserva che tichità. Aggiunge che poco distante
questa villa posta tra la Boncom- è la vigna già dei Bevilacqua oggi
pagna e la Lodovisia , dalla fami- Passerini ; indi quella che fu dei
glia Ceri passò alla famiglia Bor- Rocci, poi de' Varesi, che avendola
romeo , indi a monsignor Ercole comprata il cardinal duca di Yorck
Visconti. vescovo di Frascati pel seminario
Villa Rocci. Dalla stessa parte vescovile,ha preso il nome di vi-
d' occidente vedesi di seguito la gna del seminario , e che in que-
villa detta primieramente Arrigo- sta è il pianterreno d'un vastissi-
«e, e quindi Rocci, e Varesi, dal mo fabbricato antico con portico
nome dei proprietari che la pos- sostenuto da colonne, parte del-
sedettero : ora è suddivisa in tre la villa Lucullana che il volgo
,

proprietà , che appartengono alle appella le grotte del seminario. In


nobili famiglie Cesarini, Muti ed quanto alla villa Rocci ed a quella
Amadei. Il Piazza a p. 2 56 parla porzione spettante ai Cesarini , e
di questa villa, e la chiama Roccia perciò chiamata villa Cesarini ,
Varesiana, come ripartita allora leggo nei Diari di Roma e nella ,

tra le due famiglie E.occi e Varese, le mentovata Lettera del Cancellieri


cui antiche e moderne magnificen- le notizieche qui accennerò. Aven-
ze le descrisse il Rircher nel
p. do monsignor Angelo Cesarini ve-
suo Latinm : il Piazza pubblicò la scovo di Milevi in partihus , ben
sua opera in Roma nel lyoS. Pre- affetto dell' encomiato cardinal ve-
valse il nome di Rocci perchè Ber- scovo, ridotto la sua porzione della
nardino R.0CCÌ nobile i-omano, nel villa Rocci piacevole e deliziosa
pontificato di Urbano Vili acqui- (egli mori nel 18 io, ed è sepolto
stò la villa , e la rese deliziosa ;
in Roma nella chiesa di s. Maria
fu creato cardinale da Clemente X in Vallicella dei filippini), a' 14
nel 1675, di cui e del predecesso- ottobre 1802 il Pontefice Pio VII,
re Clemente IX era stato maggior- in compagnia del re di Sardegna
domo, e perciò governatore di Fra- Emanuele IV, e del cardinal ve-
scati, quindi mori in questa villa scovo, onorò di persona la \\\[h,

a^ 2 novembre del 1680: nel pa- ricevuto ossequiosamente dal pie-


i56 FRA FRA
letto proprietà rio ne girò tutte
, e Torlonla duca di P)racciano e di
le parti ; e iiell'aiino seguente a' 3 Poli, che ora n' è proprietario. Uà
ottobre il inedcsiino Papa si recò un' iscrizione ivi esistente si rileva
a pranzo dal cardinal vescovo in che ael i8a6 il duca d. Salvatf)re
questa villa. Nel i8o4 poi portan- Sforza-Cesarini-Conti ripristinò ed
dosi il cardinale e il prelato a fa- aumentò l'acqua della villa. Il ca-
re un omaggio a Pio VII nella sino di questa villa non presenta
pontincia villeggiatura di Castel cosa degna di osservazione, tranne
Gandolfo (Pedi), ed incontratolo alcuni quadri di moderni autori
per istradail Papa fece scendere , ivi raccolti dall' odierno duca pro-
dalla sua carrozza il maggiordomo prietario. Alcune rovine antiche
e maestro di camera, e vi fece
il sparse per la via hanno fatto cre-
ascendere i due personaggi. Final- dere , che sino a questo luogo si

mente alli 17 di ottobre i8o5 estendesse la villa di Lucullo, ciò


Pio VII tornò alla villa Cesari ni eh' è incerto, e difficile a potersi
ove fu ricevuto dal cardinal ve- provare. La parte superiore della
scovo e dal prelato proprietario, villa, alla quale si ascende per va-
il quale portò seco in carrozza in rie grandiose scale, si compone di
un al maggiordomo nel recarsi a un bosco di alberi altissimi inter-
visitare il re di Sardegna alla vil- secato da spaziosi viali, e che pre-
la Piccolomini ; poscia tornò alla senta vedute superbe.
villaCesarini a desinare , ammet- Filla Montalto. A maggior ele-
tendo alla sua tavola il cardinale vazione dell'anzidetta villa s'innal-
e monsignor Cesarini con altri die- za questa , volgarmente chiamata
ciolto commensali. Acqiiai'iva, perchè eretta dalcaidi-
Fìlla Conti. Superiormente alla nal Ottavio A equa vi va il seniore,
villa Rocci sta la magnifica ed ame- promosso a tal dignità nel i 19
na villa Conti, per la vastità dei da Gregorio XIV, e Montalto per
giardini che vi sono annessi, con averla perfezionata il cardinal Ales-
fontane , in piani di diversa altez- sandro Damasceni Peretti di Mon-
za, ciascuno corrispondente ai di- talto,degno nipote di Sisto V, così
versi piani del palazzo. Essa fu anticamente fu chiamata la villa

fabbricata nel pontificato di Gre- dal nome de' primi suoi proprieta-
gorio XV Lodovisi , dalla sua fa- ri; fu anche dei Borghese, ma
miglia, e perciò chiamata Ludovi- poscia per essere passata in pos-
sia : il Papa vi andò spesso a di- sesso degli Odescalchi duchi di
porto, piacendogli il soggiorno che Bracciano, si disse pur villa Brac-
domina la vista del mare ed è , ciano, ed ora del collegio urbano
filma che vi tenesse un concistoro. di propaganda fide, che nella sta-
Di[)oi acquistò la villa il duca di gione autunnale vi manda a vil-
Poli Conti , donde prese il nome leggiare gli alunni banditori del
che gli è rimasto, e poscia fu ere- vangelo. Essa è situata sul ciglio
ditata dalla nobilissima famiglia di un colle, e sembra edificata sul-
Sforza -Cesa ri ni , che a'giorni nostri, le rovine di un casino antico ; di
come dicemmo al voi. XVII, pa- fianco al viale che vi conduce da
gina 81 del Dizionario, fu cedu- Frascati veggonsi nel salirvi sostru-
ta pc;- convenzione a d. Marino zioni di opera reticolala di lava
FRA FRA i:j7

come quelle tic-Ila villa Belvedere dove la volta fu dipinta da Anni-


di cui parleremo. Il Piazza, a p. 256, bale Caracci , che vi rappresentò
magnificando la sonluosità di que- la Notte personificata sul carro con

sta villa , la dice iiigrandila dal due fanciulli in braccio, l'uno bian-
Pontefice Sisto V, quindi dalla sua co di colorCj l'altro nero; sieguo-
famiglia Peretti passala alla vSavel- no la Nolte, Lucifero , ed Espcro
]i che ne ereditò le fortune , dai con face alzata in una mano ed ,

quali ne fece acquisto d. Livio O- una rovesciata nell' altra ,


per de-
descalchi nipote d' Innocenzo XI ,
notare il loro diverso officio, vale
e che fu creduta da alcuni parte a dire il primo di precedere il

della famosa villa di Cicerone giorno , il secondo la notte : dopo


coni' è di sentimento il Cluverio. Lucifero, si vede l'Aurora nel car-

Dell'architettura e pitture di que- ro, ancor essa con face, che illu-
sta villa, dell'acquisto fattone dal- mina il mondo: finalmente in due
la congregazione cardinalizia di quadri laterali sono effigiati Mer-
propaganda Jìdt dalla casa Ode- curio e Diana. Nella seguente ca-
scalchi con patto rediinendi , delle mera la volta è decorata con ara-
visite fatte in essa dai regnante beschi , opera del Zuccari , e nel-
Gregorio XVI , e di altre cose che l'altro piano sono delle vaghe pro-
la riguardano, già ne abbiamo par- spettive dipinte dal Pennini.
lato al voi. XIV, p. 232 e 233 del Villa Belvedere o Aldohrandìni.
Dizionario. A voler aggiungere al- Al lato orientale di questa villa, e

cun'altra più dettagliala nozione soprastante alla città di Frascati,


qui duerno, che nella sala principale maestosa si eleva la piìi amena di
eiano alcuni quadri della scuola tutte le anzidette ville, qual è quel-
del Piubens; che nella stanza che la che porta il nome di Belvedere
segue, le pitture a fresco sono del- in correspettività della bella vedu-
la scuola del Domenichino, ed il ta che ivi si gode, e di Aldohran-
quadro che rappresenta un quadro dini dal caidinal Pietro nipote di
campestre si vuole che sia pro- Clemente Vili, che ne fu il gene-
priamente del Domenichino. Nella roso fondatore, di cui premettere-
camera annessa, la di cui volta è mo qualche altro cenno biografico,
ornata di pitture arabesche a chia- olire quello dato al suo articolo, e
ro-scuro sono cinque piccoli qua-
, in quelli che lo riguardano, come
dri coloriti dallo stesso Domenichi- parlando della chiesa de' ss. Vin-
no; in quel di mezzo è figurato il cenzo ed Anastasio alle tre fonta-
profeta Elia sul carro nell' alto di ne di cui fu abbate; della chiesa
separarsi da Eliseo; siegue quello di s. Nicolò in Carcere eh' ebbe in
che rappresenta Sansone, che si re- diaconia ; del ducato di Ferrara
ca sulle spalle le porte di Gaza ; del quale fu nominalo primo le-
vengono poscia rappresentati gli gato, quando ritornò al pieno do-
esploratori che tornano dalla ter- minio della santa Sede ; della ba-
ra promessa ; succedono quindi una di s. Maria in Trastevere di
silica

veduta , e sopra la finestra il pro- cui fu benefico titolare come par- :

spetto del casino quale esisteva ai lando di altre chiese, cappelle, mo-
tempi del Domenichino. Tornando nasteri e luoghi pii di Roma, ove
alla sala si entra iu una camera sovente s' incontrano le memorie
i58 FRA FRA
di-Ile beneficenze di cui fu largo. la cessione di quel ducato, se ne
Educato dai filippini, il fondatore guadagnò talmente la benevolenza,
di questi s. Filippo gli predisse ben- che in morte a preferenza de' suoi
ché giovinetto la dignità cardina- stretti parenti lo istituì suo erede
lizia a cui l'esaltò lo zio, che poi universale. Spedito legato in Fian-
l'ordinò sacerdote nel santuario di cia ad Enrico IV, impedì la guer-
Loreto. Dotato di talento solido ra che slava per iscoppiare col du-
vivo e penetrante, fjuantuntjue po- ca di Savoia, riconciliandoli ; e pas-
co si fosse appi-ofondito nelle let- sando per Fuenze benedì le nozze
tere, colla sua avvedutezza seppe contratte dal detto re con Maria
maneggiare i più difHcili affari , e de' Medici. Nella funesta inondazio-
discernere la forza degli argomen- ne del Tevere, di persona si por-
ti , bilanciare le ragioni favorevoli tò a soccorrce quelli assediati nel-
dalle contrarie, e scioglierne le dif- le case dall'acqua; e nell'anno san-
ficoltà; di modo che sembrò nato to di frequente lavò i piedi ai pel-
fatto per mole degli
sostenere la legiini, e li servì a mensa ; in Car-
affari d'alta importanza, di cui nel pinete eresse la chiesa e il conven-
lungo e glorioso pontificato dello to ai riformati , e neh' eremo dei
zio venne incaricato. Sebbene la camaldolesi di Frascati edificò l'in-
sua figura e la sua voce non fos- fermeria , avendo sempre disposto
serotali da imprimere negli animi l'animo a dar limosine ai bisogno-
gran concetto di lui; egli suppliva si. Fatto arcivescovo di Ravenna
nondimeno al difetto della natura dallo zio, v' introdusse i teatini, e-
con la buona grazia , colla genti- resse la pia casa delle convertite
lezza del tratto, mista a dignitoso ne visitò la diocesi, celebrò due si-
contegno, e con l'animo grande e nodi ed accrebbe quella mensa.
,

generoso; affabilità e cortesia, che Intervenne all'elezione di Leone XI,


<limostrò in ogni emergente, come e promosse quella di Paolo V, ma
quello che. non perde mai di co- sotto di questi decaduto dall'anti-
raggio. Favori i letterati con co- ca autorità si ritirò in Ravenna,
piosi sussidi, con promoverli ai pri- ove ebbe qualche dispiacere dal sa-
mari uffìzi , e se ecclesiastici alle tirico cardinal legato Bonifacio Cae-
pili cospicue dignità della Chiesa. tani romano , da dove ritornò in
11 celebre Torquato Tasso gli de- Roma per l' elezione di Gregorio
dicò i sei libri de' suoi discorsi so- XV ; morì nella notte in cui ter-
pra il poema eroico , ed egli cor- minò il conclave, e fu sepolto nella
rispose da mecenate : tuttavolta l'A- cappella gentilizia , in chiesa di s.

midenio, scrittore contemporaneo, IMaria sopra Minerva.


nel rendere giustizia alle virtù del Nell'anno i6o3 il cardinal Pie-
cardinale , non
limarcarelascia i tro Aldobrandmi edificò questa vil-
difetti, propri dell'umanità, come la nobilissima con architettura di
il fasto e l'alterigia che lo rese Giacomo della Porta , e fu 1' ulti-
mal veduto a que' medesimi car- ma opera sua, poiché tornando un
dinali che dovevano a lui la loro giorno da questa villa a Roma col
esaltazione. Nel trattare con Lu- cardinale, giunto alla porta s. Gio-

crezia duchessa di Urbino, sorella di vanni venne meno , e poco dopo


Alfonso 11 duca di Ferrara {Vedi) morì, come narra il Milizia. L'ar-
FRA FRA i59
clìilettura é semplice ed impoiion- nato ^ fu di poi verso l'anno 5^7
te; il nome del fondatore della di nostra era rovinato da A/ilige
villa si legge in varie parti ; sulla re de' goti, quindi risarcito da Be-
fòntana dirimpetto al cancello pr-in- lisario. Manomessi gli acquedotti
cipale in lettere auree di mosaico, dai successivi barbari, molte acque
essendovi sotto da una parte quel- restarono derelitte , fra le quali la
lo pure di Clemente \ III, sull'ar- suddetta acqua Giulia, che fino ai
chitrave del balcone, oltre l' iscri- tempi di Clemente Vili scorreva
zione posta nell'emiciclo, incontro lungo il fosso de'Ladroni nella te-
alla facciata orientale del palazzo, nuta della Molara. Questo gran
Giovanni Fontana fu incaricato dei Papa per compensare il cardinal
lavori idraulici, ed egli vi condus- Pietro xMdobrandini suo nipote, cbe
se l'acqua del monte Algido, la senza spargimento di sangue avea
quale poi fu mandata, come diceni- effettuatola ricupera del ducato di
mo, in parte alla città di Frascati e Ferrara, non solo in premio con-
ad alcune sue ville: Orazio Olivieri tribui all'erezione di questa villa, ma
tibiutino, ingegnere di quella villa per renderla più decorosa comprò
d'Este, perfezionò i giuochi d' ac- dal pupillo Altemps figlio del car-
qua. mentovato Fea nella sua
Il dinal Sittico la delta acqua, essen-
importanfe opera, S/oria delle ac- do allora egli padrone della tenu-
(]iie, riporta il moto-proprio di Cle- ta della Molara, poi acquistata dal-
mente Vili del primo ottobre i6o3, la casa Borghese unitamente al la-
col quale concesse al nipote la detta tifondo di Pantano coi due pae-
acqua per la villa, racconta come si di Monte-Porzio e Monte-Com-
d.Olimpia Aldobrandini tolse l'ac- patri,per il prezzo di scudi trecen-
qua proveniente da questa villa tomila, circa l'anno i6i4- H car-
alla città di Frascati, e descrive in dinal Pietro Aldobrandini si servi
compendio le ragioni della contro- dell'antico acquedotto per condur-
versia che la comunità di Frasca- »'e le memorate acque nella sua
ti sostenne col principe Aldobran- villa, dalla sorgente fino all'osteria
dini intorno alla proprietà libera della Molara , e precisamente nel
dell'acqua, che ivi serve alle pub- luogo detto Formello, ove fu eret-
bliche fontane, e ad altri usi del- ta una piccola fonte. Da questo
la con diverse notizie riguar-
città, punto poi divergendo verso le co-
danti questa villa. Non si deve pe- ste della Molara, vi fece dal Fon-
rò occultare che l' acqua Giulia tana costruire un nuovo magnifico
allacciata .nel campo Lucullano al acquedotto, che l'esegui prontamen-
Xll miglio lungi da Roma, ebbe poi te in termine di vm anno e mez-
comune l'acquedotto con le acque zo, cioè nel i6o4- Una porzione di
Tepida e Marcia nel sito ove per dette acque della quantità di qui-
questa ultima il re Anco Marzio natie dodici, segregate nel chiusino
eresse l'acquedotto, ove si divide che si vede Molara nel luogo
alla
la via Tusculana dalla Latina. L'ac- detto la Valle grotta, dove
della
quedotto fu in prima rovinato dai vi fece costruire Paolo V altro ma-
marsicani l'anno di Roma 628 , e gnifìco acquedotto, che mette alla
diroccato nel 667 per la guerra villa Mondragone per introdurvi
sociale. Dopo essere stato riprisli- queste acque come al presente si
i6o FRA FRA
vede. Quali acque dopo di avere ideò farvi scolpire una mnscliera
servito all' uso delie ville Aldobran- gigantesca, per denotar la grandez-
tlini Mondragone, e specialmen-
e za e potenza della casa Aldobran-
te dopo aver figuralo nella prima, diiii, della di cui famiglia può ve-
vengono concesse dai principi pro- deisi Eugenio Ganiurrini nell' /v/o-
prietari ai cittadini di Frascati, ed ria genealogica {Itile famiglie to-
ai possessori delle ville sottoposte ,
scane ed umhre , Firenze 1668.
le (juali quasi tutte attingono da Al lato di questo emiciclo verso
queste abbondantissime acque. Nel- mezzodì è una sala chiamata del
l'acquedotto in oltre dell'acqua Giu- Parnaso , perchè in essa è efligia-
lia si scaricava ancora l'acqua Cra- to in rilievo quel monte colle fi-

bra, la cui sorgente era presso la gure di Apollo, delle Muse, e del
Giulia. Il grande acquedotto che cavallo Pegaso dove l' acqua fa ,

dai confini della Molara procede suonare un organo: prima con in-
sino alle falde di Monte-Cave, sem- gegnoso meccanismo idraulico si
bra che sia stato quello dell' ac- producevano vari suoni cogli stru-
qua Crabra. menti che Apollo e le Muse han-
Il palazzo è situato sopra un ri- no nelle mani. Questa camera fu
piano amenissimo, che guarda la un tempo una vera pinacoteca ,

pianura verso il mare , retto da [ìoichè fu tutta adorna di quadri


posteriori sostruzioni. Nelle came- a buon fresco del celebre Domeni-
re del primo piano nobile di que- co Zampieri cognominato il Dome-
sto palazzo, che sono a livello col- nichino , che vi rappresentò varie
la villa , le volte sono ornate di storie di Apollo, intorno alle qua-
belle pitture del cav. d'Arpino , il li il Viola dipinse il paesaggio. Ora
quale ivi effigiò diverse storie del cpieste pitture ivi più non esistono,
Testamento vecchio a richiesta del giacche venendo a soffrire per la
cardinale: queste sono nelle came- lunidità, furono tiasportate in Ro-
re a destra del salone centrale , e ma; e servirà di memoria l'indicar
rappresentano la morte di Sisara ;
qui come erano state disposte. So-
Davidde ed Abigaille; il precetto pra la porta era il fatto di Mar-
d' Iddio ad Adamo, la trasgressio- sia ; dai lati da un canto era sta-

ne di questo, e la pena; la morte to rappresentato il castigo di Mi-


di Golia ; e finalmente Giuditta. da, dall'altro Mercurio che invola-
Dirimpetto al palazzo, verso il mon- va l'armento d'Admeto; dopo que-
te , donde non poteva avervi una sto fatto era rappresentata la fa-

veduta estesa, Giacomo della Por- vola della costruzione delle mura
la di consenso con Giovanni Fon- di Troia coll'assistenza di Apollo e
tana immaginò un grande emici- di Nettuno; nell'altra mano era la
clo con due grandi ale. Il corpo morte della ninfa Coronide, e di-
principale della detta acqua algeu- rimpetto Dafne trasformata in lau-
ziana cade sopra gradini, e forma ro accanto alla favola di Coroni-
:

una gran peschiera ed un euripo : de era la metamorfosi di Ciparisso,


si narra clie l'architetto, seguendo ed incontro Apollo che uccideva il
le idee capricciose de' cinesi che so- serpente Pitone si vedeva pure
gliono sc(jlpire nel sasso vivo dei una caricatura fatta per deprime-
monti le figure umane , nel monte re un povero nano. 11 semicircolo
FRA. FRA .0,
o ninfeo diiimpelto al palazzo, vol- Di questa villa ne fa un' elegan-
garmente chiamato il teatro, è or- te descrizione il Piazza a pag. 2j j,
nato di pilastri d'ordine ionico, e e la chiamvi la regina delle ville _;

ili colonne di ordine composito i : dice che più volte vi fu a diporti»


pilastrisono di tufo tusculano, del- Clemente YIII, come ancora molli
lecolonne quattordici sono di gra- grandi personaggi, ivi trattati splen-
nitello bigio, e quattro di gnuiito didamente dai principi proprietari.
rosso. Questo ninfeo o emiciclo or- Ne restò padrona d. Olunpia Ai-
nalissimo pei stucchi, musaici, fon- dubrandini figlia di Giangioigio
tane e statue, ha varie grandi nic- principe di Rossano, superstite di
chie all'intorno, che danno luogo sì illustre casa, la quale in pi-iuie
ad altrettante fontane, in quello di nozze si sposò a d. Paolo Borghese
mezzo è rappresentato Ercole, che principe di 'Sulmona pronipote di
aiuta Atlante a sostenere il mon- Paolo V, e poi a d. Camillo Pam-
do. Nella nicchia a destra è un phily nipote d' binocenzo X. Colla
centauro in atto di suonare la trom- sua morte accaduta nel i68r tras-
ba, ed incontro un ciclope che suo- ferì parte delle sue ricchezze degli
na la siringa. L'acqua dopo aver Aldobrandini, cioè la primogenitu-
fatto mostra di sé nella caduta che ra col principato di Rossano alla
sovrasta in alto l'antiteatro, e che casa Borghese , e la secondogcni-
con quello forma prospettiva, vie- tura con questa \\\\à alla casa Pam-
ne a dar vita a queste fontane e phily. L' Eschinardi nella Descri-
ad una quantità di giuochi assai zione di Roma e deWagro ramat-
bizzarri e sorprendenti. Dal ghjho ilo , dice che il principe d. Gio.
escono innumerabili zampilli il , Battista Pamphily, verso il declinar
centauro manda dalla sua tromba del secolo XVII, circondò tutta la
un suono spaventevole, mentre dal- villa di muro con vasto giro, in-
la siringa del ciclope esce un suo- cludendovi boschi e prati per quan-
no pastorale. Una grande fontana tità di bestie da caccia ; migliorò

nel centro della piazza , fra tanti i d'acqua con nuove sin-
giuochi
ne ha uno maggiore
gettiti che , fonie con esempio di singoiar
, e
produce l' effetto dello scoppio di modestia fece cuoprire industriosa-
varie artiglierie : un giorno questo mente tuttociò che poteva offeiKle-
emiciclo era ornato di statue. Un re l'onestà. Mentre della villa ne
"viale amenissimo traversa questa era proprietaria la famiglia Pam-
villa nella parte superiore e con- phily, il principe sentendo che Be-
duce presso ai cappuccini ed alla nedetto XIV nel giugno 1 746 vo-
villa Piufìnella; un altro raggiun- leva portarsi a vedere la nuova
ge la via pubblica, quasi incontro fabbrica de' gesuiti alla Rufinella,
al cancello della villa del collegio offrì questa villa per comodo di
urbano, e per questo, sotto gli al- desinarvi in un a tutto il pontifì-
beri che l'adornano, trovansi ru- i cio corteggio, di che si occupò il
deri della sostruzione di una villa maggiordomo. Nel mercoledì 25
romana, informi, forse parte di giugno Benedetto XIV coi cardina-
quellamedesima , sulla quale fu li Valenti e Colonna vi si portò ,

edificato il castello primitivo di ed il numero 45o3 del Diario di


Frascati. lìofua ne fa la descrizione. Eslia-
VOL. xxvit. 1 1
ì62 FRA FKA
ta la linea Pamphily nel i 7G0 nel- sta superba villa, come del palaz-
la primogenitura vi entrò la flimi- zo e villa di Roma, di che se ne
glia Doria, e nella secondogeni- tratta all' articolo Ville di Roma
tura di casa Patnphily-Aldobrandi- [felli). Qui noteremo che il prin-
ni, nel 1 796 successe il secondoge- cipe d. Camillo Aldobrandini a' 9
nito di casa Borghese d. Paolo Ma- agosto 1841 sposò con la prin-
si

ria Pio, che ereditò la villa Bel- cipessa d. Maria-Flora-Paolina del-


Tedere, e prese il nome e lo stem- la serenissima già sovrana casa
ma Aldobrandini. Dai Diari di Ro- d' Aremberg , dal fjuale matrimo-
ma numeri 7527 e 753o si legge, nio a' 14 aprile 1843 nacque la
che Clemente XIII martedì i otto- principessa d. Ohmpia- Adelaide-
bre 1765 si portò a desinare in Prosperiaa - Maria • Camilla-Leonar-

questa villa , avendo imbandito le da; ed ai 19 maggio i844 la piin-


mense il maggiordomo monsignor cipessa Maria - Ludmilla : servino
Bufalini. Inoltre la villa ed il pa- questi cenni aggiunta agli arti-
in
lazzo fu onorato dalla presenza del coli Aldobrandini famiglia, e Bor-

regnante Pontefice Gregorio X\ I ghese famiglia [Vedi). Oltre ci- i

a' i4 ottobre i834, che ammirò i tati autori, scrissero della villa Al-
nobili lestauri ed abbellimenti fat- dobrandini, Jos. Castalionis, Tasca-
ti dal piincipe d. Francesco Bor- laiium Aldohrandinwn, Urbeveteri
ghese-Aldobrandini , il quale tro- 1621; Villa Aldobrandìna Tuscu-
vando che l'acqua algeuziana, che lana , et varii illius hortoruni ',
et
rende maggiormente amena ed am- fontium prospectus Dominico Bar- a
mirabile la villa, era in gran par- riere dicatus Lud. XIV au, Can- i ;

te perdutaa mezzo della perizia


, cellieri nella sua Lettera sul taran-
del lodato cav. Luigi Canina la ri- tismo a pag. 162, e p. 283 e 284,
cuperò onde fu pure ridotta a
, ove riporta le vaghissime descrizio-

servire ad utili usi in benefizio del- ni delle pitture del Domenichino ,

la città di Frascati per lodevoli fatte dal Bellori e dal Passeri; il

ordinazioni dello stesso principe. Nibby nel tom. Ili, p. 346 e seg.
Merita una speciale considerazione della sua Analisi de' dintorni di
il ristabilimento della ricca cappel- Roma, ed altri scrittori.

la esistente nel lato orientale del Villa Piccoloniini. Alquanto più


suddetto emiciclo, a decoro del- verso oriente e presso la città di
la quale si ammirano pregiate pit- Frascati, esiste tale villa nel luogo
ture a fresco e a olio eseguite denominato già della Croce, poi s.
per disposizioni del medesimo prin- Angelo, onde è pur detta villetta
cipe d. Francesco dal professore di s. Angelo, la quale appartenne
Alessandro cav. Capalti, e da Pie- già ai Bonanij indi al duca Mario
tro Gagliardi. Passando questi a Mattei, quindi al duca di Manto-
miglior vita nel iSSg, la secondo- va e Monferrato Ferdinando Gon-
genitura Borghese ossia le pro- , zaga già cardinale di s. Chiesa,
prietà degli Aldobrandini passaro- dal quale nel 1617 l'acquistò Ro-
no in quella di d. Camillo , che berto Primi nobile pisano, la cui
avendone assunto il cognome e lo figlia Caterina essendo maritata ad
stemma, divenne signore del patri- un Piccolomiui, la villa colla uni-
monio della medesima, così di que- ta chiesa di s. Michele arcangelo.
FRA FRA i63
e sua dipendenza, restò propiietìi minore della prima, nome che con-
«Iella nobile famiglia Piccolomini. serva tuttora quantunque sia pas-

Questa villa oltre il teiTeno si com- sata in diverse proprietà. Avverte


pone di un gran casino, e di un il eh. cav. Canina, Descrizione del-
casinetto che ricorda il celeberrimo l' antico Tusculo pag. 64, che la

cardinal Baronio, il quale ritirossi Rufinella in tale primo stabilimen-


in esso, mentre n' era proprietario to non doveva essere di una gran-
il onde compilare la gran-
Mattei, de vastità, e doveva avere soltanto
de opera degli Annali ecclesiastici, una piccola fabbrica dipendente dalla
come si legge nella iscrizione po- gran villa della R^ufina. Non deve
sta sulla faccia rivolta a nord- tacersi, che monsignor Galletti a
ovest; ivi fu assalito dall'ultima ma- pag. 220 delle Memorie del car-
lattia, che troncò poi i preziosi dinal Passionei, che Ales- narra
suoi giorni in Roma a' 3o giugno sandro Rufini eletto vescovo di Mel-
1607, secondo il citato Cancellieri, fi, fece la villa della Rufina e della
a pag. 242, che inoltre narra ave- Rufinella, siccome abbiamo accenna-
re il cardinale fatto sovrapporre nel to di sopra, parlando della prima,
luogo ove ristrettamente abitava, ora Falconieri. Sulle ville Rufina
questo detto sentenzioso: Morituro e Rufinella da Niccola Ratti, Della
satis. Dimorando in questa villa famiglia Sforza, parte I, si x-ileva-
il re di Sardegna Emmanuele IV, no queste notizie. Che Mark» I
fu visitato a' 17 ottobre i8o5 dal Sforza conte di Santa Fiora agli
Pontefice Pio VII. La villa è divi- I I di luglio 1587 comprò dal car-
sa dal detto casinetto chiamato dinal Francesco Sforza suo nipote
y Eremo, e dal gran casino, ed es- la villa Rufinella per quattiomila
sendone di tutto proprietario il ba- scudi, per istromento stipulato dal
rone Giuseppe Testa Piccolomini, notaro Bruto A. C. quale cardi-
; il

cavallerizzo maggiore del Papa che nale, siccome amorevole dei cappuc-
regna, da ultimo ha alienato in fa- cini, a quelli di Frascati donò un
vore del cav. De Mehlem segreta- orto ed altri terreni spettanti a
rio della reale legazione di Bavie- questa villa della R.ufinella ; e che
ra in Roma, la parte grande e il Paolo I Sforza fratello di Mario
maggior casino della villa, riserban- I, e marchese di Proceno, nel 1587

dosir altra porzione col casino de- vendè la villa Rufina al cardinal
nominato Eremo. \ Gio. Vincenzo Gonzaga per quat-
Villa Rufina o Rufinella. Supe- tromila trecento scudi, per rogito
riormente a tutte le indicate ville s'in- di detto notaro fatto in Roma. Da
nalza questa, che per essere situata queste narrazioni si rileva , che gli

più da vicino all' antico Tusculo di- Sforza furono un tempo signori
cesi Tusciilana, e per aver apparte- delle due ville Rufina e Rufinella,
nuto suo primo stabilimento alla
nel notizie che il Cancellieri riporta più
villa Rufina di sopra indicata, e genericamente nella succitata Lette-
fondata da monsignor Filippo Ru- ra, e nel Mercato a pag. 245, no-
fini vescovo sarniense sotto il Pon- ta a. Dipoi la Rufinella passò in
Paolo III, come attesta
tificato di proprietà del cardinal Giambattista
Teodoro Amideiiio, venne denomi- Deti fiorentino, parente della ma-
nata Rullnella, forse anche perchè dre di Clemente Vili che l'esaltò
i64 FRA FRA
Bel 1599; ampliò la villa, vi
egli mente XII, pel prezzo di scudi
abitò mollo tempo, e morì decano tredicimila trecento, appunto piagli

del sagro collegio nel i63o, nella abbellimenti e bonifici che i Sacchet-
fresca età d'anni ^S. Passò quindi ti aveano fatto alla villa. Indi i

la villa in proprietà dei Sacchetti, gesuiti vi fecero maggiormente am-


nobile famiglia fiorentina ch'ebbe pliare la fabbrica con architettura
due cardinali, Giulio creato nel di Luigi Vanvitelli, la quale aia-
1626 da Urbano Vili e morto nel pliazione ebbe principio verso l'an-
i663, ed Urbano creato nel 1681 no 1742; e per prevalersi del ma-
da Innocenzo XI e morto nel l'jo^. teriale occorrente alla costruzione
Però deve avvertirsi che la villa di essa,furono distrutte le reliquie
del cardinal Deti, da questi venne in di unagrande villa antica che
potere del cardinal Ippolito Aldo- esistevano vicino, e che si trovaro-
brandiui suo parente, il quale aven- no adorne di preziosissime opere,
do in morte dichiarato erede la delle quali fa erudita menzione nel-
principessa di Rossano
Olimpia d. la citata opera sul Tuscitlo il cav.
Aldobrandini, questa nel 1689 ven- Canina. Narra il Cancellieri, nella
dè la villa della Rufinella al mar- precitata Lettera, a pag. SjS , che
chese Matteo Sacchetti seniore, che l'architetto Vanvitelli, nella fonta-
l'acquistò con parte della villa di na al di sotto del terrapieno ove
Belvedere per la somma di otto- si eleva il palazzo, immaginò uu
mila trecento scudi, si in nome drago in atto di sofiiare contro uno
proprio che dei fratelli cardinal scoglio, per rappresentare con que-
Giulioj e marchese Alessandro. Per sto artificioso emblema parte dello
confini furono stabiliti il fosso, co- stemma di Paolo V, autore del-
minciando dal ca':;celIo contiguo al l'ingrandimento della villa IMondra-
convento de' cappuccini, fino al can- gone, quasi geloso della Rufinella.
cello che va verso la Molara. Il ISel I74'3 mentre Benedetto XIV
Piazza che stampò la memorata era nella villeggiatura di Castel
sua opera nel ricordato anno lyoS, Gandolfo, bramoso di veder la nuo-
celebra la villa Rufinella che chia- va fabbrica che i gesuiti facevano
ma pure Sacchetta, e la dice da alla Rufinella, mercoledì 25 mag-
questa fimiglia fabbricata. Ciò non gio vi si portò coi cardinali Valen-
si può dire, per quanto è stato nar- ti, e Colonna , e con la sua cor-
rato, bensì che la medesima la do- te. Venne ivi ricevuto dai cardi-
Tette in qualche parte ingrandire, nali Accora mboni vescovo di Fra-
ed adornare con giardini partico- scati e Borghese ch'era
, a vil-
lari, come si dimostra delineata nel- la Taverna, dal magistrato della
le tavole prospettiche inserite nella città, dal p. generale de' gesuiti, e
grande descrizione del Lazio del da molti suoi religiosi. Andò subi-
p. Kircherio. In seguito la villa to ad orare in cappella, ove di
divenne acquisto dei gesuiti, per monsignor crocifero fu celebrata
uso de' loro religiosi studenti nel la messa, dopo la quale il Papa
collegio romano, a' quali la vendet- passò ad osservare la fabbrica, e
te colle sue adiacenze nel giunto nella sala ov' erano pre[>a-
1740
il marchese IMatteo Sacchetti giu- lati i rinfreschi, vide il suo semi-
piore, autorizzato con breve di Cle- busto innalzato sopra il porlone
FU A FRA i65
che guarda in Inori, con analoga struggere. Nel mese di dicembre
Ì!»crizione, e poscia passò a villa 1820 passò questa villa con tutte
Aldoiarandini. Dipoi in questa villa le sue attinenze alla proprietà del-
si ritirarono gl'innocenti gesuiti, la duchessa di Chabhus MuiÌm An-
elle 17^9 avevano dovuto ab-
nel na, e dopo sua morte fece par-
la

bandonare il Portogallo, come si te del patrimonio del re Carlo


legge nei commentari del dotto p. Felice di Sardegna, ed in fine ven-
Cordala gesuita. ne in eredità al! i regina Maria
Divenuta la Rufinella nel i''73 Cristina di Ini consorte. Araraini-
proprietà delia camera apostolica strando il marchese Luigi Biondi,
per le note vicende della beneme- letterato di assai chiaro nome, i
rita compagnia di Gesù, indi nel beni di Roma dei medesimo patri-
1
790 la die in enfiteusi per picco- monio, fece eseguire con ninggior
lo canone a certo Pavesi. Rescissa intelligenza e più amore delle co-

retifìteiisi ne tu per chiiogratb se antiche, diversi scavi nel luogo


pontificio di Pio Vii del mese di occupato dall'antica cittii tusculana,
giugno 1804 consentita la vendita ove discopri le principali vie che
al principe lanciano Bonaparte, fra- mettevano a tale municipio, e pre-
tello di JVapoloone divenuto allora cisamente quella proveniente dalla
imperatore de' francesi, il quale la via Labicana colla colonna deno-

rese in ogni modo amena con nuo- tante il quindicesimo miglio. Tor-
vi viali e giardini, e 1' ampliò mag- narono alla luce dai medesimi sca-
giormente con 1' acquisto di terre- vi alcune opere di scultura e pit-
ni. Si fecero din';inle il possesso di tur.i antica di ragguardevole pre-
questo principe diversi scavi preci- gio, le quali si vedono incise egre-
samente nella parte occupata dal- giamente neir opera del cav. Cani-
Ja antica città , che fruttarono na in diverse tavole, e trasportate
bensì diverse opere di pregio qua- in adornamento del reale castello

li il Canina dimostra nella


cav. d'Agliè, JUudiiim, altra proprietà
terza parte dell' encomiata sua ope- della regina Ilaria Cristina, negli
l'a, e già illustrale dal eh. Giusep- stati sardi nella provincia d'Ivrea,
pe Antonio Guattani nel tom. Ili ov' è una insigne chiesa collegiata,
delle sue inteiessanti Memorie en- ed un palazzo magnifico che con-
ciclop. sulle anlichilà e belle arti. tiene una biblioteca importante, ed
pag. 129, ed anche colla descrizio- un ampio e delizioso giardino con
ne degli scavi, e degli oggetti rinve- bellissima fontana adorna di statue:

nuti nei numeri 27, 28 e 29 dei il sito poi del palazzo, ove la re-
Diari di Roma del 1808. Osserva gina ha fatto collocare i pregevoli
però il cav. Canina che tali scavi oggettirinvenuti ne' predetti scavi,
recarono poi maggiori danni alle ha giustamente denominato Galle'
reliquie di quelle antiche fabbriche, ria Tusculana. È con eguale com-
perchè furono per più gran parte mendevole amore delle antichità,

sconvolte e per frugare


distrutte ed anche per illustrare e restitui-
con maggior risparmio di lavoro; re un qualche decoro a s\ rinoma-
rimasero quasi soli intatti i gradi to luogo, che la regina Maria Cri-
inferiori della cavea del teatro, per- stina ordinò uieritamente al cava-
chè non potevansi facilmente di- liere Luigi Canina, che si continuas-
FRA
sero non solo i clissolterramenti del- in colloquio ammettendo al bacio
le reliquie tusculane, ma si faces- del piede tutta la real corte. Li
sero pure i pili necessari lavori seconda fu agli 8 ottobre iSSg nel
per maggiormente conservarli, ed rinnovare il Pontefice alla pia so-
ancora si riponessero al loro posto vrana altra benigna visita, essendo
quelle pietre, che si trovarono smos- ivi ricevuto con segni del maggior
se negli antecedenti scavi, come rispetto e venerazione. Presso in-
ne offre chiara prova il totale sco- vito fattogli dalla regina il Ponte-
primento e ristauro delle reliquie fice sidegnò quindi montare in
appartenenti al teatro eh' è uno un nobile legno nuovo apposita- ,

de' monumenti più interessanti del- mente da essa fatto preparare e ,

l'antico Tusculo; alle quali onore- poscia in compagnia della stessa


voli incumbenze il dotto cavaliere regina e delle rispettive corti pon-
ha corrisposto con meraviglioso suc- tificia e regia , il Papa si portò ad
cesso, com'è ampiamente dimostra- osservare i menzionati scavi , ve-
to nella sua laboriosa ed interes- dendo con piacere gli avanzi del-
santissima opera di cui è autore, l' antica città , e vari oggetti rin-
e che porta questo titolo: Descri- venuti , disposti in un padiglione
zione dell' antico Tusculo, Ptoma elegantemente costrutto, in un ad
dai tipi dello stesso Canina 1841, un sopratavolino composto vaga-
edizione veramente magnifica e re- mente di differenti bellissimi mar-
gia , eseguita con perizia e splen- mi di vari colori, ivi rinvenuti ed
didezza non comune, e dedicata uniti a forma di elegante musaico,
al co. Filiberto Avogadro di Colo- e dalla regina offerto al Pontefice
biano, insignito de' più distinti or- che ne aggradì il presente. Vide
dini cavallereschi, gentiluomo di ancora il Pontefice la marmoi'ea
camera del re Sardegna, e ca-di iscrizione eretta dalla regina nella
valiere d'onore, conservatore gene- parte media superiore della cavea
rale della casa della regina Maria dell' antico teatro tusculano a pe-
Cristina. renne memoria del suo importante
Questa villa onorata per tre anni scuoprimento , e della visita fatta
continui in tempo di villeggiatura agli scavi stessi dal sommo Pon-
dalla sullodata regina, che durante tefice, cui ebbe l'onore il cav. Cani-
tal soggiorno ebbe la soddisfazione na di descriverne le parti e i pregi,
di vedere eseguite le ordinate esca- e ne riportò giuste congratulazio-
vazioni, che hanno recato gran be- ni. Il palazzo della villa è osser-
neficio alla storia dell'insigne luo- vabile per la sua bella architet-
go, ed alle arti per la discoperta tura , adattata a fornire l' abita-
degli antichi edifizi , e per le pre- zione a molte persone , ed ha un
ziose opere rinvenute, fu pure due vasto e bel salone. Nel portico
volte onorata dalla presenza del che precede l' ingresso veggonsi col-
Papa regnante Gregorio XVI. La locati vari monumenti antichi rin-
prima fu a' 10 ottobre i838, quan- venuti negli accennati scavi fatti

do si recò a visitarvi la regina all'antico Tusculo dagli ultimi due


Maria Cristina con la quale orò
, reali possessori della villa, entro il

nella cappella del palazzo, e poscia cui dominio rimane buona parte
s'intrattenne nel suo appartamento dell'antica città. Vi si veggono le
FRA FRA 167
statue togate di Gneo Vetincio, e nel governo e diocesi di Frascati.
di Marco Valerio, e varie basi di Essa è situata sopra un colle ame-
pietra albana indigena ancor essa nissimo scoperto verso settentrione
del suolo tusculano , dove sono ed oriente , dove gode una bella
scolpiti i nomi di Telemaco, di veduta della Campagna di Roma ,

Oreste, di Quinto Cecilio Metello, e della catena degli Apennini che


del poeta Difilo, di Marco Fulvio la coronano. Nell'andare a questa

ÌVobiliore, i quali personaggi aven- terra da Frascati, alla metà della


do tutti relazione con la storia del strada nel sito denominato le Cap-
Tusculo, ebbero erette leimmagini pcllette si veggono costruzioni ma-
nel teatro tusculano dove furono gnifiche a nicchioni , che danno
rinvenute le suddette basi. Da que- origine al nome volgare della con-
sto palazzo godesi una delle piìi trada , le appartengono ad
quali
superbe vedute di Roma, e della una villa delle tante che cuopri-
campagna all' intorno sino al ma- vano colli tusculani
i incerto è il ;

re; ed il diligente e dotto Nibby nome della villa, forse potè essere
riporta a pag. 35 1 e seg. le lapidi di Catone il giovane che si uccise
in marmo raccolte nel palazzo , e in Utica. Il nome di questo villag-
provenienti dai ridetti scavi, come gio è dei tempi bassi, e viene no-
dei menzionati Marco Fulvio No- minato Monleni Porculi in una
biliore, console vincitore dell' Eto- bolla dell'anno 1074
Gregorio di s.

lia; di Difilo poeta e scrittore di VII a favore del monastero di s.


tragedie; di Marco Cordio R.ufo Paolo fuori delle mura di Roma,
pretore, proconsole ed edile ,
per essendo allora possidenza di quel
purgar i monumenti sagri ; di Mar- monastero. Nella cronaca Cassinen-
co Tusculanio Amianto , maestro se si ricorda una chiesa di s. Anto-
cdituo di Castore e Polluce, e de- nino in Montem Porculo territorio
gli augusta!! ; e di Flavia Ta- tusculano ; in quella di Sicardo,
rentina. parlandosi della disfatta che i ro-
governo di Frascati, di cui è
Il mani riportarono nel 1167 dai
capoluogo colla unione dell' appo- tusculani uniti ai tedeschi, dicesi
diato villaggio, che contiene la ce- che r incontro seguì apud Montem
lebre abbazia di Grollaferrata Portiuni, quindi è chiaro che il

(fedi), comprende le comuni di luogo già nel secolo XI chiama-


Monte Porzio, di Monte Compatri, vasi Mons Porculi, o Porculus .;

di Rocca di Rocca Prio-


Papa, e di laonde non è improbabile che lo
ra, e di questi daremo un cenno avesse sino dai tempi antichi per
coir autorità del Piazza e del Nib- la che ivi ebbero i Porzii os-
villa
by e di altri autori
, innanzi di , sia i Catonij e perciò corruzione
parlare dell' antico Tusculo delle , di 31ons Porcii o Porcius, Ma la
notizie storiche dell' odierno Fra- terra non sorse se non nel ponti-
scati, e del suo vescovato subur- ficato di Gregorio XIII, il perchè
bicario. sulla porta veggonsi i draghi, stem-
Monte Porzio. Terra della Co- ma gentilizio di quel Papa ; e la
marca di Roma ( P^edi ) posta ,
cliiesa principale e parrocchiale in
quindici miglia fuori di porta san memoria del suo nome pontificio
Giovanni nel distretto di Roma è dedicata a s. Gregorio I Magno,
I ()0 [ n A FRA
come pine fi s. Aiiloiiino martire, la di Maria del Tavolaccio, chiesa
s.

Hiitico piDleltoi-e del luogo. Fu egli rurale che vuoisi edificata sulle ro-
che lo fabbricò, e dotò di conve- vine della villa di Lucullo, o me-
niente entrata, come narra ilNo- glio dei Porzi , e cosi detta dal
vaes nella sua vita : per le bene- cognome patrono della chiesa,
del
ficenze fatte da Gregorio XIII a e legatario d'una messa nelle feste;
IMonte Porzio, racconta il Piazza, e quella di s. Carlo detta del Pan-
che nella visita ch'egli vi fece in- tano, chiesa rurale fabbricata dal-
dusse il popolo a cele-
clero ed il l'innata pietà de'principi Borghese,
brare a quel Pontefice per suffra- a benelìcio de' pastori ed agiicol-
gio un annuo anniversario. Questa tori. Monte Porzio fu onorato del-
chiesa ch'è il principale edifizio del la presenza di vari sommi Ponte-
luogo fu riedificata dall' architetto fici, come di Gregorio XIII, Paolo
Rinaldi con cinque altari dalle fùn- V ed altri; e nel 1827 lo fu da
damenta verso l'anno 1666 dal quella di Leone XII, lunedi 29 ot-
principe Giovanni Battista Borgh.-se tobre. Preceduto dai prelati mag-
.'"ignore della terra, provvedendola giordomo e maestro di camera,
,

di sagre suppellettili, con comoda e il Papa vi giunse tra il suono del-


contigua abitazione per l'arciprete; le campane, lo sparo de'mortari,
ed un secolo dopo fu ampliata dal e le acclamazioni dell'esultante po-
principe Marc'Antonio avo del prin- polazione. Fu ricevuto il Pontefice
cipe attuale, e consagrata di nuovo dal magistrato, e dopo essersi al-
ilprimo giugno 1766 dal cardinale quanto riposato nel casino di vil-
Enrico Stuart detto il duca di leggiatura del collegio inglese di
Yorck vescovo di Frascati. Nell'al- Puoma si recò nella chiesa di s.

tare della crociata a sinistra di chi Gregorio Magno all'adorazione del


entra, conservasi il corpo di s. ss. Sagramento precedentemente es-
Laconilla, trovato nelle catacombe posto, col quale l'arciprete comparti
di Ciriaca l'anno 1^83 con la iscri- la benedizione. Indi Leone XII o-
zione originale. Il quadro dell' al- norò di sua presenza la casa di
tare maggiore lo. dipinse Giaciuto Pietro Venturini, ove ammise al
Brandi ; Ciro Ferri vi dipinse il bacio del piede parecchie delle
•s.Antonio; Gaetano Lapis il s. principali famiglie del paese, e dal
Antonino martire^ mentre Filippo balcone della medesima casa com-
Lauri colori altri quadri delle cap- partì la benedizione apostolica al-
pelle. Il detto cardinal vescovo sta- l' altollato popolo concorso anche
bili in questa terra
maestre pie. le dai vicini paesi. Papa R.estituitosi il

In oltre il Piazza dice che al suo al collegio ammise benignamente


tempo v'erano le seguenti chiese: alla propria mensa monsignor Pie-
quella o ampio oratorio de'ss. Car- tro Agostino Baines vescovo di Siga
lo e Filippo della confraternita del in partibns e vicario apostolico del
ss. Sagramento; quella di s. Vito distretto occidentale d' Inghilterra,
alle falde della terra, già antico i prelati del suo seguito, il retto-
oratorio ove si raccoglievano gli re, e gli alunni del collegio, oltre
abitanti prima
che fosse eretta la d. Raffaele Fornari professore di
chiesa parrocchiale, con divota im- teologia del medesimo, al presente
magine della Beata Vergine: quel- arcivescovo di Nicea, e nunzio di
FRA FRA 169
j-'rnncia : nel iestitiiir>i a Roma iì patria, ed anche compadri, forse ne
Papa, passando per Frascati si de- prese il nome il monte, dicendosi
gnò visitare il cardinale Burtoloineo anche Mons Compatrum. D. Luigi
Pacca, il quale Irovavasi colà per Nardi nel suo libro, Dei Compiti,
diporto alloggiando nell'episcopio. feste e giuochi compitali degli an-
Da ultimo a comodo della popola- tichi, illustrando l'etimologia della
zione è stata eretta una graziosa parola Compito, cita una disserta-
fontana incontro all' ingresso del zione dell' ab. Francesco Antonio
paese. Nella pubblica piazza, sopra Vitale, che ha per titolo: De op-
la fronte della casa Venturini, il pido Lahici disserlalio, cjua origo
suddetto Pietro eresse una marmo- eliam, ntque compendiosa hisloria
rea iscrizione per celebrare l'onore oppidi Monlis Compiti i^Monte Com-
compartitogli dal Pontelice Leone patro oggidì) inLatio de.scribitur, Ro-
XII. Altrettanto fece il rettore del mae Salomoni 1778. E chi sa che
pollegio inglese d. P\.oberto GradAvel, qualche tempio Compitale eretto
poi vescovo di Lidtla in partihwi presso il Tuscolo, non abbia dato
o vicario apostolico del distretto il nome a questo luogo? Il Nibby
meridionale di Londra, nel refet- è d' opinione che la terra si for-
torio della detta casa del collegio, masse dopo la rovina del Tusculo
la quale è di antica proprietà del fatta dai romani nel 1191, seb-
medesimo. bene se ne faccia anlerior menzio-
Monte Coinpntrì. Terra clie ap- ne fino dall'anno 1090 nel Chro-
partiene alla principesca famiglia nicon Sublacense ; ma siccome tro-
Boighese, posta entro i limili della vasi insieme con altre terre di ori-
Comarca di Roma, dipendente dal gine certamente posteriore alla ro-
governo e dalla diocesi di Frasca- vina «li Tusculo, apparisce eviden-
ti, diecisette miglia distante dalla te la interpolazione, su di che par-
riietropoli, pesta in amena situa- leremo dicendo rpii appresso qual-
zione, che domina incantevoli ve- che cosa del famigerato castello
dute.Il Piazza lo chiama Monte elei della Molara. Il palazzo con la tor-
Compili, 31ons Compatrum cioè , re del principe Borghese, è nel
luogo di ritiro ovvero soggiorno di punto più elevato della terra. Al
villeggiatura, ed aggiunge che nel tempo del Piazza esistevano queste
luogo anticamente esistevano delizie chiese: la parrocchiale dedicata al-
magnifiche, già proprietà degli An- l'Assunzione della B. Vergine eret-
nibaldi della IMolara, dei Colonne- ta con magnifica architettura, con
si, degli Altemps , celebrando le cinque altari, e con rendite e sagre
munificenze esercitatevi dagli attua- suppellettili donate dalla generosità
li signori. La denominazione di del cardinal Scipione Borghese nipote
questa terra vuoisi pure spiegare, di Paolo V essa ha una compa-
;

per luogo ove quelli che ivi si ri- gnia del ss.Sagramento proprieta-
tiravano, concludevano e compi- ria del vicino aritico ed ampio
vano le cose del governo; giacché 01 a torio. La chiesa di s. Silvestro
per l'aincnilà del sito, per le
e con convento dei i-eligiosi carmeli-
ville che ivi erano, essendo fre- tani scalzi della provincia romana,
quentata dai piimaii magistrati di memorabile per diverse co<:e. Vuoi-
iioma, elle ap^iellali padri della si che quivi si rifugiassero molli
»7o FRA FRA.
de' primitivi cristiani fuggenti la il monastero luogo di noviziato.
persecuzione de'romani gentili, trat- In progresso i canonici l'assegnaro-
tivi dall'eminenza del sito, ch'è sul- no il locale e fondi alla santa Se-
la punta che dirama dal dorso de, che lo a commenda
ridusse
tusculano, e perciò è costante fa- secolare, e successivamente venne
ma, che vi si recasse il Pontefice conferita a diversi cardinali, i qua-
s. Silvestro I a visitarvi e confor- li resero più comoda l'abitazione,
tarvi i cristiani rifugiati, e mini- e sovente fu onorata dai Papi.
strasse loro i sagramenti. e poscia Ultimo abbate ne fu d. Tommaso
a suo onore vi fosse eretta una d'Avalos, il quale spontaneamente
chiesa o cappella, che soggiacque la rassegnò a Clemente Vili per-

alla distruzione operata dai romani chè vi fosse eretto un convento di


nei Tusculo. L' istorico dell'ordine carmelitani scalzi ed ecco come :

de' carmelitani scalzi della congre- poi ne fa il racconto Bartolomeo


gazione d'Italia fa un cenno delia Piazza. Mentre per le vicende dei
tradizione continuata dai tempi di tempi il convento era stato abban-
s. Silvestro I fino all' epoca nella donato. Clemente Vili con breve
quale egli scriveva. Non è vei-o, de' 1 7 aprile i6o5, a mediazione

come dice il Piazza, che l' antica del cardinal Baronio ( che afferma
chiesa o cappella dalla sua oscuri- la tradizione di s. Silvestro^ e che,
tà la traessero alcuni compagni di per la salubrità, dice che la terra
s. Francesco. E però indubitato era servita più volte di diporto ad
che in esso monte vi abbia esistito altri Papi ), e del prelato Tomma-

un convento di francescani, anzi so d'Avalos o d'Avila, lo concesse


era una delle sette custodie della col territorio annesso al ven. Pie-
provincia romana, e dalla parte che tro della Madre di Dio carmelitano

guarda Monte Porzio alla distanza scalzo, per innocente solitario sol-
di mezzo miglio dall'odierna chie- lievo de'suoi religiosi. In principio
sa si vedono rudtri, che danno servì il convento all'educazione ed
luogo a supporre, che fosse il sa- istruzione de' missionari dell'ordine
gro l'ecesso minoritico. L'annalista del collegio di s. Pancrazio di Ro-
Vadingo ed altri raccontano che ma, di che tenemmo proposito al
bramosi alcuni di vivere solitari volume X, pag. 69 del Dizionario.
l'elessero per dimora, erigendovi Qui i carmelitani scalzi celebraro-
un convento ove fiorirono esem- no nel 161 il terzo capitolo ge-
I

plarissimi religiosi, fra'quali meri- nerale, in cui fu eletto preposi to


tano menzione Angelo di Monte- generale il mentovato dottissimo
leone, Piinaldo da Rieti, e Santo e ven. p. Giovanni di Gesù Maria
da Parma quivi sepolti, anzi vi di Calahorra, predicatore apostoli-
fu pure il b. Bernardone, altro co, e confessore del conclave : e vi
compagno di s. Francesco. Il luogo furono esaminate e stabilite le co-
poi ove sono al presente i carme- stituzioni della riforma carmelitana.
litani scalzi, fu già de' canonici re- 11 corpo del ven. p. Giovanni di
golari dato loro nel
lateranensi , Gesù Maria ivi si venera ancora
i448 dagli Annibaldeschi già ba- incorrotto, palpabile, e del colorito
roni di Monte Coinpalri, essendo del dattilo; evvi pure una somi-
la chiesa dedicala a s. Silvestro ed gliante immagine della fondatrice
FRA FRA 17,
della riforma s. Teresa, copia di del Castagno , e crescendo la di-
quella fatta eseguire dal re di Spa- vozione verso di essa vi fu eretta
gna Filippo II furtivamente mentre una cappelletta ed ivi trasferita.
parlava con quella santa. I carme- Nel visitarla Paolo V concesse qua-
litani scalzi avendo trovato la pic- ranta giorni d' indulgenza a chi
cola chiesa, e tutto il fabbricato facesse altrettanto, ciò che confer-
affatto in rovina, nuovamente edi- mò Urbano VIII. L'altra chiesa di
ficarono dai fondamenti una nuova cui parla il Piazza, è s. Maria
chiesa e convento, che tuttora esi- della Molara, o della Morula, cosi
ste ; asserendo il Mattei che usa- detta perchè vicina al luogo del
rono della pietra tusculana, diversa celebre ed antichissimo castello del-
dal silice tusculano, di cui parla il la Molara, di cui ci permetteremo
Corsi. La chiesa è forma di
in un cenno, chiesa di juspatronato
croce greca; le pitture che la de- della famiglia Borghese.
corano sono tutte del pennello di Il castello della Molara o Mola-
fr. Luca fiammingo, laico carmeli- ria Roboraria diruto del secolo XIII,
tano scalzo, professore assai cogni- situato nella valle che separa il
to, e specialmente rinomato pel dorso tusculano dal gruppo de'mon-
suo stile grandioso, pei panneggi, ti Albani, quasi dirimpetto alla cit-
e pel fuoco de' suoi molti dipinti. tadella di Tusculo, al XV miglio
Nell'oratorio domestico vi è un della via Latina, corrispondente a
dipinto mirabile di Gherardo delle circa quattordici fuori della porta s.

Notti, rappresentante
Giuseppe s. Giovanni. Il suo nome derivò da una
al travaglio di fabro di legname, cava di pietre molari, che si vede
e Gesù fanciullo che con un moc- ancora sotto il castello a nord-ovest,
colo acceso gli fa lume. Da una esi formò il castello dopo l'abban-

lapide esistente nel claustro, si ap- dono della stazione Roboraria, la


prende che in questo luogo il ve» quale fu così detta dal bosco di quer-
scovo Vida, già canonico regolare cie, robora, presso cui trovavasi, e
lateranense, compi il suo celebre formavano la selva Algidense, nota
poema latino, la Cristiade. Dipoi nei bassi tempi col nome di Sili'a
Paolo V, Urbano Vili, ed Alessan- Algiarìs. Esso è sopra un colle iso-
dro VII cinsero il convento e l'omi- lato di lava basaltica a destra della
torio di mura. Nel recinto del con- via, e conserva ancora le vestigia del
vento vi fu rinchiuso il bel pa- recinto fortificato, con torri roton-
lazzo edificato con sua villa dai de e quadrale di costruzione sara-
cardinali Gambara e Pisano, nel- cinesca del secolo XIII, formata

la cappella del quale si conser- con piccoli parallelepipedi di tuia
vava una divotissima immagine e di lava. Nella parte più alta era
della Beata Vergine tenente in la rocca, e verso occidente la chiesa,
braccio il santo bambino; laonde della quale rimangono ancora gli
essendo popolo impedito di ac-
il avanzi. Il sito è di tale importanza
cedervi liberamente a visitarla, fu nello stretto della valle già detta Al-
dai religiosi collocata l' immagine bana, che probabilmente non fu tra-
fuori della clausura, poco distante scurato dai conti tusculani durante
da un castagno vecchio, per cui la loro potenza, dappoiché nel Cliro-
prese allora il nome di Madonna lucoti Sublaceiise, anno ogo, narrasi
i
P72 FRA FRA
come Agapito conte tiisciilano ebbe mase proprietà di sua nobilissima
due figlie, una ne die in moglie ad famiglia, e che scrisse una esposi-
Oddone Frangipani, alla quale la- zione sulla regola di s. Benedetto.
sciò castra Mareni, Turricellae., moti- Inoltre il cardinal Riccardo goden-
tis Alba/li et Nemoris et suani par- do della pili intima amicizia di s.

teni castri Mofitis Conipairi, l'altra Tommaso d'Aquino, una volta lo


poi la maritò ad Annibale Annibal- condusse in questo suo feudo a
di, a cui lasciò castra Arcis Pe- passare le feste di Natale in di vo-
riiiriae, Montis Porculi et Mola- ta solitudine. Capitati in questa
riae. V. il JVerini, De tempio et eoe- occasione nel castello due ricchis-
nobio ss. Bonifacii et Alesii p. i '8; simi ebrei assai versati nelle lo-
nia quel documento non va esente ro scienze, il cardinale Annibaldi
da gravi dubbi d'interpolazione per volle che in sua presenza dispu-
(\nQ castra Marcai ec, sebbene non tassero con s. Tommaso, il qua-
si ponga affatto in questione il do- le in due giorni, prima colla effi-
minio degli Annibaldi o Annibalde- cacia delle orazioni, poi colla for-
schi, pi-eclarissima e potente famiglia za degli argomenti e delle ragio-
romana, sopra questo castello,! qua- ni , li convinse e convertì al cri-
li perciò ebbero il nome di signori stianesimo, battezzandoli nella chie-
della Molara. Certo è cbe le rovi- sa del castello nella vigilia del Na-
ne superstiti presentano in tutte le tale : questo avvenimento con qual-
parti la costruzione del secolo XI IF, che diffusione lo narra anche il
e che non prima di quell'epoca se Piazza a pag. 272. Tolomeo da
ne hanno documenti sicuri: tutta- Lucca poi racconta che fu testi- ,

volta Piazza dice ap. 274, che do-


il monio oculare della guarigione i-
po la rovina del Tusculo, in questo stantanea operata da s. Tommaso
castello si rifugiarono molti dei in questo luogo, sul suo compagno
suoi abitanti graziati della vita da Raimondo malato di febbre conti-
Celestino III. La prima memoria nua. Si legge nel tom. III, p. 296
che il jVibby rinvenne è del 1234, della sommi
Storia de Pontéfici di
quando Riccardo degli Annibaldi Novaes, che morendo il cardinal
diacono di s. xAngelOj che avea Riccardo nel 1275, dopo trentotto
comprato il castello, e n'era in pos- anni di glorioso cardinalato, lasciò
sesso, vi accolse il Papa Innocenzo a' suoi eredi oltre il castello della
IV con molta magnificenza, indi Mùlara, i castelli di Rocca di Pa-
Carlo d'Angiò che Clemente IV pa, Campngnano, s. Lorenzo, Mon-
nel 1266 investì regno delle
del tefìaaello , Castel Gerusalemme ,

due Sicilie; e nella spedizione che Monte Cotnpatri, e Fusinano. Que-


perciò fece il re, onde toglierlo ste signorie per molti anni furono
dalle mani di 3Ianfredi, il cardi- contrastate tra i suoi eredi, finché
nale lo accompagnò a proprie spe- Bonifacio Vili ne compose le ver-
se. Oltre quanto dicemmo di que- tenze a' 2 maggio 1296.
sto cardinale alla sua biografia, qui Vivente il cardinal Riccardo, nel
aggiungeremo, ch'egli costruì le 1263 o 1263 Urbano IV creò car-
fabbriche, e le mura che oggi ivi dinale il suo parente Annibale An-
si veggono diroccale del castello nibaldeschi della Molara, che Cle-
che sino al secolo decimoquinto ri- mente IV spedì legato a Carlo X
FRA FRA 173
re di con altri cardinali, e
Sicilia pace si conchiuse nel gioino di s.

ben lo meritava per la dottrina e Marco. Nel medesimo anno a' 1

pregi che indicammo nel suo arti- maggio ovvero a' 12 giugno Inno-
colo: questo cardinale universalmen- cenzo VII creò cardinale diacono
te rispettato per la sua pietà, pro- di s. Angelo, Pietro Stefanesco de-
fonda umiltà, generosità co' poveri, gli Annibaldi signori della Molara,
e pudicizia singolare, morì in Or- principalissima famiglia romana del
vieto nel 1272 e fu sepolto nella rione di Trastevere, protonotario
chiesa del suo ordine domenicano, apostolico , che per la grande ri-

da lui edificata dai fondamenti in- putazione che godeva presso i suoi
sieme al convento. JNel 18^28 agli concittadini, li placò quando seguì
I I di giugno essendo stato il ca- la suoi magnati
strage di alcuni
stelio Molara occupato dalle
della che si credeva operata con intelli-
genti di Roberto re di Napoli, do- genza del Papa. Avendolo Grego-
vette arrendersi dopo qualche gior- rio XII nella sua assenza fatto le-
no di assedio, per mancanza di vi- gato di Roma colla provisione di cin-
veri, ai romani, ed alle truppe di quecento scudi al mese, egli la con-
Lodovico il Bavaro. Dipoi nella bat- segnò poi o per necessità o per sicu-
taglia contro il famoso Cola di rezza, e di concerto col Papa, in un
Rienzo, fu ferito ed ucciso Nicolò alle fortezze più importanti dello
degli Annibaldi signore della Mo- stato ecclesiastico, a Ladislao re di
lara nel i35r. Antonio Ricchi nella Napoli. Quindi riuscì accetto tal-
Beggia dt volsci a p. 23 i, dice che mente ad Alessandro V, che ne
Urbano V creò cardinale fr. Elia riportò per sua madre Costanza
degli Annibaldi della famiglia ro- l'assegno di quaranta fiorini al me-
mana Annibaldense, che dall'ordine se di beni di Chiesa. Quindi Gio-
de' minori fu elevato al governo vanni XXIIl avendo ciò approva-
della chiesa uticense, morto in to, r incaricò poscia della legazio-

Sulmona nel 1867. Sul principio ne di Napoli per inlionizzarvi Lo-


del secolo seguente, e nel i4o5 dovico d'Angiò, in luogo del ribelle
a' i5 che fu il mercoledì
aprile, Ladislao, e decoroUo del vicariato
santo, cominciò ad uscire in cam- temporale di Roma e dello stato
pagna l'esercito del popolo roma- pontifìcio , con quattrocento scudi
no, contro figli di Tebaldo della
i al mese; nella qual città morì iu
Molara, e si accampò presso que- fresca età nel i4'7) dopo aver con
sto castello, diede il guasto a molte generale soddisfazione disimpegnato
terre intorno al medesimo ed a il grave suo ufìizio, e fu sepolto
quello di R.occa di Papa, e vi ri- nella basilica di s. Maria in Tras-
mase undici giorni. 11 Pontefice In- tevere presso r altare de' ss. Filip-
nocenzo VII spedì alle parli bel- po e Giacomo, in magnifico avella
ligeranti come ambasciatore, il prio- di marmo lavorato alla gotica. Al-
re di Maria Aventino, onde fos-
s. tre sue notizie le riportammo alla
se mediatore fra i romani ed i si- sua biografìa. Dal p. Casimiro da
gnori della Molara ma questi si ; Roma, Memorie islorìche dei coti'
condusse in modo che ritornato in venti della provincia romana pag,
R-oma gli fu tagliata la testa, e fu igS, abbiamo, che nel i4i2 Ric-
sepolto iu s, Pietro : tuttavolta k cardo delia Molara toke Ncmi ed
174 FRA FRA
Alenano ai Colonnesi, onde fu da altri monistcri. A' suoi tempi era-
Giovanni XXIII fatto imprigiona- no viventi monsignor Pietro, Gio-
re, ed obbligato a restituire tali vanni e Cesare fratelli degli Anni-
dominii, e che più tardi essendo baldi della Molara : l'opera del Ric-
divenuto Nemi proprietà de' cister- chi fu stampata nel 1 7 i 3.

ciensi, Riccardo tornò ad occupar- Rocca di Papa. Terra della Co-


lo nel 1420, indi Io restituì in ap- marca di Roma, posta sull'orlo me-
presso. Lo stesso p. Casimiro nelle ridionale dell' antichissimo cratere
Memorie istoricìie della chiesa e del monte
Albano oggi Cavo, in
com'ento di s. Maria d' Araceli clima quasi sempre freddo circa ,

parla degli individui ivi sepolti del- sedici miglia lungi dalla capitale
le famiglie Aunibaldi, Molara, e Si- per la strada di Marino. La pros-
nibaldi che sembia derivata dagli simità della cima del monte Alba-
Annibaldi. Nel 144' dichiarò Eu- no, e della pianura che si apre a
genio IV che il castello di Monte pie di essa, e che fu il gran cra-
Porzio, spettava a JValdo della Mo- tere che versò le' correnti di la-

lara, per successione di Tebaldo de va di Acqua Acetosa, Capo di Bo-


Annibaldis domicello romano. Nei ve, Borghetto ec, pianura oggi no-
commentari di Pio II si legge che ta col nome di Campo di Anniba-
del castello della Molara n'era si- le, non poteva trascurarsi dagli an-
gnore Gentile; e i' Amidenio dice tichi,ed evidentemente rimane ivi
che la famiglia che portò il cognome il nucleo di un'arce romana, che
di Molara è un ramo della Anni- Arx Albana dissero, come quella
baldesca. Il castello della Molara che era eretta sul ciglio del mon-
nel corso del secolo XV fu abban- te Albano immediatamente sotto-
donato, e a poco a poco andò in posto. La rocca de' romani era sta-
rovina. Di vari personaggi degli ta preceduta dalla città latina di
Annibaldi della Molara, che inter- Fabia che qual colonia romana
,

vennero nelle cavalcate dei solenni esisteva ai tempi di Plinio, il qua-


possessi dei Papi, sene leggono le le ricorda fra popoli latini an-
i

notizie nella Storia de' possessi del cora i Fabienses in tnonle Albaiioj
Il lenimento annesso al-
Cancellieri. e non è difficile che dal nome di
la Molara, appartiene sino dal se- Fabia corrotto in Fapia o Papia
colo XVII ai Borghese, e confina derivi la moderna denominazione
coi territorii di Monte Porzio, Mon- di Rocca di Papa questa die l'o- ;

te Compatri, Rocca di Papa, e rigine alla tribù di questo nome.


