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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARIl GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII , ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC,

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MOROSI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. XL.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLVI.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO -E C C LE S USTICA

LUB LUB
JLUBECCA, Lubecum. Città ve- dedicata a s. Giovanni Battista,'
scovile, la più settentrionale delle cinque chiese luterane^ fra le qua-
città libere ed anseatiche della Ger- li si distingue quella di s. Maria,
mania , un tempo capitale della di cui ammiransi le due torri alte
Wagria, nel circondario della Sas- 4.00 piedi, l'aitare maggiore in
sonia inferiore, al confluente della marmo nero, l'orologio astronomico,
Wackenitz e della Tra va, a tre le- 1' organo e le pitture allegoriche
ghe dall' imboccatura di questa nel rappresentanti ciò che chiamasi il

mar Baltico. È capitale della re- ballo de morti; evvi pure una chie-
pubblica di Lubecca, la quale fa sa cattolica, una riformata, ed una
parte della confederazione germani- sinagoga. Fra gli altri edifizi, i
ca. Eretta in gran parte sopra più osservabili sono : la casa del
una collina, Lubecca ha una si- consiglio, colla borsa fabbricata nel
tuazione deliziosa e favorevole al- 1755, e la sala che serviva per le
la politezza della città. Un ba- adunanze dei deputati delle città
luardo , fornito di dodici bastioni anseatiche; 1' arsenale , che serve
ed ornato di un bel viale di albe- presentemente di caserma e ma-
ri, la cinge ; le strade in numero gazzino; il teatro dell'opera, i col-
di novantasette, anch'esse quasi tut- legi de' borghesi, e la zecca che
te ornate di viali di tigli, sono lar- coniò pure il zecchino d' oro, lo
ghe e regolari. Le case, general- che ebbe forse origine nel i3y5
mente in pietra, sono quasi tutte quando V imperatore Carlo IV fu
di forma antica, ma alcune costrut- ricevuto in Lubecca con grandissi-
te di recente non mancano di e- mo onore. Evvi una casa religiosa
leganza. Si divide la città in quat- di donne, chiamata Johanisstift.
tro quartieri. Vi sono quattro piaz- Gli stabilimenti di beneficenza so-
ze pubbliche, un' antica cattedrale no quivi assai numerosi ; si devono
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Citare l'ospedale dello Spirito Santo, si trasportano sopra battelli. Anche
il Borgospital, l'Annen-Kloster, ch'è gli affari di banca e le assicurazio-
una casa di carità e di lavoro, la ni sono di grande
interesse per
nuova ed antica casa delle orfane, Lubecca. Lubeèca è patria di mol-
ilGòrgenshospital, la casa di asilo ti uomini distinti; noi citeremo
per gli operai viaggiatori, l'ospizio Giovanni Kirekman letterato, En-
de'pazzarelli, sei luoghi di ritiro rico Mcihomius medico e letterato,
per le vedove e figlie di borghesi, Enrico Moller dotto scrittore pole-
quattro case per donne vecchie, le mico, Lorenzo Surius, Mosheim, ed
il s. Klements-Kaland, dodici case il pittore Kneller. Conta piìi di

e undici gallerie per gì' indigeni, venticinquemila abitanti , la mag-


un istituto pei poveri, un monte gior parte luterani.
di pietà, una casa di credito pub- Lubecca non era rimotamente
blico per gli artefici di Lubecca. che un grosso borgo, e fu fondata
Evvi una società di utilità pubbli- da Adolfo II conte di Holstein, nel
ca che porta dei soccorsi agli a- ii44> «l tempo dell'imperatore
sfissiati ed annegati, e scuole di Corrado III, colle rovine di un'altra
chirurgia, disegno, nuoto, industria, città di Lubecca, che i wilzi ave-
di navigazione e delladomenica ; vano innalzata sulla riva dello
si può nominare pur anco il gin- Schwartan, posseduta da lungo tem-
nasio di sette classi, stabilito nel po dagli obotriti, e che fu distrut-
soppresso convento di s. Caterina, ta dai rugii. Il duca di Sassonia
la scuola de' borghesi ,
quella del Enrico il Leone ne ottenne il pos-
capitolo, la scuola normale e l'i- sesso nelii 58, la ingrandì, e le
stituto del commercio. L' industria diede un codice di leggi che chia-
conta in questa città molte fabbri- mò il Regolamento di Lubecca, e
che, fonderie di cannoni e di cam- che fu poscia adottato da molte
pane, e cantieri di costruzione per città e paesi. L'anno 1161 vi si

legni mercantili. In vicinanza al trasferì la sede episcopale che stava


Baltico,con cui è unita mediante ad Oldenburgo, e nel 1182 l'im-
la Tra va,
e comunicante all' Elba peratore Federico le concesse di- I

per la Steckenitz, Lubecca fa un versi privilegi ,


quando cioè nella
esteso commercio, che si può di- guerra contro detto duca di Sas-
il

videre in interno, esterno e di tran- sonia occupò Lubecca. In ili verse


sito; il primo si fa colla Germa- occasioni fu rovinala dal fuoco e
nia per mezzo fluviale; l'esterno è dalle scorrerie de' nemici, ma sem-
quello che fa colle proprie mani- pre si ristabilì con vantaggio. Di-
fatture ec. ; quello di transito, as- venuta soggetta ai danesi, verso il

sai considerabile, consiste nelle mer- 1209 scosse il loro giogo, e l'im-
ci che vi giungono principalmente peratore Federico II nel 1226 le
da Amburgo e da altre parti del- accorciò sotto la sua protezione il

la Germania ,
per essere inoltrate privilegio di città libera ed impe-
pei porti del Baltico o vicendevol- riale. Nel 1238 un terribile incen-
mente. Travemunda serve di porto dio la ridusse quasi in cenere, ma
alla città, ed i grossi bastimenti riparata tanta sciagura, il commer-
sono obbligati di scaricare nella cio la rese possente. Un trattato
rada le proprie merci che poscia con Amburgo nel 1241 divenne la
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base della lega anseatica, di cui fu di Lawenburg, e fra questo e quelli
per lungo tempo riguardata come di Mecklenburg-Strelitz e di Hol-
la metropoli, e la cui prima assem- stein. Il territorio è piano e fer-
blea si tenne nelle sue mura nel tile, vi si alleva molto bestiame,
1260. L' età d' oro di Lubecca si 16,000 abi- e conta senza la città
eclissò con la decadenza di questa generalmente luterani. La tanti ,

lega, verso la fine del secolo XVI, forma del governo della città li-
continuando però ad essere contata^ bera di Lubecca è democratica: il
fra le città più floride di C potere sovrano si divide fra un se-
nia. Nel i5oo i sn^* nato di trenta membri e la citta-
videro obbligati o.iendeic* o dinanza. Questo stato somministra
libertà contro i danesi, guerra che 407 soldati all'armata della confe-
rinnovossi nel i5oo„ ed ebbe fu- derazione germanica. Ha una voce
neste conseguenze. Gli svedesi pre- all'assemblea generale, all'assemblea
sero il loro partito. Abbracciossi il particolare ne ha una insieme col
luteranismo nel i535, e si otten- langraviato di Assia-Homburg e le
ne dall'imperatore Carlo V nel città libere di Francfort, Amburgo
i547 I a continuazione degli antichi e Brema.
Dall'anno i562 fino al
privilegi. L'imperatore Carlo Magno fece
1570 fece questa città la guerra annunziare la fede di Gesù Cristo
ad Enrico XIV re di Svezia. Go- agli schiavoni per mezzo d'Ansca-
vernandosi a modo di repubblica, rio, di s. Remberto e di alcuni al-
si col legò cogli stati generali , che tri ; ma que' popoli essendo rica-
la compresero nel LXXII articolo duti nell'idolatria, l'imperatore Ot-
della pace colla Spagna nel 1648. tone I animato dal medesimo zelo
Nel 1802 videro a farsi alcune utili mandovvi altri predicatori, e fon-
modificazioni nella circoscrizione del dò verso l'anno 940 sei vescovati,
suo territorio , che divenne una cioè Oldenburgo, Havelberg, Bran-
massa quasi continuata, da smem- deburgo, Mersburgo, Misnia e Zeilz.
brata ch'essa era in origine. Molto Diede loro per metropolitano, con
soffrì nel 1 806 ,
perchè dopo la beneplacito apostolico, il nuovo ar-
battaglia di Jena, essendosi quivi civescovo di Magdeburgo, eccettuan-
ritirato il generale Blucher con un do il solo vescovo di Oldenburgo,
corpo di sedicirnila prussiani , av- che soggettò all'arcivescovo d'Am-
venne nella città istessa una bat- burgo. Fu in origine il vescovato
taglia sanguinosa , che coi francesi di Oldenburgo assai esleso, talché
rimasero vincitori nel giorno 6 no- l'imperatore Enrico III ed Adalber-
vembre, e coi quali fu costretto di to arcivescovo di Brema credette-
capitolare. Nel18 io Lubecca fu ro bene nel io5o di smembrarne
compresa nel dipartimento francese una parte e dotarne con essa i ve-
delle Bocche dell'Elba, di cui di- scovati di Sleswick, Ratzbourg di
venne un capoluogo di circondario. e di Meclenburgo, che venne po'
11 congresso di Vienna le rese la scia trasferito a Schwerin. Il primo
sua libertà nel 181 5. Il territorio vescovo di Oldenburgo fu Marco
di Lubecca è composto di cinque o Marko, il quale morì nel g52,
parti ; le altre parti non sono che cui succedettero Edoardo od Erago,
piccoli distretti situati nel ducato Wago, ed Ezichone morto nel
, ,

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io38. Folcardo successore di Ezi- tificato che tenne col nome di Gio-
chone venne co' suoi diocesani per- vanni XXIII, dalla prigione del
seguitato dagli idolatri , e dovette quale fuggì nel 12(19, e recatosi
fuggire presso il suo metropolitano a Firenze da Martino V ottenne
in Amburgo. Successori di Folcar- non solo il perdono; ma la digni-
do furono Remberto, Bennone, Mei- tà di cardinal decano del sacro
nardo, Abelino, Eisone, e Vicelino collegio con altre prerogative.
che mori nel 1 1 58. Geroldo no- Fu poi all' epoca del vescovo
minato vescovo dopo la morte di Enrico Bocholt, nell'anno i535,
Vicelino , col consenso del duca che il luteranismo s'introdusse nella
Enrico il Leone, nel 1 1 6 o 1 1 62 1 diocesi di Lubecca ; indi nel 1 586
trasferì la sede vescovile di Olden- Giovanni Adolfo duca d' Holstein
burgo a Lubecca, città divenuta nipote di Federico I re di Dani-
floridissima, e meno soggetta alle marca, abbracciò il luteranismo, e
incursioni de* barbari. Allora Ge- divenne amministratore del vesco-
roldo edificò la vasta chiesa di s. vato di Lubecca, rimettendo poscia
Giovanni super arenam. Però que- nel 1597 questo benefizio a suo
sto prelato lasciò nello stesso anno fratello minore Giovanni Adolfo.
la sede vescovile, per tutto dedi- Dacché il vescovo di Lubecca di-
carsi alla conversione degl' idolatri, venne luterano, fu principe dell'im-
particolarmente nel Meclenburgo pero, e risiedette ad Eutin, città
in Norvegia, e nei paesi circonvi- del granducato di Oldenburgo, ca-
cini : morì nel 1 1 64, e fu sepolto poluogo del principato di Lubecca
nella cattedrale di Lubecca da lui e del baliaggio del suo nome, con
medesimo fondata. Gli succedette dintorni deliziosi , ove il vescovo
Corrado suo fratello, il quale an- Giovanni Federico della casa d'Ol-
dò in Terrasanta coli' imperatore denburgo edificò un castello Il .

Enrico di Baviera, e con altri pre- principato di Lubecca è diverso


Iati e signori , e morì nella città dalla città libera di Lubecca. La
di Tiro in Palestina verso 1' anno casa di Holstein avendo reso impor-
1174. Il successore Enrico, già tanti servigi al vescovato luterano
abbate del monastero di s. Egidio in tempi di turbolenze,* e partico-
di Brunswick, edificò il monastero larmente il duca Giovanni nel 1648,
di s. Giovanni che donò ai mona- coli' impedire che il vescovato di
ci benedettini, e passò poi in uso Lubecca venisse secolarizzato come
delle monache quando monaci i gli altri, pace di Westfalia, fu
alla
furono trasferiti altrove. Quanto a- dal capitolo per riconoscenza con-
gli altri vescovi di Lubecca fino a venuto nel i655, che in avvenire
Cristiano Augusto duca d'Holstein, sarebbero i suoi vescovi scelti dalla
eletto nel marzo del 1709, si po- casa di Holstein, locchè venne con-
trà consultare la Storia ecclesiasti- fermato nel 1700 col trattato di
ca d'Alemagna t. II, p. 33 1. Ag- Travendal. Nel 1802 il vescovato
giungeremo qui solamente, ch'elet- e principato di Lubecca passò al
to Martino V nel concilio di Co- duca di Oldenburgo a titolo di
stanza, nel 1418 fece consegnare al principato; diventò nel 18 io di-
vescovo di Lubecca la custodia di partimento francese, indi nel 18 15
Baldassare Cossa deposto dal pon- ritornò alla casa di Oldenburgo.
,

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Nelle diete dell'impero il vescovo lo arciducale, situato sopra una
di Lubecca era seduto a fianco montagna, serve al presente di pri-
di quello d'Osnabruck, sopra una gione. Le sue manifatture di stoffe

sedia particolare. Era il solo della di lana e seta, assai floride un tem-
confessione augustana che godesse po, sono molto decadute; pro- ma
in Germania dei diritti diocesani sperano ancora quelle di panni, te-
e della giurisdizione ecclesiastica. Il le, maioliche, strumenti chimici,
capitolo di Lubecca è composto di cappelli ec, come pure i suoi con-
trenta canonici, ventisei protestanti cia toi. Questa città fa un commer-
e quattro cattolici: il senato della cio attivo coli' Italia, la Croazia, ed
città esercita sulla cattedrale il di- il sud della Germania, e molto sof-
ritto di patronato. La missione frì pei terremoti ed incendi. Lu-
cattolicadi Lubecca e di Eutin biana, in tedesco Laybach, in illi-
dipende dal vicario apostolico delle rico Lubiana, ed in latino Aemo-
missioni settentrionali di Germa- na seu Labacum, già capitale del
nia amministratore apostolico di
, ducato di Carniola che dividevasi
Osnabruck, ascendendo i cattolici anticamente in alta, media, inter-
a trecento in Lubecca vi è la casa
: na e bassa, dopo avere apparte-
del missionario con cappella, ed in nuto per lungo tempo agli slavi,
Eutin un oratorio. 11 governo non passò in potere dei duchi di Ba-
si oppone alle abiure, né vi è leg- viera, ed ebbe poscia dei signo-
ge che vieti l'educazione della prole ri particolari dopo la morte del-
:

dei matrimoni misti nella religione l'ultimo di questi, gli stati del paese
cattolica. si diedero spontaneamente a Fe-
LUBIANA (Labacen). Città con derico il Bellicoso duca d'Austria,
residenza vescovile della Carniola verso la metà del secolo XIII.
in oggi capitale del regno illirico, Nel 1 782 fu onorata dalla presen-
capoluogo di governo e di circolo, za del Pontefice Pio VI, che recossi
lungi venti leghe da Trieste e ven- a Vienna dall'imperatore Giuseppe
totto da Gratz, sulla Lubiana che II per affari di religione. A' 16
l'attraversa in tutta la sua lunghez- marzo partendo il Papa da Adels-
za. Assai bene fabbricata in pia- berg arrivò verso le ore ni a Lu-
nura, ha otto sobborghi, ed un ca- biana, mentre nevigava. Smontò al
stello fortificato, situato sopra una palazzo dell'ordine teutonico, e fu
vicina collina, forma tutta la sua ricevuto da monsignor Scrottenbach
difesa. Vi si osserva il palazzo della vescovo di Lavant, da monsignor
città, di gotico stile, l'edifìzio degli Herbestein vescovo di Lubiana, e
stati ed il teatro. Oltre la sua bella da molta nobiltà. Nell'appartamen-
cattedrale ha dieci altre chiese, fra to decorosamente preparato per or-
le quali la più osservabile è quella dine dell' imperatore, ricevette Pio
delle orsoline. Vi sono due ospe- VI benignamente l'arciduchessa Ma-
dali, un liceo avente i privilegi di rianna d'Austria sorella dell'impe-
università, una pri-
un ginnasio, ratore, che ad appagare la sua
maria scuola normale, una società particolare venerazione pel capo
agraria, una scuola militare, un os- della Chiesa, vi si portò con tutte
servatorio , una pubblica bibliote- le sue dame dall' abbaziale residen-
ca ed un arsenale. L'antico castel- za di Klagenfurt, e poscia più voi-
io LUB LUD
te tornò a visitare il santo Padre. l'eretto vescovato Lubiana, nedi
TSel giorno seguente, domenica , il stabilì la pure li-
diocesi, e questa
Pontefice ascollò la messa nella berandola da qualunque soggezione
chiesa dell' ordine teutonico con- del patriarca d'Aquilcia e dell'ar-
tigua al palazzo, e nelle ore pome- civescovo di Salisburgo, la rese im-
ridiane proseguì il viaggio per Cil- mediatamente soggetta alla santa
la, ove pervenne alle ore 2 3, dopo Sede, esenzione che nel 1468 con-
passato il fiume Lintz. Quindi Lu- fermò il Papa Paolo II, ad istan-
biana fu per la prima volta presa za dell' imperatore Federico III. In
dai francesi nel 1797. Dipoi nel questo stato restò la diocesi e sede
1821 vi si tenne un celebre con- vescovile di Lubiana sino al 1787.
gresso, coli' intervento degli alleati Quindi Lubiana fu innalzata al gra-
Francesco I imperatore d' Austria, do di metropolitana da Pio VI.
Alessandro I imperatore delle Rus- Dappoiché colla bolla In universa
sie, della diplomazia europea, e vi gregis Dominicele curae> octavo idus
si recò in appresso Ferdinando I martii 1788, presso il Bull. Rom.
re delle due Sicilie, per deliberare Continuano t. Vili, p. 124, sop-
sullecommozioni politiche delle due presse l'arcivescovato di Gorizia,
penisole, ispanica ed italica , onde dismembrò molte delle sue parroc-
ristabilire, di concerto ai mezzi per chie, e l'unì al vescovato di Lu-
reprimere i torbidi e le ribellioni biana, restando Gradisca soltanto
di Napoli, Piemonte e Spagna, l'au- cattedrale. Colla stessa bolla Pio
torità reale che vi era decaduta. VI elevò Lubiana a metropolitana,
A' 21 dicembre 1845 la popola- assegnandogli per suffraganei i ve-
zione di Lubiana fu posta in gra- scovati di Segna e Moclrusca uniti,
ve costernazione, pel violento ter- e Gradisca e Gorizia, la quale isti-

remoto, di cui la memoria uma- tuita dal medesimo Papa era stata
na non sa rammentarsi il simile. fatta concattedrale di Gorizia, e ciò
Questa scossa si fece repentinamen- colla Super specula militali'
bolla
te sentire senza particolari precur- tis tertio decimo kal.
Ecclesiae )

sori, e durante più minuti secondi septembris 1788. Vi sottopose e-


ondeggiò il suolo, tremarono le mu- ziandio per suflTraganea la sede ve-
ra degli edifici, per cui gli abitanti scovile di Trieste, mediante la bolla

nella maggior parte corsero a pre- Ad supremum milìlantit Ecclesiae


cipizio fuori delle loro case, cercan- regimtn, data pridie idus septembris
do di salvarsi all'aperto, tutti, com- 1797. Nel quale anno lo stesso Pio
presi da terrore e da spavento. V colla bolla Ree li prudenti sque con-
1

La sede vescovile fu eretta dal silii ratio postulai, de' 12 settem-


Pontefice Pio II nel 1462, con let- bre, Bull, citato t. IX, p. 5i, tras-
tera apostolica data octavo idus latò la sede vescovile di Gradisca
septembris in Pienza sua patria, di- col capitolo della cattedrale de' ss.

chiarando cattedrale la chiesa di s. Pietro e Paolo, nella città di Go-


Nicola, e dismembrandola dalla giu- rizia e nella chiesa de' ss. Ilario e
risdizione del patriarcato di Aqui- Taziano, per cui poi questo vesco-
leia. Con altra lettera emanata nel- vato prese il nome Goritiensem
lo slesso luogo ed anno, quarto idus scu Gradiscanum. Pio VII nel 1807
septembris, nuovamente confermò colla bolla Quaedam tenebrosa ca-
,

LUB LUB ti

Ugo, quarto decimo kalendas septctn- nel i63o Rinaldo Scherlichio un-
bris, soppressa la dignità arcivesco- garo, traslato da Trieste, che rifor-
vile e metropolitana di Lubiana mò i costumi, ed eresse il conven-
la ripristinò suo stato antico
nel to ai minori osservanti. Nel 16^1
di sede vescovile ed immediatamen- Urbano Vili fece vescovo Ottone
te soggetta alla Sede apostolica. Fi- Federico conte Pacheim suo cubi-
nalmente Pio Vili, per aver eretto culario , canonico di Salisburgo,
di nuovo Gorizia in arcivescovato, Magdeburgo e Passavia, ornato del-
colla bolla In su per eminenti apo- le più belle virtù. Nel 1664 gli
slollcae dignitatis specula, sexto kal. successe fr. Giuseppe Rabatta di
augusti i83o, a richiesta dell'im- Gorizia cavaliere gerosolimitano. In-
peratore d'Austria Francesco I, tra di divennero vescovi: nel i683 Si-
le altre gli assegnò per suffraganea gismondo Cristoforo conte d'Her-
Lubiana, alla quale però accrebbe bestein, che nel 1701 si ritirò, per
sedici parrocchie tolte dalla diocesi cui gli fu sostituito Ferdinando con-
di Gorizia stessa, e ventuna sepa- te di Riemburg canonico
di Pas-
rate da quella di Trieste. Dicem- savia; Francesco Carlo
nel 171 1

mo che Lubiana in latino si chia- de' contr 4i Kaunitz di Vienna, u-


ma anco Aemona perchè vuoisi
,
ditore di rota, canonico di Salisbur-
edificata sopra le rovine d'una città go e Passavia; e nel 17 18 Gu-
di tal nome, che fu sede vescovile glielmo de Leslie scozzese, già coa-
fin dai primi secoli della Chiesa ; diutore di Trieste col titolo vesco-
sembra diversa da Aemonia o Città vile in partibus Al dentano, non che
Nova. vescovo di Vaccia. Questa è la se-

Il primo vescovo di Lubiana fu rie de' vescovi riportata dall'Ughelli


Sigismondo conte di Lamoerg no- iiell' Italia sacra, tom. V, p. 1072
minato nel 1 4-^3 ; gli successero e seg. I vescovi registrati nelle an-
nel 1488 Cristoforo Ranbert nobi- nuali Notizie di Roma sono i se-
le carniolo, consigliere dell'impera- guenti : 174^ Ernesto Amadeo dei
tore; avendo appena dieciotto anni conti degli Attimi, traslato dalla
fu ordinato nel i494> quindi fu chiesa Traconen. 1759 Leopoldo
fatto amministratore di Secovia nel de Petazzi di Vienna, traslato da
1^09, e morì in Vienna nel 536. 1 Trieste, a cui nel 1769 fu dato in
Paolo III dichiarò allora vescovo coadiutore con futura successione
di Lubiana Francesco de' baroni Carlo Herbestein di Gretz diocesi
Cazianez canonico di Passavia, mor- di Salisburgo, fatto per ciò vesco-
to nel 1 544- Lo furono successi- vo Mindo in partibus, divenuto
di
vamente Urbano Textor confessore nel 1772 effettivo. Dopo un tratto
di Ferdinando I; nel i56o Pietro di sede vacante, come abbiamo
Spacher; nel. 1 568 Corrado Ada- detto, Pio VI eresse Lubiana in
mo Glushitz; nel i5y8 Baldassare arcivescovato, e dichiarò a' 7 apri-
Radlizio, che per la mirabile sua le 1788 primo arcivescovo Michele
eloquenza fu chiamato il Cicerone libero barone de Brigido di Trie-
carniolano; nel i58o Giovanni Zam- ste, lo fu sinché Pio VII nel
e
chei arcidiacono di Gorizia ; nel concistoro de' 23 marzo 1807 lo
1597 Tommaso Krein o Cromi trasferì alla sede vescovile di Sce-
consigliere intimo dell' imperatore ; pusio in Ungheria. Nella sede va-
il LUB LUB
cante lo stesso Papa soppresse l'ar- studio delle sacre lettere, e si fece
civescovato di Lubiana , come si religioso nel proprio paese. Dopo
è detto. Ritornata però Lubiana ott'anni passò a Lione, nell' isola
ad essere sede vescovile, Pio VII di Barba, sotto la condotta di s.
a* 24 agosto 1807 vi traslatò da Lupo, ed in appresso nel Percese,
Zela in parlibus Antonio Kaut- sotto quella di s. Avi, dopo la mor-
schitz d'Idria diocesi di Lubiana, te del quale ritirossi nel deserto
e dipoi a' 22 luglio 18 16 fece ve- di Charbonnieres, ove passò quasi
scovo Agostino Gruber di Vienna; cinque anni , lontano affatto da o-
quindi Leone XII nel concistoro gni commercio col mondo. Ma E-
de' 12 luglio 1824 gli diede in terio vescovo di Chartres, conoscen-
successore l'attuale vescovo monsi- do la sua santità, lo ordinò prete,
gnor Antonio Luigi Wolf d' Idria e lo fece abbate del monastero di
diocesi di Lubiana , già canonico Brou nel Percese; indi lo diede
della cattedrale. per compagno di viaggio a s. Al-
La cattedrale, ediflzio di magni- bino vescovo d'Angers che andava
fica struttura , è dedicata a Dio a visitare* s. Cesario d'Arles. Suc-
sotto l'invocazione di s. Nicola ve- cedette poscia ad Eterio sulla sede
scovo, con fonte battesimale e cu- di Chartres nel 544; nel qual mi-
ra d'anime, la quale viene ammi- nistero adempì fedelmente a tutti
nistrata da un canonico e da quat- gli uffizi di buon pastore. Interven-

tro cooperatori. Il capitolo si com- ne al quinto concilio d' Orleans e


pone di due dignità , essendo la al secondo di Parigi, e mori nel
prima il proposto, di dieci cano- 577. Il suo capo è custodito nella
nici senza le prebende del teologo cattedrale di Chartres ; il resto del
e del penitenziere, e di altri preti suo corpo fu bruciato dai calvini-
e chierici addetti all'uffiziatura. Pres- sti nel i568. S. Lubino è nomi-
so la cattedrale è situato l'episco- nato nel martirologio romano ai
pio, ch'è ampio e magnifico. Oltre i5 di settembre; ma la sua festa
la cattedrale nella città vi sono al- si celebra due volte all'anno nella
tre quattro chiese parrocchiali, tut- diocesi di Chartres, cioè ai 14 di
te munite del battistero, un con- marzo e a' r 5 di settembre.
vento di religiosi un monastero , LUBLINO (Lublinen). Città con
di monache, seminario ed ospeda- residenza vescovile di Polonia, ca-
le evvi pure il monte di pietà ed
: poluogo di woiwodia e di obwo-
alcune confraternite. La diocesi è dia del palatinato del suo nome,
amplissima, poiché contiene nove lungi 34 leghe da Varsavia, e iZ
città, diversi castelli e luoghi. Ogni da Siedlec, sulla riva sinistra della
nuovo vescovo è tassato nei libri Bistrzyca . È sede della seconda
dellacamera apostolica in fiorini corte di appello del regno, e delle
cinquecento, corrispondenti alle ren- magistrature. Sta in parte sopra
dite della mensa, le quali ascendo- un'altura, e parte sulla sponda del-
no a circa diecimila fiorini, senza la riviera, ciò che la fa dividere in
alcun gravame di pensione eccle- alta e bassa città prima parte fu; la
siastica. un tempo fortificata, essa non ha più
LUBINO (§.), vescovo di Char- che un castello situato sopra una
tres. Nativo di Poitiers, applicò allo roccia, presso cui evvi un sobbor-
,

LUB LUG i3
go. Le sono nella maggior
case Battista e Giovanni Evangelista,
parte in legno e le strade irrego- ma siccome l'edifizio trovasi in cat-
lari. Si osserva una gran piazza tivo stato, almeno all'epoca del
ove è situato il palazzo della città 1825, si officia nella chiesa Cras-
di bella architettura ; il palazzo So- noctaviae. Il capitolo si compone
bieski, la cattedrale e le chiese de- di quattro dignità, la prima delle
gli domenicani e dei
ex-gesuiti, dei quali è il preposto, di otto cano-
carmelitani meritano di essere ci- nici, di sei vicari, del penitenziere
tate. Vi sono in tutto dieciotto chie- e del teologo. L'episcopio per abi-
se, molti conventi due sessi
dei tazione del vescovo è un sufficiente
una vasta sinagoga, un seminario edifizio. una sola
Nella città avvi
vescovile, un'accademia, un ginna- chiesa parrocchiale munita del sa-
sio di piaristi, alcuni ospedali civili cro fonte, ch'è pure collegiata ; il
e militari, un orfanotrofio, varie seminario con alunni, cinque con-
società di agricoltura e di benefi- venti di religiosi, quattro monaste-
cenza, un teatro e fabbriche di ri di monache, tre ospedali, ed una
grossi panni. Il suo commercio è confraternita. La diocesi si estende
assai importante. Vi si tengono for- in venti leghe di lunghezza, e con-
se annue fiere che durano cia-
tre tiene quarantaquattro parrocchie.
scuna un mese, e dove concorrono Ogni vescovo è tassalo ne' libri del-
i negozianti di diverse nazioni. Ev- la camera apostolica in fiorini 3y3,
vi un gran numero di ebrei che corrispondenti alla rendita di 6666
abitano principalmente nella città scudi di moneta romana.
bassa; è rimarchevole l'indicato LUCA (s.), evangelista. Origina-
edifizio della sinagoga israelitica. rio di Antiochia, metropoli della
Fu presa dagli svedesi nel 1406. I Siria, ivi fece eccellenti studi nella
suoi dintorni sono coperti di laghi sua giovinezza , e dicesi ch'egli
e paludi. abbia perfezionato altresì le sue
La sede vescovile fu eretta dal cognizioni con diversi viaggi nella
Papa Pio VII, e dichiarata suffra- Grecia e nell' Egitto. Professò la
ganea della metropoli di Varsavia, medicina, ma non si conosce qual
ad istanza dell'imperatore France- fosse la sua condizione, poiché la
sco II che lo supplicò con lettera medicina era sovente esercitata anco
de' 12 dicembre i8o3. Per primo da schiavi che si facevano allevare
vescovo nel concistoro de' 23 set- in questa scienza. Grozio opina che
tembre i8o5 vi nominò Adalberto s. Luca fosse attaccato a qualche no-

Skarzewski di Janow diocesi di bile famiglia in uffizio di medico,


Leopoli, traslatandolo da Chelma. e che dopo la sua liberazione con-
A Leone XII nel concistoro
questi tinuasse sempre la sua primiera
de' io dicembre 1825 diede in professione. Non si sa del pari pre-
successore l'attuale vescovo monsi- cisamente se egli fosse ebreo o pa-
gnor Marcellino Dziecielski della gano di nascita. Alcuni pretendo-
diocesi di Uladislavia, trasferendo- no ch'egli sia stato convertito al cri-
lo da Arath in partibus , essendo stianesimo da s. Paolo ad Antio-
allora ausiliare del vescovo di U- chia, locchè altri negano. S. Epi-
ladislavia. La cattedrale è dedicata fanio lo fa discepolo del Salvatore;
a Dio, in onore de' ss. Giovanni ma Tertulliano accerta espressa-
i4 LUC LUC
mente che non fu del numero di le reliquie di s. Luca da Patras-
cjuelli che si unirono al Salvatore so a Costantinopoli, dove furono
mentre era ancor sulla terra; ed deposte nella chiesa degli Apostoli,
in fatti s. Luca nella prefazione ed allora donne distribu-
si fecero ,

dcl suo vangelo dice aver scritto rioni medesime. 11 Baronio,


delle
giusta i testimoni oculari delle a- ad an. 586, dice che il capo di
zioni di Gesù
non dice di Cristo, s. Luca fu portato a Roma da s.
esserne slato testimonio egli stesso. Gregorio, e deposto nella chiesa
Fu compagno nei viaggi e nei del monastero di s. Andrea. La
travagli di s. Paolo, che lo chia- sua festa si 18 di otto-
celebra ai
ma più volte come il suo coope- bre. S. Luca insiste parlieolarmen-
ratore. S'imbarcò seeolui per pas- te nel suo vangelo sopra ciò che
saie dalla Troade nella Macedonia spetta al sacerdozio di Gesù Cristo;
l'anno 5i di Cristo; soggiornò al- ed è appunto per questo che gli an-
quanto con esso a Filippi, e scorsero tieni applicando ai quattro evange-
insieme le città della Grecia. Se- listi le rappresentazioni simboliche
condo Girolamo e s. Gregorio
s. menzionate in Ezechiele, assegnano
IVazianzeno, s. Luca scrisse il suo ad esso il bue, come emblema dei
vangelo nel tempo che s. Paolo sagrifizi. Egli lo scrisse iu greco,
predicava nell'Acaia, ove andò due del pari che gli Atti degli apostoli,
volte coll'apostolo, cioè neh' anno ed il suo stile è più purgato di
53 e nel 58. Verso il 56 fu da esso quello degli altri evangelisti. Cre-
ìnviato a Corinto con s. Tito, indi desi comunemente che s. Luca ol-
segui s. Paolo a Roma, allorché vi tre la medicina coltivasse anche la
fu mandalo prigione da Gerusalem- pittura. Teodoro Let-
Leggesi in
me nell'anno 61, e non lo lasciò mai tore, il quale viveva nel 5 18, che
durante due anni che rimase cai-
i si mandò da Gerusalemme all'ini-

ccrato. In questo tempo egli scris- pelatrice Pulchena uu ritratto dei-


se gli Alti degli apostoli, che sono la Beata Vergine dipinto da s.
come il seguito del suo vangelo. Luca, e che questa principessa lo
S. Paolo, nella sua ultima prigio- mise in una chiesa ch'ella avea
nia, scriveva da Roma, che tutti fatto edificare a Costantinopoli. Si
gli altri loavevano abbandonalo, è trovata a Roma, in un sotterra-
e che s. Luca era solo con lui. neo presso alla chiesa di s. Ma-
Dopo il martirio dell' apostolo ,
ria in via Lata, un'antica iscrizione
dice s. Epifanio che s. Luca pie- iti cui dicesi d' uu ritratto della
dico nell'Italia, nella Gallia, nella R. V'ergine, che è uno dei sette
Dalmazia e nella Macedonia. Se- dipinti da s. Luca. Vi sono anco-
condo Fortunato e Metafraste, il ra tre o quattro altri ritratti si-

santo evangelista passò in Egitto mili, di cui il principale è stato


e predicò nella Tebaide. Alcuni collocato da Papa Paolo V nella

pretendono ch'egli abbia sparso il cappella Borghese nella chiesa di


sangue per la fede, ed altri dicono s* Maria Maggiore. V. Immagine,
che mori tranquillamente a Pa- Chiesa di s. Maria Maggiore, e
trasso nell'Acaia, in età di ottanta Pittura. Della celebre pontificia

od ottanquattro anni. Nel 357 *'


im " accademia di s. Luca di Roma, ne
peratore Costanzo fece trasportare parlammo all' articolo Accademie,
LUG LUC i5
e meglio all'articolo Cavalieri, or- dell' A pennino, fra le quali scendo-
dine de presidenti della pontificia no il Serchio, la Lima e le Pescie;
accademia di s. Luca. mentre di là dalle foci che si av-
LUCA, Cardinale. Luca origi- vallano a levante e a libeccio di
nario delle Galiie, educato nel mo- Lucca, giacciono i due laghi più
nastero di Chiaravalle, da Inno- vasti della Toscana chiama-
attuale,
cenzo II nel ii3o o nel 1 1 33 fu ti Bientina e Massaciuccoli ; il pri-
creato cardinale dell' ordiue dei mo è in qualche parte promiscuo
preti, col titolo de'ss. Giovanni e colla Toscana, di circa miglia die-
Paolo, mentre il Papa era in Frati- ciotto di circuito, l'altro è piccolo,
eia, per cui lo seguì nel suo ritorno come quello di Castel Gandolfo
in Italia. Di lui fa onorata menzio- (Fedi). Incontrasi la città sotto il

ne il suo amico s. Bernardo, in u- grado i8° io' longitudine e 43° 5i


na lettera scritta ai monaci di latitudine, sopra un piano appena
Chiaravalle. 11 cardinale sottoscrisse 32 braccia toscane più elevato del
due bolle, una nel 1 1 34 a favore livello del mare Mediterraneo; i3
del vescovo di Pistoia, V altra nel miglia a settentrione greco da Pisa,
nel 1 1 38 a favore del vescovo di passando per Ripafratta, e sole die-
Foligno. ci miglia per l' antica strada del
LUCANO (s.), martire. Secondo Monte Pisano; 26 miglia per la
un'antichissima tradizione fu mar- stessa direzione lontana da Livor-
tirizzato aLogny nella Beauce, sui no; 24 miglia a levante da sci-

confini del paese Chartrain e del- rocco di Massa di Carrara; 12 a


l' Orleanese; e ciò credesi avve- ponente libeccio di Pescia ; 14 a
nuto nel principio del quinto se- ostro dei bagni di Lucca, e 46
colo. Le sue reliquie furono po- miglia a ponente di Firenze.
scia trasportate nella cattedrale di Tre sono i successivi cerchi delle
Parigi. La sua festa si celebra ai mura di questa città. A quale epoca
3o d'ottobre , ed parigini hanno i risalga il primo s'ignora, poiché seb-
sempre avuto grandissima divozio- bene si attribuisca all'impero di Pro-
ne a s. Lucano. bo, ed altri ne abbia fatto autore
LUCCA (Lucan). Città con re- il re Desiderio, vi sono ragioni di
sidenza arcivescovile, insigne capi- crederlo più antico, essendo Lucca
tale del ducato cui dà ilnome, re- munita di mura tempi
sino dai
sidenza ordinaria del duca sovra- della repubblica romana, anzi si
no, e capoluogo del distretto di rinvennero non poche vestigia di
Lucca o del Serchio, già capitale costruzione all'etnisca. Col secondo
della repubblica lucchese in Italia. cerchio delle mura restarono rin-
Trovasi sulla riva sinistra del fiu- chiusi nella città diversi sobborghi,
me Serchio che le passa circa un varie strade e case che avvicina-
terzo di miglia distante, in mezzo vano il primo giro, massimamente
ad una fertile e irrigalissima pianu- dalla parte di oriente e di greca-
ra, circoscritta dal lato di scirocco le. La popolazione di questi sob-
e libeccio dal monte, da ponente a borghi dopo il secolo XII costitui-
maestro mediante le branche del- va nel regime della repubblica una
l' Alpe Apuana; da settentrione a sezione della città, designata col ti-

greco le fanno spalliera le balze tolo di quartiere dei borghi, e eoa-


16 LUC LUC
seguentemente diversa dall'altra de- Lucca, contornata da colline, da
nominata dalla porta s. Frediano poggi e da monti sparsi di ville
ossia del Borgo. Il secondo cerchio signorili, di paeselli, di chiese, di
di Lucca venne decretato dal go- toni e di borgate. 11 passeggio dei-
Temo nel 1200, e restò terminato le mura non è tampoco interrotto
nel 1260; forse verso il iog5 era- dalle porte della città, poiché Tarn-
si presa qualche misura per met- pia strada vi passa sopra pianeg-
tere in più largo cerchio la città, giante lungo tutto il giro della
11 terzo ed attuale più grandioso città che misura metri 4 f 9 2 >55.
giro delle mura di Lucca fu decre- In questo terzo cerchio di Lucca
tato nel 1 5o4 dalla repubblica, che esistevano tre sole porle, chiamate
vi fece lavorare dalla parie di le- Borgo, s. Donato e s. Pietro, in-
vante e di mezzodì sino al i544» nanzi che dirimpetto a una ma-
Per altro fattisi accorti che quel gnifica , veramente strada regia,
modo di costruire i bastioni circo- fosse aperta la porta Nuova o di
lari e le mura forse con poca s. Croce, già detta Elisa, perchè
scarpa, .non era il più confacente questa principessa la ordinò nel
a ridurre Lucca, come si voleva, 1806. Dalla Nuova esce
porta
una piazza forte, gli anziani affi- 1' ampia strada postale Pesciatina,
darono 1' esecuzione ad altri inge- fiancheggiata da doppio marciapie-
gneri, fra i quali meritossi maggior de per circa un miglio, e difesa
lode Vincenzo Civitali lucchese, da quadrupla linea di alberi. Dal-
Questa grandiosa opera non restò la porta al Borgo, detta anche s.
compita interamente prima del i645, Maria, esce la strada nuova dei
mediante la spesa di scudi 956,000, Bagni e di Barga ; dalla porta
senza contare il valore di centoventi s. Donato escono le strade postali
grossi cannoni di bronzo che guar- di Pisa e di Genova; e dalla
nivano gli undici bastioni dai qua- porta s. Pietro parte la strada
li è difesa la città. Le mura dal- vecchia del monte di s. Giuliano,
la parte che guardano la città sono Le chiese più grandiose e più
fornite di larghi terrapieni , lungo celebri della città sono quelle che
i quali campeggia una spaziosa andiamo a notare. Quantunque sus-
strada carrozzabile. È questa via sistano molti documenti scritti in-
fiancheggiata dal lato della cam- nanzi al 1000, ne' quali si ram-
pagna da un comodo marciapiede, mentano fra le molte chiese alcu-
mentre dalla parte esterna le mu- ne delle più insigni tuttora esi-

ra sono difese da opere avanzate stenti in Lucca, sé debbasi eccet-


con tornate da fossi e da terrapieni, tuare la cattedrale di s. Martino
A questi fa corona da ogni lato e la chiesa di s. Frediano, non
una libera e aperta pianura sino sembra che le altre fossero di quel-
alla distanza di circa j5o braccia, la dimensione e struttura architet-
chiamata la Tagliata, per la ra- tonica che dopo il secolo X hanno
gione che in quello spazio è vie- acquistato. La chiesa di s. Michele
tato piantare alberi di sorte alcu- in foro nel secolo IX era un ora-
na. Da questo punto bella e va- torio, dopo il 1000 vi si riuniro-

riata offresi la prospettiva della no alcuni preti per vivere canoni-


coltivatissima campagna intorno a camente, finché poi vi passarono
6

LUC LUC 17
i monaci benedettini ,
per
opera va. Questa elegante cappella in
de'quali nel 1142 quel tempio si forma di tempietto ottangolare ven-
restaurò, e forse allora fu nella ne rifatta nel 4^4 c °l disegno e1

grandezza e forma attuale riedifi- direzione del Fidia lucchese Mat-


cato. Contiguo a questa chiesa vi teo Civitali, eh' è pure l'autore
sta un seminario, che mentre serve della bellissima statua di s. Seba-
nei di festivi alle funzioni di quel- stiano nella nicchia esterna dietro
la collegiata ,
gli alunni vi sono l'altare del Volto santo. Nel i836
istruiti nella religione e negli slu- i lucchesi effettuarono l'offerta alla
di sino almeno alla filosofia. Di santa immagine di una lampada
questa gode il giuspatronato atti- votiva d'oro del peso di ventiquat-
vo il sovrano di Lucca, che fra tro libbre, appesa ad un sostegno
gli altri diritti ha quello di nomi- di argento di libbre venticinque,
nare il superiore che dicesi deca- colla spesa di lire lucchesi 44> 00 °j
no, il quale approvato dal Papa pari a scudi romani 611 3, acciò
usa il distintivo degli abiti pao- ardesse avanti il santo simulacro
nazzi come protonotario apostolico per indelebile gratitudine di essere
extra urbem, gode il privilegio dei stati preservati dal morbo cholera,
pontificali, ed è immediatamente essendo stati stabiliti anco i fondi
dipendente dalla santa Sede, aven- per 1' olio di essa. I lucchesi ave-
do giurisdizione quasi episcopale sul vano solennemente coronato il Vol-
suo clero, con particolar tribunale. to santo nel i655. Nel i834 coi
Della chiesa di s. Maria Forispor- tipi lucchesi di Rocchi, Giovanni
tam si hanno notizie dal 768, ma Battista Conti dedicò alla regnante
il vescovo Jacopo nel principiar Maria Teresa principessa di Savo-
del secolo IX la ricostruì di ma- ia, duchessa di Lucca, una nuova
teriale. Chiamasi Forisportam, per- edizione arricchita di molti auten-
chè prima del i522 era situata ticidocumenti, del libro intitolato:
fuori dell'antica porta di s. Gerva- Della origine, invenzione e trasla-
sio. L'edifizio è di stile longobar- zione del prezioso simulacro di
do, fabbricato quadran- Gesù Crocefisso detto comunemen-
di pietre
golari scavate monti luc- te Folto santo, che si venera nel-
ne'vicini
chesi. La cattedrale di s. Martino, la metropolitana di Lucca. In
è una delle più antiche d' Italia, questo libro si parla ancora di
comechè il bei tempio attuale sia altri autori che fecero la storia
in dimensioni assai
stato riedificato ed illustrarono il Volto santo.
più grandiose dal vescovo Anselmo La facciata esteriore del duomo
di Badagio, mentre egli sedeva con- fu eseguita nel 1204 dall'architet-
temporaneamente nella cattedra di to Guidetto, che eresse pure quella
s. Pietro col nome di Alessandro di s. Michele. Gli ornamenti del-
II 3 e fu lo stesso Pontefice che a' l'atrio sopra la porta minore, a
ottobre dell' anno 1070 solenne- sinistraentrando nel duomo di s.
mente la consacrò. In quella oc- Martino, sono del celebre Nicolò
casione fu collocato il simulacro Pisano. Questo grandioso tempio,
della veneranda effigie di Gesù della prima maniera così delta
Crocefisso detta il Folto santo nella gotica, è a tre navate divise da
cappella in cui attualmente si tro- nove grandi archi per parte; nella
voi. xi.
i8 LUC LUC
navata maggiore un e praticalo agli oggetti di pittura , trovasi
secondo ordiue di archi in nume- nella cappella detta del santuario,
ro doppio di quelli del primo or- nella croce della chiesa dal lato
dine, figurati da altrettanti fine- di settentrione, una tavola di fra
stroni in due gallerie che percor- Bartolomeo della Porta rappresen-
rono tutta la chiesa sino alla tri- tante la B. Vergine; agli altari delle
buna. L'edifizio al di fuori è tut- navate la Visitazione di Ligozzi, la
to incrostato di marmo del vicino Presentazione di Allori, la Cena
Monte Pisano, e nell'insieme pre- del Signore del Tintoretto, la Cro-
senta all'occhio un'armonia e rego- cefissione e la Natività del Passi-
larità che per il tempo in cui fu gnano , l' Adorazione de' magi di
fatto può dirsi portentosa. Questa Federico Zuccari, e una bella Ri-
cattedrale abbonda di belle opere surrezione del valente Michele Ri-
di scoltura, di pittura e di orefi- dolfo* lucchese. In quanto alla fab-
ceria. All'altare del Volto santo e- brica dellacontigua canonica, fu
sistono preziosi lavori di cesello in nel 1048 fondata dal vescovo Gio-
argento dorato ; così in sagrestia, vanni li che prescrisse al clero
dove si custodisce una croce di della sua cattedrale la vita comu-
argento dorato del peso di trenta ne secondo le regole canoniche,
libbre, detta la croce dei pisani, la- per cui concedè al capitolo di s.
voro del secolo XIV, assai delica- Martino un pezzo di terreno con
to e ricco di figure. Neil' alta- casa contigua alla cattedrale e al-
re della stessa sagrestia avvi una l' episcopio, al quale dono fu da
bella tavola del Ghirlandaio ed
, Alessandro II nel io63 aggiunto
in una stanza contigua si vedeva un altro pezzo di terreno.
il sarcofago d'Ilaria del Carretto La chiesa di s. Frediano è do-
moglie di Paolo Guinigi, per es- po la cattedrale una delle più an-
sere un pregiato lavoro di Jacopo tiche e più vaste chiese di
Lucca,
della Quercia. Oggi però questo giacché la sua prima riedificazione
monumento è in chiesa nella cro- rimonta all' anno 685, sebbene vi
ciera a lato di settentrione, a mano siada dubitare che non fosse tale
sinistra di chi entra per la porta come ora si vede. Ciò non ostan-
laterale di tal parte. Dentro alia te essa è stata segnalata per un'
chiesa poi si ammira sopra tutte opera dei tempi longobardici e
le opere di scalpello il monumento quasi la sola chiesa che sia ri-

sepolcrale di Pietro da Noceto, e masta in Italia di quell' epoca, la


vicino a questo il ritratto di Do- meno alterata nell'interno, qualora
menico Bertini mecenate dell'arte- si eccettuino le cappelle in fondo
fice lodato Civitali, cui si debbono alla chiesa e il presbiterio rialzato.
eziandio i bassorilievi del pulpito, Già qualche
da tempo esisteva
i due angelelti di marmo al taber- la chiesa de*
ss. Lorenzo, Vincenzo
nacolo del Sagramento , e le tre e Stefano martiri, nella quale sul
statue coi bassorilievi nell' altare declinar del VI secolo fu sepolto
di s. Regolo, mentre le figure il corpo del vescovo s. Frediano,
scolpite dalla vangelo
parte del quando la stessa chiesa fu, come
sull'altare della Libertà sono lavo- alcuni hanno supposto, riedificata da
rate da Giovan Bologna. Rapporto Faulone, creduto maggiordomo del
LUC LUC 19
re Cuniberto, e da esso lui dotata riuscì di ottenere dal vescovo di
e assegnata a Babbi do abbate ed ai Lucca la chiesa di s. Salvatore
tuoi monaci, lo che indica esservi in Mustiolo, colle chiese ed eremi
stato (in d'allora un monastero di di Antonio e di s. Giuliano, e
s.

claustrali. In fatti nell'anno stesso poscia il convento di s. Pantaleo-


Felice vescovo di Lucca die facoltà ne nel Monte Pisano ; dal vescovo
a quei monaci di vivere conven- di Luni la pieve di Carrara, da
tualmente e di amministrare la loro quello di Siena la chiesa di s.
chiesa, promettendo ai medesimi di Martino, e dal Pontefice Adriano
conservar loro beni donati da i IV il monastero di s. Maria di
Faulone e di lasciar loro la nomina Bagno in Romagna. Cresciuti i

dell'abbate. Le carte pubblicate nel claustrali in tanta prosperità e lu-


voi. IV delle Memorie lucchesi, e stro , bellamente restaurarono la
citate nel voi. XII degli Atti della chiesa di s. Salvatore in Mustiolo, e
reale accademia lucchese per oc- probabilmente rifecero pure la chie-
casione della questione sulla basi- sa di s. Frediano, il cui altare
lica, non dicono che Faulone rie- consecrò Eugenio III in presenza
dificasse la chiesa, ma dicono solo di Gregorio vescovo di Lucca.
che dotasse il monastero. Questa Questo tempio è a tre navate. La
famiglia religiosa alla metà del nave di mezzo ha dodici archi
secolo Vili era in molto credito; per parte a intiero sesto, sostenuti
ma verso la metà del IX il vesco- da colonne di marmi diversi, con
vo Giovanni die la chiesa in be- capitelli e basi di antico stile. Vi
nefizio al fratello Jacopo, che poi si vede tuttora una gran vasca
fatto vescovo lo rinunziò ad un marmorea che serviva pel batti-
prete. .Nel 1042 il vescovo Giovan- sterio d'immersione, nel quale so-
ni 1 1 dichiarò la chiesa parrocchia- no scolpite varie storie del Testa-
le e battesimale per cui divenne
,
mento vecchio: il moderno batti-
pieve. Il Papa
Pasquale II nel sterio è di Nicolò Civitali nipote
iiq5 ad istanza di Rotone pro- di Matteo. Da ultimo fu dall'ami-
posto e pievano di s. Frediano, cizia eretto un sarcofago al lettera-
istituì in mezzo a quella famiglia to Lazzaro Papi, scoltura esprimen-
di preti, una nuova congregazione tissima del fiorentino Luigi Pam-
regolare di canonici denominati poi paloni. Meritano menzione le chie-
Lateranensi di s. Frediano, e vuoisi se di s. Alessandro, di s. Pietro
che allora il priore della nuova Somaldi, di s. Giovanni, di s. Pier
canonica abbia riedificata e resa più. Cigoli o del Carmine, di s. Maria
ampia la chiesa. Dopo la morte in Corte Landini, di s. Cristoforo,
di Pasquale lì, che grandemente ec. Sono pure antiche quelle di
proleggeva questi canonici, e del s. Agostino, di s. Francesco, di s.

priore Rotone, la congregazione a- Paolino , e di s. Romano rifatta


gostiniana di s. Frediano restò per nel secolo XVII. La chiesa di s.
poco tempo soppressa, finché Ca- Alessandro è una basilica longo-
listo II la ripristinò. D' allora in barda dello stile il più puro, di
poi crebbe in fama quell'ordine di giuspatronato del ed il
sovrano,
canonici regolari, e ne' pontificati regnante duca, per l'amore che
d' Innocenzo II ed Eugenio HI gli porta alle belle arti, mediante 1' o-
ao LUC LUC
pera e lo studio dell' egregio di- di questa davanti alla piazza e
pintore lucchese professore Michele quella laterale volta a settentrione,
Ridolfi,ha restaurato l'abside fa- che restò terminata verso il 1729
cendovi dipingere ad encausto la dall'architetto lucchese Francesco
Madre di Dio col suo di fio par- Pini. Quantunque il palazzo nello
goletto che eccitato dai ss. Alessan- stato attuale, fornito di due gran-
dro e Lodovico benedice riguar- i di alrii, comparisca grandioso, e
danti ; opera riputata finora senza sia divenuto uno de' più comodi e
esempio e di studiata composizione, dei più confacenti ad una reggia,
lodata da ogni intendente della pure esso è un buon terzo mino-
meravigliosa arte del dipingere. Il re di quello in origine ideato
tipografo Luigi Guidotii nel 1
844 dall'Ammannato. Il magnifico peli-
ci diede: Scritti vari riguardanti stilio di colonne doriche della pie-
le belle arti, del dipintore Michele tra di Guamo, dà accesso ad una
Ridolfi, ec. La chiesa poi di s. grandiosa scala con gradini di mar-
Maria Corte Landini, non cede
di mo bianco: tale opera fu eseguila
affatto di s. Michele in
a quella per ordine della duchessa Maria
Foro, anzi è da tutti riputala più Luisa Borbone, dall'architetto
di
stimabile pei capolavori d' arte lucchese Lorenzo Nottolini. La Io-
che vi sono. È così denominata dalla data sovrana fece collocare nella
nobile famiglia Orlandi, che sin piazza ove trovasi il palazzo, la sta-
dal1228 abitava vicino ad essa, tua del suo avo re Carlo III. Si
Un tempo fu collegiata, quindi legge però nella Guida di Lucca
rettoria o parrocchia sino all'anno del eh. marchese Mazzarosa, del
i583, epoca in cui fu data alla 1 843 : » ma ora dopo diecinove
congregazione, tanto benemerita del- anni che si stava attendendo, è
la patria ed illustre per gli uomi- giunto gruppo destinalo per qui,
il

ni dotti che vi deChicri-


fiorirono, rappresentante la stessa Maria Lui-
ci regolari della di Dio. Madre sa, che il comune commise il 1823
In questa chiesa si espone alla al famigerato scultore Lorenzo Bar-
venerazione de' fedeli nel dì 16 a- tolini, in memoria del benefizio
gosto d'ogni anno il sangue di s. inestimabile dell'acquidotto ". Quin-
Pantaleone racchiuso in un'ampolla, di la statua di Carlo III venne
che già veneravasi nella cattedrale trasportata nella passeggiata sulle

di Benevento, e stando per oidi- mura di Lucca. L' antico palazzo


nario congelato, nella ricorrenza pubblico è quello di s. Michele
della festa del santo ammirasi li- in piazza, da dove sino dal secolo
quefatto. XVIII si traslocò nel ducale pa-
li palazzo ducale o reggia du- lazzo la signoria di Lucca. Il pa-
cale del sovrano , era 1' antica re- lazzo de'lribunali fu già residenza
sidenza del gonfaloniere e de' si- del secondo magistrato della re-
gnori della repubblica lucchese, pubblica lucchese ,
detto palazzo
Ebbe principio questo palazzo nel pretorio, cioè del podestà ; fu in-

1578 col disegno e direzione del cominciato nel secolo e com- XV


celebre Bartolomeo Ammannato, pilo ne' primi del XVI. In gran
cui appartiene il portico interno e parte sì regge sopra una loggia che
l'esterna facciata, tranne la parte ha dirimpetto alla piazza tre ar-
1

LUC LUC 21
cote a sesto intero. In quanto corso nei dominii della romana Chie-
all' edifizio della zecca antica non sa. Pare in vece certissimo che Lu-
ne reità più indizio alcuno, essen- cio III abbia ottenuto da Federico I,
do scorsi molti secoli dacché fu che intutta la Toscana non vo-
distrutto quello che servì per si- lesse in corso altra moneta che la
mile uso al tempo de' longobardi. lucchese, e fosse pure ricevuta ne-
La zecca lucchese fu la più accre- gli stati pontifìcii. Questo Lucio IH

ditata della bassa Italia. Nei secoli arricchì la chiesa metropolitana ,


intorno al mille esisteva presso ov'era stato canonico, di molti cor-
la chiesa di s. Giusto ; più tardi pi santi. Denari lucchesi col Volto
la zecca fu eretta dove ora si tro- santo e sua epigrafe, se ne trova-
va, cioè nella via del Fosso, fra no antichissimi, pel frequente uso
la porta s. Pietro e quella di s. ch'ebbero i lucchesi di batterli in
Donato. Delle sue monete antiche onore del simulacro rappresentante
ne tratta il Vettori nel suo Fio- la vera effigie del Salvatore, che
rino d' oro p. 201 e 202 : dice dicesi fatta da s. Nicodemo, e mi-
che Castruccio Castracane per fare racolosamente pervenuta a Lucca.
ingiuria ai fiorentini, fece battere Molte monete portarono 1" epigra-
una nuova moneta coli' impronta fe Libertas, e all' intorno Otto
dell'imperatore Otto, la quale fece Rex il III o il IV imperatore, for-
chiamare caslruccini. Il Muratori, se per riconoscenza di aver ai luc-
Dissert. sopra le antichità Italia rw} chesi confermato il gius di battere
disseti. XXVII, della zecca e pri- moneta. Altre portarono le parole:
vilegio di battere
moneta, osserva Otto Imperator; Luca Imperialis;
che siccome provò nella parte I Sanctus Paulinus vescovo e pro-
delle Antich. estensi cap. XVII, la tettore di Lucca.
città di Lucca fu ne* vecchi secoli Tra le fabbriche destinate al-
cnpo della Toscana, però ivi e l' uso pubblico, deve rammentarsi
sotto i re longobardi, ed impera- la torre che appellasi delle ore>
tori franchi e tedeschi esisteva il perchè sopra di essa è collocato
privilegio della zecca, e la pecunia uno dei più antichi orologi a peso,
lucchese non era in minor credito fatto nel 1 39 1 dal lucchese La-
per 1' Italia che la pavese. Indi bruccio Cerlotti: la torre fu perciò
parla de' soldi d' oro lucchesi del dal governo acquistata dalla fami-
746 e del 750; delle monete col- glia Diversi. Le fabbriche dei pii
T epigrafe Flavia Luca, coniate stabilimenti sono le seguenti. I luc-
sotto i re longobardi e gl'impera- chesi diedero antiche e cospicue
tori tedeschi ; citando Tolomeo da prove di tali istituzioni, massime
Lucca, dice che nel 1 55 Fede- fondazioni di spedali presso le porte
rico I confermò ai lucchesi il bat- della città e lungo le strade mae-
tere monela, e le analoghe conces- stre del contado. Da gran tempo
sioni degli imperatori suoi prede- simili ospizi sono cessati o riuniti ne-
cessori. Non conviene con Tolomeo gli spedali superstiti. Tale si è quel-
che il Papa lucchese Lucio III lo della Misericordia, dotato dal-
della nobile famiglia Allucingoli ac- l'arte dei mercanti lucchesi, sotto
cordasse a Lucca il privilegio di la protezione di san Luca cui è
batterla, ma bensì ne ammise il è dedicata la chiesa. Fu edificato
4

ai LUC LUC
presso i marchesi Adal-
beni dei l'ospedale degli uomini esiste l'o-
berto e della gran Contessa Matil- spizio dei fanciulli esposti, e quel-
de (Fedi), giacché il suo locale lo de'maschi orfani. Sino dal 1809
trovasi accosto al Prato Mar-
del fu ridotto per ricovero delle fem-
chese ossia al circo di porta s. Do- mine orfane l'antichissimo mona-
nato. Scrissero alcuni che fu fon- stero di s. Giustina, già di s.

dato nel 1287 per opera ancora Salvatore in ove per


Bresciano,
dello spedalingo Bonaccorsi; ma è dieci secoli le monache vi aveano
certo invece che fu fondato dalla professato la regola di s. Benedet-
corte de' mercanti nel 1262, come to. Per ospedale de* pazzi In desti-
si legge nella Guida sacra di Lue- nato sino dai 1770 il soppresso
fa, edizione del i836, a p. 260. monastero de' canonici regolari la-
E di fatto il privilegio di fonda- teranensi_, con bel claustro, ed in
zione di Enrico I vescovo di Luc- sito ameno, lunge oltre due miglia
ca, fu spedito a* 27 settembre 1263 dalla città, e tale luogo chiamasi
a Bonansegna rettore e agli ope- Fregionaia. Il deposilo di mendici-
rai della Misericordia. A tenore di tà è nel vasto palazzo de' Borghi,
questo privilegio il rettore dell'o- ilquale fu fondato nel 1 1 ^ da
spedale doveasi nominare dai con- Paolo Guinigi pei divertimenti del
versi ospitalieri, e confermare dal popolo; indi nel 1726 la repubbli-
vescovo, come dal vescovo riceve ca vi raccolse gì' invalidi e que-
anche oggigiorno 1' istituzione ca- stuanti della città, divenne poscia
nonica, benché l'ospedale sia in bagno de' galeotti, finché nel 1823
potere del regio governo. Su que- la duchessa Maria Luisa lo ripri-
sto punto il chiaro monsignor Te- stinò pei poveri vagabondi. La
lesforo Bini bibliotecario pubbli- confraternita di carità cristiana os-
co, ci diede
molte notizie auten- sia della Misericordia 3
esistente
tiche, nel voi. Vili della Pragma- già da più secoli, fu riordinata
logia cattolica, che si pubblica in nel 18 16 dal generale governatore
Lucca, anno 1840, a p. 60. Indi austriaco, e quindi avvalorata dal
l'ospedale nel 1 34o sotto il vesco- duca regnante che ne prese la pro-
vo fr. Guglielmo venne ingrandito, tezione : sembra modellata su quel-
e più. tardi nel 1735 la chiesa fu la della Misericordia di Firenze.
rimodernata, col farne in gran par- Nel 1489 la repubblica per ripa-
te le spese lo spedalingo Balbani. rare alle usure degli ebrei fondò
La nomina dello spedalingo di- il monte di pietà.
pendeva probabilmente dai consoli Passando a parlare degli stabili-
della curia, ossia dall'arte de'mer- menti d' istruzione pubblica inco-
canti, per vigilare sullo stabilimen- mincici emo a dire che tra le conces-
to. Appena sottentrò io Lucca il sioni dall'imperatore Carlo IV fat-
reggimento dei principi Baciocchi, te alla repubblica nel 1 36cj, vi fu
quel governo avocò a sé il gius- quella di possedere un' università,
patronato di questo e di ogni la quale venne poi confermata -nel

altro luogo pio. La fabbrica è di- 1387 da Urbano VI. Però il go-
visa due separate e spaziose
in verno dì Lucca non si valse di
corsie, una per gli uomini e l'al- questo privilegio sino al 1780;
tra per le donne ; contiguo al- imperocché, se dalle lauree di dot-
LUC LUC a3
forati state conferite dal vescovo sa quella dotta e benemerita con-
di Lucca mercè i privilegi impe- gregazione, ove si danno pubbliche
riali e pontificii, trasparisce 1' esi- lezioni di umane lettere. Inoltre e-
stenza d'uno studio lucchese, nondi- siste nel convento medesimo una
meno dalla Storia letteraria dell'e- pregevole biblioteca corredata di
rudito Cesare Lucchesini ,
pubbli- più di ventimila volumi, molti dei
cata nei volumi IX e X delle Memo- quali appartenenti al celebre mon-
rie lucchesi, si governo
rileva che il signor Gio. Domenico Mansi, al
di Lucca si limitò a chiamare in Franciotti, al Beverini, al Paoli, che
città, o a pensionare qualche mae- furono altrettanti luminari di quel-
stro di umane lettere, di geome- la famiglia di regolari. Accanto al-

tria, di calcolo, e poco più. Però la chiesa di s. Frediano sino dal


anche in tempi di barbarie il cle- 1802 fu aperta una scuola di di-
ro lucchese venne istruito in teo- segno diretta da un professore di
logia, e sino dal principio del se- pittura lucchese, provvista di suffi-
colo XIII nella canonica del duomo cienti modelli con lo studio del
di Lucca tenevansi scuole pel clero; nudo. Nella pubblica biblioteca, e-
come ancora fuori del clero non sistente nelle molte sale che fanno
si mancò di scuole ove si professa- parte della fabbrica di s. Frediano,
vano le umane lettere. Il liceo ebbe vi sono un immenso numero di
principio nel 1780, quando la re- volumi stampati molti libri mss.,
,

pubblica domandò ed ottenne da e vi furono riunite le pergamene


Pio VI la soppressione dei canonici de'con venti e monasteri soppressi
regolari lateranensi di s. Frediano, al tempo de' principi Baciocchi;
a condizione d' impiegare il loro l'incendio del 1822 le recò gravi
patrimonio, e destinare il vasto e danni. Questi danni in ispecie di
ben disposto locale del monastero manoscritti sono con somma accu-
per pubblica istruzione. Il nuovo ratezza e precisione indicati dal
liceo portò il titolo d' Istituto dei consigliere di stato Vincenzo Tor-
pubblici sludi, poi nel 1802 quello selli direttore delle finanze del
di Università. Questo liceo attual- ducato di Lucca, amantissimo pro-
mente è fornito di ventisei catte- tettore delle scienze ed arti , socio
dre, compresevi due di teologia di varie accademie, nella sua eru-
dommatica e morale. E ripartito ditissima opera : Delle scienze in
in tre facoltà, legale, medico-chi- Lucca, p. io5 e seg., pubblicata
rurgica, e fisico matematica, con dal tipografo Giusti nel i843.
un gabinetto di macchine e un or- Però se patì in tale infortunio,
to botanico. La laurea in legge si andò tanto aumentando di vo-
poi
conferisce dall'arcivescovo ; nelle al- lumi dal i83o in là dal regio go-
tre facoltà la dà il rettore della verno, non che provveduta di una
pubblica istruzione , delegato dal dote fissa di mille scudi lucchesi
sovrano. Vi sono scuole de Chieri- annui, che oggi conta sopra cin-
ci regolari della Madre dì Dio quantamila volumi in ogni genere
(Pedi) nel convento di s. Maria in di lettere e di scienze. Fra i qua-
Cortelandini dove fu
, trasportata limeritano speciale menzione i die-
dopo ch'ebbe origine nel 1 583 cimila volumi della biblioteca del
nella chiesa di s. Maria della Ro- marchese Cesare Lucchesini, acqui-
*4 LUC LUC
stati tutti in una volta dal reale e quello de'canonici. Neil' archivio
governo con molti e pregevoli mss. poi dello stato o sia delle riforma-
Oltre a ciò vi è una bella rac- zioni della repubblica lucchese fu-
colta di mss. di cose patrie e del- rono riuniti i documenti officiali
le famiglie lucchesi, raccolti qua e dello stato : merita pure di essere
là, di circa cinquecento volumi. rammentato l'archivio pubblico de-
Altre notizie su questa insigne bi- gli atti notarili , esistente nel pa-
blioteca si possono leggere a p. lazzo Guidiccioni, fabbricato sul
110 della Guida di Lucca del fine del XVI secolo con disegno
eh. Mazzarosa, edizione del 1 843. di Vincenzo Civitali Resta so- .

Sino dal 1809 nel claustro di pra una piazzetta di contro al pa-
s\ Frediano fu aperto un collegio lazzo de'Sanminiati, ora detto de-
di giovani alunni, cui governo
il gli uffizi, essendo colà attualmente
Borbonico del 18 19 cambiando il riunite le segreterie di stato, e i

nome di Felice in quello di Colle- primi dicasteri politici, amministra-


gio Carlo- Lodovico, accrebbe mez- tivi e finanzieri del ducato. Quan-
zi e locale, quando il liceo fu to alleaccademie scientifiche e
trasportato nel palazzo già Lucche- letterarie di Lucca, la reale acca-
Mtn. La real biblioteca palatina, demia lucchese, chiamata per due
sebbene da pochi anni creata, con- secoli degli Oscuri, fu tra le più
ta sopra 25,ooo volumi e molti illustri di quante altre società let-
pregevoli. Sebbene Lucca nei se- terarie sorsero in Lucca nei tempi
coli scorsi non mancasse di stabi- trapassati, sotto i variati vocaboli
limenti per le fanciulle , conosciuti degli accesi, dei Freddi, dei Ba-
sotto il nome ài Ritirate, di Conver- lordi, dei Principianti, e dei Raf-
tite, ec. ,
pure mancava di un con- freddati, sino a quella che si ap-
servatorio per l'educazione delle pellò Accademia dell' Anca. Que-
fanciulle civili. Due di questi si st' ultima ottenne cortese ricovero
videro sorgere nel corrente secolo, fra i chierici regolari della Madre
il primo de'quali prese il nome di di Dio in Cortelandini, dove pur
Istituto Elisa, poi di Maria Luisa, nacque verso la metà del secolo
dalle due sovrane cui doveva la XVIJI un' altra società dedicata
fondazione e la protezione. L' al- alla storia ecclesiastica. Il gabinetto
tro conservatorio di s. Nicolao fu letterario, l'associazione destinata a
appellato di Luisa Carlotta, dalla incoraggire con commissioni gli ar-
principessa di Sassonia sorella del tisti più abili della città, 1'
istitu-

duca regnante; ma nel ib34 il zione della cassa di risparmio a-


vasto locale dell' Istituto Maria perta nel 1837, onorano pure Luc-
Luisa fu restituito alle monache ca. Questa conta tre teatri il tea- ;

domenicane, che tornarono ad abi- tro del Giglio per la musica, il


tarlo, ed il conservatorio Luisa teatro della Pantera, e quello di
Carlotta venne traslocato nel restau- Nota già Castiglioncelli per la prosa.
rato monastero di s. Ponziano, per Per ciò che riguarda le mani-
cedere il locale alle vicine monache fatture nazionali, dopo l'agricoltura,
agostiniane in s. Nicolao. Non vi è una delle principali industrie dei
erudito che non conosca per fama lucchesi e di antichissima data è
ilricchissimo archivio arcivescovile l'arte della seta, giacché nel IX se-
LUC - LUC 25

colo ivi si tessevano drappi in se- cetto quello di s. Anselmo, di cui


ta e lana, e tappeti ; e nel XII solamente si ha nella cattedrale
era già stabilita la corte o collegio una reliquia. Celebre poi e ricor-
de'mercanti di generi e di prodotti data ancora da Dante è la ver-
lucchesi, i quali tenevano case e gine lucchese s. Zita, il cui corpo
società di commercio nell' alta Ita- intero e quasi flessibile si conserva
lia e nelle principali città d'Euro- e si venera in una cappella di s.

pa. Si distingue in Lucca per gu- Frediano, patronato della nobile


sto e precisione l'arte degli eba- famiglia Fatinelli, nella cui casa
nisti, intarsiatori e lavoranti di mo- s. Zita era al servizio. Della dio-
bilie di legno. Il principale e più cesi diLucca^ prima de'suoi smem-
ricco articolo d'esportazione consi- bramenti, erano la b. Orenga di
ste nell'olio d'oliva, la di cui otti- s. Croce di Val d'Arno, e vissuta
ma qualità è bastantemente fami- qualche tempo in Lucca al servizio,
gerata, per l'olio in ispecie raccolto la b. Verdiana, s. Benedetto da
nel distretto de' sei miglia attor- Compito diocesi tuttora lucchese ,

no alla città. L' industria vi è at- ec. ec. Di famiglie originarie di


tivissima, onde Lucca può dirsi Lucca erano s. Francesco figlio
una delle principali città industrio- eli Bernardone Monconi, come di-
se Lungo sarebbe tesse-
dell'Italia. cono Dante e il Gamurrini, e il
re novero degli uomini illustri
il b. Alessandro Sauli, dappoiché si
lucchesi, per santità di vita, di- conoscono ancora dove fossero in
gnità ecclesiastiche e civili, che si Lucca le case dei santi dipoi spa-
distinsero nelle scienze, nelle arti, triati. Morirono in Lucca s. Da-

nelle armi, nella diplomazia, ed in vino armeno, il cui corpo intatto


altre cospicue doti ; laonde ci li- riposa nella collegiata di s. Miche-
miteremo nominarne i principali. le in foro ; s. Riccardo il cui cor-
Imperocché si osserva dagli erudi- po riposa sotto l'altare del ss. Sa-
ti, che in proporzione del territo- gra mento in s. Frediano; s. A ver-
rio e del numero degli abitanti ta ns, ec. ec. Altri lucchesi godono
forse pochi paesi possono vantare del titolo di venerabili, meritando
tanti uomini celebri quanti ne
,
particolar menzione Giovanni Leo-
fiorirono tra i lucchesi. Non di- nardi fondatore de' chierici regolari
remo di due principi assoluti della della Madre di Dio. Molti poi so-
propria patria, non compresivi il no i corpi de' santi che si venerano
marchese Bonifazio ,
gli Adalberli, nella città di Lucca, e le reliquie
e gran contessa Matilde, eroina
la insigni, il cui catalogo si riporta
il cui nome è splendido elogio, ne in fine del Diario sopra citato.
del gran numero di vescovi ed Furono sublimati al sommo pon-
arcivescovi lucchesi. Primieramente secondo alcuni, e come me-
tificato,

fiorirono in santità i vescovi di glio diremo alla sua biografìa, il Pa-


Lucca s. Paolino primo vescovo e pa s. Lucio I creato nel i55 } non
discepolo di s. Pietro, s, Valerio, che Lucio 111 Alluncingoli che ,

s. Dionisio, s. Massimo, s. Teodo- fatto cardinale nel ii4o, fu eletto


ro, s. s. Frediano, s.
Follarlo, Pontefice nel 1181. Dei seguenti
Corrado e Anselmo, cui corpi
s. i cardinali lucchesi porremo avanti
riposano nella città di Lucca, ec- ai loro nomi 1' epoca della loro
,

a6 LUC '
LUC
esaltazione, riportandosi in questo censium memoratu dignorum, R.me
Dizionario le rispettive biografìe. p. Paulo Ant. Pauli Incensi con-
772 Ubaldo Cornelio. io58 Uber- gr. cler. reg. Ma tris Dei, Acade-
to di Poggio. io58 Ugobaldo de- miae rom. eccl. nobilumi praesidi
gli Obizi. 1088 Paolo Gentili. na3 dieatnm anno 1786.
Luigi Lucidi. 1 34 Ubaldo di Lu-I Il merito e le gesta de' celebri
nata. 1 53 Alberto.
1 182 Gherar- 1 lucchesi finalmente trovarono nel
do Allucin-nli. 1182 Uberto Allu- dotto lucchese marchese Cesare Luc-
0ÌDgoli.iag5 Jacopo Santuccci. i4o8 chesini, uno de' più nobili orna-
Bandello de Randelli. 1 4-6 1 Jaco- menti d'Italia che fu pianto nel
po Ammannati i5o3 Galeotto . 1 838 in cui morì, un degno bio-
Franciotti-Rovere. 1 539 Bartolomeo grafo per la storia che ne compi-
Guidiccioni. i585 Gio. battuta lò in due volumi; chi volesse per-
Casti ucci. 1598 Buonviso Buonvisi. tanto da quella lodevole fatica co-
i633 Antonio Franciotti i654 . glierne il più bel fiore, troverebbe
Giambattista Spada. 1657 Girola- nel primo di que' volumi moltis-
mo Buonvisi. 1681 Francesco Buon- simi letterati anteriori al secolo
visi. 1706 Orazio Filippo Spada. XVI, fra' quali per opere edite di
1817 Lorenzo Prospero Bottini. Il maggior grido meritano di essere
p. Bartolomeo Beverini chierico re- citatiun Bonaggiunta Orbiciani
golare della Madre di Dio, poeta poeta del secolo XIII; un Teodo-
ed oratore rispettabile, lasciò fra i rico Borgognoni medico di gran
suoi mss. gli Elogi di tutti gli uo- fama un Giacomo Sercambi sto-
;

mini illustri della città di Lucca, rico e novelliere ; Flatninio Nobili


ed una raccolta d'iscrizioni sepol- elegante scrittore latino e italiano;
crali della città di Lucca, con le Andrea della Rena poeta latino di
armi delle famiglie, e con diverse vaglia; Agostino Ricchi autore d'u-
osservazioni , che recano gran lu- na commedia in versi, colla quale
me all'antichità della patria, come intertenne Clemente VII e Carlo
attesta il Mazzuchelli t. II, par. V il dì della coronazione del se-
II, p. 1107. M
Alessandro Pom- P- condo in Rologna ; Chiara Ma trai-
peo Berti, altro luminare della me- ni che scrisse gentilmente in prosa
desima congregazione, pubblicò fino e in verso, e Laura Guidiccioni
dal 17 16 nel Giornale de 'letterati che per prima diede esempi di
la

d' Italia t. XXVII, pag. 53 9 il , drammi per musica. Come ancora


frontespizio delle Memorie degli un Castruccio degli Antelminelli
scrittori e letterati lucchesi. Il pa- che nella scienza della guerra splen-
trizio Bernardino Baroni , come dè quasi sole nella metà del secolo
iu annunziato nel t. IIF, p. 644 XIV, e del quale riparleremo ; un
della Biblioteca della storia lette- fr. Tolomeo Fiadoni autore dei pri-

raria , sottentrò a questa lodevole mi annali lucchesi; un Nicolao Te-


impresa, che però non ha avuto grini primo biografo del valoroso
miglior fortuna di quella delle al- Castruccio; un Giovanni Guidiccio-
tre due, che sono rimaste tuttora ni oratore e poeta ; un fr. Sante
inedite. Fra numerosi mss. di
i Pagnini celebre orientalista, a cui
monsignor Pier Luigi Galletti e- dobbiamo la prima Bibbia tradot-
*iste : Necrologium romanum lu- ta dall'ebraico e dal greco ; un Si-
LUC LUC 27
mone Cordella e un Bartolomeo maso Narducci, Girolamo Saladini,
Civitali, primi tipografi a Roma Gio. Vincenzo Lucchesini, Pietro
e a Lucca negli auni i47 1 e i477 J
Filippo Mazzarosa, Francesco Gaspa -

finalmente un insigne scultore in rini, Luigi Boccherini, Lazzaro Papi,


Matteo come lo furono
Civitali , Teresa Bandeltini, Pietro Franchi-
Nicolao per Tornato, ed
Civitali ni , Giacomo Franceschi , Marti-
altri. Matteo fu pure eccellente ar- no Poli chimico; ed pittori, oltre i

chitetto, arte che lodevolmente e- Auriperto, che per l'eccellenza del-


sercitarono Francesco Marti, Nico- l'arte pittorica nel secolo Vili eb-
lao e Vincenzo Civitali, Gherardo be dono dal re Aistolfo la chie-
in
Finiteti ed il celebre Domenico
, sa monastero di s. Pietro Somal-
e
Martinelli. Incisori in rame di me- di ; Bonaventura Berlinghieri e Deo-
rito furono Michele Lucchesi e dato Orlandi celebri pittori; anzi
Pietro Testa: tra i lavoratori di Angelo Puccinelli e Giuliano di Si-
tarsia e d'intaglio in legno van- mone si segnalarono tra quelli del
no mentovati Matteo Civitali, Ago- secolo XIV; Francesco d'Andrea di
stino Pucci, Gasparo Forzani e Sil- Anguilla, Zacchiail vecchio, Agosti-
vestro Giannotto no Marti, Agostino da Massa, Michel-
Nei secoli che succederono al angelo Anselmi, Paolo Biancucci,
XVI la lista di detti lucchesi Pietro Testa, Giovanni Coli., Filippo
è anche più copiosa ; basta dire Gherardi, mas-
tutti riputati pittori,
che Bartolomeo Beverini, Fran- il sime Pietro Paolini, Velutello, Ber-
ciotti, Gio. Domenico Mansi, Se- nardo Nocchi, e Pompeo Battoni
bastiano Paoli e tanti altri eru- di bella fama, Gaetano Vetturali,
diti e scienziati, uscirono tutti dalla Stefano Tofamlli disegnatore cor-
congregazione di Corleiandini, che rettissimo e buon coloritore ed ,

fu per Lucca un seminario di uo- altri registrati dal eh. marchese


mini di merito in varie dottrine. Antonio Mazzarosa, a p. 1 5 e seg.

A questi giova aggiungere gl'illu- della sua beila Guida dì Lucca e


stri giureconsulti Lelio e Giuseppe de' luoghi più importanti del duca-
Allogradi; tre Palma, Girolamo, to, Lucca 1843, tipografia di Giu-
Francesco e Girolamo giuniore ; seppe Giusti.
Gio. Ballista Sanminiati, Lelio Man- Lucca città illustre, di origine
si, Giovanni Torre; il celebre idrau- etrusca, poi ligure, quindi romana
lico Attilio Arnolfìni; l'eruditissimo prefettura, colonia e municipio, più
medico ed egregio storico France- tardi residenza dei duchi greci e
sco Maria Fiorentini, uno de' risto- longobardi, cui sottentrarono i conti
ratori della critica; Castruccio Buo- e marchesi imperiali, sotto i quali
namici scrittore di storia in pur- Lucca si costituì in repubblica , e
gatissimo latino idioma; Andrea tale quasi continuamente si resse
Ammonio poeta latino; Lodovico fino al principio del secolo XIX,
Marracci versatissimo nelle lingue quando fu destinala capitale d' uà
orientali; Vincenzo Lena oratore principato napoleonico, siccome at-
sacro in francese; Alfonso Nicolai, tualmente lo è divenuta d'un bor-
Costantino Roncaglia Jacopo Bac- , bonico ducato. Senza far conto della
ci, Andrea Farnocchia, Bartolomeo congettura sull'etimologia del suo
Pellegrini, Pietro Tabarrani, Tom- nome , di Lucca etrusca e ligure
*8 LUC LUC
$' ignorano non solo le vicende, ma nell'anno 5i6 di Roma e quelli
qualunque siasi rimembranza iste- immediatamente posteriori ai libri
rica al pari, se non più, di quelle perduti, ci danno a divedere che
che si desiderano per altre città innanzi alla seconda guerra punica
antichissime della Toscana. Laonde i lucchesi già obbedivano o alme-
quel più che di Lucca si può so- no erano alleati di Roma, tostochè
spettare, come un indizio diopera dopo la battaglia della Trebbia ,

etrusca, sarebbero i fondamenti su- accaduta nell'anno di Roma 530,


perstiti delle sue antiche mura ci- in Lucca potè con sicurezza fissare
clopee, che in qualche parte a sci- i suoi alloggiamenti il console Sem-
rocco dentro la città tuttora fra le pronio, come città difesa da valide
muraglie di più moderna età si e solide mura. Di questa antica
nascondono. Non vi sono dati po- città (anno menzione tra gli altri,
sitivi per conoscere in quale anno Slrabone, Plinio, Tolomeo e Tito
le armi romane cacciassero da Luc- Livio. Nell'anno di Roma 577 vi

ca i che al loro arrivo nella


liguri, fu dedotta una colonia di diritto
valle del Serchio dominavano. Luc- romano, composta duemila citta - di
ra e Pisa sono le due città della dini, a ciascuno venne- de' quali
Toscana che conservano a prefe- ro consegnati jugeri cinquantuno e
renza maggiori memorie tanto dei mezzo di terreno stato tolto ai li-

tempi romani, quanto dei periodi guri, territorio che apparteneva a-


più oscuri dell' istoria del medio gli antichi etruschi , al dire di Li-
evo. Non mancano scrittori in af- vio.
fermare che Lucca era in potere Nove anni dopo insorse grave
dei liguri ,
quando alla testa dei lite che fu discussa avanti ai padri
soldati romani Gneo Domizio Cal- coscritti in Roma, quando i pisa-
vino l'assediò, e poi con semplicis- ni si querelavano di essere respinti
simo inganno v'introdusse le sue dal loro contado dai coloni roma -

genti. Frontino qualificò Lucca , ni Lucca, e all' incontro


di luc- i

oppiduin Lìgurum, volendo proba- chesi affermavano, che il terreno


bil mente riferire alla contrada li- di cui si contendeva dai triumviri
gustica, nella quale Lucca fu per della colonia era stato loro conse-
molli secoli dai romani conservata ; gnato. Non conoscendosi precisa-
nella stessa guisa che Pomponio mente il luogo tra i due popoli
Mela, coetaneo di Frontino, chia- controverso , è certo che la città

mò Luna Liguruni, per quanto que- di Lucca anche innanzi la deduzio-


sta ultima città, già do gran tem- ne della sua colonia possedeva un
po innanzi staccata dalla provincia territorio suo proprio, siccome aver
ligure, facesse parte della Toscana. doveva una magistratura civica e
Sebbene la perdita della seconda leggi diverse da quelle che erano
decade di Tito Livio ci privi di peculiari della sua colonia. Deve
documenti meno equivoci, relativi avvertirsi che il terreno donato ai
a chiarirci rapporto all'epoca, nella duemila coloni lucchesi non fu tol-
quale Lucca venne conquistata dalle to ai cittadini indigeni, ma sibbene
armi romane, altronde fatti isto- i venne ad essi distribuito tutto o la
rici intorno alle prime guerre e al maggior parte di quello montuoso
pruno trionfo riportato dai consoli lasciato deserto dal'e guerre, o dal-
LUC LUC 9.9

l'espulsione dei liguri apuani , dei imbarazzi di orride case l'interna


friniati, e di altri simili congrega- arena, per convertirla in una piaz-
zioni di appennigeni fra loro limi- za regolare, e tale che ne richiami
trofe. La colonia
frattanto di Luc- a prima vista le forme dell' antico

ca andò prosperando insieme col edilìzio. La più gran parte dell'in-

municipio lucchese ne pare che : terno di tale anfiteatro è occupata


dappoi decimasse o che la sua po- dal palazzo della nobile famiglia
polazione andasse declinando , sic- Lippi, ed il principale entrone è
come avvenne di tante altre città stato costruito sotto il medesimo.
che spontanee chiesero, e forzate Ora in questa famiglia fiorisce «non-
dovettero accogliere nel loro seno signor Cesare Lippi in Roma av-
colonie militari, non più come quel- vocato concistoriale per la sua na-
le dei tempi della repubblica. Nar- zione, e votante del supremo tri-

ra Strabone che a' tempi suoi da bunale della segnatura di giustizia.


questa contrada si raccoglievano Dal congresso di Cesare a Lucca
grandi compagnie di soldati e di fino alla disfatta de' goti data da
cavalieri, donde il senato sceglie- JN arsele, cioè durante il lungo pe-

va le sue legioni. Uno degli ultimi riodo di 600 anni, tace la storia
avvenimenti più clamorosi, di cui sulle vicende speciali di questa cit-

Lucca, mentre era città della Li- tà. Sotto il regno di Teodorico gli

guria, divenne teatro, fu quando ordini delle magistrature continua-


Giulio Cesare proconsole delle Gal- rono però a un dipresso come quel-
lie inviò a Lucca Crasso e Pompeo, li introdotti durante il romano im-
per fissare la famosa triumvirale pero ;talché si può ben credere
alleanza che decise della sorte po- che Lucca, al pari di Pisa e di al-
litica dell'orbe romano, cinquanta- tre città della Toscana annonaria,
sei anni avanti l'era volgare. In tale avesse suoi decurioni, duumviri,
i

occorrenza Lucca accolse tra le sue edili, questori, censori, quinquen-


mura i primi magistrati di varie nali ed altri magistrati, molti dei
provincie romane, moltissimi sena- quali sono rammentati nell'editto
tori, e circa 120 fasci di littori che di quel savio re de'goti. Nell'anno
servirono di treno ai proconsoli, ai 553 dell'era volgare Lucca sosten-
propretori ec. Una città com' era ne un lungo assedio contro l'eser-
Lucca al tempo dei cesari, centro cito de'greci, condotto dal valoroso
di un paese molto esteso e popo- Narsete. Cosicché nel tempo in cui
loso, doveva necessariamente essere le altre città della Toscana in viavanoi

fornita e decorata di grandiosi mo- loro ambasciatoli incontro all'arma-


numenti e di pubblici edilizi sacri ta vittoriosa, Lucca sola osò chiu-
e profani. Che se ora non restano dere le sue porte al favorito eu-
di quelle età altro che rarissimi nuco di Giustiniano I. Dopo una
avanzi e sepolte sostruzioni d' in- resistenza di tre mesi, la città fu
formi mura, vedesi però il suo an- costretta a capitolare, con onore-
fiteatro, specialmente nei muri es- voli condizioni, e tali da poter con-
terni, in gran parte conservato si- tare sino da quell 'epoca un gover-
no alla nostra età. E fu ben prov- natore civile e militare col titolo
vida la misura presa da quel cor- di duca, titolo che venne posterior-
po decurionale di liberare da tanti mente, e forse con una più estesa
,,

3o LUC LUC
giurisdizione, «otto il regno de' lon- ed oro, ed in Toscana sino dal
gobardi rinnovato. 746 si contraitava a soldi buoni
I longobardi sotto la condotta nuovi lucchesi e pisani. Nel ponti-
del re Alboino, nell'anno 568 del- ficato di Adriano 1 il regni» lon-
l'era volgare, scesero in Italia e gobardico ebbe termine, quando di-
l'occuparono. I territorii di Pisa sceso in Italia ad istanza del Pa-
di Lucca e Limi caddero in ba-
di pa, Carlo Magno vinse ed impri-
lia de' nuovi conquistatori, e Guin- gionò Desiderio laonde Lucca pas-
;

marit loro duce verso l'anno 574 sò sotto il dominio dei re franchi,
o 575 pose a ferro e a fuoco le quindi nel 775 n'era duca, e in-
maremme di Populonia, sicché quel- sieme di Pisa e loro contadi, Allo-
la contrada fu poi riunita alla giu- ne di nazione longobardo, contro
risdizione politica lucchese. Non si di cui reclamò Adriano I presso
conoscono i magistrati che nel pri- Carlo Magno, a motivo che non
mo secolo de' longobardi presiede- potè mai indurlo ad armare una
rono al governo delle città delia flottiglia per dare la caccia e in-
Toscana, solo si nomina un duce cendiare le navi dei greci, i quali
Allo visi no. Per quanto Lucca pos- scendevano nel lido di Toscana per
sa dirsi fra tutte le città della To- raccogliere i longobardi . Adone vi-
scana la sede prediletta di alcuni veva nel 785, ed a lui deve Lucca
duchi, per quanto essa conservi nei la chiesa di s. Salvatore ,
poi s.

suoi documenti vetusti e


archivi Giustina. Ne fu successore Wiche-
preziosissimi, pure di Lucca longo- rano duca e conte. Duca e conte
barda e de' suoi duchi non si scuo- nel tempo stesso fu il famoso conte
prirono finora memorie sicure an- Bonifazio 1, il quale nel marzo del-
teriori al secolo Vili,nominandosi l'8i2 intervenne in qualità di duca
nel 7 1duca Walperto, e nel
3 il ad un placito celebrato in Pistoia,
754 il duca Alperto non vi sono : dove assistè pure come delegato
documenti sufficienti a fare ammet- pontificio di s. Leone IH, Pietro
tere fra i duchi lucchesi Desiderio, duca romano; mentre in altro giu-
che fu poi re , e il di lui figlio dicato celebrato in Lucca nell'a-
Adelchi. All'ultimo periodo del re- prile 81 3 a Bonifazio I fu dato il

gno dei longobardi dovrebbe bensì titolo d'illustrìssimo conte nostro,


appartenere il duca Tachiperto del cioè di Lucca. Neil' 823 n'era conte

773. Fino a qui dei duchi lucche- Bonifazio li , fratello di Richilda


si sotto regno de' longobardi
il abbadessa del monastero de' ss. Be-
durante il qual regime Lucca ci nedetto e Scolastica di Lucca. Do-
fornisce un pittore regio, qualche po l'anno 838 ne fu conte Agano
orefice e dei lavori d'oro e di ce- o Aganone, e terminò di esserlo
sello, mentre al medesimo periodo neh' 845, che come i predecessori
gli archeologi assegnano alcuni dei presiedeva pure al governo di Pi-
più vetusti templi esistenti ora in sa. Neil' 847 era conte di Lucca il

Lucca. Finalmente contasi tra i potente marchese Adalberto I, fi-


privilegi più segnalati che gli ultimi glio di Bonifazio li, che pronunziò
re longobardi concederono a Luc- un placito nella corte ducale di
ca come a Pisa, quello della zec- Lucca, assistito dal vescovo Am-
ca per battere moneta di argento brogio; dal gastaldo, da vari sca-
LUC LUC 3i
bini giudici e da altri personaggi. moso. Adalberto lì alienatosi da
Per quanto dai documenti risulta, Lamberto per opera di sua moglie
pare che Adalberto I usasse ora Berta, figlia di Lotario re di Lo-
il titolo di marchese, ora quello rena, e vedova di Teobaldo conte
di duca, e più spesso di conte, non di Provenza, fu armata mano fatto
sempre però riunì le doppie inge- da esso prigione, che tornò ad es-
renze di conte della di Luc- città sere riconosciuto imperatore in Luc-
ca e di marchese Toscana della : ca e nella Toscana. Morto nel-
da lui il prato di s. Donato prese l'anno 898 Lamberto Lucca e ,

il nome di prato del Marchese ,


le altre città della Toscana pre-
ora detto del Circo. starono a Berengario I obbedienza
Dopo F858 Ildebrando fratello ed omaggio; Adalberto II fu libe-
di Geremia vescovo di Lucca si tro- rato dal carcere, e ritornò alla sua
va esercitare le funzioni di conte residenza di Lucca, ed al governo
di Lucca, dove il di lui amico A- della marca di Toscana. Nel de-
dalberto I marchese di Toscana clinare del secolo IX gli ungheri
faceva costante residenza, anzi vie- scesero a devastare l'alta Italia, ed
ne detto conte assai potente, es- al di qua delle Alpi comparve
sendo da lui discesa la casa prin- un'armata e borgo»
di provenzali
cipesca de' conti Aldobrandeschi di gnoni , Lodovico IH
condotta da
s. Fiora e di Soana. Dicemmo figlio di Bosone re di Provenza,
altrove le violenze che Adalberto però fu respinto da Berengario I
I, di versatile politica negli affari assistito da Adalberto II. Ad isti-

diplomatici d'Italia,
usò contro il gazione di sua moglie l'ambiziosa
Papa Giovanni Vili, per favorire Berta, si dice che Adalberto II con
il partito di Carlomanno, insieme altri principi italiani invitasse Lo-
col suo cognato Lamberto duca di dovico III regno
alla conquista del
Spoleto, come sposo della sua so- d'Italia. Certo è che Lodovico III
rella Rotilde. Nell'889 Adalberto I, l'occupò ed in Roma fu coronato
dopo aver giurato fedeltà a Beren- imperatore da Benedetto IV; indi
gario I re d'Italia, ribellò la To- con tutta la sua corte si trasferì a
scana affidata al suo governo, per Lucca. Tale fu la magnificenza e
favorire il re Guido zio della mo- 10 sfarzo, di cui in questa circo-
glie e poi imperatore. Avendo Be- stanza marchese Adalberto
il ricco
rengario I invocato il patrocinio di 11 volle far mostra, che l'impera-
Arnolfo re di Germania, questi nel- tore dovè prorompere in non equi-
l'8g3 passò in Italia e costrinse al voche parole di sorpresa, quasi di-
giuramento di fedeltà Adalberto II cendo, che cotesto signore in nulla
detto il Ricco marchese di Tosca- cedeva a un re, toltone il nome.
na, e Bonifazio, figli di Adalberto Allora Lucca era la sede e la ca-
I. Arnolfo celebrò il Natale del- pitale della provincia toscana. Non
l' 895 in Lucca, festeggiato da A- andò guari che Adalberto II ri-
dalberto II; ma poco dopo l'im- volse nuovamente animo a Be-
l'

peratore Lamberto fu riconosciuto rengario I, ed a' 10 novembre 9 5 \

in Lucca per supremo signore, ad l'accolse una sua villa suburba-


in
onta che Arnolfo era stato coro- na di Lucca, mentre passava a Ro-
nato imperatore dal Pontefice For« ma a ricevere la corona imperiale
3i LUG LUC
• Giovanni X. Intorno a questo
i.i quando Guido tornasse a Lucca, e
tempo il marchese per rimèdio del- dove morisse. Gli successe il fra-
l'anima sua rilasciò a favore «Iella tello Lamberto, di spirito bellicoso^
cattedrale lucchese le decime di con dolore di Ugo che avrebbe
cinque corti ch'egli possedeva in amato rimpiazzasse il defunto il
Lucca, a Brancoli, in Garfaguana, proprio fratello germano Rosone.
a Pescia e nel borgo s. Genesio. Volendo Ugo signoreggiare anco in
Probabilmente nel 917 in set- Roma sposando Marozia vedova di
tembre moiì Adalberto II in Luc- due se non di più mariti, e cer-
ca, già terrore dei Papi, degl' im- cando il modo di toglier l' impe-
peratori e dei re. Molti scrittori dimento di parentela, a disonore di
confusero Adalberto II marchese Berta sua madre fece spargere la

di Toscana, col marchese Alberico calunnia che Guido, Lamberto ed


di Roma, il quale sposò la famosa Ermengarda erano figli di altre
Marozia patrizia romana. Più tar- donne, ed intimò a Lamberto che
di Berengario I liberò dalla pri- non ardisse più appellarsi suo fra-
gione di Mantova Berta ed il figlio tello. Offeso questo nell' onore, a
Guido, vedendo di non potergli mezzo di un campione sfidò Ugo
levare le città ed i popoli della a duello per provare essere nati
Toscana, la quale però governaro- da una madre medesima, e restò
no in suo nome mediante investi- vincitore. Tuttavolta Ugo impadro-
tura. Guido come il genitore fece nendosi dell'odiato Lamberto lo fe-

la sua residenza in Lucca, ove nel ce acceccare e cacciar dal suo go-
925 morì Berta, e fu sepolta pres- verno, e lo conferì al fratello car-
so le ossa del marito nella cattedra- nale Bosone. Così dopo la quarta
le. Intanto essendo pur morto Be- generazione della progenie del pri-
rengario f, gli successe nel regno mo conte Bonifazio, che signoreg-
d'Italia Rodolfo di Borgogna, ma giò senza intervallo circa 120 an-
per le brighe di Ermengarda ve- ni sulla provincia di Toscana, Luc-
dova del marchese d'Ivrea, e figlia ca dovè accogliere un principe di
di Adalberto II e di Berta, i prin- Provenza. Ebbe Bosone conforme
cipi italiani ad insinuazione di Gio- ai suoi antecessori il titolo di mar-

vanni X elessero re d'Italia Ugo chese promiscuamente a quello di


conte di Provenza, fratello uterino duca. Nel 936 Ugo temendo che
di Ermengarda e di Guido, come l'amato fratello macchinasse contro
figliodella comune madre Berta e di lui delle novità, lo fece carce-
di Teobaldo conte di Provenza. rare, e impadronì delle sue ric-
s'

Guido attese Ugo in Pisa, che al- chezze. Dopo la caduta di Bosone
lora pare avvicendasse con Lucca mancano per molti anni i nomi
la sede dei duchi di Toscana , la dei governatori che ressero la To-
quale in nome del re continuò Gui- scana; ma nel 941 Uberto figlio
do a governare. Il marchese nel spurio di Ugo, era in quel tempo
928 passò in Roma, e colla sua duca della Toscana e conte del
moglie Marozia, con una mano di sacro palazzo, il quale dopo due
sgherri, arrestarono nel palazzo la- anni fu dal re innalzato al gover-
teranense Giovanni X, ed iniqua- no di Spoleto e di Camerino.
mente lo fecero morire. S' ignora La fortuna nel 944 cominciò a
LUC LUC 33
distaccarsi da Ugo, reso ormai o- Italia, ov' era per la sua saggezza
dioso a tutte le classi della nazio- desiderato, l'effettuò nel 961, ben
ne; poiché il marchese d'Ivrea Be- accolto dall'universale, proclamato
rengario, nipote dell' imperatore di re d'Italia in Milano, e coronato
questo nome, con poche truppe ca- imperatore in Roma da Giovanni
lò in Italia, fu ovunque accolto XII, il quale era stato grandemen-
quale liberatore, e tolse ad liber- te travagliato da Berengario II e
to Spoleto e Camerino. Ugo nei dal figlio. Reduce da Roma Ot- ,

g47 tornossene in Provenza, dopo tone I passò in Toscana, ed a' i3


aver raccomandato il re Lotario marzo 962 era in Lucca, ove spe-
suo figlio alla fede dell'acclamato dì due diplomi, uno in favore di
Berengario, che in lui qualche al- Uberto vescovo di Parma che di-
tro tempo conservò la dignità e chiarò conte o governatore della
potestà regia, restando sovrano pur città, l'altro ai canonici della cat-
di Lucca. Poco dopo nel g5o Be- tedrale lucchese, cui confermò le

rengario II col figlio Adalberto e donazioni delle corti lasciate loro


con Willa di lui madre nata da da Ugo e Lotario : un terzo pri-
Bosone marchese di Toscana, fu vilegio a favore delle monache di
coronato in Pavia come re d' Ita- s. Giustina di Lucca, l' imperatore
lia ; quando già sembra che Uber- compartì a' 29 luglio 964, in oc-
to si fosse ritirato dal governo di casione d'un secondo suo ritorno
Lucca e della Toscana. Si crede da Roma nella città, ch'era passa-
che regnando Berengario II e A- ta sotto il dominio dei re sassoni.
dalberlo, signoreggiasse per poco Anche nel 3 agosto dell'anno 964
in Lucca il conte Albert'Azzo figlio medesimo, Ottone continuava a I

di Sigifredo illustre magnate luc- stare in Lucca. Sotto il regno dei


chese. Questi ben presto si tirò due primi Ottoni poche notizie si
addosso l'odio del re per avere ri- trovano della condizione civile di
covrato nella sua rocca di Canos- Lucca, e de' suoi governanti, tran-
sa Adelaide vedova del re Lotario, ne il gran conte Ugo figlio del
dallo stesso conte offerta ad Otto- marchese Oberto salico e della con-
ne I re di Germania, che sul fine tessa Willa nata da Bonifazio mar-
del 95 1 la sposò in Pavia. Tor- chese di Spoleto. Nel detto anno
nato Ottone I in Sassonia, sapen- 964 ebbe luogo in Lucca un pla-
do Berengario II che la regina era cito del marchese Oberto conte del
in Canossa, si portò ad assediarla, sacro palazzo, ossia giudicato della
in cui il conte Albert'Azzo per tre corte suprema, che in ultimo ap-
anni e mezzo si tenne saldo, finché pello soleva darsi dai messi impe-
furono liberati dall' esercito man- riali o dai conti del sacro palaz-
dato da Ottone I. Non si conosce zo, i quali ad intervalli inviavansi
dal 95 1 al 960 quali signori do- dai regnanti a render giustizia ai
minarono Lucca; pare che un Ugo reclami che all' imperatore presen-
fosse marchese di Toscana , forse ta vansi nelle varie parti dell'Italia.
figlio di Uberto od Ugo autore dei 11 gran conte Ugo pertanto dovè
marchesi di Petrella, di Sorbello governare , finché visse, la Marca
e del Monte s. Maria. Essendo a di Toscana, oltre quella dell' Um-
cuore di Ottone I fare ritorno in bria, e fare di Lucca la sede prin-
vol. it. 3
, ,

34 LUC LUC
cipale; ivi in fatti esercitò atti go- za un capo, duca o marchese che
vernativi e diede prove del suo la governasse. Realmente in detto
potere, non solamente sopra la cit- anno vi fu un fatto d'armi com-
tà, ma sopra tutta la Toscana , e battuto fra lucchesi ed
i pisani, i

fece battere nella zecca di Lucca poco lungi da Ripafratta, fatto che
moneta in nome proprio. Inoltre per avventura può designarsi per
Ugo figurò sopra ogni altro prin- il primo embrione di due nascenti
cipe italiano alla corte imperiale repubbliche e di due città che ri-

durante il regno
Ottone di II, e masero per tanti secoli rivali. Se
la reggenza nella minorità di Ot- per altro la città di Lucca restò
tone III. Ugo ricevè questi in Luc- qualche anno priva del suo gover-
ca nel 996, reduce da Roma, e no- natore, non è per questo che alla
bilmente lo festeggiò, essendogli di- maggior parte della Toscana man-
lettissimo quale inlimo consigliere. casse il suo governante. Tale sem-
Nell'ultimo mese dell'anno ioor, bra il marchese Bonifazio di legge
essendosi Ugo recato insieme ad ripuaria, figlio del conte Alberto ,

Ottone III in Roma , insorse una da cui discesero i conti Alberti di


rivoluzione nella quale molti cor- Mangona, per parte della contessa
tigiani , e probabilmente lo stesso Willa nipote del di lei marito il
marchese, per salvar l' imperatore, marchese tJgo; ma nel 1012 non
furono fatti prigionieri o rimasero era più tra' vivi, senza aver mai
dai rivoltosi trucidati. Accaduta po- esercitato alcun dominio nella città
co dopo la morte eziandio di Ot- e contado lucchese. Ve lo esercitò
tone molta parte dell'alta Ita-
III, bensì il marchese Ranieii figlio del
lia anche Lucca abbracciò
e forse conte Guido, progenitore dei conti
il partito di quei principi che avea- S. Maria e di Sorbello, il quale siri
no chiamato al trono d' Italia il dal ioi4 figura in qualità di mar-
marchese d' Ivrea Arduino, il quale chese di Toscana. Allorché l'impe-
nel 1002 con diploma XI kal. di ratore Corrado II nel 1026 si a-
settembre diede da Pavia un pri- vanzava verso Roma per sottomet-
vilegio alle monache
di s. Giustina tere i toscani, Ranieri che coi luc-
di Lucca. Su di che può vedersi chesi erasi in Lucca fortificato
il cav. Provana negli Sludi storici, dopo qualche ostile dimostrazione
a p. 362 delle Memorie della rea- si sottomise a' suoi voleri . Nel
le accademia di Torino, serie se- 1028 era governatore della Tosca-
conda, t. VTÌ. Però nel 1004 il na Bonifazio III, padre della con-
popolo lucchese e le altre città del- tessa Matilde, figlio del marchese
la Toscana , cambiando consiglio Tedaldo di Lombardia, e ciò nel
risolvettero di riconoscere in legit- tempo in cui un fratello del mar-
timo re d'Italia Enrico II di Sas- chese Bonifazio sedeva nella catte-
sonia detto il Sanlo, quindi è che dra aretina : Bonifazio in alcuni
a nome del popolo toscano, nel documenti viene chiamato serenis-
mese di unaluglio, deputazione simó duca e marchese di Tosca-
recossi in Lombardia a prestare na. Il valore militare, le ricchezze,
obbedienza al monarca alemanno ;
l'estensione dei possessi ed i cospi-
Io che sembra indizio che allora cui matrimoni fecero aumentale
la provincia di Toscana fosse sen- successivamente il potere e l' in-
,

LUC LUC 35
fluenza politica del marchese sulle ricchissimo e tiranno. Vuoisi che
faccende d' Italia, a segno che nei la sua gran potenza cagionasse ge-
regni di Corrado II ed Enrico III losia ad Enrico III; tuttavolta do-
figurò coli' arcivescovo di Milano po la morte di Bonifazio, nella ca-
Eriberto fra i primi magnati, sino rica marchionale di Toscana sot-
ad essere duo lumina
qualificati tentrò pacificamente la sua consor-
regni. Bonifazio se non nacque in te Beatrice. Diede bensì ombra al-
Lucca traeva però V origine da
, l' imperatore il nuovo matrimonio
Lucca come discendente da Sigis- senza sua saputa nel io54 conchiu-
fredo, che il biografo della contes- so dalla vedova di Bonifazio con
sa Matilde dichiara principe pre- Goffredo III duca di Lorena delto
claro del contado di Lucca , equi- il Barbuto, tanto più che il secon-
valente cioè ad un conte rurale. do marito fu ribelle di Enrico III.
Nella villa sua prediletta di Vivi- IVon potendo questi aver nelle ma-
naia nella terra di Montecarlo, nel ni Goffredo, nel io 55 ritenne in
febbraio io38 Bonifazio accolse con ostaggio la sua moglie coi figli

magnificenza reale il Papa Bene- da partoriti al marchese Boni-


lei

detto IX, e Corrado lì con la con- fazio.Quindi Enrico III inviò E-


sorte e il figlio, infra comilatu lu- berardo vescovo di Ptatisbona suo
cerne, emanando l'imperatore tre rappresentante a Lucca , che nel
privilegi a favore de' canonici e palazzo dell' imperatore presso le

della cattedrale di Lucca. mura della città pronunziò un pla-


Delle esorbitanti ricchezze di Bo- cito a favore del vescovo e della
nifazio fece pompa strabocchevole cattedrale di Lucca. Venne poco
egli stesso, sia allorché contrasse le dopo in Toscana, passando per
seconde nozze con Beatrice figlia Lucca e per Pisa, lo stesso impe-
di Federico duca di Lorena, dalla ratore, per far posare le armi ai
quale nacque la gran contessa ; sia pisani e ai lucchesi ch'erano tor-
all'occasione in cui il marchese me- nati a farsi guerra sotto il Monte
desimo fece presentare in Mantova Pisano. I lucchesi sebbene allora
dal suo visconte, e in Piacenza da mancassero di un proprio gover-
altri suoi ministri, sontuosissimi re- natore, stavano in pace coi loro
gali all'imperatore Enrico III, il vicini, quando Enrico III infer-
quale stupefatto da tal pomposo mato in Germania e assistito dal
procedere in un principe subalter- Pontefice Vittore II, cui racco-
no, si vuole che esclamasse: Quis mandò il figlio Enrico IV, a' 3
vìr habel servos qualts Bonifacius? ottobre io56 passò all'altra vita.

Siccome poi Bonifazio faceva mer- La tenera età del principe, la cui
cato riprovevole di molti beni di tutela fu appoggiata all' imperatri-

chiesa e molti se ne appropriava ce madre, fu cagione di gravi scon-


con vari prelesti, Guido venerabile volgimenti in Luc-
Italia, come in
abbate della Pomposa gli ingiunse ca ed in Toscana. che Fu allora
una peuitenza : lo slesso Fiorentini incominciarono ad emanciparsi qua-
indica le sevizie ed angarie intro- si tutti i conti e marchesi dal loro
dotte da Bonifazio a danno dei luc- monarca , i sudditi dai marchesi
chesi. Morendo egli in Mantova nel dai duchi e dai conti, gli uni per
ìuSi per uccisione, fu chiamalo governare a loro arbitrio, gli altri
,

36 LUC LUC
per costituirsi a poco a poco in Favorito dal duca e duchessa
regime repubblicano. Ad interces- di Toscana , e massime da Ilde-
sione di Vittore II il fanciullo re brando, che vuoisi della famiglia
perdonò al duca Goffredo, e liberò de' conti Aldobrandeschi , ovvero
dall'ostaggio la sua moglie conlessa romano e di bassa nascita, diven-
Beatrice con la superstite figlia, le ne Papa col nome di Alessandro
quali donne dopo due anni di pri- II, Anselmo Badagio milanese, ca-

gionia tornarono a dominare in nonico regolare lateranense della


Toscana. Accaddero poco appresso congregazione di ». Frediano di
avvenimenti gloriosi a Goffredo e Lucca e vescovo
, di questa città ,

alla città di Lucca. Dopo la morte il governo spirituale ritenne.


cui
di Vittore II, fu eletto Papa a' 2 Nel seguente anno 1062 comincia-
agosto io57 Stefano IX detto X no gli Annali di Tolomeo lucche-
fratello di Goffredo, al quale pro- se, ne' quali trovansi accennate le
venne non piccolo aumento di re- principali vicende istoriche , e più
putazione e di potenza, e alla con- specialmente quelle di Lucca sino
tessa Beatrice cognata del Pontefice; al i3o4; vicende che vennero più
ma quando designavasi far di Gof- tardi con aurea latinità ed eloquen-
fredo un re d'Italia, morì Stefano za rifuse dal p. Bartolomeo Beve-
IX in Firenze a' 29 marzo io58. rini, coll'aggiunta dei fatti accaduti
Altri dissero che il defunto nutren- dal i3o4 sino al declinare del se-
do non favorevoli disposizioni per colo XVII. Adontato Enrico IV
Enrico IV, avrebbe elevato all'im- dell'elezione di Alessandro II, fece
pero il fratello. Insorgendo l'anti- eleggere l'antipapa Onorio II, e lo
papa Benedetto X per la potenza mandò con un esercito a Roma.
di una fazione, il celebre Ildebran- Accorse in aiuto di Alessandro II
do poi s. Gregorio VII si recò in Goffredo, e potè fugare l' antipapa
Germania a rappresentare il deplo- ed i suoi armati : tuttavolta il Pon-
rabile stato delle cose di Roma. tefice riparò in Lucca. Alessandro
Enrico IV e l'imperatrice madre II più volte si recò in Lucca, e
rimandarono subito in Italia Ilde- più mesi vi si trattenne nel 1064,
brando, perchè col suo zelo in un accordando privilegi alla cattedrale
al potere di Goffredo ponessero ed alla città; vi ritornò nel 1067
fine allo scisma. Giunto in Tosca- e nel 1068 prima e dopo aver
na, di consenso del clero romano presieduto al concilio di Mantova.
trattò l'esaltazione di Gerardo ve- Nella quale ultima circostanza, cioè
scovo di Firenze, che godeva giu- nel giugno , stando nel Inolio o
stamente del favore di Goffredo giardino dell'episcopio di Lucca, la
mentre nel concilio di Siena e poi duchessa Beatrice, alla presenza di
in quello di Sutri venne deposto molli vescovi, conti e visconti, ema-
l'antipapa. Allora Gerardo in com- nò un placito a favore della men-
pagnia di Goffredo partì per Ro- sa vescovile lucchese, col quale fu
ma, e giuntovi fu intronizzato nel- confermata l' investitura di alcuni
la sedia di s. Pietro col nome di beni posti ad Asciano ed a Vico
Nicolò lì, dopo circa trentun
che Auseressole nel territorio di Pisa.
mesi di pontificato morì in Firen- Tornato in Lucca Alessandro II
ze a' 22 luglio 1061. nel 1070 consecrò e concesse nuo-
LUC LUC 37

vi privilegi al rinnovalo tempio nemico Roberto 1 conte di Fian-


della cattedrale di s. Martino, nel dra. Dopo due mesi Matilde per-
cui episcopio, senon continuamen- dette anche sua madre, e fin d'al-
te, molti mesi degli anni 1071 e lora l'amministrazione trovandosi
1072 egli abitò, corteggiato e ono- nelle sole sue mani, fu veduta in
rato dalle due governatrici della pari tempo ornare i suoi stati con
Toscana, Beatrice e Matilde super- edifìzi magnifici , templi , castella ,

stite de' figli di Bonifazio, e che ponti di una architettura ardita e


sino dal io63 avea sposato Gof- singolare, ed offrire la sua potente
fredo o Gottifreddo o Gozzelone protezione a s. Gregorio VII, che
il Gobbo duca di Lorena, figlio del allora era nel bollore delle sue con-
patrigno Goffredo 111, il quale era tese con Enrico IV.
morto nel 1070. Nell'aprile 1073 Nel concilio di Laterano, aven-
santamente finì di vivere Alessan- do il Papa scomunicato Enrico IV,
dro II, ed immediatamente gli suc- e dichiaratolo decaduto dal regno,
cesse Ildebrando che fu s. Grego- assolse i sudditi e vassalli ed i mi-
rio VII, al quale articolo moltissi- nistri di lui dal giuramento di ob-
me cose si dicono riguardanti la bedienza e di fedeltà. D'allora in
gran contessa Matilde. Il nuovo poi la devota contessa Matilde co-
Pontefice nelle emergenze tra la minciò a regnare da assoluta pa-
Chiesa e I' impero singolarmente
, drona con intitolarsi negli alti pub-
per r investiture ecclesiastiche con- blici, che se ella contava qualcosa,
dannate, mostrò tanta eroica for- era tale per la sola grazia di Dio:
tezza, tale ardore e incorrotta vir- Matilde Dei gratia si quid est.
tù, da renderlo celebre a tutti i Quantunque lucchesi ed in ge-
i

secoli avvenire. Frattanto Matilde, nerale i toscani non avessero mo-


ora sola, ora in compagnia della tivo, per la sua austera virtù, da
madre, esercitò atti di dominio lodarsi del suo governo, pure essi
quasi assoluto sopra Lucca , e su dovettero uniformarsi ai voleri di
tutto il restante della Toscana, a- quella padrona; non però potè im-
Tendo detto alla citata sua biogra- pedire che Lucca ed altri luoghi
fia in quali stati esercitasse il suo di Toscana, seguissero le parti del-
potere: dissi quasi assoluto domi- l'antipapa Clemente III e di Enrico
nio, perchè ancora un'ombra di di- IV. Per consiglio di s. Gregorio VII
pendenza regia verso Enrico IV, prese Matilde per cappellano , di-
in qualche modo nella celebrazio- rettore spirituale e consigliere s. An-
ne dei placiti di lei traspariva. selmo nipote di Alessandro II, che
Goffredo suo marito esercitò in di a lui successe nel vescovato di Luc-
lei nome alcuna autorità in To- ca, sebbene viaggiasse colla contes-
scana, e ne' paesi di sua domina- sa anche dopo la sua elezione epi-
zione; nondimeno si afferma che scopale. Appena morto il marito
Matilde avesse fatto voto di tenersi partigiano di Enrico IV, Matilde
celibe nel maritaggio. I coniugi non più francamente si dichiarò quasi
vissero lunga pezza insieme, perchè propugnacolo della Sede apostolica,
Goffredo fu sempre devolo di En- e il braccio forte di s. Gregorio
rico IV, indi venne assassinalo nel VII. In più luoghi narrammo gli
febbraio 1076, per ordine del suo avvenimenti politico-ecclesiastici iu
LUC LUC
: ni ella prese tanta parte ; co- figlio Enrico V nel i 1 1 (> e da
me nel 1077 accolse il Papa nella Lotario II nel 11 33 confermati a
sua inespugnabile fortezza di Ca- favore di que' cittadini. Con altro
nossa, dove a Ini presentò sotto- diploma del 1100 Enrico IV con-
messo e penitente il simulatore validò le concessioni del 1081 ai
Enrico IV; e come donò il suo lucchesi, a favore dc'quali aggiun-
patrimonio alla Chiesa romana, dan- se il diritto di potere lenza diffi-

do in feudo di essa a s. Gregorio coltà navigare nel (lume Serchio ,

VII la Toscana e Lombardia, di e aver libero accesso allo scalo di


die parlammo pure all'articolo Gar- Motrone. Nel primo diploma del
f<7gnana ( Vedi ). A sostegno del 1081 Enrico IV diceva, che per
Papa e della Sede apostolica, Ma- ricompensare lucchesi della loro i

tilde armò più eserciti, quello però fedeltà e dei servigi a lui resi ,

che oppose ai nemici nel 1080 sul vietava a qualunque autorità eccle-
territorio di Mantova, fu battuto siastica o laicale di demolire il re-
e disfatto dai combattenti fautori cinto delle mura della città, di c-

di Enrico IV. A questo monarca dificar castella nel distretto delle


piuttosto che alla marchesana di sei miglia; aboliva le consuetudini
Toscana aderiva a quei tempi in- perverse imposte loro con d me zza
telici e di scisma un buon nume- dal marchese Bonifazio III; esen-
ro di lucchesi e una gran parte tava i medesimi dai placiti e sen-
del loro clero, dappoiché molti ca- tenze di giudici lombardi, dal ri-

nonici, trascurando i precetti della patico pisano, dagli obblighi del fo-
disciplina ecclesiastica, che combat- dro e di curatura da Pavia linci

teva principalmente l' incontinenza a Roma , non che degli alloggi ;

e la simonia , ricusarono obbedire prometteva di non far costruire


al degno pastore, eleggendosi
loro dentro la città o ne' sobborghi al-
invece un vescovo scismatico. In cun palazzo reale o imperiale e ,

falli al passaggio che fece nel 1081 filialmente permetteva ai lucchesi


per la Toscana Enrico IV., volle la- di recarsi a comprare e vendere
sciare alle sue fedeli città di Pisa nei mercati di s. Donnino e di
e di Lucca tali generosi privilegi Parma, dichiarando espressamente
che possono dirsi i primi segnali esclusi da questo ultim,o permesso.
della loro municipale emancipazio- \ fiorentini.
ne; quindi in mezzo all' urto vio- In conseguenza del riportato pri-
lento di tanti avvenimenti e pas- vilegio, il popolo Lucca comin-
di
sioni opposte, incominciò a germo- ciò dal distruggere 1086 il vi-
nel
gliare e crescere quello spirito di cino castello eretto in Vaccoli da
che andò gradatamente au-
libertà, alcuni nobili del contado ; e nel
mentando, finché giunse a costitui- 1 100 lo stesso comune maudò gen-
re in repubblica non solamente te ad atterrare la torre di Casta-
Lucca, ma molte altre città dell'I- gnole sulla riva destra del Serchio;
talia. Fra gli elementi primordiali quindi nel i 1 o^, a cagione del ca-
che contribuirono a predisporre i stello di Ripafrallu., i lucchesi rin-
lucchesi a regime costituzionale so- novarono contro pisani mi juugq i

no da coniarsi diplomi concessi i conflitto, nei campi medesimi dove

fa Enrico IV nel 1081, dui suo. cent'anni itiuanzi uvevan,o combat-


, ,,

LUC LUC 39

tuto. Intorno al 1090 consoli i godeva di magistrati propri, sicco-


maggiori ossiano municipali, eser- me d'allora in poi possedè di buon
citavano il loro uffizio in Lucca diritto un territorio di sua esclu-
al pari che in molte altre città e siva giurisdizione. Nel 1086 a s.

terre di Toscana, essendo questa la Gregorio VII successe Vittore III,


memoria più antica di magistrato ed a lui nel 1088 Urbano II. Que-
proprio, o rappresentanti munici- sti persuase la contessa Matilde
pali. In diverse scritture de' secoli affine di rafforzare il proprio par-
XII e XIII si rammentano varie tito e resistere ad Enrico IV, Cle-

classi di consoli in Lucca ; impe- mente III e loro fautori, di spo-


rocché oltre consoli maggiori, che
i sare Volfone V sia Guelfo figlio

tenevano la prima magistratura, vi di Guelfo I duca di Baviera, colla


erano i consoli delle curie, cioè i condizione di rispettare inlatto il

treguani ossia i giudici di pace, la letto maritale, dichiarandolo però


di cui esistenza è antica quanto suo erede. Non andò guari che Ma-
quella de' consoli maggiori ; vi era- tilde, non essendosi trovata molto

no i consoli de' mercanti, i consoli contenta del secondo marito, come


foretani,ed ogni vicinanza o con- non lo era stata del primo, allon-
trada aveva i suoi. I consoli mag- tanossi dal consorzio di Guelfo, a
giori, cui spettava 1* ingerenza go- segno che annullò i patti dotali.
vernativa, venivano eletti ogni an- Quindi essa a' 17 novembre 1102,
no, costituivano in Lucca il corpo essendo Papa Pasquale li , stando

decurionale, e giurar dovevano fe- nella rocca di Canossa , alla pre-


deltà all'imperatore, di aiutarlo senza del cardinal Bernardo degli
nel possesso del regno d' Italia, non Uberti legato pontificio in Lombar-
che di Lucca e suo contado, cosi dia , e di altri illustri personaggi
pure di pagargli le regalie che gli volle rinnovare per rogito l'atto di
si dovevano; ed essendo l'impera- donazione già da lei fatta nelle
tore in Germania, un di loro do- mani di s. Gregorio VII. In vigore
veva per tutti recarsi a prendere del quale atto ella donò alla Chiesa
l'investitura , che s' era in Italia romaua tutti suoi beni omnia bo-
i :

dovevano recarsi tutti a riceverla , na mea 3 jure proprietario 3 tam quae


dovendo governare il popolo e la mine habeo } quam quem in poste.rum
città a onor di Dio ed a servigio acquisitura sum } etc. Nel voi. XII,
dell'imperatore. In Lucca vi fu la pag. 289 del Dizionario facemmo
corte o curia de' banchieri cam- , menzione di un frammento dell'i-
bisti e mercanti ; la curia per giu- scrizione contenente tal donazione,
dicar le cause civili della città e ed esistente nelle sacre grotte va-
sobborghi sino al merito di venti- ticane. V. l'articolo Sovranità' dei
cinque lire j la curia de'consoli tre- romani Pontefici, Mantova, e Con-
guani per cause civili ed ecclesiasti- tessa Matilde, che morì a' 24 lu-
che, per pene incorse, livelli e tregue; glio 1 1 i5.
e la curia de' consoli foretani ossia La donazione di Matilde per le

foranei per le cause tra forestieri pretensioni degl' imperatori e degli


e lucchesi, e Ira forestieri e fore- eredi di Guelfo fu più volte usur-
stieri. In una parola, Lucca a par- pata alla santa Sede, e cagione di
tire dal privilegio di Enrico IV , gravissime differenze^ coinè uotaiU'
, ,,

4o LUC LUC
mo in più luoghi, e pei primi la fu poscia levato dal Pontefice ai
usurparono Enrico V e Lotario benedettini, e dato ai monaci Oli-
11. Appena nel ii5s venne innal- vetani. I lucchesi a mediazione di
zato al trono lo svevo Federico I, Federico I si riconciliarono nel 1 1 75
dichiarò il patrimonio della contes- coi pisani; e sebbene l'imperatore
sa proprietà del duca di Baviera nell'anno seguente promise ad A-
Guelfo VI, come nipote per parte lessandro III di restituire alla san-
di padre di Volfone o Guelfo V ta Sede le terre della contessa Ma-
Bavaro- Estense. Divenuto Guelfo tilde, nella memorabile pace fatta
VI marchese di Toscana , rilasciò a Venezia nel 1177 se e ^ierbò. '

nelii 60 ai lucchesi ogni regalia Nel 1178 Federico 1 portatosi io


marchionale nel contado sei miglia Lucca alloggiò nell'episcopio. L'anno
intorno la città, e rinunziò a fa- 1181 fu segnalato dall'esaltazione
vore del comune di Lucca gli al- al trono pontificio del lucchese Lu-
lodiali di Matilde, di cui egli si cio III, e dalla rinnovazione della
qualificava legittimo signore ed ere- pace tra Lucca e Pisa, giurando i
de , purché i beni della contessa rispettivi consoli che sarebbero ri-
fossero stati dentro Lucca o nel di- spettate le giurisdizioni de' loro pa-
stretto delle sei miglia. Intanto in- stori; si convenne inoltre che il lu-
sorto fino dal 1 1 5g il funesto scisma cro delle due zecche sarebbe stato
di Vittore IV detto V, che Fe- diviso tra le due città, e che pi- i

derico I sostenne colle armi con- sani non avrebbero più coniato mo-
tro il legittimo Alessandro II; men- nete simili alle lucchesi dovendo ,

tre questi trovavasi in Sens, l'an- ognuno batterle differenti. In que-


tipapa Vittore V nel novembre sto tempo era vi in Lucca anche
I i63 abboccò in Lodi coli' im-
si il podestà o rettore di giustizia; ed
peratore, e nel seguente anno pas- al tempo del podestà Alcherio
sò in Lucca, ove si ammalò e di- dopo il 188, furono cacciati con-
1 i

venne frenetico, indi mori impeni- soli da Lucca, perchè contrariava-

tente a'20 aprile e fu sepolto a'22. no suoi ordini e quelli del ve-
i

II padre Papebrochio in Propyleo scovo. Dopo tali gare civili, altre

par. II, p. 25, dice che fu sepolto se ne accesero di assai maggior


in un monastero fuori della città momento per la morte accaduta
perchè canonici della cattedrale
i nel 1 197 dell'imperatore Enrico
e quelli regolari di s. Frediano VI figlio di Federico I, stante che
vollero piuttosto essere scacciati dal- il trono imperiale fu contrastato
le loro chiese,che ricevervi il ca- tra il fratello Filippo di Svevia
davere di uno scismatico. Nel mo- Ottone IV e Federico li figlio del

nastero fu portato dai soldati del- defunto: Ottone IV di Sassonia


l'imperatore, e dalla propria fa- fu sostenitore dei gudfi., i principi

miglia. Interrogato dai Bollandisti svevi nominati de' ghibellini,am-


Mario Fiorentino, qual fosse questo bedue fazioni che, come dicemmo
monastero, rispose che congettura- ai loro articoli, per più secoli de-
va essere quello de' ss. Filippo e solarono la Toscana e l'Italia.
Giacomo e Ponziano de' benedet- Dopo la morte di Enrico VI e
tini, del qual ordine credeva essere nel 1 1 97 stesso le città e i ma-
stato l' antipapa, il qual monastero gnati della Toscana inlimarono una
LUC LUC 41
dieta nel borgo di s. Ginesio sotto dita erano comprese molte terre e
s. Miniato, cui presiederono il car- feudi da quella principessa e dai
dinal Bernardo già canonico rego- suoi maggiori più ,
che altrove
lare lucchese, ed il cardinal Pan- posseduti nelle parti di Garfa-
dolfo Massa pisano. Nella dieta, tran- gnana (al quale articolo dicemmo
ne i sindaci di Pisa e di Pistoia, come Gregorio IX non vedendo
concorsero gli ambasciatori di quasi restituirsi dai lucchesi gli usurpa-
tutte le città e terre della Tosca- ti feudi , e infestando essi anco le
na, fra i quali furono due consoli chiese, il clero ed i sudditi ponti-
di Lucca. Ne fu scopo il far giu- fìcii, dopo gravi minacce venne al-
rare non riconoscere alcuno per im- la punizione, ed alle sentenze di
peratore, re, duca o marchese, sen- scomunica e d'interdetto), a' 27
za espresso consenso della Chiesa marzo i23i riparti tutta la dio-
romana. Ma appena Ottone IV nel cesi di Lucca alle quattro cattedrali
1209 fu riconosciuto da Innocenzo limitrofe , e privò il capitolo di
III e dichiarato imperatore, lo ri- Lucca che gode-
delle prerogative
conobbero pure per legittimo mo- va per benefìcio della Sede aposto-
narca diversi comuni e magnati del- lica. In questo deplorabile slato
la Toscana, e specialmente la città rimase la chiesa di Lucca sino al
di Lucca. A favore di questa l'au- 1234, in cui ravvedutisi i lucchesi
gusto spedi da Foligno a' 12 di- degli eccessi commessi, imploraro-
cembre un diploma più. largo di no ed ottennero con diverse con-
quelli compartiti dai suoi anteces- dizioni il perdono e la reintegra-
sori due ; e giorni dopo spedi al- zione della sede vescovile e degli
tro diploma in benefìzio della cat- altri privilegi a' 1 2 dicembre. Tut-
tedrale lucchese. In s. Miniato poi to, il ripetiamo, insieme ai succes-
a' novembre avea confermato il
2 sivi relativi avvenimenti, e con
e
privilegio da Enrico VI concesso qualche diffusione, all'articolo Gar-
alla chiesa e canonici di s. Fredia- pagnana già trattammo. Il consi-
no. Verso il principio del secolo glio generale di Lucca ascendeva
XIII ebbe luogo in Lucca T istitu- in quell'epoca a 38o persone, cioè
zione d' una magistratura civile e cinque consoli maggiori, i capitani
militare per provvedere alla difesa o tribuni della chiesa di s. Pietro
della libertà lucchese. Adunatosi nel maggiore, capitani della contrada
i

1206 il senato nella chiesa di s. di s. Cristoforo , venticinque con-


Pietro maggiore, elessero dodici prio- siglieri speciali per ogni porta o
ri o tribuni e capitani delle mili- regione della città, e 207 cittadini
zie, i quali colle loro insegne o del consiglio maggiore. Eravi il

gonfaloni, insieme coi consoli mag- podestà, il capitano del popolo, gli
giori, 22 marzo nella chiesa di
a* anziani e priori che si cambiavano
s. nominarono in podestà
Senzio spesso; nel i2 5o i detti anziani
di Lucca Aldobrandino Malpigli. rimpiazzarono i consoli.
Già da qualche tempo la santa Se- Dopo la pacificazione colla santa
de, massime Onorio III e Grego- Sede e la morte di Federico li ,

