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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIAL ]M ENTE INTORNO


AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÒ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, Al VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MOROJNI ROMANO


PRIMO AIUTANTE DI CAMERA DI SUA SANTITÀ

GREGORIO XVI.

VOL. XXX.

IN VENEZIA
DALLA ilPOGRAFlA EMILIANA
MD CCC XL V.
,

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

G
GER GER
GìTERRA oGERRIIA. Sede ve- autore del libro intitolalo V Imi-
scovile della prima Au- provincia tazione di Gesù Cristo, che può
gnstamnica, del patriarcato d'A- dirsi uno sfogo dell'amore il più
lessandria nell'Egitto, sotto la me- puro e il più fervido verso Dio.
tropoli di Pelusio, eretta nel quin- Nel Dizionario storico degli autori
to secolo. E situata sponda
sulla ecclesiastici si legge che Giovanni
del mare verso il monte Cassio, ed fu abbate di Vercelli, e che la sua
è pur chiamata Maseli. Si cono- erudizione e la sua virtù gli con-
scono quattro vescovi, che ne oc- ciliarono l'amicizia dei più illu-
cuparono la sede : Eudemone di stri uomini del suo tempo; egli
cui parla Teofilo d'Alessandria in fu amico di san Francesco d'As-
fine dellaomelia pasquale
terza sisi, e maestro di s. Antonio di Pa-

dicendo che aveva ordinato in sua dova. Questo pio religioso nacque
vece Piroso. Nilammone è il terzo in Cavaglia, e fu abbate di Ver-
vescovo, il Gerra
quale sedeva a celli dall'anno 1220 al 1240, ad
quando Teofilo fuggendo, perchè il onta che non mancarono quelli
popolo prendeva partito per s. Gio- che spacciarono non avere mai e-
vanni Crisostomo, arrivò in quella sistito, ed essere un personaggio ef-

città, non potendo approdare in A- fìmero. Alcuni eruditi gli hanno


lessandria. Il quarto vescovo fu attribuito l'incomparabile ed aureo
Stefano, che assistette alle prime libro ascetico mentovato, e quindi
sessioni del concilio di Calcedo- altri ne fecero autori il canonico
nia , ma non volle sottoscrivere la regolare Kempis Tommaso [Fedi),
condanna di Dioscoro d" Alessan- ed altri Gersone Gioi'anni (f-'edi),

dria. ossia Charlier, cancelliere dell'uni-


I GERSEN Giovanni. Celebre be- versità di Parigi. Interminabili fu-
nedettino, creduto da molli il vero rono e sono le dispule letterarie
6 GER GER
$11 questo punto, per Istabiliie i:h i co' li pi di F. A. Sicca: Della imi-
dei tre ne sia stato il vero auto- tazione di Gesìt Cristo libri quat-
re. Sembra che escluso il Charlier tro, nella quale con critica erudi-
da molti , l'universale sia pel Kem- zione si discute la famosa questio-
pis,come per antonomasia è chia- ne, con opportune annotazioni ,
mato il trattato, ma non manca- pronunciandosi in favore di Gio-
no dotti critici che si pronunzia- vanni Gersen abbate vercellese, e
rono e pronunziano ancora con lodando il cav. Gaspare de Gre-
successo in favore dell'abbate di gory, oltre il cardinal Enriquez,
Vercelli Giovanni Gersen. Molti per la versione che ne fece, e per
trattarono questa grave disputa, quanto operò per stabilirne la glo-
noi contenteremo di questo cenno,
ci ria in detto abbate.
invitando a consultare chi di pro- GERSONE, o CHARLIER Gio-
posito ne Fra di essi ci
scrisse. vANxi, celebre dottore, detto Gerso-
Hmiterenio a nominarne due. Fran- ne dal nome d'un villaggio della
cesco Cancellieri, che nel suo libro diocesi di Reiras in cui nacque nel
delle Dissertazioni epistolari bi- 1 363 . Studiò teologia in Parigi,
bliografiche, vi unì altro libro che per sette anni sotto Pietro d'AilJy
porta per titolo: Notizie storiche poi cardinale, e per altri tre sotto
e bibliografiche eli Giovanni Ger- Egidio Deschamps. Addottorato nel
sen di Canaglia abbate di s. Ste- I 392, succedette poco tempo dopo a

fano in Vercelli, autore del libro Pietro d'Ailly nella dignità di can-
De iniitatione Chrisli, Roma pel celliere, e di canonico della catte-
Bourlié 1809, col ritratto di Gio- drale di Parigi. L'assassinio di Lt<Ì2Ì
vanni in fronte. Il Cancellieri di- duca d'Orleans, trucidato nel 1407
ce che Gersen fu detto anche
il per ordine del duca di Borgogna, ec-
Gessen o de Gessate, nascondendo citò lo zelo di Gersone contio il teo-
il suo nome per umiltà. Indi par- logo Criovanni Petit, che per una vi-
la del suo ritratto nella lettera tuperevole compiacenza aveva im-
iniziale di vari codici; del rame preso a giustificare quel fatto. Egli
cavatone dal p. Gaetani, dal p. dettò molti sermoni contro quella
Virgilio Valsecchi, e da lui stesso ;
sanguinaria dottrina, e la fé' condan-
dei codici suo nome; della fa-
col nare dai dottori e dal vescovo di Pa-
miglia Cavaglia nel Piemonte ed rigi. Nel i4o8 fu eletto curato di
in Milano; della storia delle di- s. Giovanni in Grève; assistè al
spute insorte sopra il suo libro ;
concilio di Parigi, che il re Carlo
dei congressi tenuti avanti il pre- aveva adunato in occasione dello
sidente del parlamento, e monsi- scisma che divideva la Chiesa nelle
gnor arcivescovo di Parigi per ,
due obbedienze di Benedetto XI II
l'esame di tredici codici; e della antipapa, e di Gregorio XII. Si recò
decisione in suo favore, conferma- parecchie volte in Marsiglia ed in
ta in altro congresso a s. Germa- Tarascona per indurre l' antipapa
no de'Prali ; non che delle diver- a rinunziare; ed allorché nel conci-
se edizioni e traduzioni del libro lio di Pisa, deposti il falso Pontefice
De imitalione. L'altro è l' autore e Gregorio XII, venne eletto Ales-
della bella ed importante prefazio- sandro V, senza che per ciò avesse
ne dell'edizione di Padova i844> fine il lagrimevole scisma, cercò di
,

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persuadere anche quest' ultimo a lumi in foglio, e ristampale poi ad
dimetlersi egli stesso dal pontifica- Haia nel 1728 col titolo: Gersonii
to per procurare la pace alla Chie- opera omnia novo ordine digesta,
sa; ma le sue sollecitudini riusciro- opera et studio Lnd. E. dii Piacqui
no vane. Quando fu di ri forno in huic praejìxit Gersoniana. Il pri-
Parigi, un gran tumulto si sollevò mo volume contiene le opere dom-
contro di lui, ad istigazione del du- matiche; il secondo quelle che ap-
ca di Borgogna: la sua casa fu sac- partengono alla disciplina; il terzo
cheggiata, e si cercava di farlo mo- le opere morali; il quarto i suoi
rire o di trarlo prigione. Gersone commenti alla sacra Scrittura, al-
fu costretto nascondersi sotto le cune miscellanee, discorsi, poesie,
volte della chiesa di s. Maria, fin- ec. ; il quinto tutto quello che si

ché cessò quel tumulto. Nel i4i4 riferisce all'affare Giovanni Pe- di
si lecò al concilio di Costanza, co- tit. Nella Biblioteca sacra dei pp.
me ambasciatore del re di Francia, Richard e Giraud, tradotta in ita-
e deputato dell'università di Pari- liano, ampliata e stampata recente-
gi e della provincia di Sens. Vi mente in Milano, trovasi l'analisi del-
si adoperò egli fortemente per l'e- le sue opere all' articolo Cliarlier, e

stinzione dello scisma, per la pace conchiudesi che Gersone è stato, dopo
della Chiesa e per la purità della fe- s. Tommaso, uno de' più grandi e
de. Compose diverse opere, e fu mol- de' più pii teologi della Chiesa, che
to lodato dai padri del concilio, e stabilisce le sue. decisioni sopra prin-
riguardato come il più dotto teo- cipii tratti dalla Scrittura, o dalla
logo di quei tempi: il cardinale legge naturale, difende la verità
Zabarella gli diede il titolo di dot- con un coraggio inflessibile, ragio-
tore per eccellenza. Gersone com- na giusto, ed esaurisce le materie
battè l'erroreGiovanni Petit,
di che tratta. Il suo stile è spesso tri-
e lo fé' condannare dal concilio viale e negletto, duro ed ingrato,
locchè irritò il duca di Borgogna ma metodico. Però
il p. ab. Bia-
ollremodo; perciò Gersone non osò gi , traduttore ed
annotatore del
ritornare a Parigi. Usci di Costanza in Bergier, all'articolo Gersone ne dà
abito da pellegrino, traversò le mon- questa avvertenza. » E scrittore
tagne della Baviera e della Svizze- che ha detto delle verità, negate
ra ; finalmente andò a Lione, dove da'moderni novatori, per la Chie-
visse ritiralo nel convento de' cele- sa romana, e che ha detto pure
stini in cui avea un fratello, occu- delle proposizioni che sono dalla
pandosi neir istruire i fanciulli e stessaChiesa state proscritte, come
nel rivedere le sue opere fino alla sono le quattro famose proposizioni
sua morte, che avvenne a' 1
4 luglio gallicane; essendo egli stato precur-
14^9, d'anni sessanlasei, in Lione, sore di alcuna di esse. È scrittore di
ove nel i843 fu discoperta la sua cui si possono raccorre in numero
tomba nella chiesa di s. Paolo. grande le contraddizioni. Se altri

Gersone ha scritto molto in diver- scrittori avessero esaminate le di

se materie, e le sue opere sono lui opere, sarebbero stati più cauli
state spesso ristampate. Furono rac- nei di lui elogi ". Gli fu attribuito
colte dal sig. Dupin, e pubblicale eziandio il libro AcW Imitazione di
in Anversa nel 1706 in cinqtie vo- Gesti Cristo, che fu pine e meglio
,

8 GER GER
attribuito aun Giovanni Gersen o do copiose limosine in seno degl'in-

Gessen benedettino, abbate di Ver- Poi rinunziò l' incarico a sua


felici.

celli, personaggio la cui esistenza nipote Wilfetruda, e tre anni ap-


non è comprovata, al
realmente presso morì, a' 17 marzo del 65g.
dire della stessa Biblioteca, anche Ella è nominata sotto questo gior-
nel Supplitnento, all'articolo Ger- no nel martirologio di Beda e in
sen o Gessen, e pel quale alla me- molti altri, e la sua festa è d' ob-
tà del secolo XVII insorsero a- bligo a Lovanio e in tutto il Bra-
cerbe contese fra i benedettini di bante.
san Mauro, e i canonici regolari GERTRUDE (s.). Sorella di s.

di s. Genoveffa, che aggiudicavano Matilde, nata di nobile famiglia a


il libro a Tommaso da Rempis. Eislebben o Islebe, nella contea di
La questione non fu ben definita ; Mansfeld nell'alta Sassonia. A cin-
ma Tommaso da Rempis ebbe in qu' anni fu messa presso le bene-
suo favore una sentenza provvisio- dettine di Rodersford, ivi prese
nale del parlamento, non che l'opi- l'abito, enei 1294116 divenne ba-
nione comune. K. Gersen Giovat- dessa. L'anno appresso ritirossi col-
ivi, ed il Cancellieri nelle Notizie le sue religiose nel monistero di
sull'abbate Gio. Gersen, ove dice Heldelfs, incaricandosene della dire-
che il cancelliere Gerson fu chiama- zione. Ella era eminentemente a-

to il dottore cristianissimo o evan- dorna di tutte le virtù, ma l'ora-


gelico, parla del come fu creduto zione e la contemplazione furono
autore del libro De iniitatione Chri- in lei straordinarie, per cui fu fa-
stij delle sue edizioni e traduzioni, voreggiata di celesti consolazioni, ed
e dell' elogio da lui fatto a s. Bo- estasi deliziose. Nel libro delle sue
naventura. Rivelazioni s. Gertrude ci ha la-
GERTRUDE o GELTRUDE sciato il sua anima
ritratto della
(s.). Figlia del b. Pipino di Laii- ardente del amore. Dopo
divino
den e della b. Itta o Iduberga, essere stata quarant'anni badessa,
sorella Modoaldo vescovo di
di s. per cui è detta la grande abhadessa,
Treveri; nacque a Landea nel Bra- nel i334 passò all'eterna beatitu-
bante l'anno 626, e fu allevata nel- dine, e molti miracoli testimoniaro-
r innocenza e nella pietà. Concepì di no quanto fosse stata preziosa la

buon'ora il disegno di consagrarsi al sua morte a! cospetto del Signore.


Signore, perciò rifiutò di prender Nel breviario romano si trova al
marito, e ritirossi nel monistero di dì i5 novembre un officio in suo
IVivelle, fondato da sua madre, e onore, e le reliquie di lei si cu-
di vent'anni appena ne fu fat- stodiscono nel palazzo elettorale di
ta badessa. La beata Itta si pose BrunsAvick-Luneburgo. Avvi pure
sotto la disciplina di sua figlia un'altra s. Gertrude canonichessa
e ci visse cinqu' anni. Morì nell'an- premonstratense, figlia di s. Elisabet-
no 652, ed è menzionata nei mar- ta figlia Andrea re d' Ungheria,
di
Fiandra agli 8 di
tirologi di mag- che sotto Urbano IV prese la cro-
gio.Gertrude governò con zelo e ce colle compagne, per contribuire
prudenza la sua comunità per die- al buon esito della crociata colle
ci anni, e visse nell' orazione, nella orazioni, e morì nel 1297; ma non
penitenza e nella povertà, vtrsaa- riportandola il p. Butler da noi
GER GER 9
adottalo, ci astengliiamo dal farne bini, separali dalle altre selle. Gli
articolo. armeni e i greci moslransi nella
GERUSALEMME. Città patriar- città di Gerusalemme quali so-
cale dell'Asia, capoluogo del san- no per ogni dove. Quantunque
giacato del suo nome, il quale com- le due nazioni siano esperte in
prende la parte orientale dell'anti- ogni ed in ogni gene-
traffico ,

ca Palestina [Vedi) nella Turchia re di commercio, esse non potreb-


asiatica, sotto il pascialatico di Da- bero sostenersi nella città santa,
masco. Gerusalemme arabo cliia-
in se non fossero soccorse dai pelle-
masi EL-Kiids, città santa, o Beit- grini. Il quartiere degli armeni .si-

el-Mukaddes, in latino Hìerosoly- tualo sul monte di Sion, è il più


ma, ed i turchi Koudsi-Cherif, cioc- proprio ed il meglio costruito dei
ia santa per chiamòeccellenza. Si quartieri di Gerusalemme. La na-
pure Jebiis ovvero Salem. Sol) ma, zione greca abita ne' dintorni del
e gli ebrei la chiamarono Jeruscha- santo sepolcro, e questa vicinanz.a
laim o Jeruschalem, nome che può la consola di tultociò che ha per-
significare la visione di pace, o la duto. I greci per.seguitali in tutte
visione perfetta, oppure come vuo- le contrade mussulmane, non man-
le il Relando, eredità di pace, ov- dano quasi più olferte a Gerusalem-
vero possessione ereditaria di pace. me, ed loro pellegrini avevano
i

La popolazione di Gerusalemme è dimenticala la strada di Sion; ma


un misto di mussulmani, di greci, dal i83i in poi, sotto la prolezio-
di armeni, di cattolici, di coflì, di ne della Russia, ve ne giungono.
abissini, di ebrei, ec. Questi sono Tutte queste nazioni dissidenti so-
gliabitanti che presentemente po- no governate e comandate dal mu-
polano questa città da tanti secoli sellim, da un cadì, e da un sotto-ca-
celebre. Il commercio e l' industria dì incaricali della polizia, e da un
sono poco proficui alla città; le mon- muftì che presiede alla giustizia del-
tagne e le scoscese rocche da cui è le moschee, ed all' osservanza della
circondala non conobbero mai le do- legge religiosa.
rate messi. Ivi ognuno vive de'sussidi Fino dal terzo e dal quarto se-
non es-
della religione cui a[)partiene, colo pellegrinaggi da tutte le par-
i

sendovene alcuna in oriente che non ti dell'impero alla Terra Santa e-


mandi elemosine a Gerusalemme. I rano s\ frequenti, che trascinavano
pellegrini armeni e greci vi porta- già seco loro molti abusi, come ri-

no somme considerabili; e doni i levasi da s. Agostino nel sermone


e le offerte della divozione sosten- 3 da s. Gregorio di Nicea, e da
,

gono la popolazione cristiana e la s. Girolamo: questi inoltre nell'e-


giudaica. I mussulmani prevalgonsi pitaffio di santa Paola, dice che
di tutti questi tesori dalla pietà quella pia vedova era entrata
profusi, e se ogni sella vive della nel sepolcro del Salvatore bacian-
credenza che professa, può dirsi che done la terra per rispetto; e san-
i miscredenti si arricchiscono e vi- t'Agostino, De cii'it. Dei lib. 22,
vono della credenza di tulli. Gli cap. 8, racconta che i fedeli ne
ebrei della città sanla abitano V in- raccoglievano la polvere, la conser-
fimo quartiere presso la porla Ster- vavano preziosamente, e che operò
quiliuia, ora chiamala de'Maugra- essa talvolta miracoli. Anzi osserva

I
IO GER GER
il llin.ildi all'iinno 199, num. io, legiini d'oriente vi si recano a
che sebbene l' imperatore Adriano, drappelli con cammelli in carova-
al modo che diremo, profanò i ne: né soltanto uomini robusti af-
santi luoghi con erigervi sopra lai- frontano le fatiche del viaggio, ma
dissimi templi, non per questo la donne, fanciulli e vecchi, tutti pri-
divozione de' cristiani si rimaneva ma morire vogliono vedere Ge-
di
d'andarvi in pellegrinaggio, il qua- rusalemme. Mediante un tributo
le uso cominciato colla nascente che si paga al governatore, i pel-
Chiesa, non fu mai intermesso. Al- legrini entrano nella città per la
l'anno poi 536, num. 90, racconta porta di Betlemme. Tutte le na-
come la chiesa gerosolimitana rac- zioni, tranne i turchi ed i franchi,
coglieva e sosteneva a quell'epoca doviebhero pagare secondo l'anti-
con ispesa immensa quelli che an- co tributo stabilito, quattro paras,
davano a visitare i luoghi santi, quasi quattro centesimi per testa,
essendo ilnumero de'pellegrini infini- per tale ingresso, ed altrettanto per
to; e che molti compravano le case uscirne; ma turchi fanno pagare
i

in vicinanza del santo sepolcro per piìi piastre in tanti luoghi pei qua-
abitarvi dappresso, ed in morte le la- li debbono passare i pellegrini, i

sciavano al santuario. Il medesimo quali prima di arrivare al loro de-


annalista all'anno iigr,n/' i5 de- stino, per gli arbitriide' governa-
scrive il rito solito usarsi in Roma tori, vengono a somministrare qual-
con quelli che avevano adempito che cenlinnio di piastre. In sulle
il voto del pellegrinaggio a Geru- prime ogni nazione prende allog-
salemme, i quali ricevevano dalle gio nel proprio ospizio o convento,
mani del sommo Pontefice la palma, accompagnata da uno de'superiori
ed una croce appesa al collo; il qua- del monistero, ed ordinariamente
le rito Filippo Augusto re di Fran-
1 1 ivi pagano cento piastre turche. I
cia pregò Celestino III che praticas- pellegrini vi sono per due giorni
se con lui e coi suoi, giacché non ricoverati e nutriti; il terzo gior-
pili innanzi di Acri eransi inoltrati no chiamansi l'uno dopo l'altro i

a cagione dei dissapori insorti con pellegrini, sene registra il nome


Riccardo re d'Inghilterra, e Celesti- e la patria, e se gli chiede una
no III benignamente li contentò. somma proporzionata ai suoi mez-
Al presente i pellegriniarrivano zi. Si narra che gli uni sborsano
in Gerusalemme in gennaio ed in millecinquecento piastre turche, gli
febbraio, o nei primi gioini di altri mille, ed i meno ricchi sei-
marzo al più tardi, e non partono cento, somme che sembrano alquan-
che dopo le feste pasquali. Que- to esagerate. Poscia loro si trova
sta città è il convegno dei pelle- un alloggio per tutto il tempo che
grini di tutte le nazioni cristiane bramano passare nella città, ben
dell'oriente, greci, armeni, abissini, inteso che questo alloggio è a spe-
siliaci, cofti, di tutte le sette appar- se de'pellegrini; inoltre essi sono
tenenti al vangelo; vi si trovano obbligati di dare proporzionatamen-
pure molti ebrei, ed anche pelle- te un'elemosina per ognuno dei
grini turchi, perchè Gerusalemme luoghi santi che visitano per pre-
è pure una città santa agli occhi garvi; un prete della loro nazione
d'un n-.ussulaiano. Tutti questi pel- li accompagna in queste pie stazio-
GER GER IT
ni, laonde i più esnlti calroli di- impedire i ladronecci delle strade,
mostrano che chi visita i luoghi principalmente de'beduini, e le con-
santi, per lo meno deve spendere cussioni frecpienti. Le nazioni orien-
più di mille piastre turche. Un tali nel loro pellegrinaggio a Ter-
pellegrino senza essere munito d'im ra Santa per divola memoria so-
permesso dell'autorità mussidmana, gliono far marcare in Gerusalem-
elle il fa pagar caro, non può pe- me sulle loro braccia e sulle ma-
netrare nella chiesa del santo se- ni l'effigie dei santi luoghi visitati
polcro. Dappoiché avendo prima la da essi, ed i misteri di Gesù Cri-
chiesa tre porte, oggi non ne ha sto, della Madonna , e dei santi,
più che una, di cui i turchi gelo- resistendo a dolori eccessivi, non
samente custodiscono le chiavi, sid solo gli uomini, ma anche le donne,
timore che i cristiani vi entrino i fanciulli e le fanciulle, a mezzo
senza pagare i nove zecchini, ovve- delle punte di molte spille acutis-
ro trenlasei franchi, somma a cui sime sulla cute, e versandovi subi-
sono tassati: s'intende per rpn'lli to una tinta nera, che vi penetra
che vengono di fuori stato, perchè profondamente, e secondo il dise-
i cristiani sudditi del gran Signore gno fatto colle spille resta indele-
non pagano che la metà. Questa bile in tutta la loro vita, mostran-
porta è sempre chiusa, e non avvi dolo essi come glorioso segno dell'ef-
che una piccola finestra chiusa da fellualo pellegrinaggio nei luoghi
inferriata, da dove quelli che sono santi, e chi porta tali segni si chia-
al di fuoripassano i viveri a quel- mano //^^/ ossia pellegrini. Inoltre
li che stanno dentro, i quali sono i Papi concessero innumerabili in-
di otto nazioni diverse: i latini o dulgenze ai santi luoghi di Pale-
romani, i greci, gli al)issini, i cofli o stina, che aiutarono
con generosi
cristiani di Egitto, gli armeni, i ne- soccorsi, e con quelli che replica-
storiani, i giorgiani , ed i maroni- ta mente provocarono dalla pietà
tidel monte Libano, che tulli fan- de' fedeli, massime col mezzo dei
no risuonare il tempio de' loro can- predicatori, come in diversi tem-
tici. pi dell' anno si pratica tuttora.
I pellegrini cattolici rinvengono Di tutto ciò tratteremo all' arti-

nell'ospizio o monistero latino una colo Guardi \\o dei, s\nto Se-
generosa ospitalità, e non ispendo- roLcno, la cui custodia fu alfidata
no un paras per compiere gli atti ai frati minori nei primordi del-
della loro divozione. Talvolta fu l'ordine francescano, il quale vi pre-
imposto per penitenza di gravissime pose ii detto guardiano , ciò che
colpe il pellegrinaggio di questi accennammo al voi. XXVI, pag.
santi luoghi, quando essi erano più 90 del Dizionario, ed in progresso
dilìlcili, più faticosi, e più esposti anche in questo articolo diremo,
a gravi pericoli. I sovrani cattolici narrandosi il resto al citato arti-
prima e dopo le crociate, solleci- colo. Si sa che tutti gli stabilimenti
tati dallo zelo de' romani Pontefi- cattolici d'oriente, da quello del
ci, presso i saraceni , come presso Cairo in fuori, eh' è sotto la pro-
i turchi protessero i pellegrinaggi, tezione dell'Austria, sono posti sot-
e ne tutelarono con trattati la lo- to quella di Francia. Da ultimo ia
ro incolumità ; non però poterono Gerusalemme sono sfati installati i
12 GER GER
consolali europei di Francia, d'In- ìslorico- geografica, cronologìco-topo-

gliiltena, di Russia, e di Sardegna. grafìca, a pag. i65e seg. Fonda-


Ed inoltre vi si è stabilito un ve- tore di Gerusalemme si crede il

scovo protestante di origine ebreo, sommo e rea! sacerdote Melchise-


chiamato Michele Salomone Ales- dech, da cui prese il nome di Sa-
sandro, the recandovisi con la moglie lem, e regnò anni cinquanta ;
vi

e coi figli, ivi vuole edificare una altri dicono che Melchisedech fos-

chiesa. Dopo diverse difficoltà è se stato re di Salem, città presso


stato riconosciuto dalla Porta ot- Scitopoli , il qual nome, come ab-
tomana siccome protetto dall' In- biamo detto, fu pur dato a Geru-
ghilterra. Secondo quanto si è salemme. Poscia fu occupata dai
pubblicato, e da me veduto, il Gebus
gebusei, popoli della stirpe di
sigillo di tal vescovo fatto nel figliuolo diCanaan, e da esso ere-
18413 contiene una targa divisa ditò il nome di Gebus, che aggiun-
in due parti, sovrastata dalla mi- to al primo fu detta corrottamente
tra : nella prima sono vi le armi Gerusalemme. I gebusei la posse-
speciali del vescovato, che sono com- derono anni 824, nel progresso dei
poste dalle armi d' Inghilterra e di quali fu cinta di mura e di torri ;

Prussia , al di sotto delle quali si laonde assediata vigorosamente da


trovano due stelle ed una colomba Davidde secondo re d'Israele, i

avente nel suo becco un ramo di gebusei per dispregio vi posero


olivo, e più in basso questa epi' alla difesa i ciechi e i zoppi. Da-
grafe in ebraico Pace, pace sopra : vidde vi entrò trionfante, dopo aver
Gerusalemme. La seconda parte debellato gl'idolatri abitanti, e la
delia targa contiene le armi parti- riunì al regno d' Israele. Indi di-
colari del medesimo vescovo, cioè latata con nuovo recinto di mura,
un leone in piedi con bandiera, quel re l' arricchì di superbi edifi-
sulla quale è scritto in ebraico il zi; fondò con rara magnificenza la
motto: Giudea. sua reggia nel fianco del monte
di Sion, e nella sommità vi eresse
Notizie compendiate sui principali la rocca, che poi divenne famosa,
edifìzi di Gerusalemme , com- della dal suo nome Davidd'ca, di-
presovi il tempio di Salomone chiarandola città metropoli del fio-
ed il santo sepolcro j non che rentissimo regno d'Israele. Ella fu
dei luoghi di Gerusalemme e suoi già compresa nella tribù di Benia-
dintorni, celebri nella storia del- mino, eletta principale città sacer-
l'antico e nuovo Testamento, tut- dotale dell' ordine levitico : vera-
ti oggetti di costante venerazione mente dopo che il Signore dichia-
presso tutte le nazioni. rò che Gerusalemme era la città
da lui scelta per farvi la sua di-
Prima di parlare dello slato mora, e per il luogo del suo lem-
presente di Gerusalemme , e dei pio, essa fu considerala come la
principali avvenimenti che la ri- metropoli di tutta la nazione, e
guardano , riporteremo alquanto come una città comune a tutti gli
compendiata la descrizione erudita israeliti ; non apparteneva dunque
che ne fa Biagio Terzi di Lauria propriamente né alla tribù di Be-
nella sua Siria sacra, descrizione niamino, uè a quella di Giuda.
GER GER. i3
Crebbe suo popolo a tal segno,
il Dio promessa in dominio ad A-
che nel regno di Davidde occupa- bramo, Isacco , e Giacobbe nella
vansi trentaseiniila sacerdoti nei loro figliuolanza , siccome verificò
ministeri dell'altare. Per quanto ap- sotto la condotta di Giosuè.
partiene alla sua forma, l'inegua- Si rilevano sul monle Aera tre
glianza del sito aspro e difficile, altri piccoli monti, che
pareano vi

d'altra non la rendeva capace che eretti dalla natura per propugna-
della semisferica ancorché molti
;
coli. Nell'uno nominato ]\Ioria, fa-
persuasi dal detto della Scrittura: ceva pompa superbissima il tem-
Et civitas in quadro posila est, la pio santo, eretto da Salomone coi
delineassero in perfetto quadro. El- materiali preparali da Davidde suo
la interponevasi tra due monti : genitore, che oltre alla sublimità
Sion il più eminente , che godeva della macchina, avea da tre lati
nel recinto il titolo di città ora , altissimi precipizi. Nell'altro erge-
superiore^ or di Davidde, ed Aera, vasi una rocca in quadro chiama-
di città inferiore, altrimenti detta ta Barira, che serviva di difesa al
Filia Sion, che rivolta ad orien- tempio, ed alla nuova città. Dal
te, e declinando verso la valle, si terzo rispleudeva la reggia degli
accostava alle falde del Sion ove Assamonei, capace anch'essa di op-
era il corpo maggiore della città. posizione a straniere ostilità. Stra-
Ad ogni lato esterno del Sion so- bene assegna alla città antica cin-
vrastavano scoscese rupi, e perciò quanta stadi di circuito, ma Gio-
circondavalo un solo muro ; ma seffo la restringe a trentatre, intese
dove la città piegava a borea era egli però delle due città superiore
alquanto accessibile, e come più ed inferiore, mentre trattando dei
esposta alle ingiurie ostili, circon- suoi principali recinti, dice che il

data da tre ordini di mura, fian- primo era ornato di sessanta torri,
cheggiate da spessissirae torri, con il secondo di quattordici il terzo ,

profondi fossi incavati nel "vivo di novanta , ciascuna alta dodici


sasso, larghi circa i5o piedi, alti canne , distinte con intervallo di
60. Cingea ilprimo ordine tutto duecento cubili, laonde si calcola
l'esteriore prospetto del monte A- poco meno di dieci miglia, in guisa
cra, perchè nella falda aquilonare che l'opinione di Villelpando che
pi egava l' Aera meno scosceso ; le la città ne girasse nove in dieci,
mura quivi e le torri erano più coincide colla narrazione di Giosef-
forti e rilevate che altrove. Com- fo. Avendo l'infedeltà de' regnanti
prendeva il secondo ordine una e de'loro popoli profanato il sacro
gran parte interna dell'Aera, che tempio con l'abominazione degl' i-
denominavasi Bezata, cioè città nuo- doli, e con l'effusione del sangue
va; e correva il terzo per tutta de'profeti , fu per divina giustizia
la valle separandola dalle falde del cosìbarbaramente trattata Geru-
Sion ; nella sommità di questo sor- lemme dal re di Babilonia, che
geva rinomata torre Daviddica,
la nello spazio d'anni sessanta diven-
quasi corona al suo capo, dal- ne il già splendissimo tempio sel-
la cui sublime altezza scuoprivan- va di fiere, il monle di Sion agro
si gran tratto della Terra Promes- aratorio, e la città mucchio di sas-
sa, ossia del paese di Canaan^ da si. Decorsi sessantatre anni di ser-
i4 ^i^iì GER
\ilù o scliia\itù Labilonica, e con Ire nello spazio di .sessantaciuque
pei missione di Ciro iietiifìcalo il anni, riconilolta la città a figura
Icinpio, il sacertlùle Necinia la cin- di villaggio, gli abitanti insolen-
se in ciiiquanladue yiui ni di mura, tendo tra le proprie debolezze con-
ristorandola altresì con sontuosi e- tro romani. Elio Adriano Augu-
i

di(jci; indi dalla munificenza dei sto giunse a domarli, ed a punirli


j)iincipi Maccabei , e poi di Erode, con severissime pene; indi demoli-
riacquistò il suo primiero splen- te le tre rinomate torri, vi semi-
«lore. Ria crescendo con rigoglio le nò il sale ; cosi sparita ogni ombra
colpe de'giudei, per la morte data appieno adempita la
di città, restò
allautore della vita, fu vendicala predizione del Redentore, quando
da Tito Vespasiano con l'estremo amaramente pianse sopra di essa.
eccidio, e sovversione del popolo Volendo poi quell' imperatore in-
e della città, 1' anno del mondo volare all'oblio la memoria dell'e-
52 36, dell'uni versai diluvio ^994, stinta città , la ricostruì di pianta
della nascita d' Abramo aoSa, e con nuova ma dissimile forma, e-
dell' incarnazione di Gesù Cristo o scludendo dal suo recinto il monte
era nostra 72. Fu allora che si di Sion, luoghi ove già furono
i

"verificò contro Gerusalemme il va- i regi palazzi di Salomone , della


ticinio de' profeti, e quanto scrisse regina, e del Saltus Libarti, quel-
s.Luca, XIX, 43. » 1 tuoi nemi- li della porta dell'Angolo, ove era
ci ti circonderanno di trincee, ti il castello degli assirii, e tutto l'an-
chiuderanno da per tutto, sarai rasa golo due porte
boreale, sino alle
e distrutta insieme ai tuoi ehe figli dette Elraim, e Sterquilinia. Vi
saranno nelle tue mura, delle qua- comprese bensì i due celebri monti
li non rimarrà pietra su pietra ,
Gihon, e Canario [Vedi), per
j)erchè non liai riconosciuto il avanti fuori della città. Su quella
tempo in cui Dio li ha visitala ". porta che conduce a Betlemme
La strage in falli riuscì altrettan- collocò scolpita in marmo la figu-
to terribile ,
quanto ostinata era ra di un porco, per dispregio dei
stata la difesa^ e numeroso il po- giudei; a questi con rigoroso edit-
polo giudaico accorsovi da tulle to sotto pena di morte interdisse
le tribù per solennizzare la Pasqua, l'avvicinarsi alla città,che da lui
essendovi rimasto racchiuso d' im- prese il nome di Elia o Atlia
])rovviso, come in angusto carcere. Capiloliiiaj ma l'antico prevalse
Yi perirono dal ferro e dalla fame e lo gode tuttora. La popolò di
un milione e cento mila anime, nazioni diverse fuor della giudaica,
gran numero fu a vilissimo prez- ed allora i fedeli ebbero campo di
zo venduto o condotto in servitù, stabilirvi il Tero culto, e di pro-
e la città sembrò ai riguardanti fessarlo pubblicamente dopo che
un teatro di rovine, o che mai l'imperatore Costantino, verso l'an-
non fosse stata abitala; appena tre no 3 1 3 fece trionfare la religio-
torrirestarono in piedi , quasi pi- ne Quindi la sua pia ge-
cristiana.
ramidi dell'eslinla città, e chiama- nitrice , verso r anno 327 vol-
le Ippico, Mariamue, e Fascio. le visitare i santi luoghi di Geru-
Parve con tuttociò non domata salemme, e vi eresse tutti quei
abbastanza la fellonia de'giudei, men- templi di cui parleremo. Libera-
,

GER GER i5
iDcnte il culto cristiano CDiilinuò col suo giardino, ove lavandosi
sino all' anno 636, quando espu- Bersabea fu vista dal re. Gli orti
i^uata la città dai saraceni, fu pre- regi chiamali hortus hoxa, ove fu-
da lacrimevole di militari insolen- rono sepolti Manasse ed Amon re
ze, e l'occuparono 4^3 anni. Fu di Giuda. 1 regi torchi , ue'quali
poi loro tolta nella prima crociata si spremeva dall' uva il per vino
dall' esercito latino comandato da la n>ensa del re; la profonda vo-
GoiFredo di Luglione, il 5 luglio ragine dalla Scrittura denominata
1099. Ma decorsi ottantotto anni Mello, e da GioselFo Tyropco/i, che
ricadde preda del sultano Saladi- separava il monte dalla città infe-
no; più tardi e nei iSiy , come riore; il ponte che l'univa al lem-
poi meglio diiemo, fu conquistata pio, la piscina, e le porte di Sion
da Selim 1 con tutti i regni di tanto care al Signore. Con più
Palestina e dell'Arabia. rara eminenza compariva sul Ga-
Il monte Sion è quel celebre baon, parte del Sion, il santo ta-
monte chiamato nella Scrittura san- bernacolo erettovi dal real profeta,
to e del Signore; monte sublime sotto cui pose l'arca del Signore, che
che ad ogni altro sovrasta: di for- vi dimorò anni quarantaquattro
ma sferica abbracciava gran parte assistita alternativamente da sacer-
della città, dando spazio nella som- doti e leviti, finché dal sapientissi-
mità ad un forte castello alzatovi mo re Salomone non fu traspor-
dai gebusei, che espugnato poscia tata nel tempio. » 11 tabernacolo di
dal re Davidde, fu ridotto a più Iddio è in Gerusalemme, e la sua
sontuosa struttura, fu dilatato col dimora è in Sion ".
suo real palazzo ed appartamenti Sion era pei giudei, ciò che per il

della regina, onde acquistò il no- cristianesimo è Roma , la madre di


me di Davidde, o come vuole Gio- tutte le chiese, cui tutti rivolgono il

sefib di città superiore. Dai Mac- guardo come a città santa, deposi-
cabei fu ampliato con nuovi e taria delle ceneri de'principi degli
pregevoli edilìzi e cinto con lun-
, apostoli, sommo Pon-
e sede del
go ordine di mura. Su questo mon- tefice romano: Roma è la sede
te accorsero per difesa e scampo della cristianità, come Gerusalem-
gran numero di giudei nell' irru- me ne fu la culla. Quivi il santo
zione dell'esercito di Tito, che ne re Davidde compose i sette salmi
fece immensa strage. Erano in que- di penitenza , e qui dappresso in
sto luogo il regio carcere, ove Ge- ricca tomba fu sepolto il suo ca-
remia fu ristretto quando predisse davere: i suoi salmi parlano ad
la cattività del popolo ebreo; le due ogni istante di Sionne. Questo a-
famose torri erette da Erode ad o- vello più volte fu sconvolto dal-
nore di Cesare e di A grippa, e che l'ingordigia altrui. Vi si penetrava
fronteggiavano la rocca di David- per un antro di faticoso artifìcio, ed
de. Seguivano altri spessi e nobili il suo ijgiio Salomone ed altri re
edifizi , le abitazioni de' principi vi furono eziandio sepolti. 11 som-
duci dell'esercito, dette dalla Scrit- mo sacerdote Ircano per liberare
tura clomtis foiiium , con ampli Gerusalemme dall' assedio che vi
steccati per gli esercizi militali dei pose Antioco il Pio re di Siria,
soldati. Ivi era la casa di Uria trasse da questo sepolcro tremila
, ,

iG GER GER
talenti di argento racchiusivi da stiano, per avere in esso Gesù Cri-
Salontione, con altre ricchezze per sto operato moltissimi prodigi. Ivi
onorare le paterne ceneri. Al di celebrò 1' ultima cena, e sotto le
liui esempio Erode 1' Ascalouita due specie del pane e del vino
per appagar la sua superba e va- istituì l'augustissimo sacramento del-
na splendidezza, si rivolse a rapi- l'altare; vi lavò i piedi agli apo-
re il sacro deposito, ciò che i bar- stoli ; nella gloriosa risurrezione vi
Lai'i avevano rispettato, nell'ultimo comparve a porte chiuse a' suoi
asilo dell' umanità. Egli per ese- discepoli, mostrandogli le sue pia-
guire il sacrilego attentato scelse i ghe, e cibandosi alla loro presen-
più fedeli amici , che fra le tene- za. Dopo otto giorni si palesò al-
bre della notte penetrassero nell'a- l' incredulo s. Tommaso, invitan-
•vello di nascosto del popolo. JXon dolo a toccar le cicatrici del suo
trovò il denaro che sperava, ben- venerando corpo. Salito al cielo
sì ne tolse gemme e vasi prezio- fu quivi aggregato nel collegio apo-
sissimi inmolta copia. Inoltrando- stolico s. JNIattia per sorte. Indi in
si poi ad investigare con diligenza forma di lingue infuocate dal cielo
maggiore il luogo ove riposava il vi discese lo Spirito Santo, e nel
corpo, ne usci all'improvviso una primo annunzio evangelico del prin-
fiamma, che uccise due soldati delle cipe degli apostoli, vi rinacquero
sue guardie ; ma benché spaventato al sacro fonte alla novella Chiesa
Erode fuggisse, non perciò restituì circa tremila giudei. Finalmente
le spoglie rapite alla regia tomba; nel cenacolo il principe degli apo-
rivolse piuttosto le sue cure a con- stoli s. Pietro celebrò la prima mes-

sumarne il prezzo neir ornamento sa , che il p. E.aynaud dice nel


avello con vanto del
esteriore dell giorno della Risurrezione ; l'aposto-
suo nome. La tomba di Davidde, in lo s. Giacomo fu consacrato primo
oggi la grande moschea di questo vescovo di Gerusalemme; s. Stefano
nome fregiata, non può essere da con altri sei furono dichiarati diaco-
verun cristiano visitata , quando ni dagli apostoli, i quali ivi cele-
anche offrisse la più cospicua som- brarono il primo concilio, e nel-
ma: ivi è pure la tomba di Sa- l'ultima loro divisione il simbolo
lomone, e l'una e l'altra sono dai della fede composero. In ossequio
turchi gelosamente custodite per e decoro del sacro luogo s. Elena
le tante favole allusive ai fasti del- imperatrice, madre di Costantino,
la loro setta. L'ingresso nella mo- vi fondò magnifico tempio, nei di
schea ai cristiani si concede solo cui portici racchiuse il sacro cena-
per un firmano della Porta, diffi- colo, trasferendovi dalla casa del
cilissimo ad ottenersi, essendone preside Pilato la colonna della fla-

vietato l'accesso dalle leggi mao- gellazione, macchiata dal sangue pre-
inettane sotto pena della vita. zioso del Redentore, poscia trasferi-
Sussiste ancora il luogo del san- ta nella chiesa di s. Prassede di Ro-
to cenacolo, sebbene difformato dai ma. Quivi un tempo erano i religio-
secoli, e dalle profanazioni barba- si francescani. I frati minori entra-
riche. Giace nel fianco australe del rono in Gerusalemme sotto il sulta-
Sion, degno di essere noverato tra no Melealim; quindi per le successive
i più gruu santuari del mondo cri- vicende delle guerre essendone stati
GER GER 17
cacciali, Gregorio cV Aqiiitania ntl suo Figliuolo, sino al di lei felicis-

i333 vi rientrò con altri otto re- simo transito, spazio di anni quat-
ligiosi. Verso la metà del inedcsi- tordici al dire di Eusebio e di ^^i-

nio secolo XIV la pia regina di cclòro, fu parimenti da' fedeli «(uasi
Sicilia Sancia col suo
marito Ro- nel tempo stesso consecrata in ora-
berto aggiunsero sul monte di
vi torio; ma distrutto con la città dai
Sion, con permesso del sultano, la romani, e contrassegnato il luogo,
falihrica d'un monisfero capace di nella tranquillità della chiesa ge-
molti religiosi fiati minori custodi rosolimitana fu ivi eietto (jucl mae-
del santuario, i quali poi nel se- stoso tempio che finora in gran
colo XVI e nel 1 56o tlai turchi parte alle ingiurie del tempo so-
ne furono scacciali di nuovo , ed vrasta. Diremo per ultimo sulla
in loro vece i turchi v'introdusse- città di Davidde, che ivi fu pure
ro i santoni maomettani avendo , il sepolcro del protomartire s. Ste-
cangiato il luogo in moschea. fano , in vicinanza del cenacolo,
Poco lungi da questo luogo sorge- quantunque egli fosse lapidato fuori
va il famoso palazzo de'sommi sa- porta denominata Grccis. Fu-
dell.ì

cerdoti, abitato già da Caifa , ove rono quivi depositati i corpi dei
assembrati i principi e seniori della ss. martiri JVicodemo Gamalielc ,

Giudea consultarono del modo di maestro di s. Paolo, e del suo fi-


far mf)rire il Redentore, a' quali gliuolo Abibone, trasferitivi sotto
l'apostolo Giuda empiamente si of- l'imperio di Onorio da vilissimo
frì pel vile prezzo di trenta dcna- luogo, dove per circa quattro se-
li: ivi il Redentore fu da s. Pietro coli erano rimasti sepolti.

tre volte negato: interrogato da Succede alla città di Davidde


Caifa, che pn;siedeva nel consiglio, la seconda parte in sito inferiore

s'egli era figlio di Dio, ciocché in- detta Filia Sion dal vicin monte,
genuamente alFermando, fu incol- quasi da quello nascesse. Chiudeva
palo di bestemmia, e giudicato reo con vasto giro il famoso e memo-
di morte. In questo luogo dalla rando tempio di Salomone, con
medesima s. Elena fu eretto un numerosi altri edilìzi pubblici e
decoroso tempio al principe degli privati, torri, piscine, palazzi, anfi-
apostoli, che poi sotto re latini i teatri, e terme di sontuosa e no-
fu abbellito di portico, prese il ti- bile struttura. Scrisse GiosefTo del-
tolo del Salvatore, e più tardi fu l'anfiteatro detto Circulus snemla-
dato in custodia alla nazione ar- toriiis, la di cui forma era sferica,
mena. Il tempio dedicato agli an- vasto e capace di ottantamila spet-
geli fu costrutto dai fedeli sulle ro- tatori. Egli porta opinione che fos-
vine della casa del pontefice Anna se costiutto da Erode nel campo
suocero di Caifa, quello cioè che Massimo, e v'istituisse ad onore di
interrogò Gesù de' suoi discepoli, Augusto giuochi circensi all'uso
i

e dottrina che professava, per cui di R.oma, accorrendovi dalle pro-


alla di lui presenza il Redentore vincie più remote al grido de' ric-

nel rispondergli ebbe uno schiaffo chissimi premi per qualunque sor-
da un scellerato servo. La casa ove ta di spettacoli, gli atleti, musici
abitò INIaria \ ergine con s. Gio- e gladiatori piii famosi. Il monte
vanni, dall'ascensione in ciclo del Aera sovrastava talmente all' uifc-

voi. ixx.
, ,,

i8 GÈ li GEK
riore città, che toglieva rornamen- al cu!>petto delie loro mogli e fi-

to ed il decoro agli edifizi più no- gli onde


, si meritò il nome di
bili ; laonde Simone Maccabeo con Crucidaj e pel conflitto che vi se-

fatica spesa immensa, nello spa- guì tra le milizie cròdiane e spar-
zio di tre anni lo spianò e ridusse tane, sostenendo queste il partito
in sleccato. A seltcnlrione del tem- d'Antigono per ristabilirlo nel re-
pio, su discoscesa rupe, sorgeva la gno. Il foro Venale dilatavasi nel
fortissima torre Antonina , deno- sito più erto di questa inferiore
minata altrimenti Turris Baris, e- città. Quivi il glorioso s. Giacomo
levata all'altezza di cinquanta cu- Maggiore, |)iima vittima del col-
bili, opera sontuosissima di beano legio apostolico, essendo ucciso per
Maccabeo: vi abitarono i sommi comando di Agrij)pa, consacrò a
sacerdoti da quel tempo sino al Dio la palma del suo martirio :

regno di Erode, e nell'intima sua liti luogo, già contrassegnato dai


stanza custodivasi religiosamente la fedeli, fu poi eretto in sua memo-
sloia sacerdotale, ardendovi di con- ria un tempio, ch'ebbe la nazione
tinuo una lampada di argento, co- armena in custodia. Volendo Ero-
me narra Gioseffo. INegli angoli di de accumulare quanti possibili ono-
questa gran torre ne aggiunse Ero- ri potesse a Cesare, fabbricò nel
de altre quattro minori , in guisa fianco meridionale del tempio un
che sembrava una piccola città, e ippodromo per uso del circolo, ove
ad onor di Marc'Antonio la deno- esercitavansi alle giostre i cavalli
minò Antonina. Sul monte Aera istituendovi i giuochi quinquennali;
fondò malvagio Antioco l' Illu-
il grande e frequente era quivi la
stre, munitissima torre capa-
altra radunanza degli spettatori per va-
ce di numeroso presidio, per infre- gheggiare l'agilità delle quadrighe.
nare i giudei, i quali a viva forza Eiavi un altro pubblico edificio, la
con le strage e le rapine avevano cui memoria è nefanda per gli ese-
trasformato la città ed il tempio ciiibilieccessi commessi da Giaso-

in iscena lacrimevole e funesta. E- ne pseudo-pontefice de' giudei, as-


gli vi regnò anni ventisei, e dopo sunto a quella dignità dal re An-
la sua morte fu la torre espugna- tioco col sulfragio dell'oro; dap-
la da Simone Maccabeo. L'archi- poiché ìq questo luogo egli istrui-
vio della città, detto altrimenti ta- ta i giovani ebrei ne' riti gentili,

bulario, ove si custodivano i hbri (juindi divenne luogo d esercizio


degni di memoria, le pubbliche e per giuochi scenici e lascivi, onde
private scritture, edifizio celebra- per la licenziosa disonestà ne con-
to e ragguardevole , abbandonato seguirono molte scelleratezze, e per-
poi dai custodi , fu dai sediziobi ciò dai giudei fu chiamalo Ephe-
bruciato. bia. Ossia postribolo della gioven-
Presso la torre Antonina spazia vasi liij che ivi apostatò dalla legge
il Magno, ciicondato da portici,
foro ed ebbero oiigine le selle de' fa-
memorabile [>er la morte ivi dal som- risei, saducci ed e-isei.

mo sacerdote e re Alessandro cru- Molto prossima al suddetto luo-


delmente data ad ottocento giudei go era la curia, chiamala dagli
che per renderla piìi orribile li , ebrei Gasilh, congiunta all'antico

fece svenare su altrettante croci, muro della città, composta di gran


GEK GER 19
Siile nel giro, ed egregi:imenle a- bulica con voce greca, che da* la-
iloina ili spaziose loggia. Vi abi- tini si direbbe Ovina, dedotta dal
lavano (juaianta senatori , e circa solersi ivi lavare
le vittime innan-

trenta giudici ordinari , dai quali zi al Nel testo ebraico si


sagrifizio.

ne' giorni ed ore fìsse amministra- pronunzia Bechseda, interpretata da


vasi la popolo della
giustizia al s. Girolamo per un ricettacolo d'ac-

città però en-


e del regno, senza qua, delta latinamente Domiis ejfu-
trare in disputa di materie appar- sionis, perchè in essa radunavansi
tenenti alla legge mosaica, mentre le grondaie del tempio , e sommi-
il delìnirla spettava al solo sommo nistrava l'acqua alia ciltà. La sua
sacerdote. Tale radunanza di otti- forma è quadiangolaie, lunga cen-
mati e giuristi appella vasi dagli to trenta passi, larga trenlacinque,
ebrei Sancdrini, dai greci Sine- e meno di sei profonda. I cin-
(Iriiiiìì, e dai latini Conciliiini se- que portici o gallerie, de'quali scri-
niontni. Ivi furono esaminali gli ve r evangelista, appena serbano
apostoli, scherniti, oltraggiati, e lo- le traccie di essi, con gradini ben
ro interdetta la propagazione del larghi in circuito. xNolissima è la
vangelo sotto pena capitale; ivi storia de' languenti, e del moto
pure s. Stefano in presenza de' se- angelico nelle sue acque, ed in essa
niori, alzando gli occhi, vide il cie- Gesù Cristo sanò istantaneamente
lo aperto. In altro luogo pubblico quell'infermo paralitico che da tren-
e ben chiamato Cociiaculuni
vasto, tolt'anni ivi stava, perchè niuno
^nguli, costumavano gli ottimati in tanto tempo l' aveva immerso
imbandire al popolo sontuose ce- nella piscina ; ma il Redentore lo

ne, splendidezza poi imitata da E- sanò, dicendogli : Tolle grabaUwi


rode con la più rara magnificen- tiiurn, et ambula. Un'altra piscina
za. Quasi congiunta al tempio sor- di egual grandezza costruì il re E-
geva la gran torre OpJiel, ossia zechia nella parte più inlima della
Ophal, di smisurata altezza che , ciltà, divertendovi per sotterranei
serviva di abitazione ai sacerdoti ,
acquedotti l'acqua del fonte Gion.
e da essa aveva inconiiiiciamento Le porte di questa interiore città

il primo muro della città, fabbri- erano quallio : ladenomi- prima


tato con immense spese dal re Da- nata dalla sua antichità Maggiore;
vidde, perchè munito di sessanta la seconda della Custodia perchè ,

torri. La tanto celebre grotta di in essa restavano le regie guardie


Erode, che poteva annoverarsi tra quando Salomone e gli altri re
i tiiiracùli dell'arte, penetrava nel- entravano nel tempio; la terza dei
le viscere del monte, comunicando Cavalli perchè sino ad essa era
,

il portico del tempio alla torre An- permesso il cavalcare , interponen-


tonina, capace di passarvi ad un dosi tra essa e tempio le stan- il

tempo slesso seicento cavalli; la ze de' sacerdoti ; V ultima si disse


considerò necessaria per salvare la degli Esseni, e questa era la mi-
persona del re, e la sua famiglia gliore, aperta nell'antico muro del-
in contingenza di popolari tumul- la ciltà. Il Lilostrato ,
quivi esi-
ti. Sovrasta ancora alle strane me- stente, era un tribunale di giusti-
tamorfosi del tempo la famosa pi- zia, che ministravasi dai presidi del-
scina di Salomone cognominala Pro- l' impei o romano, così denominato
20 GER GER
tlai gi-eci tlalla superba slrulluia dominante la città inlLiiorc: Agrip-
(li vive piclie : Litostralus ,
quasi pa che lo scelse a sua iesi(l(M»za ,

lapidihus slralHin, spiega s. Giro- invaghito di tal prospetto, vi ag-


lamo, e dagli ebrei si appellò Ga- giunse auguste sale adorne di rari
balha, die. è quanto dirsi luogo lavori. Per meglio vagheggiare quel-
emincnle. Ivi sedendo il preside lo del tempio, comandò che si ab-
Pilato, al cospetto dell' ini(|ua ple- biillesse una gran loggia iumii- ,

be, lavandosi le mani, pioteslò l'in- iienle al portico delle Genti, ed in-
giusta condanna del Redentoic : In- terposta al suo reale palazzo. L'an-
nocens ego siini a sanguine jusli nunzio di sì sacrilego attentato
hujus. impresse nel cuore de' giudei pio-
Nella città inferiore ammiravan- fondo cordoglio, ed i più zelanti
si altri regi palazzi, ed altri cospi- apertamente si o|)posero agli ese-
Salomone formò la ge-
cui cdifizi. cutori, appellando a Cesare, cui fu
nerale ammirazione non solo per destinato nunzio dalle tribù il som-
aver cretto tempio in
il sontuoso mo sacerdote Ismaele con dieci ot-
(ierusalemme, pel quale chiamò da timati della città. Essi con celere
ogni contrada i più periti e fami- viaggio presentaronsi a Nerone, e
gerati ingegneri ma ancora nel , per mezzo di Poppea riportarono
fabbricare superbi palazzi per la la bramata grazia, acciò non fosse
propria abitazione e per quella oltraggiala la maestà del tempio.
della real famiglia nell' istessa me- Elena regina degli adiabeni, e Mo-
tropoli , in cui furono impiegati nobazi suo figliuolo, fabbricarono
valenti artisti, marmi preziosi, bron- altri due palazzi presso quello della
zi, e lamine d'oro, con le quali si regina Berenice sorella di Agrippa,
cuoprirono le pareti. Per sito eles- e come attesta Gioselfo, in essi epi-

se la parte australe del monte Mo- logò l'architettura le sue idee più
ria, compresovi spazioso giardino ,
nobili ed ingegnose. Di non vol-
dilettevole per la varietà delle pian- gare struttura a fronte della torre
te, trapiantate dalle più rimote re- Antonina, dilatavasi il gran palaz-
gioni dell'Asia ; le stanze in gran zo de' presidi romani, che presso
numero comparivano adorne di va- i cristiani ritiene ancora la deno-
ghi addobbi, preziosi vasi d'oro e minazione di Pilato. Vi si ascen-
di argento, essendo la materia in- deva per una scala di vent'otto
feriore al pregio del lavoro. Non gradini, per ove il Redentore nella
molto dissimile fu il palazzo eretto nota penosa notte , spettacolo su-
alla figlia del re Faraone sua mo- blime di pazienza salì e scese più
glie ed oltremodo splendido e ma-
;
d'una volta, spinto e rispinto da
raviglioso fu quello denominato per indiscreta canaglia. Ivi oppressa dal-
similitudine, del bosco del Libano, la calunnia l' innocenza ,
fu impu-
tutto industriosamente lastricato con tato di aver proibito a Cesare i

varie specie di marmi, con pro- tributi, sovvertito e commosso il

spetto esterno sontuoso, per cui la popolo a sedizione, ed arrogatosi il

regina Saba restò estatica contem- titolo di re. Sebbene il preside si

plandone le bellezze. Il palazzo dei avvide che le accuse derivavano


Maccabei, avea il sito enuneute, da invidia, per politica lo senten-
sul fianco occidentale del tempio. ziò a morte. Indi ridotto uell'atrio
, ,

GER GER ^i
fu spogliato (Ielle vesti , deriso e allontana da quello dei presidi cir-
coi()iia-to (li spine. ca duecento passi ; la sua porta
Uiii(X) avanzo del palazzo dei maggiore corrisponde a quella del-
loiiiaiii pirsidi in Gerusalemme è ia città chiamata Efraim ; la soli-

una sala hassa, lunga tredici passi dità della fabbrica l'ha in gran
e nove Inrga, corrispondente alla parte preservalo e sottratto alle

via Dolorosa, tutta ingombra di comuni rovine. Quivi il Redentore


Piarmi e di macerie. Gli orientali nella gran sala fu presentato ad
rilengono por costante tradizione, Erode, oltraggialo, schernito, e co-
elle (piivi seguisse la flagellazione perto di bianca veste rimesso a
del lledenlorc. Vi si ascende per Iellato: questo Erode fu quello che

ima scala eli' era già di trentatre fece troncjire il capo al precursore
gradini, ([uelli slessi che tolti da s. Gio. Rallista.
s. Elena con tre porte e due co- La via Dolorosa denominata
lonne del tempio, furono trasferiti dai contemplativi p^ia Crucis, per
in lloma nel palazzo già dei La- ove r istesso Redentore sotto il
tcrani, poscia di Costantino , con- gravissimo incarico della croce fu
vcrtito poi in basilica lateranense condotto al monte Calvario, è tra-
da s. Silvestro I ; indi dal Papa versata da un grande arco, che
Sisto V gli scalini fiuono in altro serve di ponte ai due rinoma-
vicino luogo collocati in apposito ti de' presidi , e di Ero-
palazzi
cdifìzio chiamalo la Scala Santa de; ha nei mezzo una finestra
(^f'c(li), arricchiti da lui d'indul- alta palmi otto larga sei , divisa
,

genza per fjuelli che li visitassero, da una colonna di marmo , per


ad esempio de* suoi pi'edecessori appunto quella dove Gesù Cristo
come si raccoglie dai mancjserilti già flagellato e coronato di spine
antichi di Magrino abbate di s. fu da Pilato esposto a vista della
Gregorio, custoditi nell'archivio del- plebe esclamando
, Ecce homo. :

la suddetta basilica. Nel suddetto Vi si legge in una lapide marmo-


luogo della flagellazione recente- i'ea : Ihlle, folle: cruci/ì'ge euin.
mente i fiati francescani vi eres- Per rjuesla via, proseguendo il cam-
sero un convento, che essendo rim- mino verso il Calvario, si vede a
pelto menzionala gran mo-
alla mano sinistra una gran sala, lun-
schea, venne loro vittalo l'uso del- ga tredici passi e larga nove, do-
le campane. Nel sito del palazzo ve il Redentore fu legato alla me-
di Gerusalemme si vede ancora morata colonna e flagellato. Più
l'antica forma del cortile, con pic- avanti è contrassegnato il luogo
cola stanza profanata da' bailiari, del deliquio di Maria Vergine,
nella tpiale è lama che il Ueden- (juando s'incontrò col divino Fi-
tore dimorasse nella menzionata gliuolo. Approssimandosi al Cai-
notte. Nella sommità delle scale vario comparisce 1' avanzo d' un
comparisce gran sala del preto-
la piccolo tempio, eretto già in quel
rio, ampia per ogni quadro dodici luogo, in cui Redentore, rivolto
il

passi: tta gli orientali si ritiene che alle pie Io seguivano


donne che
quivi nell'att io seguisse la corona- disse le gravi parole: Filiae Jeru-
zione di spine. 11 palazzo di Erode saleni, noli te Jkrc super vie, scd
Anlipa, figliuolo dell' Asculonila, si super vos ipsas jlclc et super fi- ,
11 GER GEli
lios vestros. Indi a pochi passi ad- guaglio che qui riproduciamo con
clilasi la casa di s. Veronica , che qualche giunta. E ripetendo le pa-
fu ridotta in chiesa, poi profanala role dei critici, diremo che tulle le
dai barbari. Mollo prossima alla supputazioni fatte per calcolare le
porla di s. Stefano corrispondeva enormi ricchezze ammassate da Da-
la casa di s. Anna, ov' è fama che vidde ed adoperate dal suo figlio
abitassero i santi genitori di INIa- Salomone per la costruzione del
ria Veigine, quando da Nazareth tempio, possono considerarsi come
passavano a Gerusalemme, e che erronee. E siccome Salomone ebbe
ivi ella fosse concepita : s. Elena intendimento di erigere un tempio
vi costruì un tempio di mediocre che non avesse allro simile nell'u-
grandezza, tutto ornato di mosai- niverso, quello riie fu rifabbricato
co; e il pio Goffredo, primo re dopo la catlivirà di Babilonia vuoi-
latino di Gerusalemme, vi aggiunse siche non fosse in tulio magnifi-
un monistero di monache bene- co e splendido quanto l'antico, in-
dettine, delle quali fu abbadessa di ristabilito da Giuda Maccabeo e
una sua sorella, che visse molli rifabbricato da Erode con qualche
anni, e morendo tramandò a' po- diversità. Molti autori pubblicaro-
steri chiare prove del suo candore. no la descrizione del Icnipio di Ge-
La casa del fariseo Simone resta rusalemme, fra quali il Rclando,
i

nel declivio della strada, che con- Anliciuit.sacrae vct. Hebr pait.
duce alla suddetta porta , ove in I, cap. 6, 7; il Prideaux, Ili si. dcs

memoria delia gran cena istituita Jitifs, sotto l'anno 535 avanti la
da Gesù Cristo , e delle lagrime nostra era, tom. I, p. 88; il p. La-
sparse dalla Maddalena, eresse Co- mi, Introduzione allo studio della
stantino sontuosa basilica. sacra ScriUuraj il p. Calmet, Dis-
Passando a parlare del tempio sertatiqn sur Ics lemples des anciens,
di Salomone, primieramente osser- n. 18; e piti dettagliamenle dai
veremo che Flavio Gioseffo, chiaris- gesuiti i
pp. Gio. Ijattista Villel-
simo ed accurato scrittore delle an- pando, e Girolamo Pradi con l'o-
tichità giudaiche, nato di nobile pera intitolata: In Ezcchielcni ex-
stirpe sacerdotale nel primo anno planaliones, et apparalus urbis ne
dell'imperio di Caligola, e per la templi Hierosolymilanì commcnta-
riputazione che si acquistò con le riiset imiììas;!nibus, R^omae 1696.
armi e con le lettere fatto gover- Tale descrizione del tempio di Sa-
natore di Galilea, allorché la Pa- lomone è riportata in estratto nei
lestina ribellossi ai romani, e di- Prolegomeni della Bibbia di TVal-
fendendo Giolapata, città di quella ton, e servì di guida a tulli gli
provincia, finché espugnata per as- altri che vennero dopo di lui. Sic-

salto da Vespasiano rimase prigio- come poi luttociò che del tempio
niero; potè egli dunque spessissime ne dissero i rabbini, fu ricavato
volte contemplare visibilmente il dal Tahnud, il quale è stato com-
tempio di Salomone in tutte le sue posto molto tempo dopo la rovina
parti essenziali, laonde il lodato del tempio, così non vi si può pre-
Terzi nella Siria con la
snera ,
stare fede alcuna; né deve far me-
guida fedele di Gioseffo, e con quella raviglia che tanti scrittori che si
o
della sacra Scrittura ci die quel rag- occuparono di (juesto argomento
GEll GER 23
non sitfiio Ira loro d'accordo iie'del- comprato il monte per seicento si-

liigli, giacché molle cose furono cli d'oro, tuttoché scosceso e sterile
scrillc per congettura. Si narra che di piante, vi eresse a Dio un al-
SaioiDOne scelse in I"-raele trenta- tare, ove sagrificando vide dalla ce-
mila operai, che mandava scanibie- lestefiamma consumare la vittima.
vultnente al Libano; e che avca Quivi il figlio Salomone nello spa-
desi inalo sellantaniila persone per zio di due anni, altri dicono di più,
portare fagotti, ed ollanlamila a ta- ed fanno giungere l'intero suo
altri

gliar pietre nelle nionlagne. Qu;)n- compimento al settimo anno dopo il


do l'edifi/io si coslrin, non s" inte- suo incominciamentOj eresse il gran
se né martello, né scure, né il fra- tempio a Dio con profusione dei
gore d'alcuno strumento, peiché si suoi tesori. Non essendo capace la
fece uso di pietre già tulle taglia- sua vastità nella cima del disegno
te. In diversi articoli di questo mio concepito, bisognò anipliainc l'arca
Dizionario si tratta di alcune co- ne' due fianchi orientale e meridio-
se ligiiardanti il tempio, i suoi nale sopra una parte della soggia-
ministri, ed altro relativo. Davidde cente valle di Cedron, che dagli
vedendo approssimarsi la fine dei el)rei era denominata Maclhes, la
suoi giorni, fece consacrare re Sa- di cui immensa profondità innor-
lomone suo figlio e di Bersabea, ridiva a guardarla. 11 suo muro al-
e gli rimise la ninnla del tenjpio, to e solidissimo, la vaghezza dei
r oio , r argento ed i principali bianchi marmi moveva ad ammi-
maleriidi, che aveva preparato per razione, siccome alto quattrocento
questo elfetlo, non essendosi credu- cubiti, e nel giro di cinquecento
to degno di erigerlo lui, per le passi aveva per ogni lato quattro
tante guerre che aveva sostenuto ;
ordini di portici che sostenevano
per cui S;domone dopo la di lui vari ordini di abitazioni con belle
morte pose mano all'opera, e lo forme architettoniche. Tra i quat-
lece costruire sul monte Sion, sic- tro portici s'intramezzavano tre a-
come il luogo il più elevato della tri, ì quali uniti costituivano la
città, afììnchè potesse essere veduto parte intima e principale del tem-
anche da lontano. pio, e questa per la santità dei
Salomone dunque scelse sul mon- misteri che racchiudeva, denomiiia-
te di Sion quella parte delta mon- vasi il santo, il santuario, e il sanlo
te JMoria, chiamato nella Genesi de'sanli, ossia per
il luogo santo
Mons Moria, nel libro de' Macca- eccellenza. Sul mezzo appunto del-
bei Mons Jiiiac Sion, e dal proleta l' orientale prospello del primo por-
Michea IMoiis f'isionis, per inuajyar- tico ergevasi una gran torre qua-
>iil tempio alDiode'suoi padii; cioè drangolare, che sovrastando agli a-
quel monte istesso ove A bramo tri ed ai portici, pareva che ser-
condusse 1' unico figlio Isacco per visse di propugnacolo. 11 silo di
immolarlo, Giacobbe nell'addormcu- ciascun portico si dilatava trenta
tarvisi vide in sogno la scala i)er cubiti, e coulenevasi nella lunghez-
cui salivano e discendevano dal cie- za che gli permetteva l'intermcz
lo gli angeli, ed a Davidde compar- zo degli airi; lo spazio del primo
ve l'angelo con la spaila nutla in e del secondo atrio che dilungava-
mano, per cui il santo re avendo si per ogni lato, lasciava eguale la
24 ^'ER GER
larghezza ile' portici, ma «julUo c1( 1 Il portico eia sostenuto da .ju.iltro
terzo,che con perfetto quacliato oiiliiii di col(jnne alte venticiiKpie
ampliava la piospetliva del santua- cubiti, tutte dinjarmo intiero; ed
rio, era lungo ed egualmente lar- il pavimento canipcggiava super-
go cento cubiti; l'altezza poi del bamente ornato di pietre mischie
muro esteriore primo portico,
del ili raro pregio, mentre il sollilto
che cingeva tutta la macchina del era una meraviglia, siccome copu-
tempio, si alzava cinquanta cubiti, posto tutto di legno di cedro del
quella del secondo
chiudeva che Libano incorruttibile, somministra-
le parti coerenti al primo, altri to da lliram re di Tiro. Quindi per
sessanta. La torre quadrangolare gli archi del [nimo poitico si giun-
che sovrastava agli atri ed ai por- geva all'atrio denominato delle
liei ergevasi altri novanta, ed il Genti, imperocché fin (jui permet-
santuario centoventi. tevasi di entrare ad ogni sorte di
Qualunque fabbricato compaiiva nazione , ancorché idoi itra . Era,
nell'aspetto di tini e bianchi mar- quantunque esposto alle ingiurie
mi dell'isola di Paro, e cosi ben dell'aria e delie pioggie, lastricato
commessi che sembravano tutti di tutto di marmo con industrioso la-
un pezzo. Gli intagli, le figure, le voro; aveva in fronte il prospetto
cornici che distinguevano gli ordi- esterno, che circondava il secon-
ni delle colonne, i fregi che ador- do portico con assai più nobi-
,

navano le porte e finestre, tutto le struttura del primo. Di qua


era mirabile. I tetti della torre e per sette porte elevate sopra quat-
de' portici erano coperti di larghe tordici gradi , si saliva al secon-
piastre di bronzo, misto di argen- do erano tre di esse ri-
portico;
to e d'oro; quello del santuario volte a mezzogiorno, tre a setten-
d'oro purissimo, in guisa che fis- trione, ed una ad oriente, essendo-
sandovi di lontano lo sguardo, per ne del tutto privo il prospetto
lo splendore dell'oro e pel cando- occidentale. Qui in luogo distinto,
re de' marmi, sembrava un monte e ben capace, solevano gli ottima-
di neve coperto di fiamme. Mag- ti custodire le loro figliuole per
giore era la ricchezza dell'interno molti anni, facendole ammaestrare
dell'edilìzio, per la varietà delle pie- nelle orazioni, e ne' precetti della
tre di sommo pregio, per gli ornati legge, ove è fama che la Beata
di argento ed oro, e pel copiosis- Vergine, come nata del real san-
simo nuuìero de' vasi preziosi. Pe- gue di Davidde, vivesse con quelle
netravasi nel portico per sette gran dai tre sino ai qc'.indici anni di
porte, quattro rivolte all'occidente, sua età. Vi si leggeva, così a ca-
dove il prospetto più nobile della ratteri greci, come latini, in alcune
città compariva in figura di bel tea- colonne erette presso di queste
tro, l'altre a mezzogioino, a setten- porte, il rigoroso divieto ad ogni
trione e ad oriente: sei di esse por- gentile di passar piìi oltre nel tem-
le coperte di
lamine d'oro e di pio sotto pena di morte, e vi era
aigeuto, ed una composta di me- descritta l'ainmonizione agli ebrei,
tallo corintio, e questa era l'oiùen- che non osservavano le leggi della
tale, che vinceva le altre in bel- pudicizia, a non tentarvi l' ingres-
lezza, e chiamavasi porta Speciosa. so sotto la islessa pena capitale,
GER GER 25
laoiulo permellcntlosi l'adito sola- gran porla alta sessanta cubiti, due
incute agl'isiaclili riputali casti e sniisiuute colonne d'oro pinissiino;
pndiclii ed anche nel
nel secondo s'intrecciavano nella sommità tron-
terzo portico, aveano denomina/io- chi e pampini ima gran vite
d'
ne di atrio e di portici d'Israele, ancor ella d'oro, donde pendevano
L'ordine, la qualità, la materia, il grappoli di preziosissime gemme,
pavimento, il sollilto eil ogni orna- Un gran velo di lavoro habiloni-
meiito, non erano punto dissimili co, riccamente contesto di color
dalla figura del rinomato portico di vario , crocio, purpureo, giacintino
Salomone. e bissino, si stendeva ijnianzi a que-
rS'el ove si od'crivano
terzo atrio, sta Eravi poi il santuario
porla.
le vittime, non ad altri clic a sa- o atrio de'sacerdolij nell'altezza e
cerdoti era lecito di porre il piede, e nella lunghezza spazioso cualmen-
perciò dalla Scrittura fu detto /•//rn/z/i te sessanta cubiti, ma per lalitudi-
Saccrdotis; compariva senza parità ne non eccedeva venti; il pavimcn-
maestoso, di poifijilo e vasto (pia- to, i lati, la volta coperti
tutti a
drato, superbamente coperto di rie- lamine d'oro distese in laiglic fa-
cilissime [)ietre, cinto pei- ogni la- vole di cedio, con ben rii)artite
to di balaustrata alta tre cubili, gioie rappresentanti un cielo d'oro
fabbricata di mainii mischi, corri- tempestato di gemme invece di
spondenti maeslà del luogo
alla stelle. Accrescevano poi nei lati la
che circondavano. Sorgeva dal suo maestà del santuario dodici simu-
centro l'altare degli olocausti, alto lacri d'oro, che figuravano dodici
quindici cubiti, e dieci largo in eia- cherubini elevati in atto di ado-
scuna fiiccia delle (juattro ch'egli razione, e framczzati da grosse pal-
avea ; era, secondo la legge, coni- me d'oro, che fregiavano i loro
posto di pietre rustiche ed impu- tronchi fino alla porta con in"e-
lile nell'inlerno, ma eslei iormcnte gnosa varietà: quivi ad altri non
coperto di lame di metallo corin- permettevasi 1' ingresso che a sa-
tio , scol[)ilo nelle l'accie e negli cerdoti, e questi con somma rive-
angoli con varie etl industriose fbg- renza offerivano sagrifizi, vestiti tli

gie. Sv\ questo altare conscrvavasi bisso, e coperti con mitra.


il fuoco celeste, <[utllo che nel de- Da un altro velo simile divide-
serto consumò il sagrili/io di Aa- vasi lunghezza del santuario in
la
ron, e da «ptel tempo era alimen- due parti, la prima che com[)reii-
tato con incessantemente dai
legni deva quaranta cubili, era della il
sacerdoti. Quivi erano le due me- santo; la seconda che terminava
ravigliose chiamate dalla
colonne con li rimanenti venti cubili, dal-
Serittnra Jachiii e Bouz, ed allre la Scrittura fu chiamata il santo
a somiglianza di rami d'alberi, di- de' santi, Sancluiii Sancloriiin, e
stinte elegantemente in tre ordini, talvolta Oraculum, e Doiiuis inle-
Aveva una porta elevata sopra do- rior. In questa, dove per rivercn-
dici gradi, con le fronti sue tutte za della sua maestà, al solo som-
d'oro; l'andito che conduceva al- mo sacerdote era lecito l'ingresso
l'intima parte del santuario risplcu- una sola volta l'anno, custodivasi
deva in ogni sua (àccia d'uro in l'arca prodigiosa del Teslamento,
crostata. Oruavauo i iati della ouii il propiziatorio, ed i cherubini; iu
26 OER GER
fHicila vedcvaiisi creili ralfare dei lungi dalla città, che poi da Nee-
liiniaiii od incensi, il candcilliere mia, con prodigio stupendo fu ri-

d'oro, e la gran mensa parimenli trovato; l'arca e l'altare trasferì

d'oi'o. Il velo per cui si divideva nel monte iXebo oltie il Giordano,
la liinglie/za del sanluaiio, era co- O'cnllandoli in un antro, con pre-
me l'allro intessnto di piìi colori, dizione che ivi sarebbero impe-
piirpnrco, giacintino, bissino e cro- netrabili ed ignoti, sino che la di-

chco o sia gialliccio; ma tralascian- vina clemenza riunisse all'ovile il

do l'ingegnoso e pellegrino lavo- popolo smarrito. Gli ebrei pe:ti-


ro, con cui l'arlt; niirahiltnenle l'e- nacissinii nei loro errori^ sostenne-
seguì, osscrvavasi in quella porpo- ro clic l'arca e l'altare fossero dai
ra una occulta e prodigiosa virtii caldei con altre prede trasferiti in
per cui s' impallidiva ogni altra Babilonia; e dopo anni settanta di
che gii si avvicinava; e questo è cattività dal benigno Ciro restitui-

quel velo, clic nella morte del Re- ti, oltre i quattrocento vasi d'oro
dentore, sebbene doppio, d'alto in e d'argento, e di altra pregiata ma-
basso prodigiosamente si divise in teria. iNOn senibia dunque veio che
due parti. L'arca fu anche deno- l'arca che poi si depose nella ba-
minata Foedcris, costrutta dal gran silica laleranense di Roma, ove la

duce Mosè nel deserto, e dal re porlo Tito nel trionfo con le ta-
Davidde con somma religione cu- vole della legge, i veli piupurei,
stodita nel tabernacolo di Sion ,
le trouìbe, il candcllicre il'oro ed
quinili da Salomone con solenne altre spoglie, sia la medesima fat-

rito fu trasferita nel me?zo del ta da IMosè nel deserto, come fu


santuario. La sua struttura fu di operata nella ristorazione del lem-
legno incorruttibile, foderata den- pio per figura espressiva della pii-
tro e fuori di lamine d'oro puris- ma, dappoiché nemmeno gli ebrei
simo ; vi si custodivano le tavole convengono ch'ella fosse ricondotta
della legge che Mosè ricevetle da a (ieru>al(!mine dopo la loro cat-
Dio, un vaso d'oro pieno della tività. Il [iropiziatorio, chiamato
manna caduta nel deserto nel viag- dalla Scrittura Oiacnhiin,cvi\ d'oro
gio degli israeliti, la verga di Aa- purissimo, assiso sull'arca del Te-
lon che fìoi'j per divina virtù, ed stamento, e sostenuto dalle ali di-

il libro del Deuteronomio scritto stese di {[un cherubini.

dallo stesso Mosè. Restò quivi l'ar- L' altare tiamitide ossia degli
ca circa anni quattrocento dieci no- incensi o profumi, avea fia tutti
ve,decorsi dal quarto anno di Sa- il primo vanto, perchè tempestato
lomone sino al decimo di Sedecia, d'oro, *li gemme, e variamente
quando dal re di Babilonia Nabu- scolpilo di figure e fregi, colloca-
codònosor fu distrutto e spogliato lo a[)punto nel mezzo del santua-
il sacro tempio, ciocché preveden- rio, e su di esso fumavano soa-
do il profeta Geremia, per sottrar- vissimi odori: al sacerdote Zacca-
le alle insolenze ostili le parti più ria, mentre stava nella sua destra,
venerande e sante, ammonito da fu dall'angelo annunziata la con-
Dio, tolse dal tempio l'arca, l'al- ce/ione del santo precursore suo
tare dell'incenso, e il fuoco sacro; (ìgliiiolo. Sopia di una gran base
j1 fuoco nascose in un pozzo poco scolpila di vaiie figure, collocata
.

GER GER 27
nel fianco destro del suddcHo al- denaro delle obblazioni per le ri-

fnie, sorgca fiammeggiante il can- parazioni del tempio, e per l'ali-

dcllicie (l'oro, con


gran ra- setto mento de' ministri e de' poveri :

mi, su i quali incessantemente ar- Eliodoro ministro eletto dall'em-


devano altrettante lucerne. Nel si- pio re di Siria per estrarne dispo-
nistro fianco dell'altare fncea Tid- ticamente il denaro, fu nel suo
tiraa pompa la mensa d'oro tem- attentato flagellato dagli angeli ;

pestata di gemme, e fregiala di ed il preside Pilato, volendo pre-


eleganti intagli, sidla quale santi- valersene per riparo degli acque-
ficavansi i che se-
dodici pani ,
dotti della città, cagionò gran tu-
condo i precetti legali si poneva- multo nel popolo: quivi il Reden-
no avanti l'altare, per cui era an- tore annunziò la sua esaltazione
che detta la mensa della proposi- stilla croce. Va pure rammentalo
zione. Scaturiva nella paite este- il famoso orologio d'Achaz, di cui

riore un rivolo di copiosa acqua, scrisse Isaia, clic infermalo gravemen-

raccolta in un gran vaso di rame te il re Ezechia, l'ombre del sole


con sommo arlilìcio lavorato, dal- per contrassegno che Dio lo resti-
la Scrittura chiamalo Fons aqiiae tuiva nella primiera salute, retro-
pcrennisj e da cpii per occulti ca- cedettero prodigiosamente dieci li-
nali si scaricava nel soc:"iacente nee. In ogni lato de'porlici si a-
torrente Cedron. Un altro vaso di privano sale amplissime, e d'oro
bronzo, dello dalla sua grandezza risplendenti. vSopra ogni ordine dei
Mare yicnciim, e talora Labrum, medesimi portici reggevansi tra la

sostenuto da dodici bovi dello stes- divisione di vasti corridori intor-


so metallo, che per l'eccellenza del no a settecento sontuose stanze.
lavoro deslava stupore ne' riguar- De' vasi sacri di bronzo, argento
danti, serviva di lavacro a'sacer- ed oro; de' musicali ed altri stru-
doti prima d' incominciare i sacri menti degli abiti preziosi de' le-
;

ministeri ; ed altro ve n'era di ra- viti e de' sacerdoti, infinito n' era
me misto ad argento, denominato il numero, ed il tutto lavorato con
Tjiiler, di eguale artifìcio, ma di artificio e varietà sorprendente.
maggiore capacità, per lavarvi gli Questo si fu il tempio di Ge-
arieti, ed altre vittime minori pri- rusalemme, che Salomone solenne-
ma d'immolarle. Kadrne ed anche mente dedicò al culto del vero
Pastopliaria erano dette alcune Dio: opera ben degna di si gran-
stanze in forma di torri, dove i de, potente e sapientissimo re, ed
sacerdoti prima di entrare nel san- ove profuse ricchezze che al pa-
tuario deposti gli usuali abiti di rere del Ijudeo ascesero a venti
lana, ne vestivano di lini
altri milioni, non compresi i vasi d'oro
bianchi. In due cori elevati, che e d'argento, ed altre preziose sup-
la Scrittura nomina Sugesti, di u- pellettili. Il tempio soggiacque a
niforme e maestrevole architettura, tristi avvenimenti, e primieramente

cantavano lodi al Signore con


.si passali quattrocento diccinovc anni
varietà di voci e di stromenli dalla sua erezione, fu dai caldei,
Era il i^nzofilacio un'arca, o era- in un alla città, spoglialo, profana-
rio, che gli ebrei chiamarono Cor- to e ridotto in cenere. Decorsi set-
honu, destinala alia custodia del tanl'anni di dura schiavitù del pò-
ti8 C E Pt GEll
polo ebreo, e icgnamlo Ciro, que- grande o l'A scaloni la l'arricclù an-
siti il Z(n'()i)al)Llo cnpitaiio del po- C(jra romani non
per modo, che i

polo, et! al puntclicc Gesti Nave dubilaiono riguardarlo come una


pciniisc la ricoslruzioiie del tem- delle meraviglie del mondo, dappoi-

pio, dando perciò tulli i necessari ché negli aggiunti echlizi , cpi.i^i

siissidii sia in ccdii per la coslru- raddoppiò lo spazio che occupava


zione, ed altri oi^gelti, sia renden- il precedenle.
do loro i mobili dell'antico tem- In questo celebre tempio, al

pio. Intli concesse a molti ebrei quale correvasi da ogni angolo del-
la libertà di riconilursi alla patria, la Giudea per adorare il Dio
ove giunti, volendo dar principio d'z\bramo, d'Isacco, di Giacobbe,
all'opra, fu sos[)csa sovente per la di iNIosè, e dei profeti , il di viti

contrarietà de' getci e samaritani pargoletto Gesìi , fra le brac-


idolatri, per tutto il tempo che cia del vecchio Simeone si sot-

regnò Candjisc figlio di dello mo- tomise umilmente all'antica leg-


narca. ]Ma esallato al trono Dario ge, ed alle cerimonie giudaiche ;

liglio d'idaspc, partì Zorobabele ivi essendo appena di dodici anni


da Gerusalemme [)er la Media, ad confuse col suo profondo sapere
elletto d'impetrare la sua licenza, i piìi provetti dottori della legge,
e r ottenne con provvisioni favore- e poscia animalo
da santo zelo
voli, laonde tornato Zorobabele in cacciò i mercanti che il sacro ve-
Gerusalemme, l'opera fu compita stibolo profanavano. Augusto co-
in sei anni, quanto al materiale, mandò che nel tempio si offrissero
quindi s'impiegarono altri tre anni per lui quotidianamente sagrifizi
per eseguirvi gli antichi fregi ed a proprie spese, e gli fece prezio-
ornali che aveva perduto. Ritorna- si doni. Dopo altre vicende, e do-
lo il popolo ebreo ilalla lunga schia- po circa anni mille ottantasei dal-
vitìt, i piìi giovani nel vedere il la prima erezione, il tempio fu
nuovo tempio cretto sulle rovine ridollo in cenere dai soldati di
del primo, siccome questo non ave- Tito, malgrado gli ordini ch'egli
v.uio conosciuto, restarono sliipe- avea dato per conservare sì bel
liitli tlalla gioia, per la magnificen- monumento. E
siccome Gesù Cri-
za delle opere, l'ero i vecchi tro- sto avea predetto la sua totale
varono il nuovo tempio di molto rovina, e che non sarebbe rima-
inferiore all'antico, e ne piansero sta pietra sopra pietra , essendosi
la pertlila: tuttavolta esso fu arric- il suo vaticinio consumato, Tito
chilo ed abbellito ia varie epoche, disse ai deputali delle nazioni che
e principalmente da Tolomeo Fi- secolui si congratulavano , eh' egli
ladelfo, che moltissimi doni gli fe- non avea fatto che prestare il suo
ce, e fra gli altri quello d'una ta- braccio alla divina vendetta. Tito
vola d'oro, sulla quale l'Egitto ed il portò in Roma i principali suoi
corso del Nilo erano geograficamente ornamenti, e li collocò nel tempio
rappresentali. 11 profeta Aggeo per della Pace nel foro romano. Dipoi
consolar quelli che avevano cono- Giuliano l'Apostata in odio de'cri-
bciuto l'antico tempio, assicurò che stiani nel quarto secolo tentò la
il Pdesbia nuovo del-
onorerebbe il riedillcazione del tempio di Ge-
la sua corporea presenza. Erede il rusalemme ; ina le fiamme che
(.EU GER 29
li>cir(iiio (liti lbii(liiim:iili ne ne- ed avendola occupala, furono pron-
tisoro gli operai, e duvcllc ;il)l):m- lanicnte respinti con loro strage.
(Itiiiiiie l'impresa. Il sommo sacerdote Ircano, com-
IN'ello slesso qiuu lo seet)l(j e ìm'.\ iìii*;erando 1' estrema povertà dei
iiieilesimo silo {^ià 1' iniperaloio vecchi e de' languenti esposti alla
CosUinlino aveva oielto un nuovo fame ed ai rigori delle stagioni,
tempio al mistero della Circon- e considerando che il tesoro na-
tisione di Gesù Cristo, e vi aveva scosto da Salomone nel sepolcro
fondato la calledra veseovile. Indi il di Davidde, bene spesso invitava a
re Goiliedo, eome dicemmo al voi. piixlarlo l'ingordigia de'domiiianli,
VII, p. 2G4 del Dizionario, v'in- ve ne una parte, ed
levò eresse
trodusse un collegio o canonica di un ospedale o Xenodochio nel re-
canonici regolari, armonio-
i quali cinto della città, con rendita pro-
samente vi salmeggiavano si di ])Oizionata al suo nianleiiimcnlo.
giorno clic di notti;: altri allri- In (pr.uito al palazzo di Erode l'A-
bnirono l'erezione di f[tiesta cliic- scalonila, siccome egli non fu mai
sa ad Eiaclio dopo il riloino dal- gradito ai suoi sudditi , ed abi-
la Persia, ed altri ad un anunira- tando nell'antica reggia degli Assa-
glio del re d Egitto il famoso O- monei prossima alla rocca di Sion,
niar e ad onore di Allachiber,
,
non giudicandola tullavolta sicura
cioè del sommo Dio, ciò argomenta nelle commozioni jiopolari, stabilì
taluno dai caiatleri egiziani delle di erigerne una nuova sul fianco
iscrizioni: è probabile che l'ammi- sellenlrionale di Sion. La fece co-

raglio abbia alibellilo e lieoslrui- struire sì nell'esterno che nell'in-


to l'antico tempio di Costantino, terno vagamente ornata, con torri
che poi da GollVedo purgato, vi e portici , e con ordinate e mae-
introducesse i canonici, quindi di- stose stanze; avea le scale vaste,
venne per Omar la principale mo- e ricche di ornamenti mentre ,

schea de maomettani in Gerusa- tulle le camere risplendevano per


lemme ed altrettanto loro sacra
,
l'oro e per l'argento. Fece pian-
di quelle della Alecca e di IMe- tare selve e giardini, con amene
dina. vie, coti limpidi fonti elevali d.i

Passando a dire della terza par- profonde cisterne con istrumenti


ie della città di Gerusalemme ,
idraulici, sebbene la città non pe-
convengono gl'istorici, che in que- nuriasse di vive ed inesauste sor-

sta abitassero i profeti e gli otti- genti. Tutto l'edifizio rappresenta-


mati della città. Era da un mu- va due palazzi grandiosi, i quali
ro altissimo difesa, fiancheggiala per mezzo di amplissimi corri-
da dodici torri , opera magnifica tlori si congiungevano insieme, a-

del re Ezechia. Quivi era la por- vendo ad uno imposto il nome


ta media di cui parla Geremia, di Cesare, all'altro di Agrippa, per
che vi sederono i principi del re costituirli in venerazione maggiore.
di Babilonia ; le strade oblirpie ed Ai aggiunse a propugnacolo della
anguste, e gli edilizi illustri e lag- nuova reggia tre torri, che supe-
guardevoli. I romani nel memo- ravano per vaghezza e fortezza o-
rabile assedio fecero in questa parte gni allra della città, tulle fabbri-

con replicati assalti i primi slòrzì, cate con smisurali «n.unii, coni-
3o GÈ li GER
messi con lanlo ailifizio che sem- Era cinta d'alto muro e da spesse
bravano ognuna fi' un sol marmo. torri sino al numero di novanta, a-
La forma esteriore tli cadauna era bilata da mercanti ed aitefici .

quadra, avendo ncll'inlcrno came- lìncchiudeva nel recinto, fra gli altri
re e loggia regolarmente ripailitc. ragguardevoli edifici, il castello de-
Erode le dedicò al nome di tre gli assiri, il primo che dai roma-
cari defunti : una cliiamò Fascio ni si occupasse piantandovi gli al-
per onorare la virtìi del fratello loggiamenti , e tra le spaziose sue
di tal nome^che morì prigioniero de- piazze fu celebre quella chiamata
gli spartani, e questa torre supera- dalla Scrittura dalla vicina porta,
va nell'altezza le altre due, simile platea Ae-pliraiiii quivi si nove- :

in tutto nel disegno alla gran ravano undici porte, ed otto prin-
torre di Faros nell'Egitto; un'al- cipali torri, costruite con gran di-
tra nominò Ipicos, per render ce- spendio da Agrippa e da Erode.
lebre la fedeltà di un suo ama- Vantava per eccellenza il primo
to amico, serbata sino all'estremo luogo la porta Aurea, frapposta
della vita, per lui consacrata in a due altre minori chiamate del
un conflitto con gli arabi , e que- Fonte, e della Valle, la più pros-
sta era alta ottantacinque cubiti ;
sima al tempio, per ove dalla cit-
diede il nome alla terza di Ma- tà usci vasi per il monte Oliveto,
rianne, già sua infelice consor- formata di metallo corintio, ricca
te, volendo con ciò tramandare al- di fregi e di lavori , coperta mi-
la posterità una memoria che do- rabilmente d'oro per cui fu deno-
veva essere un tarlo alla propria minata Aurea o Dorata : forse la
coscienza, per averla fatta crudel- eresse Erode, ovvero abbeUì. Le co-
mente morire, e sebbene questa lonne di marmo delle quali è adoi--
torre in mole era alle altre mi- na sono di una qualità particolare
nore, si distingueva per singolari che non ritrovasi più nei dintorni di
ornamenti e pregi. Quivi a rela- Gerusalemme; chiamavasi altre vol-
zione di Niceforo era la casa di te la porta delle Tribù. Era pro-
quella gran donna di Maria gero- babilmente la porta più antica di
solimitana , madre
Giovanni di s. Gerusalemme; era doppia secondo
Marco discepolo del Signore ove ,
il costume della più rimota anti-
gli apostoli e fedeli della nascente chità, e come le porte Scee del-
Chiesa radunavano a faie le lo-
si l' antica Troia , eranvi cioè due
ro preghiere, come si ha pure da- vani, uno a fianco dell'altro, per
gli atti apostolici. Ivi si ritirò s. antivenire alla confusione della cal-
Pietro dopo liberato dal carcere, ca , e servivano l'uno per entrare,
ed è fama che dagli apostoli fosse l'altro per uscirne. Sotto i re la-
convertita in oratorio, e più volte tini essa non aprivasi che per la
vi celebrassero il divino sagrifìzio . processione delia domenica delle
S. Elena per rendere chiara la Palme, perchè credesi che per essa
memoria del luogo vi costruì un Gesù Cristo entrò trionfante in Ge-
piccolo tempio. rusalemme nel giorno delle Palme;
La quarta ed ultima parte di ma non ha alcun fondamento il
Gerusalemme, come già si è detto, dire che senza industria umana si
si chiamò Betzetha, cioè città nuova. spalancò al di lui avvicinarsi, al-
,

GER GEU 3 1

meno non ne hanno lìocumen-


se cimiterio de' ttnehi : i loro cada-
ti. L'imperatore Eraclio avendo in veri dopo essere portati processio-
fiero conflitlo vinto Cosroe II re nalmentc intorno alla moschea di

di Persia, pretese con .superbo e Omar portano al sito ove si


, si

trionfale apparato j)enelrare nella debbono tunudare, essendo gli or-


città per cjuesla porla, ma respin- li della fossa coperti di terra ros-
to prodigiosamente più volte, e de- sa di Damasco, la quale, .secondo
posto per umiltà ogni vano orna- la credenza de' turchi, fu adopera-
mento, vestilo d'abito vile, a piedi ta da Dio per la formazione del-
ignudi, porlo sugli omeri il legno l'uomo primiero; pongono al fian-
della vera croce, clie avea tolto co tlel cadavere un bastone, e l'I-

al vincitore, e per la medesima man gli dice: il diavolo verrà a


porta si condusse al Calvario. I tentarti per indurli a divenir cri-

turchi in seguilo chiusero la porta stiano, ma tu farai buon uso del


con muro, temendo un vaticinio tuo bastone; questa prova durerà
che predice doversi i cristiani un tre giorni ,
quindi entrerai nella
giorno impadronire della città per gloriosa magione. La porla deno-
quell'ingresso. La porta del Fon- minata Efraim dalla tribù di que-
te denominata dalla Scrittura por- sto nome, ed alla quale conduce-
ta Àquanun, e talora porta fieli- va, era nel muro settentrionale del-
lis, dall' acquedotto che sosteneva la città. Narra GioselTo che Gioas
del fonte di Siloe, fu situala tra re d'Israele, per condiusi trionfan-
due monti, il Moria ed il Sion, te nella città fece abbattere quat-
cui prospetto era rivolta all' orien- trocento cubiti del muro interpo-
te, e conduceva alla valle Gehenna. sto tra questa porta e quella del-
La porta che la Scrittura chiama l'Angolo, che fu poi ristorato dal
J olUs (\d\\a. vicina valle di Giosafat, successore Ozia. La porta Anguli
era prossima alla Sler(juilinia , ed fu così delta dal sito che avea
alla Piscina Probatica, e perchè neir angolo del muro tra oriente
era solito introdursi per essa le ed aquilone della città, dominante
vittime pei sacrifizi, fu detta altri- al torrente Cedron ; fu pur detta
menti porta Gregis ,
poi venne porta Benianiin, dalla vicinanza di
della di s. Stefano per esservi sta- questa tribù. La porla Genat, vo-
to fuori di essa lapidalo quel san- ce ebrea che significa giardino, era
to protomartire : secondo alcuni molto prossima al palazzo di Ero-
non essendo però provato, fu det- de, e per essa introducevasi l'acqua
ta pure porta di Maria, perchè la nella torre Ippica. Di un' altra
Dcata ^'el•gine fu testimone del si \e"'2e nella Scrittura, chiamata
martirio di quel santo, i'er que- fìorla /forti icgis, per ove il re
sta [)orta r esercito de'crociati co- Sedecia , uscendo fra le tenebre
mandati dal prode e pietoso Gof- della notte, scampò dai nemici.
fredo di Buglione entrò nella città Con pali distanza fra il monte
scopo de' loro impazienti voti, im di Sion e la torre di Davidde com-
venerdì all'ura di vespero ,
giorno pariva la porta col nome di (|ue-
ed ora in cui Gesìi spirò in cro- sto re : avea il prospetto all'occi-
ce sul Calvario pel riscatto del- dente, e conìe piossima alla pro-
l' umanità. Dappresso ora vi è il fonda valle di Millo questa era ;
32 GER GER
eguagliala da spazioso ponte dun lavoro povera di pregi, era subli-
solo arco. La porta denominata me perchè eretta sul vertice spa-
.Sleiquilinia era collocala all'oricnle, zioso d'altissima rupe, nell'angolo
e per essa scorrevano tutte le im- Ila borea ed ostro della città, dal-

mondizie della città nel torrente la cui cima a ciel sereno scuopri-
(Icdron. La porta delle Torri era vansi l'Idumca, la Giudea, la Sama-
rivolta ad ac(juilone , celehic per ria, e i due mari mediterraneo ed
le vigorose sortile clie di là fece arabico. Dopo che l'imperatore E-
contro i romani il drappello dei lio Adriano, come accennammo,
sediziosi. Della memorabile porla lintuzzò colle armi i ribelli giu-

Giudiziaria, per cui il Figliuolo di dei, premuniti nel recinto della cit-
Dio fu -ondotto al patibolo sul tà di Davidde col riparò delle ab-
monte Calvario , appena restano battute mura, fondò poscia col suo
avanzi. Riguardo alle torri più primo nome una nuova città, che
ragguardevoli che munivano que- per renderla di forma sferica, come
sta ullima parie della città, rino- |)iù peifetla, n'escluse il monte di

mata (il quella che Davidde fondò Sion, racchiudendovi gli altri due
sull'angolo di scoscesa rupe, chia- Gihon e Calvario, i quali per lo

mata per la sua profondità Vora- innanzi erano fuori della città ; ma
gine, avendo scelli pel materiale tal figura restando deturpata dai
smisurati marmi di vari colori, successivi infortunii, acquistò quel-
commessi con bronzo; la cinse di la che ancor tiene alquanto lunga
propugnacoli di così vasto giro, dislesa dal settentrione al mezzo-
che abbracciavano numeroso pre- giorno. Selim II la murò debol-
sidio. Il sapientissimo Salomone mente all'altezza di sei canne, a-

la paragonp per la bellezza alla prendovi sei porte, quantunque le

sposa : siciit Inrris David collimi principali sieno quattro, cioè al-

tmiììi, rjiiae aecìifìcata est rum pro- l'occidente quella di Rama, al set-

pui^nacnlis. Seguivano le torri di tentrione Damascena, a mezzo-


la

Ananaele, quella dell'Angolo che dì quella di Sion e ad oriente ,

prendeva denominazione dalla por- quella di nostra Signora o di s.


ta sulla quale fu coslrulla dal Stefano: è nolo che le porte nelle
re Ozia, alta centocinquanta cubiti; città della Giudea, e dell'oriente in

un'altra dalla sublimità chiamala generale, anticamente erano il luo-


Eccelsa, sorgeva sulla porta della go ove si rendeva giustizia, e dove

Valle, che serviva di guardia al adunavansi gli anziani per udire


monte Oliveto. Neemia fa men- le dispule de' litiganti in presenza

zione della torre de' Forni, opera del popolo. Il castello già costrut-
egregia del re Salomone, nella cui to per opera della repubblica pi-
sommità compariva di notte acce- sana, sotto il regno di Raldoviiio,
so un fanale per fare scorta ai sorge dal lato di aquilone, di ra-
,

pellegrini che andavano al tempio; gionevole grandezza, con figura


non meno superbe e fastose figu- quadrangolare, debolmente muni-
ravano la torre Emath alta cento to di cjuattro bastioni e dì larghe
cubiti 5 e la torre Magna di mag- e profonde fosse, ornato di gran
giore altezza e bellezza : la torre sale, loggia e divani, ma privo di
Sefina, sebbene nella materia e nel ritirata.
,

CE II GER 33
Ed eccoci a parlare della basi- minevule cullo, secondo Ei'.scbio,
lica del sacralissimo tempio del per centollanla anni, finché ispirata
santo Sepolcro, che racchiude il da Dio s. Elena si trasferì in Ge-
più venerabile santuario del cri- rusalemme, ove con diligenza e fa-
stianesimo, che r incfllibile divina tica fitti abbattere i profani tem-

provvidenza custodì in tante cata- ))li e simulacri, e purgati i santi


strofi di avvenimenti, a confusione luoghi, rinvenne il luogo ove fu
degli infedeli, e ad onta degli stes- sepolto il P>.edentore , e la vera
si principi cristiani, i quali nulla Croce (Vedi). Allora aiutata dal-
curano che resti la tomba di Cri- l'imperatore Costantino suo figlio,
sto nelle mani dei nemici del nome che scrisse a Macario vescovo di
cristiano. luogo di questo se-
Il Gerusalemme di costruire un ma-
polcro non era che un angusto gnifico tempio, piamente die prin-
incavo nella falda del monte che cipio alla chiesa del santo Sepol-
sorgeva nella valle detta de' Ca- cro, in cui racchiuse il luogo del
daveri, interposta in cgual distan- monte Calvario ove era il sacro
za di centodieci piedi al muro del- avello, e il luogo ove fu rinvenu-
la città, ed al Calvario. Fu tal to il legno della croce.
vivifico A
nome desunto, non solo dalla pro- cagione della ineguaglianza del si-

fonditàimmensa per cui sembrava lo, l'edifizio non riuscì di eccellen-

una voragine, ma dai cadaveri al- te architettura, maesto- ma bensì


tresì dei rei giustiziati, che vi si so. Eusebio nella Costan- vita di
precipitavano dal monte; e scari- tino diffusamente descrive la sua
candosi continuamente in essa le solenne dedicazione, celebrata eoa
lordure della città , vi restavano religiosa pompa e giubilo univer-
sepolti senza altra cerimonia o di- sale da gran numero di vescovi
ligenza, come seguì del santo legno già radunati in occasione d'un si-

della croce. Quei giudei che dopo nodo, dalla Siria, Cilicia, Mesopo-
la desolazione di Tito, frammischia- tamia, Fenicia, Palestina, Arabia,
ti sangue co' gentili si ricondus-
di Egitto, Bitinia, Cappadocia, INIace-
sero a popolare la città, volendo donia ed altre provincie, lutti prov-
per quanto fosse possibile abolir la visti a spese dell'erario imperiale :

memoria del sacro avello di Gesù la ebbe compimento sotto


chiesa
Cristo, vi rovesciarono quantità co- il vescovo Massimo. E Sozomeno
sì immensa di macerie e di maci- narra, che non solo il tempio, ma
gni, che da valle divenne piano. pure vasi d'oro e di argento de-
i

Ed iemulando lo zelo dei


gentili stinati al divin culto furono con

giudei empiamente vi eressero due solenne rito consagrati, e la chiesa


templi, l'uno sul Calvario dedicato orientale ritenne per molti secoli
a Venere ignuda, l'altro sul santo l'uso di celebrarne ogni anno la
sepolcro dedicalo a Giove, in am- dedicazione, festa che più non ha
bedue collocando i loro simulacri luogo tra gli orientali, almeno
di maestrevole scoltura. A loro e- presso molte nazioni.
sempio nella città di Betlemme Trecento anni dopo, questa chie-
sull'antro Presepe, co-
del santo sa, dove il mistero della nostra
slrussero altro superbo tempio col redenzione compissi, ebbe il sacco
simulacro di Adone, e durò l'abbo- da Cosroe II re di Persia, e da lui
VOL. XXX.
34 ^ER GER
la vera croce venne derubala in- tere dei onde succedero-
cristiani ;

sieme ad altre reliquie, dopo avere no quegli avvenimenti che dichia-


brucialo le chiese di Gerusalem- rammo all'articolo delle Crociate,
me, e questa del santo Sepolcro, e ed mussulmani la riconquista-
i

commesso le più atroci cruileifà, co- rono dopo circa ottantanove anni.
me narramnjo al citato articolo, voi. I fedeli di buona volontà, e con
XVni,p. 236 e seg., insieme alla ri- divoto ardore sagrifìcarono le loro
cupeia che del sagro legno ne fece fortune con gioia ,
per riscattare
l'imperatore Eraclio, che nell'anno dalle profane mani de' turchi la

()29 di nostra era lo restituì in chiesa del santo Sepolcro, e gli al-
persona a Gerusalemme , essendo tri luoghi santificati Redento- dal
patriarca Zaccaria, mentre il suc- re, dalla divina Madre, dagli sua
cessore Modesto ristabilì il tempio apostoli e dai discepoli. Verso l'an-
del santo Sepolcro. Il califfo Omar no 1257 minori francescani si
i

poco tempo dopo conquistò Geru- portarono in Palestina e pacifica-


salemme ma si mostrò propenso
, mente ebbero la custodia del santo
ai cristiani, che sotto il suo regno sepolcro, e di altri santuari : al-
poterono liberamente esercitare il tri anticipano di diversi anni tal
loro culto. Dipoi nell'anno 1009 custodia, avendo Gregorio IX con-
il sultano d'Egitto Haken, principe cesso parecchie indulgenze nel i23o
di Babilonia, nuovamente distrusse a quelli che visitassero i santi luo-
i santi luoghi ed il tempio del ghi di Palestina. In seguito i frati

santo Sepolcro a suggestione degli minori dovettero allontanarsene al-


ebrei, che perciò furono ovunque l'avvicinarsi del sultano MelechSe-
scacciati, e molti uccisi, vietando raf, che alla testa di un formida-
i vescovi ai cristiani la negoziazio- bile esercito prese la città nel 1284,
ne con essi, ed Orliens ebreo, au- e fece passare a fll di spada ven-
tore principale di tanto male, fu ticinquemila cristiani. Tutti i la-
arso vivo dai ministri del re di tini da queste barbarie, e
atterriti
Francia. Ma Maria madre del prin- perseguitati a morte da quel prin-
cipe di Babilonia , cristianissima cipe crudele, abbandonarono allora
donna, cominciò a riedificare con la Palestina. Tosto che la cosa fu
pietre quadre e pulite il tempio possibile frati minori ritornarono
i

abbattuto per comandamento del clandestinamente nel santuario ch'e-


figliuolo, siccome narra il Rinaldi rano stati costretti di lasciare in
all'anno 1009, numero 4- Da quel- balìa degl' insulti e delle profana-
l'epoca i cristiani soffrirono più o zioni degl' inimici del Signore. Le
meno secondo i moderatori che vi antiche cronache dicono, che il

dominavano, e fino al tempo memo- francescano p. Rogerio Guarini, an-


rabile in cui i Ci'ocesignati [Fedi) dando d'Aquitania in Armenia nel
nel 1099 si Ge-
resero padroni di i333, passò per l'Egitto, e che
rusalemme, e tolsero il sepolcro di ottenne dal sultano, che un picco-
Cristo dalle mani tlegl' infedeli, al lo numero di religiosi potesse con
modo descritto parlando della Cro- tranquillità soggiornare e rimanere
ciala prima (^l'edi). Dio non per- presso il santo sepolcro. Frattanto
mise che la città santa rimanesse malgrado le assicurazioni date al
lungamente nelle mani ed in po- p. Guarini e la buona volontà del
, ,,

GER GER 35
MiU.ino allora regnante, i religiosi » Li o latini
religiosi franchi
liirono moleslali (ino al i3.\7. , e- portatori del presente segno impe-
{loca in t;iii per la memorata pro- riale, hanno per loro memoriali
tezione eli Roberto re di IVapoii, e esposto all'eccelsa mia Porta, qual-
(Iella regina vSancia sua sposa , fu mente vertendo litigio tra essi e la
loro permesso , meiliante enormi nazione greca sopra i luoghi , che
somme, d'avere a (»erusalenmie chiamano di visitazione in Geru-
uno stahiiimenlo permanente in salemme, fosse nel tempo del pas-
(piella chiesa, di celebrarvi i sacri sato monarca (Maometto IV) con-
misteri e divini nflìzi in onore dei cesso giù nobile comando per la

misteri di nostra santa religione struttura di processo. Laonde es-

colla certezza di non essere esposti sendosi eretto giuridico tribunale


a "nuovi insulti. vi comparvero mussulmani, diversi
Mentre i minori francescani cu- testificando essere stato da tempo
stodivano il santo cenacolo sul mon- antico esercitato da' fianchi il loro
te di Sion, e la gran tomba del rito nel luogo creduto il sepolcro
Redentore, i greci sempre infesti del santo Gesìi, sopra di cui sia il

ai furono col favore dei


latini, vi saluto Appartenere agli
di Dio.
turchi aggregati, ed a loro esem- stessi le due cupole di piombo, la

pio vi s' intrusero gli aimeni gli ,


grande e la minore che sovrasta- ,

etiopi, i siri, i cofti, i giorgiani, ec. no al sepolcro; l'officiarvi non me-


e persino i nestoriani ed altri sci- no che nell'angusto atrio a lui con-
smatici, ad onta dell'anteriore ed giunto, ove parimenti accendevano
esclusiva custodia dei francescani. moltissimi lumi. Il luogo del Cal-
Gli orientali in progresso di tem- vario, la precedenza della visita in
po soltiassero ai latini nel 1G74 concorso di altre nazioni, e la pie-
i santuari del santo Sepolcro, e del tra dell'Unzione ma che greci ; i

santo Presepe in Betlemme, con con modi violenti l'impedivano,


".
tutte le gran navi nell'uno e nel- usurpando i rinomati luoghi
l'altro tempio. Mal soffrendo i la- Che appartenendo ancora il
»
tini grave torto, avvalorati dalla
s^i gran tempio della villa di Bet-
])iofezione del re di Francia Luigi lemme, con la grotta ivi racchiu-
XI V, avanzarono le loro istanze alla sa, ove nacque Gesù, sopra di cui

sublime Porta, per essere reintegra- sia il saluto di Dio, e le chiavi


ti del tolto, laonde per l' indefesso delle due porte a' religiosi fran-

zelo del p. Lardez^val procuratore chi ; la suddetta nazione greca, con


generale de' minori osservanti, che mentite rappresentanze, e maniere
a tale effetto più volle si recò a violenti, serrando alcune porle, ed
Gerusalemme ed a Costantinopoli, aprendo altre corrispondenti al giar-
dopo sedici anni di cure e dispen- dino, con demolire altresì gli an-

di, ottenne dal divano il seguente tichi altari de' nazareni, ne acqui-
firmano dell'imperatore Solimanolll. starono senz'altro titolo, ingiusto e
» 11 segno nobile, eccelso e mo- clandestino possesso ".
narcalc, marca trionfante insigne » Con che venuto in luce, d'es-

ed imperiale, che per grazia del- sere stati i controversi luoghi da


l'Altissimo per tutto l'universo cor- tempo antico rilasciati a' religiosi

re, ^vale, cos'i comanda". franchi, e formatone Arz Mahscr


,

36 GER GER
(cioi' memoriale), con l'alteslalo di Betlemme, Ecco poi lo stalo
di quella comunità , e supplicala del santo sepolcro, come ritrovavasi
su tal proposito la nostra clemen- quando lo riebbero i delti religiosi

za , si è i'atta riflessione e trovato di s. Francesco ; e sebbene a cagio-


essere adulterata e falsa la scrittu- ne dell'incendio che avvenne nei pri-

la de' loro avversari, facendola com- mi del corrente secolo, il tempio


parire del Signore tra' mussulmani nella maggior parte fu distrutto,
^>anl'Omer figliuolo di Chatab, di noi lo descriveremo come in tutta
cui sia ringraziato Iddio, ed appog- la sua antica e primitiva integrità
giati alla Tetfa, ed ai rescritti dei esistesse, mentre quando poi nar-
passati sultani, in virtù de' quali reremo le rovine prodotte dal fuo-
concesso nel tempo del defunto e co, di leggieri si conoscerà ciò che
misericordioso sultano Murath Ilan perì, e quanto restò.

mio zio, a cui riluca la grazia di- Corrispondenti alla gran mac-
vina, l'anno i636, alle loro mani china del tempio sono del tutto le
sogno imperiale, a fine che i luo- navi, il portico e la cupola soste-
ghi sopraccennati spettanti da tem- nuta da settantatre colonne di mar-
po immemorabile a' religiosi fran- mo, con le pareti del muro interiore
chi, non siano in guisa alcuna loro ornate vagamente di sacre figure,
tolti, con tal condizione che non fogliami, ed arabeschi di mosaico

debbano solennizzare in pubblico in fondo d'oro. Il portico a forma


alcune funzioni proibite per giusti- quadra, largo per ogni parte cento
zia nello stato de' mussulmani, oc. passi, lastricato di grosse pietre, è
gli siano gli accennati luoghi resti- da più archi illuminato. Dal lato
tuiti col primiero possesso che ne sinistro sorge il campanile con tre

godevano. Comando ancora che , ordini di finestre sostenuti da co-


non facciano innovazione veruna lonne di marmo, la di cui cima
come i greci contro 1' antico , do- fu smantellata da' saraceni. Il pro-
vendo in avvenire obbedire al no- spetto tempio è dignitoso e
del ,

bile comando del presente segno le porte sono di metallo corintio


imperiale, senza permettere in mo- vagamente istoriate, e rappresen-
do alcuno l'opposto; prestando fe- tanti i misteri della passione del
de alla nobile marca, ec. Data nel- Redentore, tempio disleso da le-
Il

la città d'Adrianopoli sotto la me- vante a ponente è lungo novanta-


la della luna di lieggebebet, o Re- sei passi largo cinquantaquattro
, ,

hil-CAvel, l'anno iioi (di nostra e si compone di tre navi; ha for-


era li 0.O aprile 1690)". ma di croce, ornato di gran cu-
» In virtù del presente nostro pola nel mezzo, coperta esterior-
imperiai comando si debba esegui- mente di piombo, e da grand' oc-
re, ec. ". chio illuminata come la chiesa di
Segue la sottoscrizione. s. IMaria ad Martyres
Roma. di
La sostengono dintorno sedici co-
Con pronta esecuzione il pascià lonne di marmo, che poggiano su
di Gerusalemme, visto l'imperiai basi stabili incise nel vivo sasso,
comando, reintegrò religiosi mi- i che formano diecisette grandi ar-
nori osservanti dell'antico possesso chi, largo ciascuno due canne, e
de' santi luoghi di Gerusalemme e compresovi lo spazio delle basi
GER GER 37
loiinano un giro di trentollo can- l'apeitiua profondissima del sasso,
ne. Questo si disliiiguc in due or- cagionata da quell' orribile scossa
dini di gallerie, ed in-
superiore della terra che seguì nella morte
teriore :la superiore è ornata di del Redentore. Corrisponde a que-
altrettante colonne di Unissimo u)ar- sto luogo una cappella , larga per
ino, e negli spazi superiori sono ogni quadro cinque canne, ornata
eccellenti pittine ; (juivi sotto il di marmi e di mosaici, che pren-
cenilo della cupola comparisce la de il nome della Crocilisbione. Nel
eap[)ella del santo sepolcro, sotto pavimento ha un fregio di piclre
un ciborio piramidale, sostenuto da varie e colorite, in memoria del
dodici colonne di porlido e que- , sangue che vi profuse Gesìi Cri-
ste a due a due congiunte forma- sto quando fu disleso ed inchio-
no d'intorno sei archi elevati sui dato in croce: qui ardono costan-
capitelli di marmi, per ornamento temente varie lampade, che prima
e riparo dell'altare. Le pareli del- erano d'oro e di argento di gran
le navi erano già tutte o incro- pregio. Il Piazza nel suo 3Jcnotogio
state di vaghe pietre, o a mosai- romano pag. 309, racconta che i

co istoriate con figure espressive greci nel di della festa dell'Esalta-


del vecchio e nuovo Testamento; zione della croce fanno la benedi-
ma la rapacità de' barbari le ha zione dell'altare solenne, e l'asper-
in vari tempi clenutlate, e rese in sione con l'erba odorifera chiama-
lagrimevole deformità. Dalla porta ta basilico, perchè ritengono che
maggiore alle radici del Calvario tale pianta nascesse sopra il Icrrc-
si contano ventiquattro passi, ove no ove fu sepolta la vera croce.
si ascende per diecinove gradi in- La sacra tomba del Redentore
cisi nel vivo sasso, e giunti alla consiste in un antro angusto, inca-
somuutà, in cinque passi a mano vato per arte nelle viscere del sas-
sinistra trovasi un quadro perfetto, so, secondo l' antico costume degli
diviso per mezzo di un pilastro in orientali. Tutto lo spazio interiore
due cappelle decorate di marmi si dilata sei palmi; otto ne lia di
bianchi, con mosaici in fondo d'o- lunghezza, ed altrettanti di altezza.
ro con le immagini de' profeti, e La tavola sulla quale fu disteso il

loro delti in caratteri greci e Iali- sacralissimo corpo, ha forma di al-

ni. Quivi in luogo elevato un cu- tare, elevata tre palmi dal suolo,
bito dal suolo, foderato di marmi tutta incrostata di pregialiisime pie-
in forma di altare, con circonfe- tre, d'oro, di gemme, e sulla (pia-
renza di dodici palmi, vedesi il Ib- le ogL' giorno si rinnova il divina
rame ove s' inalberò la croce ; es- sagrilìz. ì; un quadro posto al di
so è di forma sferica, incavato nel sopra del santo sepolcro rappre-
sasso, coperto nell' orlo di lamine senta Gesù Cristo risorto, vincito-
d'argento, con questa iscrizione: re della morte. Va notato, che ni
Ilic Deus l'ex iiosler ante saecula, Roma nella chiesa di s. Maria E-
operalus cstsaliUciniii medio terrac. gi/iaca si trova eretta una cappel-
A mano deslra e sinistra sono cun- lelta o sia oratorio, dov'è formato
Irassegnali i luoghi delle croci dei un altare a misura esalla del santo
due ladroni, poste come in trian- sepolcro, ercltovi dagli armeni, <juan-
golo, nel di cui mezzo si scorge do l'ebbero per ospizio nazionale,
38 GER GER
che tuli' ora vi esiste in venerazio- nascono mille inconvenienti e tu-
ne con delle in'lnlgenze. Il Cancel- multi; dappoiché quella cieca gen-
lieri ne palla nella sua Selliinana te credendo il lume miracoloso, si
santa, dicendo della visita che se reputa felice per averlo veduto
ne fa il venerdì santo. La porta cogli occhi propri, ed è tenuto per
della cappella del santo sepolcro incredulo chi vi fa il menomo dub-
alta quattro palmi, e meno di tre bio. Avendo gli armeni cattolici
larg;t, chiudevasi da una grossa ta- pii^i volte ciò rimproverato agli ere-
vola di pietra di corrispondente tici loro connazionali, non riusciro-

grandezza, sostenuta da un incastro no mai a persuaderli, né potè riu-


esteriore, formato artificiosamente scirvi il patriarca, essendo una con-
nel sasso, poi concessa agli armeni: suetudine antica presso quella gen-
è però verosimile ch'essa si pog- te idiota invincibile. Essi la prati-
giasse sopraad un'altra tavola mi- cano come una cerimonia alluden-
nore a guisa di gradino, con incavo te alla risurrezione del Redentore,
nel mezzo, la quale è collocata sul e per tale viene predicata al po-
vicino aitare dedicato ai santi An- polo dai sacerdoti armeni. Al con-
geli, ciò che persuade la proporzio- trario giova ai greci di favorirla
ne e la somiglianza del sasso, non per l'interesse, perché molti loro
meno che la tradizione immemora- nazionali intraprendono il penoso
bile degli orientali. La detta por- viaggio, per questo supposto mira-
ta della santo sepol-
cappella del colo, che credono rinnovato ogn'an-
cro non è che in forma di un bu- no. Realmente la cerimonia allude
co grande; ve u' è un altro della a quella che latini fanno nel sab-
i

medesima forma in possesso dei bato santo, col Lumen Cliri.sti. Ve-
greci. Giova qui notare la super- di Michele Bauldray, Manuale sa-
stiziosa cerimonia praticata dalle craruin caerinioniaruni de sabathi
nazioni orientali. 11 sabbato santo sancii, artic. II, De processione ad
circa le ore venti, essendo estinte locuni novi ignis.
tutte le lampade, vi si chiudono L' altare degU Angeli surge in
dentro la cappella del santo sepol- una cappella egualmente angusta,
cro due sacerdoti greco ed armeno, ma lunga, e congiunta al santo
e dando fuoco allo spirito versato sepolcro, illuminata dall' imminen-
da essi sull'altare ossia sulla pietra te gran nave per due feritoie, tut-
del santo sepolcro , che avendo ta adorna di marmi e di mosaici,
delle concavità ne mantiene una anche nel pavimento; e in questi
quantità sufficiente con effetto, fan- due santuari ardono incessantemen-
no cos\ suscitare un lume mira- te lampade e candellieri in gran
coloso , donde poi artifiziosamen- numero, e prima d'oro e d'argen-
te accendono da sé tutte le lam-
si to di squisito lavoro. La cappella
pade in un istante; e i due sacer- del s. Angelo fu dedicata a quel-
doti pongono fuori da' detti buchi lo che dopo la risurrezione del Re-
le lorcie accese dal medesimo lu- dentore quivi discese dal cielo, le-

me. I sono al di
pellegrini che vò la pesante pietra della porlicella,
fuori, sono molto gelosi di accendere e sopra di quella sedendo confortò
il loro lume ognuno dal suo buco le Malie colà venute, dando loro
( he appartiene alla sua nazione, e vi la nuova della seguita lisurrcicione.
. ,

GER GER 39
Il coro amplissimo opposto alla no- inclilus (lux Godefridus de Boni-
minata cappella degli angeli, è cir- lon, qui totani istani terrani acqui-
condato da pilastri, lastricato da sivit cullai Christi, cvjus anima re-
belle pietre, coperto d'una cupola, quìescìt cum Cliristo. Amen.
e con tre porte, guardando la prin- In altro marmo elevato nel mu-
cipale per retta linea il santo se- ro si leggono questi versi.
polcro. nave aquilonare si
Vei-so la
mostra il luogo ove Gesù Cri- Francorum gentìs Sion loca san-
sto comparve alla Maddalena, con ata petentis.
un altare a questa sacro; e da qui Mirìficuni Sydus dux hic recu-
volgendo a mano dritta, s'incon- hat Godefridus.
tra l'altro altare detto dell'Appa- Aegypli terrorj Arabum fuga,
rizione, mentre qui comparve il Persidis error
Redentore alla sua santa madre Rex licei eleclusj Rex no lui t in-
È fama che in questo luogo al con- tìtulari
tatto della vera croce fatta scava- Nec diademari, sed cum Chrislo
re da Elena, ritornasse alla vita
s. famulari.
un morto. Penetrando per molti fluius erat cura sua Sion rcd-
gradi nelle viscere del Calvario, ri- dere iura
trovasi una grande stanza a volta Catholicaeque sequi pia dogmala
perfettamente quadrata, con altare iuris et aequi
consacrato alla Pietà : ivi al divoto Totum scisma teri circa se ius-
pellegrino si offrono più cose de- que foveri
gne di venerazione e di meravi- Et sic cum superis potuit diade-
glia. Evvi un incavo muro, che nel ma mereri.
corrisponde direttamente al forame Miliiiae speculum, populi vigor,
della croce, ove si dice che si tro- anchora cleri
vasse il cranio di Adamo, sepolto- Huic virtule pari fraler dalur
vi dal sommo sacerdote Melchise- associari.
dech, come dicemmo XVllI, nel voi. Baldovin insignis genlilibus , et

p. txGy del Dizionario, rendendo ferus ignis.


ragione perchè un cranio si pone
sotto ai piedi dell'immagine di Ge- A mano sinistra del sepolcro di
sù crocefisso. Vi corrisponde altre- Baldovino si legge.
sì la prodigiosa apertura del sas-
so, profonda, obliqua ed ineguale. Rex Baldovinus ludas alter Ma-
Nel fianco destro dell'altare si ve- chabeus
de una gian tomba di porfido al- Spes Patriae, vigor Ecclesiae
ta tre piedi, e lunga otto, stimala virtus utriusque
contenere le ceneri del medesimo Queni formidabanly cui dona tri-
Melchisedeh. Qui parimenti sono i buta ferebant ,
sepolcri de' gloriosi re di Gerusalem- Caedar Aegjptus, Dan, et ho-
me, Goffredo, e Baldovino l,di mar- micida Damascus,
mi bianchi, senza fregi ed ornati, ad Proh dolor in medio claudilur
esempio della umiltà insegnata dal hoc tumulo.
Redentore. In quello di Goffredo
si legge questo cpitafiio: Hic /acci in altro angusto sepolcro giace
4o GER GER
il leal fanciullo setlimogenito di do a ciascuno un cereo acceso e be-
Baldovino, con questa iscrizione. nedetto in mano, con un libretto
d'inni ed orazioni: ecco l'ordine
Scplimus in tumulo pucr isto delle visite: i. all'altare dell'Ap-
Rex tumulalus parizione ove è riposto il ss. Sagra-
Est Baldoviiii regnili de san- mento; 2. all'altare ove si con-
guine natus, serva parte della colonna dove fu
Qucni tulit e mando fors prima flagellato il R.edentore; 3. nella
condictionis stanza ov'egli fu schernito mentre
Et Paradisi loca possidct re- si preparavano gl'istromenti della
gionis. crocifissione; 4* ^'l' altare eretto
nel luogo ove fu giuocata alle sor-
Alla suddetta epoca 1690 in cui ti, e divisa la sua veste; 5, nel luo^
j minori osservanti furono reinte- go ove fu rinvenuta la vera croce;
grati nell'antico possesso della cu- 6, nella stanza delta degli impro-
stodia de'santi luoghi, il loro p. peri; 7. nel monte Calvario; 8.
guardiano, detto il guardiano del all'altare ov' è la pietra dell' unzio-
santo sepolcro, che per indulto a- ne ; 9. nel santo sepolcro; io. nel
postolico succedette in tutte le pree- luogo dove Gesù apparve a Madda-
minenze e giurisdizioni del gran lena. Questo luogo dove Gesù ap-
priore de' templari del santo sepol- parve a Maddalena i detti religiosi
cro, di cui si parlerà con accenna- l'ebbero dagli armeni negli ultimi
re tutti gli ordini equestri ed o- tempi, come a loro più adatto, es-
spitalari istituiti in Gerusalemme, sendo contiguo al proprio convento ;
quando celebra solennemente usa cedendo religiosi in cambio agli ar-
i

mitra e bacolo pastorale, ed altri meni una parte delle loggie inter-
ornamenti pontificali in molti gior- ne del tempio del santo Sepolcro,
ni dell'anno; al medesimo p. guar- dette in oggi Cenacolo in memo-
diano i Pontefici concessero facoltà ria del vero Cenacolo non più e-
di accordare determinate indulgen- sisteute. La custodia di Terra San-
ze, come di presiedere alle missio- ta, col qual nome si designa Geru-

ni della Siria e dell'Egitto, ed altri salemme e la Palestina, come meglio


singolari privilegi e grazie. Dipoi diciamo all'articolo Giudea, nella
Innocenzo XIII nel 1721 concesse ridetta epoca si componeva di cin-
al p. guardiano del santo sepolcro que conventi, di dodici ospizi e di
l'autorità di conferire in Gerusalem- quattro abitazioni. Il principale con-
me il sagramento della conferma- vento era quello del monte Sion,
zione, in mancanza di vescovi la- poi trasferito nel recinto della cit-
tini, purché il sacro crisma fosse tà sotto il titolo di s. Salvatore, re-
fatto da un vescovo, e Benedetto sidenza del p. guardiano del santo
XIV nel 1742 confermò in per- sepolcro, con quaranta religiosi di
petuo tal singolare privilegio. Alla varie nazioni ; il secondo quello di
delta epoca i minori osservanti, al- Betlemme; il terzo quello di Na-
l'arrivo de' divoti pellegrini nel zareth ; il quarto quello di Mon-
santuario del santo Sepolcro, in que- tana Giudea; ed il quinto quello
sto gli facevano fare processional- di A.rnica nell'isola di Ciprq. Gli
mculc la viiila dt;llc stagioni, dau- ospizi poi erano situali in Aleppo,
GER GER 4i
Damasco, Ramala, Sidonia, Tole- e maestosa n'è la struttura, con
maide, Tripoli, Scamleiona, Clies- cupola, ed altari, il maggiore dei
loam nel monte Libano, Alessan- quali era decorato di superbi festo-
dria d'Egitto, Cipro, e Costantino- ni, fogliami, e lamine d'argento,
poli. Poi diremo dello stato attua- abbelliti dall'oro, dalle gemme e
le del santo sepolcro dopo l'incen- pietre preziose, essendo le pareti
dio cui soggiacque la chiesa nel nobilitate da figure ed arabeschi
1808. Intanto proseguiremo la de- in fondo d'oro. La tradizione na-
scrizione de' santi luoghi di Geru- zionale degli armeni si è, che la
salemme , e di quelU esteriori e chiesa di s. Giacomo fosse fabbri-
suburbani della città , indicandoli cata da Costantino imperalore, e
come i precedenti con brevi cenni. da lui donata a Dridate re degli
Nel fianco orientale del monte armeni, in occasione del suo pelle-
Moria, presso le rovine del tempio grinaggio a Gerusalemme, dopo che
di Salomone, sorge un antico tem- si convertì alla fede di Gesù Cri-
pio dedicato alla Presentazione di sto. In questo tempio
si vene- vi