Frascati. Il Ricchi nella sua Reggia Della rocca attuale la prima me-
de' volsci, tratta pure del castello moria è nella cronaca di Fossanuo-
della Molara a pag. 226 e seg., e va riportata dall' Ughelli nel t. X
degli Annibaldi, dicendo che da si dell' Italia sacra, e dal Muratori,
illustre famiglia fiorirono pure la nel t. VII, p. ^j 5 Rerum ital. script.
b. Teodora monaca di s. Lucia in nella quale si legge come il Pon-
Foligno, e d. Vittoria della Rlola- teficeLucio 111 del 1181, porta-
ra che con indulto di Paolo HI tosi Lombardia, mandò il conte
in
uscì dal monistero di Campo Mar- Bertoldo luogotenente imperiale di
zo, per fondar quello di s. Lucia Federico I, a difesa della città di
in Selce, al quale s. Pio V unì tre Tusculo contro i romani ed a ri-
FRA FRA 175
prendere Bocca di Papa Roccani , da Ascanio Colonna di liberare Roc-
de Papa, clie egli con astuzia espu- ca di Papa dalle truppe pontifìcie,
gnò, e nel tempo slesso fece alcu- onde segui un fatto d' armi tra i
ne prede sui bestiami dei romani: due eserciti presso Monte Compa-
questo documento dimostra che al- tro. Sotto il pontificato di Paolo
lora questa terra si chiamava Roc- IV, nella guerra del i SSy tra i

ca di Papa, e che dipendeva di- Caraffeschi, ed il duca d'Alba co-


rettamente dal Papa. Nel secolo mandante l'esercito di Filippo li

XIII però, come la terra ora cit- re di Spagna, i Colonnesi tenendo


tà di Marino, venne nella signoria le parti del duca uscirono da R.oc-

degli Orsini che la ritennero fino ca di Papa, onde predare i bestia-

al pontificato di Martino V ( ec- mi nel territorio di Velletri, e vi


cettuato, queltempo che la signo- riuscirono. I velletrani allora pre-
reggiarono gli Annibaldi della Mo- se le armi, dopo varii successi per-
lara, come si è detto piti sopra ), vennero finalmente ad impadronir-
verso l'anno 14^4 divenne pro- sene per penuria di viveri. All'ar-
prietà della famiglia di quel Papa ticolo Colonna famiglia [P'edi), si
Colonna , che ancora la ritiene . disse che successo nel pontificato a
Trovandosi in Rocca di Papa il Paolo IV il Pontefice Pio IV, que-
Pontefice Pio II nel i46o, emanò sti restituì ai Colonnesi i loro be-
il breve col quale concesse indul- ni , e li assolvette dalle censure.
genza a chi visitasse la chiesa di Del preteso Campo di Annibale il
Colombario non lungi da Monte- Nibby ne ragionò nel tora. I, pag.
santo nel Piceno, nel giorno della I I o delia sua Analisi, air articolo
festa del b. Girio de' conti Lunedi Albano Monte o Monte Cavo, ed
della Linguadoca, il di cui corpo ivi notò essere stato piuttosto il
ivi si veneracome abbiamo dal
, luogo dove celebravansi le ferie la-
Novaes, Storia de' Pontefici, tomo tine, e facevasi la distribuzione del*
XIV, pag. loo. Della visita fatta le carni delle vittime immolale.
da Pio II a Rocca di Papa, ne Certo si è che su quel monte i

tratta egli stesso ne' suoi Commen- romani nella scorreria di Annibale
tari. Nel 1484 Rocca di Papa fu contro Roma posero un forte pre-

occupata dagli Orsini, ed invano sidio, onde poter dominare le due


Nicolò Caetani tentò di entrarvi. vie Latina ed Appia, che solcava-
Monsignor Borgia nella Storia di no le sue falde orientale ed occi-

Felletri, riporta il breve emanato dentale. Altri parlando di questa


nel 1482 da Sisto IV, e diretto pianura, nel negare che Annibale
ai 'velletrani, nel quale ordina loro vi si spiegano la de-
accampasse,
di prendere la terra di Ardea , e nominazione di Campi d' Annibale,
Rocca di Papa occupate dai Co- per quel campo che quivi ebbero
lonnesi. Il Petrini nelle sue Memo- i romani contro il condottiero del-
rie Prenestine, a pag. 208, narra l'esercito cartaginese, in custodia di
che nella guerra tra Paolo III, e Roma, ed a guardia del tempio di
i Colonnesi a cagione del sale, Roc- Giove Laziale. La via che fece An-
ca di Papa fu attaccata ; e che il nibale quando mosse le armi con-
prenestino capitano Lauro, insieme tro Roma, i territori! che traversò,
con altri sei capitani, fu incaricato e il luogo ove pose gli alloggia-
176 FRA FRA
menli, lo si dice in appresso par- nato, allorquando Alessandra VII
landosi dell'antico Tusculo. Ora in portandosi a Monte Cavo, per l'an-

mezzo di questa bella piaiiuia so- tica strada dentro il castagneto si-

no le conserve della neve, le quali no alla sommità del monte benis-


provvedono Roma in quasi tutto simo conservata, e da lui ripurga-
l'anno.La superba veduta che si ta, onde la percorse in carrozza, ad

gode da Rocca di Papa rende a- istanza del cardinal Girolamo Co-


meno il suo soggiorno, quantunque lonna si fermò a Rocca di Papa ed
sia il luogo dirupato ed alpestre. ivi pranzò. Allora a vantaggio del-
Il Piazza a pag. 277 con eru- la popolazione dispose che vi fos-
dizione discorre di Rocca di Papa, sero collocati altri religiosi spaguuuli
ed opina che fosse cos'i chiamata o del medesimo ordine, ma della più

pei'chè un Papa vi facesse l'antica stretta osservanza , a' quali il .sa-

rocca su la cima dell'abitato, assai cerdote romano Giovanni Aspa au-


forte con grossi bastioni e mura, mentò il convento, il quale fu pu-
o perchè, come vuole il p. Rirclier, re ingrandito da d. Giuseppe A-
quivi fosse detenuto un Papa, ov- chè, come fu ampliata con tre al-
vero, com'è più probabile, perchè tari la chiesa, che ancora esiste

fosse di nuovo rimessa nel pristmo col convento, non però i religiosi,
stato all'occasione che Celestino III che nel 1809, nelle note vicende,
avendo permessa la demolizione del- dovettero lasciarlo. La chiesa serve
l'antico Tusculo, proibì di molestar- la com-
per parrocchia tumulante, e
ne gli abitanti, i quali quivi rifecero pagnia ivi 1820 dal ve-
eretta nel
il castello anticamente famoso, e scovo cardinal Pacca ne ha la cu-
perciò detto Rocca di Papa, nome ra. Nel convento vi abita il par-
per altro che già aveva sotto Lu- roco, e vi potrebbero dimorare co-

cio 111. Osserva ancora che alcuni modamente quindici religiosi. Nel
dicono chiamarsi la terra R.occa di 1754 si terminò la chiesa arcipre-
Papa, perchè la rocca fu edificata, tale e parrocchiale, la quale per
o ristorata da Papa Paolo HI, e cattiva costruzione cadde, e rovinò
che chiamossi ancora Forum populi, nel 181 4- Quindi nel 1817 s'in-
perchè ivi si celebravano le fèrie cominciò a riedificarla, concorren-
dette laziali, alle quali concorre- dovi la generosità del Pontefice Pio
vano i popoli del Lazio. Par- VII, ad istanza del vescovo cardi-
la poi della chiesa di san Pietro nal Pacca, laonde si vide coperta
Nolasco situata a piedi del paese, dopo dieci anni. La nuova chiesi
altra volta Maria delle Imma-
s. arcipretale fabbricata con architet-
gini, con piccolo convento allora di tura del cav. Domenico .Palmucci,
moderna fabbrica per essere stato e compita dall' architetto Pietro
incominciato da fr. Paolo Leoni re- Bracci , è dedicala alla Beata \ er-
ligioso della Mercede , morto nel gine assunta in cielo, il cui inter-
1 590 , il quale eresse pure una no fu con eleganti pitture ed or-
cappel letta, che resta sotto il coro nati dal pittore figurista Giuseppe
dell'odierna chiesa. Indi vi furono della Valle abbellita, e dall'orna-
stabiliti religiosi mercedari del ri- tista faentino Paolo Panzavolta:
scatto; ma essendo ridotti a poco per la sua perizia il catino di fi-
numero, e il convento quasi lovi- gura elitlica comparisce di tutto
FRA FRA 177
sesto ; mirabile è la cappella del ciato, con fiducia invocò il poten-
ss. Salvatore ricca di belle doratu- tissimo nome di Maria santissima.
re, e un quadro di Gesù che vuoisi Vide subito all' istante arrestarsi la
opera di Giulio Romano, o meglio precipitante rupe, anzi divisa in
di Pierin del Vaga. Ivi riposano due parti apparve nel mezzo ima
solfo l'altare le ossa di s. Eutro- divota effigie della beata Vergine,
pia martire, e vi si leggono due la quale ora si venera dentro una
memorie sepolcrali della famiglia vaga cappella in mezzo della chie-
SauLuvetti cui appartiene la cap- sa,sotto l'ombra di amene e ver-
pella : nella medesima è venerata di piante, nel cui dorso si ammi-
un' immagine di Maria Addolora- ra parte della rupe, su cui posa la
ta, dipinta in modo che muove a parte opposta della cappella. Nel
divozione. Sotto l' altare maggiore 1 792 il pio principe d. Andrea
poi si venerano le ossa del mar- Doria Pamphily accrebbe la chie-
tire s. Leonzio, in elegante urna: sa con facciata; e poscia nel 18 ro
la cap])ella del ss. Rosario la di- fu anche aumentata dalla parte
pinse il pittore Alessandro Manto- opposta, con l'elemosine de' fedeli,
vani. 11 quadro della cappella del- e fu eretto pure un altare in onore
l'Assunta Corrado, donato
è del di s. Filippo Neri. Dipoi a' 1 7 a-
dal vescovo cardinal Pietro Otto- gosto i83o Pio Vili, già vescovo
boni: e quello di s. Antonio abba- tusculano , con breve apostolico
te lo colorì il Garzi. Il Panzavol- l'arricchì d'indulgenze, e concesse
ta dipinse pure il casino dei Bot- l'altare privilegiato, come quello di
ti, l'abitazione del quale con quel- s. Lorenzo fuori le mura di Roma.
le dei Tojetti , dei Vitali , e del Anche il regnante Gregorio XVI
principe Doria Pamphily, sono le è stato largo d'indulgenze con que-
principali del paese. Dalla parte di sto santuario. La chiesa è decolla-
mezzogiorno un miglio circa distan- ta da pitture a chiaro scuro con ,

te da questa terra, procedendo per quadri rappresentanti la caduta del


piano e piacevole passeggio di stra- gran masso, ed altre figure.
da carrozzabile si trova il celebre Rocca Priora Corbio. Terra ,

santuario detto la Madonna del della Comarca e distretto di Ro-


Tufo, con sua eremitica casa com- ma, distante da questa città dieci-
posta di quattro camere sotterra- sette miglia, e posta sopra l'ul-
nee, e grotte per servigio degli abi- tima punta del dorso tusculano,
tanti. Di questa chiesa che nel 1592 nel limite dell'agro latino verso i

fu unita a quella parrocchiale dal volsci, confinando da un lato col-


vescovo cardinal Galli, se ne igno- le terre di Labico dall'altro con ,

ra l'origine; bensì si conosce il quelle di Tusculo e di Algido. In-


prodigio da cui derivò l'erezione. certa è r origine del suo nome mo-
Distaccandosi un duro e smisura- derno ed il Piazza ed il Nib-
,

to sasso dalla più erta cima del by non la credono anteriore all' e-
monte ove si unisce al monte Ca- poca della distruzione del Tusculo
vi, rapidamente al
e precipitandosi fatta dai romani , come più volte
basso, un passeggiero che al di sot- si è detto, nel 1191. Però siccome
to transitava, vedendo la sua im- vedonsi sparsi per questa terra mol-
minente rovina di restarne schiac- ti rocchi di colonne di marmo e
VOL. xxvit. 12
178 FRA FRA
di granilo ndoperati in usi moder- le della Il medesimo Dio-
Molara.
ni , sopra tutti massi quadrilateri nisio dando un'altra direzione alla
di peperino, impiegati nelle mura, scori'eriadi Coriolano, soggiunge
è cìiiaro che ne' tempi romani vi che dopo aver preso Pedo, partì
fu almeno una villa , e ne' tempi la mattina seguente di là sul far

piìt antichi una qualche città lati- del giorno, e condusse l'esercito a
na, la quale si suppone Corbio. Li- Corbione, che immediatamente si
vio descrivendo la impresa di Co- arrese , e da Corbione a Corioli ,
riolano contro i romani, dice che tutto inducendo a ritenere che Cor-
quell'esule dopo aver preso Satri- bio fosse a Rocca Priora. Tale opi-
co, Longula, Polusca e Corioli, si nione si conferma dal racconto di
rivolse a Lavinio e l'occupò; indi Livio, dicendo che Quinzio dopo
fece altrettanto con Corbione, Vi- la vittoria riportata sopra Clelio
tellia, Trebia, Lavico e Pedo, e fi- Gracco nella valle Albana sotto
nalmente si accampò alle fosse Tusculo, si fece rendere Corbione
Cluilie. Or conoscendosi che Vitel- che era stata occupata dagli equi;
lia era Valmontone ora città, La- e che sul principio dell'anno 229
bico alla Colonna Pedo a Galli-, di Roma, mentre erano sul punto

cano, ne segue che Corbione, che di scoppiare nuove discordie, ven-

fu la prima dopo Lavinio ad esse- ne l'annunzio in Roma che gli e-


re presa, era la prima nella dire- qui all'improvviso di notte eransi
zione in cui stanno le città pre- impadroniti di Corbione, ed erasi
dette. Narrando Dionisio la mossa perduto il presidio che ivi roma- i

generale de' latini per rimettere i ni avevano, onde fu ordinato dal

Tarquini sul trono di Roma , di- senato che si levasse un eseicito


,

ce che la prima loro operazione fu subitamente, e si mandasse nell'Al-


d'impadronirsi di un forte castel- gido; per cui si vede che Corbio-

lo presidiato dai romani, chiamato ne era vicino all'Algido, ora di-


Corbione e dopo aver tagliato a
,
rimpetto a Rocca Priora è la pim-
pezzi la guarnigione ne fecero un ta imboschita di quel monte famo-

centro di operazioni dal quale usci- so. Aggiunge Livio, che gli equi

rono a predare e devastare le ter- dopo aver tagliato a pezzi il pre-


re dei romani, circostanza che non sidio di Corbione, presero Ortona

sembra potersi verificare , se non ossia Artena, la quale corrisponde


nel punto di Rocca Priora, poiché i a Monte Fortino, terra alla quale
latini in quella guerra non oltre- si va direttamente da Rocca Prio-
passarono il territorio tusculano, es- ra per la gola dell'Algido : in tal

sendo terminata colla battaglia di circostanza lo stesso storico nota


Regillo, che comandata pei roma- come il console Orazio Pulvillo die
ni dal dittatore Postumio e pei ,
battaglia agli equi nelF Algido , li

latini dai Tarquini e da Mamilio discacciòda esso, così da Ortona e


tusculano, questi vi furono vinti dai Corbione, smantellando questa ter
primi l'anno di Roma 25j. Dal- ra in pena di aver tradito il pre-
l'altro canto di là poterono esten- sidio romano; così finì questa terra

dere le loro devastazioni alle tene latina, essendosi distrutte le case fino

dei romani poste sulla falda del dalie fondamenta l'anno 299 di
,

monte Albano, che domina la val- Roma, 45^ avanti l'era volpaie.
FRA FRA 179
Dopo tale distruzione negli ulti- venie li loro rispettivo padre, e
mi tempi della repubblica , come volle che nel ducato di Castel Gan-
di tante altre città primitive av- dolfo e marchesato di Rocca Prio-
venne, si formò nel suo sito ima ra fossero compresi i loro rispetti-
qualche villa romana, e nella de- vi territorii, la metà di Albano e
cadenza dell' imperio a questa sa- di Poggio Catino; ma nell'anno
rà succeduto un villaggio, rima- 1^97 Clemente Vili volle che Roc-
sto estinto anch'esso; ma dopo la ca Priora si vendesse alla camera
memorata Tusculo
distruzione del apostolica, per cui il Piazza a pag.
formossi una nuova qua- terra, la 275 dice che il suo governo si con-
le forse per essere stata la prima feriva dal commissario della stessa
a sorgere in cjueste parti, e fonda- camera apostolica , ed aggiunge
ta dai primari abitanti del Tuscu- varie opinioni sull'origine del no-
lo prese tal nome: altri furono me della terra ripugnando erro- ,

di sentimento che a cagione di sua neamente a concedergli le preroga-


favorevole situazione venendo tra i tive del celebre Algido illustre co-
luoghi circostanti al distrutto Tu- Ionia romana , che piuttosto attri-
sculo prescelto a villeggiatura di buisce a Rocca di Papa non a Roc-
l'emani personaggi ne derivasse la ca Priora, dal quale è distante il

denominazione La rocca che vi monte tre miglia e mezzo, dando-


edificarono esiste, ed è forte. Roc- ne erudite notizie il Nibby nel tom.
ca Priora nel secolo XIV fu occu- 1, pag. 123 e seg. Egli lo chiama
pata dai Savelli, e perciò neh 4^6, Algidiim oppidum, Algidus mons
andò soggetta con altre terre loro e Cava dell' glia. Ai dire del J
come Borghefto, Castel Gandolfo, Piazza, la camera apostolica entrò
Albano e Savello, ad essere sac- in possesso di Fiocca Priora nel
cheggiata dal legato pontificio di pontificato di Paolo V, il quale vi
Eugenio IV, Giuliano Pvicci arcive- si recò a prenderlo, abitando nella
scovo di Pisa. Ai Savelli si attri- casa della famiglia Ratti. Scrisse il

buisce il ristoramento della rocca, Nibby che il lago Regillo celebre


e le leggi e statuto municipale. per la vittoria riportata dai ro-
Mentre n'erano signori Savelli, i mani sopra i latini guidati dai Tar-
vi si recò il Papa Pio II prove- ,
quini e da Mamilio tusculano, non
niente da s. Maria di Palazzuolo, era quello che è rasente la strada
della quale parlammo all' articolo della Colonna e nel monte Falcone,
Albano [Vedi). Il Pontefice allog- come molti ritennei'o, ma piuttosto
giò nel palazzo de' Colonnesi di nel cratere di Pantano Secco, e per-
Odoardo duca di Marsi, che ne lo ciò vedersi tra Frascati e Monte
aveva pregato, e vi fece soggiorno Porzio. Non esistendo più alcun lago
per alcuni giorni e ne parla lo , tra Frascati e Monte Porzio non ,

stesso Pio II ne' suoi Commentari. può ammettersi la opinione del


Nel Ratti Della famiglia Sforza
, dottissimo Nibby, ad onta di quan-
tom. II, pag. 341, si legge che Si- to sciive parlando del lago Regil-
sto V eresse in marchesato Rocca lo, nel situare cioè tra i detti due
Priora, stabilendo che questo fosse luoghi , come dice a pag. 299 , il

U titolo dei primogeniti della po- lago Regillo cotanto rinomato. D'al-
tente e nobilissima casa Savelli, vi- tronde tutte le descrizioni che si
i8o FRA FRA
hanno degli antichi sciiltori sul eccellenti. Devesi però avvertire che
medesimo lago tendono a farlo co- il eh. Fea confuse l' acqua detta
noscere in un luogo chiuso tra alti Algenziana o Algidense, che ha la
monti nell'agro tusculano e sotto il sorgente sotto Rocca Priora, con
castello di Corbio , le quali circo- la Giulia che si determina da Fron-
stanze non si trovano concordare tino essere stata allacciata presso
altro che nel luogo ora occupato al XII miglio della via Latina, cor-
dai laghi della Cave effettivamente rispondente precisamente nel luogo
corrispondente sotto Rocca Priora, ora distinto col nome di ponte de-
ove stava il suddetto castello di gli Squarciarelli vicino a Grotta-
Corbio. ferrata, ed alla distanza di più di
La chiesa principale di Rocca dieci miglia dalle suddette sorgen-
Priora è a tre navate divise da ti dell'acqua Algidense. JNè poi si

colonne ottangolari , con capitelli hanno che la detta acqua


notizie

corinti dei tempi bassi. Il Piazza sia stata condotta sino in R^oma,

dice che la chiesa parrocchiale è come venne asserito dal medesimo


dedicata alla gloriosa Assunzione in Fea. Veggasi il Ricchi nella sua
cielo della Beata Vergine, posta in Reggia de" volscì, il quale a pag.
cima alla terra , di antichissima 82 e seg. parla di Montefortino
struttura con sei altari, uno de' qua- che dice succeduto all' antico ca-
li dedicalo a s. Rocco, a cagione di stello Corbione. Del castello o ter-

essere slata la terra preservata dalla ra poi della Colonna, l'antico La-
pestilenza che flagellò i castelli vici- hico (Vedi), posto nella diocesi di
ni. Discorre pure della chiesa di Frascati, ne parlammo al voi. XIV,
s. Maria della Neve, poco distante pag. 280 e 28 r del Dizionario:
dalla terra, di ragione della com- il Piazza ne tratta a pag. 268, e
pagnia del ss. Sagramento. Le ca- dice che la chiesa parrocchiale fu
se di Rocca Priora mostrano la co- dedicata a s. Nicola arcivescovo di
struzione saracinesca del secoloXlII. Mira; poco distante dal-
e l'altra
Dalla spianata sotto il vecchio pa- la venne eretta sotto l' invo-
terra,
lazzo baronale si gode una veduta cazione di Maria Vergine, e poi in-
magnifica monti Lepini verso
de' titolala ai ss. Sebastiano e Rocco
oriente, come pure di tutta la val- perchè gli abitanti a loro inter-

le degli ernici e di altri luoghi, ciò cessione furono preservati dalla pe-
che forma un quadro imponente. ste. Ora passiamo compendiosamen-
L'avvocato Carlo Fea nella Sto-
d. te a dire dell' aulico Tusculo , del-
ria delle acque antiche, tratta del- l' odierno Frascati e del suo vesco-
l'acqua delta Algidosa o Alidosa , vato suburbicario.
anticamente Giulia, che veniva in Tusculum antico, si rinomato
Pioma dal monte Algido, che rac- nei tempi anteromani per la cele-
colta alle sue radici , dai piani di brità del suo fondatore, nelle pri-
Rocca Priora è condotta in gran me età di "Roma per la sua for-
parte alla villa in questa città; dice tezza, e nell'epoche di maggior pro-
che tali acque e suoi condotti an- sperità dei romani per le sue de-
tichi furono dichiarati proprietà liziose ville, venne tolto dall'oscu-

del governo da Clemente Vili , e rità in cui giaceva da più secoli,


che tali acque sono ancora oggidì col mezzo de' memorati sterraraen-
FRA FR \ i8i
li impresi a'tioshi giorni ad ese- Canina lo chiama sempre il Tu-
guire con ordinalo metodo per co- sculo , come per denotare il colle
mando di Carlo Felice re di Sar- forte, semplicemen-
in vece di dire
degna , e continuati dalla regina te Tusculo. Di alcune etimologie
sua consorte Maria Cristina di Bor- del nome Tusculo ne parla anche
bone, coir opera del marchese Lui- il Malici nelle Memorie isLoriche
gi Biondi , e principalmente con dell' antico Tusculo a pag. 8 e seg.
quella dell' esimio architetto cav. Il Tusculo era distante quindici mi-
Luigi Canina, che inoltre fu dalla glia da Roma , ossia cento venti
regina incaricato della illustrazione stadi ; ma fra la città antica e la
e descrizione di tutto ciò ch'era moderna Frascati sono duemila tre-
relativo all'antica città di Tusculo, cento passi di differenza ,
poiché
come delle più rinomate opere rin- Frascati è circa dodici miglia di-
venute negli sterramenti fatti , lo stante da Roma per la porta s. Gio-
che eseguì nella sullodata opera vanni.
della quale poco potrò profittare Fu tradizione comune presso gli
a cagione de'ristretti limiti di que- antichi, che la città di Tusculo fos-
sto articolo. Tuscaluni fu dunque se fondata da Telegono creduto fi-
lina delle città più illustri de' tem- glio di Ulisse e di Circe, quindi i

pi antichi , ed una delle più rag- poeti designarono il Tusculo col


guardevoli nel medio evo fino alla nome moenia dicen-
di Telegoni ,

sua distruzione totale. Il clima suo dosi pure Telegoni muros le mura
temperato, e la situazione amenis- di Tusculo, Telegoni juga parrici-
sima attrassero ne' tempi antichi ,
dae, e Circaea moenia il giogo tu-
come ne' moderni le persone dovi- sculano, ec. Altri dicono essere sta-
ziose e potenti che popolarono il
,
to il fondatore un Telegono pio-
suo territorio di ville sontuose, co- veniente dal luogo denominato Cir-
me delle moderne superstiti abbia- ceo, presso il castello di s. Felice
mo brevemente discorso. In quan- [Fedi). Si vuole che lo stabilimento
to all'etimologia del suo nome Tu- del Tusculo sia accaduto precisa-
sculuni, tra le varie opinioni che mente intorno una generazione dopo
Festo compendiò sembra doversi
, l'eccidio di Troia, allorché si rifugia-
appigliare a quella con cui si crede rono in queste contrade molti pro-
esser derivato da vocabolo greco fughi greci , e forse lo stesso Ulis-
denotante un luogo acuminato, ossia se. Presso i tusculani ed i romani
tanto elevato nel d'intorno , eh' era fu ritenuta per certa tal tradizione,
di diflicile accesso ; in fatti osservan- che la celebrarono in vari monu-
dosi la forma della stessa sommità menti. Ai primi abitatori, che dal-
del colle tusculano, si trova preci- la inaccessibilità del luogo si dis-
samente per sua natura inaccessi- sero tusculani , e che dimoravano
bile. Vedendosi poi distinta questa in abitazioni di rustica struttura e
cittàcomunemente dai latini col non mura, narrano diver-
cinte di
nome Tuscnlwn in vece di Tu- si scrittori che si venne ad unire il
sctilus, conferma in certo modo es- tanto rinomato Telegono vero , o
sersi dedotto precisamente dalla sedicente figlio di Ulisse, dopo cioè
singolarità del luogo, e non dalla la venuta di Enea troiano in que-

derivazione di altro nome j ed il ste regioni e dopo la guerra che


,
i82 FRA FRA
questo eroe ebbe a sostenere coi sottoposto alla stessa sommità , in

popoli abitalori delle medesime cui venne poscia protratta la cit-

lene. Quindi si raccoata come Te tà. Alla bontà dell'aria propria del

legono insinuasse ai primitivi abi- luogo e a quella delle acque si


,

tanti di luogo con vtili-


cingere il aggiunse un fertile territorio , che
de mura, nella parte supeinore del forse si sarà ingrandito dopo l' e-

colle tusculano che venne poscia , sterminio di Alba- Lunga.


ridotta a servire di arce o citta- L'ultimo e settimo re di Roma
della delTusculo edificato poi nel Tarquinio il Superbo, aspirando al
piano sottoposto. Allora il luogo dominio di tutto il Lazio, e divenuto
si venne a costituire in forma di signore assoluto di Roma, cercò di
città , ed in essa dovette natural- guadagnarsi i latini, stringendo vin-
mente accrescere la popolazione. coli di ospitalità e di parentela coi
Dopo morte di Telegono rima-
la primari personaggi di quella nazione.
se il Tusculo senza alcun capo di- Non isfugg\ all'accorto tiranno la
stinto , e reggendosi colle proprie grande influenza che sopra tutti gli
leggi stabilite dal suo fondatore altri latini avea Ottavio Mamilio

senza collegarsi con alcuna delle tusculano, il quale credevasi discen-


città circonvicine , in progresso per- dente di Ulisse e di Circe, e per-
dette alquanto nell' incivilimento e ciò gli die in moglie la figlia, ma-

nella goduta prosperità ; per cui trimonio che gli procacciò paren-
allorquando il re Latino-Silvio as- tele ed amicizie importanti. Que-
sunse il governo di Alba-Lunga sta parentela di Mamilio con Tar-
tra le diverse colonie spedite nelle quinio fu una delle cause princi-
vicine città, si annovera pure il pali della guerra latina; dappoiché
Tusculo .•
queste colonie o stabili- il re Tarquinio, dopo essere stato
menti, siccome i piìi antichi, si de- discacciato da Roma, avendo inva-
notarono col nome di prischi lati- no tentato di ritornarvi coli' assi-

ni, per distinguerli da quelli che stenza degli etruschi condotti da


si fissarono dopo lo stabilimento di Porsenna, ritirossi a Tusculo pres-
Roma. Di poi come le altre città so il suo genero e si guadagnò, •

del Lazio anche questa riacquistò r amicizia de' tusculauij già tenuti
la sua indipendenza dopo la distru- in mastsìior considerazione dcijli al-

zione di Alba, già capitale dell'an- tri popoli del Lazio antico, e che
tico Lazio, eseguita per ordine di perciò avevano grande influenza nel-
Tullio Ostilio terzo re di Roma. le vertenze che accadevano tra es-
Da queir epoca il Tusculo si res- si. In questo tempo i tusculani ven-
se a modo di repubblica, sotto la nero ammessi nel novero de' popo-
presidenza di un dittatore; ed è a li che partecipavano de' sagri tìzi,
credere che successivamente si ac- che furono in allora stabiliti a ce-
crescessero comodi e le cose ne-
i lebrarsi ogni anno sul monte Alba-
cessarie al mantenimento della po- no, e nel piano mentovato di so-
polazione che gradatamente si au- pra ricevevano la parte delle carni
mentava, COSI suoi abbellimenti le i ; che loro di diritto spettava. Colla
acque si raccolsero con quelle fil- protezione del re Tarquinio i tuscu-
trazioni che gemevano a piedi del lani acquistarono maggior conside-
lato settentrionale di quel piano razione presso gli altri popoli del
FRA FRA i83
Lazio, ed accrebbero il loro sta- buon mattino si trovarono in Ro-
to e proprietà sotto il medesimo ma, dove come alleati vennero ac-
Tarqiiinio. mentre cercò di di-
Ivi, colti. Fatto centro nel foro Roma-
strarre 1 attenzione de' romani cul- no, assalirono insieme col console
la mossa de' sabini, il re tramò la Valerio alla testa dei romani , le
famosa lega latina nella quale eti- genti di Erdonio j ed espugnarono
traruuo trenta comuni ; l' eserci- il Campidoglio, e finita l'impresa
to collegato [tee centro in Tusculo, ebbero dai romani pubblici ringra-
e di là si laccolse presso il lago ziamenti, che furono fatti al ditta-
Fiegillo nel territorio tusculano . tore ed al senato di Tusculo.
Mamilio condusse l' esercito della L'anno seguente avvenne a Tu-
lega,con Sesto Tarquinio (prim* sculo un caso affatto simile, dappoi-
avea comandato quello composto ché mentre i romani con l' eserci-
priucipaluienle degli aiitemnati e to erano accampati presso d'Anzio,
de' camerini ); ma avendo il ditta- gli equi col fiore della gioventù al-

tore romano Poslumio occupato il l' improvviso di notte si diressero


sito che si frappone tra il lago ed a Tusculo, e ne occuparono la roc-
il Tusculo j intercettando cosi al ca. Ne corse tosto la nuova a Ro-
campo latino i viveri e le comu- ma , e da Roma volò ad Anzio,
nicazioni, segui la battaglia eli' es- per volere dei consoli ad onta del-
sendo fittale ai latini, il loro stes- la opposizione dei tribuni perchè ,

so capitano Mauiilio peri pev le i tusculani fossero prontamente aiu-


mani di Tito Erminio, e con lui tati come narra Dionisio. Allora
venne fatta la strage di molti mi- Fabio che comandava l'esercito lo
liti mentre
, di quarantamila fanti mosse immediatamente verso il Tu-
e tremila cavalli , neppure dieci- sculo, ed una parte ne destinò a
mila tornarono salvi alle loro case. riprendere la rocca, col resto assah
La pace che segui quella guerra il campo degli equi ; ma non fu
fu strettamente mantenuta dai tu- così pronta la resa di quelli che
sculaui, a segno che l'anno 289 o si erano impadroniti della rocca.
290 di Roma le loro terre ven- Dopo vari mesi, stretti dalla fame
nero saccheggiate dai volsci e da- capitolarono, furono passati dai tu-
gli equi nemici de' romani. Il lo- sculani nudi ed inermi sotto il gio-
ro attaccamento per questi non ap- mentre traversava-
go, e raggiunti
parve più sincero ne' tusculani, se no r Algido dal console romano
non neir anno 294, allorché Appio Quinto Fabio Vibulanio , vennero
Erdonio sabino occupò per sorpre- tutti tagliati a pezzi. Nell'anno ap-
sa il Campidoglio con 4^00 uomi- presso gli equi sotto la condotta
ni lu parte esuli , in parte servi. di Gracco Clelio scorsero prima
In quella notte stessa si seppe a l'agro labicaiio, e poscia il tuscu-
Tusculo la notizia di questa occu- lano, e carichi di prede si accam-

pazione , e Lucio Mamilio, che al- parono nell'Algido. Il senato roma-


lora era dittatore di Tubculo, con- no spedi a loro legati per quere-
vocò immediatamente il senato tu- larsi Quinto Fabio Publio Volu-
,

sculano, e caldamente parlò a fa- mnio ed Aulo Postumio: il coman-


vore di Roma ; quindi furono di- dante degli equi li ricevette con
atiibuite le aimj, ed i tusculam di insolenza , ed iionicaiueute disse
i84 FI^A FRA
loto di comandi del se-
esporre i di attaccamento per parte dei tu-
nato romano ad una quercia o fag- sculani, furono ricambiate con al-
gio, che grande sovrastava alla sua trettanta fiducia per parte dei ro-
tenda , che frattanto egU avrebbe mani. Correndo l'anno 336, venu-
fatto altre cose. Giunte in Roma ti i labicani in forte sospetto di
tali notizie fu eletto a dittatore aver stretto lega cogli equi, i ro-
Tito Quinzio Cincinnato, che scon- mani diedero ai tusculani la cura
fìsse gli equi, e fatto prigione an- di sorvegliarli, e scopertasi nell'an-
che Gracco lo fece passare insieme nc seguente questa alleanza, fu di-
cogli altri ignominiosameute sotto chiarata ai labicani la guerra, do-
il giogo. Egli ne riportò l'onore po che si seppe che
labicani avea- i

del trionfo ed i romani con uni-


,
iio armi, ed insieme col-
prese le

versale approvazione accordarono r esercito degli equi dato il guasto


a Lucio Mamilio dittatore tuscu- al territorio tusculano, eransi ac-
lano la cittadinanza romana , in campati nell'Algido. L'esercito ro-
benemerenza dell' impegno che a- mano vittima della dissensione dei
vea mostrato nella occupazione del capi, andato ad attaccarli fu scon-
Campidoglio. Irrequieti sempre gli fitto; i capitani, i luogotenenti, e il

equi, nell'anno 3oo tornarono ad nerbo dell'esercito si ritirò a Tu-


infestare l'agro tusculano; venuti sculo, il rimanente si sparpagliò.
da Tusculo messi apportatori di Scollo però a dittatore Quinto Ser-
tali notizie al senato romano, que- vilio Pi'isco, ristabih gli affari, ed
sti ordinò ai due consoli di anda- in otto giorni mise in rotta i ne-
re ad affrontarli. 1 consoli li rag- mici, e s' impadronì di Labico stes-
giunsero ed uccisero
neir Algido , so. Nell'anno 373 tusculani uni- i

loro settemila uomini, fugarono il ti ai gubini ed ai labicani porta-


rimanente , e riportarono un forte rono reclami al senato romano con-
bottino, che fu venduto a vantag- tro i jìi'eneslini, accusandoli di gua-
gio dell' erario pubblico. Cinque sti dati alle loro terre, ma il se-
anni dopo vennero gli equi di nuo- nato non vi volle prestar fede.

vo ad infestare le terre de' tuscu- Quale però fu la sorpresa di Ca-


lani e si attendarono all'Algido,
,
millo r anno seguente, allorché fra
loro campo ordinario. Questo fat- i prigionieri fatti sopra i volsci,

to scosse altamente i decemviri ,


alcuni tusculani ancora gli furono
che allora reggevano Roma, e par- presentati, i quali interrogati con-
ticolarmente assunsero il comando fessarono aver prese le armi per
di questa spedizione Marco Cor- pubblico consiglio. Allora il senato
nelio, Lucio Minucio , Tito Anto- romano vedendo che tusculani i

nio Cesone Duillio e Marco Ser-


, aveano abbandonato l'antica allean-
gio. Ma
romani riportarono una
i za, ordinò a Furio Camillo di far-
rotta terribile a segno che i sol- ,
gli guerra; ma i tusculani oppose-
dati superstiti rimasti privi di tut- ro ima pace costante, vedendosi
to si Volsero a Tusculo imploran- impotenti resisteie alle forze roma-
do il soccorso de'loro alleati, che ne: dappoiché entrati i romani sul
subito lo concessero amichevol- loro territorio, non solo i lavori
mente. cam[)e>tri tranquillamente dai tu-
Queste continuate testimonianze sculani si proseguivano, ma ogni
FRA FRA iSS
{giorno tanto dalla città che dai Sulpicio tribuni militari. I romani
campi portarono all'esercito vitto- assediarono i latini, mentr'essi fa-
vaglie di ogni genere. Avendo quin- cevano altrettanto colla cittadella,
di Camillo posto il campo innanzi e trovandosi attaccati disopra dai
alle porte della città, le trovò aper- tusculani, e di sotto dai romani
te, ed entrato in essa trovò tutti non poterono resistere: la città fu
tranquilli, ed intenti ai lavori ed presa dai romani colle scale abbat-
alle scuole, senza apparenza alcuna tendone le porte, ed i vincitori fe-
di guerra, onde convocato il sena- cero man bassa de' latini, senza che
to l'invitò a spedire in Roma de- uno scampasse dall' eccidio ; , dalle
putati per la concordia. Per tal narraziont avvenimento
di questo
contegno il senato romano ricevè rilevasi, come il Tusculo fosse re^

la deputazione tusculana col ditta- cinto da doppie mura, le une in^


tore nella curia Ostilia, non solo torno alla città ch'ebbe il nome
confermò i trattati esistenti coi tu- di oppiduni, e le altre intorno al-
sculani, ma dopo li aggregò
poco la o cittadella denominata
rocca
alla cittadinanza romana, favore as- arx. Dipoi a Servio fu coniata una
sai raro a quell'epoca, poi con sag- medaglia d'oro, nella quale da un
gia politica divenuto più comune. lato sono le teste dei Dioscuri Ca-
1 tusculani conservarono le proprie store e Polluce, numi de'tusculaoi,
leggi coi diritti concessi ai munici- e nel rovescio è una città sulla cui
pi, in un ai propri magistrati, e porta si legge tuscul. Circa un an-
come tempi antichi senatori e
nei no dopo i veli terni si mossero ad
consoli.Più tardi, quando furono assalire il Tusculo, ma dovettero
compresi tra cittadini romani, i ritirarsi in fretta, perchè i roma-
ubbidirono alle leggi di Roma, se- ni spedirono un esercito a soccor-
guendone pure le costumanze. rere la città, indi passarono ad as-
Non passarono molti anni dopo sediar Velitrae. Il Tusculo rimase
questa riconciliazione perfetta dei in pace sino all' anno 305, allor-
tusculani coiromani, che i latini ché i galli, dopo il fatto glorioso
nell'anno 878 incendiando Satrico_, di Tito Manlio al ponte Salario,
meno il tempio di Matuta, rivolse- ritiratisi nelle terre de' tiburtini, e
ro il loro sdegno contro il Tusculo, stretta seco loro alleanza, fecero
perchè il comune distaccatosi dalla una scorreria nella Campania: re-
lega latina erasi alleato coi romani, duci da quella commisero orribili
ed anche perchè in certa guisa era devastazioni nei terri torli labicano,
divenuto parte di Roma nelì'aver tusculano, ed albano e gabino; ma
accettato il diritto di cittadinanza. costretti a ripiegar verso Roma dal
All' improvviso i latini, essendo aper- dittatore Quinto Servilio Aliala, ri-
te le porte di Tusculo, penetraro- portarono una disfatta solenne non
no nella città e se ne impadroni- lungi dalla porta Collina. Dopo
rono tranne la rocca, dov'eransi tanti tratti di attaccamento, dopa
ritirati i cittadini colle mogli e fi- i tante riprove di fedeltà per parte
gli. romani del-
Avvisati da loro i de' tusculani, e di affezione leale
l'avvenimento, spedirono un eserci- per parte dei romani, sembra in-
to in soccorso di Tusculo, coman- credibile che i tusculani entrassero
dato da Lucio Quinzio, e Servio nella famosa lega latina, tramate» ^
i86 FRA FRA
datino di Roiiiii, e tiolo può oon- della Poliia, la quale fu di pare-
gcttuiai;>i che qneslo partito sia sta- re, che quelli entrati nella puber-
to preso per tjualche motivo lu- tà, dopo essere stati battuti venis-
gcnte. Essendo gli eserciti in vi- sero uccisi, e le donne e i fanciul-
sta, provocato il giovane Tito Man- li secondo le leggi di guerra fosse-
lio da Gemino Mettio o Mezio co ro venduti all'asta. Riferisce Livio,
mandante della cavalleria tusculana, donde il Nibby trasse questi rac-
trasgredì il comando consolare del conti, che la memoria di questa
padre, e sebbene vincitore fu vit- intenzione della tribù Follia rima-
tima della disciplina militare e se talmente impressa nella mente
della rigidezza paterna, clie lo fe- de' tusculani, che fino agli ultimi
ce decapitare da un littore. La guer- tempi della repubblica ninno della
ja finì coir intero soggiogamento tribù Papiria, alla quale era ascrit-
del Lazio, nel famoso senatus con- to il Tusculo, volò a favore dei
sulto che distinse in varie catego- candidati della PoUia; ed è da no-
rie i comuni che vi avevano pre- tarsi, che molta influenza avevano
so parte, i tusculani per la prote- i tusculani nelle votazioni della tri-

zione che godevano del console Lu- bù Papiria , alla quale erano ascrit-
cio Furio di famiglia tusculana, ti dopo la loro aggregazione alla
furono trattati con maggior clemen- cittadinanza di Roma: la tribù Papi-
za, poiché la loro ribellione piut- ria era una delle dieciselte tribù ru-
tosto fu aggiudicala a danno di stiche stabilite da Servio Tullio sesto
pochi intriganti che l'avevano mos- re di Roma, vece delle quattro
in
sa, di quello che dell' intero comu- primieramente stabilite, la quale co-
ne, al quale fu perfino conservato me la tribù Pupi nia pure annoverata
il diritto di cittadinanza romana tra esse da detto re, avevano le terre
che antecedentemente aveva con- limitrofe al Tusculo. Dopo il suddet-
seguito. to fallo non trovasi memoria nel-
Nell'anno 4'7 ^^^^e luogo l'as- la storia antica di alcun avveni-
sestamento delle cose latine; indi mento singolare sul Tusculo, il

nel 4^' sorse contro de' tusculani quale rimase poi sempre un muni-
il tribuno della plebe Marco Fla- cipio fedele del popolo romano, e
\io, accusandoli dinanzi al popcilo come tale die personaggi illustri

di aver fornito ai veliterni ed ai all'antica Roma; dappoiché varie


pri vernati i mezzi di far la guerra famiglie celebri traevano di là l'o-

ai romani.Probabilmente ciò fu rigine, come la memorata Mami-


una nera calunnia il popolo tu- : lia, la Porcia che produsse i due
sculano si recò tutto intero a Ro- Caloni, la Fulvia o Furia, la Co-
ma colle donne e coi fanciulli, e runcania, la Giuvenzia, e la Fon-
prese l'abito dei rei onde muove- teia. L'anno 54 1 il cartaginese
re a compassione; implorò il favo- Annibale nella sua spedizione con-
re delle Iribìj, per esser levati da tro Roma, nel rivolgersi verso
questa taccia, senza entrar nel me- questa dalla Campania, seguendo
rito dell'accusa. Questo solo spet- la via Latina, traversali i territori!
tacolo commosse romani^ e tut-
i di Frosinone, Ferentino ed Anagni
te le tribù abrogarono la legge entrò in quello di Labico, quindi
proposta dal tribuno, ad eccezione per la gola dell'Algido tentò d'jm-
FRA. FRA 187
padronirsi del Tusculo ; Ina non es- ne mura originali vetmero re-
le

sendo ricevuto nelle uiura, conti- staurate, come pure nella guerra
nuò il caaimiuo a deàtra del Tu- di Pompeo. Sulla line della re-
sculo e discese veiso Gabii, posciei pubblica, e ne'primi tempi dell'im-
venne a porre gli alloggiamenti nel- pero, il Tusculo fu il soggiorno
1,1 tribù Pupinia alla distanza di favorito de'più ricchi romani, che
otto miglia da Romii. llcav. Canina, edificarono nel suo territorio ville

che nel descrivere l'antico Tusculo splendidissime ad esempio di quel-


riporta tutte le testimonianze degli la che antecedentemente vi aveva
storici con uu dettaglio ed erudi- eretta Lucullo, oltre quelle fab-
zione mirabile, considerando che ì bricate dagli stessi più facoltosi tu-
romani per impedire il ritorno di sculani , onde il Tusculo si rese
Annibale dalla Campania, che solo pure insigne per tali ville. Sono
con più facilità poteva effettuarsi particolarmente celebri oltre la lu-
per la via Latina, si accinsero a cullana e la catoniana, quella di
fortificare i due monti che più al- Tullio Cicerone , di Quinto suo
ti s'innalzano dall'una e dall'al- fratello, di Marco Bruto, di Quinto
tra parte nella stessa viaj e che Ortensio, di Tito Anicio, di Balbo,
venendo dichiarato da Livio, che a di Cesare di Lucio Crasso
, di ,

tale oggetto furono spediti presidii Quinto Metello, di Aulo Gabinio


sul monte Albano, porta opinione ec, ricordale da Cicerone stesso e
che debbasi considerare essersi altret- da Plinio, non che la vastissima
tanto effettuato nel Tusculo, e che villa di Marco Scauro vicina al
conseguentemente negli scritti ori- Tusculo, che poi fu incendiata dai
ginali di Livio sia stata registrata suoi servi. Descrivendo Strabene il

nella descrizione dei preparativi fat- Tusculo ai tempi dell'imperatore


ti in tale occasione dai romani, Tiberio, il cui regno incominciò
unitamente monte Albano, l'ar-
al l'anno i4 dopo la nascita di Ge-
ce tusculana, e non l' esulana, co- sù Cnsto, dice che veniva ornato
me si legge in alcuni codici, per le d'intorno dalle ville, e specialmen-
giuste ragioni che riporta, massi- te dalla parte di Roma , dove la
me per essex'e perita Esula tra le falda era fertile, bene irrigala ed
città latine, come afferma Plinio. in alcuni luoghi sensibilmente emi-
Tuttavolta nel territorio i tuscula- nente, e conteneva edifizi imperiali
ni soffrirono devastazioni per par- sontuosissimi, cioè le ville di Lu-
te dei cartaginesi. cullo e di Cicerone, ch'erano di-
Nelle terribili guerre civili, che venute parti del demanio imperia-
ebbero luogo verso il fine del go- le. Vi ebbe pure una villa la gen-
verno della repubblica romana, do- te Sulpicia, la quale divenne do-
vette il Tusculo soffrire le stesse po Galba anch'essa fondo imperia-
disgrazie a cui andarono soggette le. In quanto alla villa tusculana
Roma, e le città circonvicine. Nel- di Cicerone, ch'ebbe egli nelle vi-
la guerra seguendo
di Siila
tu- i cinanze della città di Tusculo, sap-
sculani il partito di Mario, il lo- piamo, eh' era amenissima nell'in-
ro territorio fu assegnato secondo trinseco,ed in una situazione as-
la misura fittane per ordine del sai deliziosa; che venne ivi ispira-

medesimo Siila : in quella occasio- to di molti concetti fllosolici; che


/

|88 FRA FRA


per trasporto di parzialità volle nieri o Rufina, vicina a quella
iicoidarla ai posteri intitolando della Rufiniìlla che in origine ne
Questioni Tuscidane cinque li- \ faceva parte. Tuttavolta va letto
bri che ivi compose ; che cotal sa- l'erudito ed interessante discorso
piente romano la di cui gloria non del eh. cav. Gaspare Servi inti-
potrà mai ecclissarsi da verun al- tolato: Cenni su Grotta Ferrata ^
tro genio, trattò in questa opera : ed intorno al luogo, ove sembra
1." del disprezzo della morte; 2." che fosse la villa di Cicerone, Ro-
del coraggio nel sopportare i do- ma i8i4 per 1{» stampe del Mo-
lori; 3.° del modo di alleviare l'a- naldi. Egli espressamente
tratta
cerbità dei mali; 4-" delle passioni; della villa di Cicerone a pag. 19
5." del bene che si ritrae dalla e seg. ove , riporta gravi e dot-
virtù. Quindi è perciò che non ti argomenti per istabilirla presso
deve recare meraviglia, se la si- Grottaferrata.
tuazione , e la casa che dette tan- La villa di Cicerone in origine
ta vaghezza di piacere a quel ce- fu di Siila, come apertamente af-
lebre moralista, oratore, militare, ferma Plinio : in questa villa Ci-
politico, i di cui fasti attraversan- cerone spese molto, come nell' al-
do i secoli si serhai'ono memo- tra sua villa di Pompei, per cui
randi sino a noi , se eccitare do- si diletto che
caricò di debiti pel
vette sempre invidia e cuiùosità ne sebbene inferiore alla
ritraeva,
d'indagare i precisi punti ove sur- magnifica villa di Gabinio, che Ci-
se, e le topografiche particolarità, cerone chiamò raagnificentissima.
sia stata lo scopo delle ricer- Da lui si rileva che la propria vil-
che di tutti i tempi. I dotti che la aveva due ginnasi , un piccolo
ne trattarono si divisero in due atrio , un portichetto , un bagno ,
classi : caposcuola dei primi è il un viale coperto , ed un orologio
monaco basiliano Sciommari che solare. Uno dei ginnasi era sulla
la colloca a Grottaferrata, a cui parte superiore della villa, al quale
poscia succedette il Cardoni, altro Cicerone avea dato il nome di Li-
monaco dello slesso ordine; gli ceo ad imitazione di quello famo-
altri col gesuita Ziizzeri la pose- so di Atene, e come quello desti-
ro sull'alto del colle tusculano en- nato particolarmente al passeggio.
tro la villa della Rufinella . Il Ivi era solito di passeggiare e dis-
Nibby studiosissimo convince il p. putare prima del mezzodì come
Zuzzeri, che la villa tusculana di Aristotile nel liceo di Atene, sicco-
Cicerone stava sul monte prossima me egli medesimo nelle Tusculane
al TusGulo in una falda, benché afferma : ivi era pure una biblio-
altri la credettero nelle basse pen- teca da lui ricordata. L'altro gin-
dici del monte, o nella valle di nasio ad onore di Platone fu da
Grottaferrata, luogo ancor celebre lui denominato V Accademia, e que-
per l'abbazia de'basili;uii ; quindi sto era nella parte inferiore della
crede potersi con sicurezza dire che villa,e ad imitazione del giardino
il sito della villa Tulliana sia den- di questo nome presso Atene; an-
tro l'odierna villa della Rufinella, che questo era ombroso, come a-
e che qiiiilla di Gabinio fu nel perto era il Liceo. Ornavano i due
juogo dove è ora la villa Falco- licei armi di marmo pcutelico culle
FRA FRA i8()

teste di bronzo, statue megaiiche ec. rebbe anche essa di Lucullo, la quale
Questa villa veniva fornita di ac- come è d'altronde noto conteneva
qua dall'acquedotto della Crabra , più fabbriche che terre, onde per
dalla quale molte altre terre erano testimonianza di Plinio era mag-
fornite intorno al Tusculo, e a tut- giore la parte che aveasi da sco-
to il municipio tusculano. Della pare, di quella che si aveva da
villa di Cicerone, delle reliquie che lavorare, secondo il motteggio dato
ad essa si ampia-
attribuiscono, a Lucullo dai censori. Degli avanzi
mente ne Canina nella
discorre il e ruderi della villa di Lucullo, non
sua opera, come di quanto risguar- solo ve ne sono nella città , ma
da le delizie LucuUane. Queste fu- anche nelle ville Aldobrandini, Con-
rono rinomatissime per la loro son- ti, Montalto, Pallavicini, Rocci, Pas-
tuosità e grandezza, delizie che e- serini ec. Delle ville antiche tu-
rano specialmente adattate al sog- sculane ne tratta il Mattei a pag.
giorno di estate, come lo fece co- 43 e seg. delle sue Memorie iifo-

noscere Plutarco nel dire che Lu- rìchej come ancora a pag. 58 e
cullo aveva vicino al Tusculo abi- seg.
tazioni di campagna, e specole che Allorché si esteseil dominio ro-

dominavano tutto il dintorno, con mano sotto il governo degli impe-


portici e passeggi lunghissimi. Tro- ratori nelle piìi lontane regioni, e
vandosi in queste delizie un gior- divenne Roma maggiormente do-
no Pompeo, rimproverò Liicullo, viziosa, si trova soltanto fatta men-
perchè avendo disposto la sua vil- ziode del Tusculo come un luogo
la per l'estate, l'avea resa poi ina- di delizia nel quale si diportavano
bitabile nell'inverno; ma Lucullo a villeggiare i più ricchi romani,
sorridendo l'ispose, che Pompeo cre- e non più come una città, ossia
deva così che egli avesse minor in- municipio, importante per la sua
telletto della gru, perchè secondo situazione e fortezza. Così seguen-
le stagioni non sapesse cangiare le do quanto avvenne pure in Pioma,
abitazioni. Di là dalla piazza di si protrassero le abitazioni molto
Frascati verso oriente, a destra del- al di fuori della città, ovvero del-
la strada che conduce direttamen- l'oppido, conservando però sempre
te ai cappuccini, ed alla villa del- queste mura nella loro integrità,
la è il rudere di un se-
Piufinella, come quelle altresì della rocca o
polcro forma rotonda che il
di cittadella. Successe per questa pro-
volgo chiama di Lucullo; ed ab- trazione di abitato, che si edifica-
biamo da Plutarco che il popolo rono le posteriori fabbriche in tut-
romano decretò dare a Lucullo se- to il dintorno della città, e pre-
poltura pubblica nel campo Mar- cisamente lungo che mette- le vie
zio, come a Siila, e che il di lui vano alla medesima ov'erano i se-
amantissimo fratello ottenne di ren- polcri degli antenati questo au- :

dergli gli ultimi onori nella villa mento di abitato «bbe il nome di
tusculana. Or supponendo che que- suburbano tusculano, che compre-
sto veramente il sepolcro di
sia se il luogo denominato Come. L'im-
Lucullo, ne seguirebbe che la villa peratore Augusto beneficò i tuscu-
antica, sulla quale formossi la cit- lani, ed a mediazione di Antonia
tà di Frascati nel secolo XIII, sa- Augusta ancor più Tiberio, al cui
190 FRA FRA
tempo le ville di Luciillo e «li Ci- bono essere state, nelle frequenti in-
cerone erano divenute dominio im- vasioni dei popoli settentrionali, de-
periale ed abitate dagli imperatori, vastate tutte le fabbriche ch'eransi
per cui Strabene visitando questi erotte nei tempi prosperi dell'impero
luoghi descrive come j)rnsperava al- fuori i recinti delle mura, ed ancora
loia il Tiisculo, dicendo che le suo molle di quelle stesse che sfavano
bellissime ville erano edificale a p(')ste entro la prima cinta, ov'era la
guisa di reggie. In queste i [irinci- città, ossia l'oppido; laonde può
pi dell'impero e i piìi doviziosi ro- congetturarsi che alla caduta del-
mani recavansi a diporto in tem- l' impero occidentale, nel regno dei
po di estate, a godere dell'aria mi- goli, all'epoca della guerra giusti-
gliore che si potesse respirare nei nianea, e delle scorrerie de' longo-
dintorni di Pioma, come venne in- bardi, j tusculani si riducessero ad
dicato da Seneca, il quale osservò abitare la sola parte più elevata
che in egual modo si praticava in del Tusculo, rocca o cittadella pri-
Tibur. Inoltre Tiberio si fece edi- mitiva, per porsi al sicuro dalle
ficare una magnifica villa nel Tu- aggressioni nemiche. Così il Tuscu-
sciilo, come sontuose erano tutte lo ritornò ad essere ristretto nei
le delizie di questo piincipe. Nel limiti che furono fissati nel suo
principio dell'epoca imperiale si primo stabilimento, abbandonando
dovette costruire il teatro entro la alla devastazione le sue tante son-
città del Tusci.lo, del quale «iman- tuose edamene ville ed i vetusti
gono ragguardevoli rovine. Anche monumenti che lo avevano reso il-
Nerone frequentò le ville del Tu- lustre e celebrato nelle età ante-
sculo; e Galba soleva passare l'e- riori.
state nella sua villa tusculana, ri- Però il Tusculo neU' indicata sua
conoscendosi il Tusculo come luo- ristrettezza , dopo di essere slato
go fiesco, e perciò celebrato da posseduto in particolare dalla fami-
Stazio insieme a Preneste, al bo- glia Ottavia, ebbe nei susseguenti
sco frigido di Diana, all'Algido, ed secoli per alcun tempo somma
a Tibur tutti luoghi freschi. Tra preponderanza sul do- , ed anche
le ville di Plinio il giovane si no- minio di Roma stessa. L'indicato
vera la tusculana. Dopo che in particolar possedimento narrasi che
Roma fu edificato il grande anfi- fu tenuto primieramente nel sesto
teatro Flavio, detto poi il Colosseo, secolo da Tertullo patrizio roma-
diversi ne fabbricarono nelle
se no della famiglia Ottavia, che lo
Provincie, ed il simile fece il Tu- concesse con altre terre all'abbazia
sculo, proporzionato alla popolazio- di s. Benedetto di Subiaco , per
ne stabilita nel municipio, tra le avere ilsuo figlio s. Placido nel-
più nobili abitazioni fuori le mu- l'anno 52 1 professata la regola di
ra della città, con ricettacoli per s. Benedetto, come si contesta da
le fiere destinate agli spettacoli, di quanto si legge scolpito su di una
cui sussistono le tracce Dopo la colonna posta nell'atrio di quell in-
traslocazione della sede imperiale signe monistero di s. Scolastica: la
in Bisanzio, operata da Costantino, qual concessione venne confermata
probabilmente il municipio soffrì la dall'imperatore Giustiniano I e poi
stessa sorte che Roma, e perciò deb da Teodora sua moglie parente di
FRA FRA .91
Tcrtiillo, e poscia pure tì.Tl Ponle- Monticelli ce, così dicasi de' conti
fìce s. Gregorio 1, altro parente tli 1 usculani, Coll'andare de'tempi, e
Tertullo, come rilevasi da altri do- per le vicende di que' secoli que-
cumenti risguardanti la suddetta sti conti divennero permanenti e ,

abbayia. Dipoi quando nel Gì ì Sti- finirono col farsi signori de' luoghi,
licone prese Roma e travagliò i de' quali in origine non erano al-

luoghi circonvicini, compreso il Tu- tro che amministratori. Fra que-


scnlo , il quale con infeudazioiie sti conti nel disfretto dì Roma, e
dell'abbate di Monte Cassino, giu- ne' secoli IX, X, XI e XII, si dis-
sta il costume di quei tempi , si tinsero talmente i conti Tusculani,
restituì dopo alcun tempo alla an- a segno di usurparsi il governo di
zidetta famiglia Ottavia, e quindi Roma , e talvolta quasi disporre
passò sotto il diretto dominio dei colla loro fazione del pontificato,
conti che si dissero tusculani dal quando ne' comizi dell'elezione in-
luogo stesso in cui ebbero il do- terveniva il clero', il popolo, i ma-
minio, e che si resero assai insigni gistrati e l'esercito; il perchè dal-
nella storia di quei tempi per il l'anno qo4 all'anno io58 si con-
potere che ebbero sulla fiizione do- tano sette Papi di loro fìuuiglia,
minatrice dj Roma, e per due se- olire tre eletti a di loro influenza.
coli con maggior dominio ed in- Se la famiglia Conti discenda dai
fluenza. conti del Tusculo, e se in questo
Prima di parlare dello splen- signoreggiò la famiglia Colonna, lo
dore cui risalì il Tusculo per i dicemmo a quegli articoli. iSecon-
signori che vi esercitarono il po- do il Mattei, per legittima discen-
tere, noteremo che nel pontificato denza della famiglia Ottavia passò
di s. Gregorio II, l'anno ySo, il dominio del Tusculo in Teodo-
il

ducato romano si sottopose al do- ro, duca e principe nobilissimo, e


minio temporale de' Papi, con set- da esso in Alberto suo figliuolo che
te città della Campania , sottraen- fu marchese di Toscana, e fratello
dosi da quello dell imperatore gre- del Pontefice Adriano I, che vuoi-
co l'empio Leone 1' Is,-i urico dis- si della famiglia Colonna, e morto
prezzatore delle sagre immagini, e nell'anno 795.
perciò scomunicato solennemente. I conti Tusculani fino dall'anno
Ora in questo avvenimento le for- 878 mostrano potenti nella storia
si

me dell' amministrazione rimasero di Roma


de'tempi bassi, ed alla te-
le medesime, e si andarono mo- sta della (azione tedesca, del senato o
dellando con quelle degli altri stati consiglio comunale di Roma, (piando
d'Italia retti dai longobardi; laon- appoggiarono le mire di Carloman-
de conti, Cotììiles, chiamaronsi co- no, e piestarono mano forte a Lam-
me dicemmo Conte (Ve-
all'articolo berto duca di Spoleto, e ad Adal-
(ìì), governatori e rettori che dal-
i berto I, marchese e duca di To-
la metropoli si spedivano nelle cit- scana, dal Pontefice Giovanni VIIT
tà e nelle terre ch'erano iaime- condannati come predatori delle
diatamente soggette, come a quel- città della Chiesa romana. Allora
r epoca era il Tusculo, nella stes- i conti Tusculani insieme coi primari
sa guisa che trovansi ricordali nei nobiliromani, mal soffrendo quel
documenti conti di Tivoli , di
i Papa, insorsero contro di lui e lo
192 FRA FRA
misero in carcere. Il citato Maltei gii. A quest'epoca i conti Tnsciila-
dice che dal suikletto Alberto passò ni pervennero alla signoria di Ro-
il Tusculo in potere di Benedetto ma per le arti dell' avvenente
ed Alberto o Alberico. Gli amici di Teodora, dama intrigantissima e po-
Giovanni Vili Io liberarono, ed lente, e madre di due altre fem-
egli si rifugiò in Francia, donde mine egualmente belle, disoneste,
poi tornò in Roma accompagnato ed influenti, cioè Maria Marozia, e
dal conte Rosone che avea adotta- Teodora II, dame romane come la
to per figlio, e difensore del suo madre. INIarozia, che pur si disse se-
stato. Alla sua morte avvenuta natrice romana sposò Alberico 1,
nell anno 882, non senza sospetto conte tusculano, marchese di Game-
di veleno, al dire degli annali Fui- rino e console romano. La possan-
densi, la fazione de'conti Tusculani za di questi coniugi , le avanie
portò al pontificio soglio IMarino I che commisero nei pontificati di
da Gallese, che altri chiamano Mar- Landò, e di Giovanni X, stancaro-
tino II da IMontefiascone , perso- no il popolo romano, che non po-
naggio illuminato e di gran pietà, tendo più sopportarli insorse feroce-
che li assolvette dalle censure ec- mente contro di loro, li cacciò da
clesiasliche.Morto questi neir884, Roma, e mise a morte Alberico I.

i Tusculani fecero cadere la


conti II loro figlio Alberico II, soste-
elezione del successore in Adriano nuto dalla sua fazione tornò a do-
III, romano, encomiato per viitìi e minare in Roma, cioè prima o do-
zelo, che il Mattei dice figlio di pò l'esaltazione al pontificato del
Alberico, o meglio di Benedetto se- suo fratello Giovanni XI, nel 981;
condo il Novaes. Gli successe Stefa- mentre la madre in altre nozze
no V, VI, indi Formoso,
detto erasi maritata con Ugo re d'Italia,
Bonifacio VI, Stefano VII, e Ro- invaghito più della signoria di Pro-
mano alla cui morte nell' 898 i ina, che della sua avvenenza. Que-
coiiti Tusculani fecero di tutto per- sta unione poco durò, ritirandosi
che divenisse Papa il cardinal Ser- da lui Marozia gravemente disgu-
gio della loro famiglia, giacché il stata, per lo schiaffo che Ugo die
Mattei lo dichiara figlio di Bene- ad Alberico II suo figlio, per aver-
detto, inun al Novaes; ma in vece gli dato di mala grazia l'acqua al-

venne posto sulla cattedra apostoli- le mani: va anzi avvertito, che Al-
ca Teodoro II, ch'ebbe a successori berico II era pur genero di Ugo,
Giovanni IX, Benedetto IV, Leone per aver sposato la di lui figlia
V, e Cristoforo intruso nel goS. In- Alda, morta la quale si congiunse
tanto lottando i capi delle due fa- in matrimonio con Stefania senatn-
zioni preponderanti in Roma in ce romana, che fece ristorare l'an-
queir infelicissimo secolo ,
per cui tico colotmato della chiesa di s. Eu-
nacquero scandali orrendi, prevalse stachio di Roma, perchè questo san-
quclla de' conti Tusculani, onde to veniva risguardato per parente
richiamato dalla Toscana il cardi- del suo marito. Frattanto Marozia
nai Sergio, che da sette anni vi ed Alberico II imposero sull'animo
si era rifugiato, fu elevato al pon- del Pontefice, e lungo tempo lo ten-
tificato col nome di Sergio III, ma nero prigione. Talmente Alberico
se ne mostrò indegno e mori nel II fu possente in Roma, che ne
FRA B'RA 193
fu riguardato il principe, per cui Mattei la riprodusse a pag. 146.
ne' documenti di que' tristi tempi 11 Tusculo sotto la protezione di Ai-
si formola che usava nei
legge la berico II, e degli altri conti Tuscu-
suoi diplomi; Alberico per la gra- lani dovette acquistare un qualche
zia del Signore umile principe e di splendore e prosperità, ma non si
lutti i romani senatore. Tale è quel- venne però ad aggiungere, come os-
lo dei 944 riportato dall' Ughelli, serva il nominato autore, alcun de-
Italia sacra pag. tora.
1
099. I ^ coro nelle fabbriche, perciocché quei
Battè ancora monete in Roma, e signori si tennero più di frequente
due se ne vedono nel Vignoli, nel ad abitare in Roma contrada
nella
suo trattato delle Monete pontificie di via Lata, ove ebbero molto po-
a pag. 71, forse coniate nel ponti- tere sul dominio, e d'altronde le
ficato di Agapito II, che governò la antiche fabbriche tusculane dovet-
Chiesa dal 946 al gSG. La pri- tero essere state pure in gran par-
ma ha nel diritto un protome che te rovinate, né si conoscono esser-
si crede di quel Papa coll'epigrafe sene edificate altre di nuovo. E da
intorno agapitus pa -|-, e nel suo credere però che venissero ridotte
rovescio albebicus; e nell'altra nel abitabili quelle che si trovarono in
mezzo il monogramma agaps per minor rovina, onde supplire ai bi-
agapitus con nel contorno aleeri- sogni della popolazione che dovette
cus -}-, e nel suo rovescio la pro- riunirsi in quel luogo sotto la pro-
tome di s. Pietro con la cori'ispon- tezione di SI potenti signori, i quali
dente epigrafe scs Petrus. avevano per istemma un'aquila co-
Queste due monete o medaglie, ronata, ch'è pur quello della fami-
le ha riprodotte il Canina nella ta- glia Conti.
vola II, colle altre delle epoche ante- Giovanni XI de' conti Tusculani
riori riguardanti il Tusculo. Non si morì nel 986 vittima dell' ambizio-
deve tacere che il Mattei a p. i/\5 ne di Marozia, e della crudeltà di
riporta tal moneta dopo di aver suo fratello Alberico II che gli ,

parlato di Adriano III, già Agapito, fece dare in successore Leone VII,
secondo lui figlio del conte tuscu- benché ripugnante. Amante della
lano Alberico dello anche
Alberto pace s'interpose per quella pure di
come narrò di sopra. Anzi scri-
si Ugo re d' Italia, con Alberico II
vendo egli che la figlia di Tertul- principe di Roma, come lo chiama-
k). Silvia Proba, si sposò con II- no gli storici. Morendo nel 989
duino Marzio duca di Milano, al di- gli successe Stefano Vili detto IX,
re del Porcacchi nel lib. 3, della che odiato da Alberico li tiranno
famiglia Malaspina, essa fu madre di Roma, e dai fautori di lui ,

di Ancio Marzio, che lasciato que- perché godeva la benevolenza di


sto cognome prese quello di Mala- Ottone I re di Germania, fu da
spina, ed è perciò che il medesimo essi bruttamente maltrattato nel
Porcacchi una medaglia di
riporta volto, il perchè non osò di farsi
tal famiglia che asserisce essere dei più vedere in pubblico. Tuttavol-
conti Tusculani con l'effigie in ambe la avendo l'abbate s. Odilone, per
le parti : in una si legge in giro: comando di Papa Leone VII sta-
albericus tusciae marchio, nell'altra bilita la pace tra il re Ugo, ed
ADAIBERTUS TUSCIAE MABCHSO, ed il Alberico II principe di Roma, ed
VOI. XWIt, i3
T94 FRA FR A

essa venendo poscia rotta, Stefano ti sempre potentissmii


Tusculani,
IX per ristabilirla chiamò in Ro- in Roma, Papa Dono 11.
fu eletto
ma l'abbate, il quale prima di giun- Dal conte Giegorio I nacquero Ro-
gervi morì in Tours, ed il Papa mano, Alberico Ili , e Benedetto
terminò i suoi giorni nel 943 o meglio Giovanni. Questi essen-
succedendogli Marino II ossia IMar- do cardinale vescovo di Porto, fu
tino III , e poi Agapito II. Nel eletto Papa col nome di Benedet-
suo pontificato, e nell'anno 954 to Vili, nel 1012, e morendo nel
morì Alberico II, dopo ventitré an- 1024 gli successe suo fratello Ro-
ni di principato, laonde sembra mano da laico che era, e perciò
che desso incominciasse dall'esal- il primo che salì al pontificato sen-

tazione al papato di suo fratello za alcun ordine sagro; prese il no-


Giovanni XI. Lasciò oltre Costan- me di Giovanni XIX detto XX, e
tino e Deodato detto pure Deus- cessò di vivere nel io33. Menile
dedit e Lamberto, un figlio im- era conte tusculano ossia signore
pubere di nome Ottaviano diaco- di Tusculo Gregorio I, i monaci
no cardinale, che nel 906 alla basdiani greci fuggendo dalla Ma-
morte di Agapito II fu eletto o gna Grecia o Calabria le scorrerie
piuttosto ad insinuazione dei ro- de'saraceni, ebbero da lui ricovero
mani si fece Pontefice, e prese il nel teiritorio tusculano, e fondaro-
nome di Giovanni XII: la Chiesa no l'abbazia di Grottaferrata sot-

per evitare un funesto scisma lo to la condotta dei ss. Milo e Bar-


venerò per tale. Qutsto Papa chia- tolomeo, che poi divenne celebre
mò in Italia il re Ottone I, e lo e potente , come dicevi al suo ar-
coronò in Roma imperatore nel ticolo.