110 IX, reclamando l'eredità lascia- le cose dei lucchesi nei primi dieci
la al patrimonio di s. Pietro dalla anni dell'impero vacante cammi-
conlessa Matilde, nella quale ere- narono di bene in meglio, e prospe-
4* LUC LUC
rarono si negli affari del comune, disse non esservi stata famiglia che
tome nel conservare i paesi che i non avesse a deplorare la morte di
lucchesi a forza danni anelavano un suo congiunto. Da tanta deso-
acquistando, ad onta che in Lucca lazione molte città e terre della
non mancassero a distili bare la pa- Toscana spaventate, inermi e sco-
ce interna le malaugurate fazioni raggile, dovettero aprire le porte e
dei guell; contro i ghibellini , dei far buon viso a' vincitori orgoglio-
nobili di contado contro la comu- si sempre caldi d' ira. La sola
e
nità, del popolo grasso contro il città di Lucca tenne forte, e nel
magro, in una parola dei popolani tempo che vegliava a tener lontani
contro i magnati. Nel secolo XIII i fuorusciti ghibellini, serviva di ri-
e nel principio del seguente, i luc- fugio e di sostegno ai guelfi che
chesi per uniformità d'istituzioni da ogni parte oppressi e scacciati
municipali e di sentimenti politici vi accorrevano. Il perchè tutti i
coi fiorentini, erano con essi tanto ghibellini toscani si rivolsero ai
strettamente uniti e collegati , che danni Lucca, che avendo talvol-
di
ogni alfronto ricevuto dai due po- ta potuto respingere alcuna aggres-

poli era affronto comune; quindi sione, giunse a tali strette che i
le guerre, le tregue e le paci pro- suoi reggitori furono costretti dopo
cederono d'accordo quasi costante- quattro anni a venire ad un ac-
mente come il governo; reciproca cordo. Fu pattuito pertanto che i

la buona corrispondenza tra i si- lucchesi, salve le patrie leggi , ad


gnori della repubblica fiorentina e esempio de' fiorentini, riconoscereb-
gli anziani lucchesi, per cui i due bero in loro vicario Manfredi re di
governi furono per lunga età 1' a- Napoli, giurando di stare nella par-
nima e il maggior nerbo della le- te ghibellina; che allontanerebbero

ga guelfa in Toscana. La prova i guelfi, a condizione di riavere il

più solenne, più generosa, di cui castello di Motrone ed i prigio-

buon diritto il governo lucche- nieri fatti alla battaglia di Monta'


se deve onorarsi , fu dimostrata perto. Tutta volta Lucca guelfa per
(orse all'occasione della battaglia genio e per principii, dalla sola ne-
di Montaperto. Avvegnaché di tren- cessità obbligata di piegare alla

tamila fanti e di mille trecento ca- parte ghibellina, ritornò ad esser


valli, di è fama che nei campi
cui guelfa appena il polente sostenito-
d' Arbia componesse V esercito
si re del ghibellinismo Manfredi nel
guelfo innanzi la pugna, dopo Ja 1266 rimase vinto ed estinto nei
funesta sconfitta molti di quelli campi di Benevento, quindi i luc-

scampati al macello vennero im- chesi furono riconciliati colla Chie-


molati alla rabbia del vincitore ghi- sa, giacché Manfredi era da essa
bellino., e gli altri in numero di separalo.
circa undicimila meschinamente io Sebbene d' allora in poi non
dure prigioni cacciati. Mai rovina mancassero frequenti guerre batta-
maggiore avea percosso le città gliate per tenere in moto e in ar-
guelfe di Firenze e di Lucca; mai me il popolo lucchese, ora nel
più M pianse in Toscana tanto, 1271 per conquistar il forte ca-
cpianlo dopo la terribile giornata stello di Montecatini in Val di Nie-

l|e| 4 settembre 1260; talché si \ole, fatto ni4o oY ghibellini i


ora.
LUC LUC 43
nel 1275 per unirsi ai genovesi e in Toscana il cardinale Albertini di
fiorentini contro i pisani, co' quali Prato, che per essere stato oltrag-
li pacificò il Papa Innocenzo V ; ora giato in Firenze, il Papa ai 21
nel 1288 per inviar aiuti di fanti giugno 1 3o4 scomunicò guelfi ed i

e cavalli alla lega guelfa Val in i con essi i cittadini di Luc-


neri, e
d'Arno aretino; ciò non ostante può ca. Ivi poco dopo insorse nel i3o8
dirsi, che le cose interne dei luc- un tumulto fra il popolo e i no-
chesi si rimasero tranquille per tut- bili, in conseguenza del quale il
to il resto del secolo XIII. Si co- governo , che per principio politi-
struirono quindi molti edifizi sacri co teneva dalla parte popolare, riu-
e profani, strade e piazze. Mentre scìdi far escludere dalle borse tutti
la repubblica fiorentina nel 1297 i magnati o potenti, tranne quelli
dava principio al suo palazzo detto che ad una delle compagnie delle
della signoria, ed ora palazzo vec- armi, ossia dei venti gonfaloni di
chio, il comune di Lucca prese la contrade, si trovavano ascritti. Tale
deliberazione d' ingrandire il pro- fu una delle ragioni per riformare
prio. Ma era appena incominciato il gli antichi statuti del comune di
secolo XIV, quando gli antichi odii Lucca, e per sostituire quelli com-
di famiglie, ed i semi di cittadine pilati nel i3o8, che sono rimasti

discordie germogliarono in guisa i primi fra i conosciuti. In quella


tale, che resero oltracotante il par- riforma più di cento famiglie no-
tito ghibellino contro il guelfo, sot- bili furono escluse dalle prime ma-

to una nuova divisa di Bianchi e gistrature, oltre i nobili di conta-


di Neri, i primi uniti ai ghibellini, do chiamati cattani. Bonturo con
i secondi ai guelfi, la cui origine due altri popolani furono quelli che
si ripete da Pistoia al modo che formarono in Lucca una specie di
a quegli articoli si narra. Vinse triumvirato, regolando quanto spet-
naturalmente in Lucca la fazione tava alla signoria e al governo del-
più numerosa del popolo, cioè i la repubblica. Fu tolta l* autorità
neri, di cui era l'anima un poten- agii anziani e la giurisdizione ai
te anziano, favorito dalla plebe e giudici delle diverse vicarie del ter-
reduce da una legazione al Papa ritorio, per sostituirvi de' popola-
Bonifacio Vili, chiamato Buonturo ni. Quindi è che molte famiglie
Dati, caldissimo guelfo. Per abbat- vennero esiliate, e moltissime dis-
tere la sede donde sotto nuove for- gustate abbandonarono la patria con
me era partito V incendio delle po- pregiudizio della città. A tanti mali
litiche fazioni, si unirono ai fioren- si aggiunsero per colmo le rovine,
tini i lucchesi per attaccare le ca- le oppressioni, le stragi e i sac-
stella di Pistoia, ed assediare la cheggi che Lucca a soppor-
ebb»e
città fatta nido de' più acerrimi ghi- tare all'arrivo impensato ed ostile
bellini. Debellata Pistoia, i vincito- nel i3i4 «h Uguceione della Fag-
ri si divisero il suo governo, ri- giuola capftano generale e signore
servandosi i lucchesi l'elezione d'un de' pisani sempre nemici de' luc-
loro cittadino per podestà, ed i fio- chesi, e terrore de' guelfi pel co-
rentini nomina del capitano del
la mando che avea de' ghibellini di
popolo. Volendo Benedetto AI pacifi- Toscana. Essendo manca to iy vivi

cate le accanite fazioni, spedai legalo Clemente Y ^Hbz.iotiutp a Roberta


44 luc LUC
rt eli Napoli capo de' guelfi, Uguc- il cardinal Gentile Parlino da Mon-
cione vide agevole la conquista di tc/iorc, del quale parlammo a quel-
Lucca. In fatti travagliò tanto i la biografia. In fine, a colmo di
lucchesi che li costrinse alla resti- tanti mali, si aggiunse un incendio
tu/ione delle castella già cedute dal desolatole, di cui restarono preda
conte Ugolino, ed ottenne che gli non solo quattrocento case, ma pre-
usciti rientrassero in Lucca, tra'qua- ziose suppellettili e pubblici archi-
Ji Castruccio di Gerì degli Antelmi- vi. In tal guisa Lucca fatta, botti-
nclli rivide la patria. no con un'apparente
de' ghibellini,
Castruccio Castracani degli An- formalità legale dovè acclamare ai
telminelli, il quale alla nobiltà del- i3 luglio Uguccione in capitano
l'origine aggiunse grandezza del- la generale del suo popolo, e così la-
l' imprese, in gioventù avea provato sciarsi governare ad arbitrio dei
la fortuna contraria, poiché essendo bianchi suoi fuorusciti, i quali a
ghibellino foggi co' suoi da Lucca vendicarsi de' loro emuli o li cac-
nel i3oo, avendo allora anni die- ciarono o li uccisero. Dolenti i fio-

cinove. Riparò in Ancona, e per- rentini della Lucca sciagura di ,

duti genitori datosi tutto alla mi-


i vedendo Uguccione assoluto domi-
lizia guerreggiò in Francia, in In- natore di due vicine repubbliche ,

ghilterra, e di più in Lombardia, procurarono collegarsi coi guelfi


contrae ndo amicizia coi signori di delle comuni toscane , sollecitando
Milano, Mantova e di Verona.
di aiuti da Siena, da Bologna, da Pe-
Quivi stavasi quando per la pace rugia, da Gubbio e dal re Rober-
conchiusa da Uguccione tra' pisani to. Uguccione a combattere fio- i

e lucchesi potè fare ritorno all'a- rentini, con ventimila fanti e due-
mata Divenuto capo de' ghi-
patria. mila cinquecento cavalieri mos-
bellini ch'erano rientrati, volendo- se verso la Val di Nievole per
si vendicare de' guelfi , fece scop- conquistare il castello di Monteca-
piare una sommossa , e gli assali tini,benché la lega guelfa avea riu-
a' i4 giugno i 3 1 mentre si com-
4- • nito più numeroso esercito. A' 29
batteva entrò in Lucca Uguccione al- agosto i3i5 nemici scontraronsi
i

la testa di undicimila e più soldati, nella valle sul piccolo torrente bor-
dal quale avea chiesto soccorso. I ra. Al primo assalto Francesco fi-
lucchesi da interni ed
sopraffatti glio del Faggiuolano e podestà di
esterni nemici, ne potendo resistere Lucca, penetrò con tanto impeto nel
a tante forze, videro fuggir la ca- campo de' fiorentini, che ferito a
valleria catalana a loro tutela in- morte spirò in mezzo alla pugna ,

viata dal re Roberto, e la città fat- e già gli assalitori indietreggiavano,


ta preda degli assalitori. Con spa- quando accorso Uguccione col ner-

ventosa rabbia , sfrenata libidine ,


bo della sua armata, respinti riani- i

ed insaziabile avarizia si manomi- mò, e più caldi li ricondusse al ci-


se dal nemico e calpestò onore, mento. Allora fu che la giornata
pudore e religione La tragedia . essendo divenuta campale, dai ghi-
del più crudele saccheggio durò otto bellini si combattè con tanto ardi-
giorni, ne si risparmiarono le case re e valore da portare ovunque la
de' privati, le chiese, ed il ricco morte, lo scompiglio e il terrore. I
tesoro che a Clemente V pollava primi capitani ira i guelfi rimasti
LtfC LUC 4>
estinti pugna, furono un fra-
nella nerale ; ma innanzi che spirasse
tello e un nipote del re Roberto; tal termine Castruccio seppe così
Firenze, Siena e molti paesi pian- destramente operare, che dal se-
sero i loro prodi. Il lucchese Ca- nato e popolo lucchese con deli-
struccio si lece conoscere per buon berazione del 4 novembre fu con-
guerriero , avendo in questa me- fermato nella carica per un intiero
morabile giornata date prove di anno, e prima che spirasse questo
coraggio e di militare perizia. periodo con nuova elezione fu de-
La vittoria di Montecatini fruttò ciso, che Castruccio col titolo di
a Uguccione non solo un più si- signore e difensore della città e
curo dominio in Pisa, ma aprì a stato di Lucca governasse la re-
lui la strada per rendere totalmen- pubblica ancora per dieci anni. Fi-
te ligia al suo volere la città di nalmente arrivato il 26 aprile i3?.o
Lucca, nominandone podestà l'altro Castruccio fu da tutti concordemen-
figlio Neri. Trova vasi questo in uf- te proclamato dittatore della repub-
fìzio, quando pochi mesi dopo la blica a vita, onde tutto si diede
vittoria di Montecatini occorse che a rendersene degno, ad abbellir
Castruccio di suo arbitrio, o come la città, a far ponti, strade, rocche
altri vogliono d'ordine d'Uguccione, e fortificazioni di vario genere, spa-
essendosi recato con dei compagni ventando col suo genio intrapren-
nelle parti della Versilia e di Mas- dente i comuni a Lucca limitrofi.
saLunense, pose a ruba il paese. Il sigillo da lui adoperato in una
Per la qual cosa appena tornato a lettera figura nella parte superiore
Lucca Castruccio, accusato di fur- un cane avente al di sotto uno
ti e di uccisioni, fu carcerato e scudo, e intorno al blasone I* epi-
sommariamente condannato ad ave- grafe : S. Caslrucci Fìcecomìlis
re il capo reciso. Già la scure sta- Lunensis essendo anche visconte
,

va per piombare sul collo del va- lunense avendo occupato in Lu-
;

loroso capitano, quando il popolo nigiana Fosdinovo e gli altri ca-


minacciò sollevarsi a stormo, in gui- stelli di qua dalla Magra. A Pon-

sa che intimorito il podestà ne man- tremoli assegnò magistrali di par-


dò avviso al padre in Pisa. Si te guelfa e ghibellina, facendo e-
mosse Uguccione colle sue bande, rigere nel centro del luogo la tor-
ma pervenuto a metà del cammi- re Cacciaguerra : in sostanza egli
no seppe della repentina sollevazio- prese a regolare i ghibellini di To-
ne de'pisani. Nel mentre che re- scana per farli operare in accordo
trocedeva per ricuperare il perdu- con quelli di Lombardia. Benché
to dominio, i lucchesi liberarono occupato in diverse militari impre-
Castruccio, gridandolo insieme ca- se, il dittatore non lasciava di far
pitano del popolo e difensore decreti savissimi pel pubblico bene,
della città di Lucca agli 1 1 apri- un dominio assoluto,
affinchè sotto
le i3i6. Così Uguccione in un una qualche forma di libertà tras-
giorno videsi spogliato della signo- parisse. Vi sono memorie della
ria di due importanti città. Ca- sua pietà e della sua giustizia , e
struccio fu confermato nella digni- fece restituire alla santa Sede il

tà per sei mesi, con atto solenne tesoro depositalo in s. Frediano di


degli anziani e del consiglio ge- Lucca dal cardinal Gentile. Ebbe
46 LUC LUC
per vicario un fedelissimo giure- capitale fece innalzar un'opera co-
consulto e per consiglieri di stato lossale per servire di vasta citta-
uomini espertissimi nella politica. della , nella quale rinchiuse oltre
Così nelle cose di guerra tenne al il suo palazzo, arsenali d'armi, ca-
suo servizio valenti capitani presi serme, chiese, conventi, abita/ioni
da diverse contrade; tenendo Ca- private e intiere strade, in guisa
stracelo per massima, che non al- che a questa piccola città circon-
la patria o alla schiatta, ma al- data dal secondo recinto delle mu-
le virtù bisogna che i buoni prin- ra fu dato il nome di Augusta,
cipi abbiano l'occhio. In quanto quasi per significare essere dessa
poi alla costituzione militare da un'impresa degna de'cesari. Voleva
Castracelo ordinata per fare di impadronirsi di Prato, e con ri-
tutto il territorio, non che Luc-
di provevole modo di Pisa, ma non
ca, un esercito mobile pronto ad gli riuscì. A
dar compimento alla
ogni occasione , egli ripartì lo sua ambizione il signor di Lucca,
stato in quante e-
tante divisioni, col solito mezzo de' suoi fautori,
rano le porte della città di Lucca, per render ereditario nella sua fa-

cioè di s. Pietro, di s. Donato, miglia il supremo potere, nel i32J


di s. Gervasio, e di s. Frediano fece eleggere il suo primogenito
ossia del Borgo; e ciascun villag- Enrico suo compagno nella signoria
gio, borgata o castello organizzò della patria a vita. Osservando i

in compagnie sotto periti uffiziali fiorentini che Castruccio mirava


ed insegne proprie, coli' obbligo di sempre al suo ingrandimento e al
esercitarle e star pronte a marcia- conquisto di tutta la Toscana, for-
re al primo cenno. Per modo che marono una potente lega guelfa
circa venti ore dopo l'avviso dato, toscana. Nel settembre i325 ad
da un polo all' altro della repub- Altopascio accadde il terribile scon-
blica, dalla Val di Magra alla Val tro fra l' oste fiorentina e la luc-
di Nievole, le milizie lucchesi com- chese ; ivi fu il celebre campo di
parivano, assalivano, e i più mu- battaglia nel quale Castruccio fece
niti castelli conquistavano celere- prodigi di valore, e dove diede le
mente. più evidenti prove della sua gran
Dopo tanti ordinamenti, dopo esser- perizia nell' arte della guerra. La
si assicurato un costante potere, Ca- battaglia d' Altopascio fu pei luc-

struccio alzò i suoi pensieri a cose chesi gloriosa e completa. Pochi


maggiori , tendenti niente meno nemici che avanzarono all' eccidio
che a far crollare forti città co- poterono scampare dai vincitori; si
stituite in repubblica, le quali per narra che i prigioni furono i5,ooo,
principii e per natura di governo tra' quali il generale in capo del-

doveano essere naturalmente sue av- l' esercito e moltissimi personaggi


versarie. Ad efletto pertanto di abbat- cospicui di diverse parti. Castruc-
tere la più polente di tutte, Firenze, cio piombò su Firenze, e depredò il

costrinse nel i322 ch'era


Pistoia, contado ed sobborghi della città.
i

sotto il patrocinio della signoria, a Il dì ii novembre fu per Lucca me-

riconoscerlo per protettore, salva la morando, perchè Castruccio vi entrò


libertà pel paese. Nel frattempo in trionfo colla pompa degli anti-

che Castruccio dimorava nella sua chi romani, colle ricche prede e i
LUC LUC 47
prigioni, in un col carroccio dei fu uomo non solamente raro dei
fiorentini ; rendendolo più solenne tempi suoi, ma ancora per molti
con molti atti di magnanimità e di quelli che innanzi erano passa-
di beneficenza. Seguitarono dopo li, e perchè l'arte strategica, la
ciò le scorrerie delle masnade dei celerità delle marcie e la destrezza
venturieri, die Castruccio teneva nel campeggiare fu meglio cono-
assoldate, in lutto il Val d'Arno si- sciuta e trattata da lui che da ogni
no alle porte di Firenze, finche altro capitano della sua età, e fra

la parte guelfa della Toscana ,


tutti coloro che avevano da gran
Giovanni XXII, ed il re Roberto tempo indietro figurato in Italia,

risolverono di far lutti gli sforzi Lodovico il Bavaro gli concesse in


per frenar la baldanza del capila- ducato gli stati di Lucca, di Lu-
no maggior Itti»
lucchese, cui dava nigiana, di Garfagnana, di Pistoia
pulso 1' amicizia di Lodovico il e di Volterra il diploma
: di Lo-
Bavaro giunto in Italia e scomu- dovico è riportato nella Fila di
nicato dal Papa. Recandosi Lodo- Castruccio d'Aldo Manuzio, ripub-
vico in Roma nel 328, Castruc- 1 blicata con nuovi documenti a
ciò lo seguì, indi fu creato cava- Lucca nel 843, nel documento
1

liere e conte del palazzo di Late- n. 18 a p. 207. Quindici anni


rano, e destinato a porgergli la signoreggiò senza mai cessar di com-
spada dell'impero il giorno della battere: avea mente, cuore e brac-
coronazione nella basilica vaticana: ciò da operar grandi cose; accorto
fu anche fatto senatore di Roma, e dissimulatore sapeva farsi amare
dignità che per se erasi riserba- dai soldati, temere dal popolo e
ta Lodovico. Mentre in Roma si tener soggetti gli avventurieri che
godeva tanti onori , i fiorenti- teneva al suo soldo. Nuovo Pelo-
ni tolsero ai lucchesi Pistoia. La- pida, mostrò quanto possa un uo-
sciato cesare, passò a Pisa, ove dìo solo ingrandire la patria Luc- :

senza rispetto alcuno al nuovo au- ca fu grande per lui; ma al suo


gusto, ne al di lui vicario, cornili- cadere il principato fondato da lui
ciò a farla da padrone, e mentre fu distrutto. Castruccio Castracane
era quieta se ne impadronì. degli Antelminelli morì qual visse,
Tornato Castruccio nella sua capi- cioè da uomo forte, e conservò fi-

tale, con numerose forze si recò ad no all'estremo suo respiro tran-


espugnar Pistoia, e la prese ai 3 quillità di spirilo cosicché potè ,

agosto; se non che le molte fatiche dare un ultimo saggio del suo
sostenute nel lungo assedio gli prò- senno, come profondo conoscitóre
dussero una febbre che in pochi delle cose umane. Che sebbene egli
dai vivi. Mancò que-
dì lo tolse fosse più prode capitano, che dot-
st'uomo straordinario ai 3 set- to non ostante mo-
legislatore, ciò
lembre i328, nell'anno quaran- rendo previde e predisse quanto
tasettesimo di sua età, lasciando pur troppo, mancato lui, accadde
di sé che se non gli
tale opinione, di Lucca e della sua vasta signo-
fosse stala così breve la vita, egli ria. Tra le opere superstiti che
sarebbe pervenuto a signoreggiare rammentano il governo di Castruc-
gran parte d' Italia_, non che l'in- ciò, oltre la cittadella Augusta,
tiera Toscana. Per virtù militare alla costruzione della quale s' ini-
48 LUC LUC
piegarono materiali
i di undici parrà che non poterono riavere. Si
grandi toni e di molti casamenti recò in Lucca Gherardino Spinola
pubblici e privati, si deve aggiun- ricco genovese, il quale ai settem-
gere la strada che dalla porta del- bre 13*29 si obbligò pagare ses-

la città guida al ponte s. Pietro santaruila fiorini, un terzo subito,


sul Serchio, la strada e il ponte il resto nel seguente ottobre, facen-
Squarci abocconi sulla Pescia di Col- do garanzia il comune di Lucca
lodi, la strada costruita alla ma- per liberarsi dal governo militare,
rina lucchese da Mon tra mito a e vendendo la propria libertà ad
Viareggio, la nuova torre in que- un ghibellino genovese. I fiorentini
sto ultimo luogo, oltre diversi pon- di ciò dolenti, incominciarono dal
ti costruiti o restaurati sopra i togliere al nuovo signore di Luc-
fiumi Serchio e Lima , senza dire ca una parte dei paesi da Castruc-
di molte rocche, torri e fortezze cio conquistati nel Pistoiese e in
sparse in vari punti del dominio Val di Nievole, e mandarono nu-
lucchese. Enrico figlio primogenito merosa oste ad assediar Lucca.
di Castruccio , ricco delle gloriose Col consenso dello Spinola i luc-
doti paterne, con tutti i saggi av- chesi inviarono ambasciatori a Gio-
vertimenti ascoltati da lui mori- vanni re di Boemia in Lombar-
bondo, fu riconosciuto più. per gra- dia, per offrirgli il dominio della
titudine del popolo verso il gran loro patria ,
purché egli sollecita-
capitano che pei meriti propri in mente inviasse forze sufficienti a
signore di Lucca e degli altri stati liberarli dall'assedio de'fiorentini. Il
acquistati dal padre. Ma Lodovico re accettò, costrinse i fiorentini a
il Bavaro, per un tratto d'ingra- ritirarsi e lo Spinola a rinun-
titudine o per vendicarsi di Ca- ziar la signoria senza rimborso, e
struccio, perchè dopo la sua par- dichiarò sua la città. Il dominio
tita da Roma tolsegli Pisa, spo- lucchese consisteva allora in 9 vi-
gliò poco dopo T erede di Ca- carie, con 288 comunelli, compresi
struccio degli stati di Lucca di ,
quelli suburbani , e alcuni altri
Lunigiana, di Pistoia e di Garfa- popoli situati sulla riva sinistra
gnana, figurando di rimettere i dell'Arno , oppure di quelli appar-
lucchesi all'antico regime repubbli- tenenti al territorio pistoiese. Il re
cano mediante però Io sborso d'u- Giovanni ordinò agli anziani ed
na vistosa somma di denaro. al popolo giuramento di suddi-
Ben presto si scuoprì come la tanza, e nominò un vicario luo-
promessa libertà fosse un vano no- gotenente per l'esercizio della au-
me, perchè tutto il reggimento torità regia, e da cui dipendevano
della repubblica fu ridotto nell'ar- gli anziani, il consiglio maggiore
bitrio di un vicario imperiale, e e il consiglio generale. Nel 1 333
ciò sinché le milizie tedesche, la- giunse in Lucca Carlo di Lussem-
sciate dal Bavaro senza il soldo burgo figlio del re e poi impera-
reclamato, s'impadronirono di Luc- tore Carlo IV, il quale fu accolto
ca per venderla al maggiore offe^ con dimostrazioni di sincero affet-
rente. I fiorentini offrirono ottan- to, ma domandò
quarantamila fio-
tamila fiorini, ed i pisani sessan- rini Quindi per trarre dalle
d'oro.
tamila, dandone quindicimila in ca- borse lucchesi nuovi denari, lo stes-
LUC LUC 49
so re Giovanni passando in agosto e nemici del pari dei lucchesi co-
per Lucca moderò l'autorità regia me de' fiorentini, costrinsero questi
aumentando la municipale ma ; a capitolare a' 4 luglio i342, e
ad onta delle regie promesse di cedere quasi intatta ai pisani la
non cedere alcuna parte del ter- costosa preda.
ritorio di Lucca, e sempre più per A volontà di questi novelli mal-
mugnere i lucchesi Carlo conferì , visti padroni , e della incresce-
all' anziano Vanni Forteguerra il vole dominazione pisana , Lucca
castello di Cotrosso Per egual . dovette soffrire quel misero sta-
modo il re padre, in vece di resti- to, che fu dai lucchesi chiamato
taire al comune la promessa vi- servitù babilonica la quale durò
,

caria di Correglia che avea tolto ventisette anni. Giunse finalmente


a Castracani dei Falabrini, la con- il 1369 , in cui i lucchesi colla
ferì con titolo di contea a un altro magia dell'oro poterono indurre
Castracani del ramo degli Antel- l'imperatore Carlo IV ad esaudi-
minelli. Essendo vicario regio in re i loro lamenti e liberarli dalla
Lucca Marsilio de'Rossi di Parma, soggezione dei con diplomapisani
nell'ottobre 1 333 il re impegnò a degli 8 aprile. Essendo suo vica-
Orlando de'Rossi, altro suo vicario, rio imperiale in Toscana il suo
e ai di lui fratelli, la città di Lue- parente cardinal Guido di Boulo-
ca con tutto il distretto per tren- gne, questi passò a far la sua re-
tacinquemila fiorini, e nell'anno sidenza in Lucca. A memoria per-
seguente la vendè ai medesimi, ciò petua di tale liberazione i Iucche-
che alcuno nega. Non poterono i si edificarono nella loro cattedrale
nuovi signori possedere Lucca per una cappella con altare, che tut-
lungo tempo, obbligati per inde- torà porla il nome della Libertà :

gne vie di doverla cedere il primo Ara Deo liberatori, ove finché du-
novembre 1 335 a Martino della rò la repubblica, i magistrati e il
Scala tiranno di Verona, che re- popolo vi si recarono in processione
stituì ai Rossi i trentacinquemila nella domenica in Albis, giorno
fiorini d' oro pagati per tutto lo anniversario della liberazione. Per-
stato lucchese.Finalmente lo Sca- che questa fosse completa e non
ligero, dopo aver signoreggiato in inceppata dal vicario imperiale, col-
Lucca quasi per un lustro, nel lu- la mediazione dei fiorentini e lo
glio del i34o la vendè per cento sborso di centoventicinquemila fio-

ottantamila o secondo altri due- rini d'oro, il vicario coll'assenso di


centocinquantamila fiorini d'oro ai Carlo IV rinunziò il suo potere
fiorentini. Subito pisani per gè- i nel corpo degli anziani, che dichia-
losia assediarono la città, e solo rò vicari perpetui di cesare. Per tal
con qualche sagrifizio i fiorentini guisa Lucca ricuperò dopo cinquan-
d' accordo coi lucchesi poterono tasei anni la libertà. Una delle prime
entrarvi dopo nominando
tre mesi, operazioni dei reggitori della risor-
per luogotenente Giovanni de Me- ta repubblica di nor-
fu quella
dici, che ricevette dagli anziani e ganizzare governo mediante una
il

senato lucchesi il giuramento di nuova costituzione, sul modello del


obbedienza alla repubblica fioren- governo fiorentino, già ritorna-
tine. Continuando i pisani l'assedio, to dei lucchesi sinceramente ami-
vol. xi. 4
So LUC LUC
co . II compartimento territoriale fatte delle aggiunte. Nello statuto
venne diviso, come Io è attual- furono escluse quasi affatto dalle
mente, in vicarie, mentre l'interno cariche di anziani, diverse casale
della città fu ripartito in tre for- nobili lucchesi, e tra queste gli
zieri, che presero il nome dalle Obizi, i Salamoncelli, i Quartigiani,
chiese di s. Paolino, di s. Salva- i del Poggio e tutti gli Autelmi-
tore e di s. Martino. 11 primo ma- nelli ; precauzione dettata a ca-
gistrato della repubblica ossia degli gione dei tentativi fatti contro la
anziani si compose di dieci citta- quiete pubblica a danno della pa-
dini, fra' quali si eleggeva un ca- tria libertà. Queste disposizioni di-
po, cui fu dato il titolo di gonfa- rette al pubblico bene, nel succe-
loniere di giustizia, coll'obbiigo a dersi degli anni non ebbero quel
tutti gli anziani di risiedere sta- felice successo che sembrava dover-
bilmente in palazzo ne'due mesi si conseguire ; sia per le pestilenze
che durava il loro offizio. A pub- che nel 1371 e 1372 afflissero la
blica difesa furono istituite com- città e il contado; sia per le mi-
pagnie o gonfaloni ; in vece del litari compagnie di 'masnadieri di
consiglio del popolo già composto di varie nazioni., le quali infestarono
cinquanta individui, se ne formò uno la Toscana , e specialmente nel
di soli ventisei, il quale insieme ai i38o recarono sommo aggravio e
goufalonieri delle compagnie e al- rovine allo stato di Lucca ; sia
la signoria o magistrato degli an- finalmente per le intestine civili

ziani e a tutti gli altri consiglieri, discordie che tolsero alla repub-
costituirono i primi poteri: final- blica la quiete desiderata.
mente il consiglio generale fu com- Urbano VI, mentre in Avignone
posto di centottanta cittadini ; laon- sosteneva funesto scisma Clemente
de sopra tali magistrati si aggirò VII antipapa, partì da Genova ai
tutto il pondo della repubblica. Nel 16 dicembre 386, e per mare 1

1369 lo stato lucchese componevasi recossi a Lucca, accoltovi onorevol-


di undici vicarie, comprese quelle mente nella vigilia del s. Natale, e
di Massa Lunense e Camporgiano, vi si trattenne nove mesi. Al porto
in tutto 277 comuni, fra quali i i di Motrone era stato magnifica-
suburbani. Nel 1870 fu demoli- mente alloggialo dagli ambasciato-
la l'antica bastiglia, cioè la citta- ri lucchesi. Il Papa nella notte di
della Augusta, emblema della pas- Natale celebrò la messa e fece la

sata schiavitù, con tutti gli edilizi benedizione dello stocco e berretto-
costruttivi da Castruccio; indi fu ne, insegne con cui onorò la re-
creato un consiglio di diciotto cit- pubblica in persona del gonfalo-
tadini chiamati conservatori della niere Forteguerra Forteguerri, che
pubblica sicurezza, ridotti nel i3j5 lo avea assistito da suddiacono e

a dodici col nome di conservatori cantata l'epistola. Nel tempo della


della libertà, che nel 1 385 cam- sua dimora in Lucca, Urbano VI
biatomi col magistrato dei com- con tutta la corte pontificia fece
missari del palazzo. Lo statuto fu la benedizione delle candele, palme,
compilato nel 1872, sul regime rosa d'oro, ed agnus Dei. Tenne
della repubblica, procedura crimi- segnatura di grazia, concistori pub-
nale e civile, ec. , cui poi furono blici e segreti uell' episcopio dove
LUG LUC Si
era alloggiato. Fece inoltre molle sub politici, e procurò dall'antipa-
grazie, tra le quali fu l'elezione di pa Benedetto XIII l'assoluzione del-
Roberto Guinigi in protonotario a- le censure ecclesiastiche a quei luc-
postoliuo partecipante, e di Bar- chesi, che sino dai tempi di Ca-
J
tolomeo Forteguerri in avvocato struccio n erano allacciati per ca-
?
concistoriale. A 23 settembre 1387 gione di Lodovico il Bavaro. Pen-

Urbano VI partì da Lucca per i


sando poi alla sua sicurezza, nel
Perugia. Intanto sul finire del se- i4oi ordinò l'erezione di un for-
colo XIV perniciose discordie si ac- tilizio dentro le mura della città,
cesero fra le famiglie più potenti nel quartiere che porta tuttora il
di Lucca ; e dopo replicate agi- nome di Cittadella. Poco per altro
tazioni e congiure terminò la tra- può dirsi del governo di Paolo
gica scena colla morte di Barto- Guinigi, sebbene da assoluto signo-
lomeo Forteguerri e poscia di Laz* re per trent' anni dominasse nella
zaro Guinigi, capi entrambi di due patria. Imperocché , qualora si ec-
contrarie fa/ioni , in mezzo alle cettuino le misure prese per prov-
quali potè farsi innanzi Paolo Gui- vedere ai casi di carestia, per in-
nigi, per cui con intrigo nell'otto- coraggile prime sorgenti della
le

bre i4oo fu Lucca gridato per ricchezza nazionale, per promovere


in capitano del popolo.Paolo spe- la coltivazione, per purgar il paese
dì subito onorevole ambasciata al dagli oziosi e vagabondi, e per
duca di Milano, per notificargli il aver impedito l'espatriazione dei la-
suo esaltamento, e cercar la con- voranti di seta , Paolo seguì la
tinuazione di sua benevolenza. Sul tatticache oggi diciamo giusto mez-
momento Paolo nulla cambiò ne- zo , mancandogli forza per farsi
gli ordini dello stato, moderazione temere e rispettare dai governi e-
die lo fece giudicar da poco e steri. Alcuni dicono che sarebbe
facile ad opprimersi, il percbè stato degno di regnare per le qua-
alcuni cospirarono contro la di lui lità del cuore, ma difettava per
vita : discoperta la trama, uno dei si aggiun-
quelle dello spirito, a cui
congiurati perde la vita, gli altri se suo carattere fu
l'avarizia. Il

furono o esiliati o condannati a adatto ad essere mediatore d'accor-


breve prigionia. Da questo primo di tra principi e repubbliche, e
tentativo, Paolo seppe trarre op- figurò qualche volta anche come
portuno profitto, crebbe in poten- politico.
za e domandò imperiosa inente di Nella signoria del Guinigi, Lucca
essere nominato ini signore assolu- fu onorata della presenza di Gre»
to di Lucca. Ni uno osando con- gorio XII (Fedi), il quale per ter-
traddirlo, diede principio ad un go- minar lo scisma sostenuto dall'an-
verno assoluto con abolire il se- tipapa Benedetto XIII si pose in
nato degli anziani ed ogni cele- viaggio con dodici cardinali. Giunse
brazione di comizii, consueti ad a- a Lucca sul fine del gennaio 1408,
dunarsi per l'elezione de' collegi; ove a' 9 maggio creò quattro car-
facendo supplire alle magistrature dinali, cioè il b. Gio. Domenico
da un vicario o consiglio da lui e- Bianchini fiorentino; Antonio Cor-
letti. Mediante una somma di de- raro veneziano suo nipote, Gabriel
naro permise il ritorno degli e- Condulmieri veneziano altro suo
5a LUC LUC
nipote e poi Eugenio IV; e Jaco- cento uomini a cavallo sotto la con-
po da Siccome il Papa
Udine. dotta di suo figlio. Questo proce-
per l'estinzione del lungo e perni- dere avendo offeso i fiorentini ,

cioso scisma avea giurato in con* giurarono vendicarsi alla prima oc-
clave di non creare cardinali, ve- casione, e questa venne quando
dendosi poco amato dai cardinali nel i4^8 conchiuse la pace tra
si

vecchi 3 credette nella


sua autorità loro e duca, senza comprendervi
il

dispensarsi dalle promesse. Ma i il signore di Lucca. Laonde nell'an-


cardinali vecchi, non essendo riu- no seguente a'i5 novembre la si-

sciti ad impedire tal promozione, gnoria e il popolo di Firenze di-


giurarono di non riconoscere mai chiararono guerra al governo di
i nuovi cardinali, e risolvettero di Lucca, e mandarono sedicimila uo-
abbandonare Gregorio XII. Pel pri- mini ad assediar la città. Guinigi
mo parti da Lucca agli i i mag- non potendo esporsi in campo a-
gio il cardinal di Liegi, appresso perto, fortificò Lucca, e rivoltò a
al quale inutilmente corse con danno de'nemici il canale che a-
gente armata Paolo nipote del Pa- veano scavato per inondarla colle
pa; nel seguente giorno abban- acque del Serchio, secondo il con-
donarono Lucca sei altri cardinali, siglio del celebre architetto Bru-
cioè d' Aquileia, Corrado di Mal- nelleschi. Allagato il campo de'fio-
ta,Francesco di Bordeaux, Gior- renlini ,
questi fuggirono pei colli,

dano Orsini, Rinaldo Brancacci, e abbandonando armi , bandiere e


Ottone Colonna poscia Martino V. macchine da guerra. Ritornando
Tutti si ritirarono a Pisa, ove uni- però all'assedio i fiorentini dovet-
ti ad altri cardinali, vescovi ed am- tero contentarsi di largo blocco per
basciatori de'principi celebrarono il lo scontro avuto colle genti con-
famoso concilio ove deposero Gre- dotte pel duca di Milano da Fran-
gorio XII, ed Alessandro
elessero cesco Sforza. Mentre questi era
V. Gregorio XII nel giugno o ai corucciato col Guinigi per avere
i4 luglio i/|o8 partì da Lucca in vece di lui domandato il riva-
per Ancona; ma avvisato dei peri- le Nicolò Piccinino, e per non a-
coli che poteva incontrare, passò verlo ricevuto co' suoi nella città,

in vece a Siena. Dimorando Gre- sospettando alcuni de'principali luc-


gorio XII in Lucca vi celebrò di- chesi che Guinigi volesse venderli
verse pontificie funzioni e conci- ai fiorentini , ordirono una con-
stori, emanando ordini, bolle e giura d'accordo collo Sforza, e si
decreti che ne portano la data. impadronirono di Guinigi a'4 ago-
Finche un complesso di fortunate sto i43o. Nella mattina seguente
circostanze favorì il sistema del entrò lo Sforza nella città, ricevu-
giusto mezzo, Paolo Guinigi potè to come liberatore colle sue solda*
riuscire a trarsi d'impaccio in va- tesche, alle quali bisognò consentire
rie emergenze; ma quando fio- i il sacco del palazzo del deposto
rentini e il duca di Milano Maria signore, benché il tumultuante po-
Visconti gli domandarono de'soccorsi polo avesselo rispettato , e sborsar
ne cadde vittima. Schermendosi in loro dodicimila fiorini d'oro. Paolo
principio colle parti guerreggianti, fu consegnato al generale Viscon-
tu poi costretto mandar al duca sette- ù per inviarlo a Milano a quel
LUC LUC 53
duca, che lo fece trasportare e rin- loro cure a dar miglior ordine a*
chiudere nel castello di Pavia, dove gli affari interni per la conserva-
col crepacuore di aver perduto la zione di un vivere libero, promul-
signoria
della sua patria, nell' età gando nel i446 nuova costituzione.
di cinquantanove anni perde la vita Tranne le insidie tentate da Ladis-
nel i432. lao figlio di Paolo Guinigi, per
Alla rovina di Guinigi concor- riacquistar la paterna signoria, Luc-
sero i fiorentini principalmente con ca non ebbe più scontri pericolosi
5o, 000 ducati pagati allo Sforza alla sua tranquillità e governo fino
acciò ritirasse le sue genti dal ter- alla venuta di Carlo Vili re di
ritorio di Lucca, e cosi oltre il Francia in J Toscana nel i^5. A-
dittatore allontanar pure il protet- vendo il re dato per denari ai
tore de' lucchesi. Tornati questi lucchesi la terra e rocca di Pietra-
ultimi al regime repubblicano, i fio- santa, e aiutando essi i pisani con-
rentini strinsero di nuovo la città con tro i fiorentini, si riaccesero 1' e»
assedio perchè li ricusava per signo- stinte amarezze. Lucca avrebbe per-
ri. Ricorsero i lucchesi al duca di duto la sua indipendenza, senza
Milano, il quale per impedir l'ingran- l'aiuto di Massimiliano I, che
dimento della repubblica fiorentina, mediante lo sborso di novemila
e non mostrare di ledere i patti, figu- fiorini d'oro, rilasciò ampio diplo-
rò che genovesi allora suoi sudditi,
i ma a favore della lucchese libertà;
assoldato il Piccinino con genti ar- privilegio che nel i522 confermò
mate l'inviassero subito a Lucca. In Carlo V. La caduta di Firenze
unione coi lucchesi il Piccinino, allarmò il popolo lucchese, e sic-
forte dinovemila uomini, sbaragliò come grandi abusavano del po-
i

con grande uccisione i fiorentini ai tere per arricchire, il popolo nel-


3 dicembre i43o, dopo tredici l'aprile i53i si ribellò, gridando
mesi d'assedio. I lucchesi celebra- morte al governo aristocratico ; si
rono poi con festa quel giorno impadronì di molti luoghi della
per loro faustissimo. Nel 1432 città, ma quando voleva ristabilire
tornarono per tentare
i fiorentini il governo popolare gli anziani coi
un assalto, ma nel seguente anno senatori dissiparono gli ammutinati
si pacificarono con Lucca con mille uomini armati nel con
restituen-
dole il tolto. Nel 1437 vedendo tado di Camaiore, ove il senato e
i fiorentini privi di aiuto i lucche- resse poi una specie d'arco di trion
si , assoldando Francesco Sforza fo ad onore de' camaioresi.
occuparono Viareggio, Camaiore ed Avendo 1' imperatore Carlo V
altri luoghi ; quando il Visconti destinato partire per con
Algeri
accorrendo in soccorso di Lucca un esercito, pregò il Pontefice Pao-
mediante un esercito comandato da lo III nel i54i di recarsi a Lue*
Piccinino, e richiamando segreta- ca per trattare su questa spedizio-
mente al suo servigio lo Sforza, i ne, e del concilio generale che fu
fiorentini convennero alla pace nel il Tridentino. Ad onta della sua
i438, indi restituirono i luoghi vecchiaia, della stagione estiva e
conquistati, meno Monte Carlo, e contro il parere de'medici , Paolo
la fortezza di Motrone. Godendo i HI parti da Roma a' 27 agosto,
lucchesi stabile quiete, rivolsero le ed agli 8 settembre entrò in Lue-
54 LUC LUC
ca accompagnato da sedici cardi- la libertà de' popoli italiani: per
nali, da ventiquattro prelati, dagli ordine di Carlo fu condotto a V
ambasciatori del re de'romani, di Milano, e giustiziato. Nel i556 il
Francia, di Portogallo, di Firenze gonfaloniere Martino Bernardini fe-
e di Ferrara, dall'ammiraglio dei ce pubblicare una leg^e, che per
gerosolimitani con dieciotto cavalie- lui fu detta Martiu<<nui , nella
ri,da centocinquanta soldati a cavai- quale si ammettevano alle cariche
lo, e da duecento a piedi. Fu ricevu- del governo quelle famiglie che
to con ogni venerazione ed alloggiato allora le godevano, col diritto di
neir episcopio. Quattro giorni do- trasferirle alla loro discendenza,
pò, reduce dalla dieta di Ratisbona, tranne quelli nati da padre fore-
giunse in Lucca Carlo V, accolto stiere, e i figli di persone del
con molto splendore. Condotto al- contado, meno quelli che allora
la cattedrale ritrovò il Papa in a- erano impiegati. Perciò la repub-
Lito pontificale, calato dall'episco- blica di Lucca d' allora in poi di-
pio, e cesare gli baciò i piedi . venne di diritto quello che già
Sei congressi ebbero luogo tra il da molto tempo eia di fatto,
capo della Chiesa, e il capo del- cioè aristocratica : tuttavolta la quie-
l'impero, nell'appartamento abita- te si consolidò concentrandosi il

to da Paolo III. Sì parlò del con- potere in chi era più che altri
cilio per la cui celebrazione i ve- interessato alla pubblica felicità,
neziani non erano in grado di Lucca come paese libero e neu-
accordare Vicenza, e si stabilì che trale, nel i55g fu riconosciuto nel
si sarebbe aperto nell' anno se- trattato di pace tra la Francia e la
guente. Il Papa pregò caldamente Spagna, il cui re Filippo li au-
l'imperatore a pacificarsi colla Fran- mento la potenza di Cosimo I du-
cia, e procurò distoglierlo dalla ca di Firenze , colla cessione di
guerra d'Africa, ma inutilmente, e Siena e suo vasto territorio. Pio
di correggere quelle cose statuite IV nel i564 per d. Giulio Cesa-
nella dieta di Ratisbona, contrarie re Colonna inandò in dono alla
ai sacri canoni. Carlo V chiese al cattedrale, altri dicono al magistra-
Papa la sua benedizione , e parti to della città di Lutea, la rosa
per Algeri, e Paolo III si restituì d'oro da lui benedetta, cioè una ra-
inRoma. ma contenente più rose d'oro con
Neil' anno seguente per le ,
molte foglie. La rosa d'oro fu ri-

mene di Pietro Fatinelli Lue- , posta nel palazzo della signoria, fu


ca fu in procinto di perdere la ricevuta con gran solennità, l'ab-
libertà ; imprigionato 1' ambizioso legato portatore della medesima
Pietro, e decapitato, la congiura ebbe in dono seicento scudi d'oro,
svanì. In questo tempo s'introdus- fu aggregalo alla nobiltà lucchese,
se in Lucca 1' empia eresia di Lu- e tenuto a pranzo dai magistrati
tero, per cui si procedette contro i nel giorno della cerimonia. Tutto
settatori massimo rigore. Nel
col descrive il Cartari, a p. 108 della
i546 insorse un altro Cola di Rosa d'oro pontificia.
Rienzo, in Francesco Burlamacchi Tranquillo il governo al di fuori
di cospicua famiglia lucchese, che e in casa, potè occuparsi de' lavori
niente meno agognò di rivendicare di pubblica utilità, fra' quali nomi-
3

LUC LUC 55
neremo un fosso navigabile per Pontefice Gregorio XV. Nel i63i
mettere in comnuicazione Lucca e nel 1648 la peste infierì in Luc-
coli' Ozzeri e il lago di Sesto, don- ca e nel contado, ed il magistra-
de poi per l'emissario della Seres- to fece quanto suol praticarsi in
sa sboccare nell'Arno, navigando simili sventure ; esso però sempre
verso Firenze o Pisa. Tante spese si mostrò severo contro i macchi-
depauperarono l'erario, per cui il natori del governo, che sino al
governo potè dare a Massimiliano 1700 visse quieto. Lievi cagioni
li soli quindicimila scudi dei ses- d'inconsiderata violenza e di par-
santamila che domandò per la guer- ziali ingiurie recarono ai senatori
ra contro il turco. In tutto il re- di Lucca nel 1700 un qualche im-
stante del secolo XVI i lucchesi barazzo per parte di Cosimo III
ebbero calma interna, e pace al granduca di Toscana, e sedici anni
di fuori. Per turbare quest'ultima dopo per conto del duca di Massa e
cominciarono nel 1607 a risuscita- Carrara. Clemente XI nel 171
re antichi dissapori tra i reggitori rimproverò severamente con apo-
della repubblica duca di Mo-
e il stolico breve il gonfaloniere e gli
dena, sulla Garfagnana ; però la anziani della repubblica, per aver
guerra fu sospesa per ordine del- pubblicato un decreto apertamente
l'imperatore, e giudicata la causa in contrario ai sacri canoni, alla eccle-
Milano, fu risoluta in favore di siastica giurisdizione , e principal-
Modena. Posate le armi, il go- mente all' autorità della sacra ro-
verno lucchese si occupò a re- mana inquisizione. Impose loro che
stringere la borsa degli eleggibili al- religiosamente eseguissero quanto per
le pubbliche cariche, in quelli soli lo slato lucchese era stato pre-
ch'erano in possesso di tal prero- scritto da Paolo V col breve de'i2
gativa all'epoca della legge Marti* ottobre 1606, e fino allora dal-
niana. Quindi è che in ordine alla l'uso costante osservato, non tra-
stessa provvisione, nel libro d'oro lasciando frattanto di provvedere
furono registrati i nomi e le armi cristianamente alle loro coscienze.
di tutti coloro, cui sino a quel Diede pur motivo di qualche ama-
giorno si apparteneva tale diritto, cioè rezza fra il senato lucchese e la
duecentoveutiquattro famiglie. Così santa Sede V inchiesta stata dal
le antiche famiglie vollero perpetuare primo avanzala per avere il diritto
tra loro il comando, ad esempio delle di presentare al Papa una terna
repubbliche genovese e veneta. La di tre soggetti idonei ad ogni va-
repubblica soleva spedire oratori in canza della sede vescovile di Lucca;
Roma al nuovo Papa. Il Cancel- inchiesta che finalmente nel 1754
lieri nella Storia de*possessi p. 196, dal Pontefice Benedetto XIV fu
dice che il diarista Gigli registrò, secondata. Clemente XIII con suo
che ai 2 maggio 1621, in dome- breve apostolico accordò alla na-
nica, fecero l'entrata tre ambascia- zione lucchese un posto nel rispet-
tori Lucca con bella cavalcata,
di tabile ed antichissimo collegio de-
ed ai 4 detto medesimi amba- i gli avvocati concistoriali , e pel
sciatori di Lucca fecero l'altra ca- primo ne fu investito Prospero
valcata, e andarono al concistoro Lorenzo Bottini patrizio lucchese,
pubblico a rendere obbedienza al poi cardinale. Il breve Devolionìs
56 LUC LUC
vJLabsequii erga, de'28 luglio 1764, dai francesi in Italia cambiarono
m Ugge nel t. Ili, p. 5 Bull. Roni. affatto le sorti della penisola, sic-
Co ritituta tio. che i padri coscritti di Lucca inu-
Nel 1764 fu dal governo de- tilmente con l'ambascerie e con
creta to cheniuno potesse alle cor- l'oro procurarono di guadagnar la
porazioni morali donare o testare protezione del direttorio di Fran-
ùn valsente superiore alla ventesi- eia, di acquistare la benevolenza
ma parte del suo patrimonio, né del loro generalissimo in Italia, e
mai una somma maggiore di scu- di blandire le fervidissime neonate
di duecento. Tale legge fu emanata repubbliche Cispadana e Traspa-
dal vedere la classe degli ecclesia- dana. L'occupazione di Lucca, dai
stici a sovrabbondanza provvista francesi da lungo tempo medi-
di beni, i quali si calcolò che tata , ebbe finalmente il suo effet-
f

superassero il valore di nove mi- to.ne primi giorni dell'anno 1799,


lioni di scudi, goduti da circa i5oo quando vi entrò con una parte
individui de'due sessi; lo che ve- della sua divisione il generale Ser-
niva a equiparare circa la metà rurier, quello medesimo che aveva
del patrimonio de' privati di tutto maltrattato Venezia. Spietate requi-
lo stato, il quale fu calcolato esse- sizioni di vettovaglie, di pecunia
re di venti milioni di scudi, in e di vestiario, accompagnate da
una popolazione di circa 140,000 minacce tenibili, spaventarono ed
abitanti. Intanto un tarlo a poco avvilirono i lucchesi d'ogni celo. I

a poco rodeva nelle famiglie sena- senatori nella speranza di poter


torie il sistema aristocratico. Le continuare a dirigere il timone dei-
case ascritte al libro d'oro nel la repubblica tutto sopportarono
1 787 si trovarono ridotte ad ot- anzi deliberarono di fare ritorno
tantotto, e perciò il governo con- all'antica costituzione democratica,
vertito in oligarchia. In detto an- cos'annullare la legge Martiniana
no si decretò che non meno di del i556 e le riforme posteriori,
novanta dovessero essere gli sti- Essendo le elezioni de'nuovi magi-
piti di famiglie nobili originarie, strati cadute sopra persone meri-
e dieci quelle delle famiglie dal tevoli della fiducia del comune, i

Senato ascritte alla nobiltà, con fa- fautori de'francesi sene gravarono,
colta di crearne di queste ultime scongiurando il generale a prov-
a proporzione che si fossero estin- vedere alla causa loro, ch'era pur
te le prime. Quanto alla politica quella della Francia; e Serrurier
esterna dei reggitori di Lucca, fu vi provvide all'orientale. A' 4 feb-
sempre 1799 mi ono da
'
quella de' feudatari , cioè braio invitati lui

Jigii al supremo dominatore del- a palazzo tanto quelli destinati da


l'Italia; quindi all'elezione di ogni lui a prender le redini del nuovo
imperatore se ne domandava la^ governo, che i senatori e gonfalo-
benevolenza, e |a conferma de'pri- niere della vecchia repubblica. In-
vilegj di Carlo IV, qualificandosi i di Serrurier dichiarò in nome del
signori della repubblica, sino a generale in capo dell'esercito d'Ita-
Francesco II, come vicari dell'ini- lia al vecchio senato, che d' allora
pero. Filialmente sulla fine del se- in poi restava abolita fra i lucche-
cojo XVJIÌ, le vittorie riportate si la nobiltà, e ogni sorte di ca-
4

LUC LUC 07
ste privilegiate. Nel tempo stesso go quanto i generali suoi prede-
soggiunse, aver scelto da ogni clas- cessori avevano perduto in un an-
se de' cittadini quelli destinati a no; quindi mutazioni di reggi-
governare in un modo provvisorio mento ed imperiose contribuzio-
la repubblica di Lucca, e di ave- ni gravitarono su Lucca dopo il
re in quella scelta creato uomini ritorno de'francesi. Nel 1801 piac-
virtuosi, che fossero per appagare que a Napoleone di ridonare a
il voto di tutti i buoni. Così finì Lucca una specie di esistenza po-
dopo 243 anni il governo aristo- litica, mediante un governo repub-

cratico di Lucca. blicano temperato, eh' entrò in at-


La costituzione data da Serru- tività primo del 1802; ma
nel
rier ai lucchesi, fu la stessa della nel maggio i8o5, epoca in cui
repubblica ligure. La parte orga- l' imperatore Napoleone s'incoronò
nica riducevasi a un potere legis- re d' Italia, i lucchesi furono in-
lativo diviso in due consigli, oltre dotti a redigere una costituzione
un potere esecutivo quinquevirale semi-liberale, e a' 12 giugno rice-
che si nominò direttorio, assistito vere per capo sua altezza serenis-
da cinque ministri di stato. I sima Felice Baciocchi principe di
nuovi rappresentanti della repub- Piombino, sposo di Elisa sorella
blica di Lucca erano diretti dal favorita di Napoleone, giacche i

comandante francese, e maneggiati lucchesi stessi con accorgimento a-


dai pretesi rigeneratori, con oppres- veano domandato all' imperatore
sione de'nobili, degli ecclesiastici e de'francesi di affidare il loro go-
onde ben presto fran-
de'cittadini, i verno ad uno de' principi della
cesi vennero odiati dall' universale. sua prosapia. Fu allora redatto un
Essendo gli animi mal disposti, e nuovo statuto organico, nel quale
molto più quei del contado , si si esentarono i lucchesi dalla co-
ammulinarono al primo successo scrizione militare francese; ma la
ottenuto dagli alleati in Lombar- più vecchia delle repubbliche to-
dia, più ancora dopo le tre giornate scane sparì. Il ducato di Massa e
della Trebbia, 17, 18, 19 giugno, Carrara dichiarato feudo imperiale,
contro Macdonaid battagliate. Le fu riunito per l'amministrazione go-
falangi tedesche furono accolte in vernativa colla Garfagnana, eccet-
Lucca con entusiasmo, ma esiget- to Barga, al principato di Lucca.
tero le armi da fuoco dell'arsenale, Dopo il quale accrescimento si or-
e i bellissimi cannoni di bronzo, dinò ai principi di Lucca di porre
che in numero di 120 guarnivano iu vigore in tutto il loro dominio
gli undici bastioni sulle mura del- il codice di Napoleone , e di far
la città. Non andò guari che i valere il concordato per gli affari

tripudi si convertirono in lagnan- ecclesiastici fatto per la Francia al


ze, ordinamenti de'nuovi pa-
pegli principato di Piombino, e pel ducato
droni. Ben presto le sorti di Luc- di Lucca quello fatto e sottoscritto
ca e dell' intiera Italia tornarono tra la santa Sede ed il regno italico,
in favore de'francesi, dopo che Bo- lo che non riuscì discaro ai lucche-
ua parte, speuto il direttorio, qual si, massimamente ai corpi religiosi
fulmine calò in Italia , ed a' 1
dell' uno e dell'alilo sesso. Inoltre
giugno 1800 riacquistò a Mareu,- il principe di Piombino e di Lucca
58 LUC LUC
intimò all'arcivescovo che cessavano questa vistosissima risorsa potè il

atfatto le attribuzioni del tribunale nuovo governo farsi onore senza


ecclesiastico, rimaner dovendo la imporre contribuzioni, e la princi-
giurisdizione ecclesiastica soggetta pessa Elisa potè fare molti van-
alla politica, e dopo altre innovazio- taggi allo stato, a diversi stabili-
ni si chiamò a dare il giuramento menti, alle arti, alle scienze, all'in-
prescritto dal concordato. L'arcive- dustria nazionale, all'abbellimento
scovo di Locca monsig. Sardi, pri- «Iella capitale ed altri luoghi, alle
ma di obbedire a queste intimazioni, pubbliche strade, all'agricoltura, al
si rivolse al capo della Chiesa per genio naturalmente industrioso dei
riceverne le necessarie istruzioni . lucchesi; finalmente coli' idea di
Pio VII credette espediente diri- provvedere Lucca di acqua potabile,
gere al principe di Lucca e Piombi- fu dato principio alla grandiosa fab-
no e degli ex feudi della Luui- brica degli acquedotti, oltre una più
giana una lettera paterna e fami- pronta amministrazione della giu-
liare ai 9 maggio 1806, colla stizia.Tutte queste ed altre cose
quale lo ammonì dell' irregolarità faceva Felice Baciocchi sovrano di
dei decreti che avea emanalo ai nome, ed Elisa Bonaparte di fatto
4 e 12 aprile, mostrandogli ad e di suo arbitrio, e senza consul-
evidenza, che l'applicazione de'due tare il senato lucchese, come la co»
concordati non poteva aver luogo stituzione prescriveva.
né per 1' uno né per V altro dei Dopo trentaquattro mesi di sta-
due principati poiché que' due
,
bile dimora nel principato, in vir-
concordati erano stati conchiusi tù di un decreto di Napoleone
all'oggetto di riparare i mali pro- del 3 marzo 1809, Elisa recossi a
dotti in quelle regioni dalla cala- Firenze col titolo di granduchessa
mità de' tempi , e di riordinare le governatrice di Toscana. Imperoc-
rose con uno stabile sistema, e ché il regno d'Etruria, cominciato
che quindi ogni ragione voleva il 12 agosto 1801 , essendo finito
che nulla s'innovasse là dove que- col io dicembre
1807, fu per vo-
sti mali e disordini non erano ac- lere di Napoleone levata di là
caduti. Napoleone per questa lette- Maria Luisa regina reggente quel
ra mostrò un fiero risentimento, a regno pel tenero figlio infante don
mezzo di una nota di Talleyrand, Carlo Lodovico di Borbone, e to-
pretendendo che a doveva man-
lui sto la Toscana dichiarata provincia
darsi la lettera. Non si contavano dell' impero francese. Quantunque
allora in Lucca meno di 32 con- però i principi Baciocchi dall'aprile
venti, i5 d'uomini e 1 7 di don- dell' anno 1809 m Pm risiedessero
ne; quindi ad eccezione di sette, in Firenze, Elisa non rinunziò to-
spettanti ad ordini mendicanti, gli talmente al suo prediletto soggior-
altri pili o meno possedevano va- no Lucca, dove gli pareva di
di
sti patrimoni. Aggiungansi i beni di essere in mezzo alla sua famiglia ;
vari capitoli, seminari, confraterni- attribuendosi tutti i miglioramen-
te egualmente soppres-
e benefizi, ti al grande impulso da essa dato,
si e il dominio di
indemaniati, non che alla docile indole del po-
Lucca accora u lo un patrimonio di polo lucchese. Dopo la terribile
sopra venti milioni di franchi. Con campagna di Mosca, il mondo par-
LUC LUC 59
ve desiarsi per avventarsi cernirò quella saggia e pia sovrana furono
Napoleone che lo voleva tutto per dirette alla ripristinazione de' con-
sé, e ne crollò il grande edilìzio. venti, monasteri e compagnie sop-
Mentre pericolava in Lombardia presse; fu pagato ai corpi morali
la sorte del reguo italico, si atfae- l' usufrutto de' beni ecclesiastici in-
ciarono davanti alle spiagge di venduti, il cui valore ascendeva al
Viareggio a* 9 dicembre 181 3 le valore di circa undici milioni di
navi inglesi, per eseguirvi lo sbar- lire lucchesi, abolendosi la legge
co di una fazione di armati, quali sulle mani morte. Si fecero quelle
liberatori dell'indipendenza italiana. altre opere , di cui superiormente
La popolazione non curò le loro facemmo menzione, dappoiché sot-
parole, ed essi tornarono alle navi. to governo di Maria Luisa se
il

Dopo poche settimane, il re Gioac- ne fecero molte a pubblica utilità,


chino Murat, di recente alleato col- proseguendosi la dispendiosissima
l'Austria, inviò una divisione na- fabbrica degli acquedotti sopra un
poletana per cacciarne Elisa sua piano più grandioso. Nel 1820 eb-
cognata, la quale dovè abbandonare be in comincia mento l' orto bota-
anche la sua Lucca prima del
14 nico; fu terminato il regio tea-
marzo 8 4- In questo giorno vi
1
1
tro del Giglio ; fu rimodernata,
entrarono napoletani, che a' 5
i nobilitala, ingrandita e resa più
maggio furono rimpiazzati dai te- bella e più ornata la reggia di
deschi , che tennero Lucca da pa- Lucca ; fu comprato un palazzo
droni, finche Maria Luisa di Bor- pel liceo, e dalla sovrana dotato
bone già regina d'Etruria, non di- e corredato di macchine , e fu e-
chiarò di accettare per sé e per retto un osservatorio astronomico a
l' infante don Carlo Lodovico suo Madia.
figlio, Lucca con l'antico suo ter- il duca ed infante don Carlo
ritorio sotto il titolo di ducato. Lodovico di Borbone, succeduto nel
Quindi in conformità degli arti- 1824 nel trono di Lucca, ha pro-
coli segreti deliberati col trattato curato quieto vivere al paese, e
di Vienna giugno 181 5,
del 9 migliorato d'ogni maniera il mate-
si stabilì di tener fermo di sub- riale della città. Uno de' provvedi-
entrare nell'avito ducato di Par- menti diretti a quest'ultimo scopo,
ma (Vedi), quando fosse vacato fu il moto-proprio del 19 aprile
per morte o per altra destinazio- 1828, col quale venne ordinato,
ne dell'ex imperatrice di Francia, che tutti gli edifizi pubblici e pri-
Maria Luisa d' Austria. Verificato vati della città di Lucca dentro
che sarà un tal caso, il ducato l'anno i83o fossero intonacati, e da-
di Lucca, salvo alcuni distretti di- to ad essi di tinta o di bianco, e che
staccati, a tenore dello stesso trat- questa ultima operazione ogni de-
tato dev'essere incorporato al gran- cennio si rinnovasse, oltre altre ec-
ducato di Toscana, e i delti di- cellenti disposi/ioni sulla polizia del-
stretti si aggiungeranno al ducato la città, e circa al murare all'e-
di Modena. Maria Luisa di Bor- sterno. Inoltre fu creata un'appo-
bone con l'infante suo figlio ed e- sita commissione, nominata degli
rede, entrò Lucca il giorno in edili, affinché vigilasse sulle fabbri-
7
dicembre 1817. Le prime cure di che pubbliche e privale; allo zelo
, ,

fio LUC LUC


biella quale devesi il vantaggio di cesco Baroni nel 1829 si comin-
aver restituito a molti vetusti edi- ciò a pubblicare l'interessante gior-
lìzi sacri la loro antica fìsonomia ,
nale letterario intitolato: Pragma-
sia col far togliere l' intonaco so- logia cattolica. Una seconda serie
vrapposto alle interne pareti di mar- incominciò a stamparsi nel i838.
ino, sia coll'aver ordinato la pristi- Il ducato di Lucca o il Lucche-

na sua forma all'antico anfiteatro. se, regione dell'Italia centrale, si

11 duca regnante per fomentare nel distingue in due parti, una unita,
mio dominio l' industria, le arti e l'altra disunita, perchè dalla prima
le scienze, e promoverne l'emula- affatto isolata. Sono in tutto un-
zione ne' suoi sudditi, come la fe- dici comunità, suddivise in i5i se-
deltà e la disciplina ne' suoi sol- zioni, ossiano parrocchie. Fra i ca-
dati, nel 1 833 fondò l'ordine eque- poluoghi delle undici comunità si
stre di s. Giorgio (Vedi)j quindi coniano tre città, Lucca, Viareg-
per dare una decorazione e cospi- gio, Camaiore: le altre hanno per
rilo segno d'onoranza a quelli che residenza delle terre , dei castelli
avessero reso ragguardevoli servigi o dei villaggi. Nel territorio unito
allo stato ed alla sua real perso- del ducato lucchese trovasi la sua
na, o che si distinguessero per va- capitale con nove comunità. Esso
lore e preeminenza nelle scienze è circondato quasi da ogni lato dal
lettere ed arti, ed avessero un titolo granducato di Toscana, meno che
alla speciale sua considerazione, nel da settentrione e da ponente. Dal-
i 836 istituì l'ordine cavalleresco la parte di tramontana ha a con-
di x. Lodovico [Fedi). Il lodato fine la Garfagnana granducale ed
sovrano nel 1820 sposò la regnan- estense, e dal Iato di ponente ter-
te duchessa di Lucca Maria Tere- mina col lido del mare Tosco per
sa, figlia Sardegna Vit-
del re di il tragitto di dieci miglia. In quan-
torio Emmanuele, che nel 1823 die to al territorio disunito lucchese,
alla luce il principe Ferdinando esso è attualmente ridotto a due
Carlo che nel 8^5 ha sposato la1 vicarie e comunità, Minucciano e
principessa Luisa Maria, figlia di Monlignoso, situate sopra due fian-
Carlo duca di Berry. Sulla storia chi opposti dell'Alpe Apuana. Mi-
di Lucca e suo stato si possono nucciano è nel lato di settentrione,
consultare : Machiavelli , Somma- e Montignoso dalla parte di mez-
rio delle cose lucchesij Cianelli ,
zogiorno ; la prima di esse fra la
Memorie lucchesij Mazzarosa, Sto- Garfagnana estense e la Lunigia-
ria di Lucca, e Guida del fore- na granducale, la seconda fra il
stiere per la città e contado di ducato di Massa e il vicariato gran-
Lucca; Berlini, Memorie lucchesij ducale di Pietrasanta. L' Apennino
Barsocchini, Memorie lucchesi; Re- toscano, dal lato di grecale serve
petti, Dizionario geografico fisico di confine al territorio unito luc-
storico della Toscana, ducalo di chese, mentre a levante viene chiu-
Lucca, Garfagnana, ec. ; e le Me- so dalle diramazioni che dall'Apen-
morie per servire alla storia del nino medesimo si avvallano fra le

ducato di Lucca, che vanno pub- fiumane delle due Pescie sino al-

blicando i deputali dell' accademia TAltopascio. Costà il territorio luc-


Jqcchese. Palla tipografia di Fran- chese attraversa da greco a libec-
LUC LUC 6t
ciò il lago di Bientina o di Sesto; 11 territorio lucchese in riguardo
quindi volgendosi a ostro serve al alla sua estensione è uno de' più
pisano e al lucchese di confine la popolati che contino gli stati d'Eu-
cresta dentellata del Monte Pisano ropa, e si fa ascendere numero
il

sino alla ripa del Serchio ; alla de- degli abitanti a circa 170,000, com-
stra del quale inoltrasi per la pa- presi quelli che in molta parte del-
lustre pianura di Massa ciucco li , e l'anno vivono lungi dalla patria o
nella direzione da levante a ponen- per lavorare in altri paesi, anche
te attraversa il lago omonimo, per lontani, o per vendere figurine di
quindi arrivare alla spiaggia del gesso e di stucco. Osserva il eh.
mare. Di costà andando verso mae- marchese Mazzarosa, Guida di Luc-
stro, percorre il littorale fino a Mo- ca pag. 4 1 che la estensione del
»

trone, finché voltando direzione ducato è di miglia quadrate 328,


verso settentrione grecale fra Pie- cioè sopra ogni miglio quadrato vi
trasanta e Camaiore sale per uno sono 5*26 abitanti, e sopra ogni le-
sprone meridionale dell'Alpe Apua- ga quadrata se ne hanno 47^4 >

na, e varcando il giogo ritorna numero forse maggiore di ogni al-


nella valle del Serchio lungo il tro stato in ragione della superfi-
torrente di Torrita-Cava. Passa in cie. Il sovrano del ducato di Luc-
mezzo al territorio unito del du- ca è investito dei poteri esecutivo
cato di Lucca il fiume Serchio; la e legislativo in tutta la loro am-
porzione più settentrionale è ba- piezza, ed il senato più non sussi-
gnata dall'ultimo tronco della Li- ste. Vi è un solo ministro segreta-
ma, e da quelli della Petrosciana rio di stato per gli affari esteri, ed
e della Torri ta Cava, tre fiumane, incaricato ancora dell' interno. Da
una a sinistra e le altre due a quattro consiglieri dipendono i di-
destra del Serchio, le quali tutte partimenti della giustizia, finanze,
si versano nel nominato fiume sul- buon governo , forza armata e
l' ingresso della Garfagnana. Stante pubblica istruzione. La religione
la variata situazione ed elevatezza cattolica è la dominante , ed evvi
del suolo che cuopre il territorio un solo arcivescovato. Il duca re-
lucchese, il suo clima al pari dei gnante tiene in Roma presso la
suoi prodotti mostrasi varia tissiino. santa Sede un ministro plenipoten-
Fra le produzioni naturali sono ce- ziario. Ora passeremo a dare un
lebri per l'Europa, non che in Ita- cenno della città di Viareggio, co-
lia, le acque termali di Corsena, me luogo principale del ducato, e
note sotto il nome generico di Ba- come unico porto medesimo ;
del
gni di Lucca; mentre il paese ab- della città di di Bagno
Camaiore ;

bonda di marmi e di macigni. Si o sia de' famosi bagni di Lucca ;

trovano rocce di diaspro nel Mon- e di Marlia villa reale; quindi par-
te Fegatese, e a Gallo sotto il Mon- leremo della sede ed arcidiocesi di
te di Pescaglia. In quanto all' in- Lucca , e per ultimo della chiesa
dustria agraria lucchese , tipo e ed ospedale che hanno in Roma i

modello di tutti i paesi, essa può lucchesi.


dividersi in tre porzioni , secondo Viareggio , Via Regia . Città
la qualità del suolo, la posizione moderna e ognor crescente, nella
ed elevazione rispettiva del paese. valle inferiore del Serchio, presso
,

6i LU C LUC
la riva del mare con Porto Cana- ca conduce. Quell'eroe avea con-
vi

le, n I tua I mente con due chiese par- cepito il disegno di fabbricare un
rocchiali, s. Antonio e s. Andrea. ampio porto, e la forre di Molro-
capoluogo di comunità e di giu- ne un poco al nord-ovest di Via-
risdizione, nell'ai'cidincesi e ducato reggio indica il sito ove doveasi
di Lucca. Risiede tra Pietrasanta il vasto progetto mandare ad ese-
e la foce del Serchio, tredici mi- cuzione. In Viareggio si gode este-
glia a ponente da Lucca. Questa sa veduta del mare, la spiaggia
città tagliata a guisa di paralello- essendo inclinatissitna e aperta per
gramina ha strade larghe e dritte, lutto intorno. Ai vascelli di alto
con regolari edifizi. Il suo nome bordo non solo è impedito V in-
deriva dalla Fia Regia che nel gresso nel suo Porto Canale, oli
medio evo fu tracciata lungo il lit- non ponno dar fondo in quei pa-
torale passando da Viareggio. Gli raggi. Solamente legni a vela la-
i

apparteneva la vastissima tenuta di tina trovano costà un buon suolo


Migliarino, che un dì faceva parte per gettarvi l'ancora, ed anche in-
ed era compresa nella Selva regia, ternarsi nella città per mezzo del
la quale con tutte le altre macchie suo Canale corrispondente colla Fos-
che incontra vansi lungo il littorale sa Burlamacca ed altre fosse emis-
toscano apparteneva alla corte regia sarie del lago di Massari uccoli , o
ossia alla corona d'Italia, da cui pre- che raccolgono gli scoli di quella
se il titolo di regia. Nel secolo XII pianura. Lo che per altro basta
già Viareggio era un luogo di con- pel vantaggio della pesca, che suole
siderazione, col nome di castello, e essere ricca assai, e per il comodo
fu preso dai pisani; ma nel 1172 del commercio. L'aria attualmente
i lucchesi fugarono gli occupatoli è cotanto sana in tutte le stagioni
e distrussero il castello. Vuoisi che dell'anno, e così temperata nell'in-
nel 1221 Federico II con diploma verno, che molte deile principali
lo dasse in feudo a messer Pagano famiglie lucchesi vi possiedono pa-
di Baldovino di Lucca col suo di- lazzoni mentre nell'estate
e casini,
stretto, e che restasse in quella fa- vi accorrono anche dall'estero per-
miglia sino al i2<S3, epoca in cui sonaggi per far uso de' suoi bagni
il comune di Lucca col favore del di mare. Quando il paese non con-
conte Ugolino della Gherardesca tava che poche capanne, vi fu eret-

allora signore di Pisa, potè riacqui- to un convento francescano con


starlo. Verso il secolo XIV fu edi- chiesa annessa sotto l'invocazione
ficata la forte torre che serve di di s. Antonio, quindi vi passarono
bagno carcerario ai condannati di i riformati, fu dichiarata cura la
Lucca, diversa però da quella fab- chiesa, sulTraganea della pieve d' 11-

bricata sino dal 1 171 presso la fo- lice. Considerando il duca regnan-
ce del Serchio. Fu oggetto fre- te il notabile aumento della popo-
quente di contrasto tra i genovesi, lazione, la cui comunità ascende a
i lucchesi ed i fiorentini, che il tol- circa nel
12,000, 1839 decretò
sero vicendevolmente ai primi 'do- l' erezione una seconda chiesa
di
minatori pisani, Castruccio la unì parrocchiale, e quando fu dal Papa
stabilmente ai suoi dominii , e vi Gregorio XVI emanato l' analogo
formò la bella strada che da Luc- breve a 21 luglio 1840, fu fab-
,, ,

LUC LUC 63
bricalo presso la spiaggia un tem- fabbricato, onde nel i3y4 fu chilo
pio a tre navate ed un convento delle menzionate mura e toni. Nel
contiguo di servi di Maria, essen- 1429 i fiorentini l'occuparono con
do la chiesa intitolata a s. Andrea tutta la valle sino al mare: nel
apostolo, a croce latina , e adorna i43o soffrì altri disastri dall'eser-
di statue nella facciata. Ninno fra cito del Piccinino. Nel i436 e 14^7
i territorii commutativi della To- presa e ritolta ora dai milanesi
scana forse offre tanta messe allo ora dai fiorentini, questi ultimi per
studioso delle scienze fisiche e idro- accordo nel i44 2 riconsegnarono
quante ne fornisce la comu-
statiche, ai lucchesi il castello di Camaiore,
nità di Viareggio nella sua pianu- con tutti quelli della sua vicaria,
ra. In Viareggio risiede un gover- dalla quale dipendeva Viareggio
natore , un comandante militale, con tutto il suo littorale. Per avere
un giusdicente civile e criminale i camaioresi liberato gli anziani di
ed una dogana principale per lo Lucca assediati nel palazzo pubblico,
scalo del Porto e la via del litto- la repubblica fece innalzare in Cama-
rale. La conservazione delle ipote- iore un arco benemerenza
trionfale, in
che, la direzione delle acque e stra- di tanta fedeltà. Restata Camaiore
de, ed il tribunale di seconda istanza costantemente sotto il dominio della
sono in Lucca. sua capitale, ne segui sempre de- i

Camaiore dì Versilia. Città nella stini. Per la industria dei coltiva-


marina lucchese, con in>igne colle- tori, il territorio rende un prodot-
giata di s. Maria Assunta, capoluo- to superiore alia qualità del ter-

go di comunità e di un giusdicen- reno. La chiesa principale è am-


te. Giace nella pianura presso la pia, a tre navate, ornata di cupo-
base meridionale dell'Alpe Apuana, la , con spaziosa tribuna; antica-
che diramasi dai monti Gabbali mente fu dipendente dalla pieve
e Pruno, alla confluenza dei tor- di Giovanni Battista posta nel
s.

renti Lombricese e di Nocchi, dove sobborgo, col grado di prioria fu :

questi prendono il nome di Ca- edificata nel 1278 ed eretta in col-


maiore. E di forma rettangolare legiata da Leone X nel i5i5, che
circondata da tonile mura ca- Pio VI aumentò sino al numero
stellane e da antifossi, con stra- di quattordici canonici , otto cap-
de regolari ben lastricate. La me- pellani, e la dignità del priore col-
moria più antica di Camaiore co- l'uso de' pontificali. Le rozze scol-
mincia a conoscersi dopo la metà ture del fonte battesimale, eseguite
del secolo Vili, pel monastero che nel 1387, sono osservabili. Il qua-
presso vi esisteva, poi abbazia dei dro dell'altare maggiore è buona
benedettini, di s. Pietro di Cama- pittura di Brandimarte; la ss. An-

iore. Prese Camaiore forma di re- nunziata nella cappella del Rosario
golare borgata nel 1255, mentre è lavoro del valente Stefano To-
era podestà di Lucca Guiscardo fanelli lucchese. Nel 1260 non esi-
Pietrasanta, e nel 1271 vi alber- steva dentro Camaiore che la par-
garono i figli di Carlo I d'Angiò. rocchia di s. Michele, ora pubbli-
Sottomessi dal comune di Lucca i co oratorio. Dall' antica pieve di
nobili della valle di Camaiore , il Camaiore nel secolo XIII dipen-
borgo crebbe di popolazione e di devano diecisette chiese: dipendono
, ,

64 LUC LUC
attualmente dalla collegiata quat- fama delle efficacissime terme, di
tordici chiese succursali. Nel sob- cui il luogo dalla natura fu arric-
borgo occidentale di Camaiorc, do- chito. Sono tre o quattro villaggi
ve fu l'ospedale di san Lazzaro^ uno prossimo all'altro, tutti va^in,
esiste un convento di francescani tutti comodi, tutti pregevoli e ac-
riformali con chiesa dedicata alla creditati per qualche scaturigine
ss. Cauiaiore ha un
Concezione. minerale . All' insieme di .queste
teatro, due pubbliche scuole ele- ville e sorgenti termali è stato da-
mentari, un magistrato coni unita- to il nome generico di Bagno, nel
ti vo ed un podestà. Camaiore fu modo stesso che sotto un egual ti-
patria di vari uomini distinti in tolo fu compresa tutta la comuni-
dottrina, fra i quali lo storico Ni- tà già conosciuta nella storia della
colao Donati benedettino nel mo- repubblica di Lucca come vicaria
nastero di Eugenio presso Siena,
s. di Lima. Il primo a incon-
vai di
che fiorì nel secolo XVI. Poco di- trarsi partendo da Lucca, è il
,

stante da questa città esiste un villaggio del Ponte a Serraglio


luogo deliziosissimo detto le Piano- borgo situato in parte alla sinistra
re, ove in mezzo alle feraci colli- del fiume Lima, e porzione alla sua
ne, tutte ricoperte di alberi d' oli- destra, sulle due testate di un bel
vo, sorge la villa di delizia , che po+He da cui ebbe
di materiale
insieme a non piccola quantità di nome. Questo borgo deve la sua
terreni acquistò la duchessa regnan- maggior fortuna a una nuova fon-
te Lucca
di che vi suole passare
, te termale usata nel secolo XVI
la maggior parte dell' anno. da un pistoiese per nome Berna-
Bagno o Bagni di Lucca Bal- , bò; il quale essendo attaccato da
nea Corsenae et Villae. Comune pertinace malattia cutanea, dopo
in Val di Lima, due a tre miglia aver sperimentato senza profitto
lungi dalla confluenza di questo gli altri bagni , risanò coli' usare
fiume nel Serchio, capoluogo di co- per immersione la sorgente vicina
munità nel piviere di Controne del Ponte a Serraglio, dove fu poi
giurisdizione, e quattro miglia a costrutto il bagno denominato tut-
greco dal Borgo a Mozzano, dio- tora di Bernabò. A brevissima di-
cesi e ducato di Lucca, eh' è i4 stanza da queste terme sono altri
o i5 miglia a grecale. I contorni due stabilimenti cioè le Docce ,

de' Bagni di Lucca possono anno- basse, e i Bagni caldi. Quelli detti
verarsi fra le più seducenti pro- alla Villa si trovano un mezzo
che
spettive del bel cielo d' Italia, miglio discosti sulle falde orientali
in molte vallate s'incontrano pure della stessa collina. La più antica
della bellissima Toscana. Alla fa- terma, quella che diede il nome
vorevole situazione de' Bagni di ai bagni di Lucca, è il Bagno
Lucca, in un'aria elastica e pura, caldo, più nolo col nome di Cor-
accrescono pregio le eleganti fab- sena, dalla chiesa e villaggio omo-
briche ivi sparse, la diligente cul- nimo. Cominciò la celebrità di que-
tura che a guisa d' un anfiteatro sto bagno sino dal secolo XII, ed
si mostra nelle adiacenti colline, è opinione che la contessa Matilde
la caduta delle acque che scendo- costruisse sul Serchio ,
presso al
no dai torrenti nella Lima , e la borgo, il ponte chiamato della Mad-
LUC LUC 65
dalena, onde agevolare agli abitanti eretta la fabbrica del Casino. I

della Garfagnana il viaggio di Luc- Bagni alla Villa, costituenti il ter-

ca, e l'accesso ai bagni ; coniechè zo stabilimento termale, non cedo-


sia più sicuro fatto, che lo stesso no ai descritti per celebrità e ma-
ponte fosse innalzato per ordine di gnificenza delle abitazioni : le acque
Castruccio, siccome due altri furo- termali della Villa sono ad oprate
no costruiti fiume Lima nel
sul in bevanda anche in lontani paesi.
i 3 i
7 , nell'anno appunto che quel Presso a queste terme, e lungo la

famoso capitano faceva uso del ba- strada rotabile sulla destra riva
gno di Corsena. Questo è alimen- della Lima trovasi il teatro, e qua
tato da quattro sorgenti, una delle fu innalzato dalle ultime sovrane
quali il Doccione è la più abbon- di Lucca un palazzo principesco ,

dante e la più calda di tutte. La poco lungi dal borgo dove risiedo-
sua sorgente provvede le Docce no le autorità civili e amministra-
alle, le Docce temperate e i bagnet- tive nella stagione della bagnatu-
li, che si distinguono col nome di ra. Quasi tutti gli autori che trat-
acqua di s. Lucìa. Alle scaturigi- tarono delle terme, parlarono delle
ni del Doccione stabilironsi i Ba- lucchesi fra' quali meritano distin-
:

gni a vapore, ossia stufe, sino dal zione, il Trattato de' bagni di Luc-
più remoto uso dei bagni di Cor- ca pubblicato nel 1792 dal dottor
sena. Questo bagno vaporoso di , Moscheni ; e l' Igea de' bagni e più
cui forse non si conosce in Italia particolarmente di quelli di Lucca,
né il più utile, ne il più comple- del direttore de' medesimi profes-
to, trovasi modellato alla foggia del sor Franceschi. A questi due au-
Calidario delle antiche Terme, for- tori devesi altresì le analisi chimi-
nito anch'esso del suo Tepidario. che delle slesse acque. Le terme
Ne' contorni del bagno caldo sono lucchesi sono state riconosciute di
stati recentemente costruiti vari costante efficacia nelle febbri lente
pubblici edifizij un ospedale e un e nelle ostinate intermittenti; alle

nuovo tempio elegantissimo, con malattie nervose, alle ostruzioni del


varie abitazioni a maggior agiatez- basso ventre, alle renelle e calcoli,
za de' concorrenti. Il secondo sta- alle affezioni d'utero, e vantaggio-
bilimento, quello delle Docce bas- se alla fecondità, per tralasciare al-
se,appartiene al bagno denominato tri buoni effetti. Il governo alla
una volta Bagno ross®, dove un- cura de' bagni provvede con una
dici sorgenti versano le loro bene- deputazione, con un medico, un
fiche acque, fra le quali sono di- chirurgo, un farmacista, e diversi
venute famose e reputatissime le altri impiegati. La popolazione a-

Docce trastulline, quelle della Dispe- scende a circa 9,000 abitanti, com-
rata e la Doccia rossa. In piccola presi quelli del territorio.

distanza trovasi Bagno di s. Gio-


il Madia già Marìlla nella pia-
vanni, le cui sorgenti come meno nura orientale di Lucca , contrada
mineralizzate sono credute più utili con villa reale e chiesa plebana
ai deboli e ai fanciulli. Il locale di Maria, nella comunità giuris-
s.

delle Docce basse è fornito di ba- dizione di Capannori. Risiede alla


gni a comune, oltre bagnetti pri- i base meridionale del monte delle
vali, mentre a pochi passi è stata Pizzorne, in mezzo a una campa-
VOL. XL. 5
6G LUC LUC
gna attraversata dal torrente Sa- consecrata prima in onore di s.

na. È un paese aperto, sparso di Antonio, e finalmente scoperto mi-


ville, di giardini, di laghetti arti- racolosamente il corpo di s. Pao-
ficiali, di parchi, di viali., e di ra- lino nel 1260, fu dedicata a lui,
re piantagioni, fra le quali primeg- ossia prese il suo nome; poscia nel
gia la real villa dello stesso nome. secolo XVI fu rifatta a spese della
Marlia ne' secoli anteriori al mille, repubblica sul disegno di Baccio
portava vari nomi, essendo il più da Monte Lupo, come ora si vede.
antico quello di Vico Elingo. Il La cattedrale antica di Lucca, pro-
giuspatronato della pieve di Mar- babilmente del VI secolo della Chie-
lia con l'annessa corte di s. Teren- sa, e dei tempi di s. Frediano, fu
zio, e con quella della distrutta riedificata e aggrandita dal Papa
chiesa di s. Martino, innanzi e do- Alessandro II, e dedicata ad onore
po il mille appartenevano ai ve- di s. Martino arcivescovo di Tours,
scovi di Lucca, insieme ad un ca- sotto la quale invocazione è anco-
stello e villa signorile. Il marche- ra. La diocesi di Lucca dunque è
se Ugo di Toscana nell' estate del una delle più antiche, siccome
996 ed in quella del 998 accolse era una delle più vaste della To-
e festeggiò 1' imperatore Ottone scana, il di cui pastore prima di
III. In progresso di tempo la villa essere arcivescovo, fu esente e sem-
e il parco di Marlia pervenne nella pre immediatamente soggetto alla
famiglia lucchese Orsetti, dalla qua- Sede apostolica, come lo furono fino
le dopo il 1806 fu comprata dai dal IV secolo tutte le cattedrali
principi Baciocchi, che ampliarono, della provincia etrusca.Quindi è
circondarono di mura , e d' ogni che i vescovi di Lucca si trovano
maniera abbellirono si delizioso luo- talvolta sottoscritti nei sinodi roma-
go, quale servi loro bene spesso
il ni del secolo IV come^ suffraga nei
di residenza, siccome serve tutta- del sommo Pontefice. E noto che
via di frequente abitazione alla rea- le diocesi ecclesiastiche all' epoca

le famiglia Borbonica, che gli ha della loro prima istituzione costi-


fatto ulteriori abbellimenti. In que- tuironsi sul perimetro distrettuale
sta villa si compresero varie vil- delle giurisdizioni civili, nel modo
le, fra le quali anche quella dei ve- che allora trovavansi ripartiti i di-

scovi. stretti delle città provinciali, laon-


La religione cristiana fu annun- de resta incerto quali fossero i li-

ziata in Lucca nel primo secolo miti giurisdizionali di Lucca nel


dell'era volgare da s. Paolino di IV secolo, mentre esisteva pure a
Antiochia , discepolo di s. Pietro Pisa il suo vescovo. Certo è che
principe degli apostoli, il quale Io dal III all' VIII secolo le notizie
spedì a Lucca per convertire luc- i sono incerte, non sembrando sicu-
chesi dal paganesimo e battezzarli, ro il perimetro che dimostrava la
laonde s. Paolino è venerato qua- diocesi lucchese sotto il regno dei
le apostolo e primo vescovo di Luc- longobardi ; cioè allorquando un
ca. Fu egli che nella città fece co- medesimo personaggio col titolo di

struire una chiesa dedicata alla ss. duca presiedeva al governo di Pi-
Trinità, come dice la tradizione, la sa, di Limi e di Lucca. Aggiungasi
qual chiesa fu poi riedificata e ancora, qualmente le persone ani-
LUC LUC 67
ni, e persino i figli dei ciuchi ve- zi oni. Al seminario arcivescovile fu
nivano promossi alla prima digni- dai principi Baciocchi nel 1807 riu-
tà della chiesa lucchese, in guisa nito un nuovo collegio di giovani
che essi a preferenza degli altri ve- secolari da essi istituito, e chiama-
scovi furono beneficati e protetti to Collegio Felice dal nome del
a scapito forse delle vicine diocesi. principe che in quel tempo regna-
Infatti, trovandosi nel secolo Vili va : nel 1809 fu collocato nella
la diocesi di Lucca nelle colline gran fabbrica, un giorno convento
di s. Miniato, di Palaia e di Lari, de' canonici lateranensi , soppresso
non pare che tali luoghi apparte- dal governo aristocratico del 1780,
nessero a quel territorio lucchese con l'approvazione della santa Se-
dell'epoca romana. Inoltre la dio- de. Nel 1819 dalla duchessa Ma-
cesi lucchese si estese dentro i con- ria Luisa già regina d'Etruria, ri-
tadi di Luni, di Pistoia, di Vol- cevette nuovo lustro e incremento,
terra, di Pisa, ed in altre separate facendolo dirigere dai sacerdoti i
diocesi. perchè nelle diocesi di
Il più distinti per la loro morale sa-
Volterra, di Populonia, di Roselle viezza. I convittori vi ricevono la
poi Grosseto e di Soana, si trova- istruzione nelle belle lettere, e in
rono delle chiese, oratorii e cap- quanto vanno ad ap-
alle scienze
pelle di giuspatronato de* vescovi prenderle al real liceo. Dal men-
di Lucca, cui erano pervenute per tovato catalogo pure risulta che ,

donazioni o per diritto ereditario. eranvi canoniche, tredici


quattro
Sembra che il limite dell'antica dio- ospedaletti e cinque monasteri; al-
cesi di Lucca sia dimostrato in un tre ventidue chiese erano suburba-
catalogo delle sue chiese, monaste- ne, con sei monasteri e tre ospe-
rie pivieri, redatto nel 1260 per dali ; mentre nel restante della
ordine del Pontefice Alessandro IV. diocesi esistevano 4*9 chiese, fra le
Dal medesimo risulta, che nel se- quali cinquantanove pievi , trenta-
colo XIII la diocesi di Lucca con- due spedaletti e trentotto fra mo-
tava 5i6 chiese; 58 di esse den- nasteri, celle e romitorii , stiman-
tro la città, fra le quali la metro- dosi tutto il patrimonio ecclesiasti-
politana, dietro alla quale e in pic- co dare la rendita di 120,000 scu-
cola distanza dal palazzo arcive- di di lire sette per scudo.
scovile esiste il seminario, i di cui A favorire le pie istituzioni di
alunni vestono per concessione ono- Lucca concorsero i devoti magnati
rifica la veste e zimarra rossa co- della città e molti vescovi eletti fra
me in Koma quelli del collegio le principali famiglie, per cui non
Germanico- Ungarico. Questo luogo deve far meraviglia se la catte-
d'istruzione ha dato alla Chiesa ed drale lucchese giunse ad acquista-
allo stato moltissimi uomini illu- re molti beni e giuspalronati di
stri e pei talenti e per le scienze chiese, non solodentro i confini
ed arti che professarono. Vi
belle della sua, maancora nei territorii
è pure un altro seminario dello di altre diocesi della Toscana, e
di s. Michele in Foro, ove gli alun- specialmente nelle maremme pisa-
ni non coabitano che le ore del ne e rosellane; grandi furono le ric-
giorno, dovendo in ogni sera ri- chezze possedute dalla cattedrale
tornare alle loro rispettive abita- di s. Martino, e dalle chiese, aio-
,

68 LUC LUC
nasteried ospedali dentro e fuori Leone X che nel 1^19 vi distac-
di Lucca, laonde fu dato a Lucca cò la pieve di Pescia. Maggiore e
l'epiteto di Città devota. Il patri- più vasto smembramento operò nel
monio della chiesa lucchese si au- 1622 Gregorio XV, per erigere la
mentò in guisa, che per causa di sede vescovile di s. Miniato. La
livelli si resero dai vescovi tribu- terza riduzione della diocesi di Luc-
tarie non solo le primarie famiglie ca segui sotto il pontificato di Pio
della città e del contado, che figu- VI, il quale per bolla de' 1 8 lu-
rano dopo il mille nella storia, ma glio 1789 distaccò dalle parrocchie
molti altri cittadini e perfino de- lucchesi quelle dei vicariati gran-
gli ebrei, i quali ottennero in en- ducali di Barga e di Pietrasanta,
fiteusi beni di chiesa. Essendo i ve- oltre il distretto di Ripafratta, che
scovi riguardati fra i primi digni- assegnò tutti all'arcidiocesi di Pisa,
taridel regno longobardo, incom- dalla quale la lucchese ebbe in
beva ad essi l'obbligo in tempo di cambio sette chiese costituenti il

guerra di recarsi all'armata per piviere di Massaciuccoli. Finalmen-


far la corte al re, o per incorag- te l'ultimo smembramento fu de-
gire colla loro presenza i soldati. cretato nel 1823 da Leone XII,
Fu di questo numero il vescovo nel tempo in cui fu eretta in cat-
lucchese Walprando, nato dal du- tedrale la collegiata di Massa di
ca Walperto, il quale innanzi di Carrara a carico delle diocesi di
partire per l'esercito, nel luglio del Luni-Sarzana e di Lucca; l'ulti-
754 suo ultimo testamen-
fece
il ma delle quali dovè perdere tutte
to in Lucca, che più. non rivide. le chiese comprese negli antichi pi-
Con tale alto egli assegnò il suo vieri della Garfagnana, cioè quelle
pingue patrimonio sparso in Limi- di Pieve Fosciana e di Caregine
giana, in Garfagnana, in Versilia, con una porzione del piviere di
e nelle pisane maremme, per metà Gallicano. Gregorio
Il Pontefice
alla mensa vescovile di s. Martino, XVI col breve Sununus Pontifexs
e per l'altra metà alle chiese di s. de' 21 giugno e 833, diretto all'ar-
Frediano e di s. Reparata di Luc- civescovo di Lucca, confermò il de-
ca, dichiarando il testatore che i cretato da Pio VJIe da Leone XII
suoi fratelli superstiti si contentas- sulla restituzione de' beni ecclesia-
sero di un legato in denaro. Ne stici rimasti invenduti, prescrisse la
da meno in ricchezze e per lustro distribuzione da farsene, non che il

di natali fu il vescovo Peredeo suc- modo di pagare i vitalizi stabiliti

cessore di Walprando, il quale de- su di essi, e di rimettere i debiti


stinò alla sua chiesa cattedrale il che gravano, formando una com-
li

vasto patrimonio ch'egli avea ere- missione di cinque individui, ed in-


ditato dal di lui padre Pertualdo, caricandola dell'esecuzione.
posto nel lucchese, nel pisano, vol- Al primo vescovo s. Paolino
terrano, populoniese, nel rosellano nell' anno 69 successe s. Valerio
e saonese territorio. La giurisdizio- lucchese, che vuoisi compisse il tem-
ne ecclesiastica lucchese nel secolo pio dedicato alla Beata Vergine,
XIII, al pari di quella di Arezzo, già incominciato dal predecessore,
era senza dubbio la più estesa in e che edificasse due chiese una in
Toscana. Tale si conservò sino a onore di s. Pietro, l'altra di s. Pao-
, ,

LUC LUC 69
Io. Fu martirizzato a' 29* gennaio era vescovo Berengario,, nell* 844
nell'anno 90. Non si hanno me- Ambrogio che collocò i corpi di s.

morie, secondo 1' Ughelli, Italia sa- Cassio e di s. Fausta nella chiesa
cra, tom. I, pag. 789 e seg., di di s. Frediano. Gli successe nell'852
altri vescovi sino a Teodoro eletto Girolamo nobilissimo lucchese, fra-
verso l'anno 3 24? cne governò san- tello del conte Ildebrando. Ghe-
tamente. Il vescovo Massimo nel rardo dell' 868 vendicò quanto era
347 assistè al concilio di Sardica, stato tolto alla chiesa di Lucca, e
celebrato contro gli ariani, negli atti gli successe nell'896 Pietro, che Io
del quale si trova segnato Maxì- : imitò nello zelo di ricuperare quan*
rnus a Thuscìa de Luca. Paolino to apparteneva alla sede, e ricevet-
li intervenne al concilio di Rimi- te in dono dal Pontefice Giovanni
ni del 359, e venne succeduto da X il corpo di s. Ponziano, la cui
Fullano o Fullario. Nel 4^5 fu al festa si celebra a' 2.5 agosto. Ja-
concilio romano il vescovo Felice. copo arcidiacono della cattedrale
Nel 546 lo era Obsequenzio indi , fiorì nel 934; e nel seguente an-
Io fu Geminiano. Immediatamente no Corrado che fu sepolto nella
fiorì s. Fridiano o Frediano che chiesa di s. Frediano, nella cap-
dicesi figlio d'un re d' Irlanda, che pella da Vincenzo
lui eretta a s.

morì a' i3 marzo nel 578, e di- martire. L' imperatore Ottone I di-
venne insigne patrono de' lucchesi. chiarò vescovi di Lucca principi
i

L'Ughelli, la cui serie riportiamo e conti dell' impero. Indi furono


lo dice X vescovo, XI. il Buller vescovi, nel 967 Aghino lucchese,
Gli successero Valeriano, Paterno, nel 968 Adalongo, nel 981 Guido
Pisano, Vindicio, Probino, Massi- lucchese traslato da Populonia, nel
mo lì, Aureliano, Normoso, Dicem 982 Teodigrimo lucchese nel 987 ,

zio, Avenzio, Abundanzio e Loren- Isalfredo, nel 990 Gherardo luc-


zo. Leto si trovò nel 649 al con- chese, nel ioo5 Rodilando, nel
cilio lateranense, ed Eleuterio a 1014 Grimizzo o Teogrimo Tucci,
quello del 680. Felice fiorì nel e nel 1023 Giovanni lucchese che
685, Balsario nel 700 che ricupe- con l'autorità di s. Leone IX in-
rò molte chiese. Taporperiano se- dusse canonici alla vita comune.
i

dette dal 714 730, essendo il


al Anselmo Badagio o Baggio mila-
fratello Sigismondo arciprete della nese, fu fatto vescovo nel io56, e
cattedrale. Walprando fu eletto nel pei suoi grandi meriti il primo ot-
732, benemerito per le narrate do- tobre 1061 fu creato Papa col no-
nazioni, e nel 780 Peredeo altro me di Alessandro II. Egli ricevette
vescovo benemerito. Nel 781 gli tale notizia in riva al Serchio
successe il beato Giovanni figlio di mentre tornava da consecrare la
Teuperto lucchese , e collocò nella chiesa in allora de' monaci bene-
cattedrale Follo santo. Nell'8o3
il dettini di s. Quirico in Monticello.
divenne vescovo il fratello Giaco- Si narra che raccolta colla mano
mo arcidiacono della cattedrale : dell'arena e gittatala in aria, con-
nell'819 occupò la sede l'altro fra- quan-
cesse tanti giorni d'indulgenza
tello Pietro, diacono della chiesa di tipotevano essere quegli atomi, a
Lucca, che si recò al concilio adu- chiunque visitasse quella chiesa te-
nato dal Papa Eugenio li. Nell'843 sté consecrata, nell'anniversario del-
, ,

7o LUC LUC
lu sua esaltazione al pontificato. sacri canoni in simili casi. Mansi
Ritenne per dieci anui il vescova- Sujìplrm. alla raccolta de concila ,
to di Lucca; rifabbricò e consacrò t. I, col. 1267. Alessandro lì inol-
la cattedrale; concesse al comune tre creò cardinale il nipote s. An-
per gli atti pubblici un
sigillo con selmo Baggio, e gli conferì pure la
bolla di piombo impronta del
coli' sede lucchese, ovvero dichiarò chi:
santo patrono, il quale venne usa- lo avrebbe succeduto ; e s. Grego-
to sinché durò la repubblica; ai rio VII subito lo consacrò e poscia
canonici della cattedrale accordò lo destinò consigliere della contes-
nelle processioni 1' uso della mitra sa Matilde, indi prima di morire
di tela bianca, non però le vesti gli mandò la sua mitra pontifìcia,
cardinalizie come scrisse il Novaes, per mezzo della quale il santo per
bensì la mitra V usano i canonici virtù divina operò molti miracoli.
anche nelle altre solenni funzioni Alla sua biografìa che come santo
ecclesiastiche. Ornò il vescovo della riportato dal Butler facemmo, e co-
dignità di primate, col privilegio me cardinale, si è detto quanto Io
di farsi precedere dalla croce asta- riguarda, che alcuni canonici si ri-

ta, e di usare il pallio, il quale bellarono perchè voleva ritornarli


confermarono Pasquale II , e nel alla vita comune, che perciò eles-

il 20 Calisto II mediante la bolla sero vescovo l'arcidiacono Pietro


Ex caritalis, presso l'Ughelli tom. capo dello scisma, ed il santo si ri-

IX, pag. 819. Questi inoltre nel tirò per non essere vittima della
tom. I, pag. 809 riporta le bol- cospirazione. Nel 1074 s. Gregorio
le di Alessandro II: Cimi divina; VII punì i canonici colle censure
Quamvis ecclesiasticae j Quamvis nel concilio lateranense, e nel sino-
circa, per la chiesa, canonici, clero do che si celebrò in s. Genesio dal
e popolo di Lucca, che ricolmò di legato cardinal Igneo con s. Ansel-
onori e privilegi. Fu tenuto in mo e molti altri vescovi, furono
Lucca un concilio in presenza di scomunicati. Allora i canonici fecero
Alessandro li, e da lui sottoscritto ribellare la città alla contessa Ma-
nel 1062. In esso venne presa ad ricorrendo ad Enrico IV. II
tilde,
esame la condotta di Eritta, abba- Papa incaricò s. Anselmo del go-
dessa del monastero di s. Giustina verno di più diocesi in Lombar-
in Lucca, accusata d'aver introdot- dia eh' erano prive de' loro pastori
to un ecclesiastico nel suo mona- per sinistre circostanze, e morendo
stero , e di aver peccato con lui. gli mandò la sua mitra pontificale,

La causa fu deferita al sommo Pon- che il Donesmondi nell'Istoria ec*

tefice nel concilio, ed Eritta vi as- clesiastica di Mantova chiama re-


sistette in persona esaminate le
: gno, e vi aggiunge altri ornamenti
deposizioni delle sue accusa tri ci papali, quasi lo designasse a suc-
vennero le loro testimonianze giu- cedergli nel pontificato, di che si
dicate insufficienti e calunniose ;
vuole averne anche tenuto propo-
l'abbadessa fu assolta, ed alle sue silo colla possente Matilde. Ansel-
accusatrici venne inflitta la pena mo pieno di modestia non volle
del taglione, essendo stute scaccia- neppure sentir parlare di dignità
te dal monastero e chiuse in uua pontificia, e morì a' 18 iiiarz.0 1086
prigione, come viene ordinato dai in Mantova, che lo scelse per suo
LUC LUC 71
protettore. Gli successero nella sede me dal Mansi tom. II, col. 1171.
di Lucca, nel 1089 Goffredo, nel Successivamente furono vescovi, nel
1098 Ringerio, nel 11 12 Rodolfo, 1257 Enrico, nel 1268 Paganello
nel 1 1 1 8 Benedetto arcidiacono I, 1272 fr. Pietro Angelelli di
nel
della cattedrale, a cui die il pallio Lucca domenicano e maestro del
Calisto II, nel 1 128 Uberto che fa- sacro palazzo; nel 1275 Paganel-
vori le parti dell'antipapa Anacleto lo II zelantissimo ; nel i3oo fr.*
II, nel ii4o Ottone, nel 4^ 1 1 Enrico de'minori francescani, elet-
Gregorio, al cui tempo Eugenio III to da Bonifacio dopo averVili
consacrò la chiesa di s. Frediano, cassato 1' Raniero da
elezione di
nel 1 1 64 Plebano che segui lo Monte Magno canonico di Lucca,
scisma dell' antipapa Vittore V, e fatta dal capitolo: a tempo di que-

Pasquale III successore di questo, sto ultimo nel i3o8 fu tenuto in


vedendo che Plebano era ritornato Lucca un concilio in cui furo*
all'obbedienza di Alessandro 111, in- no fatti settantasette regolamenti
truse nella cattedra vescovile Cu- diversi, che potranno leggersi nel
llilo.Mori Plebano, e gli successe- Mansi HI, col. 307 e seg.
toni.

ro nel 1 166 Enrico, nel 1 171 Lan- Sotto Lodovico il Bavaro l'anti-
dò, nel 1 1 75 Guglielmo Roffredi papa Nicolò V intruse nella sede
primicerio della cattedrale, che in- Rocchigiano Tadolini; ed in morte
tervenne al generale La-
concilio di Enrico nel i33o Giovanni XXII
teranense III morì nel 119^ e fu
: fece vescovo fr. Guglielmo di Monte
eletto a succedergli il cardinal Ghe- Albano, procuratore generale dei
rardo Allucingoli lucchese, ma oc- domenicani. Ne furono successori,
cupato in gravi affari della santa nel 349 Berengario arciprete del.
1

Sede non accettò , laonde divenne la cattedrale, nel i368 Guglielmo,


vescovo Guidone. nel 1 374 Paolo Gabrielli di Gub-
Nel 1201 fu eletto vescovo Ro- bio, nel 1 38 1 Antonio de Riparia,
berto canonico di Lucca; nel 1225 nel i383 fr. Giovanni francescano,
M. R. altro canonico, ed assicura eccellente dottore e predicatore, già
il Mansi nel suo Diario che colle vescovo di Betlemme, che restaurò
sole lettere M. R. si trova memo- Bonifacio IX nel i3q4
l'episcopio.
ria di questo vescovo al registro nominò vescovo Nicola Lazzaro de
vaticano riportato dall'Ughelli ; nel Guinigi nobilissimo lucchese, paren-
1227 Opizo, sotto del quale Grego- te di Paolo signore di Lucca ; e
rio IX privò Lucca del seggio ve- dopo vennero elevali a que-
di lui
mori nel i23i,e quel Pa-
scovile: sta sede, nel i436 Lodovico de
pa nel 1236 fece vescovo Wercio o Maurini nobile lucchese, nel 1 44 r
Guercio Testa sanese che ottenne Baldassare Manni lucchese, arcipre-
la reintegrazione delle prerogative te della cattedrale, che unì le mo-
che godevano i vescovi e canonici nache cisterciensi di s. Cerbone con
di mediante la bolla Re-
Lucca, quelle di s. Giustina, e consacrò
dernptor Nel 1253 egli
nosler. la chiesa de' gesuati. Nel i44$
tenne in Lucca un sinodo diocesa- Stefano Trenti nobilissimo lucchese,
no, in cui furono emanali venti arcidiacono della cattedrale, dotto
regolai—oti relativi alla disciplina nelle leggi, erudito e di eccellenti
ed altre materie ecclesiastiche, co- costumi ; celebrò il sinodo, e fu
\

72 LUC LUC
nunzio e legato in più luoghi. Si- fece vescovo e creò cardinale Mur-
ato IV nel 1477 fece vescovo il ce- co Antonio Franciotli di Luco.
lebre cardinal Jacopo Ammannati Per sua rassegna, Innocenzo X nel
iliLucca, detto Piccolomini perchè 1646 dichiarò successore Giani bai
Pioli lo aggregò alla sua famiglia, lista Rainoldi milanese, degno di
e Papiense per essere stato vesco- ogni lode; dopo di lui lo furono
vo di Pavia, che restaurò il pa- nel i65o Rota nobile d
Pietro
lazzo del vescovo; e i479 ^ " nel l R avel,na 1657 ^ cardinal Gi-
> ne l

cola de'conti di s. Donnino di Lue- rolarao Bonvisi lucchese, nel 1677


ca, vescovo di Modena, che celebrò il cardinal Giulio Spinola genovc-
il sinodo, fu benemerito dell' epi- se., nel 1690 Francesco Bonvisi
scopio, eresse 1' altare di s. Cle- lucchese, nei 1704 Orazio Filip-
1 non te uella cattedrale, fornì i car- pò Spada lucchese poi cardinale,
melitani di biblioteca, fece altre nel 1 7 1 4 Ginnesio Ambrogio Cai-
belle cose, e morì compianto da co nobile milanese. Fin qui arriva
tutti nel i499- Gli successe il eoa- la serie dell' Ughelli, quale conti-
diutore Felino Maria Sandeo lue- nueremo colle annuali Notìzie di
chese, vescovo di Atri e Penne, Roma. Innocenzo XIII nel conci-
dotto ed egregio, che servì la san- storo de' 29 dicembre 1723 trasla-
ta Sede Nel i5o3
in diversi uffizi. tò a questa sede Bernardino Gui-
Giulio II dichiarò vescovo il nipo- nigi di Lucca, eh' era vescovo di
te Galeotto Franciotti lucchese, fi- Rieti. Volendo Benedetto XIII di-
glio di Luchina
sua sorella della mostrare la sua considerazione ver-
Rovere, della quale era pur figlio, so questa distinta città, in cui nac-
ma di altro padre, il cardinal Si- que la gran contessa Matilde tan-

sto Gara della Rovere lucchese, che to benemerita della romana Chie-
il Papa zio fece vescovo nel i5o8, sa, con bolla de'i5 febbraio 1726,

e poi rinunziò a favore del cardi- Rornanus, presso il Bull. Rom. t.


nal Leonardo Grosso della Rove- XIII, p. 74, scrive nella sua vita
re. Nel i5iy ne divenne ammini- il Novaes, che non solo confermò
stratore il cardinal Raffaele Riario ai canonici della cattedrale, come
che lo rassegnò al nipote Francesco aveano fatto Alessandro III, Lucio
Sforza-Riario , figlio di Girolamo III, Martino V e Giulio III, i pri-
signore d'Imola e di Forlì, ottimo vilegi che godevano; ma vi aggiun-
e prudente pastore. Nel 1 546 Pao- se loro all'uso della mitra, quello
lo III nominò il cardinal Bartolo- ancora di tutti paramenti vesco- i

meo Guidiccioni lucchese e gli sue- vili ed abbaziali come croce, a- ,

cesse il nipote Alessandro Guidic- nello, ec. Con bolla poi dei 2
cioni nel i55o: celebrò diversi settembre eresse la cattedrale al

sinodi , consacrò la chiesa di s. grado di metropolitana , come si

Chiara e s. Nicola, divenne il de- legge nella costituzione Inscrutabili


cano de' vescovi, e morì pieno di loco citato pag. i38; ma senza
meriti nel i6o5. suffraganei, confermando negli ar-
Alessandro Guidiccioni il giunio- civescovi i privilegi e prerogative
re, parente e coadiutore del prece- godute dai vescovi , comprensiva-
dente, gli successe degnamente. In mente al distintivo del berrettino
sua morte nel 1637 Urbano VIII rosso cardinalizio ne'pontificali, di-
LUC LUC 73
chiara ndo per primo arcivescovo gliere 1' arcivescovo fra chequelli
nel 1726 il vescovo Bernardino la repubblica presentava, non che
Guinigi (sebbene anche prima che di riservarsi sopra i frutti della
fosse innalzato a tal dignità, go- mensa arcivescovile una discreta
desse del privilegio del pallio, af- pensione. 1770 Martino Bianchi
fermandolo pure il Mansi nel suo di Lucca; 1789 Filippo Sardi di
Diario a p. 5), al quale nel 1729 Lucca che governò lungamente con
diede in successore fra Tommaso lode ; 18 9.6 Giuseppe Nobili di
Cervioni di Montalcino che tras- Brusselles patrizio lucchese, abbate
lato da Faenza ; e siccome i ma- decano dell'insigne collegiata di s.
gistrati della repubblica per anti- Michele Arcangelo di Lucca e ca-
ca consuetudine non permettevano valiere gerosolimitano. Il Pontefice
che un invidilo toscano fosse loro Gregorio XVI, nel concistoro degli
pastore,, costantemente lo ricusa- 1 luglio
1 i836, fece arcivescovo
rono, né mai g li dierono l'ingres- monsignor Gio. Domenico Stefa-
so. Divenuto Pontefice Clemente nelli di Lucca domenicano, che tras-

XII fiorentino, per togliere queste latandolo in quello de'20 genna-


dissensioni, fece il Cervioni sagrista io i845 al titolo arcivescovile in
del palazzo apostolico, ed a* 19 partibus di Traianopoli, finalmente
novembre 1781 nominò arcive- nel concistoro de' 21 aprile del
scovo di Lucca don Fabio Col- medesimo anno, dichiarò arcivesco-
loredo filippino della diocesi di vo monsignor Pier Luigi Pera, na-
Aquileia, che sebbene non fosse di to in s. Gennaro arcidiocesi di Luc-
quella di Lucca fu ricevuto benis- ca, canonico della cattedrale, esa-
simo. Ecco gli arcivescovi suoi suc- minatore pro-sinodale e prefetto
cessori : 1743 Giuseppe Palma di della biblioteca reale del duca che
Lucca; 1764, dopo qualche anno regna. Questo rispettabile prelato
di sede vacante, Gio. Domenico cessò di vivere agli 8 luglio 1846,
Manzi de' chierici regolari della con dispiacere de'diocesani, ed ora
Madre di Dio, di Lucca, dotto e la sede è vacante. Nelle solenni
benemerito. Prima dell' elezione di funzioni l'arcivescovo usa il berretti-
tale arcivescovo , Clemente XIII no o zucchetto rosso cardinalizio,
col breve, Etsi aitae per occasio- per inveterata consuetudine. Usa
nem vacantis archiepiscopalis _,
pres- ancora di una simbolica cerimonia
so il Bull. Rom. Continualio, t. II, allorché intuona nella messa pon-
p. encomiò la
44 2 > docilità del tificale il Gloria in excelsis, nel
magistrato di Lucca, che nella fare cioè abbruciare in mezzo alla
controversia del patronato della no- cattedrale una quantità di stoppa
mina dell'arcivescovato di Lucca, di canape disposta sopra una gra-
si erano rimessi al giudizio della tella di ferro.
santa Sede. Dichiarò quindi che La cattedrale, edifizio di elegante
l'indulto di Benedetto XIV sulla struttura, è sacra a Dio sotto l'in-
presentazione del nuovo arcivesco- vocazione di s. Martino, con cura
vo in sede vacante, era ben diffe- parrocchiale, amministrata da un
rente dal giuspatronatoche l'esclu- prete custode e da due curati : non
deva; talché conchiuse che la san- vi è il fonte battesimale, il qua-
ta Sede eia nel suo diritto di sce« le però esiste nei prossimo tempio
,

74 luc LUC
di s. Giovanni Battista e di s. puccini a Villa Basilica; i france-
lustituta. La cattedrale ha tre sa- scani riformati al Borgo a Mozza-
grestie, una pei cauonici, 1' altra no, a Viareggio ed a Camaiore.
pei beneficiati, la terza pel restan- Negli antichi tempi poi sono stati
te del clero : il palazzo arcivescovile successivamente in Lucca quasi tut-
gli è aderente. 11 capitolo si compo- ti gli ordini religiosi d'ambo i ses-
ne di quattro dignità, cioè del- si tranue i gesuiti, gli scolopi, ed i

l'arciprete, eh' è la prima, dell'ar- signori della missione, e fra le


cidiacono, del primicerio e dell'ab- donue le salesiane venute ultima-
bate: i canonici sono quattordici, mente, e le suore della carità, le
comprese le prebende del teologo quali per decreto sovrano si a-
e del peuitenziere; i beneficiati tren- spettano per servigio e consolazio-
ta, e vi sono pure altri preti e ne degl'infermi nello spedale. Inol-
chierici addetti al servizio divino. tre in Lucca vi sono quegli altri
Nella città vi sono altre nove chie- pii stabilimenti e seminari con a-
se parrocchiali, e quella di s. Fre - lunni, di cui parlammo di sopra,
diano è munita del sacro fonte, essendo un seminario addetto alla
oltre due collegiate con canonici cattedrale, l'altro alla collegiata di
e dignità. Vi sono inoltre diversi s. Michele. Nello stato presente l'ar-
monasteri di monache e conventi cidiocesi di Lucca conta i5i chie-
di religiose, cioè le monache bene- se parrocchiali , con 32 pievi ma-
dettine nel fu convento de'servi di trici. A Camaiore vi è un'insigne
Maria; benedettine di più stret-
le collegiata con quattordici canonici
ta osservanza, nel fu conservatorio e una dignità, il priore, che ha il

della zecca; le Giu- gesuate a s. privilegio de' pontificali. Jl Mura-


seppe; le cappuccine; le domenica- tori nella dissert. LXI sopra le
ne; le agostiniane a s. Nicolao No- Antichità italiane, dice che la chie-
vello; le francescane all'Angelo; le sa di Lucca ebbe i suoi preti car-
altre a Michele arcangelo ; le sa-
s. dinali, riportando un documento
lesiane, e le suore de'servi. Fuori del 92 3 ove ne sono sottoscrit-
della città sono altri monasteri di ti Ad ogni nuovo arcivescovo
sei.

monache, uno al Borgo a Mozza- la mensa è tassata ne' libri della


no; due a Camaiore, uno in città camera apostolica in fiorini 2008,
e l' altro alla Pieve di Camaiore, corrispondenti alle rendite , che
in città sonovi le teresiane ultima- consistono in scudi cinquemila di
mente approvate. I conventi di re- moneta romana, coll'obbligo per-
ligiosi nella città di Lucca sono a- petuo somministrare annui scu-
di
desso i seguenti: i canonici rego- di centoquaranta alla chiesa ed al-
lari del ss. Salvatore, i chierici l'ospedale nazionale sotto il titolo

regolari della Madre di Dio ,


gli della ss. Croce, e s. Bonaventura
agostiniani , i domenicani, i car- dei lucchesi di ftoma, di cui andia-
melitani , i francescani osservanti mo a dare un cenno.
ed i cappuccini. Fuori di città i Nel rione Trevi alle falde del
servi di Maria a Viareggio, ultima- Quirinale esiste detta chiesa con
mente introdottici passionisti nel contiguo ospedale, che dà nome
ritiro di s. Angelo in Monte; i alla contrada. Nel declinare del se-
francescani a s. Gerbone; i cap- colo Xil fu edificata in questo luo-
LUG LUG 75
go una chiesa dipendente e filiale tetto che la rinnovò, dicesi Mattia
della basilica de' ss. XII Apostoli, de Rossi, che diresse pure il dise-
sotto l' invocazione di s. Nicolò di gno del soflhto messo a oro, nei
Bari, e dal sito occupato già dal quale i due lucchesi Giovanni Co-
foro Suario o mercato de' porci, fu li e Filippo Gherardi fecero le
chiamata s. Nicolò de Porcis ed pitture. Nell'altare maggiore si ve-
anche in Porcilibus, o de Olivete, nera il ss. Crocefisso di Lucca, di-
o de Portiis 3 o Mi Portili, o de pinto in tela, regalato dalla se-
Forbitaribus. Gregorio
XIII nel renissima repubblica di Lucca. Del-
i5j5 la fece rifabbricare in onore le cappelle quella dedicata alla bea-
di s. Bonaventura cardinale più ta Zita vergine di Lucca, il di cui
ampia, ed annesso eresse un con- culto immemorabile approvò Inno-
vento che consegnò col tempio ai cenzo XII nel 1697, è ricca di
minori cappuccini, ove rimasero inarmi e fu dipinta da Lazzaro
sino al 1 63 1 essendovi abitato e
, Baldi: i due putti di marmo sono
morto s. Felice da Cantalice. Ur- di Lorenzo Ottoni tutto fatto a ,

bano Vili a concedere al bene- spese del lucchese monsignor Fa-


merito ordine una chiesa ed un tinello Fatinelli votante di segnatu-
convento più grande 1' una e , ra, che fece onore alla patria, ed
l'altro fece fabbricare sulla piazza arricchì la curia romana d'utili o-
G ri mani ,
poi Barberini dal suo pere, essendo slata la beata serva
cognome e palazzo, al modo che delia sua nobile famiglia. La cap-
dicemmo nel voi. IX, p. 208 e pella della Concezione fu eretta da
209 del Dizionario. Quindi Urba- Frediano Castagnoli, che vi spese
no Vili con breve de' 22 maggio cinquemila scudi, con disegno di
i63i concesse parte del convento Simone Costanzi il quadro di :

antico, e la chiesa di s. Bonaven- mezzo è di Biagio Puccini Iucche-


tura nationi lucanae in Urbe coni- se; il laterale, rappresentante il rni-
moranti, ex plurium romanae cu- racolo di s. Frediano, che con un
riae praelatorum, aliorumque vi- rastrello si tira appresso il fiume
rorum doctrina pielate, rerum gè- Serchio che minacciava Lucca per
rendarum usu, aliisque egregiis vir- divertirlo, è di Francesco del Tin-
tutum ornamenlis praeslantium me- tore pure lucchese ; e l'altro di s.

ritis insigni. Ricevutasi dai lucchesi Lorenzo Giustiniani è di Domeni-


la chiesa colle case annesse, la na- co Maria Muratori. Dall'altra par-
zione rinnovò la chiesa pressoché te la cappella Pierleoni colla tavo-
inleramente e la ornò, siccome og- la che rappresenta la Beata Ver-
gi si vede, edificando ancora l'at- gine, s. Girolamo e s. Francesco,
tuale facciata,
dedicandola alla ss. è della scuola del Domenichino ;
Croce e Volto santo di Lucca, prima eravi il quadro della Pre-
ed a san Bonaventura titolare di sentazione di Maria, dipinto da
essa , come si legge nella iscri- Pietro Testa. In questa chiesa si

zione sopra la porta interna. Della celebra la festa della ss. Croce ai
antica chiesa di s. Nicolò si veg- 3 maggio ed ai 14 settembre, e
gemo ancora superstiti la tribuna quella del francescano s. Bonaven-

ed alcune parli esterne, altra par- tura ai i4 luglio. Dopo che la


te essendone la sagrestia. L'archi- nazione lucchese prese possesso del-
76 LUC LUC
li chiesa e delle annesse case, to- A i.\ si trova Leonzio , e credesi
sto si applicarono ad istituirvi una che si conservasse la sede vescovi-
confraternita nazionale, e con be- le fino al 1007; onde allora la
neplacito apostolico di Urbano VII! sua diocesi fu divisa, e data ai ve-
nel i634 la stabilirono con regole scovi di Gubbio e di Nocera. Si
e statuti approvati da monsignor dice che la città fosse edificata dai
Tornielli che fu poi vescovo di pelasgi l'anno 1 3 1 1 avanti l'era
Novara, per ordine della visita apo- cristiana. Tenendo le parti di To-
stolica gli statuti furono poi stam-
;
tila re de'goti, nella caduta di quel
pati in Roma nel 1684. Ed ac- principe venne distrutta dal vin-
ciocché i poveri nazionali nelle infer- citore Narsete capitano di Giusti-
mità trovassero ospizio, nel 1649 ^ niano II. In progresso di tempo
sacerdote lucchese Giovanni Gual- pare che tornasse a risorgere, poi-
tirotto applicò il pietoso animo a ché Eleuterio esarca, che si era fat-
fondare nelle dette case un ospe- to imperatore d' Italia, fu ucciso
dale. Il Piazza tratta della con- dai suoi soldati nel 619 in Luceo-
fraternita e dell' ospedale de' luc- li. Dopoché il Papa Stefano II
chesi, nelle Opere pie di Roma, detto III invocò il soccorso del re
trat II, cap. XXIII, e trat. VII, Pipino contro Aistulfo re de' lon-
cap. XVI li; e neh' Eusevologio gobardi, il primo costrinse il se-
romano, trat. Il, cap. XXIII, trat. condo a restituire alla Chiesa ro-
Vili, cap. XVIII. Ivi pure parla mana le usurpate terre, ed aumen-
del cardinale protettore e del go- tò il principato di essa con altre
vernatore che suole essere un pre- città e terre, tra le quali Anasta-
lato della nazione lucchese, come sio Bibliotecario novera Luceolos,
lo fu da ultimo monsignor Cesare detto pure Luculli e Lucciolo: ciò
Lippi nobile di Lucca, al presente avvenne l'anno 755. Di Luceoli
avvocato concistoriale votante di , ne parlammo pure nel voi. XXXIII,
segnatura ec. L' ospedale ora ha p. 1 65 del Dizionario.
quattro letti e uno spedaliere; rice- LUCEORIA o LUCK (Lucco-
ve a preferenza que' lucchesi che rin). Città con residenza vescovile
sono aggregati alla confraternita, e della Russia europea, nel governo
che intervengono all'oratorio. Uno di Wolinia. Appartiene alla Rus-
de'guardiani è il superiore che di- sia nera, e fu già del granduca-
rige ed amministra la chiesa e to di Lituania nella Polonia: è ca-
l'ospedale, per ordine del quale si poluogo di distretto, sulla riva de-
ammettono gl'infermi di febbre, e- stra dello Styr. Evvi un castello
sclusi i cronici e le febbri inter- e diversi altri belli edilizi, il re-
mittenti. Il sagrestano della chiesa é stante della città non consiste che
il superiore ecclesiastico. in case di legno, la maggior par-
LUCEOLI o LUCCOLI. Città te abitate dagli scismatici e dagli
vescovile non più esistente dello ebrei, i quali vi fanno un grande
stato pontifìcio, nella legazione di commercio, e vi tengono delle fie-
Urbino, dalle cui rovine vuoisi che re. Rinchiude molte chiese greche
sorgesse l'odierno Cantiano, distret- e poche cattoliche. Questa città
to e diocesi di Gubbio. Luceoli fu importante sotto il governo po-
ebbe i suoi vescovi., fra' quali nel lacco, essendo stata alternali va-
LUC LUC 77
mente con Wladimiria la sede di Vili nel i6o3; e Giovanni Ales-
una dieta, e perchè vi risiedeva il sandro Lipski polacco, che Cle-
palatino. Nel 14^9 vi si tenne mente XII traslatò poscia a Cra-
una brillante assemblea, ove si tro- covia, e nel 1737 dichiarò car-
varono l'imperatore Sigismondo, dinale, egli fu il XXXVI vescovo
due re e molti altri principi. La di Luceoria o Lucko. Il medesi-
maggior parte della città fu ab- mo Papa 1736 fece vescovo
nel '

bruciata nel 1782, ed ecco perchè di Luceoria Andrea Koslka Zalu-


si rifabbricò di legno. Il distretto ski, da Plosko: ne
traslatandolo
di Luck o Luceoria sta nel nord- furono successori, nel 1739 Fran-
ovest del governo. La parte setten- cesco Robielski, traslato da Ca-
trionale è ripiena di paludi ; quel- mieniec; 1759 Antonio Wolowicz
la del sud
bagnata dallo Styr è della diocesi di Gnesna; 1771 Pao-
fertilissima ed intersecata di bo- lo Turski della diocesi di Gnesna,
schi. Luceoria è chiamata anche traslato da Chelma 1790 Adamo ;

Luck, Lucko o Lutsk, in latino JNaruszewicz della diocesi di "Wil-


Luscum o Luceoriuni. Sotto la de- na_, da
traslatoSmolensko nel :

nominazione di Luceoria le an- 1781 Pio VI avea fatto vescovo


nuali Notizie di Roma indicano di Cariopoli in parti bus, Gio. Cri-
il Luceoria o Zyto-
vescovato di sostomo Kaczkowski della diocesi
rneritz, o meglio Zytomierz uniti di Gnesna, indi suffraganeo di Lu-
nella Wolinia, Luceorien et Zy- ceoria. Il suo vescovato soppresso
lomierien: sotto quella diLuck ed dall' imperatrice Caterina JI, fu
Ostrog di rito greco-ruteno nella ripristinato da suo figlio l' impera-
Wolinia, Luceorien 3 le medesime tole Paolo I, a persuasione di mon-
Notizie registrano i due vescovati signor Litta ambasciatore e dele-
uniti di Luck e di Ostrog di rito gato apostolico Pio VI
di alla
ruteno, il cui come
vescovo quello corte di Russia, allorquando il Pa-
latino di Luceoria o Luck risiede pa nel 1 798 dichiarò la sede di
in questa città. Accenneremo le Luceoria suffraganea della metro-
principali notizie di ambedue le poli di Mohilow da lui istituita,
diocesi latina
greco-rutena qui
e della quale è tuttora suffraganea:
appresso separatamente. il vescovato latino di Luceoria di-
venne dominio della Russia sino
Luceoria e Zytomierz uniti, dal 1793, pel secondo spartimento
vescovati di rito latino. della Polonia. Inoltre Pio VI unì
al vescovato di Luceoria quello di
La sede vescovile di Luceoria Zyt omeri tz o Zilomierz (Vedi) ca-
fu istituita dal Pontefice Urbano pitale della Volinia, ed a' 16 di-
IV del 1261, già legato apostoli- cembre 1798 vi traslatò da Kio-
co in queste regioni, e la dichiarò via Gaspare Casimiro Colonna di
suffraganea della metropoli di Gnes- Wolitz diocesi di Posnania, che fu
na: il vescovo divenne senatore il primo ad intitolarsi vescovo di
del regno di Polonia. Ne furono Luceoria e Zytomierz. Per Lu-
tra gli altri vescovi , Bernardo ceoria fu destinato suffraganeo il

Macieiowski o Marzieowski polac- suddetto vescovo di Cariopoli; per


co, creato cardinale da Clemente Zytomierz fu nominato suffraganeo
78 LUG LUG
Giovnnni Canzio Beozodar-Podho- le della carità; due monasteri con-
rodecki della diocesi di Luceoria, 45 religiose, carmelitane e di san-
fatto da Pio VII nel 1804 vesco- ta Brigida ; e tredici scuole. L'ar-
vo in partìbus di Polemonia. Al civescovo scismatico della Volinia
vescovo Gasparo, Leone XII nel ha delle chiese in questa città. Il

concistoro de' 3 luglio 1826 diede vescovo avea la facoltà di confe-


in coadiutore con futura succes- rire ai canonici i benefìzi sempli-
sione monsignor Michele
Piwni- ci per accorrere ai loro bisogni.
cki della diocesi di Luceoria ed , I servi addetti ai villaggi del cle-
arcidiacono della cattedrale, che ro secolare erano 5562 : i fondi
fece vescovo di Ramata iti partibus, del medesimo si valutarono rubli
benché vivessero i due nominati 432,337, che rendevano annui ru-
suffraganei. Nel 1828 monsignor bli 44^37. I servi addetti al cle-
Piwnicki divenne vescovo elFettivo, ro regolare dei due sessi erano
e lo è tuttora, ma senza suffraganei. 4865. I suoi capitali si valutava-
La cattedrale di Luceoria è de- no a rubli 568,667, che ne ren-
dicata alla ss.con fonte
Trinità, devano annualmente 32,892.
battesimale, d'anime, la
e cura
Luck ed Ostrog uniti, vescovati
quale è amministrata da un sacer-
di rito greco ruteno.
dote del capitolo. Questo si com-
pone di sette dignità, la prima La sede vescovile di Luck di
delle quali è il proposto, di dieci rito greco ruteno fu eretta nel
canonici comprese le prebende del secolo XIII, prima della latina, e
teologo e del penitenziere, di otto venne fìtta suffraganea del metro-
vicari,con alcuni mansionari. Avvi polita di Kiovia [Vedi)', il vesco-
il seminario con alunni,
l'episcopio, vo fu dichiarato esarca della Rus-
monasteri di monache, e conventi sia, nella Volinia. Tra i suoi ve-
di La diocesi è amplissi-
religiosi. scovi nomineremo i seguenti. Ci-
ma; ed ogni nuovo vescovo è tas- rillo Terlecki, Uno degl'inviati del
sato ne' libri della camera aposto- concilio di Russia al Pontefice Cle-
lica in 66, corrispondenti
fiorini mente VIII per l'unione nel i5g5:
alla rendita di 16,000 rubli. Que- avendo sino allora professato lo
sto stato è desunto dalla proposi- scisma, abiurò gli antichi errori,
zione concistoriale per l'odierno ve- fece la professione di fede, e fu
scovo : aggiungeremo le seguenti ricevuto dal Papa nel grembo del-
notizie. La diocesi di Luceoria e la santa romana Chiesa. Girolamo
Zytomierz comprende it governo monaco russo, nominato dal Pon-
della Volinia, non che la diocesi tefice Urbano VIII. Atanasio sci-
di Riovia, il cui vescovo risiedeva smatico, assistette nel 1642 al con-
aZytomierz. Le parrocchie sono 87, cilio tenuto in Moldavia da Par-
le chiese succursali 6, le cappelle tenio, contro Cirillo di Lucar, e
12 5. I preti nel 1834 erano 169. lo sottoscrisse. Wihowski, già re-
I canonicati sono di tenui rendite. ferendario del granducato di Li-
I religiosi erano, agostiniani, fran- tuania, abbate commendatario di
cescani, servi di Maria, scolopi e Siecikow in Volinia, ordinato nel
trinitari; in tutti
498 che aveano, i7or, morì nel 171 4- Gioacchino
5j conventi. Una casa delle sorel- Przebendowski, ordinato nel 1 7 1
5,
LUC LUC 79
morto nel 1720. Stefano Rup- basiliano di Poczajow, poiché il

niewski eletto nel 1721. Silvestro palazzo vescovile era stato nelle ul-
Lubienicki Rudniki di Volinia, del- time guerre incendiato. Indi me-
l'ordine di s. Basilio, fatto vescovo diante la benignità dell'imperatore
nel 1750 di Luck e di Ostrog, Alessandro I, l'ottimo vescovo con-
Ostroginen (Fedì), che già era uni- corse che al collegio cattolico latino
to al vescovato di Luck. Cipriano fossero aggiunti quattro assessori del
Stecki del palatinato di Kiovia, clero ruteno nel 1804. Quindi dopo
dell'ordine di s. Basilio, vescovo la morte di Lewinski fu nominato
nel 1777. Matteo Stadnicki mo- vescovo di Luck il zelante prelato
naco basiliano, eletto nel 1783. Giacomo Matuszewicz, cui fu dato
Pio VI nel 1784 gli diede per a suffraganeo nel 1825 il piissimo
coadiutore con futura successione sacerdote Cirillo Sierocinski, col ti-

Stanislao o Stefano Lewinski, che tolo di vescovo di Pinsco e Tu-


fece vescovo in partibus di Tegea, rovia unite nella Lituania; ma in-
il quale nel 1797 a' 26 giugno felicemente nel 1828 l'imperatore
divenne vescovo effettivo ed esar- Nicolò I abolì la sede vescovile di
ca della Russia. V imperatrice Ma Luck, incorporandola alla metro-
Caterina II nel 1795, perla terza poli di Polock, riunendo nel col-
divisione della Polonia avendo ri- legio ecclesiastico greco-unito il

cevuto sotto il suo dominio tutti concistoro di Luck. Nel i832 per
i vescovi ruteni, salvo quelli di le disposizioni imperiali la chiesa
Leopoli e di Premislia, li volle rutena diventò semplice parte della
tutti soppressi, fuorché la sede di scismatica, e la sede scismatica di
Polock , incamerando e donando Volinia sottentrò alla cattolica di
i beni ai suoi generali ed uffiziali Luck, ed ebbe poco appresso un
pubblici ; e siccome assegnò scarse suffraganeo: lo scisma si propagò
rendite ai vescovi cui avea tolto ed ebbe lagrimevole compimento
diocesi e rendite, provvide Lewin- nel 1839. Qui appresso riportere-
ski vescovo di Luck e di Ostrog mo lo stato di questa chiesa, co-
con tremila scudi annui. Divenuto me si trovava prima del disgra-
imperatore nel 1796 Paolo I, nu- ziato avvenimento.
trendo sentimenti umani per la La sua giurisdizione si estende-
Chiesa con monsignor
cattolica , va non solo a tutta la Volinia e
Li Ita stipulò una convenzione, che Podolia, ma comprendeva anche
Pio VI approvò nel 1798, nella ilgoverno di Kiovia. Conteneva
quale si ricompose pure il vescova- molte chiese greco-cattoliche Ostrog ;

to di Luck delle provincie della città vescovile era concattedrale. I

Volinia, della Podolia e del pala- cattotici dei due sessi maggiori del-
tinato di Kiovia. Stanislao Lewin- la pubertà erano 111,598. Le
ski, già espulso da Caterina li, fu chiese parrocchiali ascendevano a
richiamato a questa antica sua se- i5i. 11 clero secolare era di 266
de; riassunse il titolo -di eparca o individui, quello regolare compo-
esarca della chiesa greco-unita, ebbe nevasi di 343. I basiliani vi avevano
un snffraganeo assegnamento
con trentatre monasteri. Le monache
di fermò la sua
seimila scudi, e basiliane, ch'erano 55, vi possede-
residenza nel rinomato monastero vano quattro monasteri. In Ostrog
80 LUC LUC
si trovava aperto un seminano. Vi essa costruito sul più elevalo cli-

era anco un convento di basiliani. vo, non formano oggi che un am-
Il clero secolare possedeva in ca- masso di ruderi che servono alle
pitali 7897 rubli. I servi addetti greggie di ricovero, e fra' rottami
ai villaggi di questo clero erano vedesi la torre quadrata di pietra
168. Il clero regolare aveva in beni erettavi da Carlo II nella libera-
stabili rubli 207,180; di annua ren- zione di Lucerà. Nella remota an-
dita39,256. I servi ne' suoi villaggi tichità vi era un celebre tempio
erano 6374. Il vescovo portava il ti- consacrato a Minerva, ov'eransi ra-
tolo di esarca della Russia sopra gli dunate per la liberalità pagana im-
arcivescovi di Smolensko e di Po- mense ricchezze : negli scavi vi si

lok. In questa città era stato sta- trovarono molte medaglie. E que-
bilito il concistoro, secondo le nor- sta l'antichissima Luceria, una del-
me delle altre città. I beni del- le più famose città del Sannio,
l'abbazia Zydyczinense erano stati che Strabone dice fondala da Dio-
destinati pel mantenimento del con- mede re de^li etolii. Quivi i roma-
cistoro e del sulnaganeo, che pe- niandando al soccorso di questa
rò non si potè mai ottenere dal che credevano assediata, cad-
città,

governo, e dell' istesso vescovo dio- dero in un' imboscata e passaro-


cesano, oltre i seimila rubli che pa- no sotto le forche caudine; ma un
gavagli il fisco imperiale. Avanti la tale affronto venne poscia vendica-
presente apostasia, il governo ave- to da Lucio Papirio Cursore, 320
va tolto ai cattolici e dato agli anni avanti la nostra era, facendo
scismatici 32 chiese. I parrochi nel- passare i sanniti sotto il giogo me-
le loro amministravano al
case desimo. Livio dice che vi fu con-
numeroso popolo sagramenti. In i dotta una colonia romana nel con-
Kamieniec ne ai latini, ne ai ru- solato di M. Petilio Libone, e di
teni restava una chiesa. Vi era in- Caio Sulpizio Longo l' anno di
,

oltre proibizione di fabbricarne Roma 439 , avanti la nostra era


delle nuove senza esserne autoriz- 3r4- Nella guerra civile tra Cesa-
zati.Luck ed Ostrog alla erezio- re e Pompeo, questi se la elesse per
ne di Mohilow in metropoli diven- sede, come appare dall'epistola di
nero di essa suffraga nei. Cicerone ad Attico. Dopo la rovi-
LUCERÀ (Lucerin). Città con na e divisione dell' impero romauo
residenza vescovile nel regno delle fu occupata e manomessa prima
due Sicilie, nella provincia di Ca- dai goti e poi dai longobardi , ai
pitanata, distretto di Foggia, da cui quali nel 663 dell'eia nostra la
è distante quattro Jeghe, e capo- tolse l'imperatore greco Costante
luogo di cantone. E posta su di II, nel pontificato di s. Vitaliano,
un'alta collina fra il Volgano ed e venne allora saccheggiata ed in-
il Salzola, influenti del Candelaio, teramente distrutta, con eccidio di
al termine occidentale della pia- lutti cittadini. L' imperatore e re
i

nura di Puglia Daunia. Ivi sono di Napoli Federico II nell'anno


i tribunali civili e criminali , non 1227 la popolò di saraceni, che
che il real collegio per tutta la avea fatto venire dall'Africa, col-
provincia di Capitanata. La gran l'obbligo di rifabbricarla, rimanen-
fortezza ed il magnifico palazzo in dovi il solo vescovo cattolico e
LUC LUC Si
pochi del suo clero. Inoltre Fede rico il Sarnelli che a Lucerà si uniro-
II diede medesimi saraceni le
ai no le sedi vescovili, versoil i4 ,0 >
pianure di perchè le
Capitanata di Tortivoli e Ferentinum o Fio-
coltivassero, mediante un annuale rentino (Fedi).Tra i successori di
censo. Da questi nuovi abitanti, la s. Marco nomineremo i piti cospi-
città fu comunemente chiamata cui. 743 Marco II, intervenne al
Lucerà de' saraceni. In queste vi- concilio romano celebrato dal Pa-
cinanze e presso Foggia mori Car- pa san Zaccaria. 957 Adelchisio
lo I d'Angiò re di Napoli nel 1285. lucerino. 964 Alberto intervenne
Intanto i saraceni di Lucerà, fatti al concilio lateranense del mede-
ogni di più. orgogliosi, infestarono simo anno. 1099 Benedetto. 11 79
lungamente, e posero a ruba le vi- Rinaldo che fu al concilio generale
cine contrade, finche non riuscì a Lateranense III. 1 128 Alberto che
Carlo II re di Napoli di farne ma- ilPontefice Alessandro IV dichia-
da Lucerà in nume-
cello, e di snidarli rò legittimo nel 1255: gli succes-
ro di ventimila ; s'impadronì della sero Nicola lucerino nunzio nel
città, e per grata memoria la chiame) 1261 all'imperatore greco, e nel
s. Maria della littoria. In questa 1265 Bartolomeo; questi tre ve-
occasione sorse il gran tempio dedi- scovi ressero la chiesa di Lucerà
cato alla Beata Vergine, nel quale quando nella città dominavano i
pose il vescovo la sua cattedra, aven- saraceni. I seguenti vescovi si chia-
dola fatta edificare il re vincitore. marono di s. Maria, dal nome
L'evangelio credesi sia stato an- imposto alla città da Carlo II dopa
nunziato in Lucerà fino dai primi che la tolse ai saraceni. Guglielmo
secoli della Chiesa ; trovansi in fat- che rinunziò nel 12951. Aimando
ti nominati alcuni suoi vescovi ver- arcidiacono della cattedrale, trasla-
so l'anno 3oo. Il primo vescovo to nel i3o2 a Salpi. i3o4 Stefa-
di Lucerà conosciuto, è s. Basso no. i3o8 Giovanni. i3i7 beato
martire, cui succedette s. Pardo, Agostino dalmatino domenicano, da
come afferma il Sarnelli in Chro- Giovanni XXII traslato da Zagra-
nol. epìsc. Sypontinorum a p. 2 1 e bia, che morì a' 3 agosto i323:
26, citato dagli annotatori dell'U- egli fabbricò la chiesa ed il con-
ghelli, Italiasacra t. X, p. 279. vento ai frati del suo ordine , do-
L'Ughelli nel t. Vili, p. 3i3, ed v' è seppellito in Lucerà, chiaro per
il medesimo Sarnelli nelle Memorie miracoli. i324 Jacopo civitatts s.
degli arcivescovi di Benevento pag. Mariae episcopus, e fu l'ultimo ad
246, aveano registrato pei due pri- essere con questo nome registrato,
mi vescovi di Lucerà, Giovanni del i successori intitolandosi vescovi di
3oo, e s. Marco che gli successe Lucerà, incominciando da Marino
nel 3o2, e visse sino a' i4 giugno del i348. Dopo di questi nomi-
del 328; il suo corpo fu trasferito neremo Antonio, che eletto in detto
a Bovino, com'egli avea ordinato, anno dai canonici per morte di
ed è patrono di questa città. V.
il Marino, Clemente VI cassò tale
Ada junii t. II, p. 800. L'an-
ss, atto e di sua autorità lo nominò.
notatore dell' Ughelli, Coleti, crede 1378 Tommaso da Urbano VI in-
che s. Marco fosse stato ordinato viato nunzio in Boemia. 1422 Bas-
dal Papa s. Marcellino. Aggiunge sastaehio de' Bassastachi de Formi-
voi,. XI. 6
m ,
,

82 LUC LUC
ca nipote del vescovo di egual no- se doli. 1642 f»'- Tommaso de
me fatto da Bonifacio IX nel 14*22 ; Avalos napoletano de' marchesi del
da Martino V fu elevato a questa Vasto, domenicano. 663 Gio. Bat- 1

sede: sotto questo prelato nel i/|3() tista Eustachi di Troia, canonico
Eugenio IV unì a Lucerà il vesco- della cattedrale. 17 18 Domenico
vato di Civitate. i45o Antonio An- Maria de Ligurro chierico regolare
glo napoletano, che traslato nello teatino: con questo 1' Ughelli ter-
stesso anno a Potenza, gli successe mina la serie de' vescovi , la cui
Ladislao Dentice napoletano, sotto continuazione può leggere nelle
si

di cui nel 1478, Sisto IV, o dopo annuali Notizie di Roma. Alfonso
la sua morte, separò Civitate da M. de' marchesi Freda di Foggia
Lucerà , e ne nominò il vescovo : da Pio VI fatto vescovo nel 1798,
del vescovato di Civitate ne par- le lodi del quale scrisse e pubbli-
leremo all'articolo s. Severo [Vedi), cò colle stampe di Napoli nel 1 835
al quale fu unita da Gregorio XIII. il eh. Tommaso Maria Vigilanti
1478 fi*. Pietro Ranzano siciliano canonico della basilica cattedrale
domenicano dotto ed eloquente. Fer- con due opuscoli intitolati Cenno :

dinando I re di Napoli Io fece pre- biografico ed accademico in lode, ec.


cettore del figlio , e legato al re De obitu Ildephonsi ec. episcopi
d'Ungheria Mattia : morì nell'anno el condiloris excullissimi seminarii
1492. Egli scrisse, De urbis Pa- Lucermi Academia, cui litulus: il

norrni antiqui tate de laudibus Lu-


y
pianto delle pecore per la morie
cermele civitalis; Annales tempora ì del pastore^ ab ejusdem seminarii
et alia sui ingenii monumenta pò- alumnis recilanda. Per morte di
steris mandavit. i5i2 Alfonso Ca- tale ottimo e benemerito vescovo
raffa napoletano, vescovo di s. Aga- Pio VII gli diede in successore nel
ta e patriarca d'Antiochia, traslato a concistoro de' 6 aprile 18 18 An-
Lucerà, nel qual anno intervenne drea Portauova di Napoli quindi ,

al concilio generale lateranense V. colla lettera De utiliori, V kal. julii


In sua morte nel i534 venne fat- 18 18, soppresse le sedi di Voltura
to amministratore il cardinal An- o Voltai aria 3 e di Monte Corvino
drea Palmieri, indi nel i535 di- [Vedi), e le xuù al vescovato di Lu-
ventò vescovo Michele Visconti mi- cerà, che confermò sulfraganeo del-
lanese. i54o Fabio Mignanelli pa- la metropoli di Benevento, com'e-
trizio sanese, da Giulio III nel i55i ra sempre stato. Il Pontefice Gre-

creato cardinale e traslato a Gros- gorio XVI, per morte del vescovo
seto. i553 cardinal Fulvio della precedente, nel concistoro de' 19
Cora ia per alcun tempo ammini- giugno i843 dichiarò- vescovo l'o-
stratore, e si dimise a' 16 maggio dierno monsignor Giuseppe Jannuz-
1 553, succedendogli Pietro del Mon- zi di Andria, e canonico di quella

te parente di Giulio III, che fu al cattedrale.


concilio di Trento. i582 Scipione La cattedrale di Lucerà, antico
Bozzulo, chiaro per scienza, al quale ed ottimo edilìzio, è dedicala alla
nel 1593 successe l'ottimo Mar- Beata Vergine assunta in cielo, con
co Ugnacervo teatino, che nel 1601 cura parrocchiale, che si esercita
ebbe in successoreFabio A resti pa- da un mansionario deputato dal
trizio camerinese, lodato per diver- capitolo. Ivi si venera il corpo di
,,

LUC LUC 83
s. Agostino vescovo di Lucerà , ed il Sarnelli aggiunge varie spiega-
è munita di fonte battesimale; l'e- zioni simboliche sulle lucerne. Ero-
piscopio è rimpetlo alla cattedrale. doto, in Euterpe e. 62, narra che
Il capitolo si compone di quattro gli egiziani istituirono la festa delle
dignità, la maggiore delle quali è il lucerne, e ciò nacque o dall' idea
decano, di sedici canonici, di otto del fuoco perpetuo e sacro de' tem-
preti, di otto chierici, di dieci man- pli, ed usato dagli antichi nelle ce-
sionari, e di altri preti e chierici rimonie e misteri, e cogli stessi de-
addetti ai divino servigio. Nella cit- funti per espiazione a mezzo d'uà
tà vi sono tre altre parrocchie lume perpetuo oppure dalle sette
;

tutte col baltisterio ; quattro con- lucerne del gran candelabro, o per
venti di religiosi , un monastero di rammentare quella infausta notle$
monache, due conservatorii, diversi qua Deus omnem primogenitum in
sodalizi, l'ospedale, il seminario, ed Aegypto percussit. Infatti lo stesso
il monte di pietà. La diocesi si Erodoto accenna, che gli egiziani
estende in circa centocinquanta mi- facevano delle nenie per la morte
glia, e contiene più luoghi. Ogni de'primogeniti, e celebravano anco
nuovo vescovo è tassato nei libri la festa dell'accensione delle lucer-
dellacamera apostolica in fiorini ne, in memoria
della partenza d'u-
200, corrispondenti alle rendite del- na nazione magica, cioè degli ebrei.
la mensa che sono 3o4o ducati Era poi nota la festa de' lumi , o
moneta del reame. 1' Encenia {Vedi), presso i Macca-
LUCERNA, Lucerna, Lychnus. bei, e. 4?v 5o, di cui parlano altresì
«