JMariu Vergine, di magnifica strut- rava ancora la testa di s. Giacomo


tura,composto di larghe pietre ben Minore, il quale si dice che vi ab-
commesse, con tre navi coperte di bia seppellito la Beata Vergine col-
piombo, e sostenute da due ordini le proprie mani. Ivi sono due qua-
tli colonne di marmo grigio, col dri grandi, uno rappresentante Co-
prospetto esterno decorato d' un stantino, r altro il re Dridate, ed
portico a tre archi, con dodici co- esistono presso l'altare maggiore.
lonne di marmo: presso gli orien- Il monistero contiguo contiene cir-

tali è tradizione, che quivi la Bea- ca mille camere divise in vari ap-
ta Vergine dimorò Ira le donzelle partamenti, per comodo de' pelle-
a Dio consecrate. Segue il luogo grini: tanta è la loro affluenza in
della prigione di s. Pietro, jirossi- certi tempi dell'anno, che fa d'uo-
ma al tempio del santo Sepolcro, po prendere in allilto altre case iu
ampia per ogni quadro nove passi: città, per collocarvi i pellegrini na-
dai latini fu convertita in oratorio, zionali. La chiesa in tutto l'anno
e poscia tornò ad essere carcere è uflìziata da circa sessanta sacer-
de' rei. Quivi fu la chiesa ragguar- doti e chierici. In custodia de' la-
devole, ed il celebre albergo dc'ca- tini è un' altra antica chiesa intito-
valieri templari, dai maomettani can- lata del Dolore, vicina al santo se-
giati in altri usi. Incontro al portico polcro, avendosi secondo alcuni per
del sauto Sepolcro era la chiesa di s. tradizione, che in questo luogo la
Giovanni Callista, già spettante al Beata Vergine soffrisse piìi d' un
sovrano ospilalario ordine geroso- deliquio, miiando in croce il suo
limitano, detto poi di Rodi e di divin Figlio; questi deliqui dai cri-
INIalta, con annesso vasto ospedale. tici non sono ammessi, dappoiché la

La chiesa dell'apostolo s. Matteo, Beata Vergine fu ferma e costan-


eretta nel silo di sua abitazione da te anche sotto la croce, Slahal ju-
s. Elena, più non esislc. La chiesa di Xla cruccili; quivi Maria Egiziaca
s. Giacon)0 Maggiore è a vista del tentando di entrare con altri, fu,
castello, ofliciala dagli armeni, con piìi volle protligiosamcnte respinta ,

ospizio pei loro couuuziouali ; v^iga oudc ravvcduLu dc'ouui errori ikU
4z GER GER
quella voce che che pas-
gli disse, castro nella bocca. Sant' Elena vi

sando il Giordano troverebbe il suo aggiunse pure una cappella esterio-


riposo. Congiunta al santo sepolcro re, ove solevano olliciare le due
possedeva una chiesa la nazione e- nir/.ioni mentovale. Fuori della na-
tiopica ed abissi nia, ri lenendosi es- ve, in altra cappella, sono i sepol-
sere quel luogo ove sagrifìcò Mel- cri ne' quali un tempo ri[)osaron()
chisedech; additandosi ai pellegrini i cor[)i dei santi genitori e spòso
r altare di una sola pietra quadri- della Beata Vergine, Anna, Gioa-
palmare, ed i virgulti di un vec- chino, e Giuseppe, oltre quello di
chio olivo credulo ap|)artenente al s. Simeone autore del cantico: Nane
bosco ove Àbramo rinvenne e pre- diinitlis. Non meno venerabile si

se l'ariete quando doveva sagrifi- rende 1'


orto di Getsemani, ove o-
care il figlio Isacco. Ora passiamo rando sudò sangue il Figliuolo di
ad accennare i principali luoghi Dio. Era anticamente cinto di mu-
memorabili e suburbani della città ra tra le falde del monte Oliveto,
di Gerusalemme. tutto piantato di olivi, dominante

Di quanta venerazione ai fedeli al torrente Cedron, che le scorre


già fosse il sepolcro della gran Madre vicino. E
da qui volgendo alquan-
di Dio, ne rende chiara testimonian- to air inaili, s'incontra la famosa
za Giovanni Damasceno, da cui
s, grotta in cui Gesù orò al Padre,
spesso venne visitato, per cui scris- incavata dulia natura, con uno spi-
se il libio, De donmiiont Deipa- raglio nella sommila per cui è il-

rac yirgitiis. Giace al pie ticl mon- luminata; l'area è di cinqiianta-


te Oli veto, e sul finire del torren- quatlro piedi, e minacciando rovi-
te Cedron, laddove principia la uo- na l'argillosa porta, i latini vi al-
tissima valle di Giosafat; ivi s. E- zarono a sostegno dei pilastri. E
lena vi edificò un sontuoso tempio, costume de' religiosi celebrarvi ogni
nel di cui centro racchiuse il vene- anno il santo sagrifizio, in memo-
rabile avello della Vergine, poi da- ria de'palimenli ivi sofferti dal Re-
to in custodia ai greci ed ai lati- dentore. La valle di Giosafat si

ni. Dal monte che lo sovrasta è offre in questo confine, ripida, an-
tutto ingombro di sassi e di terra gusta e tortuosa , traversata dal
portatavi dalle pioggie, laonde di- torrente di Cedron, prende ori- e
venne oscuro ed umido, e mentre gine da quello spazio che s' inter-
prima vi si ascendeva per dieci gra- pone ai due celebri monti Moria
dini, oggi per altrettanti vi si di- ed Oliveto; essa è la piìi melanco-
scende. Il prospetto è di forma nica valle che uno immaginare si
quadra, non riceve lume che dalla possa. Popolata di tombe, celebre
porta, non l'antica, eh' è mu- nelle tradizioni di tre religioni, e
rata. Nel mezzo
nave sor- della nella quale i giudei, i cristiani, ed
ge l'altare nel luogo ove riposò il i turchi si accordano a collocare la
corpo di Maria Vergine: la forma terribile scena del supremo giudi-
del sepolcro consiste in un incavo zio universale.
fatto nel vivo sasso, lungo otto pie- La valle di Giosafat ecco come
di, laigo quattro, ed altrettanto e- i suoi descrittori ce la rappiesenta-
levato, e si serrava da una tavola no. Due lunghissime catene di mon-
di marmo grigio, con artificioso in- tagne si protendono parallelameule
GEK GER 43
da sellenUioue a mezzogiorno, senza mos o Priapo. Le pietre sepolcra-
biniiosilà: la catena di levante chia- li si estendono lungo il torren-
mata la montagna d'Arabia è la te di Cedron, e protendonsi in al-
più elevala; la catena di ponente to a tergo della tomba d'Assalonne,
appartiene agli abitanti della Giu- erettagli da Davidde suo padre ,
dea. La pianura compresa fra le scavata in un grosso masso isola-
due catene di montagne offre un to, che finisce in forma piramidale,

suolo simile al fondo del mare, da circondata da dodici semi -colonne;


lungo tempo ritiratosi, banchi di della tomba del sommo sacerdote
sale, un bacino disseccato e sabbie Zaccaria, simile a quella d'Assalon-
mobili, come se fossero state solca- ne; della tomba di Giosafat re di
te dai flutti. Qua e là meschini Giuda, il quale nome significa giu-
arbusti vegetano a stento su di dizio del Signore, scavata nella vi-

una terra priva di vita; le loro va rocca a guisa d' una piccola sa-
foglie sono coperte del sale che le la quadrata. Da questi prese il no-
ha nutrite, e la loro corteccia ha me la valle : nella Scrittura essa è
il gusto e r odore del fumo ; in pure appellata valle di Lara, vallea
vece di villaggi scorgonsi le rovine l'cale, e valle di Melchisedech. Fra
di alcune torri. Scorre nel centro i sepolcri di Assalonne e di Zac-
della valle un fiume scolorato che caria è situata la grotta in cui s.

trascinasicon pena verso l'appesta- Giacomo si ascose allorché Gesù


to lago o mar Morto che l'inghiot- Cristo venne arrestato ; secondo la

tisce. Non si distingue il suo cor- tradizione Gesù Cristo in essa lo


so in mezzo dell'arena, che pei sa- visitò dopo la sua risurrezione. Le
lici e le canne che lo fiancheggia- tombe della valle di Giosafat si

no l'arabo nascondesi in
; quelle vedono sino alla strada di Betania:
macchie per assalire il viaggiatore, il villaggio di Siloe talmente u' é
e spogliare il pellegrino. Le mura circondato, che pare far parte di
gotiche che coronano dalla parte quell'ampio cimiterio degl'israeliti.

di ponente la valle di Giosafat, la Su questa valle di desolazione il

ricoprono di un'ombrad'una e profitta Gioele disse al popolo ebreo:


specie di oscurità ben atta ad ali- » Rannerò tutti i popoli, e li con-
mentare nell'anima serie riflessioni. durrò nella valle di Giosafat; entre-
In questa tetra valle, per essere da rò in giudizio con essi. Che tutte
tempo immemorabile stata un luo- le nazioni vengano nella valle di
go di sepoltura, l'occhio non può Giosafat; vi comparirò assiso sul
arrestarsi che su trofei di morte; mio trono per giudicarvi tutti gli
vi sono tombe dell'antichità la piìi uomini che si congregheranno da
rimota, e se ne trovano pure di ogni parte ". Come ciò seguirà,
un giorno. Le pietre sepolcrali sono sono oscurità impenetrabili all'oc-
innumerabili, e ricopiono intera- chio dell'uomo, dappoiché diccsi che
mente il monte degli Scandali, mon- la sua larghezza maggiore è di cen-
te sul quale Salomone prevaricò, e to passi, lunga più di due miglia.
divenne idolatra : ebbe tal nome In questa valle il Figliuolo dell'uo-
per avervi abitato le sue concubine, mo, il re della gloria, dice il van-
e pei delubri di Venere o A>ltir- gelo, assiso in mezzo a due popo-
le, di Moloc o Saturno, e di ("hu- li, volgendosi a quelli che saranno
44 f'ER GER
a desila, con aria piena di dolcez- nocchi al naturale: però è falsa la
za e di uiacslù bastanti a conso- tradizione che il Redentore nella
larli da ogni loro pena trascorsa, notte de' suoi patimenti vi fosse dai
loro dirà : Venite, o benedetti dal manigoldi precipitato, e prodigiosa-
mio l'adre, a possedere il regno mente vi restassero impressi i suoi
che vi è stalo preparato; poscia vestigi, come registrò Bonifacio par-
volgendosi a manca, col furore ne- lando della valle di Giosafat. Da
gli occhi, e con una voce che a- qui passando tra le falde meridio-
prirà le viscere degli abissi, pronuu- nale ed occidentale del Sion, fuori
zierà snlla turba de' colpevoli: Ite- della città trecento passi, si vede
ne, o reprobi, ritiratevi dal mio co- sotto un gran sasso la celebre e
spetto, o maledetti, e
andate nel- famosa Natatoria Siloe, lunga die-
l'eterno fuoco preparato a Satanas- ciotto passi, larga dieci, profonda
so, e le vostre pene saranno eter- due, tutta composta di vive pietre.
ne. Compresa da tali meditazioni Dal fondo d'un antro esce il ca-
la religiosissima IMelissenda regina nale dell'acqua limpida che de-
di Gerusalemme, e moglie di Bal- clina impetuosa dal monte, giun-
dovino III, dispose nel testamento gendo a scaricarsi in questo luogo
di essere ivi sepolta. Il Viliiaco nel- tra due sassi. La voce Siloe signi-
la sua storia orientale, narra di un fica messo, avendola Dio mandata
monistero di monaci basiliani fon- ai preghi d' Isaia ; ma in premio
dato nel mezzo della valle di Gio- del pubblico benefizio, fu dal cru-
safat, molto celebre nel tempo dei dele Manasse fatto segar per mez-
latini. zo in questo stesso luogo. Le sue
Più innanzi si vede il pozzo in acque sono alquanto salse, ma sa-
cui Geremia nascose il fuoco sacro, lutari. Si legge appresso Niceforo,
ritrovato poi, come si disse,per pro- che prima dal re Ezechia, e poi
digio (\a Necmia; la sua profondi- dall' imperatore Costantino fosse
tà dicesi di cinque picche, costrui- decorata d'illustre edilizio. Brocar-
to ingegnosamente di grosse pietre. do scrisse, che ivi dal Piedento-
Celebre è nella Scrittura il torren^ re ricevesse la vista il cieco nato;
te di Cedron, cosi chiamato a ca- e Scaligero, che i saraceni lavando-
gione dei molti cedri che lo fian- si con le sue acque, perdono il

cheggiavano al tempo de'gebusei, o nativo fetore. Più oltre a duecento


perchè Cedron significa oscui'o; non passi dalla Natatoria, e cento dal-
avendo accjue proprie, le riceve dal- la città, tra le due porte Sterqui-
le pioggie, scaricandole dopo il cor- linia, e della Valle, vedesi altra
so di trentasei miglia nel mare scaturigine di buon'acqua, denomi-
Asfaltide, o mare Morto. Davidde nata già fonte delDragone, e poi
lo varcò per sottrarsi dalle perse- dagli arabi chiamata Ajn-Mariem,
cuzioni di Assalonne; ed è soprat- cioè fonte di Maria sgorga da :

tutto celebre per la passione di un profondo antro del monte, ove


Gesù Cristo. Ila un ponte di un penetra per una scala di trenta
solo arco, il quale unisce due mon-
i gradini.
ti Moria ed Oliveto. Si vede nel Essendo rinomata la spelonca
sasso che lo sostiene un' impressio- Gcheimoii o Bclicnnon, ch'è quan-
ne profonda di maiii^ piedi, e gi- to diie valle di Hcuuon, acceuue-
GER GER 45
remo gli empi riti, che per molli cGiosefTo d'Arimatea, gli altri vola-
anni, con oltrnggio delle divine rono la morte del Redentore. Cet-
leggi, e di quelle della nnliira, \i fage, tanto celebre nel vangelo, c-
esercitò la sccllerala setta de'gebu- ra un vicolo dei sacerdoti a pie
sei, olTrendo a lorza di tormenti del monte Olivcto, donde il Re-
abbominevoli olocausti all'idolo Mo- dentore mandò i due discepoli al-
loch. Era questi di bronzo o ra- l'opposto castello per prender l'a-
me; avea il busto simile all'uomo, sina sulla quale entrò in Geru-
il capo di \ileIlo, e braccia curve, salemme trionfante, applaudito da
tra le quali ristretti gl'ignudi ed mille voci di giubilo, ciresclamava-
innocenti fanciulli, sagrificavano le no: Osanna Jili David. Più olire
loro vite col fuoco acceso nelle era Iorio regio, denominalo altre-
\iscere dell'idolo. Era costume dei sì orto chiuso, per essere cinto di
sacerdoti confondere il pianto e i alte mura, fecondo d'ogni genere
gemiti di quegl'infelici, col percuo- di piante, peipeluamente irrigale
tere dei timpani e d' altri stre- dal celebre ionie Rogel. Vi fu un
per bandire qua-
pitosi istromenti, tempo conservata quella gran pie-
lunque sentimento di tenerezza dal tra che la Scrittura chiama Zoeleth,
cuore degli snaturali genitori, laon- sulla quale Adonia prima di re-
de conseguì il nome di Tophct, gnare sagrificò più vittime al Si-
cioè timpano; e durò tale esecra- gnore, e banchettò i suoi duci.
bile rito sino al regno di Giosia, Sul giogo australe del Sion, lungi
il quale ardente di zelo, ruppe in dalla città cinquecento passi, si ve-
pezzi il simulacro, ed empì di sor- de r agro chiamalo Aceldania o
didezze il kioEfO.
o San Girolamo lo Ilaccldcmah, ed in latino Acer
chiamò Palyandrion , che significa sangiiinis, in senso allegorico Mer-
ricettacolo di cadaveri, ed il lle- CCS inifjuitatis. Fu compialo dal
dentnre soleva paragonarlo all'in- consiglio de' seniori eoi trenta de-
ferno, chiamandolo Gtìieima igiiis. nari restituiti da Giuda, ad ogget-
In due altri monti quel pio re to di seppellirvi i pellegrini. Vi
abbattè idoli e templi, eretti già alzò un tempio s. Elena, ed altre
negli anni estremi da Salomone a fàl)briche. Di questa terra, che ha
preghiera delle idolatre concubine, virtù prodigiosa di consumare in
come quello di Melehon adorato poche ore i cadaveri, quell'impera-
dagli ammoniti, l'altro di Chanios trice ne fece condurre molte navi
dai moabiti, restando loro il no- a Roma, e depositare nel cimiterio
me nella Scrittura offensionis ci vaticano.
scandali: su quest' ultimo che so- JNel sacro lesto rammcntansi gli
vrasta al torrente Cedron, i Mac- alloggiamenti degli assiri, por cui
cabei edificarono un munilissimo conviene ricordarsi , che lenendo
castello. Diconlro sull' eminenza di essi assediala la città, ed oltrag-
un colle accenna il luogo del
si giando le divine leggi con bestem-
INIalconsiglio ove al cospetto del
, mie e disprezzo, lù tale empietà
popolo consultarono del modo di vendicata da Dio col mezzo di ini

dare la morte al Figliuolo di Dio angelo, che in una notte ne uccise


venti individui scribi e farisei, che cent'ollanlacinquemila, e ridusse in
traone Nicodemo, Simon Leproso, cenere i cadaveri per non conta-
46 OER GER
mìnnr Gerusalemme col fetore. Ri- Dalla città per aquilone un miglio,
volta a (Vnnle la porta Damasce- fronteggiano thm monti, il Gabaon,
na, comparisce la grolla di Gere- e quello di Samuele il quale pre-
mia, ove compose il treno delle se tal denominazione dal nome del
sue lamentazioni , e pianse ama- santo profeta, che vi fece frequente
ramente la desolazione delia ci Uà soggiorno, e vi fu sepolto, e dove
sanla: lia forma sferica, vasta, e Saul le col mezzo della pitonessa
luminosa per 1' altezza della sua evocò il di lui spirito per cono-
bocca; dalla rpianlità de' pilastri scere l'estremo suo fatto : Costan-
clie la sostengono, mostra di esse- tino vi eresse un sacro edificio, ed
re fatta con arte, non già dalla i re latini un
monistero di basi-
natura. A mano sinistra si scorge liani. Qui
vede nell'interposta
si

il letto del santo profeta inciso nel valle, il luogo memorando della
sasso. Niceforo racconta che s. Elena battaglia che Giosuè die ai cinque
\i aggiunse una chiesa di non vol- re idolatri nel conquisto della ter-
gare struttura. Dalla rinomata por- ra di Canaan o Promessa, e dove
ta Damascena divertendo alquanto l'ubbidì il sole quando con impe-
ad aquilone , sono i sepolcri dei ro gli disse: Sol ne moveans. So-
re diGiudaj nelle viscere del mon- vrastano ancora alle rovine non
te. Si penetra al primo ingresso pochi avanzi del sepolcro di Ele-
in ima stanza vasta per ogni qua- na, famosa regina degli adiabeni,
dro settantacinque piedi, formata descritto da s. Girolamo, con tre
tutta a forza di scalpello con mae- piramidi, lungi tre miglia dalla
strevole artificio; indi ad un anti- città : di questa gran don-
scrisse
porto angustissimo, ma però lungo, na che bramosa di con-
GiosePfo,
e calando per cinque gradini, si templare la maestà del tempio ge-
giunge ad altra stanza di perfetto rosolimitano, vi si condusse nel
quadro, spaziosa venti piedi , alta tempo che la città era oppressa
altrettanti, penetrabile per quattro dalla fame. Essa benché gentile,
porte, e più oltre piegando all'in- adorna di rare virtù, e commise-
giìi, termina s\ grand'opera in sei rando le angustie degli abitanti ,
altri antiporti minori, ripartiti con fece loro venire a sue spese dal-
armonia, ciascuno de'quali sostiene l'Egitto copiosa quantità di frumen-
otto sepolcri profondi alquanto nel to, che distribuì a'poveri della città
monte, con loro nicchie, piedistalli e luoghi adiacenti
; abbracciò po-
e poggioli, formati col ferro nel scia la legge mosaica , e meritò
nativo sasso. In quell' orto, che in nella sua morte dagli ottimati un
più luoghi la Scrittura chiama A- sontuoso mausoleo presso i regi se-
ger Fitlloiììs, scaturiscono le acque polcri.

del fonte Gion, che prende il no- Avvicinandosi a Gerusalemme un


me dal vicino colle ; cos\ limpide miglio per levante , si presenta il

e salubri, che contendono con le mentovato monte Oliveto, che pren-


migliori di Palestina. Il re Ezechia de il nome dalle olive ivi piantate,
volendo assicurare alla città que- detto dalla Scrittura monte inclito
sto elemento in contingenza di as- e santo, e dai greci Eleon, cioè
sedio, lo diverti per sotterranei delle Gira cinque miglia,
olbve.
acquedotti nella superiore piscina. nell'occidente termina alla valle di
GER GER 47
Giosafaf, e ncll' oriente alln villa pregevoli; ma le vicende de'lempi
tli Belanin ; mei ilo il nome di tutto distrusse. Quell'oratorio, che
snnto dalle frequenti visite del lie- quasi centro al giro, sorgeva nel
dentoie e de'suoi apostoli ; dal mi- mezzo di figura ottagona, vi si

stero che vi celebrò della gloriosa conserva per divina provvidenza,


Ascensione in cielo, non meno che difendendolo dalle ingiurie dell'at-
dal trono che il Figliuolo dell'uo- mosfera una cupola foderata di
mo vi erigerà nel d'i del giudizio piombo, e sostenuta da colonne di
per giudicare tutti i mortali. Da- marmo : quivi è una pietra con
\idde fuggendo la persecuzione del la forma impressa del piede sini-
figlio Ass;donne, giunse alla sommi- stro, ultimo pegno de'divini miste-
tà di questo monte, e a piedi i- ri del Redento! e , nella sua felice

gnudi adorò e benedisse Dio. IVel salita al cielo. Alquanto all' ingiù
giogo meridionale fa mostra anco- vedesi la spelonca nella quale s.

la di sepolcri maravigliosi de'pro- Pelagia visse molli anni penitente;


feti, penetranti nel profondo delle indi a breve distanza per l'oriente
sue viscere. Consistono in un gran- compariscono avanzi di un oratorio,
d'antro artifìziale a guisa di teatro, costrutto già secondo le tradizio-
la cui circonferenza è più di cin- ni antiche, in quel luogo ove alla
quanta canne, sostenuto da venti- Beata Vergine comparve 1' angelo
quattro colonne scolpile nel vivo con un ramo d'olivo, aiinmr/.iando-
sasso, e fra gV interiori vestiboli gli l'ora avventurosa del suo tran-

resta bastante spazio per collocar- sito.

vi cadaveri. Salendo da questo luo- Betania è notissimo boigo me-


go un tiro d'arco, si fa incontro ridionale del monte ove fu la ca-
un altro edificio sotterraneo, ove sa di Simone Leproso, e più oltre
al dire degli orientali i santi apo- sull'eminenza di un colle è il sito
stoli radunati composero il sim- ove fu il castello di Lazzaro, ed
bolo della fede. Vi si penetra per ove il Redentore lo risuscitò: si

una scala di centotrenta gradini : visita il di lui sepolcro tra le ro-


è pur verosimile che sopra vi fos- vine di un tempio, e d' un antico
se alcun tempio, come additano le monistero edificato da Mclissenda
superstiti rovine. Piìi oltre vedesi resina di Gerusalemme. Betania fu
contrassegnato il luogo ove il Re- frequentata dal Redentoie perchè
dentore insegnò ad orare: ivi s. vi dimovava la famiglia da lui a-
Elena eresse un oratorio, di cui mata delle sorelle Marta, Maria
non avvi più vestigio. Poco distan- Maddalena, e Lazzaro, la cui grot-

te sorge un piccolo tempio, creduto ta sepolcrale nulla offre d'interes-


il luogo ove il Redentore guardan- sante, e nell'altare ivi eretto vi si

do Gerusalemme, pianse amai amen- celebra una volta l'anno. Si ren-


te la sua futiua desolazione. Sul ver- de ancor venei-abile la pianta di
tice del monte è il venerando luo- teribinto, sotto la cui ombra è fa-
go ove Gesù Cristo trionfalmente ma che Maria Vergine col suo
ascese al cielo, onde volle s. Ele- divin Figlio, stanca dal viaggio
na decorarlo di sacro edificio, in piendesse riposo. Dalla città vol-

cui applicò le idee più nobili del- gendo i passi a mezzogioino, in


l' architettura, ed i marmi i più tre miglia si giunge al luogo do-
48 O E li GER
ve il piofcla Al)acucli dall'angelo nij lauto famosi col nome di Ter-
fu Irasfcrilo in llahilonia por som- ra Santa, con dire alcuna cosa tlcl

in inislrnic a Daniele il cibo che deserto di s. Giovanni Battista,


in quel punto avea nelle mani : precursore di Gesù Cristo, posto
narra Bonifacio che ivi i re latini tra le montagne della Giudea [Fe-
fondarono un aionistero di mona- di) , in vicinanza alla fortunata
ci basiliani. Sulla via che conduce città di DcUemmc [Vedi), che vide
a Betlemme ve ne fu altro dai nascere il nostro Signore Gesù
medesimi monaci dedicato al pro- Cristo. Altre generiche notizie sui
feta Elia, venendo circondato da santi luoghi, e le vicende dei fra-
vasto recinto di mura, a difesa del- ti minori , e loro guardiano nel-
le incursioni degli arabi : vi si mo- la custodia del santo sepolcro,
stra un sasso con l'impressione del si potranno leggere al citato ar-
suo corpo, fattovi già per virtù di- ticolo GuAnDlAÌNO DEL SANTO Se-
vina, quando fuggiva dalla regina rorcRO.
Jezabele, secondo il citato Bonifa- Costeggiando un angolo di altis-
cio. Proseguendo il viaggio di Bet- simo monte, s'incontrano gli avan-
lemme si giunge alla torre di Gia- zi della casa di Zaccaria, ove da
cobbe, eretta in quel luogo ove il Nazareth (Fedi), per lo spazio di
santo patriarca soggiornò gran tem- circa ottanta miglia , si condusse

po nel ritorno dalla Mesopotamia, Maria Vergine a visitare la sua


ricco di prole e di armenti, ove cognata Elisabetta. Illustrò s. Elena
morì r amata sua consorte la av- questo luogo con sontuose fabbri-
venente B.achele, il di cui sepolcro che di chiesa e convento, ove seb-
si vede oltre un miglio, di forma bene distrutto, sogliono religiosi i

quadrangolare, ornato di colonne della santa custodia trasferirsi o-


e di piramidi dal tempo rovinate, gni anno per celebrarvi e cantar-
le quali al dire del Biocardo era- vi il cantico Magnificat. Il luo-
no sostenute da dodici smisurate go del natale del santo fu pari-
pietre, in memoria dei figliuoli menti ornato di superbo tempio
di Giacobbe, autori delle tribù di in forma di croce , costrutto di
Israele. E fama dei creduli, che larghe e ben commesse pietre; ma
mentre era condotto in servitù poi anch'esso sparì col tempo. Da
ilpopolo ebreo, l'antica madre del- qui s' intraprende il viaggio aspro
le due predilette tribù, di Giu- e difficile tra i monti per il deser-
seppe luna, divisa in quelle di E- to, ove s. Giovanni Battista si ri-
fraim e Manasse, e di Beniamino tirò essendo ancor fanciullo. Nice-
l'altra, la bella Rachele, quantunque foro dice che la madre stessa ve
da più secoli ivi sepolta, piangesse lo condusse, udito il rigoroso e cru-
amaramente dalla tomba, com mise- dele editto di Erode, e che quivi
rando le calamità de' suoi figli, il restasse sotto la tutela degliange-
che udito dagl' infelici figli, versa- li.Passò quindi alle solitudini del
rono anch'essi lacrime di tenerezza : Giordano predicandovi il battesimo
i critici adatto non ammettono que- e la penitenza, esercitandosi nelle
sto favoloso racconto. Daremo line più rare virtìi, e soffrendo i disagi
alla breve descrizione de^santi luo- dell'intemperie e della fmie. La chie-
ghi di Gerusalemme e suoi dintor- sa ci fa istruiti di qual cibo si
GER GER 49
lìiulrisse nel deserto, cantando: Cui stalo attuale del santuario del san-
iatex hausliim sodala pastuin : to Sepolcro, premettendovi la nar-
Mella locusti, eie. Per mella ta- razione del fatale incendio cui sog-
luno intese i pomi selvaggi, e per giacque nd 1808, che immerse
locuste le cavallette, notissimi ani- nell'aftlizione gli orientali, gli oc-
maletti volatili; ma toglie ogni dif- cidentali, i cattolici, gli scismatici,
ficoltà il Vitiiaco nella sua istoria, gli eretici, e gli ebrei, tutti essen-
per averne indagata la verità dai do compresi nella generale coster-
monaci del mouistero di questo nazione, addolorando ogni nazione
santo, avvezzi a menar vita aspra l'infausto avvenimento.
e penitente in quel deserto. Da Nella mattina de' 12 ottobre la
essi adunque rilevò non trovarsi chiesa del santo Sepolcro, monu-
ivi pomi selvaggi, ma miele, e cer- mento eretto da s. Elena e da
ta eiba chiamata locusta, ed assai Costantino con una magnificenza
frequente nella mensa di que'mo- imperiale, e conservato per tanti
naci. Poco lungi dal deserto, verso secoli dalla pietà de'cristiani, quel
il mare Asfallide, vedesi il castello tempio dell'universo il più augu-
della Macheronta, memorando per sto, e che ben a ragione formava

la decapitazione dello stesso santo la delizia, ed era l'ammirazione


precursore, fatta eseguire da Erode delle più lontane nazioni, venne
Antipa per piacere ad Erodiade, dalle fiamme consunto. S'ignora an-
donde poi i discepoli trasferirono cora se ciò fu l'eiretto del caso o
il di lui corpo a Sebaste, città di della malignità, sebbene i monaci
Samaiia, nel sepolcro di Eliseo e greci fossero incolpati del disastro;
di Abdia delle sue ceneri parlam-
: ma la rapidità
del fuoco fu tale,
mo all'articolo Gexova, ove si ve- che nello spazio di alcune ore le
nerano nella cattedrale, e di una gallerie, le colonne, e gli altari tut-
sua mano all'articolo Gerosolimi- to fu annichilato. J\on è mal fon-
tano Ordine. Approssin)andosi a data l'opinione che l'incendio fosse
Betlemme si vede sorgere il celebre procurato dalla malignità de'greci,
fonte, quello che oggi manda le sue che non possono giammai soffrire
acque al tempio de' saraceni. Al d'avere in comune quel sontuoso
primo aspetto altro non è che una monumento colle altre nazioni, co-
apertura della terra a guisa di me si da quanto poscia
verificò
pozzo, profondo quindici palmi, nel accadde. Dappoiché essi stessi vol-
di cui centro da tre larghe vene lero subito rifabbricarlo, ossia ripa-
scaturiscono copiosamente le sue rarne i daimi a spese proprie,, e
acque, poi raccolte in un canale ad oggetto di occuparlo totalmente.
fattocon meraviglioso artifizio, che In fatti lo tentarono presso la
Por-
uscendo fuori formano tre piscine, ta ottomana, chiedendo un firma-
operale dal reSalomone^ e da qui no in favor loro; o almeno c(ni
per un canale di pietra girando maggior diritto allargare e miglio-
monti e valli, dopo trenta miglia rare la loro abitazione. Dopo di
si scarica nel portico del tempio. avere fabbricato cominciò que- la

Termineremo le notizie compen- stione tra le due nazioni, greca ed


diate sui principali edifizi e chiese armena, essendo questa respinta
di Gerusalemme, eoa accennare lo dall'altra, e ridotta l'abitazione de-
VOL. XXX. 4
,

So GER GER
gli armeni troppo rislretta finì , cedro ricoperte di piombo, e per-
poi con l'inleivenlo del governo, pendicolarmente innalzantesi sul mo-
che comandò ai greci di restituire numento nel quale trovasi il san-
ciò che avevano tolto agli armeni, to sepolcro. Quelle travi erano sta-
e questi allora dovettero sborsare te condotte con grandissima spe-
una somma vistosa, e piìi costò sa dal monte Libano al principio
loro l'assenso del governo, che le del decorso secolo, allorché i prin-
spese della fabbrica. cipi cristiani fecero innalzare il

Nella notte dall' 1 1 al 12 otto- magnifico tetto , vero capolavoro


bre 1808, verso le tre mattutine, per i' immensa altezza, e per l'ar-
incominciò il fuoco a manifestarsi ditezza della sua costruzione. Es-
nella cappella degli armeni situata sendo tutti fuggiti tranne i fran-
sulla galleria o terrazzo della gran cescani, questi siccome mancanti de-
chiesa del santo Sepolcro ; altri di- glistrumenti necessari all'uopo, pro-
cono che l'incendio principiò dalla curarono di passare da una picco-
custodia, dove gli stessi armeni te- la finestra per andare ad avverti-
nevano gli arredi sacri, la quale re i religiosi del convento del san-
era tutta di legno, 11 sotto-sacre- to sepolcro, ed i ministri del gover-
stano de' religiosi minori osservan- no turco.
ti, che andava alla visita delle In quell'intervallo i giovani a-
lampade, e della cappella del Cal- rabi cattolici arditamente si lan-
vario, fu il primo ad accorgersene; ciano di fuori nell'interno, disprez-
e siccome là non eravi che un po- zano le fiamme per salvare possi-
vero prete armeno cadente, che bilmente qualche oggetto, ma in
alla vista del fuoco era rimasto que4 mentre il fuoco guadagnò il
atterrito, egli corse a chiamare aiu- tetto, gli altari della Eeata Ver-
to, che presto sopraggiunse, ma gine e r organo, rassembrando la
inutile lo rese la rapidità delle chiesa ad un'ardente fornace. Crol-
fiamme, essendo già la cappella de- larono tosto con fragore le colon-
gliarmeni ed il loro abitato ince- ne, e con esse gli archi ed il co-
neriti; così quella de' greci di cui lonnato, che circondavano il santo
ima parte era costrulla di aridis- sepolcro, il quale ad un tratto sog-
sime tavole e travi dipinte ad olio. giacque ad una pioggia di liquefat-
Dopo l'oUlzio di mezzanotte fran- i to piombo che lo inondò. Per la
cescani erano andati al riposo, violenta foi'za di quel tremendo
quando risvegliati al rumore inso- fuoco le più grosse colonne di
,

lito che udirono nella gran cbiesa, marmo si spaccarono; lo stesso ac-
malgrado lo spavento e mille pe- cadde al pavimento ed ai marmi
ricoli volarono al soccorso. Però che ricoprivano il monumento: fi-
la porta chiusa del santuario po- nalmente fra cinque o sei ore con
se al colmo la loro disperazione orribile fragore la cupola rovinan-
perchè in brevi istanti le fiamme do, seco trascinò al suolo tutte le
innalzandosi dalla parte de' greci e colonne ed pilastri che sostene-
i

degli armeni, e dalla parte de' si- vano ancora la galleria de' greci,
riaci, de' messinesi e de' cofti , mi- non che tutte le abitazioni conti-
nacciarono la cupola del tempio, gue de'turchi. Allora il santo sepol-
costrutta di grossissime travi di cro si trovò sotto una montagna
GER GER 5i
di fuoco, la quale minacciò di an- e quello dell'Esaltazione della cro-
nichilarlo per sempre, offrendo in ce, che avea donata s;mtuano al
quel punto la chiesa lo spettacolo un re di sito ove
Portogallo. Il
di un eruttante vulcano di fuoco, il Redentore venne crocefisso, ed
la si fatai punto 1' assistenza di- appartenente ai cattolici, poco fu
vina si manifestò in favore de're- danneggiato, non si può dire al-
ligiosi di s. Francesco : il fuoco trettanto di quello ove fu eretta
avendo raggiunto la porta di legno la croce , di cui erano possessori
che sepaia l'aitare di s, Ilaria i greci. Venne rimarcato, che mal-
Maddalena dalla cappella del co- grado il violento oiagano che sof-
ro della gran chiesa, rispettò la fiava, ad
onta che una finestra
sagrestia e tutti gli oggetti ch'ella poteva favorire i guasti dell'incen-
contiene, per cui nulla soffrì, come dio, la cappella contigua al di
illeso rimase il convento de'mino- fuori dell'Addolorata nulla ebbe a
ri osservanti, le sue celle, e la cap- soffrire: questa cappella edificata
pella. Nessun marmo del sito da nel sito ove trovavasi la ss. Ver-
dove Redentore dopo la sua ri-
il gine colle altre Marie , allorché i
surrezione apparve a santa Maria giudei legavano alla croce il suo
Maddalena fu danneggiato, quan- divin Figliuolo, rimase intatta; ed
tunque il fuoco attivissimo da il quadro che in un bellissimo di-
quella parte incenerì l' organo, e pinto lo rappresenta, quantunque
calcinò ed infranse i marmi che sì vicino alle fiamme, si rinvenne
Jo circondavano. Fra le cappelle egualmente in perfettissimo stato,
del santo sepolcro quella dei fian- Alle ore antimeridiane la vio-
sei

cescani, quantunque situata sotto lenza del fuoco incominciò a ral-


la cupola, e per conseguenza nel lentarsi, ed alle nove non era più
centro dell'incendio, e sepolta nelle né minacciante, né pericoloso,
fiamme, non ricevette alcun pre- Il giorno dopo, quando si pole-

giudizio nell'interno, anzi si riaven- rono trasportare le rovine, con no-


nero poscia le tappezzerie e per vello stupore si vide che la santa
fino i cordoncini delle lampade pietra che copre quella della un-
intatti, come pure l'eccellente qua- zione, creduta calcinata, nulla aveva
dro dipinto su tela e rappiesentan- sofferto, come niuno in tanto disa-
te la risurrezione del Signore, che slro perì, solo alcuni religiosi ripor-
chiude il santo sepolcro ,
quan- tarono leggiere ferite e contusioni,
tunque la cappella contigua della JNel dì seguente i francescani si
Reata Vergine Addolorala dei cofti portarono al santo sepolcro a reci-
fosse stala ridotta in cenere. La tare il Rosario, che i singulti non
cappella dell' Angelo, all' ingresso permisero loro di terminare; il di
del santo sepolcro,ebbe di non i4 "vi celebrarono la messa, mal-
arso che la metà del velluto che grado le rovine delle quali erano
gli serviva di ornamento, e le mu- circondati, quindi pieni di fede e
ra ed il pavimento non patirono di zelo non interruppero in nulla i

alcun danno. INella cappella del loro ofilci, le loro solite processio-
Cal vario potè salvarsi intatta la ni, e camminando sui ruderi non
statua della ss. Addolorata che sta- tialasciavano di cantare le lodi del
\VL fra r altare della Purificazione Signore. In seguito la chiesa del
52 OER GER
santo Sepolcro Hi rietlillcala sulle chi al jìrezzo del sangue loro e
inedesioie Ibiidameiita, e sull'antico (Iella loro vita. Nel i834 nuove
piano; ina siccome estieraa era la sciagure immersero nella più deso-
miseria dei religiosi catlolici, e che lante costernazione la città santa ;

non rice veliero per questa impresa poiché oltre la sventura della pre-
proporzionali soccorsi, furono ol)- senza degli arabi, che colà appor-
l)li;^ali lasciarne l'onore ai greci ed laiono il sacco, la faine, ed il con-
agli armeni, che essendo ricchissi- tinuo pericolo della uno spa- vita,

mi, in meno di due anni polero- ventevole lerremoto che durò ben
no eseguirla a proprie spese, che tre minuti, scoppiò nel giorno 23

ilicesi ascendessero a clnrpie milio- maggio di dello anno, in conseguen-


ni di franchi, essendosi serviti di za del quale il tempio del santo
im architetto greco di Costantino- Sepolcro fu scosso a segno da mi-
poli. Essa riuscì di rara magnifi- nacciare l'estrema rovina.
cenza e di buon gusto, cpiantun- llgeniodi Chateaubriand, ecco co-
que con eccesso vi si prodigò 1' o- me ci dipinse questo santuario. » La
ro per gli ornati. Le sedie del coro chiesa del santo Sepolcro composta di
di legno ordinario, contrastano al- più chiese (perchè contiene quella
quanto colle ricchezze dalle quali del santo Sepolcro, quella del Cal-
sono attorniate i quadri vi sono
; vario, e quella della Invenzione del-
in gran numero ed in generale la vera croce) , fondata sopra ine-
cattivi, le statue mediocri, tutta- guale terreno, illuminata da una
volta l'insieme colpisce, e nessuno moltitudine di lampade, è singolar-
può esimersi dall' ammirarne la bel- mente misteriosa, vi domina una
lezza. La cupola in pietra intona- specie di oscurità favorevole alla

cata di stucco sta appoggiata so- pietà ed al raccoglimento dell'ani-


pra trentasei grossi pilastri, separati ma. I preti cristiani delle varie set-
ciascuno da vuia arcata, che forma te abitano le diverse parti dell'edi-
una tribuna circolare, la quale è fjzio; dalla sommità degli archi ove
divisa fra le diverse comunioni am- posano come colombe, dal fondo
messe in questa basilica. La sua cupo delle cappelle, o de'sotlena-
facciata esterna è un miscuglio di nei, essi fanno risuonare loro can- i

stilemoiesco e di gotica architet- tici a tulle le ore del giorno e


tura; ad un lato si vede il cam- della notte; l' organo del sacerdote
panile quadralo senza campane, e latino, i cimbali del prete d'Abis-
ridotto per volere dei turchi all'al- sinia, la voce del monaco greco del-
tezza della chiesa. L'impossibilità l' ordine di s. Basilio, la preghiera
in cui trovaronsi i latini di preci- dell'armeno solitario, le preci la-
puamente partecipare alla ricostru- mentevoli del religioso cofto colpi-
zione della chiesa fu loro cagione scono a vicenda od insieme il vostro
del pregiudizio il più atto ad orecchio; voi non sapete dove par-
affliggere un cuore cattolico. So- tano que' concenti, voi respirate il

li possessori per 1' addietro del- profumo de'timiani eletti senza ve-
la maggior parte de' luoghi san- derela mano che li abbrucia; ap-
ti, si videro costretti a dividere co- pena scorgete a passare, iiinoltrarsi
gli stranieri quell'inestimabile tesoro dietro alle colonne, e perdersi nel-
che avevano difeso conlro i tur- l'oscurità del tempio, il sacerdote
GER GER 53
che va a celebrare i più fDimitla- ad uno spettacolo più magnifico, più
bili e terribili misteri, no' luoghi imponente di quello olFertomi del
niedesiiiìi ove ebbero compimento santo sepolcro nella nolle del s.nb-
Je tremende scene dell' enorme dei- bato tendente alla domenica tli
cidio. Non volli uscire dal sacro re- Pasqua, immaginatevi un edilizio
cinto senza alquanto solfcrmaiini a di una immensa spaziosità, illumi-
contenìphire i monumenti di Gof- nato per ogni dove con un gusto,
tiedo e di Baldovino; essi sono in ed una ricchezza slraoidinaria, die-
faccia air ingresso della chiesa, e cimila pellegrini vestili degli abiti
sorretti dalle pareli del coro. Salu- loro pili ricchi, con torcia in ma-
tai la polve de' quei re cavalieri, no, le donne ed i fanciulli popo-
che nierilaiono di riposare vicino al lanti la vasta dislesa delle circo-
santo sepolcro che avevano liberalo; stanti gallerie, parimenti con una
quelle ceneri sono francesi, e le sole candela, e tutti facenti a gara ec-
che sieno sepolte all'ombra della cheggiare le volle sacre del glorio-
tomba di Gesù Cristo. Quella tom- so alleluja, mentre che vescovi co-
ba è il sepolcro del vecchio mon- perti d'oro e di preziose gemme,
do, e la culla del nuovo". preceduti dai turilin'ari che profu-
JNarrano coloro ch'ebbero la sorle mano d' incenso r incedere loro, se-
di visitare questo venerando tempio, guiti da notabile numero di sacer-
che in qualunque giorno dell anno doti in bianchi piviali ricamati in
si discende nella cappella del santo oro, fanno proccssionalmente il gi-
sepolcro, uno si sente commosso ro della tomba con ordine e secondo
sino alle viscere, e la propria re- il grado assegnato a ciascuna del-
miniscenza non è sufliciente per le le divote nazioni, canlanilo imii, e
rimembranze che si presentano in modulando cantici in onore di quel-
folla allo spirito, per cui l' anijna lo checon la risurrezione trionfò
è ridondante di sentimenti di amo- della morte; immaginatevi dico uu
re e di speranza. Ma se il pelle- tale spettacolo, e calcolale, se il po-
grino avrà la religiosa consolazione tete, l'impressione che deve prodm-
di ritrovarsi in Gerusalemme nella re nell'anima di chiun<pie ne sia
settimana santa per celebrarvi il glo- spettatore. Alleluja, alleluja gridai
rioso anniversaiio della risurrezione, anch'io nei trasporti di una gioia
giammai religioso rito maggiormen- di cui non poteva moderare gli

te iniziò ai grandi misteri dell'on- slanci ; alleluja, alleluja, e benedice-


nipotenza e della misericordia di- va il Dio delle misericordie di aver
vina, uè versalo si avrà giammai guidati i miei passi a Gerusalem-
più dolci lagrime. Ci«) è quanto ac- me, e d'avermi accordata la gra-
cadde al celebre p. abbate Geramb zia di frammischiare la mia voce
trappista nella cappella del santo di giubilo, a quella dei pietosi cri-
.sepolcro, la notte del sabbato sauto stiani che avevano la bella sorte di
vigilia di l'asqna, così descrivendo- celebrare la villoiia del suo divino
la nel suo Pelei- in a gè à Jérusalem, Figliuolo nell'identico luogo dove
et {III Moni Sinai. -••
Non sono piìi quel figlio aveva ti ionfato " . E qui
giovine, ho mollo viaggiato, vidi cose noteremo che nella chiesa del santo
belli,>^iule nel corso di mia vita, ma Sepolcro possedono i cattolici l'al-

)ion mi rammento di aver assislilo tare della colonna, quello ove fu


5^4 GER GER
ritrovala la vera croce, quello del perla città, che contie-
bile trovasi
Calvario sovrapposto al buco del- ne più di trentamila abitanti, non
l' inalberazione della croce; la cap- compresa la popolazione di alcuni
pella ove la Beata Vergine si ritirò borghi propinqui alla città. Non
a piangere dopo la morte del di- avvi propriamente pubblica piazza,
\iu Figlio, e quella isolata nel mez- dappoiché le botteghe ed pubbli- i

zo, contenente propriamente il san- ci mercati sono nelle strade. Se col


to sepolcro , in custodia de' minori guardo si percorre la cinta di Ge-
osservanti. In questa vi ufliziano pu- rusalemme o di Sion, e che uno
re i greci dopo che i cattolici vi trovisi a oriente della porta di san-
hanno cantato la messa solenne nel to Stefano, da questa parte gli oc-

giorno di Pasqua. Gli armeni man- chi si fissano sulla bella montagna
tengono la terza parte dell'illumi- degli Olivi, un tempo più deliziosa
nazione che arde continuamente perchè vestita di tali piante, ed il
avanti tomba, ma non possono
la Suo aspetto spande una dolce me-
farvi alcun uffizio. Le altre sette, lanconica tinta sul grande e seve-
che pure risiedono nella chiesa, non ro quadro che imponente spiegasi
hanno nemmeno la facoltà di en- davanti all' osservatore. IMa nello
trare in quel santuario, ma ad esse stesso tempo fa ben conoscere co-
è soltanto concesso d' incensarlo me questa città porti un carattere
stando al di fuori. di desolazione tutta propria, quale
la descrisse Geremia, e che gli a-
Allre notizie topografiche della cit- vanzi e la solitudine delle altre
tà di Gerusalemme, del suo po- città rovinate non avranno giam-
litico governo, e della custodia mai, pel singoiar complesso de'suoi
di Terra Santa e sue missioni. fasti, e memorie di tante epoche.
Gerusalemme è triste, ma la sua
Le strade di Gerusalemme sono ha un non so che
tristezza di mi-
assai regolari, rettilinee, ben selcia- sterioso e di poetico, pari al canto
te, molte con marciapiedi, ma tri- de'suoi profeti; la solitudine di
sti e strette, offrendo quasi tutte Sion coperta di lutto ha sempre
dei piani inclinati. Le case d' ordi- qualche cosa di attraente e di mae-
nario hanno due o tre piani, e po- stoso, perchè analoga alle i-imem-
che finestre con porte basse, e fac- branze della nostra infanzia, alle
ciate semplici costrutte in pietra nostre riflessioni dell' età matura,
senza il menomo ornato, dimo- ai nostri pensieri sulla morte; non
doché percorrendone le vie, sem- si muove passo in questa sacra ter-
bra di essere in corridoi o gallerie ra senza che palpiti il cuore. I de-
di una vasta prigione. In generale litti e le calamità de' popoli, fram-
gli edilìzi sono ben costrutti, quasi misti alle immagini della misericor-
tutti in belle pietre da taglio; ma dia e della salvezza, si parano in-
per una singoiar bizzarria le porte nanzi in mezzo alle rovine di Ge-
vi sono si poco elevate, che biso- rusalemme. Perfino la primavera é
gna ordinariamente piegare la me- senza attrattive e senza rinfrescan-
tà del corpo per entrarvi ; alcune ti venticelli in questo paese. L'a-
case posseggono giardini, ed è cosa spetto generale de' dintorni di Ge-
notabile che niuu vuoto considera- rusalemme può descriversi con pò-
GER GER 55
che parole: montagne senza ombra, attribuisce l'origine, ciò che risali-
valli senza acqua, terreni senza er- rebbe all'epoca in cui i cristiani
La, balze senza terribile ed impo- dominavano Gerusalemme, es-
in
nente aspetto, qualche ammasso di sendo noto quanto nelle crociate si
pietre bigie sporgenti dalla fragile distinsero i pisani allora potenti ia
terra screpolata, qualche ficaia ac- mare. Al presente
questo castello
canto, qualche vite, di quando in serve di quartiere all'agà turco, ed
quando un cespuglio di pallidi o- alle truppe che comanda. Verso il
hvi; le mura e le bigie torri delle nord la muraglia della città, eretta

fortificazioni della ciltù appariscen- sul monte di Sion medesimo, invo-


ti da lunge sommità di Sion;
sulla la Gerusalemme al guardo degli
un cielo immensamente elevato, pu- spettatori; essa prolungasi fino alla
ro, netto, profondo, ove giammai valle di Giosafatte. Rammentandosi
la menoma nuvola colorasi della anche in modo confuso i dieciotto
porpora del tramonto, e delle ro- sempre diedesi il sacco
assedii in cui
Tale è Gerusalem-
se dell'aurora. a Gerusalemme, e quante volte dessa
me, secondo le dettagliate relazio- fu presa e distrutta, èfìicile formar-
ni che si hanno da tanti colli ed si un'idea approssimativa della fre«
intelligenti viaggiatori. quente ricostruzione o restaurazio-
L'attuale cinta di Gerusalemme ne delle sue fortificazioni, or più
che comporta circa 2i25 tese, lo elevate, or più o men solide, or
spazio di una lega, è quasi quadra- sopra esteso e vasto piano, or so-
ta. Ma le mura non offrono una pra angusto e ristretto; ma la più
linea perfettamente retta, che dalla completa distruzione di una città
parte di oriente, essendo irregolari che aveva fatto morire i profeti,
gli altri suoi lati. L'altezza loro è lapidati gl'inviati da Dio fra il
di I20 piedi circa, su trenta di tempio e 1' altare, sconosciuto il
larghezza, con torri quadrate di Messia medesimo, rigettate le tene-
distanza in distanza, e sette porte re dimostrazioni del suo amore, e
principali, parte fortificate e parte messo il colmo alla sua ingratitu-
no: esse sono la porta del Predi- dine con un deicidio, ebbe luogo
letto, verso Betlemme, porta di la sotto l'impero di Vespasiano l'an-
Davidde, quella àt Barbareschi, la no 70 di nostra era. Il triplice ri-
Dorata ora chiusa, quella della San- paro delle sue mura cadde nello
ta Fergine, os. Stefano, la porta del- spazio di cinque mesi, che durò
V Aurora o del Cerchio, e quella di l'assedio; ed il 7 settembre il vin-
Damasco. Verso l'occidente avvi citore Tito entrò nella città trion-
un castello che consiste in una falmente, mentre le strade, le pub-
grossa torre e alcune torricelle co- bliche piazze, e le case erano co-
strutte in pietra da taglio, e cir- perte di morti e di moribondi. II
condate da un asciutto fosso, o piut- fuoco bentosto incendiò i quartieri
tosto da un burrone profondo, ove stati dalle macchine di guerra ri-
tratto tratto si scorgono le pietre sparmiati : gli ultimi avanzi del tem-
fondamentali dell'antica cinta di pio sparirono, e l'aratro scorse sulle
Erode. Questa rocca è della piìi rovine. Le mura odierne presentano
rimota antichità, e chiamasi Castel- quattro facce ai quattro venti, e
lo de'pisaniy perchè a loro se ne formano un quadiilungo il cui la-
,

56 OER OER
to maggiore protendesi da oriente ne che ogn'anno ascende a somme
ad occidente. Danville provò, dalle considerabili ; ogni pellegrino deve
misure e dalle posizioni locali, che al governatore dieci piastre, più im
l'antica città degli ebrei non pote- diritto di scorta pel viaggio del (lu-

va essere molto piti vasta della mo- me Giordano, senza calcolare gli

derna; essa occupava quasi lo stes- albinaggi o casuali che trae dalle
so spazio, se non che acchiudeva imprudenze che questi stranieri
tutta la montagna di Sione, ed e- commettono durante la loro dimo-
scludeva il Calvario. L'attuale cin- ra in que' luoghi. Ogni convento
ta, come dicemmo, è operadi So- paga un tanto per un diritto di
limano III i534; ma la città
del processione, un tanto per ogni ri-

è superabile quasi da tutte le par- parazione un tanto per


da farsi,

ti, e qualunque fazione di truppe la nomina d'ogni nuovo superiore


audaci, eccitate dalla speranza di non che del proprio; più delle
saccheggiare gli abitanti, può tenta- gratificazioni clandestine per otte-
re d' impadronirsene. nere delle bagattelle segrete che si

Gerusalemme ebbe di tanto in sollecitano, e tuttociò va ben lun-


tanto dei governatori propri col tito- gi presso i turchi esperti cotanto
lo di pascià, ma il più sovente fu co- nell'arte d'angariare, e trarre di
ni' oggi da Damasco,
dipendente lutto partito per far denaro. Inol-
donde ella riceve un mots-allamo , o tre percepisce il governatoreun
meglio Musellìni o depositario del- diritto d'uscita su di una merce
l'autorità. Questo mots-allamo pa- tutta particolare a Gerusalemme
ga un tributo che trae dall'imposi- cioè sulle corone, rosari, croci, sca-
zione fondiaria chiamata miri, dalie pulari, reliquie, ed altri divoziona-
dogane, e soprattutto dalle contribu- li massime di madreperla che ab-
zioni che pagano le varie sette cri- biano toccato i santi luoghi, e pei*-

stiane per la possessione de' luoghi ciò in tutto il cristianesimo in gran


santi, che a vicenda si contrastano venerazione, ciò eh' è pure la prin-
a peso d' oro presso i governatori cipale industria degli abitanti che
mussulmani, massime quando si li fanno. 11 piccolo tiranno di Ge-
tratta di sopraffare i cattolici lati- ru'^alemrae, residente nel palazzo di
ni. Vanno a gara per acquistare Pilato , vi esercita il suo ampio
lina prerogativa, o toglierla ai loro potere arbitrario , e quasi indi-
rivali; a vicenda si accusano noni pendente, per cui mediante boise
cattolici delle sc'imbievoli mancan- elegge gli agà, con che moltiplica
ze. Se talvolta si iisce di soppiat- i carnefici dei villaggi della Giu-
to qualche riparazione ad una chie- dea. Il pascià di Damasco invece
sa, se progredì più oltre del con- d' infrenare sillìitti ministii, egli è
sueto una processione, s'ebbe l'in- il maggior flagello degli abitanti
gresso un pellegrino da una porta di Gerusalemme, e degli altri luo-
piuttosto che da un'altra, tutti sono ghi gli ecclesiastici ed
;
i religiosi
motivi di delazione al governo, che sentono più dei laici il peso della
non manca di prevalersene per im- dominazione ottomana, e delle con-
porre dell'emende, e moltiplicare cussioni de' suoi avidi ed insaziaiji-
le estorsioni; e queste pel Mu- li ministri, che non rispettano nep-»
aellim sono un causale fonte pereu- pure (ìrrnani del gran signore,
!
,,

GER GER 57
Per seppellire i ca<l;iv(M"i decristin- sdii e di versetti del Corano ,

ni, i santoni o moiiini lincili esi- scritti in lettere d'oro. Le otto li-
gono somme enonni. Tiilvolta i neslre della gran cupola sono cliiu-
religiosi Terra Santa furono co-
di se da invetriate rotonde, i cui ve-
slrctti impegnan; sacri vasi^ per
i tri a sette colori dipinti fanno un
saziar l'avidità de' loro crudeli do- mirabile effetto. A destra ed a si-

niinatori, non contenti di averli nistra si estendono larghe pareti


spogliati di quanto avevano. coronale da eleganti colonnati mo-
Oggetto artistico che trae 1'
at- reschi, alle otto port(' della moschea
tenzioiie del viaggiatore, si è la corrispondenti; alti ci[)ressi qua e
mirabile moschea di Omar, coslrnt- là come a vegetanti, alcuni
ca.so

ta nel 638 iieirislesso luogo dove olivi o svelti arboscelli verdeggianti


Salomone il suo tempio in oiiok; fanno risaltare l'architettura ele-
del vero Dio aveva innal/ato la , gante della moschea, e Tabbaglian-
quale è considerala un capo lavoio te colore delle sue mura, per la
dell'araba architcltnia. 11 calillo forma piramidale, ed il verdescuro
Abd-el-Maleck ne aumentò l'abita- che imprimono sulla fìiccia del
to, e rinchiuse la roccia dalla qua- tempio, e delle case della città ,
le Dio avea parlato a Giacobbe, che ne tramandano gli snelli colori,
nella cinta delle mura. Il calilIo L' interno della moschea è selciato
Valid pure l'abbellì e ricoprì di di marmo bigio, e le pareti rive-
ima cupola di bronzo doralo, spo- stile del marmo bianco il più ac-
glia d'una chiesa di Ralbeck in ; curatamente forbito. Ventiquattro
seguito crociati dopo aver cser-
i colonne di marmo .scuro compon-
citata fiera carnifìcina sui turchi gono navata concentrica; ed al-
la

ivi rifugiati, convertirono il tem- tiettante piccole arcate sostengono


pio di Maometto un santuario
in il letto scolpito e doralo con sijui-
di Gesìi Cristo, come Io era stato, sito gusto. Un secondo circolo di
al modo narrato ti i sopra ; e final- sedici colonne sostiene la cujiola
mente quando Saladino riconquistò l' interno della quale è perfelta-
Gerusalemme, restituì il tempio al- mente dipinto con dorali arabe-
la sua priuiitiva destinazione, ed è sebi, e nel cenilo vi ,si veggono
in gran venerazione ai mussulma- sospesi più vasi d'oro e d'argento,
ni. Questa moschea si chiama Ga- che attestano le ollerte e i dmii di
niea-el-Sakra, ed è vietato ai cri- (pialche pio .seguace del profeta
.sliani tempio è ot-
porvi piede: il Maometto. Immediatamente al di-
tagoiio con cupola pure di otto
, .sotto della cupola scorgesi uu im-
lati ciascuno con grande finestra;
, menso macigno chiama-
irregolare
la cupola è .sormontata da un cu- to la pietra sncrn d'Iddio, per la
polino, ed una guglia assai degan- (jualt; i maomettani hanno la [)iù
te con .sopravi una mcz/a luna, la gran venerazione, perchè la cieilono
quale .sovrasta a lutto l'edilizio, ivi prodigiosamente posta da Mao-

che rassomiglia ad iin padiglione metto, quando fece il suo viaggio


arabo innalzato nel deserto. Le mii notturno dalla Mecca a Gerusa-
ra sono esteriormente ricoperte di lemme. Al disotto vi è nn'aper-
piatloni quadrati lurchino smalto Ima delta il hiiro di ìMnotiicllo,

p di vari colori carichi ddiabe- , ove si conserva il mio stendurdo


^ì GER GER
il suo scudo, la sella della sua bel- dono quaranta minori osser-
circa
la mula, il Corano, ed altre cose: vanti, la maggior parte italiani ed
questa moschea appartiene special- alcuni spagnuolij il quale rinchiu-
mente alla setta degli anifiti , la de un gran numero di camere de-
prima e la piìi rispettata tra i stinate ai pellegrini , una buona
mussulmani, perchè credono che le farmacia, ed una biblioteca. Se-
preci loro ivi siano più accette a condo le ultime notizie j ecco lo
Dio che in ogni altro luogo della stato delle missioni dipendenti dal-
terra. Uno de' piìi sontuosi orna- la sagra propa-
congregazione di
menti della moschea d' Omar è ganda fide nella Terra Santa ia
una tribuna, cattedra o rostro, Palestina, e dal p. guardiano del
eh' ergesi sulla più alla piattafor- santo sepolcro custode del monte
ma del magnifico edilìzio, e quasi Sion, minore osservante, che si

incontro alla porta della Preghieia. eleggeva in Roma ogni triennio,


Essa è di marmo bianco, tranne secondo lo statuto approvato da
i balaustrini o colonnine che sono Benedetto XIV ed ora ogni ses-,

di verde antico ; ne fu scultore il senio secondo la recente disposizio-


primo europeo cui si affidò un la- ne del regnante Gregorio XVI con-
voro in quel tempio cotanto ve- tenuta nel pontificio breve, In Su-
nerato : su tale tribuna i maomet- premo del 1841. Qui avvertiremo,
tani imani leggono alcuni versetti che il p. guardiano del santo se-
del Corano, e li commentano alla polcro si elegge in capitolo gene-
presenza del popolo. rale o dal p. ministro generale dei
In Gerusalemme vi sono inoltre minori osservanti , col consiglio di
diversi ospedali, dei gran bazar, dei alcuni padri dell'ordine 5 e cos\ e-
kans, e dei bagni, ma una sola letto guardiano si presenta alla
il

fontana chiamata la sorgente Rehe- congregazione di propaganda fidey


mias; l'acqua delle cisterne suppli- per essere investito della facoltà
sce ai bisogni degli abitanti. Delle di commissario apostolico di tutta
quindici chiese cristiane che rac- la missione ch'egli governa; dap-
chiude Gerusalemme, la principale poiché egli è anche prefetto delle
è quella della basilica del santo missioni di Cipro e del basso E-
Sepolcro; tranne questa, che ha este- gitto, gode di molte facoltà e pri-
riore apparenza di tempio cristia- vilegi tra gli altri il mentovato
,

no, tutte sono chiese in-


le altre di amministrare la cresima ai la-
terne nei luoghi ove sono. Le al- tini con l'uso de' pontificali ; è su-
tre chiese appartengono ai greci ,
periore ordinario de' luoghi santi,
armeni, abissini, cofti, nestoriani, e loro pertinenze. Nel medesimo an-
giorgiani e maroniti. La chiesa ed no 1841 il Papa Gregorio XVI,
ilconvento greco stanno in vici- istituendo il vicariato apostolico di
nanza del santo sepolcro la chie- ; Egitto, ed avendo poco prima isti-

sa armena occupa il luogo della tuito il vicarialo apostolico di A-


casa del sacerdote Anna ; la siria- leppo ( ove
sono vicari apostolici
ca quella della casa di Maria ma- due vescovi frati minori), col citato
dre di s. Giovanni. Fra i conven- breve //i supremo, confermò il guar-
ti va particolarmente rammentato diano del santo sepolcro in tutti i
quello del Salvatore in cui risie- suoi antichi privilegi, dichiarandolo
.,

GER GER ^9
indipendente nella giurisdizione so- o greci, soggetti ad essi. Dal
latini

pra la Palestina e Cipro, per cui 1841 si sono istituite le scuole per
i due vicari apostolici nominali non l'educazione delle fanciulle, a spese
vi hanno ingerenza nessuna e su- , e per cura de' irancescani che le
periore monastico di tutti i con- dirigono.
venti ed ospizi che sono nella Pa- Gerusalemme
In minori osser- i

lestina, nella Siria, nell' Egitto, in vanti godono solo per metà il san-
Cipro ed in Costantinopoli. 1 luo- to sepolcro, ed il monte Calvniio;
ghi poi ove sono gli ospizi dei mi- hanno l'intero dominio dell'orto
nori osservanti di Terra Santa, sot- e della grotta di Getsemani, e del
to la giurii>dizione di detto guar» monte Olivete ; il monte Sion è
diano, sono quelli che andiamo a in parte dei tiu'chi. Il santuario
registrare, coi cattolici latini che del sepolcro della Beata Vergine
\i erano nel i832. Gerusalemme da settantasei anni circa è in po-
con settecento sessantacinque; Bet- tere de' greci. In s. Giovanni in
lemme con mille duecento cinquan- Montana sono in possesso del san-
ta; s. Giovanni in Montana cen- tuario della natività di esso santo
to settanlacinque Rama novanta; ; Precursore, della di lui grotta nel
Giafl'a cento iiovantacinque ; Naza- deserto, e della casa di s. Elisa-
ret cinquecento seltantanove ; s. betta. 1 santuari della Galilea so-
Giovanni d'Acri venticinque; Tri- no uftlziati dai religiosi di Naza-
poli di Soria diecinove; Saide do- ret; quei dell'alta Soria sono assi-
dici ; Lattachia venti ; Aleppo cen- sliti dai religiosi di Damasco. Nel-
to setlantacinque; Tripoli di Soria la Galilea sono il monte Tabor
pochi ; Damasco otto ; Cairo set- ove nei sotterranei di un' antica
tecento tre; Alessandria mille cin- chiesa offiziano i frati minori nel
quecento cinquanta ; Rossetta ven- dli della festa della Trasfigurazio-
ticinque Fajume missione rina-
; ne; inoltre hanno Tiberiade, Cana
Cipro Larnaca quattrocen-
scente ; Galilea, il monte delle Beatitudini,
to dicciotto; Cipro INicosia dodici Mensa Christi, la Sinagoga, il Pre-
Sparsi nei medesimi luoghi vi era- cipizio, Safuria, ove esiste un'anti-
no circa mille cattolici di rito o- ca chiesa nel luogo che credesi la
rientale, assistiti dai medesimi re- casa di s. Anna. Per questi luoghi
ligiosi,per deficienza de' sacerdoti la custodia de' minori osservanti di
del proprio rito. Noteremo che in Terra Santa paga un tributo di
Cipro si apre un altro ospizio diecimila piastre ogni anno lutìare,
circa sei miglia da Amaca; in A- ed ogni tienl'aimi solari duecento
lessandretta d'Egitto si fa altret- mila piastie. In Betlemme mi- i

tanto; ed in Bevrut all'antico ospi- nori osservanti hanno in comune


zio si aggiunge una cappella alla coi greci ed artneni scismatici la
marina. Inoltre i religiosi france- grotta del Signore ; ma i greci pos-
scani della custodia di Terra Santa seggono soli il magnifico tempio di
hanno dieci scuole, ove si dà il Costantino; e gli armeni per de-
pranzo gratis agli scolari cattolici. naro ottennero dal pascià di chiu-
E si mantengono ancora a spese dere la porla per la quale passa-
dei francescani le vedove povere, vano processionalmente i minori
ed ogni sorte di poveri cattolici osservanti alla sagra grotta, onde
6o GER GER
al presente vi si recano per unn Lai'izza per la lingua araba, ed in
scali! e via La grolla
solterranea. Amaca per la lingua greca. I re-

dei Pastori con un campo di olivi ligiosi di altri ordini sono i car-
fu usurpato alla custodia dai greci melitani scalzi che hanno il monte
circavciil'anni sono. Dal villaggio Carmelo {fedi), capo della loro
dei Pastori presso Bellemuie nel mi.ssione di Palestina ; i cappuccini
j84o i greci scismatici scacciarono con le missioni di Aleppo, Reyrut,
violentemente i francescani che ,
Tripoli Damasco, olire tre sta-
e
J'avevano, ottenutone un firmano Libano;
zioni nel gesuiti che han- i

per denaro da Costantinopoli. La no una residenza nel monte Liba-


gian chiesa di (iostantino e di s. no ed un collegio in Beyrut
, i ;

Elena di Eetlemme è de' greci sacerdoti della congregazione della


scismatici, ma la gran navata di missione o lazzarisli, che hanno le

mezzo è comune. I francescani nel missioni Antura con un colle-


di

184.2 mandarono sino a Paiigi il p. gio, di Aleppo con una scuola pei

Gio. Battista da Moneglìa segreta- f;\nciulli ed una per le ragazze, di

rio di Terra Santa, per invocare Damasco con scuola pei fanciulli
la prolezione della Francia contro ed allra per le ragazze, tli Tripoli
le sopcrcliitrie dei greci. Da Pa- c(jlle stazioni di Eden e di Sgorta.
rigi quel padre si recò in Costan- Oltre a ciò i patriarchi cattolici
tinopoli, e per mezzo di quell'am- delle nazioni orientali esercitano la
basciatore francese si ottenne, che loro giurisdizione sui cattolici, chie-
Ja navata della gran chiesa di se e case del loro rito, esistenti in
Ijetlenune continuasse ad essere co- Gerusalemme e sue dipendenze.
mune tra Ten-i gieci e i latini. Jn questo Dizionario parlandosi
tarono greci di restaurare la gran
i
delle antiche sedi patriarcali, arci-

cupola del santo sepolcro, per ac- vescovili e vescovili della Palestina,
qiristarne assoluto dirilto; e la mis- Siria, Soria, ec. ai rispettivi arti-

sione del p. Moneglia in Parigi coli si riportano notizie riguardanti


ed in Costantinopoli produsse che i santi luoghi di Terra Santa. Su
sospendessero ogni operazione. I di questi è a vedersi l' opera del
zelanti francescani sono poveri, e p. Agapito di Palestrina minore
Jo scopo dell'odio de'preti marro- liformalo, intitolala: Notizie isto-

uiti e greci , i quali essendo piìi riche intorno ai luoghi di Terra


ricchiottengono facilmente dal go- Santa stese succintamente , Roma
verno turco quei privilegi che per 1793. Egli dice a pag. XII che
lo godevano
avanti primi, tal- i sui santi luoghi scrissero s. Giro-
volta sono anche segno alle
essi lamo con due lunghe lettere, una
persecuzioni de' turchi. Secondo una a Paola, l'altra ad Eustochia ; il

recentissima statistica della custo- ven. Redacompose apposito


che
dia di Terra Santa, i missionari opuscolo, avendo proli Italo delle
italiaiìi e spagnuoli sono cento, i notizie comunicategli dal vescovo
fratelli laici ottanta , i conventi Arculfo, il quale portatosi dalla
ventidue, i preti secolari trentotto, Gallia in Terra Santa vi si fermò
i cattolici latini undicimila, i col- per alcuni mesi; Giovanni Foca
legi tre, gli scolari quattrocento .ses- monaco nel secolo XII scrisse un
?;antiì : i collegi sono in Damasco, opuscolo, la cui greca produzione
, ,,

GEK GER 6r
tiaclolta in latino dalTAlla/io può domìnio degli israeliti, dei ro-
vedersi presso i Bollandisti , /id mani, de' saraceni, dei latini, e
inensem maji, toni. II; Pietio il de' turchi.
Venerabile , Cristiano Atlriconiio ,

Brocardo monaco Slefano Boni- , Pocbe città come Gerusalemme


facio raguseo vescovo di Stagno provarono tante sciagure e furo- ,

p. Francesco Quaresmio con due no com'essa replicatamente prese,


tomi ,p. Giovanni di Calahorra ,
distrutte, e riedificate. Culla del
abbate Biagio Ter/i e M. Giaco- ,
cristianesimo posta nella Palestina,
mo Giuseppe du Guet. Questi san- sotto il popolo ebreo fu la città

ti luogbi furono inoltre celebrali lii più grande, la più bella, la più
dall'iainiortale Torquato Tasso nel- ricca, e la più considerabile della

la sua Gcrusalfinine liberata j da (iiudea. Quando Giosuè arrivò nel


Rlicbelc Mallio con la sua Geru- paese di Canaan era poco conside-
salemme liberala stampata in Ro- revole; la prese e la die alle tri-

ma nel i83f); e dagli illustri Cbà- bù di Giuda e di Beniamino. Sic-


tcaubriand Michaud ,
Bvron, La- , come gebusei
i antichi suoi domi-
marline, Geramb, ec. In Torino natori ancora l'occupavano al tem-
nel 1837 il tipografo Giuseppe po Davidde, questo re li cacciò ,
di

Pomba pubblicò iu\ interessante abbellì la città, l'aumentò e la fece


opuscolo cbe porta per titolo: La capitale del regno d'Israele, e quin-
Terra Santa ed i luoghi illuslrali di fu sede dei suoi successori re

dagli apostoli , l'cdute pittoresche di Giuda. Salomone la rese una


secondo Turner, Harding, ed al- delle pili celebri città di oriente,
tri celebri artisti, istoria, descrizio- ornandola con isplendidi edifizi

ne ed attuali costumi, prima ver* massime col sontuoso tempio, co-


sione dal francese. JNel 1840 in strullo sul modello del Taberna-
Nantes l'abbate A. Dupuis ba pub- colo. Sotto il regno di Roboamo
blicato. Pian de Jéiusaleni et de figlio e successore di Salomone
ses faubourgs ec, molto importan- Gerusalemme fu presa e saccheg-
te. 11 p. Menochio poi nelle sue giata da Sesac re di Egitto, che
Stuore, tom. I, p. ^56, tratta Se s'impadronì anche di tutti i tesori

la città di Gerusalemme sia situa- del tempio. Dipoi Azael re di Si-

ta in mezzo al mondo abitato e , ria assediò questa città la seconda


di quanto circuito, e quanto popo- volta, uccise molti grandi del re-

lo avesse. Su di die può leggersi gno, e sconfitto l'esercito di Gioas


pure quanto dice il Rinaldi all'an- re di Giuda, non ritirossi se non
no 34, num. 116. Il Patrimonio dopo essersi imi>ossessato di tutti

Seraphico de Tierra Santa, del p. i tesori della città e del tempio.


Francesco di s. Giovanni del Por- Qualche tempo dopo Amasia re
to, opera importantissima per la d' Israele , sconfitto Gioas re di
conoscenza della missione minori- Giuda lo fece prigioniero , ed es-

tica dell' oriente, stampata in Ma- sendo entrato in Gerusalemme ra-


drid nel 1724. pi le rimaste dovizie, e fece de-
molire una porzione della città,
Cenili istorici dei principali ai'i'e- dalla porta di Efraim sino a quel-
ninienli di Gerusalemme sotto il la dell'Angolo, lìaziu re di Siria ,
,

f)2 GER GER


e Phncce figlio di Romelio re salemme qua! monarca della Siria,
d'Israele avevano già assediata que- e dopo Ja sua morte rimase essa
sta città, che fu soccorsa allora da sotto Tolomei come sovrani del-
i

Teglalli-Phalazar re di Assiria, al l'Egitto. Passò quindi in potere


quale in ricompensa si accordaro- tlei re di Siria, e fu ben trattata
no i tesori del tempio e quelli del da Antioco il Grande , ma non
re. Ma questi in appresso condus- così da suo figlio Seleuco. Antioco
se i siri in schiavilìi, ed uccise il Epifane suo fratello, fece marciare
loro re. Anche Nechar al ritorno le proprie truppe contro Gerusa-
della sua spedizione sull' Eufrate lemme, la prese, la saccheggiò, le
enti-ò in Gerusalemme detronizzan- tolse i tesori ed i vasi i più pre-
do Joachaz, e ponendovi in suo ziosi,ed in tale incontro vi peri-
luogo Eliacim o Gioacliirao: non rono circa ottantamila abitanti. Due
saccheggiò la città perchè vi erano anni dopo, per di lui ordine, A-
rimaste poche ricchezze, ma v'im- pollonio facendone un orribile ma-
pose delle pesanti contribuzioni. cello tolse lutto ciò che di pre-
,

Nabucodònosor riguardando la Giu- zioso vi era ancora rimasto, e die-


dea come tributaria dell'Egitto, con de la città al fuoco, la quale ab-
cui era in guerra, s'impadronì di bandonata dai propri cittadini ri-
essa e della città diGerusalemme: mase in potere degli stranieri. Sot-
dapprima ne cangiò il re ponen- ,
to Antioco Eupatore fu conclusa la
dovene un altro in suo luogo, il pace fra questo principe e Giuda
quale dopo tre anni essendosi ribel- Maccabeo, che si era posto alla te-
lato, Nabucodònosor mandò un'ar- sta della nazione, e sotto al quale
mata di caldei, siri, moabiti ed la città in qualche modo riedifica-
ammoniti che
saccheggiarono la ta godette un^ apparente tranquil-
Giudea, uccidendone il re Geconia. lità. I Maccabei continuarono i lo-
In un terzo assedio Gerusalemme ro successi contro i re di Siria
fu presa e saccheggiata, e final- vincendo Nicànore, ma poscia An-
mente per la quarta volta sotto tioco Sidete assediò Gerusalemme.
il regno di Sedecia fu conquistata Pompeo con l'esercito romano tro-
pure da Nabucodònosor, facendola vandosi nel Levante prese parte nei
in tale incontro rovinare ed ab- torbidi domestici sopravvenuti in
bruciare quasi interamente insieme Giudea eh' erasi creati dei piccoli
col tempio, trasportandone i sacri re. Ircano ed Aristobulo si dispu-
arredi : nel tempo stesso fece con- tavano il trono; Pompeo prese
durre a Babilonia una quantità partito pel primo, ed in conseguen-
di abitanti; ad onta di tuttociò la za assediò la città , la prese iu
città fu riedificata e ripopolata per giorno di sabbato, e la assoggettò
ordine di Ciro re di Peisia, a me- nominato da lui, sessantaquat-
al re
rito di Zorobabele, ma non vi si tr'anniprima di Gesìi Cristo, de-
liaizarono le mura e le porte, se molendone le mura , delle quali
non che dopo di Nee- il ritorno Giulio Cesare però permise la ri-
mia, circa ottantadue anni dopo la costruzione vent'anni dopo. Anti-
suindicata emigrazione. gono figlio di Aristobulo, sostenu-
Alessandro il Grande dopo la to dai parti, attaccò Gerusalemme
conquista di Tiro entrò in Geru- pochi anni dopo : Erode il Grande
GER GER 63
o l'Ascalonita abbandonò la città, tempio; dei giudei ivi bruciati, d'u-
pertossi a Roma, e col favore di na moltitudine immensa fatta schia-
Marc'Antonio e di Cesare ottenne va, e poi condannati alle bestie, o
dal senato il titolo di re. Al suo serbati pel trionfo, o venduti a vi-
ritorno assediò 1' emulo Antigono lissimo prezzo. L' imperatore A-
in Gerusalemme. Archelao figlio e driano nell'anno 182 fece eiigere
successore di Erode essendo stato una nuova città pi-esso l'antica,
esiliato dai romani, tutta la Giudea chiamandola Aelia Capitolina , ma
fu ridotta in provincia romana sot- espulsi gli ebrei proibì loro di por
to l'obbedienza del governatore del- piede anche nel territorio di Ge-
la Siria. Passato non
molto tem- rusalemme un miglio distante da
po da tale epoca, sotto il governo tutte le parli. Dipoi gli ebrei sbor-
di Ponzio Pilato, Gerusalemme e sando una somma considerabile di
i suoi dintorni vennero illustrati denaro, ottennero il permesso os-
da cjue' sovraumani portenti, già sia comprarono pochi passi di terra
dai più tempi promessi
rimoti i , ai confini di detta distanza , dove
quali accompagnaiono e produssero ogni sabbato si portavano da tutte
l'opera stupenda della salutare no- le parti, e vi si niettevano a pian-
stra redenzione. In quel tempo era gere in vista della loro città san-
tetrarca di Galilea Erode Antipa ta, sulla irreparabile perdita di es-
figlio di Erode il Grande, che ri- sa. Ma Elia tornò ad
Capitolina
pudiò la propria moglie, rapì E- essere chiamata Gerusalemme. L'an-
rodiade che lo era del fratello, fe- tico nome prevalse, massime sotto
ce morire s. Giovanni Battista, e Costantino, dopo che questi abbrac-
rimandò Gesù Cristo a Pilato. Gli ciò la fede cristiana ; fu allora re-
imperatori romani tennero quindi staurata e maggiormente abbellita
una guarnigione nella cittadella con parecchie chiese, di cui facem-
Antonia ; essendosi però gli ebrei mo superiormente memoria.
ribellati d'accordo con la guarni- Sotto r impero di Eraclio Ge-
gione, venne la cittadella assediata rusalemme fu presa ed abbrucia-
dalle truppe mandatevi dagl'impe- la da Cosroe li re di Persia, che
ratori, e la guarnigione tutta fu seco trasse un gran numero di pri-
passata a fìl di spada. Neil' anno gionieri , fra i quali il suo vesco-
seguente, il settantesimo dell'era vo Zaccaria. Ben tosto gli arabi
cristiana, Tito prese, bruciò, e ri- conquistarono 1* Asia minore, la

dusse ima trista solitudine Geru- Persia e la Siria. Omar successo-


salemme ,
già regina dell'oriente e re di INIaometto, essendosi impa-
.sede della religione per più di dronito della Palestina, disfatto
mille cento anni. 11 Rinaldi agli an- l'esercito romano, ed ucciso Seigio
ni 69, 70 e 71 racconta quanto suo duce, entrò vittorioso in Ge-
avvenne in Gerusalemme avanti rusalemme r anno 638 , distrusse
l'assedio, durante questo, e dopo il tempio, e vi eresse quella ma-
la presa della città; le fazioni che gnifica moschea già descritta. In
la lacerarono, la grande uccisione seguito mussulmani se ne re-
i

di cittadini ne' combattimenti, cro- sero padroni verso 1' anno io5'j>,
cefissi, morti, e di f ime ; la pro- ed allora la voce sparsasi, che i
fanazione, rovina ed incendio del luoghi più sacri e rispettabili della
H GER GER
:«!ligione fussero piofauali dagl'iii- ritti sul ducato di Buglione al ve-
ietleli , diede origine per Io zelo scovo di Liegi. La di lui fama e
di Pietro l' Eremi la (a cui conse- il ili lui esempio attirarono sotto
gnò lettere per la santa Sede il i suoi vessilli quanti più distinti
j)iilri;irca di Gerusalemme Simeo- e prodi cavalieri contava allcjia la
ne), e del romano Pontefice Ur- nobiltà. Obbligò l'imperatore Ales-
hiuio li, alia [Mima crociata, o sa- sio Comneno a dare la libertà ad
cra guerra per jicuperare i santi Ugo fratello del re di Francia, e
luoghi , stabilita nel concilio di ad altri signori france>i, non che
Clciniont l'anno 1096: di questa a dargli passaggio per i suoi sta-
e delle altre crociate
che coiujui- ti ; l'unperatorc greco cangiò poli-
slarono la Palestina ne sosten- ,
tica, trattò i capi dei crociati con
nero r ac({uisto e dopo perduto , distinzione, fece vestir Golfredo del
ne procurarono la ricupera, ne par- manto imperiale, 1' adottò per fi-

lammo al citato articolo Crociate, glio, e pose il suo impero sotto


argomento tutto risguardante Geru- la sua protezione. Oltre ricchissimi
salemme e i luoglii di Terra San- doni che gli lece, ordinò clic dal-
ta, per cui (pii ci limiteremo ad la festa della Epifania sino all'A-
indicare le principali gesta dei re scensione il tesoro imperiale gli
come spettanti al nuovo le-
ialini, dasse ogni settimana tanto oro e
gno di Gerusalemme. Goilledo di tante gemme, quante due uomini
Iiiiglione duca della bassa Lorena, potesseio portarne , e nove moggia
figlio di Euslachio II conte di di moneta biaiica ; ma fu conve-
lj(Julogne,ed uno de'più gran ca- nuto che di tutto ciò che i crociati
pitani del suo secolo, avendo date conquistassero, quegli stati che pre-
prove di mi corasmio invincibile cedentemente avevano fatto parte
in Germania sotto 1' imperatore dell'impero, sarebbero restituiti ad
Enrico IV, avendo ucciso il di lui Alessio, e che gli sarebbe stato
emulo Rodolfo di Svevia, fu dichia- fattoomaggio per gli altri. Goflre-
rato generale della prima crociata, do dopo diverse prove di segna-
e si pose alla sua testa nell'anno lato valore e pietà prese Nicea ,

^^97? giacché sotto quell' impera- Antiochia, e varie altie piazze me-
tore essendosi col di lui esercito diante il patrocinio dei ss. Deme-
portato a Roma contro il Papa liio, Giorgio, e Teodoro ; e s' im-
s. Gregorio Vii, in favore del- padronì di Gerusalemme li jq
l'antipapa Guiberto, colpito poscia luglio 1099, col fiore della no-
da una malattia si penti di aver biltà francese e di altre nazioni.
mosse le armi per favorire lo sci- Goffredo dopo la vittoria si asten-
sma e a daimo della santa Se- ne da ogni carnificiua, con gene-
de e fece voto di recarsi a Ge-
, rale edificazione umilmente si con-
rusalemme non come pellegrino, dusse inerme ed a piedi nudi al-
ma qiial difensore de'cristiani. Per la chiesa del santo Sepolcro, e ben
provvedere alle spese della crocia- tosto i crociati fecero rimbombare
ta permise agli abitanti di Metz di il tempio e la città santa di gemi-
ricomprar da lui la città, vendè il ti, di singulti, e di religioso tri-
principato di Stenay al vescovo pudio, ovunque eccheggiundo i can-
di Verdini, e cedette i suoi di- tici della penitenza e della grati-
GER GER 65
tudine. 1 principali dell'esercito de- proteggere gli interessi di lutti, pel
stinarono eleggere im re di Geni- regolare andamento del governo
salemme, per aflìdargli la cura di e della giustizia. Queste leggi ven-
Tegliare sulle conquiste, e difen- nero con gran pompa deposte nel-
dere i santi luoghi santificati dal la chiesa del santo Sepolcro, e ri-

Redentore. Dopo avere matura- ceverono il nome di Assise di Ge-


mente deliberato sulla scelta del rusalcmme , che nel 1 6(jO furono
soggetto ,
previa ogni necessaria stampate a Bourges col titolo di
indagine, i deputati dieci elettori, Libro delle assise e de'hnoni usi
scelti fra i personaggi piìi com- del regno di Gerusalemme. GoiTiedo
mendevoli del clero e dell'esercito, fu pianto dai cristiani di cui era
proclamarono Goffredo primo re padre e sostegno, e dai mussulmani
cristiano di Gerusalemme, che in- che avevano più volte provatala sua
di condussero in trionfo al santo giustizia, clemenza e virtìi. Il suo
sepolcro, ove prestò il giuramento corpo fu sepolto nel tempio del san-
di rispettare le leggi dell'onore e to Sepolcro, e la di lui spada fu
della giustizia, 11 pio e valoroso Gof- riposta nella sacristia. Gli succes-
fredo ricusò diadema d'oro e gli
il se il fratello Baldovino
che de- I,

onori reali, dicendo eh' egli non ac- stinato alla vita pre-
ecclesiastica,
cetterebbe giammai una corona pre- ferì quella delle armi; quindi pre-

ziosa ed uno scettro, in una cit- se la croce, e subito concepì l'am-


tà dove il Salvatore era stato co- bizioso disegno di formarsi uà
renato di spine, e scettralo di vuo- principato nell* Asia. Si fece adot-
ta canna; una cronaca dice che lare per figlio dal principe di
accettò una corona di lucente pa- Edessa, e dichiarare suo successore ;

glia; altri dicono che prese una ed è perciò che non seguì i ero-
corona di spine simile a quella ciati alla presa di Gerusalemme:
del Redentore, e che fu pago del in tal fondò in Edessa un
modo
modesto titolo di barone e difen- principato latino, che durò cinquau-
sore del santo sepolcro. taquattr'anni. Nel i oo Baldovino I i

Poco dopo il soldano di Egitto rinunziò la contea di Edessa a suo


mandò contro di lui una potente ar- cugino Baldovino, duca di Bourg,
mata, ma essa venne disfatta iute- e divenne successore a Goffredo,
ramente ad Ascalona, e Goffredo si Non esitò a prendere il titolo di
impadronì di tutta la Terra Santa, a re da suo fratello ricusalo, ed è
riserva di due o tre piazze. Si stava perciò che gli storici sogliono chia-
in espettazioue di maggiori prò- marlo primo re latino di Geru-
grcssij allorché egli morì nel mese salemme. Durante tutto il suo ro-
di luglio iioo, dopo un anno di gno fece egli guerra talora da
regno, in cui procurò stabilire in vincitore, talora vinto; non abbat-
Gerusalemme decorosamente il di- luto dai rovesci mai, non lasciò ri-
vin cullo, ed introdusse i Canoni- poso a'suoi soldati, uè ai suoi nemici.
ci regolari del santo Sepolcro [Fé- Baldovino I spedì un'ambasceria
di): ed al popolo
composto di al Papa Pasquale II, essendo pa-
nazioni diverse, die un codice di triaica Gibelino, acciò ampliasse
leggi , atte a reprimere gli ambi- la diocesi del patriarcato di Ge-
ziosi particolari, a conciliare ed a rusalemme, siccome fece, soltomet-
VOL. XXIX. 5»
,

CG GER GER
lentlogli il Ponlclice quelle chiese rosolimitano, e de' Tempiali (^e-
e quelle citici che il re avesse con- di), approvati dal Papa , comin-
quislalo. Sollo il suo regno la cit- ciarono a brillare di grande splen-
tà di Tripoli, dopo un assedio di dore. Folco V di questo nome co-
vari anni, si arrese ai cristiani, e me duca di Angiò , due volte e-
fn il qnarlo degli stabilimenti o ra stato coi crociati in Palestina;
principali fondali dai latini in o- sul trono di Gerusalemme sosten-
ricnlc.Baldovino I colle sue con- ne valorosamente gli sforzi dei sa-
quiste al regno di Gerusalename raceni, indi visse in buona armo-
aggiunse le città di Tolemaide os- nia con gli arabi e con gli egizi,
sia s, Giovanni d'Acri, Sidone, e morì alla caccia nel ii4^» P^i'
Borito , e parecchie altre della co- una caduta da cavallo.
sta di Francia. IMon nel 1118 Gli successe il figlio Baldovino
dopo dieciotto anni di regno, e III, sotto del quale i cristiani per-
tu tumulato nella basilica del san- derono Edessa, ciò che risvegliò
to Sepolcro. Gli successe il suddet- in Europa l'ardore delle crociate.
to Baldovino II suo cugino, il Luigi VII re di Francia, e Cor-
quale avea avuto parte ai trava- rado III imperatore presero la
gli della prima crociata, e nell'ul- croce , i popoli obbedirono alla
timo assalto di Gerusalemme fu voce di s. Bernardo e piombaro- ,

dc'primi che con Goffredo penetrò no una seconda volta sull'Asia. Bal-
nella città; era amato dai suoi dovino III ricevette i due sovrani
compagni pel suo coraggio e per con gran distinzione e li accom- ,

la sua disinteressata pietà. Soccor- pagnò all'assedio di Damasco, che


se Antiochia minacciala dai tur- non poterono superare, per cui
chi, e li fugò in vari incontri fecero ritorno in Europa, lasciando
ma poi restò prigioniero loro, quan- il re di Gerusalemme alle prese
do voleva liberare dalla piigione con nemici tanto formidabili. Non
Josselin de Gourtenai conte di per questo Baldovino III si lasciò
Edessa. La cattività Baldovino
di abbattere, si misurò con Noui'-Ed-
II immerse il regno di Gerusa- dyn, sultano d'Aleppo, che comin-
lemme nella costernazione; a' cri- ciava a porre le fondamenta di
stiani privi de' loro capi toccò di un impero destinalo ad annientare
combattere ad un tempo i sara- un giorno le colonie cristiane del-
ceni di Siria, ed i saraceni di E- l'Asia ; prese Ascalona , e morì di
gitto; nondimeno con V aiuto dei veleno a'2 3 febbraio i i63, d'anni
veneziani s'impadronirono di Tiro, trentatre. Il suo fratello Amaury I o
e respinsero i nemici. Josselin Almerico gli successe, dopo lunghi
fuggì dalla prigione, radunò trup- contrasti insorti nel clero e tra i

pe, sconfisse gl'infedeli, e fece ren- grandi del regno, e fu coronato


dere la libertà a Baldovino li, il nella chiesa del santo Sepolcro ai
quale morì nel i 3 1 lasciando 1 il 18 febbraio 11 65. Dotato d'inge-
regno a Folco conte d'Angiò, che gno attivo ed intraprendente, ave-
avea sposato Melissenda sua pri- va grandi viste, e spesso gigante-
mogenita, e fu vivamente pianto sche pel padrone di un p'iccolo
dai cristiani. Sotto il regno di Bal- stalo ; vano e fiero ammassò denari
dovino II gli ordini militari Ge- e credette che in politica ogni mez-
GER GER 67
zo fosse lecito per giungere all'in- pure dai greci, ma non ot-
citarlo
tento. Dovè subito sostenere una tenne che promesse. Sconvolto il
guerra col calilTo d'Egitto, che ri- regno dalle fazioni dei templari
cusando pagare il tributo avea e degli ospitalieri gerosolimitani ,

mandato un' armata in Palestina ; andando le colonie cristiane del-


però il califtb ritirò le sue truppe l'Asia in decadenza, morì Amaury I

e fece alleanza con Amaury I , il nel I 1 73.


quale per le somme ricevute do- Baldovino IV figlio e successore
vette portarsi con un esercito nel- del precedente, infermo, ed in te-
l'Egitto a sostenerlo contro il sul- nera età montò sul trono, per cui
tano d'Alcppo, onde ritornò a Ge- Raimondo III conte di Tripoli fu fat-

rusalemme colmo di ricchezze e di to reggente del regno durante la di


gloria. Invaghitosi del fertile E- lui minorità. Il regno fu tosto agi-
gitto, concepì il disegno di farne tato dalle pretensioni della nobiltà
la conquista , e di ciò persuase il e del clero; gli stati de'cristiani
gran maestro de'cavalieri di s. Gio- d' Asia tendendo alla decadenza,
vanni dell' ordine gerosolimitano, Saladino invase la Palestina. Dive-
ai quali promise la città di Bilbeis nuto maggiore Baldovino IV mos-
quando fosse caduta in potere dei se ad incontrarlo, e lo sconfisse ad
cristiani; quindi fece associar nel- Ascalona tale vittoria rinvigorì le
:

l'impresa anche l'imperatore di Co- speranze dei cristiani, ma non tar-


stantinopoli, di cui avea sposato la dò la fortuna a dichiararsi per gli

nipote, dopo aver ripudiato Agne- infedeli. Irritato Saladino di sua


se di Courtenai. Amaury I ruppe sconfitta, desolò le provincie del re-
d'improvviso la pace col califfo di gno, mentre il re per le infermità
Egitto, prese Bilbeis che fu data avea perduto la vista, e l'uso delle
all'ordine gerosolimitano, mar- e mani e dei piedi, e dato il comando
ciò quindi verso il Cairo, dove l'a- dell'esercito a Lusignano Guido di
vea preceduto il terrore delle sue conte diJoppe suo cognato, che pur
armi. Allora il califfo procurò con fece reggente del regno. Guido non
tesori comprare 1' infranta pace, profittò dell'occasione per attaccale
mentre implorò ed ottenne soc- il nemico, gli fu tolto il comando
corsi dal sultano d'Aleppo; onde il dell' esercito e il governo, ed il tut-
re tornò a Gerusalemme senza nul- to si afEdò a Raimondo 111. Intanto
la, e ben presto il regno si trovò Baldovino IV ottenne da Sahidino
circondato e minacciato da ogni una tregua, e spedì in Europa il

parte, perchè INour-Eddyn profit- patriarca Eraclio per sollecitare una


tò dell'occasione per conquistare nuova crociata, ma nulla ottenne.
l'Egitto. Dopo la morte del sulta- Turbato il regno di Gerusalemme
no divenne possessore d' Aleppo dai faziosi, e minacciato dai sara-
dell' Egitto il valoroso Saladino, ceni,morì Baldovino IV nel i 186,
che riuscì formidabile ai cristiani avendo disognato per successore il
di Palestina . Subito attaccò il figlio di Sdiilla sua sorella, e del
piccolo regno di Gerusalemme, ed marchese di Monferrato Guglielmo,
il re si trovò costretto d'implorare Baldovino V. Quest'ultimo essendo
l'aiuto de'cristiani d'occidente, e si nell'infanzia, terminò i suoi giorni
trasferì a Costantinopoli per solle- passati sette mesi, forse avvelenato
68 GER GER
da Raimondo III, o sagrificalo tlal- Sefori erano l'unica speranza. Gui-
r ambizione di sua madre, che in do contro l'opinione di Raimondo
seconde nozze avea sposato Guido III, mosse incontro a Saladino, il

di Lusignano, a cui voleva assicu- quale impadronito si era di Tibe-


rare la corona di Gerusalemme. riade.I due eserciti giunsero nel

Questo principe d'una delle più medesimo tempo nella pianura di


antiche case del Poitou, ma cava- Baltouf, ed il giorno dopo, a' 4 lu-
liere senza nome e senza gloria per- glio 187, vennero a battaglia; la
I

sonale, perchè la sua incapacità gli vittoria contesa per due giorni con
fece perdere la stima de' suoi ulFi- eguale ardore, si dichiarò finalmen-
ziali, e l'oigoglio terminò d'irritarli, te pei saraceni. Guido fatto prigio-
divenne nel i i86 re di Gerusalemme niero con suo fratello, ed un gran
in questo modo. Dopo la morte di Bal- numero di venne accolto
cavalieri,

dovino V, accusati molti d'averla da Saladino in una tenda nel mezzo


provocata, Sibilla mostrando allora del suo campo, in cui gli presentò
intenzione di separarsi da Guido, de' rinfreschi. Continuò a trattarlo
e di scegliersi a sposo il guerriero con bontà per tutto il tempo che
più capace di difendere il regno, il tenne al suo seguito; da ultimo

si recò nella chiesa del santo Se- però divenuto padrone di quasi tut-
polcro, circondata dai suoi prima- ta la Palestina, e di Gerusalemme
ri uffiziali. Il patriarca Eraclio pro- a' 2 ottobre187, gli rese la liber-
i

ferì il divorzio, gli consegnò lo scet- tà a condizione che Guido rinunzias-


tro, e la invitò a non aflidarlo che se al titolo di re di Gerusalemme,
al più degno ; ella presa la corona dopo ottantotto anni eh' era dura-
dalle mani del patriarca, la pose to il regno latino, ed il R^inaldi a
in capo a Guido, che si pose genu- detto anno riporta le iniquità com-
flesso innanzi a lei ; i suoi partigia- messe da Saladino sui santi luoghi,
ni applaudirono, ma gli amici di facendo battere la vera croce per
Raimondo III si ritirarono sdegna- la città, lavare la basilica del san-
ti come rimasti delusi. Guido lungi to Sepolcro con acqua di rose on-
dal cercare di placarli, fece appa- de farvi leggere il Corano, e dire
recchi per assediare Raimondo HI le lodi di Maometto. Guido creden-

conte di Tripoli, in Tiberiade sua dosi sciolto dal giuramento cui strap-
residenza. Questo tratto dalla di- pato gli avea la violenza, tentò, ma
sperazione invocò il soccorso di Sa- indarno, aiutato da alcuni sudditi
ladino, e l'esercito de' saraceni ta- fedeli, di fare che riconosciuta ve-
gliò a pezzi i cavalieri templari, nisse l'autorità sua nelle città che
che vollero opporsi al suo ingresso non erano ancora state sottoposte
nella Galilea. al giogo de' saraceni ; e deliberato
Il avvenimento persuase
fatale di riacquistare la stima de' suoi po-
Raimondo III ad obbliare il suo poli con alcun tratto di valore, as-
disdegno; andò a visitare Guido in sediò Tolemaide. Durante tale as-
Gerusalemme, l'abbracciò dinanzi a sedio, lamorte di Sibilla fu origi-
tutto il popolo, e giurò di combat- ne di nuove contese, intorno al va-
tere sotto gli ordini suoi i nemici no titolo di re di Gerusalemme.
del nome Cinquantamila
cristiano. Guido ottenne di conservarlo in vi-
uomini accampati nella pianura di ta,ma subito dopo egli ne fece ces-
GER GER 69
sione a Riccardo Cuor di leone l'e suo regno non furono salvati, che
«ringhillerra, ricevendone in cam- per la divisione la quale regnava
bio la sovranità dell' isola di Cipro, allora ne' discendenti di Saladino.
cui fu altresì obbligato di ricom- Amaury II sollecitò più volte i soc-
prare dai templari, ai quali Riccar- corsi dell'Europa cristiana; fu pre-
do l'avea già venduta per venticin- dicata una crociata per tutto l'occi-
que mila marchi d'argento. Questo dente, ma in vece i crociati si recaro-
debole principe dopo aver fondato il no ad assediare Costantinopoli (F^edi)^
regno di Cipro mori nel g4> e la- 1 1 né più curarono i giuramenti fatti
sciò a suo fratello Amaury la pre- di liberare Gerusalemme, e nel
lata isola, cui i loro discendenti 1204 vi fondarono l'impero latino.
possederono fino al i^j^- Enrico Allorché lo scarso numero di guerrie-
conte di Champagne fu riconosciu- ri, che difendevano la Palestina, ri-
to re titolare di Gerusalemme co- seppe la conquista di Costantinopoli,
me nipote di Riccardo; questo gio- accorse in questa città, di cui era
vine principe aveva sposato da poco stata loro vantata la ricchezza. A-
tempo Isabella sorella della regina maury II rimase alquanto solo in
di GerusalemmeSihilla, restata vedo- Tolemaide, e vi mori nel i2o5, la-
va Corrado di Monferrato signo-
di sciando il regno di Cipro al suo fi-
re di Tiro assassinato dal Vecchio glio Ugo di Lusignano ed il vano
della montagna, avendo per dote la titolo di regina di Gerusalemme a
detta città. Nondimeno il re Enri- JMaria figlia d' Isabella e di Cor-
co vedendosi circondato da tanti rado di Monferrato di lei primo
pericoli, e formando la principal marito.
sua forza gl'individui dei tre or- Quando i cristiani della Pale-
dini militari gerosolimitano, de'tem- stina vennero a domandare a Fi-
plari e de' teutonici, desiderava ri- lippo II Augusto re di Francia uno
tornare in Europa. Iq questo tem- sposo per la suddetta JMaria erede
po la morte di Saladino fece al- del regno di Gerusalemme, il re
quanto sperare ai cristiani di Pa- scelse Giovanni di Brienne figlio
lestina, ma nel i 197 morì il re di Erardo II conte di Brienne, e
EnricOj ed allora Amaury II di di Agnese di Montbelliard, per
Lusignano re di Cipro sum mento- tal matrimonio, il quale tutte le
vato, e fratello di Guido raccolse qualità in sé univa di un vero ca-
l'eredità o piuttosto le speranze valiere francese. Egli partì per la
de' suoi predecessori sposando Isa- Terra Santa nel 1209, sposò Maria,
bella vedova d'Enrico, onde fu e si fece consecrare re di Gerusa-
coronato re di Gerusalemme nel- lemme nella città di Tiro, indi si

la città di Tolemaide. Aveva l'im- segnalò per alcuni vantaggi che ri-
peratore Enrico VI spedito in Pa- portò sui saraceni allora padroni
lestina un esercito di crociati, i di una gran parte del regno ch'e-
quali avevano riportalo qualche van- gli era chiamato a conquistare; ma
taggio, ma essi furono richiamati siccome non aveva seco condotto
in Europa dopo la morte del re che un piccolo numero di cavalie-
Enrico, per cui Amaury II si tro- ri, i suoi successi non furono che
vò esposto a bersaglio di tutte le passeggieri. 11 Pontefice Innocenzo
forze saracene. I deboli avanzi del III ad esempio de' suoi predecesso-
70 GER GER
ri, che sempre posero tutto lo ze- Federico li sposò in Brindisi Jo-
lo e il loro potere a vantaggio di lante, che il Papa ornò in Ruma
Gerusalemme e de' luoghi santi di coU'insegne imperiali nel 1226; ma
Palestina, fece predicare una nuo- r imperatore dopo aver preso il
va crociata. Andrea li re d' Unghe- titolo di re di Gerusalemme che
ria, e molti altri principi dell'oc- apparteneva al suocero, dai suoi
cidente presero la croce, sbarcando ministri fece prender possesso di
a Tolemaide, ed uniti a Giovan- quella parte, che non era ancor
ni di Brienne ottenneio alcuni van- venuta in potere de' saraceni, e
taggi, e presero Damiata. Ma fra i tuttociò con grave dispiacere del
capi essendo entrata la discordia, e suocero che si vide spogliato del
per le pretensioni del cardinal le- regno, e Federico II più non parfi
gato Pelagio, il re si ritirò a Tole- per la Palestina, ad onta de' giu-
maide ossia Acri, ed obbligati fu- ramenti fatti, Onorio III procurò
rono i crociati abbandonar 1' Egit- di porre in accordo i due princi-
to; indi nel 1218 Safadino fratel- pi, ma senza riuscita ; e siccome
lo di Saladino demoFi il restante Giovanni erasi rifugiato presso di
delle muraglie Gerusa-
dell' infelice lui' ,
perciò il Pontefice usando
lemme. Il Rinaldi dice che fu Cor- della consueta carità della Chie-
radino figlio di Safadinp che distrus- sa romana, nell'anno 1227 die a
se Gerusalemme, le sue mura e Giovanni per sostentamento di sua
torri, dal tempio del Signore e dal- real persona, il governo di tutti i
la torre di Davidde in fuori, e sog- dominii che la santa Sede posse-
giunge che avendo tenuto consiglio deva da Radicofani a Roma. Nel
i saraceni per distruggere il santo medesimo anno morì Onorio III, e
sepolcro, minacciandone con lettere gli successe Gregorio IX, il quale
i cristiani di Damiata, ninno però invitando l'imperatore ad effettua-
ebbe ardire, di farlo per la rive- re i suoi giuramenti, e mostrando-
renza che avevano al luogo. Gio- si egli indifferente, solennemente lo

vanni di Brienne implorò di nuo- scomunicò, e die il comando delle


vo i soccorsi d'occidente, il perchè milizie pontificie al le Giovanni.
Onorio III esortò l'imperatore Fe- Finalmente Federico II partì nel
derico II ad intraprendere il viag- 1228 per la Palestina, e fu accol-
gio di Terra Santa, chiamandolo a to ad Acri come un liberatore ; ma
tale effettoin Anagni. Il Papa con- appena i crociati seppero ch'era
vocò quindi un'assemblea in Feren- allacciato dalle censure, al rispetto
tino per istabilire un'altra spedizio- dimen-
successe la diffidenza, e fu
ne, e v' intervenne il re Giovanni ticato bramato conquisto di Ge-
il

eh' erasi portato a Roma per esse- rusalemme. Sentendo poi Federico
re soccorso Federico II pro-
; in essa II che il Papa avea bandita una
mise con giuramento di andare a crociata contro di lui sotto il co-
Gerusalemme tra due anni. Indi mando del suocero, divenuto suo
Onorio III consigliò Giovanni per gran nemico, a' 18 febbraio del
meglio interessare l' imperatore, ri- 1229 fece coi saraceni un infame
masto vedovo per la morte di Co- patto, per cui il patriarca scagliò
stanza, di dargli sua figlia Jolante r interdetto ai luoghi santi ; quan-
e
in isposa. Giovanni vi acconsenfi, do Federico II entrò in Gerusalem-
GER GER 71
nie 17 marzo trovò la basilica
a' cedergli dovesse all'impero. Giovan-
del santo Sepolcro deserta, onde ni giunse a Costantinopoli nel 1229,
da se stesso si pose la corona sul e al dire del Dandolo ne fu pu-
capo, e si proclamò re di Gerusa- re coronato imperatore, ma vec-
lemme, al modo che narrammo chio d'età ; nondimeno non ismenli
parlando di tal principe agli arti- le speranze che di sua bravura
coli Crociata sesta, e Germania. eransi concepite , e combatté il re
Solo qui diremo, che Federico II de' bulgari, e Vattace imperatore
fece alleanza col soldano di Babi- di Nicea , che con centomila uo-
lonia, il quale ritenne la custodia mini avevano assediata Costantino-
del santo sepolcro, perchè andan- poli, che Giovanni difese con un
dovi i saraceni in pellegrinaggio, pugno di prodi. Quando queste ed
potessero entrarvi liberamente sen- altre vittorie risvegliavano l'entu-
za pagar tributo; e tranne Geru- siasmo de'guerrieri d'occidente, Gio-
salemme il soldano fuori della cit- vanni mori a'23 marzo 1287, la-

tà non restituì all' imperatore un sciando l'impero Ialino senza ap-


palmo di terra né al patriarca, né poggio e senza speranza, per cui
al santo sepolcro, uè all'ospedale si Sino dal 1224 era egli
disciolse.
di s. Giovanni, né agli abbati di passato in seconde nozze con Be-
Larina, né di Giosafat, né del tem- rengaria sorella del re di Casti-
pio del Signore, né del monte Oli- glia. In quanto a Gerusalemme
veto, né del monte Sion, come nar- ed alla Palestina, da quest' ulti-
ra il Rinaldi all'anno 1229. ma i cristiani furono interamen-
L'imperatore senza fortidcare le te cacciati da' saraceni nell' anno
mura di Gerusalemme e pensare , 1291. Oltre gli ordini gerosoli-
alla sua difesa ,
precipitosamente mitano, teutonico, e de' templari,
fece ritorno in Europa, sbaragliò in Gerusalemme ed altri luoghi
le truppe del suocero e ricuperò santi, furono istituiti ancora i se-
le città che avea occupate. In que- guenti ordini cavallereschi. Del
st'anno la fortuna venne ad offrire santo Sepolcro, che per indulto a-
a Giovanni di Brienne 1' occasione postolico tuttora conferisce il p.
di salire sul trono di Costantino- guardiano della custodia di Terra
poli. L'impero de' latini cadde in Santa; di s. Caterina del monte
rovina; Baldovino II, che succede- Sinai; di s. Giovanni Acconeuse o
re doveva al padre suo Pietro di sia d'Acri, sotto il patrocinio di s,

Courtcnai, era ancora in età mi- Giovanni Evangelista ,


per assiste-

nore ; principi dello stato si ri-


i re gì' infermi e pellegrini visitanti
volsero a Gregorio IX per doman- i santi luoghi ; di s. Tommaso
dargli un principe che potesse go- Cantauriense ; di s. Biagio; e di
vernarli e difenderli. Il Papa scel- Monte Gaudio poco lungi da Ge-
se Giovanni di Brienne , che fu rusalemme, a difesa de' medesimi
insignito a vita del titolo e delle santi luoghi.
prerogative d' imperalore, col titolo In quanto al titolo di re di
di vicario e governatore dell'impe- Gerusalemme, dopo Federico li

ro, a condizione che dasse al gio- imperatore, e re di Napoli e Si-


vine Baldovino II la sua seconda cilia, lo portò Corrado IV impe-
figlia in isposa , e che quegli suc- ratore suo figliuolo, ed a Cor-
72 GER GER
radino figlio del secondo glielo die vevano concesso suoi predecesso-
i

il Papa Clemente IV. Dichiarando ri. 1 re di Sardegna come duchi di

(juesli re delle due Sicilie Carlo Savoia, e coni' eredi delle ragioni
1 d'Angiò, gliene die solenne in- dei Lusignani, egualmente s' inti-
vestitura come feudi della Chiesa, tolano re di Gerusalemme, ed in-
e d'allora in poi i re di Napoli quartano nelle loro arme uno scu-
usano d'intitolarsi re di Gerusa- do d'argento con croce potenziata
lemme, dacché Carlo I era erede d'oro, accompagnata da quattro
delle ragioni che avea sulla coro- crocette simili, eh' è l'insegna del
na di Gerusalemme la principessa regno latino di Gerusalemme. Os-
Maria d' Antiochia , nata da Boe- serva il Bosio nel tom. I, p. i3j
inondo III principe di Antiochia, ócW Istoria della sacra religione
che altri chiamano Piaimondo Ru- ed illuslrissinia tnilizia dì s. Gio-
pini, e da Melissenda figlia eredi- i'aiini Gero solimi tana ove pure e- y

taria d'Isahella regina di Gerusa- ruditamente tratta di Gerusalemme,


lemme figlia d'Amaury II. La det- che i re d'Inghilterra ancora s'in-
ta principessa Maria cedette in titolarono sempre re di Gerusa-
Roma solennemente le sue ragioni lemme, dopo il re Riccardo Cuor
sul regno di Gerusalemme nel di leone, e per le ragioni sudde-
1276 o meglio 1277 a Carlo I scritte. Il Borgia nella Difesa del
d'Angiò, ed a' suoi successori, per dominio temporale della Sede a-
una somma di danaro, e Carlo I poslolica, a pag. 299 e seg. trat-
come re di Gerusalemme fu co- ta di Gerusalemme e suo regno,
ronato dal Pontefice Giovanni XXI oltre che nel 1277, nel comincia-
o meglio dal Pontefice Nicolò re del secolo XVI
compreso fu
111.Questo Papa aveva commesso nelle papali investiture delle due Si-
r esame dell' aliare al patriarca di cilie, per cui Alessandro VI nel 5o i 1

Gerusalemme ed ai gran maestri dichiarò Luigi XII redi Francia, re


de' gerosolimitani e de' templa- di Napoli e di Gerusalemme, e Fer-
ri,non che agli altri baroni di dinando V il Cattolico, ed Isabel-
Terra Santa, che solevano avere la sua moglie, duca e duchessa di
volo in consiglio, e nell'elezione Puglia e Calabria. Quindi dichia-
del re di Gerusalemme. Dipoi i ra come che l'investitu-
sia falso,
romani Pontefici coll'investiture del re papali regno delle due Si-
del
regno delle due Sicilie conferiro- cilie sieno della natura medesima
no il titolo di re di Gerusalemme di cui sono le investiture volute
ai re di Napoli. Quando Giovanni dal patriarca di Gerusalemme da
XXIII nel i4ii scomunicò Ladi- Buglione , del regno stesso di Ge-
slao re di Napoli e di Gerusalemme rusalemme, e da Boemondo del
perchè aspirava
dominio di
al principato d'Antiochia; e dice del
Roma, lo privò d'ambedue i regni. titolo di re di Gerusalemme, e
E Clemente XII a' 12 maggio 1738 della consuetudine di unirsi alle
coU'autorità della bolla Ad cxcel- investiture della Sicilia. Quanto ai
suin, concesse l'investitura delle due destini di Gerusalemme, dopo che
Sicilie, e del regno di Gerusalemme Saladino la tolse ai cristiani, restò
a Carlo III di Borbone con le stes- sotto r obbedienza e dominazione
se condizioni, e come ^d altri a« de' solduui di Egitto; fu tolta da
,

GER GER 73
essi a Federico II nel 1244} ed i Giovanni ; assistè la Madonna a
corasmini maomettani vi commisero pie della croce, ed apparecchiò gli
inauditi eccessi; finché nel iSiy unguenti per imbalsamare il corpo

cadde in potere di Sclim I impe- di Cristo. S. Giuseppe d'Arimatea


ratore de'turchi, e da quel tempo discepolo del Redentore, chiese il
insensibilmente sempre piìi decadu- di lui corpo a Pilato, ed avendolo
ta dal suo primo splendore, restò involto in candido lenzuolo lo ri-
sotto il dominio della Porta otto- pose in un sepolcro nuovo inciso
mana, e quale di sopra la descri- nel sasso: si vuole che propagasse
vemmo. l'evangelo in molte parti, come
nella gran Bretagna, e morì l'an-
Notizie ecclesiastiche di Gerusalem- no 35. S. Gamaliele peritissimo
me e del suo patriarcato. giureconsulto, seguace del Reden-
tore, perorò più volte a favore de-
Primieramente riporteremo la gli apostoli, die sepoltura a s, Ste-
cronologia de' santi della chiesa ge- fano, e vi fu sepolto vicino l'anno
rosolimitana ^ secondo quella del 35. S. Abibone, fu battezzato da
Terzi, come si legge a pag. 224, un discepolo del Redentore, e mo-
mentre a pag. 227 riporta la cro- ri prima della distruzione di Ge-
nologia de' sommi sacerdoti, da Aa- rusalemme. S. Nicodemo, che per
ron sino a Giovanni Ircano figlio seguire il Picdentore fu privato dai
di Simone, ed a pag. 3i5 la cro- giudei del principato, e cacciato da
nologia de' patriarchi, profeti, giu- Gerusalemme, venne sepolto presso
dici e regnanti della Siro-Palesti- s. Stefano l'anno 38. S. Giacomo
na, incominciando da Adamo, sino il Maggiore figlio di Zebedeo, te-
a Selim I imperatore de'turchi : nel stimonio della trasfigurazione del
paragrafo seguente riporteremo i Signore, e dopo
aver annunziato
\entitre concilii di Gerusalemme, il vangelo nella Samaria , nella
e quelli del Mansi , nei quali vi Giudea, e nelle Spagne, fu fatto
sono altre notizie sulla storia ec- morire in Gerusalemme da Erode
clesiastica di Gerusalemme. I santi Agrippa l'anno 4i- S. Panutio, glo-
dunque della chiesa gerosolimitana rioso martire del secondo secolo.
da tale storico descritti, oltre i ve- S. Ciriaco vescovo d'Ancona, por-
scovi di cui parleremo, sono: il tatosi a visitare i santi luoghi sot-
santo re Davidde, morto santamen- to l'impero di Giuliano l'Apostata,
te nell'anno del mondo 3o2i. S. fu martirizzato l'anno 363. I ss.