962, e per il primo passò l'impe- Da Aiberico HI conte tuscula-


rio ai tedeschi, onde opporlo all'im- no e console romano, maritato al-
peratore Berengario, ed al suo fi- la sorella del Papa Giovanni XV
glio Adalberto: il suo funesto pon- detto XVI, che arricchì i suoi pa-
tificato si descrive alla sua biogra- renti, discesero Gregorio li. Guido
fia, ed ebbe termine nel 964. Il o Guidone, e Teofilatlo suoi figli;
conte Costantino, altro figlio di Al- l'ultimo essendo diacono cardinale
berico li, prese in moglie Suburra, e nipote dei due precedenti Pon-
dalla quale nacque Agapito, che tefici , nello stesso anno io'^3 in
premorì ed Enìilia che
al padre, giovanile età fu innalzato al pon-
fu maritata alduca Stefano Colonna, tificato, mercè la gran somma di

e portò in dote Palestrina con denaro che al popolo gittò suo pa-
molti terreni del contado tuscula- dre, la Chiesa tuttavia lo ricevette
no. Il suo fratello Deusdedit con- per legittimo Pontefice, col nome
tinuò la linea de' conti Tusculani, di Benedetto IX. Continuando que-
secondo l'albero genealogico dato sti nelle sue dissolutezze fu depo-
da Cosmo della Rena : di lui fu sto dai romani nel 1087, noa nel-
figlio Gregorio I ch'ebbe due so- l'anno seguente per l'intervenzione
relle, Maria ed Emilia, e quest'ul- dell' imperatore Contado il venne
tima prese per marito Giovanni ripristinato nelk dignità; indi nel
Caelauo. Intanto l'anno 972 col- 1044 insorte in Roma due pos-
coU'assistenza e col favore de'con- senti fazioni de' conti Tusculani, e
FRA FRA 19"
di Tolomeo console romnno, per sculano e lateranense, e da Gerar-
opera di questo ultimo Benedetto do conte galerense , o di Galera,
IX per la sua nullità e condotta che avevano assunto la potestà dei
il primo maggio fu espulso dalla patrizi, non che dai o capi- capi
città, ed intruso in vece nella sede tani del Adunati i sagri
popolo.
pontificia Silvestro III. Dopo quat- comizi a' 28 dicembre di detto an-
tro mesi Benedetto IX fu rista- no, fu sublimato alla sedia di s.
bilito in Roma nel potere, venen- Pietro il Papa Nicolò II, che nel
do cacciato l'invasore. Passato al- concilio di Sutri nel gennaio io5g
trettanto tempo simoniacamente Be- depose l' antipapa Benedetto X, e
nedetto IX, vedendosi a fronte fu mandato in esilio a Velletri
nuovi travagli, cede il pontificato come si ha dal Theulì, Teatro isto-
a Gregorio \ I , cui successe nel rico di Vdletri, ove a pag. 188
1046 Clemente II, alla cui morte e seg. discorre della discendenza
Benedetto IX tornò a rioccupare de'conli Tusculani. Il suddetto con-
la cattedra pontificia, ed alla mor- te tusculano Gregorio II, sdegnato
te di s. Leone IX nel io54 di della deposizione del nipote, si ribel-

nuovo perturbò i sagri comizii, e lò contro il legittimo Nicolò II

vuoisi che morisse a quell'epoca; con Gerardo conte di Galera, e


altri lo dicono uscito di vita Fan- con altri signori del distretto di Ro-
ne 106) penitente nell'abbazia di ma, prenestini e nomenlani attirò
Grotlaferrata presso il Tusculo, né la prima invasione de' normanni
mancano racconti favolosi che il che di recente eransi annidati in
monaco basiliano Piacentini egre- Italia dalla parte meridionale, e che
giamente confutò. Secondo il Mat- furono chiamati a soccorso di quel
tei, dal conte Alberico III nacque Papa. Il Ceconi nella Storia di
anche Pietro da cui derivò Ottone Palestriiia, a pag. 287, dice che Be-
padre di Agapito IV, il quale pre- nedetto X
fece cardinale Ranieri
morendo al genitore fu causa che abbate benedettino, che alcuni fanno
molte altre famiglie romane acqui- vescovo di Palestrina, i baroni del-
stassero il titolo di conti tusculani, la quale essendo parenti de' coa-
massime perchè due Aga- figlie di ti tusculani, ad essi si unirono ,

pito furono maritate, una coi Fran- ma pagarono la pena di loro fel-

gipani colla dote di Nemi, Marino lonia. JNel 1060 i normanni inva-
ed altri luoghi circonvicini; l'altra sero e devastarono barbaramente
cogli Annibaldi e la dote di Ca- le terre tusculane, e quelle de'pre-
stel-Gerusalemme, Monte Compatri nestini, nomentani, ed altri ribelli

ed altri luoghi del contado tuscu- del Pontefice; indi passato il Ta-
lano. Dal suddetto Guido o Gui- velle i normanni devastarono Ga-
done conte tusculano e da Emilia, lera e tutte le castella del conte
che altri chiamano Valeria, figlia Gerardo fino a Sutri. Il comandan-
del conte di Galera, nacque Gio- te de'normanni Roberto Guiscardo
vanni che divenne cardinal vesco- duca di Calabria, per dette impre-
vo di Velletri, e nel io58 a'3o se, e per aver anche vinto i no-

marzo usurpossi il pontificato col mentani fu detto Nomenlano. Tut-


nome di Benedetto X, fiancheggia- tavolta la città del Tusculo non
to dallo zio Gregorio II conte tu- soffrì alcun danno, ed anzi pochi
196 FRA FRA
anni dopo sotto il pontificato di indicato, fu figlio Tolomeo I che
Alessandro II, ch'era successo a Ni- fece gran figura nel primo perio-
colò II, come a luogo sulubre ed do del secolo XII, narrando Pan-
in pace col Pontefice, si conosce dolfo Pisano che avendo il Pon-
essersi diportato a villeggiare il tefice Pasquale II determinato di
cardinal Giovanni camerlengo di partire da Roma per mettersi di
quel Papa, per guarire dalle febri concerto coi normanni signori del-
ed istabilirsi in salute; laonde può la Puglia, lasciò al vescovo labi-

credersi Tusculo a quell'e-


che il cano le necessarie facoltà per gli

poca fosse ragguarde-


in istato ^i afiàri ecclesiastici, die a Pier Leo-
vole prosperità. Da questo luogo ne Frangipani la cura delle cose
il cardinal scrisse ad Alessandro di Roma, a Tolomeo I conte tu-
II perchè si degnasse di portarsi sculano l'amministrazione di tutti

a visitarlo, probabilmente avendo i patrimoni esterni della Chiesa


da comunicargli cose, che non o- romana, ed a Gualfredo suo nipo-
sava alTìdare ad altri. te il comando delle milizie. Ma
I Colonnesi possederono diversi Pasquale II, nel suo ritorno a Ro-
castelli vicino al Tusculo, e Pietro ma fu avvertito essere tutte le co-
Colonna eresse e dotò il moniste- se sossopra, in preda ai
la città

ro della che diede in


ss. Trinità, tumulti, Preneste Anagni, il Tu- ,

tempo di Alessandro II a' monaci sculo e tutta la Sabina in rinvol-


benedettini: nell' istromento ripor- ta, e di questa gran defezione au-

tato dal p. Gattula nel suo Cro- tore e sostegno principale Tolomeo
nico Cassinese^ si legge questo Pie- I conte del Tusculo, collegato con
tro intitolato signore del castello Pietro della Colonna abbate di Far-
della Colonna , console, senatore fa, avea aiutato a ricuperare
cui
romano , e signore del Tusculo. Cave. Seppe ancora il Pontefice
Ciò deve forse intendersi per una che Alba , e la provincia di Ma-
parte di esso ,
giacché i conti Tu- rittima per la loro fedeltà erano
sculani, come diremo, sussistevano segno di preda ai rivoltosi, e che
ed erano potenti, e secondo alcuni Tolomeo I, che probabilmente am-
storici della famiglia Conti che biva signoreggiare queste mosse
da essi li fanno derivare, si fanno avea fatto spargere la voce che
discendenti della romana antica fa- Pasquale II non poteva tornare in
miglia Giulia Anicia ossia Otta- Roma. Laonde il Papa udendo tut-
\iana, che vedemmo di sopra pos- to questo sconvolgimento, chiamò
seditrice particolare del Tusculo con in soccorso Riccardo di Aquila
somma preponderanza, dopo l'epo- duca Caetano signore di Nepi
ca della decadenza del romano im- che nel giungere in Roma gli ser-

perio. Intanto i tusculani dovette- vì di scorta e di scudo, ed in po-


ro seguire la fazione dei loro con- co tempo ricuperò le cose perdute.
ti nelle varie vicende che accadde- In quei tempi di discordia e di
ro sotto i pontificati di s. Grego- disordine, anche per le gravi ver-
rio YII che nel 1078 era succe- tenze tra il sacerdozio e l' impero
duto ad Alessandro II, e di Vitto- per le pretensioni dell'imperatore
re III, Urbano II, e Pasquale II. Del Enrico V alle investiture ecclesia-

conte tusculano Gregorio II sovra stiche, ad uno sconvolgimento ne


FRA FRA 197
succedeva altro, e precario era lo sta- feudi e le possidenze, che avevano
to di tranquillità, perchè agitato i il conte Giegorio
suoi parenti, e
dalle fazioni dei grandi. Nel 1116 11 suo avo. Questo fatto mosse na-
gravissimi tumulti avvennero in Ro- turalmente il risentimento del Pa-
ma per la morte di Pietro de' Pier- pa, il quale tornato in Roma dopo

leoni de' Frangipani prefetto della la partenza dell'imperatore, aiutato


città, e per la elezione del nuovo; dai normanni feudatari della santa
il perchè Pasquale li si vide co- Sede per la Sicilia, e da una gran

stretto ritirarsi in Albano, come parte del ducato napoletano, mos-


avverso alla fazione che voleva por- se guerra a Tolomeo 1 : questi pe-
tare il figlio del defunto alla pre- rò si avendo ia
difese assai bene,
fettura, mentre egli favoriva quel- suo aiuto i tedeschi che gli avea
la di altro Pietro Pierleone, che am- lasciato Enrico V, e ne usci vit-
biva quel cospicuo grado, d'altron- torioso, avendo fine la guerra col-
de divoto della Sede apostolica. la concordia stipulata tra Tolomeo
Pierleone era appoggialo dal conte I e Pasquale li. A questi nel 1 1 18
lusculano Tolomeo I , la potenza successe Gelasio II, che per la ri-

del quale in fine lo fece prevale- bellione dei Frangipani seguaci del-
re, ed il Papa, sedati i tumulti l' imperatore, fu costretto a fuggi-
premiò l'appoggio dei conti Tuscu- re in Francia ove mori e venne
lani coir infeudare a Tolomeo I il eletto Calisto II che die termine

castello di Aricia, ed agli altri ca- alla controversia delle investiture.


valieri romani quantità d'oro e di Contro il placito de' Frangipani nel
argento. Questo conte donò ai be- 1124 Onorio li salì al pontificato
nedettini molti beni, fra' quali la che confermò l'elezione dell'impe-
chiesa di Gerusalemme nel terri- ratore Lotario II, e nel iiSoébbe
torio tusculano. Nel seguente an- a successore Innocenzo II, contro
no 1 1 1 7 Enrico V si mosse alla il quale insorse l'antipapa Anacle-

volta di Roma per prendere la co- to II, che essendo sostenuto da tutti
rona imperiale, ed il Papa per cau- i principali romani, tranne i Fran-
tela si recò a Monte Cassino l'im- : gipani, sembra che i conti Tuscu-
peratore nel giungere in Roma ri- lani pure ne seguissero le parti.
guardò tale assenza di Pasquale II, Al conteTolomeo 1 successe il
come un onde si rivol-
atto ostile, figlio Tolomeo II; indi nel ii37
se a guadagnar l'animo de' nobili portandosi con un esercito in Ro-
romani , e fra questi conoscendo ma Lotario II in aiuto del Papa
l'alfezione che avevano costantemen- legittimo, il conte Tolomeo II gU
te mostrata per la parte tedesca i andò incontro, essendo allora duca
conti Tusculani, e l'influenza ch'essi e console romano, non che ditta-
avevano negli affari di Roma, vol- tore tusculano come lo chiama la
le porli più strettamente nel suo cronaca cassi nese. Tolomeo II pre-
partito col dare Berta sua figlia in stò il giuramento di fedeltà all'im-
moglie a Tolomeo li figlio del peratore, gli die in ostaggio Regi-
conte regnante. Oltre a molti doni nolfo suo figlio, confermandogli al-
che gli fece , Enrico V confermò lora Lotario li le possidenze e feu-
in perpetuo, con autorità imperia- di ereditari. Sino dal ii3o i tu-
le, a lui ed ai suoi eredi tutti i sculani, i prenestini, i tiburtìni, e
198 FRA FRA
gli albanesi ripugnando pagare di ne di Lucio II, senza l' intervento
i dazi imposti loro dal popolo ro- del popolo romano, sotto il qual«
hiano a favore delia camera del i romani inaspriti per tal priva-
Campidoglio, protestarono di non zione, tornarono a ribellarsi col re-
riconoscere per signore che il solo staurare l'antiche dignità senatoria,
Papa. Quindi successivamente nac- e di patrizio , al quale volevano
quero vari tumulti in Roma onde che ubbidissero i popoli circonvi-
ristabilire l'antica repubblica, cre- cini, che coi tusculani presero le
dendo i romani Innocenzo II fa- armi mentre in R.oma erano sos-
;

vorevole ai nominati popoli che si sopra i romani per sostenere le lo-


ricusavano pagar le imposte. Nel ro pretensioni ed imporre al Pa-
I iBy il duca Stefano Colonna con pa, laonde volendo Lucio II cac-
millecinquecento cavalli porse aiu- ciarli dal Campidoglio, morì nel-
to ai tusculani, che combatterono l'assalto ferito da pietre 1'
anno
i romani e ne uccisero molti ; onde 1145. Eugenio III fu il suo degno
i romani in vendetta ne danneggiaro- successore, ma subito si vide co-
no i territorii. Quindi racconta il stretto a fuggire da Roma per le

Cecconi nella Storia di Palestrina ribellioni, accresciute dall'eretico Ar-


a pag. 247^ che Lotario II aiutò il naldo da Brescia, nemico della so-
Papa Innocenzo II contro i tuscu- vranità temporale de' Papi. Euge-
lani, gli albani, e i tiburtini alleati nio 111 si ritirò in Francia onore-
di Roggiero duca di Puglia , con volmente accollo dal re Luigi VII,
tremila soldati sotto il comando di indi ritornando nel .suo stato nel
Enrico suo genero, il quale sotto- 1 149 passò nel Tusculo, ove assi-
mise alla dominazione pontifìcia stito dalle truppe di tutte le città
Albano, Palestrina e tutta la Cam- del Lazio, che nella maggior par-
pagna. Nel I i4i i romani si ri- te erano contrarie al nuovo ordine
bellarono ad Innocenzo II, perchè di cose, e dalle truppe di Roggie-
impediva loro la distruzione di Ti- ro re di Sicilia, pervenne a forza-
voli, restituendo all'antica autorità re i romani e gli arnaldisti alla
il senato ; però in tale frangente i pace che fu conchiu.sa in Tusculo,
conti Tusculani seguirono il partito con paltò espresso che Tivoli non
del Papa, che scomunicò i romani fosse distrutto, come i romani pre-
ribelli, li privò d'intervenire all'e- tendevano. R.itornato in R.oma ver-
lezione de' Pontefici e di altri pri- so il fì'ne di detto anno, nel se-
vilegi che allora godevano, e mo- guente per nuovi tumulti ne parti,
rendo di dolore nel 1 143 ebbe in dimorando nella campagna Roma-
successore Celestino II, senza che vi na, indi nel ii5i passò il Ponte-
potessero intervenire i romani per fice nel Tusculo. Durante il sog-
il decretato da Innocenzo II. E qui giorno di Eugenio III in questa
noteremo, che nell' antipapato di città vi ricevette il re di Francia
Anacleto II successe Vittore III
, Luigi VII, reduce dalla crociala di
per circa tre mesi, ed essendo egli Terrasanta, e vi fu visitato dall'an-
della famiglia Conti, probabilmen- tico suo maestro s. Bernardo ab-
te sarà stato dei signori del Tuscu- bate di Chiaravalle; questo santo
lo. 11 breve pontificato di Celesti- fu mediatore della pace tra il
il

no II fu rimpiazzato coH'esaltazio- Papa ed i romani. Tanto narrano


FRA FRA »99
il Ciacconio ed il Mattel a pag. dominio sulla metà soltanto del
60 e i55, il quale aggiunge che Tusculo, della quale R.ainone die-
dal Tusculo Eugenio III datò la de poscia facoltà al Pontefice A-
sua lettera a Corrado IV re dei driano IV di prenderne il posses-
E'omanì. so s' egli avesse mancato di fedel-
In detto anno, e nel Tusculo il tà verso la Sede apastolica, ed al-
cardinal Oddone Colonna figlio di l'opposto gli venisse concesso in sua
Pietro cedette per contratto di per- vita il dominio dell'altra metà che
muta al Papa ed alla santa Sede godeva il Papa, come si dimostra

i diritti che avea della metà del con un atto pubblicato dal Zaz-
diretto dominio dello
Tuscu- slesso zera, dandosi per sicurezza ai mi-
lo, con atto conservatoci da Cen- nistri pontificii due fortezze vicino
cio Camerario ; diritti che proce- a Roma. Narra poi il Mattei, nel-
devano dai matrimoni che aveano le Memorie istoriche, loco citato,
legato fino dal secolo XI la casa che Adriano IV, dopo avere inco-
Colonna, a quella de' conti Tuscu- ronato r imperatore Federico I, si
lani.Continuando Eugenio III a ritirò da Roma nel Tusculo e lo ,

dimorare nel Tuscuìo, nel i i5i stimò suo sicuro asilo allorché dai
acquistò i diritti che Oddone Fran- romani veniva perseguitalo a sol-
gipani aveva sul Tusculo, come ap- levazione di Arnaldo pel ristabili-
parisce da altro istromento regi- mento dell'antico senato , il quale
strato dal suddetto Cencio Came- settario fu poi punito dallo stesso
rario, e riportato intero dal me- prefetto di Roma col fuoco. Va qui
desimo Maltei a pag. i56, in r.u avverUto che il suddetto conte To-
alla quietanza in cui apparisce che lomeo II ebbe due figli, Gionata e
Eugenio III comprò da Oddo Fran- Giordano dal primo nacque il ri-
:

gipani le ragioni che aveva sul Tu- cordato Rainone, da altri conosciuto
sculo. Da queste circostanze ben si col nomedi Reginoldo o Reginolfo,
conosce avere il Tusculo prospe- che gli successe nella signoria del
rato sotto il pontificato di Euge- Tusculo. Giordano poi ebbe altri be-
nio III, ed il senato con tutto il ni, e particolarmente la signoria di
popolo romano, vedendo la prote- Gavignano, e fra questi beni un ca-
zione e l'affetto che portava quel sale presso Lariano, che i suoi fi-
venerando Pontefice alla città del gli Giovanni , Tolomeo , Giordano
Tusculo, fece a lui dono del do- ed Andrea vendettero a Roggiero
minio sulla stessa città che godeva primicero della chiesa di Velletri per
Roma, leggendosene l'atto presso il settanta lire provisine. Da questo
Mattei a pag. 160. Così il Tuscu- secondo ramo de' conti Tusculani,
lo passò per intero nel pieno do- ilquale essendo signore di Gavi-
minio della santa Sede, acquisto im- gnano potè ben essere lo stipite
portante per la fortezza naturale de' conti di Segni , che dopo la
del luogo, e per la sua vicinanza distruzione del Tusculo cominciò
a Roma ; ed i conti Tusculani che ad apparire, uscirono quei Pon-
successero dopo la morte di Tolo- tefici, personag-
cardinali^ ed altri
meo II, avvenuta a' 24 febbraio gi che riportammo al più volte
I I 53, quali furoiìo Gionata e Rai- citato articolo Conti Famiglia Di ,

none, dovettei'o godere il diritto di Gionata abbiamo l'atto di coufede-


200 FRA FRA
razione fatta con Adriano IV, che il Mattei,ove nel venerdì avanti
il Mattei riporta a pag. 162, se- la quarta domenica di quaresima
condo il convenuto di sopra nar- celebrò la messa nella chiesa cat-
rato. tedrale , ed ove trattò molti nego-
Nel II 59 morì Adriano IV, e zi, scrisse a vari principi, ed ema-

fu eletto renitente Alessandro III: nò molte bolle, in tempo cioè che


insorse contro di lui funesto scisma, lo scisma incominciato dall' anti-
dappoiché il cardinal Ottaviano ro- papa Vittore IV , continuato dal
mano del monte Celio de' conti di suo successore Pasquale III antipa-
s. Eustachio, che diversi storici di- pa, tuttora veniva prolungato dal-
cono della famiglia de' conti Tu- l'altro pseudo-pontefice Calisto III,
sculani, e certamente parente di es- il quale come i due predecessori
si, venne fatto antipapa, e prese il contendeva il pontificato al legitti-
nome di Vittore IV. Lo consacra- mo Alessandro III. Nel detto anno
rono Ubaldo di Prato vescovo di I 167 dunque il popolo romano
Ferentino, ed Incmaro cardinale ve- venendo governato dai Banderesi
scovo tusculano, che dopo aver da- [Fedi), e malcontento degli alba-
to il voto ne' comizi del vaticano nesi, prenestini, tiburtini, sutrini,
ad Alessandro III l'avea abbando- nepesini , e dei tusculani, sì per-
nato. Il vero Papa fu costretto a chè adei'ivano ai tedeschi sosteni-
fuggire in Francia, ove scomunicò tori col loro imperatore Federico
J' imperatore e i suoi fautori, ed I, come ancora perchè non paga-
il falso IV venne sostenu-
Vittore vano le tasse loro imposte, deci-
to dalla sua fazione, e dalle armi se di volersi vendicare. Crescen-
dell'imperatore Federico I, che a- do gli urti il popolo slesso nel
vea assoldato al suo servizio An- mese di maggio, allorché le messi
gelo de' Prefetti di Vico parente cominciavano a biancheggiare, uscì
de' conti del Tusculo. Fu notato di da Roma, malgrado la proibizione
sopra, che i conti Tusculani erano di Alessandro III, contro Rainone
del partito tedesco ed imperiale, il in allora signore del Tusculo. I

quale fu da loro costantemente te- romani in numero di circa trenta


nuto; ed i fatti finora ricordati mila penetrati nel territorio tuscula-
dimostrano pure, che si trovaro- no, non solo diedero il guasto alle
no sovente in collisione col gover- vigne, alle biade, ed alle piantagio-
no municipale di Roma quindi ; ni del popolo tusculano loro ne-
ne' romani nacque un odio contro mico, ma assalirono la città stessa,
di loro, come contro diversi altri e ne batterono le mura.
comuni vicini più potenti, come di Il conte Rainone prevedendo di
Tibur ossia Tivoli, ed Albano, coi non potere solo alla lunga resiste-
quali i conti Tusculani più volte re contro tanta forza, mandò a
furono in lega. Questo odio non chiedere soccorso all' imperatore
potè più contenersi , e scoppiò fi- Federico I, che allora era attenda-
nalmente in una guerra aperta l'an- to presso ad Ancona. Questi spedì
no 1167. Avanti di progredire in in soccorso di Rainone uno stuolo
questo racconto, si deve premette- di soldati forti di circa mille bra-
re, che Alessandro III si ritirò tal- banzoni, altri dicono mille trecento
volta nel Tusculo, e lo conferma alemanni collettizii, e quei perso-
FRA FRA 201
naggì che nomina il Mattei a pag. essere stati sepolti. Avvi inoltre
171, sotto il comando di Rinaldo opinione che venissero i cadaveri
arcivescovo di Colonia, e di Cri- tumulati presso la chiesa di s. Ste-
stiano arcivescovo di Magonza, che fano forse al Celio, in un podere
difendessero ì tusculani, e rintuz- che fu di s. Demetrio, con epigra-
zassero l'ardire de'romani ch'erano fe che dice esservi sepolti 1 196
ritornati alla divozione di Alessan- individui. ancora che
Si narra
dro Giunto questo soccorso
III. de' romani ne morirono due mila,
nel Tusculo, e vedendo che i ro- e tre mila furono fatti prigionieri,
mani, sebbene superiori di gran i quali furono inviati a Viterbo.
lunga di numero, ei-ano male ad- Finalmente fu detto, che tornati il
destrati alla guerra, si rincorarono, di seguente i romani nel Tusculo
e decisero di venire immediatamen- per dar sepoltura ai morti, dopo
te alle mani. Dicesi che i romani essere stati respinti, i loro nemici
si accampassero a Monte Porzio, si piegarono a permetterglielo, col-

ed il luogo della battaglia vuoisi la condizione umiliante, che si con-


che fosse allora denominato ad tassero i cadaveri ed i prigioni, i
Porcos o Prata Porcii, e poscia quali si fecero ascendere a quindici
detta Petra Porcii, ove i seguenti mila ; numero sicuramente esagera-
nomi, che si conservano, cioè il to.Certo è chei rimasugli di quell'e-
Padiglione, Torre dello Stinco, Cam- sercito dopo aver perduto lo sten-
po bruno, e Valle dei morti, si dardo, riparatisi in Roma misero la

attribuiscono a quanto avvenne in città in tale costernazione che adu-


quella battaglia. I duci dei romani nossiun consiglio per provvedere
furono il conte Ercole Orsini ,
immediatamente alla' sicurezza del-
Pandolfo Savelli Ettore ed Oddo, la città, ed al risarcimento delle
Frangipani, e Matteo Rossi-Orsini. mura. Frattanto i vincitori unitisi
Era circa l' ora di nona de' 29 coi tiburtini, cogli albanesi, e con
maggio, lunedi di Pentecoste, al- altri popoli dellaCampagna, e di
lorché attaccarono la zuffa con urli altre comuni vicine a Roma, si mi-
barbarici ; nel primo urto i roma- sero a demolire le torri del cir-
ni credendosi presi di mezzo, so- condario, e dare il guasto alle ter-
praffatti da timor panico, ed atterri- re, ed assediarono la città. L'im-
ti da un' imboscata cedettero, e si peratore che si era venuto avvici-
sbaragliarono per le campagne e nando a Roma , udita la sconfìtta
valli adiacenti, e ne fu fatta tale toccata ai romani , attendossì a
stiage, che appena di tanta gente monte Mario, che allora dicevasi
salvossi la terza parte. Diversi sono monte Malo, e di là assalì la città
i racconti di tale perdita : si dice, Leonina, per vendicarsi del Ponte-
che vi morirono quattromila ro- fice che lo avea deposto e scomu-
mani, ed altrettanti restarono fe- nicato. Il Pontefice Alessandro III
riti ; altri scrissero che gli uccisi che trovavasi nel Laterano, ricove-
furono dodicimila, ma più proba- rossi coi cardinali, e colle loro fa-
bilmente soli mille duecento per miglie nelle case fortificate dei
l' iscrizione che fu posta nella pa- Frangipani presso alla chiesa di s.

triarcale basilica di Lorenzo fuo-s. Maria Nuova, la prossima torre


ri le mura di Roma, ove diconsi Cartularia, ed il vicino Colosseo,
202 FRA. FRA
e quindi fuggì, ed irabarcossi sulle pie ec. del 1773, al e. V, ove trat-

galere del re di Sicilia; indi Fe- ta della istituzione della solenne


derico I si fece nuovamente coro- processione nel secondo giorno di

nare in s. Pietro, dall'antipapa Pentecoste tutt'altro dice. K. V o-


Pasquale III. Tuttavolla la man- puscolo, Notizie storiche del cente-
canza de' viveri, o l' aria malsana nario, che in Frascati si celebra
dei dintorni di Roma, ed il conta- in onore della Madonna delle scuo-

gio che per le pioggie si sviluppò, le pie, § VI, p. 5, stampate in Ro-


costrinsero ben presto gli assedianti ma nel 18 17 da Contedini.
a ritirarsi ed allora romani in-
; i Dopo la descritta battaglia non si

viperiti anco dal modo cui erano trova più menzione di Rainone o
trattati i prigioni, corsero a dare Regi noi fo conte tusculano, ma sib-
il guasto alle terre degli albanesi, bene di Gionata suo fratello, il qua-
e con r aiuto di Guglielmo re di le secondo Romualdo salernitano in-

Sicilia, presero Albano j e lo di- vitò l'anno dopo la rotta, cioè nel
strussero ; e rivoltisi di nuovo con- 1168, il Papa Alessandro III a
tro il Tusculo, non potendo pren- venire nel Tusculo, e pose questa
derlo, dierono per qualche tempo città sotto la sua protezione, facen-
tregua alle loro scorrerie, rovinan- do un trattato di concambio , che
do i palazzi che i conti Tusculani acremente dispiacque ai romani. II
e i Colonnesi avevano in Roma ,
cardinal d' Aragona nella vita di
dichiarandoli ribelli. Questi ultimi quel Pontefice narra diversamente
fatti sembrano provare, che la lo- questo fatto, dicendo che mentre
ro perdita fu assai limitata in pro- Alessandro III stava a Veroli, es-
porzione agli esagerati racconti del- sendo ritornato nel 1170 da Be-
le cronache: però molti prigionie- nevento, il conte Gionata vedendo
ri morirono dai patimenti gli al- ,
di non potere resistere alla lunga
tri furono riscattati. 11 Villani dice agli assalti dei romani cedette a ,

che romani attribuendo la loro


i Giovanni prefetto di Roma la città
sconfitta ad un tradimento dei Co- del Tusculo e n' ebbe in cambio
,

lonnesi, li cacciarono da Roma, e Monlefiascone, e Borgo s. Flavia-


distrussero l'Agosta, già mausoleo uo: la metà di queste terre era di
di Augusto, che avevano ridotto a dominio diretto della Chiesa roma-
fortezza , come dichiarammo nel na, come Io era pure per la ces-
voi. XIV, pag. 278 e 281 del Di- sione di Oddone Colonna la metà
zionario, ed altrove; il Maltei ri- del Tusculo; quindi il Papa sde-
porta a pag. 171 e seg. dettagli i gnossi di questa alienazione. Dal-
dèi suddetti combattimenti, ed ag- l'altro canto i romani non furono
giunge che dipoi fu stabilito di neppur essi contenti, perchè Tu-
celebrarsi anno dai tuscula-
ogni sculo evitasse cos\ la pena che si

ni a' 29 maggio una processione erano prefissi d' imporgli, e corsero


dalla confiaternita della Madre di ad assalire quella città a segno,
Dio delle scuole pie, in memoria che Giovanni slesso che l'avea oc-
della liberazione del Tusculo. Ciò cupata, si vide costretto a fuggire.
pelò non può ammettersi, giacché Que' di Montefiascone non volen-
il p. Enrico Orlandi, nelle Notizie do intendere questo trattato ( il
isioriche di Maria ss, delle scuole borgo di s. Fiaviauo conteneva la
FRA FRA ao3
principale chiesa di Monlefìasco- città perpetua fedeltà sui
e giurò
ne, e poi fu distrutto), cacciarono santi evangeli con gran rancore ,

il signore del Tusculo , che cercò de' romani.


di rientrare nella sua terra j ma i Soggiornò Alessandro III diver-
tusculani , vedendo come li avea so tempo nel Tusculo, ove fece di-
vilmente abbandonati, non solo non versi decreti de' quali se ne con-
,

gli dierono ricetto dentro le mu- serva la memoria nelle croniche


ra, ma bandirono dal territorio.
lo di que' tempi , e ne fa pur men-
Allora fu che si portò dal Ponte- zione il Mattei ed altri storici. Ivi

fice, e gli cedette tutte le ragioni nel iiyi il Papa ricevette gli am-
e diritti Tuscu-
che avea sopra il basciatori spediti da Enrico II re
lo ; suoi feudatari lo avevano
i d' Inghilterra per persuaderlo di
prevenuto facendo una donazione
, non aver egli presa parte all' ucci-
e sottomissione spontanea della loro sione di s. Tommaso arcivescovo di
città ad Alessandro III , la quale Cantorbery, onde il Pontefice spe-
egli confermò e così il Tusculo
, dì i suoi legati ia Inghilterra. Nel
rientrò direttamente nell'intero do- seguente anno dopo aver trattato
minio della santa Sede. L'anonimo più volte coi senatori di Roma,
cassinese poi, pone la ricupera del convenne Alessandro III di fare at-
Tusculo per parte del Pontefice terrare le tnura del Tusculo ; ma
l'anno 1170, aggiungendo che ivi non essendo per inganno roma- de'
Alessandro III stesso portossi re- ni quel Pontefice licevulo in Ro-
duce da Benevento, e confermò il ma ( altri dicono che vi entrò fra
dì dell' Epifania in abbate cassine- le acclamazioni del popolo, ed il

se Domenico. Però il Matlei dice Pagi aggiunge, non prima de'


a pag. 180 che Gionata e Piaino- giugno II 72), com' erasi convenu-
ne cedettero il Tusculo per Mon- to in compenso della suddetta di-
tefìascone, ed il castello di Fiano struzione, ia quale col consenso dei
all'antipapa Calisto III; ma non tusculani si elfettuò ; ma vedendo
ebbe effetto perchè né tusculani, i il Papa la frode de' romani, ordi-
né quelli di Montefìascone vollero nò che si fortificassero le torri den-
aderire allo scisma. E che allora to la città presso le case; e poscia
Rainone vedendosi cacciato dai tu- si circondò la città del Tusculo di
sculani, si portò a Vei'oli a' piedi larghe profonde fòsse, e si ristabi-
di Alessandro III, gli cedette le sue lirono le mura. Rainone eh' erasi
ragioni sul Tusculo , e fu invece trattenuto nel Tusculo in compa-
dichiarato principe di Montefìasco- gnia del Papa temè che i roma- ,

ne e Toscanella . Dacché questa ni potessero efi'ettuarne la presa ;

città tornò in potere della Chiesa, se ne allontanò , consegnando ad


divenne la residenza favorita di A- Alessandro HI il castello d' Algido,
lessandro III, dopo di essere stato da cui fu dichiarato capitano di
concesso ai conti Tusculani il pos- s. mandato a Monte-Pul-
Chiesa, e
sesso di altre terre invece di quelle ciano. Dimorando Alessandro IH
del Tusculo. 11 Papa vi si recò a nel Tusculo, a' 29 agosto 1177
prenderne possesso, e vi fu accollo l'antipapa Calisto 111, avendo ab-
con sommo onore e riverenza; il bandonato il monte Albano dove
senato gli presentò le chiavi della si era ritirato , si presentò pentito
2o4 FRA FRA
al vero Papa che lo ritenne nella rono nell'aprile o nel maggio ad
curia, ed onorificamente alla sua assalireil Tusculo, e a dare il
mensa, facendo poi il rinunziante guasto alle terre dalla città dipen-
antipapa rettore di Benevento, ove denti; ma difendendosi i tusculani
mori a' 29 agosto 1 i 78. In que- con valore allontanarono i loro ne-
st'anno Alessandro III villeggiando mici, i quali passarono a devastare
nel Tusculo fece la sua quinta pro- Preneste , Paliano ed il Serrone.
mozione di cardinali forse nel di- Frattanto essendo passato Lucio III
cembre; e tra i sette cardinali ivi in Verona, vi morì nel 1 185, e fu
da lui creati vi fu Pietro di Pa-
, eletto Urbano III, che per le per-
via monaco benedettino, poscia ve- turbazioni de' romani non si recò
scovo tusculano e vicario di Lu- in Roma , morendo in Ferrara nel
cio III in Roma sino al ritorno di 1187. Quivi gli fu dato a succes-
Clemente III in quella città. Nel sore Gregorio VIII, che portandosi
Tusculo pure Alessandro III, dopo a Pisa, con meno di due mesi di
la pace fatta con Federico I segnò pontificato terminò i suoi giorni.
il decreto pel concilio generale da A' 20 dicembre 1187 il cardi-
tenersi in Roma l'anno seguente, nal Paolino Scolari romano, vesco-
e fu il lateranense III. Alla sua vo di Palestrina, fu in Pisa crea-
morte nel i 1 8 1 gli successe Lucio to Papa , e prese il nome di Cle-
III in Velletri suo vescovato ( do- mente III con gran tripudio dei
po essersi ritirato al Tusculo, e di romani suoi concittadini quali , i

aver dichiarato suo vicario in Ro- dopo cinquant'anni di discordie,


ma il vescovo ), ove ritornò subito vennero nel 1188 con lui a con-
per le dissidenze de' romani. Que- cordia, mediante nove articoli giu-
sti in fatti avendo riassunto il pro- ratida ambedue le parti, come si
getto di vendicarsi coi tusculani hanno da Cencio Camerario e da
della disfatta riportala colla distru- altri ; il Mattei li riporta a pag,
zione del Tusculo, primo luglio il 1 88 : essendosi convenuto per ul-

Ii83 vi si portarono ad attaccar- timo , tra il senato romano ed il


lo. Trovandosi però non lontano Papa, che questi dovesse permette-
l'arcivescovo di Colonia o di Ma- re che in quell'anno medesimo si
gonza cancelliere dell'imperio, con spianasse e demolisse il Tusculo
un esercito di tedeschi, lo condus- con le sue mura, e con le princi-
se egli ad insinuazione del Ponte- pali fabbriche che esistevano in
fice a soccorrere tusculani ed i , tale città e nel suo suburbano ; che

uscito con essi dalla città contro il territorio e gli abitanti passassero

r esercito romano, e non avendolo sotto il dominio della santa Chie-


raggiunto, perchè nel sapere i ro- sa romana, e che Clemente III con-
mani di sua venuta, partirono, si correrebbe all' impresa, aiutando il

vendicò col dare il guasto alle lo- popolo romano. E degno di osserva-
ro terre, onde i romani avvelenan- zione, che in questo trattato di con-
do le acque di alcune fonti, mo- cordia la data è così espressa A- :

rirono diversi tusculani e tedeschi ; cluni XLIIII anno senatus indictio'


indi nel seguente agosto l' arcive- ne VI mense maii die ultima ius'
scovo morì in Tusculo e fu ivi , su senalorum consiliarìorum, ec., se-
sepolto. I romani nel 11 84 torna- gno che il senato di Roma conti-
FRA FRA 2o5
nuava negli atti a seguire la data i romani gli si fecero incontro, e
della riforma fatta nel governo ad gli dissero: » Fac nobis justitiam

insinuazione di Arnaldo da Brescia. « de castellis tuis quae sunt in ,

Venuti i tusculani in cognizione di » Tusculano, quia sine intermissio-


tali accordi trepidarono per la lo- M ne nos inquietare non cessant;
ro futura sorte , onde spedirono >» et erimus prò te ad Dominum
ambasciatori all' imperatore Fede- » Papam, ut coronam imperii ca-
rico I ,
perehè li proteggesse come « put tuum imponat". Dispiacque
avea fatto in altri incontri. L' im- all' imperatore queste rimostranze ,

peratore promise loro soccorsi , ma e neir incertezza di risolvere se


indi a poco morendo gli successe contentarli o conservar la prote-
suo Enrico VI. Si vuole che
figlio zione ai tusculani, prevalse il con-
questo assumesse la protezione dei siglio di lasciare il Tusculo nelle
tusculani , che anzi v' inviasse un mani di Celestino III, soddisfacen-
presidio imperiale, per cui i roma- do così i romani , senza mancare
ni non poterono effettuare la sta- del tutto alle promesse fatte ai tu-

bilita distruzione del Tusculo. In- sculani , che per altro restarono
tanto Clemente III invitò il nuovo malcontenti, e si mostrarono aper-
imperatore in Roma per ricevere tamente contrari di soggettarsi al

dalle sue mani la corona e l' in- Papa. Questi usò le necessarie di-
vestitura dei regni di Napoli e Si- ligenze per umiliarli , e vedendoli
cilia, col patto di conservare i pri- ostinati, dichiarò i tusculani ribel-
vilegi del popolo romano, di ri- li alla Chiesa , e come tali li ab-
spettare i domini! della Chiesa, e bandonò all' arbitrio e discrezione
di restituirle quanto il padre gli de' romani loro nemici, e secondo
avea tolto. Mentre Enrico VI si il Piazza colla condizione, salva la

disponeva al viaggio di Roma, mo- vita. Frattanto Enrico VI fece se-

rì Clemente IH , ed a' 3o marzo gretamente sapere a' suoi coman-


ligi fu eletto Celestino III Orsi- danti che presidiavano il Tusculo ,

ni romano, con gran dispiacere dei come nella notte precedente a' 12
tusculani perchè la famiglia del aprile si al Tuscu-
sarebbe portato
,

nuovo Papa nelle passate guerre si lo romano, e perciò non


l'esercito

era mostrata loro nemica per a- facessero veruna resistenza, anzi si


mor patrio. unissero al medesimo aprendo lo-
Enrico VI portandosi a Roma ro le porte della città. Similmente
fu incontrato da un' ambascieria di dal senato di Roma si fece inten-

tusculani, acciò si movesse a com- dere aiche nella notte


tivolesi ,

passione di loro, e gli mandasse il medesima si trovassero radunati


desiderato presidio ,
per cui spedi sotto il Tusculo, ove si sarebbero
al Tusculo compagnie di alcune uniti coi romani come seguì. Arri-
tedeschi. Avvisati di ciò i romani vati i due eserciti al Tusculo, te- i

cominciarono a tumultuare contro deschi custodivano le porte


che
l'imperatore, e ricorsero al Papa della città, uccisi i pochi tuscula-
pregandolo a differire la di lui co- ni che ivi erano a difenderle, le

ronazione, finché avesse lasciato li- aprirono ai romani. Allora questi


bero Tusculo alla Chiesa. Giun-
il a stormo si dispersero per la cit-

to Enrico VI alle porte di Roma, tà , ed assalirono i cittadini che


2o6 FRA FRA
ignoravano la loro venuta; ne ucci- r addietro dai conti Tusculani alla
sero molti, altri mutilarono, altri ac- Sc(\g. apostolica. Narra inoltre che
cecarono, il resto fuggì nelle terre ciò seguì con molta misericordia,
vicine. Dopo di avere i romani poiché sebbene non restasse pietra
saccheggiata misera città, spia-
la sopra pietra, salvi ne furono gli
narono le fabbriche le chiese , sì
, abitanti che si fecero uscire inno-
fuori che dentro la città, la qua- cui; e che per coltivare i loro ter-
le in un alla cittadella , o rocca reni, si ritirarono alla Molara, a
compitamente diroccarono, e vuoi- Rocca Papa, a B^occa Spergiura
di
si che cogli avanzi delle pietre dei detta poi con miglior vocabolo Roc-
distrulli edifizi restaurassero il Cam- ca Priora, al castello di s. Cesario
pidoglio di Roma che ne abbiso- poco lungi da Grottaferrata ed ,

gnava; terminarono la strage col- alili ne' sobborghi dell' esterminata


r appiccare il fuoco al Tusculo. In città, ne' quali fu trasportata la
tal guisa a' 12 aprile 1191, nel ve- sede episcopale; il quale luogo vol-
nerdì santo, fu distrutta la nobile garmente si dice Frascati, così chia-
ed antica città di Tusculo, che per mato perchè furono tagliati rami
lo spazio di i34o anni circa erasi d' alberi per cuoprire le capanne, le

governata a modo di repubblica rustiche abitazioni, ed i tuguri fat-


ed era stata rocca inespugnabile ti di legno per abitazione dei tu-
de' potenti conti Tuscnlani. Così scolani ivi stabilitisi. Altri dico-
narra la distruzione del Tusculo no che i tusculani scampati dal-
il tusculano d. Domenico Barnaba l'eccidio, parte si ricoverarono nel-
Maltei, nelle Memorie {storiche del- le vicine terre, e molli annida-
l' antico Tusculo oggi Frascati, de- ronsi intorno alle chiese di s. Se-
dicate ai conservatori e consiglieri bastiano raarlire, e di s. Maria
di questa città, e pubblicate in R,o- nella pendice del monte rivolta a
ma nel ryi i colle stampe del Bua- Roma, nella contrada nominata
gni. Il cav. Canina a pag. 12 e seg. Frascata, donde ebbe origine la
ci dà erudite notizie bibliografiche moderna città di Frascati. Non so-
delle opere e degli autori che trat- lo il cav. Canina ed il Nibby ri-

tarono dell' antico Tusculo. portano tali volgari opinioni sul-


In quanto al giorno preciso del- l'origine del nome della città, raa
l' eccidio del Tusculo gli altri scrit- osservano che il luogo ove si rico-
tori sono discrepanti, dichiarando- vrarono i profughi tusculani già
lo tutti nel mese di aprile, ed al- denotavasi collo stesso vocabolo
cuno al primo gioino di esso. Il molto tempo avanti per più di tre
IVovaes nella vita di Celestino III, secoli, e più volte si ricorda da-
dice che a' i5 aprile, primo gior- gli scrittori dei tempi bassi, con la
no dopo Pasqua, il Papa incoronò distinzione di Frascata.
Enrico VI, il quale rilasciandogli Anastasio Bibliotecario nella vi-
il Tusculo, nel seguente
martedì ta di s. Leone IV, che fu assunto
l'abbandonò ai romani che barba- al pontificato l'anno 84?, diceche
ramente lo distrussero. Conviene quel Papa fece nella chiesa di s.

su quest'epoca l'annalista Rinaldi, Sebastiano quae ponitur in Frasca-


ed aggiunge averlo meritato per la un canestro di argento purissi-
gì' ignominiosi trattamenti fatti per mo, ec; e siccome riporta il Nib-
FRA FRA 307
by che a s. appunto è
Sebastiano prova con un'aulica iscrizione in
dedicato il duomo vecchio di Fra- memoria di Fabia Antusa, che e-
scati, ancora esistente, dobbiamo sisteva nella chiesa di s. Rocco in-
notare, che il duomo vecchio di nalzata al disopra delle suddette
Frascati non a s. Sebastiano è de- rovine, il qual nome poi per cor-
dicato, ma alla beata Vergine as- ruzione potè cambiarsi in quello
sunta in cielo, e la chiesa distin- di Frascata, opinione per altro da
guasi con questo nome, s. Maria non potersi contestare con altri
del Vivano, forse dalla tradizione documenti. Qualunque poi sia la
che ivi fosse il vivario di Lucullo. vera derivazione del nome eh' eb-
Più sotto lo stesso Anastasio ricor- be quel luogo, sempre si conosce
da una chiesa di s. Maria, quae che primieramente esisteva una
ivi

ponilur in Frascata, da lui pure grande villa, ed avanti allo stabili-


arricchita di doni. E nella vita di mento dell' abitato distinto col no-
Benedetto III, che nell'anno 855 me di Frascati eranvi le chiese di
successe a s. Leone IV, si nomina s. Sebastiano e di s. Maria, che
di nuovo la basilica di s. Sebastia- dicevansi in Frascata alla metà
no quae ponitur in loco qui voca- del secolo IX per la circostanza di
tur Frascata. È positivo che Fra- essere coperta di arbusti la contra-
scarium, nome derivante da frasca, da, la denominazione della quale

indica un luogo arbitstis consitus, si comunicò alla nuova città che


e trovasi usato in una carta del dopo la distruzione di Tusculo ivi
ioo3 riferita dall' Ughelli, come formossi. 11 tratto di Frascati poi,
notò il Diicange, oltre vari esem- circoscritto entro i limiti di via di
pi dallo stesso Ducange citati. Da porta Granara, della piazza prin-
ciò vuoisi derivato al luogo quel cipale, detta piazza di s. Pietro',
vocabolo dalla particolare verdura della piazza Spinetta , così deno-
di frasche ch'esisteva in quel me- minata per una famiglia di que-
desimo sito. Considerandosi poi es- sto nome, e di via Saponara, è
servi stala in quella località una in tutta la città di Frascati il

grande villa antica, forse contempo- solo che presenti case dei secoli
ranea all'epoca d'Augusto, delia Xlll, XIV, e XV; nel rimanen-
quale se ne dovevano conservare te della città le case sono tutte
ragguardevoli rovine nel tempo in d' un'epocapiù recente. Però fa
cui i tusculani vi si fissarono, co- d' uopo ritenere che gli abitanti
me tuttora ne appariscono tracce del Tusculo scampati dall'eccidio
sotto l'angolo settentrionale della del 1191 a poco a poco si anni-
moderna città di Frascati ivi sta- dassero sopra le rovine della men-
bilita, sembra doversi credere con zionata villa antica, profittando del-
più di probabilità che l'indicato le superstiti sue sostruzioni, ed al-
nome si sia derivato nei tempi zando i ripari nel secolo XIV.
anche più antichi dei sovrallegati, Una parte del territorio tuscu-
da quello che avea la villa stessa. lano fu occupata dopo tali vicen-
Questa derivazione può appropriar- de da un
Giovanni figlio di
tal
si soltanto al nome di Fabiana, Pierleone di Ranieri, la quale ven-
che potè aver dato la villa dei ne reclamata dal Papa Innocenzo
Fabii, come in certo modo si com- III circa l'anno 1210: Giovanni
ao8 FRA FRA
non volle restituirla allegando di Iute delleanime de' defunti, da Gio-
averla avuta dal suo immediato pre- vanni e Giordano nomi comuni nella
decessore Celestino III; il Papa pe- potente nobilissima famiglia Orsini,
rò insistette, e lo scomunicò, onde nell'aprile del iSog; e quel campa-
quegli si vide forzato a restituirla, nile è di opera saracinesca, analoga a
e venne assoluto. Questo aned-
cos'i quella di altre fabbriche dello stesso
doto da uno dei biografi di
riferito tempo. Nel Diario riportato dal Mu-
quel Papa, Bernardo Guidone, mo- ratori, Rerum ìlalic. script. t.XXIV,
stra che nella catastrofe del Tu- si legge, che ai 6 marzo \^\Z mo-
sculo le terre vennero da Celesti- ri Giovanni Colonna in Castro
no III distribuite a diversi. Più Frascati, e fu sepolto in Palestri-
sotto medesimo biografo narra,
il na con grande onore. Pare dun-
che Innocenzo HI pose sotto la que che essendosi progressivamen-
patriarcale basilica lateranense, una te accresciute le abitazioni nell' in-
chiesa di Frascata nel territorio dicato luogo di Frascata, venisse
lusculano, che è forse quella di s. edificato un castello verso la fine
Maria ricordata di sopra. Non riu- del secolo XIV, e perciò avesse il
scirà discaro qui l' osservare, che nome di Castro. Nel secolo XV si

Innocenzo III era figlio di Tra- ha dal Campano nella vita di Pio
simondo Conti, dal quale il Conte- II Piccolomini, esaltato al pontifi-

lori incominciare l'incontrasta-


fa cato nel 1 458, che quel dottissimo
bile discendenza di sì cospicua fami- Pontefice per amore delle antichità
glia, imparentata coi signori del Tu- visitò le rovine di Tusculo, come
.sculo, sebbene molti la dicano essa quelle di Albano e di Tivoli, e che
medesima discendere dai conti Tu- concesse ad Alessandro Mirabella
.sculani, come più volte già si è os- suo prefetto del sagro palazzo apo-
servato. Dai discendenti di Trasi- stolico, il castello di Frascati nel
mondo uscirono Innocenzo III ,
Lazio per andarvi a passare la sta-

Gregorio IX, Alessandro IV, ed In- gione estiva. Da ciò si rileva che
nocenzo XIII. Dai fabbricati esisten- il castello già trovavasi in istato di
ti, e dal recinto vecchio pare po- poter offrire decente abitazione, per
tersi dedurre che Frascati non essere da un Pontefice concesso al
prendesse l'aspetto di terra mura- suo prefetto per farne villeggiatu-
ta che sul declinare del secolo XIV. ra, oltre la salubrità del clima, e
Si vuole che nel principio del se- la deliziosa amenità del luogo. Il

colo XIV gli Orsini, signori allora E.enazzi nelle Notizie storiche de-
di Marino, ponessero gran cura a ^li antichi vicedomini ,
prefetti, e

stabilirsianche sul nascente Fra- maggiordomi, a pag. ^o, nel descri-

scati, e ciò si deduce non solo per vere quelle del Mirabelli illustre

la vicinanza di Marino, ma ancora napolitano che Pio li adottò nella


perchè sul campanile della memora- propria famiglia col suo cognome
ta chiesa di s. Sebastiano di Frasca- Piccolomini, narra che lo fece se-
ta^ che per lungo tempo è stata la natore di Roma, e vicecamerlen-
cattedrale di questa città, e che oggi go, ed insieme prefetto del sagro
dicesi di s. Rocco, si legge un' iscri- palazzo, e ad altri benefizi aggiun-
zione in caratteri gotici, che dice es- se, oppidum, cui nomea Frasca-
sere stato quello edificato per la sa- tiim, in cnnicularis ardoris seces-
FRA FRA 209
snm tribuit. Quindi il Vittorelli io p. IT, che nella guerra coi Colonne-;!
nota alle addizioni al Ciacconio, ri- dell'anno i483, sotto il pontifica-
pete 1' origine e l'uso costantemen- to di Sisto IV, Prospero Colonna
le osservato sino al pontificalo di entrò in Frascati nella vigilia di
Benedetto XIII, che il governo di s. Giovanni, e portò via il figlio
Frascati fosse sempre annesso al del cardinale. Da alcuni istromeu-
primario palatino uffizio del pre- ti inediti riguardanti l'eredità del
fetto poi maggiordomo del sagro cardinal d'Estouteville , riportati
palazzo apostolico, acciocché come dnl Cancellieri a pag. 166 delle sue
villeggiatura pontifìcia fosse sotto Campane, si vedono notati i cd-
la giurisdizione di lai ministro, f^. stellida lui acquistali, e sotto il 24
Maggiordomo, prefetto de' sagri pa- gennaio i483 è notato di avere il
lazzi APOSTOLICI. cardinale donato a Girolamo ed A-
11 Cannesio nella vita di Paolo II, goslino fratelli, i castelli di Frasca-
che nel 1 4^4 successe aPioII, dimo- ti, Civita Lavinia, Geuzano, e Né-
stra ehe quel Papa assegnò ai canoni- mi, costituendo per loro tutori il
ci regolari lateranensi da lui tanto cardinal di Porto, e il cardinal di
protetti, cento monete d' oro sul- Novara, cui incarica prendere pos-
le rendite del castello di Frascati. sesso pei detti minori. Tra le bol-
Nel pontificato di Sisto IV Fra- le registrate negli istromenti, vi è
scati divenne signoria del celebre la bulla exemptioms Castri Fra-
cardinale Guglielmo di Estoutevil- scati, bulla legilimationis Hierony-
le del sangue regio di Francia, ar- mi el Augusttni. Nel lib. 12 D'n>ers.
ci vesco di Rouen e camerlengo di Cainer. 208, dell'archivio vaticano,
santa Chiesa. Egli acquistò pure Ci- è registrato che Sisto IV per aiu-
sterna, Castelvetere, Genzano, e Ne- tare nel i485 Ferdinando re di
mi, come meglio dicesi all'articolo Sicilia contro i turchi, vendette
Genzaxo, e nobilitò Frascati con e- Frascati a Girolamo ed Agostino
difizi, erigendo presso la nomina- d' Estouteville, pel prezzo di otto
ta chiesa di s. Sebastiano, almeno mila fiorini d'oro, forse di quella
nella massima parte, una rocca, parte eh' era rimasta alla Chiesa.
oggi palazzo vescovile e residenza Giulio II nel i5o4 die in mo-
del cardinal vescovo, per cui quel- glie a Marc'Antonio Colonna, Lu-
l'edifizio in forma di castello vie- crezia figlia di Lucchina sua so-
ne detto comunemente la rocca, e rella, e per dote la città di Fra-
per le ragioni narrate sono dap- gli scati, e quel tiatto di palazzo edi-
presso le più antiche case di Fra- ficato a' ss. Apostoli presso quello
scati, che nei successivi ingrandi- de' Colonnesi. Paolo 111 Farnese,
menti si protrassero verso la par- già vescovo tusculano, prima di ab-
te meridionale del dorso del colle. bracciare lo stato ecclesiastico eb-
Indi nel i48o il cardinal d'Estou- be un figlio chiamato Pier-Luigi :

leville vicino alla rocca eresse una a questo nel i537 diede la città
fontana, siccome leggasi Dell' iscri- di Frascati che avea acquistato da
zione tuttora esistente: questo car- Lucrezia Colonna, vedova di Mar-
dinale mori a' 2 2 dicembre i4B3, c'Antonio, la quale godeva la città
decano del sagro collegio. Si ap- a titolo di dote; dipoi cedette Fra-
prende dal citato Muratori tom. IF, Scali alla camera apostolica, la ^uu'
VOI, xxvii. 4
7to FRA FRA
le l'acceltò dando a lui in cambio Gregorio XIII si portò di frequente
Castro [Fedi). Sotto il pontificato a villeggiare a Fiascati, come pur
di Paolo IH si dovette Frascati in narrano Francesco Mucanzio, nel t.
miglior modo stabilire, e ricingere II ydct caerem. del p. Gallico p,
con solide mura. Queste però non 191 ; ed il Cancellieri nelle Me-
si estendevano al disopra della piaz- morie istoriche delle sacre lestej a
za di s. Pietro, perciò tutte le fab- pag. 36. Clemente Vili pure fre-
briche che si trovano edificate ver- quentò le sue ville , come egual-
so il monte, corrispondevano fuo- mente praticò Paolo V. Questo
ri di tale cinta. La città era cos'i Pontefice concesse a Frascati di
costituita dalla sola parte che sus- potere tenere nel giovedì pubblico
siste inferiormente alla detta piaz- mercato, che nel pontificato d' In-
za, e che corrisponde intorno alla nocenzo XII, essendo governatoi'c
rocca, ed alla vecchia cattedrale di della città il suo maggiordomo mon-
s. Sebastiano ossia di s. Rocco. Paolo signor Colonna, venne destinata la
III accordò a Frascati diversi pri- piazza presso il palazzo vescovile
vilegi, dichiarandolo città nel i538, per tale uso. Intanto Frascati che
lo cinse di mura e di porte, chia- durante tutto il secolo XVI si era
mandolo coll'antico nome di Tu- ristretto allo spazio circoscritto fra
sculo, per cui fu detto Jusculuin- la via di Porta-Granara fino alla
novurrij in latino. Piacendogli ol- piazza del Gesù, la piazza Spinet-
tremodo il soggiorno, si recò spes- ta, la via Saponara, e le mura ca-
so a diporto, massime nella villa stellane odierne, Paolo V e sotto
Rufina, edificata nel suo pontifica- ne' pontificali successivi durante il
to, e perciò la più antica dell'o- secolo XVII si estese a tutta la
dierne ville di Frascati; e nella parte superiore, e perciò ivi la pian-
medaglia che fece Paolo III conia- ta è molto regolare. Il duomo nuo-
re col suo ritratto, nel rovescio non vo poi, ossia la chiesa di s. Pie-
solo vi fece incidere i benefizi fatti tro, è come diremo opera della
a Frascati, ma anche detta villa, fine di quel secolo; ma tutto il

come si è già rimarcato. Dopo tratto eh' è fra la piazza del duo-
questa villa nei secoli XVI e XVJI mo, porta Granara, e porla s. Pie-
furono fabbricate quelle altre che tro,si formò principalmente verso

abbiamo brevemente descritto e , la metà dello stesso secolo, duran-


che rendono Frascati singolare e te il pontificato d'Innocenzo X,
celebre fra le città suburbane di quando la villeggiatura di Frasca-
Roma; il perchè, e per le impor- ti divenne in gran voga. Onoraro-
tanti notizie che narrammo, sia- no di loro presenza Frascati Gre-
mo riusciti alquanto prolissi in gorio XV, Urbano Vili ed Inno-
proporzione dell'articolo, non del- cenzo X, il quale fu benemerito
l'argomento che sarebbe ben lun- della strada che da Roma condu-
go a tratiare dettagliatamente pel ce a Frascati ; come ancora rin-
complesso de' suoi pregi e notizie novò la porta di s. Pietro, per la
storiche, che tanto legame hanno quale entra chi viene da Roma.
con quelle dell'alma Roma, e dei Dalla \dleggiatura di Castel Gan-
sommi Pontefici, descritj;e egregia- dolfo &jportò di frequente a Fra-
mente da molti storici. ncati Alessandro VII, ed .\\\\\ Pa-
F II A FRA 211
pi, così Clemente XI, tulli bene- suol egli ammettere alla sua mensa
voli colla città, alla cui magistra- in un primari di sua corte, e al
ai
tura Clemente X concesse per mag- governatore ed al gonfaloniere di
gior decoro la toga come i con- Frascati. Prima di entrare nella cit-
servatori di Roma, ed ascrisse mol- tà suole il Pontefice onorare di sua
te delle sue famiglie alla nobiltà presenza gli alunni del collegio, che
romana, ciò che dipoi fu praticato sono a villeggiare nella loro villa

con altre. Nel pontificato di Bene- Montai to; e nel partire da Frascati
detto XIII il maggiordomo Camil- suol fare altrettanto con le mona-
lo Cibo dimise il governo di Fra- che agostiniane. La porta della cit-
scati, che era annesso alla carica tà per la quale il Papa vi entra,
di maggiordomo, laonde Clemente è ornata di drappi con analoghe
Xn ne affidò il governo ad un iscrizioni; ivi si trova il governato-
governatore dipendente dalla con- re in toga, e la magistratura civica

gregazione della sagra consulta, e in abito presenta genuflesso le chia-


ne' successivi mutamenti entrò nel- vi in segno di fedele sudditanza, fra
la categoria delle altre città dello ilsuono della banda municipale, quel-
stato. Indi Benedetto XIV, e Cle- lo delle campane, gU evviva della
mente XIII pili volte dalla villeg- divota popolazione, e lo sparo dei
giatura di Castel Gandolfo si por- mortari. La carrozza ed il treno
tarono a Frascati, come si è no- pontificio si ferma innanzi alla cat-
tato parlando delle ville , e vi ri- tedrale ove il Papa è ri cevulo dal
cevettero quelle dimostrazioni di cardinal vescovo, vestito dell'abito
venerazione e giubilo dagli abitanti, cardinalizio, e dal capitolo sotto bal-
che si leggono ne' Diari di Roma, dacchino. Nell'altare maggiore è espo-
riportate dal Cancellieri nella Let- to il ss. Sacramento col quale uà
tera al Korcjf. Deve no-
dottor vescovo della corte comparte la be-
tarsi che Benedetto XIV donò ai nedizione. Indi il Papa col cardi-
vescovi tusculani il palazzo, eh' è il nal vescovo si porta alla contigua sa-
presente episcopio, il quale prima grestia ove ammette al bacio del
apparteneva al sagro palazzo apo- piede il capitolo, il governatore, il

stolico. Tal concessione si effettuò gonfaloniere con gli altri della ma-
nel 1759 dal successore Clemente gistratura, ed altre persone eccle-
XIII, essendo vescovo il cardinal siastiche e laiche, che vogliono sod-
Camillo Faolucci. Questo palazzo disfare al loro ossequio. Dopo di
ebbe in diverseepoche alcuni re- che il porta all'episco-
Pontefice si

stauri, e lo fu pure nel pontifica- pio ovvero al palazzo abitato dal


to di Pio VI dai fondamenti nel cardinal Pacca decano del sagro col-
1776. legio quando era vivente, accom-
Egualmente si portò a Frascati pagnato dal clero e magistratu-
da Castel Gandolfo Pio VII, negli re mentovate, venendo servito di
anni i8o3, i8o4, iBo5, ed in al- rinfresco, insieme al suo corteg-
tri anni; Leone XII vi
il successore gio; indi parte da Frascati, e pro-
fu nel 1827, ed il regnante Gre- segue la consueta gita all' eremo
gorio XVI ogni anno dal i83i in de' camoldolesi, parlam-
del quale
poi, recandosi a pranzo all' ere- mo all' articolo Camaldolesi. Ol-
mo de' camaldolesi, i quali religiosi tre i citati autori, Giacomo Pina-
2 12 FRA FRA
rolo tratta della città di Frascati, si venerava una divota immagine
e dell'aulico Tusculo, nel suo Trat- del ss. Salvatore che per pia tradi-
tato (itile cose pile memorabili di zione dicevasi dipinta da s. Luci,
Roma, (li Frascati ec, Roma 1721; la quale poi fu trasferita nella chie-
e il p. Francesco Eschinardi, con sa cattedrale di Tivoli, ove al pre-
aggiunte di Ridolfino Venuti ne par- sente ritrovasi, con quella iscrizione
la a p. iG-fCseg. della Descrizione di ch'egli riporta a pag. io3, descri-
Roma e dell'Altro romano. In quan- vendo quindi i templi che le deità
to agli avanzi del Tusculo antico, dei gentili aveano nell'antico Tu-
sono descritti dal eh. Nibby e piìi sculo. La chiesa tusculana nei pri-
ampiamente dal cav. Canina. Sul- mi secoli del cristianesimo ricevette
lo stemma poi di Frascati, dice il l'insigne prerogativa di essere una
Piazza eh* Ci^So si forma della glo- delle sei sedi suburbicarie cardinali-
riosa impresa delle chiavi incrocia- zie, il cui vescovo come collaterale

te, insegna della Chiesa romana. al romano Pontefice ufficiava per


La fede cristiana fu predicala nel- lui nella patriarcale basilica lalc-

l'antico probabilmente dai


Tusculo ranense di Roma nel venerdì d'ogni
santi apostoli e Paolo, al-
Pietro settimana, ed allora risiedeva nel

lorché bandirono il vangelo in Ro- contiguo patriarchio, come meglio


ma , e nei luoghi e città ad es- dicesi all'articolo Vescovi suburbica-

sa suburbani. L'Ughelli neAVItalia ri[F'edi]; le sedi de' quali, come que-


sacra tom. I, pag. 220, nel fare la sta di Tusculo, sono immediatamen-
storia di questa sede vescovile, e te soggette alla Sede apostolica. 11
dei suoi vescoti, dice che gli aposto- primo vescovo di Tusculo di cui si
li o i loro discepoli ed alun-
slessi trova menzione secondo 1' Ughelli
,

ni vi portarono la luce evangeli- ed il Panvinio, è Marte o Marzio


ca. Il Piazza porta opinione nel- vescovo tusculano nell'anno 269.
la sua Gerarchia cardinalizia a Dopo una lunga lacuna si conosce
pag. 257, che lo stesso principe de- per secondo vescovo tusculano Vi-
gli apostoli s. Pielro abbia promulga- taliano, il quale nell'anno 680 sot-
to ai tusculani gentili la vera fede, toscrisse al dire del Coleti, annota-
ed osserva che a lui vennero dedicate tore dell' Ughelli, nel concilio di R.o-
le maggiori chiese dell'antica e mo- ma alla lettera che il Papa s. Aga-
derna cattedrale, siccome una pro- tone consegnò ai suoi legati che
va del suo opinameato. Aggiunge mandò egli al sesto concilio ge-
il Mattei a pag. 1 1 i delle Memorie nerale che in detto anno dove-
ixtoriche dell* antico Tusculo, che i va celebrarsi a Costantinopoli. Il

primitivi cristiani tusculani trasfor- terzo vescovo fu Pietro nomina-


marono il tempio maggiore di Gio- to dal Pontefice s. Leone IV del-
ve in una chiesa, che dedicarono r847, per la testimonianza del Ba-
alla santa Croce del Redentore, e ronio all'anno 8o3. JNell'anno 964
perchè forse fu ivi riposta qualche era vescovo Egidio, che il Papa Gio-
porzione della reliquia della vera vanni XIII inviò suo legato a' polac-
Croce gli diedero il nome di s. Ge- chi convertiti io quel tempo alla fe-
rusalemme, della quale riparleremo de, nella quale li confermò.
trattando delle chiese tusculane. In Nell'anno io5o è registrato per
questa chiesa il Mattei racconta che quinto vescovo il cardinal Pietro, il
FRA FRA 2i3
primo che si trova decorato della notato che il Mattei a p. ì6') par-
dignità cardinalizia. Nel io58 per lando dell'antipapato di Vittore IV,
morte del Pontefice Stefano IX det- dice che concorse alla sua intrusione
to X avendo usurpato la cattedra Giovanni uiigaro abbate di Strutnio,
apostolica il cardinal vescovo di e cardinale e vescovo tusculano
,

Velletri de' conti Tusculani , die secondo alcuni, divenendo anch'egli


prese il nome di Benedetto X, il antipapa col nome di Calisto HI. Il
cardinal Pietro nascostamente partì medesimo Alessandro 111 nel 1178
da Roma, per non essere costretto creò vescovo e cardinale Pietro di
ad intervenire a cotal elezione. Nel Pavia, poi vicario di Roma per Lu-
lODp Nicolò li fece cardinal vesco- cio 111, Urbano HI e Gregorio Vili
vo tuscnlano Gilberto , che nel sino a Clemente IH; morì nel 1 186.
1 062 ebbe a successore Pietro, e Sembra che fosse vacante la sede
di questo fu Giovanni fatto cardi- quando 19 i seguì l'eccidio del-
nel i

nal vescovo da Alessandro IT; egli l'antico Tusculo; tuttavolta nel i-zoS
si distinse nello zelo contro l'anti- Innocenzo HI creò cardinal vescovo
papa Giliberto o Clemente III, cbe tusculano Nicolò romano, poi le-
disputava la suprema dignità a s. gato Onorio IH in Inghilterra,
di
Gregorio VII, Dopo la sua morte morto nel 1219. Quel Papa gii die
Urbano II fece cardinal vescovo tu- in successore il cardinal Nicolò di
scnlano Giovanni Marsicano, che sos- Chiai amonti siciliano, dell'imperiale
tenne vigorosamente Pasquale li con- stirpe di Carlo Magno, non essendo
tro le violenze dell'impero perle inve- ancora, come osserva il Piazza, in-
stiture ecclesiastiche nel concilio di trodotta nel sagro collegio l'ozione
Guastalla. Nell'anno i i 1 8 lo succes- o passaggio ai sei vescovati subur-
se Divizio, cardinale; ed a questi nel bicari, ai titoli e alle diaconie car-
1122 Egidio francese chiamato an- dinalizie. A questo insigne cardi-
cora Gibo, fatto cardinal vescovo da nale, che eseguì varie legazioni, ed ai
Calisto II, uomo dotto ed eloquen- vescovi tusculani suoi successori O-
te: cadde nello scisma di Anacleto norio con bolla XIII kalen. de-
III,

li, ed a mediazione di s. Bernardo cembris i-ìi^jEt si de univtrsis frU'


ritornò all'ubbidienza del legittimo curam^
tribusj et coepiscopìs noslrìs
Innocenzo li, che lo ripristinò nelle presso rUghelli a pag. 28 i, conces-
dignità dalle quali l'aveva deposto. se per abitazione permanente in Ro-
Indi fu vescovo il celebratissimo, ma, come obbligati alla residenza
dotto e pio cai-dinal Ugo di s. Vit- presso il romano Pontefice, il pa-
tore sassone; e nel i ì^t. Imaro car- lazzo o casa vescovile con la chiesa
dinale francese, monaco benedettino, annessa di s. Maria del Monistero,
legato di Lucio II in Inghilterra, oggi chiesa monistero delle mo-
e
morto in Cluny nel 1164: fu ama- nache di s. Maria della Purificazio-
to e stimato da s. Bernardo, ma of- ne nel rione Monti. Questa chiesa
fuscò lo splendore delle sue virtù anticamente era stala insigne abbazia
col seguire il partito dell'antipapa dei monaci benedettini o basiliani,
Vittore IV, che poi abbandonò rico- ilcui abbate assisteva il Papa quan-
noscendo Alessandro III. Questi pro- do celebrava solennemente, e poi da
pose a questa sede in cardinal ve- Martino V fu data ai monaci girola-
scovo, Ugo Pierleoni romano va : qui mini di s. Pietro in Vincoli, la
FIIA
questo luogo per lungo tempo fe- pontificia in Roma volle restare in
cero residenza i vescovi tusculani, Avignone. Nell'anno seguente essen-
cioè da Onorio III a Martino V. do insorto contro Urbano VI l'an-
Al cardinal Chiaramonti Grego- tipapa Clemente VII, questi essen-
rio IX die in successore nel 1228 dosi portato a stabilirsi in Avignone,
il cardinal Giacomo di Vitriaco in- nel 1379 ^^'^ morte del cardinal
signe predicatore, zelante contro gli Bgidio fece vescovo tusculano Gio-
albigesi, e nelle crociate, dotto, mo- vanni de la Grange benedettino
ri santamente nel I244- Innocenzo francese, che Gregorio XI avea fat-
IV allora fece vescovo e cardinale to cardinale, siccome suo partitante,
Ottone di Castel Ridolfo, ossia Odo- che mori nel 1402. Ma Urbano
ne di Chateauroux della diocesi di VI nel 1878^ o meglio il succes-
Bourges, legato a s. Luigi IX che sore Bonifacio IX, nel 1391, fece ve-
determinò alla crociata; la cui santa scovo tusculano il cardinal Pileo de
cappella di Parigi coU'intervento di Prata di Concordia. A questi lo stes-
venti vescovi consagrò: mori in Civi- so Bonifacio IX nel i4o3 fece suc-
tavecchia nel 1273, secondo il Piaz- cedere il cardinal Enrico Minutolo
za, con l'Ughelli dicono in Or-
altri napoletano. Intanto a Bonifacio IX
vieto.Gregorio X
nominò cardinal succedettero Innocenzo VII, e Gre-
vescovo Pietro di Lisbona arcivesco- gorio XII Corraro veneziano, men-
vo di Braga e suo archiatro, il qua- tre lo scisma sostenevasi dall'antipa-
le a' i5 settembre 1276 fu eletto pa Benedetto XIII, eletto dopo la
Papa col nome di Giovanni XXI, morte del falso Pontefice Clemen-
ed è il primo cardinal vescovo tu- te VII. A terminar lo scisma i car-
sculano elevato al sommo pontifi- dinali dei collegi Gregorio XII, di
cato. A'25 novembre 1277 divenne e di Benedetto XIII nel 14^9 si
Papa Nicolò III, il quale pose nella adunarono in concilio a Pisa, ove
sede tusculana il cardinal Ordoneo intervenne il cardinal Minutolo ve-
o Odone ossia Ordonio Alurtz di scovo tusculano , e Pietro Girar-
Lisbona arcivescovo di Braga, che do francese anticardinale di Bene-
ebbe in successori, nel 1285 il car- detto XIII, e per lui sino dal i4o2
dinal Giovanni Boccamati o Bocca- vescovo tusculano. Nel concilio fu
mazza patrizio romano, sotto del deposto Gregorio XII ed in vece
quale la residenza pontificia fu eletto Alessandro V: questi rico-
trasferita io Avignone; nel 1 809 il nobbe per veri cardinali quelli che
cardinal Berengario PVedol francese; avevano abbandonato l'antipapa, fra i

nel i3i2 il cardinal fr, Bertran- quali il Girard. Siccome poi nei due
do Augerio della Torre francese, dei collegi alcuni avevano il vescovato
minori; nel 1827 il cardinale Anni- suburbicario, il titolo e la diaconia
baldi da Ceccano; nel i338 il cardi- che altri possedevano, ebbero ori-
nal Guglielmo de Court, cistcrciense gine le ozioni dei vescovati , tito-
francese, nipote di Benedetto XII; li, e diaconie vacanti. Cos^i essen-
nel i36i il cardinal Kicola Capoc- do vacante la sede suburbicaria
ci nobile romano; nel i368 il car- di Sabina 1' otto ed ottenne il

dinal Egidio Aiscelin o Aysellin cardinal Minutolo , restando ve-


francese, che quando nel 1877 scovo tusculano il cardinal Gi-
Gregorio XI riportò la residenza rard , che morì in Avignone nel-
FRA FRA ai5
l'anno i4'7j benché peiiiteniicre 5>egu'i le parti , e mori sotto la
maggiore. sua ubbidienza nell' anno i442-
Continuando Gregorio XII a ri- Allora Eugenio IV gli die per suc-
guardarsi per Papa, ed il simile fa- cessore il cardinal Lodovico di Lu-
cendo Benedetto XIII , alla morte xemburgo Ligny francese, che ter-
di Alessandro V, gli fu dato nel minò di vivere nell' istesso anno;
i4io a successore il cardinal Bal- onde il Papa elesse nel i444 '^
dassare Cossa napolitano. A ter- sua vece, il celebre cardinal Giu-
minare il funestissimo scisma fu liano Cesarini romano, morto nel
adunato il gran concilio di Costan- seguente anno. Nicolò \ nel i449
za, ove Gregoiio XII avendo ge- onorò questa sede col trasferire da
nerosamente rinunziato, fu fatto quella pur suburbicaria di Sabina
cardinal decano del sagro collegio, il dottissimo e celeberrimo greco
legato del Piceno, e vescovo subur- Bessarione già monaco basiliano
bicario di Porto, che l'Ughelli di- che morì nel i473. Alle biografìe
ce tusculano : Giovanni XXIII fu de' cardinali di questo medesimo
deposto, l'antipapa Benedetto Xlll Dizionario sono riportate non solo
scomunicato, ed eletto Martino V. le notizie di quelli che occuparono
Essendo moi to nel medesimo an- la sede tusculana o di Frascati
no i4'7 il Angelo Coi-
cardinal ma anche quelle cose principali ,
raro in Recanati, già Gregorio XII, che possono riguardare la città e
e dimorando nel i4'9 Martino V diocesi di Frascati.
in Firenze, ivi si portò a gittarsi Sisto IV dal vescovato di Sabi-
a' suoi piedi Baldassare Cossa, già na tusculano nel 147^
trasferì nel
Giovanni XXIIl. Il pacifico Mar- il cardinal Latino Orsini, il quale
tino V lo perdonò, il creò cardi- ebbe i seguenti successori tutti car-
nal decano del sagro collegio , e dinali. Giacomo Ammannati luc-
vescovo tusculano , concedendogli chese, detto il Papiense; fu fatto
sedia più eminente degli altri car- vescovo nel i477> ^ morì nel i479
dinali : de' quali onori poco il cai in cui gli successe Ballista Zeno
dinaie fruì, morendo dopo pochi veneziano, nipote di Paolo II. In
mesi in Firenze. Le sede luscula- sua morte nel 1 5o i dalla sede sub-
na resto vacante, finché Eugenio urbicaria di Albano, Alessandro VI
IV i43i vi nominò il cardi-
nel traslocò a questa Giorgio Costa
nal Antonio Panciarini o Panciera portoghese, che passando nel i5o3
di Portogruaro, che mori nell'istes- a quella pur suburbicaria di Por-
so anno; fu rimpiazzata nel i436, to e s. RutKna, gli successe Loren-
quando il greco cardinal Ugo di zo Cibo vescovo di Albano. Indi
Lusignano fratello dei re di Cipro, ne furono vescovi, nel i5o3 stesso
lasciata la chiesa suburbicaria di Antonio Pallavicini, poi vescovo di
Palestrina, otto alla tusculana. Que- Porto, e Gio. Antonio Sangiorgi
sto cardinale per la parentela che piacentino; nel i5o7 Bernardino
avea colla casa di Savoia, allorché Carvajal spagnuolo vescovo di Al-
nel 14^9 fu dal conciliabolo di bano, poi di Palestrina; nel i5o9
Basilea eletto in antipapa Ame- Guglielmo Brissonnet francese, indi
deo di Savoia, che prese il no- Domenico Grimani veneziano, ve-
me di Felice V , miseramente ne scovo d'Albano, poi di Porto ; Fi-
2i6 FRA FRA
lippo di Luxernlnu^o liancese nel che sogliono tenersi dai sotto-dfl-
i5i8, ma morendo nell'anno se- cani e decani del sagro collegio ,

guente, gli successe Alessandi-o Far- essendo per lo più i piìi vecchi
uese l'ornano, che nel i523 diven- cardinali, talvolta non souq rare le
ne vescovo di Palestrina , e nel loro morti ; ora non riporteremo
1 534 Pontefice col nome di Paolo più i passaggi ,
parlandosene alle
in. Dopo di lui fu vescovo Anto- rispettive Liografie.
nio delMonle, traslocato da Alba- Seguono gli altri cardinali ve-
no, e poi Francesco Guglielmo de scovi tusculini : nel «587 Innicq
Ciermont francese nel 1 524- Nel Davalos; nel i jg i ^folomeo Gal-
i54i lo divenne Marino Grimani li ; 600 Lodovico Madrucci
nel 1
;

yeneto, poi vescovo di Porto ; nel nel 60 Girolamo Simoncelli


1 1
;