Vaso di diverse maniere, e per lo tutti i rabbini , quia illuminaverat

più di metalli, nel quale si mette Deus Israel sedenlem in tenebris,


olio e lucignolo, che s'accende per ed era noto l' olio santo o consa-
far lume. 11 Sarnelli nelle Lett. eccl. crato che i pontefici ebrei sigilla-

t. IV, lett. Perche nell'antico tem- vano pei lumi del tempio, su di
pio si adoperasse l'olio non la ce- che si può vedere 1* Hotfman alla
ra, osserva che la candela si usò voce Luminaria. Da questa origine
prima della lucerna dagli antichi, sacra per il popolo eletto, ed usur-
perchè delle lucerne nella sacra pata per li pagani ,
gli uni e gli
Scrittura non si fa menzione pri- altri mantennero l'uso de' lumi se-
ma che Dio le ordinasse nell'Eso- polcrali e perpetui. Fortunio Lice-
do, 3 7, dov'egli dice a Mosè:
e. 2.5, v. to dotto archeologo, nella sua ope-
Facies et lucernas septem, et pones ra De reconditis antiquorum lucer-
eas super candelabrum, ut luceant nìs lib. II, cap. 26, riporta trenta-
ex adverso, etc. Benché Eusebio, due fatti storici di lucerne o lumi
De prarparat. evang., lib. X, dica perpetui cavati da monumenti pro-
che gli egizi avessero inventato le fani. Anzi parlando il Liceto del
lucerne, forse quelle di creta, per- fuoco sacro delle vestali, sostiene
chè in Egitto erano fornaci per al cap. 3o, con l'autorità di Plu-
cuocere la creta, e quelle di Mosè tarco in Numa, non in rogo ligneo,
erano d'oro , come dicemmo agli sed in lucernis lampadibusque per-
articoli pure si
Gandelliere, ove petuis exarsisse. E Lodovico Vi-
dice delle lucerne, e Gerusalemme ves attesta di essere stalo presente
parlando del tempio di Salomone: in Parigi allo scavo di un monu-
,

84 LUC LUC
mento di i5oo anni antico, dove lucerne erano per la maggior parte
vide una lucerna ardente che si di terra cotta, bizzarramente lavo-
sciolse poi in minutissima polvere. rate, ed aventi la forma or tonda,
Il p. Menochio nel toro. Ili delie or bislunga, ora ovale. Alcune rap-
Stuore, cap. XLI: Varie osserva- presentavano maschere comiche, tut-
zioni circa le lucerne e lumi, e uso te con la bocca assai larga e l'ac-
loro appresso gli antichi. Cap. XL1I: conciatura del capo molto ridicola;
Delle lucerne ardenti ritrovate nei altre raffiguravano uomini e fan-
sepolcri antichi. Egli riporta tre ciulli, ora in piedi, ora seduti, ora
esempli di lucerne ardenti rinve- distesi. Quelle che avevano nel brac-
nute ne' sepolcri, due de' quali nel ciolino la figura della luna cre-
secolo XVI. Ottavio Ferrarlo ci scente, sono quelle che ponevano
diede un'opera intitolata: De ve* nel sepolcro de' patrizi, i quali por-
ter. lucernis sepulchrorum. tavano fitte nelle scarpe certe lu-
Marangoni, Delle cose genti-
Il nette,che formando la lettera C ,
lesche e profane } trasportale ad uso denotavano aver essi tratta la loro
e adornamento delle chiese, nel cap. origine da qualcuno dei cento se-
LXX1V tratta di alcune lucerne di natori, de' quali fu composto il se-
terra cotta con figure gentilesche, nato di Romolo. Non manca però
che talora ritrovatisi ai sepolcri, chi sostiene, che i romani portas-
anche de' sacri cimiteri. Il Guasco, sero queste lunette alle scarpe per
/ riti funebri di Roma pagana, a aver sempre dinanzi agli occhi un
pag. 84 e seg. discorre delle lu- simbolo della instabilità e fralezza
cerne, della loro specie e forma, e delle umane cose : altri vogliono
spiega perchè si posero ne' se-
il che accennasse lo stato delle a-
polcri. Antichissimo fu l'uso di col- nime nel cielo, le quali avranno
locare a' sepolcri de' defunti le lu- sotto i piedi la luna : comunemen-
cerne di varie sorti e specialmente te se ne attribuisce l'origine agli
di terra cotta, poiché se ne ritro- arcadi , i quali si credettero più
varono anche in quelli degli egi- antichi della luna, perchè furono i

ziani, come riporta il p. Rircher primi a vederla dopo il diluvio uni-


De Oedip. Aegypt. t. Ili, p. 53 1, versale. Dice inoltre il Marangoni
ove ne fa lungo discorso. Lo stesso che alcuni hanno preteso, che varie
poscia praticarono i greci e i ro- di queste lucerne ardenti fossero sta-
mani gentili, adornandole con im- te chiuse entro i sepolcri coi cada-
pressioni di varie immagini, si di veri, e che si mantenessero sempre
loro deità, come di animali e con accese, in virtù di certo olio estrat-
vari geroglifici. vero che i ro- E to dalla pietra amianto (della qua-
mani usavano porre lucerne accese le parlammo nel voi. XXVIII, p.
ne' sepolcri, anzi adoperavano più, 19 e 20 del Dizionario ), dimodo-
frequentemente le lucerne che le ché passando questo primo alimen-
candele, e nelle loro illuminazioni, to in fumo, questo a guisa dell'ar-
che sovente facevano anche di gior- gento vivo, ritornando al suo essere
no , appendevano le lucerne alle primiero di nuovo alimento, perpe-
porte ed alle finestre delle case. Il tuamente mantenesse viva la fiam-
Ficoroni nelle sue Maschere sce- ma; e perciò, presso il volgo, tali

niche, cap. io, 11, 79, dice che le lucerne presero il titolo di perpe-
, ,

LUC LUC 85
lue.Di questo sentimento fu l'Al- non abbruciar mai. Anche il Gua-
dovrando, De metallis 1. 4> e. a5, sco confuta con naturali e buone
scrivendo: Romae in mullis sepul- ragioni le asserzioni di gravi scrit-
chris repertae sunt lucernae seni- tori,i quali dicono aver veduto al-

per ardentes,forsitan cum elychniis i l'aprimento de' sepolcri lucerne che


et oleo ex materia amiantina pa- tuttavia ardevano, mentre osserva
ratis. Ma questa opinione è falsa, Plutarco, sympos. 7, quaest. 3, che
come prova il citato Ferrano, poi- l'olio a cui viene meno l'aria , fa-

ché è contro l' ordine di natura cilmente s' indebolisce e corrompe.


non potendo sussistere la fiamma Conviene che i romani in Roma e
senza alcun moto dell'aere, come nelle colonie ponessero ne' sepolcri
l'esperienza lo dimostrai e gli esem- le lucerne accese; ma queste., non
pi che adduconsi da Liceto e da avendo spiraglio alcuno donde ri-
altrinon provano d'essersi realmen- cevere l'aria, si spengevano im-
te veduta la fiamma da alcuno, mantinente. Afferma il Ruscelli che
ma che nell'aprirsi qualche sepol- le lucerne si riaccendessero allorché
cro è sembrato di vedere come un apertisi i sepolcri vi penetrava l'a-
fumo, dal credersi che nel primo ria, quale agitando l'umor in-
la

ingresso dell'aere esteriore si fosse cendevole o la polvere artefatta


estinta fiamma.
la di cui riempivasi il corpo della lu-

Parlando il Guasco suir umore cerna, ne eccitava violentemente le


che alimentava le lucerne sepolcrali, parti ignee e sulfuree, dal congiun-
protesta non poterlo accertare; ma gimento ed aggregamento delle qua-
siccome l'olio era in Roma comu- ligeneravasi una fiammella, o piut-
nissimo, cosi crede che dell'olio si tosto un fuoco pazzo o razzo. Di
valessero gli antichi romani , im- questi composti, che rinchiusi si
mergendovi forse qualche poco di conservano spenti, e che posti al-
sale, perchè ardesse meglio. Ne' se- l'aria si accendono, parla assai eru-
polcri ponevasi vicino alle lucerne ditamente il Ruscelli. I nominati
un fiasco, il quale probabilmente ed altri scrittori eruditamente ri-
era ripieno d'olio : ma chi andava portano i diversi fini ch'ebbero i
a rifonderlo nella lucerna? Potea- gentili nel collocare a' sepolcri le
no bensì i romani figurarsi o i lucerne, volendo alcuni che ve le
pontefici de' gentili spacciare che il ponessero, giudicando che l'anime
genio o il lare guardiano del morto stassero intorno ai corpi loro , e
si pigliasse cotal briga, non già noi perchè essendo esse come di sostan-
che di sì fatte superstizioni ridia- za ignea, non dovesse mancarvi o
mo, riflettendo come poter bastare ilfuoco o il suo simulacro ; altri
un sol fiasco d'olio per tanti secoli, che ve li collocassero in ossequio
ancorché si volesse ammettere la degli Dei infernali, come destinati
ridicola prestazione? Tali fiaschi alla cura de' morti. Altri che que-
o vasi erano di creta, di mediocre ste lucerne fossero di distintivo di
grandezza e di forme semplici, rin- nobiltà del defunto, cioè di quelle
chiudendo un liquore oleoso. I lu- ornate della lunetta, perchè le lu-
cignoli delle lucerne sepolcrali era- cerne si ponevano anche ne' sepol-
no di lino vivo o di amianto fila- cri de' plebei ; e che giudicando
to, il quale avea la prerogativa di che l'anima stasse col corpo e col-
,

86 LUC LUC
le sue ceneri, ella senza lume non e trovatisi in quasi tutti gli anti-
giacesse fra quelle tenebre a que- : chi sepolcri de' gentili , anche di
sti due ultimi, rigettando tutti gli liberti e plebei, ed eziandio fra la
altri, aderisceLiceto.il Sarnelli, Lelt. semplice terra. Questo costume non
acci. X, p. i3i, dice che gli an-
t. fu abbonito dagli antichi cristiani,
tichi con Milani lumi perpetui vol- ne* cimiteri, sepolcri e catacom-
lero denotare l'immortalità dell'a- be, come si può leggera nel Boiio,
nima, e la chiarezza del sangue o nel Boldetti, e nel Bianchini} Hist.
delle opere di chi giaceva sepolto. quadripart. secolo I, lelt. A, 9, e
Riporta l'opinione di quelli che di- secolo li, lett. B, 5, 6, 7. Ordina-
cono essere state le lucerne di due riamente ne' cimiteri e catacombe
sorta, una che si lasciava accesa e di Roma nelle pareti si trovano
l' altra smorzata, ma con un com- affisse somiglianti lucerne, talvolta
posto chimico , che all' aprirsi del di bronzo e generalmente di terra
sepolcro s' incendiava ; ne descrive cotta, alcune delle quali adorne di
la composizione, e riporta diverse varie figure come di animali, e di
erudizioni sulle lucerne. Una ne simboli di varie sorti, ed altre se-
ricorderemo , cioè la disposizione gnate col monogramma Cristo [Ve-
della matrona romana Mevia, che di), con le lettere greche XP in-
nel suo testamento concesse la li- trecciate , col monogramma espri-
berta ai suoi servi, coll'obbligo che mente la croce , colla figura del
ogni mese alternativamente accen- pastore, con palme colombe. Il
e
dessero la lucerna del suo sepolcro. Buonarroti nelle Osservazioni sui
Il Guasco è di parere che i roma- vasi antichi di vetro 3 p. 1 2 5, dice
ni probabilmente ponessero queste che i cristiani per rappresentare le
lucerne ardenti, per la grande ve- anime uscite dal corpo in pace
nerazione che portavano al fuoco ; costumarono di fare in forma di
Minerva avea una lucerna accesa colomba alcune lucerne, delle quali
nelle mani ; negli sponsali, Pronuba si servivano per accenderle in certi
accendeva una lucerna, la quale giorni ai sepolcri. Alcuno volte si

non era lecitochiudere nel sepol- sono rinvenute ne' sacri cimiteri
cro; e le lucerne o lampade came- lucerne con figure gentilesche e
rali, mai spegnevano, ma si la-
si profane ; ma se si riflette alla sem-
sciavano estinguere da per sé. Nei plicità, colla quale i primi cristia-
conviti funebri erano escluse le lu- ni ve le posero, talvolta staccando-
cerne, che solevansi però accendere le da' sepolcri de' gentili , che o
nelle casequando taluno nasceva. vicini o pure sopra gli stessi cimi-
Finalmente scrive il p. Manuzio, teri si o comprandole
trovavano,
che gli egiziani usassero simboleg- dalle officine ne servivano, non se
giare la vita umana colla lucerna, dee portare meraviglia; mentre lo
giudicando l'umana vita somigliare stesso facevano sovente de' vetri
ad una lucerna accesa alimentala con figure profane, e colle iscrizio-
con olio. ni de' gentili svelte dai loro sepol-
Qualunque siasi il fine per cui cri , e adattate ai sacri cimiteri.
gli antichi ponevano lucerne acce- Veramente lucerne con figure gen-
se ne* sepolcri, è certo che queste tilesche di rado si trovarono ne'se-
lucerne di terra cotta si trovarono polcri cristiani , molte bensì con
LUC LUC 87
simboli d'animali ed allre cose. In entro le chiese la forma di un
questo costume però gli antichi cri- candelliere, come si vede in molte
stiani, altro diverso fine ebbero da di Roma, tra le quali nomineremo
quello de' gentili, ed infinitamente le chiese di s. Maria di Aracoeli,
più. commendabile. Imperciocché, di Maria Nova e di s. Maria
s.

essendo in que' tempi delle perse- ad Martyres; volendosi con ciò


cuzioni i cimiteri e catacombe le significare, che il defunto ivi sepol-
loro chiese, ove celebravansi i di- to passò all' altra vita colla can-
vini misteri, ed ove adunavansi a dela accesa della vera fede cristiana;
parteciparli, ed a lodare l'Altissimo, benché altri vogliano che sia ancora
conoscevano doversi illustrare colle un contrassegno di nobiltà. Negli
lucerne accese, nella stessa guisa che Annali ecclesiastici del Rinaldi so-
Dio le avea tante volte prescritte nel- no riportale varie erudizioni sulle
l'Esodo , nel Levitico, e ne'Numeri lucerne. La stola del sommo sacer-
per illuminare il suo Tabernacolo, dote custodivasi in Gerusalemme
e come poscia fece Salomone nel nella torre Antonia, ed il castellano
tempio. Sapevano gli antichi cri- ogni giorno accendeva innanzi ad
stiani , che nella lucerna figurasi essa una lucerna ;
gli ebrei di Roma
l'umanità e la divinità del Salva- celebravano il natale di Erode A-
tore ; e che dopo asceso al cielo, grippa loro ultimo re, col porre
qual lucerna diffonde il lume della lucerne alle finestre; tante lucerne
sua gloria a quella beata patria. ardevano in tutta la notte dell'A-
Quindi conobbero que' primi fedeli scensione monte Gliveto, che
nel
convenevole cosa raccenderne molte pareva ardesse il monte e i sotto-
ne' santuari loro, per avere occa- posti luoghi forse da quel costu-
:

sione ad ogni passo di contemplar me derivò l'altro vigente, che nella


quella divina e celeste lucerna, da notte dell' Ascensione quasi ogui
cui erano illuminati nella loro fe- casa pone alla finestra un lume
de; e nel vederle seminate per per tutta la notte, ed alcuni insie-
quelle vie sotterranee , rammenta- me ad acqua, pane ec, nella pia
vansi del precetto dei medesimo Cri- credenza che il Signore li benedi-
sto Luca e. 1 2 Lucernae arclen-
, : ca, come benedì tutto il mondo
tes in manibus veslrisj e da quelle nell'ascendere al cielo. I cristiani co-

lingue di luce infiammavansi non me i gentili costumarono in tempi


meno a confessare generosamente determinati accomodare i lumi ai se-
il nome di lui innanzi ai tiranni, polcri, accendere la lucerna il sab-
che ad impiegar le loro mani nelle bato, e distribuire al popolo le can-
opere più eccellenti di carità; e dele; talmente erano abbondanti le

finalmente oltre a moltissimi altri offerte de' fedeli ne' tempi delle per-
riflessi morali s non v'ha dubbio che secuzioni , che si provvedevano i
intesero anche di onorare i corpi sacri templi di preziose suppellettili

de' santi martiri coli' apporre ai lo- e di lucerne di argento; con lu-
ro sepolcri le lucerne. cerne accese, frondi e foglie si a-
A questo antichissimo costume dornavano in Roma i templi e le
de' primi fedeli, può riferirsi quel- case nelle pubbliche allegrezze, ec.
lo de' secoli a noi più vicini , di Antonio degli Effetti nelle Memo-
scolpirsi sopra le lapidi sepolcrali rie di s. Nonnoso abbate riporta
,,

68 LUC LUC
diverse crudizioni sulle lampade LUCERNARIO , Lucernarium
meravigliose, e dell'efficacia dell'o- lucernalis hora; termine liturgico.
lio (della divozione poi che se ne 11 lucernario è una specie di du-
ha ne parlammo altrove ) di plicato responsorio, composto di al-
quelle che ardono innanzi alla cuni versetti, tutti ricavati dai sai*
Beata Vergine ed ai santi. Ag- mi. Fu cosi detto, poiché recitan-
giunge che la festa delle lampa- dosi anticamente i vesperi sull'im-
de fu istituita dagli ateniesi in o- brunir del giorno, ed accendendosi
nore di Vulcano, Minerva e Pro- perciò nella chiesa le lampade o
meteo che gli antichi romani usa-
; le lucerne, che vi si usavano allo-
rono le luminarie nelle feste di ra in vece delle candele successi-
Flora, le quali feste furono poi dai vamente introdotte, allusione si fa-
permutate in celebrare le
cristiani ceva con quel lucernario all'accen-
memorie de' martiri , della Beata dimento di esse. Benché il lucer-
Vergine, e nella notte dell' Ascen- nario non sia sempre lo stesso, con
sione, citando le testimonianze di tuttociò vi si fa sempre cenno di
Tertulliano, di Beda e di Baronie luce o d'illuminazione. 11 lucer-
Il p. Menochio dice che le lucer- nario dei greci consiste in un gran
ne per alimento del lume, in vece numero di preghiere molto più lun-
d' olioebbero talora il butirro, o ghe de* vesperi de' latini, e simili
altra sorta di materia ontuosa, e alle preghiere che si recitano a pri-
che in onore de* santi si adoperò ma, ed ai vesperi ne' giorni feriali.
talvolta il balsamo odoroso. Che IlMacri nella Notizia de' vocaboli
nelle chiese anticamente si adope- ecclesiastici dice che Lucernarium
rarono anche lucerne d'oro e di viene chiamato nel rito ambrogia-
argento, lo abbiamo dal Severano no certo responsorio od antifona ,

nelle Memorie sacre: tra le sup- che si canta nel principio del ve-
pellettili sacre donale da Costanti- spero, e che anzi questo medesimo
no imperatore alla basilica latera- vocabolo appresso gli scrittori eccle-
pense, si novera una lucerna d'o- siastici significa il Vespro (Vedi),
ro detta faro, che ardeva con quin- una delle sette ore canoniche. 11

dici lumiciui di libbre venticinque; Rinaldi, dopo aver qualificato il lu-


quaranta lucerne o fari di argen- cernario , ufficio , salmi , orazioni
to, ciascuno di libbre venti. Il Pa- rendimenti di grazie, all'anno 5i,
pa s. Silvestro I avanti l'altare n. 70, dice che s. Girolamo scris-
della basilica di s. Lorenzo in Va- se epist. 7 a Leta, nella quale si
1'

rano, ove collocò il corpo del san- legge Assueverat exemplo ad ora-
:

to, pose una lucerna d'oro con die- tiones et psalmos nocte consurgere,
ci lumicini di trenta libbre. V. mane hymnos canere, accensaque
gli articoli Lampada e Lumi. Si pos- lucerna reddere sacrificium vesper-
sono consultare, Luca Fanciulli, De tinum. Però s. Epifanio, in Comp. t
lucernis s sivelampadibus pensilibus in chiama lucernali i salmi che in
sacris Christiane-rum aedibus, Mace- quella prima ora della notte si so-
ratae 1802, con figure. Gio. Pietro levano cantare; con che ottima-
Bellori, Le antiche lucerne sepolcra- mente si conviene il detto di s. Ba-
li\ disegnate ed incise da Pietro San- silio : At quinam fuerit pater ilio-

te Bartoli, Roma 1729 con rami. rum verborum lucernariae gratta-


,

LUC LUC 89
rum non possumus:
actìonis, dicere inno intitolato ad sommtm , cioè
populus tamen antequam edit vo- per la compieta. La Compieta (Ve-
cerà, età, dando ad intendere tal di) poi recitavasi dopo cena, ver-
rito aversi nelle chiese per aposto- so un'ora di notte, secondo l'uso
lica tradizione. Delle istesse preci monacale di quel tempo. Conchiu-
lucernariesi fa menzione appresso de il Sarnelli, che per spiegare le
Clemente e Cassiano che compose parole del citato canone Toletano,
un libro del modo di far orazione cioè che il Lucernario non si leg-
la notte. Anche
Giovanni Cri- s. ge che in chiesa, ciò fu decretato,
sostomo chiama lucernario 1' ufficio perchè dopo vespero il vescovo, il
del quale lasciò scritto in psalm. prete, o in assenza il diacono loro,
1 1 8 Ad solis occasum, quod e-
: spiegava le come ri-
sacre scritture,
tiam lucernarium appellamus, oran- porta Niceforo 1. Cy-
12, e. 34. In
dum scilicet; quia Lum ob diei tran- prò, et in Caesarea Cappadocìam
sitimi Deo gratias agimusj enume- in sabbato, et dominica die vespe-
ra sette ore canoniche per orare ri, et post lucernarum accensionem,
e distesamente discorre delle tre episcopi et presbiteri sacras scriptu-
ore notturne di fare orazione. Ter- ras populi exponunt. Ed acciocché
tulliano le chiamò notturne con- ognuno vi fosse presente, furono
vocazioni, perchè non si recitavano tutti obbligati a recitare il vespero
privatamente in casa, ma pubbli- in chiesa, o se fosse in villa alla
camente in chiesa. Il Sarnelli nel presenza del vescovo, del prete o
tom. I, p. 1 1 3 delle Lett. eccles. del diacono , acciocché alcuni di
parlando del can. IX del concilio loro esporre potessero ai recitan-
Toletano I, riporta queste parole : ti nel divino ufficio le sacre scrit-

Lucernarium vero, nisi in Ecclesìa, ture.


non legatur j aut si legatur in villa, LUCHI Michelangelo, Cardina-
praesente episcopo, vel presbitero, le. Michelangelo Luchi nato in Bre-
vel diacono legatur. Spiegandone scia a' 20 agosto 1 744> «'potè del
poi il sentimento, dice che in quan- francescano Bonaventura che Cle-
to al lucernario, che non si legga mente XIII voleva creare cardina-
se non in chiesa, dichiara che lu- le, e fratello del benedettino Luigi,
cernarium dice vasi in quei tempi ambedue chiari nella repubblica
il vespero, ora dell'ufficio così det- letteraria, dimostrò fino dall' infan-
ta dalla stella vesper, poiché anti- zia felici disposizioni per le lettere.
camente dicevasi verso il tramon- Dopo aver terminato i suoi studi
tare del sole, onde bisognava in abbracciò la vita monastica nell'ab-

chiesa accendere le lucerne. Ecco bazia di Monte Cassino, indi ebbe


come Balsamone spiegò il XCI T incarico d' insegnarvi
can. contempo-
del sesto sinodo : et desinere ad raneamente filosofia e teologia, il

complementum lucernarii, idest ves- che fece nel modo più distinto. Co-
pertini offìciì dominìcae ; così pa- prì poscia diverse cariche nella sua
rimenti Prudenzio, avendo compo- congregazione cassinese , e non ot-
sto alcuni inni per tutte le ore ca- tenne che a stento il permesso di
noniche, il quinto sopra il vespe- dedicarsi nel ritiro al suo gusto

ro intitolò ad accensionem lucer- per lo studio. Egli si mostrò ben


naej dopo il quale seguita V altro presto degno di camminare sulle
9o LUG LUG
traccie dei Mabillon e dei Mont- pastorale nell'abbazia, fu sorpreso
faucon; visitò le principali biblio- dalla pioggia, per la quale gli soprag-
teche d'Italia, ne esaminò attenta- giunse la febbre e la podagra. Au-
mente gli antichi manoscritti, e mentandosi il male, i carmelitani
pervenne così a radunare una gran scalzi del suo titolo fecero orazio-
quantità di documenti interessanti ne a quella prodigiosa immagine
sfuggiti alle ricerche de' suoi pre- della Madonna per la sua guarigio-
decessori. JVel 1783 pubblicò in ne, e da Subiaco si domandò al

greco ed in latino a Roma : Scel- Papa la benedizione in articolo di

ta de migliori scritti di appiano morte. Finalmente munito di tutti


e di Erodi a no. Una edizione delle i sacramenti della Chiesa, morì ai
Opere di Venanzio Fortunato ve- 28 settembre 1802, nella fresca

scovo di Poitiers, riveduta e cor- età d'anni era


cinquantotto. Egli
retta sui mss. del Valicano, ivi semplice ne' suoi costumi, amabile
1786-87, che riuscì la migliore nella sua pietà, saggio e modera-
non che la piti compiuta opera di to nel suo zelo, ed infaticabile nei
questo scrittore. Questo lavoro egli suoi studi. Il cadavere fu esposto
lo fece ad insinuazione e sotto gli nelle stanze abbaziali del palazzo
auspici del vescovo di Padova Ni- della Rocca, da dove con pompa
colò Antonio Giustiniani. Vi com- funebre fu trasportato in portan-
prese le opere non pubblicate dal tina nera nella chiesa di s. Scola-
Browero, e stabilì che Venanzio stica de' benedettini, accompagnato
fosse della Marca Trevigiana e di da gran copia di torcie, dalla sua
Duplavili, piuttosto che di Aqui- famiglia in abito , e dal parroco
Jeia: l'Effemeridi di Roma, num. arciprete di s. Maria della Valle.
XLH del 1786, lodano l'edizione Al principio della clausura del mo-
del nostro Luchi. Mentre era profes- nastero fu ricevuto dagli abbati e
sore di lingua greca ed ebraica nella monaci del medesimo, con torcie
badia di Firenze, Y antico confratel- accese e croce inalberata, col mo-
lo Pio VII lo chiamò in Roma , e naco sagrista in piviale. Portato il
dopo averlo creato cardinale del- cadavere in chiesa, gli furono can-
l'ordine de' preti nel concistoro dei tate solennemente le consuete pre-
2 3 febbraio 1801, lo pubblicò in ci, ed esposto in mezzo di essa su

quello de' 28 settembre. 11 celebre maestoso letto, circondato di molti


p. Fontana poi cardinale pubblicò cerei, e vestito pontificalmente. Ol-
colle stampe: Versi greci per la tre l'ufficio de' defunti e numerose
promozione alla porpora del car- messe, la cantata fu celebrata dal
dinal d. Michelangelo Luchi, con p. abbate, ed accompagnata con
la traduzione in terza rima del p. buona musica di orchestra. Ter-
d. Antonio Grandi. Quindi Pio VII minato il funerale, alla presenza
gli conferì per titolo la chiesa di del cancelliere ecclesiastico, che ne
s.Maria della Vittoria, lo dichia- fece rogito , il cadavere fu posto
rò abbate commendatario ed ordi- nelle tre consuete casse, e giusta la
nario di Subiaco, lo annoverò a di- sua disposizione tumulato nel cen-
verse congregazioni cardinalizie, e lo tro della chiesa, ove poi gli fu po-
fece prefetto di quella dell'indice. sta onorevole iscrizione in marmo.
Mentre con zelo faceva la sua visita Compianto dai diocesani e dai suoi
V ,

LUC LUC 91
antichi correligiosi, i primi col lo- mentano , nel quale egli avrebbe
ro clero ne suffragarono Y anima schiarite tutte le difficoltà che può
nelle XVII chiese dell'abbazia con presentare la lettura de' sacri libri.
solenni esequie ed orazioni funebri ; Però dalle indagini che abbiamo
i secondi in Roma con decoroso fu- fatto sulle opere dei cardinale, ri-
nerale nella patriarcale basilica di s. sulta quanto riportiamo. Esiste tra
Paolo. Luigi Ciolli pubblicò colle i mss. della biblioteca vaticana la
slampe : Orazione funebre in lode aiaggior parte delle opere maggio-
dei cardinal Michelangelo Lucìa, ri e minori del cardinal Luchi
Roma 1N02. Il Diario di Roma che in tutto sono 1 5o, e mag-
la

oltre le notizie della malattia, mor- gior parte autografe. Fra queste è
te, ed onori funebri del cardinale, da annoverarsi la sua grand'opera
nel num. 186 ci diede l'estratto sulla Bibbia che dovea stamparsi
del suo testamento. Lasciò i libri in Roma dal Fulgoni in tomi XXI
e la pianeta paonazza al mona- in foglio, al prezzo di scudi tre il

stero di s. Paolo; la pianeta bian- tomo. Il foglio è diviso in sei co-


ca con tutto il finimento, compre- lonne nel Vecchio Testamento la :

a
so il pastorale, a quello di s. Sco- i." contiene il testo ebraico; la 2.
a
lastica; alla chiesa collegiata di s. una traduzione greca ; e la 3. una
Andrea la pianeta rossa; al suo traduzione Ialina del testo ebraico
titolo la mitra preziosa ; diversi le- fatta letteralmente dall'autore; la
d
gali ai fratelli; al Papa i suoi scrit- 4- la versione greca dei LXX, se-
ti per collocarsi nella biblioteca condo i codici Vaticano e Ales-
a
vaticana, ed un quadro della Bea- sandrino; la 5. la traduzione la-
ta raccomandandogli la
Vergine, tina dal greco dei LXX, fatta di
famiglia, alla quale bramò che si nuovo dall'autore; e finalmente la
pagasse il solito corruccio, quaran- 6/ Volgata latina illustrata con
la
tena e spartizione, oltre le somme perpetue annotazioni e commen-
che assegnò a molti individui della tari. Il Nuovo Testamento è divi-
medesima. Scrissero alcuni che la so in quattro colonne; la prima
collezione degli scritti è formata di delle quali contiene il testo greco,
193 opere, delle quali 7 4 in greco, la seconda e la terza le traduzio»
e 119 in latino, versanti tulle so- ni ebraica e latina dello stesso te-
pra argomenti eruditi , di critica , sto greco fatle dall'autore; la quar-
di teologia e di morale. Egli avea ta la Volgata latina con perpetuo
il progetto di pubblicare una nuo- commentario, lì lavoro sul Nuovo
va Bibbia poliglotta, che giusta il Testamento per l' immatura morte
suo piano avrebbe formato trenta dell'autore termina nel v. 3j del
volumi in foglio, siccome perito in cap. VI dell'evangelio di s. Marco.
diverse lingue. Proponevasi di riu- Di lui abbiamo ancora alcuni Dia-
nire in essa il testo ebraico rista- loghi greci stampati a Firenze; e
bilito nella sua primitiva purezza, diversi Discorsi e della Causa del-
due nuove versioni greche e latine la Chiesa difesa contro l'ingiusti-
letterali, il testo e la versione la- zia de' suoi nemici, 1799.
tina dei Settanta, e la Volgala, non LUCIA (s.), vergine e martire.
che le osservazioni dei più dotti Uscì di nobile e ricca famiglia si-

interpreti, e finalmente un com- racusana, e fu allevata nella reli-


,

i LUC LUC
gione di Cristo. Essendole morto il era annoverata fra le più illustri
padre menti*' era ancora fanciulla , vergini che abbiano suggellato la
Eutichia sua madre ebbe cura d'in- fede col proprio sangue.
spirarle i più vivi sentimenti di LUCIA di Vene7ia (beata). Pre-
pietà , che produssero in lei mera- servata nella sua fanciullezza da
vigliosi edelti. Avendo fatto voto una morte che sembrava inevita-
in segreto di conservare la sua vir- bile, prese di buon'ora la risoluzio-
ginità, cercò tutti i mezzi per im- ne di darsi aAbbracciò il
Dio.
pedire il progetto della madre, che, terz' ordine di s. Francesco nel mo-
ignara di ciò, le propose di mari- nastero di Salerno sua patria, ed
tarsi. Intanto Eutichia fu assalita attese assiduamente all'acquisto del-
da una infermità, che ad onta di le virtù del suo stato. Rifinita per
tutti i rimedi persistè per quattro le sue grandi austerità, provò una

anni. Lucia la persuase d'andare lunga e fiera malattia, della quale


a Catania per implorare la guari- morì l'anno izjoo. È onorata di
gione sulla tomba di s. Agata , e un culto pubblico nel suo ordine
le loro preci furono esaudite. Ella il giorno 26 settembre, dopo il pon-
manifestò allora a sua madre il tificato di Leone X.
voto che avea fatto, e ne riportò LUCIANISTI o LUCANIST7,
il di consenso; ma il giovane,
lei Lucianistae o Lucanistae. Eretici
a Lucia era stata destinata,
cui del secondo secolo, che presero il
montò in furore, e siccome era pa- nome da un certo Luciano o Lu-
gano accusolla per cristiana al go- cano discepolo di Marcioné agli ,

vernatore Pascasio. 11 giudice con- errori del quale ne aggiunse altri.


dannò la santa vergine ad essere Ammetteva tre principii o princi-
esposta in un luogo d'impudicizia; pati, il Padre, il Figlio, Dio dei
ma Iddio vegliò sopra il suo pu- cristiani, e lo Spirito Santo Dio ,

f
dore, e nessuno ebbe ardimento di de' gentili. Negava l immoralità
recarvi offesa. I tormenti usati per dell'anima, che credeva materiale,
vincere la di lei costanza riuscirono ricusava l'antico Testamento e l'e-
egualmente senza successo: laonde pistola agli ebrei ; escludeva il ma-
fu rimessa in prigione tutta coper- trimonio e la concezione del Ver-
ta di piaghe, ove mori circa l'an- bo nel seno di Maria. Ammetteva
no 3o4, cioè al tempo della per- finalmente due divinità, una buo-
secuzione di Diocleziano. Il corpo na e l'altra cattiva. Anche gli a-
di s. Lucia rimase parecchi anni a riani furono chiamati lucianisti
Siracusa; fu poscia trasferito in Ita- perchè questi erroneamente ritene-
lia, indi a Metz. Una porzione del- vano che s. Luciano prete di An-
le sue reliquie, ch'era anticamente tiochia e martire, avesse professato
a Costantinopoli, è di presente a i loro sentimenti.
Venezia, e vi è onorata con peeu- LUCIANO e MARCIANO (ss.),

devozione nella chiesa del suo


liar martiri. Nati nelle tenebre del gen-
nome intitolata. La sua festa si ce- tilesimo, vivevano perduti nello stu-
lebra il 1 3 dicembre. Provasi col dio della magia ; ina si converti-
Sacramentario di s. Gregorio e con rono vedendo l' inutilità de' loro
altre opere antiche, ch'ella onora- incantesimi sopra una vergine cri-
vasi a Roma nel sesto secolo, ed stiana, e la sconfitta degli spiriti
, ,

LUG LUC 93
maligni per virtù del segno della in Siria, avendogli la morte rapiti
croce. Aperti gli occhi alla luce del i genitori, egli distribuì ai poveri
vangelo, abbruciarono tosto i loro tutti i suoi beni, e sostituì lo stu-
libri di magia in mezzo alla piaz- dio delle sante Scritture a quello
za di Nicomedia, ricevettero il bat- della reltorica e della filosofia, in
tesimo, distribuirono i loro beni ai cui avea già avanza-
fatto rapidi
poveri, e si ritirarono nella solitu- menti. Fatto sacerdote, in nessuna
dine. Passato lungo tempo nella altra cosa si occupò più, che nel
penitenza , si misero a predicare guidare gli altri alla virtù coi suoi
Gesù Cristo ai gentili; ma appena esempi e discorsi, ed imprese a da-
fu pubblicato in Bilinia , nell'anno re una nuova edizione dei libri
25o, l'editto di Decio contro i cri- santi, correggendovi gli errori ch'e-
stiani, furono arrestati e condotti rano incorsi nel testo dell'antico e
dinanzi al proconsole Sabino, che nuovo Testamento. Questa edizio-
trovandoli fermi nella loro fede ne meritossi la stima universale, e
dopo averli fatti tormentare sopra fu di grand'uso a s. Girolamo , il
l'eculeo, ordinò che fossero bruciati quale dice che era la più esatta
vivi. mezzo alle
Essi spirarono in e che per conseguenza era delta
fiamme, lodando e benedicendo il sovente in senso assoluto la Bib-
Signore. Sono nominati nel marti- bia dei settanta, o la versione co-
rologio romano il 26 ottobre. mune. Si è avuto alcun sospetto
LUCIANO (s.), martire. Da Ro- della fede di s. Luciano, dietro la
ma si recò nel terzo secolo a pre- svantaggiosa testimonianza che ne
dicare il vangelo nelle Gallie, e rende s. Alessandro vescovo d' A-
suggellò col proprio sangue la dot- lessandria, il quale riferisce ch'esso
trina che annunziava. Alcuni lo visse fuor della comunione della
fanno discepolo di s. Dionigi ve- Chiesa ,
suo attaccamento al
pel
scovo di Parigi, altri di s. Quintino. partito di Paolo di Samosata; ma
Soffrì forse il martirio a Beauvais ci ha tutta l'apparenza ch'egli fos*
verso l'anno 290, ove alcun tempo se stato ingannato per non aver
innanzi erano stati martirizzati Giulia- potuto conoscere ben addentro gli
no e Massiano o Massimiano, compa- empi dommi di quello scaltro ere-
gni di sue fatiche. Le reliquie di siarca. Inoltre d. Ceillier è d'avvi-
questi tre martiri, celebri per molti so con alcuni altri critici , che il
miracoli, si custodiscono nella ba- Luciano di cui parla s. Alessandro
dia di s. Luciano di Beauvais. S. sia diverso dal nostro santo, poi-
Luciano non ha che il titolo di ché non gli dà il titolo ne di pre-
martire nella maggior parte dei ca- te, ne di martire. Aggiungasi che
lendari prima del decimo secolo, e Eusebio, s. Gio. Crisostomo, s. Gi-
nel martirologio romano ; ma un rolamo, non dicono che sia mai
calendario dei tempi di Lodovico slato separato dalla comunione del-
il Bonario Io qualifica col titolo di la Chiesa, ne che sia caduto negli
vescovo, e sotto questo titolo egli errori di Paolo di Samosata. Certo
è onorato a Beauvais. Celebrasi la è che s. Luciano morì in seno alla
sua festa agli 8 gennaio. Chiesa cattolica. Avvegnaché sacer-
LUCIANO (s.), detto d'Antio- dote d'Antiochia, trovavasi Lucia-
chia, martire. Nativo di Samosata no a Nicomedia, quando Dioclezia-
94 LUC LUC
no vi fece pubblicare i suoi primi Magno, a cui furono portate d.-d-

decreti contro i cristiani, ed egli l'orierite, ne facesse il trasporto nel-


fu nel numero degli arrestali per la chiesa eli* egli avea fatto fabbri-
|a fede. Sembra che sia rimasto care in onore del santo ad Arlcs.
nov* anni in prigione, poiché secon- B onorato a' 7 di gennaio.
do la relazione di Eusebio non ri- LUCIDI Cardinale. Lui-
Luigi,
cevette la corona del martirio che gi Lucidi di Lucca dal Pontefice
dopo la morte di s. Pietro d' A- Calisto II nel dicembre del iis3
Icssandria avvenuta nel 3 i i . Con- fu creato cardinale dell'ordine dei
dotto in fine davanti al tribunale preti, e litolare della chiesa di s.

del governatore o dell'imperatore Clemente, non che legato della san-


stesso, presentò una dotta apologia ta Sede. Non mancano scrittori che
della religione cristiana, laonde fu d nliitano senza fondamento del car-
rimandato in prigione, e tenuto più dinalato di Lucidi, e tra gli altri
giorni a digiuno per indurlo a man- ilRondinini nella storia Des. Cle-
giare delle vivande ch'erano state mente ejatque basilica p. 345.
oilerte agli idoli ; ma egli rifìutolle LUCI FERI ANI . Furono così
costantemente. Tratto un'altra vol- chiamali che aderirono allo
quei
ta dinanzi al giudice, invano si a- scisma di Lucifero vescovo di Ca-
doperarono i tormenti per ismuo- gliari in Sardegna, d' altronde il-
vere la sua fermezza, e stette sem- lustre per dottrina e virtù, scisma
pre costante nella confessione di Ge- che accadde nel IV secolo della
sti Cristo. Alcuni dicono che fu po- Chiesa. Dopo la morte dell'impera-
sto di nuovo in prigione e che vi tore Costanzo fautore degli ariani,
mori. S. Gio. Crisostomo ci assi- Giuliano l'Apostata che gli successe
cura che fu decapitato. Rufino di* nell'anno 36 1, restituì ai vescovi
ce che fu segretamente sgozzato in esiliati la libertà di ritornare alle
prigione per ordine di Massimino , loro sedi. Nell'anno seguente s. A-
che non osò farlo morire pubbli- tahasio di Alessandria, ed Eusebio
camente. Si legge ne' suoi atti ch'e- di Vercelli, con intenzione di ri-

gli fece molti miracoli, e che es- stabilire la pace, congregarono un


sendo legato e coricato supino nella concilio in Alessandria, nel quale
prigione, vi consacrò divini misteri i fu deciso di ricevere nella comu-
sul proprio petto e dispensò la co- nione i vescovi che in quello di
munione ch'erano presen-
ai fedeli Rimini aveano per debolezza tradi-
ti. Secondo s. Gio. Crisostomo ed to la verità cattolica, ma che con-
alcuni altri antichi autori il mar- fessavano la loro colpa. Questa ra-
tirio di s. Luciano avvenne il dì dunanza deputò Eusebio acciò si
7 di gennaio, che dovette essere portasse a calmare le divisioni che
del 3 1
2, giacche soffrì nella per- regnavano nella chiesa d'Antiochia,
secuzione di Massimino. Il suo cor- dove alcuni erano attaccali al lo-
po fu seppellito nel borgo di Dre- ro vescovo Eustazio, eh' era stato
pano in Bitinia, ove dipoi Costan- scacciato dalla sua sede per la sua
tino il Grande fece fabbricare la adesione alla fede cattolica, gli altri

città di Elenopoli. La chiesa d'Ar- a Melezio, i quali dopo essere sta-


les pretende avere le reliquie di ti del partito de'semi-ariani, erano
s. Luciano. Ella crede che Carlo ritornati a questa slessa fede. Luci-
LUG LUC 95
fero invece di portarsi con Euse- ri, in Roma, in Egitto, in Africa in
bio al concilio di Alessandria, era picciol un memoriale
numero. In
andato direttamente ad Antiochia, che presentarono agl'imperatori Teo-
ed avevavi ordinato per vescovo dosio , Valentiniano ed Arcadio,
Paolino, sperando che le di lui vir- professarono di non voler comu-
tù accorderebbero i due partili. nicare né con quelli che avea-
Questa scelta spiacque alla più par- no acconsentito all' eresia, ne con
te de'vescovi di oriente, ed accreb- quei che accordavano loro la pace;
be la turbolenza ; poiché invece di asserivano che il Papa s. Damaso
due vescovi e due partiti, se ne I, s. Ilario di Poitiers, s. Atanasio
formò un terzo. Lucifero offeso e gli altri confessori, ricevendo al-
perchè Eusebio e gli altri non ap- la penitenza gli ariani aveano tra-
provarono ciò che aveva fatto, dito la verità. Siccome lo scisma
separossi dalla loro comunione, ne degenera ordinariamente in eresia,
volle aver alcuna società coi vesco- i luciferiani avrebbero potuto esse-
vi ammessi alla penitenza, né con re accusati di tutti gli errori che
quelli che ad essi avevano fatta la furono attribuiti a Lucifero da di-
grazia. Pure i segni di pentimento versi scrittori, per esempio di cre-
che aveano dato i primi rende- dere che l'anima era generata per
vanli degni della indulgenza de'lo- transfusione, nata dalla carne e
ro col leghi. In tal guisa questo dalla sostanza eterna. In una pa-
prelato turbò la Chiesa con un ec- rola, molti hanno accusato Lu-
cedente rigorismo, e perseverò nel- cifero e molti lo hanno difeso. In
lo scisma sino alla morte, mentre Sardegna viene a lui tributato un
avvi chi sostiene che si riunisse culto pubblico e religioso, senza che
alla Chiesa prima del punto estre- la Chiesa romana l'approvi o disap-
mo. Quelli che lo difendono di- provi : la sua festa è celebrata a'20
cono che non gli si rinfacciò al- maggio , ma alcuni congetturano
cun errore sul domma, perchè di i che tale culto abbia per oggetto
lui aderenti furono meno riserva- un altro vescovo dello stesso nome,
ti;uno tra essi nominato Ilario, dia- che fu confessore e martire duran-
cono in Roma, asseriva che gli a- te la persecuzione de' vandali.
riani, come gli altri eretici e gli LUCIFERO. V. Demonio.
scismatici, dovessero essere ribattez- LUCINI Luigi Maria, Cardinale.
zati, quando ritornavano nel seno Fr. Luigi Maria Luciti nobile di i

della Chiesa cattolica. Solidamente Como, ma


nato in Milano da rag-
s. Girolamo lo confutò nel suo guardevoli genitori a'i5 luglio 1666,
dialogo contro i lucìjerianì ; sos- professò nell'ordine domenicano, e
tenne che i padri di Rimini non dopo esservisi distinto pe'suoi ta-
aveano peccato che per sorpresa ; lenti, fu giudicato capace d' inse-
e che il loro cuore non era stato gnare sopra le cattedre del mede-
complice della loro debolezza, le simo. Chiamato a Roma, fu asse-
quali sue prove sono principalmen- gnato per compagno del p. com-
te tratte dagli atti dello stesso conci- missario del s. oMìzio, e poi spe-
lio. I luci feria ni erano dispersi dito inquisitore a Novara, dove es-
nella Sardegna e nella Spagna ; altri sendosi diportato con integrità e
dicono anche nelle Gallie, a Treve- valore , venne da Clemente XI
96 LUG LUC
nel 1714 eletto commissario ge- di Diocleziano. Lucio fu dunque
nerale della santa romana inquisi- ilprimo re cristiano dell' Europa,
zione. Dopo trenta anni di tale quantunque il cristianesimo fosse
impiego, Benedetto XIV a' 9 set- già penetrato nella Gran Bretagna
tembre 1743 lo creò cardinale pre- al tempo degli apostoli. Alcuni
te, col titolo di san Sisto, anno- moderni pensano che Lucio sia un
verandolo alle eongregazioni del s. prenome, e che il re bretone non lo
oflìzio, de'riti, dell'indice, e ad altre. abbia preso che dopo aver rice-
Innalzato a tale eminente dignità, vuto il lume della fede. I gallesi
si mantenne costantemente simile lo chiamano Lever Maur, cioè a
a se stesso, ritenendo la medesima dire gran luce. Parecchi storici di
religiosa umiltà ed affabilità. Ma Baviera e d' Alemagna pretendono
dopo solo sedici mesi di cardina- che Lucio, avendo rinunziato alla
lato morì placidamente in Roma corona, predicasse la fede nel No-
a'17 gennaio 174^, d'anni ottanta rico, nella Vindelicia e principal-
non compiti, ed ebbe la tomba mente ad Augusta; che essendo
nella sua chiesa titolare di s. Si- stato cacciato di là, annunziasse il

sto ,con un magnifico epitaffio. vangelo nella Rezia, e soprattutto


Questo cardinale diede alla luce a Coirà. Ma l'opinione più proba-
parecchie opere, per la più parte bile è, che non si sa quale sia il
teologiche, che non ebbero però Lucio che predicò la fede nei pae-
l'applauso di tutti, come si espri- si di cui parlasi qui, e che fon-
mono il Cardella ed il Novaes. Di dò la chiesa di Coirà, la quale
lui abbiamo pure Esame e dife- : 10 ha sempre onorato tra' suoi pri-
sa del decreto pubblicato in Pori- mi apostoli. Mentre egli esercitava
dichery da monsignor Carlo Tom- le funzioni di missionario presso i

maso di Tournon, patriarca di grigiori ,


questi infedeli lo sforza-
Antiochia commissario e visita-
, rono a darsi alla fuga. Dicono che
tore apostolico con podestà di le- alla fine cadde in mano de' per-
gato a latere nelle Indie orientali^ secutori, e fu decapitato nella for-
impero della Cina ed isole adiacen- tezza di Martiola, circa la fine del
ti , Roma 1728. secondo secolo. Avvi presso Coirà
LUCIO (s.), re nella Gran Bre- un antico monastero che porta il
tagna. Ignorasi in qual parte di nome di s. Lucio. Ad Angusta si
questa isola abbia regnato ; ma custodisce parte delle sue reliquie.
sappiamo da Beda, che sotto gli 11 martirologio romano fa menzio-
imperatori Marco Antonino Vero ne di Lucio re nella Bretagna
s.

ed Aurelio Commodo, un re breto- ai 3 dicembre, e in tal giorno la

ne di nome Lucio, scrisse al Papa diocesi di Coirà ne celebra la festa


s. Eleuterio per pregarlo di pro- con grandissima solennità.
curargli i mezzi d' istruirsi nella LUCIO (beato). Era un mer-
religione cristiana. Ciò dev'essere cante dei dintorni di Firenze, e
avvenuto circa l'anno 182. Beda ag- viveva occupato nelle coutese po-
giunge, che il Papa corrispose al- litiche dei guelfi e dei ghibellini
la sua domanda, e che i bretoni che laceravano allora quan-
l'Italia,

professarono tranquillamente il cri- do avendo udito un sermone che


stianesimo infiuo alla persecuzione fece s. Francesco, rinunziò al coni-
LUC LtC 97
mercio e alla politica, prese l'abito mò antipapa NovaZiano, contro il

del terzo ordine della penitenza, Santo Pontefice Cornelio. Le due


di cui fu il primo membro, e si lettere a s. Cipriano, ed ai vescovi
dedicò interamente al servigio di della Francia e della Spagna, sono
Dio. Passò il resto de' suoi giorni tenute apocrife. Ch'egli abbia scrit-

nella pratica delle virtù cristiane, to lettere decretali, si ha dàWepist.


esercitando le opere di misericor- 67 di s. Cipriano, ma esse sono
dia, e facendo abbondanti elemosi- perile: s. Lucio scrisse, al dire di
ne. La sua beata morte avvenne alcuni, anche un' altra epistola*
l'anno 1232. Innocenzo XII per- a s. Cipriano; nella prima Io con-
mise di farne 1' uffizio 3 e la sua solò della sua sciagura, nella se-
festa è posta ai i5 d'aprile. conda si congratulò del suo ritor-
LUCIO (s.), martire. V. Tole- no alla propria sede. Irì due or-
MEO (S.). dinazioni nel dicembre creò set-
LUCIO (s.), martire. V. Monta- te vescovi, quattro preti e quattro'
no (s.). diaconi. Governò un anno, quattro
LUCIO I (s.), Papa XXIII. Eb- mesi e dodici giorni, e durante
be per padre Porfirio, romano di questo breve spazio di tempo mol-
nascita, altri Io dicono prete roma- to soffrì per parte dei persecutori
no. Tuttavolta s. Lucio I si chiama che lo scacciarono dalla sua sede;
natìone tuscus, de civilale Luca vi ritornò e mori a' 4 marzo del
ex patre lucìno, nel codice vati- 257, e fu sepolto nel cimiterio dì
cano 3764 delle Vite dei romani Calisto. Il Pagi, Brev. Roni. Pont.
Pontefici da s. Pietro fino ad Adria- in Lucio, lo annovera tra i confes-
no II. Tanto pur leggesi nella sua sori, perchè nel piccolo indice del-
vita, t. I marti i, Bolland. p. 3oi. la deposizione de'martiri, presso il

Fu creato probabilmente Papa a Bucherio, non si ritrova ; bensì iti

Civitavecchia, ove avea seguito il quello della deposizione de' vescovi;


Papa s. Cornelio nell'esilio, ai 20 e però quando s. Cipriano Io dice
ottobre dell' anno i55. Si vuole martire, ciò deve intendersi per
che egli comandasse nuovamente aver egli sofferto l'esilio per Gesù:
che i ministri dell'altare si eleggesse- Cristo, ma non la morte. Celebrasi
ro continenti, e determinasse che la sua festa in diversi luoghi ai
niuno di essi potesse abitare con 4 marzo, ed in
di altri ai 25 a-
femmine, delle quali non fossero gosto. Il suo corpo si venera nel-
parenti in prossimo grado; e che la chiesa di s. Cecilia di Roma.
niuno de'medesimi entrasse solo in Vacò la santa Sede sei giorni.
casa di donne, riè parlasse con es- LUCIO II, Papa CLXXIII. Ghe-
se da solo a solo, sotto pena di rardo o Giraldo della nobile fami-
essere deposto esso dal grado, ed glia Caccianemici dell'Orso, nacque
essa esclusa dall'ingresso nella chie- in Bologna. Tra le più antiche fami-
sa. Dicesi , che ad esempio di s. glie di tale illustre città figurò ivi
Evaristo, volle che due preti e tre grandemente la famiglia Orsi. I di-
diaconi accompaguassero il Ponte- scendenti d'un Alberto d' Orso si
fice romano per servire di testimo- suddivisero in diversi rami e furo-
ni della sua vita; al qual decreto no cognominati Caccianemici, Savi,
diedero cagione le calunnie del pri- Savioli, Odaldi, Figliuocari," Bvai-
TOL. IL. 7
98 LUC LUC
guerra, da sani' Alberto, ed Orsi. piena obbedienza d' Innocenzo II.

Lucio II fu del ramo de 'Caccia ne- Quotiti Papa di nuovo lo spedì in


mici, ed ebbe sua casa nella via qualità di legato apostolico alla die-
de' Toschi, presso la via Foscarari. ta di Spira, insieme con Pietro
In giovanile età si fece canonico cardinale del titolo di s. Marcello.
regolare di s. Maria del Reno, Tornato da essa, venne in gravi e
ovvero di s. Agostino, o della con- rilevanti affari occupato, e promos-
gregazione di s. Frediano di Luc- so alla carica di cancelliere e bi-
ca, essendo diverse le opinioni degli bliotecario di s. romana Chiesa. Ol-
scrittori. Per le sue eccellenti qua- tre a ciò siadoperò gagliardamen-
lità meritò che Onorio II, nelle te per ri movere Rainaldo abbate
tempora di dicembre ii?,5, lo di Monte Cassino fautore dell'anti-
creasse cardinale dell'ordine dei papa, dal governo di quel famoso
preti , colla chiesa di s. Croce in cenobio, come dopo molti contra-
Gerusalemme per titolo, al dire del sti e fatiche alla fine ne venne a
Besozzi nella storia di essa a p. i34, capo, essendosi dato luogo alla e-
mentre a p. 101 scrive che vi fu Iezione del nuovo abbate, che cad-
ordinato prete e che la fece rin- de nella persona di Guidobaldo, ed
novare dai fondamenti, aggiungendo alla quale egli presiedè in nome di
il Cardelia che l'accrebbe di rendi- Innocenzo li che prontamente lo
te, di edilizi e di ricche suppellet- confermò. Alla morte di tal Papa si
tili., fondandovi un monastero pei vuole che lo eleggesse camerlengo,
canonici regolari ch'ei riformò e affidandogli i beni della Chiesa ro-
ridusse alla monastica disciplina, mana. Per attestato di Ottone di
sulla norma di quelli di s. Fre- Frisinga, il cardinale dimostrossi
diano di Lucca. Siccome uomo in- in ogni circostanza di tanta pru-
signe per umiltà, mansuetudine e denza, sapere, magnanimità e de-
dottrina, lo stesso Onorio II nel strezza in ogni affare, che a pre-
1127 lo adoperò con grandissimo ferenza di ogni altro fu giudicato
vantaggio della cattolica religione degno del supremo pontificato .

nella legazione di Germania, dove E di fatti, dopo aver favorita col


tra le altre cose che sapientemente suo voto l'elezione d' Innocenzo II
vi stabilì, merita s'ingoiar riflessio- e di Celestino II, egli pure venne
ne l'aver collocato sulla cattedra proclamato Papa a' 12 marzo 1 1 44»
arcivescovile di Magdeburgo s. Nor« e col nome di Lucio II consacra-
berto fondatore de'premonstratensi. to nello stesso giorno, eh' era di
Nell'anno seguente lo stesso Onorio domenica.
II gli appoggiò la rettoria di Be- Ricevette Lucio II dal re di Por-
nevento, quantunque altri pensino togallo Alfonso I, eh' egli chiama
che tal commissione fosse affidata soltanto conte, il suo stato feuda-
a Gerardo diacono cardinale di s. tario alla Chiesa romana, coli' an-
Lucia in Septisolio; ad onta che nuo censo di quattro oncie d' oro.
quella città fosse travagliata dal- Avendo saraceni nel
i
44 preso 1 1

l' autipapa Anacleto II e da Rug- Edessa o Orfa, il Pontefice ne


giero re di Sicilia, non isgoraenlò pianse la perdita. Terminò
con- la
però lo zelo dell' intrepido cardi- tesa insorta tra V arcivescovo di
nale, che nel 1137 la ridusse alla Tours ed il vescovo di Dol, intor-
LUC LUC 99
no all' autorità de' metropolitani; creò undici cardinali, e pel primo
diede vinta la causa all'arcivesco- il suo parente Ubaldo Caccianemi-

vo, e confermò così la sentenza di ci bolognese. Piò copiose notizie su


Urbano II. Nel 1
1
45T chiamò di questo Pontefice si leggono negli
Francia in Roma
monaci cliinia- i Scrittori bolognesi del Fantuzzi, voi-
censi, e diede loro il monastero di V, p. 87 e seg. Vacò la santa Se-
s. Saba, fondato da s. Gregorio I, de un giorno.
nel quale mancava l'osservanza del- LUCIO HI, Papa CLXXVIII.
la regola di s. Benedetto. Trovansi Ubaldo o Umbaldo Allucingoli nac*
dieci epistole di Lucio II nelle col- que in Lucca da famiglia assai
lezioni dei concilili nella cronaca ragguardevole^ e figlio di Bona-
dell'abbazia di Vezelay, ed altrove. giunta. Personaggio rispettabile per
Colla prima comunica egli a Pietro Petà, per senno e per prudenza,
di Cluny, che ha fatto una tregua supplì colla illibatezza de' costumi
per la guerra di Ruggiero re o e con I' esperie/za negli affari, al
duca di Sicilia. Colla seconda im- difetto e mediocrità di letteratura,
plora il soccorso del re Corrado III, come avverte Guglielmo di Tiro.
contro il popolo romano ch'erasi ri- Datosi allo stato ecclesiastico, fu
bellato a sommossa degli arnaldisti. fatto canonico della cattedrale nella
Nella terza e quarta conferma la propria quindi fu degno
patria ,

primazia della chiesa di Toledo su di essere da Innocenzo II nel me-


tutte quelle di Spagna. La quinta se di dicembre 11 4° creato cardi-
è un privilegio accordato all'abba- nale prete col titolo di s. Prasse-
zia di Cluny. Nella sesta assog- de, e poi nel 1 1 58 fu da Adriano
getta il monastero di s. Saba alla IV vescovo d'Ostia e Velie-
fatto
detta abbazia. Le quattro altre ri- tri,laonde divenne decano del sa-
guardano l'abbazia di Vezelay, ed cro collegio. Distinguendosi il car-
il suo abbate che era stato ucciso. dinale per lo spirito di conciliazio-
Ribellatisi dunque a Lucio II i ro- ne, Innocenzo II Io spedì prima
mani arnaldisti, ebbero l'ardire di legato in Lombardia nel 1 1 43,
restaurar l'antica dignità senatoria, dove in Piacenza decise con suo
ed insieme quella di patrizio cui decreto del primo agosto una li-
volevano obbedire cornea principe, te che agitavasi tra il capitolo del-
avendo rivestito di tal carica Gior- la cattedrale di Piacenza , e la
dano, uomo potentissimo, con asse- mensa vescovile di Pavia, circa il

gnargli tutte le rendite della Chie- diritto delle decime del distretto
sa, mentre dicevano al Pontefice e della corte di Portalbera sul
bastare le decime e le oblazioni. Pavese, pronunciando due delle tre
Volendo dunque Lucio li repri- parti di essa spettare al detto capi-
mere i ribelli e scacciarli dal Cam- tolo di Piacenza, e ciò al cospetto
pidoglio, allorché vi saliva con un de' vescovi Alfano di Pavia e Ardoi-
esercito, fu colpito da una sassata, 110 di Piacenza, non che di Giovan-
per la ferita della quale morì ai ni proposto della cattedrale, e di
s5 febbraio 1
1
4^ 9 e fu sepolto altri personaggi sì ecclesiastici che
nella basilica lateranense . Lucio secolari. Quindi collo stesso carat-
li governò undici mesi e quattor- tere fu inviato da Innocenzo II
dici giorni, e in due promozioni nelle Gallie, e poi da Eugenio III
ioo LUC LUC
in Sicilia insieme col cardin.il Gio- accettare : dicesi che il nome Io
vanni napoletano, il quale Lisciato- prese per onorare la patria Lucca
si sedurre e corrompere dall' oro, o Luca.
pronunziò sentenza favorevole a Giunto in Roma, poco tem-
prò di chi lo avea guadagnato; po vi dimorò, temendo qualche
lo che saputosi dal cardinale Al- affronto dai romani che si rivol-
lucingoli, non volle prendere parte tarono contro di lui, per non a-
nel di lui giudicato. In seguito lo ver egli voluto osservare certi costu-
spedì Alessandro III insieme con mi praticati dai predecessori, cioè
due altri cardinali, col medesimo non volle contribuire que* presenti
titolo di legato all'imperatore Fe- che solevansi fareal popolo dal nuo-
derico I, fautore ostinato dello Sci- vo Papa ; altri dicono essere il po-
sma di Vittore V antipapa. Nien- polo malcontento perchè l'immedia-
te però potè ottenere per allora to predecessore 1* avea spogliato
da quel principe, ma quando ri- dell'intervento all'elezione pontificia.
tornò alla sua corte in compagnia Tuttavolta per una sedizione mos-
del cardinal Raniero di s. Giorgio, sa dal senatore di Roma, non dai
gli riuscì felicemente di ridurlo consoli, ritornò Lucio III in Vel-
in Pavia all'obbedienza del Iccritti-
o letri,dove nel 1 182 assolvè Gu-
rao Pontefice. Indi ricusò quell* o- gliemo re di Scozia, dalla scomu-
ro che Enrico li re d'Inghilterra nica lanciatagli dall' arcivescovo di
fece offrirgli, oltre al cardinal Gia- York, perchè erasi opposto alla
cinto Bobone ,
per mezzo del suo consacrazione di Giovanni eletto
ambasciatore in Roma, affinchè lo vescovo di s. Andrea nella Scozia.
favorisse nella causa che quel prin- Canonizzò in Segni s. Brunone ve-
cipe agitava contro s. Tommaso scovo di quella città. Il Gigli nel
arcivescovo di Cantorbery. Questo Diario sanese p. 4^2, scrive es-
santo fece di ciò onorevole menzio- servi fondamento da credere che il
ne in una sua lettera, dicendo che b. Giacomo Piccolomini romitano
l'Allucingoli ed altro cardinale, an- di Lecceto sanese, fosse ancora an-
ziché ricevere denari dal re, impie- noverato tra' santi da questo Pon-
gavano le proprie sostanze in sol- tefice, insieme con s. Galgano, di
lievo de'poveri cattolici perseguita- cui fugrande amico; ma il No-
ti in quel reame. Alla fine dopo vaes desiderò che il Gigli avesse
aver contribuito col proprio suffra- prodotto documenti più. autentici.
gio all' elezione dei Pontefici Cele- Nel 11 83 Lucio III eresse in me-
stino Eugenio III, Anastasio IV,
II, tropoli la chiesa vescovile di Mon-
Adriano IV, ed Alessandro III, al- reale. Da Velletri il Papa si recò
le bolle de' quali a quelle come in Anagni, dove celebrò la festa di
pure d'Innocenzo II appose la sua Natale, e quindi tornato in Roma
soscrizione , egli medesimo rimase per pacificare gli abitanti, per nuo-
eletto Papa in Velletri il dì pri- ve discordie fu costretto partirne,
mo settembre 1181, dai cardinali avendo inutilmente tentato amicarsi
senza Y intervento del clero e del i malcontenti con abbellire la cit-
popolo, ed ivi coronato col nome tà ; ed a molti suoi seguaci furo-
di Lucio III ai G settembre, ben- rono cavati gli occhi. 11 Muratori
ché per la vecchiaia ripugnasse dice che agli 8 luglio 11 85 con-
LUC LUC 101
secrò la cattedrale di Bologna, ed morì tra le sue braccia, e le sue
il Fellone che ai 22 di detto me- truppe furono battute. Il Papa chie-
se consecrò in Modena la nuova se de'sussidi all'Inghilterra, che gli
cattedrale, quindi proseguì il viag- mandò alcun denaro pel soccorso
gio per Verona. In questa città si della crociata. Altra discordia col-
abboccò colfimperatore Federico I l'imperalore fu l'argomento dell'in-
sopra gli affari della repubblica dipendenza dei monasteri delle mo-
cristiana, e di suo concerto emanò nache, e le possessioni della con-
una bolla per 1' estirpazione del- tessa Matilde. Or mentre Lucio
l'eresie,e suir Inquisizione [Fedi) III tutto si applicava all' ottima
da lui più formalmente stabilita. amministrazione del suo pontificato,
Continuando la sua dimora in e non cessava d'invitare i principi al
Verona vi celebrò un concilio: in soccorso di Terrasanta, dopo il go-
esso il Papa scomunicò coloro che verno di quattro anni, due mesi,
in Roma l'avevano oltraggiato, od ventitre o dieciotto giorni computati
aveano usato crudeltà contro certi dalla consecrazione, morì in Verona
chierici; ammise nel concilio gli ai 25 novembre 1 185. Il Papebro-
inviati di Palestina , eh' esposero chio in Propylaeo par. II, p. 28, di-
il tristo stato degli affari de'crociati. ce che fu creato a' 29 agosto, co-
Lucio III non potè ottenere che ronato 3o deli 181, che gover-
ai

delle lettere pei re di Francia e nò quattro anni, due mesi e ven-


d'Inghilterra; ma le dissensioni dei totto giorni. Nella cattedrale con
principi latini di oriente si oppo- gran pompa fu tumulato col se-
sero al prediletto suo disegno di con- guente epitaffio, che fa conoscere
giungere fra loro i principi d'occi- la miseria delle lettere a quell'età.
dente, per vigorosamente resistere
ai saraceni, che già erano penetrati Luci Luca dedit orlum ,
ponti-
a poca distanza da Gerusalemme. ficatimi
Emanò un decreto contro gli ere- Ostia, papatum Roma, Verona
tici catari e patarini, i erano
quali mori.
una nuova setta di manichei. Na- Immo Verona dedit veruni ubi
ta questione tra due pretendenti vivere, Roma
nella vacanza della chiesa di Tre- Exilium , curai Ostia , Luca
veri, la controversia non fu decisa, mori.
dappoiché l'imperatore sostenne Ro- Obiit s. Pater D. D. Lucius
dolfo cui die l'investitura, e Vol- Papa IH.
maro ricorse al Papa, onde sette A. MCLXXXV die XXV no,
anni durò lo scisma in quella chie- vembris.
sa. Federico I voleva altresì che
Lucio III coronasse colle insegne Questo epitaffio si legge nel Tin-
imperiali Enrico VI suo figlio; to lib. V, De nobilitate Veronensi;
ma il Pontefice non volle farlo, nell'Aldoino addii, ad Ciacconiuni
dicendo che sarebbe cosa mostruo- coll'aggiunta del tempo della morte
sa, in un sol corpo veder due ca- om messa dal Tinto ; ed in Tolomeo
pi. L'arcivescovo di Magonza Cri- da Lucca, Hist. eccl. lib. XX, cap.
stiano, che venuto era in suo soc- 34, ìnter Script, rerum Italie, p.
corso con un esercito di tedeschi, 112, tomo XI , ove si legge la
102 LUC LUC
sua vita. Giacobbe riporta l'e-
Il p. de sono generalmente strette e
pitaffio, ma con qualche differenza male lastricate, e le case vaste e
nella sua Bibl. Pont. p. 55. Do- 1 comode hanno quasi tutte una cor-
vendosi poi trasferire le sue cene- te ed un giardino. La cattedrale
ri nella nuova fabbrica della chie- di gotico siile è osservabile. Vi
sa, circa la metà del secolo XVI, sono fabbriche di tele. 11 porto può
gli fu posto altro epitaffio, riferito ricevere i da 8o a ioo ton-
navigli
dal medesimo Tinto, e da Girola- nellate. commercio è attivo. Cre-
Il

mo della Corte, Histor. Veron. lib. desi corrispondere a Limonimi o


VI. Lucio IH dovette occupare il Lucionct de' latini : chiamasi anche
luogo di Alessandro IH, che avea Lusson . Deve la sua origine ad
finito gloriosamente il suo lungo e un'antica abbazia di benedettini
memorabile regno, dopo averlo in sotto [' invocazione della Madonna,
mezzo a tanti strazi incominciato. che si pretende fondata da un cer-
Lucio HI avrebbe forse governa- to Lucius che vecchie cronache di-
to con maggior fermezza e pru- cono, ma a torto, fratello dell'im-
denza la Chiesa, in tempi meu peratore Costantino. Questa città
fortunosi; ma egli si trovò in cir- molto soffrì nelle guerre di religio-
costanze eh' erano più forti di lui. ne. I protestanti se ne impadroni-
La rabbia degli eretici, provocata rono nel i568; i cattolici la ri-

dai provvidi suoi decreti, lo para- presero e la fortificarono, ciò che


gonarono al luccio, latinamente In- però non impedì che La Nove ,
cius,con sciocco epigramma es- , capo dei protestanti, non la sac-
sendone il concetto, che il luccio è cheggiasse.
il re, anzi il tiranno delle acque, La sede vescovile fu eretta nel
e che Lucio gli si assomigliò pel no- 1 3 i
7, quando il Papa Giovanni
me e pel carattere. Lucio HI, giu- XXII dichiarò cattedrale la chiesa
stamente encomiato da molti scrit- dell'abbazia, e collo smembramento
tori, in due promozioni creò quat- di parte della diocesi di Poitiers
tordici cardinali, tra' quali l'imme- ne formò un vescovato sulfraganeo
diato successore Urbano HI, e due della metropolitana di Bordeaux, di
parenti Uberto e Gherardo Allu- cui lo è tuttora, colla rendita di
cingoli di Lucca. Non vacò la Se- ventimila lire. Il vescovo era si-

de apostolica. gnore della città ed assumeva il


LUCK (Z^/reorré/t). V. Luceoria. titolo di barone di Lucon. 11 capi-
LU^ON (Lucioncn). Città con tolo restò regolare sino al 1 534 >

residenza vescovile di Francia , nel in cui Paolo 111 lo secolarizzò. Era


basso Poitou nella Guascogna, ca- composto di undici dignità e di
poluogo di cantone del diparti- ventinove o trenta canonici. La
mento della Vandea , è situata in città aveva i cappuccini e le mona-
mezzo alle paludi, distante due le- che orsoline. La diocesi contava
ghe dal mare, e centoventi da duecentotrenta parrocchie. Il primo
Parigi. Sorge in una pianura fertile, vescovo di Lucon fu Pietro della
sopra un canale navigabile, che fa Veyne, nominato da Giovanni XXII
comunicare questa piccola città col- nel i3 1 7 governò la chiesa per;

la cala di Aiguillon, una delle più dieciotto anni, e morì nel 1 334-

sicure di questa costa. Le sue stra- Renalo figlio di Ugo signore di


LUC LUD io3
Perzages e terzo visconte di Tho- miliario , oltre due piccoli semi-
vars fu eletto a successore di Pie- nari nella diocesi. Questa coni-
tro nel maggio 1 334, e raori ne ^ prende il dipartimento della Van-
1 353 . Quanto ai successori di dea, e si estende per venticinque
Renato, veggasi la Gallio, diri- leghe, contenendo diversi luoghi.
sliana t. II. Il celebre cardinal Ogni nuovo vescovo è tassato nei
Armando Giovanni du Plessis Ri- libri della camera apostolica in fio-

chelieu fu vescovo di Lucon. Al- lini 370.


l'epoca del concordato di Pio VII LUCUCE o LUCUCIA, Lucu-
del 1802 era vescovo Maria Car- censis civìtas. Sede vescovile della
lo Isidoro de Mercy della diocesi provincia di Zecchia nella Scizia,
di Vienna nel Delfinato, preconiz- sotto l'arcivescovato di Matriga. Il

zato da Pio VI a' 29 gennaio Papa Clemente VI l'eresse in ve-


1776. Soppressa dal Papa a quel- scovato con alcune altre città nel
l'epoca la sede, il prelato fu nomi- i349, e nominovvi per vescovo
nato arcivescovo di Bourges. Dipoi Giacomo de' frati minori. Oriens
il medesimo Pio VII, ad istanza christ. tom. Ili, pag. 1 1 1 3.

del re Luigi XVIII, nel 1817 ri- LUDGERO (s.), vescovo di


stabilì la sede vescovile di Lucon, Munster. Nato verso l'anno 743,
quindi nel 1820 no fu fatta la d'una delle principali famiglie di
formale erezione, e nel concistoro Frisia, fu educato da s. Gregorio
de'24 settembre 1821 dichiarò ve- d'Utrecht, che gli diede la tonsu-
scovo Renato Francesco Soyer del- ra clericale. Ludgero passò poi in
la diocesi di Angers, già vicario gè- Inghilterra, e vi stette quattr'anni
nerale di Poitiers, morto ai 5 mag- e mezzo presso il celebre Alcuino,
gio i845. Il Papa Gregorio XVI che allora reggeva le scuole di
gli diede per successore, nel con- York. Ritornò in patria nel 773,
cistoro de' 24 novembre di detto e posciachè fu innalzato alla di-
anno, l'odierno vescovo monsignor gnità del sacerdozio, impiegò mol-
Giacomo Bailles della diocesi di ti anni a predicare il vangelo nel-
Toulouse e vicario generale di la Frisia, ove convertì una mol-
quell'arci vescovo. La cattedrale, ot- titudine d'infedeli e di cattivi cri-
timo edilìzio di mista struttura, è stiani, fondò molte chiese e mo-
sotto l'invocazione della Beata Ver- misteri. I guasti che i sassoni fe-
gine Maria. Avvi il fonte battesi- cero in Frisia Io costrinsero ad
male e cura d'anime col par-
la abbandonare il paese. Si recò a
roco. Annesso è il palazzo vescovi- Roma, e rimase tre anni e mezzo
le,ampio e decente. Il capitolo si nel monastero di Monte Cassino,
compone di otto canonici titolari, praticandovi tutte le austerità di
senza dignità e senza prebende teo- quella casa, sebbene non ne avesse
logale e penitenziaria. Vi sono mol- fatto i voti. Frattanto avendo Carlo
ti canonici onorari , i pueri de Magno vinti i sassoni e conquista-
choroy e gli alunni del gran semi- ta la Frisia nel 787, Ludgero tornò
natio, tutti addetti al divino servi- nel suo paese, per continuarvi le
gio. Nella città non esistono altre sue missioni. Indi annunziò il van-
parrocchie, vi è un monastero di gelo ai ne converti un
sassoni, e
religiose, l'ospedale, ed il gran se- grandissimo numero. Portò anche
jro4 LUD LUD
il lume della fede nella provincia no ambedue alla chiesa di Scial-
di Sudergou ora Westfalia, e vi lon le terre che possedevano nel
fondò il monastero di Werden nel- vicinato di Limoges. La carità e
la contea della Marca. Nell'anno l'amore della castità furono le vir-
802 fu consacrato vescovo di Mi- tù che risplendettero in lui in
migardeford, che prese in seguito particolare maniera. Passò di que-
il nome di Munster dal monastero sto mondo circa l'anno 626. Le
ch'egli vi fabbricò ad uso dei ca- sue reliquie si venerano nella chie-
nonici regolari che officiarono nel- sa abbaziale intitolata a tutti i san-
la cattedrale. Il nuovo vescovo ag- ti, e la sua festa si celebra a 3
giunse alla sua diocesi cinque can- d'ottobre.
noni di Frisia eh' egli aveva acqui- LUDOVISI Famiglia. Amy- V
stato a Gesù Cristo, e fondò ezian- denio ci assicura che la famiglia
dio nel ducato di Brunswick il Ludovisi viene di Germania, non
monastero di Helmstad, appellato solo rispetto all' arme gentilizia
dipoi dal suo nome. Assai esperto semplice alemanna, cioè tre bande
nella cogniziope della Scrittura, d'oro in capo dello scudo, il qua-
pou lasciava passare alcun giorno le è rosso; ma ancora rispetto al
senza spiegarne qualche passo a'snoi nome, poiché Ludovis, senza mu-
discepoli. Egli mortificava il suo tar lettera, in lingua fiamminga
porpo con rigorosi digiuni e lunghe vuol dire savio del popolo; ed è
yeglie, e portava nascostamente il cosa facile ne'tempi antichi, quan-
cilicio. Era dolce, affabile verso i do gl'imperatori alemanni domi-
poveri, ma fermo e risoluto contro narono in Italia, che tra le altre
i ricchi alteri per le loro dovizie, famiglie che li seguirono e nel bel
e rigoroso contro im-
i peccatori paese si stabilirono, vi si fermasse
penitenti. Non pigliando del suo ancora un Ludovisi che vi formò
patrinionio e delle rendite del suo nobile casa. Ma Pompeo Scipione
vescovato, se non quanto gli era Dolfi che 1670 pubblicò in
nel
strettamente necessario per vivere, Bologna Cronologia delle fami-
la
distribuiva il resto in limosine. Fino glie nobili di Bologna, parlando a
all'ultimo momento del viver suo p. 4^ I della Ludovisi, dice diesi
continuò, anche ammalato, le funzio- tiene essere venuta da Firenze in
ni del suo ministero, e
mori la notte Bologna, fiorendo per molti uomi-
susseguente alla domenica di pas- ni savi, essendovene stati nel con-
sione dell'anno 809. Ebbe il do- siglio sino dall'anno 982^ come
no dei miracoli e quello della pro- consta da documenti, e nel quale
fezia. Le sue reliquie sono ancora con grado si conservò in
nobile
a Werden, ove volle esser seppel- ogni tempo anticamente portò il
;

lito, e la sua festa si celebra ai titolo di conte, poi divenne sena-


26 di marzo. toria. Tra i tanti personaggi illu-
LUDOMIRO o LUDMIERO (s.), stri che fiorirono nella famiglia
vescovo di Chalons o Sciallon sulla Ludovisi , noteremo i seguenti :

Marna. Successe a s. Elafio che fior* 1 148 Gorisio Ludovisi dottore in


circa la fine del sesto secolo. Non legge. 1226 fr. Guido di Gio-
essendo che diacono, sottoscrisse coi} vanni cavaliere gaudente.1292
suo fratello l'atto con cui donaro- Bonaventura di Moritio di Giovati-
LUD LUD io5
ni, eletto del consiglio degli 800, perchè essa successe a suo padre
gonfaloniere per la compagnia mi- Roberto il Saggio nel 1 343. 1 334
litare de* Varri nel i3oi ; fu de- Bombolongo fu degli anziani, e
gli Or-
anziani e sposò Vermiglia marito di Elena Sangiorgi. i34i
satti. 1298 Morino di Giovanni Tommaso fece pace con Petrutio
gonfaloniere de' Varri nel i3oi ; Beccadelli, di che ne godè somma-
fu degli anziani, ed ebbe in mo- mente la città. 35o Lodovico o1

glie Margherita Toschi. 1298 Mi- Ligo fu degli anziani, e nel i36o
no di Giovanni gonfaloniere della dal celebre cardinal Egidio Albornoz
società militare delle spade. i3oi legato d' Innocenzo VI venne eletto
Lodovico di Giovanni^ si maritò camerlengo e priore di Bologna:
con Azzolina Caccianemici, fami- fu marito di Azzolina Caccianemi-
glia che nel j i44 avea dato alla ci e di Bartolomea Castaldi, lascian-

Chiesa il Pontefice Lucio II. i3oi do morte un valore di più di


in
Giacopino di Petrizzuolo, fu degli ottantamila ducati. 1367 Verzuso
anziani, e sposò Francia Arduini. fu degli anziani. 1376 Francesco
i3oi Bonaccursio appartenne agli fu gonfaloniere dei 4oo: Giovanni
anziani, ed ebbe due mogli, Ghi- si maritò con Lucia Malabresca
sella Boatieri e Tomasella Coda- lucchese. i3y8 Nicolò di Ligo ca-
gnelli milanese. i3o4 Giovanni pitano e dottore in legge, fu degli
sposò successivamente Liliana Az- anziani: per la ricupera di Cento
zoni e Marchesella Perticoni. i3io e della torre de'Cavalli, fu creato
Giacomo e Marchesi/io furono dei cavaliere nel 1 386, indi gonfalo-
160 cittadini privilegiati, ed il se- niere di giustizia e del consiglio
condo anco anziano. 1 3 r 1 Lodo- de' 400. Nel 1401 creò alcuni ca-
vico cavaliere e ambasciatore per valieri in nome di Giovanni I Ben-
la repubblica di Bologna in diver- tivoglio, e mori nel 1406 a' io

si luoghi. i3i3 Ugolino fu citato aprile. Prima di essere portato al-


dall' imperatore Enrico VII per la sepoltura in s. Domenico, il suo
causa di stato, fu monizioniere del cadavere fu posto a sedere sopra
castello di Vigo, e marito di Bel- una sedia addobbata di velluto lie-
tezza Rodaldi, poi Lambertina di ro avanti la sua casa, e levato da
Prendiparti. 1 3 6 Paolo sposo di
1 quel luogo fu accompagnato alla
Uliana Gozzadini. Il Novaes nella sepoltura da' dottori, cavalieri e dal
vita di Gregorio XV, narra che restante delia nobiltà di Bologna,
nel i320 Giovanna II regina di con otto cavalli, cioè quattro co-
Napoli aggregò la famiglia Ludo- perti di nero, e quattro colla sua
visi alla nobiltà napoletana, anno- arma, con un gonfalone grande,
verando pure Ludovisi fra cin-
i i e colle sue insegne, scudo, spada
que saggi di quella città: siccome e cimiero: A-
fu marito di Lisia
è noto che Giovanna II non in- Girolama Mezzavacca.
reosti, poi di
cominciò a regnare che nel 1 4 ' 4o 1387 Paolo fu del consiglio dei
questo deve riportarsi all'epoca di 4p°- 3g5 Giovanni di Nicolò per
»

quanto diremo di Giovanni Lu- occasione delie guerre civili si tras-


dovisi che fu pure senatore di Ro- feri in Francia, ove da quel re fu fat-
ma; ne si può la concessione at- to conte d'Agramonte^ Agremonte o
tribuire alla regina Giovanna I, Ariuionte; poi andato a Napoli fu
io6 LUD LUD
dichiarato da Lorenzo Colonna gran liere, da Eugenio IV fu fatto dei
cameriere della regina Giovanna II, XX consiglieri in vece de' XVJ ri-
suo luogotenente nel tribunale del- formatori. i434 Giacomo fu teso-
la camera reale di Sicilia nel
i4'9> riere della città, nel quale uffizio
officio ch'egli amministrò con tan- successe Ver/uso. i44° Baldissera
ta rettitudine e decoro, che si ac- C Nicolò di Fcrzuso furono espul-
quistò il nome d'integerrimo giu- sida Bologna da Nicolò Piccini-
dice appresso della regina e dei no per causa di stato. 44^ ^°" 1

sudditi, laonde fu fatto cittadino dovico di Ferzuso dottore in legge,


di Napoli. Pompilj Olivieri, Del abbate de' ss. Na borre e Felice, vi-
senato romano p. 28 3, scrive che cario generale del vescovo, arci-
Giovanni de Ludovisiis conte di diacono e canonico di tal chiesa,
Arinonte fu senatore di Roma nel protonotario apostolico, referenda-
14^3, e confermò gli statuti dell'ar- rio delle due segnature, poi udi-
te della lana. Il Galletti nella sua tore di rota: morì in Milano nel
Capena p. 96, riporta una senten- i47^, lasciando eredi i Magnani
za di Pietro Aristotile di Bologna suoi nipoti che divisero l'eredità
collaterale nelCampidoglio di Gio- col nominato Beltrando. L' Orlan-
vanni de Ludovisiis milite bologne- di nelle Notizie degli scrittori ho*
se, conte di Arimonte e senatore lognesi p. 194, aggiunge che come
di Roma, de' i5 maggio i4 7-4> uditore di rota lasciò per le stam-
sopra una lite tra Francesco Or- pe varie decisioni. 1 447 Beltrando
sini signore del castellodi Fiano, fu degli anziani, si sposò con Ca-
e la sua zia Rita de'Sanguigni. A- terina Cospi, indi si fece canonico
vendo rìpatrialo, nel i43i Euge- regolare con Lodovico suo figlio.
nio IV lo fece de* XXI consiglieri i46r Bonaventura fu anziano.
per un anno, nel 1 434 fa de'dieci 1462 fr. Lodovico cavaliere gau-
di Balia, nel i436 alloggiò in ca- dente, anziano, abbate di s. Maria
sa sua il cardinal Prospero Colon- Castiglione di Parma, in seguito
na, nel i43 9 fu fatto de' XVI ri- fumarito di Francesca Magnani.
formatori della città, e parimenti i5o2 Antonio fu anziano. i5o6
nel i44° d a Nicolò Piccinino ven- Girolamo di Beltrando fu senatore
ne eletto de' CXX. 11 senato nel de'XL fatto da Giulio II, indi nel
i444 l'inviò ambasciatore in Fer- i5o7 col fratello Francesco venne
rara a presentare due bacili con deputato soprastante in rivedere i

boccali d'argento alla figlia del re conti Ben ti voglio, e nell'anno


de'
di Napoli, sposa del marchese Leo- seguente andò ambasciatore al Pa-
nello d' Este. Giovanni fu pure po- pa ritornati i Bentivoglio, venne
:

destà di Siena, marito di Lippa deposto dal grado senatorio ed uc-


Mezzavacca , indi di Margherita ciso. i5o8 Nicolò di Girolamo ,
Bianchetti: divenuto vecchio adot- nel i5i4 Leone X Io fece sena-
tò per figlio Beltrando di Lodovi- tore e conte della Samoggia : era
co Monterenzi e di Lisa sua ni- marito di Dialta Lambertini, fami-
pote, la quale era figlia di Andrea glia che nel 174° diede al Vati-
Lodovisi suo fratello, giacche il cano un Benedetto XIV, e con-
proprio figlio Nicolò cavaliere pre- trollatole della camera di Bologna.
morì a lui. i43 1 Girolamo cava- Essendo seuatore venne spedito
,

LCD LUD 107


ambasciatore de' bolognesi ad in- d'Ippolito fu degli anziani. Conte
contrare Clemente VII e poi Car- Lodovico di Pompeo fu cavaliere
lo V, e nella loro cavalcata solen- di s. Paolo, da Alfonso II duca di
ne dopo la coronazione che fece Ferrara fatto cittadino ferrarese,
il Papa del secondo, cavalcò tra i morì in Siena. i5c)o Conte Giro-
XL senatori : nel suo palazzo al- lamo dì Pompeo, fu senatore dei
loggiò il duca d' Alvi del seguito X aggiunti da Sisto V, marito
e
imperiale. Il palazzo di sua fami- di Laura Bianca Angelelli, che poi
glia in Bologna, già degli Uguc- si sposò con Ettore Areosti altri :

cioni, con torre, fu poi acquistato chiamano Laura Bianca col nome
dai Tibertini, e passò in una del- di Camilla Bianchini, illustre fami-
le eredi Cappi. Fu rimodernato glia bolognese. Da questa e da
per bella architettura a spese dei Girolamo chiamato pure Pompeo
conti Tibertini, anzi non ha gua- nacque in Bologna nel i55>4 A-
ri restaurandosene la facciata, d'or- lessandro Ludovisi che fu il prin-
dine dell'attuale proprietaria Ma- cipale lustro e decoro di sua pro-
tilde Galazzi in Pianegiani, si scuo- sapia, per la potenza, onori e ric-

prì lo stemma gentilizio de' Ludo- chezze a cui pervenne. Dappoiché


visij e con caratteri gotici il nome fattii suoi studi in Roma ed in
del milite bolognese Giovanni dei Bologna, il suo concittadino Gre-
Ludovisi senatore di Roma. Altro gorio XIII Boncompagni lo nomi-
palazzo de' Ludovisi in Bologna fu nò primo giudice del tribunale di
già nello spazio di terreno che Campidoglio, dicendogli essere que-
ora è occupato nuova fab-
dalla sto il primario gradino per cui egli
brica delle scuole pie.Tanto si sarebbe asceso al soglio pontificio.
legge nella Cronaca di Gaetano Dopo avere percorso brillante car-
Giordani. riera nella prelatura, Paolo V nel
i524 Lodovico dì Girolamo 1612 lo fece arcivescovo
di sua
fu anziano, e col precedente fra- patria Bologna, 16 16 car-
e nel
tello creato conte della Samoggia dinale, rimettendogli in Pavia la
contea di cui li spogliò Clemente berretta cardinalizia per Antonio
VII nel i53tx; ebbe in moglie Bonfioli suo cameriere d'onore,
Bernardina figlia del senatore Sas- indi gli conferì l'abbazia di Ma-
soni. i54> Pompeo di Lodovico fu mona in Calabria, ed in sua mor-
fatto conte e cavaliere dal cardi- te fu eletto in successore a' 9 feb-
nal legato Guido Ascanio Sforza braio «621 col nome di Gregorio
nel i533, in nome di Paolo ili; XV per onorare la memoria di chi
fu anziano e marito di Camilla gli avea pronosticato sì sublime di»

Bianchini. 1 562 Conte Ippolito dì gnità. Il Gigli registrò nel suo Dia*
Nicolò, fu anziano e sposo di Eleo- rio, che a' 3 marzo giunsero in
1

nora Pucci ferrarese, la quale pas- Roma da Bologna il fratello del


sò in seconde nozze con Girolamo Papa, conte Orazio senatore bo-
Renghiera. Il conte Carlo Girola- lognese., colla moglie Lavinia di
mo di Nicolò fu marito di Pantasilea Fabio Albergati, e coi loro figli
Albergati che si sposò poi con Nicolò, Lodovico, ed una figlia da
Saulo Guidotti. i585 Conte Nicolo marito chiamata Ippolita, la quale
fu anziano. i58o, Conte Giovanni fu maritala a Gio. Giorgio Aldobran-
io8 LUD LUD
dini nipoteClemente Vili, e
di 1622 Cu visitalo da Gregorio XV,
principe di Bassano. L'Orlandi di- come dicemmo nel voi. XXVIII,
ce a p. 187, che abbiamo stam- p. i4o del Dizionario: il princi-
pata una lettera ufliciosa scritta da pato di Gallicano, cui era unito il
Ippolita a Gregorio XV in favo- ducato di Zagarolo, il cardinale lo
re della famiglia Vizani e di Co- donò in sua morte al fratello Ni-
stanzo Vizani commendatole de' ss. colò, e dipoi l' uno e l'altro l'ac-
Maurilio e Lazzaro. Ai 9 maggio quistarono i Pallavicino ed i Rospi-
Gregorio XV si recò con solenne gliosi. Inoltre Nicolò sposandosi
cavalcata a prendere possesso della con Isabella Gesualdi, nipote del
basilica lateranense, e dopo i con- cardinal Alfonso Gesualdo, morto
servatori di Roma cavalcarono il decano del sacro collegio nel i6o3,
conte Orazio suo fratello, e il figlio acquistò grandi ricchezze in Napo-
di questi Nicolò, dal Papa dichia- li, col principato di Venosa, del
rato suo nipote, ed il principe Gio. quale essa era erede. Indi Nicolò
Giorgio Aldobrandini egualmente contrasse un secondo matrimonio
dichiaralo suo nipote, come marito con Polissena Mendoza, per cui
d'Ippolita Ludovisi; indi seguiva- aggiunse alla sua casa il principa-
no a cavallo gli oratori ed amba- to di Piombino, di cui essa era le-
sciatori de' principi. Inoltre Grego- gittima erede, con quarantamila
rio XV fece generale di santa Chie- ducati di annua rendita, oltre l'i-
sa il fratello Orazio, che poi spe- sola d'Elba da lui comprata dal
dì nella Valtellina con un corpo re di Spagna Filippo IV, come
di milizie pontificie. Sino dai i5 narra l'Óttieri nella Storia delle
febbraio creò cardinale il nipote guerre d'Europa 649.
t. V, p.
Lodovico Ludovisi, la cui biogra- Quel re dichiarò Nicolò grande di
fia segue questo articolo, e ad esso Spagna, cavaliere del toson d'oro,
affidò meritamente tutto il governo e vigere d'Aragona e di Sardegna.
dei domi nii della santa Sede, ricol- Nicolò divenne poi anche principe
mandolo di cariche, di onori e di di Salerno. Il magnanimo Grego-
benefizi. Per riconoscenza a Gre- rio XV(Fedi), mori agli 8 luglio
gorio XI li elevò al cardinalato il 1623, dopo due anni e cinque
di lui pronipote Francesco Bonr mesi di lodevole pontificato, che
compagni, e per riguardo a Cle- descrivemmo alla sua biografìa. Il
mente Vili che lo avea promosso citato Orlandi, nelje Notizie degli
a diverse cariche, ed al matrimo- scrittori bolognesi, opera che nel
nio del principe Aldobrandini con 1714 dedicò al cardinale Giacomo
sua nipote, conferì egual dignità, Boncompagni, narra a p. 4^, che
ad Ippolito Aldobrandini. sono alle stampe varie decisioni
Nicolò Ludovisi fu innalzato dal- di Gregorio XV, fatte allorché era
lo zio alla dignità di generale di uditore di rota, sparse nei volumi
santa Chiesa. A' 7 giugno 1621 fu stampati in Colonia nel 1623 per
comprato il Fiano per
ducato di Giovanni Gimnico; varie costitu-
scudi duecento ventimila da Ora- zioni ecclesiastiche e lettere apo-
zio Ludovisi, ed il cardinale Lodo- stoliche, una de Con-
tra le quali
vico comprò il principato di Gal- cepitone B. M. V., e due de crea-
licano, che sul principia 4j ottobre tioiiibiis romanorum JPontificuni et
LUD LUD 109
Caesarum. Aggiunge ch'erano poi l'Amydenio: Sublato Gregorio XIII
nelle mani di molli le istruzioni quieti se, frugalitati, ex comparan-
e gli avvisi dati al nipote Lodo- dis divitiis totum dedit, quas prò-
vico, citati dall' Oldoino, fol. 5o. fec.to congessi t immensas, ac piane
Indi a pag. 207 dice che Maria regias. Villani aedificavit Tusculi
Maddalena Ludovisi, monaca pro- magnificami Pontijìcum mansione
fessa domenicana in s. Pietro mar- dignam, sumptuosiorem alirniam
tire di Bologna, fu autrice della in littore lacus , cui adjecit ma-
Raccolta di sacre delizie di s. Ma- gni pretii rura, et municipia. Di
ria Maddalena pentita, Bologna fatti nelle due antiche fontane del-
1639 pel Ferroni. Il cardinal Lo- la villa si leggeva, sedente Grego-
dovico Ludovisi in Roma eresse la rio XIII, e in alcuni pavimenti del
celebre villa Ludovisi, della quale palazzo si collocarono le armi del
parleremo all'articolo Ville di Pio- cardinale, il quale era tanto pauro-
ma, che è una delle più magni- so dei tuoni, che si nascondeva
fiche e sontuose della città, sia ne' sotterranei ogni volta che face-
per ampiezza ed amenità, sia pei va temporale, come narra lo stesso
suoi palazzi ricchi distupende sta- Amydenio. Dopo la sua morte ac-
tue e famosi dipinti, che per altri quistò la villa il cardinal Lodovi-
singolari pregi. Essa occupa parte co Ludovisi, che siccome l'abbellì
dell'area de'celebri orti di Sallu- ed ingrandì in modo di andar del
stio, e fu onorata dalla presenza pari colle Aldobrandina e
ville
di molti Pontefici, e Gregorio XVI Borghese, da alcuni chiamato
fu
vi si recava di frequente nella sta- fondatore della medesima, anche
gione estiva. Al presente viene pu- perchè nelle volte del palazzo vi

re frequentata dal regnante Pa- furono dipinti i suoi stemmi. La


pa Pio IX. La villa dal cardinal villa passò poi in dominio del du-
fondatore fu donata al suo fratel- ca Gio. Angelo Altemps, e nel
lo Nicolò, e tuttora la possiede la principio dello scorso secolo ne di-
sua nobilissima discendenza. E qui venne padrona la casa Conti, per
noteremo, che i Ludovisi nel pon- compra fattane da Lucrezia Colon-
tificato di Gregorio XV edificaro- na, moglie del duca Gio. Lotario
no in Frascati una villa, frequen- Conti, ed nuovi proprietari vi
i

tata da quel Papa, che passò poi ai fecero la gran caduta d'acqua, la
Conti, ed ora è del duca di Brac- gradinata, le fontane laterali e la
ciano d. Marino Torlonia, ciò che peschiera. L'attuale signore poi del-
meglio dicemmo nel voi. XXVII, la villa, tolte le aquile de' Conti,
p. i56 del Dizionario ove a pag. , vi ha sostituito il proprio stemma.
i5»4 parlammo ancora della villa Quanto alla Sora o Boncom-
villa
Soia e Boncompagni di Frascati. pagno, nel nominato mss. ho letto
Qui però aggiungeremo sulle ville che ivi il celebre Annibal Caro tra-
Ludovisi e Boncompagni alcune dusse l'Eneide di Virgilio in tem-
altre erudizioni. Ho letto di recen- po di villeggiatura. Certo è che il
te in un mss. che la villa Ludo- Caro si formò una villetta nel Tu-
visi, poi Conti, ora Torlonia, fu sculano, che chiamavasi Caravilla,
costruita dal cardinal Tolomeo Gal- ove fece gran parte di detta tra-
li di Como, di cui lasciò scritto duzione in versi sciolti, per dimo-
no LUD LUI)
strare che la lingua italiana avea glio pontificio, e generale della ma-
tutte le qualità poetiche che po- rina e galere pontificie. Nel 164^
tevano renderla atta all'epopea, e Innocenzo X creò cardinale Nicolò
riuscì uno de' capolavori dell'italia- AllxMgati-Ludovisi bolognese, pa-
na (avella. Inoltre il cardinale Lu- rente di Gregorio e cugino XV
dovisi fabbricò in Roma il sontuo- del cardinal Lodovico Ludovisi, che
so e magnifico tempio in onore di lo chiamò in Koma e gli diede
s. Ignazio, che descrivemmo nel il cognome e lo slemma
Lu- de'
voi. XIV, p. 19Ì e seg. del Di- dovisi, indi morì decano del sacro
zionario, ed ove eresse al Pon- collegio.Va osservato che allorché
tefice zio un grandioso e nobile erano prelati Alessandro Ludovisi
monumento sepolcrale; il fratello e Giambattista Pamphilj, poi Gre-
Nicolò eresse la facciata, e compì gorio XV ed Innocenzo X, furono
la fabbrica della chiesa, la cui de- amici intrinseci. Narra il diarista
finitiva I' ebbe
ultimazioneperò nel Gigli che nel i653 Innocenzo X
i685. Combinazione ammirabile diede al principe Nicolò Ludovisio
della provvidenza, che fece prima una cedola di centomila scudi,
edificare da Gregorio XIII il con- perchè quando egli sposò la nipote
tiguo superbo edilìzio del collegio non ebbe dote alcuna. Con questi
romano, e poi la chiesa dal nipote denari egli comprò un palazzo a
di Gregorio XV, le cui famiglie, co- Monte Ci torio, dietro la chiesa di
me andiamo a dire, doveano tras- s. Biagio, e cominciò a fabbricare,
fondersi in una. La chiesa è affi- con incorporarvi le case contigue,
data come dalla sua erezione ai ed anche l'abitazione ed il giar-
benemeriti gesuiti, conservandone dino che apparteneva a detta chie-
il patronato la nobile famiglia Bon- sa, dove stavano i chierici regolari
compagni-Ludovisi, che vi ha la somaschi, i quali perciò si parti-
sepoltura gentilizia; nelle feste so- rono, e andarono a stare tra gli
lenni si espongono due nobilissime altri della medesima congregazione
e ricche coltri o portiere o dos- al collegio dementino in piazza
selli collo stemma de'Lu- gentilizio Tale magnifico palazzo lo
Nicosia.
dovisi, il quale è pure sopra l'ar- comprò dai Ludovisi Innocenzo
chitrave della porta maggiore nel- XII per collocarvi la curia roma-
la facciata delia chiesa. na, compiendone
l'edifizio: di que-

A Gregorio XV successero Ur- sto tenne proposito nel voi. XIX,


si

bano Vili, e nel 1 644 Innocenzo p. 43 e seg. del Dizionario. Aven-


X Pamphilj. Rimasto il principe do divisato Innocenzo X innalzare
Nicolò Ludo visi vedovo, si maritò in piazza Navona quella mirabile
in terze nozze con d. Costanza Ca- fonte ed obelisco che ammiriamo,
milla Pamphilj nipote del Papa, ne ordinò il disegno a diversi ar-
perchè figlia di suo fratello, e di chitetti meno al celebre Bernini.
d. Olimpia Maidalchini. Sebbene Ma questi godendo giustamente il

all'articolo Innocenzo X (Fedi), favore del principe Nicolò, ed a-


abbiamo detto quanto riguarda vendo fatto il modello che poi ese-
Nicolò, e quanto fece il Pontefice guì, il principe lo fece collocare
per lui, qui rammenteremo che lo in una camera del palazzo Pam-
dichiarò principe assistente al so- philj in detta piazza, ed allorché
1

LUD LUD in
il Papa vi si ne re-
recò il vide, Boncompagni -Ludovisi, a condizio-
stò sorpreso, conobbe ch'era una ne di prendere il nome e le ar-
destrezza del principe, e ne ordinò mi degli Ottoboni (Fedi). In tal
la pronta esecuzione. Il principe modo Gaetano pei suoi due figli

Nicolò mori nel i665 e lasciò due Antonio e Pietro Gregorio fu io


figli; Giambattista Ludovisi nato a mezzo del primo de' Bon-
stipite,

dalla Pampini j, grande di Spagna compagni- Ludovisi principi di Piom-


e cavaliere del toson d'oro, ed bino, e a mezzo del secondo dei
Ippolita Ludovisi, che restò erede Boncompagni - Ludovisi - Ottoboni
del cognome, delle ricchezze e del- duchi di Fiano. Gaetano morì ai
le signorie dei Ludovisi, per essere 24 marzo 1777.
morto il fratello Giambattista sen- Da Antonio nacque il principe
za figli ebbe per moglie la
: egli d. Luigi Maria e d. Giuseppe; il

figlia del marchese d'Airona, e fu primo ebbe quella illustre discen-


ancora generale delle galere di Sar- denza che riportammo all'articolo
degna, e viceré delle Indie pel re Boncompagni {Vedi): decorato del-
di Spagna, non che senatore di l'ordine di Gennaro, gran croce
s.

Bologna. Ippolita sino dal 1 63 di quello di S.Leopoldo d'Austria,


erasi sposata con d. Gregorio Bon- e grande di Spagna di prima clas-
compagni pronipote di Gregorio se, morì d. Luigi Maria principe
XI li, che aggiunse al suo stemma di Piombino in Roma a' 9 maggio
e cognome quello de' Ludovisi, in 1841, con sentimenti di profonda
un a quanto possedevano. Gregorio pietà cristiana, come si legge nel
morì nel 1707 senza eredi maschi, numero 38 del Diario di Roma.
lasciando la sola figlia d. Maria, Lasciò quella nobile fìgliuolanza
che con dispensa pontifìcia sposò indicata al citato articolo, fra cui
lo zio Antonio Boncompagni fra- il primogenito d. Antonio prin-
tello del defunto, ed in tal modo cipe di Piombino, grande di Spa-
le due eredità Ludovisi-Boncom- gna di prima classe, gentiluomo di
pagni restarono unite. Da questo camera del re delle due Sicilie,
matrimonio nacque Gaetano Bon- gran croce dell'ordine di s. Gre-
compagni-Ludovisi, che sposatosi gorio Magno per benignità del suo
con d. Laura Chigi pronipote di istitutore Papa Gregorio XVI; ed
Alessandro VII, ebbe tra gli altri il secondogenito, quinto in ordi-
figli d. Antonio, e nel 1710 Pie- ne di nascita, d. Baldassarre dei
tro Gregorio. Siccome d. Giulia principi di Piombino,
che benefi-
Boncompagni figlia del duca di cò. Nel numero 53 del Diario di
Sora d. Gregorio e di d. Ippolita Roma i845» si riferisce l'elogio del-
Ludovisi principessa di Piombino la virtù del defunto d. Luigi Bon-
avea sposato d. Marco Ottoboni pro- compagni - Ludovisi principe di
nipote di Alessandro Vili e duca Piombino, « di quella virtù che ser-
di Fiano per averne acquistato il ve d'asilo alla sventura; che non
feudo dai Ludovisi, alla di Jui ha mestieri d' incitamenti a pro-
morte restò nel 1725 superstite movere, o di preghiere a ripetere
d. Maria Francesca Ottoboni ere- il beneficio; e che infine non pre-
de di Fiano, la quale nel 1732 tende il borioso compenso dell'al-
sposò il detto Pietro Gregorio trui avvilimento ". Nel numero io
ii2 LUD LUD
poi delle Notizie del giorno del di Gregorio XVI nel museo Late-
1846 lì legge, che agli <S marzo ranense da lui fondato.
passò agli eterni riposi con tutti Prima la famiglia Ludovisi pos-
i conforti della religione la prin- sedeva i seguenti beni e feudi. Nel-
cipessa d. Maria Maddalena Bon- la provincia del Principato Ultra ,
compagni-Ludovisi, nata Odescal- regno di Napoli, le terre di Tau-
chi, e vedova del defunto principe rasi, Fontana Rosa, Cossano, Ge-
sullodato: la perdita di questa dama sualdo, Calitro, Cairano, Patierno,
è stata compianta per le sue cristia- Tegera, il feudo di Castiglione, la
ne virtù, benignità, pie e carita- città di Frigento, Castel Vetere, e
tevoli largizioni. La di lei biogra- Monte Fuscolo con diversi casali.

fìa viene riportata nell' Album dei Nella provincia del Principato Citra,
18 aprile 1846. Quanto al prin- la città di Gonza, con otto terre. Nel-
cipe d. Antonio, aggiungiamo alla la provincia di Basilicata, la città
fìgliuolanza notata all'articolo Bon- di Venosa col casale Maschito. 11

onrPAGNi, d. Giulia, d. Livio e d. principato di Salerno concesso da


Ignazio. Egli risiede nel suo palaz- Filippo IV li i3 novembre 1649,
zo Piombino, posto nella via dei del quale pare non abbia preso pos-
Corso rimpetto alla piazza Colon- sesso, per le opposizioni del re di
na. In origine appartenne ai Giu- Polonia. Degli altri principati del-
stini, quindi ai Veralli, poi agli Spa- lo stato pontificio ne parlammo
da, dai quali l'acquistò il principe più sopra , ed in esso possedeva
Luigi. Questi lo fece ristorare fa- anche la Colonna. L'attuale prin-
cendovi rinnovare la facciata con cipe di Piombino, de'beni una vol-
due portoni laterali, ornati di co- ta spettanti alla famiglia Ludovisi,
lonne di cipollino, che sostengono al presente gode la sola villa, alla
loggie. Sulla medesima via del Corso quale però nel 1825 fu aggiunta
il principe d. Luigi acquistò altro pa- la villa Belloni acquistata dal mar-
lazzo, incontro la chiesa di s. Mar- chese Cavalletti. 11 defunto princi-
cello, già edificato dai de Carolis pe d. Luigi, nel 18 14 da d. Agapi-
con disegno di Alessandro Specchi, to Grillo duca di Mondragone, per
poscia proprietà successivamente dei sessantacinquemila scudi acquistò il

gesuiti, dei Simonetti, e di mons. ducato di Monterotondo, onorato


Aguirre, ed anch'esso restaurato nell'ottobre i845 dalla presenza di
dal Esso inoltre
lodato principe. Gregorio XVI ; acquistò pure nel
comprò il palazzo Poli a Fontana 18 18 dal principe d. Francesco Ku*
di Trevi, ed egualmente lo miglio- spoli la signoria di Riano per cento-
rò ; ne parlammo al voi. XVII, ventimila scudi. Nell'agro romano
p. 81 del Dizionario. Al voi. XXIV, possiede diverse tenute, come ha
p. 25 1 si disse del palazzo Sora magnifico palazzo e possessioni in
del nipote di Gregorio XIII, forse Bologna, e possessioni in diversi
opera del Bramante, ora proprietà luoghi dello slato ed in Roma,
della camera apostolica, che nel non che palazzi e case. Presso
fiulo restaurare si rinvenne nei Frascati vi è la villa ed orti Sora,
fondamenti due bellissimi pavimen- e molti beni e possessioni sono pu-
ti di musaico, ed il migliore ven- re in Teramo e Brittoli negli A-
ne levato e trasportato per ordine bruzzi* Il principe d. Baldassarre
LUD LUD ì i3
secondogenito possiede la tenuta Venne arricchito di molte pingui
Pallavicina verso Zagarolo, Fiora- abbazie, e tra le altre quella di
no, Fioranello, eCornacchiola ver- s. Lorenzo in Campo Urbino, e di
so Albano, non che la Giustiniana quella di s. Silvestro in Nonantolaj
passato Ponte Molle, luogo onora- la cui diocesi fece diverse volte
to da Pio VII nel 18 1 4 pel suo visitare pe' suoi vicari, avendo pro-
solenne ingresso in Roma, come curato coll'autorità dello zio Pon-
dicemmo all'articolo Ingressi. tefice di ricuperare i perduti dirit-
LUDOVISI Alessandro, Cardi- ti dell'abbazia, senza
nale. V. Gregorio XV Papa» ne l'intento. Gli fu pure conferita
LUDOVISI Lodovico, Cardinale. l'abbazia di san Martino de' Cam-
Lodovico Ludovisi nobile bologne- pi ; laonde con tante rendile po-
se nacque da Orazio e da Lavinia tè fare quanto dicemmo all'ar-
Albergati, accoppiò all' elevatezza ticolo Ludovisi Famiglia, e fabbri-
dei natali bontà di costumi ed care in Roma la chiesa magni-
acutezza tale d'ingegno, che pote- fica di s. Ignazio, la superba villa

va stare del pari con qualsivoglia che rincora porta suo nome, ed
il

persona del suo tempo. Compito il Collegio Irlandese (Fedi), che


con incredibile celerità il corso degli dotò di rendite. Nel breve pon-
studi nella università di Bologna, tificato dello zio tutta la mole del
atteso il bello e pronto talento di governo poggiava sopra di lui j

cui era fornito, atto ad ogni vir- ch'era di naturale attivo e inde*
tù o grande affare ,
prese la lau- fesso, d'animo grande e magnifi-
rea dottorale. Appena lo zio Gre- co, di cuore benigno e generoso,
gorio XV fu innalzato al pontifi- facile oltre ogni credere in amrnet-
cato, lo fece referendario delle due tere all' udienza chiunque ed in
segnature, e segretario del buon qualunque circostanza di tempo*
governo e della sacra consulta; ed siccome dotato d'una gentilezza che
essendo nell' età di ventisei anni, non conosceva limiti. Vacata per
il Papa a' i5 febbraio 1621 lo morte del cardinal Montalto nipo-
creò cardinale dell' ordine de'preti, te di Sisto V la carica di vice-can-
conferendogli per titolo quello che celliere, fu da con-
Gregorio XV
aveva portato nel cardinalato, cioè ferita al che rinunziò quel-
nipote,
la chiesa di s. Maria in Traspon- la di camerlengo. Durante il pon-
tina. Successivamente Io stesso Gre- liticato dello zio, Roma e lo sta-
gorio XV
gli affidò amministra- T to goderono pel cardinale l'abbon-
zione generale dello stato pontifi- danza, la tranquillità e la pace.
ciò, Io nominò suo successore al- Morto Gregorio intervenne al XV
l'arcivescovato di Bologna, dove ce- conclave iu cui fu eletto Urbano
lebrò il sinodo, e nel tempo stes- Vili, nel cui pontificato provando
so lo dichiarò camerlengo di s. or avversa, or prospera fortuna,
Chiesa, legato d'Avignone, segre- tutto si diede al governo della sua
tario de'brevi, e protettore di Sa- chiesa di Bologna. Tormentato dal-
voia e dell' Ibernia, non che dello la podagra, avendo stabilito inde-
stato di Fermo, dell'ordine dei ss. bolirla con un' ostinata dieta, ne
Maurizio e Lazzaro, e segretario rimase talmente estenuato e rifini-
della congregazione del s. offizio. to, che con universale cordoglio
VOL. XL. 8
tf4 LUD LUG
morì in Bologna ai 18 novembre nes, et taxa fori ecclesiastici et ,

i632, nella robusta età di tren- curine arcìiicp. Bonon. 1629. In-
taselte anni. Trasferito il suo ca- sti tuzioni ai curati della ciltà e
da vere in Roma, ebbe sepoltura diocesi per le necessità correnti
nel sontuoso tempio di s. Ignazio, nel contagio di Bologna, if)3o.
nella cui fabbrica impiegò duecen- Sermoni, e panegirico in lode di s.
tomila scudi, venendo tumulato a Ignazio^ siccome amatore de'gcsuili
piedi del mausoleo da lui innalza- suoi figli. Inoltre lasciò vari volu-
lo allo zio, in un'urna di porfido mi mss. di lettere sopra materie
rosso, in cui leggesi il suo nome, di politica e negozi, alcune delle
e si vede espressa in bianco mar- quali furono stampale da Michele
mo la di lui effigie, sostenuta da Giustiniani nelle Lettere memora-
due geni di eccellente scalpello. Fu bili.

il cardinale fornito di sublimi ed LUDOVISI ALBERGATI Ni-


eccellenti virtù, casto, liberale, be- colò, Cardinale. V. Albergati Ni-
nigno , magnanimo ed indefesso colò , Cardinale.
nelle fatiche. Profuso co'poveri, di- LUGLIO, ordine equestre. Dopo
stribuiva loro ogn'anno 32, 800 scu- la rivoluzione operata in Parigi
di, e fu ancora generoso e pro- nel i83o ai 27, 28 e 29 luglio,
tettore co'letterati , molti de* quali fu innalzato al trono di Francia
gli dedicarono le loro opere. Felice (l'edi) il regnante re dei francesi
fu Gregorio XV nell' avere avuto Luigi Filippo I. In memoria del-
simile incomparabile nipote. Da l'avvenimento , e per compensare
Enrico Cbiff'elio si ha : Panegyri- coloro che cooperarono al nuovo
cum de laudibus Ludovici card. ordine di cose, il medesimo re ai
Ludovisii, Romae 1628. Sono par- i3 dicembre i83o istituì l'ordine
to del suo zelo pastorale le opere de' cavalieri della croce di luglio.
seguenti, registrate dall'Orlandi, De- Per decorazione ed insegna stabilì
gli scrittori bolognesi p. 194. Rac- una stella smaltata di bianco in- ,

colta di alcune cose stabilite nel cassata in argento con tre raggi,
primo smorzo, Bologna 1623 e 1624. leggendosi nello scudo: 27, 28,
Altri ordini del sinodo diocesano , 29 juillel i83o, e l'epigrafe: Don-
celebrato a' 3o maggio 1624- Co- ne par le roi des Francais. Dal-
stituzioni per le monache che pro- l' altro lato dello scudo avvi il

fessano la regola di s. Agost\no ì motto: Patrie et liberté. La stella


Bologna 1621. Apparato funebre pende da un nastro di seta bleu.
per V anniversario di Papa Grego- Al medesimo scopo il re Luigi
rio XV
\ celebrato in Bologna ai Filippo I fece coniare una meda-
24 luglio 1624. Ragionamenti spi- glia, ove in una parte sono im-
rituali fatti in diverse occasioni pressi i detti tre giorni ed il mot-
nella città di Bologna, raccolti e to : Patrie et liberté. Nel rovescio
pubblicati da
Matteo Sagaci can. è la leggenda: A ses defenseurs
di s. Petronio, Bologna 62 5. Regole 1 la patrie reconnaissante. Questa me-
pel buon governo della compagnia daglia ancora ha il nastro di seta
del ss. Sagrameli to sì della metro- bleu.
politana, come della città e diocesi LUGO (Lucen). Città con re-
di Bologua, ivi 1628. Constilulio- sidenza vescovile nella Spagna in
LUG LUG n5
Galizia, capoluogo della provincia torà sufFraganea. Il primo de've-
dello stesso nome , distante 96 scovi di Lugo fu Agapito discepo-
leghe da Madrid. Sta sopra un lo di s. Giacomo apostolo. I suoi
piano elevato, in clima freddo, pres- successori continuarono regolarmen-
so la riva sinistra del Minho, su te fino a' nostri giorni, e fra essi
cui evvi^ un antico ponte di sette furonvi molti prelati distinti per
archi. E cinta da una vecchia la loro dottrina e per la saviez-
muraglia in buonissimo stato, fian- za con cui governarono le loro
cheggiata da torri e il di cui peri- diocesi anche in tempi difficilissimi.
metro è di quasi una lega. L' in- Gli ultimi vescovi furono: Filippo
terno vedesi assai bene fabbricato, Pelaez Caunedo della diocesi di
ma alquanto triste; le strade sono Oviedo, fatto vescovo nel 1786
però belle e ben lastricate. La da Pio VI. Giuseppe Antonio de
cattedrale è un mouumento goti- Azpeitia Saenz de s. Maria della
co rimarchevole ; vi si dislingue diocesi di Calahorra, fatto vescovo
pure il palazzo comunale, con u- nel 18 14 a* 3 Pio VII. Ippolito An-
na maestosa facciata, e le caserme tonio Sanchez Rangel de Fayas-y-
degl'invalidi. Due chiese parrocchia- Quiros, de' minori osservanti , del
li sono di bella architettura ; vi so- priorato di s. Giacomo di Spata
no alcuni stabilimenti, un ospizio nùiihts, traslato dal vescovato di
per gli esposti , ed il palazzo ve- Maynas da Leone XII nel conci-
scovile, antico edifizio. Nei dintorni storo de'2i marzo i8i5. La cat-
si trovano bagni di acqua minera- tedrale, solido edifizio, è dedicata a
le termale assai frequentati l'uno : Dio sotto T invocazione di s. Frol-
di essi è opera degli antichi ro- lano vescovo di Leone in Ispagna,
mani, ma assai degradato. Lugo, propagatore della vita monastica,
Lucus Angus/i j Turrìs Augusti ,
delizia dei poveri, il cui nome è
A rete SexiJanae, fu fondata dai ro- registrato nel martirologio romano
mani in onore di Augusto, ed an- a'5 ottobre. In essa si venera un
ticamente fu assai più considerevo- suo braccio, ed ha contiguo il va-
le d'oggidì e fu capoluogo di un sto ed ornato palazzo vescovile. Il

conventus. Il re d. Alfonso I la capitolo si compone di sei dignità,


tolse ai mori nel 742. I francesi la prima delle quali è il decano,
se ne impadronirono nel 1809, e di dodici canonici , comprese le
la considerarono come un punto prebende del teologo e del peni-
militare importantissimo. tenziere, e di porzionari e cap-
La sede vescovile fu eretta nei pellani addetti al servigio divino.
primi secoli della Chiesa, quindi gli Nella città vi sono due chiese par-
svevi avendo fatto della città la rocchiali col sacro fonte, due mo-
capitale de'loro stati, nell'anno 563 nasteri di monache, tre conventi
la fecero erigere in metropoli, con di religiosi, il seminario con alun-
un dismembramento della provin- ni, due ospedali e diverse confra-
cia di Braga; ma questa dignità ternite. La diocesi è vasta, contenen-
metropoliticaterminò col loro re- te più. di mille parrocchie. Ogni nuo-
gno 666, onde ritornò ad es*
nel vo vescovo è tassato ne'libri della ca-
sere sede vescovile, sotto la metro- mera in fiorini mille, ascendendo
poli di Compostella di cui è tut- , le rendite a quindicimila ducati.
,

u6 LUI LUI
Concilii di Lugo. A* 27 maggio 1234, pei consigli
della madre, impalmò la principes-
primo tenuto nel r)Gt),
11 fu sa Margherita figlia primogenita
per la divisione delle diocesi di del Provenza
conte unione
di :

Spagna. Regia t. XII ; Labbé t. V; che Iddio benedisse con una felice
Arduino t. III. fecondità. Frattantoil giovane mo-
secondo nel 572, in cui s.
11 narca, essendo negli anni venti di
Martino vescovo di Braga mandò età, prese in mano le redini del
ottantaquattro canoni o capitoli, governo; ma
avea tale rispetto ver-
che avea estratti dai concilii della so la madre sua , che non facea
Chiesa latina. Regia t. XII; Labbe cosa alcuna senza prendere consi-
tom. V. glio da lei. Siccome Luigi VIII
Alcuni autori mettono un ter- avea ordinato nel suo testamento
zo concilio tenuto iu Lugo , verso che il prezzo delle sue gioie fosse
l'anno 610. impiegato nel fondare un mona-
LUIGI IX (s.), re di Francia. stero , il figlio ne eseguì fedel-
Figlio primogenito di Luigi Vili mente la volontà, facendo edifica-
e di Bianca figlia di Alfonso IX re re la abbazia di Royau-
celebre
di Castiglia, nacque nel castello di mont, che divenne poscia per lui
Poissyil 1 5 aprile I2i5. Sua madre un luogo di ritiro, dove si recava
Bianca principessa di rara virtù, di quando in quando a gustare le
prese la cura di vegliare alla di delizie della solitudine, occupandosi
lui educazione, e gl'inspirò fin dal- santamente del suo Dio, ed imploran-
la culla grande rispetto alle cose do il possente aiuto di lui col di-
sante, vivi sentimenti di pietà, e giuno, coll'oraziòne e colla peniten-
straordinario amore alla castità. za. Diversi altri conveuti, vari ospe-
Il giovane principe fece rapidi pro- dali, e un gran numero di chiese il

gressi nelle scienze, ed in età di piomonarca fece innalzare. Oltre le


dodici anni succedette a suo padre, immense lirnosine ch'egli profondeva
sotto la tutela della regina madre, dappertutto, faceva dar da man-
la quale dopo essersi dichiarata giare ogni dì nel suo palazzo a
reggente del ed aver fat- regno, centoventi e talvolta a duecento
to prestare il giuramento di fedel- poveri, e non di rado li serviva
tà al re suo figlio, occupossi a dis- a mensa egli stesso. La sua libera-
perdere la lega che i conti di lità si estendeva eziandio ai cristia-
Bretagna, di Sciampagna e della ni della Palestina , e in generale
Marca e molti altri signori aveano a tutti quelli di oriente. Baldo-
formata contro lo stato. Alle belle vino II imperatore di Costantino-
doti che formano grandi re, accop- i poligli offerse nel 1239 la sacra
piavansi in Luigi IX le più amabili Corona di Spine (Fedi) che s.

prerogative : egli possedette in gra- Luigi IX ricuperò dai veneziani,


do eminente tutto ciò che può ren- mediante lo sborso di una somma
dere un principe caro al suo po- considerabile che i medesimi avea-
polo , tuttociò che può meritargli no prestata all'imperatore; locchè
un onorevole posto fra gli eroi parimenti si dice delia punta della

tutto ciò che può consecrare la sua Lancia (Fedi) che ferì il costato
memoria nei fasti della religione. del Redentore, mentre la lancia fu
LUI LUI 117
poi da Baiazette II regalata ad guenza delle fatiche nell' ultima
Innocenzo Vili. La sacra reliquia fu guerra da lui sostenute come l'in-

ti asportata a Parigi con magnifica fimo dei soldati, e adempiendo nel-


pompa, e riposta nella cappella del lo stesso tempo a tutti i doveri
palazzo reale. Ricevute da Costanti- di un generale, che tutto ordina-
nopoli nel molte altre reli-
ii/\ l va ed a tutto sorvegliava. Era co-
quie, fra cui un gran pezzo della sa meravigliosa il vederlo unire ai-
vera croce, per collocarle onorevol- le militari funzioni gli esercizi di
mente fece il re fabbricare nel suo una piti che austera religione, por-
palazzo una nuova sontuosa cap- tare il cilicio, digiunare rigorosa-
pella, conosciuta in appresso sotto mente, far lunghe e frequenti pré-
il nome di Santa Cappella j quivi ghiere, e praticare altre mortifi-
attendeva ordinariamente agli
egli cazioni atte ad abbattere la più,

esercizi di pietà, passandovi talvol- vigorosa salute . Egli però risa-


ta le intiere notti in orazione, nò , ed allora fece voto di recar-
Ma il tempo che il santo re da- si in Terrasanta. La gioia prova-
va alla preghiera non lo distoglie- ta due
dalle regine pel suo rista-
va dall' adempimento dei propri bili mento in salute, fu quasi del
doveri. Egli non dimenticò mai tutto spenta da siffatta risoluzione,
nessuna cosa che appartenesse al Durante gli apparecchi per questa
governo; e la sua assiduità nel ren- spedizione, il santo re procurò in-
dere ragione, nel conservare le vec- vano di pacificare le acerbe conte-
chie leggi e nel farne di nuove, se tra il Papa Innocenzo IV che
mostra com'egli era degno del tro- si era ritirato a Lione, e T impe-
no. Fece delle leggi severissime ratore Federico II. Finalmente es-
contro gli bestemmia-
usurai ed i sendo tutto apparecchiato per la
tori, ed obbligòa resti- i giudei partenza, andò ad implorare il pa-

tuire i denari che aveano estorto trocinio dei santi martiri a s. Dio*
con usure inique, e non trovando- nigi, prendervi 1' oriflamma,
e a
sicoloro cui doveansi restituire, si ch'era lo stendardo che si facevano
impiegassero in opere buone. Nel portare dinanzi nella guerra i re
1242 marciò contro il conte della francesi. Imbarcossi il 25 agosto
Marca e contro Enrico III re di 1248 colla regina Margherita sua
Inghilterra che aveano stretto fra moglie e co' suoi fratelli conti di
loro alleanza contro di lui. Ei li Artois e d' Anjou. Prese Damiata
sconfisse nella battaglia di Taille- nel 1249, e fece prodigi di valore
bourg il 20 luglio , ed inseguilli alla battaglia di Massora nel i25o;
fino a Saintes, ove quattro giorni sennonché la mancanza di viveri e
dopo riportò sopra di essi un' al- le malattie contagiose avendo poscia
tra grande vittoria. Accordò in se- estremamente indebolito l'esercito
guito la pace al conte della Mar- francese, sofferse una terribile scon-
ca, e fece una tregua di cinque fìtta, ed il re gravemente malato fu
anni col re d'Inghilterra. S. Luigi fatto prigioniero co'suoi due fratelli
cadde pericolosamente ammalato due Alfonso e Carlo, e molti altri si-
anni dopo, cioè il io dicembre gnori. Luigi IX seppe anche pri-
1244» in modo che venne perfino gioniero serbare il contegno di re
creduto morto. Ciò fu una couse- e di cristiano, e trovar tutto in
Il* LUI LI I

Dio solo : sempre padrone di il dolore di perdere il suo tìglio

sé stesso, paziente incomparabile, primogenito Luigi, in età di dodi-


fermo senza fierezza, ricusò tutto ci anni, principe di esimia virtù, e
quello che credette contrario al che dava di sé le più belle spe-
suo onore ed alla sua coscienza. ranze. Finalmente il santo re, do-
Finalmente fu conchiusa una tre- po aver indefessamente faticato per
gua per dieci anni , mediante la la felicità del suo popolo, rivolse
restituzione di Damiata e la som- di nuovo i suoi sguardi sopra i

ma di ottocentomila bisanti d'oro cristiani della Palestina, minacciati


per la liberazione dei prigionieri. della totale loro distruzione dal
S imbarcarono tutti a Damiata, in- feroce Bondocdar capo dei mam-
sieme alla regina Margherita, che malucchi. Convocati a Parigi i grandi
ivi era rimasta, e giunsero felice- signori del suo regno, ai 2 5 mar-
mente a s. Giovanni d'Acri. Mal- zo 1267, li aringo con quella
del
grado le istanze della regina Bian- dolce e maestosa eloquenza a lui
ca che lo sollecitava a ritornare sì naturale , esponendo il misera-
in Francia, Luigi IX passò in Pa- bile stato cui erano ridotti cri- i

lestina, dove dimorò ancora per stiani della Palestina, ed infiammò


quattro anni. Prese Tiro e Cesarea gli animi per siffatta guisa, che e-
nel i25i, poscia diedesi a fortifi- ziandio che erano contrari
quelli
care le piazze dei cristiani, e recos- alle crociate, non poterono trala-
si a visitare i luoghi santi. Frat- sciar di seguire il suo esempio e
tanto la morte della regina madre, presero la croce, ciò che pur fece-
che avvenne il i.° dicembre 1252, ro i suoi tre figli, Filippo erede
e i diversi affari del suo regno lo presuntivo della corona, Giovai^
richiamarono in Francia. Il 5 set- ni Tristano conte di Nevers e
tembre del ia54 giunse a Vincen- Pietro conte d' Alencon, non che
nes, e qualche giornodopo fece il Alfonso suo fratello. Gli stranieri
suo ingresso in Parigi fra le accla- mostrarono la stessa premura ; mol-
mazioni del suo popolo; quindi ti principi si crociarono per andar
applicossi a far fiorire la giustizia a combattere sotto gli ordini d'un
e la religioue nel suo regno, e per monarca che formava 1' amore e
meglio conoscere i bisogni de' suoi l'ammirazione di tutta 1' Europa.
sudditi volle scorrerne le diverse Il santo re prima della partenza
provincie. Rinnovò per tre anni fece il suo testamento; provvide al-
la tregua coli' Inghilterra, e dipoi lo stalo dei quattro figli maschi che
volle stringere 1' unione dei due gli rimanevano, assegnò le doti al-
stati con una solida pace. Egli ce- le figlie che non si erano ancor
dette perciò ad Enrico III, contro maritate ed una pensione alla
,

il parere del suo consiglio , i di- regina Margherita; distribuì rile-


ritti che avea sopra molte provin- vanti elemosine e stabilì reggen-,

cie ; ed Eurico rinunziò a quelli ti del regno Matteo abbate di s.


che pretendeva di avere sopra al- Dionigi e Simone
, di Glermout
cune altre, obbligandosi a ricono- conte di Nesle. Dopo avere in tal

scere il re di Francia per suo si- guisa tutto disposto, ed essersi


gnore, in quanto possedeva dei apparecchiato egli stesso cogli eser?
feudi nel suo regno. Nel 1259 ebbe cizi spirituali, partì alla volta di
LUI LUI ne)
Yincennes, dove prese commiato agosto del 1270, nel cinquantesi-
dalla regina, non senza versar mol- mosesto anno di sua età, quarantesi-
te lagrime. Imbarcatosi ad Àigues- moquorlo del suo regno, Luigi IX,
Mortes il primo di luglio 1270, il migliore dei re, e il più perfetto
giunse il 17 dello stesso mese nel modello che porga Y istoria ai so-
porto di Tunisi. Scesi a terra i vrani che vogliono regnare secon-
crociali fugarono valorosamente
,
do Dio e pel bene de'suoi vassal-
i saraceni, che si salvarono sopra li. Carlo arrivò poco dopo la mor-
I

i monti ; poscia i francesi s' impa- te del fratello, ed insieme con Fi-

dronirono di una fortezza vicina lippo 111, resi gli ultimi uffici al san-
alle rovine dell'antica città di Car- to re, adoperossi alla sicurezza del-
tagine, e si apparecchiarono all'as- l'armata. I saraceni vennero scon-
sedio di Tunisi, attendendo l'arrivo fitti, Tunisi fu presa, e si con-
del re di Sicilia Carlo I d' Angiò, chiuse una tregua vantaggiosa. Le
che dovea condurre a suo fratello spoglie mortali di s. Luigi IX fu-

un possente rinforzo. Ma l'ardore rono trasportate Francia e de- in

del clima, la mancanza di buone poste nell'abbazia di s. Dionigi; i


acque, la corruzione dei viveri, di] lui visceri , ad istanza del re
causarono nell'armata una malat- Carlo furono mandati in Sicilia
I,

tia epidemica, di cui ne mori Una alia celebre abbazia di Montreal o


metà in pochi giorni. Il conte di Monreale. Queste due abbazie furo-
Nevers ne fu vittima, ed il re stes- no per molto tempo visitate dai fe-
so infermò. Aggravandosi il suo deli, quali vi andavano ad implo-
i

male ognor più, fece le sue ulti- rare il patrocinio del santo re, e vi

me disposizioni; mandò gli estre- ottenevano spesso delle guarigioni


mi saluti al principe Filippo III miracolose. Il culto di s. Luigi
suo successore, e vi unì una istru- IX, già consacrato dalla voce del
zione preziosa, nella quale conte popolo, si volle subito legalizzarlo
nevansi tutti i doveri d' un prin- con processo, e bramoso il Papa
cipe cristiano. Poich'ebbe adempi- Gregorio X di portarlo a (ine con
to gli uffizi di buon padre e di sollecitudine per la canonizzazione,
buon re, chiese sacramenti che ri- i nel 1274 incaricò il cardinal di

cevette in ginocchio coi trasporti s. Cecilia legato apostolico in Fran-


della fede più viva; da quel mo- e cia (al quale articolo altre notizie
mento non sospirò più
altro che riportammo del santo re), di pren-
la patria celeste: benediceva il Si- dere cognizione de'miracoli da Dio
gnore per averlo posto nello sta- operati a di lui intercessione. Dipoi
to in cui era; scongiuravalo di far il culto fu approvato dal Papa Bo-
risplendere sulle regioni infedeli la nifacio VIII, che lo canonizzò agli
luce della fede, di far provare gli 11 agosto 1297, e ne prescrisse la

effetti della sua misericordia a tut- festa 25 d'agosto, giorno della


al
ti i peccatori, e di non permettere sua morte. Filippo IV il Bello fece
che gli avanzi armata
della sua donare una delle coste del santo re
cadessero in mano de'nemici. Prima alla cattedrale di Parigi , e la te-

di spirare si fece porre sopra la sta alla santa cappella della stessa
cenere, coperto di un cilicio, e così città.
passò dalla presente vita ai 25 di LUIGI (s.), Teseo vo di Tolosa,
no LUI LUI
Figlio di Carlo II, soprannominato cipio di febbraio dell'anno appres-
ti Zoppo, re di Napoli e di Sici- so fu consagrato vescovo. Egli in-
lia, e secondo nipote di s. Lui- traprese con zelo e carità il go-
gi IX re nacque a
di Francia, verno della sua diocesi, e ne fece
Brignole nella Provenza V anno la visita lasciando per tutto vesti-
1274. Fin dai suoi primi anni e- gi della sua santità, e spargendo
gli fece manifesto ciò che sarebbe largamente le sue beneficenze. La
stato un giorno. La saviezza e la morte suo gregge, men-
lo rapì al
pietà da cui erano animate tutte tre era a Brignole, a' 19 agosto
le sue azioni ben facevano giudi- 1297, in età di soli ventitre anni
care ch'egli era guidato dallo spi- e mezzo, e fu seppellito nel con-
rito divino. Nel 1284 suo padre vento dei francescani di Marsiglia,
fu fatto prigioniero del re d' Ara- come avea domandato. Giovanni
gona, e non riebbe la libertà che XXII lo canonizzò ad Avignone
dopo quattr'anni, colla condizione nel 1 3 1
7. Nel 142 3 le sue reli-

di consegnare per ostaggi cinquan- quie furono trasportate a Valenza,


ta gentiluomini e tre de'suoi figli, Il giorno della sua morte è sacro
fra cui vi fu il nostro santo. Esso alla di lui ricordanza,
rimase sette anni prigione a Bar- LUIGI Gonzaga (s.). Nacque
ce! Iona,ove l'asprezza con cui fu nella Rocca di Castiglione in Lom-
ti aitato gli somministrò largo cara- bardia, a*9 di marzo i568, da
pò ad esercitare la propria virtù. Ferrante Gonzaga principe dell'im-
lu una pericolosa malattia che gli pero e marchese di Castiglione, e
prese fece voto di abbracciare l'i* da Marta Tana Santena, figlia di
sii luto di Francesco riavendo la
s. Tano Santena signore di Chiari
sanità; laonde allorché fu posto in Piemonte, e dama d'onore d'I-
in libertà non pensò che a com- sabella di Francia moglie di Filip-
piere il suo voto, resistendo costan- pò II re di Spagna. Come fu egli
temente alle sollecitazioni del re capace d'intelligenza, la virtuosa sua
suo padre che volea dargli in ispo- madre cominciò ad insinuargli nel-
sa la principessa Maiolica so-
di l'animo l'amore ed il timor santo di
iella del re d' Aragona. Superato Dio. All'età di otto anni suo padre
ogni ostacolo, rinunziò al diritto lo condusse a Firenze, unitamente
che aveva alla corona di Napoli, a suo fratello minore Rodolfo, per
in favore del fratello Roberto, e ivi incominciare la loro educazione
ricevette gli ordini sacri. Bonifa- alla corte di Francesco de' Medici
ciò Vili gli accordò una dispensa granduca di Toscana. Due anni
per essere elevato al sacerdozio in dopo i giovani principi furono tra-
età di ventidue anni, e con un'al- sferiti a Mantova, e posti alla cor-

tra dispensa fu nominato al vesco- te del duca Guglielmo Gonzaga,


vato di Tolosa, e costretto ad ac- che avea nominato il loro padre
celtarlo per obbedienza. Ciò non governatore di Monferrato. Luigi
ostante egli fece prima un viaggio proseguiva negli studi, ed avanza-
a Roma, ove in compimento del va soprattutto nella scienza de'san-
suo voto fece professione la vigilia ti.Le delizie della virtù erano le
di Natale del 1296, nel convento sole che gli sembrassero atte a ren-
de'frati minori d'Araceli. Al prin- dere l'uomo felice, e a riempiere
,

LUI LUI i2r


la capacità dell' anima sua. Una be grandissima gioia; ma il padre
certa infermità che gli sopravvenne vi &i oppose fortemente. La morte
di languore di forze e di stomaco dell'infante d. Giacomo avendo re-
gli porse un pretesto di vivere nel stituita a Luigi la propria libertà,
ritiro, ove acquistò nel più alto egli rinnovò le sue istanze, ed ot-
grado il dono dell'orazione menta- tenne finalmente l'assenso paterno.
le, alla avea disposto l'ani-
quale Giunto a Castiglione, ebbe a soste-
ma con una grande purezza
sua nere nuovi assalti da più persone
di cuore e con una profonda u- di alto affare; suo padre ritrattò
miltà. Un libro di meditazioni del ilconsenso che aveagli prestato, e
p. Canisio, e varie lettere scritte impiegò mille mezzi per smuoverlo
dalle Indie da missionari gesuiti dalla sua risoluzione. Luigi soffe-
fecero nascere in luiun vivo desi- rendo tutto con pazienza, raddop-
derio di entrare nella compagnia piava le sue austerità. La sua fer-
di Gesù, e lo infiammarono d'un mezza piegò la durezza del padre
zelo ardentissimo per la salute del- a condiscendere al suo desiderio.
le anime, per cui formò il disegno Allora confermò la già fatta ces-
di rinunziare in favore di suo fra- sione di tutti i suoi diritti al fra-
tello il marchesato di Castiglione, tello, e si recò a Roma, ove rice-
l'investitura del quale gli era stata vuta la benedizione di SistoV,
anticipatamente accordata dall'im- entrò nel noviziato a'2 1 novembre
peratore. Nel i58o, essendo il cardi- del i585, non avendo ancora di-
nale s. Carlo Borromeo a visitare la ciotto anni compiti . Il fervore
diocesi di Brescia, Luigi vi andò a del giovine novizio ,
1' assiduità
ricevere la sua benedizione, e ripor- nella preghiera, le sue austerità ,
tò dal santo cardinale de'salutari con- l'illibato candore, l'umiltà, l'obbe-
sigli, ai quali esattamente confor- dienza, lo fecero distinguere fra i

mossi. Egli segui suo padre a Ca- propri compagni. Pel continuo im-
sal Monferrato , ed ivi cominciò a mergersi e tener la mente fissa
porre in esecuzione il piano di nelle cose di Dio essendosi affievo-
austerità che si era proposto. Nel lito molto il suo corpo, i superiori
i58i l'imperatrice Maria d'Austria gli proibirono di fare altre preci
passando per la Lombardia onde e meditazioni oltre quelle dalla
condursi in Ispagna presso Filippo regola preseli tte, e lo mandarono
II suo fratello, il marchese di Ca- a Napoli per curarsi. Compiuto il
stiglione 1' accompagnò menando noviziato fece i suoi voti a Roma
seco i suoi figli. Filippo lì no- il 20 novembre i587, e incomin-
minò Luigi paggio dell' infante d. ciò i suoi studi di filosofia e di
Giacomo. Il giovane Gonzaga non che
teologia, dovette però inter-
avea per anco quattordici anni rompere per recarsi, dietro ordine
ed era già l'ammirazione della cor- de'suoi superiori, a conciliare gl'in-
te di Spagna per la sua pietà e teressi di Vincenzo Gonzaga duca
saviezza. Fu allora che risolvette de- di Mantova succeduto a Guglielmo,
cisamente di abbandonare il mon- e del proprio fratello Rodolfo, i

do e di entrare nella compagnia quali disputavano il feudo di Sol-


di Gesù. Manifestato ai genitori il ferino. Luigi li riconciliò, e ridus-
suo proponimento, la madre n'eb- se in pace eziandio molte altre
122 LUI LUI
persone eh' erano parimente di- inspirò l'abbonimento del peccato
pi* da risse e da litigi. Ritras- e fu il guardiano della sua inno-
se ancora dalle male abitudini cenza. Alla pratica delle virtù unì
moltissimi peccatori , e ne con- l'amor dello studio, e fece nell' u-
dusse alcuni ad un'alta perfezio- ni versila di Valladolid il suo corso

ne. Avendo suo fratello Rodolfo di umanità e di filosofia con feli-


contratto un matrimonio ineguale, ce successo. Pervenuto al grado
lo teneva segreto per timore d'irri- di baccelliere, intraprese lo studio
tare Alfonso Gonzaga suo zio di cui della teologia sotto la direzione dei
dovea esser l'erede; dal che deri- domenicani nel convento di s. Gre-

vando qualche scandalo, Luigi lo gorio. Avendo in quel tempo i


condusse a dichiararlo, adoperan- gesuiti aperto un collegio a Val-
dosi in pari tempo a persuadere i ladolid, Luigi intervenne alle le-

parenti d'essere contenti di tal ma- zioni teologia del dotto p. Sua-
di
ritaggio. Ritornato a Roma volle rez; poscia entrò nell' ordine a' 2
divìdere co' gesuiti suoi confratelli dicembre 1
5y4 , e mandato
fu
le cure eh' essi prendevano degli a fare il noviziato in Medina del
ammalati in una epidemia che fa- Campo. In capo a due anni tor-
ceva stragi nella città. Egli fu col- nò a Valladolid a compiere i suoi
pito dal contagio, senza però soc- studi teologici. Egli vi brillò per
combervi; ma una febbre lenta lo la svegliatezza del suo ingegno e
consumò poco più di tre me-
in per la solidità del suo giudizio,
si. Morì tranquillamente dopo la superando tutti i suoi condiscepoli.
mezzanotte del 20 al 2 1 di giugno Ordinalo sacerdote nel i58o, in-
del i5g[, nel ventesimolerzo anno segnò successivamente la filosofia
di sua vita. Fu seppellito nella e la teologia nel collegio di Leo-
chiesa di s. Ignazio del collegio ne. Esperto del pari nelle vie del-
de' gesuiti, ove fu poscia colloca- la vita spirituale, come nelle scien-
to in una magnifica cappella che ze, divenne maestro de'novizi e ret-
vi è stata edificata sotto il suo tore di parecchi collegi. Il suo zelo
nome dal marchese Scipione Lan- per la gloria di Dio lo rese un apo-
cellotti. Gregorio XV Io beatificò nel stolo in favore di tutti quelli che
162 1, e Benedetto XIII canonizzol- erano sotto la sua disciplina e sot-
lo nel 1726. La sua festa si cele- to la sua guida Egli applicossi .