Anna che meritò di ve-


profetessa, Andronico ed Anastasia consorti
der Gesù nel tempio tra le brac- di professione argentieri, fiorirono
cia del vecchio Simeone, o l'an- nel quarto secolo, e morirono con-
nunziò a tutti quelli che aspetta- tinenti in visitare i santi luoghi di
vano la redenzione in Israele, e vi- Palestina, Piniano e Melania
I ss.

veva nell'anno secondo di nostra consorti romani che menarono vi-


era. S. Stefano protomartire, uno ta penitente nel monte Oli velo, a-
de' sette diaconi , fu martirizzato vendo il prinìo animato l'impera-
l'anno 34- S. INIaria Salome, mo- trice Eudosià alla visita de' santi
glie di Zebcdeo , e madre degli luoghi, ciò che eseguì l'anno .\'ò'6.

apostoli s. Giacomo Maggiore e s. S. Pclagia antiochena; menò vita


, ,

74 GER GER
penileale nel monte Olivelo, allo- La sua catte-
fratello del Signore.

ra fiequenluto dai pellegrini , e dra (ù custodita con venerazione,


morì l'anno 4'*'- S. Atanasio ni- sino al tempo di Eusebio. Gli suc-
pote di s. Cirillo patriarca alessan- cesse s. Simeone o Simone I di
drino, portandosi in Gerusalcname lui cugino, figlio di Cleofa e cu-
inveì contro 1' intruso vescovo Teo- gino del Redentore, nell'istesso an-
doro eutichiano, il quale lo fece no; resse la chiesa gerosolimitana
ferire mortalmente, e strascinarlo quarantasei anni, e fu crocefisso
per la città, dandolo in cibo ai sotto Traiano nel 107 o 109, d'an-
cani l'anno 4^^- Aggiungeremo ni cento e venti. Abbiamo dal Ri-
che il sommo Ponttiice romano naldi che alla morte di s. Simeo-
Teodoro I, di nazione greco, nato ne non avendo potuto conseguire
in Gerusalemme, e figlio di Teo- questo vescovato l'ambizioso e su-
doro vescovo, fu eletto Papa a'24 perbo Tebuli, per disperazione si
novembre del 642, e governò la pose ad infestare con perniciosi er-
Chiesa universale circa sette anni. rori la chiesa gerosolimitana la ,

Dopo la gloriosa ascensione in quale non essendo mai stata sino


cielo da Gesù Cristo operata sul allora da eresia veruna contami-
monte Oliveto, il principe degli nata si chiamava la vergine. Il

apostoli e primo sommo Pontefice terzo vescovo Giusto o


fu san
s. Pietro di Betsaida in Galilea Giuda I, che visse tre anni, e morì
promosse pel primo al governo martire il quarto s. Zaccheo pur
;

della chiesa gerosolimitana, e fece chiamato Zaccaria ; il quinto To-


primo vescovo l'apostolo s. Giaco- bia, ed il sesto Beniamino I. Suc-
mo Minore, detto il Giusto: visse cessero altri nove vescovi tutti e-
vergine, astinente dal mangiar car- brei fatti cristiani, cioè Giovanni,
ne, e dal bere vino, e per la fre- s. Mattia, Beniamino TI, Filippo
quenza dell' orazione, i suoi ginoc- che secondo Epifanio morì nel 127,
chi s'incallirono come la pelle di Seneca, Giusto, Levi, E freni, Josi-
cammello: osserva il Piinaldi che s. de chiamato da Eusebio Gioselfo,
Giacomo in memoria del Reden- e Giuda li che visse sino all'anno
tore ivi crocefisso, vestiva di una decimoprimo dell' imperatore An-
semplice sindone o veste candida, tonino. Gli ultimi sei, al dire di
e perciò nel modo il più abbietto Eusebio, nello spazio di tredici an-
in confronto degli altri chierici di ni, vale a dire sino all' ottavo di
questa chiesa, la quale umiltà fu Adriano, soffrirono crudelissima per-
imitata anche da altri vescovi ge- secuzione e martirio dai tiranni
rosolimitani. Per invidia e malva- mancano le memorie. Quan-
di cui
gità de' giudei fu precipitato dal do Gerusalemme fu distrutta da
pinnacolo del tempio nella profon- Tito è a sapersi che i cristiani,
da valle di Cedron, e semivivo fu seguendo il consiglio predetto da
ucciso nell'anno 63 di nostra era, Gesù Cristo, ritiraronsi sulle mon-
dopo ventinove anni di vescovato, tagne al di là del Giordano, fa-
e novantasei di età, secondo Epi- cendo per qualche tempo dimora
fanio: GioselTo attribuisce la rovi- nella Perca e particolarmente a
na di Gerusalemme morte da- alla Pella ; e fu colà che vi ebbero i
ta a s. Giacomo, che fu pur detto suddetti ultimi quindici vescovi^
, ,,

GER GER 7J
nove de'quali circoncisi, che ave- onorala di tal nome da Augusto
vano abbracciato il cristianesimo ; era di gran lunga più degna di
fiiblnicala poi dall' inipeialorc A- quella di Soiia, la sede alessandri-
di'iano la nuova Gerusalemme col na fondala da s. Alajco a nome
nome di Àtlia, proibì quell'im- di s. Pietro, fu preferita all' antio-
peratore agli ebrei di mettervi pie- chena, quantunque fondala prima
de. I gentili però che vi si reca- dallo stesso principe degli apostoli.
rono ad abitare, avendo ricevuto Egualmente, perchè Cesarea ma-
la fede di Cristo, elessero per ve- rillima, maggiore di tulle le altre
scovo uno di essi chiamato Mar- città della Giudea, era stata fatta dai

co, mentre Giuda 11 succitato, l'ul- romani metiopoli di tutta quella pro-
liuìo dei vescovi ebrei ritirati a vincia, quivi parimenti fu posta la
Fella, vivea forse ancora, e gover- sede metropolitana dell' istessa pro-
nava la sua chiesa composta dei vincia , e non in Gerusalemme
fedeli della sua nazione. benché con riserva di qualche spe-
Cesarea, una delle più belle cit- ciale onore a favore della chiesa
tà di Palestina, ed in cui predicò gerosolimitana, come rilevasi dal
l'evangelio s. Pietro, era diventala concilio nominalo, canone
JNieeno
dopo la rovina di Gerusalemme 7, e s. Girolamo accenna ntìW epist.
metropoli di tutlo il paese, in cui 6i. Intanto proseguendo la suc-
eransi ritirati i cristiani, compresa cessione dei vescovi , diremo che
la novella città A.lia Capitolina, al memorato san Marco martire
co' suoi vescovi, né pare che il successero progressivamente Cassia-
patriarca d'Antiochia vi abbia e- no, Publio o Publiuo, Massimo I,
sercitato mai nessuna giurisdizione; Giuliano I, Graziano o Gaiano co-
al contrario fu il vescovo di Ae- me lo chiama Eusebio, Simmaco,
Ha, come il più degno, che ordi- Caio, Giuliano II, Capitone, Mas-
nò sempre quello di Cesarea. Go- simo li, Antonino, Valente Doli-
deva nondimeno di alcuni privi- chiano, e s. Narciso. Questi illu-

legi iu memoria dell'antica Geru- stre per santità e dottrina, inter-


salemme; i padri del primo con- venne al concilio radunato per ce-
cilio generale tenuto in Psicea nel lebrare la Pasqua ; calunnialo dai
32 5, glieli conservarono, riservan- nemici fuggì all'eiemo, e nella sua
do però sempre diritti di nie- i assenza fu eletto Dione a cui suc-
tiopoli alla chiesa di Cesarea. Pe- cessero Elio, Germanico, e Gordio
rò il llinuldi all'aimo 3(), niun. i i, verso l'anno 199, nel di cui tem-
narra che s. Pietro fondò il ve- po ritornò dall' eremo Narciso, che
scovato d'Antiochia, metropoli della poi volò al cielo ciica l'anno 2o3,
Soria, alla quale era soggetta an- e di sua età centosedici. Fin qui
che la Palestina tutta con la città Eusebio di Cesarea protesta non
di Gerusalemme; quindi osserva aver potuto indagare gli anni di
che i nostri maggiori nell' istituire ciascuno. Nel 2 3 fu fatto vesco- 1

le sedi delle chiese, si con[òrn)a- vo s. Alessandro antiocheno, uomo


rono alla divisione delle proviucie, dottissimo, essendo già vescovo e
ed alle prerogative già stabilite collega di Narciso pervenuto in
dai romani; laonde perche la pre- Gerusalemme per visitare i santi
lellura Augustale d' Alessandria luoghi, fu con voci di amore ac-
76 GER GER
clamalo governo di questa cliie-
al calo. Presero essi occasione dall'e-
sa, e<ì rgli amnionito da Dio l'ab- resia ariana, che Eusebio ed Aca-
bi acciò con animo lieto. Vi eresse cio di Cesarea favorivano. Non
Tina celebre biblioteca, e terminò vollero essi più dipendere da colo-
j suoi giorni in carcere per odio ro dei quali detestavano la comu-
della religione. Nei 253 gli suc- nione. Incominciarono eglino dal sos-
cesse Mezabene, che visse sino al- tenere , che la loro chiesa era a-
l'anno duodecimo dell'imperatore postolica, la madre di tutte le
Gallieno. Nel iGG fu vescovo Ili- chiese della Palestina ; anzi, con-
menco, che intervenne al concilio siderata la sua origine, la madre
antiocheno contra Paolo di Samo- di tutte le chiese, sedendo il ve-
sala. Nel 296 lo era s. Zabda, che scovo ne' sinodi tra' vescovi delle
nel poco tempo che visse converti sedi apostoliche, ed in quello ge-
alla fede una legione Tebea nu- nerale di Calcedonia a lato del
merosa di seimila seiccntosessanta- patriarca di Alessandria, e prima
sei soldati, i quali poi tulli nella dei metropolitani; e che sebbene
persecuzione di Massimiano soffii- un tempo avesse cambiato il no-
lono glorioso martirio. Nel 298 me per volere d' Adriano impera-
fu vescovo Hermone o Talmone ; tore era nondimeno quella stessa
,

nel 3 12 s. Macario, che lo diven- Gerusalemme in cui eransi avvera-


ne nell'anno settimo dell' impera- ti misteri della religione di Ge-
i

tore Costantino, e vi sedè diecino- sù Cristo, ed iu cui gli apostoli


ve anni; indi nel 33 1 s. Massimo avevano fondata prima chiesa, la
essendo vescovo di Diospoli con , e perciò doversi stimare la prima
applauso del clero e del popolo del- chiesa del mondo per la sua an-
la città fu trasferito a quella cat- zianità; e finalmente che oltre il

tedra, e ridusse molti vescovi aria- vantaggio di essere Gerusalemme


ni alla fede cattolica. Ebbe a suc- la più antica di tutte, avea quello
cessori Cirillo I, Ireneo, Ilario os- pure di avere avuto gli apostoli,
sia Eraclio, s. Cirillo II nel 376 ed i primi fedeli riuniti in conci-
che scrisse più cose appartenenti lio, che fu seguito da molti altri
al culto divino. Nel 387 divenne in appresso, che riporteremo per
vescovo Giovanni, che aderendo agli ultimo. Giovenale che nel vesco-
firiani e macedoniani fu abborrito vato di Gerusalemme succedette
dai cattolici: gli scrisse contro s. a Praiiic, fece la sua domanda al
Girolamo, che ne riportò molte concilio di ElesOj però non fu ma
calunnie, e vi sedè trent'anni. Nel che al concilio di Calcedonia, che
417 Io successe Giovanni detto ottenne egli i diritti metropolitani
Prailio o Taiailo, ed a questi nel sulle tre Palestine, determinandosi
429 Giovenale che intervenne ai poi meglio il patriarcato nel con-
due concilii generali di Efeso nel cilio di Costonlinopoli. Questo ve-
43 1, e di Calcedonia nei 45i. scovo dunque da alcuni è conside-
iS. Macario, s. Cirillo II, e Gio- rato come il primo patriarca di
vanni ò'Aelia ossia vescovi di Ge- Gerusalemme e come il primo ,

rusalemme, furono i primi cui ven- la cui giurisdizione estendevasi su


ne in pensiero di fare erigere la tutta la Palestina, la Giudea cioè,
sede di Gerusalemme in palriar- la Samaria, e le due Gaiilee, sic»
GER GER 77
corae aggiudicategli dal detto con- nulo alla sua chiesa la digni-
cilio di Calcedonia fatto celebrare tà e grado patriarcale per benefi-
dal Pontefice s, Leone I, ma do- cio e lil.ieralità della santa Sede
po però la partenza dei pontifìcii romana nel concilio generale V
legati per le mene di Giovenale, di Costantinopoli, detto Quinto si-

ebbe luogo tal concessione, dandosi nodo, e celebrato nel 553, sicco-
alla sede anliocbena le due Fe- me adunato dal Pontefice Vigilio
nicie e l'Arabia ; in tal modo i in quella città ove erasi portato
diritti della chiesa cesariense fu- per l'affare dei tre capitoli, essen-
rono trasferiti alla gerosolimitana. do prima il vescovo di Gerusalem-
IMa s. Leone I disapprovò che con- me sulfraganeo della metropoli di
tro il concilio JN'iceno Giovenale Cesarea. Altrettanto a dello anno
avesse fatto dichiarare Gerusalem- ed al numero ^45 dice il Rinaldi,
me metropoli a danno di Cesarea, imperocché i vescovi del sinodo
come si legge nel Rinaldi all'anno sottoposero al patriarcato di Geru-
4'^45 num. 2 1. Il Bosio però nel salemme i metropolitani Cesarien-
lib. II, p. 39 deWIiloria della sa- se, Scitopolitano, Rubense, e Reii-
cra religione gerosolimitana , nel tense, i due primi de'quali furono
narrare l'ambizione e la superbia sottratti al patriarca di Anliochia,
di alcuni patriarchi di Gerusalem- e gli altri due a quello di Ales-
me, ed anche di alcuni di Antio- sandria; ed olire a tali metropo-
chia, dice eh' essi credevano scioc- litani gli si aggiunsero i vescovi
camente che le loro sedi dovesse- suffragane! de' medesimi , ed altri
ro su tutte le altre godere la pre- creati di nuovo, sin al numero di
minenza, sostenendo quello Ge- di venticinque, che poi di molto si
rusalenìme, aver Gesù Cristo con aumentarono. Quindi l'imperatore
la sua presenza divina, e col pro- Giustiniano per compensare Cesa-
prio sangue e morte fondata la rea, procurò nobilitarne la città,
sua sede, e perciò dovere essere restituendole il proconsolato. Adun-
la prima di tutta la cristianità. que il patriarcato di Gerusalem-
Il patriarca poi d'Antiochia alle- me fu dichiarato il quinto dopo
gava che la sua sede era la pri- il romano del sommo Pontefice,
mogenita di Pietro, e che nella cit- e dopo quelli di Costantinopoli, di
tà d' Antiochia prima che in ve- Alessandria, e di Anliochia; gli

run altro luogo 1 fedeli si chia- fu attiibuita in Roma la quinta


marono cristiani, e per questo do- basilica patriarcale di s. Lorenzo
veva ella precedeie la chiesa ro- fuoii delle mura , e per abitazione
mana, essendo edificata
la quale il contiguo patriarchio o palazzo
sopra ed immobile fon-
il saldo ove risiedeva quando recavasi in
damento del sangue de' gloriosi a- Roma per assistere ai concilii , o
postoli Pietro e Paolo meritamen- per trattare affari ecclesiaslici, co-
te è costituita maestra e modera- me patriarca maggiore.
trice di tutte le altre,per l'auto- Il patriarcato di Gerusalemme
rità data da Gesù Cristo a s. Pie- si compose di quattro provincie ec-
tro, siccome osserva detto storico. clesiastiche, cioè della Palestina pri-
Anzi questi soggiunge, avere il ma con Cesarea [J'cdi) per n)e-
patriarca di Gerusalemme ollc- tropoli, con trcntaqualtro sedi ve-
78 GER. GER
scovili siifTiVTganoe ; tlelln P;ileslina traendosi al patriarcato alessandri-
seconda con Nazareth ( Fedi), os- no, ed al patriarcato antiocheno le

sia Sci topoli per meli'opoli. con se- quattro memorate metropoli, con le

dici sedi vescovili siifTragaiiee; del- quali si formò il patriarcato. Il Ter-


l'Arabia prima, o Palestina terza zi dice che ad Eustochio nel 556
con Petra ( Vedi), ossia Crach per successeGiovanni monaco, e che
metropoli, con dieciselle sedi vesco- veramente fu il primo a portar il
vili snrtVaganec; e dell'Arabia se- titolo di patriarca, e nel 5Gt eb-
conda con Boxtra (Vedi), per me- be a successore Amos parimenti mo-
tropoli, con trentanove sedi vescovi- naco. Nel 595 Eutichio, che fu ca-
li sufli-aganee. Al predetto Giovena- rissimo a s. Gregorio I Papa, a cui
le, creduto da alcuni primo patriar- mandò sottoscritta la professione di
ca di Geiusaicmme, successero i se- fede. Nel 602 Zaccaria, uomo retto
guenti. Nel 4^7 Anastasio giù pre- e di eminente pietà, fu quello che
te, e custode de' vasi sacri di que- si trovò presente all'assedio e pre-
sta chiesa, esaltato al patriarcato sa di Gerusalemme fatta da Co-
con pieno consenso, die ciliari esem- sroe II re di Persia, ove fu condot-
pi di virtù, e scrisse un libro sul to schiavo con molti cristiani, ed
transito di INlaria Vergine. Nel 477 allora quel re portò in Persia il san-
Martirio monaco di Cappadocia ,
to learno
o della croce. Allora fu
vaticinato dal santo anacoreta Eu- fatto amministratore della chiesa
timio, ebbe 1' animo ornato di egre- Modesto abbate
gerosolimitana ,

gie doti, governò con zelo e pace chiamato nuovo Zorobabele per
l'unione della gregge. Nel ^[S5 Sa- avere restaurato i luoghi sacri ro-
luslio ristoratore della vita mona- vinati empiamente dal principe per-
stica. Nel ^c)7. s. Eleia monaco e siano. Dipoi avendo l' imperatore
discepolo di Eulimio nativo dell' A- Eraclio vinto Cosroe II, venne fat-
rabia, assai di voto , ed acerrimo ta la pace col di lui figlio e suc-
difensore della purità cattolica, con- cessore Siroe, che restituì la croce,
tro gli editti dell'imperatore Augu- e Zaccaria con tutti cristiani tor-
i

sto, per cui soffri duro esilio. Nel narono in Gerusalemme. Fu il pa-
5i3 Giovanni, commendato per triarca Zaccaria che ammonì l'im-
santità di vita e di eccellenti co- peratore Eraclio a deporre gli or-
stumi, fu familiarissimo di s. Sab- namenti reali nell'ingresso alla san-
ba abbate. Nel 544 Macario II cad- ta città, col sacro legno della vera
de negli errori di Origene, sebbene croce. Nel 610 divenne patriarca s.

sia lodato per cristiane virtù : fu Modesto, e nel 625 s. Sofronio, il


rimosso dal governo, e per aver de- quale dopo avere combattuto i mo-
testatogli errori meritava essere rein- noteli ti , morì nel 634, avendo
tegrato. Nel 54B Eustochio, il qua- veduto con dolore espugnare Geru-
le per mezzo de' suoi legati sotto- salemme da Omar principe de' sa-
scrisse il detto concilio generale V, raceni, avvenimento che deplorò con
per determinazione del quale la chie- treni quale altro Geremia. Per tut-
sa gerosolimitana, per innanzi sub- to il tempo che i saraceni deva-
ordinata alla cesariense, a contem- starono la Palestina, restò vacante
plazione della dignità del luogo fu la sede patriarcale di Gerusalemme,
veramente eretta patriarcale, sot- per cui la santa Sede romana in
GER GER 79
vece tlel patriarca di Gerusalemme patriarchi di Gerusalemme. Il me-
incaricò per supplirvi Stefano di J)o- desimo Rinaldi all'anno 1064, nar-
ra, quindi Giovanni vescovo di Fi- ra una celebre pellegrinazione a
ladelfia, e finalmente un sacerdote Gerusalemme di più di settemila
chiamato Teodoro, a nome del quale persone, condotte da Sigefrido ar-
Giorgio altro sacerdote, sottoscris- civescovo di Magonza, Guglielmo
se nel 680 gli atti del sesto conci- vescovo di Trajello, Guntero di
lio generale di Costantinopoli dello Bamberga, e Ottone di Ratisbo-
Trullo. Giovanni V fu il LIX na. A cagione della pompa con
vescovo di Gerusalemme, eletto cui vi si recarono, allenarono i

nel 7o5, e ne fa menzione s. Gio- barbari alla preda, onde dovettero


vanni Damasceno. Quanto ai suc- sostenere molti comballimenti ia
cessori fino al 1099, in cui la città Palestina, ed appena duemila ri-

santa fu presa dai latini, veggasi il tornarono a casa. E per continua-


p. leQuicn, Oriens Chvislianus tom. re la serie del Terzi, aggiungere-
Ili, p. lo-j e seg., De patriarchalu mo, nel iii5 Arnoldo, nel 1291
hierosoìymitano. Nicola di Guascogna, nel cui tem-
Il Terzi ecco come registra i po Tolemaide fu espugnala dai sa-
successori di s. Sofronio. Neil' an- raceni , nel i3io Lazzaro, nel
no 638 Sergio nestoriano ; nel 139-9 Gerasimo intruso, nel i58o
G80 Quarto, nel 702 Teodoro, Gioachino, nel i583 Germano ,

nel 747 Elia nel 769 Giovanni


, nel 1600 Sofronio II, nel 1G18
Varmeno nel 795 Tommaso nel-
, ,
Teofano e nel i63o Atanasio. Ri-
,

r8o2 Sergio II, neir869 Teodo- tornando al patriarca s. Sofronio,


sio, nel 969 Giovanni VI che fu egli ricorse alla santa Sede per-
bruciato dai saraceni, nel loott chè le violenze de' saraceni nella
Oreste, nel io 19 Eustachio, nel dominazione di Gerusalemme e
ioG5 Simone, che scrisse poi al della Palestina contro i cristiani
Pontefice Urbano II per la libe- erano tali, che vietavano persino di
razione di Terra Santa dal giogo portarsi alla visita dei luoghi con-
dc'saiaceni. Racconta all'anno io63 sacrati dalla passione di Gesù Cri-
il Rinaldi, che i cristiani di Geru- sto; questi cattivi trattamenti ir-

salemme con permesso del califfo ritarono talmente i principi cri-


d' Egitto fabbricarono la quarta stiani, che alla promulgazione del-
parte delle mura di Gerusalemme, la crociata, da Orbano 11 fatta
coi denari avuti dai fedeli, massi- nel concilio di Clermont, in giaii
me da Costantino Monomaco im- numero presero la croce, si arruo-
peratore di Costantinopoli, ed ol- larono alla sacra guerra , e sotto
ire a ciò ollennero dal medesimo la condotta di Goffredo di l'uglio-

calilTo, che i cristiani possedessero ne, s'impadronirono della Palesti-


quella parie, e che non avessero na e di Gerusalemme. Indi fonda-
allro giudice che il patriarca loro. rono il regno latino di Gerusalem-
In tal modo i patriarchi di Geru- me, e vi elessero ben tosto un pa-
salemme ebbero il dominio sulla triarca del loro rito, la cui serie

quarta parie della città, onde poi poi riporteremo. Giacomo di Vi-
nel regno du' Ialini nacquero gra- triaco o Vilry vescovo d'Acri e
vi questioni Ira i re cristiani, e i cardinale, nella sua Hisloria cnp.
8o GER GER
55, in Gesta Dei per FranroSj p. Ebron, la quale pure era un prio-

1077, ci descrive nel seguente mo- rato ; venne quindi fatta vescovile,

do il patriarcato Ialino di Geru- per onorai^e quel luogo, che avea


salemme. servito di sepoltura a tre patriar-
Il patriarca di Gerusalemme ha chi, Abramo , Isacco e Giacobbe ,

sotto di lui quattro metropolitani, nel quale pretendevasi altresì che


di cui il primo è quello di Tiro ,
Adamo ed Eva fossero stati se-
dal quale dipendono quattro ve- polti, dove riposavano i corpi di
e
scovati, cioè Acri, Sidone, Berito e Sara e Rebeccn. Per ciò che con-
Paneade. Quest'ultima ciltìi, chia- cerne Lidda, che chiamossi in pas-
mata comunemente Eelinas, è si- sato Diospoli, in oggi porta il nO'
tuata al piede del monte Libano, me di s. Giorgio. Il patriarca la-

assai vicina Damasco, e forma


a tino di Gerusalemme ha inoltre
imo dei confini della Terra Promessa. sotto la sua dipendenza degli ab-
11secondo metropolitano è quello di bati e dei priori, che portano gli
Cesarea, il quale non ha che un ornamenti pontificali, e che Io as-
solo suffraganeo, cioè il vescovo sistono all'aliare. La sua chiesa pa-
di Sebaste, ovvero di Samaria. 11 triarcale, detta del s. Sepolcro al

terzo è quello di Nazareth, che ha monte Calvario, è uffiziata dai ca-


il vescovo di Tiberiade per suffraga- nonici regolari, che portano l' abi-
neo: eravi altresì un arcivescovato a to Ago-
e seguono la regola di s.

Scitopoli; ma fu riunito a Nazareth stino. Questi canonici hanno un


per onorare il luogo della concezione priore alla loro testa ed hanno ,

del Salvatore. Il quarto metropo- altresì il diritto di eleggere il pa-


litano è quello di Petra, il quale triarca , il quale tiene loro luogo
ha un solo vescovo suffraganeo di abbate. I tempii del Signore, di
greco di nazione, sul monte Sinai, monte Sion, e del monte Oliveto
incaricato di ulKziare la chiesa di sono egualmente uffiziali; ma il
s. Caterina, e di governare i mo- monistero di Latina, e della valle
naci che ivi Petra è
si trovano. di Giosafat appartengono ai mo-
una città forte, detta ancora in og- naci neri dell'ordine di s. Bene-
gi Krac o Crach, e Pietra del detto. Quello di Belania, in cui
Deserto, al di là del Giordano, nei trovasi il castello Maria e di
di
confini di Moab, situala sopra un Blarta, lontano quindici stadi da
alto monte, metropoli della secon- Gerusalemme di là del monte O-
da Arabia. Il patriarca di Geru- liveto, sulpendio del monte, in cui
salemme ha ancora direttamente avvi l'abbazia di s. Lazzaro, è go-
da lui dipendenti alcuni vescovi, vernato da una abbadessa del me-
cioè quelli di Betlemme, di Ebron, desimo ordine, come anche quello
e di Lidda. La chiesa di Betlem- di s. Anna vicino alla porta di
me fu un priorato di canonici re- Giosafat, e quello di s. Maria a
golari fino al tempo di Baldovino Gerusalemme. Il monistero del mon-
I, re latino di Gerusalemme, il te Tabor dipende dall' arcivescovo
quale eresse quella chiesa in ve- di Nazareth. La città di Joppe non
scovato col consenso del Pontefice ha vescovo, e dipende immediata-
Pasquale II, che vi unì anche A- mente dal priore e dai canonici
scalona. Così dicasi della chiesa di del santo Sepolcro, come NapoUza,
GER GER 8r
altre volte Sickem o Sicliar, clov'e- ca, temporale
l'altro ch'è il re;
ravi il pozzo di Giacobbe, è sog- il patriarca ha sotto di sé cinque
getta ai piiore od all'abbate del arcivescovi suffraganei, l'arcivesco-
Tempio del Signore. Queste cbiese vo di Sur, l'arcivescovo di Cesarea,
e molte altre erano vescovili pri- l'arcivescovo di Betsem che è det-
ma dei perchè erano
latini; ma to di Nazareth , l' arcivescovo di
quelle assai povere , ne volendo Besseret, l'arcivescovo di Babet che
avvilire la dignità di vescovo, ven- chiamano Filadelfia, il quale nel
nero per la maggior parte riunite regno di Almerico fu trasportato
in una sola, la quale trovossi così a Krac, ed è chiamato arcivesco-
convenientemente assistita ed ofli- vo di Pietra del Deserto ; ha tre
ziata. vescovi sufiiaganei, cioè s. Giorgio
Dice poi il Terzi, che durando di Lidda, di Betlem
Ebron , di
sotto i re latini le vertenze tra i detto di Abramo, e l'istesso ha
s.

due patriarchi antiocheno e gero- sei abbati, ed un priore per suf-


solimitano, intorno ai confini delle fraganei; l'abbate del monte Sion,
Provincie, Pasquale li per termi- di s. Maria della Latina de' gero-
narle provvisoriamente a
decretò solimitani, del Tempio del Signore,
favore del gerosolimitano, aggiun- del monte Oliveto, e di Giosafat;
gendo alla di lui giurisdizione la e questi cinque portano pastorale,
chiesa di Tiro con quattro sufifra- mitra ed anello, e l' abbate di s.

ganei, Baruti, Sidonia, Cesarea del Samuele del monte Goi porta cro-
Libano, e Tolemaide ; trasferì pa- ce e non mitra, ed il priore del
rimenti la cattedra di Scitopoli di- Sepolcro che porta mitra ed anel-
strutta dai saraceni in Nazareth lo,ma non pastorale ; ed ha tre
con due sufFraganei, Sebaste o co- abbadesse suffraganee, l'abbadessa
me altri scrissero Tiberiade di ri- della Madonna la Grande, l'abba-
to latino,e monte Sinai di rito dessa di s. Anna, e l'abbadessa di
greco. medesimo Terzi parlando
Il s. Lazzaro. L'arcivescovo degli er-
a pag. 240 della Siria sacra, del- mini che nel regno ha due suffra-
lo slato formale della chiesa pa- ganei , l'arcivescovo de' giacobiti ,

triarcale di Gerusalemme sotto il e il maestro di s. Lazzaro dei Me-


regno di Goffredo e di Baldovino sai. L'arcivescovo di Sur ha quat-
1, narra come appena conquistata tro vescovi sufFraganei, il vescovo
la Palestina vi rifiorì il culto di di Baruth, di Saide, di Belina, e
Gesù Cristo, come fedeli profu- i d'Acri. L' arcivescovo di Cesarea
ghi e ramminghi fecero ritorno al ha un suffraganeo, cioè il vescovo
patrio suolo, e come successe la di Sebaste. L'arcivescovo di Bet-
riunione delle sedi indicata dal Vi- lem ha due suffraganei, il vescovo
triaco, sopprimendo molti titoli; di Tiberiade, ed il priore del mon-
quindi riporta la seguente memo- te Tabor. L'arcivescovo di Babet
ria estralta fedelmente dai mano- ha un suffraganeo, cioè il vescovo
scritti antichi della bibliotecii di di Faraone che ora sta nel monte
Parigi, registrata altresì dal Chop- Sinai. Il vescovo di s. Giorgio di
pino nella sua Politica sacra. » Il Lidda ha cinque suffraganei, l'ab-
regno di Gerusalemme ha due ca- bate di s. Gioselfo d'Arimatea,
pi, 1' uno spirituale cioè il patriar- l'abbate di s. Abachuc di Canee ,
VOL. XXX. 6
,

82 GER GER
il priore di s. Gio. Evangelisti» ,
tò le sue lagnanze fino a' piedi

il priore di s. Caterina di monte del Pontefice Pasqtiale II, che sen-


Gisaido , e l' abbadessa delle tre tenziò in di lui favore; ma men-
ombre. Il vescovo di Acri lia due tre tornava in Gerusalemme, mo-
siilliaganei, la Latina e le llepen- li a Messina nel 1107. Nel i 106
tite
". s' intruse Ebremaro ch'era stato e-
Per ciò che concerne il gover- lettovivendo Daimberto, per cui
no civile di questo patriarcato Pasquale II spedì in Gerusalemme
ecco quanto Guglielmo di Tiro ne a giudicarlo Gibelino arcivescovo
scrisse. Questo governo era diviso d'Arles, il quale successe nel pa-
in quattro principati il primo a : triarcato a Daimberto, e morì nel
mezzodì era quello che chiamavasi i I I I, Nell'anno seguente divenne
regno di Gerusalemme, incomin- patriarca, o come altri dicono si

ciando ad un ruscello cb' è tra fece eleggere il mentovato Arnol-


Bibli e Berito, fino alle città ma- fo, il quale nel iii4 obbligò i

rittime della Fenicia, ed alla fine canonici che il re Goffredo avea


del deserto cb' è al di là del Da- stabilito nella basilica patriarcale
rum incontro all'Egitto. Il secondo del santo Sepolcro, a vivere in co-
principato al nord era il contado mune sotto la regola di s. Ago-
di Tripoli, dal succitato ruscello stino: questo ordine si diffuse po-
fino a Maraclea e Valeiiia , am- scia in Germania, in Francia, in
bedue città marittime. 11 terzo Inghilterra ed in Polonia, e seb-
principato era quello di Antiochia, bene Innocenzo Vili lo soppresse,
incominciando esso pure dal citato alcuni canonici continuarono a sus-
ruscello ed estendendosi fino a
, sistere in Polonia ed in Germania.
Tarso della Cilicia verso occidente. Delle canonichesse regolari del san-
11 quarto finalmente era il conta- to Sepolcro, o della religione ge-
do di Edessa, il quale estendevasi rosolimitana, ne trattammo all'ar-
dalla foresta chiamata Marris, fino ticolo Gerosolimitano Ordine. Ad
al di là dell'Eufrate verso oriente. Arnolfo successero nel patriarcato
In oggi non avvi più nulla di nel Guarimondo, nel 11 28
II 18
quanto raccontarono Giacomo di Stefano, nel i 3o Guglielmo e 1 ,

Vitry e Guglielmo di Tiro intor- nel 46 Fulcherio. Narra il Bo-


I 1

no al patriarcato latino di Geru- sio che continuando le vertenze


salemme, ai suoi diritti come capo tra il patriarca di Gerusalemme,
di quella chiesa, ed al suo gover- i vescovi soriani, e l'ordine di s.

no civile. primo patriarca lati-


Il Gio. di Gerusalemme , massime
no di Gerusalemme, dopo che Gof- perchè gli ospedalieri enuio esenti

fredo co' suoi crociati conquistaro- siccome sotto l' immediata prote-
no la città e dipendenze, fu Daim- zione della Sede apostolica, il pa-
berto o Daiberto, sostituito in ve- triarca Fulcherio in età di quasi
ce di Arnoldo o Arnolfo arcidia- cent' anni si risolvette di portarsi
cono della chiesa di Gerusalemme a Roma e ricorrere a Papa Adria-
vice-patriarca, ciò che si attribui- no IV, in compagnia degli arcive-

sce all'anno 1099 o all'anno se- scovi di Tiro e di Cesarea, e coi

guente. Daimberto fu assai mal- vescovi di Tolemaide, di Sidonia,


trattato dal re Baldovino I, e por- di Sabaria e di Sebaste. Giunti in
GER GER 83
Romn, e trovando che il Pontefi- b. Alhcrto da Parma, quello che
ce erasi ritirato a Ferentino, in diede la regola ai religiosi carme-
questa ciltà si recarono, trovando- litani, cui succedettero j nel 1204
Io pienamente informato di
però Ridolfo, nel 12 14 Giroldo, e nel
tutto. Nondimeno Adriano IV or- 1227 Roberto. Nel 1280 o più
dinò che legalmente le parti con- tardi, e probabilmente nel i254
tendenti col mezzo di difensori in- Alessandro IV fece patriarca Jaco-
nanzi a lui portassero le loro ra- po Pantaleone da Troyes di Sciam-
gioni, e tutto il sacro collegio pagna, non che legato nella Terra
ed il Papa, tranne due cardina- Santa dell' esercito crociato. Por-
li,dierono ragione all'ordine ge- tandosi Jacopo nel 1261 in Roma
rosolimitano, onde il patriarca con per affari della sua chiesa, nel con-
gli arcivescovi e vescovi torna- clave di Viterbo, benché non fosse
rono in Soria senza aver fatto cardinale, fu eletto Papa, e prese
nulla. il nome di Ujbano IV. Allora di-
Nel ri 56 successe nel patriar- venne patriarca Guglielmo, cui su-
cato Amarico, e nel 1180 lo di- bito successe Tommaso, nel 1270
venne Eraclio nel cui tempo la Giovanni, e nel 1278 Nicola d'Ha-
espugnata da' saraceni nel
città fu nape francese, dell'ordine di s. Do-
1187, dopo ottant'olto anni ch'era menico, che altri dicono eletto da
slata conquistata dai crociati. Al- Nicolò III, ed altri danno nel 1279
l' erezione del patriarcato latino di a successore un Ridolfo. Sembra
Gerusalemme gì' imperatori di Co- che nel 1291 alla presa che fece-
stantinopoli vollero essi pure ave- ro i mussulmani di Acri, l'ultima
re un patriarca greco in Gerusa- città che possedevano in Palestina
lemme, ma non fu esso nominato i fosse ancora patriarca
cristiani,

che nel 11 4^5 restando sempre a Nicola, il quale fuggendo da Acri,


Costantinopoli per tutto il tempo e procurando sottrarsi dal furore
che Ialini furono padroni di Ge-
i degl' infedeli in una piccola barca,
rusalemme. Quando però nel det- ed essendo essa troppo piena di
to anno 1187 la città con tutta gente, si sommerse, e cos'i periro-
la Terra Santa cadde in potere no tutti miseramente. Con Nicola
di Saladino soldano d'Egitto e di di Hanape terminarono i patriar-
Siria, allora il patriarca greco por- chi latini di giurisdizione nel pa-
tossi a Gerusalemme, dando cosi triarcato di Gerusalemme, onde i

principio a quello scisma de' greci romani Pontefici continuarono a


in quella città, che tuttora dura, nominare dei patriarchi titolari iti
esercitando i patriarchi greci la parlibns di Gerusalemme, ma sen-
loro giurisdizione su quelli del lo- za verun esercizio d'autorità nel
ro rito. Benché non residenti in patriarcato siccome occupato dai
Gerusalemme, ma in Acri od al- turchi.Laonde qui appresso ripor-
tro luogo della Palestina, roma- i teremo nomi de' patriarchi di Ge-
i

ni Pontefici continuarono a nomi- rusalemme in partibuSj che ci fu


nare pntriarclii Ialini di Geru-
i dato trovare mentre i vescovati
;

salemme. Ad Eraclio nel 1187 in partibus di questo patriarcato ,


medesimo fu dato in successore di cui la santa Sede conferisce al
Michele, ed a questi nel iigg il presente i titoli, sono Amat, Asca-
,,

84 GER GER
Iona, Aiiteclona, Dioclezianopoli,Ge- Gaeta arcivescovo di Bari Bene- ;

lapoli, Ebron, Ippo, Gerico e Ra- detto Xlll nel 1729 fece patriar-
mata. ca di Gerusalemme Pompeo Aldo-
Nel 1294 s. Celestino V fece vrandi bolognese, decano della sa-
patriarca titolare di Gerusalemme cra rota e reggente della peniten-
Basilio, e nel I2g5 Bonifacio Vili zieria, poi cardinale ; Clemente XII
fece Bech indi Clemente V no-
; nel 1734 Tonunaso Cervini di
minò nel t3o5 patriarca Pietro di Monte Pulciano Benedetto XIV ;

Biano, nel i3io Pietro di Crasa nel 57 fr.


1 Tommaso de Mon-
1

indi nel i3i4 Pietro della Piana cada domenicano, arcivescovo di


frate minore. Giovanni XXII nel Messina; Clemente Xlll nel 1762
i3i8 Pietro di Palude, e nel i32r) Giorgio Lascaris teatino di Vero-
Guglielmo arcivescovo d' Aix. Cle- na, traslato dall' arcivescovato di
mente VI nel 1342 fece patriarca Teodosia in partibusj Pio VII nel
di Gerusalemme Elia li de' Nabi- 1800 Michele di Pietro di Alba-
nalli frate minore e cardinale di no, traslato dall'arcivescovato d' I-
santa Chiesa, quindi nel i343 Gu- saura in partibusj Pio VII nel
glielmo arcivescovo d'Arles. Urba- 18 6 1 Francesco Maria Fenzi di
no V nel i362 Guglielmo de Me- Zara ; e Pio Vili nel concistoro
dun arcivescovo di Sens, nel i365 de' i83o dichiarò pa-
i5 marzo
Filippo Cubas, e nel i368 altro triarca diGerusalemme il vivente
Filippo. Gregorio XI nel 1371 monsignor Daulo Augusto Foscolo
Guglielmo Chà, e nel 1378 Ber- di Venezia, traslatandolo dall'arci-
nardo di Canaach. Paolo II nel vescovato di Corfìi.
1467 Luigi d'Arcourt. Alessandro In quanto ai patriarchi greci di
VI fece patriarca il cardinal Gian- Gerusalemme, e residenti in questa
nantonio Sangiorgio milanese, e le- città , scrive il più volte citato Terzi,
gato di Roma nella di lui assen- ch'essi hanno parte nella custodia del
za nel i5oo circa, e lo fu pure santo sepolcro, ma che la loro giu-
di Giulio li. Paolo III nel i534 risdizione a' suoi tempi riducevasi
creò cardinale il suo nipote Ales- in sei vescovati sufFraganei , ed a
sandro Farnese romano, che giun- molti monaci basiliaui da' quali
se ad essere decano del sacro col- viene eletto nelle vacanze, sebbene
legio, vescovo d'Ostia e Velletri riporta la conferma dal governo
e patriarca di Gerusalemme. Gre- ottomano, dopo della quale aflìg-
gorio Xlll nel 1576 fece patriar- ge nel nominato tempio un editto
ca Giannantonio Facchinetti di Bo- con questa intitolazione; N. N. Dei
logna, che creò cardinale nel i583, grada Beatissimus et Sancùssinius
indi nel i5c)i fu esaltato al pon- Pater, et Patriarcha, Pastor Pa-
tificato, e prese il nome di Inno- sloruni sunimus Pontifex univer'
cenzo IX. Clemente X nel 1670 salis in sancla civitate Jerusalent^
fece patriarca Camillo de' Massimi et tota Palestina, Syria, Arabia,
romano, e medesimo anno lo
nel Trans- Jordanem , Ghana Chalileae,
creò cardinale; ed allora nominò pa- et sanctae Sion. Questo patriarca
triarca di Gerusalemme Pietro Bar- come greco scismatico non è ob-
zellino. Clemente XI nel 1708 no- bedito dai cristiani o cattolici ar-
minò a questo patriarcato Muzio meni, siri, abissiaii, egizi i, e geor-
GER GER 85
giani, ed altri catlolici dimoranti occupava quella sede nel i493, fece
in Palesliha ; laonde ogni sabbato, acquisto della chiesa che gli egizia-
vestito pontificalmente avanti la ni giacobiti avevano a Gerusalem-
porta del tempio, fulmina scomu- me, e vi stabili la sua sede pa-
nica contro i contumaci , e con triarcale, di cui furono vescovi i
molte imprecazioni pianta a colpi seguenti. Severo ordinato da Ata-
di martello nel pavimento un cbio- nasio I nel 597. Ignazio I all'epo»

do di ferro. Inoltre Gerusalemme ca che i crociali occuparono lu


è la vigesima terza provincia ec- Terra Santa nel i i4o. Il patriarca
clesiastica de' caldei, dappoiché ac- Atanasio Vili ordinò un tale chia-
correndo a Gerusalemme da tutte mato Romano, cui diede il nome
le parli dell'oriente in gran nu- d' Ignazio ; egli sedette quaranta-
mero cristiani per visitarvi
i luo- i cinque anni. Atanasio I ordinalo

ghi santi, il cattolico de' caldei ot- da Michele I suo fratello, rilirossi
tenne che vi fosse una chiesa del- ad Antiochia perchè non si volle
la sua nazione e della sua setta riceverlo nel monistero della Mad-
per comodo de' suoi diocesani colà dalena, e mori nel mqS. Ignazio
attirati dalla divozione, e vi mise li succedette ad Atanasio I, no-
un vescovo nesloriano sotto la me- minato dal detto Michele l. N. or-
tropoli di Damasco, che divenne dinato nel 12 35. Atanasio II as-
in seguito metropolitano. Alcutii sistette all'ordinazione d'Ignazio III
di essi sono: Elia I nell' 8()3 sotto nel I 264. Isa ordinato da Ignazio
il Giovanni III; Anange-
cattolico IX nel i44-^- Dioscoro volle far
so ordinato da Sebargeso 111, cat- onorare come santo un monaco
tolico nel 6o5 ; Elia II metropo- condannato dal concilio di Calce-
litano di Gerusalemme, e poscia donia, e morto nell'eresia eutichia-
di INisibi; J. sotto il cattolico Sebar- na. Gregorio I del i5t6. Giovan-

geso V; Abramo del 1282; e Ti- ni del i583. Adalgalito del i6(>4.
moteo che sottoscrisse la lettera Gregorio II era cattolico, e recossi
del cattolico Elia e dei metropo- a Roma ove morì verso la fine
litani di Caldea al Papa Paolo V del secolo XVII. Oriens Chrisl. t.
nel 1616. Oriens Clirislianus tom. II, p. i444- -D* ^'^'' vescovi ed
Il, pag. i3oo. arcivescovi di diversi riti che si

Anche i giacobiti stabilirono un stabilirono Gerusalemme, ne


in
vescovo della loro setta poco dopo il tratta Commanville nell' Histoire
loro scisma nella città di Gerusalem- de tous les archév. come del ve-
me, ma non si conoscono successori scovo georgiano stabilito nel mo-
sino al secolo XII, in cui i crociati si nistero della croce, dell'arcivescovo
impadronirono della Palestina. Essi de' siri - giacobiti, del vescovo ar-
non diedero dapprima che la sem- meno divenuto arcivescovo nel XII
plice qualità di vescovo di Geru- secolo, residente nel monistero di
salemme a colui che ordinarono. s. Giacomo, e del vescovo copto
IN'e fecero in seguilo un arcivesco- stabilito in Gerusalemme sino dal-
vo che volle poscia esser chiamalo l' XI secolo. Nel detto monistero
patriarca. Egli teneva la sua resi- sempre vi sono slati vescovi ed ar-
denza nel monistero della Maddale- civescovi secondo i tempi ab im-
na, ma Dai sita dello Iguaàu 11, che memorabile, e nel 1 3 1 1 fu Sergio
86 GER GER
1 insignito del titolo di patriarca, E perciò devesi in noi destare
ad esempio delle altre nazioni : poi uiì distinto conoscimento del de-
gli successero circa quaranta pa- bito a cui ci sottopone il carico
triarchi fino a questi giorni. dell'apostolato di compensare con
la virtù del successore la di lui

Concini di Gerusalemme. fellonia. Tal virtù non tanto deve


essere infusa dalla pietà, e dall'a-
li primo Gerusalem-
concilio di more verso il Maestro, dal zelo di
me, lo è pure il primo di tutti i propagare il seme dell' evangelo,
concilii, e perciò il modello di tut- tna sostenuta dalla dottrina, espe-
li quelli che si celebrarono poscia, rimento, e perizia de' precelti, e-
Questo concilio fu adunato da s. sempi e miracoli del Messia, dei
Pietro in Gerusalemme dopo l'A- quali noi siamo veri testimoni ".
scensione al ciclo di Gesù Cristo, Così perorato avendo il presidente
ed è il primo alto di giurisdizio- de'comizii apostolici, persuasi i con-

rie pontificia eh' egli esercitò. Eb- gregali del fervore del suo par-
be luogo l'anno 33 dell' era cri- lare, riconobbero la necessità del-
stiana, con l' intervento di Maria la nuova elezione accettando la
Vergine , di undici apostoli, e di proposta de' candidali. Trascelsero
cento venti fedeli o discepoli nel tra questi i volanti e consultanti
cenacolo del monte Sion, per da- due a pieni sulfragi, cioè Giuscp-
re un successore al perfido Giuda pe o GiosefFo Barsaba figliuolo di
Iscariote. Sorse in piedi s. Pietro, Cleofa, fratello di s. Giacomo Mi-
come destinato da Gesù Cristo suo nore e di s. Giuda apostoli, e pa-
vicariOj e capo supremo della Chie- rente di Gesù, che per rarità dei
sa, e così in sostanza parlò a quel- suoi meriti era cognominato il Giti-
la venerabile assemblea, la più san- stoj V altro fu Mattia ben degno
la che si adunasse al mondo do- soggetto illustre di merito e di

pò la morte del Redentore. « L'a- fede, e nella virtù pari al collega,


dempimento delle scritture prò- creduto da alcuni santi padri il

fetiche, o fratelli, nelle quali Iddio Zaccheo, chiamato dal Redentore


si è comunicato ai nostri padri dall'albero sicomoro. Tutti si rivol-
per mezzo delle rivelazioni, come sero ad implorar la luce
allora
a noi con la presenza del divin dal padre de' lumi con fervorosa
Maestro, è quello che ci rende av- orazione, in sostanza così espressa:
venturati di averlo conosciuto, ed " Voi, Signore, all'occhio di cui niu-
essere le basi fondamentali della na cosa di qua giù si nasconde,
sua novella Chiesa. Tale beueficen- ed insieme bilanciate i meriti di
za ci astringe all'obbligo di veder- questi due, degnatevi palesarci qual
le adempite, sostituendo all'empio sia il migliore a proposito del
Giuda altro soggetto pieno dello vostro gregge". Terminatala pre-
spirito di Dio. Questi avvenimenti ghiera, si pose alle sorti l'articolo
sono noti non pure a noi seguaci della prelazione, e per divino vo-
del nostro SignoreGesù Cristo, lere uscì eletto Mattia. 11 concilio
ma a tutto il Gerusalem-
popolo di passò indi a liformare nella nuo-
me per il campo Aceldamo, com- va legge una sacra disposizione dei-
prato col prezzo del tradimento, la vecchia, che prescriveva l'ordme
GER GER 87
e dignità levllica e sacerdotale coro che Giovanni nell' i-
serv"! s.

iiriina nelle persone di Levi e di sola di Patmos per iscrivere l'A-


Anron, e poi in discendenza da pocalisse, poi martire in Antiochia;
padre in figlio, quando il divino INicanore ch'esercitandosi nella pre-
legislatore decretò, che i nuovi dicazione ricevè in Cipro la palma
ministri del santuario, non più e- del martirio; Timone promulgato-
redilari, ma eletti si promovessero re della fede in Reroea e Corinto,
ai ministeri sacri, airinchè le doti salvato dalle fiamme, sparse il
personali, non del retaggio, destas- Sangue pel vangelo; Parmena, mar-
sero i voti degli elettori. Act. e. i; tire in Kicolò riuscì mal-
Filippi;
Regia, e Lahbé, Concilior. toro. I. vagio, fuautore della condannata
secondo concilio di Gerusalem-
Il sentenza che diceva lecite le cora-
me celebrò l'anno 34 nel ce-
si piacenze del senso, donde ebbero
naculo, dopo aver ivi ricevuto lo origine gli eretici niculaili. Ad. 6;
Spirito Santo in forma di lingue I^egia, e Labbé toni. 1.

infucate, col prodigioso tluno della 11 terzo fu tenuto 1' anno 49


cognizione di tutte le lingue. Ciò o 5o ovvero 5i, sulla circoncisio-
destò in Gerusalemme somma me- ne, e cerimonie roosaiche. Divenu-
raviglia quale si accrebbe
, la ta la Palestina, già famosa per la
quando s. Pietro giimlo alla por- possanza de'suoi re^ tributaria del-
1' impero romano, ed
ta Speciosa del tempio hberò il obbligata a
zoppo per cui in due giorni si con- ricevere dai Cesari il presidente
vertirono alla fede ottomila perso- nella reggia, e l'investitura nei re,
ne, per maggior parte greci di
la toparcln o tetrarchi delle sue pro-
origine, e perciò poco gradite agli vincie, in questo grado trovandosi
ebrei nazionali della Palestina che inquisito, e chiamato in Roma il

li chiamavano proseliti. In fatti le tetrarca Erode Agrippa figlio di


donne greche si lagnarono che le Aristobulo, il quale lo era di Ero-
vedove giudee fossero trattate con de il Grande o 1' Ascalonita, per
più larghe limosine, e proruppero aver detratto alla maestà dell'im-
con aperto malcontento. Anziosi gli peratore Tiberio; ma morto que-
apostoli di dare conveniente ripa- sti, Caio Caligola che lo successe
ro a questo male, e convocati a non riuscì meno detestabile del de-
consiglio i principali capi , e la funto contro i cristiani, e cavato
parte migliore dell ovile cristiano, fuori di prigione Erode lo restituì
proposero di eleggere sette sog- alla tetrarchia di Galilea con uuo-
gefti per aiutare gli apostoli me- vo titolo di re. 11 suo ritorno nel-
desimi nella distribuzione delle li- la Palestina riuscì assai fatale ,

inosine, e nel ministero della pie- mentre gonfio della propria vani-
dicazione; quindi si procedette al- tà per le adulazioni di essere egli
l'elezione dei sette primi diaconi, quale ultimo della dominante stir-
che furono Stefano pieno di fède pe di Giuda l' a^ipeltato IMosia, e
e di Spirito Santo, poi protomar- per 1' amore alla legge raosaica,
tire; Filippo, padre di quattro sa- die mano agli odii degli ebrei coll-
ere vergini, che piantò la fede per tro la Chiesa, ordinando la morte
il primo in Samaria , e convertì di s. Giacomo il Maggiore, e la
l'eunuco della regina Caudacc; Pro- prigionia di s. Pietro che liberalo
88 GER GER
dall'angelo, dopo aver elello a suo vendo con altissima provvidenza
successore s.Evodio nella chiesa a tutto supplito sangue sparso
il

d'Antiochia, passò in Roma a pre- dal Redentore ,


per cui si doveva
dicarvi la fede ed a stabilirvi la eguagliare la sorte del genere u-
sua sede. Mentre Erode persegui- mano, senza eccezione di persone.
tava la Chiesa, Dio convertì Snulo Fu dunque determinato che non si
che divenne apostolo e dottore del- dovessero inquietare i gentili con-
le genti col nome di Paolo ; come vertiti alla fede, e eh' essi non e-

si convertì s. Barnaba nominato lano tenuti ad osservare la legge


(ìrioseffo discendente di Levi , ma di Mosè, e furono loro soltanto in-
nato in Cipro. Moltiplicati per tan- giunte tre cose.La prima di non
to i gran numero, alcu-
fedeli in mangiar carni immolate agli idoli
ni della Giudea erano tenaci nei per non iscandalizzare gli ebrei, i
precetti e nelle cerimonie mosai- quali s'immaginavano che il far
che istituite da Dio, che dubita- uso di quelle vivande, per se stesse
vano se si dovessero abolire, o se indifferenti, era un indizio di ri-

erano compatibili con le cristiane. torno all' idolatria. La seconda di


Di tali dubbi se ne fa principale non cibarsi del sangue degli ani-
autore Cerinto o Cherinto che , mali , né delle carni d' animali
neir Asia con farisaico zelo avea sodbcati, per le quali gli ebrei a-
disseminato per indubitabile la vevano una fìerissima avversione.
sentenza di non potersi provvede- La terza di astenersi dalla forni-
re alla salvezza delle anime se non cazione, la quale non era ritenuta
si ammettevano i gentili alla Chie- per peccato dalla maggior parte
sa per mezzo della circoncisione, de'gentili. La decisione fu fondata
per la quale erano passati gli ebrei. sulle sacre Scritture, e conceputa
Per punto gli a-
definire questo di comun consenso, insegnandosi
postoli Paolo e Barnaba da Antio- così ai gentili ad onorare l'antica
chia si portarono a Gerusalemme, ?egge, ed acciocché queste osser-
ed altrettanto fece da Roma s. vanze, comuni alla sinagoga ed
Pietro, quando l'imperatore Clau- alla Chiesa, servissero come di vin-
dio esiliò ebrei da quella città.
gli colo per unire insieme i due po-
San con s. Giovanni
Pietro s. , poli , r ebreo ed il gentile. La
Paolo , s. Barnaba, e s. Giacomo decisione fu redatta in iscritto, non
Minore vescovo di Gerusalemme come un giudizio umano, ma come
convocarono un concilio, e s. Pietro un oracolo del cielo, e vi si pro-
con autorità di capo della Chiesa nunziarono così con confidenza que-
fu il primo a parlare e decidere ste parole: Parve allo Spirilo San-
con spiegazioni mirabili la con- to, ed a noi. Viswn est eiiiin Spi-
troversia , poi seguirono gli altri, filai Sanato et nobis. Questa de-
Giovanni, Paolo, Barnaba, e Gia- cisione in forma di lettera fu spe-
como Minore, non che diversi
il dita ai fedeli della chiesa d'Antio-
discepoli. San Pietro fu d' avviso chia, perchè la ricevessero ed ese-
di non imporre ai gentili un gio- guissero con sommessione, a mezzo
go che gli stessi ebrei non aveva- di Giuda Barsaba, e Sila o Sil-

no potuto poitare, per cui furono vano. La detta formola fu poi a-


soggetti a tante prevaricazioni , a- doltala dai coccilii generali come
,

GER GER 89
il modo della decisione per un una professione di fede conforme
punto controverso, e scrv'i di mo- in apparenza alla fede cattolica,
dello alla Chiesa ne'medesimi con- ma insiliippata di termini equi-
ciiii. AcL i5; Regia, e Labbé tom. voci ; e vi furono
anche ammessi
I ; e Dizion. dtcomilii. i suoi settari. Non si può dubi-
quarto fu adunalo l'anno 5^,
Il tare, che in quest* assemblea noa
in cui vi fu permessa agli ebrei vi sia stato un gran numero di
convcrtiti la circoncisione e le al- vescovi cattolici, ma che probabil-
tre cerimonie legali, fino a tanto mente non poterono pievalere al
che il tempio e sacerdoti du-
i partito dominante degli eusebiani,
rassero a Gerusalemme, e purch'es- uomini potenti alla corte, e soste-
si credessero, che le cerimonie sud- nuti dagli uffìziali del principe.
dette non erano necessarie alla Contuttociò, e malgrado 1'
oppres-
salute, e die bastava per salvarsi sione della libertà, IMarcelIo anci-
il seguire i precelti del vangelo ;
rano si oppose all'iniquità, nò vol-

ciò quanto chiamossi, seppellire


è le a verun patto averci mai par-
la sinagoga con onore. Act. e. te. Le conseguenze di questo con-
21 ; Regia, e Labbé tom. I. Il cilio furono l'esilio di s. Atanasio
Terzi dice che dopo il concilio che fu rilegato nelle Gallie. Co-
per r osservanza delle leggi mo- stantino per una debolezza, che
laiche, ne celebrassero un altro gli non si sa comprendere, avea pre-
apostoli ch'eransi portati a Geru- stato fede alle calunnie de' nemici
salemme, per conferire in uno de- di Atanasio, che lo accusarono di
gli articoli principali della fede, aver minacciato d'impedire il tras-
colla composizione del simbolo, e porto delle biade da Egitto in
con stabilire ottanta canoni apo- Costantinopoli. Regia tom. II; Lab-
stolici pel regolamento della ge- bé tom. II; Arduino tom. I, e
rarchia e disciplina ecclesiastica; Dizion. de concila.
altri dissero che furono cinquanta, Il sesto del 348 o 349 o^^ei'O
indi condannati da s. Gelasio I 35o, si celebrò pel ritorno di s.
nel concilio romano come apocrifi. Atanasio ad Alessandria, col per-
Veramente non fu rigorosa con- messo dell'imperatore Costanzo, do-
danna; non furono approvati. po la morte di (rregorio l'intru-
11 ((uinto ebbe luogo nel 335 o so; imperciocché 1' illustre perse-
345, non riconosciuto, e tenuto guitato, essendo entrato nella Pa-
per conciliabolo. Lo convocarono lestina, impegnò da .sedici prela-
gli eusebiani ,
per la dedicazione ti , alla testa de' quali eravi san
della chiesa della Risurrezione, che Massimo vescovo di Gerusalemme,
Costantino aveva fallo edificare. a tenere questo concilio. Tutti i

Questo concilio fu numerosissimo, vescovi tolto Patrofilo, Scitoplo ,

imperciocché l'imperatore \i fece ed A cacio di Cesarea, Io accolsei"o


intervenire da tutte le parti un con quella stima che meritava
grandissimo numero di vescovi. abbracciarono la sua comunione,
Gli eusebiani approfittarono del- e si scusarono eziandio di avere
l' occasione per fare ricevere alla per r addietro sottosciitlo contro
comunione della Chiesa Alio , il di lui, dicendo di averlo fatto per
quale uvea Cbibilo a Coslaulino forza. Lasciarono anche una testi-
,

90 GER GER
monianza in iscrilto di avere rice- tomo I , e Dizionario de' conci-*
vuto Atanasio alla comunione, e Hi.

stesero a suo favore una lettera L' undecimo si adunò nel ^^3
sinodale ai vescovi dell' Egitto e per la conservazione della fede,
della Libia, nella quale confessaro- e fu composto dei vescovi delle
no che per I' assenza del santo tre Palestine, dopo il lislabilimen-
quella chiesa era stala senza pa- to di Giovenale, e la espulsione
store. Pvegia Arduino tomo
t. Ili; di Teodosio. Dizion. de' concilii.
1; Dizion. (1/ coiiciid. Il p. Mansi Il duodecimo ebbe luogo nel-
nel volume 1 del suo Siipplinicnlo l'anno 5 18, e vi si trovarono Iren-
alla raccolta de concila, col. 271, talre vescovi delle tre Palestine ,

fa menzione d'un concilio tenutosi che ammisero tultociò che si era


in Gerusalemme contro gli orige- fatto nei concilii di Calcedonia e
iiisti nel oc)Cf. Teofìlo d'Alessandiia di Costantinopoli, e condannarono
avendo diretta ai vescovi cattolici i severiani , e gli eutichiani. Il

radunati in Gerusalemme per la Mansi citato, a p. 4oi e ^01 par-


dedicazione della basilica del san- lando di questo concilio, dice che
to Sepolcro, una lettera sinodale fu im'assemblea di monaci e che ;

ron la quale ad essi cono-


fece non si può rivocare in dubbio,
scere la sentenza che avea pronun- per la testimonianza di Cirillo di
ziato contro gli eretici suindicati iScitopoli , che in detto anno ia
i prelati radunali in concilio ana- Gerusalemme fu tenuto un conci-
tematizzarono i discepoli di Orige- lio di molti vescovi, cui interven-
ne, e quelli che si erano lasciati ne il santo abbate Saba, ed un'im-
corrompere dalla falsa dottiina ,
mensa moltitudine monaci e lai- di
protestando che non avrebbeio ci. Il Terzi anno Sig registra all'

mai ricevuto nella comunione quel- questo concilio tenuto da Giovan-


li che Teofilo avesse condannati ni vescovo di Gerusalemme, dicen-
come credenti il Figliuolo di Dio do che questi con molti vescovi
non eguale in alcuna cosa al Pa- e metropolitani di Palestina, si a-
dre, a meno che ron avessero da- dunarono nella chiesa del santo
te prove di pentimento. Sepolcro, e vi approvarono de- i

Il settimo e 1' ottavo furono creti dei memorali concilii, dando


celebrati nell'anno 35o ; l'uno in lode a Dio della riunione della
favore di s. Atanasio, e l'altro con- chiesa orientale alla occidentale.
tro di lui, come propugnatore del- Il decimolerzo si celebrò l'anno
la fede Kicena ; ma poi il Ponte- 536 a' ig settembre, tenuto da
fice s. Liberio in un sinodo ro- Pietro vescovo di Gerusalemme, e
mano riconobbe la virtù di Ata- da quaranta vescovi che vi appro-
nasio , e la peiTidia degli ariani. varono tultociò ch'era stato latto
Terzi, Siria sacra p. 2 1-2. nello stesso anno a Costantinopoli
II nono venne adunato nel 4'^, contro Antimo patriarca di quel-
ed il decimo nel ^ì6, ambedue la città, Severo ed altri acefali ed
contro Pelagio, clic fu scacciato eutichiani, nel concilio celebrato
dalla città, e jimesso ai vescovi dal nuovo patriarca Menna ivi

latini per essere giudicato. Regia consacrato dal Papa sant'Agapito.


tom. IV; Labbc lom. Il; Arduino B-Cgia toni. X!; Labbé tom. V;
GER GER 91
Arduino tomo li ; e Diz. dei perchè avendo Goffredo di
1099,
concila. Ruglione conquistato coi crociati
Il decimoqiiaito tennlo dal pa- Gerusalemme, e trovando che un
triarca Giovenale nel 552 o 553, tale Arnolfo occupava la sede pa-
in cui questo patriarca, per pur- triarcale , Goffredo coi prelati e
gare dall'eresia la provincia, pro- principi dell' esercito deliberarono
pose a lutti di osservare la fede privarlo della dignità, procurando
cattolica , a seconda dell' epistola tutti che Daimberto o Teoberto
scrittagli da s. Leone I ; quindi i arcivescovo di Pisa e legato apo-
•vescovi provinciali della Palestina stolico divenisse patriarca, siccome
vi approvarono il V concilio ge- avvenne con comune plauso. Re-
nerale, tenutosi in Costantinopoli gia tom. XXVI; Labbc tom. X;
nell'istesso anno contro gli errori ed Arduino tom. VI,
di alcuni monaci seguaci di Ori- Il decimonono fu adunalo nel
gene, e i tre capitoli; ed Alessandro I 107, a cagione della deposizione
d'Abila non avendovi convenuto, di Daimberto o Teoberto per gli
fu deposto dal vescovato. Regia intrighi di Arnoldo ed Ebiemaro,
lom. XII; Labbé toni. V; e Ardui- e per Baldovino I re di Gerusa-
no tom. III. lemme. Daimberto ricorse al Papa
decimoquinto ebbe luogo nel
Il Pasquale II, il quale istruito da
634, composto dei vescovi della Pa- molti vescovi provinciali di sua
lestina. In questo concilio s. So- innocenza, lo reintegrò del patriar-
fronio pafriaica di Gerusalemme cato, sebbene egli nel suo ritorno
scrisse la bella lettera sinodale per morì in Messina. In pari tempo
dare avviso ai patriarclii di sua Ebremaro nazione francese, tro-
di
elezione. Egli ci prova in essa le vandosi pel regio favore in posses-
due volontà e le due operazioni so del patriarcato, udita la reinte-
in Gesù Cristo. Diz. eie' conci Hi. grazione di Daimberto passò an-
Il decimosesto 1' anno 638 per ch' egli in Roma per giustificarsi
mandare a Roma le reliquie di s. col Pontefice , e ripoitarne come
Ignazio martire. Tillemont, Ulema- i suoi predecessori la conferma
ne ecclesiastiche tom. II, dalla santa Sede. Ma Pasquale II
Il decimosettimo fu tenuto nel \oleodo conoscere il vero stato del-
764 contro gì' iconoclasti ed in , le, cose, spedi in oriente pei- le-

favore del culto delle sacre imma- gato apostolico Gibelino d' Arles,
gini. Ex epist. Adriani I Papae. il quale giunto in Gerusalemme
11 Mansi 1029 cita un conci-
p. raccolse in concilio i vescovi pro-
lio di Gerusalemme celebrato nel- •vinciali, e vi fu deposto Ebrema-
r 879, la di cui lettera sinodale, ro, come esaltato a quella sede
tendente a rimettere Fo7Ìo sulla dalla sola podestà laica, vivente
sede di Costantinopoli , fu letta ancora Daimberto, e siccome non
nel conciliabolo tenutosi nello stes- gli fu opposto altro fu trasferito ,

so anno in quesl' ultima città, u- alla chiesa di Cesarea in grazia di


nitamente ad una lettera simile sua semplicità. Dipoi Gibelino vi
dei concili) d' Antiochia e d'Ales- fu eletto patriarca di Gerusalem-
sandria. me. Regia tom. XXVI; Labbé t.
Il decimollavo si celebrò nel X Arduino tom. VI; e Diz. dei
;
92 GER GÈ 11
concini. Mansi nel tom. II, col.
Il gran numero i fedeli per impulso
275 e 276, fa menzione di un di divozione. Così appunto il cai-
concilio tenuto in Gerusidemnic tolico o patriarca degli armeni d'al-
l'anno iii?., da Gibelino legato lora, che avea giiuisdizione su
della santa Sede, nel quale fu pò- quelli del suo rito nella (^appado-
sto termine alla controversia che eia, Media, I*ersia, e ch'era prin-
esisteva tra il vescovo di Nazareth cipe della maggiore e minore Ar-
e l'abbate del monte Tabor. Vi fu menia, personaggio fornito di dot-
dunque deciso, che il vescovo di trina e virtù, vi giunse in tera-
JN'azareth avrebbe la superiorità pò, che pel medesimo fine erasi
su queir abbazia, dimodoché a lui lecato a Gerusalemme il cardinal
spetterebbe il benedire l'abbate, or- Alberico legato apostolico e vesco-
dinare monaci e consacrare la
i ,
vo d' Ostia. Dalla pietà di questi
chiesa in una parola da lui essi
; il cattolico fu disingannato in
avrebbero ricevuto il santo crisma molti che seguivano i di
errori
e l'olio per gl'infermi, come pure lui soggetti, laonde adunatosi un
un vicario per le funzioni curiali, smodo provinciale di molli vesco-
e che dal canto loro i monaci per- vi nel terzo giorno di Pasqua
cepirebbero il terzo di tutte le dentro il tempio del monte di
specie di decime della Tiberiade. Sion, il cattolico vi sedette in luo-
II vigesimo ebbe luogo nel 1 1 i3 go onorevole, restò persuaso e con-
più tardi, radunato dal legato vinto degli errori che seguiva, per
apostolico vescovo di Palestrina, e cui tutti i padri lo abbracciarono,
dal patriarca Guarimondo, con l'in- e lo trattarono con distinzione. Al
tervento dei vescovi piovinciali. concilio v'intervenne pure Joscelli-
Enrico V imperatore vi fu scomu- no conte di Edessa, celebre cava-
nicato pei cattivi trattamenti fatti liere tra i croccsignati , ed in tal
a Pasquale II; e l'estorto privile- congiuntura il Icj^ato apostolico
gio delle investiture ecclesiastiche, fece la funzione di dedicare quel
da quel Papa già condannate, fu tempio rinnovato dopo le vittorie
dichiarato irrito, ingiusto, e di niun dei crociati. Arduino tom. VI;
valore. Terzi, Siria sacra p. 222. Siria sacra p. 224.
Il vigesimo primo si adunò nel 11 vigesimo terzo fu adunato
1 1 36 sugli articoli controversi tra l'anno 1672 dal patriarca Dosi-
i cattolici, egli armeni. Arduino teo contro Lucar, ed i
Cirillo
tom. VI. calvinisti i quali pubblicavano
,

11 vigesimosecondo si celebrò falsamente, che gli orientali pen-


nel 114^ o 1143, contro gli er- savano com'essi intorno alla fede,
rori degli armeni. La memoria Arduino tom. VI.
che ogni anno suole rinnovare la GERVASIO e PROTASIO (ss.).

Chiesa della passione del Redento- Dicono alcuni scii Iteri ch'essi era-
re, era sotto il regno de' latini no fratelli, figli di s. Vitale e di s.
cosi solennemente celebrata nel Valeria, i quali versarono il loro
tempio del santo Sepolcro di Gè- sangue per la fede, l'uno a Ravenna,
rusalerame, che da regioni ancora l'altra a Milano. Sembra che i ss.
remotissime d' Europa , oltre di Gervasio e Protasio abbiano sof-
quelle d'Asia, vi concorrevano in fato il martirio sotto Nerone o
,

GES GES 93
ni più sollo Domiziano. Saiit' Am- cupare la cattedra di pubblico pro-
biogio li chiama i primi martiri fessore di leggi in tale università
tliMilano, e dice che si appaiec- . di Bologna. Abbracciato quindi lo
chiarono al martirio cogli esercizi stato ecclesiastico servì in qualità
di pietà e colia vittoriosa resisten- di vicario generale il vescovo di
za alla corruzione del secolo. Men- Rieti Cesare Segni suo zio mater-
tre egli disponevasi nell'anno 386 no, e l'arcivescovo di Benevento, e
a consagrare nuova chiesa chia-
la poi il cardinal Paleolto arcivesco-
mata di poi basilica Ambrosiana vo di Bologna, da cui nel i 79?. gli
scoperse per rivelazione i corpi di fu conferita la prepositura di quel-
questi santi, che riposavano igno- la metropolitana. Trasferitosi a Ro-
rati davanti a' cancelli circondanti ma, ottenne da Clemente Vili nel
la tomba de' ss. fs'abore e Felice; i-ligg il posto di luogotenente ci-

e con religiosa pompa li fece tras- vile, indi subilo quello di vicege-
portare nella nuova chiesa. Que- renle. Fu in seguito eletto segre-
sta traslazione fu accompagnata da tario de' vescovi e regolari, e nel
molti miracoli, e fra gli altri la 1 606 Paolo V lo nominò vescovo
guarigione di un cieco. Si celebra di Rimini, chiesa che rinunziò nel
questa scoperta nel giorno 19 di 1619, e nunzio alla repubblica di
giugno. donde nel 16 18 Io pro-
\ cnezia,
GESLUNA. Sede vescovile della mosse a governatore di Roma, e
provincia di Nisibi nella diocesi di Gregorio XV lo fece prefetto del
Caldea, sotto la metropoli di Nisi- palazzo apostolico, ritenendo la ca-
bi. Essa era vicina a Balada ch'eb- rica di governatore anche col nuo-
be qualche volta comune con tale vo Pontefice Urbano Vili, che an-
sede il vescovo, per cui alcuni cre- zi vi aggiunse l' incarico di vice-
dono sia Gelone vicino a Zab. Ab- prefetto della segnatura. Destinol-
bianìo Machica vescovo, che fece lo in governo dello stalo
seguilo al

alcune osservazioni sopra uno dei di Libino, ancor vivente l' ultimo
manoscritti siriaci che furono col- duca Francesco Maria II della Ro-
locati nella biblioteca vaticana nel vere, e ne prese possesso in nome
pontifiaito d'Innocenzo XllI; e di Urbano Vili. Egli si seppe in
Simeone vescovo di Balada e di questa gelosa commissione condur-
Gesluna, che assistette all' ordina- re con tal saviezza e moderazione,
zione di Zaballiitra III. che giunse a guadagnarsi l'animo
GESSI Berli>ghiero, Cardina- di quel principe, che lo lasciò tu-
le. Berlinghiero Gessi o de Gypsis tore e curatore di donna Vittoria
patrizio bolognese, fu chiamato a sua nipote, granduchessa di Tosca-
Roma dallo zio Berlinghiero, ch'e- na. Alla fine Urbano Vili premiò
ra uditore cugino di
di r<jta, e i suoi meriti nel concistoro de' 19
Gregorio XIII, alìlnchè apprendes- gennaio 1626, creandolo cardinale
se sotto il di lui magistero la pra- dell'ordine de' preti, ed assegnan-
tica della legge, di cui nella patria dogli per titolo la chiesa di s. A-
università ne avea imparata la goslino. Indi lo dichiarò prefetto
teoria. iVel 1389 quantunque in di segnatura, annoverandolo a quasi
florida età potè con gran ripula- tutte le con^recazioni cardinalizie.
zione ed islraordinario applauso oc- Morì d'anni seltautasei , torniea-
94 GES GES
tato fieramente dalla podagra, nel Michele vestito di turchino, avente
i63c). Fu sepolto nella chiesa di innanzi a sé una lunga croce di
s. Maria della Vittoria, nella cap- legno, nel mezzo della quale sareb-
pella della ss. Trinila eretta con be stato il nome di Gesù e sul ,

sua testamentaria disposizione, ed capo dell'arcangelo le parole: Quis


ove fu posta la sua efligie dipinta sicut Deiix. Di quest' ordine non
dal celebre Guido Pieni sulla porta si hanno altre notizie.
della medesima, con nobile epitaf- GESÙ' CRISTO. A moltissimi
fio. Dedito alla pietà, nemico dei articoli che risguardano il nostro
donativi, fornito di altre doli, di- divin Redentore si tratta di lutto
cesi clie ambisse il pontificato. ciò che gli appartiene, laonde
GESÙ', Ordine equestre cV Ale- qui brevissimamente accenneremo le
magna. Narra che a
il p. Helyot cose principali della sua vita. Gesù
Paolo V fu presentata T istituzione Cristo, vero Dio e vero uomo, Mes-
d'un ordine equestre sotto il lito- sia e Salvatore del mondo, conce-
Io di cavalieri della milizia di Ge- pito miracolosamente per opera del-
sù in Alemacjna ,
per liberare il lo Spirito Santo nel seno della B.
crisliaiiesimo dall' oppressione degli Vergine Maria, sposa a s. Giusep-
infedeli. Doveva avere due gradi pe, nacque in Betlemme il 2? di-
cavallereschi, uno di gran cavalie- cembre dell'anno del mondo 4ooo.
ri, l'altro di cavalieri aggiunti. Il Otto giorni dopo la sua nascita,
numero de' primi non doveva ol- secondo il costume ebreo fu cir-
trepassare quello di seltanladue, i conciso, e chiamato Gesù che si-
quali dovevano eleggere tra loro gnifica Salvatore. Adorato prima
dodici individui per sceglierne uno dai pastori di quelle vicinanze, po-
per dichiararlo cavaliere gran prin- scia dai magi venuti appositamen-
cipe della milizia di Gesù, lui altro te dall'oriente, fu dal santo vec-
gran generale, un terzo luogote- chio Simeone acclamato nel tem-
nente generale, e gli altri nove di- pio di Gerusalemme siccome \\ Sal-
chiarati cavalieri e gran senatori. vatore aspettato in Israele, quan-
Il numero de' cavalieri aggiunti do vi fu presentato nel quarante-
non doveva eccedere quello di cin- simo giorno. Dopo la quale pre-
queccntoquattro, dappoiché ognu- sentazione, un angelo avvertì in so-
no de' gran cavalieri doveva con- gno Giuseppe ( s' ignora il tempo
durre seco sette aggiunti. Princi- e il luogo preciso di questa appa-
pale scopo dell'ordine era di fare rizione) dover egli salvarlo con
perpetua guerra ai maomettani ,
pronta fuga in Egitto dalle insidie
finché non si fosse ricuperato il di Erode. Dopo la morte di questo,
santo sepolcro. Erano prescritte al- e regnando nella Giudea il suo fi-
cune pratiche religiose, e doveva- glio Archelao, passato perciò il pe-
no vestire abiti di scarlatto, e con ricolo e la strage degl'innocenti,
essi erano sepolti. Motti dell'ordi- per nuova angelica avvertenza Giu-
ne erano: Grada Dei sani id quod seppe ricondusse nella Giudea, e
sum; e Gloria in excelsis Deo, et in Nazaret Maria e Gesù, il quale
in terra pax honnnibiis bonae %'0- colà sommesso ed a
alla Madre
lunlatis. La divisa di quest'ordine Giuseppe condusse una povera esi-
doveva consistere nell'effigie di s. stenza all'officina del detto di lui
GES GES 9^
patire putativo, solo partendo d'an- tempio, istigandolo di gettarvisi, al
ni dodici per Gerusalemme onde che replicò il figliuolo di Dio, non
celebrarvi la Pas(|ua, e si tratten- doversi tentare Confu- il Signore.
ne per volere del suo padre Id- so il demonio si ritirò, e gli an-
dio.Frattanto la Madre e Giusep- geli ristorarono con cibo Gesù.
pe ignorando ove fosse andato il Alcun tempo dopo passando Ge-
loro diletto Gesù per tre inferi giorni, sù in Galilea dal Belhabara al di
e fra le più dolorose angustie lo cer- là del Giordano, e vedutolo Gio-
carono, e filialmente lo ritrovarono vanni Battista che ivi era ammi-
nel tempio circondato dai dottori nistrando il battesimo, disse a'suoi
che con loro disputava, meravigliati discepoli : Ecco l' agnello di Dioy
essi della sua profonda dottrina. ecco quegli che toglie i peccati dal
Giunto Gesù all'anno trentesimo di mondo. Allora due de' discepoli se-
sua età, epoca in cui volle inco- guirono il loro divino maestro per
minciare la sua divina predica/io- tutto quel giorno, e in sul far del-
ne, si presentò pel battesimo al la seraAndrea, ch'era uno dei due,
proprio precursore e parente Gio- visto Simone suo fratello, il pre-
vanni Battista. Mentre egli rice- sentò a Gesù, che gli disse: tu
veva il battesimo nel fiume Gior- sei Simone figliuolo di Gionaj md
dano, si aprirono i cieli, lo Spiri- d^ora innanzi sarai chiamato Ce-
to Santo in forma di colomba si fa cioè Pietra. Nel di seguente
posò sopra di lui, ed allora s' in- viaggiando Gesù per Nazaret s'im-
tese la di Dio esclamare
voce : battè in Filippo che chiamò a se-
Questo mio figlio diletto in cui
L' il guirlo, e questo pure avendo tro-
riposi la mia compiacenza. Manife- vato Natanaele il condusse a Gesù,
stata cos\ alla terra la sua divini- che vedutolo gli disse ecco un ve-
:

tà, volle pure esperimentare a no- ro israelita in cui non alligna la


stra istruzione le tentazioni dell'u- frode; ed alla dimanda di Nata-
manità. Condotto dallo Spirito San- naele: donde il conoscesse ? replicò
to nel deserto, ivi fu tentato dal Gesù: prima che chiamasse Fi- ti

demonio, vi digiunò quaranta gior- lippo, io ti vidi sotto la ficaia; per


ni, ed altrettante notti, poi ebbe le quali parole soi'prcso quel nuo-

fame, ed il tentatore allora Io ac- vo discepolo, esclamò: \'edo bene


costò, e gli disse di cangiar in pa- che voi siete il Figlio di Dio, il re
ne le pietre che gli presentava ,
d'Israele. Così il Messia incomin-
ma n'ebbe in risposta, che l'uomo ciava ad unire discepoli, ed a pel-
non vive di solo pane, ma di tutto- legrinar per la Giudea. Da Betha-
ciò che proviene dalla bocca di bara giunto a Caua di Galilea, as-
Dio; il demonio lo condusse so- sistendo con la sua madie Maria
pra un alto monte, e gli assicurò a certe nozze, operò il piimo mi-
la dominazione di tutti i regni sot- racolo, cangiando a mensa l'acqua
toposti, se determinasse di ado-
si in vino: passò a Cafarnao, e di là
rarlo; Gesù nella sua infinita sa- a Gerusalemme per celebrarvi la
pienza riprendendolo gli ricordò, Pasqua, ch'era la prima dacché
doversi adorare il Signore Iddio ; avea incominciato la sua predica-
dopo la qual nuova umiliazione il zione. Fu in quella occasione che
demonio lo tradusse sulla cima del armato di flagello percosse e scac-
c)G GES GES
ciò dal tempio quelli che lo pro- Tiberiade chiamò per la seconda
fanavano vendendo gli oggetti pei volta a seguirlo Pietro ed Andrea
sagiifjci. Fermatosi alcun tempo ch'erano inlenti alla pesca, poscia
nella città, accolse a religiose con- Giacomo e Giovanni figli di Ze-
ferenze, e convertì il timido Ni- bedeo che stavano nel loro navi-
codemo, che vi era andato di not- cello. Guarì in sabbato e nella si-

te, e passò dappoi lungo


il Gior- nagoga un'ossessa, e nella casa di
dano, dove si mise a battezzare di Simone la di lui suocera trava-
acqua e di Spirito Santo, come a- gliata da ardente febbre. Sul far
veva predetto il Battista e tanto : della sera dello stesso giorno die-
crebbe ogni giorno più il numero de la salute a tuUi gl'infermi di
de' suoi che quelli del
discepoli ,
quella città, e nel dì seguente di
Precursore ne furono così gelosi, buon mattino si ritirò solo a pre-
da obbligare Giovanni a rimpro- gare in un deserto, donde si con-
verarli, dichiarando egli non essere giunse a' discepoli, e ritornò ad
che l'amico ed il nunzio dello Spo- annunziar nella Galilea il regno
so.La prigionia del Precursore per del Signore. Frattanto la sua fama
comando di Erode Antipa, deter- erasi sparsa per tutta la Siria, e
minò Gesù a ritirarsi in Galilea, da tutte le parti venivano a lui

e traversando la Samaria si fermò malati. Reduce a Cafarnao, cir-


a ristorare le forze presso il pozzo condato da innumerabile turba, si
di Giacobbe, poco lunge dalla città pose a predicare nel naviglio di
di Sicliar. Quivi una donna sa- Pietro, e comandò dappoi di al-

maritana , venuta dalla città per largarsi in mare e gittarvi le reti,

attinger acqua, da lui convertila e tanto fu la pesca abbandonante


alla sua nuova religione, chiamò i che le reti si smagliavano. Fra i mi-
suoi concittadini ad udirlo, onde racoli colà operati è degna di ri-

portatosi Gesù nella città, si fermò marco la guarigione d'un paralitico


con loto due interi giorni; e dopo che nel suo letticciuolo fu a forza
di averne convertiti molti proseguì di funi calato dal tetto della stanza

il suo viaggio, predicò in diverse dove Gesù stava a parlare a una


sinagoghe, massime in quella di Na- sì grande moltitudine, che diversa-

zaret sua patria, ove gl'ingrati con- mente non era possibile avvicinar-
cittadini sdegnati de' suoi giusti lo. Al lago di Genezaret dove pas-

rimproveri alla loro incredulità, il sò, chiamò Matteo, prima nomina-

trascinarono sul monte per preci- to Levi, di professione pubblicano.


pitarlo: Gesù passando nel bel mez- Nel tempo Pasqua
della seconda
zo di loro se n'andò, ritornò a Ca- dalla sua predicazione, mentre tro-
farnao ove soleva abitare, e con- vavasi a celebrarla a Gerusalemme,
tinuò a predicare ne' dintorni e ad avendo guarito un paralitico da
operare stupendi miracoli. trent'otto anni infermo presso la

Portatosi a Cana per la seconda Frobatica piscina, con ordinargli di


volta, un ufficiale di Erode si re- portarsi a casa il proprio letto in
cò a pregarlo di guarirgli il figlio giorno di sabbato, i suoi nemici
infermo a Cafarnao, e n'ebbe in ne presero occasione di tramar la
risposta essere il figlio già sano. sua perdita siccome di nemico e
Alcuni giorni dopo sul mare di distruttore della legge. Passando
,

GES GES 97
quindi co'suoi per un discepoli una sola di lui parola bastava per
campo di maturo frumento, ancora risanar 1' infermo, e di non esser
in giorno di sabbatOj gli affamati degno di riceverlo in casa. Ammi-
seguaci presero a frullare fia le rando Gesù tanta fede operò il
palme delle mani alcune spighe prodigio, poscia a Naim risuscitò
per estrarne i grani, e da questo il figlio di una vedova che già
pure tolsero occasione i farisei di portavasi al sepolcro. Entrato in
accusarlo qual violatore del gior- quella città accettò l'invito di Si-
no a Dio sacro oppose ; ma Gesù mone che il volle commen-
fariseo
loro l'esempio di Davidde, che nel sale, e sedendo a mensa, una don-
bisogno estremo aveva mangiato na, Maria Maddalena detta la pec-
i pani della proposizione ; non catrice, venne a portarsi a' suoi
che quello de' sacerdoti che trava- piedi, bagnandoli delle sue lagrime
gliavano nel tempio in giorno di sab- ed asciugandoli de'suoi capelli, ed
baio. Nel successivo sabbato guarì egli commosso del suo pentimento
ancora un uomo nella sinagoga gli rimise i peccati. Percorse indi
di Cafarnao che avea una mano tutta la e tornò a Cafar-
Galilea,
disseccata, dimostrando a'farisei o- nao, dove fu così circondato dalla
stinati non esser questo contrario folla del popolo, che i di lui pa-

alla legge; ma costoro più che renti temendo quasi de'suoi gior-
mai inveleniti , congiurarono di ni vennero come per ritirarlo
perderlo, unitamente agli erodiùni. mentre egli liberò un ossesso cieco
Fu allora che Gesù si portò lun- e muto, attribuendo gelosi farisei i

go il mare di Tiberiade, e di là il miracolo a Beelzebub principe


attraversando le acque, salì sul vi- de' demoni. All'ora di vespero si
cino monte per involarsi alla tur- portò sulla spiaggia del mare di
ba che il seguiva avida della sua Tiberiade, e salila una nave propo-
dottrina, e vi passò pregando la se al popolo diverse parabole, quel-
notte. Le dimane discese, chiamò la del seminatore, della lampada
e scelse alcuni de'suoi discepoli, e che dovea collocarsi sul candela-
loro impose il nome di Apostoli bro, della zizzania che nemicoil

cioè inviali; poscia circondato da semina di notte nel campo, del gra-
questi eletti, e dal popolo che a- no di senape, e del lievito; e ri-
veva perseverato nell' aspettarlo ,
tornato a casa le spiegò a'discepo-
si assise sopra una elevazione di li, proponendone loro anche di
terreno a pie del monte, e tenne nuove quelle del tesoro nascosto,
:

quel famoso discorso detto della della perla per 1' acquisto della
montagna, che tutta comprende quale si vende ogni cosa, e della
la sua dottrina ed il compendio rete che gettata in mare raccoglie
del suo evangelo; insegnò l'orazio- insieme e i buoni e i cattivi pe-
ne del Pater nosler indi guarì , sci. Sul far della sera si mise in
un lebroso col solo toccarlo. mare, e sollevatasi una gran tem-
A Cafarnao, ov'era tornato, un pesta mentre dormiva, sveglialo
centurione lo fece pregare perchè dai discepoli, comandò ai venti e
si portasse da lui a guarirgli un ritornò la calma all'agitato mare.
servo gravemente malato poscia ; Nelle sue prediche dichiarava la
gli andò incontro, dicendogli che vera beatitudine solo trovarsi nella
VOL. XXX. 7
98 GES GES
povertà, nel dolore, nelle lagrime pra un monte co'suoi apostoli nel
della penitenza, nell' amor della deserto di Bethsaida. Il popolo se-
giustizia, neir esercizio delle opere guendolo nel numero di circa cin-
della misericordia, nella purità del quemila persone, senza contar le
cuore, nell'amor della pace, nella donne e fanciulli, preso di essi a
i

solTerenza nelle persecuzioni, nel compassione, con cinque pani e due


disprezzo de' beni, degli onori e pesci che gli presentarono gli apo-
della stima del mondo. Condanna- stoli, dopo averli moltiplicati sa-
A'a l'ipocrisia , la vanità, l'avarizia, ziò tutta quellaeoa moltitudine,
la sollecitudine de'beni della terra, tale abbondanza che ne avanzaro-
i giudizi temerari , e raccomanda- no dodici panieri di frammenti.
va per ultimo 1' orazione, la cari- Fu in quella occasione che il po-
tà, l'amor de'nemici, e concludeva polo entusiasta per sì grande be-
con gran regola di non fare a-
la nefizio determinò di crearlo re e ;

gli quello che non vorrem-


alti! Gesù costrinse gli apostoli a ripas-
mo fatto a noi stessi. Sbarcato nel sare soli il mare, e restò nascosto
cantone di Gerasa, liberò due in- sul monte. Contrariali dal vento
demoniati, mandando demoni che i nella notte i naviganti, anziché a
li possedevano in una mandra di Bethsaida, secondo lintelligenza col
porci che corse a precipitarsi nel maestro, si diressero verso Tibe-
mare. Spaventati a questo mira- riade; ma suU' albeggiare, lontani
colo i geraseni, lo pregarono di ancora da circa 3o stadi dalla ri-

ritirarsi, ed egli ripassò il mare, e va, videro un uomo camminare


andò in casa di Giairo principe sulle acque alla lor volta, e credu-
della sinagoga di Cafarnao per sa- tolo un fantasma furono assaliti da
nare una sua figlia di dodici anni, terrore; ma Gesù si fece conosce-
che risuscitò avendola trovata mor- re, e li rassicurò, poi entrato nella
ta mentre camminava a quella
; e nave, fu in un istante alla spiag-
volta, una donna malata per mol- gia. La moltitudine tornò a sti-

te perdite di sangue, si trovò gua- parsi intorno a lui reduce a Ca-


lita toccando di nascosto il lembo farnao, e della recente moltiplica-
(Iellasua veste. Così andando a zione profittando, disse essere egli
Nazaret guari due ciechi, ed un os- stesso il pane del cielo infinita-
sesso muto. Gli abitanti di quella mente più prezioso di quello che
città non vollero ancor profittare i loro padri mangiarono nel de-
de' suoi sermoni il perchè la ab-
; serto, e le sua carne essere vera-
bandonò per non più ritornarvi, mente un cibo, il suo sangue una
dicendo che ni uno è profeta in bevanda. Molli discepoli presero
patria. Poco dopo mandò a due scandalo da questo discorso, e lo
a due i suoi discepoli a predica- abbandonarono, ed egli invece di
re col potere de' miracoli ; ma richiamarli, e giustificar le sue
proibì loro di munirsi di provvi- parole, chiese agli apostoli se vo-
gioni, anni, da cambiare, e
abiti lessero pure andarsene, ma
essi
nemmeno un cambio di sandali, ed Pietro prontamente rispose, che
egli pure andò a predicare. le sue erano parole di vita eterna,
mare di Gcnesarclh
Passato nel e ch'egli era il vero Cristo, il Fi-
detto anche Tibeiiade, si ritirò so- glio di Dio vivo. Venne a quei
GES GES 99
dì il tempo della Pasqua, e por- apostoli Pietro, Giacomo, e Gio-
tatosi Geiusalem-
a celebrarla
in vanni; allora apparve nello splen-
ine, dacché predicava, ri-
la terza dore della gloria, risplendè il suo
tornò poi in Galilea, dove forte- volto come il sole, bianchi appa-
mente biasimò l'ipocrisia de' fari- rirono i suoi vestimenti siccome
sei prendevano occasione di
che neve, e gli stavano a lato Mosè
scandalo da questo che suoi di- i ed Elia, quasi confabulando del-
scepoli non si lavavano le mani l'opera delia redenzione, e una vo-
prima di sedere a mensa. Ne' pae- ce divina s'intese esclamare: que-
si di Tiro e Sidone, dov' era en- sti e ilmio figlio diletto, in cui ri-
trato, guari la figlia di una fenicia posi la mia compiacenza, lui ascol-
o cananea, ammirando ed esaltan- tate. Disceso dal monte guarì un
do la tanta fede di quella niadre; giovine muto , lunatico , epiletico
e seguendo il viaggio verso Sido- ed ossesso, che gli apostoli per di-
ne, andò per la via della Decapo- fetto di fede non poterono guarire.
Ir oltre
il mare di Tiberiade, do- Continuando Gesù la sua pre-
ve gli \ennc fatto di guarire un dicazione nella Galilea, fece ritor-
sordo-muto. Restò tre giorni sopra no a Cafarnao, quando lungo il

un monte, e nel discendere resti- mare disse a Pietro di gettar l'a-


tuì la salute ad un'infinità d'in- mo, che il primo pesce avrebbe
férmi, e saziò quattromila perso- dato di che pagare il tiibuto al
ne, oltre le donne e i fanciulli, tempio per ambedue; e Pietro ub-
con sette pani, e pochi piccoli pe- bidiente lo prese di fatto, gli tolse

sci, avanzandone sette panieri pie- di sotto la lingua un siclo d'ar-


ni. Poco dopo si pose in mare e gento, e pagò i ricevitori. Inviato-
si portò a Magedano nel distretto si poi il Maestro in Samaria, spe-
di Dalraanuta, verso la sorgente del dì alcuni degli apostoli in un bor-
Giordano. Un giorno i farisei ed i go per cercarvi ricovero , e come
saducei lo richiesero d'un segno cele- gli fu negato , dovette reprimere
ste, ed egli rispose loro non aver al- lo zeloimpetuoso di Giacomo e di
tro a dargli se non quello di Gio- Giovanni, che il richiedevano di
na, e alludeva così alla sua futu- fuoco dal cielo su quella gente
ra risurrezione; poi imbarcatosi sid scortese, e proseguì
il suo cammi-
mare venne a Belh-
di Tiberiade no verso Gerusalemme, fermandosi
saida, dove ridonò la vista ad un in Betania presso le due sorelle
cieco, e camminando dappoi verso Marta e Maria, delle quali la pri-
Cesarea di Filippo, richiese a' suoi ma affaccendala neh' allestire un
discepoli se conoscessero chi fosse ristoro di cibo, si lagnava con lui
egli, e lodando la fede di Pietro^ che la sorella Maria si stesse ai
che diceva, lui essere il Ciisto Fi- suoi piedi quieta ascoltatrice delle
gliuolo di Dio, aggiunse: Tu xei sue parole: ma
Maestro dolce- il

Pietro, e su questa pietra edifi- mente rimproverandola gli disse,


cherò la min Cide sa , e le porle essere ella troppo sollecita, e di
non pre^wileranno con-
dell' inferno troppe cose, una sola essere neces-
tro di lei. Sci giorni dopo operò saria, e Maria aver scelto la mi-
la sua grande Trasfigurazione sul- gliore, e che perciò non le sarà
le cime del Taborre, presenti gli tolta. Arrivato a Gerusalemme, a-
100 CES CES
Tendo guarito un ossesso ammu- Nel dì seguente passando Gesù
tolito, i farisei invidiosi l'accusaro- per una via, e vedendo un cieco
no nuovaniente, aver lui operato dalla nascita, sputò in terra, e fat-
il prodigio in nome del demonio, tone un loto lo applicò agli occhi
e mentre rispondeva alla loro ca- del misero, imponendogli di lavar-
lunnia, colse l'occasione di dare al si nel fonte di Siloe, lo che fatto,
popolo molte istruzioni , che con- immantinente vide perfettamente.
tinuò per tutto il tempo di sua Di ciò i farisei lo rampognarono
dimora. Ritornò a Cafarnao, guarì essendo giorno di sabbato, e di-
im idropico in giorno di sabbato, chiararono essere Cristo un pecca-
e alla presenza di tutti i farisei tore. Dopo questi miracoli Gesù
die malignamente lo guardavano, tornò in Galilea, e fermatovisi po-
e per meglio confonderli, si mise co tempo, fece ritorno a Gerusa-
a mangiare coi pubblicani e pec- lemme per la via di Samaria a
catori, ed essi non lasciarono per- celebrarvi la dedicazione fatta da
ciò di censurarlo : allora Gesìi pro- Giuda Maccabeo, che correva il
pose loro la parabola di un uo- i5 dicembre, e lungo la strada
mo, che padrone di cento pecore, incontratosi in dieci lebrosi, che il
perdutane una, abbandona le no- supplicarono di misericordia, disse
vantanove per correre in traccia loro di andare a mostrarsi ai sa-
della smarrita, e sulle spalle ada- cerdoti, lo che facendo essi obbe-
giatala la riconduce all'ovile. Venu- dienti, si trovarono guariti prima
ta la festa de'Tabernacoli nel mese ancora di presentarsi. Passeggiava
di ottobre, ritornò a Gerusalemme Gesù sotto il portico di Salomone,
ad insegnare nel tempio; ed in quando alcuni giudei circondando-
quella occasione il popolo concita- lo, così presero a interrogarlo : e
to dagli scribi e sacerdoti si mosse a fino a quando vorrete così tenerci
rumore, e lo circondò per impa- in sospeso? Se siete il Cristo dite-
dronirsene; ma l'ora non era per lo. Ve l'ho già detto, rispose Ge-
anco venuta, e li deluse. Alla sera sù, e voi non mi credete ; d'al-
dell'ultimo dì della festa passò la tronde le opere che io faccio ne
notte sul monte degli Olivi, e tor- sono una certa prova. Ma gl'ini-
nò nel mattino al tempio,
dove i qui, ancor più inveliniti contro di
farisei con
maligna intenzione di lui, raccolsero delle pietre per la-
sorprenderlo gli presentarono una pidarlo, ed egli scomparve di mez-
donna adultera colta in ^ul fatto, zo a loro, portandosi al di là del
richiedendolo del cosa dovessero Giordano a Bethabara, dove si fer-
farne; ma Gesìi non rispose, e mò per circa un mes«. Fu in quel
scrivendo col dito sulla terra, al- tempo che Lazzaro fratello di Mar-
zandosi pronunziò le memorabili ta e di Maria cadde malato, e mo-
parole : ha alcuno tra
se i'i voi rì; saputolo il Maestro si portò a
senza peccato sia il primo a sca- Betania, il risuscitò, e si ritirò di-
gliare la pietra j e seguitando a poi ad Efrem sul Giordano, dove
scrivere, mentre gli accusatori con- stette sino alli 24 marzo, e ritor-
fusi si ritirarono, egli benignamen- nò a Gerusalemme per l'ultima
te disse alla donna rimasta con lui Pasqua, e pel suo sacrifizio. Lun-
di non più ricadere in peccato. go il cammino presso Gerico do-
GES GES 101
nò la viita ad un cieco poscia ,
coiedì, primo di aprile, nel tempio.
vec'.iilo Zaccheo pubblicano, gli dis- Fu allora che i principi de'sacer-
se voler prendere alloggio in sua doti ed i senatori, sorpresi di que-
casa, ed egli convertitosi, restituì sto misterioso procedere, il richie-
tutto mal tolto. Arrivato a Ge-
il sero con quale autorità egli ope-
rusalemme alcuni giorni prima di rasse così da padrone ; e Gesù in
Pasqua, non si fece vedere nel tem- vece gl'interrogò se il battesimo di
pio, sapendo essere i giudei ancor Giovanni fosse del cielo, o della
più sdegnali contro di lui, ma terra, e replicando essi di non sa-
scelse d'aspettarne il tempo a Be- perlo, egli si tacque lasciando sen-
tania nella casa di Simone il le- za risposta la loro prima domanda.
broso, dorè Maria sorella di Laz- Poi rivoltosi nuovamente a loro,
zaro prese profumargli i piedi
a cui s'erano fatti insieme e dotto-
con un nardo prezioso, asciugando- ri, e farisei per conoscere di che
li co'suoi capelli, ei discepoli, spe- discorresse, propose alcune parabo-
cialmente Giuda Iscariote, disappro- le tendenti dimostrare che Dio
a
vando quell'atto, perchè col j)rezzo stava per abbandonarli nella loro
della vendita del balsamo si pote- infedeltà, e chiamare in vece i gen-
va sollevare alcun povero, Gesìi tili. Gli erodiani e i saducei, uni-
prese a difendere la pia donna di- nitamente ai farisei , che già gli
cendo essere quello un preludio di stavano intorno, gli richiesero co-
ciò che si sarebbe fatto al suo me per sorprenderlo ancora, e tro-
corpo, dopo la sua morte. Nel dì var pretesto per accusarlo, se fosse
seguente, eh' era il lunedì 3o mar- un obbligo per gli ebrei di pagare
zo, cinque giorni prima della Pa- a Cesare il tributo, cosa ne pen-
squa, ritornò Gerusalemme
a e , sasse della risurrezione , e quale
presso Belfage mandò due de' suoi credesse il più gran comandamen-
a quel paese, a prendervi un' asi- to della legge. Ma egli ancora con-
na ed un puledro, ed avutili mon- fuse i suoi nemici, sortì in sul tàr
tò sulla giovine cavalcatura, ed della sera dal tempio, ed enco-
entrò in Gerusalemme come in miandone i discepoli le bellezze,
trionfo, perchè una gran moltitu- commiserando ne predisse la di-
dine di popolo r incontrò ed il struzione; indi camminando verso
seguì acclamando: Osannaal fi- il monte degli Olivi, incominciò a
glio di Davidde , benedetto quegli parlare dell'assedio della città che
che viene nel nome del Signore. ne farebbero i romani, avvenuto
Gesù si portò immediatamente 34 anni dopo, e continuò il di-
al tempio a scacciarne i profana- scorso con alcune allusioni al finale
tori, ed a sanare tutti gì' infer- giudizio, conchiudendo con diverse
mi che ne occupavano l'atrio, poi parabole per incoraggirli alla fatica
tornò a lietania, ed il seguente ed alla vigilanza. In quel giorno stes-
mattino 3 1 marzo ritornò a Ge- so avvisò gli apostoli doversi celebra-
rusalemme, e scacciò nuovamente re la Pasqua fra due giorni, e che
i venditori degli oggetti pei sacri- sarebbe poi il Figlio dell'uomo ab-
fizi, e scomparve di nuovo ritor- bandonato a' suoi nemici, e croce-
nando in Betania per ricomparire fisso.Venuto il giovedì mandò
a Gerusalemme pel seguente mcr- Pietro e Giovanni a Gcrusalem-
102 GES GES
me per preparare una sala for- de; soggiungendo, die alIoi<{iiaiulo
nita di tutto il necessario a ce- si t'osse convertito , si adaticasse
lebraie la Pasqua, e sulla sera di in tener fermi i suoi fratelli ; e
quel giorno stesso entrò in Geru- dicendogli Pietro ch'era pronto a
salemme, si portò al luogo prefis- seguirlo in prigione ed alla morte,
so, sedette alla mensa apparecchia- e di dare la vita per lui, gli ri-
ta cogli apostoli, e parlò di un spose Gesù, che nella notte prima
traditore ; ricordò loro l' immenso che il gallo avesse cantato due
desiderio ch'egli ebbe di mangiar volte, tre volte avrebbe negato, Io
quella Pasqua con essi, ed isti- Pietro persistè nel dire, che quan-
tui ilsacramento del suo corpo d'anche gli fosse convenuto mori-
e del suo sangue, benedicendo il re non l'avrebbe negato, e tutti
pane e il vino che die a mangia- gli altri dissero la stessa cosa. Sor-
re e bere, dicendo agli apostoli: tito Gesù dalla città in compagnia
fate questo in memoria di me. E- degli avea dato alcu-
apostoli cui
gli già aveva lavato i piedi agli ne istruzioni, lungo il cammino
apostoli, e si rimise a mensa, quan- parlò della sua passione, morte
do per la seconda volta con tur- e risurrezione, della loro fuga e
bamento dichiarò esservi tra di patimenti, della discesa dello Spi-
loro il traditore. Giovanni pregò rito Santo ; e passato il torrente
il maestro a manifestarlo, ed egli Cedron gtunse al giardino o orto
lispose essere ponendo colui cui di Getsemani. Vi entrò con tutti,
sul piatto un tozzo di pane intin- e staccatosi dagli altri, coi tre
to nella salsa lo mangiava. Giuda più diletti, Pietro, Giacomo, e
ebbe la sfacciataggine di dire al Giovanni quindi
,
volendo dare
Maestro, sono io forse? e Gesù cominciamento alla sua dolorosa
gli lispose : voi l'avete detto. Quan- passione, s'abbandonò ad una pro-
do il traditore l'ebbe preso, il de- fonda tristezza e disse essere il
,

monio gli entrò addosso per fargli suo spirito tristo fino alla mor-
eseguire il crudele disegno che gli te. Quivi li fece fermare, e l'invi-

aveva posto nel cuore. Gesù aven- tò a vegliare e ad orare per non
dogli soggiunto fate presto ciò : cadere in tentazioni, come gli dis-
che avete da fare egli se ne par- ; se quando poi li trovò addormen-
ti, senza che gli altri apostoli sa- tatitre volte. Gesù si ritirò al-
pessero dove andava, credendo che quanto distante per fare orazione
il Maestro lo avesse mandato a prostrato, e rivolto al divin Padre
comprar qualche cosa, o a distribuì- gli disse: Padre mio, Padre mio,
le del denaro ai poveri, perch'egli tutto è possibile a voi; allontana-
custodiva la borsa comune del de- te da me questo calice; ma però
naro. sia fatta la volontà vostra, e non
Partito che fu Giuda, termina- la mia. Replicò colla faccia a ter-
ta la mensa gli apostoli dissero ra altra volta tal preghiera, quan-
col Signore un inno di ringrazia- do Gesùcadde in una dolorosa
mento, e si levarono da tavola, agonia, fino ad uscire dal suo cor-
Indi si rivolse Gesù a Pietro, e pò un sudore di goccie di sangue,
lo avvertì, che avea pregato per le quali irrigarono il terreno. Sve-
lui acciò non mancasse la sua fé- gliando gli apostoli li avvertì che
GES GES io3
uon era lontano il tradilore, e do- rolo Caifas si lacerò le vesti, e dis-
verlo incontrare. Giuda già si era se aver lui bestemmiato, onde tulli
affacciato all' orlo con una truppa concordemente esclamarono, è reo
di sgherri : si avvicinò al Rlaestro di morie. Nella notte Gesù fu ab-
come per baciarlo, ed egli dolce- bandonato agl'insulti più crudeli, i

mente lo rimproverò di tanto de- e spuntata l'alba fu di nuovo tra-


litto, dicendo: Giuda y tu coti un dotto dinanzi al tribunale. Inter-
bacio tradisci il Figliuolo dcWuo- rogato ancora se fosse il Cristo, e
mo ; e presentatosi agli armati li datane affermativa replica, i suoi
richiese di chi cercassero , e a- nemici rinnovarono la dichiarazio-
vutane risposta : Gesù Nazarenoj ne della sua reità, ed il consegna-
sono io, replicò il Maestro, ed rono a Ponzio Pilato, governatore
i soldati atterriti caddero a terra. romano della Giudea, con que-
Allora Gesù replicò loro la doman- sti capi d'accusa: d'aver turbata
da , e avutane la stessa risposta ,
la pubblica tranquillità; d'aver in-

soggiunse se cercate me solo, que- segnato non doversi pagare a Ce-


sti sieno liberi. Subito di ciò assi- sare il tributo; di essersi vantato
curandolo, gli sgherri si gettarono di distruggere il tempio, e riedi-
su di lui, e lo legarono, mentre il ficai Io dopo tre dì; d'essersi mil-
coraggioso Pietro con zelo sfoderò lantalo Figliuolo di Dio. Sottoposto
il coltello e tagliò l'orecchia a Mal- da Pilato a nuovo esame fu tro-
co servo del sommo sacerdote, ma vato innocente , e spedito quindi
Gesù impietosito lo risanò. Intanto ad Erode re di Galilea, che allora
Giuda, che per trenta denari avea trovavasi a Gerusalemme, il quale
dato nelle mani de' nemici il Mae- non avendo potuto conseguire ve-
stro, abbandonatosi alla disperazio runa risposta, lo schernì come un
ne s'appiccò dopo aver restituito il pazzo, e lo rimise a Pilato. Que-
denaro. sti dopo averlo interrogato lo di-
Il Signore fu immantinente por- chiarò non meritevole di morte, e
tato ad Anna , suocero e pre- lo propose a' giudei unitamente
decessore di Caifas sommo sacer- all' empio Barabba, chiedendo loro
dote; ivi venne interrogalo della chi volessero liberare, secondo l'uso
dottrina e de' discepoli. Gesù rispo- che dava loro il diritto di liberare
se tranquillamente, aver insegnato un reo di morte nella ricorrenza
in pubblico ed essere della sua dot- della Pasqua; ma giudei doman-i

trina testimoni tutti i giudei, men- darono la liberazione del ladro


tre un servo lo colpì d'uno schiaf- ed assassino Barabba, e che facesse
fo, dicendo non doversi così par- morire Gesù crocifiggendolo. Sog-
lare al pontefice. Anna rimise Ge- giunse Pilato, nulla trovar in Ini
sù a Caifas che avea già radunali degno di che gli avrebbe
morte,
intorno a sé i sacerdoti e i dot- dato piuttosto qualche castigo, in-
tori della legge, e Caifas scongiurò di rimandato a casa; ma i giudei
Gesù a dire s'egli fosse il Cristo : raddoppiando le grida, ad alla vo-
rispose di sì, e soggiunse, che lo ce replicarono crocifiggetelo, croci-
avrebbe un giorno veduto nelle figgetelo. Allora Pilato fallosi por-
nuvole assiso alla destra del Padre tare dell'acqua si lavò le mani,
seduto a giudicare. A queste pa- dichiarando così esser lui inuoceu-
,

io4 CES GES


te di sua morie, abbandouandolo le di lui veslimenta, in un alla to-
nelle loro mani per la crocifissione. naca inconsutile, magistrati, i sa- i

1 romani se ne impadro-
soldati cerdoti,ed il popolo non cessaro-
Birono, e lo balterono crudelmen- no d' insultarlo. Uno de' ladri ri-
te con verghe legato ad una co- conobbe la di lui innocenza, ed ot-
lonna, credendo Pilato che in tal tenne da Gesù il perdono, l' altro
guisa avrebbe quietato il furore ladro il beffeggiò.
degli ebrei. Alla flagellazione i sol- Maria Vergine, con Maria Mad-
dati aggiunsero le contumelie di dalena e Giovanni erano presso la
proprio arbitrio, onde Gesìx fu croce : Gesìi rivolto alla Madre gli
quindi dai soldati vestito di strac- disse accennando Giovanni Donna
:

cio di porpora, non che il coro- ecco il vostro figliuolo j e al disce-


narono di spine, ponendogli fra le polo: ecco vostra madre. Non era
mani una canna per scettro, e fin- ancora mezzogiorno quando Gesù
sero venerarlo per re, crudelmente fu crocifisso, e poco dopo ad ora
villaneggiandolo con sputi ed in- sesta il sole cominciò ad oscurar-
sulti, e salutandolo re de' giudei. si, e r aria si ricopri di tenebre
Cosi ridotto Gesìi, Pilato per muo- sino alle ventun'ora, e in queltem-
vere la compassione degli ebrei po Gesù gridò Dio mio, Dio mio,
:

in tal foggia e tutto ferito, contu- perche mi avete voi abbandonato?


so e grondante di sangue, dal bal- indi disse, ho sete. Subito uno dei
cone del suo palazzo lo presentò soldati corse a prendere una spu-
al popolo dicendo Ecco l'nonioj : gna, la intinse in un vaso pieno
ma gli ebrei in vece di muoversi di aceto e fiele che ivi era, e po-
a pietà, di nuovo dissero, crocifìg- nendola in cima ad una canna gli

getelo, crocifìggetelo. Pilato si pro- diede da bere. Gesù gustato l'ace-


testò di non trovarlo colpevole, e to, esclamò; Tutto e adempiuto; poi
perciò agli ebrei lo consegnava, con forte voce soggiunse: Padre, nelle
perchè eseguissero quanto brama- vostre mani raccomando lo spirilo
vano. Spogliato venne Gesù delle mio, e declinato il capo spirò. In
fìnte vesti reali, e condotto al Cal- queir istante si divise in mezzo il

vario, caricandogli le spalle della velo del tempio, e la terra tremò,


pesante croce su cui doveva essere si spezzarono gli scogli, si aperse-
inchiodato, aiutandolo a portar la ro tombe e ne risorsero molti.
le i

croce Simone di Cirene; s'incon- Intanto con un colpo di lancia fu


trò con le donne di Gerusalemme, aperto il costato di Gesù, per as-
e con Maria sua madre, che il se- sicurarsi veramente morto,
s'era
guì al Calvario, ove giunto fu cro- e ne uscì acqua e sangue. Indi
cifisso, e fra due ladri fu inalbe- Giuseppe d'Arimatea ottenne di po-
rata la sua croce, sulla quale Pi- ter collocare il venerabile corpo in
lato apporre il
fece titolo della uà sepolcro scavato in un vicino
causa di sua morte , con queste scoglio, e i sacerdoti temendo che
parole : Gesù Nazareno re de' giu- fosse rapito dai discepoli , fecero
dei. Rivoltosi Gesù a Dio suo Pa- apporre all'entrata suggelli, e lo i

dre, pregò per li suoi persecutori, fecero guardare da' soldati. Ma il


non sapendo ciò che facevano. Men- giorno dopo il gran sabbato ven-
tre i soldati si dividevaac a sorte nero alcune pie donne alla tomba
,,

CES GES io5


di buon mattino, per imbalsamare vano ricevuto dal loro divino mae-
il corpo del Maestro, quando due stro, ed il Signore confermò co' mi-
angeli sotto umana t'orma annun- racoli la dottrina che avea loro
ziarono loro essere risorto Gesù insegnata, ed ebbe principio il cri-
Cristo, il quale per quai-anta gior- stianesimo e la Chiesa, incomin-
ni continui si fece vedere ora al- ciando s. Pietro ad esercitare le
l'uno, ora all'altro, ora a tutti i funzioni di vicario di Gcsìi Cristo,
discepoli riuniti , a' quali impose oltre ({uanto già aveva tatto subito
convocarsi insieme a Gerusalemme dope l'Ascensione.
per vederlo salire alla gloria. Ri- GESÙ' CRISTO, Ordine eque-
tornò fra di loro, mangiò con essi, stre. Tutti gli storici riportano
come aveva fatto con due disce- che s. Domenico fondatore dell'or-
poli in Emaus, rimproverò la loro dine de' predicatori, istituisse an-
incredulità, e fece porre la mano che un ordine militare cui die il

di Tommaso nella ferita aperta del titolo di milizia di Gesìi Cristo,


costato. Agli apostoli e discepoli per combattere i nemici della fe-

dimostrò coH'autorità delle scrittu- de. Gli però dell'ordine


scrittori
re il suo operato, apri il loro in- de'predicatori non sono d'accordo se
telletto per intenderlo, e li spedi l'ordine sia stato fondato vivente il
ad annunziare l'evangelo su tutta santo, o dopo la sua morte, e se
la terra, dando loro il potere di gli ascritti deposte le armi pren-
operar miracoli, assicurandoli che dessero il nome di penitenti di s.

quelli cbc avrebbero creduto ai Domenico, da' quali ebbe origine


loro insegnamenti, ed avrebbero il terz' ordine de' medesimi predi-
ricevuto il battesimo sarebbero sal- catori. I principali doveri de' ca-
vi. Trascorso il prescritto tempo li valieri della milizia di Gesù Cristo
condusse tutti in Betania, e là sol- consistevano, nel riporre la Chies.i
levando gli occhi al cielo li bene- in possesso di quei diritti de'quali
disse, e si levò verso il cielo. Quan- era slata spogliata, di difenderla, e
do nell'ascensione scomparve al loro d' impiegare eziandio le loro armi
sguardo, due angeli discesero a dir a distruzione dell'eresia. Dovevano
loro, che non slassero così fissi a però giurare di spendere tutte le
tener sollevati gli occhi, poiché Ge- loro forze in tali opere, esponendo
sù Cristo era già salito, per non sostanze e vita per condurle a com-
ritornar quaggiù che nell' ultimo pimento ; alle loro mogli poi ve-
de' giorni, in cui rivedrà la terra niva ingiunto di giurare, non op-
con la stessa maestà divina. Allo- porsi giammai alle analoghe inten-
ra gli apostoli e discepoli ritornaro- zioni de' rispettivi mariti. L' abito
no monte degli Olivi a Geru-
dal de' cavalieri ne' combattimenti po-
salemme, dove si raccolsero tutti teva essere di qualunque forma
in orazione con Maria Vergine ma i colori dovevano essere il

nel cenacolo, fino a che arrivata bianco ed il nero, secondo le pre-


la Pentecoste, lo Spirito Santo di- scrizioni dell' istitutore. Il p. Rai-
scese sopra di loro sotto l'aspetto mondo da Capua generale de'pre-
di lingue di fuoco. Andarono poi dicatori scrisse di qiiest' online nel
a predicare l'evangelo da per tut- capitolo \IH della fila di s. Ca-
to, secondo il comaudo che ave» tcrina da Siena.
io6 GES GES
GESÙ' CRISTO, s. Dome.\ico, vedovile. Insegna de' cavalieri era
e s. Pietro martire, Ordine eque- una croce gigliata della forma di
stre. Non tulli gli scriltoii danno a quella de' cavalieri costantiniani ,

qiiest' Dicline luli nomi , dicendolo la melù nera e l'altra bianca u- ,

alcuni essere quello slesso descrit- sando abiti metà neri e metà
to nel precedente articolo, o Mili- bianchi, come un tempo vestirono
zia di Gesù Cristo, altri lo chia- i ministri del tribunale della sa-
mano col solo nome Dome-
di s. cra incjuisizionc. Il p. Helyot rac-
nico, cui poi fu aggiunto il nome conta alcune particolarità dei ca-
di s. Pietro martire. All' articolo valieri di quest' ordine, dice che
Fede di Cristo e della croce di avea un gran maestro, restaurato-
s. Pietro martire, parlammo di re, e commendatore generale del
quest' ordine equestre, cosi detto dai medesimo; che fu rinnovato nel
luoghi ove fiori. 11 p. Bonanni nel 1600, e che religiosi inquisitori
i

Catalogo degli ordini religiosi, a che creavano cavalieri secondo


i ,

pag. LV^, nel riportarne la figura, i luoghi gli dierono nomi e titoli
dice che s. Antonino nella sua Cro- dilferenti. Si può consultare il Giu-
naca, ed altri narrano, eh' essendo stiniani nelle Istorie degli ordini
nei paesi di Tolosa e Lombardia equestri, il quale a pag. 254 parla
di molto accresciuta la setta dea li de' cavalieri di Gesìi Cristo e s.

eretici albigesi, i quali colle loro Domenico di Tolosa ed a pag. ,

false dottrine infestavano le popo- 347 de' cavalieri di Gesù Cristo in


lazioni , s. Domenico non solo vi Italia.
si oppose energicamente con sode GESÙ' E MARIA, Ordine eque-
dottrine e con la predicazione, ma stre. Nel pontificato di Paolo V,
colla forza onde porre un riparo tra gli ordini cavallereschi che fio-
agl'immensi danni che recavano rivano, questo distinguevasi per
anche col ferro e col fuoco, ed a una croce di color turchino simile
tale elletto formò una milizia di nella forma alla croce di Malta
uomini valorosi e zelatori dell'onor o gerosolimitana, orlata d'oro, a-
di Dio, e della fede cattolica, che vente nel centro in cifra il nome
i'u denominata milizia di Gesù di Gesù, e nel rovescio quello di
Cristo e di s. Domenico. Onorio Maria. Tale colore era per signi-
IH, Gregorio IX, Innocenzo IV, ficare quello del manto della Bea-
Onorio IV, Giovanni XXII ed al- la Vergine. La veste che i cava-
tri Pontefici approvarono l'ordine, lieri usavano nelle funzioni era di
e lo colmarono di privilegi. Alcuni ciambellotto ondato bianco, con
di questi cavalieri eleggevano un sopravi la croce descritta, cucita
superiore, e professavano voto di nella parte sinistra del petto. Ri-
castità coniugale, ed eranvi ascritte conoscevano un gran maestro per
anche le mogli, acciò con le ora- superiore, ch'eleggevasi dal capitolo
zioni inlercedessero da Dio la con- in Roma , e scelto da quei tre ca-
versione o la distruzione di si pe- valieri giudicati dal Pontefice i più
stiferi eretici : tali donne promet- degni in concistoro ; il gran mae-
tevano di non impedire i maiiti a stro poteva dare la croce di giu-
guerreggiare contro gli eretici, ed stizia a tre cavalieri in ciascuna
iu caso di morte vivere in istato provincia. Gli statuti prescrivevano
-

GES GES 107


clic l'ordine avesse trentatre com- de. Entralo ncU' ordine de' vescovi
meiidatori o priori, in onore a^li suburbicari, nel i583 lo divenne
.limi clie Gesù disio visse sulla di Albano, poi di Frascati, e nel
terra, ed più aulico col nome
il i5c)i sotto Gregorio XIV d'Ostia
di grancroce. Vi erano de' cappel- e Velletri, decano del sacro colle-

lani e de' frali gervenli : i cavalieri gio. Clemente Vili nel i5c)6 lo creò
però avevano l'ubbligo di mante- arcivescovo di Napoli, e fu cospi-
nere un cavallo, ed il servente ar- cuo ristoratore di (juella chiesa ab- ;

malo per accori ere alla difesa del- bellì la melropolilana con magnifi-

lo stato ecclesiastico, ove il biso- che fabbriche ed eccellenti pittu-


gno lo richiedesse. Quelli che chie- re, con prodigiosa quantità di sup-

devano di entrare nell'ordine sen- pellettili di argento, e preziosi ar-


za far prova di loro nobiltà, era- redi; fondò quindici parroccliie, con
no obbligali a fondare una com- abitazione pel curalo, e migliorò
menda di scudi duecento di ren- l'episcopio. Vinse una questione col
dita almeno, della quale godevano cardinal Cellarmino sull'abbazia del-
in vita i frutti, e dopo morti re- la chiesa di Procida, che questo car-
slava all'ordine. Il p. Bonanni nel dinale credeva esente dagli arcivesco-
suo Catalogo ne tratta a pagina vi di Napoli. In Roma diede princi-
LVIll, e ne riporta la figura e le pio alla sontuosa chiesa di s. An-
insegne cavalleresche, ed il Giusti- drea della A'alle, in cui gettò la pri-

niani nelle sue Istorie a pag. 35 1. ma pietra, indi proseguita e compila


GESUALDO Alfonso, Cardina- dalla munificenza del cardinal Pe-
le. Alfonso Gesualdo de' principi di retli detto Monfalto. Gonsagrò il
Venosa conti di Compsa o Gonza, Papa Clemente Vili, e nell' anno

alla nobiltà del sangue unì singo- santo 1600 aprì e chiuse la porta
lare illibatezza di costumi, e non santa della basilica Ostiense. Con e-
mediocre scienza. Da protonotario dificante diligenza visitò le diocesi di

apostolico Pio IV a' 16 febbraio Ostia, e Velletri dove celebrò il si-

i56i lo creò cardinale diacono col nodo e riaprì il seminario, al quale


titolo di s. Cecilia per diaconia, e oltre avergli assegnato dalla mensa
passato poi all' ordine de' preli lo duecento scudi, ed alcuni benefi-
ritenne. Nel i5G3 lo fece a unni ni zi ecclesiastici per la sua sussisten-
slraloie della melropolilana di Gon- za, fu largo di altre beneficenze. Eb-
za, cui negli undici anni che gover- be gran compassione pei poveri, e
nò comp.irfi immensi e segnalali grande amore pei letterati, ([uali i

bene(i/.i; indi rinunziò in favore di soleva cercare per ogni parte e man-
Salvatore Garacciolo suo nipote. Pas- teneva onorevolmente, studiando il
sato al titolo di s. Anastasia fu pur modo per promoverli a cariche e a
con esso benefico, restaurando l'al- dignità ecclesiastiche. Dopo essere
tare di s. Girolamo, ed emanando intervenuto alla elezione di selle Pa-
utili decreti pel buon regolamento pi, morì a Napoli nel i6o3, ed ebbe

dell' insigne collegiata. Nel i585 Si- sepoltura in quella metropolitana,


sto V lo nominò legato della Marca, ove gli fu eretto un sontuoso monu-
prefetto della congregazione de'rili, mento da Carlo Gesualdo, ilecorato
e protettore de' regni di Portogallo di preziose colonne e fini marmi, e
e delle due Sicilie presso la santa Se- ili statue di eccellente scultura. Fu
,

io8 GES GES


di nobile e maestosa presenza, nemi- funzioni assumevano una cappa pa-
co del lusso ,
gentile, prudente, giu- rimenti di color tanè, coprendosi il

sto, in tutte le sue azioni fece ri- capo con velo nero e bianco. Que-
splcndcre rara modestia, e pari c- ste monache non furono comprese

seuiplaritìi di costumi. nella bolla, con la quale Clemente


GÌLSU iVIEymonache. Avendo ilb. IX soppresse i religiosi gesuali. Di
Giovanni Colombini istituito la con- queste monache trattano il p. Gio.
gregazione religiosa de' Gesuali {^Fe- Battista Rossi nella Fila del b. Gio-
di), dcsideiò vederla propagata anche vanni par. II, car. i4; e Fasti di
nelle donne, e perciò indusse con Siena nelle Vite del b. Giovanni e
santi ragionamenti la b. Caterina della b. Caterina.Eonanni nel
Il p.
Colombini sua cugina a darsi inte- Catalogo degli ordini religiosi ne
ramente a Dio, e seguire la pover- tratta a pag. LYIlj par. Il, e ne ri-
tà evangelica. Quindi Caterina, de- porta la figura. 11 p. Annibaldi da
posti gli abiti eleganti, si ricopri Latera nel suo Compendio discor-
d'una tonaca vile, il capo lo coprì re delle gesuate nel t. II, par. II,

con un panno di lino, distribuì le p. 343 e seg.


sue facoltà a' poveri, ed a piedi nu- GESUATl, Ordine religioso. I
di si recò per le strade a chiedere gesuati o chierici apostolici di s.

la limosina, impiegando il resto del Girolamo furono istituiti verso l'an-


tempo ed in altre ope-
in orazione, no i36o dal beato o santo Gio-
re di pietà. Si unirono ad essa di- vanni Colombini nobile sanese
verse divole e nobili compagne, tra già gonfaloniere della sua repub-
le quali furono le prime Giovanna blica, il quale si converti a vi-
Marescotti, Pietra di Pietro, Fran- ta penitente avendo letto a caso
cesca di Ambrogio, ed Andrea che la vita di s. Maria Egiziaca, dopo
fu poi fondatrice d' un monistero essersi separato dalla moglie con
a Firenze, e col nome di Povere suo consenso. In unione del suo
gesiiale della Visitazione della Ma- amico Francesco Mino Vincen-
di
donna visseio per qualche tempo ti si applicò all' esercizio di opere

nella casa di Caterina, ove si eser- buone, e pel di lui esempio si


citarono in sante pratiche, e solo mossero altri ad imitarlo, e dal
uscendo per mendicare o per eser- ripetere che faceva Giovanni di
citarsi inopere di carità. Osserva- frequente il nome di Gesù, furono
vano il silenzio, digiunavano fie- chiamati Gesuati. Portandosi il
quentemeute, ogni notte si flagella- Pontefice Urbano V nel 1367 in
vano due volte, dormivano sulla pa- Corneto, Giovanni si recò
il b.
glia, e spesso portavano il cilizio. ad incontrarlo con sessanta compa-
Accaduta poi nel iSGy la morte gni coronali d' olivo, ed il Papa
del b. Giovanni, fabbricarono un approvò l'ordine in Viterbo, con-
piccolo monistero a Valpiatta, con- cedendogli grazie e privilegi ; indi
trada di Siena, con perfetta clausu- adottarono la regola di s. Agosti-
ra, vivendo sotto la regola di s. no, quando il bealo Giovanni da
Agostino. Loro insegna era il no- Tossignano priore d'una delle lo-
me di Gesù, la veste una tonaca ro case, e poi vescovo di Ferrara,
bianca di lana con scapolare di co- compilò le costituzioni, dappoiché
lei' tanè, cintura di cuoio, e nelle sino al it\i^ sembra non avesse-
GES GES 109
10 regola slabile. Il bealo fondatore di due secoli questi religiosi non
dopo aver indotto la sua cugina furono che laici, i quali facevano
b. Caterina a vestire 1' abito re- i tre voti di castità, povertà, ed
ligioso, ond' ebbero origine le mo- ubbidienza. Si occupavano princi-
nacbe Gesuale (Vedi) passò a ,
palmente nella farmacia , distri-
miglior vita nell'abbazia di s. Sal- buendo gratuitamente medicamen-
vatore, quando da Viterbo passa- ti ai poveri, e dopo loro eser- i

va a Siena, a'3i luglio di dello cizi di religione^ andavano ad assi-

anno 1367, ed ove fu trasporta- stere gl'infermi negli ospedali ; al-


to il suo corpo. Il suo concittadi- tri in vece vendendo le acquavite
no Pio II lo venerò in Siena nel che distillavano, in qualche luogo
primo maggio i464j ^ 'o avrebbe si dissero i padri dell' acquatila.
canonizzalo, come dicono i Bollan- Austero era il loro tenore di vi-
disti, se la morte non l'avesse pre- vere, frequenti e rigorosi i loio di-
venuto. Dice non ostante il Grigli giuni. Dipoi s. Pio V nel iSGy
nel tom. II del Diario snnese, annoverò l'ordine tra quelli men-
p. 98, cbe Pio II lo beatificò. dicanti , con la bolla Romamn;
Il nome del b. Giovanni Colom- PonlifeXy de' 18 novembre, Bull.
bini per ordine di Gregorio XIII Rem. tomo IV par. II pag. , ,

fu messo nel martirologio romano. 4o5. Nel 1606 permise ad essi


Abbiamo la sua vita di Feo Bei- Paolo V di ricevere gli ordini sa-
cari pubblicata in Firenze, in Bre- cri e di grande ufiìzio
recitar il

scia nel i5o5, ed in altri luogbi. della Chiesa, secondo 1' uso della
La scrissero pure Ippolito Salviani, Chiesa romana ed allora si dice ,

il p. Giuseppe Bonafede, e Gio. che incominciaiono a chiamarsi


Battista Bossi, cimi commentano chierici apostolici : fino a quel
•praevio et notis Giiil. Ciiperii, tempo furono essi soltanto obbli-
presso i Bollandisti negli Ada ss. gali a recitare per cento giorni
julii VII, p. 333.
t. sessanlacinque Pater, ed altrettan-
Nicolò V
con bolla del primo te y^t'e, oltre cinque o sei ore di
gennaio 4^5, ad istanza del car-
1
orazione mentale ogni giorno , e
dinal Latino Orsini, tolse a' cano- due volle la disciplina, cioè matti-
nici la chiesa dei ss. Gio. e Pao- na e sera. Urbano Vili nel i6\o
lo al monte Celio, e la diede ai approvò le loro costituzioni, che
religiosi ebbero
gesuati , i quali furono stampate in Ferrara nel
in Roma pure la chiesa e moni- seguente anno, e nella bolla chia-
stero di s. Giovanni in Trasleve- mò questo istituto, congregazione
re, poi data ai genovesi, come di- de'gcsuatì di s. Girolamo sotto la
cemmo all' articolo Giìnova. Aven- regola di s. Agostino. Antonio
do questi religiosi preso per prolet- Corsetti che scrisse di essa, dice
tore dell'ordine S.Girolamo, cui pro- che i portarono in princi-
religiosi
fessavano molla divozione e dedicaro- pio una tonaca, e cappuccio qua-
no la maggioi- parte delle loro chie- drato di color bianco, che pende-
se ed approvare ciò
oralorii, nell' va dietro le spalle; ma che Urba-
con decreto Alessandro VI nel no V nel i3t)7 die loro una cap-
1499, ordinò che si chinmassero pa grigia, o di color tanè. P'uori
Gfsitali di s. Girolamo. Por più di casa, ili segno di sprezzare il
,

1 IO GES GES
inondo, coprivano il capo con co- cagioni soppresse quest'ordine, con
pertura bianca e lunga come una la bolla Honianus Ponlifex de' 6
manica, ma Urbano Vili con la dicembre , Bull. tom. VI
Boni.
bolla Onerosa permise loro eli la- part. VI, p. 3o4, cedendo alla re-
sciarla, eoa il cappuccio bianco qua- pubblica i loro beni onde soste-
(lrato,e in vece di esso assegnò il cap- nere la guerra coi turchi, che a-
puccio comune dei frali, di colore vevano assediato Candia. Il Papa
simile alla cappa, o mantello; ii- assegnò da tali rendite annui scu-
savano sandali di legno. Se ne ve- di quaranta ai chierici, e venti
de la figura presso il p. Bonanni ai laici esistenti nello stato vene-
Catalogo, p. LXXXll. Avevano to. Vuoisi che in altre parti d' Ita-
per istemma il nome di Gesù rag- lia sia restato qualche convento, che
giante d'oro in campo azzurro, e in processo di tempo andò ad e-
sopra di esso una colomba per al- stinguersi.
lusione al b. Giovanni Colombini GESUITESSE, monache. Ordi-
loro fondatore. ne di religiose d' Italia e di Fian-
Benché, come dicemmo^ non a- dra, che seguivano la regola dei
vesserò che frati laici nei primi Gesuiti (P'edi), e sebbene la loro
due secoli del loro slabilimentOj congregazione non fosse stata ap-
furonvi nondimeno tra di loro di- provata dalla santa Sede, avevano
verse persone illustri pei- santità molte case, cui davano il nome
e per dottrina , come il beato di collegi, e ad altre quello di case
Giovanni da Tossignano il beato , di noviziato, in cui eravi una su-
Antonio da Siena il beato Giro- , periora, davanti la quale pronun-
lamo da Venezia, il b. Giannetto ziavano le religiose i loro voti di
da Verona. Paolo Morigia, uno dei poverlàj di castità e d'ubbidienza,
loro generali , morto nel i6o4, 6 ma non avevano clausura. Vi fu-
laico, fra le opere che compose, ronoWarda e Tuitia donzelle in-
una porta per titolo: la Storia de- glesi , le quali portatesi in Fian-
gli uomini illustri del suo ordine, dra, fondarono questo istituto, col
ove si leggono le vite di sessanta consiglio, e sotto la direzione del
gesuati morti in odore di santità. p. Gerard rettore del collegio di
Dei gesuati scrissero pure, oltre gli Anversa, e di alcuni altri gesuiti.
scrittori degli oidini regolari, il
p. Ebbero per iscopo di spedire delle
d. Silvanio Pasio camaldolese, l'A- religiose in Inghilteria, per istrui-
zorio, Cherubini nelle no-
ed il re le persone del loro sesso. War-
te al Bollano. La Faille ne' suoi da divenne ben tosto superiora ge-
Annali di Tolosa, nota che i ge- nerale di più di duecento l'eligio-
suati si stabilirono a Tolosa l'an- se. Però Urbano Vili con breve
no ^^i5, che le loro celle erano de' i3 gennaio i63i, diretto al
piccole e basso a piana terra, e nunzio della bassa Alemagna, e che
in certa distanza le une dalle al- fu stampato in Roma nel i632 ,
tie, come quelle degli eremiti ca- soppresse quest' ordine, su di che
maldolesi. Finalmente nel 1668 la è a vedersi la Biblioteca critica
repubblica di Venezia avendo chie- di Riccardo Simon, pubblicata col
sto alla santa Sede la loro sop- nome di Sainjorre, tom. I, capo
pressione. Clemente IX per giuste 1. p. "289. Prima di questo tem-
,