1543 Filippo de la sa- Cliambre nel i6o'i Domenico Pinelli ; nel


voiardo. iN'el i55o Gio. Pietro Ca- 160Ò1 Antonio Maria Galli; nel
rafa napolitano fu da Giulio III 1608 Mariano Pierbenedetti ne( ;

fatto vescovo tusculano, nel i553 i6i I Evangelista Pallolta ; nel 1620,
passò alla sede di Porto , e nel Francesco Sforza; nel 1624 Odoar-
ì555 alla romana col nome di do Farnese; nel 1G26 Gio. Batti-
Paolo IV. iXel detto anno i553 sta Deti ; nel i6:?6 Bonifacio Be-,
il vescovo d'Albano Giovanni Bel- vilacqua ; nel 1627 Andrea Peret-
l.iy passò ad esserlo di Frascati, ti ; 1629 Gio. Garzia IMellini ;
nel
poi di Porto; nel medesimo anno neir istesso anno Marcello Lante
i553 Rodolfo Pio di Carpi fu no- e Giulio Savelli; nel 1
644 Griu-
minato vescovo, indi passò a Por- liq R.oma ; nel 164^ Carlo de Me-
lo. Nel i555 fu vescovo fr. Gio- dici; nel i6ti2 Bernardino Spada;
vanni Alvarez di Toledo spagnuo- neir istesso anno Giulio Sacchetti ;

lo, già di Albano; mori nel 155^, nel Antonio Barberini; nel
i65ti
e gli successe Francesco Pisani ve- 1661 Girolamo Colonna; nel 1666,
scovo di Albano, poi di Porto. Nel Gio. Battista Palletta; nel 1668
i562 dalla sede di Palestrina pas- Francesco Maria Brancacci ; nel
sò a questa Federico Cesi, indi di 1671 Ulderico Carpegna; nel 167V
Porto; altrettanto nel i564 av- Virginio Orsini; nel 1676 Carlo,
venne a Giovanni Moroni. Nel Rossetti; nel 1680 Alderano (^i-
i565 da vescovo di Sabina passò bq; nel i683 Pietro Ottoboni, pas-
ad esserlo di Frascati poi di Por- sato poi nel 1687 a vescovo di
to, Alessandro
Farnese romano; Porto, e nel 1689 Pontefice A-
altrettanto si deve dire di Giaco- lessandro Vili; nel 1687 Giaco-
mo Savelli romano del iSyS. Gio. mo f\-anzoni; nel 1693 Niccola
Antonio Serbelloni milanese vesco- Acciajoli ; nel 1700 Vincenzq Ma-
vo di Palestrina, nel i583 lo di- ria Orsini, poi nel 171 5 vescovo
venne di Frascati, e ne fu bene- di Porto e s. Ruffina, e nel i724
merentissimo, poscia di Porto. Nel Papa Benedetto Xlll; nel I7i5
iSSj fu fatto vescovo Alfonso Ge- Sebastianq Tanara; nel 1721 Fran-
sualdo già di Albano, poi di Por- cesco Giudice; nel 1720 Lorenzo
to. ]\on deve recare meraviglia i Corsini che da questa sede passò
frequenti passaggi, giacché vacando alla cattedra di s. Pietro nel i73o
i vescovati di l'orto e di Ostia, col nome di Clemente XI l ; nel
FRA FRA ^17
1730 Piplfo Oltoboiii ; nel i73t. il cardinal fr. Gio. Antonio Gua-
Pietro Maicellino CoiTadiiii ; nel dagni già carmelitano scalzo; nel
1743 Giiiit'ppe AccoiMmb(jiii j che 1756 il cardinal Carlo ìMaria Sa-
mori a' 21 marzo I747- Allora gripanti ; nel 175S il cardinal Ca-
lienedetto XIV eslipse le contro- millo Paolucci; e nel concistoro dei
versie sulla giinisdizione ecclesia- i3 luglio 17G1 Clemente XUI pro-
stica tra il cardinal vescovo di Fra- mosse a questa sede il serenissioio
scati, e l'abbate commendatario del- cardinal Enrico Benedetto Maria
l'abbazia di Grottaferrata, median- Clemente denominato duca di Yorck,
Ip la bolla Inter malia, emanata ultimo rampollo dei re d' Inghil-
a'4 aprile 17475 presso il Bull. terra della casa Stuart. Quel Pon-
Mdgn. tom. X\ If, png. 157. Di- tefice avea consagrato il cardinale
phiarò Benedetto XIV con questa ili arcivescovo di Corinto in par-
bolla che il vescovo tusculano non tibus sino dal lyóS. Questo am-
pveva giurisdizione glctma sul di- plissimo cardinale beneficò Frascati
ritto temporale e baronale dell'ab- e la diocesi con ogni maniera di
bazia, quale spettava al commen- munificenza, lasciando vari monu-
datario; che il moiiistero e mo- i menti del suo animo generoso, e
naci erano esenti dal detto vesco- dell'amore che portava alla sua
vo; che 1^ cura delle anime ap- chiesa tusculanEj. JNel 1764 celebrò,
parteneva alla parrocchia del mo- il sinodo diocesano, che col titolo d^
nislero ; ma che la giurisdizione Synodus Tusculanus, e per cura
spirituale del territorio, sul clero del gesuita Gasparo Stefanucci
p.
e sul popolo spettava al vescovo fu pubblicato in R.oma con le stam-
tusculano. V. l'opuscolo di Vitto- pe nel 1764; ne celebrò altro nel
rio Martini \\\\.\\.u\aio:AllaSatili(à 1777, e si ha stampato in Roma
(lì Benedelto XIV, per V abbazia \i\ tale anno. Indi nella chiesa
di Groltaferrata, e la chiesa VRr cattedrale di Frascati il suddet-
scovile di Frascati, Roma 1746. to cardinale nel 179^ consagrò ar-
Come pure l'opuscolo di Gabriele civescovo di Tiro partibus,mon- m
Serianni, che porta per titolo: All(t signor Annibale della Genga, che
Santità di Benedetto XI F. Ristretto Pio VI inviò nunzio apostolico in
di replica di fatto e di ragioni per Colonia, e poi divenne Papa col
l'abbazia di Grottaferrata e Fra^ nome di Lqone XII, Piacendogli
scati , Roma '747- In questo s] al cardinale Yorck il sos;giorno
esamina se Grottaferrata sia ISul- di Frascati , ed il suo seggio ve-
lias, come presumeva il cardinal scovile gran parte dell'anno vi
,

Guadagni abbate commendatai'io faceva residenza ; né volle passa-


oppure fòrmi porzione della dio- re alla chiesa vescovile di Por-
cesi di Frascati, come intendeva il to e s. Ruffina, quando divenne
cardinal vescovo Accoramboni. sotto-decano del sagi-o collegio. Di-
Composte da Benedetto XIV |e venuto poi nel i8o3 decano del
questioni indicale, nel concistoro medesimo sagro collegio, nel con-
?ie' IO api ile '747 trasferì dalla cistoro de' 26 settembre demise la
cjtiesa Sabina alla tusculana il
di chiesa tusculana , e da Pio VII
cardinal Vincenzo Bichi il quale , consegui quella di Ostia e Velie-
pbbe seguenti successori. Nel 1750
i tri. Allora il Pap,4 promosse al ve-
2i8 FR/V FRA
scovato di Frascati il cardinal Giu- si deve al cardinal vescovo Giulio
seppe Doiia Pamphily, che ne go- Sacchetti.
vernò la clìiesa sino a' 26 settem- Oltre a ciò essendo nel decorso
l)re i8i4> in cui venendo da Pio anno, per morte del cardinal Pe-
VII trasferito a quella di Porto e dicini vacata la sede vescovile di
s. Ruffina, fu fatto vescovo tuscu- Porto, s. Piufllna e Civitavecchia,
lano il cardinal Giulio Maria della il cardinal JMicara al passaggio di
Somaglia, nel concistoro tenuto da essa rimanere nell'amata
preferì
quel Papa. Dipoi Pio VII nel con- sua sede tusculana, divenendo pe-
cistoro de' 2 1 dicembre 18 18 fece rò de jure sotto-decano del sagro
vescovo il cardinal Bartolomeo Parca collegio, e prefetto della sagra con-
da ultimo morto decano del sagro gregazione de' riti per benignità
collegio e in quello de' i3 agosto
: del Pontefice. Egli è pure protet-
1821 gli sostituì il cardinale Fran- tore della città di Frascati, e del
cesco Saverio Castiglioui, che ila conservatorio Pio. Finalmente per
questa sede fu esaltato al pontifi- la morte del cardinal Pacca essen-
cato a' 3i marzo 1829, prenden- do il cardinal Micara divenuto deca-
do il nome di Pio Vili. Questi no del sagro collegio, il Papa che re-
nel concistoro de' r8 maggio del gna lo ha dichiarato prefetto della
medesimo anno , dichiarò vescovo sagra congregazione cerimoniale, e
di Frascati il cardinale Emmanue- nel concistoro de' 17 giugno 1
844
le de Gregorio, il quale dal re- Iraslatato alle sedi suburbicarie di
gnante Giegorio XVI venendo fras- Ostia e Velletri, e perciò fatto le-

jato alle chiese di Porto , s. Ruf- gato apostolico di Velletri, e sua


fina e Civitavecchia, nel concisto- provincia. Inoltre nel medesimo
ro de' 2 1837 vi sostituì
ottobre concistoro il Pontefice preconizzò
il cardinal Lodovico Micara , del- in vescovo di Frascati il cardinal
l'ordine de' minori cappuccini, na- Mario Mattei di Pergola, arciprete
to in Frascati, con gran giubilo dei della patriarcale basilica vaticana ,

concittadini, per vedere sulla loro segretario per gli affari di stato
sede vescovile un personaggio che interni, e visitatore apostolico nello
aveva tanto illustrato la comune spirituale e temporale dell' abbazia
patria. Questo cardinal vescovo, fin- e monisteio dell'ordine basiliano di
ché governò questa chiesa, non so- Grotlaferrata. La serie de' vesco-
lo faceva l'ordinaria sua residenza vi tusculani , è riportata crono-
in Fi-ascali, e ne fungeva provvi- logicamente nell'appendice al Sy-
damente il governo con zelo e sol- nodus Tusculnnus del 1764, e dal-
lecitudine pastorale; ma è grande- rUghelli neW Italia sacra, poten-
mente benemerito di esso, per a- do servire di continuazione le an-
vere rifabbricato l'ospedale ed ac- nuali Notizie di Roma. In una
cresciute le rendite; stabilito con delle sale dell'episcopio vi sono di-
ragguardevoli somme il monte di pinti alle pareti i ritratti dei ve-
pietà, giacché quello ch'esisteva ai scovi tusculani, disposti per ordine
tempi del Piazza non vi era più; cronologico. .

e dato miglior ordine allo stu- La cattedrale di Frascati è de-


dio ed al regoldmento del semi- dicata a Dio, ed in onore del prin-
nario , la cui erezione primaria cipe degli apostoli s. Pietro edifi-
FRA FRA 219
cala a spese del comune, con no- derano Cibo vescovo di Frascati,
bile e maestosa architettura di Car- al dire del Piazza, il quale aggiun-
lo Fontana. Essa è costrutta di ge che ivi nella tribuna è effigiato
pietra tusculana, ossia sperone, ch'è in marmo, con figure al naturale,
un tufo vulcanico piìi compatto del il Salvatore che consegna a s. Pie-
tufo romano, e più atto ai lavori tro le chiavi, simbolo della sua su-
d' architettura. Il suo prospetto prema pontificia potestà. Questo
esterno è decorato da due alte ed altare però fu dedicato nel 1708,
eguali campanarie, edificate
torri e d'allora in poi questa chiesa ser-
lateralmente, che mostrano al pub- vì di cattedrale. Una lapide a si-

blico due orologi che segnano le nistra della porla maggiore, dichia-
ore, uno col metodo italiano, l'al- ra essere stalo ivi sepolto Carlo
tro con quello francese. Sulla ci- OJoardo figlio di Giacomo III re
ma sono quattro proporzionati
vi cattolico d'Inghilterra, morto a' 3 i

candelabri che sostengono altret- gennaio 1788: questi è il celebre


tanti fanali. Ai fianchi dell'ingres- principe Carlo Stuart , conosciuto
so e in alto si vedono le statue dei sotto il nome di pretendente d'In-
.ss. principi degli apostoli Pietro e ghilterra ; e la lapide fu postada
Paolo, e più sotto quelle dei ss. Enrico cardinal duca di Yorck suo
Bocco e Sebastiano, non che quelle fratello. La lapide ricordata era
de' Filippo e Giacomo apostoli
ss. prima a sinistra dell'altare mag-
protettori della città. Sulla princi- giore, ma essendo stata dal bene-
pale porta d'ingresso in bassori- merito vescovo cardinal Micara fab-
lievo è rappresentt-tto il Redentore, bricalauna cappella in onore di
che rivolto a san sembra Pietro Maria santissima Addolorata (la cui
dirgli : modicae Jìdti quare diibi- immagine che ivi si venera apri
tasli. Abbelliscono inoltre questa gli occhi, ed è stata coronata dal
facciata otto colonne della detta vescovo cardinal Somaglia) che ser-
pietra tusculana, e nell'attico a visse ad uso di coro d' inverno: fu
grandi lettere si legge : iv honorem in quel luogo aperta la porta del-
«. PETRr apostoli s. p. q. t. Nel la cappella per non togliere la sini-
Iregio è notato come questa catte- rnelria della fabbrica interna della
drale, sostituita a quella di san chiesa, e la lapide trasportata al
Rocco, fu cominciata nel pontifi- detto luogo. Dice il Piazza, che in
cato d' Innocenzo XII, e termina- uno dei sette altari della cattedra-
ta sotto Clemente XI l'anno san- le si venera un'antichissima e mi-
to dell'uni versai giubileo del 1700. racolosa immagine della beata Ver-
E sul detto bassorilievo si legge il gine, con tradizione che sia dipin-
nome di carolo columxa guber. ta da s. Luca, per cui quando il
(Questo è Carlo Colonna romano, Domenichino dovette restaurarla
maggiordomo de' Pontefici Inno- lo con venerazione e riveren-
fece
cenzo XII, e Clemente XI, e per- za. E pure tradizione che tale im-
ciò governatore di Frascati il se- : magine si rinvenne da un frasca-
condo lo creò cardinale nel
1706. tano in un nionistero non molto
L'interno della chiesa è diviso in lungi dalla città , che per essere
Ire navi; l'altare maggiore fu con- esposto ai ladionecci era stalo ab-
sagrato nel 1680 dal cardinal Al- bandonato dai monaci di Grotta-
12^ FRA FRA
fienaia, onde con solonne proces- Frascati, Sisto V assegnò per con-
sione fu portata in città. Nella cat- gruo mantenimento del capitolo

tedrale vi è il battisterio, molte cento scudi sulle rendite camerali


sagre reliquie e preziose suppellet- dell' istossa città, ed altri cento per
tili sagre, nella maggior parte do- la massa residenziale, sopra una
nate dai cardinali vescovi; e nella pensione imposta sulla mensa ve-
cappella del ss. Crocefisso vi è la scovile. Indi accrebbe il capitolo di

confraternita del ss. Sagramento, il due altri canonicati con le loi'o

quale ivi si venera nel taberna- prebende, uno de* quali canonici, e-

colo. letto dal capitolo, dovesse essere coa-

Dopo la dislmzione dell' antico diutore in perpetuo nella cura di

Tusculo, risiedettero i vescovi nei anime all'arciprete prima dignità ,

sobborghi che di-


edificati al modo ed a cui spetta principalmente il
cemmo, nel sito dell'odierno Fra- governo parrocchiale della cura an-
scati. Cresciuta la popolazione si nessa alla cattedrale, ciò che tut-

eresse un tempio bellissimo, ador- tora si osserva. Al presente il ca-


nato successivamente dai cardinali pitolo si compone delle dignità d'ar-

vescovi, e dedicato a Maria Ver- ciprete, di arcidiacono, e di piimi-

gine del Vivario, al presente s. Roc- cerio , di diciasette canonici com-


co, detto ancora il duomo vecchio, prese le prebende del teologo e

e di cui riparleremo. Fu di nuovo del penitenziere, di otto beneficiati,


questa chiesa eretta in cattedrale e di altri preti e chierici addetti
l'anno iSSy dal Papa Paolo III, al servigio divino. Il Papa Paolo
già stato suo vescovo, con la par- III forse concesse per distintivo ai

rocchia annessa, dichiarando Fra- canonici l'uso della mozzetta


pao-
.scati città, ed immediatamente sog- nazza e del rocchetto, dappoiché
getta alla Sede apostolica, com'era- quando egli 1' istituì nel iJSy ve-

no tutte le altre chiese suburbica- stirono di tali onorifiche insegne.

rie cardinalizie. Indi Paolo III isti- Nella città oltre la cattedrale av-

tuì la dignità dell'arciprete, con vi altra chiesa parrocchiale, ma


quattro canonici e due beneficiati, senza il sagro fonte. Vi sono i ri-

co' quali formò il capitolo. Ma sem- foi'mati, i cappuccini, i teatini, gli

brando a Sisto V questo clero trop- scolopi, i camaldolesi, ed il moni-


po ristretto pel servigio ed ufììcif?- stero di s. Flavia Domitilla con le

tura d'una chiesa cattedrale, cori monache che professano la regola


la bolla Dudum si quìdeni, ema-
:
di s. Agostino. Quattro sono le

nata nel i586, e riportata dall'U- confraternite, oltre altri luoghi pii,

ghelli, confermando le provvidenze come le così dette monachelle per

e concessioni di Paolo III, gli ac- r istruzione delle fanciulle deno- ,

cordò altre grazie e provvisioni. minandosi le confraternite: i.'' del


Siccome non era stata assegnata la Gonfalone; i' del ss. Sagramento;
dote suflìciente pel mai)tenimenlo
3.'*
di s. Giuseppe Calasanzio, la

dell'arciprete e prebende canonica- quale è arciconfraternita, e dicesi

li, perchè prima di stabilirle era anche delle scuole pie ; 4-' della

slato colpito dalla morte Paolo IH, morte. 11 cardinal Sfondrati fondò
ad istanza del di lui nipote cardi- in Frascati ed in parte dotò la pia
nal Alessandro Farnese vescovo di casa del rifugio, per sicuro ricq-
FRA FRA i2t
Tero delle che potevano pe-
zitelle minate chiese e monisteri per mol-
ricolare: alle maeitre pie è aflìda- ti anni, come consta dalle confer-
!a l'educazione ed istruzione delle me de' Papi Calisto II ed linio-
povere orfane, iti pubblica scuola. ceozo II, ed è probabile che du-
Ove stava il seminario eravi prima rasse il possesso fino alla distru-
la pia casa degli orfani: l' edifìzio zione del Tusculo. Nella chiesa di
del seminario fu edificato nel 1701, s. Agata veneravasi un'immagine
come ricavasi da una iscrizione ivi della Madre di Dio, colla pia tra-
esistente, mentre da altra del 1770 dizione che sia dipinta da s. Luca,
del cardinal Yorck sono indicate la quale nel1187 sotto Gregorio
le sue beneficenze verso il medesi- Vili, ovvero nel 1100 sotto Gregorio
mo. Innanzi di parlare delle altre IX, fu trasportata nella chiesa di
chiese di Frascati, coll'autorilà del Grottaferrata , e restituita cosi ai
Mattei , daremo prima un cenno monaci basiliani, i quali prima dei
della prima chiesa tusculana, de- benedettini e fino dall' anno 38o
dicata al ss. Salvatore ed alla sua possedevano la chiesa e monistero
Croce, cui fu imposto il nome di di Ai'ata, conservando in essa
s.

s. Gerusalemme, come si è detto fra molte altre insigni reliquie , il


superiormente. JNei tempi antichi cappuccio del loro patriarca s. Ba-
questa chiesa fu ofliciata dai mo- silio, e poscia dai benedettini trasfe-
naci benedettini di Monte Cassino, rito a s. Scolastica Subiaco il
di :

a' quali V avea donata


con alti-e cappuccio fu mandato dalla Cap-
chiese e nionisteri, esistenti dentro padocia da s. Gregorio Nazianze-
e fuori del Tusculo, verso l' anno no, a Giovanni monaco greco ed
io5o Gregorio II conte tusculano, abbate di detto monistero ,
poco
come si ha da Pietro diacono dopo la morte del santo, secondo
cioè :" Monaslerium s. Angeli de il racconto del Mattei. Questi pe-
" Algido territorio Tusculano, ec- rò fa osservare non potersi com-
« desia s. Petri in Pelago, s. Fé- prendere come nell'anno 38o Gio-
M licitatis, s. Luciae, s. Antonini in vanni monaco greco potesse essere
« Monte Porculo territorio Tuscu- abbate nel monislero di Grottafer*
« laiio, monasterinm s. Agalhae rata, quando si ha che nel 100
>' sublus civitate Tusculana, ec- Gregorio I conte tusculano donas-
" desia s. Salvatoris in eadem ci- se a s. Nilo primo abbate e fon-
" Titate Tusculana, ecclesia s. Ma- datore del monistero di Grottafer-
" riae cognomento ad Vineas ler- rata, e che dopo essere partito da
" ritorio Tusculanensi. Has omnes Serpari in Gaeta allora abitava il

" Gregorius consul romanorum bea- monistero di s. Agata, il sito in


» to Benedicto obtulit, juxla teno- Grolfaferrata per fabbricarvi la chie-
« rem, qui in chartula oblationis sa. Aggiunge il Mattei che il San-
« conlinetur ". Benché il conte torio colloca la chiesa di s. Agata
Gregorio II, e il suo figlio Tolo- dov'è ora Grottaferrata, e non pres-
meo I confermassero dipoi ai be- so il Tusculo, mentre s. Bartolo-
nedettini tali donazioni , tuttavolta meo abbate e discepolo di s. Nifo
Pietro Conti fratello di Gregorio pone la chiesa di s.Agata altrove,
II ne turbò loro il possesso. I mo- ed in sito lungi tre miglia da Grot-
naci benedettini litenaeio le no- taferrata, nella vita che descrive
7.1'i FRA FRA
de! sniito. lii questa s. Bartolomeo o peschiera che volgarmente si at-
nana pure, come s. JSilo essendo tribuiva a Lucullo, ma sembra
venuto a morte nel monistero di piuttosto essere appartenuta ad al-
s.Agata, prima che fosse tei mina- tra V'Ha. La chiesa è parrocchiale,
ta la fabbrica di Grottafcrrata, i con un cappellano coadiutore del-
monaci che convivevano con lui l'arciprete della cattedrale per la
ne trasferirono il corpo alla nuo- cura delle anime: il mantenimento
va chiesa secondo la sua disposi- della chiesa spetta alla città. Ha
zione. Nel monistero di Grottafcr- quattro altari,maggiore vi
e nel
rata si ritirarono ancora tutti i è eretta una compagnia del ss. Sa-
monaci greci che a quell'epoca a- gramento, della stessa istituzione
Litavano nel Lazio e nella Cam- di quella della cattedrale. Ivi cele-
pagna, abbandonando perciò i mo- brò Paolo III quando eresse que-
nisteri di Serpari , e di s. Agata sta chiesa in cattedrale; nella cap-
nel Tusculano, per cui il conte pella dei Ambrogio e Carlo vi
ss.

Gregorio li donò questo ultimo ai fu eretta una compagnia. Nell'alta-


benedettini. Fin qui il Mattei , il re maggiore vi è il quadro del-
quale inoltre avverte, che tre al- l' Assunta ; a cornu evangeli , evvi
tre chiese furono nel territorio del l'altare della ss. Vergine detto di
Tusculo, cioè la chiesa e moniste- s. Maria del Vivario, di juspatro-
ro di s. Benedetto, grangia di Grot- nato della confraternita del Gon-
tafcrrata, di cui ne fa memoria falone; a cornu epistolae è l'altare
Gregorio IX in una bolla del laSS; del ss. Crocefisso, di juspalronalo
la chiesa di Leonardo, e quella
s. della confraternita del ss. Sagra-
di s. Silvestjo, ambedue da Inno- re ento nominata di sopra; ed a
cenzo III donate all'arcispedale di sinistra di chi entra vi è l'altare
s. Spirito di Roma, cui le confer- dedicato ai ss. Sebastiano e R.occo
mò Bonifacio Vili. compatroni della città, il quale vie-
S. ]\Iarìn. del Vù>arìo, ossia s. ne mantenuto con decoro. Le im-
Rocco e s. Sebastiano. Questa chie- magini de' ss. Sebastiano e Rocco
sa è chiamata il duomo vecchio, dipinte a fresco, avendole il cardi-
perchè era l'antica cattedrale, ter- nal Micara in s. visita trovate dal-
minando di esserlo all'apertura del- umidità danneggiate, ed in peri-
l'

la nuova. Di sopra si è detto del- colo di quasi perderle, ordinò che


le preesistenti chiese di s. I\laria, fossero staccate dal muro con quel
e di s. Sebastiano, e che nella se- metodo con cui furono staccati gli
conda dopo distrutto il Tuscolo si affreschi del Parnaso nella villa
trasferii in certo modo la sede tu- Belvedere, e fossero intelarate, ri-

sculana, divenendo chiesa matrice toccate un poco, e colà collocate


del nuovo Tusculo o Frascati. Fu di nuovo in modo che non potes-
detta s. Maria del Vivario, per sero più oltre soffrire dall'umidità.
un'antica divota immagine che ivi Il comune fece eseguire il lavoro,
si venera di Maria santissima pri- e riuscì felicemente. In questa chie-
maria tutelare di Frascati, e per- sa evvi un campanile, che ricor-
chè è tradizione comprovata dalla da r antica origine sua. Inoltre è
denominazione, che in quel luogo a sapersi che nel 1660 il 20 giu-
stesso esistesse uu grande vivario gno venne eretta una compagnia
FRA FRA 223
di venliquallro de' principali cit- immagine della Madonna , alla

ladiiii per assistere alla custodia quale i frascatani attribuiscono di


delle immagini di s. Rocco e di essere stati preservati nell anno i527
s. Sebastiano , deli' altare e della dall' iniquo esercito composto di
manutenzione : qui noteremo che tedeschi e spagnuoli che saccheg-
ìd tempo della pestilenza che di- giarono empiamente Roma nel pon-

remo i detti santi furono presi tificalo di Clemente VII. Anche


dai frascatani per protettori, aven- questa imagine fu coronata con
do già per tali i ss. apostoli Fi- corona d'oro dal capitolo della ba-
lippo e Giacomo; per cui ne ce- silica vaticana. Nella chiesa di s.

lebrano la festa nel di primo di Maria delle scuole pie, dei chie-

maggio. Questo giorno dai tuscu- rici regolari delle scuole pie, alla

lani gentili era consagrato in onore presenza del cui fondatore, s. Giu-
di Castore e Polluce, che avevano seppe Calasanzio, il vicario gene-
un tempio, e si facevano in tal rale monsignor Brandimarte Tom-
giorno solenni feste. Nel pontifi- masi di Rìpatransone , bened'i la

cato di Alessandro VII , e nella prima pietra maggio i632.


a' 3
fiera pestilenza dell'anno i656, a'i8 Quivi si venera una immagine mi-
giugno, in questa chiesa prodigio- racolosa della beata Vergine che
samente apparvero nelle pareti le nel 1600 la famiglia Altemps do-
immagini de' ss. Sebastiano e Roc- nò ai Bovarelli, e da questi fu re-
co, il qual miracolo promosse nel galala a s. Giuseppe Calasanzio,
popolo la più. fervorosa divozione, quando nell' annessa casa vi fondò
e meritò di ottenere da Dio per il primo collegio degli scolopi per la
r intercessione di tali santi la pre- istruzione pubblica, dopo quello di
servazione dalla peste ,
grazia cui s. Pantaleo in B.oma. La chiesa di
partecipò eziandio tutta la dioce- s. Flavia Doniitilla, coli' annesso
si, sebbene i luoghi circonvicini pro- monistero delle religiose agostinia-

vassero tremendi effetti del fata-


i ne, fu nel i636 circa edificata a

le morbo. Nell'anno 1771 fu stam- spese del comune, e col consiglio

pato in Roma un libro con que- e generosi soccorsi di Fausto Poli

sto titolo: Racconto breve sopra maggiordomo di Urbano Vili, go-


il discopriinento delle sagre imma- vernatore di Frascati, e poi car-
gini de' santi Sebastiano e Rocco dinale. Concorse allo stabilimento
seguilo nella chiesa di s. Maria delle monache la principessa di Ros-
del divario , ovvero duomo vec- sano Olimpia Aldobrandini-Pam-
d.
chio di Frascati, alli i8 giugno phily ; ed esse furono fondate da
i656i Questo libro contiene pure suor Olimpia Aldobrandini monaca
una breve relazione storica di Fni- agostiniana del monistero delle Ver-
.scati. Altro santuario di questa gini di Roma, che avendo compi-
città, è la chiesa di santa Maria ta la fondazione ritornò in quello
di Capocroce, cosi detta dal luo- di Roma, e mori nel 1 683 d'anni
go ove esiste, perchè ivi le stra- 90. Essa con un fratello era stata
de fanno una divisione a guisa presa fanciulla in una nave tur-
di croce in cura dei religiosi
, chesca, da Pietro Aldobrandini ge-
chierici regolari teatini. In questa nerale del mare, fratello di Cle-
chiesa si venera una prodigiosa mente Vili, il quale avendo sapu-
22| FRA FRA
lo che la giovinetta era di nobi- spurgo delle pubbliche sef)o!turé
lisMina origine, ne piese cura, e esistenti nelle chiese.
fattasi religiosa prese il detto nome Finalmente va fatta particolare
e cognome. Il Piazza tratta delle men:^ione della chiesa convento e
seguenti chiese, ma noi non credia* di s. Francesco de' minori cappuc-
mo veridiche tali notizie, anzi da- cini, in poca distanza dall'abitato,
rebbero esse luogo a questioni; tut- ed in amena posizione. JN'el ponti-
tavolta per non trasandare quanto ficato di Gregorio XllI alcuni pii
egli dice, puramente le indichiamo benefattori, in un al ciimune, edi-
al modo ch'egli scriveva a' suoi ficarono la chiesa eil il convento,
tempi. Parla dunque della chiesa e dell' una e dell'altro anche il

di s. Gregorio I iVagno unita al Papa ne fu munifico e benemeri-


seminario, edificata dall'università to : fece fare ad oro il soffitto del-

de' muratori, in tempo eh' essi in la chiesa, sostenendo i religiosi per


gran numero lavoravano negli edi- tutto il tempo ch'egli dimorava
flzi di Frascati e suo territorio, in Frascati, ove si portava ogni
avendovi quella de' tessitori eretto anno, frequentandone la chiesa.
e
un altare alle ss. Agata e Lucia ; Inoltre Gregorio XII 1 fece spiana-
di s. Maria di ragione del capito- re un monticello vicino al conven-
lo della cattedrale, fuori la porta to con molto dispendio, e ridurre
delia città; di s. Maria del Gon- ad orto e giardino, con tre nobili
falone o oratorio, con confraternita ed ameni viali e nel capo dello ,

canonicamente eretta, ed aggregata stradone di mezzo monsignor Bian-


all'arciconfraternita del Gonfalone chetti maestro di camera del Pa-
di Roma, poi trasferita alla chiesa pa, vi fece alzare una cappella in
di s. Sebastiano; di s. Michele onore della risurrezione di Gesù

Arcangelo o oratorio fuori della Cristo. Della chiesa però fu il prin-


città, di juspatronato della famiglia cipale edificatore Pietro Antonio
Manfroni ; di s. Maria detta delle Contugi già medico di Pio IV:
Jnunagini sulla strada pubblica ro- voleva egli che il soffitto fosse fat-

mana, spettante alla confraternita to a volta, ma resistendo i j'eligio^i

del gonfalone; di s. Lorenzo o ora- per non allontanarsi dalla loro or-
torio della compagnia del ss. Sa- dinaria semplicità, Gregorio XllI
graniento, aggregata a quella della s'interpose autorizzando il Contu-
basilica Lorenzo in Damaso
di s. gi, con privilegio particolare , che
di Roma; AeW Assunzione di Ila- come chiesa da lui dichiaiata pon-
ria Vergine o oratorio della com- tificia, si facesse a volta. Indi il
pagnia delle scuole pie, perchè an- Pontefice dal celebre Muziani fece
nesso alla chiesa e collegio de'chie- eseguire il quadro dell'aitar mag-
lici regolari della Madre di Dio, giore, rappresentante il Crocefisso,
eretta da Urbano Vili; e di s. Se- coi ss. Fiancesco d'Assisi e Anto-
bastiano egualmente fuori le mura nio di Padova a pie della croce ,

della città, unita all'ospedale degli con tutti i suoi ornamenti, in un


infermi e de' pellegrini, ove passò ai ritratti dei due cardinali nipo-
la detta confraternita del Gonfalo- ti, Boncompagno e Guastavillani,
ne. Vi è pure il pubblico cimite- i quali ognuno vi eresse una cap-
rio, ove si depositano io ossa nello pella : i laterali dipinti esprimenti
FRA FRA 9.2'J

s. Fedele da Sigmaringa, e s. Sera- le vaste rovine dell' antico Tuscu-


fino da Monte Granaro sono opere lo, e quasi due miglia da Monte
del cav. Pier Luigi Ghezzi, che nel Porzio, nel cui territorio viene com-
coro eseguì altro s. Fedele. Il Po- preso. Sebbene è celebrato istitu-

marancio colori a fresco quattro ì tore di questo eremo il Pontefice


evangelisti. Il quadro della Beata Paolo V Borghese, pure ne furono
Vergine colla sagra Famiglia, s. fondatori sotto il suo pontificato
Gif). Battista e Rocco è pittura
s. Gio. Angelo Frumenti nobile di Co-
di Giulio Romano. Paolo Brilli vi mo, canonico della patriarcale ba-
colori Francesco che riceve le
s. di s. Maria Maggiore, ed Or-
silica

sagre stimmate. In sagrestia esiste tensia Santacroce moglie di Fran-


una croce d'ebano sulla quale Gui- cesco Borghese generale di s. Chie-
do Reni dipinse Gesù crocefisso sa, fratello di Paolo V, dal quale
moribondo, con molta espressione. gli eremiti camaldolesi ne ottenne-
In questa chiesa nel 179*^ il car- ro l'area, una contrada del monte
dinal di Yorck vi consagrò in arci- Celso, e la grotta del Ceraso , che
vescovo di Camerino monsignor An- appartenevano alla camera aposto-
gelico da Sassuolo ministro generale lica. disegno dell'eremo è di A-
Il

dei cappuccini. E nel 1824 ^^ du- lessandro Cecchi architetto venezia-


chessa di Chablais donò ai religiosi no, speditovi dal capitolo generale
un orto, come si legge dall'iscri- di Monte Corona nel 1606, e che
zione eretta dal cardinal Micara air impresa die incominciamento ai
nel 1829, allora ministro generale 29 maggio 1607, mentre era ve-
di questo suo ordine. R.ammente- scovo di Frascati il cardinal Anto-
remo ancora la chiesa dell' Imma- nio Maria Galli , e governatore
colata Concezione, appartenente ai monṣrnor Fabio Biondi di Mon-
minori riformati, con cinque alta- talto patriarca di Gerusalemme poi

ri, ed un s. Bambino in cera mi- di Costantinopoli, come prefetto del

racoloso, con convento annesso for- palazzo apostolico. Fu dedicato a


nito di biblioteca ; e prima dell'in- s. Romualdo in un alla chiesa eret-

vasione francese eravi un museo ta con disegno del Tarquini nel


di conchiglie degno di essere os- 16x1. Paolo V
principal benefat-
servato. tore visitò l'eremo e la chiesa a 9
In quanto poi al più volte ram- giugno 16 18 ; e molti furono i per-
mentato eremo degli eremiti ca- sonaggi distinti che con pie elargi-
maldolesi della congregazione di zioni concorsero ai bisogni dei re-
Monte Corona, oltre quanto di es- ligiosi ed all'erezione delle celle.
,

so dicemmo al luogo citato di so- Meritano menzione i cardinali Fer-


pra aggiungeremo. Sopra la
qui dinando e Vincenzo Gonzaga, Lo-
villaMondragone, circa due miglia renzo Bianchetti, Ottavio Pallavi-

lungi da Frascati, per la strada cini Francesco Maria del Monte


,

chiamata di Camaldoli-, corrispon- s. Maria, Benedetto Giustiniani,


Pie-

dente in parte ad un l'arno del- tro Aldobrandini, Alessandro Pe-


l'antica via Tusculana, si trova l'e- retti di Montalto, e Scipione Bor-

remo o romitorio de' camaldolesi ghese nipote di Paolo V; i vesco-


tanto rinomato. Esso è in piace- vi Cornelio di Padova, ed Oltem-

vole situazione e poco distante dal- berg Altabolense; Agostino Spino-


VOl, XS.VII. i5
niG FRA FRA
la uditore della camera i Veccliia- ria, e la biblioteca. Nella sala del-
relli diPlieti, e Pignattelli napolita- la foresteria vi è il busto di lami-
ni, e Gonfalonieri prelati referen- na di bronzo di Paolo V, e quel-
dari ; Michele Peretti principe di lo pure di bronzo fuso dal cav.

Venafro ; Gio. Angelo Altemps du- Filippo Borgognoni, rappresentante


ca di Gallese ; Gio. Battista Bor- r effigie del Papa regnante Grego-
ghese castellano di Castel s. Ange- rio XVI, con sottoposta marmorea
lo, fratello di Paolo V, e principe iscrizione, che celebra l'avere ivi

di Sulmona ; e Niccola Wolski ma- tenuto a mensa la religiosa comu-


resciallo del re di Polonia, il qua- nità, ciò che, come dicemmo, ordi-
le pure fondatore dell'eremo di
fu nariamente suol fare ogni anno.
Monte Argentino in quel regno. Altra iscrizione scolpita in marmo
Dopo la porta d'ingresso ed il via- e riguardante il medesimo Papa ,

le di clausura, dal piano del cor- è sulla porta d' ingresso dell' appar-
tile si ascende a quello della chie- tamento eh' egli suole abitare nel
sa e dell'eremo per una scala a breve soggiorno.
due rami laterali. Nell'altare mag- Ampio è il circuito del terreno
giore è rappresentata nel quadro spettante all'eremo, e cinto di mu-
la visione di s. Romualdo istituto- ra, di circa tre miglia : esso con-
re della congregazione benedettina, tiene pure terreni lavorativi, orti,

de' monaci e degli eremiti camal- selva e viali pel passeggio abbel-
dolesi. Dalla parte dell' epistola si liti di fratte di busso. In questo
entra nella cappella Borghese elet- eremo il cardinal Domenico Pas-
ta dalla suddetta donna Ortensia, sionei , come altrove si narrò , vi

che vi fu sepolta nel 1616: que- fabbricò per suo uso alcune celle

sta cappella è elegante pei stucchi, a guisa di quelle degli eremiti ca-
pei suoi dipinti, ed altri ornamen- maldolesi ; le adornò di belle stam-
ti : è dedicata alla beata Vergine pe, di marmi antichi, d'iscrizioni
Addolorata ; soffri un notabile in- cristiane e gentilesche sino al nu-
cendio che la devastò, cui fu ripara- mero di ottocento, oltre una scel-

to dalla pietà dei principi Marc'An- ta biblioteca, contenente


opere di
tonio e Gio. Battista Borghese. An- scienze ed arti nel terreno che :

che la chiesa fu riedificata nel avea ottenuto dal pnore dell' ere-
1772, e consagrata a' 25 ottobre mo, da lui ridotto delizioso eoa
dal vescovo tusculano cardinal En- boschi e viali, vi pose urne, busti,
rico Yorck. Il ritiro e la tranquil- statue, cippi antichi greci e latini.

la situazione di questo eremo in- Più volte vi ebbe per ospite il re


vita a meditare ogni religioso ha : Giacomo III, e vi fu visitato da
il suo eremo separato e disposto , Benedetto XIV. Dopo la sua mor-
lateralmente ne' viali, il cui ingres- te, ivi avvenuta a' 5 luglio 1761,

so è decorato da un fonte. Esso si gli eredi portarono via le cose mo-

compone di un piccolo giardino, e bili, il resto fu demolito. Nel 1763

di quattro piccole celle; una serve fu in Lucca pubblicato un libro


di cappella, l' altra da camera da intitolato : Iscrizioni antiche ( esi-

letto, la terza di camera da stu- stenti nel romitorio de' camaldolesi


diare, e la quarta per tenere la le- presso Frascati ) disposte per ordi-
gna. Avvi r infermeria, la foreste- ne di varie classi, ed illustrate con
FRA FRA 227
alcune osservazioni da Denedetlo cademiciis , seu universa doctoris
Passionei. Il p. Cavalieri nelle sue subtilis iheologica dogmata; 2." al-

Memorie xnlle ed opere de' pp.


vite cune dissertazioni sulla Bibbia in-
abbati Mingarelli e Monsacrati titolale : Disffuisiliones biblicae: le

dice che questa raccolta dalla pag. prime versano sulla Bibbia in ge-
I sino alla pag. 146, dove inco- nerale, l'altre sul Pentateuco ; ope-
uiincìa r appendice di altre iscri- ra la quale trasse a sé la pubbli-
zioni collocate in Fossuinbrone nel- ca stima per la dovizia dell'erudi-
la casa Passionei, fu eseguila ed il- zione.
lustrata dal detto p. Monsacrati. FRATE (Fraler). Nome col qua-
In questo eremo che gode il tito- le sono chiamati i religiosi degli
lo di sacro eremo, come lo gode ordini mendicanti ordinariamente,
il principale di Monte Corona, ol- giacché gì' individui delle congrega-
tie il capitolo generale che ivi si zioni de' chierici regolari, e di quelle
tenne nel i65i, siccome notam- che sono annoverate tra gli ordini
mo al nominato analogo articolo, mendicanti onde goderne i privile-
in questo anno 1844 ^' ^^ ™^o" gi, non usano il titolo o nome di

gio e seguenti giorni , vi è stato frate, ma quello di padre: questo


celebrato un capitolo generale dal- col Don (Fedi) si dà ai monaci,
la medesima congregazione degli come Canonico (Vedi) é il nome , .

eremiti camaldolesi di Monte Co- cui si appellano i canonici regolari.


rona, colla presidenza del cardinal Il nome di frate si dà ai religiosi

Pietro Ostini prefetto della sacra domenicani, francescani, agostiniani,


congregazione de' vescovi e regola- carmelitani, serviti, mercedari della
ri, qual presidente apostolico del redenzione degli schiavi , trinitari

medesimo capitolo , deputato dal dal riscatto, minimi o paolotti, gi-


regnante Gregorio XVI. rolamini del b. Pietro da Pisa, del-
FRASSEN Claudio, frate del- la penitenza o scalzetti , benfratel-
l'osservanza di s. Francesco, nacque lij ed altri religiosi e loro riforme.
a Perona. Addottoratosi in Sorbo- I cavalieri gerosolimitani professi

na, professò teologia nel suo ordi- sì ecclesiastici che secolari, usano
ne con lode. A premio de' suoi il titolo di frate. Anche i cavalieri
grandi meriti venne eletto guar- Gaudenti {Fedi) erano chiamati
diano di Parigi, e definitore gene- frati ; così 1' usarono altri ordini e-
rale. Nel 1682 intervenne al ca- queslri religiosi. I cardinali ed i ve-
pitolo generale tenutosi a Toledo, scovi che hanno appartenuto ad un
e nel 1688 a quello di Roma. Vi ordine religioso i cui individui s' inti-

si diportò con tale prudenza e dot- tolano e sottoscrivono col nome di

trina, che meritossi l'approvazione fr. o frate, nelle loro carte e stampe
di Lodovico XIV, e di esserne da pubbliche o legali usano il titolo ab-
lui piti volte consultato sopra cose breviato di fr., e con questo pur si
della più grande importanza. Mo- sottoscrivono, benché costituiti nelle

rì questo dotto francescano'nel 1 7 1 i dignità cardinalizie od episcopali. Si


novantesimo della sua età. Le sue intitolano e sottoscrivono col fr.
opere sono ."
Un trattato di teo-
: i eziandio i generali, superiori ed al-
logia in latino, ristampato in Ve- tri dignitari regolari, come i sem-
nezia con questo titolo : Scotus a- plici religiosi. I religiosi padri gra-
228 FRA FUA
duali si distinguono pei titoli , nel 1 soggetti in eroi. Negli ultimi tem-
trattamento che loro si dà, secon- pi repubblicani i frati e le mona-
do le loro cariche, uffìzi, onorifi- che dovettero prendere i titoli di
cenze, ec. Anche i o conversi
laici cittadmo e cittadina; ma il subli-
o fratelli^ sì dei mentovati ordini me poetico ritenne il frale j e la
e congregazioni religiose, che di al- suora (f^edi),
tre , comunemente sono chiamati 11 Garampi nelle sue Memorie
fra, o frati. Nel Dizionario della ecclesiastiche, dice che frate era ti-

lingua italiana, per Frate s' inten- tolo comune a qualsivoglia religio-
de un uomo di Chiostro (P'ecli), so claustrale, anche monaco, e ca-
e di religione, ossia un Cenobita nonico, sì di ordini mendicanti, che
(T^edi), in linguaggio latino. Nel monastici e canonici; e perciò antica-
Vocabolario della lingua italiana , mente frate e monaco (Vedi), so-
del chiarissimo Antonio Bazzarini, vente la stessa cosa significavano,
Frate, si definisce religioso regola- ed a pag. 32 riporta un corrispon-
re, accorciativo di Fratello (Fedi), dente esempio del i3o4. Aggiugne
e sostantivo maschile. V. Conver- che fratres furono detti i canonici
so, Laico, Religioso. suddiaconi e diaconi della basilica
I frati comunemente sono venu- lateranense, ad esclusione de' preti
ti fuori nel secolo XIII, sicco. chiamati presbiteri, come da istio-
me professori di una povertà x*i- mento 1237, che produce a
del
gorosa, tutti furono come altret- pag. 3oi. Il medesimo Garampi
tante fraternità popolari , ai qua- invita a leggere quanto sulla de-
li perciò la denominazione di fra- nominazione di frati, nella congre-
te apparteneva propriamente , on- gazione Renana de' canonici rego-
de loro ripugnasse il dirsi don, si lari, ha scritto il p. ab. Trombelli,
disse il frate minore il francescano, Isl. di s. Maria di Pieno pag. 1 68 :

il frate predicatore il domenicano, poiché dopo stabilitosi nel capitolo


il frate minimo il paolotto ec. ; e generale dell'anno i5oo di mutare
frati del piombo due conversi del- il titolo di frati, in quello di Don-
l'ordine cistcrciense, che per aver ili, nell'anno seguente si ritornò al
r ufficio- di bollare i diplomi e bol- pristino titolo; ma nel i562 si as-
le pontificie col piombo, furono det- sunse stabilmente quello di Donni,
ti fratres de plumho: di essi, del il che però dispiacque ai piìi ze-
passaggio del loro ufficio prima ai lanti, i quali allegavano, nullibi ca-
chierici secolari i quali procedendo nonicos regulares ab eorum priniae-
alla processione del Corpus Domi- va insliuilione appellalo Doinnos
ni (Vedi), vestivano come i detti che gli apostoli eransi daiù fratres,
cistcrciensi ,
poi ai chiamava s. Agostino i suoi
secolari cogno- che così
minati perciò frati del piombo, ne conchiudendo finalmente, chierici ,

parlammo al citato articolo , ed a che retinuerunt semper idcirco ca-


quelli di Bolle e Cancellerìa apo- nonici SaWatoris antiquani frater-
stolica , ed anche in altri luoghi nitatis origineni veram, et nominis
del Dizionario. I nostri scrittori ita- fralrnm decorem a Domino Jesu
liani trecentisti usano frequentemen- Christo. Segni, De Ord. canon.
te il frate: nei poeti e classici pa- lib. I, e. 12. Che frati chiamavansi
re che il vocabolo slesso trasformi anticamente i canonici, lo dice pu-
FRA FRA 229
re Borgia a pag. i8B, Mciiioric
il scovi, gli abbati e i preti secolari
iòtoriclie tomo 1, facendo osservare con quello di don. Così Apostolo
che nella storia de' miracoli di san Zeno nel tom. V delle sue Lette-
Bertino abbate, lib. II, cap. 9, ap- re, pag. 89, Si osserva però che
partenente ai principi! del secolo taluni monaci in certe occasioni
decimo, presso il Mabillon, par. I, solenni ritenevano il dirsi /r^^e, co-

saec.3 ss. Benedici, è nominato


, me si vede per esempio nell' atto
monasdc.um monasterium, e più sot- solenne della professione loro. Nel-
to Fraler monastici ordinis : alle la regola e testamento di s. Fran-
quali parole cos\ riflette lo stesso cesco d'Assisi, egli da sé stesso si

Mabillon : Nota vocahuluni , nani chiama frate, e frati appella i suoi


etani lune temporìs nionasterìa ma- discepoli e religiosi.
nachorum, et canonichoruni, e poi FRATELLANZA. ^.Fraternità'.
soggiugne: et fralrcs etiani Inni di- FRATELLI MORAVI. Settarii
cebantur clerici et canonici: unde che riconoscono per capo Cristiano
liic frater monasticis ordinis discri- David, chiamati anche Herrnhu-
ininis ergo. terSj o Ernutì, non che Zinzendor-

Anche il Muratori fa testimo- fiani, per lo stabilimento da essi

nianza che i canonici un tempo fondato nel 1721 ad Herrnhut


furono detti frati. Nella disseriazio- presso Bertheldorf nell'Alta Lusazia,
ne 62 , Dissert. sopra le antichità appartenente al conte di Zinzen-
italiane. Dopo aver parlato d' una dorf, che dichiarossi loro protet-
bolla di Celestino III, conceduta tore , diede al loro sistema una
nel I 195 al preposito di Ganace- novella forma amalgamandovi il
lo, ejusque fratribus canonicis , os- quietismo, e diventò in seguito lo-
serva che da essa, come anche in ro vescovo o capo. Questi fratelli
tanti altri documenti, il titolo di moravi, non si hanno a confonde-
frater, oggidì //vz/e, titolo prin- re cogli utterili , ramo degli ana-
cipalmente riserbato ai religiosi men- battisti. 1602 erano stati esi-
Nel
dicanti , i quali anche soglionsi chia- liati dalla Moravia dall'imperatore
mare padri, e non frali, una volta Rodolfo II, che aveva vietato in
eia mollo onore
in s\ parlando , Austria ogni maniera di culto pro-
de' monaci, che de' canonici. An- testante. Siffatti settarii credono di
che in vui privilegio dato da Fe- giungere alla perfezione con un loro
derico I, re de' romani, nell'anno particolar lume interiore e con una
II 52, ai canonici di Vercelli, si comunicazione più intima con Dio.
trovano appellati fratres. Abbiamo Ammettono la corruzione originale
una lettera di fra Guidone zocco- dell'uomo in conseguenza del pec-
lante, dimostra chi
nella quale si cato di Adamo, e la giustificazione
sieno che debbonsi
quei religiosi , col sagrifizio espiatorio di Gesù
chiamare frati: Cosmopoli 1751. In Cristo ; r eternità delle pene e la
più cronache antiche si osservano divinità di Gesù Cristo. I fratelli

i nomi de' concorrenti al patriar- moravi vivono in comune e for- ,

cato Venezia del secolo XV, e


di mano una specie di repubbli-
dei primi del XVI, ove tutti i no- ca i,cui anziani o capi eccle-
mi de' religiosi claustrali sono con- siastici estendono la loro giurisdi-
Iradistinti col titolo di fra, i ve- zione sopra molte transazioni del-
23o FRA FRA
la vita civile, uotrie >ono i mairi- nato. Fratelli cugini, si dicono quel-

moni, l'acquisto di beni slabili, ed li, i cui padri o rnadii furono fra-
altri atti. Alline di acquistare più o sorelle; che anche assolu-
talli

facilmente proseliti, hanno stabilito lamento si dicono cugini, ed m la-


tre classi quella della chiesa mo-
: tino consobrini. Fratello dicesi inol-
rava, quella della chiesa luterana, tre per compagno, amico, intrinse-
e quella della chiesa riformata. Una co. prossimo ec, e fratelli d' armi
gran paite della educazioue degli si appellarono i cavalieri che ave-
ernuti consiste nel cantare, ed in vano fra di loro giurato una fra-
ciò ripongono la maggior irapor- tellanza d'armi. V. Sorella.
tan2.a col canto principalmente.
: Dice il Bergier, che il nome di
dicono essi, i fanciulli s'istruisco- fratello nella Scrittura sacra, non
no meglio nella religione. Per la solo si dà a quelli che sono nati
loro analogia sotto molti rappor- da uno stesso padre, o da una stes-
ti coi quaccheri, vengono essi chia- sa madre, ma ai parenti prossimi,
mali i quaccheri della Germania , In questo senso Abramo dice a Lot
ove si dice che hanno vari sta- suo nipote : noi siamo fiatelli ; e
biliraenti come si dice che ne
, lo stesso del nome di sorella. Nel
hanno in Danimarca , nella Sviz- vangelo i fratelli di Gesù Cristo
zera, nei Paesi-Bassi, in Inghilter- sono cugini germani ; quindi male
ra, in Francia, nella Russia, nel- a proposito conchiusero alcuni ere-
r India, nella Guinea, al capo di liei che la Beata Vergine, oltre il
Buona Speranza e nel paese degli nostro Salvatore, avesse avuto al-
ottentoti nelle Antille danesi ed tri figliuoli. Il Rinaldi nell' appa-
inglesi, nel Labrador, nella Groen- rato agli Annali ecclesiastici , ai

landia, negli Stati-Uniti d' Ameri- numeri 6i, 62, 63 e 64, dice chi
ca ec. Il loro capoluogo generale furono quelli detti fratelli del Si-

è Herrnhut, piccola città del re- gnore. L'antica legge ordinava agli
guo di Sassonia, nella quale risie- ebrei di considerarsi tutti come fra-

de il collegio direttore, composto di telli, perchè tutti discendevano da


tredici membri eletti dal sinodo. Abramo e da Giacobbe questo :

FRATELLO (Frater). Nome cor- ultimo per urbanità ed amicizia


relativo di maschio, tra d'un li nati chiamò fratelli alcuni stranieri, cioè
medesimo padie e d' una medesi- i pastori provenienti da Haran. Co-
ma madre; che anche si dice ger- si Mosè disse che gl'israeliti erano
mano o fratello carnale. Fratello fratelli degl'iduraei, perchè questi
naturale significa, nato secondo la discendevano da Esaù fratello di

natura, e non secondo la legge, e Giacobbe. insegna aIl vangelo e'

dicesi pure Bastardo (Fedi)j esso considerare tutti uomini come gli

è un fratello illegittimo. Fratello nostri fratelli ed primi cristia- ; i

di padre, e non di madre, si dice ni scambievolmente si diedero que-

quegli che nasce dal medesimo pa- sto nome in un senso più stretto,

dre, e di diversa madre, che an- perchè tutti sono figliuoli adottivi
che assolutamente si dice fratello, di Dio, fratelli di Gesù Cristo,
e fratello consanguineo ; fratello u- chiamati alla stessa eterna eredità,
terino, si dice quegli, che dalla ed obbligati dal loro divino mae-
stessa madre, ma d'altro padre sia stro ad amarsi vicendevolmente ; e
FRA. FRA 23 r

perciò dobbiamo riguardare gli uo- scovi, ed ai vescovi, usarono ed u-


mini in generale come nostro pros- sano tuttora il titolo o formola :

simo, ed amare come noi mede- T^enerahìles fratres, salutem et a-

simi. Il p. Mamachi, Z>e' coslunii postolicam benedictioneni ; e par-


de' primitivi cristiani, tratta nel ca- lando loro ne' concistori, cioè ai
po I della carità de' primi fedeli cardinali in quelli segreti , ed a
verso i loro prossimi ec, e di quel- questi ed agli altri ne' concistori
la de' fratelli verso i loro fratelli ; semipubblici e pubblici, li chiama-
e che col nome di fratelli chiama- no : Fenerabiles fratres. IlBorgia
vansi tra loro i cristiani, cioè gli poi cardinale, nel tom. I, pag. 98
eguali. Il Sarnelli discorre dello delle Memorie istoriche della pon-
stesso argomento nel tom. Vili tificia città di Benevento , rileva
delle Lettere eccL, lett. XIV, num. che il nome di fratelli come titolo
4 e 5. Il citato Rinaldi riporta gli di onore fu dato dal Papa Inno-
esempi dei fratelli e sorelle marti- cenzo li nel 1187 ai beneventani,
ri,ed all'anno ySi, num. 12, parla allorquando fu nella loro città, di-
del modo come fratricidi erano i cendo loro: Gratias vobis agimus
peniteuziati dalla Chiesa , dicendo fratres, et domini quia corde hila-
che il Papa s. Gregorio 111 rispon- ri et voluntale sincera Jidelitatein
dendo a diversi quesiti di s. Boni- nobis pergistis, etc. Indi soggiunge
fazio apostolo della Germania, gli il dotto prelato, che del titolo di
di>se che i parricidi ,
gli uccisori fratelli dato alcuna volta dal Pa-
del padre e della madre, ovvero pa anche in iscritto a persone non
de' fi'atelli, non si comunicassero insignite di carattere vescovile , a-

mai, salvo che nel fine della vita veva qualche esempio ; ma
letto
per viatico, e si astenessero dalla dell'altro più specioso di signore
carne e dal vino , e digiunassero non aver documento da produrre,
tre dì della settimana. Il p. Me- né poter credere esservi fuori del
uochio nel tom. Ili dell'erudite caso di cui si tratta , cioè di un
sue Stuore a pag. 272, cap. LXI, linguaggio familiare, nel quale si

Dell'odio de' fratelli quanto sia sta- sa che i sovrani non sogliono es-

lo grande in alcuni , come anco sere legati a quel rigore di espres-


funtore, fa l'enumerazione di mol- sioni che usano poi secondo il ran-
ti, cogli analoghi sentimenti degli go delle persone, nella loro corte.
antichi filosofi. Quindi narra come in un privile-
In quanto al titolo di fratelli, il gio diretto da Urbano II nel 1089
Macri nella Notizia de' vocaboli ec- al clero e popolo di Velletri sua
clesiastici, al vocabolo Litterae, nel patria, sono i velletrani chiamati
riportare i titoli usati da s. Gre- dal Pontefice fratelli diletti ssinti.

gorio l Magno , eletto Papa nel Anche s. Gregorio VII, quando nel
590, nelle sue lettere, dice che ai 1077 assunse il governo dell'isola
patriarchi ed arcivescovi dava pu- di Corsica, scrisse ai corsi Sciiis :

re il titolo di Fraternitas sanctis- fratres et charissimi in Chrislo fi-


sinia, ed ai vescovi, tra gli altri, lli non solimi vobis, sed multis gen-

Fraternitas tua. Dipoi i romani tibus manifestuni est, insulam quani


Pontefici scrivendo ai cardinali, ai inhabitatis nulli inortalium, nulli'
patriarchi, ai primati, agli arcive- que potestati, imi S. R. E. ex dc'
2J2 FRA FRA
hito vel jiiris proprietuLc pcrtine- tale Colonnese pregava
lettera il

re eie. Opportunamente però os- l'Aldobrandino a fare il compare


serva il Bolgia che questo esem- al nato suo figlio, ed incomincian-

pio non è interamente al caso no- dosi la lettera colle parole » Sem- :

stro cosi adattato, come quello di pre nel mio animo ho avuto fer-
Urbano II, poiché la lettera di s. mo desiderio con che occasione
Gregorio VII anche ai
è diretta potessi farmi di V. S. strettissimo
vescovi di quell'isola, onde a que- fratello "; così il Parisi riporta quan-
sti deve riferirsi il titolo di fra- to Folcaldo nel io5o, scrisse nel-
telli. la vita di s. Berlino al cap. 7 :

Solevano i re di Francia, scri- Nec non et compater fuit JVal-


vendo ai cardinali, trattarli col ti- berto secnndum saeculi laudahiletn
tolo di caro amicOy ed Enrico IV rilum ad conjungenda fraternae ca-
pel primo li chiamò f?iiei cugini, foedera conservatuni. Della
rilatis

e fu imitato dai successori. Forse parentela spirituale del Comparati-


quel gran re adottò questo titolo, co, è a vedersi quell' articolo. I re-
in riflesso dell'altro goduto dai mo- ligiosi poi sono chiamati tralelli

narchi francesi di Jigliuoli della ro- perchè vivono in comune, e for-


viana Chiesa, e di figli priinoge- mano una medesima famiglia, pre-
nili. V. Figlio. I re di Fran- stando obbedienza ad un medesi-
cia scrivendo ai gran maestri del- mo superiore, che chiamano loro
l'ordine gerosolimitano, li chia- padre. In progresso di tempo que-
marono : Très-cher et très-aimé sto nome restò a quelli tra es'si

cousin. Francesco Parisi nel to- che nou possono arrivare al chie-
mo III, pag. 26 delle Istruzio- ricato, e per tale motivo si chia-
ni per la segreteria, dice chey^'a- mano fratelli laici.

ter era il titolo , che usava il I fratelli laici o fratelli conver-


doge della serenissima repubblica si sono nei conventi e monisteri
di Venezia Foscarini, col duca di religiosi subalterni, che sebbene fe-
Savoia Amadeo Vili; e che in al- cero i voti religiosi o monastici,
tra lettera del i43i usò il doge non possono arrivare al chericato
col duca il titolo di Fraternità né agli ordini sagri, e che servo-
{f^edi) j indi a pag. 3o dice che no in alcune cose di domestici a
i cardinali nipoti del Papa regnan- quelli che si chiamano religiosi di
te, scrivendo
ai nunzi ed ai vesco- coro o padri, oblati e sacerdoti,
vi, usavano questo titolo All'illu- : esercitando altresì gli uffizi minori
stre e molto reverendo signore co- ne' conventi e monisteri. Secondo
inè fratello j e così le congregazio- il Fleury s. Gio. Gualberto fonda-
ni cardinalizie. Il medesimo Pari- tore dei monaci vallombrosani , fu
si nel tomo II, pag. 260, ripor- il primo che accettò fratelli i lai-

ta una lettera di Muzio Colonna ci nel suo raouistero di Vallora-


a Pietro Aldobrandini fratello di brosa l'anno io4o: sino a quel
Clemente Vili, col titolo: Molto tempo i monaci si servivano da sé
tnagnifico signor mio come fratello stessi. E siccome i laici non inten-
honorando, sottoscrivendosi come devano il latino, e nou potevano
fratello, che 'l servirà sempre. Pe- perciò imparare i salmi pel coro,
rò è da notarsi, che siccome con né approfittare delle lezioni latine
FRA FRA 233
che si facevano nell' uffìzio divino ,
lacongregazione cristiana. Del qual
furono considerali come inferiori nome essendo calunniati i seguaci
agli altri monaci, che ei'ano chie- di ne rende la ragione Ter-
Cristo,
rici o destinali ad essere tali ; nel lulliano, Jpol. e. Sg, con que-
in
tempo che questi pregavano in ste parole. « Fratres et dicuntur
chiesa, i fratelli laici aveano Cina » et habentur, qui unum patretn
della casa , e degli affari esterni. >, Deum agnoverunt eie, sed eo
Fra Je religiose si distinguono pa- » fortasse minus legitimi existima-
rimenti le sorelle converse, dalle » mur, quia ex substantia fami-
monache di coro. I religiosi delle 5j liari fiatres sumus, quae penes
Scuole cristiane i^Fedi) non essen- =, vos fere dirimit fraternitatem.
do chierici, sono appellati fratelli, > Omnia indiscreta sunt apud nos,
così i Benefrateili ( Fedi) ospita- « praeter uxoies ; in isto loco con-
lieri. Fra i carmelitani scalzi , i » sortium solvimus , in quo solo
conversi sono chiamati fratelli Do- » caeteri homines consortium e-
nali (Fedi). Nella compagnia di » xercent ex illa credo majorum et
:

<iesìisono chiamati fratelli i reli- » sapientissimorum disciplma grae-


giosi anche studenti ; quando poi 55 ci Socratis, et romani Catonis,
questi sono ascesi al sacerdozio la- » qui uxores suas amicis commu-
sciano il nome di fratelli, e sono M nicaverunt. sapientia O Atticae,
chiamati padri; quindi sono chia- », o Romanae gravilatis exemplum.
mati fratelli coadiutori tulli ge- i » Leno est philosophus, et ceiisor".
suiti non sacerdoti, peichè coadiu- Cose simili scrissero Atenagora fi-
vano loro nell'esercizio del religio- losofo cristiano, Orat. prò Christian.;
so n)inistero. Ai rispettivi articoli Giustino martire, Orat. ad Ani.
degh ordini e congregazioni reli- Piuni, e Minuzio Felice, In octai'.,
giose si dice come sono chiamati imperocché la fraternità di coloro
questi fratelli. Gli individui aggre- era stata presa dalla repubblica di
gati alle adunanze spirituali, com- Platone, il quale siccome appellò
pagnie, fraternite, o Confraternite tutti i cittadini fratelli , così vol-
i^Vedi), in esse sono pure chiama- le che fossero fra essi comuni an-
li fratelli e confrati, e col titolo che le mogli, ciò che naturalmen-
abbrevialo Fr. sono notati nelle te da altri fu altamente riprovato.
tabelle, e col Fr. precedente il lo- Si disse in oltre Fraternità l'unio-
ro nome e cognome sottoscrivono ne tra due fratelli. I re e gì' im-
le carte appartenenti alle confi'a- peratori presero fra loro questo ti-
ternite e compagnie cui sono ascritti. tolo, come anche vescovi ed i i

FRATERNITÀ' (Fraternitas). A- monaci. La fraternità d'armi era


dunanza spirituale, fratellanza, com- un'alleanza, un'associazione d'ar-
pagnia, Congregazione, Confrater- mi, che facevano due cavalieri
nita j Sodalizio (Fedi). Il Rinaldi promettendosi di stare uniti e di ,

all'anno 43, num. io, dice che i aiutarsi vicendevolmente contro i


primi Cristiani (Fedi) si appella- loro avversari. La religione di Ge-
rono anche Fratres, Fratelli (Fe- sìi Cristo ha consacrato il titolo
di); voce usata da Gesù Cristo, e di Dominus (Fedi), allo stesso Si-
assai frequentemente dagli aposto- gnore nostro : Tu soliis Dominus.
li; e fraternità o fraternità fu della Ha poi reso il titolo di frati o
2 34 FRA FRA
fnildli comune, e di singolare a- ri pastori della Chiesa, perchè non
luore, a misura eh' è pronunziato facevano vita apostolica, onde egli
con carità. Tulle le adunanze co- solamente era vera apostolo di Cri-
snuni ci fanno considerare gli uni sto, e degno del pontificato. Egli
e gli altri come fratelli e sorelle. fu fatto bruciare vivo l'anno i3oo,
S. Agostino padre del secolo IV, ed i dulcinisti o frati della povera
nella sua regola incomincia : Ante vita furono condannati da Clemen-
Olimia ,
fratres carissimi, diligatur te V nel concilio generale di Vien-
Deus, e questo linguaggio siccome na, adunato nel i3ii: questi fa-
preso dal fondo della religione, si natici furono ancora delti Aposto-
conserva appena si parli con qual- lici. Lo stesso Pontefice Clemente V
che serietà. Dicemmo all' articolo condannò nel concilio iBeguardi e
Frate (f^ecli), che i frati sino dal- Beguini poco prima nati in Ger-
la loro origine furono considerati mania. Derivarono questi eretici dai
membri di altrettante Fraternità- frati della povera vita, dagli apo-
FRATI DELLA VITA POVERA, erauo stolici, e dai fraticelli circa l'anno
discepoli di Dulcino, eretico del se- 1
297 e con Margherita Porretta
,

colo XIV , e capo dei Dulcini- d' Haynaut, che fu bruciata viva
sii ( P^edi ). Chiamavansi così essi in Parigi o a Vercelli con Dulcino
medesimi, sotto pretesto che ave- suo preteso marito nell'anno i3i o,
vano rinunziato a tutto, per vive- insegnavano che l'anima giunta ad
re soltanto della vita apostolica. annichilirsi da sé stessa nell'amor
Sembra che siensi perciò confusi di Dio, non peccasse più, né cre-
coi Fraticelli [Fedi). I dulcinisti, scesse in grazia, e che potesse im-
nati circa l'anno i3o5 da Dulcino punemente lasciar operare la parte
di Novara, discepolo di Gherardo inferiore, allora quando la superio-
Segarelli parmigiano, sotto un este- re fosse attaccata a Dio: quindi
riore religioso e composto, si per- disprezzavano tutti gli esercizi del-
mettevano ogni maggior eccesso di la religione, le penitenze, il raffre-
libi^rlinaggio, e pretendevano che namento degli appetiti, pretenden-
la loro dottrina fosse la terza les- do di non applicarsi che alla con-
gè, che perfezionava quella di Ge- templazione, quantunque si dassero
sù Cristo. Il Segarelli primo loro ad eccessi tali di lascivia che la ,

maestro circa il 1285, essendo prudenza di Clemente V non per-


stato escluso dall'esemplare ordine mise che fossero riferiti nella boUa
francescano, si vesti in (juella ma- della loro condanna. Tali errori
niera, che pretendeva fossero an- furono rinnovati nell' Italia da Mi-
dati vestiti gli apostoli, e diceva, chele di Molinos sulla fine del se-
che finalmente era giunto il tem- colo XVII.
po dello Spirito Santo e della ca- FRATICELLI. Eretici d'Italia
rità ; che tutte le cose erano co- verso la fine del secolo XIII, detti
muni e perciò tutti gli uomini e
, anche Bisocchi. Varie sono le o-
donne potevano indistintamente vi- pinioni degli scrittori ecclesiasti-
vere maritalmente insieme, perchè ci intorno agli autori di que-
la carità esigeva che tutte le co- sta setta. Secondo alcuni ebbe ori-
se fossero comuni; che il Papa, gine da alquanti religiosi liber-
i cardinali e prelati non erano ve- lini, 1 quali col pretesto di fai e
FRA FRA 235
una vita più ritirata e più perfet- auspizi di san Francesco; per cui
ta, scossero il giogo dell'obbedien- sul fondamento di questa predizio-
za, si sollevarono contro la Chiesa, ne alcuni arrivarono a tentare di
e caddero in opinioni strane, e col eleggere un Papa di questa nuova
tempo furono chiamati fratellini, chiesa. Questi eretici corruttori del-
fraticelli, frati spirituali o Frati le vedove, matrone e vergini, che
della vita povera, Beguardi[Fedi), e con finta divozione strascinavano a
Beghine o Beguine, poiché avevano sagrifizi notturni, spacciavano tra
tuttipresso a poco gli slessi princi- gli altri errori, che il Papa non
pii e gli stessi regolamenti. Altri avesse autorità d' interpretare la
opinano che abbiano dato princi- regola Francesco; ch'eglino
di s.

pio a questa setta, nel 1294 cir- solo formavano la vera Chiesa; che
ca, Pietro di Macerata e Pietro di nessun altro fuor di loro poteva
Fossombrone, frati minori, i quali chiamarsi né Papa, né vescovo;
avendo ottenuta dal Papa Celesti- che le chiese e gli ecclesiastici non
no V la permissione di vivere co- potevano acquistare, né posseder
me romiti ed osservare letteralmen- beni terreni.
te la regola di s. Fi'ancesco, furo- Clemente V nel concilio gene-
no da melte persone, e ver-
seguiti rale di Vienna, nell'anno i3ii
so l'anno i2g4 si formò nella Pu- condannò l'Olivi, morto quindici
glia una setta di religiosi vagabon- anni innanzi, per cui le sue ossa
di, senza regola e senza superiori, furono disotterrate, e gettate nel
che vivendo a loro capriccio, face- fuoco coi voti che erano stati ap-
vano consistere la loro perfezione pesi al suo sepolcro. La stessa con-
in un'apparente povertà. Condan- danna Clemente V die nel concilio
nati come eretici da Bonifacio Vili, ai fraticelli ovvero bisocchi, ed altri
si ritirarono in Sicilia, e comincia- loro seguaci. Egualmente il di lui
rono a declamare contro i prelati successore Giovanni XXII li condan-
e contro la Chiesa, nominarono un nò con una delle sue costituzioni nel
generale particolare e de' superiori, principio del suo pontificato, ed al-
e sostennero ostinatamente gli er- lora molti di questi fraticelli si ri-

rori di Pietro Giovanni OHva di tirarono in Germania, sotto la pro-


Serignano , altri lo dicono del ca- tezione di Luigi di Baviera nemi-
stello Dionigi , francescano della co della santa Sede, e unirono ai
si

provincia di Béziers, che a quel Beguardi e alle Beguine per for-


tempo dogmatizzava, che la vita mare una sola setta. Fuvvi altresì
evangelica consiste in ciò, di non un' altra setta di fraticelli, cui gli
posseder nulla, neppure in comune, scrittori ecclesiastici danno per ca-
e che perciò tutti i chierici seco- pi Ermanno di Pungilupo nativo
lari o regolari possidenti in tal di Novara, e Guglielmetta di Boe-
guisa erano in errore. Inoltre l'O- mia istruita nella scuola di Er-
livi in un commentario sopra 1'
A- manno; ma questi fraticelli erano
pocalisse avea tacciata la Chie- incomparabilmente più viziosi dei
sa romana di Babilonia, predi- primi, e vivevano nella disonestà
cendone l'estinzione, e promet- più nefanda, rinnovando le infamie
tendo l'esaltazione di una nuo- degli antichi gnostici.
va chiesa più perfetta > sotto gli Il suddetto Lodovico il Bavaro,
7.36 FRA FRE
come elicemmo all'arlicolo Bavie- si conservava un processo fatto dal
ra [Fedi), ed in altri relativi, qual tribunale della sacra inquisizione
nemico di Giovanni XXII non so- di JXapoli dell'anno 1 362 sopra
lo prese la difesa degli eietici lia- alcuni bisocclii e fraticelli del re-
licelli, ma nel 1828 gli fece eleg- gno, cioè contro Lodovico di Du-
gere contro l'antipapa Pietro da razzo, f Pietro da Xovara, f. Ber-
Corbara francescano, al modo che nardo di Sicilia, f Tommaso ve-
dicemmo al voi. Il, p. ig8 e seg. scovo d' Aquino , e Francesco Mar-
del Dizionario , essendo anch' egli cliesino già arcidiacono di Salerno,
marcio eretico fiaticello. L'Eime- poi vescovo di Trivento; e che in
11 co nel suo Direliorio degi' inqui- ([uelle contrade eranvi allora tre
sitori^ par. II, cjuaest. o, riporta sorta di fraticelli, cioè fraticelli del-
la censura degli libri di Olivj, fat- la povera vita, fraticelli del mini-
ta dai teologi a ciò destinati da stro, e fraticelli di frate Angelo.
Giovanni XXJI, presso il Baluzio, Xel 1421 si propagò per l'Italia
tom. I, MisctU. pag. 240, ediz. di l'eresia de' fraticelli chiamati del-
Parigi 1(378. La bolla di Giovan- l'opinione, perclìè opinavano che
ni XXII contro gli errori de' fra- Giovanni XXII era stato da Dio
ticelli, sta nell'appendice del citalo privato della vita e del pontifica-
Direllorio, pag. Go dell'edizione di to nel i334, a cagione delle costi-
Koma i585. Contro l'errore di tuzioni che avea fatto sulla pover-
non poter gli ecclesiastici secolari tà di Cristo e degli apostoli. Mar-
e regolari acquistare e possedere tino V deputò due cardinali per
beni terreni, principalmente si op- dare il meiitato castigo ai pertina-
posero, Alvaro Pelagio, De plan- ci di questi errori. Nicolò V fu
cia Eccle.ùae lib. 7, cap. 68; Gu- assai zelante in estirpare le reli-
glielmo da Cremona, nel lib. Rtt- quie di questi eretici , che erano
prolmt. error. Marsilii de Padua; in Fabriano [Fedi), ed in altri