bra ai 21 di giugno, e trovasi in particolar modo alla cura im-


l'istoria de'suoi miracoli nel p. Ce- portante di guidare le anime alla

pari,che lo aveva conosciuto per- perfezione. Lo stato abituale di


sonalmente e che ne scrisse la vi- cattiva salute nel quale si trovava,
ta, e nei Bollandisti. costrinse i suoi superiori a sgravar-
LUIGI da Ponte (ven.). Figlio lo de'suoi impieghi ; ma il sant'uo-
primogenito di Alfonso da Ponte mo non fece che cangiare occu-
e di Maria Vasquez, nacque a pazioni, imperocché consacrava tut-
Valladolid nella Spagna, gli 1 no- i to il suo tempo al servigio del
vembre del i554- Privato di buon prossimo nel sacro tribunale. Pre-
ora del genitore, dovette alla te- muroso di alleviare i bisogni spiri-
nera sollecitudine della madre un tuali e tejnporali de'suoi fratelli,

vivo timor di Dio; Umore che gli otteaue dai suoi superiori, nel 1 So,*},
LUI LUI 123
di esporsi al pericolo della pestilen- e latini, degli storici, degli orato-
za a Villa Garcia per assistere ri e di quanto la dotta antichità
gli ammalali che n' erano assaliti. vanta di più perfetto in ogni ge-
Egli avea domandato di poter an- nere di studi. Colle sue prediche,
dare nelle Indie a consumale i coi suoi scritti, e con esempi di santa
suoi dì penosa fatica delle
nella vita produsse moltissime conversioni.
missioni ; ma non avendone otte- Eletto priore in Badajox , vi eresse

nuto il permesso, raddoppiò il suo un nuovo convento. Il cardinal


zelo nella direzione delle anime, Enrico infante di Portogallo ed
e malgrado le sue numerose infer- arcivescovo di Evora, lo chiamò
mità prolungò il suo corso morta- in quella città a beneficio della dio-
le infino all'età di settantanni, tra- cesi, indi fu eletto provinciale di
scinando però una vita languente, Portogallo. La regina Caterina reg-
che non sembrava sostenuta che gente di quel regno lo scelse a
dalla carità. Morì finalmente a Val- suo consigliere e confessore, ma
ladolid il 16 febbraio 1 6^4- L'an- non potè indurlo ad accettare di-
no appresso furono disotterrate le gnità ecclesiastiche., ed in sua vece
sue preziose spoglie, e collocate in Braga
fece eleggere arcivescovo di
un luogo onorevole. I miracoli che Bartolomeo de Martiri. Nel i56i,
gli vennero attribuiti mossero il re termine del suo provincialato, se-
di Spagna Filippo IV, i prelati ed condo il desiderio della regina si

grandi del regno, a domandare al- ritirò nel convento reale di Lisbo-
la santa Sede la canonizzazione di na , dove proseguì a raccogliere
questo .servo di Dio. Nel 1759 il ulteriori frutti co'suoi consigli, col-
Papa Clemente XIII pubblicò un le prediche e cogli scritti. Gre-
decreto comprovante l'eroismo del- gorio XIII con lettele apostoliche
le virtù del p. Luigi da Ponte. si congratulò de'suoi lavori e V a-
1 disastri della compagnia di Ge- nimò a continuarli. Sisto V voleva
sù furono forse cagione che non crearlo cardinale, ma non potè riu-
siasi continuato il processo. Egli scirvi. Visse questo celebre dome-
compose alcune opere spirituali ,
nicano spagnuolo ottantaquattro an-
che meritarono la stima generale, ni in un continuato esercizio di
e contribuirono non poco ad accre- l'unzioni apostoliche ed in una per-
scere la fama del loro pio autore. fetta solitudine, passando la maggior
Tali sono le Meditazioni sopra i parte delle notti a meditare, a
misieri della fede-, la Guida spiri- contemplare, a pregare, e i giorni
tuale; il Trattalo della percezione a confessare, a studiare,a scrivere
cristiana in tutti gli stati ; oltre un o a dettare. Riposò nel Signore ai
gran numero di lettere che sono 3 1 dicembre 1 588. Abbiamo di
state raccolte, e varie altre opere. lui un gran numero di eccellenti
LUIGI di Granata. Nacque nel opere scritte in latino o in ispa-
i5o5 in Granala, e vestì l'abito gnuolo, e tradotte in molte lin-
domenicano uell' anno i524 nel gue. 1 . Un Trattalo dell' orazione,
convento di quella città. I suoi 2. La Guida de' peccatori. 3. Il

progressi nelle virtù e nelle scienze Memoriale della vita cristiana. /\.

lurono rapidi, applicandosi ancor Diversi trattati della preghiera e


giovane allo studio de' padri greci dei principali misteri della vita di
124 LUl LUI
Gesù Cristo. 5. Un trattato con- ancora un'altra croce o placca ri-
cernente i costumi e i doveri elei camata sopra la giubba o il man-
vescovi 6. Un gran numero di di- tello. 1 commendatori portavano il

scorsi sopra ogni sorta di argomen- solo nastro o bandoliera colla cro-
ti ili pietà. 7. Dialoghi sull'incar- ce pendente, senza la placca. I ca-
nazione del Figlio di Dio. 8. L'in- valieri usavano solamente la croce
troduzione al simbolo della fede. d'oro in petto, pendente da picciol
e). La rettorica della chiesa, os- nastro color di fuoco , e la pone-
J
sia eloquenza de predicatori ; e vano all'occhiello dell'abito. La cro-
molti altri scritti dominatici, mo- ce era d'oro con corona, di forma
rali, storici ec. ottagona, con de' gigli o fiordalisi
LUIGI (s.), ordine equestre. Per ai quattro o angoli; nel mez-
lati

compensare gli ufficiali de' suoi e- zo eravi un cerchio, in una parte


sercili che si fossero segnalati nelle del quale vede vasi in campo rosso
armi, nel 1693 Luigi XIV il Gran- l'immagine di s. Luigi IX armato
de re di Francia, istituì questo or- di corazza con sopra il manto rea-
dine militare, stabilendo delle pen- le, sorreggendo colla destra la co-

che ne sarebbero fre-


sioni per quelli rona di spine, ed i chiodi che ser-
giati, sarebbero aumen-
le quali si virono alla passione del Redentore,
tate a proporzione dei meriti dei coli' epigrafe: ludovicus magnus in-

decorati, dappoiché l'ordine gode- stituit mdclxxxxiii, e dall'altro la-


va d' una rendita di trecentomila to eravi in campo rosso una spada
lire, dicono cinquecento cin-
altri fiammeggiante, la cui punta tra-
quantamila. Dichiarò Luigi XIV , passava una corona d' alloro, pen-
il re capo, sovrano e gran maestro dente da un nastro bianco , con
dell'ordine. Divise l'ordine in tre queste parole intorno : bellicae vir-
gradi, cioè di gran croci, di com- tutis praemium, in lettere d'oro.
mendatori e di cavalieri. I primi Per essere ammesso a questo nobi-
erano otto, ventiquattro i secondi, lissimo ordine, bisognava avere al-
e illimitato il numero de' cavalie- meno venti anni di servizio come
ri : i gran croci aumentarono
si uffiziale, ed essersi distinto con qual-
poi di due, ed i commendatori di che valorosa azione; far giuramen-
altri cinque. I delfini o eredi pre- to di vivere e morire nella religio-
suntivi della corona, i marescialli ne cattolica, di essere fedele al re,
di Francia, l'ammiraglio, ed il ge- di obbedire ad esso ed ai coman-
nerale delle galere erano cavalieri danti da lui dipendenti di difen- ,

miti. L'ordine avea pure de' digni- dere l'onore del re, la di lui au-
tari, i quali godevano di alcuni torità, e i diritti suoi e delia co-
distintivi. A tutti i cavalieri del- rona ; di non passare senza il suo
l' ordine concesse per insegna una permesso al servizio di un princi-
croce d'oro coli' immagine di s. pe straniero , di rivelare tuttociò
Luigi IX gran cro-
re di Francia. I che si potesse conoscere di contra-
ci la portavano pendente da un rio al re ed allo stato, di osserva-
nastro o bandoliera larga quattro re esattamente gli statuti dell'ordi-
dita color di fuoco, che poneva- ne, e di comportarsi da buono, sa-
no a traverso del petto dalla spal- vio e leale cavaliere. L'ordine ogni
la destra all'anca sinistra, usando anno teneva il capitolo nel giorno
,
1

LUI LUI i*5


di s. Luigi IX re di Francia ; fu cline di s. Francesco, e se ne mo-
approvato dal re Luigi XV , ma strò degna figlia col suo amore
dal i83o non venne più
in poi per la penitenza e mortificazione
conferito. Il p. Bonanni nel Cata- e col suo distaccamento dalle cose
logo degli ordini militavi ed eque- mondane. In una carestia che de-
stri, tratta di questo nel toni. IV, solò ai suoi giorni V Italia , ven-
p. LXX, e ci dà la figura del ca- dette i suoi beni per sollevare i

valiere. poveri, ducendo sé stessa all' in-


ri

LUIGI di Baviera, ordine eque- digenza. Avendole Iddio fatto co-


stre. regnante re di Baviera Lui-
Il noscere il momento della sua mor-
gi Carlo Augusto lo istituì a' i5 te, vi si apparecchiò col ricevere i

agosto 1827, per premiare quegli santi sacramenti, e santamente pas-


impiegati, che per ben cinquanta sò di questa terra il giorno 3
anni avessero lodevolmente servito gennaio i53o, in età di sessant' a li-
il governo sia nel ramo civile, sia ni. L'ordine di s. Francesco ne o-

in quello militare, sia nell'ecclesia- nora in questo giorno la memo-


stico. Va notato che ai militari ria, con permissione del Papa Cle-

ogni campagna si valuta due


per mente X.
anni di servizio ; ma il tempo pas- LUIGIA, ordine di cavalieresse.
sato fuori di servizio o in pensio- Federico Guglielmo HI re di Prus-
ne non si calcola. La decorazione sia, a rimeritare tutti coloro che
di questo ordine militare ed eque- fedelmente lo avevano servito nelle
stre consiste , per gì' impiegati del- gliene contro Napoleone, non solo
la corte tanto civili che ecclesiasti- istituì 1' ordine della Croce di fer-

ci che hanno il grado di consiglie- ro nel 181 3, diviso io gran croci


ri, come ancora pegli uffiziali e per e in cavalieri di prima e seconda
coloro che hanno grado di uffizia- classe; ma nel seguente anno fon-
li nell'esercito, in una croce d'oro dò quello Luigia per decorare
di
sormontata dalla corona reale ; ai le dame che aveano dato lumino-
quattro angoli della croce sono le se prove di amor patrio e di af-
parole : iouis boi de bavière, e nel fezione al trono, nelle diverse con-
rovescio; pour 5o ans de service tingenze dell'invasione straniera del-
iionorable. Pei membri poi di un la Prussia e dopo. Pertanto a' 3
grado inferiore, la decorazione si agosto 1 8 4 1
istituì l'ordine delle
forma da una medaglia d'oro in , cavalieresse di Luigia , e gli diede
ciascun lato della quale leggonsi le tale nomeper onorare quello della
medesime riferite parole. sua dilettissima consorte Luigia Au-
LUIGIA di Albertone (beata). gusta Guglielmina Amalia di Me-
Nacque a Roma nel i47°> di rag- cklenbourg-StrelitZj che avea con
guardevoli parenti. Fin dalla sua dispiacere perduto nel 18 io, dopo
giovinezza desiderava di consacrar- che essa erasi tanto adoperata a
si a Dio; ma per obbedire a' suoi vantaggio del re consorte e della
genitorij si maritò a Giacomo di patria, animando i sudditi ed ecci-
Citara, gentiluomo pieno di buone tandoli a pigliar le armi contro il
qualità, edebbe tre figlie. Rima- terribile e fortunato invasore dei
sta vedova dopo alcuni anni di troni di Europa. L'ordine di Lui-
matrimonio, abbracciò il terzo or- gia fu stabilito di cento fra dame
iiG LUI LUL
I da midolle, venendo per decora- nal Cavalchini. Elettosi Clemente
zione decretato un nastro di seta o XIII, questi conferì per titolo al
fascia bianca con orli neri, da por- cardinale la chiesa di s. 'Tommaso
tarsi a tracolla. in Parione, annoverandolo alle con-
LUINES Paolo Alberto, Car- gregazioni de'vescovi e regolari, del-
dinale. Paolo Alberto de Luines la visita apostolica, dell'indice, e
o Luynes, nobile francese, nacque dell'indulgenze e sacre reliquie. Il

a Versailles il 5 gennaio 1703. I re di Francia decorò il cardinole


suoi genitori secondandone l'indole del grado di commendatore del re-
lo applicarono al mestiere delle ar- gio ordine dello Spirilo Santo. Egli
mi, nel quale erasi avanzato in inoltre fu pure ai conclavi in cui
un grado rispettabile, allorquando furono Clemente XIV e Pio
eletti
improvvisamente cangiata volontà, VI. Prima di partire da Roma la-
determinò di applicarsi alla mili- sciò larghe limosine da distribuirsi
zia ecclesiastica. Intrapresi gli ana- ai poveri della parrocchia del suo
loghi studi, fu laureato in teolo- titolo, la quale provvide abbondan-
gia nell'università di Bourges, indi temente di sacri arredi e di eccle-
provveduto nell' età di ventiquattro siastiche suppellettili. Alla fine mo-
anni, dell'insigne abbazia Cesarien- rì in Parigi nella grave età di an-
se, fu eletto vicario generale della ni ottantacinque e trentadue di car-
diocesi di Meaux, e poi fu nomi- dinalato, a'21 gennaio 1788, es-
nato a reggere la chiesa di Ba- sendo divenuto primo de' cardinali
jeux che ottenne nel 1729 da Be- preti,compianto per le sue virtù
nedetto XI 11. Portatosi al suo ve- ed egregie doti.
scovato, colla vigilanza e collo ze- LULLONE (s.) , arcivescovo di
lo, molto più colla condotta di
e Magonza. Inglese di nascita, dopo
una vita illibata ed irreprensibile, aver compito suoi studi sotto ili

si aptì la strada ai più grandi o- venerabile Beda, nel 732 passò in


nori. In fatti venne dichiarato ele- Alemagna. S. Bonifacio suo paren-
mosiniere del delfino, e nel con- te lo vide giungervi con gioia, gli

cistoro de' 16 novembre ijSZ da diede l'abito monastico, l'ordinò


Benedetto XIV fu trasferito ali'ar- poscia diacono, e gli commise la

civescovato di Sens ;
quindi ad cura di predicare il vangelo agl'i-
istanza di Giacomo III re cattoli- dolatri, nel che occupossi indefes-
co d'Inghilterra, lo stesso Pontefi- samente, senza temete le persecu-
ce nel concistoro de' 5 aprile 1756 zioni mossegli contro dai nemici
lo creò cardinale dell'ordine de'pre- della religione. S. Bonifacio, dopo
ti, e gli mandò la berretta cardi- averlo ordinato prete nel 7^1, lo
nalizia per l'ablegato monsignor mandò a Roma per consultare il
Durini. Morto Benedetto XIV nel Papa Zaccaria sopra parecchie que-
1758, il cardinale si recò al con- stioniimportanti. Ritornato in A-
clave che riuscì uno de' più ce- lemagna, lo nominò suo successo-
lebri , ed
unione degli altri
in re, ed ottenutone il consenso del
cardinali francesi,
per ordine di re Pipino, venne consacrato arci-
monsignor di Laon ambasciato- vescovo di Magonza. Due anni do-
re di Francia, diede la formale po s. Bonifacio sofferse il martirio,
esclusiva dal pontificato al cardi- e s. Lullone ne portò il corpo al-
LUM LUM 127
l'abbazia di Fulda, e gli diede o- lennizzare qualche fe>ta. Tarlano i

norevole sepoltura. Durante lo spa- nostri più antichi scrittori di gran-


zio de' treni aq uà tir' anni che go- di luminarie, di falò e di lumina-
vernò la sua diocesi, si mostrò sem- rie, di luminaria e solennità nel-
pre degno della scella del suo pre- l'accompagnamento di un funera-
decessore. Assistette a parecchi con- le; e lanternoni dieonsi nel voca-
cilii sì in che in Ita-
Francia bolario del disegno quei lumi che
lia; veniva consultato da tutte 1e nascosi in fogli dipinti si mettono
parti, facendosi grandissima stima alle finestre o in altre parti este-
del suo sapere. Non abbiamo più riori degli edifizi in occasione di
le sue risposte, ma ci rimangono pubblici fuochi e luminarie d'alle-
ancora nove delle sue lettere, pub- grezza. Illuminazione, illuminamen-
blicate fra quelle di s. Bonifacio, e to, rischiaramento, dicesi l'alto del-
che sono interessanti per le mate- l' illuminare le citlà o i pubblici
rie che ne formano il soggetlo. S. edifizi in occasione di solennità o
Lullone, male informato, prese par- di allegrezza. Le illuminazioni fu-
te conlio s. Sturano abbate di Ful- rono pine in uso ne' più rimoti
da, ch'era slato falsamente accu- secoli, usandole gli egizi, gli ebrei,
sato di tradimento contro il re Pi- i greci, gl'indiani, i cinesi, i ro-
pino ; ma il santo arcivescovo ri- mani che avevano al paro di noi
conobbe poscia il suo fallo, come le loro pubbliche illuminazioni nel-
vedesi dalla sua carta di donazio- la ricorrenza delle grandi solenni-
ne all'abbazia di Fulda , cui so- tà e delle feste della loro religio-
scrisse l'anno j85. Egli lasciò la ne, all'epoca della nascita de' prin-
sua sede prima di morire, e riti- cipi, e massimecalende di cia- alle
rossi nel monastero di Harsfeld ,
scun mese, ne' quali giorni sospen-
da lui fondato, dove spirò il i.° devansi alle porte ed alle finestre
di novembre del 787. 11 giorno lampade in gran numero. Queste
16 d'ottobre viene onorala la sua illuminazioni si facevano talvolta
memoria. dagli antiehi anche di giorno. Nel
LUME, LUMI e LUMINARIE descrivere in moltissimi articoli pub-
Il lume è quello splendore che bliche feste ed allegrezze, si notano
nasce dalle cose che lucono , lu- le singolari e copiose illuminazioni
menj dicendosi lume per lucerna che v'ebbero luogo. All'articolo
o candela accesa, lucerna, fax; lu- Fuoco, oltre che del famoso fuoco
miera, fiaccola, lume grande, fax, artificiale di Roma chiamato gi-
lumenj luminaio, arnese che con- randola, si dice pure della celebre
tiene molti lumi. Luminala o Lu- illuminazione della cupola vaticana;
minaria, luminarti per quantità di delle altre illuminazioni per l'ele-
lumi accesi, luminimi copia. Lu- zione e coronazione de' Papi , ed
minaria pigliasi generalmente per anniversari di esse, e per la crea-
quantità di lumi accesi, e dicesi an- zione de' cardinali, se ne parla iu
che luminaria una festa di lumi , vari luoghi, ed ai voi. 92, e II, p.
nella quale si sogliono per lo più IX, p. 18 r e 3i2 del Dizionario,
adoperare lanternoni e lampioni ; e non che XV, pag. 2 44*
nel voi.
fassi di notte tempo in occasione Talvolta nelle solenni illuminazioni,
di pubblica allegrezza, o per so- come nella elezione d'Innocenzo X,
,
, ,,

n8 LUM LUM
al dire del Lunadoro, edizione del pria dei chierici detti ceroferarii
i6£6,p. 3ia, le torcie di cera bian- benché nei primi tempi della Chio-
ca che ad essa aveano servito alle sa, e nel tempo degli apostoli, non
finestre de' cardinali principi, ed , tutti i ministeri che ora si eserci-
ambasciatori, si gettavano al popo- tano dagli ordini minori , erano
lo. Delle illuminazioni e fuochi che come adesso si pratica
distribuiti,
hanno luogo nella sera della pro- ma esercita vansi da un solo mini-
mozione dei cardinali e nelle se- stro. Lampadario o Lampadisia
guenti, ne tratta eziandio il Chiap- (Fedi), era un ministro nella chie-
poni, Ada canoniz. sanctorum p. y
sa di Costantinopoli, incaricato del-
ao8 e seg. l' illuminazione del tempio; eranvi
Tra i distintivi degl' imperato- eziandio lampadari nel palazzo im-
ri romani eravi quello di essere periale e pel servigio de' grandi
preceduti nelle strade con facelle uflìziali di Anticamente i
corte.
accese; ma sebbene Comodo con- Mansionari ( Vedi) ebbero nelle
cedesse a Marcia , che teneva in chiese la cura dei lumi delle lam-
luogo di moglie, tutti gli onori pade. Quanto alla illuminazione
come ad Augusta, non gli accordò delle strade, negli articoli di qual-
d' essere accompagnata dalle facelle che città capitale, dicemmo quan-
accese. Il disco di luce con cui i do ebbe principio. Neil' Effemeridi
pittori vollero esprimere i santi, è di Roma del 1787, a p. 4° 2 > P ar *
quel lume comunicato agli ange- lasi della dissertazione del prepo-
li ed agli uomini da Dio stesso sto Carlo Castelli, sulla forma più
fonte perenne di luce, e qual se- conveniente per le lampade desti-
gno eh' egli abita in loro. Le illu- nate alla illuminazione delle strade.
minazioni furono sempre presso tut- L'uso de' lumi nelle funzioni sa-
ti i popoli un segno di letizia, on- cre è antichissimo furono essi :

de fu cosa naturale che siano sta- sempre adoperati nella legge vec-
te impiegate per onorare la divi- chia in tempo de' sacrifizi. Quan-
nità ed il culto. Agli articoli Can- do Iddio volle il tabernacolo, co-
dela, Cancelliere, Lampada, Lam- mandò a Mosè la fabbrica di un
padario, Lucerna ed altri simili misterioso candeliere , in cui ar-
oltre i relativi, già parlammo delle dessero sette lampade. Nel tempio
principali nozioni ed erudizioni ri- edificato da Salomone, i lumi fu-
guardanti lumi , le luminarie
i rono d'assai moltiplicati, come di-
specialmente lumi de* sacri tem-
i cemmo all' articolo Gerusalemme ,

pli e loro antico uso; laonde quan- ove descrivemmo il tempio; quel
to si troverà mancare in questo ar- re' collocò avanti il tabernacolo
ticolo, si potrà rilevare ne' citati cinque candelabri d'oro a destra e
luoghi. Il Macri nella Notizia dei altrettanti a sinistra, oltre il can-
vocaboli ecclesiastici^ dice che si deliere mosaico, per cui in vece
chiamò candelaptìs o sagrestano di sette lumi ne ardevano settan-
colui che avea la cura di accen- tasette, numero misterioso, in cui
dere le lampade e i lumi delia vuoisi significalo il numero infini-

chiesa da questo vocabolo i ma-


: to, ed espressa la luce infinita che
roniti chiamarono kandalafti il sa- il Creatore possiede, la gloria e la
grestano. La cura dei lumi fu pro- venerazione dovuta al medesimo
,

LUM LUM 129


dalle creature. A' rispettivi luoghi che fu portato al sepolcro. Dell'an-
si disse del numero misterioso dei tichissimo uso de' lumi ne' Fuhera-
lumi. L'uso dei lumi nelle funzio- li, ne tenemmo proposito a quel-
ni sacre fu comune presso gli ebrei, l'articolo.

ed anche presso i gentili, come si Quanto all' uso de' lumi e dei
legge nel Baronio all'anno 58. Fi- cerei, e dell'accompagnamento del
no dal principio della Chiesa era- funerale il ,primo esempio rac-
-vi l'uso dei lumi, non solo nella colto dai santi padri da Meta-
notte, ma anche nel giorno, sia fraste, fu nel trasferirsi dal monte
per adornare con lumi i luoghi sa- Sion nella valle di Getsemani il
cri, sia per discacciarne le tenebre, corpo venerabile della Beata Ver-
quando il richiedesse il. bisogno gine, coli' accompagnamento degli
sia per segno di letizia spirituale apostoli e di tutti i fedeli , come
e venerazione. Quindi fu consuetu- notò s. Giovanni Damasceno. Il li-
dine antichissima V usare i lumi bro pontificale nella vita del Papa
nella celebrazione dei divini miste- s. Silvestro I, racconta ch'egli fe-
ri e degli altri uffici ecclesiastici, ce fare per la chiesa de' candela-
e come segno di culto verso la bri di bronzo. Dell' uso dei cerei
ss. Eucaristia, o per onore delle nella chiesa d' Alessandria ne fa
reliquie dei santi e delle loro im- menzione s. Atanasio ; ed in una
magini, o per rispetto del luogo lettera si duole che gli ariani a-
sacro. Prova che la Chiesa cattoli- veano tolti i cerei e le candele
ca fin dal suo nascere costumò i dalle chiese per bruciarle in ono-
lumi, sono le offerte fatte dai fe- re degli idoli. Passando s. Epifa-
deli al tempo degli apostoli dell'o- nio per la Palestina si avvide che
lio perchè ardessero lumi nei tem- i un tale edilìzio era la chiesa di
pli : anche in tempo delle perse- quel luogo, dal lume della lampa-
cuzioni si manteuue l'uso dei lumi, da. Dopo Gregorio Nazianzeno
s.

e nelle catacombe e sacri cimiteri i cerei elumi figuravano ancora


i

si trovarono lucerne di bronzo e nelle cerimonie del battesimo. I ca-


di terra cotta : su di che sono a noni di vari concilii, ed in ispecie
consultarsi il Bolcletti, Osservazio- del cartaginese tenuto l'anno 398,
ni sui sacri cimiteri, tom. le IT; prescrissero che l'accolito avea per
l'A ringhio, Roma sublerranea 1. I, suo officio quello di accendere i

e. XVI li, ed il Casali, De veter. lumi e i cerei della chiesa , e a


christ. ritibus e. XLlf. Non solo cui l'arcidiacono facea toccare, co-
nel cenacolo di Gerusalemme era- me indizio del suo officio, un can-
no accese copiose lampade pei' la deliere col suo cereo. Contro Vi-
celebrazione dell'eucaristico sacrifi- gilanzio che sul principio del se-
zio;ma anche in quello di Troa- colo V biasimò l'uso de' cerei ec-
de, dove si celebrò mentre all'adu- clesiastici come rito pagano., scrisse
nanza predicava s. Paolo, vi erano confutandolo il dottore s. Girola-
molte lampade. Gli alti di s. Ci- mo, provando che al suo tempo
priano del terzo secolo dimostrano in tutte le chiese d'oriente accen-
l'uso dei cerei nella chiesa , facen- devansi de'cerei per cantare l'evan-
dosi in essi menzione dei cerei ac- gelo, e che gli accoliti portavano
cesi intorno a quel martire allor- que' lumi a' lati del leggìo dove il

voi. XL.
9
,

i3o LUM LUM


diacono Io cantava. Accuratamen- bre, ed abbisognassero di lumi per
te s. Paolino di Nola descrisse nel- vedere. Dice il Barbosa : Lumen
le sue poesie le lampade e i cerei accensuni Christian significai , ci-

accesi per la festa di s. Felice, a tando le parole di s. Giovanni :

guisa di una corona al di sopra Ego sani lux mundi. Come nelle
come ancora le lampa-
dell'altare; religiose costumanze usate nella li-
de sospese alla catena di bronzo, turgia della Chiesa, così pure in-
ed una gran lucerna d'oro pen- sorsero in diversi tempi contro la
dente avanti l'altare. disciplina de' lumi parecchi prote-
Provano l'esistenza dell'uso dei stanti e novatori, fra' quali Rasna-
lumi anche nelle chiese delle Gal- gio confutato dal cardinal Rona, e
lie, Isidoro Apollinare, e s. Gre- il De-Vert e l'Ildebrando confuta-
gorio di Tours; anzi il primo rac- ti da Renedetto XIV. È quasi in-
conta d'essersi trovato presente al- credibile 1' immensa spesa, che i

la solennità di s. Giusto, celebrata cristiani di ogni grado e condizio-


nella sua basilica, dove tanta era ne, con religioso trasporto faceva-
la copia de' lumi che colà i fedeli no de' luminari ad uso della chie-
vi aveano recato, che questi nel sa e della cristianità , dal secolo
santo luogo tramandavano un ec- quarto in poi. Computando insie-
cessivo calore. 11 secondo poi nar- me la spesa pei candelabri di bron-
ra, che lumi e cerei accesi pone- zo, di ferro, di marmo, ed ezian-
vansi alle tombe de' martiri, e gran dio d'oro e di argento, di forme
copia di lumi
adoperò nella si varie, e di altri vasi pei lumij vuoi-
celebre processione, ove furono por- si che i cerei fossero il minore dis-
tate con pompa religiosa le reli- pendio. Il più. antico alimento dei
quie di s. Remigio di Reims. Co- lumi fu l'olio, il più comunemen-
me si debba intendere il canone te usato, come apparisce dalla sa-
del concilio Eliberitano o d'Elvira cra Scrittura. S. Giovanni Criso-
lo dicemmo altrove ; ne abbiamo stomo declamò contro gli eccessivi
la spiegazione eil commento dal donativi d'olio pei lumi delle chie-
cardinal Mendoza. Egli dice che il se, perchè trascuravansi talvolta le
concilio vietò di accendere di gior- Opere di carità in soccorso de' po-
no i cerei sui cimiteri, acciò i gen- veri, e in fatti abbiamo che l'im-
tili non avessero occasione per di- peratrice Eudossia assegnò a tale
sturbare i chierici custodi o rove- oggetto decies mille sexlarios ohi.
sciare i sepolcri, e perchè non fos- Tutlavolta Iddio spesse volte si de-
sero inquietati i sacri ministri nel- gnò contestare con prodigi singo-
la celebrazione de' santi misteri. lari quanto gli riuscisse accetto
Sembra che Lattanzio Firmiano ri- quest'atto di culto. Narra Eusebio,
provasse l'uso antico e costante dei Hist. cccl. lib. VI che mancando ,

lumi Dio au-


nella chiesa, essendo l'olio lumi nella chiesa di Ge-
pei
tore e datore d'ogni lume; ma da rusalemme nella vigilia della Pa-
tutto il contesto si vede chiaro squa di risurrezione, il vescovo Nar-
aver egli avuto soltanto di mira i ciso benedì dell' acqua , e la fece
gentili, i quali con rito supersti- versare nelle lampade, ed all'istan-
zioso accendevano ai loro Dei i lu- te tramutossi in olio miracoli po- :

mi come se vivessero fra le tene- co dissimili si leggono nel Dialo*


.

LUM LUM i3t


gor. Kb. V, tom. UT, e. XXX
l e. altri dicono opobalsamo , cioè
coli'
di s. Gregorio I. V. Olio. specie di balsamo la più ricercata,
L'uso della cera sembra introdotto che dall'oriente solevasi per tri-
nel quarto secolo, rilevandosi da s. buto mandare ogni anno a Roma.
Girolamo che in quello fiorì, dappoi- Scrive s. Pier Damiani, epist. 2
ché esortò s. Agostino nel sermo- ad Cedonl.y che
la Sede apostolica

ne 2i5 de tempore, dicendo: Qui godeva in Babilonia una possessio-


possimi aul cereolos, aut oleum, ne che le rendeva tanto balsamo,
quoti in cincindelibus mitlatur, ex- quanto bastava per le lampade
hibeant. Abbiamo inoltra, che s. A- che nel giorno di Natale, di Pa-
gostino esortò il popolo a offrire squa, e de'ss. Pietro e Paolo, non
candele o olio per le lampade. In che nell'anniversario del Pontefice,
seguito venne decretato in vari con- ardevano avanti questi apostoli nel-
cilia che chiunque si accingesse ad la basilica vaticana; e che un Pa-
edificare una chiesa, prima di tut- pa avendola alienata col canone di
to dovesse provvedere alla rendita altriBromati , stando egli un gior-
pei lumi, come fu confermato nel no presso la loro confessione o tom-
codice di Giustiniano I. Così nel ba, gli comparve una figura gran-
secondo concilio di Braga nel 563 de e di aspetto terribile , la quale
si determinò doversi dividere la gli disse : Tu exlinxisli lucernant
rendita delle chiese in quattro par- ineam ante me, et ego exlinguam
ti, delle quali una era per la spesa luccrnam tuam ante Dominimi. Al-
de' lumi e per la riparazione della trettanto di balsamo ardeva nel-
fabbrica. A chiunque poi osasse le lampade nella confessione di s.
defraudare la chiesa di ciò che of-. Paolo, e duecento libbre nel bat-
fri vasi dai fedeli pel mantenimen- tistero di Giovanni cavalo dalle
s.

to de' lumi, gravi pene si* commi- possessioni donale dall'imperatore


narono nel terzo concilio di Bra- Costantino. E noto che il Papa s.
ga nel 572, e nell'ottavo secolo Gregorio I del 590, avea piantato
in quello d'Aquisgrana sotto Pipi- più. di cinquanta oliveti prò con-
no. Nei secoli posteriori poi fu sem- cinnatione luminum a s. Pietro
pre continuato nella Chiesa l'uso Dicemmo Adriano I
altrove che
delle lampade e della cera, come si fece fare un candelliere chiamato
legge nel libro pontificale, ed un pìiaro che conteneva 1875 ceri o
siffattouso venne poscia approva- lumi, per ardere avanti la tomba
to anche dal concilio di Trento di s. Questa sotto Innocen-
Pietro.
nella sessione XVI, e. 7, condan- zo III avea quaranta lampade di
nando solamente l'uso superstizio- argento, oltre centoquindici dop-
so nel numero delle candele. An- pieri che gli ardevano innanzi il
ticamente nelle sagre adunanze, di e duecentocinquanta la notte :
nelle chiese , massime innanzi ai quando poi si celebravano le feste
corpi de' principi degli apostoli, solenni si usava immensa copia di
ardevano lumi per via di lam-
i lampade d'oro e di argento di ric-
pade o lucerne, nelle quali si bru- chissimo lavoro, o in forma di cro-
ciava non solo la cera e l'olio co- ci gigantesche e tutte fiammeggian-
mune, ma altresì dell'olio prezio- ti, chiamate sìgna Christì, o in for-
sissimo misto col balsamo, o come ma di ghirlande e di alberi lumi-
i3a LUM LUM
nosi, ed essendo la fiamma nutri- anticamente solevano esprimere nel
ta da olio prezioso, questo sparge- 1
piede de candellieri i quattro ani-
va deliziose fragranze. L'Ugoniò, mali veduti dal profeta Ezechiele,
Delle stazioni di Roma png. 67, ne'quali furono significati i quattro
dice che s. Gregorio IH del 731 evangelisti. Aggiunge che ne' gior-
nella basilica Liberiana, sotto le fi- ni più solenni in alcune chiese,
nestre e sopra le colonne, fece un principalmente sugli altari maggio-
corridore onde porvi iutorno i lu- ri, sene usano sei, ne' quali si pos-
mi come si praticava in s. Pietro sono riconoscere le sei braccia del
il giovedì santo da ciò si vede
: candelabro mosaico ordinato da Dio.
quanto è antica l'usanza di accen- All'articolo Candelliere parlammo
dere i lumi intorno le chiese. Dei de' sette candelieri che usa il ve-
lumi che ardevano avanti la con- scovo quando pontifica, figura di
fessione vaticana, di quelli che tutto- quelli d'oro dell'Apocalisse, i quali
ra giorno e notte in gran copia vi ar- significavano le sette chiese catte-
dono, e della croce di ottone che pri- drali, fondate nell' Asia da s. Gio-
ma s'illuminava nel giovedì e venerdì vanni evangelista, ovvero con tal
santo, collocandosi avanti la stessa rito si allude ai sette candellieri
confessione, se ne parla ai voi. IX, veduti dal medesimo santo avanti
pag. 70, e XII, pag. 23g e 248 del al trono di Dio nell'istessa Apoca-
Dizionario. lisse., acciocché intenda il vescovo
Avvertimmo già che ne' rispet- che deve essere ornato coi sette
tivi ove si tratta del nu-
articoli doni dello Spirito Santo, ricono-
mero de' lumi occorrenti secon- , sciuti nel candelliere mosaico da
do le sacre funzioni che si cele- s. Gregorio Wazianzeno De vita ,

brano, dicesi pure del loro sim- Moysis, e da s. Girolamo in cap.


bolico e mistico significato. Così IV Ezechiele.
diciamo a' loro luoghi, che i lumi Non solo ii Papa adopera i sette
per la celebrazione della messa non candellieri con candele accese al-
possono essere meno di due, avver- lorché pontifica, ma altrettanti so-
tendo il Alacri che Onorio III pri- no portati dai votanti di segnatu-
vò dell' officio e beneficio un sa- ra quali accoliti apostolici, al mo-
cerdote, perchè celebrò senza lume, do detto al voi. IX, pag. 12 e 5y
essendo colpa grave. In caso di ne- del Dizionario, e credesi in memo-
cessità insegnano alcuni dottori ba- ria di quelli che portavano i sette
stare un solo lume. Azor. lib. X, cap. accoliti di quel rione di Roma, do-

28, il quale anche concede in tal caso ve anticamente il Papa andava a


di necessità candele di sevo; ma il celebrare, i quali dal segretario do-
Suarez condanna questa azione di ve erasi cantata l'ora di terza, pre-
peccato, permettendo solamente il cedendo nella processione il Ponte-
lume di olio in caso di necessità. fice, li collocavano sopra l'altare
Nella messa dice il Bonanni , Ge- ove doveva celebrare. Siccome il
rarchia pag. 49 2 > cne talvolta se p. Mabillon dice che anticamente
ne adoperano quattro per significa- Roma era divisa in sette rioni ec-
re i quattro evangelisti, essendo clesiastici, il numero de' sette ac-
stata dalla loro dottrina illumina- coliti portanti i lumi li rappresen-
ta la Chiesa; che perciò i cristiani tavano, come spiegano alcuui eru-
,,

LUM LUM i33


Ripetiamo che il significato del
diti. alcune indulgenze, le quali confer-
numero dei lumi nella celebrazio- mò ed ampliò Innocenzo XII colla
ne de' divini misteri ed uffizi ec- bolla Debitum pastorali officii, dei
clesiastici, lo si spiega a* loro luo- 5 gennaio 1695, Bull. Rom. torci.
ghi; cos\ del Lumen Christi nel voi. XI, pag. 36*5, e sono le seguenti.
XXV, 180; p. agli articoli Bugia Quelli che divotamente accompa-
e Lampadario, si è parlato del lu- gneranno con lume o cereo acceso
me che ne' divini uffizi e sacre fun- il ss. Viatico, acquisteranno ogni
zioni cui assiste o celebra il Papa, volta l' indulgenza di sette
anni e
a questo sostengono i patriarchi di quarantene; quelli che lo
sette
gli arcivescovi o vescovi, e in loro accompagneranno senza lume, l'in-
mancanza i piotonotari apostolici dulgenza di cinque anni e cinque
mai usando il Papa la bugia, e quarantene; quelli poi che sono
mai adoperandosi essa da veruno in legittimamente impediti, se mande-
sua presenza. Noteremo che i Pon- ranno altra persona in loro vece
lelici solendo concedere il distinti- col (urne o cereo ad accompa-
vo dell' istromento detto bugia, tre gnare il ss. Viatico acquisteranno
concessioni si leggono di- essa nel tre anni d'indulgenza e tre quaran-
voi. XI Rom. Contìnuatio, di
Bull. tene. Benedetto XIV nel 1749 con-
Pio VII. A p. 2o5 è riportato il cesse potersi tali indulgenze appli-
breve Exponi, de' i5 settembre care ai fedeli defunti, e non resta-
1801, col quale l'accordò a' cano- no sospese nell'anno santo. Osser-
nici della metropolitana di Fer- va il Rinaldi lumi furono
che i

mo, cum privilegio gestandi crii- sempre gratissimi a Dio ne ren- :

ceni, et funicului 11 violacei coloris dono certissima testimonianza i mol-


in pileo. A p. 271 evvi il breve ti miracoli fatti con l'olio delle lam-

In sanctae, de'i8 dicembre 1801, pade o con cera presa dalle can-
perpetua privilegia u tendi bugia _,
dele. Di questa divozione ne facem-
canonis libro, aliisque insignibus prò mo memoria all'articolo Lampade.
canouicis metropolitànae Firmanae. Il medesimo Rinaldi dice che dall'ac-

A p. 288 si legge il breve Quan- cendersi le lucerne dai gentili agli


tum, de' 23 febbraio 1802, sull'in- Dei nel giorno di sabbato, i cri-
dulto della bugia e del portar la stiani ad onore
rivolsero 1' uso
croce sul petto ad instar aliorum della Beata Vergine. La costuman-
Germaniae canonicorum prò prae- za d'accendere lumi nella chiesa,
posito collegiatae ecclcsiae de Do- massime durante la celebrazione dei
ucschingen, diocesi di Costanza. divini l' amministrazione
misteri e
Dei lumi che si accendono nel- de' sagramenti, venne praticata sino
la notte precedente la festa del- dalla sua origine, per rendere alle
l'Ascensione, ne parlammo all'arti- cose sante l'onore e la venerazio-
colo Lucerxe ove pure si dis-
, ne che lor si deve. I lumi contri-
se dei lumi perpetui de' sepolcri. buiscono ancora ad eccitare la di-
Ad animare i fedeli all'accompa- vozione ne* fedeli. Saremmo ben
gnamento del ss. Sagramento per temerari se volessimo biasimare cer-
viatico agi' infermi. Paolo V a' 3 te cerimonie dalla Chiesa istituite

uovembre 1606, ed Innocenzo XI per lodevolissime ragioni , cioè a


il primo ottobre 1688 concessero dire perchè sia decente e maesto-
j34 lum LUM
so il culto esteriore, e per aiutare sa nel18 19 per introdurre l'uso
la nostra fralezza che abbisogna di de' tessuti di .cotone per le sacre
qualche cosa sensibile per elevarsi suppellettili, ed il general decreto
sino a Dio. Quanto ai cerei dipin- di proibitone emanalo dal Ponte-
ti, oltre quanto ne dicemmo altro- fice Pio VII, il quale decreto pog-
ve, per quelli delle canonizzazioni, gia sopra due validissime ragioni,
parla del significato de'colori anche dell' uso cioè della tela introdotto
il Chiapponi citato a p. 272. al principio della Chiesa , e dei
Sull'uso della cera stearina nei reali e mistici suoi significati. Co-
sacri templi , nella congregazione sì applica l'una e l'altra ragione al
ordinaria de' sacri riti de' 16 set- caso del quale trattasi, e colle pro-
tembre i843, per essersi ad essa ve ricavate dalla costante tradizio-
domandata la proibizione da alcu- ne, dimostra antichissimo l'uso del-
ni marsigliesi, comparve come in- la cera di api nelle chiese di o-
terpellato il vescovo di essi, cui si rienle e di occidente, e con gravi
associò il vicario generale dell'ar- autorità ne dispiega i simboli mi-
civescovo di Colocza; furono quin- steriosi, che inutilmente si cerche-
di proposti taluni dubbi a risol- rebbero nella stearina. Aggiunge
versi sull'uso di tali candele ne' detti poi la ragione della convenienza e
sacri luoghi, per cui si commise ai della decenza, e ricorda che essen-
monsignori Luigi Ferrari e Gio- dosi sino dai primi secoli della
vanni Corazza cerimonieri pontifi- Chiesa fatte le offerte di cerei dai
cii, l'esame della questione per ve- fedeli pel culto di non è a Dio,
nirne allo scioglimento. Il primo di ricercarsi se più a tal uopo si con-
essi, dopo avere esaminato la na- venga una sostanza formata con
tura della cera stearina, ed osser- succo ricavato dai fiori odorosi, o
vato esservi di tali riti nella Chie- non piuttosto dall'immondo adipe
sa, pe' quali è prescritto l'uso del- di animali, tuttoché per arie espur-
la cera di api, a modo da non po- gato. E però essersi sempre proi-
tervisi sostituire altra materia, con- bito il sevo sino a preferir l'olio
chiude che essendo le candele in pel caso di necessità nella celebra-
discorso formate cóll'adipe o gras- zione del divin sacrifizio; ed assai
so degli animali, che se non fosse ben in acconcio riporta una rispo-
purgato dall'olio sarebbe una cosa sta della sacra congregazione di
stessa col sevo , non potranno u- propaganda fide, data nel 1 834 al
sarsi mai in vece di quelle di cera vicario apostolico del regno della
nella celebrazione de' mentovati ri- Corea, con cui si permetteva solo,
ti. Con tal premessa di tutto il suo duranti le circostanze da esso espo-
discorso, risoluta già in parte la ste, di servirsi nel sacrifizio di una
questione, passa a ricercare se pos- qualità di cera che fluiva da un
sa essere tollerato l'uso della cera albero. Discioglie in seguito gli ar-
stearina nelle altre funzioni sacre. gomenti che favoriscono le nuove
Stabilisce in primo, essere stata mai candele, e dimostra insussistente la
sempre la Chiesa gelosa di man- osservazione dell'identità della cera
tenere l'osservanza degli antichi suoi di api colla stearina, avere la pri-
costumi, e ricorda in proposito una ma mistici e santissimi significati.
non dissimile controversia promos- Sviluppata la proposta materia con
LUM LUM 3$
bell'ordine, vasta erudizione, gravi sentimento positivamente contrario
e stringenti argomenti, e veduta in all'uso e alla prescrizione della ce-
ogni sua parte, collo scopo sempre ra di api, finche non trovisi altra
fermo che mantengami nella pie- materia evidentemente più accon-
na osservanza le venerande costu- cia. Considerato però quanto ha
manze prescritte pei sacri riti, è dato motivo alla presente discus-
condotto per necessità di conseguen- sione, potersi rispondere che re-
za a conchiudere, essere illecito l'u- stando fermo l'uso delle candele di
so della cera stearina nelle funzioni cera di api negli altari ed in quelle
di chiesa. funzioni , che , o riguardano più
Monsignor Corazza nel suo im- d'appresso il divin Sagramento ,o
portante ed erudito volo, accenna- nelle quali la Chiesa usa preci che
ta l'antichità dell'uso de' lumi nel- ne indicano precisamente 1' uso, nel
la sacra liturgia, riporta in primo resto sia concesso al vescovo di Mar-
le varie prescrizioni sulla materia siglia,agente in questa causa, il po-
di essi, nelle quali si parla costan- ter tollerare nella sua diocesi l'uso
temente della cera. Asserisce quin- delle candele di cera stearina, pur-
di esser questione tra' teologi se ché la novità non apporti ammi-
possa invece farsi ardere l'olio od razione e scandalo. Ma siccome la
il sevo; ed entrando ad esamina- Chiesa in tutto quello che a reli-

re il suo argomento, rileva per una gione si appartiene sempre cerca


parte che quantunque appartengasi conservare le sue antiche costuman-
a disciplina l' uso delle candele di ze, non può restar mossa ad usar-
cera, e però possa essere soggetto ne in sostituzione ad altra mate-
a mutazione, pure per le partico- ria tanto più nobile e misteriosa ;

lari e generali rubriche n' è così e perché la Chiesa non solo si man-
prescritto l'uso da non potersene tiene immutabile nella purità della
violare l'osservanza : tanto più poi fede, ma eziandio ne' disciplinari
se si parli di quelle funzioni nelle statuti, quando una manifesta ne-
quali esse stesse sarebbero abolite, cessità od utilità non richiegga un
non usandosi la cera 'di api. Per cambiamento, che allora riesce de-
altra parte però avverte essersi fin siderabile, i cardinali della sacra
qui comandato l'uso della cera nel- congregazione de' riti risposero: Con-
la mancanza d'una materia più ac- sulant rubricas ai postulanti. Un
concia ; e si propone di ricercare bel sunto di ambedue voti del i

se le candele di cera stearina, con- eh. prof. Giacomo Arrighi si legge


sideratane la natura risultante dal- nel voi. XVII, p. i5o degli An-
la seguita lavorazione, possano u- nali citile scienze religiose ,
allora
sarsi nella presente ecclesiastica di- collaboratore de' ed al
medesimi ,

sciplina.E qui dichiara che il se- presente compilatore della seconda


vo resta chimicamente cangiato da serie. Nel voi. XX, pag. 3 deci-
sembrare ridotto ad altra sostan- tati annali si riporta una dotta ed
za, eche col mescolarvisi la cera interessante dissertazione sull' uso ,
,

benché in assai piccola misura, ne de'lumi a gas ne' sacri templi, di


risulta quasi un tutto assieme del monsignor Pio Martinucci cerimo-
medesimo genere. Per le quali cose niere pontificio, della quale dare-
dice, non voler manifestare il suo mo qui appresso un breve cenno.
,

i3G LUM LUM


. Dopo aver detto che la Chiesa estendere l'abuso. perchè su tre
Il

cattolica fin dal suo nascere costumò diversi punti si aggirarono


le sue
di adornare con lumi i luoghi sa- ricerche , a vedere cioè che l' uso
cri dopo aver provato 1' uso dei
; dell' olio nelle lampade sostenuto
cerei e lampade anche colle prescri- dall'autorità di una non interrotta
zioni delle rubriche generali del tradizione, dalla espressione de'sim-
messale, del cerernoniale de' vesco- boli che presenta, e dall'essere più
vi, del rituale romano, del ponti- che altra qualsiasi materia atto in
ficale romano, tutte corroborate riguardo al rispetto pel luogo sa-
dalle costituzioni de' sorami Ponte- cro. Cominciando dalla tradizione,
fici, afferma non doversi dubitare dichiarò doversi intendere con quei
l'uso stabile ordinato de' lumi nei monumenti che indicò disse aver ;

sacri templi, non che la materia arso le lampade ne' primi tre se-
con la quale debbono essere ali- coli coll'olio; che nel seguente se-
mentati ; la cera cioè delle api pel- colo avuta pace la Chiesa , si co-
le candele, l'olio per le lampade. minciò a sfoggiare nell'ornato dei
Quindi passa a dire, se l'osservan- luoghi sacri, e per vasi di lumi
za della legge in generale può va- mentovò fari o lucerne guarnite
i

riarsi in ispecie ossia nella materia di lampade, i cantari in cui infon-


a no-
ciò stabilita, per lo spirito di devasi olio, e le corone d' argento
vità che tante volte facendo scher- ossia lampade a forma di cerchio,
no delle costumanze le più rag- contenenti lucerne in giro ,
po-
guardevoli , vuole ora introdursi co dissimili nella figura ai lam-
nelle illuminazioni delle ecclesiasti- padari quali ora si usano. Del nu-
che funzioni; alla cera delle api mero poi maggiore o minore dei
lo spirito di novità presentò in so- lumi, e delle diverse forme e spe-
ed il gas
stituzione la cera stearina, cie delle lucerne , rimarcò che si

all'olio.Osserva poi che la Chiesa accresceva decoro e venerazione ai


però ripone il suo miglior vanto luoghi sacri, i quali doveano ri-

nel conservare costantemente le sue splendere in guisa mirabile, di che


vecchie forme non muovendosi, ne riportò le testimonianze; con-
che per motivi gravissimi ed assai chiudendo che l'uso delle lampade
raramente a cangiar le inveterale e dell'olio fu costante oltre a die-
sue costumanze. Citò le risoluzio- ciotto secoli ; quanti appunto ne
ni della santa Sede contro i' uso conta di esistenza la Chiesa, ade-
che voleasi introdurre del cotone sempio costume più rimoto de-
del
invece del lino, e della cera stea- gli ebrei , comandato da Dio, che
rina in luogo della cera delle api; scelse l'olio pel culto del suo tem-
quindi supponendo la domanda pio, siccome liquore pieno di gra-
se convenga introdurre l' uso del vi misteri, santissimi simboli, e su-
gas in vece dell'olio per alimenta- blimi significati, onde la Chiesa lo
re le lampade, ne ricavò il tema riconobbe adatto a' suoi riti e ad
d'una discussione, che riuscì utile alcuni sacramenti, e Io fece arde-
ed opportuna, giacche in qualche re nelle chiese sino dai primordii
luogo già erasi introdotto ne' sacri del cristianesimo, a preferenza di
templi il lume a gas in vece di qualsiasi altra materia, essendo l'o-

quello ad olio , volendosi altrove lio il più adatto a fronte di qual-


,

LUM LUN *3 7
sivoglia altra sostanza al rispetto e detonazione. Termina monsignor
venerazione dovuta al luogo sacro. Martinucci il suo ragionamento con
Passando poscia ad esaminare che dire, che il variare tuttociò che
debba dirsi del gas proposto in so- appartiene ai riti ecclesiastici spet-
stituzione per ardere nelle lampade ta unicamente alla santa Sede; ec-
delle chiese, dichiarò nulla ricavar- cita lo zelo degli ecclesiastici a te-
si dall' autorità della tradizione a ner lontano da' sacri templi siffat-
suo sostegno, dappoiché solo lo stu- te novità, e tuttociò che può pro-
dio e avanzamento fatto nelle
1' fanarli ; rammentando quanto il
scienze naturali ha presentato que- Signore si mostrò geloso per la sua
sto nuovo genere d'illuminazione. casa, quando Testamen-
nell'antico
Cosi pel maggior splendore di sua to si occupò minutamente di ciò
luce, pel minor aggravio di spesa, che riguarda il suo onore , e nel
per amore d' inusitata vaghezza lo nuovo quando armossi di flagello
si è introdotto nelle vie pubbliche, per discacciarne i profanatori. Un
ne' grandi edifìzi, nelle socievoli a- erudito articolo sull'origine, pro-
dunanze, ne' teatri, nelle feste di gresso, uso e pericoli della illumi-
danze. Per tanto la Chiesa in ve- nazione a gas, si legge nell'appen-
ce di trovarne l'origine fra le pra- dice al Diario di Roma miai. 24
tiche di sua veneranda antichità del 1844.
la rinverrebbe nella recente intro- LUNA, ordine equestre. Divenu-
duzione di un uso tutto profano. to nel 1266 re di Napoli e Sicilia
Il titolo di economia non essere Carlo I duca d'Angiò, per ricom-
un motivo di adottarne 1' uso, es- pensare il merito di molti cavalie-
sendosi impiegate ognora pei culto ri illustri siciliani, li nobilitò nella
divino le cose più preziose e più città di Messina nel 1268 con una
ricche, come le più gravi. Spie- collana d'oro composta di gigli e
gate le varie specie di gas estratto stelle , da cui pendeva una luna
da corpi adiposi o da materie bi- crescente, coli' epigrafe : Donec to-
tuminose, prive esse di simboli e tani impleat, e dichiarò ordine e-
mistici significati ; considerato che questre i cavalieri che vi annoverò.
in adoperarlo non si può infonde- Siccome 1' ordine avea per princi-
re nelle lampade come olio, ed ab- pale scopo il combattere per la
bisognare in vece un macchinismo santa fede, l'alloggiare i pellegrini
ed un apparato; conchiuse non po- ed il seppellire morti, cosi il Papa i

tersi preferire alla semplicità dei Clemente IV lo approvò. Altra in-


lumi ad olio, provenirne inconve- segna de'cavalieri fu una luna cre-
nienze pel cattivo odore ed insa- scente d'argento, che portavano sul
lubri esalazioni, che suol cagiona- braccio sinistro. Afferma il Men-
re l'illuminazione a gas; potersi nenio, che aitino poteva essere a-
restare all'improvviso all'oscuro al- scritto a tale ordine militare, se
lo spegnersi il lume, onde non es- prima non avea dato qualche sag-
sere tal genere d' illuminazione cer- gio del suo valore in guerra, e
to e permanente ; e finalmente la quelli i quali si arrotavano nel
qualificò incomoda per l'eccessivo medesimo, promettevano di sotto-
splendore che abbaglia la non
vista, mettersi ai cimenti e pericoli in
essere esente da pericoli, come da favore degli altri. Nel pontificato
i38 LUN LUN
di Pio II l'ordine si estinse. Il p. che quella vasta e ricca provincia
Bonanni nel t. Ili, p. LXXI del dell' impero ottomano era presso
Catalogo degli ordini militari ed che venula tutta in potere de'fran-
equestri, ne tratta riportandone la ccsi, si collegò con gl'inglesi e con
ligura. altre potenze.
Congiunta la sua
LUNA, ordine equestre. Solima- flotta con quella dell'Inghilterra,
no II del i520 imperatore de'tur- ebbe luogo il primo agosto 1798
chi istituì quest'ordine equestre, per la famosa battaglia d'Abuchir. Co-
rimunerare nell'impero ottomano la mandava la flotta inglese il vice-
virtù militare. Per decorazione sta- ammiraglio telson, la francese l'am-
bilì una collana avente una mezza miraglio Brueyes. La battaglia du-
luna pendente, e i decorati furono rò accanitissima fino alla sera, e
pur chiamati cavalieri di Solima- terminò colla total perdita de'fran-
no. Riferisce il Mennenio che Se- cesi, de'quali morirono circa i5oo,
Jim II nel i566 creò cavaliere essendone rimasti prigioni 65oo: gli
della luna Gentile Bellino, famoso inglesi fra morti e feriti ebbero
pittore, si videro in Vene-
per cui circa novecento individui. Volendo
zia immagini di esso ornate della Selim III gratificare in qualche
collana con mezza luna, la quale modo gli uffiziali inglesi, distribuì
fu antica insegna di Bizanzio, come loro una medaglia d'onore con na-
apparisce nelle antiche medaglie ivi stro color d'arancio per appendersi
coniate. Avverte il Giustiniani nella al petto. Ma nell'anno seguente, do-
sua /Ustoria, che dai cristiani non po altre strepitose battaglie soste-
si può accettare siffatta decorazione, nute dagli eserciti ottomani in E-
qualora sieno uniti con giuramento gitlo contro francesi, Selim III
i

al principe infedele, o con pro- pensò di distinguere con segnali


messe; e potersi accettare se si ri- d'onorificenza quelli tra' suoi eh' e-
ceve qual semplice fregio di nobil- ransi dimostrati valorosi nella dife-
tà, o qual premio od onorificenza, sa dell'impero ottomano. A tale ef-
ricordandone la storia molti esem- fetto istituì o ripristinò 1' ordine
pi. Tuttavolta il Sansovino pone in cavalleresco della luna , stabilendo
dubbio, se quest'ordine si possa ac- per decorazione una luna crescente
cettare da un cristiano. 11 p. Bo- con una stella, il tutto posto su
nanni lo descrive, e ne produce la d'uno scudo d' oro di forma ova-
figura a p. CXXX1X, t. Ili del le, smallato di turchino; ordinan-
Catalogo degli ordini militari ed do che la decorazione dovesse por-
equestri. Nel declinare del secolo tarsi in petto e pendente da un
decorso, l'ordine fu rinnovato dal- nastro d'oro. Questa decorazione si

l'imperatore Selim HI. Questo prin- conferisce pure ai cristiani.


cipe dopo essersi pacificatone! J791 LUNA Pietro, Cardinale. V.
coli' Austria e colla Russia, me- Antipapa XXXVI, ossia Benedetto
diante il trattato di Jassi, riconob- XIII, l'articolo Avignone, e gli al-

be la repubblica francese. Mentre tri relativi.

con essa era in buona corrispon- LUNDA. Sede vescovile della


denza, Napoleone nel 1798 invase Frigia Pacaziana, nella diocesi d'A-
l'Egitto, per cui Selim HI dichiarò sia, sotto la metropoli di Laodicea,
guerra alla Francia. Vedendo egli eretta nel IX secolo. Si conoscono
LUN LUN i3 9
due vescovi di Lunda , Niceforo metropoli ecclesiastica della Dani-
che trovossi al YI1 concilio gene- marca. Ai i4 dicembre i6y5 fu il
rale, ed Eustachio che assistette teatro di una sanguinosa battaglia
al concilio di Fozio. Oriens christ. fra i danesi* e gli svedesi, che
t. I, 822.
p. quattro anni dopo vi conchiusero
LUND o LUNDEN, Lundis. un trattato di pace: in tal mo-
Città già arcivescovile, nella Svezia, do Lund dal dominio dei danesi
prefettura di Malmoehus, governo passò definitivamente sotto quello
composto colla parte meridionale degli svedesi. Commanville dice che
ed occidentale della già provincia Lund fu capitale della Danimarca,
di Scania, uno de* dodici governi la quale cedette la città alla Sve-
di Gottland terza divisione del zia nel 1 658.
regno svedese. La Scania o Scan- La sede vescovile di Lund fu
dia, Schonen, o Scandinavia, gran- celebre ed antica, risalendo la sua
de penisola che comprende la Sve- erezione secondo alcuni al iio3,
zia e la Norvegia, fu soprannomi- sotto la metropoli di Amburgo.
nata la madre dei popoli; una Commanville dice meglio che la
provincia di essa è la Scania for- sede vescovile fu eretta nel io65,
mante oggidì le prefetture di Mal- e che quindi nel 1092 fu elevata
moehus e di Christianstad, le più al grado arcivescovile per la Da-
meridionali del reame. Lund, Lon- nimarca colla dignità di primate
,

den, Lundìa, o Lunda golkoruin delia Scandinavia, ed anche sopra


Lundium scaiwriim, è distante quat- la metropoli di Upsala. Che nel
tro leghe da Malmoe e quindici , secolo XI già Lunden era arcive-
da Christianstad. Aperta e fabbri- scovato, lo dicemmo all' articolo
cata irregolarmente, le sue strade Danimarca {Vedi), mentre n* era
sono però polite. Possiede una vescovo A sceno, dappoiché portan-
cattedrale , un seminario di predi- dosi in Roma Danimarca il re di
canti, una società di fìsiografìa, ed Enrico III, aLibano sua istan/a
una università che dicesi fondata li sottrasse Lund e la Danimarca
dal re Carlo XI nel 1666 o nel dalla giurisdizione d'Amburgo, e
1668, frequentata da circa 600 per la sua comoda situazione ed
studenti , e che couliene una bi- altri piegi, a mezzo del suo le-
blioteca di 4°3 00 ° volumi un , gato apostolico la fece metropoli
gabinetto di mineralogia e di sto- ecclesiastica della Svezia (Vedi), e
ria naturale, un museo, ima colle- della Norvegia (f^edi). Inoltre En-
zione di medaglie ed antichità, un rico 111, siccome era molestato da
gabinetto di fìsica e di meccanica, Liemaro arcivescovo d'Amburgo,
un osservatorio astronomico, un e- che lo volea scomunicare, ricorse
laboratorio chimico , ed un bel al Pontefice, il quale fatta esami-
giardino botanico. Vi sono alcuni nare la causa, e conosciuta l'inno-
conciatoi e delle fabbriche di ta- cenza del re, lo assolse. Urbano
bacco. Conta più di 3,2 00 abitan- II dichiarò vescovi suffragane! di
ti. Sulla collina di Lybers, in vi- Lund quelli delle sedi vescovili di
cinanza alla città, venivano eletti Roschild, di Odenzee, di Arhusen,
i capi o re di Scania. Lund fu Alborg, Burglavium o Venzuzzel,
capitale della Scania e celebre Yiborg, Rippen eSleswig, vescovati
i4o LUN LUN
tulli nel regno danese, al dite di to la sua vendetta, se non Io a-
Batldrand. Tuttavolta nel ii48 fu vesso trattenuto la paura di Carlo
tenuto un concilio in Lìncoping V più clic il Papa; bensì sfogò il

(Fedi), per lo stabiliufento di questo suo furore sul di lui fratello An-
arcivescovato. Il Mirco afferma, che tonello, e tolse al nunzio un mi-
Adriano IV nel ii5o, dichiarò l'ar- lione di talleri delle oblazioni che
civescovo di Lunden primate. Al da tutte le chiese di Scandinavia
medesimo articolo Danimarca indi- aveva raccolto. L'estremo supplizio
cammo come Bonifacio Vili sco- era pure apparecchiato al legittimo
jnunieò il re, e fulminò l'interdet- *
arcivescovo di Lumi Giorgio Scor-
to al regno, per avere il primo borg, per aver disapprovato le stra-

imprigionato l'arcivescovo di Lun- gi della Svezia, ma si liberò dal


den. Divenuta oppressiva la prima- pericolo con cercare un asilo in Ro-
zia dell'arcivescovo sulla Scaudina- ma. Dopo aver Cristierno II tra-
via, nel XIV secolo s' incominciò dito la chiesa di Svezia, volse
dagli svedesi a combatterla, fin da l'inique sue arti contro la chiesa
quando il Papa Urbano V nel di Danimarca e contro la dovizio-
1367, e die
in Viterbo, consacrò sa dote che possedeva, ed a tal
il pallio di arcivescovo Upsala di uopo chiamò a Coppenhagen, capita-
ai dotto e pio Birgero primate del- le di essa, un discepolo di Lute-
la. chiesa sveva. Quindi ebbe ter- ro, e gli concesse piena facoltà di
mine 1397, pel celebre tratta-
nel spargere pe'suoi domiuii l'erronea
to di pace chiamato unione di dottrina ; dipoi Bugenhagen inti-
Coltnar, couchiuso tra i vicini re- mo amico dell'eresiarca consumò
gni di Svezia, Danimarca e Nor- la separazione della chiesa di Da-
vegia , con una lega offensiva e nimarca dalla cattolica sotto Fede-
difensiva, nella speranza di termi- rico- I e Cristierno III, facendo
naie le loro perpetue ostilità. Allo- altrettanto nella Svezia Gustavo I

ra la Svezia fu sottratta dalla giù- Wasa, altro suo successore. Impa-


risdizione ecclesiastica e primazia- dronitisi gli svedesi nel secolo se-
le Lunden.
dell'arcivescovo di guente di Lund, ridussero la sede
Cristierno II re dì Danimarca, arcivescovile in vescovile della pre-
IVorvegia e Svezia, chiamato il tesa chiesa riformata, mentre il re
Nerone del Nord, commise nell'ul- di Danimarca e Norvegia Fede-
timo regno molti eccessi pei consi- rico III, nel 1660, trasferì il gra-
gli di Westfaliano Teodorico Scia- do metropolitico a Coppenhagen
ghoeck, che nominò prima vesco- (Fedi), la cui primaria origine si

vo di Skara e poi arcivescovo di deve 68 ad Azel arcive-


nel li
Lund; ma quando il barbaro prin- scovo di Lunden; avendovi nel
cipe ne vide lo funeste conseguen- i/\.2.5 celebrato un concilio Pietro
ze, rigettando sopra di lui tutta la Lucco, altro arcivescovo iundense.
colpa, lo cacciò in prigione, e nel LUiXI ( Lunen). Città vescovile
\5ii Io fece abbruciare in Cop- non più esistente, il cui vescovato
penhagen. Tanta fu la crudeltà di è uuito a Sarzana e Bruguato nel
CristiernoII, che nemmeno a G10- Genovesato. Limi nella Val di Ma-
vanni Angelo Arcimboldo nunzio gra, piccola città distrutta, di ori -

delia Scandinavia avrebbe perdona- gine etrusua, per quanto sia stata
LUN LUN 141
per molto tempo dominata dal li- vescovi piò attivi per rivendicare
guri , cui sottentrarono i romani, ai prelati della diocesi lunense i
dai quali la città col suo distretto diritti stati trascurati o perduti, fu
fu riunita al governo di Pisa, e ilvescovo Enrico de' nobili di Fu-
conseguentemente alla provincia to- cecchio,il quale fiori nella catte-
scana. Siccome Luni fu antico ca- dra di Luni dal 1276 al 1296.
poluogo del contado e diocesi che A lui si deve la raccolta dei diplo-
ne porta il nome, ed il paese mi ed. altre carte spettanti alla
prese da lei il nome di Lunigiana, chiesa e mensa vescovile, che sotto
di questa daremo prima un breve ilnome di Codice Pallavicino si
cenno. La Lunigiana, Lunisiana, è conserva nella cattedrale di Sarza-
una piccola regione posta fra la na. Da alcuni documenti e dalle
Liguria e la Toscana , percorsa bolle pontifìcie spedite da Eugenio
per la maggior parte dal fiume 111 nel 1 149, e da Innocenzo III
Magra e dai' suoi influenti. Il pe- nel 1202 ai vescovi di Luni, ne
rimetro di questo antico conta- risulta che la chiesa lunense al
do e i suoi limiti poco si cono- secolo XI l non avesse più giurisdi-
scono, ma sembra dovessero oltre- zione alcuna sulle isole di Capraia
passare quelli della Magra. La Lu- e della Gorgona , come l'ebbe al
nigiana fu congiunta al municipio tempo del Papa
Gregorio I; e s.

di Lucca (Fedi), per la colonia che se dal lato di ponente la dio-


che occupò le campagne de' liguri. cesi di Luni al secolo XII avea
IVei secoli XI, XII, XIII, il conta- già perduto una porzione di ter-
do della Lunigiana formava Marca ritorio, sembra che non venisse e-
con la riviera di Genova (Fedì). gualrnente scorciata dalla parte di
Sebbene sia invalsa l' opinione di levante, dove per lungo tempo ab-
essere i vescovi di Luni stati inve- bracciò il distretto di Corvaia e
stiti del titolo e prerogative di di Vallecchia in Versilia, fiumana
conti della Lunigiana sino dal tem- che sino al declinar del secolo
po dei Carolingi , niuno fra i do- XVIII formò l'estremo limite meri-
cumenti finora pubblicati presentò dionale delle diocesi di Luni-Sarza-
una testimonianza che possa dirsi na, siccome dal lato di grecale i suoi
coeva regno dei Carolingi, per
al confini valicando il monte di Gic
dare a tale opinione il grado di go, verso la Pania di Terrinca,
verità. Certo è che al secolo XI percorrevano nella valle superiore
portavano il titolo di conti della del Serchio, ossia nella Garfagna-
Lunigiana i pronipoti del marche- na alta, dove abbracciava tutto il
se Oberto, che fu conte del pa- territorio commutativo di Minuc-
lazzo sotto l'imperatore Ottone I ciano col piviere di Piazza, e la
il Grande. Prima dunque del seco- maggior parte dell'attuale giurisdi-
lo XIV non pare che vescovi di i zione di Camporgiano.
Luni godessero delle prerogative La Lunigiana al presente è in parte
di conti della Lunigiana. Venne una contrada montuosa del grandu-
bensì nel i355 accordato loro il cato di Toscana, provincia di Firenze;
titolo di principi dall' imperatore rinchiusa tra gli stali (sardi che vi
Carlo IV, in un tempo fàcile a possiedono i territori! di Satzana e
concedersi eguali diplomi. Uno dei di Spezia), il ducato di Parma, il
i> LUN LUPC
il moto di Modem», Massa e Carrara, per i suoi vini squisiti, e per gli ot-
i quali ultimi ducato e principati timi fruiti di arte pastorizia, quasi
rome le terre feudali dei Malaspina, piìi non si ravvisa; e restandole
Rpetlaao duca di Modena ben po-
al ; ancora comodo passo, che
il più
polata e bagnata dalla Magra. Ha di ollremonti e di Lombardia vi
Pontremoli (Fedi), sede vescovile per fosse per andare alle parti più me-
capoluogo, e vicariati di Bagno- i ridionali d'Italia, col finire del se-
ne e di Fivizzano, cioè della par- colo XVI perde eziandio questi
te che appartiene alla Toscana. utile prerogativa.
Fiorì la Lunigiana per gran nu- 11 nome di Luni portato dalla
mero di uomini illustri, per santi- città diroccata vuoisi originato dal-
tà ili vita, per. dignità ecclesiasti- la suo rinomalo
figura falcata del
che, fra'quali i Pontefici 8. Euti- e grandioso dove la natura
porto,
chiano di Limi, il cui corpo tra- ha fatto tutto da se sola, che po-
sferito alla sua patria, distrutta tea meglio dirsi una serie di por-
questa, venne portato in Sarzana; ti nel golfo magnifico di Luni
Sergio IV e Nicolò V, e molti ora dello della Spezia, o secondo
cardinali e vescovi; non che per altri pagana divinità che pre-
alla
dotti ed artisti e capitani di chiaro siede al maggior astro notturno,
nome. Da ultimo un benemerito lu- in guisa che d agli abitanti di Lu-
nigiano di Fivizzano, l'abbate Em- nigiana è fama che s'imprimesse
inanuele Gerirli, nel 1829 pubbli- l'emblema della luna sulle grandi
cò in due volumi colle stampe in forme dei loro casci, se dobbiamo
Massa e dedicò alla patria le im- credere a Marziale. Checché ne sia,
portanti Memorie storiche d' il- né il porto lunese può dirsi di fi-
lustri seri dori e di uomini insigni gura semilunare, poiché è più lun-
dell' moderna Lunigiana.
antica e go e profondo che largo ( ora il
Dopo che
Lunigiana ebbe can-
la golfo della Spezia ov' è Porto- Venere
giato il suo reggimento politico, e e Leriei, il primo luogo ottimo por-
degli etruschi lucumoni, e dei pre- to nella costa del Mediterraneo, i

datori liguri , e dei magnifici ro- due ultimi offrono sicuro ricovero
mani, nello scorrere l'età dei bar- e comodo approdo alle navi); ne la
bari tempi cadde nel più deplora- città di Luni fu unica fra quelle
bile desolamento. Afflitta dall'a- dell'antica Italia a portare l'em-
riana eresia, davastata dai vandali, blema di Diana. Rare e meschine
dai goti, dai longobardi, dai sara- macerie, di cui l'edifizio maggiore
ceni, come pure dalle fazioni che attualmente si riduce alla semidi-
indi in poi regnarono
V I- in tutta ruta ossatura un mediocre an-
di
talia, fu Tale
lacerata e divisa. fiteatro, trovansi qua e là sepolte
contrada che fu già ragguardevo- nell'arenosa campagna, il perchè in
le per la sua Luni in riva al ma- vari tempi fu disputalo non sola-
re Tirreno con nobile porto già ,
mente dell' origine e vicende, ma
una delle Lucumonie di Toscana, ancora della vera posizione di que-
famosa per 1' aruspicio e pel flo- sta antichissima città, che fu con-
rido commercio per marmi ra- ,
i fusa con Avenza, con Sarzana, con
ri di cui abbonda, per le sue strade Spezia, ec.; ciò che diede argo-
romane eh' erano assai frequentate, mento a varie erudite opere, che
LUN LUN i43
illustrarono i monumenti supersti- ne fece in Roma e in altri luoghi,
ti. Questi nella massima parte dis- Aumentò talesmercio quando sotto
sepolti nel suolo di Limi, consisto- Nerone si scuoprì nelle stesse ca-
no in iscrizioni votive, sepolcrali e ve quel finissimo marmo statuarie
di famiglie: rinvenne pure un
si da Plinio più candido
qualificato
candelabro di bronzo, un pavimen- e più bello del pario. Indi dagl'im-
to a mosaico, avanzi di edifizi ed peratori romani si assegnarono i
altre pregevoli antichità che dan- ragionieri alle cave lunensi, e al
no un' idea della Luni romana, luogo dello scarico de'marmi al
Dagli ubertosi scavi poi fatti per porto Claudio e in Pioma, nel luo-
ordinedel redi Sardegna nel 1837, go denominato la Marmorata.
tra le altre cose si rinvennero i S' ignorano le vicende di Limi sot-
bronzi trasportati alla reale acca- to la dominazione gotica, come nelle
demia delle scienze a Torino, molti tre prime decadi del regno cle'lon-
pezzi di scoltura, statuette di bron- gobardi ; si rileva però nelle epi-
zo, capitelli di marmo, il tutto il- stole e nei Papa s.
dialoghi del
lustrato dal eh. direttore di detti Gregorio I, che qualche anno pri-
scavi Carlo Promis, nelle sue dot- ma del suo pontificato, che inco-
te Memorie della città di Luni) minciò nel 590, era seguita T irru-
di cui ne narrò le cose principali zione de' longobardi nel territorio
il benemerito scrittore Emmanuele di Luni e circostanli luoghi che
Pi epetti, nel suo Dizionario della desolarono ferocemente. Il Pontefi-
Toscana, all'articolo Luni. Nell'ali* ce scrisse otto lettere al vescovo di
no 537 di Roma il console Tito Luni, del cui contenuto poi parie-
Manlio Torquato recossi colle 10- remo. I cittadini di Luni erano del
mane legioni al porto di Luni per partito del greco imperatore, ma è in-
salpare in Sardegna, e vent' anni Certa l'epoca della sua prima distru-
dopo fece altrettanto M. Porcio zione, riportandosi l'invasione longo-
Catone per recarsi in Ispagna, giac- bardica sotto il re Glotario o Rota-
che Luni per molto tempo do- rio,o forse prima. Tuttavolta Luni
minata dai liguri, Io fu poi dai continuò non solamente ad essere
romani che col suo distretto la riu- sede de' suoi vescovi, ed a chia-
rirono al governo di Pisa. Nella marsi costantemente città, ma nel-
guerra civile tra Cesare e Pompeo lo stesso suo distretto ebbero case
si ricorse all' oracolo dell' aruspice e possessioni i duchi longobardi di
etruscoAronte abitante di Luni. Lucca, al cui governo politico Lu-
Quindi Luni sotto il triumvirato ni con tutta la Lunigiana sembra
di Ottaviano, M. Antonio e Lepi- che restasse incorporata. Inoltre si
do dovè accogliere una colonia mi- congettura che Luni sotto il regno
litare di veterani. Sotto Augusto de'longobardi dipendesse da un ca-
sno patrono, Luni rifiorì, aumen- staldo, sottoposto egli medesimo al
tò di popolazione, e mediante Te- duca di Lucca e di Pisa. Sotlo
scavazione il traffico ed il traspor- l'epoca de' Carolingi Luni fu tran-
io de'marmi lunensi, tanto bianchi quilla e continuò adipendere dal
ordinari, come quelli bianco-ceru- governo superiore di Lucca. Nar-
lei delti bardigli, fu grande e co- rano gli storici V apparizione del
pioso, pel straordinario uso che se portentoso naviglio, che senza pilo-
144 LUN . LUN
to e senza alcuna guida, dai mnri che spingeva nei campi di Luni la
di Levante, verso l'anno 782 por- vagante fiumana della Magra, e che
tò alle spiaggie di Limi fra le al- ivi arrestavano i crescenti rinterri,
tre insigni reliquie quella del Cro- fecero abbandonato e deserto il

cefisso detto Volto santo, che si luogo.


venera nella cattedrale di Lucca. La sede vescovile venne fondata
Verso Tanno 8|o, o secondo il Mu- a' tempi degli apostoli, divenendo
ratori iiell' 849» i mori e saraceni poi sulfragauea della metropoli di
portarono tali disavventure a Limi, Genova. 11 primo suo vescovo che

che la città ne restò desolata al se- trovasi nominato è s. Ebbedio,


gno di non poter piti d'allora in poi ossia Habcldeus o TfabeUleuni, il
risorgere dalle sue rovine; a ciò si quale pare più africano che lati-
deve aggiungere quanto neh' 84 <) no : viene onorato nella chiesa di
gli cagionò Arnolfo re di Germa- Sarzana a' 17 febbraio, per essere
nia. Raccontasi pure uno sbarco stato relegato in esilio e poi uc-
proditorio di Astingo capo dei nor- ciso dagli ariani in tempo della
manni a Luni, dell' uccisione del persecuzione vandalica sul finire
vescovo e della prigionia degli a- del V secondo vescovo
secolo. Il

bi tanti, accompagnata dalla distru- fu s. Terenzio, il quale cadde vit-


zione fatale della città. Veramente tima di un nemico furore , per
nel X secolo ancora sussisteva, e vi la barbarie di certi ladroni i quali
si tenevano fiere e mercati, il cui dopo averlo spogliato delle poche
diritto regio nel 963 Ottone I do- sostanze che possedeva, lo privaro-
nò al vescovo; e nel secolo XI il no di vita; il suo corpo si traspor-
commercio e- lo scavo de' marmi tò nel golfo lunense, in un luogo
lunensi continuava. Molte rappre- vicino alla spiaggia, alla parte de-
saglie soffrirono nel secolo XII i stra (sepur ivi non ebbe la morte),
vescovi di Luni, per parte de' più. che d'allora in poi acquistò il no-
potenti dinasti della Lunigiana, i me di s. Terenzio , in memoria
marchesi Malaspina ,
per lo che del santo vescovo ch'ebbe ivi se-
si ricorse ai consoli di Lucca. De- poltura e particolar venerazione.
cadendo sempre più Luni, non le Il vescovo Vittore intervenne a
rimase pressoché il solo nome di quattro concilii romani nel ponti-
città, laonde l'imperatore Federico ficato di s. Simmaco; Verecondo
I con diplomi del 1 183 e 11 85 suo successore, fu nel 55 1 rilegato
conferì a Pietro vescovo di Luni, da Giustiniano I con Papa Vigilio. Il
oltre l'arena o anfiteatro, la piaz- quinto vescovo s. Cecardo o Ceccar-
za o area interposta fra Luni e il do, fu ucciso pel fervido zelo con cui
lembo del mare, cioè il luogo che correggeva uomini perversi l'illu- :

fu la sede della desolata città, con stre suo martirio avvenne in Car-
fossi ed i suburbi, alcuni diritti e rara, ed ivi nella chiesa maggiore
vari castelli del contado lunense, giace anche oggidì entro un'urna
fra i quali Carrara, le sue Alpi di marmo di elegante lavoro, in-
e la lapicidine de' marmi. La cor- vocato con religioso culto, special-
ruttela dell'aria cagionala dai pa- mente da che, pochi anni addie-
duli, dai ristagni delle acque mari- tro, cioè a'g aprile i832, monsi-
ne, e da quelli dell'acqua doke gnor Zoppi ,
primo vescovo di Mas-
LUN LUN 145
sa Ducale, ne ottenne dal Papa Ermo e di s. Sebastiano, pel qual
Gregorio XVI il riconoscimento del monastero il Papa mandò poi l'ab-
cullo immemorabile, festa ed officio badessa, ec.
proprio , come notò ancora il eli. Successore a s. Venanzio fu s.

sacerdote Semeria a p. 206 della Basilio, secondo 1' Ughélli, che nel
sua Storia ecclesiastica di Genova toni. I, p. 853 dell' Italia sacra
e. della Liguria. Ebbe amicizia e riporta la serie de' vescovi di Luni:
corrispondenza col Papa s. Grego- s. Basilio fu di tale e tanta santi-
rio l il vescovo s. Venanzio di tà, che la chiesa cattedrale, in cui
Limi, e si hanno òtto epistole del dopo la morte fu sepolto, dimen-
primo al secondo, sia per gli uf- ticato l'antico suo titolo, venne dap-
lìzi del sacro loro ministero, sia poi denominata chiesa di s. Basi-
pel vincolo d' amicizia, tutte meri- lio ; cessò di vivere a' 29 ottobre.
tevoli di attenzione, siccome monu- Indi abbiamo vescovo s. Salario
menti preziosi di disciplina eccle- martire, in cui onore fu eretta una
siastica, e perchè danno urt' idea chiesa tra il castello di s. Teren-
qual fosse lo stato politico e civi- zio e Lerici, nel qual luogo di-
le della città nel terminare del se- cono alcuni storici che abbia ver-
colo VI. Colla prima dèi £9,4 s. sato il sangue, non per la per-
Gregorio I interdisce i cristiani di secuzione degl'infedeli, riè pel fu-
stare a servire gli ebrei abitanti rore degli eretici , ma per la di-
nella Luni, e nel tempo
città di fésa de' diritti ecclesiastici; la sua
medesimo egli accorda a questi festa celebrasi a' 2 2 Ottobre. Tra
ultimi la facoltà di continuare a i di lui successori nomineremo l'im-
tenere i bri ini nella qualità di a- mediato Lucio; Gualcherio eh' era
gi'icoltori delle terre di proprietà vescovo all'eccidio de* normanni; O-
degli ebrei, purché i lavoratori vi delberto cui Berengario confermò'
stiano come veri coloni, e senza i privilegi che Carlo Magno avea
aggravio di altri oneri servili. Nel- conceduti alla chiesa di Lurii; A-
le altre si ragiona, della penitenza delberto del 961; Goffredo figlio

da infliggersi all' abbate di Porto- del rnaì'chese Attone proavo della


Venere, e ad un ex sacerdote, contessa Matilde; Guido del 1078;
inviandoli in castigo ai monasteri Andrea del fia'4; Goffredo del
delle isole di Capraia e della Gor- 1 1
37 ; Alessandro Pietro che fu
gona, le quali allora doveano es- nel 1 1 79 al concilio generale la-
sere sotto la giurisdizione spiritua- teranense IH. Già a quel!' età il
le del vescovo di Luni ; della rego- vescovo e clero della diroccata Lu-
gola pastorale inviata a Venanzio, ni , vagavano dall' antica sede al

insieme ad una veste pel battesimo Sarzana {Vedi\ talvolta all'Ame-


d'un'ebrea convertita in Luni; sul- lia e spesso a Castel Nuovo di Ma-
T approvazione del monastero di gra, a cagione dell' aria divenuta
vergini che il vescovo voleva fon- malsana, in vista di che essendo ve-
dare «ella propria casa dentro la scovo Gualtiero il Pontefice Innocen-
città di Luni, con fondi e sacri zo HI colla bolla In eminenti Sedia
arredi, con cappella annessa in o- jépostolicae, del 1202, e con altra
nore di s. Pietro apostolo, de' ss. del 1204, concesse che la catte-
Giovanni e Paolo martiri, di $* drale di Luni si trasportasse a
VOL. Xfc. 10
.

i46 LUN LUO


Sarzana, erigendo la chiesa di s. de'successori del vescovo Gualtiero,
Andrea in cattedrale. Con tuttociò e di quelli di Brugnato, con altre
il capitolo di Limi non sembra notizie analoghe. 11 Papa Gregorio
che si stabilisse subito in Sarzana, XVI, nel concistoro de' 19 maggio
mentre troviamo anche dopo il
lo 1837, dichiarò vescovo di Luni-
secolo XIII ad uflìziare in Castel Sarzana e Brugnato nel Genove-
Nuovo di Magra, paese situato in sato, l'odierno monsignor Francesco
poggio e assai vicino a Luni. E Agnini genovese.
in fatti a Castel Nuovo furono re- LUOGHI DI MONTE, Loca
datti gli statuti più antichi del capi- Montium. Credito di somma deter-
tolo di Luni, e in Castel Nuovo nel minata in un monte: così il Dizio-
6 ottobre 1 3o6 capitò Dante Alighie- nario della lingua italiana. Il car-
ri incaricato dei marchesi Maiaspina dinal de Luca, De locis montium,
per trattare la pace con Antonio p. 5, de vocabulo mons quid si-
de Canulla vescovo di Luni, mala- gni/icet, dice: » denotat omnem cu-

to in quell'episcopio. Dipoi Nicolò V mulum, sive omnem massam, vel


diSarzana confermando ed amplian- pecuniarum, vel fru-
collectionem
do il decretato d'Innocenzo III, vol- gum, aliarumque rerum, quae ad
le che si dicesse episcopato Lunen- publicum usum publicamque ma-
,

se-Sarzanense. L'abbandono totale jorem commoditatem , cum pu-


cìi Luni per parte del suo clero, blica auctorifcate, et quandoque e-
e il di lui stabilimento finale in tiam privata, prò aliquo publico
Sarzana, data veramente nel i465, opere pio, vel prophano facta sit,
anno in cui il Pontefice Paolo lì ad instar montis materialis ". Di-
a'21 luglio segnò la bolla di tras- scorrendo poi a p. 9: De specie
lazione formale della sede di Lu- mondimi, et de loca montium ca-
ni in Sarzana, sul riflesso che quel meralia ecco come si esprime
,

clero era vagante. Nella bolla in- *» Consistere dicitur in illis publicis,
oltre si dice , che conservato il et regalibus redditibus, quos prin-
nome di città alla stessa deserta ceps supremus, ejusque camera, vel
Luni, viene ordinato che sia tras- respublica habens regalia, et jura
latata la cattedra in s. Maria di supremi principatus, assignat illis,
Sarzana , erigendo questa in cat- qui pecunias ei accommodant prò
tedrale con tutti i privilegi delle publicis indigentiis, tamquam per
altre chiese vescovili, e dando a speciem censum consigrtativi ad ra-
Sarzana il titolo di città. Alla mor- tionem tot prò centenario singulis
te di Giulio Cesare Pallavicino, annisj donec soluta pecunia in sor-
vescovo di Luni e
Pio Sarzana, te, restituatur singulis scutorum
VII con bolla de' 18 febbraio 1821 centenis, unum assignando iocum,
separò dal vescovato centododi- puta quia camera principia , vel
ci parrocchie, per costituirle alla respublica prò bello, vel prò aliis

nuova diocesi di Massa Ducale, accidentibus indigens magna , et


compensando il vescovato di Luni prompta quantitate pecuniarum ,

e Sarzana con riunirvi la sede ve- quam cum honorum, vel ju-
ejus
scovile di Brugnato (Fedi), e che rium annuo, vel alias temporaneo
questa fosse concattedrale a Sarzana. fructu, sive emolumento prompte
A questo ultimo articolo parleremo obtinere non potest, curat vendere,
-, ,

LUO LUO i4 7
Tel oppignorare proprieratem , vel lorum ofiìciorum popularium ter-
soi lem principalem , ut ita habens tiae classis, quae nullam habent
(exempli gratis) ex publicis vecti- annexam administrationem, nulla-
galibus, aliisque regalibus juribus que in eis electa dicitur industria
annutim recidi in m seutorum cen- personae, sed sunt ad solum nego-
tum promptnm obtineat
miliium, tium, et interesse bursale
M
«

summam duorum millionum, ven- Fabrizio Evangelista, De locis


dendo, vel oppignorando dieta jura, montium cameralium non vacali'
cum cu jus redditibus solvat accorci lium nel lib. I, cap. II, definisce i

modanlibus pecuniam fructum ad luoghi de' monti. » Loca montium


rationem seutorum quinque , vel sunt quaedam species redditum, seu
quatuor prò centenario, donec ac- censuum, qui comparantur a princi*
ceptam pecuniam resti t uh t, atque pe seu republica mediantibus lite-
clebitum redimat, taroquam per ris patentibus, ac registris publicis,
speciem impositionis census consi- quae stant loco instrumenti alias
gliativi, cui baec loca montium 3 inter privatos iniri soliti. Card. De
vel similia jura doctores assimilant, Luca ad materiam locorum mon-
quamvis aliquae dignoscantur diffe- tium disc. 23, n. 18 etseq. Fit enim
rentiae inferius recensendae, ita con- ex dictis redditibus acervus, et ag-
stituendo tot loca, seu portiones, gregatio quaedam, quasi mons pe-
quot sunt seutorum, quae recipiun- cuniae iis praestandae, qui redditus
tur, centena, sive ista sint sciita emaut a principe, vel republica pos
monetae, sive sint auri, cum ista Ugol. de Usur. fìrmat Choell. ad
difierenlia percutiat solum modurn bull. bon. regiminis cap. 34, art. 1
1,
solutionis fructuuni, et restitutionis n. 22. In Hispania loca montium
sortis, ut infra cap. 3 et 4? dum dicuntur Jura teste. Larea alleg.
a lii solent esse moutes in moneta, 32 per tot. Salgad lab. credit, p.
et atti in Quamvis autem
auro. 2, cap. 5, «. 5g et seq. Venetiis
haec loca montium sint de dupli- vero dicuntur dedita in Oede mo-
ci specie quod scilicet, alia sunt
, netaria vulgo Zecca, ut notat Pe-
vitalitia, seu vacabilia, et alia non regria, con*. 43, ti. 1, lib. 1. Bononiae
vacabiiia, nec vitalitia sed perpetua, dicuntur Benedectini, ex constitutio-
eodem modo, quo babetur in prae- ne s. m. Benedicti XIV sub datum
missis censibus consignativis, quod 6 januarii 174 2 assignata eorum
alii sunt perpetui et a!ii vitaìitii dote super datiis, redditibus, impo-
ut in sua censuum sed habetur. sitionibus, et gravaminibus, et ha-
Pfibilominus de perpetui», et non bentur ad instar locis montium Ur-
vacabilibus in hac tiactntione solum bis. Rot. dee. 1 1 , n. 1 et seq. co-
agilur, cum respectu vilalitiorum, rani Falcon. Ferrariae
dicuntur
seu vacabilium, deserviat , et oppor- Sanitalis et Communitatìs. Tauri-
tuna sit potius altera praecedens la- ni dicuntur, s. Joannis Baptistae ".
tita* tractatio officiorum venalium Nel Dizionario delle origini all'arti-
et vacabilium, dum ea, quae ibi de colo Monte di pietà {Vedì) } si dice
bujusmodi offìciis dieta sunt ada- , che sul modello de' monti di pie-
mussim, et in omnibus congruunt tà, dai quali -si accordavano e si
istis locis montium vacabilibus ,
accordano prestili a benefìcio dei
quae habere videntur speciem il- poveri con piccolo pagamento d'in-
.

i48 LUO LCJO


teresse , si fondarono in Italia , e le persone private il denaro col
specialmente nelle provincie venete, quale si formarono tanti monti ,

monti così detti di grano, i quali quante centinaia di scudi venivano


in molti anni di carestia servirono da esse alla camera apostolica e
e servono grandemente al soccorso suo tesoro somministrate. 1 monti-
della classe indigente, massime dei sti riscuotevano dallo stesso tesoro
contadini. Da sillìilti monti vuoisi pontificio il frutto di dieci scudi
adombrala l' origine de' luoghi di per cento, fruito che in progresso
monte. Chiamossi poi Monlisla il di tempo diminuì a seguo, che
possessore de* luoghi di monte nell'ultimo periodo del secolo pas-
Nello stato pontificio i luoghi di salo si ridusse a soli tre scudi per
monte erano vacabili se circoscrit- cento. Dappoiché i luoghi di mon-
ta ad un tempo era la loro estin* te, pei lodevoli motivi onde furono
zione, non vacabili, se perpetui ; inslituiti dalla paterna sollecitudi-
i vacabili erano vitalizii che la ne de' Papi a soccorso delle na-
camera apostolica col suo Teso- zioni cattoliche, cioè pei motivi che
ro ( Fedi ) pagava annualmente andiamo a registrare, ridussero ben
al inontista, come annue erano le presto il tesoro pontificio a circa
rendite che la medesima sommi- dieci milioni di scudi di debito, i

nistrava ai montisti di luoghi di cui frutti assorbivano la maggiore


monte non vacabili. Siffatti monti e miglior parte delle rendite della
presero la denominazione, secondo camera apostolica. Vi è chi ha at-
il perchè e la cagione onde furo- tribuito la causa dell'abbandona-
no Vi furono anche luo-
istituiti. mento dell' agricoltura nell'agro ro-
ghi di monte eretti da signori par- mano, alla istituzione de' luoghi di
ticolari, che davano in garanzia le monte. Osserva però il eh. monsi-
loro terre: ne tratta l'Evangelista gnor Nicolai nelle sue Memorie sul-
nel cap. IV, n. 29. Il prelato te- le campagne di Roma t. IH, p. 90
soriere generale avea la soprain- e i5o, che invece l'agricoltura ri-
tendenza de' monti creati e di quel- sorse sotto Clemente VII, e si au-
li che si erigevano' poi. Dei vaca- mentò anche dopo quando le per-
bilisti o uffizi veuali vacabili, se ne sone facoltose potevano impiegare
tratta all'articolo Vacabili o Vaca- il denaro con molto frutto e sen-
BILISTf. za pericolo nell'acquisto de' luoghi
JVello stato pontificio l'uso di di monte, piuttosto che nella col-
erigere luoghi di monte in Roma, tivazione delle terre. Può essere che
provenne dal Papa Clemente VII, moltiplicatesi le occasioni d'investi-
eletto nel i523, allorché per sup- re il denaro ne' luoghi di monte,
plire all'armamento ausiliare delle si distraessero sempre più i ricchi
truppe da lui destinate al soccor- dall'agricoltura; rna la causa prin-
so dell' imperatore CarloV, contro cipale per cui allora si ritornava
lapotenza formidabile di Solima- ad abbandonare la coltivazione del-
no II imperatore de' turchi , inde- le terre, forse erano i vincoli che
bitò le rendite de' dominii della si frapponevano non tanto dalle co-
santa Sede, con una specie di cen- stituzioni, le quali variamente mo-
so consignativo, sotto il vocabolo deravano la libertà delle tratte,
di Luoghi di Monte; ritraendo dal- quanto dalla poco esatta condotta
,

LUO LUO 149


e parzialità de' ministri, che facil- Demente quanto sieno ignoranti
mente potevano abusare de' vincoli ingiusti, detrattori e maligni quelli
delle leggi, perchè gli agricoltori che accusano la corte romana di
non godessero il promesso benefì- guadagnare sulle nazioni estere, per
cio delle tratte, mentre queste sot- quel poco di denaro ch'esse vi man-
to speciosi pretesti si concedevano dano per rescritti, brevi e bolle. Ri-
agli appaltatori, o ad altri che^per flette il Marchetti Se in vece di :

privilegio, per grazia, per regali ra- donare, se in vece di essere la ca-
pivano il prezzo de' benemeriti a- pitale della religione, Roma fosse
gricoltori. stata un banco di negozio , ed a-
Pa Paolo III poi sino a Paolo vesse somministrato a discreto frut-
V, i| tesoro pontificio spese ben to quel suo denaro dato in sovve-
solici milioni di scudi, a bene- nimenlo gratuito delle nazioni este-
fìzio delia sola Germania. Laon- re, introiterebbe Roma almeno an-
de calcolandosi le spese fatte dai nui scudi 773,283, e niuno ne a-
successivi Gregorio XV,
Pontefici vrebbe fatto un lagno; quando non
Urbano Vili, Alessandro VII, Cle- ne vengono pei riferiti motivi nem-
mente X, Innocenzo XI e Clemen- meno scudi 3oo,ooo, cioè ai tem-
te XI per sovvenire le urgenze del- pi del Marchetti, dopo quali tale i

le cattoliche nazioni estere, si tro- introito soffrì grande diminuzione.


va clic nel corso di più d'un seco- Ecco come si è gridato, calunniato
Jo e mezzo, la camera apostolica si ed esagerato senza ragione, anzi con
gravò per più di venti milioni di scu- ingratitudine; deve inoltre notarsi
di di debito, presi per molto tempo che talvolta Papi imposero ga-
i

al dieci e fino al dodici per cento, belle e dazi ed altre gravezze ai


ridotti per ultimo al tre per cento. propri sudditi per aiutare gli al-
,

Calcolando in questo minore frut- trui ; per quanto fecero nelle Cro-
tato soltanto il debito contratto ciate , si è detto a quell'articolo.
dal tesoro pontificio pe2 sovveni- Clemente VII dunque, come af-
menlo gratuito delle nazioni, esso ferma anche il Bernino nella Sto-
divenne aggravato dell'annuo debito ria delle eresie, t. IV, pag. 3 80,
e frullato di molto più di quat- eresse ed introdusse in Roma i

trocento mila scudi, senza calcolare luoghi di monte per impedire l'e-
molte altre somme ben grosse, che stensione delle conquiste de' turchi
la reverenda camera sborsò pegli stra- a danno de' Duemila di
fedeli.
nieri. Il cardinal De Luca, De locis questi monti furono eretti la prima
montinm cap. V, n. 9, fa il confron- volta, importanti il capitale di scu-
to del denaro che veniva a Roma di 200,000, e furono denominati
per la dateria, con quello che ne Monti Fede, dalla pia causa onde
uscì. Giovanni Marchetti poi arci- furono eretti. Paolo III aumentò
vescovo, trattò ex professo questa tali luoghi di monte. Pio IV vo-
materia nel libro Del denaro stra-: lendo soccorrere il re di Francia
niero che viene a Roma, e die se nella guerra contro gli eretici ugo-
ne va per cause ecclesiastiche, cal- notti, eresse il Monte Pio, più i

colo ragionato, Roma 1800. Chi Monti soccorso primo, soccorso se-
leggerà le dimostrazioni del dotto condo, ed Avignone, nella quanti-
e veridico scrittore, conoscerà pie- tà di diecimila luoghi, coulraendo
,

s5o LUO LUO


perciò un milione di scudi dì de- di 35,1 5o a ragione del dodici per
bito. Questi monti trasportati di- cento, poscia ridotto da s. Pio V
poi da Alessandro VII nel Monti- al sette per cento. Il monte im-
Ricuperato o Ristorato, variarono portava in sorte scudi 47°> °o, e
nome non l'effetto. Nel 1 5y i s. voleva Gregorio XI li a mezzo del
Pio V conchiuse 1' alleanza e la tesoriere generale del lutto estin-
lega col re di Spagna e co' vene- guerlo; ma
siccome molti montisti
ti, contro Seiim II possente impe- ne aveano assegnalo le rendite a
ratore ottomano, per cui i cristia- chiese, per doti o per fidecommissi,
ni vinsero la strepitosa battaglia di si contentò il Pontefice che restas-
Lepanto. Perciò il Papa vendè l'uf- se di soli scudi i6o,oco, col solo
fìzio di camerlengo, impose le De~ sei per cento ai montisti. Indi tolse
cime ( Vedi) sugli ecclesiastici , ri- la gabella alla carne porcina, com-
pevetle 4ojOOo scudi d'oro da do- pensando l'erario coli' erezione di
dici congregazioni monastiche, ed un luogo di monte estinguibile, al
eresse il Monte della Fede poi det- sei e mezzo per cento. Quando il
to Religione, e ne ricavò grandi successore Sisto V nel i585 mon-
somme. Per comprimere l'orgoglio tò sul trono, trovò il tesoro papa-
de' turchi e quello degli eretici, s. le esausto, mentre i suoi vasti pen-
Pio V spese più di due milioni di sieri, le spese immense necessarie
scudi, che ritrasse da una nume- a* suoi grandiosi divisamenti , ri-

rosa aggiunta ai Monti Novennali, chiedeva gran copia di denaro. Per


e da altri da lui eretti, e chiamati supplire a tanti bisogni, ad imita-
Monti Lega, Monti Religione, seb- zione de* suoi predecessori, comin-
bene non tutto il prezzo incassò, ciò a riformare gli uffizi vacabili
ciò che poi fecero Gregorio XIII, e ne aggiunse altri : questi uffizi

Sisto V e Gregorio XIV. Inoltre come venali si vendevano a pro-


s. Pio V facol tizzo monsignor te- fitto dell'erario, ed alla morte del-
sorierea vendere quelle porzioni l' acquirente l' uffizio vacava. Fra
del Monte Pio Ricuperalo, vacate questi eravi il tesoriere generale
per la morte de' montisti. Mode- che avea la sopraintendenza sui
rato co* parenti, s. Pio V donò al luoghi di monte: riserbò Sisto V
nipote Paolo cinquantasette luoghi da questo uffizio l'annua somma
di monte, nel che fu imitato da al- di scudi 5ooo, che applicò al Mon~
tri Pontefici.Sotto Gregorio XIII, te Tesoreria, da lui eretto. I luo-
per diverse alienazioni di terre ed ghi di monte rinnovati o creati da
erezioni di luoghi di monte, la Sisto V, sono seguenti. I. Monte
i

camera apostolica trovavasi de- dell'Archivio. Monte d'Avigno-


II.

pauperata a segno, che di rendi- ne prima erezione. III. Monte d'A-


te non gli restavano più di scu- vignone seconda erezione. Chianios-
di 160,000, la maggior pai te si col primo nome perchè Pio IV

fondati nel sussidio triennale ira- lo creò nel soccorrere il re di Fran-


posto da Paolo III ; laonde estinse cia, e liberare dagli eretici la con-
in parte il Monte Pio, col resti- tea d'Avignone e territorio, domi-
tuire il denaro ai montisti. Questo mi della santa Sede; si chiamò
monte dopo l'istituzione di Pio IV l'altro di seconda erezione ,
perchè
costava alla camera apostolica scu- lo stesso Papa fece uua seconda
,

LUO LUO i5i


erezione di detto monte, per via l'aumento di bollo e delle pelli pe-
di ampliazione, pel sussidio contri- lose; dalla tesoreria di Romagna
buito di nuovo al re di Francia. scudi ii,5oo mediante l'unione
IV. Monte s. Bonaventura. V. Mon- dell'appallo delle saline di Cervia
te Cancelleria. VI. Monte Carner- ed estrazioni dalla provincia; dal-
lengato. VII. Monte Dateria. Vili. l'appalto generale delle poste pon-
Monte Giulio, creato già da Giu- tificie, antecessori avevano
che gli

lio III. IX. Monte Lega, creato da mantenimento del som-


riserbato pel
s. Pio V insieme col Monte Reli- mo Pontefice, scudi 4>5oo dal reg- ;

gione. Monte Pio Ricuperalo.


X. gimento di Bologna per la gabella
XI. Monte Sisto. Ora andiamo me- ch'egli trovò in essere del vino,
glio a dire de' luoghi di monte unita a quella della tesoreria, scu-
mentovali ed altri, eretti o ripri- di ma perchè questa prima
3,5oo;
stinatida Sisto V. erezione non bastava a' suoi dise-
Dicemmo all'articolo Archivi, che gni, estese questo monte ad altri
Sisto V avendo dato in affitto gli ioojooo scucii, assegnando per l'an-
archivi delle scritture di tutto lo nuo frutto del io per cento, scu-
stato ecclesiastico per nove anni, di 6000 smembrati dall'uffizio ve-
coll'annua risposta alla camera di nale vacabile dell' uditorato came-
scudi i 1,000, sopra questi colla rale, ed altri scudi 4°°° dal men-
costituzione Decet Romani Ponti- zionato appalto delle poste, come
ficis 3 creò il Monte Archivio ,
pel consta dalla sua costituzione de' 19
quale assegnò, dalla somma di tale settembre i588; sicché queste due
appalto, la rata di scudi 9,800 per creazioni ed estensioni del Monte
frutti di luoghi di monte 980 a ra- s.Bonaventura, portarono alla cas-
gione di scudi dieci per luogo eretto, sa scudi 4 00 000 Da Paolo IV, e
)
'

alla valuta di scudi cento per por- da Pio IV suo successore imme-
zione, e costituente il capitale di scu- diato, era 00 state alienate le can-
di 98,000, risei bando scudi 1200, cellerie, segreterie, e notariati ci-
compimento dell'appalto. Avendo vili e criminali di domimi tutti i

inoltre Sisto V esposto in concisto- pontifìcii per 5ooo scudi, dando


ro ai cardinali l'urgenza di fare il agli acquirenti la facoltà di fon-
ponte Felice, la cupola di s. Pietro, dare sopra detti uffizi un monte
e di contribuire il soccorso promesso vacabile, e che dovessero cedere a
a Filippo II re di Spagna per l'im- prò loro le stesse vacabilità. Con-
presa dell'Inghilterra caduta nello siderando Sisto V l'enorme lesione
scisma, e per liberare dalle mani di del contratto che offendeva i di-
Elisabetta la cugina Maria Stuar- ritti della santa Sede, colla bolla
da; col parere de' cardinali stessi Pastora lis officii, pubblicata a' 21
e coli' autorità della costituzione luglio 1 588, spiegò la fraude fatta
Inter multiplices, creò Monte s. il dai conduttori nel rendere surre-
Bonaventura per scudi 3oo,ooo e tizie le menti de' due Pontefici no-
luoghi tremila vacabili, a ragione minati, ed abolì questo contratto ,

di scudi dieci per cento e per luo- mediante la quale cessazione, ven-
go, dandogli in assegnamento dei ne alla creazione del Monte Can-
fruiti, scudi io,5oo dalla Doga- celleria pel capitale di scudi 50,000,
na di Roma {Vedi), computato e luoghi ooo a ragione di 100
, ,,

}
$2 LUO LUO
pendi l'uno, ed a forma degli altri di d'oro per qualunque spedizione
monti vacabili, da darsi pei' asse- beneficiale di minor grazia, ed as-
gnamento fisso del frutto annui , segnolli pel pagamento dèi frutti
sudi 5,ooo sopra i nuovi condut- del Monte /)<i furiato, che creò per
tori delle predette cancellerie e luoghi 600, pel valore capitale d>
membri annessi. Giovanni Agosti- Scudi 60,000 a ragione del io per
no Pinelli comprò questo monte cento, colf assegnamento predetto,
di 5oo luoghi pel detto prezzo di dichiarando neljo stesso tempo
scudi 5ooo annui alla camera a- che se in qualche caso il suddetto
nostolicaj e Sisto V avendo appro- provento di cinque scudi d'oro non
vato detta vendita , di nuovo lo coprisse gli accennati scudi 6000,
vendè al Pinelli, accordandogli la frutto certo, allora estendeva per
facoltà di vendere ad altre persone qualunque mancanza la facoltà so-
ì medesimi luoghi di monte. pra la impq-
gabella della carne,
Nella stessa maniera, essendo ve- sta già da Pio IV pel monte che
nuto a morte il cardinal Guasta» creò, la rendita della quale era su-
camerlengo di s. Chiesa, Si-
villani periore a quello che qccorreva al
sto V deliberò d' incamerare l'en- predetto monte da Pio IV eretto.
trata del camerlengato. Da questa 11 prezzo poi delle rassegne costi-
smembrò la rata di scudi 6000, tuenti gli scudi60,000, volle chp
dando la quota di scudi 2200 ai andasse in deposi teria generale agli
cinque chierici di camera da lui usi ed effetti medesimi espressi
accresciuti, e quegli scudi 38oo che nel Monte Camerlengato preceden-
avanzavano, li serbò per creare, te. Ma non era tutto questo ba-
come effettivamente fece a* 12 set- stante a supplire alle spese che Si-
tembre i587 ? il Monte Camerlen- sto V andava facendo ; il perchè
gato, per luoghi a scudi 101 664 siccome egli non fece m,ai cosa al-

£ mezzo per porzione, a ragione di cuna senza il consiglio de* cardi-


scudi nove per luogo di fruttato, nali, cosi radunato il concistoro
e costituente il capitale di scudi espose loro che per tale cagione
65,366, i quali incamerò. Pei frut- era costretto per quella sola volta
ti poi, ammontando a scudi £769 ad aggravare i suoi sudditi, con
annui, assegnò l'avanzo di scudi imporre per tutto lo stato, a riser-
38oo compimento de'6ooo sepa- va di Roma e di Bologna, la ga-
rati dall'uffizio del camerlengato, e bella di un quattrino per ogni fo-

scudi 2000 sopra i banchieri della glietta o piccola misura di vino,


curia romana, tassata ad una certa che nelle osterie e case private si

somma annua che a per gli utili vendesse a minuto. Il sacro colle»
loro recano le spedizioni oltramon- gio approvò il pontificio divisamen-
tane della dateria, per le cedole te , laonde V a' 24 api ile
Sisto
bancarie fatte dai medesimi. Avea i5§7 affittò la gabella per scudi
il santo Padre già istituito il teso- 70,100 a Filippo Anlinori banchie-
riere del datario, creandolo uffizio re fiorentino iu Roma, per cinque
vacabile; ma vedendo che il teso- anni, con patto di pagarsi la rata
riere avea molti assegnamenti che di bimestre in bimestre nella dc-
lo facevano oltremodo dovizioso positeria generale. Non contento
smembrò dal suo uffizio cinque scu- ancora, Sisto V adunò di nuovo
LUO ivo 53
il concistoro, nel quale espose ai duemila luoghi del Monte Sisto al
cardinali che ideava creare un mon- Monte delle Provincie coli' esenzio-

te vacabile chiamalo Sisto, a ra- ne della vaeabilità e minorazione


gione di scudi dicci per cento, col del frutto al sei per luogo, dando
capitale di scudi 5oo,ooo, dando- a benefizio sì dell'uno che dell'al-
gli per assegnamento stabile de'frut- tro la vaeabilità di tremila luoghi
ti scudi 5o,ooo nominata ga-
della rimanenti del Monte Sisto, cui ce-
bella. Indi provò di avere
loro der doyeano con promessa all' in-

trovato il modo d'incamerare mez- tera estinzione di due monti. Per


zo milione di scudi, e di avanzar- gli altri tremila luoghi riparò eg|i
ne 20,100 in componimento del- con un riparto mollo tenue sopra
)
annuo che 1' Antinori pa-
'aiiìtto je provincie che avevano sofferto la

gava per la foglietta. Approvarono gabella della foglietta, assegnando


tutti i cardinali l'esposto, ed il Pa- a tutte col riparto, la rata di scu-
pa eresse il Monte Sisto, dando fa- di 34)0 00 pei frutti e spese di
coltà monsignor Popoli tesoriere
a detti luoghi tremila avanzati a scu-
per la vendita che facilmente tro- di per cento. Le provincie
dieci
vò di cinquemila luoghi, comprati erano Campagna, Marittima, La-
:

da Marcantonio Ubaldini e com- zio e Sabina scudi 2700; Patri-


pagni per scudi 026,000, i quali monio e Civitavecchia spudi 52oo;
furono chiusi in Castel s. Angelo. Umbria scudi 7090 ducato di Ca- ;

Accortosi però Sisto V di non merino scudi 1000; Marca ed An-


essere utile al principato la ga- cona scudi 10,700; Loreto e Ro-
bella suddetta di un quattrino per magna scudi 75oo; in tutto scuoM
e la creazione del monte,
foglietta 34,ooo. Resta a parlare de' Monti
non restando in egual porzione gli Camerali non vacabili, quali a i

scudi 70,100 annui di risposta, tempo di Sisto V erano quattro.


ma che l'appaltatore si arricchiva, Due mesi dopo la sua esaltazione
oltre le angari e che i ministri di al trono, cioè a' 29 luglio i585,
quello facevano a'popoli; quindi è il Papa convocò il concistoro , ed
che convocato il concistoro a' 27 espose ai cardinali, che trovandosi
luglio i588, colla costituzione Hu- senza denaro per estirpare i ban-
manarum rerum, abolì l' appalto diti e malviventi, onde restituire
d| detta gabella , e conseguente- allo stato la pace, aveva necessità
mente restò estinto il Monte Sisto, di creare un Monte Camerale non
cui cercava l'assegnamento di scu- vacabile, col titolo di Monte Pace,
di 5o,ooo con
pei frutti. Prestava senza che pei frutti venissero ag-
tal soppressione da prendere prov- gravati i sudditi. Piacque l'idea, e
videnza per la reintegrazione dei Multa et gravia,
colla costituzione
montisti,ed ecco il partito a che Si- fu eretto questo monte per scudi
sto V si appigliò. Aveva Gregorio 3oo,ooo, in luoghi tremila a ra-
X11I eretto il M
'onte Camerale non gione del cinque per o sia cento
vacabile chiamato Monte delle Pro- per luogo, costituente l'annuo frut-
vincie , del quale era depositario tato di scudi 1 5,7 5o, tolti ed as-
Bernardo Olgiati, che avea in ma- segnati sopra l'ailìtto delle dogane
ni di sopravanzo scudi 200,000. generali di Roma condotte da Ti-
Sisto V dunque fece passare per berio Cevola , colla cauzione pei
i54 LUO LUO
nmutisti, che in tutti i tempi av- V furono saviamente riparati so-
venire si sarebbe conservato a prò pra 600,000 scudi del nuovo
i

loro una pari e duplicata somma creato monte. Aveva pure s. Pio V
nelle dogane. Diede però la facol- creato il Monte Religione, lascian-
tà per la rassegna di detto monte do la via aperta a' successori di
al tesoriere generale Benedetto Giu- ampliare e rassegnare le porzioni
stiniani, all'indie rassegnati che fos- di detto monte, le quali Sisto V
sero detli tremila luoghi pel valo- estese per luoghi seicento
quaran-
re di scudi 3 00,000, si serbassero ta, e in tal guisa incamerò scudi

in deposi leria generale all'uso sud- f>4,ooo, senza che gli occorresse
detto dell'estirpazione de' malviven- far nuova costituzione , e pensa-
ti, e si chiamò poi sempre Monte re al riparo de' frutti da s. Pio
Giustiniani. V stabiliti sopra la gabella della
Aveva nell'anno 1^26 Clemen- carne. Detta estensione non fu di
te VII creato il Monte Fede per somma maggiore, perchè Gregorio
la somma di scudi 200,000 a ra- XIII ne avea rassegnati altri, on-
gione del dieci per cento. Il suc- de non v' era luogo che per li pre-
cessore Paolo III vedendo che il detti seicento quaranta luoghi, co-
fruttato era troppo vantaggioso ai me disse Alessandro VII nella ri-

montisli, io ridusse a scudi sette e forma che ne fece poi nel 656.
1

mezzo per cento ampliando però , Lo stesso Gregorio XIII avendo


ilmonte di altri scudi 200,000. osservato che la scarsezza del fru-
Ora Sisto V, esaminando che il mento angustiava bene spesso Ro-
fruttato cosi ridotto era sufficiente ma, e il distretto ancora di essa,
a misurare una somma superiore pensò di far acquisto, come ese-
a quella che Paolo IH avea au- guì, dagli eredi di Filippo Pieruz-
mentata col sette e mezzo per cen- zi fiorentino, de' terreni e tenute
to, e considerando che il sei per delle Chiane ne' territori'! di Civi-
cento era assai più che giusto, sop- tavecchia, di Monte Leone, di Cit-
presse ed eslinse il Monte Fede di tà della Pieve, e di Ficulle per
luoghi quattromila ed ottocento pel 80,000 scudi, affine di seccare le
capitale di scudi 4§o,ooo, e con- Chiane, e renderle coltivate a con-
temporaneamente colla costituzione to della reverenda camera ; ma
fiumani plerumque, de' 20 ottobre perchè i ministri di questa a tut-
1587, creò un nuovo monte collo t'altropensavano, in vece di utile
stesso titolo, pel capitale di scudi era di remissione, restando senza
600,000 e rispettivi seimila luoghi frutto la detta somma pagata nel-
a ragione di sei scudi per cento la rassegna del Monte Religione ,

p sia per luogo, coi medesimi as- col pagamento de' frutti d'annui
segnamenti dati al prefato monte scudi 8200. Or conoscendosi tut-
da Clemente VII e da Paolo III, tociò da Sisto V, e che la camera
ph'essi aveano eretto ed ampliato apostolica non poteva evitare un
sopra le dogane di Roma; onde discapito , fece segretamente ,
per
con tale industria Sisto V inca- guardarsi dai montisti, trattare l'a-
merò scudi 120,000, co* medesimi lienazione di que' terreni colle co-
36,ooo che Paolo IH aveva asse- munità de' territorii in cui erano,
gnati ai 480,000, e che da Sisto esibendoli per lo stesso prezzo. Ma
LUO luo m
avendo le comunità risposto essere della chiesa di g. Sabina, la casa pia

pronte a compiacere il Papa, però presso la chiesa di s. Vito, il col-


mancanti del denaro, Sisto V si legio di Bonaventura in Roma,
s.

orni loro sborsarlo e fu condii usa il collegio Montalto in Bologna, e


la vendita. Adunato pertanto il con- tante altre opere e munificenze be-
cistoro, e propostasi dal Pontefice nefiche, oltre i 5,i5o,ooo scudi
a* cardinali l'alienazione delle Chia- depositati in Castel
s. Angelo, ec.
ne per 82,000 scudi, creando un Gregorio XIV, mediante la costi-
Monte Camerale non vacabile per tuzione Susccpli, aumentò luoghi i

detta somma e col nome di Monte di monte di Sisto V, ciò che colla
Civitavecchia, a ragione del sei per costituzione Vlea, in favore delle
cento, costituente la somma di scu- comunità, confermò ed ampliò nel
di 49 20 cne addossò alle comuni- i5g2 Clemente Vili, il quale nel
tà acquirenti, colle debite cauzio- i6o3 emanò altre provvidenze per
ni, tutto venne approvato. Fondò l'estinzione del Monte delle Pro-
eziandio Sisto V il Monte di Or- vincie, e pel nuovo regolamento
vieto, di ottocentoventi luoghi, col delMonte Comunità. Clemente Vili
disposto della costituzione Inter per soccorrere la Germania e l'Un-
multiplices Pastora li s
per offìciì s gheria contro gli eretici , fu co-
1'asciugamento delle Chiane. stretto indebitare lo stato pontifi-
Ed ecco le saggie provvidenze del cio, colla giunta di duemila luo-
gran Pontefice Sisto V sui luoghi dei ghi di monte Monte Novenna-
al
monti e vacabili; che se i ministri le, oltre l'erezione del nuovo Mon-
pubblici ed altri l'avessero esamina- te Ungheria, nella somma di scudi
te, in luogo di criticarle avrebbero 200,000, e di altro Monte Soccor-
veduto, che le risulte dell'estinzio- so nella quantità di scudi 400,000.
ne de' Monti Camerali non vaca- Inoltre Clemente Vili nel 1600
bili, si sarebbono estinte, median- emanò il motu proprio, Decet Ror
te la regola prescritta da Sisto V manum Pontijicem, presso il De
e con vantaggio dell'erario ponti- Luca pag. 86, super resignationi-
fìcio. Con siffatte industrie, si co- bus montami romanae curìae. 11
nosce come Sisto V potè fare im- Papa Paolo V per comodità dei
mense spese per tante opere, come poveri nel 1612 istituì il Monte
sono : la cupola di s. Pietro, l' e- della Fatina, da cui ognuno po-
rezione degli obelischi, il restauro teva procurarsi il sostentamento.
delle due colonne, il trasporto dei In so v veni mento dell' imperatore
cavalli marmorei sul Quirinale, l'e- contro gli eretici Germania della
rezione del palazzo lateranense e eresse un nuovo Monte Religione
dell'ospizio de' poveri , l'introdu- secondo , nella somma di scudi
zione dell'acqua in Roma pei rin- 200,000. Inoltre Paolo V nel 160$
novati acquedotti, il sussidio alla fece il 1110 tu- proprio Cu/n prò su-
Francia, e tanti edilìzi, cioè la son- prema, presso il De Luca pag. 89,
tuosa cappella in s. Maria Mag- col quale deputò una congregazior
giore, la biblioteca vaticana, la ne sui luoghi di monte della cu-
chiesa di s. Girolamo degli schiavoni, ria romana, per togliere gli abusi
l'edilìzio delle scale sante, le sei gran- e qualunque impedimento. Quindi
diose strade di Pioma, il restauro uel i6i5 Paolo V colla costituzio-
i56 LUO LUO
ne Inter caeltras, confermò le prov- di dicci e mezzo, indi per diverse
visioni, le ordinazioni e le tasse cagioni erano saliti al prezzo di
stabilito dalla congregazione da lui centocinquanta 6cudi. Appena nel
destinata pel regolare andamento i655 divenne Papa Alessandro VII
de' luoglii di monte, quale il De volle alleggerire la camera di qué-
Luca riproduce a pag. 93, ripor- sto aggravio, per cui propose di
tando a pag. 95 e seg. Provvi- sostituire a questi monti vacabili
sioni ed ordini da osservarsi ed altri non vacabili, di cui la came-
eseguirsi dai segretari, pro-segre- ra pagasse il quattro per cento.
tari, computisti , sensali de' luo- Consigliavamo alcuni a restituire
ghi di monte in Roma, ed altri a ildenaro di questi vacabili , dopo
cl)i spetta nelle rassegne ed altri ch'erano stati venduti per scudi
ailari di detti monti. A pag. 1 i'j centodieci l'uno; ma egli ricusando
poi il De Luca ci dà la costitu- di fqre tanto danno ai sudditi, de-
zione di Urbano Vili, Decct nos terminò che per ogni vacabile si

ex pastorali s o/fìciif, de' 18 luglio restituissero scudi centocinquanta^


1639, ossia la Deelaratio, quod seio un luogo e mezzo non vaca-
quaecumque pactiones particola- dicendo che non riputava per-
bile,

ri mn persouarum super montibus, duto dal principe quel che anda-


vel roontium quorumeumque,
locis va in profitto de' suoi vassalli , e
factae absque Sanctitatis suae, vel così donando 600,000 scudi, rice-
proteetorum, aut ofìicialium ad id, vette le benedizioni di tutti ed in-
et ad conliciendas lilteras patentes sieme guadagnò per la camera scu-
deputatorum licentia, non alten- di 67,000 di rendita; ed a chi lo
dantur, nec aflìciant tnontes, et lo- lodava dicendogli, che luttociò ave»
ca hujusmodi. Dall' autorizzazione eglitolto a sé slesso, rispondeva,
data da Paolo V al marchese Ben- che non si era tolta se non la co-
tivoglio per asciugare alcune palu- modità di peccare. Di tali lodevoli
di, ebbe origine il Manie Bentivo- industrie avea bisogno l'erario pon-
glìo, che approvò Urbano Vili, ed tifìcio, imperocché oltre le imposte
in fine di questo articolo ne fare- di altri Papi, o per soccorrere i
mo una breve storia. Urbano Vili principi cristiani contro gli eretici
sino dal i635 creò il Monte Co- e infedeli, o per la ricupera di
munità, col motu- proprio, Clemens Ferrara fatta da Clemente Vili,
PP. Vili praedecessor. per tener pronto un tesoro per
Essendo stati introdotti luoghi di i qualunque eventuale bisogno, le
monti vacabili per supplire alle ne- imposte eransj di molto aumenta-
cessità della camera apostolica, con te. Urbano VIIJ, in ventini anno

un peso più grave per farlo solo tem- di pontificato,perle guerre ed al-
porale, ritenendovi poi le medesime tri avvenimenti, avea aggiunto ga-
gravità, diversi aveano renduti
gli belle corrispondenti nel frutto a
perpetui, giacché alcuni Papi allor- quattordici milioni di scudi di de-
ché vacavano li donarono a' propri bito. Il successore Innocenzo X per
parenti. Erano questi monti vacabili la guerra con Parma avea speso
al numero di quindicimila, vendu- scudi 600,000, dato molto a'suoi,
tisi al principio a ragione di scudi ed oltre a ciò trovate le spese or-
centodieci l'uno, col frutto di scu- dinarie superiori alle rendite, avea
LUO LUO i$7
fatto un nuovo debito di tre mi- presse Monte d'oro eretto da
il

lioni di scudi, senza nuove gravez- Innocenzo X, ed il Monte sale d'o-


ze, ma in modo da render tan- ro creato da Urbano VIII. Sotto
to più difficile la diminuzione del- il pontificato d'Innocenzo XI e nel
lo antiche. Dopo avere Alessandro 1682 nel pubblicare in Roma il
VII estinto tre milioni e più di cardinal De Luca il Tracia tus de
scudi in luoghi di monti non va- offìciis venalibus, vi aggiunse l'al-
cabili, e fruttiferi di quattro scudi tro : De mondimi non vaca-
locis
e mezzo, al che seguì altra som- bilium Urbis. Clemente XI a' 2 no-
ma, in tutto di ventisei milioni, vembre 1701 emanò il motu-pro-
per pagare i quali istituì nuovi prio Romanus Pontìfex, presso E-
luoghi di monti, che pagassero so- vangelista p. i58, con cui soppres-
lamente il quattro per cento. Ma se il segretario de' luoghi di mon-
alcuni giunsero a sospettare che te instituitoda Clemente X, che
questa novità di monti avesse per pel primo era stato Diego Ursaia;
fine l'arricchimento de' parenti. In ed invece nominò un amministra-
sostanza Alessandro VII soppresse tore de' medesimi a disposizione di
i Monti Giulio, Fede, primo e se- monsignor tesoriere generale, nomi-
condo, Dateria e Camerlengato, e nando segretario generale ammini-
li com penetrò nel Monte liis fora- stratore l'avvocato Filippo Cesari-
to, in cui pure Monti
traslatò i ni. Col motu- proprio, Monsignor
Lega e Religione, ed Monti Un- i Carlo Marini, nel 1707 Clemente
gheria e Soccorso, tanto col motu- XI aumentò il Monte Comunità.
proprio Inter inultiplices del 1664, Il suo successore Innocenzo XIII
che mediante il motu- proprio Ca- soppresse ri Monte Fede nel 1722
merae noslrae redditus in dies di- col motu- proprio Carlo Collicola
minuiob temporum calami tates, da- tesoriere, così i Monti Ungheria e
to nel i665. Tre Monti Ristorati Soccorso. Nel pontificato di Bene-
Alessandro VII, chiamati pri-
istituì detto XIII iabusarono
ministri
mo, secondo e terzo. Clemente IX della sua eccessiva bontà, mentre il
eresse il Monte Barberini a' 25 ot- tesoro pontificio si trovava col de-
tebre 1669, col motu- proprio Vo- bito di cinquanta milioni di scudi,
lentes dilectum filium Maphaeum e le spese superavano di molto le
Barberini. Clemente X eresse il rendite. Egli eresse duemila luo-
Monte Orsini a' io settembre 1671, ghi di monte e si temette che il
col motu- proprio Romanum decet frutto di tutti i luoghi di monte
Pontìficemj indi nel1672 soppres- non sarebbero stati pagali per man-
se il Monte Comunità secondo. In- canza di fondi. Benedetto XI II do-
nocenzo X a' 16 novembre 1644 nò al nuovo ospedale di s. Galli-
ridusse i frutti de' luoghi de' monti cano trenta luoghi di monti ap-
del sale, dell'oro, e del macinato, partenenti alla camera, ed altret-
eretti da Urbano Vili, da scudi tanti che spettavano alla dateria.
otto ch'erano per ogni luogo, a Va letto il chirografo di Benedet-
scudi quattro e mezzo. Dipoi In- to XIII, Avendoci voi rappresenta-
nocenzo XI nel i685 colla costi- to, sul Monte Comunità.
tuzione Avendo noi procurato, e- Benedetto XIV colla costituzione
stese i Monti Comunità, indi sop- Ad haec necessarium del 174^,
imS luo luo
presso Evangelista p. i6l, pubbli- accrebbe il Monto s. Pietro, riunì il

co opportune provvidenze sui luo- Monte, Paolo al Monte Religio-


s.

ghi di monte, suoi ministri e mon- ne mediante V ammissione a dello


tisti. Soppresse il Monte Novenna- monte dei marchesi Cesare e Lui-
te, e per Bologna eresse il Monte gi Bevilacqua. Il Papa Pio VI a
Benedettino) col subingresso de'cre- proseguire la grandiosa opera dei
ditoride' Monti Clemente. I e Cle- bonificamenti delle terre pontine ,

mente li: furono poi riformati i si appigliò al temperamento di


Monti Innocenzo IX, e Monte Se- creare un debito pubblico, con un
rondo, pur di Bologna. Benedetto tenue frutto da pagarsi coll'inlroi-
XIV si trovò costretto imporre to d'una cassa quanto sicuro, tan-
una tassa sopra i montisti, così to meno incomodo all'erario carne-
fece pure Clemente XIII, il quale rale.Quindi con suo chirografo dei
a cagione della carestia, con suo 29 gennaio 1780, diretto al car-
chirografo, Per la penuriosa raccol- dinal Pallotta allora pro-tesoriere,
la , eresse il Monte Abbondanza ordinò un' aggiunta di luoghi di
a ragione di scudi cento per luo- monti denominati s. Pietro otta*
go, acciò le comunità dello stato va erezione^ e Ristorato terza e-
potessero prendere denaro a frutto rezìone, col prezzo de' quali da
onde provvedersi di giano. Però vendersi o da rassegnarsi a chi
Clemente XIII soppresse il Monte volesse farne acquisto, si formasse
Ristorato di prima erezione, colla una cassa destinata per servire u-
costituzione Iti sublimis militantis nicamente alle spese della bonifì-
Ecclesiae, de'20 agosto 17^9. Nel cazione pontina. Per pagaie poi i

suo pontificato e nel 1767 coi ti- frutti alla solita ragione di scudi
pi di s. Michele, Fabrizio Evange- tre per ciascun luogo di monte,
lista diede alla luce il dotto trat- volle che si erogasse il denaro che
tato Opus de locis
intitolato : proveniva impresa del giuoco
dall'

montami cameralium non vaca- de'lotti, che tratta il Nicolai


di
bilium. In quo per materias di- nella sua opera de' Bonificamenti
slinctas ex professo agitur. De e- delle terre pontine p. 325. In se-
reclione locorum montium, de eo- guito Pio VI vedendo che le mo-
rum suppressione, de declinile ad- nete venivano incettate, e che le
ministratoris , ejusque officio, de cedole soverchiamente crescevano,
ofticialibus et curis ad eos per- dopo aver ordinato opportune dis-
tinentibus, de clausola dummodo posizioni 3 riparò al disordine delle
etc. De contractibus tam super cedole, col ritirarne tante, quante
proprietate ,
quam super fructi- ne facesse d'uopo per bilanciare
bus, de iis quae sunt solemnia la somma di quelle che restavano
contracium a locis piis, universi- coll'elFeltivo contante, e nel 1786
tatibus, mulieribus et ininoribus ser- eresse il Monte di Porzioni vaca»
vanda, de nominazione cappellano- bili, per la somma di un milione
rum ad cappellanias, de deletio- e mezzo di scudi romani, con one-
ne vinculorum de , judicibus, de sto profitto per quelli che vi vo-
notariis, et tandem de mandatis lessero impiegare il loro dena-
de transferendo, delendo, attergendo 10, dichiarando che tutto il capita-
et resignando. Inoltre Clemente XIII le che da questo ne derivasse, do-
LUO LUO l$9
rea servire in estinzione delle cedo- suddetta decretata estinzione si fe-

le in corrispondente quantità. Nel ce precedere una liquidazione cui


suo pontificato i repubblicani fran- furono ammessi i soli particolari,
cesi avendo invaso parte dello sta- essendone slati esclusi corpi mo- i

to pontificio, Pio VI si trovò co- rali, sia per la loro illegittima sop-

stretto a diminuire il frutto de'Iuo- pressione in quell' epoca avvenuta


ghi di monte, e ridurlo in tutti al per ordine di chi reggeva il go-
tre per cento, e quando nel 1798 verno degli stati invasi, sia per al-
l'occupazione straniera si completò, tri speciosi motivi. La estinzione
narra il Marchetti, Del denaro ebbe effetto mediante Y impiego
straniero p. 257, che Roma avea nell'acquisto di beni tolti alle cor-

di debito circa cento trenta mi- porazioni religiose delle Cartelle,


lioni in luoghi di mónte ed in ban- chiamate pure Rescrizioni, rilasciate

chi. Monsignor Nicolai nella citata ai creditori ammessi alla liquidazio-


sua opera dice che dal principio del ne, a pareggio di loro avere, tanto

1798 si perde del tutto la rendi- per i luoghi di monte, quan-


v

ta de' luoghi de' monti, e per lo to per ogni altro titolo a carico
spazio di quattro anni continui non dello stato, e per quelli eziandio
si pagò neppure un soldo pei frut- che trovaronsi vigenti a carico del-
ti di questi capitali , finche le pa- le corporazioni religiose natural-
terne sollecitudini di Pio VII, ad mente passati a peso dello stato,
onta delle ristrettezze dello stato, insieme alle pensioni vitalizie asse-
dopo aver colla costituzione Post gnate agl'individui che si trovaro-
diulurnas, tertio kal. novembris no nelle case e corpi religiosi.