GES GES III


no, e nel iGio, madama ili Le- (le Licona e Baldo, rullimo degli
stonnac aveva istituito una con- otto suoi fiatelli. J^. S. Ignazio di

grega7Ìoiic di religiose sotto il ti- Loioi A. Datosi alla professione del-

tolo di Nolre Dame [f^edi), che le armi, in essa si segnalò per la

tuttora fiorisce, come dicemmo ai rara sua intelligenza, intrepidezza


voi. XVII, p. 38 del Dizio/mrìOj e coraggio sino all'età d'anni ven-
mediante l'assistenza dei celebri tinove: la sua prima campagna fu
gesuiti pp. de Boides e Raimond,
i quella di ìVajara, dove non volle
per r istruzione cristiana sul mo- prender parte nel bottino , lipu-
dello della compagnia di Ge-;ìi. gnando il suo cuore generoso a
Laonde Paolo V nell' approvare trar vantaggio dalla disgrazia de-
questa congregazione , disse al p. Avendo avuto una gam-
gli infelici.

preposito generale dei gesuiti, che ba tutta fracassata all' assedio di


gli aveva dato delle sorelle de- Pamplona, essendo stalo mal cura-
stinate dalla Chiesa a rendere alle to si sottopose a nuova operazio-
persone del loro sesso scivigi i ne, che gli produsse una febbre
che gesuiti rendevano a tutta la
i ardentissima, per cui gli fuiono
cristianità, come si esprime il Ber- somministrati i ss. sagramenti nel-
castel, Histoire de VEglise , tomo la vigilia della festa del piincipe
XX, p. 172. É per altro da os- degli apostoli ; ma apparsogli nel-
servare che le diverse pie donne la notte .s. Pietro lo guarì dalla
ed anche religiose, che vennero febbre. Comparendo quindi infor-
chiamate col nome di gesni tesse, me la gamba per un osso che u-
non fecero mai parte della com- sciva fuori, si sottopo.se ad altra
pagnia di Gesù, né i gesuiti, né dolorosa operazione , e andando
il loro p. preposito generale si molto alla lunga la medicatura
presero mai l'incarico del governo dimandò iomanzo per di-
qiial.'^he

di tali comunità. vertire la noia. Quantunque li- i

GESUITI. Compagnia o società bri di cavalleria fossero alloia som-


di Gesù, ordine e congregazione di mamente comuni, soprattutto in
chierici regolari. Nell'anno i534, Ispagna, non se ne trovò però al-
nel tempo preciso in cui il veleno cuno in quel momento nel castel-
del luteranismo e quello del cal- lo di Loiola , ove l' infermo era
vinismo insieme riuniti fecero la stato trasportato, di un ed in vece
loro prima eruzione in Erancia romanzo gli fu presentata la vita
colle bestemmie pubblicamente af- di Gesù Cristo e de' santi. Egli la
fìsse nella capitale di questo re- lesse come per forza, e sulle prime
gno, Ignazio di Loiola formò la senza piacere ma operando ben ,

sua compagnia, e benché spagnuo- presto la grazia, trovò in quegli


lo di nascita, con la maggior par- esempi qualche cosa di più grande
te de' suoi primi discepoli , scelse che in tutto il favoloso eroismo di
però la detta città per esserne la cui aveva piena l' immaginazione,
culla.Era egli nato nel i49' '^ e dopo alcuni momenti d'incer-
Guipuscoa nella Biscaglia, aulica tezza e di conflitto fra la carne
dipendenza del regno di JN'avarra, e lo spirito, prese 1' assoluta riso-
da Bcllrando signore di Ognez e luzione d'imitaili. Dopo di essere
di Luibla, e da IMarina Sanchez guarito, restando però con uii;j
112 GES GES
gamba un poco più corta, inco- Iviraddoppiò le sue austerità in
minciò a trattare il suo corpo col modo, che restando quasi moriente,
massimo rigore, alzandosi tutte le fu portato all'ospedale di Manre-
notti a piangere ì suoi peccati. sa , Dio provare, per-
e volendolo
Trovandosi un giorno avanti ad mise clie fosse agitato da scrupoli
un' immagine della Beata Vergine, e da profonda tristezza. Però la
con istraordinari sentimenti di fer- calma e la pace tornarono nella
vore egli si olTrì a Gesìi Cristo per sua anima, e sovente provò delle
mezzo della stessa santa Vergine, estasi nelle orazioni, e celesti lumi
si consacrò al servigio del Figlio sulla conoscenza dei misteri della
e della Madre, e ad ambedue giu- religione, facendosi dirigere la co-
rò fedeltà inviolabile. Un'altra not- scienza da un religioso de' dome-
te vide Ignazio la Beata Vergine, nicani, che lo aveano preso nel
avente in braccio il bambino Gesù loro convento. Ignazio che dappri-
tutto circondato di luce; questa ma non si era proposta la pro-
\isione lo colmò di gioia, purificò pria perfezione, sentissi infuocare
il suo cuore, e cancellò dalla sua da un ardente desiderio di procu-
mente ogni sensualità. rare eziandio la santificazione degli
Indi si recò a Monserrato, cele- altri ,
quindi si pose ad esortare
bre abbazia de' benedettini , ove i peccatori alla penitenza e alla
al francese santo monaco Giovan- pratica delle viitili, e fu appunto
ni Scianone fece la confessione ge- allora che compose l' aureo libro
nerale de' suoi peccati, con sospiri degli Esercizi spirituali [f^edi), che
e lagrime, e consacrossi al Signo- poscia ritoccò e stampò in Roma
re con \oto di castità perpetua. nel i548, essendo affatto differen-
Vestito poscia di grossa tela, con te da quello composto da Garoia
cintura, sandali di corda e bordo- Cisneros o S^van abbate di Mon-
ne, partì da Monserrato per fare serrato. Sant' Ignazio die per fon-
im pellegrinaggio a Gerusalemme. damento a' suoi esercizi una me-
Si fermò alla piccola città di Man- ditazione assai toccante sul fine
resa, nell'ospedale pei pellegrini e dell'uomo, per mostrare che nulla
poveri malati de' domenicani , e si dee avere in pregio, né nulla
quivi confuso tra i poveri si die cercare, fuorché la gloria e il ser-
all'esercizio d'ogni virtù, ed a vita vigio di Dio. Egli fa conoscere gli

austera e penitente. Avendo colla effetti generali del peccato, colla


sua pazienza illuminato quelli che meditazione sulla caduta degli an-
l'oltraggiavano, e vedendo Ignazio geli e dell'uomo, sul castigo futu-
che alle beffe era succeduta la ri- ro del peccato, e sull'ultimo fine.
verenza, per evitare i lacci della Per mostrare i particolari disordi-
vanagloria si ritirò lungi seicento ni delle passioni, e per purificare
passi dalla città , in ima grotta il cuore, ci rappresenta due ves-
scavata nella roccia, che si apriva silli, l'uno di Gesìi Cristo, l' altro
dal lato d' una solitaria vallata, del demonio, e tutti gli uomini che
che chiamavasi del Paradiso, nella si mettono in ischiera sotto questi
qual grotta vi è chi crede gli fos- due diversi vessilli. Sua mira è
se rivelato il piano mirabile del ancora di eccitarci con ciò a strin-
benemerito ordine che poi fondò. gerci a Gesìi Cristo colle anime
,

GES GES it3


generose. Propone in seguito cpian- la grammatica, e pregò d'istruirlo
to questo fine esiga, e tu vedere le Girolamo Ardebalo, avendo allora
grandi obbligazioni di ritrarre in il santo trentatre anni. Intanto ri-
noi la perfetla somiglianza del Sal- formò le religiose del mouislero
vatore ,coi tre gradi deirumiltà degli Angeli, indi passò a far il
colla meditazione sui misteri della corso di filosofia all'università d'Ai--
vita diGesù Cristo, colla scelta di cala, e si mise in un ospedale ove
uno slato di vita, e col regola- vivea di limosina , con quattro
mento delle funzioni che vi sono compagni che si erano a lui asso-
annesse. Nella meditazione de' pa- ciati nelle sue buone opere, che gli
tinienti di Gesù Cristo, insegna e- procacciarono ammiratori , e ne-^
gli la dolcezza, la carità, la pa- mici detrattori, i quali gì' impedi-
zienza nei disastri ec. ; in quelle che rono portare un abito distinto. Re-
hanno per obbietto i suoi misteri catosi a Salamanca si pose a tra-
gloriosi, e la felicità di amar Dio, vagliare per la salute delle ani-
egli e' insegna a unire intimamen- me, ed ivi pure soffri persecuzioni
te i nostri cuori a lui. con le quali Dio lo provava per
In ogni tempo erasi conosciuta farlo giungere ad un'alta perfe-
la necessità della meditazione, e la zione ;
poscia risolvette ricomincia*
maniera di farla, ma s. Ignazio re i suoi studi a Parigi, in cui
pose a questo esercizio un ordine giunse nel cominciar di febbraio
nuovo e facile, che lo rende ac- i5i8. Due anni spese a perfezio-
concio per tutti, siccome libro pie- narsi nella lingua latina, dopo di
no dello spirito di Dio. Dopo aver che fece il suo corso di filosofia
soggiornato dieci mesi a Manresa, nel collegio di s. Barbara , ed in-
Ignazio a Barcellona imbarcò per s' dusse gli scolari alle buone opere,
l'Italia, celebrò la festa di Pasqua rendendo venerato il suo nome per
a Roma, e giunto a Venezia fece le conversioni che operava. Dopo
vela per Cipro, ove trovò un na- lo studio della filosofìa , Ignazio
viglio pieno di pellegrini che stava cominciò il corso della teologia
per salpare. Ignazio vi entrò, ar- presso i domenicani, mentre erano
rivò a Jaffa o loppe l' ultimo di suoi discepoli nell' esercizio delie
agosto, ed a Gerusalemme a' 4 set- virtù Pietro le Fevre savoiardo, e
tembre, ove provò, alla vista dei Francesco Saverio spagnuolo ; inol-
luoghi santificati dal Redentore, tre ad esso si unirono Jacopo Lai-
indicibili sentimenti di pietà e com- nez , Alfonso Salmerone , Nicolao
punzione. Ritornato in Europa giun- Alfonso detto Bobadilla, tutti spa-
se a Venezia sul fine di gennaio gnuoli, e Simone Rodriguez por-
i524, donde passò a Genova, indi toghese. Questi giovani animati dal-
a Barcellona. Acceso dal desiderio l'esempio ed istruzioni d'Ignazio,
di consacrarsi al servigio degli al- s'impegnarono a rinunziare al mon-
tari, e di faticare per la salute delle do, ed andare a predicare il van-
anime, intendendo quindi che per gelo in Palestina, e se tal disegno
la conversione de' peccatori erano andasse fallito, di recarsi ad offri-
necessarie molte cognizioni, e l'aiu- re i loro servigi al Papa vicario
to delle umane lettere, senza pun- di Gesù Cristo, per faticare a glo-
to vergognarsi si pose a studiare ria di Dio nel modo eh' egli ere-
voi. XXX.
ii4 CES GES
desse il [»iit acconcio, giaccliè era compagni di obbedire a Pietro
inteiuli mento d'Ignazio di stabilire ch'era il solo prete tia loro , e
a tal fino ima compagnia d'uomi- ch'essi onoravano come il più vec-
ni apostolici j i quali portassero gli chif). Mentre egli faticava nel suo

circlli del medesimo zelo fino agli paese, compagni continuavano gli
i

ultimi confini della terra. studi in Parigi, senza iscemare le

Per la consacrazione al Signo- pratiche di pietà. Il loro numero


re Ignazio scelse la cap[)clla del- crebbe di tre altri teologi che Pie-
la cliiesa sotterranea di s. Ma- tro trovò acconci all'opera di Dio,
ria del Monte de' Martiri ( Inogo cioè Claudio d'Annecy, le Jay
distante mezza lega da Parigi e , Giovanni Codure e Pascario Bro-
nel quale dopo duecento Itant'anni vet francesi, formando così il nu-
fu capitolala la detronizzazione di mero di dieci compreso il fonda-
Bonaparte ) o RIontmartre, ove si tore. Nel i536 questi passò a
crede fosse stato decapitato s. Dio- Venezia, ove lo raggiunsero com- i

nigi apostolo della Francia, quasi pagni nei primi del an- seguente
presago il santo del martirio di no, e vi occuparono principal-
si

molti suoi individui, e delle per- mente di opere di misericordia ed


secuzioni perenni che la sua com- umiltà. Si recarono agli ospedali
pagnia avrebbe a soffrire per la ad istruire gli ignoranti, servire i
causa di Dio. Nel giorno pertanto malati assistere i moribondi
, e ,

della festa dell'Assunzione dell'an- seppellire i morti, guadagnando


no i534 Ignazio ivi condusse i non poche anime a Dio. Ciò dis-
detti sei suoi compagni, ove Pietro piacendo ai libertini, sparsero voce
le Fevre disse messa, e tutti co- che Ignazio era un eretico venuto
municò dopo di che s. Ignazio
; dalla Spagna ad infettare l'Italia;
ed i compagni con alta voce e ma con sentenza giuridica del nun-
distinta fecero lutti il voto di an- zio apostolico fu dichiarato inno-
dare in Palestina per impiegarsi cente, locchè pur fece Giampietro
alla conversione degl' infedeli del Caraifa allora dimorante in Vene-
Levante, e qualora non potessero zia,che fu poi Papa col nome di
passarvi o stabilirvisi, di andare ad Paolo IV. Indi Ignazio mandò i
offrire i loro servigi al vicario di suoi compagni a Roma , ove il

Gesù Cristo, per esercitare il mi- Pontefice Paolo IH li eoa


accolse
nistero evangelico in qualunque molta amorevolezza, e permise a
paese della terra gli piacerebbe quelli che non erano ancor preti,
di spedirli. Nello slesso tempo si di ricevere gli ordini sacri da qua-
obbligarono ad abbandonare quan- lunque vescovo: il santo fu com-
to possedevano al mondo, ed an- preso in questo permesso, e tutti

zi a non esiger nulla per le fun- furono ordinati dal vescovo di Ar-
zioni del santo ministero, sì per be, nel giorno della Natività di s.

essere più liberi in queste sublinn Giovanni Battista, facendo voto di


funzioni, come per chiudere la povertà e di castità nelle mani del
bocca ai settarii sì eloquenti su la nunzio Veralli, come narra il p.
cupidigia degli ecclesiastici. A. ca- da Latera a pag. 55. Si riti-
gione di salute dovendo Ignazio rarono poscia in un luogo solita-
tornare in Ispagna , comandò ai rio presso Vicenza, onde prepararsi
,

GEU GER ni»


alla celebrazione della loro prima di una croce pesante sulle spalle,

messa, e tulli la dissero nei mesi gli promise di essergli propizio in


di seltembre e di ottobre, tranne Roma, avendolo [)ieso unitamente
Ignazio che volle aspettare sino a ai suoi discepoli sotto la speciale
jValale ; quindi nei contorni di Vi- sua protezione, con queste parole :

cenza e di Verona predicarono al Ego vohis Roìnac propitins ero. Per


popolo la necessità della peniten- memoria nella cappella furono esse
za, e vivendo del pane clic rice- scolpite, ed il quadro dell'altare mag-
vevano per carità. giore della chiesa di s. Ignazio di
Avendo rini|)eratore Carlo V
ed Roma, rappresenta tale apparizio-
i veneziani dichiarato la guerra ne. Incoraggilo Ignazio del divino
ai turchi, divenne pei nostri servi patrocinio, comunicò subito a' suoi
di Dio impossibile passare in Pa- discepoli r avvenimento e dopo ,

lestina, ed intanto Ignazio, Pietro essere giunti in Roma, non giudi-


e Laiiiez andarono a Roma, e qui- cando il santo ivi necessari tutti i
vi si gettai-ono ai piedi di Paolo suoi discepoli
• mentre si procac-
,

III, e gli olliirono il loro servigio ciava pel suo istituto la protezione
a qualunque buona opera lui pia- di Paolo III, ritenne seco Pietro e
cesse d'impiegarli, o per portare Lainez, e ripartì gli altri in di-
ovunque il vangelo, compiendo così versi luoghi d' per associarsi
Italia,

una palle del loio voto. Siccome quelli che la provvidenza destinas-
la loro unione e maniera di vi- se loro come fratelli : si vuole ave-
vere avea rivolli a loro tutti gli re Ignazio in questo tempo alber-
sguardi, e di frequente venivano gato nell' ospedale di s. Giacomo
richiesti qual fosse il loro istituto, degli spagnuoli di Roma. Prima
il santo fondatore, il quale nitro convennero di osservare
di separarsi
non cercava che di fare obliare la una maniera di vita uniforme, cioè
sua persona, disse, secondo le sue che alloggerebbero negli spedali, vi-
idee della prima sua professione vrebbero di limnsine ,. che quelli
che la loro società essendosi unita che abitassero insieme sarebbero
per combattere le eresie, i vizi ed superiori a vicenda peruna setti-
i nemici della religione sotto lo mana, che insegnerebbero ai fan-
stendardo di Gesìi Cristo, miglior ciulli la dottrina cristiana e i buo-
nome non si conveniva alla loio ni che predicherebbero
costumi ,

societàche quello di Compagnia ove gli permesso sulle sode


fosse
di Gesù, col quale tuttora si chia- verità evangeliche, che non pren-
ma, quindi i suoi mendjri furono derebbero retribuzione pel mini-
liciti tremili. Ma ciò che gli accad- stero, e che unicamente in tutte
ile nelle vicinanze di Roma pro- le azioni cercherebbero la salute
veniente da Siena, presso la sta- delle anime.
zione postale della Storta, non gli I discepoli d'Ignazio si conci-
lasciò più alcun dubbio, che que- liarono la stima e la venerazio-
sto nome non venisse dal cielo. ne de' popoli in tutte le buo-
Entrato il santo per orare in una ne città de' veneziani, e in diver-
vicina cappella diruta, ed essendo- se contrade d'Ilalia, venendo ovun-
gli apparso il l*adre Eterno che que riguardati quali pcrièlli mo-
gli presentava Gesìi Cristo carico delli della vita sacerdotale, inviali
,
,

iif) GES GES


per chiudere la bocca alla più ve- slesso gli aveva ispirali, e d'altro
lenosa malignità de' sellarli, e per più non si trattò the di ottenere
somminislrare alla Cliiesa soccorsi 1 ap[)rovazione dal capo della Chie-
proporzionati ai bisogni in cui es- sa. Essendo allora Paolo III assen-
sa trovavasi. I grandi e i prin- te da Roma per riconciliare Car-
cipi, come
in Ferrara la marche- lo V con Francesco I, volle Dio
sa Pescara e il duca Ercole II,
di che in (juesto intervallo i romani
egualmente che il popolo, ne di- fossero testimoni oculari, e speri-
vennero gli ammiratori e disce- i mentassero gli elfelti (li questi ope-
poli. Ignazio unitamente a Pietro rai evangelici, i quali con permes-
ed a Lainez non recarono minore so del cardinal legalo di Roma
edificazione in Roma. Fino dai predicarono per tutto, nelle chiese
primi giorni del loro arrivo nel- e quartieri della città. Immenso fu
l'alma città, furono ammessi all'u- il bene che se ne ritrasse, innumera-
dienza del sommo Pontefice, che bili le conversioni, generale la ri-

ricevette con giubilo le loro olVer- forma de' costumi. Frattanto Igna-
te, subito impiegando sì eccellenti zio co' discepoli risolsero non solo
operai. Siccome la loro dottrina di unire voto
d'ubbidienza a
il

andava del pari che la loro pietà, quelli della povertà e della castità,
Paolo III impiegò Pietro e Lainez ad che avevano già fatti in Venezia,
insegnar la teologia scolastica, ed a ma altresì di obbligarsi con un
spiegare la sacra Scrittura nel colle- quarto voto ad ubbidire al Papa,
gio della Sapienza o università ro- per andare, anche chiedendo la ele-
mana. Ignazio poi facendo uso del mosina, ove Io giudicasse opportu-
dono particolare che avea ricevu- no, ed operare per la salute delle
to dal cielo, e versatissimo nel di- anime per tutto ov' egli li volesse
scernimento degli animi, intrapre- mandare. Allora fu stabilito che i

se sotto r autorità dei vicario di professi non possederebbero nulla


Gesù Cristo a riformare i costu- neppure in comune, ma che però
mi, ed a ravvivare la pietà per i collegi, ossia case di studio, po-
mezzo degli esercizi spirituali. Il trebbero avere rendite e fondi ; e
memorato suo libro degli esercizi th eleggerebbero un superiore ge-
non mancò di acquistare in Roma nerale perpetuo cui ubbidirebbero
una celebrità, cui il Papa autoriz- tutti.
zò con autentica approvazione. In- Non mancò lo spirilo di er-
tanto Signore diede ad Ignazio
il rore e di menzogna di calunniar
nozioni più distinte sul!' istituto di Ignazio per un eietico mascherato,
cui doveva essere il glorioso fon- ma poi fu giustificato con somma
datore, e gì' inspirò un forte pen- gloria. Ritornalo Paolo 111 in Ro-
siero di stabilirlo senza indugio. ISe ma, Ignazio colla mediazione del
conferì da principio con Pietro e pio cardinal Gaspare Contarini
Lainez, poscia chiamò a sé gli al- presentò al Papa un ristretto del
tri suoi discepoli, i quali ricevutone suo istituto, di cui chiedeva l'appro-
appena l'ordine si trasferirono in vazione. Ricevendo Paolo HI con
Roma. Poco gli costò di far gu- bontà lo scritto, immediatamente
stare a uomini già tutti pieni del- lo consegnò al p. maestro del sa-
lo spirito di Dio, i disegni che Dio cro palazzo perchè lo esaminasse
GES GES 1 17
e gliene facesse il rapporto. Il p. ce, e i suoi compagni fecero pure
maestro dopo due mesi lo restiliù la loro a lui, come a loro gene-
al Pontefice, protestando non aver- rale e capo. Egli slese le costitu-
vi trovato cosa alcuna la quale non zioni o regole, alle quali ciascuno
mostrasse lo spirito di Dio. Dicesi doveva uniformarsi rispetto alla
che il Papa volle leggerlo, e quin- propria santificazione, e a quella
di esclamò " Il dito di Dio è qui: del suo prossimo, come all' educa-
se miei presagi si verificano, que-
i zione della gioventù non prescris- :

sta società contribuirà non poco ad se alcun obito particolare a' suoi
asciugar le lagrime delia Chiesa , religiosi , ma volle che usassero
nello stato di desolazione in cui quello che gli ecclesiastici portava-
essa si trova " Essendo Pao-
. no al suo tempo; non li assogget-
lo 111 iu Tivoli approvò verbal- tò al coro, perchè potessero i re-
mente la compagnia, vivac. vocis ligiosi impiegarsi unicamente nelle
oraculo, il 3 di settembre 53c), 1 funzioni del loro ministero. Queste
eh' è propriamente quello della sua costituzioni o l'egole furono appro-
istituzione. Nell'anno seguente, non vate dalla santa Sede senza can-
senza diflicoltà perchè si diceva che giarvi neppure una parola, dopo
gli ordini religiosi erano troppi ,
un esatto esame che ne fecero
dopo l'esame di tre cardinali dis- quattro cardinali commissari, dopo
putati, Paolo III solennemente ap- la morte di s. Ignazio, nel gene-
provò r istituto, sotto il nome e ralato del p. Lainez suo successo-
titolo d' Istituto de" chierici re-gola- re. Nel medesimo anno i54i, nel

ri (Iella compagnia di Gesìi, con visitare le sette chiese di Roma, il

l'autorità dell'onorifica bolla, Regi- p. Ignazio co' suoi compagni , nel-


mini militantis Ecclesiae^ &A\di ai 27 la patriarcale basilica di s. Paolo,
settembre i5^o,Bull. lioni. lomAW, volle fare in un ad essi la profes-
par. I, p. i85. In essa venne deter- sione solenne della sua regola ai
minato il numero dei professi, che 12 aprile, al modo che dicemmo
non doveva esseie maggiore di ses- al voi. XII, pag. 204 e 216 del
santa, ma dopo due anni per l'in- Dizionario , esistendone memoria
teresse del mondo cristiano, e per nell' iscrizione marmorea dietro l'al-

il gran frutto che producevano nel- tare del ss. Crocefisso.


la Chiesa, levò Paolo III questa Lo zelo di cui ardeva s. Ignazio
restrizione con nuova bolla de' i4 per la gloria di Dio, gì' ispirò il di-
marzo i543, Iiìjunctuin nohis, che segno dell'erezione, o ne fu bene-
venne confermata da altri Ponte- merito, di quei pii stabilimenti di
liei, colla concessione di molti pri- cui Roma è a lui debitrice, dei
vilegi. Ignazio fu eletto superiore quali se ne tratta a'rispettivi artico-
generale, ad onta di sua virtuosa li, come la pia casa de' catecumeni
ripugnanza, e secondo il p. da La- di cui parlasi all'articolo Neofiti, il

tera accettò a persuasione del p. Conservatorio dì Caterina de' Fa-


s.

Teodosio da Roma minore osser- nari, la pia casa delle mal marita-
vante suo confessore prese il go- : te, di cui facemmo cenno al voi.
verno della compagnia il giorno di XVII, p. 20 del medesimo Dizio-
Pasqua i54i, e tece immediata- nario, le pie case per gli orfani e
mente la sua promessa al Poutefì» per le orfane, di cui 6Ì ti'altò al
ji8 CES GES
voi. XIV, p. 208, ec. ec; nìonlrc rano spagnuoli di nascita, e perciò
la casa per le donne peiiilcnli il sudditi di Carlo V. Alcalà, Valen-
santo la fondò ov'c al presente il za, Gandia, Colonia, Lovanio, e Pa-
Dionistcìo di s. l\larta inconlro al dova furono le prime città in cui
collegioromanOj ed ove stettero si- dessa ebbe degli stabilimenti fissi,
no i56i, quando il luogo fu ce-
al divenendo ben presto questa con-
duto alle monaclie agostiniane, e le gregazione religiosa una delle più
donne passarono altiovo. Intanto numerose della Chiesa.
Paolo in, dietro le preghiere dei Paolo HI avendo chiesto due teologi
principi, de' vescovi, e di altri il- della società per assistere in suo no-
lustri personaggi, impiegò alcuni ge- me coi suoi legati
al concilio che stava

suiti negli urgenti bisogni delle di- per tenersi a Trento, il p. Ignazio
verse chiese. Simone Rodriguez an- scelse pp. Lainez e Salmeron, cui
i

dò in Portogallo ; Francesco Saverio diede utili avvertenze; il p. Clau-


nelle Indie orientali di cui divenne dio Jay assistette allo stesso conci-
l'apostolo: Claudio Jay fu spedito a lio in qualità di teologo del caidi-
Brescia per estirpare l'eresia che al- nal Ottone Truchses, vescovo d'Au-
cuni vi avevano disseminata. E per gusta, e dipoi Ferdinando 1 re dei
non dire di altri in diverse parti romani lo nominò vescovo di Trie-
d' Italia Giovanni Nugnez, e Luigi
, ste; quando il p. Ignazio, spaventa-
Conzalez passarono nei regni di Fez to che le promozioni alle cariche
e di Marocco per istruire gli schia- ecclesiastiche avesse a nuocere alla
vi cristiani; altri furono mandati sua nascente società, scongiurò il

nel Congo, nell'Africa, e nell'Abis- principe a desistere dalla nomina e


siuia ove il detto Nugnez poi fu fal- ne ottenne la grazia. Egli fece va-
lo patriarca d' Etiopia da Giulio lere le stesse ragioni presso il Pa-
III, mentre due gesuiti furono pur pa ed il sacro collegio, onde otte-
consacrati vescovi. Il re di Porto- nere che tutti i pathi della società
gallo ne domandò per le nuove con- fossero esclusi dalle dignità ecclesia-
quiste dell'America meridionale. Mi- stiche. Tra le altre cose rappresen-
rabili furono i progressi della com- tò che questo era il mezzo più si-
pagnia, ed in breve tempo fiori per curo a conservare Ira essi lo spiri-
tutte le contrade dell' uno e del- to d'umiltà e di povertà, ch'era l'a-
l'altro emisfero, singolarmente nella nima del loro stato, e che inoltre
Spagna ov' erano nati i primi suoi essendo missionari, maggior costrut-
padri, in Portogallo, in tutti i pae- to ne verrebbe alla Chiesa se essi
si d' Italia, nelle migliori città di rimanessero in tutta la loro vita
Germania, e perfino ne' regni ere- nello stato di semplici religiosi, per-
tici del nord. Di tutti paesi i cat- ciocché allora sarebbero più pron-
tolici, la Francia, che n' era stata ti a volareda un capo all'altro
la però il regno ove più
culla, fu del mondoj ove la gloria di Dio il
lenti ne furono i progressi, perchè richiedesse. Ottenuto quant' egli do-
la guerra animosa che facevasi tra mandava con tanta premura, ob-
il re Francesco I, e Carlo V im- bligò i gesuiti professi a stringersi
peratore, impediva di vedervi di con volo seuq)lice di non mai cer-
buon occhio una società il capo , care dignità ecclesiastiche, ed anche
e membri principali delia quale e- di rifiutarle se loro venissero ollcr-
GES GES ncj
te, Papa in \irlìi eli san-
quando il ti il collegio di Coimbra. Fra le al-

ta obbedienza non ve li obljligasse, lre regole e discipline che il p. I-

ed è perciò che si durò non poca gnazio prescrisse a quelli che inse-
fatica in liberarsi dal cardinalato il gnavano nei collegi, ordinò ad essi
dotto p. Lainez, e il p. Francesco di dare specialmente lezioni di pie-
Borgia già duca di Gandia, che in tà, di modestia e di umilia, di fa-

questa città fece per il primo fab- re ascoltare ogni giorno la messa
bricare un collegio ai gesuiti nel ai loro scolari, di obbligarli a con-
i546. Il p. Ignazio, coir approva- fessarsi ogni mese , di cominciar
zione del Papa, liberò altresì i suoi sempre i loro esercizi pubblici con
discepoli dal governo delle monache. l'orazione, di cogliere tulle le oc-
Ai rispettivi articoli non si manca casioni onde ispirare l' amore dei
di far menzione dei principali col- beni celesti a quelli che frequente-
legi e case che furono, o che so- rebl>ero le scuole loro, di ricorrere
no de' gesuiti. alla meditazione, alle letture pie, e
Il p. generale Ignazio avendo fis- ad allre somiglianti pratiche di re-
sato la sua residenza e quella dei ligione, per non lasciar spegnere
successori nella capitale del mondo in sé stejsi Io spirito del fervore
cristiano, cominciò a fare il suo ca- e del raccoglimenlo. Raccomandò
techismo nella chiesa di s. Maria loro di regolarsi per modo eh' es-
della Strada, o de Astallix, che gli si e gli scolari nulla facessero se non
fu donata, e si ap[)licb eziandio ad per maggior gloria di Dio.
la Sta-
altre opere di pietà e fli misericor- bilì inoltre molle discipline onde
dia. In questo luogo il magnanimo procacciare l'avanzamento dei mae-
cardinale Alessandro Farnese , ni- stri, ed eccitare l'emulazione degli
pote di Paolo HI, die principio al- scolari. Nell'interno della sua com-
l' erezione nel 1 5G8 della sontuosa pagnia il p. Ignazio raccomandava
chiesa, che dedicandola all' inelfabi- a tutti, e massime a quelli ch'era-
le nomeGesù, da questa alcu-
di no incaricali della condotta dei no-
ni dissero aver preso membri del- i vizi, le conferenze, la lettura delle
la compagnia di s. Ignazio il no- vite e degli scritti de' padri del de-
me di gesuiti. Di questa chiesa e serto, come ancora quella di altri
casa, come di tulle le allre che han- libri ascetici, che li potevano con-
no i gesuiti in Roma, ne parlere- durre alla perfezione. Quali ottimi
mo in fine dell' articolo. Nel i540 effetti producessero questi avverti-
i gesuiti incominciarono ad insegna- menti, lo si può giudicare dal libro
re in Europa, cioè nel detto colle- del p. Alfonso Rodriguez intitolato:
gio di Gandia, coi privilegi delle Pralica della perfezione cristiana,
università; e nell'islesso anno fu dalle Meditazioni del p. Luigi de
fondato loro il secondo collegio in Ponte, dagli scritti del p. Alva-
Europa nella città di Coimbra. 11 rez de Paz, dalle opere del p. Ral-
primo collegio propriamente creilo dassare Alvarcz, dal Calcclmnio del
ai gesuiti fu quello di Goa nelle In- p. Cattaneo, e di altri molli. Nel
die orientali, istituito da Giovanni fine del suo pontificato Paolo III
Ili re di Portogallo: il p. da Lu- con lettere apostoliche de' 18 ot-
terà a p. 59 scrive che questo re tobre \'j\c),UcLl dcbitnm pastoralis
fece nel 11142 fondare pei gcsui- olJìcii, Bull. 1. e, p. 243, diede allf.
lao GES GES
compagnia amplissimi privilegi, tra i reto, formando ivi un collegio di
quali dicliiarò, che l'indulto da lui dodici sacerdoti , a comodo dei
prima concesso ai prepositi generali pellegrini di tutte le nazioni. La
della medesima, di ammettere venti saviezza e la carità che il p. I-

sacerdoti in qualità di coadiutori gnazio usava rispetto ai suoi re-


spirituali, e di far loro parte delle fa- ligiosi gli guadagnò tutti i cuori ;

coltà; delle grazie, e dell'autorità, anziché comandare, egli pregava,


che si godono dagli stessi soci pro- sapeva accomodarsi a tutti gli spi-
fessi, si estendesse senza limitazione rili, rattemprando la fermezza col-

e determinazione di numero a chiun- la dolcezza. Ei riguardava la mo-

que altro sarebbe dagli stessi pre- destia esteriore come assolutamen-
positi generali giudicato idoneo. In- te necessaria a reprimere gli slan-
oltre esentò e sottrasse la società, ci dei sensi e delle ed passioni,
e tutti i suoi soci, le persone, e i essa fu sempre costantemente pra-
beni loro da qualunque sorta di ticata dai suoi lìgli. Gli amma-
superiorità, giurisdizione e corre- lati erano eziandio un oggetto
zione di qualsivoglia ordinario, e li della sua tenerezza, ed aveva una
prese sotto la protezione sua e della somma attenzione nel sommini-
santa Sede apostolica. strar loro i soccorsi di cui abbi-
Giulio Hi fu assai benevolo di sognavano sì per l'anima come pel
s. Ignazio e della sua compagnia. corpo. Le due principali virtù di
Nella consueta bolla di sospensio- cui l'accomandava la pratica ai

ne delle indulgenze per l'anno san- suoi novizi erano l' obbedienza e
to i55o, eccettuò quelle ch'erano la rinunzia a sé slessi: diceva a
state concesse dall'immediato pre- quelli che si presentavano per en-
decessore Paolo III alla medesima non do-
trare nella società, ch'essi
compagnia, la quale per la cogni- vevano avere più propria volontà.
zione ch'egli ne acquistò essendo Per allontanare poi con sicurezza
legato al concilio di Trento, ri- i pericoli che si possono incon-
colmò delle maggiori grazie e fa- trare nel frequentare le femmine,
vori della Sede apostolica con bol- proibì ad ogni religioso di uscire
le; la confermò di nuovo, e l'ono- solo dalle case, di trattenersi da
rò di grandissime lodi. Al Ponte- solo con alcuna d'esse, e quelli stessi
fice Giulio III ed a s. Ignazio ri- che andavano a confessare le donne
pete la primaria sua origine il inferme, dovevano avere un compa-
celebre Collegio gennanico ( Ve- gno collocato in modo che potesse,
di) di Roma, cui poi si unì il senza udir le parole, vedere tutto
collegio ungarico. Anche il famo- quello che vi si faceva. Neil' asse-
so Collegio romano [Fedi), che gnare i posti che doveano occu-
riguarda Gregorio XIII per prin- pare tutti membri della società
i

cipale fondatore riconosce la sua


, egli avea d'ordinario riguardo alle
primitiva istituzione sotto s. Igna- inclinazioni di ciascuno; esigeva per
zio, e per la generosità di s. Fran- altro che tutti fossero in una per-
cesco Borgia terzo generale della fetta indifferenza , e disposti sì ad

compagnia. Inoltre Giulio III nel accettare come anche a lasciare


i554 diede ai gesuiti la peni- qualunque offizio. Lo spirito di s.

teajieria della santa casa di Lo- Ignazio tuttora iuterameute si os=


CES CES 121
serva «lai gesuiti, e forma uno dei Roma un di loro in suo aiuto
loro piincipali elogi. Quantunque pel governo della compagnia, per
ii governo dell' ordine dasse al p. assisterlo, e per isgiavarsi in par-
Ignazio molte briglie, le (juali o- te d'una fatica a cui non poteva
gni di pili crescevano a seconda supphre, e la scelta cadde sul p.
del suo meraviglioso ingrandimen- Guolamo JVadal o datale. Voleva
to e propagazione, e molte fatiche per altro che gli si rendesse con-
gì' imponesse la sua carica, tutta- to almeno delle opere di edifica-
via egli era lutto fuoco quando si zione, che i suoi figli noli facevano
trattava di procacciare la gloria di a Roma, e nei paesi vicini. Intese
Dio coll'eslirpazione del vizio, o che a INIacerata, in cui in tempo
coir accrescimento della virtù nel- di carnovale si erano prepaiali
le anime. alcuni divertimenti poco cristiani,
Si narrano cose straordinarie alcuni padri che vi si trovavano
dei favori che s. Ignazio ,
pieno in missione avevano esposlo il ss.

dello spirito di orazione, ricevette Sagramenlo con molta solennità


nei suoi trattenimenti con Dio, che in forma di quaranl'ore; che vi
troppo lungo sarebbe il raccon- si erano fatte preci ed istruzioni
tarli. Amò ed esercitò in modo commoventi, nei tre giorni che
edilìcanle 1' umiltà, virtù ch'era ac- precedono il mercoledì delle ce-
compagnata ad im'intiera rinunzia neri ; e che il popolo tratto dalla
a se stesso. Se parlava del suo pompa ecclesiastica e dalla novità
ordine, non lo chiamava che col della cerimonia, aveva lasciato tut-
nome di minima società, volendo to per assistervi. Tanto piacque
con ciò insegnare che i suoi figli questa divozione al santo generale
dovevano porsi negli ultimi posti che volle che venisse ogni anno
della Chiesa di Gesù Cristo. La praticata in tutte le case del suo
carità coronava tutte le altre sue ordine, in tal modo ebbe princi-
virtù ; egli ripeteva sovente que- pio la divozione delle quarant' ore
ste parole, che avea prese per di- in tempo di carnovale, stabilita
visa : yJlla maggior gloria di Dio, dipoi in tal tempo per tutto con
il perchè il santo ordinariamente tanta buona riuscita , onde fare
viene efllgiato con un libro aper- una diversione alle sfienatezze ed
to in mano colle parole: ^d ma- alle prolàne follie carnevalesche.
jorem Dei gloriam. A questa e- Della medesima divozione che in
rano volte tutte le sue azioni, e tal tempo' ha luogo in Roma nel-
tutte quelle della sua società. Era la chiesa del Gesù, e in quella
il santo già da quindici anni ge- dell'oratorio del p. Caravita, ne
nerale della società, quando per trattammo ai voi. IX, p. 34, e 1

le crescenti sue iidt:rmità, ridotto X, p. 83 e 84 del Diziotiitrìo.


egli frequentemente a guardare il Sentendo finalmente il p. Igna-
letto, senza per altro lasciare il zio avvicinarsi l'ultima ora, prima
timone del governo , e ve<lendo di abbandonare i suoi figli volle
di giorno in giorno gli affali mol- lasciar loro un nuovo pegno della
tiplicarsi in proporzione dell' ac- sua tenerezza, dettando ad essi
crescimento della sua compagnia, alcune massime sui principali do-
fece eleggere dai padri ch'ciauo in veri della vita religiosa ; ricevette
,

I ?, '3 GES GES


il corpo ikl Signore con slraordi- non vi entrò che in ginocchioni,
jiari scnlimenti di pietà; mandò baciando la terra bagnata col san-
dal Pontefice Paolo IV il p. Pa- gue e colle lacrime di un peniten-
lanco suo segretario per implora- te che ne avea fatto tatiti altri.

re la benedizione apostolica e l'in- Il cadavere fu sepolto nella picco-


dulgenza in arliciilo niorlìs, indi la chiesa di s. Maria suddetta, nel
levali gli occhi e le mani al cielo, 1^87 fu trasferito nella chiesa del
e pronunziando il nome di Gesù Gesù, finché nel iGSy fu posto
spirò placidamente ai 3i luglio sotto l'altare della superba cappel-
i55G, in età di sessantacinque an- la che porla il nome del san-
ni. L'opinione universale che si a- to , racchiuso in preziosa cassa.
veva della sua santità, prima e Paolo V con decreto de'27 luglio
dopo la sua morte, fu confermala 1 609, e con breve de' 3 dicembre
da un gran numero di miracoli. del medesimo anno, ascrisse fra i
Lasciò questo mondo con la con- beali il p. Ignazio, e Gregorio XV
solazione di veder sparsa per tut- ai il marzo 1622 solennemente
to la sua compagnia, e divisa in lo canonizzò. Indi Clemente IX
dodici Provincie, che contavano ordinò che in tutta la Chiesa si
almeno cento tra case e collegi. celebrasse la memoria di questo
Venti anni dopo la sua morte si santo con offizio e messa di rito
fece una lista di trenlacinque pro- doppio; Alessandro VII confermò
\incie con due vice-provincicj di l'indulgenza plenaria concessa da
più di cinquecento collegi, di tren- Gregorio XV
a quelli che confes-
talre case professe, e quarant'ollo sati e comunicati visitassero nel
noviziati, senza contare i seminari, giorno di s. Ignazio e di s. Fran-
le residenze, e le missioni; in tutto cesco Saverio una chiesa de'gesui-
più di diecisettemila religiosi, e ti , trasferendo
però quella di s.
fia essi sette in otto mila sacer- Francesco dal giorno 2 a' 3 di-
doti. Ma appena s. Ignazio rese lo cemlire; ed Innocenzo XI lo di-
spirito a Dio, che in tutti i rioni chiarò protettore del regno di
di Roma s'intese eccheggiar le pa- Ciscaia. Il p. Luigi Gonzalez da
role: Jl santo e morto, il santo ci Camera gesuita scrisse gli Atti di
ì^ slato rapilo. Il popolo romano s. Ignazio, mentre la vita fu de-
corse in folla nel luogo ove era scritta dal p. Pietro Ribadineira
esposto , reputandosi felici quelli che dal santo ricevette l'abito di
cui fu dato baciargli le mani gesuita, dal p. Giampietro Matfei,
toccarne le vesti o rapirne alcuna dal p. Giuseppe JNieremberg, dal
particella. Il buon odore della di p. Andrea Laca de Arconcs, dai
lui santità si dilfuse rapidamente p. Daniele Bartoli, dal p. Luigi
da Roma fra tutte le nazioni, e Carnoli dal p. Paolo Rombini,
,

singolarmente nella Spagna sua pa- dal p. Antonfrancesco Mariani, dal


tria. Il castello di Loyola o Loio- p. Domenico Bouhours, e dal p.
la divenne una specie di tempio; Giovanni de Bussiers, in vari i-
la camera in cui si convertì, un diomi, per non dire di altri e del-
santuario, e nella caverna di Man- le traduzioni in più lingue. La
resa, depositaria delle intime sue statua di marmo rappresentante s.

comunicazioni con Dio, il popolo Ignazio, scolpita da Giuseppe Ru-


CES CES 123
scoili , fu collocata tra quelle dei to s. Pio V dimostrò il suo amo-
(ondatoli degli ordini religiosi, in re verso la compagnia, dappoiché
una delle nicchie della navata gran- passando a' 27 gennaio i566 in
ile della basilica vaticana. lettiga avanti la casa professa del
In Francia i gesuiti si dilTusero Gesù, nel recarsi a premiere il

in molti luoghi, e tra gli altri si solenne possesso della basilica la-
distinse pel suo zelo il p. Edmon- teranense , e vedendo che il p.
do Anger francese, che divenuto Francesco Borgia terzo generale
confessore del re, vuoisi ahhia con- era alla testa de'suoi religiosi per
vertilo dall' erroie circa <|narai)la- ricevere l'apostolica benedizione,
mila eretici, nella njaggior parte il Papa fece fermare magnifiia
la
ugonotti. Piccandosi verso i5Gi il cavalcata, chiamò il padre Borgia
in Francia il p. Lainez, immedia- alla lettiga, e con lui si trattenne
to successore di s. Ignazio, ne pro- amorevolmente per un quarto di
fittò per lo sltdjiliujento legale ilel- ora. Indi dopo avere con una co-
la sua società nella capitale del stituzione ampliate le esenzioni de-
regno, dopo che il parlamento ri- gli ordini mendicanti, e i loro pri-
mise ai vescovi congregali a Pois- vilegi, dichiarò ordine mendicante
sì l'esame della decisione sulle dif- la compagnia di Gesti, col dispo-
ficoltà che la riguardavano. Quei sto della bolla Dutji indcfessae, e-
prelati non esitarono a confei'ma- manata ai 7 luglio 1^71. Prima
re lo stabilimento a Paiigi, come di questo tempo, e nel '56r),
i beni lasciati ai gesuiti dal ve- con moto- proprio che fu deposi-
scovo di Clermont. Non approva- tato nella dateria apostolica , s.

rono però la compagnia come un Pio V diede la penitenzieria della


ordine religioso recentemente isti- patriarcale basiliea di s. Pietro ai
tuito, ma in forma di società so- gesuiti, i quali eoi rettore li sta-
lamente, o di collegio, sotto mol- bib nel numero di tredici per le

le altre condizioni che ovviavano lingue italiana, (iancese, spaglinola,


ai timori delle università, di al- portoghese, tedesca, unga rese, belgi-
cuni vescovi, ed anche alle riva- ca, polacca, inglescj greca ed illirica.
lità degli altri religiosi. Per que- Gregorio XIII, uno dePapi più
sto motivo fu loro ingiunto di benemeriti della compagnia di Ge-
premiere un altro nome fuorché sù, graziò [)er sempre i sacerdoti
(jucllo di gesuiti, e di compagnia di essa dall'intervenire alle sup[)li-
di Gesìi;ma il pubblico gli ave- cazioni o preghiere, o processioni,
va già nominati, e la legge dilU- perchè non volle che gesuiti fos- i

cilmcnte prevale sul linguaggio sero distolti per ([ualiinque cagio-


dei popoli. Nel pontificalo di Pio ne dagli studi, dalle lezioni, dal-
IV, benevolo coi gesuiti, ebbe ter- l'ascoltare le confc's>ioni, e ilal mi-
mine il sacrosanto concilio gcnc- nistero della parola di Dio, e da
i"ale di Trento questa veneranda : altre opere di pietà a cui di con-
assemblea nella sessione XXV, de tinuo attendevano ed attendono
lìcforni. cap. j G, chiamò questi ancora al presente con lode. Il ma-
religiosi chierici regolari, disse pio gnanimo Gregorio XIII, oltre l'a-

il lui») istillilo, e ilichiarò non vo- vere edificato l'università (irego-


lervi nulla alterare. Appena elei- riana e confermato nel collegio ro-
124 GES GES
mano i gesuiti, fondò in Roma il VII, quello di Gregorio XIV, que-
Collegio de M/ironiti, il Collegio sto Pontefice, già amico di sant'I-
greco, ed il Collegio inglese [Fe- gnazio, per dimostrare la ricono-
di), e li aflidò intioramenle alla scenza e r ammirazione che a-
dilezione e cura de'medesimi gesuiti. vea alle virtù del santo fondato-
Nel Giappone lo stesso Pontefice re ed alla compagnia, a' <28 giu-
fondò alia compagnia di Gesù la gno 1 5r) \ con la costituzione Ec-
casa professa, e tre seminari pei clesiae Calholicae, presso il Bull.
neofiti in Arinia, in Ansucci, ed Roin. tom. V, par. 1^ p. 279, con-
in Funai,ordinando in pari tempo fermò l'istitutOj le costituzioni, e
che ogni anno fossero mandati in i gradi della compagnia di Gesù,
quell' impero quattromila scudi fulminando scomunica latae seii-
d'oro, per mantenere tutti quelli lenliae riservata al Papa, contro
che si applicavano ad istruire quei gl'infamatori e calunniatori della
popoli nella dottrina delia Chiesa, medesima compagnia , dicendo il

Prima di morire Gregorio XIII Pontefice nella bolla: mentre re- '>

provò la consolazione di ricevere » putiamo essere cosa comune, ed


una solenne ambasceria di tre re » appartenere all'utilità o al dan-
del Giappone accompagnata da " no della Chiesa, l'utilità, la pa-
due gesuiti, e nel giorno del con- » ce, o il danno di questa com-

cistoro il p. Ma (Tei servì d'inter- » pagnia ".

prete agli amljascialori. Analoga- Prima che Clemente Vili as-


mente poi all' istituto^ Gregorio solvesse Enrico IV re Fran-
di
XI li col breve Satis sitperque, dei cia , due esecrandi fanatici Rar-
IO settembre 1584, ^'etò e proibì riere e Chatel attentarono alla vita
ai gesuiti il conseguimento de'be- monarca, il primo nell'an-
di questo
nefìzi e dignità ecclesiastiche. Gli no 1593, r altro nel i594. Non
successe nell'anno 1 585 Sisto V, il perdettero i nemici de'gesuiti l'oc-
quale concesse molte indulgenze casione di persuadere il re che da
alle pie congregazioni stabilite nei essi erano stati incitati que' due
collegi de'gesuiti; ma essendosi rin- malvagi furono dunque questi re-
:

novate alcune querele contro la ligiosi mandati in esilio dal regno.


compagnia, già portale avanti Pao- Ma Clemente Vili, che a ninno
lo IV e san Pio V per conto ,
de'suoi predecessori cedeva in isti-
dei gran privilegi che godeva, e ma ed in tenerezza verso la so-
contro la forma di governo della cietà, sì premurose istanze fece ad
società, Sisto V ad istanza di Fi- Enrico IV per mezzo del cardi-
lippo li re di Spagna deputò una nal d'Ossat incaricato degli affari
o seminari che la
visita de' collegi di Francia in Roma, e del nun-
compagnia aveva in Roma, dichia- zio Rarberini poi Urbano Vili,
rando visitatore il vescovo di Pia- che il re informato della loro in-
cenza Filippo Sega, e destinò una nocenza li richiamò nel 1604 dal-
congregazione di cardinali per tale l'esilio, non senza trovare opposi-
affare; venuto
morte Sisto V, a tori, restituendoli alle loro case, e
questa disposizione svanì, né ebbe fece atterrare una piramide eret-
elFetto alcuno. Anzi succedendo al ta in Parigi rimpetto al palazzo
brevissimo pontificato di Urbano pubblico, pei religiosi obbrobrio^
GES GES 123
sa. Malgrado gli sforzi del pnrla- apostolico. L'altro gesuita fu il

tuento ,primo presidente


e del ven. p. Roberto Bellarmino di INIon-
Achille d'Harlay, e dell'avvocato tepulciano, nipote di Marcello II,

generale Seivin , Enrico IV ripo- teologo e confessore di Clemente


se i gesuiti nel suo favore, e ri- Nili dopo la morte del preceden-
spose ai magistrati nemici di essi, te, consultore del s. oflizio, ed
« che dal punto che avea pensato esaminatore de' vescovi, nel i-^pQ
ai ristahiliinento de' gesuiti avea lo creò cardinale col titolo di s.

osservato, che due sorti di perso- Maria in Via, e con lo splendido


ne vi erano opposte, quelle del-
si elogio : huiic ellgùniis, quia parevi
la riforma
pretesa cioè gli ere- , non habet in Ecclesia quoad doclri-
tici e gli ecclesiastici poco edifi-
, nani morì nel noviziato di Roma
:

canti ". Fondò Enrico IV un col- ove fu a visitarlo Gregorio XV,


legio alla Fleche ov'era stato con- e nel per 1' elezione di
conclave
cepulo , e l'aftìdò alla direzione Paolo V
sarebbe stalo creato Pa-
de' gesuiti, giudicandoli più capaci pa, se non vi si fosse opposto con
di tutti di bene istruire la gio- tutta la fermezza. Oltre a ciò Cle-
ventù, ed in segno d'affetto lasciò mente Vili per la divozione che
alla loro chiesa
il suo cuore. L'e- avea pel ven. Ignazio istitutore dei
dilto richiamo pose in furore
di gesuiti, neir inserire il suo nome

gli ugonotti, e siccome prescrive- nel martirologio romano egli stes-

va che i gesuiti terrebbero uno so ne scrisse le onorevoli parole.


de! loro corpo in corte per ri- Essendo stato prescritto da Gre-
spondere di Enrico
tutti gli altri, gorio XIII, ciò che fu poi pari-
IV^ scelse il p. Colon che fece suo menti ordinalo dal re Filippo IV
confessore e suo amico, e tanto fu con decreto de' 6 giugno 1628,
il favore di cui l'onorò, che sor- che i gesuiti soltanto potessero
passò le bontà ordinarie de'sovra- [)ropagare la fede nei popoli del

ni rispetto ai loro sudditi. Così Giappone e della Cina, nei quali


una condizione poco lusinghiera il detto Pontefice considerava es-

per la compagnia produsse ad es- sere dai soli gesuiti introdotta la


sa il vantaggio maggiore che po- vera religione, Clemente \ III col-
tesse desiderare. la costituzione Onerosa, de i:ì di-
Clemente Vili per il primo cembre 1600, Bull. Rem. t. V,
comandò a due gesuiti, in virtù pari. IH, pag. SiS, estese que-
di santa obbedienza, di accettare sto glorioso ministero a tutti gli

la dignità cardinalizia. Nel ì^Q^ ordini religiosi principalmente men-


creò cardinale col titolo di santa dicanti Vedi Cina e Giappone.
Maria Tia spoti lina il
in p. Fran- Il Pontefice Paolo V affidò allo

cesco Toledo sp.'igiiuolo, fatto da zelo della compagnia di Gesù la

s. Pio V predicatore del palaz- direzione e cura del Collegio scoz-


zo apostolico, dove perseverò sot- zese [Vedi) di Roma. Per difen-
to sei pontificati , indi teologo del- dere poi 1' immunità ecclesiastica

la sacra penilenzieria e dei Papi, gravemente lesa dalla repubblica


consultore del s. offizio, consiglie- di Venezia, Paolo V fece intimare
re e confessore di Clemente \U\, un terribile monitorio a' 7 apri- 1

e perciò dimorante nel palazzo le 1606: la repubblica in vece


,

laG GES GES


ordinò che niuno ubbidisse all'iii- il peso dell'odio e delle preven-
teidetlo sotto pena di esilio. li zioni che si avevano contro la Chie-
nunzio usci da Venezia, ed i ge- sa romana. La parzialità in Olan-
suiti fecero altrettanto in fortna di da si spinse fino a proilùrc a tut-
processione,onde furono banditi in ti i sudditi della repubblica di
perpetuo dai veneti dominii, e non mandare i loro figliuoli a stu-
furono riammessi quando la re- diare nei collegi stianieri de'gesui-
pubblica si pacificò con Paolo V, ti ; mentre che in questa specie
ina solo die a sperare al Ponlefì- di persecuzione , temperata secon-
ce, che ne avea impegno che di- do l'usato dallo spirito d'interesse,
poi si sarebbe fatto. IN'el medesimo si ebbe per bastante, rispetto a-
anno 1606, a'i4 settembre, con gli altri cattolici, preti e religiosi,
decreto approvò quelli già pubblicati di ordinare che dassero ai magi-
nella quinta congregazione gene- strati de' rispettivi luoghi i loro
rale della compagnia, i quali se- nomi, ed il sito delle loro abita-
condo le prescrizioni del fondatore zioni, Gregorio oltre s. Igna- XV
ordinavano che i soci non si dovessero zio nella stessa solennità canoniz-
imbarazzare in quelle cose, che sono zò Francesco Saverio [Vedi) ,
s.

aliene dalla gesuitica professione, morto neir isola di Sanciano in


per togliere argomento ai malevo- faccia alla Cina a'2 dicembre i552
li di sparlare dell' ordine, per la d' anni quarantasei , onore della
maggior gloria di Dio, e pel buon compagnia di Gesù per essersi me-
odore di Cristo. Nel i6i5 Paolo ritato il titolo di Apostolo delle
V creò cardinale Alessandro Or- Indie orientali, onde poscia Bene-
sini romano, che poi mori in con- detto XIV ad istanza di Giovanni
cetto di santità d' anni trentatre, V re di Portogallo lo dichiarò
nel 1626, al quale non fu eonces- protettore principiale delle Indie
so di rinunziare il cardinalato per orientali, dal capo di Buona Spe-
ritirarsi nella compagnia di Gesìi, ranza, fino ai regni della Cina e
com' egli caldamente ne supplicò del Giappone. Scrissero la di lui
il generale p. Viteileschi, per me- vita il p. Orazio Tursellino il , p.
glio esercitare la sua rigorosa pe- Giovanni de Lucena il p. Da- ,

nitenza, e la sua vita contempla- niele Barloli il p. Giuseppe Maf-


,

tiva ; sicché solo ottenne d'essere fei, e il p. Domenico Bouhours


ascritto all' ordine, e di far i voti le quali vite ftuono tradotte in
con quei temperamenti eh' erano diversi idiomi. Nel pontificato di
compatibili con l'istituto, e colla Uibano Vili fu eretto il Collegio
dignità che a suo malgrado dovè Fiiccioli {^Vedi) , sotto il governo
conservale. e regolamento del p. generale del-
Nel pontificato di Gregorio XV, la compagnia di Gesù, ed il car-
in Olanda, ove si teneva la reli- dinal Lodovico Ludovisi nipote di
gione che più aggradiva, fu non- Gregorio XV làbbricò pei gesuiti
dimeno emanato un ordine che del collegio romano la grandiosa
cacciò gesuiti da
i quello stato. chiesa di s. ed istituì il
Ignazio,
La sorte di questi religiosi sotto Collegio irlandese Vedi) ^ die (

tutti i goveini eretici fu quasi afìldò alla direzione de' gesuiti. Ur-
sempre di portare personalmente bano Vili nel 1624 dichiarò che
GES GES 127
nessun religioso , fuorché della imnziò porpora
la si sposò con ,

compagnia Gesù, potesse essere


di Maria Gonzaga con pontificia di-
dal suo ordine o congregazione e- spensa, e mcritossi da Alessandro
spuiso, se non per incorreggibile. VII il titolo di re ortodosso. A-
Il medesimo Url)ano Vili con la vendo Francesco Sforza Pallavici-
costituzione Suh'aloris, de'i5 set- ni di Parma rinunziato la prela-
tembre 1627, Bull. Roìii. tom. tura romana per entrare nella
VI, par. I, p. 83, concesse ai ge- compagnia di Gesù Alessandro ,

suiti r uffìzio e la messa dei tic VII suo antico ed inlimo amico,
loro martiri Giovan-
Paolo Aliki , prima lo fece esaminatore de' ve-
ni de Goto, e Jacopo o Diego scovi e consultore del santo olfizio,

Risai martirizzati nel Giappone dal- quindi con espresso comando di


l'imperatore Taicosama a'6 febbraio accettare nel 1659 lo pubblicò
iSpy; indi con decreto presso il cardinale col titolo di s. Susanna,
Bull, loco citato, de' 26 settembre donde passò a quello di s. Salva-
1629, permise die nel giorno det- tore in Lauro; egli fu il celebre
to 6 febbraio della loro festività autore delia Storia del concilio
tutti i sacerdoti potessero celebra- di Trento. Trovandosi i gesuiti
re la messa nella chiesa de'gesui- esiliati dallo stato veneto per aver

ti. In detto anno 1629 Urbano prontamente osservalo l'interdetto


Vili, dopo avere obbligato il p. di Paolo V, avendo Alessandro
Pietro Pazmany gesuita ungarese VII grande amore e stima pei
di accettare l'arcivescovato di Stri- gesuiti, come si legge nella costi-
gonia siccome nominato dallimpe- tuzione Dchituni, del primo gen-
ratore Mattia, con precetto di ub- naio 1663, Bull. Reni. tom. VI,
bidienza lo creò cardinale del ti- pag. 279, s'impegnò con tutta
tolo di s. Girolamo degli schiavoni, l'ellicacia di ripristinaili in quello
ad istanza dell' im[)eiatore Ferdi- stato, come aveano procurato Gre-
nando II, il quale lo fece pure gorio XV, il di lui nipote cardinal
cancelliere, supremo segretario, ed Ludovisi, ed il re di Francia Lui-
ambasciatore cesareo in Roma. Nel gi XIII, come narra il suddetto
1643 Urbano Vili con espresso Pallavicini, insieme alla condotta
comando costrinse ad accettare il di questo negozio, nella vita m>s.
p. Giovanni Dclugo gesuita spa- di Alessandro A II, lib. IV, cap.
gnuolo, che creò cardiale del ti- XV e seg. Col Ijreve dunque dei
tolo di s. Stefano al monte Celio, 23 dicembre i656, diletto a quel
il primo che introdusse la china senato, Alessandro VII con ga-
in Italia a favore de'poveri, per- gliardi argomenti e premure Io
ciò detta poh'ere di Lugo. invitò a resliliiire i gesuiti all'an-
Innocenzo X nel \{i\(^ all'im- tico possesso delle loro case. Il di
provviso, con ordine di accettale, 19 gennaio 1637 fu perciò presa
creò caidinale Giancasimiro di Po- a Venezia dal senato la risoluzio-
lonia figlio del re Sigismondo III, ne di richiamare gesuiti con la i

che da quattro anni era religioso pluralità di centosedici voti con-


nella com[)agnia di Gesù ; ma tro dappoiché la
cinquanlalre ,

morto senza successione il re Ula- compagnia aveva amici più one- i

dislao suo fratello nel 16^8, ri- sti senatori, ed il noto (r. Paolo
ii8 GES GES
Salpi era morto. I gesuiti vi fu- Ionio Verìus, con traduzioni in pa-
i-oiìo ristabiliti, e la loro provin- recchie lingue.
cia (li Venezia fu sempre dipoi Il Gianneverardo Nidard di
p.
una delle più floride d'Italia. A- l'^alkstein gesuita,da confessore dei
lessandro VII ringraziò vivamente (igli dell' imperatore Ferdinando
il senato, ed in più modi gli mo- Ili, Leopoldo, e Marianna d'Au-
nstre la sua riconoscenza. Nel 1671 stria, che sposata a Filippo IV re
Clemente X canonizzò s. Idrati- di Spagna lo condusse seco, pel fa-
Cesco Borgia [Fedi), nipote di A- vore del re divenne con precetto
lessandro VI, terzo generale della pontificio grande inquisitore, primo
compagnia di Gesù, morto il dì pri- ministro, e poi ambasciatore di Spa-
mo ottobre i^y^ il suo corpo se-
: gna in Roma, dove fu consacrato
polto nella antica chiesa di s. Ma- arcivescovo d'Edessa, indi ad istan-
ria della Strada, a'?,3 febbraio i G 7 i za della regina, Clemente X l'ob-
fu trasferito nella sagrestia della nuo- bligò ad accettare il cardinalato
va, donde Francesco Sandoval du- nel 1672, col titolo di s. Bartolo-
ca di Lertua, nipote delsanto, ed meo all' Isola. Nel 1707 Clemente
ambasciatore di Spagna in Roma, XI ringraziò Pietro il Grande czar
lo fece trasportare nella sontuosa di Moscovia, il quale erasi deter-
chiesa da esso fabliricata a Madrid minato a permettere ne' suoi stati
presso la casa professa de' gesuiti, il pubblico e libero esercizio del-
lasciando in Roma un osso del brac- la religione cattolica, e la fondazione
cio. Con dolore dobbiamo notaie, di una casa con scuole pei gesuiti.
che delta chiesa, uno de' più belli Questo Pontefice creò cardinali tre
monumenti d'architettura, venne di- gesuiti,cioè il p. Giambattista To«
strutta in questi ultimi trambusti lomei di Pistoia oriundo di Siena,
della Spagna, malgrado più forti i procuratore generale della compa-
reclami della stessa accademia delle gnia di Gesù, rettore del collegio
belle arti in Madrid. L'uffizio e germanico, consultore de' riti, del-
messa il Papa la stabilì a' 3 otto- l' indice, e delle indulgenze, ed e-
bre, e poi Innocenzo XI al giorno saminatore de' vescovi; dopo molta
IO, nel quale ora si celebra la fe- resistenza Clemente XI nel 7 i 2 i

sta, con indulgenza plenaria conces- lo costrinse ad accettare la digni-


sa dallo stesso Clemente X col bre- tà cardinalizia, col titolo di s. Pie-
ve Redcinploris, Bull. Roni. tom. tro Montorio. Il secondo fu il p.
VII, p. 129, de'3 luglio 1671. A- Gio. Battista Salerno napoletano,
lessandro Vili estese a tutta la Chie- esaminatore de'vescovi, teologo del-
sa con rito seraidoppio la messa la nunziatura di Germania e di Po-
e l'uffizio. Fu il santo eletto patro- lonia del nipote del Papa Annibale
no contro i terremoti dai regni di Albani; che convertì dal luteranismo
Granata, Napoli, Sicilia, e Porto- Federico Augusto di Sassonia figlio
gallo. La vita di s. Francesco Ror- del re di Polonia, della quale an-
gia la scrissero il p. Pietro Riba- cor lui divenne re, e conchiuse il

dineira, il p. Virgilio Cepari, il di luimatrimonio con la figlia mag-


p. Eusebio Nieremberg il p. Al- , giore di Carlo VI; creato cardina-
varo Cienfuegos poi caixlinale il , le col titolo di s. Stefano a mon-
p. Giovanni Adamo , e il p. An- te Celio nel 17 «9- Il terzo fu il p.
CES CES 129
AlvaroCienfiiegos spaguuolo, niini- Benedetto XIII nell'anno 1726
stio in Portogallo di Carlo VI, pol- canonizzò s. Luigi Gonzaga gesui-
le preghiere deli' imperatore Carlo ta, de'marchesi sovrani di Castiglio-

VI nel 1720 creato cardinale del ne, morto nelle stanze del collegio
titolo di s. Bartolomeo all' Isola, romano a'2 1 giugno i5qi, perla
indi vescovo di Catania, ed arci- peste contratta nel servire gli ap-
vescovo di Monreale, ministro ce- pestati, indi lo dichiarò prolettore
sareo, e protettore dell'impero pres- degli scolari : Clemente XII nel
so la santa Sede. Per molto tem- 1787 distese a tutta l'Italia ed iso-

po avea resistito Clemente XI alle le adiacenti 1' uHizio e messa di rito


vive replicate istanze che gli face- doppio, già concesso ad alcune Pro-
va l'imperatore per esaltare alla vincie, ed il regnante Papa Gre-
porpora il cardinal Cienfiicgos, non gorio XVI lo ha esteso a tutto
per mancanza di meriti in questo l'orbe cattolico con rescritto dei
distinto soggetto, che avea prestato 23 1842. Il suo corpo
luglio si

a Carlo VI rilevanti servigi, come venera nel magnifico altare a lui

si protestò col monarca e col reli- dedicato nella chiesa di s. Ignazio.


gioso con epistola che si legge nel La di lui vita la scrissero il p. Vir-
t. II, p. 776 e 777, Epist. et Brev. gilio Cepari, con giunte il p. Gian-
Clem. XI, ma per ripugnanza sol- ningo, più Annibale Marchetti, il

tanto di mettere così frequenti e- p. Jacopo Grassetti, il p. Alessan-


sempi nella compagnia di Gesù, il dro IMaincri, ed i padri Croiset e
di cui istituto vieta le dignità ec- d'Orleans, senza rammentar le tra-
clesiastiche con voto particolare, duzioni. Qui però è da avvertirsi,
principalmente le sublimi, dappoiché che s. Luigi visse bensì in una
in breve spazio di tempo e sotto delle stanze ora cappellelte di s.

il suo pontificato era il terzo e- Luigi, ma non vi mori. In quel


sempio. Ma Clemente XI alla fi- tempo r infermeria del collegio era
ne superò ogni renitenza, colla fi- dove presentemente sta la chiesa
ducia che nell'esaltazione d'un per- di s. Ignazio, e il silo della stan-
sonaggio a Cesare tanto accetto, do- za in cui morì s. Luigi corrispon-
vesse produrre agli altari della Se- deva alla parte superiore dell' at-
de apostolica felice evento. Alle ri- tuale cappella di s. Giuseppe, e
spettive biografie sono riportate precisamente là dove si vede una
quelle dei dieci cardinali gesuiti. pittura rappresentante la morte di
Nei conclavi del 1721 e del 1728 s. Luigi. Nella medesima solennità
entrarono gli ultimi tre cardinali Benedetto XIII canonizzò s. Stani-
gesuiti.Nel primo fu eletto Inno- slao Kostka novizio della compa-
cenzo XIII, che avea l'alto gli stu- gnia di Gesù, nato in Bostoho^^',
di nel collegio romano, nel secon- feudo di sua casa nella Polonia, e
do Benedetto XIII per opera prin- morto a'i5 agosto i5G8, d'anni
cipalmente dei tre cardinali gesui- dieciotto, liei noviziato di Roma, ove
ti, avendo egli in Napoli dato
1'
a- si venerano le sue camere, e per-
bito religioso al Salerno. E qui no- ciò ilprimo confessore di minore
teremo che i cardinali gesuiti ve- età canonizzato. Clemente X già
stono come i chierici regolari, e co- lo avea dichiaralo protettore prin-
me i barnabiti elevali al cardiualalu. cipale di Polonia; non ostante il de •

VOL. XXX. 9
I 3o G ES GKS
crcfo de' riti che vieln di potersi ve li gittarono in mare. Benedet-
eleggere a prolettori i beati. Il suo to XIV dichiarò anche martire il

corpo si venera nella sua c;ippeila, ven. Andrea Bobola, e volle an-
in chiesa di s, Andrea del novi/iato. cora il giorno stesso della sua mor-
jVe scrissero la vita il p. France- te segnar il decreto delle virtìi del

sco Sacchini, il p. Daniele Bartoli, ven. p. Francesco di Geronimo ora


il Giuseppe Perdicnlo, il p. Lon-
p. canonizzato. Volendo dare Benedet-
garo degli Oddi, il p. Pier Giu- to XIV altra testimonianza di sli-

seppe d' Orleans, ed il p. Giu- ma verso la compagnia di Gesù,


seppe Cassani , delle quali furo- benché nella congregazione de'rili
no falle varie traduzioni. Clemen- vi fosse allora per consultore un
te XII nel 1787 canonizzò solen- gesuita, non solo fece altro consul-
nemente Giovanni Francesco Re-
s. tore il p. Emanuele Azevedo gesui-
gis francese della compagnia di Ge- ta portoghese, ma con la costitu-
sti, morto in Lovesci a'3i dicem- zione Coiislanteni de'2 4apiile i 74^>
bre 1640, ove si venera il suo cor- Bull. Magli, tom, XVII, p. 227,
po. Benedetto XIV nel 174'^ co- dispose che dopo morte di
la

mandò che la sua festa non si ce- ambedue fosse perpetuamente sosti-
lebrasse più ai 24 di maggio, co- tuito un gesuita per consultore in
me avea stabilito Clemente XI, gior- della Siccome poi
congregazione.
no di sua beatilicazione, ma ai 16 la compagnia gode che il privilegio,
giugno in cui fu canonizzalo. Ne un suo individuo è sempre teologo
scrissero la vita il p. Guglielmo di del tribunale della sacra penilen-
Aubenton, il p. Paolo Clerc, ed zieria, è da sapersi che Benedetto
altri, senza nominare le traduzioni XIV nella costituzione. In Aposlo-
in diversi idiomi. Nel 1741 Bene- licae poenitenliariae, de' i 3 aprile
detto XIV, con decreto de'20 ago- 1744) ^suppone il teologato nella
sto, dichiarò che constava del mar- compagnia di Gesìi, da lungo tem-
tirio dei servi di Dio E.idolfo Ac- po senza interrompimento, come
quavi va. Alfonso Paciecco, Antonio lo gode tuttora.
Franceschi, Pietro Berni, tutti sa- Ed eccoci alle lagrimevoli vi-

cerdoti della compagnia di Gesù, cende che produssero la soppres-


e Francesco Aranha laico della me- sione della benemerita compagnia
desima, uccisi dai barbari in odio di Gesti, sebbene la divina prov-
della fede nell' isole Salzette delle videnza la fece poscia ripristinare e
Indie orientali. Quindi lo stesso trionfare vieppii^i gloriosa, e quale
Pontefice settembre 1742 ap-
a' 2 I l'ammiriamo. Giovanni V re di
provò il decreto della congregazio- Portogallo morendo nel 1730 la-
ne de'riti che dichiarava constare sciò il trono
al suo figlio il re

del mai'lirio del ven. Ignazio de Giuseppe che ad istanza de' ge-
I,

Azevedo con altri trentanove suoi suiti e della regina madre, dichia-

compagni anche gesuiti, mandati rò segretario di stato Sebastiano


dal p. generale s. Francesco Bor- Giuseppe Carvaglio poi conte di
gia a predicar la fede nel Brasile, Oeyras e marchese di Pombal.
e martirizzali a' i5 luglio1570 dai Questo ambizioso ministro, per do-
calvinisti, su una nave che pre-
di minare assolutamente la monarchia
darono avanti l'isola di Palma, do- portoghese, avea fatto la corte ai
,

GES GES i3i


gesuiti confossori della fiimiglia ven- perchè Clemente XIII non sop-
ficio,

ie, ma arrivato all'apice del potere, primeva la perseguitala società, per


colla più nera ingralitudine, volen- sostenere la quale giunse a spen-
do dispoticamente condannare e dere ottantotto mila zecchini, ed
massacrare clìiunrjuc, pensò di al- allri dicono un milione e duecento
lontanare dal fianco della famiglia mila scudi. Le principali vicende
reale i gesuiti, coli' imputargli i più che precedettero, accompagnarono
enormi delitti, e persino di avere e seguirono l'espulsione de' gesuiti
attentato alla vita del sovrano : in Portogallo, le riportiamo in com-
contemporaneamente Carvaglio eb- pendio agli articoli Portogallo, e
be molti imitatori nelle corti di Clemente XIII. Solo qui noteremo
gran parte de' sovrani di Europa, che nel 1777, divenuta regina di
die in unione ai filosofi incieduli, Portogallo IMaria figlia del defun-
ai novatori e settari, ovunque mi- to Giuseppe I, spalancò le prigio-
narono la compagnia, che riguar- ni agi' innocenti gesuiti, condannò
davano quale insormontabile osta- alla morte, che commutò nell'esi-
colo alle loro prave intenzioni di lio, l'esecrabile Carvaglio, e si dice
sovvertire il mondo come pur , che mandò a Pio VI delle somme
troppo fatalmente gli riuscì. Nel per rimborsare il tesoro pontifìcio
1 ^58 Carvaglio im[)lorò da Bene- delle spese fatte pei gesuiti esilia-

detto XIV il decreto di riforma ti dal Portogallo, e lasciati semi-


che dispiacente dovette concedergli, nudi sulle spiagge del littorale
sulle case e collegi dei gesuiti nel della Chiesa. Le quali somme il

regno di Portogallo e degli Al- generoso Pio VI erogò a sosten-


garvi, ciò che preparò la rovina tamento degli ex - gesuiti ancora
de' gesuiti, e sforzò il re, ad onta superstiti ne' suoi stati. Inoltre Pio
delle giuste ed energiche rappre- VI per viste prudenziali dissuase la
sentanze di Clemente XIII, a pub- regina di pubblicare gli atti dimo-
blicare a' 3 settembre 1739 il de- strativi dell' innocenza de' gesuiti,
creto di snaturalizzazione e di per- ed invece le impose, come per e-
petuo esilio dei gesuiti da tutti i menda onorevole del passato, di
dominii portoghesi, per aver de- fabbricare a Lisbona una chiesa
generato dall'istituto, ed essere rei in onore del sacro Cuor di Gesù,
di atroci delitti; e con sua lettera il che fu eseguito. Sia qui pure
Carvaglio ne die parte al cardinal avvertito, che ai relativi articoli
Saldagna patiiarca di Lisbona, co- vi sono riportate altre notizie re-
me Ve-
loro riformatore deputato. lative alle funeste narrazioni che
dendo poi r iniquo ministro che andiamo a fare.
(Jlemente XIII accoglieva ne' suoi ìMenlre era cominciata l'epoca
slati gì' innocenti gesuiti paterna- delle tribolazioni per la società di
mente aiutando gì' infelici emi-
, Gesù, fatalmente in Francia uno
grati con ogni maniera ospitale, de'suoi socii diede motivo non so-
lece ogni sfoiv.o per romperla con lo a continuarle, ma a renderle
la santa Sede, cacciando dal re- più acerbe e dolorose. Il p. La
gno il nunzio cardinal Acciaiuoli, Vallette missionario alla Martinica,
e richiamando lutti sudditi por- i procuratore o supcriore delle mis-
toghesi dimoranti nello slato ponli- sioni che i suoi fratelli avevano
,

i32 CES GES


nelle Aulille, oUiepassando la sua SII non volle pagare
con- i debiti
facoltà, senza consenso de' superio- tratti dal p. La que- Vallclle, fu
ri maggiori, intraprese delle cose sto dai consoli di IMarsiglia con-

troppo grandi, e contrasse de' de- dannato al pagamento. La causa


bili, che per le disgrazie soprav- con eclatanza fu portata al parla-
venute non potè soddisfare. Stando mento, ove fu citato l'istituto dei
alle narrazioni, più o meno tutte gesuiti, ed suoi difensori appena
i

esagerate, diremo adunque che il ascoltati, volendosi in tutti i mo-


p. La Vallette occupandosi in cer- di far cadere il fallo del p. La
te speculazioni onde coltivare al- Vallette sui confratelli innocenti.
cune isole deserte in gran parte, Il parlamento condannò il p. ge-
come la Dominica e s. Lucia, e- nerale e con esso tutta la società
resse in breve tempo un banco a pagare i danni, vietando a tutti
che divenne come il canale per gli altri gesuiti del regno mai più

cui dovevano scorrere tutte le ric- d' ingerirsi in alcun traffico, ed or-

chezze della IMartinica. Quindi cor- dinando loro di rimettere copia


rispondenze da ogni parte, un cre- delle costituzioni delia compagnia
dito oltre ogni credere grande e alla cancelleria del tribunale, per
un' intera popolazione da
stabilito, esservi esaminate. una lite Così
lui dipendente , ricchi magazzini di commercio diventò uno de' più
fabbriche sontuose, bastimenti sul scrii afì'ari di religione e di stato,
mare, furono il frutto delle spe- essendone conseguenza l'abolizione
culazioni di questo religioso, nella delle leggi d'una società religiosa
vasta e difficile materia del com- sparsa per tutto il mondo, e l'es-
mercio e del cambio. Aumentan- pulsione della medesima dalla mo-
dosi prodigiosamente il suo com- narchia. Nel 1707 gesuiti ot- i

mercio, venne giudicato esclusivo, tennero dal re che avocasse a sé


ed i coloni della Martinica come questa causa, mentre Cliauvelin
ì negozianti francesi ne soffrirono consigliere ecclesiastico alla gran
egualmente, per cui le doglianze camera, denunziò l'istituto gesui-
contro di lui giunsero naturalmen- tico sotto i colori i più odiosi, ed
te esagerate sino a Luigi XV. Fu avente per iscopo la dominazione
chiamato a Parigi, ove si giustifi- universale^ venendo tutto travisa-
cò,con soddisfazione del ministe- to, non risparmiando le più nere
ro, onde tornato alla Martinica calunnie. Fu accusato il p. gene-
intraprese progetti maggiori dei rale di assoluto dispotismo, e le
primi con buon successo, quando più venerabili opere di tanti illu-

in una spedizione gl'inglesi, che stri suoi membri furono condan-


sino dal lySS erano in ostilità nate ad essere bruciate dal car-
con la Francia, s' impadronirono nefice, qualificate sediziose ed ab-
dei vascelli carichi di mercanzie, bominevoli.
che dall'America portavano a IMar- Concorse alla rovina dell'istitu-
siglia prodotti coloniali pel valore to in Francia,un'opera piena di
di due milioni, ciocché produsse imprudenza e di malafede usci- ,

un fallimento enorme nei corri- ta monastero de'maurini, e


dal
spondenti negozianti , e siccome dalla penna del monaco Clemen-
giustamente la compagnia di Ge- cet, che avea per titolo EUratio :
GES GES i33
delle assei'zioni pericolose e per- case, che nell' esterno. Un tale giu-
niciose in ogni genere, che i ge- dizio dei primi prelati della Chie-
suiti hanno in tutti i tempi e per- sa fu la miglior apologia che po-
scK'eranteinenle sostenute, insegnate tesse farsi agli oppressi gesuiti, e
e pubblicate nei loro libri. I priu- questa sola basterebbe a provare
cipali passi aveano per oggetto la la loro innocenza agli occhi della
purità de' costumi, il regicidio, ed posterità. Il solo vescovo di Sois-
il tirannicidio, e di aver insegnato sons monsignor di Fitz-James, l'e-

e sparso ree dottrine : di queste roe dei giansenisti, fu ad con- essi

asserzioni ne parlammo all' artico- trario. Sì pensò allora in Francia


lo Francia. Non vi è memoria di ad una riforma de'gesuiti, e sic-
uno scandalo pubblico dato dai come teraevasi la potenza del ge-
gesuiti; non vi è stata mai socie- nerale sempre residente in Roma,
tà di uomini in cui la decenza perpetuo, ed illuminato dai suoi
fosse più rispellata, la regolarità quattro assistenti d'Italia^ di Fran-
de' costumi piìi esatta, e le pre- cia, di Spagna, e di Germania,
cauzioni per farla osservare più così bramava si lo stabilimento di
custodite. I parlamenti di Tolosa un vicario generale in Francia, la
e di Bretagna imitarono quello di cui nomina fosse confermata dal
Parigi, neir esigere dai gesuiti del- generale, senza aver con esso re-
le loro giurisdizioni copia delle co- lazione, con limitata autorità.
e
stituzioni della compagnia, la qua- Vegliando la provvidenza sopra i
le se per tutto aveva de' protetto- gesuiti, per buona ventura questa
ri, nella corte di contava Fiancia proposta riforma non ebbe luogo;
tra gli che di concerto
avversari, si sarebbe ritardata la loro perdi-

col parlamento agivano per la sua ta, ma avrebbe intanto tirato so-
distruzione, la marchesa di Pom- pra di sé il disonore e la vergo-
padour, il duca di Choiseul, ed il gna. Dipoi il parlamento di Nor-
guarda-sigilli Berruyer. La regina, mandia ordinò che i gesuiti ab-
il delfino , e tutto il resto della bandonassero le loro case e col-
famiglia reale, e Lamoignon can- legi, quello di Bretagna decise che

celliere di Francia, erano pei ge- l'istituto era attentatorio all'auto-


suiti, e desideravano conservarli. rità della Chiesa e dei sovrani ; e
Trovandosi Luigi or deferente XV le città di LaonMauriac, e di
cogli uni, ed or con gli altri, agi- come il consiglio sovrano di Ros-
va con contraddizione finche col , siglione, intimarono ai gesuiti la
suo consiglio decretò doversi con- partenza.
sultare sull'aflare de' gesuiti il clero Avendo preso gl'inglesi la Mar-
di Francia, alline d'intendere il tinica per distrane nazione da
la

suo parere sopra una materia e- un oggetto SI doloroso, il mini-


gualmente delicata che importante. stero lasciò il parlamento di Pa-
La decisione si fu, che l'istituto rigi in libertà di operare, e que-
de' gesuiti era buono, lodevole e sto a'6 agosto 17G2 pronunziò il

pio ; che la loro conservazione era decreto definitivo, che intimò a


utile alla Chiesa ed allo stato; e tutti i gesuiti che dovessero usci-
che la loro condotta eia edifican- re da tutte le loro case e collegi
te, tanto neir interno delle loro di qualunque specie , ritirarsi in
i34 <^ES CES
qualclie luogo sotto 1' ubbidien- luoghi conformandosi alle leggi
,

za del re, e l'autorità degli ordi- del regno. Per altre analoghe no-
nari , senza potersi riunire in so- tizie è a vedersi l' articolo Fran-
cietà, professar l'antica regola, por- cia. Vedendo 1' afflitto Clemente
tare l'abito ce. ec., e prescrivendo XI It i da ogni banda ber-
gesuiti

loro una formula di giuramento. sagliati j e considerando per una


11 parlamento di Provenza si uni- delle principali cure dell'apostolica
formò alla sentenza di quello di autorità la tutela degli ordini re-
Parigi. Intanto avendo l'inquisizio- golari dalla santa Sede approvati,
uè romana condannata la pasto- e riconoscendo che l'istituto della
rale che il suddetto vescovo di compagnia di Gesù, fondato da un
Soissons avea mandato a Clemen- santo già canonizzato, e dopo di-
te XIII, il parlamento di Parigi ligente esame approvato da Paolo
riprovò e condannò tale censura. HI, Giulio HI, Paolo IV, Grego-
Espulsi i gesuiti dalle loro case, rio XllI, e Paolo V, più volte
ed obbligati a vagar per le strade da altri Pontefici confermato e di
privi di alloggio, ed in cerca di particolari grazie ornato, dai ve-
cibo e del necessario sostentamen- scovi d'ogni tempo singolarmente
to, offrirono nel cuore dell' Europa commendato, dai maggiori princi-
cattolica, nel sedicente secolo dei pi particolarmente protetto , dal
lumi e del sapere, uno spettacolo concilio di Trento dichiarato per
commovente, per cui il zelante pio, e che di esso erano stati no-
arcivescovo di Parigi monsignor ve santi, stimò suo dovere di non
Cristofoi'o de Beaumont pubblicò indugiar più il rimedio al male
due opere in favore de' gesuiti: che alla Chiesa proveniva dalle
il parlamento le condannò ambe- ingiurie che contro 1' istituto si

due, rappresentò il prelato al re spacciavano, con la bolla


e però
co'più tristi colori, e 1' arcivescovo Apostolicuni pascendi monus, da-
fu esiliato cinquanta leghe lonta- ta a' 7 gennaio 1765, di moto
no da Parigi, ove fu grandemen- proprio emanata, nuovamente lo
te incoraggito e lodato dal Papa approvò, altamente encomiandolo,
Clemente XIII. Ricusando gesui- i e per soddistare ai desideni di tut-
ti di prestar il giuramento per es- ti i vescovi, che da tutte le parti
sere cattivo, il parlamento di Pa- lo sollecitavano, dichiarava questo
rigi nel 1764 esiliò tutti i gesuiti istituto , co' ministeri che in esso
dal regno, e sebbene Luigi XV li si esercitano, pio, utile al vantag-
richiamò nel novembre del mede- gio della Chiesa, e degno delle co-
simo anno, ma pronunziando la stituzioni colle quali diecinove Pon-
loro totale distruzione jie' suoi sta- tellci r avevano approvato e com-
ti, approvò in tal modo i decreti mendato.
del parlamento. L'editto regio por- Appena fu divulgata questa bulla^
tava, che la società de'gesuili non che dall' immense calunnie allora
avrebbe più luogo in Francia, da per tutto affastellate contro i
pernieltendo per altro a coloro che gesuiti, pienamente li giustificava,
la componevano di vivere in par- si vide subito un libro in Napoli
ticolare negli stati del re, sotto l'au- contro di essa con questo titolo :

torità spirituale degli ordinali dei Istruzioni intonio la santa Sede,


-

GKS GES i35


Buglione 1765 per Guglielmo E- sia che gli spagnuofi avevano con-
viaicii, tiaduzionedal francese. Que- cepito per gì' italiani cui il re a-
sto libro per ordine dell' inquisi- veva dato le prime cariche, ed al
zione romana fu abbruciato per solito si giudicarono segreti moto-

roano del boia agli i settembre, i ri della rivolta dappoiché


i gesuiti:
e condannato da Clemente XIII questi religiosi Ispagnaanche in
come contenente proposizioni er- avevano tanti nemici, quanto lo- i

ronee, false, promoventi lo scisma, ro confratelli ne avevano avuto in


calunniose, temerarie, sediziose, ed Portogallo ed in Francia, Final-
all'autorità della santa Sede soprani mente Carlo III nel febbraio 1767
modo ingiuriose, per le quali cau- segnò il decreto dell'espulsione dei
se fu ancora abbruciato pubbli- gesuiti da tutta la Spagna, afìi-
camente per ordine della ineilesi- dandone 1' esecuzione al conte di
nia inquisizione un altro libro si- A randa. Questi scrisse una circo-
mile, die restò condannalo e proi- lare a lutti i giudici reali del re-
bito con decreto de -2 marzo i 766. gno, imponendo loro di api ire il

11 libro era intitolato: Brevi di S. plico che acchiudeva, il giorno 2


S. Clemente Xl/f, cnumati in fa- aprile, in cui si conteneva l'ordine
vore de' gesuiti, colle osservazioni dell'espulsione della compagnia: e-
sovra medesimi, e sopra la bol-
i gli fu puntualmente obbedito, e
la /Ipostolieiim Venezia presso ,
nella notte del 2 aprile nella me-
Vincenzo Radici 1766. Per ordine desima ora alcune compagnie di

della stessa infpiisizione a' ro di soldati armati investirono le case


luglio fu parimenti abbruciato per de' gesuiti in tutta la Spagna. Si
mano del boia un altro libro della notificarono loro gli ordini del re,
slessa materia : Lettera I, II, e che portavano che fossero cacciati
III, contro la bolla che comincia dal regno e da tutti i dominii
/4postolicitm, Napoli presso Seba- della corona , con proibizione di
stiano Paletti 1765. Questo libro ritornarvi sotto pena della vita :

fu proibito con decreto


leggersi dovevano recarsi nei porti indi-
de'4 di detto mese, approvalo dal cati per essere messi a bordo di
Ponlelìce, clic si riserbò la facoltà alcuni vascelli, non potendo tras-
di darne licenza, ed all'articolo portare seco che quel poco che
Francia ciedemmo oppoituno far gli si voleva concedere, e niuno
menzione di tali libri e decreti venne eccettuato da tal proscri-
pontificii. Mentre nella Spagna an- zione, né si fecero comunicare nep-
cora si preparava la procella con- pure coi parenti.
tro i gesuiti, ne dissipò lo scoppio Nel giorno medesimo di tale e-
la vedova Elisabetta Far-
regina secuzione Carlo III pubblicò in
nese, che stimava e proteggeva
li Madrid il decreto di espulsione, e
presso il re suo figlio Carlo III; la confisca de'beni dei gesuiti, e la
disgraziatamente essa mori poco proibizione di scrivere prò conira
dopo, e quindi restarono privi del senza licenza. Partiti i gesuiti dalla

loro più forte appoggio. ìNoii tar- Spagna, il conte d'A randa fece esa-
dò molto a manifestarsi iti I\Ia- minare tutte le loro carte dal cele-
drid ed in altri luoghi della Spa- bre Campomanes, e nulla risultò

gna una sollevazione, per la gclo- in aggravio di essi ; ed intanto i


i36 GES GES
vascelli approdando alle spiaggle appunto che il conte d'Aranda a-
dello stalo pontificio, ivi secondo vca con lutto l'impegno eseguito
gli ordini regi dovevano sbarcare i supremi comandi del re, il prin-
i gesuiti; ma Clemente XllI dopo cipe di Campofiorito eseguì nel
quanto avea sofferto col Portogallo, regno di Napoli quelli del suo so-
non tollerando l' insulto, ricusò di vrano. In uno slesso momento e
riceverli. Dovettero risolcarc il Me- nella stessa ora della notte per i

diterraneo, e tra i patimenti e le due regni furono circondali di trup-


privazioni del cibo , approdarono pe le case e i collegi de' gesuiti ,

all'isola di Corsica, ove Paoli ac- e condotti su vascelli agli stati del-
cordò loro ospitalità ,
pubblicando la Chiesa, indi venne pubblicato uà
vm decreto favorevole alla compa- regio editto, che per la quiete, fe-
gnia. Siccome il re di Spagna a- licità e sicurezza de' popoli veniva
vea scritto al Papa die pel man- per sempre abolita la compagnia
lenimento della tranquillità de' suoi di Gesìi dai regni delle due Sici-
slati avea cacciati i gesuiti, e sic- lie, confiscati i beni, ed accordali
come li mandava nello slato della ducali sei mensuali ai gesuiti in sa-
Chiesa, Io prevenne che avrebbe cris purché sudditi.
poi dato alla camera apostolica una Inconsolabile Clemente XIII per
pensione vitalizia per cadauno dei questa espulsione, come per la ma-
gesuiti, onde provvedere alla loro niera cui veniva i religiosi collo-
sussistenza. Quando poi il le seppe cati nelle terre pontificie, convocò
la ripulsa di Clemente XIII ,
gli i cardinali in concistoro, nel quale
scrisse altra lettera per persuader- sciogliendosi in pianto , espose il

lo a non riguardar i gesuiti come procedere della corte siciliana. Fja


stranieri, mentre li aveva ricolma- i cardinali vi fu propose di
chi
li di favore. A queste rispose il procedere con qualche atto ener-
Papa con quel zelo da cui era ani- gico , ma il consiglio non fu ab-
mato, ma senza frutto, perchè seb- bracciato come inutile e dannoso
bene il re fosse fornito di tutte le in quei momenti. Il cardinal Ca-
più egregie virtù, il suo confesso- valchini che tutto il male
disse,
re e le persone del consiglio reale proveniva per essersi con troppa
erano nemiche della santa Sede. libertà disapprovata la condotta dei
La persecuzione contro i gesuiti re di Francia e di Spagna nell'e-
non si restrinse nella Spagna. Era spulsione de' gesuiti, e che siccome
ben naturale ch'essa si dilfondesse per essi derivavano tante calamità
nei paesi ove comandavano i princi- alla santa Sede, sarebbe slato be-
pi del sangue di Carlo III. Le cau- ne ,
prima d' ogni altra cosa, di
se gravi ed importanti racchiuse nel sopprimerli affatto. Questi senti-
real petto, come si espresse nell'e- menti furono appoggiati principal-
ditto con cui sterminò dalla Spa- mente dal cardinal Stoppani, ma
gna i padri della compagnia, do- inutilmente perchè il buon Ponte-
vettero necessariamente essere ri- fice, per qualunque sinistro potes-
conosciute per tali dai ministri che se mai avvenire, era allenissimo
governavano il giovinetto Ferdi- dall'aderirea simile proposizione.
nando IV di lui figlio sul trono 11 nunzio Calcagnini fece con il
delle due Sicilie ; otto mesi dopo primo miuistro marchese Tanucci,
CES CES i37
e col le incdcsimo vive doglianze Napoli, e presero con ardore ed im-
pel complesso della procedura , le pegno la difesa del duca di Par-
quali dispiacquero, aii/i si usò la ma, e domandarono al Pontefice
prepotenza, che le truppe napole- la revoca del breve e monitorio ;

tane s' ioipadronirono degli argenti e siccome Clemente XIII si ricusò,


spettanti ai gesuiti di Benevento, per rappresaglia la Francia occupò
dominio della santa Sede. Siccome Avignone e il contado Venaissino,
poi la casa dei gesuiti dell' isola ed il re delle due Sicilie il duca-
di Malta, composta d' una ventina to di Benevento e Pontecorvo, col-
di religiosi, non era che un ramo la solita legge del piìi forte.
sempre dipendente dalla provincia Dopo l'occupazione d'Avignone
di Sicilia, così il re di iN'apoli fece si narra che fu ben contento il

rappresentare al gran maestro del- duca di Choiseul di cacciare i ge-


1 ordine gerosolimitano fr. Ema- suitida quella città e contado, e
nuele Pinto portoghese, che quella siccome diceva non riconosceie i
casa facendo parte de' gesuiti espul- gesuiti altro padrone che il Papa,
si dal proprio regno, il pubblico li fece sbarcare sulle spiagge ro-
bene esigeva che i membri della mane, mentre giungevano nei porli
società che vi si trovavano fossero pontifìcii i gesuiti del iMessico, del
trasferiti altrove. Il gran maestro Perù e del Paraguai, non che di
ne rese subito conto a Clemente altre rimotissimc contrade alla mo-
XIII, e questi gli permise di ese- narchia spagnuola soggette. Vera-
guire la volontà del re di Napoli, mente il «luca non fece sbarcare
con coudizione però che la dispo- sulla spiaggia dello stato pontifi-
sizione delle case de' gesuiti, delle cio alcun gesuita francese; lo scris-
loro entrate e mobili, fosse riser- sero alcuni, forse per aver minac-
vata alla santa Sede. gran mae- Il ciato di farlo. Questi religiosi eb-
stro mostrandosi olfeso da tali con- bero lo stesso destino anche in Lo-
dizioni, cacciò i gesuiti dall' isola ,
rena. Il re Stanislao proteggevali
li fece trasportare in Ancona, e in nel suo ducato, e proteggevah an-
nome dell' ordine gerosolimitano cora per quanto poteva la regina
s'impadronì di quanto loro appar- di Francia sua fìglia; ma essendo
teneva, lìegnando nel ducato di morto il re Stanislao, e riunita la
Parma e Piacenza d. Filippo in- Lorena alla corona di Francia, su-
fante Spagna, divenuto primo
di bito il duca di Choiseul ne cacciò i
ministro Guglielmo du Tillot poi gesuiti. Frattanto le corti di Fran-
marchese di Felino, questi seguen- cia, di Spagna, di Portogallo e di
do l'esempio delle altre corti Bor- Napoli, non contente di avere espul-
l)oniche, l' imitò in tutto nella es- so dai loro stati, e trattato al
pulsione de' gesuiti i quindi dal du- modo detto la compagnia di Gcsìi,
ca fu pubblicala una prammatica chiedendo di comune accordo, e col-
sanzione che molto offese la santa la maggior insistenza la totale sop-
Sede, per cui Clemente XllI ful- pressione de' gesuiti a Clemente
minò un monitorio, a cui si op- XIII, queste angustie talmente l'af-
pose il duca con un pubblico ma- flissero , che all' improvviso nella
nifèsto. Ciò dispiacque assai alle notte de' 2 febbraio 17G9 morì.
corti di Francia; di Spagna e di Si narra eh' egli aveva convocalo
i3S CES GES
un concisloro pel giorno seguente, lesse rendere benevoli verso la Chie-
onde cliscuteie il grave argomen- sa tutti i principi cattolici, giacché
to, e die perciò vivamente si rac- umanamente parlando molto do-
comandasse alla Beata Vergine, di veva ad essi il proprio sostenta-
farlo piuttosto morire che soppri- mento ed ingrandimento.
mere la compagnia Gesù. Adu-
di A' 12 luglio lyGgClementeXÌV,
nati i cardinali in conclave
per col breve Coelestium viunenan, con-
eleggere il successore, dicesi che si cesse indulgenza plenaria ai gesui-
due partiti, uno
divisero in vole- ti, che facessero le missioni dove
va un Papa che conseivasse i ge- non fossero i missionari della con-
suiti minacciati, e l'altro più de- gregazione di propaganda fide, co-
ciso ancora ne bramava l'abolizio- me ancora ai fedeli che ad esse
ne, favorendo il primo i due car- intervenissero,mentre era pieposi-
dinali Albani nipoti di Clemente to generale della compagnia di Ge-
\l ch'erano alia sua testa; e sic- sìi il p. Lorenzo Ricci eletto sino
come temevano le conseguenze di dal 2 I maggio i ySS, dopo la mor-
un lungo conclave, si adoperarono te del p. Luigi Centurioni. Il detto
che la elezione seguisse prontamen- breve subito nella Spagna fu de-
te, e nella persona del cardinal nunziato dai fiscali del consiglio
Flavio Chigi attaccatissimo alla com- per orietizio e sorretizio , essendo
pagnia di Gesù, ma l'altro partito stato mandato ai vescovi del mon-
Jo escluse dal pontificato. Primeg- do cattolico ,
giacché non poteva
giarono negli scrutini i cardinali aver effetto nei dominii della Spa-
Stoppani, Fantuzzi, Sersale, i due gna, né in altri regni donde erano
Colonna, e principalmente il cardi- stati cacciati i gesuiti ai quali era
nal Caracciolo di Santobono, fin- stato concesso il breve. Era anco-
ché i sacri elettori si decisero in ra sorretizio, dicevano quei bravi
favore del cardinal Lorenzo Gan- legali, perché i gesuiti non pote-
ganelli, già religioso francescano dei vano far le missioni negli stati della
minori conventuali, avendovi in- famiglia Borbone, mentre nel mon-
fluito il de Bernis, e i
cardinal do pur v'erano dominii ad essa
cardinali spagnuoli, che prese il nome non soggetti. Per queste ed altre
di Clemente XIF [Fedi). Avendo simili ragioni fu negato al breve
detto a quest'articolo i suoi rap- il regio exequatur con editto dei
porti coi gesuiti , alcune principali 2 r agosto, che il re fece pubbli-
cose che accompagnarono Ja sop- care 25, ordinando che tutti gli
a'
pressione di essi, e dichiarato nera esemplari fossero portati al consi-
calunnia l'incolpazione di averlo glio.Intanto il Portogallo irritato
avvelenato, rimandiamo il lettore per non aver ricavato il suo pie-
a quell'articolo. Sull'atfare dei ge- no intento rapporto all'estinzione
suiti egli non era stato mai con- de' gesuiti, pensava servirsi de-l pa-
sultato, ma soleva dire, ch'era ne- triarca e di non comunicare più
cessario riconciliarli coi sovrani ,
col Papa ; la Spagna ad ogni costo
dappoiché essi hanno le braccia voleva tale aboUzioue, facendo tra-
più lunghe delle frontiere ; in fatti vedere qualche passo funesto alla
appena eletto, disse a' cardinali che corte di Roma ; la Francia in pos-
bisognava pregare Dio acciò vo- sesso d' Avignone e suo contado
, ,

CES G ES iSg
non mostrava il miglior buon iiino- levano ch'esistessero neppure negli
re ; e la corte di Napoli litenendo stati degli altri. Primieramente tol-

lìenevcnlo e Putitecoivu, minaccia- se a" gesuiti la direzione del semi-


va estendere piìi oltie le sue oc- nario vescovile di Frascati ; nomi-
cupazioni. In tanta burrasca Cle- nò tre visitatori apostolici nelle
mente XIV scrisse in favore dei persone dei cardinali di Voick,
gesuiti al re di Francia,
dicendo- Marefoschi e Colonna al seminario
gli clie sarebbe convocare pronto romano, che sino dalla sua istitu-
anche un concilio per esaminar le zione era stato diretto e governato
calunnie contro im ordine sì be- dai gesuiti ; furono espulsi ge- i

nemerito, e (jiial capo della Chie- suiti dal collegio irlandese, aflidalo
sa doveva proteggere lutti gì' isti- al visitatore cardinal IMarefoschi ,

tuti religiosi, mentre l'inìperatoie e dopo di essi ai cardinali protet-


Giuseppe li, l'imperatrice regina tori prò tempore del regno d'iber-

Maria Teresa, Carlo Emanuele 111 iiia Clemente XIV tolse ai ge-
.

re di Sardegna, e Federico 11 re suiti portoghesi gli ottocento scudi


di Prussia gli avevano scritto let- mensili che aveva loro assegnato il

tere premurose in lode e vantag- predecessore venendo alla


; quindi
gio della bersagliata compagnia di effettuazione di sopprimere la com-
Gesìi. Inoltre la Spagna nel 1770 pagnia di Gesìi, dopo non poche
sollecitò la beatificazione del ven. agitazioni d'animo, sollecitato dai
Giovanni di Palafox vescovo d'O- principi vivamente che mai
più
sma, nella persuasione che col met- massime da d. Giuseppe Mognino,
tere la Chiesa nel novero de' beati poi conte di Florida Bianca, mini -

un prelato il quale avea dipinti Siro del re di Spagna presso la


con orridi colori gesuiti ad In- i Sede apostolica , slese Clemente
nocenzo X, essi rimarrebbero at- XIV gran decreto, col breve
il

territi, e che questo fosse il colpo Dominns ac Redeniplov itosler lìex


più terribile che si potesse loro da- pacificus. Dopo essersi chiuso tre
re. 11 cardinal Ganganelli dopo la giorni nella propria camera, tra
morte del cardinal Galli eia slato indescrivibili agitazioni per la vio-
fallo ponente di questa causa, per- lenza che doveva fare al trafitto
chè la Spagna avea della deferen- suo animo, la più terribile e la
za per lui, e contribuì poi alla sua più agitata delle notti fu quella
esaltazione. Tuttavolta
benché il che precedette la sottoscrizione di
Papa ponenza
volle ritenere tale esso, alzandosi più volte dal letto
ad onta che la facesse con mag- sempre incerto ed irresoluto se
gior diligenza e>aniinaie, non fu dovesse segnarlo: finalmente ani
credula matura abbastanza o per , luglio 1773 a tre ore di notte,
altre j-agioni il ven. Palafox non al lume della luna, e sul parapet-
è ancora venerato per beato. to della iinestra di sua camera ,
Nell'anno 1778 Clemente XIV Clemente XIV con ripugnanza del
venne alia risoluzione di dichiariu- suo animo con mano tremante
e
si sul grand' aliare de' gt'suili, a appose al breve la sua sottoscri-
cagione delle continue rimostranze zione, ed afllitlo lo gettò per ter-
che riceveva da quei principi che ra in un alla penna. Subito com-
li avc\ano espulsi, i «piali non vo- parve il fatale breve che soppres-
i4o GES GES
se ed annientò peisino il nome medesima. Malgrado la pontificia
dellacompagnia di GesLi, ed al suo proibizione, ({uesto breve fu argo-
primo comparile destò negli ani- mento di discussioni, critiche, di-
mi, secondo ch'erano disposti, stu- lese, ed applausi per tutto il mondo.
pore, confusione, gioia ed amarez- Questo breve fu ventitre giorni
za. In questo lunghissimo breve, il dopo seguito da un altro de' 1 3 ago-
Pontefice riepilogando tutte le sop- sto, relativo alla soppressione; aven-
pressioni di ordini e congregazioni do inoltre Clemente XIV istituita
latte dai suoi predecessori, e rap- ima congregazione particolare, de-
portandone le cause, narra quali stinata alla esecuzione di tutte le
Papi approvarono la compagnia di cose stabilite e comandate nel bre-
Gesù, e le diverse epoche in cui ve medesimo. La congregazione si
suscilaronsi contro di essa nemici, compose dei cardinali Andrea Cor-
che indussero Sisto V a nominare sini, Francesco Caralla, Marco Ma-
una visita, Innocenzo XI a sospen- refoschi, Francesco Saverio di Ze-
dere la vestizione de' novizi, ed lada, ed Antonio Casali ; de' pre-
Innocenzo XIII a fare egual mi- lati Vincenzo Macedonio segretario
naccia; e che ad evitare alcuni so- de' memoriali colla qualifica di se-
vrani il conflitto de' loro sudditi gretario, e di Onofrio Alfani per
nel difendere o riprovare i gesui- assessore, oltre due teologi regola-
ti, s'indussero qual rimedio estre- ri per consultori. Il Papa concesse
mo, ad espellerli dai loro dominii, alla congregazione l' autorità di
e come domandarono a Clemente procedere senza strepito, senza for-
XI 11 l'intera estinzione di essi, on- ma di giudizio, conosciuta la sola
de provvedere al bene di tutta la verità del fatto, ed anche per in-
Chiesa cattolica. Quindi avendo quisizione contro qualunque persona
preso in matura considerazione e che ritenesse, occupasse ed occul-
disamina un affare di tanta im- tasse beni, effetti, libri, scritture,
portanza, per deliberare con pru- suppellettili ed altro appartenenti
denza alla quiete e tranquillità ai gesuiti. Gli proibì sotto pena di
della repubblica cristiana, e per- scomunica di manifestare le cose che
chè compagnia al modo cui
la nella medesima fossero proposte, di-
trovavasi non poteva più produr- scusse e definite; finalmente fu co-
re que' copiosi ed abbondanti frut- stituita al disopra di tutti i tribu-
ti, e quei vantaggi per cui fu isti- nali di Roma, in tuttociò che ri-
tuita, approvata e ricolmata di gra- guardava i beni, gl'interessi, le
zie e di onori, di certa scienza, e chiese, e le pei'sone dell' estinta
con la pienezza apo-dell'autorità compagnia. La prima congregazio-
stolica, estingueva e sopprimeva la ne fu tenuta avanti il Papa a' 6
società, togliendo ed abrogando agosto, altre si convocarono nelle
tutti gli uilizi, case, scuole, collegi stanze ove si aduna il tribunale
e privilegi ad essa appartenenti. E della rota nel palazzo Quirinale,
dopo altre provvidenze contenute ove allora abitava Clemente XIV,
nel breve. Clemente XIV vietò con li9, 12 e i6 di detto mese, ve-
esso a luttidi scrivere o parlare nendo il tutto partecipato al Pon-
prò o contro di questa soppressio- tefice, che ne approvò le determi-
ne, e delle cause o mutivi della nazioni, In seguito di chcj la sera
GES GES i4t
del lunedì i6 agosto, i due prela- Fatte queste esecuzioni, affinchè
ti Macedonio ed Alfani, verso un'o- le chiese de' gesuiti in Roma non
ra di notte, seguiti da vari distac- rimanessero sprovvedute dei mini-
camenti di soldati, si portarono al- stri necessari, furono temporanea-
la casa professa de' gesuiti presso mente introdotti per V ulfiziatura
la chiesa del Gesù, ed alla presen- di quelle di Gesù, e di s. Ignazio
za del p. Lorenzo Ricci preposito i religiosi cappuccini ; all'esercizio
generale, e della consulta della della buona morte nella prima
compagnia, si lece ad alta voce la chiesa, i ministri degl' infermi ; nel-
lettura dei due brevi pontifìcii ,
l'oratorio del p. Caravita, e nella
cioè quello di soppressione de' 2 i chiesa di s. Andrea del noviziato
luglio, e l'altro de' i3 agosto, con- i signori della missione, i quali
lenente r intimazione formale ai poi ebbero la chiesa col contiguo
religiosi di non sortire fino a nuo- locale, cedendo quello de' ss. Gio.
vo ordine dalla casa professa, sen- e Paolo al monte Celio, che pri-
za poter nemmeno calare in chie- ma occupavano con la chiesa, ai
sa per celebrarvi la messa, confes- religiosi passionisti, che allora di-
sare, e fare qualunque altra fun- moravano neir ospizio vicino al
zione ecclcbiastica, essendo però in Laterano. Ad effetto poi che non
quanto alla messa, accordata loro mancasse il servigio del confessio-
la licenza di poterla celebrare nelle nale a bene del pubblico nella ,

cappelle interiori. Quindi monsignor basilica di s. Pietro, oltre i peni-


Sersale nella sera stessa, ed accom- tenzieri straordinari, furonvi de-
pagnato dalla soldatesca, come tutti stinali i minori conventuali, che
gli altri ch'eseguirono eguali ordi- ne presero tosto il possesso, e poi
ni , si portò al collegio romano, da Clemente XIV vennero ivi sta-
ed intimò alla comunità religiosa biliti, come lo furono nella peni-

l'esecuzione del contenuto de' due tenzieria della santa casa di Lo-
brevi, 11 prelato Alfani fece altret- reto, in surrogazione de' gesuiti.
tanto al noviziato presso s. Andrea Dopo ciò, verso le due ore di not-
al Quirinale; il prelato Archetti te comparve nella casa professa
adempì simile incumbenza al col- del Gesù un avvocato, che seco nel-
legiogermanico- ungarico, presso la carrozza del cardinal Corsini
la chiesa di s, Apollinare; ed al- trasportò il p, generale Ricci col
trettanto eseguirono il prelato Pas- suo compagno, e lo depositò nel
sionei nel collegio scozzese, il pre- collegio inglese, ove soggiacque ai
Iato Della Porta nel collegio dc'raa- costituti dell'avvocalo luogotenente
roniti, e l'abbate Fo""iiii nel col- Androetti, venendo il collegio cu-
legio inglese, già visitato dal car- stodito da' soldati. In pari tempo
dinal Corsini. Alla penitenzieria furono sospese le giurisdizioni dei
vaticana fu mandalo 1' avvocato cardinali protettori de' collegi già
Zuccari uditore del cardinal Caraf- in cura de' gesuiti, surrogandovi il

fa, ed al palazzo incontro s. Cali- Papa i cardinali della congregazio-


sto ov' erano i gesuiti espidsi dal ne deputata. Intanto i gesuiti usci-
Portogallo, r abbate Dionigi, per rono dalle loro case, e fu dato lo-
intimare sì a questi, che ai gesui- ro il permesso di portarsi seco il
ti penitenzieri il pontificio decreto. letto, i libri, e qualche altra co-
i/p GES GES
sa; UKi gli cffetli preziosi di loro Xf^ITI, Paris iHof). toni. Il, pag.
proprietà, esistenti nelle case e i»)0 " C;inc(lliori nella sua ÓVv//-
nelle chiese, vennero trasferiti al ninna santa, dice che il sermone
sacro monte di pietà. Passato un lilino, che si pionunzia nel vener-
niese il p. Ricci sotto buona cu- di santo nella cappella pontificia
stodia fu tradotto in Castel s. An- dopo il Passio, alla presenza del
gelo con un laico di suo servigio, Papa, de' cardinali, e di tutti qucl-
ed alloggiato in un decente appar- li che vi hanno luogo, dal ponti-
tameiito ben guardato, a piangere fìcato di Bonifacio IX fino a quel-
con virtuosa rassegnazione la do- lo di Gregorio XIII recitavasi da
lorosa catastrofe dell' illustre suo qualche qualificato soggetto, e poi
ordine. Nella susseguente notte fu- da uno de' padri della compagnia
ronvi trasportati gli assistenti di di Gesù, che ne aveano pubblica-
Polonia, di Germania, di Spagna, ta una raccolta. Clemente XIV
di Portogallo, e d' Italia, imitamen- affidò quest'incarico ad un mino-
te al segretario generale della com- re conventuale, ed il primo a re-
pagnia; e venendo considerati qua- citarlo fu il p. Luigi Rossi nel
li malfattori, furono trattati con 1774- Quindi a pag. ^49 ^ ^^o*
iDÌsteriose precauzioni, assoggettati il Cancellieri l'iporta l'elenco del
a criminali interrogatorii, ed esclu- titolo delle orazioni pronunziate
si da qualunque comunicazione co- dai gesuiti, da Gregorio XIII fino
gli esterni, tutto soffrendo con e- a Clemente XIV, coi nomi de'sa-
difìcante e cristiana rassegnazione, cri oratori.
I diari di Roma dal num. 85o2 Co/i dunque terminò la compa-
e seguenti trattano in dettaglio gnia di Gesù, che allora si com-
quanto qui si accenna, in un alle poneva quarantuna provincie
di
risoluzioni della congregazione de- nelle sei che avea d' I-
assistenze
putata, e nel numero 85 4 sono 1
talia, di Poitogallo, di Spagna, d'i

riportati i regali che ad essa fece Francia, di Germania, e di Polonia,


Clemente XIV. Questo Papa nel- nelle quali contavansi ventiquattro
l'anno seguente uni il seminario case professe, seicento sessantaiiove
vescovile pontificio al collegio ro- collegi, sessanluno noviziati , tre-
mano; ed in s. Ignazio fu tenuta cento quaranta residenze, o case
solenne dispula teologica, a lui de- di campagna , cento settantuno
dicata. seminari duecento settantatre
, e
Innumerabili poi furono , co- missioni, con ventiduemila cinque-
me importantissimi, i servigi pre- cento ottantanove gesuiti, de' qua-
stati dalla compagnia di Gesù alla li inidicimila duecento novantatre
Chiesa ed all' umanità, colle mis- erano sacerdoti, che istancabilmen-
sioni, colla predicazione, colla di- te, e senza mercede alcuna fati- ,

rezione delle anime, colla educa- cavano per loro istituto nella spi-
zione ed istruzione scientifica della rituale coltura delle anime, e nel
gioventù, e con una quantità di culto divino delle mille cinque-
opere stampate ed inedite in ogni cento quarantadue chiese che pos-
genere di scienze, lettere ed arti, sedevano e servivano con immen-
Veggasi il Jauffret, Ménioires poiir so vantaggio del pubblico. Così
seivir à l'hisloire erri, dii sicclt; fini questa compagnia approvata e
s,

GES GES 143


confermala tla diecinove Pontefici, pe della Transilvania, e poi le
e largamente lodala da lutti tren- i di Polonia, e in altra ficritta da
ta clie a tempo suo presiedettero Lubccca a' 1 4 luglio i56i al car-
al governo della Chiesa universale, dinal (roiiznga legato nel concilio
compreso ancora lo stesso che la di Trento; il cardinal Alano co-
distrusse; onorata di elogi altissi- lonna della Chiesa inglese, il quale
mi dui più famosi cardinali, come diceva che gesuiti erano slati
i

da Carlo Borromeo nipote di


s. da Dio mandati per risfaurare le
Pio IV, che in Milano, suo arci- rovine fatte da Lutero e da Cal-
vescovato, introdusse la compagnia vino alla cattolica religione, come
nel 1 563, le fondò la casa profes- poi disse ancora Benedetto XIV
sa nel i566, il celebre collegio in una sua bolla pei gesuiti glo-
ed università di Brera nel iSya, riosa ; il cardinal Osio celebre
il noviziato di Arona, luogo della flagello dell'eresia luterana e pre-
sua nascila e feudo di sua casa, sidente del Tridentino, il quale
nell'anno stesso iS'ji, e operò in per r alta stima che aveva della
modo così efllcace cogli svizzeri compagnia, le die nel 1 564 il

che questi nel 1 58o le fondarono collegio di Brunsberga sua patiia,


i due collegi di Lucerna e di il primo ch'essa ebbe nella Polo-
Friburgo; dai cardinali di Bourbon nia; il cardinal Madrucci, che nel
che stimolarono i re di Francia concilio Tridentino la domandò
a ricevere in quel regno la com- per la sua chiesa di Trento; il

pagnia, a cui essi fondarono la ca- cardinal Gondi vescovo di Parigi,


sa professa di Parigi; dai cardinali nell'altestato da lui fatto a'26 giu-
di Lorena e di Tournon, per o- gno 1610, per giustificare la com-
pera de'quali fu graziosamente ri- pagnia dalla calunnia di cui era
cevuta dai grandi di Francia; dal imputata pel regicidio di Enri-
cardinal Truchses, uno dei massio- co IV, e per non dire di lutti,

ri lummari del Tridentino, il qua- i cardinali Guidiccioni , Tarugi,


le scrisse a Martino di Edent Fi- : Nobili, Groppero, Del Monte, Far-
ffeo nullum esse hominwn gemcs, nese, Laureo, Della Cueva, Ubal-
quorum lahor sit illuslrior, vel dini, Paleotti, Ludovisi, De Fleury,
utilior in Vinca Domini, quani e molti altri anche al tempo che
jesuilariuni sodaliuni , ut beata ella era vicina a perire. Ha quali i

exislimem civilates in quibus illi il cardinale De Solis nella lettera


i'ersantur. Gli altri cardinali che che da Siviglia scrisse ai 19 giu-
stimarono la compagnia, sono il gno I75q a Clemente XIII, sup-
cardinal IMoroni, come risulta da plicandolo a proteggere e sostene-
molte lettere scritte dalla sua le- re l'innocenza della compagnia nel-
gazione nel Tridentino al Pontefice la fiera burrasca che cominciava
Pio IV; il cardinal Baronie nelle a soffrire, e che poi la subissò.
note al martirologio romano a'29 Inoltre la compagnia di Gesù
dicembre; il cardinal Commcndo- fu encomiata, e strettamente ama-
ne nella relazione della sua le- la dalla maggior parte dei santi
gazione di Germania a Pio IV che vissero a' tempi de' gesuiti,
nella lettera scritta da Varsavia cioè s, Gaetano fondatore de'tea-
nel 1.572 a Stefano Battori princi- lini, s. Giovanni di Dio fondato-
, ,,

i44 GES CES


re de'bcn fratelli, s. Tommaso da Ingolstadt, e della Sorbona, la qua-
Villanova agostiniano , s. Pio V le, sebbene a tempo di s. Igna-
domenicano e poi Pontefice , s. zio fosse contraria alla compagnia,
Luigi Ueltiand apostolo dell'Indie mutando poi sentimento quando
occidentali domenicano, s. Tere- r ebbe in Parigi nel generalato
sa ri formatrice dei carmelitani del Lainez ed osservò l' impegno
,

s. Carlo Borromeo cardinale arci- con cui serviva al coraun vantag-


vescovo di Milano san Filippo , gio del pubblico, e reprimeva l'e-
IVeri fondatore dell* oratorio s. , resia de' calvinisti, de'quali in po-
Maria IMaddalena de Pazzi carme- co tempo ne ritrasse alla fede cat-
litana, s. Andrea Avellino teati- tolica sessantamila, che il re En-
no, Camillo de Lellis fondatore
s. rico IV il Grande vide con singo-
de' ministri degl'infermi, s. Fran- iar compiacenza registrati in un
cesco di Sales arcivescovo di Gi- distinto catalogo, mutando il pri-
nevra, e per non dire di tutti, s. mier sentimento l'università alta-
Vincenzo de' Paoli fondatore della mente l'encomiò.
missione, il quale, come si legge Amata e stimata fu la compa-
nella sua vita scritta da monsi- gnia di Gesù da più ordini reli-
gnor Abelly, diceva ai suoi figli, giosi. L'ordine di s. Francesco nel
che dovevano stimarsi come il ser- capitolo generale del i565 impose
To che portava le bissaccie di s. con pubblico decreto a tutti i suoi
Ignazio e de'suoi compagni, e ri- che amassero fra tutte le reli-
figli,

putarsi come poveri raccoglitori gioni particolarmente la com.pa-


delle spighe, che lasciavano addie- gnia di Gesù, colla quale dovrebbe-
tro que' mietitori. ro conservare un perpetuo com-
Fu pure compagnia esaltata di mercio di affetto e di venerazio-
encomi da diversi concilii, e fra ne. Quali lodi ne fece il Musso
questi il concilio generale di Tren- celebre minor conventuale, e ve-
to, sessione XXV, cap. XVI, e il scovo di lìitonto quando per ,

Concilio di Tarragona nel 1600, averla ottenuta pel suo vescovato


il quale mentre il Pasquier, l'Ar- ne ringraziava il general Lainez
naldo, ed il Thuon, con altri di- con lettera amplissima dei 24 giu-
chiarati nemici della compagnia gno i564"i? E per non far più lun-
di Gesìj, facevano gran rumore go catalogo, quali lodi ne fa a tempi
sull'esilio di questi religiosi dalla a noi vicini il p. Sangallo, anch'es-
Francia, scrisse in nome di tutti so minor conventuale, nella sua
que' vescovi a Clemente Vili, di- dotta opera intitolala : Le gesta
cendo i molti altri elogi, che
fra de Pontefici, difendendola dalle de-
Ignazio aveva lasciata la casa pa- clamazioni del furioso Febronio,
terna per divenire un altio A bra- nel tempo eh' ella gemeva sotto
mo, e padre di molti santi, e af- latempesta che l'annegò? Egual
finchè le genti fossero benedette contegno tenne il p. Tamagna, al-
nella loro filiazione. tro celebre conventuale, confutan-
Egualmente venne la compagnia do il libricciatolo d' un curato
esaltata da parecchie luiiversità, pistoiese col titolo : Che cosa e
tra le quali 1' università di Sala- un cardinale? L'ordine de' predi-
manca, d' Aloalà, di Lovaoio , di catori lo stesso amore impose ai
,

GES GES 145


suoi religiosi ne' capitoli generali liinitari , carmelitani , minimi ,

di Valenza del ^gG, e di Roma i filippini , canonici regolari , ba-


nel i644) e nel i656. In fatti siliani, girolamini, e molte altre,
quanto fu ella stimata, difesa ed le quali non avrebbero così am-
amata dai più famosi alunni di piamentelodato e teneramente ,

quest'ordine preclarissirao ? Il Fu- amato compagnia, se non la aves-


la
scarari vescovo di Modena, il Cat- sero creduta ben diversa da quello
terini arcivescovo di Monza, il ve- che la spacciavano nemici di lei, i

nerabile Bartolomeo de Martiri non così esemplari certamente quan-


arcivescovo di Braga, ed il Forc- to i figliuoli di quelle sagre reli-
ri, tutti teologi famosi del Triden- gioni, giacché scrivendo sulle ulti-
tino, il Marini arcivescovo nunzio me tribolazioni de' gesuiti monsi-
di Spagna, s. Pio V , e Benedetto gnor de Tumel al re di Francia,
XIII Pontefici, il b. ]Micone, s. fra le altre cose gli diceva : « I
Luigi Bel tran il Lopes vescovo , gesuiti , sire , nella loro umilia-
nella Cina, l' Idelfonso di s. Tom- zionehanno una gloria di che si
maso vescovo di Malaga , il Roc- debbono molto consolare, ed è, che
caberli generale dell' ordine, e poi i nemici sono nemici ancora
loro
supremo inquisitore di Spagna ed vostri, eson nemici della Chiesa ".
arcivescovo di Valenza, i quattro Favorita fu la compagnia di
altri generali dello stesso ordine, Gesù, non che profetta, difesa ed
il Romeo nella sua circolare alla accarezzata dai maggiori sovrani
propria religione ai io dicembre che sedettero sul trono; si di-
i548, il Turco,
de Marinis in il stinsero fra questi gì' imperatori
altra simile circolare de'aS marzo Carlo V, Leopoldo l, e Carlo VI;

dell' anno 1661 ed il Cloche. , i re cristianissimi Enrico IV, che


L' Ori supremo inquisitore il , ai gesuiti come dicemmo lasciò il

Mansi, il Gravina, l'Oliva, il Le- suo cuore nel collegio della Fle-
desma, il Rollo, il de la Pegna, che, per pegno dell'amor suo ver-
il de la Puente, il Peralta vesco- so loro, e Luigi XIV il Grande,
vo di BuenosAyres, il de la Pa- che per essi non dimostrò minore
ce, ed il Saroetri missionari della stima, ne minor cordialità; re i

Cina, il Ciacconio, il Bzovio, il di Spagna Filippo II, Filippo UT,


IVatal Alessandro, ed innumerabili Filippo IV, e Filippo V; i re di
altri domenicani insigni, i quali la Portogallo Pietro II, e Pietro III,
difesero, lodarono, ed amarono al e sopra tuttiGiovanni V il Gran-
pari del venerabile Granata lor de, in cui la sua munificenza in
confratello, che diceva essere la favole della compagnia nulla ce-
compagnia una congregazione a- dette all'intimo suo affetto per la
poslolica, la quale cospirava con medesima, trattandola sempre co-
ogni sorta di sussidi alla salvezza me la cosa più cara e famigliare.
delle anime , e a rinnovare con Questa congregazione religiosa
tutte le forze l'antica santità nella fu ricercata, e colmata di lodi da
Chiesa di Dio. Cosi ancora gli or- innumerabili vescovi rinomatissimi :

dini e congregazioni religiose dei con quante istanze e diligenti pre-


benedettini, certosini, teatini, ci- mure ricercarono la compagnia di
stcrciensi , barnabiti , agostioiani Gesù per le loro diocesi il vene-
VOL. XXX. io
,

i46 GES GES


labile Bartolomeo de Mailiri do- senno, i veri cittadini, e lo anime
menicano, arcivescovo di Braga, virtuose trovansi sepolte nella più
il quale fondò ad essa in Braga amara costernazione ".

un sontuoso collegio, e molto an- L'istituto de'gesuiti fu dichiarato


coia contribuì alla fondazione di braccio diritto della Sede apostO'
due altri; il Carvajal per averla lica dagli eretici medesimi che ,

in Placenzia Bianco per Mala-


; il procurarono arrabbiati la sua di-
ga ; il Guerrero per Granata; l'Ai- struzione, come dal suo nascere
nieyda per Murcia ; il suddetto si erano proposti di fare. 11 re di

Musso per Bitonto ; il cardinal O- Prussia Federico II, ben noto pei
sio per Brunsberga, dove le fondò suoi talenti, soleva chiamare i ge-
ilmemorato collegio; il cardinal suiti col nome di guardie del
Gonzaga per Mantova; il cardinal corpo del Papa (lettera i54 a
Madrucci per Trento ; come altre- Voltaire del 17G7). Scrivendo poi
sì per Lion di Spagna , per A- allo stesso Voltaire dopo la sop-
storga, per Cagliari, per Sassari, pressione loro , COSI gli dice: « O
per Rimini, per Imola, per Bari, bene , o male io ho conservato
per Taranto, e per molle altre quest' ordine, tuttoché eretico io

diocesi i rispettivi loro vescovi? mi sia ; eccone i motivi. Non si

Con quale intrepidezza, costanza, e trova nei nostri paesi verun cat-
petto apostolico si mossei-o quasi tolico letterato, se non tra i ge-
tutti i vescovi cattolici a difender- suiti. Non abbiamo nessun capace
la nelle sue tribolazioni, innanzi di sostenere le scienze, e promuo-
ai tribunali secolari che l' oppri- verle Conveniva che l'i-

mevano, e a domandare colle più stituto loro sussistesse per surro-


vive premure alla santa Sede, che gare de' professori a misura che
ne sostenesse l'innocenza, e ne con- venivano a mancare, e fondi e i

servasse r esistenza. Per non fare gli assegnamenti potevano servire


r elenco di questi zelanti prelati al loro mantenimento , laddove
che sarebbe assai lungo, è noto questi non sarebbero stati bastanti
con quanto impegno la difesero e per pagare de' professori secolari.
colmarono di gloriosi elogi nell'as- Dappiù toccava a'gesuiti il formare
semblea del clero di Francia nel i teologi destinati alle cure delle
1761 quattro cardinali, dieci ar- anime. Se l'ordine fosse stato qui
civescovi, e trentasei vescovi in soppresso, l'università non più sus-
essa adunati, e molti altri ancora sisterebbe, e saremmo costretti a
assenti, i quali con lettere al re mandar gli slesiani a studiar la