Agostino d'Ancona, De pote.stale luoghi. Xel i45i ordinò all'inqui-


Papae j il cardinal Turrecremata, sitore dell' Acaia, che fosse preso
nel lib. 2, Sutnni. de Eccles. ; Al- certo fraticello di opinione, dimo-
maino, nel Traci, de sitpr. potest. rante in Atene, ilquale si spac-
Eccles., ed a' tempi a noi vicini, ciava per Papa. Dipoi nel i453
il celebre p. Mamarlii, il quale ìNicolò V mandò un inquisitore
si oppose valorosamente a tali er- neir isola di Creta, contro l'eresia
rori, coir immortai opera a tutti de fraticelli Paolo II
dellopinione.
nota. Del diritto della Chiesa di nel 1466 represse si malvagia set-
acquistare e di possedere beni tem- ta, che ripullulava nel Piceno, ed
porali sì mobili che slabili. Veg- in Poli di Sabina, con molto rigore.
gasi inoltre Francesco Pegua , De FRE AU VILLE o FARINOLA
regno Clirisli, e. 20, nel Rocca- (de) Nicolò, Cardinale. /^. Fapinola.
berti, tom. XII, p. 3 1 3 della Bi- FREDESVITA (s.). Figlia di Di-
bliot. dano, principe di Oxford. Si diede
Il Garampi nelle Memorie eccle- tino dalla tànciuUezza a non vivere
siastiche, riporta varie erudizieni che per Iddio, e sprezzando i be-
SUI fraticelli, e dice che nell'archi- ni mondani, preferì gli esercizi del-
vio del collegio reale di Bologna l-ì vita contemplativa, e risolvette
FRE FRE 717
di abbracciare lo stato religioso. dapprincipio della dignità di canoni-
Suo padre approvò la di lei scel- co nella chiesa di Beziers, poi deliar-
ta, e fondò intorno all'anno 7)0 cidinconato di Narboua, quindi di
un monastero ad Oxford in onore un altro canonicato in Aix. Fu
della B. Vergine e di tutti i santi, del pubblico professore di legge nel-

quale fu commesso il governo a Fre- l'università di Bologna, e poscia in


desvita. IMentre essa avanzavasi nel- qualità di cappellano servì il Pon-
la perfezione gustando le dolcezze tefice s. Celestino V, e fu suo vi-

della solitudine, Algaro, principe di cario di Roma. Nel I2g4 ebbe


Mercia, concepì per lei una violen- dal nominato Papa, il vescovato di
ta passione, e cercava i mezzi di po- Beziers, e sotto il pontificato di
terla rapire. Informata del pericolo si Bonifacio VIII venne scelto con
nascose, e fattosi fabbricare un pic- altri dottissimi canonisti a compi-
colo oratorio a Thornbury, alquanto lare il sesto delle decretali. Cle-
lungi dalla città, vi si rinchiuse per mente V a' i5 dicembre dell' an-
attendere unicamente alla contem- no i3o5 lo creò prete cardinale
plazione e alla preghiera. Morì circa de'ss. Nereo ed Achilleo, peniten-
la fine dell'ottavo secolo, e si opera- ziere maggiore, e nel iSog, vesco-
rono da Dio molti miracoli per di lei vo tusculano. Tre anni prima di
intercessione. La chiesa dove fu sep- quest'epoca era già stato spedito
pellita prese in seguito il suo no- dal Papa alla corte del re Filippo
me. S. Fredesvita era patrotia del- IV, insieme col cardinale Stefano di
la città ed università di Oxford, e Suissy, per consultare con quel
collo stesso titolo è onorata a Lom- principe sulla scelta d'un luogo in
iny, nell'Artois, e in parecchie case cui potesse convenire col Pontefice,
religiose dei Paesi Bassi. La sua fe- e trattare degli affari i piìi impor-
sta si celebra a'iq d'ottobre, e nei tanti. Fu incaricato eziandio con
marliiologi d' Inghilterra è indica- altri cardinali di prendere infor-
ta ai 12 di febbraio quella della mazioni sui delitti che s'imputava-
traslazione delle sue reliquie. no ai templari, e così pure di de-
FREDLEMID oFELlMI (s.). Fio- cidere intorno alla famosa contro-
rì nel sesto secolo , e fu eletto ve- versia de' minori sulla povertà di
scovo di Rilmore in blanda. Il ve- Gesù Cristo. Fondò in Beziers un
scovo di Rilmore ebbe i titoli ora monistero di canonichesse, alle qua-
di Brefiniensis, ed ora di Tribiir- li, col permesso del re, lasciò una
nensis, perchè fece la sua residen- annua rendita di cento lire turo-
za a Brefne ed a Triburna, che aesi. Consagrò a vescovo di Liegi
non sono oggidì che piccoli villag- Alfonso de Marca, e Federico in
gi. La di lui festa, assegnata a' 2 arcivescovo di Salisburgo. Depose
d'agosto, si celebra ancora con mol- ancora per ordine di Giovanni
ta solennità in quella diocesi. XXII l'abbate di Geraldo, e Ugo-
FREDOLI o FREDOL Berenga- ne vescovo di Cahors, il quale avea
rio (seniore). Cardinale. Berengario congiurato contro la vita di quel
Fredoli, appellato anche da qualcu- Pontefice. Morì in Avignone circa
no Stadelli, nacque nel castello di l'anno i323, e fu sepolto nella
Veruna, feudo della sua famiglia, non cattedrale di Beziers. I meriti di
lungi da Montpellier. Venne decorato questo cardinale erano così segna-
23B FKE FRE
lati , che nel conclave di Giovanni ria. Ottenne nel 1481 il vescova-
XXII ottenne parecchi voti per do di Ajaccio nella Corsica; ma po-
ascendere al pontificato. co tempo dopo furono avanzate ca-
FREDOLI
Berengario (juniore), lunnie tali a suo disdoro che in
Cardinale. Berengario FredoH, ni- pubblico Sisto IV lo dichiarò de-
pote del cardinal seniore dello stes- caduto della sua dignità. Conosciu-
so nome, di nazione francese, fu ta però meglio la di lui causa, e
dapprima canonico e camerlengo scopertasi la frode nell' accusa, il

della chiesa di Beziers. Nel iSog cardinale fu restituito con onore al


fu fatto vescovo di questa città, e suo posto. Non è perciò ch'egli si

poi da Clemente V, a' 2 i dicembre potesse liberare dalla taccia antica


1 3 1 2, fu creato cardinale assente dell'ambizione; che anzi spirato il

de' ss. Nereo ed Achilleo. Giovan- periodo di tempo della sua ducale
ni XXII nel 1817 lo promosse dignità, aspettò che il nuovo doge
al vescovato di Porto, e mentre Battistino Fregoso venisse a visitarlo,
governava quella chiesa , comp"! la e poi fattolo chiudere nelle stanze
sua vita l'anno iSaS. La sua di- del palazzo arcivescovile, colla mi-
gnità cardinalizia da alcuni è po- naccia della morte, l' obbligò a ri-
sta indubbio, mancandosi di do- nunziargli le fortezze del ducato, e si

cumenti autentici , come osserva fece di bel nuovo riconoscere doge.


il Novaes. Riassunto il governo, scoprì e di-
FREGOSO Paoio, Cardinale. strusse alcune insorte congiure, ed
Paolo Fregoso, ovvero Fulgosio, pa- uccise di propria mano quindici ri-
trizio genovese, ebbe natali nel 428. i 1 belli che in una battaglia ricusava-
Sortì un'indole piuttosto inclinata al- no di sottomettersi. Vide nondime-
la guerra, di quello che al pacifi- no che i mezzi troppo forti adopera-
co ministero degli altari; ma nondi- ti da lui, gli avevano eccitala l' in-
meno volle consagrarsi nella clerica- dignazione del popolo; pensò quin-
le Nicolò V, nel i453, lo
milizia. di di ridurre la città sotto i duchi
creò arcivescovo di Genova, ed ivi di Milano, per togliere la via ai
spiegò tale magnanimità del suo suoi nemici d' impadronirsi del go-
animo, che i genovesi, nel 1462, verno. Ma tale disegno produsse
vollero eleggerlo a loro doge. Avu- così fiera sollevazione, che il car-
tane licenza da Pio II, resse quella dinale fu costretto a salvarsi nella
repubblica per lo spazio di parecchi dove fu stretto di assedio.
cittadella,
anni ; così per altro, che per la ec- Lodovico Sforza, denominato il Mo-
cessiva di lui ambizione v'insorse- ro, vi riuscì però co' suoi maneg-
ro non pochi tumulti. Sisto IV gi, e in poco di tempo fu ricono-
a 5 maggio 480 lo creò cardina-
1 sciuto come capo della città. Allo-
le assegnandogli per titolo la chie- ra il cardinale dimise la sua digni-
sa di sant' Anastasia, e gH affidò tà, con una pensione di seimila
però la legazione del regno di Na- scudi, e si volse per mare alla via
poli, per discacciare i turchi che di Roma, dove giunse dopo una
avevano occupata la città di Otran- furiosa tempesta. Ivi ottenne la le-
to, ed anzi a tal uopo
gli diede il gazione della provincia di Campa-
comando dell'armata pontificia; e il gna, e finì sua vita nel trattare
la
Fn'goso riportò una segnalala vitto- gli affari della santa Sede. Morì in
FRE FRE 2 3g
Roma, nrl '49^; ^^ ebbe il sepol- Avellana. Alloia si diede con som-
cro nella basilica tie' ss. Apostoli. ma edificazione ad eseguire l'epi-

pedi Genova, ove si liporttuio più scopai ministero, di guisa che fu


dettagliate notizie delle vaiie vi- onorato del nome di padre de' po-
cende di questo cardinale. veri e rifugio degl'infelici. Rifece
FREGOSO Federico, Cardinale. anche il pavimento della cattedrale
Federico Fiegoso fratello di Ot- , e III assai benefico colle altre chie-
taviano Genova, nacque
doge di se della sua diocesi. Nel tempo del
in questa città. Ancor giovanetto suo governo spirituale, i canonici
venne eletto da Giulio II nel i^oy di quella chiesa, pel favore di Fran-
all'arcivescovato di Salerno, per le cesco Maria della Rovere, duca di
istanze di Guidobaldo duca di Ur- Urbino, furono dichiarati secolari,
bino suo zio; ma l'anno dopo assun- e ridottiad undici con un prepo-
se l'amministrazione della chiesa di sto. Paolo III, avutane contezza
Gubbio, perchè in Salerno avea tro- delle preclare virtù che lo adorna-
vato poco favox'e per l'adesione vano, lo impiegò dapprima in una
spiegata verso la corona di Fran- congregazione da lui stabilita per
cia. Nondimeno avea colà celebra- la riforma della Chiesa, e lo creò
to anche un sinodo. Trasferitosi poscia a' 19 dicembre dell'anno
poi a Genova, nel i5i3, per coa- 1 539 cardinale prete de' ss. Gio-
diuvare nel governo il fratello Ot- vanni e Paulo, dalla quale dignità
taviano, riportò un'insigne vittoria voleva con preghiere e con lagri-
contro Cortogli, corsaro di Baiba- me ottenerne dispensa. Obbligato
lia ; cosa che gli meritò la carica però da un comandamento del Pa-
di generale delle galee pontifìcie. pa ad accettarla, se ne partì per
Senonchè espugnata Genova nel la sua diocesi, dove nel 54 po- 1 1

i52 2, dalle truppe di Cesare, e ca- se fine alla mortale carriera. Ebbe
duta in lor potere, nel mentre vo- sepolcro nella cattedrale, con uà
leva egli salvarsi colla fuga sopra superbo monumento sul quale sta
di un vascello francese, si rovesciò la statua del caidinale in marmo.
il palischermo e fu quasi sommer- Fu d cardinal Federico dottissimo
so nel mare, se un'accurata pron- nelle lingue greca ed ebraica scriSi- :

tezza de'suoi non lo avesse salvato. se alcune opere sopra vari argo-
Sofferse però gravissima malattia, menti : e mantenne non interrotta
della quale tosto che si riebbe, si relazione co' più celebri letterati del
rifugiò in Francia, ed ivi ottenne suo tempo, Ira'quali godevano d«illa
dal re che io amava assai, la pin- sua amicizia i cardinali Bembo e
gue abbazia Benigno di Di-
di s. Sadoleto.
gion, di cui fu il primo abbate com- FREJUS {Forojulien). Città con
mendatario. Venutagli però a te- residenza vescovile del regno di
dio una vita negl'intrighi degli af- Francia nella Provenza ,
capoluogo
fari, si volse tutto cuore alla chie- del dipartimento del Varo, sulla co-
.sa di Gubbio, di cui fu stabilito ve- sta del Mediterraneo. Questa anti-
scovo titolare, e fece rinunzia della ca città è situata in mezzo ad una
sede di Salerno al cardinale Nicolò valle fertile, ed abbondante di tut-

Ridolfì, il quale gli rassegnò la pin- tociò eh' è necessario alla vita, sulle

gue abbazìa di s. Croce di Fonte rive del torrente Reyran, vicino al-
y.'io FRE FRE
la rivierad'Argens; vi sono però fossile o terreno nella valle di Rey-
delle pallidi che rendono l'aria al- raii: cospicua è la fiera che vi si

quanto insaldhre; ma da qualche tiene per sei giorni , dal 1 3 mag-


anno si opera con ogni cura per gio, ccn numeroso concorso.
giungere a diseccarle. È sede di La origine di Frejus è incerta:
un tribunale di commercio e di , al tempo di Giulio Cesare, che gli
un officio postale. Fra móltissimi i diede il suo nome , Foriua Julii
avanzi di romana antichità che so- ovvero Civitas Foro Juliensis , e
no ancora in Frejus, meritano men- Jidio Forensis, era essa molto con-
zione i suoi vasti bastioni, la porta siderabile. Divenuta colonia roma-
Dorata, e quella di Cesare, un gran- na, essendo chiamata prima Colo-
dissimo anfiteatro od arena quasi nia Pacensis^ ebbe il nome di co-
ancora intero, eh' è d' una mirabi- lonia Octai'ianoriwtj a cagione del-
le costruzione; i frammenti di un l' Vili legione dei soldati veterani
tempio un acquedotto magnifico,
, che vi si stabih. Si hanno delle
una specie di gi'ossa muraglia, avan- medaglie del tempo di Augusto
zo forse di qualche antico palazzo, che qualificano questa città di Co-
una strada lungo acqua che cir-
l' lonia Julia Octa^'ianornm : di Do-
condava l'antico suo porto situato miziano colla leggenda, Col. Far.
all' imboccatura dell' Argens , ora Jul.j e di Nerone nelle quali leg-
quasi inservibile, ed un faro che gesi, Pac. Class. Plinio chia-
Col.
s'innalzava all'ingresso di esso. molla classica perchè Augusto vi
Questo porto fu già della massima fece costruire un arsenale per la
importanza, e famoso per la stazio- marina, il suo porto essendo allo-
ne che ivi fece una delle quattro ra vastissimo e sicurissimo. Dopo
armate navaH di Augusto;, ma il la divisione delle provincie roma-
mare da quattrocent'auni in qua ne, Frejus fece parte della Narbo-
scambia essersi allontanato da esso nese seconda, essendo andata sem-
tre o quattro miglia. Frejus è pa- pre soggetta alle rivoluzioni di que-
tria di Giulio Agricola console ro- sta provincia. I saraceni rovinaro-

mano, suocero dello storico Tacito, no la città verso la fine del nono
del poeta Cornelio Gallo, di Vale- secolo: Guglielmo conte di Arles,
rio Paulino, di Giulio Grecino se- che li scacciò, donò la città a Ri-
natore romano, celebre per la sua culfo vescovo, il quale verso l'anno
coraggiosa resistenza a Caligola e , 970 la fece riedificare e cingere
nei moderni tempi dell'abbate Sieyes, di forti mura. I vescovi di Frejus
e di molti altri rinomati personaggi. ne furono spogliati nel 1189, in
Il cardinal Giambattista di Latil, che una guerra che suscitaro-
seguito d'
come arcivescovo di Pveims coronò no al re d'Aragona Raimondo det-
Carlo X, nacque nell' isola di san- to Alfonso li, allora conte di Pro-
ta Margherita diocesi di Frejus. venza, il quale la unì alla sua co-
Nelle vicinanze di questa città si rona, ma in progresso fu loro re-
trovano delle ametiste e dei cri- stituita con altre signorie. li duca
stalli,ad una lega di distanza
e di Savoia Vittorio Amadeo II la pre-
avvi una montagna che rinchiude se nel 1707. A Saint-Raphael, pic-
diaspro rosso e bianco, e cornali- colo porto poco distante da Frejus,
ne. Esiste una miniera di carbone sbarcò Napoleone Bonaparte a'9 otto-
FRE FRE 2|r
bi-e 1799, al suo ritorno dalla spe- mlnistratore, cui successe nel i 533
dizione dell'Egitto, e volando a Fa- il nipote Leone Orsini colla digni-
ligi rovesciò la costituzione direi- tà di vescovo; nel i565 Bertrando
toriale, divenne primo console, quin- de Romanis, e nel i654 Giuseppe
di imperatore. Zonga Ondedei. Fra i vescovi di
La religione cristiana non fu prò- Frejus di origine francese, nomine-
pagata in questa città prima del remo Andrea Ercole di Fleury nel
quarto secolo. Il primo dei vesco- 1698, poi creato cardinale da Be-
vi di Frejus fu Accetto, il quale nedetto XIII; Emmanuele France-
venne domandato ed eletto unani- sco de Bausset di R.oquefort, eletto
niamente dal clero e dal popolo, nel 1766, il quale fece fabbricai^
venendo stabilita la sede vescovile un bel seminario, pubblicò un bre-
sutfraganea alla metropoli d'Aix, viario,ed un nuovo catechismo, e
come lo è tuttora. Concordio, uno rese importanti servigi alla sua die-
de' vescovi del concilio di Valenza cesi: all'epoca della rivoluzione fran-
nel 374, rese di Accetto buonissi- cese emigròj in seguito rinunziò id

ma testimonianza in piena assem- vescovato nel i8oi,emori in odo-


blea ; ma Accetto per sottrarsi a re di santità l'anno seguente. La
quella dignità si confessò colpevole sede vescovile di Frejus fu verso
di alcuni delitti, quindi non si prò- questo tempo soppressa, ma venne
gredì più oltre. Da ciò si rileva, e essa ristabilita pel concordalo tra
lo afferma anche Commanville, che il re Luigi XVllI , e il Papa Pio
a delta epoca in Frejus eravi la VII nel 1817; poscia nel concisto-
sede annovera Ira i
vescovile. Sì re de' 16 maggio iBsS quel Pon-
vescovi di Frejus Leonzio di Ni- s. tefìce ne dichiarò vescovo monsi-
mes, a cui scrissero per affari im- gnor Carlo Alessandro de Richery
portanti i Pontefici s. Bonifacio I, della diocesi di Senez: a questi Pio
e s. Celestino l,e mori verso l'anno Vili die in successore nel concisto-
43'2. Dipoi nelsecoloXIII, enei I 299, ro de' 27 luglio 1829, l'odierno
Bonifacio Vili promosse a questo ve- vescovo monsignor Lodovico Carlo
scovalo Jacopo d'Euse di Cahors, Gio. Ballista Michel j d'Acqui di
indi cancelliere del conte di Pro- Provenza.
venza : Clemente V che avea sta- La chiesa cattedrale è dedicata
bilila la residenza pontifìcia in Avi- alla beata Vergine Maria, ed altre
gnone lo fece vescovo di questa volte era un tempio pagano, come
città nel i3io, poscia lo creò car- scorgasi dalla costruzione, essendo
dinaie vescovo di Porto, e nel i3i6 bassa ed oscura. Tra le reliquie
lo ebbe a successore col nome di che ivi venerano, è
si il corpo del
Giovanni XXII. Tra vescovi di i santo vescovo Leonzio. In essa vi

Frejus ve ne furono alcuni ilalia- è il fonte battesimale, e la cura


ni come Bortolomeo Grassi del
, delle anime funge dall'arciprete,
si

i338; Urbano Fiaschi, eletto nel coadiuvato da due vicari. Antica-


i477j Niccola Fieschi fratello di mente il capitolo avea per dignita-
s. Caterina, lo fu nel 1496, e nel ri il preposto, l'arcidiacono, il sa-
i5o3 Alessandro VI lo creò car- grestano , olire dodici canonici :

dinaie; il cardinal Franciolto Or- il capitolo conferiva tutti i bene-


sini, nel 1 526 ne fu nominalo am- fizi che ne dipendevano, ed ave-
voi. xxvii. 16
24^ FRE FRK
va diritto d'annata; il vescovo no- fondi nella filosofia, nella leologi.i,

minava la dignità del sagrestano, e nella giurisprudenza civile e ca-


il qualedoveva sempre essere un nonica, onde in tali facoltà riuso»

canonico. Al presente il capitolo si valentisnmo. Entralo nello stato ec-


compone della prima dignità del- clesiastico, appena ordinato sacer-
l'arciprete, e di nove canonici, com- dote applicossi con mirabile zelo

prese le prebende del penitenziere e dottrina al ministero della pre-


e del teologo. L'episcopio è vicino dicazione e delle confessioni. Dive-
alla cattedrale, oltre la quale in nuto per le sue estese e piofonde
città non
sono altre parrocchie,
vi cognizioni, in ispecie delle sacre di-
vi è però un gran seminario in cui scipline, in singolare estimazione a
sono circa novanta alunni oltre , Roma, fu aggregato alla cospicua
due piccoli nella diocesi ; avvi pu- accademia di religione cattolica, e
re un monistero di suore detto di per la sua specchiata condotta il

Nevers, una confraternita chiama- prelato Pietro Coprano poi cardi-


ta de' penitenti ed un ospedale. ,
nale lo celebrava come uno de'pri-

Eranvi prima i domenicani, i mi- mi preti della capitale del cristia-

nori osservanti, i gesuiti, le mona- nesimo, come quello ch'eragli me-


che cisterciensi dette di s. Bernar- ritamente successo alla direzione dei

do, e le monache domenicane. Que- collegio romano, per il cardinal


sta diocesi, la più estesa della Pro- Bartolomeo Pacca prefetto degli stu-

venza, conteneva cinque chiese col- di del medesimo Pio VII lo dichia-

legiate, e sessanlasette parrocchie; rò consultore dilla congregazione


oggidì le parrocchie sono trentasei, di Propaganda fide, ed il succes-
con centosettantasei succursali , e sore Leone XII (nel di cui con-
con settantanove vicariati. Il vesco- clave il Frezza era stato prescelto
vo godeva di ventottomila lire di dal cardinal Antonio Pallotta a suo
rendita, e pagava quattrocento fio- conclavista ecclesiastico ) appena e-
rini di tassa per le sue bolle. Al saltato al volle suo
pontificato il

presente le rendite del vescovo so- intimo cameriere segreto partecipan-


no costituite per la somma di quin- te, prevalendosi dell'opera sua in
dicimila franchi, e sono tassate nei affari rilevantissimi della santa Se-
libri della cancelleria apostolica, in de ; successivamente lo nominò mem-
fiorini trecentosettanta. bro del collegio teologico nell' uni-
FREZZA Luigi, Cardinale. Lui- versità romana, sotto - promotore
gi Frezza nacque nell'antico Lanu- della fede, consultore delie congre-
vio, ora Civita Lavinia, diocesi di gazioni dell'indice, e degli affari

Albano, a'2 7 maggio 1788, di agia- ecclesiastici, e nel concistoro de' 2


ta famiglia, che distinguevasi per ottobre 1826 lo fece vescovo delle
antica virtÌL probità e j-eligione. Mo- diocesi unite di Terracina, Sezze,
strando egli sin dalla tenera età ec- e Piperno. Nel regime pastorale di
cellente ingegno, e grande amore quelle sedi si diportò qual tenero
agli studi, attese ad essicon somma e provvido padre, accoppiando alla
lode nel seminario romano, e nel giustizia la prudenza. Per motivi
collegio greco, de' quali fu convit- di salute Leone XII accettò la di
tore; e colla vasta sua mente ab- lui rinuncia nel concistoro de' t5
bracciò e principalmente si appro- novembre 1828, ed invece lo fra-
FRE FRE 243
sfen al titolo arcivescovile in par- no vi fu il sacerdote Luca Pacifi-

(ilnis di Calcedonia, indi lo promos- ci celebre latinista, allora minutan-


se alla carica di segretario del vi- te de' brevi pontifìcii e canonico
cariato di Roma, e poi a quella della basilica di Maria in Tras-
s.

di segretario della congregazione de- tevere, ed al presente monsignor


gli affari ecclesiastici straordinari, segretario delle lettere latine e ca-
di già lo avea fatto consulto-
cui nonico liberiano, con lettera gra-
re. Di questa idtima ne divenne tulatoria ed elegia con note, che
benemerito, per il senno e dottri- iliun ad iscrizioni e sonetti colle
na eoa la quale funse il vasto ed stampe PeregoSalviucci si pubblicò
importante uffizio, per le gravi con- in Roma con questo titolo: Hono-
troversie che in essa congregazione ri praecla rissimi nntislitis Àloiiii
si agitano, e per l'immenso cumu- Frezza ad romanae purpurae de-
lo delle relazioni che ha per tutto ciis e\>ecti. I di lui talenti vieppiù
il mondo; laonde il suo nome a si palesarono nella sublime dignità,
gloria della Sede apostolica, venne e ne' consigli e negli affari risplen-
venerato nelle piìi rimote regioni. dè la sua saviezza e perspicacia
Pio Vili ebbe gran stima per lui, avendo subito parte operosa ed uti-
e lo fece canonico della patriarcale le nelle congregazioni cardinalizie
maggiore poi fu
basilica liberiana; di cui il Papa lo fece membro ;

quella del regnante Gregorio XVI; cioè della concistoriale, di propa-


ed infatti, prima lo annoverò tra ganda, dell indice, e degli affari

i consultori della sagra inquisizio- ecclesiastici straordinari. 11 nostro


ne, nel i832 lo dichiarò segreta- cardinale nel nuovo grado tenue
rio della congregazione concistoria- sempre la sua naturale modestia,
le, il perchèdivenne pure del
lo frugalità, dolcezza di costumi e di
sagro collegio, conservandogli l'an- maniere, che nel corso della vita
teriore uffizio, per l'attività e fera- gli procacciarono amore e riveren-
ce ingegno che scorgeva in lui, e za. La sua casa in Civita Lavinia
inoltre dal canonicato di s. Maria fu onorata più volte dal Pontefice
Maggiore, lo trasferi a quello del- Gregorio XVI, siccome meglio di-
la patriarcale basilica vaticana. E remo all'articolo Gemano [Vedi).
finalmente il medesimo Papa nel La sua complessione prometteva vi-
concistoro de' 2 3 giugno i834 lo ta più lunga, quando colto da bre-
creò cardinale riservandolo in pet- ve malattia, tollerata con pia ras-
to, ad onta della di lui
e poscia segnazione, placidamente e con se-
virtuosa trepidazione ed umiltà, in rena mente pagò l'umano tributo
quello degli ii luglio i836 lo nella fresca età di circa cinquanta-
pubblicò cardinale dell' ordine dei cinque anni, a' i4 ottobre 1837,
preti, e poscia gli conferì per tito- perdita che fu generalmente com-
lo la chiesa di s. Onofrio. In at- pianta. Celebrati nella chiesa di s.

testato poi della sua sovrana pro- Marcello solennemente i funerali,


pensione, il Pontefice gli concesse ove cantò la messa di requie il
il segnalato onore di poter unire cardinal Giacomo Luigi Brignole,
il proprio stemma al di lui genti- dipoi il suo cadavere fu traspor-
lizio.Questa promozione riuscii a tutti tato nella mentovala chiesa di s.

grata, e tra quelli che la celebraro- Onofrio, dentro la cappella dedi-


•i44 FRI FRF
cata a tal santo, ed ivi tumulato ferito da Giovanni XXIII al vesco-
con onorpvole marmorea iscrizione. vado di Sabina. Ebbe anche la

Il suUodato prelato Luca Pacifici legazione di Roma , e fu arciprete


scrisse una robusta e commovente della basilica valicana. Morì in Fi-
necrologia, che si legge nel nume- renze nel 1420, lasciando di sé una
ro 87 del Diario di Roma del memoria troppo infelice pel suo
1837, e compose pure l'iscrizione orgoglio, avarizia e dissolutezza.
sepolcrale. FRIBURGO (Fribiirgcn.) Città
FRIARIO (s). Nacque da un con residenza arcivescovile nel gran
agricoltore di Nantes circa 1' anno ducato di Baden, in Brisgovia, an-
5ii. Esercitò dapprima l'arte del tico territorio di Alemagna, uno
padre, manifestando una gran pu- de' più felici paesi di essa ,
posto
rità di costumi a cui accoppiava nella regione meridionale della Sve-
la pratica del digiimo, delle veglie, via, e perciò diverso di Friburgo
e l'esercizio di una continua ora- città della Svizzera, residenza del
zione; poscia si ritirò col diacono vescovo di Losanna. Friburgo gia-
Secondello nell' isola di Vindonita, ce sulla destra del Treisam,
riva
formata dalla Senna nella diocesi , in situazioneromantica a piedi del-
di Nantes. In quella solitudine essi la foresta o selva Nera, ed suoi i

aveano ciascuno la propria cella, dintorni sono forse fra più ame- i

dove facevano i loro esercizi in ni che si trovino in Germania. Da


particolare. Secondello fu provato una parte ha la fertile pianura
da diverse tentazioni , ma assistito che copiosamente dà tutti pro- i

dai consigli di Friario ,


pervenne dotti propri d^una regione tempe-
ad un'esimia santità. Friario ebbe rata, con ameni giardini dall' altra ;

eziandio degli altri discepoli , cui un magnifico paese con monti e


istruì nella perfezione, e fu gran- valli, ricco di vigne e di minerali,
d' amico di s. Felice vescovo di il quale è pur feconda sorgente di
Nantes, il quale lo assistè nella sua cognizioni pei naturalisti. La parie
ultima malattia. Morì verso la fi- montuosa abbonda di legnami, ed
ne del sesto secolo, e fu seppellito oltre la coltura delle miniere di
nella sua cella, dove furono ope- argento ,
piombo e ferro, che gli

rati non pochi miracoli e gli si , abitanti di Fiiburgo e della Bris


edificò poscia una chiesa. Conser- govia esercitano , essi sono indu-
vasi parte delle sue reliquie nella striosi massime ne' luoghi montuo-
parrocchia di Besnay, della quale si, ove si fabbricano in gran quan-
è il principal protettore. S. Fria- tità gli orologi di legno, de' (juali
rio è ricordato il i." d'agosto in- si un sì vasto commercio non
fa ,

sieme a s. Secondello. solo in Europa, ma anche in A-


FRIAS Ferxandez Pietro, Car- merica. Vi sono pure fonderie di
dinale. Pietro Fernandez Frias, di campane ed officine di scoltura : i

oscura famiglia spagnuola, fu ve- suoi abitanti sono celebri per pu-
scovo di Osma , e creato pseudo- lire cristalli, granate e pietre pre-
cardinale di s. Prassede dall'anti- ziose.Friburgo detto anche Frei-
papa Clemente VII. Abiurato dipoi burg e Fryburg, altre volte capi-
lo scisma, nel 1409 venne conferma- tale della Brisgovia e fortezza rag-
to da Alessandro V, e nel 4 1 2 ti as- 1 guardevole , ora è capoluogo del
FRI 245
circondario di Treisam e Wiesen, università sono pure uniti una col-

di un baliaggio di città, e di due lezione d' islrumenti di fisica e di


Ijaliaggi. E sede di un baliaggio matematica, uu giardino botanico,
criminale, un'amministrazione
di un teatro anatomico, ed una clini-
superiore delle foreste, di una ri- ca medico-chirurgica ; ha inoltre
cevitoria generale, e di una dire- una scuola normale ed un museo.
zione delle fabbriche. Assai ben Recentemente vi si formò una so-
fabbricatii, ha un sobborgo e stra- cietà di storia, onde propagare gli
de larghe, bene lastricate, ornate studi della statistica ed antichità,
di belle case, ed assai bene illumi- e per assicurare la conservazione
nate. Ha due piazze pubbliche, de' monumenti ed oggetti di arti

due chiese cattoliche, due prote- che rinchiude il paese. In vicinan-


stanti una delle quali, chiamata
,
za della città si scoperse di recente
Munster, è osservabile per la sua sulla montagna
detta Schoenberg
bella architettura di gusto gotico. un gran numero di sepolcri, rin-
La fabbrica più considerabile di chiudenti armi ed ornamenti, che
Friburgo è la sua bella cattedra- marcano caratteri della più ri-
i

le, che molti pretesero paragonare mota antichità. Friburgo è patria


a quella di Strasburgo. Questa cat- del monaco Schwartz, che passa in
teilrale è tutta costrutta di pietre Alemagna per l' inventore della
quadrate, ed è adorna di stupen- polvere da cannone, di Gio. Tom-
de scolture. La sua torre pirami- maso Freigius o Freig giureconsul-
dale una delle più alte e
si dice to e letterato del secolo XVI, dei
belle Alemagna. La fabbrica
dell' medici Giacomo, Giovanni e Mi-
venne incominciata dal duca Cor- chele Schenk, e di altri illustri per-
rado di Zahrin^en nell'anno Ji52; sonaggi.
o
questo superbo monumento dopo Friburgo va debitrice della sua
avere resistito a sei secoli soffri , origine agli operai delle miniere, i

danni considerabili nell'assedio che quali a cagione della vicinanza di


sostenne nel I7i4- Inoltre la cit- esse si fabbricarono colà abitazioni,

tà possiede una rinomata univer- ed a poco a poco si ridussero quel-


sità fondata sino dal ì ^56 , chia- le abitazioni ad un bel villaggio,

mata Lodovico- Albertina da Al- ,


il quale nel 1118 o nel 1122 fu
berto VII detto il Buono, duca dal duca Bertoldo di Zahringen
d'Austria, la quale in questi ulti- elevato al grado di città. Estinta
mi tempi ottenne molti favori, e l'antica ed illustre famiglia di Zah-
fra i suoi professori conta uomini ringen per Agnese superstite di
,

distinti. La situazione di Fiiburgo essa, e pel suo matrimonio col con-


in un angolo della Germania , e te Egon di Furstemberg, passò sot-
la sua vicinanza ad Eidelberga ed to il dominio di questi conti, ai

a Tubinga, tanno che la sua uni- quali essa più volte si ribellò. La
versità non sia molto frequentata : città nel secolo XIV strinse lega

le istituzioni scientifiche vanno e- con varie altre, e finalmente dopo


stendendosi progressivamente, e la molte vicende ed agitazioni nel ,

biblioteca principalmente è ricchis- i386 i abbandonando


borghesi 1

sima di opere antiche, raccolte nei conti Furstemberg, si diedero iu


soppressi mouisteri e capitoli. Alla potere dei duchi d" Austria della
246 Fili FRI
casa d'Absburgo. Mentre uel i^i5 dominii della casa d'Absburgo, in
Giovanni XXIII si trovava al con- anche Liraburgo (luo-
cui è situata
cilio di Costanza (Fedi), per ri- go ove nacque Rodolfo d'Absbur-
nunziare ad esempio di Gregorio go progenitore dell' augusta casa
XII il pontificato, per la cessazione d'Austria) e l' Ortenau, al duca
del lungo e funesto
scisma; pen- di Modena , il cui genero Ferdi-
tito quindi proponimento se
del nando d'Austria, alla morte di lui
ne fuggì travestito per mezzo di divenne duca di Brisgovia. Ma col-
Federico duca d' Austria che lo la pace di Presburgo nel i8o5, il
proteggeva , al qual fine celebrò paese fu ceduto a Baden , e d'al-
un torneo per meglio trafugarlo ;
lora in poi Friburgo fece parte del
onde Giovanni XXIII si ritirò in granducato di Baden.
Friburgo. Allora il concilio formal- Nel riordinamento degli affari e
mente il depose, onde volendo Gio- stato religioso in Germania, Pio
vanni passare dal duca di Borgo- VII colla bolla Provida, solersene
gna, Federico badando a' suoi in- Rornanorum Pontificuni, emanata ai
permise che fosse imprigio-
teressi 16 agosto 182 I, soppresso il vesco-
nato e portato ad Eidelberga. Gli vato di Costanza, eresse in sede
svedesi sotto il maresciallo di Hora arcivescovile Friburgo, colla digni-
e il duca di Weimar presero Fri- tà metropolitana sui vescovati di
burgo negli anni i632, i634 e Rottemburgo, Limburgo, Magonza
i638. E ancora celebre per la e Fulda, che dichiarò suoi suffra-
ostinata e sanguinosa battaglia, che ganei. Non essendosi mandato ad
Luigi di Borbone, secondo di que- effetto queste provvidenze, per quan-
sto nome ,
principe di Condé ed to accennammo all'articolo Badai
allora duca d' Enghien , vi guada- (Vedi), il successore Leone XII
gnò li 3, 4 e 5 agosto i644 sulle die felice esecuzione a tale disposi-
truppe bavaresi, nei posti dispula- zione. Quindi nel concistoro de'2
ti della montagna Nera , ad una maggio 1827, dichiarò al sagro
lega da Friburgo. Una delle ar- collegio de' cardinali, coU'allocuzio-
mate di Luigi XIV, comandate dal ne, QiLod a Pio Vllfel. ree. prae-
maresciallo di Crecquy, prese que- decessore nostro prò sacris Ecclc-
sta città li 17 novembre 1677, siae rebus in Germania ordìnaa-
dopo otto giorni di assedio , ma dis, l'erezione di questo seggio ar-
pel trattato di Riswick del 1697 civescovile, quindi con la consueta
fu restituita agi' imperiali. Il ma- proposizione promulgò a primo ar-
resciallo di Villars la prese di nuo- civescovo di Friburgo monsignor
vo dopo un assedio ostinato ; ma Bernardo Boll della diocesi di Piot-
Tenne ricuperata nel 1 7 4» P^'ò 1
temburgo, essendo nato a Stutt-
con danno degli edifizi. Essendose- gard, per la virtì^i e dottrina dal
ne poi impadronito Luigi nel XV Pontefice encomiata. In sua morte
1744» ne fece distruggere le forti- il Papa Gregorio XVI,
regnante
ficazioni prima di restituirla; il che nel concistoro
de' 2 r novembre
avvenne in forza del trattato di i836, nominò arcivescovo di Fri-
Aix-la-Chapelle. Colla pace di Lu- burgo monsignor Antonio Ignazio
neville del 1801, l'Austria cedette Demeter di Augusta. Passato an-
la Brisgovia, uno de' più antichi che questi a miglior vita, il me-
FRI FRI 247
XVI, nel
desirao Gregorio coiicisto- nei libri della camera a[)ostolica fio-
vo de 3o gennaio i843 ,
gli die rini seicento sessantotto.
in successore l'odierno arcivescovo FRIDIANO (s.). Nato in Irlanda,
monsignor Ermanno de Vicari di come comunemente si crede, e se-
Aulendoif, traslato dal vescovato condo alcuni figlio di un re di IJI-

di Macra in partibiis infidelinni tonia, passò in Italia affine di per-


già decano del capitolo della me- fezionarsi nella virtù e nelle scien-
tropolitana di Friburgo. Questa ze ecclesiastiche. Il suo merito in-
arcidiocesi è vasta, e contiene quasi nalzollo alla sede episcopale di Luc-
ottocento novantamila cattolici, con ca, dopo la morte di s. Geminiano.
parecchie città e castelli, e la dio- Devesi attribuire alle sue preghiere
cesi di Friburgo, conta circa dodi- la salvezza di Lucca, quando fu per
cimila cattolici. essere rovinata dalle innondazioni
La cattedrale, magnifico edilìzio del Serchio. Morì nel SyS , e fu
di stile gotico, è dedicata alla glo- sepolto nel luogo ov e presentemen-
riosa Assunzione di Maria Ver- te la chiesa che porta il suo nome,
gine in cielo, ed in onore dei san- la quale venne uffiziata da'canonici
ti Alessandro e Lamberto : ivi regolari , la cui congregazione nei
si venerano insigni reliquie . Il i5o7 fu unita a quella di Giovan- s.

capitolo è composto della digni- ni Laterano. S. Fridiano è onoralo


tà del decano, di sei canonici con ai 18 di marzo.
prebende, di due parrochi vicari, FRIDOLINO (s.). Era d' Irlan-
e di altri preti e chierici. La cura da o di Scozia, e lasciata la patria
delle anime viene esercitata dal andò in Francia a predicare il van-
canonico juniore insieme al parro- gelo. Poscia fondò parecchi moni-
co, neir istessa cattedrale, ov' è il steri nell'Austrasia, nella Borgogna,
sagro fonte di mirabile struttura : nella Svizzera, e l'ultimo fu quello
l'episcopio n' è alquanto distan- di Seckingen, ove mori nel 538.
te. Nella città, oltre la cattedra- Egli è protettore titolare degli sviz-
le, avvi un* altra chiesa parroc- zeri del cantone di Glaris , ed è
chiale pur munita di battisterio. festeggiato a' 6 d i marzo.
Vi sono due ospedali, uno civile, FRIGENTO o FRICENTO ,

laltro militare, un ospizio per gli Frequenliim o Fricentum. Città ve-


esposti, ed il monte di pietà. Da scovile del regno delle due Sicilie,
idtimo granduca regnante di
il nella provincia di Principato Ulte-
Baden, Carlo Leopoldo Federico, ha riore , capoluogo di cantone, città
concesso all'arcivescovo di Fribur- antichissima degli irpini nel Sannio,
go gli edifìzi dell'antica abbazia di situala nella sommità di un deli-
s. Pietro, fondata du- dagli antichi zioso monte, ai cui piedi scorre
chi di Zahringen o Zoehringen ai l'Albi. Cicerone, Appiano, Tolomeo,
benedettini nella foresta Nera, se- e Plinio fanno menzione. In
ne
colarizzata nelle ultime vicende po- f|uesta trovano gli avanzi
città si

litiche, per convertirli in un semi- di non pochi monumenti, che ta-


nario metropolitano. Le rendite del- luni credono appartenere all'antica
l'arcivescovo ascendono a circa sei Frequenliim, nxìdi delle principali cit-
mila scudi romani, e ad ogni nuo- tà degli irpini ; mentre altri sosten-
vo arcivescovo la mensa è tassata gono che quivi fosse Ecolanum o
2 48 FRI FHI
Jesculanum presso Ansante, città ganea della metropoli di l5enoven-
incendiata dai romani durante le lo. Ne fu primo vescovo s. ]\I;ir-

loro guerre civili di Siila e di Pa- ciano greco di Modone, ordinato


piro Cursore. Essendo poi stata rie- dal Pontefice s. Leone I in Roma:
dificata sotto r attuale suo nome, il santo vescovo si recò alla sua
diventò in breve tempo assai po- sede, combattè gli errori operò ,

polosa e ricchissima; ed avrebbe miracoli, resse con mirabile zelo la


facilmente ricuperato l' antico suo sua chiesa, e mori a' \. giugno \

lustro, se non fossero sopraggiunti i del 496 ; il corpo del quale vesco-
terrestri scuotimenti a disertarla. vo neir anno 836 fu traslatalo da
Tanto è vero che Frigento sia suc- Frigento a Benevento per opera ,

ceduto ad Eculano illustre colonia d'Orso vescovo beneventano, e collo-


romana, che ne adottò lo stemma, cato nella cattedrale, dove riposa sot-
e ne conserva i marmi e gli avan- to l'altare maggioi'e, con altri corpi
zi.Presso alla città evvi un picco- e reliquie di santi ciò avvenne per :

Io bacino chiamato Ansatilo, la cui ordine di Sicone duca di Benevento,


acqua torbida e nerastra spande privandone Frigento. A questa chie-
delle esalazioni talmente infette, che saaffermail Sarnelli che fui-ono unite
danno la morte agli animali che vi le sedi vescovili di Quintodecimo os-
*.i avvicinano. 11 Sarnelli nelle Me- sia Eclana,edi Acqra-putrida; ma a
morie cronologiche de' vescovi ed cagione delle barbarie dei vandali,
arcivescovi della s. chiesa di Be- dei goti, dei longobardi, e per altre
nevento, parlando a pag. 2 38 del vicende, la sede restò lungo tem-
vescovato d'Acqua-putrida, poi det- po vacante. Alcuni però vogliono
ta Mirabella, dice che ad esso fu uni- unita Eclana a Frigento nel quin-
ta la sede vescovile di
Quintodecimo, to secolo, altri nel settimo, e col
venuta meno o
abbandonata pel nome Quintodecimo si ha pure
di
fetoie delle mofete d' Ampsanto. nel io54, come da bolla di s. Leo-
Questa mofeta e mefite sembra ne IX. Quelli che sostengono l'u-
aver dato il nome a Frigento, dal nione al quinto secolo, la dicono
friggere delle mefite medesime: An- succeduta dopo l'eresia di Giuliano
sante presso i classici latini signi- vescovo di Echma, seguace degli
fica la valle di Frigento, e Tito errori di Pelagio e di Celestio. Il
Livio rammenta i popoli Frequen- secondo vescovo registrato dall' U-
tinates. Frigento o Fricento ha u- ghelli di Frigento, è Engellino , cui
na bella cattedrale, ornata di ec- nel 1082 il conte Roggiero donò
cellenti pitture, e dedicata alla bea- il monistero della ss. Trinità di Ve-
la Vergine Maria, ed a s. Maria- nosa. Prima di questo tempo e ,

no vescovo e patrono della città, nell'anno 986 il terremoto in par-


con capitolo decorato di tre di- te avea distrutto la città. Gli altri
gnità, di venti canonici, oltre altri vescovi sono Giovanni che visse nei
beneficiati.Contandosi nella dioce- pontificati d'Innocenzo II, ed Euge-
si cinque collegiate insigni, e qua- nio III; Martino, che al dire del
rantasei mila anime. Ciampo nonagesimo quinto
fu il ve-
La sede vescovile nel pontifica- scovo frigentino, e che nel 1 1 5o
lo di s. Celestino I fu eretta consacrò collegiata
in la chiesa di
Frigento nel quarto secolo, sulfra- Ta arasi, la quale è considerala nel-
FRI FRI 249
la iliocesi di Fiigciito come matrice. tom. Vili, pag. 284 e seg. Dopo
Quindi abbiamo il vescovo Giaiimii- la detta unione, narra il Sarnelli,
to che intervenne nel i 179 al con- che fu di nuovo divisa Avellino
cilio generale celebrato da Alessan- da Frigento, di consenso del ve-
dro 111, e nel ii8'>. alla consagra- scovo d'allora Gabriele Setario na-
zione della chiesa di Monte Vergi- poletano, e data la sede di Fri-
ne ; ed ebbe a successore Agapito gento a Gio. Francesco nipote di
monaco Ciampo nel
della Cava. Il Gabriele, con condizione voluta dai
I 182 pone per vescovo un Ugolino. Pontefice Giulio II nel i5io, che
Martino fiori nel 1200; indi In- chi dei due sopravvivesse, restasse
nocenzo IV creò vescovo Giovanni vescovo d'Avellino e di Frigento:
arciprete della chiesa Beneventana lo stesso fu fatto nel i52o dal Pa-
nel 1232; 12 14 Giaco-
e poi nel pa Leone X.
mo di Acqua-pnlrida. Sotto Alessan- Il Ciampo citato dice che alla
dro IV lo fu uno di cui non si pingue mensa episcopale di Frigento
conosce il nome , così altro che unì Paolo II quella tenue di A-
inori nel i3o6. Rogerio di Frigen- vellino, e che sotto la sua prote-
to, eletto dal capitolo, fu conferma- zione Carlo vescovo
II accolse il

to tla Clemente1807; essen- V nel Gentile, perseguitato Giovanni da


do stato ucciso da Rogerio de Bo- Marra dominante in Frigento ; che
nito milite d'Ariano, vacò per mol- monsignor Albertino fu da Carlo
ti anni la sede. Wel i343 divenne V spedito al governo di Spagna;
vescovo Pietro, canonico e nolaro che Ferdinando III mandò il ve-
della chiesa Beneventana. Gli suc- scovo Pirro al re di Pannonia per
cesse neli34H Cristiano, ed in sua suo ambasciatore; indi enumera gli
morte nel medesimo anno (ilemen- uomini illustri di Frigento. A que-
le VI nominò fr. Eustachio degli ta città soggiunge essere apparte-
eremitani di s. Agostino; indi Ur- nuti il cardinal Finy, Pascucci ve-
bano V nel 1370 trasferì a que- scovo di Trevico, e vari individui
sta chiesada quella di Ariano Gia- della famiglia Ciampo, fra'quali d.
pomo. Martino lo fu nel iSqg; Giuseppe canonico di s. Antonino
Giovanni Caracciolo napoletano nel di Gesualdo, che divenuto primi-
l4o5; Gaspare di Perugia nel 1424 cerio di Frigento, terza dignità del
per volere di Martino V, ed in sua capitolo, funse diversi ragguarde-
morte nel i4'j'5 fu eletto Battista voli incarichi. Il teriemoto tornò
Ventura canonico napoletano. ad alTliggere questa città nel i688,
Devastata Frigenlo in parte dal- e rovinò la chiesa che il santo a-
le guerre, ed in parte dai terre- postolo degl' irpini e vescovo Mar-
divenne spopolata, il perchè
nioti, ciano aveva eretto nella spianata
Papa Paolo II alla morte di Tu- presso la città, per cui il capitolo
scio vescovo d'Avellino, a' 7 mag- accorse ai necessari ristauri. Nel
gio 1466 unì Frigento in perpe- 1736 altre replicate scosse di ter-
tuo alla chiesa d' Avellino acque remoto devastò molti edifici. Fi-
pi Ilicipalittr , dichiarando vescovo nalmente il Pontefice Pio VII con
d Avellino e Frigento il medesimo le lettere apostoliche quinto kalen-
Battista Ventin-a morì nel
, che das julii 1818, De iililiori domi-
j4'35. F. rUghcUi, lUìUa sacra, nicac, soppresse la sede di Frigen-
2 5o FRI FRI
lo, e l'um interamente ad Avelli- trada. Fu da prmcipio la Fiigia
no. Il Fabio Ciampo di
dottore divisa in grande, e piccola. Sotto

Fiigento nel iHSy pubblicò in Na- Costantino la gran Frigia si divise

poli per la stamperia Sangiacomo in due parti, o a meglio dire due


r Elogio storico di s. Marciano porzioni di essa ricevettero i nomi
vescovo e protettore principale del- di Frigia Pacatiana o Pacaziana
la città di Fricenlo, e sua antica da Pacatiano, prefetto del pretorio
diocesi:, ed in esso fece voti pel ri- d'Oriente, e Frigia Salutare, cosi
stabilimento della sede. chiamata per la eccellenza del suo
FR^IGERIO
ARPfALDO, Cardina- clima; a queste si può aggiungere
le.Arnaldo Frigerio o Frangerlo, la Frigia Epicteta, porzione di pae-
o anche Faitnerio, soprannomina- .se ebbe
tolto dalla Bitinia, e per cui

to da Chanteloiip, detto volgar- un nome, che significa aggiunta


tal

mente di Cantalupo, dal luogo del- o conquista. Aveva al nord la Biti-


la sua nascita nella diocesi di Bor- nia, all'est la Galazia, al sud la Pisi-

deaux, era congiunto del Pontefi- dia-, la Caria e la Lidia, ed all'o-


ce Clemente V. Fu dapprima de- vest la Misia e la piccola Frigia.

cano della chiesa di s. Paolo di Le sue principali città erano Lao-


Londra, e nel 1 3o5, elevato Cle- dicea, Symnada, e Gerapoli. La pic-

mente dalla chiesa di Bordeaux al cola Frigia stava fra la grande Fri-
pontificato, lo dichiarò arcivescovo gia e l'Ellesponto, e rinchiudeva
di Bordeaux, quindi dal medesimo la prima le dava d
Troade, che
Clemefite V, a' i5 dicembre i3o5 suo nome, non avendo preso quello
fu crealo prete cardinale di s. Mar- di Frigia se non quando frigi i

cello, e camerlengo della S. R. se ne impadronirono. Conteneva le

C. Intervenne al concilio gene- famose città di Troia, ed i fiumi


rale di Vienna, e ne celebrò poi Scamandro, Xanto, e Simoenta. Al-
uno piovinciale in Roffiaco, luogo cuni divisero la Troade dalla pic-
della sua diocesi , del quale si con- cola Frigia che chiamarono Elles-
servano tuttora gli atti scritti di pontiaca, perchè era verso l'Elles-
propria mano del cardinale. So- ponto e sul mare Egeo. Secondo
scrisse con altri porporati nel- altri gli abitanti della Frigia erano

l'anno i3of) ad una bolla spedita in i più antichi popoli della terra; ta-

Poitiers, nella quale si dichiarava luno li fa discendere da Togorma,


che la Sede apostolica non è in al- uno de'figli di Goraer, e gli auto-
cun modo tenuta a somministrare ri greci dicono discendenti dai
li

danari per sostenere le spese della Bryges o Breges che aveano prima
guerra di Sicilia, e i diritti da es- abitato la Macedonia. Si può crede-
.sa goduti in quel regno. Compì la re che la Frigia sia stata antica-

mortale carriera in Avignone l'an- mente soggetta ai re, indi il pae-

no I 3 IO, che altri prolungano al se fu diviso fra diversi dominatori,


i3 i f o al i3 2.
r sapendosi che molti principi vi re-

FRIGIA, Phrygia. Antico paese gnarono nel tempo medesimo. I

dell'Asia minore, di cui varie sono frigi venticinque anni furono


per
le opinioni siìlla prima origine del padroni del mare, ed è noto che
suo uome , cioè se derivatogli dai la città di Apamea, era la più
suoi abitanti, o da questi alla cou- commercianle dell'Asia minore, e
l '
li 1 F II I a "ri
che i negozianti vi si recavano dal- dcsima Gerapoli della Frigia Salti-
l'alta Asia, dalla Grecia, ed anche tare. Ecco come Commanville di-
dall'Italia. La religione dei frigi era vide la Frigia sotto l'esarcato d'A-
piena di ridicole superstizioni e di sia. Prima provincia della Frigia
idee stravaganti : i i'rigi colo- Capaziana, con Laodicea vescovato
ni dei traci riceverono da quei- nel primo
secolo, metropoli nel quar-
H i misteri di Bacco. Per comune to, ed esarcato di Frigia nel secolo
opinione conviene far salire al tem- decimoterzo, con trentacinque ve-
po che precedette il diluvio di Deu- scovi suffaganci. Seconda provincia
calione, il regno del primo re di della Frigia Capaziana, con Gera-
Frigia chiamato Nannagus: l'ultimo poli o Jerapoli metropoli nel (jiiin-

re fu Adrasto della famiglia reale to secolo, con otto vescovi suifra-


della Lidia, la quale divenne prò- ganei. Prima provincia della Frigia
vincia della Frigia. La Frigia fu una Salutai'c , Sinnada metropoli
con
delle tre diocesi d'Asia, e fu cocp- nel quarto secolo, ed esarcato di
presa nell'Asia proconsolare. Sparso Frigia nel decimoterzo, con treiilann
il lume della fede nella Frigia, nar- vescovi suffraga nei , tra' quali (ie-
ra il Rinaldi all'anno
3og, che u- rapoli del nono Seconda
secolo.
na città intera, compresi i cittadi- provincia della Frigia Salutare, con
ni e i magistrati, essendo tutta cri- Araorium metropoli nel sesto seco-
stiana, né volendo alcuno di essi sa- lo, e con cinque vescovi suHraganei.
grifìcare agli idoli , fu dai gentili Terza provincia della Frigia Salu-
cinta da armati, e poi arsi uomini, tare con Cotyaeum o Cutaige ve-
donne e fanciulli invocando essi , scovato nel quarto secolo^ e metro-
il nome di Dio vi mori pure il : poli nel nono, con tre vescovi suf-
niartire Adauto italiano, che gl'ira- fraganei.
peratori avevano colmato d'onori. FRIGNANO Tommaso, Cardina-
Le notizie ecclesiastiche dividono le. Tommaso Frignano, di nobilis-
questa contrada in Frigia Pacaziana sima famiglia modenese, professò
o Capaziana, ed in Frigia Saluta- fino da giovanetto nell' ordine dei
re: la Frigia Pacaziana aveva per minori. Le belle doti del suo spi-
inetropoli Laodicea, che fu anche rito non tardarono a manifestarsi
capitale di tutta la Frigia ; e la sotto la direzione di valenti niae-
Frigia Salutare avea per metropoli stri, ed essendo riuscito a meraviglia
Sinnada. La Frigia Pacaziana essen- nella sacra oratoria fu scelto a mae-
do stata divisa in due provincie, stro di teologia, quindi a pubblico
prima e seconda, la prima conser- professore nell'universitàdi Bolo-
vò per metropoli Laodicea, e della gna. Nel capitolo generale celebra-
seconda lo fu Gerapoli, la quale e- to in Assisi l'anno i367, venne
ra un semplice vescovato suffraga- generalmente giudicato degno della
neo di Laodicea. Neil' Oriens Chtist. direzione di tutto l'ordine. Ma pu-
si legge che maggior parte de-
la re insorte non poche calunnie, eb-
gli autori non avendo fatta atten- be l' umiliazione di vedersi impe-
zione a questa divisione della Fri- dito pel corso di sei mesi nelle
già Pacaziana in due provincie, han- funzioni del suo ministero. Cono-
no creduto che la città di Gerapoli «cinta poi la innocenza di lui, e
della Frigia Pacaziana fosse la me- provata alla presenza di molti e
9.52 FRI FRI
preclarissimi pcrson;iggi, venne re- leo. In seguito passò al titolo di

fitituilo nel primo ojtìzio


MIO. od ,
s. Lorenzo in Damaso, e poi al
anzi incaiicato da Uibano V di con- vescovato tusculano. iSIoiì in Roma
ciliare la pace tia i veneziani e Fran- nel i38r, in odore
ed di santità,

cesco da Carrara; cosa che riuscì di ebbe il sepolcro nella chiesa di s.


generale soddisfazione, e con esito Maria in Araceli innanzi all'al-
Egnal risultato ebbe la
lelicissirao. tare della B. V. Il Petrarca loda
nunziatura che poi sostenne in Ge- molto il cardinale Frignano in una
nova, alloia turbata da questioni lettera diretta al Pontefice. Giam-
fortissime tra il doge e la nobil- battista Tondini scrisse la vita del
tà quindi come ricompensa della
:
cardinali Frignani, quale fu pub-
la

eccellente sua direzione in que' ri- blicata colle stampe in Macerata


levanti affari, gli fu concessa nel- nel 1782.
l'anno 1872 da Gregorio XI la FRISIA o DELLA CORONA,
chiesa patriarcale di Grado. Non Cavalieri. V. il volume XV il, pag.
molto dopo si recò di bel nuo- 191 del Dizionario, cioè Corona
vo a Genova per tranquillare le REALE, Ordine equestre.
discordie insorte tra la repubbli- FRISiNGA o FREISING^Fm-
ca ed il re di Cipro, specialmen- xinnin). Città vescovile del regno
te in quei terribili giorni in cui i di Baviera, circondario delllsei", ca-

turchi minacciavan l'Italia : ma in poluogo di presidiale, e sede d'u-


questa occasione 1' esito non riuscì na camera fiscale giace in una ,

lelice come era stato altre volte. montagna presso una valle al con-
Però in tale circostanza ebbe or- fluente dell' Iser Mosach. e della
dine di combinare una lega contro E bene fabbricata in ameno
assai

Barnabò e Galeazzo Visconti , du- territorio. Vi si vede un castello

chi di Milano ; nella quale si strin- eh' era la residenza del vescovo
seio assieme il conte Amadeo di posto in una, deliziosa montagna.
Savoia, il marchese di IMonferrato, L'antica e bella cattedrale è dedi-
il marchese d'Este di Ferrara, e cata alla Beata Vergine, con ca-
ì\ doge di Genova. JN'el 1873 rap- pitolo composto di ventiquattro ca-

pacificò di bel nuovo i veneziani nonici, e le dignità sono quelle di

con Francesco I da Carrara , si- prevosto, di decano, di teologo, e


gnore di Padova. In mezzo poi a di tesoriere. Vi sono altre quattro

tanti polilici affari, die pensiero chiese, un ospedale, un orfanotro-


eziandio buon andamento delle
al fio, un seminario, un istituto di

cose ecclesiastiche, e non tiascurò sordi e muli, ed una scuola gra-


d' invigilare ben anco sugli ordini tuita. Frisinga fu già capitale d'un
religiosi ; e molto si adoperò per vescovato indipendente, ed il pre-
ristabilire una regolare disciplina sidiato è in parte formato dal ter-

nelle monache del suo ordine, che ritorio diquesto vescovato, che fu
s' erano alquanto scostate da' pri- donato alla Baviera nel 1802. Fu
mitivi istituti. Urbano VI , volle la città fabbricata come credesi dai
coronare i distinti suoi meriti, e presidenti ossia no capi del governo
lo creò quindi cardinale a' 18 set- della Vindelicia : venne poi inte-

tembre 1378, assegnandogli la ti- ramente bruciata nel 109, e 1 rie-

tolare chiesa de' ss. Nereo ed .\chil- dificata poco tempo dopo dal ve-
FRI FRI 3 vi

scovo Alberto, luedianle le largi- dicono che terminò di vivere al-


zioni dell'imperatore Federico I. trove, e che il suo corpo dai lon
Nell'anno circa ySo s. Bonifacio e gobardi fu portalo a Trento, don-
s. Coibiniano vi eressero la sede de poi venne trasferito a Frfsing;j

vescovile, che fu confermata dal nel 760. Tra i suoi successori so-
Pontefice s. Gregorio 111, e dichia- no principalmente a nominarsi 1

rata sufiiaganea della metropoli di seguenti : Ellenardo, il quale fon-


Salisburgo, Ja quale sebbene non dò il Andrea in Fri-
capitolo di s.

fosse di grande estensione, accor- singa, fu vescovo dalio52 al 1078,


dava nondimeno al vescovo un Ottone figlio di s. Leopoldo mar-
rango fra principi dell impero.
i chese d'Austria, prevosto di Neu-
Il vescovo aveva i suoi uinciali bourg, vestì l'abito de' religiosi cer-
,

ch'erano ereditari , ed ebbe pure tosini nell'alìbazia di Morimondo


in protettore di sua diocesi il con- in Francia, di cui diventò posci;i

te Scbyren, che rinunziò questa abbate ed in seguito venne eletta


protezione a favore del vescovo vescovo di Frisinga questo prela- ;

medesimo nel i i4o. Ottone vesco- to dottissimo, si rese celebre per la


vo di Frisinga ne scrisse la storia, sua cionaca che incomincia dal
facendo una descrizione particola- principio del mondo sino al 1 1 52f

re di questa città : fu essa patria dell'era nostra ; occupò la sede ve-

di parecchi uomini illustri, come scovile dal I i37 al ì^C), e fu


I se-

di Giorgio Edor celebre giurecon- polto neir abbazia di Morimondo,


sulto. Conrado fondò la collegiata di s.

Il primo vescovo di Frisinga fu Gio. Battista a Frisinga , e rnor»

s. Corbiniano francese, che fu elet- avvelenato nel i3i8, dopo nove


to vescovo regionario o provincia- anni di vescovato. Alberto marche-
le , ossia missionario ecclesiastico se di Baden, conte di Hochberg.
dal Papa s. Gregorio li, il quale ed Haigerloch, canonico di Costan-
mandollo a predicare la fede di za e di Strasburgo, cancelliere dcl-
Gesù Cristo in Baviera. Fissò egli r imperatore Lodovico di Baviera,

allora la sua residenza in Frisin- e decano di Buspach in Baviera,


ga, dove fabbricò la chiesa catte- nel i352 fu eletto vescovo dxi Cle-
drale. Essendo perseguitato da Bil- mente VI. Degenardo di Weichser,
trude duchessa di Baviera, ritirossi prevosto di Augusta e di Morspurg
a Mays nel Tirolo, con tutto il fu eletto vescovo dal capitolo nel:

suo clero. Luitprando re de' lon- j4io, ma non


approvò questa ele-
gobardi che dominava in quell'e- zione Giovanni XXI li, clie nomi-
.
poca nel Tirolo, gli diede due chie- nò in vece Conrado di Traut-
se che s. Corbiniano aveva egli me- mansdorlT, vescovo di Gurck al ,

desimo fatte fabbricare non molto quale Degenardo cedette immedia-


tempo prima, in onore di s. Va- tamente ma Conrado fu assassina-
lentino Vuna, e dì s. Zenone l'al- to dai suoi domestici. Giovanni di
tra, presso Mays, all'oggetto di ri- Grienvalder, o Gruumelder prevo-
scuoterne le rendite a vantaggio sto di Frisinga, figlio naturale di;
della cattedrale di Frisinga. Mor\ Giovanni duca di Baviera, fu elet-
questo santo nel 780 o più tardi to vescovo nel 1422; venne però
iu Frisinga ov' era ritornato ; altri bea presto privato del vescovato
21^4 FRI FRI
da Martino V
a cagione della sua scandalUj Labbé tom. XIII, pag.
illegittimità, e non ne litoiiiò in ici83, e Diz. de' Concili.
possesso che nel i443- L'antipapa Ernesto de' duchi di Baviera, fu
Felice V, come dicemmo al voi. eletto vescovo di Fiisinga nel i565
IV, pag. i6i del Dizionario^ lo in età di soli dieci anni; fu po-
avea nominato cardinale; ma il scia nominato vescovo d'Hildesheim
Pontefice Eugenio IV privollo di nel iSyS, di Liegi ed abbate di
quella dignità lasciandogli nondi- Stavelo nel i58i, arcivescovo di
meno il vescovato di Frisinga , ed Colonia nel i583, e vescovo di
egli morì nel i453. Munster nel i585; morì nel i6i2,
Nicodemo della Scala, della fa- senza essere stato ordinato. Alber-
miglia de' signori di Verona, ot- to Sigismondo de' duchi di Bavie-
tenne il vescovato di Frisinga dal ra, prevosto di Costanza, diventò
Papa Martino V nel i^i^. Ebbe coadiutore di Frisinga
1687, nel
egli per competitore il precedente e morì nel i685. Giuseppe Cle-
Giovanni ed Eniico conte di Schlick, mente de'duchi di Baviera succe-
al quale l'imperatore Federico 111 dette al precedente suo cugino in
voleva che fosse accordato questo questa sede; diventò tre anni do-
vescovato. Nicodemo si dicemorto po elettore di Colonia, e prevo-
in Vienna nel i443. Nel r44o sto di Bertgolsgaden nel 1694: in
Nicodemo tenne un concilio in que- detto anno fu pure eletto vescovo
sta città di Frisinga, nel quale si e principe di Liegi, ed abdicò allora
fecero venticinque o ventisei rego- al vescovato di Frisinga, venendo
lamenti sulla riforma, che conten- nominato in sua vece
29 gen- a'
gono eccellenti massime. Il quinto naio 169^ Gio. Francesco Ercker,
rinnova lo statuto del concilio di decano di Frisinga. L' ultimo ve-
Basilea, eh' egli chiama generale scovo di questa sede fu Giuseppe
contro i chierici concubinari. 11 se- Conrado de Schrosenberg di Co-
sto priva della sepoltura ecclesia- stanza, fatto vescovo ed ammini-
stica, quelli che saranno stati ucci- stratore di Ratisbona a' 21 giugno
sinei tornei e negli spettacoli, che 1790 da Pio VI. Il medesimo
saranno morti improvvisamente, e Papa nominò suo sufFraganeo Gio.
che non si saranno confessati den- Kepumoceno di Wolf nato in Oel-
tro l'anno. Il decimosesto proibi- tingen, eletto vescovo di Dorila in
sce di celebrare la messa senza lu- parlthus a' i5 dicembre 1788, il

mi. decimosettimo comanda di


Il quale continuò 1818. In
sino al
rinnovar le ostie consagrate alme- virtù del concordato conchiuso ai
no una volta il mese. Il ventesi- 5 giugno 18 17 tra il Pontefice Pio
moquarto proibisce di assolvere dai VII, e il re di Baviera Massimilia-
casi riservati alla santa Sede, o al no Giuseppe, la sede di Frisinga
vescovo. Il ventesimoquinto proibi- fu trasferita a Monaco capitale del
sce di scomunicare un chierico, o regno dichiarata metropolitana, e
laicoqualunque, senza una previa per diocesi l'attuale territorio di
monizione canonica, e senza osser- quella di Frisinga; venne inoltre
vare le formalità necessarie, al qual che r arcivescovo si dovrà
stabilito
proposito richiama il decreto del in perpetuo chiamare arcivescovo
concilio di Basilea, Ad vitanda di Monaco e di Frisinga con quel-
1' K I FRI 2V;
le altre provvidenze di cui pnr- della cronaca anonima Tru- di s.

lammo all' articolo Concordato doiie, pubblicata dall' Achery nel


(frdi). La bolla di erezione del- tom. II, p. 697 del suo Spicilegio:
la nuova metropoli e delle chie- da essa apparisce che l' abbate di
se sufìfraganee, Pio VII la emanò questo monistero, temendo egli me-
il primo aprile 1818, ed incomin- desimo di essere separato dalla co-
cia, colle Dei ac Domini
parole: munione della Chiesa, erasi trovato
Nostri Jesu Chris ti j indi quel Pa- quale fu di nuovo
al concilio, nel
pa nel concistoro de' 25 maggio scomunicato Enrico in conse- V
1818, dichiarò arcivescovo di Mo- guenza del suo adulterio, e della
naco e di Frisinga 1' odierno mon- tirannia che esercitava contro la
signor Lotario Anselmo de' liberi Chiesa romana, massime per le in-
baroni de Gebsattel di Wurzbnrg. vestiture ecclesiastiche. Riferisce in
FRIZLAR o FRITSLAR, Fris- oltre una lettera dell' arcivescovo
laria. Città della Germania, nel- di Magonza ai canonici di Virtz-
l'Asia-elettorale, provincia della bas- burgo, nella quale li esorta con le
sa-Assia , capoluogo di circolo e più dolci ed affettuose espressioni
di baliaggio. Giace sopra un colle, a correggersi della loro facilità nel
e presso la riva sinistra dell' Eder: conversare cogli scomunicati ; e ter-
ha una bella collegiata, ed altra mina con avvisarli che non dissi-
chiesa, oltre alcuni stabilimenti. mulerà lungamente intorno ad una
Questa città fondata nell'ottavo se- tale condotta. Segue un'altra let-
colo, si congettura essere l'antica tera medesimo arcivescovo ai
del
Bogadium, e secondo altri Bouri- canonici di Eamberga, nella quale
baw, od almeno eretta sulle sue per avere alcuni di essi, ad esem-
rovine. Fu nel numero delle città pio del loro vescovo, dato a Cesa-
libere ed imperiali, ed il langravio re ciò che dovevano a Dio, inter-
Guglielmo d'Assia la prese d'as- dice le loro a tanto
chiese fino
salto nel i63i. Prima della orga- che il vescovo medesimo abbia da-
nizzazione delle nuove divisioni to soddisfazione alla Chiesa. Final-
dell'Assia elettorale, Fritzlar era mente una lettera del prelato ai
il d'una provincia del-
capoluogo canonici di Tubinga, in cui toglien-
lo stesso nome, che apparteneva al do persino la comunione al loro
vescovo di Magonza, e che non fu vescovo già minaccia
sospeso, li

ceduta che nel 1802 all'elettore di dell' egual pena, se tardano anco-
Assia, a titolo d' indenizzazione. ra a mandar al concilio gli abba-
Cenone cardinal vescovo di Pale- tij e gli altri prelati della diocesi.
strina, e legato del Pontefice Gela- Lo stesso p. Mansi fa menzione
sio II, vi tenne un concilio l'anno d'un concilio provinciale tenuto in
iri8: in questo concilio, chiamato Fritzlar, sul finir del secolo XII,
Concilium Fridestariense , si con- e nei primi del seguente, da Ge-
fermò la sentenza di scomunica rardo arcivescovo di Magonza, per
contro l'imperatore Enrico V. Il ordinar l' esatta osservanza del te-
p. Mansi aggiunse agli atti del con- stamento. Mansi tom. II del suo
cilio Regia t. XXVII,
riportali in Supplinienlo ai concili, col. Zij e
dal Labbé nel tom. X, e dall'Ar- seg., e col. 783 e 784.
duino nel tom VI, un estratto FRIULI, o CIVIDAL DI FRIU
2 56 FRO FRO
LI {^Vedi). A queslo aiticelo si fa no foliiivi. Oltre quanto si è detto
cenno del concilio conosciuto sotto agli articoli Cappella ni
Chiesa ,

il nome di concilio di Friuli, Fo- Pentecoste, Coi\o.\a, Fiori, ed in


rojulifiise, tenuto da s. Paolino pa- altri, sullo spargimento o decorazio-
tiiorca d' Aquileia nel 791 o 796. ne di veizura, di rami ec, che si
FRODOBERTO (s.). Nato a Tro- fa nelle festività e processioni, ed
yes, fu allevato nella scuola di quel- in altre solennità e lieti avvenimen-
la chiesa, e n' ebbe la clericale ton- ti, aggiungeremo qui alcuna ultei-
sura. Leggesi nella sua vita, che il riore erudizione.
cielo lo favorì infin d' allora del Dio ordinò nel Levitico agli ebrei,
dono di far dei miracoli. Da ciò che in memoria delle tende e pa-
si può immaginare quale doveva diglioni sotto i quali erano stali
essere la sua santità. Ritornato in durante il viaggio nel deserto, do-
patria, dopo essere stato ritirato al- po l'uscita dall'Egitto, celebrassero
cuni anni nel mouistero di Luxeul, in autunno la festa de' Tabernacoli
il suo vescovo lo pregò di stanziar- o delle capanne. Queste facevansi
si nella sua diocesi coi religiosi che con canne, con giunchi, e con mor-
lo avevano accompagnalo, e il re tella e foglie d'alberi, e per orna-
Clotario li diegli un luogo vicino mento ponevansi varie sorta di frut-
alla città per edificarvi un moni- ta, come uva, meli, melagrani e
stero, detto poscia Moutier-la- Celle. cose simili. In questi tabernacoli o
Quivi formassi una comunità flori- capanne, gli ebrei durante la festa,
da e numerosa, di cui Frodoberto ivi per otto giorni mangiavano, stu-
fu il padre e il modello. Mori a' 3 i diavano e dormivano. In altre fe-
dicembre del GvS, e fu seppellito ste e solennità gli ebrei in segno
nella chiesa di quel monistero. Otul- di allegrezza con fiori, fronde e fo-
foj vescovo di Troyes, fece la tras- glie verdi decoravano e spargevano
lazione delle sue leliquie neir873, i luoghi ove le celebravano , così
agli 8 di gennaio, giorno che fu praticarono, e tuttora nei templi,
scelto per celebrare in avvenire la nelle case e in altri luoghi si usa
sua festa principale. da tutte le nazioni , adoperandosi
FRONDA e FRONDE, foglia, più comunemente le fronde e fo-
in latino frons. Foglia secondo il glie, e i rami delle piante verdeg-
Dizionario della lingua italiana, è gianti dimortella, lauro e di alti e
(juella parte delle piante che le piante che resistono ad ogni sta-
adorna, e che loro serve per at- gione, frammischiandosi con erbe
trarre dall'atmosfera i principii ve- odorose e fiori. Il Rinaldi narra al-
getativi : quella delle piante mono- l'anno 4^3 num. 18, come i diversi
cotiledonie si òùavna fronda j quel- popoli delle città della Giudea spar-
la che nasce accanto al fiore si sero fronde e fiori sopra il capo
chiama floreale^ la quale se per la di Marco Agrippa, e le vie ove
sua consistenza e colore è diversa passava, costume che vediamo pra-
dalle altre prende il nome di brat- ticato co' principi ed altri personag-
tea j quella che nasce alla base dei gi. medesimo Rinaldi all'anno
Il

picciuoli si dice stipula; la foglia 200, num. ^ e 5, riporta la testi-


della vite si chiama pampano , e monianza di Tertulliano nell'apolo-
quella del fiore pelalo, ed in lati- gia che scrisse in difesa de' cristia-
FRO FRO 257
ni, in cui (lice die in Pioma costn- ma fino le loro tende. Gli egizi nel
mavasi di adornare con lucerne e plenilunio di primavera ponevano
donde i luoghi nelle pubbliche al- sulle porte corone e festoni di fo-
legrezze; e che solevansi ancora or- glie e rami verdi , per denotare il
nare templi con festive fronde, co-
i tripudio e la speranza che aveva-
me dimostrano gli scrittori gentili, e no ne' loro dei, che fossero propizi
le memorie de' templi, che si veg- ai voti che facevano in quell'equi-
gono in Roma nelle antiche lapidi, nrzio appendevano all' uscio d'una
:

la qual cosa stimavano illecita i pri- casa un ramo verde di alloro per
mi cristiani. ]Ma da tale
siccome indicare che ivi eravi un infermo,
uso i cristiani malagevolmente se onde muovere a compassione Apol-
ne potevano contenere, fu introdot- lo a restituirgli la salute; ed alle

to, che le cose adoperate con su- porte delle case ov' eravi un mor-
perstizione dai gentili, santificate si to, collocavano un ramo di cipres-
facessero in servigio della vei'a re- so come albero consagrato agli dei
ligione, come si dimostra dal vi- infernali, per dimostrare che i de-
centino Marangoni nella dotta sua funti non ritornano a vivere senza
opera, Delle cose gentilesche e pro- miracolo, giacché il cipresso dopo
fane trasportate ad uso ed orna- eh' é reciso più non germoglia. Le
mento delle chiese. Ed è perciò che feste nuziah le solennizzavano, co-
s. Girolamo nel IV secolo, con l'epi- me gli altri felici avvenimenti, con
stola 3 , lodò Nepoziauo, il quale fronde d'alloro o di altre verdi pian-
adornava le basiliche delle chiese te , anzi si faceva verdeggiar tutta
e i luoghi di radunanza de'martiri la casa con fronde e foglie. Nelle
con diversi fiori, conchiome de-
le feste che gli ateniesi celebravano
gli alberi, e co' pampini delle viti: nella nascita dei figli, ponevano sulle

e la vite siccome sorgente più fe- loro porte ramoscelli di alberi fron-
conda di simboli, denotandosi nella zuti.Le foglie del lauro servivano di
raffigurazione de' tralci la cristia- ornamento alle porte dei superbi
nità, fu usata sino dai primitivi se- palazzi de' romani imperatori. ]\el-
coli ad ornamento e fregio de' tem- le Memorie isloriche, pag. ^i3, del

pli; ma forse anche più durante la p. Casimiro da Roma, si legge co-


dominazione de' longobardi, poiché me Cola di Rienzo, famoso tribu-
questi ebbero in uso e costume di no di Roma, nel i347 avendo ri-

mescolare a religiosi simboli anche portato vittoria sui Colonnesi fece


decorazioni che sapevano di profa- suonare trombe d'argento, e trion-
le

no e gentilesco, come apparisce da- fante entrò in città,avendo in ca-


gli edifizi sagri di quel tempo eret- po la sua corona di argento e di
ti nelle città della Lombardia. fronde d'olivo, ed in s. Maria di
Il Donati ne' suoi Dìtt'ci antichi, Araceli depose la verga, l'acciaro
discorre delle foglie verdi e perchè e la coiona d'olivo: è noto come
si spargessero. Celebra i' ellera e la ne ornarono sino dai più rinio-
vite come simboli di feste ed alle- ti tempi la propria fronte i trion-
grezze, così nei conviti, come nel- fatori, e piìi tardi i poeti. Pre-
le vittorie, costumando gli antichi ziose molte sono le erudizieni
, e
coronar di fronde d' ellera e d' al- che il Donati ci dà sulle fronde e
loro , non solo i vittoriosi eserciti, sulle foglie, segno di festa d' alle- ,