1800, soppresso la carica di archi- E siccome il debito per i luoghi


vista de' luoghi monte, col suc-
di di monte, e per gli altri titoli a
cessivo motu proprio del 19 mar-
- carico dello stato trovavasi fondato
zo 1801 riattivò il pagamento dei promiscuamente sulle provincie in-
frutti de' luoghi di monte per due vase nel 1809 e sulle altre che ,

quinte parti ; il qual pagamento per la precedente occupazione del


continuò fino alla seconda invasione 1808 erano state aggregate al co-
francese compita nel 1809 per sì detto regno italico, cosi essendo*
ordine dell'imperatore Napoleone re si fatta la piena estinzione coi be-
d'Italia. ni esistenti nelle prime di dette
L* amministrazione francese de- provincie, si volle che a carico delle
cretò la estinzione de' luoghi di seconde, ossia a carico del tesoro
monte, che si trovavano a quella di detto regno, e per esso dal mon-
epoca ridotti nell'annua rendita alla te Napoleoue, si dasse al tesoro
quantità di scudi 539,300:72/100, francese un indennizzo, che venne
poiché nell'intervallo dal 1801 al determinato in una terza parte
1810, lungi dall' essersi fatto luo- del debito totale. Questa determi-
go ad alcuna erezione di essi, ne nazione movea dal principio allo-
furono in vece estinti non pochi ra stabilito sul debito pubblico,
dal Pontefice Pio VII, mediante in forza della quale sul monte sud-
compensazione di crediti camerali, detto furono trasfuse tutte le pas-
e mediante cessione ai creditori di sività degli stati e delle provincie
altrettante attività dello stato. Alla riunite al nominato regno d' Ita-
4,,

iGo LUO LUO


Ita. Vi figurarono perciò, pel du- amore della pubblica tranquilliti*
cato di Modena il banco del ma- le vendite de' beni delie corpora-
gistrato degli alloggi, quella co- zioni religiose, fatte per la estin-
munità di Modena e la massa im- zione degli altri, volle compensare
iti era le ; Milano vi
pel ducato di le corporazioni .stesse della perdita
passarono il monte s. Teresa , ed da esse sofferta. Fu perciò che cqI
il banco di s. Ambrogio, il primo motu-proprio sull'organizzazione di
de'quali si costituiva dai reddituali pubblica amministrazione , del 6
camerali, dall'aggregazione del mon- luglio 1816, e cogli articoli 228
te s. Francesco, dal nuovo assento e seguenti sino al 237 inclusive
e dai cosi detti assegnatari, ed il (quali sono riprodotti col motu-
secondo si costituiva dai legatari proprio stesso, Quando per ammi-
dai reddituali, e dai bandisti del- rabile, nel voi. I, p. i4i della
la città; per gli stati veneti si E accolta delle leggi , ivi parlan-
compresero il banco della zecca, dosene ancora a pag. 85 ), da 1

ed il banco giro di Venezia ; per Pio VII si emanarono provvedi-


le legazioni uegli stati della Chiesa menti per le opportune indeuniz-
vi si riunirono i monti di Fer- za?ioni alle corporazioni religiose
rara e quelli di Bologna, i primi ed altri luoghi pii ripristinati, per
de'quali conoscevansi sotto i nomi mezzo di una congregazione cui
di Monte Riparazione seconda ere- die particolari istruzioni; indenni/.-
zione, e di Monte Sanità sesta e- zazioni che dichiarò farebbero par-
rezione, ed secondi erano denomi-
i te del debito pubblico. Si dichiarò
nati Monte Benedettino, Monte Giu- ancora che rimarrebbero accollali,
lio, Monte Annona, Monte sussidio e posti a carico del pubblico e-
di acque, azienda di acque, a- rario i mentovati crediti, venendo
zienda detta notula, azienda del- poscia considerati come debito pub-
l'abbondanza, congregazione di ga- blico eziandio i censi ed i canoni
bella, deputazione veli, ed azienda imposti sui fondi venduti liberi dal
di arti; e per il Novarese che cessato governo in dimissione dei
trovavasi nella stessa combinazione luoghi di monte vacabili, ed altri
delle Marche pontificie, il monte debili dell'erario, per la continenza
stesso fu caricato di un indennizzo però de' medesimi fondi, e secondo
proporzionale al debito totale del la verificazione e liquidazione che
Monte Pioj e per gli slessi princi- ne farebbe monsignor tesoriere.
pi! furono riuniti al predetto mon- A questo prelato fu affidata la li-
te Napoleone i debiti di altri sta- quidazione de' residuali luoghi di
ti e provincie, egualmente aggrega- monte non estinti, ed appartenenti
ti al regno italico. tanto ai particolari, i quali non
Ripristinato felicemente nel 1 8 1
presentarono i loro titoli al co-
il pontificio regime, e restituite nel sì detto consiglio di liquidazio-
i8i5 alla santa Sede le provincie ne sotto il cessalo governo , o
delle Marche e delle Legazioni vennero esclusi perchè stranieri,
ch'erano slate ajjareffate
no o al cessato quanto alle mense vescovili, abba-
regno italico, fu sollecito il Papa Pio zie, capitoli, prelature, cappellanie
VII di provvedere alla sorte de' credi- laicali o di patronato, benefizi ec-
tori non estinti, e mantenendo per clesiastici non vacanti, luoghi pii
1

LUO LUO 161


sollo qualunque denominazione, con- monsignor tesoriere colla sovrana
venti e monasteri di religiosi del- approvazione alle corporazioui, luo-
l'uno e l'altro sesso, ordini militari, ghi pii, ed altri stabilimenti reli-

e molliplici per le cause di beatifi- giosi ed ecclesiastici ripristinali, per


cazioni e canonizzazioni. Per man- la privazione sofferta de'fondi alie-
tenere la uniforme proporzione fra nati in dimissione di luoghi di
tutti i capitali di debito pubblico monte, vacabili e crediti di gioie
ed il loro interesse, ogni luogo di ed argenti Si dispose che tali ca-
.

monte si stabilì che sarebbe nella pitalisaranno ragguagliati al cin-


liquidazione valutato in capitale que per cento sui predelti com-
per la somma di scudi venticin- pensi sussidiari. Consolidato per
que, rendendosi una tal diminuzio- tal modo l' ammontare di tutti i

ne nominale indifferente per la capitali del debito pubblico dello


quasi totalità de'possessori, che so- stato pontificio, e liquidati i singo-
no luoghi pii, a' quali è vietata la li creditori, venne stabilito che sa-
alienazione. Non ostante questa ap- rebbero i loro rispettivi crediti de-
parente riduzione di capitale, i scritti in un registro generale, e si

creditori de' luoghi di monte ver- rtlascierebbe a ciascuno di essi una


rebbero a percepire nell'annuo frut- cartella corrispondente ossia certi-
to qualche cosa più dei due quinti ficato sottoscritto dal tesoriere ge-
che percepivano prima dell' ulti- nerale, e registrato dal debito pub-
ma invasione, e molto più di quel- blico. In conseguenza le antiche
lo che avrebbero conseguito, se patenti de'luoghì di monte, ed al-
li avessero convertiti in rescrizioni tri documenti di credito, non po-
o sia cartelle. Si dispose, che ver- trebbero più in seguito servire di
rebbero liquidati ed entrerebbe- titolo, 'e si considererebbero di niun
ro a far parte del capitale del valore. Finalmente si dispose che
debito pubblico: i.° i frutti de'luo- le cartelle avranno l'iscrizione : cer-
ghi di monte decorsi e non paga- tificato di capitale fruttifero a ca-
ti dopo il ripristinamento del go- rico della cassa del debito pubbli-
verno, e che decorreranno a tutto co ; e potranno suddividersi in ap-
dicembre 1816 in ragione del frut- presso in più cartelle di minor
tato di due quinti; i.° i frutti dei somma, a beneplacito de'creditori,
censi o canoni non pagati e de- per facilitare le contrattazioni ed
corsi similmente dopo la ripristina- il commercio. Le medesime car-
zione del governo, e da decorrere telle saranno ricevute dalla camera

a tutto dicembre 1816; 3.° frut- i e dall'erario pontificio, per assicu-


ti compensativi del capitale d' in- razione e garanzia decontratti, ad
dennizzazione liquidato a favore de- imitazione di ciò che si praticava
gli acquirenti de' locali, de' quali colle antiche patenti de' luoghi di
sono stati privati dal giorno in cui monte. Il frutto di tutti i suddetti
hanno dovuto restituirli. Si dispo- capitali commutali colle cartelle^
se che formerebbero parte del ca- venne fissato uniformemente al cin-
pitale del debito pubblico, i capi- que per cento ed anno, comincian-
tali degli annuali compensi sussi- do a decorrere dal 1 gennaio 8 7, 1 1

diari, che sono stati accordati e il quale verrà esaltamente pagato


che si aneleranno accordando da ogni trimestre posticipatamente.
voi. XL. 1
iGi LUO LUO
Pio VII pertanto, col nominato di territorio delle provincie alla
motti-proprio e saggie disposizioni, medesima restituite come sopra, e
riunendo in una sola denomina* già aggregate al regno d'Italia, a
rione di Debito pubblico a carico forma della convenzione stipulata
dello stato pontificio, tutte le a- fra la santa Sede e Y imperatore
zioni de' creditori non estinti du- d' Austria il primo giugno 1816,
rante la invasione francese, ne ven- della quale si è fatta menziono
ne riconosciuta la rendila capita- parlando del console generale del
lizzala al cinque per cento, alla regno Lombardo- Veneto, che il Pa-
quale si aggiunsero compensi i pa tiene in Milano, nel voi. XVII,
anzidetti verso le corporazioni reli- p. 4^ del Dizionario. In questa
giose, giusta la rendita netta degli convenzione si riconobbe in favo-
antichi loro beni; e restò cosi con- re della santa Se<\c il diritto a
solidato tutto il debito che risul- conseguire un reintegro por por zio-
tò dalla liquidazione fattane sopra naie in ragione del peso ad essa
basi uniformi e consentanee alla ricaduto, dipendente dagli anlichi
a mezzo di un congresso
giustizia, luoghi di monte di Roma attribui-
chiamato del debito pubblico, com- ti alle provincie delle Marche, dei
posto di rispettabilissimi soggetti, quali di sopra si è parlato. Nella
al quale ora si trova surrogato convenzione stessa trovasi un arli-
il consiglio di liquidazione stabilito tieolo, che giova ricordare a gloria
dal Papa Gregorio XVI, colle nor- del sommo Pontefice Pio VII ,
me che si leggono nella notifica- nel quale mentre si lasciarono a
zione de' 26 dicembre i832 del disposizione della santa Sede tutte
cardinal Tommaso Bernetti segre- le attività esistenti nel proprio ter-
tario di stato. Esso è composto di ritorio già affette al debito del
quattro consiglieri scelti fra i pos- monte Napoleone, si dichiarò che
sidenti e notabili delle provinole ciò facevasi non solo in correspet-
dello stato ; vi assiste monsignor tività dell' che assumevasi
obbligo
avvocato generale del fisco e del- dalla santa Sede di pagare la quo-
la camera apostolica, e monsignor ta ad essa incombente del detto
commissario generale della medesi- debito, di gran lunga superiore
ma, ed è presieduto da un prin- alle nominate attivila, ma ben an-

cipe romano, direttore generale del che in vista delle grandiose spese
debito pubblico; il segretario poi occorrenti per la riprislinazione dei
è quello della direzione generale religiosi stabilimenti, colla quale
dello stesso debito pubblico. Al de- dichiarazioue venne ad ammettersi
bito suddetto venne dipoi aggiunto diplomaticamente il principio della
ancor quello derivante dalle con- doverosa riprislinazione degli slabi-
venzioni diplomatiche , e notabil- li menti religiosi, la quale in fallo
mente dagli articoli ofa e io3 dei- ebbe il suo effetto, avendo il Papa
Tatto finale del congresso di Vien- assegnato alle ripristinale corpora-
na, del quale parlammo all' artico- zioni una congrua dotazione, coi
lo Germania, per la quota degl'im- beni ed attività come sopra lascia-
pegni del sopraddetto monte Napo- te a disposizione della Sede aposto-
leone ricaduta a peso della santa lica. Non devesi in fine tacere, che
Sede in ragione di popolazione e nel sopra citato motu- proprio del
LUO LUO i63
6 luglio 18 16, con cui si provvi- ne, al fruito del cinque per cento,
de alla sorte de'creditori, come per per cui venne ampliato il detlo
gli antichi luoghi di monte così , monte con pontifìcii chirografi di
per ogni altro titolo a carico dello luoghi numero 345o, e costretto in
stato, venne istituita una cassa fine all'estinzione de' medesimi per
di ammortizzazione, la quale col- essere tempo prefisso
venuto il

T altro motuproprio del Pontefice da tali immaginò di e-


chirografi,
Gregorio XVI , degli 1 1 giugno rigere un nuovo Monte detto Ben-
1 83 1 , venne confermata ed am- tivoglio di luoghi 385o, alla ra-
pliata, destinandovi una speciale gioni di scudi cento a luogo, col
congregazione amministrativa com- frutto di scudi quattro e baiocchi
posta di rispettabilissimi personag- cinquanta per cento, invitando a
gi, ora essendo composta di tre concorrere all'acquisto de'medesimi
principi un conte, con un
e di i molti facoltosi che vi erano nel-
sostituto di camera per consultore lo stato pontificio, e specialmente
legale, non che di un computista, in Roma, affinchè col denaro che
il quale lo ha pure la direzione ne avrebbe ritratto, potesse estin-
generale del debito pubblico. guere il Monte Sisto e perfeziona-
Daremo termine a questo ar- re l' opera. Per ispirare maggior
ticolo con parlare del Luogo di fiducia nei concorrenti, il detto
monte Bentivoglio , il quale è to- marchese Enzio , unitamente al
talmente privato, che viene ammi- cardinal Guido suo fratello, nel
nistrato da una congregazione com- giorno i3 ottobre 1641 ottennero
posta dai più notabili azionisti. Lo un motti- proprio da Urbano VIII,
che presso gli
spirito d'associazione col quale gli concesse la desiderata
inglesi è motore grandi
delle più grazia. Volle il Pontefice con tale
operazioni commercianti, e col quale motu proprio che restassero obbli-
per ogni dove si vincono le più gate per il capitale de* suddetti
grandi difficoltà, e si ottengono luoghi di monte tre tenute nelle
vantaggiosissimi risultati per la ci- bonificazioni Zelo e
di Massa ,

vilizzazione de'popoli, questo spirito Stienta al di là del Po; la tenuta


non mancava in Italia neppure nei della Frascata, Pianto e Arginino,
secoli passali , ed una prova ne oggi territorio di Lugo ; i moli ni
fu r erezione di questo monte. Il a grano nel comune di Filo ; i
marchese Enzio Bentivoglio di Bo- magazzini a Ponte Lago-scuro, un
logna, in unione al conte Alessan- palazzo in Ferrara, ed inoltre i
dro Nappi d'Ancona, nel 1610 eb- beni detti di Barco, Saviano Giac- ,

be la facoltà dal Pontefice Paolo ciano, Brancetta, Corbella, Presa,


V di eseguire l'asciugamento delle Cologna, Ariano, Raccano, molini i

paludi eh' esistevano fra i fiumi sul Po di Argenta, e la tenuta det-


Po e Tartaro nel territorio di ta Feudo e suoi molini. Volle al-
Ferrara; ma non
potendo regge- tresì che dalla rendita di questi
re coi propri mezzi alla spesa di beni si separasse la somma ari'

sì grandiosa operazione, e avendo nuale di scudi 17,3*25 coi rispon-


preso in prestito in varie volte denti al frutto del quattro e mez-
scudi trecento quarantacinquemila zo per cento, sopra la somma di
dal Monte Sisto seconda erezio- scudi 385 , 000, prezzo di detti
LUO
luoghi 385o, per pagarti i mode- Dopo il lasso ili quindici anni,
rimi frutti ni montisti alla ragione secondo molu-proprio di Urba-
il

di baioccehi seltantacinqtic il) ogni no Vili, doveva cominciare l'est a*- i

bimestre per ciascun luogo di mou- zione del capitale di questi luoghi
te, liberando detti beni da qua- di monte alla ragione di scudi
lunque vincolo fidecomuiissario e 1 5,ooo all'anno, e di scudi 100
primogeniale, ed anche da ogni di- per ogni luogo; ma questa estin-
ritto di alimento e doti , fuor- zione non fu fatta che per soli
ché nel solo caso in cui fatta luoghi trentacinque conte A- dal
dai creditori di alimenti e doti lessandro Nappi. Sia che la impre-
l'esecuzione degli altri effetti della sa non riuscisse di quella utilità
casa Ben ti voglio, non si trovassero che si era prefissa il marchese En-
beni sulììcienli per la soddisfazione zio, sia che per il gran lusso, in
de'loro crediti. Ammise finalmente cui vivevano molti individui di
il conte Alessandro Nappi a com- quella potente famiglia si andasse
partecipazione dei vantaggi di det- a poco a poco depauperando il di
tomonte, ampliandolo di altri luo- lei patrimonio, e dovessero profit-
ghi 4°*5 sopra due altre tenute tare delle rendite de' beni obbli-
da lui possedute nelle bonificazio- gati al monte, il fatto sia che non
ni di Massa e di Stieuta. Pro- solo non si adempì all'obbligo del-
tettore del monte fu nominato l'estinzione del capitale, ma dopo
da Urbano Vili, il prelato teso- pochi anni la famiglia Bentivoglio
riere prò- tempore. Pubblicato che cominciò a rimanere arretrata nel
fu il raotu-proprio, molti capitalisti pagamento de' frutti bimestrali, tal-
di Roma e dello stato , e molti mente che essendo rimasti credi-
luoghi pii, cioè chiese, confraternite, tori montisti a tutto l'anno 1678
i

conventi e monasteri, concorsero ad della somma di scudi centoseltan-


acquistare i luoghi di monte, sbor- cinquemila, dopo una lite di quat-
sandone il prezzo di scudi cento tro anni, ottennero nel 1682 il

per ciascuno, di modo che in bre- mandato di associazione nel pos-


ve tempo fu venduta la quantità sesso de' beni. Ma un tale possesso
di luoghi 4^32: 80, cioè luoghi fu subito turbato da diversi indivi-
3847 : ^° a carico del marchese dui della famiglia Bentivoglio. Il

Enzio Benti voglio, e luoghi 485 marchese Luigi, monsig. Cornelio e


a carico del conte Alessandro Nap- varie femmine di ta[ famiglia rima-
pi. Così il marchese Bentivoglio col ste spogliate d'ogni altro avere, si

denaro preso al quattro e mezzo per rivolsero a perseguitare i beni ob-


cento, potè estinguere il capitale del bligati al monte , ed intentarono
Monte Sisto al cinque, e senza aumen- giudizio contro i montisli ;
per con-
tare l'annua passività, avere un avan- seguenza gli alimenti e le doti so-
zo di scudi 4O3O00 per compiere la pra i beni fldecommissari del mar-
sua operazione. A detti luoghi di chese Cornelio Bentivoglio, e del
monte nuovamente eretti, furono cardinal Acciaiuoli, il primo loro
poi aggiunti luoghi 1 3 1 :
49 del Mon- bisavo, secondo congiunto di pa-
il

te Sisto, che non erano stati estinti, rentela, erano stali tassali ad an-
e così i detti luoghi di monte am- nui scudi 600, e a scudi i5,ooo
montarono a numero 44^4 2 9- ; il capitale delle doti I monti' .
LUO LUO 161
sti si opposero vigorosamente a fatta per un milione ,
quattrocento
tali pretensioni per il lungo spa- ottantamila, settecento diecinove scu-
zio di anni quaranta, ma nell'an- di romani, de'quali 1,095,939 era
no 1720 in virtù del giudicato l'importo del credito di frutti arre-
della congregazione de' monti, con trati fino al mese di ottobre 1773,
il voto del sacro tribunale della e scudi 384,780 corrispondevano
rota romana, dovettero lasciare e- al capitale di luoghi 3847 e cen-
scguire a favore dei Dentivoglio il tesimi 80, ch'erano rimasti a ca-
mandato d'immissione al possesso rico della famiglia Bentivoglio; e
del palazzo di Ferrara, de' beni di siccome il valore de' beni aggiudi-
Earco, Sa viano, Giacciano, Bran* catisi ascendeva a circa mezzo mi-
celta, Corbella Presti, Cologna,
, lione, ne venne in conseguenza che
de' moli ni sul Po di Argenta, non i montisti rimasero creditori dalla
clic della tenuta del Feudo e suoi famiglia Bentivoglio, senza speran-
molini; rimanendo i montisti in za di ricupero, di quasi un mi-
possesso col titolo di Sahianisti lione di frutti arretrati.
delle grandi tenute nelle bonifica- Dopo l'anno 1774 • montisti
zioni di Massa, Zelo e Stienta al Bentivoglio divennero condomini dei
di là del Po, della tenuta della beni subastati alla famiglia Benti-
Frascata, Pianta e Arginino nel voglio, per azioni 3847 e cente-
territorio di Lugo, de'molini a gra- simi 80, rimanendo in credito ver-
no nel comune di Filo, del casino so l'eredità JXappi dei 4^° luoghi
di Massa, e de' beni di Ariano e di monte di sua pertinenza, sui
Fiaccano. Una tale divisione rima- quali vengono loro puntualmente
se da una concor-
poi sanzionata pagati i frutti al quattro e mez-
dia del 1733 autorizzata dal chi- zo per cento, e facendo causa co-
rografo pontificio di Clemente XII mune coi montisti Sisto seconda
del 28 aprile. Avendo però cono- erezione, rimasti creditori di luoghi
sciuto i montisti per V esperienza j 3 1 e centesimi 49 > rappresen-
di trentanni consecutivi, che il frut- tano un cumulo di azioni 4 429
5
: a 9*
tato di quei beni di cui erano ri- fondate sui beni propri e su quel-
masti possessori non bastava nem- li dell'eredità Nappi. Amministra-
meno a pagare loro i frutti bime- no detti beni col mezzo di un
strali correnti, e che niente si po- rappresentante in Ferrara ma ne ,

teva diminuire il loro credito dei dirigono l' amministrazione da Ro-


frutti arretrali, credettero ben fat- ma, ove risiede quasi l'intiero cor-
to di cambiare il loro titolo di po degli azionisti, mediante quattro
Salvia/listi } in quello di liberi pro- soggetti scelti nelle congregazioni
prietari , e difatti premessi gli atti generali fra quelli che rappresen-
necessari provocarono la subasta e tano maggior numero d' azioni^ i

delibera de'beni stessi, e non es- quali hanno il titolo di dijensori


sendo comparso all' asta verun o- ed amministratori generali. Questi
blatore,ne ottennero l'aggiudicazio- amministratori sono a vita , ma
ne nel giorno 16 luglio ì 774, con rendono conto nelle generali con-
atto rogato da Pietro Maria Me- gregazioni non solo delle somme
cenate notaio di Ferrara. da È esatte e pagate, ma eziandio delle
notarsi che detta aggiudicazione fu operazioni più rilevanti per le quali
4,

iU'i LUO LLO


domandano al ceto degli azioni- rono soppresse a tempo del regno
sii la preventiva autorizzazione. Tut- italico. Sono già molli auni che gli

to il denaro da Fer-
proveniente amministratori generali tengono die*
rara, si deposita nel pubblico ban- Lo a tale liquidazione per la qua-
co di s. Spirito di Roma, e sopra le rimangono a superarsi alcune
di esso si traggono le liste di pa- difficoltà legali e diplomatiche ,

gamento dei riparti fra i condo- che possono mettersi in campo sol
mini, i quali stante l'intelligenza diritto e sul fatto del possesso dei
di chi attualmente dirige 1'
animi» beni nel Polesine Rovigo dopo di
lustrazione, e l'efficace cooperazione la nuova demarcazione de' confini
dell'agente locale, hanno potuto da fra Io stato papale e 1' austriaco,
vari anni percepire circa quattro a forma di quanto disse il Ponte-
riparti anno all' antico saggio
all' fìce Pio VII nel concistoro de'
di baiocchi 75 a luogo, quali ri- i settembre 18 15, nella allocuzione
parli vengono annunziati ne'pubbli- che pronunziò,
ci fogli. I beni poi sono sempre LUOGHI PII. Istituzioni di pie-
minacciati dai fiumi Po è Tarta- tà o religiose. Sotto il nome di
ro; e per la depressione del loro luoghi pii e pubblici stabilimenti
quando il Po e abbondali-
livello, si comprendono tutti gì' istituti e-

tedi acque, non possono scolare le ziandio di beneficenze, il patrimo-


acque pluviali per cui le pioggie
, nio degli studi, ed i luoghi con-
continuate divengono ad essi nocive, secrati alla religione. Fedi tutti
assai più che ad altre possidenze, i relativi articoli e Pii luoghi.
Quando poi rompono gli argini del LUOGOTENENTE , Ficarius
Po, ricevono danni assai gravi, i Legalus, Locumtenens, Subpraefe-
quali non possono ripararsi che ctus, Ficepraefcctus. Quello che tie-
a costo di spese rilevantissime, come ne il luogo di alcuno ed esercita in
accadde nel 1812. Nell'ultima con- sua vece, sia de'magistrati ecclesiasti-
gregazione generale tenutagli 8 feb- ci, civili, criminali, di marina e per-

braio 1 845, alcuni condomini mo- sino di ordini equestri e religiosi,


strarono desiderio di sciogliere il come dell' Gerosolimitano
ordine
condominio, devenendo alla vendi- (Fedi). Luogotenente generale, prò-
ta de' beni,ma tale vendita è per legatus exercitus . Luogotenenza,
ora inceppata dalla cointeressenza ufficio del luogotenente. Di questi
del demanio austriaco, il quale magistrati se ne parla ai relativi

stante che gli fu attribuita nel con- articoli, sia degli antichi che degli
gresso di Vienna a*9 giugno 181 5, attuali. o luogotenenti de-
I legali
e nella convenzione di Milano del gli imperatori romani erano quel-
primo giugno 18 16 la proprietà li che si spedivano nelle provincie
de'beni già appartenenti alle cor- dell'impero, affine di governarle
porazioni religiose rimaste soppres- con autorità assoluta. Chiamavansi
se nell'epoca francese, vuole essere anche legati consolari o semplice -
riconosciuto condomino in quella mente consolari , legati di cesare
parte de'beni ch'esisle nelle Pole- pel console o pel pretore ;
qualche
si ne di Rovigo, oggi territorio au- volta da vasi loro il nome di pre-
silo veneto , e che appartiene a sidi o procuratori. Incominciarono
quelle corporazioni religiose che fu- dopo il riparto di provincie fatto
LUO LUO 167
da Augusto. Chiamavansi parimen- bttnalc del cardinal vicario (Vedi),
ti con tal nome i luogoteneuti del ha un prelato, luogotenente civile,
generale, carica importante, dacché ed un togato luogotenente crimi-
vediamo Scipione africano legato nale, il quale ha il sostituto luo-
di Lucio suo fratello nella guerra gotenente. Il Tribunale di Campido-
contro Antioco. Pompeo n' ebbe glio (Fedi), nel criminale ha un to-
venticinque nella guerra contro i gato luogotenente ch'è pure giudice
pirati; Cicerone quattro essendo singolare, con un togato sostituto
proconsole della Ciiicia. Poscia que- luogotenente. Talvolta un luogote-
sti ebbero il titolo di sotto-conso- nente funse l'uffizio del cardinal
li. I erano no-
legati de'proconsoli camerlengo di s. Chiesa, ed ebbe
minati dal senato, e scelti con sua ancora il luogotenente criminale.
permissione dal proconsole, o stabi- A questa indicazione dei diversi
liti da legge particolare: facevano luogoteneuti della romana curia,
da luogoteuenti e vicari di quei qui appresso daremo migliore di»
governatori, ed in qualche provin- chiarazioue. Nel voi. XXXI, p. 307
cia reggevano soli. Nella curia ro- del Dizionario, dicemmo che anti-
mana molti sono i luogotenenti; camente i prelati governatori del-
nomineremo i seguenti. Il Tri- le città e provincie dello stato
bunale A. C. (Vedi) ha tre
dell' pontificio avevano luogotenenti, i

prelati luogotenenti, il primo dei quali uè facevano le veci in mor-


quali è pure vice-presidente del te, o per la loro assenza e impo-

primo turno ed ordinariamen- , tenza ; e nel voi. XIX, p. 207 di-


te nella vacanza dell' uditore del- cemmo de' luogotenenti delle dele-
la camera , viene nominato pro- gazioni apostoliche, ora non più
uditore ; il prelato luogotenente esistenti, mentre
governatore di il

del secondo turno è pure vice- Castel Gandolfo, prima avea il ti-
presidente di esso; inoltre il pre- tolo di luogotenente. Giovanni Bat-
lato primo luogotenente è vice-pre- tista Seta trattò: De officio locurn-
sidente della congregazione prela- tenentis. I luogotenenti fauno cor-
tizia dell' A. C. in cui hanno luogo po col capo loro, ne sono le mem-
gli altri due prelati luogotenenti ; bra, ed esercitano rispettivamente
il secondo ed il terzo luocotenen- le stesse attribuzioni del capo, a
ti sono alternativamente vice- pre- differenza degli assessori, od altri
sidenti del tribunale criminale del- aggiunti, i quali, strettamente par*
l' A. C. Questo ultimo tribunale laudo, hanno facoltà designate e
ha un togato luogotenente genera- specifiche, No-
non però generali.
le del tribunale, dell'uditorato del- minati come sono dal sovrano, con
le simonie, e giudice relatore della biglietto del cardinal segretario per
sacra congregazione de' vescovi e gli affari di stato interni , souo
regolari ; oltre il sostituto fiscale giudici ordinari, nò è in facoltà
generale, il sostituto luogotenente, del capo del tribunale di togliere
ed il sostituto luogotenente aggiun- o restringere le loro attribuzioui.
to. Il tribunale del governo, come di- In assenza o vacanza del capo,
cemmo a Governatore di Roma (Fe- /are ordinario ne assumono la rap-
di), ha due togati luogotenente e presentanza, finche dal superiore
quattro sostituii luogoteneuti. Il IH- governo non fosse altrimenti prov-
iG8 LUO LUO
veduto; né altrettanto è degli as- per lo più preso da un sostituto
sessori o altri appartenenti ai ri- luogotenente del governo a forma*
spettivi tribunali, per cui onde sup- re un distinto tribunale per la

plire occorre speciale deputazione. regione di Borgo


o Città Leoni"
E fintantoché il luogotenente sup- na (Fedi) nel periodo del concla-
plisce, regolarmente praticando, an- ve; come pure dal luogotenente
che il superiore governo comunica del cardinal Camerlengo di t, ('ille-

con lui; ad esso partecipa la pro- sa (Fedi), e dal luogotenente quin-


mozione del capo, la proroga che di uditore civile del governatole
al medesimo si dia per l'esercizio di Roma, quando accessoriamente
della slessa carica, ovvero la de- avea la giurisdizione anche in cau-
stinazione di altro a supplire nel- se civili, e da altri luogotenenti ili

la vacanza. Inoltre i luogotenenti giudici privativi ; e prescindendo


de' quattro tribunali ordinari del- ancora dal rammentare che anti-
l' A. C, del Governo, del Vicaria- camente le funzioni de' luogotenenti
to, e di Campidoglio, sono anche del camerlengo aveano per gli alia-
congiudici titolati nel tribunale li civili l'uditore della camera, per

della visita de' carcerati, [della qua- gli affari criminali il governatore di

le parlammo al citato articolo Go- Roma, per gli amministrativi il te-


vernatore di Roma, indipendente- soriere presentemente sussistono
;
i

mente da rappresentazione de' ca- luogotenenti dell' A.. C. prelati, ora


pi degli stessi tribunali. Tultociò in numero di Ire per le cause ci-

ed in maggior estensione può trar- vili, ed un togato per le crimina-


si dalle tante costituzioni apostoli- li ; due togati nel tribunale del
che, fra le quali si possono legge- governo; due, uno prelato per gli
re, l' Apprime devolionis affectum, affari civili, ed uno togato per i

d'Innocenzo Vili; Etsi prò cuncia- criminali nel tribunale del vicaria-
rum, di Leone X; Universi agri, to; ed uno e togato, ossia giudice
di Paolo V; Ad militantis Eccle- de'maletìcii, in quello di Campido-
siae , Rerum humanarum, Justitiae glio. Nel tribunale dell'A. C. che
gladium, Ad coercenda, di Bene- in dignità precede, il prelato pri-
detto XIV; come pure nelle ope- mo in ordine di nomina è vice-
re di monsignor Gio. Battista Sca- presidente del primo turno, ed il

tta roli, De visitatone carcerato rum, secondo dell'altro turno; il secon-


del nominato Seta; e del R. P. Pe- do ed il terzo sono alternativa-
tri Laureati S. J. De episcoporum mente vice-presidenti alle congre-
vicariis, in quanto possa esservi di gazioni criminali ; ed inoltre il pri-

congruente. mo è vice-presidente della congre-


Prescindendo ora da ciò che non gazione prelatizia dell'A. C, nella
è più, per esempio dal luogotenen- quale hanno luogo gli altri due.
te ossia giudice di Borgo [Fedi) 11 togato, ora quarto de' luogote-

( ne trattammo pure agli articoli nenti, era ingiunto di presiedere


Governatore, e Governatore di alle cancellerie criminali. Egli dal-
Roma), e di Torre di Nona (an- le citate ed altre pontifìcie costi-
tica carcere, K. Carceri di Ro- tuzioni, viene detto luogoteuente
ma), e dal giudice di Borgo , che generale criminale, ed è stato sem-
fiuo ai tempi meno remoli era pre considerato come il primo fra
,

LUO LUO iG<)

i togati, e la prima capponerà del- inserito nella Raccolta delle faggi,


lo stato pontificio e romana curia; voi. V, p. 1
54 , libro 1, titolo II.

di cui la carica è assegnala fra le Nelle visite generali e graziose del-


più onorifiche, anche dalla costi- le caiceri nuove, come si è accen-
tuzione Post diulurnas di Pio VII. nalo, intervengono tutti i nomina-
Del resto, riuscendo ora superfluo ti luogotenenti eliminali , metto
tornare sull'estensione dell'antica quello di Campidoglio, il quale pe-

sua propria giurisdizione, mentre rò interviene all'altra che il go-


però le posteriori innovazioni sul- vernatore di Roma, rappreseli tu lo
né per
l'esercizio giurisdizionale, da uno de' prelati suoi assessori,
lui, ne per altri, hanno punto a- e per lo più dal secondo, o anche
bolito le preminenze e prerogati- da alcuni degli stessi suoi luogote-
ve. Egli è altresì luogotenente nenti, contemporaneamente là nelle
dell'uditorato delle simonie, e do- carceri di quel tribunale. JNclle
po mentovata bolla Posi diu-
la carceri nuove siedono con questo
lurnas, ebbe dall' A. C. trasferite ordine; quello dell' A. C, il pri-
alla sacra Congregazione de vesco- mo del governo, quello del vica-
vi e regolari (Fedi) le appellazio- rialo, ed il secondo del governo,
ni dalle curie vescovili nelle cause come dalla tabella trascritta anche
criminali V. Cubia ecclesiastica
( dallo Scanaroli. 1 luogotenenti del-
e Commissione ); egli n'è il giudice l'A. C. e del vicariato, come tri-
relatore, conservategli le medesime bunali di loro istituzione eccle-
facoltà sull' ordinatoria degli atti. siastici, e pure del governo co-
Al primo luogotenente poi del go- me di mista giurisdizione per pri-
verno è confidala la soprainlen- vilegio, quali giudici ordinari, se-
denza alla casa di condanna delle condo che
accennò, possono u-
si

donne. sare sul proprio stemma del cap-


Per gli attuali ordinari regola- pello di loggia prelatizia con tre
menti, i luogotenenti criminali so- fiocchi. Quanto al vestiario in of-
no anche giudici singolari ne' tito- ficio: il luogotenente generale del-
li ad essi assegnati, quantunque l' A. C. aveva già l'uso della fascia
per transitorii provvedimenti sia- di seta nera, e del fazzoletto di
no stati poi devoluti, con
adeguale seta paonazza nell'incedere; gli al-
regole, a congregazioni economiche. tri adoperavano il comune abito
Ed quattro predetti tribunali
i talare. Con dispaccio però della
hanno anche sostituti luogotenen- i segreteria di stato, in data de' (>

ti, i quali oltre le altre incomben- aprile 182!?., dopo d'essersi prov-
ze loro particolarmente ingiunte veduto con particolari disposizioni
sono all' opportunità chiamali a al decoro ed alla dignità de' tri-
supplire straordinariamente ai luo- bunali dello stato, anche in ordine
gotenenti, ed anche agli altri giu- all'abito di costume, assegnandone
dici; e si è detto straordinariamen- la roba e le forme; volendo di-
te a rincontro di quel che pei stinguere il tribunale del governo
supplenti è ordinariamente dispo- di Roma, e renderne più rispetta-
sto dall'attuale regolamento orga- bili i soggetti che lo compongono,
nico di procedura criminale, pub- furono dalla sovrana provvidenza
blicalo a' 5 novembre i83i, ed di Pio VII abilitali i Juogoteneh-
170 LUO LUP
ti slessi a fare uso, nelle congre- nenli; del o soprana
mantellone
ga/ioni generali ed in altre occa- simile con maniche corte, e picco-
sioni di formalità, della soprana o la orlatura di seta, che li distin-
mantellone negro simile a quello gue dai luogotenenti; della fascia
clie indossavano il fiscale e l'av- di seta nera con frangia, e della
vocato de' poveri prima che fosse- berretta consueta a quattro pizzi
ro decorati del paonazzo (il qua- egualmente nera. Oltre a ciò, al-
le descrissi a Camera Apostolica}^ tre volte e non remotissimamente,
siccome venne annunziato dal nu- pei luogotenenti defunti, nei loro
mero 3o del Diario dì Roma dei funerali si adoperava il letto mi-
i3 aprile 1822. Quindi se ne co- nore. Per gl'individui delle sud-
municò 1' uso anche al luogotenen- descritte magistrature non si esi-
te generale criminale dell'A. C, e ge per requisito l'essere avvocati,
fu esteso altresì agli altri del vica- e neppure si reputa necessario il
riato e camerlengato. Consiste l'a- dottorato, che pur sarebbe deside-
bito (che dicesi essere precisamen- rabile che concorresse, quantunque
te come quello che adoperava la soglia il governo per decoro chia-
società di Sorbona )
quanto alla marli avvocati, e tali per lo più
roba, secondo le stagioni, di lana anche sostituti
i luogotenenti. P.
o di quanto alla forma, in
seta; Curia Romana.
sottabito talare o sottana con mo- LUPENZIO (s .). Era abbate del
stre o paramani e bottoni di se- monastero di s. Privato di Gabales
ta, collare, fascia di seta con due o di Javouls nel Gevodanese, nel
fiocchi, soprana o mantellone, cui sesto secolo. Essendo stato accusato
indi a poco furono aggiunte le da Innocenzio conte di Javouls di
mezze maniche larghe più dicevo- aver tenuto discorsi ingiuriosi contro
li alla dignità di magistrato, con la regina Brunechilde, fu costretto
mostre di seta; berretta a quattro recarsi alla corte di Austrasia per
pizzi, e grande fiocco di foggia pre- confondere i suoi accusatori. Egli
latizia al cappello; tutto in colore potè facilmente provare la sua in-
nero, e coll'uso del fazzoletto di nocenza, ma i suoi nemici non vol-
seta paonazza. Il luogotenente poi lero perdonargli. Il conte lunoeen-
del Campidoglio, tribunale mera- /io lo aspettò sulla via al suo ri-

mente laicale, usa dello stesso abi« torno, e lo condusse a Pontion nel
to assegnato ai collaterali. La se- Pertese, dove gli fece soffrire i più
greteria per gli affari di stato in- indegni trattamenti. Egli Io rilasciò
terni,con dispaccio de' 27 gennaio di poi, ma i suoi satelliti lo se-
1845, con autorità del Papa Gre- guirono e misero a morte sulle
lo
gorio XVI, ha stabilito il vestiario rive dell' Aisne, iu cui gettarono il
ai sostituti luogotenenti ( il quale suo corpo. Alcuni pastori ve lo
vestiario venne simultaneamente e- scopersero miracolosamente, e di-
steso al sostituto fiscale generale, versi prodigi attestarono la santità
ed 1
ai sostituti del fiscale generale), del servo di Dio. Egli è onorato
ilquale consiste nella sottana ne- come martire il giorno 22 ottobre
ra con bottoni e paramani di se- a Chalons o Sciallon sulla Marna,
ta, simile a quella de'luogotenenti, ove conservasi parte delle sue reli-
con sopra- collare come i luogote- quie il
: restante rimase bruciato
LUP LUP 171
nell'incendio della cattedrale, av- fece un viaggio a Macon in Bor-
venuto pel fulmine a' 19 gennaio gogna, per disfarsi di una terra
1688. che ivi possedeva, affine di vivere
LUP1A, Lupìae. Città vescovi- nella più esatta povertà. Impiega-
le ed antica dell' Italia nella Mes- to in opere buone il prodotto del-
sapia, sulla costa del mare fra Brin- la vendita, si disponeva ritornare
disi ed Otranto, fu colonia roma- a Lerino; ma i deputati della chie-
na, dedottavi dall'imperatore Tito, so di Troyes lo domandarono per
e secondo alcuni corrisponde a Lec- successore di s. Orso, morto nel
ce {Fedì). L'Ughelli nel tom. X, 4^6; e ad onta de' suoi sforzi per
p. 125 dell' Italia sacra registra esentarsene, fu consecrato vescovo.
i tre seguenti vescovi. Donaco, uo- La novella dignità non gli fece
mo santissimo, fratello di s. Catal- cambiare per nulla il suo tenore
do vescovo di Taranto; fiorì nel- di vita. Si vide sempre in lui la

l'anno 173, e dicesi fatto vescovo slessa umiltà, lo stesso spirito di


dal Pontefice s. Aniceto. Venanzio mortificazione e di povertà. Men-
fu vescovo nel 553. N al tre era tutto occupato a governa-
quale Pietro vescovo di Taranto re il suo gregge , i vescovi delle
ingiunse la visita di questa chie- Gallie lo destinarono a recarsi con
sa vedova del suo pastore , così s.Germano d'Auxerre nella Gran
delle chiese di Brindisi e Gallipoli Bretagna per combattervi il pela-
egualmente vacanti; recossi a Ro- gianismo. I due santi, ardendo di
ma, ove fu consecrato, vescovo e zelo per la gloria di Gesù Cristo,
fiorì l'anno 5g6. Nel sesto seco- accettarono la commissione con
lo la sede di Lupia fu unita a tanto più di piacere, quanto era
quella di Lecce. più laboriosa e difficile, e riusci-
LUPO (s.), vescovo di Troyes. rono colle loro predicazioni, pre-
Uscito d'illustre famiglia stabilita ghiere e miracoli a trionfar del-
a Toul, fatti eccellenti sludi, com- l'errore. 11 santo vescovo di Tro-
parve nel foro, e si acquisto mol- yes, al ritorno nella sua diocesi,
ta riputazione. Egli sposò Pime- con pari saggezza e carità si mise
niola sorella di s. Ilario d' ArleSj a travagliare per la riforma dei
che trovò disposta come lui a ser- costumi. Avendo inteso che Attila
vire Iddio con fervore. Passati as- re degli unni con formidabile eser-
sieme sei anni risolvettero di dar- cito avanzava contro il paese, egli
si a un genere di vita più perfet- con fervorose preghiere e digiuni,
to, e di reciproco consenso s'im- ottenne da Dio che quel barbaro
pegnarono d' osservare la continen- re rimanesse compreso di rispetto
za. Lupo distribuita ai poveri una alla sua presenza, e si ritirasse
parte de' suoi beni, si ritirò nella dalla minacciata città. Anzi essen-
celebre abbazia di Lerino, gover- do stato poscia disfatto da Ezio,
nata allora da s. Onorato, e vi volle che il santo vescovo lo ac-
passò un anno nella più perfetta compagnasse nella sua ritirata fino
osservanza , aggiungendo eziandio al Beno. Ciò rese s. Lupo sospet-
diverse austerità a quelle che ivi to d'intelligenza con quel re, di-
si praticavano. Allorché s-. Onora- modoché fu obbligato di allonta-
to fu elevalo alla sede d'Arles, egli narsi per due anni da Troyes. Ri-
i
72
LUI* LUS
tornò finalmente siila sua chiosa, re in latino; citeremo le principa-
<• morì47^> dopo avi-ila de*
nel li : 1." Commentario sui concilo
guarnente governata cinquanladuc generali e particolari. 2/ Tratta-
anni. Il suo corpo si custodiva a lo delle appellazioni alla santa Se-
Troyes nella chiesa che porta il ile. 3." Raccolta di lettere sui con-
suo nome, e la sua festa si cele- cilo d'Efeso e di Calcedonia. 4- La
bra a' •.>.() di luglio. vita e le lettere di s. Tommaso
LUPO (s), vescovo di Bayeux. di Cantorbery, ec. 5.° Raccolta di
Successe Ridonano, a s. e fu il opuscoli. Nel 1724 si pubblicò in
terzo vescovo di Bayeux. La sua Venezia la raccolta di tutte le sue
vita è nicn conosciuta di quella opere, per cura del p. Tommaso
de' suoi predecessori. Nell'b'63, du- Filippino agostiniano di Ravenna.
ranti le incursioni de'normanni, il LUSIGNAGO Ugo, Cardinale.
suo corpo fu trasportato nel ca- Ugo di Lusignano, greco di nazio-
stello di Palluan con quello del ne, figlio di Giacomo I, e fratello
primo vescovo s. Esuperio, donde di Giovanni II re di Cipro (Fe-
furono trasferiti a Corbeil, ove di), illustre del pari per la nascita
guardatisi con molta venerazione che per l'erudizione e integrità di
le loro reliquie, e tiensi per certo vita, nel 1412 o i4'3 fu da Gre-

essere stati operati molti miracoli gorio XII fatto arcivescovo di Ni-
per la intercessione dei due santi. cosia indi da Martino V
, a'
24
S. Lupo è onorato il di i5 d'ot- maggio 1426 creato cardinale dia-
tobre. cono di s. Adriano, e poi da Eu-
LUPO o WOLF Cristiano . genio IV trasferito all'ordine dei
INacque ad Ypres nel 1612, e di preti, conferendogli per titolo la
quindici anni entrò nell'ordine di chiesa di s. Clemente. Dal mede-
s. Agostino. Insegnò la filosofia a simo nel 1 4-3 venne decorato del
1

Colonia, e la teologia a Lovanio vescovato suburbieario di Paleslri-


con una fama straordinaria, fu per- na, donde nel 1 4^6 lo passò a
ciò uno de' deputati della seconda quello di Frascati, colla legazione
città a Roma nel i655, per far della provincia di Marittima e
condannare la dottrina contraria Campagna. Dopo la quale fu spe-
a quella che l'università stessa in- dito in Francia a nome e per par-
segnava relativamente alla grazia. te del concilio di Basilea, a cui
Clemente IX voleva farlo vescovo e trovossi presente a fine di stabili-
sagrista pontifìcio, ma egli modesta- re la pace tra il re di Francia,
mente ricusò. Egualmente lo stimò quello d'Inghilterra, e il duca di
Jnnocenzo XI, ed il granduca di Borgogna, veneudo deputato insie-
Toscana gli fece inutilmente offrire me col cardinal Lucido Conti a
una pensione per trattenerlo nella ricevere ai confini dello stato ec-
sua corte. In Lovanio fu pure de- clesiastico imperatore Sigismon-
l'

cmo della facoltà teologica, e pub- do, il quale si portava in Roma


blico reggente, ed ivi morì d'anni per ricevervi la corona imperiale;
settanta nel 1681. Assai erudito, fu ma non essendosi potuto accingere
così laborioso che studiava fino a al viaggio, gli fu sostituito il car-
quattordici ore ogni giorno. Di lui dinal Giordano Orsini. Ebbe la

abbiamo un gran numero di ope- disgrazia di aderire al conciliabolo


LUS LUS i
7 ?>

di Basilea, e all'antipapa Felice V, sua classe, con animo di signoreg-


ni cui figlio Lodovico duca di Sa- giare, o di uguagliarsi ad una del-
voia fu maritala, per opera del le classi superiori , non già per la
cardinale, Amia
Lusignano sua di quantità della cosa, ma per la quali-
nipote; laonde Eugenio IV lo de- tà, vale a dire per la raffinata ma-
gradò dalla dignità episcopale e niera di noteremo,
vivere". Equi
cardinalizia. INJorì in Savoia nel che mentre hanno molti declamato
i442. conlro gì' immensi vizi prodotti
LUSSO, Luxns, Luxuries. Su- dall'incremento del lusso , ciò non
perfluità nel vestire, spesa superflua, ostante ha sempre avuto i più
sontuosità eccessiva, quasi a dimo- grandi apologisti , laonde lo stesso
strazione di ricchezza e magnifi- Genovesi dice altrove : » 11 lusso è
cenza, sia negli abili, sia nelle sup- la sorgente dell'abbondanza, il pa-
pellettili , negli equipaggi , nella dre del buon gusto, il maestro
mensa. Questa parola deriva secon- della pulitezza, la scuola del raffi-

do alcunidallo snervare che fanno namento de' piaceri, l'aura soave


il lusso e la lussuria il corpo, e che tranquilla le tempeste dei cor-
dal togliergli il suo vigore. L'ano- pi politici, l'incudine delle arti, la

nimo autore dell'opera stampata fucina delle scienze ; lasciate fare


in Bassano nel 1772 in due tomi alili, se gli mancasse materia ". Gio-
con questo titolo: Del lusso, di- ia poi ritiene il lusso nel senso co-
scorso cristiano con un dialogo fi- munemente ricevuto, e dice. * In
losofico, lo definisce. Un eccesso di fatti con quale apparenza di ra-
delicatezza e di sontuosità nel co- gione si potrà condannare l'au-
modo e nello splendore della vi- mento delle sensazioni aggradevole
ta, atteso il grado che altri oc- Pietro si è affaticato per dieci
cupa entro la società. Altre eru- anni, mentre voi dormivate nel le-

dite definizioni del lusso si lee- targo egli si è esposto a dei peri-
o ;

gono negl' importanti ed utili Cen- coli, mentre voi eravate tranquil-
ni economico-statistici del cav. An- lo; egli ha compromesso suoi i

gelo Galli p. «3 e seg., il quale capitali nelle vicende del commercio


riporta quelle di Smith, Theoric ed ha corso il rischio di restarne
die luxe, di Genovesi, di Beccaria, privo, e voi volete ora fargli rimpro-
di Stewart, di Verri e di Gioia : ri- vero se assiso sul cumulo delle sue
produremo le definizioni di Geno- ricchezze onoratamente acquistate
vesi e di Gioia primo discor-
; il egli vuole goderne ? Sono frutto dei
re così, m Alcuni hanno dello che suoi sudori gli abiti molti in cui
il lusso sia spendere soverchiamente, è avvolto, il cocchio elegante che lo
cioè più di quello che basta; altri trasporta , il letto sprimacciato in
che sia spendere più di quello cui giace. In vece di gellare uno
che basta, e ciò pel solo piacere sguardo d' invidia sui suoi piaceri,
di vivere; altri che sia uno stu- gettate uno sguardo di disprezzo
dio di vivere con soverchia mor- sulla voslradappocaggine". Egli però
bidezza e delicatezza o raffinamen- limita il suo discorso a tre condi-
to di piaceri, tanto di corpo, quan- zioni , che i consumi non sieno
to di animo; altri che sia Io stu- maggiori della rendita ; che i me-
dio e il modo di distinguersi nella desimi non impediscano di elevar-
i?4 LUS LUS
si dallo stato di miseria in cui un più savio q il più morale, ora clic
uomo si trovasse costituito ; che il lusso si caratterizza al tempo
non distruggano il fondo di risei- stesso eausa e conseguenza delle
va. Osserva quindi il Galli, che o cognizioni acquistate; ma comun-
ve il lusso non sia in questi limi- que si opini, dice il Galli, è certo
ti contenuto, apporta senza dubbio che tutti i popoli , adescandosi a
perniciosissimi effetti, come accadde vicenda, hanno gustalo il lusso, e
di dover detestare la leggerezza di per conseguenza hanno accresciuto
molti, che condotti solo dallo spi- la somma dei loro bisogni ; ed ag-
rito di tarsi ammirare e far par- giunge, se si volesse da questa
lare di loro, si vestono e si abbi- tendenza frenare il popolo, sem-
gliano in modo da attirarsi 1' al- brerebbe volerlo condannare all'ab-
trui compatimento, molto più qunn- biezione e allo scherno , essendo
do si conosce l'incongruenza de'loro innegabile che il lusso procede in
mezzi . A questo proposito scrive ragione diretta delle cognizioni. Il

un uomo compariscono
celebre, citato anonimo poi, prova che la

con maggior ridicolezza gli uomini delicatezza anti-evangelica del lus-


di minor opinione, edonne me- le so universale si stende a tutti gli

no pregevoli. Essendo dunque ben ordini di persone, a tutte le sta-


inteso un lusso ragionato, sembra gioni dell'anno, fomentando cosi la
ottimo consiglio l'aprire la via al- concupiscenza della carne, la mol-
le risorse, perchè da queste il pò- lezza, e il decadimento di ogni for-
polo possa ottenere il modo di za e di spirito e di corpo. Quindi
soddisfare legittimamente a'bisogni dichiara le funestissime conseguen-
ne'quali si è costituito : tale è la ze del lusso, come sono la super-
conclusione del Galli, sulle cause bia della vita; gli onori procaccia-
ed effetti della ricchezza pubblica, ti dal lusso e tolti al merito e al-
Gli economisti, massime italiani, la virtù; le adulazioni che gli si

propendono alla educazione frugale, tributano, che guastano il cervello


perchè il popolo senta minori bi- di chi le riceve ; le ingiustizie che
sogni, e più facile gli sia di sod- sogliono produrre il lusso, o to-
disfare a ciò eh' è puramente ne- gliendo e ritenendo l'altrui; la po-
cessario : all' opposto gl'inglesi stu- verta di cui è cagione, checché ne
diano di far gustare ai popoli al- dicano i panegiristi e commercia n-
cune soddisfazioni per adescarli a ti, facendo l'analisi di vari capito-
cercaré i mezzi di procurarsele, con- li del profeta Amos, il quale par
tando che l'uomo libero non lavo- che dipinga nostri costumi e mo-i

ra né per istinto, né per diverti- derna delicatezza. Passando l'ano-


mento, ma per soddisfare ai biso- nimo a lodare l'economia, elice che
gni, e lavora più o meno secondo essa è più utile assai del lusso e del
che questi sono maggiori o minori, malinteso commercio, promove la

Seguendo gl'inglesi il loro prin- pubblica e la privata felicità, e ve-


ci pio eccitano in questo modo al ra ricchezza, giovando mirabilmen-
l' attività le nazioni selvaggie e i te che dal lusso sono ri-
alle arti
popoli indolenti. Non pare che vi strettead un gusto superficiale e
sia più luogo a discutere quale meschino; né tace, che per il lusso
dei due principii accennati sia il tante nobili, antiche e gloriose fa-
LUS LUS ìhfS

miglie si estinsero o caddero nella andava alla campagna cavalcava


dimenticanza e nel disprezzo. un asino su cui trasportava il suo
Fin dal tempo di Abramo il bagaglio. In Roma ne' primi secoli
lusso non era sconosciuto presso fu ignoto l'uso dell'olio e del sevo,
alcuni popoli dell'Asia. Essi aveva- ed i consoli e i dittatori si cori-
no diversi gioielli, e vasi d'oro e cavano all' oscuro. Ora potrebbe
d' argento. Si fa menzione a'tempi dirsi che in quel tempo gli uomini
d'Isacco di abiti preziosi e di vesti in tal viveano, e per conse-
guisa
profumate, e di questa fatta erano guenza potrebbero vivervi ancora?
quelle di Esaù che Piebecca fece No certamente, come non è da au-
indossare a Giacobbe. Nulla può gurare che torni quel fasto smisu-
servire a far comprendere a qual rato che comparve in Pioma nei
grado molti popoli asiatici avesse- tempi posteriori, onde vennero sta-
ro portato il lusso e la sontuosi- swnptuariae.
tuite le leggi suntuarie,
tà, quanto quello cbe leggesi nella Le leggi suntuarie erano ordinale
sacra Scrittura sulla magnificenza a frenare il lusso, ed a segnare un
della corte di Salomone. La regi- confine nelle spese non solo pub-
na Saba, benché prevenuta della bliche, ma eziandio private. Colla
splendidezza di quel monarca, ri- legge Orcìiia si limitava il nume-
mase tuttavia sorpresa al vedere il ro de'convitali ue'feslini; colla Fan-
modo in cui eia servita la di lui nia si restringevano a cento assi
mensa, il .numero degli uflìziali le spese di un giorno di festa; si

della sua corte, la ricchezza de'lo- permetteva di spendere trenta assi

ro alloggiamenti e la magnificenza al giorno pel corso di dieci gior-


de' loro abiti. Dall' Asia il lusso ni in ciascun mese, e in tutti gli
passò presso gli ateniesi , e vuoisi altri giorni non più di dieci assi,
che Tarquinio, che dicesi originario e si vietava di apprestare più di
di Corinto, abbia incominciato ad una sola gallina. Colla Didia fu-
introdurlo in Roma. Veramente i rono rinnovate le disposizioni che
primitiviromani furono assai sobrii: determinavano la spesa dei pasti,
benché usciti da diversi antichi non meno che il numero de' con-
popoli dell' Italia preparavano il , vitati, non solo pei romani, ma
giano cuocendolo intiero nell'ac- per tutti gl'italiani eziandio; ed in
qua colla sua pula, e molto do- caso di contravvenzione, tanto colui
po eh' ebbero imparato a pestarlo che invitava, che gl'invitati pagar
si tennero all' uso della pappa. I dovevano un'ammenda. A somi-
greci ed i romani benché vivesse- gliante scopo tendevano pur anco
ro agiatamente, non avevano cami- le leggi Licinia, Emilia, Antia,
cie né di lino, né di stoppa; al- Cornelia, Giulia. Queste leggi as-
l'articolo Bagni, dicemmo che que- sai contribuivano nell'antica Roma
sti furono introdotti per nettar- a frenare il lusso, ed a mantenere
si dalle lordure della carne , ca- quella sobrietà e rigidezza de'co-
gionate dalle vesti di lana . Cato- stumi, che fecero giungere i romani
ne il Censore, ed altri ricchi ro- al più alto punto di potenza e di
mani prima dormivano so-
di lui, gloria. Inosservate poi, in progres-
pra pelli di montone stese sul pa- so di tempo caddero le leggi sun-
vimento. Allorché lo stesso Catone tuarie , il popolo di Marte invilì
i
7 (i
LUS la US
tiri lusso e nelle mollaste nsiati- stabile era quello di far scolpar
clie. Noto è il lusso strabocchevole sulle antiche tombe i propri aule-
di alenili decloro imperatori, ed an- nati portando abili foderati ih vajo
cbe ili alcuni privati cittadini, mas- \ i buono molle questioni per
sime per che riguarda il servi-
eia sapere se il lusso sia utile o per-
zio delle mense, l'eleganza e la ri- nicioso alla prosperità degli slati ;

eneatezza degli abili, il numero de- se si debba favorirlo o reprimerlo;


gli schiavi, ec. Il lusso di Roma se in una monarchia siano utili o
si aumentò straordinariamente col- pericolose le leggi concernenti le

le conquiste fatte dai romani nei spese; sui quali argomenti si può
più lontani paesi, colle spoglie del- consultare , oltre le riportate opi-
le provincie soggiogate e le ric- nioni, l'opera di Stefano Laoiii-
chezze che portate ('mono in Roma, ce, abbate Corona, inti-
cioè dell'

e colla estensione del commercio, tolata, Riflessioni economiche, poli-


massime marittimo, e l'introduzio- tiche e morali sul lusso ec. Cer- ,

ne di nuove derrate. to è che il lusso distrusse le anti-


Secondo la repubblica di Atene che monarchie; così perirono quel-
vi erano i ginecomini, cioè signori le degli assiri, dei persiani, dei
alle pompe, deputati a deliberare romani, per non dire di altre. Non
sugli ornamenti delie gentildonne, si può poi mettere in questione se il

dopo di tutte le altre donne, ac- lusso sia conforme allo spirito del
ciocché alcuna di esse non portasse cristianesimo: una religione che ci
cosa indegna di se ; come pure che predica la mortificazione, l' amore
ognuna secondo il modo della fa- della croce e dei patimenti, Pan-
coltà si vestisse, statuendo pena negazione di noi stessi, come virtù
pecuniaria a quella che facesse al- assolutamente necessarie alla salute
trimenti, per la qual contravven- eterna, non può approvare il lus-
zione era subito punita. Nella Fran- so o l'amore delle vanità. Gesù
cia il lusso fu introdotto da Carlo Cristo colle sue lezioni e co'suoi
Magno, allorché tornò dall' Italia esempi condannò questo vizio : la

colle sue armate vittoriose; ma già virtù e la fortezza dell' animo non
in molli articoli parlammo di quau- si può trovare in un uomo sner-
to riguarda il lusso di tutte le vato nel lusso e nella mollezza.
specie. Solo qui aggiungeremo, che I padri della Chiesa, secondo le

un tempo, al dire del Borghini, massime del vangelo, con rigore


Delle armi delle famiglie fiorentine, condannarono ogni specie di lusso.
secondo quelle leggi, l'uso di fode- I filosofi epicurei li accusarono di
rare gli abili di vaio (animaletto avere ecceduto nella morale, e di
di colore bigio scuro, la cui pelle non aver saputo distinguere il lusso
macchiala di nero serviva a fode- dall'uso innocente che si può fare
rare nobili vestimenta ) era unica- degli agi della vita, specialmente
mente riservato ai cavalieri e gen- quando il costume vi unisce una
tiluomini ed altre persone distinte specie di convenienza per rapporto
per qualche dignità; del pari le gen- alle persone di una certa condizio-
tildonne portavano loro mantelli i ne. Su di che si possono consulta-
orlati dello stesso. Da ciò avvenne re, Bai beyrac , Trattalo della mo-
che distintivo di nobiltà incontra- rale de'padri, e. 5, § i4- Il Rag'o-
LUS LUS 177
namento sopra il lusso e la im- che vollero fare l'apologia del lusso
modestia degli abìlì> del p. Carlo sono costretti accordare che rende
de la Rue gesuita, stampato in gli uomini effeminati, snerva gli
Bologna. 11 Trattalo de* giuochi e animi, corrompe l'idee, estingue i
divertimenti permessi o proibiti ai sentimenti di onore e probità, di-
cristiani, stampato in Roma nel strugge le arti utili per alimentare
1768, capitolo XXI Del lusso, e : i talenti deboli ; esaurisce la vera
delle spese superflue che si fanno sorgente delle ricchezze spopolando
pei divertimenti; danno grande che le campagne, e levando all'agri-

da ciò ne viene al bene pubblico coltura moltissimi uomini ; mette


ed alla religione. 11 Trattato contro una mostruosa ineguaglianza nelle
gli abbigliamenti, Venezia 1786. fortune; rende felice un piccolo nu-
II conte Gio. Battista Roberti nel mero d' uomini a spese di molti
tomo VI delle sue opere ci ha da- milioni uomini; fa che i
di altri

to un Dialogo filosofico intorno matrimoni sieno troppo dispendiosi


al lusso; più V Elogio dell'economia pel riprovevole fasto vano ed insa-
regolatrice del lusso. Le Conside- ziabile delle donne e moltiplica i ,

razioni cristiane sulla qualità del celibatari voluttuosi e libertini, dop-


vestito, Venezia 1839, tipografia pia sorgente della spopolazione ; ro-
Emiliana. Il poeta Delille ha scrit- vina le famiglie, e produce innu-
to una bella satira contro il lusso, merabili e fatali conseguenze. Se il

nella quale dice esservi un lusso lusso ne' cristiani è condannabile,


utile e decente, e convenevole ai secondo la natura e dell' eccesso

grandi stati, ai grandi nomi , o delle altre che lo ac-


circostanze
alle grandi cariche, e alle ultime compagnano, diviene molto più con-
classi della società fa rigurgitare dannabile negli ecclesiastici, a'quali
1'opulenza, e fa scendere Y oro molti concilii prescrissero severa mo-
che sempre tende a salire. Ma destia nella mensa, negli abiti, nel-

avvi, die' egli, altro lusso consecra- le suppellettili, ec; come la loro
to al vizio, figlio snaturato dell' in- condotta dev' essere più modesta,
dustria attiva, fragile colosso in- più esemplare, più santa che quel-
nalzato dal solo orgoglio ; aureo la de' laici, ad essi è severamente
è il suo simulacro , i piedi sono interdetta ogni superfluità. Il se-
di fragile argilla ; la vanità lo as- condo concilio generale di Nicea
siste, e avanti di esso inginocchiato l'anno 787, can. 16, proibisce a've-
l'orgoglio, sacrifica senza riguardi scovi ed ai chierici gli abiti ma-
mogli e figli, padre e sposo. Egli gnifici e sontuosi e l'uso dei pro-
è questo uno scheletro spolpato, fumi. 11 concilio di Aix la Cha-
ma alletta tuttavia in mezzo ad pelle dell'816, can. i4^, proibisce
un'antica figura una specie di pin- loro la pompa ed ogni superfluità
guedine che altro non è che gon- nella tavola e nel modo di vestire.
iiezza sotto la porpora rilucente
; Il concilio generale lateranense III,
nasconde i cenci , e il suo trono celebrato nel 1 1 79 da Alessandro
s'innalza in mezzo alle tombe. Il III, determinò che i prelati non
Manzi ci diede un trattato sul lus- usassero vesti preziose. II concilio
so degli italiani nel secolo XIV. di Montpellier del 12 16, can. 1,

Dice il Bergier, che queglino stessi 2, 3, interdice agli ecclesiastici gli


vol. xi. 12
178 LUS LUS
abili (li colore, e gli ornamenti eli a diversi religiosi la modestia ne-
oro e d'indento. 11 concilio gene- gli abiti, poiché sebbene 1' abito
rale laleranense IV, tenulo nell'i- non faccia il monaco, dall' abito
stesso anno da Innocenzo III, rin- certamente quello si conosce. Ri-
novò i canoni del IV concilio car- provò ne' cardinali le carrozze su-
taginese nel 398, il quale vuole perbe e le livree fastose. Introdus-
che la casa, i mobili e la mensa se nel palazzo apostolico la mode-
del vescovo sieno poveri. Il conci- razione. Provvide al lusso che ro-
liogenerale lateranense V, termina- vinava i nobili, ed ordinò alle
to da Leone X, ordinò clic la ca- donne che incedessero vestite mo-
sata famiglia, la tavola, gli arre- deste, e si recassero in chiesa col
di de' cardinoli , (ossero specchio capo coperto : su questo proposito
di modestia e moderazione. Il sa- abbiamo dal p. Eusebio di s. Fran-
cro concilio generale di Trento, cesco, Lettera critico-morale in or»
sess. 22 , de reforni, e. 1, racco- dine al lusso immoderato delle doti'
mandò istantemente V osservan- ne, e dell'andare in chiesa col ca-
za della disciplina prescritta con- po scoperto, 1769. Innocenzo XII
tro il lusso, dai canoni de' prece- meditava di porre un freno al-
denti conci lii. Il Papa s. Pio V lo smodato lusso, sorgente ferace
colla bolla Quoniam nos pluries, di disordini e dell' impoverimento
de'24 ma gg 10 '^67, approvò il delle famiglie; ma gli stranieri che
nuovo statuto del popolo romano, portano le loro merci a Roma,
sopra la prammatica delle doti e sventarono le saggie sue disposizio-
del corredo delle zitelle romane ni. Clemente XI nel 1707 coman-
che doveansi maritare, non do- dò l'osservanza delle costituzioni
vendo la dote oltrepassare gli scudi sulla prammatica delle spese pel-
quattromila cinquecento, e la mo- le monacazioni. Nel voi. XI, pag.
derazione dei regali fra gli sposi 259 del Dizionario, dicemmo come
ed i parenti. Quindi nel 1 57 1 ri- Clemente XI proibì il portarsi
formò il lusso degli ecclesiastici nelle chiese tappeti e cuscini, tran-
negli abiti ed in altro. Con altre ne le persone di regio sangue; ed
disposizioni ordinò che le osterie in certe calamità vietò per cinque
fossero a solo comodo degli stranieri, anni l'uso dei genuflessorii e dello
e riformò la pompa delle femmine. sedie nelle chiese. Qui aggiungere-
Sisto V confermò quanto avea- mo, che romani fecero spontaneo
i

no ordinato Clemente VII del voto di non portare per cinque an-
i523, Pio IV del i55cj, e s. Pio ni né oro, ne argento sugli abiti,
V, sulla riforma delle spese eccessi- e di non ammettere pubblici diverti-
ve che
impoverivano le famiglie; menti, spettacoli e teatri. Clemente
ìndi fece compilare dal magistrato XII proibì sotlo gravi pene iu tutti
romano alcuni regolamenti sulla i dominii pontificii, l'uso di merletti
moderazione del vestire, delle doli, di seta o di filo e fetluccie lavorate,
de'conviti, delle carrozze, de'funera- di straniera manifattura. Coman-
li, ed altro per ogni ceto di per- dò inoltre che fossero vietate alle
sone, eli confermò a'2 3 dicembre zitelle pretendenti ai sussidi dotali,
i586, colla costituzione, Cum in vesti di seta o di patini fini, e gli

unaquaque. Innocenzo XI restituì ornamenti d'oro e di argento, do-


LUS LUS 179
vendo usare abiti lisci e modesti no anch' esse a farli portare dai
ove non entrasse mischiata la seta: loro paggi in que' sacchetti og-
questi medesimi abiti prescrisse che gidì chiamali borse, ed in pro-
dovessero usare le donne mogli, fi- gresso di tempo il lusso crebbe a
glie e sorelle di servitori con livrea, segno, che stimandosi da poco la

de'garzoni e lavoranti di arti mec- seta, l'argento e l'oro, alcune di


caniche, ed anche quelle di padroni queste borse furono arricchite di
delle arti inferiori, le quali femmi- perle, forse a distinguere le princi-
ne non doveano portar gioie che pesse dalle dame ordinarie. Le ma-
oltrepassassero il valore di cinquan- trone romane poi di prima sfera
ta scudi , conoscendo bene il Pon- aveano il distintivo di avere anco
tefice i gravi sconcerti che nasco- i cuscini ne' loro templi, in tessuti
no dal ed ince-
voler comparire di seta ed oro, per pomposa loro
dere al di sopra delle proprie for- agiatezza, onde inginocchiarsi sopra.
ze e condizione. Benedetto XIV Altre distinzioni sono accennate
procurò riformare 1' eccedente lus- nell'editto araldico o prammatica
so della nobiltà romana ,
per cui summentovata , come quella, del
molte famiglie già opulenti eransi guardinfante alla moda della cor-
ridotte alla miseria. Clemente XIV te, detto corico, o il farsi sostene-
nel 1770 prescrisse ai couservatorii re lo strascico e coda dell' abito.

delle educande un abito uniforme L'uso di avere chi addietro sospen-


e semplice, rimovendo gli ornamen- desse le estremità della veste, chia-
ti di lusso. mata strascico, in latino syrma, era
Maria Teresa imperatrice regina pure introdotto anticamente dalle
nel 1769 pubblicò una pramma- dame in Italia, pervenutole da cer-
tica e riforma sulle pompe esterne, te vesti tragiche assai lunghe.
e riguardante pure le onorificenze Neil' anno 843 il magistra-
1

che doveano distinguere l'ordine to di Norimberga emanò un avvi-


nobile. Fra le altre cose ivi si par- so contro gli eccessi del lusso a cui
la dell'uso degli sgabelletti , delle si abbandonavano molti di quegli
cassette di argento od inargentate, abitanti, ed eccone un brano: « L'ec-
borse pei libri nelle chiese ed in cessivo lusso, l'eccessivo amore ai
altri luoghi pubblici, riservati alle so- divertimenti, la ricercatezza ridicola
le dame. 11 costume della borsa pei negli abiti, specialmente presso le

libri di divozione, che le dame dame, le figliuole de'domeslici, de-


altre volte facevano portare dai gli artigiani ec, sono i veri nemi-
loro paggi alle chiese, ripete il suo ci delle famiglie, guastano la do-
principio dagli antichi romani. Se- mestica tranquillità, e impediscono
condo essi era in uso di far por- che in esse sorga la prosperità*
tare dai servi, chiamali saccolari o Contro questo male non vi ha ri-
cassieri, i libri de' nobili giovanetti, medio che nella confidenza che a-
quando recavansi a scuola, dentro ver si deve in coloro , che come
certi sacchetti o cassette, come tut- parenti, tutori, maestri, pa-
sposi,
tavia da diversi popoli si pratica droni, ec. sono al grado di aver
a' nostri giorni . Quelle matrone, influenza, per esser certi che da-
ad imitazione de'figli, dovendo por- ranno buon esempio, e alla loro
tare i libri di divozione, comiuciaro- famiglia od ai loro dipendenti in-
180 LUS LUT
spireranno il gusto dell' economia. o (li purificarli coli' acqua di lu-
Negli altri paesi sono creato so- si strazione. Quest'acqua era una spe-
cietà di temperanza, dalle quali si cie di che facevasi gettando
lisciva,
hanno ottenuti i migliori risulta- nell'acqua pura una piccola quan-
menti; appo noi, società contro il tità della cenere di una vacca ros-

lusso inutile, a favore del vestir sa immolata nel giorno della so-
semplice presso le persone di sor- lenne espiazione. Si aspergevano
Tizio, società di economia nel più coli' acqua stessa le persone e le
largo senso della parola , sarebbe- cose che avevano contratta qualche
ro con piacere accolte da un gran immondezza all'occasione d'un mor-
numero di gente, e molti si affret- to.Chiamavasi lustrazione eziandio
terebbero di unirsi ad una tale so- quanto praticavasi allorché un leb-
cietà, che stabilita in uno scopo broso era guarito dalla lebbra. Si
buono e lodevole , non può avere usò della parola lustrare, anche
che felici risultameli ti ". parlando della consecrazione che i
LUSTRAZIONE , Lustralio. A- genitori facevano de' loro figli in
spersioni, suffumigi, sacrifizi di e- onore del falso Dio Moloch.
spiazione, ed altre cerimonie colle LUTERANI e LUTERO. Chia-
quali si purificavano i luoghi e le masi luterano colui, il quale pro-
persone immonde. I pagani e gli fèssa il luteranismo o sia l'erronea
ebrei avevano le loro lustrazioni, dottrina di Martino Lutero, famoso
e ve n'erano di tre sorta presso i eresiarca, ed il piti celebre nova-
primi. Alcune fàcevansi coli' acqua XVI, che
tore religioso del secolo
lustrale, colla quale si aspergevano ne produsse un numero grandissi-
quelli che si volevano purificare; mo, per fatale disgrazia di gran
altre col fuoco e col zolfo; ed al- parte del cristianesimo. I luterani
tre per mezzo che si a-
dell' aria sono divisi in molte sette, e que-
gilava all'intorno della cosa che si ste in miti , rigidi e misti, il cui
•voleva purificare. I pagani chia- novero riporta il p. ab. Biagi an-
mavano giorno lustrale , clies In* notatore del Bergier, Dizion. enci-
stricus, quello nel quale si faceva- clopedico, all' articolo Lutero: ri-

no le lustrazioni sopra un fanciul- porteremo il nome delle principa-


lo, e gli si dava un nome, vale a li. Luterani rigidi, che seguono al-

dire il nono dopo la sua nascita la lettera la dottrina di Lutero ; i

pei maschi, e 1' ottavo per le fem- moderati, che la rendono meno se-

mine. Lustrazioni fra i gentili fu- vera ; gli antinomiani ;


gli adiafo-
rono pur chiamati gli augurii, gli risti e gli antidiaforisti; gli antisa-
incanti e le divinazioni: famose mapriani ; gli arabonari ; gli an-
furono le lustrazioni e purificazioni tisvendfeldiani o meglio antisch-
degli egiziani ; ve ne furono pub- wenckfeldiani; gli antosandrini ; gli

bliche e privale. Le lustrazioni che anticalvinisli ; gli anmetisti; i bissa-


fàcevansi per le persone, erano pro- cramentari ; i trissacramentari ; i
priamente espiazioni, e la vittima quadrisacramentari ; i confessioni-
che in quello occasioni s' immolava sti detti miriciani ; i confessionisti
chiamavasi vidima piacularis. Dio ostinati; i recalcitranti ; gl'inferani ;

ordinò a Mosè di separare i le- i majoristi ; gl'impositori di mani;


viti di mezzo ai figliuoli d' Israele i modiosandiini; gli osiandrini ; i
LUT LUT 181
samosatensi ; i suffeldiani ; gli Imo- Sassonia-Meiningen, Sassonia- Alten-
nanriani; i zuingliani semplici; i bourg, Sassonia- Weimar-Eisenac, dei
zuingliani significativi ; i luterò- conti di Waldeck, Wurtemberg, ec.
zuingliani; i carlostaziani; i tropisti Inoltre i luterani sono propagati
evargiei; i suffeldiani spirituali; i anche in altre parti del mondo,
servetiani ; i davidici o davidico- massime in America. Vedi Maim-
georgiani; i mennoniti; luterò- i bourg, Storia del luteranismo',
calvinisti; i lutero-papisti; i Iute- Bernini, Storia dell'eresie; ed Her-
ro-osiandrini, ed alcuni altri com- mant, Storia dell'eresie. Seekndorf
posti. Degli eretici appellati in gè- ciha dato la grande opera: De
nere evangelici, alcuni sono luterani, lutheranismo . Quanto poi all' in-

altri semi-luterani, alcuni anti-lute- troduzione del luteranismo nei men-


rani, ed altri anti-cristiani. De'semi- tovati slati, iu altri non citati e
luterani alcuni confermano le loro nelle principali città massime se
opinioni coi testi di Lutero, ed vescovili, se ne tratta ai rispettivi
altri pongono in armonia le opi- articoli. V. Protestanti e GlH-
nioni altrui per mezzo delle sen- mania, non che tutti gli articoli
tenze di Lutero stesso. Degli anti- che possono riguardare i lutera-
1 utera ni alcuni dissentono da Lu- ni ed i loro errori. Molte delle
tero iti molti articoli, e si divido- tante. conversioni seguite dalla pre-
no in molte sette. Fra gli anti-cri- tesa riforma sino ad oggi, sono pure
stiani alcuni rovesciano quasi tutta memorate in diversi luoghi, a gio-
ia fede, ed altri tutta affatto la ria del cattolicismo e di quelli che
sovvertono. Di tutte le mentovate vi fecero ritorno,
specie di luteranismo, la maggior Martino Lutero nacque il gior-
parte delle quali hanno articoli in no io novembre 1 4^4 m Islebe
questo Dizionario o se ne parla in o Eisleben, città della contea Man-
altri, alcune ritengono meno erro- sfeld in Turingia, paese della Sas-
ri della loro istituzione, altre cani- sonia, da Giovanni Luder o Lau-
darono molti punti ed altre gli ac- iher o Loter, uomo di bassa con-
crebbero, e generalmente oggidì più dizione che lavorava nelle miniere,
non badano, al domina di Lutero Dopo aver finiti i suoi studi di
intorno al libero arbitrio, la pie- grammatica in Maddeburgo, ed in
destinazione e la grazia, anzi lo Eisenac, ove per bisogno andò meu-
confutano fortemente. All' articolo dicando il pane di porta in porta, can-
Evangelico, dicemmo quali sono gli tando cantici e canzoni per ecci-
stati che in Europa seguono la tare la carità, passò a studiare la
prelesa religione riformata dei prò- filosofia in Erfurt. La sua prima
testanti chiamati evangelici ; se- vocazione fu quella del foro, pel
guono poi nell'Europa il luterani- quale mostrava felici disposizioni,
sino i seguenti stati. Brunswick- Wol- In quella università nel i5o5 ot-
fenbutlel, Danimarca, Holstein-Son- tenne grado di maestro di filo-
il

derbourg, Holsteiu-Schleswig, Assia sofia; ma la sua immaginazione


granducale, Holstein-Gottorp, Meck- pronta ad accendersi, rimasta es-
lenbourg, Nassau- Usingen, Heuss- sendo colpita dal funesto accidente
Schleiz, Schwarzbourg, Svezia, Noi- di un amico uccisogli a lato da un
vegia, Sassonia (Joburgo e Gotha, fulmine, fece nascere nella sua men-
18* LUT LUT
te tlcllc che l' in-
triste riflessioni, fere impetuoso, suscettivo ad ap-
dussero a chiudersi nel convento passionarsi fortissimamente per un
dagli agostiniani di Erfurt, ad ou- ometto, e di abhandonarvisi onni-
la che suoi genitori ed amici a-
i namente, senza voler ascollar nul-
vesscro procuralo distorto. Il primo la di quanto avrebbe potuto ricon-
suo fervore per le osservanze reli- duco a parliti moderati; un' im-
giose, e pel digiuno particolarmen- maginazione ardente, uno spirito
te, fu sì ardente che spesso passò nudrito dallo studio un'eloquenza ,

ilei giorni senza mangiare e senza naturale, una voce forte, robustissi-
bere. Mandato dai suoi superiori, mo petto, una penna instancabile;
onde studiasse la teologia nella nuo- quella facilità di parlare cui dan-
va università di Witlemberga, l'ap- no la violenza e T entusiasmo ; da
plicazione sua ed i suoi talenti il ultimo la pertinacia che irrita del-
fecero seegliere per uno de' profes- le contraddizioni; tali sono le qua-
sori dell'università. Nel i5io sot- lità e i difetti, che assicurando a
to il pontificato di Giulio li, fu Lutero successi di cui il lusingava
inviato a Roma per gli affari del il suo orgoglio, lo rendevano più
suo ordine, ove concepì qualche ardilo e più intraprendente.
avversione contro capo della Chie- il Fino dal i5i6 annunziò in
sa Tornato in Sas-
e la sua corte. pubbliche tesi germi de' nuovi
i

sonia, piacquero talmente i suoi ser- donimi cui sostenne poscia con
moni all'elettore Federico, che vol- tanta pubblicità e romore. Non es-
le supplire alle spese pel suo ad- sendo intanto sufficienti i tesori del-
dottoramento nel i5i2. Fino allora la camera apostolica per proseguire
Lutero veuiva tuttavolta tenuto per la sontuosa riedificazione della ba-
un zelantissimo dell'autorità del Pa- silica vaticana incominciata da Giu-
pa, e per quei punti di dottrina e di- lio li, il successore Leone X, come
sciplina, contro i quali si scagliò erasi praticato in altri casi, ricorse
dappoi con tanta violenza. Soleva alla generosità de' fedeli per le
dire che trovavasi disposto a por- oblazioni, premio della santa
col
tare le prime legna per far ab- Indulgenza (Fedi), mentre l'Euro-
bruciare Erasmo (Vedi), il quale pa era tranquilla, e tutti i cristia-
in dispregio dell'autorità pontificia ni vivevano nella comunione e
aveva osato di scrivere contro la sotto T obbedienza della Chiesa ro-
messa, contro il celibato degli ec- mana. Il Papa ordinò pertanto al
clesiastici , e contro T invocazione cardinal Alberto di Brandeburgo
de'santi. La lettura de'libri di Gio- arcivescovo di Magonza, che per
vanni Huss non tardò ad ispirar- mezzo di zelanti predicatori faces-
gli del disgusto per levane sotti- se promulgar le indulgenze per la
gliezze e per la burbera favella Germania. Alberto si servì de' soli
degli scolastici del suo tempo, disgu- religiosi domenicani, incaricandone
sto che a poco a poco si convertì il p. Giovanni Tetzel inquisitore,
iu un odio ognora crescente per le il quale avea fatto altrettanto pei
pratiche della Chiesa. Intraprese per- cavalieri teutonici nella guerra coi
tanto di spianarsi una nuova stra- turchi; quindi falsamente asserì il

da, e la natura gli avea dato tut- Soave, che questa incombenza fos-
ti i mezzi di riuscirvi. Un carat- se privativa degli agostiniani. Dis-
LUT LUT i83
graziatamente nel 1 5 7
1
il p. Gio- una semplice contesa di corpora-
vanni Staupitz vicario generale de- zione, alla quale non bisognava da-
gli agostiniani, commise a Lutero re troppa importanza facendovi in-
di difendere il suo ordine, contro tervenire 1' autorità. L' imperatore
quello di s. Domenico, sul diritto Massimiliano I avendo però veduto
di predicare silFatle indulgenze . nel discredito delle indulgenze la

Lutero non contento di sostenere privazione di un mezzo sul quale


le pretensioni dell' ordine agosti- avea calcolato per fare la guerra ai
niano, nella o nel dì d'O-
vigilia turchi, ne fece rimostranza al Pon-
gnissanti incominciò co'suoi sermoni tefice , e questi rimeritò il zelo
ad oppugnare l'abuso delle indul- del principe , col donativo dello
genze, indi pubblicò un program- stocco e berrettone benedetti.
ma contenente c)5 proposizioni, le Le proposizioni erronee di Lute-
quali combattendo direttamente le ro, sulla materia della giustificazio-
f
indulgenze, die principio alla fune- ne e su quella de sacramenti, erano
sta e lagrimevole epoca de' suoi d'altronde d'un tenore da rendere
perniciosissimi errori. Il p. Tetzel il suo apparente zelo sospetto. Leo-
vi rispose con altro programma ne X avendolo invano citato in
più diffuso; poi deponendo la sua Roma, rimandò l'affare al domeni-
qualità di parte, per assumere cano cardinal de Vio detto Gae-
quella di giudice, fece ardere co- tano suo legato alla dieta d'Augii?
me inquisitore della fede, il pro- sta, siccome esperto politico e dot-
gramma del suo competitore , i to teologo. Gli commise di ottene-
cui discepoli usarono rappresaglie re da Lutero pubblica ritrattazione,
dando alle fiamme i\ suo. Per e in caso di rifiuto di assicurarsi
mala sorte fu tale evento come u- della sua persona, e di farlo tra-
na dichiarazione di guerra, dap- durre in Roma, come pure di pre-
poiché si vide tosto una quanti- sentare all'elettore di Sassonia la

tà di teologi ingerirsi nella dispu- rosa d'oro benedetta, pregandolo


ta. Lutero profittò accortamente mettere un argine al nuovo fana-
delle esagerazioni de'suoi avversari tico eresiarca. Lutero costretto dal-
sull'autorità del Papa, mentre scri- l'elettore di Sassonia, suo protetto-
veva a Leone X sommes-
lettere re, di comparire al cospetto del
se e rispettose, supplicandolo a non cardinale, gli tenne testa in due
lasciarsi preoccupare dai suoi ne- conferenze particolari, e si ostinò
mici. Fin allora quel fuoco era u- sempre a chiedere una discussione
na scintilla facile ad estinguersi, pubblica. Il cardinale riguardando
ma alcuni principi della Germania come disdicevole al suo carattere
avendo tolto a pretesto tali novità il discendere sui banchi per cimen-
pei loro interessi particolari,, si vi- tarsi con un semplice religioso, gli
de in breve tempo diffondersi l'in- lasciò scorgere 1' oggetto ulteriore
cendio nella maggior parte degli della sua commissione. Il nova-
stati del settentrione, e la Francia tore temè la sorte di Huss e fug-
non andò del tutto immune dalla gì segretamente, dopo di aver fatto
combustione. Leone X, d'un carat- affiggere un atto con cui ricusava per
tere inclinato alla dolcezza, tenne giudice il suo competitore come an-
in principio che tali dispute fosse tico generale de'domenicani , e col
i84 LUT LUT
quale si appellava dal Papa mule mezzo a tale nuova falla.ee dot-
infòrmato, al Papa megfio informa- trina, i beni immensi donuti alla
to. L'elettore di Sassonia avea da Chiesa, tanti ducali, contee, abba-
principio protetto Lutero come un zie, grandi feudi, decime, stavano
professore celebre che dava risai- per rimanere senza legittimi pos-
to alia sua università nascente; in sessori, e motivo era questo uno
seguito prese gusto per la sua dottri- de'più efficaci per acquistare zelan-
na, e ne divenne difenditore contro ti partigiani tra
principi, i magi- i

le stesse potenze. -L'università di ed il popolo, perchè inse-


strati
Wi Itera berga convenne ne'suoi sen- gnava che la Chiesa non poteva
tinnenti. Baldanzoso di tali conqui- possedere.
ste, Lutero scrisse al Papa, ai nun- Dei sette sacramenti conservò
zi, ai principi, a Francesco I re di soltanto il battesimo e l'Eucaristia,
Francia, ed a Carlo V imperato- togliendo anche al sacrifizio della
re, con un misto di pieghevolezza messa la qualità di essere propi-
e di audacia, che annunziava pari ziatorio pei vivi e pei morti; ne-
orgoglio ed inquietudine: tolse sopra gando la transustanziazione, peroc-
pgni cosa a guadagnarsi il popolo, che, confessando la presenza reale,
e per piacergli non serbò né mi- diceva che il pane ed il vino resta-
sura, né decenza ne' suoi scritti, vano dopo , del la consacrazione
con comparazioni ributtanti. Ag- pari che fuoco in una massa di
il

giunse ingiurie grossolane amari , ferro rovente , e 1' acqua in una


scherzi, indecenti facezie , contro spunga. Sostenne che V uomo si

chi non andavagli a sangue, non giustifica colla sola fede; che il
risparmiando Enrico Vili re d'In* libero arbitrio ebbe fine nel primo
ghilterra, eh' era entralo in lizza peccato; che le indulgenze non gio-

con lui. Lutero con le usate sue vano all'anima; che non vi è pur-
esagerazioni, dipinse con negri co- galorio ; che per mezzo de'sagra-
Jori la corte romana, impudente- menti non si conferisce la grazia;
mente qualificandola grande prosti- che i peccati quando sono perdo-
tuta; chiamò prelati lupi
i voraci, nati non si estinguono, ma soltan-
ed i religiosi farisei e sepolcri ini- to non s'imputano. Non ammetteva
biancati. Talvolta, assumendo lo la parola Trinità ; diceva che l'u-
slile de' profeti, osò minacciare dei manità di Gesù Cristo era da per
giudizi di Dio coloro che ricusa- tutto ; che l'anima di Gesù Cristo
vano di sottomettersi al suo nuo- avea sofferto le pene dei dannati
vo vangelo. I precetti della Chiesa, nell'inferno; che si dovevano abo-
ia legge del celibato ecclesiastico, lire le feste , tranne la domenica;

i voti monastici , l'astinenza dalla che non si dovevano ritenere per


carne, l'invocazione e la venerazio- veri i libri di Tobia e di Gradit-
ile de' santi, la gerarchia ecclesia- ta, molli capitoli di quello di Ester,
stica, ec. sembravano che
non gli il libro di Giobbe , l'Ecclesiaste,

ornamenti superflui d'un edilìzio la Sapienza, i Maccabei, l'epistola


gotico dannato alla distruzione; di s. Paolo agli ebrei, quella di
secondo lui non faceva più d'uopo s. Giacomo, la seconda di s. Pie-
ne di Papa , ne di cardinali, né Irò, le due ultime di s. Giovanni,
di abbati, né di superiori ec. In quella di s. Giuda e 1' Apocalisse.
LUT LUT i85
Pretendeva che nessun peccato po- ce non avvi salvezza, ma sempiter-
tesse dannar l'uomo, e non esser- ne pene.
vi altro peccato che l'incredulità. La prima censura di tante ri-
Negava l'infallibilità non solo della provevoli innovazioni, parti dall'u-
Chiesa, ma pure dei concilii gene» niversità di Colonia. Leone X pub-
rali; negava la penitenza, {' esame blicò alla fine la sua bolla, Exur-
di coscienza, la confessione, il cul- gè Domine, de' i5 giugno i52o,
to e l'uso delle sacre immagini. "stesa dal cardinal Accolti d'Arez-
Insegnava che laici al pari dei i zo, Bull. t. II, p. 6i4, con la
dottori avevano diritto d'interpre- quale scomunicò Lutero, lo dichia-
tare la Scrittura; che l'anima non rò eretico e condannò XLI propo-
era immortale, e ch'essa trasmet- sizioni, facendo bruciare in Roma
te vasi per mezzo della generazione; i libri dell'eresiarca , fra' quali uno
che Dio era l'autore di tutti i de' più pestiferi e perniciosi fu
mali. Faceva consistere tutta la quello: De vita conjugali. Con
penitenza in una nuova vita; dice- questo Lutero si procacciò l'animo
va che la legge evangelica non de' sacerdoti , religiosi e monache
conteneva alcun precetto; che il incontinenti del suo tempo, inse-
Papa era un tiranno, le di cui gnando loro che tutti erano obbli-
scomuniche doveansi ricevere con gati al matrimonio malgrado i ,

piacere; che i comandamenti di voti che glielo impedivano con ta- :

Dio erano impossibili ad osservar- le malvagia dottrina , e poi coll'e-


si ; che tutti i cristiani senza ec- , sempio slesso di Lutero, gran nu-
cettuare le donne, erano egualmen- mero di ecclesiastici secolari e re-
te preti ; che la mendicità religio- golari,- e dierono in
religiose, si

sa era una cosa esecrabile. Onde preda ad una sfrenatissima disone-


produrre una rivoluzione nella Chie- stà. Secondo questo eresiarca la ,

sa, Lutero insegnò che Iddio solo poligamia era una cosa permes-
ha il diritto d' imporre leggi ai sa, del pari che il divorzio. Si
cristiani ; che le sue volontà regi- deve notare che allorquando Leo-
strate ne' libri santi, vi si trovano ne X
condannò suoi errori, non i

adatte all'intelligenza de'piìi sempli- erano tutti gli enumerati pubblica-


ci ; che nessuna autorità sulla terra ti poi da Lutero; essi sono innu-
è infallibile, né ha il diritto di merabili , essendo gli accennati i

sottomettere le coscienze. In virtù, soli principali. Eckio nunzio apo-


della pretesa sua missione che pa- stolico presso le corti di Germania
reva affidatagli dal cielo, predicava, per far eseguire Leo- la bolla di
visitava, correggeva, sopprimeva ce- ne X, raccolse quante opere potè
rimonie, ne istituiva altre, creava, trovare di Lutero, e le fece ardere
cacciava i pastori. La sua imma- con grande apparato nelle città
ginazione focosa riscaldò gli spi- principali. Lutero usò rappresaglie:
riti, comunicò il suo entusiasmo, ai i5 di dicembre dello stesso an-

fu riguardato come un aposto- no, dopo di avere sparso un nuo-


lo , e distaccò miseramente una vo scritto in cui il Papa era trat-
gran parte della Germania dal- tato da empio e da anticristo ,
la comunione cattolica della Chie- diede alle fiamme nella pubblica
sa romana, fuori della quale in ve- piazza di Witlemberga la bolla, le
186 LUX LUT
decretali, e la raccolta di tulli- In- i irsiAugusta; divenuto il mal-
in
decisioni della santa Sede. La me- augurato apostolo ed il legislatore
desima avvenne a
iniqua scena della sovvertita Germania, si fece
Lipsia ed in altre città dove già allora scortare da cento gentiluo-
sventuratamente prevaleva il nuo- mini armati di tutto punto. Il suo
vo vangelo. Tale audacia che in ingresso a Worms fu trionfale, in
Lutero era un effetto del suo per- mezzo ad un concorso prodigioso
verso carattere sempre inclinato attirato dalla sua riputazione. In-
ai partiti violenti, riuscì per gli trodotto nell'assemblea , riconobbe
eventi un atto di politica vantag- le sue opere, e protferse di difen-
gioso alla sua causa. Il popolo dere le sue opinioni in una pub-
vedendo ardere la bolla di un Pon- blica conferenza che gli fu ricusa-
tefice da un semplice religioso ,
ta. Carlo V non potendo obbli-
perdette lo spavento che prima garlo, ne per minacce, né per ca-
gì' incutevano i decreti pontificii, e rezze a ritrattarsi, gli assegnò ven-
la fiducia che avea posta sino al- tun giorni per ritirarsi dove giu-
lora sulle Leone X
indulgenze. dicasse conveniente; e trascorso ta-
pubblicò ai 3 gennaio i52i una le termine, Lutero fu messo al
seconda bolla, la quale non fece bando dell' impero , e secondo la
più frutto della prima, in essa sentenza del Papa fu dichiarato per
pure scomunicando e dichiarando notoriamente eretico, mentre i di
eretici Lutero, ed i suoi fautori e lui complici, aderenti e fautori sa-
seguaci. Indi ricolmò di elogi En- rebbero soggetti a processo ed al-
rico Vili re A* Inghilterra (Fedi), la confisca de' beni. Ma l' elettore
perchè come dicemmo a queir arti- e duca di Sassonia Federico , a
colo,contro il pessimo libro di Lu- fronte del divieto del bando, gli
tero , De caplivilate Babilonica, avea dato asilo nel castello di Warl-
scrisse quello intitolato, De septem burg, che venne poi chiamato da
sacranientis, concesse l'indulgenza Lutero il suo Patmos, presso Ei-
a chi Io leggeva, ed ornò il reale senac, dove restò celato più di no-
autore della qualifica di Difensore ve mesi, sempre ben trattato, scri-
della Chiesa. vendo sempre, e mostrando di aver
Nello slesso anno i52i, Lutero grato tale ricovero. Vi si lasciò
ottenne da Carlo V un salvocondot- crescere la barba, e dicesi che ivi
to per recarsi alla diela di Worms, ebbe, come pure già nel suo con-
nulla spaventandolo i riflessi che vento di Erfurt, spesse fiate segre-
gli facevano gli amici, a' quali ri- teconferenze notturne col demonio,
spose , che sebbene vi trovasse tanti che terminarono coll'abolizione del-
diavoli quante sono le tegole delle le messe private. Tali conferenze
case, gli con animo
affronterebbe ch'egli afferma nelle sue opere, si

costante. In fatti non avea a teme- volleroimpugnare dai suoi discepoli.


re, annoverando ormai tra suoi i Nel medesimo ritiro intraprese e
proseliti l'elettore di Sassonia, al- compi la sua versioue del Nuovo
cuni principi, e vari deputati delle Testamento, nella quale sostituisce
città imperiali.
Questo apostata due sovente al testo i suoi propri pen-
anni prima non avea mezzi di pren- sieri, facendo una parafrasi piutto-
dere un cavallo a nolo per trasfe- sto che una traduzione; la quale
,
1

LUT LUT 187


traduzione fu indi da lui termina- taira. Recatosi in Roma Adriano
ta nel coli vento di Witteuaberga , VI, si occupò della riforma della
e narrasi che il demonio gli por- corte, i cui pretesi ed esagerati a-
tasse perciò tanto odio, ch'egli un busi tanto decantavano i novatori,
giorno gli gettasse in fronte il ca- affine d' infamare la Sede apostoli-
lamaio, in guisa tale che rimase ca. Fu quindi parchissimo in con-
una macchia nera sul muro della cedere indulgenze, e dando opera
sua camera. Tale macchia si vede all'estinzione della deplorabile ere-
ancora, e venne sempre annuii ala sia luterana,, dopo aver seri Ito mol-
dai seguaci della credenza lutera- ti brevi ai priueipi cristiani per
na. Quando Pietro I il Grande czar esortarli alla pace, mandò suo nun-
della Moscovia visitò nel 171 1 la zio il dotto vescovo di Teramo
casa dì Lutero in Willem berga Fi'ancesco Cheregato vicentino alla
gli fu mostrata la delta macchia , dieta di Norimberga, per lagnarsi
e pregato gentilmente dai ministri della libertà che veniva accordata
luterani di onorare questo per loro a Lutero, ed in essa fu determina-
venerando sito col suo proprio ca- to di mettere in esecuzione i de-
rattere, scrisse egli sotto quella creti di Leone X e di Carlo V
macchia con creta le seguenti pa- contro Lutero, il quale non mo-
role, con sorpresa non che vergo- strava farne conto, siccome spalleg-
gna di tutti gli astanti /' inchio- : giato da molli principi cui conce-
stro è fresco, e tutta onesta storia deva la possessione de' vescovati e
una favola j e da questo momen- la maggior parte de' beni ecclesia-

to sparì ogni credenza a sì falla stici inoltre


: medesimi principi
i

misteriosa macchia. Veggasi f ita secolari slesero una lunga memo-


di Pietro I il Grande , scritta dal ria dei motivi che avevano di la-
dott. K. F. Reiche, Lipsia 184 gnarsi della corte di Roma e con-
pag. 139. tro gli ecclesiastici me- ; ridussero la

Nel medesimo soggiorno Lutero moria a cento capi, ai quali die-


si applicò altresì a raccozzare i dero il titolo di Cenlum gravami-
membri sparsi della sua prete- na 3 e la spedirono al Papa. Pel
sa riforma, per formarneun com- medesimo nunzio mandò Adriano
plesso sistematico; metodo ma il VI un paterno breve al duca ed
non era ancora nato, ed egli non elettore di Sassonia Federico, nel
aveva la fòrza d'ingegno capace quale rammentandogli la pietà dei
di produrlo. Intanto essendo morto suoi maggiori, l'esortava ad abban-
Leone X, fu con generale sorpresa donare il perfido eresiarca e ritor-
eletto a' () gennaio \5t.i Adriano nare al grembo della Chiesa. Nel
VI, cardinale sconosciuto e dimo- i5i3 gli successe Clemente VII.
rante nella Spagna, olandese e di Lutero continuò a portare 1' a-
bassa nascita. Essendo egli autore- bilo di religioso agostiniano ad ,

vole nella corte cesarea, come sta- onta della sua prevaricazione, sino
to maestro di Carlo V, i cardinali al i52 3 in cui lo depose ed assun-
sperarono colla sua esaltazione ve- se l'abito di dottore. Allorché Car-
der abbattuta V empietà luterana , lo V si recò nella Scagna, Lutero
eh' era appunto che allora
l'affare uscì dal castello di Wartburg ve-
avesse la Chiesa di maggior iuinor- stilo con la corazza,, la spada, gli
i88 LUT LUT
stivali e gli speroni, sotto il nome approvarlo. La pubblicazione del
tli cavaliere Giorgio, e andò per piano ollese tutti i principi e tutti
tutta la Germania, onde funesta- i vescovi, ed il disgusto si accreb-
mente propagarvi il suo nuovo e- be per le lettere imperiose di Car-
vangelo. Bodenstein e Muncer i , lo V. Indi si adunò la dieta di
quali aspiravano a farsi capi di Spira, in cui si trattò di celebrare
setta, furono perseguitati. I princi- un concilio in Germania e poi un
pi cattolici di Germania non pò- altro generale; ed intanto si con-
terono dare esecuzione ai decreti venne, che gli stati delle rispettive
della dieta di Worms contro Lu- provincie dovessero regolarsi nei
tero, temendo di eccitare una se- loro governi, in fatto di religione,
dizione e rinnovar le guerre di re- in modo da solo renderne conto a
Jigione un secolo prima
che per Dio ed all' imperatore, cioè la li-

aveano desolato la Boemia: gli al- berta di coscienza. Nell'anno i525


tri principi che favoreggiavano la Clemente VII celebrò in ..Roma
riforma, con ripugnanza aveano a- l'anno santo del giubileo, ma il
derito al decreto della dieta. Lute- concorso fu poco numeroso, per
ro tornato in Wittemberga, l'uni- le turbolenze cagionate dagli erro-
versità adottò le sue opinioni ; pie- ri di Lutero.
se il titolo di ecclesiaste o sia pre- La morte dell' erettore Fede-
dicatore di Wittemberga e disse , rico, di cui la moderazio-
saggia
potersi ancora denominare evange- ne avea contenuto Lutero in cer-
asta per grazia di Dio, ritenendo ti limiti, gli lasciò la libertà di
che Gesù Cristo lo nominava cosi sposare in detto anno Caterina
e lo teneva per ecclesiaste. Lutero Bora o Bore, giovane e bella, pri-
si vide però obbligato di prestarsi ma religiosa e abbadessa nel mo-
ad una pace simulata coi sagra- nastero di Nimptsch presso Grim-
nientari, (ondata sopra finzioni e ma, di nobile famiglia. Caterina
termini equivoci, ma nella quale, chiusa suo malgrado, ne fuggì nel
non potendo risolversi ad abban- i5i3 con otto delle sue compagne,
donare la presenza reale, la ridus- dopo che letto ebbe alcuni scritti
se al momento della consecrazio* di Lutero sulla vita monastica. Si
ne, per farla sparire subito dopo dice che fu rapita per ordine dei-
die le parole erano
sacramentali l'eresiarca non nella domenica di
pronunziate: strano assurdo il qua- passione, ma sibbene nel venerdì
le faceva dire a Calvino che la santo del i523, ond' egli parago-
dottrina de' papisti sopra tale dom- nò empiamente il rapitore Lionar-
ina era più. sopportabile che quella do Xoppen, a Gesù Cristo libera-
de' luterani. Ma allorché s' inimicò tore delle anime del limbo. Tale
coi sacramentari, non vide più in affare menò tanto rumore, che Te-
essi che genti indiavolate, perdia- lettore di Sassonia ancora vivente,
volate, stradiavolate. Clemente VII non volle apertamente proteggere
spedì alla dieta di Norimberga un le fuggitive. Esse furono però ri-
nunzio, il quale presentò un piano cevute in Wittemberga a solleci-
di riforma ^)er la Germania ed , tudine cjli Lutero, ed essendo Ga-
im pegno Ferdinando 1 fratello del- terina già incinta di lui, la sposò
l'imperatore, ed altri priucipi ad a' i3 giugno i525. 11 matrimonio
-

LUT LUT 189


occasionò vive censure, alle quali il terano. Seguendo poi per due mesi
riformatore rispose in più volte. interi orribile saccheggio, e scclle-
Visse felice in tale unione ; e sua raggini che la penna non ha forza
moglie lo fece padre di sei figli e descrivere in poche parole, i sol-
gli mostrò la più costante e più te- dati imperiali barbari e crudeli ,

nera affezione. Noteremo qui, che nella maggior parte fanatici lute-
allorquando Lutero fu chiamato nel rani, rivestiti delle cappe de' car-
1 546 in Eisleben non potè
, ella dinali, in cavalcata si condussero
accora pagnarvelo subito, ed ebbe in al Vaticano, ed in una delle cap-
tal guisa il rammarico di non es- pelle rappresentarono iniqua azio-
sere stata presente ai suoi ultimi ne. Dopo avere sacrilegamente de-
momenti. Si narra, che in una not- posto Clemente VII che tenevano as-
te serena, mirando Lutero il cielo sediato in Castel s. Angelo, pro-
stellato, disse a Caterina: moglie cederono a ridicola elezione di Lu-
mia quello non è per noi. Cateri- tero loro patriarca in successore,
na fu costretta partir due volte da contraffacendo tutte le cerimonie del
Witlemberga, prima quando Carlo conclave, dando ognuno il suo vo-
V prese quella piazza nel i547, to all'eresiarca, che dalla abbomi-
poi a cagione della peste soprag- nevole adunanza, di unanime con-
giunta nel i552, cadde di carroz- senso fu proclamato Papa. Uno dei
za nel recarsi a Torgau , e morì più ardenti luterani, che si asso-
in tal città a' 20 dicembre i552. ciò all'esercito imperiale, fu Gior-
La famiglia di Lutero si estinse gio Francesperg o meglio Frund-
nel I75g colla morte di Martino sberg svevo, il quale per avidità
Amedeo Lutero, avvocato consu- di spianar l'eterna Roma e di stroz-
lente a Dresda, ultimo de' suoi di- zare un sommo Pontefice, per ec-
scendenti. L' ultimo rampollo del cesso di delirio, fu così sciocco e
ramo mascolino è stato Giovanni perverso d'impegnare il proprio pa-
Martino Lutero canonico di Zeitz, trimonio per arrolare gente al-
mono nel 17^6. Tuttavolta vuoisi iniquo scopo, portando seco da
l'

che in Prussia siavi un discendente Germania un capestro formato di


in ottavo grado dei fratelli di Lu- seta ed oro, che mostrava a tutti,
tero. come destinato per la gola del su-
Clemente VII per timore della premo Gerarca. Dio lo punì : giun-
possanza di Carlo V che avea de- to in Ferrara fu colpito da para-
bellato e fatto prigione il suo emu- lisia e restò morto, senza nemme-
lo Francesco I, fece una lega con- no aver potuto mirare da lungi la
tro l'imperatore. Questi se ne of- capitale e il centro del cattolicismo,
fese tanto che tosto pubblicò la cui sono costretti ammirare e ve-
guerra conjtro il Pontefice, ed a nerare loro malgrado, l'infedele, il
mezzo del contestabile di Bourbon pagano, lo scismatico e l'eretico.
con quarantamila uomini fece as- In questo articolo non intendiamo
sediare Roma, che cadde in pote- riportare gli eccessi de' luterà ni, i

re del furioso nemico a' 6 maggio quali sono rilevati dai controversi
1527. Venendo ucciso il contesta- sti e riportati dalla storia, ed i

bile, sottentrò nel supremo coman- principali si possono leggere negli


do Filiberto principe d'Oranges lu- analoghi articoli di questo Vizio*
190 LUX LUT
ìKirio, onde non faccia specie se li zinne , rbe disponeva delle forze
tramandiamo. d' una parte della Germania.
Estendati pacificati Clemente VII La prima dieta di Spira nel
e Carlo V, convennero di repri- |5a6 avea stabilita la libertà di
mere i luterani nella loro rivol- coscienza lino alla celebrazione di
ta , primo d'impiegare per sog-
il un concilio; quella del 1 1>?.o„ nella
giogarli le anni spirituali, il se- quale Clemente VII spedi il tuo
condo col fratello le armi tem- nunzio, avendo voluto restringere
porali, e di più promise il Papa tale libertà coli' esigere che si os-
d'impegnare prìncipi cristiani ad
i servasse il decreto di cesare pub-
unirsi all'imperatore. Frattanto sot- blicato a Worms contro gli ereti-
to l'ombra della dottrina di Lu- ci con altre ordinazioni che ne
,

tero, Filippo langravio di Assia, frenavano progressi; e siccome il


i

essendo vivente sua moglie Cristi- decreto dell'altra dieta di Spira


na di Sassonia, die non amava, era stato fatto col consenso di
volle Sposare la sua favorita Mar- tutti, e quello non poteasi muta-
gberila di Sua). I capi della pre- re se non col generale consenso,
tesa riforma, Lutero essendo loro ne risultò l'appello al futuro con-
scorta, gliene accordarono nell'an- cilio generale o nazionale, ed una
no l53g il permesso, in quel fa- protesta solenne per parte di tolti
moso consulto in cui la legge ve- i suoi partigiani, donde loro è ve-
nerabile del vangelo fu sagrifìcata nuto il nome di Protestami (fedi),
alle sottigliezze, al travisamento di prima particolare ai luterani poi ,

tali casisti Tutte que-


di mala i\^\e. reso comune alle altre sette, le
ste licenze indussero Lutero ad af- hanno adottato tale pro-
quali tutte
fermare nelle sue predicazioni e nei testa contro un decreto che le fe-
suoi scrini, che era tanto impossi- riva tutte egualmente. Fra tali av-
bile di contenersi, quanto di spo- venimenti Lutero non era sen-
,

gliarsi del proprio sesso; che la za molestie. Carlostadio cacciato da


natura non permetteva di stare lui dalla .Germania, si era ritirato
senza donna, come non pativa di fra gli svizzeri, dove Zuinglio ed
privarsi mangiare; che una don-
di Ecolampadio avevano preso la sua
na sterile deve rivolgersi ad un al- difesa. La loro dottrina si era sta-
tro marito, che ricusandosi la pa- bilita tra gli svizzeri ed era pas-
drona si sostituisse la fantesca. Per- sata in Germania, dove faceva as-
ciò il duca Giorgio di Sassonia gli sai rapidi progressi. Questa era to-
rinfacciava, che non si erano veduti talmente contraria ai dornmi di
mai tanti adulterii, quanti dopo Lutero, ond' egli la impugnò con
eh* egli avea rallentati i vincoli del trasporto, e vide i partigiani della
matrimonio. Nulladimeno si van- riforma dividersi tra lui ed i sa-
tava di avere in tale proposito gramentari. Nell'anno seguente Lu-
condotto una vita pura, in tutto il tero non potè intervenire alla die-
tempo del suo celibato, fino all'e- ta convocata da Carlo V in Augs-
tà di quarantacinque anni. Lutero bourg o sia Augusta, perchè era
non era più. in quell'epoca un pre- sempre sotto al bando dell'impero,
dicatore veemente , uu professore in virtù del decreto di Worms;
celebre, ma un capo di confedera- ma da Coburgo, dove si era reca-
LUT LUT »9 f

to, dirigeva tutte le operazioni di principi protestanti tregua e paté


quella dieta. I protestanti vi pre- finché un concilio definisse le ma-
sentarono la loro confessione di fe- terie religiose die. turbavano la
de, che prese il nome di Con- Germania. Clemente VII prima di
fusione Augustana (Fedi); l'im- morire nel i534, propose ai lute-
peratore ve la fece proscrivere tini rani le condizioni per celebrarsi il

deputati cattolici che formavano la concilio generale, le quali essi ri-

maggiorità. Da ciò provenne la le- fiutarono, anzi con ogni studio pro-
ga offensiva o difensiva di Sinai- curarono sturbarlo ed impedirlo.
calda tra i principi luterani, ove li Paolo IH che gli successe, trovan-
avea adunati il langravio d'Assia do afflitta la Chiesa da un nume-
contro Carlo V. Tale avvenimento ro sterminato di eretici propagato-
immerse Lutero in nuove varia- ri di perniciosissime dottrine, per
zioni. Aveva per lo innanzi posto distruggerle a richiesta di Carlo V
per principio, che non si potesse stabilì convocazione di un con-
la

mai prendere le armi in difesa del cilio generale in cui fosse dato ri-

vangelo, e firn autorizzando la lega medio a tanti mali, e solenne-


di Smalcalda. Egli con atroce fana- mente lo pubblicò nel i536. Pri-
tismo chiamò le genti a ribellione ma pel luogo si destinò Mantova,
contro Papa, volendo che gli si
il poi Vicenza, indi Trento (Fedi),
conficcasse un pugnale nel seno, che nel i542. Nell'anno seguente i lu-
si trattassero tutti i suoi aderenti terani si accrebbero notabilmente,
a guisa di malandrini, fossero re non solo per le frequenti rivolu-
od imperatori. Né Lutero era più zioni che insorgevano , ma altresì
trattabile per quelli de' settari i per la deplorabile apostasia di al-
quali non ammettevano ciecamente cuni vescovi, fra' quali Armanno di
le sue idee. Ecco perchè i zuinglia- Colonia, che Paolo IH scomunicò
ni lo chiamavano nuovo Papa, e depose.
nuovo anticristo. Muncer diceva : Nelle prime sessioni del concilio
se vi sono due Papi, Lutero è il di Trento , Lutero si scagliò con
più duroj non vi ha modo di tol- invettive contro di esso, sollevan-
lerare i suoi impeti. Melantone si do a suo danno tutti i principi pro-
doleva che avesse la collera d'un testanti. Nel gennaio 1 546, nella
Achille, ed i furori à" un Ercole. dieta di Ratisbona , essendo l'im-
Calvino non poteva sopportare il pero minacciato dai turchi, ed a-
suo spirito violento, né ì suoi moti vendo Carlo V bisogno de' princi-
impetuosi cui eccitava in esso la pi protestanti, rinnovò con essi i
menoma contraddizione, ed i quali trattati, promettendo di mantenere
non era padrone di contenere. Le la pace religiosa. L'elettore pala-
modificazioni che Melantone avea tino introdusse ne' suoi stati l'uso
inserite nella confessione d' Augusta del calice pubbliche preci in
, le
gli dispiacquero; fece ricevere a lingua volgare, il matrimonio dei
Smalcalda vari articoli che distrug- preti, e gli altri punti di riforma.
gevano quanto essa conteneva di Vertendo alcuni dissapori tra con- i

moderalo. Vedendosi Carlo V alla ti di Mansfeld, Lutero si portò ad


vigilia d'una guerra, e minacciato Eisleben per comporli. Ma non
dalle armi ottomane, convenne coi potendo resistere alla violenza d'u-
,

19* LUT LUT


na gagliarda indigestione ed ubbria- giù gli errori , lo riguardò come
chezza, mori a' 18 febbraio i5^G un profeta, così i dotti del suo par-
nel luogo dov'era nato, assistilo tito , sebbene commettesse eccessi
dai suoi figli Giovanni, Martino e inauditi, massime del più nausean-
Paolo. Fu sotterrato con pompa te orgoglio, non conoscendo freno
nella chiesa del castello di Wìttem- l' impetuoso suo carattere e le sue
berga, e la sua fine fu accompa- stravaganze.
gnata da molti esagerati racconti, L'Istoria della riforma in Ger-
e si giunse a dire essere caduto mania e nella Svìzzera, scritta con
nell'ateismo. Lutero turbò la pace perfido intendimento dal ginevrino
del mondo cristiano, rianimò lo spi- d'Aubigné, fu messa in rassegna da
rito di disputa e di mala fede nelle M. J. Spalding dottore in saera
guerre scolastiche; allargò l'impe- teologia, con opera stampata nel
ro dell'odio; armò i sudditi con- i844 n Baltimore, e con questo
i

tro i principi; fece versare torrenti titolo : L'istoria della riforma in


di sangue, e preparò con la rivo- Germania e nella Svizzera scritta
luzione religiosa di cui fu malau- da d'Aubigné, messa in rassegna;
gurato autore, le rivoluzioni poli- ossia la riforma in Germania esa-
1
tiche che hanno desolato tanti po- minata ne suoi strumenti, nelle sue
poli dopo di lui. Egli stesso si la- cagioni, ne' suoi modi y
e nel suo
gnava sulla fine de' suoi giorni di influsso sulla religione^ sui gover-
essersi allontanato dalla prima di- ni, sulle lettere e sulla civiltà ge-
rezione della sua riforma, manife- nerale. Di tale analisi ne trattò il

stando soprattutto il suo scontenta- eh. monsignor de Luca vescovo d'A-


mento dell' uso che facevano dei versa nel voi. XIX, p. 79. e seg.

beni ecclesiastici parecchi principi de' suoi Annali delle scienze reli-

ch'eransi dichiarati in favore delle giose. Egli tra gli altri allega il

sue opinioni erronee. Si vuole con- seguente passo come saggio del dott.
cedere da alcuni a Lutero di aver Spalding , dappoiché mise a raf-
dato un gagliardo impulso ai pro- fronto i portamenti di Lutero pri-
gressi de' lumi, per l'emulazione che ma e dopo la riforma , stringendo
dalle scuole di teologia si comuni- l'infedele storico ginevrino con que-
cò nell'impero delle scienze; che sto raziocinio. » Tale si fu Marti-
abbia costretto i capi della Chiesa a no Lutero dopo che si partì dalla
vegliare sulla loro propria condotta, Chiesa ! Ora raffrontate i suoi por-
e su quella del clero in generale, tamenti, che allora tenne, con quelli
che avea bisogno di riforma. Quan- di prima; e indi portatene giudizio
to a lui, sembra che contento della colla regola proposta dallo stesso
gloria dell'apostolato e dell' impe- d'Aubigné. La conchiusione è in-
ro delle controversie, non fosse do- dubitata Lutero non potè essere
:

minato dall' interesse pecuniario l'istromento nelle mani di Dio per


dappoiché lasciando i beni della riformare la Chiesa, che avea ri-
Chiesa in preda ai laici, non prese comperata col suo sangue. Prima
nulla per se, essendosi limitato in che si partisse dalla Chiesa catto-
tutta la vita ai semplici stipendi lica, egli fu, siccome abbiamo ve-
della sua cattedra nell'università di duto, umile, sofferente, pio, divoto,
Willemberga. 11 popolo che ne se- casto, scrupoloso; poscia fu il con-
LUT LUT 1
93
frapposto in tutti questi punti. Or burgo, di Pomeriana, negli arci-
presceglie forse Iddio cotali slro- Maddeburgo e di Bre-
vescovati di
menti per effettuare le opere sue ? ma, nelle città di Amburgo, di
Mosè, Aronne, gli apostoli, tenne- Wismar, di Rostock era penetra- ;

ro forse questi portamenti? Essi fu- to nella Livonia e nella Prussia,


rono umili, casti, pazienti, tempe- dove il gran maestro dell' ordine
rati e modesti egli in contrario : teutonico l'avea di recente abbrac-
fu orgoglioso, scostumato, insoffe- ciato. Le sue conquiste si erano
rente e protervo. Essi ebbero mis- estese neh' Holstein, in Danimarca,
sione da Dio, e ne diedero eviden- nella Svezia Boemia
, ec. , nella ,

te riprova co' miracoli : egli non nell'Ungheria, e massime nella Sas-


ebbe la prima, ne si ardi di vo- sonia. Dopo la morte del capo, ed
lere autenticare i suoi atti co' se- anche mentre viveva, la sedicente
condi, avvegnaché più volte fosse riforma si divise in un grande nu-
stato provocato sul proposito dai mero di rami quali differendo, i

zuingliani e dagli anabattisti. Ep- tutti tra loro per alcuni domini par-

però non fu mandato da Dio : e ticolari, non si accordavano che per


tutto il fantastico sistema del d'Au- combattere la Chiesa romana , e
bigné si dissolve in rovina ". per rifiutare quanto veniva dal Pa-
JNiuna rivoluzione fu mai si pron- pa, a tale che nelle guerre di re-
ta, ne si estesa quanto quella ch'e- prendevano per mot-
ligione, molti
gli operò. Ad un tratto Lutero, che to : Ab-
Piuttosto turchi che papisti.
al principio della sua riformativa biamo di Lutero moltissime opere
carriera stette solo contro tutto il stampate a Jena , a Wittemberga
mondo cristiano, si trovò capo di ed altrove, le migliori edizioni delle
un partito considerabile in Germa- quali sono quelle che Lutero stes-
nia, i di cui principi tennero di so pubblicò dal i5j 7 fino alla sua
non poter eseguire i decreti delle morte ,
perchè molti cambiamenti
diete contro di lui, senza suscitare furono fatti nelle edizioni posterio-
sedizioni , in un paese ove eransi ri. Avvi in quelle opere dello spi-
ricoverate molte delle antiche sette, rito e dell' erudizione , ma nello
le quali avevano sparso dei fune- stesso tempo molto orgoglio e va-
sti principii contrari alla fede ed nità. L'autore si lascia trasportare
all'autorità della Chiesa ; onde la sino al furore, e scende a scurrili
Chiesa romana ed il clero aveva- facezie contro i romani Pontefici,
no in epoca molti nemici se-
tale e generalmente contro tutti quelli
creti. Diverse poi furono le cause che ritiene contrari alle sue eresie.
che avevano preparato la via alla Giulio III proibì leggere o ritene-
pretesa riforma di Lutero , e che re i libri de' luterani; ed il con-
ne favorirono progressi. Quandoi cilio Trento nell'indice che for-
di
mori Lutero, il nuovo vangelo a- mò dei libri proibiti, e che appro-
veva trionfato nelle diete di No- vò Pio IV, vi comprese le opere
rimberga e dell' Alta- Sassonia ; si di Lutero e de' suoi seguaci. La
era sparso nella Germania setten- notizia amplissima delle numerose
trionale, e sulle spiaggie del Balti- opere di Lutero , per ordine cro-
co; dominava nel ducato di Lu- nologico, si trova alla fine del Cotn-
neburgo, di Brunswick, di Mecklen- mentarius hisùoricus et apologeticus
VOL, XI. i3
i
9{ LUT LUT
ih' luteranismo, Lipsia 1691. Ro- e vari utensili che erano stati di
terai und nel suo Dizionario ne , suo uso. Parecchie città di Germa-
preseuta una molto più compiuta, nia conservano religiosamente! degli
contenente quattrocento articoli. ariteli che gli hanno appartenuto ,

La vita di Lutero è stata scritta da il suo letto, la sua tavola, il suo


molti autori. Gio. Alberto Fabricio calamaio, il suo famoso gran bic-
ha stampare nel 17286 »73o,
fatto chiere da bere. Tra gli scrittori fi-

col titolo di Centifolium Luthera- nalmente, che illustrarono l'origine


num sive noti da litteraria scripto» ed i pregressi del luteranismo, de-
nini omnìs generis de B. Lulhero vesipure nominare Roseo*, nella
ejitsque vita, scriptis, ec, una no- Vita e pontificato di Leone X.
tizia curiosa di tutte le opere in Lutero fece tutto nella Chiesa: pre-
cui si parla di esso famoso perso- dicò, visitò, corresse, abolì cerimo-
naggio, in favore o contro. Il suo nie, ne stabili altre; istituiva, de-
eroe vi è impropriamente qualifica- stituiva, e stabilì pure il vescovo
to per nuovo Abramo, nuovo Mo- di Norimberga; uomo straordinario,
sè,nuovo Samuele, terzo Elia, nuo- riscaldò gli spiriti e fu tenuto per
vo Geremia, nuovo Ezechiele, e fi- oracolo.
nalmente per nuovo s. Paolo. Her- L'imperatore avea convocato un
man ha fatto ristampare la vita di colloquio in Piatisbona, per procu-
Lutero per Melantone, con la di- rar di dar fine per via di confe-
sputa di Lipsia del 5 9, per Pie- 1
1
renze alle dispute religiose che af-
tro Mosellano. Venne stampata a fliggevano la Germania, ma non
parte la vita di tal grande rifor- vi riuscì. Si preparò allora alla
matore eresiarca in latino per Hern- guerra contro i protestanti colle- ,

schmied, inserita nell'opera tedesca gandosi col Papa, ad onta che l'e-
di Goffredo Harnold sulle Vite dei lettore di Sassonia ed il langravio
santi. Da ultimo il eh. cav. J. M. V. d'Assia pubblicarono un manifesto,
Audin ha pubblicato in due volu- per far vedere che la guerra era
mi Histoire de la vie, des ecrits
: religiosa, senza averne dato motivo
et des doctrines de Martin Lu- a cesare. Si prepararono a resister-
ther, ec. Nel num. 3 1 degli An- gli, ma uon poterono impedire che
nali delle scienze religiose del 840,
1 Carlo V s'impadronisse dell'alta
si legge un' idea di tale opera, per A lemagna. Nell'anno seguente i pro-
la quale l'autore visitò la Germa- testanti furono disfatti e V elettore
nia e vi passò più anni. Fra le di Sassonia rimase prigione. Il lan-
altre cose ivi si dice, che l'autore gravio d'Assia pensò allora di fal-

dipinge Lutero come uno spirito la pace, fu però ritenuto dall' \m*
superbo ed audace, che ha col suo peratore che levò grosse somme
ribellarsi attirato sulla Chièsa e dalla Germania, accordando tutta-
sull'Europa una lunga serie di ca- volta ad alcune città libere di con-
lamità. La casa in cui nacque Lu- servare la religione luterana. Aven-
tero essendo stata distrutta nel do Paolo III a cagione della peste
1689 da un incendio, i magistrali trasferito il concilio a Bologna, ciò
di Eisleben la fecero ricostruire per assai dispiacque a Carlo V, che in
uso di scuola dei poveri. Vi si ve- Augusta credendo di pacificare i

devano ancora nel 1748 dei mss. dissidenti, eccedette ne' diritti di
LUX L€T i
95
sovrano temporale, e pubblicò una dalle guerre religiose, si conchiuse
forinola religiosa per la Germania la pace religiosa,) e ne furono posti
chiamata Interim {Vedi), da aver gli articoli tra le leggi perpetue
vigore sinché il concilio avesse re- dell'impero. I principali articoli so-
golato ciò che apparteneva alla fe- no: che i protestanti goderanno
de. U Interim fu subilo riprovato della libertà di coscienza, e che né
da Paolo III, e dispiacque egual- l'uno né l'altro partito potrà usar
mente ai protestanti ed ai cattoli- violenza col pretesto di religione ;

ci. Papa nel


Il 549 s P ecn ne " a 1 che i beni ecclesiastici, de' quali si
Germania vescovi di Fano, dii erano impadroniti protestanti, re- i

Verona e di Ferentino in qualità steranno ad essi, senza che si pos-


di nunzi apostolici, con piena au- sa perciò intentar loro processo nel-
torità di trattare con Carlo V la la camera di Spira; che vescovi i

maniera di riparare tanti mali; ma non avranno alcuna giurisdizione


trovando i nunzi che la pertinacia sopra quei della religione prote-
de' protestanti non cedeva in modo stante, ma questagovernerà da
si

alcuno dalla comunione del calice, se stessa, come giudicherà più op-
e che i mag-
loro predicanti, per la portuno ; che niun principe potrà
gior parte religiosi apostati non , attirare alla sua religione i sudditi
inducevansi ad abbandonare le mo- di un altro, ma che sarà permesso
gli che sacrilegamente avevano pre- ai sudditi di un principe, il quale
se, non poterono nulla stabilire. Nel non fosse della loro religione, di
pontificato di Giulio III, Enrico II vendere i loro beni, e di uscire
re di Francia si collegò con Mau- dalle terre del suo dominio; e che
rizio di Sassonia e coi protestanti, questi articoli sussisteranno sino a
ed invase la Lorena, mentre Mau< tanto che non si accordino tutti
rizio alla testa dei protestanti li- in fatto di religione, con mezzi le-

berò la Germania dagl' imperiali. gittimi. Quindi è che i luterani e


Non potendo Carlo V resistere, protestanti possono chiamare que-
fece pace coi protestanti, e pose in sto famoso trattato, il vero fonda-
libertà il duca di Sassonia ed il , mento della loro libertà religiosa,
langravio d'Assia, con trattato se- che esercitarono liberamente dopo
gnato in Passavia nel i552. Restò tale epoca. Scrissero di questa pa-
accordato, che né l'imperatore, ne ce Giovanni Schiltero
: De pace ,

altro principe potrebbe mai far for- religiosa, Argentorati1700. Cristo-


za o alla volontà o alle persone in foro Lehmann, De pace religiosa
fatto di religione in qual si fosse acta publìca et origirwlia, Fran-
maniera. Indi le città protestanti cofurti i63i; indi nel 1707, nella
richiamarono i dottori della confes- quale edizione fu unita al tora. II
sione d'Augusta, resero loro le chie- del Corpus jur. pubi, del Contrejo
se, le scuole, e il libero esercizio Léhmannus suppletus et continua'
della loro religione, finche nella (us, Francofurti 1790, ove sono
prossima dieta venisse ad estinguer- inserite molte dissertazioni come ,

si la sorgente delle divisioni. Fi- H. A. Cranii, Dissert. de pace re-


nalmente nel i555 in Augusta dal- ligiosa; G. J. Schuzii Manuale pa- :

l' imperatore e dai membri dell'im- cificumj Jo. Schilter, De pace re-
pero, cattolici e protestanti, stanchi ligiosaj Gabr. Schveder, De pa-
,

196 LUT LUT


cis religiosae constantia et perpetui- glio negava; il langravio d'Assia
tatej Viti Broitschiverd , De jure avea fatto inutilmente tutti gli sfor-
immediati ord. equ. S. R. I. circa zi che gli era stato possibile onde
exercitium religionisj F. Gohelii accordare tali differenze : molti tra
De majeslatico religìonis jurej ed i luterani aggiunsero alla confessio-
altri. ne d'Augusta uno scritto detto for-
L'ultima lega de' protestanti era mala rio di concordia, in cui con-
stato lo scoglio della formidabile dannavano la dottrina de' zuinglia-
potenza di Carlo V , ed il re di ui, e sostenevano ancora che questi
Francia che si era unito coi pro- non avessero alcun diritto, onde
avea preso i tre vescovati
testanti pretendere la libertà di coscienza
di Lorena, Toul, Metz e Verdun. accordata a quelli della confessione
Avendo pertanto l' imperatore fatta d'Augusta, perchè avevano abban-
la pace coi protestanti, mise in pie- donata tale confessione. I principi
di una numerosa armata e assediò luterani trattavano con più mode-
Metz; ma questa impresa fu la razione, ma non ricevevano i prin-
meta d'ogni sua prosperità, poiché cipi zuingliani nelle loro assemblee,
fu costretto di levar l'assedio, on- se non quasi per grazia volendo ,

de prese risoluzione di finire suoi i bene che godessero de' privilegi, ma


giorni nel ritiro. Rassegnò quindi che conoscessero che a propria- ,

l' impero a Ferdinando I suo fra- mente parlare, non erano loro pun-
tello, e il trono di Spagna a Fi- tò dovuti; e finalmente si venne
lippo II suo figlio. Il duro gover- alla risoluzione di scacciare da una
no di questo principe, la fierezza parte e dall'altra i teologi che non
ed imprudenza de' suoi ministri, i erano della opinione de' principi.
taciti progressi della religione pro- Ad onta di tali divisioni la religio-
testante, e lo stabilimento dell' in- ne protestante faceva de' progressi
quisizione, fecero di molte parti del in Germania i vescovi
; a" Alber-
suo regno il teatro di una guerra stadt e di Maddeburgo l' avevano
lunga e crudele, la quale staccò abbracciata, ed eransi mantenuti in
per sempre l'Olanda dalla monar- possesso de' loro vescovati; ma l'e-

chia spagnuola, e vi stabilì mise- lettore di Colonia che avea voluto


ramente il calvinismo. La pace re- far lo stesso, avea perduto il suo
ligiosa non soffocò in ni un modo e la dignità di elettore, che l' im-
le dissensioni della Germania ; giac- peratore gli avea tolto di sua pri-
ché poco dopo la sua conclusione vata autorità, senza consultar gli
si udirono lamenti d'ambo le par- altri elettori. Sì fece allora un' u-
ti, che il partito opposto ne aves- nione tra' principi calvinisti ed al-

se infranti molti punti ; ne vi era cuni luterani, affine di opporsi ai


giudice che potesse decidere, men- cattolici, che volevano sopraffarli 3
tre le due parti si ricusavano scam- ina questa unione non produsse al-
bievolmente. I protestanti però non cun effetto, poiché l'elettore di Sas-
erano meglio uniti tra loro, dappoi- sonia malcontento della loro con-
ché s'erano divisi tra Zuinglio e Lu- dotta, ed irritato per opera de'suoi
tero. La principale loro differenza teologi non meno che de' cattolici,
si fu allaprima sulla presenza rea- si persuase che i calvinisti non cer-
le, che Lutero riconosceva e Zuin- cassero se non di opprimere egual-
LUT LUT 197
mente i luterani ed i cattolici. Que Ferdinando II inutilmente volle
sti dal canto loro fecero una lega a prendere il possesso della Boemia,
Wirtzbourg, che denominarono la poiché i boemi ricusarono di co-
lega cattolica, per opporla a quel noscerlo per re, e lo dichiararono
la de' protestanti, che si diceva la scaduto da tutti i diritti che po-
lega evangelica j e Massimiliano di tesse allegare, perchè vi avea spe-
Baviera, antico nemico dell'elettore dito delle truppe, vivente ancora
palatino, ne fu il capo. Mattia. Fu eletto in suo luogo l'e-

Gl'imperatori Ferdinando I, Mas- lettore palatino, il quale accettò la

similiano li e Bodolfo II aveano corona, ma l'abbandonò ben tosto,


tollerato i protestanti, in forza del ne potè conservare i suoi stati pa-
mollo denaro che ne avevano trat- trimoniali. Le truppe di Ferdinan-
to, anzi aveano accordato loro dei do II non riuscirono con minor
privilegi, che Mattia si sforzò in- fortuna contro il duca di Brun-
vano di rivocare; e dopo averli swick, il quale era alla testa del
necessitati a ribellarsi , ed essere partito.Tutto piegò sotto l'autori-
stato vinto, erasi veduto costretto tà imperiale;e Ferdinando II
di confermar nuovamente i privi- pubblicò un editto nel 1629, che
legi che Rodolfo II avea accorda- decretava che tutti i beni eccle-
to ai boemi ; e di lasciar loro siastici , de' quali s' erano impos-
l'accademia di Praga, un tribunale sessati i protestanti dopo il trat-
di giudicatura in quella città, e la tato di Passavia, venissero ai cat-
libertà di fabbricare de' templi, con tolici restituiti. Colla felicità di ta-
de' giudici delegati per indennità li avvenimenti, l'imperatore credet-
de'loro privilegi. Il numero de'pro- te di poter impossessarsi del mare
testanti sempre più si aumentava, Baltico. Il Wallenstein suo generale

onde la casa d'Austria e i suoi al- entrò Pomerania


in intimò la ,

leati presero risoluzione di oppor- guerra duca col pretesto che a-


al
si ad un ulteriore accrescimento ; e vesse bevuto alla salute dell'impe-
per riuscirvi fecero eleggere in re ratore colla birra. Gustavo Adolfo
di Boemia Ferdinando II. Questo re di Svezia s' avvide essere asso-

principe avea molto zelo per la re- lutamente necessario di opporsi al


ligione cattolica, tuttavia promise progetto dell' imperatore , e dopo
solamente, che non violerebbe in qualche maneggio inutilmente trat-
niun modo i privilegi accordati tato, e rigettato dall' imperatore
dai suoi predecessori ai boemi, né con disprezzo, gli dichiarò la guer-
si meschierebbe nella amministra- ra ed entrò in Pomerania, La
zione del regno, finché vivesse Mat- Francia, le provincie unite, l'In-
tia. Poco dopo i protestanti volle- ghilterra, laSpagna, in una paro-
ro fabbricare delle chiese sulle ter- la tutta l'Europa prese partito in
re de'cattolici e questi si opposero. questa guerra, che durò trent'anni
I protestanti presero le armi, ec- e fini con una pace generale in
citarono una sedizione, gittarono TVestfalia (Fedi), in cui i princi-
dalle finestre tre magistrati di Pra- pi e gli stati, tanto luterani che
ga, e sul fatto tutta la Boemia fu zuingliani o calvinisti, ottennero il

in armi e chiese soccorso ai suoi libero esercizio della loro religione,


confratelli. Essendo morto Mattia, col consiglio unanime dell'impera-
i
9S LUX LUT
lòre, degli elettori, principi e siali sentemente recata ad esecuzione,
delle due religioni; e di più fu Essa cominciò nel 1817 a Wisba-
stabilito che nelle assemblee or- den, capitale del ducato di Nassau,
dinarie e nella camera imperiale, dove ne gittarono le basi i due
il numero de'capi dell'una e del- soprainlendenti alle due comunioni,
l'altra religione fosse eguale. Tutta Muller e Giese , colà trovatisi In-
l'Europa garanti l'esecuzione di quel sieme per celebrare la festa seco-
li -attalo tra' principi protestanti e lare della riforma (di tali feste cen-
ci ttolici di Germania. 11 nunzio tenarie de' luterani ne tenemmo
Fabio Chigi si oppose con ogni sfor- proposito nel voi. XXXI, p. i?.5
zo, ed il Papa Innocenzo X con una dei Dizionario).Proseguì poscia in
bolla dichiarò que' famosi trattati Hanau, principato appartenente al
nulli, vani, riprovati, invalidi, ini- l'Assia-Cassel, indi si estese al cir-

qui, ingiusti, condannati, .senza for- colo renano della Baviera, dove
?a,e che niuno era obbligalo a luterani e calvinisti nel sinodo gè-
mantenere, ancorché avesse giura- nerale da essi tenuto a quest'og-
to di farlo : ma non badò alla
si getto, stabilirono eziandio alcuni
bolla pontificia, come non si avea articoli dominatici , da professarsi
fatto caso della protesta delnunzio in comune, e fra questi che non
che fu poi Alessandro VII. Già ne ammettevano battesimo per ur-
il

dammo un cenno all'articolo Ger- genza. Del pari nel granducato di


mania, ove pur dicemmo dei beni Baden effettuossi solennemente la
ecclesiastici che in quelP epoca e riunione delle due chiese dopo un
nelle vicende politiche dei primor- sinodo generale tenuto a Carlsruhe,
di del corrente secolo furono con- e finalmenteanche a Berlino una
cessi ai principi protestanti, ad on- commissione di teologi incaricati
ta delle forti rimostranze di Pio da quel governo di ritrovare i

VII. migliori espedienti a fine di fare


Nella Continuazione della storia risorgere il sacro culto, suggerì la
del cristianesimo del eh. ab. Bello- riunione delle due chiese, la quale
mo,nelvol. II, p. 180
leggequanto
si col fatto ebbe luogo almeno dal
segue. 11 trionfo riportato dalla Chiesa canto dei protestanti della Slesia.
cattolica nell'ultima persecuzione era Per unanime accordo i seguaci
stato tanto che aveva
sfolgorante delle confessioni assuusero la de-
chiamato e continuamente chiamava nominazione di chiesa evangelica
a ricongiungersi al suo seno molti cristiana. Se di nuovo sorgesse l'im-
dei piò ragguardevoli fra i prote- mortale Bossuet, ben egli coll'evi-
stanti. I capi di questi ne rimase- dente sua eloquenza, mostrerebbe
ro spaventati, ed a fine di puntel- esser questo avvenimento stesso una
lare in qualche modo il vacillante delle più grandi variazioni della
edifizio, immaginarono la riunione riforma. Edi fatto, trattandosi del-
delle due chiese luterana e calvi- la riunione di due chiese state fra
nisla in una sola. Questa riunione loro irreconciliabili nemiche, per la
appena proposta, ottenne il mag- ragione che professavano donimi
gioì favore appresso la più gran parte fra loro contrari, conviene accor-
de'principi della confederazione ger- dare, che per giungere a riunirsi
inanica, e perciò videsi anche pie* insieme, o gli hanno abbandonati,
LUT LUT 199
o che almeno non li credono più le, Roma 1842, del dotto abbate
ili nessuna importanza. Donde ne d. Vincenzo Tizzani procuratore
avviene, clie aveva ragione Haller generale de'canonici regolari del ss.

nella sua lettera divenuta tanto ce- Salvatore lateranensi, ora degno ve-
lebre, quando affermava, che un scovo di Terni.
notabile cangiamento erasi operato LUTTO, luctus. Mestizia per
in seno del protestantismo da cir- perdita di parenti, duolo, pianto,
ca trent'anni : » non vi è più una Jlelus, vioeror. Lutto inoltre dicesi
comune credenza, ognuno si forma del vestito che si porta in segno di
una religione a sua posta., o non dolore per morte di qualche per-
ne riconosce più veruna. Ognuno sona, e del tempo in cui si porta
spiega la Bibbia secondo i capric- il vestito medesimo, accompagna-
ci suoi propri, o più non vi cre- to da altre dimostrazioni di duolo
de. 1 nostri sono
stessi ministri e di privazione di divertimenti: il

divisi fra loro, e perciò non sanno lutto è di diverse specie, ed è pu-
ne ciò che si credono, ne ciò ch'es- re pubblico e privato. Volgarmente
ci debbano insegnare agli altri. il lutto dicesi ancora Corruccio t da
L' uno comballe la sera ciocche Cruccio per travaglio ed afflizione
l'altroha affermato la mattina ". d'animo, aegrìtudo 3 dolor; ovvero
L' esperienza non tarderà poi a da Corrotto , pianto che si fa ai
farci vedere, che gli aderenti del- morti, luctus funebris 3 e per dolo-
le due comunioni, con questa u- re o pianto generale, luctus , flelus.
nione si sono da per se slessi L'uso di mostrare il dolore che si
data la zappa sui piedi; percioc- prova per la perdita dei congiunti
ché amalgamando elementi fra lo- col mezzo di segni esteriori ebbe ,

ro contrari devono necessaria-


, luogo ne' tempi più remoti. Nella
mente produrre scioglimento e di- Scrittura si legge che alla morte
struzione. Ciò appunto fanno pie di Sara, Abramo compì tutti i do-
sugire i discorsi dei loro pastoti veri del lutto, e altrove si nota
stessi, che granducato di Ba-
nel che Giuda figlio di Giacobbe, per-
den, dopo '819, debbono esse-
il duta avendo la sua moglie, lasciò
re sottoposti alla censura, prima di passare il periodo del lutto avanti
essere recitati nelle loro chiese; di mostrarsi al pubblico. S'ignora

gl'insegnamenti de' professori nel- però quanto tempo durasse allora il

l'università di Heidelberga, a'qua- lutto presso gli orientali, e non è


li un' ordinanza del granduca co- neppur noto il modo, in cui il lutto
mandava di evitare tuttociò che si portasse o pubblicamente si di-
tendere potesse ad indebolire i mostrasse. Certo è soltanto che si

miracoli del nuovo Testamento, ben cangiavano abiti, e che ve ne ave-


necessaria per quelli che la pensa- vano anche allora alcuni riserbati
vano alla foggia del Lillbop che alle vedove la storia di; Tamar
in Magonza avea pubblicalo un'o- non permette di dubitare di quel
pera intorno ai miracoli del cri- fatto. Gli ebrei costumavano di ra-
stianesimo, e al loro rapporto col dersi la barba e tagliarsi i capelli
magnetismo animale. Su questo ar- durante il lutto, spargendo la ce-
gomento va letto il Discorso isto- nere sul capo, e di lacerare le
vico critico sul magnetismo anima- loro vesti ; ma presso di essi il hit-
,

200 LUT LUT


tonon portavasi giammai dal som- generis animi luctus : et ut ad eum
mo sacerdote. Il tempo del lutto tnulieres viris 3 ita barbari graeciSy
presso gli ebrei, per la morte dei ac deteriores praestantioribus sunt
loro parenti od amici, era di sette propensiores. Ac de ipsis barbaris )

giorni, nei quali piangevano, e strac- si quiluctum exercent, non animo-


ciatisi i loro abiti, vestivansi di sac- sissimi hoc celtae non galli, aut
co o di cilicio, battevansi il petto, qui olii generoso pieni sunt spiri-
digiunavano, coricavansi sulla nuda to id facilini; sed aegyptii} syri,
terra, andavano a piedi nudi, e fa- lydi } aliique horum similes. Che
cevansi persino delle incisioni o avrebbe egli potuto dire di Cras-
delle graffiature sul petto. In oc- so, il quale si vestì a bruno, e
casione di pubblico lutto, salivano pianse la perdita d'una lampreda,
sui tetto o sia sul terrazzo della pesce di mare o di fiume, che gli

casa per deplorarvi le loro disgra- era morta nel suo famoso vivaio?
zie. Nelle occasioni di grande lutto Il Guasco ne' Riti funebri di
gli egizi si lasciavano crescere i ca- Roma pagana da lui descritti, dice
pelli, e tagliavano la barba ,
giac- a pag. 43 che nelle pompe fune-
che fuori di quel periodo porta- rali degli antichi uo- romani ,
gli
vano i capelli corti. Gli assiri e i mini erano vestiti di abiti neri;
persiani si radevano nel lutto al se però il defunto non avea oltre-
pari degli egizi : tra i romani men- passata l'adolescenza, il colore lut-
tre cadavere passava per le con-
il tuoso era il ceruleo o sia l'azzur-
trade, s'erasi meritata la pubblica ro. I vestimenti lugubri delle don-
stima il defunto, la bara veniva ne, al dire di Vairone, erano neri ;

coperta di balsami, d' unguenti, e secondo Paolo, quelli eh' erano io


di altre cose odorose, non che dai lutto dovevano svestirsi degli abiti
balconi si gittavano corone e ghir- bianchi, e Valerio Massimo ripor-
lande, gli amici i peli della barba, ta, che dopo la battaglia di Can-
e le donne buona parte dei loro ne fu ordinato alle matrone, pian-
crini. Nell'antichità le donne por- genti i loro morti congiunti , di
tavano nel lutto abiti di color ne- non portare le vesti nere più di
ro, e questo tanto presso i romani, trenta giorni , affine di celebrare
quanto presso i greci.QuelP uso secondo il costume la festa di Ce-
esisteva di già ai tempi di Omero, rere, terminati i quali, le madri,
il quale ci fa sapere che Teli im- le figliuole, mogli e le sorelle
le
mersa nel dolore e nella tristezza degli uccisi deposero il lutto, e
per la morte di Patroclo, indossò. presero le vesti bianche in segno
la più nera delle sue vesti. I licii di giubilo. A spiegare queste dif-
poi, stimando il lutto cosa molle ferenti testimonianze, pare che Pao-
e puerile, in morte de' loro con- lo intendesse parlare degli uomini
giunti vestivano abiti donneschi soltanto, ai veramente furo-quali
come scrive Plutarco. È inoltre no proibite le vesti bianche in tem-
degno di attenzione quello ch'egli po di lutto quanto poi alle asser-
;

dice per ispalleggiare la sentenza tive di Vairone e di Valerio, al-


di que' popoli, così spiegato da Si- tro non si può dire, che l'abito
landro Augustano. Èst enini re- lugubre secondo tempi e le cir- i

vera muliebre, imbecillisque , et de- costanze cangiò di colore (muta-


LUT LUT 201
rione che seguì a' tempi degli im- ano sei mesi, fu loro tostamen-
rio!

peratoli romani , ne' quali crebbe te conceduto Ma perchè quelli .

smodatamente il lusso e l'ambizio- che non avessero in cosa alcuna


e ch'essendo nero
ne de'ciltadini ), giovalo alla patria, erano slimati
da principio, in bianco si trasmu- immeritevoli di pianto, così i fan-
tasse; dappoiché oltre moltissimi i ciulliminori di tre anni non si
esempi che provano il bianco es- piangevano affatto, avendo ciò de-
sere stato colore funebre, moltissi- cretato il buon re INuma , conlro
mi eziandio sono gli scrittori che Jo il costume qua-
di alcuni barbari, i

affermano, massime Plutarco. Os- li ali' opposto non piangevano che


serva il Guasco, che il bianco non i fanciulli ed
a cagione i giovani,
fu ricevuto per lugubre solamente di essere per tempo senza
morti
dai romani, ma ancora dagli argi- gioire né delle nozze, né delle ma-
vi, dai sicioni, dai siracusani, e da gistrature, né delle discipline, né
tulli i greci, e talvolta ancora da- degli civili. Variando poi in
onori
gli ebrei; e che nel convoglio fu- Roma massime di governo, va-
le

nebre recavansi le insegne appar- riarono conseguentemente ancora


tenenti al defunto, e per segno di gli statuti particolari; laonde An-
dolore si portavano rivolle a terra, tonino ordinò che i figliuoli dal
cioè a rovescio. 11 medesimo Gua- padre non si piangessero più di
sco parla più eruditamente del lut- cinque giorni, altri dicono che i fi-
to a pag. 1 3 1 e seg. dicendo così. gli ed padrii si poteano piangere
I conviti funebri contribuivano al- dagli altri parenti un anno ; i mi-
l'intemperanza de' vivi, e di ni un nori di sei anni un mese; il ma-
sollievo riuscivano ai morti ; il lut- rito dieci mesi, ed il cognato otto.
to veramente era forse l'unica di- Circa le vesti o piuttosto il co-
mostrazione sincera di dolore che lore delle vesti di lutto, non pare
si dasse dai romani ai defunti, le che fosse alcuna legge che lo sta-
altre essendo piuttosto spettacoli fa- bilisse,e la sola consuetudine, che
stosi e ridicoli, che cerimonie an- poteva aver vigore di legge, ve lo
gosciose e lugubri. Biasimando essi determinò. Non si può accertare
la legge di Licurgo , il quale col se il trascelto fosse il bianco, o ve-
proibire ai lacedemoni di portare ramente il nero, e come abbiamo
il lutto più d'undici giorni, tanto detto, facilmente l'uno vicendevol-
di porre in certo modo un limite mente successe all'altro, dicendo
al dolore e alla pietà ,
giudicaro- Vairone soltanto, che le donne de-
no che essendo il lutto un attesta- ponessero le vesti morbide e pom-
to pubblico della stima e dell'a- pose, e che si ricoprissero con quel-
more de' vivi verso i loro defunti, la vesle o velo dello ricinium o
non né giusto, ne dicevole il
fosse recinium. Sulla divisione della qua-
determinarne il tempo, togliendo a- lità del lutto, esso era presso gli
gli animi la libertà delle querele antichi romani di due sorti , uno
e del pianto. In virtù adunque di pubblico, privato l'altro. 11 primo
questa massima
quando le ma- ,
s'intimava dal senato ad ogni or-
trone domandarono di portare il dine di cittadini, quando volevano
lutto per Giunio Bruto e per Pu- in segnalata guisa onorare la vir-
blicola un anno intero, e per Co- tù e la fama degli illustri defunti,
, ,