Cristianissimo, e al Pontefice Cle- teologia in Boemia , lo che era


mente XIII, supplicarono calda- contrario ai principii fondamenta-
mente la conservazione della tra- li del governo ". Lettera degli 8
collante compagnia di Gesù, sulla novembre 1777.
quale, fra tanti altri scriveva nel- Un linguaggio di questa sorte
lo stesso senso il vescovo di Puy tenuto da un eretico cosi illumina-
alsuo monarca ai 16 aprile 1672, lo, e perconseguenza nemico dei
e con queste parole » I nemici : gesuiti, può formare in gran parte
de' gesuiti trionfano, e per le op- la loro apologia. Simone Litmose-

pjiessioui di questi le persone di ro, celebre calvinista, chiama i gè-


,

GES GES i47


^uili Atlanti del Papato. Elia Ha- gne ed ingiurie Il celebre ge- ".

seniniillero denomina, Sergenti


li suita Girolamo Lago-Marsini poco
del vescovo romano. A\ isachero li prima della soppressione della com-
appella, Midolla del Papismo; ed pagnia, al dire del Novaes, aveva
Ennio con ereticale bestemmia li preparata e disposta cronologica-
chiama, Evangelisti del Papa, la mente con somma fatica in tren-
cui causa trattano con tanta in- ta volumi un'opera latina , ìa
diislria, che appena dal medesi- cui contenevansi le testimonianze
mo Cristo si potrebbe fare una d'uomini illustri, o per santità, o

cosa così rilevante. Nel prelimi- per dottrina, o per nascita, intorno
nare alla Storia del concilio di alia compagnia di Gesù, dal suo
Trento di fi: Paolo Sarpi, con nascere , fino al suo tramontare,
note del protestante Courrajer stam- per contrapporla come risposta più
pala in Amsterdam nel lySi, si convincente ai tanti libri e libelli
legge che » tutta la fermezza della ribaldi, massime degli che eretici ,

nostra fede cattolica sta ne' ge- erano usciti, o andavano uscendo,
suiti, e però non \i è cosa più od erano per uscire contro il gè-»
elìicace per rovinar questa fede ,
suitismo, sempre infesto all' eresia,

che rovinar il loro credito. Rovi- ed al mal costume.


nando questi si rovina Roma, e Questa compagnia che visse, qual
se Roma si perde, la religione si era nata nel i54o in cui fu ap-
riformerà per sé stessa, cioè di- provata da Paolo III, fra le ca-
venterà protestante". Lo stesso Sar- lunnie perpetue degli eretici, fra le
pi scrivendo al protestanteCastrino contraddizioni costanti de' malco-
sulla pace che gli eretici deside- stumati cattolici, e fra l' amore e
ravano di godere stabilmente dal re cordialità delle persone dabbene
Cristianissimo, gli diceva : » Godo per duecenlotrentatre anni, die-
che costì, in Francia, la pace del- de agli altari nove santi ed uà
la religione protestante sia per beato: cioè s. Ignazio Loiola suo
durare. Ma standovi i gesuiti sì fondatore, s. Francesco Saverio a-
gran bene difficilmente si otterrà, postolo dell'Indie, S.Francesco Bor-
il quale essi abborriscono più che gia terzo generale della compagnia,
la morte ". Quindi è che chi leg- , s. Gio. Francesco Regis missiona-
gerà le lettere di Federico II re di rio della Francia, s. Luigi Gonza-
Prussia, di Voltaire, di d'Alembert, ga, san Stanislao Rostka , e i tre
di Diderot e di altri simili li-
, martiri del Giappone Paolo Michi,
bertini filosofi, facilmente rileve- Giovanni di Goto, e Giacomo Ri-
rà, che volendo questi la iibertà sai, finalmente il b. Francesco di
e la di qualunque reli-
tolleranza Girolamo, che fu poi canonizzato
gione, non desideravano altro che dal regnante Pontefice, e gli altri

vedere distrutti chi loro si oppo- servi di Dio nominati. Lasciando


neva con più forza. r istituto colla sua distruzione altri
Calvino in uno de'suoi aforismi propri figli in numero prodigioso,
così stabiliva. »» I gesuiti però, che che per aver lo stesso onore se
sopra a sono a noi contrari,
tutti ne trattava la causa nella congre-
o si hanno a uccidere, o si hanno gazione de' riti.

ad esiliare , o caricare di meuzo- La compagaia di Gesù die inol-


i48 GES GES
tre alla Cliiesa i dieci famosi car- Armi usate dai nemici. 16. Calun"
dinali summenlovati, ai sovrani ot- nia di teologia erronea. 17. Ca-
tanta e più confessori, e al mon- lunnia di regicidio. 18. Imputa-
do cattolico e letterario, illustrato zione ai soli gesuiti di opinioni co-

co' suoi lumi, e colle sue missioni muni. 19. Imputazioni


puerili. 20.

alle più rimote nazioni, un nu- Imputazioni contradditorie. 21. Te-


mero ancor prodigioso di uomini stimonianze su queste contraddi-
grandi, chehanno arricchite e po- zioni, e sulle loio cagioni. 22. Mu-
polate le hiblioteche colle loro o- tilazione fli opei e stampate , ono-
pere immortali, contando i gesui- revoli ai gesuiti. 2 3. 1 gesuiti in-
ti, al dire del Bercastel, ventimila nocenti accusati dai veri rei. 24- I

scrittori in ogni scienza. Non ci gesuiti rei confutati, puniti, ed an-


voleva meno della terribile con- che scacciati. 25. I gesuiti ostacolo
giura infernale, della quale i ge- alla rivoluzione: testimonianze. 26.
suiti furono la prima vittima, per Prove e testimonianze posteriori.
rovesciare gli altari, troni, e rom-
i 27. Predizioni del ristabilimento.
pere ogni freno all' iniquità, per- 28. Nuovi nemici dopo il ristabi-
mettendolo sempre Iddio pe' suoi limento. 29. Nuovi apologisti e lo-

altissimi fini. Innumerabili sono le datori. 3o. E[)ilogo di difesa ne-


opere che fanno la difesa de' ge- gativa. 3i. L'odio non si disin-
suiti, ed il celebre p. Zaccaria ne ganna. 32. Perfetta calma non è
fece l' apologia nella sua Storia sperabile, non utile, non bramata.
letteraria d'Italia, voi. Il, p. 4'9 Fu scritta l' istoria della compa-
e seg. Nel 1842 uscì in Modena gnia di Gesù da molli, e princi-
dai torchi Suliani un prezioso ed palmente dai pp. Nicolò Orlandi-
erudito libro intitolato: Compendio no, e proseguita dal Sacchino, e da
di autorità, ragioni e fatti ad ab- Pietro Possino in elegantissimo la-

bondante giustificazione dei padri tino : in lingua italiana si ha dal


gesuiti in ogni argomento. Dal se- celebie scrittore p. Daniele Barto-
guente sommario de' capi , se ne li. Il Galeotti pubblicò in Roma
potrà prendere un'idea di quanto nel fjSq, Ritratti de' preposili ge-
interesse ed importanza egli sia. nerali della compagnia di Gesìi
1. Fondazione della compagnia. delineati ed incisi da Araldo P^aii-
2. Incombenza de' gesuiti. 3. Voti TVestkerhout , aggiuntovi i brevi
dei gesuiti. 4- Facoltà nella com- ragguagli delle loro vite in latino
pagnia di dimettere dall'ordine. ed in italiano. Al presente si sta
5. Santi della compagnia. 6. Dotti ultimando la pubblicazione dcW'His-
della compagnia. 7. Lodi date alla toire religieuse ,
politique et litté-

compagnia dai Papi fino a Cle- raire de la compagnie de Jesus


mente XIII. 8. Lodi di Pio VI e composée sur Ics documents inédits
Pio VII. g. Lodi del .sacro colle- et authentiques par J. Chretinau
gio, da Leone XII e da Clemente Joly, Paris i845. Bella, dotta e
XIV. IO. Lodi di Enrico IV e critica istoria.
Luigi XIV. 1 1. Lodi dei vescovi. Nel 1774 Clemente XIV co-
12. Lodi degli uomini grandi. i3. minciò a sentire nella robusta sua
Lodi dei nemici. i4- Nemici dei salute una gran variazione onde ,

gesuiti i nemici della religione. 1 5. per una scorbutica alfezione uni-


,

GES GES t4c


versale mori a' 22 settembre. Do- lica. IMa quando i cardinalicom-
po quattro mesi e ventidue giorni missari erano vicini a portare un
di si'dc vacante, fu eletto in suc- giudizio definitivo sugli altri ge-
cessore Pio VI Braschi di Cesena, suiti prigioni in Castel s. Angelo,
ove apprese le scienze maggiori eravi fra questi il virtuoso ed ot-
nelle scuole de' gesuiti. Animato il tuagenario p. generale Ricci, che
novello Pontefice dallo zelo che nu- soccombendo al peso di tanti dis-
triva per la giustizia, ed istruito morì
gusti vi a' 24 novembre lyyS,
delle mormorazioni quasi univer- ed al quale il Papa fece fare le
sali del modo com' era stata trat- solenni esequie nella chiesa de' fio-
tata la compagnia, presto si voltò rentini, per essere l'illustre defun-
a sollevare gli ex-gesuiti, ne' quali to appartenente a questa nazione
più riconosceva degl'infelici, che ed ordinò che fosse seppellito al
de' colpevoli. Ordinò quindi uà Gesù, nel sepolcro de' generali suoi
esatto ristretto dei processi formati predecessori , ciò che venne ese-
contro gli poco
arrestati gesuiti, e guito con onorevole pompa fune-
dopo fu tenuta una congregazione bre. Quest' infelice vecchio lasciò
in sua presenza, non essendovi pe- una memoria, nella quale prote-
rò stati ammessi due prelati Al-
i stava, come ancora fece in pub-
fani e Macedonio. 11 risultato di blico avanti il santissimo Sagra-
tali esarai e di questa congrega- mento, che gli fu portato per via-
zione si fu, che i prigionieri inco- ticocon numeroso accompagnamen-
minciarono a respirare aure più to. Primo. Che la compagnia di
pure, a goder maggior libertà, e Gesù non avea dato luogo alcuno,
trattamento più umano ; onde a per quanto egli sapeva, alla sua
molli accordò delle giazie, senza soppressione, e ch'egli lo dichia-
disapprovare espressamente ciò che rava come superiore ben informa-
si era fatto fino allora, e procurò to della condotta del suo ordine.
subito di alleggerire la loro disgra- Secondo. Che quanto a sé in par-
zia, senza aflrettarsi di mettere in ticolare non credeva di avere me-
libertà quelli ch'erano prigioni nel ritato la sua carcerazione, né le du-
Castel s. Angelo. Fra questi era- rezze ch'erano seguite all'eslmzio-
no pp. Ilari e Cecchini,
! celebri i ne della compagnia. Terzo. Che
Ambrogi, Faure , Zuzzeri Fore- , perdonava sinceramente a tutti quel-
slier, e Guttier, che in conseguenza li che 1' avevano tormentato ed af-
di altra congregazione furono li- flitto, prima per gli affronti falli

berati dal dello castello. Quasi tutti a' suoi figli, e poi per gli attentali
gli ex-gesuiti dimoranti in Roma diretti alla sua riputazione. Abl)ia-
ottennero quanto domandavano, e mo di questo rispettabile generale
conveniente somma di denaro, mas- la Vita dell'abbate Lorenzo Ricci,
sime i portoghesi ; in somma la già preposilo generale dell' estinta
condizione de' gesuiti in Roma e compagnia di Gesìi. Gio. Dome-
nello stato ecclesiastico cambiò in- nico Stratich compose V Orazione
teramente di aspetto. Tutte le car- funebre recitata in Brcsla\'ia nei
te e documenti criminali Pio VI funerali di Lorenzo Ricci ultimo
le fece ritirare, e consegnare al generale della compagnia di Gesù.
luogotenente della camera aposto- Dal Goudar, La mori de Ricci
tSo GES GES
dernier general des jésukes , nvec nistrare i sagramenti, conferendo
giiclaucs réflexions sur Uextinclion agli altri impieghi, benefizi e pen-
de la socitlé, Const. 1776. Euri- sioni, perchè aveva confiscato i loro
pilo Narciso , Il sepolcro, ottave beni immobili pel valore di trecen-
in morte di L. R. ultimo generale totnila zecchini.
della compagnia di Gesù, Losan- Nel 1775 Pio VI affidò la supe-
na 1776. Il marchese Caracciolo riorità della chiesa e casa de! Gesù di
ancora ne stampò la Fita ec. Ab- Roma al cardinal Zelada. Quando
biamo pure, Sauvage, Le Oui et le nel 1773 fu emanato il breve di
Non, Oli lettres sur la procedure Clemente XV, dell'estinzione del-
faite cantre les jésuites au Chdteau la compagnia di Gesù , una parte

s. Ange, Paris l'j'j'j. della Polonia era passata nel do-


Poco dipoi il Papa fece sortire mìnio della Russia, e perciò il bre-
dal predetto forte gli altri gesuiti, ve non vi fu pubblicato, onde i
e più tardi liberò tutti quelli che gesuiti, che vi si trovavano, resta-
vi erano rimasti, pubblicandosi tut- rono nello stato medesimo antico,
lociò dai Diari di Roma. IVello ma si astennero tuttavia di rice-
stesso tempo, a richiesta del re di vere novizi mantennero in
, e si

Prussia Federico li, Pio VI gli con- questo contegno, finché monsignor
servò i gesuiti in corpo ne' suoi Sieztrezencewics vescovo di Malo,
stati,dove quel sovrano li crede- loro diocesano, e vicario apostoli-
va necessari per 1' istruzione di un co nella Russia, gli permise nel
milione e mezzo di cattolici che 1779 di riceverli, essendo questo
v' erano ; ma per non dar ombra prelato autorizzalo, come fu cre-
alle corti Borboniche volle che
, dulo, dalle facoltà che Pio VI gli

questi nella Prussia lasciassero l'a- avea date nell' anno precedente.
bito del loro ordine. Federico II Checché ne sia di ciò, i nemici del-
resistette per quindici anni conti- la società si allarmarono nel ve-
tiui alle istigazioni di Voltaire e dere che questa conservasse ancora
di d'Alembert, i quali facevano ri- un asilo in un angolo dell'Euro-
saltare il ridicolo, che il re de'fi- pa; e tremando di vederla già ri-
losofi, il Salomone del nord con- tornare nel paese dond' era stata
servasse coloro ch'egli qualificava, cacciala , vivamente si lagnarono
le guardie del corpo della corte col Papa, perchè non fosse ese-
di Roma, siccome preziosa semen- guito il breve del suo predecesso-

te. Finalmente il suffraganeo di re. Questi lamenti appoggiati ad


Breslavia, di concerto coi ministri istanze potenti e replicate, obbli-
del re, intimò ai gesuiti del prin- garono Pio VI ad avvisare i suoi
cipale collegio di Sagan di doversi nunzi, che il vescovo russo avea
uniformare alla sentenza della loro colla sua permissione di ricevere i

soppressione, e di non doversi con- novizi, ecceduto le sue facoltà, ed


siderare in avvenire se non come ilnunzio di Varsavia ebbe l'ordi-
preti secolari. Essi obbedirono som- ne di scriverlo al vescovo medesi-
messamente, per cui il re trattolli mo. Ma queste operazioni alle qua-
con umanità, ne lasciò alcuni nei li il Pontefice, come fu credulo,
collegi per continuare ad istruire non si era prestato che con ripu-
la gioventù, predicare ed ammi- gnanza, non ebbero l'effetto che
,

CES GES i5i


i nemici Mia com|jagniii sì nspet- ci della Russia-Bianca. Nella vita
tavano, poi«;hè Caterina 1 1 impera- di Pio VI, § CVII, narrasi che di-
trice di Russia, manifeslò la sua poi per le ulteriori vivissime istan-
iiilcnzione tli conservili- i gesuiti ze di Caterina li, e del suo figlio
ne' suoi stati, e rappresentò a V'io Paolo I , il Pontefice spedì all' im-
VI che venendo questi soppressi peratrice un breve li 24 luglio
sarebbe Io stesso che privare i suoi del 1783, in vigore del quale, at-
sudditi cattolici de' soccorsi che tese le circostanze che si davano,
ricevevano da questi religiosi, mas- manteneva e conservava la compa-
sime per r educazione, tanto piìi gnia di Gesù negli stati appaite-
necessaria, quanto più era difiìcile nenti all'impero russo, ove inviò
di rimpia7zarli in un paese dove pochi mesi dopo il nunzio Archet-
r istruzione era poco estesa : quin- ti, come Gregorio XIII Papa del
di volle che fosse impartita ai ge- 1572 avea colà spedito il celebre
suiti, come agli altri missionari, la gesuita Antonio Possevino col ca-
facoltà d'amministrare la cresima rattere di nunzio apostolico. Il bre-
in Pietroburgo ed in IMoscadove ve però di Pio VI sembia apocri-
due chiese cattoliche erano com- fo: noi sappiamo solamente che nel
messe alla loio cura. Sicché i ge- I
779 monsignor Benislawski, invia-
suiti vi furono conservati gran ,
to da Caterina a Roma, ottenne
quantità di persone ne >estirono solo, perchè più non si poteva al-
labito, fra i quali il giudice di lora, un'approvazione de' gesuiti in
Polosko, che volle prenderlo nel Russia vh'ae vocis oraculo, come
gi-ado di laico coadiutore. Quindi il medesimo prelato ritornato in
per un ordine dell' ifnperatrice, au- Russia attestò giuramento ai
con
tenticato dal mentovato vescovo di gesuiti congregati. In quanto ai ge-
Alalo, i gesuiti si adunarono in suiti portoghesi residenti nella Ci-
congregazione generale nel collegio na, essi ubbidirono al breve di Cle-
di Polocz, ed elessero ai 27 otto- mente XIV, per ordine del vesco-
bre 1782 il p. Czerniewcz per lo- vo di Macao e lo pubblicarono,

ro vicario generale, che morto nel nelle tre chiese che avevano a Pe-
1785 ebbe de' successori, onde pre- kino. Appena montò sul trono di
sto possedettero sei case popolate Portogallo la regina Maria, tutti i

di centosetlanladue individui. Il vi- gesuiti provai'ono i preziosi effetti

cario generale fu rivestito de' po- di sua clemenza, spezzandone co-


teri medesimi e della medesima me dicemmo le catene, e benefi-
autorità dei preposili generali, e candoli; protestando i di lei mini-
stabiPi la Mohilow
sua residenza in stri, che sebbene era chiara e nja-
nella Russia-Cianca, ove si aprì un nifesta la loro innocenza, non po-
noviziato. Ai collegi ch'esistevano tevasi allora agitare il giudizio
nella parie di Polonia soggetta al- sull'orribile giudizio del 1739. La
la Russia , o nei paesi adiacenti ,
pietà della regina volle risparmiare
l'imperatrice Caterina li ne aggiun- alla memoria di suo padre l'ob-
se altri che fondò ella stessa ; e brobrio che sarebbe risultato dal-
tutto il corso della di lei vita fu l'esame di tale iniquo processo. Il

lina serie di beneficenze pei gesui- breve di sopprcssiojie della compa-


ti, egualraeute che sopra i caltoli- gnia non fu mai pubblicato in
, ,,

i52 GES GES


Francia, tuttavolta insorse un nuo- tre da Caterina II, la quale godè
vo fermento contro di essa, aia le di vedere verificata la sua politica
calunnie non ebbero veruna con- predizione ch'essa conservando i ge-
seguenza. Avendo poi pubblicato i suiti ne avrebbe dato il seme ad
gesuiti Marozzi, Picol e Capece un altri sovrani. Giunti in Parma nel
libro in difesa compagnia,della 1794 questi tre religiosi (uno dei
disapprovando quanto aveva fatto quali era il p. Panizzoni di cui ri-
Clemente XIV che tuttora sussiste- parleremo ), furono riaperti i col-
va, e contenente altre imprudenze, legi di Piacenza, di Borgo s. Don-
furono in Roma puniti col carcere. nino, quello de' Nobili e di s. Fioc-
Gran consolazione era per Pio VI co in Parma. Nel 1798 Pio VI,
l'accrescimento de' cattolici ne' va- condotto come diremo prigioniero
sti paesi della Russia, per le inces- in Francia, passò per Parma : il

santi ed esemplar contegno


fatiche duca Ferdinando I lo andò a vi-

sempre più favoriti da Caterina II. sitare, e gli espresse la molta sod-
Nel 1790 si accrebbe il gaudio del disfazione che gli davano riapertii

Pontefice in sentire i decreti ema- collegi, e allo stesso tempo fece


nati dalla dieta di Polonia, van- Papa che gli ex-gesuiti
presente al
taggiosi alla vera religione, dichia- andavano mancando per infermità
rata per dominante del regno. Se e per morte, e quindi la necessità
poi non ebbe il suo effetto la sup- di aprire un noviziato per formar
plica fatta a Pio VI dalla stessa giovani allo spirito della compagnia,
dieta, per la reintegrazione de 'sop- e aggiunse che ne avea già divi-
pressi gesuiti nel loro primiero sta- sato il luogo nella reale sua villa
to in quel reame, ciò si deve at- di Colorno. Pio VI approvò il prov-
tribuire alle circostanze de' tempi, vido pensiero del duca, e vivae vo-
ed insieme alla gelosia di alcuni cis oraculo concesse che si aprisse
potenti sovrani, i quali ferrai e mi- il noviziato, però senza fare i voti,

nacciosi persistevano sempre nella né portar l'abito della compagnia.


distruzione de' gesuiti. Non ostante Questo vivae vocis oraculo il Pon-
queste opposizioni il religiosissimo tefice lo ripetè anche al ven. Pi-
duca di Parma Ferdinando I, pen- guattelli, il quale fu il primo ret-
sò a ristabilire i gesuiti. Ne scrisse tore e maestro del noviziato di Co-
in Ispagna, e ne ricevette in rispo- lorno aperto nel novembre 1
799;
sta che sua altezza reale era pa- e l'odierno cardinal Angelo Mai
drone di fare ne' suoi stati ciò che ornamento del sacro collegio, fu uno
voleva. Nq scrisse al Pontefice Pio de' primi novizi di Colorno. Non
VI, e da esso per allora non ot- durò per poco tempo
altro che
tenne se non che alcuni ex-gesuiti poiché essendo morto il duca nel
potessero adunarsi in comunità nei 1804, i francesi presero possesso
collegi già della compagnia, però di Parma, e discacciarono i reli-

senza voti, né in veste gesuitica giosi dalle loro case, onde il p. Pi-
e attendere alla direzione delle scuo- gnattelli allora recossi a Napoli. E
le, e alla direzione spirituale dei qui faccio osservare, che il p. Fla-
giovani. Il duca sapendo che in minio Annibali da Latera minore
Russia vi erano tra quei gesuiti osservante nel 1790-1791 stampò
alcuni italiani ne chiese ed pttenne e pubblicò in Roma, coi tipi Pe-^
GES GES i53
rego Salvioni stampatore valicano, nozia ai i4
che si fece
di marzo,
il Compendio della storia degli sollecito d'invocare dal governo fran-

ordini regolari esistenti, dedicando- cese il corpo del suo predecessore


lo al cardiiiMl Romualdo Onesti Pio VI, onde deporne le ceneri
Brasclii nipote dcll'allora regnante nel Vaticano, avanti fjuelle de'prin-
Pio VI. L'opera è con la revisio- cipi degli apostoli, seconilo la vo-
ne ed approvazione che d'ordine lontà del Papa defunto. Concesso
del p. maestro del sacro palazzo dalla Plancia il richiesto cadavere,
ne fecero d. Antonio Moicelli e ,
ai i5 febbraio 1802 giunse, e si
d. Benedetto Bartoloiii abbate sii- fermò il funebre convoglio alla
vestrino, oltre l'approvazione del Storta, diecimiglia prima di Pio-
p. Pasquale da Varese ministro ge- ma dove il cardinale Antonelli,
,

nerale de' minori osservanti, 1' ;V/i- prima creatura di Pio VI, e ve-
piiniatur di monsignor arcivescovo scovo di quella diocesi di Porto,
Passeri vicegerente, e del p. mae- vi si era condotto per celebrargli
stro del sacio palazzo fr. Tommaso r esequie, e far la solenne assolu-
Maria Manuchi, e fr. Domenico zione del cadavere, nella cappella
Bacci suo compagno. In questo di quel luogo, celebre per 1'
im-
compendio si legge quello esalto magine di Gesù Cristo, che vicom-
della compagnia di Gesù, nel tom. pari a s. Ignazio Loiola, quando
Ili, capitolo VI, senza farsi alcuna come dicemmo portò ad otte- si

parola della soppressione che ne nere l'approvazione del suo ordine


avea fatta Clemente XIV. in Roma, dove il Signore l'assi-

Consumato nel 1798 il regici- curò, che gli sarebbe propizio, di-
dio di Luigi XVI, caduta la Fran- cendogli : Ego vobis Romae. propi-
cia nella più feroce anarchia, si e- tius ero.
resse in repubblica, ed invase molti Appena Venezia fu pubbli-in
stati e Provincie, fra quali lo stato cata Pio VII , vidcsi
l'elezione di
ecclesiastico, detronizzando Pio VI, circolare per quella gran città ini
strappalo dalla sua Sede li 20 libretto che universalmente pn)-
febbraio 1798, onde due ore pri- dusse la più viva sensazione. In
ma di partire prigioniero ,
prese esso prcgavasi il nuovo Papa .1

per suo segretario l' ex-gesuita Ma- ristabilire l'ordine de' gesuiti, ed
rolli, dicendogli: «Ditemi sincera- eccone il titolo: La destriictioii des
mente, vi sentite di venir meco jé.suites , y disaint-on, a élc une
al Calvario ?" e IMarotli gli rispose des principales caiises de la revo-
francamente: » Eccomi pronto a se- lution francaise, qui naurait ja-
guire le traccie ed il destino del mais éclalé si Icur socièlé eut èie
Vicario di Cristo, e del mio so- mantenne. Il Ponterice Pio VII era
vrano ";non l'abbandonò
e dilani bastantemente saggio per essere
piìi, lino alla morte in Valenza, convinto, che non era quello il

accaduta li 29 agosto 1799, dopo tempo di occuparsi una mate-


d'
essergli stato di grande conforto ria s'i delicata, quantunque il li-
nei tanti patimenti sofferti nel bretto circolasse per tutti gli stali
viaggio. Nel 1800 terminò la ve- della Chiesa, e si conoscessero piìi
dovanza della Chiesa colla fàusta che vere le riportale ragioni. Frat-
elezione di Più VII, sciruita in Ve- tanto essendo succeduto nell' ini-
,

154 GES GES


pero russo a II il suo Caterina nessero al nuovo
breve concesso
figlio Paolo I, ne ereditò pur an- da Pio VII, unicamente per le
co la benevolenza di essa verso i Provincie dell' impero russo. Veg-
gesuiti, laonde inoltrò vive istanze gasi il libro intitolato: Dei rista-
alla santa Sede, con lettera degli bilimento de' gesuiti, e della pub-
II agosto 1800, affinchè fosse ri- blica educazione, Emmerich 1800.
stabilita Formalmente la compagnia Essendo morto il p. Francesco su-
dentro i limiti de' suoi stali. Pio periore temporaneo, fu perciò elet-
VII aveva ricevuti particolari pe- to nel 1802 il p. Gabriele Gru-
gni di amorevolezza dall'imperato- ber a preposi to generale della com-
re Paolo I, che persino all'avvici- pagnia di Gesù, personaggio il più
armate francesi nel jBoo,
narsi delle acconcio pel suo fervido zelo, e pei
avea mandato una fregata sull'A- suoi molteplici lumi e talenti ad
driatico, perchè potesse preservarsi acquistare alla risorta società nel-
dal destino di Pio VI, offrendogli la Russia r universale estimazione
un asilo ne' suoi slati con queste e benevolenza. Già nel i8o4 l'isti-

espressioni: » Io posso offrire a tuto giunse a confare nella Russia


Vostra Santità tuttociò ch'è in po- duecento sessantadue gesuiti, qua- i

ter mio, ma non posso egualmen- li avevano collegi in Polosk, in


te offrirle il cielo d'Italia". Per- Dunabourg, in Mohilow, in Mis-
tanto bramoso Pio VII di conce- sizlaw, in Orscke, in Pietroburgo,
dere un'esistenza molto più solida ed in Witebsk ove risiedeva il go-
alla compagnia di Gesù, ai desi- verno della R^ussiii-Bianca e do- ,

derii di sì gran monarca di buon vunque all' incarico delle scuole


grado accondiscese, e con suo breve quello univano eziandio delle mis-
de' 7 marzo 1801^ Catholicae fi- sioni. In questo anno medesimo
dei, diretto al p. Francesco Ka- la compagnia dalle gelate regioni
reu superiore de' gesuiti nell'im- della Russia trapiantossi sotto al
pero russo, diede a questo e ad più bel cielo d' Italia. Il re delle
altri membri della soppressa so- due Sicilie Ferdinando IV sunno-
cietà , la permissione di potersi minato, persuaso che fosse per es-
riunire in corpo o compagnia den- sere quanto mai proficuo pe'sud-
tro i limiti del medesimo impero. diti del suo regno, aderendo ai
Quindi essendosi radunati i gesui- loro reiterati prieghi, l'affidare le
ti ivi esistenti, fu letto il breve pubbliche scuole ai gesuiti, qua- i

pontificio in cui veniva conferma- li informavano l'animo della gio-


to il p. Francesco presidente gene- ventù alla cognizione delle lettere,
rale, munito dal Pontefice delle ed insieme istillavano le massime
necessarie e convenienti facoltà della pietà e della morale cristia-
per fare che membri superstiti i na, supplicò il Pontefice acciocché
della compagnia, osservassero le nel regno delle due Sicilie conce-
regole di s. Ignazio approvate da desse questa società religiosa sul
Paolo III, rimanendo abrogato o- modello del breve spedito ne! 1801
gni alto contrario, e specialmente all' imperatore delle Russie, in vi-

il breve di Clemente XIV, Domi- sta delle calamitose circostanze dei


nus ac Redentptor nostery in que- tempi . Sapientemente sembrò a
gli articoli soltanto, che si oppo- Pio VII che si dovesse acconsen-
3

CES CES 15?


lire al di lui desiderio, tanto più Egli è indicibile con quanto en-
the con esso veniva a disapprova- tusiasmo i gesuiti accolti fossero
re quanto i suoi ministri avevano in Napoli dopo trenta anni dac-
operato a danno de' gesuiti, e quin- che n'erano stati espulsi. Colà a
di a' luglio i8o4 emanò il bre-
1 tenore del reale decreto de'i6 a-
ve : Per alias nostras in forma gosto, oltre la casa degli esercizi,
brevis datas lilteras, indirizzandolo ne ottennero; ricuperarono
tre altre
al p. Gabriele Gruber^ che chia- i beni che trovavansi amministrati
mava superiore e preposito gene- per conto dell'erario, e la facoltà
rale della congregazione de'gesuiti di poterne acquistare di nuovi pei*
nell'impero russo, dicendo inoltre atti inter vivos. In brevissimo tem-
il Pontefice nel breve, che in tal pò i religiosi già ascritti all'ordi-
guisa adempiva ai doveri di buon ne, vi accorsero da varie parti di
pastore, accettando con trasporto Italia, Il numero de' religiosi oi-
di giubilo i voti del re. Estende- trepassò ben presto quello di cen-
va con esso al regno delle due Si- tocinquanta, con venti novizi ; ma
cilie il breve spedito per la Rus- non bastavano per tutte le città
sia, in cui derogavasi quello di del regno, che facevano gara per
Clemente XIV, e concesse facoltà averli. Tra queste Palermo otten-
al p. Gaetano Angelini procura- ne, che nel suo seno fosse stabi-
tore generale dell'ordine in Roma, lita la casa professa, e loro anidò
di unire e congregare tra i confi- due collegi, quello de'nobili, e l'al-

ni del regno delle due Sicilie in tro detto collegio massimo. IVel-

un corpo tutti quei religiosi ,


sol l'anno seguente, a'7 gennaio, i ge-
che appartenessero al detto regno, suiti aprirono le pubbliche scuole
o volessero ascriversi alla società col concorso di mille duecento a-
gesuitica, tal quale si trovava già lunni; mentre in pari tempo altri
istituita in Pietroburgo, e nell'ini- di essi applicavansi all'assistenza
pero russo; »» e ciò, aggiungeva, per degli infermi negli spedali, ed alla
regolare seminari e collegi di pub- visita delle carceri insieme coi padri
blica educazione; ed ivi attendere dell'oratorio. Alla vista del fruito
ad istruire i giovani nei buoni spirituale che producevano questi
costumi e nella santa scienza, a fedeli coltivatori della vigna del
predicare la divina parola, ed am- Signore, parecchie città dello sta-
niinislrare i sagramenti col per- to pontificio, come Viterbo, Fermo
messo de'rispettivi ordinari; come e Macerata, domandarono anche
pure vogliamo, che lutti gl'indi- esse il ritorno de'gesuiti. Ma tutti
vidui che si ascrivono, non che le questi progressi troppo presto ri-
case, seminari e collegi da eriger- masero troncati all' insorgere di
si sotto questo titolo di gesuiti, re- quel turbine che stava per colpire
stino uniti ed aggregati alla sud- fatalmente la Chiesa, e il regno dei-
detta società impero eretta nell' le due Sicilie. Dappoiché le armi
della Russia, sottoposti immediata- francesi essendosi impadronite del
mente alla nostra pontificia giù- regno delle due Sicilie, i gesuiti
lisdizione, e ricevuti da indi in- nel 1806 vi furono espulsi, ed
«anzi sotto la noslia apostolica be- insieme proibito a tutte le congre-
uedizione ".
gazioni ed ordini religiosi di ri-
i56 GES GES
cevere nuovi proseliti. Sotto la do- dai medesimi gesuiti nel collegio
minazione (li Napoleone impera- di Genova. In questa colonia tro-
tore ile'francesi, per suo ordine lo vavasi il p. Luigi Fortis che po-
stato pontifìcio soggiacque a nuo- scia divenne preposito generale del-

va invasione, e nel 1809 Pio VII l'ordine, e tra i dotti 1' odierno
fu trasportato qual prigioniero da cardinal Mai. Ma anche questa co-
lloma. L' anno seguente funesta- lonia andò dispersa nella generale
mente Napoleone lo distinse con soppressione di tutti gli ordini rego-
r abolizione per ogni luogo dell'i- lari, che fece Napoleone.
taliana penisola di tutti i regolari Piacque all'onnipotente Iddio di
istituti, sotto il pretesto che i mo- distruggere la formidabile potenza
naci e i frati parteggiando pel dell'imperatore dei francesi, resti-
Papa, insinuassero ne'popoli l'odio tuire gli esuli sovrani ai loro tro-
contro il governo francese, e dive- ni, e Pio VII dopo
patimen- tanti
nissero mantici di ribellione. Quan- ti a Roma ove entrò a
sua sede,
to al regno di Napoli i gesuiti modo di glorioso trionfo a'24 mag-
quando vi furono cacciati, si riti- gio 1814. L'ambizione del domi-
rarono in Sicilia, come avea fatto natore della Francia aveva decre-
la famiglia reale. Fu risparmiato tata la distruzione di tutti gli or-
il celebre p. Gio. Andres spagnuolo dini regolari, per isdegno contro
di Valenza, il quale avendo rinun- la santa Seiìe, i cui dominii tem-
ziato alle splendide pensioni offer- porali avea prepotentemente usur-
te, era corso in quella città a ve- pato. Gl'innovatori poi che mira-
stire l'abito di s. Ignazio, ed ivi vano più da lunge, aveano pri-
fu trattenuto perchè non trovava- ma colle più scaltrite istigazioni
si a chi meglio affidare la carica procurata l'abolizione de' gesuiti,
di prefetto della reale biblioteca, indi la rovina di tutti gì' istituti

e chi più utilmente giovar potes- regolari, per minare più facilmente
se ai lavori dell'accademia dell'Er- l'intero edilizio della religione cat-
colano. Diversamente successe al p. tolica. Era perciò ben naturale che
Luigi Mozzi nativo di Bergamo, il Pontefice Pio VII, tosto che lo
noto per le sue opere contro i avesse potuto, avrebbe recato ad
giansenisti, e che raccoglieva co- effetto quel proponimento, che nu-
piosi frutti colle sue missioni. Dopo driva sino dai primi giorni in cui
aver errato pei- diverse città del- fu sublimato alla cattedra aposto-
l'Italia, giovando a tutte con quel- lica, nella restaurazione degli or-
l'utile genere di popolari predica- dini regolari , cominciare appunto
zioni, in Milano fu punito coU'in- da quello della compagnia di Ge-
terdizione di confessare e di predi- sù in tutto il mondo cattolico ,

care ; ma poco stette che passan- che applaudì altamente ardua l'

do da questa vita andò in cielo impresa di questo felice ed uti-


a cogliere il premio dell' infatica- lissimo ristabilimento. Avendo Pio
bile suo apostolato. Una colonia VII predisposte le cose, si recò
di questi gesuiti profughi era stata domenica 7 agosto 18 i4 alla chie-
in Orvieto accolta nel 1807 da sa del Gesù a celebrare la messa
monsignor Lambruschini vescovo bassa nell'altare di s. Ignazio, e
illustre di quella città , educato dopo .avere assistito ad altra meS'
GES GES ì^7
sa passò al vicino oratorio ilella della prelatura, della nobiltà , e di

coogiegazione de' nobili , dove as- ogni ceto di persone a prendere


siso sul trono preparatogli, conse- alfettuosa parte all' avvenimento,

gnò ad uno de'maestri di cerimo- che il Diario di Roma, che nel nu-
nie, e fece leggere ad alta voce mero f) lo descrive, chiama « gior-
la bolla Sollicitudo omnium cc- no di felice preludio, di lusinghiere
clesinrnm, con la quale interamen- speianze , di gaudio universale;
te ripristinò la compagnia di Ge- giorno che formerà epoca ne'fasti

sù. Letta la bolla, ammise al ba- ecclesiastici, sempre memorabile e


cio del piede tutti i gesuiti pre- glorioso per la Chiesa e pel vene-
senti, alla testa de'quali era il p. rando lei capo
di gioino final- ;

Luigi Pauizzoni, destinato con bi- mente che dopo quello del (iilice
,

glietto di segreteria di stato a fa- ritorno di Pio VII, non ha mai


re interinalmenle in Roma le veci avuto, e non avrà forse giammai
del p. preposito generale, che ivi il simile". Gli applausi del popolo
si attendeva dalla Russia. Tutti i romano furono incessanti, per la
cardinali intervennero a questo memoria dei grandi vantaggi che
solenne atto, e ne partirono sol- la compagnia di Gesìi avea sempre

tanto dopo la lettura della bolla, recato alla Chiesa ed alla civile
e r ammissione de'gesuiti al bacio società.
del piede. Solo vi rimase il car- Fu dolce al cuore di Pio VII
dinal Pacca camerlengo di santa r osservare nei gesuiti ripristinati,
Chiesa, e pro-segretario di stato, rispettabili per l'età e pei meriti,
il quale con l'assistenza del mar- che la destra dell'Altissimo aveva'
chese Ercolani tesoriere generale preservato dopo quarantuno anni
provvisorio, di monsignor Cristaldi di vicende e di slenti a questo
avvocalo del fisco e della reveren- giorno fortunato, ricolmi della più
da camera, e di monsignor Bar- pura gioia, piangere di tenerezza.
beri fiscale generale, fece leggere Veggasi il vaticinio del p. Giulio
)1 chirografo, segnato dal Papa, e Cesare Cordara della compagnia
risguardanle la restituzione dei ca- di Gesù sopra il di lei risorgimen-
pitali patrimonio gesuitico tut-
del to, estratto dai suoi dotti commen-
tora esistenti, e compensi prov- i tari mss. de ac suorum re-
siiis ,

visori per quelli alienati o per- bus, oliisque ad occasum Soc. Jesii,
mutati; ed immediatamente si les- pubblicato dal loro possessore Fran-
se ancora il decreto esecutoriale cesco Cancellieri con la sua tia-
del tesoriere, a cui il chirografo duzione, nel faustissimo giorno del-
era diretto; e co$'i terminò questa la ripristinazione della compagnia,
funzione, che
sempre vera- sakà domenica dell'oltavario della festa
mente memorabile e gloriosa non del gloriosissimo patriarca s. Igna-
uieno per 1' immortale Pio VII, zio, pel Ilourlié. JVon è a potersi
che per la compagnia di Gesù. 11 ridire , quanto e qual generale
sacro tempio per sé stesso augu- movimento eccitasse in tutto il

sto venne addobbato nel modo il mondo cattolico la ristaurazione


pili maestoso e splendido, si per della compagnia di Gesù, osservan-
la paratura, che per la vaga illu- dosi che fu il piimo istituto reli-
iniuazioue. Iixtuicuso fu il concorso gioso soppresso, che fosse ripristi-
i58 GES GES
nato nella Chiesa. Si resero allora modo che dicemmo a quell'artico-
noli ampi slabilimenli di que-
gli lo, ed ove non fu mai pubblicato
st'ortliiiencir impero russo, dove il breve di soppressione, indi da
risiedeva il p. Taddeo Burzowsky per tutto gli venne indossato l'in-
fino dal i8o5 preposi to generale, carico della pubblica educazione.
il quale con quatti o assislenti ed In Iloma subito si vide il suo no-
un segretario dirigeva 3^i reli- viziato popolato di sopra settanta
giosi, che avevano sei collegi, un novizi, e tra questi nuovi alunni
noviziato, cinque missioni, oltre di- si contarono giovani delle prima-
verse residenze. In Italia appena rie famiglie di Roma e di altre
si sparse la nuova che l'ordine e- città, come gli Altieri, i Patrizi, i

ra risorto, anziosatnente alFiettaron- d^Azeglio, i Ricasoli ; anmiettendo


si quelli che vi erano ascrit-
tutti pure la compagnia a' suoi voti i

ti una volta, a ripigliare le sem- celebri Finetti , Zecchinelli , e Io


pre da loro amale ignaziane divi- stesso pio Carlo Emmanuele IV
se, e molli eziandio furono quelli già re di Sardegna , vedovo della
i quali chiari per dottrina e per ven. Maria Adelaide Clotilde sino
integrità di costumi^ o per nobil- dall'anno 1802, il quale santa-
tà di natali, aspirarono ad indos- mente mori in Roma a'6 ottobre
sarle per la prima volta. Si ricor- 1 8 1 9, nel noviziato presso s. Andrea
da fra gli altri il p. Alberto di al Quirinale.
Montalto, che in età di 126 an- Una nuova riprova della divina
ni bramava tosto porsi in viaggio provvidenza a favore della compa-
per Roma, a fine di rientrare gnia si riconobbe ancora dal de-
nell'ordine, del quale aveva fatto creto del re di Spagna Ferdinan-
la professione l'anno 1724, e mal- do VII, col quale in data di Ma-
grado la cadente sua età fece no- drid 29 maggio i8i5, restitu"i nei
to al vice-preposito p. Panizzoni, suoi dominii lo stesso istituto che
ch'egli era pionlo ad andare dove il suo avo aveva perpetuamente e-
gli fosse comandato. Gli fu risposto, spulso colla piammatioa sanzione
qual bene si conveniva, che rima- de'2 aprile 1767, dal detto sovra-
nendo nel luogo ove si trovava no rivocata ed annullata, essendosi
era compreso egualmente nel no- egli a ciò mosso per cagioni di
vero de' veri figli di s. Ignazio. E cui era convinto, cioè che i veri
qui noteremo, eh' è stato sempre nemici della religione e de' troni
osservato con meraviglia ed am- erano quelli che tanto faticamno
mirazione il grande amore che i e travagliarono segretamente con
gesuiti hanno per compagnia, e
la calunnie ed intrighi ,
per discredi-
quello che gli conservarono sempre tare la compagnia, disciorla, e per-
quelli pure che ne dovettero u- seguitarne gì' innocenti individui.
soire. Non andò guari, che raccolti » Così ha dimostrato l'esperienza,
sotto i suoi vessilli numerosi drap- segue a dire nel decreto Ferdinan-
pelli, potè la compagnia prestamen- do VII, poiché se la compagnia di
te propagarsi in diversi stati d' I- Gesh si disciolse col trionfo del-
talia, nella Spagna, nel Portogallo, l'empietà, nella stessa guisa e per
nel Messico , e s'introdusse pure mezzo del medesimo impulso si
nel regno stesso di Francia, al sono veduti nelle passate calamito-
GES GES i59
se opoclie sparile molti turni : ma- reputeremmo rei della più graa
li che noQ avrebbero potuto forse colpa al cospetto di Dio, se in un
avverarsi esistendo la compagnia, ù urgente bisogno della Chiesa
antemurale inespugnabile della san- trascurassimo di usare di que'mez-
ta religione di Gesù Cristo". Per zi salutari , che il Signore Iddio
altro non deve dissimularsi , che colla sua particolare provvidenza
parecchi troppo decantati autori ci pose in mano, e se posti alla
alzarono ne'loro scritti la voce per direzione della navicella di Pie-
censurare la determinazione dal tro, agitata e scossa da continue
Pontefice Pio VII presa di far tempeste, volessimo lasciare inope-
pienamente rivivere l'istituto di s. rosi più esperti e coraggiosi o-
i

Ignazio. jVon è del nostro argo- perai, che a noi si offrono per
mento il combattere tali sarcasmi, calmare i flutti del mare, che ad
ed agli intparziali basterà per tutta ogni istante ci minacciano nau-
risposta il ponderare i motivi, che fragio e rovina " Fedi V And- .

il Papa nella surriferita bolla Sol- Montoloisier di Birettau, ti'ad., Ve-


lìciUido espose colle seguenti pre- nezia i83o, che riferisce intiera la
cise Per ottenere il rista-
parole. » bolla tradotta; e l'opuscolo intito-
bilimento della compagnia di Gesù lato : Del ristabilimento dei gesuiti
ci vengono presentate in generale e della pubblica educazione, tra-
accordo da tutto il cristianesimo duzione dal francese, Lugano i84'2,
le più calde istanze dagli arcive- tipografia Veladini.
scovi e vescovi nostri venerabili In vigore d'un ukase i gesuiti
fratelli, non che dai più distinti nei primi del 1816 dal governo
personaggi d'ogni condizione, prin- russo furono allontanali da Pietro-
cipalmente dacché generale diven- burgo e da Mosca , adducendo
ne la fama de'frutti di benedizio- per ragione la legge dell' impero,
ne, che compagnia nei ci-
quella che proibisce di fare proseliti al
tali paesi produsse, di maniera che cattolicismo. Non andò guari che
è da sperare che il suo aumento, l'allontanamento dell'istituto non
che diviene sempre più grande, si restrinse solamente a Pietrobur-
recherà ornamento alla vigna del go ed a Mosca, ma si estese al
Signore, e servirà a sempre più nuovo regno di Polonia, e persino
estenderla. Dopo che le pietre che ai confini militari verso il Cauca-
formavano il santuario furono di- so, dove n' erano rimasti alcuni
sperse dai disastri e dagli sconvol- pochi sino al 1820 in qualità di
gimenti recentemente accaduti, e missionari. Questa severa esclusio-
che noi più volentieri deploriamo ne, secondo le intenzioni pubblica-
che non rammentiamo; che la ri- mente manifestate dall'imperatore
gorosa disciplina degli ordini rego- Alessandro I, non doveva già far
lari, la quale costituisce il vero credere ch'egli per questo toglies-
splendore ed il reale appoggio se il suo patrocinio alla Chiesa cat-
della fede cattolica, incominciò a tolica ,
poiché anzi ordinò con-
vacillare ; è cosa indispensabile temporaneamente a' metropolitani
che non ricusiamo ad un sì giu- cattolici con ogni premura di far
sto ed universale desiderio la no- esercitare le sacre funzioni del
stra adesione. Perciocché noi ci cullo senza interruzione, supplca-
iGo GES CES
do con altri sacerdoti. In Pietro- collegio romano , la chiesa di S.

burgo furono chiamati i domeni- Ignazio, oratorio contiguo del p.


l'

cani di Lituania, tanto per Tarn- Caravita, i musei, la biblioteca, la


miiiistrazione de'sagramenti, quau- torre della specola, col primitivo
to per r educazione della gioven- diritto di conferire la laurea nelle
tìi.Dio ne'suoi imperscrutabili fi- arti e nella teologia, essendo pre-
ni mentre la compa-
dispose, che posito generale il p. Luigi Fortis,
gnia di Gesù era perseguitata nei come dicesi al citato articolo Col-
paesi i più cattolici, indi sciolta ,
legio Romano, ove parlammo pu-
jn quelli acattolici di Prussia , e re di questa restituzione. 11 me-
principalmente di Russia venisse desimo Leone XII nello stesso tem-
conscrvata e protetta, per cui in pò avendo trasferito il Seminario
certo modosompre ebbe vita; qiian- ìoniano [Fedi), coi sacerdoti seco-
do poi la compagnia fu ripristina- lari che lo dirigevano nell'antico ,

ta nel modo il più onorevole e so- locale del collegio germanico con
lenne, allora la provvidenza pernii- la chiesa di s. Apollinare, affidò
se che la Russia prendesse le nar- alla compagnia di Gesù il Colle-
rate disposizioni. Usciti appena i gio dc^Nobili [Fedì), restituendogli
gesuiti dalla Russia , ritrovaro- pure la villeggiatura degli antichi
no prontamente un' altra evan- convittori, oltre il collegio che pei
gelica vigna, perciocché l'imperato- gesuiti fondò in Spoleto; inoltre
re Francesco con sua lettera di
I, Leone XII, a' 1 2 giugno dell'anno
gabinetto del 1820, ordinò che santo 1825, solennemente beatificò
venissero accolti nel suo regno di Alfonso liodriguez di Segovia, coa-
Galizia permettendo che formas-
, diutore temporale della compagnia
sero a Tarnapol lui collegio, dove di Gesù, morto nella vigilia d' O-
secondo il loro istituto attendesse- gnissanti del 161 7, il cui corpo si

ro alla educazione della studiosa venera in Maiorica ne! collegio dei


gioventù. Dipoi lo stesso imperato- gesuiti. Ne scrisse la vita il p. Ar-
re con rescritto de' 18 novembre cangelo Arcangeli e poscia ne ,

1827 ^^0" solo confidò ai gesuiti pubblicò la seconda edizione con


l'istruzione de'giovani, ma accordò note ed aggiunte il p. Stanislao
loro che secondo gli statuii dell'ordì- del Pace. Finalmente il regnante
ne e i loro voti, possano cooperare Papa Gregorio XVI, tra le lumi-
alla salute delle anime colla do- nose testimonianze di fiducia e be-
vuta dipendenza dai vescovi, ed e- nevolenza che diede a'gesuiti, ben
sercitando questa cura spirituale insigne fu quella con la quale ai
sotto una forma confacente ai lo- 2 ottobre i836 affidò alla loro
ro statuti cioè sotto la forma di
, direzione e cura il Collegio Ur-
missioni. hano di Propaganda fide {Fedi),
Divenuto Leone XII degno sue- essendo preposito generale l'odier-
cessore di Pio VII, coli' autorità no, zelante e prudente p. Giovarmi
del breve de'17 maggio 1824, di- Roothaan. Inoltre lo stesso Papa,
cendo di ben conoscere la confor- vinto dalle calde e replicate istanze
me intenzione del suo immediato del cardinal Carlo Odescalchi vesco-
predecessore, diede e restituì alla vo di Sabina, vicario e gran prio-
compagnia di Gesù il loro antico re di Roma, di rinunziare tutte
CES GES iGi
le tlignilà per vestire l'abito di s. probazione e di esercizi presso s.
Ignazio, l'ammise nel concistoro Eusebio: vi sono 17 padri, e 4
de'3o novembre i838, con uni- coadiutori. V. Il collegio de'nobi-
versalc e tenera ammirazione. F'e- li : oltre i nobili convittori vi so-
di Odescalchi Carlo cardixale. no 6 padri, 1 ripetitori, 4 P^'^"
Neil' anno seguente poi Gregorio fetti delle camere, e 5 coadiutori.
XVI a' 26 maggio solennemente VI. Il collegio Urbano di propa-
canonizzò s. Francesco di Girola- ^awAa. fide: oltre gli alunni di tutte
juo di Grollaglia, morto agli i i le nazioni vi sono 5 padri, e 6 coa-
maggio 1716 in Napoli, ove si ve- diutori. VII. Il collegio di Brescia:
nera il suo corpo. IVe scrisse la vi sono 5 padri, 2 maestri, e 3
vita il p. Longaro degli Oddi gè- coadiutori. Vili. Il collegio di Ca-
suita :Pio VII r avea beatificato merino: sono 6 padri, un mae-
vi
a' 2 maggio 1806. Attualmente è stro, e 3 coadiutori. IX. Il colle-
introdotta la causa per la beatili- gio di Fano: vi sono io padri, 2
cazione di diversi venerabili indisi- maestri, 5 coadiutori. X. Il
e
dui della compagnia di Gesù, cioè collegio di Faenza vi sono 8 pa- :

dei Eerchmans, Canisio, Bo-


ven. dri , i maestro , e 5 coadinto-
bola, Clavcr, Realino, Lanuza, e ri. XI. Il collegio di Ferentino:
Pignattclli. 11 Petrignani stampò in vi sono 7 padri, 1 maestri, e 6
Roma nel 184'?-, Pite de santi e coadiutori. Xll. Il collegio di Fer-
heali della compagnia di Gesìt. rara: vi sono io padii, 3 maestri.
Al presente la compagnia di i scolastico, e 6 coadiutori. XIII.
Gesù nella provincia romana con- Il collegio di Fermo : vi sono 9
ta le seguenti case e collegi, come padri, 3 maestri, e 4 coadiutori,
si legge nel Calalogns proK-inciae XIV. Il collegio di Forlì: vi sono
romanae societatìs Jesu ineunte io padri, 2 maestri, e 6 coadiu-
anno IMDCCCXHF, Romae typis tori. XV. Il collegio illirico Lau-

Jo. Baptistae Marini. I. La casa retano in Loreto: vi sono io pa-


professa del Gesù, residenza del dri , 4 maestri, e 5 coadiutori,
proposito generale, e degli assisten- XVI. Il collegio di Modena: vi
ti delle Provincie d'Italia, di Ger- sono 1 1 padri , 3 maestri, e 5
mania, di Francia, e di Spagna, coadiutori. XVII. Il convitto di
del segretario generale, e del prò- Modena : vi sono 3 padri, e 2
curatore generale: in questa casa coadiutori. XVIII. Il collegio di
vi sono 27 padri, e 36 coadiuto- Piacenza: vi sono 12 padri, 4
vi. II. Il collegio romano, residen- maestri, io scolastici, e 6 coadiu-
za del proposito provinciale, e dei tori. XIX. Il collegio di R.eggio:
consultori della provincia romana: vi sono i4 padri, 4 maestri, ed
in questa casa compresi gl'individui 8 coadiutori. XX. Il convitto di
della residenza Vallis aurae, cioè Reggio: vi sono 3 padri, e 3 coa-
di Galloro presso la Riccia, vi so- diutori. XXI. Il collegio di Spo-
no 5i padri, 8 maestri, 72 sco- lelo : vi sono 9 padri, 3 maestri,
lastici, e 4f> coadiutori. III. La i scolastico, e 6 coadiutori. XXII.
casa di probazione o noviziato: vi II collegio di Tivoli: vi sono 6
sono IO padri, 53 scolastici, e 34 padri, 2 maestri, e 5 coadiutori,
coadiutori.IV. La casa terza di XXIII. Il collegio di Orvieto: vi

VOL. XXX. I i
,,

1^2 GES GES


sono 8 padri, i maestro, e 4 coa- di che ci permetteremo un cenno.
diutori. XXIV. Il collegio di Ve- Diede il nome alla missione di
rona : vi sono 7 padri, 3 maestri, Mandurè la città principale del re-
e 3 coadiutori. XXV. La casa di gno di tal nome: primo fonda-
il

proba7.ione in Verona : vi sono tore della missione fu il p. Roberto

i3 padri, i8 scolastici, e i5 coa- de' Nobili gesuita, degno nipote di


diutori. XXVI. Residenza di Ve- Marcello II, che per allettare alla
nezia : vi sono dei padri, e dei fede cristiana bracmani assunse
i

coadiutori. l'abito di quegli uomini che tra gli


In quanto alle missioni sparse per indiani vivevano a guisa di reli-

luttp il mondo, in Europa i gesuiti giosi, poi adottò quello dei brac-
hanno : in Inghilterra diciassette mani, ed infine quello di un sa-
missioni , residenze e collegi ; in niasso o penitente. Scrisse di questa
Irlanda tre collegi ; in Olanda sei missione parlicolarniente il p. Mal-
missioni e collegi ; in Gibilter- donado nella relazione del martirio
ra una missione; in Scutari una del p. Giovanni Dritto portoghese.
missione in Tine una missio-
; Nel nel Tunkino per
1626 entrò
ne; in Sira una missione: in tutto seminarvi la fede il p. Giuliano
circa duecentoventi religiosi. In A.- Baldinotti di Pistoia, laonde dopo
sia i gesuiti hanno : in Calcutta un varie persecuzioni, il re nel 1634.
collegio e missione; in Madui-è permise che vi si introducessero
dieci missioni; in Siria un colle- altri missionari, che poi furono
gio e due residenze , e dei padri espulsi dal regno; allora i gesui-
in Cina e Nankin: in tutto circa ti per rendersi accetti ai lonki-
settanta religiosi. In Africa i ge- nesi presero l' abito de' letterali
suiti hanno : in Algeria tre missio- che solevano formare il corteggio
ni, con circa dodici religiosi. In A- del re. Due anni dopo la morte
merica i gesuiti hanno: negli Stati- di s. Francesco Saverio tentò la

Uniti, provincia del Maryland, se- missione nell' impero della Cina il
dici tra collegi e missioni; vice- p. Michele Nunez portoghese nel
provincia del Missouri, dodici tra i555, e portò nel medesimo qual-
collegi e missioni; missione del che lume del vangelo, e fra quelli
Kentucky, due Collegi ; missione del che poscia vi andarono vi furono
Canada diocesi di Monreale; mis- i pp. Matteo Ricci e Lazzaro Ca-
sione del Messico ; missione della taneo giudicarono questi, confor-
:

Giammaica ; missione di Buenos- me avea decretato il p. Valignano


Ayres, e collegio di Cordova nel superiore della provincia, di andare
Tucuraan : in tutto circa trecento- vestiti in modo, che non fossero
novanta religiosi. Il gesuita p. Fi- simili ai bonzi, ciò che approva-
lippo Bonanni nel suo Catalogo rono il vescovo del Giappone, il
degli ordini religiosi, alle pagine preposito generale , ed il Papa
XLIX ci dà la figura dei missio- onde presero l' abito dei letterati.
nari della compagnia di Gesti nel Delle missioni cinesi trattarono i

Bladurè, L di quelli del Tunkino, pp. Daniele Bartoli e Lodovico


LI di quelli della Cina, LII del Giannino. Per la correzione del ca-
missionario gesuita in abito di man- lendario cinese faticarono molti ge-
darino cinese, e di lutto ne tratta, suiti, per quindi propagare la fede
GES GES 103
rnltolica, onde
imperatore l' favon religione e che portano impedi-
i missionari, e volle che il p. A- mento derimente ; e questi scolari
damo Sellai cscrcilas>;o l' offizio di sono in giungere al
carriera di
mandarino e di capo di cento astro- grado di ovvero a quello
professi,
nomi, onde gli altri gesuiti che lo di coadiutori spirituali, secondo che
successero in tale carica continua- viene giudicato dal p. generale.
rono a portarne le vesti. L'istoria Tutti i succitati gradi, in cui pro-
della correzione dell'astronomia ci- priamente non vi è tempo deter-
nese fu descritta dal medesimo p. minato specialmente quello dei
,

Schal, e dal p. Kircher nella sua professi ordinariamente non si


,

Cina illustrata. conferiscono che dopo due anni di


Le incombenze de' gesuiti sono noviziato, sette di studio, che non
le prediche, i catechismi, gli eser- è necessario di aver sempre fatto
cizi spirituali, le sacre missioni, la nella compagnia, sette di scuola,
confessione, la direzione delle pie un terzo anno di noviziato, e tren-
congregazioni , l' assistenza agli in- tatre di età. I voti degli scolari
fermi, agli appestati, come ammi- sono assoluti e condizionali sola-
rammo pel cholera , ai carcerati, mente liguardo all'ordine, ond'è
in
ai giustiziandi, e l'educazione reli- che il p. generale può dispensar-
giosa e letteraria nelle scuole pub- neli, e per questa ragione volle s.

bliche e nei collegi. Non tutti ven- Ignazio che non si privassero su-
gono applicati a tutto, ma dopo Omessa per
bito delle loro facoltà.
esami ed esperimenti ciascuno vie- un momento la differenza fra sa-
ne con accorto discernimento ap- cerdoti e non sacerdoti, in sostan-
plicato a ciò per cui ha maggiore za, né in diritto, né in pratica l'i-

capacità. L' ordine è composto di stituto dei ammette altra


gesuiti
cinque specie differenti di persone, distinzione che quelle due necessa-
di professi cioè, di coadiutori spi- rissime, cioè una fra chi deve co-
rituali, di scolari approvati, di lai- mandare, e chi deve ubbidire, l'al-

ci che si chiamano coadiutori tem- tra fra chi ancora può faticare, e
porali, e di novizi. I professi, che chi non lo può. Il celebre p. m,
sono la parte essenziale della con)- Platina minore conventuale, poco
pagnia di Gesìi , fanno pubblica- dopo l'esordio del famoso suo pa-
mente i tre voti solenni di reli- negirico di s. Ignazio, fatto e re-
gione, e vi aggiungono quello d'una citato per comando de' suoi supe-
obbedienza speciale al capo della riori in Padova pel capitolo pro-
Chiesa, per riguardo alle missioni vinciale del 1721 fa osservare che
Ira gì' infedeli e gì' idolatri. I coa- » dopo un numero d'anni ed una
diutori spirituali fanno anch'essi in misura di fatiche, la compagnia di
pubblico i voti di castità , di po- Gesù non dà né grado più eminen-
vertà e di obbedienza ; ma non si te, né celle più numerose, né più
obbligano al quarto che risguarda né mensa meno
distinto servigio,
le missioni. Gli scolari approvati frugale, né
lungo riposo, né più
sono quelli che vengono accettati ubbidienza meno esatta, né studio
dopo due anni di noviziato, e che più temperato, né qualche altra
hanno fatto in particolare tre voti esenzione " e poco dopo soggiun-
:

non solcDui, ma dichiarali voti di ge ch'essa » a' suoi seguaci dà per


i64 ^^'ES GES
palio del coireie la continuazione Io Papa, non colla semplice dispen-

del corso, e per corona del mili- sa, ma col positivo precetto di ac-

tare dà la continuazione del com- cettare, mantiene nei membri l'u-


battere ". Non possono i gesuiti miltà e la pace, e conserva al cor-
ricevere fondazioni di messe per- po gl'individui migliori. Nell'in-
petue, né veruna retribuzione per tervallo fra i voli semplici e la

messe, spettando al p. generale professione solenne, è libero agli in-


l'applicazione d' una messa per set- dividui, quando sopi-avvenga qual-
timana che celebra ogni sacerdote, che motivo gravissimo, il chiedere
che la dice secondo la di lui in- ai superiori la facoltà di tornare
tenzione, ed altre applicazioni iu al secolo, e questa, verificatosi quel-
certi casi ; neppure possono i ge- lo, viene accordata. Alla compa-
suiti ricevere alcuna retribuzione gnia poi r istituto riserva sempre,
per predicazioni, assistenze agli in- temperato da rigorose condizioni, il

fermi, scuole, o per qualunque al- diritto di espellere gì' individui in-
tra prestazione nelle cose eh' eser- correggibili.Questo pillilo di rigo-
citano secondo l' istituto. re serve mirabilmente a conserva-
La superiorità religiosa vi è re le comunità nella loro purezza,
considerata ( come si deve, o come allontanando gl'infetti, e tenendo
vuole lo stesso vocabolo carica in maggior freno sani. Il conge- i
)
non un premio, ma un peso. Nel- dato non può lagnarsi che di sé
l'addossarla non si ha riguardo ai stesso. Quando la pubblicità della
meriti o servigi anteriori, i quali pena non sia voluta dalla pubbli-
sovente sono estranei alla scienza cità della colpa, si lascia al conge-
di governare, e sovente altresì sono dato di poter dire eh' egli è che
tanti che hanno resa incapace la vuole andarsene.
persona a prestarne degli altri. Al- Il padi'e Bonanni citato, a pag.
le cariche sono eletti coloro quali i XLVII , nell'immagi-
riportare
allora sono creduti i più forniti ne d' un gesuita , dice che i sa-
delle qualità fìsiche, intellettuali e cerdoti vestono con abito pro-
morali adattate a portare quel pe- prio degli antichi sacerdoti romani
so. Dopo due anni di noviziato i a tempo di s. Ignazio, vale a dire
gesuiti fanno semplici i tre voti una sottana nera di panno, con
comuni a tutti gli ordini, e dopo una veste pure nera in casa , e
altri dieci anni o dodici, ed anche mantello simile; portano la cintu-
piìi, a tenore delle circostanze, li ra di lana nera, con corona ap-
fanno solenni, e ne aggiungono un pesa, e cappello nero detto alla pa-
quarto, di andare dovunque li palina, cioè colle due falde laterali
mandi il sommo Pontefice a pro- alzate. Nella seguente pagina poi ci
pagare o mantenere la fede; e poi dà l'effigie del chierico della com-
altri semplici, fra' quali di non am- pagnia di GesLi, e siccome tratta
bire dignità interne, e quanto al- della diversità del vestiario, oltre
l'esterne neppvu'e di accettarle, do- quanto dicemmo sulla divisione del-
ve la suprema autorità della Chie- l'ordine, per intenderla bene, ripor-
sa non gli obblighi espressamente. teremo la sua autorità dicendo
Quest'ultimo voto, che nella se- quanto segue. » La compagnia di
conda parte può sciogliersi dal so- Gesù e distinta in più classi, im-
,

GES GES iGS


perocché oltre quelli che vivono congregazione generale dell'ordine.
nel noviziato , ove pei' due anni Tiene presso di se come suoi mi-
sono esercitati in prova, ha una nistri gli assistenti generali d'Italia,
classe di sacerdoti protessi di quat- di Spagna, di Germania e di Fran-
tro voti solenni; seconda con-
la cia, e non hanno questi se non
tiene quelli i quali per qualche un voto consultivo. A cadauno de-
ragione non hanno potuto perfe- gli assistenti spetta il preparare
zionare la carriera degli studi pro- gli affari della sua assistenza, e
pri della compagnia, e si dicono porli in ordine che ne faciliti la
coadiutori spirituali, e a tal grado spedizione, e per mezzo di essi ap-
sono ammessi con la professione punto pervengono regolarmente al
solenne di soli tre voti ; oltre la p. generale. Gli assistenti pure so-
terza classe, ch'è di religiosi laici no eletti dalla congregazione gene-
chiamati coadiutori temporali , ha rale, e non solamente vengono sta-
la quarta, che è formata di chie- biliti per essere suoi consiglieri, e

rici religiosi per li tre voti fatti per sollevarlo dalla sua carica, ma
privatamente dopo finito il novi- anche per osservare la condotta che
ziato, i quali per lo spazio di alcu- tiene, e con l'ammonitore ammo-
ni anni attendono agli studi delle nirlo nelle irregolarità o mancan-
scienze avanti che sieno promossi ze; per cui se vi fosse motivo, po-
agli ordini sacri, o formali professi trebbero suo malgrado convocare
con professione solenne. Questi si una congregazione generale , per-
distinguono dagli altri per la ve- chè lo deponesse nelle forme ; ed
ste che soprappongono alla sotta- in caso di urgenza possono farlo
na ordinaria, ed è simile a quella anco eglino stessi, quando ne ab-
de' padri teatini con le maniche, biano ottenuti prima con lettere i
ed era propria dell' università di voti delle provincie. Vi sono nelle
Parigi quando s. Ignazio fondò la Provincie quattro sorta di case
compagnia. In casa portano sem- cioè delle case professe, che non
pre la berretta clericale, per la possono aver fondi ; dei collegi do-
città il cappello. Li coadiutori tem- ve s'insegnano le scienze; delle re-
porali, occupati nelle fatiche dome- sidenze dove havvi un piccolo nu-
stiche, si conoscono per la veste al- mero di religiosi occupali soltanto
quanto piìi corta, e dal non por- nelle funzioni che risguardano im-
lare la berretta quadrata propria mediatamente la salute del prossi-
de' chierici. Questa veste non è mo, come il predicare, udire le
però sì propria di tali chierici, che confessioni od altro finalmente ;

per tutte le parti del mondo si delle case dì noviziato. Fra i col-
usi, poiché in alcuna portano an- legi alcuni sono detti semplicemen-
ch'essi mantello".
il te collegi, ed altri si chiamano se-
L'ordine della compagnia di Ge- minari. In questi ultimi i giovani
sù è diviso in assistenze, queste in gesuiti fanno i loro studi di filo-
Provincie, e le provincie in case sofia e di teologia ; ma gli altri
digerenti : è governato da un pre- sono destinati per gli esteri ; ed
posito generale perpetuo ed asso- in varie diocesi tengono anche dei
luto, che ha la sua residenza in seminari de' vescovi per gli eccle-
Roma, e che viene eletto dalla siastici. Cadauna provincia è go-
i66 GES GES
vernata da un provinciale; ed ogni i generi : eloquenza, storia, anti-

casa da un supcriore che cliiamasi chità, geometria, letteratura pro-


icltore nei collegi, e superiore nel- fonda e dilettevole; non v'ha quasi
le altre case, la cui disciplina fu nessuna classe di scrittori in cui
regolata da s. Ignazio, e special- non contino uomini di primo me-
mente nei collegi, presso a poco a rito ". Il citato p. m. Platina, a
tenore di quella che aveva vedu- due terzi del memorato suo pane-
to stabilita nella casa di Sorbona girico, dice: « Non istupi'jco se
quando studiava in Parigi. Il p. tanti segnalati uomini in dollrina,
generale nomina i provinciali , i de' quali il numero appena in due
superiori delle case professe e delie grandi volumi comprendesi, hanno
case di prova o noviziato , ed i fatto la compagnia in tutte le scien-
rettori dei collegi. 1 provinciali di ze e in tutte le arti così porten-
tutta l'Europa gli scrivono una tosamente risplendere, che se que-
volta al mese ; i rettori, i supe- sto impossibile si ammettesse, ch'el-
riori delle case, ed i maestri dei la per tutti i venturi secoli oziusu
novizi ogni tre mesi, ed i capi del- senza produrre un menomo libro
le missioni quando si presenta l'oc- rimanesse, tanto apparii'ebbe o la

casione di qualche nave che parte prima, o almeno a niun'altra con-


per l'Europa. Si mandano altresì dizione di talenti sublimi, acuti,
al p. generale da tre in tre anni vasti ed eminenti seconda ". Di fat-

i cataloghi di ciascuna provincia, ti reca meraviglia il catalog'o di


nei quali è registrata l'età di cia- tante migliaia di scrittori, tessuto
scun religioso, colla sua più o me- successivamente dai pp. Ribadinei-
no forte complessione, sono distinti ra, Allegambe, Oudin , Courtois,
i suoi talenti, notati i suoi studi, Sottwell, Zaccaria e Cabidlero, il

le sue virtìi, le sue qualità ec. La quale pubblicò iu Romanci i8i4


nomina dei superiori delle residen- coi tipi del Bourlié : Bibliotkecae
ze e dei seminari degli ecclesiastici scriptoruni soc. Jesu suppltnienta.
spetta ai provinciali. La Biblioteca degli scrittori del-
Dicemmo già dei grandi meriti la compagnia di Gesti è di tre to-

della compagnia, e de' suoi uomi- mi in foglio ; i piìi rinomati sono:


ni che copiosamente fiori-
illustri, In teologia. Bellarmino, Canisio,
l'ono in ogni epoca, avendone in- Toledo, Suarez, Lessio, Vasquez,
cessantemente forniti utilissimi alle De Lugo, e i più recenti Faure,
scienze, alle lettere ed alle arti. 11 Bolgeni, Zaccaria.
d'Alembert, suo congiurato nemi- In sacra Scrittura. Coinelio a
co, neir irreligioso suo libello , Sul- Lapide, Maldouato, Salmerone, Ti-
la distruzione de gesuiti, male e rino, Peredra.
maliziosamente tradotto a Venezia, In filosofia. Esparsa , Ari'iaga ,

non può non tributarle la confes- Fonseca, Perez, Storchenau, Muz-


sione seguente: » Qualunque al- zarelli, André.
tra corporazione, nessuna eccettua- In astronomia. Clavio, Riccioli,
ta, non può vantarsi di sì gran Ricci, Scheider, Schall, Pezenas,
numero d' uomini celebri nelle Ximenes, Verbiest, Hell, Liesga-
scienze e nelle lettere. I gesuiti si reing. De Cesaris, Asclepi.
sono esercitati con successo in tutti In matematica e Jisica. Jacquet,
GES GES 167
Boscowicli, Riccali, Fabii, Dcscha- Chiese dei gesuiti in Roma.
les, Kirker, Lana, Lecchi, Borgo,
Giirnaldi, Monteiio, Retiueno, Lo Chiesa di s. Ignazio. V. il voi.
Jovine. XIV, pag. 194 e seg. del Dizio-
Neil' erudizione e neW istoria. nario.
Labbé, Bollando, Enskenio, Papc- Chiesa di s. Macuto. V. i voi.
brochio, Zaccaria, Parenin, Siccard, XIV, pag. 182 e seg., e XIX, p.
Guerin du Rocher, Mcnochio, Gaii- 3q del Dizionario.
bil, Del Rio, D' Orleans, MalTci, Chiesa e oratorio di s. Fran-
Tursellino, Famiano Strada, Ma- cesco Saverio detto del p. Cara-
riana, Bartoli, Daniel, Pallavicino, vita. V. il voi. XIV, pag. 191 e
Petavio, Duhalde, Charlesvoix, Fel- seg. del Dizionario.
ler. Chiesa dei santi re magi nel
In letteratura. Lacerda, De la collegio Urbano. V. i XIV,
voi.
Riie, Tournemine, Gretsero, Bal- pag. 220 e seg., e XXI, pag. 3oo
ttis, Brumoi, Rapin, Juvency, Bro- del Dizionario.
thier, Berthier, Laccari, Pedruzzi, Chiesa di s. Saba. V. il voi.
Tiraboschi, Audres, Morcelli, No- XIII, pag. 24 del Dizionario.
celi, Mazzolar), Lazari, Lanzi, Cu- Chiesa di s. Stefano Rotondo,
iiich, Zamagna, Rondi, Berlendis, y. il voi. XIII, pag. 48 e seg. del
Guido Ferrari. Dizionario.
NeW oratoria. Perpignano, Boiir- Chiesa di s. V. il voi.
Vitale.
daloue, La Colombière, Cheininais, XIII, pag. 69 Diziona-
e seg. del
La Ruc, Neuville, Grid'et, Chape- rio. Il Piazza nel suo EusevoLgio
lain, M. Carthy, Segneri, Trento, romano trattato IH, cap. II discor-
Pellegrini, Venini, Granelli, Rossi, re : Della limosina e dottrina cri-
jN'icolai, Skarga, Vieyra. stiana di Vitale de' pp. gesuiti.
s.

Neil' ascetica. Da Ponte, Alva- Chiesa di s. Eusebio. il voi. V .

rez, Rodriguez, Saint-Jure, Crassei, XII, pag. 9 e seg. del Dizionario.


Croiset, Spinola, Judde, Nel numero 49 tl^l Diario di Ro-
Fra le tante introduzioni, sco- ma del i838 si legge, che ul-
perte ed invenzioni dei gesuiti, u- timamente venne posto un busto
tilissime, accenneremo soltanto la (sull'alto piano della prima bran-
cliinacliina, fatta c<jnoscere dal p. ca delle interne scale della conti-
De Lugo, e il pantografo inven- gua casa ) rappresentante l'augusta
tato da Sclieinero, e le cifre par- effigie del sommo Pontefice felice-

lanti a segni inventate dal Borgo, mente regnante Gregorio XVI ,

elementi del telegrafo che pel pri- sotto la cui mensola in ima marmo-
mo propose Requeno, che poscia rea lapide è incisa la seguente e-
fu migliorato da altri. pigiafe.
i68 GES GES
GREGORIO XVI PONT MAÌC. . . .

ADSERTORI PIETATIS .

IN . MEMORIAM DIEI XV KAL NOV. . . . .

AN . A . P . V M DCCC XXXVIII
. . .

QVO . DIE . VETVS . HOC COTXOBIVM EVSEBIANVM


. .

AD . IGNATII . PATRIS . LEGIFERI . PRAESCRIPTVM


PER . SODALES . SOCIETATIS . JESV
IN . ASCETERION . NVPER IMMVTATVM
.

"VLTRO . INVISIT . COMMENDAVIT

Chiesa dì s. Andrea al Quiri- duchessa d. Giovanna d'Aragona,


nale. Nel rione I Monti ,
per la sposa di Ascanio Colonna. Quindi
via che conduce alla porta Pia, la riedificazione magnifica questa
ed incontro al palazzo del Papa ed chiesa la deve al principe d. Ca-
abitazione della famiglia pontificia millo Pamphilj nipote d'Innocenzo
esiste questa chiesa. 11 p. Panciroli X, che per continuare la discen-
gesuita ne' suoi Tesori nascosti di denza di sua nobilissima famiglia
Roma, pubblicati nel 1600, par- nel 1647 rinunziò il cardinalato,
lando dell'antica chiesa a p. 194, a cui aveva esaltato lo zio nel
lo

dice che si tiene fosse fondata nel i644- ^el 1678 la rifabbricò ia
pontificato di Paolo IV, che era onore dell'antico patrono s. Andrea
dei gesuiti, i quali vi avevano fab- apostolo, e si servi per l'architet-

bricato un luogo pel noviziato, os- tura del celebre cav. Bernini : la

sia casa prova o probazione;


di pianta è elittica, svelta ed elegan-
dunque non sembra esatto quanto te, con portichetto semicircolare e-
dice il p. da Latera, che Paolo III sterno, decorato d'un ordine corin-
diede ai gesuiti la chiesa di s. An- tio e due colonne joniche, sovrasta-
drea al Quirinale, che stabilirono te dall'arme di detto principe. L'in-
poi casa del noviziato, siccome di- terno della chiesa di figura ovale,
chiarò casa professa quella di s. tutto rivestito di buoni marmi, di
Maria di Strada. Il Martinelli, Ro- pilastri di stucchi fatti da
, ricca
via ex cthnica sacra, opera che Antonio Raggi, e dorature, eoa
venne alla luce nel iGSS, parlan- quattro colonne corintie; e contie-
do di questa chiesa a pag. 58, ec- ne oltre l'-iltare maggiore, quattro
co come si esprime: » In Quiri- cappelle. Nella prima a sinistra ù
nali apud domum probatiouis so- una Madonna dipinta dal conte
cietatis Jcsu. Dicebatur de Caballo. Lodovico Mazzanti d' Orvieto le :

Anno i56i erat parochiale omni- pitture laterali sono di Lodovico


uo descrtum, et desolatum, et sine Antonio David da Lugano, e quel-
populo. Ibi est corpus b. Stanislai le della volta di Giuseppe Chiari.
Costkae nobiJis poloni ". Gio. An- Presso a questa cappella è il de-
drea Croce vescovo di Tivoli nel posito di Carlo Emmauuele IV re
i566 donò questa chiesa, col sito di Sardegna, che abdicò nel 1802,
annesso, al p. Francesco Borgia ter- e dopo aver abbracciato sino dal
zo generale della compagnia di Ge- 18 15 con semplici voli l'istituto
sù, pel noviziato, e la chiesa fu dai de' gesuiti, nella contigua casa del
fomlamcnli lifalta, e dotala dalla uoviziato mori nel iBig: il suo
,

CES GES 1G9


moileslo sepolcro fu scolpilo dal La sagrestia, assai ornala , ha la

piemontese Festa. Nel numero 82 volta dipinta da Giovanni de Bor-


del Diario di Roma di detto an- det francese; il quadro dell'altare
no si riporta la descrizione dei suf- è del fratel Andrea Pozzi celebre ,

fragi fatti celebrare al principe architetto e pittore famoso di pro-


defunto da Pio VII, come fu espo- spetliv.i e di figure, fratello coa-
sto e tumulato il cadavere, cioè diutore della compagnia di Gesù.
coU'abito religioso, secondo la sua La casa annessa del noviziato fu
disposizione, non che la descrizio- pure fabbricata dal principe Pam-
ne de'funerali fatti in questa me- philj , con disegno del cav. Ber-
desima chiesa in cui pontificò la nini. Ivi sono le stanze abitale già
solenne messa di Rcquievi monsi- dal mentovato s. Stanislao, la cui
gnor Luigi Lambruschini arcive- camera ove morì fu dipinta dal
scovo di Genova, ora amplissimo Chiari. Vi si ammira ancora la
cardinale, e fece poi le solenni as- bella statua di marmo giacente,
soluzioni con gli arcivescovi Frat- moribondo, eseguila
nello stato di
tini, Bertazzoli, Belli, e con il ve- da Pietro Gros con naturalissima
scovo Menochio. La cappella se- espressione : il volto e le estremità
guente è sacra a s. Stanislao Ko- della figura sono in marmo sta-
stka del quale ivi conservasi il
, tuario, l'abito poi è di marmo ne-
corpo dentro una preziosa urna di ro, e lo strapunto e guanciale di
lapislazzuli : ha un quadro rappre- marmo giallo. Al di sopra vi è un
sentante il santo, dipinto da Carlo bel quadro del cav. Tommaso Rli-
]\Iaratti; la volta è di Giovanni nardi, dove espresse la Beala Ver-
Odazzi, essendo le pitture laterali gine, con alcune sante ed angeli
del mentovato Piazzanti. Nell'alta- in atto di ricevere in cielo 1' anima
re maggiore Guglielmo Courtoys del santo. Il giardino annesso fu
ossia Cortese, fratello del celebre prima dei Bandini , e poscia del
Borgognone, dipinse il martirio e cardinal Capponi: da ultimo alla
crocifissione di s. Andrea. Questo vasta fabbrica del noviziato fu ag-
altare fu solennemente consagrato giunto un braccio nuovo. In que-
nel dì della Purificazione, dal car- sta chiesa si celebra la festa di s.

dinal Marc'Antonio Colonna, morto Andrea a' 3o novembre, e quella


nel i5c)7, cioè quello della chiesa di s. Stanislao a' 1 3 del medesimo
riedificala dalla duchessa d. Gio- mese.
vanna. Segue la cappella della Chiesa del Gesìi. Nel rione IX
Passiono, nella quale Giacinto Bran- Pigna, sopra una piazza che dicesi
di dipinse nel quadro dell'aliare appunto del ed annessa alla
Gesìi,
im Cristo morto, e nei lati rap- casa professa residenza del prepo-
prqsentò il viaggio al Calvario, e silo generale, sorge questo magni-
la llagellazione : nella volta Iddio fico tempio, uno de' più belli e
Padre fu dipinto da Filippo Brac- sontuosi di Roma. Fino alla metà
ci. Finalmenle il s. Francesco Sa- del secolo XVI l' area oggi occu-
verio moribondo neh' ultima cap- pata da questa chiesa e dalla casa
pella, ed quadri laterali sono la-
i professa era coperta da due isole
voro di Baciccio Gaulli; la glo- di case separale ha loro da una
ria nella volta e del citato Bracci. strad-ii, e ciascuna di queste isole
170 GLS GES
racchiudeva una piccola chiesa : predelle chiese unironsi alla vicina
quella più vicino al palazzo Aslal- parrocchia di s. Marco. Il cardi-
li, oggi della rev. fabbrica di s. nale die principio dal fondare hi

Pietro, era dedicata alla Madonna, casj profèssa nel i543, e la chie-
e dicevasi perciò s. Maria de A- sa l'anno i568, incaricando il Vi-
sLalliSy denominazione che il volgo gnola dei disegni; quindi insieme
travolse in s. Maria della Strada, coi cardinali Ottone Truchses e
ed uno scritto citato da Fioravan- Cartolomeo della Cueva solenne-
Ic Martinelli, a pag. 87 5 della sua mente vi gittè) ne' fondamenti la
Roma ex et/mica sacra, pertinen- prima pietra, con queste parole
te all'anno 1587, ne determina il scolpite: Alexander Farncsius card,
sitoj ìnler porliciwi corinthiam e vicccan. aedis hii/tis, quain Nomi-
regione s. Luciae nane evtrsae j ni Jesu vovit, priniuni lume lapi-
l'altra era dedicata a s. Andrea, e dem solenmi ritu conserraturn in
designavasi col nome di s. An- fundainenla conjccit. VI cai. jul.
drea ad Apotliecas obscuras, nome MDLXVin. Appresso vi gittò
della contrada, e di questa fa men- alcune medaglie di argento che da
zione Ja tassa di Leone X. Il ce- una parte avevano la sua effigie
lebre e magnanimo cardinal Ales- col nome intorno, dall'altra rap-
sandro Farnese romano primoge- ,
presenlavasi la facciata esteriore
nito del duca di Parma e Piacen- della chiesa nel modo che si vede,
za, emulo dell' amore che lo zio avvertendo il Panciroli, il quale ri-
Paolo ebbe per la compagnia
111 porta l'incisione della medaglia, che
di Gesù da lui approvata, volendo nella cima però della facciata man-
edificare la casa professa de' pp. cano quattro angeli, due per ogni
gesuiti, ed unirvi una magnifica lato, ed un Cristo risuscitato, con
chiesa, ne diede l' incarico a Gio- queste parole Nomini Jesu sacrum.
:

vanni Barozzi da Vignola laonde , Bisogna dire che s. Ignazio super-


luttociò che esisteva, tranne le ca- namente illmninato da Dio, avesse
mere abitate da s. Ignazio, fu demo- preveduta la fondazione di questo
lito, compreso le due chiese. Il Panci- splendido edifizio, dappoiché essen-
roli ne' Tesori nascosti, parlando dosi offerta una persona molto ric-
a pag. 32 5 e seg. della chiesa del ca di fondare per uso della na-
Gesù, dice che l'immagine che sta- scente società, che in quel princi-
va nella chiesa di s. Maria perchè pio aveva !a memorata chiesa as-
ne restasse la memoria fu riposta sai angusta e ristretta, una più
per collocarla poi nella cappella che ampia ed elegante , il santo ricusò
in seguito gli fabbricarono ricca- il progetto, assictu'ando per cosa
mente alcune divote signore, come certa quella persona, cli'egli sape-
vi fu eretta altra cappella in onore va che col tempo vi saria stato
di s. Andrea per memoria di que- chi avrebbe fondata una chiesa
sto apostolo, per la chiesa demo- adattata alla funzione dell' istituto.

lita ; e siccome ad ambedue le chie- Il Vignola avea condotto la fab-


se era annessa la cura delle anime brica della chiesa fino alla cornice al-
che i gesuiti mai assumono per lorché mori, ed allor.» dal cai dinaie
essere più liberi nei loro pii iidi'j, fu data la cura al di lui allievo
la cura, i benefizi e le rendite delle Giacomo della Porta di proseguire
GES GES 171 ^

li! fabbrica, dal cwnicionc supc- dei ss. Abbondio monaco, ed Ab-
riore interno , laonde sua è la par- bondanzio diacono, martiri, e col-
te superiore, il quale alla bella locali in una bella e divota cap-
armonia e regolarità usata dal <le- pella fabbricata sotto l'altare mag-
liinlo maestro non seppe attenersi : giore , ricoirendo nel giorno se-
nell' interno aggiunse le due cap- guente appunto quello anniversa-
pelle rotonde dedicate una a s. rio del loro martirio e festa, on-
Francesco d' Asisi, l'altra alla Ma- de ogni anno si celebra nella
donna della Strada ; ed egli pure chiesa del Gesù. Mor*i il gran car-
lece il disegno della tacciata, tutta dinale Farnese nel i58g, e vol-
di travertino, con due ordini di le essere esposto e sepolto in que-
pilastri corinti e composti, piedi- sta sua chiesa, ove assisterono qua-
stalli disgiunti, risalti in abbondan- rantadue cardinali ai suoi funerali,
za, cincpie frontespizi alle nicchie preceduti da quella solenne [)ompa
ed alle finestre laterali, con le sta- funebre che descrivemmo nel voi.
tue di s. Ignazio e di s. France- VII, pag. i64 del Dizionario, ed in
sco Saverio, le quali furono ivi po- altri luoghi.
ste in epoai meno antica, e tre Allora subentrò a beneficare la
porte, allontanandosi dal diseguo compagnia di Gesti il cardinal O-
del Vignola. La pianta della chie- doardo Farnese de' duchi di Par-
sa è a forma di croce latina, con ma, nipote del defunto, personag-
abside, cupola, e cappelle sfondate gio di egregia indole, e magnani-
molto, sopra delle quali sono delle mo come lo zio. A voler mostrare
tribune che si credono le prime. il suo grande affetto pei gesuiti ag-
Le cappelle, oltre due mento-
le giunse alla chiesa del no- (iesìi la
vate, sono tre per lato, e due nel- bile sagrestia di cui parleremo, ed
la nave traversa, terminata essen- una proporzionata decenlissima a-
do la gran navata dall'abside, la bitazione, che prima di morire nel
quale serve di presbiterio, nel di 1626 vide interamente compita,
cui mezzo sorge l'altare masciore. oltre al monumento se[)olcraIe e-
Una delle sue campane venne fusa retto neir istessa chiesa al tenero
nell'anno i4oo in Londra, ove sta- suo amico, il ven. cardinal Bel-
va al tempio di s. Paolo, e dedi- larmino, con disegno di Girolamo
cala a s. Barbara, come narra il Rainaldi, e con le statue della Re-
Rocca a pag. lyS. Fu questa chie- ligione e della Sapienza , scolpile
sa nello spazio di sedici anni com- da Pietro Bernini opere tutte che ;

pita, cioè nell'anno 584 (sebbene 1 lo resero immortale, e nelle quali


nella facciata si legga l'anno i57 5), impiegò la somma di sopra cento-
e nel medesimo a' 5 settembre 1 mila scudi. Anche questo cardinale
con solcnnissima processione di lutti in morte volle essere sepolto in que-
i capitoli delle chiese collegiale, di sta chiesa, sotto ampia ed adorna
tutti gli ordini religiosi, di tutti i lapide, in cui vedesi scolpito il so-
collegi e seminari, e grandissimo lo suo nome. Narra il Panciroli che
•imero di gesuiti, di nobiltà e po- il cardinal Odoardo nel 1099 git-
Po romano, lurono dalla chiesa tò la prima pietra colle solile ce-
"*^ s. Cosma
e Damiano al foro rimonie benedetta, per la fabbrica
'^^'^no portali a questa i corpi della contigua casa professa for*
172 CES GES
manie un isola con la chiesa, es- verse rivelazioni dalla D. Vergine,

sendovi scolpite sulla pietra queste e quivi come santamente era vis-

parole Odoarilus Farncsius S.


:
suto mori; per cui è visitata dai
li. E. diaconus card. s. Euslachii,
fedeli, e tenuta in molta venera-
III Alexandri Farncsii cardìnalis zione: nel corridore avanti queste
vìcecan. prò patria sui rcUquias stanze si ammirano alcune pro-
prosequaLur, priinum hwic lapidem spettive e figure dipinte dal cele-
solcmni rilii consecratuni ad eri- bre fratel Pozzi gesuita. Nel 1800
gendarn suo surnplu domwn socie- l'arciduchessa Marianna d'Austria,
tati Jtsu in fundatnc.nta conjecit. per la' divozione che nutriva ver-
Pridic non. jul. an. MDLXXKXIX. so s. Ignazio, accomodò colle pro-
Indi vi giltò alcune medaglie d'ar- prie mani la pianeta alla sua sta-
gento con la sua effigie e nome tua al naturale, con la sua ma-
d' intorno, e nel rovescio questa schera, la quale venerasi nella me-
iscrizione : Odoardus Farncsius dìa- desima cappella, come si legge nel
con. card. s. Eustachii majoruni Mercato del Cancellieri a p. 21 4.
suoru/n pietatcni iniitalus socicta- Ma siccome i sacri ornali della
ti Jcsu doniuni fundavit. Ann. statua di s. Ignazio sono quelli

MDLXXXXIX. Con architettura che già servirono al santo in vita,


dunque di Girolamo Rainaldi , il l'arciduchessa ci avrà aggiunto
cardinal Farnese fece erigere la qualche ornamento. Ed infatti si

casa professa, e siccome dal lato legge nel numero 23 del Diario
del palazzo che Pio IV regalò alla di Roma del i8o[, che l'arcidu-
repubblica di Venezia si vede l'e- chessa accomodò colle proprie ma-
dilizio nell'estremità dimidiato, se- ni la pianeta usata in vita dal
condo il disegno ch'era stato fatto, santo, e lacera, scucita, e in piìi

si narra che dispiacendo all'amba- luoghi consumata per la sua an-


sciatore veneto l'altezza dell'edi fi- tichità. Le stanze non hanno pre-
zio, che per altro non avi'ebbe pre- gi artistici ,
giacché il cardinal
giudicato nella luce il palazzo, ri- Odoardo nel fabbricare la casa
corresse al senato veneto , e che le comprese in essa , lasciando-
questo chiamato a sé il p. rettore le nella loro originaria sempli-
del collegio di Venezia gli dicesse, cità , tanto più pregevole. Ivi pu-
che se la fabbrica di Roma si con- re moi'i san Francesco Borgia ;
tinuasse com'era stata incominciata, s.Carlo Borromeo vi celebrò la
potrebbe essere poi occupata dai seconda messa; e s. Francesco Sa-
gesuiti ch'erano in Venezia. I pa- verio ricevè da s. Ignazio l' ubbi-
dri a questa prepotenza opposero dienza e la benedizione per l'apo-
un sommesso contegno, e cuopren- stolica impresa delle Indie, delle

do l'edifizio col tetto lo lasciarono quali divenne l'apostolo. Questo


imperfetto. divote stanze e la cappella fuiono
In questa casa professa si vene- visitateda diversi Papi, e dal re-
ra l'oratorio , e la stanza divota gnante Gregorio XVI a' io ago-/
in cui si celebra la messa, ed ove sto 1B37, dopo aver celebrato i^
abitò lungamente s. Ignazio, ed ivi chiesa, e comunicato i fedeli ava/
illiuninatoda Dio compose le re- ti la santa immagine di s. Mi^
gole della compagnia, ricevette di- Maggiore, ivi come diremo Z^"
,

GES ' GES 173


pollala per impetrare il patrocinio moria in una iscrizione esistente
pel tremendo contagio tlel chole- in dette stanze, che qui riportia-
la. Di tuttociò se ne legge la me- mo.

ANNO . ClIR ISTI ANO . M . DCCC . \XXVII . SEXTILT . INEUNTE


tUES . ASIANA . ATROCIUS . IN . UKBEVI . INGRUECAT
rOPULUSQUE . ROM . CIRCUMFUSUS . IMAGINI . SANCTAE . MARIAE . D . N
n . TEMPIO . IIRERIANO . IN . FARNESIANUM • PROXIMUM . TRANSLATAE
VOTIS . tACRIMISQUE . PERQUAM . ASSIDUE . COELUM . TATIGABAT
LETALIS . UT . MORBI . IMPETUM . BENIGNIUS . COERCERET

QirUM . DIE . NATALI . LAURENTII MEGALOMARTYRIS


>r<
>F<
GREGORIUS . XVI . PONT . MAX . RELIGIOSISSIME . ET . IPSE . ACCESSIT

AC . POSTQUAM . AD . ARAM . DEIPARAE . FUIT . OPERATUS


POPULUMQUE . DE . MENSA . CHRISTI . PAVIT
AF.DICULAM . HÀNC . IGNATII . PATRIS ADIIT PRECESOUE FERVENTIUS
. . . . INSTAURWIT

Ripiendendo la descrizione del- Leonardo Reti. Abbiamo una let-

l' interno della chiesa del Gesù, tera di Andrea Pozzo circa i si-

diremo che la volta grandiosa mes- gnificati della volta della chiesa di
sa ad oro e stucco fu dipinta dal Gesù, stampata in R.oma nel 1694.
Baciccio, come pure la cupola ed In questa chiesa vi sono tre or-
i peducci ; e la volta vuoisi che gani, uno sul cornicione corrispon-
fosse l'opera più cospicua che fa- dente sopra la porta principale
cesse: l'intelligenza del sotto in su, e gli altri nelle cappelle di s. I-
l'unità, l'accordo, lo sfuggire de- gnazio Francesco Saverio,
e di s.

gli oggetti, lo sfolgorare e il de- nobilissimi e sontuosi per gli or-


gradare della luce le danno uno nati e grandezza. Nel i<S32 a
de' primi vanti fra le moltissimo maggior lustro e decoro delle sa-
di lloma, e al giudizio di alcuni gre funzioni che quivi si celebra-
il primo, osservata ncll' effetto e no , l'organo corrispondente olla

nel complesso delle opere. Il Pa- cappella di s. Francesco Saverio


scoli nella vita del Baciccio riferi- fu rinnovato dai celebri fratelli

sce vari incidenti, che durante ta- Scrassi di Bergamo, che sono i più.

le lavoro ebbero luogo pel di lui rinomati fabbricatori degli organi :

carattere assai focoso. Soggetto di i singolari e straordinari pregi di


quella pittura è la rappresentazio- quest'organo giustamente coi più
ne del noto passo: In Nomine le- alti sono commendati nel nu-
elogi
sa omne gena /leda tur. Gli ornati mero 18 delle Notizie del giorno
di stucco nel voltone, le statue di Roma, di detto anno. Esso ha
rappresentanti le virtù, pure di cinquanta registri, con oigano di
'ucco, ai lati de' fineslroni sono risposta interno, lavoro complicato
*'oro di vari scultori, con dise- con nuovo meccanismo inventato
§'• del medesimo Baciccio; alcu- ed eseguito dai delti artisti, per
"^ no di Antonio RaEjgi, e di cui reputasi il migliore di R.oina,
,

74 CES GE«
In proposito degli organi «Iella cliiii- col Bambino e s. Carlo, e le isto-
sa {lei Gesù, narra il diarista Gia- rie dalla cornice in giù, sono ope-
cinto Gigli, che a' 7 agosto 1616 re di Gio. Francesco Romanelli ;

ivi disse prima messa cantala


la lo istorie dalla cornice in su, e la
Gio. Francesco Anerco, maestro volta sono opere del Pomarancio
di cappella del Papa, essendo il lavorate a fresco; le statue ivi col-
giorno dell'ottava del b. Ignazio, locate furono scolpite, quella del-
e con quest'occasione furono ado- la Giustizia da Cosimo Fancelli,
prali otto chori (cioè i coretti o la Fortezza dal fratello Giacomo
tribune), delli (juattordici che al- Antonio, e le altre due da Dome-
lora si erano finiti in detta chiesa, nico Guidi e da Giovanni Lanzo-
sopra le cappelle, non vi essendo ne, ed il busto di monsignor Car-
da principio se non quei due, che lo Cerri lo scolpì Filippo Valle.
più vicini sono all'altare maggiore. Nella terza cappella il quadi'O del-
Vi concorse popolo infinito ad u- 1 altare rappresenta la ss. Trinila,
dire in questa chiesa tutti i mu- coi santi e sante del paradiso, e-
sici di Pioma,
che divisi in otto gregia pittuia di Francesco da Pon-
cori, fu senza dubbio cosa non più te di Bassano; in uno de' mezzi
intesa sino a quel tempo. tondi o lunetta il Padre Eterno
L'altare maggiore, che descrive- con gli angeli è di Ventura Sa-
remo coni' era prima che fosse limbeni; la Trasfigurazione del Si-
rinnovato, ha quattro belle colonne gnore è di Durante Alberti; il bat-
di giallo antico, e fu architettalo tesimo di Gesù Cristo, e la crea-
axìcor questo da Giacomo della zione del mondo nella volta sono
Porla in esso si vedeva un qua-
; disegni del p. Gio. Battista Fiam-
dro in cui Girolamo Muziano di- racri, coloriti da altri. Segue la
pinse la circoncisione di Gesù Cri- magnifica cappella di s. Ignazio,
sto , con diverse figure ad olio mirabile per l'aichitetlura del fra-
molto lodate. A mano destra di tei Andrea Pozzi gesuita, e per
questo altare è il nominato depo- la maestà e ricchezza degli or-
sito del cardinal Bellarmino, egual- nati, per la preziosità delle ma-
mente rinnovato , come diremo terie , delle nobili pietre , bronzi
per ultimo riparlando dell' altare scolture, e dei lavori che con pio-
maggiore. Cominciando il giro del- fusione r adornano , laonde può
le cappelle delle navi minori, nel- considerarsi questo altare come il
la prima di s. Francesco Borgia pro- primo non solo di Roma, ma for-
babilmente il quadro lo dipinse fra- se, secondo alcuni, di tutta 1' Eu-
tei Pozzi, a sinistra nelle pareti late- ropa.
rali vi è dipinto s. Pietro che bat- Le quattro grandi colonne sca-
tezza i centurioni nel carcere Ma- nalate sono incrostate di lapislazzu-
mertino, e la caduta di s. Paolo, li, e listate di bronzo dorato, del
istorie colorite da Pietro France- qual metallo sono pure le basi
sco Mola : la volta, e le altre sto- ed i capitelli gettati da Giorgio
rie dalla cornice in su sono di Ni- Biscia, e Giacinto Tana sui mr
colò delle l'omarance. Siegue la delli di Andrea Bertoni. I conf
coppella Cerri:
^'
il quadro dell'alta- pilastri sono di bianco e nero
j*"'^''
re rappresentante la B. Vergine lieo, e di verde antico sono
GES GES 175
nicione o l'intero fronlispizio. fre- «Ielle quattro colonne, ed uno più
giati di arabesclii di metnllo do- grande la prospetto tra le medesi-
i-nlo, risaltandovi nel mezzo un me. Il primo dei nominali basso-
gruppo in marmo bianco rappre- rilievi esprime un gran fuoco c-
sentante la ss. Trinità, sorretta da stinto per intercessione del santo,
nuvole, e circondata da splendidi e fu gettato da Giuseppe Pesaro-
raggi di bronzo messo a oro. Ber- ne sul modello di Renesto Fremin;
naidino Ludovisi scolpì il Dio Pa- il secondo, in cui si vede un ener-
dre, lo Spirilo Santo, e quell'an- gumeno liberato dal santo, venne
gelo che regge il globo terraccpieo modellato da Angelo Rossi, e get-
di lapislazzuli, eh' è il più grosso tato da Adolfo Gasp, e Gio. Fe-
è più bel pezzo di lapislazzulo che derico Ludovisi ; il terzo, in cui il
siasi mai veduto ; Lorenzo Ottoni santo risana una monaca, è tutta
eseguì r effigie del divin Figliuolo, opera di Pietro ReifT; il quarto,
avente in mano una croce di me- che sta nel mezzo, rappresenta s.

tallo dorato. La nicchia nel mez- Pietro che risana il santo dalle
zo dell'altare è ricoperta di lapis- ferite, e fu lavorato per intero da
lazzuli e di alabastri antichi con Lorenzo Merlini; il quinto, con s.

liste di bronzo dorato, ed è orna- Filippo Neri abbracciatosi col santo,


ta di nuvole che sostengono pa- è modello di Francesco Nuvolone,
recchi angioletti d'argento. La cni- e fusione di Bernardino Brogi il ;

nice della nicchia è pur di metal- sesto, cogli storpi ed altri infermi
lo, ed ha sulla cima due angeli guariti coli' olio della lampada del
condotti dal Monot, i quali reggo- santo, venne modellato dal Fremin
no una targa dorata con entrovi e gettato da Antonio Cordieri ;
il nome ss. formato in
di Gesù il settimo, coi prigionieri liberali
ciistallo di monte. Entro la grande ad intercessione del santo, fu mo-
nicchia avvi la statua di s. Ignazio, dellato dal Monot e gettato da
che anticamente era d'argento in Tommaso Germani. Ai lati del-
parte dorato, alta palmi dodici, o- l' altare sono due gruppi di mar-
pera di Gio. Federico Ludovisi mo, il primo de' quali lappresenta
sul modello di Le Gros. La o- la Fede che abbatte l' idolatria, e
dierna statua di creta fu formata viene adorata dalle più barbare
dal celebre Canova , ed il solo nazioni, scultura di Gio. Tendone,
ornalo è d'argento: sulla pianeta ed il secondo la Religione che con
di cui è molte
vestita veggonsi la croce atterra e fulmina l'ere-

gioie formanti gli ornamenti di sia espressa sotto l'emblema di un


tale abito sacerdotale; ed il quadro uomo che tiene un serpe, e d'una
in tela a olio, da cui comunemen- donna decrepila, opera di Pietro
te è ricoperta, è opera del fratel le Gros. I due bassorilievi che so-
Pozzi;un ricco piedistallo la sostie- no nelle pareti rappresentano, il
ne, con due angeli ai lati che han- primo l'approvazione delia compa-
no in mano una cornucopia e pon- , gnia di Gesù, lavoro di Angelo
gono in mezzo un cartellone in Rossi, l'altro la canonizzazione del
cui si legge : y4d niajorem Dei glo- santo, scolpito da Bernardino Ca-
liam. Sei bassorilievi di metallo melli. I due angeli di marmo, che
dorato ornano gli specchi di due stanno stdle porle ai fianchi della
fjG - GES GES
cappella reggendo uno scudo col seppe Panlz, e ad altri fiammin-
nome di Gesù in campo di lapis- ghi, che vi rappresentarono le sto-
lazzuli, fniono scolpiti dal cav. Ru- rie s. Francesco. La prima cap-
di
sconi quelli r organo e da
sotto , pellaa destra, entrando in chiesa,
Francesco Maratti e Lorenzo Ot- è dedicata a s. Andrea apostolo,
toni quelli di rimpetto. La pittura titolare dell'altra chiesola demo-
nella volta dell'arco, in cui è e- lila. Il quadro dell'altare rappre-
spresso s. Ignazio in atto di entra- sentante il santo, e le pitture la-
re nella gloria celeste portato e terali esprimenti una il martirio
corteggialo dagli angeli, è buona di s. Stefiino, l'altra quello di s.

opera del Gaulli detto Bacicelo Lorenzo, come pure le storie nelle
suaimentovalo. Il corpo di s. I- lunette, e la gloria de* santi nella
gnazio si venera sotto l'aliare in volta, sono tutti lavori di Agosti-
una ricca urna di bronzo dorato, no Ciampclli. Nella seconda cap-
ornata di pietre preziose e lavora- pella evvi un Crocefisso ossia un
te con rabeschi e bassorilievi. Cristo morto in braccio alla divi-
La contigua cappelletta rotonda na IMadre, dipinto da Scipione Gae-
V dedicata alla Beata Vergine Ma- tano ossia Pulzone da Gaeta ; le
ria della Strada, perchè fu tolta pitture laterali della Passione, e
dall'antica chiesola demolita, come quelle della volta furono condotte
dicemmo di sopra; ne fu architet- dal cav. Gaspare Celio, sui disegni
to Giacomo della Porta. I cori del p. Fiammeri, altri dicono sui
degli angeli che suonano, sono di cartoni del p. V alenano. La terza
Gio. Battista Pozzo milanese non cappella dei Vettori è dedicata ai
gesuita, ed eseguiti con somma ss.Angeli il quadro dell' altare
:

delicatezza ; le pitture da basso a con molti angeli in atto di orare,


olio, che sono sotto il piccolo cor- e le storie degli angeli nelle pare-
nicione, sono lavori del p. Giusep- li sono lavori di Francesco
laterali
pe Valcriano gesuita, nelle quali Zuccari; Àbramo che adora i tre
Scipion Gaetano, secondo Ridolfi- angeli, pittura a fresco, e gli altri
no Venuti, fece alcuni panni bel- triangoli della volta sono di Ven-
lissimi; quadretto in tavola rap-
il tura Salimbeni; i quattro angeli
presentante s. Giuseppe, posto di di marmo posti nelle nicchie fu-
recente snUaltare, è un dipinto rono scolpiti da Siila Lungo da
assai gentile del cav. Francesco Vigiù, da Flaminio Vacca e da
Podesti. Dall'altro lato dell'altare altri ; alcuni angeletti di stucco
maggiore, e prossima alla cappella intorno alla volta sono di Camil-
di s. Francesco Saverio, è la cap- lo Mariani vicentino. La quarta
pelletta di s. Francesco d'Asisi, ar- gran cappella nella crociera è de-
chitettata dal medesimo Giacomo dicata a s. Francesco Saverio, e
della Porla: il quadro dell'altare venne fabbricata nobilissimamente
è di Giovanni de Vecchi , la cu- con disegno di Pietro da Cortona,
poletta fu colorita a fresco da Bal- a spese del cardinal Francesco Ne-
dassare Croci , i paesi e gli uccelli grotti, clic ivi volle essere sepolto.
sono opere pregevoli del Brilli, ed Il quadro dell'altare, rappresentan-
i qnadii all' intorno, dalla cornice te il santo in agonia, è opera di
in basso, uscirono di mano a Giu- Carlo INIaralli, lavoro molto stima-
GES (lES 177
lo: liilla la volta fu dipinla ila tìistiiLuziono 4o> t^^' 2 tliccmLio
Gio. Andrea Carloni gcuovosc ;
i843.
in essa venerasi il Inaccio tlcslro Qncslo tempio, edincalo come
del santo, e da ultimo fu restau- «liccmmo nel bel seeolo XVI, ebbe
rata: questo braccio nel i Gì
4) per dagli intelligenti (|ualchc ragione-
comando del p. Claudio Acquavi- volc censura nel suo complesso,
va generale della compagnia di per la mala ventura di avere a-
Gesù, fu distaccato dal gomito del vuto i due nominati architetti,
sacro cadavere, che venerasi in cioè il Vignola, che condusse il

magnifico sepolcro nella chiesa di lavoro fino al cornicione, e vi mo-


s. Paolo fondata dai gesuiti in strò quel valore, che nell'archi-
Goa, e portato in Roma, col qual tettura lo resero cclebratissimo, e
braccio diccsi che il santo batlez- Giacomo Porta cU lui discc-
della
znsse circa un milione e duecento polo, che con disegno proprio di-
mila pagani. Dai lati si vedono resse il rimanente, ed allontanan-
gli stemmi dorati di Clemente IX dosi da quella mirabile purezza
Rospigliosi perchè incomin-
, forse del proprio maestro, nell'eleganza
ciato ad erigersi nel suo pontifica- de' profili e nella regolarità dei
to, e d'Innocenzo XI Odescalchi membri, trascorse nel manierato
per avervi fatta la mensa. Le pit- che così facilmente dà nell'occhio
Iure sopra le quattro piccole por- di ogni osservatore, atteso il con-
te della chiesa sono di alcuni gc- Tronto che se ne può costituire,
suiti fiamminghi. Nobile è la sa- A compensare tanto difetto, si a-
grestia, decorata di bellissimi ar- dottò il consiglio per la parte in-
tnadi di noce, avente la volta di- terna di arricchirlo con magnifici
pinta a fresco da Agostino Ciampcl- ornamenti; laonde, come abbiamo
li. Il cjuadro dell'altare, rappresen- veduto, la chiesa del Gesù è una
tante s. Ignazio in abito sacerdo- delle più maestose e ricche che
tale, è di buona mano, ma non si vanti la capitale del mondo calto-
sa l'autore, cjuantunque alcuni lo lieo. Di fatti, abbondano in larga
dicono con probabilità del Carac- copia le narrate scolture, dipinti,
ci dice Ridolfino Venuti ch'eravi
: stucchi, oro, e marmi di grandis-
pure una testa d' un Ecce homo simo valore; e non ostante la mol-
di Guido Reni, e che oltre i pre- tiplicilà degli ornali, recano me-
ziosi arredi che ivi si custodiscono, raviglia i due altari di s. Ignazio
e corrispondenti alla magnificenza Loiola, e di Francesco Saverio,
s.

della chiesa, i bronzi e i marmi, massime il primo per la profusio-


che prima ivi erano, essere del ne delle decorazioni , cristalli di
Rossi, di Fremin, di Ludovisi, di rocca, agate, lapislazzuli ed altre
Merlini, di Nuvoloni, Monot, Teo- nobilissime. Mancando dun-
j>ietre

donc, e le Gros. Ora passeremo que a questa chiesa così splendida


a dare un' indicazione del nuovo un aitar maggiore che colla sua
altare maggiore, secondo la descri- magnificenza corrispondesse al re-
zione fatta dalla dotta penna del stante, essendo meschino il sudde-
chiaro sacerdote Domenico Zanelli, scritto di Giacomo della Porta,
ed inserita nel giornale letterario in proporzione del resto della chie-
di Roma, V Album, coq incisione, sa, e povero in confronto alla ric-
voL. XXX. 12
178 GES GES
tliezza ilei tliie grandi altari late- bievementc l'altare. Chi amasse
rali, |tì(xlucendo perciò spiacevole poi sentenziare sulla leltitudinc dei
tlisarnionia, e desiderosi i padri dispaieri, potrà leggere i due o-
gesuiti di veder tolto tank) diletto, puscoli che andiamo a citare. Il

vennero alla determinazione di de- primo è Francesco Ga-


del eh.
molirlo, anche perche la sua parte sparoni, il quale con esso pubbli-
superiore, che cooiponcvasi di le- cò il progetto che pel medesimo
gno e di tela, si slimava deforme altare avea fatto nel 18 34 l'archi-
ed inconveniente; (|uiudi invitarono tetto cav. Giovanni Azzurri pro-
a costruirne nn altro l' architetto fessore di geometria prospettiva ,

Antonio Sarti professore di archi- ed ottica della suddetta insigne


lettura elementare ed ornato nel- accademia, e con questo titolo:
la pontificia romana accademia di Ragione di un progello di altare
s. Luca. A questi inoltre ingiun- maggiore per la chiesa del Gesù
sero di costruirlo in modo , che in Roma disegnalo dal signor
non si avesse più bisogno di erige- profcòiore cavaliere Giovanni ÀZ'
re sul medesimo la macchina di zurn, con pianta e prospetto, Roma
legno, che soleva innalzarsi al- tipografia Menicanli i843. L'altro
lorché colla massima pompa si e- è del cav. Alciati, il quale sen-
sponeva alla pubblica adorazione tendo le dispute dell'altare in di-
il ss. Sagramcnto, e che si conser- scorso, e le critiche che non sia

vassero le quattro colonne di gial- con ispondente alla magnificenza ,

lo antico. 11 valente Sarti accinto- al disegno ed agli ornati della chie-


si animoso glande lavoro, secon-
al sa, e difettoso altresì per langui-
do il approvato da tre
disegno dezza ed insieme della vigoria dei
altri professori ed accademici di marmi coloriti, dopo un esame il

s. Luca, giunse a condurlo a ter- piìi imparziale, che si studiò di


mine nei primi del iS.p, onde lare sulle opposte eccezioni, volle
per la prima volta fu scoperto pubblicare le sue osservazioni, e
nella domenica di quinquagesima, sembra opinare, che in quanto al-

in cui appunto ha luogo la solen- l'esecuzione, severamente furono os-


ne esposizione della ss. Eucaristia servate le regole d'arte, e perciò
iu forma di quarant' ore. E sicco- scevro di eccezione per questa par-
me già erano eorse tante voci in- te 1 altare, dichiaiando pure esse-
torno alla licchezza di questo imo- re il disegno di purgato stile, sem-

vo altare, così gran concorso di plice sì, ma imponente, e


bello,

popolo trasse a vederlo appena adattato al fine per lo quale era

fu scoperto al pubblico, e come stato commesso. Tali osservazioni


sempre ordinariamente avvenir suo- le pubblicò con l'opuscolo intitola-
lo di qualunque opera, andò na- to: L'altare maggiore nella chiesa
turalmente soggetto a molli e dis- del Gesù erello didlo architetto

cordanti giudizi, sia degl'inteiligcn- Antonio Sarti, discorso del cav.


ti, sia del popolo, che in Roma ha Alciati capitano del genio ai suoi
rocchio avvezzato al bello. Lungi amici, Roma nella tipografìa Sal-
dall' esaminare o discutere la dis- viucci 1843, con disegno del me-
parità di silTatti giudizi ed opi- desimo altare e tribuna.
nioni, mi limiterò a descrivere L'aliare è lungo treatasci palmi,
GES GES 179
poco jtiìi (IcH'anlico, uè paro fosse del sacrario e che percorie nel
stalo conveniente allargnrlo di più giro dell' abside, e sopra di esso
per non rendere troppo angusto s' innalza lo stilobate formato d'a-
il presbiterio alle sacre cerimonie, laba.stro, su cui posano
le quattro

la cui larghezza è poco considcrC' colonne di giallo antico memorate,


•volc. Cimpjc gradini di granito il cui fusto ha di altezza palmi
nero e verdognolo si sollevano dal 22, i;i2, e di diametro 2, 7/12,
piano del presbiterio, e mettono giudicale di piccola dimensione pel
alla mensa, la (juale è lunga f{uin- nuovo altare. Sulla sommità del
dici palmi, ed ha un zoccolo di fastigio stanno tre angeli con ali

breccia egiziana , ed un prezioso spiegate , e come estatici a


fissi

paliolto di fluorite antica, creduta contemplare il nome di Gesù, che


la materia dei celebrali vasi mur- ^rge sopra il loro capo, circonda-
lini. Sulla mensa isolata sorge per lo da raggi lavorali in marmo dal
collùcamenlo dei candellieri un al- professor Rinaldi. Indi sugli acro-
tro gradino di alabastro violetto, terii in atto di adorazione si veg-
nel cui mezzo si eleva il maesto- gono due altri angeli alati, ma
so ciborio di bronzo dorato, lavo- d'una dimensione maggiore, e rap-
rato con magistero d'arte. Esso si presentanti uno la Fede, e l'altro
compone di due parli, l' inferiore la Speranza il primo è dello scar-
:

eh' è quadrata serve a rinchiudere pello del professor Bcnaglia, l'altro


la sacra pisside, e la superiore per dello scultore Gnaccarini. Nell'in-
collocare l'ostensorio, quando nelle tercolunnio di mezzo si apre la suin-
sacre funzioni viene esposto. La dicata grandiosa nicchia, ch'è quo-
parte superiore o sacrario è for- tidianamente coperta dal quadro
mala a colonne, ma poca somi- rappresentante la Circoncisione di
glianza tiene degli altri cibori, i Gesù, dipinto dal cav. Capalli. Entro
quali ordinariamente hanno cupo- questa nicchia sta collocato il tro-
la, nicchia, lanternino, e altre cose, no formato precipuamente di quat-
mentre questo presenta un aspetto tro angeli in alto rive.renle, e sos-
più maestoso, e viene formato in tenendo colle destre delle cornu-
modo, che terminata l'esposizione copia per le candele, nel cui cen-
del ss. Sa"ramento non viene l'o- tro va collocato, allorcjuando se ne
slensorio levato, ma si asconde fa la solenne esposizione, il ss. Sa-
facendo girare sopra di sé slesso gra mento, che posa sopra una sfe-
una parte interna del sacrario ra sorretta da t(uallro fìgiue, cioè
medesuMO, e cos'i invece della sau- dell' ufjuila, del leone, del bue, e
la Luearislia, si vede esposto mi dell' angelo, emblemi degl' ispirati
bel croctlisso di metallo doralo, evangelisti che si dispersero per
e grande talmente che si discerne convertire le genti di tutte le par-
anche dall' ingresso della chiesa. ti del mondo. Il ciclo della nic-
La parte superiore poi dell' aliare chia è costrutto a cassettoni, tulli
follila ornamento allanicchia, od fregiati di lapislazzuli, e di marmi
al quadro usualmente la ri-
che preziosi, tra cui gli alabastri tar-
copre. Perciò posteriormente alla tarugali, e a rose sardonici. E di
mensa sorge il basamento di rosso non minor pregio sono il presbi-
brecciato, alto fino alla cornice terio, e il braccio della nave fino
,

i8o GES GES


ai quattro più diritti della cupola, gno di ogni ammirazione si è il

dappoiché vi si scorge il marmo nuovo altare, e torna forse diffi-

i^vcco scritto, la breccia corallina cile, per la i-arità dei marmi, il tro-
violacea, la himachella, il granito vare un altare che di questo sia
rosso, il verde antico, il porfido e più ricco.
altre pietre , tutte rare e di gran- Oltre i suddetti corpi e reliquie
dissimo valore. Una elegantissima di santi, nella chiesa del Gesìi si

balaustrata, alla quale dal pavi- vcncia il corpo di s. Ignazio ve-


mento della chiesa si ascende me- scovo e martire d' Antiochia, una
diante tre gradini di marmo al'ri- parte di quello di s. Francesco
cano, ne dà il compimento. Note- Borgia, ed altre insigni reliquie.
remo , eh' essendo necessario che Le feste principali di questa chie-
l'altare principale dovesse essere as- sa sono il di primo gennaio sacro
sai elevato dal pavimento per a- alla circoncisione di Gcsìi, e il di
vere maggiore dignità dei minori, 3i luglio giorno della beata mor-
e perchè fossero meglio vedute le te di s. Ignazio : nel dì poi delia
funzioni, dispose l'architetto che sagra, che ricorre nella domenica
al presbiterio si salisse pei detti precedente la prima dell'avvento,
tre gradini : il presbiterio è rac- il magistrato romano ogni anno fa
chiuso con balaustrata leggiera r obblazione di calice e patena di
e molto elegante, come appunto argento con quattro torcie di cera.
dovea essere questo membro se- Quivi meravigliosamente si palesa
condario, posto in linea retta sul e trionfa la grandezza e maestà
terzo gradino. A corna evangcliì del sacro culto, per il decoro, e-
dell'altare sussistono le ceneri del semplarità e magnificenza eccle-
ven. cardinal Bellarmino, e preci- siastica con cui si celebrano le
samente sopra la porta che vi si tante sagre funzioni sì annuali che
vede, ove è pure un bassorilievo straordinarie, per cui massimo e
in cui il professore Tadolini cfil- costante è il concorso del popolo
giò in marmo la Religione e la nel frequentarla , onde l' appella
Speranza, oltre il busto del defun- Vantlcaincra dei paradiso. Il Van-
to scolpito dal Bernini. Dalla par- ciroli a p. 335, e Ridolfino Ve-
te opposta a cornu epistolac, so- nuti a p. 672 parlano delle di-
pra della porta egualmente, la qua- verse pie congregazioni fondale in
le conduce alla sagrestia , venne questa chiesa , sotto il patrocinio
collocato il busto del ven. p. Pi- della B. Vergine Maria, e la dire-
gnattelli, con bassorilievo del cav. zione dei pp. gesuiti, e delle loro
Sola, rappresentante la Speranza di vote pratiche. La prima è quella
e la Carità. La varietà de'marmi della Assunta pei nobili romani
impiegati in questo altare reca principiata nel 1593, che ha l'ora-
meraviglia, tutti lavorati con som- torio nel chiostro a destra dell'in-
ma diligenza ed ottimo gusto, in gresso della porteria della casa pro-
somma tutto è finitezza d'arte, e fessa, della quale parlammo al voi.
nelle indorature e nei bronzi e IX, p. i34 e i35 del Dizionario.
nei ceselli da Guglielmo
, eseguiti La seconda congregazione è dei
Kopfgarten maniera che con-
: di mercanti, ch'ebbe origine nel i^gG,
siderato anche da questo lato de- sotto il titolo della Nalività di Ma-
,

CES CES 181


ria, ed anche questa lia l'oratorio Tarlatino, d'ordine del lodalo p.
presso la porteria. Altre due con- preposito nel 1648, indi Alessan-
gregazioni composte di vari arti- dro VII vi destinò per prefetto
giani, hanno 1' oratorio sopra le monsignor Oddi vicegerente. Della
cappelle della chiesa a mano de- cnppcila cardinalizia che quivi si
stra dell'ingresso, una sacra all'An- tiene nella domenica di quinqua-
nunziata, elle principiò nel i5q5; gesima per la solenne esposizione
l'altra alla Concezione, fondata nel del ss. Sagramento , della visita
i597, che si unì alla prima: nel che suole farvi il Papa, e di quel-
lySi rinnovarono l'oratorio con la del magistrato romano nell'ul-
disegno di Francesco Nicoletli, ed timo giorno di carnevale, se ne
il quadro dell'altare fu dipinto da parla a quei luoghi del Dizionario
Francesco Caccianiga. Abbiamo le che citammo di sopra, dicendo di
Regole della congregazione della tal divozione inculcata da s. I-
ss. Natività della B. V. nella ca- gnazio. Del solenne Te Dewn che
sa professa della compagnia di si canta in questa chiesa nell'ul-
Gesù in Roma, ivi stampate nel timo giorno dell' anno, coli' inter-
1826. Vi è pure la congregazione vento del Papa e dei cardinali,
della buona morte, ed ogni vener- ne pailammo al voi. IX, p. \i\
dì ha luogo un pubblico pio c- del Dizionario.
sercizio per questo fine. Di questa 11 Cancellieri nel suo Mercato
si ha il Rituale della ven, con- a p. 212 e 21 3, coH'autorità del
gregazione segreta della buona mor- diarista Gigli, riporta in qual mo-
ie, eretta nella cappella intcriore do la compagnia di Gesù nel i63c)
presso l'altare maggiore della chie- celebrò l'anno secolare a'27 set-
sa del Cesie di Roma, ivi stam- tembre, essendo il detto giorno il

pato nel 1790. L'esercizio della compimento anno centesimo


dell'

l)uona morte ebbe incominciamen- dacché fu confermata da Paolo III,


to in questa chiesa l'anno 1660, con le feste fatte nella chiesa dei
e Benedetto XIII nel 1727 gli ac- Gesù, ove fu celebrata la messa
crebbe le indulgenze, ed eresse in e i vcsperi con musiche stpjisitis-
congregazione l'uno e l'altro dei sime a cinque cori, quattro vicini
sessi ascritti al pio esercizio. Il all'altare maggiore, ed uno sopra

Piazza neir Euscvologio romano ,


il cornicione a pie della chiesa
trattato X, IX, parla del di-
cap. recandovisi Urbano Vili. Indi Jìce
volo esercizio, istituito in questa che la facciata della chiesa e la
chiesa nel 1640, dell'esempio della sua cupola furono tutte piene di
Madonna in tutti i sabbati, dal p. lumi, che facevano bellissima vista:
Vincenzo Carada preposilo gene- nella sera seguente ebbero sulla

rale, col canto delle litanie in mu- piazza luogo de'fuochi artificiali, e
sica, per divota generosità di Gi- si bruciò la statua del Tempo ri-

rolamo Muti canonico di s. Pietro. manendo quella della Virtù intat-


Al capo XI poi il Piazza discorre ta. Antonio Ghcrardi ci diede la
della congregazione e conferenza Relazione della festa fatta da An-
de' casi di coscienza, incominciata tonio cardinal Barberini nella chie-
in una camera presso la tribuna sa della casa professa del Cesie
di questa chiesa dal p Antonio per l'anno centesimo^ ìiom^. i63f)j
i82 GES GES
e Gaiiilcnxio Paganino scrisse u- Gesù fatta da Paolo HI^ e ncl-

na LcUcia dell' anno secolare so- l'altia una visione della ss. Tri-
lennemente celebrato dai pp. della nità avuta dal santo : tutti gli a-
conipac^nìa di Gesù mi iGSq. Ma razzi furono tessuti nella fabbrica
già a' 12 marzo 1622 per la ca- posta sulla piazza di s. Maria in
nonizzazioue de' ss. Ignazio e Fran- Trastevere, sotto la direzione di
cesco Saverio, i gesuiti avevano Antonio Gargaglia. Fedi il padre
empito di lumi tutte le finestre Girolamo Andreucci nel Ila^^ua-
ed il cornicione del collegio roma- glio delle opere pie stabilite in
no, ed abbruciarono botti e fe- Roma da Ignazio Loiola, espres-
s.

cero la girandola ; e nella chiesa del se negli arazzi della chiesa del Gè-
Gesù tutta la cupola fu piena di sii a pag. i53 fra le sue Opere
lumi che facevano bellissimo ve- inorali, Roma I743. Questa ap-
dere, ed ancora tutta la facciata paralura cogli arazzi iòrma la
dal cornicione in su era piena di più magnifica decorazione in tut-
fuochi artiflziali che pareva una te le feste che ivi si fanno. Nel
meraviglia. Da questi racconti si numero 80 del Diario di Roma
vuol dcilurre che i gesuiti furono del 1840 è riportata la descrizio-

i primi ad illuminare in Roma la ne della celebrazione che fecero i

cupola della chiesa, e probabilmen- gesuiti del terzo anno secolare del
te a di loro esempio incominciò lojo istituto nella chiesa del Gesìi,
nel 1G44 rp^ella della basilica va- ove la solenne messa e i vespeii
ticana, la quale illuminazione fu furono celebrati dall'odierno padre
migliorata dal cav. Luigi Vanvi- preposito generale, recandovisi atl

telli. Lo slesso Cancellieri a p.214 ascoltare la messa bassa il regnan-


parla del nobile paliotto a rame te Papa Gregorio XVI, che indi
dorato in campo azzurro di lapis- passò nella contigua casa professa.
lazzuli, lavorato da Filippo Tofani Della solenne processione con la

per l'altare di s. Ignazio, e dei (|uale dalla basilica di s. IMaria


sei bellissimi vasi di metallo sos- Maggiore fu portata in questa
tenuti da pullini simili, posti nel chiesa l'insigne immagine di Ma-
1754 sulla balaustrata del mede- ria santissima che si venera nella
simo altare, donati con altre cose cappella Borghesiana, nel 1887, pel
di valore da pii Dice benefattori. minacciante morbo del cholera, in
jno'tre che nel 743 si aggiunse 1 cui il Pontefice che regna, oltre l'a-

a questa chiesa lo stupendo orna- vere accompagnalo la processione,


mento degli arazzi, di cui si fa si portò come dicemmo a cele-
menzione al numero 4^'^ tlel brare nell' altare maggiore della
Diario di Roma. Per la festa di chiesa del Gesù la messa, comu-
s. Ignazio si videro nel 1744 c- nicando un gran numero di per-
sposli in chiesa due nobilissimi a- sone, si legge nei Diari di Roma,
razzi, fatti di nuovo, e consimili massime nel numero G\ di tale
ni sei che già eransi veduti })er anno. Le caritatevoli prestazioni di
la prima volta nel precedente an- ogni genere fatte ai colerici dai
no, tutti allusivi alla vita del san- zelanti gesuiti, sprezzando qualun-
to. In uno di essi ài rappresenta (]ue pericolo di contagio, non juuo
ìa conferma della compagnia di descrivibili, ed i r-jiiiani ne con-
-
,

GEZ GII A iS3


serveranno elcma e lencra grati (s.). Solitario della diocesi di Trc-
Indine. Il senato romano, in atte- veri, il ([ualc passò dieci anni fra
dialo di questo senliinentOj si recò i deserti e sui monti, senza rico-
in formalità alla chiesa del Gesù, vero e quasi senza vesti, nutren-
ed olili un calice con patena di dosi d'erbe e di crude radici. Sol-
argento. Un migliaio di famiglie tanto negli ullioii quattro anni
poi che avevano fatto voto a s. I- della sua vita si permise di recarsi
gnazio di mostrargli la loro ricono* la sera nei vicini villaggi a cercai
scenza se preservati dal micidiale qualche stalla ove passare la not-
morbo, avendo pienamente conse- te ; ma non volea ricevere dai suoi
guito l'intento, olfrirono nella det- albergatori che im po' di paglia i\<x

ta chiesa all'altare del santo una coricarsi, pane di orzo


e ipialche
muta di sei candellieri di bronzo o di crusca. Informato s, Bernar-
tloralo. do della vita di quesl' uomo straor-
GESURES POTIERLeoxe, Car- dinario, mandò a lui Aicardo, uno
ilinale. V. Potier de Gesures. de' suoi religiosi, per salutai lo e
GETULIO (s.). Oiliciale nell'e- recargli una veste in seguo di sua
sercito romano sotto gli imperato- allezione. Egli accettò la veste rin-
ri Traiano e Adriano, e marito di graziando s. Bernardo che si era
s. Sinforosa. Convertitosi alla reli- degnato ili pensare a lui ; ma non
gione di Cristo, rinunciò al suo la volle dicendo non
poi usare,
grado e ritirossi nel paese de' sa- essergli Pregò Aicardo
necessaria.
bini. Fu denunzialo all' imperato- e religiosi che lo aveauo accom-
i

re Adriano, il quale mandò un suo pagnato di salutar per lui s. Ber-


ulQziale chiamato Cereale per ar- nardo, e raccomandatosi alle loro
restarlo ; ma Getulio, aiutato da orazioni ritornò nelle foreste ch'e-
suo fratello Amanzio, non meno rano la sua ordinaria vr<limora. Si
zelante di lui per la ^m.ì\iì^ converti colloca la sua morte ciiVca il ii3G,
r ulìlziale. 11 principe irritato lor- e la di lui festa è intlicata nei mar-
Icmentc a tal fatto, comandò a tirologi di Francia e de' Paesi Bas-
Licinio di farli morire. Getulio si sotto il giorno 6 agosto, e cosi
Amanzio e Cereale, con un <illro pure in quelli de' benedettini e dei
cristiano di nome Primitivo, luro- cisteieiensi.
no condoni a Tivoli, ove doj)o es- GIlABiNl. Sqi\c vescovile del-'
sere stati incarcerali ventisette gior- l'Armenia maggiore sotto il catto-
ni,e aver patito dillerenti torture, lico di Sis, chiamata pure Ghabnus.

vennero decapitati. S. Sinforosa sep- 11 suo vescovo Basilio sottoscrisse al


pellì i loro corpi in un renaio ch'e- concilio di Sis , e Giacomo inter-
ra nelle sue terre. Essi solfrirono venne al concilio d'Ada.
mi principio del secondo secolo, e GHAMKIII. Sede vescovile del-
i loro nomi sono notati negli an- l'Armenia maggiore sotto il catto-
tichi martirologi a' io di giugno. lico di Sis JN'ieisete suo : vescovo
GEZO o GEZZO, CurdinuL. fu presente al concilio di Sis.