VOL. xxvu. 17
-x^S FRO FRO
gria e di liete speranze , dicendo lo mese, senza che sappiasi
stesso

che a poco a poco con verdi foglie precisamente in qual tempo avve-
di lauro, di mortella, di mirto e nisse.

di altre piante in argomento di FROSINI Antonio Maria,Cardi-


stima si onorarono i magistrati e nale. Antonio Maria Frosini nac-
i principi nelle ove passano, e
vie que in Modena li 8 settembre lySi
di religiosa esultanza le strade ove dai nobili genitoii marchese Ales-
percorre la processione; così i pa- sandro maggiordomo maggiore del-
vimenti delle chiese, i vestiboli, le la corte ducale, consigliere aulico
piazze e le vie contigue, adornan- di stato dell'imperatore Giuseppe
done pure con ghirlande e festoni II, commendatore dell'ordine di s.

le porte , le finestre e persino le Stefano, e dalla contessa Vittoria


scale. L' Adami nel suo Volseno Carandini. Educato nel real colle-
rende ragione perchè sono scolpite gio di s. Carlo, ove si distinse fra
nelle lapidi fronde e cuori , e li quei nobili convittori, ne usci l'an-
dice segni di amarissima afflizione no 1771. Poco dopo pianse la
per quelli eh' eressero tali monu- morte del genitore, e nominalo
menti, e d' intenso cordiale amore. ciambellano, benché in giovanile e-
Tra le cose che gli antichi cristia- tà, col rango militare di brigadie-

ni riponevano ne' sepolcri e sotto , re fu spedito dal duca Francesco


il capo del cadavere praticavano ,
IH per suo inviato straordinario,
porvi delle foglie di lauro, di elle- e ministro plenipotenziario a Vien-
ra, o di qualche altro albero sem- na pressoil nominato imperatore.
pre verde ,
per denotare la certa Compite con reciproca soddisfazio-
speranza della futura risurrezione. ne le difficili commissioni di cui
Degli altri usi delle fronde e foglie era stato incaricato ripatriò, ed al-
se ne parla in vari luoghi del Di- lora gli fu offerto un cospicuo im-
zionario. piego ch'egli non credè accettare,
PRONTA o FRONTE. Sede ve- essendosi determinato di dedicarsi
scovile della Mauritania Cesariana, in servigio della santa Sede. Porta-
nell'Africa occidentale, me-
sotto la tosi in Roma. Pio VI nel 1783
tropoli di Giulia Cesarea. Donato gli accordò per via di processo la

suo vescovo fu esiliato da Unnerico prelatura di venne a-


giustizia, e
re de' Vandali nel 4^4; '" "^^ ^g^' scritto tra i referendari dell' una e
altri vescovi che a quell'epoca in- l'altra segnatura; indi fu nominato
tervennero al concilio di Cartagine. successivamente ai governi di Mon-
FRONTONE (s.). Gli atti che tai to, di Spoleto, di Ancona, e di
abbiamo di questo santo non me- Civitavecchia, ne' quali lasciò desi-
ritano veruna credenza. Ignoransi derio di sé, tanto per la sua prov-
le sue azioni, la patria, ed anche vida amministrazione, che impar-
il secolo in cui predicò il vangelo ziale giustizia. Nel 1798 per l'oc-
nelle Gallie. solamente che
Si sa cupazione, che i repubblicani fran-
fondò la chiesa di Perigueux, e ne cesi fecero dello stato pontificio, fu
fu il primo vescovo. La sua festa costretto emigrare in Firenze, e poi
e indicata nei martirologi a' 2 5 di intervenuto come prelato al con-
ottobre, e fassi memoria della tras- clave di Venezia in cui venne elet-
lazione delle sue reliquie a' i4 del- to Pio VII, fu da questi in Roma
FRO FRO 259
dichiarato votante del supremo tri- de'sagri riti. Fu protettore dell' ar-
bunale della segnatura dì giustizia. ciconfraternita del ss. Sagramenlo
Nel 808 per la seconda invasione
1 in s. Maria in Cosmedin, e della
francese, fu di nuovo obbligato ri- confiaternita dei sacconi presso s.

tirarsi in Firenze, nelle cui vicinan- Bartolomeo all'Isola; ed interven-


ze aveva dei possedimenti ; però ne ai conclavi in cui furono eletti
nel 1810 gli fu ordinato lasciar Leone XII, Pio Vili, e Gregorio
cjuella città, e passare a Parigi. XVI. Vicino all'età di 83 anni,
Nel i8i4 essendo stato restituito sorpreso da malattia furono cui
Pio VII alla sua Sede, dopo aver inutili i soccorsi dell'arte, con pie-
visitato la Francia e l'Inghilterra, na rassegnazione in Dio, morì agli
restituitosi a Roma riprese 1' antica 8 luglio 1834. Nella chiesa di s.
carriera di volante di segnatura, Andrea delle Fratte gli furono cele-
colia qualifica di pro-decano. Nel brati i funerali, indi secondo la
1816 fu ascritto tra i prelati com- sua testamentaria disposizione, fu
ponenti il tribunale della camera sepolto nella chiesa del ritiro di
apostolica, quindi presidente di una s. Bonaventura alla Polveriera, nel
speciale commissione, per sistema- cavo medesimo che già avea rac-
re la coltivazione del riso nelle le- chiuso le ceneri del b. Leonardo
gazioni di Bologna e di Ferrara, da Porto Maurizio. Pio, benefico,
e per regolare il nuovo scolo del fu generoso co' poveri, e con la
Polesine di s. Giorgio nelle valli sua famiglia, e lasciò di sé memo-
di Comacchio, il quale incarico dis- ria onorata. Grato il capitolo del-
impegnò con ampia soddisfazione la sua diaconia allo zelo e muni-
del governo, ed applauso di quel- ficenza, che aveva il cardinale e-
le popolazioni. In considerazione di sercitato verso la medesima, in pub-
il primo ottobre dell'an-
tali servigi, blico attestato di riconoscenza, ol-
no 1817, Pio "VII lo prescelse a tre avergli decretato un anniversa-
suo maggiordomo e prefetto dei rio perpetuo, gli celebrò solenni
sagri palazzi importante apostolici, esequie, in cui cantò la messa monsi-
carica che funse egregiamente; po- gnor Augustoni sagrista pontificio,
scia nel concistoro de' 10 marzo accompagnata da scelta musica, as-
1823 lo creò cardinale dell'ordine sistendovi nei coretti sei cardinali.
de' diaconi, assegnandogli per dia- Terminata la messa, e prima del-
conia l' insigne basilica di s. Ma- le consuete assoluzioni , salì sul-
ria in Cosmedin, verso la quale si l'ambone di quella basilica monsi-
rese al sommo benemerito. In ol- gnor Felice Santi canonico di essa,
tre Pio VII lo aggregò alle con- cerimoniere pontificio, ed antico
gregazioni cardinalizie della visita famigliare del defunto, e lesse con
apostolica, del concilio, delle indul- espressiva tenerezza l' elogio fune-
genze e sagre reliquie, delle acque, bre, come riporta il numero 64
e del censo. Leone XII lo nominò del Diario del i834,
di Roma
a far parte della congregazione mentre nel supplimento del prece-
economica, e lo promosse a pre- dente numero 5'j del medesimo
fetto di quella delle indulgenze e Diario si legge la necrologia del
sagre reliquie, ed il regnante Gre- porporato, scritta dallo stesso mon-
gorio XYI lo annoverò a quella signor Santi.
aGo FRO FRO
PROSINONE, Frusino. Città del- l'interno traffico è animato. La
lo stato pontificio, sede e capoluo- congregazione de' liquoristi ha la

go della delegazione apostolica del chiesa e la casa della Madonna del-


suo nome, corrispondente all'anti- le Grazie. Nelle pubbliche scuole
ca provincia di Campagna, com- sono i giovani istruiti fino alla
presa nella diocesi di Veroli, seb- rettorica, e le fanciulle apprendono
bene già sia stata onorata nei pri- l'educazione e l'istruzione dalle
mi secoli del cristianesimo di seg- maestre pie. Queste sono sotto il ti-

gio vescovile. E vagamente situata tolo delle serve di GesLi e Maria, e


su d' una collina presso la sponda sono oblate chiamate le monachel-
occidentale del Cosa, il quale uni- le: lo stabilimento fu eretto nel
sce fiume Sacco le sue acque,
al 1827 nell'antico convento di s.

che vanno a sboccare nel Liri o Agostino de' religiosi romitani cal-
Garigliano. Nei remoti tempi la zati, il quale all'oggetto cederono
città estendevasi assai di più anche la chiesa e il convento per annuo
nella pianni'a, per modo che il canone. Siccome questo luogo nel
Cosa la intersecava, e ne fanno testi- 1S16 era stato conceduto ad uso
monianza ruderi dell'antico recin-
i di scuole pei giovanetti, furono
to, de' quali si trova menzione negli queste trasportate altrove, sotto la

atti pubblici del secolo XII, e ta- direzione di sacerdoti secolari. Quin-
lune parrocchie dipoi divenute chie- di lo stabilimento delle maestre pie
se rurali. Ha case abitate in luogo fu dichiarato monistero, e le reli-
di mura, e vi sono due borgate giose adottarono la regola di s.

una detta il Giardino a porta Ro- Agostino, e le costituzioni che il

mana, bastevol mente larga e de- celebre cardinal Corradini diede


cente, l'altra detta del Sahatore al monistero della sagra famiglia di
o di porta Canipogiorni. Diverse Sezze; le quali costituzioni ridotte
sono le chiese, e principale è la allo spirito delle monache salesia-
collegiata dedicata all'Assunzione ne, furono canonicamente approva-
di Maria Vergine, la quale viene te da monsignor Francesco Maria
chiamata il duomo, somigliando Cipriani vescovo di Veroli, ed esen-
nell'architettura alla chiesa di s. tate le monache dalla giurisdizione
Andrea della Valle di Roma. Pri- parrocchiale di s. Benedetto, già chie-
ma vi erano diversi conventi, ma sa abbaziale. Il Papa che regna ha
ora vi stanziano solo gli agoslitiia- dato a primo protettore di questo
ni scalzi, al grazioso convento del- istituto cardinal Giovanni Serafini,
il

la Madonna della Neve, distante già delegato apostolico della pro\ lu-
un miglio, innanzi al quale è una cia. Avvi pure una congregazione di
piazza ovale circondata di botteghe, sacerdoti secolari addetti alle missio-
ove recano negozianti le loro i ni; e da ultimo fu eretto un decente
merci nelle due ricche fiere del 5 ospedale sotto il titolo di s. Croce.
agosto e deh' ultima domenica
,
Neil' odierno pontificato, sugli
di ottobre, alla quale convengono antichi ruderi che diconsi della
col bestiame i ricchi proprietari rocca, e colla spesa di novanta mi-
della provincia che diconsi mercan- la scudi, è stato terminato il fab-
ti di campagna; sono pure impor- bricato avanti la piazza della chie-
tanti i settimauali mercati, onde sa (li s. Benedetto, cioè il vasto e
PRO FRO 261

decoroso palazzo apostolico, per re-, gevano il paese nei bassi tempi.

siclenza del prelat(j delegato, e de- Ha due porte^ una detta Romana
gli uffizi governati\i. Esecutori del- o s. Croce, l'altra di Napoli o s.
le sovrane benefiche ciu"e, furono Angelo per esservi stata una chie-
il cardinal Antonio Tosti prò teso- sa abbaziale dedicata al santo,ora
chiamata di Rocco, eh' è di for-
riere generale, e benemerito pro- s.

tettore della monsignor


città , e ma quadra; la chiesa arcipretale è
Marcello Orlandini delegato apo- dedicata al ss. Salvatore. Vi sono
stolico di Prosinone, che v'impie- indizi che nel suo territorio esistes-

gò tutta la sua attività e zelo. Il se all'epoca romana una città: Ri-

palazzo apostolico ebbe principio pi già si conosceva nel nono seco-


nel pontificato di Leone XII, e le lo, e nel luogo chiamato Carpine
prime pietre furono poste con esistevano antichi bagni. Torrice,}^
formalità nei fondamenti da mon- cui pili antiche memorie risalgono
signor Gio. Antonio Benvenuti de- al XII secolo, soggiacque al ferro

legalo straordinario delle provincie e al fuoco degli antichi conti di

di Marittima e Campagna, collo- Sicilia, quando colle armi piomba-


cando il prelato fra le pietre stes- rono sulla provincia di Campagna.
se alcune
medaglie del Pontefice Sul colle s. Pietro eravi una chie-
Leone XII, ed una iscrizione. An- sa collegiata di gotica struttura, pres-
che i privati cittadini a pubblico so la porta s. Rocco, così denomi-
ornato, hanno eretto moderni e re- nata da un vicino tempietto, sa-

golari edifizi. Si hanno argomenti gro a tal santo. Neil' interno del

dell'esistenza di un vasto anfitea- paese sono le parrocchie di s. Pie-


tro nella soggetta vaga pianura, tro, e di s. Lorenzo, essendo prin-
ma le vicende dell' ernica
terribili cipal prolettore dogli abitanti s.

contrada ne hanno fatto totalmen- Bernardino da Siena. Al sud-ovest


te disparir le vestigia. Prosinone è di Torrice, nelle montagne dividen-
distanteda Roma miglia cinquan- ti la provincia di Marittima e Cam-
ta: erano però diverse le -vie anti- pagna, si erige in forma di perfet-
che che vi conducevano, come la ta piramide il celebrato monte
Prenestina, la Labicana, la Latina. Cacume. Prima
accennare le di
Una bella strada carrozzabile si di- principali notizie di Prosinone, da-
parte dalla città, e dilungasi fra i remo alcune nozioni de' luoghi di
colli alla volta di Napoli. La posi- sua delegazione apostolica, la cui
zione dei monti che circondano la provincia un tempo fu almeno in
pianura difende il territorio dai gran parte compresa nel celebra-
•venti marini, lasciandolo piuttosto tissimo Lazio, secondo la più am-
mal riparato dai venti del nord, pia significazione.
e nord-ovest. Alla comune di Pro- Alla provincia di Piosinone i due
sinone va unito il villaggio di Ccr- distretti della Comarca di Roma,
vona; e le comuni di Ripi, e di cioè di Tivoli e Subiaco, ne segna-
Torrice sono comprese nel suo go- no il limite boreale, e le provincie
verno e nella diocesi di Veroli. napolitane dell' Abruzzo esteriore ,
Ripi è uncon fabbricati
castello e della Terra Lavoro la circo-
di
alquanto eleganti, ed ivi sono gli scrivono all' oriente; mentre al sud
avanzi di torrioni circolari, che ciu- le montagne lepine elevano in mez-
262 l''K() FRO
zo ad essa i loro dorsi, e separano ra felice tanto lodata dagli antichi,
l'interna valle bagnata dal Sacco, no- che non ebbero difficoltà di chia-
tevole influente del Garigliano, la marla con Floro, Liberi Cererisque
quale dicesi Campagna , dall'esteso cerlamen. Nella nostra Campania
e piano littorale, cui si dà il nome Romana dimorarono ab antico nel-
di Mariuiina, che risponde oggi al- la parte montana gli Ernici, che
la legazione di Felletri [Fedi). L'im- ebbero origine da una colonia sa-
peratore Adriano fu il primo, che bina dedotta fra quelle rocce , le

dasse il nome di Campania-Roma- quali in lingua nativa dicevansi


na a questa regione, in similitudine Herna. La potente Anagnia con
della vicina Campania-Felice, e di molte città confederate nell'assem-
tante altre contrade chiamate col blea ragunata entro il circo marit-
generico nome di Campania in timo, decise di far fronte a'romani
quell'età, quando avessero piana ed guerrieri avidi di conquiste, e dis-
estesa superficie. Qui noteremo che sentirono dall'intrapresa le tre cit-
l'antica Campania, nei floridi tem- tà di Alatri, Veroli e Ferentino, le
pi di Roma non oltrepassava il quali conseguirono però il diritto
Liri, e limitavasi a quel fertile trat- di governarsi per lungo tempo col-
to di terreno compreso tra il nuo- le proprie leggi. Ne'superiori mon-
vo Lazio e il paese de' picentini, ti soggiornarono gli Equi, antichis»
sino al fiume Silaro; ne' bassi tem- simo popolo, dal quale vuoisi che
pi si stese sino al Tevere, abbrac- la nascente Roma apprendesse il
ciando tutto il vasto territorio che diritto feciale, con che per mezzo
\i è compreso. Essa conteneva il di araldi intimavasi la guerra. Da
nuovo e vecchio Lazio, e faceva par- questo principio di equità, si crede
te alla sinistra del Tevere del du- che il nome loro dei-ivasse; ma
cato romano, che sembra corrispon- nell'esercizio armi erano ter-
delle
dere a quel tratto di terreno, sul ribili, né mai comparirono al pub-

quale estendevasi in altri tempi la blico inermi, sia che le terre colti-
giurisdizione dell'antico prefetto di vassero, sia che convenissero in ci»
Roma, la quale arrivava sino a cen- viliragunanze. Il loro centro era
to miglia tutto all'intorno dell'alma ne'monti sublacensi, ma una parte
città. A. questa Campania apparte- è compresa nell' odierna settentrio-
nevano le città di Anagni, Fe- nale Campagna ed ; ernici ed equi
rentino , Alatri, Prosinone ec. Il però si trasfusero ben presto nel-
nome Campania poi si alterò
di l'ingrandito Lazio.
con quello di Campagna: quindi a Nella valle del Sacco, e special-
distinguersi la Campania al di qua mente ne'dintorni delle città sparse
del Liri, da quella al di là di tal per quella, l' industria campestre è
fiume, o per meglio dire la Cam- molto operosa; i monti selvosi pe-
pania Romana dalla Napoletana, rò hanno talvolta fatalmente offer-
bi aggiunge alla prima il titolo di to a'malfattori comodo aguato per
Campagna Romana, o di Roma, darsi alla rapina ed ai più atroci
e si cambiata la seconda nella
è delitti. Ricordasi fin dai tempi del-
denominazione di Terra di Lavoro, l'imperatore Severo lo scempio che
sotto il qual nome è tornata l'an- gli assassini facevano de'passeggieri
ticd e vera Campania, quella ter- e de'ricchi proprietari ne'monti er-
FRO FRO 263
ilici; se ne enumerarono fino a sei- tranquillità alla desolata provincia,
cento ; il loro capo Bulla Felice e con leggi severe ed efficaci, e col
nell'anno 207 dell'era volgare ven- moltiplicare i luoghi di popolare
ne imprigionato, e condannato alle istruzione curò di bandire ogni ti-

bestie, dopo di che si venne a ca- more, che non debba questo fla-

po di disperdere i satelliti suoi. Ed gello liprodursi alla italica civiltà


anche dopo cessate le civili italiche cotanto oltraggioso. Né riuscirà dis-
discordie de'bassi tempi, nella pie- caro rilevare, che avanti la dele-
nezza della pace, e sotto il beni- gazione straordinaria, nelle due pro-
gno dominio pontifìcio degli ultimi vi ncie erano
quarantuno i maestri
due secoli, non lasciarono mai di delle scuole comunali pei maschi,
albergale in quegli ermi covili tali e trentatre per le femmine, cogli
fiere sotto umana sembianza. Né annui onorari di scudi 2926. la
la fermezza del gran Sisto V , né tempo di detta delegazione i maestri
le provvide misure de'successori suoi, dei maschi furono portati al nu-
né le moltiplici baionette or fran- mero di ottanlatre, e le maestre delle
cesior tedesche, onde fu ne'tempi femmine a cinquantaquattro, coU'an-
a noi vicini occupato quel suolo, nua spesa di scudi 6089, senza
non valsero mai ad ottenerne l'e- calcolare un aumento ch'ebbe luogo
stirpazione. Da un elenco di assassi- nel seguente anno. Autore beneme-
ni e Grassatori che infestavano i rito del prospetto generale dell'im-
circondari di Prosinone e Velietri pianto delle scuole comunali nelle
in tempo del governo francese, e Provincie di Marittima e Campa-
pubblicato dalla direzione generale gna, e relative operazioni, fu Ro«
di polizia, 22 dicembre 1812,
dei mualdo Guescioli contabile esimio
risulta che fossero trentanove com- di Ancona; egli inoltre con impro-
presi calabresi. Vi si adoperò Pio
i ba fatica fece tutto il lavoro di
"VII dopo il felice ritorno alla sua contabilità comuni, la visita
delle
sede, né lasciò mezzo intentato la di monsignor Benvenuti nelle co-
vasta mente del suo segretario di muni stesse, ec. Va pure qui enco-
stato il cardinal Consalvi per venir- miato Vincenzo Valorani attuale
ne a capo, or con severi esempi di segretario generale della delegazio-
giustizia, or con dolci mezzi di per- ne d'Ancona, il quale come il Gue-
suasione, or colle minacce di sov- scioli, con permesso del governo,
versione de' paesi creduti colpevoli assistette particolarmente monsignor
di vergognosa dissimulazione ; ma Benvenuti per la visita e riordina-
lo scopo non si ottenne che co- mento delle comuni, e perciò fu-
gli ulteriori saggi ed energici or- rono ambedue premiati e lodati.
dinamenti di Leone XII, che re- Gli altii personaggi ch'ebbero parte
se le strade libere nella celebrazio- neir estirpazione della malvivenza
ne dell'anno santo ai forestieri che gliandiamo a nominar con giusti
recaronsi a Koma, disperse in lon- ed alti encomi nel seguente perio-
tani luoghi le famiglie strette ai do, ed ove parleremo di Sennino.
malviventi in parentela, e fatta Questo bel successo ebbe pieno ter-
gravitare sulle comuni la respon- mine nel 1826, e nella pubblica
sabilità de'disordini operati entro il piazza di Fresinone veggonsi scol-
loro teintorio, rese finalmente la pile in pietra le rigorose leggi a-
^64 PRO FKO
doliate per lo sterminio dei nomi- ordini delle guerre civili , spesso
nati malvagi, e per ovviare ad o- in guerra coi Pontefici, cogli emu-
gi)i futuro disordine. Un tanto av- li Orsini e con altre principali fa-
A'eni mento fu celebrato da tutta la miglie romane, i signori Colonnesi
provincia colie più vive espansioni non pensarono ad altro, se non che
di gioia, ed i riconoscenti frusinati a formare de loro vassalli dei solda-
hanno eternato la memoria del se- ti. La famiglia Colonna, quantunque

gnalato beneficio, offrendo nel di- sovente fu domata dai Papi, mai
cembre iS-ìS al sapientissimo de- si riconciliò con essi sinceramente,
monsignor Gio:
legato straordinario, e sempre conservò lo spirito di op-
Antonio Benvenuti poi cardinale, posizione, malgrado le loro minac-
un omaggio numismatico colla bella ce. I Colonnesi munirono ognora
epigrafe: securitatis restitutori fru- le loro fortezze, situate in luoghi
siNATES, come quello che preposto eminenti e vantaggiosi , di sol-

da Leone XII alla difìicile esecu- dati portanti la nappa verde , ed


zione dell'estirpamento de'malviven- i governatori di tali signori po-
ti, con ottimo successo avea corri- co si presero cura degli abitanti dei
sposto alla sovrana fiducia. La pro- paesi soggetti alla loro giurisdizio-
vincia diCampagna ne'suoi abitan- ne, bastando avere in essi uomini
ti ha dato in ogni tempo argomen- atti al servizio militare. I Colonne-
to di alti encomi per la pura re- si vollero esercitare assoluto potere
ligione, per l'attaccamento costante nelle loro prò vincie; e l'autorità dei
e sincero alla santa Sede, e per la Pontefici talora si limitò a trasmet-
venerazione ed ubbidienza ai roma- tere brevetti di chierico a tutti gli
ni Pontefici, che sempre li i-isguar- uomini onesti, che li chiedevano.
daiono come modelli di fedeltà, Muniti di questi brevetti erano esen-
pronti ognora a difendere il loro ti dalla giurisdizione territoriale; ciò
trono. però non era un passo all' incivili-
Che se vogliasi ricercare la cagio- mento di quei paesi. Dopo le re-
ne principale di tali malviventi, fra quisitorie di uomini e cavalli, ed
le diverse che gli assegnano alcuni, altro, fatte nel governo francese,
vi sono quelle della località, essen- irritati gli abitanti si formarono più
do il paese antico de' volsci forma- bande che commisero ogni eccesso
to da una catena di montagne , per far male al nemico invasore
che nei sili inaccessibili posero i delle loro terre, e molte restarono
briganti al coperto delle ricerche in questo stato e divennero brigan-
delle autorità, siccome luoghi for- ti ed assalitori di qualunque paci-
tificati dalia natura; e la piìi gran- fico passaggiero. Allorquando nel
de ignoranza nelle genti campestri, i8i6 i Colonnesi, i Caetani ,
gli

sebbene sagaci e spiritosi, la quale Orsini ed altri feudatari rinunziaro-


generò le più orribili passioni, il no alla giurisdizione feudale, il go-
ladroneccio, i ferimenti, le uccisio- verno pontificio prese qualche prov-
ni, quindi il brigantaggio. I paesi videnza sul morale, per l'istruzione
della provincia quasi tutti sino al ed incivilimento de' popoli, ma es-
1816 appartennero quali feudi alla sendo, coinè abbiamo detto, assai te-
possente famiglia Colonna : nata nue in proporzione del numero dei
questa e cresciuta in seno dei dis- luoghi e delle persone, sagacemen-
FRO FRO 265
te Leone XII, a prevenire la fuhi- seppe Doria pro-segrefario di stato

ra riproduzione della malvivenza, e prefetto della sagra consulta, nel


moltiplicò i mezzi d'istruzione si quale fa conoscere che le circostan-

morale, che civile e religiosa. 11 ze repubblicane avevano fatto cre-

francese scultore in bronzo Soyer, scere d' assai il numero de' malvi-
volle eternare il grande servigio re- venti , come formanti unioni sedi-
so al commercio ed alle arti col- ziose, e conventicole che infestavano
la totale distruzione del brigantag- non solo le strade, ma gli abitati,

eio, incidendo in Roma una me- commettendo violenze, concussioni,


daglia, che immaginò e conio di furti, rapine, Grassazioni, omicidii,
concerto di Guerin direttore del- ed altri misfatti consimili. Le mi-
l' accademia di Francia. Nella me- sure straordinarie adottale con l'e-
dciglia espresse il ritratto del Papa, ditto furono quelle di suonar la

con questa iscrizione. campana ad armi , l' accrescere i

premi alla forza, ed a chi rivelas-


LEO XII . p . M. se ricettatori, protettori, ed ausilia-
ITINERIBVS . ET . NEMORIBVS tori, e perdono dei delitti non ca-
PRAEDONVM INCVRSV
. EXPEDITIS . pitali, a chi si disunisse fra quin-
GALLICI . APPELLAE ARTIS CVLTORES. . dici giorni dalle conventicole. 2. E-
AKNO . MDCCCXXVI ditto dicembre 18 14 del
del 3
cardmal Pacca pro-segretario di
Siccome pel brigantaggio memo- stalo, che jichiama all'osservanza

rato il provvido governo pontificio, il precedente e prescrive più ener-


oltre di aver di frequente ricevuto giche misure , e specialmente au-
energiche note diplom:itiche, fu a mento di forza nei distaccamenti
torto trattato d'indolente, inatti- di cavalleria, dichiarazione di con-
vo ed inefficace, e malignamente venticola nel numero di quattro
piti volte attaccato dai fogli esteri, malviventi, aumento di premi, esa-
e da altre stampe animosissime sperazione di pene , celerità dei
mentie i Péipi Pio VII, e princi- giudizii, col premio ai processanti
palmente Leone XII fecero ogni sfor- che avessero con sollecitudine dis-
zo per estirparlo, a giusta difesa del brigato le inquisizioni. 3. Editto
medesimo governo, e per amore di del 12 agosto 18 15 del cardinal
"verità storica, ci sia permesso ripor- Consalvi segretario di stato , che
tar qui l'elenco delle leggi da esso nell'articolo 82 richiama in vigore
pubblicate dal 1801 al 1827 inclu- le disposizioni precedenti ; si duole
sive, completa estir-
per ottenerne la che l'energiche misure sino allora
pazione; le quali saggie ed ener- prese non sieno stale sufficienti ad
giche disposizioni si vedrà che estirpare la malvivenza; le misure
meritavano speciale menzione né , adottate furono rigorose, sottopo-
forse riusciranno superflue, essendo nendovi anche gli amici dei Gras-
lutto argomento proprio delle pro- satori dichiarando
, conventicola
vincie di Marittima e di Campa- quella composta da tre malviventi;
gna, che formavano la delegazione istalla una commissione di legali
apostolica di Frosinone , dai mal- e militari afline di pronunciare il
viventi infestata . i. Editto del giudizio inappellabilmente, con op-
i3 giugno 1801 del cardinal Giu- portune facoltà, indi fu autorizzata
266 FRO FRO
procedere all' arresto di ecclesiastici la distanza di cento canne archi-
aderenti ai malviventi. 4- ^^itto tettoniche da ambedue i lati della
del cardinal Gonsaivi del io agosto strada in molti luoghi delle pro-
1817 con nuove misure , organiz- vincie di Marittima e Campagna.
zazione dei cacciatori, distribuzione Per Sonnino poi ordina che sia
de' premi, prescrizione di stampare recisa interamente, e in tutta l'e-
e pubblicar gli elenchi dei malvi- stensione la vasta macchia di Mar-
venti, e confìsca de' loro beni. 5. £"- gazzano , chiudendo e riempiendo
ditto di monsignor Tiberio Pacca tutte le caverne e grotte che vi si

governatore di Roma, direttore ge- trovavano, g. Editto del cardinal


nerale di polizia , impresso e pub- Consalvi de' 18 luglio 1819, in
blicato in Prosinone li 20 dicembre cui ordina la distruzione di Sonni-
1817, il quale stabilisce alcune no ,
richiamandosi l' editto Spada
provvidenze sul bestiame sparso del 1796 contro le comuni; si
per le montagne, promette premio adottano misure severissime contro
ai denunziatori de' malviventi, vieta i parenti dei malviventi, e i non
trasmetter loro denari e viveri per denunzianti il passaggio o stazione
riscatto delle persone tradotte alla dei malviventi medesimi. Si dà il

montagna; prescrive il trasporto al comando ad un solo ufficiale mag-


forte di s. Leo dei parenti dei mede- giore; perdono e
si promette il

simi malviventi, la chiusura delle ca- premio a che di-


que' malviventi
se di campagna, la più stretta os- struggessero i loro compagni, e si
servanza della confisca dei beni, e dichiara che non vi sarà piìi amni*
promette due gradi di minorazio- stia. IO. Editto del cardinal Cou-
ne di pena ai contumaci, qualora salvi de' 2 agosto 1819, che com-
si presentassero dopo quindici gior- mina la destituzione delle autorità
ni. 6. Editto dello stesso prelato governative e militari che man- ,

de' 4 maggio 18 18, che stabilisce cassero ai loro doveri, assoggettan-


il sistema dei cacciatori, i loro sol- dole ad un giudizio militare. 11. E-
di ed altro. 7. Editto del cardi- ditto del cardinal Cousai vi de' 2 3
nal Consalvi degli 8 agosto 18 18, dicembre 1820, da cui si conosce,
che pubblica una convenzione sta- che ridotto il numero dei malvi-
bilita tra il governo pontificio, e il venti da cinquanta otto a venticin-
re delle due Sicilie li 4 luglio per que, fu data un'amnistia, colla qua-
conseguire l' intento della totale le si ridussero a dieci. Stabilisce
estirpazione de' malviventi che in- le pene agli amnistiati alla prima
festavano le confinanti provincie dei mancanza ; aumenta i premi ed ,

due stati. 8. Notificazione di mon- ordina la distruzione delle case dei


signor Guerrieri tesoriere generale malviventi, il possesso de' loro be-
de' 3o ottobre 1818 per la pub- ni, r espatriazione dei paren-
e
blica sicurezza delle strade nella ti dichiara per malvivente quel-
;

Marittima e Campagna, ordinando lo che commesso un delitto si u-


lo smacchiamento in altri luoghi, uisce ad altro compagno armato.
oltre quelli ne' quali si era già ese- 12. Editto del cardinal Consahi
guito per la precedente notificazio- de' 7 luglio 1821, che annunzia
ne de' 2 1 dicembre 1816; e pre- r aumento de' malviventi, e volen-
scrive il taglio delle macchie per do il governo onuinameute distrut-
FRO FRO 267
to il briganlnggio , e ristabilita la luglio con cui si adottarono di-
pubblica sicurezza nelle due pro- verse disposizioni per reprimere
vincia, alle vigenti leggi ne aggiun- la mal vivenza , annunziandosi per
ge nuove, e più forti misure dirette sovrano volere , che l'immunità
non meno all' esterrainio di tali localeo personale non gioverebbe
malvagi , che ad allontanarne la pei compresi sotto il tito-
delitti

riproduzione. Questo è quanto si lo di brigantaggio e che si pro- ,

operò nel Pontificato di Pio VII; cederebbe inappellabilmente fino


passiamo ora a dire ciò che si fece alla sentenza inclusiva , e sua to-
in quello di Leone XII, ch'ebbe la tale esecuzione nel modo il più
gloria di estirpare interamente il sommario da un tribunale specia-
brigantaggio nelle provincia di Ma- le presieduto dallo stesso prelato
rittima e Campagna. delegato, e composto di Ire asses-
i3. Edilio del cardinal Pai- sori e di un graduato militare. I

lotta legato a Intere nelle dette due nominati dal Ponte-


assessori
provincia, de' i5 luglio 1824, im- fice furono l'avvocato Melezio Sen-
presso in Ferentino , città da lui sinitrasferito con egual qualifica in
scelta a sua residenza , ed a capo- Frosinone dalla delegazione di Pe-
luogo della legazione , contro i rugia , e r avvocato Vincenzo del
Grassatori , facinorosi e malviven- Grande in allora sostituto luogote-
ti delle medesime provincie. \^. nente del tribunale di Campido-
Notificazione di monsignor Giovan- glio , destinato dal sovrano come
ni Antonio Benvenuti de' 4 lugHo assessore straordinario per la poli-
1824 > con la quale rese noto zia del brigantaggio nelle provin-
averlo il Papa spedito nelle pro- cie di Marittima e Campagna. Il

vincie di Marittima e Campa- terzo assessore era quello civile


gna colla qualifica di delegato della delegazione. Il graduato mi-
straordinario , e visitatore apo- litare fu il colonnello de' carabi-
stolico delle comunità. Con l' i- nieri Giacintocommendatore Ru-
stesso editto stabilisce per prima vinetti comandante di tutte le for-
disposizione , diretta alla distru- ze nelle provincie medesime. In
zione delle bande de' facinorosi questa occasione si dichiarò , che
che i premi già promessi di scudi non si mai alcuna atten-
farebbe
mille, e di scudi millecinquecento ri- zione memoriali e ricorsi ano-
ai
spettivamente ai diversi casi per la nimi di qualunque genere, e per
distruzione di ciascuno de' malvi- qualsivoglia oggetto, potendo esse-
venti pubblicati negli elenchi , e re parto della malignità, o di qual-
da pubblicarsi in seguito , sareb- che passione o vista indiretta , e
bero ripartiti a metà , cioè una perciò qualunque rapporto dovesse
parte a quello o che
quelli l' a- essere autenticato colla firma del-
vessero operala direttamente -, e l'esponente, dovendosi avere piena
r altra metà a favore di tutta fiducia nella riservatezza della rap-
la forza in attività nelle due pro- presentanza governativa , la quale
vincie. i5. Circolare de',i3 lu- si farebbe sempre un sagro dove-
glio per l'organizzamento de' vo- re di non compromettere veruno ,

lontari scelti territoriali e di ri- e di valutare e stimare ogni ze-


serva. 16. Notificazione de' 21 lante del pubblico bene, e gli ami-
2 68 FKO FRO
ci della verità. A lai notificazione conventicole, sieiio ti'aslatate fuori
fecero seguito diverse circolari con- delle provincie, liiichè l'assassino,
o
temporanee é successive. 17. Noli- capo o membro delle famiglie me-
fìcnzioiie degli 11 settembre 1824, desime sia in istato di nuocere. Si
con la quale si proibì fino a nuo' ordinano sopra gli altri parenti di-
vo ordine nelle provincie di Ma- verse essenziali misine, fra le qua-
rittima e Campagna, e nel distret- li la confisca de' beni de' malvi-
to di Pontecorvo di andare in cer- venti, e manutengoli dichiarati con
ca dell'esca per le montagne, onde un giudizio, ma la clemenza sovra-
per mezzo di tali individui i mal- na fa sperare ai loro parenti in-
viventi non ottenessero il vitto, e nocenti, di riavere i beni stessi, dei
le notizie sulle mosse della forza. quali sarebbero stati successori. Si
18. Notificazione de' 3 febbraio puniscono le iattanze di darsi alla
1825, che ad ottenere die i mal- malvivenza, e si fissano le norme
viventi andassero vivi in mano del- da osservarsi in seguito per dichia-
la giustizia piuttostochè morti, on- rare uno malvivente. Si danno in
de loro non mancassero gli eslre- fine altre disposizioni per reprime-
Pìi soccorsi della religione, a teno- re e punire gli aderenti ai malvi-
re delle brame di Leone XII, fu venti. Qui noteremo che a' 5 mag-
stabilito che d' allora in poi ,
per gio 1826, alla presenza dell'avvoca-
ogni malvivente che fosse preso to del Grande assessore straordina-
vivo verrebbe sull' istante paga- rio, furono consegnati al capitano
to un premio maggiore dell'attua- \ idacco comandante la goletta pon-
le, cioè duecento scudi, in
mille tificia denominata S. Pietro, che
luogo di mille, e per quelli rima- trovavasi ancorata nella spiaggia di
sti uccisi sul fatto il premio di Terracina^ ottantasei individui com-
scudi ottocento da ripartirsi secon- ponenti le famiglie di ventidue mal-
do le norme già in corso. 19. JSo- viventi delle due provincie i qua- ,

tificazione del primo maggio, che li con tutti i benigni riguardi dei
annuncia l'arresto delle famiglie, di governo furono trasportati a Gori-
ventidue malviventi residuati per no, e poi rilegati alla Mesola. Da
allontanarle dalle provincie, la quale questo luogo furono trasportati a
operazione fu eseguita col più scru- Forte-Urbano, e nel forte di S. Leo,
poloso segreto >iel corso d' una so- d'onde uscirono nelle vicende po-
la notte in diversi paesi fra loro litiche del 183 I. 11. Notificazione
distanti dell? provincie, dai com- de' 22 novembre 1825, con cui si

missari civili e militari a tal uopo pubblica la cessazione di alcune mi-


spediti dalla delegazione sul luogo, stn-e straordinarie che si erano pre-
dopo la quale operazione si pub- scritte dalla delegazione per otte-
blicò tale stampa, onde non si al- nere la distruzione della malviven-
larmassero non compresi
i parenti za, che colla coopeiazione eziandio
nella misura. 20. Editto de' 4 mag- di un zelante ecclesiastico, cioè di
gio in data di Terracina, col qua- monsignor Pietro Pellegrini , cui
le il delegato straordinario prescri- perciò si deve gran lode , cessò to-
ve, che le famiglie, colle quali gli talmente nello stato pontificio do-
attuali malviventi coabitavano al- po la presentazione degli ultimi
l'epoca della loro associazione alle due residuati malviventi, avvenuta
FRO FPiO 2 (il)
li ili ottobre precedente. 22. Edit- pure di dette provincie. Il frusina-
to de' 12 maggio 1826, col quale te, dotto letterato e celebre medi-
lo stesso monsignor Benvenuti or- co, dottore Giuseppe de Matlheis
dinò che giorno 27 ottobre, in
il membro del collegio medico-chirur-
cui il resto de' masnadieri
(del re- gico di Roma, e professore di me-
gno di Napoli ) fu costretto a dar- dicina clinica nell'università romana,
si a discrezione,
sarà ogni anno ci ha dato la storia della sua patria,

due provincie giorno sagro a


«elle con questo titolo: Saggio islorico
Dio in rendimento di grazie e si , dell'antichissima citlà di Prosinone
determinano le opere divote, che nella Campagna di Roma , pub-
debbono farsi nelle chiese. Si prov- blicata nel i8i6 in Roma nella
vede poi con nuove apposite pena- stamperia de Piomanis. Di questa
li al grande oggetto di non veder istoria noi principalmente ci siamo
ripullulato il flagello delia malvi- giovati per l'articolo Prosinone, che
venza. riportiamo appresso i seguenti cen-
La delegazione apostolica di Fre- ni storici dei nominati luoghi che
sinone si compone di due distretti. dipendono dalla delegazione, essen-
Nel primo si comprendono i gover- do sicuri della medesima perchè
,

ni di Prosinone, di Alatri con seg- fu dalla magistratura di Prosino-


gio vescovile, diAnagni con seg- ne dedicata al cardinal Romualdo
gio Ceccano
vescovile di Ce- , di , Braschi nipote di Pio VI, ed allora
prano, di Ferentino con seggio protettore della citlà, non che l'aui
vescovile, di Guarcino, di Mon- ture meritamente ed altamente en-
tesangiovanni, di Paliano, di Pi per- con.iato da Lorenzo Re pubblico
no con seggio vescovile unito a Ter- professore della nominata universi-
racina, di Vallecorsa, di Veroli con tà, e dal sommo archeologo ed ono-
seggio vescovile, ed commissaria- il re d'Italia nostra l'avvocato d. Car-
to straordinario di Sonnino. Nel se- lo Fea, presidente delle antichità ro-
condo distretto evvi il separato go- mane del museo Capitolino.
verno di Pontecorvo con seggio ve- Alatki (1 edi). Sede vescovile e ca-
scovile unito ad Aquino, e rinchiu- poluogo di governo, racchiude, ol-
so nel regno delle due Sicilie. La tre i villaggi appodiati di Canala-
popolazione della delegazione di ra o Canaloro , Monte s. Marino,
Fiosinone ascende a 139,979 abi- Pignario, Santagnese, e Ticchiena
tanti, secondo l' ultimo riparto ter- grangia o grancia dell'abbazia del
ritoriale, e perciò si sarà natural- monistero o certosa de' certosini di
mente aumentata la popolazione. Trisulti , annesso ad un castello
Governarono la provincia cardina- che ne' bassi tempi pagava il tri-
li legati, rettori, governatori gene- buto di vassallaggio agli alatrini,
rali e delegati apostolici. Pier Ma- luogo che fu onorato dal Papa re-
ria Cermelli nella sua opera. Car- gnante Gregorio XVI nel viaggio
te corografiche ec. per servire alla da lui fatto nelle provincie di Ma-
storia naturale di alcune provin- rittima e Campagna, ove dal p.
cie dello stato pontificio, tratta di d. Benedetto Meueguzzi, allora prio-
quelle di Marittima e Campagna; re della Certosa di Trisulti , ed al
e gli scrittori delle importanti no- presente di quella di Roma, fu rice-
tizie istoriche del Lazio, parlarono vuto al modo che dicemmo al voi.
270 FKO FRO
XX, pag. igo del Dizionario, redu- nominato s. Domenico di Foìi-
ce dalla visita fatta alla nobilissima gno (l'edi). Oltre quanto a tale
città di Alatri , della quale daremo articolo si è detto del suindicato
altre notizie nelle Addizioni a que- raonistero fondato da tal santo alle
sto Dizionario. Inoltre sotto il go- falde del monte Porca, da cui è di-
verno di A latri, sono le comuni di stante la Certosa un quarto di mi-
Collepardo e di Funione, ambedue glio, ove dimorò dieci anni oltre
nella diocesi di Alatri, de' quali an- averne consumati tre in angusto
diamo a parlare. antro formato dalla natura nel pen-
Collepardo, o Collepado, picco- dio dello stesso monte, ove appun-
lo castello, che sebbenepu- in alto io Dio gli comandò 1' erezione del
le giace in bel piano, e già luogo nionistero; come ancora oltre ciò
molto forte s\ per la costruzione che nel medesimo articolo si accen-
delle sue mura, che per le sue tor- nò dell' antico castello di Trisulti
ri. Questo castello insieme a quello e della Certosa, qui aggiungeremo
di Vico fu conceduto in vicaria da che la Certosa è un vasto fabbri-
Martino V
a Giordano e Lorenzo cato con magnifico refettorio deco-
Colonna sino alla terza generazio- rato di un grandioso quadro rap-
ne, coir annua ricognizione di due presentante il Salvatore nel deser-
libbre di cera, e l'obbligo di rice- to, ed il miracolo da lui operato
vere le milizie pontificie, se passas- coi cinque pani e coi due pesci,
sero per quei luoghi. Una meravi- non che di due ovali coU'eftigie de-
glia della natura, di cui non si co- gli apostoli s. Simone e s, Bartolo-
nosce altrove l'eguale, è la prodi- meo, al quale è dedicato il moniste-
giosa grotta , o antro dove sono ro, e la chiesa che dal detto Pon-
bellissimi e sorprendenti stallatiti, tefice Innocenzo 111 ai certosini fu
]VeI territorio di Collepardo è la col monistero o Certosa edificala
celebratissima gran Certosa di Tri- nel 1211, ed abbellita poi colla
sulti, posta in erma solitudine, fra ho- facciata nel i 768. L'altare maggio-
schi e burroni alpestri, fondata da re ha un ciborio di egregio lavoro,
Innocenzo III; siccome però nell'at- ornato di lapislazzuli con vaghi bas-
to della fondazione il Pontefice con- sorilievi di metallo dorato, rappre-
cesse in proprietà della medesima sentanti l'ultima cena del Signore;
Certosa gli avanzi di un monistero tra le pietre che decorano l'altare
fondato da s. Domenico da Foli- vi sono bellissimi diaspri ed agate,
gno, abbate benedettino, per ordi- essendo tutto formato di fini mar-
ne di Dio, e dedicato alla beata mi con cornici di giallo e venie
Vergine ed a s. Bartolomeo, in un antico. Tanto le mura, che il pa-
coi beni che al medesimo santo vimento dell'altare sono coperti di
abbate dalla pietà delle vicine co- marmi diversi disposti con elegan-
niuni di Vico e Collepardo erano za. Il coro de' monaci ha ventotto
stati elargiti; in riconoscenza di sif- sedili di noce con superbi intagli,
fatta concessione la Certosa assun- rappresentanti al disopra teste uma-
se, come si opina, la denominazio- ne e di animali; il suo pavimento
He del monistero de' benedettini, è formato a scacchi di bel marmo.
IVon deve perciò ritenersi fondato- Il coro de' conversi ha ventidue se-
re di questa Certosa di Trisulti il dih di noce intagliali egregiamente,
FRO FRO 271
con diverse teste di monaci, lavoro si difendessero i circostanti popoli,
di un certosino. I due cori sono di- chi la custodiva soleva accendere
visi con trameazo impellicciato di un gran fuoco che esalasse densis-
marmi, avente ai lati due altari che simo fumo per seguale allora que- ;

guardano il coro de' conversi uno : sto ripetevano le altre principali


ha per quadro s. Gio. Battista, l'al- torri fino a Roma, servendo in
tro s. Michele arcangelo Sopra . certo modo la rocca di Fumone
r ingiesso si vede un dipinto che come antiguardo, e telegrafo di
espiime quando Innocenzo III nel questa regione. Avvi la chiesa col-
1208 dà il possesso di questo luo- legiata dedicata all' Annunziazione
go ai monaci certosini di Casotto della beata Vergine , con capitolo
nel Piemonte. Due altri quadri di composto della dignità dell'arcipre-
buono stile si vedono lateralmente, te e di nove canonici ; la chiesa è

e rappresentano uno il mjirtirio dei decente, ed alquanto vasta, e Pio


certosini in Inghillena, l'altro quel- VI l'elevò al grado di collegiata.
lo dei Maccabei ordinato da Antio- Vi sono due chiese, una dedicata a
co. Dalla parte sinistra dell'altare s. Gaugerico, di gotica e buona
maggiore si entra nella sagrestia, la struttura, l'altra parrocchiale sub-
cui cappella è dedicata all'Annnnzia- urbana, sagra a s. Michele arcan-
zione della beata Vergine. Da una gelo, pure di gotico disegno: la

lapide ch'è nell'interno del tempio chiesa di s. Gaugerico è slata re-


si legge come furono benemeriti staurata ed è divenuta parrocchia-
del luogo i Pontefici Innocenzo III, le in vece dell'altra suburbana fuo-
Onorio III, Gregorio IX, Innocen- ri del paese, ed incomoda. Si entra
zo IV, Bonifacio Vili, Clemente V, nel paese per due porte, una delle
Giovanni XXII, Urbano V, Boni- quali è chiamala Porta chiusa epii^i
facio IX, Martino V, e Nicolò V; comunemente Portella, cui vi è an-
gi' imperatori F'ilippo e Federi- nesso un rotondo torrione mutilalo
co II , ed i sovrani di Sicilia Car- nell'estremità ; e così detta perchè
lo I, Margherita, Ladislao, Giovan- ivi vede un'antica porta mura-
si

na II, Alfonso, Ferdinando, Car- ta. 11 fabbricato forma il circuito


lo Ferdinando II.
111, e delle mura castellane, ed il luogo
Fumaneè un antico castello po- si potrebbe rendere inespugnabile.
sto s(ipra un' alla montagna cosi ,
Questo castello è celebre per es-
chiamato, come opinano molti, non servi stati rinchiusi, ed ivi morii
pei segnali del cattivo tempo che V Antipapa XXVII (Fedi), Mau-
egli dà con segni ordinariamente rizio Burdino, che avea assunto il

infallibili, e consistenti in vedersi la nome di Gregorio Vili, e s. Cele-


sua cima cinta da foltissime nu- stino V {Fedi), al modo, e pei
vole, per cui dicesi volgarmenle : motivi che dicemmo a quegli arti-
Quando Fumane fuma tutta Cam- coli, ed il secondo dopo la sua fa-
pagna trema j Si Fummo fumai, migerata rinunzia al pontificato, e
tota Campanea tremet j ma bensì dopo aver creato dodici cardinali,
siccome la rocca posta nel luogo fra' quali Guglielmo Longhi o Lon-
il più eminente della campagna ,
go nobile Bergamo, celebre giu-
di
era a portata di scunprire i movi- reconsulto, perciò da Bonifai io
e
menti del nemico, acciò da questo Vili incaricato ccn altri alla com-
t?"?. FRO FRO
pilazione del sesto libro delle de- Celestino, essendo rinchiuso nell'al-
cretali. Siccome la rocca di Fumo- tare di marmo quello di legno sul
ne era stala licuperata alla roma- quale celebrava il santo, e vi è un
na Chiesa nel i i45 dal Papa Eu- bassorilievo che lo l'appresetita. La
genio IH, così n'era castellano o cappella fu visitata da vari princi-
comandante Marco Tullio Longhi pi e sovrani, come da Ladislao re
fratello del cardinale, quando Bo- di Napoli nel i/{o6, e da Carlo
nifacio \ III gli alBdò per sicurez- Vili re di Francia nel 149^) ciò
za la custodia di s. Celestino ossia che risulta da due lapidi ivi esi-
Pietro da Mori'one, che canonizzato stenti. Questa cappella fu nel 1647
poi da Clemente V, questo Pon- riedificata da Giovanni Longhi es- :

tefice nel I 3 I 3 donò in perpetuo sa è tenuta con molta decenza, e


la medesima rocca al detto Marco vi si conservano pregevoli reliquie.
Tullio Longhi, il quale avea fatto Diverse lapidi esistenti nel palazzo,
testimonianza della beata morte di rocca e cappella ricordano gli an-
s. Celestino, e dei miracoli da Dio tichi avvenimenti , illustrano Fu-
operati a di lui intercessione. Da mone, e rendono decoro all'illustre
una delle molte lapidi esistenti nel- famiglia Longhi tuttora signora del
la cappella eretta presso il luogo luogo. Il Ricchi nella sua Reggia,
ove stette rinchiuso il santo, Mar- de' volsci, a pag. i35, dice che
co è detto inilcs auratus . . . Loii- presso Fumone probabilmente esi-
gorufu de Monte Longo, dal ca- stette Anlenna, castello volsco de-
stello di Monte Longo, nella dio- bellato dai romani.
cesi di Segni, edificato dai cavalie- Anagni [P^edi). Sede vescovile, e
ri Longhi, e ne fa menzione una capoluogo di governo, racchiude le
bolla di s. Leone IX diretta al comuni di Sgiugula , ed Acuto.
vescovo d' Anagni : il castello di Sgurgula giace nella diocesi di A-
Monte Longo fu acquistato dai nagni presso il fiume Salto, ed ha
coati di Anagni, poi venne distrut- il territorio in colle e in piano, in
to, ed ora è compreso in una te- saluberrima ed amena posizione a
nuta. Questa nobile famiglia ber- rimpetto di Anagni; essa diede
gamasca divenne un tempo con- particolari segni d'esultanza, allor-
domina di Frosinone, fu annove- ché la presenza del Pontefice Gre-
rata al patriziato romano, ed ele- gorio XVI onorò la provincia di
vata alla dignità di marchese. In Campagna, e soggiornò in Anagni.
quanto alla rocca di Fumone, nel L'origine di Sgurgula è come quel-
pontificato di Alessandro VI ven- la di altri luoghi in tempo delle
ne in potere del comune, ma in fazioni italiche, e chiamossi ne'pri-
quello di Alessandro Vili i mar- mi tempi Sculcula. La sua primi-
chesi Longhi la ricuperarono , re- tiva erezione fu ove è presentemen-
staurarono ed abbellirono con due te la rocca, luogo scelto probabil-
giardini. Avendo i Longhi signo- mente da qualche signore potente,
reggiato anche Fumone, ivi possie- per sostenervisi co' suoi e dominare
dono un palazzo che è il princi- la sottoposta valle. Vuoisi che la roc-
pale edilìzio del paese, e resta uni- ca fosse un ampio palazzo fortifi-
to alla rocca. Nella cappella si ve- calo, con adiacenti abitazioni per
nera il luogo ove volò al cielo s. le milizie. In tempi più tranquilli
FRO FRO 273
da posto militare, divenne posizio- ria ha il titolo d'arciprete, 1'
altro
ne civica, rimasta come in feudo al di s. Giovanni quello di abbate.
primo che l'occupò, indi fu sogget- Protettore principale di Sgurgula
ta ai De Comilibus o Conti, e Cor- è s. Leonardo diacono di Rei ras ,

rado Conti n'era signore nel l'j^S. comprotettori s. Sebastiano , e s.

Si dice che poi passasse ai Torelli, Antonino martire apameense. Vi


e da essi ai Caetani, e finalmente sono scuole elementari d' ambo i
ai Coloima. Avanti tali epoche vi sessi. Il nome di Sgurgula dicesi
fiori un abbazia di cistcrciensi, di derivato da uno sgorgo d'acqua lim-
cui resta la chiesa, ma con un solo pida; il vecchio paese era cinto di
altare, e poche stanze per l'eremi- mura con porte, rimanendo ora
ta custode. Si conosce sotto il ti- chiuso dal fabbricato aggiunto al-
tolo della Madonna delle Grazie, l'intorno. Nel luogo detto le Ca-
o di S. l\lana in Viano, venen- serane si vedono ruderi di vasto
do mantenuta la fabbrica a spese edificio, forse del ritiro de' gesuati,
del seminario d' Anagni , cui pas- che soppresse Clemente IX.
religiosi
sarono in proprietà i beni posse- Due chiamati l' Aringo
luoghi e ,

duti dai cistcrciensi nel principio Pietrarea devono il loro vocabolo


de! secolo XVII per disposizione a quanto andiamo a narrare: il
del vescovoSeneca essendo già , primo per il luogo ove dai con-
partiti monaci sino dal pontifi-
i giurati contro Bonifacio VII! si
cato di Sisto IV. Si pretende che stabih la sua sacrilega prigionia ;
nel sito del romitorio di s. Leo- ed secondo ove pure a modo di
il

nardo vi fosse vm monistero di conciliabolo tennero sedule i me-


celestini, e che se ne faccia men- desimi ribelli, e perciò ben a ra-
zione al tempo del fondatore del- gione detto luogo reo e Pietra rea.
l'ordine s. Celestino V : poscia dal- Certo è, che quando Sciarra ed al-
la dipendenza del principal moni- tri Colonna, unitisi alle genti di
stero, passò a quello di s. Euse- Filippo 1 V re di Francia coman-
bio di Roma, che continuò a pos- date da Nogaret, non che a quel-
sederne i fondi dopo 'l'abbandono le del fiorentino Musciatto, stabi-
de' monaci, e poscia passarono ad lirono entrare clandestinamente in
altri. L'antica chiesa di s. Nicola Anagni per arrestare il Papa, che
è abbandonata. La chiesina della nel i3o3 vi dimorava, seppero uni-
Madonna dell' Aringo, ha un'anti- re alle loro prave intenzioni di-
ca immagine della Beata Vergine versi signori de' luoghi convicini,
dipinta al muro, con altre figure e della stessa Anagni ; congiura che
che diconsi de' secoli X o XI. Vi fu maturata negli accenii;iti luoghi,
sono due chiese parrocchiali, una come la Fra
tradizione ci riporta.
dedicata all'Assunzione di Maria , i Domi-
capi congiurati figurarono
l'altra a s. Giovanni Evangelista; nos de Sculcula, Raimondo de Su-
la prima fu edificata nella metà pino, Tommaso di Morolo, Pietro
del secolo passato dal vescovo Mon- de Genazzano, Goffredo di Cec-
ti, dopo la distruzione della chie- cano, e diversi d'Anagni. Vero è
sa parrocchiale di s. Sebastiano; però, che nella bolla con la quale
la seconda prima avea la struttu- Benedetto XI nel primo febbraio
ra semi-gotica. Il parroco di s. Ma- i3o4 scomunicò nominatamente
VOL. XXVII. 18
274 FRO FRO
Nogaret, e nominati au-
gli altri ma siccome affettava assoluta si-

tori del misfatto, niuno di Sgur- gnoria e dispotismo, Alessandro IV


gula vi è rammentato, laonde si dichiarò con bolla che Acuto fosse
può argomentare che niua sgurgu- stabilmente proprietà del capitolo
lano vi abbia avuto parte, almeno d'Anagni, avendo espulso Ildericoj
attiva. Sembra poi che dopo tale indi nella divisione della mensa
epoca Sgurgula divenisse signorìa dei capitolare fu particolarmente asse-
Caetani ; in fatti si legge che Bene- gnato al vescovo. Non esistono più
detto Caetani fosse signore del luo- i tre vicini castelli di Collalto, di
go nel i3ig, e gli successe nel do- Monte Porcario, e di Cominacchio,
minio Bonifacio Caetani, come ri- così due torrenti che
detto per
levasi da un istrumento del iSyS. dappresso univano, voce deri-
si

Di lui figlio fu Bonifacio giuniore, vante dal latino ad coniunes aqiia.^ :


che n^cra signore l'anno 4^o nel 1 il Cominacchio era sta-
castello di
pontificato di Nicolò V. Paolo to edificato 1180 a spese di
nel
Caetani figliuolo del precedente fu Giovanni vescovo di Anagni quin- ;

pure conte di Sgurgula, e dopo di di venne usurpato da Adinolfo e


lui né rimase il possesso a Zeno- Niccola Conti, finché fu poi distrut-
bia Caetani, finché passò in quello to e ridotto a coltivazione. Princi-
dei Colonnesi.Sgurgula ebbe degli pale protettore di Acuto è s. Mau-
uomini fu dotto il cano-
illustri : rizio martire, e gli abitanti sono
nico Francesco Posta protonotario concittadini di Anagni. Inoltre dal-
apostolico , e vicario generale di la parte di mezzogiorno giace li-

Tivoli ed Alatri. Fra i viventi è mitrofa al territorio della città d'A-


a nominarsi per cognizioni ed eru- nagni la tenuta di Villa Magna
dizione d. Domenico Moriconi ca- per le cui notizie non riuscirà disca-
nonico d'Anagni. ro un breve cenno.
Acuto, egualmente della diocesi Pompeo Magno nella bella e vasta
di Anagni, è situala su di un mon- pianura di detta città, sotto il mon-
te,ed ha la chiesa matrice ampia te ove giace la terra di Gorga, vi
e maestosa con titolo di collegiata, ebbe una villa splendidissima, come
dedicata alla Assunzione in cielo rilevasi dalle iscrizioni antiche ivi ri-
della Beata Vergine ; pel suo cli- trovate in alcune escavazioni , non
ma fresco , e per la signoria che che da altri monumenti. Dicesi che
vi gode il vescovo d' Anagni , nel per la magnificenza la villa fu chia-
proprio palazzo vi soggiorna qual- mata Villa Magna, ovvero al dire
che mese di estate. Appaitenne a di alcuno il secondo vocabolo gli
Loffredo Vetulo, a Guidone arci- derivò soprannome di Magno
dal
prete, ed a Pietro Amati per una dato al Pompeo, che dispu-
celebre
parte j e per l'altra al rettore e tò l' impero romano a Giulio Ce-
consiglieri di ciascuna contrada di sare. A' nostri giorni negli scavi si
Anagni i secondi ne fecero ven-
: rinvennero dei pezzi di condotto
dita al vescovo di Anagni Asaele di piombo con le parole Optav.
ed ai canonici deJ/a cattedrale nel imp. Caesar. Da che se ne inferi-
iiyg. Gli ultimi lo dierono in en- sce che Ottaviano Augusto vi co-
fiteusi ad Ilderico Giudici nobile struì i bagni, e che forse fu egli
anagnino fino a terza generazione; il vero fondatore della villa stessa.
FRO FRO 9.7^

Su questo punto è a vedersi la la- » vitia quae debeant prestare ho-


pide che riporta il Grutero sulla M mines terrae Gurgae uti vassalli
villa Magna, dove si dice che Mar- » monasterii Villae Magnae, et red-
co Aurelio andando a questa villa, '» ditus a quos tenebanlur prò Ici-
e poi salendo sino ad Anagni, fe- >» ris quas retinebant a dicto nio-
ce poi selciare la strada che con- » nasterio, et alia servitia. De au-
duceva alla villa, e sembra esclusa >> no i53r"- Pasquale Cairo par-
la tradizione che Pompeo la fon- lando di Anagni, dice a pag. 82,
dasse. La rovina della villa a- che Adinolfo canonico della catte-
vrà avuto luogo nelle fatali in- drale, con Andrea suo nipote nei
cursioni barbariche e , dalle sue 1236 vendè la metà della terra
rovine surse una terra che prese chiamala Gorga al monistero dei
ilmedesimo nome di Pilla Ma- ss. Pietro e Paolo, e conferma che

gnaj e nel primo secolo dell'ordi- Loffredo Diometro suo zio la pos-
ne benedettino vide edificarsi un sedeva. L altra metà spettava a cer-
importante monistero sotto il me- to Beigiemino nel i i5i, nel quale
desimo istituto conservandosi tut- : anch'esso la vendette al nominato
tora parte del medesimo, e la chie- monistero. Furono signori della ter-
sa. A pag. 86 degli ÀUi di s. Ma- ra di Villa Magna Ildebrando, Giu-
gno, si legge una bolla di Urbano seppe, Pietro e Lione figli di Guar-
II, emanata 1088, e diretta a
nel nerio nobile anagnino, the nel pon-
Pietro vescovo d' Anagni che ora Benedetto VII del 975,
tificato di

veneriamo sugli altari, con la quale al menzionato monistero donarono


assegnò al vescovo d' Anagni i se- interamente il castello con tuttociò
guenti castelli : Porcianum , Acu-^ che gli apparteneva, conservando*
tum , Pilleum , Gurgam , Villani ne r archivio capitolare d' Anagni
Magnam, Sgurgolam , Pallianimi l'originale istromento. Al voi. IJ,
Vicum Morcinum Carpinelum , ,
pag. 33, 34, 35 del Dizionario di-
Pruniiim, Monlem Longum, Vita- cemmo come Bonifacio Vili nel
biniim, Morolum, et Montem de 1297, con l'autorità della bolla In-
Gravi, praeterea Ircoensem eccle- ter caeteras Orbis ecclesias, data
siam . . . Jtem cum Valle Patra- in Orvieto donò alla cattedrale
rum. Filettino, Gancae, Collatuto. d' Anagni il monistero e la tenuta
Indi a pag. j44 ^ notato, » Ca- di Villa Magna, e fra gli obblighi
» strum Gurgae emptum ab ab- che impose al vescovo e al capito-
" bate et monacis monasterii Vil- lo vi fu quello, che recandosi egli
»> lae Magnae cum vassallis et ter- o i suoi successori nelle provincie
M ris ei venditum a D. Adenulpho di Marittima e Campagna, avessero
>» canonico anagnino, et Andrea offerto sette pani ogni sabbato ;

»> ejus nepote, olim possessum a omaggio solito a farsi dai monaci
« domno Roffrido Diomero eorum benedettini di Villa Magna ai Pon-
» patruo de anno 2 6, ut ex lib. i i tefici, allorché passavano per quei
» islr. in archiv. Anagnin. fase. 8, luoghi, ed in essi risiedevano: pre-
» n. 63 1 "; e nel tcm. V, n. 229 scrisse ciò Bonifacio Vili sotto pe-
trovasi un altro islromento fat- na di caducità dei concessi beni
to coi canonici della cattedrale di dell' abbazia di Villa Magna. Nel
Anagni, in cui si legge: » Ser- medesimo articolo abbiamo detto
276 FRO FRO
come i pani furono presentati a provato che quel Pontefice sia nato
Paolo IH nel i534 in Anagni, ad in Fresinone come il padre s. Or-
Innocenzo XII nel 1697 a Nettu- misda. Una contrada del territorio
no, ed al regnante Gregorio XVI ceccanese, posta fra Ceccano e Fro-
nei 1839 a Terracina. Eguale o- sinone, conserva ancora oggidì que-
maggio l'odierno vescovo di Ana- sta denominazione di Campo-Tra-
gni monsignor Vincenzo Annovaz- iano. Deve distinguersi Ceccano in
zi, in un al proposto d. Angelo vecchio e nuovo la parte più anti- :

Ambrogi, ed ai canonici d. Luigi ca è quella cinta di mura alla detta


de Cesaris, e d. Niccola Gigli, u- epoca, e giace sul colle, più recen-
miliarono al medesimo Gregorio te essendo quello fabbricato nel
XVI a' 2 maggio i843, quando piano in modo elegante; il fiume
cioè onorò di sua presenza Anagni Sacco passa in mezzo all'antico e
e l'episcopio. moderno Ceccano. Le porte urba-
Ceccano, Ceccanum. Città della ne hanno il nome di Castello , s.

diocesi di Ferentino posta sulla de- Pietro, Nuova, ed s. Sebasfiano ,

fiume Sacco, e capo-


stra riva del Otricello o piuttosto Torricello. Vi
luogo d'un governo dal quale di- sono tre parrocchie , cioè di s. Ni-
pendono le comuni di Amara, di cola, di s. Pietro e di s. Gio. Bat-
Giuliano , di Santo Stefano e di tista la cui chiesa è collegiata, ed
Patrica. Ceccano fu sempre consi- il santo litolare è patrono della ter-
derabile nella provincia di Campa- ra. Ebbe Ceccano i suoi partico-
gna, terra antichissima che in mol- lari signori e conti potenti nell'e-

te pergamene si trova notata colla poca feudale, sovente nominati nel-


qualifica di città, e tale la dice Leo- le istoiie. Feracissimo è il suo ter-

nardo Aretino; a questo grado nel ritorio ; né vi mancano famiglie no-


corrente anno i844 Ceccano è sta- bili ed altre che coltivano i buo-
ta elevata dal regnante Pontefice ni studi 5
per cui molti uomini il-
Gregorio XVI presso di essa si
: lustri diede alle armi, alle lettere,

rinvennero tracce dell'antica via La- ed alla Chiesa , e sei cardinali al

tina. Fu cinta da forti mura castel- senato apostolico : l' ultimo è vi-
lane con porte, per ordine del Papa vente, e i primi cinque si dissero
s. Silverio, figlio del frusinate Ponte- da Ceccano senza distinzione di co-

fice s. Ormisda, nell'anno 536, appe- gnome come si è detto alle loro
,

na esaltato al pontificato, e ciò per biografie. Non si può abbastanza


favore di Teodato re de' goti, allo- esprimere quanto da tutti fu ap-
ra dominatore nella provincia, per- plaudita r esaltazione al cardinala-
chè dicesi che vi avesse avuto i to del vivente ceccanese, e quanto
natali s. Silverio , e nel rione di giubilasse non solo la patria, ma
Campo-Traiano, laonde per equi- r intiera provincia, inviando appo-
voco vuoisi, come alcuni scrissero ,
site deputazioni al Papa per rin-

nato in Troia nella Campania Fe- graziarlo, e al cardinale in omag-


lice: questo Papa si dice anche di gio di venerazione ; ciò che pur fe-

Prosinone, siccome oriundo di quel- cero altre città e luoghi della pro-
la città, tutta volta nel Saggio isto- vincia, come si legge nei Diavi di
rico del dottore de ]\Iattheis sopra Roma. Il primo cardinale di Cec-
Fresinone , sembra bastantemente cano fu Gregorio di nobilissima fa-
FRO FRO 277
miglia, da Pasquale II del
creato un alla banda civica, si portarono
1 099 ; il secondo fu Giordano del- a festeggiarla sulla via provinciale,
la stessa distinta famiglia, promos- della quale circa un quarto di mi-
so nel 1188 da Clemente III, che glio era coperta di fiori e verzure,
per la sua pietà verso la Beata Ver- e dove era stato eretto un arco trion-
gine, gli eresse un tempio in pa- fale di bella architettura, dipinto a
tria; il terzo fu Stefano detto an- chiaro-scuro con analoga iscrizione.
che di Fossanuova, come abbate di In quanto alle quattro comuni
quel celebre monistero, creato nel dipendenti da Ceccano , cioè ArnU'
121 3 da Innocenzo II?, e camer- ra situata in ameno monte che ,

lengo di santa Chiesa ; il quarto fu vanta per protettore san Sebastia-


Tebaldo de' conti di Terracina no ; Giuliano , situata alle falde
esaltato nel 1275 da Gregorio X; d'un monte, rimpetto alla mon-
il quinto fu Annibale o Annibaldo tagna detta con chiesa
Sisserno ,

detto anche Gaetani creato nel , dedicata alla Beata Vergine As-
1327 Avignone da Giovanni XXII,
in sunta, e a s. Giuliano, parroc-
e da Giovanna I regina di Napoli chia e collegiata con arciprete e ca-
beneficato nella persona del fratel- nonici , essendone protettore s. Bia-
lo Tommaso con feudi ; il sesto gio; Santo- Stefano situato sopra ^

è Pasquale Gizzi nato in Ceccano un colle; e Patrica che sembra o-


a' 22 settembre 1787, arcivescovo riginato dall' antico Patricuni , il

di Tebe in partibus, che dopo a- quale vuoisi posto nel vicino col-
vere servito la santa Sede in di- le Lamio: Patrica è su di un col-
verse nunziature apostoliche, fu dal le pressoil monte Cacume, il più
regnante Papa creato cardinale del- alto di quella catena di Apenni-
l'ordine de' preti e riserbato in pet- ni chiamati monti Lepini ; esisteva
to a' 12 luglio 1841, quindi pub- Patrica neil'Siy, come rilevasi da
blicato nel concistoro de' 22 gen- una donazione fatta dall'imperato-
naio i844> poscia fatto titolare del- re Lodovico I al Papa s. Pasquale I .

la chiesa di s. Pudenziana. Questo Nel medio evo appartenne alla fa-


rispettabile personaggio pe' suoi miglia Conti, che nel 1599 la ce-
grandi meriti , sagacità e virtù ,
dette col titolo di marchesato a
già ha meritato la legazione di Tarquinio Santacroce, il di cui fi-
Forh. Portandosi il medesimo Gre- glio Francesco la alienò nel 1625
gorio XVI nel maggio i843 da al contestabile Filippo Colonna, dai
Fresinone a Terracina, e passando cui discendenti è ancora posseduta
pel territorio di Ceccano a' 5 di insieme a Ceccano il Colonna in
;

detto mese, gli abitanti ad espri- memoria della defunta consorte Lu-
mere il loro divoto giubilo per si crezia Tomacelli, a distanza di un
lieta circostanza, oltre vari fuochi miglio e mezzo eresse un superbo
di gioia arsi ne' luoghi più emi- chiamò Tomacella: nel
palazzo, che
nenti del comune, ed illuminazio- 1727 recandosi Benedetto XIII da
ni per tutto r abitato, incendio di Fresinone a Prossedi, onorò di sua
fuochi artifiziali ed altro per due presenza questo palazzo , ricevuto
sere consecutive , l' intiera popola- dal feudatario di Patrica contesta-
zione con il clero, e la magistratu- bile Colonna, il quale trattò di
ra col priore Francesco Sindaci in nobile rinfresco la famiglia ponti»
278 FRO PRO
fida. In Patrica vi sono cine chie- governo, nella diocesi di Veroli, da
se , una dedicata a s. Pietro con cui dipendono i comuni di Falva-
arciprete e cinque beneficiali, I al- terra, Po/i, e Strangolagalli. Fai-
tra a s. Gio. Battista, ch'è di buon K'aterra fu già una delle città dei
disegno, con curato e tre beneficia- volsci, chiamata
di antica origine, e
ti , oltre una subuibana dedicata Fabrateria, come remota n' è la
alla Beata Vei'gine a Pie di Mon- distruzione, e da essa deiùvò l' o-
te con abbate e cinque beneficiati, dierna terra, posta in colle ame^
ognuna di esse formando un capi- ni.ssimo, abbondante di acque, eoa
tolo. Vi sono due ospedali, uno per fertile terrilcrio, e cava di alaba-
gl'infermi, l'altro pegli accattoni, stro che ridotto a pulimento somi-
eretti dal benefico arciprete Fina- glia air ambra : di questo alaba-
teri. Al memorato passaggio di stro esistono lavori nel palazzo dei
Gregorio XVI pei territorii di Giu- marchesi Casali di Roma. L'antica
liano e Patrica, gli abitanti del Fabrateria fu una delle prime cit-
primo, che è un altro fondo dei tà volsche, situata lungo il fiume
Colonna, nel miglior modo mostra- Irero, propriamente ove imbocca nel
rono la loro venerazione con arco Liri, contigua alla città di Fregelle,
trionfale eretto sulla pubblica via, Fu soggiogata dai romani sotto il
a' cui lati si fecero trovare. I pa- dittatore Camillo, e poi fatta co-
tricani dopo aver per due sere
poi lonia nell'anno 63o di Roma. Fa-
solenpizzato con diversi modi il lo- brateria oppose al passaggio di
si

ro tripudio, allo sbocco della stra- Annibale, che perciò fu obbligato


da comunale eressero un bello e cambiar via, indi fabraterni si i

ragionato arco trionfale, decorato condussero contro di lui a Canne.


colle statue dei principi degli apo- In Fabrateria furono clamorosi i
stoli , e delle virtù la Speranza e giuochi circensi, ed ebbe nobili e
la Carità con epigrafi, stemma pon- grandi edifizi, i di cui avanzi si

tifìcio ,
panneggi ed ornati di da- vedono, come negli scavi si rinven-
maschi e velluti cremisi e di altri gono antichità, prove della sua im-
colori trinali d' oro, oltre due pic- portanza. E costante tradizione che
cole guglie. Ivi trovossi la popola- licevesse il lume della fede dall'a-
zione col clero , e la magistratura postolo s. Pietro, allorché si recò
alla cui testa era il priore Nicola in Atina a consagrarne primo ve-»

Spezza con dodici fanciulli che


, e scovo s. Mai'COj non che da s. Ma-
sotto le forme di angeletti, su pie- ria che mori in Veroli
Salorae
distalli gettavano fiori odorosi nel- ove venerano le sue ceneri. Fal-
si

la via assordando 1' aria


, come , valerra possiede molte chiese, essen-
tutte le altre popolazioni della giu- do la matrice dedicata a Maria
bilante provincia, con voti ,
accla- Vergine assunta in cielo , con col-
mazioni e filiali espressioni; venen- legiata decorata di arciprete e be-
do corrisposte dal cuore paterno neficiati. Vi sono due abbazie, una
del sensibile Pontefice, laonde il di provvista della dateria apostoli-
viaggio per la provincia di Fresi- ca, r altra dell' abbate di Monte-
none riuscì un vero trionfo reli- Cassino, perchè un mo-
prima eravi
gioso. nastero di cassinensi. Evvi un ri-
CErRArvo (Fedi). Capoluogo di tiro di passionisti eretto nel lySo
FRO FRO 279
dal divoto popolo, ed istituito dal nache. Le notizie delle famiglie
fondatore di quella esemplare con- antiche sono sepolte nell' oscurità
gregazione, il ven. p. Paolo della de'tempi ; appartenevano al secolo
Croce : la chiesa già esisteva ed è passato due di qualche rinomanza :

sa già al martire levita s. Sosio pro- lina nominata Silvestri , nobile del
tettore del paese. In essa qual san- sacro romano impero , i di cui
tuario frequente è il concorso per elogi biografici in pietra scolpiti si

le grazie che Dio vi opera, recando- conservano dalla famiglia Giorgi ;

visi i divoti persino dal regno di Na- era l' altra quella de' marchesi de
poli. Sotto l'altare maggiore si vene- Carolis , di cui si parla in altri

ra il corpo di s. Adeodato martire, e luoghi di questo articolo, che dette


vi riposò quello di s. Magno vescovo alla camera apostolica un chierico
e martire che sta in Anagni. Cinque di camera , ed un vescovo a Pon-
sono le principali confraternite, oltre tecorvo, i quali lasciarono monu-
le sorelle della carità di s. Vincenzo menti insigni di pietà e di religio-
di Paoli. Nei bassi tempi i Colon- ne. Delie famiglie moderne si di-
incominciarono a fabbricare
nesi v' stingue quella de' Moscardini, co-
un forte, che ora si vede contiguo gnita per Marcantonio
monsignor
alla piazza della Valle, di mirabile vescovo di Foligno monsi- , e per
struttura, sebbene incompleto. Di gnor Ferdinando delegato di Or-
Fabratera, o Faivatera nuova e vieto, ambedue di onorata memoria.
vecchia, tratta il Ricchi a p. 244 Al presente il p. Illuminato da Po-
della sua Reggia de' vohci. fi de' minori francescani, già prefet-
Po/i è un castello antichissimo di to delle missioni in Egitto, è pro-
circa tremila abitanti, fabbricato su curatore del collegio delle missioni
di amena collina, di aere puro , e posto nel convento di s. Pietro
bello orizzonte , con territorio spa- Montorio di R.oma. La prima chie-
zioso di fertili campagne, già appar- sa che il popolo ebbe a parrocchia
tenente ai volsci. Dalla parte di fu quella di s. Antonino alle ra-
Prosinone ha buona strada trovasi ; dici del colle, dotata dagli Oppida-
nel suo territorio del carbon fossi- ni di copiose lascile, e poscia per
le, e delle cave di eccellenti pietre disposizioni della santa Sede i suoi
da mola: quivi alle falde dell' abi- beni furono attribuiti alla chiesa
tato si venera un fonte di acqua matricej che venera sotto il tito-
si

tuttora perenne, fatta scaturire mi- lo di s. Maria Maggiore assunta in


racolosamente da s. Antonino mar- cielo, fabbricata a spese del comu-
tire circa il IV secolo, che sempre ne, con buona architettura, ed of-
si è sperimentata di singolare ef- ficiata da competente numero di
ficacia contro le febbri specialmen- beneficiati. Essa è fiancheggiata di
te pertinaci. Nella sottoposta valle bella piazza, che nelle occorrenze
sui bordi della via Latina veggonsi chiudesi con due rispettive porte :

ancora i ruderi un monistero


di questa chiesa divide la cura delle
de' benedettini , appellato s. Ven- anime con due altre chiese filiali,
ni tto,ed uno entro il paese tutto che sono s. Andrea apostolo, e s.
intero dell' istesso ordine , che vie- Rocco, oltre al convento e chiesa
ne distinto col nome di Rinchia- eretti dai de Caroli";, pei francesca-
stroj abitato un tempo dalle mo- ni minori riformati. Nella chiesa
28o FRO FRO
di questo convento conservano
si parrocchie , essendo la matrice quel-
le spoglie mortali del pio ed insi- la di s. Pietro con arciprete e tre
gne gesuita p. Baldinucci, passato beneficiati ; le altre sono dedicate
a miglior vita nell' esercizio delle una a s. Maria con abbate curato, e
apostoliche fatiche. Pofi ha quattro sei beneficiati; l'altra a s. Nicola
confraternite, e nella protezione del di Rari , con curato e due bene-
cardinale Carlo Odescalchi è suc- ficiati: il principale protettore del
cesso il cardinal Paolo Polidori luogo è Cataldo vescovo di Ta-
s.