20 j LUX LUT
ovvero quando perdevano qualche alcuno della famiglia veniva gra-
battaglia considerabile, come fu zialo di qualche onorevole impie-
quella di Canne. Allora si denun- go, svestivano i panni lugubri e
ciava la vacanza de' magistrati , e ripigliavamo i festivi. Intanto, per-
la sospensione dal rendere ragione. chè nulla mancasse alla gloria del
In questo tempo consoli sedendo
i defunto, appendevano le di lui im-
nella curia usavano le sedie voi* magini nelle sale (ninno poteva
gari ;fasci si portavano per tut-
i farsi ritrattare prima di avere con-

to capovolti; i senatori deponeva- seguila l'edilità), dove schierava-


no il laticlavio e gli anelli d'oro, no tutte quelle de' loro antenati ,

non si tagliavano capelli ne si


i , e qualche volta anche quelle degli
radevano la barba. I conviti fe- uomini più celebri. Nell'atrio della
stosi erano proibiti; nelle loro case casa collocavano inchiodate le sco-
non si accendeva il fuoco; a niu- glie che il defunto
toHe ai avea
no era conceduto di fabbricare ; e nemici, e queste rimanevano appe-
la città tutta desistendo dalle ope- se ad eterna memoria. V. Fune-
re manuali e dai lavori, palesava bali e Vesti. Ai rispettivi articoli
con l'ozio e col silenzio l'univer- si parla del lutto di molte na-
sale rammarico. 11 lutto privato zioni.
nou obbligava che la famiglia , e Alcuni dicono che i re di Fran-
forse gli amici del defunto: finche cia portavano anticamente nel lut-
durava questo lutto gli addolorati to abito di color violetto, ma que-
parenti non uscivano di casa , e sto costume non è mollo antico
uscendo evitavano le liete assem- perchè Carlo VII e Luigi XI alla
blee, gli ameni diporti, le conver- morte de' padri loro pigliarono il

sazioni giocose, e specialmente le lutto vestendosi di nero. Le regine


feste tanto ordinarie che straordi- di Francia, dieesi che aulicamente
narie. Le donne poi solevano una portavano il lullo vestite di biau-
volta per segno di sincero cordo- co, costume che si cambiò a' tem-
glio radersi quella poca lanugine pi della regina Anna di Bretagna,
che avessero sul volto, ma dopo perchè alla morte di Carlo Vili
die una legge decemvirale lo proi- suo marito lo pianse in modo
bì, non ritornò più. in uso. In certi straordinario, e prese veli, manti
casi era lecito interrompere il lut- e ciarpe nere,siccome più oppor-
to. La celebrazione delle feste di tune per mostrare esteriormente la
Cerere, la consagrazione di qual- somma tristezza che internamente
che tempio, la notizia di qualche la opprimeva. In Italia e negli al-
segnalata vittoria, ed altri avveni- tri stali , specialmente nelle corti
menti gloriosi e vantaggiosi all'im- di Europa, variarono sommamen-
pero facevano cessare il lutto anche te i colori , la durata e le altre
pubblico. 11 privato veniva sospeso costumanze del lutto; i colori però
dal nascimento di prole maschile non si mutarono più sovente che
dal ritorno d'un figliuolo, o ricom- dal bianco al nero e viceversa. V .

prato dai ueuiici o rimandato dal Colori. Dicesi poi l'anno di lutto,
principe, da cui fosse stato ritenu- ber significare l'anno di vedovan-
to per ostaggio. Cosi se una gio- za, prima che sia decorso il quale
vami sposa andava a marito, o se la vedova non può maritarsi senza
, -

LUT LUT ao3


perdere i vantaggi a lei accordati tu, more laicorum,
vestes lugubres,
dal defunto marito. Eranvi de'paesi induat, gestetque. Neque vero vestis
in cui le vedove di stirpe nobile formam, aut panni genus, quo cle-
non sortivano dalle loro case per rum universum uti moris est, com-
venti o quaranta giorni dopo la mutet; sed pium erga propinquos
morte del marito, nemmeno per mortuos charitalis studium , offi-

andare alla chiesa nelle feste di ciumque praeseferat, ouuii alia ra-
precetto ad ascoltar la messa s. : tione ,
quae cum clericalis ordinis
Antonino tollera per qualche set- decore, dignitateque omnino conve-
timana siffatta costumanza, e s. niant ". Nel sinodo di Piacenza del
Carlo uel suo primo concilio te- 1 589 fu ordinato » Porro vestes
nuto a Milano nel i565 la tollera lugubres, et pullas ex lino gossi-
per un mese. Altri sono d'avviso pino, seu xylino confectas , vulgo
coti trario, e considerano quella co- di cotone, nemo clericorum, cujus-
stumanza come intollerabile e pro- cumque sit conditionis, atque gra-

scritta da' sacri canoni, i quali im- dus, gestare audeat ". Nel sinodo di
pongono a tutti i fedeli 1' obbligo Firenze del 1589 venne prescrit-
di ascoltar la messa in tutte le fe- to: >» Clerici lugubres vestes, alias,
ste di concorda ciò colla
precetto ; quam clencales, in obitu parentum
regola d' Innocenzo III in cap. ad non ferant "". Nel sinodo di Ame-
Nostrani, 3 de consuetud. lib. I, tit. lia del i5q5 si comandò. « Qui
3. Era permesso anticamente agli clericali in veste incedunt, eam, ne
ecclesiastici il portare il vestito di in parentum quidem funeribus po-
lutto, purché nou fosse cambiata naut, et cum atra, lugubrique com-
la forma esteriore, come apparisce mutent ". E nel cap. 65S. » Cle-
dalle seguenti parole del concilio rici, mortuorum causa , vestem ne
di Toledo » Qui lugubres et lu-
: mutent".
ctuosas vestes induunt, et flebilio- Prima che Alessandro VII e la
res quam suae congruit honestati ". congregazione cerimoniale vietasse-
Così pure si legge nel citalo con- ro a' cardinali l'uso del corruccio
cilio Milano » Clericus
di : nella loro persona per la perdita
ne parentum quidem obitu vestes de' congiunti, al modo che si dirà,
lugubres , more laicorum , induat lo portavano in tali occasioni, ed
gestetque neque vero vestis for-
: ecco come lo descrive Michiel Lo-
matti, aut panni genus , quo cle- nigo, Delle vesti purpuree, Venelia
rum universum uti moris est, com- 1623, p. 43 Lutto ovvero scomo-
:

mutet ". Ma che chierici non deb- i do. » Li cardinali di lutto ovve-
bano portare vesti lugubri, che di- ro scor uccio, per morte di alcuno
ciamo di corrotto o di corruccio, de parenti suoi portano le vesti e
nella morte de' loro congiunti, lo cappe di saietta paonazza senza fa-
prescrissero il seguente concilio di scie o mostre, bottoni o imbotti-
Milano , ed i sinodi di Piacenza ,
ture rosse per tutto il tempo del-
di Firenze e di Amelia. Nel con- l'anno, quando gli altri cardinali
cilio di Milano del 1579 fu decre- portano le cappe paonazze di ciana
tato. » Clericus qui amiclu elerU bcllotto tanto a cappelle, quanto a
cali indutus inccdit, ne in propin- concistori. Ma quando gli altri car-
quorum, ne parentum quidem obj- dinali in cappella ad altro atto pub-
2o4 LUT LUT
hlico intervenendo collegialmente puccio della cappa, quando non vi
portano la cappa rossa, dovranno sono le pelli, di ormisino paouaz-
porlarla ancora li cardinali di lutto; zo, ma sempre di rosso". Si vede
ed in (al giorno se cavalcheranno che il Lonigo riprodusse il decre-
pei concistori o cappelle porterau- tato dalla sacra congregazione dei
no la cappa paonazza di saietta iti riti li 3o agosto 1602, sotto Cle-
pala/zo, poi dovranno vestir la ros- mente Vili, essendo segretario del-
sa sopra la sottana paonazza (ma la Paolo Ma-
congregazione Gio.
il decreto che citeremo veramente canzio celebre cerimoniere pontiii-
dice che i cardinali di lutto do- ciò, ciò che confermò la stessa sa-
vranno come gli altri vestire in era congregazione a'3 1 marzo dei-
tutto, e se di rosso, di questo co- Tanno 1618, nel pontificato di
useranno le vesti oltre la cap-
Iure Paolo V, essendo segretario della
pa ). Nei tre giorni veramente di medesima Pietro Ciammariconi o
Pasqua di resurrezione, della Pen- Ciammaruconi, altro cerimoniere
tecoste, di Natale (e loro feste), pontificio. Però le cose tralasciate dal
Epifania, Annunziazione della Bea- Lonigo, e facenti parte de' citati
ta Vergine (per la cui cavalcata decreti, le notammo fra parentesi,
useranno anco nelle mule gli orna- anzi crediamo opportuno riportare
menti rossi), nel giorno del Cor- l'ultimo periodo di essi. « Adver-
pus Domini ( e sua ottava ), del- tant tamen RR.mi DD. cardinale*
l'Ascensione, de' ss. Pietro e Paolo ne propter luctum utantur colore
( dell' Assunzione della Beata Ver- nigro nec in vestibus, nec in cur-
vine, della Circoncisione), di tutti ru, nec domi in aulaeis ad parie-
i santi, nell'anniversario della crea- les, sed tantum colore violaceo u-

zione e coronazione del Pontefice tantur in omnibus et quando vi- :

vivente (e nelle altre cappelle in ab aliis DD. cardinalibus


sitantur
cui gli altri cardinali useranno cap- ad condolendum de luctu debent ,

pe rosse ), non ostante il scoruc- et ipsi DD. cardi nales visitanles esse
ciò, per tutto il giorno avranno la in abitu violaceo". 11 Sestini nel
cappa e tutti i vestimenti rossi, suo Maestro di camera, stampato
Nelledomeniche III dell'avvento, in Liegi nel i634, cap. XIV, Del
e IV di quaresima nelle cappelle , lutto de cardinali, e dell'abito che

almeno avranno le sottane di rosato usano in tempo di esso, ripeten-


o rosaceo, secondo il solito, e le do in parte quanto si è detto,
cappe paonazze di saietta. Nel gior- nota, che quando i cardinali por-
no dell'Annunziazione cavalcando tavano la cappa di eiauibellotto, i

alla Minerva li cardinali di sco- cardinali in lutto, comprese le do-


i uccio, saranno con le cappe, sot- meniche HI dell'avvento, e IV di

Lane e finimenti rossi, e per tutto quaresima, l'assumevano di saietta,


il giorno vestiranno di rosso, non i quali uniformandosi nel colore
ostante il scoruccio. Non devono rosso delle vesti ai primi ; molti tut-
mai li cardinali per lutto o sco- tavolla per il lutto greve, nell'otla-
i uccio alcuno quanto grande si sia, va del Corpus Domini non usava-
usar nelli vestili propri, nel eoe- no vestir di rosso allorché incede-
chio, o negli ornamenti di casa il vano per la città a far visite, o a
,iui negro, né fodrar mai il cap- spasso, ancorché tali visite le fa-
, ,

LUT LUT 2o5


cessero in abito.Notò ancora, eh tanto ai cardinali, come agli am-
nelle cavalcate guarnì menti ti i basciatori, col medesimo abito dei
mule e le valigie erano dello ste cardinali che lo visitarono. E soli-

so colore delle vesti che portava- to che i cardinali in tale occasione


no; e quando non cavalcavano man- vestono di tutto punto a loro spe-
davano le mule come nelle cavalca- se di scoruccio tutla la famiglia
te degli ambasciatori. Finalmente di roba e forma conforme alla
aggiunge: cardinali non sogliono
i qualità delle persone, vestendosi di
mai usare per occasione di lutto il rovescio (specie di panno lano, che
color nero, né alle vesti , ne alle ha il pelo lungo da rovescio ) co-
carrozze, né agli addobbi e parati tonalo. Per la nobiltà (o sia fa-

della casa; i cardinali nuovi non miglia nobile) si piglia di quello


ammettono bruno, e se l'avessero di Firenze, e per gli altri di quello
allorché sono creati o pubblicati, di Fabriano odi Fossombrone, do-
se lo cavano, e non lo riprendono vendosi vestire tutti quelli a cui
che dopo avere ricevuto e reso le si dà la parte. E perchè in palazzo
visite. di sua Santità i cardinali nipoti
Il cav. Lunadoro nella Relazio- del Papa non usano mai fare sco-
ne della corte di Roma stampata ruccio, vivente lo zio, occorse che
nel 1646, pag. 223, Per quando sotto il pontificato di Clemente VJ1I
li cardinali fanno scoruccio > tra le mori in Ungheria, dov'era capitano
altre cose che
confrontano colle
si generale di s. Chiesa, d. Giovanni
già riportate, dice che i cardinali Francesco Aldobrandini conte di ,

per morte possono fare scoruccio, Medola e nipote di sua Santità ,


e andar tutto l'anno vestiti di pao- i cardinali Aldobrandini e San Gior-
nazzo, e mostre e imbottiture
le gio, altri nipoti del Papa e co-
delle vesti hanno da essere paonaz- gnati del defunto, fecero lo scoruc-
ze e non rosse; che i cardinali cio di questa forma. Le persone lo-

non possono usare nelle cose no- ro eminentissime andavano vestite


minate dal Sestini il colore nero, di rosso o di paonazzo conforme
ma il paonazzo ; bensì per casa che correva alla giornata, ma non
privatamente possono portare zim- portarono mai né ciambellotto, né
marra nera di scoruccio, ma deb- sottana di seta, essendo sempre tut-
bono farsi vedere così dapochi;il te le vesti di saietta, e le mostre
cardinale cui muore il padre, la e imbottiture delle vesti paonazze
madre, o il fratello carnale suole erano rosse al solito. Le carrozze
ricevere visite dal sacro collegio, e che usarono in detto tempo erano
nel riceverle dev' essere vestito di di velluto nero, imbollettale di ne-
sottana e mozzetta paonazza, ed in ro, con colonne del medesimo vel-
quella circostanza non deve incon- luto, e fornito ogni cosa di nero.
trare ne accompagnare alcuno, stan- I gentiluomini e aiutanti di came-
do nella propria camera come fosse ra, li vestirono di saietta di Mila-
un cardinale nuovo ; cardinali che i no, perchè era del mese di settem-
vanno a visitare, vi devono andare bre, ed i parafrenieri di panno fi-

in abito paonazzo
con sottana , no, ma ed
senza cotone, i servi-
mozzetta e ferraiuolo, ed il cardi- tori de' gentiluomini, con il resto
nale visitato deve rendere la visita della famiglia, di panno un poco
2o6 LUX LUT
più grosso, avendo dato quei buo- bus, neque in curribus qnibuscuro-
ni principi tutto quello che biso- que". Noteremo che parlando il
gnava per vestirsi, e pagato fattu- Lunndoro della processione del Cor-
re e di più calzette di seta, legac- pus Domini, avverte che cardi- i

ci , cappello, cintura,
centurino e nali devono sempre avere scarpe
stringhe ad ogni persona conforme e calze rosse; quando però portava-
al suo grado. Deve avvertirsi che no vestimenti paonazzi, anche le
i

venendo a Roma un nuovo cardi- calze e le scarpe si portavano pao-


nale per pigliare il cappello, il qua- nazze.
le per occasione di morte di alcun Non solo i cardinali vestirono
suo congiunto, si trova far scoruc- e vestono a lutto i loro famigliari,
cio, in tale occasione deve depor- quando prendono essi stessi il lut-
lo, e usar gli abiti di cardinale to per la morte di qualche con-
che non faccia scoruccio ; può bensì, giunto, ma alla loro stessa morte
se vuole, avuto che ha il cappello in concedono il vestiario detto corruc-
concistoro pubblico, e fatta dal Papa cio, ed il compenso pecuniario chia-
la cerimonia ne'concistori segreti di mato quarantena, oltre quelle be-
aprire e serrare la bocca, ripigliar neficenze particolari che loro piace
lo scoruccio quando gli
e portarlo usare, secondo il loro animo gene-
tornerà a comodo. Sin qui il Luna- roso e possibilità. Per corruccio si

doro, il quale nell'edizione di Ro- dà un compenso in denari equi-


ma 1664, intorno al lutto de'car- valente al ad ogni
vestiario che
dinali però dice : »» Oggi per de- individuo dellacompe- famiglia
creto fatto dalla Santità di no- te per quarantena si dà quanto
stro Signore Alessandro VII, i car- in ragione della mesata d' ogni
dinali nelle proprie persone , car- famigliare corrisponde al periodo
rozze e fiocchi de' cavalli non usa- di quaranta giorni Il corruccio .

no più lo scoruccio ". Nella vita e la quarantena sono un dirit-


di Alessandro VII del Sandini , t. to sostenuto dalla costituzione di
II, p. 689, si legge. » Cardinalibus Benedetto XIV, In eminenti su-
vero interdix.it usum coloris nigri premi priiicipatus , idibus julii

ac lugubris; quo dolorem ex neces- i75o, presso tom.


il suo Bull.
alicujus testabantur ". HI, pag. i3i. » Praeterea nullam
sarii obitu
Inoltre la sacra congregazione ceri- iisdem competere volumusactionem
moniale , l' osservanza dei decreti prò quadragenorum dierum, ut a-
della quale giurano osservare i car- junt, stipendio, sive prò atris ve-
dinali,derogò a quanto era stato stibus, aut prò conseguenda por-
permesso dalla sacra congregazione tione cujusque summae inter alios
de' riti a* cardinali in occasione di familiares mercede conductos , ut
lutto, col seguente decreto in data supra dividendae, sed praeter ho-
de* 18 luglio 1701. » E. mi DD. norem, quem ex defuncti familia-
occasione luctus e rocchettis laci- ritate consequuti sunt, aliasque u-
nia,vulgo merletti, nec non in pi- tilitales, si quas illius grafia et
leiscingula aurea quocumque tem- auctoritate jam perceperunt, nil a-
pore non auferant, et sicut in per- liud ipsis sperandum relinquimus,
sona, et in proprio curru nil luctus quam quod vel defunctus ipse, gra-
habere debebunt, ita neque in domi- ti animi ergo, eisdem nominatim
,

LUT LUT 207


testamento legaverit ". Questa dis- qualcuno di casa magnatizia. Agli
posizione di Benedetto XIV fu san- articoli Calze, Cappa, Cappello car-
zionata dal decreto del cardinal dinalizio , Conclave , ed altri si

Roverella pro-uditore di Pio VI, discorre di altro riguardante il lut-


favorevole ai famigliari del cardi- to, le vesti del venerdì santo, quel-
nal Filippo Lancellotti, morto dopo le pei novendiali del Papa defun-
circa cinque mesi di cardinalato ai to, e per la sede vacante. All'artico-
i3 luglio 1794, ed emanato facto lo Conclave dicemmo come Cle-
verbo cum sanclissimo, per cui ha mente XI proibì che si dassero le
1

forza di legge. In seguito fu la vesti di corruccio nella morte del


disposizione anche confermala suc- Papa al cardinal camerlengo, ed ai
cessivamente da diverse sentenze prelati uditore generale della ca-
nelle cause sostenute dai famigliari mera, tesoriere generale, a due
dei defunti cardinali Guidobono Ca- chierici camera ed al presiden-
di
valcioni, Cesare Guerrieri, France- te medesima. Nei ruoli del
della
sco Pandolfi- Alberici, Luigi Frez- palazzo apostolico del i55i, vi è
za, ec. contro i loro eredi, ed ema- la nota della famiglia che dovea
nate in favore de' medesimi fami- conseguire il corruccio in sede va-
gliari. V.
Famiglia de' cardinali cante, come notammo all'articolo
e prelati. Al presente la maggior Famiglia Pontificia. La cera di spa-
parte de' cardinali non fanno lut- gna nera che si adopera ne' sigilli
to per la morte dei loro parenti di chi è in lutto, poco si usa dai
tranne qualcuno , e per lo più di cardinali e prelati, e mai scriven-
nobili famiglie romane. Ne diedero dosi ai sovrani ; sogliono adoperarla
gli ultimi esempli i cardinali Bene- privatamente.
dettoNaro romano, Giorgio Do- Prima giustamente i soli nobili
riaromano, Carlo Odescalchi ro- e le persone distinte o per condi-
mauo, Giacomo Fransoni genovese; zione o per ricchezza, nella morte
non prese il lutto il cardinal Tom- de' loro congiunti prendevano il
maso Weld morte del-
inglese nella lutto. Ora tal costume è divenuto
la figlia, per riguardi di modera- moda quasi comune a tutti i celi,
zione. Il lutto greve dura un anno poiché si vede il mediocre parti-
e tre giorni, e consiste nel vestire colare, l'impiegato, le persone che
tutta la famiglia di abiti e calze vivono di salario, e persino qual-
nere, compresi i domestici da li- che artista di arti meccaniche, col
vrea, i cui abiti si fanno della for- velo nero al cappello, e spesso ac-
ma delle livree giornaliere , tutti ciocché risalti sul cappello bianco.
portando il velo nero al cappello. Tutte le persone assennate e di
Deve però avvertirsi, che quel car- buon senso riprovano e disprezza*
dinale che ha vestito la sua fami- no l' invalso abuso ed ostentazio-
glia a lutto, questa non può por- ne di coloro che più per vanità
tare recandosi all'udienza del Papa, che per duolo prendono il corruc-
alle cappelle, ed in tutti i luoghi cio, seguendo la leggerezza d' un
e funzioni ne' quali ha luogo il secolo per una parte meraviglioso,
treno e le vesti da gala. In Roma per l'altra veramente a vapore. Fe-
ordinariamente i prelati non usano lici que' tempi in cui si osservava
il lutto nei loro famigliari, meno la prammatica sì nelle vesti che
,,

2oS LLT LUT


nel Irattamcnto, secondo le quali- quelle sangue delle famiglie, ser-
il

le, gn^O ed ordine de' cittadini vissero & 'posteri di continuo stimo-
poi eli è non solo allora si conosce- lo ad imitarli. Tifilo più nobile
vano nella società i diversi celi era stimata una stirpe, quanto
ma veniva tenuto in freno il fa- maggiore era il numero delle im-
tale ed immorale Lusso (f^edi), ro- magini di cui vedevasene adorna
vina delle famiglie, e cagione d'in- la casa. Riputavansi non meno cu-

finitimali. Non si nega che tutti stodi, che autori dello splendo-
possano anzi debbano esprimere con re acquistato. Daremo qui appres-
modi esterni il lutto, per quel sen- so alcune delle principali nozio-
timento di dolore che abbiamo per ni sul usano le nobili
lutto che
la perdita de' nostri, ma solo i sag- famiglie romane e le persone d'am-
gi desiderano che non si faccia con bo i sessi, oltre quanto dicemmo
que' segni che sono da tempo im- all'articolo Funerali, massime a p.
memorabile propri della nobiltà 72, voi. XXVI II del Dizionario.
e delle persone distinte e qualificate, Nella nobiltà romana la durata
poiché l'amalgama ha sempre dis- e qualità di lutto non avendo re-
piacevoli conseguenze. In alcuno gola scritta, esiste nelle tradizioni,
parti d'Italia, come in Bologna, le quali hanno variato e variano
fu costume anticamente, che quan- tra gli antichi usi ed i moderni, e
do moriva alcuno de' nobili della principalmente per comodo di quelli
città,
il pretore ed il capitano an- che di mala voglia soffrono le pri-
davano ad onorarne il funerale. A vazioni dei divertimenti che il lut-

Modena concedeva l' onore del


si to porta seco. Dopo aver consulta-
suono funebre delle campane del to i più osservanti ed istruiti si-

pubblico, che per un giorno inte- gnori di Roma su argomento sì

ro davano segno e pubblicavano delicato e difficile, riporterò alcune


la morte delle persone nobili. L'in- norme approssimative, poiché, il ri-

troduzione delle armi gentilizie tie- peto, non essendovi una salutare
ne luogo delle immagini e ritratti prammatica., ciascuno si fa un me-
de' maggiori, che appresso i roma- todo particolare, aumentando o di-
ni venivano esposte, e che secondo minuendo le consuetudini, secondo
i costumi loro., designavano le fa- le circostanze, l'arbitrio e forse an-
miglie nobili di que' tempi, per cui cora la poca affezione e rispetto per
quando una famiglia non poteva gli estinti. Di fatti anticamente mai
esporre una simile pompa, giudi- intervengasi ai balli ed alle cla-
ca vasi che fosse ignobile ed oscura. morose riunioni col lutto, massime
Tali immagini consistevano in te- col greve, come si fa ora con dis-
ste di cera, che conservavansi negli approvazione di non pochi saggi. Il
armadi di legno, tenuti rinchiusi lutto greve non si deponeva mai
negli atrii delle case. In occasione dalle vedove nella sua durata, e
de' funerali si adornavano que' si- gli altri non lo deponevano che
mulacri con abiti neri. In tal mo- nelle grandi solennità della Chiesa.
do ravvivavansi le memorie di que- Oggidì anche i vari gradi di lutto
gli eroi, si esponevano nella parte sono diversi dagli antichi. Eziandio
piìi insigne e più celebre della ca- nella qualità delle stoffe e colori,
sa, affinchè col far risplendere in prima nel lutto greve rigorosamen-
,

LUX LUT 209


te si osservava l'incedere in tutto ta, e negli mesi la seta bi*
ultimi
nero e di lana ; in quello di mez- già o cenerina. Le visite si rendo-
zo lutto il vestiario era tutto dì no dopo i quaranta giorni, e per
nero , ma con stoffe di seta ; e nel un anno non si va nelle grandi so-
lutto leggiero le dame indossavano cietà. E
da notarsi che il teatro
frammischiandovi in-
abiti cenerini, attualmente viene riguardato come
dumenti bianchi e neri; gli uomi- grande società Padre e madre : .

ni portavano abito nero con cai- un anno di lutto, sei mesi greve
toni e calzette simili , corpetto e e sei leggiero, negli ultimi mesi
cravatta bianca. Andiamo dunque a però potranno mettersi veli bian- i

riportare le norme più general- chi e neri nei primi due mesi
;

mente osservate. Il lutto, secondo non si va in gran società. Altri o-


lo stile delle famiglie patrizie ro- pinano che il lutto de' genitori sia
mane, si distingue in lutto greve, sei mesi di lana e sei di seta ; le

in mezzo lutto, ed in lutto leggie- donne nei primi quattro mesi use-
ro. Il lutto greve consiste nell'in- ranno i veli crespi , nei secondi
tiero vestiarionero di tutta lana, quattro mesi i veli appannati, ne-
sì negli uomini che nelle donne. gli ultimi quattro mesi i veli bian-
Per altro gli uomini usano la cal- chi. Vi sono altri che dividono il

zatura consueta, le donne poi la lutto de' genitori , in sei mesi di


calza di seta. Nel lutto greve gli lutto greve, in tre di mezzo lutto, 1

uomini usano fasciare il cappello ed in tre di lutto leggiero. Note-


di velo nero crespo , le donne remo che il lutto per un capo di
abbandonano gli ornamenti delle casa porta per lo spazio di tem-
si

gioie ed ori. 11 mezzo lutto sì ne- po e nello stesso modo che si por-
gli uomini che nelle donne consiste ta pei genitori. Figli e Figlie: i fi-

nel vestiario di color nero ed è , gli e figlie minori o di famiglia or-


permessa la seta ; dalle donne si dinariamente non ammettono lutto
usano eziandio i merletti. Il lutto nei loro genitori e nella parentela;
leggiero poi consiste negli uomini quando poi essi sono coniugati, al-

nel velo nero al cappello , nelle lora i genitori prendono il lutto


donne il vestiario si compone di del primo grado di parentela , o
abiti di color bianco meschiati con meglio quello de' fratelli e sorelle.
alcuni neri, polendo usare i bril- Per i parenti di primo grado 4
lanti e gli ori. La durata del lut- nonno e nonna, dodici mesi di lutto
to ne' diversi casi è come segue. greve, tre mesi di mezzo lutto e ,

Il coniuge superstite per la morte tre mesi di lutto Per il leggiero.


dell'altro coniuge indossa il lutto per terzo grado di parentela, tre mesi
mesi dieciotto, cioè dodici mesi di di lutto, cioè quaranta giorni di
lutto greve, tre di mezzo lutto, e lutto greve, il restante del tempo
tre di lutto leggiero. Altri assegna- di lutto leggiero. Per i parenti iit

no ai vedovi ed alle vedove quin- quarto grado quaranta giorni di


dici mesi di lutto. Quanto a quelli lutto fra tutto. In quest'ultimo ca-
che ammettono i dieciolto mesi di so gli uomini non usano che il ve-
lutto vi sono molti che lo divi-
, lo nero sul cappello. Nei primi tre
dono così un anno lutto greve: mesi del tempo del lutto greve
sei mesi mezzo lutto usando lai se- non sono ammessi i teatri, le feste
VOL. XL. •4
,

aio LUT LUT


o accademie, ne i clamorosi rice- accede nelle grandi società. Cugini:
vimenti, benché di recente siasi in- alcuni dicono come il lutto de' fra-
trodotto l'uso non lodevole di an- telli e cognati;
altri sono di pare-
dare al teatro spirati i primi qua- re che quaranta giorni si debba
ranta giorni. andare con abito di seta nera e
Ma a voler classificare meglio i veli neri ; un mese di mezzo lutto,

gradi di parentela, faremo come li e per una settimana astenersi di


segue. Nonno e nonna : nove me- andare in società. Cugini in secon-
si di lutto, cinque greve, e nei do e terzo grado : un mese di lut-
primi quaranta giorni non si va to nero, ma in seta, similmente pei
in gran società ; quattro mesi di sii cugini. Parenti più lontani : quin-
lutto leggiero, e per il primo tem- dici giorni di mezzo lutto.
po di questi suol portarsi l'abi- Suol farsi qualche distinzione nel
to di nera con veli leggieri
seta portare i lutti per parenti domicilia-
i

detti di Bologna, e negli ultimi può ti in altre città, e si regola presso a


andarsi anche con veli neri e bian- poco come sogliono regolarsi i lutti
chi. Altri dicono che si deve in- dei parenti più prossimi. Questa
cedere, sei mesi in lana e tre in distinzione consisterebbe nel dimi-
seta; le donne pei primi tre mesi nuire il tempo del lutto, di due,
porteranno veli crespi pei se-
i
,
tre o quattro settimane. Vi so-
condi tre mesi gli appannati, per no poi diverse circostanze in cui
gli altri tre i veli bianchi. Altri suol mettersi che chiama-il lutto
sono di parere che il lutto degli si di convenienza, lungo o breve
avi sia di cinque mesi di lutto secondo casi, gli usi e le consue-
i

greve, di due di mezzo lutto, e di tudini delle famiglie. Aggiungere-


due di lutto leggiero. Fratelli e so- mo altre generiche nozioni sul lut-
relle : sei o sette mesi di lutto; to della nobiltà romana. Gli uo-
tre o quattro, secondo le circostan- mini in mezzo lutto o lutto leg-
ze, di due o tre mez-
lutto greve; giero in società possono portare
zo ed in ultimo pel tempo
lutto, cravatta e guanti bianchi. Le vi-

rimanente lutto leggiero. Per qua- site di condoglianza, generalmente


ranta giorni non si va in gran so- parlando, si possono rendere anche
cietà. Altri sono di parere che il dopo quindici giorni. Ai parenti
lutto per tali parenti sia di sei me- stretti si possono rendere le visite
si, tre in lana e tre in seta. Co- anche prima dei quindici giorni.
gnati e cognate: come il lutto pei Nelle piccole società vi si può an-
fratelli e sorelle; se però i cognati dare dopo i quindici giorni; non
ed i fratelli fossero capi di casa così nelle grandi società e al tea-
o avessero qualche pubblica rappre- tro, meno che a questo non vi si

sentanza o dignità, allora si adot- andasse che privatissimamente, ove


terà il lutto che si osserva per gli per altro ordinariamente non si va
avi. Zìi e nipoti: alcuni sono pel che dopo quaranta giorni. Nelle car-
medesimo lutto de' fratelli e co- rozze ed appartamenti non si co-
gnati ; altri lo stabiliscono in quat- stuma affatto segni di lutto. Il lut-
tro mesi, cioè due di lutto greve to de' famigliari, uomini che don- si

e due di mezzo lutto e lutto leg- ne, uguagliasi a quello de' padro-
giero; per quindici giorni non si ni. I famigliari però non indossa-
.

LUX LUX sin


no gli abiti di lutto se non che ghiltérra. Mentre Eugenio IV ce-
per la morte de' loro padroni, pa- lebrava il concilio generale di Fi-
dre e madre di essi padroni , avo renze, a' 18 dicembre i439 lo creò
ed avola sì paterni che materni. cardinale prete del titolo de' ss.

Per la morte di altri parenti dei Quattro, indi dallo stesso Papa nel
padroni, la servitù non indossa al- i44 2 m
fatto vescovo Tusculano.
cun lutto, a meno che non trattisi Morì in Hatfeild nell' Inghilterra
della un cardinale fratel-
morte di nel i443, 6 fu sepolto nella catte-
lo o zio carnale del padrone di drale di s. Ely tra due colonne
casa. In tale caso non in ragione presso F altare delle reliquie. La-
della parentela, ma a causa di gra- sciò per testamento alla chiesa di
titudine, indossa il lutto anche la Terovanne la terra di Harmaville
famiglia dell'erede. Va notato, che nella diocesi di Arras, per la fon-
il lutto ossia le vesti della fami- dazione di sei cappellanie a favore
glia nobile, deve distinguersi nella e in servigio di quella cattedrale.
qualità dalle famiglie di sala , di LUXEMBOURG Teobaldo, Car-
scuderia, ed il portiere. Sono poi dinale. Teobaldo di Luxembourg
varie le regole del lutto nelle al- della real stirpe de' monarchi di
tre città dello stato pontificio, come Francia, tempi capitano
fu a' suoi
negli altri luoghi degli stati este- di gran valore e fama e per con-

ri. Varie egualmente sono le re- seguenza accettissimo ai sovrani


gole del lutto nelle corti sovrane, delle Gallìe. Tolta moglie ne ri-
così una è l' etichetta ne' governi portò un figlio detto Filippo , che
ereditari, altra quella nei governi poi fu cardinale Passata la di lui
elettivi. moglie a miglior vita, abbandonò
LUXEMBOURG Pietro (beato). Teobaldo il secolo, e vestì la cocol-
V. il voi. Ili, p. 216 del Diziona- la monastica nell'ordine cisterciense,
rio. dove divenuto chiaro per la prati-
LUXEMBOURG Lodovico, Car- ca costante delle religiose virtù,
dinale. Lodovico Luxembourg, di fu eletto abbate di Orsocampo e
Ligny non
de' signori di Beraurevoir, poi fatto vescovo di Mans, indi
che detto Bar, dopo essere stato pre- nel 1472 ambasciatore del re di
sidente della camera regia di Parigi e Francia presso Sisto IV, che nel
gran cancelliere di Francia nel regno i474 ìn grazia del re lo destinò
di Enrico V
re d' Inghilterra, nel ma non lo pubblicò cardinale
tempo in cui quel sovrano avea Claudio Roberto nella serie de've-
occupato le Gallie, ottenne il vesco- scovi di Mans , Ferdinando U-
vato di Terovanne nel i4'5, n » ghellio nelle aggiunte al Ciacco-
luogo di quello di Losanna che già nio, scrivono che nell' anno stes-
possedeva, e trovossi presente alla so 1 474- portandosi a Roma finì di
solenne consecrazione dello stesso vivere. Siccome però ne'registri va-
Enrico V in re di Francia, fatta ticani, come nei diari di Sisto IV
in Parigi. Terminato il concilio di non vi è il suo nome, molti dubi-
Basilea a cui intervenne, fu tra- tano della dignità cardinalizia, che
sferito nel i436 da Eugenio IV il Ciacconio dice aver conseguita.
all'arcivescovato di Ptouen, e nel LUXEMBOURG Filippo, Cardi-
i438 a quello di s. Ely nell' In- naie. Filippo di Luxembourg figlio
312 LUX LUX
del precedenteed oriundo della , aver bruciate le sue ossa , affatto
regia stirpe de* monarchi di Fran- hi rovinarono.
cia, venne promosso da Alessandro LUX.KUNE Cesare Guglielmo,
Vi ai vescovato di Terovanne, e Cardinale. Cesare Guglielmo de
nel i5i2 da Giulio li a quello la Luzeme, d'una delle principali
di Arras, che al dire de' Salumai-- famiglie della Normandia, ed essen-
tani ritenne per tre anni, i quali do sua madre figlia di de Lamoi-
poi contraddicendosi affermano che gnon cancelliere di Francia, nacque
solo nel 1 5 6 ottenne quella chie-
1 a Parigi nel 1738. Sviluppò di
sa. Dipoi fu fatto vescovo di Mans, buon'ora delle eccellenti qualità di
e ad istanza del re di Francia il spirito e di cuore. All' uscire del
Papa Alessandro VI ai 21 gennaio collegio passò agli studi teologici,

1496 lo creò cardinale prete de'ss. ove ottenne dei gran successi dap-
Marcellino e Pietro, colla preroga- prima nel seminario di s. Magio-
tiva di legato a Intere nelle Gallie; rio, poi alla casa di Navarra. Nel
Leone X nel 1 5 8 lo fece vescovo
1 1762 fu acclamalo il primo della
Tusculano. Fu uno de' giudici de- sua classe. Fu poi vicario generale
putati col carattere di legato nella di Narbona e nel 1765 venne
,

causa per lo scioglimento del ma- nominato agente generale del cle-
trimonio di Luigi XII e Giovan- ro. Dovette a' suoi talenti l'onore
na Francesca di Valois, che dopo di esserenominato dal re nel 1770
lo scioglimento fondò un mona- per successore di Montmorin ve-
stero di francescane, visse e mori scovo di Langres, ove preceduto
santamente. Istituì il cardinale due dalla fama di sue virtù si guada-
collegi , uno in Parigi, 1' altro in gnò la stima e l'amore de'suoi dio-
Mans, a cui si diede principio do- cesani. Instancabile nell' adempi-
po la sua morte nel i526, asse- mento de'doveri del vescovato, era
gnando al primo diecimila lire di indefessamente occupato; il poco-
dote. Rinunziò il vescovato di Mans tempo che gli rimaneva lo dava
a suo nipote con regresso, secondo allo studio, e quindi nel 1773 pro-
l'uso di que' tempi, ed essendo que- nunziò a Nostre Dame l'orazione
sti premorto allo zio, fu di nuovo funebre del re di Sardegna Carlo
il cardinale collocato sulla cattedra Emmanuele III. Nell'anno seguente
di quella quale com-
chiesa, alla nella stessa chiesa vi recitò quella
partì segnalati benefizi. Il suo no- di Luigi XV. Nel 1787 fu eletto
me si legge registrato nel martiro- per uno de'residenti nell'assemblea
logio gallicano a'22 giugno, dicen- de' notabili, e nell' anno appresso
do ivi essere stati da Dio operati del suo clero per rappresentarlo
al suo sepolcro strepitosi miracoli. agli stali generali. Fu in questa
Certo è che fu riguardato come occasione che conobbe quali pro-
uno de' più grau cardinali del suo gressi avesse fatti lo spirito della
tempo. Egli morì in Mans nel 1^19, vertigine rivoluzionaria. Vide che
in età di ed
settantaquattr' anni, l'unico mezzo d'arrestarne i pro-
ebbe in quella cattedrale la tom- gressi sarebbe stato quello di for-
ba, che in tempo delle guerre ci- mare due camere a un dipresso
vili sperimentò il furore degli ere- simili a quelle dell'Inghilterra ; ma
tici, che nel loro fanatismo dopo la sua proposizione non fu ascoi-
LUX LUX 2i3
tata, e il conte di Mirabeau con- capo del cardinale la berretta gli
futò questa opinione. Indi fu elet- disse. >* In quanto a me se valgo
to presidente del clero. Allorché qualche cosa, è perchè io mi sono
seguirono gli orrori delle giornate costantemente applicato a seguire
5 e 6 ottobre, egli ritornò nella i consigli che voi mi avete dati
.sua diocesi; mavedendo ancor là quarantatre anni sono, terminando
die i due partiti erano inaspriti, l'elogio funebre di mio nonno " .

pensò di ritirarsi nella Svizzera. Ripristinando Pio VII in detto an-


L'emigrazione de'buoni francesi fu no la sede di Langres, nel conci-
per lui un motivo di esercitare le storo del primo ottobre lo preco-
virlù episcopali.
Egli accoglieva a nizzò di nuovo vescovo. Il cardi-
Costanza ogni giorno dodici preti nale dopo aver nuovamente edifi-
emigrati della 6ua diocesi alla sua cata la Francia, cessò di vivere ri-
tavola, e divideva con essi quel colmo di meriti a Parigi sua pa-
poco denaro che avea salvato. Da tria, a'21 giugno 1821, e fu espo-
Welo, ove il soggiorno de'suoi pa- sto e tumulato nella chiesa delle
renti lo avea momentaneamente carmelitane, nella strada Wauggi-
attirato, passò in Italia. Venezia rard. Ecco la nota delle sue opere,
conserverà lungamente la memoria la maggior parte
delle quali sono
delle sue eminenti virtù, il suo ze- staterecentemente ristampate. 1.
lo per la salute de'prigionieri fran- Orazione funebre di Carlo Em-
cesi , che jin età di settantacinque manuele III re di Sardegna, 1773.
anni visitava instancabilmente negli 2. Istruzioni sul rituale. 3. Ora-
spedali, gli fece contrarre un tifo zione funebre di Luigi XF \ 1774»
che poco mancò non lo portase alla 4. Dissertazione sulla libertà del-
9
tomba. Tanti meriti e tante fati- l'uomo, siili esistenza e gli attri-
che sostenute da lui in favore del- buti di Dio, 1808. 5. Istruzione
la Chiesa e dello stato furono ri- pastorale sullo scisma di Francia,
compensate nel 1814 con l'invito 1808. 6. Dissertazione sulle chiese
fattogli dal re Luigi XVII I di re- cattoliche e protestanti, iS 16. 7.
carsi u Parigi per riprendere il Sermone sulle cause dell' ine redu*
suo antico rango di duca e pari, lità detto a Costanza nel 1795,
e per la sua elevazione al cardina- 1808. 8. Dissertazione sulla legge
lato. A questa dignità lo promos- naturale, 1810. g. Considerazioni
se Pio VII nel concistoro de' 28 sullo staio ecclesiastico, 18 io. io.
luglio 1817, annoverandolo nell'or- L'eccellenza della religione nuova,
dine de' cardinali preti. Gli. spedì 1 8 1 o. 11. Dissertazione sulla ri-
la notizia e il berrettino rosso per relazione in generale, 18 io. 12.
la guardia nobile
Melchiorre dei Dissertazione sulle profezie, 18 io.
conti della Porta, che il re decorò i3. Dissertazione sulle verità dèl-
del titolo di cavaliere della legione ia religione, 181 1. i4^ Sulla dif-
d'onore. Per ablegato apostolico ferenza della costituzione inglese ,
per la tradizione della berretta car- con la costituzione francese, 1816.
dinalizia il Papa destinò monsignor i5. Sulla responsabilità de' ministri,
Costantino Patrizi suo cameriere 18 16. 16. Considerazioni sopra
segreto, ora cardinale e vicario di diversi punti di morale cristiana,
Roma. Il re dopo aver imposto sul 1816. 17. Dissertazioni morali
ai4 LUX LUX
lette a Venezia nell' accademia dei Ossen>azioni sul progetto di legge
Filareti, 1816. 1 8. Spiegazione dei sullo stesso soggetto, 2 a. Disscr-
vangeli, 18 16. 19. Su II istruzione tations sur le prct de commerce,
pubblica, 18 16. 20. Risposta al Dijon i8^3, toni. V. Molte altre
discorso di Lally Tollendal sulla restano inedite.
responsabilità de ministri, 1817. ai.
.
,

MA A MAB 2 i5

M
MAADAN. Sede vescovile della tre anni in una infetta prigione,
Meso pò tamia, nella diocesi de' gia- ove patì tutti i rigori della fame.
cobiti, ch'ebbe per vescovi Malcho Quindi fu ricondotto davanti al
che fiorì nel i494> sotto il patriar- giudice, che trovandolo fermo nel-
ca Ignazio XII; Dionigi che visse la confessione di Gesù Cristo, or-
sotto il patriarca Ignazio Davide dinò di gittarlo in una fossa, e
Sciaci) , nel i586. Oriens christ. chiuderne l'apertura. Alcuni gior-
t. Il, p. l5l2. ni dopo soldati aprirono questa
i

MA ALTA. Sede vescovile della fossa, e trovarono il corpo del mar-


provincia di Mosul od Adiabena, tire senza vita, ma circondato di
nella diocesi de'caldei, situata pres- luce, e in ginocchio, come se stes-
so Nuhadra ed Ilonita. Ne furono se in orazione. In questa posizione
vescovi, Dindoa cui succedette Ser- Maarsapore avea consumato il suo
gio. Al tempo di questi due pre- 6agrifizio, T anno di Gesù Cristo
lati la chiesa di Maalta venne u- 421. La sua memoria è onorata il
nita a quella di Honita. Successe- dì 27 novembre.
ro a Sergio, Ebedejeso I, Jabal- MABILLON d. Giovanni. Nacque
laha 1, Jaballaha li, Malama Ebn- il 23 o i5 novembre 1623 a Saint-
Dora nel 1602, Giovanni, Ciriaco, Pierre- Mont diocesi di Reiuis. Si
Ebedejeso II, Giorgio, ec. Oriens fecemonaco benedettino della con-
christ. t. II, p. 12 36. gregazione di s. Mauro, e professò
MAANE
o MAANETE (s.), Remigio di Reims
nell'abbazia di s.

martire. V. Sapore (s.). nel i654, divenendo celebre e be-


MAARA o MAARIN. Sede ve- nemerito per la sua dot tri uà , e
scovile giacchila, che venne in se- per aver passato tutta la sua vi-
guito unita a quella di Nisibi ta a comporre un gran numero
sotto la dipendenza del mainano di eccellenti opere. Incominciò a far-
de'giacobiti. Ebbe per vescovi N. . si conoscere pubblicando Sermoni i

ordinato dal rnafriano Gregorio IV; di Bernardo, e nel 1666 una


s.

N . . . che sedeva nel i 365. Oriens composizione sulla morte della re-
christ. t. II, p. i588. gina Anna d'Austria intitolata: Gal'
MAARSAPORE (s.), martire. liae ad Hìspaniam lugubre nuntium.
Principe persiano, commendevole L'anno 1667 egli pubblicò una nuo-
per le sue virtù e pel suo zelo reli- va edizione delle opere di s. Ber-
gioso. Nel cominciamento della per- nardo. Incaricato poco dopo dal-
secuzione mossa dal re Isdeger- la sua congregazione dell' edizione
do fu preso con Narsete e Sabu- degli Atti dei santi dell' ordine di
tacaj quali dopo aver sofferto
i s. Benedetto, ne pubblicò il primo
vari tormenti riportarono la coro- volume nel 1668, ed in seguito ot-
na de! martirio. Maarsapore subì to altri che arrivarono sino all'XI
molti interrogatoli!, e fu posto al- secolo, condotte prefazioni, le qua-
la tortura, poi lasciato languire li vengono a ragione considerate
oi6 MA3 MAB
come capi-lavori, e die contengo- ordine all'occasione di una (Jisputa
no moltissime importanti notizie insorta fra i benedettini della pro-
ed osservazioni sulla dottrina, sul- vincia di Borgogna, e i canonici
la disciplina e sulla storia di cia- regolari della provincia stessa, intor-
scun secolo. Nel 1674 compose u- no al sedere negli stati. 1 canoni-
ua dissertazione latina sull' uso ci regolari avendo risposto, il p.
del pane azimo, nella quale egli so- Mabillon vi rispose di nuovo. Dopo
stiene che pane azimo è il so-
il qualche tempo entrò in un'altra
lo di è sempre fatto
cui si uso contesa letteraria intorno all' intel-

nella Chiesa latina. Pubblicò in se- ligenza di alcuni passi della rego-
guito alcuni schiarimenti sopra la la di s. Benedetto ,
per cui nel
dissertazione stessa, contro l'opinione 1690 pubblicò un trattato analogo.
del cardinale Bona. Nel 1675 pub- Indi nel 1691 die alla luce un li-
blicò ilprimo "volume degli Analet- bro contro Rancé abbate della
ii, cioè piccoli frammenti o princi- Trappa intorno agli studi mona-
pi! d'opere da lui rinvenute in di- stici, lo scopo del quale è di di-
Verse biblioteche, e ne pubblicò po- mostrare che i monaci possono e
scia due volumi con eccellenti
altri devono studiare , e di spiegare il

dissertazioni. Nel 1677 pubblicò genere de'loro studi e lo scopo che


le Animadversiones in vindicias devono proporsi studiando. L'abba-
Kempens.es 3 intorno al libro della te della trappa replicò, e il p.
imitazione e nel 1681 pubblicò la
; Mabillon fece esso pure una rispo-
Diplomatica , eh 'è una eccellente o- sta intitolata riflessioni. Nel 1698
pera divisa in sei libri, nella quale pubblicò una lettera sotto il nome
fa riconoscere gli antichi diplomi, ed di Eusebio romano, intorno al cul-
insegna a giudicare di tutti i mo- to de' santi Dipoi die
sconosciuti.
numenti D. Michele
dell'antichità. alle stampe una lettera riguardante
Germain cooperò molta parte a
in la santa lagrima di Vendome, ed
questo lavoro che versa su di un gene- altra concernente il primitivo isti-

re di erudizione affatto particolare, tuto dell' abbazia di Remiremont,


e che niuno sino allora avea tentato. eh* egli pretende essere stata in
Il p. Mabillon vi aggiunse poscia origine un'abbazia di monaci; al-
un supplimenlo. Nel i685 diede al- cune osservazioni sulla dissertazione
le stampe il Trattato dell'antica li- del p. Delfau intorno all' autore
turgia gallicana. Pubblicò anche la del libro dell' Imitazione di Gesù
relazioue del viaggio da lui fatto Cristo; ed un' altra dissertazione
in Italia col p. Germain per visi- sul monachismo di s. Gregorio I,

tarvi le più ricche biblioteche ,


e che trovasi pure ne'suoi analetli;
sotto il titolo di Museum Italicum. un itinerario della Borgogna; una
Questa opera è divisa in due vo- dissertazione sulla canonizzazione dei
lumi, il primo de' quali compar- santi ; una relazione di alcuni fat-
so nell'anno 1686 contiene molti ti della vita del p. Marzolle gene-
monumenti dell'antichità, ed il se» rale della congregazione di s. Mau-
condo comparso nel 1687 contiene ro ; delle osservazioni sul versetto
i diversi rituali della Chiesa roma- della prima epistola di s. Giovanni,
na. Nel 1688 stese una allegazio- Trcs sunt qui, ec. ; il parere da
ne per mantenere i diritti del suo lui dato intorno all' opera in cui
MAB MAC 217
Vossio tratta della cronologia dei riflessioni sulle doti religiose; avvisi
settanta ; un discorso sulle antiche per coloro che scrivono le storie dei
sepolture dei re di Francia ; osser- monasteri ; riflessioni sulle prigioni
vazioni sulle antichità di s. Dioni- de'religiosi ; osservazioni sulle anti-
gi ; riflessioni sulle doti delle reli- chità dell'abbazia di s. Dionigi. A
giose, sulle prigioni de' monasteri, tutti è nota la profonda erudizione,
e sull'ordine di s. Lazzaro; avver- l'umiltà, la modestia, la dolcezza
timenti per quelli che si occupano e la pietà esemplare del p. Mabil-
della storia de'uionasteri della con- lon, che fu generalmente amalo e
gregazione di Mauro; una lette-
s. stimato da tutte le persone di let-

ra sulla morte della madre Gia- tere. 11 suo stile è maschio puro, ,

comina Boete de Blemur, benedet- chiaro e metodico, senza affettazio-


tina dell' adorazione perpetua del ne , senza ornamenti superflui, e
ss. Sagramento; una traduzione quale si conviene alle opere da
della regola di s. Benedetto cogli luicomposte. Il detto p. Ruinart
statuti di Stefano Poncher vescovo ne pubblicò la vita, ed altri ne
di Parigi, ad uso delle religiose di hanno tessuti magnifici elogi. Mo-
Chelles; una lettera ai cattolici del- rì a'25 dicembre 1707, d'anni set-
l' Inghilterra, sulla voce sparsa in tantacinque, nell'abbazia di s. Ger-
quel regno, ch'egli avesse cambia- mano dei Prati a Parigi, al di cui
to di religione nel 1698; la Mor- bibliotecario d. Luca d'Achery erasi
te cristiana ; molti inni per s. A- associato nel principio di sua car-
delaro, s. Batilde ed altri santi ; riera letteraria, e gli fu di grande
1' epistola dedicatoria delle opere soccorso per la continuazione del-
di s. Agostino, e la prejazione del- l'impressione del suo Specilegium.
l' ultimo tomo ; alcune lettere ; MABUG. Sede vescovile e me-
una dissertazione sull'anno di Da- tropolitana della diocesi de'giacobi-
goberlo I e di suo figlio Clodoveo, ti, chiamata pure Bambyce ed E-
un'altra sull'anno giorno del- ed il dessa> poi Hieropolis. La città fu
l'ordinazione e della morte di Desi- celebre pel culto della gran dea
derio vescovo di Chaors alcune ri- ; Siriaod Atergatis, ed ebbe la pre-
sposte a Bocquillot sulle difficoltà del minenza su tutte le città della Si-
rituale; volumi degli Annali be-
sei ria Eufratense. Il vescovo di Ma-
nedettini, che contengono la storia bug era unito con quello di Mar-
dell'ordine di s. Benedetto, dal suo has nel VII secolo. Giacomo fu
principio fino al 1066, il cui primo il primo de 'suoi vescovi, cui suc-

volume uscì nel 1703. JNelle opere cesse Tommaso, il quale sedeva
postume del p. Mabillon e del p. sotto il patriarca Atanasio I, verso
Thierry Ruinart, pubblicate nel 724 1 la fine del VI secolo o nel prin-
dal p. Thuillier in tre volumi, non cipio del VII. Gli altri vescovi suoi
si trovano altri scritti inediti del successori sono riportati dal padre
p. Mabillon fuorché i seguenti. Le Quien , Oriens christ. t. II,

Moltissime lettere; la relazione del p. i448.


viaggio fatto in Borgogna nel 1682; MAGALLIO (s.). Principe ir-

un elogio storico del p. Marsolle ; landese, ch'era capitano di que' ladri


De ratione sludiorum monachorumj ossia filibustieri convertiti alla fede
votum de quibusdam Isacii Vos&ii-, da s. Patrizio. Divenuto dopo il suo
218 MAC MAC
battesimo un uomo tutto nuovo, solo, e sono di poca apparenza, ma
abbandonò l'umano consorzio, e vedonsi convenientemente distribui-
i-itit ossi nell'isola di Man, di cui te in un paese caldo. Sonovi po-
dicesi che fu poi eletto vescovo nel chi edilìzi degni di osservazione, il

4<j8. Egli aveva in no allora me- lì palazzo del consiglio d'una pesante
nato austeri vsi ma vita in un luogo architettura , è di granito , ed ha
pieno di montagne, il quale dal suo due piani e molte colonne, sulle
nome è stato appellato s. Magol- quali è scolpita in caratteri cinesi
do. Ampliò molto il regno di Ge- la cessione che 1' imperatore della
sù Cristo colle sue fatiche e co' suoi (lina fece di Macao ai portoghesi;
esempli. Ignorasi l'anno della sua la casa del governatore non è ri-
morte ; ed è nominato nei calen- marcabile che per la bella prospet-
dari d' Inghilterra e d'Irlanda sotto tiva che vi si gode. Fra le chiese
il giorno i5 aprile. La sua cassa quelle di s. Paolo e di s. Giusep-
fu custodita a Man nella chiesa di pe, senza essere bellissime, meri-
s. Magoldo , sino al tempo della tano qualche osservazione; vi sono
pretesa riforma. conventi e monasteri , e dei ban-
MACAO (Macaonen). Città con chi di molte nazioni : quello do-
residenza vescovile sottoil dominio gi' inglesi si distingue per un vasto
del Portogallo nella Cina , provin- edilìzio e comodo , e per un bel
cia di Kovang-toung, distante 25 giardino che rinchiude
all' inglese,

leghe da Canton, all'estremità me- la ove dicesi che il celebre


grotta,
ridionale della penisola del suo no- Camoens componesse il suo poema
me , che forma
punta sud di la della Lusiade. I giardini di Macao
un'isola della baia Canton. £ di sono in piccolo poco numero e
residenza d'un governatore porto- estesi ; una strada lungo l' acqua
ghese e di un mandarino cinese. assai larga, che domina verso l'est,
Costrutta in figura d'anfiteatro, so- offre un passeggio delizioso, spesso
pra un'altura, si distingue molto rinfrescato dai venticelli regolari di
da lunge per le sue case imbian- mare. Il porto di Macao situato
cate ed i suoi altri edilizi europei, fra la cittàed un'isola, ove si co-
che formano un contrasto marcato strusse una chiesa ed un osserva-
coi templi ed altri monumenti ci- torio, è poco profondo ed esposto
nesi. E assai bene fortificata , ec- ai venti del sud, del sud-ovest, del
cettuato nella parte occidentale, nord e del nord-est. I grossi na-
ove non è chiusa che da semplice vigli non vi possono entrare e get-
mura di giardini. Vedesi difesa da tano l'ancora a due leghe all'est;
molti forti, il più grande de' quali la rada è spaziosa. Macao era un
domina la città ; gli altri proteg- tempo piazza di commercio assai
gono la baia e l'ingresso del porto. importante , ma
dacché i porto-
Le strade di Macao sono strette ed ghesi più non frequentano il Giap-
irregolari, ma lastricate ; hanno nel pone, e che le loro relazioni colla
mezzo una grondaia rico-
piccola Cina, Siam, la Cocincina ed altre
perta di pietra, perla quale l'ac- parti dell'Asia furono quasi del tut-
qua scomparisce prontamente dopo to abbandonate, il suo commercio
la pioggia ; le case, fabbricate in si riduce a qualche spedizione per

pietra, non hanno che un piano Lisbona. Le nazioni di Europa che


MAC MAC 219
vi hanno dei fanno dei
Pondachi vi ton, ed anche impadronito
erasi
grandi affari colla Cina mediante del porto di Macao. I portoghesi
Canton. Conta più di i5,ooo abi- s'impegnarono allora ad un annuo
tanti, portoghesi, cinesi e malesi. I tributo di 37,5oo lire, per avere
primi comunicano poco cogli altri la libertà d'innalzare delle fortifi-

abitanti ; si credono disonorati se cazioni. I loro possessi si limitano


si dedicano ad un mestiere qua- presentemente alla penisola di Ma-
lunque, ed i negozianti ricchi fan- cao , chiusa da una muraglia di
no qualche armamento o prestano pietra grossissima, custodita da un
il loro denaro; i portoghesi pove- corpo cinese, che impedisce ogni
ri fanno de' viaggi per mare. Le comunicazione col restante dell'iso-
loro donne vivono assai ritirate ; la. Il governo di Macao sta tra le

vestite di nero e coperte di un mani di un governatore militare


manto quando vanno alla chiesa, portoghese assistito da un consiglio
si avviluppano in una specie di composto dal vescovo, da un giu-
abbigliamento che le copre dalla dice e da alcuni fra principali i

testa a' piedi ,


quando si recano iu abitanti ; un mandarino cinese vi
qualunque altro luogo con tale ; esercita le funzioni di governatore.
vestitosi vedono portate sopra un Dopo che nel i555 si aprì il traf-
palanchino se sono ricche , o in fico tra la Cina ed i portoghesi
una specie di baule quasi quadra- per mare, a questi fu come dicem-
to e che si chiama cayola, se so- mo donato Macao, a quel tempo
no poco ricche. I cinesi esercitano ignobile, e scoglio solamente famo-
a Macao ogni sorte di professione, so perchè ricovero dei pirati cine-
ed esclusivamente hanno tutte le si. Prima di tal donazione e nel
botteghe le cinesi portano quasi
; 106*2, come narrammo all'articolo
generalmente un parasole a metà Cina (Fedi), i gesuiti penetrati in
chiuso, tanto per guarentirsi dal Macao vi battezzarono molti schia-
sole, quanto dalle occhiate impor- vi cinesi, de' quali novecento erano
tune degli uomini. D' ordinario vi portoghesi, che tanti appunto sta-
sono in Macao molti forastieri che vano allora in Macao, ove vuoisi
v'impiegano delle grandi somme che nel i5j5 Gregorio XIII eri-
in case ed in piaceri , e ne' quali gesse la sede vescovile suflìaganea
osservasi agiatezza e grandissima at- della metropoli di Goa, come lo è
tività. tuttora. Indi nel i58i il p. Mi-
Macao, Amacaum, sino ai no- chele Ruggieri gesuita coli'elemosi-
stri giorni e prima del trattato na a lui fatta di trecento ducati
conchiuso tra l'Inghilterra e l'im- da un soldato o mercante italiano,
peratore della Cina, era il solo sta- fabbricovvi una casa ad uso di se-
bilimento europeo nell' impero ci- minario. Macao fu dunque il pri-
nese: fuceduto al Portogallo a mo vescovato eretto nella Cina, la
perpetuità, dall'imperatore Chi- quale da principio non formò che
tsong verso l'anno i58o, con uno una sola diocesi, anzi abbracciava
spazio di circa venti miglia di cir- questa anche le isole del Giappo-
conferenza, per avere i portoghesi ne. Avendo Gregorio XIII istituito
liberato la Cina da un capo di pi- questa sede ad istanza di Sebastia-
rati che avea posto l'assedio a Cau- no re di Portogallo, gliene con-
, ,

2 20 MAC MAC
cesso patronato a condizione che
il vescovo da Pio VI nel 1789; Fran-
dotaste l' episcopio nascente ed il cesco della Nostra Signora della
capitolo. A cagione dell' immensità Luce, de' minori della più stretta
di questo vescovato che compren- osservanza di s. Francesco, della
deva in origine tutta la Cina ed diocesi di Lisbona, preconizzato da
il Giappone, il Pontefice Sisto V Pio VII nel i8o4; e l'odierno
nel i588 dismembrando dalla dio- monsignore Nicola Rodriguez Pe-
cesi di Macao l'impero ed isole del reira de Borja della congregazione
Giappone, eresse in quelle un nuo- della missione, nato in Corticada ,
vo vescovato nella città di Funai, fatto vescovo da Gregorio XVI nel
accordandone al re di Portogal- concistoro de' 19 giugno i843. In
lo la nomina. Restando però an- quello poi de' 17 giugno 1844 il
cora amplissima la diocesi di Ma- medesimo Papa dichiarò coadiutore
cao, e propagandosi sempre più la di esso con futura successione mon-
lede cattolica nella Cina, ad istau- signor Girolamo Giuseppe de Mat-
za della corona di Portogallo fu- ta portoghese, e vescovo di Alto-
rono eretti da Alessandro Vili nel bosco o sia Colofone in partibus.
1689 i due vescovati di Pekino e 11vescovo fu nominato dalla regi-
di iNankino, e data la nomina ai na che regna Maria II, la quale
sovrani portoghesi. La diocesi di acconsenti all'elezione del coadiu-
Macao comprende al presente le tore.
vaste provincie di Kovang-toung e La cattedrale è dedicata a Dio
di Kovang-sij non che l' isola di in onore di s. Pietro principe degli
llaj nan o Anjan. 1 cattolici di tut- apostoli, la quale per essere in ista-

ta T isola si fanno ascendere a to rovinoso, i divini offizi si cele-


16,000. Nel tom. 1, pag. 287 del brano nella chiesa di s. Maria del
Bull, de prop. fide, è riportato il Rosario. Il capitolo si compone di
breve di Clemente XI, Ad aposto- cinque dignità, la prima delle quali
lalus nostri notiliam, de' 1 5 marzo è il decano, di sei canonici, di due
1711, col quale il Pontefice dichia- semi-canonici senza prebenda, di sei

rò nullo, irrito ed invalido, ec. ogni cappellani, ed altri preti e chierici


decreto, monitorio e censura ema- addetti al servigio divino. Nella
nata da Giovanni de Gazai vesco- cattedrale avvi il battisterio, e la
vo di Macao, e dal suo vicario ge- cura d'anime, la quale è ammini-
nerale, ministri ed ufFiziali, contro strata da un canonico; l' episcopio
il cardinal Carlo Tommaso de Tour- è contiguo alla medesima. Oltre la
non visitatore apostolico e legato cattedrale vi sono due altre chiese
in pregiudizio dell'immunità eccle- parrocchiali in Macao, munite del
siastica. Questo cardinale morto nel- sacro fonte, un monastero di mo-
le carceri di Macao agli 8 giugno nache Clarisse, una casa per le mis-
1710, per ordine del Papa il suo sioni, ed il seminario, oltre il mon-
cadavere fu trasportato in Roma, te di pietà. La mensa ad ogni nuo-
e tumulalo nella chiesa del colle- vo vescovo è tassata ne' libri della

gio Urbano. Gli ultimi vescovi di camera apostolica in fiorini 1 33


Macao sono Marcellino Giuseppe
, ascendendo la rendita a 5,ooo cro-
a Sylva dell'ordine equestre di s. ciati portoghesi, che paga l' erario
ìienedetly d'Avis di Papaiia, fatto regio, pari a scudi romani 2,5oo,
,

MAC MAC ii\


Queste sono le notizie che della se- fondi stabili, gli altri hanno i loro
de e diocesi di Macao ci danno le capitali rinvestiti in censi imposti
ultime proposizioni concistoriali. Al- sopra i fondi posseduti dai porto-
tre notizie recenti, sono le seguen- ghesi, i quali in caso di morosità
ti. I lazzaristi francesi hanno in possono essere obbligati a vendere
Macao un procuratore ed un ora- ad altri portoghesi fondi ipoteca- i

torio; quivi risiede ancora il pro- ti. In Macao vi sono finalmente


curatore delle missioni de' dome- conventi di domenicani, francesca-
nicani. I pochi conventi che esiste- ni ed agostiniani.
vano nell'isola di Macao hanno MACARIO d'Egitto (s.) , detto
subito la disgrazia comune a tutti il Vecchio. Nacque nell'alto Egitto
i pii stabilimenti che esistevano verso Tanno 3oo , e fu messo a
ne' domimi portoghesi. Il semina- guardare le gregge. Essendo ancor
rio di s. Giuseppe è sotto la dire- molto giovine si ritirò in una cel-
zione de' lazzaristi ed portoghesi , letta, ove accoppiava al lavoro del-
ultimamente eranvi alunni di Pe- le mani , che consisteva nel fare
lano e di Nankino. 11 collegio di delle ceste, un'orazione continua e
lazzaristi francesi serve anche di la pratica delle più grandi auste-
noviziato pei cinesi. Il procuratore rità. Una figlia di quel vicinato,
della congregazione di propaganda divenuta gravida, accusò Macario
fide, ha la patente di console del d'averle fatto onta, per lo che esso
re di Sardegna e di viceconsole di ebbe a soffrire i più indegni trat-
Francia. JNou tutte le persone nate tamenti , ma Dio non istelte mol-
o domiciliale a Macao godono i to a render palese l'innocenza del
privilegi concessi ai neofiti cinesi suo servo. Allora Macario, per fug-
li godono però in quanto ai digiu- gire l'ammirazione ch'era succedu-
ni e cibi proibiti in certi giorni, ta alla collera di quel popolo, ri-

per dispensa pontificia. Presso Ma- parò nel deserto ove pas-
di Scetti,
cao vi è il villaggio di s. Lazzaro sò gli ultimi sessant'anni di sua
abitato da 600 cinesi cattolici, che vita. Quantunque mettesse tutta la
ha una cappella ed una scuola. sua attenzione a celare le sue vir-
L'isola di Hong-Kong vicina a Can- tù, esse però tralucevano da lun-
ton, da ultimo ceduta agl'inglesi gi; laonde molte persone vennero
nel trattato di pace, formava parte a porsi sotto la sua condotta, per
della diocesi di Macao; ma il Papa apprendere da lui il modo di giun-
Gregorio XVI a' 22 aprile 184.1 gere alla perfezione. Fra tutti i
l'eresse in prefettura apostolica, che suoi discepoli egli non ne ritenne
comprende tutta l' isola. I cattolici presso di se fuorché uno, per aver
sono più di 3 00, ed a questa ora cura dei forestieri; tutti gli altri

dovranno già godere una scuola abitavano in celle romite, distanti


ed una chiesa. L' isola di Hong- le une dalle altre. Un vescovo di
Kong nella sua maggior lunghezza Egitto, che conoscea l'eminente san-
ha nove leghe, e quattro nella sua tità di Macario, pensò esser con-
maggior larghezza. Per gli europei veniente innalzarlo ai sacerdozio,
e per quelli di Macao vi è libero perchè potesse celebrare i divini
l'esercizio di religione. I soli por- misteri a comodo di quella santa
toghesi possono possedere in Macao colonia, che crescea tuttodì. Straor-
ii i MAC MAC
dinaric ciano le austerità di Ma- primo anacoreta che abitasse in
cario : egli mangiava una volta so* quella vasta solitudine. Cassiano lo
la alla settimana. Le sue istruzioni dice espressamente. Alcuni autori
erano ristrette a pochi motti, e mi- lo dicono discepolo di Antonio; s.

ravano in ispezialilà a raccoman- ma questa opinione non ha alcun


dare il silenzio, l'orazione , il rac- sodo fondamento, e meglio s'addi-
coglimento, l'umiltà e la mortifica- rebbe a s. Macario d' Alessandria.
zione, virtù che egli possedeva in Si trova il suo nome a' l5 di gen-
sommo grado. Oltre il dono della naio nel martirologio romano, e
profezia avea anche quello dei mi- a' 19 dello stesso mese nei Menei
racoli. Egli risuscitò un morto, per de' greci.
svergognare un eretico della setta MACARIO d' Alessandria (s.)
,

dei Jeratìci (Vedi) ch'erasi caccia- detto il Giovine. Esercitò dappri-


to nel deserto, il quale fra gli altri ma il mestiere di mercante di treg-
suoi errori negava la risurrezione gea o confettura ; ma in sul fiore
dei corpi. Cassiano dice, che s. Ma- dell* età abbandonò il mondo per
cario fece solo parlare un corpo consecrarsi tutto a Dio. Si ritrasse
morto, e poi gli disse di starsi in nella Tebaide o alto Egitto l'anno
pace fino alla risurrezioue univer- 335 , e colà apprese le massime
sale. Lucio, patriarca ariano d' A.- della più sublime virtù , sotto la
lessandria, convinto per esperienza direzione dei più abili maestri della
che i solitari non si potevano smuo- vita monastica. Dopo molti anni
vere dalla dottrina dei padri del passò nel basso Egitto, e dimorò
concilio di Nicea, mandò delle trup- successivamente nei deserti di Scet-
pe nel deserto a dispergerli molti : ti, di Nitria, e in quello delle Cel-

riportarono la corona del martino; lette, cosi detto dalle piccole celle
Macario ed altri principali furono che i solitari vi fabbricarono: quivi
rilegati per ordine dell' imperatore fu innalzato al sacerdozio. Quan-
Valente in un' isoletta d'Egitto cin- tunque grandi fossero le austerità
ta di paludi. I pagani che quivi che si pia lica vano in quel deserto,
abitavano, ammaestrati dai santi tutte le avanzavano di molto quelle
confessori, rinunziarono al colto de- di Macario. Per sett'anni egli non
gl' idoli, e ricevettero il battesimo. visse d'altro che d'erbe crude e di
Tosto che il popolo d' Alessandria legumi ; nei tre susseguenti si con-
ebbe saputo questa cosa esclamò , tentò di tre o quattro onde di pa-
contro l'ingiustizia del patriarca, ne al giorno. Penetrato dalla fama
di maniera che questi , temendo del monastero di Tabenna gover-
una sedizione permise ,
ai solitari nato da s. Pacomio, volle andarvi
di tornarsene alle loro cellette. S. da artigiano, e vi passò
travestito
Macario, restituito alla sua solitu- una quaresima senza mai sedersi,
dine, riprese gli ordinari suoi eser- e senza mangiare altro che alcune
cizi. Qualche tempo appresso, aven- fogliacee di cavoli affatto crude. Il
do conosciuto ch'era vicino al suo lavoro delle mani, in cui occupa-
fine, visitò tutti i solitari di Nitria, vasi, non arrecava alcuna distrazio-
lasciando loro utili ammaestramen- ne suo spirito, unito intimamen-
al
ti ; e morì nel 390, in età di no- te aDio per mezzo dell'orazione.
vantanni. Pare eh' egli sia stato il Fu sovente tentato di abbandona-
,

MAC MAC p?3


re il deserto, per poter esercitole car> beato. Questo titolo che equi-
altre opere dk carità ; ma seppe vale a quello di Beatitudine (di
scoprire il laccio che gli tendeva cui si parla all'articolo Beatissimo),
lo spirito tentatore sotto sì specio- che si dà ora al sommo Pontefice

so pretesto, e ne trionfò tribolando romano, nella novella VII di Giu-


il suo corpo. Iddio che si piace stiniano I, e nel concilio di Costan-
compartire alle anime pure straor- tinopoli sotto Menna, Jet. 1, 2, ap-
dinari favori, fece conoscere a Ma- plicossi pure al patriarca di Costan-
cario le cose più segrete ed impe- tinopoli ; e quello di Macariolato
netrabili all'umano intelletto, e gli cioè Beatissimo, esclusivamente da-
conferì eziandio il dono dei mira- vasi al patriarca d'Alessandria ed al
coli : Palladio, che visse tre anni Papa.
con lui , ne conta parecchi di cui MACARSKA (de Macarska).
fu testimonio. Nel 'Òj5 Lucio pa- Città vescovile di Dalmazia, capo-
triarca ariano d'Alessandria lo fece luogo di circondario, distante 26
sbandire pel suo attaccamento alla leghe da Ragusi, ed 11 da Spala-
fede cattolica ; insieme con s. Ma- tro. È situata sulla spiaggia del-
cario Giunto finalmente
d'Egilto. l' Adriatico, in faccia della punta
ad una estrema vecchiezza si ad- B razza ; non è
orientale dell' isola
dormentò nel Signore. Tillemont cinta di mura perchè di nuova fon-
coll'autorità di Palladio, stabilisce dazione, ma piantata in sito ame-
la data della sua morte nell'anno no e comodo. Posta al piede del
3g4 o 395. I latini ne celebrano monte Briocovo ha due sobbor- ,

la festa il dì 2 gennaio; i greci ghi, tre chiese ed una caserma pei*


l'onorano dì 19 dello stesso me-
il 5oo uomini. 11 suo porto non mol-
se, con Macario d'Egitto, detto
s. to ampio, né sicuro , è però suffi-
il Vecchio. La Regola detta di s. ciente al suo traffico; vi si espor-
Macario, è a lui attribuita. ta principalmente una quantità di
MACARIO (s.), vescovo in Iseo- squisiti fichi ed altre frutta ; fa

zia. Fioriva circa l'anno 787, e pure un attivo commercio di tran-


meritò per le sue virtù l'onore del- sito fra l'Italia e la Turchia. La
l' episcopato , i doveri del cui mi- pesca è assai abbondante sulla co-
nistero adempì con esatta fedeltà sta. Vi è stabilito un seminario per
da buon pastore. La chiesa catte- gli ecclesiastici di liturgia slavoni-
drale di Aberdeen fu dedicata alla ca , i quali differiscono nel rito.

Beata Vergine e a s. Macario, la Conta più di 2000 abitanti , che


cui festa è segnata il 12 novem- hanno uno spirito vivo, commer-
bre. ciante, e sono quasi tutti di figura
MACARIOTATO, Macariotatas. altissima; dedicano principalmen-
si

Superlativo di Macarios, beato, cioè te alla navigazione ed alla pesca.


Beatissimo (Fedi). Il patriarca di 11 circondario di Macarska, situato
Costantinopoli scrivendo al Papa gli fra quello di Spala tro al nord , e
dava questo titolo, e l'imperatore quello di Ragusi al sud, è irrigato
Giustiniano I lo diede agli arcive- dalla Warenta. Questa città è il
scovi di Acrida metropolitani di capoluogo dell'antica Dalmazia pro-
tutta la Bulgaria. Dicesi poi Ma- priamente detta, alla quale le foci
cariote, Macariotes, dal greco ma- del Ciltina e del Narenta facevano
,

1*4 MAC MAC


confine. I greci chiamarono Para- ed a questa l'uni col grado di con-
talassici questa contrada, ed ni no- callcdralc, onde il vescovo s'inti-
stri giorni tutto il littoralc porla tola vescovo di Spalatro e Mac.ar-
il nome di Primorie. A non molla fcka, ed x suflVaganeo della metro-
<

distanza vedono ancora gli avan-


si poli di /ara. Primo vescovo di
zi dell'antica città di Mocro, men- queste due chiese unite Paolo
fu
zionata dal Porfìrogenito, e si cre- Mi ossi eh, secondo le annuali Noti-
de che da un tal nome, per corru- zie di Roma, della diocesi di Slri-
zione, sia derivato quello di Ma- gonia, fatto vescovo da Pio Vili
carsca, o Macarska, o Makarska. nel concistoro de' 18 marzo i83o:
Alcuni vogliono che abbia rimpiaz- la proposizione concistoriale lo di-
zato la città di Rataneum o Reti- ce di Macarska. Dalla proposizione
no. Antiche tombe slave, ma pri- concistoriale poi del nominato ul-
ve di epigrafe, sono sparse intorno timo vescovo rilevasi lo stato della
al santuario della Madonna di Tu- chiesa di Macarska, quale andiamo
cepi.Nel 1646 si diede volonta- a descriverla. La cattedrale, di buo-
riamente alla veneta repubblica na e recente struttura è sacra a ,

che le accordò molti privilegi. Dio sotto il titolo di s. Marco. In


La sede vescovile fu eretta ad essa si venera il corpo di s. Cle-
istanza del conte di Chulmie nel mente martire, patrono della città.
secolo XI, e fatta suffraganea del- Vi è la cura d'anime col fonte
l'arcivescovo di Spala tro primate battesimale, essendone parroco l'ar-

della Dalmazia e Croazia. Alessan- ciprete. Il capitolo si compone della


dro Vili nel 1690, avendo conce- dignità d'arcidiacono, di sei cano-
duto alla repubblica veneta 1' in- nici comprese le prebende del teo-
dulto di presentare alle sue catte- logo e del penitenziere, di quattro
drali conquistate e da conquistarsi, mansionari, e di due chierici be-
il XII ad i-
successore Innocenzo neficiati con sufficienti assegni. L'e-
stanza della medesima nel 1698 piscopio è situato presso la catte-
dichiarò esenti dall' esame e dal drale. Non vi è nella città altra
venire a Roma i soggetti che avreb- chiesa parrocchiale, bensì due con-
be presentato alle cattedrali di Scar- venti di religiosi , ed alcune con-
dona e di Macarska, della quale fu fraternite. Ogni nuovo vescovo era
fatto vescovo Nicola Biancovich. Cle- tassato ne' libri della camera apo-
mente XII nel 1731 preconizzò a stolica in fiorini i43, corrisponden-
questa chiesa Stefano Blascovich. ti mensa che si calcolava cor-
alla
L'ultimo vescovo di Macarska fu rispondere a i5oo ducati. La dio-
l'arcidiacono della medesima Fa- cesi aveva 80 miglia di circuito, e
biano Blascovich di Solta diocesi conteneva 60 parrocchie.
di da Pio
Spalatro, fatto vescovo MACCABEI ( i sette ) , martiri
VI nel concistoro de' i5 dicembre dell' antica legge. I sette fratelli

1777, e morto nel 1 8 9 d'anni 1


chiamati Maccabei erano giudei
novanta. Il Pontefice Leone XII ragguardevoli pel loro attaccamento
colla bolla Locum B. Petri Aposlo- alla legge, e per la santità della
li ì priclie kalendas julii 1829, sop- loro vita. Essi furono martirizzati
presse la sede di Macarska, dichia- colla loro madre durante la perse-
rò Spalatro (Vedi) sede vescovile, cuzione di Antioco Epifane re di
MAC MAC 225
Siria. Questo principe arrivato a non pochi che vollero piuttosto
Gerusalemme, uccise in tre giorni morire che trasgredire i divini pre-
ottantamila giudei , ne vendette cetti. Eleazaro, uno dei principali
quarantamila come schiavi alle vici- dottori della legge, in età di no-
ne nazioni, ed altrettanti ne fece vant' anni , fu di quelli che si se-
prigioni ; indi spogliato sacrilega- gnalarono maggiormente per zelo
mente il tempio de' sacri arredi, e coraggio , lasciando nella sua
oltre a mille ottoceuto talenti , se morte un grande esempio di virtìi
ne tornò in Antiochia , lasciando e di fermezza. Il martirio di E-
governatore della Giudea Filippo^ leazaro fu seguito da quello de'set-
uomo ancor più crudele di lui. te fratelli Maccabei, che sof-
detti
Dopo diverse conquiste nell'Egitto frirono l'uno dopo
l'altro con in-
essendo stato costretto per l' auto- vincibile costanza i più spaventosi
rifa romani di por fine alla
dei tormenti. La loro madre, di un
guerra, mentre era rivolto contro coraggio ben superiore al suo ses-
Alessandria, fermò di vendicarsi so , era con essi e confortavali
sopra i giudei, e mandò nella Pa- a patire e morire per la religione
lestinaApollonio con ventiduemila de'loro padri. Ne rimaneva anco-
uomini, commettendogli di porre a ra uno, minore, cui Antioco
il

sacco Gerusalemme. Costui, il sab- tentò di con lusinghe e


sedurre
bato seguente al suo arrivo, allor- generose promesse, procurando e-
chè tutto èra tranquillo, fece spar- ziandio d'indurre la madre a per-
gere i suoi soldati nei diversi quar- suadervelo per conservarsi almeno
tieri della città, con ordine di quest' uno; ma essa con sovrau-
trucidare tutti quelli a cui si sareb- mana fortezza lo esortò invece a
bero avvenuti. I giudei si lascia- seguire1' esempio de' suoi fratelli,
rono uccidere senza difesa, per non Finalmente dopo aver veduto spi-
violare l'osservanza di quel giorno: rare anche questo, l'eroica donna
diecimila che non rimasero vittime terminò essa pure la vita in mez-
della strage generale furono mena- zo ai supplizi. La vittoria di que-
ti prigioni , alcuni si diedero alla sti santi atleti fu tanto più glo-
fuga. Gerusalemme fu saccheggiata riosa, in quanto che trionfarono
e incendiata, le mura furono de- di Antioco in persona. Sembra es-
molite, il culto del Signore abban- sere questo principe venuto a Ge-
donato, e il luogo santo profanato, rusalemme, sperando di vincere
venendo il tempio dedicato a Gio- colla sua autorità, o con barbari
ve Olimpio. Da tutte le parti ve- raffinamenti di crudeltà, la costau-
deansi altari, statue e boschi conse- za di che aveano resistito
coloro
ciati agli impuri misteri del paga- agli ed alle torture impie-
artifìzii
nesimo. I giudei erano costretti a gate da'suoi ministri. Alcuni scrit-
sagrifìcare sotto pena della vita, tori hanno preteso che questi san-
per guisa che tutta la Palestina ti martiri abbiano sofferto ad An-

non eia che un teatro spaventevole tiochia non a Gerusalemme ; ma


,

d idolatria, di dissolutezze e di uc- è più verosimile che ciò avvenisse


cisioni.Chi seguiva qualche osser- in quest' ultima città. Essi consu-
vanza della legge era condannato marono il loro sagrifizio 1' anno
alla morte; nulladimeno ve n'ebbe del mondo 3837, che corrisponde.
vol. xl. i5
1*6 MAC MAC
al i45» dell'era de'Seleucidi , e 164 a' 16 dicembre 1641 Io creò car-
avanti Gesù Cristo. La festa ilei dinale prete del Gio-titolo de'ss.
sette Maccabei e della loro madre vanni e Paolo. Dopo aver contri-
celebrava si il primo d'agosto nei buito col suo voto all'elezione d'In-
primitivi tempi della Chiesa, e sot- nocenzo X , e celebrato il sinodo
to questo giorno sono menzionati nella sua chiesa , che pubblicò
nel martirologio romano. Abbiamo colle stampe, morì in Ferrara nel
dei panegirici scritti in onore di essi i653, d'anni quarantatre, e fu se-
da s. Gregorio Nazianzeno, da s, polto in quella cattedrale col solo no-
Giovanni Crisostomo, da s. Agosti- me scolpito sopra la tomba avanti
no, da s. Gaudenzio di Brescia, l'altare dell'Angelo Custode, ora non
e da s. Leone Magno. più esistente.
MACCHIAVELLI Francesco Ma- M
ACEDO Francesco. Nacque a
ria, Cardinale. Francesco Maria Mac- Coirnbra nel Portogallo nel 1596,
hiavelli, di nobile ed antica stirpe quindi entrò nella compagnia di
di Firenze, nipote del cardinal Ma- Gesù nel 1610, e passò in seguito
galotti , e cugino dei cardinali nei francescani. Recossi a
Parigi
[Barberini nipoti di Urbano VI IT, sulla fine del ministero del cardi-
giovane di aurea indole, di soda nal Richelieu, e qualificossi poscia
pietà e d' integerrimi costumi, ot- come consigliere e predicatore or-
tenne da detto Papa un canonica- dinario del re. Dalla Francia si

to nella basilica vaticana, e poi recò in Inghilterra, fece un viag-


fu destinato alla vice-legazione di gio in Portogallo, e si portò in
Ferrara, indi ammesso tra gli u- Roma verso il 16 58, per insegnar
ditori di rota. Inoltre Urbano Vili la teologia nel collegio Urbano.
lo spedì in Milano a complimen- Ivi sostenne per tre giorni pubbli-
tare in suo nome il cardinale in- che tesi intorno a moltissimi sva-
fante di Spagna, avanti a cui re- riati quesiti, ai quali non poteva
citò nel pontifìcio nome ed in quel- essere preparato preventivamente.
lo de'cardinali nipoti, un'elegante Chiamato qualche tempo dopo a
orazione. Poscia accompagnò il car- Padova per insegnarvi, egli vi die-
dinal Ginetti legato a latere in de eguale spettacolo per otto gior-
Colonia , in qualità di uditore e ni , e la sua vena poetica fece
datario della legazione; dipoi ivi scorrere anche in quella occasione
si fermò coi gradi di patriarca di i versi latini con maggior facilità
Costantinopoli e nunzio apostolico, e prontezza che nella prima circo-
a fine di stabilire la pace. Accadu- stanza. Dicesi che credendo alcuno di
ta in quel tempo la morte del car- porlo in imbarazzo gli propose di
dinal Magalotti suo zio e vescovo descrivere estemporaneamente la Gì-
di Ferrara ,
questa chiesa gli fu con- gantomachia, e Medea in furore,
ferita neli638, in età d'anni ven- e che Macedo lo fece immediata-
totto. suo contegno ecclesiastico,
Il mente impiegando più di duemila
esemplare e cortese, gli acquistò la versi. In occasione di queste tesi,

affezionecomuue, e la stima de'dio- egli compose un'epigramma in ono-


cesani, avendo esercitato in tempo re della repubblica di Venezia, che
di guerra anco l'officio di pro-lega- la repubblica stessa trovò così bel-
to. Benché assunte, Urbano Vili lo, che lo volle esposto nella bi-
,

MAC MAC 22/


blioteca di s. Marco, scritto di Tessaglia, ed è circondata a le-
nroprio pugno dell'autore, det qua- vante dal mare Egeo, a ponente
le il Senatore G ri mani fece il ri- dal mare Adriatico , a mezzodì
tratto. Essendosi però Macedo ini dall'Epiro, ed a settentrione dalla
mischiato in cose che non gli ap- Mesia superiore. Dividevasi la Ma-
partenevanp, cadde in disgrazia del- cedonia nel VI secolo in due pro-
la che lo fece mettere
repubblica vincie, in Macedonia prima cioè,
in mori nel 1678 o
carcere, ove ed in seconda. Trovasene fatta
1681. Il p. Macedo avea un'im- menzione dell'una e dell'altra nel-
mensa erudizione,, molta presenza la Notizia, che contiene la divi-
di spirito, una memoria prodigiosa sione romano sotto
dell' impero
ed una fecondissima penna. Egli Arcadio ed Onorio. La prima e la
stesso una delle sue ultime ope-
in seconda Macedonia ebbero per me-
re intitolata Myrolhecium morale,
: tropoli la città di Tessalonica, infino
dice di avere recitato e composto in a che l'Illiria orientale passò sot-
sua vita cinquantatre panegirici, ses- to la dipendenza della sede di Co-
santa arringhe in latino, trentadue stantinopoli : fu in allora che Fi-
orazioni funebri, quarantotto poemi lippi diventò metropoli della secoli -
epici, centoveutitre elegie, centoquin- da Macedonia. V. Tessalonica e
dici epitaffi, duecentododici epistole Filippi. La Macedonia occupa il
di dedica, più di tremila cinquecento trentesimonono rango nella Notizia
versi, e composti quarantaquattro dell'imperatore Leone. Il metropo-
volumi. Le sue
opere principali litano di Eraclea Perinthus (Vedi)
"
sono: i.° Elogia Gallorum. 2. assunse il titolo di esarca di tut-
Jus succedendo in Lusitani ae regnimi ta la Tracia e della Macedonia.
CaOierinae regis Emmanuelis ex MACEDONIA. Parte considera-
Eduardo doctorum
/ìlio neptis , bile della Grecia, presa nella sua
sub Henrico rege ultimo Conimbr. maggior estensione, e che portò
sententiìsQ.onfirmaLum, Parigi 1 64 • : un tempo diversi altri nomi, come
quest'opera è scritta in favore del quelli di Gemenia, Migdonia, Peo-
duca di Braga n za innalzato al tro- nia, Edonia, Pieria, Ematia, ec.
no di Portogallo, e di cui Macedo antica sede di una famosa monar-
tu uno dei più zelanti difensori. 3.° chia. Vi sono degli interpreti del-
Mens divinilus inspirata Innocen- la Scrittura sacra, i quali credono
tio X. Quest' opera scritta contro che laMacedonia sia stata popo-
le proposizioni di Giansenio, ebbe lata da Gethim, figlio di Javan,
gran plauso in Roma. 4-° Historia e che tutte le volte che leggesi
recenlium marlyrum japonensium. Geihim nel testo ebraico devesi
5.° Apologetici^ prò Lusitania vin- sempre intendere la Macedonia. I
dicata, ed altre opere, oltre quelle suoi limiti molto variarono, come
scritte nella lizza contro il p. No- la ad epoche di-
sua estensione.,
ris poi cardinale, cui spedi un verse, e la Macedonia fu qualche
cartello di sfida letteraria. volta confusa anche con la Tessa-
MACEDOJNIA. Contrada d'Euro- glia. I suoi confini antichi erano
pa, e provincia ecclesiastica della all'oriente 1' oceano ed il mare
diocesi deWJlliria (Vedi) orientale. Egeo; all'occidente il mare Jonio
Essa confina coli' Acaia e colla e l'Adriatico; al settentrione le
,

2*8 MAC MAC


montagne mez-
della Mcsia, ed al derazione, che conciliossi l'amicizia
zodì l'Kpiro e la Tessaglia, che al- de' popoli vinti, e col loro aiuto
cuni pongono altresì colla Tracia pervenne ad estendere le sue con-
nella Macedonia, nel tempo che quiste. Niente essendosi conservato
era considerata come una possente di preciso sulla primitiva lingua
monarchia sotto Filippoed Ales- de' macedoni, alcuni autori dicono
sandro il Grande. Sotto Carano, ch'era tanto diversa dalla lingua
fondatore di questo imperio, era greca, che i greci ed i macedoni
limitala la Macedonia, all'est dal- non s'intendevano che col favore
la Fiotide e la Pieria ; all' ovest d'un interprete. Quantunque fos-
dai lincesti e gli Oresti; al sud sero governati da un re, conserva-
dalle montagne della Tessaglia, ed rono però molta libertà, talché
al nord dalla Migdonia e dalla Luciano chiamò i macedoni uo-
Pelagonia. Dacché il valore e la mini liberi. I macedoni adoravano
prudenza de'suoi re la portarono molte divinità, e particolarmente
ad un alto punto di splendore e Ercole e Diana; erano superstizio-
di gloria, vi si contavano sino a si quanto i greci I macedoni.

i5o popoli diversi, fra i quali i quanto sobri nelle abituali loro
più rinomati nella storia furono i maniere di vivere, erano altrettan-
taulanti, gli elymioti, i dessareti, to magnifici nei pubblici festini :

i migdonii, i bissiti, gli edonii., i giovani potevano prender posto


ec. Fra le principali città si devo- in questi festini anche presso il re,
no nominare Pella , Dyrrachium ,
purché avessero ucciso un cinghiale
Apollonia, Edessa, Tessalonica, La- colle proprie armi. Questo regno
rissa, Lissus, ec. oltre a tante al- ne' suoi principii debole e rinchiu-
tre, che questo regno
contandosi so fra i suoi limiti naturali, fu per
ne contenesse sino a i5o, numero quasi quattro secoli il giuoco dei
che corrisponde a quello dei diver- greci, de'peoni e degli illirii.

si popoli che l'abitavano. I mace- Quasi tutti gli autori si accor-


doni sembrano avere avuto molte dano nel fare il fondatore dell'an-
relazioni coi traci; ma siccome i tico regno di Macedonia, Carano
greci risguardarono come bar-
li discendente di Ercole, che uscito
bari, e che quindi pochissimo con dal Peloponneso, sorprese Edessa
essi comunicavano, ne han- cosi se e incominciando da tale conquista
no incerte nozioni. Probabilmente fece la guerra ai suoi vicini, fin-
condussero per lungo tempo una ché lasciando questo nuovo regno
•vita selvaggia, cosicché la lista dei alla sua posterità, essa ne godette
loro re non risale che all' anno tranquillamente in Ceno eTirimma,
807 o 796 avanti Gesù Cristo ,
fino a Perdicca I che fu assunto
allorquando l'eraclide Carano mon- al trono 695 anni avanti la nostra
tò sul trono. Secondo Giustino era. 11 suo figlio legittimo fu uc-
questo principe era capo di una ciso da Archelao suo bastardo, a.
colonia di argieni, che colla forza cui Galero tolse la vita. Oreste,
delle armi si stabilì in questo pae- altro bastardo di Perdicca 1, fu as-
se, e che dicevano discendenti
si sassinato dal suo tutore Atropo, il

da Ercole. Si aggiunge che il vin- cui figlio Pausa uia, dopo il regno
citore si condusse eoo tanta mo- di un anno, fu scacciato da Amin-
MAC MAC 229
ta I ch'era figlio di Filippo I e pare tutti i mezzi posti in ope-
fratello di Perdicca II, e discen- ra dalla politica ed ambi- destra
dente di Carano: le guerre fra ziosa di questo principe, ne di se-
Pausania ed i Caranaidi non fini- guire Alessandro il Grande suo fi-
rono finché Perdicca III, di cui glio nel rapido corso delle sue im-
parleremo, non vendicò la morte mense conquiste ,
parlandosi delle
del fratello Alessandro» Il regno cose e fasti principali dell' uno e
di Aminta IV fu clamoroso: sot- dell'altro negli analoghi articoli.
to questo principe Dario volendo Sotto regno di Filippo II la di-
il

portare le sue armi contro greci i sciplina militare pervenne ad un


di Europa, inviò ambasciatori al alto grado di perfezione in Mace-
re macedone per chiedere soccorsi, donia. Oltre le truppe nazionali vi
ma questi avendo insultato le don- erano d'ordinario vari corpi ausi-
ne che comparvero alla fine del liari, e le prime si dividevano in
pranzo dato per festeggiarli furo- tre corpi. Il più terribile era la
,

no tutti assassinati. Questa scena falange macedonica^ così detta per-


di sangue avrebbe avuto conse- chè inventata dai macedoni, corpo
guenze terribili pei macedoni, se il particolare di soldati scudi e lun- :

principe Alessandro non aveva la ghe picche ne formavano l'armatura;


destrezza di guadagnare il coman- nelle battaglie gli uomini che la
dante delle truppe che si spediva- componevano si rannodavano insie-
no contro suo padre. Bubaris di- me strettamente in un quadrato
7
venuto amoroso della sorella di A- profondo, co loro scudi uniti e col-
lessandro , prestossi a tutto onde le picche incrociate, e si tenevano

guadagnare la sua mano , ma la talmente tra loro congiunti ch'era


Macedonia fini per divenire tribu- impossibile rompere o penetrare en-
taria dei re di Persia. Da questo tro la massa. La falange era coni»
regno la storia di Macedonia in- posta di ottomila uomini, e l'Evre-
comincia ad essere legata con quel- mont nota che questo formidabile
la delle altre potenze della Grecia: corpo di combattenti superava in
A minta IV morì 3j5 anni avanti coraggio e vigore la legione ro-
l'era nostra, lasciando tre figli* A- mana. Allorché Filippo II ebbe
lessandro, Perdicca e Filippo, non conquistato una porzione della Tra-
che un figlio naturale chiamato To- cia e dell'I lliria, il regno di Mace-
lomeo. La prudenza di Perdicca IH, donia cominciò a divenire celebre
uno de' tre figli di Aminta IV , nella storia. Sì stese allora dal mar
preparò il regno di Filippo II suo Adriatico sino allo Strimone, o per
fratello, il montò sul trono
quale meglio dire imperò nella Grecia ;
l'anno 3 60 morendo Perdicca III
: in fine era riservalo ad Alessandro
lasciò il suo figlio A minta sotto la il Grande, che col nome di Ales-
tutela dello zio Filippo II. Il giova- sandro divenne re di Macedo-
III
ne principe poco visse , lasciando nia l'anno 336 , di aggiungere a
una figlia che in seconde nozze fu questo regno non solo l'intera Gre-
maritata a Cassandnr, quando già cia, ma pur anco tutta 1' Asia ed
Filippo li erasi impadronito dello una considerabile porzione dell' A*
slato. frica. In tal modo per le conquiste
Non è qui possibile di svilup- di questo grand' uomo innalzossi
23o MAC MAC
l' impero macedonico sulle rovine pò si divisero il regno. Antipatro
immense di tanti regni e di gre- uccise la madre, ed esseìido stalo
che repubbliche, e gli avanzi della scacciato da Alessandro, ritirossi
Joro gloria procurarono un nome presso Lisimaco suo suocero che ,

singolare a dei barbari eh' erano lo fece uccidere. Alessandro avea


stati per lungo tempo tributari dei chiamato in soccorso Pirro re di
soli ateniesi. La storia ci tramandò Epiro [Fedì) e Demetrio I figlio
i nomi di Agi re de'peoni, di Bar- d'Antigono re di Siria, contro suo
dili re dell'llliria, e d'Alia re di fratello; ma la dillideuza essendo
Scita, vinti da Filippo II nel 338 fra loro insorta, Demetrio fece uc-
e 33q , e quelli di Sirino re dei cidere Alessandro, e si rese padro-
triballi popoli di Mesia, e di Glau- ne della Macedonia che lasciò ad
cia re de' taulanzii, sconfìtti da A- Antigono suo figlio, il quale ne fu
Jcssandro il Grande nel 336. Mori due volte scacciato. Fra esso e De-
questo celebratissimo principe nel metrio lì suo figlio, Lisimaco re
324, e venne proclamato re di Ma- di Tracia, che avea comandato sot-
cedonia dalla fanteria Filippo Ari- to Alessandro, e che poscia era sta-
deo suo fratello , che fu succeduto to fatto governatore della Tracia
(oltre Alessandro Ego nato un me- da Perdicca, dal 286 in poi regnò
se dopo la morte di Alessandro il cinque anni in Macedonia, e poscia
Grande, Perdicca e Pitone che ne Alessandro figlio di Pirro in Epi-
furono reggenti ) nel 3 20 da An- ro. Oltre a ciò, Seleuco re di Si-
tipatro; ma sotto Alessandro il ria dominò la Macedonia 282 an-
Grande incominciò e firn l'univer- ni avanti Gesù. Cristo, indi la si-

sale monarchia de' greci. gnoreggiarono Tolomeo Cerauno


Antipatro ebbe in successore Po- figlio di Tolomeo I re d'Egitto,
lispercone che regnò sino al 3 11. Meleagro fratello di Cerauno, An-
La posterità di Alessandro il Gran- tipatro figlio di Cassandro nel 278
de spense per la morte di Er-
si per la seconda volta, non che An-
cole suo figlio naturale. Cassandro, tigono da Goni figlio di Demetrio
Tolomeo, Lisimaco, Seleuco ed An- I. Dipoi Demetrio li ricuperò la
tigono si contesero l' impero nella Macedonia sopra Alessandro, e la-
battaglia d'Ipso o Ipsopoli. Cassan- sciò Filippo III suo figlio (ovvero
dro divenne signore di Macedonia Filippo V contando Filippo Ari-
e regnò dal 3 1 1 al 298 era fi- ; deo, e Filippo figlio di Cassandro),
glio di Antipatro, e fece morire la sotto la tutela di Antigono Doso-
regina Olimpia vedova di Filippo ne suo figliuolo bastardo, il quale
II, ed Alessandro Ego figlio postu- usurpò il regno del pupillo Tanno

mo del grande Alessandro. Fu egli 232. Intanto l'Epiro dopo Pirro


che persuase Polispercone di dis- III, Laodamia o Deidamia , cadde
farsi altresì del nominato spurio in potere de' re di Macedonia. Fi-
Ercole, e il Peloponneso,
gli lasciò lippo III o V ritrovò il mezzo di
ritenendo per sé il restante della riconquistar suo stato, e gover-
il

Grecia colla Macedonia. A Cassan- nollo sino a che Perseo lo fece mo-
dro successe Filippo suo figlio, e rire 178 anni avanti la nostra era.
dopo la morte di questo, Antipa- Questo Perseo, ultimo re di Mace-
tro ed Alessandro fratello di Filip- donia, fu preso e vinto dai roma-
,

MAC MAC %U
ni Tanno 167, sotto il console Pao- stiana, ed i punti più sostanziali
lo Emilio loro generale, con Filip- della disciplina e morale evangeli-
po ed Alessandro suoi figli, cioè ca. Da Filippi i banditori del van-
l'anno 586 dalla fondazione di Ro- gelo passarono per Amfipoli e per
ma. Filippo morì in prigione, ed Apollonia, giunsero a Tessalonica
Alessandro non ebbe per sussistere città nobilissima di tutta la Mace-
che il travaglio delle proprie mani. donia. Vi predicò s. Paolo il van-
Certo Andrisco dominò in qualche gelo e lo confermò colla virtù dei
parte della Macedonia dall' anno miracoli, per cui una gran molti-
i52 all'anno 148 avanti la nostra tudine di gentili abbracciarono la
era e la Macedonia venne fatta
, fede cristiana. I filippensi per ben
provincia romana. Paolo Emilio di- due volte lo provvidero di tutto il

vise regno in quattro regioni ;


il bisognevole quando soggiornava in
la seconda fu chiamata Macedonia Tessaglia, ed i macedoni gli man-
salutaris, a cagione delle sue acque darono denaro in Corinto i ma- :

minerali, ed estendevasi nella parte cedoni divennero il modello de'cre-


superiore della Macedonia, dal lato denti. Nell'anno 4' 4 fi* tenuto uu
delle montagne che separavano que- concilio nella provincia di Mace-
sta provincia dalla Mesia superiore donia, che fu confermato dal Pon-
o Dardania. Stava sotto la metro- tefice s. Innocenzo I. Reg. tom. I,

poli di Sobi, e comprendeva otto Labbé" tom. Arduino tom. I.


II,

città. I principali dello stato che , La chiesa di Macedonia fu sempre


potevano eccitare turbolenze , fu- dipendente dalla Sede apostolica: tan-
rono condotti in Roma, ed i ma- to dichiarò a nome di tutti i ve-
cedoni dopo tanti anni di gloria, scovi dell'lllirio, Teodosio vescovo
successivamente divennero sudditi di Echino della provincia di Tes-
degli imperatori greci, passando saglia, nel concilio romano tenuto
pure sotto il dominio de' turchi nel 53 1 da s. Bonifacio li. Molti
che chiamarono Magdonia la Mace- monumenti apertamente dimostra-
donia, quando si resero padroni di no la podestà patriarcale de' roma-
tutta la Grecia. ni Pontefici sopra la diocesi dell'II-
La luce del vangelo fu recata ai lirio. Essi commisero le proprie ve-
macedoni dall' apostolo s. Paolo. ci ai vescovi di Tessalonica capo
Essendo egli in Troade gli appar- delle provincie contenute nella dio-
ve in visione un uomo vestito alla cesi di Macedonia, acciocché le am-
macedonica che istantemente lo
, ministrassero con potestà esarcale ;

pregò passar in Macedonia ad il- raccogliendosi dalla lettera di s. In-


luminarne popoli, ed alcuni dis-
i nocenzo I ad Anisio Tessalonicense,
sero che l'apparso era l' angelo di che i Pontefici s. Damaso I, s. Siri-
questa contrada. Dall'Asia s. Pàolo ciò, e s. Anastasio I, fino dal secolo
passò dunque in Europa, onde co- IV aveano istituito que' prelati vi-
minciar dai macedoni a predicare cari della santa Sede, riuscendo per
il vangelo. All'apostolo si unirono la distanza de'luoghi incomodissimo
Timoteo, Sila e s. Luca; portandosi- e difficile che i vescovi dell' Illiri-

a Filippi, città primaria della Ma- co si recassero in Roma a riceve-


cedonia, insegnarono al popolo gli re l'ordinazione dal Papa, e che
articoli principali della credenza cri- le proprie cause ordinariamente sog-
,, ,,

23 2 MAC MAC
gettassero al suo giudizio. Così i ardore la divinità di Gesù Cristo.
Pontefici commisero le loro veci ai Che se de' quattrocento prelati adu-
vescovi di Tessalònica, onde impo- nati in Rimini nel 35c), erano del
nessero le mani sui metropolitani partito eretico Ursacio , Valente
di quelle provincie, dassero il con- Germinio, Gaio, Migodonio e Me-
senso alle ordinazioni de' vescovi gaso vescovi illirici ; questo fu
e conoscendo le loro differenze, de- un numero scarso in paragone di
cidessero le cause e negozi occor- tanti altri, che governando le al-
renti, ma le più gravi riferissero tre chiese di vaste e popolate pro-
alla santa Sede, cui apparteneva il vincie dell'Illirico, particolarmente
supremo giudizio e la finale deli- orientale ( che il ripetiamo conte-
berazione de' più importanti affari. neva la diocesi di Macedonia, ov'e-
Più chiaramente s. Innocenzo I , rano la Macedonia, l'Epiro vecchio
concedendo nel 4 12 a ^ uro vesc0 * e nuovo, e la Tessaglia colle città
vo tessalonicense e successore d'A- che appartengono all' Albania su-
nisio, la vicaria apostolica sopra periore , nelle quali dominava la

l'Illirico, nel modo ch'era stata con- muoversi


cattolica religione), senza
ceduta ai predecessori di lui, ed dalle loro sedie altamente condan-
enumerando le provincie sulle quali narono la prevaricazione di quei
dovesse stendersi la sua podestà pochi loro confratelli. V. Illiria.
addita quelle delle due diocesi di Gli albanesi si mantennero fe-
Macedoni^ e di Dacia (Vedi), com- deli alla Chiesa romana ne' mag-
prese neh' Illirico orientale , cioè giori torbidi della Chiesa e nelle
l'Acaia, la Candia
Tessaglia, la controversie dell'oriente; ed i ve-
(Vedi), l'Epiro vecchio e nuovo, scovi di Macedonia si conformaro-
cioè l'Epiro vero e \' Albania (Ve- no ai sentimenti degli occidentali
di), di cui furono metropoli, della colla scorta del Papa s. Innocenzo
prima Nicopoli (Vedi), della secon- I, contro quelli che avevano con-
da Durazzo (Vedi)j le quali pro- dannato s. Giovanni Crisostomo. Se
vincie colla Macedonia prima non la pace universale della Chiesa fu
nominata in questo luogo, di cui turbata dai vescovi Dioscoro ales-
Rufo era metropolitano, e vi eser- sandrino, Severo antiocheno e Ti-
citava autorità ordinaria, formano moteo costantinopolitano, i vescovi
il numero di sei provincie della dell' Epiro palesarono il distacca-

diocesi di Macedonia. Oltre a que- mento da loro, poiché Giovanni


ste Innocenzo I novera ancora
s. eletto metropolitano di Nicopoli ri-

la Dacia Mediterranea , la Dacia chiese dal Papa s. Ormisda per


Ripense, la Mesia, la Dardania, e mezzo di legati epiroti, un'esatta
la Prevalitana , eh' è parte della istruzione di que' dommi , che in
Macedonia Salutare, le quali costi- tanta varietà di professioni di fede
tuiscono le cinque provincie compre- del tutto ingannevoli , era facile
se nella diocesi di Dacia. La stretta cadere nelle insidie. Queste pro-
dipendenza, che dal trono pontificale vincie si mantennero pure aliene
di Roma ebbero i vescovi dell'Illi- dai deliri di Fozio, dai quali fu-
rico, fu la principale cagione, che rono preservati per favore speciale
combattendo eglino contro l'eresia del cielo ; avvegnaché , occupate
di Aimo difendessero con
, sommo dai bulgari e molto tempo rilenu-
MAC MAC 233
le sotto la loro autorità , furono Giorgio Statimiri barone albanese,
restituite alla santa Sede innanzi il quale prevedendo di dover mo-
che Fozio, esaltato alla cattedra di rire senza lasciar prole maschile, le
Costantinopoli, potesse trarle al suo soggettò i pochi suoi feudi che pos-
partito. Alla potestà spirituale della sedeva nella provincia. Bonifacio
Chiesa romana nel secolo IX, s'ac- IX accettò con benevolenza l'offer-
coppiò il dominio temporale di Boe- ta fatta al principe degli apostoli,
mondo figliodi Roberto Guiscar- e gliene palesò gradimento con
il

do, il quale nel secolo XI unì alla breve del i3o,i, di cui parla pure
sua corona di Puglia e Calabria il Rinaldi a detto anno, num. ij.
la Macedonia ed altri stati dell'Al- Gli albanesi nel secolo XIV con
bania, non che della Bulgaria e di raro ed indicibile valore resistette-
diversi luoghi della Grecia. Ambe- ro alla potenza ottomana, sotto la
due queste potenze tra di loro con- condotta di Giorgio Caslriota detto
giunte, erano un validissimo ante- Scanderbegh principe Macedonia, di
murale all'inondazione dell'eresie, di cui parlammo Alba-
all'articolo
che per le regioni orientali rapida- nia ed altrove, aiutato ed encomia-
mente scorrevano. Dopo Boemon- to dai Pontefici Nicolò V, Calisto
do, obbedì l'Epiro ai re di Sicilia ili, Pio II, e Paolo II. I Castrioli
Ruggiero I, Guglielmo e Costanza. furono signori d' una parte della
L' impero greco in molte signorie Macedonia, mentre l'Albania col-
miseramente lacerato e diviso, Teo- l'Epiro, e molte isole furono con-
doro Comneno s'impadronì dell'E- cedute dagl' imperatori di Costanti-
piro e della parte occidentale della nopoli ai Comneni, ai Tocchi , ed
Macedonia, in cui l'Albania fu indi agli stessi Castrioti. Scanderbegh
in poi ristretta, essendo passata sot- dopo prodigi di valore, vedendo la
to altro signore la Macedonia orien- Macedonia, l'Epiro e l'Albania inon-
tale, che fu dall' Albania separata data dalle armi di Maometto 1[
e distinta. Gli albanesi obbligati al- imperatore de' turchi, si portò in
lora di piegare il collo alle leggi Roma dal Pontefice Paolo II, che
de' principi scismatici , non trascu- lo ricevette con dimostrazioni di
rarono di tentare gli opportuni stima in concistoro, e riportò co-
mezzi onde opporsi alle loro vio- piosi soccorsi di denaro per opporsi
lenze, sottrarsi dal loro dominio e alla potenza ottomana, e difendere
far comparire lo zelo comune con Croia capitale de' suoi stati ; ma
molto splendore e frutto maggiore. dopo sua morte l'Albania, l'E-
la
Il Papa Giovanni XXII nel i3i8 piro e la Macedonia furono inte-
sicongratulò cogli albanesi che a- ramente conquistate dai turchi nel
veano implorato il soccorso della 1478. Passate queste provincie in
Chiesa romana, per aver sconfitto potere degl' infedeli, gli albanesi, e-
l'invasore Urosio re di Rascia , il piroti e macedoni dierono contras-
quale deposta l'ereticale perfidia si segni di sommo valore, e fiorirono
umiliò al Pontefice. Nel libro di d. nella gloria dell'arte militare negli
Paolo Maria Panino , intitolato: eserciti di principi cattolici, massi-
Perpcluac Albancnsis ecclesiac con- me nel regno delle due Sicilie, ove
scnsionis cimi Romana, narra la fondarouo delle colonie di rito greco.
divozione verso la santa Sede di Per mantenere la religione nel-
234 MAC MAC
l'Albania ed in tulio l'Illino, Gre ai nominati tre ospizi vi ha «ng-
gorio XIII fondò il celebre colle- giunto un altro ospizio nella dio-
gio, di cui trattammo all'articolo cesi di Sappa, e risarcì le chiese
Loreto (Vedi). Nel pontificato poi ed medesimi ospizi, per le deva-
i

di Clemente XI fu celebrato un stazioni che soffrirono nell'ultima


concilio nell'Albania, ebe approva- guerra de' turchi. L'antica e famo-
to dalla congregazione di propa- sa contrada di Macedonia forma
ganda fide, se ne fece una secon- adesso la parte occidentale della
da edizione nel i8o3, coll'aggiun- provincia turca di Romelia ed è,

ta delle ultime costituzioni pontifì- compresa fra la catena del Balkan


cie, ebe riguardano le cinese del- al nord, la catena ellenica all'ovest,
l'Epiro. Dicemmo altrove come il i monti Volutza, l'Olimpo e l'Ar-
medesimo Clemente XI stabili al- cipelago al sud, ed il Carasu o Me-

cuni posti pei giovani epiroti nel sto all'est. Essa forma i sangiacati
collegio Urbano: se ne legge la dis- di Uskup, di Ghiustendil, di Mona-
posizione, Optai'imus quidem, dei stir, di Salonichi, e la parte occi-
ì5 settembre 1708, presso il Bull, dentale di quello di Gallipoli. L'a-
de prop. fide, Append. tom. I, ria vi è salubre, ed il suolo ferti-
p. 373. Benedetto XIV stabili gl'in- le : ebbe un tempo miniere d' oro
terrogatorii che doveansi fare ai ve- e d'argento. Salonichi o Tessaloni-
scovi di Albania e Macedonia, e ca n' è il capoluogo, ed è gover-
sono riportati anco nel Bull, de nata da un pascià che quivi risie-

prop. fide tom. Ili, pag. 44$- Nel- de, ed ha


700,000 abitanti.
circa
l'Albania ed Epiro sonovi due ar- I fiumi Stri mone, Vardari e Vis-
civescovati, Antivari e Durazzo che tritza bagnano questo paese.
hanno dei vescovi suffraganei. La MACEDONIANI. Eretici del IV
missione di Macedonia consiste in secolo che negavano la divinità del-

tre ospizi,due nell'arcidiocesi di Du- lo Spirito Santo. I macedoniani e-

razzo, eduno nella diocesi di Alessio o rano discepoli di Macedonio vesco-


Lisso (Fedi). Nell'arcidiocesi di Du- vo di Costantinopoli, che avea ab-
lazzo gli ospizi hanno le parroc- bracciato il partito dei semi-ariani,
chie Piscasio e Luria. L'ospizio del- e da loro posto su quella sede nel
la diocesi d'Alessio è Pedana che 342 con violenza. L' imperatore
ha la' chiesa di s. Antonio. Il pre- Costanzo avendolo deposto a cagio-
fetto della missione risiede nell' o- ne dei disordini da lui fatti insor-
spizio dì Pedana, il quale ha la gere nella città , allorché voleva
parrocchia di Pedana e di Soime- trasportare il corpo di Costantino
ìii. La missione di Albania e Ma- il Grande in un'altra chiesa, riti-

cedonia appartiene ai minori osser- rassi egli in un sobborgo di Co-


vanti riformati, dei quali religiosi stantinopoli, ed inventò una nuo-
eravi una provincia in Albania, su va eresia, sostenendo cioè che lo
de' quali può consultarsi la costitu- Spirito Santo non era Dio, ma sol-
zione di Clemente XIII, Inter ani- tanto uno spirito creato simile agli
mi nostri desiderici, degli 1 1 set- angeli perchè fosse l'istromento del
tembre 1761, presso il citalo Bull. Figlio. La deposizione di Macedo-
tom. IV, pag. 52. Nel i83 2 la nio ebbe luogo in un concilio te-

congregazione di propaganda fide nuto in Costantinopoli dagli stessi


, ,

MAC MAC s35


ariani nel 35g. La sua eresìa fu MACEDOiNOPOLI. Sede vesco-
effetto dell'orgoglio, della vendetta, vile e colonia di macedoni, quali i

e dello spirito di contraddizione ivi furono introdotti da Alessandro


poiché malgrado gli ariani, sosten- il Grande. JNegli atti de'concilii si
ne la divinità del Verbo, mentre trova notato come un vescovato
contro i cattolici negò essere lo della diocesi di Antiochia. Il primo
Spirilo Santo una persona divina. concilio generale di Nicea l'attri-
) macedoniani, perciò chiamati an- buisce alla provincia Osroena di
che pneumatornachì 3 cioè nemici e quello di Calcedonia alla Meso-
della divinità dello Spirito Santo, potamia. Si conoscono due suoi ve-
furono condannati nel concilio ge- scovi, Marco che intervenne al con-
nerale di Costantinopoli dell'anno cilio di INicea, e Daniele che sot-
3oi, in quello di Efeso del zp '
,
toscrisse quello di Calcedonia. (?-
in quello di Calcedonia del 4^ r >
ricns christ. t II, p. 986.
ed in quello di Laterano del i i 3g. MACERATA (Macerateti). Città
Tra quelli che scrissero contro que- con residenza vescovile dello stato
sti eretici, nomineremo s. Atanasio, pontificio nella Marca, capoluogo
Didimo Alessandrino, s. Basilio, s. della provincia e delegazione apo-
Ambrogio e s. Ephrem. Inoltre i del suo nome, della quale
stolica
macedoniani furono chiamati Ma- daremo prima un cenno storico,
r ctonia ni, a causa di Maretone ve- come della sua posizione topografi-
scovo di Nicornedia , uno de' più ca. La delegazione apostolica e
noti tra di Sed licevano il po-
essi. provincia di Macerata confina al
polo con un esteriore grave e con nord co' governi anconitani di O-
costumi austeri , artifizio comune sirno,Jesi ed Arcevia, essendo ba-
degli eretici; imitavano la vita dei gnata dal corso superiore dell'Esi,
monaci , e seminavano la zizzania ilquale viene formato dalla unione
de' loro errori particolarmente nei de'due fiumi Santangelo e Sentino
monasteri. Verso l'anno4^7 1 im- nel territorio fabrianese; all'est col
peratore Antemio l'introdusse in mare Adriatico, ove mettono foce
lioma, ma il Papa s. Unro li re- il Musone, il Clien-
il Potenza, ed
presse. 11 battesimo de' macedoniani ti ; al sud fermani di
coi governi
era nullo. Sant'Elpidio, Monte-Giorgio, Santa-
MACEDONIO (s), anacoreta in Vittoria, col governo ascolano di
Siria, il quale pel corso di qna- Amandola e governo di Came-
col
ì non visse d' altro che
ani' anni rino ; all'ovest governo peru-
col
d'orzo stemperato nell'acqua, ed gino di Gualdo-Tadino, e coi go-
essendosi perciò di molto alterata verni urbinati di Gubbio, Cagli e
la sua salute, si persuase a man- Pergola. II picco del monte San-
giar pane. Teodorelo racconta che Vicino è visibile i da tutti lati del
molti malati, fra' quali la propria suo territorio , sollevandosi quasi
madre, furono miracolosamente gua- dal centro. La parte maceratese
riti con semplice acqua , sopra la del Piceno fu compresa talora nel-
quale Macedonio avea fatto il se- la Marca d'Ancona, talora in quel-
guo della croce. Morì in età di la di Fermo , sebbene i Pontefici
novant' anni , ed è nominato nei gli dassero poi il primato governa-

Menologi de'greci il dì 24 gennaio. tivo e giudiziario di tutte le mar-


,

236 MAC MAC


che o marchesati, ne' quali era di- nati ha soggetto nel suo particola-
Viso. Comunemente però i geografi re governo Monte Fano, e contiene
chiamano Marca d'Ancona tutto il nel suo distretto i governi di Fi-
paese dall' Esi al Tronto, per aver lottrano, e di Monte Santo , colla
fatto in Ancona la residenza i comune di Monte-Luponc
go- : il

marchesi nell'epoca del maggior lu- verno del commissariato della san-
stro. Quanto più le selvose rupi ta Casa di Loreto, col prelato com-
si allontanano dal territorio Camer- missario apostolico, forma un go-
te, tanto meglio viene ricreato lo verno speciale. Sanseverino contiene
sguardo da ripetuti ordini di va- nel suo distretto i governi di san
riate colline, ove alla copia delle Ginesio , che ha per appodiato
viti , si unisce ogni rurale prodot- Morico colle comuni di Loro ,
to, che gli operosi coloni molti- Ripe s. Ginesio, e sant' Angelo
plicano con intlustre attività. Quin- in Pontano; e di Sarnano colle ,

di in ubertà ed in coltura supe- comuni di Gualdo, Monte s. Mar-


ra qualunque altra parte del Pice- tino e Penna s. Giovanni. Com-
no, e gli svariati punti delle sue preso il governo del commissariato
colline deliziano il passeggiero. Vi di Loreto, la popolazione della de-
si alleva una quantità di bestia- legazione di Macerata è composta
me, ed il clima vi è sano e tem- di 220, i3o abitanti. Col medesimo
perato. La superficie non eccede ordine de'distretti, governi e comu-
un centinaio di leghe. Si divide ni, passiamo a dare di tutti un
la delegazione apostolica di Mace- semplice cenno storico.
rata, secondo V ultimo riparto ter-
ritoriale fino al i833, ne' quattro Distretto di Macerata.
distretti di Macerata, Fabriano,
Rccanad, e Sanseverino, in dodici Monte Cassiano. Comune del di-
governi di secondo ordine, ed in stretto di Macerata, nella diocesi di
ventiquattro comuni. Macerata ha Recanati e Loreto, già Monte di s.
soggetto nel suo particolare gover- Maria in Cassiano y e ne' primi
no Monte Cassiano, e la Villa di tempi Monte di s. Maria e Ca-
Potenza, e contiene nel suo di- stello di s. Maria t
è lontano do-
stretto i governi di Cingoli, colle dici miglia dal mare, situato in
comuni di Apiro e Ficano; di Ci- posizione agevole. Entra nel suo
vitanova colle comuni di Monte
, territorio, lungi circa un miglio,
Cosaroe Morrovalle; di Mont'Olmo, il fiume Potenza , sulla sinistra
colle comuni di Mogliano, Petrio- sponda del quale, al passo o pon-
lo e s. Giusto ; di Tolentino, col- te di Macerata, si vedono le ve-
le comuni di Belforte , Colmura- stigia dell'antica Retina, città illu-

no e Urbisaglia e di Treia, colle ; stre del Piceno, colonia romana


comuni d' Appigliano e Monte-Mi- distrutta da feroci nazioni nel V
Ione. Fabriano ha soggetto nel suo secolo. I suoi abitanti si divisero
particolare governo Serra s. Qui- in più popolazioni, ed uno di es-
rico, e contiene nel suo distretto i si dell' antichissima famiglia de'Cas-
governi di Sassoferralo , colla co- si con alcuni compagui si ridusse
mune Genga ;
di e diMaidica, in ameno piccolo colle, verso tra-
colla comune di s. Anatolia. Reca- montana, due miglia dall' amala
MAC MAC 23 7
pallia, e \i fondò il castello di muta dopo la tirannide di France-
santa Maria , così chiamandolo sco Sforza. Estinta la prole de'Cas-
dal tempio , che nella più al- siani, le giurisdizioni e tenute ch'es-
tà parte vi eresse ad onore della si riconoscevano dall'abbazia cister-
Beata Vergine, se pure già esistes-
ciense di Chiaravalle, furono dai
se in un fondo delia gente Cassia monaci trasferite al comune, finché
di Roma. Nel secolo XII n'era si- nel i335 convenuta in giudizio la
gnore un conte Pietro figlio del. comunità, o per mancanza di cor-
conte Cassiano , i quali nelle vicen- risposte o per altre cagioni, fecero
de e guerre di Enrico IV e di la loro chiesa riconoscere padrona
Enrico V
si appropriarono le rendi- delle antiche tenute. Intanto alle
te de'beni ecclesiastici, e ne dispo- crudelissime fazioni de'guelfì e ghi-
sero liberamente. Ridonata la pace bellini si aggiunse il famoso ma-
alla Chiesa dall'imperatore Lotario snadiero fra Morreale capo di av-
JI , che fu coronato in Roma nel venturieri,che manomise Filottra-
ii 33 da Innocenzo II, l'augusto si no, Monte Fano, Monte Fiore di
portò nella Marca d'Ancona, ove Recanati , e forse ancora Monte
domate le città ribelli e i luoghi Cassiano (benché si creda fosse
usurpati dai tiranni , le restituì con altri luoghi della Marca oc-
ai Pontefice. Il conte Pietro fu le- cupato dalle armi di Malatesta si-
vaio dal possesso di Monte Cassia- gnore di Rimini ) i quali furono ,

no, e la chiesa di s. Maria da poi ricuperati dal celebre cardinal


lui occupata, con tutte le sue mol- legato Egidio Albornoz. Siccome
le giurisdizioni , dai Papi fu con- gli abitanti erano in qualche col-
ceduta ai monaci cisterciensi dell'ab- pa, implorarono ed ottennero da
ba/ia di Chiaravalle, dopo il 1 1 Zj. Gregorio XI e da Urbano VI il
In tal modo la terra fu incomin- perdono. Quindi i bretoni mossero
ciata a reggere nel temporale dagli a danno della Marca, fomentati
uomini suoi, riconoscendo solo il dall' antipapa Clemente VII, da
Papa in signore, e nello spirituale Giovanna I regina di Napoli e da
imonaci. Questi verso il 1 1 65 con- altri principi, finche Alberico di
cessero in enfiteusi alcune giuriseli- Cunio li cacciò d'Italia,
zioni, anche a favore de' successori Nel pontificato di Bonifacio IX
degli antichi signori , cioè ad un il suo fratello Andrea Tomacelli
conte Cassiano figlio o meglio ni- marchese della Marca, ricompensò
potè del conte Pietro, caduto in la fedeltà de' montecassianesi , u-
povera condizione. Forse monaci i sando loro delle condiscendenze pei
non per quanto si attribuisce a mali e danni sofferti nelle incur-
Lotario II , ma per vendita o do- sioni e guerre. Avendo i monte-
nazione divennero possessori del cassianesi ucciso il podestà Paolo
luogo, che a quell'epoca vuoisi che da Monte Reale, che loro aveva
consistesse nel terziero di s. Miche- mandato una delle città guerreg-
Ie e di s. Nicolò, e nella sommila gianti, cioèo Recanati o Osinio o
del colle ov' è la chiesa di s. Maria, Macerata, il detto marchese assol-
per tulio il terziero di s. Salvatore, vette gli uccisori, e die facoltà al
col girone o luogo fortificato, che comune di eleggersi il podestà nel
in seguito si accrebbe con case e 1 3o,3 ; tutto approvò con bolla il
«38 MAC MAC
Pnpn, assolvendo la terra dalla sco- restia che minacciava Roma. Nel
munica ed interdetto cui era in- pontificato di Eugenio IV la Mar-
corsa o per avere ricettato e soc- ca trovandosi bersaglio di feroci
corso qualche gran capitano nemi- guerre, perchè il duca di Milano
co di Bonifacio IX, o a cagione di agognando alla sovranità d' Italia,
alcuni facinorosi predatori dello per Francesco Sforza se ne fece
stesso luogo. Recandosi a difendere padrone, col pretesto d'essere vi-
la Marca contro diversi tiranni e cario d' Italia nominato dal con-
in favore del marchese, il capitano cilio di Basilea contro il Pontefice.
Paolo Orsini, fu regalato di buona Riuscì a questi guadagnare lo di
quantità di biade dal comune, che Sforza facendolo marchese della Mar-
in questo tempo il cittadino Lotto ca, il perchè Monte Cassiano sog-
Nicoluzio lasciò suo erede de'beui. giacque a lui , ed ebbe poi a ca-
Grata la comunità ai benefattore, gione de'confìni differenze con Ap-
ordinò che in tre chiese ogn'anno pianano, ma si stabilirono come
se ne suffragasse l'anima. Nel i4°4 con Monte Fano. Francesco tenne
divenne Papa Innocenzo VII, e suo Monte Cassiano come luogo forte, e
nipote Lodovico Migliorati mar- molte provvidenze ebbero luogo,
chese della Marca. Ebbero poscia allorquando il finca di Milano gli
luogo vari torbidi, che continuaro- spedì contro Nicolò Piccinino, il

no sotto Gregorio XII a cagione quale entrò al servigio di Alfonso


del funesto scisma : i montecassia- re d'Aragona, quando a questi Eu-
nesi rigettando l'antipapa Benedet- genio IV commise il ricupero del-
to XIII e Giovanni XXIII, se- la Marca, per averlo confermato
guirono Gregorio XII legittimo Pa- nel reame di Napoli. Grandi per-
pa, tranne poco tempo che segui- ciò furono i disagi, le calamità, e
rono le parti di Alessandro V. la somministrazione di viveri, cui
Carlo Malatesta generale delle ar- andò soggetta questa terra, che per
mi pontificie nel i4'3 s' impadronì voler tornare all' antica divozione
di Monte Cassiano, e per resistere di s. Chiesa, fu dallo Sforza fatta
a Braccio da Montone al soldo dei miseramente saccheggiare nel i44^
Varani signori di Camerino, ordi- da Ciarpellone ; catastrofe provata
nò fortificazioni ed altre difese, op- ancora da Monte Milone, Appiglia-
ponendosi così contro Lodovico Mi- no e Monte Fano. A sloggiare Io
gliorati protetto dai Varani. Men- Sforza dalla Marca, Eugenio IV
tre si celebrava il concilio di Co- spedì il cardinal Lodovico Scaram-
stanza per terminare lo scisma, se- po Mezzarota a cui si die pel ,

guì la pace fra i Malatesta ed i primo Monte Cassiano con conve-


Varani , ma profittando Braccio nuti capitoli , e la conservazione
della quiete occupò Monte Cassia- delle sue giurisdizioni, confini e
no, depredandone il territorio Mar- privilegi , fra' quali l'elezione del
lino da Faenza. Nel 4 7 eletto 1 * podestà , da approvarsi però dal
Martino V, Io scisma ebbe termine, legato o governatore della Marca.
ricuperando egli le terre di s. Chie- Nel pontificato di Nicolò V alla
sa*; nelT anno seguente gli statuti fonte presso la terra del Solco
furono riformati, ed il comune do- si fecero eccellenti condotti sotter-
nò granaglie al Papa per la ca- ranei per l'acqua, ed il comune si
.

MAC MAC 23 9
fece confermare gli statuti dal car- e di s. Lorenzo , il comune eresse
dinal legato. Sebbene un tempo l'odierna chiesa di s. Michele ed
Osimo, secondo il Martorelli ed il ingrandì quella di s. Salvatore; e-
Fanciulli , esercitasse il temporale dificò pure la loggia e prospettiva
dominio in Monte Cassia no, questa del palazzo, residenza de'priori so-
terra si dichiarò del contado di pra la piazza. In questo tempo e
decanati, riserbandosi il mero e sotto Sisto IV fiorì in Monte Cas-
misto impero, e la facoltà di far siano il valoroso militare Giorgio
leggi e statuti, e ciò dopo il i±5i. Cariasi o, che a difesa di Roma
11 iXovaes nella vita di Nicolò V combattè numerosa banda d'ar-
dice che a* 9 novembre i4-53 il mati duca di Calabria
del sul ,

Papa concesse in feudo a Pandol- ponte Corvo. Il comune concorse


fo Mala testa Monte Marciano e all'ampliazione del tempio di Loreto,
Monte Cassiano, coll'annuo tributo aumentò gli edifìcii della terra, in-
d'un piatto d'argento di sei oncie. grandì la chiesa di Marco, ristaurò
».

A cagione della peste, gran parte quella di s. Giovanni, non che il


degli abitanti ne partì, e molti fonte delle Stiuche ne'confini di Ma-
furono accolti a Monte Lupone ; cerata, ed avvicinò quello del Solco.
ai patroni ss. Bordone e Macario Per diversi motivi Monte Cassiano
si aggiunsero i ss. Francesco, Giu- somministrò soccorsi a Sisto IV,
liano e Sebastiano . Intanto con e si fortificò contro i turchi eleg-
beneplacito di Calisto III, median- gendo un capitano per terziero
te compensi ai monaci di Chiara- venne ampliata ed abbellita la chie-
valle, la terra si liberò dalle loro sa di s. Maria, e stabilito di ono-
giurisdizioni. Avendo Maometto li rare con festa la ss. Croce, per
conquistato I' Epiro, molti albanesi la ragguardevole reliquia che in
si rifugiarono in più. luoghi, ed essa veneravasi entro bellissima cro-
alcuni anche in questo territorio. ce d'argento, per non dire di altre
Benché Monte Cassiano contribuis- reliquie. Nel i4^7 morendo Egi-
se alla guerra conico il turco, Pio dio de Ntìtarelli dottore in legge e
II grato alle dimostrazioni di Jesi podestà di s. Vittoria nel i565,
(Fedi) donò Monte Marciano ed
gli lasciò erede de'suoi beni la comu-
ancora questa lena nel 1464. Morto nità. Alle turbolenze delle guerre
il Papa in Ancona , cardinali si i sotto Innocenzo Vili, per cui si
portarono in Roma, ed il cardinal restaurarono le muraglia ed i tor-
Pietro Barbo fu splendidamente rioni, insorse mortifero contagio,
accolto da questo comune, facendo ed ebbe principio la lunghissima
perciò molte offerte al pubblico. lite con Macerata, per le acque del

Eletto Pontefice col nome di Pao- Potenza pei molini.


lo II, fece canonico di s. Pietro Verso questa epoca la terra cam-
Domenico da Monte Cas-
Calvelli biò forma di governo, istituì il con-
siano da amato. Nel 1466 si
lui siglio di credenza, ed elesse a pro-
fabbricò il ponte sul Potenza ad tettore il cardinal Gio. Battista Sa-
onta delle proteste del comune, che velli. La chiesa di s. Marco fu ce-
ebbe però stabiliti i confini col duta agli agostiniani, che cinque
territorio di Recanati. Io luogo anni dopo vi celebrarono il capi-
delle demolite chiese di s. Michele tolo generale, e vi fiorì un fr. Gio»
240 MAC MAC
vanni eccellente oratore di santa paese, ed il comune come altra
vita, di Monte Cassiano. Altro Il- volta elesse deputati per impedir
lustre cittadino in questo tempo fu la comunicazione del contagio, chiu-
Bernardino Buratto, egregio filoso- se due porte, ed a quella di s. Ni-
lo ed astrologo, e medico della pa- colò pose guardie. Nel pontificato
tria. Nel i499> pw timori di peste di Paolo III, il quale onorò di sua
si ricorse al patrocinio della Ma- presenza il territorio, per la som-
donna con lampada di
di Loreto, ma venerazione degli abitanti ver-
argento e perpetuo assegno d'olio, so la reliquia della ss. Croce, aven-
poi aumentato in altre circostan- : do il comune per antichissimo stem-
ze il comune fece dimostrazioni di ma cinque monti verdi in campo
devozione a quel santuario. Sotto Leo- bianco, con due stelle sopra, vi ag-
ne X il comune provò diverse peripe- giunse fra queste e nella sommità
zie nella guerra col duca d'Urbino. del più elevato monte , il salutife-
Allora viveva il cittadino Nicolò Pe- ro segno di nostra redenzione in
ra nzone, eccellente oratore, autore oro.
di dotte opere e proprietario di Appena eletto nel i55o Giulio
scelta libreria pure versato nel-
: fu III, questi die Monte Cassiano in
le matematiche, nella filosofìa, ed commenda al cardinal Girolamo
in altre scienze, e compose una Verallo romano, con profondo do-
breve ed accurata descrizione delle lore degli abitanti, vedendo così mal
più nobili città e terre della Mar- corrisposta la loro fedeltà. Fermi
ca, che il Col ucci pubblicò nel t. nel continuare sotto il dominio im-

XXV delle Antichità picene. Al- mediato del Pontefice e suoi mi-
l'occasione che alcuni corsari bru- nistri, ripugnarono dare il possesso

ciarono il porto di Recanati, il co- del governo agli agenti del cardi-
mune mandò cento operai per for- nale, fecero energiche proteste agli
tificar le mura del santuario di ordini superiori, appellarono a Giu-
Loreto, ed istituì una milizia per lio III cui inviarono due ambascia-
difesa. Per la peste che afflisse Ma- toried il cancelliere. 11 Papa be«
cerata, il vicelegato Antonio Erco- nignamenle gli accolse , ma emanò
lano si rifugiò in questo luogo, che una risoluzione ambigua, propria
ricorse al divino aiuto erigendo le del suo carattere, ordinando che
chiese sotto il titolo di s. Giusep- non si scontentasse il popolo, che
pe e di s. Maria di Salimbene. An- continuasse ad essere nella provin-
lonfrancesco Scaramuccia, eccellente cia della Marca, senza ritirare il
filosofo e poeta, divenne medico del- breve di concessione dato al cardi-
la Nel 1527, pel tremendo
patria. nale, cui non voleva mancar di pro-
sacco ,di Roma
la provincia con messa. Il perchè questi facendo cre-
raro esempio di fedeltà spedì i5,ooo dere che solo alcuni lo ricusarono
soldati, e questo comune sommini- per signore, mandò armati contro
strò soccorsi all' afflitto Clemente la terra, che bravamente li respin-
VII, che avea deposto il pensiero se, ciò che saputosi da Giulio III,

di vendere Monte Cassiano con al- ordinò che non si facesse altro con-
tri luoghi della Marca , e tutti si tro Monte Cassiano. Fin qui arri-
fortificarono e misero in guardia. va il Discorso istorico sopra l'ori-

Nel 1529 la pestilenza percosse il gine e rovina di Recina, t dcWc*


,

MAC MAC 2/ji

dificazione ed avvenimenti di Mon- tefìce, vi si trattenne alquanto.


te Cassiano, del montecassianese Giunse poco dopo il santo Padre,
Scaramuccia Angelita, Loreto i638 ed accolta la preghiera di recarsi
pei Serafini. Il Ranghiasci !o qua- al casino della campagna medesi-
lifica libro raro e bello , e noi, ma, affinchè le autorità ecclesiasti-
con qualche giunta, ne facemmo che e civili ed il popolo di Monte
questo breve sunto. Il Colucci ri- Cassiano potessero in tanta fortu-
produsse questo Discorso nel tomo nata occasione soddisfare ad un
XXVIII delle Antichità picene^ con qualche atto di loro divozione, di-
correzioni e note critiche, ed un scese dalla carrozza. All' ingresso
prologo. In questo il Colucci die del casino si presentò genuflessa la
un cenno biografico dell' Angeli- contessa Giulia Paduli di Milano
ta, che loda per l'erudizione, per consorte al nominato conte, laqua-
la sua scienza legale e per la poe- le fu benignamente accolta dal Pa-
sia, noverando le tragicomedie da pa , il quale avendo preso breve
lui date alle stampe. Il Martorelli, riposo, ed ammesso ad udienza e
nelle Memorie storiche d' Osimo a al bacio del piede il capitolo della
pag. 1^1 e seg. contro l' Angelita collegiata, il clero, la magistratura
vuol provare, che Monte Cassia no e molte altre persone ivi accorse
fu soggetto a Osimo nel temporale benedi poi dalla loggia il popolo
e nello spirituale. Il Calindri nel ivi presso riunito. Alla vaghezza ed
Saggio statistico dice che in que- agiatezza del luogo il conte aggiun-
sta cospicua tetra vi è un fabbri- se diversi ornati e segni di letizia,
cato per correggere le donne (ma con banda musicale per celebrare
avendo ripristinato questo luogo il l'onore che riceveva dal supremo
vescovo Paoli, dopo la sua morte Gerarca, il quale nel partire se ne
accaduta nel 1806, tornò a soppri- congratulò col conte e colla con-
mersi e non più esiste ) ; vari e tessa. Da questo luogo sino a Lo-
grandiosi fabbricati, fra' quali il log- reto , tutti i luoghi dimostrarono
giato semigotico del pubblico pa- la loro divozione e giubilo per
lazzo, il tutto munito dalle mura l' avventuroso passaggio. Dipoi il

castellane. La collegiata dedicata conte nella camera onorata dalla


all'Assunzione della Beata Vergine, presenza del Pontefice, eresse in
è d'ordine semigotico, ed è secon- memoria una lapide marmorea.
do tale scrittore l'antico tempio di Potenza. Villa di Potenza nella
Venere Ericina. diocesi di Macerata. Sta sulla riva
Nel fatto da Gregorio
viaggio destra del fiume del suo nome,
XVI nel 841, partendo sabbato 11
1 poco lunge da Macerata. Reduce
settembre da Macerata per Recana- da questa il Papa Gregorio XVI,
ti e Loreto, entrò nel territorio di alte preghiere degli abitanti del vil-

Monte Cassiano, la cui popolazione, laggio e del contado, ascese il tro-


il clero e la magistratura erano con- no che gli aveano eretto per es-
venuti alla deliziosa campagna del sere ammessi al bacio del piede i
conte Gaetano Mattei. Ivi perve- principali, e tutti ricevere l'apo-
nuto germano cardinal Mario
il stolica benedizione ; avendo il par-
Mattei protettore del comune il , roco e i deputati del luogo spar-
quale precedeva nel viaggio il Pon« sa di fiori la strada ed abbellita
VOL. XL. 16
a4a MAC MAC
in vari modi per onorarne il pas- che ad essa prcsedevano, stendevasi
saggio. da Castel planio a Fiumesino. Ab-
Cingoli (Kedi). Città vescovile e bracciava la giurisdizione della Val-
governo. le, oltre i mentovali castelli, quelli
Apiro. Comune
governo di del di Castelletta, Procicchie, Cologno-
Cingoli, diocesi di Camerino. La la, Caslreccioni, Moscosi, Rotorsio,
Valle di s. Clemente è uno spazio Domo, Ficano, Frontale. La nobil-
che passa dai monti che si unisco- tà degli uomini della Valle, non
no al San vici no, a que' colli che la cedale a qualunque città della
sovrastano Apiro, e prese la deno- provincia, a cagione della posizio-
minazione dalla chiesa di s. Cle- ne, nella quale come nascosta agli
mente posta fra castelli s. Pietro
i occhi di tutto il Piceno ,
per le
ed Isola. Prima assai del secolo XIII incursioni barbariche, i popoli vi

era a tal chiesa unito un monaste- trovarono sicuro ricovero; il per-


ro di benedettini ora diroccato , i chè entro e ne' circostanti luoghi
quali possedevano gran parte del ne' secoli X, XI e XII sursero nu-
territorio della Valle. I detti due merose castella, ì cui signori for-
castelli si chiamarono pure Castel mavano il loro comune in Apiro.
s. Pietro ed Isola di s. Clemente; Da ciò la Valle fu considerata co-
il primo per la chiesa dedicata al lonia del più bel fiore della nobil-
santo del suo nome. Isola fu signo- tà del Piceno in essa rifugiata. Da
reggiata nel secolo X11I dai signori di taleunione di personaggi, il comu-
llovellone, che nel seguente la ven ne di Apiro si leggeva nel secolo
derono con Frontale alla comune XIII in modo, da non cederla a
di Sanse verino, ed è probabile che qualunque città illustre, risiedendo-
i medesimi signori acquistassero il vi un vicario imperiale, destinatovi

castello dai monaci ; certo è che dall'imperatore, e prima di esso


qutali possedevano Castel s. Pietro. ivi era la curia col suo conte: la
Nelle adiacenze vi fu il castello curia avea il vicario, il giudice, il

Colleputture, che venne venduto a bailo, e il nunzio o messo regio.