(«ezzo prete cardinale di s. Susan- GllAliUZ. Sede vescovile del-


na si trova sottoscritto in una bol- rArmcnia maggiore ootlo il catto-
la di Lucio 11 del I i44- lico di Sis- Marco suo vescovo
GEZZELINO o GETZELIiXO Irovossi al concilio di Sis.
iS4 OHE CHE
GMERARDESCA Pietro, Car- Io con am-
vaticano, e finalmente
dinale. Pietro della GlicrarJcsca mirazione e stupore di tutta Ro-
dei conti di Oonoratico patrizio pi- ma, Paolo V agli gennaio 16?. r I I

sano, eccellente del pari nelle let- lo creò c.'inliuale dell'ordine dei
tere e nelle virlìi, fu scrittore e preti. Da Gregorio XV ottenne per
cappellano pontificio ossia uditore titolo la chiesa di s. Pietro in Moa-
di rota. Pasquale II del 1099 lo lorio, ed il vescovato di Camerino,
creò cardinale dell'ordine de' preti, per la sua dottrina e probità. A.
e per titolo gli conferì la chiesa queste prerogative egli univa gen-
di s. Susanna. Si trovò presente tilezza ed alfabilità, vivo e sincero
ai sacri comizi di Gelasio II, e di desiderio di giovare a chiunque a
Onorio II, il quale lo trasferì al lui ricorreva ; quindi avvenne, che
titolo di s. Marcello. Abbandonato quantunque la sua promozione riu-
in appresso il legittimo Innocenzo scisse nuova ed inaspettata, fu non
II, aderì allo scisma dell'antipapa pertanto universalmente applaudita.
Anacleto II, che lo spedì col ca- Poco però godette della dignità
rattere di legato a Ruggero re di cardinalizia, essendo morto in Ro-
Sicilia.Se non che l'efficace inter- ma dopo venti mesi nel 1623, d'an-
posizione di s. Dernardo lo richia- ni quarantasei. Ebbe sepoltura nel-
mò ])en presto all' ubbidienza del la chiesa di s. Francesco a Ripa,
vero Papa, presso il quale inter- ove fu collocata la di lui effigie
pose i pili caldi uffici, e vuoisi che dipinta in tela, le insegne gentili-
ne ottenesse l'intento. Fu cardi- zie, ed un'onorevole iscrizione. Si
nale di somma autorità e valore trovò presente alle elezioni di Gre-
nella curia romana, trovossi tra gli gorio XV e d' Urbano Vili , e vi
elettori diEugenio III, e morì nel prese molta parte.
II 451, dopo un lungo cardinalato. GHERARDO o GERALDO, Crt/'-
GHERARDI Cesare, Cardinale. dinalc.Gherardo o Geraldo, nato
Cesare Gherardi da Fossato, dio- nobilmente in Ralisbona monaco ,

cesi di Nocera, chiaro per scienza di Cluny del qual monistero di-
nelle leggi, dopo aver nell'univer- venne priore , resosi chiaro e fa-
sità di l'erugia, e poi in Fermo moso per la sua rara dottrina e
tenuto lungamente scuola di gius virtù, e singolarmente nella scien-
canonico, e scritto alcune dotte pre- za delle divine scritture, Alessan-
lezioni sopra diversi trattati , an- dro II del 1061 lo creò cardinale
noiato alla fine di una vita cotanto vescovo d'Ostia e Velletri, per cui
laboriosa ed incomoda, si portò in Ermanno Contratto lo disse degno
Roraa per tentare la sorte, né re- successore di s. Pier Damiani. Gli
stò deluso. Dopo
pochi giorni per furono commesse molte legazioni
un fortunato evento entrò per u- sostenute con valore in Francia,
ditorc del cardinal Scipione Bor- Spagna, Germania, Sassonia e Lom-
ghese nipote di Paolo V, ed in bardia, ed accrebbe la fama del
due anni s' iunoltrò tanto nella proprio nome la celebrazione di
sua grazia ed autorità, che a sua diversi sinodi con gran vantaggio
istanza fu annoverato tra i prelati, dell'ecclesiastica disciplina : in quel-
e provveduto con un canonicato lo di Chalons tenuto nel 1078 de-
lihciiano, donde [i\ trasferito a quel- pojc LanccUiuo vescovo di Dic^
GIIE CHE i8>
ICO (li simonia, e di commi con- sotto d quale finì di vivere in
senso sosliluì iu (li lui luogo U- (i[)iiii()iio di slraordiuai'ia viriti, pol-
j^nc camerlengo dclki chiesa tli lo che meritò da alcuni il titolo di
Lione, ed olhc a ci(') fulminò l'a- heato, ed il Alartene dice che pre-
natema conico JMunionc cli'eiasi in- sif'dctte anche al concilio Cubilo-
truso nella chiesa di Auch. S. Gre- nese.
gorio VII dalla Francia lo fece GHERARDO oGERARDO, Car^
passare nella Spagna, d(jve convo- (liliale. Gherardo o Gerardo nel
cato nn sinodo depose alcuni ve- marzo T | fu fatto cardinale
del i i

scovi ed alili ne sospese, lo che da Adriano IV, noverato nell'or-


fu cagione di ricorsi e di (pierele dine de' preti col titolo di s. Pu-
avanzale contro di lui a dello Pa- dcnziana insultato e ferito grave-
;

pa, il quale sdegnalo scrisse al le- mente dagli arnaldisti, il Papa sot-
gato ima risentila lettera, rimpro- topose Roma all' interdello. Dipoi
verandolo di non avergli dato con- venne spedito a s. Quirico col car-
tezza delle risoluzioni prese nel si- dinal Jacopo, legali a Federico I

nodo, e perciò non trovarsi in gra- per esigere da lui giuramento di


il

do di rispondere alle lagnanze ri- difendere la santa Sede. Altro non


cevute. Dipoi Io spedì air impera- si sa di (pieslo cardinale.
tore Enrico IV insieme colla di G HE II ARDO, Canlinak: Ghe-
lui madre Agnese imperatrice, col rardo (j noveralo tra i cardinali
cardinal Prcnestino ed altri prela- diaconi creati da Adriano IV nel
ti, a motivo di avvisarlo paterna- marzo del i 1
5g, con la diaconia
mente a nome della Sede aposto- di Niccola in Carcere, altri an-
s.

lica, a volere desistere della simo- ticipano la sua esaltazione. Egli ar-
nia. Ma (pici principe caricò d'in- restò ili Otricoli il famoso eresiar-
giurie il legalo, il quale fu poi ca Arnaldo da Brescia nemico di-
mandato dal Pontellce , dopo la chiarato della santa Sede; ma i
pace conchiusa con Enrico IV, al- visconti di Campagna lo rapirono
la dieta di Canossa. Nelle altre le- con aperta violenza dalle di lui
gazioni che gli furono aflidale, as- mani, consegnandolo in quelle del-
sistè al concilio di Tours contro l'imperatore Fedeiico I, a cui aven-
l'eretico lìerengario , ed a quello dolo il Ponlefice riehiolo, pronta-
tenutosi nella Guascogna per la mente gli fu consegnato, ed allora
riforma degli ecclcsiaslici. Con altri dal prefetlo di Roma venne con-
legati indusse l' imperatore nuova- dannato ad essere arso vivo. Indi le
mente tornalo ai suoi trascorsi, di ceneri del fanatico Arnaldo furono
domandare l'assoluz-ione dalle cen- gittate nel Tevere , affinchè la
sure, ed a licenziare ciufpie suoi sciocca plebe, e i di lui perfidi
nobili famigliari scomunicati. Non seguaci non lo avessero poi a vene-
andò guaii che il cardinale con s. rare per un loro martire. La storia
Anselmo di Lucca, contro la data del Cardella, non ci somministra
fede, nel [ìorlarsi a Milano finono altre notizie di questo cardinale.
(ìitti prigionieri da Enrico IV, GHERARDO, Cardinale. Ghe-
laonde il cardinale morì in carce- rardo di nazione francese, da ar-
re nel 1077; alili dicono che pold' cidiacono della chiesa di Aultm ,

jiloruaic presso ; Grrgoiio VII, Alessandro HI nel 11 7') lo creò


, j

2 8G GHE GIIE
piele caiiliiialc, conferendogli per Il Gho?zi mostrasi in essa un gran
titolo la chiesa di s. Stclatio al filosofo, bravo teologo e felicissi- ,

nionle Celio. Iiitli fu deslinalo alla mo esponitore dei suoi concetti.


lc;.jazioiic ti' Irlanda, di Scozia e di Quesl' opera fu deferita all' esa-
Norvegia. Dopo Ire o quallro an- me della sacra congregazione del-
ni di cardinalalo passò agli derni l'indice, la quale non volendo pro-

rij)osi. cedere alla proibizione d'un hbro


GHERARDO, Cardinale. Ghe- per molte ragioni utile, concertò
rardo di nazione francese, monaco per mezzo del cardinal Laudi una
cistcrciense, ed abbate del moni- dichiarazione di alcune proposizio-
stero di Ponligny, fu da Innocen- ni che potevano essere interpretate
zo ili nel iH)^ crealo cardinale in cattivo senso, e mandolla al-
dell'ordine diaconale, con la chie- l'autore perchè la divulgasse colle
sa di s. Niccola in Carcere per stanlpe;come infatti, sebbene con
diaconia , (jnantunque gli scrittori qualche mutazione, approvata però
francesi lo vogliano vescovo Pre- prima dalla stessa congregazione,
nestino. Ildeputò col car-
l*a|)a lo pubblicolla egli a Como nel 17^4>
dinal Ugolino Conti poi Gregorio col titolo di Dichiarazione e pro-
IX, a giudice in una controversia testa del p. Nicolo Ghezzi. Di que-
assai delicata ed intcìessantc ; dopo sta dichiarazione ne fu dato il più
dodici anni di cardinalato mori nel falso temerario ragguaglio che
e
I210. si dovesse aspettare da una penna
GIIEZZI Nicolò, fdosofo e dotto venduta al partito degli appellanti
teologo gesuita, nac(]ue a Doinaso, nella Gazzetta ecclesiastica dei gian-
sul lago di Como, circa il iG85, senisti, in data de' 20 novembre
e melilo d'essere stimato sì per la dello stesso anno. Scrisse inoltre il

sua dottrina, che per le sue virtù. Ghezzi qualche altra opera, e mo-
Nel tempo in cui i famosi nomi di rì in Como nel 1766.
PiohcihiUsiìw e Prohahiliorisnw, di GIIEZZI Francesco, domenica-
Lcissisino e di llls^orisino, e simili, no, nato in Como nel 1585. In-
davano origine ad una quantità di segnò filosofia e teologia in diversi
ld)ri, di querele e di schiamazzi conventi della sua religione , in
che durarono diversi anni, sorse Cremona, Vicenza, Pavia, Piacenza
anche il Ghezzi, e a ditL-sa del suo ed altri luoghi, e sempre con tan-
ordine pubblicò un Saggio di sitp- ta lode, che meritò di essere no-
uh'.inenli teologici morali e etilici, minalo con tutti gli onori profes-
di cui ahlAsogiia la sLoria del Pro- sore in teologia. Fu in diversi luo-
bahilisnio e del Rigorismo del p. ghi consultore del sacro tribunale
Daidelc Concilia, al quale saggio dell' inquisizione, carica che sosten-
non seppero rispondere gli avver- ne colla maggiore prudenza ed in-
.sari, se non con vane declamazio- tegrità. Pubblicò colle stampe i." ;

ni o con artificiose calunnie e que- T/ieolugiae moralis , si\.'e casnuni


rele. Pubblicò pure sulla slessa conscicnliae, e d. Thomae /l(/uina-
controversia un' opera in forma di tis doctrinaj 2." Arcana iheologiaese-
dialogo col titolo: Dei prlncipii del- lecliora de Deo, de f^erlo incarnato
la morale filosofia riscontrali coi de Sacramentisj de stata separatoriim
jìiiticipii della religione caitulica. ctc 3," Thesaurus aidiiute^ ctc.
;
CHI Gin 187
GIIIBELLIJNI. GhibclliMO, Ci- de'conli Guelfi, di cui per mezzo
luUinus , nome di una famosa fa- di una donna fu crede (piella li-

zione opjiQSta a quella che chia- nea della famiglia Eslen>,c, che
niavasi l\c Guelfi; la [niina partci;- trasferita in Germania verso l'anno
giò per l'iuipeialore, la seconda 1070, ila Guelfo IV figlio del ce-
pei l'api :ambedue desolarono vari lebre A zzo II marchese d'Esle, di-
paesi, la Germania e principalmen- venuta erede degli stali e del
te l'Italia, massime nei secoli Xil, genio della casa de' Guelfi, lungo
XIII e XIV. Malico Villani fa tempo fu signora de'ducati ili Ua-
derivare il nome di i^hlln-llini (pia- viera e di Sassonia. Quella linea
si guida belli, cioè guidatori di Estense-Guelfa salì nel 1714 ^id
Laltaglie^ e dice che <|ucbli segui- Irono della Gran nretagiia, (piando
tavano l'imperio, o fedele o in(c- Giorgio di Ernesto
Luigi figlio

dcle che fosse delle cose del moll- Augusto, primo elettore di IJruu-
ilo a santa Chiesa. Giovanni Vil- swick-Luneburgo, e della principes-
lani dice malcdclli i nomi di [)ar- sa Sofia, nipote del re Giacomo
Ic guella e di parie ghihellina, e I, fu chiamato al trono d' Inghil-
accenna, che si crearono prima iu terra, col nome di Giorgio I, dopo
Alemagna per cagione di due gran la regina Anna, morta senza figli

haroni, i quali guerreggiando insie- nel suddetto anno.


me, ed ognuno avendo un forte Fu adunque tale linea Eslense-
castello, uno si chiamava guelfo, Guelfa, la ipiale colle dissensioni
l'altro ghibellino. Nel dizionario con gì' imperatori diede motivo ai
francese delle Orìgini si legge, che suoi aderenti di chiamarsi guelfi,
difficili e poco soddisfacenti rie- siccome i fautori di Federico I, ed
scono le ricerche su l'oiiginedi que- i suoi successori, discondenli dall'in-
ste due fazioni, e del nome singo- signe famiglia Ghibellina, assunse-
lare che ad esse fu dato , la sto- ro il nome di ghibellini. Duraro-
ria non olhendo che incertezze a no lungo tempo le conlese fra i

questo riguardo. Essendo V Italia j)rincipi della casa Ghibellina e


ne delti secoli, e forse anche prima, Guella iu Germania, ed Otloue
piena di armale tedesche, piglian- di Frisinga nota nelle sue storie,
do parlilo or per una parte or per l'al- che fra le altre ragioni di elegge-
tra, ^\ accostumò alle denominazioni re in re di Germania e d' Italia
di gucKì e di ghibellini. Il Muraioli Federico I, vi Iu ancor quella di
nelle sue /bulichila EsUtiòi par. I, mettere fine a ((uei funesti odii cou
cap, 3i,fa risalire l'origine di que- nominare un sovrano che parteci-
ste due tremende fazioni alle lun- pava del sangue ilell'una e dell' al-

ghe gare insorte fra Corrado 11 tra casa. Tutta voi la a quell 'epoca,
d Salico imperatore nato o do- , come notammo in diversi articoli,
minante nella villa Guibelinga, ed maggiormente si riaccesero gli odii
I suoi posteri maschi, cioè gli En- e le guerre fra le due fazioni ; e
nci o Arrighi imperatoli, e Fe- jier gli Estensi-Guelfi germanici
ticiico I ed i Mioi figli e iii[)oli parlicolarmentc, i ijuali in Italia

per via di femmine del ce[>po di avevano avuto grandi ..ignoiie, loi-
Coiiado li di>cciuU'Mli [ter una mossi un co[>ioso p.irlito il italiani,
pu te ,. dall' altra p:»rlt li luniiglia iu cui entrò chiuiKpie credeva <U
»88 GUI CUI
aver motivo di lagnaisi di Fede- suoi discendenti. Allora fu che quel-
rico I e de'suoi fif;li. Sebbene pe- la porzione di popoli, la quale in
lò fossero nel secolo XII già in Lombardia , Toscana, ducato di
vigore tali fazioni, sembra nondi- Spolcti , ed altri paesi, sosteneva
meno che solo nel seguente secolo il partito di Federico II e de'suoi
uscissero fuori , o fossero meglio figli, fu chiamata la parte dell'im-
conosciuti i nomi di guelll e di perio e ghibellina, all' incontro la
gliibeliini. Porla opinione il citato parte della chiesa e guelfa, fu
Muratori che si cominciassero ad quella che seguiva il contrario par-
udire ((uesti nomi, e si andassero tito.

ripclenilo per tutta l'Italia, dacché Nate cosi e dilatate per tutta
Oltonc IV della casa GueUb-Esteu- rilalia queste due fazioni, special-
se di Brunswick nel 1209 ricevet- mente al tempo di Federico II, si
te in Roma dal Papa Innocenzo videro molte città divise di senti-
III corona imperiale, quindi po-
la menti e di afletti, ed ora unite
co dopo s' inimicò il medesimo coi Papi, ed ora cogl' imperatori.
l^ontelice colle sue violenze, per Entrò pure la discordia nelle fa-
cui venne scomunicato , e deposto miglie, principalmente nelle nobili,
ilaU'impero. Oppose allora Inno- e d'una stessa città, laonde poche
cenzo III al guelfo Ottone IV, il andavano esenti dall'entusiasmo di
ghibellino Federico II re di Sici- seguire l'una delle due fazioni. An-
lia e nipote di Federico I, che zi le medesime famiglie giunsero
portatosi inGermania fu eletto re talvolta ad avere ambedue par- i

de'romani, e dopo la morte di Ot- titi nel proprio seno, seguendo il

tone IV, nel 1220 dal Papa Ono- padre una la/ione, ed i figli un'al-
rio 111 fu coronato in Roma col- tra : COSI dicasi eli un fratello il

le insegne imperiali. La discordia quale era ghibellino, e l'altro guel-


di questi principi tirò anche quel- fo. Restarono quindi col progres-
la degl' italiani, aderendo alcuni so di tempo sì affascinali gli ani-
ad Ottone IV, altri a Federico II, mi de' popoli, delle città, e delle
Al primo inclinavano pisani, mi- i famiglie in Italia, che senza nep-
lanesi, parmigiani, bolognesi ed al- pure considerare onde fossero nate
tri popoli. Al Pontefice all'incon- quelle terribili e distruggitrici fa-

lio i genovesi, i pavesi, i cremo- zioni, ed ignorando perfino se fa-


nesi, il marchese di IMonferrato, vorissero o contrariassero gl'impe-
ed altri paesi e principi si uniro- ratori, od i Pontefici, entravano,
no [)er la Federico
esaltazione di e con pertinace odio si fissavano
11. Questo dunque, secondo alcuni, in esse, gli uni contro gli altri
ragionevolmente pare che sia il sempre macchinando per deprime-
più sicuro principio della denomi- re i loro avversari, dominando gli

nazione di guelfi e ghibellini in uni sugli altri popoli, e spoglian-


Italia. Maggiormente poi si dila- dosi e massacrandosi vicendevol-
tarono talifazioni, quando Onorio mente le famiglie; avendo la sto-
HI, e i suoi successori, trovando ria rcuistrato a carattere di san-
Federico II spergiuro, ed ingrato gue i tanti fatti crudeli e tragici.
ai loro benefizi, si dichiararono a- Si estese, come dicemmo, ed infierì
pcrlauiciilc contrari a lui ed ai per quasi tutta l'Italia questa con-
CHI GII! 189
taggiosa discordia nei secoli XIIF, sulle sue egregie qualità, lo cre-
eXlV, nò andonne esente ilXVjcd dette opportuno di nominarlo nun-
anche parte del seguente. Ma dopo zio apostolico di Ijrusselles. Dopo
quel tempo cominciò a venir meno aver disinìpcguato parecchi anni
l'una fazione e l'allra, o sia perchè quella nunziatura, il Papa Pio VI
stabiliti molli e potenti principali lo licitiamo in Roma, e lo [)romos-
in Italia, forzarono i popoli a sot- se alla cospicua carica di segreta-
porsi al volere d' un solo, o per- rio della sacra congregazione di

chè gli uomini avvedutisi della consulla. Indi n premiarne i me-


stoltezza di sì eccessive e riprove- riti stesso Pio VI, nella sua ot-
lo
voli cominciarono final-
passioni, tava promozione di cardinali, nel
mente n tornare in sé medesimi. concistoro del primo giugno 177B
Delle diverse origini de* guelfi e lo creò cardinale dell'ordine dei
ghibellini , secondo il parere di pretij e poscia gli assegnò per ti-

diversi storici, delle loro contese, tolo la chiesa di Maria sopra


s.

guerre, e funeste conseguenze, so INIincrva. Lo annoverò in seguilo


ne tratta in parecchi articoli del il Pontefice alle cardinalizie con-
Dizionario, come negli articoli del- gregazioni di propaganda fide, dei
le famiglie, o delle citlà d'Italia vescovi e regolari, della concisto-
che vi ebbero precipuamente par- riale, e delle indulgenze e .sacre

te. Laonde si possono consultare reliquie. Per l'animo suo benigno,


detti articoli, e quelli di Germania, molli pii luoghi, comuni, e moni-
Baviera, BiANcin, Neri, e Guelfi. steri lo cercarono in protcllore, il

GIIIEGIII. Sede vescovile del- perchè Pio VI gli conferì le pro-


l'Armenia maggiore, sotto il cat- teltorie della nazione maronita ,

tolico di Sis : Filippo suo vesco- della città e contado di Todi,


vo intervenne al com;ilio di Sis. dell' arciconfralernila del sufTragio
GIIiLINl Tommaso Maria, Car- in Cagnaia, della comunità di
dinale. Tommaso Maria Ghilini Corchiano, delle monache cassine-
nobile piemontese, nacque a' 5 a- si di Gualdo, e de' monistcri di s.
gosto 1718 in Alessandria della Giovanni di Spoleto, di s. Rosa
Paglia. Fatti regolarmente i suoi di Viterbo e di s. Michele Ar-
,

studi, e secondando l'indole che cangelo di Collezzone nell'Umbria


lo portava allo stato ecclesiastico, diocesi di Todi , e della confialcr-
questo volentieri abbracciò. Indi nita del sufliagio di Monte Castel-
bramoso di servire la santa Sede, lo di Todi. Inoltre Pio VI lo

si portò in Roma, fu ammesso in nominò visitatore apostolico del

prelatura, e dopo avere in essa monistcro della ss. Concezione in

percorsa onorevole carriera, il Pon- Campo Marzo di Roma, e deil'ar-


tefice Clemente XIII lo reputò de- ciconfraUiiiila de' ss. Quirico e
gno di esaltarlo alla dignil.^ ve- Giulilla della medesima città. Por-
scovile, ed a tale effetto nel con- tatosi in Torino, fu colpito da una
cistoro de'iS luglio 17G3 lo pre- infermila, che ivi il condusse al
conizzò arcivescovo di Rodi, in sepolcro a'3 aprile 1787, nell'eia

partibus in/ìdcliitm, quindi ricevet- di circa setlanl' anni, e nove di


te in Roma l' ipiscopalc con^agra- cardinalato , venendo compianto
zioue. CoDlaudo Clemcutc XIII per le sue qualità.
lyo OHI GIII
GIIIIXUCCI GiEOLAM.., CinVna- fico possesso della sede di Malt{).
le. (liroI.irTio Gliinucci nobile sn- Già sino dall'anno i535, ed a' ii
ncse 5
uomo di rnaliuo consiglio maggio. Paolo III lo avea creato
e (li raro accoigimcnlo fornilo, ca- cardinale prete, col titolo di s..

nonico di sua patria, Irnsl'ciilosi a iJalbina; indi nel 1 538 lo fece


T'orna, non incontrò difficoltà di amministratole della chiesa di Tro-
essere ammesso in prelatura e tra pea, e nel i54i di Cavaillon. Fu
i eliicrìci di camera, poscia fu imo degli otto cardinali deputali
fallo iidilorc della stessa camera, sopra gli afUiri del concilio di
e prefcUo della segnatura de'iìrevi. Trento, e fu uno di quelli spediti
Trovossi presente dalla terza ses- a Carlo V, ed a Francesco I, qua-
sione fino alla conclusione del li legati a latcrc per istabilire tra
concilio generale di Lalerano V; loro la pace. In ogni affare egli die-
ed essendo segretario di Giiilio II, de saggio di rara e consumata
questi nei i5i?. Io esaltò al vesco- saviezza, finché mori in Pioma ai
vato di Ascoli. Onoialo da Leone 3 luglio del i54r, e fu sepolto
X della nunziatura d'Inghilterra, nella chiesa di s. Clemente, titolo
si re-;etalmente accetto e gradito a cui era passato, presso la porta
ad Enrico Vili, clic ascrivendolo della sagrestia, con magnifica iscri-
lia i suoi domestici, lo fece suo zione, e suo stemma scolpito in
consigliere, e nel \5i'ì lo nominò marmo.
allachiesa di Worcester; lo tenne GHIRLANDA, Scrvin, Scrtum.
per un triennio oratore alla corte Cerchietto fatto di fiori, o d'erbe,
di Spagna, indi lo inviò a Cle- o fiondi, o altrOj che si pone ia
mente VII, a cui lo raccomandò capo a guisa di corona-. 11 Mura-
anche pel cardinalato con lettere tori nelle Dis seri azioni sopra le
del i528 e i53o. Il Papa lo fe- anlicliilà italinnr, toni. II, dissert.
ce vescovo di Malta, dignità che XXXIH, dell'etimologia delle voci
gli fu contrastata da Tommaso italiane, al vocabolo in discorso,
Dosio, uno dei tre soggetti che il ecco come si esprime
Ghirlanda , :

gran maestro dell'ordine gerosoli- corona, seriicni. Il Castelvetro da


mitano aveva presentato all'impe- Gyrus, e Gyrare fece venir que-
ratore Carlo V, come re di Sici- sta voce. Meritò tale etimolooiao
lia ; e siccome questi fece passare di essere chiamata certisnnia dal
il tempo prescritto dalle leggi ca- Mcnagio. Ma ninno di essi toccò
noniche, Clemen-
la chiesa fu da il punto. Dice dunque che dalle
te VII conferita al Ghinucci, il lingue settentrionali gl'italiani ab-
quale dopo diuturna lite, ad insi- biano appioso questo vocabolo :

nuazione di Paolo III e per mez- l'appresero anche gl'inglesi, che di-
zo d'una ossequiosa lettera, rimise cono Garlaiid; ed francesi che i

l'aflàre all'arbitrio di Carlo V. Al- una volta dicevano Garlande^ ora


lora questo principe con benepla- dicono Guirlande. La sillaba land
cito apostolico assegnò al cardina- fa conoscere abbastanza che non
le una pensione di novetnila lire viene da Gyrus. I Dollandisti nelle
sulla mensa vescovile di Malta, e note alla vita di s, Francesca ro-
in tal modo il Bosio nel 1 536 ot- mana scrissero, che questa da es-
tenne le bolle pontifìcie pel paci- si appellata longobardica voce^ si
Gin Gin 19,
(uiniù diil It'ilcsco fi ini} ^ rotaie, impedita la destra, pollando tìac-
o J'Vily mola, e Randi', contorno. cole accese, perciò portavano una
Per le ciiidizioni lisgiiardaiili lo ghirlanda di fiori sul capo. Altii
c;li illande si possono vfdcic gli ar- allrihuiscono 1' uso di simili ghir-
ticoli, Cohcna, Fioni, o Frondk, non lande, onde ripararsi i sacerdoti
che altri relativi. Il Maiangoni, dalla potenza dei raggi del sole
Delle cose gciitilculie e profane nel tiagillo :
1' uso delle ghirlande
trasportate ad uso ed ornamento fu poi levato, ed invece vennero
delle chiese, a p. 122, dopo di le croci adornate con fiori. Per la
avere dottamente parlato delle va- guarigione di Pompeo Magno i

rie .specie delle corone e ghirlan- romani lo riceverono aventi il ca-


de degli antichi, fra le quali le po inghirlandato, e giltandogli fio-
convivali, che prima erano di lana, ri addosso; contrassegno d'amore
poscia furono di fiori, tranne quel- e venerazione imitato poi dai cri-
lo dell'appio dedicato ai morti, di- stiani coi santi martiri. Narra s.

ce che i nostri im pei a tori ciistia- Agostino che le reliquie di s. Ste-


ni pure hanno usato tre sorti di fano fiuono liceviile in Africa
corone, cioè il diadema, la corona col gettito de'fìori, alcuniqua- de'
d'alloro, e l'altra d'oro radiata ; e liavendo toccate le sante reliquie,
<pianto al diadema, la corona d'oro per virtìi di Dio fecero ricuperare
negl'imperatori romani, sebhcne al- la visla ad una cieca.

cuni dissero essere stato il primo a GIIISLIEUI . Famiglia antica


portarla Giulio Cesare, veramente .senatoria, e nobile di Bologna,
il piinio fu Aureliano. E quanto alla che il Giacobini nella vita di s.

corona d'alloro, eh' era segno di Pio V è di sentimento che abbia


trionfante, alcuni vogliono che Giu- origine da certo Ghisliero costan-
lio continuamente la portasse per tinopolitano, il quale seguì s. Pe-
ricuoprire le sue calvizie, e che tronio fino a Bologna, e che da
divenisse poscia ornamento nohilis- esso discendano molle famiglie pro-
simo; ma il Marangoni adduce pagale in Roma, Jesi, Perugia,
esempi anteriori su tale usanza. Co- Osimo , Siena , Torino , Vicenza ,
stantino lasciò di adoperar tal co- Pavia, e Bosco. Anzi che dallo stes-
rona, ma la Chiesa l'adottò pe'suoi so ceppo derivino i Bracciolini di
martiri, in contrassegno di vittoria Pistoia, e i Forlebracci signori di
e per simbolo di trionfo, come di Perugia. Dall'altra parte Pompeo
comune allegrezza. A p. i3?. parla Scipione Doin , Cronologia delie
poi delle ghirlande di fiori u^ate in famiglie nobili di Bologna, scrive
capo dai sacertloti nella piocessio- eh' essendo «[iicsta famiglia per le
nc della festa della traslazione di guerre civili cacciata iiell' anno
s. Gennaro in ISapoIi, onde chia- i445i tla Bologna, ove da lungo
ma vasi la processione de' preti in- tempo godeva la nobiltà, Tomma-
ghirlandati^ facendosene derivare so Ghislieri con un figlio si tra-
l'origine da quanto praticavano gli sferì a Vicenza, Francesco Ghi-
antichi cristiani nel ricevere i cor- slieri a Ferrara, Lippo Ghislieri
pi e le reliquie de'marliri, incon- co'suoi figli, tia' <juali v' era An-
trandoli con rami di fìoii in ma- tonio, che fu l'avolo di s. Pio V,
no, e perchè tali sacerdoti avevano a Bosco, e Paolo, altro figlio di
,

ì()2 GIlI GIII


Lippo, n Roma, ove propngò la sua ner.ile dcil' inquisizione, da Paulo
stirpe, c<] ollcnne la nobillà ro- IV vescovo di Sutri e IVcpi, e nel
maiin , ma per non essere allora I ;>57 cardinale, onde fu detto il

conosciuto tlai suoi nemici , clic cardinal alessandrino, e da Pio


ancora lo perseguitavano, cambiò IV vescovo di IMondovi. Per la
il cognoiiìc (li Ghislicri in Con- morie di Pio IV il di lui nipote
siglieri. Altri raccontano clic da cardinale s. Carlo Borromeo, coo-
nn Ferrante Ghislicri rifugiato in però alla di lui esaltazione al pon-
Francia, a cagione delle fazioni, tificato ch'ebbe gennaioeffetto a'7
circa l'anno1^2^, nacque quella i5GG, e prese il nome di Pio V.
Giovanna d'Arco, che fu la thrno- Nei primordi del suo governo i

sa Pulcclla d' Orleans, delle cui ge- parenti di Paolo IV, e quelli di Pio
sta ed avventure parlammo al voi. IV, sperimentarono la grandezza
XXVI, p. 3i I e seg. del Dizionario. del suo benefico ed indulgente n-
Una cronaca mss. ed inedita contiene nimoj non così tenne contegno coi
le vite di duecento ventisette uo- propri congiunti. Con poco dena-
mini illustri della fimiglia Ghislic- 10 riscattò ila Ile mani de' corsari
ri, fimosi in santità, in dottrina, il nipote Paolo (ihislieri, il quale
ed in armi, cavate dai più accre- mentie navigava era stato preso
ditali storici, con ritratti e monu- dai turchi; e facendolo entrare in
menti disegnati. Lodovico Giaco- Roma in arnese da schiavo, gli

bini ci diede la Fila di s. Pio ^


V diede un uffizio che rendeva cento
con altre di cinque soggetti della scudi annui. Gli fece inoltre som-
famiglia GJiisilieri, con un hnvc ministrare un cavallo per condur-
discorso di detta nobile prosapia, si alla propria casa, acciò dichia-
con un elogio genealogico sopra rasse a tutta la parentela il disin-
centododici uomini illustri deGhi- teresse col quale egli la riguarda-
silieri del dottor Panfdio Cesi da va. Dipoi lo fece governatore di
Cascia, Todi 1661. Paolo Consi- Borgo, e capitano della sua guar-
glieri cavaliere romano, con Giam- dia, colla pensione di cinquecento
pietro Caraffa, poi Paolo IV, e s. scudi d' oro sopra il priorato di
Gaetano di Tiene istituì la con- Roma, che come diremo conferì
gregazionedei teatini, e volendo ad altro nipote, oltre cinquanta-
Paolo IV crearlo cardinale. Pao- selte luoghi di monti. Ma
avendo
lo raccomandò invece il fratello Paolo una volta mancato, per i-
Giambattista, il quale fu perciò spirito di gioventù, all'osservanza
nel i55j Cilto cardinale diacono delle leggi prescritte alla famiglia
di Lucia in Selci. F. Co>'si-
s. pontifìcia, e volendo coprire il suo
GLiEKi Giambattista, cardinale. fallo con una bugìa, ciò che tan-
Dal ramo dei Ghislicri dimoian- to abboniva il Pontefice, lo privò
le in Bosco nella diocesi di Tor- dell' offizio che aveva, della villa

tona presso Alessandria della Pa- eh' egli medesimo avcagli dato, e
glia, e da Paolo Ghislicri, e Do- chiamatolo a sé nel tempo che a-
minina o Domenica Augeria, nac- vea davanti una candela accesa
que a' 17 gennaio i5o4 Michele, lo riprese severamente, e gl'intimo
che vestito l'abito domenicano, fu di uscir da Roma prima che fos-

da Giulio HI fatto coniniissario ge- se spenta quella candela, e poi an=


, , ,

GHl
rlie dallo slato pontificio, come chele, che s. Pio spedì a Cosi- V
si legge nell' Addiz.
Oldoino alle mo con la bolla con cui lo di-
I

al Ciacconio tora. IH, col. ioi5. chiarava granduca di Toscana; é


Quindi ordinò s. Pio V che i cinque poi nella pompa trionfale che de-
lìgli di Paganino Ghislieri, cugino cretò a Marc' Antonio Colonna, tra
di Paolo , fossero educati dai ge- i personaggi di cui quel prode era
suiti nel collegio germanico, asse- preceduto nella solenne cavalcata
gnando a ciascuno di essi duecen- vi fu Michele Bonelli. Cogli stessi

to scudi d' oro, con bolle distinte, principi! di moderazione verso i


nelle quali chiamolli consanguinei propri congiunti , e non potendo
e continui commensali del Papa. soffrire che altri ingrandissero i

Donò inoltre al fratello maggiore parenti coi beni ecclesiastici, s. Pio


di questi il suo casino, o villa, V tolse qua]un({ue facoltà di ras-
chiamato Pio, fuori della porta s. segnare i benefizi ai parenti , non
]*ancrazio, col determinare insieme potendo egli soffrire, che il patri-
che nella proprietà di questo ca- monio della Chiesa fosse dato per
sino succedessero sempre piìi pros- i eredità ai congiunti , e talvolta ai
simi parenti. Qualche beneficenza secolari ; dichiarò nulli i testamen-
s. Pio V usò coi Bonelli di Bosco, ti fatti dagli ecclesiastici a favore
ne' quali era entrata una sua so- de' loro bastardi, quantunque legit-

rella ; ma
furono questi assai più timati con , altre analoghe provvi-
esaltati da Filippo II re di Spa- denze. Pio V morì santamente nel
gna, grato alla persona del Pon- primo maggio iSj^, fu sepolto
tefice, dappoiché a'3 dicembre i566 nel Vaticano per luogo di deposi-
li fece marchesi di Cassano iu to avendo ordinato di essere tu-
,

Lombardia, ed ai 21 dello stesso mulato nella chiesa del convento dei


mese nel Syo conti di Bosco, e
1 domenicani in Bosco, da lui fabbri-
duchi di Montanara e Salci nella cato; ma Sisto V fece trasportare il

diocesi di Città della Pieve. cadavere nella sontuosa cappella del


S. Pio V nella sua prima promo- s. Presepe detta Sistina. Clemen-
zione creò cardiiìale il solo suo ni- te X lo beatificò nel 1672, e Cle-
pote Michele Bonelli, nato in Bo- mente XI lo canonizzò nel 17 12.
sco, già convittore del collegio ger- P^. s. Pio V. Nello stesso secolo
manico, indi religioso domenicano, e nel mese di luglio 1756, il Pon-
e ciò ad istanza del sacro collegio tefice Benedetto XIV dichiarò prin-
e di Filippo li re di Spagna, con- cipi di primo rango i duchi Bonel-
ferendogli lo stesso suo titolo an- li, per essere principalmente questa
tico , cioè la chiesa di s. Maria famiglia congiunta di sangue con
sopra Minerva , diverse legazioni quella di Pio V. s.

il gran priorato dell'ordine gero- GHISLIERI Michele, Cardinale.


solimitano in Roma
au- , somma V. s. Pio Papa. V
torità nel suo pontificato laonde , GHOCHUOiMO. Sede vescovile
fu amplissimo ed illustre cardi- dell'Armenia maggiore, sotto il cat-
nale, ed ancor lui fu chiamato il tolico di Sis: il suo vescovo Ste-
cardinale Alessandrino. V. Bo?rEL- fano sottoscrisse al concilio di Ada.
Li Michele, cardinale. Questi ebbe GHURBITARRI. Sede vescovile
un fratello, pure col nome di Mi- dell'Armenia maggiore, sotto la giu-
VOL. >xx. i3
i9Ì GIÀ GIÀ
l'isdizionc del caltolico di Sis : Si- convalescenti, pei poveri vergogno-
meone suo vescovo intervenne al si e pei prigionieri ; l'altra di al-
concilio di Sis. logare in uno spedale, eretto a tal
GIACINTA (s.). Figlia di Marc' An- fine, le persone
attempate ed in-
tonio Mariscotti, allora conte di ferme. Queste due compagnie, ch'el-
Vignanello, e di Ottavia Orsini, nac- la diresse, e che chiamò oblati di
que nel i585, e fu battezzata col Maria, sussistono ancora a Viter-
nome di Clarice. Tuttoché alle- bo, e continuano produrre il
a
vata nel timore di Dio, ed inclinata bene che si ex'a proposto la loro
alla virtìi, passò la sua giovinezza santa institutrice. Dopo avere in
nell'amore alle vanità del mondo. tal modo espiato gli errori della
Essendo stata sua sorella minore sua vanitosa gioventù, ed edificato
ricercata in matrimonio a preferenza le sue consorelle colla sua religio-
di lei ne provò ella tale dispia-
, sa pietà, morì santamente a' 3o
cere, e si pose in tanta melanco- gennaio 1640, in età di cinquan-
nia, che divenne noiosa alla pro- tacinque anni. Fu beatificata da
pria famiglia. Perciò suo padre le Benedetto XIII nel 1726, e cano-
propose di rendersi religiosa nel nizzata da Pio VII a' 1^ maggio
monistero detto di s. Bernardino 1807. Da ultimo ed allorché il
in Viterbo, delle francescane eia- regnante Pontefice nel 1841 fu a
risse , dov' era stata educata, ed Viterbo, si portò a venerare la
ella vi si adattò, sebbene non ne spoglia della santa.
avesse inclinazione. Poich'ebbe fat- GIACINTO chiamato V A-
(s.),

to professione, finito l'anno di no- postolo citi Discenden-


setiefilrioiie.

"viziato, volle che suo padre gli pro- te dall'antica casa dei conti di Ol-
curasse una camera particolare, e drovans, nacque nel castello di Sa-
poi un appartamento con magni- xe diocesi di Breslavia , l'anno
,

ficenza fornito. Suor Giacinta visse II 85; studiò a Cracovia, a Pra-


così dieci anni, religiosa di nome, ga, a Bologna, e quivi fu addot-
senza averne Io spirito però non ; torato in diritto ed in teologia.
era senza qualche virtìi obbedien- : Poscia recossi presso il vescovo di
te alle sue superiore, com'era stata Cracovia nominato Vincenzo il ,

a' suoi genitori , scorgevasi in lei quale gli diede una prebenda nella
la modestia, il pudore, il rispetto sua cattedrale, e divise con lui
per le cose sante. Una grave in- l'amministrazione della sua dioce-
fermila fu per lei il colpo saluta- si. Giacinto edificò il capitolo e
re della grazia ; e consegnato nelle tutto il paese col suo zelo, colla
mani della sua badessa tutto ciò sua pietà, col suo spirito di rac-
che possedeva, diedesi alla più ri- coglimento e di penitenza, e colle
gorosa penitenza , che accoppiò a sue largizioni , finche il vescovo
veglie e meditazioni continue. In Vincenzo avendo abdicato per ap-
una malattia contagiosa , che de- parecchiarsi alla morte nella riti-
solò la città di Viterbo, ella ma- ratezza, Ivone di Ronski suo suc-
nifestò la sua carità verso il pros- cessore, zio di Giacinto , lo con-
simo, procurando l'istituzione di due dusse a Roma nel 1218. Quivi
compagnie, di cui l'una avea per ricevette l'abito religioso dalle ma-
iscopo di cercar delle limosine pei ni di s. Domenico, unitamente al
, j

GIÀ GIÀ 19
b. Cesino , e a due gentiluomini conventi. Poi si condusse sulle ri-

alemanni, Ermanno ed Enrico; e ve del mar Nero e nelle isole del-


tutti si iTioslraiono cos'i vivamente l'Arcipelago, e di là passò nella
compenctiati delle massime e del- gran Russia, dove impiegò le armi
lo zelo del santo istitutore che , del suo zelo contro gl'idolatri, i
ottennero la dispensa per fare i maomettani ed i greci scismatici.
loro dopo sei mesi soltanto
voti Nel i23i fece ritorno a Cracovia,
di noviziato. Quindi partironsi di e dopo essersi qualche tempo ri-
Roma per andar a predicare in posato nel convento della Trinità,
Polonia e stabilirvi il novello isti- ripigliò la predicazione, e due an-
tuto; e Giacinto in età allora di ni appresso visitò conventi da sé
i

trenlatre anni , fu costituito capo fondati. Predicò nella Cumania a-


della missione. Passati per le ter- bitata dai barbari jazici , e con-
re de' veneziani, entrarono nell'al- vertì moltitudine di quegli infede-
ta Carintia, ove rimasero sei mesi, li. Annunziando il nome di Gesù.
e Giacinto stabilì una casa del suo Cristo scorse la Tartaria, e giunse
ordine, di cui fece superiore Er- sino al Tibet e nel Kat eh' è la
manno; poscia attraversarono la provincia più settentrionale della
Stiria, l'Austria, la Moravia, la China, Ritornando in Polonia rien-
Slesia , annunziando per tutto la trò nella bassa Russia, vi conver-
divina parola con ottimo successo. tì molti scismatici, tra gli altri il

Giunti in Polonia vi riformarono principe Calomano e Salome sua


in breve gli scandalosi costumi moglie. La Volinia, la Podolia, la
specialmente in Cracovia ove s. , Lituania raccolsero i frutti della
Giacinto estirpò que' vizi nefandi sua predicazione, e Vilna ebbe un
che pubblicamente vi regnavano, convento, che divenne il capoluo-
e fece fiorire la pietà e la religio- go d'una considerabile provincia
ne. Fondò quivi un convento in- di domenicani. In mezzo a tanti
titolandolo alla ss. Trinità, un al- viaggi, travagli e fatiche , digiuna-
tro ne fondò a Sendomiro, ed un va quasi continuamente, e tutti i
terzo a Plocsko lungo la Vistola venerdì e le vigilie delle feste sla-
nella Moravia. Ma la Polonia non vasi a pane ed acqua ; dormiva
era abbastanza vasta per lo zelo di sulla nuda terra, non curando i
Giacinto, che imprese di portare rigori del clima e l'intemperie del-
la luce dell'evangelio ai popoli bar- le Dopo aver percorse
stagioni.
bari del settentrione. Percorse la quattromila leghe arrivò a Craco-
l'omerania , la Prussia, la Dani- via nel laTy, in età di settanta-
marca, la Norvegia ed
Svezia , la due anni, e morì a' i5 d'agosto
i paesi circonvicini, erigendo ovun- dell'anno stesso. La sua santità fu
que monisteri, e lasciandovi degni attestata da gran numero di mi-
opci-ai che continuassero l' opera racoli, per cui è chiamato il tau-
ila lui cominciata. Recossi in se- maturgo del suo secolo. Le sue re-
guito nella bassa Russia, e facen- liquie si custodiscono a Cracovia ia
tlovi lungo soggiorno indusse il una magnifica cappella a lui de-
princi|)e Daniele con gran parte dicata ; fu canonizzato da Clemen-
tiel suo popolo ad abiurare lo te Vili nel 1594, e celebrasi la

scisma dei greci, e vi fondò due sua festa a' 16 d'agosto.


10)6 GIÀ GIÀ
GIACINTO (s. ), martire. V. neslà stessa de' suoi primi seguaci,
Proto (s.). riservando agli eletti degli eletti il

GIACINTO, Cardinale. Giacin- secreto del suo odio profondo con-


to cardinale-, suddiacono e priore tro la religione di Cristo e contro
della chiesa romana, sottoscrisse i monarchi. Dai sofisti dell' empie-

una bolla di Calisto II, spedita dal tu e della ribellione nacquero i so-
Laterano nel ii23, a favore del fisti dell'empietà e dell'anarchia;
monistero di s. Remigio di Pro- e costoro cospirarono, non più so-
venza. lamente contro il cristianesimo, ma
GIACOBAZZI , Cardinale. V. contro qualunque religione , senza
Jacobazzi. escludere la naturale ; non contro
GIACOBINI. Settari del secolo i re soltanto, ma contro ogni go-
XVIII, autori di una cospirazione verno , contro tutte le società ci-

anticristiana. I giacobini vennero vili , e sino contro ogni specie di


definiti per gente che in fatto di proprietà. Questa setta , sotto il

religionenon credeva nulla , o nome d' Illuminati, si unì ai sofisti


almeno non reputava necessario di ed ai Muratori congiurati contro
creder nulla; che riguardo allo
e Cristo e coatro i re. La coalizione
slato temporale dell'uomo, voleva de' seguaci dell'empietà, de'seguaci
distruggere ogni stabilita sovranità della ribellione, e de'seguaci dei-
di qualunque siasi specie, fuori che 1' anarchia formò i club o le adu-
la popolare ed anarchica, che ren- nanze dei giacobini , e sotto que-
de tutti gli uomini libeii ed egua- sto nome, che divenne comune al-
li, in quel senso assurdo, e illimi- la triplice setta, riuniti gli ascritti
tato, stravagante, impossibile che continuarono a tramare la loro
tutti conoscono. triplice cospirazione cnntro l'altare.
Molti anni avanti la rivoluzione il trono e la società. Tali furono
francese alcuni uomini che si fece- l' origine, i progressi di questa set-
ro chiamare filosofi , cospirarono ta di venula sì disgraziatamente fa-
contro Dio, contro tutto il cristia- mosa col nome di giacobini,
nesimo senza eccezione , senza di- dunque l' infausto nome
Sotto
stinzione del protestante o del cat- di giacobini, una tremenda setta
tohco, dell' angelicano o del presbi- comparve ne' primi giorni della ri-
teriano. Questa cospirazione avea voluzione francese, sotto il regno
per oggetto essenziale di distrug- dell' infelice Luigi XVI , la quale
gere tutti gli altari di Gesù Cri- fatalmente insegnava , che gli uo-
sto, e fu quella dei sofisti dell' in- mini sono tutti eguali e liberi ; e
credulità e dell'empietà. A questa a nome di questa eguaglianza e
scuola di sofismi empi non tarda- di questa libertà disorganizzatrice,
rono a formarsi i sofisti della ri- rovesciava gli altari e i troni, e
bellione, e costoro alla cospirazio- invitava a questo medesimo tito-
ne dell'empietà contro gli altari di io tutti i popoli ai disastri della
Gesù Cristo , aggiungendo quella ribellione e agli orrori dell' anar-
contro tutti i troni dei re, si riu- chia. Dai primi istanti della sua
nirono all'antica setta delle infami comparsa, si trovò questa setta for-
logge dei Liberi Muratori , che in te di trecento mila seguaci, e sos-
progresso di tempo si burlò deli' o- tenuta da due niiiioni di braccia
,
, ,

GIÀ GIÀ 197


che faceva muovere in tutta l' e- bini francesi, e dei loro pazzi tenta-
slensione della Francia, armati di tivi di formare di tutto il regno di
fiaccole j di picche , di mannaie e Francia, e di tutto il mondo una
di tutti i fulmini della rivoluzione. repubblica di atei. Nel supplemen-
Sotto gli auspicii , e per li movi- to a tal Giornale, dell'anno 1 794,
menti , r impulsione , l' influenza si tratta, chi sono i giacobini ;che
e l'attività dì questa setta, fu- i ministri filosofi erano giacobini ;

rono commesse tutte quelle gran- del giacobinismo dei giansenisti; di


di atrocità che hanno inonda- due sorte di giacobini ; e che i

to un vasto impero del sangue giacobini sono Francs-Macons. I gia-


de' suoi vescovi, de' suoi sacerdo- cobini furono condannati dai Pon-
ti , de' suoi nohili , de' suoi ricchi tefici come tutti i settari delle so-
signori, de' suoi cittadini d'ogni or- cietà scerete ossia sette , che con-
dine , di ogni età , di ogni sesso giurarono contro l'altare ed il tro-
come dicemmo all' articolo Fran- no. V. GiVNSEXISMO.
cia ( P'edi ). Per opera di questi GIACOBITI. Eretici che com-
uomini medesimi l' innocente re parvero nel sesto secolo, i quali
Luigi XVI, la regina sua sposa non ammettono che una sola na-
la principessa Elisabetta sua sorel- tura in Gesìi Cristo , e perciò di-
la, abbeverati di oltraggi e d' i- consi Monofisiti. Essi derivarono
gnominia in una lunga prigionia, dagli Eutichiani (Vedi), e furono
solennemente furono assassinati so- chiamati giacobiti a cagione di un
pra un palco, e vennero quasi tut- certo Giacomo, monaco siriaco, so-
ti sovrani di gran parte del mon-
i prannomato Zangalo o Zanzalo e
do fieramente minacciati della me- Baradeo, discepolo di Severo patriar-
desima sorte. Col mezzo loro la ca intruso di Antiochia uno dei ,

rivoluzione francese divenne il fla- più ardenti promotori del monofisis-


gello dell' Europa ,
per le armate mo in oriente, il quale poi fuggì e si
rivoluzionarie più numerose e de- nascose in Egitto. I vescovi della
vastatrici che non fu l'inondazione sua setta, eh' erano detenuti in pri-
dei vandali. Principali capi de'con- gione per ordine degli imperatori,
giurali o settari in Francia furo- elessero Giacomo per arcivescovo
no Voltaire, d'Alembert e Dide- conferendogli tutta la loro autori-
rot. Ma di questo grave argomen- tà. propagare la
Costui portossi a
to ampiamente scrisse 1' abbate dottrina del suo maestro nella Si-
Barruel nelle Memorie per ser- ria nella IMesopotamia
, e nella ,

vire alla storia del giacobinismo Persia, ordinando molti vescovi , e


in quattro tomi. Questa opera un gran numero di sacerdoti e di
tradotta dal francese in italiano diaconi della sua comunione , ai

fu pubblicata in Napoli nell' anno quali restò il nome di giacobiti ;

1822, e di essa \i sono parecchie e questi non indicarono più gli or-
edizioni in diverse lingue, ed in todossi che col titolo di Melchiti,
Amburgo nel i8o3 fu stampata cioè realisti ,
perchè approvavano
neir idioma francese. Il Giornale coir imperatore il concilio di Cal-
ecclesiastico di Roma , che ivi si cedonia , in cui era stato condan-
stampava, nella prefazione del t. X nato Eutiche. I copti essendo u-
ad anno 1 795, si discorre dei giaco- niti di sentimenti con questi set-
198 GIÀ GIA
lari, ebbero con essi una medesi- liochia. Ma perchè la giurisdizione
ma comunione; così vennero tulli del patriarca dei giacobiti si esten-
indifFercntemente chiamali giaco- deva nei paesi più orientali, noni

bili. I giacobiti professavano già potendo Giacomo bastare a tutti,


l'errore di Euliche, che in Cristo ne aflldò una parte ad un primate
avesse patita Ja divinila. A questo che eragli inferiore e che chiamò
poi aggiungevano diversi altri -er- Mcifrìano {Fedi), il quale eserci-
rori, e speciahnentegU armeni ne- tava nel suo distretto quanto fa-
gavano che il Verbo avesse presa cevano i Cattolici {Vedi) dei cal-
la carne dalla Vergine; ma che dei sotto il patriarca d' Antiochia.
lo stesso Verbo si era mutato in La sede del patriarca de' giacobiti
carne, e che solo era passato per non potendo essere Antiochia, per-
la Vergine. I giacobiti circoncide- chè imperatori non permetteva-
gì'

vano secondo il costume giudaico no che dimorassero nei loro do-


i figliuoli, ed invece di batlezzàrii, minii, fu Amida
nella Mesopolamia;
con un ferro infuocato facevano lo- mentre mafriano scelse per sua
il

ro delle croci nella fronte, nelle residenza Caramit. 11 primo aveva


guancie e nelle tempia, e confes- sotto la sua dipendenza tulli i
savano i propri peccali non a' sa- paesi della Mesopotamia e delFO-
cerdoti, ma a Dio solo, gitlando sroena verso l'occidente, tutta la
dell'incenso in sul fuoco, I giacobiti Siria e tutta la Cilicia, Il secondo
non usavano nella messa mischiare in principio non ebbe che dodici
l'acqua col vino; celebravano la Pas- vescovati da lui dipendenti, in se-
qua secondo giudei; non adoravano
i guilo però stabili qualche altra
la croce, se non fosse prima bat- chiesa nell' Arabia e nel Mogol.
tezzala a guisa degli uomini ; se- Ma i saraceni che dopo invasero
gnandosi colla croce, la facevano quelle provincie, gì' impedirono di
con un solo dito, per dimostrare estendersi, e li ridussero allo sta-
l'una natura ; osservavano altri di- to in cui ora sono. Delle loro se-
giuni singolari, ma ne' sabbati e di se ne parla ai rispettivi ar-
domeniche della quaresima ciba- ticoli.

vansi di cacio e di uova. Niceforo Ignazio II mafriano col nome


riferisce gli costumi dei
errori e i di Davide, fu eletto patriarca nel
giacobiti, e Giuseppe Abadalli o 1222, e morì nel i253. Questo
Bartati, aulore piìi recente, e con- patriarca dei giacobiti orientali e-
nazionale dei giacobiti, ne descrive sercitava la sua giurisdizione sui
l'origine antica, e i costumi e i riti giacobiti della Caldea, della Me-
di essi al suo tempo, con più pro- dia , della Persia, ed armeni. Sic-
lisso racconto, riportato dal ber- come pielato venerabile per scien-
nini, Storia delle eresie^ tom. II, za, costumi, ed età, nel i237 si

P- 79- recò a visitare il santo Sepolcro


Severo, I' intruso in Antiochia, in Gerusalemme, ove tocco da lu-
essendo morto nel ^^Sg, il suo di- me celeste , condannati gli er-
scepolo Giacomo Baradeo detto ri de' giacobiti , ricevè la fede
Zanzalo nominò in di lui succes- cattolica, promettendo con giura-
sore Sergio sacerdote di Tela, che mento di ubbidire sempre alla Chie-
assunse il titolo di patriarca d'An- sa romana , e per memoria peren-
.

GIÀ GIÀ 199


ne scrisse la confessione di fede giacobiti di Egitto, ma ancora di
io lettere arabe e caldaiche : ne Costantino re di Etiopia insieme
seguirono l'esempio due arcivesco- con Pietro diacono , ai quali il

vi , uno giacobita d'Egitto, 1' altro Pontefice nella basilica vaticana


nestoriano di oriente, essendo sta- fece mostrare il Volto santo. Nel
to accompagnato ai santi luoghi concilio l'abate recitò analoga ora-
da una gran comitiva di arcivesco- zione l'ultimo di agosto i44'> ^
vi, vescovi e monaci giacchili. Il quindi il Papa diede ai giacobiti
Pontefice Gregorio IX coll'epislola la regola di fede professata dalla
172 si rallegrò col patriarca Igna- (Chiesa romana : condan-
in essa si

zio II della risoluzione presa, e lo nano l'eresie che avevano contami-


invitò a convertire al cattolicismo nato l'Egitto, l'Etiopia, e la Soria,
i popoli a lui soggetti.Però la e professate dai giacobiti. In me-
sua fede fu falsa, dappoiché si acco- moria dell'istruttivo ed esemplar
stò ai cattolici per avere aiuto decreto dato dal Papa ai giacobi-
contro i tartari, avendoglielo ne- ti, medesimo Eugenio IV ne fe-
il

gato i saraceni : cessato il timore, ce scolpire la memoria nelle porle


fece ritorno agli antichi errori. Il di bronzo della basilica vaticana,
Papa Nicolò IV scrisse al patriar- ne'seguenti versi :

ca de' giacchiti Ignazio IV, nel


1289, perchè sapendo essere dedi- Ut Graeci , Armeni, Aetiopes
to alle opere di pietà e favorevo- hìc aspice, ut ipsain
le a' frati minori, l'invitò a venire Romanaiìi amplexa est gens Ja-
air ubbidienza della santa Sede. cobina jìdem
Ad Eugenio IV si deve la gloria
di avere riunito alla Chiesa catto- Dipoi i giacobiti seguendo l'esem-
lica i giacobiti orientali dimoran- pio dei loro paliiarchi ritornarono
ti neir Egitto, nel concilio genera- ai loro errori, in cui miseramente
le di Firenze. Avea il Papa man- vivono. Gregorio XllI scrisse al
dato loro per trarli dallo scisma patriarca Ignazio XV e gii mandò
frate Alberto de'minoii con lettere il pallio nel i583, invitandolo a
apostoliche , le quali tradotte in rientrare nel grembo della Sede
lingua soriana, Giovanni o Ignazio apostolica, ma inutilmente. Tulta-
IX loro patiiarca, con altri vesco- volta nella vita di quel Pontefice
vi, fece leggere pubblicamente alla si legge che nella città di A leppo
presenza di moltissima gente, che e di Caramit, ed in altre parti
le udì con applauso *fe giubilo. Al- della Soria e Mesopotamia, eranvi
lora il patriarca spedì ad Eugenio circa cento settanta mila case di
IV nel 144*^ Andrea abbate di s. caldei giacobiti, de' quali per ven-
Antonio, con pieni poteri di far tidue anni era stato patriarcaNe-
l'unione delle chiese, con una con- heme, che avea ob- scritto lettere
fessione di fede, nella quale egli bedienziali a Giulio III ed a Pio
riconosceva la processione dello Spi- IV, nelle quali chiedeva un luogo
rito Santo dal Padre e dal Fi- in Roma pei suoi nazionali. Dipoi
gliuolo, due nature e due volon- apostatò la fede, indi si convertì
tà Gesù Cristo, ec. Il detto ab-
in ed ottenne il perdono dalla santa
bate non solo fu ambasciatore dei Sede, e lasciato il titolo di pa-
,

200 GIÀ. GIÀ


triarca, rinnovò l' abiura degli er- 1706 fu rinchiuso con tre vescovi
rori e la professione di fede, e re- cattolici in un' orribile prigione nel
catosi in Roma
decorosamente fu castello di Adana ove mori. Il par
alloggiato da Gregorio XIH nel triarca Pietro sedeva verso l' anno
palazzo apostolico. L abbate As- l'jii. Per altre notizie riguar-
semauni nella Biblioteca orienta- danti i ed alcuni loro par
giacobiti
le riporta la serie di ottanta pa- triarchi, veggansi gli articoli Alest

triarchi giacobiti di Antiochia fi- SANDRU , Egitto Etiopia ed An- ,

no all'anno 1721, i quali furo- tiochia, ed altri analoghi di que-


no tutti eretici e se qualche , sto Dizionario.
volta sembrò che desiderassero di GIACOMELLI Michelangelo, ilr
unirsi alla Chiesa romana, ciò non lustre prelato e gran letterato ita-
fu che per politica , ovvero per liano, nato in Pistoia agli 1 1 setr
sostenersi contro compe-
i potenti tembre 1695. Studiò in patria,
titori che loro opponevansi, od an- quindi a Pisa, e divenne eccellen-
che per ottenere soccorso dai la- te teologo e profondo geometra
tini contro i maomettani che li op- coltivando iu pari tempo la bella
primevano. Quelli che fecero pro- letteratura, nella quale a' suoi gior-

fessione di seguire la fede della ni ebbe pochissimi Ito a eguali.

Chiesa romana, ciocché non avven- Roma nel 1718,onorato trovò


ne prima del 1646, risedettero in ospizio presso il cardinale Fabroni
Aleppo. Se ne conoscono sei An- : suo compatriotto, che gli affidò la
drea che abiurò il monoQsismo, ed cura della vasta e scelta sua li-
abbracciò la fede cattolica per lo breria, e lo volle compagno de' suoi
zelo de' religiosi cappuccini , con studi. Applicossi allora agli studi
Macario patriarca d'Antiochia, e sacri nei loro fonti , facendo sua
Cacadauro cattolico degli armeni, particolare delizia l' eloquente dot-
vei'so il detto anno. Abdel-Messia, trina degli antichi padri greci e
dopo la morte di Andrea, fu pro- latini, e fu la mercè di tali studi
posto dal patriarca di Caramit, ma principalmente che potè con som-
siccome faceva di tutto per indur- mo plauso servire il cardinale in
re i cattolici ai loro antichi erro- molti affari importanti di quel tem-
ri, l'ambasciatore del re di Fran- po. Sono sue opere gli Avxàsi dati
cia presso la sublime Porta otten- al cristianesimo intorno gli errori
ne da questa che fosse doposto, e del giansenismo e del quesnellismo,
che Pietro Gregorio, cattolico, venis- e gli scritti nei quali sostengonsi
se eletto in sua vece; questi fu intro- le opposizioni del Fabroni ai sen-
nizzato da otto vescovi cattolici, e timenti del cardinal di Noailles, ed
scrisse al sommo Pontefice ed alla alla elezione del cardinal Coscia.
congregazione di propaganda fide, Nel pontificato di Benedetto XIII ,

lettere obbedienziali per essere ri- e in quello di Clemente XII , che


conosciuto. Il patriarca Ignazio Pie- lo dichiarò cappellano secreto, pre-
tro nel 1678 scrisse a Luigi XiV lato domestico e benefiziato nella
re di Francia per partecipargli la basilica vaticana , fu la dotta di
.sua riunione allaChiesa romana, lui penna impiegata nelle contro-
il patriarca Stefano, oppresso dalle versie che aveva la corte di Ro?
calunnie de' giacobiti eretici 1 ael ma col re di Sardegna duca d\
,

CIA GIÀ 2o t

Savoia , ed in (juelle coli' impe- principali che hanno relazione eoa


ratore Carlo VI su Coinacchio. questo Dizionario, citeremo: i.° il
Molle onorevoli incmiibenze furoii- suo accurato volgarizzamento dei
gli pure aflldate da Benedetto XIV: sci libri Del sacerdozio di s. Gio,

fu il Giacomelli che ordinò e dis- Grisoslomo, corredato di dotte an-


pose il nuovo metodo proposto dal notazioni, alcune delle quali servo-
medesimo dotto Pontefice per la no d' illustrazione al testo, altre
riforma del Breviario. Clemente appartengono alla fede cattolica
XIII dichiaiolio nel ly'ip sei^rcta- multe sono di sacra erudizione,
rio delle lettere latine, quindi dei moltissime contengono particolari
brevi ,
poscia creollo canonico di documenti utilissimi per quelli che
s. Pietro ed arcivescovo di Calce- occupano primi posti nella Chiesa.
i

donia, e lo decorò di molti altri 1.^ Palris nostri Modesti archiepi-


onori, ammettendolo alla sua con- scopi encomi uni in dormitionem ss.
lidenza, e ricercando il consiglio Virginis Mariae. 3.*^ Pìiilonis e-
e l'opera di lui nei più importanti narralio in Canliciiin Canlicorum,
alTaii. Il favore ch'egli accordò ai eie. 4'^ ^c Paulo Samosalcno de-
nemici d'arme
gesuiti, servì a'suoi que illius dogmale et haeresi. 5.'^

per combatterlo; 'quindi sotto il Prosperi cardinalis Lamherlini, pò-


pontificato di Clemente XIV si ri- stea Ùenedicti XIV P. M. Com-
trasse in privato, a condurre una menlarn duo de Domini nostri Jc'
vita cristianamente filosofica, atten- su Chris'.i, Matrisque ejus festis,
dendo ai geniali suoi studi , frutti et de Missae sacrificio, relractati,
de' quali principalmente si furono atque aneti, etc. 6.*^ Informazione
le versioni dei Memorabili
Seno- di istorica delle differenze fra la Se-
fonte, deir£'5po5/3/o/2e5o/;/YZ la Can- de apostolica e la real corte di
tica, scritta da Filone vescovo di Sai'oia.
Carpasso, falsamente attribuita da al- GIACOMO (s.), soprannomina-
tri a s. Epifanio, e di una Galena lo il Maggiore. Credesi che fosse
greca, la quale formava un com- di Betsaida in Galilea, era figlia
mentario inedito sopra il vangelo del pescatore Zebedeo e di Salo-
di s. Matteo. A molte altre belle me, e fratello maggiore di s. Gio-
impjese erasi accinto il Giacomel- vanni, insieme al quale fu chiama-
li, cui non potè dar compimento, to a seguir Gesù Cristo, mentre
perchè sorpreso dalla morte a' 17 aggiustavano le loro reti col pa-
d'aprile i774> "» età di circa ot- dre. Essi abbandonarono tosto ogni
lant'anni. Geomeli-a, teologo, filo- quando in
cosa per seguirlo, solo di
sofo, poeta, scrittore elegantissimo quando allontanandosene per ridar
nella lingua italiana e nella lati- colla pesca di che vivere; ma dap-
na, fu altresì grecista tra i piìi poiché furono testimoni della pesca
insigni del suo secolo. L'elenco di miracolosa non lo lasciarono più.
tutte le sue opere stampale e ma- L'anno 3i furono presenti alla gua-
poscrilte trova nsi in fine del di lui rigione della suocera di s. Pietro,
Elogio, scritto e pubblicalo nel ed al risorgimento della figlia di
1775 dal eh. Antonio Mattani pi- Jairo, ed amendue aggregati al col-
stoiese, professore nell'università di legio degli apostoli che Gesù for-

J'isq. A voler far menzione delle mò in quell'anno. Essi furono spet-


7.01 GIÀ GIA
latori con s. Pietro della gloriosa cazione di Gesù Cristo, il quale
trasfigurazione del divino Maestro, gli apparve in particolare dopo la

e l'accompagnarono nell' orto de- sua risurrezione, e all' istante del-

gli Ulivi. Sappiamo da s. Epifanio la sua ascensione raccomandogli


che s. Giacon)0 visse ognora nel la chiesa di Gerusalemme, per cui
celibato e nella pratica della mor- gli apostoli lo stabilirono vescovo
tificazione ; che si asteneva dalla di questa città quando si separa-
carne e dal pesce ; che non por- rono per andar a predicare il van-
lava che poveri panni, e che in gelo. La santità che in lui risplen-
tutta la sua condotta era somma- deva, gli acquistò stima ed auto-
mente esemplare. Sembra eh' egli rità SI presso giudei che i cri-
i

sia stato il primo a portare l' e- stiani, e n'ebbe il soprannome di

vangelio a' giudei dispersi su tutta Giusto. Ecco il ritratto che ne


la terra, e gli spagnuoli lo riguar- fanno s. Girolamo ed Eusebio die-
dano come il primo apostolo del tro l'autorità di Egesippo: » Egli
loro paese ; ma è cerio che nel- » visse sempre vergine ; era Na-
l'anno 43 di G. C. egli era a Ge- » zareno , cioè consagrato al Si-
rusalemme, ove il re Agrippa ni- » gnore, e come tale non bevelte
pote di Erode, perseguitando di- i 55 mai vino, né alcun liquore atto
scepoli Gesù Cristo per catti-
di M ad inebriare, ne mai si tagliò i
varsi r amore de' giudei ordinò , » capelli. S' interdisse 1' uso del
che fosse decapitato. S. (^iacomo M bagno e de' profumi , né raan-
fu il primo apostolo che soiì'erse il M giò mai nulla che fosse stato
martirio, e la sua festa si celebra « vivo, salvo l'agnello pasquale,
a' 7.5 di luglio. Per tutto ciò che " ch'era di precetto. Egli si pro-
riguarda le sue reliquie P^. Com- » strava così sovente ad orare, che
POSTELLA. » la pelle de' suoi ginocchi e della
GIACOMO (s.), detto il flllnore. » sua fronte era divenuta dura
Era cugino germano di Gesìi Cri- » come di cammello ". L'anno 5i
sto, essendo figlio di Alfeo e di di G. C. fu al concilio che si ten-
Maria Beata Vergine.
sorella della ne in Gerusalemme sul punto del-
Giusta l'opinione di quelli che pen- la circoncisione e delle altre ceri-

sano che Alfeo e C|eofa fossero monie legali, in cui confermò quel-
due nomi della stessa persona , lo che aveva detto s. Pietro, e ne
era fratello di s. Simeone secondo stese la decisione , che venne ap-
vescovo di Gerusalemme, dell'apo- provata dagli apostoli e spedita ai
stolo s. Giuda, e di Giosè o Giu- cristiani. Verso l'anno Sg scrisse
seppe, tutti, come lui, chiamati nel in greco l' epistola canonica che
del Signore. Pare in-
\i\rìge\o fratelli porta il suo nome, e che ha il

oltreche Alfeo e Cleofa non sieno titolo di cattolica, perchè fu indi-


che lo stesso nome pronunciato diffe- rizzata a lutti gli ebrei convertiti e
rentemente: altri però stimarono dispersi in tutto il mondo. I trionfi
che Cleofa fosse padre di Maria, ch'egli riportava sul giudaismo, gli
o che Maria avesse sposato Cleofa eccitarono la rabbia degli ostinati,
dopo morte di Alfeo. Giacomo
la ed Anano li, gran sacerdote, lo
fu chiamato all' apostolato con s. fece condannare e lasciare in balia
Giuda nel second' anno della prcdi- del popolo, che lo precipitò dall'ai-
GIÀ 2o3
to del terrazzo del tempio. S. Gia- s. Alessandro a ricevere Ario, con-
como non rimase morto per questa sigliò a' cattolici di ricorrere a Dio
Ciiduta, ed ebbe
ancor forza di coU'orazione e col digiuno ; e otto
porsi ginoccbioni per pregar Dio giorni dopo quell'eresiarca fu ri-
che perdonasse a' suoi nemici. La trovato morto, nella domenica stes-
ciui'maglia fé' piovere sopra di lui sa in cui dovea essere ricevuto alla

un nembo di pietre, finché un comunione. Fra i molli miracoli


gualchieraio scaiicogli sul capo da s. Giacomo di JN'isibi operati,
una stanga di cui scrvivasi pel suo il famoso fu quello con
più cui
mestiere, e lasciollo morto. Ciò av- liberò sua città assediata
la dai
venne a' io d'aprile dell'anno 6i. persiani per la seconda volta nel
Fu seppellito presso il tempio, do- 35o, e del quale Filostorgio me-
v'era stato martirizzato, e la Chiesa desimo, ariano esagerato, ha reso
stabilì la sua fesla al i." di maggio. la più autentica testimonianza. Do-

GIACOMO (s.). Uno de' più ce- po aver egli colle sue preghiere e
Icliri dottori della chiesa siriaca ,
colle sue cure sostenuta la città
nativo di INisibi nella INIesopotamia. per tre mesi, pregò il Signoie che
Dopo essersi reso esperto nelle si degnasse abbassare V orgoglio
scienze umane e nella santa Scrit- de' suoi nemici mandando contro
tura, spaventato dai pericoli del essi de' moscherini ; e una quan-
mondo, si ritirò in una solitudine, tità sì grande ne cadde loro ad-
in cui attendendo all'orazione, eser- dosso sul momento , che furono
citava le maggiori austerità: vive- obbligati a ritirarsi in disordine.
va di radici e d'erbe, e non avea Il santo vescovo morì
poco dopo
altro vestito che una tonaca ed un questo celebre avvenimento, e fu
mantello fatto di peli di capra. sepolto nella città di iXisibi ; il suo
Bench' ei si venne
tenesse celato, nome è celebre nelle chiese di o-
scoperto: e molti si arrampicava- riente e di occidente : i latini ne
no per que' greppi ove abitava, celebrano la festa a' i5 di luglio,
afline di raccomandarsi alle sue i greci a' 1 3 di gennaio e a' 3 r
oiazioni e consultarlo sugli alliui d'ottobre, i siri a' i8 di gennaio,
di coscienza. Fece un viaggio in e gli un sabbato del
armeni in
Persia per confortare nella fede i mese di dicembre. Secondo Gcn-
novelli cristiani^ fieramente perse- nadio egli aveva composto vcnli.sei
guitati, e vi convertì molti idola- libri in siriaco, tutti intorno a co-
tri. Eletto vescovo di INisibi, fra se di pietà e alla persecuzione dei
le indefesse sue cure per la con- persiani , nonché diciotto discorsi
versione de' peccatori e la perse- chiamati da s. Atanasio monumen-
veranza de' giusti, continuò le sue ti di semplicità e di candore di
austerità: la preghiera, la contem- vm animo apostolico.
plazione, l'allegerire le miserie del GIACOMO (s.), detto V Interri-
prossimo erano le sue delizie. As- so. Nacque in Beth-Lapeta nella
sistette nel323 al concilio di Ni- Persia, da parenti nobili e cristia-
cea, dove condannò l' eresia aria- ni. Godè egli della confidenza del
na, ed essendosi trovato a Costan- re Isdegerbo, ma ebbe la disgra-
lino[K)li nel 330, quando 1' ifnp<:- zia <li rinunziare alla fede per
ratorc Costantino voleva obbligare piacere a quel re. Sua madre e
,,

2o4 G A I GIÀ
sua moglie furono oltremodo ad- GIACOMO DALLA Marca (s.)
iloloiatc per la sua caduta , e lo Nacque in Monte Prandone nel ,

sollccilaiono caldamente e conver- territorio d'Ascoli, e fu mandato an-


liisi. Appiofittarono esse della morte cor giovane all'università di Perugia.
del re per fargli comprendere il nul- Un gentiluomo fiorentino avendogli
la delle umane grandezze, e la seve- affidata l'educazione di un suo figliuo-
rità dei divini giudizi. Egli conob- lo, ne rimase si contento, che propo-
be il suo errore, s'allontanò dalla segli di accompagnarlo a Firenze
corte, e fece conoscere a tutto il e gli procurò un onorevole posto
mondo il suo ritorno alla religio- in quella repubblica. Giacomo era
ne. 11 re Vararane ch'era succes- assai divoto , e desiderava di ab-
so a suo padre, altamente sdegna- bracciare un genere di vita piìi

lo sei fece venire dinanzi , e tro- perfetto. Passando per Asisi andò
vatolo fermo nella sua generosa ad orare nella chiesa detta della
risoluzione, a fronte delle più tre- Porziuncula, e restò tanto commos-
inende minacele, lo condannò ad so dal fervore di que' religiosi di
esser tagliato vivo in pezzi ; ciò s. Francesco , che deliberò sulT i-

che fu eseguito il giorno 27 no- stante di entrare in quell' ordine.


vembre del 4^0. Mentre i carne- Visse quaiant' anni in continua pe-
fici gli tagliavano le dita delle ma- nitenza , e si dedicò alla predica-
ni , i giudici lo scongiuravano ad zione. I suoi discorsi erano sem-
aversi pietà, e salvare la vita; ed plici, ma pieni di forza e di un-
egli placidamente rispose, che non zione. Milano lo avrebbe deside-
è degno di Dio colui che avendo rato per suo arcivescovo , ma egli
posta mano all' aratro rivolgesi in- se ne esentò per continuare nelle
dietro. Gli 5Ì tagliarono poscia i funzioni di missionario. F'u com-
piedi, le mani, le braccia e le co- pagno di s. Bernardino da Siena
scie. Benché privo di tutte le mem- nonché di s. Giovanni di Capistra-
bra, viveva ancora suo tronco, il no in alcune delle sue missioni in
e continuava a benedire il Signo- Germania, in Baviera, in Unghe-
re. Finalmente uno sgherro gli ta- ria e quivi fu mandato tre volte
,

i:;Iiò la lesta , e con ciò ebbe fine da Eugenio IV Nicolò V e Cal- ,

il suo doloroso martirio. E il ge- listo IH. La sua santità fu illu-

nere del supplizio che Io fece so- strata da molti miracoli. Mori di
prannominare r Intercìso. I fedeli novant' anni benemerito del , assai
raccolsero furtivamente le di lui suo ordine Francescano (ì^edi), ai
reliquie , e le seppellirono in un 28 di novembre i479) ^^^ conven-
luogo ignoto allatto ai pagani. to della Trinità vicino a Napoli ,

L'abbazia dello Spirito Santo pres- nella qual città è custodito il suo
.^o Pavia, piamente credeva di pos- corpo nella chiesa di s. Maria Nuo-
sederle , e la medesima credenza va in una cappella a lui dedi-
,

aveva la città di Braga nel Por- cata. Fu beatificato nel 1624 da


togallo. Il nome di questo santo Urbano VIII, e canonizzato da Be-
martire è celebre presso i persia- nedetto XIII nel 1726.
ni, i siri, i cofti, i greci ed i la- GIACOMO (s.), eremita nel Ber-
tini, e se ne celebra la festa a'27 rì ,
greco di nascita , e di nobile
di novembre. casale. Seguì dapprima la carrie-
GI.\ GIÀ lo'i

ra delle armi, e fu molto conside- dissima austerità, santamen- ed ivi

ralo dall'imperatore Leone l'Ar- te morì verso l'anno 865. Fu se-

meno, che chiamollo alla sua cor- polto nella sua cappella, che di-
te ; ma suo fratello maggiore per ventò in seguito un piccolo mo-
nome Erpelino, ch'crasi tatto soli- nislero, il quale poi fu ridotto in
tario, lo determinò a prendere il priorato dipendente dalla badia di
medesimo partito. I due fratelli s. Sulpizio di Bourges. I miracoli
rimasero insieme per uno o due operati alla sua tomba diedero mo-
anni, poi risolvettero di recarsi in tivo alla propagazione del suo cul-
Gerusalemme, indi a Roma, e fi- lo nel Berrì. E onoralo a' 19 no-
nalmente feimarsi in Francia, ove vembre, eli' è il giorno della sua
erano molte persone rinomate per molle.
la loro santità. S'imbarcarono a GIACOMO DI ScHIAVOMA (s).
Costantinopoli in due differenti va- Dalla Dalmazia in cui nacque pas-
scelli ; una forte burrasca li sepa- sò in Italia, ed entrò come fratel-
rò, e non si rividero mai più. Gia- lo converso tra i francescani di
como approdato in Sardegna vi pas- Bitello. Pel fervoie col quale at-
sò il verno; indi tornalo a Co- tendeva alla perfezione divenne
stantinopoli fece indarno tutte le l'ammirazione di diverse case a cui
ricerche per sapere qualche cosa lo mandarono i suoi superiori , e
del fratello. Dopo molti viaggi massime del convento di Conver-
passò in Francia nell'SSg, e me- sano, ove esercitò l'ufiicio di cuci-
nò per qualche tempo vita romita niere. Assorto il suo spirito in Dio,
nell'Alvergna.Di là ritirossi nel spesso rimaneva estatico, e terminò
Barrì, avendo sentito che in
ed la sua vita a Biletto a'27 d'apri-
un monislero vicino a Bourges si le 1485. Molti miracoli operaron-
osservava strettamente la regola di si per sua intercessione, e il suo
s. Benedetto, entrò in quello. Por- nome è inserito a' 20 d'aprile nel
tava un duro beveva
cilicio, non marlirologio francescano, pubblica-
the acqua, pane duro ed agro era to da Benedetto XIV.
tutto il suo cibo, al quale alcuna GIACOMO (s.). /^. Ipp.abco (s.).

volta aggiugneva dei pesciolini, e GIACOMO DI Strepar (b). Tras-


coricavasi sulla nuda terra. Temen- se i nalali nella bassa Polonia, da
do però che queste pratiche lo illustre famiglia senatoria, circa la
rendessero sospetto di singolarità ,
metà del XIV secolo. Giovine e
prese la risoluzione di finire i suoi ricco, fuggì le fallaci lusinghe del
giorni nel deserto. Si fabbricò dun- mondo, ricoverandosi nell'ordine di
que una cellelta presso il fiume s. Francesco, e rapidamente avau-
Saude, consenlendogliclo il conte zossi nella perfezione. Fu mandalo
Roberto di Sancerre signore del in Russia, ove una società chia-
paese, e vi costmsse anche una mala dei Frati Pelerini era stabi-
cappella per celebrarvi la messa, lita per sostenere la fede cattolica
a cui Giovanni suo discepolo gli sino allo spargimento del loro san-
(acca da ministro. Egli passava quasi gue, e ad aggiunto in uffi-
essa
tulle le giornale ne'boschi, ove si zio di missionario. Poscia per au-
dava all'orazione con maraviglioso torità della santa Sede divenne
fervore. Visse colà iu una gran- vicario generale di questa missione,
2oG GIÀ GIÀ
carica ch'esercitòcon ardciUissimo virtù, e li persuadeva colla forza
zelo più di dieci anni. Intorno al della sua eloquenza. Nel 12G7 eb-
ì3q'ò Papa Bonifacio IX, ad istan- be la carica di provinciale di Lom-
za dei re di Polonia Uiadislao Ja- jjardia , e la saviezza colla quale
gellone, collocò questo santo dììs- tenne questo uffizio fu motivo che
sionario sulla sede arcivescovile di per eccezione rarissima vi fosse
Halilz, in cui rifulse per le più lasciato vent'anni. Scelto da Papa
belle virtù , e volle conservare il Onorio IV nel 1287 per levar l'in-
povero abito del suo istituto. Ze- terdetto a cui avea sottoposta la
lante, operoso, liberale, sollerse in- città di Genova per aver preso
comodità d'ogni specie, e si espo- parte alla ribellione de'siciliani con-
se a molti pericoli
per procurare tro il re Carlo I di Angiò, Giaco-
la gloria di Dio,
l'ingrandimento mo acquistossi talmente la stima
della Cliiesa, la salute del suo greg- del clero e degli abitanti di quella
ge. Egli inoltre, come grande del città, che limastane vacante la sede
regno e senatore, giovò co'suoi sa- arcivescovile nel 1292, venne a
vi consigli la patria, turbata da quella innalzato. Convocò un con-
frequenti incursioni de' barbari. Fi- cilio provinciale, che tenne co'suoi
nalmente estenuato dalle fatiche sulfraganei nel 1
298, per la rifor-
ed aggravato dagli anni, mori nel ma del clero. Fu a lui riserbata
i4ii nella città di Leopoli, e fu la gloria di spegnere le intestine
seppellito con grandissima pompa discordie che da cinquant'anni de-
nella chiesa di s. Croce. La fama solavano quella città. Rifabbricò i
di sua santità, confermata da mi- luoghi santi distrutti o rovinati, e
racoli,si estese subito nella Polo- consumò le sue rendite per soc-
nia e nella Puissia^ e fu onorato correre gì' infelici. In una grande
come santo. Le guerre frequenti carestia da cui fu angustiata la
e le scorrerie de' tartaii fecero per- sua diocesi, spogliossi di tutto ciò
dere cognizione del luogo in cui
la che possedeva per nudrire i po-
era sepolto; ma dopo diligenti ri- veri e provvedere ai bisogni del-
cerche si trovò il suo corpo nel l'ospedale, e infervorò i ricchi a
1619 perfettamente conservato. Più seguire il suo esempio. Moiì pieno
lardi l'arcivescovo di Leopoli, Fer- di meriti e di gloria nel mese di
dinando Richio, lo fece trasportare giugno del 1298, e nel 18 16 Pio
nella sua cattedrale, e Pio Vi ne VII confermò solennemente il cul-
approvò il culto agli 1 1 settembre to che gli si rendeva da molto
del 1791. tempo, e il titolo di beato che gli
GIACOMO m Viragine (b.). si dava.Le sue spoglie mortali,
Nacque circa il 1280 in Varazze, trasferite nel 1798 dalla chiesa di
borgo di Genova, detto
sul golfo s. Domenico, ove giacevano sotto
in Faragiuni o Foragium,
latino l'aitar maggiore, ora si venerano
donde si è fatto Varagine o Vo- nella chiesa di s. Maria di Ca-
ragine. Entrò assai giovine nell'or- stello.
dine dei domenicani in Genova, devono alla sua penna fecon-
Si
e fu presto un abile teologo e un da molte opere, fra cui diversi
predicatore zelante, che edificava Volumi di sermoni ; una traduzio-
1 suoi uditori coU'csempio delle sue ne italiana della Bibbia un libro :
GIÀ GIA 207
sulleopere di s. Agostino ; un com- nerissimo coi poveri e cogli afllit-

nendio della Somma delle virtù e ti ; (|uesti consolava co' suoi discor-
de' vizi composta da Guglielmo
, si, (juelli soccorreva compartendo
Perault domenicano; un tiallato nn.'incbe il necessario suo vitto.

di morale, ovvero decisione dei Alorì nel 3 1 maggio 1 3 1 4 di ot-


casi di coscienza; e una raccolta tantatre anni. I Pontefici Clemen-
delle vite de' santi, conosciuta sot- te VII e Giulio III ordinarono
to il nome di Leggenda aurea ,
che il clero secolare e regolare di
opera pia, ma scritta al dire di molti Forlì celebrasse la sua festa. Pao-
con poca critica, e nella (juale vi si lo V suo culto in tutto
estese
il

leggono moltissimi fatti e prodigi il veneto dominio, e Giegorio XV


che non hanno veruna certezza La . all'intero ordine de' predicatori,
sua troppa credulità in questo pro- GIACOMO (s.) dell'Alto Passo,
posito gli procacciò assai detrattori ;
Ordine regolare e cavalleresco. V.
ma se questa produzione non (a Alto Passo.
onore alla sagacità dello scrittore, GIACOMO DELLA Spada (s.) ,

non si può peraltro, come vollero Ordine cn^uilleresco di canonici,


alcuni, fargliene carico, né accu- e di religiose o canonichesse. Que-
sarlo d' impostura, poiché non fece st'ordine militare di Spagna e di
che raccogliere ciò che altri ave- Portogallo fu confermalo nel 1170
vano scritto avanti di lui, e riu- sotto il regno di Ferdinando II re
nire in uno stesso volume atti di Leone e di Castiglia, per le

sparsi, i quali erano nelle mani di scorrerie de'mori, i quali disturba-


tutti. Fedi Genova. vano la divozione dei pellegrinaggi
GIACOMO Salomoni (b). Nobi- al santuario di s. Giacomo di Coni-
le veneziano, nato nel iìSf, ed posiella (Fedi), per renderne sicu-
entrato di dicisiassett'anni nell' or- ro il cammino. Altri ne fanno
dine de' predicatori convento nel fondatore il re di Leone d. Ra-
de' ss. Giovanni e Paolo in Vene- miro neir827, ma i critici vi ri-

zia. La sua inclinazione per la ri- pugnano interamente. Alcuni ca-


tiratezza e la preghiera non lo nonici sotto il titolo di s. Eligio
impedì di applicarsi al preilicare, avendo fabbricato degli spedali sul-

e ad ascoltare le confessioni dei la strada che guida a tal santua-


fedeli, sciogliendo i loro dubbi, e rio, per alloggiarvi i pellegrini che
procurando ad essi tutti i soccorsi recavansi a venerare il corpo del
spirituali e temporali di cui ave- santo apostolo patrono delle Spa-
vano bisogno. Erano già vent'anni gne, tredici gentiluomini si obbli-
ch'egli edificava la patria, <jnando garono in seguito, e con voto, di
per sottrarsi dalla fama delia sua custodire quella strada, laonde i

santità, si risolse di allontanarse- canonici avendo acconsentito al-


ne. Il convento del suo noviziato, l' unione che i cavalieri si propo-
nella città di Forlì, fu il luo- nevano di fare, divennero loro
go da lui prescelto pel suo ritiro, cappellani. Adottarono la regola
e dove passò quasi quarantacincjue di s. Agostino, e furono sino dal
anni in tutte le pratiche di divo- I 1 70 perfezionati da Pietro Ber-
zione, di penitenza e di carità. nardino, per cui si riguarda tal

Austero con sé uiedcsimo, era te- epoca come foudaiionc. La prima


,

7.(.B GIÀ GlA


piazza che i cavalieri possederono tanto nella Spagna, che in Portoi
fu Caccres iiell'Estremadura, la gallo, ed in Ispagna con gran mae-
quale avendola ricuperata dai mo- stro. Quivi r ordine oltre i cava- ,

li, il Ferdinando li nel 1171


re lieri, ha i canonici sotto 1' autori-
gliela donò in compenso de' pie- tà del gran maestro, come i ca-
stali servigi. Ma in seguilo temen- valieri ed priori di Ucles ossia
i

do egli che spalleggiassero il suo Urcesia, e di s. Marco di Leone,


nipote Alfonso IX re di Castiglia, i quali godono giurisdizione ed in-
col quale era in guerra da lui
, segne vescovili ; ed ha pure le re-
furono i cavalieri esiliati dal regno ligiose ossieno canonichesse. f^edi
di Leone , togliendogli i beni che Canonici regolari di s. Giacomo
gli aveva concessi. Allora i cavalieri DELLA Spada. Prima
però di en-
si rifugiarono nella Castiglia, ad trare qualche dettaglio di ciò
in
evitare altri danni, ed Alfonso IX re che principalmente riguarda ognu-
di Castiglia, gli diede nel 1174 1<1 na di queste coudizioni, noteremo
terra di Ucles per ristabilirvi la che osservano gli storici dell'ordi-
sede dell'ordine, non ostante che ne, che se l'imprese dei cavalieri
alcuni tornarono alla primitiva fon- di s Giacomo contro gì' infedeli

dazione. Alessandro HI, ad istanza gli meritarono dei giusti elogi, le


del primo gran maestro d. Ferdi- guerre che tra loro si fecero scam-
nando de Fuentes Encalada, appro- bievolmente, ne macchiarono la ri*
vò l'ordine con la bolla Benedi- putazione ; sebbene sovente nort
cttis Deus, data Ferentini die 5 potessero evitare queste guerre
julii 1175, Bull. Roni. toni. II, perchè possedevano pinguissime ren^'

p. 436, confermata poi da Inno- dite nei regni di Castiglia e di


cenzo III con la bolla Benedictus Leone, venendo anche obbligati a
Deus, data Laterani die 8 martii seguire quelle de' propri sovrani.
12 IO, Bull. Boni. tom. III, pag. Quindi le divisioni e le scissure
i38. Nel II 76 i cavalieri com- furono pii^i frequenti in questo
batterono per Alfonso IX contro ordine che in altro, ed ancora per
Sancio IV re di Navarra, e fecero le gare sul gran maestrato nei
aspra guerra ai mori, riportandone concorrenti.
vittorie e premi. Oltre i nomina- Da queste vertenze, e dalla mor-
li Pontefici confermarono l'ordine te delgran maestro Alfonso de
anche Lucio 111, Urbano III, Ono- Cardona, presero motivo Ferdinan-
rio HI, Giegorio IX ed altri, come do Ved Isabella di farsi nel i493
Giulio II, ec. Celestino III essendo attribuire da Alessandro VI l' am-
cardinale legato di Alessandro III ministrazione dell'ordine, che A-
lo aveva autorizzato in Ispagna; e driano VI nel i523, nella perso-
Gregorio Vili da cardinale legato na di Carlo V, unì per sempre
gli die la regola in settant' uno alla corona di Spagna, col dichia-
capitoli. Essendo i cavalieri spa- rare ire gran maestri. Dispose in*
gnuoli uniti coi cavalieri porto- oltre Adriano VI, che sullo spiri*
ghesi, nel i320, e in tempo di tuale il re non operasse da sé, ma
Dionisio re di Portogallo, si divi- delegasse a quest' oggetto delle per'
sero, e d'allora in poi vi fu l'or- sone dell'ordine, e di quelli dì
dine di s. Giacomo della Spada Calatrava ed Alcantara di cui e-
,,

GIÀ Gì A èb^
ra ancora gran maestro, pevchè il qualche colpa che sembrasise me-
Carlo V istituì un consiglio, che ritare questa pena. Dopo di essi

fu detto il consiglio degli ordini, nel medesimo rango di cavalieri


componendolo di un presidente, e sono itre commendatori di Ca-

di sei cavalieri , cioè due per ca- sliglia, di Leone, e di Montava-


daun ordine. Al consiglio fu at- no in Aragona. Vi erano altre
tribuita r autorità di decidere le ottani' una commende, dalle qua-
cause civili o criminali de'cavalicri li dipendevano duecento priorati
e de'loro vassalli, e di fare esegui- parrocchie, e benefizi semplici, e
re le prescrizioni emanate dai ca- questi con dispensa del l^apa si

pitoli generali, e deputando per- possono conferire a persone che


sone ecclesiastiche dell' ordine, se non sono dell' ordine. erano Vi
le provvidenze riguardano cose pu- inoltre tredici borghi, vicariati con
ramente spirituali. Indi Clemente giurisdizione spirituale, quattro ro-
VII con bolle del i524 e i525 mitaggi , cinque ospedali, ed uu
vi aggiunse la facoltà , che il collegio Salamanca. Tra
in ca- i

consiglio potesse giudicare delle valieri, quattro sono visitatori per


decime, benefizi, matrimoni, ed le Provincie di Castiglia, Leone
altre cose simili, il giudizio delle vecchia Castiglia , ed Aragona. Il

quali competesse ai vescovi come loro potere si estende tanto sui


ordinari. La sua giurisdizione fu cavalieri, che su quelli che posseg-
estesa tanto sullo spirituale che gono benefizi ne' luoghi spettanti
sul temporale de' cavalieri, canoni- all'ordine.

ci, cappellani, e religiosi dei tre Per divenire cavaliere di s. Gia-


memorati ordini, principalmente sui como bisogna far prova di nobil-
sacerdoti secolari che hanno benefi- tà per quattro generazioni, sì dal
zi, e sopra monache degli altri
le lato del padre, che da quello della
ordini che hanno monisteri situati madre, perchè la nobiltà materna
ne' luoghi spettanti agli ordini di vi è richiesta fino dal i653. L'a-

s. Giacomo, di Calatrava, e di Al- bito consiste in un mantello bian-


cantara. Il consiglio deve inoltre co con una croce rossa di lana in
avvertire il re delle commende, forma di spada, col pomo fatto a
dignità, priorati, benefizi, governi cuorCj ed i capi dell'elsa a giglio:
e cariche , che vanno vacando. alcune volte solevano aggiungere
L' ordine di s. Giacomo in pro- una conchiglia di mare, siccome
gresso ditempo divenne più con- segno di s. Giacomo. Il novizio
che gli altri due uniti,
siderabile, è obbligato a servire sulle galere
dappoiché due città, e cento set- per sei mesi, e di abitare per un
tant'otto tra borghi e città diven- mese in un monistero per appren-
nero sua pertinenza. I più consi- dervi la regola ; ma il re ed il

derabili tra i cavalieri sono i tre- consiglio dell'ordine dispensano fa-


dici, a' quali non resta che l'ono- cilmente da questo dovere, me-
re di precedere gli altri commen- diante il pagamento di una som-
datori. Una volta essi eleggeva- ma di denaro. I cavalieri possono
no il gran maestro di erano
cui ammogliarsi , ma soltanto con li-
il consiglio ordinario, e avevano la cenza, e chi non l'ottiene soggia-
facoltà di deporlo se commetteva ce ad un anno di penitenza, e se
VOL. XXX, i4
aro GIÀ 01 A
fosse tki tredici sarel)l)e jnivalo lo, ed una anche in Francia nella
di lai Questa licenza si
dignit;». città di Etampes. Il p. lìoiianni
rende necessaria, perchè le mogli ce ne dà la figura a p. Lll del
de' cavalieri, devono fare le me- Cafalof^o defili ordini religiosi p.
desime prove eh' essi, davanti ai IV, parla dell' ordine, e celebra
commissari nominati dal consiglio per primari fondatori Luca Tun-
degli ordini. Le loro obbligazioni dese, Giovanni Vasco, Diego Va-
nnticamente erano maggiori che Icra, e Antonio Morales , dicendo
non sono al presente, perchè era- che la loro residenza fu in Veles
no veri religiosi, laonde Innocen- di Castiglia. L'ordine di s. Giaco-
zo IV gli concesse varie dispense, mo essendosi dilatato nel Porto-
e Martino V li esentò alTatto dal- gallo, il re Dionisio volle che vi
la regola. Nicolò V nel i^5i con fosse un gran maestro indipenden-
bolla degli 8 giugno approvò i te da quello di Spagna. Stabili
privilegi e le prerogative dell' or- capo dell' ordine Alcazar d' AzaI,
dine, e nel 1^55 a 29 gennaio che dipoi fu trasferito a Palmella.
provvide, che il gran maestro fos- Il re Giovanni li ottenne pel pri-

se eletto con alcune condizioni. mo l'amministrazione dell'ordine,


Avendo poi Innocenzo Vili di- ed il re Giovanni HI fece unirlo
chiarato nel i486 che la regola dal Papa Giulio II alla corona,

non obbligava i cavalieri sotto pec- dichiarando gran maestri i re di


cato mortale , non è più necessa- Portogallo. In questo regno si fon-
rio ad essi il ritirarsi in alcune darono quattro monisteri di cano-
feste dell' anno nei conventi del- nici, ed uno di canoniches^e a
l' ordine, separandosi per tal tem- Sanctos, come quello di lìarcello-

po dalle loro mogli, ed inoltre na di cui si parlerà. L'ultimo gran


liberò i cavalieri dai digiuni. Ma maestro fu Giorgio duca di Coim-
al presente i cavalieri soltanto bra ed Aves. L" abito di finizione
fanno i voti di povertà, ubbidien- de' cavalieri di Portogallo, è come
za, e castità coniugale, ai quali quello de' cavalieri di Spagna, con
col consenso di Filippo IV, e fino questa differenza che la croce degli
al iG52, hanno aggiunto il voto spagnuoli ha la figura d' una spada
di difendere e sostenere 1' Imma- ed è altresì seminata di gigli nel po-
colata Concezione della ss. Vergine, mo, e nelle aste della croce; e quella
ad esso obbligandosi in una so- de'portoghesi ha soltanto la figura
lenne novena celebrata nella chie- di croce, ed è altresì seminala di
sa del collegio di s. Agostino; Io gigli in quella parte di asta che ter-
stesso voto fu adottato dagli ordi- mina sotto le braccia. Il p. Bonan-
ni di Alcantara e Calalrava nel ni nel loco citato, p. LUI, parla
medesimo anno. Quando moriva del cavaliere di s. Giacomo della

un cavaliere di quest'ordine, il com- Spada in Portogallo, e ne piodu-


mendatore della commenda più cc l'effigie.

vicina all' abitazione del defunto I cappellani dell'ordine di s.

era obbligato, oltre le solite preci Giacomo sono veri canonici rego-
di sulfragio, di alimentare un po- lari, soggetti alla regola di s. A-
vero per quattro giorni. L' ordine goslino per esservi ammessi biso-
:

ebbe commende anche io Portogal- gna che provino, che i loro au*
1

GIÀ GIÀ 21
Icnali per quallro generazioni, si dalle dui; parti di Castiglia chiama-
iliilblo imli'ino clic dal materno, te Manche e Campa de Montici ,

non nhhiano csficitato arti nicc- come pine chegli otto canonici
caniclic o nitri nlìlzi hassi, ne sianT) abitano il collegio di Salamanca,
stali cljiei, né eretici, né puniti dal- quattro sono d'uno di questi can-
l'inquisizione. Questi canonici chine- toni, e quattro dell'altro. Il prie»
rò molli monisteri, a Toledo, a Sivi- re di s. Marco di Leone viene e-
glia, n Salamanca, ce. Essi ammi- lelto alternativamente dalle pro-
nistrano i sacramenti ai cavalieri, vincic di Leone e di Estrcmadura.
i quali sono tenuti a paj^arc le Io- 1 superiori degli altri conventi ap-
io decime sopra tulli i loro gieg- |)cllansi anch'essi portano
priori, e
gi ed animali ; e siccome vi erano il rocchetto. Il Bonanni nel Cata-
sempre molti cavalieri al servigio logo defili ordini religiosi, par. I,

del re, così quattro canonici do- pag. XIV, parla di questi canonici,
vevano seguire la corte. Se qual- e ne riporta la figura.
che cavaliere è troppo lontano per Le religiose, cavalieresse o ca-
potersi confessare da un canonico, nonichessc di s. Giacomo della
prende licenza dal priore di sua Spada ebbero per primo moni-
provincia di confessarsi da quel stero quello di s. Spirito di Sa-
sacerdote ch'esso stimerà più o pro- lamanca , fondato nel iSics sotto
posito e (juesto lo può assolvere
,
l'invocazione di s. Anna dal cav.
tla qualunque peccato , fuorché d. Perez, e da Maiia Mendez sua
dal non avere pagale le decime moglie ; indi altri sei nella Spa-
all'ordine, essendo questo un caso gna furono eretti, come pure ne
riservato tra i cavalieri. I canonici furono fondali in Portogallo. IL

portano la slessa croce de'cavalie- loro principale istituto era l'allog-


ri, e vengono governati da due giare i pellegrini che si portavano
gran priori, i quali per concessio- a Compostella, e di provvedere a
ne pontificia hanno l'uso del roc- diversi de' loro bisogni. Potevano
chetto, della mitra, e di altri or- esse in altri tempi maritarsi, ma
namenti pontificali. Sul principio nel 1480 fu ciò vietalo, e che
eravi il solo priore di s. Marco di facessero i voli .solenni di povertà,
Leone, ma dipoi essendo siali e- castità ed ubbidienza. Però quel-
spulsi dalla Castiglia ed ottenuto le <li Barcellona si conservarono
il convento di Urcesia, essendo nella loro antica libertà, facendo
<(uesto divenuto capo dell' ordine, i medesimi voli dc'cavalicri, e por-
insorsero gravi coìilese a motivo tan(!o in ogni stato la croce del-
dell'an/innità di (juello di s. Mar- l' ordine. Per essere ammesse tra
co; indi finono sopite lasciando le canonichesse, fanno le stesse
al suo priore il governo de' con- prove che il presidente del consi-
venti di Leone, Galizia ed Eslre- glio degli ordini; ed il consiglio
mndura, a condizione però che conferma le priore clclie dalle re-
nel convento di Urcesia si farohhe ligiose. Il loro vestilo è eguale a
l'anno del no\iziato, ed anche la quello de' canonici , cioè di veste
professione. Fu slahililo che il prio- nera, e nella parte destra del pcl-
le di Urcesia si cambi ogni tre lo tendono l'insegna dell'ordine in
anni, prcndenJoM ailcrualivamente torma di pnguulc di coloie rosso,
,

212 GIÀ GIA


ornato nel pomo d'una conchiglia. là con residenza arcivescovile nel-
Quando assistono alle funzioni sa- l'America meridionale, della quale
gre aggiungono un naanto bianco, parlammo all'articolo Benezucla o
che dalle spalle scende sino a ter- Caraccas (Vedi). Solo qui ripor-
ra. Alcune di esse .sono religiose teremo lo stato della diocesi pub-
di coro, ed altre semplici conver- blicato nella proposizione dal nuo-
se. Il citato p. Bonanni, che ne vo attuale arcivescovo , monsignor
discorre a p. CXXV della parte Gio. Antonio Ignazio Fernandez
IV, ivi ne riporta 1' immagine. Pegna di Merida, preconizzato nel
GIACOMO DI Olanda (s.), Ordine concistoro de' i5 luglio 1841 dal
equestre. Florenzio V conte di O- Papa regnante Gregorio XVI, cioè
landa, Zelanda e Frisia, per imi- neir anno seguente alla pubblica-
tare i suoi predecessori valorosi zione del citato articolo. Nell'am-
volle erigere un ordine di nobili ca- pia cattedrale havvi il capitolo con
valieri, sotto r invocazione dell' a- cinque dignità essendone la pri-
,

postolo s. Giacomo, verso 1' anno ma decano; cinque canonici


il

1290. Nel suo palazzo dell'Aia con- colle prebende del teologo e del

ferì l'insegna cavalleresca a dodici penitenziere, trihus portionariis, ed


personaggi, quali furono Lancillotto otto cappellani beneficiati, con al-
conte d'Hamilton ambasciatore del tri preti e chierici inservienti alla
re di Scozia, Gottardo de Boischols divina ufficiatura. Nella metropoli-
inviato di Westfalia, Enrico conte tana la cura d' anime si funge da
di Hauneberg inviato di Colonia, due parrochi, essendovi il fonte
e gli altri furono i principali di battesimale ; e l' arcivescovile pa-
sua corte, e diede a tutti per di- lazzo è alquanto da essa distante.
visa una catena o collana d'oro Nella città vi sono altre cinque
ornata di sei conchiglie, dette vol- parrocchie munite del battisterio,
garmente cappe sante perchè solite tre moni steri di monache, alcuni
a porsi nelle vesti de'pellegrini, e sodalizi, due ospedali, ed il semi-

da pendeva una medaglia con


essa nario con gli alunni. L'arcidiocesi
l'immagine dell' apostolo patrono. è amplissima, contenendo nella sua
Ciascuno de' cavalieri dopo aver giurisdizione diverse città e terre.
giurato sugli evangeli nelle mani Ogni nuovo arcivescovo è tassato
del vescovo d' Utrecht diede a , ne'libri della camera apostolica in
Giovanni Payport araldo di Olan- fiorini trentatre, ascendunt vero
da, il proprio scudo in cui erano ad 5 000 argenteos moneta illarum
glistemmi gentilizi di sua famiglia, partìuni , seu ad lotideni senta'
ed a memoria dell'istituzione tutti ta monetae romane. Noteiemo inol-
gli scudi furono appesi nella sala di tre, che in questa città Papa In-
detto palazzo. L'ordine ebbe breve nocenzo XIII, ad istanza di Filip-
durata, e su di esso può consul- po V re di Spagna, con la costi-
tarsi il Mirco, Ori'go ordlnis eque- tuzione Inscrntabdi dei 19 agosto
stris^ ed il p. Bonanni nel Cata- 1722, Bull. Rom. t. XI, part. II,
logo degli ordini equestri parte IV, pag. 252, vi eresse l'università,
p. LIVj ove ne riporta anche la cogli stessi privilegi di quella di
figura. s. Domingo. Nel voi. XXVI, pag.
GIACOMO (s.) DI Benezuela. Cit- 169 del Dizionario dicemmo dei
GIÀ GIÀ 2i3
cappuccini spagnuoli sacerdoti e mis- ri : gli altri edifizi rimarchevoli
sionari mandati a Beneziiela o Ve- sono la zecca, la chiesa di s. Do-
nezuela dal p. Firmino d'Alcaraz menico, ed il già collegio de' ge-
commissario^ apostolico de'cappucci- suiti.Sonovi parecchi ospedali, ca-
ni di Spagna, e di altri con gran serme, r università di s. Giacomo,

frutti religiosi. Qui aggiungeremo il liceo, un collegio, biblioteca pub-


che nel i84'^ medesimo rispet-
il blica, e stamperia ove si pubblica-
tabile p. Firmino ha spedito a no dieci gazzette periodiche. Pres-
Venezuela altri quarantaselte mis- so la città è V Alameda, bel pas-
sionari, i quali arrivarono felice- seggio pubblico che signoreggia
mente a Cumana verso il fine del un' amena
vista sulla pianina e
mese di giugno. sulle Ande, le cui vette coperte
GIACOMO (s.) DEL Chili {S. Ja- di neve formano un contrasto mi-
echide Chilt). Città con residenza ar- rabile colla verdura. Questa città
civescovile nelle Indie occidentali, è il centro del commercio del Chi-
ossia Sant-Jago capitale del ChiPi fi, provveduta d'ogni sorte di der-
nell'Armenia meridionale, capoluo- rate. A qualche distanza dalla cit-
go della provincia del suo nome; tà si scavano miniere d'oro e di
giace in bella e ridente pianura, l'ame, e di stagno in altre parli
in buon clima, in riva al Mapocha del distretto. Fu Sant-Jago fon-
o Topocalma, le cui acque servono data da Fedro di Valdivia a' 24
ad irrigare terreni. La Mapocha
i febbraio i5^i, che la chiamò Sant-
la sepaia dai suoi due sobborghi, Jago dell'Estremadura. Soffrì mol-
coi quali comunica per mezzo di to da parecchi terremoti nei seco-
un ponte, ed essendo questo fiume li XVI, XVII, e XVIII: quelli
soggetto a straripamenti, si è per del 1822 e del 1829 gli fecero
contenerne le acque costruito nella gravi danni.
parte bassa un muro chiamato Ta- La sede vescovile vi fu eretta
jamar. Le strade sono larghe, be- nel regno di Filippo II, dal Pon-
ne selciate, nette e l'egolari; le ca- tefice Pio IV nel i56i, dichia-
se, che non hanno se non un so- randola sufìTraganea della metropo-
lo piano, a motivo de'terremoli, so- li di Lima. Il primo vescovo lo
no fabbricate con mattoni secchi preconizzò nella persona del fran-
e dipinti all' esterno di bianco, e cescano p. Ferdinando Barrionnelo,
non avendo sopra le strade che che morì sotto s. Pio V nel i568:
poche finestre, tutte guarnite di fra i successori nominere-
di lui
spranghe di ferro, somigliano a mo Diego de Medelli, altro
il p.
piccole fortezze: tutte sono seguite francescano, morto nel i585; Fran-
da vasti giardini, piantati di gran- cesco Salsedo morto nel i632;
di alberi, il che
da lungi a dà Gaspare de Billaroel ; Diego di
questa città l' aspetto d'una selva. Zabrana, ec. Per morte di monsi-
La piazza Mayor è adorna di bel- gnor Giuseppe Rodriguez Zorilla,
la fontana di bronzo, e fiancheg- il regnante Papa Gregorio XVI
giata da belli edilìzi, fra' quali il dichiarò di lui successore, nel con-
palazzo del governatore, quello del cistoro de'2 luglio i832, l'odier-
conte di Sierra Bella, la cattedrale no vescovo monsignor Emmanue-
ed altre nolabiU case di particola- le Viceuna, nato nella stessa città,
,
,

2l4 f-i'^ CIA


già vicaiio apostolico di questa puri? ^. Jago o Ribeira G rande,
chiesa, e vescovo in paiitbus di deirArci[ieIago' di Capoverde^ sul-
Geranio o Ceramo. Quindi il me- la costa meridionale dell' i.sola di
desimo Gregorio XV f, con decre- Capovcrde, nell' Atlantico, presso
to della sacra congregazione conci- la costa occidentale dell'Africa, si-

storiale de'-zi maggio i84o, elevò tuata in una valle profonda, e


al grado di metropoli ((uesta sede precisamente nell'isola di s. Jago,
vescovile, dichiarandone primo ar- la pili grande e la meglio popola-

civescovo il nominato prelato. Il ta delle isole di Capoverde, di cui


l'apa gli assegnò per sulfraganea era capoluogo, nei domi ni i del re
la chiesa della ss. Concezione del di Portogallo. Il suo porto è pic-
Chili, che prima lo era della me- colo e poco sicuro; la città è de-
tropoli di Lima. Neil' esordio del caduta, per cui la sede del gover-
.suddetto decreto si manifesta la no fu traspollata nella città di
pontifìcia disposizione di assogget- Porto- Praya. Più non vi rimane
tare alla metropolitana di s. Gia- che le rovine di un castello e
como del CliiTi, quelle altre chie- di alcune abitazioni , molte delle
se vescovili, che si erigeranno nel- quali sembrano essere state assai
la provincia del ClnTi. La catte- belle. Una
borgata chiamata pure
drale è una delle chiese piìi vaste s. Jago è situata sulla costa nord-
dell'America meridionale, moder- est dell' isola. Praya o Porto-Praya
no e buon edifizio, dedicala a Dio è città con porto di mare nel me-
in onore dell' Assunzione di Maria desimo arcipelago di Capoverde
Vergine. Il capitolo si compone di attuale capoluogo della detta iso-
tre dignità, essendo la prima il de- la, sulla costa. Piesidenza
go- del
canato, di dieciotto canonici com- vernatore generale portoghese del-
prese le prebende del teologo e l'arcipelago, giace sopra un rialto
del penitenziere, non che di bene- elevalo, al quale non si giunge che
ficiati , altri sacerdoti e chierici per due strade scoscese tagliate nel-
addetti al divino servigio. La cura la roccia, ed in fondo di una baia,
delle anime spettante al capitolo nella quale trovasi uno scoglio
viene disimpegnata da due preti, chiamato l'isola delle Quaglie, di-
essendovi il fonte battesimale. Ol- feso da una batteria. Alcune me-
ire la cattedrale vi sono nella cit- schine case di un solaio, per la
tà diverse chiese con cura d' ani- maggior parte coperte di rami di
me, e due sono collegiate, otto cocco, formano il complesso degli
monisteri e conventi di religiosi ediflzi tra' quali il più bello è la
e di monache, alcuni sodalizi, splen- carcere. Assai comoda riesce la

dido ospedale, ed eccellente semi- baia, e l'ancoraggio vi è buonissi-


nario con alunni. Ogni nuovo ar- mo, dappoiché è la sola situazione
civescovo è tassato nei libri della che apra alle navi sicuro asilo
cancelleria apostolica in fiorini tren- e comodo accesso ai passeggieri.
talre, ascendunt i'cro ad 4ooo cir- Appiedi ed a sinistra elei rialto è
cilcr pondcruni illius monclae. una pianura piantata di cocchi.
GIACOMO (S.) DI CvroVERDE, La baiaPraya fu nel 177S
di
(.'>. Jacohi Capids Vindis). Città teatro di un combaltimento san-
con residenza vescovile chiamata guinoso tra una llotta inglese co-
5

GIÀ. GIÀ 2 1

mandala dal coniinotloio Jolui- è lassalo ne' libri della camera


slonc, ed una squadra fianccsc sot- apostolica in fiorini ccatoseltanla,
to i^li ordini dell'ammiraglio Suf- corrispondenti a scudi mille cin-
fien. L'isola è divisa ia imdici quecento romani, frullato della men-
pnnoccliic contenenti più di ven- sa, senza pensione gravata.
timila abitanti, o negli, o discen- GIACOMO (s.) DI CuDA {s.
dentida esuli portoghesi. Le isole Jacobi de Cuba ) . Città con re-
di Capo verde furono discoperte cir- sidenza arcivescovile nelle Indie
ca Tanno 14G0. occidenlali, o.«sia Sani-Jago de Cu-
La sede vescovile di s. Giacomo ba nell'America meridionale, una
di Capovcrde o Ribeira Grande, delle prime parli Colombo che
nipa I\Iagiìa, fu eretta verso il se- scuoprì nel nuovo mondo, e per-
colo XVI, e fatta suffraganea del- ciò ima delle più antiche città
l'arcivescovato, poi patriarcato di dell'America. Questa città dell'iso-
Lisbona. La chiesa cattedrale è la di Cuba, una delle Antille, sor-
dedicala in onore del nome di ge sulla sua costa meridionale, al-
Gesù , con capitolo composto di la foce del piccolo fiumicello di
cinque dignità, essendone la pri- Sani Jago che forma un porto, ed
ma il decano, di dodici canonici, è capoluogo del distretto del suo
compreso il teologo ed il peniten- nome, cioè del dipartimento orien-
ziere, di quattro cappellani, e di tale. E bene edificata ed ha strade

altri preti e chierici per l'unizialu- dritte, case per la maggior parlo
ra. In essa si venerano diverse re- di pietra, una bella piazza pubbli-
liquie, tra le quali il legno della ca, una vasta cattedrale, parecchie
ss. Croce ; vi è il fonie battesi- altre chiese e vari ospedali. Il por-
male, ed un sacerdote deputato dal to è ampio non che sicurissimo,
capitolo funge l'ofiicio di parroco. ha r ingresso angusto ed è difeso
Essendo diruto l'episcopio , e per dai forti di Morrò e della Eslrella.
r insalubrità della città in una , Felicemente situata trovasi questa
casa abita il vicario, ed il vescovo città pel deposito dei prodotti di
dove più gli piace. Non havvi al- cambio tra i diversi paesi dell'A-
tra chiesa, bens'i un convento di merica, e gli stali d'Europa; ma
religiosi, una confraternita, ed un dopo che ha cessato di essere la
ospedale. La diocesi comprende l'i- capitale dell'isola, molto declinalo
sola dis. Giacomo, altre sei isole, vi è il commercio. Fu questa cit-
pluraquc oppiila et loca, , ctiani tà fondala nel i5i4 da Diego Vc-
in conlinenti /Ifricae. Welle annuali lasquez, e fu dapprima la capitale
Notìzie di Ixoma la serie de' suoi dell'isola di Cuba, sino all'anno
vescovi incomincia da fr. Giovan- iSSq , titolo e preminenza che
ni di Morcira minore osservante ri- l'Avana acquistò al principio del
formalo, Cilto vescovo da Benedet- secolo XVIII con accrescimento
to XIV li 26 novembre i74-- ragguardevole del suo commercio
Al presente lo è monsignor Giro- e popolazione. Dischiuso il suo
lamo da Carco de'minori osser- porto nel 177B, si vide tosto rav-
vanti riformali, preconizzato da vivalo commercio di
il s. Giaco-
Pio VII nel concistoro '.le'20 feb- mo. Nel 1809, tempo iu cui i

braio 1820. Ogni nuovo vescovo fuorusciti di s. Domingo vcuuero


,

»i6 GIÀ GIÀ


a cercare asilo nell' isola di Cuba, ed il parroco ha la cura delle a-
\i si contavano in s. Giacomo tren- nime. L'arcivescovo a cagione del-
tamila abitanti, ma in conseguen- l'aria malsana, prodotta dalle cir-
za delle vessazioni ch'ebbero questi costanti lagune, e della siccità del
rifuggiti a soffrire per parte del suolo che la espone a soffocanti
governo, la popolazione notabil- calori, non ha episcopio, ma abita
mente diminuì. ove più gli piace o nel distretto.
La sede vescovile fu eretta nel Vi sono inoltre tre altre parroc-
i522 sotto l'imperatore Carlo V chie, sette conventi e monasteri
come re di Spagna, dal Pontefice di religiosi, diverse pie confrater-
Adriano VI, secondo Commanville; nite , un monastero di monache,
e Paolo III nel i547 '^ ^^^^ ^"^' ospedale, e seminario con alunni.
fraganea della metropoli di s. Do- La diocesi è ampia, e contiene
mingo. Ne fu l'ultimo vescovo moltissimi luoghi. Ogni nuovo ar-
Gioachino de Oses-y-Alzua di civescovo per la spedizione delle
Gal varrà diocesi di Pamplona bolle è tassato nella cancelleria a-
fatto da Pio VI a' 2 dicembre postolica in fiorini trentatre, verus
1792, il quale dal Pontefice Pio auteni illoruni valor est trigiiita

VII fu elevato nei primi anni del suo millia circiter sculoruni monetae
pontificalo al grado arcivescovile, Jiispanicae, quae alieni pensioni
quando dichiarò la chiesa di san sunt ohnoxia.
Giacomo di Cuba metropolitana, GIACULATORIA {jaculatoria),
assegnandole per vescovi suffraga- Chiainansi orazioni giaculatorie al-
nei quelli di Avana e di Mondo- cune brevi e fervorose preghiere
nedo. Ne fu secondo arcivescovo indirizzale fondo del
a Dio dal
monsignor Mariano Rodriquez de cuore, anche senza pronunziar pa-
Olmeda della diocesi d'Arequipa, rola. La maggior parte dei versetti
traslato da Portoricco da Leone dei salmi sono preghiere di questa
XII, a' 21 marzo i825; e terzo sorte : tale è il versetto Deus in
l'odierno monsignor Cirillo Ala- acljnlorium, che la Chiesa ha posto
meda et Breà, dell'ordine de'mi- in principio di tutte le ore canoni-
nori osservanti, nato in Torrajo de che. Dice il Bergier, che gli autori
Velasco, preconizzato nel concisto- ascetici raccomandano l'uso frequen-
ro de' 3o settembre i83r, dal re- te di queste preghiere a tutti co-
gnante Papa Gregorio XVI. La loro, i quali desiderano di rag-
cattedrale di solida struttura, è un giungere la perfezione cristiana.
grandioso edifizio, dedicato in ono- Servono altresì le giaculatorie a
re di Dio, e dell' Annunziazioue di richiamarsi alla memoria la pre-
Maria Vergine. Il capitolo si com- senza di Dio, per allontanare le
pone di sei dignità, la prima delle tentazioni, e per santificar tutte le
quali è il decano, con dieci cano- nostre azioni. Avendone commenda-
nici comprese le prebende del teo- ta la recita molti sommi Pontefici,
logo e del penitenziere, ac sex in- concessero nel pronunziarle molte
tegrisj et trihus dimidiis portiona- indulgenze.
riis , oltre diversi preti e chierici GIAHPAR. Sede vescovile dei
pel divino servigio. Nella metro- giacobili nella diocesi d'Antiochia,
politana \i è il fonte baltesimale. vicino aU'Eufi'ate.
,, ,