Patrono principale è s. Sebastiano ranto. Sulla cima del monte, alla


martire, s. Fiocco si venera come cui pendice giace Supino, esiste un
avvocato, e s. Antonino martire forte di remota costruzione, costi-
come comprotettore, la cui festa si tuente ora un'abbazia, ed un bene-
solennizza con grande e di vota pom- fizio sotto il titolo di s. Giovanni,
pa. Epoi rinomata la processione ma la chiesa era da ultimo diruta.
del Corpus Domini, che in questo Quando in Anagni Bonifacio Vili
luogo si celebra, pel complesso del- fu arrestato dai Colonaesi , uniti
le sue edificanti circostanze. a questi erano Supino i nobili di
Strangola galli è un luogo gra- e di Ceccano, segno che vi erano
zioso situato in colle, già riedifica- in Supino persone nobili e poten-
to nel pontificato d' Innocenzo IV ti. Supino die alcuni uomini illu-
e verso l'anno 12 53, sotto Gio- stri, come d. Camillo Foglietta ab-
vanni vescovo di Veroli perchè bate mitrato di Marino, d. Nilo
,

era stato dato alle fiamme dagli Alessandrini abbate de' basiliani di
invasori della provincia di Campa- Grotta ferrata, ed altri. La tenu-
gna. E un sito ferace di tuttociò ta o villaggio di Porciano, egual-
che occojie alla vita; e nelle vici- mente nel governo di Ferentino,
nanze si ritrovano vasi cinerari di è del capitolo. 11 Ricchi nella sua
terra cotta, ed altre antichità. Reggia cle\'olsci non solo a pag.
FERENTrao (redi). Sede vescovi- i33 tratta di Ferentino che chiama
le, e capoluogo di governo, nel pure Fiorentino, de' suoi antichi
quale sono racchiude le comuni di pregi, e di alcune sue lapidi, ma
Morolo e di Supino, forse originate ancora della Ecetra o E- città di
dall'antica città di Ecetra, delle clielra colonia latina a p. 248. Di
quali facemmo cenno al citato ar- questa egli dice che fu annoverata
ticolo: solo qui aggiungeremo, che fra le sette regie città volsche, ri-
Morolo oltre la collegiata ha tre portandone le testimonianze di Gla-
chiesuole snburbane, una delle qua- riano e di Dionisio. Livio la pose
li è sagra alla Eeata Vergine delle ne' confini degli ernici , equi , e
Grazie, e che ne fu barone Oddo- volsci, ma non si può stabilire il

ne Colonna , che ivi colla sorella luogo ove propriamente surse, ben-
rSobilia fu imprigionato, come pu- ché Livio nari'a un fatto di armi
re che nel 12 16 se ne impadronì tra i romani e i volsci accaduto
il conte di Ceccano, e vi perirono fra Ferentino ed Ecetra di già ,

più di quattrocento abitanti, ed il saccheesiata da Fabio Ambusto


co >

più rimarchevole de! paese rimase e l'invasione de'medesimi volsci da


dalle fiamme consunto. Di Supino due eserciti inviati dai liibuni,
^o§'U"gei'emo che tre sono le sue l'uno sotto la direzione di Spurio
FRO FRO 281
Furio, e Marco Orazio alla volta bile è il quadro di s. Elisabetta,
di Anzio, l'altro sotto il comando ed il pulpito di noce ben intaglia-
di Quintilio Servilio, e Lucio Ge- to; la piazza eh' è dinanzi è deco-
ganio a mano sinistra verso Ece- rata di pubblico fonte. Tra i fab-
tra. Tuttavolta non può con cer- bricati diquesta terra, ve ne sono
tezza assegnarsi il luogo dell'antica alcuni di gotica maniera; ed avvi
Ecetra, diverse essendo le opinio- la borgata chiamata Aringo. Vi so-
ni di Cluverio. La città fu espugna- no due ospedali, uno pei poveri,
ta da Coriolano, quando disfece tut- l'altro pei pellegrini; le maestre pie
te le città convicine, come Longola, per l'istruzione delle donzelle, e gli

Satrico, Sezze, e Polusca, nello stes- avanzi del monistero celebre di s.

so tempo che i corani si dierono Luca, le cui monache nel 587 1

a patti, siccome scrive Dionisio. furono trasportate in Alatri dal ve-


Però fr. Bonaventura Theuli, nel scovo Ignazio, con beneplacito di
suo Teatro iston'co, in cui tratta di Sisto V : vi professano la vita mo-
molte città e luoghi de'volsci, dice nastica nobilissime religiose, ed eb-
che Ecetra sia stata ov'è ora Mon- be insigni benefattori , fra' quali
te Fortino. Di Prosinone ne parla Paolo III; la chiesa tuttora sussiste
a pag. 36. 11 medesimo Ricchi nel ed è dedicata a s. Michele arcan-
Teatro degli uomi/iì illustri nelle gelo con parrocchia, e titolo ab-
di

armi, lettere e dignità, che fioriro- bate. Tra le bolle pontificie che o-
no nell'antichissimo regno de\'olsci, uorano Guai'cino, nomineremo quel-
a pag. 128 e seg. tratta di quelli le di Alessandro III, Lucio IH, ed

di Ferentino. Onorio III. Gli abitanti sono assai


GuAEciNo, Guarcemun. Capoluogo divoti a s. Agnello, che ha culto in
di governo nella diocesi di Alalri, gia- romitorio veramente pittorico. Guar-
un monte che sebbene
ce alle falde di cino ha soggette le comuni di An-
alquanto umido per la vicinanza ticoli, Filettino, Trivìgliano, Torre,
del fiume Cosa, e per le sue fontane, Ileo e Tre%'i.

fu già commendato da Coluraella Anticoli è situato su salubre colle,


per la salubrità delle limpide ac- circondato da mura castellane, con
que, che dalla rupe zampillano. Il vari torrioni all'intorno quadrilateri
fabbricato degli abitanti costituisce le e rotondi guasti dal tempo. Fu già
mura castellane, essendovi però all'in- luogo ed ha una vasta e bella
forte,
torno quattro torrioni di forma roton- chiesa collegiata, dedicata a s, Pie-
da con le porte urbane nominate: tro, con arciprete ed otto canonici;
del Cardinale, perchè ivi ei'a la casa fuori del paese e in silo ameno so-
del cardinale Tommasi ; di s. Be- no i cappuccini, cosi avvi un'acqua
nedetto, fuori della quale eravi u- minerale salutifera chiamata Fingi,
na parrocchia a tal santo dedica- che si scarica nel lago Sparagato che
la ; di s. Nicola, perchè introduce produce del pesce. Bisogna dire che
alla collegiata al medesimo sacra ;
anticamente vi fosse acqua eccel-
e di s. Angelo, per egual motivo. lente, perchè dimorando Bonifacio
Bella è l'architettura della colle- YIII in Anagni, sotto la cui dio-
giata di s. Nicola vescovo di Mi- cesi è Anticoli in questo luogo ,

ra, con vaga cupola, ed ornamen- mandava a prenderne ogni giorno i

ti di stucchi e dorature : osserva- cursori per usarne. Alessandro VI


aSa FRO FRO
infeudò Anticoli al cardinal Asca- altri castelli. Nicola figlio di Bella
nio Sforza, ma i5oo glie-
dipoi nel nel 1371, con gente armata occu-
io tolse, per darlo con gran nume- pò Filettino, mentre Maria di Cec-
ro di terre e castella poste in que- cano sua madre con le armi ripre-
ste contrade, ai suoi figli Borgia, se Valle Pietra. Restituitasi da Gre-

come si legge nel Ratti che ne ri- gorio XI la residenza pontificia ia


porta la bolla, nel tom. I, p. 383 Roma nel 1377, passò quindi ia
della Famiglia Sforza. Anagni. Quivi avanti di lui si u-
borgo situato nella catena
Filellino, miliarono Nicola, Antonio, e Tuzio
degli Apennini, dove ha scaturigine fratelli Caetani , ed il Papa con
il fiume Aniene,e dove si gode un'aria breve de' 2 novembre li assolvette
sana per la sua elevatezza. La chie- dalle censure, e restituì loro i tolti

sa collegiata e parrocchiale fu eretta castelli. Dipoi nel 1420, essendo mor-


nel 1236 da Gregorio IX; è dedi- ti i tre fratelli, passò il dominio in
cata all' Assunzione di Maria Ver- Onorato figlio di Antonio, che mo-
ne, ed è ufficiata dall'arciprete, e rendo nel 1482 lasciò erede il fi-
da cinque beneficiati. E suburbana glio Antonio, con atto dato in
la chiesa di s. Nicola vescovo di Filettino. In questa terra nell' an-
Mira, che dicesi fosse costruita da no i5i5, e nella rocca, col con-
s. Benedetto, ed il rettore che l'ha senso di Caterina figlia di France-
in cura gode il titolo di abbate. sco Onofri di Roma, come tutrice
Vi è spedale pei poveri, e scuole di Antonio , R^inaldo , e Roberto
elementari come in altri luoghi. Caetani questi venderono il caste!
,

Vuoisi anzi che quivi Benedetto s. della Torre e suoi vassalli a Cesa-
vi erigesse il terzo suo monistero : re Caetani figlio di Antonio col
questo territorio forma il confine mero e misto impero. Indi nel 1 534,
degli ernici. Filettino vanta la sua per morte di Cesare, passò il do-
origine dagli antichi latini, le cui minio di Filettino e di altri luo-
colonie stazionavano nel suo ter- ghi ai suoi figli Antonio, Prospero,
ritorio, per impedire ai pugliesi di e Mario ; ma essi vennero oppres-
invadere le contrade Ialine;
po- il si e spogliati da Sciarra Colonna.
polo fu sempre devoto ai romani, Ricuperarono il tolto quando Cle-
e diportatosi valorosamente nella mente VII colpì r usurpatore con
guerra seguita presso le forche Cau- sentenza di scomunica. Nel i556
dine, venne con tutta ragione ap- Antonio Caetani lasciò a Meozia
pellato : Filectinus, idest fìdelis la- Colonna sua moglie il castello di
liiìus. Filettino, come Trevi e Val- Filettino. Nel i6o4 trovansi succes-
le Pietra , appartenne ai potentissi- sori di lui, e possessori del castello
mi Caelani, a' quali Bonifacio Vili Scipione ed Onorato Caetani, e nel
glieli concesse in investitura agli 161 leggono ili tal dominio Mu-
I si

II settembre del 1297 nella per- zio, Benedetto, e Scipione.


Cesare,
sona di Pietro. 11 di lui figlio Bel- Nel 161 4 gravata essendo l'eredità
la Caetani, profittando dell'assen- Caetani, fu venduta Valle-Pietra
za dei Papi residenti in Avignone, con autorizzazione di Paolo V, per
usurpò varie terre di ragione della scudi mille 1670
quattrocento. Nel
Chiesa, laonde i ministri pontificii li 29 aprile nel Sommario Anagni-
s'impadronirono di Filettino, e di mo si legge. ' Possessio capta per
FRO FRO 283
» ecclesiam Anagninara uti de de- ricche. Nello stesso territorio
per
M voluto ob lìneam finitam per andare verso Trisulti, evvi un av-
» niortem d. Horatii Caetani feuda- vallamento di terreno circolare nel
" farli et ultimi possessoris terrae vivo tufo, nella cui profondità so-
" Vallis Petrarum sine filiis mascu- no alberi che formano quasi
tanti
» lis illiasque universi territorii, juris- selva, ed ove sono serpi ed allri
" dictionis, et dominii, mero, et mi- nocivi animali. Tale luogo si chia-
" xto imperio ". ma il pozzo di Santullo o Jaiitul-
Trivigliano è una terra situa- lo, e vuoisi che sia un antico cra-

ta sopra di un monte in clima sa- tere.


no: prima eranvi varie torri, delle Trevi, terra che giace sulla ci-
quali se ne vede alcuna mutila- ma d' un monte sassoso, la qua-
ta, e due porte chiudono il paese. le dicesi sorta dall'antichissima cit-

Presso i vasti suoi prati vi è un tà di Trevi nell' Umbria. I suoi


lago proveniente dallo scolo delle abitanti vennero detti Irebani, tre-
montagne, ed esso forma pure al- vesi, trevigiani ec. ; Tolomeo chia-
tro laghetto. mò Treba, ubi moiites Trebani ad
Torre è un castello come Trivi- ortiim Anienis ; e nelle antiche
gliano della diocesi d^ Alatri, situa- scritture si legge Castro de Trebìs,

to su monte alpestre, ma di eccel- e Trebanos moates. Alle radici del


lente clima. La chiesa parrocchia- monte su cui è Trevi, vi passa
le è Assunzione della
dedicata all' r Aniene, il quale nasce due mi-
Beala Vergine, essendo di ben in- glia distante, e nel salire rimane
tesa struttura. I Caetani vi hanno a destra passandosi due monti al-
palazzo baronale assai nobile, con la cosi detta Mola di Trevi : vi si
forti speroni alle muraglia, e tor- respira un'aria ottima, ed è ricca
rione : i quattro vicini lorrioncini di acque perenni ed abbondan-
prima spettavano a tal famiglia, di ti. Prima di giungervi per la pub-
cui è la terra con titolo di contea. blica strada vi è un tempiet-
Vico è una terra situala su di un to sacro alla Madonna del Ripo-
monte tutto vestito di olivi, la cui so in gran venerazione, ed eret-
chiesa parrocchiale è insigne colle- to dai popolani nel i483 per aver-
giata, con bel quadro rappresentan- lila Beata Vergine liberati dal
te lo Spirito Santo, ma è dedica- morbo, dal duca Alfonso di Cala-
ta a s. Michele arcangelo. È cir- bria, e dai suoi soldati cristiani
condata di mura castellane, e da e turchi; questi erano al suo ser-
ventiquattro torri, con tre porte vigio in numero di mille e cin-
ed antiporte di gotico stile, essen- quecento , che nel pontificato di
do le ultime dirute in gran parte: Sisto IV
depredarono il Lazio, e
questi edifizisono opere de' bassi bruciarono molte terre e castelli,
tempi. Avanti la porta detta a scorrendo tutta la Campagna nella
Monte vi è una bella fontana, la guerra de' fiorentini e veneziani
cui sorgente trovasi alla montagna poscia disfatti da Roberto Malate-
detta dell'Olmo; e a mezzo di un sta con grande strage. 11 luogo do-
condotto lungo circa due miglia, ve questa successe prese il nome
è pwtata
r acqua nel luogo, il di Camponiorto, al presente tenu-
quale è abitato da molte famiglie ta della basilica vaticana, come si
284 FRO FRO
descrisse nel voi. XII, pag. 3i4 e getti antichi. Ebbe Trevi l'onore
3i5 del Dizionario. Unita alla della sede vescovile , e la chiesa
capi>ella della Madonna del Riposo, di Teodoro per cattedrale; di-
s.

vi è quella dedicata a s. Sebastia- cendoci Commanville che l'eresse


no, ed eretta nel 14^6. La rocca nell'anno i 100 il Pontefice Pasqua-
o castello di Trevi, fu chiamata le II, e continuò sino al 1260 cir-
un tempo Civita ; ed era vasta e ca, nel qual tempo da Alessandro
ben munita, come lo era Trevi IV fu unita a quella di Anagni ;
che avea intorno baluardi e torri. ciò afferma anche Baudrand, tutta-
La chiesa collegiata è antichissi- volta questa sede vuoisi di oiigine
ma, unita da Bonifacio Vili a più antica, e durata per ceutocin-
quella di s. Cosma. Essa fu dedi- quant'anni, finché per la tenuità
cata a s. Maria, ed è ufficiata da della mensa vescovile nel io55 da
dodici canonici comprese le dignità Vittore li fu unita ad Anagni, loc-
di abbate detto di s. Teodoro, di chè confermarono diversi Papi, come
arciprete, di teologo, e di peniten- Urbano II, Pasquale II, Gregorio
ziere, essendo la terra nella dioce- IX, ed Alessandro IV. In fatti

si di Subiaco, a cui in ogni tempo Treba conservò il titolo di città,

fornì sagri ministri. Importante è e di vescovato, anche pei quattro


l'archivio di detta chiesa, massi- secoli successivi alla soppressione.
me pei mss. del gesuita d' Antoni All'articolo Genazzano (P^edi) si

di Trevi, e riguardanti le memo- dice che nei primi anni del secolo XI
rie di ciascun luogo del Lazio, e era feudataria di Trevi Francesca,
la celebre abbazia sublacense. Nel- che sposando Giovanni signore di
la sagrestia si conserva l'abito di Genazzano, a questa baronia si

s. Pietro eremita protettore di Tre- congiunse quella di Trevi, le qua-


vi, mentre sotto l'altare maggiore li poi idonarono al mo-
coniugi
riposa il di lui corpo; nel luogo nistero sublacense. Nel i2gg Ste-
ove visse fu eretto un oratorio fano e Baldovino de Rossi di Tre-
con la sua statua di marmo scol- vi, venderono al cardinal France-
pita dal Gramignaui, con un ange- sco di s. Maria in Cosmedin, ed a
lo, scoltura dell' Algardi, giacché Pietro Caetani conte di Caserta,
il santo è in gran venerazione ,
la quarta parte della signoria che
pel potente suo patrocinio fatto godevano in Trevi, Filettino, Val-
sperimentare ai trebani. Inoltre la le Pietra, ed in Colle Alto. Sotto
sagrestia possiede due interessanti Loffredo figlio di Pietro ebbe luo-
calici di gotico disegno, e due cro- go una divisione tra fratelli sui
ci capitolari a due facce, secondo paterni dominii; ed alla morte di
l'uso de' bassi tempi. Treba fu già Loifredo pervenne la terza parte
colonia e municipio de' romani, e dei beni a Bello Caetani suo ni-
città considerabile, coi rispettivi pote, che scelse Filettino, Valle
magistrati, con arca o erario; in Pietra, e Trivigliano. Nella crona-
un tempo si governò a modo di ca sublacense del monaco treviren-
repubblica, ed ancora esiste qual- se p. d. (Cherubino Mircio, sono
che avanzo o memoria di sua im- descritte le guerre tra gli abbati
portanza, non che interessanti lapi- sublacensi ed i seniori trebensi
di, e si rinvengono monete ed og- con gli assedii de' loro castelli di
FRO FRO 285
Genna, Coli' A Ito, e Monte Porcaro già fornita di cannoni di gran ca-
prima detto Preclaro, non che le libro. La miglior posizione del pae-
concordie tra medesimi stabilite nel
i se per le vedute è la piazza detta
iii3 fino all'anno 1161, con al- della Corte, così appellata per es-
tre memorie della potenza ed o- servi la residenza governativa, già
pulenza di Trevi, e la serie delle domicilio dei baroni che signoreg-
possenti famiglie Conti e Caetani giarono il luogo. A tramontana si

ch'ebbero il dominio diTreba per vedono gli avanzi di due torrioni


più di due secoli. Erano diversi i quadrilateri, e sulla piazza alta torre
monisleri, e le chiese del territo- alquanto bislunga. Da essa si pas-
rio di Trevi; ora appena ne se sa al palazzo baronale, sul di cui
vedono le rovine , cioè del moni- ingresso sono ancora le impronte
stero di s. Salvatore ad cotnuiies del tormento della corda: nella
aquas, di s. Leonardo con chiesa torre vi furono sino a settecento
abbaziale e collegiata dedicata a s. armati di presidio, quando per ci-
Pietro, di s. Mauro, di s. Miche- vili discordie gli abitanti venivano
le arcangelo, e dell'abbazia di s. oppressi dalla nemica e vicina ter-
Teodoro de Trebis. A Trevi erano ra di Banco. Allorquando Carlo
prima soggetti Vico Moriciuo, Colle Vili re di Francia nel 149^ con
Alto, Monte Antolino, Monte Porca- poderoso esercito pel territorio di
ro, Cominacchio, Casarena, ed Or- Veroli si diresse alla conquista dei
sano , tutti castelli distrutti. Mol- regno di Napoli, fermandosi a Ca-
ti poi furono gl'illustri trebani che samari, ad evitar qualche affronto
si distinsero nella pietà, nelle let- nel passaggio per Monte s. Giovan-

tere, nelle dignità ecclesiastiche, e ni, inviò agli abitanti per ottener-
nelle armi. lo pacificamente tre ambasciatori,
MONTESANGIOVANNI. CapoluOgO di che a lui tornarono col naso e Te
governo nella diocesi di Yeroli, orecchie recise. Irritato Carlo Vili
chiamato un tempo Castelforte , è da tanto affronto, dal vicino mon-
situato su elevata cima alla destra te di s. Marco fece cannoneggiare

sponda del fiume Liri, che divide il castello , la vecchia torre e le


il napolitano dal pontificio territo- mura castellane ; per le cui aper-
rio , e fu già rimarchevole luogo ture dopo terribile attacco , entrò
feudale, prima dell' illustre casa r esercito francese , il quale senza:
d'Aquino, poi del marchese di Pe- riguardo ad età , sesso e condizio-
scara ossia del Vasto, che lo alie- ne ,
passò a fil di spada tutti gli
nò alla santa Sede, unitamente al sconsigliati abitanti; solo scampan-
castello di Strangolagalli. Ne fece do la morte quelli che rifugiaion-
l'acquisto nel iSqS Clemente Vili si ne' sotterranei del palazzo baro-
a mezzo del suo depositario Giu- nale, uscendone terminato il mas-
seppe Giustiniani , e lo soggettò sacna ed il saccheggio. Nel mede-
alla bolla di s. Pio V, che vieta a- simo palazzo, ora residenza dei go-
lienare i beni della romana Chiesa. vernatori, si vede il carcere ove
Nella parte più elevata sono due visse un tempo rinchiuso per ordi-
Ioni di magnifica costruzione tra : ne de' fratelli e della madre san
di esse esiste ancora l'antico palaz- Tommaso d' Aquino, alla cui fami-
zo e le mura dell'antica fortezza, glia allora apparteneva il paese, sic-
286 FRO FRO
come indispettiti dall'avere egli ab- Aquiro di Roma essa è dedicata :

bracciato lo stato religioso, ed ove a s. Angelo ove si ammira il di-


,

egli virtuosamente fugò quella diso- pinto che rappresenta s. Sebastia-


nesta donna che voleva sedurlo. Dopo no nella cappella del ss. Sagra-
,

la beata sua morte la prigione fu con- mento, che vuoisi della scuola di
vertita in elegante cappella, i:on bel Tiziano. Avvi un quadro di s. E-
pavimento, al presente pubblico o- midio dipinto dal Conca. La piaz-
ratorio. La chiesa suburbana di s. za è bislunga, e la via chiamata il
Pietro alla porta di Rendola o di Corso, ha di fronte il vasto fabbri-
s. Rocco, così detta per esservi in- cato o palazzo Filonardi: dentro il
contro un piccolo tempio sacro a cortile di esso è la chiesa di s. Pie-
tal santo, è di buona architettura, tro, dove in luogo sotterraneo si

ed a croce greca : questa chiesa di conserva con molta divozione il

s. Pietro appartiene ai certosini, che corpo di s. Pietro Ispano, singoiar


vi nominano il parroco. Vi è pure protettore della terra. Vi è il mo-
la chiesa collegiata, detta di s. Ma- nistero delle monache benedettine,
ria della Valle. Monte s. Giovanni il convento de'minori conventuali,
ha sotto la sua giurisdizione il pic- le scuole pubbliche e le maestre ,

colo appodiato di Colli; e soggiace pie. Rauco fu patria di diversi uo-


al suo governo la comune di lìau- mini illustii principalmente dei
,

co, nella diocesi di Veroli. Al pre- marchesi Filonardi, famiglia chiara


sente Monte s. Giovanni si onora per pietà, dottrina, valore e digni-
di avere per cittadini monsignorii tà ecclesiastiche. Paolo III nel i536
Carlo e Stefano fratelli Yizzardelli creò cardinale Ennio Filonardi na-
ambidue canonici Liberiani per no- to in Rauco, e morto in Roma ai
mina del Papa che l'egna, il quale 19 dicembre 1
549 , *^poca tanto
in oltre al primo conferì 1'
uffìzio contrastata dagl' istorici , come il

di segretario delle lettere latine col- luogo di sua tumulazione : il suo


la prelatura domestica, poi la ca- corpo fu trasferito non nella chie-
rica di segretario della congrega- sa di s. Sebastiano, come dice il
zione degli affari ecclesiastici; al se- Cardella, ma nella chiesa arcipre-
condo r incarico di consigliere pres- tale di Rauco nella cappella di s.

so il delegato apostolico di Porto- Sebastiano , ove gli fu eretto un


gallo , e da quella corte decorato magnifico deposito di pietra della
col titolo ed insegne di commen- vicina cava detta Sorola, somiglian-
datore degli ordini della Concezio- te al peperino esso consiste in ur-
:

ne e di Cristo. na semplice ed elegante, su cui gia-


Banco è posto su alto monte, con ce sedente la figura del cardinale.
aspetto maestoso, cinto da mura ca- Paolo V nel 161 i creò cardinale
stellane, e da dieciotto torricelle, par- Filippo Filonardi nato in Rauco,
te di figura rotonda, e parte quadri- e morto in Roma nel 1622, il cui
latere. Ha belle e piane strade, e co- cadavere, trasportato in patria, fu
modo passeggio intorno alle mura. I tumulato nella tomba de' suoi an-
templi sono graziosi, mentre la fac- tenati. Nelle biografie di questi due
ciata della chiesa arcipretale è dise- celebri cardinali facemmo cenno di
gno del cav. Subleyras, formata a alcuno altro individuo della fami-
somiglianza di quella di s. Maria in glia Filonardi; mentre agli articoli
FRO FKO 287
Ferrara ed Elemosiniere del Papa no altre fonti, prendendo ii fonta-
[Fedi) parlammo del pio e virtuo- nile di s. Quirico nome da un ro-
so monsignor Filippo Filonardi ele- mitorio a tal santo dedicato. La
mosiniere di Pio VII e di Leone chiesa arcipretale è dedicata all'a-
XII, il quale io promosse all'arci- postolo s. Pietro, alla quale antica-
vescovato di Ferrara , ove mori in mente era unita una canonica, co-
benedizione. me narra il Cecconi a p. 108. Sul
Palia\o (Fedi). Sede di gover- dorso del nominato tetro ed alto
no, diocesi di Palestrina, da cui di- monte Carbone , si vedono gli a-
pendono le comuni di Piglio e Ser- vanzi di un forte di opera lateri-

rane, li Serrone, Serro ^ Castrimi zia che tiene sottoposta tutta la


Surronis, e Castruni Ferronis, pren- terra, presentando la figura d'una
de ii nome dal cliiamar che fece- cetra ; tale rocca venne eretta dai
ro i Ialini serra quell' isfromento Colonnesi nelle guerre civili. Sul
che noi diciamo sega ; quindi per vertice di esso monte venne a s.
la somiglianza che passa tra 1 den- Michele arcangelo edificato un tem-
ti della sega , e le punte di certi pio, con vicino romitorio spettante
dorsi di monti, fece dare a questi alla comunità, custodito da un e-

ancora il nome di Serra in Italia, remita, e in divozione presso il po-


e di Sierra in Ispagna; e questa polo. Vi è pvu'e la chiesa di s. Roc-
circostanza die origine al nome di co, eretta dalla pietà de' fedeli in
Serrone, che ha il dorso prolun- tempo di pestilenza. Nella cronaca
galo fra Paliano e Piglio nella di- di Fossanuova si narra come ro- i

rezione da lebeccio a greco, le cui mani a' 19 aprile ii84, dopo aver
punte estreme sono denominate, devastato le campagne tusculane
verso lebeccio s. Maria a Paliano incendiarono Paliano e Serrone, e
e verso greco Serrone. Quest' ulti- poscia se ne tornarono a Roma.
ma ha sulla falda meridionale la Il Cecconi assegna a questo disastro

terra dello stesso nome , di fronte l'anno i i83, come si legge a pag.
al monte Carbone , tra ii confine 254 della Storia di Palestrina j ma
degli equicoli, e degli ernici al cui il Petrini a pag. 1 3o delle Memo-
antico territorio appartiene Serro- rie Prenestine, sta per l'anno i i84-
ne. La popolazione in parte abita Passata questa catastrofe Serrone ,

nel piano lungi un miglio, nei luo- e Paliano si popolarono di nuovo;


go detto la Forma da un
vascone non erano però sotto un solo feu-
d'acqua di forma circolare, pubbli- datario , ma sotto vari signori , i

co lavatoio, ove esiste una cura ru- quali si facevano una guerra sì ac-
rale, trovandosi ruderi del tempo canita fra loi'O , che il Pontefice
de' romani di sotterranei chiamati Gregorio IX, come narra il Petri-
volgarmente le grotte, presso una ni a p. 1 34, nel 123-2 volendo por-
chiesa dedicata al ss. Cuore di Ge- re un termine a tal disordine fece
sù : ivi sono
pure alcuni avanzi occupare Paliano e dopo averlo ,

d' un grottone, opera romana fat- messo in istato di buona difesa in-
ta ad opus Signinnni pel modo cui dusse i magnati e condomini del-
venne edificato ; e questo formava le due terre suddette a venderglie-
parte di sontuosi bagni. Oltre l'ac- le , siccome si trae dai documenti
qua perenne del vascone, si trova- di tale vendila e cessione: il Cec-
288 FRO FRO
coni aggiunge a p. i6i, che Gre- belli conventi de' conventuali e dei
gorio IX proib\ che tah luoghi si minori riformati: il primo è situato
alienassero dalla santa Sede. Dalle sul monte , ove dimorò e morì il
mani di Gregorio IX Serrone e Fa- b. Andrea Conti anagnino, le cui
llano passarono in quelle de' suoi ni- ossa si venerano nella chiesa di
poli, Segni, che li
cioè ai conti di S.Lorenzo, speciale protettore del
possederono sino i38g, nel qua- al paese; l'altro è posto in piano, con
le anno Uibnno \I discacciò da nobile ed elegante chiesa dedicata
queste terre lldebrandino ed Adi- a s. Gio. Battista. Allorché nel i65.5
nolfo Conti, che nel 1378 a vea ri- la peste desolò queste contrade , i

conosciuti come signori. Però il popolani ricorsero alla Madonna


successore Bonifacio IX ne li rimi- della Rosa che si venerava , me-
se in possesso , e dichiarò vicari diante un'immagine, entro la sua
per anni ventinove; quindi Giovan- cappella, ove poi fu fabbricata dal-
ni XXIII confermò le investiture la riconoscenza de' fedeli la chie-
di Bonifacio IX, ed inoltre le este- sa. Antica che vanta
è l'origine
se a favore d' lldebrandino e dei Piglio d'Anagni, dicendo il Piazza
suoi figli fino alla terza generazio- nella Gerarchia cardinalizia, ed
ne. Assunto però al pontificato Mar- altri, essere stato fabbricato per or-

tino V, ne dispose a favore di Anto- dine di Quinto Fabio, quando con


nio ed Odoaido Colonna suoi nipo- Quinto Marcello si recò nel paese
ti, ed i loro discendenti conservano dei IMarsi contro il capitano car-
ancora i titoli feudali di queste taginese Annibale , e che lo chia-
terre, che soggiacquero a tutte le masse Pileum dall'essergli stato por-
vicende politiche dei Colonnesi , e tato via da furioso vento il cap-
nella guerra sotto Paolo IV Caraf- pello dal capo laccolto da' suoi
,

fa, Serrone fu incendialo a' 18 di- soldati, ciò che Q. Fabio prese iu
cembre i556. Presso il luogo chia- segno di felice augurio. Come feu-
malo la Forma vi sono pure gli do. Piglio fu signoreggiata dai Co-
avanzi di altre antichità, che fanno lonnesi.
congetturare di qualche città, o al- PiPERxo i^Vecli). Sede vescovile
meno di splendida villa. Nel fondo e capoluogo di governo, nel qua-
detto Mora del fattore, sul confine le vanno unite le comuni di Roc-
col territorio di Piglio, vi sono ri- ca^ecca, di Maenza, di Prossedi
marchevoli rovine e rottami di coU'appodiato Pislerzo , e di Eoe-
marmi scolpiti. Il Petrini dice che cagorga. Il comune di Roccasecca,
nel iSaS con alcune rendite di diocesi di Pi perno, ossia di Terra-
Serrone fu formata una commen- cina , è situato sul dorso di un
da, forse la rettoria di Paliano e monte di vivo scoglio, di prospetto
Serrone , che soleva conferirsi ai alla città di Piperno, ma in piano
vescovi prenestini. ameno ed esteso, di forma ovale,
Piglio, luogo della diocesi di Ana- servendo le abitazioni di rama ca-
gni con chiesa collegiata e matrice stellane. Vi sono tre torrioni, e la
da nove beneficiati e dall'ar-
viffiziata chiesa dedicata all' Assunzione del-
\ ha pure la chiesa parroc-
ciprete. i la Beata Vergine; essendo il pro-
chiale dedicata a s. Lucia con abba- tettore della terra s. Massimo levi-

te e beneficiati. Vi sono ancora due la e martire, il cui corpo si vene-


FRO FRO 289
ra sotto l'altare maggiore. La chie- perchè quivi volsci massime pri-
i i

sa è ben costiutta , con regolare vernati facevano giustizia dei rei


facciata, per or-
la (|nale fu eretta col crocifìggerli ; indi nel suo in-
dine del cardinal Camillo Massimi. grandimento Terra
fosse appellata
Appresso vi è il palazzo baronale floridis, e aggiunge che vi fosse
si

di elegante e solida architettura ,


allevata la famosa Camilla figlia ,

in forma di parallelogramma. Ol- del re volsco Maratto o Metabo.


trele scuole elementari, vi sono le Da molti è scritto, che
storici si

maestre pie costituite nel 1823 dal sotto le mura


Roccasecca neldi
vescovo Carlo Cavalieri Manassi. pontificato di Giovanni XXII I, ai
L' Amasene divide il territorio di 19 maggio i4'i! Ladislao re di
Roccasecca, che è irrigato da mol- JN'apoli fu interamente disfatto dal

te salubri fonti. Avvi la chiesa sub- re Lodovico d'Angiò a cui il Pa-


urbana di s. R.afraele arcangelo pa avea dichiaralo appartenere quel
rovinala dai frequenti fulmini, con regno, e perciò mandato in suo soc-
pitture Domenichinodel quelle : corso Paolo Orsini generale della
dell'altare maggiore rappresentano Chiesa e Francesco Sforza
, altri :

la Madonna degli Angeli con To- , famosi capitani pugnarono in quel-


bia e Tobiolo, le nozze di Tobia ,
la famosa battaglia, e se l'esercito
la Probatica piscina, ed un angelo; non si abbandonava a far bottino,
più il vecchio che al comando di Ladislao avrebbe
ancora perduto
Gesù Cristo prende il suo fagotto, il regno. Ma questo avvenimento
folle grabatutn. Roccasecca con ti- non ebbe affatto luogo in Rocca-
tolo di marchesato nel i556 fu secca dello stato pontificio, sibbe-
acquistato da Lelio figlio di Luca ne in Roccasecca castello del re-
de Massimi e di Virginia Colonna, gno di Napoli, nella provincia di
da Giovanni Caraffa duca di Pa- Terra di Lavoro, nel quale ordi-
liano nipote di Paolo IV, che due nariamente suole risiedervi il ve-
anni prima l'aveva comprata dal- scovo d'Aquino, patria del dottore
la famiglia Conti signoia del pae- s. Tommaso d'Aquino (che altri
.se Camillo Massimo patriarca di
: dicono nato in Aquino), e di molti
Gerusalemme, poi cardinale, nel uomini illustri ; al presente vi è
1659 fece ornare la detta chiesa domiciliata la famiglia del vivente
di s. Maria degli Angeli , e di s. cardinal Anton Maria Cagiano- de-
Raffaele con pitture dal Domeni- Azevedo.
chino, giù ricordate, e dal mede- Maenza è una terra sottoposta
simo nel palazzo baronaie fece rap- cinque miglia di-
alla detta diocesi,
presentare la natività del Salvato- stante da Piperno; è situata su di
re. Dipoi i marchesi INIassimo, ora un monte dove si respira un cli-
principi , alienarono Roccasecca in ma temperato, per essere riparata
favore della principesca famiglia Ga- dai monti Lepini a tramontana ed
biielli coi diritti fendali.
, Rocca- a levante, con diversi buoni fab-
secca vuole che abbia avuto ori-
si bricati. Vi è una chiesa collegiata
gine dalle prossime rovine dell'antico insigne , sotto il titolo della Beata
Piperno, di cui essa era la rocca e Vergine assunta in cielo, con ca-
il forte; che avesse già nome di Ca- pitolo composto di otto canonici e
sullo della Croce, Caslniin Crucis, due beneficiati obbligati alla quo-
VOL. EXVII. 19
ago FRO FRO
tidiana ufficiatura : più allra chie- si recava a Terracina. La popola-
sa dedicata a s. Maria della Stella zione si fece trovare in detta via
con sei beneficiati, obbligati nelle con ogni segno di letizia e divozio-
feste ad intervenirvi. E pioteltore ne presso il grandioso e ben or-
,

del paese s. Eleuterio ; ha un con- dinato arco trionfale di verdura da


vento suburbano de' minori con- essa eretto, decorato dallo stemma
ventuali , le pubbliche scuole ele- pontificio, in mezzo a due ghirlan-
mentari, le maestre pie ed un ospe- de d'alloro, simbolo di trionfo, con
dale per gì' inferrai. Il castello di analoga iscrizione; mentre il suo-
Maenza appartenne ai potenti Cae- no delle campane del vicino paesC; e
tani ,
poscia passò ai Borghese, ed quello della banda musicale accom-
ora è della secondogenilura di tal pagnava gli evviva dei maentini.
principesca famiglia, cioè degli Al- Ivi la magistratura, il clero seco-
dobrandini ; ed è perciò che a que- lare e regolare con l' arciprete, e
sti appartiene l'antico forte di Maen- le principali famiglie di Maenza
za, fabbricato ragguai devole, al pre- ebbero l' onore di baciare i piedi
sente palazzo baronale: esso è di del Pontefice , sedente sul trono
figura quadrilatera avente a' tre an- appositamente innalzato per liceve-
goli tre torrioni che sporgono in re l'apostolica benedizione, che il
fuori, ed uno nel centro della fac- Papa benignamente comparti. Tor-
ciata che guarda il mezzodì. Si ve- nati gli abitanti di Maenza al loro
dono tuttora i luoghi pei spingar- municipio giubilanti per si piace-
di nel torrione più grande a tra- vole giornata , la terminarono con
montana , e dove sono altri vani generale illuminazione, come ave-
che guardano l'ingresso ed i lati vano fatto nella sera precedente
per difesa. Si ascende al forte per con fuochi di artifizio e suoni di
un ponte che dicesi
di materiale , banda, non che coli' accensione di
sostituito al levatoio, e che ha di- molti fuochi di gioia , che nel si-

nanzi una piazza ben difesa da mu- lenzio della notte riflettevano dalle
ra castellane. La singolare solidità cime di quegli Apennini , in mez-
di questo edificio, viene maggior- zo a cui siede Maenza, sino al fon-
mente resa tale dai forti speroni do delle cupe valli ; spettacolo ve-
esterni che lo cingono. E costan- ramente festivo, a cui deve aggiun-
te tradizione che in esso abbia gersi che i maenlini, quasi custodi
alloggiato s. Tommaso d'Aquino, di antica tradizione, onde celebra-
onde avvi una camera tenuta in re l'avvenimento, aggiraronsi nella
venerazione. Il forte è precisamen- notte pei monti, facendo risuonare
te collocalo sul vertice del monte voci affettuose di letizia per dare ,

in cui è fondata Maenza; nell'in- anche in tal modo al loro padre


gresso del salone si legge ; raimun- e sovrano un attestato innocente
DUS CAETANUS HANC ARCEM RESTITUIT di sudditanza e di amoroso attac-
Mcc. I campi di Maenza sono be- camento che un maentino espres-
5

ne coltivati , essendo ferace il ter- se con epigrafe che pose a pie del
ritorio.Il popolo maentino festeg- busto rappresentante Gregorio XVI
giò 5 maggio il passaggio che
a' nella sala comunale.
fece per la via Casilina il regnan- Prossedi appartiene alla diocesi di
te Gregorio XVI, che da Frosiuone Ferentino, e si eleva su bassa collina.
FRO FRO 291
La chiesa collegiata e parrocchiale è gli omaggi del vescovo di Ferenti-
dedicata a s. Agata, essendone coin- no, di monsignor Pietro de Caio- »jk

jirotcltore s. Sebastiano l'immagine


: lis chierico di camera fratello del
della santa scolpita in legno è un marchese, la presentazione delle
antico e pregialo lavoro. x\nnesso a chiavi della terra, e quelli di ven-
tal chiesa un mae-
è in costruzione tiquattro soldati ben monturati del
stoso e vasto tempio, degno di gran feudatario. Dopo aver Benedetto
città, con abitazione pel vescovo in XIII compartita la benedizione al-

tempo di visita: il Papa regnante, l'affollato popolo, fra gli evviva pro-
e il cardinal Antonio Tosti attua- seguì il viaggio per Sezze. Il no-
le protettore di Prossedi hanno minato Papa Gregorio XVI por-
contribuito elargizioni per tal fab- tandosi a Terracina, nel suindicato
brica. II paese è cinto da mura ca- gioino si fermò alquanto in Pros-
stellane, aventi due porte e sei pic- sedi -, festeggiato con bellissimo ar-
cole torri : nelle sue vicinanze e co trionfale tutto massiccio di bus-
sulla Urbana nel pontificato di
via si ed altra verdura tramezzata con
P>enedetto XIV, Livio de Carolis e- fiori, con iscrizioni a lettere d'oro.
resse una fontana. Questa antica Ivi venne il Pontefice condotto a
regione de' volsci fu popolata dopo braccia da una banda di giovani
la distruzione di Piperno vecchio terrazzani, cui fu permesso slacca-
da alcuni suoi abitanti, ed allora re cavalli del suo legno
i fu ri- :

chiamossi Perseì, come accenna lo cevuto dal vescovo diocesano mon-


statuto locale fallo nel 1671. Il luo- signor Benedetto Antonio Antonuc-
go ha dato alcuni eccellenti pittori, ci, dal clero e dalla magisUatuia.

ha clima eccellente, e fertile terri- Visitò la chiesa in costruzione, in


torio: avvi scuola elementare e le quella di s. Agata ricevette dal ve-
maestre pie. Prossedi anticamente scovo la benedizione col ss. Sagra-
appartenne alla famiglia Conti, dal- mento e la diede colla pontifìcia
,

la quale nel i544 l'acquistò Luca destra dalla loggia eretta sotto il
de Massimi che vi stabilì la prima palazzo baronale, fra le di vote ac-
primogenitura che si abbia notizia clamazioni deir esultante popola-
in P\oma, con titolo di marchesato, zione.
il quale dopo essere rimasto circa P'sterzo è appo dialo di Prossedi
due secoli nella sua discendenza, è che giace su arduo monte, avendo
ora posseduto dal principe Gabriel- per protettore s. Michele arcange-
li, in un al maestoso palazzo somi- lo. Fu già feudo della famiglia Mas-
"*
gliantead una rocca, con quattro simi , ed acquistato nel i544 col
torri quadrate agli angoli. Nel 1727 titolo di baronia da Luca de' INIas-
reduce Benedetto XIII da Beneven- simi, indi passò in proprietà della
to, venerdì -2 3 maggio onorò di sua principesca famiglia Gabrielli.
presenza Prossedi, vi ascoltò la messa Roccagorga è posta nella diocesi
celebiata nella chiesa di s. Agata dal Terracinese, in posizione veramente
cappellano segreto monsignor Lon- deliziosa , su feracissimo colle, con
go, e fu nel palazzo baronale trattato due borgate, e convenienti fabbrica-
magnificamente dal marchese Livio ti. Si vuole che nella distruzione del-
de Carolis, spettando allora a lui l'antico Piperno, certa Gorga matro-
il feudo di Pi'ossedi. Ivi ricevette na di quella città, si recasse in que-
292 FRO FRO
sto sito, e vi fabbricasse un palazzo la porta oltre Io stemma di tal fa-
ed una rocca; quindi in tempo di miglia vi sono busti di Giovanni
i

pestilenza dicési che fosse edificato Ginetti e di suo figlio Gio. Paolo,
il castello nella vetta del monte, con iscrizióne che dice avere tal
che fu abbandonato tosto che il nobile famiglia eretto il tempio nel
contagio svanì, e che molta di quella lyoS, e decorato con canonici e
popolazione quivi si rifugiasse. Ha beneficiati. Roccagorga anticamente
vasta piazza disposta con vaga sim- appartenne come feudo ai Caetani,
metria, e forma agonale: essa dalla poscia ai Ginetti marchesi di Castel
parte del palazzo baronale costitui- Ginetto, dai quali per eredità pas-
sce un semicircolo, avente due ra- sò nei Lancellolti , e da questi la

mi di che mettono ad un
gradini , comprò Bernardo Orsini duca
, di
falso piano da cui si giunge do- Gravina e principe di Solofra. In
po molti passi ad egual semicir- fine fu assegnata nel i8io per dote
colo terminato il quale si sale
, a d. Maria Teresa Orsini, quando si
al palazzo medesimo per due rami sposò col principe Doria Pamphily,
laterali ed eguali di scala. Dal la- la qual famiglia ora n' è signora.
to della collegiata si vede un re- Recandosi il Papa Gregorio XVf
cinto ovale per delizia e comodo nel suddetto giorno a Piperno, già
pubblico, e di prospetto all'ingres- capitale de' volsci, e municipio ro-
so del paese evvi un fonte di mar- mano, per passare a Terracina, gli

mo con tazza rotonda, che al no- abitanti di Roccagorga nel quadri-


minato recinto sovrasta. Nel pia- vio delle strade di Prosinone, Pi-
no della piazza vi è una copiosa perno Sezze e Roccagorga forma-
,

fontana d'acqua perenne, e dal- rono un piano regolare di circa


la parte del campanile sta il la- quaranta palmi di diametro, nel
vatoio. La chiesa collegiata è co- luogo così detto la Coua romana,
struita nella parte più eminen- e vi eressero un obelisco a finto gra-
te, e di prospetto al palazzo baro- nito orientale, dipinto a geroglifici
nale, maestoso e vasto, dove anti- tratti da antichi monumenti egizia-
camente era il tempio parrocchiale. ni, e sormontato dalle chiavi dei tri-
Vi è una piccola torre quadrilate- regno, dalla cui estremità tutta la
ra, che serve di pubblico orologio, mole era alta da terra cinquanta-
e lo adorna bel loggiato, di fronte tre palmi , compreso il piedistallo
alla collegiata. E bella la facciata
'

d'ordine dorico a finto marmo di


della chiesa con dignitosa gradina- Carrara, su i di cui specchi circon-
ta, leggendosi in alto: divis Leonar- dati da quattro statue rappresen-
do AC ERASMO MDccLxxv. 11 SUO in- tanti le virtù cardinali ,
parimente
terno è a tre navi, con tre cappel- a finto marmo chiaroscurate di
le per parte, con basi di travertino grandezza sopra la naturale, con le

ed eleganti stucchi. L'altare mag- loro basi d'ordine toscano, ed ana-


giore è adorno di marmi pregevoli, loghe iscrizioni italiane, latine e gre-
cogli stemmi del cardinal Ginetti. La ca, le prime due del canonico Gio-

sagrestia di forma ottangolare, con- vanni Pvivoltini, le altre tre del sa-
tiene i marmorei busti di Marzio e cerdote Fortunato Cassero maestro
Giuseppe marchesi Ginetti, Gio. di eloquenza nel seminario di Sez-
Francesco e IMarzio cardinali: sul- ze. 11 Pupa lodò l'obelisco e l'ar-
FUO FRO 293
tcfice Ignazio Niirclncci romano do- capo de^ i'olsci, a pag. 3i, la dice
miciliato in Roccagoiga, che am- poco lungi da Ferentino , che fu
mise al bacio del piede, insieme al presa nel cons. LXXXIV, essendo
clero, magistratura, ed altre distin- consoli Gneo Cornelio Cossio e Lu-
te persone, offrendoglisi fra gli ev- cio Furio Medullino; che restava
viva due sonetti. Presso Piperno è però intatta la rocca, ed i romani
il celebre monislero € chiesa di partivano confusi e senza vittoria,

Fossanuova (f^edi). se un servo non la dava


traditore
Vallecorsa.
Sede di governo ,
in mano che la combat-
de' nemici
diocesi di Gaeta nel regno di Na- tevano. Ora Valle Corsa sorge so-
poli, e borgo attorniato da mon- pra il primo ripiano di un monte,
tagne sempre verdi per le loro che quindi a più riprese s'innalza
foltissime selve, di buon clima. a più migliaia di piedi sul livello
L' abitato lo circonda, e gli ser- del mare, ed è un punto di con-
ve di mura, con quattro porte, e fine: Valle Corsa è non lontana da
diverse torri antiche che sono di s. Lorenzo^ che si pretende l'anti-
tratto in tratto in vari punti: fuo- ca Artena, dunque stando a tale
li del paese vi sono alcmie borga- opinione sembra che Valle Corsa
te. Dicemmo già che fra gli anti- e Verrugine non abbiano che una
chi popoli del Lazio i volsci occu- medesima situazione narrando il ,

parono non poca estensione di ter- medesimo Theuli a p. 43, che Ver-
ritorio, ed avevano nome di gente rugine, che Tito Livio, Decad. r,

eminentemente bellicosa. Vuoisi che lib. IV, disse Ferruginem in Voi-


confinassero cogli ausonii , ed il scis eodeni exercitiun receptani , fu
monte appellato Chiavino formasse presa da' romani e fortificala nel
imo dei limiti della divisione. Se- consolato LX,
per cui volsci ne i

guendo questa linea, Valle Corsa si fecero strepito grandissimo, laonde


troverebbe allora poco lungi da venne poi loro tolta ; ma nel con-
quel monte, e cos'i a taluno aman- solato di Gneo e Lucio mentovati,
te delle patrie antichità , come al fu perduta di nuovo. Antonio Ric-
eh. Michele di Mattia, che si pro- chi nellaReggia de' volsci a p. 243,
pone pubblicarlo colle stampe, è ci dà più ampie notizie di Ver-
sembrato di poter rintracciare a rucca o Verrugine, che qui ripor-
quale delle città volsche corrispon- teremo. Variò più volte il dominio
desse la recente Valle Corsa, cioè a di questo forte castello de] volsci,
Verrugine^ notevole comunità de' vol- perchè prima espugnalo dai roma-
sci,che entro teria si avea tal nome, ni, e da' medesimi fortifica lo l'anno
poiché si ha da Catone in un pas- 3io di Roma nei consolati di M.
so dell'opera perduta intitolata Ori- Gennuccio Arguino, e di C. Cur-
ginum , che ci è slato conservalo zio Filone, dicendo Livio loco ci-
da Nonio lib. 11, 909, e da Gel-
§ tato lib. IV, Laeti audicre patres
lio lib. Ili, cap. VII, ove si dice, votscos equosque oh conwiunitam
Verruca chiamarsi ed as[)ri. i siti alti J crrugineni fremere. Ma assalito di
Verrugine, secondo l'encomialo val- nuovo dalle armi volsche, tornaro-
lecorsauo, era non lontana da Ar- no a reintegrarsi di Verrugine, co-
tena, però il p. Theuli nel Teatro me spiega Valerio Massimo, nel
tilorico di VdleUi insigne ciltà e lib. HI, 0. 2, dicendo: C. Sempro-
294 1 l^<-> FUO
nio Atraliiiu constile cuiii volscis le di ferro, conservino le tracce di
apud Fermginein paium prospere quello di Feiruca. o Verruca, Ag-
Frualmente i romani do-
(liinicanle. giunge che i romani della colonia
po aver saccheggiato il luogo, e di Segni l'anno 3 io munirono
depredalo i campi de' volsci ed Verruca per frenare i volsci e gli
equi nell'anno di Roma 332, nel equi , quali se ne impadroniro-
i

consolato del Atratino e di


detto no nell'anno 347, i"^' venne ri-
Q. Fabio Vibulano, furono creati presa dai romani. Due anni do-
tribuni delle milizie con potestà con- po la ritolsero i volsci ai romani
solare Lucio Furio Medullino, C. che vi perderono il presidio per
Valerio Polito, Gneo Fabio Vibu- tardanza di soccorso. Ritolta dai
lano e Caio Servilio Ala: questi romani Verrugine, la presidiarono
con grosso esercito invasero Verru- di nuovo ; era in loro potere nel
gine, e riportarono vittoria median- 36 1, ed era stata occupata dal tri-
te strage sanguinosa de' popoli vol- buno militare C. Emilio con una
sci,come in due de' citati luoghi parte dell' esercito romano, mentre
narra Livio. Soggiunge il Ricchi l'altro tribuno Spui'io Postumio si

che oggi di Verrugine non si tro- die a saccheggiare ne- il territorio


va memoria de' suoi vestigi, ne pu- mico col restante delle truppe; que-
re il luogo dove sorgesse, e che so- ste però furono colle dagli equi,
lo insegna il Cluverio che slasse e forzate a guadagnare i colli adia-
ne' confini degli equi, fra Vellelri, centi, fra' quali Colle Sacco. Il tri-

Cori ed Algido, ed il p. Kircher buno infiammò i suoi alla vendet-


dice che Veirugine fosse nei cam- ta, assalirono i nemici , che però
pi ernici , confinanti con gli equi, impedirono le comunicazioni eoa
fra Ferentino e Segni , riposta in Verrugine. Le grida dei combatten-
una montagna vicina ad Antenna ti furono intese dal presidio di Ver-

ed Ecetra , la quale ancora viene rugine, e malgrado le rimostranze


disegnata da altri storici sopra una di Emilio abbandonò la terra e fug-
falda che avea contigui cinque mon- gii
per la gola dell'Algido a Tu-
ti.Antonio Nibby nel tom. Ili, p. sculo. Il d'i seguente però Postu-

472 e seg. AeW Analisi de dintorni mio sconfisse interamente gli equi,
di RomUj parla di f^errucaj Ver- e riacquistò la città; tanto la guer-
rucOi Colle di ferro ^ e dopo avere ra del 349, che questa del 36 1,
con opportune testimonianze spie- sono narrate da Diodoro nel lib.

gato il nome per una città posta XIV, e. VI e XCVIII, che in un


sopra un colle isolalo, aspro di ac- a Livio la dicono città de' volsci.
cesso e di ristretta dimensione, pas- Conchiude il Nibby, che dopo quel-
sa a dire come Livio la credette r epoca non si ricorda piìi Verru-
situata nella valle del Telerò o gine, che fu probabilmente abban-
Treroj opinando da quanto addu- donata, e che ne' tempi bassi sorse
ce, che un colle presso Monlefor- sulle sue rovine il castello di Colle
tino succeduto ad Artena de' volsci, Ferro, proprietà de' conti di Segni,
e che Segni, eh' era colonia romana oggi deserto. Il medesimo scrittore
fino dai tempi di Tarquinio il Su- poi discorre di Artena nel lom. I,
perbo, o Valmontone, che dice cor- p. 270, e dice che furono due, una
iispoudcie a Tulcriunt ovvero Col' fra Cere e Veii de' ceriti, l'altra

*«•
FRO FRO 295
nei volsci Ferentino ed Ecetra,
tra la di s. Antonio abbate, la quale
a cui dice succeduta la lena di prima che si concedesse ai sacer-
Monlefortino. Tultavolla in favore doti missionari del preziosissimo
di quelli che credono Valle Corsa sangue di Gesù Cristo , presentava
sorga presso l'antica Verrugine, di- nelle sue forme un' architettura di
remo che gli avanzi di antichi ac- stile gotico, non dissimile dagli avan-

quedotti, di casse mortuarie di la- zi di altri pochi fabbricati della stes-


ttrizio materiale, e il frequente rin- sa costruzione. Questa chiesa di s,
venimento di antiche monete d'ar- Antonio appartenne ai monaci, o
gento nei dintorni di Valle Cor^a, canonici regolari viennesi , i quali
j)uò fare argomentare quivi l'esisten- lascialo il locale fu poscia eretto in
za in remole epoche di una ragguar- commenda, essendone stati fra gli

devole terra. Che questa terra fosse altri commendatori, il cardinal Ce-
la Verrugine de' volsci, si diceche sare Baronio, ed il prelato Orazio
dopo la sua memorata distruzione Vittorio. Occupa poi una delle più
del 347 tosse quindi restaurata dal belle posizioni di Valle Corsa il
console Caio Curzio Filone, che convento dei religiosi francescani ri-
vuoisi appartenuta all'agro Fabra- formati ,
già ritiro dei girolamini
tenio che quivi quella famìglia
; del b. Pietio il boschettoda Pisa:
Curzia ebbe della possidenza che , annesso è delizioso, e tra le piante
si estendeva pur anco nei campi primeggia un cipresso singolare per
Verruginati quali stando a tale
, i bellezza ed altezza. L' ospedale fu
opinione da quel console presero fallo fabbricare da Filippo II nel
poscia la denominazione di f^allis i565, quando Valle Corsa si tene-
Curtia , ossia Valle della famiglia va in deposito dal duca d'Alba nel-
Curzia, donde provenne quello di la guerra contro Paolo IV. Tra gli
Valle Corsa, la quale conta più di uomini illustri che fiorirono in que-
quattromila abitanti, ed ha tre chie- sto luogo, ci limiteremo a mento-
se parrocchiali. La prima è dedi- vare Benedetto abbate del monisle-
cata a s. Martino vescovo è ma- ; ro di Monte Scaglioso; Flaminia
tricecon fonte battesimale. La se- sorella dell'avvocato Muzio Ferracci
conda è dedicata a s. Michele ar- che sposò vedovo Pietro Aldobran-
il

cangelo protettore principale del dini fratello di Clemente Vili, per


luogo il cui quadro è un bel di-
, cui Giulia nipote di Pietro sposò
pinto di Jacopo Zucchi. La terza Antonio Ferracci nel i5g3: della
è dedicata alla Beata Vergine. Ognu- stessa famiglia Ferracci vi fu An-
na di queste chiese ha un rettore, tonio che scrisse l' insigne trattato
e due canonici : il rettore di s. Mar- de Cauielis, che nelle edizioni del
tino dignità del capitolo ha il no- secolo XVI si trova unito a quello
me di arciprete, gli altri due ret- del Cipolla. Molti valiecorsani si

tori sono chiamati abbati curati. recano in Roma ad istruirsi nelle


Questi nove capitolari si recano uni- scienze, essendo nella università ro-
tamente nelle rispettive domeniche mana degno professore nel testo ci-
ad officiareuna delle tre par-
in vile l'avvocato Pasquale de Rossi.
rocchie seguendo un certo ordine
, In tempo de'Colonnesi, baroni del
stabilito Tra le altre chiese di
. luogo. Valle Corsa fu capoluogo; eb-
Valle Corsa merita menzione quel- be già sotto di sé Falvateira e Pi-
296 FRO FRO
sterzo.Divenuta governo centrale zione di Campagna, nella dioce-
ebbe per appodiati Castro, s. Lo- si di Feienlino. Qui scaturisce il

renzo e Pisterzo il quale fa ora


, fìtune Amaseno in sito detto le Set-
parte del governo di Piperno. La- te fonti: forse l'abbondanza di que-
onde al presente solo racchiude le ste acque avendo richiamato per-
comuni di Caxtro e di s. Lorenzo. sone a stabilirvisi diede origine
,

Castro, Castrum, nella diocesi di alla terra. Abbondante è d'acqua


Veroli, è situato alle falde di un perenne ; le abitazioni costituiscono
monte dove il clima è salubre, le mura castellane, sebbene vi sie-
scorrendo a mezzo miglio il fiume no quattro porte. Vi sono due chie-
Sacco antico Clhius de' latini, e
, se parrocchiali, una sacra a s, Lo^
risguardando la marina Tirrena. Si renzo levita e martire, l'altra al
contano tre chiese parrocchiali, la principe degli apostoli s. Pietro, di
maggiore è dedicata a s. Oliva prin- bel disegno a stile gotico: fu già
cipale protettrice del luogOj la se- feudo dei Colonna, che tuttora vi
conda a s. Maria la terza a s. Ni-
, hanno notabili possedimenti, e pa»
cola. Questo castello è cinto dalle lazzo baronale.
fabbriche degli abitanti, e viene Veroli [Vedi). Sede vescovile e
chiuso da tre porle, una detta del- capoluogo di governo nel quale ,

l'Oliva, perchè da lei incomincia la sono racchiuse le frazioni e vil- i

via che guida agli oliveti ; la secon- laggi di Colli Berardi, Crocefisso i-
da Fontana, per la fonte pub-
della la Vittoria, Madonna degli Ange-
blica di acqua eccellente, formata li, Pìglio, Scifellì, S, Angelo, San^
a quattro bocche, che proviene daU l'Anna, S. Francesco, S. Giuseppe,
la vicina montagna; la terza di s. S. Pietro, e S. Vito. Nella diocesi
Stefano per la chiesa suburbana di Veroli è il celebre monistero di
dedicata a quel protomartire. Sul- Casamari, del quale si parlerà al
la cima del monte si vedono re- i citato articolo.
sidui d' una vecchia e fortissima Sonnino, Sonmenuni. Sede del
rocca che guardava e difendeva commissariato straordinario, nella
l'antico Caslrinioniuni , che a' pie- diocesi di Terracina. Questo borgo
di dello stesso monte giaceva, do- è posto sulla sommità d'un monte
ve si trovano antichità profane ,
senza mura castellane, alle quali
come avanzipavimenti a scac-
di suppliscono le tuttavoU
abitazioni :

chi, e avanzi di bagni, che diconsi ta cinque porte chiudono questa


di Nerone, e pezzi di marmo. Nel terra, cioè le porte di s. Pietro
monte si osservano alcune caverne di s. Giovanni, Tocco, Riori e Por-^
comunicanti con altre. Vi è una tella. Mancante di acqua sorgiva ,

cava di pece, detta pece di Castro viene supplito colle cisterne ; però
per distinguerla dalla comune, ed alla distanza di circa un miglio vi
encomiata dai chimici massime per è pubblica fonte d'acqua perenne
la loiid^agine. Tra gli uomini illustri e buona, chiamata li Gan'illij e
che uscirono da questo luogo, va fuori della porta Riori provvede i

mentovato l'aw. Giuseppe Mangia- popolani una cisterna, o conserva,


to rdi ,morto nel 1827, pubblico detta la fontana di s. Antonio ab-
professore della romana università. bate, formata dalle acque di stil-

San Lorenzo detto per disi in- licidio, che provengono dalle moli-
FUO Fi;0 297
fngìie superiori. Le femmine por nnfi ;
giacché ad altri riesce peno-
lavar panni sono costrette recarsi so il salire o discendere gì' interni
alle Amasene, e ad un
rive dell' viottoli come essi. L'ardito e fieia
luogo chiamato Bagnuolo, che re- carattere degli abitanti, al presen-
sta nella via per andare a Piper- te è modeiato; e suoi dintorni i

no. Sono nominate le donne son- fuiono grandemente infestati dai


ninesi pel costume del vestiario, e malviventi, e servirono a tiagiclie
per quanto andiamo a dire. Esse scene di barbare aggressioni, e di
hanno lineamenti assai marcati, vi- meritata rigorosa giustizia. Nel lu-
vace tinta, e maschile statura, for- glio rSig Pio Vii ordinò la di-
me e l'obustezza : alla loro fìsono- struzione della terra, e il trasferi-
mia singolare si aggiunge un vestia- mento alti'ove degli abitanti; ma
rio originale a più colori, ripartiti dopo la demolizione d'una ventina
regolarmente, e distinti con galloni di case, il Pontefice sospese il co-
diversi, che partecipa del costume mando, ad intercessione de' prima-
greco ; e dai rozzi calzari che por- ri del paese di onesto pensare.
tano vengono dette ciociare, sicco- Queste misure di rigore, unite a
me altri popoli di queste contrade quelle efficaci ed energiche prese
sono chiamati ciociari per calzare poi da Leone XII , coli' opera del
in tal modo, e i luoghi da essi abi-> sullodato monsignor Benvenuti, del-
tali volgarmente dicesi in comples- la commissione criminale deputata,
so Ciociaria. Ed è perciò che i principalmente colla cooperazione, e
CQSlumi sì degli uomini che delle perciò degni della pubblica gratitudi-
donne di Sonnino, e della Ciocia- ne ed estimazione, dell'avvocato iMe-
ria, per r interesse che desiano lezio Sensini assessore criminale nella
sono ricercati dai forestieri nelle , delegazione di tal prelato, dell'avvo-
incisioni colorite che li rappresen- cato Vincenzo del Grande assesso-
tano. In Sonnino vi sono le mae- , re straordinario per la polizia e
stre pubbliche scuole. Ivi
pie, e le brigantaggio, e del colonnello dei
sono tre parrocchie, vale a dire la carabinieri Giacinto commendatore
collegiata di s. Gio. Battista, di an- Pvuvinetti, tantoa Sonnino che all'in-
tica struttura, ed ufliziata dall'ar- tere Provincie di Marittima e Cam-
ciprete e da otto canonici ; di s. pagna restituirono la sicurezza, la
Angelo con l'arciprete e sei bene- tranquillità e la pace per la com-
ficiati
; e di s. Pietro con titolo di pleta distruzione de' malviventi. An-
abbate al suo rettore. J\el bel con- ticamente fu chiamato Sommino,
vento suburbano dimorano mi- i secondo il Biondo, per l'elevata
nori conventuali ; una pia
e vi è sommità su cui giace; e sembra
casa di missioni neh' antico moni- originato dai privernati, allorquan-
stero di Canne, già de' cistcrciensi, do bretoni e
i i teutoni atterraro-
e dipendente dall'abbazia di Fossa- no diverse città de' volsci, e l'anti-
nuova. La situazione di Sonnino è ca Piperno.Il Ricchi nella sua
assai favorevole per difendersi da Reggia de volsci, a pag. 897,
qualunque invasione, a motivo delle tratta di Sonnino, che chiama F^o-
vicine montagne, essendo ben dif- losca, e citando il p. Teodoro Val-
ficile di assalire gli abitanti anche le, dice che i privernati dopo il
neir interno, quando sieno preve- mentovato eccidio si divisero in più