Sanseverino da Caterina e Giovanni Sino dal principio di tal secolo,
Massio nobili del luogo. L'altro Apiro compilò leggi municipali e
castello che trovasi nella stessa Val- statuii. Il conte della Valle di s.

le è l' Apiro, che dal secolo XII o Clemente, la quale pur coutea fu
XIII fu sempre esente da ogni vas- chiamata, avea per oflìzio ammi-
sallaggio, regolato prima dai suoi nistrare la giustizia o colle ragioni
consoli e poscia dai podestà, essen- o colle armi. Dopo che Federico
do popolato più del presente, ed lì si ribellò alla Chiesa, verso il

allora cinto da due grossi borghi. i2/{o al conte successe il vicario


Tutti i nominati luoghi resero ce- imperiale, perchè la Valle seguiva
lebre e popolata la valle di s. Cle- il partito imperiale. Federico lì ai

mente, essendo il più nobile e prin- diversi che deputò, ordinò


vicari
cipale Apiro, godendo fino dal 1227 ricevere il giuramento di fedeltà sì
l'alleanza di Sanseverino e Fabria- dalle comuni , che dagli abbati e
no. L'ampiezza e la giurisdizione monaci de' monasteri: vicari era- i

della Valle, che esercitavano i conti, no anco capi della curia.


la curia e poi i vicari imperiali Apiro primeggiò nella valle di
MAC MAC 243
s. Clemente siccome comune lìbe- no senza le lettere, ma l'albero è
ro, avendo gli «nitri particolari pa- sovrastato dal gonfalone colle chia-
dróni, e perciò luogo principale di vi incrociale, insegna della Chiesa
essa: tultavolta i suoi abitanti pu- romana, a testimonianza di vassal-
re si dissero uomini della Valle di laggio verso di essa. Non deve ta-
s. Clemente. Nel 12.36 Apiro di- cerci, che siccome ph\ piros, in lin-

roccò Casa voi la dopo clic dai par- gua greca significa fuoco, è tradi-
ticolari signori l'aveva comprato. zione che il più antico stemma di
Adirato perciò Sanseverino , corse Piro fosse una fiamma di fuoco;
a farne vendetta , devastando le ciò ammettendosi, nasce la proba-
campagne, e incendiando dopo un bile congettura, che Piro fosse uno
fatto d'armi un intero borgo. E de' luoghi fabbricati nel Piceno dai
qui noteremo che l'origine dell' at- greci siculi. Apiro è cinto di mu-
tuale Apiro si racconta che viene ra castellane, ha tre porte aperte,
da un castello chiamato Piro, po- essendo chiusa la quarta detta Om-
sto in altro sito, il quale Piro era si- briana. Prima sulle mura, oltre co-
gnoreggiato da Andrea d'Ugolino moda strada, erano disposte quat-
di Monlecchio, che 1' avea conse- tordici torri, non che il suo cassero
guito in dote dalla moglie. 11 ca- o fortezza posto nella parte più ele-
stello fu distrutto dagli uomini del vata della terra, lo che rendeva il
nuovo, e Andrea colla moglie, sen- castello fortissimo e ben munito.
za risentirsene, si obbligarono ob- Aveva parimenti attorno le mura
bedire agli statuti e leggi di Apiro. due popolali borghi, mancati poi
Ciò non per tanto sembra impro- negli avvenimenti che oppressero
babile che l'odierno succedesse in Apiro. Ora del secolo XIII altra
tal modo all'antico, e piuttosto que- fabbrica non vi che il
si scorge
sto distrusse l'altro, come più assai palazzo priorale, già fortificato con
antico, libero e nobile, con giuris- merli e loggie. Pare che l'edificas-
dizione su più castelli, e situato se prima del 1286 Gentile di Cor-
nel basso della valle. Circa il di- rado di Rovellone erede dell'ulti-
roccato Piro, esso era sulle colline mo signore d'Accola, e perchè a
che di poco sovrastano il nuovo, guisa di fortezza ne ingelosì il co-
e vuoisi che soffrisse le devastazio- mune. L'antico suo territorio con-
ni de'goti e longobardi; pertanto teneva tredici parrocchie, con di-
alla desolazione de' primi si attri- versi castelli. Seguì la diminuzione
buisce la decadenza di Piro, e la del suo territorio verso Sanseveri-
fondazione di Apiro nella parte piti no e Fabriano; soffrì perciò nel se-
bella ed elevata della Valle. Quan- colo XV molti litigi colle comuni
to al nome di Piro, Lapero, La- confinanti: il più ostinato l'ebbe
piro, Apiro, dicesi derivato da un con Sanseverino, e durò dal 1226
antico albero di pero sul colle pian- al 1734; di poco momento poi fu-
tato. Certo è che V antichissimo rono quelli che passarono fra Cin-
stemma del comune, come si ha goli e Staffolo. Giaceva nel suo ter-
dai sigilli de'secoli XIII e XIV, ritorio il monastero dell'eremo del-
fu un albero di pero colle radiche, la ss. Trinità fondato da s. Pier
e ne' lati le lettere P ed I, che Damiani alle radici del monte San-
dir vogliono Pirum. Altri sigilli so» vicino. Tanto e più copiosamente
144 MAC MAC
scrisse Ottavio Turchi di Apiro Francesco, e dove operò molti mi-
canonico dell' insigne collegiata di racoli. Parla in molti luoghi del-
s. Urbano della terra di Apiro, l'Apiro il Compagnoni nella Reggia
autore di altre opere, nel suo picena, dicendo che nel i355 n'e-
Trattalo storico inedito della Val- ra signore Jumentaro dall' A pira,
le di s. Clemente, donde traemmo che nel 1371 concorse con altre
queste poche notizie, e per la pri- città e terre per la riduzione della
ma volta pubblicato dal Colucci, curia in Macerata, e parla pure del
in fine del tomo XVI delle Anti- sindacare de'suoi offiziali. Del mo-
chità picene. nastero di s. Urbano nel territorio
Leggo nel Gritio, Dell' istorie di di Apiro e dell'antichissima chiesa
Jesi p. che Lapiro ogni anno
i io, de' monaci di s. Salvatore posta
per la festa di s. Fiorano portava sul colle prossimo alla terra, ne
a Jesi un pallio e venticinque uo- discorre il march. Ricci nelle Me-
mini che in nome del comune giu- morie storiche 1. 1, p. 26 e 74. La
ravano l'osservanza de'patti tra lo- collegiata di Apiro è sotto il tito-
ro convenuti. Nelle Memorie della lo di s. Urbano, il cui capitolo
città di Cingoli di Avicenna, a p. era ricchissimo, e dispensava ogni
189 si narra come il celebre pe- anno quante doti occorrevano alle
rugino Braccio da Montone verso zitelle del paese. 11 Turchi ancora
il 142 3 ebbe funestissima rotta dai nel suo Carne rinum sacrimi, non
cingolani, a' quali vendè poi la ter- solo discorre della Valle di s.

ra dell'Apiro di cui si era fatto Clemente, del suo governo spiri-


signore per cinquemila fiorini d'oro, tuale e vicario imperiale, ma ci dà
onde il comune vi esercitò il me- copiose notizie civili e sacre di
ro e misto impero, senza che Gio- Apiro.
vanni di Benutino vi avesse alcu- Ficano. Comune del governo di
na giurisdizione e solo fosse con- Cingoli, diocesi di Sanseverino. Si
siderato come semplice cittadino. crede che un tempo fosse il Ca-
Nella Visita triennale del p. Ci val- stello di Poggio, della colonia ro-
li, presso il Colucci, Antichità pi- mana Tufico. Trovasi
il suo ter-
cene pag. 110, si parla di Apiro. ritorio disteso monte, con pochi
in
Ivi si dice che vi fiorirono mess. fabbricati ; e vi è una tenue quan -
Antonio Mannelli depositario del tità di acque salse. Verso il i3o,i
concilio di Trento, ed altri uomi- era castello di Sanseverino e fu
ni illustri; che i conventuali v' han- fortificato da Boldrino da Panicale.
no convento e chiesa consecrata Ficano ha per appodiato Frontale ì
nel 1 38 1 da Lodovico vescovo da cui distante un miglio fu già
Castoriense, avendo abbellito il con- la chiesa de' monaci di Sanvicino,
vento di molte fabbriche il p. Màt- a contatto della quale era vi un e-
tio letterato, che predicando in rerno, di che fa menzione il march.
Recanati fu cagione dell'erezione Ricci a p. 74. Parla di Frontale
del monte di pietà, per cui quel- il Turchi nel suo Trattato della
la comunità assegnò al convento Valle di s. Clemente e nel suo ,

annua elargizione. Si aggiunge che Camerinum sacrum p. 38 e 47-


poco lunge da Apiro è il luogo Dice dunque che di questo antichis-
detto delle Favete, preso da s. simo castello, situalo nel territorio
MAC MAC 245
Pirano, n'erano signore Vanna o siedeva. Incerto è il tempo della
Giovanna e sua sorella Caterina Ma decadenza di Novana , e pare che
si di Sanseverino moglie di Corrado fosse per opera de' goti, dopo che
Ranuzio Bulgaruzi di Matelica già Alarico loro re calò in Italia nel
padrone di esso. Caterina lo ven- 568 di nostra era, ovvero sotto il

dè nel i348 a Smeduzio Nuzi, il re Totila. Calmate poi le cose, i

quale dopo due anni fu annove- cittadini dell'antica Novana procu-


rato tra i cittadini di Piro, alie- rarono di ristorare le proprie ro-
nando il castello. Bartolomeo e suo vine, e vuoisi che a conservar l'anti-
figlio Smeduzio vedendosi spoglia- co titolo di città avendola riedificata
ti Sanseverino e di A piro, ven-
di la chiamassero Civitanova o Nuo-
dettero Ficano nel i388 a Boldri- va Città , cingendola di mura col
no da Panicale per diecimila scu- suo cassero o girone , specie di
di d'oro, insieme ad altri beni: fortezza. In progresso essa edificò
Boldrino fu ucciso in Macerata a i castelli di Torliano, e di san
mensa e proditoriamente per ordi- Marone così detto perchè conti-
,

ne di Tomacelli, ed allora Ficano guo alla chiesa del santo, e disten-


con altri beni fu restituito a Sme- dendosi vi suo territorio sino alla
duzio, il Y ottenne
di cui nipote spiaggia dell'Adriatico, rifece l'an-
poi nel 1407 sotto Innocenzo VII. tico suo porto, per avere il com-
Continuò nella dominazione nel pon- mercio del mare. Dicesi inoltre che
tificato di Martino V, ma Eugenio nel suo territorio vi fossero altri
IV espulse Smeduzio nipote ed , castelli, come quello di Petra, che
il castello e sue ragioni passò nel nel secolo XI fu da Esperino per
dominio di Sanseverino. Inoltre il metà donato al vescovato di Fermo.
Turchi parla ancora di Frontale Nel territorio di Novana, e nella
appodiato di Ficano e soggetto via Salaria che entrando nel Pice-
al comune. no giungeva al mare, fu esiliato
Civitanova. Governo nella dio- s. Marone, probabilmente romano,

cesi di Fermo. Diversi storici sos- convertito da s. Pietro e ordinato


tengono che Civitanova sia l'anti- sacerdote da s. Clemente I. Egli
ca Novana, già celebre città e re- fu l'apostolo del Piceno ed il pri-
pubblica libera del Piceno, la qua- mo suo martire. Nel luogo del suo
le reggevasi con proprie leggi e martirio presso Novana, fu eretta
magistrati, come tutte le altre di una chiesa, e pei miracoli che Dio
tal provincia, sinché furono sog- operò a sua intercessione il culto
giogate dai romani nelT anno di di lui molto si propagò. Nel i5io
Roma 485, e poi di nuovo nel il suo corpo fu trasferito alla chie-
655. Pare quindi che Novana, co- sa matrice di s. Paolo dentro Ci-
me le altre, sotto i romani fosse vitanova, e poscia nel i5i4 venne
prefettura e poi municipio, senza restituito all'antichissima sua chiesa,
perdere 1' antico suo splendore di essendo il principal patrono di Ci-
repubblica, col solo obbligo, quale vitanova, che solennemente ne cele-
confederata di Roma, di dover bra la festa, perchè apparso visi-
prestare un numero di soldati nel- bilmente alla sua difesa, ed in o-
le guerre, e dipendere dal console gni tempo se ne mostrò protetto-
della provincia al cui governo pre- re. Il viceutino d. Giovanni Ma-
246 MAC MAC
rangoni colle stampe del Zeinpel silfi di stabilirvi Novana. Noi però,
pubblicò in Roma nel 1743, dedi- principalmente call'autorilà del dot-
,. indole a monsignor Borgia arci- tissimo Marangoni, daremo un bre-
vescovo di Fermo, che giuridica- ve cenno di Civitanova.
mente riconobbe il corpo del san- Nella persecuzione delle sacre
to: Memorie sacre e civili deW an- immagini fatta dall'imperatore Leo-
tica città di Novana oggi Civi- ne l'Isaurieo, i popoli dell' Emilia,
tanova nella provincia del Pice- della Pentapoli, e del Piceno scos-
no, libri tre. Il primo contiene sero il giogo imperiale e de'longo-
Tistoria di s. Marone prete, primo bardi, e si posero sotto la prote-
inai lire ed apostolo del Piceno, il zione e difesa del romano Ponte-
il di cui santo corpo si venera nel- fice nel 73o, anche nel dominio
la sua chiesa presso Ci vita no va. temporale; e per tale spontanea
Nel secondo si espongono altre dedizione acquistò la Sede aposto-
memorie sacre della medesima. Il lica il dominio temporale delle men-
terzo abbraccia l'istoria civile di es- tovate provincie, specialmente del
sa, tessuta con molte e varie vi- ducato di Spoleto e della Marca.
cende della provincia. Ma il Coluc- Occupati i luoghi dai longobardi,
ci nel 1789, nel t. IV delle sue i Pontefici ricorsero all' aiuto dei
Antichità picene v'inserì: Lettere re di Francia, che prontamente Io

ad un amico sulV antica città di somministrarono. Nel 755 il re


Novana , nelle quali dissente da Pipino restituì e donò alla santa
quanto stabilisce il Marangoni sul- Sede il ducato di Spoleto ed il
l'origine di Civitanova. Sette sono Piceno f ciò che rinnovò Carlo
le lettere del Col ucci ed eccone Magno nel 774. Vedendo gli abi-
gli argomenti. I. Si parla d' una tanti del ducato di Fermo, d'Osi-
censura anonima. Si mostra irra- mo e di Ancona, che imprigiouato
gionevole il rimprovero dato da Desiderio re de'longobardi, le cose
alcuni che non siasi parlato del- di questi dominatori andavano di
la loro patria . Si promette di male in peggio ricorsero al Papa ,

parlar di Novana. lì. Si parla Adriano I, e prestarono a lui e


dell'esistenza di Novana e della successori il giuramento di fedeltà,
difficoltà di trovarne la situazione. ed in conferma si raserò la barba
III. Secondo l'espressione di Plinio, e tagliarono i cappelli, che all'uso
Novana non fu a Civitanova. IV. de' longobardi portavano. Ora es-

Si esamina anche meglio l'espres- sendo compresa Civitanova nel du-


sione di Plinio, e confermasi ciò cato di Fermo, pare certo che an-
che si è detto. V. Si risponde a co essa giurò fedeltà alla Chiesa.
un'obbiezione sulla varia lezione del Venne distinta con titoli di nobil-
passo di Plinio, che poco favorisce tà e lodata di fedeltà dai legali
chi sostiene che Novana fosse in pontificii. Ottenne privilegi da Ul-
Civitanova. VI. Si risponde alla derico vescovo di Fermo, gover-
seconda obbiezione sulla situazione nandosi per lungo tempo come a
di Civitanova. VII. Può benissimo repubblica , avendole i Pontefici
s. Marone aver incontrata la mor- confermati gli antichi privilegi e
te nel territorio che ora spetta a prerogative e leggi col mero e mi-
Civitanova, senza che vi sia neces- sto impero ,
per cui amministrò
MAC MAC 247
U giustizia civile e eliminale, eleg- anche dalla natura, è situata in
gendosi i propri governatori o pò- amenissimo colle, lunge dal mare
desta, quantunque soggetta al le- Adriatico due miglia, di cui ne go-
galo apostolico o rettore della prò- de il vago prospetto. E decorata
vincia. Le leggi municipali colle di belli edifìzi con circa y5oo a-,

quali governasi Civitanova furono bitanti. Si divide quattro quar-


in
rilrovate nel i477 e pubblicale, tieri, che prendono denominazione
Che lo statuto esisteva nel i^ìi, dalle quattro sue porte: il primo
lo dichiara una bolla di Eugenio si chiama s. Angelo, il secondo
IV, colla quale conferma le sue del Mercato, il terzo del Girone,
leggi, ciò che poi fecero Nicolò V, il quarto della Zoppa. II suo ter-
Giulio II e Leone X. li consiglio ritorio viene bagnato dai fiumi
di crederla ed il generale furono Chienti e Asola, i quali gli servo-
approvati nel1480 da Sisto IV e no di confine, godendone in domi-
da Innocenzo VIII nel i49 o: a l> n '° ' a metà. Il suo territorio fu
presso due consigli era il mero
i celebrato dai poeti, siccome fecou-
e misto impero confermato sino ,
do, ameno e delizioso, e commen-
dai 1291 da Nicolò IV ; mentre dato dal cardinal Borgia poi Ales-
la podestà e dei
libera elezione del Sandro VI, e dal celebre filosofo e
giudici venne confermata anche da scrittore Andrea Bacci di s. Elpi-
Calisto III e da Paolo III. La no- dio, nel suo trattato De naturali
bilia di Civitanova fu sempre co- vinorum hìstoria, lib. 5, p. 258.
spicua, per cui alcuni suoi citta- Alle vicende cui soggiacque il

diui furono insigniti eziandio degli Piceno pei goti, longobardi, re d'i-
ordini gerosolimitano e di s. Ste- talia ed imperatori, comune fu la
fouo, venendo riconosciuta Civita- sorte di Civilanova. Le maggiori
nova e la sua collegiata per insigni calamità però della Marca ne'tempi
ad omnes furis ejfectus , ciò che posteriori, seguirono nell'impero di
confermò nel 1623 Gregorio XV. Federico I, il quale circa il 1176
Molto prima Sisto V, che era sta- costrinse Civitanova a rendersi alle
lo suo pastore, come vescovo di sue forze, e giurargli fedeltà. Nel
Fermo, conoscendone i distinti pre- 1191 il comune fece una conven-
gi, come luogo nobile, illustre, in- «ione col vescovo di Fermo, di ri-
signe per la quantità de'suoi abi- sarcire quel Girone , difenderlo in
tanti e per le ricchezze de'cittadini, un al castello di s. Giovanni, e di
l'eresse, come diremo, in ducato, ed non collegarsi con Monte Santo,
è considerata città. Fiori in Civi- Essendo nell'obbedienza della Chie-
tanova una nobile accademia' di sa, nel ir 98 il comune si confe-
letterati, sotto il nome degl' injor- derò con Ancona ed Osimo, e nel
mi (i quali ebbe pure Ravenna, 1199 con Sanseverino, Fabriano
come scrive il conte Paolino Ma- ed altri luoghi. Nel 1200 insorse-
stai Ferretti , Accademie aV Euro- ro alcune differenze pei confini tra
pa } pag. 55) } di cui degna memo- Civitanova e i signori di Monte
ria ne fanno Giovanni Ferri e Cosaro, che compose Innocenzo IH
monsignor Centofiorini , presso il mediante concordia stipulata in Poi-
Barbosa, Collcctau. doctr. t. I, tract. verigi. Sempre fedele il comune
5, dist. 80. Favorita Civitanova alla Chiesa, Macerata con licenza
a48 MAC MAC
di Oaimo si collegò con Civitanova. pò la morte di Federico II, Inno-
Intanto Federico 11 spedì in Italia cenzo IV accordò grazie e privile-
un esercito, e nella Marca un vi- gi al comune, e alla diminuzione
cario imperiale. I popoli non vo- d'imposta convenne pure Alessan-
lendo riconoscere altro dominio che dro IV. Mentre la Marca veniva
quello della Chiesa, cercarono di- vessata da Pircisvalle o Perei valle ca-
fendersi ; Civitanova spontaneamen- pitano di Manfredi, figlio bastardo del
te si die alla giurisdizione del ve- defunto imperatore, il rettore Anni-
scovo di Fermo, per difendere lo baldo pel suo duro governo molti
stato di Fermo nella sua libertà, scontentò; laonde i fermani volen-
e l'indipendenza della Sede aposto- dolo costringere colle armi a mi-
lica , ciò che pur fecero altri luo- glior consiglio, i civitanovesi ad
ghi. Nel 1129 benché gli osima- essi uni ronsi, giacché in questo
ni si rendessero a Federico II, Civi- tempo aderivano a Manfredi. A?
tanova resistette alle sue richieste, Jessandro IV nel 1259 scrisse loro
per cui Gregorio premiò con IX la un minaccioso breve ,
per cui la-
speciali privilegi, confermandole l'an- sciata la parte di Pircisvalle si u-
tico commercio libero al suo porlo nirono col rettore pontificio, nulla
e lido di s. Marone nel i^35, me- curando il diploma de'privilegi di
diante bolla. Divisa la Marca dal- Manfredi, e riprendendo le armi
le fazioni de'guelfi e ghibellini, in- contro i nemici e ribelli della
calzata dalle armi di Federico li, Chiesa.
seguendo Civitanova la parte guel- Godendo Civitanova quiete, que-
fa del Papa, fu invitata con let- sta si alterò nel 292 quando pre- 1
,

tera dall'imperatore a soggettarsi tesero i fermani che dal fiume Tron-


all'impero, offrendole grazie e pri- to sino al Potenza niuno fabbricasse
vilegi, quindi la costrinse per non abitazioni e porto, asserendo ap-
vedersi distrutta ad aderirvi. Eret- partener loro tutta la spiaggia per
tasi nel 1 246 in Macerata la pub- concessione di Federico II, confer-
blica università degli studi, fra i luo- mata poi dal cardinal legato Ra-
ghi che vi concorsero noverasi Civita- non ostante che Civitanova
nieri,
nova, che fu obbligata dagl'impe- ne godesse immemorabile possesso
riali a prendere le armi, e danneg- come proprio territorio, per cui il

giare gli aderenti alla Chiesa. L'im- castello ed il porto chiamavasi s.

peratore per tenerla nel suo par- Marone. Riconoscendo dunque i

tito le spedi artifiziosi diplomi, en- fermani solamente Civitanova


che
comiandone la fedeltà e i servigi per quella spiaggia godeva comodo
resi.Tuttavolta nel 1248 il comu- porto, vantaggio di sito e comodi-
ne, con altri luoghi della Marca, ne tà di strade per tutta la provincia,
scossero il giogo totalmente, e fe- si collegarono con Recanati, Mon-
cero intendere al cardinal Capocci te Lupone, Murro, Monte Cosaro,
legalo d'essere pronti tornare all'ob- Monte Granaro e s. Giusto, ed
bedienza della romana Chiesa, purché armate le milizie inondarono il
fossero confermati i loro privilegi; territorio di Civitanova, distrussero
onde il legato nel fine di novem- il porto e ripa di s. Marone, e
bre portatosi a Civitanova, tutto sino le abitazioni del pievano, la
concesse con onorifico diploma. Do- sagrestia e officine della chiesa, non
MAC MAC 349
che le torri, e per otto giorni po- Grasso. Così presa Civitanova, Nel-
sero tutto a ferro , a fuoco ed lo con Duldrino, fatto uccidere Gras-
a sacco. Ciò fecero i fermani e so, restarono padroni del luogo, che
collegati come allora seguaci dei poi fu preso dai Malatesta signori
ghibellini contrari al Pontefice, di diRimini. Ricuperata tutta la Marca
cui Civitanova ne sosteneva le par- dal cardinal legato Albornoz, dipoi
ti,profittando della sede vacante nel 1372 temendo Civitanova d'es-
per morte di Nicolo IV. Ricorsi i sere costretta ricevere in rettore
civitanovesi al giudice generale del- qualche particolare persona che poi
la provincia, Fermo nel 1293 fu la tenesse a se soggetta, implorò ed

condannato a soddisfare i danni ottenne con bolla da Gregorio XI


recati, con venticinque mila lire di essere ammessa sotto l'immedia-
di moneta ravennate; quindi i ci- to suo governo pontificio e della
vitanovesi pensarono a rifabbricar Chiesa. Nel funesto scisma dell'an-
la fortezza ed il porto, il quale però tipapa Clemente VII, Civitanova
poterono restaurare solo più tardi. ne seguì le venendo poi as-
parti,
In premio di sua fedeltà, nel i3oo solta dalle censure da Bonifacio IX;
il cardinal Orsini gli concesse pri- nel 1389 si arrese ai Varani, ma
vilegio di franchigia pel commercio, in obbedienza agli ordini del Pa-
tranne il frumento, senza dipendere pa non aderì al conte di Carrara
dal rettore. Confederatasi la repub- fautore de'ghibellini, che scorse o-
blica di Venezia colla Sede aposto- stilmente la Marca.
lica, in riguardo del lido del mare Divenuta nuovamente libera ,

e del suo porto, ne die notizia a Ci- Civitanova nel i4°4 ottenne da
vitanova, e la richiese di sua amici- Innocenzo VII di restare sotto l'im-
zia con titoli decorosi.Continuando mediato suo governo, e favorì il
i ghibellini a travagliar la Marca, di lui nipote Migliorati marchese
sembra che fosse costretta aderirvi dellaMarca contro Monte Santo
,

Civitanova, per cui ebbe parte con che non voleva riconoscerlo non :

Spera nzio di Montefeltro, quando pare che il Papa concedesse ai Va-


co' tumultuanti ghibellini si portò rani Civitanova come scrive il Lilii,
conilo il rettore della Marca, laon- non facendone menzione Gregorio
de fu sottoposta a censure e mul- XII nella bolla con cui confermò i
te, indi assoluta dal legato apo- suoi privilegi. Nel 1407 Civitanova
stolico. i325 Andrea
Nel febbraio rivolse le sue armi a danno di Mon-
di Marco Zeno da Monte Granaio, te Cosaro che ricusava sottomet-
con gente raccolta entrò con in- tersi al Migliorati. A cagione del-
ganno in Civitanova, gridando vi- lo scisma e per salvare il supremo
va la libertà, e viva la repubbli- dominio della Marca , nel 1412
ca di Fermo. Allora Speranzio coi Gregorio XII die il governo di Ci-
soldati dei Varani di Camerino vitanova a Malatesta de* Malatesti
prese la terra in nome de'suoi si- di Rimini, con annuo tributo alla
gnori. Dopo due giorni Nello e Chiesa, e col titolo di vicario gene-
Grasso al soldo de' fermani, all' in- rale, finche nel i43o Martino V
saputa di questi, con soldati a ca- ricuperò Civitanova. Neil' anno se-
vallo obbligarono il popolo di Ci- guente Eugenio IV approvò i pri-
vitanova a consegnar le chiavi a vilegi e gli statuti, e sottopose U
l

2JO MAC MAC


luogo all'immediato governo della nobile Pietro Celtei col dono di
Chiesa. Dichiarato marchese della cinquanta ducati d'oro. Nel i5io
Marca Francesco Sforza, Civitanova nacquero gravi discordie tra Civi-
ili venne suo dominio, e continuò tanova e il comune di s. Elpidio,
ad obbedirgli, ancorehè Eugenio onde ambedue si armarono, e ven-
IV malcontento di Francesco, e di- nero a battaglia, ma per ordine
chiarando capitano generale Nico- del vice- lega lo cessarono lo ostilità.

lò Piccinino, di questo si ricusò Nel 1 5 4 1


furono magnificamente
seguirne gli ordini. Assediala dalle alloggiate in Civitanova due regi-
armi pontificie, valorosamente si ne d'Aragona; indi nel i5i5 Leo-
dif<se, liberandola poi il marchese ne X che avea confermato gli sta-
dall'assedio. Ritornata nel 1 44^ tuti e privilegi, per soddisfar il de-
all'obbedienza della Chiesa , ebbe bito di scudi diecimila che avea
la conferma di sue prerogative, as- la camera apostolica colla fami-
soluzione da qualunque colpa, la glia Varani, concesse a Gio. Maria
cognizione di tutte le cause indi- il governo di Civitanova con tulli
pendentemente dalla curia genera- gli emolumenti, dicendo il breve
le, ed il permesso di fabbricare averlo già accordato Innocenzo Vili
una fortezza nel suo territorio a Ridolfo Varani; il breve fu dal
presso il mare e in vicinanza del comune accettato, salvi i privilegi
suo porlo. Nicolò V lutto confermò, e grazie ricevute dai Papi. Nel
e Calisto 111 concesse ampio indul- 1527 Giulio Pellicano momentanea-
to per la libera elezione del po- mente s' impadronì di Civitanova,
destà e giudici pel suo reggimen- e nel i528 Clemente VII, per
to. Pio It con bolla del lìfii de- morte di Giovanni Maria, confermò
cretò contro le pretensioni de'fer- ilgoverno alla di lui vedova e
mani, che Civitanova liberamente propria nipote duchessa Caterina
potesse fabbricare la torre e la tor- Cibo, continuando il pubblico a go-
tezza, e mantenervi milizie custodi der il privilegio di mero e misto
del porlo e delle mercanzie che impero, riconoscendo le cause cri-
vi approdavano con utile della pro- minali sino alla condanna di morte.
vincia , massime il sale che di- Pel cattivo governo de' ministri
stribuivasi alle provincie vicine ,
della duchessa, i civitanovesi vol-

imponendo silenzio ai fermani sot- lero ritornare sotto l' immediato


to pena di venticinquemila fiorini governo del Papa, ricorrendo per-
d'oro. Nel successivo pontificato di ciò al cardinal legato della Marca
Paolo II ebbero luogo proteste nel i538; quindi essendosi intro-
tra' fermaui e civitanovesi , e in messi i presidi della provincia nel-

favore de' secondi fu risoluta la 1' elezione del podestà, Paolo III

controversia, sebbene ap- i primi reintegrò a Civitanova l'intera li-

pellarono a Sisto IV. Finalmente bertà di eleggersi il podestà. Nel


Innocenzo Vili approvando nel 1491 \5/±i fu stabilita la pace tra' cit-

il decretalo di Pio II, ordinò il tadini, e nel i55o Giulio III con-
proseguimento della fabbrica del fermò a Civitanova tutte le ma
porlo e fortezza. Nelle nozze di Co- antiche consuetudini eprivilegi. Tut-
stanzo Sforza da Pesaro invitato ta volta questo Papa per sgravai
il comune, vi spedi ambasciatore il la camera apostolica di un debito
1

MAC MAC 25
.li ticdicimila scudi clic teneva con podestà di Civitanova dal 1291
Giuliano Gonfaloniere del popolo siuo al 1 55 1 il Marangoni lo ri-

romano (Kcdi) della nobilissima , porta a p. 384 : 'l primo fu il no-


famiglia romana Cesarini, determinò bile e sapiente llercolano Gilberti
nel 55 con breve de'5 maggio,
1
1
, d'Osimo, l'ultimo il magnifico dot-
di concedergli Civitanova io gover- tore Orazio Salimbene di Sarnano.
no, indipendente dalla legazione Il primo nomi-
luogotenente fu
il

della Marca, ed a beneplacito pon- nalo Moroni. Paolo IV uel i556


tifìcio, laqual concessione riportasi fece sequestrare a Giuliano ambedue
dal cardinal De Luca in TkeaLr. i feudi, delle rendite de' quali re-
verit. et just, de jeudis disc. 4i e stò privo fino alla morte del
dopo alenai mesi glielo concesse Papa accaduta nel 1559. Venuta
sino a terza generazione. Giuliano la sede vacante ne fu subito rein-
mandò a prender possesso di tal tegrato dal sacro collegio nella
concessione Leone Moroni di Fer- prima congregazione generale dei
mo suo luogotenente. Il Ratti nel 22 agosto., con lettera al governa-
t. Il, p. 262 e 290 Fami-
della tore della Marca. Ai 3i agosto
glia Sforza, dice che IH Giulio poi con ordine del cardinal Guido
investì Giuliano Cesarini dei due Asianio Sforza gli furono restituiti

nobilissimi feudi di Civitanova e ancora tutti i frutti percepiti dalla


e Monte Cosaro con titolo di mar- camera apostolica durante il detto
chesato, cioè gli concesse Civitano- sequestro a ragione di scudi cin-
va a terza generazione non compre- quecento alP anno, e di più altri

sa la di lui persona, collo sborso di scudi seimila cinquecento diecisette


quattordicimila scudi, somministra- per varie armature, moschetti, pic-
ti da Giuliano per supplire alle coli cannoni, grano, vino, carne
spese della guerra ed alle fortifi- salata e salnitro, portati via in quel-
cazioni de' luoghi marittimi dello l'occasione dalla Rocca Sinibalda
slato minacciati dal turco. Ma sic- parimenti suo feudo. Pio IV che
come dopo che Giuliano prese ili eletto iu quel conclave confermò
possesso di Civitanova, si trovò che ambedue le investiture di Civita-
I annua rendita non oltrepassava nova e Monte Cosaro e poco ,

trecento scudi, e perciò uà 11 corri- dopo iu considerazione de' servigi


spondeva alla somma sborsala, nel resi da Giuliano alla santa Sede,
i552 Io stesso Papa in compenso singolarmente di quello di aver
vi aggiunse Monte Cosaro con suo somministrato varie somme di de-
motu- proprio del 26 febbraio, nel naro nei di lei bisogni , con bolla
quale si esprime che la rendita di del i56o perpetuò nella famiglia
questo luogo era di scudi duecento ambedue i feudi di Civitanova e
all'anno. Dal i55i in poi essendo Monte Cosaro, abilitando alla suc-
Civitanova passata in governo del- cessione anche le femmine e gì' il-
l'eccellentissima casa Cesarini, ces- legittimi, ed erigendo Civitanova iu
icila libera elezione del podestà marchesato, che fu il primo titolo
che facevasi dal consiglio, onde da portato dai signori Cesarini . A
qucll'anno iu poi i Cesarini eles- Giuliano succes'se Gio. Giorgio suo
sero un luogotenente che poi chia- figlio, che morendo sotto Sisto V,
marono vice-duca, 11 catalogo dei lasciò a lui caldamente racco man-
5

a5a MAC MAC


d;ito 1* unico figlio Giuliano II. «no celebrati molti capitoli del-
Il Papa quasi presago che Cesa- i l'ordine. Tra i religiosi che in esso
iiiii sa re Urto stati un giorno gli fiorirono vi furono il b. Giacomo
eredi della casa sua, prese special laico di Civitanova, il b. Leonar-
cura di Giuliano II, per il quale do di Civitanova, il p. Lorenzo
erette in ducato il suo feudo di Ganganelli poi Clemente XIV. Nel-
Civitanova nel i585. In d. Livia la chiesa si venera il corpo di s.

si riunì l'eredità di questa cospi- Vitale martire. Ma delle memorie


cua famiglia, che maritatasi in d. sacre di Civitanova, sue chiese,
Federico Sforza discendente dei du- conventi e luoghi pii, trattandone
chi di Milano, ne' loro figli pas- il Marangoni nel lib. II, qui ne
sarono le signorie e prerogative daremo un breve sunto. Per la
de' Osarmi, portando ora il titolo prodigiosa apparizione della Beata
di duca di Civitanova il degno Vergine nel territorio di Civitano-
duca d. Lorenzo Sforza. Della fa- va, seguita a' 5 giugno 1411 al
miglia Cesarini ne parlammo in contadino Vico Salimbene, perchè
diversi articoli del Dizionario, mas- ivi voleva essere onorata, ciò che
sime a quello di Gemano (Vedi), ripetè due altre volte , e nel sito
altro suo ducalo. Civitanova es- ove si vide la sua venerata effigie
sendo compresa nelle provinole det- dipinta sul muro, venne eretta la
te di seconda ricupera, nel 1 8 1 chiesa eh' ebbe compimento nel
restò esente dai diritti baronali. i4^5, sotto il titolo di s. Maria
Di Civitanova e de' suoi uomini apparente, che Leone unì alla X
illustri, fra' quali primeggia Anni- confraternita di s. Maria della Mi-
bai Caro, ne trattano oltre il Ma- sericordia e all'ospedale. Ne fu sta-
rangoni seguenti autori. Jacopo
i bilita solenne festa e i capitoli per
Lauro, Civitatis TSovae in Piceno onorare la regina del cielo in un
delineatio et descrìplio , Romae modo degno di lei, come fu or-
i63o. Lodovico Centofiorini, Civi- dinato olio, offerte e processione al
tas Uova in Piceno, Romae i63o. santuario di Loreto. Paolo III a' i5
E una scrittura legale in cui si aprile i5^5 concesse una fiera fran-
dimostra che Civitanova ha i veri ca. La chiesa matrice di Civitano-
requisiti di
città. Giuseppe Gaeta- va è sotto l' invocazione di s. Pao-
ni, Istoria di Civita Nova nel Pi- lo, di antichissima erezione , nella
ceno, Macerala nel 1 7 1 1 . Questa quale fu pubblicata una bolla d'In-
fu confutata dal Marangoni in tut- nocenzo IV nel 1258. Alla sua par-
to il prologo del libro IH da p. rocchia fu unita quella di s. Ma.

197 a p. 223. Del convento e chie- ione nel 1292. Sisto V ad istanza
sa di s. Maria de* conventuali dis- del duca Cesarini la dichiarò col-

corre il p. Civalli nella sua Visita legiata insigne con la dignità di


triennale, presso il Colucci t. XXV, arciprete, canonici coll'insegna del-
p. 5i. convento già esisteva nel
Il ralmuzia, beneficiati ed altri sacri
1290, o meglio nel pontificato di ministri la bolla però venne ema-
:

Gregorio IX, e la chiesa fu conse- nata da Clemente VIII nel 1592,


crala a' 19 agosto 1399, incorpo- e meglio dichiarata nel 1622 da
randovi la parrocchia di s. Tom^ Gregorio XV. Fu quindi conside-
maso Giulio U nel i5ì2. Ivi fu- rata per la seconda nell'arcidiocesi
MAC MAC 253
di Fermo, precedendola solo quella monache, nei primi del secolo XIV
di s. Lupidio ne' sinodi e pubbli- venne concesso ai conventuali quan-
che funzioni. Benedetto XIII nel to gli spettava. Nel seguente seco-
1727, con bolla che contiene le lo colle limosine del pubblico, del
prerogative di Civitanova vi uni le duca Gio. Giorgio Cesarini , e di
rendite della soppressa confraterni- d. Cleria Farnese sua sposa, ven-
ta della Misericordia. L'arcivesco- ne edificato alle monache altro mo-
vo monsignor Borgia istituì la pre- nastero e la chiesa di s. Gio. Bat-
benda di canonico teologo, e nel tista dentro Civitanova, incomin-
1736 gettò la prima pietra della ciando la clausura nel 1 583. I cap-
presente chiesa più maestosa ed e- puccini furono chiamati nel i55o,
legante dell'antica. Tra le sacre re- indi nel 1625 s'incominciò in mi-
liquie avvi corpo di s. Principio
il glior situazione l'erezione di ui\
martire, donato nel 1689 dalla du- nuovo convento e chiesa sacra pu-
chessa d. Livia Cesarmi Sforza. La re a s. Gio. Battista : vi fiorirono
chiesa parrocchiale di s. Lucia go- santi e dotti religiosi, e vi si cele-
deva il titolo di prepositura e fu brarono de' capitoli provinciali. Nel
unita alla matrice nell'erezione del- secolo XIV vennero istituite in Ci-
la collegiata. La parrocchia di s. vitanova le confraternite di s. Ma-
Giovanni nel 1578 fu incorporata ria e di s. Antonio, che poi man-
da Gregorio XIII al monastero di carono, e la prima fu forse quella
s. Chiara. Tutte queste parrocchie della Misericordia. La confraternita
erano entro Civitanova ; quelle fuo- del ss. Sagramento già esisteva nel
ri di essa furono di s. Tommaso i/j.87; quella del ss. Crocefisso di
unita ai conventuali, e di s. Silve- s. Maria Nova fioriva nel i55tj,
stro già de' crociferi non più esi- possedendo un miracoloso ss. Cro-
stente. In Civitanova oltre il sud- cefisso ed insigni reliquie ; nel 585 1

detto convento de' francescani, pri- già esisteva la confraternita della


ma diGregorio IX fu eretto quel- ss. Trinità, e quella de' ss. Ambro-
lo degli agostiniani, con chiesa sa- gio e Carlo fu approvata nel 16 16.
cra a s. Antonio abbate; vi furo- Due ospedali vennero eretti in Ci-
no tenuti più capitoli provinciali. vitanova, uno sotto il titolo di s.

In un colle fuori di Civitanova nel Maria della Misericordia, l'altro di


i5o7 fu edificato il convento ai s. Maria Maddalena a cui fu unito
minori osservanti riformati , e la il primo nel i5i5, del quale vi
chiesa col titolo Maria del
di s. sono memorie del 447- H comu- 1

Monte di Fogliano;si aduna-


vi ne fondò il monte di pietà pei po-
rono alcuni capitoli. Tra i primi veri nel i556.
monasteri dell'ordine di s. Chiara Delle chiese e pitture di Ci-
va nominato quello di Civitanova, vitanova, comprese quelle del pa-
fondato verso il 1228 sul Monte lazzo ducale Cesarini , ne discor-
Panico, presso la chiesa di s. Gia- re il marchese Ricci in più luo-
como. Essendo distante dall'abitato, ghi delle Memorie sloriche. Questo
circa il 1273 il monastero fu tras- ampio e maestoso palazzo baronale,
ferito sul Monte di Fogliano, ove solidamente costrutto, trovasi dove
fu fabbricato colla chiesa di s. Gia- la collina su cui la città è fab-
,

como. Ridotto in rovina e senza bricata , comincia a declinare in


7 54 vAe MAC
pendio. Guarda la marina , sovra- territorio in colle e in piano, con
sta i circostanti edifici, e va n ter- paese composto di vasti e belli fab-

minale contiguo ni convento degli bricati cinti di mura. Vi è la col


agostiniani, nella cui chiesa corri- legiata di s. Lorenzo. Il p. Civalli
spondono dei ben disposti coretti, nella Visita triennale, presso il Co-
per comodo de' signori onde assi- lucci toni. XXV, pag. 8?., narra
stere alle sacre funzioni, essendovi che per pubblico consiglio del co-
pure comunicazione tra il palazzo mune, nel i58o dato il con-
fu
e la chiesa. Ricche sono le pitture vento ai francescani conventuali ,

con ornati di buono stile, ed ai sof- con chiesa sotto il titolo della Ma-
fitti fregi ed intagli splendidamen- donna del Monte , alla quale si

te dorati. Trascurato prima dai mi- presta molta divozione, avente l'im-
nistri, e poi quasi abbandonato dai magine dell'aitar maggiore dipinta
suoi signori, quando il lodato odier- nel i5i6 per cagione di voto. 11
no duca d. Lorenzo nell'autunno march. Ricci nelle Memorie stori-
del 184*2 si portò la prima volta che p. 16 narra che sulla fede del
a visitarlo, vi ordinò vari restauri Lilii, Storia di Camerino, deve dir-
diretti a conservarlo. Allora alle si che al declinare del XIV secolo
altre sue possidenze volle aggiun- si possa assegnare la chiesa di s.

gere l'acquisto di un terreno mi- Maria a pie di Chienti nel terri-

rabile per la situazione, che spor- torio presentemente di Monte Co-


gendosi molto innanzi verso il ma- saro. Era vi in questo luogo, secon-
re, offre estesissima veduta dell'a- do che ne racconta il citato scrit-
meno littorale e de' luoghi convi- tore, un monastero ove nel 964
cini, per cui è pur luogo di deli- Guido figlio di Berengario si na-
ziose passeggiate,chiamandosi Va- scose, allorquando seppe la notizia
lazzuccio, forse perchè ivi esistette della resa di suo padre, che com-
qualche bel palazzo. Delle antiche batteva contro imperatore Otto-
l'

curie di Civitanova e Monte Co- ne I. Questo avvenimento si vuole


sarò ne parlammo al voi.XIX, p. che fosse ritratto nella tribuna, do-
4*5 del Dizionario. Appodiato di ve oltre Guido eranvi dipinti di-

Civitanova è il Porlo di Civita/io- versi clerici suoi famigliari suppli-


va, che il riparto territoriale dice canti la Vergine, ed intercedenti
nella diocesi di Macerata. E un grazia da essa per l'infortunio che
maestoso e vasto borgo popolato ,
soffriva il padre. Le odierne pitture
lungo la rada , attraversato dalla sono diverse, giacche oltre il Sal-
via marittima, che mena al Tron- vatore che ha luogo nel mezzo del-
to, e fornito di copiosi magazzini la tribuna, in diversi quadri si ve-
ove si ammassano le granaglie per dono rappresentati i misteri rela-

l'asportazione. Fu chiamato Porto, tivi alla nascita di Gesù. La chiesa


Ripa, e Castello di s. Marone per si conserva anche nell'antica sua
essere vicino alla sua antica chiesa. struttura, ed è delle pochissime che
Monte Cosaro. Comune del go- l'abbiano potuta ritenere. Retta da
verno di Civitanova, diocesi di Fer- grandi pilastri ha finestre strettis-
mo. Se ne ignora l' origine , e fu sime, ed è divisa in due piani ,

chiamato pure Monte Cossaro e salendosi dal primo al secondo per


Monte Fedele anticamente. Ha il ispaziosa scala di venti gradini. A.
MAC MAC »5fó

rapo della navata di mezzo si tro- Nel i3oS seguendo le parti ghi-
va l'unico aliare presso l'abside con belline fu sottoposto n varie pene
cripta semicircolare: questa chie- da Clemente V. Il cardinal legato
sa è un monumento pregevolissi- Albornoz nel 1 358 gli concesse
mo di cristiana antichità. 11 Ma- l' indulto di non dover trasmettere
rangoni nelle Memorie di Civita- alcun balio alla curia generale. Il

nova, e come abbiamo accennato legato cardinal Contempi nel i386


parlando di essa, narra le differen- spedì un decreto agli uomini ed
ze che Monte Cosaro ebbe con università di Monte Cosaro, i quali
Civitanova pei confini. Innocenzo abiurando lo scisma dell'antipapa
III con breve diretto al vescovo, Clemente VII, li assolveva da qua-
cloro, podestà e popolo d'Osimo, lunque eccesso e delitto di lesa
de' 17 aprile 120*2, prescrisse la maestà, confermando privilegi ed i

forma comporsi tali discordie.


di esenzioni. Però nel i4o3 fu obbli-
Nel 1472 si rinnovarono le dissen- gato dal giudice Angelo da s. Ge-
sioni e violenze tra gli uomini e mini a trasmettere il balio alla cu-
comunità di Civitanova e di Mon- ria ; indi nel i4o5> i giudici di
te Cosaro, le quali furono composte Monte Cosaro furono sottoposti al
li 2 dicembre, rimettendosi 1' una sindacatore generale. La positura
e l'altra parte i danni vicendevol- di Monte Cosaro è forte, e la roc-
mente sofferti, collo stabilimento di ca o torre fu presa nel *4°7 per
pace perpetua fra loro, e condizio- ordine del rettore Benedetto, ren-
ne che gli uni dovessero conoscere dendosi a questi con diversi patti.
gli altri come propri cittadini. E- Che Giulio III investì del feudo di
gualmente ripullularono le stesse Monte Cosato Giuliano Cesarmi
controversie sopra i confini del 1 4^4> gonfaloniere del senato popolo
e
le quali si terminarono nel i4*^7 di romano, con titolo di marchesato,
buon accordo, con assegnarsi i ter- ciò checonfermò Pio IV, lo di-
mini ad ambo i lerritorii, stipu- cemmo parlando di Civitanova, dal
landosi istiomento nella contrada cui ducato essendo separato, for-
di Monte s. Andrea, posta ne'con- mava a parte un marchesato.
fìni de' due luoghi. Ripugnando Morrovalle. Comune del gover-
Monte Cosaro di riconoscere in no di Civitanova, diocesi di Fer-
marchese e rettore della Marca mo. Vuoisi edificalo da Carlo Ma-
Migliorati nipote d'Innocenzo VII, gno nell' Vili secolo, e quindi am-
fu investila dalle armi dei civitano- pliato e restaurato nel 100 circa 1

vesi nel i4<>7- Compagnoni nellaIl dal marchese Guarnerio o Varne-


Reggia picena, ci dà le seguenti no- rio di Normandia. Il territorio è
tizie su Monte Cosaro, Monte Cau- in piano e in colle, assai popolato,
sano. Nel 1248 il cardinal Ranieri con paese di buoni fabbricati, cinti
legato, per la fedeltà degli uomini di in parte da mura , dentro delle
Monte Cosaro, 1' onorò della con- quali è ammirabile il palazzo Laz-
ferma de' confini dal Chienti all'A- zarini, di architetturagotica. Vi è
sola, e di altre esenzioni e grazie la collegiata diBartolomeo apo-
s.

contro que' di Civitanova. Nel 1288 stolo. Fu chiamato anco Morrò di


il rettore Agapito Colonna l'invitò Valle, ed il p. Civalli nella Visita
a mettere in arme i suoi soldati. triennale, presso il Colucci t. XXV,
,

256 MAC MAC


p. 72, parlando del convento dei molteplice erudizione. Il marchese
minori conventuali, dice clic questo Ricci nelle sue Memorie storiche p.
fu illustrato con molli miracoli dal i33, parla delche Mono-
forte
b. Masseo da Massignano, compa- il quale do-
valle edificò nel \f\ii,
gno di s. Francesco , dove pure po aver sostenuto lunghissimo as-
mori. Ivi riposa ancora il corpo sedio, venne demolito da Alfonso
del b. Filippo. Maestro Giovanni re d'Aragona nel 1 44^> P er ordine
Minio diede molto splendore e gran del Papa Eugenio IV. Dal Com-
grido a questa patria, e meritò per pagnoni, Reggia picena, apprendia-
la sua dottrina di essere creato mo le notizie seguenti. Lo dice e-
cardinale da Bonifacio Vili nel retto in luogo alto, sette miglia
i3o2, e poi fatto vescovo di Porto distante da Macerata verso il ma-
e s. Ruffina. Della famiglia Lazza- re, ed essere stato chiamato ne'di-
rini nobile di Macerata fu il car- plomi pontificii, Murro Vallenti ,
dinale, e Tommaso vescovo prima Monte Fallenti, inferendosi a Val-
d'Ancona nel i336
di Cesena e poi lentia città antichissima del Pice-
era suo Il Tondini nelle
nipote. no, sebbene al credere del Peran-
Memorie di Durastante da San- zoni ,
juxta Plinii observalam in
giusto, a pag. 96, riporta l'albero scribendis urbibus seriem, Vallen-
della famiglia Lazzarini, e dichia- tiam y et non Pollentiam dici non-
ra avere essa il vanto di rettamen- nulli arbitrentur. Ma ne di ciò
te discendere dalla nobilissima fa- parleremo dicendo di Monte San-
miglia de' Guarnieri, marchesi del- to. Fu luogo forte e più ampio
la Marca d'Ancona; essendo pure dell'odierno, sì di abitanti, che di
signore di Morrovallè. Illustrando circuito, essendo vicino a Monte
detto albero, dice che Masseo del Cosaro eCivitanova,e fu pure chia-
i362 fu rettore di più chiese; mato Morrò di Vaglia. Anticamente
Nicola o Cola nel 1412 fondò la il suo municipio godeva libertà. Il

chiesa e il giuspatronato di s. Ca- marchese Varnerio o Guarniero


terina in Morrò ; Nicolò fu celebre non solo dominò Morrò, ma tutta
letterato presso i duchi di Ferrara, la Marca d'Ancona. Nel 1202 fu
ed amicissimo del cardinal Bessa- compreso nella pace tra'fermani ed
rione; Costantino e Gio. Matteo altri della Marca. Nel 1248 il car-
furono militari e magistrati; Cesa- dinal Ranieri legato deplorò l'uni-
re fu familiarissimo di Pio III, e versità di Morrò di Valle per gli

donò alla chiesa di s. Bartolomeo aggravi e danni fattigli dai civita-


di Morrò una croce stazionale d'ar- novesi, fomentati da Riccardo con-
gento di superbo lavoro; Alessan- te di Civita di Chieti, figlio di Fe-
dro visse nelle corti di Leone X derico che avea rotto l'esercito
II,

e Paolo III, ed ottenne ampli pri- pontificio nel 1246. Essendo ret-
vilegi per se e fratelli ; Dario, uno tore Annibaldo, Morrò di Valle si
de' fondatori dell'accademia àe Ca- sollevò, per cui fu spedito per suo
tenari di Macerata, dotto nella poe- sindaco Domodeo, perdonandosi il
sia e nelle lingue greca e latina ; passato. Nel 1264 vi alloggiò il

Domenico insigne professore di let- vicario regio, Giordano signor d'A-


tere greche e latine, di cui si ha gliano piemontese, parente di Man-
la Vitaj ed Antonio di vasta e fredi, siccome sito fortificato; ma
,

MAC MAC 2S7.

nel 1288 mandò aiuto di genie al dissertazione in argomento del p.


rettore Agabito Colonna: aderendo Anton Maria Costantini di Monte-
poi ai ghibellini, nel i3o8 Clemen- santo, e certe lapidi raccolte dal-
te V lo sottopose a varie pene. l'ab.Riccomanni, oltre quanto ave-
Tuttavolta nel 1 3iS Raimondo Got- vano detto monsignor Borgia arci-
tofano, Nicol uccio di Giovanni di vescovo di Fermo e l'abbate Lan-
Rinalduccio, ed altri capi ghibelli- cel lotti. Loda sopra tutti il celebre
ni di detta terra, tentarono darla e dottissimo ex gesuita Lanzi, ono-
nelle mani de' fermani. Dipoi JYlor- re di Montolmo sua patria ,
per
rovalle aderì per la riduzione del- averla illustrata con profonda eru-
la curia in Macerata, sottoscriven- dizione e critica ; osserva eh' egli
dosi alla analoga supplica il can- ancora è convenuto nel sentimen-
celliere Terrae Murri de manda' to di monsignor Borgia e del p.
lo dominorum poteslatìs et priorum Costantini, i quali stabiliscono in s.

dìclae terrae. Nel i4o3 gli fu inti- Claudio o sue vicinanze il sito di
mato mandare un balio alla curia Pansola , di scostandosi solo dal Lan-
generale, venendo quindi sottopo- cellotti, che voleva essere Montolmo

sta al sindacatore generale. Nel piantato sulla distrutta città. Inol-


i435 venne costretto a pagar le tre rileva che il p. Costantini opi-
taglie al conte Francesco Sforza nò pure in favore di Monte Lupo-
e nel i44 2 a& alloggiare alcuni ne per le macerie antiche ivi da
de' suoi uomini d'arme. lui vedute, cioè che la primitiva
Mont'Olmo. Governo, diocesi di Pausola ivi che poi per
sorgesse, e
Fermo. Mont'Olmo, Mons Uhm ;

,
infortunio fosse traslatata in s. Clau-
cospicuo borgo assai popoloso, che dio, abbazia detta anche di s. Chio-
giace su di un colle nella destra mensa arcivescovi-
do, spettante alla
riva del Chienti, circondato di forti le diFermo. Conchiude il Colucci
mura ed opulento per ubertosi con ragioni, che l'agro Pausolense
campi. Un olmo di straordinaria è l'agro istesso dell' odierno Mon-
grandezza stendeva gli annosi rami tolmo, e che da questo territorio
nel mezzo della sua piazza, il qua- non discosta vasi la città ;
protesta
le gli diede il moderno nome, ma quindi di far delle note alla dis-
oggi più non esiste. Il paese ha sertazione del Lanzi, senza profit-
molti e belli fabbricati, e dicesi e- tare delle notizie raccolte su Mon-
dificato per l'atterramento dell'an- tolmo dal Torelli nell'archivio se-
tica città di Pansola o Pan sola o creto della terra, con che avrebbe
Pausula, i cui abitanti chiamaronsi potuto parlar de' vari castelli nel
pausulani. Il Colucci nel tom. XV suo territorio compresi, non meno
delle Antichità picene, ci ha dato: de' pregi con cui si distinse Mon-
Della condizione e del sito di Paii- tolmo nel medio evo, specialmente
sula città antica del Piceno dis- , nel secolo XIII. Ora della disser-
sertazione epistolare dell'ab. Luigi tazione del Lanzi, e delle note del
Lanzi, premettendo una lettera al- Colucci brevemente parleremo.
l'ab. PietroPaolo Torelli, ed aggiun- Poche memorie della città di Pau-
gendovi alcune sue note. Dice nella sula lasciarono gli antichi, per cui
lettera che gli giunse la disserta- i gonfalonieri e priori di Montol-
zione quando avea ricevuto altra mo pregarono il concittadino a sup-
VOL. XL. »7
5

*58 MAC MAC


plirvi, munendolo di documenti del li insieme co'cnstclli rispettivi. Il luo-
pubblico archivio. All'anno 7 1 3 di go di Posoli si distende verso Mou
Roma ed al ritorno di Ottaviano tolmo e s. Claudio già monastero di
in Italia co* veterani, che divise lo- monaci benedettini di cui fa men-
ro le campagne, è verosimile che zione s. Gregorio I. Quivi presso
ad essi fosse distribuito questo trat- fu il casale di s. Claudio, di cui
to del Piceno. Allora probabilmen- rimangono i ruderi, e la valle di
te Pausula era municipio ovvero s. Salvatore oggi contrada Valle.
prefettura; divenne colonia, se pure Risulta da documenti che dalla par-
non lo era militare o civile per te di Claudio, oltre il castello
s.

precedente deduzione fatta da Siila. di fu la contrada Pau-


Posoli, vi
Pausula fu mediterranea e confi- sola, chiamata Castel Posolano e
nava con Fermo, Urbe Salvia, Fa- fondo Posolano. In progresso di
lerio e Novana. Dopo i tempi di tempo le donazioni di Traso furo-
Teodosio II è nominata Pausula no da Ottone HI nel 1001 tolte
nel concilio romano tenuto dal alla chiesa Fermana, e date al mo-

Pontefice s. Ilaro nel /^G5 dell'era nastero camaldolese di Classe presso


nostra, perchè trovasi sottoscritto Ravenna, col castrum Pausuli, on-
Claudius episcopus Pausulanus. Non de poi insorsero liti tra gli abbati
è noto altro vescovo di tal cattedra, classensi e i vescovi di Fermo; do-
la quale intorno alla fine del se- po il 1229 non si parla più del
colo VI, insieme con quelle di Po- castello, e verso il secolo XV era
tenza, di Urbe Salvia e di altre distrutto. Nel iii5 già esisteva il
città, ad altre riunite , la
furono castello di Monte dell'Olmo, il qua-
prima a Fermo, e la seconda a le ottenne dal vescovo di Fermo e
Camerino, poi smembrata ed unita dai monaci di Chiaravalle del mo-
a Macerata, tranne lievi porzioni nastero di Fiastra alcuni privilegi,
toccate a Fermo e Camerino. Quin- a condizione di essere fedele alla
di si congettura, che Pausula al- chiesa Fermana ed ai monaci, e di
lorché i goti distruggitori nel 4<>5 concorrere sino a tre volle alla rie-
vennero nel Piceno, dovea aver ve- dificazione del monastero qualora
scovo ed essere città grande; ma la fosse distrutto. Prima del 1 1 1

sua distruzione piuttosto fu opera- Montolmo era castello della contea


ta da tali barbari dopo la morte di Fermo, con proprio territorio
di Alarico, o più tardi dai longo- e confini, e crescendo il paese ri-

bardi. Dopo la metà del secolo VI tenne il nome di Castel vecchio o


sembra dunque che la colonia e Castello<j la chiesa ch'era detta s.

ìa sede vescovile di Pausula termi- Maria di Castello passò ai conven-


nassero di esistere: da Pausula fu tuali, che la rifabbricarono, lascian-
detto Pausuli, Pauso e Posoli. do nella piazza presso la chiesa
Vi fu un piccolo castello che in l'albero olmo che da tempo im~
più pergamene è chiamato castrimi memorabile vi era , secondo 1' uso
Pausulac o castellimi Postili, forse di avere un grande olmo vicino
luogo che appartenne alla città, es- alle chiese e cimiteri sino dal se-
sendo la più antica del 99 5, ove si colo V. Dall'albero il castello prese
dice che Traso donò alla chiesa di ilnome colJ'aggiunta di monte, co-
Fermo le corti di Pretorio e di Poso- mune nel Piceno. Castel vecchio era
,

MAC MAC 2^9


un forte o palazzo rinnovato poi tenesse allora col sangue le ragio-
ad uso del giusdicente, con sotter- ni della santa Sede. Lo Sforza ne
raneo. Non lungi è la chiesa di s. fece una piazza d'armi, e nelle sue
Pietro che porta pure i titoli di s. vicinanze a' 23 agosto 1 4-^4 ru P"
Paolo e di s. Donato, parrocchia pe P esercito della Chiesa e fece
antica ed insigne collegiata, riedi- prigioniero Francesco figlio del ce-
ficata magnificamente nella metà lebre generale Nicolò Piccinino. La
del secolo passato : ivi erano pit- venuta degli Sforzeschi è l'epoca del
ture del secolo XII o XIII. Poco decadimento della terra , che mai
distante monastero delle mona-
il risorse del tutto.

che fu già abitalo da monaci. Nel Avanti di continuare col Lanzi,


secolo XII Eugenio III conferì più riportiamo qui appresso altre no-
privilegi al castello, confermati poi tiziesu Montolmo , incominciando
ed ampliati, e nel 1248 in nome da quelle del Compagnoni , nella
d'Innocenzo IV dal cardinal Ra- sua Reggia picena descritte. Nel
niero, per avere montolmesi ade- i 1202 fu incluso nella pace tra Fer-
rito alle parti della Chiesa nel mo ed altri luoghi della Marca, e
tempo di Federico II, soggettando nel 1218 si collegò con Macerata
alla loro comunità il castello di Cer- da cui è cinque miglia distante,
queto seguace dell'imperatore, ordi- siccome tenuto per luogo inespu-
nando agli abitanti passare in Mon- gnabile e forte , recinto di mura
tolmo ove invitò i nobili delle
, con quattro porte, con numeroso
contrade vicine a trasferirvisi, spe- popolo e territorio nobile ed opu-
cialmente da Pelriolo e da Pog- , lento. Onorio III nel 1226 sotto-
gi di s. Giovanni, di s. Lucia e di pose Montolmo al legato apostoli-
Colbuccolo. Quest'ultimo ch'era feu- co, ma poco dopo Federico II lo
do della nobile famiglia Ugolini fece occupare dal duca di Spoleto;
(al presente è protettore di Mon- tuttavolta nel 1229 pacificandosi
tolmo il cardinal Giuseppe Ugolini Gregorio IX coll'imperatore , restò
di Macerata, legato apostolico di Montolmo sotto il rettore della
Ferrara ad accrescere il ter-
), servì Marca. Nel 1248 fu danneggiato
ritorio verso Mogliano e Petriolo. dagli uomini di Macerata e Pe-
Fra non molto tempo Montolmo triolo, indi gli fu concessa la co-
divenne considerabile in popolazio- gnizione delle cause, poi privilegia-
ne, in averi e in fortificazioni. I to dal cardinal Capocci ; e per Pin-
rettori della provincia .spesso e lun- cursione della Ripa d'Azzolino, roc-
gamente vi si trattennero , onde ca antica tra Colbuccolo e Petrio-
molti sono i diplomi spediti apud lo, fu nel 12 55 assolto dal retto-
Montoni Ulnii. Si segnalò special- re. Per alcune vertenze si compo-
mente nella fedeltà verso la Chie- se con Macerata, e nel 1264 ri-
sa, e ne diede luminoso esempio portò uu indulto dal vicario regio,
nella guerra di Francesco Sforza contro diversi di Petriolo incolpati
opponendosegli con tutto il vigore, di ribellione. Vi si tiene la ragio-
fiuthè nel i433 fu esposto per e- ne dal rettore, vi si spediscono let-
sempio degli altri luoghi al sacco tere dal suo vicario e dal tesoriere
e crudeltà de' soldati : esso fu l'u- generale. Nel 1297 il consiglio com-
nico paese della provincia che sos- ponevasi di dodici savi, nel qual
260 MAC MAC
tempo ebbe luogo un fallo d' ar- dall'abbate e monaci di s. Croce;
me con Petriolo. Avendo rivolte le indi 1266 Bernardo Bacolini
nel
armi contro il rettore, nel 3o6 1 di Montolmo donò diverse case che
fu assoluto dai legati di Clemente erano ov' è il primo claustro la :

V, il nipote del quale Raimondo chiesa fu consecrata nel 1399 ^a


rettore generale, nel 1 313 vi fece Giovanni arcivescovo Neopatrense
la sua residenza. Amelio di Lau- conventuale. Si vuole che il b. Gra-
trec rettore per Giovanni XXII, ziano morisse a Montolmo. Il p.
nel i3 1 7 vi tenne un parlamento Pier Angelo Fausto di Montolmo
generale. Nel 1 34 « si segnalò nelle abbellì il convento ; il p. Civalli
milizie pontifìcie Nuccio di Giaco- fa inoltre menzione di diversi re-
mo contestabile di quelle di Mon- ligiosi di questa terra, d'un meri-
tolmo. Gregorio XI l'attribuì alla to distinto. Ivi furono celebrali al-
diocesi di Macerala con s. Claudio, cuni capitoli provinciali. 11 monte
togliendoli a quella di Fermo ; in- di pietà fu stabilito nel 1 5oo. Il

di marciò una banda di uomini


vi march. Ricci nelle Memorie stori-
d'armi da Macerata per guardia che parla della chiesa di s. Rinal-
della terra, e nel i3g6 guerreggiò do esistente ne' sobborghi , e risar-
contro i Varani. Fu compreso nel- cita dall' arcivescovo Borgia nel
le lettere sopra la sindacazione de- 1726; d'un quadro del Pagano
glioffiziali. Mentre era sotto il do- de' frati minori ; del s. Pietro della
minio degli Sforzeschi, l'occuparono chiesa principale del pennello di
per Eugenio IV le truppe arago- Roncalli; e dell'Immacolata Con-
nesi. Il p. Civalli nella Visita trien- cezione, quadro della chiesa di s.

nale, presso il Col ucci t. XXV, p. Francesco, dipinto dal Marini.


i/\&, chiama terra nobile Montol- Ritornando al Lanzi , discorre
mo, poiché vi hanno sempre fio- ancora della denominazione di Pau-
rito uomini di molto valore, come sala coll'autorità di vari documenti
i Rosini, i Bartolacci avvocati no- dell'archivio di Montolmo; come il

tissimi nella corte generale della nome di pausolesi si attribuì a più


Marca. Nella chiesa principale di s. contrade, e andò in oblivione dopo
Pietro in una colonna di pietra è il secolo XIV ; nomina gli autori
dipinta l'immagine di s. Francesco, che ritengouo giacere Monte del-
che dicesi fatta mentre predicava, l'Olmo sul sito di Pausula, e quelli
e perciò riputata naturale. Loda il che la dissero essere stata nel suo
convento e chiesa de' minori os- territorio, lo che con prove dimo-
servanti con quadri di M. Duran- stra più probabile; riporta le la-

te da Montolmo pittore egregio. pidi Pausula tutte sepolcrali,


di
Di questa terra pure furono il p. tranne una che fu già del conven-
Vincenzo, nel 1 568 eletto generale to degli agostiniani, distrutto verso
de* cappuccini; e nella Cronaca dei il i368. Passa poi a parlare del-
crociferi del Leoni si fa menzio- Pausula fu più
l'altra questione, se
ne di un s. Rainaldo da Monte probabilmente a s. Claudio, nelle
dell'Olmo. La chiesa di s. Maria cui pianure si rinvennero pregevo-
del Castello col convento de* fran- li anticaglie che mostrano esser-
cescani conventuali, con alcune fab- vi stata ricca città, non tacendo
briche, fu loro donata nel 1263 delle cose che si rinvennero presso
MAC MAC 261
Pacigliano, ove qualcuno opinò es- di Cedi ino; parla di alcune pittu-
sere stata Pausula, credendosi no- re esistenti in Mogliano; che ivi
me corrotto del Pausolanus. Segue nacque Filippo Locateli! detto di
alla dissertazione del Lanzi, altra Tolentino da alcuno, per essersi ivi
lettera del Colucci al Torelli, con domiciliato, mirabile pittore morto
vari opinamene sulla medesima. nel 1828. 11 Compagnoni nella
Sulle notizie ecclesiastiche di Mon- Reggia picena, scrive che nel 256 1

tolmo scrisse il Catalani, Comment. n'era signore Gentile, quale fu il

de etcì. Firmana, p. 129, 1 54, 167, ricevuto in grazia da Auibaldo ret-


171, 356. tore per Alessandro IV; che nel
Mogliano. Comune del governo i353 Gentile da Mogliano de' No-
di Montolmo diocesi di Macerata. bili di Fermo entrò in lega con
Si crede che questa popolosa terra Giovanni Visconti signore di Mila-
abbia avuto origine da Manlio Tor- no e. ghibellino, contro il cardinal
quato Capitolino. Giace il territo- Albornoz legato ; indi divenuto si-
rio in colle e in piano, con paese gnore di Fermo, difese la città dal-
avente molti e pregevoli fabbrica- le genti di fra Morreale. Più cir-
ti, fra* quali un'ampia piazza, il costanziate notizie di Gentile da Mo-
tutto chiuso da mura con borgo. gliano si leggono ne' Cenni storici
La chiesa matrice era la collegia- dì Fermo dell'avv. de Minicis. Egli
ta, ed è bella e grande. Il p. Ci- racconta come Gentile brigò per la
valli nella risila triennale , presso signoria di Fermo, e come verso
il Colucci t. XXV, p. i38, dice la metà del secolo XIV
pervenne
che di questa terra fu Gentile da a capo del suo intento , siccome
Mogliano, che nel i352 s'impa- prode capitano favorito da Lodo-
dronì di Fermo (Fedi), citando di- vico il Bavaro. Inoltre Gentile con-
versi autori per le notizie della ter- dusse le milizie di Fermo contro
ra. Nel 1 3 1 9 diede molto nomea Civitanova, e sterminò e desolò
questa patria Francesco da Moglia- pure le terre vicine; indi sconfisse
no vescovo di Fermo. Ivi è il con- Malatesta generale pontificio. Nel
vento, che nel 1 333 Buon Giovan- 1 352 esercitando Gentile la sua
ni vescovo di Fermo, col consenso tirannia in Fermo, divenne Papa
de' canonici, donò ai minori con- Innocenzo VI, che spedì in Italia
ventuali, a* quali Sisto V concesse ilcardinal Albornoz a ricuperare i
la parrocchia ; la chiesa è bella, ed dominii della Chiesa. Il cardinale
ha la tribuna. Fiorirono in questa staccò Gentile dall'alleanza dei ghi-
terra il b. Pietro
da Mogliano che bellini , e nel i355 lo nominò gon-
morì Camerino, ed il b. Gia-
in faloniere dell'esercito pontificio, con-
como da Falerone, il cui corpo cedendogli Fermo e suo territorio
riposa in s. Colomba : di Moglia- in feudo. Infedele Gentile alla data
no fu pure il p. Giuliano Causi, fede, entrò nella lega, e cacciò da
fatto generale de' conventuali nel Fermo le milizie della Chiesa , la-
i5go, e nel convento furono te- sciandone il comando. Non andò
nuli de' capitoli generali. Il march. guari che il legato a mezzo degli
Ricci nelle Memorie storiche rife- stessifermani e del pontificio ca-
risce che gl'intagli della vecchia pitano Blasco, costrinse Gentile ad
porta di s. Maria di Piazza sono arrendersi : mal corrispondendo al
,

262 MAC MAC


perdono e doni ricevuti, si ribello di sette miglia egualmente da Ma-
di nuovo , finche preso , col figlio cerata che da Fermo ; vi si respi-
Ruggiero fu decapitato. ra aria saluberrima, e gode la
si

Petriolo. Comune del governo di vista dell'Adriatico e degli Apen-


Montolnio, diocesi di Fermo. In nini. Antichissima n' è la fondazio-
prossimità del territorio sorgevano ne. La chiesa collegiata sotto la
le città di Urbe Salvia e di Pau- denominazione di s. Stefano pro-
sula, dalle cui rovine alcuno vuole tomartire, è di recente costruzione
che fosse eretto questo popolato del secolo passato. Il Catalani, De
paese, senza però sapersene l'epo- eccl. Firmana, tratta di Sangiusto
ca.Nel 1420 era soggetto ai Va- a p. i54 e 162. Il march. Ricci
rani duchi di Camerino, e nel nelle Memorie storiche, dice ch'era
1529 apparteneva alla città di Fer- di questo luogo il celebre Nicolò
mo. Il territorio si estende in colle Buonafede vescovo di Chiusi che
e poco in piano, con mediocri fab- celebrammo altrove ( come all'arti-
tranne il palazzo Lauri ov'è
bricati, colo Jesi, ove dicemmo che non è
un grandissimo cammino, e la piaz- da mettersi in dubbio, che Nicolò
za eh' è munita di portici. La chie- fosse di Sangiusto, ed il Baldassi-
sa matrice non è vasta, e la terra ni noverò tra gì' illustri jesiui,
lo
è circondata di mura con estesi perchè un ramò della famiglia Bo-
borghi. Veggasi il Catalani, De ec- nafede passò a stabilirsi in Jesi )
clesia Firmano, p. 177. Appren- il quale per finire quietamente la
diamo dal Compagnoni, Reggia pi' sua vita in patria, a decoro di essa
cena, che nel 1248 n'era signore ed a propria comodità fabbricò un
Fidesmindo di Rainaldo di Genti- grandissimo palazzo, compito nel
le, il quale si portò a danneggiare i524 colla spesa di più di quin-
Montolmo. Sollevatosi contro la dicimila ducati d* oro , ed ancora
Chiesa, fu perdonato nel 1 256 dal sussiste; riuscì magnifico, solido e
rettore della Marca. Claudio da Pe- comodo, ed uno de' più sontuosi
triolo nel secolo XIII tentò di u- dello stato pontificio. Parla ancora
surpare la signoria di Fermo; nel di due quadri della chiesa de'frati
1274 era giudice della curia ge- di s. Francesco. In un documento
nerale il suo cittadino Filippo; e del i522 prodotto dal Marangoni,
Marco Martelli oriundo di Petrio- Memorie di Civitanova p. 211, si
lo, patrizio di Fermo, dal consiglio ricava che Sangiusto s' intitolava
di questo nel i5o6 fu deputato a repubblica, e con tale patente do-
compilare il nuovo statuto, sicco- mandò a quella di Sanseverino un
me celebratissimo giureconsulto. podestà, da confermarsi poi dal vi-

S. Giusto. Comune del governo ce-legato della Marca. Sangiusto si


di Montolmo, diocesi di Macerata. collegò con Fermo contro Ancona,
Chiamasi anche Sangiusto, è d' o- e si pacificò in Polverigi nel 1202.
rigine antica, con territorio in col- Prese parte nelle guerre pel castel-
le e piano, con paese popolato a- lo di Apezzano, e pel Poggio di s.
vente alcuni belli fabbricati e piaz- Lorenzo, insorte Ira i fermasi e i
za, il tutto cinto di mura con bor- genesini nel i3o5. Nel i3o9 con-
go . Giace sul colmo d' una deli- tro Jesi e Macerata si confederò
ziosa e fertile collina, in distanza con Ancona, Senigallia, Umana ed
MAC MAC 263
Ascoli. In queste guerre i cittadi- nafede pel suo talento e perspica-
ni dierono chiari segni di valore. cia nel maneggiare i negozi più ar-
Bonifacio IX le concesse di crear- dui e scabrosi : di tal deb-
casa si

si il proprio podestà, come le al- bono aggiungere altri che


individui
tre terre libere della Marca; ed il fiorirono, ed ora la famiglia è ono-
predecessore Urbano VI nel 1387 rata in Fermo. Dell'antica e nobile
l'aveva esentata da qualunque sog- famiglia meritano nomi-
Roberti
gezione , e dichiarata immediata- narsi: Tommaso che nel 334 &1 1

mente soggetta alla santa Sede. Di- dichiarato uno degli statutisti di sua
versi rettori e Papi l'esentarono da patria. Berto nel 1 383 venne de-
molte gravezze, per la sua fedeltà stinato alla correzione e giunta da
alla Chiesa. Paolo V gli accordò farsi agli statuti di questa nobile
due annue fiere franche, e Pio VI terra, quale esimio giureconsulto.
il pubblico mercato ogni giovedì. Tommaso giuniore si distinse pure
Il Compagnoni nella Reggia picena nella perizia legale, e fu uomo di
registra diverse notizie di Sangiu- mente e di consiglio ,
perciò pro-
sto; riporteremo le seguenti. Que- mosso a vari governi illustri. Fa-
sta terra fu compresa nel 1202 brizio fu dotato di singoiar pru-
nella pace tra'fermani ed anconita- denza e dottrina ; a nome della sua
ni. Nel 1 3o8 Clemente V la con- patria fu ambasciatore nel i5i3 a
dannò a varie pene, per attentati Leone X, da cui riportò a di lei
commessi contro i ministri della favore alcuni privilegi : fu canoni-
santa Sede. Nel i4o5 i suoi giu- co di Loreto e conte palatino. Non
dici furono sottoposti al sindacato meno versato nella scienza legale
generale; e nel 1^17. elesse per fu Marino, spedito dalla patria am-
podestà Manente di Conaccorso da basciatore a Giulio II e Leone X
Macerata : suo stemma era nella
il per trattare interessi di somma im-
sala dell' antico palazzo pubblico , portanza. Di presente fioriscono due
cioè due teste di cavallo e nel ci- rispettabili prelati , monsig. Roberto
miero un turco. Giambattista Ton- Roberti uditore generale della came-
dini nel 1790 pubblicò in Siniga- ra, e perciò vicino alla dignità cardi-
glia : Memorie della vita di Giani' ed il suo fratello monsignor
nalizia,
mattco Durastante, che per la sua Giuseppe Roberti prelato domesti-
vasta e molteplice erudizione, e per co e preposto della collegiata di s.
la sua profonda dottrina, quale si Giovanni in Macerata. In Sangiu-
ammira nel gran numero di sue sto si distinse pure la famiglia To-
opere, meritò gli elogi e gli applausi lomei originaria di Siena, ch'ebbe
del suo secolo e de' posteriori. Sul- Matteo insigne medico, Giacomo giu-
le di lui tracce camminarono molti reconsulto, Antonio e Francesco al-
sangiustani, coetanei e posteriori, tri giureconsulti e magistrati. La
ed altri aveano preceduto in o-
lo famiglia Romani, una delle più no-
norare la patiia, dappoiché Sangiu- bili ed antiche, un ramo della qua-
sto fiorì sempre per copioso nove- le passò nell'Adami di Fermo, che
ro di uomini celebri in ogni ma- si trasferì in Macerata: Taddeo sot-

niera di arti liberali e di scieuze. to Benedetto XII fu uno de' coni»


Di molti il Tondini ne fa chiara pilatori degli statuti, che stampati
menzioue. Chiama immortale il Bo- nel 1572 cou giunte, divennero il
,

2 G4 MAC MAC
codice legislativo di Sangiusto. Altro rini referendario e segretario apo-
venato nella facoltà legale fu An- stolico, Timoteo Marzi commissa-
tonio di Simonetto. Questa fami- rio nella Marca per I' erezione de-
glia discende da Pietro di Roma- gli archivi ordinata da Sisto V,
no Simonetto profondo legale e
di Luzio Seganti, commissario gene-
magistrato insigne, cioè il 'ramo in- rale de' minori osservanti, Salutilo
nestato nella famiglia Adami : sotto Grazi, Isidoro Roberti che si crede

il suo gonfalonierato, nel i497 * u autore del celebre elogio della Mar-
stipulata la transazione fra il co- ca Anconitana, posto nella galleria
mune di sua patria e quello di Mon- vaticana da Gregorio XIII. Sono
te Granaro , con che si spensero pure a nominarsi Mascio Panzoni,
antiche vertenze. Giacomo concorse Sebastiano Pacciarelli, Giacomo Fi-
alla compilazione delle leggi mu- lippo Concetti, Simone Alfàui, e d.
nicipali, ed il fratello Andrea a Giusto Capparucci.
correggerle nel i383; altrettanto Tolentino (Fedi). Città vescovile
poi fece nel i4oo Giacomo giu- e governo.
niore. La cospicua famiglia Recchi Belforte. Comune del governo
si estinse nei primi del secolo pas- di Tolentino, diocesi di Camerino.
sato, in Giuseppe , che dispose Il paese è posto in colle e in pia-
dell'eredità in favore del convento no con buoni fabbricati cinti di
degli agostiniani. Un ramo si tra- mura, con due grossi borghi, uno
piantò in Ripatransone, di cui fu dei quali può dirsi bello ed è po-
vescovo Luca Nicolò. Meritano men- polato. Il suo aspetto corrisponde
zione tra i Recchi, Giacomo di Lu- al nome, sovrastando alla via Ro-
cido, e Pierfilippo canonico di Fer- mana, e scorrendogli a piedi il

mo. uomini illustri di Sangiu-


Altri Chienti. Vicino al castello si con-
sto furono Giovanni Bruii, fr. Bar-
: giunge il torrente Fiastra, sopra il

tolomeo vicario generale degli ago- quale evvi un bel ponte di mate-
stiniani, Marino Mancini giurecon- riale di un solo arco. Due porte
sulto, Troilo Cervinari insigne me- sono alle sue mura di vaga strut-
dico, Rainerio Casiotti, Marino Ma- tura, quella a levante chiamasi Mar-
rini,Paolo Martelli prelato e chiaro chegiana, l'altra a ponente è det-
canonista. Coetanei a Matteo Dura- ta Romana. A s. Eustachio è sacro
stante fiorirono di Sangiusto; Camillo il suo tempio principale, ove si

Bonafede, Nicolò Martelli, Tolomeo vede la Beata Vergine nel i^6S


Tolomei, Angelo e Mercurio Paccia- dipinta in tavola da Giovanni Boc-
relli Pietro Marzi , Luigi Grazi
, caccio camerinese. Nelle vicine mon-
Vittorio Bruni, Gianfilippo Panzo- tagne sono cave di gesso, e per
vi
ni, Giustiniano Fi netti oriundo di lastre di pavimenti e scalini. 11
Montelupone, protomedico dello sta- Ranghiasci registra nella sua Biblio-
to, Francesco Ghislieri. Dopo del grafia: Delineazione della vìa Con-
Duraslanle si distinsero Elefantu- : solare della terra di Belforte , An-
zio, Savello, Claudio Tolomei, Bru- cona. Abbiamo dal march. Ricci
to, Giusto cappuccino, Timaleone nelle sue Ale/norie, che nella chie-
Bonafede, Carlo e Bernardino An- sa maggiore Pellegrino Ti baldi rap-
tonio romani, Gregorio Pesci, Or- presentò in tavola Y ingresso del
feo Pupilli, Gio. Giacomo Bulga- Salvatore in Gerusalemme, e fra
MAC MAC 265
i ritratti che dipinse nella cappel- non fare alcun capitolo o statuto
la, vi effigiò se stesso e l'arciprete: che deroghi a delti patti. Dipoi i

il quadro ed i ritratti non più sindaci de' due luoghi stabilirono


esistono. Nelle Memorie di Tolen- dette convenzioni, che si ratificaro-
tino del Santini sono riportate le no dai primari di Belforte , i cui
seguenti notizie di Belforte a p. abitanti si dichiararono castellani
108 e seg. Il castello di Belforte di Tolentino , con libertà di abi-
è distante da Tolentino quattro mi- tarvi. Rolando Marca rettore delia
glia, e volle contestare la potenza per lo zio Alessandro IV, a' 5 di-
in cui trovavasi nel secolo XIII cembre 1255 confermò il lutto.
Tolentino, mettendosi con spontanea Contenti i belfortesi di tal confede-
dedizione sotto la sua giurisdizione, razione, agli ii marzo 1256 per
i cui efletti sperimentato avea al- mezzo del sindaco consegnarono le
cuni anni prima , facendo lega col chiavi delle porte e il posssesso
comune e con quello di Cameri- del luogo al podestà di Tolentino
no nel i25o. Nel 1255 si fecero che lo prese in nome del comune,
diverse convenzioni tra Tolentino il quale ottenne dal Papa breve
e Belforte, cioè che tutti gli uo- di approvazione. Indi molti princi-
mini di Belforte aver debbano in- pali di Belforte si fecero castellani
sieme cogli uomini di Tolentino eli Tolentino. Nel primo maggio
il podestà, il quale sia tenuto di 1260 il consiglio di Tolentino ri-
dar loro ogni anno un giudice o cevette dal nobile Gentile da Mo-
vicario col mutuo aggradimento; gliano e da Gilino suo fratello le

che le terre e fondi di Belforte cessioni d' ogni jus ch'essi aveano
sieno per l'avvenire compresi nel sopra Belforte. A' 20 di detto me-
territorio di che i suoi
Tolentino ; se Enrico Ventimiglia, vicario ge-
uomini facciano pace e guerra coi nerale della Marca di Manfredi re
tolentinati, e giurino di osservare i di Sicilia, con autorità regia cedet-
patti , conforme questi giurino di te a Tolentino il castello di Bei-
non convenzione e pat-
far alcuna forte, con piene facoltà, obbligando
to con alcuna comunità ; prometto- tulli belfortesi ad abitar in To«
i

no inoltre di pagar mille libbre tentino e demolir le mura del


ed un moggiuolo di terra per cia- castello Manfredi nel seguente ot-
:

scun focolare, e il cambio di diver- tobre confermò la cessione. 11 le-


se terre, volendo che venga ad es- gato della Marca nel 1 3 o proibì 1

si assegnato il sito per far casari- ai tolentinati l'esazione delle collet-


ni in Tolentino , dal girone della te imposte, per pagar le pene in-
porla da capo fino alla porta A- corse a cagione di ribellione sopra
driana, e non bastando che sia as- i beni de'possidenti di Belforte. 11

segnato ancora verso la Pieve e il Compagnoni nota nella Reggia pi-


girone di Moreto , coli* unire il cena, che Francesco Sforza divenu-
tutto coli' altro muro castellano ; e to marchese della Marca, nel i435
che finalmente la comunità di Bei- gravò Belforte con varie esazioni ;
forte abbia voce nella comunità di e che nel i44 2 glielo tolse Nico-
Tolentino per la stessa parte, ed lò Piccinino capitano della Chiesa,
abbia la sesta parte degli ufììziali, dopo un assedio di venti giorni,
colla convenzione strettissima di mediante patti. Nel viaggio fatto
1 ,

2 66 MAC MAC
dal Papa Gregorio XVI nel 1 84 me invasioni della contrada, fafc-

pel santuario di Loreto, portando te da milizie straniere, nel qual


si martedì 7 settembre da Came- tempo le famiglie più potenti ,
rino a Tolentino, le popolazioni abbandonate le rispettive patrie
di Valcimarra, Borgia no e Bell'orto si edificarono a poco a poco, insie-
festeggiarono il di lui passaggio me coi loro attinenti, fautori e
con nielli ili trionfo, con bande vassalli le abitazioni in luoghi for-
musicali , e con dimostrazioni di ti ed eminenti, e lontani per lo
venerazione e letizia. piti dalla strada Flaminia, per vi-
Colmurano. Comune del gover- vere con tutta tranquillità e si-

no di Tolentino, diocesi di Mace- curezza. Prima del secolo X era


rata. Trovasi il territorio in colle padrona del castello la cospicua
ed in piano, con fabbricati cinti di famiglia Gualtieri patrizia di Tolen-
mura, con alcuni torrioni a guisa tino, come apparisce da una lapi-
di fortezza. È lontana da Tolentino de del 914, col titolo Colmurani
circa cinque miglia fuori della stra- comiles. Se ne leggono le notizie
da Flaminia. Ha due chiese con nel Santini, Memorie di Tolentino
cura d' anime, la prima, antichis- p. 6 1 1 e seg., alla qual città Col-
sima dedicata a s. Donato, eh' è la murano si diede. Agli 8 aprile
pieve, nella quale è il fonte batte- i'2L>4 posero sotto la giurisdizione
simale , ricca di molte reliquie, di Tolentiuo, Giacomo, Andrea, e
colla confraternita del ss. Sagra- 1' abbate di Pallia da Colmurano
meli to, i58i , ed unita
eretta nel tutta la porzione a loro spettante
poi compagnia della Carità
alla del castello, tanto del girone e
in tèmpo di Girolamo Bovi vesco- della torre, quanto degli uomini
vo di Camerino nel i585, con un ad essi soggetti insieme colle ri-
monte frumentario in sollievo dei spettive possidenze; obbligandosi di
poveri. Havvi altro sodalizio nella far guerra e pace secondo il vole-
stessa chiesaY invocazione sotto re della comunità di Tolentino, e
della Beala Vergine del Carmine, dichiarandosi pronti di devastate
eretto nel 1608 in un altare dedi- ancora detta loro porzione a pia-
cato alla stessa ss. Vergine. La se- cere di lei ; ed essa li ricevette in
conda chiesa parimenti di cura dando a Giacomo ed An-
castellani,
d' anime è dedicata alla ss. Annun- drea casa, molino e vigna di cin-
ziata : ivi è la confraternita del que moggiuoli e un campo di do-
Rosario istituita nel 1609, ed ha dici ; e all'abbate di Pallia un cam-
il monte frumentario ricco e un po di sei moggiuoli, una vigna di
ospedale che provvede di tutto i quattro e una casa. Indi a' 16 mag-
poveri nel castello. Dentro e fuori gio Matteo di Colmurano pose sot-
di Colmurano sono altre chiese, to la giurisdizione del comune di
cioè della ss. Croce, che appartiene Tolentino tutta la porzione a lui
alla detta confraternita del ss. Sa- spettante del castello, del girone
gramelo; di s. Gregorio ; di s. e della torre, non che gli uomini
Paolo antichissima; di s. Maria del- ad esso soggetti e le loro possi-
la Croce, e di s. Maria della Piazza. denze, promettendo ed obbligando-
11 castello vanta un' origine assai si anche a nome de' suoi discen-
antica, che deve ripetersi dalle pri- denti , di portarsi ad abitare in
MAC MAC 267
Tolentino , il qnal comune gli ordinaria nelle cause civili e crimi-
concesse una casa, molino, vigna e nali, eleggendosi ogni anno a sorte
campo di dodici moggiuoli, in con- dal pubblico consiglio.
trada Regnano. Dipoi nel !25i Urbisaglia. Comune del governo
Grimaldo di Viviano, di questo di Tolentino, diocesi di Macerata.
castello, vendè alla comunità di Urbisaglia, Orbisaglia, Urbi Sal-
Tolentino due delle cinque parti "ia, nella sua antica rinomanza è
di esso a sé spettanti , con tutti i eguale a quella di Recina, ed i suoi
suoi uomini e vassalli, pel prezzo ruderi, i preziosi monumenti, le
di 700 libbre. Alla fine del mede- vetuste epigrafi fanno anche oggi
simo anno Rinaldo da Col mura- onorevole testimonianza del rango
no ed i suoi figli Giacobone e di città illustre da lei già occupa-
Gualteruccio vendettero la quinta to. L'odierno popoloso borgo, tro-
parte di questo luogo., loro spet- vasi posto a metà del colle su flo-

tante, a Tolentino, pel prezzo di rido terreno, ed è tuttora cinto


Suo libbre, con promessa di dieci dalle solide antiche muraglie di
moggiuoli di terra iti contrada forma parallelogramma, nella esten-
Agliano, ed altre cose. In seguito sione di piedi romani 8400, fram-
e nel 1254 Berardo Offbne
di mezzate da sessanta torri. Non
collo stesso titolo vendè al cornuti manca d'industria e trae vantaggio
di Tolentino la metà della sua dalla coltura de' suoi campi, man-
porzione del castello, poggio, giro- tenendo copiosi e scelti vivai di
ne, ec. Nel medesimo anno Gual- piante, onde ne fornisce anche il
teruccio di Ollone da Colmurano regno di Napoli. Trovasi il terri-
pose sé stesso e i suoi beni sotto torio in monte ed in colle, avente
la giurisdizione di Tolentino, dichia- un paese con molti e belli fabbri-
randosi suo castellano , obbligan- cati, fra' quali una bella piazza con
dosi abitarvi in perpetuo e di far portico all' intorno e buona chiesa
ciò che fauno gli altri nobili di matrice. Il p. Ci valli nella Fistia
Tolentino; indi vendè la porzione triennale la chiama Orbisaglia, già
del castello a lui spettante, ec. Nel roma-
città antichissima colonia de'
1258 Uguccione di Gualtiero ven- ni, disfatta secondo Leonardo di
dè la quinta parte del castello, in- Arezzo da Redagaiso re de' goti,
sieme cogli uomini e possidenze , dalle cui rovine sorse il presente
ec. Nel 12 ^9 Tolentino ricevette luogo. Evvi una fontana detta dì
quietanze per quanto avea pagato pie di Colle j copiosissima di ec-
ai detti padroni di Colmurano. Nel- cellente acqua, con grandiosi ca-
l'archivio di Tolentino vi sono gli nali di pietra. Poco lungi è il con-
annuali giuramenti di Colmurano ventino de' francescani riformati ,

sino al 1592; l'atto del popolo sotto il titolo di s. Pietro di Mon-


nelle persone de' pubblici rappre- te Loreto, così detto perchè ai tem-
sentanti e del sindaco fu convenu- pi de'romani vi si cavava 1' oro,
to si farebbe a' 17 ottobre avanti e si vedono profonde cave. Il fiu-
il magistrato di Tolentino. 11 po- me Piastra o Piastrella, anticamen-
destà soleva essere sempre un no- te Flussore, influente del ducuti;
bile tolentinate e dottore in ambo |e scorre dappresso, e die il nome
le leggi, esercitante la giurisdizione ad un'insigne abbazia, che vivente
168 MAC MAC
{incora s. Bernardo, ad istanza di do andò a Macerala per visitatore
questi fu editìcata dal marchese apostolico di quell'università. Nelle
Guarnieri nell'anno i 1^2 con gran- Memorie del march. Ricci si leg-
dioso monastero e chiesa corrispon- ge che monastero di Fiastra per-
il

dente, indi fu da lui consegnata dette ogni forma, dopoché fu adat-


e donata all'abbate Ulgone e mo- tato a diversi usi; non avvenne
naci cisterciensi di Chiaravalle, che però cosi della chiesa, la quale si

la chiamarono s. Maria di Chia- presenta maestosa e magnifica, e


ravalle dì de Fiastra,
Fiastra, se in qualche parte soffrì varia-
come dice il p. Lubin, Abbat. Ila- zioni, non sono però tali da non
liae p. 1 36. 11 marchese orni que- farcitravedere qual fosse nella pri-
sto dono cogìtans de futura Dei mitiva sua costruzione. Nel terri-
retributione, nec non de die ventu- torio di Fiastra, ed alla radice del
ri judiciiy prescrivendo che ogni Monte Vallefibbia, vi fu il mona-
nuovo abbate fosse benedetto dal stero di s. Maria del Rio, che re-
romano Pontefice, e che niuno po- stò intatto sino al secolo XV. Nel-
tesse alterare queste sue disposizio- le selve di Urbisaglia crescono al-
ni. Nel 1 2o3, secondo il Compa- beri grandissimi, per cui nel 1826
gnoni, l'abbate sostenne lite avanti il marchese Bandini ne trasse dai
il giudice e podestà di Macerata ; suoi possessi 2,000 pedali d'alto
ed aggiunge che nel 12 io l'im- fusto per la marina inglese. Il co-
peratore Ottone IV ricevette Od- mune e territorio di Fiastra è
done abbate di Fiastra co' suoi soggetto al distretto e diocesi di
monaci sotto la sua potestà e tu- Camerino.
tela ; gli confermò tutti i poderi e Prima di parlare delle antiche
beni compresi in quattro vastissime Urbs Salvia e Pollentia riportere-
tenute, dette del Monte di s.Ma- mo quanto scrìssero di Urbisaglia
ria di Fiastra e delle tre Gran- il Santini nelle Memorie di Tolen-
gie, Maria in Silva, Sarroc-
di s. tino, e il Compagnoni nella
citato
ciano, e di Mont' Orso, dilatan- Reggia picena. La prima epoca
dosi in gran parte ne' limiti dèi della dedizione del castello ora
territorii di Macerata e d'altri cir- terra di Urbisaglia fu nel 1
199,
convicini. I monaci cisterciensi a- quando Gualtiero figlio di Ab-
vendo lasciato l'abbazia di Fiastra, bracciamonte pose sotto la giuris-
nel i58o Gregorio XIII la die in dizione di Tolentino lutto il terre-
commenda ai gesuiti, i quali la no ch'egli possedeva in contrada
ritennero sino al pontificato di Brancaursina, emettendo giuramen-
Clemente XIV che li soppresse, e to nel 1 2 1 3 di far pace e guerra
sebbene ripristinali non la riebbe- secondo il volere di Tolentino, sen-
ro, perchè ne acquistarono il pos- za pesi pedaggi o collette, ed
di
sesso, insieme ad altre limitrofe ter- ebbe compensi. Era in questo tem-
re, i marchesi Bandini da Came- po Urbisaglia soggetta a diversi
rino,che vi mantengono una splen- padroni, oude Tolentino volendola
dida autunnale villeggiatura Il . comprare se ne procurò dai pa-
luogo fu onorato dalla dimora droni la cessione; cioè da Rosso
breve che vi fece il p. ab. Cap- figlio di detto Gualtiero per una
peilari, poi Gregorio XVI, quan- terza parte del castello nel i25r,
MAC MAC 269
pel prezzo di tremila libbre di coi tolentinati, onde fu facile otte-
Ravenna e di Ancona. Rosso si nere Urbisaglia d'essere libera dal*
sottomise co* suoi beni alla giuris- la giurisdizione di Tolentino, fa-
dizione di Tolentino, castellano e cendo approvar la sentenza da s.
abitante di esso; altri fecero egual Pio V, con breve degli 8 agosto
sommessione e le quattro figlie , 1569, per cui inutilmente tolen- i

di Rosso ratificarono il fatto del tinati reclamarono e protestarono


padre. Nel 1296 Salimbene di Ma- sino al 16 14- L'antica Urbs Sal-
vino, con Giacomo di Matteo, Già- via ebbe il decurione, fu una del-
cobuzio e Corrado, venderono a le città del Piceno, ven-
maggiori
Tolentino le loro parti di Urbisa- ne incenerita da Alarico re de'goti,
glia pel prezzo di diecimila libbre, e nel i436 n'era signora Elena
Nella parte Fidesmido aveano
di Tomacelli; così il Compagnoni. Il

diritto i comuni di Camerino e Colucci nel t. XII delle Antichità


di s. Ginesio, per cui Tolentino picene a p. i4i e seg. tratta del-
nel i3o3 ne procurò la rinunzia, le antiche città di Urbsalvia e Pol-
e Fidesmido vendè la sua per quin- lenza, di che daremo qualche cen-
dicimila libbre: tutto approvò il no storico, con qualche giunta,
rettore della Marca. Dopo altri Urbs Salvia esistè a destra del
minori acquisti, Tolentino esercitò Chienti, venendosi verso il mare,
in Urbisaglia tutta la giurisdizione e precisamente sotto la moderna
con mero e misto impero, ripor- terra d' Urbisaglia dalla parte ver-
tando annui giuramenti di fedeltà, so il confluente de'fiumi Chienti e
Ma nel 1 44^ insorsero gravissime Fiastra, facendone sicura fede i su-
contese tra Tolentino e il popolo perstiti ruderi. Fu assai frequenta-
d' Urbisaglia per reciproche dissen- ta, perchè vi facevano capo due
sioni: introdotti giudizii avanti il rami di strada consolare, uno ve-
cardinal legato, Eugenio IV con- ni va da Prolaqueo> oggi Pioraco,
fermò Urbisaglia sotto il dominio l'altro da Osimo. Venne chiamata
di Tolentino. Nel 1466 rinnova- Urbsalvia, e Urbs Salvia e Ur~
ronsi le conlese, onde Paolo II com- he Salvia. Sì ripete l'origine lati-
mise al cardinal legato il possesso na dalla gente Salvia, prima plebea,
di Urbisaglia a favore di Tolenti- poi patrizia, e fiorì per rispettabili
no; quindi infastidito dalle turbo- cariche che esercitò sotto la repub-
lenze e maneggi degli urbisagliesi, blica romana. Uno di essi avendo
a' io gennaio i4?3 Sisto IV pò- ottenuto del terreno nella contra-
se Urbisaglia sotto l'immediato do- da, può aver contribuito all'accre-
minio di s. Chiesa. Riveduta però scimento della città in guisa tale
la causa, lo stesso Papa nel i47^ da renderle anco comune il nome,
la rimise sotto Tolentino che fece per poterne meglio tramandare ai
approvare il giudizio dalla romana posteri la memoria; in tal modo
rota, con tre sentenze e perpetuo restò in oblio l'antico nome della
silenzio. Sino al i563 gli urbisa- città, che dai più antichi tempi
gliesi prestarono il giuramento di sembra edificata. Plinio il vecchio
fedeltà, quindi popolo mosse li- il nominò Pollenza eXubsalvia come
te avanti il governatore di Roma, una città sola, per cui il Catalani
per le guerre civili che ardevano scrisse che Pollenza era il nome
.>;<> MAC MAC
antico della città, ma poi prima terz'ordine, fuori della terra attua-
della deduzione d'una colonia ro* le, sono due iscrizioni antiche,
vi
man i, ampliata dalla gente Salvia, altre sono presso marchesi I>an- i

venne chiamata Urbi Sylvia. Pro- dini ed altrove, deducendosi da una


va il Colucci essere stale Pollcnza di esse che Urbsalvia fosse anche
ed Urbsalvia due città diverse. municipio. Ad onta che il Malici scris-
Quelli che dicono che Pollenza o se che gli anfiteatri non erano
Pollcntia fu l'antico nome di Urbs comuni nelle città u" Italia, il Co-
Salvia, la fanno colonia romana e lucci dice che dell'urbisalviese non
sede vescovile, sostenendo che cam- può nascerne dubbio , che anco-
biò il nome in onore del suo be- ra negli avanzi si mantiene in me-
nemerito protettore Salvie La for- diocre conservazione. La sua for-
tuna a cui soggiacquero le altre ma è ovale, con quattordici vomi-
città del Piceno, fu egualmente co- toli, del perimetro di piedi 7 >(>,

mune alla città di Urbsalvia, sia e per la sua vastità negli ultimi
in ordine allo stato di prefettura tempi vi fu fatta la giostra dei bo-
dopo il soggiogamento de' piceni, vi.Questo bel monumento rimane
sia in ordine all'essere colonia mi- fuori del recinto delle mina del-
litare, in seguito del triumvirato di l' antica Urbsalvia, pochi passi lon-
Ottaviano, Lepido e M. Antonio, tano dalla porta, e venne edificato
per loro legge in premio de' servi- dopo il pomerio, per cui non fu
gi prestati dai veterani. Siccome trovato sitomigliore che uè' sob-
peri sotto il triumvirato uno della borghi. Aveva teatri, e forse tre:
gente Salvia, contrario alle prepo- di uno esistono le reliquie dentro
tenze de' triumviri, probabilmente il recinto delle antiche mura, ed
mostrandosi loro nemici gli urbi- era lungo 3 60 piedi 249 di su
salvicsi, per le aderenze e influenza larghezza. Altri monumenti che
della gente Salvia, i triumviri con- attestano la sua magnificenza e il

cessero la città e territorio al ri- recinto del pomerio, le macerie di


partimento de' veterani. Gli urbi- qualche tempietto, avanzi di anti-
salviesi, ad imitazione de' romani, caglie e di marmi lavorati e molti
veneravano in un qualebe tempio finissimi, pezzi di statue, tutte co-
la università di tutti gli dei, cui se che dimostrano la ricchezza di

dall'oriente mandò un dono T. Urbsalvia. Negli scavi si rinvennero


Flavio Massimo . Il nume della avanzi d'acquedotti, di terme, di
Salute Augusta avea in Urbsalvia volte dipinte, di bei pavimenti in
tempio, flamine e flaminia ; una mosaico, di vasi sepolcrali. Che le

di queste sacerdotesse fu Vitellia arti vi fiorissero, ne convincono le

moglie di C. Salvio Liberale, e immense monete in oro, argento e


madre di C. Salvio Vitelliano. La rame; le corniole, cammei ed al- i

memoria di costei è nella facciata tre incisioni degne di ammirazio-


della casa del pievano di s. Loren- ne. Tra le moltissime iscrizioni ri-

zo di Urbisaglia. Niente diversa guardanti le guerre tra gli Ottoni,


dalle altre città, fu Urbsalvia nella i Vitelli ed i Flavi, nel 1822 fu
polizia del governo, ebbe quindi i scoperta quella che ricorda il famoso
decurioni, i quatuorviri, ed altri Lucilie Basso cittadino di Urbsalvia,
magistrati. Presso ì francescani del ricolmato d'onori e d' impieghi sot-
,

MAC MAC 271


to gl'imperatori Vespasiano e Ti- tuttavia la successione ne* castelli
to, ammesso tra gli arvali, e le- di Loro, di Col mura no , e delle
gato nella Macedonia, nella Breta- Ripe, luoghi che per la vi
tutti
gna e nell'Asia, sebbene da que- cinanza ad Urbsalvia doveano en-
st'ultima venisse poi dispensato. trare nel suo agro e diocesi. Sopra
Nel museo vaticano sono un Fau- tutto sono rimarcabili i ruderi del-
no, un Ganimede, un Narciso, un la Villa Magna, la quale fu cele-
mascherone con gran bocca, sca- bre anco ne' bassi tempi, ebbe con-
vati nel pontificato di Pio VI, seb- ti, e nel secolo XI chiamavasi Maja.

bene si creda rinvenuti in Falena Il Compagnoni nella Reggia picena


( f^edi), luogo principale degli scavi parla del castello di Villa Magna
intrapresi per ordine di quel Papa. e de* suoi conti; di una gran par-
Nel palazzo del comune di Mace- te della contea che fu conferita ad
rata T Esculapio rinvenuto
evvi Alberto di Grimaldo Compagnone,
nel 1808; ed una rara corniola ed in Albertuccio suo figlio, col-
rappresentante Cesare, venne in I* uso delle condanne e altre giu-
potere di Odoardo Nisi. La nobi- risdizioni; e della sua positura pres-
le famiglia Baiidini da questo me- so la Rancia o Arancia. Final-
desimo luogo trasse pure molte mente, calato Alarico co' feroci goti
statue e gemme, che colle iscrizio- in Italia , dopo aver manomesso
ni ne ha abbellita la sua galleria Osimo, Recina e Tolentino, nel 4°8
di Lanciano appodiato di Castel distrusse Urbsalvia, e commise con-
Raimondo nel territorio camerinese. tro gli abitanti ogni crudeltà, sen*
Il Colucci narra ancora , che za eccezione di sesso e condizione,
dal principe degli apostoli s. Pie- ed ecco perchè il Colucci si mo-
tro o dai suoi discepoli, ricevette strò contrario che ne fosse stato
Urbsalvia i primi lumi del vangelo. vescovo nel 499 Lampadio, m un
'
e'
11 Turchi è di parere che del- poca cioè che non esistendo la cit-
la sede vescovile che fu fondata in tà non poteva avere il proprio ve-
Urbsalvia fosse vescovo Lampadio scovo. Si narra da Procopio, che
che sottoscrisse primo concilio
al una madre snaturata avendo ab-
che il Papa s. Simmaco adunò in bandonato il suo bambino, una
Roma nel 499 > convenendovi il capra prese cura di allevarlo, e si
Coleti nel tom. dell' Italia sa- X chiamò Egisto: colle macerie del-
cra deH'Ughelli, il quale avea anno- l'illustre città, ne' secoli posteriori
verato Lampadio tra i vescovi Al- risorse colla terra di Urbisaglia,
bensi della provincia di Milano. A mentre gli abitanti dell' antica a-
questo parere aderisce il Colucci, veano popolato le circostanti ville
convenendo sul vescovato di Urb- e castella.
salvia, non che in quell'epoca aves- Treia (Fedi). Città vescovile e
se Lampadio, venendo la diocesi governo.
circoscritta nel suo territorio, e Jppignano. Comune del gover-
tutto al più estendevasi nella par- no di Treia, diocesi di Osimo. Bor-
te meridionale, avanzandosi sino go posto su di un piccolo colle
verso s. Ginesio. Dentro questi con- alle cui falde scorre il torrente Mo-
fini si saranno compresi non pochi nocchia, tributario del fiume Po-
pagi e vici , de' quali ne resterà tenza. È circondato da solide imi-
•,

272 MAC MAC


ra, sulle quali elevavano quattro
si minazione. Egli vi si recò dopo
bastioni, due de* quali ancora in che s. A ni imo lo convertì nel 3o2
piedi hanno cambiato forma i de- colla moglie Lucina alla vera U'dc,
stinazione. Le sue fabbriche hanno e vi acquistò cospicue possessioni.
sufficiente aspetto, e qualche palaz- Nel Bollando sono gli atti di I,

zo vi si distingue. Diverse colline Piniano^Falsone romano a' 18 mag-


gli fanno corona , e ne formano gio ; vuoisi che fosse della tribù
l'ubertoso territorio. Sono osserva- velina,come si legge nel Marto-
bili gli antichi acquedotti della fon- relli. Memorie cV Os'uno, pag. 25.
te pubblica, detta Bocca di Leone, Lungamente si resse con leggi mu-
copiosa di acque limpide e saluta- nicipali, e talora sottoposto alla do-
ri, che dicesi sostengono il parago- minazione d' Osimo , e talora con
ne con quelle celebri di Nocera, i quella città in alleanza. Il Marto-
quali condotti si credono fatti co- relli a pag. 109 riporta un docu-
struire da Aulo Piniano proconsole mento del 1220 in cui apparisce,
d'Asia nel terzo secolo. La princi- che Appigliano, già da antico tem
pal chiesa ha il prevosto, con allra pò soggetto ad Osimo, promette a
succursale nella contrada rurale di Vitale Claudi camerlengo di esso
Valcampana. Nella chiesa de' con- di non eleggere rettore se non del
frati della Morte, vi è un'elegante proprio luogo, e di volontà e con-
cappella, con ricco altare e splen- senso del consiglio. Il Colucci nella
dida collezione di reliquiari, e do- sua Tre/a pag. 1 17, narra che Ap-
tazione per disposizione del cano- pigliano cadde sotto i tiranni d'O
nico Vincenzo Benigni. Ha un ospe- simo nel 1 3 1 6, cioè de' ghibellini
dale pegl' infermi , una scuola pel- Li pazzo ed Andrea Guzzolini, ch'e-
le fanciulle, il monte di pietà e il ransi prepotentemente impadroniti
monte frumentario. Nel suo terri- della città e contado di Treia. Nel
torio esiste il convento de' minori 1372 Appignano supplicò che la
osservanti di Forano, ove per tre curia risiedesse in Macerata , e lo
giorni si tiene una fiera nel giorno attesta il Compagnoni, Reggia pi-
del perdono d'Asisi, oltre altre fie- cena p. 232. Nel i38g vi risie-
re e settimanali mercati conceduti deva Boldrino da Panicale. Poco
da Pio VI. Tal convento fu edifi- dopo Bonifacio IX confermò al ca-
cato con pubblico denaro vivente stello il privilegio di eleggere il po-
s. Francesco, che allora dicevasi del- destà, di tassarsi pei tributi e di
la Tra gli uomi-
selva di Ranieri. giudicare i colpevoli. Nel 1^06 eb-
ni che vi fiorirono nomineremo il be il sindacatore, parlando del suo
giureconsulto Bartolomeo Appoggio campo il Compagnoni all'anno 1 4-4 ^
avvocato concistoriale, ed uno de- Il conte Sforza se ne impadronì,
gli otto che il cardinale Pio di nel i445> ma poco dopo all'avvi-
Carpi prescelse per la riforma delle cinarsi del Ventimiglia l'abbando-
costituzioni egidiane, e Bartolomeo nò. Sotto il pontificato di Sisto V,
Alfei, compilatore dello statuto mu- per le uniformi disposizioni prese
nicipale e di una cronaca d'Anco- nello stato, cominciò a ricevere il

na. Di questo luogo ne fu restau- podestà dalla sacra consulta, e du-


ratore il nominalo proconsole Pi- rò così per oltre due secoli sino al-
niano, per cui ne prese la deno- l' invasione francese.
, ,

MAC MAC 273


Monte Milonc. Comune del go- edificato il castello cogli avanzi di
verno di Treia, diocesi di Macera- Vallenzia o Pollenzia. Nella piaz-
ta.Chiamasi pure Monte Melone za di questa terra vi è l'iscrizione
ed è situato sulla vetta di un colle d'un decurione d'Urbe Salvia. Die-
ove si vedono rovine di antica cit- de nome a questa patria Agostino
tà, che vuoisi portasse egual nome, Lazzarini causidico de' principali del-
dopo l'atterramento della quale sur- ia corte di Roma, e benemerito
se l'odierno paese. Trovasi il ter- de' conventuali per l'erezione d'u-
ritorio in colle e in piano, molto po- na cappella in pietra con bel qua-
polato, con molti e belli fabbricati dro ove fu effigiato vi fiorirono :

chiusi da mura, con piccolo borgo ancora il p. Nicola Massi agosti-


fuori di porta Romana. Vi è la col- niano di molte virtù, e l'architetto
legiata di s. Biagio. Il march. Puc- Felice di molto nome. Negli statuti
ci nelle Memorie storiche, ci dà le della terra vi è una pena contro
seguenti notizie. Neil' Vili secolo quelli che rivelano i segreti del co-
venne fondata l'abbazia di Rambo- mune, cioè di pagare venticinque
na presso Monte Milone, dalla re- lire e per dieci anni essere privo
gina Ageltrude figlia d'Arechis du- d'offizio, e se fra dieci giorni non
ca di Benevento, moglie di Guido pagasse, fosse carcerato; in caso di
e madre di Lamberto imperatore, fuga si procedesse contro i suoi be-
in onore dei ss. Gregorio, Silvestro ni, venendo dipinto in exemplum
e FJaviano; la chiesa, di cui ne fa aliorum colla mitra in capo nella
la descrizione, è importante per l'e- sala maggiore, con iscrizione del
poca in cui fu eretta, cogli avanzi suo nome e colpa. Il convento dei
d'un tempio dedicato a qualche ge- minori conventuali, forse eretto nei
nio o Dio, nella contrada chiamata 1379 vicino alla piazza, ha sulla
Arambona presso Pollenzia. Anche porta in alto l'arme de' Piani. Vi
il Colucci a p. 102 di Treia, dis- furono tenuti alcuni capitoli pro-
corre del celebre monastero de' mo- vinciali, e venne onorato da reli-
naci di Rambona, con pingue do- giosi del luogo. Non molto lunge
te e ampli fondi, privilegi ed esen- dalla terra fu eretto il convento
zione dal vescovo, possedendo an- de' riformati di s. Lucia, già juspa-
cora nel territorio di Montecchio. tronato de'Piani, e da loro donato
Lorenzo Severino nel i4f)6 dipinse all'ordine nel i53o, da un Sigis-
s. Antonio di Padova per la chiesa mondo : la chiesa è bella ,
piccola
de' conventuali di Monte Milone, e divota. Aggiunge il p. Civalli
per ordine del magistrato, allorché che nella chiesa dell'abbazia di s.
fu eletto il santo a patrono del Maria di Rambona, riposa il corpo
luogo. Con disegno di Cosimo Mo- di s. Amico, dell' altare del quale
relli, verso la fine del secolo passa- e dell'arca di pietra rossa in cui ri-
to, venne riedificata la chiesa di s. posano le sua ossa, ne fece menzione
Francesco. 11 p. Civalli nella Visi- anche il lodato Ricci. Il Turchi e-
ta triennale, presso il Colucci, An- ziandio nel suo Camerinum sacrum
tichità picene p. 75, dice che il po- tratta di s. Amico, e del monaste-
polo di Monte Melone , fu detto ro di s. Maria di Rambona. I cap-
prima populus Pollentinus , e che puccini vi fondarono il secondo loro
Nicolò Peranzone scrisse essere stato convento, attestandolo il Colucci in
voi. XL. 18
,

274 MAC MAC


Tnju, il narraudo a p. 16
(|uale indi nel l443 k' ce condurre a' suoi
cosa fosse nei tempi antichi Monte molini una bombarda, e nell'istes-
JMilone, si esprime cosi. La terra si no anno vi si approssimò l'armata
frappone tra Montecchio e Urbi- pontificia di Eugenio IV e l'arago-
saglia, ed ha separalo territorio a nese del re Alfonso, mentre nel se-
distinzione degli antichi tempi, nei guente auuo vi formò quartiere, co-
quali essendo ivi stato qualche vi- me di frontiera, Ciarpellone, uno
co o pago una delle due città
d' de* primi condottieri degli Sforze-
contermini, ad una delle due do- schi.

vea appartenere. Aggiuuge che nel


1398 Bonifacio IX, grato a Mo- Distretto di Fabriano,
starda de Strata celebre capitano
per la ricupera di molti domimi Fabriano (Fedi). Città vescovile
delia Chiesa con bolla concesse
, con governo.
in vicariato perpetuo a lui e di- Serra s. Quìrico. Comune del
scendenti Monte Milone e la terra governo di Fabriano, diocesi di Ca-
di Amandola. Le seguenti notizie si merino. Della positura di questa
leggono nel Compagnoni , Reggia terra scrisse Annibale Caro con al-
picena. Nel 1224 si sottomise al tri particolariSodo e Diserto al
cardinal legato Paudolfo, e fu già Intronati, che a quel tempo erano
creduta l'autica città di Pollenza, nella corte generale della Marca ;
come si legge ne' suoi statuti an- ma il p. Civalli nella Visita trien-
tichi. Nel 1 3 1 6
uomini e fuo- gli nale, presso il Col ucci, Antichità
rusciti di Monte Milone , protetti picene t. XXV, p. 1 1 \
3 dice che
dal conte di Montefeltro ghibelli- la verità si è che la Serra sta in
no, osarono presentarsi con impeto forma una galea facendo nel-
di
ostile sino presso le mura di Ma- l'estremità una punta, ed è posta
cerata; ma il rettore Vitale col suo in un colle, che da ogni banda sta
esercito in aperta campagna li rup- pendente, circondala all' intorno da
pe e disperse, per cui fu la terra molti chiamandosi il più vi-
colli,

punita con pene corrispondenti. Nel cino Murano,


il quale nel tramon-
i35i si collegò col ghibellino Vis- tar del sole ne toglie un'ora ; T a-
conti; indi nei i35g il cardinal ria è salutifera e buona. Rileva da
legato Albornoz assolvette Bonac- una cronaca niss. che la prima Ser-
corso figlio di Bindo e nipote di ra fu edificata da Attilio nobilissi-
Bettuccio domicello di Monte Mi- mo romano dittatore nominato Ser-
lone, per le aderenze avute cogli rano, e questa vogliono distrutta
Ordelaffi ed altri scomunicati e ri- da gente barbara nel 980, per cui
belli della Chiesa, e per tener oc- gli abitanti si ritirarono verso il

cupato Monte Milone, Tolentino, colle. Vuoisi inoltre dalla cronaca,


ed altre terre della Marca. Venne che passando di qua s. Romualdo
intimata pel sindacatore nel i4o5, fondatore dell' inclita congregazione
e nel 141 1 vi si ritirarono i ban- camaldolese, ed essendo assalito da
diti di Macerata. Nel 1 416 fu no- una gran tempesta si ricoverò sotto
minata in un gran compromesso, e un albero, e fatta a Dio una bre-
nel i435 in una lettera di Fran- vissima orazione subito cessò ; quin-
cesco Sforza per somministrazioni; di preso il breviario trovò che iu
MAC MAC 275
quel giorno correva la commemo- sette cardinali e quattro ambascia-
razione dei gloriosi martiri Quirico tori, volle alloggiare in questa ter-
e Giulitta, ed ivi fece loro erigere ra, e nel 1573 passando di qua d.
una chiesa, e chiamolla s. Quirico, Giovanni d'Austria naturale di Car-
laonde in seguito la terra prese il lo V, vi si feimò nella notte. Nel
nome di Serra di san Quirico. Fu convento de' minori conventuali e-
anco per qualche tempo favorita la retto vicino alla piazza, con chiesa
terra dalla presenza di s. Silvestro conveniente, vi fiorirono diversi re-
fondatore de' monaci silvestrini, che ligiosi illustri, e vi furono tenuti
qua predicò molte volte, e operò alcuni capitoli provinciali. Fin qui
molti miracoli. Furono già padro- il p. Civalli. Il march. Ricci nelle
ni di questo luogo, come di Fa- Memorie storiche^ tratta della chie-
briano, i potenti Chiavelli , ed al sa di s. Bartolomeo fuori della ter-
tempo di Urbano VI nel declinar ra di Serra san Quirico alla parte
del secolo XIV ritornò all'obbe- occidentale, fabbricata per le cure
dienza della Chiesa, di che parla il del b. Bartolomeo terzo generale
Simonella, Delle imprese Sforze- da Ram-
de' silvestrini, consecrata
sche, All'articolo Jesi, parlando di berto vescovo di Camerino ed ap-
Filippo Simonetti che la signoreg- partenente all'insigne monastero di
giò, dicemmo ancora che i Simo- s. Lucia entro le mura di Serra
netti furono vicari di Serra s. Qui- san Quirico ; i silvestrini lasciarono

rico e della Rocca dell'Aquila. Fio- quel luogo nel 1527 all'occasione
ri in questa terra il b. Ugo mo- che si condussero dentro il castel-
naco discepolo di s. Silvestro poi lo ad ufficiare la chiesa di s. Ni-
abbate, de' conti degli Atti, e figlio colò, la quale in un all'altra di
di inesser A Itone della Serra, il cui s. Bartolomeo ora più non esiste.
corpo vi posa nella chiesa di s. Fi- Fa poi menzione di Girolamo Mez-
lippo di Monte Granaio la testa : zalancia da Jesi generale de' silve-
dicono sia a Fermo, e la cappa a strini, che formò i disegui per vari

Sassolerrato ove morì ( secondo il monasteri del suo ordine, fra' quali
Calindri ). Vogliono anche che di quello esistente di Serra san Qui-
qua fosse il b. Pietro, ed il b. Jo- rico nel cui archivio si conserva-
seffo monaco silvestri no, fratello di no diversi suoi scritti di architet-
s. Ugo (tanto del b.che del b. Ugo tura. 11 Calindri nel Saggio siati-

Giuseppe ne tratta il Turchi, Ca- stico, riferisce che il luogo ebbe


merinum sacrimi p. 71). Vi sono origine da uu certo Marco Attilio
molte vene d'acqua, che per mezzo Serrano, console e triumviro di
di condotti di pietra viene introdot- Roma; che soltanto nella metà del
ta dentro terra percomodità ed uso secolo X le fu aggiunto al nome
comune. Lontano circa un miglio che avea di Serra quello di s. Qui-
e mezzo, in riva del fiume Esino, rico, allorché il santo abbate Ro-
s. Romualdo vi fondò un nobile mualdo gli die quel santo per pa-
tempio chiamato s. Elena , titolo trono, e la prima pietra del tem-
d'abbazia, degno d'ogni gran città, pio maggiore fu collocata nelle fon-
ed uno de' principali ch'egli edifi- damenta dallo stesso s. Romualdo;
casse. Dicono che nel i539 Paolo e che Plinio pose questo paese nel-
111 tornando dalla santa Casa con la VI regione d'Italia, mentre il
1,

276 MAC MAC


Tarcagnota ed il Compagnoni vo- ro la loro mediazione con felice e-
gliono che fosse annoverato tra i sito, perchè nel i38o si pacificasse
dodici paesi spettanti all'esarcato; con Jesi. Indi nel 1397 Bonifacio
in questo caso sarebbe forse la Ser- IX concesse a Raniero ed altri del-
ra che Pipino restituì o donò al la nobile famiglia Simonetti in vi-
Papa Stefano III. Il Baldassini nella cariato per dieci anni, e quindi a
Istoria di Jesi, dice che fra i ca- beneplacito, vari paesi, fra'quali Ser-
stelli donati alla città nel is58 dal ra s. Quirico; concessione che ven-
re Manfredi, vi fu compreso Serra ne poi annullata nel 1408 da Gre-
s. Quirico. Nel i3i3, dopo la mor- gorio XII. luogo continuava ad
Il

te di Enrico VII, si sollevò contro essere in considerazione, perchè vi


il rettore della Marca, collegandosi risiedè per qualche tempo il vesco-
con altri comuni a danno de' ma- vo di Jesi, 14^7. Per la
come nel
ceratesi. Il Gritio nelle Istorie di sua fortezza fece lunga e terribile
Jesi, narra ch'era sotto la sua giu- resistenza nel i44^ a Francesco
risdizione, e pagava annuo tributo Sforza, avendo difeso la terra San-
con giurar fedeltà, cosi Rotorscio te Tanursi detto Santino da Ripa,
appodiato di Serra san Quirico di : contestabile della fanteria pontifì-
Kotorscio, castrum Rotorsiutn seu cia, che poco prima avea preso
Rodossae, il citato Turchi ne rac- parte alla sconfìtta di quel valo-
conta la vicende, come già domi- roso capitano sotto le mura di Ri-
nato da' monaci e da' signori di patransone sua patria. Respinti di-
Rovellone, che il cardinale Albor- versi attacchi , le bombarde dello
noz vendè nel i365 per 4^oo fio- Sforza diroccarono gran parte delle
rini agli Smeduzi o Smeducci di mura, e misero molti difensori fuo-
Sanseverino, da' quali l'ereditarono ri combattimento, onde la piaz-
di
gli Stelluti di Fabriano. Nel 1 37 za assalita da tre lati fu ceduta per
fra i luoghi che fecero istanza per capitolazione, anche perchè le bom-
la riduzione della curia in Mace- barde, allora poco note nella Mar-
rata, vi fu Monte Filottrano, sotto- ca, avvilivano chi dovea esserne se-
scrivendosi al memoriale Lodovico gno , ed incutevano indescrivibile
Apizzoli di terra s. Quirico cancel- spavento. Una di queste macchine
liere del podestà. dipoi i concittadini la portarono
Importanti notizie su questa terra sulle mura della patria nel i48r,
si leggono nelle due lettere su di essa cioè quando uniti agli esini avea-
scritte dal eh. marchese Filippo Bruti no preso Osimo, come riporta an-
Liberati, e pubblicate colle stampe cora Girolamo Baldassini. Serra s.
in Ripatransone nel 1840 e i843: Quirico ebbe i suoi uomini illu-
ne faremo un brevissimo estratto stri, tali pure furono, oltre i no-
delle cose principali. Incontro Ser- minali, Benigno podestà di Fabria-
ra s. Quirico fu già Cupra Mon- no, Antonio Tosi celebre medico,
tana; quanto al primo nome non Clemente Tosi dotto monaco sil-
pare che interamente convenga sul- vestrino, e l'altro valente medico
la derivazione del Serra romano Ventroni. Inoltre il clr. scrittore
credendolo provenuto dalla situa- cita diverse opere e documenti, ove
zione. Nel secolo XIV era sì po- si possono attingere notizie su Ser-
tente, che gli anconitani interpose- ra s. Quirico, e riporta J'iscrizio-
MAC MAC 277
ne che il comune pose all'arco trion- intra Ostia. Al monastero gli an-
fale che innalzò per onorare il pas- tichi conti del castello nel 1180
saggio del Pontefice Gregorio XVI, donarono la metà della pieve di s.

passaggio che celebrammo già nel Anatolia. march. Ricci nelle sue
11

voi. XXII, p. 273 del Dizionario, Memorie attesta che gli agostinia-
ove dicemmo che il supremo Ge- ni si stabilirono nel principio del
rarca venerò Spina che
la sacra secolo XIII in sant'Anatolia: Gual-
possiede la chiesa di s. Lucia dei tieri Chiavelli avea già eretto nel
monaci silvestrini. Di Serra s. Qui- 1210 un monastero sotto il titolo
rico è protettore il cardinale Pietro di s. Angelo, due miglia distante
Ostini. dai castello, in un luogo detto
Sassoferrato (Vedi). Governo l'Eremita, avendolo donato ai mo-
nella diocesi di Nocera. naci colla condizione che l'abbate
Genga (Fedi). Comune del gover- dovesse nominarsi da esso e dalla
no di Sassoferrato , diocesi di Fa- sua famiglia in progresso, confer-
briano. mandolo il vescovo di Camerino,
Matelica (Vedi). Città vescovi- ed il patto che in ogni occorrenza
le con governo. egli ed i successori potessero pren-
S. Anatolia o Anatoglia. Comu- der ivi alloggiamento con tre ca-
ne delgoverno di Matelica, dioce- valli a spese dell'abbate e del mo-
si di Camerino. Non si ha memo- nastero, come abbiamo dall'Ascevo-
ria della sua origine, solo si cono- lini, Istoria di Fabriano. Ora la
sce che fu la città umbra detta chiesa appartiene ai canonici di s.

Ti ora, sortita dalle macerie dell'an- Questa terra si governò


Anatolia.
tichissima città di Filetto, che tro- un tempo in forma di repubblica
vavasi circa mezzo miglio dalla pre- per togliersi dalla soggezione di
sente terra. Trovasi con territorio Matelica . Scrive il Compagnoni
in colle, con un paese che ha* este- nella Reggia picena, che il castello
si e belli fabbricati cinti di mura. nel 1201 era in guerra con Ca-
"Vi è la collegiata di s. Martino, e merino e Matelica, per cui Inno-
vi si conserva e venera l'intero cor- cenzo III procurò pacificarli. Indi
po di s. Anatolia. Di questa chiesa nel I2g3 in unione della Serra,
come del castello tratta il Turchi, di Sarnano e di altre comuni, in-
Camerinum sacrimi cos'i del mo- , festò Matelica ed altri luoghi. Nel
nastero di s. Angelo in fra Ostia, i328 n'era podestà Berardo figlio

poco lunge da questo luogo chia- di Gentile Varani, nel qual tempo
mato pure di s. Michele. Esso fu le leggi municipali furono riforma-
fondato nel ioi5 pei monaci ca- te. Poscia nel i35i Sant'Anatolia
maldolesi, indi da Innocenzo III si collegò col ghibellino Visconti si-

dichiarato esente. In progresso di gnore di Milano. Nel secolo seguen-


tempo l'ebbe un abbate commenda- te e nel i443 si dovette arrendere
tario, l'ultimo de'quali fu il cardi- a Francesco Sforza, e poco dopo si

nal Alessandro Farnese nipote di diede ai Varani duchi di Cameri-


Paolo III, ch'erogò le sue ren- no, finche nel i5^6 sotto Paolo
dite per la detta collegiata di s. III tornò sotto il pieno dominio
Martino, onde i canonici un tem- della santa Sede. Dipoi Clemente
po si chiamarono di s. Angelo XIII agli 8 luglio 1766 decorò il
278 MAC MAC
magistrato del titolo di senato, con tro Siccome Beragra o Defegra
l'uso dell'obito di rubbonc. Pietro fu Monte Fano e Filottrano
tra
Agostino Boscherini ci diede: Del* o Monte Filottrano, ed il Coluo-
Vacqua minerale di Fontebuono ci dice che sursero tali luoghi ,
della terra di Sanlanatolia, e del- principalmente il secondo, senza
le sue miniere e qualità.; discorso nulla Monte Fano, ne
deteriorare
e vera relazione, Camerino 1673. parleremo dicendo di Monte Filot-
trano. Il territorio di Monte Fano
Distretto di Recanati. è in monte e piano, assai popola-
ta è la terra, con molti Fabbricati
Recatati {Vedi). Citta vescovile di mura con due buoni borghi. Vi
con governo. è la Donato. Il
collegiata di s.