GIÀ GIÀ 217


GIANCASIMIRO di Polonia, la di lui morte, perì in Roma di
Cardinale. Giaiicasimiio figlio di peste nel 1287, venendo sepolto
Sigismondo III re di Polonia, ve- in detta chiesa con breve iscri-
stito l'abito de' gesuiti in età di zione.
trentadiie anni, condusse pei- quat- 0\^^YEUCY., Cardinale. Gian-
tro anni vita qual si conveniva a felice romano fu da Clemente HI
perfetto religioso, dopo i quali, sen- a* 21 marzo i 188 creato cardi-
za che neppure lo ininuiginassc nale diacono, assegnandogli per dia-
Innocenzo X a' 28 marzo 1646 Io conia la chiesa di s. Eustachio
creò cardinale diacono. Ma morto donde passò all'ordine presbitera-
suo fratello Uladislao re di Polo- le ed al titolo di s. Susanna, sot-
nia senza prole mascolina, fu egli to Celestino III, alla cui elezione
stesso praclamato re, onde fu co- concorse; e morì dopo sei anni di
stretto rinunzifir la dignità cardi- cardinalato.
nalizia a' 6 luglio 1G48, impal- GIANNALBERTO m Polonia,
mando nel 1649 ^^" pontificia Cardinale. Giannalberto figlio di
dispensa la principessa Maria Gon- Sigismondo HI re di Polonia, e
zaga figlia del duca di Mantova fratello d'Uladislao IV e di Gian-
vedova del defunto fratello; la casi miro parimenti sovrani di tal
quale essendo dopo dieciotto anni regno, illustrò lo nobiltà di sua
di matrimonio morta sterile, Gian- prosapia collo splendore delle vir-
casiniiro rinunziò la corona, dopo tù, di cui diede chiaro indizio, fi-
aver riportato molle vittorie sui no coir esterno sembiante di sua
russi e sugli svedesi mostrandosi , persona, altezza di statura, con
sempre intrepido difensore della cat- volto leggiadro, modesto , e vera-
tolica religione contro i sociniani, mente angelico. Urbano Vili lo
per cui Alessandro Vili lo chia- fecevescovo di Cracovia, ed a* 20
mò re ortodosso. Ritiratosi in Fran- dicembre i632 lo creò cardinale
cia, ivi ottenne dal re l'abbazia di dell'ordine de' preti, e divenne il
f. Germano de'Piali, ove condus- padre de' poveri, mostrandosi be-
se quieta e felice vita, morendo nigno, alTabile, cortese, e munifico
d'anni scssantasei nel 1672, altri verso di tutti. Impiegò religiosa-
dicono in Nivers, con taccia di ca- mente le sue ricchezze in opere di
rattere incostante. pietà, per cui le sue scale erano
GIANCOLETTI Gervasio, Car- sempre popolate di bisognosi che ,

dinale. Gervasio Giancolelti fran- da ivi non partivano senza provar


cese di Clincliamp, ne' confini di gli effetti di sua carità. Pari alla
Mans, arcidiacono di Parigi, insi- compassione verso i poveri fu la
gne nelle scienze teologiche, sopra pietà e con fama
: di ottimo prin-
delle quali scrisse alcuni trattati cipe, e generale cordoglio, dopo do-
che più non esistono, unito di stret- dici mesi morì in Cracovia nel
ta e sincera amicizia con ]Marlino i633.
IV, questi a' 12 aprile 1281 lo GIANSENIO CoR>fELio, pi imo
creò cardinale prete, dandogli per vescovo Gand, nato ad Ilulst
di
titolo la chiesa di s. Martino. Do- nelle Fiandre nel i5io. Studiò
po aver concorso all'elezione di O- filosofia a Lovanio, ed imparò le
liorio IV nella sede vacante per lingue ebraica, greca e Ialina per
2i8 GIÀ GIA
meglio inlcntlcrc la sacra Scrittura, nclio secondo l' uso d'allora cam-
alla quale volle applicarsi. Insegnò biò nome e prese quello di Jan-
per dodici anni teologia nell'abba- sen o Giansenio, che vuol dire fi-
zia di Tongi'cloo dell'ordine pre- glio di Giovanni. Egli fece i pri-
monstratense nel Brabante. Fu po- mi suoi studi ad Utrecht, poscia
scia curato di s. Martino diCour- quelli di filosofia e teologia a Lo-
trai, decano di s.
e Giacomo di vanio; di là recossi a Parigi ove
Lovanio, dove ebbe rango di dot- contrasse amicizia con Giovanni du
tore e professore in teologia. Fi- Verger de Hauranne, poi abbate di
lippo II re di Spagna invioUo al s. Cyrano, il quale lo collocò pres-
concilio di Trento, nel quale acqui- so un consigliere, in qualità di
stossi molta riputazione colla sua precettore de' suoi figli. In seguito
dottrina e modestia. Al suo ritor- du Verger lo condusse seco a Ba-

no fu fatto vescovo di Gand e ,


jona, dove dimorò dodici anni per
dopo aver per olt'anni fedelmente rettore nel collegio poco prima
eseguili i doveri dell'episcopato, ivi fondatovi. Ivi abbozzò l'opera suac-
morì a' io aprile 1576, nell'età cennata , e la compose coli' idea
di sessantasei anni. Egli è uno de- di fare risorgere la dottrina di
gli autori del secolo XVI, che ha Baio condannata dalla santa Sede,
più utilmente scritto sopra la sa- avendola tratta dalle lezioni di Ja-
cra Scrittura, ele sue opere sono copo Janson discepolo e successo-
a giusta ragione stimate. Abbiamo re di Baio, che in molte cose a-
di lui: I.' dei commentari sui Sal- vea adottato i sentimenti dei fa-
va], sulla Cantica, sui Proverbi, sul mosi eresiarchi Lutero e Calvino:
libro della Sapienza e sull' Eccle- l'abbate di s. Cyrano era delle
siastico ;Concordia ch'ange-
2." la stesse opinioni. Giansenio ritorna-
lica con commentari ; 3." un com- to a Lovanio vi prese la laurea
pendio dei commentari sulla Con- dottorale, ottenne una cattedra di
cordia; 4.° la Vita di Gesù Cri- professore di sacra Scrittura nel
sto secondo i quattro evangelisti. 1 61 7, e fu fatto prefetto del nuo-
GIANSENISMO. Sistema erro- vo collegio di s. Pulcheria. Il re
neo circa la grazia, il libero arbi- di Spagna Filippo IV lo nominò
trio, il merito delle opere buone, vescovo d' Ipri, ed Urbano Vili lo
la predestinazione, il benefizio del- preconizzò in concistoro nel i635,
la redenzione ec. , contenuto in ma poco dopo a' 6 maggio i638
un'opera intitolata Augnstinus di morì di peste. Lasciò le seguenti
Cornelio o Jansen ve-
Giansenio opere i ." Un Discorso morale sul-
:

scovo o Ypres, in cui que-


d' Ipri la riforma dell'uomo interiore. 2.

sto teologo pretese raccogliere ed U Alcxipliarmacmn, cioè Antidolo


esporre tutta la dottrina di s. A- contro il veleno de' ministri di
gostino dottore della Chiesa , sui Bois le Due. S.'' Spongia notarurn,
diversi punti mentovati. Esso nacque per rispondere alle note che i sud-
a' 2.5 ottobre i585 da genitori detti avevano fatto al suo
ministri
cattolici nel villaggio d'Accoy presso Antidolo. 4- Commentari sul Pen-
Lcerdam in Olanda, chiamandosi tateuco, i Proverbi, l'Ecclesiaste,
il padre Giovanni Otto. A Lova- il libro della Sapienza, il profeta
nio, per sottrarsi dagli eretici, Cor- Sofuuia, e sui quattro evangeli.
GIÀ CIA 2 1
Q
5/ Due soluzioni di casi di co- blicala colle stampe in Roma nel
scienza suH'obbligazionc degli edit- 1790. Ivi &i parla ancora delle due
ti, in ciò che concerno le monete, memorie nel 7 7 presentate da 1 1

e sul giuramento de' magistrati. due cardinali, cinque arcivescovi, e


G." Un libro intitolato I\Inrs Gal- vescovi ventuno al iluca d'Orleans
licus sotto il nome di Alexander reggente di Francia, stampate in
patricius /Irmachanus^ 7." Il pa- Asisi 1790. Nel tomo XI si
nel
rallelo degli errori dei seraipela- discorre ÓlcW Antico progetto di Bor-
giani di Marsiglia, con quelli dei go Fontana dai moderni giansenisti
nuovi semipelagiani. 8." La sua continualo e compilo, opera del sa-
grand'opera del memorato Augii- cerdote Francesco Gusla , pubbli-
Uiniis, nella quale avea lavorato cata in Asisi nel 179J1. Si parla
vcnt'annì, dandovi l' ultima mano ancora dell'altra opera di questo
avanti morte: la lasciò al dotto sacerdote, intitolata: Dell'in-
la sua
suo Reginaldo Lamco, Jluenza de giansenisti nella rivolu-
cappellano
e la sottopose per testamento all'iip- zione di Francia, ec. seconda edi-
provazionc della santa Sede ma zione accresciuta e corretta, l'Vrra-
;

Liberto Frorood ed Eririco Cale- ra 797. Nel volume del Supple- 1

nò suoi esecutori testamentari la mento del giornale ecclesiastico di


fecero slampare a Lovanio nel G40. 1 Roma del 1793, si discutono le
Fu condannata solennemente da dottrine de' giansenisti, e loro pre-
diversi Pontefici, dicendo•^i tale er- mure di avere una stamperia ; del
ronea dottrina giansenesimo o gian- loro progetto di unirsi agli angli-
senismo, e giansenista chi disgra- cani ; delle loro celebri regole : si

ziatamente n' è seguace. Di (juesto dimostra che i giansenisti sono nel


fatale sistema, delle sue condanne, grosso una cricca di miscredenti;
e di tutto ciò che riguarda que- infinite diramazioni tiella loro dot-
sto gravissimo argomento, am[)ia- trina ; loro odio conilo lloma, sfo-
mente ne parlammo all'articolo gato in indecenti pilline; carteggio
Francia, massime nel voi. XXVII di due giansenisti ; loro impegno
del Dizionario, alle png. 17, ic), 3o, per la liturgia volgare. Nel Sup-
3 1 , 40, 4^» 4^> 47j 48, 4yi ^^ fi"o plemento j ec. dell'anno 1794» si
a (io inclusive, G3 fino a G7 in- leggono nozioni sui giansenisti ita-
elusive, 69, 73, 74, ed 83. Fedi liani corrispondenti dei francesi ;

GiA( oDi.vr. del metodo e setta de' giansenisti


Per altre notizie sul giansenismo, esistenti; chi s' intenda essere gian-
oltre i relativi articoli di questo Di' senista; non credo-
loro dottrine;
zionario in cui se ne parla, si pos- no quel che dicono; credono poco
sono consultare i touìi del Gior- o nulla; giacobinismo de' gianseni-
nale ceelesiaslico di Roma, che pri- sti; loro falli; giansenisti italiani
ma ivi si pubblicava. E in iiilti aventi in bocca il clero gallicano;
nel toni. V si parla della Breve alcuni inscii de' segreti della loro
istoria delle variazioni del ffanse- sella; loio caralleristiehe; loro spi-
niitno dalla sua origine sino al rito democratico. Si possono anco-
1745, seeonda edizione aeeieseiut.i ra leggere le Avventure di una da-
di prefazione e noie interessanti, ma e di un abbate, o sia istoria

culi appeudite di ducuujciilij {)ub- della congregazione dille Jiglie del-


22O G I ;V GIÀ
/'
infanzia H'riUa dall'abbate Rc.bou- storici più critici stabilisce l'origi-

h'I, traduzione dal francese 183"^. ne di questo grande stato al 660


II Rcboulet stampò questa veridica avanti l'era nostra, facendone fon-
istoria a Parigi nel 1784 col ti- datore Synmu, la cui discenden-
tolo di Storia delle Jìglie dell' infan- za pretendesi abbia continuato si-

zia : la sostanza de' latti si trova no a' nostri giorni. Gì' imperatori
ricordata in molte opere, e le stes- del Giappone per lungo tempo
se persecuzioni cui soggiacque que- riunirono nella loro persona, col
sto libro palesano la sua impor- titolo di dairi, il potere spirituale
tanza. L'abbate Reboulet difese la e temporale, perdendo il primo
sua storia ristampandola con un quando nominarono a luogotenen-
volume di documenti e di giusti- ti i koubi o generali della coro-
ficazioni. La traduzione delle Av- na, che divennero potentissimi ; e
i-enlurevenne già nel 1782 stam- filialmente verso il i585 il kou-
pala in Venezia coi tipi del Zat- bo o seogoun Fide-josi, che prese
ta ; ma si disse che giansenisti i poscia il nome di Taiko-Sama, il

fecero di tutto per distruggere la quale venne dai dairi onorato del-
maggior parte degli esemplari. Da la dignità di quambuku , abusan-
ultimo in Roma, nell'adunanza dei do della carica divenne eguale al
23 giugno i836 della pontificia suo signore, indi lo spogliò ancora
accademia di religione cattolica, te- del potere temporale. Da questa
nuta nella chiesa dell'archiginnasio epoca nel Giappone furonvi due
lomano della Sapienza dai rispet- sovrani, l'uno ecclesiastico col no-
tabili soci medesima, il no-
della me di dairi, l'altro secolare detto
bilissimo socio marchese di Lavradio, koubo, ambedue indipendenti l'u-

allora ambasciatore straordinario e no dall'altro ; il piimo capo della


plenipotenziario di S. M. Fedelissima religione col nome d'imperatore,
presso sanlaSede, lesse una dotta
la l'altro sovrano temporale. Dipen-
ed importante dissertazione intito- dono dal koubo molti damios, o
lata: Spiegata ^origine e il pro- principi ereditari , la di cui reci-
gresso del giansenismo, si dimostra proca gelosia e gli ostaggi che dan-
come le sue dottrine tendano alla no guarentiscono sempre la loro
distruzione non meno della religio- sommissione al supremo potere del
ne che del trono. Questa disserta- koubo. Ciascuno di questi princi-
zione, applaudita dall'accademia, pi dispone delle rendite del pro-
meritò di essere stampata in Mo- prio fondo ossia governo ,non :

dena dalla tipografìa camerale. godono però lutti damios de'me- i

GIAPPOINE. Vasto impero del- desimi privilegi in faccia al sovra-


l'Asia orientale, formato da molte no, essendo alcuni in maggior di-
isole situate nel grande oceano bo- pendenza dal koubo che non gli
reale, all'est dell'impero cinese. Le altri. L"" illustre viaggiatore vene-
tre isole principali sono : Nipon, la ziano Marco Polo ebbe le prime

più considerabile di tutte, Xico o nozioni XIII di queste


nel secolo
Saikokf, e Sicoco. Nipon o Nifon isole, che furono chiamate Giap-
significa oriente ossia origine del pone, e ch'egli in vece nominò
sole, e la parola Giappone regno Zipangri o Zipangu. I suoi scritti
del sole che spunta. L'opinione degli furono creduli favolosi, ma perve»
GIÀ GIÀ 22 I

liutinelle mani di Cristororo Co- Francesco Saverio della compagnia


lombo, gli riuscirono di molta uti- di Gesù, approdò a' i5 agosto i549
lità onde confermai lo nella sua a Cangoxiina, città dipendente dal
speranza di ritrovare un mondo sunnominato principe, con tre giap-
nuovo. Frattanto che l'ardito na- ponesi ch'egli avea convertito ia
•vigatore aggiungeva un mondo no- Goa. Fu benissimo ricevuto dal re
•vello al monarca Spagne, i
delle di Saxuma, e potè quindi il santo
portoghesi dal loro lato s' impa- predicare pubblicamente il vangelo
dronirono colla stessa facilità delle in tutto il paese, ove converti un
Indie orientali. La scoperta del gran numero di persone alla fede
Giappone devesi ad essi, e fu la di Gesù Cristo. Ma i portoc;hesi
conseguenza d'un naufragio. avendo un anno dopo trasportalo
Nel 1542, allorché Martino Al- il loro commercio nell'isola di Fi-

sonzo di Souza era viceré delle rando, il re di Saxuma, irritato


Indie orientali, e regnando nel Giap- perchè abbandonavano i suoi stali,
pone l'imperatore Gonaia, tre mer- proibì a s. Francesco la predica-
canti portoghesi che facevano vela zione, e volle altresì costringere i

per la Cina , furono da una fu- suoi sudditi ad abiurare il cristia-


riosa burrasca gettati sulle coste nesimo, ma non
potè riuscire. vi

del Giappone nel regno di Bungo; I novelli opposero alle sue


cristiani
e da ciò ebbe origine la prima ve- minacce una fermezza, che confuse
ridica conoscenza di questo impe- quel principe, ed il santo lo riconciliò
ro in Europa. I mercanti furono coi medesimi ; cessò quindi dal perse-
Antonio di Nota Francesco Zei- , guitarli, e poco mancò che abbrac-
moto, ed Antonio Peixota, quali i ciasse egli stesso il cristianesimo.
rapiti dalla bellezza e ricchezza del Intanto s. Francesco erasi portalo
paese, dimenticarono la Cina, e si a Firando coi portoghesi, ed ivi

permesso del prin-


stabilirono, col colla sua predicazione ottenne piii

cipe di Omura, nel borgo di Nan- rapidi e maggiori progressi di quelli


gasacki, il quale diventò conside- che avea egli avuto a Cangoxima.
rabilissimo per gì' indigeni e i fo- Da Firando andò poscia s. Fran-
rastieri che ivi poi portaronsi a cesco nel febbraio 1 55 1 a Meaco,
motivo del commercio, che nei pri- ove le discordie che infestavano la
mi anni procurò ai portoghesi im- città e la corte del dairi impedi-
mensi vantaggi. Quelli di Malacca l'ono che fosse ascoltato, né fu ri-
specialmente ne profittarono, e te- cevuto meglio ad Amangachi capi-
stimoni dell'abbondanza del paese tale del regno di Naugato.
in oro, argento e merci preziose, Ritornato il santo a Meaco fu
vi mandarono una spedizione che ben compensato dalla docilità di
si stabilì in Nang;isacki. Avendo al- un gran numero di abitanti di A-
cuni commercianti parlato agli in- mangachi quali ascoltarono la
, i

digeni della religione cristiana, e al parola di Dio, che loro annunziò.


principe, si avvidero che non era II re di Naugato medesimo fu toc-

esso alieno dal Queste


favorirla. co dalle sue piediche , ed avendo
buone disposizioni sicomunicarono mandato il santo a Fucheo, luogo
anche al re di Saxuma, quando della sua residenza, obbligò bon- i

1' apostolo delle Indie orientali , s. zi a conferire con lui, onde molli
222 GIÀ (il A
ne rcsta!-ono convelliti: nnclie il re re di Fungo; per [)arte di Prota-
coiiol)bc la verità del cristianesimo, sio re di Arima, eBartolomeo di
ma l'austerità della sua morale im- re d'Omura, era Michele Gingiva
pedì per allora clie lo abbraccias- cugino dcH'imo e nipote dell'altro,
se. Le [)rediclie ed i tratlcnimenti a' quali furono dati per seconde
spirituali di s. Francesco produs- persone dell'ambasciata Martino Fa-
sero maggior effetto nel popolo, il ra e Giuliano Nicauia, essi pure si-
(juale accorse in folla per ricevere gnori della primaria nobiltà, nc-
battesimo. 11 santo dopo un sog- compagnati dai gesuiti pp. Nuno
il
i

giorno di due anni e quattro mesi Piodi iguez, e Diego de Mesquita, in


nel Giappone, s'imbarcò nel no- (pialità unodi aio, l'altro d'inlerpie-
vembre i55r per ritornare alle In- te. Da Nangasacki partirono sopra
die, da dove mandò tre gesuiti suoi una nave poitoghese a'20 febbraio
confratelli, perchè invigilassero alla I 582; ebbero distinte accoglienze dal-
conserva/ione della novella chiesa la corte di Portogallo, dopo essere
da lui fondata nel Giappone. Do- passati gli ambasciatori per la Cina
po sua partenza l'cvangelo con-
la e per Malacca ; dopo tre anni
e
tinuò a dillòndersi in varie palli di viaggi, alloggiati sempre ne'col-
del vasto impero. I re di Naugato legi de' gesuiti, giunsero finalmen-
o di Omura, di Bungo e di Ari- te a Roma a' 22 marzo i585, cui
ma ricevettero il battesimo, e con- destarono ammirazione per essere
tribuirono col esempio alla
loro la più remota ambasceria che ri-
conversione di un gran numero dei cevesse quella metropoli , mentre
loro sudditi. Il Pontefice Gregorio se Augusto ricevette ambasciatori
XIII fondò nel Giappone la casa pro- delle Indie, queste regioni sono me-
fessa dei gesuiti, e tre seminari pei no lontane del Giappone. Delle so-
neofiti in Arima, in Ansucci ed in lenni ed onorifiche accoglienze che
l'ululai, disponendo inoltre che ogni gli fece Gregorio XIII ne parlam-
anno mandati nell'impero
fossero mo al voi. X, pag. 3 IO del Di-
quattromila scudi d'oro per mantene- zionario, ed il Cancellieri erudi-
re coloro che si applicavano ad istrui- tamente ne parla ne'suoi Possessi a
re que' popoli nella dottrina di p. 122 e seg., e nelle sue Disser-
Cristo.Già vi si contavano più di tazioni epistolari a pag. 244, 246
duecentomila cristiani, quando i e seg. Poco dopo morì il Papa, e
luissionaii gesuiti , e principalmcn- SistoV che gli successe, nel solen-
1e il p. Alessandro Yalignani, in- ne possesso che prese della basili-
dussero mentovati tre re a spe-
i ca lateranense a' 5 maggio, volen-
dire un'ambasceria obbedienziale a do onorare anch' egli gli ambascia-
Gregorio XIII, per protestargli so- tori giapponesi, nella cavalcata die-
lennemente la loro filiale sommis- de loro un posto distinto tra gli
sione. Gli ambasciatori furono quat- altri ambasciatori, e si da uno
fece
tro, due de' quali principi di san- sostenere la stalTa nel montare a
gue reale, lutti in giovanile età, cavallo. Indi il Papa li trattò ma-
ina in senno e prudenza consuma- gnificamente nella sua vigna a s.

ti, lirano cpiesti Manzio-Ito, a no- Maria Maggiore, gli fece portare
me di Francesco re di Bungo suo le aste del suo baldacchino, e ver-
[unente, e nipote di suo cognato sare l'acqua nelle sue mani : li co-
GIÀ GIÀ 223
nnmìcò nella sua messa privata, li gran disegno concepito da Taiko-
creò cavalieri dello sperone d'oro, Saraa, e con lui medesimo concer-
e li annoverò tra i patrizi romani. tato. Incominciò dal comandare ai

Quando poi gli ambasciatori par- portoghesi ed a tutti gli stranieri,


tirono da Roma, gli consegnò molti tranne gli olandesi, di sortire dal-
regali pei loro re, ad ogni amba- l' impero: quest'ordine fu seguito
sciatore donò tremila scudi, con- da un altro che proibiva severa-
fermò quelli assegnati da Gregorio uientc ai giapponesi di allontanarsi
XIII pel mantenimento de' missio- dal loro paese sotto qualunque pre-
nari, e vi aggiunse altri duemila testo, ma ciò che stava piìi a cuo-
scudi. Tornati gli ambasciatori ri- re al novello koubo, era l'aboli-
colmi di contentezza nel Giappo- zione del cristianesimo. Di già sot-
ne, fecero stupire tutti colle loro to l'impero di Taiko-Sama avea egli
narrazioni, e vestendo l'abito dei fatto pubblicare nel 586 un san-
i

gesuiti, faticarono coi-aggiosamenle guinoso editto contro i cristiani, il

nella vigna del Signore, contro la quale nel decorso di qualtr' anni
quale infierì l' imperatore Taiko- procurò la corona del mailirio a
Sama. più di ventimila persone. Benché
Infatti, essendo stata sinistramen- le chiese in numero di duecento-
te interpretata quest'ambasceria nel cinquanta fossero tutte chiuse, ben-
Giappone, il kouboTaiko-Sama, per ché qualunque pubblico esercizio
meglio stabilire il suo potere asso- del cristianesimo fosse vietato, i

luto nell'impero, formò il disegno missionari conlavano nondimeno nel


di allontanare tutti gli stranieri e 1592 più di dodicimila nuovi pro-
particolarmente i portoghesi , il di che avevano guadagnati alla
seliti,

cui orgoglio e le di cui ricchezze Chiesa di Gesù Cristo, dappoiché


temeva non avessero ad eccitare ninno de' più crudeli supplizi af-
contro di lui una ribellione. Ma fievoliva la loro fede, e la perse-
essendo egli morto nel 5()8, lasciò i cuzione con sempre crescente vio-
l'esecuzione di questa impresa ai lenza durò più di quarant'anni. Cle-
suoi successori. Avendo però Fide- mente Vili nel iGoo permise che
jori suo figlio, ancora minorenne, tutti i religiosi mendicanti potesse-
mostrato qualche inclinazione pel ro recarsi alle missioni del Giap-
cristianesimo e pei portoghesi, Ije- pone, che Gregoiio XI 11 aveva af-
saz suo suocero e tutore, con tale fidato ai soli gesuiti, perché vi ave-
pretesto tentò deironizzarlo. Accor- vano introdotto il lume della fede.
tosi Fide-jori del perfido disegno Si legge nel che ritornati
Kutler,
del suocero, e temendo di lui fug- i gesuiti nel Giappone nel Sqq ne i

gi nella fortezza di dove Osakka, convertirono quarantamila e più ,

assediato e ridotto agli estremi da di trentamila l'anno seguente, seb-


Ijesaz amò meglio morire in mez- bene essi non fossero più di cento.

zo all'incendio del suo palazzo, Qui noteremo che il diarista Gi-


piuttosto che rendersi prigioniero gli narra, che nel pontificato di
dell'ambizioso suocero, e ciò suc- l'aolo V, a' 29 ottobre 161 5, eb-
cedette nel 161G. Divenuto Ijesaz be luogo in Roma il solenne in-

padrone del trono giapponese si , gresso di un ambasciatore, fratello

occupò subilo dell' esecuzione del di un re del Giappone. Finahneu-


224 GIÀ GIA
te sotto il regno di Fide-Tada suc- tirizzali anch' essi nel Giappone
cessole d'ijesaz, spinti i cristiani al- dall'imperatore Taiko-Sama a'6 fé*
la maggior disperazione nel vedere braio 1597. Indi con altro decre-
migliaia de' loro fratelli crudelmen- to del 1629 Urbano Vili permi-
te massacrati, e perduta in pari se che nel detto giorno lutti i
tempo ogni speranza di sollievo in sacerdoti potessero celebrarne la
tante loro miserie, si ritirarono in messa nelle chiese de' gesuiti. Di-
iiinneio di circa quarantamila nel poi Benedetto XIV dichiarò s.
castello diSinaburo situato sulle , Francesco Saverio con la costi- ,

coste di Arima, nell'isola di Xico, tuzione liidiaruin ge.iitibiis pro-


,

colla ferma risoluzione di difende- tettore piìt principale delle Indie


re la loro vita fino all'estremo. orientali, cioè dal capo di Buona
Vennero tosto ivi assediati, ma do- Speranza, fino ai regni della Cina
po un'eroica resistenza di tre mesi, e del Giappone, f^. il p. Ant.
dovettero alla fine cedere alle for- Frane. Cardi m , in fasciculo e
re superiori del koubo. Il castello Japonicis floiihiis, suo ndhuc ma-
fu preso a' 12 aprile i638, e tutti dcnlibus sanguine, E.omae i645.
gli assediati in numero di tren- Paolo A resi, Le palme giapponesi
taseltemila vennero spietatamente in lode di XXIli martiri del Giap-
massacrati; fu l'ultima scena di pone, seguaci di s. Francesco, ira
questa atroce tragedia, ed il san- i minori osservanti, Milano 1628.
gue cristiano essendo stato versato Le rose giapponesi in lode di tre
sino all'ultima goccia, il massacro martiri del Giappone della com-
e la persecuzione cessarono. pagnia di Gè sii, Milano 1628.
Urbano Vili nel 1627, col bre- Dall'impero dunque del Giappone
ve Salvaloris de'i4 settembre, con- vennero dalla suddetta epoca sem-
cesse ai minori osservanti di fare pre esclusi tanto quelli del paese,
r uffizio e messa de' loro ventitre quanto gli stranieri che profes-
martiri del Giappone, cioè sei sa- sano la religione cristiana ,
par-
cerdoti e dieciselte laici della pro- ticolarmente i portoghesi. In og-
vincia di s. Gregorio de' france- gi i soli olandesi commerciano
scani della stretta osservanza. Indi ancora col Giappone, ma sorve-
col breve Alias degli i i settem- gliati, e soggetti a diverse umilia-
bre 1628 estese questa facoltà a- fioni e gravi restrizioni; ed il

gli altri ecclesiastici secolari e re- porto di Nangasacki è 1' unico nel
golari nelle provincie Mallinense, quale possono fermarsi colle loro
Chisiense , Macaonense , Abulense, navi. Posseggono altresì , col per'
e Messicana : questa fu la prima messo del koubo, un palazzo nella
causa di martiri trattata e con- stessa città di Nangasacki, dove di-
clusa dopo l'istituzione della sacra morano gì' impiegati della compa-
congregazione de' riti. Nel 1627 gnia di commercio,
i quali però
Urbano Vili, col breve Salvaio- lutti sono severamente guardati dal
ris de' i5 settembre, concesse ai governo. I russi formando alcuni
gesuiti che potessero celebrare l'uf- stabilimenti sulla costa orientale del-
fizio e messa dei tre loro mar- l'Asia, si avvicinarono al Giappone,
tiri Paolo Miki, Giovanni de Go- e fecero molti tentativi per stabilir*
to, e Jacopo o Diego Risai mar- visi col mezzo di commerciali ve-
,

GIÀ GIÀ 223


lazloni, ma furono sempre rigelln- quelle dei sintoisti o camis, e dei
ti, ed avvertili a non presentarsi budsdos; la setta dei camis è la
se non volevano esporsi a perdere religione dominante, e quelH che
la vita. Gli inglesi essendosi impa- la professano adorano sette dei chia-

droniti di Gava nel 1811, vollero mati camis, e cinque semidei, cui i

rupplantare almeno momentanea- templi sono ricchi di ornamenti


,
mente gli olandesi nel Giappone, ma con magnifiche colonne di cedro.
i loro tentativi tornarono vani con- Tensio-Dai-Dsin è il principale ca-
tro la tenacità de' giapponesi nel mis, il padre ed il fondatore della
non voler nulla cangiare degli usi nazione. Il suo tempio d'Ixo, nella
già stabiliti. V. il Samson, Amba- provincia di questo nome, è famo-
sciala ch-gli olandesi al Giappone. so pei pellegrinaggi da cui non è
L'impero del Giappone non è in- esente alcuno, trattone il dairi.
feriore a quello dellaCina in ric- Certe sette del Giappone adorano
chezze esso è fertile in più luo-
: il sole, la luna, le scimmie ed al-
ghi, vi si veggono dei belli edifi- tre bestie, degli uomini deificati, e
ci, e vi si coltivano le arti e le degli idoli bizzarri. Altri, come nel-
scienze . I giapponesi sembrano at- la Cina, seguono la religione dei
tribuirsi qualche superiorità sui ci- lama del Tibet nella gran Tarta-
nesi, per ingegno più svegliato, più ria, i quali adorano ilgran lama,
gusto e più delicatezza. La città uomo vivo, che s'immaginano es-
di Meaco, situata nell'isola di Ni- sere immortale, ed a cui sostitui-
fon, è l'antica capitale dell' impe- scono un altro che gli rassomiglia,
ro : il dairi vi ha un magnifico pa- quando muore. F. il p. diarie voix,
lazzo, e vi fa la sua residenza. nella Istoria del Giappone j il
Questa città è celebre per le sue Kempfer nella storia dell' istesso
manifatture, porcellane, tele dipin- impero; il p. MafFei in Rerum a
te, vernici, pitture, opere in oro, soc. Jesu in oriente gestaruni w-
in rame, in acciaio, ec. Kel 1691, tumine, e nella Storia delle Indie;
secondo Kempfer, contavano vi si ed il p. Grasset, Storia della chie-
tremila ottocento novantatre tira o sa del Giappone. V. inoltre la Rela-
templi di divinità straniere, due- zione della provincia del Giap-
mila cento diecisette mia o templi pone, scritta dal p. Antonio Fran-
di antiche divinità del Giappone cesco Cardim della compagnia di
cento trentasctte palazzi, ottantasette Gesù, procuratore di quella pro-
ponti, tredicimila ottocento sessanta vincia, alla Santità di Nostro Si-
nove case, ec. Jeddo situata nella gnore Papa Innocenzo X, Roma
stessa isola è presentemente la più 1645. Il Terzi nella Siria sacra
grande città dell'impero, ma è fab- parla dell'impero e nazione giap-
bricata irregolarmente : il koubo o ponese a p, 3i3 e seg.
imperatore secolare fa in essa la GIARRETTIERA, Ordine eque-
.sua residenza. Le città di Ozacca, strc d' Inghilterra, Ordo garteria-
nell'isola di IN'ifon, e quella di Nan- niis j cavaliere della giarrettiera,
gasacki ncir isola di Bungo , sono cfjucsperiscelidis, eqiies garlerianus.
le principali piazze di commercio. Gli autori non sono d' accordo
Vi sono nel Giappone dodici sette sulla istituzione di questo ordine,
idolatre, le due principali sono dicendo gli uni che fu istituito da
VOL. XXX. i5
,

7i6 GIÀ GIÀ


Riccardo I, e gli altri clic fu tiii- e mandò mezzo de'suoi aral-
col
novato da Edoardo HI. Quelli di a pubblicare una festa in Fran-
che ne credono fondatore Riccar- cia, in in Borgogna, nel-
Iscozia,

do I, narrano che volendo egli r Ainaut, Fiandra, nel Bra-


in
prendere d' assalto la città d' Acri, bante, e in Alemagna, pel giorno di
tjislribiù ai principali uffiziali delle s. Giorgio dell'anno seguente. Nar-
fascie di cuoio, da attaccarsi alle ransi queste particolarità da Frois-
gambe, per (arsi riconoscere nella sard, come la vera origine del-
mischia, e che ponesse la sua giar- l'ordine. Devesi però avvertire che
rettiera, detta Carter, all'estremi- i re suoi predecessori avevano fat-
tà d'una lancia, per servir di gui- to incominciare a Vindsor una
da nella battaglia. La più comune chiesa , che egli fece terminare
opinione è, che in una festa da nel 1848 in onore di s. Giorgio
ballo data dal re d'Inghilterra E- e di s. Edoardo, dopo aver vinto
doardo HI a tutta la sua corte, la battaglia di Crecy, ed alla qua-
mentre danzava, caduta la giar- le assegnò rendite considerabili
rettiera o legaccio della calza alla onde accrescervi il numero de'ca-
regina, o meglio ed artificiosa- nonici, che allora erano otto, e di
mente alla giovane contessa Gio- a di lei servigio un nu-
stabilirvi
vanna di Salisbury amata dal re, mero di poveri cavalieri del regno.
questi prontamente la raccolse . 11 Papa Clemente VI emanò per-
Quest' avventura avendo dato oc- ciò una bolla a' 3o novembre di
casione di ridere ai cortigiani, e detto anno, nella quale concesse
di dispiacere alla contessache mo- ai vescovi di Salisbury e di Win-
strò di arrossirsene, il re per at- chester la facoltà di erigere la
testare eh' egli non avea avuto al- chiesa di Vindsor in collegiata di
cun cattivo disegno , disse in lin- canonici, di preti , di chierici, di
/ guaggio di que' tempi : Honni soit poveri cavalieri, e di altri mini-
(jui mal y pense, cioè vituperato stri, compresi quattordici cantori,
sia mal pensa, ovvero male
chi che dovevano ivi celebrare i divi-
abbia chi mal pensa; e giurò che ni uffizi, e di determinarne il nu-
chi si era burlato di quell' arnese mero ; e con altra sua bolla dei
da lui raccolto, stimerebbesi feli- 12 febbraio i349 esentò la col-
ce di portarne uno simile. Questo legiata da qualunque giurisdizione
ordine ebbe origine nel castello di dell' ordinario, volendo che il cu-
Yindsor nel 1 344» o "^1 ' ^47, stode o decano avesse giurisdizioni
ovvero più lardi, in questo modo sugli individui addetti alla chiesa,
che sembra più certo. Nel i347 e quanto alla condotta delle ani-
Edoardo HI scelse fjuaranta si- me riconoscesse l' autorità del ve-
gnori, ai quali diede il nome del- scovo di Salisbury , dal quale ri-
la Giarrettiera celeste , dopo le ceverebbe il suo Queste
potere .

vittorie riportate sui francesi e diie bolle fissano epoca dell' isti-
1'

scozzesi, per aver preso nella bat- tuzione dell' ordine, e dimostrano
taglia per motto : Gartier, cioè che bisogna attenersi a ciò che si
centurino. Li obbligò con giura- legge in testa de'suoi statuti, cioè
mento ad osservare gli statuti del che fu istituito in onore della Bea-
nuovo ordine da se fatti stendere, ta Vergine e di s. Giorgio da
GIÀ GIÀ 227
Edoardo III invocato nella ricor- sul quale dal lato sinistro v' era
data hallaglia. Secondo queste bol- una croce rossa circondata da una
le fu stabilito , che in detta chie- giai rettiera ; giubba , calzoni, cal-
sa vi sarebbero tredici canonici, zette, e scarpe di seta bianca. Il
con altrettanti vicari , con venti- significato di detta epigrafe è l'u-
cinque poveri cavalieri del re- nione che si ricerca tra i cavalie-
gno. ri, e eh' eglino devono essere in-
Nello stesso tempo Edoardo III violabilmente attaccati alla virtù.
creò venlisei cavalieri di questo Enrico Vili vi aggiunse nel i522
ordine, comprese sé medesimo
e una collana d' oro del peso di trenta
in questo numero, qual gran mae- oncie, composta di giarrettiere, nel-
stro, prescrivendo quanto ciascuno le quali v'erano due rose in una :

doveva dare per limosina nell' es- giarrettiera la rosa di sopra era
sere ammesso all'ordine pel man- bianca, e quella di sotto era rossaj
tenimento dei canonici, dei vicari e in un' altra giarrettiera la rosa
e de'poveri cavalieri. Concesse per di sopra era rossa, e bianca quel-
questa prima volta soltanto a cia- la di sotto, ed appesa alla collana
scuno di essi il diritto di presen- eravi 1' immagine di s. Giorgio,
tare uno de' canonici, o de'vicari, montato su di un cavallo bianco,
e un povero cavaliere, de' quali che atterra
il dragone. Questa
riserbò a ed a' suoi successori
sé collana portava nelle maggiori
si

la nomina per l'avvenire. Regolò solennità, bastando negli altri gior-


parimente il numero delle messe ni portare l' immagine di s. Gior-
che ciascun cavaliere doveva far gio, pendente da una piccola ca-
celebrare per suffragio dell' anima tena d' oro, anzi poteva portarsi
d'un cavaliere defunto. Volle che questa immagine attaccata ad un
i cavalieri portassero sempre per cordone di seta allorché si anda-
distintivo sotto il ginocchio della va alla guerra, o erasi infermo, o
gamba sinistra una giarrettiera di s'intraprendeva un lungo viaggio.
colore celeste ornata di gemme, Questo principe fece nel tempo
ove in ricamo d'oro fossero scrit- stesso una gran mutazione nella
te queste parole : Honni soil qui chiesa di Vindsor per accrescere
:

mal y permettendo non-


peiisej il numero degli ecclesiastici, ridus-
dimeno a quelli che monterebbe- se a tredici quello de'poveri cava-
ro a cavallo, di non portare che lieri, che in seguito si aumentaro-
im filo di seta del mentovato co- no sino a dieciotto. Allorché egli
lore: il cappello fu stabilito di fatalmente si sottrasse all' ubbi-
velluto nero con piume bianche, dienza della santa Sede, in vece
ed in mezzo un airone nero, or- delle messe che si dovevano cele-
nato di pietre preziose con nastro brare pei cavalieri defunti, pre-
d'oro. L'abito dell'ordine, da por- sciisse quanto ciascun cavaliere
tarsi in qualunque luogo si ri- dare doveva in limosina per esse-
trovassero i cavalieri la vigilia del- re impiegato in opere pie. Quindi
la festa di san Giorgio , dai pri- furono fatti notabili cambiamenti
mi vespeii fino alla sera del gior- negli abiti de' cavalieri : ne' gior-
no seguente, non consisteva allora ni ordinari portano una giarret-
che in maulcllo di color celeste ,
tiera di velluto celeste, guarnita
228 GIÀ GIÀ
di perle, le quali ^formano 11 mot- circondata da una giarrettiera ; il

to : Ilonni soit qui vial y pense, cancelliere, il quale porla un man-


colla fibbia e puntale guarnito di tello simile, e sul petto una me-
diamanti, e un cordone celeste, in daglia d' oro circondata da una
forma di ciarpa, dalla spalla sini- giarrettiera, nel cui mezzo vi è
stra sino all'anca destra, in fondo una rosa. Vi sono stati di seguito
della quale è una medaglia d'oro sei cancellieri vescovi di Salisbury,
con r immagine di s. Giorgio in e i loro successori nel vescovato
im cerchio guarnito di diamanti, hanno preteso , che questo uffizio
e neir altra parte un qualche or- loro appartenesse, ma non si ebbe
namento con simile cerchio. riguardo alla ordinanza di Edoar-
Ke'giorni di cerimonia i cavalie- do IV che producevano in loro
ri portano un giustacore o ve- favore. Gli altri tre uffiziali sono
stito sino al ginocchio o più sotto, lo scrivano, o custode de' registri,

di velluto cremisi, un mantello di ch'è sempre il decano di Vindsor,


velluto celeste, sulla parte sinistra l'araldo appellato Garier, giarret-
del quale una croce piana
vi è tiere, ch'è il "primo re d'armi in
rossa circondata da una giarret- Inghilterra, e 1' usciere della ver-
tiera in mezzo ad una stella, i ga nera. Nel numero di questi ca-
cui raggi escono di tratto in trat- valieri si contano otto imperatori,

to dalla giarrettiera; sopra la spal- circa trenta re stranieri, e molti


la destra un cappuccio di scar- d'Europa. Da ul-
principi sovrani
latto, e una collana composta di timo solennemente ne fu insignito
giarrettiere incrociate con nodi fat- il regnante Luigi Filippo re dei
ti di cordone d' oro con fiocchi, francesi. Il padre Bonanni nella
in fondo al quale vi è l'immagine parte IV del suo Catalogo de-
di s. Giorgio armato di tutto pun- gli ordini equestri^ a pag. XCIV,
to, sopra di un cavallo smaltato riporta la figura di un cava-
di bianco. Quando i re d' Inghil- liere della giarrettiera , decorato
terra conferiscono quest' ordine a delle insegne cavalleresche. Il Giu-
qualche principe straniero, gli man- stiniani nelle Hist. cronol. al cap.
dano i descritti ornamenti ed in- 43 parla dell' Ordine di s. Gior-
segne compreso il giustacore, ed gio della Cartiera neW Inghilter-
il principe decorato deve spedire a ra, e ne produce le insegne. In-
Vindsor un procuratore per es- oltre possono leggere France-
si

servi ricevuto ed installato. Deve sco Sansovino, Origine dc'cavalie-


palamenti dare un mantello del- ri con gli statuti della Cartiera, Ve-
l'ordine suo elmo e cimiero,
, il nezia i566. Jon. Christ. Bechman-
e la sua spada da conservarsi nel- num, De ordine equituni illustriiini
la chiesa del castello. Cinque so- aurae periscelidis , in notitia, sive
no gli officiali dell'ordine, il pre- sintagniate dignitatum illustrium.
lato o qua-
grand'elemosiniere, il Elia Ashmole, vastum de Opus
le è sempre il vescovo di "Win- ordine periscelidis, Londra 1672.
chester, e che porta un mantello Adolph. Henr. de Wisingeroda ,
di raso celeste , foderato di taf- De ordini equestri s. Georgi, et
fettano bianco , sul lato destro periscelidis caerulare in Angliae, Je-
del quale è la croce dell' ordine uae 1701. Jos, Caraffa, De capei la
,

GIÀ GIÀ 22Q


rcgis lUriusque Siciliae, et allo nini e difesa da un castello, è separala
jjrincipuni, l\omae 17 49» De ordine per mezzo d' una spianata dalla
equestri Pcriscelidis in Angliae p. città, esterna e dai sobborghi. Le
337. case vi sono per la maggior parte
G FARRO, Ordine equestre. Fer- ben fabbricate di pietra, e ve ne
ilinando infante di Castiglia princi- hanno alcune bellissime: notabilis-
pe di Pegnand, che fu poscia re simo è il palazzo vescovile. Questa
d'Aragona, per rendere immortale città ha l'accademia reale stabilita

]a conquista fatta sui mori, e la nel 1 75o, l'archiginnasio, e le scuo-


presa del castello e d'Antc- città le normali. Raab era già piazza
quara, clie si avea per inespugna- forte sotto romani i : i re d'Un-
bile, e per premiare i servigi pre- gheria l'hanno sempre mantenuta
stati dai grandi dei regno, istituì in buono stalo ; ciò non impedì ai
nel i4'o l'ordine militare del Giar- turchi di prenderla nei secoli XVI
ro ossia del vaso della ss. V^ergi- e XVII, e rimase anzi alcun tem-
ne,o del Giglio, in Medina del po in loro potere; nel 1809 sos-
Campo ove era nato, e soggiorna- tenne un assai lungo assedio con-
va. 1 cavalieri di questa milizia fa- tro i francesi, dappoiché ne' suoi
cevano giuramento di sostenere la dintorni, ed ai i4 giugno, l'ar-
fede e la religione , e di esporre mata italiana comandata dal prin-
la loro vita per cacciare i mori cipe Eugenio, allora viceré, vinse
dal regno, non che di proteggere gli austriaci In campale battaglia.
i pupilli e le vedove . La loro La sede vescovile fu eretta ver-
collana si componeva di bottigliet- so l'anno looo dal Pontefice Sil-
te piene di da gri-
gigli alternati vestro II, ad istanza di s. Stefano l
Ibiii, pendendo da essa un ovato re d'Ungheria, e sottoposta alla
coir immagine della Beata Vergine, metropoli di Strigonia , di cui è
y. Giglio, Ordini equestri. tuttora suffraganea. La cattedrale
GÌ AVARINO (Janrinen). Città è dedicata all'Assunzione di Maria
con residenza vescovile nell'Unghe- Vergine in cielo, ed è un solido
ria, capoluogo del comitato del suo ed elegante edifìcio. Il capitolo è
nome , marca di Sziget-Kòz, nel decorato di sei dignità, la prima
circolo Transdanubiano. Questa cit- delle quali è il preposto maggiore,
tà in ungarese si chiama
lingua con otto canonici, ed altri preti
Raab, GfUr, o JVagy Gy'ór, in addetti alla sua ufllziatura. Nella
islavo Rab, Jauriniun Arabo, o , medesima vi è il fonte battesima-
Arabonia. Sorge sopra la sponda le, essendo la cura d'anime eser-
destra d'un piccolo braccio del Da- citata da un sacerdote del capito-
nubio , che vi riceve la Raab e lo, e da questo eletto. Nell'altare
la Rabnitz. La sua bella situazio- di s. Stellino protomartire si venera

ne, siccome giacente in amena pia- con gran divozione il cranio di s.


nura , ed in mezzo ai memorati Ladislao re d'Ungheria, ed altre re-
tic fiumi, la rende importante, liquie. V^i sono nella città altre tre
tanto come piazza di guerra, che parrocchie coi rispettivi battisteri
come piazza di commercio. Divi- due conventi di religiosi, im mo-
desi in città interna, e in città nistero di monache, due ospedali,
esternai la prima ben fortificata ed il seminario con gli alunni. La
23o GIB GIG
diocesi ampia, comprendendovi
è cesi avvi un villaggio che porta il

città e terre. Per morte del ve- suo nome. S. Gibriano coi suoi
scovo monsignor Antonio Jurani- e le sue sorelle è onorato
fratelli

tis, il regnante Pontefice Gregorio ilgiorno 7 di maggio.


XVJ, nel concistoro de'i3 settem- GIFONI o GIFFUNI. Paese del
bre i838, gli diede in successore regno di Napoli nella provincia del
l'odierno vescovo monsig. Giovanni Piincipato citeriore, nella parte o-
Sztankovits di Leva diocesi di Stri- rieutale del distretto di Salerno.
gonia, abbate de'ss. apostoli Pietro Comprende molti villaggi che di-
e Paolo de Tata, e canonico di cesi furono fondati da alcuni abi-
Veccia. La mensa ad ogni nuovo tanti dell'antica Picentia , sfuggili
vescovo è tassata nei registri del- alla vendetta Uno di
de' romani.
la cancelleria apostolica in fiorini essi che portò lo slesso nome di
qualti'ocento, ascendunt ad 4o ,000 Gifuni, si chiamò anticamente Fa-
Jlorenus illius monetae plurihus nuni Jovis, da un tempio di Giove
onerihus gravali. che forse colà esisteva. Nel borgo
GIBBA o GILDA. Sede vesco- di Gifuni, detto pure Geofano, il
vile di Numidia nell' Africa occi- Papa Clemente VII nei primi del
dentale, sotto la metropoli di Gir- secolo XVI eresse un vescovato,
la : Lucio di Galba
suo vescovo che fu soppresso poco dopo, nomi-
trovossi al concilio di Cartagine nandovi per primo vescovo quello
sotto s. Cipriano ; Vittore altro suo d'Aquino Innico Pavolos, che poi
vescovo fu alla conferenza di Car- lasciò. Allora Clemente VII vi no-

tagine. minò in amministratole suo cu-


il

GIBRIANO (s.). Nato nell'Irlan- gino cardinal Ippolito de' Medici ;


da, passò in Francia sul finire del ma sotto di lui fu la sede soppres-
quinto secolo, per servire a Dio sa per mancanza di mensa suffi-
piti liberamente, dove lo seguirono ciente. Ughelli, Italia sacra, tom.
Elano o Elaino, Tresano o Tre- X, col. I IO.
saino, Verano, Abrano e Petrano GIGLIO, Ordini equestri. Quat-
suoi fratelli ; e Francia , Pronzia tro se ne conoscono sotto questa
e Possenna sue sorelle . Ferma- denominazione. Il primo detto an-
ronsi tutti a Sciallon sulla Mar- cora del Giarro [T'^edi), gli altri
na, poscia si dispersero in luoghi sono queUi di cui diamo un cen-
solitari, ma vicini gli uni agli al- no. Sancio III il Grande re di Na-
tri per potersi visitare a vicenda. varra, che regnò dal 1000 al io34j
Gibriano, ch'era il piìi vecchio ed volendo discacciare dal suo regno
era prete, stabiPi la sua dimora a i mori, inalberò negli stendardi l'im-
Colle, e visse nella penitenza e magine della B. Vergine salutata
nella preghiera, indirizzando alla dall'Angelo, con l'epigrafe: deus pri-
perfezione i suoi fratelli e sorelle, MUM CURISTIANUM SERVET, quindi ì-

che spesso recavansi a lui per stituì un ordine di cavalieri. A


giovarsi de' suoi consigli. Mori e questi diede una collana d'oro dop-
fu sepolto in quella solitudine , e pia, da cui pendeva un fiore di gi-
molti miracoli attestarono la sua glio aperto, e sovrastato da coro-
santità. Le sue reliquie sono cu- na. Adottarono i cavalieri la rego-
stodite a Sciallon, nella qual dio- la di s. Basilio, e recitavano ogni
, r

GIG GIG 23
giorno il rosario alla Beala Vergi- i cavalieri, mentre il giglio signi-
ne. Sancio III ne divenne gran ficando la purità, tali dovevano es-
niaeslro, e riportò coi cavalieri sere le loro azioni. Il Favino, il

molte vittorie. Cos'i il p. Bonanni Mendo, il Ye[)ez, il Michieli ed


liei suo Catalogo degli ordini e- altri parlano di questi contrastati
(jiieslri, che ce ne dà la figura ordini.
nella parte IV, pag. LXVill. Il pontifìcio oidine del Gìglio
li medesimo a p. LXXllI riporta poi, al dire del medesimo p. Bo-
fjiiclla del cavaliere di S. HJarìa nanni, che oltre la figura ne tratta
del Giglio, e dice che se ne fan- a pag. LXIX, fu istituito da Papa
no fondatori Garzia IV, o San- l'aolo III nel 546, nella città di
1

cio IV re di Navarra, dopo il ri- \ilerbo, per ricompensare seivi- i

trovamento dell'immagine della B. gi resi da alcuni valorosi contro le

Vergine rinvenuta in un giglio a irruzioni barbaresche ael littorale


Nagera, che si venera nel monistero dei dominii della Chiesa, e per
dei benedettini di Medina del Cam- provvedere ai molti bisogni dello
po, per cui venne istituito l' ordi- stalo ecclesiastico, allora afilitto da
ne sotto la regola di s. Basilio, di- caiestia, e per difendere le Provin-
chiarandosene il re gran maestro. cie del Patrimonio di s. Pietro dal-
Pih cose si dicono di questi cava- le invasioni dei turchi. Siccome il

lieri, e poco concordi, e si confon- saggio Pontefice aveva pel medesi-


dono con quelli del Giarro, e con mo fine nella Romagna istituito uu
quelli the diconsi da San- fondati ordine equestre e militare detto di
cio III mentovato. In quanto a que- .s. Giorgio, così eresse un collegio
sti di Medina si narra che vesti- di cinquanta cavalieri ; ed avendo
vano un manto ricamato di gigli, nella bolla In beali Petri sede,
ovvero toga bianca, coli' immagine stampata nel bollario antico dagli
di Maria Vergine Annunziata tra eredi di Antonio Biado, paragona-
due gigli. Altri raccontano che por- to la provincia del fahimouio per
tavano sul petto un giglio ricama- la amenità e bellezza ad uu
sua
to d'argento, e nelle feste solenni giglio, volle che gì' individui del
una collana con M intrecciati di collegio fossero denominati del gi-
forma gotica, donde pendeva un gi- glio. Essi spontaneamente contri-
glio d'oro in smalto bianco con so- buirono .venticinquemila scudi d'o-
pravi un M coronato. Sono tutte ro alla camera apostolica, per cui
notizie incerte se si riflette, che il Papa li dichiarò partecipanti ad
prima del secolo XII critici non i un'annua pensione che di tremila
ammettono alcun ordine militare. scudi d'oro impose sulle entrate
Loro scopo fu il difendere la fede della stessa provincia. Per insegna
cattolica, di opporsi ai mori infle- comandò Paolo 111, che si portas-
deli, e di recitare un determinato se dai cavalieri, pendente da una
numero di orazioni. Dicesi inoltre collana^ d'oro in mezzo al petto,
che Ferdinando Aragona ,I re d' una medaglia pur d'oro, in una
l'istitutore del i4'o
Giarro, nel parte della quale fosse 1' immagine
lo rinnovasse, aggiungendo alle inse- della B. Vergine detta della Quer-
gne un grifo, simbolo della gene- cia , a cui è dedicata una chiesa
rosità d'animo che dovevano usare fuori delle mura di Vilcrbof^ nella
232 GIL GIL
parte Disposta fosse un giglio di co- messa nel 23 la cura delle par-
11
lore turchino in campo d'oro, e rocchie di Serapringham e Tiring-
nel giro l'epigrafe pauli hi pont. : ton di cui suo padre era il padro-
MAX. MUNUS. Ed è da notarsi che ne. Pieno di carità, non riteneva

il Pontefice per istemma avea dei per se che lo stretto necessario, e


gigli. Tra i molti privilegi che Pao- distribuiva il resto agl'indigenti;
lo III concesse ai cavalieri del gi- pieno di zelo, ammaestrava inces-
glio noteremo l'abilitazione di por- santemente i suoi parrocchiani nel-
tare armi per tutto Io stato eccle- le vie della perfezione, e ne otten-
siastico, che precedessero nelle fun- ne l'intento, distinguendosi le sue

zioni a tutti gli ordini equestri, parrocchie per religioso fervore.


che fossero annoverati tra le fami- Sette vergini si consagrarono a Dio,
glie nobili, e che quando il Papa ed ne prese cura, e die loro una
ei

usa il baldacchino portassero le aste regola ; un' altra ne diede a una


in mancanza degli ambasciatori. Di- compagnia di uomini che doman-
poi Paolo III accrebbe il numero darono di vivere sotto il governo
de' cavalieri, formando il collegio di lui. Tale fu l'origine dell'ordi-

di trecento cinquanta individui. Il ne de' gilbertini approvato da Pa-


JJovaes nella sua vita dice, che per pa Eugenio III, e del quale Gil-
maggior decoro della città di Vi- berto stesso n'ebbe il governo, cui
terbo, vi fissò la sede del collegio rinunziò poco prima della sua mor-
de'cavalieri del giglio. Al voi. VII, te. Egli non si pasceva che di ra-
pag. i85 del Dizionario^ dicemmo dici e di legumi, serbando pe' po-
come dai trecento cavalieri aggiunti verelli ciò ch'avea di migliore; por-
Paolo III ricavasse trecento cinquan- tava sempra il cilicio; dormiva as-

tamila scudi d'oro, stabilendo però sai poco e seduto, passando il più
al collegio l'annua rendita di die- della notte nella preghiera. Ebbe a
ciottomila scudi, e come poi essi soffrire delle persecuzioni , essendo
furono attribuiti alla cancelleria a- stato accusato d'aver dato aiuto a
postolica quali vacabilisti di che , s. Tommaso di Cantorbery, esilia-

parlasi all'articolo Vacadili; l'ordi- to dal re Eurico II. Fini la lunga


ne o collegio però più non sussi- e santa sua vita a' 4 di febbraio
ste. Anche Paolo IV approvò l'or- II 90; e fu canonizzato da Inno-
dine nel 1 55Q, e ne ampliò i pri- cenzo III nel 1202. Si attribuisco-
vilegi. no a questo santo abbate gli Sla-
Un ordine del Giglio fu pure tuii dei gilbertinij e le Esortazioni
istituito in Francia, o meglio rin- ai fraleUi.
novato, dopo il ristabilimento del- GILBERTO (s.). Nato di una
la monarchia sotto Luigi XVIII. nobile famiglia di Alvergna, passò
GILBERTINI, canonici regolari i suoi primi anni alla corte dei re
di s. Gilberto di Sempringam. 1^. Luigi il Grosso e Luigi il Giova-
Gilberto (s.), ed il voi. VII, pag. ne, e sposò una donna al pari di
272 del Dizionario. lui nobile e virtuosa chiamata Pe-
GILBERTO (s.). Nacque a Sem- tronilla, dalla quale ebbe una fi-

pringham, nella provincia di Lin- glia per nome Pouzia. Egli si fece
coln, circa il io83; si dedicò allo crociato sotto Luigi VII il Giovane,
slato ecclesiastico, e gli fu core- airivò la Palestina nel ii47; e vi
GIL GIL 233
si distinse per religione e valore. da quel Papa. Sembra che morisse
AI suo ritorno si mise in animo nel loGi.
di ritirarsi dal mondo, e seconda- GILBERTO o GILIBERTO,
to dalla moglie divise i suoi beni Cardinale. Gilberto o Giliberto
ira i poveri e l' erezione di due detto il lìlaeslro, nella quaresima
monisteri , uno per gli uomini, l'al- del 142 fu da Innocenzo li crea-
I

tro per le donne. In questo, inti- to cardinale diacono, e poi da Ce-


tolato de' ss. Gervasio e Prolasio, lestino II nel giorno delle ceneri del
si rinchiuse Petronilla colla figlia, I 144 trasferito all'ordine de' preti
e lo diresse fin che visse. Neil' al- col titolo di s. di che ne
ìMarco ,

tro, edificato a JN'eulfons o JXeuiron- fu fatta memoria una tavola di


in
taines, ritirossi Gilberto, e lo go- marmo posta all'altare maggiore di
vernò menando vita austerissima. detta chiesa. Intervenne alle elezio-
Morì a' 6 di giugno ii52, e fu ni di Celestino II e di Eugenio III,

sepolto nel cimitero d'uno spedale e morì nel 1 15^.


da lui fondato. Alcuni anni ap- GILBERTO DE LA PORUEE
presso, a' 3 di ottobre , fu trasla- PoRRETANO , vcscovo di Poitiers,
tato nella chiesa dell' abbazia di nato nella stessa città. Ebbe a
Neuflbns. Egli è nominato nel mar- maestri i piìi valenti teologi del
tirologio di Francia sotto questo suo secolo, e divenne cancelliere
giorno e sotto quello della sua della chiesa di Chartres; poscia re-
morte, e s. Petronilla sua moglie cossi a Parigi ad occuparvi una
è onorata a' i3 luglio. cattedra di dialettica o di teolo-
GILBERTO (s.). Era dell'ordine gia eh' eragli stata olferta. Nel
de' canonici regolari, e meritò per 1 1 4o trovossi al concilio di Sens,
le sue virtìi d'essere eletto arcidia- nel quale fu condannato Abelardo;
cono di Murray, e poscia vescovo neir anno seguente fu nominato
di Calhuess in Iscozia. Governò la teologo della chiesa di s. Ilario il

sua diocesi con molta edificazione Grande di Poitiers, e poco dopo fu


per venl'annij e la sua santità, che eletto vescovo. Attese alla predica-
lo rese paragonabile ai pastori dei zione,, ma frammischiava impru-
guiderdonata col
secoli primitivi, fu dentemente nelle sue prediche del-
dono dei miracoli. Morì nellanno le opinioni filosofiche che altera-
1240, e nel breviario d'Aberdeen vano la purezza della divina pa-
trovasi un uflicio in suo onore sot- rola. Egli azzardò altresì in uu
to il primo giorno d'aprile. sinodo diocesano alcune proposi-
GILBERTO (s.), abbate di Fon- zioni contrarie alla vera credenza
teuelle. V. Va>-dregesilo (s.). sulla Trinità. Due arcidiaconi del-
GILBERTO, Cardinale. Gilber- la sua chiesa l'accusarono al Papa
to cardinale tusculano intervenne Eugenio quale rimise l'esa-
III, il

nel lolg al concilio celebrato in me di quest' affare ad una assem-


Roma da Nicolò II, e lo confermò blea di prelati eh' egli convocò a
con la sua sottoscrizione. S. Bru- Parigi nelle feste di Pasqua del
no vescovo di Segni, nella vita di 1147. Gilberto vi comparve, e s.
s. Leone IX, afferma che il cardi- Bernardo vi sostenne contro di
nal Gilberto, personaggio insigne per lui le funzioni di procuratore. Le
aaulità, fu l'uvcrilo d'uua viiiouc proposizioui di CUI Gilberto era
,

2Ò\ GIL GIL


accusalo litlucevansi in sostanza : ino concilio d' Orleans nel 5 1 i

i."che l'essenza divina non è Dio; consagrò s. Laudo vescovo di Cou-


2." che le proprietà delle divine tances, e mori dopo aver governa-
persone non sono le persone stes- to la sua diocesi con molto zelo
se; 3.° che gli attributi divini non per lo spazio di quindici anni. Fu
cadono sulle persone divine; 4-° seppellito a Rouen in una chiesa
die la natura divina non si è della Beata Vergine , che poscia
punto incarnata, ma soltanto la assunse il suo nome,
al tempo ma
persona del Verbo; 5." che non vi delle normanni fu
scorrerie de'
sono altri meriti che quelli di Gesù trasportato a s. Medardo di Sois-
Cristo; 6," cheil battesimo non è son. Egli è menzionato da Baillet
realmente conferito che a quelli sotto il giorno 8 di giugno.
che devono essere salvi. Gilberto GILDAS o GILDASIO (s.),
si difese procurando di dare un soprannominato il Saggio, e qual-
senso favorevole a queste proposi- che volta il Badonico, perchè nac-
zioni ; e la decisione fu delegata ad que neir anno
in cui i bretoni
un altro concilio. Questo concilio fu riportarono una compiuta vittoria
quello di Reims, riunito nell'anno sui sassoni a Monte Badon, ciocché
seguente, in Bernardo con- cui s. secondo Beda accadde nel 49 +> e
vinse Gilberto con forti argomen- nel 5io stando agli scrittori in-
ti, e lo indusse a ritrattare di- glesi. Fu
educato nel monistera di
stintamente i suoi errori. Poscia i s. Iltuto, divenne uno de'più cele-
vescovi francesi con s. Bernardo bri ornamenti della scuola di que-
estesero una professione di fede sto santo , ed abbracciò lo stato
contro gli errori di Gilberto, e la monastico. Affine di perfezionarsi
presentarono al Papa . Gilberto nella vita spirituale passò sotto la
sottoscrisse egli stesso quella for- disciplina dei grandi maestri che
mola, e ritornò nella sua diocesi. s. aveva formalo in
Patrizio Ir-
La sua moderazione guadagnò tut- landa, e condusse austerissima vi-
ti quelli che gli erano stati con- ta. Ritiratosi nell' isoletta d'Houat
trari; e mori rispettato ed ama- presso le costa di R.huys, mentre
lo in seno al suo gregge, il di gustava in quella solitudine
4 le ce-
settembre dell'anno ii54. Gilber- lesti delizie, venne scoperto, e gli
to è autore di graa numero di abitanti dei dintorni accorsero in
scritti , la maggior parte rima- folla all'abituro anaco- del santo
sti inediti. Il suo commentario reta, quale spiegava loro la leg-
il

sui libri della Trinità di Boezio, ge di Dio con tale unzione, che
che trovasi nell'edizione di tutte le rammolliva cuori più duri. Au-
i

opere di Boezio pubblicata a Ba- mentandosi ogni dì più i suoi


silea nel 1470, fu quello che die- discepoli, e per aderire alle istan-
de le maggiori armi a' suoi av- ze che gli venivano fatte, usci dal
versali , come pure uno scritto suo ritiro e fondò il monistero di
sulla Trinità , che fu prodotto Rhuys, che credesi il fruito delle
contro di lui nel concilio di Pa- pie liberalità di Guerecco, signore
rigi, e che si crede perduto. dei bretoni che abitavano nei con-
GILDARDO (s.). Vescovo di torni di Vannes. Ben presto quel
Pioiien, il quale inlervcune al pri- monistero sotto i saggi suoi rego-
,

GIL GIN 235


lamenti sparse odore ili sanlilà, e Cross, che nel i265 divenne Pa-
fu frequentato da gran concorso di pa col nome di Clemente IV. S.
gente, anche straniera; per cui egli, Gilles faceva anticamente parte di
temendo svagamento, passò dal-
lo un cantone, chìuinato la terra di
l' del golfo di Vannes,
altra parte Argence. Ileguardo o Raimondo
al di là della punta di Quiberon, IV conte di Tolosa vi nacque, e
e si chiuse in una grotta che Iro- poi la donò ad un'abbazia che e-
\ò scavala in un burrone sulla sisteva sotto il regno di s. Luigi
sponda del fiume di Blavet, visi- IX il Buono re di Francia. Era il

tando di tratto in tratto la sua ba- luogo di ritiro di s. Egidio che


dia. Usserio pone la sua morte viveva nel V secolo. I re de' visi-
nel 570, altri verso il 58 1, Egli goti ebbero un palazzo in <piest;i
è nominato nel martirologio ro- città. Divenne poscia uno dei due
mano a' 29 di gennaio, e le sue gran priorati dell' ordine gerosoli-
reliquie, custodite dapprima nella mitano della lingua di Provenza,
badia di Rhuys, verso il 919 fu- e vi furono celebrati i seguenti
rono trasportate nel Berry, ove concilii.
fu fondata la badia di s. Gildas Il primo concilio fu adunato
sulle sponde dell' Indro. Abbiamo il primo di 1042.settembre del
di lui alcuni canoni di disciplina, Venlidue vescovi vi fecero tre ca-
e due discorsi sulla rovina della noni, e vi confermarono la tregua
Bretagna, e sulla sregolatezza del di Dio. Diz. de'' conc.j Gali. Christ
clero. t. V, p. 34.
Questo santo non è da confon- 11 secondo si adunò nel io56,
dersi con un altro s. Gildas, detto sopra la pace e la tregua. Labbé
Y Albanese, o lo Scozzese, nato nel t. IX, Arduino t. VI.
4^5, che si unì a Cadoco abbate 11 terzo venne convocato nel
di LIan-Carvan, per condur vita I 1 15. Gallia Christ. tom. VI, p.
penitente in isole deserte, e di là .87.
scacciato da' corsari andò a predi- 11 ebbe luogo nel 12 io,
(juarto
care il vangelo ,
poscia si ritirò contro Raimondo VI conte
di To-
nella badia di Glastembury, dove losa, che vi fu di nuovo scomu-
morì nel 5 12. nicato, ciò che fu confermato an-
GILIDINO , Cardinale. Gilidi- cora nella conferenza di Narbona,
no cardinale vescovo di Paleslrina dai due legati il vescovo di Uscz,
si legge nel novero de'cardinali di e l'abbate di Ceseaux. Labbé t. XI ;

Onorio II del i 124. Diz. dc^ concilii.


GILLES LES BOUCHERIES GINDARO o GENDARO, Giu-
Sancii Aegidii villa. Città di Fran- danis, Gendarus. Sede vescovile
cia, Linguadoca, nel dipar-
nella della Siria , sotto il patriarcato
timento Gard dicapoluogo di , di Antiochia, la cui erezione ap-
cantone , sul canale di Beaucaire partiene al IV secolo. E pur chia-
ad Aigues-Mortes, presso la riva mata Gendara, e Pietro suo ve-
destra del piccolo llodano. Vi si scovo intervenne al concilio An-
fa un gran commercio di vini, tiocheno del 34 f •

principalmente rossi, che sono rino- GINESTRA, Ordine equestre.So-


rautissimi. Dessa è patria di Guido no discordi gli autori su di esso;
,

236 GIN GIN


Aiulrca Favino 1' allribuiscc a s. Lodovico IX, venendo però dai
Lodovico IX re tli Francia, altri al critici escluso, perchè eretto prima
re Carlo VI, e Pietro Bellori presi- delle crociate. Il gesuita p. Bo-
dente di Tolosa, dice che non fu nanni parla a p. XXXXVIII
ne
ordine equestre, ma un aggregato della parte IV del suo Catalogo
di giovani come scudieri nobili ,
degli ordini equestri, e ne produ-
assegnati alla guardia della per- ce la figura e le insegne.
sona del re, e perciò chiamali uo- GINETTI Marzio , Cardinale.
mini d'arme. L'abito consisteva in Marzio Ginetti nobile di Velletri,
vui giubbone di damasco bianco, portatosi in Roma giovinetto, ivi
con cappa violacea. Per insegna u- compì gli studi con fama di eccel-
savano una collana formata di lami- lente ingegno, per cui Paolo V lo
nelle quadrate d'oro, in ciascuna annoverò tra i camerieri segreti, e
delle quali appariva un giglio; e- lo fu pure di Urbano Vili, col
rano concatenate insieme, e fra esse quale da cardinale egli avea con-
era espresso un fiore di ginestra tratto particolare servitù, colle ob-
donde prese il nome l'ordine; dal bliganti sue maniere e gentilezze;
mezzo poi pendeva una croce d'o- e se ne guadagnò talmente il fa-
ro piana, abbellita da un giglio vore, che rapidamente l'innalzò ai
nelle quattro estremità, come si più splendidi onori. Lo dichiarò
vede nella figura riportata dal p. votante di segnatura, gli die la pre-
Bonanni nel Catalogo par. IV, p. sidenza del vescovato di Sabina
XXXXI. posseduto dal cardinal Odoardo
GLNETA o SCOIATTOLO, Or- Farnese, che lo fece suo vicario
dine equesLre. Si racconta che in nella diaconia Maria in Via
di s.

Francia ed a titolo di religione Lata. In appresso lo promosse ad


Carlo Martello ne fu l'istitutore, uditore del camerlengo, ed al po-
quando nel 788 si mosse per li- sto di segretario di consulta. Quin-
berare le proprie provi ncie oppres- di chiamatolo presso di sé lo fece
se dai saraceni. Per distintivo vol- prefetto del palazzo apostolico, che
le che i cavalieri portassero una volle per l'avvenire si denominasse
collana d'oro con una gineta, ar- maggiordomo pontificio, e non più
dilla, o scoiattolo pur d'oro, e da maestro come per lo ad-
di casa
essa pendente , onde imitare la dietro; ed a' 19 gennaio 1626 lo
vivacità di spirito di questo ani- creò cardinale diacono, colla dia-
maletto. Asraole che il
riferisce conia di s. Maria Nuova, e vica-
principe istituì questo ordine dopo rio di Pioma, cospicuo ministero
la insigne vittoria riportata sui ch'esercitò sotto cinque Pontefici.
saraceni Tours, e concesse
a il Sollecito Urbano Vili di procura-
detto simbolo per significare le re la pace tra i principi cristiani,
ricche spoglie da' siioi nel combat- nella sanguinosa guerra che tra
timento raccolte, fra le quali e- loro ardeva, lo incaricò di trasfe-
ranvi delle vesti foderate delle rirsi col carattere di legato a la-
pelli di scoiattolo , stimate pre- tere in Colonia, quantunque poi,
ziose per la varietà delle macchie attese alcune insormontabili diffi-

e loro distribuzione naturale. Vuoi- coltà incontrate nel conciliare gli


si che Tordiuc sussistesse siuo a s. opposti interessi delle potenze ne-
GIN GIN 237
miche, riuscisse impossibile di po- nella piazza una statua colossale
tersi concludere j lo che in seguito di metallo all' insigne suo bene-
fu effettuato da altri nella famosa fattore Urbano Vili. Diversi scrit-

pace di Weslfalia. Dopo tale lega- tori ne celebrarono le gesta, esal-


zione gli fu adìdata quella di Ferra- tandone gran meriti, il suo va-
i

ra, la quale lodevolmente eseguita, lore e virtù, che Io fecero annove-


ebbe le prefetture delle congrega- rare in venti congregazioni , ed i
zioni de' vescovi e regolari, de'riti, nove esserne preietto; però da al-
dell' immunità, dell'indulgenze, con cuni viene tacciato di severa parsi-
la protettoria dell' ordine carmeli- monia, e di avere soverchiamente
milano, al cui capitolo generale arricchito i nipoti.
presiedè in Roma nel 1G48 nel GÌ NETTI GiAXFRAivcnsf.o, Cardi-
convento di s. Martino a' Monti. naie. Gianfrancesco Ginetti nobile
Fu pure protettore degli ordini di Velletri, nipote del cardinale
della redenzione degli schiavi, dei Marzio , uomo e dolce , affabile
benefralelli, degli scolopi, e de'padri condiscendente, da Alessandro \ìl
della dottrina cristiana. Mostrando fu annoverato tra i referendari
i sovrani di volere ristabilire la delle due segnature, e tra i chie-
pace d'Europa, ad istanza degli rici di camera, colla direzione del-
oratori di tutti i principi, per or- le milizie pontificie; indi divenne
dine di Urbano Vili dovette il tesoriere generale, nel quale uffi-
cardinale partire per l'Alemagna zio avendo perseverato per lungo
colla qualifica di legato, se non tempo, die autentiche prove di sua
che la grave malattia del Papa integrità e prudenza. Finalmente
fece dileguare le concepite speran- Innocenzo XI nel primo settembre
ze. Dimessa la diaconia, e passato iG8r lo creò cardinale diacono,
all'ordine de' preti, ottenne il ti- con la diaconia di s. Maria della
tolo de' santi Pietro e Marcellino; Scala; e nel 1684 lo fece arci-
quindi passò successivamente sotto vescovo di Fermo, dove applicossi
Alessandro VII nel 166G al vesco- a mantenere nel clero l'ecclesiasti-
Tato di Porto. Dopo essere inter- ca disciplina, a restaurare ed ab-
venuto ai comizi di quattro Pontefi- bellire nella città e diocesi i sacri
ci, morì in Roma nel 1671, d'anni templi, ed a promovere l'esercizio
ottantasei, e più di qtiarantacinque de'catechismi e della dottrina cri-
di cardinalato, e fu sepolto nella stiana, che sovente insegnava da
chiesa di s. Andrea della Valle, nel- sé stesso ai fmciulli, premiando
la sontuosa cappella da lui fondata quelli che ne profittavano. Fu sol-
con la spesa di circa trentamila lecito anche del bene temporale di
scudi, dove si vede un magnifico sua diocesi, col costruire ponti, a-
e nobile avello adorno d'una sta- prire strade, e contenere per mez-
tua di marmo bianco, rappresen- zo di validi e forti ripari nel loro
tante il cardinale in atto di orare, alveo acque, che immensi dan-
le

e sopra di essa si legge un'ele- ni recavano a quelle campagne.


gante iscrizione. Fabbricò in Vel- Dopo essere intervenuto ai con-
letri un magnifico palazzo, con i- clavi di Alessandro Vili ed Inno-
spaziosi e vaghi giardini, e deco- cenzo XII, morì in Roma ai 18
ralo di fontane; lucendo erigere settembre 1G91, e fu sepolto nella
238 GIN GIN
chiesa di s. Andrea della Valle, sivede un'rscrizione che indica ove
al manco lato della sua cappella nacque Giangiacomo ai 28 giugno
gentilizia, in nobile mausoleo con dell'anno 17 12. Ginevra possiede
elegante iscrizione, e la statua del tre chiese calviniste ; una magnifi-
cardinale porpora , in
vestito di ca cattedrale che risale al X seco-
atto di pregare. Fu questo cardi- lo, dedicata a s. Pietro, edifizio
nale tanto generoso e prodigo che gotico vasto ed irregolare, con fac-
tlel suo ricco patrimonio ne di- ciata di greco stile, costrutto nel-
spose in modo che non si potero- l'ultimo secolo, e posto nella par-
no esaurire tutti i pii legati stabi- te più elevata della città, ove il

liti dal suo testamento. La sua vi- consiglio dei rappresentanti tiene
ta, come quella dello zio, la scris- le sue sessioni: ivi è il sepolcro del
se Lavinio Zueba e Tuna, e fu maresciallo di Rohan, l'amico di
pubblicata da Antonio Pinelli in Enrico IV , e sostenitoi-e de'calvi-
Venezia. nisti ; morto a Roenigfelden nel
GINEVRA Roberto (di), Cardi- i638, fu quivi sepolto con sua
nale, V. i volumi If, pag. 200 e moglie, eh' era figlia del celebre
seg. ; Iir, pag. 2o5 e seguenti del Sully. Vi sono pure due chiese
Dizionario, ossia Clemente VII luterane, una cattolica, una sina-
ANTIPAPA. goga, un bel palazzo pubblico, un
GINEVRA, Geneva. Città ve- arsenale, varie caserme;
un'acca-
scovile delia Svizzera , capoluogo demia riformata composta di quat-
di cantone, all'estremità sud-ovest tro facoltà, un collegio, scuole, co-
del lago del suo nome, nel luogo piosa biblioteca, musco, osservato-
ove il Rodano ha la sua origine, rio, ed altri scientifici stabilimenti:
e un poco al disopra del confluen- il teatro fu eretto nel 1782. Nella
te di questo fiume e dell' Arve. È biblioteca sono più di cinquecento
sede del consiglio di stato, e di mila volumi, fra i quali duecento
tutte le autorità superiori del can- manoscritti, e tra di essi avvi un
tone. Posta in amenissiraa situa- mss. di s. Agostino sopra il papiro,
zione, è cinta da considerabili forti- un esemplare della storia di Ales-
ficazioni, massime dal lato degli sandro di Quinto Curzio, che fu
stati sardi, ma dominata da altu- trovato fra i bai'aErli del duca di
re; dalla parte del porto è chiusa Borgogna Carlo il Temeiiirio, dopo
da palafitte legate insieme col mez- la famosa battaglia di Grandson ;
zo di forti catene. Ha tre porte, ed un curioso registro dei conti
ed il Rodano la divide in tre par- della casa e della corte 'di Filippo
ti, la Citò o città alta, l'isola, ed IV il Bello, scritti sopra tavolette
il quartiere di s. Gervasio, o pic- di cera. Un' altra biblioteca di
cola città : questi diversi quartieri circa tredicimila volumiopere di
hanno comunicazione a mezzo di moderne e di giornali, evvi pure
quattro ponti di pietra . Vedesi presso la società di lettura di Gi-
.«ui bastioni un ponte sospeso di nevra. Ha pure stabilimenti bene-
filo di ferro, ed un altro simile sul fìci, grande e bello ospedale, a-
Rodano al di sotto della città. Le nieni passeggi.
strade sono larghe ed irregolari, le La città è bene illuminata nel-
case alte ; nella contrada Rousseau lo notte; manca di fontane natu-
- ,

GIN GIN 239


rali, ma l'arte vi supp?!, mrcliante no sono coperti di belle case di
macchina idraulica, che porta l'ac- delizia. In quelle stagioni dell'anno
qua dal lago in due gran serba- in cui ricche famiglie di Fran-
le

toi, da dove viene distribuita nei cia, di Germania, d'Inghilterra, e


quartieri della città. Essa deve il di altri luoghi vanno a fare la
suo prospero stato al commercio, loro gita pittoresca in Isvizzera
che è considerabile anche la sua ; Ginevra è popolati.ssima.
situazione fra la Francia, l'Italia, Ginevra , che gli autori latini
e la Svizzera, la rende il fondaco chiamarono coi nomi diversi di
delle merci di questi paesi, ciò che Jamiha, Gcnahum, Genua, e Ce-
pure alimenta un gran commercio hcivia , e particolarmente ch-itas
di banco e di spedizioni. Possiede Gcncveìisiuni e Gcneva, aveva il

gran numero di lìibbriche di stof- titolo di città al tempo in cui i

fe, di manifatture, massime di gio- romani penetrarono nella Gallia, e


ie, di orificeria, di orologi: quelle fu da molti creduta appartenere
di questi ultimi vuoisi che occupi- agli antichi allobrogi, colonia Al-
no circa settemila individui, e che lohrognm; e Cesaie ne parla nei
somministrino settantamiia mostre suoi commentari. Per più di cin-
di orologi all'anno. Una pai te del- que secoli rimase sotto il dominio
le esportazioni si fanno mediante degl'imperatori romani, e divenne
il lago di Ginevra, su cui questa il centro d' una loro importante
città ha un porto molto fre(|uen- provincia, sino all'estinzione del-
tato chiamato Molard. Ginevra è l'impero, tanto attestando anche le
patria di moltissimi uomini celebri moltissime iscrizioni latine quivi ri-

nelle scienze ed arti, fra'quali .sono trovate, e molte delle quali si ve-
degni di ricordanza, Giangiacomo dono ancora. Assai soffrì a moti-
Rousseau di funesta fama, Casau- vo delle incursioni dei barbari che
bono, Lefort, Piclet, Kecker, ma- venivano dal settentrione nelle Gal-
dama di Staci, Tuiretin, de Tour- lie. Si dice che Crocco, capitano
ne, lo stoiico Mallet, i medici degli alemanni, la rovinasse quasi
Bonnet, Manget, e Tronchin, il del tutto nel 260 , e che l'impe-
pittore Pelilol, de il naturalista ratore Aureliano contribuisse a ri-

Sausurre, ed altri. Il cardinal Ro- sfaurarla. Dacché il cristianesimo


berto de'conti di Ginevra divenne fu introdotto in Ginevra divenne
antipapa Clemente \U; s. Fran- sede episcopale sufTiaganea di Vien-
cesco di Sales nacque in Sales, na nel Delfinalo: Commanville
diocesi di Ginevra ; ed il dottis- dice che il vescovato fu istituito

simo cardinal Giacinto GcrdiI ebbe verso l'anno SSy. Al principio del
i natali in Samoen , diocesi di quinto secolo l'imperatore Onorio
Ginevra. Di presente fra i molti la cedette ai borgognoni, il cui re
ragguardevoli ginevrini che fiori- Gondebaldo vi fece diverse ripara-
scono nelle arti, va lodato il va- zioni. Passò quindi in potere dei
loroso pittore sopra porcellane A- re de'franchi al tempo di Clodo-
brahamo Constantin cavaliere di veo: nel 778 Carlo Magno fece
diversi ordini. I dintorni di Ginc- riunire un concilio a Ginevra, an-
via presentano il più lidente a- dando a difendere la Chiesa ro-
spello, ed i colli che la circonda mana, contro Desiderio re de'lou-
, .

24o GIN GIN


gobartli,come si può vedere in ove nveano dimoralo selle Papi
Eeg. tomo XVII, nel Labbc lom. Clemente Vii vi si portò e stabi-
VI, e nell'Arduino lom. IH. Allo lì in Avignone una cattedra di pe-
smembramento della monarchia fran- stilenza, e diede principio al più
cese sotto Carlo III il Semplice ,
lungo degli scismi della chiesa occi-
neir 888, Ginevra ritornò sotto il dentale, eh' ebbe solo termine nel
potere dei nuovi re di Borgogna concilio di Costanza l'anno i4'7
clic la possedettero per altri 144^"^" con l'elezione di Martino V. Partito
ni, sino a che Uaulo II lasciantlo questo Papa da Costanza nell'anno
il suo regno per testamento al 1418, passò a Berna, e dopo qual-
suo nipote Enrico, figlio dell'impe- che tempo aGinevra, dove giunse ai
ratore Corrado II il Salico, rima- I I giugno o di luglio, e vi si trat-
se annessa all' impero germanico. tenne fino ai donde
3 di settembre,
In questo tempo e nei successivi partì per Mantova. Nella dimora
cangiamenti la maggior parte dei di Martino V a Ginevra ricevette
conti e goveinatori , disputadone gli ambasciatori della città d' Avi-
la sovranità ai vescovi, questi si re- gnone , che gli prestarono il giu-
sero signori della città di loro resi- ramento di fedeltà; ed ivi con di-
denza, presso ai quali passando ogni ploma del primo agosto dichiarò
autorità, se ne resero padroni asso- per veri cardinali molti che avea-
luti, e vi batterono anche moneta. no aderito allo scisma, come Mo-
Siccome Amadeo VI conte di rillo,Fuxo, Vvries, Carrillo, Fon-
Savoia tentava di spogliare il ve- seca, Giordano, Amerio, e Vi-
scovo del principato di Ginevra, rino.
il Papa Gregorio XI nel 1870 Amadeo Vili duca di Savoia,
esortò il conte con zelanti lettere avendo rinunziato nel i434 ^ Lo-
perchè desistesse dalle sue inten- dovico suo primogenito il governo
zioni. Tuttavolta Ginevra avea de'suoi stati, si ritirò nel romitag-
anche un conte, forse governatore, gio di Ripaglia ,
presso al lago di
ma soggetto al vescovo; in fatti Ginevra, ove istituì l' ordine mili-
Roberto, che Gregorio XI creò car- tare di s. Maurizio. Alcuni anni
dinale, era figlio di Amadeo IH dopo diversi padri del concilio di
conte di Ginevra, e succedette nel Basilea, ad onta che Eugenio IV
contado a'suoi fratelli morti senza lo avesse trasferito a Ferrara, ne
(Igli: uomo di grande ingegno, e- continuarono le sessioni , e però
loquentissimo, e che parlava feli- divenuto conciliabolo, a' 5 novem-
cemente il francese, il latino e bre 1439 elessero Amadeo iu an-
l'alemanno, di molto coraggio, in- tipapa, che prese il nome di Feli-
traprendente, e magnifico sino a ce V. Passali diversi anni, veden-
jnantenersi regiamente. Crudele in- dosi Felice V riconosciuto da po-
sieme ed ambizioso, alla morte di chi, rinunziò nel i449 i' antipa-
Gregorio XI disputò il pontifica- pato, ed in premio Nicolò V gli

to al successore Urbano VI, e nel concesse diversi onori, la dignità


iSyS fu eletto antipapa col nome di cardinal decano del sacro col-
di Clemente VII, da diversi car- legio, di vescovo di Sabina, e di
dinali ribelli, che amavano le de- legato perpetuo della Savoia, e di-
lizie di Provenza e d'Aviguoue, ccsi che fosse fatto anche vescovo
GIN GIN 241
<]i GincTia. Amadeo licntrb nella vise in due fazioni, dì belanti per
sua solitudine di Ripagiia, ma non le franchigie, chiamata Eydgnotsz
vìsse lungo tempo, e mori in Gi- che significa confederati, e l'altra
nevra a'7 gennaio i^5i. Fu sepol- di quelli duca di Sa-
attaccati al
to a Ripaglia, indi trasferito nella voia, chiamata dai loro avversari
cattedrale di Losanna, sebbene alcuni Marnalucchi, ossia no schiavi. Fi*
scrissero a Torino; la sua ton)ba di nalmente il duca di Savoia, dopo
Ripaglia -venne distrutta dai berne- aver fatto tutti gli sforzi per gua-'
si in una invasione del Chiablese. dagnare i ginevrini a riconoscer-
Nella detta cattedrale si vede un lo per loro principe e sovrano, fu
semplice monumento, coli' iscrizio- cagione che quelli amarono me-
ne : FELICE V. p. M. Egli nell'an- glio unirsi ai due cantoni sviz-
tipapato tenne la sua dateria a zeri di Berna e di Friburgo, che
Ginevra, e le sue bolle in nume- ricevettero i ginevrini per bro al-
ro di circa tremila, raccolte in leati. Il consiglio generale del po-
otto volumi , furono donate nel- polo di Ginevra accettò solenne-
l'anno 1754 al re di Sardegna Car* mente questa alleanza a' 28 feb-
lo Emmanuele III dalla repub- braio r526, malgrado 1'
opposi-
blica di Ginevra, nella cui libreria zione del vescovo Pietro della
pubblica si conservavano, insieme Beaume, quindi il duca di Sa-
ad una copia autentica del conci- voia videsi deluso nello scopo dei-
lio di Costanza, ed agli alti origi- la sua impresa.

nali di quelli di Basilea e di Lo- Questa alleanza coi cantoni di


sanna, che ivierano stati deposti Friburgo e di Berna, rovinò inte-
da Felice V medesimo. Ad onta ramente la religione cattolica I .

poi che i vescovi di Ginevra vi bernesi v' introdussero l'eresia di


volessero esercitare la sovranità, Zuinglio, che gioventù partico- la

dopo morte dell' ultimo conte


la larmente abbracciò con trasporto.
antipapa Clemente VII la città , Ciò che poi aumentò sempre più
sostenne sempre di essere imperia- il male, fu che ginevrini, diffidan-i

le e libera, allegando le franchi- do del duca di Savoia, e vedendosi


gie ed i privilegi che gl'imperato- di tempo in tempo attaccati dalla
ri gli avevano accordato, e dicesi nobiltà del paese unita contro di
ch'ella riconosceva il vescovo pres- essi, chiamarono in loro soccorso
so a poco come i veneti il loro nel i53o truppe del cantone di
le

doge. Il consiglio ed i quattro sin- Berna. Giunte queste commisero


daci eletti dal popolo amministra- orribili profanazioni sulle terre del
vano, unitamente col vescovo, e col duca di Savoia, e nella stessa città
suo capitolo, il governo temporale di Ginevra ; gettarono abbasso le
della città colla sua giurisdizione. croci, spezzarono le sagre immagini,
Giovanni di Savoia vescovo di Gi- calpestarono empiamente le ostie
nevra, avendo ceduti i suoi dirit- consacrate , e le reliquie de' santi.
ti pel temporale al duca di Savo- Ordinarono inoltre che nella catte-
ia Carlo 111, questi tentò poscia drale di s. Pietro predicassero tutti
apertamente nel i5i8 d'impadro- i giorni i loro ministri Guglielmo
nirsi della città, lo che fu cagione Farei, e Pietro Virel, i quali erano
di gravi disordini. La città si di- stati i primari autori del cambia*
VOI. XXX. 16
?4^ ^^^ GIN
mento della religione nella cillìi ili a'27 agosto l'ordine con cui venne
lierna. Queste innovazioni esaspera- comandato a tutti cittadini di i

rono talmente cattolici, che vennero


i far professione della religione prote-
alle mani coi pretesi riformatori, e stante, interdicendo 1' esercizio della
fuvvi una specie di guerra per tre cattolica, che ivi avea fiorito per
o qiiattr'anni entro le miu"a stesse più di 1200 anni. I pochi cattolici
di Ginevra. Alla fine il gran con- superstiti dovettero uscir di Ginevra,
siglio della città, il quale aveva per con tutti i frati e monache , i di
qualche tempo tenuto mano forte cui conventi e monisteri servirono
a favore della religione cattolica, subito ad usi particolari fu abo- :

permise che ciascun cittadino ab- lita la sede vescovile, e proclamala


bracciasse delle due religioni quella la repubblica, divenendo Ginevia
che pili gli piacesse. Questa deter- la Roma del proteslantismo , come
minazione fu fatale ai cattolici, ed alcuni dissero con enfatica espres-
i riformati prevalendo in numero sione,per un malinteso paragone
e forza, cacciarono il vescovo Pie- con l'alma Roma centro del cat-
tio della Beaume, il quale ritirossi tolicismo.
ad Annecy in un col capitolo. Pao- Nel 1 536 Giovanni Calvino es-
lo III trasferì il vescovato da Gi- sendo stato cacciato dalla Francia,
nevra ad Annecy ( Vedi), e nel presso il ministro Farei a
ritirossi

i539 creò Pietro cardinale: prima Ginevra, dove fu nominato profes-


di lui altri cinque vescovi eiano sore di teologia ; ma siccome si
siali cardinali, Giovanni del i377, pose ad insegnare dommi nuovi, e
Giovanni la Fioche del 14^2, Gio- contrari a quelli già ricevuti, in
vanni di Brognier del i4'2 3,Gio- un sinodo tenuto dai ministri zuin-
vanni di Miez del i^^% ed Ama- gliani a Berna, fu bandito da Gi-
deo di Savoia del i449- ^^ notato nevra co' suoi compagni, con de-
che Giovanni del 1877, è quel creto pubblicato nel i538, nel <|ua-
Giovanni de Minolys o Morelly, le furono tutti dichiarati ribelli e
che l'antipapa Clemente VII fece sediziosi. Fu però Calvino richia-
anticardinale, come dicemmo al vo- malo nel i54r, e talmente consi-
lume in, p. 2i5 del Dizionario j derata da quelli della sua setta,

e che Francesco di Miez venne che veniva detto il Papa di Gine-


creato anticardinale dall' antipapa i'i'a. Compilò egli allora un formo-
Felice V, come riportammo al voi. lario della sua confessione di fede,

IV, p. 161 : gli altri cardinali han- della disciplina ecclesiastica, ed un


no separate biografie. I canonici di catechismo ad uso dei calvinisti. I

Annecy scelsero la bella chiesa dei suoi nuovi canoni furono ricevuti
francescani per ufFiziarvi, e gli die- in forma di legge in un'assemblea
rono il nome di s. Pietro, ch'era tenutasi il 20 novembre del citato
quello della loro cattedrale: essi al- anno. Da allora in poi Calvino fu
lora erano trenta, colle dignità del consultato in tutti gli affari, e le

prevosto, del decano, e di due ar- sue decisioni divennero inappella-


cidiaconi; il vescovo continuò a ri- bili. Mori in Ginevra, e Teodoro
tenere il titolo di Ginevra. Nello Beza il successe, e divenne capo di
stesso anno i ^"i^ i sindaci e il parlilo, che governò più di qua-
consiglio della città pubblicarono rant' anni. La città di Giaevra fu
GIN GIN 243
quindi il centro del calvinismo, la Sandro VII fu beatificalo e cano-
metropoli, e l'oracolo delb rifor- nizzato.

ma , r università principale ove iNel duca di Savoia Car-


iGof) il

s' insegnava 1' erronea dottrina ed ,


lo Emmanuele
meditò un' altra
il rifugio dei pretesi riformati clic volta di sorprendere Ginevra , e
vennero espulsi dai paesi cattolici. comunicando il suo progetto a Pao-
Tale poi fu la fanatica gelosia de- lo V , questi per vantaggio della
gli eretici in fatto di religione, che religione l'approvò, e gii promise
nessun cattolico vi poteva porre il truppe e denaro , ma scopertesi
piede, senza prima avervi ottenuto tali pratiche il colpo andò a vuo-
un salvocondotto, oppure rispon- to. Quindi nel 161 i il duca, pro-
dendo per lui qualche cittadino. fittando della pace che godeva l'Ita-
Invano i duchi di Savoia, fra gli lia, meditò un'altra volta l'impre-

altri Carlo Emmanuele, tentarono sa contro Ginevra ; e sapendo che


più volte di rendersi padroni di Maria de Medici reggente di Fran-
Ginevra essa vi resistette sempre
: cia , proteggendo ginevrini, ne i

coraggiosamente coli' aiuto de' can- disapprovava i disegni, lo stesso du-


toni di Berna e di Friburgo coi , ca si rivolse a Paolo V, acciò in-
quali contratto avea nuova allean- terponesse colla regina i suoi ufllzi

73 nel i584- Nel iGo-z il detto per dissuaderla dal favore che ac-
duca tentò di sorprender la città ;
cordava agli eretici ma essa ed ;

trecento uomini di notte già ne i magnati del regno non acconsen-


avevano scalate le mura a' 2 1 di- tirono, temendo l'ingrandimento del
cembre, condotti da Bernoliere go- duca. Da una tale epoca questa
vernatore di Donna, dirigendone le repubblica godette di una pace
operazioni il governatore della Sa- tranquilla , benché qualche volta
voia d'Albigni, Ma i ginevrini, ac- turbata da intestine dissensioni, per
cortisi del pericolo, sterminarono cui nel 1782 il governo di demo-
gli assalitori , e siccome diecisette cratico divenne aristocratico. Gine-
cittadini vi perdettero la vita , fu vra nel 1 798 passò in potere della
ad essi innalzato un monumento repubblica francese, che la riunì,
nel tempio di s. Gervasio, con una al suo territorio, e ne fece il capo-
iscrizione latinache ne ricorda i luogo del dipartimento del Lema-
nomi. In questo tempo s. France- no, formato con parte della repub-
sco di Salos, il più illustre orna- blica ginevrina. Nel dicembre 181 3
mento della Chiesa cattolica di Gi- ricuperò la sua indipendenza, e nel
nevi-a, prevosto della cattedrale , e i8i5 fu aggregata alla confedera-
vicario generale del vescovato, fu zione della Svizzera come capoluogo
fatto coadiutore diClaudio di Gra- del suo ventesimosecondo cantone.
nier, e da Clemente Vili, che lo Da momento il governo fece
questo
avea esaminato, venne preconizzato di tutto per ottenere che il can-
vescovo di Nicopoli in pariibus, e tone di Ginevra fosse unito per
nel 1607. vescovo d'Annecy e di lo spirituale alla diocesi di Losan-
Ginevra. Questo gran santo con- na riimione che fu approvata da
:

vert"i colle sue prediche seltantamila Pio VII, ed eseguita nel 1820. Il
morì in Lione a' 28 dicem-
eretici; vescovo di Losanna che risiede a
bre iGa?., e dal suo amico Ales- Friburgo portò d'allora in poi A
, è

i44 ^'N GIN


titolo di vescovo di Losanna e di tamente privi nella città intolle-

Ginevra. rante, quantunque fornita di nu-


Dall'anno i8o8 l'abbate Fran- merosi stabilimenti di beneficenza.
cesco Vuarin, nato nel 1771 nel- Il parroco trovò subito quello che

la provincia di Carougeois in Sa- cercava nelle suore della carità e


voia, occupò il posto di curato nei fratelli della dottrina cristiana.
di Ginevra , e vi acquistò una Le prime si stabilirono in Ginevra
riputazione europea , e dimostrò nel 181 7: esse ebbero da princi-
ch'egli era veramente l'uomo che pio a superare molte difficoltà, che
Dio aveva eletto per ricondur- il governo cercò di far loro , ma
re neir ovile di Gesù Cristo gran tutte furono felicemente appianate
parte di questa città, che malgrado per la benevola intervenzione del-
il suo non vasto territorio avea l'imperatore delle Russie Alessan-
fatto una gran figura nella lagri- dro I, che l'abbate Vuarin contava
mevole storia della pretesa riforma. nel numero zelanti e po-
de' suoi
L' amministrazione pastorale del- tenti Tale magnanimo
protettori.
l' abbate Vuarin ferma e vigorosa principe ottenne pure dal governo
fu di lunga durata , e si segnalò ginevrino una pensione annua per
con combattimenti e successi, e con le suore della carità, ed attualmente
delle grandi imprese molto utifi esse possedono nel centro della cit-
alla religione, il tutto frammisto di tà, ed in uno dei più belli quar-
alcuni colpi di stato, contro i quali un magnifico e vasto edifizio,
tieri,

veniva a rompere tutta la rabbia dove risiedono in numero di sedici,


del protestantismo. In questa am- e dove fanno scuola a trecento
ministrazione, non senza celebrità fanciulle ; di più esse posseggono
dell'abbate, si pubblicarono analo- nei contorni di Ginevra la casa det-
ghi opuscoli, che l' uomo di cuore ta della Divina Provvidenza, eh'
veramente cattolico, il protestante destinata a ricevere le giovani or-
di buona fede, e l'incredulo stesso fane di tutto il cantone : stabili-
devono riguardare come prodotti mento necessario in un paese dove
del genio il più elevato , e della i protestanti comprano a prezzo
fede la più ardente. Dopo avere d' oro i fanciulli cattolici per quin-
ottenuto dal governo Ginevra di di allevarli nella religione pretesa
una chiesa abbastanza grande per riformata. Un altro stabilimento
contenere il numero de' cattolici non meno utile, e che fa onore al-
che vivevano in quella città allor- l'abbate Vuarin, si è l'ospedale, che
ché egli ne fu nominato curato fece costruire negli ultimi suoi an-
procurò di stabilire con delle fon- ni. Malgrado l' immensa estensione
damenta più solide il grande edi- dell' ospedale di Ginevra , non fu
fizio eh' egli aveva appena inco- mai possibile al zelante parroco
minciato a fabbricare. Ed è perciò r ottenere dal governo che i malati
che primo suo divisamento si fu cattolici fossero separati dagli altri,
di far venire in Ginevra delle per- e quantunque egli non domandasse
sone abili, che si potessero incari- che due camere da mettere alla
care dell'educazione della gioventù, disposizione de' cattolici, esse gli fu-
ed esercitare gli atti di caiità di rono sempre ricusate. In questa
cui i cattolici si trovavano assolu- perplessità ricorse egli alla carità
GIN GIN :»45

pubblica , e fondò questo nuovo sagre cerimonie si compirono col


stabilimento, che parimenti è di- maggior buon ordine , e parecchi
retto dalle suore della carità. A- ecclesiastici invitati dal curato, su-
vendo poi V abbate Vuaria som- darono con lui nella santa opera
mamente a cuore l'educazione della delle istruzioni al popolo in lingua
gioventù, fece venire nel 1821 da francese e tedesca pei cattolici del-

Parigi tre fratelli della dottrina cri- la Germania resi-


Svizzera e della
stiana; ma arrivati appena a Gine- denti in Ginevra. Nel 1889 avendo
vra, il governo li fece uscire dentro r abbate Vuarin disposto meglio le
ventiquattro ore. cose sue, fece ritornare a Ginevra i

Nell'anno santo 182 5, l'abbate fratelli della dottrina cristiana, in


Vuarin si portò alla capitale del numero di sei, e li distribuì j>er

mondo cattolico, e fu paternamente la città e pei sobborghi per inse-


ricevuto da Leone XII, che fu seco gnare a' giovanetti cattolici. Il go-
lui largo d'ogni maniera di bene- verno promosse nuove difficoltà, ma
Hcenze e grazie spirituali , e per r intrepido difensore della religione
discutere diversi importanti alfa- cattolica nella così detta Roma
ri religiosi il Papa ne affidò la trat- dt protestanti la vinse, ed i fratelli

tazione al padre abbate d. Mauro della dottrina cristiana danno li-

Cappellari, ora regnante Gregorio beramente a più di duecento fan-


XVl, il quale fino d'allora prese ciulli un' eccellente cristiana edu-
a stimare il degno parroco. Ezian- cazione.
dio Leone XII fu benefico colla Il benemerito parroco Francesco

chiesa e parrocchia cattolica di Gi- Vuarin morì a' 6 settembre 1 843,


nevra e donò
, al parroco Vua- compianto da tutti cattolici di i

rin due quadri per la chiesa ,


Ginevra. 1 suoi funerali furono un
uno rappresentante Cristo , T al- vero trionfo, poiché circa trentamila
ti'o la Madonna , eseguiti dal cattolici della città e cantone di
pittore Ferrerò, sotto la direzione Ginevra, non che dei paesi vicini,
del celebre barona Cammuccini. A- accompagnarono in bella ordinanza
vendo Leone XII celebralo l'anno le sue mortali spoglie, avendo alla
santo del giubileo, e volendo pro- loro testa due vescovi , e più di
pagarlo per tutto il mondo catto- duecento preti , attraverso d' una
lico, r intrepido e coraggioso sa- folla attonita di più di cinquanta-
cerdote Vuarin pubblicò in Gine- mila protestanti, fra'quali il mini-
vra la bolla di tal giubileo per ,
stro Cheueviere dipinse in poche
cui cinquemila cattolici profittarono parole la costernazione nella quale
dei tesori della Chiesa. Il giubileo questa commovente cerimonia ha
fu promulgato dal curato con l'ap- gettato il protestantismo, col dire :

provazione del magistrato, e ciò K'H'endo il signor abbate Vuarin ci


destò generale ammirazione e stu- ha fatto paura , e morendo ci

pore a Ginevra. L' abbate Mac- schiaccia. Così morì questo novello
cartby vi si portò a predicare Atanasio che godè della slima di
nella chiesa di s. Germano, ed i tanti sovrani , da molti de' quali
cattolici e protestanti si mostrarono ebbe otto decorazioni equestri di
egualmente impazienti di ascoltare ordini cospicui. Particolarmente fu
un SI distinto predicatore : tutte le slimato dal graa Leone Xll, dal
,

246 GIN GIN


regnante Gregorio XVI, dagl' im- tiquattro parrocchie, che spettavano
peratori Francesco I ed Alessan-
, alla Savoia, e che nello spirituale
dro I, oltre Napoleone, da Lui- dipendono dalla diocesi di Cham-
gi XV III, e da Carlo Felice re di bery, ed iu pari tempo dal con-
Sardegna. Questo parroco allorché gresso fu garantita la pubblica pro-
dal vescovo di Losanna e Ginevra fessione del cattolicismo nel pae-
fu mandato a questa città non vi se ceduto, ed in tutto il cantone
trovò che ottocento cattolici, ed alla di Ginevra. Dipoi a' 16 marzo del-
sua morte ebbe la consolazione di l'anno 18 16 ebbe luogo una con-
lasciarne diecimila, sopra una po- venzione tra questo cantone e il
polazione di piti di trentamila ani- re di Sardegna, perchè il cullo
me. Suo successore, il vescovo di cattolico sia liberamente professalo
liosanna e Ginevra nominò l' ot- in tutto il cantone ginevrino, per
timo sacerdote Stefano Marillay, il cui era divenuto alla concessione
quale era stato primo vicario dello delle dette parrocchie. In Challez,
stesso Vuarin ; ma non fu cono- vicino a Ginevra, con uà sussidio
sciuto dal governo di Ginevra per di tremila fianchi d;illa santa Sede,
tale, perciò dalla forza per ordine e con scudi cento somministrati
del governo fu trasportato ai con- dalla congregazione di propaganda
fini del cantone. Protestando mon- fide fu rifabbricata la casa sotto il
signor vescovo contro tale alto, titolo della propagazione della fede
nominò l'abbate Wicky vicario di per le figlie dei protestanti, fondata
Marillay, che in nome di questi già da s. Francesco di Sales, e di-
faccia le veci di parroco di Gine- strutta in tempo della rivoluzione
vra ad interim, finché sarà termi- francese. Dipoi il parroco di Chal-
jfiata la lite nomina.
sul diritto di lez avendo intrapreso la fabbrica
Intanto il Wichy
con tre altri preti per l' ingrandimento della chiesa
vicari hanno la cura pastorale dei Leone XII gli mandò millecinque-
cattolici in Ginevra, e nei giorni cento franchi per ultimarla, e vari
festividevono predicare tre volte, sacri arredi di argento, cioè calice,
essendo ogni predica accompagnata pisside , ostensorio , turribolo , ec.
da una messa cantata eoa molto Delle numerose scuole , e stabili-
ecclesiastico decoro. menti scientifici e di beneficenza
Per disposizione dunque del Pon- di Ginevra, ninno appartiene ai
teficePio VII il vescovo dì Losanna cattolici, i quali hanno solo quelli
(Fedi), lo è pure di Genevra Lau- : eretti al modo sopraddetto. Nel
sanen Genevcn. Al presente n'è
et 1826 lo stesso Leone XII accordò
vescovo monsig. Pietro Tobia Yenni un sussidio di 5ooo franchi per
di Morlon, fatto vescovo da Pio VII la fabbrica della parrocchia catto-
nel concistoro de* io luglio i8i5. lica di Ferney, la qual somma fu
La popolazione del cantone di Gi- seguita d' altra di 3ooo franchi :

nevra ultimamente era di 44j000, non molto dopo, ad istanza del con-
e quella del capoluogo 22,000 ; i te di Bude, Leone XII inviò a que-
ascendevano in tutto a
cattolici sta parrocchia un reliquiario con
lOjOoo. Nel congresso di Vienna relifjuia di s. Andrea apostolo, una
del j8i5 a questo cantone furono cassetta con reli(juie de' santi mar-
Militi altri X 0,000 abilauli iu vcu- tiri, ed un breve d' mdulgcuzc pt;-
GIN G N I 247
la stessa chiesa: quella dei canonici se ed annue rendite alla sua chie-
di Ginevra è dedicata a s. Ger- sa di Tournay.
mano. I cattolici tli Ginevra spe- GIMVASI Domenico, Cardinale.
rano quantoprima ottenere dal- Domenico Ginnasi nobile bologne-
l' indulgenza del governo \\ pernies- se, nacque da antica famiglia di
80 di fabbiicare un'altra chiesa. Castel- Bolognese nella diocesi d'I-
Nella classica opera intitolata I\fo- mola, da Francesco Ginnasi medi-
nunwnta historiae pattine, die si co famoso in Roma, e da Caterina
va pubblicando a Torino, si leg- Pallantieri sorella dell'infelice mon-
gono precise notizie riguardanti signor Pallantieri, fiscale e gover-
Ginevra, massime nei tomi III natore di Roma. Nel 1572 ottenne
e IV. la laurea in diritto civile e cano-

GINI MALPIGHI A.ndrea, Qir- nico nell'università di Bologna; ap-


dinaie. Andrea Gini IMalpighi ,
plicatosi quindi agli studi teologici,
Malpilia o Malpigli, nobile lìoren- e alla sacra erudizione, passò in
tino, dotto in ambe le leggi, visse Roma presso il genitore, e distin-
molto tempo in Francia, e come tosi nella corte pontificia , fu da
furiiito di gran mente, di molta Gregorio Xlll ammesso nella pre-
capacità ed esperienza negli all'ari, di- latura. Avendo dato saggio di co-
venne consigliere ed intrinseco a- stante probità e rettitudine, venne
mico del re Filippo VI, e vescovo destinato da Sisto V
a vicelegato
di Arras, donde fu trasferito a della provincia Marittima e
di
Tournay di cui era stalo canonico. Campagna, la quale con la sua ac-
Clemente VI per impegno del car- cortezza e vigilanza liberò dai ma-
dinale Taley rande de Perigueux, snadieri, sicari e fuoruscili che mo-
a' 20 dicembre io.\i lo creò car- lestavanoil paese ed i viaggiatori.

dinale prete del titolo di s. Susan- Siccome d'animo dolce, pacifico e


na, altri dicono di s. Anastasia, e compassionevole, ricusò di progre-
legato a latere nella Spagna per pa- dire nella carriera governativa, il

citìcare Giacomo re di Majurica, perchè Sisto V lo fece nel i586


con Pietro re d'Aragona, che fu- arcivescovo di Manfredonia, che
riosamente guerreggiavano. Perde con lode governò per quattordici
la vita neir incamminarsi alla sua anni ; ma a cagione del clima, che
legazione,dopo un anno di cardi- gli riusciva nocivo, con beneplacito
nalato nel 1 343 in Perpignano, do- apostolico rinunziò l'arcidiocesi ad
ve avea avuto un congresso col re Annibale Serughi suo nipote per
Giacomo. I Sammarlani dicono che m Ro-
parte di sorella. Restituitosi
mori iu Firenze nel i3i\'2. Certo ma, Clemente VIII lo nominò go-
è che il suo corpo venne trasfe- vernatore di Fermo, donde essen-
rito a Firenze, e sepolto nella chie- done poi partilo eoa soddisfazione
sa del monastero dis. Benedetto, non meno de' fermani che del Pa-
da lui fondato e riccamente dota- pa, questi gli olfri la cospicua ca-
lo. Nei i33o avea in Parigi e rica di tesoriere, che fu dal Gin-
nello stesso palazzo eretto un col- nasi modestamente ricusata; per
legio detto dei lombardi, ed uu al- cui successivamente lo spedi nim-
tro in Padova denominato di santa zio prima a Ferdinando granduca
Maria Ji Touruay, e formò copio- di Toscana, e poi a Filippo lU re
a48 GIN GIN
di Spagna. con tanta pru-
Quivi monache passate sotto Benedetto
denza si diportò come nunzio straor- XIV presso la chiesa de' ss. Mar-
dinario e poi ordinario , che gli cellino e Pietro, se ne parla al voi,
riuscì di porre termine alla guerra X, pag. 5o del Dizionario. L'ere-
che ardeva con la Francia, onde zione del monistero, della chiesa
Filippo III lo volle compare di suo e del collegio fu fatta nel pontifi-
figlio, regalandolo magnificamente : cato di Urbano Vili : tutte le pit-
di questi doni il prelato parte ne ture della chiesa sono della sud-
offri al santuario di s. Michele nel detta Caterina Ginnasi, eseguite sui
monte Gargano, compreso un cali- disegni del suo maestro Lanfranco,
ce d' oro massiccio, e parte alla La statua che si vede entro una
chiesa di Manfredonia. Clemente nicchia sulla porta della chiesa,
Vili a' 17 settembre i6o3 1ocreò rappresentante Maria col s. Bam-
cardinale prete del titolo di san bino, fu scolpita da Pompeo Fer-
Pancrazio, donde poi nel i63o rucci. In una cappella a destra
passò al vescovato d'Ostia e Vel- trovasi il nobile deposito del car-
Partendo dalia Spagna ricusò
letri. dinale, il cui busto, e le statue
un regalo di sedicimila scudi che della Carità e della Sapienza sono
aveagli offerto munifico monar-
il di Giuliano Finelli da Carrara;
ca, ad onta del bisogno di denaro ma i putti di sopra, e l'altro de-
in cui trova vasi. Fu parco con sé posito di Faustina Ginnasi furono
medesimo, e generosissimo con al- lavorati da Giacomo Antonio e
tri. Oltre duemila scudi di pen- Cosimo Fancelli. Vi è ancora il

sione, che in istato di forze robu- deposito della principessa Borghese


ste e di perfetta salute distribuì d. Leonora Boncompagoi. Il Piazza
tra i ebbe sempre
suoi familiari , neir Eusevologio romano , trattato
per essi parziahssimo amore, e per- V, pag. 23 1 e 232, discorre del
ciò citato a modello dall' Amide- collegio, del monistero e della chiesa.
nio. Fondò in Ostia un ospedale Questo gran cardinale fu speC"
pegh infermi e pellegrini, dotan- chio d'illibati costumi, di straor-
dolo di sufficiente rendita, ed eri- dinaria e tenera divozione verso
gendogli una bella chiesa in onore la Beata Vergine, alla quale offìù
di s. Sebastiano. Nella propria ca- nel santuario di Loreto un gruppo
sa alla via delle botteghe oscure di smeraldi in forma di piramide,
di Roma, ad istanza di Caterina sopra la quale fece collocare un
sua nipote fabbricò un monistero crocefisso di gran valore. Alla sua
detto del Corpus Domini, per le cattedrale di Velletri compartì im-
religiose di s. Teresa, e dappresso mensi benefizi, oltre una magnifi-
una chiesa in onore di s. Lucia, ca ed elegante cappella che a pro-
e nello stesso luogo un collegio per prie spese vi fece costruire, con
otto o dodici giovanetti nativi di altare ornato di porfido e di altri
Castel-Bolognese, per istruirsi negli preziosi marmi, ad onore de'santi
studi. Vedi Collegio Ginnasi. Nei protettori della città. Tutte le chie-
locale poi passarono ad abitarvi gli se che dipendevano da lui, o era-
alunni dei Collegi FuccioU, ed Ir- no sotto la sua giurisdizione, e i
landese [Vedi); ed al presente vi poveri delle medesime , sperimen-
soflQ \q Maestre aie {Vedi). Delle tarono gli effetti della sua geqevQ-i
,,

GIN ci O ^9
sita e beneficenza , clic si eslese zìoni piìt singolari del cardinal
pure alla città di Carpentrasso, di Ginnasi, del quale poi pubblicò la
cui ebl)e la protezione. Eresse in che fu ancora compilata da
vita,
Manfredonia monte di pietà, a
il monsignor Nicola Santorecchia ve-
sue epese fabbricò un nionistero scovo di Volterra. Il gesuita p.
di sacre vergini, istituì il semina- Francesco de Luca fece l'orazione
rio per venticinque chierici, visitò funebre nelle esequie di questo car-
la diocesi, dilatò il palazzo arcive- dinale celebrale nella chiesa di s.

scovile, restaurò la metropolitana, Maria sopra Minerva, che fu stam-


e celebrò due sinodi, nel i588 in pata in Roma nel 1689.
Siponlo, e nel iS^i
Manfredo- in GIOACCHINO (s.), padre della
nia. Presso il santuario di s. Mi- Beatissima Vergine Maria, uno dei
chele di monte Gargano edificò patriarchi del vecchio Testamento,
dai fondamenti nobile abitazione come lo chiama s. Giovanni Dama-
pegli arcivescovi, e ne risarcì ed sceno, della tribù di Giuda, fu ma-
abbellì la chiesa con pitture, sta- rito di s. Anna, della quale pure
tue e suppellettili.Fondò in Ca- il detto santo, De land., tratta con

stel-Bolognese un monastero per altissime lodi. S. Anna fu figliuola


le domenicane, e assegnò un fon- di Mathan di tribù sacerdotale
do per dotare ogni anno otto po- della stirpe di Aaron discendente,

vere fanciulle. Conforme alla pre- dai profeti, da Davidde e da Salo-


dizione dell'intimo suo amico san mone; osservò col consorte esatta-
Giuseppe Calasanzio, mori a' i3 mente la divina legge, e si esercitò
marzo iGSg decano del sacro col- in opere di pietà, dispensando le
legio, dopo avere assistito a quat- sue entrale a'poveri, e parte in cul-
tro conclavi, essendo in viaggio to divino nel tempio. Viveva ella
per quello diLeone XI, sincera- molto alllitta per essere stata ste-
mente compianto da lutti: aveva rile per lo spazio di venti anni
ottantanove anni, e fu sepolto nel- ciò che recava non lieve mortifica-
la sua chiesa con onorevole iscri- zione ai coniugati nella legge mo-
zione, ed avello disegnato dal ge- saica stimandosi castigo; ma final-
nero di Lanfranco. Compose al- mente colle sue fervide orazioni ot-
cuni commenti sopra che i salmi, tenne la segnalatissinia grazia di
furono stampati in Roma nel i636, partorire Maria Vergine, allegrezza,
come ancora sul Pentateuco che delizia, felicità e decoro del mon-
rimasero inediti. Fu pure intrinseco do. I greci , come si ha dal loro
amico di s. Camillo de Lellis protet- menologio, celebrano la festa di s.

tore di sua congregazione, e nella Gioacchino, come fa la chiesa ara-


sua ultima malattia nella casa alla brogiana , ai 9 setlen)bre ,
per la
Maddalena, g'.i amministrò il ss. ragione che nelle sacre ferie qua-
Viatico. Grandi e meritati elogi resimali non si fa memoria di ve-
gli storici diedero a questo cardi- run santo, stando la Chiesa impie-
nale, che alla dottrina ed alle gata non a rinnovare le memoi ie dei
virili aggiunse venerando aspetto trionfi de'santi, ma a santificare con
e maestosa persona. Cesare Mez- la solenne penitenza costumi dei i

zamici stampò nel 1682 in Ro- fedeli, ed a piepararsi alla doloro»


nia; Notìzie istoriche delle opera- ia memoria della passione del Sai»
uSo GIO GIO
valore, come osserva il Piazza nel- Gioacchino ed Anna , Bologna
l' lùnerologio di Roma a' io marzo. 1768.
Well' uflizio romano fu introdotta GIOACCHINO (s.). Nacque ia
la di lui festa con
doppio da rito Siena dall'illustre famiglia de' Pe-
Gregorio XV, il quale con breve lacani, e si dimostrò (in dalla sua
de'a dicembre 1G22, uépostolatux, fanciullezza inclinato alle piìi belle
presso il Bull. Roin. tom. V, par. virtù, teneramente divoto di Maria
^> P^8- 7^» ordinò che 1' uffizio Vergine, e libéralissimo co' poverelli.
di s. Giacchino si celebrasse a' 20 Di quattordici anni entrò nell' or-
marzo per tutla la Chiesa cou ri- dine de' serviti, e nel 1272 ne ve-
Io doppio maggiore, come si cele- stì r abito. Egli fu un modello di
brava quello di sant' Anna sua perfezione ; e tant' era la sua umil-
consorte. Lo slesso Gregorio XV, tà, che non fu possibile indurlo ad
col breve Hoiior laudis, loco ci- ordinarsi sacerdote. Parendogli di
tato p. 25, aveva a' 2 3 aprile co- essere troppo onorato a Siena, col
mandato che si osservasse di pre- permesso del suo generale ritirossL
cetto la festa di s. Anna, la qua- in Arezzo ; ma per le istanze dei
le già per costituzione di Grego- sanesi fu richiamato in patria, ed
rio XI li, Sancla Mater Ecclesìa, ivi morì a' 16 aprile i3o5, nell'età
del primo maggio i584, Bull. l. di quarantasett'anni. Iddio 1' onorò
IV, par. IV, pag. 54, si celebrava del dono di operare miracoli prima
per tutta la Chiesa a' 26 luglio con e dopo sua morte ; e i Papi
la
uHlzio di rito doppio. Dice il Ga- Paolo V
ed Urbano Vili permisero
vauto che in venerazione di san ai serviti di celebrar la sua festa
Gioacchino, anche in tempo di qua- e di farne 1' ufficio.
resima, nella messa si recita il van- GIOACCHINO, Ordine equestre.
gelo della generazione di Gesù Cri- Francesco Giosia duca di Sassonia-
sto nato dalla sua figlia Maria. Coburgo-Saalfeld ne fu l'istitutore
Di poi Clemente XII cou decreto nel 1755, mentre ancor duravano le
de' 3 ottobre 1788 trasferì la fe- terribili guen-e della Germania per
stività di s. Gioacchino confessore la successione dell' impero. Lnitosi
alla domenica fra l'ottava dell'as- egli a quattordiiù altri possenti si-

sunzione in cielo della Beata Ver- gnori della stessa provincia, a me-
gine sua figlia. Finalmente Pio VI, glio garantire le cose loro, fonda-
a cagione delle vicende de' tempi ,
rono l'ordme di s. Gioacchino. Per
soppiesse 1' obbligo del precetto del- decorazione stabilirono una croce
la messa nella festa di Anna. Delle
s. d' oro smaltata in bianco, appesa
lodi, delle reliquie, delle chiese ove ad un nastro di seta ondata verde,
in Komasono venerati i santi con- con orlo d'argento. Il duca Fran-
iugi, eruditamente ne parla il cita- cesco fu padre di Federico celebre
to Piazza a' 26 luglio. Del culto feld-maresciallo dell'Austria, il qua-
de' medesimi, delle loro virtù e no- le 'jon sommo valore militò contro
tizie ne tratta pure a' 26 luglio il i turchi, nell'alleanza formata a
p. Carlo Massiui nella Raccolta di loro danno nel 1787 dall'impera-
vite de' santi per ciascun giorno tore Giuseppe li. Dipoi Federico si

dell'anno. Il dotto p. Trombelli fece campione della legittimità con-


scrisse della f^ita e culto de ss. tro la repubblica francese, che cum-
GIO GIO 25t
l)ntlè con tanto vigore, che solevano lui, come dicemmo al citato arti-

(lire i repubblicani essere Coburgo culo: alcuni l'hanno creduto pro-


e l*ilt persone per loro ialali>sime. feta, altri un visionario. 11 Baroiiiu
GlOACHIiNO, abbate e fonda Iure all'anno i 190, riporta alcune di lui
della congregazione di Flora nella Ca- predizioni, e le censura; e l'angelico
labria. JNacque verso 1' anno i i i l dottor s. Tommaso con autorevole
nel borgo detto Celico vicino a Co- sentenza disse di che non per lui ,

senza. Fece in gioventù il vi;ig- ispiiito profctico, ma per congettu-


giu di Terra Santa e ritornato in , ra della niente umana, aveva pre-
Calabria fece professione nel nio- tletlo ilelle cose vere, come in al-

nistero di Corace dell' ordine ci- tre si era ingannato. Checché ne


stcrciense, di cui fu poscia eletto sia delle sue predizioni, egli errò
abbate. Avendogli il Papa Clemen- certamente circa il mistero della
te HI ordinato di continuare suoi i Trinità , ili un libro che scrisse
commentari sulla sacra Scrittura, contro il maestro delle sentenze
rinunziò all' abbazia di Corace per Pietro Lombardo, negando che le
attendere più liberamente alla com- tre divine Persone siano la stessa
posizione de* suoi libri, e si ritirò cosa colla divina natura, e dicendo
tuli Kainiero suo discepolo nelle che ciascuna persona ha la sua
montagne della Calabria presso Co- propria particolare essenza ; ciò che
senza , in un luogo detto Flora ,
stabiliva il triteismo, cioè l'eresia
dove fabbricò un oratorio ed una che ammette tre Dei. Sennonché
cella. Aumentatosi poi il numero Gioachino due anni prima di mo-
dei suoi discepoli, fondò nel 1189 rire avea composto un'ampia pro-
un nuovo monistero, in cui la os- fessione di fede, nella (juale enume-
servanza era più stretta che iiKjuello rando le sue opere, dichiara die
di Cistello, e che divenne capo di non dubita punto che sianvi delle
una congregazione particolare chia- cose da doversi (!orr<>ggere, e prega
mala Flora o Florense [fedi). quindi gli abbati del suo ordine di
L' abbate Gioachino acrjuislossi fa- farle esaminare dalla santa Sede,
ma di virili e di sapere, non che la dichiarando che si sottomette alla
considerazione dei [)riticipie dei gran- censura che ne sarà latta, non pre-
di del regno laonde T imperatore ; tendendo egli di sostenere la sua
Enrico VI, ed il re di Sicilia iiicero opinione contro le di lei decisioni,
uiulte donazioni al suo monastero. condannando ciò che la Chiesa con-
Mori tranquillamente nella piccola danna, e non volendo giammai al-
citlà di Pietia-Fitla, fra le braccia lontanarsi da ciò ch'essa crede, in
dei suoi confratelli, dopo aver ri- virtù di questa protesta il Papa
cevuti i sagramenti, verso l'anno Innocenzo 111, coiidaiinaiido mi
1202, a'3o di marzo, e il suo cor- concilio Lateranense IV del i 2 1
5,
po fu trasportato all'abbazia di il libro che l'abbate Gioacliino avea
Flora. L'abbate Gioachino è ono- composto contro il maestro delle
idlo come santo nella Calabria, e sentenze, dichiarò che nulla poteva
i Lollanditti pubblicarono la sua pronunziare contra la persona del-
vita sotto il giorno iC) di maggio, l' Onorio III in una sua
autore.
dandogli il titolo ili beato. Varie lettera del 1217 dichiarò altie->i
[Kib lurono le upiiiium lulorao di che non polcvasi supporre eresia
55a GIO GIO
nell'abbate Gioachino, e nel laai li, dedicata al Papa Lucio IH, per
ordinò con una bolla indirizzata cui ordine la compose. 1° PsaltC'
all' arcivescovo di Cosenza ed al ve- riunì dttcein chordaruni, diviso in
scovo di Bisignano, di far pubbli- tre libri : in quest' opera tratta an-
care in tutta la Calabria, che con- che del mistero della Trinità e ,

siderava egli l'abbate Gioachino della distinzione delle Persone con-


come un uomo ortodosso ed attac- formemente alla dottrina cattolica.
cato alla fede cattolica. Altri errori 3." Un commentario sull' Apoca-

s'imputano all'abbate Gioachino, lisse, e diversi altri commentari so-


malamente dedotti dai suoi libri pra Isaia ed altri profeti , che fu-
non bene intesi o peggio spiegati, rono stampati a Venezia come le
e particolarmente dall' autore del altre sue opere. Se gli attribuisce
libro E%>angeUuni aeter-
intitolato eziandio un commentario sulle ri-
ìitini,ed anche Ei>angeliuni Spiri- velazioni del beato Cirillo, eremita
tus Sancii. Autore di questo libro del monte Carmelo morto nel ,

si disse da alcuni il b. Giovanni di 1225, ed una lettera indirizzata al


Parma settimo ministro generale medesimo. Trovansi nella biblioteca
dell'ordine de' minori ; ma s. An- vaticana due esemplari manoscritti
tonino ne rigetta l' asserzione , e di queste livelazioni, colla tradu-
ammette soltanto, che quel pio re- zione dell' abbate Gioachino ; e fu-
ligioso fosse stato alquanto sorpreso rono altresì stampate a Venezia in
ed ingannato dalla lettura de' libri italiano con le note d' Anselmo ve-
dell'abbate Gioachino nella desi- scovo di Marsi. Sonovi molte altre
gnazione degli ultimi tempi del opere profetiche sotto il nome del-
mondo. In questo libro l' anonimo l' Gioachino
abbate tanto mano- ,

autore prende a difendere l'abbate scritte che stampate, le quali pei"?)