..
-^jà^,'
293 FRO FRO
assemblee, cercando diversi luoghi dotto, e venne dal suo ordine im-
onde slabdirvisi: alcuni edificarono piegato nei primi uffizi. Tratta
Sonnino, altri Asprano , altri la di altri illustri 'sonninesi il citato
nuova città di Pi perno, altri Roc- Ricchi nonché a pag.
a pag. 3c)C),

ca Corgit, altri IMajenza, altri Pros- 3 16 del suo Teatro degli nomini
sedi , altri R.occa.secca . Indi col- illustri nelle aiini, lettere e digni-
l'opinione del Tevoli, autore del tà, che fiorirono nel regno de' vol-
Tcalro istorico di P'dlelri insigne sci. Nella prossimità dell'abitato vi
città e capo de i'oisci, furono al- è una voragine detta Catuaso, me-
zate le mura di Sonnino, coli' os- ravigliosa per la profondità e sue
satina dell'antichissima città di Vo- aperture , la quale ingoia tutte le
losca, che il medesimo Tevoli chia- acque che scorrono dagli alti monti
ma prima sede de' volsci. Nel no- che la circondano, per cui quivi
no secolo la terra appartenne alla si formerebbe un gran lago, se le
famiglia che dalle signorie del luo- acque non si sprofondassero nella
go si chiamò Sonnino, non più esi- medesima voragine. Attualmente è
stente ;
poi divenne dei Caetani, in- protettore di Sonnino il cardinal
di principato e feudo dei Colonna. Giacomo Filippo Fransoni.
Passò Sonnino ai Colonna quan- Ponte Corvo (Fedi). Sede ve-
do Alfonso d'Arragona, espulse le scovile unita ad Aquino, e di go-
genti di Carlo Vili re di Fran- verno, compresovi il villaggio di
cia, ricuperò il regno di Napoli ,
Santa Olii'a. Ora passiamo a par-
facendo dono a Prospero Colonna lare di Frosinone, premettendo uà
del ducato di Fondi, e perciò an- cenno sui volsci.
che di Sonnino eh' era soggetta a 1 volsci furono una delle più
Fondi. Nel pontificato di Clemen- distinte popolazioni dell'antica Ita-
te VII Sonnino molto soffri, come lia per numero e per valore, essi
.scrive il Guazzo nelle sue istorie- travagliarono la nemica R.oma per
Di antico non avvi cosa di consi- tal modo, che forse l'avrebbero di-

derazione ; una sola torre rotonda strutta nel nascere, se fortunate


esiste alla porta Portella, già altis- combinazioni non l'avessero salva-
sima, ed ora mutilata, è nel recin- ta, e se avessero i volsci conosciu-

to del palazzo baronale, già pro- ta, come l'arte di vincere , anche
prietà dei Colonnesi. Diede questa l'altra più difficile di profittare del-
terra i natali a diversi uomini il- la tempo. Inoltre
vittoria e del i

lustri, fra'quali nomineremo Pietro volsci sostennero delleguerre cogli


Pellegrini vescovo di Fondi de , auruiici che al di qua della Cam-
Mai^istris vescovo di Terracina ,
pania occupavano i dintorni del
Mancini vescovo di Città della Pie- basso Liri, ed al pari dei marsi e
ve, ed altri prelati, ed alcuni an- dei sanniti furono loro nemici na-
che viventi. Onorò pure la patria turali a motivo de' confini vol- : i

Lelio Pellegrini oratore di Clemen- sci ebbero lingua, costumi, religio-


te Vili; il p. m. Angelo Patric- ne, leggi, e governo particolari, si
ca de' minori conventuali, caro ad distinsero nelle arti e nell'agricol-
Urbano Vili che lo spedi ad I- tura, come nel commercio e nella
spahan al sofi di Persia, affidando- navigazione, oltre il mestiere delle
gli poscia altri incarichi : fu assai armi, lu cui furono tanto eccelleuli
FRO FRO 2()9
e valorosi, die meritarono da Vir- ne volsca, tanto dentro terra, ciie
gilio l'epilclo eli fienili nel!' anno- nel littorale, e i di cui deputati si

vei arli eh' egli fa tra le più famo- riunivano ora in una, ora in altra
se popolazioni tlelT antica Italia. di esse città , ma ordinariamente
Sebbene confini del territorio vol-
i in Anzio. Le loro comunità prin-
sco non siano indicati con sicurez- cipali dentro terra furono Velie-
za dagli antichi scrittori, tuttavolta tri, Suessa-Pomezia, Norma,
Cori,
da quanto si conosce pare che ter- Segni, Sezze, Sulmona, Priverno,
minasse in Prosinone, Frasino, dal- Coriole, Longula, Polusca, Salrico,
la parte degli ernici, siccome sem- Verrugine, Eccelra, Arteria, Fro-
bra anche certo che tutto questo sinone, Fregelle, Fabrateria, Acpii-
vasto territorio fosse compreso tra no, Interamna sul Liri, Casino, A-
il mare , e l' Apennino , e che i tina, Arpino, Sora ec. Tra le cit-

suoi confini quasi lutti naturali fos- tà poste sul mare distinguevansi
sero da ponente l'antico Lazio^ da Anzio , Circeio e Terracina detta
levante la Campania , col campo Ansure in lingua volsca, città mol-
Falerno , da settentrione i monti to doviziose e potenti. Capitale dei
degli equi, degli ernici, dei marsi, volsci sembra sia stata in diversi
e di una parte di quei del San- tempi, ora Velletri, oia Piperno,
nio, da mezzogiorno il littorale tir- e forse anche talvolta qualche al-
reno, da Anzio sino a Terracina. tra città.Antonio Ricchi di Cori,
Su tutto questo tratto di terreno, nella sua opera intitolata La reg- :

e sino sulle prossime isole si sten- gia de' volsci ec, Napoli lyiB,
devano i volsci, che in ogni tem- tratta dell'origine, stalo antico e
po, e in ogni condizione non per- moderno delle città, terre e ca-
dettero mai quello spirito di au- stella del regno de' volsci nel La-
dace libertà, e intollerante di gio- zio , delle città de' volsci dedotte
go, che fu loro pioprio e che li in colonie, delle città volsche mu-
rese tanto famigerati nell' antica nìcipii de' romani senza suffragio
storia romana, ed ostinati e quasi delle prefetture romane, ec. Prosi-
quotidiani nemici del nome roma- none fu dunque una delle città
no. La palude Pontina era intera- volsche più antiche, e più illu-

mente nel territorio volsco, e vol- stri,venendo giustamente chiama-


sche in conseguenza dovevano es- ta da Cluverio peraiiliquiini k'oLco-
sere quelle ventitre grosse terre riini oppidurn ; laonde non pare
ch'ella contenne un tempo nel suo che Prosinone appartenesse al vi-
seno. cino popolo ernico, come opinò Si-
Il Liri ne bagnava i fertili cam- gonio ed altri; e trattandosi di
pi senza servirgli di confine in epoca tanto remota non si può sta-
tutte le sue parti, poiché le città bilire la sua origine, come avviene
volsche erano a destra ed a sini- di altre città più illustri d' Italia.
stra di esso fiume , specialmente Mollissimo Frosinone si distinse
nella suasommità presso l' A pen- pei liberi e magnanimi sentimenti pro-
nino donde trae l'origine. E noto pri di popolo valoroso; rinunziò iu
indire che moltissime ed illustri un a molle ciltà volsche all'invilo
l'uruno le città e le terre che com- lusingliiero di Tarcpiinio il Super-
ponevano la generale coufederazio- bo, settimo ed ultimo re di Ro-
3oo FRO FRO
nin, fli cnfrnre nella confederazione che potesse derivarne dannoa Ro-
latina, e di partecipare alle famo- ma.
s<' assemblee del bosco Ferentino, Poco valutando Frosinone, come
t: del monte Albano; prociuò di alile città volsche, l'essere dichia-
aoci'escere i nemici di Uoma, ecci- rala municipio, e nel 4'7 confer-
l.indo alla ribellione i vicini po- mata nella cittadinanza romana, i

jioli etnici già riuniti a quella re- frusinati eccitarono gli ernici confi-
i)iil<blica, e si procacciò il nome di nanti a prendere le armi in un
i^rtfrriera. Dopo che Tarquinio pei con loro contro Roma ; laonde sot-
primo mosse guerra ai volsci, que- to consoli L. Gennuccio, e Cor-
i

gli incominciarono ad esercitare il nelio Lentulo, nell'anno 4^f>> Fro-


Joro valore coi romani per olire sinone fu espugnata dai romani, e
duecento anni, e giunsero sino a punita con diverse pene, fra le qua-
stringere d'assedio Roma, e minac- li gii fu tolta la cittadinanza, e
<:iarla di giogo nella sua prima età, la condizione di municipio, venen-
sotto la condotta del capitano vol- do privati gli abitanti un terzo
di
sco Accio Ttdio, e dell' esule ro- del loro territorio, e con
puniti
jiinno C. M u'co Coriolano , cosi la scure i principali cittadini sem- :

detto da Coriole città volsca espu- l)ra sicuro che fosse ridotta al-
t;nala precedentemente da lui, per l'umile stato di prefettura preto-
Af-ndicarsi coli' ingrata sua patria. ria , cioè di seconda classe , dal
Intanto il prode dittatore roma- governarsi per prefetti colle leggi
no Furio Camillo, nell'anno di romane; perdendo così la preroga-
Roma 367, dopo aver saccheggia- tiva di eleggere da per se magi- i

to e d('vastalo lutto il territorio strati, ed in vece obbligata a rice-


de volsci , finalmente li sossrioaò vere quelli spediti da Roma dal pre-
dopo cento e sett' anni di guerra ,
tore ui'bano, condizione alla quale
«• con essi naturalmente anche Fro- soggiacque per qualche tempo. Il per-
.sinone; quindi
paese de' volsci fuil chè decadde dall'antico suo lustro,
ridotto a provincia romana, le città ed suoi abitanti diminuiti di nu-
i

dichiarale municipi, e perciò la- mero, poco figurarono nella succes-


sciate vivere colle proprie leggi e siva storia. Nell'anno 662 di Ro-
costumi, an/i probabilmente anno- ma i frusinati indispettiti della de-
verate alla cittadinanza romana, con gradazione, per rivendicare i loro
diritto di onore che altri
suffragio, primieri diritti, si dice che non i-

protraggono all'epoca della guerra steltero quieti nella terribile guer-


sociale, dopo la quale e nell'anno ra italica o sociale, e probabilmen-
417 la romana cittadinanza fu ac- te allearonsi coi vicini popoli mar-
cordata generalmente ai popoli la- si, sanniti e campani. Alle devasta-
lini, si compresero
fra'quali allora zioni ed eccidii cui soggiacquero le
i romani però ciò accor-
volsci. I spopolate e squallide città volsche,
darono colla condizione di non po- in guerre .sì sanguinose ed ostinate,
ter commerciare, imparentarsi e te- altri ne cagionò Annibale co'suoi
nere assemblee tra essi, ossia fuori africani quando dalla Campania
,

dei confini di ciascuna loro terra mosse contro Roma, rovinando cam-
o città, per togliei-e così ogni oc- pi e città per ove passò, e special-
casione o mezzo di corrispondenza, mente quelli di Fregelle, di Fresino-
FRO FRO Sor
né, (li Ferentino, e di Anngiii. Si- uel vicarialo romano, ossia ininur-
lio Ilalico ugnando quali gc-iili sot- diatamente soggetto alla santa Scdf,
to le insegne romane poitaionsi al- e nomina il vescovo Papia, fi usi-
l'infelice battaglia di Canne, nove- nonciisis episcopi, il quale nt'Haniio
ra Frosinone coli' epiteto di guerrie- 'jioS intervenne al concilio ci^iehra-
ra. Intantonumerose colonie di
le to iu Roma dal Pontefice s. Sim-
soldati, che da Pioma si spedivano maco. Questa sede vescovile [)er W.-

di quando in quando in queste con- slitnonianza di parecchi storici ad-


trade, distribuendosi le sue terre ai dotti dal eh. De IMatlheis a pag.
veterani, non erano SHfficienti a ri- 57 e seg. del suo Sdggio {storico
mediare al male, e nulla fu piìi di Frosinone, esistette sino al prin-
capace di ricoiidurle all'antica po- cipio dell'ottavo secolo, del quale
polazione e splendore. Tutta volta onore, egli soggimige, non sarebbe
in mezzo alla comune degradazione stato mai spoglialo Frosinone, se
Frosinone non lasciò di farsi distin- la natura de' tempi calaujitosi e de-
guere, come rilevasi da Stiabone plorabili, unita a quella della sua
contemporaneo di Augusto, che pur centrale situazione nel niez/o della
celebra Ferentino. A quell' epoca, gran strada Latina, non l'avessero
secondo Cicerone e Giovenale , il troppo esposto alle replicate incur-
suolo era molto fertile e pingue. sioni e devastazioni di gente guer-
La città era cinta di mura con por- riera e feroce, principalmente dei
te, palazzo, residenza del prefetto che longobardi del ducato di Renev^Mi-
vi amministrava la giustizia, ed \.o, e dei greci loro nemici. 1 (re-
aveva l'anfiteatro. Allorché Augu- quenti saccheggi, incendi e devasta-
sto divise l'Italia in undici regioni, zioni, obbligarono i vescovi di Fio-
il popolo frusinate figurava distin- sinone ad abbandonare una città
to nella prima. Poco prima dell'im- tanto esposta sulla via Latina, che
perio di Nerva e di Traiano, o conduceva direttamente a Beneven-
sotto essi medesimi, fu inviata a to, e sembra che andassero a sta-
Frosinone la colonia militare, della bilire la loro residenza in luogo
quale fa menzione Frontino e va- vicino meno esposto, e piìi sicuro,
rie iscrizioni; in questo grado di qual è la prossima e montuosa
colonia militare Frosinone si man- città di Veroli. Infatti non avvi
tenne sino alla rovina del romano memoria verulano an-
di vescovo
impero. teriore all'ottavo secoloj poiché il
La religione cristiana fu abbrac- primo che si conosca per testi-
ciata dai frusinati nei primi tempi monianza dell' Ughelli, è Martino
della Chiesa, per cui non tardò la che si sottoscrisse al sinodo roma-
città a sollevarsi con onori e con no dell'anno 743 nel pontificato di
preminenze, che gli derivarono dal- s.Zaccaria, e di cui neppure si co-
la nuova religione. Negli ultimi an- noscono successori per circa un se-
ni del quinto secolo, o almeno nei colo. il vescovo
Oltre Papia, abbia-
primi del sesto Frosinone ebbe
l'o- mo vescovo Innocenzo, secondo
il

nore del seggio vescovile, ed il Co- monsignor Giorgi, nella sua Dis-
leti annotatore dell' Ughelli, Italia sertatìo hist. de cathedra episc. Setiae.

sacra toni. X, p. io4j tratta di Fru- Il secolo sesto per Frosinone fu


si/ias episcopatus, dicendo che era veramente glorioso nei fasti eccle-
3o2 FRO FRO
sìfìstici, perchè Ki Cliiesa tiiiiversalp sua vicinanza a Roma, oggetto prin-
venerò nella caltedrn apostolica s. cipale della feroce avidità degli in-
Ormistla figlio- di Giusto da Frosi- vasori. Ma danni e le angustie
i

ìione, creato Papa a' -ìG luglio ^ 4> 1 degli abitanti del Lazio si accreb-
morto a' G» agosto del ')?.3. e sepol- bero colla venuta in suo soccorso
to nella basilica vaticana. Quindi dei greci dell'impero orientale, pri-
agli 8 giugno del 536 fu elevato ma sotto la condotta, di Belisario
al pontificato s. Silveiio, figlio per nel pontificato di s. Silverio, poi
i» legittimo matrimonio del Papa s. di quella di Narsete, che discaccian-
-'*' Ormisda, che dicesi nato a Cecca- do i goti succeduti agli eruli nella
no sebbene oriundo di Prosinone, dominazione, non liberarono l'Ita-
il quale consumato dalla fame o lia dal miserabile suo stato. E no-

trafitto col ferro, mori martire ai to in fatti come Belisaiio dopo


20 giugno del 54o nell' isola di aver fallo soffrire alla città di Na-
Ponza, altri dicono Palmaria nel poli le più orribili sciagure, s'in-
mare della Liguria, ed ivi restò se- camminò preceduto dal terrore ver-
polto. Di questi due sommi Ponte- so Roma, avendo abbandonato a
fici frusinati, che si distinsero tra sinistra la via Appia per traversa-
i più primi secoli del
illustri dei re la Latina, e quindi Prosinone
cristianesimo, il primo per attività che era nel mezzo, onde giungere
e zelo, l'altro per fermezza e per più sollecitamente in Roma, l lon-
inlrepidità d'animo, ne trattiamo gobardi succedettero ai goti in Ita-
olle loro biografie. L'annalista Ba- lia, 5^^, e più stabilmen-
sino dal
ronio rilevando grandi meriti dii te se non più estesamente: non so-
Papa s. Ormisda, esclamò in lode lo le parti settentrionali d'Italia,
anche dei frosinonesi quanto ripor- ma molle ancora delle meridionali
ta il De Matlheis a pag. 49? '' furono occupale da tali barbari,
quale con giuste osservazioni pro- che se le divisero co' greci, languen-
va come nei bassi tempi fosse Pro- do miseramente sotto entrambi le
sinone compresa nella Campania, e belle contrade d' Italia.
i frusinati solevano appellarsi natio- La Campania romana soffrì dan-
ne Campani, spiegando così il mo- ni immensi, anche quando la tra-
tivo per cui diversi scrittori disse- versò il greco imperatore Costante
ro ss. Ormisda e Silverio, natio-
i r anno 663 nel condursi a Roma.
ne.Campamis. La degradazione di Maggiori devastazioni i paesi della
Pioma e dell' Italia, incominciata si- medesima Campania romana pio-
no dal terzo secolo dell'era volga- varono nella terribile irruzione, che
re, giunse nel quinto all'estremo Gisolfo duca di Benevento vi fece
suo punto, quando nel 4?^ Odoa- l'anno 702, prendendo varie città,
cre re degli eruli pose fine al ro- ed incendiando molti territori!. Nel
mano impero con de-
d'occidente, pontificato di s. Gregorio II, Leone
tronizzare Momillo Augustolo, e ri- risaurico imperatore d'oriente, con
legarlo nella Campagna. Da questa empio editto guerra al
dichiarò
e dalle successive barbariche inva- culto immagini, e mi-
delle sagre
sioni dei popoli del settentrione, nacciò d'imprigionare l'ottimo Pon-
il Lazio ne soffri a preferenza del- tefice. Indignati gl'italiam contro
le altre contrade d'Italia, per la l'eretico imperatore, volevano eleg-
FRO FRO 3o3
gcrnc altro, e colle loro armi con- doTÌco I «uo figlio, co' quali resti-

durlo a Costanlinopoli; ma il sag- tuirono alla Chiesa lomana i do-


gio Papa nella lusinga che Leo- minii usurpati e ne anipliarono il

ne si ravvedesse, la (Treno la riso- principato; e che dalle parole del


luzione. Però vedendo l'augusto diploma di Lodovico I, spedito nel-
ostinato nella persecuzione delle sa- l'i) 17, usale riguardo a Prosinone,
gre immagini, e de'veneralori di es- si deve credere che la città fosse

se, nell'anno ySo scomunicò al-


Io : anche a quei tempi capo di un e-

lora l'Italia si ribellò a Leone, mol- steso poiché si dice, et


distretto,

te città si eressero in signorie pri- Frosinoneni ciini aliis pariibus Cain-


vate, altre si dierono a' longobardi, paniae, come per indicare che mol-
e ducato di Roma si sottopose
il ti, se non lutti i paesi della Cam-
volontariamente alla sovranità di pania, parte ducalo romano,
del
s. Gregorio II, che però sotto di erano dipendenti da Prosinone, e
lui ebbe origine il dominio tempo- che doveano essere compresi nella
rale della santa Sede. Il ducato medésima sorte senza bisogno di
romano a quell'epoca costituì vasi nominarli ad vmo ad uno.
di sedici con altre sette flel-
città, Sottoposto Prosinone al soave do-
la Campania romana, cioè Segni, minio della Sede apostolica, a ca-
Anagni, Ferentino, Alatri, Patrico, gione della sua troppo esposta si-
Frodinone, e Tivoli, chiamandosi tuazione sulla grande strada Latina,
ne' documenti di tal tempo Prosi- non potè evitare le devastazioni
none, Frisìlimam, Frisìlone, Frasi- delle diverse genti armale che la

Ione, Frisione, Frisinone ec. Questo traversavano, e pei ripetuti passaggi


ducato romano soggiacque alle ir- de' normanni e degl'impeiatori svc-
ruzioni de' longobardi, e il duca di vi co' loro eserciti nel suo mezzo, sac-
Benevento non cessò per lungo tem- cheggi ed altre calamità non gli deb-
po d'inquietare paesi della roma- i bono essere mancate. Sino dall' XI
na Campania. Pose fine a tante secolo si trovano definitivamente
sciagure il Papa Adiiano I, che riunite tulle le sue chiese alle ab
travagliato da Desiderio re de' lon- tre dipendenti dalla sede vescovile
gobardi, ricoise al potente aiuto di di Veroli, come apparisce dalla
Carlo Magno, il quale calato in I- bolla di Urbano II ad Alberto ve-
talia pose fine nel y-S al regno scovo di Vcioli, in data di Albano
de' longobardi. Indi la Campania si 1097, con la quale si stabiliscono

trovò bersaglio di più tremen- altri i confini e l' estensione di quelli


di nemici, quali furono saraceni, i diocesi, e di più si confermano e

che vi fecero delle fiequenli e de- sanzionano tutte le rendite, tutti i

solanti irruzioni, ad arrestare le fondi, e tutte le chiese, delle qua


quali i Pontefici non risparmiarono li quella sede era già in possesso
cure e zelo. Osserva il eh. De Mat- col fatto. In questa bolla le città e

iheis che Prosinone occupato pri- chiese di Yeroli e Prosinone sono


ma dai goti, poi dai greci, indi principalmente e particolarmente
sottomesso all'ubbidienza de' P.ipi, nominate, indi tutte quelle degli al-

nella quale ha continuato costante- tri paesi della diocesi. A questa e-

mente, questa città fu compresa nei poca su Prosinone si scaricarono


diplomi di Carlo Magno, e di Lo- molti guai, non solo per parte dei
3o4 FRO FRO
nominati normanni ed imperatori che nei diversi tempi hanno gover-
che inquietavano Pontefici, ma i nato la provincia; e quando la san-
anche per cpielia dei prepotenti ba- ta Sede incominciò a mandare i

roni romani, con iscorrerie, depre- cardinali legati in questa provincia,


dazioni, ed incendi, come si legge ordinariamente la loro residenza fu
nelle cronache Cassinese e di Fossa- Fresinone, come fece il
stabilita in

nuova, e nel De Matlheis a p. yS. cardinal Gi'egorio Crescenzi man-


Questi ivi pur narra come gh stessi datovi in qualità di legato da In-
Pontefici, per resistere ora ai nemi- nocenzo HI , il cardinal Giovanni
ci esterni, oi"a agU interni, si reca- Colonna che vi fu mandato da O-
rono spesso con gente arnjata in norio III nel 1216, e gli altri che
questi stessi paesi, e questi armati lo successero. La stirpe illustre de-
vi cagionarono, siccome è solito, gli svevi avendo in più modi of-
non lievi danni; vi fu Calisto II, fesa la santa Sede, ne provocò le

due Onorio II, ed Alessandro


volte censure; e nel concilio generale di
Ili. In mezzo però a queste vicen- Lione I celebralo dal Papa Inno-
,

de Fresinone non mancò di distin- cenzo IV nel 1245, Federico II di

guersi tia i paesi della Campagna tal famiglia fu scomunicato, depo-


romana. Egli era il luogo princi- sto dall' imperio, e privato del re-
pale della j)rovincia governata dai gno due Sicilie, feudo della
delle
baroni Caetani conti della Campa- Chiesa romana. Questo nel 1266
nia, come chiaramente rilevasi da fu dato in investitura a Carlo I

ciò che scrive Costantino Caielano d'Angiò, dal Pontefice Clemente IV.
monaco benedettino. Costui ne'suoi Recandosi Carlo I alla conquista
commenti alla vita di Gelasio li del regno invaso da Manfredi fi-
di casa Caetani, tratta da un mss. glio naturale del defunto Federico
della biblioteca Ambrosiana di Pan- li, che inoltre poneva a soqquadro

d(j|fo Muratori, /id/-.


Pisano, presso il le limitrofe provincie pontificie, l'e-
ìlal. script., somministra
t. III, par. I, sercito di Manfredi capitanato dal
una interessante notìzia sopra Fre- conte Giordano si accampò nelle
sinone, dicendoci che essa nel seco- vicinanze Frosinone da dove
di ,

lo XI li, ed anche prima, era capi- partì con poderose forze l' angioi-
tale o reggia della Campania, e no, e superato il passo del pon-
che vi risiedevano i duchi Caetani te di Ceprano difeso dai nemici,
nella loro qualità di duchi della il regno fu occupato, e Manfre-
Campania dipendenti dalla san-
, di con un tragico fine die ter-
ta Sede. Leggo nel jtom. I, par, mine alla sua vita. Verso questo
li, pag. 1 66 del Cardella, Mc- tempo , se non prima , i cittadini
morid storiche dt' cardinali , che di Frosinone formarono il loro sta-
Pietro Galluzzi romano, governò tuto municipale, tuttora esistente.
con tal senno e prudenza la pro- Si apprende dal Muratori nella ,

vincia di Campagna, che meritò dissert. XXII delle Antichità italia-


di essere creato vescovo cardinale ne , che r uso degli statuti o riu-
di Porto da Clemente III nel i igc. nioni di ordinanze e di regolamen-
In ogni tempo Prosinone sembra ti per l' interna amministrazione e
essersi distinto tra le vicine città, governo delle città , non s' intro-
per la sede ivi siubilila di coloro. dusse in Italia , che dopo la pace
FRO FRO 3o5
«li Costanza, stabilita tra lo svevo siasi mai tolto o scemato a Fiosi-
imperatore Federico I e le città none il diritto tratto dalla consue-
lombarde nel ii83. E perciò pro- tudine la più antica, e dalla sua
babile che suir esempio delle città stessa topografica situazione di es-
dell'alta Italia, anche quelle della sere il capoluogo della Campagna
bassa Italia, e specialmente le com- di Pioma. Perciò quantunque Fe-
prese negli stati della Chiesa si for- rentino, Anagni, Piperno, e qual-
massero questi codici municipali ,
che altra città della provincia sie-
quali norme della loro interna am- no state onorate in diversi tempi
ministrazione e polizia. Ma prima della residenza di
qualcuno dei car-
ancora del secolo XIII esisteva in dinali legali dellaSede apostolica
Frosinone quella classe di nobili e pur non ostante Frosinone non ha
distinti cittadini, che soleva allora cessato mai di essere considerato
indicarsi col nome di militi, come come luogo ordinario, determi-
il

risulta dall' islromento di donazio- nato dal governo, per la sede di


ne riportato dal Gattola nella sua un tribunale generale, e come ca-
Istoria del monìstero di Monte po dell' intera provincia. L' Ughel-
Cassino, ove si legge che tanto il li chiamò Frosinone, Frusinuni no-
clero che l'ordine dei militi di Fro- bile Campaniae praefecti domici-
sinone, a' 2 gennaio i 1 54 donaro- lium; e il Guicciardini denominò
no a tal monistero la chiesa di s. questa città residenza principale
Giuliano con tutte le sue pertinen- della Campagna. Nell'assenza dei
ze esistenti nel loro territorio , e Papi da Roma, cioè dall'anno i3o5
ciò con assenso di Leone vescovo al i377, siccome tutti i dominii
di Verolij e le facoltà pontificie. della Chiesa provarono gli effetti
Dopo la caduta degli ultimi della loro dimora in Avignone, sia
principi della casa di Svevia, i pae- per guerre delle fazioni, che per
le

si della Campania di Roma non le usurpazioni dei potenti signori


ebbero a temere per qualche tem- !a provincia di Campagna egual-
po , che le ostilità dei prepotenti mente ne risentile conseguenze
baroni, che senza alcun rispetto ai come le avrà provate per quelle
dominii pontificii , di frequente si prodotte dal lungo e lagrimevole
facevano lecito di commettervi u- scisma che incominciato nel iSyS,
surpazioni e soverchierie. Fiosino- solo ebbe fine nel i4'7. Ladislao
ne deve perciò avere mollo soffer- re di Napoli che aspirava in quei
to sino al punto di vedersi privo torbidi tempi alla signoria dei pos-
per qualche breve spazio di tem- sedimenti della Chiesa, non meno
po della residenza di alcuni dei che del resto d' Italia, più volle col
cardinali legati della Campania, dai suo esercito occupò diversi luoghi
quali era governata questa provin- di questa provmcia con gravi dan-
cia a nome della santa Sede. Quin- ni delle popolazioni.
di per tal motivo od altri simili, Succeduto a Martino V, eletto in
ora in una, ora in altra città più detto anno i4i7, il Papa Eugenio
o meno prossima a Frosinone i , IV nel 143 I, rinnovaronsi i tumul-
cardinali legati hanno avuto per ti e le guerre, massime alla cele-
qualche tempo la loro residenza ,
brazione del concilio di Basilea. Ma
3enza che per siffatte accidentalità la fortezza d'aoimo di Eugenio IV
VOI. xxvn. 20
3oG FRO FRO
avendo calmato i torbidi e le fa- guinosi combattimenti narrati dal
zioni nella stessa Roma, per ope- Guicciardini nel lib. i8, inclusiva-
ra piiucipaltaente <lel cardinal Vi- mente a quanto accadde in Prosi-
telleschi generale delle milizie del- none in quella funesta occasione,
la Chiesa, mandi) questi nei paesi racconto eh' è del seguente tenore.
della Campagna per rivendicarli dal- » 11 consiglio (di Renzo da Ce-
le usurpazioni dei potenti Colounesi, ri ) approvato, si misero in Froso-
dei Savelli, e di altra gente sua ne- lone , residenza principale della
mica e perciò di parte ghibellina; il Campagna, lontano da Ferentino
prode cardinale ridusse tutta la con- cinque miglia, mille ottocento fan-
trada alla piena divozione della ti di quelli di Giovanni de' Medi-

Chiesa, ed avendo avuto nelle ma- ci, la pili parte che avevano preso
ni Antonio Pontadera nemico del il cognome dtlle bande nere ( dal
Pontefice, lo fece appiccare a Pro- colore delle insegne dato alla fan-
sinone ad un albero d' olivo. Nei teria fiorentina dal valoroso capi-
pontificato di Alessandro VI, e nel tano Giovanni de' Medici con A-
)

declinare dell'anno i494 calò in I- lessandro Vitello ( di Città di Ca-


talia Carlo Vili re di Francia, con stello), Gio. Battista Savello e Pie-
un esercito di circa trentamila uo- tro di Birago condottieri di caval-
mini per far valere i suoi diritti sui
,
li leggieri. Ma in questo mezzo i

regni di Napoli e Sicilia, e conqui- Colounesi aveano occultamente in-


starli. Nei primi giorni del seguen- dotto Napoleone Orsino abbate di
te anno da Ro-
Carlo Vili parfi Farfa a pigliar l' armi in terra di
ma per effettuar la conquista ed , R.oma come soldato di Cesare. La
avendo la sua armata nella provin- qual cosa dissimulando il Pontefice,
cia di Campagna, tenuta la strada al quale n' era penetrata occulta-
dei monti dalla parte di Veroli e mente la notizia, da chi prima a-
di Montesangiovanni , questo come veva ricevuti denari , tiratolo con
abbiamo detto fu manomesso ed , arte ad andare ad incontrare Val-
altri luoghi provarono i tristi ef- demonte fratello del duca di Lore-
fetti che accompagna i numerosi na, mandato dal re di Francia per
eserciti Fresinone Ceprano , e la
: , favorire l'impresa del j-eame di Na-
parte bassa restarono illesi. Non poli, quando veniva di Francia, lo

così avvenne sottomemorabile il fece prendere appresso a Braccia-


pontificato del fiorentino Clemente no, e metterlo in prigione a Ca-
VII Medici per la lega fatta da
,
stel s. Angelo. Sollecitava in que-
esso contro l' imperatore Carlo V. sto tempo il viceré d'assaltare lo
Le genti tedesche e spagnuole, che stato della Chiesa , dal quale es-
per servizio di tal monarca erano sendo mandati due mila fan-
stati

in Napoli, sotto la condotta del vi- ti spagnuoli a dare la battaglia a


ceré Carlo Lanoi o de Lancia, inva- un piccolo castello di Stefano Co-
sero il territorio della Chiesa, traver- lonna , ne furono ributtati , e per
sando il Garigliano dalla parte di Ce- lo spingersi egli innanzi, gli eccle-
prano; e così la città di Prosinone siastici lasciarono indietro la deli-

che avea già tanto sofferto per si- berazione fatta di battere Rocca di
mili antecedenti cause , tornò ad Papa; le genti del qual luogo a-
essere il teatro di aspri e san- vevano occupato Castel Gandolfo
FRO FRO 3o7
posseduto dal cardinale ài Monte andava Pontefice ac-
l'esercito del
per essere mal guardato. Finalmen- costandosi per far la massa a Ferenti-
te il viceré, messi insieme dodici no, e daie speranza di soccorso agli
mila fanti, de' quali degli spagnuo- assediati. Fu finita ai 24 la batteria
li e tedeschi in fuori condotti in a FrusolonCj ma non essendo tale
sull'armata, la maggior parte era- che desse al vicei'è speranza di vit-
no fanti comandati , si pose con toria, non fu dato l'assalto, e non-
tutto l'esercito il dì 22 dicembre a dimeno Alarcone travagliandosi in-
campo a Frusolone, terra debile e toiiio alle mura fu ferito d'un ar-
senza muraglia; ma alla quale suc- chibuso e fu ferito anche Mario
,

cedono in luogo di mura le case Orsino. Era la principale speranza


private, e la grotta stata messa in del viceré il sapere essere dentro
guardia da' capitani delia Chiesa, poche vettovaglie , delle quali an-
per non gii lasciar piedi nella Cam- che pativa l'esercito, che si am-
pagna, e v'era anche vettovaglia massava a Ferentino , perché le
per pochi di: nondimeno il sito genti Colonnesi, eh' erano in Palia-
della terra , eh' è posta sopra un no, Montefortino e Rocca di Papa,
monte, dà facoltà a chi è dentro di che sole si tenevano per loro, tra-
potersi sempre salvare da una par- vagliavano assai la strada, e andan-
te, avendo qualche poco di spalle, do Renzo all'esercito, avevano rot-
il che faceva più arditi alla di- to la compagnia dei fanti di Cuio,
fesa i fanti che v'erano dentro, ol- che gli faceva scorta. Uscirono non-
tre all'essere de' migliori fanti ita- dimeno un giorno trecento fanti
liani, che allora prendessero soldo; da Frusolone e parte dei cavalli
,

né si potevano anche per l' altez- con Alessandro Vitello, Gio. Batti-
za del monte accostar tanto l'arti- sta Savello e Pietro da Birago ; ed
glierie de' nemici, i quali vi aveva- approssimatisi mezzo miglio di a
no piantati tre mezzi cannoni e Larnara, dov'erano alloggiate cin-
quattro mezze colubrine, che vi fa- que insegne di fanti spagnuoli, ne
cessero molto danno; ma delle di- tirarono due insegne in una im-
ligenze loro principali era l'impe- boscata, e li ruppero con la mor-
dire quanto potevano, che non vi te del capitano Peralta con ottan-
entrassero vettovaglie. Dall' altro ta fanti, e molti prigioni con due
canto il Pontefice benché esaustis- insegne. Attendeva frattanto il vi-
simo di denaro pronto a
, e più ceré a far mine a Frusolone, e
tollerare l' indegnità di pregare di quelli di dentro contramminavano
essere provveduto d' altri , e tale tanto sicuri delle forze de' nemici,
indegnità di provvedere con modi che ricusarono quattrocento fanti
straordinari, aumentava quanto po- che i capitani dell' esercito voleva-
teva le genti sue di fanti pagati e no mandar dentro in loro soccor-
comandati, ed avea di nuovo con- so. E
nondimeno nel tempo mede-
dotto Orazio Baglione, dimenticate simo non erano meno calde le pra-
le ingiurie fatte prima al padre, e tiche dell'accordo, per cui si fece
poi a lui, il quale come disturba- tregua 1'
ultimo di gennaio col vi-
tore delia quiete di Perugia aveva ceré per otto giorni, con patto che
lungamente tenuto prigione in Ca- le genti della Chiesa non passasse-
stels. Angelo. Con questi aumenti ro Frusolone , né lavorassero con-
3o8 FRO FRO
medesimamen-

V
tro la terra, essendo za dubbio sarebbe seguito, se aves-
te proibito a quelli di dentro il sero o fatto ralloggiainento in sid
fortificare, e mettere dentro vetto- colle preso, o se fossero stati av-
non dì per dì, e paren-
vaglia, se vertiti t desti a sentire la rilira(;i
do Fieramosco aver scoperto assai de' nemici, perchè il viceré non il

l'intenzione del Pontefice, e pote- giorao seguente, ma l'altro giorno


re con dignità di Cesare scoprirgli due ore innanzi dì, senza far segno di
la sua, gli presentò una lunga let- levarsi si partì con l'esercito, abbru-
tera di mano propria di Cesare, ciata certa munizione che gli resta-
piena di buona mente, d' offeite e va , e lasciate molte palle d'arti-
di divozione pel Pontefice, e par- glieria, e ancora che intesa la par-
tito dipoi per significare al viceré tita sua ,
gli ecclesiastici gli spin-
ed al legato la sospensione fatta gessero dietro i cavalli leggeri, che
ed ordinare ch'ella si mettesse ad presero bagaglie
delle e qualche ,

esecuzione, trovò il dì medesimo prigione di poco conto, non furo-


r esercito che mosso da Ferentino, no a tempo a fargli danno nota-
camminava alla volta di Fiusolo- bile , lasciò nondimeno addietro
ne, e avendo fatto intendere al le- qualche parte di vettovaglia, e si

gato la cosa, egli non volendo in- ritirò a Cesano, e di quivi a Cep-
terrompere la speranza grande che perano ".
avevano i suoi della vittoria, date Da sì preciso e lungo racconlo,
a lui parole, mandò occultamente che Paolo Giovio riporta più con-
a dire alla gente che continuasse , ciso, si comprende la bella difesa che
di camminare. Non poteva l'eser- fecero in quella occasione i frosino-
cito arrivare a Frusolone, se non nesi sostenuti dalle altre genti con-
s' insignoriva di un passo, a modo federate del Papa, e lo smacco che
di un ponte, situato alle radici del ne ridondò al viceré de Lanoia, e
primo colle di Frusolone, al quale alle truppe imperiali che comanda-
erano a guardia quattro bandiere va. Egli difatli fu costretto a levar
di fanti tedeschi ; ma arrivata la l'assedio di Frosiuone , e a lasciare
vanguardia comandata da Stefano in quelle vicinanze quasi tutta la

Colonna, e venuta con loro alle ma- sua artiglieria, ritirandosi precipi-
ni, li ruppe e mise in fuga, am- tosamente al di là del Gaiigliano,
mazzali circa duecento di loro e ,
ed evacuando così pon- il territorio
presine quattrocento con le inse- tificio per difendere lo stesso regno
gne, e così guadagnato il primo di Napoli invaso dalle truppe del
colle, gli altri si restrinsero in luo- Papa con quelle de'suoi alleati. Po-
go più forte, lasciata libera l'en- chi mesi dopo, però nell'istesso an-
trata a Frusolone agli ecclesiastici, no i52 7, i fiorentini sotto la con-
i quali essendo già vicina la notte, dotta di Orazio Baglioni, confede-
fecero 1' alloggiamento in faccia lo- rati coi francesi comandanti da Lau-
ro, con isperanza grande di Renzo trec, fecero soffrir nuovi guai è for-
e di Vitello, le azioni del quale in se anche peggiori alla città di Pro-
quest impresa procedevano con ma- sinone per conservarla a Clemen-
la satisfazione del Pontefice, di a- te VII, in favor del quale essi com-
vergli a rompere, o fermandosi o battevano contro le truppe dell'im-
ritirandosi, come si crede che sea- peratore Carlo V. Operato iu Ro-
FRO FRO 3o9
ma il noto lagriinevole saccheggio cominciò dall'invadere colla sua ar-
cìair esercito imperiale, una banda mata PonlecorvOj e quindi Fresi-
di questa truppa
stessa che da , none con tutte le vicine città sino
Roma passava a Napoli per la par- presso Roma, cioè Anagni, Valmon-
te di Fresinone, fu assalita dai fio- tone, Cave, Tivoli, Marino, Pale-
rentini che l'inseguivano, in questa strina, Nettuno, e tutta in somma
stessa città espugnata da essi e sac- la Campagna di Roma, a cui fece
cheggiata, narrando Bernardo da soffrire lunghe depredazioni, conti-
Segni, isterico toscano di molta ri- nuali saccheggi, e ripetuti incendi,
putazione: » In prima arrivati a Fru- perchè durò questa desolatrice in-
solone, dato l'assalto senza batterlo vasione oltre un anno.
con artiglieria (perchè ne avevano Un tal flagello si fece maggior-
sei pezzi soli da campo), dov'erano mente sentire a Fresinone per es-
cinquecento fanti alla guardia, lo sere slato uno dei primi paesi oc-
presero per forza^ e messonlo a sac- cupati da quella feroce soldatesca,
co ". Dipoi il Pontefice Giulio 111 che vi si stabilì , fortificandolo ,

inviò per legato a Fresinone il ce- dopo che abbandonato


fu vilmente
lebre cardinal Gio. Ballista Cigada da Giulio Orsini comandante delle
o Cigala, il quale fece molli e no- milizie pontificie; il duca d'Alba
bili benefizi a questa città; restau- vi si trattenne tre giorni con tutto
rò il palazzo della rocca, vi ristabi- r esercilOj ricevendovi gli atti di
lì la sede del tribunale, allargò la sommissione de'paesi vicini. Quindi
piazza, e pubblicò i mercati, come nel settembre iSSy fu conchiusa
lilevasi dall'iscrizione lapidaria che la pace in Cave [Pedi). Ognuno
nel i553 fu collocala sul portone può figurarsi in quale stato infeli-

della medesima rocca da Girolamo ce fosse ridotto Fresinone dopo tut-


Federici vescovo di Savona pro-le- te queste successive vicende, adon-
gato della Campania. A tante dis- ta delle cure particolari che si die
grazie summentovale non andò gua- il pontificio governo per migliora-
ri che si aggiunse l'altra forse mag- re la sua sorte. Paolo IV vi desti-
giore di tutte, cioè l'invasione osti- nò legalo della Campania il cai'di-
le fatta nel i556 dalle genti spa- nal Vitellozzo Vitelli, che giunto a
gnuele, che occupavano il regno di Fresinone, e presa cognizione dello
Napoli per Filippo II , nel pontifi- stalo e bisogni della provincia e
calo Paolo IV Caraffa. Tali
di città di Fresinone, dopo i danni la-
tiuppe penetrarono nei dominii del- grimevoli cagionatigli dal duca di
la Chiesa dalla parte di Ceprano, Alba, ottenne che per sollevare ed
e fecero soffrire gravissimi danni a accrescere i suoi cittadini depaupe-
tutti i paesi della Campagna di Ro- rati, e diminuiti di numero, si esen-
ma, e specialmente a Fresinone, i tassero i suoi abitanti dalle collette
di cui abitanti conservano ancora per diversi anni. Pio IV successore
per tradizione scolpita nella memo- immediato Paolo IV, creò car-
di
ria la rovina che soffrì la loro pa- dinale Benedetto Lomellini genove-
tria a quei tempi. Le truppe ne- se, che Gregorio XIII nel 1572 fe-

miche erano comandale dallo spa- re vescovo d' Anagni, e legato del-
gnuolo Ferdinando di Toledo du- la provincia di Marittima e Cam-
ca d'Alba, viceré di Napoli, Questi pagna, come lo chiama il Cardella,
3io FRO FIlO
nelle Memorie {storiche de cardinali godette la provincia di Campagna
tom. V, p. 93, an/.i aggiunge che e Frosinone, questa illustrarono va-
il vescovato d'Anagni gli fosse con- ri concittadini con distinti talenti,
ferito mentre eia legato della pro- ed impieghi cospicui tali furono il :

vincia del Lazio o sia Campagna, p. Ignazio Bompiani gesuita, d'una


dov' è appunto situata la città di famiglia oriunda d' Ancona Gio.
;

Anagni ; indimori ia
il cardinale Battista Grappelli d' una delle più
Roma nel i57g. Ad onore di Fro- distinte famiglie, ec. Alla metà del
sinone qui rammenteremo, che in secolo XVII, seguendo per la pro-
mezzo alle sue peripezie, alcune tra vincia, e per Frosinone il passag-
le sue più illustii famiglie con suc- gio di truppe spagnuole e tedesche
cesso coltivarono le lettere, mentre per le pretensioni sul vicino regno
altri si distinsero nella gerarchia ec- di iVapoli, poco gravosi ne riusci-
clesiastica, Ortensio Battisti fu dot- rono gli effetti. JN'el seguente se-
to e zelante vescovo di Veroli, e colo la provincia, e la città di Fro-
perciò anche di sua patria, dal 1567 sinone fu onorata dalla presenza di
al i5g4; ed Orazio Ciceroni pri- Benedetto XIII, reduce dalla sua
ma fu vescovo di Sora, poi di Fe- antica chiesa di Benevento. E da
rentino nel iDgi: prima di lui lo osservarsi che molti Papi negli an-
era stato l'altro frosinonese Silvio tichi secoli portaronsi o per affari,
Calassi, che avea meritato di esse- o per rifugio in Benevento, come
re prescelto da s. Carlo Borromeo si dice in quell'articolo, e perciò
a vicario generale del suo arcive- molti avranno nel passaggio ono-
scovato di Milano. Inoltre France- rato Frosinone. Preceduto dunque
sco Ciceroni, celebre giureconsulto, dalla ss. Eucaristia, Benedetto XIII
fu destinato da Gregorio XIII a go- a' 3i maggio giunse in Ceprano,
vernatore di Fano, per non dire incontrato da quella magistratura
d'altri. e clero, ricevendo alla porta dalla
Sembra che dal pontificato di prima la presentazione delle chiavi
Sisto V la sede del governo e ca- in mezzo al concorso delle circon-
poluogo della provincia di Cam- vicine popolazioni, vedendosi le stra-
pania o Campagna romana, stabil- de sparse di fiori, e le finestre or-
mente abbia proseguito senza in- nate di drappi diversi. Il marchese
terruzione a risiedere nell' antico Livio de Carolis si portò ad incon-
capoluogo di Frosinone, mentre che trare il Pontefice un mezzo miglio
talvolta presidi e legati fecero di- prima di giugnere a Frosinone, ed
mora nelle vicine città, tra le qua- entrando in questa città Benedetto
li si nominano Anagni , Ferentino XIII vide sulla porta e sotto il suo
e Pipeino. Visitò quel gran Papa pontificio stemma questo anagrama:
varie parti della provincia , e fu BE\EDicTus DEciMus TERTius, purc let-
particolarmente a Terracina, a Pi- terale TER DECIMUS BE.\EDICTUS ES TU.
perno ed a Sermoneta pel prosciu- Dopo le ore ventidue arrivò la ss.
gamento della Palude Pontina e , Eucaristia, portata da monsignor
per liberare i luoghi infestali dai Piersanti col solito accompagnamen-
malviventi. Clemente Vili fece ve- to, alla chiesa degli agostiniani scal-
scovo di Jesi il frosinonese Pirro zi della beata Vergine della JNeve,
Imperioli ; indi per la calma che lungi un miglio da Frosinone; ed
FRO FRO 3ii
alla porta del convento fu ricevu- niana , il Papa discese in coro ad
ta dal superiore vestito di piviale, orare, fece distribuire buona som-
e dai religiosi con torcie accese. ma di denaro a* poveri , dal suo
Riposta nel tabernacolo fu poi con- elemosiniere segreto monsignor Al-
sumata , non volendo il Papa nel bini vescovo di Leuca, e subito do-
proprio stato viaggiare preceduto po si pose in viaggio per Prossedi,
dal Sagramento. Poco dopo ar-
ss. corteggiato dal majfchese de Caro-
rivò anch' egli al convento, desti- lis, che nel detto convento avrà
nato per suo alloggio, secondo il trattato splendidamente la famiglia
suo costume, con numeroso seguilo, ponttfìcia.
cavalleggieri e guardia svizzera. Os- Intanto nei primi anni del se-
sequiato dal commissario e procu- colo XVIII fiorirono in Fresinone
ratofre generale dell'ordine, e da molti individui, distinguendosi il dot-
altri superiori ivi recatisi, Benedet- tissimo p. m. Domenico Scifelli ago-
to XIII si trasferì in chiesa a ve- stiniano, appartenente ad una delle
nerare il ss. Sagramento, indi in primarie famiglie di questa città ;

coro a fare orazione, poscia si ri- Filipu'O famoso medico


Colanario
tirò nelle sue camere, mentre alla a Napoli; Gio. Battista Donati fat-
corte fu dalo lauto rinfresco. Nel to vescovo di Cervia da Clemente
seguente giorno dell' Asceiisione , il XIII. Questo Papa alla perniciosa
Papa scese in chiesa , e nel coro influenza che nel 1764 afflisse Pro-
ascoltò la messa di un suo cappel- sinone, accorse con provvidi ed op-
lano segreto, e volle assistere coi portuni aiuti : grati i frosinonesi al-
religiosi all'offizio di terza ed alla le sue beneficenze celebrarono uu
messa solenne che cantò il commis- triduo solenne per la di lui con-
sario e procuratore generale, p. Gio. servazione, e dopo messa canta-
la

Giacomo di s. Adalberto, accom- ta ne celebrò le gesta con orazione


pagnato dal canto gregoriano. Da elegante Orazio Balserani. Allo spi-
una parte dello stesso coro presero rare di detto secolo giunse quel
luogo i prelati della corte, in roc- periodo tempo fatale che non
di ,

chetto e mantelletta. Terminata la si cancellerà giammai dalla memo-


messa cantata, Benedetto Xlll vol- ria degli uomini , e che se recò
le celebrare il medesimo sagrifìzio danni gravissimi a tutto il mondo,
privatamente all'altare maggiore de- li cagionò anche maggiori a Fre-
dicato alla beata Vergine. Accorse- sinone, che ne piange ancora i mas-
ro al convento più di quindicimila sacri, i saccheggi e l' incendio delle
persone, e siccome non poterono sue case. I francesi dopo aver pro-
entrare tutte in chiesa, in quel gior- clamato repubblica la loro nazione,
no più volte il Pontefice si recò volevano che tutto il resto del mon-
ad un balcone per impaitire alla do imitasse il loro esempio, costi-
divota e lieta moltitudine l'aposto- tuendosi in altrettante repubbliche,
lica benedizione. Nelle ore pomeri- e quindi sotto i nomi della liberlà
diane Benedetto XIII ritornò in co- e àtW eguaglianza tentavano di
ro coi religiosi, indi uscì in carroz- adescare, e soggiogare tutti i popo-
za a trottare per la pianura. Nella li, o almeno di renderli eguali nel-
mattina seguente ricorrendo la fe- la dipendenza da essi. I loro suc-
sta della b. Rita da Cascia agosti- cessi furono rapidi e straordinari ;
3 1 2 FRO FRO
f l'intera Italia non tardò a sen- sci che giunsero al punto di ri-
tirsi aggravare il collo dal più pe- chiamarli tutti al di là dei monti
sante di tutti i gioghi, quale si fu in casa propria, a motivo dei noti
appunto quello della sedicente ed avvenimenti.
t'Hìmera libertà e dell' eguaglianza, Dopo avere i francesi consumato
figlie della rivoluzione francese. La l'intera occupazione dello stato ponti-
illusione fatale, che in sulle prime ficio, e detronizzato il Papa Pio VI,
avea disgraziatamente affascinate le questi a' 20 febbraio 1798 traspor-
menti d'altronde sane di non po- tarono prigioniero in Francia, ove
chi uomini da bene disparve na- , morì nell'agosto 1799: nel mese
turalmente bentosto; e molte po- di marzo del successivo anno fu
polazioni spinte pili da impeto e da eletto in Venezia Pio VII, quando
furore, che da riflessione, fecero in- già i dominii della Chiesa, ad ec-
cautamente degli sforzi fuori di mo- cezione delle tre legazioni, tolti dai
do e di tempo, ed accrebbero in francesi furono restituiti alla santa
tal guisa le loro sciagure. Prosino- Sede, onde la provincia di Campa-
ne , i di cui abitanti non hanno gna con Fresinone ritornarono sot-
mai smentita la loro antica repu- to il pacifico governo ecclesiastico.
tazione armigera e guerriera, e che Ultimo governatore generale della
a tanti altri guai aggiungeva an- provincia era stato monsignor Gio.
che quello di non esser più sotto Carlo Borromeo di Padova, fatto
il regime i-epubblicano capoluogo da Pio VI nel 1796; Pio VII con-
della provincia, innalzò il primo fermò quello che il sagro collegio
lo stendardo dell' insurrezione con- avea scelto provvisoriamente a' 2
tro la forza prepotente dei francesi febbraio 1800, cioè monsignor Lui-
il dì 26 luglio 1798: molle altre gi de' principi Lancellotti napole-
città e terre della Campagna segui- tano, col titolo di governatore ge-
rono il suo esempio; si versò del nerale di ^Marittima e Campagna.
sangue cittadino, si cagionarono dei Divenuto Napoleone Bonaparte, già
guasti , si commisero degli orrori, primo console della repubblica fran-
e tutto inutilmente per l'oggetto cese, imperatole di quella nazione,
che pareva si fossero proposti. Su- aspirando alle conquiste, fra queste
bito corse la truppa francese e po- vi comprese lo stato pontificio, e nel
lacca a punire con rigore questi luglio 1809 fece imprigionare Pio
tratti di coraggioso risentimento. Ai VII e trasportarlo duramente in
guasti ed ai massacri commessi dai Francia. Quindi, come l' Italia, lo
cittadini, si aggiunsero quelli della stato della Chiesa fu unito da Na-
forza armata accorsa per punirli, poleone all' impero francese, e Ro-
e così Fresinone, preso d'assalto ma dichiarata seconda città di esso,
dai francesi, fu abbandonato al sac- mentre a Frosinoqe si conservò il
«heggio ed all'incendio a' 2 agosto grado di capoluogo della provin-
dello stesso anno. Tutti questi dan- cia. Nel 181 4 ripristinato lo stato
ni restarono permanenti in questa d'Europa col detronizzamento di
città,quantunque i francesi aves- Napoleone, a Pio ^1I furono re-
sero dovuto partirne poco dopo, stituitii dominii della santa Se-
chiamati dai rovesci che soffriva la de, ed allora il Papa spedì go-
loro annata nell'alta Italia; rove- vernatore generale di Marittima
FRO FRO 3i3
e Campagna a Prosinone,
monsi- romano, nominato da Innocenzo III;
gnor Fabrizio Turiozzi di Tosca- Giovanni Colonna romano, da Ono-
nella , che già avea governato la rio III; Giovanni Fitelli-Vitelleschi
provincia sino dai 6 agosto 1806. di Corneto oriundo di Foligno, di-
Col moto-proprio de' 6 luglio 18 16 chiarato da Eugenio IV; Àscanio
Pio VII classificò i governi niello Parisani di Tolentino, Terrestris
stato pontificio, dichiarando Prosi- fliarittiinaeque Lalii praefectus, co-
none colla provincia delegazione me si legge nella sua lapide sepol-
apostolica, ed il prelato governa- crale nella chiesa di s. Marcello,
tore delegato apostolico; disposizio- dicendoci il Cardella che lo nomi-
ne che insieme a quelle analoghe nò Paolo III verso il i542 o do-
di Leone XII, e del regnante Gre- po, coli' ispezione della città di Pon-
gorio XVI riportammo all'artico- tecorvo, e de' castelli adiacenti spet-
lo Delegazioni apostoliche ( Ve- tanti ad Ascanio Colonna Gio. ;

di). Solo qui noteremo che alla Battista Cicala o Cigada genovese,
medesima epoca di Gregorio XVI, da Giulio III; Fitellozzo de' Fitti-
erigendosi la legazione di Velle- lazzio Fitelli di Città di Castello,
Iri, a questa furono attribuiti di- da Paolo IV ; Marc Antonio Co-
versi luoghi , sino allora facenti lonna romano, da Sisto V a'4 set-
parte della delegazione diFresinone tembre i585; eà Antonio Pailotta
e delle provincie di Maiittima e piceno, nato in Ferrara, legato a
Campagna; cioè il distretto di Ter- Intere nel 1 824 per nomina di Leone
racina , i governi di Valmontone, XII: nella legazione del cardinal Pal-
di Segni e di Sezze; coi loro vice- letta, Ferentino divenne capoluogo
governi, e di taliluoghi se ne trat- di sua legazione nel maggio e giu-
ta all'articolo Fdlelri (Fedi). Il gno di detto anno ,
quando quel
eh. De Mattheis a pag. io5 e seg. porporato per quaranta giorni ten-
ci dà la serie dei diversi governa- ne le redini delle provincie di Ma-
tori di questa città e dell'annessa rittima e Campagna, ed a' i5 mag-
provincia eh' ebbero residenza in gio emanò da Ferentino l' editto
Prosinone, ora col titolo di legato contro i crassatori , facinorosi e
o di rettore, ora con quello di de- malviventi di tali provincie : il car-
legato, e più spesso col titolo di dinale dopo il suo. arrivo in Fe-
preside e governatore generale. In rentino nominò suo luogotenente
questa serie di nomi illustri ve ne generale 1' integerrimo magistrato
sono alcuni che già cardinali go- avvocato Tommasi Alessandri. I

vernarono la città e la provincia, prelati governatori generali poi crea-


ed altri che quantunque l'abbiano ti cardinali, sono seguenti Do- i :

governata da prelati si resero de- menico Ginnasi dimola, fatto vi-


gni della dignità cardinalizia, di cui celegato da Sisto V a' 4 febbraio
furono posteriormente fregiati, ed i586 e cardinale nel i6o4 da
alcuno di questi giunse sino al Clemente Vili. Gio. Francesco Ne'
sommo pontificato. La serie inco- groni genovese, fatto governatore
mincia dal i553, essendosi smar- generale da Alessandro VII nel
rite le precedenti notizie. 1666 e cardinale da Innocenzo
I cardinali che governarono la XI nel 1681. Marcello Durazzo
piQvincia furono Gregoiio Crescenzi genovese, fatto da Clemente IX nel
3i4 FRO FRO
1668, e cardinale da Innocenzo XI da Pio VII nel 1808, e cardinale
nel 1686. Gio. Battista Rubini ve- da Pio VII nel 1823. Giuseppe
neziano, fallo da Clemente X nel Ugolini di Macerata, fallo da Pio
1673, e cardinale da Alessandro VII delegalo apostolico nel >8i9,
Vili nel i68g. Lorenzo Fieschi e cardinale dal regnante Gregorio
genovese, fatto da Clemente nel X XV^ nel i838. Gio. Antonio Ben-
j6j^, e cardinale da Clemente XI venuti di Belvedere diocesi di Si-
nel 1707. Niccola Grimaldi ge- nigaglia, fallo da Leone XII a'
novese, fatto da Innocenzo XI nel luglio 1824 delegalo straordinario
1687, e cardinale da Clemente XI e visitatore apostolico, e dal me-
nel 1706. Carlo Firmano Bichi desimo creato cardinale nel conci-
sanese, fatto dal oiedesimo Innocen- sloro de' 2 ottobre 1826, e pub-
zo XI, e cardinale nel 1690 da blicalo in quello de' i5 dicembre
Alessandro Vili. Michelangelo Con- 1828. Luigi Ciacchi ài Pesaro, fat-

ti romano, fatto da Innocenzo XII to delegalo apostolico da Leone


nel 1692, e cardinale da Clemen- XII 1827, e cai'dinale da Gre-
nel
te XI nel 1706, al quale successe gorio XVI
nel i838. Giovanni Se-
nel pontificato col nome d' Inno- mini di Magliano, fallo da Leone
cenzo XIII. Cosimo Imperiali ge- XII nel 1829, e cardinale da Gre-
novese, fatto da Clemente XII nel gorio XVI nel 1843.
1730, e da Benedetto
cardinale In quanto agli uomini illustri
XIV nel 1753. Carlo Francesco del corrente secolo, oltre il sullo-
Durini milanese, fatto da Clemen- dato storico patrio dottore Giusep-
te XII nel 1782, e cardinale da pe de Maltheis, nomineremo il let-

Benedetto XIV nel 1753. Enrico terato Luigi Angeloni, e il p. m.


Enriquez napolitano, fatto da Cle- Domenico de' conventuali. Molli fu-
mente XII nel 1734, e cardinale rono gli uomini illustri frosinone-
da Benedetto XIV nel 1753. Pao- si , specialmente appartenenti alle

lo Girolamo Massei bolognese, fat- primarie famiglie Guglielmi, Pa-


to da Benedetto XIV nel i75i, e radisi, Campagiorni, Pesci, de San-
cardinale da Pio VI nel 1785. clis ec, i quali hanno onoralo la
Raniero Finoccìiietti pisano, nato patria fino a' nostri giorni. Molti
in Livorno, fallo da Benedetto XIV di questi si possono facilmente rin-
nel 1755, e cardinale da Pio VI venire neir opera di Antonio Ric-
nel 1787. Muzio Gallo esimano, chi intitolata : Teatro degli uomini
fatto da Clemenle XIII nel 1765, illustri nelle armi, lettere e digni-
e cardinale da Pio VI nel 1785. tà che fiorirono nel regno antichis-
Gio. Battista Bussi de Pretis ro- simo de' volsci , Roma 1721 : il

mano, fatto da Clemente XIII nel Ricchi nella sua Reggia de" volsci, a
1766, e cardinale da Pio VI nel pag. i3o, tratta di Frosinone, che
1794. -Antonio Rusconi bolognese, pur chiama Frasellonej e de' suoi
nato in Cento, fallo da Pio VI nel nomini illustri a pag. i33 del suo
1778, e cardinale da Pio VII nel Teatro. In oltre si può consultare
I 8 1 6 Cesare Nern h riii i d A n co n a
. ' anche per le notizie della provin-
fallo da Pio VII nei 1807, e car- cia, Ottavio Ligorio, Ristretto isCo-

dinale da Pio Vili nel 1829. Fa- rico dell'origine degli abitanti del-
brizio Turiozzi di Toscanella, fatto la Campagna di Roma , de" suoi
1 TxO FRO 3,5
re, consoli e dittatori, Roma 17 53, liisivo al faustissimo accesso del
©lire diverse altre edizioni , arric- Papa nella provincia di Prosinone,
chite di copiose notizie dal p. Ni- al tripudio, alla fedeltà ed all'a-
colò Galeotti. La provincia di Ma- more de' volsci verso la di lui sa-
rittima e Campagna, il celebre pae- gra persona. Proseguendo il viag-
se degli ernici e dei volsci, la pro- gio pei territorii di Zagarolo Pa- ,

vincia di Prosinone e questa città lestrina, Lugnano, Valmontone, e


nel maggio del decorso anno i843 Segni, giunse a modo di religioso
furono grandemente onorate e col- trionfo in Anagni, avendolo Val-
me d'indescrivibile gioia la più sin- montone accolto tra le sue mura,
cera, per la benefica presenza del quindi elevata alla dignità di cit-
regnante Pontefice Gregorio XVI, tà. A.' 3 maggio partì da Anagni,
cui tutti gli abitanti d' ogni ordi- e dopo avere onorato Perentino
ne, sesso ed età fecero a gara in con lungo trattenimento, il Papa
testimoniargli ne'più solenni edifi- si diresse verso Prosinone, giun-
canti modi religiosa venerazione ,
gendo dopo il mezzodì al ponte
affettuoso filiale amore , e fedele sul fiume Cosa, che costeggia l'al-
sudditanza. In ricambio le popola- ta collina in cima alla quale è
zioni dal conìun padre e sovrano costruita la città. Ad essa rapida-
ricevettero singolari prove e testi- mente ascese per l'ampia via pro-
monianze di paterna dilezione, gra- vinciale, che serpeggiando vi con-
zie, favori, onori, e beneficenze. duce, fiancheggiata lateralmente da
Come fu festeif^iato il Pontefice a spessicandelabri da cui pendevano
Prosinone lo andiamo brevemente festoni di mirto intrecciati con fio-
a riportare, mentre le dimostra- ri, mentre tutti venivano rallegrati
zioni degli altri luoghi, sono nar- dai rimbombi dell'artiglieria, dai con-
rate ai rispettivi articoli di questo certi musicali delle bande, dal suo-
medesimo Dizionario, e in parte no delle campane, e principalmente
di sopra indicate. dalle voci esultanti dei frosinonesi
Gregorio XVI
con nobile cor- e delle popolazioni della provincia
teggio, che descriveremo all'artico- accorse dai vicini paesi, che a gui-
lo Poste Pontifìcie {^f^edi), prece- sa di anfiteatro occupavano tutta
duto dal sopraintendente generale la collina e le alture della città.
di esse, partì da E.oma e dal pa- Poco prima della medesima tro-
lazzo vaticano il primo di maggio. vossi la magistratura di Prosinone
La prima dimostrazione festiva il con monsignor Andrea Pila spole-
Papa la ricevette nella via Labi- tino delegato apostolico ivi residen-
cana presso la Colonna, ove trovò te, con la congregazione governa-
un ben inteso arco di verdura, con tiva, e con tutte le autorità civili
iscrizione celebrante il tripudio in e militari di Prosinone. Le chiavi
cui erano per questo felice avve- della città furono otièrte al Pon-
nimento gli ernici ed i volsci. Ivi tefice dal gonfaloniere cav. Leonar-
Emidio Reiiazzi, figlio del cav. Pao- do Grappelli, sotto un grandioso
lo romano, siccome nato in Prosi- ed elegante arco trionfale di ar-
none, quando il padre era segreta- chitettura romana, adorno con ot-
rio generale della delegazione, gli to colonne, eretto a spese della
umiliò un sonetto in istampa, al- provincia , e sormontato da una
3i6 FIlO F II O
«.titilla colossale rappresentante la di argento : ricevuta la benedizione
Ueligione, in mezzo a due geni iu col_ ss. Sagiamento dal lodato ve-
forme di fame coli' iscrizione
, se- kcovo diocesano, retrocedendo a pie-
i;Liente : di per la medesima via giunse al
nuovo palazzo pontificio, residenza
ADVEVTUM OPT ATISSIMUM
% IN
MUMFICENTISSfMI PRINCIPIS
del delegato. Questo prelato
vò neir ingresso a rinnovare il suo
si tro-

GREGORII XVI P. O. M. ossequio, e per la magnifica scala


HERXICI VOLSCIQUE colonnata ascese il Papa al piano
AN. MDCCCXLIII. superiore, e dalla vasta loggia pa-
rata con baldacchino, compaifi la

Intanto uno stuolo di giovani de- sua benedizione all' immenso tripu-
cenlemenle vestiti, appartenenti qua- diante popolo; indi nella contigua
si tutti alle primarie famiglie, aven- ampia sala di udienza, decorata con
do chiesto ed ottenuto il permesso colonne di stucco, e damaschi rossi,

di staccare i cavalli dalla pontificia ascese in trono, ove avente ai lati

carrozza, questa tirò a mano per il cardinal Tosti, il vescovo Cipria-


l'ardua salila dopo l'arco suddetto ni, e il delegato Pila, ammise be-
sino dentro la città, ove le finestre nignamente al bacio del piede la
erano tutto decorate di drappi; e civica magistratura, la congregazio-
fermatisi sulla piazza del nuovo pa- ne governativa, ed oltre il clero le

lazzo apostolico avanti alla chiesa autorità civili e militari, e tutte le


di s. Benedetto, il Pontefice vi sce- persone distinte della città: dopo
sce in mezzo all'entusiasmo e giu- di che il Papa passò nel suo appar-
bilo univer.sale, accolto dal cardinal tamento, ed il suo seguito nelle
Antonio Tosti Fro- protettole di camere destinate.
sinone, e da monsignor Francesco Nelle ore pomeridiane il Papa
Maria Cipriani vescovo di Veroli, volendo visitare vari luoghi della
alla testa del suo clero, in mezzo città, fu impedito d' uscire dal pa-
ai quali, preceduto da una schiera lazzo per la pioggia, che continuan-
di fanciulli vestiti all' angelica che do anche nella serata, restò impe-
andavano spargendo fiori, e dalla ban- dito che s' incendiasse il preparato
da musicale, il Papa recossi a pie- fuoco d'artifizio, con illuminazione
di sotto il baldacchino, le cui aste a disegno sulla facciata della chiesa
erano sostertute dal magistrato, sino di s. Benedetto ; non però la gene-
alla chiesa principale di s. Maria rale e brillante illuminazione della
Assunta, la cui ricca paratura pro- città, e di tutte le vicine campa-
duceva vaghissimo etTetto, pei tanti gne, distinguendosi le luminarie
e variati colori degli addobbi, veli, poste sulla torre della chiesa prin-
«.arte colorite, stelle dorate, fiori e cipale, e sulla cupola della chiesa
pezzi di Giunto il Pontefice
stolfa. di s. Benedetto. Nella medesima
all'altare maggiore vi trovò deco- sera il Pontefice ammise all' udien-
rosamente esposto il ss. Sagramen- za varie persone, e la deputazione
to, ed ai lati due belle statue di della Benevento
città quella di ,

grandezza naturali rappresentanti i della Ponte Corvo, e quelle


città di
santi Pontefici fiosinonesi Ormisda dei circonvicini comuni, che a no-
e Siiveiio, coi volti e cor, le inani me del pubblico felicitarono il Po»*
FRO FRO 3.'*

tt^ficc , e rassegnarono 1' omaggio e che furono soleiuii e piene di cor-


ilella loro sncldilanza e veiieiazio- diale riverenza. Le famiglie coloni-
ne: l' affabilità paterna con cui fu- che poste lungo la via di otto mi-
rono accolte, penetrò i deputati del- glia che mette da Frosinone ad
la più profonda riconoscenza, ed essi Alatri, fecero a gara nel festeggia-
e i loro luoghi furono benedetti con re il passaggio dell'augusto capo
effusione dal Pontefice, commosso della Chiesa, e loro sovrano.
per tante religiose ed affettuose di- Nel ritorno a Frosinone, il Pa-
mostrazioni. Indi la magistratura civi- pa \isitò Ticchiena Grangia di Tri-
ca di Prosinone umiliò al Ponte- sulti, orando nella pubblica chiesa,
fice un astuccio con quattro gran- e neir interna cappella del contiguo
di medaglie, due d' o'o e due monastero, quindi proseguì il viag-
d'argento, appositamente coniate, gio riprendendo la strada maestra
rappresentanti da un lato la sua verso Fiosinone, nel cui territorio
effigie incisa dal celebre cav. Giro- passò sotto l'arco trionfale eretto-
inetli, e nel rovescio la seguente e- gli dalla fiimiglia de Sanctis frosi-
pigrafe composta a perpetuare la nonese in \\\\ suo possedimento
IHemoria della sua venuta in Fro- presso la chiesa della Madonna del-
zinone: db adventum principis opti- la IN'eve , e decorato con iscrizione
mi VOTOBUM COMPOTES FRUSINATES A. composta dal p. d. Marco Morelli
MDCccxLiii. La quale medaglia ven- già generale de' somaschi. Questa
ne anche distribuita a tutto il no- iscrizione oltre il celebrare la venu-
bile corteggio pontificio, unitamente ta di Gregoiio XVI in Fx'osinone,
ad un' ode saliìca, del poeta Giam- dice che Luigi de Sanctis Galassi,
battista Tagnani, e pubblicala colle figlio di Sebastiano, e convittore
stampe di Ferentino, con questo del collegio dementino di Roma
titolo: U
arrivo del sommo Ponte- ( in cura de' pp. Somaschi ), col
fice Gregorio XVI a Prosinone. E permesso del genitore avea dedica-
qui noteiemo che per celebrare il to queir arco ad imitazione del
medesimo avvenimento, il sotto of- concittadino (marchese) Livio de
ficiale de' bersaglieri Benedetto Ren- Carolis, il quale per celebrare la
zoni dispensò un analogo sonetto venuta di Benedetto XIII , nella
in istampa. Il modo decoioso e non prossima piazza avea eretto un fon-
perituro, con cui la città di Fio- te perenne. Oltre a ciò il buon
sinone volle solennizzare la presen- giovinetto de Sanctis, a meglio ri-

za di Gregorio XVI tia le sue mu- cordare alla sua palria Frosinone
ra, fu da questi corrisposto col più il fausto evento, volle distribuire
grazioso gradimento, e colle parole nello slesso giorno generose elar-
le più benevoli, con immensa sod- gizioni a povere donzelle orfane di
disfazione del magistrato e di ogni ambo i genitori nelle tie parrocchie
ordine di cittadini. La mattina del della città. Alle ore ig giunse il
giorno 4 "TifgS'O} Jl Pontefice col Pontefice a Frosinone incontiato
suo corteggio, ed accompagnamento dalla magistratura , e da tutta la
di monsignor delegato Pila, si por- popolazione, che parimenti voleva
tò a visitare l'antica cospicua città staccare i cavalli dalla sua carrozza.
di Alatri, ove ricevette dimostra- Nelle ore pomeridiane il Papa a
zioni che non è qui luogo narrare, piedi si recò a visitare la vicina
^ODU JH
3i8 FRO FRO
chiesa abbaziale di s. Beiiedctlo de- con doti le zitelle indigenti, ed i

corosamente parata, e monaslero


il poveri con copiose elemosine; di-
delle oblate di Gesù e Maria del- minuì di sei mesi le condanne dei
le le monachelle, alle quali fece detenuti nella rocca, e tra le più
abbondante elargizione, dopo es- vive acclamazioni dei frosinonesi
sere stato ricevuto dalla superiora che reiterate volte bened'i ad , ore
suor Maria Teresa di s. Pietro, undici mosse con tutto il suo se-
della romana famiglia Spinelli, fon- guito alla volta di Terracina per
datrice del monistero; indi fece la via di Piperno, una delle tre
ritorno alla sua residenza. Nella se- che si riuniscono sul ponte del fiu-
i-a nuovamente la pioggia impedì me Cosa sotto Prosinone, come an-
r incendio del preparato fuoco di che quella di A latri, e quella che
artifizio, e l' innalzamento di diver- conduce a Roma per Ferentino.
si globi areostatici, il tutto desti- Trovandosi su quella linea di stra-
nato a dimostrar la pubblica esul- da provinciale vari paesi a destra
tanza : la stessa pioggia avea im- ed a sinistra della valle del Sacco,
pedito nel giorno, che il Pontefice ognuno di essi procurò di fare le
potesse onorare altri luoghi del- migliori dimostrazioni possibili di
la città. Nella seguente mattina 5 divoto giubilo per il passaggio del
maggio, il Papa dopo aver ester- supremo Gerarca nei loro territo-

nato alla magistratura, a monsignor rii. Diremo per ultimo, che lo


vescovo, e a monsignor delegato il stemma della città di Fresinone
suo pieno gradimento, decorò del- consiste in un leone rampante in
l'ordine equestre di s. Gregorio campo bianco, attraversato da una
Magno il gonfaloniere capitano Leo- fascia, coir epigrafe bellator fru-
nardo Grappelli ; lasciò sussidiale smo.

FINE DEL VOLUME VIGESIMOSETTDIO.


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BX 841 .M67 1840
sncR
Moroni, Gaetano,
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico- eco lesiastica
AFK-9455 (awsk)

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