Monte Fano. Comune del go- Compagnoni citato nella Raggia pi-
verno di Recanati, diocesi di Osi- cena ì ed il Martorelli nelle Meni.
reo. Surse questa terra dalle dis* d'Ottimo, riportarono alcune notizie
sensioni fra li cittadini di Fano, su Monte Fano. Nel 1202 ad i-

per le guerre civili, massime dei stanza d' Innocenzo III, si pacifico
ghibellini, e vi concorse la stessa con Recanati, al dire del Compa-
ciltà cui rimase soggetta, come si guoni. Nel 1 37 1 si unì a que'luo-
rileva dal documento prodotto dal- ghi che domandarono al cardinal
l'Amiani, Memorie istorìclie di Fa- Grirnoaldo la riduzione della cu-
no t. I, p. 252, il quale aggiunge ria in Macerata, sottoscrivendosi al
che questa colonia fanese si stabi- memoriale Cicco Massi Vanni di
fi in amenissimo colle con le reli- Recanati officiale del podestà. Nel
quie dell'antica Veragra o Beragra i3g3 intervenne in una gran lega.,
colonia de'romani, nelle incursioni e nel1397 gli mosse guerra Gen-
de'goti rovinala e distrutta, e dalla tile Varani signore di Camerino,
posizione e dal nome della pa- primeggiandovi allora un Andrea,
tria fu chiamato il castello Mon- Nel 14.16 vi si stipularono i capi-
te Fano. AH' anno poi 1232 per toli tra i commissari della Chiesa
gli odii cagionati dalle discordie e Macerata, e nel 14^8 Galeotto
intestine, l'Amiani parla di que'cit- Malatesta signore di Rimini resti-
tadini che Fano si
abbandonando tuì Monte Fano a Martino V. Ver-
portarono altrove, e molti in Mon- 60 la metà del medesimo secolo fu
te Fano, aumentando così il nume- due volte saccheggiato dai soldati
ro de'suoi abitanti. Siccome Y A- di Francesco Sforza, indi ricuperato
miani trattò dell'origine di questa da Giacomo da Gaivano; si levò
terra all'anno i322, avverte che poi dal dominio di Osimo , nel
il Compagnoni pretende che nella pontificato d'Innocenzo Vili, quan-
pace stipulata nel i2o3 a Polveri- do Buccolino s'impadronì di quella
gì, si facesse menzione di Monte città ribellandola alla Chiesa. Allo-
Fano, e che errò nel dire che il ra Monte Fano si rese libero al
suo sigillo ha la forma di un for- Pontefice, non ostante le richieste
tilizioessendo come
, quello di de'recanatesi, che con buona som-
Fano un tempio che assomiglia per ma di denaro il pretendevano^ co-
altro ad una rocca, e lo produce me narra l'Angelita nell' Origl-
ili figura a p. 227 insieme ad al- ne di Recanati : il Calcagni nelle
MAC MAC 279
sue Memorie dichiara però che zo del pubblico, e perciò vi diresse
avendo il Papa domandato
a Re- un pontifìcio breve ai5 aprile, in,
canati aiuto controOsimo, promi- cui dichiarava quanto stimasse que-
se ai recanatesi in compenso la sta sua patria. Morì Marcello II
terra di Monte Fano, ma dopo la dopo 11 giorni di pontificato.
presa della città i montefanesi a- Filottrano. Città con governo,
doprarono ogni arte per essere diocesi diOsimo. Il benemerito con-
immediatamente soggetti alla Sede cittadino d. Silvestro Rondini ar-
Bpostolica. Alcuni dissero che Re- cidiacono della basilica Lauretana
canati spinse contro Monte Fano uo- lasciò mss. le Memorie istorichc.

mini armati. Si rileva poi da un di MonteFiloUrano, oggi detto


breve d'Innocenzo Vili del i4^9 Filottrano, che il Colucci pubblicò
die la terra venne data ai recanatesi, con annotazioni ed osservazioni nel
perchè con esso liberò i montefanesi t. XXII delle Antichità picene; di
ab omni jurisdictione recanatensis. tutto andiamo a dare un breve o
S'ignora il tempo in cui Monte stratto. Monte Filottrano, illustro
Fano fosse sotto il dominio di Reca- luogo, chiamato onorevolissimo dal-
nati. Certo è che il cardinal della l'Avicenna storico di Cingoli, è si-

Rovere, poi Giulio II, legato alla tuato in elevato colle di temperalo
ricupera d' Osimo, non essendovi clima tra Osimo e Cingoli, e tra
«tato ammesso dagli osimani,si ri- Jesi e Macerata, quasi in egual di-
tirò in Monte Fano e fu trattato stanza. Il suo contado che per più
con tale ossequio ed amorevolezza, di trenta miglia si estende, è do-
che ottenne dal Papa la grazia di vizioso di vaghe ed ubertose colli-
essere la terra soggetta immedia- ne, essendo bagnato da un picciol
tamente alla Sede apostolica, venen- fiume detto Fiumicello che si unisce
do totalmente liberata dalla sogge- al Montone, il quale dalla parte
zione diOsimo e di Recanati. Ai di tramontana ne bagna i confini,
6 maggio i5oi nacque in Monte essendo popolassimo. Coll'aumento
Fano Marcello Cervini di Monte- della popolazione di Filottrano ,

pulciano, la cui famiglia erasi ivi quasi tutto il circuito delle mura
stabilitacome afferma l'Amiani, ed castellane venne occupato ila par-
il Novaes dice che il di lui padre ticolari abitazioni, come ve ne sono
Riccardo era tesoriere della Marca ne'sobborghi ed in vari villaggi del
d'Ancona di Alessandro VI. Dopo territorio. Delle quattro chiese par-
una luminosa ed esemplare carrie- rocchiali, la prima è prepositura sot-
ra, Marcello fu creato cardinale da to l'invocazione dell'Assunta, pre-
Paolo III, e poi nel i555 eletto positura già annessa alla chiesa
Pontefice col nome di Marcello II. di s. Maria di Tornasano, fin dalla
Ricordandosi del luogo in cui era demolizione di questo castello. Sot-
nato, gli condonò fino a nuovo or- to il vescovo cardinal Lanfredini
dine la somma che per ragione nelle pertinenze del castellare fu e-
del sussidio triennale dovea ogni retta la chiesa e cura della ss.

anno pagare alla camera apostolica, Concezione, con smembramento del-


e l'esentò da tutte le gabelle, col- la prepositura, avendo donato il si-
la condizione d' impiegare questo to la famiglia Accoretti. Il priorato
denaro nel risarcimento del palaz- di s. Cristoforo nel 1218 apparicne-
280 MAC MAC
Ta monaci dell'Avellana quello
ai ; e Giuseppe Maria Accoretti. Sotto
di s. Michele Arcangelo, cui si unì il titolo di ti. Maria degli Angeli e
Ja chiesa rurale di s. Giobbe, ha di tutti i santi fondò la congrega-
Ja statua in pietra del Monte Gar- zione de' cappellani o sia le dieci
gano, rappresentante il santo Ar- cappellanie d. Alessandro Antonio
cangelo protettore di Filottrano, del- Gentiloni, accresciute dalla sorella
la quale ne fece dono al pubblico Gio. Battista; congregazione che ha
Giustino Antonio Gentiloni ; quel- l'arciprete per superiore.
lo di s. Eusebio, cui fu unita la Per antica tradizione si ripete
chiesa di s. Maria di Storaco: la l'origine del luogo da Ottrano, uno
chiesa di s. Michele Arcangelo è de' longobardi occupatoli d' Italia,
collegiata. Delle cinque confraterni- e dai di lui figli, come apparisce
te, s. Antonio abbate, co-
quella di dal nome antico della terra : Mons
me più ricca, ha il peso del man- Filiorum Optrani che 1' eressero t

tenimento dell'ospedale pegl'infermi. colle macerie della distrutta città


Vi furono inoltre eretti due mon- di Veragra o Beragra, colonia de-
ti, di pietà e il frumentario. Pres- gli antichi romani, situata al dir
so la chiesa del ss. Sagramento, di Plinio nel Piceno tra Osimo
un tempo eravi il monastero dei e Cingoli : ciò non è sufficiente
silvestrini, a' quali nel 1282 i be- prova, riflette il Colucci, perchè
nedettini cedettero l'abbazia di s. Plinio nominò le città e i luoghi
Maria di Storaco. Esistette già il per ordine alfabetico. Ammessa la
convento degli agostiniani eretto nel testimonianza di Plinio, viene ri-

i5ii 3 annesso alla chiesa di s. conosciuta la situazione ove esistette


Agostino. Nel i5y8 si fondò il Veragra tra Monte Filottrano e
monastero delle monache di s. Monte Fano, come luoghi alle det-
Chiara; nel i553 venne edificato te due città intermedi , e circa un
il convento de'cappuccini, traslata to miglio lungi da Filottrano, ubica-
altrove nel 161 3. In Tornasano si zione che riconobbe ancora il Tur-
fondò il convento de' minori con- chi nel Camerinum sacrimi. Laon-
ventuali, come risulta da un docu- de in riflesso de'monumenti rinve-
mento del i336, nello stesso seco- nuti, l'agro di Filottrano e Monte
lo trasferito in Filottrano, con chie- Fano spettò all'illustre antica colo-
sa anticamente dedicata a s. Roc- nia, per cui ciascuna di dette terre
co. Ne tratta pure il p. Civalli può ripetere a ragione la medesi-
nella Visita triennale, presso lo stes- ma discendenza. Quanto alla distru-
so Colucci tom. XXV, pag. io3. zione Veragra
di si arguisce con
Egli dice che illustrò questa patria fondamento opera di Alarico re
Giulio Santucci conventuale e ve- de'goti, e che fosse stala
si ritiene
scovo di s. Agata de' goti, lettera- opulente e ricca. Venuti i longo-
tissimo, impiegato da Clemente Vili bardi a manomettere quanto era
e Paolo V nelle controversie tra i avanzato ai goti o nel breve spazio
domenicani e i gesuiti. Nel convento di tempo risorto, succedendo la

furono tenuti alcuni capitoli pro- mancanza della coltura e delle


vinciali. Altri conventuali e citta- arti, ciò che produsse le penuria
dini illustri fioriti nel convento, de'generi e di tuttociò ch'è sosten-
furono i pp. Gio. Angelo Baratta ni tamento ad un regno, si accorsero
1

MAC MAC 281


i longobardi dell' errore commesso, menti di mosaico che si rinvenne-
e richiamati i popoli dispersi gli ro nella valle. Il can. Reposati pu-
aiutarono al restauro degli abita- re riconosce l'esistenza di Veregra
ti ed al ristabilimento della colti- nel sito indicato, come quello che
vazione. Si congettura che quelli essendo stato prevosto in Monte
della distrutta Veragra, divisi da Fano, ebbe comodo di ben rilevare
spirito di partito, in due diversi col- ciò che asseriva; anzi fece mettere
li la costruzione formarono del lo- nelle mura esteriori della nuova
ro uno cioè
asilo, nel colle poi collegiata un frammento d'antica
detto Monte Fano, l'altro in quel- lapide, dalla quale si raccoglie che

lo chiamato Monte Filottrano, cui Veregra fu colonia romana, che già


dierono mano a costruirlo Ottrano aveva accennato Dalbo Mensore pres-
e i suoi figli. Già il Colucci sino dal so Frontino. N'erano confinanti Co-
t. Ili delle Antichità picene a p. 1 8 simo, Ricina, forse Potenza, Tre-
avea pubblicato una dissertazione ia, Cingoli, Cupra Montana e Ple-
epistolare diretta a d. Luca Fan- nina. Indi il Colucci passa a par-
ciulli canonico della chiesa Osima- lare de' monumenti superstiti di
na , con questo titolo: Dell* antica Veregra, da uno de' quali si crede
città dì Veregra. Di questa disser- che il territorio di Appigliano fosse
tazione daremo un sunto, prima appartenuto in parte ai veregranesi,
di proseguire i cenni storici di Fi- nel qual territorio furono rilegati
lottrano. Il Colucci incomincia a i ss. martiri osimani, Antimo, Si-
dimostrare, che secondo la presente sinio e Dioclezio. Termina il Co-
pronuncia il nome della città fu V e- lucci col dire della decadenza di
regra, e veregranì quello del popo- Veragra, e che da essa risorsero
lo; e che Plinio scrisse beregrani y susseguenlemente altri luoghi, co-
mentre doveasi dire veregrani e non me Montefano , e Monte Filottra-
veragrani. Passa a dichiarare che no principalmente, e che il Turchi
Veregra non fu nella regione Pre- ed il Fanciulli furono di parere
tuziana posta là dall' Elvino o di aver avuto Veregra anche la sua
o Tesino, e Sa li nello, e precisa-
il cattedra vescovile.
mente in Civilella come vorrebbe Rondini produce un documen-
Il

il Cluverio. Nega che Veregra fosse to della cronaca di Farfa, dalqua-


nel luogo ove ora giace Monte da- le rilevasi che que'monaci nel se-
naro nella provincia Permana, man- colo VII possedevano pingue e co*
cando monumenti che lo provino; spicua corte o tenuta, nel luogo
bensì stabilisce che fu tra Monte detto Monte Polesco, villaggio del
Fano e Monte Filottrano, appog- territorio filottranese, che con ti-

giandosi alle autorità del mss. del tolo di contea passò alla nobile
can. Rondini ed alle ricerche del famiglia Lavini, una delle dovizio-
dotto can. Turchi, nella valle o se e principali di Filottrano. Dal
piano ch'è Ira due luoghi, anchei medesimo documento ne trae con-
pei documenti che producono fi- i ferma che i primi fondatori della
lottranesi e montefanesi 3 ed ezian- patria furono i figli di Ottrano,
dio per le anticaglie, ruderi ed a- nel sito occupato dal padre longo-
vanzi che tuttora si vedono, e per bardo. Il Colucci aggiunge che il ca-
le monete, marmi lavorati e pavi- stello o villa di Monte Polesco dopo
281 MAC MAC
essere stato posseduto lunghissimo spettare a Filottrano: tuttavolta
tempo monaci farfensi, ai qua-
dai si ha che nel 1204 era nel con-
li lo confermarono nel ioi3 Be- tado Osimano, nel i3o8 seguitava
nedetto Vili, e nel 11 18 Enrico nella sua giurisdizione, ed Eugenio
V, passò alla nominata famiglia IV i44^> giacché
glielo restituì nel
Lavini, il conte Giuseppe della nel i36o era stato ceduto ai fi-
quale eresse sulla facciata della chie- lottranesi dal rettore della Marca,
sa della contea, dedicata alla Ma- Ivi fu una chiesa di s. Agata, ed
donna Neve, una lapide che
della il castello più non esiste. Storaco
dice averla lui fabbricata. Ivi ogni con chiesa di s. Maria che appar-
anno per autorità sovrana si fa tenne ai benedettini, ed un tempo
una fiera franca ed immune. Nel ci visse ritirato s. Bonfiglio giù
territorio filottranese esisterono an- vescovo di Foligno; nel 12.58 essen-
ticamente alcuni castelli, che sono do villa, il re Manfredi la cedette
i seguenti, e sui quali se ne pos- a Jesi. Tornasano nel 1271 con
sono leggere le notizie nel Fanciul- Storaco appartenevano alla giuris-
ii , Osservazioni alle antichità di dizione della mensa episcopale di
Cingoli, e nel Martore! li, Memorie Osimo avea ceduta la cit-
, cui la
d' Osimo. Mon toro esisteva nel 1 164, tà per vendita, secondo il Marto-
ora villaggio che in parte era dei relli, perchè Osimo sino dal 1200

monaci classensi; più tardi v'ebbe possedeva per dedizione Tornasano.


pur dominio il comune d'Osimo. E siccome il Martorelli riferisce
Cerqua era nel colle al presente che colla demolizione di Tornasa-
chiamato Castellare, poi possidenza no e Storaco il comune d'Osimo
degli Accoretti. Nel 1 189 si diede rifabbricò Filottrano verso il secolo
ad Osimo, per liberarsi dalle pre- XIII, Rondini produce contrari
il

tensioni di Filottrano, allora esente documenti per provare che Filot-


dall'osimana giurisdizione, e gover- frano dipendendo dalla Chiesa, per
nata da un podestà o meglio da la sua costante fedeltà fu restau-
consoli. Molte controversie vi furo- rato dai rettori della Marca,
no tra Filottrano ed Osimo sulle Non potendo Marcualdo, fatto
pertinenze del castello di Cerqua marchese della Marca Anconitana
che Eugenio IV nel i44^ decise da Enrico VI, riceverne l'investitu-
a favore degli osimani. Casarola ra da Innocenzo III, saccheggiò
esisteva nel 1177, e si diede ad chiese, e diroccò terre e castelli,

Osimo nel 1206, indi come cara* fra' quali, al dire del Martorelli,
pagna passò al possesso dei Pai- Filottrano, Tornasano ed altri Juo-
mucci nel secolo XIV
: vescovi i ghi, i cui abitanti si rifugiarono
di Osimo vi aveano il proprio in Osimo, al quale si die nel 1200
palazzo. Cerlongo oggi contrada Filottrano. Il Rondini ripugna al
s. Agata con chiesa. Nel 1204 fu documento prodotto sul preteso
restituito dai cingolani alla chiesa dominio, e confuta il Martorelli
di s. Leopardo e alla città d'Osimo, anche sul dominio di altri castel-
ma neli25o per indulto del cai- li, come dedizioni di particolari
dinal Capocci tornò alla soggezio- persone non del pubblico, dichia-
ne di Cingoli. Sant'Angelo non pa- rando che mai Filottrano si sogget-
re edificato dagli osimani , ma tò ad Osimo, perchè avea libero
MAC MAC 283
il governo, eleggeva il podestà, ed nernle. e nel 1 383 colle genti di
avea proprie leggi. Il Colucci però Monte FaQO e Recanati cacciarono
osserva che Filottrano per giudi- da Osimo alcuni malviventi che
ziale sentenza appartenne agli o- aveano cercato ribellare la città,
simani, che ne presero possesso, Nel i3o,3 dopo la morte di Boi-
che Urbano VI confermò con boi- drino rinnovò la lega con diverse
la, e più tardi lo dichiarò Enge- comunità, ma accresciute nella Mar-
nio IV. Nel confessare il Rondini cale rivoluzioni e prepotenze, Mo-
che nel I2i4 Aldobrandino Esten* starda da ForPi rimise all'obbe-
se marchese della Marca ampliò dienza della Chiesa tutta la pro-
si dominio di Osimo coi castelli di vincia. In questo tempo Monte Fi-
Tornasano, Casarolo, Cerqua, ec. e loltrano godeva la protezione di
con Monte Filottrano e che al- , Pandolfo de'Malalesti, coi titoli dì
trettanto fece il rettore Manfredi e rettore , difensore e governatore,
diversi brevi pontificii, dice che O- Sotto Giovanni XXIFI Ladislao re
siroo con denaro si procurò siffatti di Napoli tentò il conquisto della

domimi. Egli non convenendo al Marca, e siccome Filottrano era


devastamento di Filottrano sotto aderente ai Malatesta, la lega fatta
Marcualdo, piuttosto l'attribuisce a contro di essi nel i4»6 V assediò
Federico II, cui aderirono gli o- per Braccio da Montone, e nel se-
simani, perciò da Gregorio IX pu- guente anno fu fatta la pace. Ver-
niti e privati de'privilegi e vesco- tendo lungo litigio col comune di
vato, ed allora poterono i rettori, Cingoli pei confini , compromesse
non gli osimani, riedificar Filottra- le parti nel cardinal legato Astor-
no, ove mandarono ad abitarvi gin, nel 14.28 questi pronunziò il

quelli di Storaco, a'quali il rettore suo laudo di concordia in Monte


san Benvenuto vescovo d' Osimo Rubbiano. Contro Eugenio IV in-
proibì rifabbricar il castello. Nelle vasa la Marca da Francesco Sfor-
funeste guerre civili de'guelfi e ghi- za nel i433, occupò pure Monte
bellini, Filottrano si mantenne nel- Filottrano per capitolazione, nella
la divozione del Pontefice. Intanto quale fu accordato dal conte di
mentre il cardinal Albornoz rasset- conservarlo libero e indipendente
tava le cose di Roma e del Pa- da qualunque soggezione fuori di
Irimonio, fra Morreale cavaliere di quella della santa Sede com'era
Rodi con una compagnia di ventu- stalo in passato, ponendovi per po-
ra prese e saccheggiò più luoghi, desta Gio. Marco Cima da Cingoli;
fra 'quali Filottrano e Monte Fano ma nel i443 le armi di Alfonso
con grande strage nel i353. Monte d'Aragona comandate da Piccini-
Filottrano ricorse al rettore perchè no, riconquistarono ad Eugenio IV
venissero restituiti da Osimo quei la Marca, e con essa Filottrano,
cittadini ivi rifuggiti, con gli uo- ciò che nel seguente anno ricupe-
ro ini di Tornasano, Cerqua e s. rò Io Sforza, venendo quindi fatto
Angelo, dopo la disavventura di dal Papa marchese della Marca.
fra Morreale, come luoghi dipen- Ribellatosi al marchese il suo ge-
denti da Filottrano. Il comune nel nero Sigismondo Malatesta, gl'in-
1372 si unì a quelli perchè si vase molti dominii, quando Sigis-
slabilisse iu Macerata la curia gè- mondo da Fano spedì nella Mar-
284 MAC MAC
ca Jacopo da Gai vano, che occupò fino da quel punto cangiato in quel
Filottrano, Monte Fano, ed altre di Filottrano. Il breve di tal ere-
terre. Allora lo Sforza volendo ri- zione, Inter multiplices, emanato ai
prenderle, mosse alla volta di Fi- 24 agosto 1790, si legge nel t.

lottrano, e la cinse d'assedio, onde VIII, pag. 509, del Bull Roni.
per mancanza d'acqua e di frumen- Continuano. Di Filottrano parla
to, dopo due giorni si diede, co- ancora il Compagnoni nella Reggia
me fece Appigliano che per paura picena. L'Avicenna nelle Memorie
avea ceduto a Jacopo. Terminate di Cingoli lo chiama
terra onore-
le turbolenze della guerra, il ca- volissima, e dice che con autorità
stello nel pontificato di Nicolò V pontificia per qualche breve tem-
fu afflitto dalla peste, ed è tradi- po venne sottoposto alla soprain-
zione che allora si erigesse la chiesa tendenza de'gonfalonieri del comu-
di s. Rocco fuori delle mura castel- ne di suoi qua-
Cingoli; di alcuni
lane. Neil' aprile del 1466 seguì dri discorre marchese Ricci nel-
il

un'ostile scorreria di alcuni osi- le Memorie storiche ; e che è


mani uniti co'soldati stipendiati del cosa incerta che ivi si coniassero
duca Federico d' Urbino , d'ordine monete dopo il 1797, Io dichiara
del consiglio e priori della città l'avv. de Minicis, Cenni di Fermo,
d'Osimo, nel territorio di Monte p. 107. Vi sono poi tuttora cap- i

Filottrano, dove depredarono alcu- puccini, i conventuali, e le mona-


ni animali, e fecero prigioni diver- che Clarisse, ed oltre le loro chie-
si cittadini ch'erano in villa e che se ve ne sono altre sette parroc-
poi rilasciarono al ponte Musone, chiali. Il popolo fìlottranese si mo-
portando seco loro il solo bestia- strò in ogn' incontro attaccatissimo
me. I filottranesi ricorsero al giu- alla santa Sede, massime negli ul-
dice della curia generale, ch'ema- timi tempi della straniera invasione.
nò la condanna di duecento ducati Vi si tengono quattro fiere l'anno,
d'oro per testa. Gli osimani appel- ogni venerdì vi sono buoni mer-
larono a Paolo II, il quale mode- cati, e vi è particolar industria nei
rando la sentenza, la ridusse in lavori di ferro, specialmente coltel-
tutto a ducati trecento d'oro. Ter- li e forchette, e ornamenti di osso.
mina il Piondini le sue Memorie, In Filottrano esiste una bella villa
che la sua patria richiese la facol- fatta dal conte Telesforo Carradori,
tà di eleggersi il proprio podestà, un miglio circa lontana dalla cit-
diritto toltogli dallo Sforza; n'eb- tà, chiamata Cento finestre.
be vantaggioso rescritto da Cali- Monte Santo. Governo nella dio-
sto III, favorendo molto il pubbli- cesi di Fermo. Cospicuo borgo mol-
co Sisto IV con un breve emanato to popolato, posto in ameno colle,
nel i483. Qui termina la storia circa un miglio dalla destra riva
del Rondini, dichiarando il Coluc- del fiume Potenza che bagna que-
ci, che Pio VI riconoscendo il sto territorio. Èmolto vagamente co-
merito dell'antichissima terra, l'in- struito, e regolari sono i suoi edifizi
nalzò al grado nobile di città, coi circondati di mura. Si rimarca da
relativi onori e prerogative delle lungi la torre ch'è la bellissima di
altre città della Marca, e il nome quante ne esistono nelle terre della
antico di Monte Filottrano restò provincia di Macerata, appartenente
,

MAC MAC 285


alcomune. La pubblica piazza in par- affermare in favore di Montesanto.
te occupa l'area della chiesa diru- Ecco poi quanto il p. Civalli scri-
ta da più anni, e già principale e ve di Montesanto nella Visita trien-
collegiata di s. Stefano, ove si di- nale, presso il Colucci , antichità
ce esservi stata una prodigiosa im- picene tom. XXV, pag. 48 e seg.
magine della Beata Vergine che Il Biondo chiamò questa terra, no-
frequentemente era venerata dai di- bile oppidum, vicino alla quale fu
voti. Ve n'ha però mia in un tem- già la città di Potenza ; così la no-
pietto suburbano di juspatronato minarono Strabone, Plinio e To-
della famiglia Mazzagalli, posto a lomeo, e da questi fu annoverata
pochi passi dalla porta s. Giovan- fra le prime città picene, non doven-
ni, venuta in gran venerazione ver- dosi credere al Volterrano che la
so la fine dello scorso secolo. I chiamò Trajana Potenda 3 poiché
campestri dintorni sono" deliziosi, e furono due città nella Marca con
dal lato più. ameno, ove dimorano egual nome, Potenza marittima e
i cappuccini, si ammira in distan- littorale vicino al mare, e Potenza
za la ragguardevole villa della no- Trajana o mediterranea. Montesan-
bile famiglia Bonaccorsi, ornata di to è terra con porto e bellissimo
giardini, boschetti, giuochi d'acqua, stagno, con due fiumi, il Potenza
e di altri piacevoli solazzi. Tra gli e l'Asola, e di territorio fruttifero.
uomini illustri che uscirono da que- Dell'origine di Montesanto evvi que-
sta famiglia, nomineremo i cardi- sto documento, esistente nel libro
nali Bonaccorso Bonaccorsi nato in de' privilegi del vescovo di Fermo.
Monte Santo, creato cardinale da De anno 1128. Libertus episcopus
Clemente IX nel 1669; e Simone firmanus donavi t habilatoribus Mon-
Bonaccorsi nato in Macerata, fatto tis sancti Stephani, fodrum , ut di-
cardinale da Clemente XIII nel ctam terram aedificarenl, sibi re-
J 763. All'articolo Braschi Fami- servando jus procedendi in homi-
glia (Fedi) dicemmo che d. Giulia cidiis, adulteriisy et similibus cri-
pronipote del glorioso Pio VI si f
minibus: nec non acuita tem recipien-
maritò al conte Bonaccorso Bonac- di in dieta terra imperatorem et
corsi. Nella soggetta pianura tro- d. Papani. Da questo Monte di s.

vasi l'antica e ricca abbazia di Po- Stefano, così detto dalla chiesa ma-
tenza, e sulla riva del mare Adria- trice, prese il nome di Monte Santo.
tico una fabbrica ovefortificata , Lo stemma delcomune si compo-
sono gli uffizi di finanza con la ne di cinque monti, per le cinque
forza armata, e chiamasi il Porto ville che ad esso si unirono e in-
di Monlesanlo. Molti collocano nel- corporarono. In un arco presso la
le vicinanze l'antica e famosa città s. Giovanni si
porta di legge l'an-
di Potenza Picena, non Pollenza no MCC. Nella cancelleria del pa-
già colonia romana, e vogliono che lazzo de' magistrati si conservano
dalle sue rovine, cagionate dai goti, alcune lettere scritte in pergamena
questo paese fosse costruito. In fine dalla repubblica di Venezia alla ter-
diremo delle sue memorie, sebbe- ra di Monte Santo ,
partecipando-
ne il Colucci si dichiari più per gli morte dei dogi e l'elezione
la

Recanati o per Monte Lupone, ciò dei nuovi. Patrono di Monte Santo
che non intendiamo contraddire, né è s. Girio, il quale morì in questo
,

nSG MAO MAC


territorio, e sì tiene fermamente che Monto Santo insegnò logica in Ma-
il suo corpo riposi nella chiesa a cerata, e medicina in Roma, To-
lui dedicata, e la sua festa si ce- rino e Padova; lasciò anch'egli ope-
lebra a' a5 maggio. Riporta il No- re mediche. 11 di lui padre Lodo-
vaes nella vita di Benedetto XIV vico fu celebrassimo medico, caio
die questo Papa nel ij^i appro- assai a Clemente VII, al cardinal
vò il culto immemorabile del b. Rodolfo Pio e sua famiglia la- :

Girio de' conti Lunelli di Lingua- sciò quattro figli , Simone e Fa-
doca, il quale partendo per Ro- bricio dottori di legge, il primo
ma, e da questa pei luoghi santi uditor di rota iu Perugia, l'altro
di Palestina, di giungere ad
prima lettore in Macerata e Roma ; Le-
Ancona nel secoloXI 11 mon presso lio cavaliere di Loreto, ed Orazio
l'antica Potenza. La sua morte fu filosofi), teologo e medico lodato.
annunziata suono miracoloso
dal Tra gli altri dottori, merita men-
delle campane, onde vicini popoli i zione Ventidio Zamberlani. Di Mon-
accorsero per contrastarsi il suo cor- te Santo furono pure Ridolfo Cor-
po. Questo non potendosi per virtù raducci consigliere e ambasciatore
divina rimuovere con forza alcuna, cesareo al Papa e ad altri princi-
fu proposto con altro prodigio da pi che divenne la terza
d'Italia,
un bambino, che il corpo fosse po- persona dell' impero; ed il vescovo
sto in un carro tirato da due gio- di Teramo Vincenzo domenicano
venchi senza condottiero , i quali commissario del s. cttìzio. Nomine-
ferma ronsi in luogo detto Colom- remo pure Prospero Marefoschi ma-
bario non lungi da Monte Santo, ceratese nato in Montesanto, crea-
dove restò col titolo di protettore. to cardinale da Benedetto XIII nel
Nel i43 il comune incominciò u
1 1724. 11 convento de' minori con-
celebrarne la festa di precetto, e ventuali di antichissima fondazione,
Pio li nel 1460 concesse l'indul- ed eretto sul monte di s. Nicolò
genza di dieci anni ed altrettante esisteva nel 1257 in cui Gerardo
quarantene a chi visitasse la chie- vescovo di Fermo gli donò un pez-
sa del b. Girio nel giorno di sua zo di terra, poi data a chi cede il

festa. La di lui vita è ne* Bollan- sito per fabbricar la chiesa di s.


disti, Ada man
VI, die i5.
ss. t. Francesco. Fiori in questo conven-
Alessandro Marinucci diede Vi- ci : to il b. Gerardo da Montesanto,
ta, culto e miracoli di s. Girio che forse morì in Asisi. In esso
conjessore, Roma 1766. furono tenuti molti capitoli gene-
11 p. Civalli aggiunge che giu- rali, e in quello del i5g4 fu elet-
stamente il Biondo chiamò Monte to provinciale lo stesso p. Civalli
Santo terra nobile, poiché fu tale che nel suo provincialato e visita

pegli uomini illustri che in ogni triennale raccolse le sue importanti


tempo vi fiorirono. Sebastiano Pa- memorie storiche. Tra i benefattori
parello pubblico lettore di me-
fu del convento è a mentovarsi Giu-
dicina in Perugia , e lasciò alcune lio Picchini. Sulle notizie ecclesia-
opere. Arcangelo Mercenario fu let- stiche di Monte Santo, si può ve-
tore di filosofia nello studio di Pa- dere il Catalani, De ecclesia Fir-
dova, ancor egli autore di opere mana p. 5i y i3y, i54> 162 e 356.
pregiate. Orazio Eugeni nobile di II march. Ricci nelle Memorie sto-
è

MAC MAC 287


ricb* } dice che nel1294 ebbero i sando a Monte Santo, gli abitanti
frati minori di Monte Santo, dal gii chiusero le porte in faccia, e
vescovo di Fermo Fili ppo, la chiesa dalle mura salutandolo colle grida
di s. Nicolò, eh' era monastica ; e e cogli scherni, tennero col saet-
che Giuseppe Verzelli da Cameri- tume addietro lui e suoi compa-
no disegnò le torri innalzate pres- gni come tanti aggressori. Laonde
so il porto di Moute Santo , ed posta la terra in bando, minaccia-
altre lungo la spiaggia dell' Adria- va di vendicarsene aspramente, co-
tico. me dichiarò in un manifesto. Ma
Il Compagnoni, Reggia picena, mentre il armava a fu-
Migliorati
riporta le seguenti notizie su Mon- ria contro Monte Santo la Marca ,

te Santo. Nel 1202 era del parti- malcontenta di lui fu inondata in


to fermano nella celebre pace, che un istante dalle armi straniere. Nel
si conchiuse per le sollecitudini di 1412 Monte Santo è nominato in
Innocenzo 111, dicendo che l'antica juna lettera del Migliorati, con al-
Potenza marittima, sotto la città tri luoghi al pagamento delle con-
di Recanati, fu per vicinanza più tribuzioni decorse. Portandosi nel
prossima a Monte Santo. Il Maran- i4i3 Paolo Orsini per Giovanni
goni nelle Memorie di Civitanova, XXI II nella Marca, riparti la sua
narra che nel 1289 Gregorio IX cavalleria in Cingoli e in Monte
concesse a Monte Santo sul suo com- Santo. Nel i4^3 gli fu dal vicele-
mercio il medesimo privilegio che gato di Martino V proibito di ar-
avea accordato a Civitanova. Nel mare regno di Napoli. Assog-
pel
1288 uno de' luoghi in cui si
fu gettato dominio di Francesco
al
pubblicò il nuovo studio di Mace- Sforza, nel i435 gli scrisse perchè
rata. Nel i3o8 si armò contro Je- soddisfacesse agli affitti e taglie. Mon-
si e Macerata con altre città e ter- te Santo ha goduto la protezione
re della Marca che seguivano il di diversi cardinali, ed ora 11'

partito ghibellino; quindi nel i35i protettore il cardinal Filippo de


entrò in lega con Giovanni Visconti Angelis d'Ascoli arcivescovo di Fer-
capo di tal fazione. Nel 1371 operò mo. Orapassiamo brevemente a
con altre terre che la curia ritor- dire di Potenza ,
dell' antica città
nasse in Macerata, sottoscrivendosi colle testimonianze del Colucci Del- :

perciò alla supplica data a Grego- l'antica città di Potenza, presso il


rio XI. Correndo l'anno 1896 gli t. Vili, p. 93 delle Antichità pi-
fece guerra Gentile signore di Ca- cene.
merino, primeggiando allora in Mon- Vi furono due città d' un simil
te Santo Nel 1404
certo Antonio. nome, ed una terza di poco diver-
racconta il Marangoni che fu com- so. In Plinio si ricordano la città
battuto da Civitanova, perchè ri- di Potenza e i popoli pollentini,
cevesse il governo pontifìcio di Lo- questi mediterranei, quella maritti-
dovico Migliorati nipote d'Innocen- ma ed affatto diversa da Pollenza
zo VII. Nel seguente anno man- mediterranea. Anche Lucania
nella
dò il sindacatole alla curia gene- o Basilicata fu l'antica città di Po-
rale; quindi nel 1407 nel recarsi tenza, differente dalla picena, come
il Migliorati alla visita del santua- lo è pure la Respublica Potentino-
rio di Loreto, al ritorno in pas- rum di Muratori. La città di Po-
i88 MAC MAC
tenza picena fu marittima, ed esi- sta commissione ai vescovi delle
steva dopo Cluana» e Numana , e chiese d'Africa, la diede s. Zosimo
prima del castello navale de'fermani, eletto Papa nel 4*7» e la confer-
sulle foci del fiume Potenza, sebbene mò il successore s. Bonifacio I. Ar-
non se ne rinvennero gli avanzi, o rogante però fu la condotta del
ingoiati dal mare , o devastati dai vescovo di Potenza e suoi compa-
popoli per usarne nella ricostru- gni co' vescovi africani, i quali mal-
zione di altri luoghi che da tali , contenti della loro asprezza e im-
rovine risorsero. Pare che la sua portune minacce, se ne lagnarono
origine fosse opera di gente arri- con s. Bonifacio I e con s. Cele-
vata di sbarco dal mare, siccome stino l. L'Ughelli nell' Italia sacra
collocata sull' imboccatura del fiu- confuse questo vescovo di Potenza
me, e probabilmente dai siculi. Di- picena cou quelli di Potenza della
venne romana nell' anno
colonia Lucania, erroneamente annoveran-
569 di Roma, 184 avanti la no- dolo tra essi, però corretto dal Co-
stra era, dopo la resa e deduzione leti. Questi inoltre dice che vi fu
de' piceni al popolo romano per ,
un altro vescovo di Potenza cioè ,

opera di Gneo-Manlio e Fulvio Amanzio che intervenne al concilio


JNobiliore consoli, e forse con due- palmare del Papa s. Simmaco nel
mila coloni con un terreno di veuti 5oi, che il p. Carlo da s. Paolo
miglia quadrate circa almeno. Fu- lo dice di Potenza della Lucania ;
rono eletti a farne la deduzione i conchiude però il Coleti che la cosa
triumviri, Q. Fabio Labeone, M. è dubbiosa e incerta, se il vescovo
Fulvio Nobiliore, e Q. Fulvio Fiac- appartenesse all'una o all'altra cat-
co, tutti soggetti di un merito sin- tedra. Incerta è la decadenza e
golare, e l' ultimo fece pel primo distruzione di Potenza picena , e
lastricar Roma di selci, oltre l'edi- può essere avvenuta dopo il prin-
ficazione di un teatro, d'un tempio cipio del secolo VI. La diocesi Po-
e di altri edifizi , strade e ponti. tentina fu quindi incorporata alla

Egli in Potenza eresse un tempio chiesa fermana, almeno dalla parte


a Giove, vi condusse l'acqua, vi che resta di qua dal fiume Poten-
fece fare delle cloache, ornò e chiu- za. Termina il Colucci col dire, che
se il foro di portici e di botteghe i luoghi poi da tal decadenza ri-
con tre archi all' ingresso , donde sorti furono Recanati principalmen-
può figurarsi la grandezza e ma- te, ch'era più a portata per essere

non
gnificenza di Potenza, restan- edificata da Potenza distrutta che
dovi che un frammento di lapida da Ricina per la maggior vicinai
pel grande eccidio cui dev' essere Monte Lupone
za della prima, e
soggiaciuta, che conservasi in Ma- Monte Santo come più prossimi al

cerata nell'ingresso della casa Laz- sito occupato da tal città.

zarini. Come ragguardevole città Monte Lupone. Comune del go-


ebbe la cattedra vescovile, ma non verno di Monte Santo, diocesi di
si conosce che un solo
di certo Recanati. La sua origine la ripete
vescovo, che fu Faustino legato , dalla città vescovile di Potenza pi-
della Chiesa romana al quinto con- cena , e colonia romana, per cui
cilio cartaginese nel 4'9> con due il suo principio risale ad antichis-
altri preti Filippo ed Asello. Que- simo tempo. Alcune lapidi sepol-
,

MAC MAC 289


era li, con molle monete greche e briauo e da Giovanni d'Offida ve-
romane rinvenute nel 6uo territo- scovo di Nicopoli; nel i525 IVI.

rio, fecero congetturare , che fosse Antonio da Faenza dipinse il qua-


uno stabilimento agrario della fa- dro dell'altare maggiore con figure
miglia Lapia. Contiene un territo- che tirano al rilievo, eh' è propria-
rio in colle e in piano , assai po- mente la perfezione della pittura
polata è la con paese forni-
terra, al dire di Michelangelo Buonarro-
to di molti fabbricati degni d' os- ti. Fu di questo convento fr. Mar-
servazione, cinti di mura di antica co da Monte Lupone il quale fu ,

costruzione. Vi è la collegiata. 11 mandato dal re di Armenia in


p. Civalli nella Visita triennale, compagnia di altri quattro religiosi
presso il Col ucci, antichità picene marchegiani, acciocché tutti predi-
t. XXV, pag. 68, dà le seguenti
ci cassero e istruissero le genti del
notizie di Monte Lupone. Piergian- suo regno nella cattolica fede. Fio-
nello Bevilacqua dottor di legge la- ri anche M. Giovanni da Monte
sciò molte opere mss. alla posteri- Lupone arcivescovo di Neopatra
tà, e nel voi. XI scrive vari suc- ed eziandio N. Nicolò provinciale
cessi di questa patria di Monte Lu- della Marca, familiarissimo di Si-
pone , come in vari tempi stasse sto IV cui rinunziò un vescovato,
sotto diversi signori, con altre Cose e portò a questa chiesa il legno
degne di memoria. Antonio Ricco- della ss. Croce. Fu anco di questa
buono, De gymn. Patav., comme- Casa il p. M. Tommaso Cecchini
mora molti dottori di questa terra, di Monte Lupone, teologo insigne
i quali hanno Ietto nello studio di di vita integerrima, ch'ebbe disce-
Padova, come Giovanni Finetti vi poli molto letterati, fra! quali, fr.
lesse i53t, autore di o-
logica nel Costanzo da Sarnano poi cardinale.
pere mss.; Francesco Perugino vi Nel convento furono celebrati al-
lesse la morale nel i535; e Mar- cuni capitoli provinciali. Nella chiesa
tino Massucci nel i538 vi lesse di s. Chiara gli stupendi lavori di
logica e filosofia, poi nello studio tarsia furono eseguiti negli ultimi del
di Macerata. Altri distinti di Mou- secolo passato daAntonio Cesari d'An-
te Lupone furono Marcolini , Ni- cona. Dal Compagnoni, Reggia pi-
cola degli Angioli, scrittore di mol- cena 3 sono notate queste altre no-
te opere, ch'ebbe ad emulo nelle tizie su Monte Lupone. Nel 1202

belle lettere il figlio Alessandro mor- fu compresa nella pace tra' ferma-
to nel fior dell'età. Poco lontano ni ed altri, promossa da Jnnocen-
dalla terra vi è l'abbazia di s. Fir- co III. Perei valle d'Oria vicario re-
mano, e si tiene che ivi riposi il gio di Manfredi, l'espugnò nel 1258.
suo corpo : fu già abitata dai mo- Dipoi nel 1290 fu richiesta d'aiu-
naci di s. Benedetto, lo che rile- to dal legato. Clemente V nel i3o8
vasi da un breve d'Innocenzo VII, la sottomise a varie pene perchè ,

e del medesimo ordine si creava- seguiva il partito de' ghibellini ;

no gli abbati. Vi è in Monte Lu- indi nel 1 3 1 7 si confiscarono i be-


pone il convento de' minori con- ni de' fuorusciti, uno de' quali fu
ventuali molto antico la cui chie-
, Bongiovannu Nel i354 dovette ar-
sa fu consecrata
il primo maggio rendersi dopo venti giorni per pau-
1292 o Ì297 da Antonio da Fa- ra, alla masnada di fra Morreale;
¥0L. XL. J
9
290 MAC MAC
poscia nel
37 intervenne con
1 1 gli Apennini, collo stato di Came-
quelle comuni all'istanza per la rino ,
con Sentano e ool contado
riduzione della euria in Macerato» di Tolentino. L'aria vi è purissima
die sottoscrisse Marino Bene ili Sar- e temperala; è esposta ai venti ed
nano notaro ed ollìciale della tei' alle esplosioni dì fulmini, che dan-
ra. Nel i4o5 i suoi giudici furono neggiarono diversi pubblici luoghi.
sottoposti al sindacato generale. La sua origine è ignota per la sua
Francesco Sforza che se n'era ini grande antichità, per cui ih credu-
padronito, nel l4?5 lo costrinse a to già esistente il luogo 6no dai tem-
"
pagar le taglie, e nel (444 Cì ,x pi della repubblica romana, e che gli

sotto la legazione del cardinal Ca- abitanti vincessero i romani nella


pra ni ca. famosa guerra sociale, uniti agli a-
Governo del commissariato della scolanij come opina il celebre Al-
santa Casa. berico Gentili, nella sua opera De
Loreto (Fedi). Città vescovile, armis romanorum. Diverse sono le
governo del prelato commissario di opinioni dell'origine di San Ginesio,
s. Casa. attribuendosi anche al VI secolo,
al io5o come edificato da s. Leo-
Distretto di Sanse vaino. ne IX, alla metà del secolo XII
colle rovine dell'aulica città di E-
Sansevekino (J'tdi). Città vesco- scolano, opinando diversi che nelle
vile con governo. sue vicinanze fosse Capra Mon-
San Guvesfo. Governo nella dio tana: quelli che l'attribuiscono
cesi di Camerino. Grande ed an- al secolo VI, la ritengono fondata
tica terra situata sopra un eccelso colle reliquie di Fallerà o Falena
e spazioso colle, dominato dai vi- e Urbsalvia, eh' è la più verosimile.
cini A pennini, e bagnalo dal tor- Nell'estrema sommità
d' una <L Ile
rente Salino, mentre i fiumi Fia- tre chiamate Ascolano o
colline .

stra o Fiastrella, o meglio Fiastro- Escolano, Ascarano e Olfone o^- ,

ne, che influiscono nel Chienti, scor- gi neh' abitato racchiuse, vuoisi
rono alle sue falde. L'area esterio- ancora che dai sabini emigrali nel
re è contrassegnata dal secondo Piceno si edificasse uria rocca, che
cerchio delle vecchie mura fatte di fu chiamata Avio Escolano. Ivi

grandi pietre del paese, merlate e dicesisurto un tempio dedicato a


intramezzate di torrioni e di ba- Giunone, che gli etruschi appella-
loardi, opera del XIV e XV se- rono Cypra } e Cupra sabini i
,

colo, e che segnano il perimetro donde traggono molti scrittori ar-


di quattro quinti di lega ; ma gli gomento per ivi stabilire la cele-
edilìzi rovinati, gli estesi ed orti, bre città picena, che chiamossi
i terreni coltivati, dimostrano nel- Cupra Montana a distinzione di
l' interno a quale stato si trovi ri- Cupra Marittima, senza però che
dotta, e attestano in pari tempo tal congettura acquistar possa il

la grandezza e potenza di un tem- grado di certezza, perchè acremen-


po. Meglio è pertanto di rivolgere te disputata da Piipatransone , dal
lo sguardo all'antico suo stato, per Massaccio, e da parecchie altre pi-
istituirne coll'attuale un confronto. cene eminenze. Su Cupra filonia-
Confina collo stalo di Fermo, co- na scrissero principalmente Borgia,
,

3K,U€ MAC tyi


Riccomnnni, Sarti, Colucci, Fonta- gì Predo conte di Parma e di Luc-
nini, Lancellotti, Mancia, Menicacci, ca, il quale per domestiche discor-
Paretti, Ronconi, ec. 11 Benigni riget- die abbandonò il suo paese , e si

tando l'opinione che Capra Monta- stabilì nel Piceno, e viene creduto
na fosse nelle vicinanze di San Gine- siccome uno de* primi abitanti e
sio, dichiarando che il colle ascola- restauratori di San Ginesio, e come
no, non Escolano, perchè mai cre- autore di quella nobilissima fami-
de che esistesse città di tal nome, glia deimarchesi Giberti che quivi
piuttosto derivi dalla denominazio- sino da remotissima età fu sì grande
ne impostagli dai ginesini in memo- e potente. Da questa famiglia usciro-
ria della loro antica e costante con- 110 moltissimi uomini illustri e famosi
federazione con Ascoli, o per aver in armi, in lettere ed in dignità
gli ascolani ivi fabbricato o risto- ecclesiastiche e civili. Ritornando
rato una fortezza per guardare i all'origine della terra, è incontra-
loro lem toni, sospetta con più pro- stabile che sul colle ov'essa al pre-
babilità che nelle vicinanze di San sente torreggia, nelle sue vicinanze
Ginesio vi fosse la città di Castro, sorgesse ab antico una qualche
ciò che nega il Colucci, non am- grande città; dappoiché il nome
mettendo città di tal nome nel appunto di città che ancora man-
Piceno, tranne la marittima città tiene un piccolo paggio dell' agro
di Castronovo, di cui egli trattò ginesino, i ruderi d'antiche fabbri-
nel toaa. "Vili, pag. 177 delle An- che, i sepolcreti, le iscrizioni roma-
licìiifà picene. 11 Benigni conget- ne, alcuni avanzi di statue, mo- le

tura che Castro venisse devastata nete, ed altre antiche memorie che
dai longobardi, e peggio dagli un- quivi in diversi tempi si sono rin-
gali e saraceni, indi ristorata nel venute, non lasciano dubbio che
secolo XI; che avesse il suo Cam- fino dai tempi romani vi avesse
pidoglio con tempio dedicato a Gio- sede un popolo colto e potente.
ve Capitolino nel sito che altri col- Quivi pel primo, secondo qual-
locarono quello di Giunone; che cuno, predicò il vangelo s. Ca-
fosse colonia romana coi magistra- tervo martire protettore di Tolen-
ti , ed ascritta alla tribù velina; tino, ed aggiungono che il prodigio-
che vi si adorasse Giove, Giunone so cambiamento che nel pubblico
e forse pure Minerva e Mercurio, teatro di Roma fece 1' istrione o
e che venisse distrutta dai longo- mimo, o suonatore Adriano, ne
il"

bardi, parlando quindi de' monu- compì la conversione alla fede cri-
menti superstiti che crede di Ca- stiana. Sotto Diocleziano imperato-
stro. Ritiene poi che nel 996 vi re è certo che l'istrione Adriano,
fosse già il castello di s. Ginesio, e beffando le sacre cerimonie de'cri-
che nel colle Ascolano fosse stata stiani , istantaneamente abbracciò
(ondata la chiesa di s. Michele il cristianesimo, assumendo il nome
tuttora esistente, noverando fra i di Ginesio, risoluzione che sosten-
suoi primi abitatori Giberto che cre- ne e suggellò con glorioso martirio.
de fondatore del luogo che alme- Questo portentoso fatto accese nel-
no gliene impose il nome. Questo le provincie, cui venne in cognizio-
Giberto si tiene dal Benigni e da ne, un religioso zefo, e quivi gli a-
altri storici per discendente da SU bitanti infiammati di questo, infran-
292 MAC MAC
sero gP idoli del tempio di Giunone, vo paese luccessivamente rinacque
e cangiarono l'edifizio in chiesa ad dalle rovine, e mentre dominava-
onore di Dio sotto l'invocazione di no i longobardi, venne circondato
s. Ginesio. Al 9. Ginesio romano di mura frammezzate da torri e
non attribuisce il Benigni il nome baloardi, non che cinto da terra-
di San Ginesio, né a quello vescovo pieni e fosse che ancor si conser-
d'Arles, ma forse al s. Ginesio ve- vano, divenendo forte propugnaco-
scovo di Brescello, il cui corpo rin- lo l'interna parte più alta, che
Tenutosi nel cader del IX secolo, denominossi Capocastello, e quat-
la sua fama si sparse per tutta Ita- tro esteriori forti ne guarentirono
lia, pei tanti prodigi che Dio operò le trinciere coperte : anche queste
a sua intercessione. Brescello al pre- fortificazioni e mezzi di difesa, co-
sente è un borgo del ducato di me diremo, sono contrastati. Prin-
Modena ; PUghelli lo chiama Bre- cipalmente sotto i re longobardi
sello, Brixillensis episcopalus, Bri- Aistulfo e Desiderio, le depredazio-
xellurn, seu Brixillum non lungi ni e i saccheggi furono frequenti ;

da Parma; ne registra cinque ve- i vari quartieri più volte incen-


scovi, ma niuno col nome di Gi- diati, la maggior parte del popolo
nesio. Noi col Butler all'articolo ebbe prodigiosa salvezza dentro la
Ge.vesio, facemmo cenno di tre cittadella, che potè resistere sino ai
santi di tal nome, cioè quello di trionfi di Carlo Magno che die ter-
Clermont, il commediante, e quel- mine al regno de'longobardi. Allo-
lo d'Arles. Il Benigni parla di set- ra dagli abitanti si procede a nuo-
te santi di egual nome, oltre un ve restaurazioni, ed in quest' e-
beato agostiniano. Certo è che i poca lasciata 1' antica denomina-
ginesini da moltissimi secoli rico- zione, il luogo prese quella di San
noscono per patrono e tutelare Ginesio per venerazione al suo pa-
della loro patria s. Ginesio roma- trono. Alcuni attribuiscono tal no-
no. Frattanto sciogliendosi l'impe- me ad un'antica cappelletta o chie-
ro romano, nei primi del quinto sa, situata ove è ora la collegiata,
secolo scesero furibondi i goti in dedicata a s. Ginesio mimo mar-
Italia, distrussero Recina, movendo tire romano, che pretendono ritro-
con impeto Alarico loro re anche vata sul monte nel io5o, dove
sulle parti montane, ove atterriti oggi esiste la terra, in occasione di
molti abitanti de' vicini luoghi eran- una strepitosa caccia fatta in quel-
si Quindi con Urbsalvia
rifugiati. le selve dai signori di Brugiano,
e Faleria atterrato venne anco il Alvaneto e Trensano. Che questi
paese che in vetta all'Avio sorge- signori con Giberto della nobilissi-
va, qual si fosse la sua denomina- ma famiglia di tal nome dassero
zione, e ne' solitari burroni si rico- il nome che fabbricaro-
alla terra
vrarono quelli avanzati alla strage. no, è probabile, ma ripeteremo col
Molte delle famiglie de'goti eh' e- Benigni ch'essa già esisteva nel 996,
ransi stabiliti in quell'altura, a po- laonde i più fissano la fondazione
co a poco si ammansirono, e con- della terra al VI o VII secolo, con
trassero alleanze di parentele cogli probabile verosimiglianza. Il me-
antichi abitanti," che si ravvicina- desimo Benigni e Mariotti dimo-
rono per l'amor di patria. Uà nuo- strarono immaginario e favoloso il
MAC MAC 2 93

ritrovamento della suddetta cap- solidarsi colla forza delle armi, con-
pellata coli' immagine
di s. Gine- vertì i villaggi in muniti castelli.
sio. Fra Avio ed il colle
il colle 11 Benigni dice però che i norman-
Ascarano, così detto da una fami- ni non passarono il Tronto, o al
glia di stirpe gotica, era nel terzo più penetrarono in Ascoli, e che gli
colle l'ampio fòro, divenne il che ungari e saraceni lo smantellarono,
punto centrale, a cui facevano ca- recandogli estrema rovina. In se-
po le cinque principali contrade guito si da altri che am-
vuole
tuttora esistenti, delle quali la pri- mettono il dominio normanno, che
ma mantenne il nome di Capoca- San Ginesio avendone scosso il
stello, derivato coi tre rioni di Bru- giogo, potè nel richiamare colla
giano, Alvaneto e Trensano, dalla persuasione e colla forza gli sban-
diminuzione della vecchia fortezza, dati cittadini , e nell' atterrare
ed all'altro lato esteso rimase il gli sparsi propugnacoli, preparar le
vecchio vocabolo di Offone: in tut- basi della sua importanza e flori-
ti cinque rioni. dezza. Avverte il Benigni che San
Quegli storici che narrano avere Ginesio non ebbe né mura né for-
la terra opposta resistenza alle scor- tezze prima del secolo XIII. Il

rerie de'longobardi, asseriscono an- principale ramo d'industria cui si

cora che contribuirono alla disfat- dedicò il popolo, fu l'arte della


ta ed espulsione da di essi fatta lana favorita e protetta da sagge
Carlo Magno, secondo
il quale leggi; e tanto più commendevole
un'antica tradizione sarebbe stato ne fu il divisamento, quanto più
in San Ginesio. 11 paese avea godu- difficile era in quell'isolata sommi-
to sempre libera indipendenza nei tà avere acque opportune, al
le
tempi antichi, governato da uri che si provvide con pozzi a molta
magistrato consolare detto poi profondità scavati, e colle fonti
duumvirale , accresciuto quindi a che ancora sussistono e che giova-
quattro ed a cinque membri, re- rono non solo ai lanificii, ma e-
golò la repubblica. Vuoisi quindi ziandio alle tintorie, alle filande di
che Carlo Magno li conservò e li se(a ed a molte concie di cuoio.
chiamò difensori dell'impero , ap- Dapprima San Ginesio si resse agui-
pellandosi poi così i pubblici rap- sa repubblica colle proprie leg-
di
presentanti, denominandosi anche gi; poscia adottò quelle de'longo-
oggidì defensorale il palazzo gover- bardi suoi dominatori , dovendo
nativo. Tuttavolta rammenteremo quindi uniformarsi alla giurispru-
che il patrio istorico Benigni opi- denza romana, secondo il decreta-
na essere incertissima l'origine di to da Lotario II nel ii35. Ven-
San Ginesio, solo nel secolo X essen- ne in seguito governato da due
dovi notizie certe. Passato un se- consoli, e quindi dai podestà oltre
colo appena San Ginesio provò i I maestrati. Molti signori circonvi-
guasti dell'irruzione de'feroci nor- cini allettatida privilegi ed esen-
manni. Questa nazione di ventu- eioni, passando ad abitar nella ter-
rieri, dalla Puglia e dall'Abruzzo ra, cooperarono al suo ingrandimen-
si estese nella parte meridionale del to, colla distruzione di molti de'loro
Piceno, che s'incominciò chiamare ft castelli, di cui i ginesini stessi s'im-
Marca di Fermo, e mirando à con- padronirono ò per forza d'armi, o
»94 MAC MAC
j.ti volontaria dedizione, ovvero conducendo (pie' vassalli ad abitare
per compera, come risulta dai do- in San Ginesio. Poscia fecero diverse
cumenti che gli storica del pèdi scorrerie contro Ascoli, Tolentino
1 ialino pubblicato. Iti progresso di e lìellbrle; ma nel 1 2 >6 la terra
tempo i ginesini seguirono le par- si sollevò contro il rettore della
ti talvolta degl'imperatori, tale al- Marca Anibaldo, il (ju.de la ri-

tra della Chiesa; facendo paci, al- dusse al dovere, inviandovi per
leanze e con le principali
guerre sindaco Giacomo di Giacomo, con-
città e Marea.
terre della cedendogli poi nel 1207 l'assoluzio-
Sotto l'imperatore Federico I, nel ne e conferma ed ampliazione
la

secolo XII il marchese Marcualdo gli de'privilegi. Quindi in diversi tem-


donò il castello di Vergingo verso il pi ginesini
i guerreggiarono con
1170, quindi co' suoi castelli nel Monte Milone, colla famiglia Brun-
1188 al dire di alcuno venne San forte per difendere Sarnano, che
Ginesio infeudato al marchese Guar- gli si era sottomessa nel 1264,
niero, che nella
gran divisione di per cui distrussero Castelveeehio
parliti, dopo la morte di Enrico che soccorreva Bruii forte. Ebberoi

VI, sostenne tenacemente le parti i ginesini anche guerre con i\oce-


del fratello Filippo di Svevia, con- ra, Matelica, smantellando il castel-
tro Ottone IV di Brunsvvich, so- lo di s. Lorenzo, con che s' in-
stenuto prima da Celestino III e grandirono quelli di Loro e di s.
poi da Innocenzo 111; onde non Angelo, ed il rettore della Marca
ebbe parte alla famosa pace di punì i ginesini, che sostennero al-
l'olverigi, provocata nel 1202 da tre guerre con Tolentino, con Pen-
Innocenzo III, siccome aderente di na s. Giovanni, e lunghe e gra-
Filippo. Nel i23o, per una sedi- vi con Fermo. Dopo aver soggia-
zione tra la nobiltà e la plebe, fu ciuto temporaneamente ai diversi
accresciuto il consiglio fino al nu- principi che dominarono l'Italia a
mero di treceuto consiglieri, ed i seconda delle vicende, nel 126*8 fu
pubblici rappresentanti fino al nu- occupato da Perei vai le d' Oria iti

mero di quattro : questa divisione nome del re Manfredi, e ne sman-


e governo democratico produsse tellò la fortezza poi ricostruita dai
mirabili effetti ,con accrescimento cittadini; però nell'anno seguente
di popolazione. A quest'epoca i gi- Percivalle accordò un nobile pri-
nesini già avevano distrutto il ca- vilegio ai ginesini, ai quali nel
stello di Vergingo, i cui abitanti 1265 altro ne concesse il cardinal
passarono a San Ginesio. Nel 1248 legato Paltrinieri. Dopo aver i gi-
San Ginesio ebbe in dono dal cardi- nesini giurato per forza fedeltà al
nal legato il castello di Pieca, con vicario di Manfredi Percivalle, si ri-
la ragione della corte detta vol- bellarono; ma l'altro vicario conte
garmente saleatico, con altre prero- Arrigo di Venti mi glia li ricondusse
gative. Nel i25o fu visitato dal al dovere. Nel 1278 aumentata la

cardinal Capocci legato, e gli con- popolazione, la terra venne divisa


cesse esenzioni ed indulti ; indi nel in cinque rioni, assegnando cento
1202 i ginesini diroccarono i ca- consiglieri a ciascuno. Per aver dan-
stelli di Celiano e di Riparameli neggiato altri luoghi, nel 1 2g3, fu-
spettauti ai vescovi di Camerino, rono assoluti dal rettore Raimondo,
MAC MAC 2.cp

3 nel 129^ dal rettore Federico voce si leggeva la formula del


gli venne affidata la custodia di bando dato agli Ascarani, e s'im-
l'rbisaglia. Nel 1 3o4 San Ginesio ri- precava l'odio pubblico sui nemi-
revette molli danni dall'armata fer- ci della i355 San Gi-
patria. Nel
mami . Tutlavolta sempre mag- nesio cambiò padrone e forma di
giormente estese la sua giurisdizio- governo, giacché questa è l'epoca
ne sopra vicini luoghi, e fu ri-
i nppunto che il nominato cardinal
colmata di privilegi dai duchi di Albornoz investì Ridolfo di Berardo
Spoleto e dai legati pontifìcii. Si Varani di Tolentino e San Gine-
unì in perpetua confederazione coi sio in feudo per dodici anni con
treiesi, ed in tempo delle munici- mero e misto impero, coli' annuo
pali fazioni fu alleato degli anco- censo di duecento fiorini d' oro,
nitani, ascolani, camerinesi ,
jesini con alcune riserve a favore della
e maceratesi. Berardo e Gentile santa Sede, e l'appellazione al ret-
Varani vi esercitarono 1' uffizio di tore della Marca. Diverse volte i

podestà, e furono ammessi al per- ginesini si ribellarono dalla signo-


petuo patriziato, ma i loro succes- ria de'Varani pel soverchio rigore
sori investiti sovente delle supreme de'loro ministri, segnatamente nel
cariche, affettarono la tirannide, e 1367, per cui convenne ad Ade-
ne furono a popolo di-
furia di maro rettore della Marca portar-
scacciati, ad onta del partito che si a San Ginesio, e con grandissi-
ivi aveano di molti. Nel potere a- mo stento gli riuscì di ristabilire i

veanli confermati alcuni Pontefici, Varani in possesso della terra. Per


il cardinal Albornoz legato, e più l'eccessive imposizioni, ed altri gra-
lardi eziandio il concilio di Co- vi motivi, molti ginesini alienarono
stanza. le loro possidenze e si ritirarono
Nella metà del secolo XIV altrove , massime a Monte Sauto,
San Ginesio si collegò col ghi- venendo così a decrescere la popo-
bellino Visconti signore di Milano; lazione. Nell'anno 1377 la terra pa-
quindi nel i35o avendo gli Asca- tì una scorreria per parte dei fer-
rnni fautori de' Varani procurato marli. Tornarono i ginesini a sot-
d 'introdurli popolo av-
di notte, il trarsi dall'obbedienza dei Varani
vedutosi delle trame mise fuoco al- per ritornare a quella della Sede a-
la loro casa, ed uno di essi fu im- postolica, ma dipoi in tempo dello
piccato alle mura, essendosi gli al- scisma, il concilio di Costanza nel
tri con precipitosa fuga salvati nel- i4i6 ripose di nuovo la terra sot-
la corte de'Varani, poscia trasloca- to la soggezione dei Varani dan-
ti a Feria ra dopo l'eccidio di quel- dogliela in un a Tolentino in feu-
li. Da allora in poi e sino al go- do. Massacrati i Varani nel i433
verno del regno italico, ogni anno in Recanati, e in Camerino, San Gi-
nel giorno 24 agosto, vigilia del nesio ricuperò la sua libertà. Pro-
protettore S. Ginesio, il magistrato cedendo Francesco Sforza ai dan-
preceduto dai trombetti, e scortato ni dei domimi della Chiesa, dopo
dalla milizia rubano, si recava in molta resistenza invase San Ginesio
forma pubblica al colle Escolano, nel i434 o i435, ne guarnì la
vicino al luogo dove esistevano le fortezza, e vi riscosse le taglie : fu
case de' traditori, e quivi ad alta il castellano Angelo Crescimbeni
ao,6 MAC MAC
che tradì \ ginesini consegnando la rono Calisto III, Pio II, Paolo II,
fortezza a Ciarpellone condottiero Innocenzo Vili, Paolo III, e Giu-
dell' esercito Sforzesco. Francesco lio III, onde i ginesini poterono
diminuì al comune l'annuo censo, restaurare le fortezze e le muraglie,
lo ripristinò nel possesso del ca- venendo infestati talvolta dai ri*
stello di Colonnalto e della villa pani e dai ferrami. Però Leone
Podalle, e gli fu subordinato il X nel 1 513 li assoggettò a Gio.
castello di Cessapalombo, amplian- Maria Varano, e perchè Adriano
done il Poco dopo lo
territorio. VI nel i5a3 ne li liberò, alla
Sforza aggravò in vari modi la ter- sua morte alcuni fuorusciti tenta-
ra. Intanto Eugenio IV volendo rono ristabilirlo, ma furono puniti.
ricuperare la Marca per mezzo di Nella sede vacante del i^Soy, il

Nicolò Piccinino e del cardinal Mez- sacro collegio ne governo


affidò il

zarota legato, nel i44^ Francesco perpetuo al cardinal Truchses, che


Sforza si recò in San Ginesio con durò poco più di un anno. Indi
iscelta truppa, ove assediò Piccini- in poi le intestine discordie , le

no inutilmente per la resistenza che frequenti pestilenze, e i terremoti


vi trovò , laonde partì verso Sar- diminuirono gli abitanti e l'indu-
nano. Non è vero , dice il Beni- stria, rovinando gran parte de'suoi
gni, che, come narra il Lilj, fosse di- edifìzi Ancora nella susseguente
.

poi la fortezza assediata e presa dal lunga pace, San Ginesio però andò
Piccinino colla morte del prefetto decrescendo, e solo nella formazio-
che comandava, e che il popo-
la ne del regno italico fu alquanto
lo stesso ne compisse il guasto per favorito per la sua centralità, es-
togliere agli stranieri ogni motivo sendo stato fatto capo del terzo
di occupazione. Vero è bensì che circondario del dipartimento del
lo Sforza lasciando la terra,, questa Tronto con un vice-prefetto, cogli
ritornò dominio della Chiesa,
al uffizi delle ipoteche, catasto, ec.
ma poco dopo lo Sforza la ricu- Ma siffatto ed
utile fu passeggiero
però, diminuì il canone, e gli con- apparente, perchè quel governo
cesse altre grazie ed esenzioni ,
sopprimendo i due ricchi conventi de-
come luogo forte, e tenuto la chia- gli agostiniani e conventuali, disper-
ve della montagna. La guerra che gendo diverse biblioteche di regolari,
il Papa continuava contro lo Sfor- e i fondi destinati alle scuole di
za, costrinse questi ad imporre con- filosofìa e teologia, lasciò lagrime-
tribuzioni ai ginesini, che si vide- vole memoria di sé.
ro amaramente spogliare di alcun Sono pregevoli per l'antichità
privilegio. Risoluti di tornare alla i palazzi governo, e quello
del
Chiesa, spedirono a Fano al cardi- del municipio ornato di portici dal-
nal Mezzarota la loro sommissione la parte della piazza, il quale non
nel i445- Tornati in grembo del solo è fornito d'ogni comodità, ma
pacificogoverno pontificio, si die- ha il un archivio ricco
teatro, e
dero a riparare i danni sofferti, e di pergamene e dove
moltissime
Nicolò V
confermò loro gli antichi anticamente esisteva una sala coi
diritti sui castelli delle Ripe, di ritratti de' più celebri guerrieri di
Morico, e di Colonnalto, con me- San Ginesio, e la più fornita arme-
ro e misto impero; ciò conferma- ria che si trovasse nella Marca. Fra
MAC MAC 2 97

gli edifìzi privati e piti notevoli so- signi reliquie un dito di 8. Ginesio
no le case Giberti, Onofri, Bruti arelatense venuto di Francia , un
e Mazzabufì. Ad onta di tante vi- braccio del medesimo santo, ed al-
cende, sussistono il grandioso ospe^ tro di s. Eleutei io , concessi da
dale, antico ospizio de'pellegrini, Clemente Vili, quando nell'anno
il monte di pietà ed il monte fru- 6anto 1600 molti di San Ginesio si
mentario oltre l' istituto di s. Ma- portarono a Roma in divoto pel-
ria del Popolo, e diversi legati di legrinaggio, e con processione alle-
doti ed elemosine. Nella parte dell'an- gorica che descrivemmo al voi. Il,
tico foro, che oggi è la piazza mag- pag. 124 del Dizionario. La chie-
giore, alquanto ampia ed ornata, sor- fia de' conventuali dice il p. Civalli

ge dal secolo XI il bel tempio di essere bellissima, e donata all'or-


santa Maria Pieve o An-
della dine da certi monaci, e che il car-
nunziata , a tre navate con volta dinal Pallotta detto di Cosenza no-
reale, ove fu traslata to dall' anti- bilitò la terra con molte fabbriche
chissima chiesa del colle Escolano e con una chiesa, essendo abbate
l'altare di s. Ginesio, ed ha il ti- commendatario dell' abbazia. Que-
tolo di collegiata insigne: il suo sta chiesa di s. Francesco rimo-
capitolo è stato un seminario di dernata nel secolo dopo passato ,

vicari uomini degni


generali, e di l' invasione venne ceduta
francese
di memoria. Esso è composto del- ai frati del terz'ordine, che hanno

l'arciprete, di venti canonici , e di rifabbricato da' fondamenti il diru-


quattro mansionari. Vi si ammi- to convento. La ch.esa di s. Ago-
rano parecchie pitture molto sti- stino è ricca di dorature e di buo-
mate, singolarmente gli affreschi ni quadri,quali merita men-
fra'

della cappella di Loreto. Sono in zione quello che rappresenta mi-


gran venerazione una prodigiosa rabilmente pe' costumi militari di
immagine del ss. Crocefisso , e le quel tempo, l'assalto che i fermani
braccia de' santi protettori Ginesio dierono a San Ginesio la notte del
edEleuterio, donate al comune da 29 novembre ^77, la vigorosa
Clemente Vili nel 1601, ed un sortita degli abitanti, e la disfalla
grosso pezzo della vera Croce. È de'nemici. L'annesso convento gran-
pure osservabile la chiesa di dise- de e regolare , è celebre ne' fasti
gno gotico, prima dedicata a s. Pie- degli agostiniani, pe' grandi uomi-
tro anticamente detta chiesa dei
, ni che vi fiorirono, pe' capitoli che
nobili poi a s. Francesco dopo
, vi si adunarono, e principalmente
che vi furono collocati minori i pel noviziato che vi fece s. Nicola
conventuali, a'quali la cedettero nel da Tolentino. La chiesa di s. Ma-
1271 i monaci di Castel dell'Isola. ria delle Macchie, antica abbazia
Il p. Ci valli nella Visita triennale, de' monaci benedettini, ricostruita
presso il Col ucci tomo XXV, pag. dal mentovato cardinal di Cosen-
187, parla di San Ginesio, che chia- za, e quindi rimodernata dai chie-
ma terra grande, popolata e no- rici regolari minori, che vi hanno
bile per la moltitudine di dottori, un'assai bella casa , con pregevoli
capitani e cavalieri che in ogni e- dipinti di Raffaello e Giulio Ro-
poca vi fiorirono. Nella collegiata mano.
dice aneli' egli venerarsi tra le in- L'abbazia di s. Maria delle Mac-
»gg MAC MAC
cine, di cui la comunità nominava Un tempo i suoi abitanti ascesero
s. Pio V al con-
l'abbate, fu data da a 27,000; al presente sono circa
vento de' domenicani della Miner- 6,000.
va di Roma, coll'obbligo del man- Se a cagione de' tempi questa
lenimento di delta chiesa e de'pe- terra insorse contro i Papi, molli
nitenzieri nella basilica Liberiana. servigi in diversi tempi prestò alla
Però Sisto V la tolse; ai domeni- santa Sede. Nel 13S7 ad istanza
cu'ni e conferì in commenda al car- di Alessandro IV prese le armi
dinal Evangelista Paliotta, cui suc- contro i formatti; nel 1261 i gi-
cessero altri cardinali commenda- nesini accudirono alla fedeltà cui
lari, e poi a monsignor Annibale il rettore aveali invitati; nel i3oi
della Genga, iudi cardinale e Papa aiutarono Bonifacio Vili contro i

Leone XII. Essendovi stati intro- Colonnesi ; nel i320 assistettero il

dotti nella chiesa i chierici regolari rettore Lautrec, e nel 1 334 Sl °f"
minori, questi nel loro collegio nel frirono marciar a danno de' bolo-
j 720 vi eressero una letteraria ae- gnesi; furono lodati da Benedetto
< ademia sotto il nome degli Stel- XII, e nel i34^ da Clemente VI
lali. Eleganti pure sono le chie- per la fedeltà, mentre Bonifacio IX
dine delle monache benedettine e nel 1391 diminuì loro le annue
Clarisse, monasteri ed u-
con belli corrisposte, militando in favore del
Uli educandati. Sonovi pure altri fratello Tomacelli, e poi contro il

quattro conventi suburbani fuori conte di Carrara. I ginesini nel


le mura, cioè de' cappuccini, di fra- 14.J9 aiutarono il cardinal legato
ti del terz' ordine traslocati in città, deila Marca, e nel 1 Zp6 Calisto
eie' cistcrciensi trasferiti a s. Angelo IH per la crociata a danno de' tur-
in Puntano, ed alle falde del mon- chi; poi il legato di Pio II nella
te Ragnolo degli osservanti che guerra di Mala testa in più volle,
custodiscono le sacre spoglie di s. e gli somministrò mille ducati d'o-
Liberato di Loro, e vuoisi ancora ro e cinquanta guastatori contro il
quelle dei bb. Umile e Pacifico fra- turco. Sotto Sisto IV i ginesini
telli. Questa nobile terra fu ono- prestarono soccorsi al legato, e nel
rata dalla presenza di molti prin- 1
[84 per l'assedio d'Osimo; al-
cipi e cardinali, fra' quali Cibo poi trettanto fecero sotlo Giulio II per
luuocenzo Vili, e Partiti poi Sisto liberare Ravenna, e sotto Paolo III
V, anzi il Lami negli Atti del mar- contro il turco ed i banditi, come
tirio di s. Ginesio, pag. 81 dell'e- fecero successivamente in varie con-
dizione d'Ottino, dice aver veduto tingenze. Grati i Pontefici a somi-
alcune bolle de' Papi date nel ca- glianti atti di rispetto, di attacca-
stello di San Ginesio nel Piceno. mento e di obbedienza, ricolmaro-
In questo territorio vasto, coltiva- no di benefizi i ginesini, accordan-
to e fertile, e con moltissimi vil- do loro in diversi tempi il mero e
laggi, si fa copiosa preda di selvag- misto impero, la cognizione delle
1' elezione
giume liei le frequenti cacce, e spe- prime e seconde cause ,

cialmente nelle selvose colline, e del podestà e loro ufliziali, sindaci


nell'esteso ripiano di Picca. In San e procuratori delle chiese e mo-
Ginesio, olire i mercati settimanali, nasteri ; la nomina a diversi bene-

hanno luogo quattro annue fiere. fizi, la giurisdizione sui monti di


MAC M A C 299
pietà , il gius baronale sui castelli allo stesso sanlo, dopo 353, e- il 1

delle Ripe., di Morico e di Colon- poca in cui il castello cadde in n>


nalto, con facoltà di eleggervi i po- \iua.
destà e i castellani delle fortezze ; Molti uomini illustri fiorirono
la celebrazione delle fiere, il diritto in San Ginesio in santità di vi-

di fare il sale, l'importazione delle ta, in dottrina , nelle arti , nel-


grascie, l'esenzione dall'alloggio dei le armi, in dignità ecclesiastiche e
soldati. L'antico sigillo era un tem- civili, in magistrali ed in altro ,

pio con avanti il patrono s. Gine- copiosamente descritti dal Benigni


sio in abito talare; ma Pio li con- nelle sue opere, e da altri scritto-
cesse una parte di sua arme, con- ri. Nomineremo pertanto solamente
sistente in una mezza croce bianca Jacopo Solleciti archiatro di Sisto
in fondo rosso. IV e d'Innocenzo Vili; Lorenzo
Molli furono i castelli sui quali Parmeni custode della biblioteca
signoreggiò San Ginesio. I carne- vaticana sotto Giulio li e Leone
rinesi tolsero allatto ogni avan- X ; Guido Gualtieri segretario del-
zo alla rocca Raguola, esistente già le lettere latine di Sisto V, il cui
nel territorio ; altra rocca era in Co- proemio del pontificato degli ulti*
lonnalto presso l'odierna parrocchia mi due anni è stato pubblicalo da
rurale. 11 villaggio Colonnalto è ultimo nell'appendice àe\Y Archivio
ragguardevole per importanza sto- storico ilalianoj i due celebri let-

rica , ed i ginesini lo acquista- terali e giureconsulti Alberigo e


rono nel secolo decimoterzo dai si- Scipione Gentili; e de' dieci e più
gnori di Brunforte, il cui posses- vescovi ginesini ricordati dal Be-
so costò poscia ai medesimi molto nigni nomineremo il solo Gianmat-
denaro e travagli di liti e di guer- teo Giberti vescovo di Verona, che
re. Vi si vedono ancora grandiosi tale istorico crede discendente dal-
avanzi della mentovata rocca, che la famiglia Giberti da San Gine-
dominando il castello, fu sempre sio, stemma gentilizio faceva
il cui
tenuta pel più munito e sicuro parte dell' arma di quel prelato.
propugnacolo esterno de' ginesini. Guido Gualtieri poi, nella sua epU
11 castello di Pieca è il più ricco e stola al cardinal San Giorgio, ram-
dilettevole villaggio di San Ginesio. menta tra i della sua pa-
cittadini
Ksso anticamente appartenne ai be- tria, s.Bertrando patriarca d'AquU
nedettini, che nel \i5i vi aveano il leia, ed il b. Tommaso da Vallato,
monastero di s. Michele, poi assog- oltre ai bb. fratelli Umile e Pacifico,
gettato all'abbate di Ramboqa ; nel e s. Liberato cosnominato da Lo-
... e
996 già esisteva, ed ebbe vari si- ro. Molte cospicue e nobilissime fa*

gnori, come i Gualtieri, i Telentina- miglie italiane furono aggregate al-


ti, i Brunforte, ed altri.1241 Nel la nobile cittadinanza di San Gi-
differii nubili di Pieca venderono al nesio. Le famiglie poi ginesine da
comune di San Ginesio le loro par- cui uscirono un maggior numero
ti, e nel 124.0* il cardinal Capocci di personaggi illustri sono: Allevi,
gli concesse le altre. In seguito de- Barbi, Bernabei, Benigni, Bellucci,
molita la chiesa di s. Michele, coi Bevilacqua, Brunforte, Bruti, Cer-
cementi venne, non fabbricala, ma ro, Gentili, Giberti, Gualtieri, Leo-
restaurala quella urbana dedicata pardi, Mazzabufi, Malpiedi, Mat-
3oo MAC MAC
teucri. Migliorelh, Onofri, Passo- castrano, forse fu colonia romana;
ri, Petrelli, Serenili, Tamburelli. della tribù cui erano ascritti i ca-
Alla comune è appodiato Mori' slrani, loro religione, decadenza di
co ed ivi sul fiume Fiastronu è Castro, lapidi e monumenti rinve-
unacartiera in esercizio accreditala, nuti dopo la sua distruzione. Fon-
avendovi esistito una rocca: ha pro- dazione della moderna San Gi-
prio territorio e propri magistrati nesio ; nome da chi le venisse im-
comunali. L' appodiato Mori co è un posto e quando ; non fu di s. Gi-
paese situato In con fabbri-
colle, nesio mimo martire romano , nò
cati cinti di mura. Esso apparten- di s. Ginesio d'Arles, forse di s.
ne ora Prontaguerra, ora
agli eredi Ginesio vescovo di Brescello. Esa-
ai Paganelli, ora ai Varani. Paga- me opinione di quelli che cre-
dell'
nello signore del castello di Morico dono averle dato tal nome Carlo
fiori con fama di buon guerriero Magno. Devastazione di San Ginesio,
nel 1226: aderì al partito impe- e suo ristoramento e ingrandimen-
riale, e nel ii5H ebbe parte nella to. Leggi civili, vicende e varia-
distruzione di Camerino sotto Per- zioni del governo. Catalogo de' go-
ei valle. Nell'anno seguente alienò vernatori, podestà, vicari, giudici
in favore del comune di San Gine- ed altri ufficiali. Alleanze e confe-
sio il suo feudo, vassalli e giuris- derazioni de' ginesini; loro opera-
dizione, e si fece perpetuo abitato- zioni militari e incursioni; servigi
re di San Ginesio. Il cardinal Fie- da santa Sede; pri-
essi prestati alla

selii legato della Marca donò il ca- vilegi da questa accordati ai gine-
stello ai camerinesi, insieme colla sini, grazie ed esenzioni ; ordini mi-
rocca de' figli di Prontaguerra. Nel litari a' quali furono ascritti i gi-

j434 fu stabilito che si cingesse nesini, come gerosolimitano, di Cri-


di mura, quando già era tornato sto, ec. Delle armi e sigilli de' gi-
in potere di San Ginesio. Il castello nesini. Degli uominiche in illustri

soffrì nelP incursione di Alessandro gran numero ebbero in lettere,


v'

Sfòrza verso il 14^7. Nel i/\.5i i armi e dignità. Appendice diploma-


cinesini accordarono agli uomini tica di documenti, con indice di
di Morico diverse esenzioni, di che essi. Il secondo tomo contiene: De-

furono privati per diverse disob- scrizione della terra di Sanginesio,


bedienze nel i5i9, indi reintegrati. di Guido Gualtieri ginesino, scritta
La chiesa parrocchiale è sotto l'in- nel 1592. Annotazioni del Benigni
vocazione di s. Giacomo. a tale descrizione ; sua appendice
L'abb. Telesforo Benigni di San diplomatica contenente vari monu-
Ginesio, pubblicò in Fermo colle menti; albero de' signori di Brun-
stampe camerali, nel 1793-1795; forte e de' signoridi Loro ed al- ,

San Ginesio illustrata con antiche bero genealogico della famiglia dei
lapidi, ed aneddoti documenti, in Guernieri o Guarnieri, e delle fa-
due tomi. Nel primo tratta della miglie Varani e Gualtieri che si

situazione ed origine di San Ginesio, credono derivate dalla medesima.


ed opinioni varie su di essa. Si Il Colucci nelle antichità picene,
crede che nelle vicinanze vi fosse t. XIX, riporta San Ginesio illu-

U città di Castro, e ragioni per strata del Benigni con appendice


crederlo ; della rocca e campidoglio diplomatica ;
più : Descrizione del-
,

MAC MAC 3oi


la terra di Sangineslo formata dal- rc*ggib\ e die non si deve confon-
l'abbate Mario Mariottì nobile gì' dere con quella dei Brunforte, for*
nesino, sino al secolo XV. E nel se derivate da uno stesso stipite ,

t. XXIII la Descrizione del Gual- come avverte il Beuigni e prova


fieri, le annotazioni del Benigni con nella sua San Ginesio illustrata, do-
appendice diplomatica, e i mento» ve riporta gli alberi genealogici dei
vati alberi genealogici. Inoltre il signori di Loro e de' signori di
Colucci nel VII delle Antìch. pie,
t. Brunforte. Berardo che si pretende
del Benigni avea pubblicato: Elo- padre di s. Liberato frate minore
gio di Alberico Gentili da San Gi- forse de' ci a reni, ebbe tra gli altri

nesio ed altri illustri soggetti di tal un figlio che si nominò Gualtiero


famiglia. Lo stesso Benigni è pure di Loro, che nel 1247 abitava iu
autore, De Guido Gualterio, ejus- San Ginesio. Gualtiero era così po-
que familia, epistola notis illustra- tente, che non ostante la proibi-
ta ad Jo. Franciscum Lanci Ilotium^ zione fatta da Gerardo rettore del-
Bomae 1772. Abbiamo poi da Gio- la Marca di non poter fabbricale
vanni Lami : Atti del martirio di fortezze o castelli nella provincia ,

s. Ginesìo neir originale latino e occupò nel 12.55 il sito del diruto
col volgarizzamento a lato, illustra* Castello di Colbuccolo, allora della
ti con note ed osservazioni, edizio - Camerino, comprato dal
diocesi di
ne seconda, accresciuta di copiose comune di Monlolmo, ed armala
note con una lettera di Silvestro mano vi fabbricò il castello e vi
Benigni all' autore, Osimo 1766. fece diverse fortificazioni. Né a le-

Nella lettera di Silvestro si legge varlo di tal possesso giovarono gli

in ristretto la storia della cospicua anatemi di Alessandro IV e la for-


terra di San Ginesio. Diverse notizie za del rettore; figliodi Gualtiero
artistiche che la riguardano, si pos- fu Federico del 1270, da cui nac-
sono leggere nelle Memorie storiche quero Gualteruccio podestà di San
del march. Pucci. N'è protettore il Ginesio nel 1284, Berardo podestà
cardinal Pietro Ostini. del castello di BrUnfort nel ^79,
Loro. Comune del governo di d. Giacomuccio monaco di s. Ma-
San Ginesio, diocesi di Fermo. An- ria in Chienti, e Coi rado del 1 289
tichissimo castello, chiamato ne'tem- che fu padre a Lamberto. Da que-
pi antichiLauro, facendo appunto sti discesero Gentiluccio e Gualte-
il comune per arme un albero di ruccio podestà di San Ginesio nel
lauro. Nel cronico Casauriense pres- 1 344- Abbiamo dal Compagnoni
so il Muratori, Script, rer. ilal., si Beggia picena, che nel 1256 si- i

trova nominalo questo castello negli gnori di Loro si ribellarono alla


anni 85o e 967, ed altresì in una santa Chiesa, che poi li perdonò.
bolla di Celestino III, come appar- 11 p. Civalli nella Visita triennale,
tenente al monastero di s. Clemen- discorre di Loro a pag. 1 3G, presso
te, dal quale probabilmente l'ebbe il Colucci, Antichità picene t. XXV,
a titolo livellano
ed enfìteutico la e di alcuni suoi uomini illustri.
famiglia di Berardo Lauri o de Lau- Egli dice che s. Liberato fu di Lo-
ro del 1201, stipite più antico di ro, il cui corpo riposa nella chiesa
quella che prese il cognome dal ca- de' suddetti minori osservanti, po-
stello di Lauro o Loro che signo- sta alle falde del monte Bagnolo
,

3u2 MAC MAC


mila San Ginesio; e
gim'ÌK(lÌ7Ìonc eli me anticamente, più d'una volta
che vogliono alcuni che nella me- si pretese colle ai ini dui lermani ,

desima chiesa di s. Liberalo ri- e colle armi si difese dai sanginesi ;

posino i corpi de' mentovati b. li- ma dopo vario Sangue sparso e


mile e b. Pacifico pur clareni. Nel- contrasto San Ginesio lo ricuperò
,

la terra di Loro i minori conven- coll'aiuto degli ascolani, sempre in


tuali videro nel 1 4^4 edificarsi il islrettissima lega col popolo gine-
convento, donde uscirono distinti sino. Onesto per tenere in freno i

religiosi , come il p. Antonio da ri pani, fabbricò una fortezza, a ca-


Loro vicario generale dell' ordine, gione dell'indole viva de' castella-
e Giovanni inquisitore generale
fr. ni, e per difenderlo da Fermo. Do-
della Marca. Ivi furono tentiti al- po 200 anni di pacifico possesso
cuni capitoli provinciali. Di quanto gli abitanti del castello tornarono
riguarda le controversie su s. Li- a ribellarsi al comune di San Gine-
berato, ampiamente ne tratta il Be- sio, e convenne reprimerli colle ar-
nigni. V. il Turchi nel Camerinum mi e con eterne liti in quasi tutti
sacrimi p. 71. Il territorio di Lo- i tribunali di Koraa, perchè crasi
ro giace in collina per la più pai- di nuovo sottoposto Ripe alla po-
te ed è feracissimo singolarmente tente città di Fermo. San Ginesio
di oli e vini squisiti. 11 paese è ricorse a Leone X a mezzo di Lo-
molto popolato, ricco ed industrio- renzo Palmieri custode della bi-

so, massime nel filare la seta. E blioteca vaticana, e del conte Troi-
ricinto di mura, ha una bella piaz- lo Cerri, ambedue ginesini, per ri-

za, da una parte ornata di portici ; mediare al disordine. 11 Papa tolse


diverse chiese, fra le quali è rag- il governo di Castel delle Ripe a
guardevole la principale, e un mo- Gio. Maria Varano di Camerino
nastero di monache domenicane. e durante la lite coi ginesini lo
Ripe s. Ginesio. Comune del commise al vescovo di Civita vice-
governo di San Ginesio, diocesi di legato Marca
della ;
quindi con
Camerino. Il castello delle Ripe è bolla emanata nel 1 5 7
1
impose
situato in un colle ripido, e dalle perpetuo silenzio sopra la lite di
ripe ov' è abbia
piantato credesi Castel delle Pupe lo dichiarò in- ,

preso il nome, cui venne aggiunto teramente subordinato al comune


quello di s. Ginesio, dopo che i di San Ginesio, al quale confermò
ginesini lo comprarono nel 1247 gli antichi privilegi e la giurisdi-
e negli anni seguenti dai nipoti di zione sul castello, dichiarando nella
Prontaguerra e dai loro successo- bolla la storia delle ribellioni li-

ri, giacche la vendita fu fatta in pane e il titolo con cui si posse-


diversi tempi da Giacomo di Gual- deva da San Ginesio. Accordò inol-
tiero Prontaguerra, da Corrado di tre Leone X che vi si potesse fab-
Gentile Prontaguerra, e da Berar- bricare una fortezza per tenere in
do Federico, Alberico e Guglielmo freno i ripani, come fu eseguito, e
Prontaguerra conti di quel castello, di tenervi un castellano, ed un po-
colla successiva approvazione d'in destà per governare il castello, il

nocenzo IV. Questo castello confi- quale dovesse sempre essere un con-
na con Colmurano e Loro, ed ha sigliere descritto nel reggimento del
fertile ed amenissimo territorio. Co- comune di San Ginesio. I ginesini
MAC MAC 3o3
trascurarono il mantelli mento della fra' quali non devono tacersi quelli
rocca, ed i ripani ne procurarono che nel 1 185 erano in lite co' J3o-
la decadenza. 11 Penigni che nella nifazi nobili e signori d'una parte
sua San Ginesìo illustrala riporta di Monsammartino, per il possesso
(ali ed altre notizie, nel toni. 1F, di Gualdo. Lo signoreggiarono pure
pag. 288, produce il catalogo dei i Giberti nobili di San Ginesio, pa-
podestà di Ripe, incominciando dal droni di altre terre, e da cui usci-
i3f)o e da Pietro Vannucci ca- rono molti grandi uomini. Riferi-
stellano e vicario. Questo storico sce Compagnoni nella Reggia pi-
il

afferma esistere in Ripe famiglie cena, che nel 1256 questo castel-
ricche e civili, ed alcune di esse lo e suo conte Rainaldo da Bruiti
il

godono i gradi del nobile rcggi- forte, furono ricevuti in grazia dui
incnto di San Ginesio. Furono così lettore della Marca Annibaldo di
enormi le spese che fecero i gi- Trasmondo. Abbiamo dal Santini,
nesini per questo castello, clie in- Memorie di Tolentino p. no, la

valse il proverbio : costa più che dedizione del castello di s. Angelo


le Ripe a San ginesìo. Il territorio in Ponlano, al comune della ciltà

giace in colle e piano, con fabbri- di Tolentino, accaduta nel 1263.


cali cinti di mura a mezzogiorno, La comunità di s. Angelo pel suo
avendo nella parte opposta profon- procuratore Gentile d'Accarino, pro-
dissime ripe. Di Ripe s. Ginesio mise al comune di Tolentino le
tratta il Turchi nel Camerinum sa- seguenti cose : di pagare ogni an-
crum. no in perpetuo libbre venticinque;
S
angelo in Pont ano. Comune di ricevere e ritenere il podestà
del governo di San Ginesio, diocesi che sarebbe eletto e mandato dal-
di Fermo. 11 paese essendo stalo l' istesso comune, cui dovrebbe pa-
fabbricato vicino alla chiesa di s. garsi dalla comunità di s. Angelo
Angelo, ed essendo questa presso un decente salario ; promise di far
UH pantano, prese il nome di s. guerra e pace ad ogni richiesta di
Angelo in Pantano o Pontano e , Tolentino ; senza il di lui consenso
vi si giunge per bella e recente non farà pace o tregua con alcuna
strada. E tradizione che avesse o- comunità e finalmente si obbligò
;

rigine nei primi tempi della Chie- di star sempre sotto il dominio di
sa, essendovi tuttora due antichis- quel signore generale della Marca,
sime chiese, una delle quali secon- sotto il quale sarà Tolentino, e
do il Calindri è di stile egiziano, questa si obbligò di sempre custo-
e però più antico del gotico; vi
'

dire e difendere la comunità di s.

sono pure le chiese de' cisterciemsi Angelo ed i suoi abitanti; di far


e delle monache. La chiesa de' ci- guerra e pace a loro richiesta e ,

sterciensi fu già de' frati france- di somministrare in fine qualche


scani, ed i monaci vi si sono sta- sovvenzione per la fabbrica delle
biliti da circa dieci anni, quando mura Per due anni si
del castello.
cioè abbandonarono il loro mona- effettuarono pienamente tali con-
stero di s. Maria delle Macchie in venzioni; in appresso poi passaro-
San Ginesio. All'epoca del 681 chia- no sette anni, ne' quali si trascurò
mossi corte, secondo Gregorio mo- lo sborso delle suddette venticinque
naco farfense. Ebbe i suoi conti, libbre, onde il comune di Tolenti-
,-

3o4 MAC MAC


no avanzate le doglianze al cotnu> to de' minori conventuali in a. An-
ne di s. Angelo, questo si obbligò gelo. Il march. Ricci nelle Memo-
di pagare l'arretrata somma, e nel rie storiche, tratta dell'antica chio-
1272 di nuovo confermò le stabi- sa di Salvatore eretta nel 1200,
s.

lite convenzioni, le quali non si sa e riputata allora nobile e magni-


quanto tempo durassero. Questo fica, e riferisce che Domenico Mal-
luogo soggiacque a grave distruzio* piedi di San Ginesio, nella chiesa di
ne verso il i36o, come ribelle alla s. Agostino dipinse a fresco mira-
Chiesa, per ordine del celebre car- bilmente la cappella della famiglia
dinale Albornoz legato d' Innocen- Colucci coi fasti di s. Nicola, e me-
zo VI in Italia. Nel pontificato di glio un quadro con s. Benedetto
Eugenio IV il castello di s. An- per la chiesa delle monache eia-
gelo fu dato in preda alle fiamme risse.

e al ferro da Taliano Forlano e Sarnano. Governo nella diocesi


Giovanni Ventimiglia; quindi nel di Camerino. Terra posta sulla ci-
seguente pontificato di Nicolò V ma di un colle, a pie dei quale
del 1 447 fu d a questi riedificato. scorre un piccolo influente del
11 territorio è in monte ed in col- Tenna : la sua strada principale,
le j e lungo il torrente Salino, che chiamata Urbsalviense perchè pas-
trovasi a ponente ed ostro di que- sa nel sito ove era l'antica Urbsal-
sta terra, vi sono molte acque sai* via , Macerata e
comunica con
se. Il paese che da s. Pio V fu colla provincia di Ascoli, ed è una
dichiarata terra, ha mediocri fab- delle più belle della Marca. Lunge
bricati circondati di mura. Vi eb- circa mezzo miglio da Sarnano,
be i natali s. Nicola di Tolentino, e nella detta via Uibsalviense, sul
Paolo degli Angelini compagno di torrente Aquila è stato fabbricato
Baldo. Vi è la collegiata sotto , un ponte. Negli scavi perciò fatti, si

l' invocazione di s. Michele arcan- sono rinvenute delle vene di car-


gelo, eh' è il patrono della terra. Il bone fossile di prima qualità. Van-
p. Civalli nella Visita triennale , taggiosa n' è la posizione, facendo
discorre di s. Angelo in Pontano, centro ad ragguardevo-
altri paesi
a p. i55 delle Antichità picene del li, ed avente trentasei villaggi con

Colucci t. XXV. La chiama patria undici parrocchie ; tredici sono le


di s. Nicola sebbene detto di To- chiese interne, e ventinove le fi-

lentino, e che ivi fiorirono pure liali. Poco distante dalle mura dal-
nel 1 38 1 Andriolo da s. Angelo, la parte di levante scorie il fiume
soldato di gran valore, e nel seco- detto torrente Aquila, che divide
lo XVI Lodovico coppiere e poi un sufficiente piano di terreno a-
maestro di camera di Clemente VIII, vente al fianco alcuni colli. Sorge

personaggio di molta pietà, aven- quasi nel mezzo un promontorio


do donato quanto possedeva di pa- verso il paese, fatto dalla natura,
trimonio in s. Angelo, alla chiesa e dall'altra parte del torrente un
di s. Agostino ove avea una sua piano naturale. Presso questo ma-
cappella: del convento di s. Ago- nufatto, e lungo il piano al di là
slino ne fu benefattore il p. Nico- del torrente, ove si costruisce soli-
la, eletto generale degli agostiniani do ponte, perchè ivi erasi fissata

nel 16 14. Parla pure del con veti e si eseguisce la linea di strada
,,

MAC MAC 3oo


provinciale che deve annodare col- Piobbico, ec. presso il quale esi-
la provinciale Ascolana Fluvionense, steva altro antico monastero. Tali
in seguito di piccole escavazioni per signori con titolo di conti gover-
aversi della terra, si sono rinvenuti narono per lungo tempo la terra,
e si rinvengono preziosi monumen- ed alcuni s'imparentarono coi Va-
ti, consistenti in monete di rame rani signori di Camerino. Ebbero
coll'impronte d'una pecora, di una essi dominio su Montefortino, Mon-
lupa che ha vicino alle poppe due tolmo, Amandola, Gualdo, Penna
teste, forse Romolo e Remo , che s. Giovanni ed altri luoghi. La
ritengonsi per primitive monete forma di governo oligarchico cessò
poiché quelle di argento che pure quando Sarnano con spontanea de-
si rinvennero, s' incominciarono a dizione si assoggettò al paterno
batteredopo l'anno di Roma 4^3. dominio della santa Sede, insieme
Altre monete hanno da una parte alle signorie dei Varani. La sua
Giano a due faccie, e dall'altra u- magistratura comunale fino al re*'
na prua di naviglio, di nuovo e gnp italico s* intitolava il dittatore
secondo conio. Sì sono pure rin- e priori della terra di Sarnano^
venuti sei idolètti, ed un serpe di ed oggi godè il distintivo dello
metallo corintio, interessanti; molti stolone di lama d' oro. Ebbe a
anelli d'argento, delle picche, denti protettori diversi cardinali, ed at-
d'uomini, ossami d' animali d'una tualmente lo è il cardinal Luigi
straordinaria grossezza, forse d'ele- Ciacchi di Pesaro. Vi fu un tem-
fante. Dalle quali cose si congettura po il ghetto degli ebrei, stante la
che sia stato ivi un accampamento, convenevole situazione commerciale.
e seguisse un fatto d'armi, tra'ro- Nel secolo XIV dal cardinal Al-
mani ed Annibale, che non molto bornoz legato fu dichiarata medio-
dopo la battaglia del Trasimeno cre città, nella sua notissima co-
portò le sue truppe lungo il Pice- stituzione. Nel i4 r 9 Gaspare da
no, ove per qualche tempo non Sarnano dottore celebre di medi-
cessò di fare continue scorrerie, cina, fece parte degli ambasciatori
prima d' innol trarsi alla volta di spediti al Papa Martino V dalla
Capua. città di Macerata, perchè si dimi-
Sarnano, da quanto si è nar- nuissero gli aggravi alla Marca.
rato ,
probabilmente ebbe antica Nel i435 Francesco Sforza costrin-
origine, sebbene molti convengano se Sarnano a pagargli le taglie.
che sorgesse nel 1 225, sotto Onorio Nel i44 2 alcuni dicono che nel suo
III Savelli, per la distruzione di territorio succedesse un serio fatto
Cinque castelli muniti di rocche, d'armi tra i famosi capitani Sfor-
e dall'unione di varie distinte fa- za è Piccinino, ma il Poggio dice
miglie emigrate dalla Francia che eh* ebbe luogo presso Macerata. I
si stabilirono presso un antichissi- sarnanesi alle rive del Tenna ri-
mo monastero } esistente sulla vet- portarono completa vittoria sui
ta d'una collina, ed allora fu det- fermani, e se ne celebra tuttora
to Serrano, e quindi Sarnano. I la memoria con processione.
detti cinque castelli portavano il Diede questa terra i natali al car*
nome de' loro signori feudatari dinal Costanzo Boccafuoco o Torri,
cioè Brunfort, Bjeau, Castelvetere, creato da Sisto V nel i586, non che
voi. xl. 20
3<»() MAC MAC
n diversi servi di Dio, vescovi, dotti, in memoria dei benedettini, l'uso
valorosi guerrieri, ed altri illustri della cocolla nera con fodera ere-
personaggi. Fra questi nomineremo, misi, e nel seguente anno Leone
i vescovi Benigno Arredi e France- XII concesse loro il distintivo cano-
sco Picarelli; Paolo Claudi abbate nicale del rocchetto
e mozzetta
archimandrita , essendo stati altri violacea. 11 Gregorio XVI
Papa
abbati regolari Giambattista Pica- col breve In sublimi Apostolicae
relli e Costanzo Cornacchia . Il Sedis, a'6 giugno i834 confermò
ven. servo di Dio Pensabene Tur- ed eresse in collegiata la chiesa di
chetti discepolo diletto di s. Filip- s. Maria con tutte le analoghe
po Neri, la cui congregazione nel prerogative, ed incorporò alla mas-
1798 stabilirono in Samano pp. i sa canonicale undici benefizi sem-
Nicola Calisti e Perfetto Perfetti. plici, onde il capitolo per gratitudi-

Il p. Giacomo Zampa francescano ne eresse in sagrestia il suo stem-


riformato pati il martirio nel 1648 ma , con analoga iscrizione di d.
in Scutari d'Albania. 11 ven. p. Gregorio Lucarelli canonico deca-
Giovanni abbate di Piobbico. Mori- no e vicario del s. orifìzio in Sar-
rono in concetto di santità i sa- nano. Nel 1842 poi la patriarcale
cerdoti Belisario Zampetti, Alessan- arcibasilica Lateranense aggregò il
dro Zocchi, e pacifico Maria Zam- capitolo nominandolo col titolo di
petti. Bernardino da Sarnano fu perinsigne collegiata. Ivi si venera-
capitano rinomato. Fu pure cele- no, un antichissimo simulacro di
bre il p. Benigno de'minori. Inoltre Gesù Cristo, copiose reliquie , i

i sarnanesi dicono che il cardinal corpi de'ss . Martiri Vitaliano, Do-


Mariano Pierbenedetti è loro concit- naziano e Clemenziana. In questa
tadino, e che Camerino lo annove- chiesa sino dal i633 vi fu istitui-

rò tra'suoi patrizi, ma il Cardella ta una congregazione detta del


lo dice di Camerino e creato car- , suffragio di cento sacerdoti, appro-
dinale nel 589 da Sisto V.
1 vata dal vescovo di Camerino E-
Sarnano ha il territorio montuoso, milio Altieri, che vi si aggregò,
ed il paese è popolato di 4^oo abi- poi cardinale, e Papa Clemente
tanti, con mediocri fabbricati cinti X. La porta principale della col-
di mura con borgo. Vi è un colle- legiata ha negli ornati esterni bas-
gio di sacerdoti nella collegiata sorilievi di gotica architettura di
e insigne chiesa matrice di s. Ma- qualche importanza , considerata
ria Assunta in cielo, la quale è di l'antichità de'medesimi. In questa
disegno gotico, appartenendo il suo chiesa vi è un beli' affresco rappre-
mantenimento al capitolo di Mon- sentante la Madonna degli Angeli coi
talto. Dopo la soppressione de'mo- ss. Gio. Battista, Sebastiano, Martino
naci benedettini nei sunnominati vescovo, e Piocco, opera mirabile
monasteri, cessata l'uffiziatura nelle con coro d'angeli e Dio Padre, e-
due chiese abbazia) i, si formò in seguita nel 148 3 da Lorenzo Se-
questa collegiata, chiamata pure s. verina marchiano, e forse di Sar-
Maria di Piazza, una congregazio- nano, descritto e illustrato con
ne di preti secolari che in coro lettera stampata dal can. d. Con-
ufficiavano colla cotta. Pio VII nel cetto Focaccetti di San Ginesio. La
1823 accordò a questi sacerdoti chiesa dell'Annunziata, juspatrouato
MAC MAC 307
del In famiglia de'marchesi Costa di XXV, p. i4*, riportale seguenti in-
Macerata, ha le pareti con pitture teressanti notizie su Sarnano. Dice
rappresentanti arazzi. Gli agostinia- che fra quelli che concorsero alla
ni hanno la bella chiesa di s. Mi- sua edificazione vi fu un Savelli.
chele ricca d'ornati. Le monache Il luogo venne favorito specialmen-
francescane di s. Chiara urbaniste te da s. Francesco d'Asisi, che die
hanno chiesa dedicata a tal santa, al comune il sigillo con un sera-
graziosa per la sua forma ed ele- fino, ed in memoria del fatto la
ganti stucchi. Vi sono il monte di comunità assegnò annui tre fiorini
pietà, con fondo di scudi tremila, di moneta di marca, per la tona-
ed il monte Irmnentario, con depo- ca del padre guardiano de'conven-
sito di quattrocento rubbia di gra- tuali, e due pani per fuoco la set-
no: ambedue furono eretti verso il timana pel vitto dei frati. Notere-
i 54 *2 . L'ospedale è di recente co- mo che tale sigillo s. Francesca
struzione, grande e comodo. Ne fu lo diede ponendo l'estremità, del
benemerito monsignor Benedetto suo cordone in una carta, per ter-
Perfetti di Saruaoo. Questo dotto minare le dispute nate tra i primi
giureconsulto fu commissario gene- signori della terra, quando voleva-
rale della reverenda camera, de- no stabilire uno stemma. Al sera-
cano de' chierici della medesima, fino si aggiunse poi la croce per
e membro della congregazione di dimostrare l'indipendenza
go- del
revisione. Tale prelato avendo ot- verno, e tre gigli per l'origine fran-
tenuto da Pio VII l'antico ospe- cese. Fiorirono sempre in questa
dale e chiesa di s. Giacomo, che terra uomini di molto valore, co-
erano in decadenza, eresse l'odier- me Cornelio Salimbene dottore in
no nel luogo ov'era la chiesa di legge, stimato per consiglio; Gio.
s. Sebastiano, con generose contri- Francesco Salimbene uditore della
buzioni. L' illustre prelato lasciò rota di Perugia; il p. Aurelio a-
pure un fondo per istabilire in gostino teologo rinomatissimo; San-
Sarnano le maestre pie per l'edu- ti fratello del cardinal Boccafuoco,

cazione delle fanciulle, e la sua ed il loro nipote Bernardino Grizi


disposizione venne eseguita. In Sar- cavaliere di Stefano e capitano;
s.

nano avvi un ginnasio comunale Paolo Claudi dottore e teologo, ed


con quattro cattedre. Vi è pure Annibale Grizi cavaliere, altri ni-
lui gaio teatro di una società com- poti del cardinale. Sulla porta del
posta di trentotto condomini, eret- palazzo del comune vi era un bel-
to con disegno del concittadino lissimo geroglifico. conventuali ol-
I

Luigi Fedeli, e ricostruito di nuo- tre il convento di Sarnano, ebbero


vo. Vi sono mercati settimanali, e nel territorio in contrada Rocca-
due annue fiere, nel qual tempo bruna convento stabilito da
altro
la fiera si protrae per sette giorni, s. Francesco, ed ove furono tumu-
per concessione del i44^ Nico- m lati molti beati francescani. Il con-
lò V. Il Benigni nella San Gi- vento Sarnano fu eretto nel
di
nesio illustrata, parla di Sarnano, 1327 circa, con chiesa comoda e
quanto a s. Liberato. buoni quadri, e nel i525 vi fu
11 p. Civalli nella Visita triennale, tenuto un capitolo provinciale. Nel
presso il Colucci, Aniich. picene t. 14.06 vi fiorì il p. Nicolò da Sar-
3o8 MAC MAC
nano inquisitore di tutta la Mar- cesco, cioè della Madonna o Con-
sa, e nel i4°9 di tutta la Roma- cezione di Vittorio Crivelli, di s.

gna: Francesco Benedetti fu


il p. Lucia, e di Cristo deposto dalla
religioso di molto valore, e carissi- Croce del Pagani di Monte Rub-
mo a Sisto V quando era in nù- biano, non che delle lunette del
noribus. Sopra tutti illustrò la pa- chiostro di s. Agostino, dipinte da
tria il Costanzo Torri
cardinale Sebastiano Ghezzi, e del suddetto
detto comunemente Boccafuoco o alfresco che l'abbate Bosio fece co-
il cardinal di Sarnano , de' mi- lorire per la descritta chiesa di s.

nori conventuali, degno di eterna Maria in Piazza alta di Sarnano,


memoria. Alle notizie che ripor- da Lorenzo Severino o Severi na che
tammo alla sua biografia, aggiun- egli dice da Sanseverino. La chiesa
geremo che coll'ope-
col p. Civalli, di s. Francesco non è più uffiziata dai
ra del valente Giuliano architetto conventuali, bensì dai filippini cui
Grande da Macerata (che il Ric- furono surrogati nelle ultime vicen-
ci chiama Stefano Grandi ) ingran- de, avendola restaurata il comune
dì ed abbellì il convento, cui do- e il lodato prelato Perfetti. Questi
nò varie ed arricchì
suppellettili, inoltre le donò l' immagine della
la chiesa di Francesco d'argen-
s. Beata Vergine, copia di quella che
terie e parameuti. Le sue benefi- si venera nella chiesa del Suffragio

cenze si estesero a tutto l'ordine di Roma, che fece coronare da Pio


conventuale, ed a molti conventi VII nella sua cappella secreta. La
del medesimo massime a quello
, cappella ove si venera fu dichia-
de' ss. Apostoli di Roma. Di natu- rata sua erede dal medesimo pre-
ra affabilissimo e trattabilissimo, lato, ed il suo aliare è privilegia-
inori d'anni sessantasei , l' ultimo to. Poco distante dalla terra esiste
del i5q5 in Roma, essendo pas- il convento e chiesa di s. Giusep-
sato al titolo di s. Pietro in Molito- pe de' cappuccini. Presso il ponte
rio, lodaudone le gesta alla presen- poi sul fiume Tenna evvi la chie-
za di molti cardinali Daniele Als- sa dedicata alia Madonna di Lo-
worto inglese dottore in teologia. reto, fabbricata misure del sulle
Trasportato il suo corpo a Sarna- santuario Lordano, ed abbellita
no nella detta chiesa, fu riposto in con superbi arazzi dipinti a sugo di
un elevato deposito di pietra mi- erba.
schia, fattogli dal fratello Sante Gualdo. Comune del governo
Sarnano , con lungo ed onorevo- di Sarnano, nella diocesi di Fermo.
le epitaffio. Esiste in Sarnano la Trovasi il territorio in colle, con
biblioteca de' conventuali , eretta paese di pochi fabbricati, anticamen-
verso l'anno 1600 dal padre Zam- te circondati di mura. Lunge da
petti reggente del collegio di san Sarnano cinque miglia alla volta
Bonaventura di Roma: una su- di levante, sorge Gualdo sopra
perba Bibbia in pergamena, tolta- una eminente collina, ove purissi-
le nelle vicende politiche, ora è ma è 1' aria, il clima salubre^ a-
nella biblioteca di Macerata. Il mene le vedute estesissime. Antica
march. Ricci, Meni, s loriche , parla merlata rocca torreggia sulla vet-
di diverse cose di Sarnano, come ta del luogo, non del tutto illesa

di tre quadri esistenti in s, Fran- dalle ingiurie del tempo, avente ai


MAC MAC 309
latidue muraglieli di forma qua- Angelo devoluto alla camera reale
drata che presentano le vestigia per la ribellione del conte Tras-
dell'antica piazza del castello, con mondo, e poscia di Castel Ficardo,
altra torre di minor mole, che la di Monte Fiore e di altri luoghi;
fiancheggia al Iato opposto. Molti si può arguire su tale fondamento
altri torrioni circolari ed angolati che anche Gualdo per questo mez-
si incontrano a quando a quando zo si avesse dai Brunforte. E si
su tutta la periferia esterna del crede più probabile una tale opi-
comune, riuniti alle case e resi al nione sull'autorità del Denina, il
presente abitabili. All' uscire della quale dicendo che Manfredi man-
porta che guarda il nord-est, al- dato aveva all'assedio di Camerino
l'estremità di ameno prato, si tro- Percivalle d' Oria in aiuto de'ghi-
va il convento de'minori osservanti, bellini della Marca, facile cosa po-
con bel portico, e di solida costru- tè essere, che questi ritogliendolo
zione. Fertile e ben coltivalo è il ai Bonifazi s'insignorisse di Gualdo
terreno, amena 1' adiacenza dell' e- situato lungo lo stradale, che per
steso contado, la cui popolazione la più breve via sotto monte, dal
ascende a circa 1600 abitanti. Quan- regno di Napoli conduce a quella
do e da chi fosse edificato Gualdo citlà. Né deve recar meraviglia, se
non può stabilirsi, sibbene la sua dopo la vittoria di Carlo I, sospin-
origine risale ad epoca antica. Nel to contro Manfredi dagli sforzi di
li 80 Gualdo fu venduto da Ga- Urbano IV e di Clemente IV, re-
rengo a Bono e Trasmondo conti stasse ancora il Brunforte signore
di s. Angelo in Fontano, e da que- di esso. Dovette Bainaldo seniore
sti ai figli di Bonifazio, ai quali accomodarsi colla parte vittoriosa,
ne confermò il possesso nel 11 85 come praticarono a quell' epoca i
una sentenza di Pietro giudice di più del partito opposto; e di parte
Bertoldo legato dell'impero in Ita- guelfa lo dice il Lilj, e di molte
lia. I Bonifazi, nobilissima famiglia guelfe città capitano. Una lettera
di Monsammartino, sostennero del- patentale di Pietro cardinal legato,
le liti pel possesso di Gualdo coi diretta nel 1295 al priore di s.

detti conti di s. Angelo in Fonta- Costanzo del Poggio, luogo vicinis-


no. Nel 1298 nelle divisioni ese- simo a Gualdo, lo assolve dalla
guile da Rainaldo, Gualtiero ed scomunica. Che ottenesse poi anco
Ottaviano Brun forte figli ed eredi la sanzione del possesso di Gualdo,
di Piainaldo seniore, venne al pri- lo chiarisce un istromento del 1 3 19,
mo di essi assegnato il castello di in forza del quale manomette gli
Gualdo col girone, il borgo, i vas- abitanti di esso, ed accorda loro
salli e gli abitanti di esso. Non si esenzioni, privilegi e giurisdizioni
conosce veramente in qual modo che asserisce derivategli dalla con-
dal dominio dei Bonifazi passasse suetudine e da concessione aposto-
Gualdo in quello dei Brunforte. A- lica. Da altre memorie e da istro-
vendo però il detto Rainaldo mi- mento de' 17 aprile del medesimo
litato sotto Carlo I e Manfredi re anno, si ha che la città di Fermo ac-
delle due Sicilie con molto valore, quistò il castello di Gualdo, la rocca,
meritò nel 1263 l'investitura del- il girone ed annessi, ricevendo sotto
l' abbazia di Farfa , di Castel s. la sua giurisdizione quegli abitanti,
.

3 io MAC MAC
riconoscendoli come cittadini fer> rati nipote d'Innocenzo VII e fra-
mani, ed obbligandosi di trattarli tello Lodovico signore di Fer-
di
sempre come tali., corrispondendo mo. Nel l445 Eugenio IV conces-
per tal compera al Bruntbrte dir se Castel Sismondo a Pandolfò
cimila libbre ravennati di usualo Talamonti benemerito della Sede
moneta. apostolica, e la città di Fermo lo
La potenza dei Varani che si comprò da esso nel 1 447- Per
andava ognor più dilatando nel dilferenza di confini furono già que-
XIV secolo per virtù di Rodolfo, stioni fra Sanginesio e Gualdo : nel
uno de' più rinomati signori di i453 il comune di Fermo n'ebbe
que'tempi, si estese anche a Gual- favorevole sentenza. Ai 21 ottobre
do, che venne tolto ai fermarli. Il i483 Sisto IV, a tor di mezzo
concilio di Costanza ne confermò maggiori uccisioni , devastazioni e
ai Varani la signoria nel ì^.\6 f saccheggi tra i fermani ed i gine-
nel tempo dello scisma d'occidente. sini e quei di Gualdo, ordinò al
Ma dopo preso il possesso di Fer- comune di Sanginesio di eleggere
mo dal conte Francesco Sforza, fu- tre deputati del consiglio di Fer-
rono restituiti nel i434 a quel mo., e alle città comandò l'elezione
comune dai signori di Camerino, di tre ginesini per accomodare o-
Santangelo, Penna s. Giovanni o gni titolo di questione e inimicizie
Gualdo. Quei di Gualdo inviaro- che vi fosse tra essi. Inoltre Fer-
no nell'istesso anno Antonio di Pao- mo nel i483 acquistò ancora i

lo a giurar fedeltà ed obbedienza poderi del duca Giulio Cesare Va-


ai priori di Fermo , ed i fermani rani, trasferendo di tutto il domi-
mandarono nel castello Marino Roc- nio a titolo oneroso nel conte Lo-
chetelli di Fermo. Da quest'epoca dovico Vinci nel i485, e quella
rimase questo soggetto a Fermo, se- famiglia ne rimase proprietaria fino
guendo sempre le fazioni e le vi- al di d'oggi. Dov'era l'antico castel-
cende di quella città, che continuò lo qualche masso informe soltanto
fino al declinare del secolo passato si scorge, e l'agricoltore vi rinven-
a spedire un castellano sul luogo; ne nel 1828 alcuni ceppi di ferro,
ma nel riparto territoriale del 1827 che contenevano ancora le tibbie
venne riunito alla provincia di di corpo umano, rimembranza del-
Macerata. Qui aggiungeremo, che le crudeltà degli antichi tempi.
nel territorio di Gualdo esisteva il In Gualdo si trovano molte
castello di Cardine, di cui più non chiese rurali, alcune delle quali cu-
rinviensi vestigio , essendone solo rate, e fra queste quella di s. Elpi-
rimasto il nome alla contrada dio, ove esiste una scoltura su
Così pure il castello Sismoudo pietra incastrata al muro di qualche
menzionato fino alla statistica del pregio, che rappresenta Maria Ver-
1817, che nel i356, allorché Ro- gine, la quale stende la mano sul
dolfo Varano acquistò alcuni posse- capo di s. Francesco. Uno di tali

dimenti in quel territorio dagli ere- parrochi è soggetto all' arcidiocesi


di di Federico Brunforte, era for- di Camerino, ed altri due insie-
nito di fabbricati e di piazza; ma me al parroco dell'interno dipen-
nel 1408, come riferisce 1' Adami, dente dall' arcivescovo di Fermo,
venne distrutto da Gentile Miglio- hanno 1' obbligo di coofficiare la
MAC MAC 3n
chiesa matrice di s. Savino. Essa la sua coltura e pel municipale
fu costruita nel cominciar del se- reggimento.
colo corrente dall'architetto Pietro Monte Martino. Comune del
s.

Maggi ticinese, con la forma di governo Sarnano, nella diocesi di


di
croce greca, con jonica architettura, Fermo. Di questo luogo abbiamo le
ed è un bell'edifizio. Sì conserva Memorie topografico -utoriclie della,
in questa chiesa un gonfalone del terra di Mons ammanino 3 con ap-
Rosario dipinto da Alessandro Ric- pendice diplomatica estratta dai
ci di Fermo. Il quadro dell'altare documenti conservano nel
che si

maggiore, rappresentante s. Savino, suo archivio, dell' ab. Giuseppe Co-


è di Antonio Liozzi. L'altro degli lucci che le pubblicò nel t. XXIX,
Apostoli è d'ignoto autore, ma ben p. 3 e seg. delle sue Antichità pi-
disegnato: è pure di pregio quello cene, delle quali andiamo a ripor-
dellaConcezione dipinto da Do- tare breve estratto. Nel difendere i

menico Malpiedi di Sanginesio, co- pp. Maire e Boscovich, sopra quan-


me afferma nelle sue Memorie il to dissero di questa terra nella lo-
march. Ricci. Di bella forma è la ro pianta geografica dello stato ec-
chiesa di s. Maria delle Grazie dei clesiastico, riportò la protesta e sal-
minori osservanti, la quale preesi- vò le ragioni che contro di essi
steva al convento edificato nel emise un monsammartinese nella
i58i. In quella di s. Savino sono descrizione di sua patria, di cui
due confraternite, essendo quella depose copia nella segreteria prio-
del ss. Sagramento proprietaria rale, e nell'archivio della congre-
delmonte frumentario istituito nel gazione del buon governo. La ter-
1608: l'altro moute frumentario ra giace su di un monte, nel con-
comunale eretto nel 1617 più non fluente de' fiumi Tenna e Tenna-
esiste. I Pontefici furono larghi di cola, in luogo forte, distante circa
concessioni coi gualdesi, come Pao- venti miglia da Macerata^ e quindi-
lo Gregorio XIII e Sisto V,
III, ci da Fermo : il clima è tempera*
avendo Innocenzo XI nel 1677 to e l'aria è salubre, in posizione
accordato due annue fiere. Questa amena e dilettevole. 11 circuito del-
terra die i natali a Giovanni Di- la terra ha un giro di quasi tre
letti dottore in ambe le leggi e quarti di miglio ; conserva in par-
commissario del legato della Mar- te le antiche mura che sono di
ca nel i558; Leone Ventura mag- pietra viva del paese, come tutte
giordomo di Sisto V Ansovino ; le altre fabbriche, essendo comuni
Ventura uditore in Macerata del le cave di essa nel luogo ; e da
cardinal Bandini legato delle Mar- quel che vi resta si vede che le
che; Francesco Radici ni canonico mura castellane furono già merla-
della metropolitana di Fermo, mor- te e intramezzate da torrioni del-
to e compianto nel 1840. Appar- l'epoca del secolo XIII. Le chiese
tiene a questa terra l'antica e no- sono sei, la prima sotto l'invoca-
bile famiglia Ferraguli che diede zione di s. Martino di Tours, che
alla patria magistratura i dotto- è matrice e cura parrocchiale, a-
ri Atanasio, Francescantonio e Giu- vendo il santo dato il nome al
seppe, ed il vivente capitano An- paese di cui è protettore, ed ha
drea merita onorata menzione per buoni quadri. È posta nella parte
3.2 MAC MAC
più eminente della terra, nella con- lesi con Monsammartino pei con-
Irada di l. Mattino, detta pure di fini, questo li estendeva nel secolo

Castello, perchè essendo questa la XV oltre la Scheggia e suo ca-


più alta parte della terra, forma- stello e rocca che possedeva. Mon-

va un tempo come il castello e sammartino ebbe pure gravi nimici-


la fortezza di essa. Presso la chiesa zie pel territorio con Penna s. Gio-
di s. Martino eravi una chiesa sot- vanni. Nel territorio vi sono de-
to l' invocazione di s. Michele, nel scritte le chiese di s, Maria delle
cui luogo fu edificato l'ospedale per Grazie, di s. Venanzio, di s. Ste-
gl'infermi. Le altre chiese, alcune fano, di Maria Maddalena jus-
s.

delle quali posseggono buoni di- patronato del Monte e Carità Ric-
pinti,portano il titolo di s. Gio- ci per uno de* molti generosi legati

vanni, che appartiene alla confra- di monsignor Armindo Ricci, di s.


ternita del ss. Sagramento, essen- Maria di Loreto juspatronato dei
dovi pure eretta quella della Mor- Ricci, di s. Antonio, e la Beata
te; di s. Tommaso apostolo; degli Vergine della Misericordia, già dei
agostiniani scalzi conparrocchia e religiosi del terz'ordine di s. Fran-
convento nella pubblica piazza, di cesco, poi degli agostiniani scalzi.

cui fu principal benefattore Mani- Il governo politico formavasi, co-


lio Urbani; di s. Maria del Pozzo, me quello delle altre terre della
che pel cattivo suo slato d'allora Marca : la sacra consulta vi desti-
era stata sospesa la parrocchia e nava il un tempo si
podestà, che
trasferita in Giovanni; e di 8.
s. eleggeva dal comune, ed esso giu-
Caterina e martire delle
vergine dicava le cause civili in prima i-
monache benedettine con monaste- stanza di ogni somma, e nelle cri-
ro ingrandito nel secolo passato. minali colle solite limitazioni e ri-
Di alcune pitture delle chiese di serve. Il magistrato , componevasi
Monsammartino, ne parla il march. di un gonfaloniere e due priori ;

Pucci nelle Meni, storiche. Il Ca- del consiglio di credenza, e genera-


talani, De Ecclesia Firmano,, trat- le di tutti i consiglieri, in cui si

ta di questo luogo a p. 1 15 e 32 1. risolvevano gli affari pubblici, e si

Il palazzo pubblico colla segreteria^ eleggevano i salariati della terra ;

sono più sotto la chiesa di s. Mar- vi era ancora una compagnia di


tino nella strada principale; quello miliziotti di circa duecento soldati
del podestà è vicino la chiesa di coi rispettivi capitano, tenente ed
s. Maria. La famiglia Urbani vi ha alfiere. Il primo podestà fu Alta-
una fabbrica grandiosa a foggia villa del 1248: il Colucci a p. 56
di palazzo, mollo decorosa. Anche ne riporta la serie di alcuni, fino
la casa del Monte e Carila Ricci a Damiano Vico di Montalto del
è ben intesa, ricca di belli e rari i543. Aveva la terra lo statuto mu-
quadri. Il territorio parte scosceso nicipale, ma essendosi guasto, da
e parte in falso piano è ferace; un commissario apostolico fu de-
confina con Castel dementino, s. cretato doversi osservare quello del-
Vittoria, Smerillo e Mandola o la comunità di Monte Fortino.
Amandola nella stessa diocesi, de- L'origine di Monsammartino ri-

legazione di Ascoli. Lunghe ed o- sale al IX o X secolo, non pare


slinate furono le gare de' mando- per opera degli ascolani, che vi
MAG MAC 3i3
dedussero una colonia, secondo al' sammartino era già formato in co-
cuni, ma veramente s'ignora; forse munità, per cessione o vendita dei
\i fu un vico o un pago apparte- propri diritti che aveano fatto i
nente al territorio della colonia di fratelli Gentile e Lambertino figli

Faleria, per cui si rinvennero pa- di Gualdiero ; e perchè l'altra par-


recchi sepolcri e medaglie, al qua- te del dominio sopra la terra ri-
come altrove, successe poi
le luogo, siedeva nella discendenza dei Boni-
una parrocchia cristiana, ed una fazi, di cui erano i fratelli Lan-
chiesa Martino, ciò
dedicata a s. franchino e Alebi andino, nel i25o
che fa congetturare che la prima- anche questi cederono i loro diritti.
ria origine si dovesse ripetere dal- Tali signori erano di due diverse
la venuta de* franchi con Carlo famiglie, le cui genealogie riporta
Magno, e perciò nell' Vili secolo, il Colucci a p. 3o e seg. insieme
essendo s. Martino di Tours uno ad una terza di cui fu stipite Mo-
de'santi più venerati nelle Gallie. naldo, parimenti come quelli delle
Dal probabile passando al certo, altre, nobile di Monsammartino :

Monsammartino soggiacque al do- pare che le tre famiglie fossero ra-


minio de'propri signori o dinasti mi di quella celebre de'Bonifazi si-

fino dopo il i^4o circa , e nel gnori di Castelvecchio fino agli


i25o si stabili pienamente la sua ultimi tempi. Inoltre i martinesi
comunità indipendente dalla domi- acquistarono dai Lanfran-
fratelli

nazione di qualunque signore. Nel- chino e Alebrandino anche il ca-


T anno 1248 la comunità fece stello Plano fìomaldi, eh* era
di
la sua procura per acquistare il posto al là dal Tennacola nel
di
collegio di Scheggia, compera che territorio al presente di Penna.
segui a' 5 agosto dal padrone di Monsammartino ebbe pure altre
esso Commanno di Guarniero, con antiche 'famiglie nobili. Altro a-
tutto il distretto , vassalli e signo- quisto fece la comunità col Castel lq
ria, venendo obbligati i vassalli a di Colmerlo per una metà, l'al-
trasferirsi ad abitare in Monsam* tra appartenendo a Penna, da Gen-
martino, così Commanno, datasi a tile di Monaldo nel 1298. Avendo

questi per il compenso di alcuni i mandolesi delle possidenze in


pezzi di terreno la podesteria di Scheggia,, non videro che con cat-
Monsammartino per un anno. Le tivo occhio l'acquisto fattone dai
famiglie di Scheggia erano circa martinesi, indi nacquero gare pel
quaranta, e dopo la distruzione pascolo degli animali e per le con-
del passando ad abitare
castello, tribuzioni de'pesi camerali, e la ca-
nel quartiere s. Martino, questo lorosa vertenza de'confini, con va-
prese ii nome di Scheggia. Questa rie e funeste conseguenze. Altre
compera fu un fomite di lunghi differenze di Monsammartino con
dissapori comu-
e discordie
colla Mandola furono quelle per la ga-
nità Mandola o Amandola,
della bella del passo. D'altronde Mon-
come abbiamo accennato dappoi- , sammartino ebbe sempre amicizia
ché a misura delle rispettive forze e buona intelligenza con Penna,
ora il castello passò in mano di col quale avea il più lungo confine
Monsammartino ed ora di Man- territoriale, tranne qualche piccolo
dola. In detto anno 1248 Mon. dissapore. Nel secolo XIV Mousam-
3i4 MAC MAC
martino alcune scorrerie e ne
fece della città di Fermo, e di questa
ricevette pure nel suo territorio, in pure il Colucci
ne riporta la ge-
tempo delle guerre civili, venendo nealogia sino a Lodovico del 1 796.
talvolta assoluto dai rettori gene- Gli ultimi suoi alberi genealogici
rali della Marca. Nel i3^8 la ter- sono de'nobili signori di Lornano;
ra fu rovinata da un fiero
ter- un ramo incomincia da Alberto,
remoto. Non pochi furono i citta- l'altro da Rinaldo, cioè dal secolo
dini illustri e benemeriti della pa- XIII al XIV. Amor di patria, l'im-
tria, cioè monsignor Armindo Rie- portanza del luogo, 1' abbondanza
ci sotto-datario di Clemente IX, di documenti, fecero diffuso il Co-
istitutore del Monte di Carità in lucci nativo di Penna s. Giovanni,
favore di questo luogo e di altri ove vide la luce a'i9 marzo 1752,
pii legati; Concetto Cambi istituto- in questa storia; sebbene per la sua
re del Monte abbondanza, al cui vasta opera fu aggregato a diverse
esempio altri buoni cittadini fon- cittadinanze e patrie di onore, di
darono il Monte frumentario ; Ni- cui ne pubblicò le memorie e i

cola Lappa, benefattore delle due fasti. Il p. Civalli nella Visita


confraternite della terra ; Manilio triennale, parla di Penna s. Gio-
Urbani rifabbricò la chiesa degli vanni a p. i55, t. delle XXV
agostiniani scalzi, ne ampliò il con- Antich. picene dello stesso Colucci.
vento, e fece altre generose opere; Dopo di lui scrisse il march. Ric-
Lattanzio Urbani dottor di legge ci le dotte Mem. storiche, ove
e magistrato. tratta di alcuni edifizi, pitture ed

Penna s. Giovanni. Comune del altre cose artistiche di Penna s.

governo di Sarnano diocesi di


, Giovanni. Al presente contiene più
Fermo. Giuseppe Colucci impiegò di 2700 abitanti,
tutto il t. XXX delle Antichità A ridosso di un alto monte, di-
picene, Memorie istoriche
per le stante circa quindici miglia dal
della terra di Penna s. Giovanni, mare e circa sette dagli A pennini,
che brevissimamente compendieremo in mezzo alle città di Fermo, A-
nelle cose principali. Queste me- scoli e Macerata, tutte distanti
morie sono divise in tre parti, in quasi quindici miglia, sorge la ter-
tutte di p. 184. Segue il Codice ra che gli antichi del secolo XIII
diplomatico Pennese di p. i56, dicevano ora Castel della Penna,
quindi l' albero genealogico de' no- ora Castello di s. Giovanni, ora
bili signori della Penna s. Giovan- Castello del monte s. Giovanni, poi
ni, incominciando dal conte Aldo- Penna s. Giovanni. Sulla cima
brandino, da cui discesero il conte del monte oggi esiste piccola chie-
Giovanni del 1225 e Giberto del sa, ma in antico eravi interessante
1248, sino a Rinalduccio del 1 334- fortezza, detta il Girone cioè il

Altro albero genealogico principia cassero, luogo forte e munito. Era


da Paganello e dal successor Mo- questo monte nel secolo XIII e in
nalduccio del 1252 sino a Vanni altri posteriori tutto incasato, par-
dei 1394. Da Andrea del i352 te dalla fortezza, parte dai baloar-
discese Luca Morrone dell'antichis- di, e nel resto da altre fabbriche
sima ed illustre famiglia de'Mor- ed abitazioni che si protraevano
roni di Penna s. Giovanni, patrizia fino al ripiano del resto del paese,
5

MAC MAC 3 1

ed ivi erano poste lo case de'primi residenza del podestà o governato-


signori del luogo, che ornate di re era già unita al palazzo prio-
tortii queste erano lauto alte, che rale, poi fu trasferita altrove. Il

nella cessione fatta nel ìi^Ò dei teatro fu annesso all'antico


eretto
loro diritti a favore dell'allora na- palazzo pubblico; l'ospedale pegli
scente comunità, promisero di abbas- infermi già esisteva nel i583, e
sarle ad una certa misura , e di fu nel secolo passato nel mentova-
non alzarle più mai. Ma come pò- to sito. La chiesa principale, ma-
co dopo, nel ii65 s
fu demolita la trice e pievania, resta nella piazza
fortezza per gelosia di dominio, co- maggiore, ed è sotto l'invocazione di
sì a poco a poco vennero a cadere s, Giovanni Battista protettore pri-
e a demolirsi i torrioni e le case, mario della terra, a cui da anti-
L'aria è purgata e salubre, grata e chissimo tempo die il nome. È
gioconda la posizione. Il torrente grande, elegante e maestosa, con ai-
Salino a sinistra e il fiume Ten- ta torre, venerandovisi un'antica e
nacolo a destra , sul confine del bellissima statua di legno del pa-
terri torio si uniscono nel fiume trono ne fu architetto Giorgio di
:

Tenna. Al presente tre sono le Como detto di Jesi , che 1' inco-
porte, delPiano già Maria, del- ,
.y. minciò nel i52i circa, in luogo
la Pesa forse costruita nel 1 354, dell'antica demolila. Vi sono poi
e del Forno, già s. Martino j avvi le chiese di s. Francesco, già della
pure due altre porte, chiamate il ss. Vergine delle Grazie, col con-
portone e la porlarella, venendo la vento, rimodernata nel secolo pas-
piima detta anticamente porta vec- sato, con buoni quadri, ed eretta
chia e porta spinta. Le antiche nel secolo XV^ venendo concessa
mura castellane in parte esistono ai conventuali nel 1 4^7? c,ì e la-
in buon essere, e in parte vennero sciarono quella pur dedicata alla
restaurate nel secolo passato, nel ss. Vergine delle Grazie, ed allora
resto sono rovinate o occupate da fu edificato il convento di s. Anto-
abitazioni. Le strade principali del- nio, che possiede il corpo di s.
la terra sono tre, ed altrettanti i Vincenzo martire donato dal be-
quartieri o lanieri, chiamati Castel- nemerito del Piceno ed onore del-
lo, eh' è la parte più elevata, più la patria Giuseppe Colucci, insieme
antica e più nobile ; s. Giovanni, a bella statua della Beata Vergine
e s. Croce. Il palazzo priora le era in legno scolpita da Molini , comò
presso la portarella e la piazza ascritto alla confraternita del Rosa*
dello Statuto, ed aveva annessa la rio, esistente nella chiesa; di s. Pie-
torre per la campana pubblica, di tro^ elegante con monastero grande
cui si faceva uso principalmente delle monache benedettine, già nel
per adunare i consigli. Venduto secolo XIII sacra a s. Michele,
all' ospedale degl'infermi , verso il mentre il monastero fu ampliato
1793 maggiore s'in-
nella piazza nel secolo passato, ed è uno de»
cominciò ad abitare il nuovo, fab- più antichi della diocesi, e da es?
bricato maestosamente dai fonda- so partirono due monache per fon-
menti con sua torre elegante, con dar quello di s. Tommaso a Mori-
disegno di Pietro Maggi; ivi sono te Santo di s. Maria delle Grazio
;

i principali uffizi e le carceri. La fuori della porta Piano, già de 'fra u-


,

3.6 MAC MAC


cescani, come si è accennato, sin 176^ dal padre del Colucci, e per-»
tlal i5^7 almeno; e la chiesa di ciò giuspatronato della famiglia. Nel
s. Elisabetta giace sulle vette del territorio furono già i seguenti
monte ove era la rocca, e siccome castelli, maggior parte domi-
nella
è dedicata alla Visitazione che la nati dalla comunità, mentre nella
B. Vergine fece a s. Elisabetta, fu loro distruzioneil più degli abitanti
chiamata santa Maria del Monte ; passarono ad accrescere quelli di Pen-
ivi si venera una spina della co- na; appartennero a diversi signorini-
rona del Redentore, e vi fu eretta la comunità di Monsammartino per
la confraternita della Morte. cui ebbe lite pennesi, e ad altre
coi

Dacché la terra si formò in co- comunità. Il castello idi Agello che


munità riconobbe sempre per so- appartenne alla famiglia de' nobili
vrano il Papa, e col suo bene- della Penna, con chiesa dedicata a
placito si elesse i podestà colle so- s. Pietro, in amena situazione. Il ca-
lite amplissime facoltà comuni a stello di s. Croce con chiesa sotto
tutte le terre e città dello stato questo titolo. Il castello di Plaro-
pontifìcio, i582, tem-
come nel maldo, distrutto verso il 1249. Il
po in cui fu riformato e stampato castello di Colmerlo appartenne
lo statuto municipale; ma poi ad alla nobile famiglia di Lornano
evitare gl'intrighi delle elezioni lo poi Carboni, le cui memorie ri-
Spedi la congregazione della sacra salgono al 1 r 99. Vi sono pure i

consulta. 11 magistrato prima era molini e le saline, le quali per


composto di quattro individui, poi privilegio confermato principalmen-
di tre, oltre il consiglio generale te da Leone X e da Benedetto
di sessantaquattro persone, indi ri- XIV, colle vene dell'acqua salata
dotte a trentasei. Il primo grado dei territorio e del rivo o fosso
dei consiglieri, detto dei gonfalonie- della Patina, forniscono il sale alla

ri, si componeva di soggetti possi- popolazione. Di queste saline si

denti delle famiglie Bracondi, Cini, hanno memorie dal 1292, cioè di
Colucci, Ferraguti, Miti, Perucci, quelle però spettanti alla camera
Rioli, Scipioni, e quattro diverse apostolica, la cui fabbrica è nel
famiglie Vecchi. Consistevano le ve- territorio di s. Angelo in Pontano.
sti del magistrato nella veste di L' origine di questa terra è in-
rnbbone, di velluto neh' inverno, certo, nel cominciò a
1248 bensì
di damasco nell'estate, e di zimar- formarsi in comunità, avendo avu-
ra violacea in tempo de' consigli, to prima signori particolari, ed era
atti pubblici e rappresentanze. II già luogo forte e munito di rocca
territorio confina con Castel de- quando i proprietari lo venderono
mentino, presso il quale ora è sta- al pubblico. 11 nome di Penna pa-
lo eretto sul Tenna un grandioso re analogo a quello di altura sco-
ponte di quattordici arcate, con scesa, monte o rocca, cui si aggiun-
L'alerone, con s. Angelo in Ponta- se s. Giovanni, dal nome del pa-
no, con Gualdo, colla Mandola trono, sotto la cui invocazione e-
p con Monsammartino. Nel territo- ressero i pennesi il primo tempio
rio vi sono ville e chiese, nella vil- a Dio. Vuoisi compresa nel terri-

la delle Saline la chiesa di s. Ni- torio dell'antica colonia di Faleria,

cola di Tolentino fu eretta nel la qual città era quattro miglia di-
,

MAC MAC 317


stante, e forse fu uno de' suoi pa- bera dalla giurisdizione de' ferma-
gi. Furono i conti, dominatori di si e dalla precedente volontaria
Penna della famiglia Monaldi o , dedizione, restando solo dipendente
dei Bonifazi signori pure di Mon- dall'alto dominio della Sede aposto-
sammartino, forse provenienti da* lica in cui restò costantemente. Por-
gli antichi marchesi e conti di Ca- tatosi il rettore in Penna, in nome
merino. Nel 1192 la Penna avea d'Innocenzo IV chiese al consiglio
due signori, Aldebrandino e Berar- la rocca, che venne pacificamente
do fratelli, i cui discendenti si sud- ceduta per maggior sicurezza e
,

divisero in molte famiglie, a segno vantaggio della popolazione che in-


che all'epoca della vendita di Pen- di si accrebbe, accorrendovi molte
na, signori erano più di dieci ol-
i famiglie de'dintorni a stabilirvisi a
tre le sorelle, discendenti de' quali segno che i signori di essi implo-
della linea di Berardo e Paganello rarono dal Pontefice un freno. Nel
sono le due nobili famiglie patri- 1 25g Penna fu costretta ricono-
zie Morrone passate in Fermo, e- scere per poco tempo il re Man-
sistendo fra confini di Penna e
i fredi bastardo di Federico li , il

Gualdo la contrada Morrone, for- quale avea già dominato nella Mar-
se per le possidenze che vi ave- ca, a ciò indotta da' nobili, co' quali
vano. Moltiplicati i nobili di Pen- i pennesi fecero nuovi patti ; e per-
na, nacque tra' loro vassalli e di- chè nelle loro mani non cadesse la
pendenti, a cagione de'tempi ,
ge- rocca e il girone, tutto demolirono,
losie, fazioni e dissensioni , il per- ricevendone nel 1265 assoluzione
chè i signori a prevenire funeste dal cardinal Pah linieri legato, che
conseguenze continuando nella si- lodò la fedeltà e i servigi resi dai
gnoria, vennero col popolo nel 1248 pennesi, confermando loro i privilegi
ad un amichevole accordo, ceden- e le esenzioni. Dopo il 1276 i no-
dogli i loro diritti mediante sborso bili e fuorusciti, armata mano ten-
di denaro, patti e riserve. Così eri- tarono d' impadronirsi di Penna ;
gendosi la comunità in repubblica, ilpopolo però ne frenò l' impeto
acquistò la libertà di eleggere gli con fiero combattimento, per cui
uffiziali, far leggi e statuti, non che Rinaldo di Brunforte eh' era alla
il girone, segnando l'atto col nome testa degli aggressori si sfogò col
d'Innocenzo IV, cui i pennesi mo- dare il guasto al territorio.
straronsi fedeli, contro i ghibellini Intanto la comunità acquistò la
seguaci di Federico II, e perciò metà Colmerlo e di
de' castelli di
sempre Te-
di voti alla santa Sede. Agello, e della quarta parte di Ca-
mendo comunità
de' ghibellini la stel Gismondo, rigettando le pre-
si sottomise a Fermo, e ne otten- tensioni della provincia Farfense
ne la cittadinanza nel I25i ; ma che voleva Penna e il suo territo-
non piacque ciò al Papa, probabil- rio soggetta alla propria giurisdi-
mente per la crescente potenza di zione. Nei primi del secolo XIV
Fermo, cui ordinò dimettersi dal nate varie differenze coi nobili, a-
possesso di Penna onde il rettore ; michevolmenle si accomodarono; eb-
della Marca Gualdiero contro que- bero luogo diversi acquisti e scor-
sta fece marciare l'esercito temen- rerie de' ginesini sul territorio , e
do de' nobili ghibellini, e resela li- Giacomo di Ti asm ondo de' nobili
,

3.8 MAC MAC


di Angelo fu condannato dal ret-
s. Mentre n'era podestà Ridolfo Va-
tore per aver tentato sorprendere rani, profittando della residenza dei
la terra , essendo egli del partito Papi in Avignone, incominciò ad
ghibellino, mentre i pennesi eransi aspirare alla signoria di Penna, e
bravamente difesi. Nel i 3 i 7 i fer- più tardi ribellatosi al Pontefice
ina ni bandirouo tutti i pennesi dal- s'impadronì di molti luoghi tra i ,

la con solenne forma*


loro città, quali Penna verso il 1 3y5 , per
lità, pare perchè altrettanto aveva aver Vanni di Rollino introdotto
fatto Penna coi fermani che vole- di notte Rinaldo nella terra ,
per
vano sedurre il popolo a trarsi dal cui Antonio, o meglio Andrea avo
loro partito. Avendo fermani colto i di Antonio della nobilissima fami-
iuosservante di tale ordine un pen- glia Morrone, come di contrario
nese, esigerono la multa decretata. partito emigrò a Fermo, mentre
Ad istanza de' pennesi il rettore or- Luca suo figlio e padre di Anto-
dinò ai fermani assolvere il dete- nio recatosi a Roma ivi morì; e
nuto, e non venendo obbedito, con Penna per quasi sessantanni sog-
eccessivo rigore sottopose Fermo giacque al dominio dei Varani. Nel
all'interdetto, pena che fu tolta per 1 384 portandosi Antonio a rive-
lodevole istanza del popolo di Pen- dere sua madre in Penna, Vanni
na, ed ancora fu assoluta Gualdo, per odio di partito o per ereditare
forse complice dell'accaduto; indi le i suoi beni come parente, iniqua-
parti contendenti si riconciliarono. mente tentò di ucciderlo, e perchè
A cagione di Lodovico di Baviera, fuggì, saccheggiò ed incendiò la di
avendo ripreso forza il partito ghi- lui casa e sì grave fu il dannò
,

bellino, Giovanni XXII cui era no- che la curia generale ordinò che
to l'attaccamento de' pennesi alla si compensasse Antonio con s5oo
santa Sede, con breve nel 1329 li ducati d'oro; e siccome Fermo re-
avvisò di tali timori, esortandoli a clamò con Varani raffronto fatto
restar fedeli, e prestare aiuto al al suo concittadino, il traditore Van-
lettore della Marca. Nel 1 334 molti ni venne precipitato dalla rupe del
sbanditi pennesi unitisi ad altri ri- monte, e morì sfracassato, e ciò
belli della Chiesa, con grandissimo avvenne dopo il i3g4- Mentre bol-
numero di cavalleria e fanteria, o- livano nella Marca le fazioni fra i

stilmente entrarono in Penna ; ma ministri della santa Sede e i ti-

il popolo prese le armi valorosa- ranni dei luoghi, Bonifacio IX vi

mente cacciò gì' invasori , i quali spedì per marchese il suo fratello
però partirono carichi di bottino, o nipote Andrea Tornaceli, il qua-
e con alcuni prigionieri. Per tanta le mosse guerra ai Varani, ed en-
fellonia il rettore della Marca con- trò in Penna, senza potersi impa-
dannò i rei e li multò in favore dronire della fortezza ben custodita
della danneggiata comunità. Nel dalle genti di Gentile Varani. Que-
i3t»4 patì Penna l'espugnazione sti portatosi con un esercito a Pen-
dalla masnada di fra Mori cale na, forse verso la contrada di A-
che viveva di ruberie e ladronecci; gello, in battaglia vinse Andrea e
indi nel 1 358 incominciarono al- col conte di Carrara lo lece pri-
cune vertenze con Falerone, pei gioniero, riprendendo la terra nel
danni fatti ne' terreni di Agello. settembre 1 393.
MAC MAC 3i 9

Dopo che Varani


i s* impadro- ci limiteremo nominare i seguenti.
nirono di Penna, narra il Lilj che B. Giovanni francescano, sepolto nel
Bonifacio IX nel i3g8 o 1399 a ^ suo convento di Penna; fr. Serva»
concesse a Ridolfo Varani in vi- dio francescano inquisitore generale
cariato , coli' obbligo di dare una della Marca nel i324; fr. Sante
inula per ogni festa di s. Pietro, Boncori dotto teologo francescano,
colle quali condizioni nel 1406 lo e fr. Trebazio Marcotti dell' istesso
confermò Innocenzo VII; temen- ordine. La nobile famiglia Costan-
do poi i Varani in tempo dello tini originaria di Becanati e poi
scisma, de' Malatesti che guerreg- trasferita a Fermo, fiori per ma-
giavano nella Marca, nel i4i5 e gistrati, fra'quali un Valerio, bisa-
i4»6 ne riportarono diplomi di volo del vescovo di Nocera Sulpi-
conferma del vicariato, dal concilio zio. La nobilissima famiglia Morio-
di Costanza , così alle altre loro ni, divisa in tre diversi rami nel
possidenze. Sottrattasi Penna dai patriziato di Fermo, che hanno
Varani, qualche anno dopo, e nel per stemma un tigre rampante su
i434a' 1 4 maggio capitolò con Ales- tre monti, che tiene una penna con
sandro Sforza a nome di Francesco una branca, fiorì per molti celebri
suo fratello vicario della Marca di personaggi per dottrina, magistra-
Eugenio IV. La rocca o cassero ture, ambascerie e dignità militari,
tornò in potere della comunità per primeggiando Luca , Pellegrino ,
custodirlo ; poi fu demolita dai pen- Francesco canonico e prolonotario
nesi quando si sottrassero dalla si- apostolico, Marchetto seniore, Fe-
gnoria degli Sforza. Continuò Penna derico Giovanni. Altri uomini
e
ad eleggersi il podestà; ma quan- illustri di Penna furono i seguen-
to al vicario che spedivano Va- i ti : Domenico Antonio Burocchi fi-
rani , ottenne dal nuovo signore lippino, Giacomo Scipioni, Galeot-
che lo scegliesse da tre soggetti da to Vecchi, per non dire di altri.
lei presentati. Pare che lo Sforza Finalmente il Colucci a p. 182 ri-
cessasse dal dominio nel i^5. Nel porta il catalogo di alcuni pievani
seguente anno Eugenio IV per com- di Penna, ed a p. 1 83 de' più anti-
pensare i pennesi dei danni sofferti chi podestà, vicari ed altri uffiziali.

nelle guerre, rilasciò loro la metà Nel successivo volume daremo


«Ielle imposizioni annue a favore le notizie della Macerata
città di
della camera apostolica. Avendo i e sua sede vescovile, avendo fino-
fermani fatta una scorreria, nel ra parlato della provincia e dele-
i473 rimproverò Sisto IV. Molti
li gazione apostolica del suo nome.
uomini illusili produsse Penna, ma

FINE DEL VOLUME QUADRI GESIMO,


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BX 841 .M67 1840

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