Gioachino sopra la controversia con non sono sue. La sua vita fu scrit-
Pietro Lombardo; ma nel difen- ta da un abbate cisterciense, chia-
derlo cade in diversi errori peggio- mato Gregorio di Lauro, ed un'altra
ri, fra i quali in quello che la legge ne scrisse Gervaise, antico abbate
dell' evangelio non era perfetta , e della Trappa, intitolata Storia del-
che sarebbe seguita da una legge l' abbate Gioachino soprannominato

migliore, la quale sarebbe quella il Profeta j ma è un panegirico


dello Spirito, che durerebbe in eter- troppo parziale e privo di critica.
no. Il condannato dal Papa
libro fu GIOANNICCIO (s.). Nativo della
Alessandro IV nel i256, e dal con- Bitinia, trasse i suoi prim'anni pa-
cilio d' Arles nel 1260, che ne con- scendo maiali, poi militò sotto
i

dannò eziandio i seguaci, appellati l'imperatore Costantino Coproni-


Gioachimili. Da ciò avvenne che mo, o sotto Leone suo figlio e suc-
alcuni con poco discernimento ap- cessore. 11 suo valore gli meritò
plicarono all'abbate Gioachino gli ricompense ; ma disgraziatamente
errori del suo apologista. F. lèerm- ebbe egli a seguire il furoi'e de-
iVf Storia delle eresie, t. IIIjp. 296. gl' iconoclasti. Però sotto il regno
L' ab. Gioachino ha lasciato un dell' imperatrice Irene un santo re-
gran numero di opere, di cui mol- ligioso lo trasse dall'errore e dal
te furono stampate, cioè: i." De vizio. Passati sei anni nella morti-
concordia veteris et novi Testanien* lìcazione e nella preghiera, abban*
,

GIO GIO l'ìZ

donò la milizia, e ritiì'ossi sul mon- torà del regno di Francia presso la
te Olimpo in Bitinia, presso Prusa, santa Sede, dell' ordine de' cappuc-
ove dimorò in parecchi .monisteri cini, de' canonici regolari di s. An-
per bene istruii'sì , ed avanzarsi tonio Vienna
di cavaliere dello
,

nella perfezione. Poscia menò vita Spirito Santo , ed arricchito con


eremitica per dodici anni, dopo i altri benefizi. Nel i584 ebbe la
quali passò nel monistero di Ere- chiesa di Tolosa , ove introdusse i

ste. Difese validamente il culto del- cappuccini ed ì gesuiti; nel iSgo


le immagini, e riparò colla peni- celebrò il sinodo nella sua Gioiosa,
tenza i disordini di sua gioventù. ed oltre V avervi stabilito delle col-
Il dono dei miracoli e della pro- legiate di preti secolari , v' intro-

fezia lo rese celebre in oriente. Mo- dusse pure altri ordini religiosi, co-
rì neir 845 in età di cento e sedici me i n)inimi cui edificò un con-
anni, secondo alcuni , e di ottanta vento. Paolo V lo dichiarò arcive-

o novanta, secondo altri. L'abbate scovo di Rouen, dove fondò il se-

Butler ne riporta la festa a' 4 no- minario. Enrico IV lo mandò in


vembre. Roma ed a Venezia per comporre
GIOIOSA Francesco, Cardina- le discordie pel fulminato interdet-
le. Francesco de* visconti di Gioiosa to, ed egli vi riuscì felicemente. Nel
Joyeuse, nacque di nobilissima pro- 1.^99 aveva avuto da Clemente Vili
sapia in Carcassona, congiunto di commissione di sciogliere il matri-
sangue co' monarchi di Francia monio tra Enrico IV, e Margherita
intimo consigliere di stato di En- di Valois, onde Paolo V lo deputò
rico IH, dotato di grave aspetto, e col carattere di legato a Intere per
di ottimi costumi , applicossi fino tenere al battesimo in di lui nome
dai primi anni con gran fervore il delfino nato da Maria de Medici
agli studi, e alla vita ecclesiastica. che coronò regina alla presenza del
Ricusate splendide nozze, fu prov- re nel tempio di s. Dionisio. A' 17
veduto delle pingui abbazie di ottobre 16 io cresimò Luigi XIII,
Marmontier, di Fecan , del Monte e nel dì seguente l'unse e coronò
di s. Michele, di s. Florenzio, e di solennemente in re di Francia. Pre-
Aurillac. Nel i58i Gregorio XIII siedè nel 161 4 all'assemblea del
Narbona, do-
lo fece arcivescovo di clero; e dei sette conclavi che si

ve nel 1587 consagrò la metropo- celebrarono al suo tempo , inter-


litana, fondò un convento nel iSgS venne a quelli d' Innocenzo IX ,
a' religiosi minimi, e v' introdusse i Clemente Vili, Leone XI, e Pao-
cappuccini nel 597, dando chiare
1 lo V. Visitò divotamente il santua-
prove dello 7elo che avea per la rio di Loreto, ed offrì un presente
disciplina ecclesiastica, deciiduta per del valore di dodicimila lire ; e
le guerre civili e per i disordini si recò a quello diMonserrato in
introdotti nel regno. Una condotta Ispjgna, a cui parimente fece lar-
tanto lodevole accrebbe nel re la ghi doni. In Loreto dopo aver po-
stima e 1" affetto per lui, per cui sto il regno di Francia sotto la
a sua istanza Gregorio XIII a' 2 protezione della ss. Vergine, con
dicembre i583 lo creò cardinale r approvazione del vescovo istituì
prete del titolo de' ss. Silvestro e l'orazione delle quarant'ore, con so-
Martino a' Monti. Fu fatto protet- lennissima processione ; ed ivi fondò
254 G OI G O I

V opera pia francese di Loreto ,


Aiibery ne pul)|jlicò la vita in Pa-
della qiinle si parlò al voi. XXVI, ligi nel i6'j4.
p. ?.3o del Dizionario. Impiegò GIONA (s.), martire. V. Ka-
tluecenlo e più mila scudi in pie HAniisio (s. ).

fondazioni da stabilirsi dopo In sua GIONATA, Cardinale. Gionala


morte, senza trasandaie la propria romano, fu diacono cardinale dei
fiimiglia (
nella quale tra gli altri ss. Cosmo Damiano; si trova
e
ebbe per segretario d' Ossat, da tra i cardinali di Urbano II del
Clemente Vili creato cardinale), che 1088, e sottoscrisse nel 1106 una
da lui fu largamente rimunerala, bolla di Pasquale II.

Ai gesuiti di Avignone donò un'am- GIONATA, Corr^/W /e. Gionata fu


pia biblioteca, sacre suppellettili, e da Calisto II nel dicembre del 11 20
cpiattromila scudi. In luogo dei creato cardinale diacono, colla dia-
limerali dispose die si dassero ai conia de'ss. Cosma e Damiano. INel-
poveri quattromila scudi; ne as- l'elezione di Onorio II da Piagnano

segnò tredicimila per otto canoni- oFagnano, egli fu il primo che con

cati nel ducato di Gioiosa. In Pon- approvazione di tutto il sacro col-


toise fabbricò una scuola pei fan- legio, da lui persuaso a radunarsi
ciulli, ed vm collegio pei gesuiti ;
nella basilica Lateranense, accia-
in Dieppe una casa ai preti dell'o- uiò Pontefice il cardinal Teobaldo
ralorio, nell' isola d' Arida un con- Boccadipecora, che chiamò Cele-
Tento pegli eremiti di s. Basilio, stino II, quasi inviato dal cielo,
e cinquemila scudi lasciò alla me- Sopraggiunti i potenti e prepo-
tropolitana di Narbona , con ren- tenti Frangipani con armata mano,
dite pel seminario che vivente man- saiutarono Papa il Fagnano col
teneva. In Rouen introdusse le or- ijiome di Onorio Teo- li. Allora
soline per istruir le don7elle con baldo con eterna sua gloria, ad e-
r assegno di 24)"oo lire. Divenuto vitare uno scisma prontamente ri-
nel 161 I vescovo d'Ostia e Vel- nunzio. Dipoi Gionata favori le
leslri, e decano del sacro collegio, parti dell'antipapa Anacleto II, con-
fece riaprire seminario, e prov-
il tro Innocenzo 11; venne fatto pre-
vide al sostentamento degli alunni, te del titolo di s. Maria in Tras-
indi celebrò il sinodo diocesano nel tevere, e sottoscrisse le lettere spe-
i6i3, e morì in Avignone a'2 7 ago- dite dai pseudo-cardinali all'impe-
sto i6i5, d'anni cinquantatre, e ratore Lotario II a favore dell'in-
trentadue di glorioso cardinalato, truso.
Trasferito il corpo a Pontoise, fu se- GIOPiDANO da Ceccano, Car-
polto nella chiesa de' gesuiti da lui dinaie. V. i volumi XI, p. 4^, e
fondata. Godette 100,000 scudi annui XXVII, p. 277 del Dizionario.
di benefizi ; ma dopo che intese GIORDANO, Cardinale. Gior-
inveire contro la loro pluralità da dano spagnuolo dell'ordine di s.
un predicatore, rinunziò ai tre ar- Maria della Mercede, fatto anticar-
civescovati , ed impiegò le sue rie- dinaie dall'antipapa Benedetto XIII,
chezze nelle narrate opere. Si acqui- al modo detto al voi. Ili, p. 281
sto fama immortale per prudenza, del Dizionario , dopo la deposi-
destrezza nel trattare gli affari, e zione del falso Papa, e l'elezione
singoiar splendidezza. Antonio di di Martino V, a questi prestò ub-
GIO GIO 9.5,?

bidienra, che con diploma doto in acremente le sue opinioni sulla


Ginevra il primo agosto i4iH Io religione dei brami. im- La sua
dichiarò vero cardinale, lo fece mensa erudizione che si
faceva sì,

penitenziere maggiore, e vescovo di ricorresse a lui continuamente, e lo


Albano. metteva così in relazione coi dot-
GIORGI Antonio Agostino, re- ti di lutti i paesi. Approfittò del
hgioso agostiniano, nato nel 171 i, suo credito Ira i suoi confratelli
a Mauro, borgo presso
s. Riminì. per ristabilire la regola in tutta la
Entrò in rehgione a Bologna, al- sua purezza ,
per togliere dalle
l'età di sedici anni, e si applicò scuole di teologia quanto rimane-
con zelo allo studio della teologia, va dell'antica barbarie, e per ri-

che professò in seguilo in varie mettere in vigore la buona lette-


città. Fu chiamato a Roma da ratura. Stava altresì scrivendo per
Papa Benedetto XIV, che gli com- illustrare la storia civile ed eccle-
mise l'apologia della storia del siastica della sua patria, ed un'o-
pelagianismo del cardinale IVoris pera sulle iscrizioni greche nella
[Pedi); e corrispose si bene all'in- chiesa di Riniini non : egli però
carico, che il Pontefice gli testifi- ha potuto darvi l'ultima mano, es-
cò la sua soddisfazione ammetten- sendo morto a'4 di maggio 1707-
dolo nel ninnerò de' dotti che a- Le sue opere principali sono: i."

dunava nel suo palazzo per confe- ^Iphahelutn tiìx'taintrn missìonitni


rire con essi sugli allàri della re- npofUolicanini conunodo ediliun :

ligione, e ponendolo alla direzione praeinissa est disquisìito ,


qua de
della biblioteca Angelica. Dopo la vario litterarurn ac reli^ionis no-
morte di quel Pontefice, occupossi mine, gentis origine, moribiis. sn-
il Giorgi di un lavoro, pel quale perstitioneac manicheismo fuse dis-
la sua conoscenza di undici lingue seriUir, Beausohrii calumniae in s.

differenti davagli una glande faci- y^ugustinuìu aliosque Ecclesiae pa-


lità: questo fu V Alphahetiim li- tres refutantur ; 1° Fragmentuni
hetamtm , opera che sarebbe stata Evangelii s. Joannis graeco-copto-
utilissima per le missioni del Ti- thebaicum saeculì IV et litur- . . . .

bet, ma che non riuscì quale de- gica alia fragmenta veteris thebai-
sideravasi. Le ricerche che dovet- densiuni Ecclesiae, etc. in latinuni
te fare lo misero sulla via d' il- versa et nolis illustrala j 3." De
lustrare vari punti d'erudizione, ed aralìicis interpreta lionihus veteris

egli pubblicò le sue scoperte. 11 Testamenti epistola, inserita nello


cardinal Borgia, grande apprezza- Specimen inedilae versionis arabi-
tore del suo merito, 1' aiutò so- co-samaritanae Penta leuchi eie; 4-°
vente co' suoi consigli in tutti i De versionihus syriaci uovi Tesla-
lavori cir egli intraprendeva. 11 menti epistola, neh' opera di G.
Giorgi , zelante sostenitore della G. Adler sullo slesso argomento.
purità della fede, prese parte nelle Paiecchie altre opere scrisse e pub-
discussioni insorte sulla devozione blicò il Giorgi, delle quali si può
al sacro cuore Gesù. Sul fini- di vedere l'elenco sua
in seguito alla
re della sua vita ebbe una viva vita, stampata nel toni. XVIII del-
disputa col p. l*aolino da s. Bar- le f itae ftalorum del Fabroni.
tolomeo, il quale avea censurato GIORGIA o GEORGIA. Con-
j.jfi GIO GIO
tiada dell'Asia un
eh' estentìevasi no di farle entrare al servigio del-
tempo dalla Taiuide ad Erzerum le regine. Le donne sono più ri*
fino al Tanai , e chiamavasi Al- putate per la bellezza, che pep la
bania d' Asia. Presentemente è un castità, e gli uomini sono bravi
governo della Russia asiatica^ me- ed eccellenti guerrieri : le donne per
no estesa dell' antica, che confina la loro avvenenza fino agli ultimi
all' oriente con la Circassia e la tempi erano rapite, e date in mo-
IMoscovia; all'occidente Arme-
coli' gli ai sultani di Costantinopoli;
nia minore; al mezzodì coli' Arme- ma fra da cristiane dive-
i turchi
nia maggiore, a settentrione col nivano ottomane, non ricordandosi
mar Nero, e con quella parte del- della loro antica religione. La Gior-
la Colcliide che chiamasi Imiretta. gia, secondo il parere dei più, cor-
L'attraversa il fiume Rur o Ciro, risponde all'antica Colchide, e fu
che ha la sorgente nel monte anche chiamata Iberia. Qualche
Caucaso, e va a gettarsi nel mare autore fece derivare il nome di
Caspio. I giorgiani non tollerarono questo paese da quello di georgi^
mai che il maomettanismo s'intro- popoli che secondo Pomponio Me-
ducesse nel loro paese , benché il la abitavano al nord-est del Cau-
loro principe fu costretto a pro- caso; ma vuoisi che ciò sia erro-
fessare quella religione per com- re, non avendo l'indicato popolo
piacere i sovrani della Persia, dei mai abitato la Giorgia. Questo
quali ora non è propriamente che ultimonome sembra provenire sen-
il viceré . Allorquando i persiani za dubbio da Gurdi, ch'è attual-
vollero innalzarvi delle moschee, mente la denominazione generale,
il popolo vi si oppose vigorosamen- sotto quale si disegna nell' o-
la
te: per tale oggetto ebbero ivi luogo riente nazione georgiana o gior-
la
varie sollevazioni, e quegli edifìzi fu- giana, e che fa chiamare questo
rono ognora abbattuti con mano ar- paese Gurdislan o Kurdistan. Al-
mata. 1 principi della Giorgia non tri dicono chiamarsi Giorgia a
si diedero mai pena per simili se- causa di s. Giorgio che è il pro-
dizioni sebbene dimostrassero il
, tettore del paese.
contrario perchè non avendo a-
; Le cronache giorgiane racconta-
biurata la religione cristiana che no che Mtskhethos, figlio di Kar-
in apparenza ed allo scopo di con- thlos, fece costruire sul confluente
servare il loro governo essi non , dell'Aragwi e del Kur una città,
possono cooperare allo stabilimento la quale dal suo nome chiamò
del maomettanismo. Questi popoli Mtskhetha o Mzketha, dove pre-
mantenendosi in una intiera liber- sentemente è un monistero e ri-
tà religiosa sono cristiani; non vi mane vicino a Tiflis , e che di-
sono che alcuni de' principali si- venne capitale del paese. I suoi
gnori che in apparenza professano discendenti si fecero lunga guerra
la religione maomettana, gli uni avente ciascuno il suo principe;
per ottenere impieghi alla corte di quello però che
a comandava
Persia, e pensioni dallo stato; gli Mtskhetha era il capo degli altri,
altri per aver l'onore di maritare non portava il titolo di re, ma
le loro figlie col re, od a lui pro- quello di mamasakhli, cioè padre
stituirle vilmente, altri si limitaro- della casa , ed era V arbitro ed il
GIO GIO 257
giudice (li lulta la nazione. Qual- alla greca di Costantipoli, e ne segui
che tempo dopo il re di Persia A- le vicende. Rufino, Socrate e Sozo-
liidun o Feridun fece della Geor- meno, non che il Baronio, nelle loro
gia una provincia persiana, e restò storie raccontano co-
ecclesiastiche
sotto il dominio persiano sino ad me questa nazione venisse alla fede.
Alessandro il Grande che conqui- 11 più celebre de' discendenti di
stò il paese. In seguito Farnavaz, Mirian Vahtsug-Gurg-Aslan o
fu
giovine eroe della razza di Mtsklie- Lupo- Lione fece molte guerre
:

thoSj pervenne a cacciare il go- contro i greci , e regnò su tutto


Ternatore greco di Alessandro, e fu il paese compreso fra il Caucaso
unanimemente eletto per primo re. orientale, ed il mar Nero, e così
Suo figlio Surmag morto essendo pure sopra Erzerum ed altri can-
senza credi, uno de' suoi parenti toni limitrofi ; fu esso che fabbri-
della razza di Nembrod montò sid cò Tiflis nel 4^^> 6 vi stabilì la
trono; egli e i suoi discendenti sua residenza. Gli ultimi re del-
furono chiamati Ncbvothiani. A la dinastia K'hosroniani o di
dei
questa dinastia successe quella de- quella di Mirian, furono Joanè e
gli Avchak'luiiiiani, o meglio Ar- Djuanschcr, che morirono nel 787
sciagunianiy d' origine armena , e senza eredi, in modo che il trono
ricevette da quello
il suo nome fu dato alla famiglia dei Braga-
del proprio fondatore Archak'h re- : tions, di origine ebrea, che l'occu-
gnò essa durante 3oo anni sino pò sino al 1801. Sotto questa fa-
anno 265 dell'era volgare la
all' ; miglia la Giorgia fu alternativa-
medesima bravamente si difese tan- mente libera, o dipendente de'suoi
to contro iromani, che contro i vicini, principalmente delle diverse
persiani. Dopo la morte di Aspa- dinastie che regnarono in Persia:
ghur, ultimo re di questa dinastia, gli arabi, i persiani, gl'imperatori

the non avea lasciato discendenti di Costantinopoli , Tchinghiz-Kan


maschi, persiani fecero un'inva-
i e Timur devastarono questo paese
sione neir Armenia e nella Gior- a molle riprese, e vi distrussero
gia, per vendicare le depredazioni tutti i vantaggi di una anteriore
che gli avevano commesse
armeni civilizzazione. Fu nel XUl secolo
nella Persia onde capi del pae-
; i che gì' imperatori di Costantinopoli
se chiesero al re R'hasre uno dei lesidentiin Trebisonda soggioga-
suoi figli per re, e di ammogliar- rono la Giorgia.
lo colla figlia di Aspaghur. 11 re Nel 1219 avendo i crociati pre-
accettando diede la Giorgia a suo so Damiata , risuonò la fama di
figlio Rlirian, che mori abbraccian- di tal vittoria tra le più rimote
do il cristianesimo, lo che facilitò nazioni, i saraceni ne furono im-
la conversione di tutto il paese pauriti, ed i cristiani rallegrati,
\erso l'anno 3i8, o più tardi se- tra' quali i giorgiani che scrissero
condo alcuni, cioè nel 827, sotto ai crocesignati di proseguire il cor-
r impero di Costantino il Gran- so di loro promettendo
vittorie,
de per suo ordine 1' arcivesco-
: di congiungere le proprie armi alle
vo di Costantinopoli spedì in Gior- loro. Nel 1224 il Papa Onorio HI
gia dei vescovi e dei preti ,
per ricevette dalla regina de' giorgiani
cui la chiesa giorgiana restò unita una cortesibsima lettera con questa
VOI. XXX, '7
?. T8 O OI GIO
inteslazione. '• Al santissimo Papiì, del regno. Il Ponlefice Gregorio IX
padi-e e signore di lutti i cristia- che gli successe nel pontificato, nel
ni, che tiene la sede del b. Pietro, I 240 ricevette con paterna consola-
Riissutana U(nile regina d'Anegiiia zione lettere del ree della regina dei
(Avogiiia) sua divota serva e fi- giorgiani, con le quali gli significaro-
gliuola, col capo inchinato a' piedi no com'erano bramosi di unirsi alla
"vostri, salute ". Indi gli dice, ch'es- Chiesa romana. La regina Rosuda
sendo morto il re de'giorgiani suo si sottomise con David suo figlio
fratello, il regno era rimasto a all' ubbidienza del romano Pontefi-
lei, onde domandava la benedi- ce, al quale domandò aiuto contro
zione apostolica su di sé, e sopra i tartari, i quali avendo commesse
i cristiani ad essa soggetti. Che a- immense stragi, poi furono vinti.

vendo ricevuto il di lui comando, II Papa le rispose che non pote-


per mezzo del legato ch'era a Da- va mandarle un esercito di crocia-
miata, di soccorrere i cristiani, ne li,per quanto di male avea fatto
era stata impedita dall'aggressione Federico II alla Sede apostolica, e
dei tartari che uccisero seimila per le diverse guerre che in più
giorgiani, i quali prontamente si parli erano accese; e che per uni-
vendicarono degli aggressori , ne re la chiesa giorgiana alla roma-
ammazzarono venticincpiemila , e na, egli andava a spedire nella
fecero molti prigioni. Che nel sen- Giorgia alcuni dell'ordine de'prc-
tire dover 1' imperatore Federico dicatori , religiosi di singoiar pie-
II passare in Soria a liberare la tà e dotti, non che opportuni per
Terra Santa, se ne rallegrava gran- dare effetto all'unione, e conferma-
demente, perchè avrebbe mandato re i nel lodevole proponi-
popoli
il contestabile Giovanni con tutto mento dimostrandole con gravi
;

l'esercito in aiuto de' cristiani per argomenti il primato di s. Pietro


liberare d santo Sepolcro, dappoi- e de' Pontefici successori. Dipoi per
ché il contestabile ed altri nobili le premure e per lo zelo del Pa-
del avevano presa la croce.
regno pa Urbano V, nel 1870 i popo-
Chiudeva la lettera con f|ueste li giorgiani tornarono all'ubbidien-
parole :« Supplichiamo e chiediamo za della romana Chiesa intera-
a tua Santità, che tu mandi lette- mente.
re, e la tua benedizione a noi Nel principio del secolo XV il

cristiani che siamo in levante. re Giorgio avendo scacciato tutti


Credi pure al nostro diletto David i maomettani dal paese, vi stabi-
vescovo d'Hanij, come se tu udissi lì la religione cristiana ed il buon
di bocca nostra ciò eh' egli dirà ; ordine. Alessandro I riunì sotto il

ed abbici per raccomandati nelle suo scettro tutti i paesi abitati da


lue sante orazioni ". Nello stesso popoli giorgiani, e fece varie guer-
senso il contestabile scrisse ad O- re fortunate contro i principi mao-
norio HI, il quale commendò alta- mettani della Persia ; malgrado
tiiente la fede della regina, e la di- questi successi e la sua ottima am-
vozione eh' essa aveva per la Chie- ministrazione, Alessandro I diven-
sa romana, e sacrosanti luoghi di ne la prima cagione delle sciagu-
Gerusalemme, ed analogamente gli re di sua patria, e della caduta
rispose, come rispose al contestabile della propria fimiglia, per la diM-
GIO GIO 209
sione impolitica dc'suoi stati, ch'e- Schirvan ed il Caucaso orientale
gli fece nel i4^4 *''''^' s^'oi tre fi- riconobbero la sovranità persiana,
gli, ricevendo il primo la Jmcre- mentre la influenza dei turchi ot-
zia, il secondo il R'arlhli, ed il tomani si sparse sull'Imerezia, e la

terzo il Kakeli e lo Schirvan ; ne posizione occidentale delle monta-


risultò che questi principi o i loro gne. Lo zelo religioso dei giorgiani
successori, non potendo resistere ed iltimore che avevano di cade-
agli -stati possenti del loro vicinato, re interamente sotto il giogo dei
ne divennero vassalli, e furono loro vicini mussulmani fecero loro
obbligati di pagare loro de' tri- ricercare segretamente 1' alleanza
buti. Intanto Eugenio IV nel i44i della Piussia, la quale sotto il re-
pubblicò il rinomato decreto per gno brillante d' Ivan Vassiliewitz
riunire gli armeni giorgiani ed
, i aveva esteso la sua possanza sino
altri orientali alla Chiesa romana, ai piedi del Caucaso. Il re di
istruendoli ne'dommi cattolici. Nel Kaketi, quantunque soggetto alla
medesimo secolo Alessandro VI eb- Persia, si mise nel i586 sotto la
J)e la contentezza di ricevere in protezione russa, e nel i58q una
Roma nel 1496 Nilo monaco di ambasceria giorgiana chiese al czar
s. Basilio, mandato a lui quale alcuni soccorsi contro turchi, i i

ambasciatore da Costantino re dei quali in guerra colla Persia, si e-


giorgiani a prestargli sommissione rano impadroniti di quasi tutto
ed ubbidienza , come a Vicario r istmo caucaseo.
di Gesù Cristo, a pregarlo di sol- Nel seguente secolo il sovrano
lecitare i re dell' occidente ad in- di Persia s'impadronì della Gior-
traprendere la sacra guerra contro gia, ne formò una provincia della
i saraceni, e di mandargli il de- sua monarchia, e fece morire il re
creto del concilio generale di Fi- di Giorgia Temuras, che avea ri-

renze, Eugenio IV,


celebrato da conosciuto il sommo Pontefice Ur-
col quale erano condannati gli
si bano VIII, riunendosi alla Chiesa
errori de'greci, e si erano questi cattolica. Nel pontificato d'Inno-
riuniti alla Chiesa romana, alia qua- cenzo XI la Giorgia toinò all'uni-
le egli pure voleva riunirsi. 11 Pa- tà cattolica, ma nel ifiq'J la ple-
pa glielo mandò, e nello stesso tem- be infuriò contro i cappuccini ed
po lo esortò a far pubblicarci! de- i preti armeni, ed il principe tor-
creto con cui si stabilisce procede- nò al maomettismo nel 1701 cir-

re lo Spirito Santo dal Padre e ca, per cui Clemente XI non gli

dal Figlinolo come da un solo rispose alla lettera che gli scrisse.
principio, e si riconosce il primato Tultavolta nel seguente anno il p.
del romano Pontefice in tutte le Felice Maria da Sellano si portò
chiese del mondo. I sofi che suc- in Persia per trattare gli affari di
cedettero a'iurcomanni nella Persia Giorgia come ambasciatore già de-
si arrogarono ben presto la su- putato d' Innocenzo XII, e fu bene
premazia sopra re di R'arthli i accollo; ma di[)0Ì i persiani torna-
«Iella Giorgia propriamente delta ; rono ad inveire contro cattolici. i

questi divennero loro vassnili e , Clemente XI munito di lettere del-


furono compresi fra gli olio vakil l'imperatore Carlo VI, del senato
o vicari dello si bah. Allora lo veneto, e del granduca di Toscana,
a6o GIO GIO
nel 1 1 9 scrisse al re di Persia pre- giore, molte di esse con s. Rìpsi-
7
gandolo con a far dare oppor-
essi ma ebbero colà il martirio dal re
tuno riparo alle gravissime ingiu- Diidate per ordine del medesimo
rie, che soffrivano i cattolici arme- Diocleziano. La detta vergine Nu-
ni ed i missionari cappuccini in ne adunque portatasi di là in
Tiflis capitale della Giorgia, la cau- Giorgia, vi operò per virtù di Dio
sa de'quali raccomandò con som- dei miracoli, cioè la sanazione del
mo impegno. I suddetti primi pas- figlio del re Mirian e della regi-
si dei re di Giorgia e di Kaketi na, il quale per tali prodigi abbrac-
servirono posteriormente di fonda- ciò la lède di Gcsìi Cristo, e v'intro-
mento alle pretensioni della Rus- dusse il cristianesimo, chiamandosi
sia sui paesi situati al di là del dai giorgiani sacerdoti greci. Vuoisi
Caucaso, de' quali questa potenza però che il re a ciò si determi-
pervenne ad impadronirsi. Eraclio nassedopo un secondo miracolo,
li penultimo re della Giorgia, si quando smarrito nelle selve per la
sottomise definitivamente come vas- caccia invocò il Dio di Nune, e n'ebbe
sallo alla Russia, in forza del trat- pronto aiuto. I giorgiani seguirono
tato de' 24 luglio 1783. Suo figlio la credenza de' greci, a riserva di
Giorgio XI, e successore, mori nel qualche punto particolare. Sonovi
180O5 ed allora la corte di Pie- nella Giorgia molti vescovi, un ar-
troburgo nominò un governatore civescovo, ed un patriarca : questo
interinale della Giorgia, che vi ri- ultimo ha la chiesa patriarcale sul-
mase sino all' innalzamento al tro- la riva del Kur, prende il titolo

no di Alessandro I; questo monar- di Cattolico o universale, ma non


ca dichiarò nel 1802 la Gioi'gia ha la principale autorità per gli
provincia russa , e fece condurre affari spirituali. Si contano nella
nella Russia i membri di quella capitale Tiflis quattordici chiese,
antica famiglia reale, insieme a Da- essendo quella di Sion la catte-
v'idde figlio maggiore del defunto, drale, che ha unito l'episcopio : la

assegnando a tutti in compenso seconda chiesa è quella di Abaga-


delle pensioni. ro, ove dicesi slette per lungo tem-

I giorgiani, come dicemmo, ab- po r immagine che Gesù Cristo


bracciarono il cristianesimo nel IV mandò al re di tal nome, che poi
secolo, e principalmente, come di- fu trasportata altrove. In Roma
cono alcuni, a mezzo d'una donna esiste nel monistero della Chiesa
chiamata Iberia, che si era fatta di s. Siwestro in Capile [f^edi)
cristiana a Costantinopoli. Altri però una sacra effigie del Redentore,
scrissero che Iddio operò la con- che la tradizione dice essere quel-
versione del re Mirian, e di tutta la donata dal medesimo Gesù Cri-

quella gente per mezzo di una ver- sto al re Abagaro; altra ve n'è in
gine di nome Nune, del numero Genova [Fedi), che pur si crede la
di quelle vergini che con s. R.ipsi- Vera ed altra si venera anche nel-
;

ma romana, secondo il martirolo- veneto con egual tradizione.


lo slato
gio armeno, per conservare la loro Di questa immagine ne parlammo
verginità fuggirono nelle persecu- anche all' articolo Edessa [Fedi),
zioni di da Roma, ed
Diocleziano Gli armeni vi hanno sette chiese,
iuternandosi fino nell'Armenia mag- e l'arcivescovo. I cattolici posseg-
GIO GIO 261
gono una chiesa, ed i persiani una signor vicario apostolico di Co-
inoscliea due terzi del popolo ap-
: stantinopoli.
pailengono alla chiesa greca orto- Commanvillc, Ilistoire de tous
dossa. In Tiflis risiedendo il supe- les archdv. et évesch. a pag. 3o8
riore de'uiissionari cappuccini che e seg. parla degli arcivescovi e
SI portarono in Giorgia nel ponti- vescovi di Giorgia , delle notizie
ficato di Clemente XI, sotto quel- ecclesiastiche della medesima , dei
lo di Pio \l il re Salomone d'I- riti de'giorgiaui, e di altro che li

meret, regno confinante della Gior- riguarda. Ecco poi come ne regi*
gia, e tributario della Porta otto- stra le sed-i vescovili: Tiflis capita-

mana, ad istanze delia santa Sede le della Giorgia metropoli nel IV


e della congregazione di propa- secolo, e Cattolico nel X ; Gori o
ganda //</<, concesse la predicazio- Guria arcivescovato; Ali vescovato;
ne dei missionari cattolici in tutti Surham vescovato Caket capitale ;

i suoi stali. Le più recenti relazio- della provincia del suo nome, ve-
ni sulle missioni dei religiosi cappuc- scovato; ed inoltre dice che in Ti-
cini nella Giorgia, sono le seguen- flis vi ha la sede anche un sem-
ti. Nel i8i4 ne fu fatto prefetto plice vescovo giorgiano, e che al-
dalla sacra congregazione di pro- tro ne risiede a Gerusalemme nel
paganda fide il p. Filippo da Fo- monistero della Croce, Neil' Oriens
rano, che da ultimo avca seco cin- Christ. tom. I, p. i335 e seg. si
que missionari, cui spedironsi tre legge che la chiesa d'Iberia o
altri, tutti cappuccini, che vivono Georgia in origine era soggetta al
comodamente. La residenza del p. metropolitano di Cesarea che lo ,

prefetto è in Tillis. Le chiese par- era di tutto il Ponto, o secondo


rocchiali sono in Tillis, in Gori ed altri dipendeva da Amasea metro-

in Culais. In Tiflis bulla è la chie- poli dell' Elenoponto. Il Cattolico


sa, abbondante di tutto: havvi la dell'alta Iberia, giacché la bassa
confraternita del ss. Rosario, il ci- fu anche detta Colchide, Lazico o
miterio e l' ospedale. Oltre varie IMingrelia, pagava un tributo come
possidenze, l' imperatore della Rus- quello della bassa al patriarca di
sia paga agli ospizi di Tiflis, Gori Costantinopoli. Cirino fu il primo
e Cutais centoventi rubli annui, Cattolico dell'alta Iberia , a cui
secondo i83o.
le notizie dell'anno scrisse s. Gregorio I l'episL 67 ;

La chiesa di Gori e l'ospizio sono Malaceno fu secondo Cattolico,


il

di materiale ; quella di Cutais e e visse nel pontificato di Benedet-


l'ospizio ivi esistente sono di le- to IV; furono suoi successori Do-
gno. In Acalziche nell'ultima guer- mezio o Domizio 1 verso il 666 ; 1

la la chiesa fu saccheggiata, ed in e Domizio II occupava la sede nel


parte soffrì nella fabbrica : l'ospizio declinar del secolo XVII: così il
colle botteghe annesse fu brucia- p. Le Quien. L' abbate Terzi nel-
to. Le famiglie cattoliche di Tiflis la Siria sacra, a pag. 3 1
2, tratta
sono novanladue, olire furastieri i ;
della nazione ibera, e dice che il
in Gori trenta, e molli cattolici patriarca Zaccaria per mezzo di
trovansi in Cutais. In Lari vi so- missionari, rese ubbidienza ad Ur-
no duecent'ottauta famiglie catto- bano Vili. Il p. Menochio nel
liche armene, dipendenti da mon- tom. Il delle StuorCf p. 12 3, discor-
a62 G IO GIO
re della mirabile conversione dei so l)en presto dalla Chiesa d'orien-
popoli ibcri alla fede di Cristo, te a quella d'occidente, dov' è
mentre n'era re Bacurio che man- generalmente conosciuto. Il conci-
dò un' ambasceria all' imperatore lio nazionale convocato ad Oxford

Costantino , il quale , come pra- nel 1222, ordinò che la sua fe-
ticava con personaggi costituiti in sta fosse di precetto in tutta l'In-
alta dignità se abbracciavano il cri- ghilterra. Leggesi negli autori del-
stianesimo, come afferma s. Epifa- la Bizantina, che sono stati fatti

nio , lo dichiarò comes domesli- molti miracoli per la sua interces-


corutn. sione, e che a lui si dee il buon
GIORGIO (s.), martire, assai più esito di non poche battaglie, per
conosciuto per la celebrità del suo cui gli uomini d'arme professavano
culto, che per la certezza della sua per lui grandissima divozione. Egli
storia, quale è confusa colle fa-
la è oggidì il principal protettore del
vole degli eretici, per modo da non Genovesato.
potersi discernere la verità. /^.Gior- GIORGIO \y Alga(s.), Canonici
gio (s.). Online equestre di Ros- regolari di. Vedi il voi. VII, p.
vionte, ove si tratta questo punto. 277 del Dizionario.
Gli atti che di lui ci rimangono non GIORGIO (s.) , Ordine eque-
sono autentici : tutti però s'accor- stre. V. Costantini ANO, Ordine e-
dano a dire ch'egli solferse a Ni- qnestre.
comedia sotto Diocleziano. Leggesi GIORGIO Ordine equestre
(s.).

in Metafraste, ch'egli nacque nella di Aragona. Nel 1201 il re d'A-


Cappadocia da ragguardevole fa- ragona Pietro II istituì ad onore
miglia, e che morto sjio padre, si di s. Giorgio martire della Cappa-
ritirò colla madre in Palestina, ove docia quest'ordine equestie ,
sotto
avea molti beni, essendo essa di il titolo di Alfania, con la regola
questo paese. Datosi alla professio- di s. Benedetto, e le costituzioni dei
ne delle armi si acquistò la stima cisterciensi. Il p. Ferreros nel suo Di-
di Diocleziano, e pervenne a'primi zionario dice che fu appi-ovato ai
onori della milizia. Quando quel- i5 maggio 1373 da Gregorio XI,
l'imperatore infierì contro la reli- e confermato nel iSgS dall'anti-
gione cristiana, Giorgio si dolse papa Benedetto Xin,che nella Spa-
con esso della crudeltà de' suoi e- gna era tenuto per legittimo, il
ditti, e lasciò il suo impiego. Ar- quale poi nel i4oo l'unì all'or-
restato e messo in prigione, ten- dine equesti-e di Monlesa {Vedi).
tossi inutilmente di smuovere la GIORGIO (s.). Ordine equestre
sua costanza colle lusinghe e col- di Rosnionte. Cavalieri e confra-
le torture, e fu decapitato il gior- tei'nita di nobili, istituita nella Fran-
no seguente fuori della città. L'As- ca Contea di Borgogna, da Filiberto
semani coU'unanime consentimento di Molano o Miolans borgognone,
delle chiese del mondo cristiano ha nel 1890. Questo gentiluomo aven-
provato che il martirio di s. Gior- do fatto fabbricare una cappella in
gio avvenne a' 2 3 d'aprile, e in tal onore di s. Giorgio presso la chiesa
giorno celebrasi la sua festa. Egli è parrocchiale di Rosmonte di cui in
onorato fino dai tempi di Costan- parte era patrono, vi fece trasferire

tino il Grande, e il suo cullo pas- le reliquie del santo, che ave;i por-
CIO G O 1 if)?,

(ilio dall' oriunle, e slabiT» le iiHi- da un nastro azzurro, o da una


zialiiie alle (jiiali altri gcnlìhiomìiii catenella d'oro. Vuoisi qui notare,
si oliltliyaroiio di assistere;, oudt; for- che il Donali nel suo libro Dc'clit-
iiiaroiiu de' regolamenti , e si uni- tici 223, illustran-
(Irgli aniiihi, p.
rono come in confialernitaj giacché done uno rap[)re.seiitante s. Giorgio
fu ordinuriameule il nome
(jiicsto a guisa di cavaliere armato che
degli ordini equestri nella loro ori- ferisce un drago, dice clic quando
gine, di ctii il fondatore fu fatto si vede così effigialo il santo, ed il

•:.ipo col titolo di Ixisloiiitiv o nittz- collocare talvolta presso di lui ima
zitrc. In una a»;seu)l)lea tenuta nel vergine che implora il suo aiuto,
148-» si stabilì che ciascun confi a- non già rappresenta una vera sto-
ttllo avrebbe il posto secondo l'e- na, come osservò il Caronio, ma
poca della sua accettazione senza , piuttosto un simbolo di qualche pro-
riguardo alle loro personali digni- vincia o città in atto di chiedere
tà e (jualifiche. Fu puie convenula la sua protezione contro le potestà
una contribuzione individuale per infernali. Poiché ne' suoi antichi at-
1 uflìziatura ove sa-
della chiesa, ti, quantunque spuri, nulla di ciò
rebbero sepolti gli aggregali, con si legge, essendosi solo riferito per
accompagno de' confrali ed altre , vera istoria dal b. Jacopo di Va-
])rescrizioni [)ie e saggie. Il nume- ragine. Gli atti più tollerabili di
ro lìssato fu di cimpianta ma , i questo santo , chiamalo dai greci
cavalieri nel 1 5o4 erano giunti a gran martire, sono quelli pubblicati
centosctte: indi agli antichi statuti dal Papcbrochio in Ad. ss. ad
nel i56() fu aggiunto che i con- dicni 7.3 aprii. E stato però un
fratelli giurerebbero di vivere e Wartire molto celebre tanto presso
morire nella religione cattolica, di gli orientali, che gli occidentali,
mantenerla nella provincia , e di poiché sino dal tempo di s. Grego-
essere ubbidienti al sovrano; quindi rio Magno se ne solennizzava la fe-

al bostoiiicre fu dato il titolo di sta nel sopraddetto giorno, come ap-


governatore, con l'obbligo di dare parisce non
solo tlal suo Sagranicn-
la colazione e la cena nella vigilia tario, ma
ancora dal medesimo suo
e lesta di s. Giorgio. Dipoi le as- Antifonario.
senjbtee ila Hosmonte furono te- (il ORCIO (s.), Ordine equestre
nute a Besanzone nella chiesa dei (li Carintia in Austria. L'impera-
carmelitani, né vi si riceveva nella tore Federico III, primo arciduca
confraternita individuo alcuno senza d'Austria, fondò quest'ordine mi-
prove tli nobiltà. Questi cavalieri litare verso il 146Ì5, ad onore di
ebbero per divisa un' eillgie ili s. Dio, della B, Vergine, di s. Gior-
Giorgio d'oro massiccio. Sembra gio, ad esaltazione della ie(\e cat-
che in progresso di tempo vi fos- tolica, sua projiria salute, e
per la
sero annnes.se anco le donne; pren- per quella della sua casa d'Austria.
dendo conflati il titolo di cava-
i Becalosi egli per la seconda volta
litri di s. Giorgio, e per insegna in Roma in detto anno per soddi-
un s. Giorgio a cavallo armato di sfare un voto, ottenne dal Papa
Lincia, in alto di lérire un drago- Paolo li la bolla di erezione e con-
ne posto .sotto i piedi del cavallo, ferma come il Teutonico. Stabilì
e tulio d' oro massiccio, pendente r impei'atore che il monistcro !\li-
a64 GIO GIO
listaténse tlella citlà di MilleslatU ilmonlilero di Millestadt , nel quale
nella diocesi di Salisburgo , fosse fondò un collegio di canonici re-
capo dell' ordine, e che ivi i cava- golari sotto la regola di s. Agosti-
lieri abitassero , insieme ai cappel- no, contrassegnati come i cavalieri
lani. Nominò per la prima volta il da una croce rossa piana, sopra
gran maestro, lo dichiarò principe, toga o sottana bianca : il tutto
ed abilitò i cavalieri ad eleggerne confermò Sisto IV nel i47i- Nel
i successori, col consenso della casa 1493 n'era gran maestro Giovan-
d' Austria: sottopose i cappellani ni Sibenhirter, che istituì una con-
ad un preposi to, e questi ed i ca- fraternita sotto il patrocinio di s.

valieri rese soggetti al gran mae- Giorgio, in cui venne ammesso o-


stro. Tutti dovevano fare voto di gni sorte di persone, gli uni per
castità coniugale ed ubbidienza, non combattere contro i turchi, e gli al-
quello di povertà: potevano avere tri per contribuire con le limosino

la proprietà de' loro beni si patri- all' erezione di una fortezza bea
moniali, che acquistati con permes- munita, e perciò vi potevano con-
so de' superiori, e valersi delle en- correre anche le donne. Nel i4q3
trate da questi beni provenienti, r appovò Massimiliano I re dei
senza poterli alienare, perchè alla romani, e nel i494 ^-^ confermò
morte de'ca vai ieri il tutto ricadeva. Alessandro VI che vi volle essere
in un ai mobili, alla casa in cui ascritto. I cavalieri poi che ne di-
avevano professato. L'abito comune vennero capi invece della croce
,

de' cavalieri consisteva in una sot- vermiglia adottarono una croce


tana o veste del colore che più d'oro con licenza dell'imperatore,
piacesse, tranne il rosso, il ver- il quale concesse loro il diritto di
de e l'azzurro; nelle vigilie e portare una corona e un cerchio
feste della Beata ed in
Vergine, d' oro sul loro cappello o berret-
tutti i sabbati sovrapponevano sul- ta, ed il titolo di cavalieri coro-
la veste ordinaria altra di color nati, con la precedenza sugli altri.
bianco, lunga quanto la prima, su Questa bella istituzione non ebbe
cui era una croce rossa, e questa lunga durata, dappoiché le guerre
portavano pure vermiglia allo scu- religiose, che poi ebbero luogo in
do d'argento^ e in mezzo alla co- Germania, la rovinarono, ed i prin-
razza se armati, dappoiché i cava- cipi austriaci s'impadronirono dei
lieri erano tenuti a difendere le beni eh' erano sulle loro terre di
frontiere dell'Ungheria e della Boe- Stiria e di Carintia per cui nel
,

mia, contro le scorrerie de' turchi i5cjS non restava che la casa prin-
che allora facevano grandi rovine. cipale di Millestadt, che l'imperato-
Paolo II permise all'abbate ed ai re Ferdinando II diede ai gesuiti.
monaci di Millestadt di poter pas- Finalmente Urbano VIII estinse
sare in altro monistero de' bene- quest'ordine. Il p. Bonanni nella
dettini, a condizione che cavalie- i parte IV del suo Catalogo degli
ri somministrassero loro una par- ordini equestri, ne tratta a p.
te delle rendite di Millestadt , ba- XLIII, e riporta la figura del ca-
stante al loro mantenimento fin- valiere con le insegne.
ché vivessero, perchè l' imperatore (t10R.GI0 (s,), Ordine equestre
aveva dato all' ordine la città ed di Geiioya. Secondo il p. Bonau-
G O I CIO 265
Ili, che nel Catalogo ne parla a p. un governatore o podestà, eJ al-
XXXXVI ,
producenclo la figura tri ministri per amuiinistrare la
del cavaliere, tu istituito in Geno- giustizia . Possedeva e governava
va dall'imperatore Federico III, al modo stesso la città di Sarzana,
quando da Roma, ov'era
reduce Castelnuovo, Vcntimiglia, ed altre
stato nel i4'>2 coronato da Ni- terre e castelli. In sostanza , il

colò V, fu accolto magnificamente banco di s. Giorgio, a somiglianza


dalla repubblica; onde in segno di della compagnia inglese delle Indie,
gratitudine nobilitò col titolo di era una signoria politica di parte
cavaliere molli senatori e patrizi di dei dominii genovesi; è però opi-
essa, dando loro per insegna una iiione che il senato istituisse l'or-
croce rossa piana, per cui l'ordine dine di s. Giorgio per premiare
fiorì sotto la regola di s. Agostino, coloro che nel banco si fusscro di-
e il doge per gran maestro; doveii- stinti nelle loro attribuzioni.
do i cavalieri difendere la fede GIOIIGIO Ordine equestre (s.).

e la repubblica dai suoi nemici, della Germania.


Se ne fa istitu-
Altri dicono che i cavalieri por- tore Rlassimiliano I re de' romani
tarono una collana d' oro, da cui nel i49'^> portando cavalieri una i

pendeva una croce pur d'oro smal- croce liscia di colore rosso, sovra-
tala di rosso, e che sul manto la stata da una corona d'oro, secon-
croce era di ricamo, essendo san do il 13onanni, che ne fa la de-
Giorgio protettore della repubbli- scrizione, e produce la figura del
ca. Veggasi il Papcbrochio, Act. cavaliere ap. XXXXlVdel Cata-
ss. 23 aprilis, p. i5g. Altri poi logo. Nel Diz. degli ordini mili-
danno a quest'ordine diversa deri- tari si legge, che la croce era rossa,
vazione, come dicemmo all'articolo trifogliata e coronata. Probabilrnen-
Genova (f^edi). Sembra per tan- le questo ordine è lo stesso di s.

to che lo istituisse lo stesso senato Giorgio di Carinlia.


per sempre più promovere il com- GIORGIO (s.), Ordine equestre
mercio, pel quale sino dal XIV pontificio. VI lo fondò
Alessandro
secolo crasi fondato il celebre han- nel 149^ o i49^j per difen- "cl
ro di s. Giorgio, il (juale ad un derc la Chiesa contro i suoi nemi-
tempo era istituzione politica, ga- ci, inculcando ai cavalieri la pie-
bellare e mercantile, siccome pos- là ed buoni costumi, come nar-
i

sessore di grandi somme dena-di ra il p Bonanni, che nel Catalo-


lo pervenutegli da doni fatti per go ne tratta a p. XXXXII ripor-
pubblica utilità, o per rinvestimcMi- tandone pure la figura. Diede lo-
ti a saggio discretissimo. Era go- ro il Papa per insegna una cate-
vernato dai piìi probi cittadini, i na d'oro da cui pendeva una me-
quali erano incaricati dell'incasso daglia simile con l'immagine di s.

dejlc pubbliche contribuzioni, e del Giorgio in atto di ferire il drago-


pagamento delle spese per lo sta- ne. Altri dicono che l'insegna fos-
to. A seconda che il banco fioriva, se una croce dentro un circolo
i sudditi liguri meno pesi paga- d' oro o corona piatta, ornata tla
vano. L'uflizio del banco di s. otto foglie disposte in giro a gui-
Giorgio era signore assoluto della sa di fiore. Paolo IH confermò
Corsica; cui mandava ogni anno l' ordine, e gli concesse molti pri-
266 Ci 1 o GIO
\ilegi, ina poscia si estiiisc. Il Giii- seconda 4^0 ; quelli della terza
feliniani ne parla a p. 333 delle 200; e i cento piìi antichi della
bile Istorie. <-
quarta loo. La vedova d'un ca-
GIORGIO (s.), Ordine, equestre valiere riceve per un anno dopo
pontificio di Baveniia. 11 Ponlcfi- la morte del marito la pensione
cc Paolo 111, L'Ietto nel i534, isti- cavalleresca ch'esso godeva viven-
liiiilo, assegnando ai cavalieri per ti!. Coloro che sono insigniti della
residenza la città di Ravenna, per decorazione prima e seconda
di
cui dovevano far voto d'ivi dimo- classe godono il grado di genera-
rare, e di difendere dai corsari e le maggiore ; le due seguenti clas-

pirati le s[)iagge dell'Adriatico, e si (juello di colonnello. Perchè un

le coste della Marca d' Ancona, militare possa aspirare ed ottene-


non che dalle invasioni dei turchi. re la decorazione di prima classe,
Paolo III diede loro per distintivo bisogna eh' egli sia stato generale
una croce d'oro smaltata di rosso in capoj e che abbia riportato u-
ad otto punte, sovrastata da coro- na vittoria : a conseguire quella
uà d'oro; e sotto di lui diedero delia quarta classe si richieggono
saggio del loro valore. In seguito solamente venticinque anni di ser-
l'oidinedecadde, e restò abolito Questo ordine non ha gran
vizio.
per decreto di Gregorio XIII, ri- maestro, ed
i due collegi di guer-
ferito nella bolla di Sisto V, con ra dell'impero sono incaricati di
cui eresse l'ordine de'cavalieri lau- esaminare il merito di coloro che
rctani. Tia gli altri ne trattano si debbono decorare. L'insegna ca-
il Giustiniani a p. 337 che ne ri- valleresca dei cavalieri consiste
porta l'insegna, ed Ronanni a il p. in una stella d' oro colla cifra di
XXXXV producendone anche la s. Giorgio nel centro ; sulla piastra
figura. della prima e seconda classe av-
GIORGIO (s.), Ordine equestre vi l'epigrafe russa : Far verdiensL
di Russia. Dopo la morte di Pie- uììd Tapferkeit, che significa in j-
tro III imperatore delle liussie, la taliano per il merito militare e
:

sua moglie Caterina li fu dichia- per il i'alore. Il nastro da cui pen-


rata imperatrice, e come tale co- de la stella è listato di nero e gial-
ronata Mosca. A promovere il
a lo. La solenne festività dell'ordine
coraggio e la bravura de' militari si celebra nel dì anniversario di
istituì r ordine cavalleresco di s. sua istituzione.
Giorgio a' 26 novembre
(
per noi GIORGIO Ordine equestre
(s.),

7 dicembre) 1769, dividendolo della due Sicilie.


Riunione delle
in cinque classi. Durante il regno Ne fii istitutore il re Ferdinando
di Caterina II l' ordine fu distri- I, con legge del primo gennaio
buito ai meritevoli, e sotto quello 18 if): è particolarmente destinato
del figlio Paolo I non fu conferi- a premiare il valore, il merito ed
to ad alcimo; ma successo a que- i servigi militari, ed a celebrare
sti il figliuolo Alessandro I, con la riunione dei reali dominii di
decreto de' 12 dicembre 1801 lo qua e di là del Faro un in sol
confermò interamente. I cavalieri regno. Dappoiché è noto come nel
di prima classe hanno di provvisio- 1799 '^ detto re, che allora chia-
ne annui 700 rubli; quelli della ma vasi Ferdinando IV , essendo
GIO GIO 267
ili guerra colla repubblica france- tivo di valure e anche la medaglia
se, questa a mezzo tlel generale d'oro desliniita per somiglianti a-
Cliampionnct occu^jò il regno di zioni a' solto-u(lì/.iali e sold.iti. 11

Napoli, onde il re colla famiglia grado di cavaliere di grazia, e la


dovette ritirarsi in Sicilia. Dipoi medaglia d'argento formano un di-
avendo Bonaparte lasciato l'Italia, slinLivo di inerito. L'uno e l'altra
da questa ne furono cacciati i si ottengono tanto per fatti di
francesi, per cui Ferdinando IV guerra, quanto per qtiaranl' anni
tornò a regnare in Napoli, ed ivi di servizio, fra' quali ve ne sieno
restò sino al 180G, epoca in cui almeno due di clli;ttiva campagna;
Bonaparte già divenuto Napoleone ma sotto- uffiziali ed i .soldati
i

imperatore de' francesi, fece occu- iM)n possono aspirare che alla se-
pare il regno di Napoli dal fratel- conda. 1 servigi e le azioni che
lo Giuseppe, che poscia ne fu co- danno diritto all'ammissione nel-
ronato re, Ferdinando IV si
e re- l'ordine, debbono essere esaminali
stituì in Sicilia ove restò sino al da un capitolo. Esso viene secon-
181 5. tempo Gioachi-
In questo do il bisogno nominato dal gran
no Murat, che dopo Giuseppe era maestro, ed è composto d'un pre-
stato assunto al trono napoletano^ sidente preso fra' gran croci, e da
fu obbligato ad abbandonarlo alle dieci assessori almeno. In tempo
potenze alleate, per lo che Ferdi- di guerra possono tenersi nell'ar-
nando IV ritornò trionfalmente a mata capitoli straordinari per giu-
Napoli a* 7 giugno, ed effettuò la dicare soltanto le azioni di va-
detta riunione di regni. Dell' ordi- lore.
ne di s. Giorgio il re n' è gran La decorazione colidiana de'i^ran
maestro, e il duca di Calabria croci consiste in un nastro di co-
principe ereditario della corona lore celeste orlato di giallo oscu-
n' è di diritto gran contestabile: ro, [)endente dal collo, e sostenen-
vi è un gran maresciallo che vie- te ima croce smaltata di colore
ne nominato dallo stesso re. I rubino, nel cui scudo o sia fondo
membri dell' ordine sono divisi di smalto bianco vi è l'effìgie di
nelle seguenti sei classi, cioè gran s. Giorgio a cavallo in atto di
croci ossia bandierati, conunenda- ferire dragone, circondala da un
il

tori , cavalieri di diritto, cavalieri cerchio azzurro e da una ghirlan-


di grazia, medaglia d'oro, medaglia da di alloro. In uno dei lati esi-
d'argento. grado di gran colla-
11 ste sul detto cerchio la iscrizione:
ne o sia gran bandierati, designa- In hoc sigilo vinces, e nell'altro
to nella istituzione al di sopra dei la parola f^'irtiili. Le quattro brac-
qui descritti , rimase soppresso in cia della croce sono attraversate
forza del real decreto de' 28 set- da due spade incrocicchiate; ed il
tembre 1829 di Francesco I. I braccio inferiore tiene sospesa lu
gradi di gran croce, di commen- descritta immagine di s. Giorgio
datori, e di cavalieri di diritto si in oro. Oltracciò fanno uso ben
considerano come distiiitu'i dii'uloie. anche di una stella d'ar^^cnlo, che
I generali, del pari che ogni altro si porta nella parte manca del
ufiiziale,possono conseguirli per petto. Lo scudo della medesima
importanti azioni guerriere. Disliu- è simile a (juello della summeu-
O

268 G1 GIO
levata croce, che anch'essa vi è vato suo successore Gioachino Ma-
scolpita. Nelle cerimonie la croce rat, e riformato poi dal re Ferdi-

si mette al di sopra dell'abito. I nando I , con decreto de' 4 luglio


commendatori ed i cavalieri di di- 1 8 Quei cavalieri però dell'or-
1 5.

ritto si adornano soltanto della dine delle due Sicilie, i quali al-
croce, senza però che vi sia unita l'epoca della sua riformazione si

l' immagine pendente di s. Giorgio trovarono essere in servizio at-


in oro. I cavalieri di grazia final- tivo, ricevettero il nuovo ordine
mente hanno per distintivo una della Riunione in luogo dell' an-
croce di smalto rosso, in cui man- tico.

ca la ghirlanda d'alloro, ed invece GIORGIO (s.), Ordine equestre


di Virlnti , vi è la parola Merito. di Lucca. Lo istituì il regnante
Tali croci sono gradatamente l'u- duca di Lucca ed infante di Spa-
na più piccola dell'altra, come lo gna Lodovico Carlo di Borbone,
è la fettuccia rispettiva. I commen- il primo giugno i833, per promo-

datori la portano al collo, ed i ca- vere nel ducato 1' emulazione nei
valieri alla bottoniera. Le meda- suoi sudditi, come avea fatto per
glie presentano d'ambo i lati l'ef- r industria, per le arti e per le
fìgie di s. Giorgio, cui in quella scienze, e per mantenere la disci-
d' oro sovrasta il motto Virtuti, plina e la fedeltà ne' suoi soldati.
ed in quella d' argento il motto L'ordine è diviso in due classi:
Merito. L'una e l'altra si attaccano la prima è serbata ai comandan-
col nastro alla bottoniera. Vi è ti in capo delle truppe ed a ,

nell'ordine una magistrale deputa- quelli tra gli uffiziali eh' ebbero
zione incaricata di trattarne gli a sostenere importanti commissio-
affari ordinari. Essa è formata dal ni, e che seppero i-endersi utili al
gran maresciallo, che vi presiede, principe ed allo stato ; la seconda
da due eran
o croci e da due com- classe è destinata asli
o uffiziali di
ruendatori col titolo di assessori , e ogni grado, ai sotto - uffiziali, e ai
da due cavalieri di diritto e due soldati comuni. Le insegne equestri
di grazia, che ne sono segretari. dell'ordine consistono nella croce
Il presidente è in caso d'assenza o d' argento, avente nel centro da
impedimento supplito dal piìx ele- un lato r effigie Giorgio a
di s.

vato tra gli assessori. Gli affari cavallo in atto di uccidere il dra-
gravi o straordinari sono trattati gone, e dall'altro la cifra del reale
da un gran consiglio composto di istitutore.
dodici membri scelti fra' gran cro- GIORGIO, Cardinale. Giorgio
ci. Esso è preseduto dal gran con- prete cardinale, fu legato di s. A-
testabile, che nel bisogno viene gatone Papa nel concilio generale
rimpiazzato dal gran maresciallo, VI di Costantinopoli, celebrato x\el-
o da uno de' gran croci designato i'^nno 680.
dal gran maestro. Non si deve ta- GIORGIO, Cardinale. Giorgio
cere poi che quest'ordine fu fon-
j prete cardinale de' ss. Gio. e Pao-
dato in luogo àtW Ordine delle due lo , viveva nel pontificato di s.

Sicilie, istituito dal suddetto Giu- Gregorio III del 78 i.

seppe Bohaparte a'24 febbraio 808, 1 GIORGIO, Cardinale. Giorgio


illustralo grandemente dal mento- vescovo cardinale d'Ostia, segui nel
,

GIO GIO 269


•viaggioche fece nelle Gallie nel 7^3 caricò di accompagnare i propri
Stefanoll detto 111, ed intervenne al nipoti alle scuole del collegio ro-
concilio celebrato da Stefano 111 mano, commissione che altri dico-
detto IV nel 769. Fu legato di no data nel i6of) dal fratello del
Stefano II detto ìli, e di s. Pao- cardinale Carlo, con piena soddisfa-
lo I, e lo stesso ministero esercitò zione del porporato. In tal con-
in Compiegne nel 757. Adriano giuntura ebbe tutto l'agio di ap-
J, conosciuta la di lui abilità e plicarsi allo studio della reltorica
destrezza, gli conferì la legazione e della filosofia sotto eccellenti
a Desiderio re de' longobardi, in maestri, indi studiò nell'archigin-
compagnia di Eustrasio vescovo nasio la giurisprudenza. Il cardi-
Albancnse , e di Andrea Prene- nal Maffeo si faceva servire la
stino. messa dal Glori, e continuò pure
GIORGIO, Cardinale. Giorgio dopo che nel iG?.3 fu elotto Pa-
prete cardinale del titolo di s. A- pa col nome di Urbano Vili, aiu-
nastasia, fiorì nel pontificato di tandolo ancora nella recita delle
s. Leone IV, ed intervenne al con- ore canoniche. In progresso di
cilio che celebrò neil'SSS. tempo il Pontefice lo dichiarò suo
GIORGIO, Cardinale. Giorgio cameriere segreto, indi coppiere, e
prete cardinale del titolo di s. Lo- canonico altarisla di s. Pietro, e
renzo, fu al concilio romano a- nel i632 o 1640 lo promosse al-
dunato nell' 853 da san Leo- la carica di maestro di camera, e
ne IV. di segretario de' memoriali. Bra-
GIORGIO, Cardinale. Giorgio mava il Glori ardentemente d'es-
prete cardinale di s. Pietro in Vin- sere ordinato sacerdote , ma gli
coli, si sottoscrisse nella bolla del- veniva impedito dall'aver mozzati
l'antipapa Leone Vili, che nel il pollice e l'indice della mano
9(»3 s' intruse nella romana cat- destra, e la metà del terzo dito,
tedra. per una disgrazia accaduta alla
GÌ ORI AìiGELo, Cardinale. An- caccia con l'archibugio. Mosso Ur-
gelo Glori o Glorio nacque in Ca- bano Vili dalle sue replicate istan-
merino, di mediocre condizione, ze, lo fece ordinare, con la con-
ovvero, come altri dicono, di nobi- dizione che nel celebrare, in luogo
le stirpe. Occupossi nell' insegnare dell'indice e del pollice, si valesse
i primi elementi delle lettere ai dei diti anulare e minimo. Poco
fanciulli, i quali sotto la sua di- dopo il Papa a' i3 luglio i643
sciplina facevano non mediocre pro- lo creò cardinale dell'ordine dei
fitto,perchè col suo deforme aspet- diaconi, indi lo trasferì nell'ordine
to, rozzo, aspro ed incolto linguag- de' preti col titolo de' ss. Onirico
gio, con una semplice occhiata li e Giulitta, ascrivendolo a diver-
f liceva tremare, e sapeva tenerli in se congregazioni. In Camerino re-
dovere. Annoiato di si molesto staurò dai fondamenti la chiesa di
uffizio, a piedi si retò in Roma s. Maria in Via ; l'arricchì di sup-
iniziato soltanto negli ordini mi- pellettili, sacri arredi, e rendite pel
nori, quando la prospera fortuna mantenimento de' sacri ministri, e<\
lo fece entrare al servigio del car- oltre a ciò ornò di preziosi marmi
dinal Maffeo Barberini, che lo in- l'altare maggioi'e della cattedrale.
270 GIO GIO
Dopo morte di Uibnno Vili
1.1 I , V. 1 4*. et dividanl diem, ac no-
acf{^Iist(^ una casa sul Gianicolo, ctcm, et sint signa et tempora, ci
ed avendola ampliata ed abbellita, dies et annos, rammentandosi al-
lontano dagli imbarazzi della cor- trove nello stesso libro gli anni, i

te, ivi godette vita tranquilla. Pio, mesi, e i giorni. L'anno solare es-
alFabile, sempre intento a giovare sendo composto di 365 giorni ed
in quello clie poteva, ed incapace un quarto, ne risulta che ogni
di nuocere ad alcuno, mori in quattro anni siavi un gioino di
Roma d'anni 77 nel 1665, dopo più, per cui tale anno chiamasi
aver contribuito all'esaltazione di Bisestile (Fedi). Agli articoli Ca-
Innocenzo X, e di Alessandro VII. lende , Calendario, ed Era ( Fe-
Il suo cadavere fu trasportato in di), parlammo di analoghe nozio-
CamerinOj e venne sepolto nella ni. In ordine agli uffizi divini la
sua cbiesa, nella tomba eh' erasi Chiesa rigettò i nomi profani dei
prepaiata, e con' onorevole epitaffio. sette giorni della settimana, men-
GIORNALE o Foglio pubblico. tre questinon solamente erano no-
V. DiAPio DI Roma, e Notizie del mi delle costellazioni, ma anche di
Gior.No DI Roma. deità; poiché il primo giorno ap-
GIORNO ,
Dies. Quello spazio pellavasi del Sole, il secondo della
di tempo in cui il sole sta so- Luna, il terzo di Marte, il quarto
pra il nostro emisfero. Il vocabolo di Mercurio, il quinto di Giove ,

deriva dal Ialino. Il iMaffci nella il sesto di Venere, il settimo di


Verona illustrala, dice che la pie Saturno; e mutando il primo no-
be latina ebbe in uso /ornus, lad- me in quello di Domenica (Fedi)
dove le persone colte dicevano dies; o del Signore, in ossequio di ave-
ma ninno esempio recò di tal pa- re in esso crealo Iddio il mondo,
rola. Certa è bensì l'etimologia e della Risurrezione di Cristo, ed
indicala dall'Acarisio italiano, e poi il settimo in quello di sabbato,
dal Salmasio e da! Menagio, cioè che santificato col termine della crea-
giorno formò da lempus diurnuiii
si zione, a tutti gli altri giorni die-
de' latini cosi mattino usci da
; de la Chiesa il titolo di ferie. Ri-
tempo matitlino, e verno da tem- tenne inoltre l'uso ed i nomi del-
po hyherno. Antichissimo è l' uso le calende, delle none, e degli idi
di far corrispondere ciascun gior- usati romani. F. Bart.
dai gentili
no della settimana a un pianeta. Scheidii, Astronomia Biblica, Ar-
Domenica, huiedi , martedì, mer- gentorati 1660. Jo, Moebii, Dis-
coledì, giovedì, venerdì, e sabbato sertatio de planetaria dierum de-
sono i setti giorni di cui è com- nominatione, qaani Philastrius ad-
posta la settimana. Erodoto ed sc.ribit haeresi CXII, Lipsia 1687.
altri storici antichi attribuiscono Dissert. Just. Phil. de hebdnmade
agli egizi r origine di quel costu- genliliuni , et dierum a planetis
me, alcuni tultavolta lo riferiscono denominatione, Berol. i747- J- B.
ai caldei, a Zoroastro o ad Ista- Ambr., De dierum hebdomadi de-
spe. Allorché Dio creò il sole e nominatione a planetis. In Resp.
la luna, il primo per illuminare Liceti t. II, p. 261.
il giorno, la seconda la notte, dis- Si distinguono comunemente quat-
se, come si legge nella Genesi e. tro sorte di giorni il giorno na- :
GIO GIO 271
turale. V astroìwrnico, il chilc, e de. Quando il sole ù nell'equi-

I' arlijìiiolc. Il c,ìorno niilitrale o nozio di primavera, verso il 20


solare è la durata di vcnliquallro marzo, o ncU' equinozio di au-
ore, in cui il sole fa il giro della tunno verso il 11 settembre, il
terra o la terra il giro del sole : giorno è eguale alla notte in tut-
dicesi dunque giorno solare vero, to il mondo. Comprendendo il
lo spa7Ìo
di tempo che interce- giorno arlifìcialc il tempo che dc-
de dalle ore «lodici di un mezzo- cone dall' apparire al tramonta-
dì (ino alle ore dodici del mezzo- re del sole, in questo senso è op-
dì seguente, misurato da esatto o- posto alla notte. Il p. IMenochio
rologio solare, e va soggetto a con- nel t. I delle Slnorc, p. 653, di-
tinue variazioni a motivo della scorre del beneficio della prov-
equazione del tempo, che la ridu- videnza, che ha distinto il giorno
zione del corso ineguale del sole naturale nella luce del dì, e nel-
ad un tempo eguale racchiuso in le tenebre della notte, e del dis-

regolare periodo. La variazione ordine di quelli che fanno di

maggiore accade nel primo di no- giorno notte, e di notte giorno.


vembre, in cui r equazione è di Tia le altre cose fa riflettere, che
ifi',
5 1Il sfiorilo astronomico è
'. la notte è stala fatta da Dio, ac-
la durata della rivoluzione intiera ciocché così il tempo del lavoro
dell'equatore, e della ponione del- e della quiete si distinguano; e
lo stessoequatore che corrisponde siccome il dì si veglia e si atten-
a quella parte fieli' eclittica che il de ad operare, così la notte si ri-

sole percorre col suo movimento posi e si cessi dalle fatiche. La vi-

prcpiio in \\n giorno naturale. Lo cendevolezza del giorno e della nulle


spazio pertanto di ventiquattro ore, è grandemente profittevole massime
segnalo da un orologio invariabile, alla natura, e sarebbe noia la con-
costituisce il giorno solare medio. tinuazione delle teneljro o della
Inoltre da un nppulso all'altro del luce. V 'ha finalmente il giorno
sole nel meridiano viene costituito sidereo, eh' è l'intervallo del pas-
il giorno astronomico o naturale, saggio d' una stella fissa pel meri-

sempre eguale, qiial si sia la latitu- diano, fino al ritorno sul punto
dine de' luoghi. Il {giorno ch'ile è stesso, ovvero il tempo della diur-

quello che 1' uso comune di una na rotazione della terra sul suo
nazione determina quanto al suo che compiesi in ore 23, 56,4
asse, •

principio ed al suo fine, essendo Il giorno civile presso roma-i

composto di ore ventiquattro di- ni incominciava dalla metà del-


versamente numerate, secondo la la notte, e durava fino all'al-

consuetudine de' popoli. V. Ore. tra della seguente, come narra Ter-
W giorno artifziale è la durata renzio Varrone, e ciò per distin-
del tempo che il sole è sull' oriz- guersi dagli ateniesi, che comin-
zonte è disuguale secondo
: tem- i ciavano il siorno dal tramontare
pi ed i luoghi, a cagione della ob- del sole, dai babilonesi che ne a-
bli(piità della sfera, soltanto nella vevano fissato il principio al leva-

zona torrida e fra i due tropici, il re del medesimo, e dagli umbri


giorno è eguale alla notte, od al- che lo avevano stabilito dal mez-
meno la diversità non è multo iiran- zodì. Due sole erano le pai ti del
272 GIO GIO
giorno presso i romani, la prima divisero il giorno arlifizialc in do-

avanti il mezzodì, e i' altra dopo dici parli eguali, ed in allrettaute


il mezzodì; poscia divisero il gior- la notte, e queste si dissero ore
no in quattro parti, prima, terzUj giudaiche, varianti nelle diverse sta-
sesta, e nona, cioè alla prima o- gioni, progressivamente numerate, la
ra, alla fine della terza, alla fine sesta delle quali segna il mezzodì,
della sesta o mezzogiorno, alla fi- Gli astronomi ed alcuni popoli
re della nona, ossiano tre ore do- numeravano le ore ventiquattro da
pò mezzogiorno. Servivansi altresì un mezzodì all'altro, in luogo del-
delle seguenti per di-
indicazioni l' uso civile europeo ormai ordi-
stinguere tempi nel gior-
i diversi nario, che distingue le dodici anti-
no e nella notte; cioè il primo meridiane, da altrettante pomeridia-
tempo chiamavasi mezzanotte, me- ne A^. Ax\o, Mesi, Settim^n a,Era.
.

dia nox; il secondo, declinamento Quasi tutti i popoli europei


della medesima, o sia de media no- incominciano il giorno a mezzanot-
cte, ovvero mediae noclis inclina- te; ed è ciò che pratica anche la
tic; il o il canto
terzo galliciniion, Chiesa riguardo ai digiuni ed alle
del gallo; quarto conliciniuni ;
il feste, se non che incomincia essa
il quinto diluculum, lo spuntare l'ofllzio ecclesiastico delle feste nel-
del giorno; il sesto mane,ì\ mat- la vigilia ai vesperi. Così nell'uso
tino già fatto chiaro; il settimo ordinario il giorno naturale, civile

tempns antemeridianum o ad me- ed ecclesiastico si conta da un mi-


ridieni, cioè avanti mezzodì; Tot- unto all'altro, essendo composta
tavo mcridies, mezzodì ; il nono ogni ora di 60 minuti. Gli ixwio-
dc meridie o tempiis pomeridianuni ri sacri dividono il giorno in do-
vel occiduum, dopo mezzodì; il de- dici ore ineguali, e così anche la
cimo solis occasus o suprema lem- notte. L'ora sesta corrisponde sera-
jjestas, il tramontare del sole; l'un- pre al mezzodì in tutte le stagioni
decimo i'espera ; il duodecimo ere- dell'anno, e la dodicesima ora al-
piiscidum; il decimolerzo prima l'ultima del giorno. Vi sono i

fax, o prima tenehrae il deci- ; giorni feriali ed i giorni festivi: gior»


cimoquarto concuhium perchè si ,
nidi domenica cioè e di festa, nei
andava a letto; il decimoquinto quali è proibito il lavorare; gior-
nea: ìntempesta; ed il decimosesto ni feriali ne' quali si lavora ;
gior-
ad mediani nocleni inclina do, (\WAn- ni di grasso, ne' quali sono per-
do l'ora avvicinavasi alla mezza- messe le carni; i giorni di magro,
Yìoiie. VA' o^\\sco\o, De riti degli an- giorni di digiuno in cui sono proi-
tichi romani, p. 102. Gli antichi bile.V. Feria, Festa, Digiu^jOj e
greci ed ebrei imprendevano a mi- Carnevale, ove parlasi de' giorni di
surare il giorno dall' occaso, sicco- grasso. Si attribuisce al Papa s.

me fanno tuttora molti italiani, ed i Silvestro I, che i giorni della set-


cinesi, cioè da una sera all' altra, timana, tolti il sabbato e la do-
tanto pel civile, che pel sacro. Gli menica, fossero chiamati ferie, no-
egiziani come gli antichi romanij me già usato da alcuni scrittori,
e le moderne nazioni gli danno come da Tertulliano, De jfjun. cap.
alla mezza notte principio. Gli e- 2, p. 545, per cui i critici dicono
brci, i romani, ed oggi i turchi che quel Pontefice ne confermò
GIO GIO 273
l'uso. Il p. Menochio nel t. I del- cesi di Poloczk, con messa ed olli-

le sue Sluore a p. 4'H tratta del- cio propri.

le vigilie notturne degli antichi, e GIOVA o GIOVINO (s.). Fu


delle quattro parti nelle quali da discepolo di s. Paolo vescovo di
essi dividevasi il giorno, f^. Ore Leone nella Gran Bretagna sua
Canoniche. Dei giorni infausti egi-? patria, e passò con lui nell'Armo-
fi è a vedersi il Muratori nella rico circa la metà del sesto seco-
Dissert. tom. Ili, p. 291, ed il lo. Visse da anacoreta nel paese
Sarnelii, Lett. eccl. tom. IV, lett. di Ack, poi neir isola di Baz. A-
LXIII De' giorni egizi. I popoli vendo voluto s. Paolo ritirarsi

più celebri dell'antichità diedero il nella solitudine, cesse il governo


nome di giorni fclici o sgraziati della sua chiesa al discepolo, il

a certi giorni che tali repulavan- quale morì un anno dopo di lui,
si per effetto di combinazioni, o a cioè circa 574. S. Giova è ono-
il

cagione di epoche od avvenimen- rato marzo.


a''2 di
ti memorandi che avevano avuto GIOVANNA Francesca Fremiot
luogo in quei giorni in epoche DI Chantal (s.). Nacque a Bigione
anteriori. Alcune osservazioni sto- a' 23 gennaio 1572, da Benigno
riche alcuna volta raccolte, sem- Fremiot presidente del parlamento
brarono in diverse circostanze au- di Borgogna, e da Margherita di
torizzare quell'errore presso i po- Berbisy. ìMostrò fin da' suoi primi
poli, ed anche presso i principi anni un ardente zelo per la cat-
ed i piivati : alcuni esempi ne ri- tolica religione, e rifiutò un van-
portammo all'articolo Epoca. Gli taggiosissimo partito di matrimonio,
antichi romani avevano pure i lo- perchè lo sposo propostole era cal-
ro giorni fasti o nefasti , cioè i vinista. Di vent'anni fu maritata
giorni memorabili di felice o di al barone di Chantal, uflìziale ono-
tristo augurio. rato della grazia di Enrico IV.
GIOSAFATTE (s.). Era un mo- Visse ott'anni col suo sposo, reg-
naco di s. Basilio, e fu posto sul- gendo con prudenza e pietà la sua
la sede arcivescovile di Poloczk casa , aliena da' vani spassi del
nella Lituania, sulle frontiere della mondo, e spendendo i suoi mo-
Moscovia. Egli odoperossi con tut- menti d'ozio nel lavorare, nel far
to lo zelo per riunire alla Chiesa orazione, o nel leggere libri divo-
cattolica gli scismatici della sua ti. Rimasta vedova con quattro fi-
diocesi che seguivano il rito greco : gli, sopportò il suo dolore con
locchè costogli la vita, poiché fu mirabile rassegnazione, ed offeren-
trucidato dagli scismatici a' 12 no- dosi a Dio come vittima apparec-
irembre 1623. La congregazione chiata a tutte le tribolazioni che
de' dichiarò con un decreto
riti le volesse mandare, fece voto di

del 1642, che il suo martirio era perpetua castità, e si propose di


evidentemente provato, e la sua seguire le regole scritte da s. Pao-
santità confermata da molti mi- le e da' padri per la santificazione
racoli. Urbano VIII approvò che delle vedove. Nella quaresima del
fosse onorato a' 12 del mese di i6o4 udì s. Francesco di Salcs
novembre dai monaci dell' ordine che predicava a Digione, e rico-
di s. Basilio, da tutta la dio- nobbe in lui quel direttore elio

VOL. %\x. i8
^74 GIO GIO
ila lungo lompo cercava. Mise in sidla dolcezza e suH' umiltà, che
lui tulla 111 sua Htlneia, esattamen- il santo vescovo avea data, edi-
gli

te scgncncloiie i saggi consigli, sic- ficava la comunità con continue


ché pervenne al più perfetto di- lezioni ed esempi di virtù, di mor-
staccamento dal mondo, ogni con- tificazione, di fervore. Si allontanò
solazione trovando nella preghiera più volle da Annecy per stabilire
e nelle pratiche di carità e di pe- il suo ordine a Grenoble, a Bour-
nitenza. Il santo vescovo partecipò ges, a Bigione, a Moulins, a Ne-
alla pia vedova il disegno di fon- vers, ad Orleans e a Parigi. In
dare una novella congregazione sot- quest'ultima città governò la casa
to il nome della Visitazione di fondata nel sobborgo di s. Anto-
Maria, ed ella vi applaudi con nio, dal 161 9 al 1622, e trionfò
gioia ; ma prima di lasciare il mon- colla pazienza e colla dolcezza di
do provvedere alla propria
volle una persecuzione mossagli con tra.
famiglia. Maritò la maggiore delle Poco dopo ebbe a soffrire la per-
sue figlie al barone di Thorens, dita del santo vescovo di Ginevra,
fratello del vescovo di Ginevra; la quale fu seguita da quella del
affidò il figlio al di lei padre, l'am- di lei figlio, combattendo
ucciso
ministrazione de'suoi beni a probi gli ngonotti nel 1627. Nel i63i
e capaci tutori, e seco condusse le si vide rapire la baronessa di Chan-
altre due figlie, una delle quali tal sua nuora, e il conte di Tou-
morì poco dopo, l'altra maritossi lonjon suo genero. Ma tutte que-
al conte di Toulonjon. Soddisfatto ste perdite, sebbene sensibilissinae
così a' doveri di madre di fami- al suo cuore, non servirono che
glia, fra le lagrime de'suoi cari, e ad insegnarle a vincere perfetta-
de' poveri che perdevano in lei una mente se stessa, e far risplendere
benefattrice amorosa, superando le la sua santità nella costante rasse-
commozioni che agitavano il suo gnazione ai divini voleri. Ella i-

tenero cuore nello staccarsi da es- sfruiva le sue figlie sulla necessità
si, lasciò Montelon, ove abitava col di crocifiggere le inclinazioni della
suocero, e si diresse ad Annecy. natura; insisteva sulla preghiera
Quivi dopo aver condotto il baro- continua, insegnando loro il modo
ne e la baronessa di Thorens al migliore di farla; esortavale alla

loro castello, e passati alcuni gior- perseveranza, a far nascere nel loro
ni con essi, cominciò lo stabilimen- cuore delle pie affezioni, e a risol-

to del suo istituto nella domenica versi d'essere tutte di Dio. Nel
della Trinità dell'anno 1610. Ella i638 fu chiamata a Torino dalla
si rendè religiosa con due pie don- duchessa di Savoia per fondarvi
ne che si erano a lei unite, e po- una casa del suo ordine; quindi a
co dopo altre dieci accrebbero il Parigi da Anna d'Austria regina
numero della nascente comunità. di Francia. Ritornando ad Annecy
S. Francesco di Sales, consigliato visitò parecchi de'suoi monisteri,
dal cardinale di Marquemont, eres- ed a Moulins fu assalita da un' in-
se la sua congregazione in ordine fiammazione di petto, che la ri-
religioso, e Giovanna con le sue congiunse al Signore a' 3 dicem- 1

compagne fecero de'voti solenni. bre 1641. Il suo corpo fu onore-


Seguendo la regola tutta fondata volmente trasferito ad Annecy do-
4

GIO GIO 275


ve alliialmcnlc si venera. Molli mici dille sante reliquie, in un a
miracoli operali por sua inlcrccssio- quello del santo proleltore Gu-
ne essendo siati giinidicameute pro- glielmo in Bourges nel i562. La
vali, fu da Benedello
bealfflcata causa della sua bcalidcazione fu
XIV nel ly^i; e Clemenle XIII introdotta sollo Urbano Vili nel
la canonizzò nel 1767, ponendone 1G27, e rinnovala a tempo di A-
la fesla a' 2 1 d'agoslo. lessandro Vili nel 1 6G4, finche
GIOVANNA Valois (b.). Fi- DI la congregazione
sacra de' riti
glia di Luigi XI re di Francia e decretò a questa serva di Dio il
di Carlona di Savoia^ nacque nel cullo immemorabile, che corrispon-
14G4. Suo padre la manlò nel de alla beatificazione non solenne,
1476 a Luigi duca d'Orleans suo ciò che approvò Benedello XIV
cugino germano, il quale essendo col breve J'Jxponi nohis de' 18 lu-
poscia divenuto re sotto il nome glio 174^} il quale concesse pure
di Luigi XII, sebbene fosse a lei a tutto l'ordine francescano l'uffizio
debitore della vita (poiché essen- e messa con rito semidoppio ; ma
dosi ribellalo, sarebbe slato con- ella era già onorala a Bourges do-
dannato a morte da Carlo Vili po la sua morte, e la sua fesla è
fratello di Giovanna, se le lagrime assegnata ilgiorno 4 ^^ febbraio.
e le preghiere di lei non gli a- Dipoi la congregazione de' riti con
•vessero ottenuta la grazia), procac- decreto de'28 marzo 1775, con-
ciò ed ottenne lo scioglimento del fermalo da Pio VI, dichiarò che
suo matrimonio, sotto il pretesto constava delle virtù in grado eroi-
ch'era slato contrailo per forza, ed co di questa beata, onde si pote-
assegnò a Giovanna il ducalo di va procedere all'esame de' quattro
Bcrry coi dominii di Chatillon sul- miracoli che si richiedono per la
l'Indro nella Turrena, di Chatil- canonizzazione. La vita della beata
lon sulla Loira, e di Ponloise , Giovanna di Valois la scrisse in
con una pensione di dodicimila francese Gregorio Miricaut, e
fr.

franchi. Giovanna ricevè questa stampata venne a Parigi nel iGi5,


nuova con quella rassegnazione ove fu pubblicata ancora nel 162^
con cui aveva sostenuti gli altri quella del p. d'Alichy. Il gesuita
cattivi suo marito,
trattamenti di Pietro Mareville la stampò nel
e ri li rossi a Bourges, ove non fe- 1741.
ce mostra di sé che in povero GIOVANNA Maria Bouomi (bea-
arnese, e non trovò altro sollievo ta). Nacque in Asiago, nella dio-
che nelle pratiche della peniten- cesi di Vicenza, a'5 agosto 160G.
za, negli esercizi di divozione, e Perduta la madre in età di sei
nell'inipiegare le sue entrate in o- anni, venne dal padre affidala alle
pcre di carità. Istituì nel i5oo Clarisse di Trento, nel qual moni-
1' ordine delle religiose deWy^nnnn- stero trovando ella tulli i mezzi
zinla e del Cinto o Cordelliera di soddisfare la viva pietà ond'era

( fedi), e nel 1 5o4 ne vestì l'a- animata, pensava a slanziarvisi coi


bito ella slessa ; ma per poco, es- voti di religione; ma suo padre
sendo morta l'anno seguente a' la richiamò a sé volendola mari-
di febbraio. Il suo corpo fu ab- lare. Indotto peraltro dalle di lei
brucialo dagli ugonotti, siccome ne- preghiere, le permise di seguire la
o

276 01 GIO
saa vocazione, e la fece entrare suoi oppositori per umiliarla, ed
nel monistero di s. Girolamo di alcuna di esse la trattava da folle.
Bassano dell'ordine di s. Benedet- La sua costante pazienza fu prova-
to, pagando un'annua somma. Do- ta eziandio da patimenti corpora-
po tre mesi di esemplare e peni- li, ed oltre a parecchie malattie,
tente apparecchio, agli 8 settem- fu travagliata per tre anni dalla
bre 1621 vestì ella l'abito religio- lebbra. Finalmente la riputazione
so, e al nome di Maria, imposto- della virtuosa badessa si sparse da
le nel battesimo le fu aggiunto, lontano, e distinti personaggi ve-
quello di Giovanna quindi con ;
nivano a visitarla, fra cui l'elettri-
fervoroso noviziato si dispose a fa- ce di Baviera Enrichetta Maria
re i suoi voti. Il giorno della ce- Adelaide, che restò rapita ed edi-
rimonia, essendo ella per leggere ficata da' pii discorsi e dai saggi
Ja formola di sua consagrazione, consigli di lei. Morì in età di ses-
fu rapita in estasi. Legata indisso- santaciuque anni, a' 11 febbraio
lubilmente al suo Signore, si stu- 1670, e il Papa Pio VI beatificol-
diò di piacergli ognor piìi, unifor- la a' 2 giugno 1788, dopo aver
mandosi perfettamente ai suoi di- esaminato e riconosciuto parecchi
•vini voleri, e ne fu ricambiata con miracoli operati per di lei inter-
grazie spirituali, e celesti visioni. cessione.
Tutta avvampante del divino amo- GIOVANNA, Papessa finta. La
re,amava anche il suo prossimo favola della papessa Giovanna, la
con operosa carità: quindi soccor- quale si pone tra s. Leone IV che
reva i poveri e le persone derelit- morì a' 17 luglio 8t^5, e l'imme-
te, e con amorevoli maniere a sé diato successore Benedetto III e-
li traeva per parlar loro di Dio ; letto nello stesso giorno, ma con-
esortava alla perfezione ed istruiva sacrato a'29 settembre, fu inven-
le pensionarie della sua casa, e le tata dopo l'anno 1278 , venendo
novizie di cui divenne maestra; e specialmente fondata sulla assertiva
procurava d' inspirare in tutti la supposta di Polono o
Martino
divozione e il fervore. Giovanna Polacco, Mariano Scoto, nei
e di
Maria si distinse per angelica ca- cui esemplari vedesi al margine
stità,obbedienza senza misura, os- da mano adulteratrice inserita que-
servanza perfetta della sua regola, sta sciocca favola, come già dimo-
ammirabile semplicità, e sì granile strarono David Blondel, e il p.
avversione ai male, che scioglieva- Echard nella Bibliolh. Domiti., ed
si in lagrime al solo veder com- altri, della quale gli eruditi anche
mettere dagli altri qualche leggie- eretici oggi mai hanno rossore di
ra mancanza. Fu eletta badessa del far menzione, sebbene altri eretici
suo monistero, ed ebbe a soffrire si credono di fare gran guadagno
delle mortificazioni da coloro che collo spacciarla, come osserva il p.
mal giudicavano la via straordi- Mabillon, nella Praefat. in saec.
naria ch'ella teneva, e che reputa- VI Bened. par. 2, uum. 6, ad
vano furberia od illusione i doni onta di non essere più oggi adot-
soprannaturali che in larga copia tata tal favola da alcuna persona
riceveva dal cielo. Le sue proprie di senno, dopo che molti protestan-
compagne univansi qualche volta ai ti, tra'quali il Courcel, l'Heumano,
GIO GIO 277
il Boxhornio, il Coiirigio, il Vi- creduli cattolici, de'quali fa men-
giniero, il Gassel , il Caveo, lo zione il p. Onorato di s. Maria,
Scokio, ed altri molti riferiti da in Reg. critic. lib. I , dissert. 3, reg.
Bayle nel suo dizionaiio alla pa- Vili, p. 99, che dice non trovarsi
rola Papessa, r hanno dimostrata in questo numero alcun francese,
ridicola novella di qualche maligno e fra quelli alcuni santi, abbiano
ed ignorante impostore, come pure adottata per vera la favola di cui
hanno latto molli scrittori cattoli- andiamo un cenno.
a dare
ci , de' quali fa un lungo catalogo Con vari nomi fu chiamata
il chiar. Cancelliei'i a pag. ii^o questa fìnta ed immaginata pa-
e seguenti della Storia de pos- pessa, cioè Agnese, Angelica, Mar-
sesside Pontefici. L'essersi trovata gherita e Dorotea così chi la fe- ;

questa favola aggiunta ne' codici ce inglese, e chi tedesca della cit-
dei nominati IMartino e INIariano, tà di Ma gonza. Dicono i creduli,
diede l'occasione di vedersi la me- eh' essa fornita a dovizia delle u-
desima inserita in tutte le cronache mane ne passò col suo
lettere, se
che nel secolo XIV si pubblicaro- amasio travestita da uomo ad A-
no nell'Italia, ed in altri monu- tene, quindi a Gerusalemme, e fi-
menti pubblici. Il Colomesio nei nalmente a Roma, ove il suo gran-
suoi Singolari, attesta che nel duo- de ingegno le acquistò degli am-
mo di Siena fu formata nel i4oo miratori, e in fine il pontificato,
la serie di 170 Papi, in tanti bu- ch'ella resse per due anni, cinque
sti di creta, che da s. Pietro finiva mesi, e quattro giorni; perchè es-
in Adriano IV del i i54, e fra sendo stata corrotta da un suo
questi avevano ancor intrusa la famigliare, e ignorante del vicino
papessa Giovanna, che il Launojo parto, essendosi portata iu abiti
disse aver osservato nel passare da pontificali in da s.processione
Siena nel i634; ma certo è, che Pietro in Vaticano a s. Giovanni
ad istanza di Clemente Vili e , in Laterano , in mezzo alla strada
dell' arcivescovo cardinal Tarugi, del Colosseo vicino alla chiesa di
mosso dalle preghiere del cardinal s. Clemente, quivi partorì morì ,

Baronio, per ordine del grandu- e fii sepolta. A questa invenzione


ca di Toscana a' 9 agosto del aggiungono che nel luogo stesso
,

1600, cambiati allora lineamenti i del detestabile parto fu collocata


femminili di quel busto fu tras- , una statua rappresentante una fem-
formato in Papa s. Zaccaria elet- mina col bambino in braccia, e
to nel 74 J. ÌNè di questa sola ri- che Pontefici fino da quel tem-
i

forma avea bisogno la cronologia po mutarono strada per andare


sanese, dappoiché il dotto IVovaes, dal Vaticano a s. Giovaimi iu

che la vide nel lungo soggiorno Laterano; e che per ovviare un


da lui fatto in tal città, la trovò simile pericolo nella creazione dei
inesatta, essendo ripetuti alcuni Pon- Papi, suole il nuovamente eletto

tefici , ed ommessi diversi di veri sedere in sedia traforata nella fun-


e legittimi, ed invece frammischia- zione del possesso, chiamata sedia

ti alcuni antipapi. Ad onta di ciò stercoraria, nella quale 1' ultimo


reca meraviglia j che settanta e cardinale diacono ne esamina il

più sciitlori, e fra essi non pochi sesso. Sul sedere iu tale sedia,
278 10 GIO
e delle cose clic in essa facevano Inarca di Costantinopoli, di essere
i Pontefici nel possesso, non mai stato a luicon fama co-
riferito
l'asserto esame, lo dicemmo ai voi. stante che molli eunuchi fossero
Vili, p. 173, XI, p. 177, e XXI seduti in quel patriarcato, onde
p. iSj del Dizionario^ ed altrove. fra questi fu ordinata una femmi-
In quanto alla statua mentovata na, il che dipoi i greci rivoltando
di sopra, non era di femmina, ma il rimprovero, 1' attribuirono alla
di un sacerdote pagano in figura Chiesa romana. Se la favola della
d'avviarsi al sagrifizio col ministro papessa fosse stata a' quei tempi
avanti; circa poi la strada cambia- divulgata, s. Leone IX non avreb-
ta dai Pontefici nel recarsi al La- be rinfacciato tale obbrobrio a INIi-

terano, fu perchè l'antica non era chele, e questi ne sarebbe ser-


se

conveniente al passaggio del nu- vito per sua difesa. Il Baronie poi
meroso corteggio pontificio, al mo- all'anno 879, num. 5, è di parere,
do che dichiara il Panvinio nelle che siccome Giovanni Vili deir872,
annotazioni al Platina. 11 ven. Bel- col quale nome alcuni chiamarono la
larmino lib. 3, De Roiìi. Font. finta papessa, in luogo di castigo,
cap. 24, dice eh' essendosi sparsa die premi all' eunuco e scellerato
la fama che una certa donna fos- Fozio, patriarca intruso di Costan-
se il Pontefice ossia il patriarca tinopoli, per cui cagionò una gran-
di Costantinopoli, restò la fama de infamia alla propria estimazio-
e l'opinione della donna Pontefice, ne; perciò egli stima, che per la
e di Pontefice universale ; ed alcu- troppa facilità e mollezza d'animo
ni in odio della Chiesa romana con cui Giovanni Vili, senza vi-
cominciarono a dire che quella fem- rilità, e con animo abbattuto, pri-

rnina sia stata Pontefice. vo di costanza e coraggio sacerdo-


L' origine di questa favola, os- tale, si lasciò ingannare dal furbo
serva il Mabillon nell' Iler. Italie. Fozio, non fosse egli come Nico-
e. 27, che può essere provenuta lò I,Adriano II immediali suc-
e
da questa storiella di Herchemper- cessori di Benedetto III, chiamalo
to, il quale riferisce che in sogno Papa, ma per contumelia papessa,
ad Arechiso principe di Benevento come quello che non avea saputo
fu rivelato demonio, che il
dal resistere ad un eunuco, e eh' era
patriarca di recente eletto in Co- stato vinto da un mezzo uomo,
stantinopoli fosse una donna, e che onde non doversi stimare uomo,
ivi avesse mentito il sesso femmini- ma piuttosto donna. E cos\ da
le sotto la veste di chierico. Per molti fu decantato che Giovanni
la qual cosa Arechiso svegliato VIII Papa sia stato una donna, e
mandò i suoi nunzi in Costanti- la favola trovò credenza nel volgo.
nopoli, per mezzo dei quali fu Il Platina in Giovanni femmina,
tolto un si turpe e pernicioso er- dopo s. Leone IV, riporta la favo-
rore, e la donna cacciata dalla se- la, e chiama la donna Giovanni
de, onde la peste, che perciò per Anglico ; ma
annotatoreil suo
volere di Dio affliggeva la città, Panvinio fa una bella confutazione
subito cessò. A questo forse alluse di tale grossolana impostura, se
s. Leone IX eletto nel 1
049, nel- non che conchiude, che la diso-
l'epistola a IMichelc Gelurario pa- nesta vita di Giovanni XII del
GIO GIO 279
()56, essendo principalnieiile tlonii- bolognese nacque a'6 gennaio 1722
nato da Ciovaniui, da Raiiiciia, e in Bologna, sino dai suoi teneri
Steiania, dal nome della prima, la anni dimostrò inclinazione per lo
quale esercitava un potere nel suo stato religioso , per cui abl3racciò
pontificato, provenisse la favola di l'istituto dei monaci camaldolesi ,
Giovanna papessa. e meritò di essere fatto abbate del
Questa flivola la ributtarono lun- celebre monistero di Classe presso
gamente l'Allazio, in Confulatione Ravenna, e poi lo divenne ancora
fahulae Joannac Pajnssav, Romae di s. Gregorio di Roma al monte
i63o, e poi in molli altri luoijlii. Celio. Per
sue egregie doti, dot-
le

]1 Labbé, in Cciiotaphio Joatinae trina e prudenza , essendo morto


Papissae ei'crso lom. Vili Coiic. il cardinal Vincenzo ]Malvezzi ar-
col. 1 54. Il Launojo lib. 4» J'^pist. civescovo di Bologna, Pio VI nel
8, tom. V, part. I , p. 5o3. II dot- concistoro de' 29 gennaio 1776 lo
tissimo monsignor Garaujpi, poi car- preconizzò vescovo Imeria iitd'
dinale, trionfahueute con la disser- pardbiis, ed amministratore della,
tazione Dt Nummo argenteo Be- chiesa di sua patiia ; quindi nel
nedicti III P. M. ad lUustraiiduni concistoro de' 2 3 giugtio 1777 '^
hisloriani ponùficiaiii, ci ad Joan- creò cardinale dell'ordine de'prcti,
nac Papissac Jahidaiii rcfctltiidani^ pubblicandolo in quello de'i5 di-
Romae 174^- Carlo Diaseli, Dia- cembre dello stesso anno, in cui
triba de Johanna Papissa , seti lo elevò eziandio alla di dignità
de e/us fabidae origine, Neapo- arcivescovo di Bologna, per Jo ze-
li 1778. Giovanni Car. Florimon- lo con cui governava questa chie-
do Raimondo ossia Lodovico Ri- sa, con lode di tutti. Indi gli as-
clieomi, lùreur populaire de la segnò per titolo la chiesa di s. Pu-
Papesse Jeanne, Bordeaux i5r)4> denziana, annoverandolo alle con-
di cui ne abbiamo diverse edi- gregazioni del s. offìzio, dell'indi-
zioni anche in latino. Antonio Pa- ce, della disciplina regolare, e del-
gi, Crilic. in Aìin. Baron. ad an. la visita apostolica, e facendolo pro-
853. Francesco Pagi, in Bre\>iar. tettore del monistero di s. Chiara
gest. Pont. tom. I, Dissert. de della terra di Apiro diocesi di Ca-
Joanna Papiasa p. 36g. Giorgio merino. Ricevette in Bologna il

Sclierer gesuita, Donna non essere medesimo Pio VI allorché nel ,

stilla Ponlefìee, dissertazione, Vien- 1782 intraprese il viaggio di Vien-


na i586, e Venezia dal tedesco na, e nel di lui ritorno lo accom-
tradotta in italiano da JNicolò pagnò in Imola, assistendolo alla
Pierio. Il Serario, De Joanna in consacrazione che il Papa i'ecc del-
annal. Mogunt. lib. I, cap. !^i. Il la cattedrale. Il cardinale fu testi-
p. Annato, in Apparata ad theol. monio delle vicende che politiche
positi^'., 65o. Giuseppe can. de
p, afflissero Bologna nel declinare del
Novaes, Storia dei sonimi Pontefici decorso secolo , e della sua occu-
t. II, p. 119 e seg. Il p. Zacca- pazione operata dalle armate re-
ria Storia leti. t. Ili, p. 37Q e pubblicane francesi. Si recò al con-
se". clave di Venezia ove fu eletto Pio
^GIOVANiNETTI Andrea, Car- VII, e poco dopo essendosi resti-
dinale. Andrea Giovauuclli nobile tuito iu Bologna, ivi morì agU 8
,

28o GIO GIO


aprile 1800, venendo esposto e nel i5i7g. Il compresa
territorio
sepolto il cadavere in quel-
di lui da questi nomi-
tre governi delle
la metropolitana, compianto per nate Provincie, è denominato provin-
le sue virtù e sollecitudine pasto- cia del Cuyo o Mendoza, che un
rale. tempo dipendeva dal ChiTi, ed oggi
GIOVANNI (s.) DI CuYO (San- forma una delle provincie unite
eli Joannis de Ciiyo). Città con della Piata. La più antica del-
residenza vescovile nell' America lesue città è S. Giovanni o San-
meridionale , nella repubblica Ar- Juan -de -la- Frontera , capoluogo
gentina, ossia nella confederazione della provincia di S. Giovanni, fon-
del Rio della Piata, nello stato del data nel i529 dal mentovato d.
Cuyo , o Buenos-Ayres. Lo stato Garzia Hurtado de Mendoza : gia-
del Cujo o Cuyo nell'America me- ce sulla destra sponda del Li mari,
ridionale ècompreso fra le repub- al pie delle Ande , in pittoresca
bliche Argentine, ed è presente- ed amena situazione, non ampia
mente formato da tre differenti go- ma assai popolosa ; ha per borgo
verni confederati, e sono quelli di Jacha, rimarchevole per la sua mi-
S. Giovanni della Frontera , co- niera d'oro, che dava alla Spagna
nosciuto più comunemente col no- l'annua rendita di ottantamila co-
me di S. Giovanni del Cuyo, di lonnati. La città di s. Giovanni è
Mendoza, e di S. Luigi. La pro- pure capitale di tutta la provin-
vincia di S. Giovanni trovasi nel cia, che nel 1834. contava tremila
lato orientale della federazione, al duecento ventinove case, con venti-
sud della vastissima di Mendoza seimila abitanti, e venticinque chie-
ed il suo territorio racchiude ric- se. La posizione geografica della
che miniere d' oro e d' argento ; provincia è la haseguente. Al sud
produce eccellente olio, squisito vi- per confine Diamante, e le
il Ilio
no, ed ha buoni pascoli con nu- tribù numerosissime dei selvaggi
meroso bestiame. La provincia di indiani; al nord la Rioxa ed il
Mendoza è fertilissima, con clima Tucuman; all'ovest le Cordeliere
sanissimo, vino eccellente, copioso del Chih ; all' est le montagne di
bestiame, essendo la carne porcina Coidova, ed Pampas di Buenos-
i

forse la migliore dell'America, e Ayres. Tutto il territorio occupa


miniere d'oro, d'argento e di ra- centotrentatre leghe da tramonta-
me : la città di Mendoza è il suo na mezzogiorno, e centosessanta-
a
capoluogo con belli edifizi sacri e cincjue da levante a ponente, ed
civili, e fu fabbricata da d. Gar- ha cinquantasetle terre.
zia Hurtado de Mendoza figlio di Questa provincia veniva altre
un viceré del Perù. In questa cit- volte conosciuta sotto la denomi-
tà si organizzò l'armata che sot-
, nazione di Chili orientale, e com-
trasse il Chili dal dominio spa- poneva ne' tempi decorsi una delle
gnuolo. La provincia di Mendoza due parti del regno del Chili; ma
iiapure la città di Upsallata ric- nel 1176 in seguito dell'erezione
ca d'una famosa miniera d'argen- del vice-regnato di Buenos-Ayres,
to. La provincia di S. Luigi ha l'a- venne aggregato al governo civile
lia salubre e n' è capoluogo la di Cordova, rimanendo in spiri-
città di S. Luigi, che fu fondala iualibus dipeudeute dalla diocesi
GIO GIO 281
Chiliana fino al 1809, epoca in cui là decano, di otto canonici
del
fu aggregato alla diocesi di Cor- compreso il teologo ed il peniten-
dova in Indiis (^Vedi). Nel 1827 i ziere , di sei vicari o prebendati
tre governi suddetti con una so- come vengono chiamati, non che
lenne convenzione si dichiararono di altri preti e chierici pel divino
confederati ed indipendenti, e nel servigio. Nella cattedrale vi è il

1828 Papa Leone XII, con breve battisterio, e la cura d'anime che
de'24 dicembre, deputò un vicario amministrasi dal decano. L'episco-
apostolico per tutta questa provin- pio è prossimo alla cattedrale, ed
cia, tot^liendola dalla giurisdizione è un buono edifizio. Nella città vi
ordinaria del vescovo di Cordova. sono due altre parrocchie col sa-
Finalmente il regnante Pontefice gro fonte, tre conventi di religiosi,
Gregorio XVI, con la bolla Inejfa' un monistero di monache, diversi
bili Dei pro\'identia , de' i3 otto- sodalizi, l'ospedale, il seminario an-
bre i834j stabilì nella summento- nesso alla chiesa di s. Clemente I
vata città di s. Giovanni la sede Papa e martire, altro patrono del-
vescovile, dichiarandola suffraganea la città. Ogni nuovo vescovo è tas-
dell'arcivescovo della Piata ossia sato ne' libri della camera aposto-
Charcas egualmente nell* America lica in fiorini treutatre, ascendant
meridionale, ed erigendo in catte- vero ad
praesens ad 5ooo circiler
drale la chiesa parrocchiale dedi- argcnleos monetae illariirn partium.
cata a s. Giuseppe, che può dirsi GIOVANNI (s.) DI MoRi.Ax,v
una delle più belle chiese d'Ame- ( Maurianen ). Città con residenza
rica. Il medesimo Papa nel prece- vescovile in Savoia, negli stati del re
dente settembre ingrandì la diocesi di Sardegna, capoluogo della pro-
di Cordova con alcune dismem- vincia del suo nome, che i fran-
brazioni di questa. La popolazione cesi chiamano Saint-Jean de Mou-

di Cuyo a-
tutta la provincia del ritnne, e del mandamento. E si-

scendeva nel i834 da novanta a tuala sulla riva sinistra del fiume
centomila anime. Per primo vesco- Aran presso al suo confluente eJ
vo Gregorio XYI nel concistoro dei a quello del fiume Arco, in mezzo
So settembre i834 vi preconizzò alla bella valle alpina occidentale
monsignor Giusto di santa Maria del Montecinisio, donde si partono
de Oro, traslatandolo dalla chiesa due catene che la rinserrano, e la
vescovile di Tauniaco in partibus : dividono al nord dalla Tarantasia,
per sua morte nel concistoro dei ed al sud dal Delfinato, sulla stra-
19 maggio 1837 gli die in suc- da che conduce dalla Francia in
cessore r odierno vescovo monsi- Italia. Da lunge il suo aspetto è
gnor Giuseppe Emmanuele Eufra- ameno, ma non corrisponde il suo
sio de Quiroga Sermiento, nato nel- interno, essendo le strade strette e
la stessa città, già decano della le case mal fabbricate. Nella cat-
Giltedrale e parroco della mede- tedrale vi sono i mausolei dei conti
sima. di Moriana Umberto I, Ainadeo I

La cattedrale è dedicata a Dio, e Bonifacio in bellissinio marmo


in onore di s. Giuseppe confessore scolpito. Il regime amministrativo
sposo della Beata Vergine Maria. viene assegnato ad un vicc-inten-
\\ capitolo si compone della cligai- deule di prima, ed il giudiziario
,

282 GIO GIO


ad un Iribuiiale di qiiaila classe Brios nel Delfinato. Moriana capi-
cou sci giadicalure. Nella scienti- tale della contea del suo nome,
fica organizzazione \i è stabilito ricca di pascoli, fu la vittima di
un reale collegio. Sgorgano ne'din- molte guerre, principalmente fra la
tiiriii varie fonti di acqua sulfurea. Francia e la Sardegna. Presa dai
La divozione anlicliissinia al pre- francesi al principio della rivoluzio-
cursore s. Gio. Battista diede il ne, fece poscia" parte del diparti-
nome moderno alla città, lasciando mento del monte Bianco, di cui
il primiero di Moriana al suo ter- divenne un capoluogo di circonda-
ritorio. Sì pretende che il nome rio e di cantone, lìnchè nel i8i4
antichissimo di questa città fosse fu restituita Sardegna suo
al re di
lìIfdiiUuni, e che quindi i suoi abi- sovrano. Ritornando Pio VII nel
tanti si chiamassero medulli. Di- i8o5 da Parigi, dopo avere coro-
pendeva la Moriana dal
contea di nato Napoleone, onorò di sua pre-
reame di Borgogna sotto Mero- i senza questa città.

vingi e Carlovingi. B.odolfo 111 in- La sede vescovile fu eretta nel


vesti il Umberto I delle
celebre terzo secolo, e nell'anno 34 1 ebbe
contee di Moriana e di Savoia; i il suo vescovo, che fu suifraganeo
suoi successori preferirono il primo della metropoli di Vienna del Del-
al secondo titolo e si dissero conti , finato. Soppressa nelle note ultime
di Moriana. Altri dicono che il pri- vicende politiche, ne fu ultimo ve-
mo dominio della casa di Savoia scovo monsignor Carlo Giuseppe
fu quelita contea data al conte Be- Compans o Brichenlaux di Torino,
roldo o nel 999, o da
Bertoldo fatto vescovo da Pio VI 20 mar-
a'

Ottone III imperatore, o dal detto zo 1780, laonde la diocesi fu com-


Rodolfo IH , cui successero nel presa in quella di Chambery, ed
10-27 Umberto I, Amadeo I, Ama- un arciprete fu stabilito nell'antica
deo II,ed Umberto II che mori cattedrale di s. Giovanni di Mo-
nel 1108, tutti conti di Moriana. riana. Se non che avendola ripri-
Il successore Amadeo III prese il stinata Leone XII, dichiarandola
titolo di conte di Savoia, cui suc- sufFraganea della metropoli di Cham-
cessero Umberto IH e Tommaso. bery o Ciamberì, nel concistoro dei
IMorendo questi nel 1233, la si- 29 dicembre 1825 nominò vesco-
gnoria di Moriana fu goduta sepa- \o monsignor Alessio Billiet di
ratamente per due generazioni dal Ciamberì. Questi dal regnante Pa-
secondogenito dei conti di Savoia, pa Gregorio XVI a' 7 aprile 1840
e tornò poi ad essere per sempre venne trasferito all'arcivescovato di
riunita all'altra della Savoia. Vuoi- sua patria, quindi nel concistoro
si che quivi venisse avvelenato dal del primo marzo 1841 Jl medesi-
medico ebreo Sedecia l' imperato- mo Pontefice preconizzò in vesco-
re Carlo lì detto il Calvo, nel prin- vo diGiovanni di Moriana l'o-
s.

cipio di ottobre 877, quando da dierno monsignor Francesco Maria


Pavia ritornava in Francia , col Vibert dell'arcidiocesi di Ciamberì.
rancore non aver potuto resi-
di La cattedrale è dedicata a Dio
stere al re Carlomanno di Bavie- sotto r invocazione di s. Giovanni
ra: la sua morte pelò avvenne in Battista, ed è un edifizio di bella

una capanna presso il villaggio di struttura. 11 capitolo è composto di


GIO GIO 283
maggiore delle quali
tre dignllà, la croce è appesa ad un nastro di
è il preposto con sette canonici
, seta nera. Inoltre i cavalieri so-
compreso il teologo ed il peniten- gliono portare , oltre la descritta
ziere, oltre altri preti e chierici croce o stella, una croce bianca si-

addetti airuflìcialura. Nella catte- mile a quella degli ospitalieri ge-


drale havvi il ballisterio e la cura rosolimitani, collocata sopra l'abito
d'anime, che si funge dal parroco. dalla sinistra parte d(d petto.
In essa tra le reliciuie con somma GIOVANNI Battista (s.), pre-
venerazione si custodiscono tre diti cursore Gesù Cristo. Zaccaria
di
del precursore s. Giovanni Battista. suo padre era un santo sacerdote
L'episcopio è comodo e decente. della famiglia di Abia, una delle
Vi è nella città altra parrocchia ,
venli(|uattro che componevano i fi-
un ospedale, il monistero delle re- gliuoli di Aronne; Elisabetta sua
ligiose di s. Giuseppe, una scuola madre discendeva parimente d'A-
pei giovinetti diretta dai padri del- ronne, ma non si può dubitare
la dottrina cristiana, ed il semina- ch'ella non fosse nata da una don-
rio. La diocesi è ampia. Ogni nuo- na della tribù di Giuda, percioc-
vo vescovo è tassato nei libri della ché la Scrittura la chiama cugina
camera apostolica in fiorini due- di JMarla Vergine. Un giorno che
cenlocintiuanta, ascendunt i'ero ad Zaccaria olTriva i profumi nella
decein millia lib ramni pedenionta- parte interna del tempio, mentre
ruìiiab erario regio, (/uibiis acce- il popolo faceva orazione nell'atrio,
dimi duo millia earuvideni libra- gli apparve l'angelo Gabriele, e gli

rum ab aerano provinciac Mau- disse che Iddio aveva esaudita la


riaiiensis y soU'endarum. sua preghiera, e che sua moglie
GIOVANNI (s.) DIGerusalemme, Elisabetta, benché sterile, conce-
Ordine militare , ospitalario ed e- pirebbe e darebbe alla luce un fi-
questre. V Gerosolimitano Ordine.
. gliuolo, il quale dovca portare il
GIOVANNI (s.), Ordine equestre nome di Giovanni, e sarebbe gran-
di Prussia. Fu istituito dal re Fe- de davanti al Signore. ( Il nome
derico Guglielmo ili a' 23 maggio di Giovanni significa grazia di Dio),
1812, in memoria del baliaggio di L'angelo ordinò pure a Zaccaria
Brandeburgo, appartenente all'or- che il fanciullo fosse subito dopo
dine gerosolimitano ossia di s. Gio- il suo nascimento consacrato al Si-
vanni di Gerusalemme, il quale nel gnore, e che non gli facesse ber
regno di Prussia era stato dichia- vino, né liquore capace d'inebriar-
rato sciolto e soppresso a' 2 3 gen- lo; ed aggiunse che sarebbe riem-
naio 181 I. W re si dichiarò su- pito dello Spirito Santo fino dal
premo protettore dell' ordine, cui ventre materno. La presenza del
diede analoghi statuti, riserbandosi Redentore del mondo santificò in-
il diritto di nominare il gran mae- fatti Giovanni ancor rinchiuso nel

stro, come i cavalieri. La decorazio- seno della madre, allorché essa nel
ne cavalleresca consiste in una stella sesto mese di sua gravidanza fu
ad otto raggi smaltati in bianco, nei onorata da una visita di Maria
quattro angoli della quale è situa- Vergine; ed egli fin d'allora per
la l'acjuila nera prussiana, lenente istraordinario privilegio ricevette l'u-
uegU artigli una corona d'oro; lu so della ragione, ed esultò, come
!i84 Gio GIO
leggesi neir evangelio. Qui è bene cammello, ed una cintura di cuoio
notare che alTartieolo Fisitazionc intorno alle reni; e non si nudri-
[/^edi), nel parlare della festa isti- va che di ciò che trovava nel de-
tuita in memoria che della visita serto, come di cavallette o locuste
Ja IJeata Vergine fece a s. Elisa- e di mele selvatico. Le cavalette
betta, diremo come essendo stata era un cibo ordinario di cui nu-
lìssata la festa a' 2 luglio, ciò fe- trivansi i poveri; ma il santo man-
ce credere ad alcuni che la Beala giavate crude e senza condimen-
Vergine fosse partita dalla casa di to. Quanto alle locuste, dicemmo
Zaccaria il giorno dopo la circon- altrove, come all'articolo Gerusa-
cisione di s. Giovanni Battista, che lemme, che per locusta devesi in-
fu fatta nel primo luglio, otto tendere una qualità d' erbe. Nel-
giorni cioè dopo la nascita del l'età d'anni trenta ricomparve nel
santo. Neil' Kmerologio di Roma mondo. profeti lo avevano an-
I

del Piazza a' 1 luglio si legge : che nunziato molto prima come un
sebbene secondo il computo della messaggio che avrebbe preceduto
storia evangelica, non doveva es- il Signore per preparargli la via,
sere la festa in questo giorno, co- e inspirato negli nomini sentimen-
me costumavano i siri, i quali la ti di compunzione, disponendoli a

solennizzavano nel mese di dicem- ricevere degnamente quegli chp


bre, poco prima della Natività del veniva a salvarli. Giovanni conob-
Signore, nulladimeuo si celebra il be per lume divino l'importan-
tempo del ritorno della Beatissima te ministero a cui era destina-
Vergine, non dell'arrivo o dimora to, e cominciò ad esercitarlo ai
sua di tre mesi presso s. Elisabetta. confini del deserto della Giudea,
Il santo Precursore nacque nell'anno cioè nella parte situata sulle spon-
del mondo 4ooo, circa sei mesi pri- de del Giordano verso Gerico, pre-
ma della nascita del R.edcntore. dicando agli uomini la penitenza,
Otto giorni dopo il suo nasci- ed annunziando il Messia. Il po-
mento, mentre stavasi per circon- polo lo accolse come ambasciatore
ciderlo, si consultò il padre sul dell'Altissimo: ed egli esortava tut-
nome da imporgli. Zaccaria, che ti a fare opere di carità e a rifor-
sino dal momento dell'apparizione mare i loro costumi, e battezzava nel
dell'angelo era diventato mutolo, Giordano coloro in cui trovava si-

in pena di non aver prestato in- mili disposizioni. Il battesimo di


tera fede alle sue parole, scrisse che Giovanni non avea però la virtù
dovea essere chiamato Giovanni, e e l'efficacia del sacramento della
nel medesimo istante ricuperò la rigenerazione istituito poscia daGe-
proruppe in quel
favella. Egli allora sìi Cristo ; ma n'era una specie di
sublime cantico di benedizione che immagine : esso non rendeva i giu-
fa parte ogni giorno dell' officio dei cristiani, ma apparecchiavali
della Chiesa. Giovanni ancor fan- ad esserlo. Erano da sei mesi che
ciullo si ritirò nel deserto, ove si Giovanni predicava e battezzava^
consacrò intieramente alla preghie- allorché il Salvatore venne a tro-
ra e alla contemplazione, e con- varlo in Nazaret, e presentossi fra
dusse una vita molto austera. Por- quelliche domandavano il battesi-
tava uuu roba fatta di pelo di mo. Giovanni avendolo ccuosciulo
GIO GIO 28J
per rivelazione, non si tcnca tle- darle lutto ciò che gli avesse do-
15110 di battezzarlo, ma fu costretto mandato; e Salome, ad istigazione
obbedire, e battezzandolo dicliiarò della madre, chiese la testa di Gio-
ch'era il Messia; la stessa dichia- vanni. Questa domanda fece fre-
razione fece allorachè i giudei ven- mere Erode, nullameno vi accon-
nero di Gerusalemme per consul- senti vilmente,sebbene con ripu-
tarlo; e avendo veduto un'altra gnanza, e contro tulle le formali-
volta passare il Salvatore, chiamol- tà prescritte dalle leggi ordinò a
Jo VJgnetlo di Dio. Il santo Pre- un soldato di andare a mozzare
cursore passò poscia dall'opposta la testa al santo prigioniero, e di

parte del Giordano, e fermò a sì portarla a Salome. Cosici ebbe


Betania; finalmente venne ad En- l'animo di prenderla nelle proprie
non presso Salim. Egli non pen- mani per presentarla a sua ma-
sava che alia gloria di Dio, né dre, la quale, dice Girolamo, si s.

predicava che Gesìi Cristo. La sua fece un barbaro giuoco di trafig-


carità gli guadagnava cuori, ed i gere la lingua di si grand' uomo
il suo zelo gli dava tale autorità col suo ago di testa, come Fulvia
cui suoi uditori non potevano re-
i avea già fatto di quella di Cice-
sistere. Lasciando tutti gli umani rone. Il martirio di s. Giovainii
riguardi combatteva ogni vizio, ri- Ballista avvenne ncU' anno trenle-
prendeva con franca libertà l'ipo- simosecondo di sua età circa la ,

crisia de' farisei, le profanazioni dei festa di Pasqua, un anno prima


saducei, le estorsioni de' pubblica- della morte del Salvatore. Lo slo-
ni, le rapine e la corruzione dei lico Giuseppe, quantunque giudeo,
Ero-
soldati, e l'incesto dello slesso rese di lui la più onorevole tesli-

de Antipa tetrarca di Galilea, il monianza, ed aggiunse che quelli


quale teneva Erodiade moglie di della nazione attribuirono alla mor-
suo fratello Erode Filippo ancor te di Giovanni le sventure di E-
vivente.Giovanni li riprese forte- rode. Gesù Cristo medesimo di-

mente dello scandalo che cagiona- chiarò che Giovanni era più gran-
vano col loro adulterio e col loro de di tulli i santi dell antica leg-
incesto; perciò Erodiade adoperos- ge, pili clic profeta, e più grande
si a tutto potere per togliere di di tutti i figli degli uomini. I di-
mezzo colui che voìea attraversare scepoli del santo Precursore 'ne por-
la sua ambizione, e turbavala nei tarono via il corpo e gli diedero
suoi piaceri peccaminosi, ed Ero- onorevole sepoltura , come credesi,
de per compiacere a lei fece por- vicino al castello di Macheronle.
re il santo in prigione , tuttoché Portato poscia a Sebaste o Sama-
avesse per lui del rispetto. Gio- ria, fu ivi rinchiuso nella tomlxi
vanni Battista era da un anno in in cui erano le ossa del profeta
prigione allorché Erode, per cele- Eliseo : almeno quesle reliquie si

brare il giorno della sua nascita ,


trovavano in questa città nel quar-
fece un solennissimo banchetto nel to secolo. Leggesi in Teodoreto,
castello di INIaclieronte. La danza Rufino, Filoslorgio ec. , che sotto
di Salome, figlia di Erodiade, piac- il regno di Giuliano 1' Apostala,
que grandemente ad Erode
s'i
,
circa il 362 , i pagani aprirono la

che le promise con giuramento di tomba di s. Giovanni Ballista, ed


a85 GIO GIO
abbruciarono una parte tifilo sue mania come i fiorentini tentaro-
;

reliquie e di quelle del profeta K- no rapirlo; della sua esistenza com-


liseo ; ma Rufino riferisce che cer- provala nella medesima chiesa di
ti monaci salvarono almeno in par- s. Silvestro; dell'oratorio in cui si
te quelle di s. Gio. Eatlista, e le custodi per qualche tempo la sacra
mandarono a s. Atanasio, il quale reliquia, e della sua traslazione nel
le nascose in una delle muraglie monistero l'anno 1 1 3o, non che
della sua vennero
chiesa, donde della traslazione dello stesso capo
tratte nel 3^5, e poste nella nuo- da una all'altra custodia in cui
va chiesa che Teodosio fece edifi- si venera. Nel tesoro della ba-
care col nome del santo, nel luo- silica di s. Marco in Venezia con-
go in cui era stato il tempio di servasi in un antichissimo cali-
Serapide, ed allora si fecero alcu- ce di agata, porzione del cranio
ne distribuzioni di queste sacre re- di Genova, oltre
questo santo; e
liquie. Nell'anno ^j^ si scoperse le sue ceneri trasportate dalla Pa-
ad Emesa nella Siria la testa di lestina, possiede il sacro disco o
s. Giovanni Battista, la quale ri- catino che accolse il di lui capo.
mase nella gran chiesa di questa In diversi articoli del Dizionaiio,
città lino air anno 954, in cui fu si parla delle reliquie del santo
portata a Costantinopoli. Presa que- Precursore. La Chiesa celebra ai
sta capitale dai francesi nel
1204, 24 giugno la festa della natività
Wallon di Sarton canonico d' A- di s. Giovanni Battista (ed il Papa
miens portò in Francia una parte di con cappella nella prima chiesa
questa testa, cioè tutto il viso trat- del mondo l'arcibasilica Lateranen-
tane mascella inferiore, e la diede
la se, sacra al ss. Salvatore ed ai ss.

alla sua chiesa. Dicono molli che si Giovanni Battista e Giovanni apo-
custodisce a Roma, nella chiesa di s, stolo ed evangelista )
, con parti-
Silvestro hi Capile in campo IMarzio, colare eccezione della regola ge-
un'altra parte di questa medesima nerale, ch'è di celebrare la festa
testa; ma il p. Sirmond porta o- dei santi il di della loro mor-
pinione che siasi confusos. Giovan- te , e ciò perchè egli nacque san-
ni Battista con altro s. Giovanni to. San Bernardo ed i più cele-
che fu martirizzato a Ronìa. Papa bri teologi mostrano che non si
Clemente Vili, per torre ogni tratta di una santità puramente e-
dubbio, fece arricchire la chiesa di steriore, o di semplice destinazio-
s, Silvestro di una porzione del ne alla pietà, ma del dono della
capo del s. Precursore, che si ve- grazia santificante colla remissione
nera ad Amiens. Il sacerdote Giu- del peccato originale; grazia che
seppe Carletti iielle erudite 7I/e- fu comunicata a Giovanni colla
moric islorico-critiche della chiem presenza di Gesù Cristo, nella vi-

e monistevo di s. Silvestro in Ca- sita che fece la B. Vergine a s.

pite di Roma, con critica parla Elisabetta. La festa della natività


del capo di s. Giovanni Battista è antichissima, essendo già stabili-
che si venera in detto luogo; co- ta fino al tempo di s. Agostino
me venisse in Roma nella chiesa che scrisse sette sermoni relativi
di s. Silvestro; come
pretendono alla medesima; il d'Agda
concilio
possederlo la Francia e la Ger- del 5o6 la mette nel rango delle
GIO GIO 287
più celebri: nu'cpoca nella
fuvvi mano parlando di questa festa e
quale vi si celebravano tre messe, dell' invenzione del capo del Pre-
una la vigilia come a l'rccursorc, cursore, dice: qiiod postea Romani
la seconda nel di della fesla come translaluin , in ecclesia s. Silvestri

a santificato nel ventre della ma- ad Campimi Martiimi stimma po-


dre, la terza nel dì seguente in pidi dvvotione asservaliir. I greci
onore del medesimo come a mi- nel loro menologio celebrano altra
nistro del battesimo. Nel concilio invenzione di tale reliquia, in Co-
Salingcstadense fu ordinato, che nei mana di Ponto donde pertossi il
quattordici giorni prima della fe- venerando capo in una chiesa fab-
sta si astenessero i fedeli dalla bricata in Costantinopoli a tal fi-
carne e dal sangue. La festa poi ne dall'imperatore Teodosio, del che
della sua decollazione celebrasi ai fa testimonianza Niceforo lib. XI,
29 d'agosto, che credesi sia il gior- cap. XLIX. y. Chiesa di s. Sil-
no in cui si scoperse ad Emesa il vestro m Capite.
sacro suo capo. Il martirologio ro-

FINE DEL YOLUIWE TRIGESIMO,


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286046
BX 841 .n67 1840
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Moroni Gaetano
, ,

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storio o-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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